Most Unlikely of Friends

di Cresco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nuovo lavoro iniziato su gentile concessione di Derekloffin. Come la precedente si tratta di una fanfiction iniziata parecchio tempo fa (la prima versione risale addirittura al 1997!) ed ancora in corso dopo più di trenta capitoli accumulati. La storia era dal principio inscritta in una serie chiamata "The Altered Destinies" a cui avevano preso parte diversi autori, tra cui Jim Bader, ma l'autrice ha in seguito deciso di rimetterci mano su Fanfiction.Net con discreto successo, considerando le centinaia di recensioni positive e followers che si sono cimentati in seguiti apocrifi. 

Ringrazio preventivamente chi vorrà dare un'opportunità al progetto. In fondo alla pagina troverete link sulla storia originale e per approfondimenti sui nomi riportati. Buona lettura...




Prologo - Uno di quei giorni




Era uno di quei giorni che avevano spinto Shampoo a chiedersi perché si fosse alzata dal letto. Oh, sembrava iniziato abbastanza bene, ma da quel momento era pronta a considerarlo un disastro totale.

Era un peccato, in effetti. Aveva ricevuto un giorno libero dalla sua bisnonna ed aveva deciso di sfruttare il tempo libero a disposizione per ottenere un appuntamento con Ranma. Le sue possibilità non erano le migliori. In realtà sapeva bene quanto fossero ridicole. Senza un qualche tipo di aggeggio con cui contrattare, Shampoo non sarebbe mai riuscita a trascorrere con lui un periodo di tempo significativo, ma tentare non le dava mai fastidio. Inoltre stava giungendo alla conclusione che, a meno che non riuscisse a portarlo ad un appuntamento privo di qualsiasi ricatto, non avrebbe mai fatto davvero dei progressi con il ragazzo.

E così era partita quella mattina per cercare il suo amore e chiedergli di uscire con l’aiuto di una piccola porzione fresca di ramen per solleticare il cuore del ragazzo attraverso il suo stomaco. Lo aveva trovato a vagabondare per il quartiere poco dopo una discussione con la sua presunta fidanzata e sembrava davvero di pessimo umore. Shampoo aveva letto varie storie su come approfittare di quell’arco di tempo per creare un varco che le sembrava essere alla sua portata, ma non era stato così. Gli stava per chiedere di uscire quando la menzionata fidanzata ha deciso di mostrarsi. Vedendo Shampoo insieme a Ranma aveva subito avuto uno dei suoi soliti attacchi ed aveva provveduto a bagnarli entrambi con una secchiata d’acqua fredda. 

Shampoo detestava la sua maledizione. Quando le due trasformazioni furono completate Ranma, che era mortalmente terrorizzato dai gatti, non aveva preso bene la nuova forma di Shampoo, ora appesa al suo braccio ed aveva cominciato una corsa frenetica per la strada. Sfortunatamente, a causa del suo ritmo accelerato, Shampoo non poté far altro che cercare di resistere fino a quando non rallentò il necessario da permetterle di saltare via. Naturalmente ci vollero quasi dieci isolati prima che Ranma potesse concludere il viaggio contro un muro che gli crollò addosso. 

Quando Shampoo era giunta sul posto, Ranma se n’era andato da tempo. Come se non bastasse, quando era tornata per cercare i suoi vestiti questi risultavano dispersi o rovinati dai passanti. Inutile spiegare lo stato d’animo dell’Amazzone.

Alla fine era riuscita a tornare a casa, riassumere il suo aspetto e procurarsi dei nuovi abiti, ma il suo ottimismo mattutino era stato fatto a pezzi. In effetti, c’era bisogno di molto autocontrollo per non prendere la sua spada e andare a caccia delle pretendenti di Ranma. Tuttavia era riuscita a trattenere l’impulso e si era messa in cammino per una passeggiata distensiva nel mercato.

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Era uno di quei giorni che avevano spinto Akane a chiedersi perché si fosse alzata dal letto. Oh, sembrava iniziato abbastanza bene, ma da quel momento era pronta a considerarlo un disastro totale.

La giornata era iniziata in maniera incoraggiante. Akane si era esercitata per settimane, coll’aiuto del ricettario della sua defunta madre, per preparare il pranzo perfetto. Beh, più o meno. Era una semplice omelette al formaggio. Voleva provare qualcosa di più stuzzicante, ma a seguito della persuasione amichevole di Kasumi e della zia Nodoka si era limitata ad un piatto semplice.

Anche per quello, tuttavia, erano servite settimane perché andasse bene. L’aveva bruciata così tante volte da divenire irrimediabilmente scoraggiata, ma con una gran dose di pazienza e seguendo alla lettera le istruzioni finalmente era stata in grado di prepararla ed era pronta a dimostrarlo.

E quale era stata la reazione di quello stupido di Ranma per i suoi sforzi di svariate settimane? Lui e quello stupido di suo padre avevano buttato il piatto direttamente nello stagno, rovinandolo completamente. Inutile dire quanto Akane si fosse infuriata. Aveva dato inizio ad una lite inevitabile che era terminata quando Ranma era stato lanciato fuori da casa.

Tuttavia, dopo un’ora di pace, Akane si era sentita pronta a perdonarlo. Dopotutto si era trattato di un incidente ed, ora che aveva imparato, poteva semplicemente farne un altro. Quindi, pestando il suo orgoglio, si era decisa a trovare Ranma e scusarsi. Bene, non è andata esattamente in quel modo. 

Invece di trovare Ranma girare a vuoto, lo aveva scovato a mangiare allegramente dei ramen fornitigli da una nota civetta cinese. L’umore di Akane era già provato e quella vista fu troppo per lei. Afferrato un secchio d’acqua aveva inzuppato la coppia e il risultato era stato istantaneo. 

Akane non si era soffermata a valutare le conseguenze, preferendo dirigersi  semplicemente verso casa, ma purtroppo non ce l’aveva fatta. A meta strada circa si era imbattuta in una delle poche cose capaci di infastidirla più di Ranma: Kuno. Una volta spedito nella stratosfera, si era sentita vicina a piangere per la frustrazione, così aveva deciso di cambiare la destinazione al mercato locale per potersi sbollire. 

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Fu così che entrambe le ragazze si erano fatte strada attraverso il mercato affollato, di pessimo umore ed inconsapevoli della presenza dell’altra nello stesso posto. Ben presto, però, la situazione sarebbe cambiata, perché entrambe si accorsero di una nuovo negozio nel quartiere. Era una gioielleria, con un vasto assortimento di articoli pittoreschi e senza dubbio costosi in esposizione.

Per Shampoo si trattò di una gradita distrazione. Quando la vide, si diresse immediatamente al suo interno, pensando che, se non altro, avrebbe potuto trovare qualcosa di carino per riscattarsi dalla giornata miserabile che stava vivendo.

Akane fu più riflessiva. La sua famiglia non navigava proprio nel denaro, quindi dubitò che potesse permettersi qualsiasi cosa e poi non era una a cui piaceva andare in giro sfoggiando roba costosa. Tuttavia la curiosità e il bisogna di distrazione alla fine ebbero la meglio su di lei e la fecero dirigere dentro per una un’altra porta.

Nessuna delle due notò l’altra entrare ed entrambe furono presto assorbite nell’esaminare le merci che le circondavano. Ognuna cominciò a camminare verso i lati opposti di una vetrina fino a quando si incontrarono e si scambiarono uno sguardo che prometteva una valanga di guai.

Osservando l’intera scena dalla distanza, un uomo sorrise e parlò tra sé.

“Sembra sia il mio momento.”

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“Che cosa fai qui?”

Chiese Shampoo dopo un momento, cominciando a cercare una scusa qualsiasi per far inviperire la ragazza ed ottenere una soddisfazione per quel che era accaduto quella mattina.

“Sto solo guardando in giro. E’ un problema per te?”

Rispose Akane con tono di sfida, niente affatto minacciata dall’Amazzone.

Seguì un momento di tensione. Ognuna delle ragazze stringeva inconsciamente i pugni, pronta a combattere. Tuttavia, senza ulteriori parole, l’assennatezza ebbe temporaneamente ella meglio quando Shampoo si voltò con uno sbuffo. Akane presto imitò il gesto.

In quel momento l’uomo arrivò, esibendo un sorriso che passava da un orecchio all’altro e con cui salutò le giovani. 

“Salve, signorine, posso aiutarvi?”

“In realtà, non stiamo insieme”

Precisò Akane, cercando di recuperare la calma.

“Oh, capisco.”

Rispose l’uomo pensieroso e concentrò la sua attenzione su entrambe le ragazze, notando come non riuscissero a guardarsi a vicenda.

“Però sembra che vi conosciate.”

Soggiunse alzando un sopracciglio.

“Shampoo conosce Akane, ma lei non piace a Shampoo!”

“Lo stesso per me.”

Akane rispose con voce calma, facendo in modo che entrambe si voltassero per squadrarsi con rabbia.

L’uomo continuò a sorridere durante quel confronto silenzioso.

“Per curiosità, questo ha qualcosa a che fare con un interesse d'amore comune?”

La domanda sorprese le ragazze, facendole dimenticare momentaneamente l’una dell’altra e volgersi verso di lui.

“Ah, queste cose possono intralciare facilmente le amicizie.”

Entrambe sembrarono scioccate da quell’allusione. 

“Shampoo non è amica di Akane!”

L’Amazzone parlò per prima, schernendo Akane mentre lo disse.

Akane ricambiò lo sguardo.

“Come se io volessi esserlo, poi!”

Disse retoricamente Akane, facendo arrabbiare ancor più Shampoo.

“Signorine, per favore, non ce ne è bisogno.”

Si intromise l’uomo, intuendo come le due si stessero avvicinando al punto di ebollizione.

“Solo perché siete in competizione tra di voi, non significa che dobbiate essere nemiche.”

“Chi ha detto qualcosa su una competizione? Può avere quel cretino, per quanto mi interessa.”

Dichiarò Akane con uno sbuffo, ma Shampoo non sembrò convinta e si lasciò sfuggire una risata incredula.

“Akane mente! Akane tiene a Ranma, altrimenti perché è così gelosa?”

Shampoo iniziò a scivolare dalla morsa della sua rabbia mentre premeva su un argomento che sapeva quanto Akane detestasse. Ottenne la reazione attesa quando Akane si voltò bruscamente per affrontarla.

“Che cosa? Sei pazza se credi che possa davvero piacermi quel pervertito!”

Cogliendo l’opportunità, Shampoo andò avanti.

“Allora perché tenere Ranma lontano da Shampoo?”

Akane fu presa alla sprovvista a causa di quanto aveva detto. Esitò e cambiò argomento.

“Pensi di poterti prendere tutto ciò che vuoi?”

“Signore, per favore!”

L’uomo in disparte insistette nuovamente. Sarebbe potuto essere molto più difficile di quanto pensasse.

Entrambe le ragazze lo degnarono a malapena di uno sguardo, ma alla fine scelsero di darsi le spalle disgustate.

“Non credete entrambe che sareste molto più felici se poteste mettere da parte questo odio?”

“E’ colpa sua! E’ sempre in giro quando non ce n’è bisogno…”

“Shampoo non importa cosa Akane vuole! Ranma è marito di Shampoo.”

“Lui non è tuo marito!”

Akane tornò a fissarla, ma Shampoo non raccolse la sfida.

Prima che o scontro degenerasse ulteriormente, l’uomo si intromise di nuovo.

“Venite con me, credo di avere qualcosa fatta per voi. Sono disposto a scommettere che entrambe starete molto meglio se riuscirete ad andare d’accordo.”

Le ragazze si osservarono mentre meditavano sulla proposta. Akane rispose per prima.

"Potrei tentare, ma Shampoo…”

Scosse la testa per poi interrompersi. 

Shampoo rimase sorpresa. Non era la risposta che si sarebbe aspettata dalla sua rivale. Per non essere da meno, parlò subitò.

“Shampoo è in grado, Akane no.”

Avvertendo la sfida all’interno della frase, Akane si arrabbiò per l’ennesima volta.

“Ehi, sei tu che causi sempre guai!”

“Non è vero!"

“Eccome se lo è!”

“Ah, Akane è solo gelosa!”

“Smettila di dirlo. Non sono gelosa!”

“Per favore, per favore, signore, non ce ne è bisogno. Non potreste mettere da parte le vostre differenze per un attimo?”

Sul momento la rabbia continuò a scorrere tra le due ragazze, ma lentamente calò mentre prendevano in considerazione la proposta. Shampoo fu nuovamente sorpresa dal fatto che Akane fosse la prima a parlare.

“Non funzionerebbe, ma potrei tentare."

Mormorò la più giovane delle Tendo, voltandosi verso Shampoo in un modo che sembrava dire “Tanto non ci riuscirai mai”.

Shampoo non era più interessata all’argomento. Essere superata da Akane era un qualcosa che non avrebbe mai permesso. Quindi le bastò un secondo per annuire ed aggiungere il proprio consenso.

“Shampoo anche vuole.”

Con un cenno di approvazione, l’uomo si voltò e si diresse verso un bancone vicino. 

“Bene. Restate lì un momento.”

Le ragazze lo osservarono rovistare in un armadietto ed alla fine ritornò con un paio di braccialetti, ognuno ornato e levigato con una splendente lucentezza dorata. Uno era decorato con degli strani dragoni, simili a serpenti, arrotolati l’uno sull’altro e con un portamento orgoglioso. L’altro mostrava dei falchi nell’atto di spiccare il volo. Mentre consegnava il braccialetto del drago ad Akane e quello del falco a Shampoo, il venditore riprese a parlare.

“Sono chiamati braccialetti dell’amicizia. Sicuramente è una traduzione libera del loro vero nome, ma forse comunque adatta. Si racconta che, molti anni fa, i capi di due paesi in guerra ebbero questi braccialetti in dono per mettere fine a quel conflitto insensato. Il giorno in cui se li scambiarono, la guerra finì e divennero amici per il resto della loro vita. Alcuni sostengono addirittura che l’affetto esistente tra i due sia stato instillato nei braccialetti e che se due persone sceglieranno volontariamente di scambiarseli diventeranno amiche per sempre.”

Quando l’uomo finì il racconto, le ragazze guardarono i braccialetti con aria scettica. 

“Ovviamente si tratta solo di una leggenda, ma non ho mai avuto l’occasione di accertarmene. Cosa ne dite? Se siete davvero intenzionate a fare un tentativo vi darò i braccialetti, ma ad una condizione. Dovrete scambiarveli, esattamente come fecero i re del passato.”

Le due giovani non sembravano convinte. I due oggetti erano sicuramente costosi e sfoggiarli sarebbe stato molto piacevole. Forse non avevano proprietà magiche, ma non si poteva mai dire. Dopo un momento tornarono a guardarsi considerando la situazione.

Questa volta fu Shampoo a sorprendere Akane quando porse la mano con il braccialetto. Akane rimase incerta per un secondo. “In fondo cosa ho da temere?” si chiese e, senza aggiungere niente, imitò il gesto.

Una volta completato lo scambio le ragazze, non sentendosi per nulla diverse, si girarono verso l’uomo.

“Era così difficile? Ovviamente no!”

L’uomo rise dopo essersi risposto.

“E’ sicuro che possiamo tenerli? Sembrano di grande valore.”

“Non hanno prezzo, ma sono vostri.”

“Sei molto generoso.”

Disse Shampoo con un sorriso.

“Non preoccupatevi. La mia ricompensa è stato poter vedere due persone porre fine ad una sfida inutile. Ora, c’è qualcos’altro in cui posso servirvi…?”

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Dopo poco tempo, le ragazze lasciarono il negozio di gioielli con l’umore decisamente migliorato e presero strade separate. Nessuno, né loro né i passanti, videro il negozio iniziare a scomparire, fino ad essere sostituito da uno spazio vuoto.

L’uomo rimase lì per un momento, complimentandosi con se stesso.

“Buona fortuna, ragazze. Avete una strada impervia di fronte a voi, ma penso che ne trarrete giovamento alla sua conclusione.”

“Beh, questo sarà da vedersi.”

L’ultima frase venne pronunciata da una misteriosa voce femminile dietro, a cui l’uomo annuì mentre anche lui si smaterializzava.

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Quella notte Akane decise di dormire con il braccialetto. Non sentiva nulla di strano rispetto a quella mattina ed era già pronta a dismettere l’intera leggenda come un racconto di fantasia. 

Io e Shampoo amiche… Figuriamoci. Torneremo a sfidarci nel giro di una settimana."

Sopraggiunge uno sbadiglio mentre formulava quel pensiero. Avvicinò la mano verso  l’interruttore della sua lampada per spegnerla. 

“Oh, vabbè…”

Mormorò lentamente mentre le oscurità l’avvolsero. Sprofondando nell’incoscienza, non riuscì a reprimere un moto di delusione.

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Dall’altra parte della città, Shampoo si era sentita ugualmente predisposta per addormentarsi con il braccialetto. Anche lei si chiese quanto ci fosse di reale nella leggenda, non sentendo alcun influsso mistico su se stessa. Rispetto a quando si era svegliata non avvertiva sentimenti diversi nei riguardi di Akane, perciò smise di pensarci.

Akane si intromette sempre nei miei progetti. Non potrebbe mai piacermi...”

Il suo cipiglio mentre formulava quel concetto venne, però, fu prontamente scalzato da una velata tristezza. 

…Ma sono stanca di dovermi confrontare con lei ogni volta. Potrebbe essere bello, per una volta… avere un’amica…

Ricordò come per lungo tempo si fosse sentita un’estranea in Giappone. 

Però Akane…

L’Amazzone scosse la testa e chiuse gli occhi, addormentandosi all’istante.

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A notte inoltrata le due ragazze dormivano profondamente. All’improvviso i braccialetti cominciarono a brillare debolmente in contemporanea. Il bagliore crebbe gradualmente di intensità, eppure nessuna delle ragazze vendere svegliate dalla luce. Al suo culmine il bagliore riempì le loro camere e in un lampo scomparvero.

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Circa dieci anni fa, Casa Tendo era consumata dal dolore. Erano passati solo pochi giorni dal funerale di Kimiko, ma il trascorrere del tempo sembrava fare molto poco per alleviare il dolore della perdita. Il capofamiglia Soun Tendo stava continuamente nella sua stanza, osservando una vecchia foto di Kimiko scattata in un momento assai più felice. Stava sorridendo ed il suo sorriso in altre circostanze avrebbe portato la pace nel suo cuore, ma da quando se ne era andata tutto quello a cui riusciva a pensare mentre la contemplava era che non avrebbe mai più potuto rivederne di nuovi. Nonostante i suoi tentativi, non riusciva a scrollarsi di dosso quella disperazione. Era cosciente di come le sue figlie avessero bisogno di lui, ma in quel momento non riusciva a trovare nemmeno la forza per rincuorare se stesso. Qualsiasi suo tentativo sembrava solo renderlo sempre più preda delle memorie del passato. Neanche le arti marziali, il suo ultimo rifugio, avevano migliorato la situazione, visto che  ogni volta che andava nel dojo per tenersi impegnato con gli allenamenti gli tornavano in mente tutto il tempo che aveva condiviso con Kimiko in quello stesso luogo. Era semplicemente un dolore troppo grande da sopportare.

Dopo aver riposto la foto in un cassetto cominciò a pensare.

Cosa devo fare, Kimiko? Credo di non essere in grado di andare avanti senza di te.

Fuori dalla stanza, Kasumi, Nabiki ed Akane si erano raccolte intorno al tavolo della stanza principale e sembravano essere in condizioni migliori di loro padre. Mentre Kasumi stava seduta a leggere il vecchio ricettario di suo madre rinvenuto proprio quella mattina, Akane e Nabiki restavano immobili ad osservare lo stagno. Il silenzio permeava ciascuna delle ragazzine, pensierose sulla direzione che avrebbe preso la loro vita da quel momento. 

Kasumi decise di spezzare quel silenzio soffocante.

“Dov’è nostro padre?"

“Nella sua stanza, credo…”

Nabiki rispose con un sospiro. La sorella maggiore non poté far altro che imitarla mentre la quiete tornava ad avvolgerle.

Un rumore alla porta spazzò via quello stato d’animo generale. Le tre ragazze si alzarono e Kasumi andò ad aprire. Sulla soglia apparve un uomo di mezza età elegantemente vestito e sorridente. Ad Akane parve di conoscerlo, ma non seppe dire come.

“Buongiorno, signorine. E’ la residenza della famiglia Tendo?”

“Si.”

Mentre Kasumi gli rispondeva, Soun scese le scale del piano superiore.

“Oh, ottimo. Kimiko Tendo è in casa?”

Le sorelle abbassarono lo sguardo a quella domande. L’uomo si volse verso il capofamiglia con un’espressione confusa.

“Mi dispiace. Kimiko è… era mia moglie. E’ morta una settimana fa.”

“Oh, cielo. Le faccio le mie scuse - l’uomo parve sinceramente rattristato - Avevamo cercato di contattarla diverse volte… ma sicuramente eravate occupati, non vi biasimo. Le mie condoglianze. Ritornerò…”

“Non si preoccupi. Non ha fatto niente di male - Soun rispose rapidamente, non volendo lasciarsi sfuggire quell’opportunità per distrarre la mente - Qual è la ragione della sua visita?”

“Beh, vostra moglie aveva partecipato ad un concorso di poesia un mese fa e il suo lavoro ha ottenuto il secondo premio.”

“Sul serio?”

Gli occhi di Nabiki si illuminarono, ma il padre la zittì con un gesto della mano. 

“Certamente. Ovviamente, in qualità di marito ha il diritto di accettare il premio al suo posto. Ma immagino non sia…”

“Non c’è problema. In cosa consiste il premio?"

“Una vacanza di una settimana a Hong Kong. Il biglietto è valido per l’intera famiglia - I Tendo furono sorpresi e le ragazze guardarono il loro padre, domandandosi come avrebbe risposto - Sfortunatamente l’offerta scadrà tra due giorni. Cercherò di farvi rimborsare il…”

“No - Soun intervenne deciso ed abbassò lo sguardo verso le figlie. Si osservarono a lungo e finalmente un sorriso stanco apparve sul suo volto - Accetterò il viaggio. E’ l’ultimo dono che Kimiko ha voluto fare alla sua famiglia e non c’è ragione di sprecarlo.”

L’uomo tornò a sorridere.

“Capisco. Allora cercherò di far organizzare immediatamente i preparativi.”

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Quel viaggio di una sola settimana a Hong Kong si trasformò subito in una piccola gita nella Cina confinante, che si evolse in un'escursione di nove anni per tutto l’Estremo Oriente. Così, quando un certo giovane artista marziale fece il suo arrivo a Nerima, trovò una situazione diversa da quanto si sarebbe aspettato.
 


Bibliografia


https://www.fanfiction.net/s/5432190/1/Most-Unlikely-of-Friends

https://jusenkyo.fandom.com/wiki/The_Altered_Destinies

https://www.fanfiction.net/u/6460847/The-Altered-Destinies

https://jusenkyo.fandom.com/wiki/Jim_Robert_Bader





 

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno ***


Per la traduzione di questo capitolo ho seguito quanto il più fedelmente possibile i dialoghi del doppiaggio italiano del primo episodio. Come l'autrice stessa ha spiegato, ai tempi in cui aveva pubblicato la versione originale non era ancora molto comune proporre reinterpretazioni del rocambolesco arrivo di Ranma e suo padre nella casa dei Tendo, come è invece stato in seguito. Chi è incuriosito può andare a rivedersi la puntata in questione per notare non tanto i cambiamenti evidenti nello scenario, quanto i dettagli riprodotti fedelmente. I dialoghi in grassetto vanno considerati in lingua cinese.
 


Capitolo Uno


 
La data di spedizione era di pochi mesi scarsi. Nella stanza principale di Casa Tendo, Soun lesse la cartina con un panda disegnato sul retro sorridendo di gioia. 
 
“Finalmente! Ranma sta arrivando! Quanto ho atteso questo giorno…”
 
Le lacrime cominciarono a riversarsi sulle guance. 
 
“E presto, molto presto, arriverà qui.”
 
Girò la cartolina un’ultima volta, quindi si alzò.
 
“Kasumi! Nabiki! Shampoo! Akane! Venite subito!”
 
 
Dentro il dojo, una Akane dai capelli lunghi e vestita con una tuta da palestra si stava apprestando a spaccare una colonna di mattoni davanti a lei. Gli occhi erano chiusi per la concentrazione. Un momento passò silenziosamente, poi una breve brezza parve circondarla. A quel punto, Akane aprì la sua mano e la fece calare sulla colonna. L’istante successivo i mattoni erano in frantumi, lasciandole una notevole soddisfazione.
 
Si volse ad osservare un piccolo gatto dal pelo rosa e bianco, di nome Shampoo, che era rimasto fermo ad osservare pigramente la scena.
 
“Non male, eh?”
 
Shampoo fece un cenno mentre Nabiki scattava una foto dall’esterno della palestra, cogliendo di sorpresa entrambe le presenti.
 
“Ci risiamo, Akane. Questo è esattamente il tipo di cosa che ti rende strana agli occhi dei ragazzi.”
 
“Benissimo! - replicò lei con un’occhiata visibilmente disgustata - Li odierei se pensassero sia una persona normale!”
 
“Davvero?”
 
La sorella non ottenne risposta. Al contrario, Akane tornò al centro della palestra per prendere una nuova colonna di mattoni freschi. 
 
“Allora, visto che non lo hai sentito, ti informo che papà vuole parlarci. Ha qualcosa a che fare con un nuovo ospite.”
 
Detto questo, lasciò il dojo con un sorriso.
 
Akane si corrucciò e scosse la testa.
 
“Mi chiedo di cosa si tratti - si girò verso Shampoo, che sembrava stesse riflettendo sulla stessa questione - Immagino sia meglio scoprirlo da sole.”
 
Shampoo annuì con il capo per poi seguire Akane mentre usciva.
 
La coppia arrivò nella stanza da pranzo per prime. Shampoo saltò sul tavolo per poi rannicchiarsi, mentre Akane si sedeva vicino a lui. Poco dopo giunse Kasumi.
 
“Sai che cosa sta succedendo? - Kasumi le diede un sorriso confuso come risposta. Grandioso. Dove si trova Nabiki?”
 
“E’ andata sopra a cambiarsi.”
 
“Perché?”
 
“Non ne sono sicura.”
 
Akane si accigliò nuovamente e si sporse verso Shampoo.
 
Qualcosa mi dice che Nabiki sa molto più di quanto vuole far credere.
 
Shampoo fece un cenno di assenso, poi si voltò per osservare Nabiki entrare nella stanza con un kimono.
 
“Che cavolo… Nabiki?”
 
“Non mi dirai che vuoi dare il benvenuto al nostro ospite con l’uniforme addosso, Akane?”
 
“Non avevi detto che stava per venire ora! - Akane protestò - E comunque sia, perché mi sarei dovuta vestire in quel modo? Non è qualcuno di cui mi importi.”
 
Nabiki ignorò sua sorella minore e si sedette di fianco a lei mentre loro padre faceva il suo ingresso.
 
“Oh, benissimo. Ci siete tutte.”
 
“Vuoi dirci cosa sta succedendo?”
 
La minore era sempre più impaziente.
 
“A breve arriverà il vostro fidanzato.”
 
Tutte le ragazze, all’infuori di Nabiki, osservarono il loro padre sconvolte mentre si sedeva.
 
“Fidanzato?”
 
Kasumi fu la prima a parlare. Soun annuì.
 
“Sì, si tratta del figlio di un mio caro amico. Il suo nome è Ranma Saotome. Una di voi quattro lo sposerà ed erediterà la palestra di arti marziali. In questo modo il futuro della famiglia Tendo sarà assicurato.”
 
Finalmente Akane si riprese dallo shock.
 
“Dovremmo sposare qualcuno che non abbiamo mai incontrato? Non puoi dire sul serio!”
 
“Faresti meglio a vederlo prima di parlare. Potrebbe essere un ragazzo molto carino - le disse Nabiki maliziosamente per poi rivolgersi al padre - Che tipo sarebbe?”
 
Il padre le rise in risposta.
 
“Molto presto sarà qui. Sta viaggiando con suo padre allo scopo di perfezionare le tecniche di combattimento. Sono stati in Cina recentemente.”
 
“In Cina? Davvero?"
 
Akane stava iniziando ad essere veramente infastidita dall’entusiasmo facile di Nabiki.
 
“Straordinario! Come se non fossimo state anche noi in Cina.”
 
“Almeno sappiamo che ha fatto dei bei viaggi - osservò Kasumi per poi volgere il viso verso il padre - Papà, quanti anni ha questo Ranma?”
 
“E’ carino?”
 
“Non è più giovane di me, vero?”
 
“Insomma, che tipo è?”
 
Dopo una pausa di un secondo, Soun ricominciò a ridere. Questa volta si percepì del lieve nervosismo.
 
“Non lo so.”
 
L'attitudine ottimista di Nabiki si dissipò fulmineamente mentre gli faceva eco.
 
“Non lo sai.”
 
“Non l’ho mai visto.”
 
Finalmente fu il turno di Nabiki di rimanere sorpresa.
 
Shampoo, dal canto suo, aveva ascoltato il discorso solo distrattamente, come se la conversazione non la riguardasse in alcun modo. Aveva passato la notte in bianco e l’acquazzone di quella mattina l’aveva colta alla sprovvista, con conseguenze che tutti avevano potuto notare. Quindi in quel momento era intenzionata ad approfittare di quei minuti per riposarsi dove voleva, usufruendo di uno dei pochi vantaggi della sua forma animale.
 
Akane, però, non era assolutamente contenta per la situazione e voleva essere sicura di poter dire la sua.
 
“Perciò non hai la più pallida idea di che aspetto abbia questo tipo?”
 
“Beh, non la metterei in questo modo. Suo padre non ha fatto che parlarmi bene di lui.”
 
Nabiki si intromise.
 
“Ed esattamente, quante volte te ne ha parlato?”
 
“Uhm… diverse volte.”
 
La media non sembrava soddisfatta dalla risposta.
 
“Di quante volte stiamo parlando? Una, due?”
 
“Beh… un paio. Ma sono certo che sia un bravo ragazzo.”
 
La ragazza aggrottò le sopracciglia per poi girarsi verso sua sorella minore.
 
“Forse non avevi tutti i torti, Akane.”
 
Nel momento in cui concluse la frase, il campanello sulla porta tintinnò, segnalando la presenza di qualcuno nella residenza. Qualcuno che, a giudicare dalla sua voce, non sembrava molto a suo agio.
 
“Lasciami andare! Ti ho detto che non voglio! Fammi ritornare in Cina, porcaccia la miseriaccia!”
 
“Sembra che abbiamo visite.”
 
Kasumi si alzò, imitata da Nabiki e Soun.
 
“Probabilmente si tratta di Ranma. Beh, andiamo a vedere che aspetto ha.”
 
Nonostante quella frase, Nabiki appariva molto meno interessata rispetto a pochi minuti prima.
 
Soun, al contrario, corse con espressione gioiosa verso la porta.
 
“Saotome, amico mio, vi stavamo aspettando!”
 
Alla fine anche Akane si alzò per andare a dare il benvenuto ai loro visitatori.
 
“Speriamo che sia più grande di me.”
 
Sospirò Kasumi rimasta con lei.
 
“Io spero solo che sia uno scherzo di pessimo gusto.”
 
Prima che la sorella maggiore e minore potessero  svoltare l’angolo, però, Nabiki e Soun tornerò indietro velocemente. Le ragazze notarono confuse come i due sembrassero spaventati. La risposta a quella scena giunse sotto la forma di un panda con sulle spalle una persona il cui aspetto fu distinguibile un secondo dopo. Akane arretrò di un passo, ma non scappò via mentre le sue sorelle si nascondevano dietro il padre. Incerta su come gestire la situazione, Akane si stava inconsciamente preparando per una lotta.
 
“Guarda, stiamo dando spettacolo! Fermati!”
 
Resasi conto della confusione, Shampoo balzò giù dal tavolo per scoprirne la causa e si posizionò dietro Akane. Anche Soun aveva ripreso il controllo di sé e, facendo da scudo alle figlie, si mosse verso l’animale ancora visibilmente scosso.
 
“Sarebbe dunque questo il tuo amico, papà?”
 
Il tono di Kasumi era irrealisticamente calmo. Soun scosse la testa.
 
“Ed allora perché un grosso panda è piombato qui in casa nostra?”
 
Nabiki lo incalzò, ma il padre ripeté il precedente movimento.
 
Finalmente il panda si era fermata ed aveva posato la persona davanti a loro con delle maniere abbastanza inconsuete per un animale della sua specie.Ora che poteva osservare il nuovo arrivato da una prospettiva migliore, Akane si accorse che un’attenta occhiate che si trattava di una ragazza dai capelli rossi.
 
Soun si prese un momento per riassumere la situazione. Dal momento che il panda non sembrava avere cattive intenzione, provò a concentrarsi sull’ospite umano. 
 
“Tu sei…Ranma?”
 
“Si, sono Ranma Saotome... - rispose la ragazza per poi chinare la testa - Mi dispiace.”
 
“Oh, bene! Sei davvero tu, allora!”
 
Esclamò lui per poi abbracciare la ragazza.
 
“Non stavamo aspettando un maschio?”
 
Pensò Akane guardando la scena.
 
Inconsapevole anche lei del vero sesso di Ranma, Nabiki si lasciò sfuggire un commento compiaciuto.
 
“Ed è anche molto carino.”
 
Non ci volle molto perché le saltassero agli occhi un paio di discrepanze.
 
“Sono così lieto di conoscerti!”
 
Dopo aver espresso ancora la sua gioia, Soun cominciò a sentire qualcosa di morbido premere contro il suo petto. Confuso, ma senza abbassare lo sguardo, lasciò la presa su Ranma.
 
A quel punto la mano di Nabiki si posò sul seno di Ranma, rivelando fondati i suoi sospetti. Per togliersi ogni dubbio lo strinse con vigore.
 
“Ah, ti dispiacerebbe piantarla?”
 
Ranma non poteva che sentirsi a disagio nel vedere una ragazza toccarla in quel modo. Nabiki ignorò la richiesta e si girò verso suo padre con un sottile velo di irritazione.
 
“Papà, il nostro futuro sposo è una ragazza.”
 
“C-come? U-una ragazza…?”
 
Soun balbettò per poi cascare all’indietro.
 
Akane si mosse rapidamente per sostenerlo mentre Nabiki mollava la presa sulla ragazza con il codino.
 
“Portiamolo dentro.
 
Kasumi aiutò la sorella a trasportare il corpo esanime del padre nella stanza principale.
 
“Papà dovrà darci molte spiegazioni.”
 
Dichiarò Nabiki seguendole. Ranma osservò la scena e sospirò per poi seguirle con il panda alle sue spalle.
 
All’interno della stanza, Kasumi raccolse alcune coperte mentre Akane, aiutata da Ranma,  ci sistemava sopra il padrone di casa. Nel mezzo dell’affacendamento, Shampoo si mosse vicino ad Akane, mettendosi così sotto la visuale di Ranma, la cui reazione non si fece attendere.
 
“AAAAH! GATTO! PORTATELO VIA! PORTATELO VIA!”
 
Saltò talmente in alto per lo spavento da raggiungere il soffitto.
 
Tutti, ed in particolare Shampoo, osservarono la scena perplessi. Akane abbassò la testa verso Shampoo, non trovando niente di insolito nella sua forma animale. Cercò di calmare Ranma.
 
“Non preoccuparti, non ti farà del male…"
 
La ragazza rimaneva incollata al soffitto battendo i denti per il terrore.
 
“Che abbia una fobia per i gatti? Non credevo neanche che esistessero persone del genere.”
 
Dopo averci riflettuto, lasciò andare un sospiro per poi rivolgersi alla gattina.
 
Shampoo, perché non vai in camera nostra per adesso mentre noi cerchiamo di risolvere il problema?
 
Shampoo annuì, rivolgendo a Ranma un ultimo sguardo confuso, e poi corse via dalla stanza. Ranma sembrò recuperare lentamente il controllo di sé. Assicuratasi che il felino non fosse più nei paraggi, atterrò sul pavimento.
 
“Paura dei gatti?”
 
“Eh…sì.”
 
Akane le sorrise.
 
“Stai tranquilla. Le dirò di non graffiarti.”
 
Si lasciò sfuggire un risolino. Ranma la guardò acidamente.
 
“Non è divertente.”
 
“Scusa, non volevo - disse Akane cercando di frenare l’ilarità - E’ solo che… lasciamo perdere. Ma stai tranquilla, non ti farà del male.”
 
“Povero papà. Deve sentirsi così amareggiato.”
 
Kasumi era seduta vicino al padre, osservandolo preoccupata.
 
“Mi sembra ovvio! Non mi aspettavo chissà cosa, ma almeno credevo di incontrare un ragazzo! Che razza di malinteso!”
 
Nabiki si posizionò sul lato opposto del giaciglio. Le sue parole avevano spinto Ranma a sospirare.
 
“Ti prego, non farci caso - Akane sembrò volerla rassicurare - Sono solo state colte alla sprovvista. Comunque io sono Akane.”
 
“Oh, ciao.”
 
Ranma sorrise per la prima volta proprio.
 
“Sembra che nostro padre si stia riprendendo.”
 
Dopo l’avviso di Kasumi, la media delle Tendo non perse tempo per dar di nuovo voce alla sua delusione.
 
“Tutto questo è colpa tua, papà! Non credi che avresti dovuto informarti se Ranma era un ragazzo o una ragazza?”
 
Soun riuscì solo a mormorare con lo sguardo perso nel vuoto.
 
“Saotome mi aveva detto di aver avuto un maschio. Ne sono sicuro...”
 
Nabiki non parve affatto convinta. Puntò il suo dito verso Ranma.
 
“E quello sarebbe un maschio secondo te? Non credo proprio!”
 
Akane fulminò sua sorella.
 
“Ormai non ha più importanza. Resta sempre un ospite - il suo tono fece perdere la parola a Nabiki, per quanto il suo sguardo non nascondesse bene le sue emozioni. Akane ignorò la sorella per rivolgersi a Ranma - Ti andrebbe di allenarti?”
 
“Uh?”
 
“Sembri aver bisogno di distrarti. Avanti, andiamo. Stavo già facendo pratica per conto mio.”
 
Fece cenno a Ranma di seguirla fuori. Apprezzando quell'approccio, Ranma la seguì sorridendo.
 
 
“So che pratichi il Kempo, vero?”
 
“Si, un pò.”
 
“Bene, allora facciamo un piccolo incontro.”
 
“Uh?”
 
“Si, solo per divertirci.”
 
 Akane la invitò alla lotta con voce rassicurante, mentre si metteva in posizione di fronte a lei. Ranma, dal canto suo, continuava a tenere le mani dietro la schiena.
 
“Non preoccuparti, ci andrò leggera.”
 
Dopo quell’ultima frase, cominciò a prepararsi.
 
Ranma restava immobile, ma Akane poteva percepire l’aura da combattimento nella sua avversaria a dispetto della sua posa informale. Soddisfatta da quell’informazione, Akane lanciò un pugno fulmineo per testare i suoi riflessi. Ranma la meravigliò, reagendo con una velocità formidabile, sparendo dalla traiettoria del colpo con un semplice salto. L’impressionata Akane provò allora con un un altro pugno molto più carico, che Ranma evitò inclinando semplicemente il corpo.
 
Aggrottando leggermente la fronte, Akane mutò il suo ritmo e diede avvio ad una sequenza continua di attacchi. Ranma ne evitò ciascuno con eleganza e il minimo sforzo, piegandosi all'indietro solo con l’ultimo per poi sporgersi avanti come una molla quando Akane ritrasse il braccio. 
 
“Non sei affatto male - Akane parlò con tono compiaciuto e cambiò posizione - Allora passiamo a qualcosa di più serio.”
 
Per Ranma quella prima parte era stata straordinariamente semplice. Non voleva esprimere commenti, ma se quello era il meglio che la sua sfidante sapeva fare, era decisamente fuori dalla sua portata. Però, la nuova posa di Akane le era sconosciuta. Contribuì ad allertare il suo senso del pericolo, spingendo la ragazza con il codino a prepararsi seriamente anche lei.
 
Sorpresa, osservò del vento iniziare a racchiudersi nella mano di Akane. Era uno spettacolo incredibile e, prima che potesse riprendersi, Akane lasciò andare il pugno. Ranma riuscì a schivarlo facilmente, ma prima che potesse capire qualcosa, si ritrovò a volare in aria e schiantarsi su una parete del dojo. Akane si avvicinò a lei con una smorfia sul volto.
 
"Oh, mi dispiace - le porse una mano per aiutarla ad alzarsi - Credo di aver esagerato. Ho cercato di controllare il tiro, ma è difficile. Stai bene?”
 
“Si… tutto bene.”
 
Ranma era scossa e continuava a domandarsi cosa fosse accaduto. Dal peso sul suo stomaco, poteva giurare di essere stata colpita, ma era sicura che Akane non l’avesse sfiorata con un dito. Cos’era successo davvero?
 
La sua sfidante aveva chinato il capo.
 
“Dovremmo fermarci.”
 
“No, è tutto ok…”
 
Ranma provò a ribattere, ma Akane scosse la testa.
 
“No, sul serio. Non voglio rischiare di far ripartire quel colpo. Dovremmo smettere. Puoi chiamarla una tregua, se ti va.”
 
Sembrava davvero costernata. Ranma aprì la bocca per protestare, ma alla fine scelse di non dire niente.
 
Dopo essersi assicurata che Ranma potesse reggersi in piedi, Akane si avviò all’uscita.
 
“Perché mio padre credeva fossi un ragazzo?”
 
Ranma guardò il pavimento, sentendosi afferrare dalla rabbia.
 
“Lunga storia.”
 
Akane annuì, come se stesse percependo le sue emozioni.
 
“Beh, non è che sia importante. Sono grata che tu sia una ragazza.”
 
Ranma alzò la testa confusa.
 
“Uh?"
 
“In realtà sono solo contenta che tu non sia un ragazzo. In questo modo non dovremmo fidanzarci.”
 
Mentre Akane lasciava la stanza, Ranma abbassò nuovamente il capo con una smorfia di delusione dipinta sul muso.
 
 
Akane salì le scale, stirando i muscoli delle braccia e si fermò davanti ad una porta con un gatto di legno appeso come etichetta e su cui erano chiaramente distinguibili due nomi: “Shampoo” e “Akane”. La porta era socchiusa come al solito, per via della cattiva abitudine di una delle sue occupanti di cambiare corpo con uno che non aveva né l’altezza né le mani per toccare il pomello. La aprì ed entrò, mentre si passava le mani tra i lunghi capelli. Disteso su uno dei due letti, quello vicino alla finestra sull’albero, il gatto volse il capo verso Akane, come a salutarla.
 
"Hai trovato qualche spiegazione su cosa sta accadendo? - dopo che Shampoo ebbe scosso la testa, sbuffò - Oh, lasciamo perdere. Io vado a farmi un bagno.”
 
Protese le mani verso il gatto, offrendosi di portarlo con sé. Shampoo annuì compiaciuta e saltò nel suo abbraccio. La coppia scese le scale per dirigersi alla stanza da bagno.
 
Una volta arrivate, Akane notò i vestiti di Ranma nella cesta e lanciò a Shampoo una sguardo triste.
 
Mi spiace, Shampoo, ma dovrai aspettare il tuo turno. Ranma è terrorizzata dai gatti - notando la delusione sul suo volto, aggiunse - Almeno dopo avrai il bagno tutto per te.”
 
Shampoo le rivolse un tipico sorriso sornione e scivolò dalla presa.
 
Ti avviserò quando avremo finito.
 
Il gatto fece i primi passi per tornare nella loro stanza, ma l’attesa fu più breve di quanto si sarebbe aspettata. Dopo pochi secondi, Akane uscì dal bagno, chiudendo la porta del salone per poi appoggiarcisi sopra. Shampoo la guardò estraniata, notando come non si fosse messa i pantaloni della sua divisa da allenamento. Akane fece un profondo respiro e, lasciandola sconcertata, esplose in un urlo improvviso per poi iniziare una corsa lungo il corridoio, incurante della sua presenza.
 
Cercando di riprendersi da quanto aveva visto, Shampoo cominciò ad esaminare la scena in cui si trovava. La risposta le arrivò quando un ragazzo sconosciuto uscì dal bagno, scuotendo la testa e cominciando ad avviarsi nella direzione presa da Akane. Shampoo si nascose in un angolo per non farsi notare e, quando, il ragazzo si fu allontanato, prese una rincorsa verso il bagno per potersi lanciare nell’acqua calda del furo.
 
La sua forma umana emerse finalmente dalla superficie della vasca e tornò nella stanza, afferrando una divisa dalle tonalità simili al suo pelo di gatto. Dopo averla indossata rapidamente, cominciò anche lei a correre per la casa. L’espressione sul suo viso sembrava non promettere altro che problemi.
 
 
Senza smettere di urlare, Akane piombò nella stanza principale e sollevò il tavolo. Nella foga non si era accorta che ci era seduto vicino un nuovo venuto con degli occhiali, una divisa banca ed una bandana da combattimento sulla testa che sembrava stesse brindando con suoi padre. In realtà, questi dettagli erano insignificanti ai suoi occhi in quel momento. Era posseduta dalla rabbia.
 
“Gliela farò pagare cara!”
 
Richiamate dal frastuono, Nabiki e Kasumi arrivarono nella stanza ed osservarono la sorella sorprese.
 
“Akane! Perché urli ed hai preso quel tavolo?”
 
Kasumi le si era rivolta con la consueta cortesia.
 
“C’è un maniaco nel nostro bagno!”
 
“Ma tu puoi riuscire a sistemarlo a mani nude, no?”
 
Akane rispose all’osservazione di Nabiki con furia sconnessa.
 
“Non posso, non posso! Mi fa impressione!”
 
“Che strano, anche Ranma era andata in bagno. Evidentemente non ha visto questo maniaco...”
 
Kasumi aveva appena finito la frase quando delle urla maschili risuonarono per la casa. Le due sorelle si sporsero sull’atrio, da cui proveniva il rumore.
 
“Ouch, aspetta um minuto, posso spiega… Ah! Dammi solo un secon… Ouch! Fermati!”
 
“Hiyah! - urlò Shampoo mentre faceva partire un nuovo attacco - Shampoo non vuole ascoltare parole di maniaco! Hiyah!”
 
A quel punto l’immagine di un ragazzo venne catapultata nella stanza mentre cadeva e cercava disperatamente di evitare uno dei colpi di gomito di Shampoo. Rotolò da un lato e la sua avversaria centrò la zona del pavimento dove un momento prima aveva sbattuto la testa. Rimettendosi in piedi, il ragazzo provò a guadagnare la via per uscire, mentre Shampoo si avventava ancora su di lui incurante del suo vestiario succinto. Mancò ancora il suo bersaglio, colpendo sulla spalla con la forza necessaria a far ruotare il suo corpo. Approfittando di questo, gli diede un pugno nell’addome, facendolo barcollare all’indietro.
 
Akane, con ancora il tavolo tra le mani, si rese conto dell’opportunità e, raccogliendo tutte le sue energie, scagliò il mobile direttamente su di lui. Colto completamente alla sprovvista da quell’attacco, il ragazzo non poté far altro che lasciarsi spedire nel cortile e, da lì, nello stagno.
 
Entrambe le ragazze si mossero per proseguire, ma Soun le richiamò.
 
“Akane, Shampoo, smettetela. Posso spiegare ogni cosa.”
 
Distratte dall’ordine del loro padre entrambe rimasero immobili il necessario per poter notare la Ranma in versione femminile emergere dallo stagno tenendosi la testa per il dolore.
 
“Ouch, questo fa male…”
 
La scena causò dello sbigottimento nelle due, finché Shampoo non si volse verso Soun.
 
“Lui è maledetto come Shampoo?”
 
Soun annuì mestamente.
 
“Purtroppo temo sia così.”
 
Le due ragazze si cambiarono degli sguardi e rilassarono i muscoli, cominciando a comprendere.
 
“Grandioso.”
 
Borbottò Akane.
 
 
Dopo qualche tempo, e dopo qualche secchiata di acqua calda, il ragazzo Ranma e l'altro uomo sedevano uno di fianco all’altro nella stanza principale di fronte alle quattro ragazze mentre Soun si preparava alle presentazioni.
 
“Questo è il mio caro amico…”
 
“Genma Saotome - Completò l’uomo con la bandana, chinando il capo verso le ragazze, per poi voltarsi verso Ranma - E questo è mio figlio…”
 
“Ranma…”
 
Il ragazzo diede un breve sguardo ad Akane. Lei ricambiò con un’occhiata fulminante, spingendolo a retrocedere nella visuale.
 
“Quindi suppongo che lei fossi il panda, signor Saotome, o sbaglio?”
 
Genma annuì.
 
“Si. Come fate ad essere al corrente della maledizione?”
 
In risposta, la maggior parte degli occhi si volsero su Shampoo che inconsciamente guardò a terra.
 
“La giovane Shampoo che vedete qui ha anche lei avuto un incontro con le Sorgenti Maledette. E’ il gatto che avete visto questa mattina.”
 
Ranma si girò verso l’Amazzone in un moto di sorpresa ed anche con un pizzico di paura. Accorgendosi dell’attenzione, Shampoo lo imitò , apparendo assai minacciosa.
 
Genma sorrise.
 
“Ah, Soun! Alla fine sembra che anche tu abbia deciso di girare il mondo!”
 
Soun ricambiò.
 
“Si, amico mio, ma è stato diverso tempo fa e molte cose sono cambiate. Però potremmo sempre discuterne più tardi. Per evitare altre incomprensioni, Ranma è un maschio, anche se maledetto.”
 
“Oh, che ragazzo sfortunato!”
 
Kasumi chiosò empaticamente. Nabiki si limitò a a fare un cenno.
 
“Questa casa diventa ogni giorno più interessante.”
 
Akane si lasciò sfuggire un lieve sbuffo.
 
Non sentendo ulteriori commenti, Soun si schiarì la gola.
 
“Bene, allora direi di passare alle cose importanti - Disse portando Kasumi all’attenzione di Ranma - Questa è la mia figlia maggiore…”
 
Prima che potesse proseguire, Kasumi parlò.
 
“Papà… ehm… mi dispiace interromperti, ma dal momento che Ranma sembra molto più giovane di me forse le altre sarebbero più appropriate.”
 
Soun parve pensieroso per un momento, ma alla fine annuì.
 
“Si, suppongo che tu abbia ragione - A quel punto indicò Nabiki - Questa è la mia seconda figlia Nabiki. Ha diciassette anni."
 
Nabiki sorrise e si sporse verso il ragazzo.
 
“Piacere di conoscerti, Ranma. Dimmi un po’, sei per caso in linea ereditaria per qualche tesoro di famiglia?”
 
“Ah…ecco… io…”
 
Ranma non aveva proprio idea di come rispondere ad una domanda simile. Gemma intercedé in suo soccorso.
 
“Forse sarebbe meglio che avesse una fidanzata con qualche anno in meno di lui.”
 
Sul viso di Nabiki apparve un’espressione delusa.
 
“Oh, beh. Suppongo che abbia ragione.”
 
Akane riuscì a notare un sorriso nascosto mentre si ritirava indietro. In quel momento si accorse che suo padre la stava fissando. Rimase in silenzio, aspettando l’inevitabile mentre l’attenzione convergeva su di lei.
 
“Bene. Lei, invece, è mia figlia Akane. Ha sedici anni - La presentazione del padre venne accompagnata da un breve sospiro da parte sua - E l’ultima è la mia figlia adottiva Shampo. Anche lei ha sedici anni.”
 
Shampo, che si era nuovamente estraniata dalla conversazione, rizzò i suoi sensi quando venne fatto il suo nome. Akane scorse un breve sorriso sul suo volto, ma questo mutò in un broncio quando girò il capo verso Ranma.
 
“Quindi chi hai intenzione di scegliere, figliolo?" 
 
Akane si alzò in piedi alla domanda di Genma.
 
“Fermi tutti! Potete scordarvi che io sposi quel maniaco!”
 
Ranma sentì di dover reagire all’insulto.
 
“Di che stai parlando? Ero entrato per primo io in bagno!”
 
“Se ci avessi detto dall'inizio che eri un ragazzo non mi sarei mai sognata di farlo!”
 
Ranma esitò un attimo a quella contestazione, ma scelse di replicare.
 
“Non avevo idea di come avresti reagito se te l’avessi detto. Non potevo nemmeno sapere che fossi al corrente delle Sorgenti Maledette e, comunque, non è che avessi intenzione di spiare una come te!”
 
Akane socchiuse gli occhi minacciosa.
 
“Cosa vuoi dire con questo?”
 
La sua voce si era improvvisamente abbassata.
 
“Mi sembra ovvio! Non esiste un ragazzo al mondo che vorrebbe vedere nuda un maschiaccio come te…”
 
“Tu…!”
 
Akane sembrava pronta ad assalirlo, perciò anche Ranma si alzò in piedi. Shampoo rimase dov’era, ma i suoi sensi erano ormai attivati, rendendola pronta ad intervenire.
 
Tuttavia i due padri richiamarono i giovani alla calma prima che la situazione potesse degenerare. Una volta che Akane si fu riseduta, Shampoo si rilassò. Ranma, dal canto suo, si voltò imbronciato verso suo padre.
 
“Non puoi essere serio, vecchio! Davvero ti aspetti che sposi una di queste due?”
 
Il commento venne nuovamente preso come un insulto, spingendo sia Akane che Shampoo ad alzarsi.
 
“Non preoccuparti! Tu non piacere a Shampoo e Akane! Sei un maniaco!”
 
La rabbia di Shampoo spinse il ragazzo a voltarsi.
 
“Smettila di darmi del maniaco, sporco gatto randagio!”
 
Shampoo apparve scioccata dall’insulto. Lo mormorò tra sé e poi una furia incredibile la assalì. Con i sensi accesi, fece un balzo verso Ranma. Questa volta il ragazzo era consapevole del pericolo e riuscì a saltare via in anticipo, proprio mentre Akane si sporgeva per trattenere Shampoo.
 
“Akane, lascia andare Shampoo! Shampoo deve uccidere Ranma!”
 
“Shampoo, calmati per favore!” 
 
Akane fulminò Ranma con lo sguardo mentre si rivolgeva alla sorella adottiva. Poco dopo, Shampoo smise di agitarsi e si sedette sbuffando. Soddisfatta, Akane guardò male il ragazzo ancora una volta e si sedette al fianco dell’Amazzone.
 
Ranma sembrò essersi reso conto di essersi spinto troppo oltre, così cambiò argomento.
 
“Beh, mi sembra evidente che non può funzionare. Me ne torno in Cina.”
 
Shampoo esibì un sorriso compiaciuto a quell’uscita.
 
“Non trovi cura lì. Shampoo cercata per molti anni. Nessuna traccia.”
 
Ranma la osservò e capì che era sincera. Lo scoramento lo indusse a sfogarsi su suo padre.
 
“E’ tutta colpa tua, vecchio! Se non avessi voluto portarmi in quel postaccio…”
 
In risposta, Genma si alzò ed afferrò il figlio per la maglietta.
 
“Ragazzo, visto che insisti a piagnucolare come una femminuccia… - A quel punto lo scagliò nel lago - …tanto vale che lo diventi. Non mi avevi forse detto che eri disposto a sacrificare la tua vita per le arti marziali!”
 
Ranma emerse dall'acqua nella sua seconda forma e raccolse un secchio, riempiendolo rapidamente per poi precipitarsi verso suo padre.
 
“La mia vita, non la mia virilità, razza d’idiota!”
 
Gettò il contenuto del secchio nella sua direzione, trasformandolo in panda. L’animale ringhio e saltò verso la ragazza che schivò prontamente. La mossa successiva fu prendere entrambi i palmi del padre così da iniziare un confronto serrato per testare la propria forza.
 
“La verità è che avevi scelto quell’insulso post per allenarti soltanto perché non sai leggere il cinese.”
 
Disse Ranma beffardo durante lo stallo.
 
Tuttavia la lotta giunse ad una conclusione improvvisa quando una raffica di vento li travolse. Prima che potessero rendersi conto di cosa stava succedendo, tra di loro si formò un enorme muro d’aria che li costringe a separarsi.
 
Ranma riconobbe la tecnica come un qualcosa di simile a quello che Akane aveva fatto in palestra e si girò per capire se fosse opera sua. Invece vide una donna in piedi nel lato delle ragazze con un braccio proteso in avanti. Doveva avere all’incirca la stessa età di Soun, forse qualche anno in meno, e nonostante la corporatura esile Ranma avrebbe potuto riconoscere in lei una combattente di notevole esperienza, se avesse avuto l’intuizione sufficiente a formulare quel giudizio. I capelli castani le scorrevano giù sulla schiena fino a toccare le ginocchia. Indossava un vestito modest, di evidente design cinese, ma reso particolare dalla moltitudine di nastri fluttuanti con cui era adornato.
 
“Cosa sta succedendo qui, Soun?”
 
Il capofamiglia si alzò per avvicinarsi a lei.
 
“Ah, Soon Li, vedi… questi sono il mio amico Genma e suo figlio Ranma.”
 
La donna esaminò la coppia. Il panda alzò un cartello con su scritto “Ciao” mentre Ranma rimase perplesso per un lungo momento prima di inchinarsi imbarazzato. La donna annuì lievemente in risposta, per poi rivolgersi a Soun con un sorriso ironico.
 
“Sbaglio o sono vittime della maledizione?”
 
“E’ proprio così, Soon Li. Sono arrivati poche ore fa.”
 
Le spiegò Kasumi. La donna annuì nuovamente.
 
“Ah, allora è un piacere fare la vostra conoscenza.”
 
“Saotome, Ranma. Questa è mia moglie, Soon Li.”
 
Gemma girò il suo cartello, dove ora era scritto “Piacere di conoscerti”.
 
Completate le presentazione, Soun fece sedere Soon Lì al suo fianco vicino al tavolo.
 
“Come stavo spiegando alle ragazze, Saotome ed io abbiamo stretto un accordo per unire le nostre famiglie in matrimonio.”
 
Soon Li fece un cenno di assenso con il capo.
 
“Adesso sta a Ranma fare la sua scelta.”
 
Genma esibì un nuovo cartello in direzione di suo figlio con su scritto “Forza, ragazzo. Scegli la tua promessa”. Ranma gli rispose furente.
 
“Non ho intenzione di sposare nessuna di loro, è chiaro?”
 
Soon Li si intromise.
 
“Posso dare un suggerimento?”
 
“Certo, tesoro.”
 
“Ranma dovrebbe fidanzarsi con una delle tue figlie, giusto?”
 
“Si ed Akane e Shampoo sono le candidate più adatte.”
 
“Bene. In tal caso non c’è alcun reale bisogno di prendere subito una decisione. Ranma, perché non provi a conoscerle prima? E’ accettabile per te?”
 
“Immagino di sì, ma non mi piace nessuna delle due.”
 
Dopo quella replica, Ranma decise di tacere per non provocare nuove incomprensioni.
 
Soon Lì sorrise.
 
“Tutto è sistemato, quindi. Vado a prenderti un po’ di acqua calda.”
 
 
Akane e Shampoo stavano facendo un bagno, notevolmente posticipato. Mentre Shampoo si distendeva all’estremità del furo, con gli occhi chiusi e i capelli galleggianti nell’acqua tiepida, Akane era china sul bordo imbronciata.
 
Stupido idiota… non c’è modo che possa sposare uno come lui!
 
Sono d’accordo sul fatto che è uno stupido, ma aveva ragione Akane. Lui era entrato per primo.
 
La constatazione sorprese Akane.
 
Lo stai difendendo?
 
No, sto solo sottolineando i fatti.
 
Akane ci rifletté su.
 
D’accordo, forse non è un maniaco, ma questo non vuol dire che voglio andare avanti con questo stupido fidanzamento.
 
Perché insisti? Sai che toccherà ad una di noi, che ti piaccia o meno.
 
Fantastico! Un bel modo per rovinare la giornata… - mormorò Akane tristemente, poi però si lasciò andare ad un ghigno malizioso e gettò dell’acqua a Shampoo - Suppongo che non ti dispiacerebbe essere scelta, vero?
 
Shampoo spalancò gli occhi e restituì il gettito d’acqua ad Akane.
 
Niente affatto! Perché diavolo pensi una cosa del genere?
 
Non negare. Ti ho vista sorridere quando papà ti ha menzionato.
 
Shampoo fu presa ala sprovvista.
 
Non pensavo che sarei stata inclusa insieme a voi tre. E’ una questione che riguarda il futuro della famiglia, dopotutto. Non aveva nulla a che fare con Ranma.
 
Ormai dovresti saperlo. Papà ti considera una sua figlia esattamente come chiunque altra di noi - disse Akane con voce rassicurante, per poi sistemarsi di nuovo sul lato - Vorrei solo che avesse chiesto il nostro parere. Non mi sarei mai aspettata di dovermi sposare con un ragazzo mai visto prima.
 
Non mi preoccuperei di questo. Neanche a Ranma sembri piacere molto. L’unica ragione per cui ha accettato di dover scegliere e perché spera di poter guadagnare tempo per uscire da questa situazione.
 
Lo pensi davvero?
 
Shampoo annuì.
 
Certo. Dubito che questo fidanzamento possa davvero realizzarsi.
 
Akane cominciò a sentirsi ottimista.
 
Forse hai ragione.
 
Proprio in quel momento la porta del bagno si aprì, rivelando un Ranma nudo nella sua forma maschile. Le guardò sorpreso. Loro ricambiarono lo sguardo. Passo un lungo secondo prima che Ranma potesse riscuotersi dal suo torpore e chiudere rapidamente la porta.
 
“Scusate, scusate!”
 
Le ragazze rimasero in silenzio per un po’, ma alla fine Akane si girò verso Shampoo.
 
Pensi ancora che non sia un pervertito?
 
Pervertito no - iniziò a rispondere lei - Molto imbranato, sì - dopo un secondo aggiunse - Con un bel fisico, però.
 
Akane si accigliò a quel commento. Shampoo provò a mantenere la calma, ma non riuscì a trattenere un sorriso. Vedendola così, anche il cipiglio di Akane scomparve e scoppiò a ridere. Shampoo si unì presto a lei. 
 
Fuori dalla stanza, Ranma sentì la risata delle due ragazze e arrossì inconsciamente.
 
“Che stupido… non c’è modo che possa funzionare.”


 

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