Guerrieri sull'abisso

di Il corsaro nero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo futuro ***
Capitolo 2: *** Un sorprendente arrivo ***
Capitolo 3: *** Segreti oscuri ***
Capitolo 4: *** Pulizie ***
Capitolo 5: *** ricordi del passato ***
Capitolo 6: *** Un'incredibile sorpresa ***
Capitolo 7: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 8: *** Difesa disperata ***
Capitolo 9: *** I ricordi di uno sguardo ***
Capitolo 10: *** I poteri di Broly ***
Capitolo 11: *** Il segreto del telecomando ***
Capitolo 12: *** Il risveglio della bestia ***
Capitolo 13: *** Il prezzo della potenza ***
Capitolo 14: *** Alla ricerca di un piano ***
Capitolo 15: *** Andare fino in fondo ***
Capitolo 16: *** Alla ricerca di Baba ***
Capitolo 17: *** Tra lezioni e banditi ***
Capitolo 18: *** Il tempo stringe ***
Capitolo 19: *** All'ultimo respiro ***
Capitolo 20: *** Tempesta di emozioni ***
Capitolo 21: *** Alcune cose non cambiano mai ***
Capitolo 22: *** Come i fiori di ciliegio ***
Capitolo 23: *** Verso una nuova vita ***
Capitolo 24: *** Addestramento ***
Capitolo 25: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 26: *** Il gemello di Beerus ***
Capitolo 27: *** I preparativi per il torneo ***
Capitolo 28: *** I cinque lottatori del Sesto Universo ***
Capitolo 29: *** Il primo incontro ***
Capitolo 30: *** Due strane vittorie ***
Capitolo 31: *** Lotta d'astuzia ***



Capitolo 1
*** Un nuovo futuro ***


Capitolo 1: Un nuovo futuro

 

Terra

Capsule Corporation, domenica, 19:30

 

“Trunks!!! La cena è pronta, puoi darmi una mano ad apparecchiare, per favore?” chiamò una voce femminile da una finestra dell'enorme stabile giallo e dall'alto si sentirono due voci maschili e giovani dire, contemporaneamente: “Certo mamma! Arrivo subito!”

Due figure scesero dal cielo dai colori accesi e quando atterrarono, i due giovani completamente identici, a parte una spilletta rossa con su scritto 1 su quello più alto, mentre l’altro aveva una spilletta blu con su scritto 2, si guardarono e poi, indicando l'altro, domandarono, ancora una volta all'uniscono: “Scusa, mamma... ma a quale Trunks ti stavi riferendo?”

“Datemi una mano entrambi, per favore...” sospirò la donna, mettendosi una mano sulla fronte.

Tutte le sere la stessa storia... però era felice così...

Imbarazzati, i due Trunks entrarono in casa e vennero raggiunti da due ragazze dai lunghi capelli neri e completamente identiche, anche se la più grande delle due aveva una pancia molto evidente e una spilla rossa con su scritto 1, mentre la più giovane l’aveva di colore blu e con su scritto 2.

Entrambe si avvicinarono a uno dei due Trunks e domandarono, preoccupate: “Tutto bene? Non vi siete fatti troppo male?”

“Ma no, Mai... un semplice allenamento prima di cena, come al solito...”

Quella con la spilletta blu e il numero 2, prese il braccio del Trunks con cui stava parlando, il quale aveva la spilletta identica alla sua e disse: “Dai, andiamo in cucina... sennò Bulma ci uccide.”

Gli altri due Trunks e Mai con la spilletta rossa rimasero all'ingresso, a guardarli.

“Sono così carini insieme...” sospirò Mai e Trunks le disse: “Beh, allora anche noi siamo carini insieme... dopotutto, loro sono noi.”

“Già...”

“Mai, cos'hai?”

“Niente, è solo che... mi sento così fuori posto...”

“Andiamo, Mai... è normale sentirsi così... Bulma e i nostri doppioni sono così gentili con noi... hanno fatto così tanto per accoglierci come si deve...”

“Lo so...”

Trunks le mise un braccio attorno alla spalla.

Per Mai, quella situazione doveva essere tremenda.

In fondo, quella non era la loro vera linea temporale.

La loro vera linea temporale, quella in cui erano nati e cresciuti, era stata distrutta a causa di un Kaioshin corrotto, Zamasu, e dal re di tutte le cose, Zeno.

Adesso, nella loro linea temporale, non esisteva altro che il vuoto...

“Su, fatti coraggio.” tentò di consolarla Trunks “Chiunque soffrirebbe così... se la stessa cosa fosse successa ai nostri doppioni, anche l'altra Mai starebbe male e spetterebbe all'altro Trunks consolarla.”

Mai guardò un attimo il suo Trunks e poi fece un piccolo sorriso.

Trunks fu felice di vedere che la sua Mai stava meglio grazie a lui... doveva essere difficile per lei quella situazione... ma avrebbe fatto di tutto per farla sentire a suo agio.

“Adesso, andiamo in cucina. Bulma e gli altri ci staranno aspettando.” le disse, conducendola dolcemente in cucina, e la giovane annuì.

Una volta in cucina, videro che oltre ai loro doppioni e a Bulma, c'erano anche un uomo basso, tarchiato e con una folta barba, e due strani esseri: uno era alto, con un sorriso enigmatico, la pelle blu e i capelli bianchi mentre l'altro era un grosso gatto viola.

“Ci siamo tutti?” domandò Bulma con un sorriso e poi mise sul tavolo un sacco di cibo.

I due Trunks e il gatto viola si abbuffarono immediatamente ma anche una delle due Mai, quella più grande, si mise a mangiare abbondantemente.

“E' tutto buonissimo... non riesco a smettere...” dichiarò la giovane e Bulma, con un sorriso gentile, disse: “Mi fa molto piacere, Mai! Anch'io quand'ero incinta di Trunks, mangiavo in continuazione...”

Mai arrossì.

La Bulma del passato sarebbe stata al settimo cielo di saperlo, proprio come la Bulma del futuro... si era persino raccomandata con loro prima della loro partenza per la seconda linea temporale del futuro...

Il gatto gigante rimase in silenzio un attimo, poi domandò all'uomo dalla pelle blu: “Whis, perché questi tipi pensano solo a mangiare e ad allenarsi, invece che trovare il mio supersaiyan God?”

“Un po' di pazienza, Lord Beerus... i due Trunks si allenano tutto il giorno per trovarglielo... ma sarà una cosa parecchio lunga...”

“Beh, che lo trovino in fretta! Mi sto stufando di aspettare!”

Whis rimase in silenzio poi tornò a mangiare il suo minestrone.

Ad un tratto, Bulma si avvicinò a lui e mentre la donna gli allungava un arrosto, le domandò, sottovoce: “Come va?”

“Bene. Sta crescendo.” fu l'enigmatica risposta di Bulma, prima di allontanarsi.

Beerus si accorse di quel movimento e domandò al compagno: “Di cosa stavi parlando con tanta attenzione con Bulma?”

“Le ho chiesto se la prossima potrebbe provare a metterci della salsa esotica nell'arrosto.” fu la semplice e tranquilla dell'angelo prima di ritornare al suo pasto.

Una volta che ebbero finito di mangiare, i due Trunks si diressero sulla terrazza, ad ammirare il cielo blu notturno.

“E' una splendida notte, non trovi?” domandò il più grande tra i due e l'altro annuì: “Altroché... inoltre è ancora più bella ora che c'è la pace...”

I due rimasero in silenzio, poi il più giovane disse: “Ormai sono passati due anni da quanto tu e Mai vi siete trasferiti qui.”

“Già, il tempo è proprio volato...”

“Era così forte Zamasu?”

“Sì... era forte ma, soprattutto, era un mostro...”

“Credi che ci siano altri mostri nello spazio?”

“Non lo so, Trunks... ma non dubito. L'universo è enorme e ci sono molte persone... molte delle quali malvagie e senza scrupoli come Zamasu... ma se esse proveranno a far male alla Terra, a Mai e alla mamma. Dovrà vedersela con noi!”

“Ben detto!”

 

Spazio profondo

Zona nord, lunedì, 02:15

 

Continuava ad ansimare violentemente mentre il sangue continuava a scendere senza fermarsi.

“Su, forza, prendi questa medicina.” lo pregò l'essere basso e con un'enorme testa bianca e piccoli occhi neri.

Soffocando un gemito, il giovane uomo ubbidì.

Dopo averlo guardato un attimo, l'essere corse ai comandi della navicella e, dopo aver tolto il pilota automatico, si mise a guidare la navicella.

Ad un tratto, si accese una spia seguita da un BIP BIP

Dopo aver guardato il segnale, la creatura si mise una mano sulla fronte.

Stavano per finire l'energia della navicella.

Dovevano assolutamente atterrare... anche perché varie attrezzature della navicella erano danneggiate... inoltre, suo marito doveva assolutamente ricevere delle cure...

Cliccò dei pulsanti alla velocità della luce e apparve uno schermo che mostrava un sistema solare.

Si mise a cliccare su tutti i pianeti sullo schermo e a leggere le didascalie scritte di fianco.

Ad un tratto, un pianeta attirò la sua attenzione.

Secondo il computer, si chiamava Terra, aveva una forza di gravità parecchio bassa, i suoi abitanti avevano un livello di potenza molto basso e, cosa davvero importante, non era troppo lontano, anche se, per raggiungerlo, ci sarebbero volute almeno cinque ore.

Si recò sul lettino dove il marito era sdraiato e cominciò a legarlo ad esso con delle cinture di sicurezza.

“Adesso traballeremo un po'...” disse la moglie “Ma sarà per poco. Dobbiamo raggiungere un pianeta chiamato Terra. Una volta lì, ti rimetterai e ripareremo l'astronave. Non preoccuparti.”

L'essere, una volta che ebbe finito, tornò ai comandi e, dopo essersi messa la cintura di sicurezza, tolse il pilota automatico e si mise a guidare l'astronave manualmente mentre il marito rimase completamente immobile, compresa la sua lunga coda di scimmia.

 

Spazio profondo

Zona nord-est, lunedì, 02:17

 

“Allora, avete capito su quale pianeta sono diretti?!”

La vecchia e rauca voce maschile si sentì per tutta l'astronave e fece voltare i due giovani alieni, un vecchio di mezz'età con un berretto in testa e una giovane dalla pelle verde e dai corti capelli bianchi.

La ragazza, guardando in malo modo il vecchio, gli rispose: “Prova tu a cercare un'astronave nell'immensità dello spazio!”

“Quindi non li avete ancora trovati?”

“Ovvio! Se fossimo partiti subito, non li avremmo seminati! Ma tu hai voluto a tutti i costi cercare delle provviste!”

“Stavamo finendo le scorte e la fame di un saiyan non è una cosa da sottovalutare! Piantatela di lamentarvi e datevi una mossa nel ritrovarli, soprattutto il ragazzo!”

Dopo aver detto quelle parole, l'uomo si voltò, rivelando la presenza di una coda di scimmia sotto alla gonna rosa che indossava.

Subito, la ragazza gli fece, seccata, una linguaccia e, quando il vecchio se ne andò, si sfogò: “Brutto vecchio bacucco!!! Si lamenta sempre quando siamo noi che facciamo il lavoro pesante!!! Quanto vorrei mollargli un bello schiaffo!!!!”

“Su, calmati... arrabbiarsi non serve proprio a niente...” tentò di calmarla il compagno più anziano ma la giovane continuò: “Non pensa ad altro che alla sua stupida vendetta da quattro soldi!!! E' persino più importante di suo figlio!!!”

“Non posso darti torto... nonostante siano passati così tanti anni non vuole proprio metterci una pietra sopra...”

“E ti ricordi quando gli hai detto che il suo pianeta era esploso?! Si è rammaricato per il fatto che il re fosse morto e, pertanto, non poteva più portare a termine la sua vendetta!!! Il suo pianeta esploso, i suoi simili sterminati... e lui ha pensato solo alla sua vendetta!!!!”

“Già... ha sorpreso anche me che sono un vecchio soldato di Freezer... sai, mi rammarico di avergli detto che avevamo incontrato il figlio più giovane del re...”

Proprio in quel momento, la porta si aprì e comparve un giovane alto, muscoloso, pieno di cicatrici, tra cui una sulla guancia, coi capelli neri lunghi fino alle spalle e la pelle abbronzata.

“Ho visto mio padre poco fa...” disse il giovane e la ragazza rispose: “Già... il tuo caro paparino ci ha fatto una testa così poco fa perché abbiamo perso l'astronave col principe!”

“E' colpa mia... non avrei dovuto lasciarlo scappare...”

“Ma non dire sciocchezze, Broly! Tu sei un bravo ragazzo, al contrario di quella vecchia carogna di tuo padre!”

“E' solo che quando l'ho visto... c'è stato qualcosa che mi ha impedito di ucciderlo... purtroppo, ho esitato troppo...”

“Già... nessuno di noi sospettava l'esistenza di quell'aliena... però, devo ammettere che ha avuto fegato a lanciarci quei fumogeni per distrarci e scappare via col principe...” commentò la giovane e il suo compagno, ancora intento a guidare, rispose: “Doveva essere sua moglie...”

“Sul serio?! Ma... era così strana...”

“Ai saiyan non interessa l'aspetto fisico di una donna... deve avere, prima di tutto, un carattere forte... li ha sempre attirati...” disse l'uomo continuando a guidare la nave nello spazio profondo.

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Capitolo 2
*** Un sorprendente arrivo ***


Capitolo 2: Un sorprendente arrivo

 

Terra

Deserto, lunedì, 07:00

 

Il cielo stava sorgendo nell'immenso cielo azzurro - rosa, con gli uccellini che cantavano e coi raggi arancioni che illuminavano i palazzi della Città dell'Ovest.

Nessuno vedendo quello spettacolo, avrebbe mai immaginato che, in passato, quel pianeta era distrutto da due cyborg pazzi e sadici o che, in un'altra linea temporale, quella stessa Terra era sconvolta da un essere che avrebbe dovuto proteggere gli umani e non sterminarli.

In ogni caso, quel mattino c'era un'aria di tranquillità e di pace...

Dallo stabile giallo e rotondo, uscirono due giovani completamente identici e, dopo essersi stiracchiati, i due si levarono in volo verso una zona deserta e qui cominciarono a combattere.

Dovevano allenarsi per poter difendere la loro linea temporale da tutti i possibili nemici che l'avrebbero minacciato.

Stavano per dare un pugno all'avversario, quando i due si fermarono di colpo.

“L'hai percepita anche tu?” domandò il più grande e l'altro rispose: “Sì... avverto un ki... ma è molto debole... troppo debole...”

Proprio in quel momento, si sentì un rumore assordante sopra alle loro teste.

I due giovani alzarono la testa e videro un raggio entrare nell'atmosfera e atterrare con un boato più avanti.

Ai due Trunks bastò uno sguardo per intendersi e volare a tutta velocità dove quell'astronave era atterrata.

 

Terra

Valle alla periferia della città dell’Est, lunedì, 07:05

 

L'esserino cercò di aprire il portone della navicella ma capì che, a causa del tremendo atterraggio, i comandi erano bloccati.

Si diresse verso il tavolo e prese una pistola che lanciò contro la vetrata della navicella, rompendola.

Si diresse verso il tavolo dov'era sdraiato il marito e, dopo averlo liberato, cominciò a trascinarlo verso l'uscita che aveva creato.

Tuttavia, era difficile muoversi con un corpo che pesava molto...

Dalle indicazioni che aveva trovato, pareva che quel pianeta avesse delle forme di vita umanoidi, con un livello di potenza molto basso...

Forse, avrebbero potuto aiutare suo marito...

Si era allontanata di qualche miglio dall'astronave quando, ad un tratto, due figure, completamente identiche, atterrarono davanti a lei.

Subito, la creatura tirò fuori la pistola che aveva in tasca e, puntandola contro ai due, minacciò: “CHI SIETE?! COSA VOLETE?!”

“Calma, calma, signora. Non abbiamo cattive intenzioni.” fece il più basso tra i due mentre l'altro disse: “Abbiamo percepito la vostra energia e, accorgendosi che uno di voi due era in pessime condizioni, siamo venuti ad aiutarvi.”

“Sul serio?” domandò la creatura, sospettosa, e il primo che aveva parlato, la rassicurò: “Certo. Non si preoccupi. Vi aiuteremo.”

Nel frattempo, l'altro Trunks si avvicinò al giovane gravemente ferito che l'essere trascinava.

Sembrava molto giovane, era pieno di ferite, era parecchio basso e possedeva una lunga coda di scimmia...

Tuttavia, quando si concentrò sui capelli e sulla fisionomia del volto, sgranò gli occhi dalla sorpresa.

Quel giovane... assomigliava in maniera impressionante a suo padre Vegeta!

Ma com'era possibile?!

Proprio in quel momento, Il giovane aprì faticosamente un occhio, rivelando un'iride di colore nero come lo spazio profondo...

I loro sguardi s'incrociarono e l'alieno sussurrò, debolmente: “...Fratellone...”

Trunks sgranò gli occhi.

Ma cosa stava dicendo quell'alieno?!

Lui e l'altro sé stesso non avevano fratelli... né maggiori né minori... Gohan era stato per entrambi un fratello maggiore, oltre che un maestro, ma non avevano nessun legame di sangue con lui...

Il giovane, nel frattempo, sorrise faticosamente e, allungando la mano tremante, aggiunse: “Fratellone... finalmente... ti ho trovato...”

Dopo aver detto quelle parole, l'alieno svenne di nuovo.

La creatura che lo trascinava, guardò Trunks e poi domandò: “Allora è lei il fratello maggiore di mio marito! Mi scusi se non l'ho riconosciuta, sono assolutamente mortificata! La prego, ci aiuti! Mio marito...!”

“Ehm, mi scusi, signora, ma temo che suo marito si sia leggermente confuso... sa, io non ho fratelli...”

“Eh? Sul serio?”

“Certo...”

Proprio in quel momento, l'altro Trunks s'intromise: “Credo che la cosa più importante adesso sia salvare quest'uomo. Porteremo suo marito da nostra madre... se la caverà, vedrà.”

La giovane rimase in silenzio mentre il Trunks più alto metteva l'alieno sulle sue spalle.

Fu solo quando il Trunks più giovane le domandò: “Sa volare?” che lei rispose: “Sì. Mio marito me l'ha insegnato...”

“Bene. Come si chiama?”

“Gure...”

 

Spazio profondo

Zona nord-est, lunedì, 07:10

 

Cheelai stiracchiò le braccia.

Governare una stupida navicella in cerca di un ragazzino era una vera noia mortale per lei…

Per fortuna il suo turno era finito e che, per un po’, sarebbe toccato a Lemo guidarla e cercare il principe…

Mise la mano nel suo cappotto viola e tirò fuori una barretta energetica per un veloce spuntino quando si accorse che qualcuno era vicino a lei.

Si voltò, incuriosita, e si accorse di un ragazzo molto alto e muscoloso che osservava e annusava, incuriosito, la sua barretta.

“Ciao, Broly.” Lo salutò, allegramente, la ragazza e, avvicinandogliela, domandò: “Vuoi mangiarla? Se la vuoi, possiamo fare a metà. E’ molto buona, sai?”

Broly l’annusò ancora un attimo poi aprì la bocca con l’obiettivo di mangiare un pezzo ma Cheelai, sorpresa, l’allontanò un attimo, dicendo: “Aspetta! Non c’è bisogno di fare così! Per dividerla a metà, basta solo spezzarla.”

Con un rapido gesto, Cheelai spezzò la barretta che poi porse a Broly.

Il saiyan prese il pezzo per poi, dopo averlo osservato un attimo, mangiarselo.

“Broly, devi ringraziare.” Lo richiamò subito suo padre e il ragazzo, imbarazzato, ringraziò: “T… ti ringrazio, Cheelai.”

“Ma via, non è il caso di essere così formale. Basta solo un Thank you!” ribatté l’aliena, divertita, facendogli l’occhiolino e un ok con le dita.

Broly, incuriosito da quella cosa, ripeté, provando ad imitare i gesti di Cheelai: “T… thank you?”

“Bravo, proprio così.” Gli sorrise Cheelai e anche Lemo, intento a far volare la navicella, sorrise.

Dopo un attimo di silenzio, Cheelai notò la pelle verde che Broly portava attaccata alla vita e domandò, avvicinando la mano ad essa: “Come mai quando vi abbiamo dato dei vestiti nuovi non ti sei tolto questa pelle? Dovresti metterla da lavare, altrimenti puzza…”

Non appena gliene prese un lembo, Broly, istintivamente, diventò scuro in volto, tanto che, per un attimo, i capelli gli si rizzarono in alto, e urlò, con tutto il fiato che aveva in gola: “NON TOCCARLA!!!!!”

Per lo spavento, Cheelai per poco non cadde per terra e persino Paragas e Lemo si voltarono per vedere cosa stesse succedendo.

“Broly!” lo richiamò il padre e il giovane, imbarazzato, sussurrò: “Io… scusa, papà. Mi dispiace, Cheelai… non lo farò più…”

“Non preoccuparti… immagino che per te questa pelle abbia molto importanza…” sussurrò l’aliena, toccando con dolcezza la vecchia pelle.

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 07:15

 

Beerus se ne stava sdraiato su una sdraio sul giardino della Capsule Corporation a prendersi il sole.

Quel pianeta non era poi così male... era così bello e, inoltre, i suoi piatti erano così buoni...

Da quello che gli aveva raccontato Whis, su quel pianeta così bello era scoppiato un pandemonio a causa di due violenti e crudeli cyborg... e, in un'altra linea temporale dove era morto, a causa di quell'imbecille di Kaioshin che non era assolutamente capace d'impicciarsi degli affari suoi, era apparso un pazzo apprendista Kaioshin che aveva distrutto tutto...

Ma adesso che aveva scoperto la Terra, il prossimo pazzo che avrebbe voluto distruggerla avrebbe fatto i conti con lui!

Ad un tratto, qualcosa oscurò il Sole.

Aprì gli occhi, convinto che si trattasse di una nuvola ma, invece, si trattava di quei due mocciosi.

La prova vivente di cosa succedeva se si giocava col tempo...

I due atterrarono per terra e il dio della distruzione si accorse che era accompagnati da uno strano essere e che uno dei due Trunks aveva sulle spalle un giovane che sembrava molto ferito.

“Avete trovato il mio supersaiyan God?” domandò, svogliato, grattandosi l'orecchio, e il Trunks che trasportava il ragazzo ferito, rispose: “No... abbiamo trovato questi due alieni che hanno bisogno di aiuto...”

“Uff, che scocciatura... va beh, dategli una mano ma poi tornate a cercare il mio supersaiyan God.” sbuffò il dio mentre, con una mano, faceva cenno ai due di sparire.

Whis, che era seduto su una sdraio accanto a Beerus, rimase in silenzio a guardare il giovane ferito, poi si alzò in piedi e guardò attentamente il giovane.

“Lord Beerus.” lo chiamò l'angelo “Credo che dovrebbe dare un'occhiata a quest'alieno...”

“Whis, cosa vuoi che m'importi di uno stupido alieno mezzo morto?!”

“Le ricorda qualcosa questa coda?” fu la calma risposta di Whis mostrando la coda di scimmia che il giovane possedeva.

Vedendola, Beerus sputò con violenza tutto il succo che stava bevendo in quel momento.

“Ma quello... E' UN SAIYAN!!!!” esclamò, sconvolto, il dio mentre Whis annuiva: “A quanto pare...”

“Ma non è possibile... non dovevano essere estinti?!?!”

“Dovrebbe chiederlo a Freezer. E' stato lui ad occuparsi dello sterminio.”

“MALEDETTO STUPIDO IMBECILLE!!!! E PER LUI UNO STERMINIO CONSISTE NEL LASCIARE QUALCHE SAIYAN IN VITA?!?!?!”

I due Trunks ascoltarono quella conversazione senza parole.

Quel ragazzo che avevano soccorso era un saiyan?!

Vegeta non aveva mai detto loro dell'esistenza di altri saiyan...

“Cosa succede?” domandò una voce femminile.

Bulma uscì dall'abitazione assieme alle due Mai per vedere per quale motivo Beerus stesse sbraitando tanto di prima mattina...

Una volta fuori si accorse della presenza dei due figli, di un piccolo alieno dalla forma strana e di un giovane sulle spalle del Trunks più grande.

Aguzzò meglio la vista e quando focalizzò il volto del ragazzo, sbiancò.

Quella fisionomia... non era possibile...

“Mamma, tutto bene?!” le urlarono i due Trunks, avvicinandosi a lei, e la donna si ristabilì: “Ma, sì. Non preoccupatevi, ragazzi. La vostra mamma ha affrontato cose molto più pericolose di un capogiro... cosa succede?”

“Abbiamo trovato un saiyan e sua moglie. Il saiyan ha bisogno di cure.”

“Un... saiyan?!”

“Beerus l'ha chiamato così...”

Bulma si avvicinò al ragazzo e, vedendogli la coda, disse: “E' proprio un saiyan... Presto, fatelo sdraiare. Vado a cercare la cassetta del pronto soccorso...”

“Non preoccuparti, Bulma. Ci penso io” disse Whis con un sorriso e, una volta che il saiyan venne appoggiato sulla sdraio, allungò il suo bastone verso di lui.

Il corpo del giovane brillò un istante per poi sparire all'istante mentre il colorito della pelle del ragazzo diventava da cadaverico a un normale rosa e le ferite, lentamente, si rimarginavano fino a sparire del tutto.

“Uao, meglio dei Senzu.” commentò Bulma mentre Whis sorrideva: “Beh… questo è uno dei vantaggi di essere un angelo…”

Intanto, il giovane saiyan riaprì gli occhi e, vedendo quei visi sconosciuti che lo stavano guardando, il giovane si mise a sedere mettendo le mani in posizione di combattimento, domandando, nervoso: “Chi siete? Che volete?!”

Ad un tratto, sentì qualcosa toccarlo alla mano.

Si voltò e sorrise non appena vide la piccola creatura aliena.

“Gure, stai bene!” esclamò il giovane saiyan “Temevo che ti potesse succedere qualcosa... fortunatamente, stai bene.”

“Ehi, ragazzino!” l'interruppe la voce di Beerus “Sei davvero un saiyan?”

“Beh, sì... almeno credo...”

“E allora rispondi a questa semplice domanda: PERCHE' DIAVOLO SEI ANCORA VIVO?!”

Il giovane fece una faccia sorpresa poi, grattandosi la guancia coll'indice, rispose: “Beh, ecco... sono vivo...”

“Lo vedo anch'io! Quel buono a nulla di Freezer non vi ha sterminati?!” rispose, stizzito, Beerus e il giovane rispose: “Ah, forse è perché mio padre mi ha mandato su una stella lontana dal pianeta Vegeta a causa del fatto che non sapessi combattere...”

“I saiyan lo facevano spesso.” s'intromise Bulma e Beerus, più arrabbiato che mai, domandò a Whis, in maniera alquanto sgarbata: “Whis, controlla come quell'idiota ha organizzato lo sterminio!”

“Subito, Lord Beerus.” annuì Whis, guardando nel suo bastone.

Dopo pochi secondi, l'angelo rispose: “Pare che Freezer abbia riunito tutti i saiyan sul pianeta Vegeta con un messaggio nello scouter e poi, quando se n'erano riuniti la maggior parte, l'ha disintegrato.”

“Come sarebbe la maggior parte?! Gli avevo ordinato di farli sparire tutti!!!”

“A quando pare, ci sarebbe voluto troppo tempo perché tutti i saiyan tornassero sul pianeta Vegeta. Lui non aveva voglia di aspettare e pensava che qualcuno ancora vivo gli sarebbe potuto tornare utile.”

“NON CI POSSO CREDERE!!! DANNATO IDIOTA SENZA CERVELLO!!! ANCHE UN MAIALE AVREBBE SAPUTO FARE UN LAVORO MIGLIORE DI LUI!!!!”

“Sempre un signore, lei...”

Mentre Beerus sbraitava e Whis tentava, invano, di calmarlo, Bulma si voltò verso il giovane saiyan e si accorse che si stava alzando in piedi.

“Cosa fai? devi riposare!” lo fermò la donna, preoccupata, e il saiyan disse: “Mi dispiace, ma non posso fermarmi... devo trovare Vegeta...”

“Vegeta?”

Il tono sorpreso di tutti fece voltare il ragazzo e vedendo che tutti lo stavano guardando, domandò: “Lo conoscete?”

“Sì... era mio marito... e questi sono i nostri figli...” fu la risposta di Bulma, indicando i due Trunks dietro di lei.

“Davvero?!” esclamò, entusiasta, il giovane “Come sono felice di conoscerla assieme ai suoi figli! Sa che i suoi figli assomigliano molto a Vegeta? Io sono Tarble! Non immagina che immensa fortuna, incontrarla. Come sta Vegeta?”

Tuttavia, notando che la maggior parte dei presenti aveva abbassato tristemente lo sguardo, Tarble domandò: “Gli è successo qualcosa?”

“E' morto...” fu la piatta risposta di Bulma.

Il saiyan rimase in silenzio poi, appoggiandosi ad un tronco, sussurrò: “Mi dispiace... non lo sapevo... vogliate perdonarvi...”

“Aspetta un momento, tu!!!” l'interruppe Beerus, avvicinandosi come una furia a Tarble.

Poi, puntandogli un dito contro, esclamò: “Sei troppo gentile e beneducato per essere un saiyan!”

Tutti sgranarono gli occhi a quella rivelazione.

Era vero... quel saiyan aveva un carattere troppo strano per un saiyan...

Grattandosi la guancia, il giovane rispose: “Lo so... ho questo carattere dalla nascita... so che è molto strano tra i saiyan... è per questo che mio padre mi ha mandato via...”

“Dì un po', quando Freezer ha mandato quel suo messaggio da quattro soldi, non sei tornato a casa?”

“Non l'ho neanche ricevuto... mio padre non mi voleva intorno nemmeno se glielo ordinava Freezer...”

Nel dire quelle parole, abbassò lo sguardo.

Per quel saiyan doveva essere proprio tremendo ricordare il disprezzo che il padre nutriva per lui...

Ad un tratto, Tarble si mise di nuovo a sorridere e disse: “Ma è inutile rivangare il passato... in fondo, ciò mi ha permesso di sopravvivere...”

“Già... scusa... ti chiami Tarble?” domandò il Trunks più grande e il saiyan, annuì: “Certo.”

“Posso farti una domanda?”

“Certamente.”

“Tu conoscevi nostro padre?”

A quella domanda, Tarble sgranò gli occhi e, con un filo di voce, domandò: “Sì... ma Vegeta non vi ha mai parlato di me?”

“No. Come mai questa domanda? Vi conoscevate molto bene?”

“Beh, sì... io... ero un membro della sua squadra.”

Mentre diceva quella frase, Whis rimase in silenzio a guardarlo.

Bulma, non accorgendosi dello sguardo di Whis, domandò: “Davvero?”

“Sì... tuttavia, ero troppo debole per la squadra del principe, quindi, venni rimosso e inviato su un altro pianeta, in modo che non gli fossi d'intralcio...” fu la risposta del giovane saiyan “Però, prima di essere mandato via, io e il principe ci siamo legati, in qualche maniera... anche se non lo diceva apertamente, mi dava qualche dritta in battaglia... e poi mi difendeva sempre... credo che per lui fossi una specie di fratello minore...”

“Vegeta ha fatto una cosa del genere?! Non finirà mai di stupirmi quel ragazzo...” commentò, senza parole, Bulma.

Ma possibile che quello stupido scimmione aveva mostrato a tutti il suo lato migliore tranne che a lei?!

Maledetto idiota orgoglioso...

“Poi mio padre, con l'approvazione del re, mi spedì su un altro pianeta e da quel momento non ci siamo più visti né sentiti. Fine.” concluse Tarble e, una volta che ebbe finito, Beerus gli domandò: “E allora perché sei andato a cercarlo proprio adesso?”

“Beh, ecco... ero convinto che Vegeta fosse ancora sotto il comando di Freezer... poi, un giorno, sono atterrati sulla mia stella due alieni, uno dei quali che apparteneva all'Armata di Freezer. Mi ha raccontato che un guerriero dorato era apparso dal nulla su un pianeta che stava conquistando e che l'aveva ucciso assieme a suo padre Re Cold... così, immaginando che Vegeta fosse ancora vivo, sono partito alla sua ricerca per andare a trovarlo... ma non immaginavo che fosse morto...” continuò Tarble e Beerus riprese: “E come cavolo hai fatto a ridurti in quello stato?”

“Io e Gure siamo atterrati su un pianeta per far rifornimento ma siamo stati attaccati da un mostro... io non sono molto forte... così sono stato sconfitto e se non fosse stato per mia moglie...”

Moglie?! Stai dicendo che quel coso è tua moglie?!” domandò Beerus, sgranando gli occhi, e Tarble, con tutta la tranquillità del mondo, ammise: “Certamente. Ci siamo conosciuti su quella stella...”

“Sai, ragazzino, credo che tuo padre ti abbia mandato via per un altro motivo...” fu il commentò del dio della distruzione, mentre Whis diceva: “La bellezza è una cosa relativa, Lord Beerus. Su quella stella, quella giovane aliena è una delle donne più belle...”

“Eh? E lei come lo sa?” domandò Tarble e l'uomo, rispose: “Oh oh oh... niente sfugge ad un angelo...”

“Angelo?” domandò, incredulo, il giovane mentre Beerus domandò: “Tutto tranne la presenza di questi saiyan!”

“Dovevo essermi distratto un attimo, Lord Beerus...”

“Tu guardi solo quello che t'interessa!!!”

 “Mi sembra che lo faccia anche lei, Lord Beerus... anzi, forse lo fa più di me.”

Mentre Beerus e il suo angelo erano impegnati a litigare, Tarble si voltò verso Gure e le disse: “Torniamo a casa, Gure.”

“Ehm, Tarble... purtroppo la navicella è stata distrutta... siamo bloccati qui...” fu la risposta dell'aliena.

Il Trunks più grande notò che il saiyan era sbiancato e gli domandò: “Qualche problema?”

“No, non preoccupatevi...” fu la risposta, evasiva, del giovane.

Mentre Trunks indagava su quello strano comportamento, Bulma disse: “Sta tranquillo. Ci penso io a riparare la navicella.”

“Lo farebbe davvero?!”

“Certamente. Ho persino inventato una macchina del tempo.”

“Veramente?!”

“Sì, anche se è una storia un po' complicata...”

“Purtroppo noi non abbiamo soldi...”

“Non ci pensare! Finché non l'avrò sistemata, sarete nostri ospiti d'onore!”

“La ringrazio immensamente!”

Mentre Bulma e Tarble parlavano, la Mai più grande si avvicinò al suo Trunks e domandò: “Pensi che ci fosse anche lui nella nostra linea temporale?”

“Probabile. Dopotutto, la divergenza si è creata solo nella terra. Negli altri pianeti, le cose devono essere state le stesse in tutti e due i mondi paralleli... credo, anzi sono convinto che nel passato i nostri amici l'abbiano conosciuto...”

“Cosa pensi che gli sia successo nella nostra linea temporale?”

“Zamasu ha detto che non c'era nessuno in grado di ostacolarlo... temo che l'abbia ucciso, assieme a tutti i più forti guerrieri dell'universo, prima di devastare la nostra Terra...”

Trunks si voltò e vide Mai che aveva le lacrime agli occhi.

Si diede mentalmente dello stupido.

Per Mai, il ricordo della loro linea temporale devastata da Zamasu doveva essere ancora tremendo per lei...

Mettendole un braccio attorno alle spalle, Trunks le sussurrò: “Lo so che è dura, Mai... ma dobbiamo andare avanti. Per i nostri amici che non ce l'hanno fatta, per mia madre, per noi ma, soprattutto, per il nostro bambino. So che ce la farai.”

La ragazza si girò e sorrise dolcemente.

Fortunatamente, Trunks aveva ereditato più sangue terrestre... sapeva essere dolce con lei in un modo...

Nel frattempo, Bulma stava dicendo ai due nuovi arrivati: “...Abbiamo tante stanze nella nostra casa. Potrete fermarvi per quanto vi pare.”

“Mi basta star qui finché la navicella non sarà riparata... non voglio assolutamente mancare di rispetto alla vostra ospitalità, signora, è solo che non voglio lasciare la mia stella per troppo tempo... potrebbe succedere qualcosa...”

“Capisco... ma lascia perdere queste cerimonie, Tarble. Chiamami pure Bulma e dammi del tu.”

“Come vuoi... Bulma...”

“Visto? E' facile. Comunque, adesso, dobbiamo occuparci di una certa piccola faccenda alquanto urgente.”

“Quale?”

“La tua tuta, signorino.”

Prima che Tarble avesse il tempo di capire di cosa stesse parlando la donna, Bulma toccò con l'indice la corazza, in gran parte distrutta e strappata, e disse: “Devi cambiartela assolutamente! E' ridotta ad uno straccio. In più credo proprio che dovresti farti una bella doccia.”

Dopo aver detto ciò, Bulma tolse il dito da essa e, con un sorriso, disse: “Su, forza, seguimi. Ti accompagno in bagno.”

“Ma... ecco, io...” protestò timidamente il saiyan ma prima che potesse continuare, la donna lo prese per un braccio e trascinandolo verso la casa, rispose, seccata: “Niente ma! Ho detto che fai una doccia e pertanto significa che fai una bella doccia, poche storie!”

Mentre i due si dirigevano verso la casa, Beerus, senza parole davanti a quello spettacolo, commentò, preoccupato: “Fa' paura quella...”

“E' molto coriacee non c'è che dire...” fu la risposta pacata di Whis e il dio aggiunse: “Mi domando se quella sia davvero una donna...”

“Boh, chi lo sa... potrebbe sempre domandarglielo...”

“Per poi farmi ammazzare?!”

“Era solo un consiglio.”

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Capitolo 3
*** Segreti oscuri ***


Capitolo 3: Segreti oscuri

 

Spazio profondo

Zona nord-est, lunedì, 07:30

 

La giovane dalla pelle verde, gli occhi viola e i capelli bianchi fece un grosso sbadiglio di noia.

Era una vera pizza star lì al timone per cercare la navicella di un ragazzino... senza contare che quella caccia non aveva alcun senso!

Capiva che il padre del ragazzino non era stato troppo gentile con Broly... ma addirittura dargli una caccia spietata come se quello non fosse altro che un animale... non aveva alcun senso!

Ormai quel vecchio non aveva in testa che la vendetta...

Sentì un rumore alle tue spalle e vide Broly entrare con le braccia piene zeppe di tanto cibo.

Non appena il giovane si accorse della presenza della giovane, trasalì, facendo cadere delle provviste.

“Dai, non spaventarti. Non dirò nulla a Paragas.” lo tranquillizzò la ragazza, raggiungendolo e aiutandolo a raccogliere, mentre il giovane balbettava: “G... grazie, Cheelai...”

“Ma figurati, Broly.” fu la risposta della giovane, mentre gli passava una lattina.

Ad un tratto, la porta si aprì di nuovo.

I due giovani trattennero per un attimo il respiro ma si rilassarono entrambi non appena videro che chi era entrato era un alieno di mezz'età con la pelle arancione, il berretto e grandi occhi gialli.

“Sono venuto a darti il cambio, Cheelai.” disse l'alieno, ignorando la confusione per terra, mentre la ragazza rispondeva: “Grazie, Lemo.”

Lemo s'inginocchiò e, allungando a Broly una borraccia, gli ricordò, con dolcezza: “Mi raccomando, Broly, non mangiarti tutte le nostre provviste. Ormai le stiamo finendo.”

“Mi dispiace, ma non posso farci niente. So che è sbagliato e se mio padre lo venisse a sapere mi punirebbe... è solo che ho fame e questo cibo è così buono...” fu la risposta del ragazzo, abbassando lo sguardo, mentre Cheelai, con un grande sorriso, lo rassicurò, dandogli nel mentre un'amichevole pacca sulla schiena: “Rilassati, Broly. Sei una buona forchetta, non c'è nulla di male.”

“Mio padre mi ha ordinato di non toccare mai le provviste. Non devo disubbidire a mio padre.”

“Una piccola trasgressione adolescenziale la fanno tutti. Io rubo portafogli e navicelle ai turisti da quando avevo quattro anni e adesso c'è una bella taglia sulla mia testa. Peggio di così...”

“Ti sbagli...! Se disubbidisco a mio padre... lui mi punirà... non voglio essere punito!”

I due alieni si accorsero che mentre farfugliava quelle parole spaventate, il giovane toccava il collare di metallo che aveva al collo, come se volesse distruggerlo.

Cheelai e Lemo avevano notato che c'era qualcosa di strano in quell'assurdo collare che Broly portava.

Tutte le volte che il giovane temeva che il padre lo punisse oppure quando suo padre tirava fuori un telecomando dal borsellino che aveva in vita, Broly lo toccava nervoso e spaventato, come se cercasse di toglierselo.

Senza contare che il rapporto padre – figlio che c'era tra Paragas e Broly era molto, troppo strano...

Paragas, quando c'era un pericolo, faceva sempre in modo che fosse il figlio a proteggerlo... vero che il potere di Broly era molto più grande di quello del padre, lo scouter di Lemo si era distrutto nell'analizzare il suo livello di potenza, ma un padre avrebbe protetto il figlio da qualsiasi pericolo, non viceversa.

Senza contare che, da quello che Broly aveva raccontato loro, Paragas l'aveva sempre spinto in situazioni estreme, solo per potenziarsi... solo perché il ragazzo potesse potare a termine una vendetta per conto del padre verso un tizio che non conosceva nemmeno...

Inoltre, Broly era molto, troppo, remissivo nei suoi confronti.

Obbediva a tutti gli ordini di Paragas senza fare domande, con assoluta lealtà.

Sembrava più un rapporto padrone – servitore che uno padre – figlio.

In ogni caso, era meglio non far domande.

“Non diremo niente a tuo padre!” gli disse Cheelai, toccandogli la spalla, in modo da tranquillizzarlo “Sta tranquillo. E' una promessa e se dovessimo dirlo a tuo padre, mangeremo per punizione mille aghi.”

Dopo alcuni respiri profondi, Broly si calmò e lasciò andare il collare.

Vedendolo rilassarsi, Lemo sorrise e lo rassicurò: “Cheelai ha ragione. Impediremo che tuo padre ti punisca. Su, adesso mangia e non temere niente.”

Broly rimase in silenzio un attimo, poi fece un sorriso.

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 08:00

 

Bulma, la quale teneva su un braccio dei vestiti, entrò con tutta la calma del mondo nel grande bagno.

La tuta di Tarble era poggiata sul lavandino.

La prese e si mise a studiare la corazza.

Era proprio fracassata... eppure quel materiale era parecchio resistente ed elastico, l'aveva scoperto grazie alle riparazioni che aveva spesso fatto su quella di Vegeta, distrutta a causa dei mille allenamenti che, nei tre anni precedenti alla sua morte, aveva fatto.

Chi diavolo aveva affrontato quel ragazzo?!

Decise di lasciar perdere e, prendendo la tuta e lasciando sul lavandino i vestiti che aveva trovato, uscì dal bagno.

Si recò nel laboratorio e cominciò ad analizzarla.

Avrebbe provato a ripararla...

Dopo un po', la porta si aprì e comparve la Mai più grande, quella che veniva da un altro futuro e che era incinta di suo figlio... in un certo senso.

“I nostri ragazzi e Whis sono tornati.” disse, con un sorrise mentre Bulma, seguendola con un sorriso, diceva: “Ottimo. Sono proprio curiosa di vedere questa navicella.”

Bulma e Mai si recarono in giardino e videro i due Trunks, assieme a Gure, a Beerus e a Whis, che stavano guardando la navicella con cui erano arrivati i due coniugi.

A rapporto mancava l'altra Mai la quale era impegnata a riordinare.

Mentre la toccava con un'unghia, Beerus commentò: “Ma come avranno tirato fuori questa roba?”

“Partendo dall'astronave con cui Tarble è arrivato su quella stella, no?” lo punzecchiò l'angelo.

La risposta del dio fu un ringhio soffocato.

Ignorando il battibecco tra i due, Bulma entrò nell'astronave e si mise ad analizzarla.

Dopo qualche ora di controlli vari, la terrestre riapparve e, mentre si ripuliva le mani unte di grasso con uno strofinaccio, dichiarò: “E' ridotta male ma ho visto di peggio.”

“Quanto ci vorrà per ripararla?” domandò Gure e Bulma rispose: “Circa una settimana... ma non preoccupatevi. Sarete nostri ospiti per tutto il tempo che vorrete.”

“La ringrazio infinitamente!”

“Ma figurati, non c'è di che.”

“Non so come ringraziare lei e l'uomo che ha salvato mio marito...”

“Allora ringrazia anche me!” le urlò, stizzito e offeso, Beerus.

Quando l'aliena si girò, disse: “Dopotutto, sono stato io a permettere che tuo marito fosse curato! Meriterei un bel ringraziamento! E dovrà essere degno di un dio della distruzione, sappilo!”

Whis fece un sospiro.

Se aveva la possibilità di guadagnare qualcosa non se la lasciava di certo fuggire...

Tuttavia Gure, con un sorriso luminoso, annuì: “Senza dubbio. Le darò il massimo ringraziamento della mia stella.”

“Ottimo, l'accetto senz'altro!” fece Beerus, con un sorriso soddisfatto e sfregandosi le mani.

Di certo avrebbe avuto un sontuoso e pregiato regalo... magari era pure qualcosa di buono da mangiare...

L'aliena si avvicinò al dio e, con tutta la semplicità del mondo, fece un leggero inchino, dicendo: “La ringrazio infinitamente per tutto quello che ha fatto per mio marito. E' un immenso onore per me ringraziarla.”

Per tutta risposta, Beerus sgranò gli occhi.

Che significava quell'inchino?!

“E' il massimo riconoscimento della sua stella.” spiegò Whis prima che Beerus potesse formulare la domanda “Dovrebbe esserne onorato, lord Beerus. Sa, sono davvero pochissimi quelli che l'hanno ottenuto...”

“Tu lo sapevi fin dall'inizio, non è vero?” gli domandò, seccato, il dio e l'angelo rispose: “Ma certamente, lord Beerus.”

“E allora perché non me l'hai detto prima?!”

“Oh oh oh... perché lei non me l'ha chiesto, lord Beerus.”

Per tutta risposta, Beerus soffocò un ringhio.

Quel dannato angelo di Whis si era di nuovo permesso di prenderlo in giro... peccato che lui era l'unica cosa che non poteva distruggere... a parte, ovviamente quell'idiota senza cervello di suo fratello!

Chissà se esisteva un centro reclami dove mollarlo...

Vedendolo adirato, Whis fece un sorriso e disse: “Dovrebbe rispondere al ringraziamento di Gure. Sarebbe parecchio maleducato da parte sua rifiutarlo, dopo aver insistito tanto per averlo...”

Beerus si voltò e, vedendo che la giovane aliena era rimasta nella stessa posizione di prima, si sbrigò ad imitare la sua postura e a farfugliare: “No, l'onore è tutto mio...”

Una volta che Beerus e Gure ebbero finito di ringraziarsi, la porta della villa si aprì e comparve la Mai più piccola che annunciò: “Il pranzo è pronto.”

“Bene, finalmente una buona notizia.” fu la risposta di Beerus.

Il gruppo si recò sul terrazzo dove, sotto ad un gigantesco ombrellone, c'era una tavola imbandita piena zeppa di cibo e bevande.

“Ho pensato che, visto che sono arrivati ospiti, si doveva festeggiare.” spiegò Mai mentre Beerus si fiondava a mangiare, seguito dagli altri.

Dopo un po', il Trunks più giovane domandò: “Scusa, mamma... ma Tarble è ancora a farsi la doccia?”

Fu a quel punto che il gruppo notò che il saiyan mancava da un po' di tempo...

“Dovrebbe aver finito... in ogni caso, vado a controllare...” esclamò Bulma, alzandosi in piedi ed entrando in casa.

Una volta che giunse al bagno, bussò alla porta e chiese: “Tarble, è pronto. Ti stiamo aspettando.”

“Ma... questi vestiti...” farfugliò il saiyan dall'altra parte della porta.

Bulma si mise una mano sulla fronte.

Evidentemente aveva sbagliato le misure...

“Scusami, Tarble...” si scusò la terrestre “Non ho fatto apposta a sbagliare le misure dei vestiti...”

“No, le misure sono giuste...”

“Se il problema è l'assenza di un buco nei pantaloni per la coda, fallo pure. Non importa.”

 “Ah, grazie... mi stavo giusto chiedendo se potevo farlo ma il mio problema principale è un altro...”

“E quale?”

Vedendo che il giovane non rispondeva, Bulma domandò: “Tarble, qual'è il problema?”

“Io...” fece il saiyan ma continuò la frase così piano che Bulma non sentì proprio niente.

“Tarble, non ho sentito niente!” fece la terrestre “Ti consiglio di dirmelo presto o mi arrabbio! E quando mi arrabbio sono così spaventosa da terrorizzare persino Vegeta!”

“Sul serio?!”

“Certo. Allora, me lo dici?”

“Guarda sotto.”

Bulma abbassò gli occhi e vide un pezzetto di carta igienica e aprendolo vide una scritta rossa, probabilmente grazie ad un rossetto rosso: Mi vergogno! 

Facendo uno sbuffo, Bulma rispose: “Tarble, nessuno ti prenderà in giro se indossi quei vestiti! E poi, sarai costretto a indossarli. Sto riparando la tua tuta. In ogni caso, è meglio se scendi perché il cibo è poco e i presenti tanti e tutti molto affamati.”

Proprio in quel momento, sentì un ruggito provenire dal bagno.

Bulma fece fatica a trattenne una risata e poi tornò in terrazza.

Conosceva troppo bene quel ruggito... era lo stomaco affamato di un saiyan... fra non molto, Tarble sarebbe uscito...

Infatti, dopo un po' sentì un fruscio dalla porta.

Si voltò e vide Tarble, con lo sguardo basso, le mani intrecciate e il viso rosso come un peperone.

Indossava una maglietta a maniche corta rossa e dei jeans blu.

Imbarazzato come pochi, si sedette di fianco alla moglie, tenendo sempre lo sguardo basso.

Ad un tratto, sentì qualcuno toccargli con dolcezza il braccio.

Si voltò e vide Gure che gli fece un piccolo ma radioso sorriso.

Dopo un'iniziale smarrimento, Tarble le sorrise a sua volta, rilassandosi.

La cena si consumò in silenzio, finché, ad un tratto, Bulma domandò: “Trunks, potresti passarmi il sale, per favore?”

“Certo, mamma.” esclamarono, in coro, i due Trunks ma mentre cercavano di prendere il sale, si scontrano.

Mentre si massaggiavano la spalla e si scusavano a vicenda, Bulma, con un sospiro, disse: “Non preoccupatevi, faccio io...”

Tarble rimase un attimo in silenzio per poi domandare, indicando i due doppioni: “Scusate... ma vi chiamate entrambi Trunks?”

“Certo.” annuirono mentre la Mai più grande, indicando quella più piccola, aggiungeva: “Anche noi due ci chiamiamo entrambe Mai.”

“Ehm... non per mettere il naso nei vostri affari... ma perché vi chiamate allo stesso modo se siete fratelli?” domandò il saiyan e Bulma disse: “Non sono fratelli, anche se sono identici. Sono doppioni.”

 “Cioè?”

“Un Trunks e una Mai vengono da un mondo parallelo del futuro.”

“Mondo parallelo? Futuro?”

“Sì. E' una linea temporale identica a questa, salvo che, purtroppo, quel mondo è stato distrutto. Solo loro due sono sopravvissuti e sono giunti qui.”

“Ecco perché è vietato giocare col tempo!” mugugnò Beerus mentre addentava un enorme pezzo di carne “Però è anche vero che in questo modo mi avete impedito di morire a causa di quel pazzo di un mago, perciò, per stavolta, ci chiudo un occhio... ma guai a voi se lo rifate!”

Mentre la divinità sbraitava, Tarble prese il suo bicchiere e se lo bevve.

Quando ebbe finito, si voltò verso la moglie e le domandò: “Tu ci hai capito qualcosa?”

“No.”

“Nemmeno io...”

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 23:30

 

Il cielo notturno aveva assunto una tonalità nera e in giro non si sentiva nessun rumore.

Solo in uno stabile giallo, c'era una luce accesa.

Davanti ad una finestra, a guardare il cielo stellato, c'era un giovane coi capelli a spazzola neri e una lunga coda di scimmia.

Non c'era alcuna traccia di loro... era riuscito a seminarli ma era ovvio che gli sarebbero stati col fiato sul collo finché non l'avrebbero raggiunto... e ucciso.

Purtroppo, il suo scouter si era rotto e, pertanto, non sapeva quando sarebbero arrivati... e dato che era bloccato lì...

Doveva trovare una soluzione!

Non poteva mettere in pericolo Gure e la famiglia di Bulma... se avessero saputo dell'esistenza dei due Trunks...

Sentendo un fruscio alle sue spalle, si voltò e vide Whis, il quale, tranquillamente, gli disse: “Sono io. Non preoccuparti.”

“Ah, ciao, Whis...”

“Come mai sei ancora in piedi? E' tardi...”

“Avevo un po' d'insonnia... ma credo che andrò a dormire...”

“Ottima idea, principe Tarble.”

Sentendo quel titolo, il saiyan sgranò gli occhi e sbiancò, per poi, con un sorriso forzato, disse: “Temo che si sta sbagliando...”

“Voi siete il principe Tarble, secondogenito di re Vegeta III e fratello minore del principe Vegeta IV, pertanto, zio di Trunks, non è vero?”

Vedendosi smascherato, Tarble ammise, abbassando lo sguardo: “Sì, sono io... come l'ha scoperto?”

“Niente sfugge ad un angelo... inoltre, ci siamo già incontrati quando io e Beerus andammo a trovare tuo padre, anche se, per tutto il tempo, sei rimasto nascosto dietro a una tenda.”

“Non volevo che mio padre mi vedesse... mi ha sempre odiato per il mio carattere... infatti, appena ha potuto, mi ha mandato via...”

“Perché non avete raccontato a Bulma e ai due Trunks la vostra vera identità?”

“Voglio aspettare il momento migliore... le verrebbe un colpo sapere che il marito aveva un fratello... glielo racconterà?”

“No.”

“Oh, grazie. Non so davvero come ringraziarla...”

“Figurati. Sono curioso di sapere come andrà a finire questa storia... se vuoi mantenere nascosta la tua vera identità, sta attento a Bulma... lei è di natura sospettosa... inoltre credo che stia notando una certa somiglianza tra te e Vegeta...”

“Farò di tutto per impedirlo...”

“Ottimo... comunque, se vuoi diventare più forte e imparare a percepire i KI da solo, potresti chiedere ai due Trunks.”

Tarble guardò Whis, senza parole.

L'angelo spiegò: “Sento che sei minacciato da qualcosa di molto pericoloso ma non vuoi parlarne per non mettere in pericolo nessuno... ma non potrai mai farcela col tuo livello di combattimento... tuttavia, con un buon addestramento, potresti superare i tuoi limiti... e i due Trunks potrebbero diventare due ottimi maestri...”

Dopo aver detto quella frase, Whis si voltò e disse: “Io vado a fare un giro. Buonanotte.”

“Aspetta, Whis... potrei farti un'altra domanda?”

“Certo.”

“Perché mi stai coprendo e mi stai aiutando?”

La risposta di Whis fu un semplice e divertito: “Oh oh oh... perché mi va così.”

Dopo aver detto quelle parole, Whis lasciò la stanza, lasciando Tarble senza parole.

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Capitolo 4
*** Pulizie ***


Capitolo 4: Pulizie

 

Ansimava pesantemente, toccandosi il braccio dolorante e sanguinante mentre piccole gocce di sangue cremisi coloravano di rosso la neve.

Sentiva le palpebre più pesanti ma cercava in tutti i modi di resistere.

I suoi aguzzini erano lì, davanti a lui...

“Nemmeno la famiglia reale, la famiglia più potente tra i saiyan, può niente contro mio figlio!” esultò il vecchio davanti a lui “Speravo che durante la tua fuga fossi diventato più forte, stupido ragazzino... ma a quanto pare mi sono solo illuso...”

L'uomo tirò fuori una pistola e, puntandogliela contro, sibilò con uno sguardo fanatico: “In ogni caso, potrò vendicarmi di tuo padre. E' un peccato che il tuo caro paparino non sia qui a godersi lo spettacolo... chissà che faccia avrebbe fatto vedere il suo secondogenito massacrato da mio figlio... quando finirai all'inferno, salutamelo da parte mia.”

Dopo aver pronunciato quelle parole, sparò un colpo e il saiyan chiuse gli occhi, preparandosi all'impatto.

 

Terra

Capsule Corporation, martedì, 11:30

 

“WAAAAHHHH!!!!!” urlò Tarble, con quanto fiato aveva in gola, spaventando la moglie che gli stava dando dei colpetti per svegliarlo.

Con la fronte sudata, gli occhi spalancati e il respiro affannoso, Tarble si guardò intorno.

Era nella stanza che Bulma aveva dato a lui e a Gure, in attesa che la navicella fosse riparata.

Si voltò e vedendo Gure seduta per terra di fianco a lui, sussurrò: “Era solo un sogno?”

“Tarble, tutto bene? Stanotte eri molto agitato... continuavi a parlare nel sonno...” disse la donna, preoccupata, e il marito, incredulo, disse: “Sul serio?”

“Sì, dicevi un sacco di parole strane come: ‘Lascia in pace la Terra!’ e ‘Fratellone’... che incubo stavi facendo?”

Vedendo che Tarble non rispondeva e che aveva abbassato lo sguardo, il quale nel mentre, diventò scuro, Gure indovinò: “Hai sognato quei due?”

“Sì... mi stanno ancora cercando, lo so...”

“Ma perché vogliano a tutti i costi ucciderti?! Non li conosci nemmeno...”

“E' vero... ma quel vecchio che ci ha attaccato mi vede come un oggetto su cui sfogare tutta la rabbia e tutto il risentimento che aveva nei confronti di mio padre e non gliene frega niente il fatto che io non ero nemmeno nato quand'è successo tutto... l'ho capito dal suo sguardo. Era lo sguardo di un pazzo fanatico...”

Gure rimase in silenzio.

Quella storia stava facendo impazzire ingiustamente suo marito... e tutta per una colpa che non era neanche sua... ma non aveva alcuna intenzione di chiedergli cosa avrebbe fatto...

Gli avrebbe fatto pressione e basta.

Si limitò ad abbracciarlo dietro la schiena, come faceva quando voleva consolarlo... a loro bastava ciò.

Quando si staccò, Gure disse: “Comunque, è già quasi mezzogiorno e Bulma voleva chiederti di unirti per il pranzo.”

“Certamente, arrivo subito.”

“Ah, Bulma ci ha chiesto se, questo pomeriggio possiamo aiutare lei e le due Mai con le pulizie.”

“Sicuro! Voglio sdebitarmi con loro per la loro ospitalità.”

 

Terra

Capsule Corporation, martedì, 15:45

 

“Dove lo metto questo scatolone, Bulma?”

“Mettilo pure su quel tavolo.”

Il saiyan, dopo aver appoggiato lo scatolone, sul tavolo, si passò il dorso della mano sulla fronte sudata.

Certo che fare le pulizie era proprio faticoso...

Quando si voltò, vide Gure che cercava di mettere un barattolo su un comodino ma, a causa della bassa statura, non ci riusciva.

Subito, Tarble prese il barattolo e lo mise a posto.

“Grazie, Tarble.” lo ringraziò la moglie e il saiyan, voltandosi, balbettò: “P... prego...”

Si era sempre vergognato di essere al centro dell'attenzione... in ogni caso, lui amava con tutto sé stesso la moglie... avrebbe fatto qualunque cosa per lei...

Non appena alzò lo sguardo, notò che Bulma, intenta a mettere degli apparecchi elettrici in uno scatolone, lo stava fissando.

Si diede mentalmente dell'idiota.

Non doveva farsi notare di Bulma!

Se avesse scoperto che era il fratello minore di suo marito...

In ogni caso, il giovane saiyan si diresse verso un mucchio di strani dispositivi elettrici dentro un grosso mucchio per terra e cominciò a metterli dentro degli scatoloni.

Il suo progetto per farsi allenare dai due Trunks doveva aspettare...

I due doppioni, infatti, dopo aver fatto colazione, ciò era avvenuto alle sei del mattino, se n'erano andati dalla casa per allenarsi.

Sarebbero tornati verso sera... nel frattempo, lui e Gure potevano dare una mano con le pulizie...

Quando anche l'ultimo bullone fu messo dentro alla scatola, Bulma gli passò uno strofinaccio e gli disse: “Ora che hai finito qui, va' pure a dare una mano a Mai a pulire il pavimento e le finestre.”

“Agli ordini!” esclamò, volenteroso, Tarble, prendendo lo strofinaccio e uscendo dalla stanza.

Per qualche minuto, Tarble osservò la ragazza pulire il pavimento, la quale doveva essere, da quello che aveva capito, quella di questa linea temporale, dato che era più bassa e non era incinta.

In ogni caso, Mai per pulire faceva passare lo strofinaccio sul pavimento e con le mani, passando da una parte all'altra del corridoio, gattonando a tutta velocità.

Una volta che credette di aver capito il procedimento, Tarble strinse con forza il fazzoletto e disse, per darsi la carica: “Bene! Andiamo!”

Il ragazzo cominciò a correre a tutta velocità a gattoni sul pavimento per pulirlo ma non si accorse che in un punto cominciavano le scale e, pertanto, prima che se ne potesse rendere bene conto, si mise a volare giù per le scale urlando: “Aaaaaahhhhh!!!!” prima di andare a sbattere violentemente contro un muro del piano.

“Ahio, che male...” fu tutto quello che riuscì a dire il saiyan mentre scivolava lentamente sul pavimento.

Attirati da quel baccano, anche Bulma, l'altra Mai, Gure, Whis e Beerus corsero a vedere cosa fosse successo.

Vedendo il saiyan per terra dolorante e il pezzo di muro mezzo rotto e con l'intonaco caduto, fu subito chiaro a Bulma cosa fosse successo.

Tuttavia, si limitò a mettersi una mano tra i capelli e a sospirare.

Certo che i saiyan erano i migliori quando si trattava di distruggere qualcosa... non vedeva un muro così malridotto dagli androidi.

Intanto, Gure si avvicinò al marito e, mettendogli una mano sulla schiena, gli domandò, preoccupata: “Tutto a posto, Tarble?”

“Sì, Gure... sta tranquilla...” fu la risposta, dolorante, del giovane, mentre si rialzava in piedi.

Guardando quella scena, Beerus commentò, stizzito: “Proprio degno dei saiyan... sono duri a morire all'inverosimile...”

“Non si dimentichi che sono una razza di guerrieri.” gli ricordò, divertito, il suo angelo.

Nel frattempo, Bulma si avvicinò al ragazzo e allungandogli un fazzoletto, domandò: “Stai bene?”

“Diciamo che ho vissuto tempi decisamente migliori...”

“Dovresti fare attenzione.”

“Mi dispiace...”

“Senti, lascia perdere il pavimento... che ne dici da dare una mano all'altra Mai a pulire i vetri delle finestre?”

“Ok.”

 

Terra

Capsule Corporation, martedì, 16:10

 

Una leggera brezza primaverile le accarezzò i lunghi capelli corvini, accompagnata dal canto degli uccellini e dai caldi raggi solari.

La giovane donna fece un leggero sorriso.

Era proprio una bella giornata... se pensava che, in un altro mondo, in quella giornata così bella avrebbe dovuto nascondersi in una casa distrutta o, peggio ancora, nelle fogne, la faceva star male...

Dopotutto, la sua vita con l'arrivo degli androidi non era stata altro che un continuo nascondersi e sopravvivere... poi, quando, finalmente, era arrivato un momento di pace, era arrivato Zamasu e tutto era ricominciato... le era sembrato di essere in un circolo vizioso...

Sentì le lacrime pizzicarle al ricordo della gente del suo futuro, la quale, purtroppo, non ce l'aveva fatta, ma, con orgoglio, si asciugò le lacrime.

Non doveva piangere... doveva farsi forza e andare avanti!

Si toccò con dolcezza il pancione.

Era la moglie e la madre di un saiyan, un guerriero... doveva lottare fino alla fine!

Nel frattempo, al primo piano, Tarble era impegnato a lavare i vetri delle finestre.

Purtroppo, la sua finestra era piena di fastidiose macchie nere e, per quanta energia ci desse, non si degnavano di sparire.

Il giovane continuò a fregare con sempre più forte.

Le avrebbe tolte, a qualunque costo!!!

CRASH!!!

Mai si voltò e fece appena in tempo a vedere il braccio di Tarble prima che la finestra si rompesse e il giovane cadesse, in mezzo a tanti frammenti di vetro, nel giardino.

“Accidenti...” fece il ragazzo, col volto sanguinante, mettendosi a sedere e grattandosi la testa.

“Cos'è successo?” domandò, preoccupata, la voce di Bulma, prima che la donna arrivasse trafelata.

Il saiyan, imbarazzato, rispose: “S-sto bene...”

“Non mi sembra proprio.” rispose Bulma, avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla “Stai sanguinando.”

Poi, dopo averlo fatto alzare, lo condusse dolcemente verso la casa, dicendogli: “Vieni, così ti medico.”

“Sì.”

“Fa' attenzione ai vetri, mi raccomando.”

“Certo.”

“Mai, potresti ripulire tu qui, per favore?”

“Nessun problema, Bulma.”

“Grazie.”

“Prego.”

 

Terra

Monti Paoz, martedì, 16:30

 

Il vento sibilava tra le alte montagne, muovendo i fili d'erba e creando un'immensa ombra verde.

In fondo alla valle, sotto ad un'enorme quercia, c'era alcuni mucchi di terra con su un bastone.

Dato il silenzio della valle, non ci doveva essere nessuno lì eppure qualcuno c'era.

Davanti ad esse, infatti, intento a togliere le erbacce, c'era un giovane.

“Ecco l'acqua.” esclamò un altro ragazzo completamente identico con in mano una bottiglietta d'acqua.

L'altro si passò una mano sulla fronte sudata e, sorridendo, lo ringraziò: “Grazie, Trunks.”

“E' sempre una faticaccia ripulirle tutte, eh?”

“Poi dirlo forte, amico...”

Dopo aver detto quelle parole, i due Trunks si sedettero davanti alle tombe e, dopo un attimo di silenzio, nel quale il vento accarezzò dolcemente ad entrambi i capelli, il Trunks più giovane domandò: “Era una cosa che facevi anche nell'altro futuro?”

“Certo... è sempre stato un modo per entrambi di stare, anche solo per un attimo, accanto a papà e agli altri in questo mondo...” fu la risposta dell'altro.

Per un attimo, ci fu ancora silenzio, poi il Trunks più anziano disse: “Purtroppo, loro sono morti e non possiamo farci niente... per poter andare avanti e affrontare nuovi minacce dovremo fare quello che Goku riusciva sempre a fare.”

“E cosa?”

“A trovare degli alleati nelle persone più incredibili e improbabili... credo che fosse il suo più grande dono...”

“Non credo che noi due saremo mai al suo livello.”

“Questo è assolutamente impossibile. Lui, nel passato, è riuscito ad allearsi con C-17 e C-18 e a renderli umani...”

“Già... un dono impossibile da trovare... però potremmo sempre provarci. In fondo, adesso abbiamo incontrato Tarble, un saiyan...”

“Già... senti, Trunks... ma non ti sembra che ci sia qualcosa di strano in questa vicenda?”

“Che intendi?”

“Papà non ci ha mai parlato di questo suo compagno di squadra... eppure Tarble sembra sapere tutto di lui, senza contare che hanno una certa rassomiglianza...”

“Adesso che me lo fai notare... hai proprio ragione...”

“E poi hai visto com'era conciato quand'è arrivato?”

“Altroché! Sembrava che qualcuno l'avesse sbattuto come un tappeto per puro divertimento.”

“Conosci qualcuno capace di ridurre in quello stato un saiyan?”

Sentendo quelle parole, l'altro Trunks rimase in silenzio.

In effetti, sembrava strano che un saiyan, uno dei più grandi guerrieri dello spazio, fosse stato ridotto in quella maniera... vero che Tarble non aveva un grande potere... ma essere quasi ucciso...

Cosa poteva ammazzare un saiyan?!

“Meglio tenere gli occhi aperti...” disse, ad un tratto, il Trunks più grande mentre l'altro annuiva: “Ottima idea. Credo che Tarble ci stia nascondendo qualcosa di grosso... spero che questo suo segreto non coinvolga la Terra...”

“In quel caso... ci penseremo noi a difenderla.”

“Questo è poco ma sicuro.”

 

Terra

Capsule Corporation, martedì, 16:45

 

“Ecco fatto.” trillò Bulma, mettendo il cerotto sulla fronte di Tarble mentre il giovane saiyan, arrossendo come un pomodoro, balbettò: “Grazie mille... Bulma...”

“Ma figurati, Tarble! Non c'è di che!”

Mentre rimetteva via in una scatola i medicinali, Tarble la fissò in silenzio.

Era proprio una bella donna... coraggiosa e gentile...

“Il mio fratellone è stato proprio fortunato ad incontrarla...” meditò Tarble, non accorgendosi che aveva appena espresso a voce questi pensieri.

Fortunatamente per lui, aveva sussurrato e, pertanto, Bulma si girò a guardarlo e domandò: “Scusa, Tarble, hai detto qualcosa?”

Solo allora il giovane si accorse di aver parlato e, arrossendo per la vergogna, disse: “Dicevo... che Vegeta è stato proprio fortunato ad incontrarti... sei una donna fantastica...”

“Grazie, sei molto gentile. Tarble.”

Tarble fece un sospiro di sollievo.

Per adesso, Bulma non aveva scoperto niente... ma doveva stare più attento...

“Ah, Tarble... posso chiederti una cosa?” domandò ad un tratto Bulma e il saiyan, temendo che riguardasse il suo legame con Vegeta, fece, nervoso: “Certo, Bulma...”

“Come si chiamava la madre di Vegeta? Può sembrare strano ma me lo sono sempre chiesto...”

“Ah, certo. Si chiamava Echalotte... un tempo era una saiyan di bassa classe ma, per via delle sue abilità in combattimento, fece accrescere il suo livello fino a far parte della squadra del re.”

“Si vede che è la madre di Vegeta...”

“Già... tuttavia, durante le battaglie era spesso salvata dal re in persona... non perché fosse debole, è solo che quando combatteva, abbassava la guardia a causa della sua arroganza e del suo orgoglio, venendo colpita alle spalle.”

“Questa poi...”

“Sì, anche se non lo davano a vedere, loro due erano molto innamorati... solo che a causa del loro orgoglio non lo dicevano mai apertamente...”

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio.”

“Poi nacque Vegeta e sembrò che avessero avuto ogni benedizione possibile. Vegeta era un prodigio fin da appena nato. Il suo potere superava non solo i più grandi guerrieri del pianeta ma il suo stesso padre. Il re era assolutamente orgoglioso di lui. Era così pieno di talento, che imparò da solo a combattere. Suo padre non gl'insegnò nemmeno le basi. Vegeta per il re... era il miglior figlio che si potesse mai desiderare...”

Dicendo quelle frasi, il giovane, si voltò dall'altro lato.

Vegeta era sempre stato il prediletto di suo padre, il suo prodigio, il suo orgoglio... e lui?

Lui era sempre stato tutto il contrario.

Basso potere combattivo, nessun interesse per il combattimento, personalità gentile e pacifica... persino il suo stesso aspetto fisico non assomigliava minimamente a quello di un saiyan.

Se Vegeta era il trionfo e il prodigio di suo padre, lui era il suo fallimento.

Non c'era confronto.

Ricordava gli sguardi che suo padre riservava a Vegeta... orgogliosi e pieni d'ammirazione... Vegeta sarebbe non solo diventato il re dei saiyan ma avrebbe addirittura sconfitto Freezer, diventando l'imperatore dell'universo... inoltre, l'aveva visto sorridergli più di una volta...

Per lui, invece, non c'era niente di tutto questo: solo occhiatacce e sguardi di puro odio e gelo... dopotutto, era il suo fallimento...

“Ehi, tutto ok?” gli domandò, ad un tratto, Bulma, preoccupata, e il ragazzo, tornando a sorridere, la rassicurò: “Certo, Bulma, non ti preoccupare... stavo solo pensando al passato.”

“Capisco...” fu la risposta della donna, mentre si alzava in piedi “Vado a preparare la merenda.”

“Merenda?” domandò Gure, entrando nella stanza, e la terrestre, con un sorriso, annuì: “Certo. Preparo i biscotti per tutti.”

“Posso darti una mano? Adoro cucinare.”

“Certamente.”

Le due donne entrarono in cucina e, poco dopo, si sentì il suono del campanello.

“Devono essere i due Trunks.” disse Bulma, intenta a infornare i biscotti “Tarble, per favore, potresti andare ad aprire?”

“Certo, Bulma.”

Pochi secondi dopo, si sentì un potente urlo di terrore provenire dall'ingresso.

Spaventata, Bulma corse a vedere cosa fosse successo e vide Tarble guardare senza parole, un enorme oggetto ai suoi piedi.

“Cos'è successo?” domandò Bulma e Tarble, imbarazzato, spiegò: “Non ne ho idea, Bulma... ho aperto la porta come mi avevi chiesto e questo signore, appena mi ha visto, si è messo ad urlare...”

La donna diede un'occhiata e vide un uomo coi capelli neri e spettinati, inginocchiato che implorava: “PERDONAMI, PERDONAMI, VEGETA!!!! SO CHE VUOI PUNIRMI PER AVERTI TAGLIATO LA CODA!!!! DEVI PRENDERTELA CON CRILIN!!! E' STATO LUI A DIRMI CHE SE TE LA TAGLIAVO TORNAVI NORMALE!!! TI PREGO, NON MI UCCIDERE!!!”

“Yajirobei, hai sbagliato persona. Questo ragazzo, anche se è un saiyan, non è Vegeta. Lui è Tarble.” gli disse Bulma.

Sentendo quelle parole, l'uomo ebbe un bloccò e alzò lo sguardo, rivelando una folta barba.

“Sul serio?” domandò, incredulo, l'uomo e Tarble, imbarazzato, confermò: “Sì... facevo parte della squadra del principe ma sono stato sostituito a causa del mio scarso livello di combattimento e del mio carattere...”

Yajirobei rimase in silenzio e poi, alzandosi, si scusò: “Ah, scusa... è solo che assomigli in modo impressionante a Vegeta... così quando ti ho visto, mi è sembrato di vedere un fantasma...”

“Capisco...”

Tarble si mise a ridere divertito ma, dentro di sé era agitato.

Quell'incidente avrebbe fatto nascere dei sospetti in Bulma... e la sua situazione sarebbe diventata ancora più rischiosa...

Proprio in quel momento, Yajirobei domandò: “Non sentite anche voi uno strano odore?”

“AAAAHHHH!!!! I miei biscotti!!!” urlò Bulma, precipitandosi in cucina per tentare di salvarli da una bruciatura certa.

 

Terra

Capsule Corporation, martedì, 17:00

 

“Questi biscotti sono buonissimi!” esclamò, entusiasta, Tarble mettendosi in bocca l'ennesimo biscotto a forma d'uccello mentre Bulma scambiava il vassoio appena svuotato con uno nuovo, pieno zeppo di biscotti, e diceva, col suo solito sorriso: “Mi fa piacere! Fortuna che li ho salvati in tempo!”

Nel frattempo, Gure si voltò verso la Mai più grande e, indicando il fiocco che aveva in testa, disse: “Mi piace quel fiocco. Ti sta bene.”

 “Grazie. Pensa che mi sembrava mi stesse male...”

“Oh no. Ti sta benissimo. Dico sul serio. E poi a me i fiocchi piacciono un sacco.”

“Una volta, qualche anno fa, Tarble me ne regalato uno per il mio compleanno.”

“Come vi siete conosciuti tu e Tarble?”

“Mio zio, il quale si è preso cura di me dopo la morte dei miei genitori, un giorno, mentre stava facendo una passeggiata in un bosco, vide uno strano oggetto atterrare con violenza poco distante. Si avvicinò per vedere cosa fosse e trovò Tarble, il quale era appena stato esiliato sul nostro pianeta. Era così piccolo e spaventato… così lo portò a casa e, fin dall’inizio, fummo sempre inseparabili. Fino ad innamorarci perdutamente. Quando fummo più grandi, ci sposammo.”

“Che storia romantica...”

“E voi due come avete conosciuto i due Trunks?”

“Beh, un tempo su questo pianeta c'è stata una guerra contro due pericolosi cyborg... io e i miei compagni eravamo appena tornati bambini quando apparvero... erano forti e anche molto crudeli... gran parte della popolazione mondiale e morta a causa loro... un giorno, per puro caso, incontrai Trunks. Eravamo ancora bambini e abbiamo deciso di dimenticarci, per una volta, che eravamo in guerra, giocando insieme. Poi non ci vedemmo più per molti anni e credetti che fosse morto a causa loro. Dopo che li ebbe sconfitti, ci ritrovammo per puro caso e decisi di andare a vivere insieme a lui.” racconto, con orgoglio, la Mai più giovane, mentre Gure, affascinata, commentava: “Anche la vostra storia è molto romantica e bella...”

Proprio in quel momento si sentì la porta aprirsi e comparvero i due Trunks.

“Bentornati, ragazzi!” li salutò con allegria Bulma, correndo ad abbracciarli e a dargli un bacio sulla guancia “Arrivate in tempo per la merenda!”

“Grazie, mamma. Avevamo una fame...”

Tarble osservò in silenzio i due Trunks, sedersi e mangiarsi voracemente i biscotti che la madre gli dava, per poi, domandare, schiarendosi la voce: “Scusate, ragazzi...”

“Mmmh? Cosa c'è, Tarble?”

“Ecco, io volevo chiedervi... se per voi non è un problema... di darmi delle lezioni. Vi prego. So che siete più forti di me... inoltre vorrei imparare a percepire le presenze senza bisogno dello scouter.”

I due Trunks si guardarono negli occhi, senza parole.

Non si aspettavano una proposta del genere...

“Ma sì, perché no?” rispose il Trunks più grande e Tarble sorrise, al settimo cielo.

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Capitolo 5
*** ricordi del passato ***


Capitolo 5: Ricordi del passato

 

Pianeta di Lord Zuno

Ingresso del palazzo, giovedì, 09:00

 

La navicella spaziale atterrò con delicatezza sulla superficie solida dell'asteroide.

Da essa scesero quattro individui, tre maschi, due piuttosto vecchi, e una femmina e, dopo essere scesi dal parcheggio salirono su una scala mobile.

“Siete sicuri che il posto sia questo?” domandò, scocciato l'uomo con la barba e la cicatrice e la giovane con la pelle verde lo rassicurò, scocciata: “Sì! Ho sentito spesso parlare di questo Lord Zuno... pare che sia un essere onnisciente... sa tutto di tutti... però se non hai un appuntamento sono cavoli acidi.”

“Un problema che non ci tocca...”

“Non sapevo che avessi un appuntamento con lui, Paragas...”

“Certo che no! Ma so come farlo collaborare...”

“Guarda che io non ho alcuna intenzione di dare un bacino a quel pervertito, perché mi scapperebbe nel mentre anche uno schiaffone!”

“Me ne occuperò io, tranquilla.”

Il gruppo, una volta in cima alle scale si trovò davanti ad un essere basso e con un'enorme testa.

“Ragazzi, che testa!” commentò Cheelai, senza parole “Ma come cavolo fa a non cascare per terra?”

Il tizio misterioso, ignorandola, disse: “Voi dovete essere i quattro ospiti indesiderati di cui Lord Zuno ci aveva avvisati...”

“Dì al tuo capo che dovrebbe impicciarsi dei fatti suoi!” sbottò, adirata, Cheelai mentre Lemo, al suo fianco, cercava di calmarla, dandole delle pacche sulla schiena e dicendole: “Su, su, calma...”

All'improvviso comparvero altri quattro tizi completamente identici a quello di prima.

“Santi numi... ma ve l'hanno mai detto che siete inquietanti?” commentò, senza parole, Cheelai mentre il tizio che li aveva bloccati, li avvisò: “Se volete prendere adesso un appuntamento, sappiate che Lord Zuno potrà ricevervi tra sette anni.”

“SETTE ANNI?! Ma siamo matti?! Non possiamo mica aspettare tutto questo tempo!!!” protestò, scandalizzata, la ragazza.

Paragas, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, ordinò: “Broly, solleva quell'uomo.”

“Sì, papà.” fu la semplice risposta del ragazzo, prima di apparire davanti ad un guardiano, sollevandolo per il colletto.

“LASCIAMI!!! LASCIAMI, BRUTTO MOSTRO!!!” strillò il guardiano mentre gli altri quattro osservavano la scena immobili.

“Broly vi lascerà subito se voi mi permettere di recarmi dal vostro lord Zuno adesso e di fare la mia domanda gratis.” dichiarò, tranquillamente, Paragas e il poveraccio, spaventato, balbettò: “V-va bene... potete entrare... ma solo uno di voi... gli altri dovranno aspettare...”

“Allora andrò io. Broly, mettilo giù.” ordinò Paragas.

Subito, il giovane lo appoggiò per terra e il guardiano, tossendo e tremando dallo spavento, si allontanò da lui.

“Mi segua, signore, da questa parte...” fece un altro dei guardiani, indicando la porta e Paragas disse al figlio, il quale, dopo l'ordine era rimasto completamente immobile: “Broly, tu resta qui e non ti muovere, capito?”

“Sì, papà. Agli ordini.”

“Ottimo.”

Per tutta la durata della scena, Cheelai e Lemo erano rimasti immobili, in completo silenzio.

Una volta che Paragas fu entrato, Lemo commentò, senza parole: “Quello è peggio di mio padre...”

Cheelai non rispose.

Si limitò a dare uno sguardo a Broly e agli altri guardiani che erano rimasti.

Essi si erano allontanati il più possibile dal saiyan e avevano stampata in viso un'espressione di puro terrore e diffidenza mentre Broly, invece, aveva abbassato lo sguardo, mortificato.

La giovane aliena provò una sensazione di disgusto a quella scena.

Quei tre cosi non avevano alcun diritto di credere che Broly fosse un mostro... anzi, era molto gentile...

“Andiamo via, ragazzi...” fece Lemo, avvicinandosi a Broly e posandogli una mano sulla spalla.

 

Pianeta di Lord Zuno

Palazzo, giovedì, 09:30

 

“Allora, qual'è la tua domanda, straniero?” domandò l'enorme essere con la faccia enorme, seduto su una pentola volante, e il vecchio domandò, senza alcuna esitazione: “Voglio sapere su quale pianeta il principe Tarble, figlio di Re Vegeta III, si è rifugiato! E vedi di muoverti! Io non ho tempo da perdere!”

L'uomo rimase in silenzio un attimo, poi dichiarò: “Si è recato su un pianeta chiamato Terra che è il terzo pianeta del sistema solare che dista solo 540 anni luce da qui.”

Paragas rimase in silenzio.

540 anni luce di distanza... quel maledetto aveva accumulato una bella distanza da loro... ma non importava.

Sorrise sadicamente.

L'avrebbe trovato... e quando sarebbe successo... si sarebbe pentito amaramente di essere nato...

 

Pianeta di Lord Zuno

Giardino, giovedì, 09:32

 

“Questo stupido asteroide non possiede un accidente di niente... neppure un piccolo negozio di take away e io sto morendo di fame...” commentò Cheelai, sdraiata su un tronco per terra e intenta a prendersi il sole.

Lemo, il quale era seduto per terra, le disse: “Guarda che non sempre puoi trovare quello che trovi... io ho servito come soldato nelle armate di Freezer e di Re Cold e so cosa significa trovarsi in una situazione di sopravvivenza, allo stremo delle forze, senza cibo e con pochissima acqua...”

“E chi cavolo è Re Cold? Ho sentito parlare di Freezer ma questo tizio non sapevo nemmeno che esistesse.”

“Ah, la gioventù moderna... Re Cold era il padre di Freezer. E' stato lui che ha creato l'esercito di Re Cold, l'armata più potente in assoluto, capace di far tremare l'intero universo. Fu lui che assoggettò i saiyan, la razza di guerrieri più forte e orgogliosa dello spazio. In seguito, abdicò e il suo esercito passò nelle mani del figlio, diventando l'esercito di Freezer. Mi unì quand'ero poco più che un ragazzo ma ho sempre combattuto nelle retrovie, pertanto, ho solo intravisto entrambi di sfuggita alla stazione.”

“E come mai ti sei unito?”

“Diciamo che non andavo molto d'accordo con mio padre...”

Dal tono della voce, tuttavia, Cheelai intuì che i dissapori tra Lemo e suo padre erano più profondi di quelli che dava a vedere.

Per rispetto nei confronti del compagno, decise di cambiare discorso: “Io, invece, ho passato la mia infanzia e adolescenza ad alleggerire turisti obesi dei loro portafogli e a cercare di sopravvivere nei bassifondi del mio pianeta... Era così facile che sapevo farlo ad occhi chiusi.”

“E allora come hai fatto a diventare una delle persone più ricercate dell'universo?!”

“Beh, a dire la verità è avvenuto un po' per puro caso... una delle mie abilità era quella di rubare le navicelle dai parcheggi e portarle da un venditore di navicelle usate, un tipo veramente disgustoso, così grasso da sembrare una botte, che ci ha provato diverse volte con me... però cambiava i connotati alle navicelle in modo impressionante. Giuro che quando finiva il trattamento era impossibile riconoscerle. Un giorno, ho adocchiato una navicella davvero niente male... e quando mi sono avvicinata ho scoperto che il proprietario si era dimenticato di chiuderla a chiave.”

“Sul serio?!”

“Sì, ma non era mica finita lì. Quando ho aperto la navicella ho scoperto che la chiave per l'avviamento era ancora inserita nella toppa. Così non ho dovuto far altro che farla partire e dileguarmi. Il colpo più facile della mia carriera... mentre sparivo avrei tanto voluto sapere chi fosse il proprietario idiota di quella vecchia carcassa.”

“E hai scoperto chi era?”

“Altroché. Il giorno seguente, venne di persona all'officina, coi suoi compagni. Fu in quel momento che scoprì che chi avevo rapinato era nientemeno che un membro della Pattuglia Galattica.”

Lemo fece una faccia sconvolta e senza parole.

Un membro della Pattuglia Galattica commetteva degli errori così stupidi e grossolani?!

Per forza che per Re Cold e per Freezer non avevano mai rappresentato una minaccia così grande...

Ma chi poteva essere un simile imbecille?!

“Quel tizio... mi sembra che si chiamasse Zaco...” continuò Cheelai “Era riuscito a scoprire dov'era finita la sua navicella in quanto tutte quelle appartenenti alla Pattuglia hanno una cimice contenuta nel meccanismo che permetteva ai membri di ritrovarle... però sospetto che Zaco abbia ingrandito un po' la vicenda, in quanto c'era anche Merus, il loro migliore agente, che gli ha persino chiesto dov'erano i mille banditi barbari, enormi, con un occhio solo e pieni di cicatrici che lo avevano assalito, rischiando di portarlo all'altro mondo.”

“Se avesse detto la verità l'avrebbero, ovviamente, licenziato in tronco.” fu il commento di Lemo e Cheelai riprese: “Comunque, i pattugliatori hanno arrestato il grassone ma io sono riuscita a svignarmela, scappando dalla finestra del bagno e rubando, di nuovo, una loro navicella. Io sono ancora giovane e ho ancora tutta la vita davanti, perciò, non avevo alcuna intenzione di trascorrere un periodo chiusa in una cella del penitenziario galattico... però loro non me l'hanno perdonata e adesso sono una delle loro ricercate più famose.”

“Credo che anch'io sia tra i loro ricercati... sai, essendo stato un soldato dell'armata di Freezer, anche se combattevo nelle retrovie...”

“Ho sentito che, qualche anno fa, hanno catturato un soldato disertore dell'armata di Freezer e gli hanno dato l'ergastolo.”

“Un disertore, eh? Se Freezer fosse stato ancora vivo, avrebbe dovuto guardarsi le spalle...”

“Ma è vero ciò che si dice in giro, che era basso?”

“Beh, dato che ormai è morto stecchito da parecchi anni... sì, era incredibilmente basso. Ma guai a te se glielo facevi notare. Ho visto un sacco di soldati ammazzati perché lo prendevano in giro per l'altezza o che, molto semplicemente, dicevano che aveva l’alito cattivo.”

“Irascibilino, eh?”

Mentre i due alieni parlavano del passato, Broly si dava un'occhiata in giro.

Quel pianeta era proprio bello... pieno zeppo di alberi, di verde e di ruscelli… non aveva mai visto un posto così…

Ad un tratto, si accorse di una navicella che stava atterrando nel parcheggio.

“Ehi, guardate là.” esclamò e, subito, Cheelai e Lemo si voltarono per dare un'occhiata.

Guardando la navicella, Cheelai commentò: “Ehi, quella navicella assomiglia a quella di quell'agente incapace della Pattuglia Galattica che ho rapinato...”

Dopo qualche minuto, un essere uscì da essa e venne raggiunto da un servitore di Lord Zuno che disse: “Voi dovete essere quello che ha prenotato sette anni fa, Taco.”

“Mi chiamo Jaco!!! Allora, Lord Zuno è pronto a ricevermi?”

“Purtroppo il suo posto è stato preso da un’altra persona.”

“Eeeeehhhh?!?! Ma per quale motivo?! Sono sette anni che aspetto di essere ricevuto da Zuno!!! Guardi che io sono un membro della Pattuglia Galattica e un membro d’élite come me non dev’essere trattato in questo modo a dir poco oltraggioso!!!!”

Jaco, seguito dall’imbarazzato assistente, si diresse verso il palazzo per protestare dell’accaduto.

Ad un tratto, si accorse di Broly, Lemo e Cheelai e, indicando la ragazza, esclamò, incredulo: “Ehi, ma io ti conosco!!!”

“Anch’io! Tu sei… aspetta un secondo, tu chi sei?” domandò Cheelai.

L’alieno rimase un attimo, poi sbottò: “Come puoi non ricordarti di me?! Ti ricordo che mi hai rapinato!!!”

“Ahhh, ma allora sei Zaco… come va? Li hai poi trovati quei ciclopi che ti avevano rubato la navicella?”

“Mi chiamo Jaco!!! E comunque, fai poco la spiritosa! Ho quasi rischiato il lavoro per colpa tua!!!”

“Mi sembra che non l’hai perso, però…” sbuffò la giovane, facendo le spallucce.

Jaco stava per dirgliene quattro quando si accorse di Lemo.

“Ehi, anche la tua faccia non mi è nuova… mi sembra di averla già vista da qualche parte…” commentò il poliziotto poi esclamò: “Certo!!! Tu sei un soldato dell’esercito di Freezer e di Re Cold!!! Anche tu sei un ricercato!!!”

“Per tua informazione, ragazzo, l’Armata è stata sciolta da parecchi anni…”

“Ooh! Ma che grosso colpo di fortuna!!! Ero venuto proprio per chiedere a Zuno cosa fare per far aumentare il numero di distretti che controllo ma catturando voi due risolverò tutto!!! Chissà se nel mentre il re della galassia non mi dia anche una bella navicella nuova… lo sapevo la fortuna pensa sempre a noi super élite ed eccone la prova!!! La dea bendata m’ha baciato in fronte!!!”

Che se ci vedeva non ti toccava nemmeno con la canna da pesca, idiota! Pensò Cheelai mentre si allontanava verso la navicella, seguita da Lemo e Broly.

“Ehi voi due!!! Fermi dove siete!!!” li minacciò Jaco, puntandogli contro la pistola e non appena Cheelai e Lemo, che ne frattempo si erano fermati, si voltarono di nuovo a guardarlo, disse: “Vi dichiaro in arresto. Avete il diritto di rimanere in silenzio. Tutto… tutto… ehm, non mi ricordo mai cosa viene dopo…”

“Tutto ciò che direte potrà essere usato contro di voi in tribunale.” Risposero, in perfetta sincronia e in tono annoiato e scontato, Cheelai, Lemo e l’assistente di Zuno.

Jaco rimase un attimo in silenzio poi riprese: “In ogni caso, venite con me!”

“Scordatelo, fesso! Sono troppo giovane per finire in galera!”

“Non ti conviene fare la dura con me, criminale! Sappi che io sono un membro d’élite della Pattuglia Galattica. Quindi tu e il vecchio verrete con me!” le ricordò Jaco, sicuro di sé, allungando un piede verso il gruppo.

Vedendo quel gesto, Broly, che fin dall’inizio aveva avuto l’impressione che quel tizio con la faccia strana stesse molestando i suoi amici, si mosse velocemente verso di lui, oscurando il poliziotto con la sua immensa statura.

Jaco, che era terrorizzato da quel gigante muscoloso, puntò contro di lui la pistola e lo minacciò: “Ehi, bestione… stai ostacolando un arresto. Alza subito le mani o sparo, capito?”

Il saiyan, per nulla spaventato, strinse la canna della pistola per poi distruggerla completamente.

Jaco osservò, sconvolto e spaventato la scena, poi, mise una mano davanti a sé ed esclamò, frugando nel suo marsupio attaccato alla vita: “Ah, aspetta un momento…”

Dopo un po’, tirò fuori un telefono cellulare vecchio modello e, mettendoselo davanti all’orecchio, disse: “Pronto? Sì, sono Jaco. Desidera qualcosa da me, vostra maestà?”

“Ma… non mi sembra che il cellulare abbia suonato…” fece notare, stupefatto, Lemo e Jaco, stizzito, gli rispose: “Taci, tu! Avevo inserito la vibrazione!”

Dopodiché Jaco rimase in silenzio per un attimo, per poi esclamare, preoccupato: “Eh?! Cosa?! Oh, mammina, che guaio! Ho capito! Può contare su di me, signore, arrivo subito!”

A quel punto, mise giù la cornetta del cellulare e guardando Broly dichiarò: “Mi dispiace, ma ho un affare urgente da sistemare! Il Re della Galassia e la Pattuglia Galattica contano su di me! Quindi, per questa volta, te la sei cavata!”

“Eh?” fece Broly, il quale non ci aveva capito niente di tutta quella storia.

Dopodiché, corse verso la sua navicella e partì a razzo, scomparendo dopo pochi secondi.

“Ma il suo cellulare funziona su questo pianeta? Strano, perché io quando siamo atterrati, avevo dato un’occhiata al mio e non funzionava…” fece notare, stupita, Cheelai e l’assistente di Zuno dietro di lei rivelò, prima di allontanarsi a sua volta: “Il nostro pianeta è in una zona non coperta dalla rete, quindi, non c’è connessione.”

Una volta che anche lui se ne fu andato, Lemo commentò, senza parole: “Ma tu guarda che roba… non mi sorprende che un tipo del genere si sia fatto rapinare come un pollo… dubito altamente che qualcuno conti su di lui…”

“Vero, eh?” annuì Cheelai e poi, voltandosi verso Broly, domandò: “Ehi, Broly! Sei stato fantastico! Thank you! Gli hai fatto venire la fifa blu a quello spaccone! Hai visto come se l’è filata?”

La ragazza sgranò gli occhi quando si accorse che Broly stava guardando con molta intensità un albero ai cui piedi c’era un ruscello.

“Ti piace?” domandò, dolcemente, Cheelai e Broly annuì: “Sì… inoltre ha un buon profumo… non ho mai sentito un odore così buono e delicato… su Vampa non c’erano questi odori…”

“Hai proprio ragione, Broly. Vampa è un asteroide secco e senza quasi forme di vita… è più che naturale che non c’erano questi odori.” annuì Lemo.

Broly non rispose.

Si sedette per terra e, con una mano, toccò l’erba.

“E’ così morbida… proprio come Bah…” sussurrò il saiyan mentre con una mano, accarezzava la pelle verde che aveva alla vita.

“Bah era l’animale a cui apparteneva quella pelle?” domandò Cheelai e Broly, sospirando, raccontò: “Questa pelle era il suo orecchio. Bah era una gigantesca creatura che viveva su Vampa. Era enorme e più spaventoso della maggior parte delle bestie su Vampa. L’ho chiamato Bah per il suono che emetteva prima di attaccare. Era spaventoso quando si arrabbiava. Quand’ero piccolo, parte del mio addestramento, consisteva nello schivare i suoi attacchi. Facevamo così tutti i giorni. Alla fine, diventammo amici e non mi attaccò più. Così spesso mi sedevo su di lui e ascoltavo il silenzio. Ma papà non era contento di ciò. Così sparò a Bah, tranciandogli un orecchio. Dopo l’accaduto, Bah non si fidò più di me e da quel giorno non l’ho più visto. Per questo porto questa vecchia pelle. E’ il mio modo per poter essere ancora vicino a Bah.”

Cheelai e Lemo rimasero in silenzio.

Non si aspettavano che la storia della pelle di Broly fosse così triste e tragica… adesso capivano perché si fosse arrabbiato così tanto quando Cheelai l’aveva toccata un attimo per metterla da lavare…

“Sei proprio un bravo ragazzo, Broly… hai un cuore grande e puro.” gli disse Lemo, sorridendo, e Cheelai protestò, adirata: “Broly, tuo padre ti sta sfruttando! A lui non gliene frega niente di te! Ti vuole solo usare per la sua stupida vendetta!”

“Credo che Cheelai abbia ragione, Broly.” aggiunse Lemo ma il saiyan rispose, sconvolto: “Non parlate così!! E’ sbagliato parlare male di lui! E’ mio padre!”

Lemo fece un sospiro.

Ormai quel povero ragazzo era succube di suo padre…

Anche Cheelai intuì che non c’era niente da fare…

Si sedette di fianco a Broly e, quasi per caso, domandò: “Senti, Broly… tu parli sempre di tuo padre… ma com’era tua madre?”

Broly si voltò di scatto a guardarla.

Vedendo quella reazione, Cheelai balbettò: “Scusami… non credevo che per te fosse una cosa difficile di cui parlare…”

“No, è solo che… che cos’è una madre?”

Cheelai era così stupefatta da quella risposta che fece fatica a dire: “Aspetta… mi stai dicendo che tu… non sai cos’è una madre?!”

“No, cos’è?”

“Ma tuo padre non te ne ha mai parlato?!”

“No… io, fino a pochi secondi fa, non sapevo nemmeno che esistesse questa madre… potete spiegarmi che cos’è, per favore?”

Cheelai era così incredula da quell’assurda situazione che non sapeva nemmeno cosa dire…

“Ascolta, Broly…” domandò Lemo “Tuo padre ti ha mai parlato di una donna a cui era profondamente legato?”

Broly incrociò le braccia e, dopo averci pensato un attimo, rispose: “Ora che ci penso… papà una volta, quand’ero piccolo, mi ha parlato di una donna e mentre ne parlava, sembrava che gli brillassero gli occhi. Mi disse che era la donna più bella, forte, coraggiosa, indomata e orgogliosa dell’intero universo ma che morì per mano di Re Vegeta, poco dopo la mia nascita… per questo devo sterminare la famiglia reale… per tutto quello che hanno fatto a noi… e, soprattutto, a lei. E mentre diceva quelle parole, i suoi occhi smisero di brillare.”

“Credo che quella donna fosse tua madre, Broly.” dichiarò Lemo, sedendosi di fianco a lui.

Dopo un attimo di silenzio, l’alieno col berretto di lana continuò: “Una madre è una donna che sta’ vicino al papà, fianco e fianco… loro sono come una squadra che devono affrontare un compito molto importante e delicato… ossia crescere ed educare i propri figli. Lo devono fare insieme e sincronizzati. Qualche volta litigheranno perché i membri di una squadra litigano… ma quando i loro figli sono in pericolo, trovano subito la giusta coordinazione.”

“Caspita, Lemo… parli come un libro. Hai mangiato un’enciclopedia per caso?” lo schernì Cheelai e l’altro, rispose, abbassando lo sguardo: “No. L’ho scoperto combattendo nell’esercito di Re Cold e di Freezer… ho visto così tante famiglie… e tanti genitori che lottavano fino alla fine, senza fermarsi, solo per la salvezza dei propri figli…”

Cheelai rimase in silenzio… chissà cosa doveva aver affrontato Lemo… dallo sguardo, sembrava che questi ricordi gli causavano della sofferenza…

Intanto, Broly sembrava voler sapere di più su quella creatura misteriosa di cui non aveva mai sentito parlare, pertanto, domandò: “Lemo, credi… pensi… che questa donna… ossia mia madre… mi amasse?”

“Certo, Broly. Il legame che c’è tra una madre e il proprio figlio è quello più potente, infrangibile e misterioso dell’intero universo. Niente riesce a spezzarlo, qualsiasi cosa accada. Una madre, per il proprio figlio, sarebbe capace di affrontare tutto, senza alcuna paura o esitazione. Un’alleata potente e assolutamente fidata, incapace di tradirti per tutto l’oro del mondo. Possono diventare incredibilmente vulnerabili se hanno un bambino piccolo… proprio per paura che gli succeda qualcosa… ma nessuno può anche solo immaginare quando forza si nasconda dentro di esse… per esperienza personale, posso dire che le madri sono le guerriere più forti e inarrestabili dell’universo.”

Cheelai rimase silenziosa un istante, poi commentò: “Bof… se lo dici tu…”

“Certe cose le so, Cheelai… sono vecchio e ne ho viste di cose… inoltre, credo che Paragas voglia vendicarsi del re non solo perché Broly è stato esiliato ma perché gli ha ucciso sua moglie.”

“Tu dici, Lemo?”

“Sì. Credo che l’amasse profondamente. L’esilio di Broly è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.”

“Se fosse come dici, allora perché lo sfrutta in quel modo? Non dovrebbe proteggerlo per amore suo?”

“I padri non riescono a creare lo stesso livello d’amore che la madre ha nei confronti del figlio, questo perché loro sono un tutt’uno col figlio per tutto il periodo della gravidanza, anzi, alcuni di loro diventano persino gelosi dell’amore che essa riserva al piccolo. Questo perché vorrebbero essere l’unico pensiero della loro compagna e non possono sopportare di essere messi in secondo piano, neanche per il proprio figlio. Certo, ovviamente non tutti i padri sono così, anzi, ne esistono alcuni che hanno a cuore il benessere dei propri figli e farebbero di tutto per proteggerli… però, il dolore di una madre quando perde il proprio figlio è qualcosa di atroce e distruttivo… un padre non riuscirà mai a raggiungere quel grado di sofferenza. E’ su tutt’altra scala per lui. Ma se perde la donna della sua vita… può portare a conseguenze tremende. Se una donna perde il marito, nonostante il dolore profondo, riesce a trovare la forza di andare avanti e di reagire solo per i figli… ma se un uomo perde la moglie, anche se ha un figlio… si lascia consumare dal passato e si tormenta l’anima per sempre… lasciandosi consumare dall’odio. Vedi, Cheelai, l’odio è come la benzina… ti fa andare avanti ma se non fai attenzione finisce per bruciarti… assieme a tutti quelli che ti circondano.”

“E credi che a Paragas accadrà ciò? Che brucerà a causa dell’odio?”

“Sta già bruciando.”

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Capitolo 6
*** Un'incredibile sorpresa ***


Capitolo 6: Un’incredibile sorpresa

 

Terra

Orfanotrofio della Città del Sud, venerdì, 10:30

 

“Davvero possiamo prendere tutta questa roba, Trunks?!”

“Certamente, ragazzi. Non fate complimenti. E’ tutta vostra.”

I due bambini, un maschietto con la pelle abbronzata, i capelli neri e una canottiera nera e una bambina coi capelli a caschetto neri nascosti da un berretto di lana verde e un vestito rosa, i quali avevano due grandi e vivaci occhi neri, sorrisero entusiasti, mentre gli altri bambini dietro di loro, continuavano ad aprire i pacchetti portati dai tre uomini e guardare all’interno con fascino ed eccitazione.

Dopo che gli androidi erano stati eliminati, la Capsule Corporation, o meglio, quel poco che ne restava, si era dedicata a numerosi atti di beneficienza, dando un importante aiuto e sostegno nella rinascita del mondo… e uno dei quali riguardava proprio l’aiuto ai, purtroppo, numerosi orfanotrofi sparsi per tutto il mondo.

Quel giorno, i due Trunks avevano avuto l’incarico di consegnare all’orfanotrofio della Città del Sud dei pacchi contenenti cibo, medicinali, vestiti, giocattoli e libri che Bulma era riuscita a raccogliere attraverso i vari centri di beneficienza, a cui si era aggiunto anche Tarble per via del fatto che vi erano più pacchi del previsto ed il giovane era stato entusiasta di dare una mano a quelli che ormai erano a tutti gli effetti i suoi nuovi amici.

“Grazie, Trunks.” Fu il ringraziamento di tutti i piccoli presenti che possedevano un enorme sorriso

Ad un tratto, il bambino con la pelle abbronzata alzò la testa e dichiarò con orgoglio: “Ehi, Trunks! Quando sarò grande, voglio diventare forte come voi due. Così se quei due brutti cyborg cattivi dovessero ritornare, potrò impedire che facciano del male al nostro pianeta e a mia sorella.”

“Bravo, ragazzo! Così si parla!” fu il commento, contemporaneo, dei due ragazzi.

Mentre i tre parlavano, la sorellina di questi e altri bambini si erano avvicinato al ragazzo basso, coi capelli a spazzola e dal sorriso gentile che era venuto lì con i due Trunks e domandò, indicando la lunga coda che il giovane aveva: “Mi scusi, signore… come mai ha una coda di scimmia?”

“Sono nato così… sul mio pianeta natale ce l’avevano tutti.” Fu la risposta del ragazzo e la bimba domandò: “Posso toccarla? Ti prego, ti prego, ti prego… e che sembra così morbida…”

“Maki, non dar fastidio! Tanto adesso dobbiamo andare!” la chiamò il fratello maggiore e Maki sospirò, amareggiata: “Uffa, va bene, Haru… però vieni a trovarci ogni tanto.”

Prendendo gli scatoloni, i bambini tornarono dentro l’abitazione, non prima di essersi voltati a salutare il trio coi loro grandi sorrisi.

Una volta che si furono dileguati, il Trunks più giovane si voltò verso Tarble e gli disse, con un sorriso: “Devi scusarli, sono solo bambini e s’incuriosiscono quando conoscono nuove persone…”

“Ah, no… non dovete preoccuparvi per me… anzi, mi fa piacere… quand’ero piccolo non ero mai considerato da nessuno…” fu la risposta del saiyan.

Purtroppo, era vero… da bambino, nessuno lo considerava mai perché, a causa del suo carattere e del suo scarso livello combattivo, era solo un fallimento.

Nessuno, nonostante fosse il principe, l’avrebbe mai voluto intorno proprio per questo semplice motivo…

Nel frattempo, anche l’altro Trunks osservava tristemente i bambini, mentre entravano nella casa.

Tutti quei bambini esistevano anche nella sua linea temporale… purtroppo erano tutti morti a causa di quel mostro di Zamasu… non era riuscito a proteggerli…

Strinse il pugno così forte da farlo diventare bianco.

In questa nuova linea temporale, avrebbe impedito che dei bambini innocenti morissero a causa di un pazzo e che soffrissero più di quello che avevano già sofferto… a costo della sua stessa vita.

Il Trunks più giovane, accorgendosi del disagio dei suoi due compagni, disse: “Beh, per oggi abbiamo finito. Possiamo tornare a casa. Nostra madre avrà già preparato il pranzo.”

“Ottimo. Ho una fame… erano anni che non mangiavo così bene…” esultò Tarble, col suo solito sorriso.

I tre saiyan si levarono in aria e, mentre volavano in aria, il Trunks più grande si voltò verso Tarble e gli disse: “Comunque, sei migliorato un sacco. In pochi giorni hai imparato a localizzare i KI in maniera perfetta.”

“Grazie… io faccio solo del mio meglio… Vegeta l’avrebbe fatto.”

Il Trunks più grande sorrise compiaciuto.

Si sentiva come una specie di maestro per quel saiyan dal carattere gentile… voleva proteggerlo, nonostante fosse molto più giovane di lui, Tarble doveva avere l’età di suo padre anche se nel fisico sembrava un ragazzino, ma allora stesso tempo voleva che diventasse un grande e imbattibile guerriero… chissà se Gohan avesse mai provato quelle stesse sensazioni per lui prima di morire…

“Siamo arrivati.” annunciò, con orgoglio, il Trunks più giovane, cominciando a planare, seguito a ruota dall’altro Trunks e da Tarble.

Non appena scesero, la porta dell’abitazione si aprì e, subito, Bulma uscì dall’abitazione e abbracciò con forza i due Trunks: “Ragazzi, finalmente siete tornati. Io, Whis e le ragazze abbiamo preparato un pranzo coi fiocchi!”

“E Beerus?” domandò quello più grande mentre entrava in casa e la madre rispose: “Secondo te? Ha dormito per tutta la mattinata. Sembrava di sentire un treno in partenza.”

Mentre il gruppo rideva divertito, entrò in casa dove, seduti davanti a un tavolo, c’erano gli altri a parte, ovviamente, Beerus.

Mentre mangiavano e chiacchieravano allegramente, il profumo dei cibi arrivò fino alle narici di un essere raggomitolato su un letto che russava profondamente.

Inspirò l’odore delizioso diverse volte poi, ancora addormentato, l’essere si alzò a sedere.

Ancora con gli occhi chiusi, l’essere si grattò le orecchie e si alzò in piedi.

Bulma doveva aver preparato un pranzetto coi fiocchi… non vedeva l’ora di unirsi anche lui…

Non appena uscì dalla stanza, si guardò intorno, dubbioso.

C’erano così tante stanze in quello stabile, anche se la maggior parte erano distrutte e inutilizzabili a causa dei cyborg… rischiava sempre di perdersi in quel posto… proprio come in quel preciso istante.

Dopo essersi stiracchiato cominciò a camminare.

Avrebbe usato il suo istinto per trovare la sala da pranzo… in fondo era un dio della distruzione, no?

 

Spazio profondo

Zona nord, venerdì, 11:00

 

“…Così, per ripicca, ho preso un cacciavite e gli ho rigato la navicella! Dovevate vedere com’era infuriato quando se n’è accorto!!! Sembrava un negozio di fuochi d’artificio a cui era scoppiato un incendio!!! Per poco non sono morta dalle risate!!!” sghignazzò Cheelai, prima di tornare a bere il suo succo.

“Dovresti essere meno impulsiva…” fu l’unico commento di Lemo ma Cheelai con un sorriso beffardo, rispose: “Magari potrei… o magari no. E, in ogni caso, quel tizio era stato parecchio maleducato! Non potevo mica perdonarlo così su due piedi, eh! Ha dovuto sborsare più soldi nel riparare la rigatura dell'astronave che nel comprarne una nuova! Così impara quello sbruffone!”

Con ancora un grosso sorriso, Cheelai si rivolse a Broly e domandò: “E tu, Broly? Hai qualche aneddoto interessante sulla tua infanzia da raccontare?”

“Beh… una volta stavo affrontando una delle zecche di Vampa quando…” cominciò a raccontare il giovane ma suo padre lo interruppe subito: “Broly, sei qui per mangiare non per chiacchierare.”

Quando il padre gli disse quelle parole, Broly abbassò subito lo sguardo con aria mortificata e rimase in silenzio.

Cheelai, adirata per come Broly era stato trattato, si avvicinò furibonda al vecchio e gli domandò, indispettita: “Ma che problemi hai, tu?! Stavamo solo facendo quattro chiacchiere! E’ forse un reato?!”

“Lascia in pace Broly.” Tagliò corto Paragas e la ragazza, sempre più arrabbiata: “Senti un po’, vecchio! Anche se Broly è tuo figlio, questo non ti autorizza a controllarlo in maniera così asfissiante! Si può sapere che razza di padre sei?!”

“Su, Cheelai… non fare così… peggiori solo la situazione…” tentò di calmarla Lemo, in modo da evitare un disastro.

Paragas rimase in silenzio.

Ormai ne era certo, quella stupida ragazzina era una cattiva influenza per Broly… proprio come quella stupida bestia di Vampa con cui suo figlio aveva stretto amicizia da bambino…

Broly aveva rischiato di non allenarsi più a causa di quella bestiaccia, rischiando di compromettere tutto il suo piano, pertanto, era stato costretto ad intervenire…

Avrebbe tanto voluto uccidere quel cane gigante ma non sapeva come uccidere uno di quegli animali… così si era limitato a tranciargli un orecchio, ma il risultato era stato lo stesso ottimo, in quanto non aveva più fatto vedere quel suo brutto muso, anche se aveva avuto il suo prezzo da pagare...

Quando sarebbe finita quella faccenda, si sarebbe occupato anche di quei due alieni… un colpo di pistola ciascuno al cuore e se ne sarebbe sbarazzato, proprio come aveva fatto con Beets quando aveva scoperto che erano bloccati su Vampa…

Anche se Broly si era affezionato a quei due, non avrebbe mosso un dito per vendicarli.

Ormai, era succube di lui… e se anche avesse di nuovo reagito, ci avrebbe pensato il telecomando a metterlo in riga…

Diede uno sguardo d’odio puro a Cheelai, che fece trasalire la ragazza e Lemo, e sibilò: “Stai lontana da Broly. Tu non sai niente di noi.”

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 12:00

 

“Come va coi vostri allenamenti?”

“Alla grande, mamma. Tarble sta facendo degli enormi progressi.”

“Diciamo che m’impegno molto…”

“Sono proprio contenta.”

Mentre prendeva un pezzo di pane, Bulma disse: “Ah, Tarble, ho appena finito di riparare la navicella.”

“Davvero?! E’ una notizia favolosa, Bulma! Io e Gure partiremo domani mattina!”

“Così presto? Speravo vi fermaste ancora un po’… sai, volevo invitarvi a trascorrere un week-end nella mia casa delle vacanze…”

“Mi dispiace molto, Bulma… ma prima di venire qui ho lasciato una cosa in sospeso e devo assolutamente occuparmene al più presto…”

“Va bene… spero che verrai di nuovo a trovarci.”

“Se mi sarà possibile, lo farò più che volentieri.”

Tarble riprese a mangiare il suo piatto, in silenzio.

Con la navicella riparata, domani mattina all’alba sarebbe partito da solo per raggiungere quelli che avevano attaccato la sua stella.

Gli dispiaceva dover lasciare la moglie… ma avrebbe fatto di tutto per non mettere di nuovo Gure in pericolo.

Lì sarebbe stata bene e Bulma e gli altri si sarebbero presi cura di lei… se sarebbe morto, l’avrebbe lasciata in buone mani.

Sentì una fitta al petto al timore della morte.

In fondo, avvertiva un senso di paura… la paura di essere ucciso… ma l’avrebbe affrontata con determinazione per sua moglie!

“Miao.” Fece un rumore dietro di sé e quando il saiyan si voltò vide un grosso gatto nero che gli faceva le fusa sulla schiena.

Sorridendo, il giovane saiyan accarezzò il gatto e gli domandò, divertito: “Ciao, micio. E tu da dove sei sbucato?”

“Lui è Tama, il gatto di mio padre.” Lo presentò Bulma, sorridendo “Quando era solo un cucciolo e mio padre era ancora vivo, spesso si arrampicava sulla sua schiena. E’ sempre stato un bel briccone ma è anche parecchio tenero… inoltre penso che tu gli piaccia.”

“A me sono sempre piaciuti gli animali. Prima di essere mandato sulla stella di Gure erano la mia unica compagnia, assieme ai libri...”

Dopo un po’, il gatto saltò sul tavolo e si arrampicò sulla schiena del Trunks più giovane.

“Ma guarda… il gatto ha perso il pelo ma non il vizio, eh?” rise Bulma, divertita da quella scena, mentre il gatto, con un balzo, si diresse sulla schiena dell’altro Trunks.

Il ragazzo, con un sorriso, gli fece una carezza.

Anche nella sua dimensione, Tama amava arrampicarsi sulla sua spalla… anche lui era sopravvissuto alla furia di Zamasu, in quanto si era intrufolato di nascosto nella macchina del tempo… ma lui aveva preferito restare nel passato, assieme alla sua versione più giovane.

Chissà come stava adesso… in ogni caso, era certo che stesse bene…

Mentre Trunks accarezzava il gatto, Whis notò una piccola fotografia sulla mensola della cucina e domandò: “Quel giovane in quella foto è per caso il principe Vegeta IV?”

“Sì, certamente.” Annuì Bulma, prendendo la fotografia e mettendola sul tavolo della cucina.

Rappresentava Vegeta seduto su un masso del giardino a guardare il cielo con aria assorta.

“Questa l’ho scattata tre anni prima che arrivassero i cyborg…” raccontò la donna, toccando, con delicatezza, la fotografia “Un giorno, lo vidi seduto su quella roccia immerso nei suoi pensieri e, prima che me ne rendessi bene conto, gli feci una fotografia…”

Guardando quella foto, Bulma non riuscì a trattenere le lacrime… quanto gli sembrava lontano quel giorno… le sembrava di aver vissuto mille anni…

I due Trunks le si avvicinarono d’istinto e le toccarono con dolcezza la spalla.

Bulma li guardò entrambi e sorrise.

Almeno aveva ancora qualcosa del suo principe… qualcosa che nemmeno il tempo poteva toglierle…

Whis osservò in silenzio la foto poi commentò: “Oh cielo, Vegeta e Tarble si assomigliano un sacco, non trovate?”

Sentendo quella frase, Tarble sbiancò e gli andò di traverso l’acqua che stava bevendo.

Ma che diavolo era saltato in testa a Whis?!

Conosceva il suo segreto… e allora perché lo stava mettendo volontariamente in quella situazione imbarazzante?!

E poi, non aveva detto che Bulma stava già notando una somiglianza tra lui e Vegeta… con un’affermazione del genere, l’avrebbe insospettita ancora di più!

E pensare che lui si stava dannando l’anima per nasconderle che era il fratello minore di suo marito…

“Ehi, Whis, adesso che me lo fai notare… noto una certa somiglianza…” affermò, incredula, la Mai più giovane e subito Tarble, imbarazzato, dichiarò: “I saiyan di una determinata categoria sociale si assomigliano tutti… infatti ricordo che la maggior parte dei guerrieri saiyan di terza classe aveva una strana capigliatura a palma anche se non avevano nessun legame familiare…”

“Aspetta, hai detto capelli a palma?!” lo interruppe, scioccata, Bulma, per poi fiondarsi a prendere un vecchio e polveroso album di fotografie e a sfogliare le pagine a tutta velocità.

Dopo un po’, la donna domandò, mostrando una vecchia foto che mostrava un giovane coi capelli a palma.

“Capelli così?” domandò Bulma, mostrando la foto a Tarble e il giovane saiyan, dopo averla osservata un momento, annuì: “Sì… questo è un taglio molto comune tra le terze classi… anzi, la pettinatura è identica a quella di un famoso guerriero di terza classe.”

“Un famoso guerriero di terza classe?”

“Sì, mi sembra che si chiamasse Bardack… ne ho sentito spesso parlare tra i guerrieri della corte… era molto forte ma era conosciuto perché possedeva una certa dose di umanità, infatti, aveva la tendenza di salvare gli altri.”

“Questo Bardack assomiglia a Goku anche caratterialmente…”

“Inoltre ho sentito che lui e sua moglie avevano un forte rapporto e che provavano qualcosa l’uno per l’altra… la cosa tra i saiyan era molto particolare perché, a parte i membri della famiglia reale, il rapporto marito – moglie era basato solo sul concetto riproduttivo…”

“Cosa?! Certo che siete incredibili… immagino che la maggior parte dei saiyan fossero dei tipi poco raccomandabili…”

“Altroché… ma nessuno era più pericoloso, violento, sadico e forte di Kohra.”

“Kohra? E chi sarebbe?”

“Una persona molto violenta e pericolosa… se tu la sfidavi, eri spacciato. Di giorno si nascondeva sempre ma di notte usciva per cacciare, rubare e massacrare di botte qualcuno. Aveva un’incredibile taglia sul capo e tutti i saiyan forti volevano guadagnarsela. Persino il generale Nappa, uno dei saiyan più forti in assoluto, tentò ma Kohra lo sconfisse facilmente…”

“Aspetta, Nappa era per caso un energumeno possente, muscoloso, pelato e con i baffi?”

“Beh… sì… a parte il fatto che lui aveva i capelli… ma se è quello che è intendo io, molto probabilmente gli saranno caduti.”

“Da quel che ho sentito di lui, era praticamente un mostro molto forte e spietato, nessuno era capace di tenergli testa… e Kohra l’ha battuto?!”

“Già… era implacabile. Una furia scatenata, un autentico demonio… ho persino sentito dire che una volta viveva assieme agli altri saiyan ma una notte, in un bar, massacrò degli energumeni e uccise, con una spietata freddezza, il loro capo. Dopo l’accaduto scappò dalla città, cominciando a fare rapine sempre più audaci e guadagnandosi la sua bella taglia sulla testa. Il padre di Vegeta moriva dalla voglia di regolare i conti con Kohra. I due, infatti, erano nemici giurati, anche se nessuno ha mai capito qual’era il motivo di tanto odio… si sono affrontati parecchie volte ma lo scontro finale veniva sempre, per un motivo o per l’altro, rimandato. Un giorno, finalmente, dei soldati riuscirono a localizzare Kohra e avvisarono subito il re, che arrivò immediatamente per sistemare le cose una volta per tutte. Da quel che ho sentito fu una battaglia davvero spaventosa, cruenta e all’ultimo sangue, che per poco non portò il sovrano alla tomba… ma alla fine, il re vinse e Kohra morì. Il padre di Vegeta dovette stare in terapia intensiva per un intero mese… Kohra l’aveva proprio ridotto ad uno straccio. E pensa che il re era il saiyan più forte.”

“Mamma mia…”

“Già… era una vera e propria furia… nessuno, a parte il re, poteva minimamente tenerle testa.”

TENERLE?!” lo interruppe, scioccata, Bulma “Quindi Kohra era…”

“Sì, era una donna.” Concluse, tranquillamente, Tarble.

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 12:10

 

Beerus non aveva voglia di ammetterlo ma si era perso.

Quello stabile infernale era un vero e proprio labirinto… perché non c’era mai Whis quando avevi bisogno di lui?!

Ad un tratto, si accorse di un’enorme porta blindata di ferro.

C’era solo una grossa scritta: VIETATO L’ACCESSO

Il dio della distruzione osservò quella scritta, incuriosito.

Non riusciva a capire il significato di quella scritta… magari oltre quella porta c’era un magazzino pieno zeppo di delizie…

Con un semplice tocco, Beerus fece vaporizzare la porta e si accorse che dall’altra parte era completamente buio, ad eccezione di una forte luce gialla che sembrava provenire dal basso.

Si avvicinò e si sporse dal parapetto.

La luce proveniva da una capsula di vetro contente uno strano liquido e una strana sagoma al suo interno.

Con un balzo, il dio si avvicinò alla capsula e si accorse che la sagoma che aveva visto era il corpo addormentato di un bambino piccolo immerso in quello strano liquido con i capelli di una strana forma neri, tuttavia non fu quel bambino a sorprendere Beerus ma ciò che il bambino aveva.

Una lunga coda di scimmia.

Quel bambino era un saiyan!!!

Cosa diavolo ci faceva una bambino saiyan nei sotterranei della Capsule Corporation?!

Un tremendo sospetto gli venne in mente.

Di sicuro centrava Bulma in quella storia!!!

Possibile che quella terrestre non stesse tranquilla un attimo?!

Prima la macchina del tempo e adesso un saiyan in una strana vasca!

Ma adesso quella donna l’avrebbe sentito!!!

A tutto c’era un limite!

Si diresse come una furia verso il corridoio per poi correre per tutto l’edificio alla ricerca della terrestre e di una spiegazione.

Finalmente, trovò la cucina.

Vedendolo arrivare così di fretta, Bulma, sorpresa, lo salutò: “Ah, finalmente ti sei svegliato, Beerus? Ti unisci a noi?”

“COSA CI FA UN SAIYAN NEL TUO SOTTERRANEO?!?!”

L’urlo fece sgranare gli occhi a tutti i presenti, i quali non riuscivano a capire cosa stesse succedendo.

“Sei andato nei sotterranei?” gli domandò Bulma e Beerus annuì: “Sì e ho visto quel saiyan! Cosa significa questa storia?!”

“Mamma, che succede?” domandò il Trunks più giovane e la donna, dopo aver giocato un attimo con una ciocca turchina, sospirò, alzandosi in piedi: “Venite con me. Vedendo con i vostri occhi, capirete.”

Tutti i presenti si guardarono negli occhi, sorpresi.

Cosa stava succedendo?!

Whis, invece, si avvicinò a Bulma e le domandò: “Vuoi mostrarlo adesso, Bulma? Non è un po’ troppo presto?”

“Beerus ha scoperto tutto, quindi tanto vale farlo vedere e spiegare un po’ di cose… inoltre, ormai era arrivato il momento. Credo che stia per uscire.”

“Uscire?! Chi?!” interruppero gli altri, sempre più increduli e incuriositi di quella così strana e misteriosa vicenda.

Il gruppo, pertanto, cominciò a seguire Bulma fino a che giunsero davanti alla porta che Beerus aveva distrutto.

Nonostante l’evidente segno del passaggio del dio, Bulma entrò nella stanza, seguita dagli altri, portandoli davanti alla capsula dove c’era il bambino.

Non appena videro la bizzarra pettinatura del bambino, i due Trunks sgranarono gli occhi.

“Ehi, è Goku!!!” esclamò, senza parole, il Trunks più grande e l’altro rispose: “Com’è possibile?! Quello del nostro mondo non era morto per una malattia cardiaca?!”

“Già…”

“Perché si trova qui?! E’ da un pezzo che dovrebbe essere morto!”

“Non riesco proprio a capire, Trunks…”

“Vi spiegherò io come stanno le cose.” L’interruppe Bulma.

Per un attimo, nel sotterraneo calò un silenzio di tomba, poi il Trunks più giovane domandò alla madre: “Scusa, ma il Goku del nostro mondo era ancora vivo?”

“No. Il nostro vecchio Goku è morto davvero per una malattia cardiaca. Questo è il nuovo Goku, clonato da una cellula grazie allo studio delle cellule del Dottor Gelo e dalla mia intelligenza.” Spiegò la donna, toccando con profonda delicatezza, il vetro della capsula.

Il gruppo rimase in silenzio, incredulo di fronte a quell’improvvisa rivelazione.

Dopo un po’, Bulma riprese a raccontare: “Tutto è cominciato quando Trunks e Mai si sono trasferiti qui dopo che il loro futuro era distrutto. Come ricorderete, vi ho chiesto di poter guardare la vostra navicella… speravo di trovare un qualcosa legato a Vegeta… ed è stato allora che ho scoperto che sul vetro esterno della navicella c’era come della bava… l’ho analizzata e ho scoperto che apparteneva a Goku.”

“E’ vero!!! Il signor Goku è sempre stato male nei viaggi nella macchina del tempo!” l’interruppe il Trunks più grande.

Come aveva fatto a dimenticarsene?!

“Quando tu avevi distrutto i due cyborg e Cell…” continuò l’altra Bulma, guardando il Trunks più giovane “Mi sono recata al laboratorio segreto del Dottor Gelo e li ho scoperto non solo i progetti di Diciassette, Diciotto e quelli di un altro cyborg di nome Sedici, ma ho trovato tutti i suoi appunti sulla genetica, sulla clonazione e sulle cellule. Allora non sapevo come potessero essermi utili quelle informazioni ma alla fine ho deciso di potarmele a casa e di studiarle… poi sono arrivati Trunks e Mai con la saliva di Goku e, anche se non avevo mai fatto alcun test o esperimento, ho capito che dovevo sfruttare quell’occasione d’oro perché non ce ne sarebbe stata un’altra. Con l’aiuto di Whis e dei suoi poteri, ho raccolto un campione di saliva dalla macchina del tempo. In seguito, nel laboratorio che c’è nei sotterranei, ho ridato vita, partendo dal DNA di una piccola traccia di saliva, a uno dei più grandi e speciali guerrieri che l’universo abbia mai avuto la fortuna d’incontrare… ossia il nostro Goku.”

Il gruppo osservò in silenzio il vetro senza parole.

Più di una volta, i due Trunks avevano sperato che il signor Goku tornasse in vita anche nella loro linea temporale… ma entrambi sapevano che era impossibile.

Adesso, per qualche assurdo dono del destino, quel desiderio si poteva finalmente avverare.

“Fra quanto uscirà?” domandò la Mai più grande e la donna rispose: “Fra poco… più o meno nello stesso periodo del mio nipotino.”

“Davvero?!”

“Sì, così il piccolo avrà un fratellino con cui giocare.”

Mentre le due donne parlavano, Beerus sbuffò: “Non ci ho capito una mazza di questa storia di clonazioni e cyborg… ma l’importante è che non sia in qualche modo legato al tempo… quindi, per stavolta, ci chiuderò un occhio.”

“Mi sembra che lei chiuda un po’ troppe volte gli occhi, lord Beerus…”

“Whis, taci, una buona volta!”

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:00

 

“Ecco qua, Tama. Cerca di mangiare tutto.” Si raccomandò Tarble mentre riempiva la scodella con cibo per gatti.

Una volta che il saiyan ebbe finito di riempire la ciotola, il grosso gatto nero cominciò a mangiare mentre Tarble, seduto davanti a lui con di fianco la moglie, osservava il verde rigoglioso del giardino.

Era uno stupendo pomeriggio, con un sole splendido… Bulma era uscita un attimo per fare delle compere, Beerus stava schiacciando un sonnellino, Whis assaggiava le specialità locali e i due Trunks e le due Mai erano impegnati a tenere d’occhio Goku e a preparare le stanze dei neonati in arrivo.

Così, visto che non avevano niente da fare, Tarble e Gure avevano deciso, dietro approvazione di Bulma di dare da mangiare al gatto.

“Ehi, Gure.” Disse, ad un tratto, il giovane alla moglie “E’ molto carino, vero?”

“Sì.”

Non appena Gure pronunciò quelle parole, Tarble sgranò gli occhi e trasalì.

Poi, alzando lo sguardo verso il cielo, sussurrò, pallido come un fantasma: “Oh no…”

 

Spazio

Terra, venerdì, 14:00

 

Paragas osservava con molto interesse il grande pianeta azzurro dalla finestra della navicella.

Così era quello il pianeta su cui quel maledetto si era nascosto…

Il pianeta era grande e azzurro e il vecchio notò che assomigliava molto al pianeta Vegeta… erano passati anni da quando lui e Broly erano stati esiliati… e tutto per colpa del padre di quel dannato principe…

“Fra quanto atterreremo?” domandò, in maniera sgarbata, a Lemo, intento a pilotare, e il vecchio rispose: “Mezz’ora.”

“Ottimo…”

Si sfregò le mani, soddisfatto.

Finalmente l’ora della vendetta stava arrivando…

“Broly!” chiamò Paragas e subito, veloce e silenzioso come il vento, Broly gli si avvicinò e domandò, con un tono sottomesso e ubbidiente: “Sì, papà?”

“Fra poco, potremo vendicarci della famiglia reale! Gli faremo vedere cosa succede a mettersi contro di noi! Pagheranno per quello che ci hanno fatto!”

“Sì, papà.”

“Mi raccomando, Broly. Non usare tutta la tua forza fin da subito ma usa i tuoi poteri per torturare lentamente i tuoi avversari. Devo morire tra mille sofferenze.”

“Certo, papà. Agli ordini.”

“Bravo, figliolo. Questo giorno passerà alla storia. Ci vendicheremo, attraverso la tua straordinaria forza, di tutti i soprusi che la famiglia reale ci ha fatto! Ti ho allenato solo per questo obiettivo: che tu diventassi il guerriero supremo, quello della leggenda. E oggi dimostrerai all’intero universo che è così! Che tu sei Broly, il leggendario supersaiyan!!!”

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:02

 

“Che ti succede?!” domandò, preoccupata, Gure, osservando lo sguardo sconvolto e spaventato del marito.

Sembrava come se avesse visto un fantasma…

Aveva appena formulato la domanda, che Tarble aveva cominciato a tremare e, stringendosi le braccia con le mani, sussurrò: “Sono qui... stanno venendo a uccidermi…”

“Eh?”

“Mi hanno trovato… stanno per atterrare… il potere combattivo di quel ragazzo che mi ha affrontato… lui è come me… un saiyan… ma molto più potente…!”

“Cosa possiamo fare?” domandò, preoccupata, la moglie, toccandogli dolcemente la schiena.

Ad un tratto, Tarble si alzò in piedi e, veloce come il lampo, entrò in casa.

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Capitolo 7
*** La calma prima della tempesta ***


Capitolo 7: La calma prima della tempesta

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:04

 

Quando il Trunks più grande sentì il potente KI che stava per atterrare sulla Terra, lasciò cadere la scatola che aveva in mano e il contenuto, composto da vecchi giocattoli, si sparpagliò per il pavimento.

Quella fonte d’energia… era così spaventosa e potente… non ne aveva mai sentita una del genere…

Cosa stava succedendo?!

“Trunks!!!” lo chiamò la sua controparte più giovane, il quale era sceso assieme a lui in quella umida cantina, dove entrambi, nei loro rispettivi futuri, si erano nascosti assieme a Bulma quando i cyborg attaccavano la città, per prendere i giocattoli, i vestiti e le coperte per i due futuri nuovi guerrieri, ossia il figlio dei due Trunks e Mai più grandi e il clone di Goku “Ma cos’è questa energia?! E’ spaventosa e potente!”

“Non lo so… ma ho un brutto presentimento… credo che sia persino più potente di quella di Zamasu quando ha preso il corpo del signor Goku, diventando Black Goku… inoltre temo che si stia dirigendo verso la Terra.”

“Andiamo ad affrontarla!”

“Certo!”

I due doppioni corsero verso la scala ma si accorsero, con sgomento che era chiusa.

Eppure il Trunks più giovane ricordava benissimo di aver lasciato aperta la botola della cantina…

Con un brutto presentimento, il Trunks più grande salì la scala di corsa e si accorse, con sgomento, che i suoi sospetti erano fondati.

La porta non si riusciva ad aprire.

Erano bloccati.

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:07

 

Tarble buttò per terra, con inaspettata violenza, il coperchio della scatola di cartone in cui Bulma aveva riposto la sua armatura dopo averla riparata.

Cominciò a vestirsi in fretta e furia, in quanto non aveva tempo da perdere.

I due Trunks si sarebbero certamente accorti di quell’incredibile potenza… fortunatamente, aveva guadagnato un po’ di tempo prezioso, bloccando la botola con un armadio di metallo… ma i suoi inseguitori sarebbero atterrati a momenti… e non appena ciò fosse successo, si sarebbero messi subito alla sua ricerca e se restava lì anche gli altri sarebbero rimasti coinvolti.

Doveva sistemare la faccenda il più in fretta possibile, prima che i due Trunks si liberassero… se loro li avessero visti e li avrebbero riconosciuti, sarebbe stata un’autentica tragedia.

Dopo essersi messo i guanti bianchi, si fiondò fuori dalla stanza e uscì di nuovo in giardino dove trovò sua moglie che lo aspettava in silenzio.

Non si dissero niente.

Bastò uno sguardo per far capire tutto.

Lui sarebbe partito per affrontare la minaccia e lei non lo avrebbe fermato… ma lo avrebbe aspettato… per sempre…

“Ah, eccovi finalmente.” Esclamò una giovane voce femminile alle loro spalle, che doveva trattarsi di una delle due Mai.

I due coniugi si girarono e riconobbero la Mai più giovane, la quale, con un sorriso sulle labbra, continuò: “Poco fa ha telefonato Bulma, ha detto che ha deciso di comprare del gelato.”

“Gelato?” domandò Gure mentre l’altro restava in completo silenzio.

“Sì, è una specialità terrestre molto buona e dal sapore unico e dolce. Bulma vuole festeggiare stasera, visto che domani dovrete partire, e quindi voleva farvelo assaggiare e chiedere che gusto volevate.” Spiegò Mai e Tarble, senza voltarsi e superando la moglie, le disse: “Oh, a me va bene tutto. Non preoccupatevi.”

Solo in quel momento, Mai si accorse che Tarble indossava una tuta da combattimento e domandò, stupida: “Dove stai andando?”

“Esco un attimo. Devo fare una cosa molto importante…” Fu la risposta del saiyan, fermandosi di colpo.

“Non farlo!” lo pregò, preoccupata, Gure e Tarble sussurrò: “Va tutto bene. Tornerò sicuramente. Perché io… voglio mangiare il gelato. Voglio sapere se è così buono e, soprattutto… lo voglio fare assieme a te e agli altri. Ci metterò un po’, ma vi prometto che tornerò… potete aspettarmi?”

“Ma è ovvio! Cerca, però, di tornare per cena.” Disse Mai e Tarble disse: “D’accordo. A dopo!”

Nel dire l’ultima frase, Tarble si voltò un’ultima volta e sorrise alla moglie, in maniera serena, felice e tranquilla, come se sapesse che sarebbe tornato presto.

“Prima di andare… c’è una cosa che vorrei che tu dicessi agli altri…” aggiunse all’improvviso il ragazzo e, mettendosi a guardare il cielo azzurro, sussurrò: “Grazie a voi… anche se per poco, ho potuto vivere come una persona normale. E’ stato solo un miraggio, come temevo… ma mi sono divertito un sacco.”

Poi, prima che Mai riuscisse a dire: “Tarble?” il giovane volò via nel cielo blu a tutta velocità.

 “Ehi!” fece la giovane donna, per poi voltarsi verso Gure e domandare: “Ma che cosa è successo a Tarble?”

Ma l’aliena rimase in totale silenzio, con lo sguardo basso.

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:08

 

“Riesci ad aprirla?” domandò, preoccupato, il Trunks più giovane mentre quello più grande cercava di aprire la porta.

“Niente da fare!” scosse la testa l’uomo “Chiunque ci abbia bloccati, ha messo qualcosa di molto pesante sulla porta… mi domando perché e a quale scopo…”

“Dobbiamo fare qualcosa! Sento che quell’aura che abbiamo sentito si sta avvicinando sempre di più…”

“Bisogna trovare il modo di comunicare da fuori o è la fine!”

“Aspetta! C’è l’apparecchio che Whis ci ha dato per le chiamate d’emergenza! Ce l’ho proprio in tasca!”

“Ottimo, allora usiamolo per contattarlo e per farci liberare!”

 

Terra

Città dell’Ovest, venerdì, 14:10

 

Il vento muoveva lentamente i suoi capelli e la lunga coda di scimmia.

Tarble osservò per un attimo, con profondo dolore, la città dell’Ovest e, in lontananza, anche la Capsule Corporation.

Quel posto, ormai, era diventato una seconda casa per lui.

Un posto dove nessuno lo giudicava e lo guardava dall’alto al basso solo perché il suo potere non era così alto… lì, in quella casa, era stato semplicemente qualcuno… si era fatto degli amici molto particolari… ma erano stati i suoi primi amici…

Si voltò bruscamente, in quanto se avesse guardato di nuovo quel posto, sarebbe scoppiato a piangere e poi riprese a volare a tutta velocità, mentre pensava: “Lo sconfiggerò!”

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:11

 

Whis era impegnato nella missione più importante e delicata della sua vita: controllare la cottura del ramen.

Se avesse osato distrarsi in quella situazione così delicata, il ramen sarebbe di sicuro bruciato...

DING

“E' pronto!!!!!” esultò l'angelo aprendo la scatola e cominciando a mangiare.

Mentre mangiava, l'essere commentò: “Ma che sapore delizioso!!! In tutto l'universo non avevo mai assaggiato un cibo più buono!!! I cibi terrestri sono i migliori!!!”

Ad un tratto, la porta si aprì ed entrò Beerus.

“Ben svegliato, Lord Beerus!” lo salutò, allegro, Whis e Beerus disse: “Ho sentito un buon odore, cos'è?”

“Ramen, signore.”

“Un nome che ti fa venire subito voglia di mangiarlo... ne hai lasciato per me, vero?”

“Oh cielo, Lord Beerus... pensavo che non lo voleste e così me lo sono mangiato tutto! Che peccato! Sarà per la prossima volta!”

“Whis, dì la verità... te lo sai mangiato senza dirmelo per non condividerlo, vero?”

“Chissà...”

“MA CHE CAVOLO...!!!! LO SAI CHE CI TENGO A QUESTI PIATTI!!!!”

“Come lei sa che anch'io ci tengo... eppure in più di un'occasione si è fregato i miei piatti. Com'è che diceva lei...? Ah, sì, ora ricordo: -Chi prima arriva, meglio alloggia-. Io ho solo rispettato le sue parole.”

Beerus si mise a ringhiare in maniera soffocata.

Possibile che Whis riuscisse sempre a tenergli testa e a giocare con le sue parole in maniera così sfacciata e diretta?!

Proprio mentre cercava di non sbraitare, si accorse che il bastone di Whis appoggiato al muro della cucina, stava brillando a intermittenza.

“Ehi, Whis, qualcuno ti sta cercando.” gli fece notare il dio e l'angelo, sorpreso, rispose: “Oh cielo, è vero.”

Con un movimento della mano, Whis fece levitare il suo bastone fino alla sua mano e poi, una volta aperta la comunicazione, domandò: “Pronto? Chi è?”

“Whis, siamo noi!!! Devi aiutarci!!!” esclamarono, in coro, due giovani coi capelli viola, completamente identici.

“Oh, cielo, sono i due Trunks.” esclamò, sorpreso, l'angelo e Beerus, adirato, prese il bastone e strepitò: “Si può sapere perché diavolo state chiamando?!?! Siamo tutti e quattro in questo edificio diroccato, sveglia!!!! Se dovete dire qualcosa a Whis, ditegliela personalmente!!! Sapete quanto mi costano queste chiamate?!?!”

“Ma se non paga mai le bollette.” lo punzecchiò, divertito, Whis e Beerus, rosso dall'imbarazzo, sibilò: “Taci...”

“Whis, devi assolutamente aiutarci!!! Qualcuno ci ha rinchiusi in cantina e non riusciamo ad uscire!!!” lo implorarono i due giovani e l'angelo annuì: “Nessun problema. Arrivo. Fra dieci minuti sarete liberi.”

Whis si diresse verso la stanza dove c'era la botola con la cantina e scoprì che a bloccare il passaggio era un enorme armadio di ferro.

Con un movimento del bastone, fece sollevare senza alcuno sforzo l'armadio e poi, aprendo la botola, cinguettò: “Fatto. Siete liberi.”

I due Trunks si fiondarono fuori dalla botola.

“Ce l'abbiamo fatta...” sussurrò, stravolto, il Trunks più giovane mentre quello più grande si domandava: “Sì... ma mi domando chi e per quale motivo ci ha rinchiusi qui dentro...”

“Oh, ma è facilissimo da capire.”

I due doppioni si voltarono verso Whis, colui che aveva appena parlato, e domandarono, increduli: “Tu sai chi è stato?”

“Certo... la persona in questione per bloccare la botola ha usato questo scaffale di ferro, il quale è troppo pesante da sollevare di un centimetro anche per il terrestre più forte... ora, quante persone sulla Terra, a parte voi due, me e Beerus sono in grado di sollevarlo senza troppi problemi e usarlo per bloccare una botola?”

“Solo una... Tarble!”

“Proprio così. E' stato lui a rinchiudervi.”

“Ma per quale motivo?!”

“E' ovvio! Vi ha traditi, zucche vuote! Vi ha ingannati per tutto questo tempo e appena avete abbassato la guardia vi ha colpiti a tradimento!!! Ecco perché ho detto a quell'incapace di Freezer di sterminarvi tutti...”

I due Trunks abbassarono lo sguardo.

Quello che diceva Beerus doveva essere la verità... però faceva male...

Avevano vissuto assieme a Tarble per delle intere settimane... era così gentile e simpatico... pian pianino era diventato una persona molto importante all'interno della loro casa... un simile colpo basso da parte sua era molto triste e doloroso...

“Non ne sarei così sicuro...”

La pacata voce di Whis fece girare tutti di sorpresa.

Vedendo che gli altri lo stavano fissando, l'angelo riprese: “Tarble ha vissuto con noi per quasi un’intera settimana. Avrebbe potuto attaccarvi di sorpresa quando stavate tranquillamente dormendo... eppure non l'ha mai fatto. Inoltre, vi ha semplicemente bloccati in una cantina con un armadio. Bastava solo chiamarmi per toglierlo e liberarvi, com'è appena successo. Se avesse voluto eliminare i due Trunks avrebbe fatto crollare l'intero stabile ma non l'ha fatto. Il motivo è semplice: non voleva che i due Trunks morissero ma solo bloccarli per un po'.”

Tra i tre presenti, calò un improvviso silenzio, poi il Trunks più giovane domandò: “Ma perché l'avrebbe fatto?!”

“Ah, sta a voi scoprirlo. Comunque, se vi può essere utile, vi suggerisco di cercare il suo Ki.”

I due Trunks furono molto sorpresi da quelle misteriose parole, ma decisero lo stesso di controllare.

Quando si resero conto dov'era diretto, sgranarono gli occhi.

“Ma... sta volando a tutta velocità verso il Ki potente che abbiamo percepito!!!” esclamò, senza parole, il Trunks più giovane e Whis annuì: “Esatto. Questo fa supporre che Tarble vi abbia bloccato solo per impedirvi di affrontare la persona che possiede una simile energia. Una volta fatto ciò, si è diretto verso la persona in questione per affrontarla.”

“Vuol farsi ammazzare?! E poi, perché ci ha tenuto bloccati?! Insieme avremmo avuto più possibilità di affrontarlo!!!”

“Certo... ma non avete notato qualcosa di strano nel suo comportamento?”

“Che intendi dire?”

“Tarble si è comportato come se sapesse benissimo che non ce l'avreste fatta... inoltre, sbaglio o quando è arrivato qui era in condizioni gravi, come se avesse affrontato una persona dall'incredibile potere combattivo?”

“Stai insinuando che...?!”

“Esatto. Molto probabilmente l'essere con l'incredibile livello combattivo che sta atterrando è chi ha ridotto Tarble in fin di vita. Sospetto che l'ha seguito per finire il lavoro. Per questo Tarble vi ha bloccati. Sapeva che era troppo forte per voi due e non ha voluto coinvolgervi per colpa sua.”

Per un attimo, nella stanza calò il silenzio, poi Whis propose: “In ogni caso, forse domandando a Gure, potreste sapere come sono andate le cose...”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 14:15

 

Paragas guardava soddisfatto l'enorme ghiacciaio che si estendeva sotto l'astronave.

Ci sarebbero voluti ancora qualche minuto per l'atterraggio ma era solo questione di tempo...

Presto lui e Broly si sarebbero vendicati di tutto quello che avevano dovuto sopportare per colpa di quel maledetto di re Vegeta III...

Lui e la sua famiglia erano stati in continuazione perseguitati, umiliati e considerati spazzatura... ma presto tutto sarebbe cambiato...

Non poteva più vendicarsi del re ma visto che quel dannato era riuscito a salvare i suoi figli si sarebbe vendicato su di loro... li avrebbe ammazzati, in modo che la discendenza di re Vegeta venisse completamente sradicata nell'universo.

“Uh? Ma cosa...?” sussurrò, ad un tratto, Lemo, sorpreso, il quale si trovava ai comandi, e Paragas domandò, seccato: “Che succede?”

“Mi sembra che in mezzo a quella landa desolata di ghiacci ci sia qualcuno...”

Sentendo quella frase, Paragas si affacciò al finestrino e, dopo un'iniziale sorpresa, fece un sorriso sadico.

In mezzo ai ghiacci c'era un ragazzino in tuta da combattimento, con la coda che si muoveva nel gelido vento polare, i capelli a spazzola neri e gli occhi neri, con uno sguardo di sfida.

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:18

 

Gure era seduta vicino al tavolo, con lo sguardo basso, mentre, davanti a lei, c'erano i due Trunks.

Con l'aiuto di Whis e dei suoi poteri, erano riusciti a liberarsi prima del previsto, intuendo immediatamente che l'accaduto era stato generato da suo marito e anche una misteriosa aura si stava dirigendo verso la Terra, per cui, adesso, ovviamente, volevano delle risposte.

“Gure, tu sai qualcosa, vero?” le domandò il Trunks più grande, con un tono calmo e tranquillo, come se non volesse metterle alcuna fretta.

Doveva cercare di allungare il discorso il più possibile, in modo da permettere a Tarble un certo vantaggio, come voleva lui, ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto dire qualcosa.

Inoltre, era troppo preoccupata per suo marito.

Anche se suo marito si era allenato ed era diventato più forte, c'era l'alta probabilità che non ce la facesse... quel ragazzo che aveva affrontato gli era sembrato troppo forte...

Alla fine, ammise: “Non proprio... non conosco tutti i dettagli... però so che chi possiede quest'incredibile energia è un ragazzo pieno di cicatrici che vuole uccidere Tarble per via di suo padre.”

“Suo padre?!” esclamò, sorpreso, il Trunks più grande.

Qualcuno voleva uccidere Tarble, quel ragazzo così beneducato e gentile, per via di suo padre?!

Questa era la cosa più stupida che avesse mai sentito in vita sua!

“Sì.” continuò Gure, tremando leggermente come se fosse sul punto di scoppiare a piangere “Assieme a suo padre e a due complici, è atterrato sulla nostra stella per ucciderlo, in quanto, da quel che ho capito, il padre di Tarble ha fatto un tremendo torto alla sua famiglia. Nonostante fosse un saiyan, Tarble è stato sconfitto e ridotto in fin di vita da lui e, prima che potesse dargli il colpo di grazia, sono intervenuta io salvandolo e portandolo via. Ma a quanto pare, non ha ancora rinunciato alla sua vendetta e ha seguito mio marito fino a qui. Credo che Tarble se ne sia andato perché pensava che tutti noi ci saremmo finiti di mezzo. Non ho mai visto Tarble così felice in queste ultime settimane... a parte me, lui non ha mai avuto molti amici e quando mi ha raccontato del suo passato, ha rivelato che da bambino, nonostante suo padre fosse una persona molto influente sul pianeta, tutti lo evitavano per il suo scarso potere e per il suo carattere. Mi ha raccontato che avrebbe voluto vivere qui assieme a tutti noi ancora per un po' di tempo...”

Dopo un attimo di silenzio, i due Trunks si guardarono negli occhi e si fecero un cenno, per poi alzarsi in piedi e dire: “Occupatevi della casa. Se nostra madre ritorna ditele di aspettarci qui che torniamo subito.”

“Sì.” acconsentì la Mai più grande mentre Gure domandò: “Che cosa avete in mente?”

“Andiamo a salvare Tarble e a combattere questa nuova minaccia.”

“Ma andrà tutto bene?”

“Ormai Tarble è un membro di questa famiglia... non possiamo abbandonarlo. Noi andiamo, ci vediamo dopo.”

“Aspettate un attimo, voi due.”

I due ragazzi si voltarono verso Whis, il quale lanciò loro una piccola boccettina contenente un liquido di un azzurro brillante, informandoli: “Questa è l’acqua delle divinità. E’ un’acqua magica capace di far recuperare le forze e la salute di una persona… le leggi del mondo delle divinità impedirebbero di darla ai mortali, ma mi rendo conto che la situazione è davvero critica… quello è il massimo che vi posso dare, quindi vedete di non sprecarlo, intesi?”

“Va bene, Whis, non ti deluderemo!” risposero in coro i due Trunks, per poi correre verso l'ingresso mentre Beerus urlava: “EHI, VOI DUE!!!! FERMI!!!!”

Ma fu tutto inutile, in quanto i due saiyan partirono in volo in pochi secondi.

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 14:29

 

“Non mi aspettavo di trovarti già qui al mio atterraggio, principe Tarble.” fu tutto quello che sibilò Paragas in tono divertito.

Tarble non rispose alla provocazione ma gli lanciò uno sguardo di sfida.

Sapeva che prima o poi, sarebbe successo... ma non immaginava che sarebbe accaduto così presto...

Ad un tratto, notò che Paragas spostava lo sguardo in varie direzioni come se stesse cercando qualcuno...

Dopo un po', posò di nuovo lo sguardo su Tarble e gli domandò: “Beh, dov'è Vegeta?”

“Cosa?” domandò, sorpreso, il saiyan.

Cosa c'entrava Vegeta?!

Poi, capì.

“Mi hai lasciato scappare apposta, vero?” sibilò Tarble “Quella volta avevi già in mente di risparmiarmi e di farmi fuggire. Volevi che ti portassi da Vegeta.”

“Ma guarda, allora hai ereditato qualcosa dell'intelligenza di tuo padre. E' vero, contavo sul fatto che saresti andato a chiedere aiuto a tuo fratello maggiore. Così mi sarei vendicato di quello stupido moccioso! E' stata colpa sua se tuo padre, a causa dell'orgoglio che nutriva nei suoi confronti, ha esiliato mio figlio in quel dannato asteroide! E tutto perché il potere di Broly superava quello del principe Vegeta! Ho addestrato Broly personalmente, in modo che diventasse il guerriero supremo, e oggi mostrerò all'universo i grandiosi poteri di mio figlio! Ucciderò per primo Vegeta, in modo da dimostrare al re, che i leggendari poteri del suo primogenito non sono nulla in confronto a quelli di Broly e poi toccherà a te! Sradicherò personalmente la stirpe reale in tutto l'universo, hai la mia parola!”

“Mi dispiace informarti che sei arrivato piuttosto in ritardo. Vegeta è già morto. E da un bel pezzo, anche.”

Sentendo quell'esclamazione, Paragas sgranò gli occhi sorpreso.

Vegeta era già morto?!

Cosa significava quella storia?!

“Se Vegeta è già morto, allora mi spieghi perché non sei scappato?!” sibilò il vecchio e Tarble rispose: “La mia navicella era distrutta, quindi ho dovuto ripararla. E, in ogni caso, io non ho più intenzione di scappare.”

Paragas rimase in silenzio.

Quell'avvenimento stravolgeva completamente i suoi piani... ma, in fondo, non gli importava.

Questo fatto dimostrava che il principe Vegeta non era l'individuo così straordinario che credeva suo padre... e in ogni caso, lui aveva sempre il principe Tarble...

“Vedo che sei coraggioso, ragazzino...” dichiarò Paragas poi, allungando il braccio davanti a sé, urlò, con tutto il fiato che aveva in gola: “QUESTO E' IL GIORNO DELLA NOSTRA VENDETTA!!! VA, BROLY!!!”

Il saiyan più giovane fece un profondo ruggito e poi attaccò Tarble, che nel frattempo si era messo in posizione di combattimento.

Broly fece per dare un violento pugno all'avversario ma questo, prontamente, posizionò le braccia a X davanti a sé, parando il colpo.

D'istinto, fece un sorriso di sfida, pronto a combattere fino all'ultimo sangue, come un vero saiyan.

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Capitolo 8
*** Difesa disperata ***


Capitolo 8: Difesa disperata

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 14:24

 

“Sono tornata.” fece Bulma mentre apriva la porta dello stabile giallo.

Quel pomeriggio, come ogni sabato, il supermercato era strapieno di gente ma alla fine era riuscita a comprare tutto, compreso il gelato per la festa che ci sarebbe stata quella sera.

Tuttavia ebbe una brutta sensazione quando vide le due Mai e Gure davanti all'ingresso, come se la stessero aspettando, con un'espressione preoccupata.

“Bentornata.” dissero le tre e Bulma domandò: “Dove sono i due Trunks e Tarble?”

Esse abbassarono e sussurrarono: “Beh, loro sono...”

Siccome sembravano non avere il coraggio di andare avanti, Bulma domandò, sempre più inquieta: “E' accaduto qualcosa?”

 

Terra

Città del Nord, venerdì, 14:26

 

“Quanto credi che ci voglia ancora?”

“Non lo so, spero presto.”

I due Trunks volavano da parecchi minuti e a tutta velocità nel cielo blu.

Erano sempre più nervosi e preoccupati... erano passati solo pochi minuti da quando avevano lasciato la Capsule Corporation... ma la potenza di quel nuovo nemico era davvero enorme.

Tarble poteva già essere in svantaggio se non addirittura morto.

In ogni caso, sembrava che lo scontro stesse avvenendo nel continente ghiacciato, uno dei luoghi più freddi della Terra...

BUM BUM

“Li senti?” domandò il Trunks più giovane mentre l'altro annuiva: “Hanno già cominciato.”

“Per ora c'è una situazione di stallo.”

“E' vero... ma non possiamo rischiare. Tarble rischia di perdere le energie e di venir sconfitto da un momento all'altro. Aumentiamo la velocità, anche se non troppo per non rischiare di consumare l'energia.”

“Certo.”

 

Inferno

Settore Est, venerdì, 14:45

 

L'essere dalla corporatura enorme, dalla pelle blu, i denti mezzi rotti e dalle braccia muscolose e pelose, in netto contrasto con la testa, la quale non aveva nemmeno un piccolo capello a parte un piccolo corno sulla fronte, puliva con un vecchio strofinaccio un boccale da birra vuoto, dando, nel mentre, un'occhiata alla sua taverna sporca e trasandata piena zeppa di ubriachi che continuavano a bere e a ridere come babbei, giocatori d'azzardo e idioti che dormivano placidamente sui tavoli, ma che portavano tutti delle aureole sulle zucche vuote.

Ad un tratto, la vecchia porta si aprì e una figura entrò nella taverna.

Immediatamente, tutti si girarono, increduli.

La figura appena entrata, infatti, sembrava non aver niente a che fare con quel posto, nonostante avesse un'aureola sulla testa come tutti gli spiantati nella bottega.

Era una giovane donna, dall'aspetto minuto e delicato, dalla pelle bianca e luminosa in pieno contrasto coi capelli neri e ribelli che gli arrivavano fino alle spalle e lo sguardo duro e orgoglioso, caratterizzato da due occhi neri.

Era vestita con un grosso cappotto arancione che le copriva tutto il corpo ma che mostrava dei pantaloni bianchi, dallo stesso colore dei guanti alle mani, e degli stivali dorati.

Portava degli orecchini circolari alle orecchie mentre al collo aveva una lunga sciarpa blu e una piccola corda che le scendeva lungo il petto a cui era legata una piccola ocarina di legno colorata di viola, su cui c'era delle strane incisioni.

Infine, portava a tracolla un'enorme, polveroso e vecchio borsone bianco che sembrava sul punto di scoppiare.

Ma la cosa che più attirava di lei, in quell'arcobaleno di colore e polvere, era la lunga coda di scimmia che s'intravedeva da sotto il cappotto.

La giovane donna si sedette davanti al bancone e ordinò, senza mezzi termini: “Dammi della birra.”

“Puoi pagare?” domandò il barista, anche se conosceva già la risposta.

Infatti, la donna portò il borsone sul tavolo e, dopo aver aperto la cerniera, tirò fuori un pacchetto pieno zeppo di monete.

L'uomo si sfregò le mani, tutto contento, mentre commentava: “I miei complimenti... sei sempre piena di soldi... mi domando come riesca un bel faccino come il tuo ad essere una delle migliori ladre degli inferi...”

“Dammi la birra entro dieci secondi, stupido leccapiedi, o ti faccio diventare membro del club dei senza denti, come quegli altri fessi che ci hanno provato con me.” fu la seccata risposta della donna, incenerendolo con lo sguardo.

Il barista ebbe un brivido.

Quella era tanto bella quanto spaventosa e pericolosa...

Tutti in quel misero locale lo sapevano...

La prima volta che era entrata, circa cinquant'anni prima, tutti le si erano avvicinati per provarci ma lei li aveva fatti sparire, grazie alla sua inaspettata forza...

Da allora, nessuno l'aveva più infastidita anche se, ogni tanto, qualcuno ci provava, perché era la prima che veniva lì e non la conosceva oppure perché era ubriaco fradicio e non aveva riconosciuto la ragazza...

Inoltre, quella tizia, quand'era ancora viva, aveva avuto un'incredibile battaglia all'ultimo sangue col suo più acerrimo nemico, la quale aveva tenuto col fiato sospeso tutti quanti, rimettendoci pure le penne a causa sua... era stato quando aveva messo al tappetto, completamente da sola, quella banda di ubriachi molestatori che l'aveva riconosciuta e aveva capito quanto potesse essere pericolosa...

L'uomo le versò un boccale di birra sul bancone e la giovane cominciò a berlo.

Ad un tratto, un giovane entrò nel locale, urlando: “Presto, capo!!! Sintonizzati sulla Terra!!!”

“Che succede?”

“Sta avvenendo un incontro da urlo su quel pianeta! Ci sono due che si stanno dando dei cazzotti veramente forti!!!”

“Era ora che nell'universo ci fosse di nuovo uno scontro all'ultimo sangue! L'ultimo davvero fico è avvenuto su quel pianeta pieno d'acqua di nome Namecc, quando quel tizio dalla faccia da idiota ha fatto diventare i capelli biondi... il motivo di questa batosta sono di nuovo quelle sfere magiche?”

“No. Pare che il padre di uno dei due combattenti li abbia costretti a combattere l'uno contro l'altro per vendicarsi...”

“Non ha importanza! Presto, abbassate le tapparelle e tappate ogni fessura! Se gli sbirri ci beccano è la fine!”

Mentre il barista e gli altri clienti, lavoravano, la giovane continuò a bere tranquillamente il suo boccale.

Non gliene fregava niente di quei ridicoli combattimenti... aveva già vissuto le più incredibili assieme a quello...

Una volta che tutto fu chiuso, il barista prese il telecomando e cambiò canale, mostrando un combattimento in un ghiacciaio.

Dopo aver bevuto il suo boccale di birra, senza degnare di un solo sguardo al televisore, la ragazza si appoggiò sul bancone, annoiata.

Mentre sentiva quei rumori assordanti, meditò che quei due erano proprio rumorosi.

Alla fine, diede un'occhiata alla televisione e sentì un tuffo al cuore quanto vide il volto di uno dei due, pieno di cicatrici.

Si alzò in piedi per vederlo meglio e capire se era proprio lui

Non era possibile... quei capelli... quel viso... quegli occhi... era lui... ma che cavolo ci faceva lì?!

“Broly?!” sussurrò la donna, incredula.

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 14:55

 

Parò con le braccia il pugno di Broly così forte da farlo finire contro una parete di ghiaccio, distruggendola.

Quando si fermò, Tarble guardò in alto, dove c'era il suo avversario.

Anche se era diventato più forte dopo il loro ultimo combattimento, Broly era lo stesso troppo potente.

Inoltre si era accorto che i movimenti dell'avversario, a differenza del loro primo incontro, erano molto più veloci e precisi.

Evidentemente, il loro scontro era il primo vero duello mortale e potente che Broly avesse mai affrontato in vita sua, infatti gli sembrava che suo padre non fosse un avversario capace di risvegliare i suoi istinti da combattente... proprio come lui.

Ormai, entrambi non avevano più segreti per l'avversario.

Non aveva altra scelta.

Anche se era ancora troppo presto, doveva usare tutta la sua forza.

Solo così, forse, avrebbe potuto contrastare Broly...

Fece un bel respiro e poi cominciò ad urlare, caricando nel mentre la sua energia.

Broly, Paragas, Cheelai e Lemo, questi ultimi due stavano osservando il combattimento dalla navicella, rimasero increduli, in quanto percepirono un leggero cambiamento in Tarble.

Quando ebbe finito di urlare, si lanciò di nuovo verso Broly e lo colpì con un violento pugno alla guancia che lo fece volare via.

Prima che Broly potesse schiantarsi da qualche parte, Tarble, con una velocità impressionante, lo superò e lo colpì violentemente al petto, facendolo precipitare per terra.

Poi, Tarble prese Broly per un braccio e lo lanciò in aria.

A quel punto, il saiyan lanciò un potente attaccò d'energia che centrò in pieno Broly, scatenando una potente esplosione.

Mentre vari pezzi di ghiaccio rimbalzavano, Tarble ansimò profondamente.

Era certo di non averlo ammazzato... ma almeno l'aveva di sicuro indebolito un bel po'.

“BROLY!!!!” strillò Cheelai, uscendo di corsa dall'astronave, seguita da Lemo.

“E' inutile che ti agiti tanto.” fu la pacata risposta di Paragas.

L'aliena si fermò di colpo e, guardando in malo modo, il vecchio, gli chiese, adirata: “Come sarebbe a dire inutile?! Sei forse cieco?! Ma hai visto che razza di attacco ha subito?! Come cavolo fai a essere così insensibile alle condizioni di tuo figlio?!”

“Proprio perché è mio figlio lo conosco meglio di te. Ho addestrato Broly fin dal giorno in cui l'ho trovato su Vampa perché diventasse il guerriero supremo... e so che un attacco del genere non gli ha fatto niente.”

In quel preciso istante, Broly riapparve e, per lo sgomento di Tarble, Cheelai e Lemo, non aveva nemmeno un graffio.

Solo la parte superiore del suo vestito era distrutta.

“N-non ha subito... praticamente nessun danno... e in quell'attacco c'erano tutte le mie energie...” balbettò, senza parole, Tarble.

Come poteva esistere un saiyan così potente?!

“Adesso mi credi?” domandò Paragas a Cheelai, la quale aveva gli occhi sgranati per la sorpresa “Questo attacco segna la fine del riscaldamento di Broly. Adesso inizia la vera sfida.”

Non appena Paragas finì di pronunciare quelle parole, Broly si scagliò a tutta velocità contro Tarble e, prima che il saiyan potesse rendersene conto, lo colpì con una violenta ginocchiata al viso, che lo fece volare via.

“Urgh...!” fece Tarble, dolorante, mentre volava, ma riuscì a riprendersi e a raggiungere l'avversario, caricando nel mentre un pugno che venne, però, bloccato da Broly con un braccio.

A quel punto, anche il saiyan sfregiato tentò di colpire Tarble con l'altro braccio ma anche questo venne bloccato da quello del saiyan più giovane.

Per varie decine di minuti, i due contendenti continuarono a parare e a colpire senza alcun attimo di tregua.

Nel frattempo, Paragas osservava con molto interesse lo scontro.

Tarble era più in gamba di quanto si aspettasse, doveva riconoscerlo... ma, in ogni caso, era ancora inferiore a suo figlio.

Alla fine, infatti, Broly approfittò di un punto scoperto dell'avversario per colpirlo violentemente al collo e, mentre questo cadeva violentemente per terra, cercò di colpirlo una seconda volta ma Tarble si spostò di lato, schivando l'attacco che colpì il terreno ghiacciato.

Broly, poi, partì all'inseguimento aereo di Tarble e il secondo, non appena si trovarono a diversi metri dal suolo, gli lanciò un attacco energetico parecchio potente che Broly evitò senza troppi sforzi e superò, grazie alla sua incredibile velocità, l'avversario.

Tarble fece appena in tempo a girarsi e a rendersi conto dell'accaduto che Broly gli diede un calcio così forte da farlo volare a terra con un boato.

Nonostante ciò, Tarble si rialzò e volò di nuovo verso Broly, colpendolo alla faccia con un potente pugno ma, come contrastò il giovane, fu inutile, in quanto non solo Broly non si spostò di un millimetro ma era chiaro come il sole che non aveva sentito niente di quel pugno.

A quel punto, Broly prese Tarble per i capelli e lo fece scendere a tutta velocità verso Terra, per poi farlo precipitare dopo un po', generando un altro potente boato.

In seguito, Broly atterrò proprio di fianco al piccolo cratere formatosi dal violento atterraggio del saiyan.

“Broly, controlla se è ancora vivo.” gli ordinò Paragas e il giovane, annuì, con tono spento: “Sì, papà.”

Afferrò Tarble per la coda e lo sollevò, senza alcuno sforzo.

“Sembra proprio morto...” constatò il giovane prima che Tarble gli lanciasse un ultimo attacco che lo colpì in piena faccia, facendogli perdere la presa e allontanarlo dal giovane, il quale ricadde per terra.

Tarble, poi, si rialzò debolmente, sperando che il nemico fosse stato messo KO dal suo improvviso attacco.

Sfortunatamente, Broly si rialzò praticamente illeso, ad eccezione di qualche piccolo graffio e bruciatura sulla faccia.

“Ottima mossa.” ammise Paragas, divertito “Tuo padre avrebbe fatto lo stesso... se il tuo avversario non fosse stato Broly, avresti anche potuto vincere...”

Tarble non riusciva nemmeno più a parlare, dal tanto che era stanco e stremato.

Ormai, non c'era più nulla da fare... aveva usato tutta la sua energia in quell'ultimo, disperato, attacco... inoltre un braccio aveva cominciato a dolergli in maniera atroce...

“Broly!” chiamò di nuovo Paragas e il giovane, voltandosi, domandò: “Sì, papà?”

“Adesso puoi pure smetterla. Il tuo avversario è allo stremo delle forze e il colpo di grazia lo devo dare io.”

“Certo, papà.”

“Sei stato grandioso, figliolo. Oggi, tutti i duri allenamenti a cui ti ho sottoposto hanno dato il loro frutto. Grazie a te, potrò compiere la mia vendetta.”

“Grazie, papà.”

Paragas si avvicinò e dopo aver superato di pochi passi il figlio, si mise a fissare il saiyan, il quale, nel frattempo, si era faticosamente alzato in piedi.

Tarble, sicuro che quella fosse ormai la sua fine, si mise a guardare a sua volta, l'uomo davanti a sé.

Ansimava pesantemente, toccandosi il braccio dolorante e sanguinante mentre piccole gocce di sangue cremisi coloravano di rosso la neve.

Sentiva le palpebre più pesanti ma cercava in tutti i modi di resistere.

I suoi aguzzini erano lì, davanti a lui...

“Nemmeno la famiglia reale, la famiglia più potente tra i saiyan, può niente contro mio figlio!” esultò il vecchio davanti a lui “Speravo che durante la tua fuga fossi diventato più forte, stupido ragazzino... ma a quanto pare mi sono solo illuso...”

L'uomo tirò fuori una pistola e, puntandogliela contro, sibilò con uno sguardo fanatico: “In ogni caso, potrò vendicarmi di tuo padre. E' un peccato che il tuo caro paparino non sia qui a godersi lo spettacolo... chissà che faccia avrebbe fatto vedere il suo secondogenito massacrato da mio figlio... quando finirai all'inferno, salutamelo da parte mia.”

“Cerca, però, di tornare per cena.”

Il ricordo di ciò gli aveva detto Mai prima che partisse, gli tornò in mente.

“Vorrei tanto… tornare a casa… vorrei mangiare di nuovo assieme a loro… assaggiare quel misterioso gelato… chiacchierare del più e del meno… ma ho l’impressione che… non potrò più farci ritorno… mi dispiace… ragazzi…” pensò con tristezza e dolore il giovane saiyan, mentre una lacrima solitaria gli scendeva sulla guancia, togliendo in quel tratto il sangue che ricopriva il suo viso, per poi cadere nella neve gelida.

Proprio in quel momento, Paragas sparò un colpo e il saiyan chiuse gli occhi, preparandosi all'impatto e alla morte.

Tuttavia, inaspettatamente, il colpo non arrivò mai.

Dopo un po', Tarble ebbe il coraggio di aprire gli occhi e rimase a bocca aperta.

Davanti a lui, di schiena, c'era la figura di un ragazzo con una spada in mano e coi capelli glicine che si muovevano nel vento freddo polare.

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Capitolo 9
*** I ricordi di uno sguardo ***


Capitolo 9: I ricordi di uno sguardo

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 16:00

 

“TRUNKS!!!!” urlò, Tarble, fuori di sé dalla gioia, prima di crollare a terra per lo sforzo e la fatica.

Inaspettatamente, qualcuno lo sorresse e, muovendo un occhio, vide l’altro Trunks, il quale gli allungò una piccola boccettina, dicendogli: “Coraggio, bevine un po’… sei ridotto davvero malissimo…”

Con le ultime forze che gli rimanevano, Tarble bevve un sorso di quella misteriosa acqua e, immediatamente, si sentì di nuovo benissimo, tanto da alzarsi a sedere, incredulo.

Si diede un’occhiata intorno…

Entrambi erano lì... dovevano essersi liberati e, nonostante li avesse intrappolati, seppure in buona fede, erano corsi a salvarlo...

Era felice, in quanto, per la prima volta, era importante per qualcuno... eppure, allo stesso tempo, voleva che non si trovassero lì.

Ora che erano lì per colpa sua, sarebbero stati coinvolti in quella battaglia.

Nel frattempo, Paragas osservò infastidito coloro che aveva appena ostacolato la sua vendetta.

A giudicare dall'aspetto dovevano essere terrestri... eppure avevano qualcosa di strano... c'era qualcosa di familiare in loro... soprattutto nello sguardo... per quanto potesse sembrare assurdo, gli sembrava di averlo già visto da qualche parte...

“Beh, e voi due che volete?” domandò, seccato, il vecchio saiyan e il Trunks più grande rispose: “Ci chiamiamo entrambi Trunks e siamo i difensori della Terra. Voi due, invece, siete saiyan, dico bene?”

Paragas sgranò gli occhi, sorpreso.

Non si aspettava che in quel misero pianeta al confine dello spazio qualcuno conoscesse i saiyan... ma, in fondo, se quei due erano diventati amici del principe, era ovvio quel ragazzino avesse parlato della loro razza...

“Sì, è vero, siamo saiyan...” rispose Paragas “E voi due mi state intralciando. Ho un conto in sospeso con il padre del ragazzino, quindi toglietevi di torno.”

“E per questo motivo te la prendi con una persona che non c'entra niente. Sei davvero spregevole e vigliacco.” rispose il Trunks più grande, indignato, mentre Paragas rispondeva: “Forse... in ogni caso non vi riguarda.”

Nel frattempo, il Trunks più giovane osservava in silenzio Broly.

Quel ragazzo pieno di cicatrici... conteneva un'energia spaventosa... dunque era lui il misterioso avversario di Tarble...

Eppure, guardandolo, il giovane ebbe l'impressione che quel misterioso saiyan fosse completamente fuori luogo... come se lui fosse l'ultima persona che avesse voglia di trovarsi lì...

“Siete venuti sulla Terra e avete fatto del male a un nostro amico! La cosa ci riguarda eccome! Quindi andatevene subito e non vi succederà niente!” dichiarò, con orgoglio, il Trunks più grande.

“Dovresti ringraziarmi per averlo lasciato in vita...”

Paragas sgranò gli occhi, sorpreso.

Adesso ricordava dove aveva già visto quello sguardo...

“Voi due siete parenti di Re Vegeta, vero?” domandò, all'improvviso, Paragas.

I due Trunks non parlarono dallo stupore.

Che significava quella frase?!

“Rispondete! Siete parenti di re Vegeta III, non è così?” incalzò il vecchio, sempre più nervoso.

Per tutta risposta, i due Trunks si guardarono negli occhi, non sapendo cosa dire.

Erano i figli del principe Vegeta... ma non erano certi che si trattava di un parente del padre...

Poi, ad un tratto, il Trunks più giovane si ricordò che proprio quel giorno, durante il pranzo, Whis, vedendo la foto di Vegeta l'aveva chiamato Vegeta IV... pertanto, doveva trattarsi di loro nonno.

“No, loro non sono...!” stava, nel frattempo, dicendo Tarble, con preoccupazione ma, prima che potesse finire la frase, il Trunks più giovane lo interruppe: “Non so chi sia questo re Vegeta III... ma nostro padre era il principe Vegeta IV.”

Paragas rimase in silenzio, stupito da quell'incredibile rivelazione, poi, con un sorriso sadico domandò a Tarble: “Ma guarda, non mi avevi detto che Vegeta aveva avuto dei figli...”

Per tutta risposta, il saiyan abbassò lo sguardo.

Era proprio un incapace... per quanto ci avesse provato, alla fine, Paragas aveva scoperto l'esistenza dei due Trunks...

“Tu conoscevi nostro padre?” domandò il Trunks più grande e Paragas chiese: “Senti, senti... e così non vi ha detto niente quel ragazzino?”

“Che cosa ci avrebbe dovuto dire?”

“Beh, prima sarebbe opportuno che mi presenti... mi chiamo Paragas e un tempo ero un colonnello dell'esercito saiyan, nonché fedele uomo di vostro nonno, re Vegeta III, mentre quello laggiù è il mio unico figlio Broly. Sono anni che aspettiamo solo di vendicarci di lui...” presentò il vecchio mentre Cheelai, nascosta dietro un masso, protestava, scocciata: “E noi due non ci presenta? In fondo è grazie a noi se è riuscito ad arrivare fin qui!”

Per tutta risposta, Lemo fece un sospiro e le diede un'amichevole pacca sulla spalla.

Nel frattempo, il Trunks più grande domandò: “Se eri un fedele uomo di nostro nonno, allora perché adesso ti vuoi vendicare?”

“Sono accadute un po' di cose... ma la più significativa è stata l'esilio di mio figlio su un asteroide disabitato e selvaggio perché aveva un potere combattivo più alto di quello di vostro padre, il principe Vegeta.”

“Capisco che nostro nonno non abbia fatto una bella cosa... ma adesso puoi anche lasciar perdere... in fondo, siamo tutti saiyan e noi due non centriamo niente con questa storia.”

“Siete i nipoti del re e questo è più che sufficiente per me. Mi vendicherò su di lui attraverso voi!”

Il Trunks più grande rimase in silenzio.

Quel tipo era completamente matto.

“Quando quella carogna di vostro nonno ha mandato via mio figlio, sono partito subito alla sua ricerca ma quando sono giunto su quel pianeta, sfortunatamente, ho scoperto di essere bloccato. Così, in tutti questi anni, ho vissuto con la speranza di riuscire ad andarmene da quel dannato pianeta e di vendicarmi della famiglia reale proprio attraverso la persona che il re aveva tanto temuto, ossia mio figlio. Finalmente, un giorno, è atterrata su Vampa una navicella che non solo ci ha salvati ma mi ha rivelato un sacco di cose interessanti... per esempio, che il re, dopo Vegeta, aveva avuto un altro figlio e che, dato che era su un altro pianeta al momento dell’esplosione, era ancora vivo.” raccontò Paragas, con un sorriso da pazzo.

I due Trunks sgranarono gli occhi, esterrefatti.

Vegeta aveva un fratello minore ancora vivo?! Ma cosa significava quella storia?!

Nemmeno il Vegeta del passato aveva mai nemmeno accennato ad una cosa del genere…

I due non si accorsero che, nel frattempo, Tarble aveva abbassato la testa, con lo sguardo scuro.

“Non sapete neanche questo?” ridacchiò Paragas, indovinando il loro stupore dall'espressione facciale “Eppure è la verità! Neanch’io ci credevo quando l’ho saputo da quei due alieni che ci hanno soccorso, uno dei quali un ex membro dell’Armata di Freezer che mi raccontò che era un pettegolezzo che circolava, dato che, a differenza del fratello maggiore, quel ragazzino era talmente debole e strano da sembrare la parodia di un saiyan! Per uno come il re era stato un brutto colpo ritrovarsi con un figlio simile dopo il suo grande successo col suo primogenito… un tipo così, era soltanto un imbarazzo per la famiglia reale e qualunque altro saiyan avrebbe ammazzato subito un fallimento del genere, ma il re aveva deciso di risparmiargli la vita, limitandosi ad esiliarlo… ovviamente, la prima cosa che ho fatto è stata quella di partire al suo inseguimento, ma ci sono stati alcuni imprevisti e ci siamo ritrovati qui.”

“E adesso lui dov'è? Che cosa ne hai fatto?”

Per un attimo, Paragas rimase in silenzio, per poi domandare a Tarble, con un sorriso: “Perché non gli dici la verità, ragazzino? Ossia che il fratello minore di Vegeta… sei proprio tu!”

“Eh?” fecero, sbalorditi i due Trunks, mentre si voltavano, contemporaneamente, a guardare Tarble, non riuscendo a credere alle orecchie.

Tarble era il fratello minore di Vegeta?!

Com’era possibile?!

Per tutto quel tempo, aveva vissuto assieme a loro... e non se n'erano mai accorti?!

Però, adesso che ci pensavano meglio, nonostante i caratteri fin troppo diversi, si assomigliavano molto in alcuni momenti…

“Tarble... quindi tu sei...?” domandò, basito, il Trunks più grande e il giovane, dandogli una leggera pacca sulle spalle, ammise, con un sorriso stanco: “Sì. Mi dispiace, ragazzi, non volevo coinvolgervi in questa faccenda.”

Si allontanò dai due Trunks e quando si trovò davanti a Paragas prese un bel respiro e disse: “Ascolta, Paragas, se vuoi vendicarti su di me per quello che ha fatto mio padre non farò alcuna obiezione... ma non coinvolgere i miei nipoti! Lasciali fuori da tutto questo!”

“Tarble, ma cosa...” fecero i due ma lo zio li interruppe di nuovo: “Vi prego, andatevene! Verrete uccisi!”

“Noi non ti abbandoniamo! Fin dall'inizio... tu sei stato un membro della nostra famiglia, con o senza legami di sangue. E i membri di una famiglia... non si abbandonano.”

Paragas osservò il gruppo in silenzio, poi, con un sorriso sadico, rise: “Ma che bel momento familiare... peccato che questo non basterà a commuovermi. Ho smesso di provare pietà molti anni fa...”

Poi li indicò col dito e urlò: “Broly! Uccidili!”

“Sì, papà.” annuì Broly e cominciò a lanciare contro di loro dei potenti raggi di colore verde.

Tarble, con un salto, schivò gli attacchi, spostando nel mentre anche i due Trunks, ma sbatté, assieme ai due giovani su una parete di ghiaccio.

Nonostante, il dolore, Tarble ebbe la forza di spingere lontano dalla parete i due Trunks e quando alzò la testa, ciò che vide gli fece gelare il sangue.

C'era Broly che si stava avvicinando lentamente a lui per poi fermarsi a pochi metri da lui.

Lo sguardo freddo e inespressivo di Broly fece gelare il sangue al giovane saiyan.

Il suo avversario sembrava solo una bambola che aveva il compito di eseguire gli ordini del suo signore.

Infatti, Broly allungò la mano verso di lui e caricò una sfera d'energia verde.

“FERMATI SUBITO!!!!”

Broly si girò verso coloro che aveva appena urlato e vide i due Trunks intenti a guardarlo, immobili come delle statue di ghiaccio.

“Broly, anche tu sei un saiyan e, pertanto, non potrai rinunciare ad una sfida.” dichiarò il Trunks più grande mentre quello più giovane, mettendosi in posizione da combattimento, finiva: “Da adesso in poi, saremo noi i tuoi avversari!”

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Capitolo 10
*** I poteri di Broly ***


Capitolo 10: I poteri di Broly

 

Terra

Capsule Corporation, venerdì, 16:06

 

“Che cosa?! E' apparso un nuovo nemico fortissimo e i due Trunks e Tarble sono andati ad affrontarlo?!” ripeté, esterrefatta, Bulma, non appena Whis e Beerus ebbero finito di spiegarle l'accaduto.

Ma, immediatamente, l'incredulità lasciò spazio alla rabbia.

“Come diavolo è successo?!” sbraitò la donna e Beerus, preoccupato, balbettò: “C-come? Te l'ho detto, quei tre sono volati a tutta velocità da questo nemico per conto loro e...”

“Per conto loro?! E tu non li hai fermati?!”

“Beh, ovvio che ho provato a fermarli ma...”

“Dovresti sapere che se lasci i saiyan fare di testa loro, soprattutto quanto ci sono di mezzo dei combattimenti all'ultimo sangue, succedono cose del genere!!!”

Poi, prendendo con rabbia un orecchio di Beerus e, avvicinandolo a sé, riprese, adirata: “E ti definisci un Dio?! Ma fammi il piacere!!! Brutto idiota! Stupido! Zuccone! Buono a nulla! Babbeo!!!”

Mentre Bulma insultava Beerus, Whis commentò, senza parole: “Oh cielo, si è proprio arrabbiata...”

Poi, si avvicinò ai due e ricordò: “Bulma, detesto rovinare quest'intenso momento... ma credo che sarebbe meglio raggiungere quei tre. Potrebbero essere in pericolo.”

Sentendo quella frase, Bulma sospirò.

Purtroppo, Whis aveva ragione.

Dovevano trovare al più presto quei tre.

“Dove si trovano?” chiese la donna e l'angelo, guardando nel bastone, dichiarò: “Nel continente artico.”

“Mmmh... è parecchio freddo... dovremmo prendere dei cappotti...” meditò Bulma, pensierosa, poi domandò: “Chi se la sente di venire?”

“Io di sicuro. Sono proprio curioso di vedere come se la caveranno quei tre per questa battaglia...” disse Whis e anche Gure e le due Mai annuirono: “Verremo anche noi.”

Bulma sorrise poi, guardando, la Mai più grande le disse: “Mai, mi dispiace ma devi restare qui.”

“Cosa?! Ma perché?! Trunks è in pericolo e io non posso abbandonarlo!”

“Lo so e questo ti fa onore, credimi! Ma è per il tuo bambino! Non voglio che succeda qualcosa a te e a mio nipote. Trunks ne soffrirebbe molto.”

Sentendo quelle parole, Mai abbassò lo sguardo.

“In ogni caso, qui dovrai occuparti di un compito molto importante.” l'avvertì Bulma, mettendole una mano sulla spalla “Devi occuparti del piccolo Goku. Devi impedire che gli succede qualcosa mentre noi saremo via.”

“Sì, sì... divertitevi in quel continente di ghiaccioli. Basta che torniate qua per l'ora di cena e mi prepariate una bella cenetta.” dichiarò Beerus, il quale nel frattempo, si era sdraiato sul divano non alzando nemmeno lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.

“Aspetta un secondo...” gli domandò Bulma “Hai forse intenzione di restare qui?!” “Certamente.” fu la risposta mentre la donna rispondeva: “Senti un po'... nel caso che tu non te ne sia accorto, i miei figli e Tarble stanno affrontando un nemico tremendamente forte che rischia di mettere a repentaglio la vita sulla Terra e l'intero universo!”

“Ti sbagli, me ne sono accorto eccome.”

“E allora perché non fili a sistemare questa faccenda?!”

“Semplice: quel tizio è venuto fin qui per sistemare Tarble, quindi, il suo scopo non è conquistare l'universo. Se quei deficienti dei tuoi figli sono corsi ad affrontarlo, sono problemi loro. Una volta che avrà sistemato Tarble, se ne andrà in giro per lo spazio e magari comincerà a sterminare intere popolazioni.”

“E la cosa ti fa piacere?”

“Certamente. Dovrei farlo io ma se qualcuno lavora al posto mio, non lo cancello mica!”

“BRUTTO IRRESPONSABILE!!!!!”

Prima che Beerus potesse rendersene conto, Bulma gli prese di nuovo un orecchio e gli urlò: “Non mi sorprende affatto che l'universo sia pieno di gentaglia come Freezer!!! Sottospecie di pigrone buono a nulla!!! Persino il ghiro di mio padre era più attivo di te!!! Alzati subito o ti mostrerò personalmente e molto volentieri il motivo per cui Vegeta mi temeva!!!!”

Whis, le due Mai e Gure osservarono senza parole la scena.

Bulma adirata era davvero spaventosa... probabilmente sarebbe stata capace di terrorizzare a morte chiunque...

“Oh cielo, sono felice che non sia arrabbiata con me.” fu il semplice commento dell'angelo, il quale, per la sorpresa, si mise persino la mano davanti alla bocca.

“Va bene, va bene!!! Vengo!!!” si arrese, alla fine, il dio e la donna si diresse verso il guardaroba.

“Che mostro di donna...” sibilò Beerus e Whis rispose: “Mi sembra che se la sia cercata, Lord Beerus.”

“Parla per te! Non sei nemmeno intervenuto per difendermi!!!”

“Oh oh oh... ho pensato che solo uno sciocco avrebbe voluto sfidarla e dato che non lo sono...”

“Ti odio.”

“Me lo dice sempre.”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 16:30

 

Schivò con abilità il pugno di Broly e si allontanò volando di qualche metro, riflettendo.

Broly era molto forte ma non aveva alcuna esperienza di battaglia.

Era intuibile dallo stile di combattimento, concentrato più che altro sulla forza e sul tentativo di colpire l'avversario.

Purtroppo, Broly era inesperto tanto quanto era potente.

Non si aspettava che un saiyan avesse tutto quel potere, ogni volta che colpiva lui o il suo doppione più giovane rivelava una forza mai vista prima... non osava nemmeno pensare a che livelli sarebbe arrivato trasformandosi in supersaiyan.

In ogni caso, se si continuava così, sarebbero stati sconfitti, perciò, a mali estremi, estremi rimedi.

Lanciò uno sguardo all'altro Trunks e bastò un cenno del capo per intuire che aveva capito le sue intenzioni e che anche lui avrebbe fatto lo stesso.

Si allontanarono un po' e iniziarono a radunare la loro energia e a urlare.

L'aria diventò carica di tensione.

Tutti i presenti notarono quel cambiamento, in quanto vennero investiti da delle potenti correnti fredde.

“Cosa diamine...?!” sibilò Paragas, incredulo, mentre Tarble, mentre lottava per non essere trascinato via, commentò: “Accidenti, che potenza... ma che cos'è?!”

Anche Cheelai e Lemo cercavano di resistere.

Mentre il vecchio la teneva con una mano mentre con l'altra stringeva un gancio dell'astronave, Cheelai esclamò: “Dannazione... quei due potrebbero anche diminuire la loro potenza! Nel caso non se ne siano accorti, ci sono delle persone che non combattono e che non hanno la mostruosa forza dei saiyan!!!”

Anche Broly, intuendo che qualcosa d'importante stava per accadere, si fermò e si mise ad osservare i due, indurendo lo sguardo e mettendosi in attesa.

Alla fine, in un'esplosione di luce abbagliante, i due Trunks smisero di urlare e si mostrarono ai presenti.

I loro capelli erano eretti verso l'alto ed erano biondi mentre gli occhi erano diventati verdi.

“Cosa diamine è quella roba?” domandò, incredulo, Paragas “Non ho mai visto quella trasformazione prima d'ora e noi saiyan possiamo solo trasformarci in scimmioni... che sta succedendo?”

Anche Tarble era sorpreso di fronte a ciò... inoltre, analizzando l'energia, si accorse che il potere dei due Trunks era aumentato in maniera vertiginosa...

Ad un tratto, gli venne in mente un sospetto.

E se i due Trunks fossero...

“Allora, Broly...” cominciò il Trunks più giovane mentre quello più grande finiva la frase: “Pronto per il secondo round?”

Per tutta risposta, Broly fece un piccolo ringhio e si gettò verso i due avversari, con l'obiettivo di tirargli un pugno.

Sfortunatamente per lui, i due non solo lo schivarono senza troppi problemi ma lo colpirono in contemporanea allo stomaco, provocandogli un dolore atroce.

Il giovane si coprì con entrambe le mani il petto, ansimando profondamente.

Quei pugni... erano i colpi più potenti che avesse mai avuto in tutta la sua vita... che stava succedendo?!

Prima quei due non avevano tutta quella forza...

Nonostante il dolore, Broly rialzò lo sguardo e si preparò a combattere.

Doveva combattere e vincere per suo padre!

Cercò di colpire di nuovo i due Trunks con calci e pugni ma essi schivavano sempre i suoi attacchi con abilità, come se potessero prevederli.

Inoltre, più di una volta, lo colpivano con inaspettata violenza.

Anche Paragas si accorse di ciò che stava accadendo al figlio e domandò: “Che accidenti sta succedendo a Broly?! Come possono quei due diventare più forti cambiando solo il colore dei capelli?!”

“Boh, sei tu l'esperto di saiyan qui che sta dalla parte di Broly.” rispose, con uno sbuffo, Cheelai.

Nel frattempo, anche Tarble stava osservando con molta attenzione lo scontro.

“Ma certo! Ho capito!” esclamò, ad un tratto, il ragazzo e, sentendolo, Lemo gli domandò, incuriosito, da lontano: “Cos'hai capito, ragazzo? Che è successo a quei due?”

“Non ne sono sicuro, perché non l'ho mai visto... ma credo che si tratti di ciò che mio padre sperava che accadesse a Vegeta...”

“Ossia?”

“Loro due... sono riusciti a diventare... supersaiyan.”

Sentendo quelle parole, Paragas sgranò gli occhi.

La trasformazione di quei due era il leggendario supersaiyan?!

Non era possibile... fino a quel momento aveva creduto che fosse suo figlio l'unico e il solo leggendario supersaiyan... aveva completamente sbagliato i calcoli!

 

Inferno

Sezione Est, venerdì, 16:45

 

“Dieci a uno che vincono quei due coi capelli biondi.”

“Ci sto.”

Il barista, sentendo quelle frasi, fece un sorriso divertito.

Adesso che la sfida era entrata nel vivo, erano iniziate persino le scommesse.

Sperava solo che nessuno perdesse la testa se perdeva, in quanto gli avrebbe rovinato il locale.

Dopo un attimo di silenzio, in quanto tutti erano concentrati a guardarsi lo scontro, un alieno con le corna si voltò verso il vicino e domandò: “Ma secondo te, quel vecchio coi capelli bianchi, combatterà per aiutare suo figlio oppure no?”

“Tsk. No, non lo farà. Lo conosco.” rispose una voce femminile alle loro spalle.

Le due anime si voltarono verso colei che aveva appena parlato, ossia la giovane col cappotto e l'ocarina, intenta a guardare, come tutti i presenti, il combattimento nel vecchio televisore.

“Chi conosce?” domandò quello con le corna e la ragazza, senza distogliere lo sguardo, rispose: “Paragas. Se ancora non l'avete capito, si tratta di quel vecchio lì. Non è mai stato forte, anzi, mi domando da sempre come diavolo ha fatto quel tipo a diventare colonnello. Fosse dipeso da me, sarebbe stato un semplice soldato a vita, dato che ha un livello combattivo così scadente e ridicolo. Per fortuna, Broly non ha preso niente da lui... mi sarebbe dispiaciuto da matti se fosse diventato un buono a nulla, fifone e incapace come quell'imbecille di suo padre...”

“Scusi, quindi lei li conosce personalmente?”

La ragazza fece un sorriso divertito, prima di ammettere: “Li conosco.”

Poi, si girò verso il barista e ordinò, senza mezzi termini: “Ehi, bello. Versa dell'altra birra. Ci vorrà ancora un po' prima della fine, se ne staranno lì a massacrarsi di botte a vicenda per ore, quindi, tanto vale cercare mettersi comodi e bere qualcosa.”

“Subito.” annuì l'uomo, preparando un altro bicchiere.

Nel frattempo, il tipo con le corna non riusciva più a prestare attenzione al combattimento, dato che ciò che aveva detto quella l'aveva lasciato esterrefatto.

Dopo un po', le domandò: “Mi scusi, signorina...”

“Mh?”

“Riguardo a quel bestione pieno di cicatrici, Broly... ma lei come fa a...?”

“E' mio figlio.” fu la semplice e pacata risposta dell'altra, la quale era così concentrata sulla birra da non voltarsi a guardare il suo interlocutore.

A seguito di quella rivelazione, la creatura la fissò in silenzio, poi si voltò verso lo schermo, commentando, allibito: “Suo figlio...”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 17:17

 

Ormai ne era assolutamente certo.

Le difese di Broly si stavano esaurendo.

Anche se riusciva ancora a difendersi abilmente, Broly non riusciva più a tenere il passo con loro due trasformati in supersaiyan.

Esso era troppo per lui.

Alla fine, il Trunks più grande, gli diede un violento pugno che lo fece precipitare nel terreno ghiaccio, generando una profonda voragine e facendolo scomparire dalla vista.

“E' finita, Paragas.” dichiarò il Trunks più grande “Hai perso. Questo era il limite di Broly.”

Il vecchio saiyan quasi non riusciva più a muoversi dallo sgomento.

Non era possibile... non era assolutamente possibile... non poteva essere sconfitto così... dopo tutti quegli anni... dopo tutti i suoi sacrifici...

Non poteva!

Non poteva assolutamente accettarlo!!!

Broly doveva sconfiggere la famiglia reale e vendicare tutto quello che la famiglia reale!!!

Era per colpa loro se Broly era stato esiliato, se lui era stato considerato un traditore... e, soprattutto, era colpa loro se lei era morta... l'unica e sola donna che avesse mai amato...

Ricordò i suoi capelli, il suo profumo, i suoi occhi, il suo profilo... l'aveva amata fin dal primo momento in cui l'aveva vista...

Lui era sempre stato un tipo introverso e scontroso, tutto ciò che lo circondava era solo noioso e stupido.

Cercava di essere il migliore e il più scrupoloso nel suo lavoro, ma lo considerava più un dovere che un piacere, il semplice e banale desiderio di affermarsi per ambizione... ma quando aveva visto lei, tutto era cambiato.

Da quel momento, l'unico e vero senso della sua vita era stato solo e unicamente lei.

Mentre tutti la evitavano perché la consideravano strana, selvaggia e pericolosa, lui aveva sempre cercato di avvicinarsi a lei... all'inizio non sopportava la sua presenza, ringhiandogli persino contro, ma, piano piano, aveva cominciato ad accettarlo fino ad innamorarsi perdutamente di lui.

Quando poi era nato Broly e gli era sembrato di essere il saiyan più felice dell'universo... ma poi, poco dopo il parto, era morta... uccisa proprio da quel maledetto di Re Vegeta...

“BROLY!!!!” urlò Paragas, con quanto fiato aveva in gola “NON PUOI ESSERE SCONFITTO COSI'!!! ALZATI E COMBATTI COME UN VERO SAIYAN!!! RISVEGLIA IL TUO POTERE, SO CHE PUOI, ANZI, DEVI FARCELA!!!! BROLY!!!!!!”

Il suo urlo fu così potente che giunse fino al lago ghiacciato sotto al punto dove il saiyan era finito.

Non appena lo sentì, Broly, il quale stava galleggiando in stato incosciente nelle fredde acque del lago, aprì gli occhi.

Suo padre lo stava chiamando, aveva bisogno di lui... non poteva abbandonarlo!

Con urlo selvaggio, il giovane riemerse con un boato dal ghiacciaio, ansimando profondamente.

“Sei davvero resistente, Broly. I miei complimenti.” ammise il Trunks più giovane ma, prima che potesse attaccare di nuovo, l'altro Trunks lo prese per la spalla e lo fermò: “Aspetta!”

“Che succede?”

“C'è qualcosa di strano... guarda Broly. Anche se non è un supersaiyan, il suo aspetto è cambiato.”

Incuriosito, il Trunks più giovane si voltò e notò che, in effetti, il Trunks più grande aveva ragione.

Anche se a prima vista non si notava, l'aspetto di Broly era cambiato.

I suoi occhi da neri erano diventati d'oro e i suoi capelli si erano rizzati in testa.

Inoltre, il suo potere sembrava aumentato in maniera vertiginosa eppure non era un supersaiyan.

“Ma cosa...?” riuscì a balbettare Trunks più giovane prima che Broly, a velocità inaudita, gli si parasse davanti e lo colpisse violentemente allo stomaco, facendolo restare senza fiato e arretrare per il dolore.

“Prendi questo!!!” urlò allora il Trunks più grande, lanciandogli contro vari attacchi energetici ma anche se questi lo colpivano in pieno, Broly non sembrava soffrirne minimamente.

Anzi, con la schiena fumante, si voltò verso il Trunks che lo aveva attaccato, riservandogli uno sguardo furibondo.

“Non ci posso credere...!” fu tutto quello che riuscì a dire il giovane prima che l'avversario si accanisse con una furia selvaggia contro di lui.

Mentre veniva colpito, ora al viso ora al ventre, si sentiva morire.

La potenza di Broly era impressionante... come riusciva ad avere un simile livello di combattimento?! Era davvero un saiyan?!

Vedendo i due Trunks in difficoltà, Paragas cominciò a ridere, prima debolmente poi sempre più forte e in maniera sempre più pazza, tanto che persino Tarble lo sentì e si voltò a guardarlo.

“Mi dici che cosa c'è di tanto divertente?” domandò, scocciata, Cheelai e il vecchio rispose: “Perché, finalmente, la mia vendetta è compiuta. Broly ha appena ottenuto la sua trasformazione speciale. Attraverso essa, mio figlio è in grado di controllare il grandioso potere degli Oozaru.”

“Cosa?! E' così potente?!” domandò, incredulo, Lemo e Cheelai domandò: “E che diavolo è un Oozaru?”

“Una trasformazione esclusiva dei saiyan. Se essi hanno ancora la loro coda e vedono la luna piena, si trasformano in enormi scimmioni e la loro forza aumenta incredibilmente.”

“Quanto diventano enormi?”

“Non ne sono sicuro, perché non li ho mai visti dal vivo... ma ho sentito che sarebbero alti parecchi metri... forse più di queste montagne.”

“Aiuto...”

“Inoltre, solo pochi saiyan sono in grado di controllare questa trasformazione in quanto essa fa rischiare di perdere il controllo. Ma se Broly ha ottenuto il controllo dei poteri che avrebbe in quello stato... significa che è potentissimo.”

Per un attimo, ci fu il silenzio, rotto dal rumore degli attacchi di Broly, poi Paragas annunciò: “Esatto. Ora che Broly ha controllato quella trasformazione, lo scontro è praticamente finito. Vincerà lui... e se alla fine dovesse perdere il controllo, lo riporterò io alla ragione...”

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Capitolo 11
*** Il segreto del telecomando ***


Capitolo 11: Il segreto del telecomando

 

Terra

Città del Nord, venerdì, 17:35

 

“Manca molto? Quando si arriva?”

“Lord Beerus, è già la settima volta che fa queste due domande. Ormai dovrebbe aver capito che la risposta è sempre la stessa: siamo quasi arrivati, porti un po' di pazienza, per favore, anche se so che per lei è molto difficile.”

Beerus fece uno sbuffo, per poi sedersi, pesantemente, per terra, a gambe e braccia incrociate.

“Non è possibile... ma che ci faccio qui? Non vengo mai nei posti freddi con la neve. Odio i posti freddi con la neve. Saranno già stati ammazzati tutti e tre.” bofonchiò, a bassa voce, il dio, visibilmente adirato.

Aveva sempre odiato dover fare attività, soprattutto quando pensava che avrebbe potuto ronfare e mangiare tranquillamente, magari sdraiato a prendere il bel caldo sole pomeridiano... e, invece, stava andando in una valle ghiacciata, fredda e deserta per fermare un tizio potente.

Peggio di così non poteva proprio andare...

Gli altri presenti, i quali avevano sentito benissimo le sue proteste, fecero un sospiro, esasperati.

Da quando erano partiti, Beerus non aveva altro che lagnarsi e si erano ormai tutti abituati.

Bulma, sempre pilotando l'astronave, si voltò verso Beerus e domandò: “Sicuro di non volere un cappotto invernale? Guarda che fa freddo là fuori...”

“E non mi scocciare! Ti ho già detto che non mi serve! Io sono un dio della distruzione e sappi che sono di pessimo umore!”

“Come vuoi, io ti ho avvertito...”

La donna, la quale indossava una tuta invernale verde chiaro e nera, si voltò verso Whis, il quale era seduto sul sedile di fianco al suo, e domandò: “E tu Whis? Sei sicuro di non volerla?”

“No, ti ringrazio. Sono un angelo e non sento freddo, proprio come non ho bisogno di dormire.”

“Va bene, se lo dite voi...”

Dopo un po', Bulma si voltò di nuovo verso Gure e la Mai più giovane, le quali erano entrambe sedute per terra e indossavano dei grandi cappotti coi cappucci calati sulla testa per coprirla, in modo da non prendere freddo, viola quello di Gure e blu quello di Mai, e annunciò: “Fra poco arriveremo. Siete pronte?”

“Sì.” esclamarono, assolutamente convinte, le due.

Erano, infatti, pronte ad affrontare qualunque pericolo e minacciare pur di salvare i loro uomini.

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 17:55

 

Erano in una situazione sempre più disperata e senza via d'uscita.

La forza di Broly era davvero spaventosa e loro due dovevano trovare al più presto un modo per contrastarla o sarebbe stata la fine.

L'unico vantaggio che avevano era che Broly non era abituato ai combattimenti all'ultimo sangue, pertanto, per adesso, in quanto abilità ed esperienza, erano molto più superiori a lui... ma per quanto sarebbe durato tutto ciò?

Fu il Trunks più grande a escogitare una strategia.

Dovevano trovare una soluzione e alla svelta, o sarebbe stata la fine.

Proprio in quel momento, Broly si mise a urlare con tutto il fiato che aveva in gola, distruggendo, attraverso gli ultrasuoni, le montagne e i ghiacciai lì vicino e, con grande orrore dei due Trunks, rilasciando ancora più potere.

Una volta che ebbe finito di urlare, si lanciò, come una furia suoi due doppioni e diede ad entrambi due tremendi pugni alla guancia che li fecero volare via e scontrarsi contro una parete.

Subito dopo, Broly afferrò la faccia di uno dei due e, mentre volava a tutta velocità vicino ad un ghiacciaio lo fece scontrare a tutta velocità.

Vedendo il doppione in difficoltà, l'altro Trunks lanciò a Broly un attacco energetico che lo colpì in pieno alla schiena, generando una piccola esplosione.

Ciò, purtroppo, non fu sufficiente a bloccare il saiyan, in quanto, di tutta risposta, prese il Trunks vicino a sé e lo lanciò, con violenza, contro l'altro, i quali, precipitarono nel freddo lago sotterraneo.

Senza fermarsi, Broly si mise a lanciare delle potenti sfere d'energia verde verso il lago e i due Trunks dovettero uscire dall'acqua, per poterle evitare.

 

Terra

Città del Nord, venerdì, 18:00

 

“Che diamine sono quei lampi?!” domandò, senza parole, Bulma, osservando le gigantesche esplosioni che si vedevano dai finestrini.

“Sono esplosioni dovute alla battaglia.” rispose Whis e Bulma gli domandò, preoccupata: “Sono dei miei figli e di Tarble? Ti prego, dimmi di sì...”

“Mah, chi può dirlo? E' difficile farsi un'idea da qui... potrebbero essere loro oppure no.”

“Allora, sarà meglio darsi una mossa!” dichiarò Bulma, alzando una leva e facendo aumentare la velocità del veicolo.

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 18:05

 

Gli attacchi d'energia scatenati dai due Trunks colpivano con violenza tutte le pareti del ghiacciaio, facendolo crollare grossi pezzi di ghiaccio, ma evitavano di colpire la persona a cui quei colpi erano destinati... Broly.

Il giovane saiyan, che più il tempo passava più diventava più una bestia che un essere umano, schivava con abilità i loro attacchi, finché non si posizionò davanti a loro e cominciò ad attaccarli, tentando di colpirli con dei pugni, i quali erano schivati, anche se tra mille difficoltà, dai due Trunks.

I due doppioni si allontanarono da lui ma, ad un tratto, si accorsero che non li stava più inseguendo.

I due allora, si fermarono di scatto, e si misero a fissarlo, increduli.

“Ehi, Trunks, ma perché all'improvviso ha smesso di combattere?” domandò quello più giovane e il più vecchio, incredulo, rispose: “Non ne ho idea... forse è stanco...”

Aveva appena finito di pronunciare quelle parole, che Broly generò una piccola sfera d'energia verde dalla mano che poi scagliò a tutta velocità contro di loro, come se fosse una palla da baseball.

I due Trunks riuscirono a schivarla per il rotto della cuffia ma essa centrò in pieno il ghiacciaio dietro di loro, generando una violenta esplosione, i cui detriti colpirono in pieno i due, facendoli crollare a terra, di nuovo in forma base.

“Non sapevo che esistessero nell'universo saiyan come lui...” commentò, dolorante, il Trunks più grande mentre quello più giovane rispose: “Con uno come lui dalla nostra parte, non si dovrebbe più temere alcuna minaccia...”

Proprio in quel momento, Broly scese e cominciò a camminare lentamente per poi fermarsi davanti a loro.

“Mi sa che è la fine, Trunks...” commentò quello più giovane mentre l'altro rispondeva: “Già... eppure, in fondo in fondo, non mi dispiace... questo scontro mi ha dimostrato che i saiyan non hanno limiti... mi sarebbe piaciuto provare a raggiungere quel potere...”

“Credo che sia il nostro sangue saiyan a farci ragionare così.”

“Hai proprio ragione, Trunks...”

Broly alzò un braccio al cielo e generò un'enorme sfera verde.

Stava per lanciarla contro i due nemici, quando sentì uno strano rumore che lo fece voltare.

Si trattava di un piccolo aereo giallo che atterrò a pochi passi da loro.

“TRUNKS!!!!!” urlò una voce femminile e una donna con una strana tuta invernale verde addosso, uscì trafelata dall'aereo e, ignorando in pieno Broly, il quale la fissava senza parole, non capendo cosa stesse succedendo, si fiondò ad abbracciare i due Trunks.

“Mamma?! Ma cosa ci fai tu qui?!” le domandarono, increduli, i due e lei rispose: “Vi ho raggiunto, che domande!”

“Ma... è pericoloso...”

“Statemi bene a sentire, voi due! Anni fa, anche vostro padre partì ad affrontare i cyborg quando io non c'ero. Volevo raggiungerlo ma poi ho pensato che gli sarei stata solo d'impiccio, quindi ho solo soccorso Gohan. Volevo raggiungerlo ma non l'ho fatto. E quello stesso giorno, lui è morto. Da allora, ho sempre vissuto col rimorso di non averlo seguito quel giorno. Se anche oggi avessi lasciato andare voi due senza raggiungervi... non sarei riuscita a sopportare questo doppio rimorso.”

I due giovani rimasero in silenzio.

Non si aspettavano che anche la loro madre potesse provare dei dolori e dei rimorsi nascosti... per loro era sempre stata una donna dal carattere forte come una roccia, dato che niente riusciva a scalfirla e a farle perdere il suo dolce sorriso.

“Ehi, tu!” urlò, alle loro spalle, la voce irata e scocciata di Paragas “Potresti toglierti di torno? Ho una vendetta da portare a termine...”

Bulma si voltò e si alzò in piedi, guardando Paragas con odio.

Quindi era solo colpa sua se i suoi Trunks avevano rischiato grosso...

“Ma di quale vendetta stai parlando?!” lo sfidò Bulma, adirata “Io e i miei figli non ti abbiamo mai visto prima!”

“Ce l'ha con noi perché nostro nonno ha esiliato suo figlio Broly su un pianeta inospitale.” le rivelò il Trunks più giovane e Bulma gli domandò, irata: “E per una cosa che ha fatto il nonno dei miei figli, hai attraversato tutto lo spazio, hai disturbato la pace del nostro pianeta e hai massacrato i miei figli?!”

 “Ovvio.”

“MAI SEI UN VERO DEFICIENTE!!!!”

Sentendo quell'affermazione, Paragas sgranò gli occhi, senza parole.

Ma come si permetteva quella tipa...

Intanto, sentendo le parole di Bulma, Lemo, che assieme a Cheelai si era nascosto dietro a una piccola montagna per proteggere dagli attacchi di Broly, commentò: “Mi piace quella donna. Finalmente una che non le manda a dire.”

“Brava. Era ora che qualcuno glielo dicesse. Avrai solo voluto essere io la prima.” annuì, Cheelai, con un sorriso divertito.

Anche Whis, il quale, assieme a Mai e a Gure, si era avvicinato a Tarble, era senza parola davanti all'audacia della donna: “Però... non mi sorprende che una donna così abbia fatto sciogliere il cuore al crudele principe dei saiyan. Voi che ne pensate, Lord Beerus?”

Non ricevendo alcuna risposta, Whis si voltò per vedere cosa stesse succedendo al suo dio.

Beerus era immobile come una statua e, dalle sue orecchie, naso e coda erano comparse delle piccole stalattiti di ghiaccio.

“Che freddo, che freddo, che freddo...” balbettò il dio, stringendosi le braccia per riscaldarsi mentre batteva i denti.

Whis lo fissò un attimo in silenzio, poi domandò, divertito: “Mi scusi, lord Beerus, ma non diceva di non soffrire il freddo?”

“Non è vero! Non ho mai detto una frase così stupida! E trova un modo per riscaldarmi!”

“Va bene, non faccia così... dunque...”

Dopo un attimo di silenzio, Whis notò Paragas e Broly ed esclamò: “Oh, ma quei due non sono saiyan?”

Non appena sentì la parola saiyan, Beerus alzò la testa e domandò, incredulo: “Saiyan?! Quali saiyan?!”

“Eccoli laggiù.” l'indicò Whis e il dio rispose: “Whis, per chi mi hai preso, per un idiota?! Quei due non possono essere saiyan! Almeno non quel tizio coi capelli sparati in aria! E' un vecchio e lo sanno anche i sassi che i saiyan restano giovani per sempre!”

“Guardi, lord Beerus che i saiyan restano giovani più a lungo non per sempre. Solo che amano combattere in continuazione, quindi è logico che molti non arrivano a quest'età. Inoltre, vedo chiaramente che quel vecchio ha una coda di scimmia.”

Beerus rimase un attimo in silenzio, poi si mise a sbraitare, adirato: “QUEL MALEDETTO BUONO A NULLA DI FREEZER!!!! APPENA LO PIGLIO, LO MUTILO, LO SCOTENNO, GLI SPACCO TUTTI E QUATTRO GLI ARTI E PURE LA CODA!!!! GLI FARO' VEDERE A QUELLA STUPIDA LUCERTOLA ALBINA COSA SUCCEDE QUANDO QUALCUNO OSA FARE DEGLI ERRORI COSI' GROSSOLANI AD UN MIO ORDINE!!!! GLI AVEVO CHIESTO UNA COSA COSI' BANALE E STUPIDA PERCHE' IO NON AVEVO LA MINIMA VOGLIA DI FARLA E LUI COSA FA?!?! MALEDETTO STUPIDO NANEROTTOLO!!!!!”

“La prego, lord Beerus, si calmi. La stanno guardando tutti.” cercò di calmarlo, con un sospiro, l'angelo.

Infatti, Cheelai e Lemo lo stavano guardando, in silenzio.

“Ma che strilla, quello lì?” domandò, senza parole, Cheelai “Sembra che una mosca gli si sia infilata dentro alla bocca...”

“Mi è sembrato che stesse parlando di Freezer nella sua sfuriata...” commentò Lemo prima che Cheelai dichiarò: “Beh, che si calmi un po'!”

Broly, nel frattempo, guardava i nuovi arrivati, in silenzio.

Da dove erano saltati fuori quei tipi? Se erano lì per aiutare i due Trunks e Tarble, significava che erano nemici e che, pertanto, bisognava attaccarli.

E poi, quella specie di gatto gigante viola gli stava dando davvero fastidio con i suoi strilli...

Si diresse verso Beerus e, mentre camminava, i suoi passi distruggevano il terreno.

Vedendolo arrivare, il dio gli domandò, divertito: “Vuoi sfidarmi? Non so dove tu sia vissuto ma doveva essere ai margini dell'universo ed era proprio un postaccio se non mi conosci...”

Vedendo l'attenzione di Broly per Beerus, Paragas lo richiamò: “Broly, devi uccidere solo quei tre lì. Degli altri, non ti deve importare niente!”

Aveva appena finito di parlare che Broly, come una furia, si lanciò verso Beerus, pronto ad affrontarlo.

“BROLY!!!! UBBIDISCIMI!!!” urlò, adirato, il vecchio saiyan ma vedendo che il figlio continuava a disubbidirgli, tirò fuori dal contenitore della sua cintura un telecomando che puntò contro Broly, per poi premere il pulsante.

Ciò che apparve a tutti in quei pochi istanti, sia nemici che alleati di Broly, fu qualcosa di sconvolgente e agghiacciante.

Il saiyan fu improvvisamente avvolto da una luce blu e si mise a urlare di dolore, fermandosi di scatto e contorcendosi disperato.

Cheelai e Lemo erano increduli e sconvolti nel vedere quello spettacolo... ora capivano perché Broly era sempre terrorizzato dal collare che portava al collo...

Tutti gli avversari del ragazzo sgranarono gli occhi e non riuscirono a parlare durante quell'orrendo spettacolo, a cui persino Whis sgranò gli occhi, incredulo, e commentò, mettendosi una mano davanti alla bocca: “Oh cielo... è una scossa molto forte... se non fosse un saiyan sarebbe morto sul colpo ma gli fa comunque molto male...”

Dal canto suo, Beerus disse: “Cosa diavolo...?!” mentre Mai, sconvolta e disgustata, si mise una mano davanti alla bocca, come per trattenere un coniato di vomito.

 

Inferno

Sezione Est, venerdì, 18:16

 

“Oh mamma mia... che cosa orribile...” commentò uno degli spettatori nella taverna.

Tutti i presenti stavano guardando, senza parole, quel ragazzo pieno di cicatrici contorcersi a causa della scossa elettrica che partiva dal collare che aveva al collo.

In effetti, a tutti era sembrata stramba quella roba ma l'universo era bello perché era vario...

“Con un gesto così, mi sa che si è appena guadagnato un posto all'inferno...” sussurrò uno al proprio vicino e l'altro gli fece notare: “E pensa che qua dietro c'è la moglie...”

“A proposito, secondo te come se l'è presa? Dev'essere proprio adirata...”

“Per ora non ha fatto niente, né un urlo né un'imprecazione... ma tanto lo sanno tutti che quelli della sua razza si uniscono solo a scopo riproduttivo... scommetto che non gliene frega niente di suo figlio...”

“Allora perderesti i soldi. Guarda la sua faccia.”

Il secondo si girò e vide la giovane donna che fissava, a bocca aperta, l'elettrificazione del figlio e, dall'espressione facciale, era evidente che fosse sconvolta.

Dopo un po', la sua espressione cambiò da sconvolta ad adirata nera, tanto che l'altro rabbrividì a quello sguardo, e sibilò tra i denti: “Appena morirai, e spero che sia il più presto possibile, io e te facciamo i conti. Benvenuto al primo posto della mia lista nera, Paragas. Ti pentirai amaramente di quello che hai fatto a nostro figlio, vedrai! Hai la parola di Kohra!!!”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 18:19

 

Non appena Paragas, con un sadico e diabolico sorriso, smise di schiacciare il pulsante del suo diabolico telecomando, Broly cadde sulla neve fredda.

“Broly!!!! Stai bene?!?!” gli urlarono Cheelai e Lemo, uscendo dal loro nascondiglio, e correndo, trafelati, a controllare le sue condizioni.

Broly, con gli occhi sgranati, stava ancora tremando per la scossa.

“E' ancora un po' scosso, ma sta bene.” la rassicurò Lemo, il quale, occupandosi spesso dei suoi compagni feriti in battaglia, aveva imparato le basi per soccorrere e guarire le persone, anche se poi, sussurrò, accarezzando i capelli spettinati del ragazzo: “Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere... ho vissuto sui campi di battaglia per tutta la vita ma quello che è appena successo... è la cosa più sconvolgente e disgustosa che abbia mai visto. Ormai ne ho la certezza: Paragas è peggio di mio padre.”

A quel punto, Cheelai si voltò e lanciò uno sguardo omicida a Paragas!

Ma come si era permesso di quella lurida carogna di mettere una roba del genere a suo figlio?!

Broly era un bravo ragazzo, dolce e gentile, incapace di far male ad anima viva... e suo padre gli aveva messo un collare ad elettroshock, come se fosse un criminale pericoloso, anzi no.

Come se Broly fosse una bestia pericolosa e assettata di sangue...

Cheelai stava per dirigersi verso Paragas e affrontarlo ma un'altra donna, sconvolta e disgustata come lei, la precedette.

“MA NON TI VERGOGNI A TRATTARLO COSI'?!” domandò, furibonda, Bulma, avvicinandosi al vecchio saiyan e affrontandolo “Quel ragazzo è tuo figlio, no?! Elettrificarlo in quel modo... è orribile! Sei un lurido essere schifoso! Dovresti soltanto vergognarti! Come diamine hai educato tuo figlio?!”

“Sta un po' zitta! Io lo educo come mi pare e piace, sono stato chiaro?! Del resto, sono suo padre e so cos'è meglio per lui!”

“E come? Dandogli una scossa elettrica?!”

“Per tua informazione, Broly può diventare pericoloso. Se non l'avessi fermato, avrebbe ucciso i tuoi amici. Dopotutto, è stato lui che mi ha provocato questa cicatrice all'occhio e me l'ha fatto perdere.”

L'improvvisa rivelazione fece restare in silenzio tutti.

Cheelai e Lemo, ancora vicino a Broly, si guardarono, increduli.

Broly aveva fatto perdere l'occhio a suo padre?!

Com'era possibile?!

Quel ragazzo era assolutamente succube di suo padre... non si azzardava nemmeno a dire cose poche carine di Paragas...

Fu Cheelai la prima a capire.

“Ti ha attaccato quando hai sparato a Bah, non è vero?” gli urlò, in lontananza, e, prima che Paragas potesse capire a cosa si riferisse la ragazza, lei continuò: “Era l'animale con cui Broly ha fatto amicizia da bambino ma tu l'hai mandato via, sparandogli e tagliandogli un orecchio... scommetto che in quel momento Broly ha perso la testa e ti ha attaccato!”

Paragas strinse un pugno.

Se quella ragazzina impicciona sapeva tutte quelle cose, c'era una sola spiegazione... Broly glielo aveva raccontato.

Come temeva, la loro influenza stava diventando troppo pericolosa per Broly... ma se ne sarebbe occupato al momento giusto.

“Allora?!” fece Cheelai e Paragas, con uno sbuffo, ammise: “Sì, quando ho mandato via quella stupida bestiaccia, Broly ha, per un attimo, perso il lume della ragione e mi ha attaccato. Quando mi ha accecato all'occhio, però, il senso di colpa l'ha fatto ritornare in sé. In ogni caso, quell'episodio mi ha fatto capire che Broly stava cominciando a diventare un po' instabile e che non riusciva a controllare il suo potere. Così ho preso una decisione, diciamo un po' drastica...”

“Non mi dirai che è stato allora che hai deciso di mettergli il collare!”

“Ovvio. Quando abitavo sul pianeta Vegeta ero un asso a creare oggetti elettrici e tecnologici... non è stato difficile crearlo e metterglielo mentre dormiva... comunque, ho sempre preso decisioni drastiche per Broly. Visto che non era in grado di controllarsi durante la luna piena ho dovuto tagliargli la coda tutte le volte che ricresceva!”

“COSA?!” s'intromise, all'improvviso, la voce, incredula e scioccata di Tarble.

Dopo un attimo di silenzio, il ragazzo riprese, sconvolto: “Come hai potuto fare una pazzia simile?! Se a un saiyan viene tagliata la coda tutte le volte che ricresce, può lesionare la sua mentalità e portarlo alla follia! Lo sapevano tutti su Vegeta, perciò i bambini, non appena la coda ricresceva, facevano molta attenzione a non perderla subito!”

“Qualcosa dovevo pur fare!” si difese Paragas prima che Cheelai riprendesse: “Sei il peggior padre che abbia mai visto! Hai rovinato l'infanzia di tuo figlio solo per una stupida vendetta! Perché non l'hai lasciato vivere un po'?! L'hai solo tormentato per poterti vendicare di un tizio che Broly neanche conosceva!”

“La mia vendetta non è stata affatto stupida! Per colpa di Re Vegeta, io ho perso tutto... soprattutto la mia Kohra!!!”

“Kohra?! Intendi quella ricercata che mio padre ha fatto fuori?!” domandò, esterrefatto, Tarble.

Paragas fece un sorriso sadico e ammise: “Sì, era lei... l'amavo prima ancora che diventasse una ricercata... aveva vissuto fin da bambina in mezzo alla foresta, completamente da sola, ma un giorno una squadra di terza classe la trovò e la portò in città. Ero presente quando venne portata al cospetto di Re Vegeta III... e fu amore a prima vista per me... gli altri la evitavano perché la consideravano strana ma io vivevo solo per lei... le ho insegnato come vivere in mezzo agli altri, ad essere educata, a parlare... sono stato persino io a darle il nome... ma poi un giorno in una taverna, dei balordi ubriachi la molestarono perché era molto graziosa... ho tentato d'intervenire ma loro mi fecero finire contro un muro... e Kohra perse la testa. Li massacrò di botte e uccise il loro capo. Purtroppo, ero svenuto a causa del colpo e non potei calmarla e quando mi ripresi scoprì che Kohra era stata imprigionata e che il re in persona aveva deciso di giustiziarla con la scusa che era troppo pericolosa e instabile e che rischiava di diventare una minaccia per i saiyan. Così la feci evadere e lei cominciò la sua vita da ricercata. Così, di colpo, mi sono ritrovato con una doppia vita: ero il braccio destro del re ma, allo stesso tempo, ero anche il compagno di Kohra, la saiyan ricercata. Poi, il giorno seguente alla nascita di nostro figlio Broly, il re la trovò e l'uccise. Quel giorno mi sono sentito distrutto! La mia Kohra, la mia amata compagna, era morta... se non ci fosse stato Broly, probabilmente, avrei sfidato il re solo per essere ucciso... perciò, provate a indovinare come mi sono sentito quando Broly è stato spedito su un asteroide! Non potevo certo perdonarlo dopo tutto quello che era successo, non vi pare?”

“Forse no... ma in ogni caso, quello che hai fatto a Broly è sbagliato!” l'affrontò Bulma.

Dopo averlo fissato in collera, la saiyan riprese: “Anch'io ho perso il mio Vegeta tanti anni fa e continuo a odiare quelli che l'hanno ucciso... ma ho deciso di non guardare indietro e di vivere nel presente! Tu, invece, ti sei lasciato consumare dall'odio e dal passato, non rendendoti nemmeno conto che, così facendo, hai soltanto rovinato la vita a Broly, al tuo stesso figlio!”

“Non t'impicciare di cose che non ti riguardano, terrestre! La mia vendetta ha la priorità assoluta!”

Dopo aver detto quella frase, Paragas guardò Broly e urlò: “Broly! Ti sei riposato abbastanza! Riprendi a combattere!”

“Sì, papà! Agli ordini!” annuì Broly, rialzandosi in piedi e volando verso i due Trunks.

Il Trunks più giovane, intanto, afferrò Bulma e la riportò da Whis e gli altri, pregandoli: “Prendetevene cura e fate molta attenzione! Sarà una battaglia molto cruenta.”

“Non si preoccupi.” lo tranquillizzò Whis mentre Tarble diceva: “Torno a combattere anch'io! Mi sono riposato abbastanza.”

I due saiyan raggiunsero il Trunks più grande per poi tornare a guardare Broly.

Dopo che le due fazioni avversarie si guardarono per un minuto, si slanciarono l'una verso l'altra e ripresero a combattere.

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Capitolo 12
*** Il risveglio della bestia ***


Capitolo 12: Il risveglio della bestia

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 18:27

 

Nonostante la loro motivazione e il fatto che fossero tre contro uno, i due Trunks e Tarble si trovarono, fin da subito, in seria difficoltà.

Broly era davvero un avversario tosto tanto che, nonostante la stazza, riusciva a schivare e ad attaccare con violenza i suoi avversari.

Bisognava trovare al più presto una soluzione... o sarebbe stata la fine...

“Ehi, Trunks! Hai qualche idea?” domandò il Trunks più giovane alla sua controparte più anziana e l'altro rispose, mentre parava con le braccia l'ennesimo pugno di Broly: “Non è ho idea, Trunks... Broly è parecchio forte...”

“Se solo ci fosse un modo per fargli capire che sta sbagliando... dopotutto, è colpa di suo padre se ci troviamo tutti in questa situazione...”

“E' impossibile, Trunks... forse Goku avrebbe potuto tentare e riuscirci ma lui è ormai morto...”

“Se potessimo fermare Paragas... forse, senza il suo controllo, Broly si calmerebbe...”

“E' un azzardo... ma dovremmo tentarlo...”

Aveva appena finito di dire quella frase, che Broly lo colpì con un pugno in piena guancia per poi accanirsi contro quello più giovane, tirandogli un pugno che lo fece schiantare violentemente a terra il ragazzo.

Broly cercò di schiacciarlo ma Trunks, attraverso la forza del rinculo di suo raggio energetico, dato che era troppo stanco e debole per volare, lo scansò ma Broly lo afferrò per una gamba e cominciò a sbatterlo per terra da tutte le parti, con un sinistro piacere sadico e bestiale.

Stava cominciando a divertirsi a massacrarlo così.

Più lo colpiva e quello non reagiva, più aveva voglia di continuare... sentiva dentro di sé un furioso desiderio di far ancora più male, dato che così facendo non solo suo padre sarebbe stato contento di lui... ma anche perché, attraverso ciò, poteva mostrare il suo potere... e ciò gli dava un'eccitazione senza precedenti...

Cheelai e Lemo, dal loro nuovo nascondiglio, se ne accorsero, infatti Cheelai esclamò, sconvolta: “Ma cosa... quello non è il nostro Broly!”

“Questo combattimento lo sta eccitando troppo... il senso di potere e distruzione che crea attorno a sé lo attrae sempre di più come una falena è attratta dal fuoco... purtroppo, ormai non è più lui.”

La ragazza strinse i pugni adirata.

“Se si trova in questa situazione, è solo per colpa di suo padre! Dobbiamo assolutamente fare qualcosa! Dobbiamo salvarlo, Lemo! Non ha diritto a tutto questo!” protestò, in maniera energica, Cheelai e l'uomo, sospirò.

I giovani... credevano sempre di poter cambiare il mondo... ma lui era un uomo che aveva combattuto e che aveva visto di tutto... perciò aveva molta pazienza e conosceva bene l'universo.

“Non possiamo fare niente, Cheelai. Mi dispiace ma è così.” rispose Lemo “Ti capisco perfettamente e so come ti senti. Io stesso vorrei fare qualcosa per Broly, dato che non si merita assolutamente tutto questo... è un bravo ragazzo dal cuore puro che si è trovato coinvolto in una vecchia storia di faide e vendette senza alcun motivo o ragione, solo per compiere la vendetta di suo padre...  ma conosco i miei limiti. Non posso fare niente per aiutarlo, proprio come te. L'unica cosa che possiamo fare è guardare lo scontro e sperare in un miracolo. Credimi, è l'unica cosa che possiamo fare. Mi dispiace ma è così.”

Cheelai rimase in silenzio anche se, in cuor suo, diede ragione a Lemo.

Lei e Lemo erano troppo deboli e si difendevano usando delle pistole ma erano completamente inutili contro dei saiyan... senza contare che, così facendo, sarebbero stati solo d'intralcio a Broly.

Anche se ciò dava fastidio al suo spirito energico e combattivo, doveva restare lì, guardare e sperare in bene...

“BROLY, TI PREGO, NON MORIRE!!!!!” lo incitò, urlando, la ragazza.

Nonostante l'urlo, Broly non la sentì nemmeno.

Ad un tratto, sentì un'esplosione alle sue spalle tanto che lasciò andare la presa su Trunks, più per la sorpresa dell'attacco che per il dolore.

Si voltò e vide, Tarble, inginocchiato e con le braccia, le cui mani erano ancora fumanti, erano davanti a lui, ansimava profondamente.

Broly fece un sorriso sadico e poi si avventò, come una furia, contro di lui, dandogli una possente ginocchiata da farlo cadere per terra.

Non soddisfatto, il saiyan pieno di cicatrici afferrò il giovane per i capelli e cominciò a tempestarlo, con assoluta ferocia di pugni e calci, sia al volto che al corpo, come se Tarble fosse un sacco da boxe di allenamento.

Con un po' di fatica, il Trunks più giovane si rialzò in piedi.

Avrebbe lanciato un attacco a Broly per rilasciare Tarble e salvarlo così da morte certa.

Ma, proprio quando stava per colpirlo, Tarble gli lanciò un'occhiata e il giovane capì tutto.

Tarble si stava lasciando massacrare da Broly apposta per distrarre l'avversario e permettere a Trunks di colpire Paragas.

Anche se gli scocciava, doveva farlo.

Allungò le mani e cominciò a caricare dell'energia dai palmi delle mani.

Ignorando i piani degli avversari, il saiyan osservava in silenzio Trunks mentre preparava il suo attacco.

Intendevano attaccare Broly alle spalle mentre l'altro si lasciava maciullare dalla potenza di suo figlio per distrarlo... che ingenui!

Ci voleva ben altro per mettere al tappetto Broly...

Intanto, il Trunks più giovane sentì che aveva finito di caricarsi.

Allungò le mani davanti e, mentre urlava: “FINAL...” con un rapido movimento delle gambe, si voltò dietro di sé, proprio in direzione di Paragas, concludendo con: “...FLASH!!!!”

Un potente raggio elettrico giallo partì dai polsi e si diresse a tutta velocità verso Paragas.

Mentre viaggiava, Trunks sorrise, ansimando profondamente.

Era fatta.

Anche se Broly se ne fosse accorto, non avrebbe mai potuto fermare quell'attacco.

Paragas sarebbe stato polverizzato e, senza la sua influenza, avrebbero potuto tentare di far ragionare Broly...

Contemporaneamente, il vecchio saiyan, vedendo quell'attacco, capì cosa stava per succedergli ed istinto, con la voce spaventata, urlò: “BROLY!!!!!!”

La voce arrivò alle orecchie di Broly e il saiyan si fermò di scatto e si voltò per vedere perché suo padre lo stesse chiamando... forse aveva sbagliato qualcosa oppure voleva solo fargli i complimenti e dirgli come avrebbe dovuto fare per infliggere più tormenti al suo nemico...

Ma non appena si girò, capì all'istante cosa stesse succedendo... e, pertanto, agì subito.

Lasciò andare la presa su Tarble e poi, veloce come un fulmine, corse verso l'attacco.

Improvvisamente, tra lo stupore di tutti i presenti, Broly apparve davanti a suo padre e, con una forza straordinaria, deviò l'attacco, allontanandolo da Paragas.

“L... l'ha deviato...” balbettò, senza parole, il Trunks più giovane.

Non solo era un attacco molto potente ma la cosa che più lo sconvolgeva era il fatto che, nonostante l'incredibile distanza, Broly era riuscito a raggiungere il padre e a difenderlo da quell'attacco.

Quel saiyan... era un autentico prodigio!

Probabilmente, nella linea temporale del Trunks più grande, era stato ucciso da Zamasu per evitare problemi nel suo folle progetto... ma, con una potenza come la sua dalla loro parte, avrebbero potuto difendere il loro futuro per sempre...

Ad un tratto, la sua attenzione fu attirata dall'attacco che Broly aveva appena deviato.

Se i suoi calcoli non erano sbagliati, la traiettoria del colpo energetico era diretta... verso sua madre e i suoi compagni!

Subito, il giovane saiyan generò un nuovo attacco d'energia e lo lanciò verso il Final  Flash.

Lo scontro fu improvviso e molto violento, tanto che l'impatto generò un vento così forte che, per poco, non fece volare via Bulma, Gure e Mai, le quali furono protette da un'improvvisa barriera verde generata dal bastone di Whis.

Nel frattempo, Paragas, una volta assicuratosi di essere ancora vivo, si complimentò, entusiasta, con suo figlio: “Broly, sei stato straordinario! Sono orgoglioso di averti come figlio!”

“Grazie, papà.” annuì, entusiasta, il giovane.

Nel frattempo, Gure, notando che nessuno la stava guardando, si mise a correre verso il marito, il quale, giaceva a faccia in giù sulla neve, dopo il massacro di Broly e non si decideva a muoversi.

Vedendo la moglie avvicinarsi a lui, Tarble la pregò, in un sussurro: “Gure... fermati, non farlo... ti prego, allontanati...!”

Sfortunatamente, Paragas si accorse dell'aliena.

L'aveva riconosciuta subito, grazie al suo aspetto assurdo.

Era la moglie del principe Tarble... quella che gli aveva salvato la vita quando li aveva attaccati...

Senza perdere tempo, estrasse la sua fidata pistola dal borsellino e, dopo aver preso la mira, sparò alla giovane.

A causa del colpo e della sua corporatura, Gure volò di qualche metro per poi sbattere contro ad una roccia.

“GURE!!!!!!” urlarono, in contemporanea, Bulma e Tarble, sconvolti.

“E una è sistemata.” sogghignò Paragas.

Dopo aver sistemato i familiari diretti di Re Vegeta, si sarebbe occupato personalmente delle persone alle quali si erano legati... avrebbe sradicato completamente tutta la famiglia reale e anche chi aveva avuto la sventura di legarsi ad un membro di quella famiglia maledetta.

Tarble osservò in silenzio, scuro in volto, la moglie stesa sulla neve, tutta candida ad eccezione del punto dov'era situata Gure, la quale era rossa a causa del sangue, mentre Bulma, preoccupata, era corsa a controllare le sue condizioni.

Si sentiva inutile e patetico... i suoi amici erano finiti in quella brutta situazione perché non era stato capace d'impedire che non venissero coinvolti... e la sua adorata Gure era rimasta ferita solo e unicamente per colpa sua.

Era solo un fallimento... come sempre...

In quel momento, sentì salire una feroce rabbia verso due persone: Paragas, che aveva osato far del male a sua moglie, e a sé stesso, perché era troppo debole e patetico...

Si rialzò lentamente e poi, con tutto il fiato che aveva in gola, urlò.

Il suo urlo, oltre ad essere pieno di rabbia e rancore, conteneva dolore e disperazione.

Mentre urlava, intorno a lui si generò una potente corrente d'aria che costrinse tutti a ripararsi per evitare che venissero trascinati via.

Quando i due Trunks tornarono a guardare Tarble, scoprirono che i suoi capelli erano diventati biondi, come l'aura che avvolgeva il suo corpo, e gli occhi erano appena diventati verdi mentre la sua espressione era diventata, di colpo, fredda e letale.

“Si è trasformato anche lui?!” esclamò, senza parole, Paragas.

Com'era possibile che tutti i discendenti di Re Vegeta potessero trasformarsi nel Leggendario supersaiyan?!

Non era suo figlio, il saiyan nato con un potere di combattimento eccezionale, persino maggiore di quello del principe?!

Non poteva essere... non era giusto... non l'avrebbe mai accettato!!!!

Nel frattempo, i due Trunks si avvicinarono allo zio, dicendogli: “Tarble, ce l'hai fatta! Ti sei trasformato anche tu!”

“Così pare...” sussurrò il giovane, osservandosi le mani e le braccia.

“Come ti senti?” gli domandò il Trunks più grande e Tarble, mentre muoveva le dita della mano per formare un pugno, rispose: “Mai stato meglio...”

“Ottimo... adesso che anche tu ti sei trasformato, possiamo attaccare tutti insieme Broly...”

“Ma il piano non era quello di ammazzare Paragas?” l'interruppe Tarble, sbuffando, fissando, per la prima volta, i due Trunks dopo che si era trasformato.

I due Trunks sgranarono gli occhi per lo strano tono usato dal giovane.

Tarble era sempre stato molto educato e gentile... non si sarebbe mai azzardato ad interrompere qualcuno mentre parlava... e, in ogni caso, avrebbe usato un tono molto cortese e formale, in modo da non apparire maleducato... adesso, invece, il suo tono era saccente, scorbutico e antipatico... proprio come quello di Vegeta...

“Beh... sì, il piano era quello...” balbettò il Trunks più grande “Ma è impossibile attaccarlo con Broly che gli fa da guardia del corpo...”

“Attaccate Broly voi due insieme e cercato di tenerlo occupato il più a lungo possibile, facendo molto rumore. In questo modo, Broly non riuscirà a sentire la voce di suo padre e, in ogni caso, se lo attaccate in due potrete tenergli testa ed impedirgli di correre subito ad aiutarlo.” illustrò, con calma e precisione, Tarble, con sempre lo sguardo e il tono seccato, come se stesse parlando a delle persone lente di comprendonio, tanto che i due Trunks si guardarono senza parole.

Cosa stava succedendo a Tarble?!

Sembrava così strano...

In ogni caso, il piano che aveva proposto, era assolutamente perfetto e geniale.

C'era un piccolo dettaglio che non quadrava...

“Ma se attacchiamo noi due insieme...” domandò il Trunks più giovane “Chi eliminerà Paragas?”

“Ovviamente io, sveglia!” rivelò, adirato, il saiyan, come se quella fosse la cosa più facile e scontata del mondo.

“Tu?!” esclamarono, senza parole, i due Trunks e Tarble commentò: “Ma allora siete proprio lenti voi due! Cosa non capite della frase -ammazzo di botte io, Paragas-?!”

“No, abbiamo capito benissimo... è solo che tu, di solito, detesti attaccare qualcuno...”

“Beh, adesso mi va così! Occupatevi di Broly e fatelo sparire dalla circolazione! Se permettete, mi stanno prudendo le mani in maniera atroce e ho una gran voglia di far passare questo fastidioso prurito spaccando la faccia a quel dannato vecchiaccio!”

“Ok... come vuoi...”

“Tsk! Ma tu guarda che roba...!”

I due Trunks si lanciarono un'occhiata, allarmata e preoccupata.

Com'era possibile che Tarble, un ragazzo così tranquillo e gentile, si fosse trasformato, di colpo, in un individuo freddo, seccante e calcolatore... sembrava di vedere il Gohan del passato trasformato nel supersaiyan di secondo livello contro Cell...

In ogni caso, i due doppioni si lanciarono contro Broly contemporaneamente, il quale, prontamente, li affrontò senza problemi.

Mentre i due Trunks combattevano, Tarble, ancora trasformato in supersaiyan e con le braccia incrociate e l'espressione corrucciata, rimase a fissarli a lungo, in completo silenzio, come se fosse in attesa di qualcosa.

Dopo un po', fece un sorriso sadico e di trionfo e, sussurrò, compiaciuto: “Ci siamo...”

Dopodiché, si girò verso Paragas e l'avvertì: “Broly è completamente perso nella battaglia e, anche se tu gridassi a pieni polmoni, non ti sentirebbe con tutto il casino che stanno facendo i due Trunks... pertanto, possiamo tranquillamente divertirci con una bella lotta senza il rischio di venir interrotti sul più bello...”

Paragas lo fissò in silenzio.

C'era qualcosa che non andava nel ragazzino... sembrava un'altra persona rispetto a prima...

In ogni caso, determinato a non mostrarsi debole e spaventato, lo provocò, divertito: “Interessante... così potrò vendicarmi di tuo padre da solo... sai, da come parli, si direbbe che tu pensi di vincere...”

Aveva appena terminato la frase, che si accorse che di colpo, proprio davanti a lui, era appena comparso Tarble.

Aveva percorso in pochi secondi e senza ce nessuno se ne rendesse bene conto, un'incredibile distanza.

Con un sorriso sadico, il giovane affermò, con sicurezza: “Oh, ma io non penso di vincere... ne sono certo.”

Poi, dopo aver detto quella frase, Tarble diede un violento pugno allo stomaco di Paragas, il quale, per effetto del rinculo, volò verso una parete di ghiaccio, generando una piccola esplosione.

Il vecchio saiyan fece per alzarsi ma, non appena alzò la testa, si sentì raggelare il sangue.

Tarble era davanti a lui, con uno sguardo agghiacciante, reso ancora più spietato dai suoi freddi occhi verdi e l'espressione seria.

“Credi di potermi sconfiggere solo perché mi hai dato un pugno?! Guarda che io ero un colonnello nell'esercito di tuo padre!” lo provocò l'uomo.

Tarble lo fissò un attimo in silenzio per poi fare un sorriso sadico e sussurrare, divertito: “Ottimo. Temevo che fossi già al tappetto.”

Paragas, istintivamente, fece una smorfia.

Quello spaccone era così di sicuro di aver la vittoria in pugno solo perché aveva cambiato colore dei capelli... ma gli avrebbe dimostrato che si sbagliava, e di grosso anche!

Si lanciò contro di lui con l'obiettivo di dargli un pugno ma Tarble, con abilità, lo schivò prontamente, per poi afferrare il braccio del vecchio e buttarlo con forza e violenza per terra.

Paragas fece un urlo strozzato, sputando anche del sangue, ma, ad un tratto, sentì qualcosa di molto pesante sulla pancia.

Alzò lo sguardo e vide Tarble, il quale aveva appoggiato un piede sul suo stomaco, che domandò, divertito: “Ti arrendi?”

“Fossi matto... io... posso...”

“Posso? Quindi hai qualche tecnica pericolosa?”

“Certo!”

“Oh... interessante...”

Subito, alzò il piede e disse, ad uno stupido Paragas: “Avanti, mostramela. Sono proprio curioso...”

“Maledetto, ti prendi gioco di me...!”

“No, voglio davvero vedere la tua tecnica... per sconfiggerla senza problemi.”

Adirato nero per quell'affronto, Paragas si rialzò e cominciò a lanciare contro Tarble degli attacchi energetici ma il saiyan li schivava senza troppi problemi oppure li parava con una mano sola, facendo arrabbiare ancora di più il saiyan.

Nel frattempo, Bulma lo stava osservando in silenzio e con un'espressione sconvolta.

Whis, che si trovava di fianco a lei, se ne accorse e domandò alla terrestre: “Qualche problema, Bulma?”

“No, è solo che... da quando Tarble si è trasformato in supersaiyan... è completamente diverso da prima... è più sfacciato e sicuro di sé... inoltre quel suo sorriso di trionfo... so che sembra strano ma adesso è praticamente identico a Vegeta...”

“Non è mica tanto strano, Bulma, dato che Tarble è suo fratello minore.” confessò, tranquillamente, l'angelo, prima che tutti i presenti lo fissassero a bocca aperta, gridando: “EH?!?!”

Vedendo che la reazione dei presenti, Whis sgranò gli occhi e domandò, perplesso: “Oh, cielo. Non lo sapevate?”

“CERTO CHE NON LO SAPEVAMO!!!!” sbraitò, adirato, Beerus “SI PUO' SAPERE PERCHE' NON ME L'HAI DETTO SUBITO?!”

“Temo di essermene dimenticato, Lord Beerus. Sono proprio sbadato.” si scusò Whis con un'espressione addolorata ma il dio della distruzione non aveva alcuna intenzione di accettare scuse: “COME PUOI ESSERTI DIMENTICATO DI UNA COSA DEL GENERE?!?!”

“Beh, dal momento che lei era sempre troppo occupato a mangiare o a dormire mi sono occupato di altre faccende e nel mentre me ne sono dimenticato.”

Beerus, sentendo quelle parole, fece una faccia colpevole per poi guardare il duello tra Tarble e Paragas.

Intanto, il giovane saiyan, dopo aver parato l'ennesimo attacco, sbuffò, seccato: “Tsk, e io che mi ero aspettato chissà cosa... beh, allora attacco io. Così ti mostro come si combatte sul serio...”

Velocemente, il saiyan si piazzò davanti a Paragas e lo colpì con una serie di violenti pugni in pieno stomaco, per poi farlo volare in aria.

Il saiyan si rialzò prontamente ma Tarble, muovendosi alla velocità della luce, tanto da non essere nemmeno visibile, continuò a colpirlo violentemente, distruggendo vari pezzi dei suoi indumenti e coprendolo di ferite.

I colpi erano così veloci che Paragas veniva colpito in continuazione e non avendo nemmeno la forza di gridare.

“Quel ragazzino era davvero così potente?!” domandò, esterrefatto, Beerus “Chissà che faccia farebbe quel deficiente di suo padre se lo vedesse combattere adesso... visto che l'ha mandato via perché era debole...”

Whis rimase un attimo in silenzio, poi domandò a Gure, la quale, nonostante il colpo, si era ristabilita grazie ai poteri dell'angelo: “Mi scusi, signorina Gure... ma sulla vostra stella c'erano creature molto pericolose?”

“Eh? Certamente. Ma fortunatamente, Tarble, anche se con molta fatica, riusciva a sistemarle...”

“Oh... capisco...”

“Ehi, Whis!” lo chiamò, incuriosito, Beerus “Perché volevi sapere la fauna locale di quella stupida stella?”

“No, niente.”

“Comunque, non ti sembra che quel ragazzino sia un po' cambiato?”

“Beh, ovvio, si è trasformato in supersaiyan.”

“Non fare lo spiritoso, Whis. Intendevo dal punto di vista caratteriale.”

“Ah, certamente. In effetti, mi sembra un po' più sadico di stamattina.”

“Bah, questi saiyan sono degli autentici pericoli pubblici. Per questo ho voluto sterminarli...”

“Purtroppo, le cose non sono andate secondo i suoi piani, non è vero?” lo punzecchiò l'angelo e Beerus, stizzito, ribatté: “Tutta colpa di quell'incapace, buono a nulla e spaccone di Freezer!”

Non appena i due finirono di parlare, Bulma si rivolse a Whis, preoccupata: “Senti, Whis, ma che cosa è successo a Tarble? Nemmeno i miei figli, quando si sono trasformati erano così...”

“Credo che in Tarble esistano due nature.”

Sentendo quelle parole, tutti si girarono e l'angelo riprese: “La penso così: una è gentile e beneducata, ossia quella di tutti i giorni, mentre l'altra è più sadica e spietata. La personalità gentile di Tarble è quella dominante ed è quella che si allontana di più dalla vera natura di un saiyan... eppure questa non è totalmente assente in lui. E' custodita e nascosta negli abissi della sua mente.”

“E perché diavolo dovrebbe essere nascosta?” domandò Beerus, cercando di far credere che non fosse per niente interessato, e Whis continuò: “Perché Tarble l'ha repressa.”

“Allora lui è a conoscenza di questo suo lato?”

“No. L'ha fatto inconsciamente.”

“E che accidenti significa?”

“Molto semplicemente, Tarble ha sentito che il suo lato oscuro e potere sarebbe potuto diventare pericoloso se non imparava a controllarlo. In attesa di ciò, ha preferito reprimere nella sua mente i suoi poteri e i lati oscuri del suo carattere grazie alla sua parte gentile. Nessuno si è mai accorto di ciò ma così facendo, è sempre stato considerato un debole da tutti...”

“E' la trasformazione ha risvegliato il suo lato oscuro?”

“Anche... il senso di rabbia verso sé stesso in quanto non era in grado di proteggere i suoi amici e la moglie, devono avergli fatto desiderare di avere ancora più potere e, pertanto, ha permesso alla sua mente di sbloccare i suoi pieni poteri ma, in questo modo, ha permesso alla sua parte sadica di venire alla luce. Quello che abbiamo davanti è un vero saiyan pieno di desiderio di combattere e uccidere qualcuno.”

“In pratica è diventato un'arma di distruzione.”

“Certo. Inoltre, ma queste sono solo ipotesi, suo padre potrebbe averlo spedito su un lontano pianeta non perché era debole... ma perché voleva impedire che Freezer sfruttasse i suoi incredibili poteri... il potere di Tarble in supersaiyan è davvero molto forte... non basterebbe a sistemare Lord Beerus o Broly, ma è comunque considerevole... considerando l'intelligenza del padre di Tarble, potrebbe aver scelto quella stella abitata da creature mostruose e strani esseri, in modo che imparasse a cavarsela da solo e che, per via dell'aspetto particolare degli abitanti, venisse emarginato. In questo modo, la rabbia e la solitudine, avrebbero risvegliato i suoi pieni poteri, trasformandolo nel giovane sadico e spietato che stiamo vedendo. Sfortunatamente, Tarble è stato soccorso da delle persone che l'hanno subito accettato nonostante l'aspetto fisico e così la parte gentile del ragazzo ha continuato a fargli da contenitore fino ad oggi...”

Per qualche minuto, nella piana, ci fu solo il silenzio ma poi Whis, con un tono divertito, disse: “O forse, molto semplicemente, suo padre non si è mai accorto del suo potenziale e l'ha spedito su quel pianeta sperando che quelle bestiacce se lo mangiassero per cena.”

Tutti fecero una smorfia, in quanto non avevano capito quale delle tue versioni dell'angelo fosse corretta, probabilmente lo erano entrambe.

Nel frattempo, il diretto interessato, ignorando i discorsi di Whis, diede un violento calcio in faccia a Paragas e lo fece schiantare contro una roccia.

“Uff... ma che debole!” sbuffò il giovane principe, passandosi una mano sui capelli a spazzola dorati “Senza tuo figlio in giro, non sei proprio capace di far niente... vorrà dire che ti eliminerò subito, dato che, francamente, mi sono stufato!”

Paragas rimase immobile.

Non aveva più nemmeno la forza di gridare... e quella piccola furia lo avrebbe ucciso a momenti... doveva assolutamente trovare una soluzione.

L'occhio gli cadde sul suo borsellino, dove c'era ancora il telecomando di Broly e la sua pistola.

Sorrise sadicamente.

Aveva trovato la soluzione per uscire dai guai... c'era solo un ultimo colpo nella pistola ma gli sarebbe bastato.

Tarble allungò la mano davanti a lui e, seccamente, avvisò il vecchio: “Conto fino a tre e poi ti anniento. Ah, quando raggiungi l'inferno, salutamelo tu, mio padre. Tre...”

Mentre il giovane contava lentamente, Paragas fece un respiro.

Quello che stava per compiere era davvero azzardato... aveva solo pochi secondi per fare tutto... quel maledetto era veloce ma l'effetto sorpresa l'avrebbe comunque spiazzato.

“...Due...”

Paragas allungò le mani sul terreno ghiacciato.

Se voleva farcela e attuare la sua vendetta doveva correre quel rischio.

“...E uno! Buon viaggio all'inferno, Paragas!” lo salutò Tarble, preparandosi a lanciare il suo attacco ma il vecchio fu più veloce e creò un attacco d'energia sul terreno, il quale generò un piccola esplosione che distrasse il saiyan, il quale non solo fu immerso in un improvviso banco di fumo, ma fece sparire il suo attacco.

Nonostante ciò, Tarble si accorse che Paragas era scomparso da dove l'aveva lasciato.

“Ma che codardo, cerca di scappare.” commentò, scocciato, Tarble “Ora che so percepire i KI, non devo sforzarmi per localizzarlo.”

Infatti, dopo pochi secondi, individuò il nemico e, mentre lo raggiungeva, preparando anche un pugno, urlò: “Non mi scappi, Paragas, adesso ti ammazzo!!!”

Ma, non appena uscì dal banco di fumo e si trovò davanti all'uomo, si bloccò, assieme al pugno, di colpo.

Paragas, infatti, teneva la sua inseparabile pistola, sulla tempia di Gure, bloccata con un braccio del saiyan al collo.

“CHE DIAVOLO STAI FACENDO A MIA MOGLIE?!?! LASCIA ANDARE LA MIA GURE!!!!” urlò, adirato e disperato, Tarble ma Paragas, con un sorriso malvagio e fanatico, non cedette: “Prova ad attaccarmi o ad avvicinarti a me e le sparo, capito? Pensavi di passarla liscia, dopo avermi umiliato in questo modo? So che quest’essere è tua moglie… perciò, prova solo a fare un altro passo, ragazzino… e le spappolo il cervello!”

Nel frattempo, Whis, osservando la scena, commentò: “Oh, cielo. Questa non ci voleva proprio.”

“Che diavolo è preso a quella furia?! Perché non attacca più Paragas?!” domandò, adirato, Beerus e Whis rispose: “Tarble è profondamente innamorato della moglie più di quanto immaginassimo...”

“Cioè? Che intendi?”

“Nonostante il suo carattere sia mutato in modo drastico, Tarble conserva, inconsciamente, dei determinati legami con alcune persone. Ha attaccato solo Paragas perché era colui che aveva rischiato di uccidere i suoi amici e la moglie ma Broly non l'ha preso in considerazione per tutto il tempo. La buona notizia di questa cosa è che, in questo modo, non ci attacca. Purtroppo, la cattiva, che è quello che sta succedendo proprio adesso, è che se uno di noi fosse in pericolo o in ostaggio, potrebbe bloccarsi e non combattere più.”

“Oh no! EHI RAGAZZINO, LASCIA PERDERE I SENTIMENTI E ATTACCALO SUBITO, CAPITO?!?!” sbraitò Beerus ma Tarble, adirato, intimò: “STA ZITTO!!! GUARDA CHE E' LA VITA DELLA MIA GURE AD ESSERE IN PERICOLO!!!!”

Gure, vedendo come si stavano svolgendo le cose, pregò al marito: “Combatti, Tarble. Non pensare a me. Tu devi vivere.”

“No, Gure. Mi dispiace ma non posso farlo. Tu sei mia moglie e ti devo proteggere!” le dichiarò, con orgoglio, il saiyan, col risultato di farsi schernire da Paragas: “Che scena toccante... anch'io pensavo le stesse cose, quand'ero più giovane... peccato che, alla fine, la mia Kohra è morta lo stesso. Ti mostrerò personalmente e con gioia cosa si prova quando la persona che ami più di ogni altra cosa è in pericolo e tu non puoi fare niente per salvarla.”

Dopo aver detto quelle parole, Paragas diede un violento calcio al ventre dell'avversario, il quale andò a schiantarsi contro una roccia lì vicino.

Nonostante il dolore atroce, Tarble non fece uscire nemmeno un lamento.

Senza mollare Gure un attimo, Paragas si avvicinò al giovane e lo sfidò: “Sei un testardo orgoglioso, proprio come tuo padre... anche lui cercava sempre di evitare di urlare di dolore per non apparire debole... sono proprio curioso di vedere per quanto resisterai...”

Dopodiché, lo colpì brutalmente allo stomaco con una ginocchiata.

Tarble sputò del sangue e della saliva ma dalle sue labbra non uscì nemmeno il minimo lamento.

Vedendo le condizioni del cognato, Bulma si disse, disperata e preoccupata: “Se solo le sfere del drago esistessero ancora... si sarebbe potuto cercare di risolvere la situazione... invece, non possiamo far altro che contare solo su noi stessi e se qualcuno morirà è la fine perché non potrà più tornare in vita... se penso che quando esistevano, volevo raccoglierle per desideri inutili o stupidi, come trovare un fidanzato o avere un aspetto più giovane... è proprio vero che ti accorgi del vero valore di una cosa quando, ormai, questa non c'è più...”

Nel frattempo, Paragas fece cadere Tarble a terra a causa di un calcio e, con un sorriso sadico gli disse: “Non dovresti restartene lì impalato, ragazzino… se vuoi salvare la tua mogliettina… supplicami, mentre ti ammazzo!”

Per tutta risposta, Tarble rimase in silenzio a fissarlo con uno sguardo truce e il saiyan anziano gli urlò: “Avanti!”

“Non…” fece il giovane saiyan, mentre si alzava faticosamente in piedi “Non ti lascerò… uccidere la mia Gure!”

“Ma davvero?” fece Paragas, per poi colpire di nuovo violentemente Tarble alla vita “Non hai ancora capito in quale posizione ti trovi, ragazzino?”

Tarble dovette affrontare le torture e i pugni di Paragas finché il giovane non crollò terra, tornando nel mentre alla forma base.

“Che sciocco… se ti fossi lasciato uccidere senza opporre resistenza, non avresti sofferto tanto…” commentò Paragas, mentre Tarble, con un filo di voce, sussurrava: “Ti prego… ti scongiuro…”

“Ah ah ah ah… adesso ti metti a supplicarmi per aver salva la vita? La famiglia reale è proprio caduta in basso!” rise divertito Paragas, bloccandosi quando sentì la fievole risposta del ragazzo: “No.”

Paragas lo guardò e Tarble riprese, debolmente: “Se vuoi uccidermi, fa pure… ma lascia in pace la mia famiglia. Ti chiedo solo questo… vattene via assieme a Broly e agli altri due… questo pianeta e la mia famiglia… hanno già sofferto troppo…”

Paragas rimase in silenzio un attimo, per poi sbattere violentemente Gure a terra e commentare: “Hai finito? E’ arrivata la tua ora.”

Dopodiché, si avvicinò lentamente al saiyan, dopo averlo guardato un attimo, puntandogli anche contro la pistola e fatto un sorriso di trionfo, rise: “La vittoria è in mano mia!!! Finalmente ho sconfitto un membro della famiglia reale e non appena Broly avrà sistemato quei due, la mia vendetta sarà praticamente compiuta!!! Ehi, Vegeta, se tu mi puoi vedere, osserva bene come sto per ammazzare il tuo caro figlio, proprio come tu hai ammazzato la mia Kohra!!! AH AH AH AH!!!!”

Ad un tratto, sentì un improvviso e tremendo dolore al petto, tanto che gli strozzò la risata finale.

Abbassò lo sguardo e vide sul petto un piccolo buco da cui uscivano delle gocce di sangue.

Si voltò e vide Beerus il quale, con le dita della mano ancora fumanti davanti a sé, lo osservava in maniera fredda e glaciale.

“Che sorpresa, Lord Beerus.” esclamò, divertito, Whis “Alla fine, ha voluto intervenire lei...”

“Per forza. Volevo mostrare a Freezer come si ammazza davvero un saiyan. E poi, quel tizio mi era sulle scatole e ho voluto sistemarlo come si deve.”

“Non è che, invece, si è affezionato ai ragazzi e ha voluto aiutarli?”

“CHE?!?! COME PUOI INSINUARE UNA COSA DEL GENERE?!?! NON MI SONO AFFATTO AFFEZIONATO A QUEI TRE DEFICIENTI!!!!!!”

“Oh oh oh... perdoni la mia insolenza, Lord Beerus.”

Nel frattempo, Paragas cadde violentemente per terra e, poi, osservando il combattimento del figlio, allungò una mano e sussurrò, stremato: “Broly...”

Nonostante il nome era stato sussurrato, il giovane saiyan si fermò di scatto e si voltò per vedere cosa stesse succedendo al padre.

Fece appena in tempo a vederlo che lo guardava e allungava la mano, che il vecchio saiyan cadde nella neve gelida, privo di vita.

Il giovane sgranò gli occhi e si sentì come se il suo cuore avesse improvvisamente smesso di battere.

Suo padre... il suo amato padre... l'unica persona che aveva rinunciato a tutto pur di salvarlo e che era sempre vissuto accanto a lui...

Dolore e rabbia si mischiarono dentro di sé e, per cercare di non impazzire, si mise le mani tra i capelli e cominciò ad urlare.

Perché?!

Perché il suo adorato padre era morto?!

Si sentiva esplodere dalla rabbia.

Era tutta colpa dei suoi nemici... erano stati loro ad ucciderlo... ma li avrebbe annientati tutti.

Nel modo più lento e doloroso possibile.

Dal suo corpo cominciarono ad apparire raggi d'energia che bombardarono la zona circostante, tanto da polverizzare il cadavere di Paragas.

Fortunatamente, grazie al suo bastone, Whis creò una barriera con cui protesse Beerus e gli altri.

Improvvisamente, un potente aura verde avvolse Broly, ancora urlante, e i due Trunks rimasero a bocca aperta, osservando il loro avversario, mentre questi si alzava lentamente in cielo.

Aveva un sorriso sadico, gli occhi non avevano iridi e i suoi capelli erano diventati biondi.

I due Trunks stavano per tremare davanti a quella straordinaria potenza.

“Si è trasformato...” sussurrò il Trunks più grande, senza parole, mentre quello più giovane la completava: “...In un supersaiyan.”

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Capitolo 13
*** Il prezzo della potenza ***


Capitolo 13: Il prezzo della potenza

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 19:03

 

Broly fece un altro potente urlo e il suo corpo venne completamente avvolto da una sfera d'energia verde che si allargò sempre di più nell'area circostanze.

Presi alla sprovvista, i due Trunks si allontanarono in volo.

La sfera, ad un tratto, si sollevò verso l'altro e tutti i presenti videro, con terrore, che sotto di essa vi era Broly con le mani posizionate verso l'alto, il quale la controllava benissimo.

Il saiyan lanciò l'attacco verso i due doppioni, i quali la schivarono senza troppi problemi.

Seguendo la traiettoria della sfera, il Trunks più grande si accorse che stava per colpire Bulma e Mai.

Più veloce della luce, le prese per la vita e le spostò su una rupe lì vicino, appena in tempo, dato che di lì a poco si scatenò una potentissima esplosione.

Trunks osservò senza parole la scena, per poi raccomandandosi: “Restate qui finché non terminiamo... e se Broly ci sconfigge non abbiate alcun timore di scappare. Quel ragazzo è un osso incredibilmente duro...”

“Non si preoccupi, signor Trunks...” lo tranquillizzò Whis, raggiungendo con eleganza e senza alcun timore la roccia: “Ci penso io a loro.”

“Un momento, dove sono Tarble e Gure?!” l'interruppe, preoccupata, Bulma.

Sentendo quella frase, il Trunks più grande si sentì come se avesse perso il respiro.

Solo in quel momento, infatti, si era accorto che nel gruppo non c'erano Tarble e Gure... e non riusciva ad avvertire la loro presenza...

“Non preoccupatevi. Ce li ho io.” li rassicurò una voce sotto di loro.

Trunks e gli altri si sporsero dal ghiacciaio e videro il doppione più giovane che teneva, ancora svenuti e provati, Tarble e Gure.

Doveva averli salvati dalla sfera mentre l'altro salvava la madre e Mai...

“Ehm, ragazzi...” li richiamò Whis “Non vorrei rovinare il vostro momento... ma ho come l'impressione che Broly voglia combattere.”

I due doppioni, voltandosi a guardare il nemico, si accorse che era vero.

Broly aveva serrato le mascelle così tanto che sembrava volesse distruggerle.

Evidentemente, come un vero saiyan, anche lui moriva dalla voglia di riprendere il duello da dove si era interrotto.

Infatti, non appena fu certo di avere l'attenzione dei due Trunks si lanciò con violenza contro quello più giovane ma quello più vecchio, prontamente, interruppe la sua corsa colpendolo in pieno con un calcio e facendolo volare contro un ghiacciaio lì vicino.

“Metti al riparo Tarble e Gure!” si raccomandò il più grande e, dopo che il suo doppione ebbe annuito, partì per raggiungere Broly e riprendere il combattimento.

Velocemente, il Trunks più giovane raggiunse l'altura dove tutti i presenti si erano riparati e, dopo aver appoggiato delicatamente a terra i due coniugi, si raccomandò: “Prendetevi cura di loro! Io vado ad aiutare Trunks!!!”

“Fate attenzione!”

“Lo faremo, mamma. Promesso.” promise il giovane saiyan, sorridendole e facendole il pollice all'insù, prima di partire per raggiungere e aiutare il doppione.

Come una furia, colpì Broly con un calcio alla schiena, facendolo allontanare violentemente dall'altro Trunks, poco prima che venisse colpito da un pugno dell'incredibile saiyan.

Mentre Broly andava a scontrarsi contro ad una montagna, Trunks corse dalla sua versione più vecchia e gli domandò: “Tutto bene?”

“Sì... ma è meglio se, per il momento, pensiamo a Broly...”

Come se gli avesse letto nel pensiero, il saiyan distrusse completamente la montagna su cui era andato a scontrarsi con un urlo così potente che tutti si girarono verso di lui, terrorizzati dal tremendo potere che stava sempre più rilasciando.

“Mi sa che quel saiyan è un vero e proprio talento fuori dal comune...” commentò il Trunks più giovane mentre l'altro commentava, con un sorriso triste: “Peccato che sia un nostro nemico... fosse stato un nostro alleato, sarebbe stato un ottimo rivale e il nostro futuro non avrebbe più dovuto preoccuparsi di niente... che peccato...”

Per tutta risposta, l'altro Trunks fece un sospiro per poi volare contro Broly e dandogli un potente pugno sul viso.

Inaspettatamente, però, Broly sembrò non provare minimamente dolore.

Fece un secondo urlo e poi fu lui a colpire violentemente al volto Trunks.

Il giovane saiyan fece un urlo strozzato prima di andarsi a scontrare, per effetto della forza del rinculo, contro una roccia lì vicino.

L'altro Trunks, allora si lanciò contro Broly ma l'avversario, come se si aspettasse una mossa del genere, si avvicinò di scatto a lui e cominciò a tempestarlo di pugni i quali venivano prontamente parati da Trunks con il braccio.

Nonostante ciò, il saiyan si accorse subito che c'era qualcosa di strano...

“Che cosa?!” fece il ragazzo mentre Broly, dopo aver rilasciato l'ennesimo urlo selvaggio, continuava a colpire l'avversario.

“Stai diventando sempre più forte! Com'è possibile?!” domandò, incredulo, e, proprio quando il nemico stava per colpirlo, l'altro lanciò un attacco di sorpresa a Broly, il quale, a causa della sorpresa, si fermò ma l'attimo di smarrimento durò poco, in quanto Broly ritornò a urlare, risvegliando ancora più energia.

“Assurdo... ma quando potere aveva dentro di sé?!” esclamò, senza parole, Trunks prima che Broly, dopo aver fatto un sorriso sadico e spietato, riprendesse a combattere, furioso e selvaggio più che mai.

 

Inferno

Settore Est, venerdì, 19:24

 

Tutti i presenti nel piccolo e puzzolente locale osservavano con eccitazione ed entusiasmo il combattimento generato dal giovane pieno di cicatrici e da quella sua folla e violenta trasformazione tranne una persona.

La donna col cappotto e l'ocarina aveva un'espressione nervosa e si teneva la testa con la mano destra mentre con un dito della mano sinistra tamburellava lo sporco e unto bancone, sibilando: “Non va bene. Non va bene per niente.”

“Si può sapere che ti prende, ragazza? Non morirà solo perché è diventato di colpo più sadico...” rise il barista ma, per tutta risposta, Kohra si voltò e gli lanciò un'occhiata così feroce che fece raggelare l'uomo.

Se gli sguardi avessero potuto lanciare raggi incandescenti, adesso sarebbe ridotto in cenere.

“Chiudi quella ciabatta, brutto grassone!” lo aggredì la donna, nervosa a mille, agguantandolo per la camicia e avvicinandolo ai suoi occhi neri adirati, facendo persino voltare dei clienti della bettola, spaventati dal carattere focoso e irritabile della donna “Se continua così, il mio Broly morirà sul serio!”

Nonostante fosse spaventato dall'aura omicida che Kohra emanava in quel momento, il barista ebbe la forza di domandare, in un sussurro: “Cioè? Che intendi?”

“Intendo dire che quella trasformazione è molto potente e più lo scontro andrà avanti più la sua forza crescerà, ma perderà, allo stesso tempo, il controllo... finché non verrà consumato dal suo stesso potere e si autodistruggerà.”

“Accidenti... sei una vera esperta di questa trasformazione...”

“E' naturale! Sono morta a causa di quella maledetta trasformazione!”

Quell'urlo fece voltare alcuni presenti, sbigottiti e spaventati.

Infischiandosene degli altri che la guardavano, Kohra riprese, sibilando: “E il tutto non avverrà velocemente... ma lentamente e tra atroci sofferenze... ad ogni respiro si sentirà solo soffocare e sentirà dolore dappertutto! Questa... questa è la peggior morte in assoluto... nessuno meriterebbe una morte del genere... eppure mio figlio, il mio Broly... è destinato ad una fine del genere... il mio bambino...”

Dal tono s'intuiva che fosse sconvolta ma dal viso bellissimo e giovane della donna non uscì nemmeno una lacrima.

Dopo un po', lanciò il barista contro un muro a cui era affissa una bacheca piena di annunci e d'inserzioni pubblicitarie, creando una profonda crepa nel muro e facendo volare in tutta la taverna i foglietti con su scritto gli annunci.

Kohra, con lo sguardo basso e nero, rimase completamente immobile mentre i fogli volavano attorno ad essa, come una superba statua di marmo in mezzo ad una bufera di neve.

Si era di nuovo lasciata trasportare dalle sue emozioni e non si era controllata... ma era suo figlio quello che rischiava di morire.

Mentre stringeva con forza e rabbia i pugni, pensò a Paragas.

Aveva messo a repentaglio la vita di suo figlio per poterla vendicare... come diavolo aveva potuto fare una cosa del genere?!

Detestava profondamente Vegeta, con tutto il cuore... ma perché diavolo coinvolgere anche Broly?!

Per colpa sua... Broly doveva aver passato tremende sofferenze... e adesso rischiava persino di morire e se non fosse morto prima di raggiungere i suoi limiti l'avrebbero ucciso quei tre... e lei era lì, immobile, ad osservare la lenta e inesorabile fine del suo unico figlio.

Se solo avesse potuto... sarebbe corsa a salvarlo da morte certa.

Ma lei era morta e si trovava nell'aldilà...

Proprio in quel momento, un foglietto le volò davanti un foglietto che prese con l'indice e il medio.

Se lo posizionò davanti agli occhi e, osservando lo scarabocchio che rappresentava due uomini molto grossi e muscolosi intenti a lottare, lesse: Vuoi uscire, anche solo per ventiquattro ore, dall'aldilà? Cercasi lottatori molto forti ed esperti per combattimenti con grandi esperti di qualsiasi combattimento possibile. Se siete interessati, chiamate questo numero oppure recatevi a quest'indirizzo, dalla vecchia sibilla Baba. Potreste avere la possibilità di vedere il tuo futuro. Non lasciarti scappare una simile occasione d'oro!

Kohra osservò a lungo il biglietto, poi, osservando il volto di suo figlio in tv, decise di tentare.

Afferrò di nuovo il barista per il colletto e gli domandò, con uno sguardo che lanciava fiamme: “Dov'è un telefono?!” “D... di là...” farfugliò l'uomo, prima di essere buttato in malo modo per terra.

La donna seguì le indicazioni e, dopo aver trovato un telefono pubblico, digitò il numero della pubblicità e si mise in attesa, nervosa.

Poco dopo, si sentì una voce metallica annunciare: “Servizio di segreteria telefonica. Il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile. Riprovate più tardi.”

Chiuse con violenza la chiamata, sbuffando scocciata, per poi riprovare ma, ancora una volta, si sentì di nuovo la voce metallica con le stesse e identiche parole.

Se non riusciva a telefonare, non aveva che una sola cosa da fare.

Cercare di persona questa fantomatica sibilla.

Tornò dal barista e, mettendogli sotto il naso l'annuncio, domandò, con aria furibonda: “Indicami la strada più veloce per arrivare a quest'indirizzo!”

L'uomo l'osservò a lungo, poi disse: “L'indirizzo che stai cercando, ragazza, si trova in un altro distretto degli inferi. Per arrivarci, servono un aereo e un biglietto. Sappi che quest'ultimo costa un occhio della testa. E se provi a intrufolarti dentro senza, ti stanano subito. Quindi è meglio procurarselo.”

“Maledizione! Anche se sono un asso a rubare e a rapinare, non posso perdere tanto tempo! Broly rischia di morire da un momento all'altro!”

“Se t'interessa, c'è un piccolo magazzino non molto lontano da qui dove vengono custoditi dei biglietti aerei per gli altri distretti... purtroppo, anche altre anime degli inferi li prendono di mira, per non parlare delle guardie... Avrai bisogno di molta astuzia per riuscire ad ottenere il biglietto.”

“Nessuno è più forte di me ma detesto ragionare... non sono un genio della logica, io seguo l'istinto fin da quando ero bambina...”

“Credimi, ragazza... se vuoi ottenere quei biglietti hai un bisogno enorme dell'astuzia e dell'intelligenza... ti basterebbe trovare un compagno molto sveglio, arguto, astuto e intelligente e saresti a cavallo...”

“E io dove lo trovo un tizio incredibilmente intelligente?!”

Aveva appena finito di pronunciare quelle parole, che Kohra sgranò gli occhi, come se un improvviso pensiero le fosse venuto in testa, per poi fare un sorriso sadico e dichiarare, con un’aria da vittoria: “Io conosco un tizio del genere... ho persino il suo numero di telefono.”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 19:38

 

“Non riesco a credere che esista un saiyan così potente...” commentò Bulma, osservando, senza parole, il pandemonio generato da Broly “Quindi è questa tutta la potenza di un supersaiyan...”

Tutto il ghiacciaio, ormai, si era trasformato in un ammasso di lava causato dai mille attacchi distruttivi di Broly... per certi versi, il disastro che Broly stava generando era simile a quelli che causava Goku quando si trasformava in quello scimmione pericoloso non appena guardava la luna piena...

“Già... se non lo sapessi, giurerei che Broly non è un saiyan...” commentò Tarble, il quale si era seduto su un masso lì vicino dopo che Whis, con l'aiuto del suo bastone, aveva rimesso in sesto lui e la moglie.

“Senti da che pulpito viene questa frase... quando ti sei trasformato, hai fatto un bel macello!” gli ricordò, scocciato, Beerus e il saiyan, imbarazzato, balbettò: “Mi dispiace... non ricordo quello che è successo... solo che ho provato una grande rabbia e il desiderio di vendicarmi di Paragas...”

“Beh, quando questa storia sarà finita, dovrai imparare a controllarti!”

“Lo farò...”

Beerus fece un grugnito, poi si rimise a guardare lo scontro.

Sul serio quel ragazzino era il secondo figlio di quel vecchio tirchio insopportabile di Re Vegeta III?!

Quando non si trasformava in una bestia assettata di sangue, non assomigliava per niente a suo padre... per questo non l'aveva riconosciuto... o almeno così sperava...

Beerus osservò lo scontro poi notò: “Quel saiyan sembra davvero molto potente...”

“Eh già, lord Beerus... credo che sia persino più potente di lei.” commentò Whis.

La reazione di Beerus fu uno strillo: “CHE COSA?!?! FIGURATI SE SONO PIU' DEBOLE DI QUELLO STUPIDO SCIMMIONE!!!!”

“Allora vada ad affrontarlo... un avversario forte in più farebbe solo piacere a Broly.” fu la pacata risposta dell'angelo.

Furibondo, Beerus lanciò una sfera che distrusse una montagna lì vicino.

L'attacco ebbe l'effetto di far girare Broly e di fermare momentaneamente lo scontro.

“Beerus? Ma che fai?” domandò, stupito, Trunks.

Di solito, il dio se ne stava appartato ad osservare gli scontri.

Il fatto che avesse richiamato l'attenzione di Broly era un evento davvero fuori dal comune...

“Sembri molto forte, ma non riuscirai mai a sconfiggere un dio della distruzione!” lo provocò, divertito, Beerus, mentre si metteva in posizione da combattimento, per poi dire: “Broccoli, vediamo se sai tenermi testa.”

Sentendo quelle parole, Broly fece una faccia stupita per poi voltare la testa da tutte le parti, come se cercasse qualcuno.

“EHI, STO PARLANDO CON TE!!!!” strillò, adirato, il dio “SE MI PRENDI IN GIRO IN MODO COSI' STUPIDO, TI DISTRUGGO, CHIARO?!”

“Guardi, Lord Beerus, che quel saiyan si chiama Broly non Broccoli...” gli fece notare, con un lieve tono seccato, Whis e, per tutta risposta, Beerus, rosso come un peperone, dichiarò: “E' UGUALE!!!!!”

Sentendo quelle frasi, Cheelai, sempre nascosta assieme a Lemo, commentò, scocciata: “Ma come diavolo si fa a confondere un nome tanto semplice come Broly?!”

“Sarà stato un lapsus.” fu la pacata risposta di Lemo che fece da contrasto alla voce energica di Cheelai: “Per me quel tizio ha sassi di luna al posto del cervello...”

Nonostante la confusione, Broly capì che l'avversario voleva sfidarlo e, pertanto, si mise a urlare di nuovo, come se volesse ottenere tutta la sua energia.

“Faccia attenzione, Lord Beerus... ho come l'impressione che stia diventando sempre più forte...” fece notare Whis ma il dio rispose: “E' solo uno stupido mortale con una coda di scimmia! Figurati se un tizio del genere mi crea dei problemi!”

“Come vuole. Io l'ho avvertita.”

Ignorando gli ammonimenti dell'angelo, Beerus si mise in posa e, con un sorriso divertito e di sfida, commentò: “Erano secoli che non incontravo qualcuno che avesse l'ardire di sfidarmi... ammetto che è stato un bel po' noioso... ma se speri che abbia perso la mano, ti sbagli di grosso.”

Dopo un po', Broly smise di gridare e cominciò a correre verso Beerus, il quale, mentre si metteva in posizione da combattimento, aggiunse, sempre più eccitato: “Fammi divertire.”

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Capitolo 14
*** Alla ricerca di un piano ***


Capitolo 14: Alla ricerca di un piano

 

Inferno

Foresta Infinita del Settore Est, venerdì, 20:19

 

“Davvero?!” domandò, incredulo, l'uomo muscoloso con un'aureola sulla testa e una lunga coda di scimmia mentre il suo compagno, il quale possedeva anche lui una coda di scimmia, rise: “Altroché! E quando questa cosa è saltata fuori è diventato rosso come un pomodoro! Avresti dovuto vederlo!”

“Basta solo un segreto per rovinarti l'immagine e la vita, eh? Per fortuna non ho nessun segreto imbarazzante...”

“Ottimo, ma posso lo stesso rovinarti la vita se non torni a fare la vedetta assieme al tuo compagno!” lo minacciò una voce imperiosa e maschile alle sue spalle.

Le due sentinelle sbiancarono contemporaneamente, in quanto avevano riconosciuto entrambi quella voce imperiosa.

Si girarono lentamente e con un sorriso forzato mentre sudavano dalla paura e trovarono la conferma dei loro sospetti.

Dietro di loro, c'era un uomo alto, muscoloso, con la barba e i capelli neri a forma di fiamma.

Era il re.

“Ehm... salve, altezza...” balbettò, preoccupato, uno dei due.

Tutti i saiyan sapevano che il re aveva un carattere pessimo, vendicativo e altamente pericoloso... pertanto, nessuno doveva contraddirlo o sfidarlo, altrimenti sarebbe stato come un suicidio... e tutti loro erano già morti...

“Piantatela di chiacchierare e tornate a controllare che non si avvicini nessuno al nostro nascondiglio.” intimò il sovrano e, mentre si voltava e si allontanava, i due balbettarono: “Certo, agli ordini, Re Vegeta III!”

Il sovrano fece uno sbuffo irato e poi si diresse verso la sua abitazione, attraversando un ponte sospeso tra due alberi.

A volte era davvero difficile e faticoso tener d'occhio le cose... non appena si girava, c'era sempre qualcuno pronto a smettere di lavorare.

Pertanto, voleva passare la serata a riposarsi... fortunatamente, quell'isterica di sua moglie non era in casa, sennò sarebbe stato impossibile...

“Bentornato, altezza.” lo salutò, con rispetto, un uomo elegante e con folti bassi e Vegeta fece un gesto scocciato per liquidare la questione.

Ma, proprio mentre si allontanava, l'uomo richiamò la sua attenzione: “Ah, al telefono c'è una persona che vuole parlarvi a tutti i costi.”

“Una persona? E chi sarebbe?”

“Non ne ho idea, altezza. Dalla voce ho dedotto che fosse una giovane donna dal carattere parecchio irritabile. Ma ha detto che rivelerà la sua identità soltanto a lei. Ha anche aggiunto d'informarla che si tratta di una sua vecchia conoscenza.”

Vegeta rimase in silenzio un attimo, osservando in silenzio il suo servitore.

Una giovane donna che non era sua moglie voleva parlargli? Senza nemmeno svelare la sua identità?!

La cosa era alquanto strana... senza contare che non c'erano molte donne con cui erano entrato in contatto.

Un pensiero gelido gli attraversò la testa.

E se fosse lei?!

Non era assolutamente possibile... non si sarebbe mai sognata di telefonargli, senza contare che non si parlavano da parecchi anni... a parte la risata divertita che aveva fatto quando aveva scoperto che erano stati tutti a loro volta sterminati da qualcuno... manco si trovassero in un film comico...

In ogni caso, se gli telefonava, significava che stava succedendo qualcosa di grosso... e la cosa non gli piaceva per niente...

“Va bene. Le rispondo subito. E dì ai miei uomini che non voglio essere disturbato per nessun motivo.” dichiarò, seccamente, mentre si dirigeva verso il suo studio.

La cornetta del telefono era alzata e, non appena l'ebbe avvicinata, domandò: “Pronto?”

“Ciao, Vegeta. Ne è passato di tempo. Ti ricordi ancora di me?” domandò una delicata voce femminile la quale, nonostante non appartenesse alla persona dei suoi timori, era lo stesso capace di preoccuparlo seriamente.

“Che cosa vuoi, Kohra?” le domandò, scocciato, il re, abbassando anche il volume perché in quel posto c'erano orecchie dappertutto e non era proprio il caso che Echalotte sapesse che Kohra gli aveva telefonato o gli avrebbe fatto l'ennesima e spaventosa scenata di gelosia, come faceva tutte le sante volte che entrava in contatto con una donna che non fosse lei, e la voce dall'altra parte della cornetta dichiarò: “Ho bisogno di parlarti. Adesso.”

“E allora parla!”

“Non qui. Incontriamoci nella foresta.”

“Come mai tutta questa segretezza? E, poi, da quando sai usare un telefono?”

“Ho fatto pratica in tutti questi anni agli inferi. Comunque, vedi di raggiungermi tra mezz'ora.”

“E se io non volessi?”

“Potrei venire nel vostro accampamento e fare un macello. Sai che nessuno è in grado di fermarmi.”

“Già, me ne sono accorto quando abbiamo cercato di giustiziarti quella volta...”

“Quindi vedi di venire subito. Ci vediamo dopo!” dichiarò la ragazza prima di chiudere violentemente la chiamata.

Vegeta rimase in silenzio, osservando la cornetta.

In effetti, anche Kohra faceva parte della lista delle persone con cui aveva avuto a che fare e che erano riuscite a creargli parecchi problemi.

Anche se era solo al secondo posto della lista, il primo era, ovviamente, riservato a lei, quella dannata saiyan era pericolosa... non l'aveva pensata solo perché semplicemente ignorava che sapesse usare correttamente un telefono, dopotutto, aveva vissuto in una foresta finché una squadra di terza classe non l'aveva trovata...

In ogni caso, era incuriosito da quella storia.

Kohra l'aveva sempre detestato e non si era certo fatta problemi a cercare di ammazzarlo un sacco di volte... se lo chiamava, era evidente che aveva un disperato bisogno di lui... ma a quale scopo?

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 20:33

 

Beerus osservò divertito il suo avversario.

Quel saiyan doveva aver proprio perso la testa se aveva in mente di sfidarlo con tanta semplicità... ma, in fondo, non gli dispiaceva affatto...

Erano passati secoli dall'ultima volta che era stato sfidato in maniera così esplicita... aveva proprio voglia di fare un po' di ginnastica... inoltre, Whis gli aveva svelato che facendo un po' di ginnastica, i piatti assumevano un sapore molto più buono e delizioso... era l'ora di provare se questa teoria era vera o l'ennesima trovata di Whis per spingerlo a fare dello sport.

Quell'angelo aveva proprio una bella faccia tosta a dirgli che doveva fare dello sport quando era magro come uno stecchino.

Era quell'idiota ciccione di Champa ad aver bisogno di fare dello sport, mica lui!

Lo sport era inutile e faticoso... solo un matto avrebbe fatto i salti di gioia nel fare quei difficili esercizi.

Molto meglio rilassarsi su un bel divano morbido e caldo, magari mettendo qualcosa di sano sotto i denti, come un bel panino imbottito di carne, insalata e tutte le salse del mondo, o magari mangiando un intero pacchetto di patatine, di quelli enormi usati per le feste di compleanno...

Ma ci avrebbe pensato dopo.

Si lanciò verso il suo avversario con pronto un pugno ma, prima che riuscisse a colpirlo, Broly lo evitò agilmente.

Nonostante l'enorme aumento della massa muscolare, i movimenti del saiyan restavano agili e veloci.

“Niente male... ma per essere al livello di un dio della distruzione, dovrai aspettare almeno mille anni!” lo sfidò Beerus cominciando a lanciargli contro dei potenti raggi energetici.

Inaspettatamente, Broly li allontanò da sé con solo una mano.

Beerus sgranò gli occhi, senza parole.

Quelli erano alcuni dei suoi attacchi più potenti... e lui era un Dio della distruzione...

Non era possibile... non era assolutamente possibile...

“Ok... forse sei un po' più abile del previsto...” si complimentò Beerus, cercando di trattenere il nervosismo “Ma vediamo se riesci a cavartela con questo colpo!”

Sollevò in alto le mani e generò un'enorme sfera viola scuro.

“Oh cielo... quando perde le staffe esagera sempre...” commentò, sconsolato, Whis mentre Bulma urlava sconvolta: “VUOLE DISTRUGGERCI TUTTI?!?! MA E' DIVENTATO MATTO?!?!”

“No, Bulma. Si è semplicemente arrabbiato... si calmerà, vedrai... prima o poi...” la rassicurò Whis, continuando a guardare lo scontro con una calma che dava i brividi.

Sembrava che la possibile distruzione della Terra non lo toccasse minimamente...

Nel frattempo, Beerus lanciò contro Broly il suo attacco energetico.

“OH NO!!!! LO VUOLE AMMAZZARE!!!!” capì, sconvolta, Cheelai e, preoccupata, cominciò a urlare: “BROLY, TI SCONGIURO, SCHIVALA!!!!”

Nonostante le urla della ragazza, Broly rimase perfettamente immobile finché, quando la sfera stava quasi per toccarlo, il ragazzo allungò le mani.

Incredibilmente, riuscì a bloccare l'attacco della sfera.

I due Trunks erano senza parole.

Broly era in grado di resistere persino ad una sfera di distruzione di Beerus, un dio della distruzione?!

Era totalmente assurdo... ma quanto cavolo era forte quel saiyan?!

Sembrava assurdo che esistesse un tipo del genere nell'universo...

Dopo un po', con lo sgomento di tutti, sopratutto di Beerus, Broly respinse completamente la sfera che distrusse un corpo celeste lì vicino, generando una forte e potente esplosione, la quale non solo venne benissimo vista da quel punto, ma che lo polverizzò completamente.

“Non è possibile...” sussurrò Beerus, tremando dalla paura.

Non fece in tempo a dire o a fare altro perché Broly, sempre col suo sorriso da pazzo sadico, si piazzò davanti a lui, grazie alla sua velocità impressionante, e cominciò a tempestargli il petto con una scarica di violenti pugni.

Il dio non aveva nemmeno la forza di urlare a causa del dolore atroce e allucinante, il quale riusciva a mozzargli il respiro.

Broly continuò a colpirlo finché con un potente calcio, fece schiantare Beerus, in malo modo, per terra.

Tutti i presenti, erano senza parole.

La potenza di Broly... era così straordinaria da permettergli di tener testa in quel modo ad un dio della distruzione?!

Sembrava assolutamente impossibile... eppure era vero.

E stata accadendo proprio davanti ai loro occhi!

Senza lasciare a Beerus un attimo di tregua, scese e, dopo avergli afferrato la coda, cominciò a sbatterlo per terra in tutte le direzioni.

“Oh, cielo... mi sa che Broly è più forte di Lord Beerus...” commentò, sorpreso, Whis prima che Bulma gli domandasse: “Whis, cosa possono fare?!”

“Per ora niente ma chi lo sa... potrebbe succedere qualcosa che finirebbe a nostro vantaggio...”

 

Inferno

Foresta Infinita del Settore Est, venerdì, 20:49

 

Tamburellava con rabbia e nervosismo l'avambraccio.

Dove poteva essere?!

Eppure gli aveva intimato di essere puntuale!

Se non fosse saltato fuori entro cinque minuti, si sarebbe diretta verso il suo accampamento e l'avrebbe trascinato via per un orecchio!

E, poi, per ripicca, avrebbe rivelato il suo segreto.

Era il suo piccolo asso nella manica... le sarebbe piaciuto usarlo per poterlo ricattare un pochino... ma umiliare Vegeta era uno dei suoi più grandi desideri...

Anzi, una piccola parte di lei sperava che non venisse così l'avrebbe detto a tutti i suoi saiyan... non vedeva l'ora di vederlo arrossire e sbiancare dalla vergogna...

Proprio in quel momento, sentì un rumore sopra alla sua testa e poi lo vide atterrare bruscamente davanti a lei.

“Ti sei salvato per un pelo... stavo per venire a prenderti personalmente...” dichiarò, con un sorriso sadico, la ragazza, omettendo la parte del suo segreto.

Era ancora un po' presto per rivelargli che lei sapeva...

“Che cosa vuoi, Kohra?” le domandò, seccato, Vegeta.

Era sempre uno che andava dritto al punto... proprio come lei.

“Devi aiutarmi a salvare mio figlio.” dichiarò, bruscamente, la ragazza.

Anche se era per una buona causa, era comunque troppo imbarazzante per lei chiedere qualcosa a Vegeta.

Dopotutto, era il suo nemico numero 1...

Per un po', nella piana si sentì il suono del vento poi Vegeta, mettendosi il dorso della mano sotto al mento, commentò, con un sorriso divertito: “Sono sorpreso... e non mi capita spesso di essere sorpreso.”

Avrebbe dovuto aspettarsela una risposta del genere da parte di Vegeta... rappresentava il suo carattere freddo e calcolatore.

Ma aveva in serbo per lui una sorpresa molto speciale...

“Kohra, la grande ribelle, la spietata ricercata, la guerriera indomita... che vuole chiedere a me, l'uomo che più odia in assoluto, un favore! Se non vedessi questa scena coi miei stessi occhi, ti giuro che non ci crederei...” le rivelò, divertito, Vegeta e Kohra, senza farsi prendere dalle emozioni, ribatté, prontamente: “Non si tratta di me o di te, Vegeta... si tratta dalla vita di mio figlio!”

“Tuo figlio?”

“Esatto! E' per lui che ti chiedo di aiutarmi!”

“Toglimi una mia piccola curiosità... per caso tuo figlio si chiama Broly ed è il figlio del colonnello Paragas?”

Kohra sgranò gli occhi, senza parole.

Quella domanda l'aveva presa in contropiede.

Come faceva Vegeta a sapere di Broly?!

Per tutta risposta, Vegeta fece un sorriso di vittoria e continuò: “Dalla tua espressione, è evidente che le cose stanno proprio così... Broly è tuo figlio.”

“Come diavolo l'hai scoperto?”

“Oh, non era così difficile...  Broly ha tua stessa pettinatura e quando l'ho visto, per puro caso, in quella capsula nella zona dell'élite nel mio palazzo, sai, all'epoca c'era anche mio figlio Vegeta lì, ho capito subito che doveva essere collegato a te... quegli idioti dei medici non hanno assolutamente sospettato chi fosse in realtà quel piccolo prodigio... non si sono nemmeno degnati di cercare di sapere chi fosse la madre... ma io ho intuito tutto.”

Sentendo quelle parole, Kohra dovette fare affidamento a tutta la sua calma per non sbraitare a destra e a manca.

Quel dannato cretino di Paragas aveva messo suo figlio in un'incubatrice... in una zona d'élite... nel palazzo reale... NELLO STESSO LUOGO DOVE ERA SITUATO IL PRINCIPE?!

Era così furibonda che si mise le mani tra i capelli mentre cercava di calmarsi.

Ma quanto scemo poteva essere?!

Perché non aveva messo davanti all'incubatrice, già che c'era, un bel cartello con su scritto, a caratteri cubitali: Vegeta, il figlio della tua ricercata preferita è qui dentro e si chiama Broly?!

Che assoluto cretino...

La prossima volta, non gli avrebbe affidato nemmeno un girino!

Gli aveva affidato un compito così facile, ossia prendersi cura del loro piccolo Broly e di tenerlo il più lontano possibile da Vegeta, che anche un'oca sarebbe stata capace di fare, e lui cosa combinava?!

Lo metteva in un'incubatrice nel palazzo reale del suo peggior nemico!

Che deficiente!

Ma appena gli avesse messo le mani addosso, avrebbero fatto i conti... qualcosa le diceva che le future cinque ore di Paragas non sarebbero stati tanto piacevoli per lui...

Purtroppo, doveva riparare ai casini che quell'incosciente aveva combinato.

Prima il dovere, poi il piacere.

“L'unica cosa che non mi aspettavo...” riprese Vegeta, quando intuì che si era calmata “Era che il padre del bambino fosse Paragas. Lo ammetto, tra tutti quelli che potevano diventare tuoi complici e amanti, lui, il mio fedele braccio destro, era l'ultimo della lista! In quello mi hai davvero sorpreso, non c'è che dire...”

“Quella zucca vuota ha voluto seguirmi di sua spontanea volontà. Io non gli ho fatto proprio niente.”

“Lo so, non sei il tipo che seduce qualcuno per salvarsi la pelle... ti conosco troppo bene. Più una situazione è pericolosa e senza via d'uscita, più ti ci butti a capofitto, solo per dimostrare al mondo intero che non hai bisogno di nessuno e che te la cavi da sola.”

“Bravo. Non ho bisogno di nessuno, io! Paragas mi aveva persino proposto di scappare una settimana prima della mia esecuzione ma ho rifiutato. Morivo dalla voglia di scappare proprio durante essa, umiliandoti davanti a tutti e scatenando un pandemonio... alla fine, ha acconsentito ma mi ha dato una mano manomettendo leggermente le mie manette. Per carità, erano ancora belle strette solo che erano un po' più allentate... volevo provare a distruggerle con la mia forza prima della mia esecuzione, un vero e proprio azzardo. Pensa che c'era un'alta probabilità che non riuscissi a romperle ma, alla fine, ce l'ho fatta.”

“Ma cosa sei, una masochista?”

“Diciamo che, molto semplicemente, amo buttarmi in situazioni estreme per trovare i miei limiti.”

“Non mi sorprende affatto che tu abbia fatto quella fine...”

“In ogni caso, il mio Broly si è trasformato proprio in quella trasformazione e, proprio come me, rischia di morire da un momento all'altro.”

“Tale madre tale figlio...”

“Fa poco lo spiritoso, Vegeta... lo sai anche tu quant'è micidiale e pericolosa!”

“Certo! Era qualcosa di così spaventoso e allucinante che persino io, che sono duro e spietato, ho avuto pietà di te e ti ho uccisa subito per risparmiarti tutte quelle atroci sofferenze... e sto ancora aspettando i tuoi ringraziamenti.”

“Eccoli qua: per ringraziarti di avermi dato una morte rapida, mi aiuterai a salvare mio figlio. Come vedi, sono molto generosa...”

“CHE COSA?! Scordatelo in pieno, Kohra! Io non vado a salvare Broly! Il figlio è tuo!”

“Guarda che Broly sta combattendo proprio contro il tuo di figlio!”

“Inventa una scusa meno patetica. Vegeta è morto da parecchi anni.”

“Guarda che ne hai due di figli!”

Per un attimo, Vegeta rimase in silenzio, come se non sapesse di che diavolo stesse parlando, ma, poi, con una faccia scocciata, intuì: “Stai parlando del mio secondogenito?”

“Esatto. Se non sbaglio si chiama Tarble.”

“Ah, lui... beh, e allora? Centra qualcosa?”

“Dalla tua risposta, immagino che non te ne frega niente di tuo figlio.”

“Brava, hai colto nel segno.”

“Va beh, le vostre questioni di famiglia le lascio a voi. A me importa solo che mi aiuti con Broly.”

“E perché diavolo dovrei aiutarti, Kohra? Ti ricordo che, più di una volta, hai cercato di farmi fuori.”

“Perché è anche colpa tua se mio figlio si trova in quella pessima situazione! Quindi mi aiuterai, anche perché sei parecchio intelligente e potresti farmi comodo.”

“Spiacente ma non ti aiuterò. Non posso perdere tempo coi tuoi problemi! E da quel che ho capito neanche tu puoi perdere tempo, visto che il tuo Broly rischia grosso.”

Kohra rimase immobile, mentre faceva un sorriso divertito.

Vegeta aveva ragione nel dire che non c'era tempo da perdere con Broly... ma, sfortunatamente per lui, avrebbe dovuto seguirla.

Aveva, infatti, un piccolo asso nella manica... che avrebbe usato proprio adesso.

Infatti, con sempre il suo sorrisetto e l'aria di vittoria, gli disse: “Vedo che ne hai di coraggio... per uno che, quando era piccolo, per potersi addormentare aveva bisogno di abbracciare un coniglio di peluche rosa!”

Sentendo quella frase, Vegeta sgranò gli occhi e sbiancò, sconvolto.

Dalla sua reazione, Kohra capì di averci preso in pieno.

Infatti, Vegeta, rosso di rabbia, le puntò il dito contro e le domandò: “Chi ti ha raccontato questa storia, eh?!”

“Prova a indovinare! E' una tua vecchia conoscenza!”

“Ma l'unica a saperlo era... oh no... lei!”

Kohra lo guardò divertita.

Non aveva mai visto Vegeta così nervoso...

“Sì, indovinato. E' stata proprio lei. La dovresti conoscere bene, no?” lo sfidò lei e il saiyan rispose: “Certo che la conosco! Solo che non mi sarei mai aspettato che dicesse cose del genere!”

“Già... sai, è stata felice di rivelarmi il tuo piccolo segreto. Aveva un bel conto in sospeso con te. Non avrei mai sospettato che esistesse qualcuno che ti odiasse più di me.”

Proprio in quel momento, mentre i due discutevano animatamente, un giovane dai capelli neri, i quali avevano una forma davvero particolare atterrò lì vicino.

Ignorò le voci che sentì a pochi metri di distanza, probabilmente dovuti ad un incontro segreto o ad un regolamento conti... un classico.

Lui era lì per tutt'altro scopo: doveva trovare della legna per la sua casa.

Gli affari degli altri erano affari loro e lui aveva già una moglie e un figlio in un altro settore degli Inferi, mentre l’altro chissà dov’era finito, molto probabilmente a fare il santerellino nel Paradiso, a giudicare da quanto gli avesse scritto il figlio maggiore, di cui occuparsi...

Finalmente, localizzò una bella e poderosa quercia che faceva al caso suo.

Stava per colpire l'albero con un calcio quando, un'improvvisa voce femminile lo bloccò: “Mi ha anche detto di avvisarti... che se tu ti rifiuterai di aiutarmi, dirà ai tuoi stupidi saiyan il tuo segreto... vuoi che tutti sappiano cosa facevi da bambino?”

“Chiudi quella bocca! E' successo soltanto una volta, quando avevo quattro anni!” le rispose, stizzita, una seconda voce, stavolta maschile.

L'uomo aveva riconosciuto subito quella voce maschile... ma non era possibile...

“A me l'ha raccontata in modo diverso ma fa lo stesso.” dichiarò la prima voce mentre l'uomo si avvicinava lentamente tra i cespugli per scoprire se si trattasse davvero di chi pensava lui.

Non appena poté vedere i due che discutevano animatamente restò di sasso.

Aveva proprio ragione!

Quello era il suo re e la sua interlocutrice era... Kohra?!

La saiyan ricercata?!

Ma che ci facevano lì?!

E, poi, di quale segreto stavano parlando?!

L'unica cosa che aveva capito, dall'espressione facciale dei due litiganti, era che Kohra aveva appena vinto il loro misterioso duello dialogato e che Vegeta non poteva far altro che mugugnare furibondo.

“Se ti rifiuti di aiutarmi, il tuo piccolo segreto sarà di dominio pubblico.” continuò, con un sorriso di vittoria, la giovane donna e Vegeta, furibondo, si arrese: “Mi hai convinto! Non dirai nulla se ti aiuterò a salvare Broly, vero?”

“Sì, non preoccuparti...”

“Va bene, allora dimmi dove vuoi andare e partiamo subito! Prima finiamo questa pagliacciata meglio è!”

“Vengo anch'io!”

Vegeta e Kohra, sorpresi da quell'improvvisa intrusione nel loro discorso, si girarono per vedere chi fosse il disturbatore.

Si trattava di un giovane uomo saiyan, intuibile dalla lunga coda di scimmia, con su una vecchia armatura distrutta, abbinata a degli scaldamuscoli blu sulle braccia e una profonda cicatrice sulla guancia.

“E tu da dove sbuchi?” domandò Vegeta, seccato e preoccupato, in quanto non sapeva quanto quel tipo avesse sentito del suo discorso, e Kohra, dopo averlo osservato un istante in silenzio, lo riconobbe senza parole: “Ma tu sei il capo di quella squadra di terza classe che mi ha trovata nella foresta e che poi mi ha portato, per la prima volta e contro la mia volontà, in città!”

“Certo, e mi ricordo ancora di come tentammo di sconfiggerti! Eri una vera furia! Non ho mai visto un saiyan più scalmanato di te!”

“Ovvio, nessuno mi dice chi sono e chi devo essere!”

“Però, io l'ho sempre saputo che il tuo vero posto era in mezzo alla natura selvaggia... ho cercato di convincere gli altri di lasciarti libera ma non mi hanno ascoltato...”

“Lo so che volevi aiutarmi... tu e anche quell'altra dal sorriso gentile... l'ho capito dall'odore.”

“Beh, mi sono sposato con quella lì... abbiamo avuto anche due figli... peccato che sono entrambi morti... ma questa è la vita.”

Mentre i due parlavano, Vegeta osservava il nuovo arrivato.

Gli sembrava di averlo già visto...

Poi, di colpo, ricordò.

“Ma tu sei Bardack! Quel saiyan di terza classe che ho incontrato su quel pianeta desolato!” ricordò il sovrano, senza parole “Eri venuto lì per cercare la tua squadra scomparsa.”

“Sì...” annuì Bardack scuro in volto “Mentre tu volevi trovare le prove che Freezer stesse tramando qualcosa e spingere i saiyan alla rivolta. Peccato che ci siamo ritrovati faccia a faccia con una squadra di Freezer e subito dopo che l'avevamo annientata, è arrivato Freezer in persona.”

“Il quale mi ha ammazzato... speravo che almeno tu, che eri sopravvissuto, riuscissi a tornare su Vegeta e a scatenare la rivolta.”

“Credimi, ci ho provato... ma Freezer è stato veloce... sono riuscito, per il rotto della cuffia, a tornare sul nostro pianeta qualche istante prima di lui ma era troppo tardi per organizzare una qualsiasi forma di battaglia. L'unica cosa che potevo fare era quella di cercare di fermare il suo attacco con tutta la mia potenza ed è quello che ho fatto! Se non sono riuscito a contrastarlo, non è colpa mia! Almeno ci ho provato!”

Proprio in quel momento, Kohra, la quale era rimasta in silenzio e in disparte, l'interruppe, sgarbatamente: “Ehi, guarda che c'ero prima io! Un po' di educazione! Continuerete il vostro duetto non appena Vegeta avrà finito di aiutarmi nel salvare mio figlio!”

“Se vuoi, posso aiutarti anch'io a salvare Broly!” si propose Bardack mentre Vegeta lo guardava come se fosse completamente matto.

Lui era stato costretto ad aiutarla e quello lì si offriva volontario per seguirla?!

Kohra alzò un sopracciglio, dubbiosa ma, allo stesso tempo, interessata, e domandò: “Sei forte in combattimento?”

“Direi di sì se sono sopravvissuto ad uno scontro con Freezer in persona...”

“E chi diavolo è Freezer?”

“Un tizio davvero forte. Persino più di suo padre, il quale ci ha sottomessi tutti quanti.”

“Può bastare. Se vuoi unirti a noi due sei il benvenuto ma sappi solo questo: se mi crei qualsiasi forma di problema, ti mollo.”

“Se i problemi te li creo io, mi molli qui?” le chiese, pieno di fiducia, ma la donna smorzò subito il suo entusiasmo: “Levatelo dalla testa. La forza la possiede anch'io ma la tua intelligenza è davvero preziosa e unica. Sarei una stupida se me la lasciassi sfuggire!”

Vegeta fece un ringhio soffocato.

La sua era una situazione senza via d'uscita.

“Comunque, voi due avete mai sentito parlare del magazzino dove sono custoditi i biglietti aereo per le altre zone dell'inferno?” chiese Kohra e Vegeta domandò: “Quello dove tutte le anime possibili di questo postaccio del cavolo fanno la fila per prenderne uno?” 

“Sì, esatto. Proprio quello. Dobbiamo andare laggiù e prendere tre biglietti per l'inferno della Terra. Vegeta, per questo ho bisogno di te. Trova una soluzione.”

Vegeta sbuffò, in quanto detestava essere trattato come un servitore, ma finché quella selvaggia lo ricattava... ma appena la situazione si fosse risolta, avrebbe fatto i conti con quella piccola vipera in gonnella!

Si mise a concentrarsi sulla piantina dell'edificio e su quello che accadeva fuori e dentro di essa... finché non trovò una soluzione.

“Ho ideato un piano.” dichiarò, dopo un po', l'uomo ai suoi due compagni “Potrà sembrare assurdo e ridicolo, ma credetemi è il metodo più veloce e sicuro per ottenere quei biglietti. Pertanto, dovrete fare come vi dirò di fare. Esattamente come vi dirò di fare. Vi avverto fin da subito, così non protestate quando saremo lì: non vi piacerà per niente.”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 21:00

 

Broly fece ruotare il povero Beerus sopra la sua testa per poi buttarlo violentemente per terra.

Beerus fece appena in tempo ad aprire gli occhi e a guardare in alto che Broly gli si schiantò addosso con i piedi.

Dopodiché, il saiyan, con un balzo, il saiyan tornò sopra alla voragine e si mise a lanciare delle onde di energia finché non si generò una grande coltre di fumo.

Da quella coltre uscì Beerus, furibondo, che sibilò: “E va bene, maledetto saiyan... finora ho usato solo il 70% della potenza... ma adesso userò il 100%!”

Tutti i presenti si ammutolirono.

Quindi in quel duello avrebbero visto i pieni poteri del dio della distruzione... uno spettacolo che non si vedeva di certo tutti i giorni.

Beerus si mise a urlare e venne avvolto da un'aura di luce viola.

I due Trunks e Tarble, gli unici che potevano sentire avvertire la potenza del KI, era senza parole e tremanti dall'emozione.

La potenza massima di Beerus... superava quella di loro tutti messi insieme... probabilmente non esisteva, in tutta la galassia, un essere con un simile livello di potenza.

 

Spazio profondo

Settore Sud, venerdì, 21:10

 

“Questa potenza... ma è Beerus?!” domandò un essere che sembrava un grosso gatto parecchio grasso e incredibilmente somigliante a Beerus, il quale si trovava sospeso in una galassia nera e priva di qualunque tipo di forma di vita, guardandosi indietro, incredulo.

La donna che lo accompagnava, la quale assomigliava, invece, come una goccia d'acqua a Whis, rispose, guardando il suo bastone, anche quello simile a quello dell'angelo: “E' proprio lui, Lord Champa... sembra che stia combattendo con tutta la sua potenza contro un mortale sul pianeta Terra.”

“Davvero? Curioso... persino quando combatteva contro di me usava solo il 95%... se un semplice mortale gli ha fatto sprigionare tutta la sua energia, significa solo una cosa... che a furia di mangiare e dormire in continuazione si è impigrito e adesso sono io quello più forte!”

“Le ricordo che non si trova in un'ottima posizione per dire cose del genere... visto che è da dieci secoli che salta, con le scuse più assurde gli allenamenti.”

“Smettila, Vados! E comunque questa situazione ci torna a nostro vantaggio.”

“Uh? Sul serio?”

“Ma certo! Sarà così impegnato a combattere che non si accorgerà di noi e potremo continuare la nostra ricerca tranquillamente per un bel pezzo.”

“Un ragionamento molto complesso, Lord Champa... di sicuro le avrà fatto perdere un sacco di calorie...”

“Sta zitta, Vados! Quante super sfere del drago abbiamo già raccolto?” “Mh... quattro.”

“Bene, allora approfittiamo di questa piccola distrazione del mio caro gemello per trovare le altre...” ghignò Champa prima di volare a tutta velocità, sempre seguito dalla fedele Vados, nel profondo nero dello spazio.

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 21:11

 

Quando smise di urlare e caricare l'energia, Beerus lanciò uno sguardo di sfida e gli fece un sorrisetto saccente.

“Oh cielo... ha proprio deciso di fare sul serio...” commentò Whis, con un sospiro.

Per tutta risposta, Broly si lanciò contro Beerus mentre lo stesso dio lo imitava.

I due pugni collisero.

La vera sfida stava per avere inizio.

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Capitolo 15
*** Andare fino in fondo ***


Capitolo 15: Andare fino in fondo

 

Inferno

Confine Settore Est, venerdì, 21:30

 

“E non spingere! Siamo 543 prima di te!” informò, scocciato, l'individuo con l'aureola in testa, al tizio dietro di lui, il quale sbuffò, visibilmente, scocciato.

Era da 36 ore che era in coda, ma nessuno si decideva ad andare avanti... anzi, si era persino aggiunta della gente dietro di lui!

Sapeva che quel posto era un vero e proprio inferno... ma, in fondo, sapeva che le cose andavano così, in quel magazzino, ma non si lamentava.

Ciò che era custodito in quel posto era così prezioso che tutte le anime dannate di quella sezione facevano la fila, letteralmente.

“Scusa, Vegeta... ma sei proprio sicuro che questo sia il metodo più rapido per rubare quei biglietti?” domandò, un po' dubbiosa, l'anima con i capelli a forma di palma e la cicatrice, la quale si trovava, assieme ai suoi due compagni, in fondo alla fila ed erano, praticamente, gli ultimi, al tizio con la barba e i capelli a fiamma, il quale rispose, prontamente e con sicurezza: “Certo, terza classe. Grazie al mio piano, otterremo tutto ciò che vogliamo in poco tempo. Te lo dico io.”

Nonostante la sicurezza del compagno, Bardack era ancora parecchio sospettoso: “Ma noi siamo in coda. E ultimi, per giunta.”

“Proprio per questo ce la faremo.” rispose, ancora una volta, il re, con un sorriso di vittoria.

Bardack e Kohra si diedero un'occhiata dubbiosa.

Proprio come aveva previsto Vegeta, quel piano sembrava, ai due saiyan, assurdo e senza senso.

Come potevano pensare di salvare Broly se stavano in fila?!

Vegeta sembrò indovinare il loro pensiero, in quanto dichiarò: “Capirete tutto quando...”

Non riuscì a terminare la frase che si sentirono degli spari e un urlo: “Allarme!!! Al ladro!!!”

“Ehi, sparano!” si lasciò sfuggire Bardack, il quale, assieme a Kohra, si voltò in direzione del baccano mentre Vegeta non si degnò nemmeno di voltarsi, come se la cosa non lo riguardasse minimamente.

Dalla recinzione, uscì fuori un'anima con una scatoletta di ferro mentre, tra i vari rumori di spari si sentiva un urlo: “Fermatelo!!!”

Vedendo la cosa, le anime in fila esclamarono: “Il primo della fila ce l'ha fatta! “Ha rubato i biglietti!” “E' stato il primo della fila!” “Ora tocca a noi!”

Il fortunato che aveva rubato i biglietti, infatti, non poté fare molta strada perché il secondo della fila gli diede una botta in testa con un manganello e, mentre gli prendeva la scatola, esclamò: “Fermo! Eh eh! I biglietti sono miei!”

Miei, vorrai dire!” esclamò il terzo della fila, colpendolo a sua volta e prendendogli la scatola.

Ma nemmeno lui poté cantare vittoria a lungo perché il quarto lo colpì a sua volta e gliela rubò, prima di essere messo KO dal quinto e così via.

Nel bel mezzo della notte, si udivano colpi e frasi di questo tipo: “No! Sono miei! Ohi!”

“Miei, invece! Ouch!”

“Macché! Miei! Urgh!”

Alla fine, la scatola con al suo interno i biglietti della discordia finì nelle mani del penultimo della fila, il quale, prima ancora di rendersene bene conto, si beccò un pugno in testa dal sovrano dei saiyan, il quale, rivolto ai suoi compagni d'avventura, dichiarò, soddisfatto: “E questo è l'ultimo! Visto che conviene essere in fondo?” “Altroché!” riconobbe, divertito, Bardack.

Vegeta non si smentiva mai.

Molto probabilmente, sarebbero stati in grado di assaltare quel magazzino e sistemare quelle anime da strapazzo ma ci avrebbero impiegato molto tempo, oltre che un bello spreco di energia e il rischio che finissero nei guai con la legge... eppure Vegeta era stato in grado di creare un piano, all'apparenza assurdo e senza alcuna speranza, in grado di ottenere i biglietti senza troppo sforzo.

Dopotutto, era per questo che era il loro re...

“Aspettate un attimo, dovrei avere qualcosa per aprirla...” fece Vegeta ma Kohra le tirò un bel pugno, rompendo la serratura e aprendo la scatola.

“Come non detto.” fu tutto quello che disse Vegeta, con un leggero tono scocciato.

Quella lì non aveva proprio alcun concetto della misura...

Kohra tirò fuori dalla scatola tre biglietti e fece un sorriso di trionfo.

Grazie a quei biglietti, avrebbe raggiunto e salvato Broly molto presto...

Mentre la donna osservava i biglietti, piena di speranze, Vegeta fece per prendere la scatola.

Se avesse venduto quei biglietti, avrebbe potuto guadagnare qualcosa...

Sfortunatamente, essa venne presa da Bardack che la lanciò verso il magazzino ed atterrò proprio dall'altra parte della rete metallica.

“Ma sei matto?!” gli urlò, adirato, il sovrano e Bardack rispose, con calma: “Ci servivano solo tre biglietti. Io sono contrario a fare questa roba, a differenza tua che da vivo rapinavi persino i morti, ma per questa volta ho fatto un'eccezione perché c'è una persona in pericolo e voglio salvarla. Però, il resto dei biglietti torna da dove è venuto.”

Vegeta fece per dirgliene quattro ma l'urlo di Kohra li fece smettere all'istante: “Piantatela di litigare, brutti idioti! Guardate che ho una fretta del diavolo, in quanto mio figlio rischia di morire da un momento all'altro!”

I due fecero uno sbuffo poi si alzarono in volo e seguirono Kohra.

“In ogni caso, i biglietti sono nostri!” dichiarò, soddisfatto, Bardack mentre la donna, con un sorrisetto, annuiva: “Certo! Eh eh! E sapremo usarli come si deve!”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 21:36

 

Broly venne colpito dal pugno di Beerus prima che se ne rendesse bene conto.

Sentì che gli si mozzava il fiato.

Il dolore era davvero atroce...

“Sei già sfinito per un misero pugno?” lo provocò Beerus “Guarda che, in confronto a quello che sta per arrivarti, non è proprio niente...”

Dopo avergli detto ciò, infatti, cominciò a pestarlo violentemente allo stomaco e, poi, gli lanciò un pugno sulla guancia, così potente da farlo cadere per terra.

“Allora che ti avevo detto?” lo sfidò il dio, divertito, e Broly, per tutta risposta, si rialzò in piedi.

“Mh? Sei ancora tutto intero? Sei davvero robusto, te lo concedo.” dichiarò Beerus, prima di fiondarsi contro il nemico per riprendere la sua battaglia.

Broly si mise ad ansimare profondamente.

Quello era davvero forte... ma, in ogni caso, non aveva alcuna intenzione di arrendersi e di venire sconfitto!

Doveva vendicare suo padre!

A qualunque costo!

 

Inferno

Aeroporto del Settore Est, venerdì, 21:40

 

“Bene. Secondo l'orario partiremo tra cinque minuti e il computer afferma che il nostro aereo possiede anche la prima classe. Forse questo viaggio non sarà una perdita totale...” meditò Vegeta guardando il gigantesco tabellone elettronico davanti a loro ma Bardack gli ricordò: “Vegeta, i nostri biglietti sono per la classe turistica.”

“E secondo te, l'ultimo re dei saiyan deve stare in una misera classe turistica?”

“Se non hai un biglietto per la prima dovrai accontentarti.”

“Ho i miei sistemi per ottenerlo. Se vuoi stare nella classe turistica stacci, ma io me ne vado nella prima!”

“Nella prima classe si mangia bene?” domandò Kohra e, prima che Vegeta potesse bloccarlo, Bardack ammise: “Certo, se è la prima significa che le cose sono migliori.”

“Allora ci vengo anch'io! Usa i tuoi sistemi per farmi finire in prima classe!”

Vegeta fece uno sbuffo.

Maledetta rompiscatole selvaggia...

Bardack rimase in silenzio.

Non gli andava per niente di stare in prima classe ma era meglio non dividersi, anche perché c'era il rischio di perdersi e di sprecare un mucchio di tempo prezioso...

“A questo punto, non mi rimane che andare con voi nella prima classe!” mugugnò il ragazzo prendendo una manciata di patatine dal sacchetto che aveva in mano e mangiandosele con gusto.

Vegeta fece un ringhio soffocato.

Non sarebbe mai riuscito a starsene tranquillo... lui detestava terribilmente dover viaggiare con qualcuno... gli dava fastidio!

Inoltre, il piano che aveva progettato, ossia quello di svignarsela di nascosto, era sfumato.

Kohra non gli avrebbe mai permesso di farla franca e scappare, permettendo così che il suo povero tesoro morisse... cominciava a pentirsi amaramente di aver spedito quel moccioso su quel pianeta desolato, Vampa...

All'epoca gli era sembrata una buona idea ma adesso...

E chi se lo aspettava che quella madre a tempo pieno di Kohra facesse un pandemonio simile per poterlo salvare?!

E, poi, la colpa era di quel deficiente del suo uomo, Paragas che l'aveva fatto finire in quel casino... ma lui che centrava?!

“Va bene... voi aspettate qui mentre io mi sistemo con quel tipo lì.” dichiarò Vegeta, indicando un tizio in divisa dietro ad un bancone, per poi dirigersi verso di lui e cominciando a parlare con energia, anche se i due compagni non riuscivano a sentirlo a causa della lontananza.

Bardack, pertanto, si limitò a tornare al suo pacchetto di patatine ma, quasi subito, si accorse che Kohra lo osservava con curiosità.

“Scommetto che vuoi le mie patatine.” indovinò il saiyan e la ragazza annuì: “Sì, dammele!”

“Facciamo così: io ti do il pacchetto ma tu, in cambio, mi riveli un certo segreto.”

“Quale segreto?”

Bardack diede una veloce occhiata a Vegeta, per assicurarsi che stesse ancora litigando, poi, abbassando la voce, disse: “Vegeta ha accettato di venire con noi solo perché l'hai minacciato di rivelare un suo segreto. Di solito è lui che ricatta gli altri... e io sono proprio curioso di sapere qual'è il più grande e imbarazzante segreto del re dei saiyan.”

“D'accordo, apri bene le orecchie: sto per farti una confessione colossale.”

 

Inferno

Settore Est, venerdì, 21:41

 

“Bene!” esultò la giovane ragazza chiudendo il rubinetto della vasca e, dopo essersi svestita, scivolò nell'acqua calda piena di schiuma.

Sorrise soddisfatta.

Era proprio ciò che ci voleva dopo una dura giornata... in fondo, era pur sempre una fanciulla e, come tale, doveva mantenersi pulita, anche se era morta da parecchi anni...

Mentre si lavava con una spazzola, sentì il telefono vicino alla vasca suonare rumorosamente.

Sbuffando prese la cornetta e domandò, scocciata: “Pronto?”

“Chi diavolo ti ha dato il permesso di rivelare i miei segreti?!” le domandò, iraconda, una voce maschile dall'altra parte della cornetta.

Sbuffò, scocciata.

Possibile che quando voleva rilassarsi, c'era sempre qualche scocciatore?!

Lui, poi, era il peggiore di tutti...

Il lato positivo era che se la chiamava, Kohra doveva avergli rivelato che sapeva del suo piccolo imbarazzante segreto e lei era sempre contenta quando lui o un altro del suo popolo di barbari si trovasse nei casini...

“Non pensavo di fare nulla di male... anzi, ero convinta che ti fossi dimenticato di Pinky...” ridacchiò la giovane prima che la voce ribattesse: “Fatti i fatti tuoi!”

Anche se non poteva vederlo, sapeva benissimo che era diventato rosso per la vergogna...

“In ogni caso, sappi che per colpa della tua bravata sono costretto a fare un viaggio da chiodi per salvare il figlio di una tizia che odio...” continuò la voce, arrabbiata, e la giovane non riuscì a trattenersi dall'interromperlo: “Guarda che cambiare aria ti farà sicuramente bene... soprattutto a quel tuo brutto carattere...”

“Brutta rompiscatole in gonnella! Aspetta che torni da questo viaggio del cavolo e te le suono, mi hai capito?!”

La ragazza strinse con rabbia la cornetta.

Ma chi diavolo si credeva di essere quel dannato scimmione?!

“E STA UN PO' ZITTO!!! GUARDA CHE SONO IMPEGNATA IN UN'ATTIVITA' CHE PER ME E' DI VITALE IMPORTANZA!!! PERCIO' NON ROMPERE, CHIARO?!?!” gli strillò, esasperata, la giovane, chiudendo, rumorosamente e con rabbia, la conversazione.

 

Inferno

Aeroporto del Settore Est, venerdì, 21:43

 

Vegeta fece una smorfia di rabbia.

Quella strega gli aveva sbattuto il telefono in faccia?!

Purtroppo, il suo aereo stava per arrivare e non aveva il tempo di ritelefonarle... ma si sarebbe fatto risentire, altroché!

Vegeta, cercando di contenere la sua rabbia, ritornò dai suoi compagni, sventolando i biglietti che era riuscito ad ottenere, unica consolazione: “Ok, è tutto pronto. Possiamo andare.”

Stava per dirigersi allo scalo quando notò che Kohra stava mangiando un pacchetto di patatine che gli sembrava familiare...

“Ma quelle sono le patatine di Bardack! Come mai te le ha date?” domandò, incuriosito e sospettoso, il saiyan e la ragazza, facendo le spallucce, dichiarò: “Siamo diventati amici.”

Vegeta lanciò uno sguardo all'altro, il quale, dopo averlo guardato un attimo, chiuse gli occhi e mise una mano sulla bocca, come se stesse cercando, invano, di trattenere le risate.

Seccato, dichiarò, prima di allontanarsi: “Beh, dì al tuo amico di smetterla di fissarmi! Mi sta dando il nervoso!”

Una volta che Vegeta si fu allontanato, Kohra ricordò a Bardack: “Ehi, tu. Avevi detto che saresti stato perfettamente in grado di trattare Vegeta come al solito, nonostante conoscessi il suo segreto.”

“Scusa, ma adesso che lo conosco non riesco più a guardarlo senza ridere...” ammise, divertito, il saiyan per poi aggiungere: “Chi avrebbe mai immaginato che l'orgoglioso, freddo e spietato re dei saiyan avesse bisogno di un coniglietto rosa per dormire quand'era piccolo?! Nemmeno mio figlio Radish ne aveva bisogno...”

“Proprio per questo ha accettato di aiutarmi a salvare mio figlio.”

I tre saiyan si diressero verso la pista, piena zeppa di aerei malridotti assieme alle altre anime dell’inferno e notarono numerosi orchi che, col megafono, davano un sacco d’indicazioni ai viaggiatori:

“Il gruppo A venga da questa parte! Io sarò la vostra guida nell’Inferno del settore ovest!”

“Restate in fila, per cortesia, e non spingete.”

“I posti sono numerati, ciascuno si sieda al proprio posto e si allacci la cintura di sicurezza.”

“Certo che questi aerei sono messi maluccio…” commentò Kohra, mentre Vegeta le rispondeva, seccatamente: “Siamo all’inferno, mica al paradiso, Kohra! Figuriamoci se dei criminali come noi avrebbero degli aerei nuovi di zecca…”

A renderlo di cattivo umore era il sospetto che quelli del banco l’avessero infinocchiato… se quegli aerei erano ridotti così, di certo la Prima Classe non doveva essere un granché…

“Dunque, secondo il biglietto, il nostro aereo è… quello lì.” Dichiarò Bardack, indicando un piccolo aeroplano in fondo alla pista e vedendolo, Vegeta protestò: “Ma è quello messo peggio dell’intero aeroporto!”

Nonostante le lamentele di Vegeta, i tre saiyan salirono sull'aereo e mentre prendevano posto, Vegeta domandò a Kohra: “Quando arriveremo in quel settore, sai come fare per raggiungere il mondo dei vivi?”

“Ho quest'indirizzo.” annunciò Kohra, tirando fuori dalla borsa un foglio di carta e mostrando ai compagni un annuncio pubblicitario.

“Guarda che ci sono varie possibilità che quell'annuncio non porti a niente...” le fece notare Vegeta e la ragazza insistette, decisa: “Non m'importa! Sono pronta a tutto pur di salvare mio figlio!”

“Sei curiosa, Kohra... di solito alle madri saiyan non interessa niente dei propri figli...”

“Io ho vissuto con gli animali dopo che mi avevano abbandonata in mezzo alla foresta, convinti che questo sarebbe bastato a farmi fuori... è stata una femmina di una specie pericolosa a trovarmi e a proteggermi... aveva appena perso il suo cucciolo, in quanto era nato prematuro ed era caduta in depressione... poi ha trovato me, la quale ero sola ed ero appena stata abbandonata dai miei simili... mi amava e mi trattava come se fossi una dei suoi cuccioli... nonostante fosse chiaro come il sole che ero totalmente diversa da lei e dalla sua specie... fu grazie a lei se venni accettata dai suoi simili.”

“Eh già... quando ci fu quell'attacco, tu sei stata l'unica a non aver paura di quell'animale e tutti sono rimasti increduli quando ti sei messo tranquillamente ad accarezzarlo e quello strofinava il suo gigantesco muso su di te.”

“Certo, era mio fratello.”

“Piuttosto grosso tuo fratello...” commentò Bardack mentre Vegeta affermava: “Mi sorprende che ti avesse riconosciuta...”

“Non è mica tanto strano. Spesso mia madre mi dava un sacco di fratellini o sorelline... mi sono sempre occupata di loro come potevo ma la mamma ci accudiva, giocava sempre con noi, mangiavano tutti insieme, da piccoli con il suo latte mentre da grandi con la carne cacciata da lei, ci facevamo sempre le coccole e ci difendeva sempre dalle altre bestie pericolose che ci volevano uccidere e mangiare, soprattutto io, dato che ero una saiyan e, per istinto, mi consideravano qualcosa da mangiare. Poi, anche volte, volavamo tutti insieme nel cielo blu. Io, all'epoca, non sapevo volare, quindi salivo in groppa alla mamma e spesso mi sdraiavo sul suo manto soffice e mi addormentavo, cullata dal vento e dai versi di mia madre e dei miei fratelli e sorelle. Lei non era la donna che mi ha messa al mondo ma per me è sempre stata mia madre... credo che sia grazie a lei e alle sue cure se do una così grande importanza alla salvezza di mio figlio... forse è una cosa strana per i saiyan ma per me è la cosa più normale del mondo.”

I due saiyan rimasero in silenzio a osservarla.

Poi, però, la ragazza, grattandosi i capelli ribelli, dichiarò, con noncuranza: “Però, non mi aspettavo che quando aspetti un bambino, diventi grassa... è stata una vera sorpresa.”

Vegeta sgranò gli occhi, sorpreso da quell'affermazione, per poi domandare: “Ma scusa... tu non sapevi che le donne incinte...?!”

“Certo che non lo sapevo!”

“Ma sei una donna! Queste cose le dovresti sapere!”

“Senti, quando mia madre aspettava i cuccioli, non mi ero mai accorta che diventasse grassa! Ho imparato da lei altre cose ma di certo non questo!”

“E cosa... cosa hai pensato quando hai notato che ti stava crescendo la pancia?”

“Beh, all'inizio pensavo che avessi mangiato troppo e che sarei diventata come una di quei saiyan grassi o che avessi inurgitato per sbaglio qualcosa di vivo, dal momento che sentivo muoversi qualcosa dentro di me... poi, un giorno, Paragas mi ha raggiunto e quando mi ha vista mi ha domandato se non stessi aspettando un bambino. Così è saltato fuori che ero incinta.”

“Non faccio commenti...” fu tutto quello che dichiarò Vegeta.

Sapeva che Kohra non era normale ma fino a quel livello... però era anche vero che aveva vissuto in una foresta fin dalla giovinezza...

“Ma sul serio le donne diventano grasse quando aspettano i bambini?” domandò, incredulo, Bardack e, ancora una volta, Vegeta rimase senza parole.

Non era possibile... anche lui?!

“Ma tu non hai due figli?” domandò il sovrano, cercando di contenersi, e l'altro rispose: “Certo. Perché?”

“E non ti sei mai accorto di come diventava tua moglie durante la gravidanza?!”

“E come potevo? In entrambe le occasioni, Gine m'informava che avremmo avuto un figlio alla vigilia della mia partenza per una campagna militare e quando tornavo il bambino era già nato da un pezzo. Però, adesso che mi ci fai pensare, avevo notato che Gine era diventata leggermente grassa durante la sua seconda gravidanza…”

Vegeta era senza parole.

Ma solo lui era l'unico sano di mente in quel gruppo di sbandati?!

Finalmente, l'aereo decollò e, mentre volavano, Bardack non continuava a guardare fuori dal finestrino il panorama, tanto da commentare: “Urca, che spettacolo… però che strano… come fa a volare una cosa così grande se non è biologica?”

“Bifolco.” Lo apostrofò Vegeta, guardandolo in malo modo, distogliendo lo sguardo dalla rivista offerta dal personale di volo, per poi sbuffare: “Ah… il nostro aereo è un catorcio! Perché ci è toccato prendere questo?! I sedili sono scomodi, le cinture ruvide e le riviste di tre secoli fa! Accidenti… io volevo viaggiare su uno di quelli moderni, con la prima classe che è davvero una prima classe…”

“In effetti, questo coso è molto più lento di mia madre… comincio a non poterne già più!” ammise la voce di Kohra, seduta nel sedile dietro di loro, la quale poi domandò ai due: “Manca molto? Quando si arriva?”

“Non ne so niente, Kohra! Rilassati una buona volta e goditi il viaggio!” le rispose, scocciato, Vegeta.

Sfortunatamente, la frase non sembrò affatto calmare Kohra.

La giovane donna, infatti, si alzò dal suo posto e cominciò a camminare nel corridoio, visibilmente irritata.

“Ma dove sta andando?” si domandò Bardack e Vegeta, guardando dal finestrino, rispose, scocciato: “Ma chi se ne importa!”

Kohra si diresse verso una porta e, una volta aperta, scoprì che era arrivata nella sala comandi.

“Manca molto? Quando si arriva?” domandò la ragazza e il povero pilota sobbalzò per la sorpresa e lo spavento.

Aveva appena ripreso fiato che Kohra uscì dalla stanza e cominciò a chiedere a tutti i passeggeri: “Manca molto? Quando si arriva?”

Vedendola, Vegeta si mise una mano sulla fronte per poi sussurrare, esasperato: “Sarà un viaggio molto lungo...”

 

Terra

Terra dei ghiacci, venerdì, 21:50

 

“Mi spiace ma quando raggiungo il 100%, nessuno è più in grado di battermi... anche se ammetto che sei stato un avversario davvero niente male...” ammise Beerus osservando il suo avversario, il quale era steso per terra, sconfitto.

Il dio allungò la mano davanti a sé e preparò una sfera d'energia viola, aggiungendo: “Non ho mai incontrato un avversario che mi ha messo più in crisi di te... dopo Whis, sei il nemico più forte con cui abbia mai combattuto... anche se adesso ti distruggerò, sappi che ti sei guadagnato il mio rispetto...”

Dopo aver detto quelle parole, lanciò con tutta la sua forza la sfera, urlando: “Addio e a mai più rivederci!!!”

Ma, proprio quando la sfera stava per colpirlo, il saiyan aprì gli occhi e, con un urlo disumano, venne avvolto da un'energia verde che fece allontanare la sfera.

“Ma cosa...?!” esclamò Beerus mentre Broly continuava ad urlare.

Non avrebbe perso contro l'assassino di suo padre... sarebbe stato lui a sconfiggerlo!

Sarebbe andato fino in fondo per ottenere la sua vendetta.

“Oh, cielo.” commentò Whis a quello spettacolo e, sentendo quell'affermazione, Bulma gli domandò, preoccupata: “Che succede?”

“Beh, credo che il pensiero di essere sconfitto, abbia appena fatto rompere il suo guscio personale dei suoi limiti.”

“E questo è un bene?”

“Se per bene intendi che la sua forza, adesso, è molto superiore a quella di Lord Beerus e che sarebbe capace, da solo, di distruggere questo pianeta e ucciderci tutti con un semplice pugno... allora sì. E' un bene.”

Mentre Bulma faceva una smorfia di paura e sgomento, Broly smise di urlare e il suo aspetto fece tremare i suoi avversari.

La sua corazza si era frantumata in mille pezzi, rivelando il suo torso nudo e pieno zeppo di cicatrici, il quale sembrò diventare più massiccio e muscoloso mentre i capelli diventavano verdi.

Prima che Beerus poté capire che diamine fosse successo all'avversario, Broly gli si parò davanti e, con una sfera d'energia verde generata dal suo petto, lo colpì in pieno, facendolo arretrare.

Beerus rimase esterrefatto.

Quell'attacco era davvero potentissimo.

Senza dargli un attimo di tregua, Broly colpì Beerus con una ginocchiata in pieno stomaco e, mentre il dio della distruzione tentava di riprendere fiato, il saiyan lo afferrò per la testa e la lanciò contro una roccia, distruggendola.

Prima che Beerus potesse rialzarsi, Broly lo prese per la coda e cominciò a sbatterlo da tutte le parti.

“Beerus è in difficoltà! Dobbiamo aiutarlo!” esclamò Trunks ma Whis, prontamente, lo bloccò: “Pessima idea.”

“Eh?! Che intendi Whis?”

“Beerus è molto più resistente di quello che voi crediate. Potrà tranquillamente resistere per più di due ore.”

“E... non dovremmo aiutarlo?”

“Certo. Ma penso che sarebbe molto più fruttuoso se tu, l'altro Trunks e Tarble ve ne resistiate qui tranquillamente a riprendere fiato. Così, quando combatterete di nuovo, sarete al massimo dell'energia mentre Broly, al contrario, sarà molto stanco. Inoltre, potrete avere l'opportunità di studiare il suo stile. Che ne pensate?”

I diretti interessati si guardarono negli occhi, increduli...

Forse l'idea di Whis non era tanto male...

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Capitolo 16
*** Alla ricerca di Baba ***


Capitolo 16: Alla ricerca di Baba

 

Inferno

Cielo degli Inferi del Settore Nord, venerdì, 22:15

 

“Insomma, questo catorcio non può andare più veloce?! Si muova!!!” strillò, furiosa, Kohra al povero pilota, il quale, terrorizzato a morte, balbettava: “C-c-ci provo…”

Non appena ebbe ricevuto quella frase, Kohra uscì dalla sala comandi e si sedette al suo posto, nervosa al quadrato.

Qualche minuto dopo, una giovane hostess dichiarò: “Atterreremo fra pochi minuti, quindi consigliamo caldamente a tutti di allacciarsi la cintura di sicurezza e...”

“Davvero?! E dove esattamente?!” strillò subito Kohra e la povera hostess, indicando il finestrino le rispose: “Eccolo, è laggiù.”

“Sì, ma dove esattamente?”

“Aspetti, un attimo, ora glielo mostro…” fece la hostess e, avvicinandosi al finestrino di fianco a Bardack disse: “Vedete? Quello è l’aeroporto della zona nord.”

“Che cosa?! Quel puntino?! Ma è piccolissimo!” sbottò Vegeta, mentre Bardack commentava: “Certo che tu non sei mai contento, Vegeta…”

Pochi minuti dopo, il piccolo aereo scassato cominciò a planare sulla pista mezza scassata e ruvida, e, osservandola dal suo finestrino, Kohra domandò, incuriosita: “Ma pensate che sia sicuro atterrare su quella pista?”

“Ma di che ti preoccupi? Questo aereo è molto più malandato.” le rispose, distrattamente e con tono stanco, Bardack e la giovane donna rispose: “Ah, allora va bene...”

L'aereo cominciò allora a planare delicatamente e, nonostante le tremende vibrazioni generate dalle pessime condizioni della pista d'atterraggio, l'aereo riuscì ad atterrare perfettamente.

La prima ad uscire dall'aereo fu Kohra la quale, una volta scesa dalla scala, esclamò: “Finalmente! Non ne potevo più!”

“NEANCHE NOI!!!!!” urlarono, adirate ed esasperate, tutte le anime presenti sull'aereo, compresi Bardack, Vegeta e persino il pilota.

Era stato il volo più tremendo della loro vita... Kohra non aveva fatto altro che ribaltare l'aereo domandando a chiunque le capitava a tiro, persino il pilota: “Manca molto? Quando si arriva?”

Tra le sue vittime c'erano stati anche Bardack e Vegeta.

Per proteggerle da quella cantilena, il primo si era infilato gli indici nelle orecchie mentre il secondo aveva preso dei cuscini e, attraverso essi, se le era tappate.

Nonostante i sistemi, ciò non aveva impedito alla ragazza di molestarli... fortunatamente, erano arrivati...

“Bene e adesso cerchiamo questa vecchia strega!” borbottò Vegeta, uscendo dall'aeroporto, visibilmente di pessimo umore.

Una volta usciti, i tre localizzarono un taxi e, non appena s'infilarono dentro, Kohra, mostrando il suo foglietto di carta, dichiarò: “Ci porti a quest'indirizzo.”

“Come desidera.” annuì, annoiato, l'uomo.

Poco dopo, il tipo fermò il taxi davanti ad un edificio diroccato e, mentre Vegeta pagava, Bardack e Kohra uscirono dal veicolo.

Era davvero brutto e spettrale... il posto perfetto per una strega...

“C'è nessuno?” domandò Bardack, guardandosi attorno ma non c'era anima viva.

“Ve lo dico io come stanno le cose...” sbuffò Vegeta, che nel frattempo li aveva raggiunti “Questo posto è stato chiuso per mancanza di clienti.”

“Come fai a dirlo?” domandò, incuriosito, Bardack e il re, indicando un cartello messo sulla porta, rivelò: “Leggi quel cartello.”

Il saiyan fece come gli era stato detto e lesse: Chiuso a tempo indeterminato per lavori di ristrutturazione

“Ma c'è scritto che lo stanno ristrutturando...” fece notare Bardack ma Vegeta l'interruppe: “A casa mia, il significato di quel cartello è molto semplice: mancavano i clienti, così l'hanno chiuso. Basta guardare la data scritta in piccolo per capirlo...”

Dopo che il compagno aveva detto quelle parole, Bardack si avvicinò ad una finestra mezza rotta e diede un'occhiata all'interno.

Era tutto buio e i mobili erano in disordine.

“Mi sa che qui non c'è nessuno...” meditò Bardack e, proprio in quel momento, una voce, che sembrava trovarsi sopra alle loro teste esclamò: “Errore! Ci sono io!”

I tre alzarono lo sguardo e videro un piccolo vecchio pelato, con la barba bianca e gli occhiali da sole, seduto sul tetto della casa disabitata.

Con un salto, il vecchio atterrò davanti a loro e domandò: “Buongiorno. Desiderate?”

“Beh, sì. Staremmo cercando una certa Baba. Credo che sia una strega... comunque pare che possa portare dei defunti nel mondo dei vivi... saprebbe dirci dove possiamo trovarla, per favor... eh?!” spiegò Bardack ma s'interruppe non appena notò che il vecchio aveva oltrepassato sia lui che Vegeta.

Entrambi si voltarono e videro che si era messo a gironzolare intorno a Kohra, come se la stesse osservando e ammirando per bene in tutte le angolazioni possibili.

Per tutta risposta, la giovane donna assunse un'espressione seccata e scocciata che dedicò tutta a quello strano vecchio.

“Uuuh, ma che bella signorina... erano anni che non passava una bella giovane da queste parti... spero proprio che avremmo occasione di conoscerci meglio...” dichiarò il vecchietto, visibilmente eccitato, intuibile anche dal sorriso ebete e dal fumo che gli usciva dal naso, come se fosse una locomotiva in partenza.

“Ehi, Kohra. Mi sa che hai trovato un pretendente.” la schernì Vegeta e la ragazza ribatté, prima di dare uno schiaffo alla guancia al seccatore, simile al gesto di scacciare una mosca: “Te lo sogni!”

Il povero vecchietto fece un volo e centrò in pieno la casa, sfondando persino il muro, dopo averla fatta tremare un attimo.

Ci volle un paio di minuti perché il vecchio, con un enorme cerotto sulla testa, si riprendesse.

Ad un tratto, il vecchio osservò i due uomini presenti ed esclamò, sorpreso: “Ma voi due... siete identici a Goku e a Vegeta!”

“Goku?” ripeté, sorpreso, Bardack mentre Vegeta, il quale aveva capito subito di chi stava parlando il vecchio, rispose: “E' mio figlio.”

Lo strano uomo, si grattò la testa pelata e commentò: “Ma guarda che sorpresa...”

“Senti, vecchio! Dimmi dove posso trovare Baba! Devo tornare nel mondo dei vivi per salvare mio figlio!” gli urlò Kohra, sempre più nervosa e agitata.

Il suo piccolo Broly rischiava di esplodere in mille pezzi da un momento all'altro... e lei era lì bloccata da un maniaco!

L'uomo, risistemandosi gli occhiali da sole, annunciò: “Capisco... purtroppo Baba non è in casa...”

“E dove posso trovarla?!”

“Credo che sia andata in un villaggio vicino alle scogliere a 50 km a ovest da qui per una previsione del futuro a domicilio... da quando mia sorella ha chiuso con l'attività dei lottatori, abbiamo dovuto un po' arrangiarci...”

Kohra fece uno sbuffo, poi, facendo un gesto ai compagni, ordinò: “Dai, muoviamoci, lumache! Dobbiamo trovarla!”

 

Inferno

Scogliere del Settore Nord, venerdì, 22:30

 

“Trovato qualcosa?” domandò Kohra e Bardack, il quale, si era messo a guardare dietro ad un masso della grande scogliera, scosse la testa: “Niente da fare... qui non c'è niente!”

“Beh, continuiamo a cercare!” sbottò la donna, mettendosi a perlustrare una cavità nella roccia.

Da quello che aveva sentito, da quelle parti c'era un sentiero che portava al villaggio... ma lì vedeva soltanto rocce e nessuna persona, ad eccezione di un centinaio di gabbiani che aveva nidificato lì...

“Ehi, ho trovato la strada.” annunciò, ad un tratto, Bardack e Kohra, entusiasta, gridò: “Davvero?!”

La ragazza volò a tutta velocità verso il compagno con la cicatrice ma, siccome non guardò dove stava andando, andò a scontrarsi proprio con Vegeta, il quale stava, a sua volta, raggiungendo Bardack.

Il rumore che provocarono spaventò molti uccelli, i quali si alzarono in volo e passarono di fianco a Vegeta e Kohra, nascondendoli completamente.

Una volta che gli uccelli se ne furono andati, la donna, i cui capelli erano tutti spettinati e pieni di piume d'uccello, protestò, adirata: “Possibile che non guardi mai dove vai, Vegeta?!”

“Ma senti chi parla! Guarda che sei stata tu a venirmi addosso!” protestò, a sua volta, il sovrano, anche lui coi capelli arruffati e pieni di piume.

“E allora dovevi avere dei riflessi un po' più reattivi!” ribatté la giovane, furibonda, e Vegeta dichiarò: “E allora tu cerca di rallentare quando voli!”

“Insomma, basta, coi due! E da quando siete partiti che non fate altro che litigare! Volete sì oppure no che vi mostri la strada?!” l'interruppe, scocciato, Bardack.

Cominciava francamente a non poterne più dei loro continui litigi...

I due saiyan volarono sull'altura dove si trovava il compare, tutta verde e piena di nidi di gabbiani, e notarono che Bardack stava indicando una stradina di terra e pietra.

“Bene, ormai non manca tanto...” meditò Kohra cominciando a togliersi la polvere dal suo vecchio cappotto e le piume dei capelli “Però come vorrei poter raggiungere subito mio figlio... mi sentirei molto più tranquilla...”

“Mio figlio Radish mi ha raccontato che sulla Terra esistevano delle sfere magiche capaci di esaudire qualsiasi desiderio...” ricordò, all'improvviso, Bardack mentre Vegeta diceva: “Probabilmente c'era un namecciano lì... ho sentito che gli abitanti di Namecc possedevano dei poteri straordinari e che, un tempo, fossero legati a noi saiyan...”

“Comunque, questa storia dei desideri m'interessa... mi sarebbe piaciuto esprimere un desiderio ad un drago magico da vivo… se ne avessi l’occasione, tu che desidero vorresti esprimere, Vegeta?” domandò Bardack, incuriosito, e il sovrano, voltandosi, a braccia incrociate, a guardare da un'altra parte di schiena, dichiarò: “Non sono affari tuoi!”

In realtà, se ne avesse avuta l'occasione, sapeva benissimo che cosa chiedere: che tutti dimenticassero che da bambino avesse bisogno di un coniglio di peluche rosa per dormire.

Dopo averlo guardato un attimo, Bardack continuò: “Comunque, se mio figlio Radish potesse esprimere un desiderio, chiederebbe che gli venissero accorciati i capelli di 5 cm.”

Sentendo quelle parole, Vegeta si voltò e, guardandolo incredulo, domandò: “Chiederebbe sul serio un desiderio del genere?” “Certo. Radish ha i capelli lunghissimi e quando deve lavarsi perde un sacco di tempo, per non parlare di quando si sveglia alla mattina... ti dico che perde tre ore per poter avere un aspetto decente. Dice che se fossero un po' più corti, potrebbe gestirseli meglio.”

“Non può tagliarseli da solo? Esistono le forbici, se non lo sa.”

“Lo so, ma mi ha detto che, dato che i capelli dei saiyan non crescono, non vuole rischiare di tagliarli male e poi tenerli così.”

“E perché vuole accorciarseli proprio di 5 cm? Visto che c'è, potrebbe chiedere di più.”

“Gliel'ho fatto notare anch'io e sai che cosa mi ha risposto? Che se avesse chiesto di più, tutti se ne sarebbero accorti e avrebbero creduto che gli stessero cadendo i capelli.”

“Buffo... per certi versi, assomiglia al desiderio che mia moglie Echalotte esprimerebbe.”

“Sul serio? E lei che cosa vorrebbe?”

Vegeta si voltò un attimo, come se stesse controllando che nessuno li stesse ascoltando, poi rivelò, con un ghigno divertito: “Vorrebbe che il suo seno crescesse di 5 cm.”

Sentendo quelle parole, Bardack sgranò gli occhi.

Gli era capitato di vedere la regina Echalotte più di una volta: era una donna minuta ma incredibilmente bella e affascinante... ma aveva un potenziale incredibile, capace di superare i più forti guerrieri saiyan.

In passato apparteneva alla terza classe ma, grazie alle sue doti, era riuscita ad entrare nella squadra personale del re... quella donna era un autentico prodigio e si diceva che nessuno le aveva insegnato niente, nemmeno le basi...

In ogni caso, non si sarebbe mai aspettato che la regina dei saiyan volesse esprimere un desiderio del genere... però era anche vero che aveva un seno piccolo...

“E' sempre stato il suo desiderio?” domandò, stupito, Bardack e il sovrano ammise: “Da una vita. E' stata incinta due volte ma il seno non le è mai cresciuto e se ne vergogna da morire. Infatti, le donne che sono in stretto contatto con la regina non hanno, guarda caso, un seno grosso... perché il solo vederne uno la mette in tilt.”

“Ma perché proprio 5 cm? Non potrebbe chiederne di più, visto che averne uno piccolo la mette così a disagio?”

“E' molto semplice, terza classe: se chiedesse di più... sarebbe innaturale e tutti se ne accorgerebbero, cosa che sarebbe un fortissimo smacco per il suo orgoglio. Inoltre, dato che la conosco parecchio bene, vorrà far credere che il suo seno stia ancora crescendo.”

Kohra ascoltò con noia i loro discorsi.

Ma possibile che quei due idioti dovessero perdere tempo con discorsi senza senso?!

Dopotutto, era suo il figlio che rischiava di morire...

“Lasciate perdere i desideri degli altri e seguitemi! Dobbiamo trovare quel villaggio e quella strega!” urlò la donna, alzandosi in volo e seguita dagli altri due.

I tre seguirono, sempre in volo, il sentiero finché non giunsero nei pressi di uno splendido lago cristallino, tanto che brillava alla luce del sole, la cui bellezza era incrinata da un piccolo villaggio di modeste capanne.

Incuriosito dallo strano fenomeno, Vegeta guardò l'acqua e si accorse che c'erano molti cristalli.

Subito ne prese uno e lo ammirò mentre i raggi del sole lo colpivano e creavano delle chiazze di luce colorate.

“Un cristallo?” domandò Bardack, avvicinandosi, e Vegeta annuì: “Sì, probabilmente è dovuto a del sale... comunque, vale parecchio.”

Bardack volò un attimo sopra il lago e notò, incredulo: “Ma non ce ne sono altri.”

“Probabilmente se lo sono presi gli abitanti per venderli, no?” fu la risposta dell'altro, scocciato.

Bardack tornò dal compare e commentò: “Qui c'è qualcosa di strano.”

“Che intendi?”

“Guarda le capanne. Sono povere e malmesse. Se fosse come dici tu, coi soldi guadagnati avrebbero costruito delle case molto più belle... eppure non ci sono altri cristalli nel lago...”

“Probabilmente quei poveracci non capiscono il valore dei cristalli e qualche viaggiatore un po' più esperto glieli ha fregati sotto il naso.”

“No, da queste parti sta succedendo qualcosa di losco, lo sento... e i miei sensi per queste cose non hanno mai sbagliato...”

Vegeta lo fissò incredulo poi dichiarò: “Comunque, sarà meglio muoversi. Quella rompiscatole di Kohra sta a marciando come una furia verso quel villaggio e se non la raggiungiamo, ci molla qui senza troppi problemi.”

I due saiyan raggiunsero la compagna la quale, una volta entrata nel villaggio diroccato, si diresse verso un uomo vestito di stracci e, prendendolo per il colletto, gl'intimò: “Dov'è Baba?! Dimmelo se non vuoi che ti faccia fare un volo la cui destinazione è quello stupido lago!!!!”

L'uomo, soprattutto per l'espressione spaventosa e demoniaca della donna, sbiancò e disse: “Baba... è partita per un villaggio dall'altra parte delle montagne... un'ora fa...”

“Dannazione! Qual'è la strada più veloce?!”

“Il passo del bosco, ma... è meglio evitare quella strada...”

“Ah sì? E per quale motivo?”

Il poveraccio rimase in silenzio un attimo, poi ammise: “C'è una banda di criminali laggiù. Vivono in un'enorme costruzione in rovina ma sono spietati. Ci costringono sempre a raccogliere e a consegnarli tutti i cristalli del lago, altrimenti ci ammazzerebbero tutti.”

Sentendo quella frase, Bardack si avvicinò a Vegeta e gli sussurrò: “Visto? Avevo ragione nel dire che da queste parti sta succedendo qualcosa di losco. Il mio istinto non sbaglia mai!”

“E la tua stupida bocca non tace mai, terza classe!” ribatté, prontamente, il sovrano.

Ignorando il battibecco tra i due, Kohra continuò a interrogare il malcapitato: “E una volta raccolti i cristalli dove li ficcate?”

“In un enorme contenitore che lasciamo fuori dalla foresta. Ogni notte lo portano voi.”

“Quanti banditi ci sono?”

“Una ventina... e tutti pericolosi e armati fino ai denti... non credo che lei possa sistemarli...”

“Questo è tutto da vedere!” dichiarò, la giovane, poi, voltandosi verso i compagni, ancora impegnati a litigare, dichiarò: “Piantatela di litigare come due mocciosi! Abbiamo da fare!”

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Capitolo 17
*** Tra lezioni e banditi ***


Capitolo 17: Tra lezioni e banditi

 

Inferno

Passo del Bosco del Settore Nord, venerdì, 23:02

 

“Scusa, Vegeta, ma dovevamo proprio infilarci qua dentro? Si sta scomodi, qui!”

“Chiudi il becco, stupida terza classe! Se avessi trovato un posto migliore per nasconderci l'avrei detto subito, no?!”

Bardack fece uno sbuffo, incrociando le braccia.

Lui, Vegeta e Kohra si erano nascosti in un contenitore dove, tecnicamente, c'erano i diamanti che gli abitanti del villaggio raccoglievano per i banditi... peccato che di diamanti ce n'erano pochi.

Quelle canaglie dovevano aver spolpato quello splendido lago per rubare le materie prime... almeno c'era un po' di spazio per respirare...

Annoiato, alzò il portellone per vedere cosa c'era fuori ma qualcuno lo ricacciò bruscamente giù.

Non appena si voltò, capì che chi lo teneva era Vegeta.

“Si può sapere perché non posso guardare fuori?!” domandò, scocciato, il saiyan e l'altro rivelò: “Se uno di quei deficienti ti vede, è la fine!”

“Sono stato attento a non farmi vedere!”

“Con quella tua faccia da idiota è impossibile non vederti!”

Mentre i due se le dicevano a vicenda, Kohra si mise a suonare la sua ocarina, facendo smettere il litigio tra Vegeta e Bardack.

Riproduceva il suono del vento e della natura...

“Ehi, Kohra! Ma dove l'hai trovata quell'ocarina?” le domandò, incuriosito, Bardack e la giovane donna, smettendo di suonare, rivelò: “Me l'ha regalata Paragas.”

“Eh?! Sul serio?! E quando?”

“Parecchi anni fa... una volta era... diverso...”

“Cioè migliore?” le domandò Vegeta e Kohra, scocciata, gli domandò: “Tu non hai proprio peli sulla lingua, eh? Comunque, un giorno, ho visto una bancarella che vendeva degli strumenti musicali e ho sentito come una forte attrazione verso di questo...” “Ho sentito che gli strumenti musicali che si scelgono rispecchiano il carattere di una persona...” s'intromise Vegeta “Ciò conferma solo la tua personalità assurda e senza senso...” “E poi?” domandò, sinceramente incuriosito, Bardack e la giovane donna raccontò: “Quando vide che mi piaceva, Paragas me la comprò. Le incisioni le feci io per dichiarare al mondo che questo strumento era mio e lo sarebbe sempre stato. Ero così felice che lo baciai sulle labbra.” “Ci vuole davvero poco per ottenere un bacio da te...” la punzecchiò Vegeta e, per tutta risposta, Kohra lo incenerì con lo sguardo.

“Ma quindi voi due vi amavate molto?” le domandò Bardack e la donna, guardando la sua ocarina con uno sguardo strano, ammise: “Molto... lui, per me, era qualcosa di speciale... è stato il primo uomo con cui sia mai entrata in contatto... l'unico che mi è sempre stato accanto dall'inizio alla fine e che mi ha insegnato un sacco di cose... e che ha sempre cercato di aiutarmi... anche se ero io quella che gli salvavo la pelle... finora ero convinta che si era innamorato mentre si occupava di me... ma qualche ora fa ho scoperto che si era preso una bella cotta per me già dalla prima volta in cui mi aveva vista...”

“Ecco perché ha voluto occuparsi di te, quando ti hanno portata a palazzo...” commentò il re mentre Bardack dichiarava: “Io avevo notato qualcosa... non avevo capito che si trattava di amore, ma ho visto che Paragas era diventato molto irrequieto e nervoso quando avevo proposto che Kohra venisse rispedita nella foresta dov'era cresciuta ma non appena tu hai detto che era meglio tenerla tra i saiyan si è subito rilassato.”

“Credo che la mia morte l'abbia distrutto... ma questo non l'ha autorizzato ad usare in quel modo nostro figlio!” dichiarò Kohra, alterandosi “Se lo prendo...”

“E' in una situazione così brutta?”

“Diciamo così: massacrare Paragas di botte è al primo, secondo, terzo e quinto posto della mia lista delle cose da fare. Strappare personalmente la barba a Vegeta è solo al quarto posto.”

“Ma che gentile...” le rispose Vegeta, più offeso dal fatto che fosse finito al quarto posto che il pericolo di cui Kohra lo aveva minacciato.

“Però, come faremo a sfuggire da questi banditi?” domandò Bardack e Vegeta gli rispose, scocciato: “Ma che domande fai? Li massacriamo tutti, no?!”

“Non intendevo questo... è solo che non abbiamo tempo da perdere e giù al villaggio ho sentito una strana storia.”

“Quale storia?”

“Un vecchio mi ha raccontato che questi banditi c'erano anche prima ma ultimamente sono diventati più audaci perché si sono alleati con un tizio incredibilmente forte.”

“E allora? Peggio per loro. Dalla nostra parte, per il momento, abbiamo Kohra.”

“Pare che questo tizio sia scappato dalla sezione Terra degli inferi. Lì ci stanno tutti i più tremendi piantagrane, lo so perché mio figlio Radish, una volta, mi ha mandato una cartolina da lì. Indovina chi ci sta anche? Freezer!”

“Ma non mi dire...”

“In ogni caso, in momenti come questi, è consigliabile usare la logica.”

“Tranquillo, ho già un piano...”

Non appena ebbe detto quelle parole, Vegeta osservò Kohra e le domandò: “Ehi, nella tua borsa hai dei fogli, una penna e una confezione di palloncini?”

“Certo, tieni.” annuì la donna, frugando un attimo nella sua borsa e tirando fuori tutti gli oggetti elencati, che poi passò al compagno.

“Non credo che dei palloncini possano salvarci la coda...” fece notare Bardack e Vegeta, il quale si aspettava quel commento, replicò: “Fidati di me. L'ho già provato un mare di volte e mi è sempre riuscito. E' uno dei miei migliori trucchi, oltre ad essere il mio preferito.”

Bardack lo guardò dubbioso.

Gli sembrava assurdo che dei fogli di carta e dei palloncini potessero risolvere la situazione... ma, dopotutto, Vegeta era famoso per l'intelligenza...

 

Inferno

Covo dei banditi del Settore Nord, venerdì, 23:15

 

I due uomini grandi, grossi e muscolosi apparvero all'improvviso dal folto del bosco.

“Manca molto?” domandò uno all'improvviso e l'altro rispose: “Un po'.”

“Tsk, che scocciatura! Ma perché ci dobbiamo sempre andare noi a prendere quello stupido contenitore?!”

“Perché non abbiamo alcuna posizione, testa di rapa!”

“Stupidi piani alti! Loro se ne stanno sempre al caldo mentre noi facciamo sempre il lavoro noioso e pesante!”

“E piantala! Prima arriviamo, meglio è!”

“Comunque, hai visto anche tu il nuovo alleato del capo? E' davvero imponente!”

“Su questo sono d'accordo con te! Non ho mai visto nessuno più alto e muscoloso di quello!”

“Io ho sentito che prima di tirare le cuoia era uno spietato conquistatore di pianeti...”

“Comunque, da quando è dalla nostra, gli affari vanno a gonfie vele!”

“Altroché, doveva evadere molto prima, secondo me!”

I due mascalzoni proseguirono per un po' finché non giunsero ad un prato dov'era situato un enorme contenitore di ferro.

“Eccolo, finalmente!” esclamò uno dei due “Prima lo sistemiamo, prima ce ne torniamo alla base.”

“Ottimo!”

I due sollevarono il contenitore e sgranarono gli occhi dal quanto era pesante.

“Quei defunti si sono proprio messi sotto a lavorare! Ma senti quanto pesa!” commentò, entusiasta, che sollevò con l'aiuto dell'altro, il quale aggiunse: “Il boss sarà contento!”

I due portarono il contenitore per tutta la foresta finché non arrivarono ad un'imponente e decadente costruzione.

Nonostante l'aspetto minaccioso, i due entrarono tranquillamente e appoggiarono per terra il contenitore, per poi infilarsi e sparire in uno dei mille buchi.

Non appena si furono dileguati, il contenitore si aprì leggermente e ne uscirono tre individui.

“Bene, eccoci arrivati.” commentò Vegeta mentre Kohra commentava, seccata: “Erano lenti come delle lumache quei maledetti buoni a nulla!”

“Beh, non si può negare che pesavamo...” s'intromise Bardack, grattandosi la testa.

Ignorando le parole del compagno, Vegeta domandò a Kohra: “Tutto a posto? Non si è rotto nessun palloncino?”

“No, tranquillo...”

“Dovresti pagarmi per quei palloncini, visto che ho passato tutto il tempo a gonfiarli mentre tu scrivevi qualcosa sui biglietti...” s'intromise il saiyan con la cicatrice e il sovrano lo zittì: “Chiudi quella bocca, terza classe! Vedrai che mi ringrazierai per questo piano!”

“Almeno posso vedere cosa c'è scritto sul foglio che hai attaccato ad ognuno di loro?”

“Non provarci, terza classe. Se lo leggi, ci farai scoprire!”

“Ti fidi proprio di me...”

“Dico sul serio. E' meglio che nessuno legga questa roba a parte i nostri nemici! E' un materiale molto pericoloso...”

Dopodiché, con aria di superiorità, si voltò verso Kohra e le disse: “Noi due andiamo, li sconfiggiamo e torniamo. Tu aspetta qui.”

“Io non ci casco, sai?” fu la risposta della donna, avvicinandosi e superando i due “Vuoi approfittarne per sfuggirmi ma con me non attacca. Verrò anch'io.”

Kohra si fermò davanti al portone di un corridoio e, voltandosi a guardare i due compagni, soprattutto Vegeta, aggiunse: “Così saremo tutti più tranquilli.”

Per tutta risposta, i due uomini la guardarono senza parole.

I tre s'incamminarono in un buio corridoio, il quale era illuminato dalle torce che Kohra aveva tirato fuori dalla sua borsa.

Tuttavia, era la saiyan che conduceva il gruppo, camminando davanti a tutti e con espressione furibonda.

Quegli idioti avrebbero fatto meglio a lasciarla passare senza farle perdere troppo tempo prezioso o gliele avrebbe suonate!

Il gruppo fermò la sua camminata solo quando si trovò davanti ad un enorme portone di legno e ferro.

“Capolinea, ragazzi.” commentò Bardack mentre Vegeta esclamava: “Odio darti ragione, terza classe, ma è evidente che siamo bloccati e che non possiamo andare avanti in nessun modo.”

Seguito da Bardack, il sovrano si allontanò dal portone.

Prima di ritornare nel buio del corridoio, Vegeta si voltò verso Kohra, la quale era rimasta immobile ad osservare il portone e le disse: “Kohra, smettila di guardare quel portone! Ce ne stiamo...!”

Non finì nemmeno la frase che la saiyan diede una tremenda pedata al portone, facendolo cadere dall'altra parte con tremendo tonfo.

“Sono contento che Kohra sia dalla nostra parte...” commentò, sconvolto, Bardack mentre Vegeta aggiungeva: “Adesso capisco perché erano tutti fieri di lei nel reparto distruzione dell'edilizia...”

Ignorando, come al solito, la confusione dei compagni, entrò, furibonda, nella sala situata dietro al portone.

Doveva essere una sala da pranzo, a giudicare dai tavoli e dalle persone davanti a dei piatti.

Evidentemente, stavano mangiando finché non era arrivata Kohra...

“Dov'è l'uscita di questa vecchia baracca?” li domandò, scocciata, la saiyan e un uomo grasso, seduto su un trono, le domandò: “E tu da dove sei saltata fuori?!” “Dalla porta, non vedi?! In ogni caso, non farmi perdere tempo, grassone! Mio figlio è in grave pericolo, perciò, dimmi come uscire di qui e anche alla svelta!”

“Quei tizi sono spacciati!” esclamò Vegeta, il quale era rimasto, assieme a Bardack, nascosto nell'ombra del cunicolo, e Bardack annuì: “La loro forza è nulla al confronto di quella di Kohra!”

Ad un tratto, Bardack notò una persona,anche lui nascosto nell'ombra, ed esclamò: “Ehi, Vegeta! Vieni qua! Guarda quell'uomo laggiù!”

“Mh?” fece, incuriosito, il sovrano, avvicinandosi e, non appena fu alle spalle del subordinato, Bardack, indicò: “Quello dietro al capo, alla sua destra.”

I due fissarono a lungo la figura nel buio poi Bardack esclamò, incredulo: “Eh?! Ma quello...!”

“E' Re Cold!!!” finì Vegeta mentre l'altro sussurrava, sospettoso: “Chissà che cosa ci fa qui...”

“Vorresti prenderci in giro, dolcezza?” domandò il capo a Kohra, schernendola “Guarda che noi siamo una delle bande più pericolose degli inferi!”

“E chi se ne frega! Anch'io so essere pericolosa!”

“Fai tanto la spaccona ma voglio proprio vedere come te la caveresti contro il mio migliore uomo!”

Non appena ebbe detto quelle parole, apparve un enorme bestione muscoloso ma, non fece in tempo a dire o a fare niente che Kohra gli lanciò contro un attacco energetico, il quale colpì in pieno la sua faccia e lo fece svenire.

“Io voglio andarmene da qui al più presto con quegli scemi dei miei compagni!” dichiarò, scocciata, Kohra “Noi tre abbiamo una faccenda in sospeso, cerchiamo di finire questa buffonata il più in fretta possibile! Vi affronterò tutti in una volta sola!”

“Partecipiamo anche noi!” esclamarono due voci alle spalle di Kohra.

Subito apparvero Bardack e Vegeta, facendo restare senza parole i presenti.

“Cosa?! Che ci fanno Re Vegeta e i suoi scimmioni qui?!” si domandò Re Cold, ancora nascosto nell'ombra mentre il capo dei banditi domandò, incredulo: “Chi sono?”

“Salve!” li salutò Bardack mentre Vegeta diceva a Re Cold: “E' un bel po' che non ci si vede è, Re Cold?”

“Eh?!” fece l'altro, sorpreso e il suo alleato domandò: “Cosa?! Tu li conosci?!”

“Beh, sì...”

Non gli piaceva il fatto che quelle scimmie si trovassero lì... ma non sarebbe stato un problema sistemarle a dovere una volta per tutte!

“Ehi, voi due! Non so chi diavolo siete né da dove siete saltati fuori! Ma sappiate che siamo molto forti e che state per diventare tutti le nostre nuove vitamine!” li provocò il capo e subito Vegeta, guardandolo in malo modo, lo corresse: “Analfabeta. Guarda che si dice vittime.”

Il capo diventò rosso per la vergogna.

“In ogni caso, vi consiglio di abbassare la cresta, voi tre... i miei uomini sono molto più numerosi e forti... potrebbero anche farvi male...” li provocò il capo e Vegeta ribatté: “Non sottovalutateci. Siamo benissimo capaci di fare... QUESTO!!!”

Dopo aver detto ciò, Vegeta e Bardack lanciarono dei raggi energetici che colpirono il soffitto e che lasciarono tutti senza parole.

Il capo, dopo aver visto cos'erano stati capaci i due defunti, balbettò: “Sembra che le vostre parole nascondano qualcosa di vero... comunque, io non mi faccio impressionare da simili trucchetti ma va bene! Se volete combattere fate pure! Uomini, fatene scatolette per cani! Riduceteli a bolzetti!”

“Cosa?! A bolzetti?!” ripeterono Bardack e Kohra, guardandosi negli occhi.

Ma cosa intendeva quel ciccione?!

Fu Vegeta, con aria adirata, a capire e a dire: “Si dice a pezzetti, ignorante!”

Se c'era una cosa che gli dava più fastidio che viaggiare con quei due matti era che qualcuno sbagliasse a dire parole così semplici!

Persino Kohra che era vissuta in mezzo alla natura selvaggia per buona parte della vita aveva un lessico più ricco e preciso di quell'idiota!

“E' UGUALE!!!” urlò il capo e, subito, tutti gli uomini del grassone, si avventarono contro i tre.

Nonostante l'inferiorità numerica, i tre evitavano con agilità gli attacchi e rispondevano pure con forza.

“Ma chi diamine sono quelli?!” si lasciò sfuggire il capo, senza parole.

In pochi minuti, tutta la banda fu messa al tappetto.

“Allora, brutto scemo? Su, scegli: vuoi indicarmi dov'è la strada per uscire di qui e raggiungere Baba... oppure, se preferisci, posso darti una mano io a dirmelo, a suon di pugni!” lo minacciò Kohra.

Il capo non sapeva cosa fare ma, all'improvviso gli venne un’idea: “Tu ti credi tanto furba ma sono certa che contro il nostro alleato saresti fritta!”

“Ah, davvero?” fu la neutra risposta di Kohra.

Intuendo di aver attirato la sua attenzione, l'uomo continuò: “Il nostro alleato è molto più forte di noi... non riuscirai mai a sconfiggerlo!”

“Dov'è ora questo prodigio?” domandò Kohra e il capo, indicando il corridoio alla sua destra, le disse: “E' in quel corridoio.”

“Bene. Ci vado subito. Con permesso...”

“Aspetta, Kohra! E' pericoloso!” tentò di bloccarla Bardack ma Kohra lo ignorò ed entrò nel corridoio, gridando: “Vieni fuori, prodigio.”

Ad un tratto, un'enorme sfera nera e viola apparve dal corridoio e, a giudicare dalla traiettoria, rischiava d'investire in pieno Kohra.

“E' un attacco di Re Cold!” lo riconobbe Bardack mentre Vegeta dichiarava: “Quella ragazza è spacciata...”

Nonostante l'attacco a sorpresa letale, Kohra non si fece assolutamente prendere dal panico.

La donna si mise le mani davanti a sé e, senza troppa fatica, sollevò la sfera che esplose sul soffitto, lasciando tutti, persino i suoi compagni, a bocca aperta.

Vedendo ciò che aveva appena fatto quella ragazza, Re Cold uscì dal suo nascondiglio e, piazzandosi proprio davanti a lei, sovrastando l'avversaria minuta con il suo aspetto imponente e muscoloso, le domandò: “Mi stavi cercando, ragazzina con la coda?”

“Sissignore. Devo sconfiggerti per sapere qual'è la strada più veloce per uscire da qui e salvare mio figlio.” rivelò la donna e, non appena terminò di parlare, Re Cold l'afferrò per il bavero del cappotto e, avvicinandola alla faccia, le domandò, divertito: “Altrimenti?”

Neanche stavolta Kohra si fece prendere dal panico.

Si limitò a prenderlo per il bavero dell'armatura e a dire: “Oppure... questo!”

Con una forza inaspettata, lanciò Re Cold sopra le proprie spalle con tutta la sua forza, per poi scaraventarlo con violenza a terra.

L'impatto fu così improvviso e violento che l'alieno si fece sfuggire un: “Ahi!”

“E... questo!” ripeté Kohra, compiendo la stessa mossa di prima.

“Vedi anche tu quello che vedo io?” domandò, incredulo, Vegeta mentre Bardack commentava “Per mille Oozaru! Non riesco a crederci!”

Nel frattempo, Re Cold, a terra e con la testa che gli girava a causa della botta, domandò: “Avete preso la targa del camion che mi ha investito?”

“Scusa.” si scusò la donna, anche se il suo tono faceva capire che non era per niente pentita del colpo che aveva dato.

“Mh? Scusa un accidenti!” rispose, adirato, Re Cold, prendendola di nuovo per il colletto e sollevandola.

Dopo averla guardata un attimo, la provocò: “Prova a farlo un'altra volta se hai coraggio, pulce col cappotto!”

“E... uno!” disse semplicemente la donna, prima di rifare le stesse mosse di prima “E... due!”

Mentre Kohra malmenava per la seconda volta di fila Re Cold, Bardack esclamò: “Kohra è una tipa veramente formidabile!”

L'unico che non considerava Kohra formidabile era, ovviamente, Re Cold, il quale affermò, dopo che la saiyan ebbe finito di malmenarlo: “Credo che lo stesso camion di prima abbia fatto marcia indietro...”

“Scusa di nuovo.” si scusò, ancora una volta, Kohra e, ancora una volta, Re Cold, la sollevando, gridando nel mentre: “Ah sì?!”

Poi, muovendola con forza, le urlò: “Ti sfido a farlo di nuovo, brutta scimmia con la fisarmonica!!!”

Tutto ciò che si sentì, nei successivi secondi fu un: “AHI! AHI! AHI!!!”

Stavolta, Re Cold era troppo malridotto, per combattere contro Kohra, pertanto la donna, lo ringraziò: “Grazie di cuore, signor prodigio, per avermi aiutata con la mia dimostrazione. Non appena avrò salvato mio figlio le manderò un pensierino per ringraziarla.”

Dopodiché, si diresse verso il capo della banda il quale, dopo aver visto ciò di cui era stata capace quella donna, era pallido come un fantasma.

Kohra non sembrò accorgersene minimamente e gli domandò, scocciata: “Dov'è l'uscita di questo tugurio?”

“Di là...” balbettò l'uomo, tremando come un lenzuolo e Bardack bisbigliò all'orecchio del compare: “Sembra che Kohra gli abbia preso lo scalpo.”

“Seguitemi, buffoni! Mio figlio è in grave pericolo!” tuonò, furibonda, la saiyan, correndo verso l'uscita.

Anche i due uomini, alla fine, la seguirono.

“Scusa Kohra, posso chiederti una cosa?” domandò, ad un tratto, Bardack, sempre correndo e Kohra fece: “Cosa?”

“Come mai ti scusi sempre quando metti al tappeto qualcuno?”

“Perché Paragas mi ha detto che devo far così, dato che è sbagliato essere felici di massacrare qualcuno. Io mi scuso sempre ma non provo alcun tipo di rimorso nel malmenare quegli scemi. E' più forte di me.”

“Chissà perché...” fu l'unico commento che fece Vegeta mentre Bardack aggiungeva: “Comunque, non mi aspettavo che tu fossi così forte... e non sei neanche stanca!”

“Sono stata stanca morta solo una volta: quando ho partorito il mio Broly.”

“Dal modo in cui ne parli... potrebbe venire il dubbio che quel marmocchio pesava parecchi chili al momento della sua nascita.”

“E' la verità. Era enorme e ho fatto una faticaccia a tirarlo fuori quando voleva uscire. Pesava cinque chili.”

Bardack e Vegeta rimasero senza parole.

Cinque chili?!

Ma quel bambino non era normale... non che Kohra fosse sana di mente... ma immaginarsi quella donna dall'aspetto fragile e minuto partorire un bambino di cinque chili... senza contare che il peso della norma era intorno ai tre chili...

Bardack si ricordò che Gine gli aveva detto che Radish pesava 3,70 chili mentre Kakaroth tre e mezzo proprio come il primogenito di Vegeta.

Quando al secondo di Vegeta... il sovrano ricorda perfettamente che i medici, durante una visita, avevano dichiarato che il bambino pesava troppo poco, ossia solo un chilo, nonostante la maggior parte degli altri bambini nello stesso periodo fosse verso i due chili.

Se non avesse raggiunto i tre chili, il peso minimo, sarebbe, molto probabilmente, morto durante il parto.

Pertanto, Echalotte era stata sottoposta a una serie di controlli e speciali operazioni in più con l'aiuto della straordinaria tecnologia che gli tsufuru, i precedenti abitanti del pianeta che aveva provveduto a farli sparire dalla circolazione, per poterlo salvare, dato che era assolutamente impensabile che il figlio del re morisse durante il parto, e, alla fine, era nato con tre chili per il rotto della cuffia, salvandosi... mentre il moccioso di Kohra, Broly, alla nascita pesava ben cinque chili!

Dopo un po', il trio decise di fermarsi in un punto dove il corridoio metallico si allargava e dove si trovavano un sacco di porte per riprendere fiato.

Stavolta, fu Kohra a fare una domanda: “Ma quel bestione, re Cold... vi preoccupa così tanto?”

“Certo, è il tipo che ci ha dominati, sai?” le rivelò Vegeta e la donna commentò: “Beh, non mi pare che sia così forte... anche se si trova solo alla sua seconda forma...”

Sentendo quelle parole, Bardack e Vegeta si voltarono verso di lei, domandandole, sconvolti: “Come sarebbe a dire la sua seconda forma?!”

“Beh, non ne sono sicura... ma una volta ho visto il video su internet di un tipo che possedeva ben tre trasformazioni... e la seconda era identica d'aspetto a quella di quel bestione.”

Vegeta si mise a meditare, profondamente preoccupato.

Se era vero ciò che Kohra aveva detto, possedeva altre due trasformazioni davvero potenti e pericolosi... quell'alieno era un vero e autentico mostro... e non osava nemmeno pensare a quanto sarebbe potuto essere pericoloso suo figlio Freezer... eppure c'era qualcosa che non quadrava...

Per quale motivo, Re Cold usava la sua seconda trasformazione?!

Per far abbassare la guardia agli avversari avrebbe usato la prima o per terrorizzarli a morte con la sua potenza l'ultima... e allora perché usava propria la sua seconda trasformazione?!

Ci doveva essere qualcosa sotto...

“Senti Kohra...” fece Vegeta “Il vero aspetto di quel tipo aveva qualcosa di particolare dal punto di vista estetico?”

Kohra ci pensò un po' su, poi ammise: “Sì... era basso! Un vero nano da giardino!”

Aveva appena detto quelle parole che abbassò lo sguardo e sbiancò, per poi cominciare a cercare affannosamente nella sua borsa e intorno a lei.

“Perduto qualcosa?” le domandò, in tono neutro, Vegeta e la giovane rivelò, senza smettere di cercare: “La mia ocarina!”

“No... che perdita...”

“Eh! Non c'è più!”

“Meglio così, ragazza. In questo modo hai ridotto il tuo peso in maniera drastica.”

“Torno indietro a cercarla!”

“Ma sei matta?!”

“Non può essere molto lontana! E io devo assolutamente ritrovarla!”

“Guarda, prometto che non dirò a Paragas che hai perso il suo gingillo!”

Nonostante le preghiere di Vegeta, Kohra tornò indietro per ritrovarla.

Il sovrano, adirato ed esasperato, le ricordò: “Abbiamo cento miglia da fare e tu te ne torni indietro?! Sei pazza!!!”

“E allora valla a cercare tu, visto che la sai tanto lunga! Muoviti!” gl'intimò, furibonda, la saiyan, indicando il corridoio.

Vegeta intuì che era il caso di ubbidirle o finiva male... ma per ripicca, si prese con sé Bardack, dichiarando: “Tu vieni con me!”

“Ehi, non è giusto!”

“Sono il tuo re quindi devi ubbidire!”

I due saiyan s'incamminarono per un po' finché non la videro a mezz'aria... tenuta in mano da Re Cold.

Dall'espressione, era intuibile che fosse arrabbiato...

“Come ci avrà trovato?” domandò Bardack e Vegeta rivelò, scocciato: “Da una stupida e vecchia ocarina.”

“Già... ma anche perché, quando parlate, vi si sente per tutta la base!”

“Fossi in te, non sarei così spaccone!” lo sfidò il re e l'altro, incuriosito, domandò: “Ah sì? E perché?”

“Sappiamo che possiedi altre due trasformazioni!”

Re Cold sgranò gli occhi, sorpreso.

Non si aspettava che quegli scimmioni fossero così esperti...

“E anche se fosse?” domandò e Vegeta, con un ghigno di trionfo, gli domandò: “Perché non ci mostri l'ultima?”

A sentire quella domanda, Re Cold sbiancò.

Non poteva assolutamente usare la sua vera forma!

Sarebbe stata la sua rovina!

“Proprio come sospettavo!” ridacchiò il sovrano.

Finalmente stava per prendersi la sua meritata rivincita...

“Che cosa sospettavi?” domandò Bardack e Vegeta rispose: “C'è solo un motivo per cui, tra tutte le sue trasformazioni, ha scelto di vivere proprio con la seconda... ossia che lui, in realtà... è molto più basso di noi e si vergogna!”

“CHE?!” esclamò, senza parole, Bardack.

Re Cold in realtà era più basso di loro?!

Non l'avrebbe mai immaginato, imponente e muscoloso com'era... persino Vegeta, che era parecchio alto, al suo confronto sembrava un nano...

Eppure, a giudicare dallo sguardo di puro odio doveva avere ragione...

“Questa è bella! Il grande e potente Re Cold che soffre del complesso dell'altezza e che, pertanto, usa una delle sue trasformazioni per apparire più alto degli altri! Non si finisce mai di conoscersi... scommetto che sei alto tale e quale a tuo figlio!” lo schernì Vegeta e Re Cold, adirato, protestò: “Non è fatto vero! Io sono più alto di Freezer nella mia vera forma!”

“Ah sì? E quanto?”

Re Cold rimase in silenzio un attimo prima di sussurrare, lievemente imbarazzato: “...Quattro...”

“Centimetri, non è vero?” gli domandò, con un sorrisetto di vittoria, Vegeta.

Quello era uno dei momenti più belli della sua vita...

“Dovresti vergognarti!” protestò Bardack “Non si usano le proprie abilità solo per eliminare i propri difetti fisici! Un vero guerriero si accetta per quello che è e affronta le difficoltà della vita così come è fatto! In passato, noi saiyan abbiamo combattuto contro gli tsufuru che erano dei veri nanerottoli ma ci hanno dato parecchio filo da torcere! Questo dimostra che in un guerriero non conta nulla l'aspetto fisico!”

“Ma sta zitto, stupido scimmione! Due mostri alti come voi due non potranno mai capire cosa significa essere bassi!!!” urlò Re Cold, buttando violentemente per terra l'ocarina, anche se non si ruppe, e cominciando a lanciare dei raggi energetici verso i due saiyan.

Bardack e Vegeta li evitarono velocemente ma, mentre il primo riprendeva la corsa per il corridoio, Bardack si mosse verso la parte opposta.

“Ma dove cavolo vai?!” gli urlò Vegeta “Dobbiamo andare da quella parte!”

“Devo recuperare l'ocarina di Kohra! Lei ci tiene molto e devo ridargliela!”

“Fa come credi! Ma io mi metto in salvo!” gli strillò il sovrano, abbandonandolo, senza troppi ripensamenti, al suo destino.

Nonostante ciò, Bardack si diresse di nuovo verso Re Cold, schivando con abilità e maestria i suoi attacchi energetici, per poi prendere l'ocarina per terra e scappare verso i suoi compagni.

“Maledetti saiyan!” strillò Re Cold, partendo al loro inseguimento.

Dopo un po', notò una figura con la cosa davanti a sé che prese subito, urlando: “Ah, siete miei, scimmioni!”

Purtroppo, sbiancò subito quando si accorse che il saiyan che aveva preso era nientemeno che Kohra.

Bardack e Vegeta, nascosti dietro ad una porta, osservarono divertiti Re Cold massacrato di nuovo da Kohra.

“Sembra che il nostro Re Cold stia prendendo lezioni di judo...” commentò Bardack divertito mentre Vegeta propose alla donna: “Ehi, Kohra! Perché non ci mostri qualcuna delle tue tecniche?”

“Come volete...” fu la neutra risposta della saiyan mentre teneva tranquillamente con una mano la lunga coda di Re Cold, il quale stava cercando di scappare da quel demonio con la coda.

La saiyan, dopo aver riflettuto un attimo, disse: “E adesso, signori... vi mostrerò la mia famosa presa roteante.”

Con uno scatto veloce, fece roteare l'alieno e, quando il poveraccio, finì di girare su sé stesso era completamente legato con la sua coda.

“Che chiamo anche... biscotto di scemo.” concluse Kohra mentre Re Cold commentava, infastidito: “Molto divertente...”

Anche Bardack e Vegeta osservavano, divertiti e senza parole, la scena.

“Lo sta sistemando per le feste.” commentò Bardack mentre l'altro commentava: “Come biscotto, Re Cold è proprio indigesto. Ih ih ih.”

“Dai, mostracene un'altra!” la pregò Bardack e Kohra annuì: “Allora fate attenzione. Questa tecnica è molto utile per far addormentare l'avversario. Fa la nanna, bestione.”

Kohra diede un piccolo e leggero pugnetto sulla fronte di Re Cold, il quale crollò subito nel mondo dei sogni, mettendosi pure a russare.

A quel punto, Kohra batté due volte le mani e disse: “Su, signor prodigio, sveglia.”

Incredibilmente, anche se ancora un po' assonnato, Re Cold aprì gli occhi e dichiarò, stravolto: “Ho avuto un incubo spaventoso...”

“Quest'altra mia tecnica, invece, serve per rinforzare i muscoli della mano. Così, vedete?” continuò Kohra, dando dei piccoli e leggeri colpi sul naso di re Cold.

L'alieno rimase in silenzio un secondo, prima di domandare: “Hai intenzione di continuare a lungo?”

“Certo, perché?”

“Perché il tuo collaboratore non collabora più!”

Dopo aver urlato quella frase, Re Cold corse verso la porta più vicina e chiuse con forza la porta, non accorgendosi che un lembo del suo mantello era rimasto fuori.

Kohra se ne accorse e domandò ai suoi due uomini: “Volete vedere un'ultima mia tecnica?”

“Altroché! Sei fantastica! Se tu fossi stata ancora viva, avremmo annientato Re Cold!” la elogiò Bardack e Kohra, sorridendo, disse, avvicinandosi alla porta: “Allora aspettate un attimo, per favore. Ho ancora un'ultima tecnica davvero niente male da mostrarvi.”

Sentendo quelle parole, Re Cold, sempre da dietro la porta, l'informò: “Ehm, mi dispiace, scimmietta, ma dovrai trovarti un'altra cavia per i tuoi esperimenti.”

Aveva appena pronunciato quelle parole che sentì qualcosa tirarlo violentemente proprio da dietro la porta.

Re Cold fece appena in tempo a dire “Eh?!” che Kohra lo fece tornare dall'altra parte, sfondando la porta.

Prima che l'alieno avesse il tempo di capire cosa stesse succedendo, Kohra gli prese il piede e cominciò a farlo girare velocemente sulla sua testa.

“Ehi, quella è la tecnica con cui ha messo al tappetto Nappa!” riconobbe, esterrefatto, Vegeta mentre Bardack notava: “Se Re Cold si trovasse nella sua forma finale forse per Kohra non sarebbe così facile...”

“Di sicuro, nemmeno noi due insieme non potremmo niente contro di lui in quella forma...”

“Però si vede che è da parecchio che non si allena duramente.”

“Si crederà il più forte e invincibile e, pertanto, penserà che non ha bisogno di allenarsi... comunque, per nostra fortuna, non userà quella trasformazione, perché altrimenti, dimostrerebbe che è veramente basso e che, per tutto questo tempo ha solo mentito!”

“Non mi aspettavo che Re Cold fosse basso... si vede che è una famiglia di nani da parecchie generazioni... chissà se anche Freezer vorrebbe essere più alto...”

“Ma di sicuro! Anzi, scommetto che, se potesse, chiederebbe di essere più alto di cinque centimetri.”

“Perché così nessuno se ne accorgerebbe?”

“Quello di sicuro... ma anche perché così può vantarsi di essere più alto di suo padre nella sua forma originale di un centimetro...”

Intanto, Kohra aveva smesso di far girare Re Cold e l'aveva lanciato lontano.

“Mamma, aiuto!!!” strillò Re Cold mentre Bardack domandava al compagno: “Hai visto, Vegeta?”

“Sì, un imperatore volante.”

Una volta che il bestione fu sistemato, Kohra disse: “D'accordo, gente. Infiliamoci in quella porta e andiamocene.”

“C'è l'uscita?” domandò Bardack ma Kohra scosse la testa: “No... ma qui c'è una mia vecchia conoscenza che ci porterà fuori in un battibaleno!”

I due saiyan, dopo essersi guardati un attimo, seguirono la donna, la quale, nel frattempo, era entrata in una porta.

La stanza era molto grande e completamente buia ma non appena Kohra accese la luce, Bardack e Vegeta sgranarono gli occhi, senza parole.

“Ma quella... è una bestia pericolosa di Vegeta!!!” esclamò, senza parole, il re e Bardack aggiunse: “Per mille code di scimmie... non ne ho mai vista una così grossa e minacciosa!!!”

“State calmi, voi due! E' solo mia madre!” li zittì, seccata, Kohra mentre liberava la creatura dalle robuste catene sul suo corpo, spezzandole con la forza delle sue mani.

Quella notizia fece solo restare di sasso i due saiyan.

Quell'essere era la madre adottiva di Kohra?!

All'apparenza sembrava un mostro pericoloso...

“Beh... dopotutto, si possono scegliere gli amici ma non i parenti...” balbettò Bardack per smorzare un po' la tensione mentre Vegeta diceva: “Però... adesso che me lo dici, noto che voi due vi assomigliate molto...”

Ignorandoli, Kohra liberò la creatura dalle catene e, una volta che fu libera, Kohra le disse, al settimo cielo: “Ecco fatto! Sei libera, mamma!”

Poi, abbracciandole con dolcezza il muso mentre le scendevano le lacrime agli occhi, le sussurrò: “Mi sei mancata tanto...”

“Ehm, non vorrei rovinare questo magico momento tra madre e figlia...” le interruppe Vegeta “Ma noi qui ce ne dovremmo andare... e alla svelta, anche!”

“Ma Vegeta, c'è il soffitto che blocca la fuga.” fece notare Bardack ma Kohra rispose: “A quello ci penso io. Voi salite a bordo. E non preoccupatevi per mia madre. Non mangia saiyan... di solito...”

Diffidenti al massimo, i due salirono in groppa alla bestia e, una volta a posto, Kohra lanciò una sfera d'energia verde in alto, la quale disintegrò completamente il soffitto.

“Ecco fatto! Andiamo, mamma!” urlò la donna e l'essere si librò velocemente nel cielo.

“Fermi dove siete!!!” urlarono delle voci alle loro spalle.

Vegeta si voltò e vide due uomini della banda che l'inseguivano su delle creature volanti.

“Ora, Kohra! Lanciali!!!” ordinò alla donna e la ragazza aprì la sua borsa facendo uscire una moltitudine di palloncini di vario colore con su attaccato un pezzo di carta gialla.

Vedendoli, i due rimasero senza parole.

“Ma sono... dei palloncini!” esclamò, senza parole, uno dei due mentre l'altro commentava: “E pensano di fermarci con quelli?!”

C'era qualcosa di strano... quella era davvero l'ultima carta dei nemici?!

“Ehi, hai notato? A ognuno è attaccato un foglio di carta... vediamo cosa c'è scritto…” notò uno dei due, prendendo un palloncino.

Aprì il foglio ed esclamò, sorpreso: “Ehi, è una barzelletta!”

“Fammi leggere: un tizio molto alto entra in un bar e dice...” lesse l'altro incuriosito.

Pochi secondi dopo, i due si misero a ridere: “AH AH AH AH!!! Divertentissima!!!”

“Altroché! Mai sentito niente di più divertente in vita mia! Ah ah ah ah!”

“Ah ah ah ah! Ho le lacrime agli occhi, non vedo più niente!”

“Neanch'io! Ah ah ah ah!”

CRASH!!!

Kohra si voltò verso il rumore e domandò: “Cos'era?”

“Il segnale che le nostre difese aeree hanno funzionato.” fu la risposta, con un sorriso compiaciuto, di Vegeta.

La donna l'osservò stupita e domandò: “I palloncini?”

“I biglietti che portavano. Ho scritto su di essi la mia migliore barzelletta. Chiunque la senta non può fare a meno di ridere a crepapelle.”

“Non credo che funzioni sempre...”

“Beh, i tizi dietro di noi si sono schiantati! Questo significa che hanno letto la barzelletta e gli sono venute le lacrime agli occhi a furia di ridere.”

“Beh, io ho letto quel messaggio eppure, non sono morta dal ridere.”

“L'hai letto sul serio?!”

“Certo. Mi spieghi cosa c'è di così divertente in un tizio molto alto che entra in un bar e dice...!”

“Ferma lì, ho capito! L'hai letta ma non l'hai capita, per questo non ti sei messa a ridere come una pazza!”

 

Inferno

Villaggio infernale del Settore Nord, sabato, 00:00

 

La vecchia strega fece un sorriso soddisfatto.

Anche quel giorno gli affari erano andati bene... ora poteva tornarsene a casa...

Fece per chiudere la porta dell'edificio dove lavorava ma una mano con indosso un guanto bianco la bloccò.

La donna alzò la testa e vide una ragazza sudata e con un bel viso che domandò, ansimando: “Sei Baba?”

“Sì...”

“Devi aiutarmi a salvare mio figlio!”

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Capitolo 18
*** Il tempo stringe ***


Capitolo 18: Il tempo stringe

 

Inferno

Cielo del Settore Nord, sabato, 04:20

 

“Ti consiglio di avvisarmi adesso se ci sono dei problemi per andare nel mondo dei vivi o giuro che finisci male, vecchia strega!” minacciò Kohra a Baba mentre la strega annuiva con la testa, spaventata.

Quella banda sembrava parecchio pericolosa, soprattutto per via del loro capo, quella ragazza col cappotto e l'ocarina.

Le aveva detto senza mezzi termini che doveva aiutarla a tornare nel mondo dei vivi per salvare figlio e quando aveva rifiutato di aiutarla senza un compenso, la ragazza l'aveva presa per il collo e l'aveva minacciata, senza mezzi termini, di darla in pasto a quell'enorme bestia gigante che l'accompagnava, se avesse detto di nuovo no.

Così, si era ritrovata a farle da guida verso il portale... e completamente gratis!

Peggio di così...

“Certo che quella donna è proprio tremenda... comincio a pensare che, tra lei e Paragas, fosse lei l'uomo...” commentò, scocciato, Vegeta, seduto nel dorso della madre adottiva di Kohra, prima di voltarsi dietro di lei e domandare: “Tu che ne pensi, terza classe?”

Non appena ebbe finito di parlare, il sovrano dei saiyan sgranò gli occhi, incredulo.

Bardack era sdraiato sul dorso, pallido come un cencio e con gli occhi che gli giravano.
“Che diavolo...?!” domandò, senza parole, l'uomo e Bardack, dichiarò, voltandosi a guardare il sovrano, anche se si vedeva lontano un miglio che non stava per niente bene: “Sto male...”

“Questo lo vedo anche da solo, brutto idiota.”

“Credo di aver appena scoperto di soffrire di mal di viaggio sulle creature pericolose...”

“Beh, cerca di resistere! Ci manca solo che ti metti a vomitare...”

Nel frattempo, Baba domandò, scocciata: “Ehi, a proposito... dove volete andare?”

“Molto lontano.” fu la secca risposta di Kohra ma la vecchia, sospettosa, dichiarò: “Se volete che vi riporti al mondo dei vivi, dovete precisare su quale pianeta volete andare!”

“Uffa, che bisbetica! Vediamo... se non ricordo male quei tizi alla taverna avevano detto che lo scontro stava avvenendo sulla Terra.”

Sentendo quel nome, Baba iniziò ad urlare: “C-COSA?! LA TERRA?! E' LI' CHE SIAMO DIRETTI?!”

Vegeta e Kohra si misero a guardarla, stupiti.

“Conosci quel pianeta?” domandò il sovrano dei saiyan e Baba, visibilmente terrorizzata. Esclamò: “N-NON SAPETE NULLA?! S-SULLA TERRA CI SONO I T-T-T-TERRIBILI CYBORG!”

“Non ti preoccupare... Kohra li farà fuori.” fu la tranquilla risposta di Vegeta, tutto il contrario del successivo strillo di Baba: “NON CONOSCETE IL LORO IMMENSO POTERE!!!”

“Se non stessi così male, direi che le cose si stanno facendo davvero interessanti...” mugugnò, sofferente, Bardack, ancora sdraiato sul dorso dell'enorme bestia.

“FATEMI SCENDERE!!!” strillò Baba prima di saltare giù, assieme alla sua enorme sfera, dalla creatura, urlando: “Fregati! Addio!!!”

“E' scappata!” urlò Kohra, fermando il volo della madre e osservando giù.

Sfortunatamente, sotto di loro c'erano un sacco di nuvole d'oro che nascondevano la visuale.

“Quella vecchia si crede una gran furba ma ha fatto i conti con la donna sbagliata! La riporterò su!” sbuffò Kohra, preparandosi a saltar giù e a cercare la fuggitiva, ma Vegeta la fermò: “Aspetta. Non c'è bisogno che ti metti alla sua ricerca.”

“Eh? E' perché?”

“Perché sarà lei a tornare spontaneamente qui. Sta' a guardare.”

Il sovrano tirò fuori da una tasca uno strano oggetto verde per poi domandare a Kohra: “Ce l'hai una canna da pesca?”

“Ma sei scemo?! Mio figlio è in grave pericolo, l'unica che può portarmi sulla Terra è appena scappata e tu ti metti a pescare?!”

“Credimi, ragazza... mi ringrazierai per il pesce che sto per trovare.”

Con uno sbuffò, Kohra tirò fuori dalla sua borsa una vecchia canna da pesca e Vegeta legò all'amo lo strano oggetto verde.

“Et voilà! Ih ih ih...” ghignò il re e la donna, sorpresa, domandò: “Che razza di esca è quella sull'amo?” “Un'enorme quantità di banconote dal valore piuttosto grosso che ho fregato ad un tizio all’aeroporto.”

Dopo aver detto ciò, Vegeta lanciò l'amo nel mare di nuvole, sotto lo sguardo senza parole di Kohra.

Da quando i pesci si prendevano con i soldi?

Le sembrava così ridicolo e assurdo, eppure Vegeta sembrava così sicuro di sé...

Inaspettatamente, ad un tratto, la lenza cominciò a tirare e, senza alcuno sforzo, Vegeta la tirò su.

“Ma guarda chi si vede!” esclamò, divertito, il saiyan mentre Baba, la quale teneva ben stretto il fascio di banconote, ritornava a bordo, finendo dritta dritta nelle mani di Kohra.

“Che diavolo...?” fece, incredula, la donna mentre Baba, rendendosi conto dell'accaduto, esclamava: “Dannazione, mi sono tradita! Che stupida!”

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 04:30

 

“Allora? Avete notato qualcosa in tutto questo tempo, negli attacchi di Broly?” domandò Whis ai due Trunks e a Tarble.

“Sì... dopo che l'ho un po' osservata... ho notato che quella trasformazione... è piena di punti deboli...” dichiarò, incredulo, il Trunks più grande e Whis gli diede corda: “Davvero? E quali sono questi punti deboli, di preciso?”

Lo stesso Trunks che aveva parlato prima, dopo una piccola pausa, dichiarò: “Gli attacchi basati sulla forza bruta, per quanto inizialmente prevedibili, dopo un breve momento di osservazione diventano facilmente prevedibili.”

“Esattamente. Essa è una forma di trasformazione estrema sbilanciata verso la sola potenza fisica. Purtroppo, anche una potenza enorme risulta inutile, se non si riesce a colpire l'avversario. Se lo attaccasse tutti e tre insieme, credo che potreste anche riuscire a sconfiggerlo.” fu la pacata osservazione di Whis.

I tre giovani si guardarono un attimo e, dopo aver fatto un lieve cenno con la testa, si lanciarono all'attacco.

Nel frattempo, Broly aveva lanciato Beerus, ormai più morto che vivo, contro una roccia incandescente, distruggendola.

Broly fece per lanciare una sfera verde quando un colpo energetico giallo si frappose, generando un'esplosione.

Il saiyan si voltò e vide i tre saiyan, già pronti all'attacco.

“Mi raccomando. Colpiamolo a distanza con dei raggi energetici finché non ha diminuito la sua potenza. A quel punto possiamo cominciare a combattere contro di lui corpo a corpo.” spiegò il Trunks più grande, ottenendo un leggero cenno affermativo da parte dell'altro Trunks e di Tarble.

Per dar credito a quell'affermazione, i due cominciarono a lanciare degli attacchi energetici contro l'avversario.

Broly cominciò a lanciare a sua volta degli attacchi energetici verdi con lo scopo di distruggere quei colpi ma la maggior parte di essi, siccome non erano mirati tanto bene, andavano a colpire gran parte del territorio circostante.

Uno di questi stava persino per colpire Bulma, Mai e Gure ma Whis, con un semplice movimento del suo bastone, creò una potente barriera senza nemmeno scomporsi o innervosirsi.

“Ma guarda. Broly ha una forza d'attacco davvero notevole. Persino la mia barriera ha leggermente tremato. Non mi era mai successo prima. Davvero interessante.” commentò, leggermente sorpreso, Whis, anche se, dal suo tono e dal suo comportamento, sembrava una persona che nota che al supermercato ci fossero più pesci del solito.

“Ci dobbiamo preoccupare?” gli domandò Bulma e l'angelo, con la sua solita risatina, dichiarò: “Affatto. Dopotutto, Broly è solo un essere umano. Non potrebbe assolutamente distruggere la barriera di un angelo.”

Aveva appena detto quelle parole, che un secondo attacco di Broly colpì la barriera.

Stavolta, però, sul vetro comparvero delle righe molto lunghe e sottili.

“Oh, si è rotta.” commentò, col suo solito tono calmo e tranquillo, l'angelo mentre Bulma cominciava a sudare freddo.

Ma come poteva starsene così tranquillo?!

“Sembra che Broly sia al suo limite.” fece notare, ad un tratto, Whis indicando Broly, il quale, a causa di un attacco alle spalle del Trunks più giovane, era caduto violentemente per terra.

“Ne sei sicuro?” gli domandò Bulma e l'angelo rispose: “Certo. Vedo chiaramente che la forza, la dote su cui Broly punta, sta calando. Ormai è al limite... chissà se verrà ucciso prima dai suoi avversari o per il troppo accumulo di potere... persino io che sono un angelo, non ne ho la più pallida idea.”

Nel frattempo, anche Lemo e Cheelai, ancora nascosti, stavano osservando il combattimento.

Fu Cheelai la prima a notare e ad esclamare: “Ehi, Lemo! C'è qualcosa che non va a Broly!”

“Cosa?! Che succede?!”

“Non lo so, è meno veloce e potente di prima! Sembra quasi... stanco...”

“Probabilmente, gli effetti collaterali di questo suo enorme potere si stanno cominciando a sentire.”

“Tu dici?!”

“Certo, ho avuto una lunga esperienza sui campi di battaglia. La forza può diventare una lama a doppio taglio se non la si impara a controllare. Se ci si fa dominare da essa senza tenere conto dei suoi limiti, si può addirittura morire. Temo che il desiderio di vendicarsi, abbia spinto Paragas a non informare mai Broly dei pericoli della potenza. Quel ragazzo è stato cresciuto solo con l'obiettivo che diventasse un'arma da guerra invincibile... anche a costo di perdere la ragione e di morire, se fosse stato necessario.”

“Assurdo... ma fino a che punto Paragas poteva sfruttare e usare suo figlio?! Dobbiamo assolutamente salvarlo, Lemo! Deve poter vivere una vita normale, senza il soffocante desiderio di vendetta di uno stupido vecchio!”

“Vorrei farlo, Cheelai... credimi, lo vorrei con tutto il mio cuore, perché mi sono sinceramente affezionato a lui, te l'assicuro. Ma non possiamo. Non possiamo assolutamente. E anche tu lo sai.”

La ragazza rimase immobile, stringendo con rabbia un pugno.

Ad un tratto, il Trunks più grande diede un violento pugno al torace di Broly che lo sbalzò lontano.

“BROLY!!!” urlò Cheelai, correndo verso di lui, mentre Lemo cercava di bloccarla con un: “Ferma!”

Quello che i due alieni non notarono fu un gigantesco masso che, a causa dell'onda d'urto dello schianto di Broly, stava precipitando verso di loro.

Fu solo quando il terreno attorno a loro si oscurò, Cheelai e Lemo alzarono la testa e si accorsero del masso

Mentre si preparavano all'impatto, Cheelai, inconsciamente, chiuse gli occhi e si mise a gridare mentre Lemo continuava a guardare il masso.

Ad un tratto, un fulmine di luce verde si schiantò violentemente contro il masso, distruggendolo in mille pezzi.

Lemo rimase senza parole quando vide Broly, ansimante e in volo, con ancora il pugno con cui aveva vaporizzato il sasso davanti a sé.

Prima che i due alieni potessero dire qualcosa o anche solo ringraziarlo, il saiyan volò via a tutta velocità verso i suoi avversari per riprendere il combattimento.

 

Inferno

Cielo del Settore Nord, sabato, 04:35

 

“Se provi a scapparmi di nuovo, vecchia strega, ti do in pasto a mia madre!” avvisò, adirata, Kohra a Baba, il cui polso era ammanettato a quello della saiyan, tirati fuori dal suo inseparabile borsone bianco.

L'umore della strega era a dir poco pessimo.

Non le andava per niente giù di tornare nel mondo dei vivi, soprattutto se si trattava della Terra, la patria dei terribili cyborg, coloro che avevano monopolizzato il pianeta da parecchi anni.

Dopo che gli amici di Goku, colui che era stato in grado di sconfiggere il Grande Demone Piccolo e Freezer, erano tutti morti, se l'era subito svignata verso l'aldilà, l'unico posto dove quei demoni metallici non potevano arrivare nemmeno per sbaglio.

E adesso, un gruppo di pazzi suicidi, voleva che li portasse lì.

Quei due l'avrebbero ammazzata... e dire che era solo una povera vecchina indifesa...

“Senti, ma tu sei un uomo o una donna?” domandò, ad un tratto, Kohra e Baba, adirata, le urlò: “SONO UNA DONNA! NON SI VEDE?!”

“Faccio ancora un po' di fatica a riconoscere ad occhio nudo il sesso di vecchi e bambini.” fu la semplice risposta di Kohra mentre Vegeta le rivelò: “Considerati fortunata che te l'abbia chiesto. In passato, palpava il petto di tutti quelli che le capitavano a tiro per capire il sesso.”

La vecchia fece una faccia schifata e si allontanò, anche se di pochi centimetri a causa delle manette.

Kohra ignorò tranquillamente la cosa e chiese di nuovo a Baba: “Comunque, per andare sulla Terra si va sempre dritto?”

“Sì. Per altre settanta miglia.”

“Accidenti. Dovremo aumentare la velocità... aggrappatevi forte a mia madre!”

Bardack e Vegeta, il primo piuttosto malamente, si era appena aggrappati che la creatura cominciò a volare a tutta velocità.

“Ma quant'è veloce tua madre?!” le domandò, sconvolto, Vegeta e Kohra, l'unica che si trovava perfettamente a suo agio nonostante l'incredibile velocità, si voltò verso di lui e gli domandò, tranquillamente: “Cos'hai detto?”

“Quanto cavolo è veloce tua madre?!”

“Oh, un po'... comunque, questa è la sua velocità minima. Dovreste vederla quando da il massimo!”

“Beh, io non la voglio vedere, grazie! O meglio, non voglio che usi il massimo quando io ci sono seduto sopra!”

 

Aldilà

Pianeta del Re Kaio del nord, sabato, 04:50

 

“E tutto qui il meglio che sai fare?!” urlò l'uomo dai capelli neri eretti verso l'alto e un'aureola in testa mentre si preparava a lanciare un potente attacco contro un tizio dai capelli neri a palma e con l'uniforme arancione, il quale possedeva anche lui un'aureola sulla testa.

L'altro, dal canto suo, fece un sorrisetto divertito e poi urlò: “Ka... me... ha... me... HA!!!”

Le due sfere d'energia si scontrarono e, alla fine, esplosero, generando una potente raffica di vento che che fece tremare tutto il piccolo pianeta e creando una raffica di vento così forte che fece sradicare qualche albero e volare una scimmia che si trovava da quelle parti.

L'unico che rimane immobile fu uno strano individuo che levitava, con la pelle verde e l'aureola in testa.

“Tsk! Sempre i soliti...” commentò, infastidito, l'uomo mentre il ragazzo di fianco a lui, coi corti capelli neri, una cicatrice sull'occhio e privo di un braccio, gli diceva, ridendo: “Sai come sono fatti mio padre e Vegeta, Piccolo.”

“Certo che lo so... come so anche che Re Kaio darà di matto quando vedrà come Goku e Vegeta gli hanno ridotto, di nuovo, il pianeta...”

“Un po' mi dispiace che Crilin e gli altri se ne siano andati...”

“Era prevedibile, Gohan. Loro erano dei semplici terrestri e, dopo che voi tre avete superato il limite del supersaiyan, era ovvio che era meglio per tutti che se ne andassero...”

Nel frattempo, Vegeta, spoderando un ghigno divertito, fece diventare i capelli biondi mentre delle saette gli circondavano il corpo.

“Supersaiyan di secondo livello, eh?” constatò, divertito, Goku “E ALLORA LO FACCIO ANCH'IO!!!”

La potente raffica generata dalla trasformazione fu ancora più forte della precedente.

“Come vedi, hanno fatto proprio bene ad andarsene, dato che sembra che i saiyan di sangue puro non riescano assolutamente a controllarsi...” fu la pacata risposta di Piccolo mentre Gohan commentava: “Già, mi sorprende che Re Kaio non si sia ancora accorto di niente.”

“Sta facendo un pisolino e quando dorme non lo svegliano i cannoni, figuriamoci due supersaiyan che si stanno combattendo...”

I due saiyan continuarono a combattere finché Vegeta, approfittando della disattenzione del suo rivale, gli diede un violento pugno sulla guancia che lo fece volare contro un albero, distruggendolo completamente.

“Molto bene, Vegeta... e così vuoi fare sul serio, eh?” commentò Goku “NON MI TIRO DI CERTO INDIETRO!!!”

L'unica cosa che disse Piccolo, vedendo quella scena, fu: “...E adesso arriva il terzo livello.”

Non appena Goku ebbe finito di trasformarsi, raggiunse Vegeta e i due ripresero a combattere con inaudita ferocia, facendo tremare tutto.

“Non riuscirai a sconfiggermi, Vegeta!” urlò Goku, preparando di nuovo la Kamehameha, e l'avversario, ridendo, gli ricordò, mentre preparava, a sua volta un potente attacco: “Ci ha pensato una malattia cardiaca ad ammazzarti!”

“Beh, era un avversario tosto! Almeno ho fatto del mio meglio a resisterle...”

I due attacchi si scontrarono e si generò un'altra potente esplosione che fece tremare tutto e rompere le finestre dell'unica abitazione presente.

Non appena fu finita, dalla casa uscì, trafelato, un uomo con la pelle blu, delle lunghe e sottili antenne sulla testa, basso e tarchiato.

Indossava un vestito strano e degli occhiali da sole, inoltre era l'unico su quel pianeta, assieme alla scimmia, a non avere un'aureola sulla testa.

“E per finire, arriva la scenata di Re Kaio...” concluse Piccolo proprio mentre l'essere esclamava: “Ho ricevuto un messaggio da Kami in persona! Abbiamo un'emergenza!!!”

“Un messaggio da Kami? Che succede?!” domandò Gohan, esterrefatto, mentre Piccolo dichiarava: “Qualcosa di grosso, lo conosco quello.”

“Di che si tratta, Re Kaio?” domandò Goku e l'essere rispose: “Un nemico potente ha attaccato la Terra!”

“Non mi dica che sono di nuovo i cyborg!”

 “No, no... si tratta di un saiyan!”

“Un saiyan?! Ce ne sono ancora?!”

“Sì, si chiama Broly e ha una potenza inaudita!”

“Ehi, hai sentito, Vegeta? Ci sono altri saiyan vivi nello spazio!”

Il compagno lo guardò in malo modo poi dichiarò, seccato: “Beh, ovvio! Quel dannato di Freezer si è limitato ad ordinarci con lo scouter di tornarcene sul pianeta prima di distruggerlo... qualcuno non aveva campo in quel momento oppure, molto semplicemente, ha preferito ignorarlo perché non aveva la più pallida voglia di scomodarsi a tornare e voleva che fosse Freezer a scomodarsi a raggiungerlo.”

“E' quello che hai fatto tu, vero?”

“Ovvio! Io sono il principe dei saiyan! Non sono io che raggiungo gli altri ma loro che raggiungono me!”

Ignorando il battibecco, Gohan domandò a Re Kaio: “Questo saiyan ha una potenza smisurata?”

“Altroché! Secondo Kami, è stato persino in grado di sopraffare Beerus, il Dio della Distruzione!”

“Beerus? E chi sarebbe?” domandò Goku mentre Vegeta, sbiancando, dichiarò: “B... Beerus?! Quel Beerus?! Il Dio della Distruzione?!”

“Lo conosci, Vegeta?”

“Lo vidi una volta, da bambino... ma è impossibile... è assurdo che un saiyan possa sconfiggerlo! E' l'essere più forte dell'universo!!!”

“Davvero? Ed è pericoloso?”

“Può dirlo forte, zuccone! Se gli manchi di rispetto o lo infastidisci in qualche modo... ti distrugge come se niente fosse!”

“Ah sì? Allora, in questo caso...”

Dopo aver detto quelle parole, Goku si voltò verso Re Kaio e domandò: “Re Kaio, potrebbe farmi conoscere questo Beerus? Muoio dalla voglia di affrontarlo e vedere chi è il più forte tra noi due!”

“MA MI ASCOLTI QUANDO TI PARLO?!?!” gli urlò, furibondo, Vegeta.

“Oltre a questo Beerus, chi altri sta affrontando Broly?” domandò Piccolo e Re Kaio, prendendo dalla manica dell'abito un foglio di carta, lesse, sistemandosi gli occhiali: “Dunque, a quanto pare... lo stanno affrontando i due Trunks e un altro saiyan di nome Tarble...”

“CHE COSA?! C'E' ANCHE TARBLE?!”

“Lo conosci, Vegeta?” domandò Gohan e Vegeta, spostando lo sguardo e diventando rosso come un peperone, dichiarò: “Beh, sì... lui è... è uno... è uno che conosco... abbastanza... credo...”

“In ogni caso, pare che quel Broly sia giunto sulla Terra per vendicarsi del padre di Tarble, in quanto l'ha esiliato da bambino su un pianeta inospitale...”

“Ah! Quell'idiota...” s'intromise, con un tono scocciato, Vegeta e Gohan, sorpreso, gli domandò: “Conoscevi anche lui?”

“Purtroppo sì.”

Dopo un attimo di silenzio, fu la volta di Goku a domandare a Re Kaio: “Scusi, Re Kaio... ma cosa significa inospitale?”

Tutti lo guardarono senza parole.

Goku fece una risatina imbarazzata, mettendosi la mano dietro la testa mentre Vegeta commentava, con tono esasperato: “Che deficiente...”

“Comunque, come va la situazione sulla Terra? I ragazzi ce la stanno facendo?” domandò, preoccupato, Gohan e Re Kaio dichiarò: “Kami mi ha detto che, per il momento, la situazione è in uno stato di stallo. Non si riesce proprio a capire chi sarà il vincitore.”

Aveva appena detto quelle parole che Vegeta si avvicinò a lui, con passo calmo e tranquillo.

Gohan fece appena in tempo a dire: “Vegeta...?” che il saiyan afferrò Re Kaio per il bavero e lo sollevò.

“Come osi trattare un Re Kaio in questo modo?!” protestò la divinità ma Vegeta, senza scomporsi, ordinò: “Dì a Kami che sto per andare da lui.”

“Andare da lui?!”

“Sì. Voglio sapere alcune cose... adesso!”

“D-d'accordo... l'avvertirò subito...”

Mentre Re Kaio, una volta che Vegeta l'ebbe lasciato andare, si allontanava per comunicare con Kami, Goku si avvicinò al compagno e gli domandò: “Vuoi che ti porti là col teletrasporto?”

“Per forza, brutto idiota! Come pensi che ci arrivi là, a piedi?!” dichiarò il saiyan più grande, furibondo.

“D'accordo! Prendimi la mano, Vegeta!” ordinò Goku ma il compagno gli afferrò bruscamente la spalla.

Goku si voltò un attimo verso gli altri due e domandò: “Vi unite anche voi?”

“Ok, papà!” annuì subito Gohan mentre Piccolo appoggiava una mano sulla spalla libera del saiyan.

Prima che Goku partisse, Gohan domandò al suo maestro: “Come mai ti unisci anche tu? Di solito detesti stare con troppe persone...”

Piccolo guardò un attimo in direzione di Re Kaio per poi ammettere, abbassando la voce: “Non appena ce ne saremo andati, Re Kaio si accorgerà di come abbiamo ridotto il giardino e, conoscendolo, comincerà a sbraitare. Pertanto, è meglio essere il più lontani possibili dall'imminente terremoto...”

 

Inferno

Confine tra mondo dei vivi e dei morti del Settore Nord, sabato, 05:00

 

“Eccoci siamo arrivati. E' questo il punto.”

Kohra scese dal dorso della madre e guardò, incuriosita, il lago che si vedeva chiaramente dove lei e i suoi compagni di viaggio si trovavano.

Anche Vegeta e Bardack, quest'ultimo, nel frattempo, si era ripreso dal terribile mal di stomaco, si sporsero a guardare.

“Ditemi che non dobbiamo infilarci in quel vortice...” disse, seccato, il sovrano, indicando il vortice al centro del lago.

Neanche Bardack, dal canto suo, era troppo entusiasta di buttarsi là dentro: “Ma siamo proprio sicuri che quello sia il passaggio per raggiungere il mondo dei vivi? Io avrei dei dubbi...”

Per tutta risposta, la vecchia urlò: “Gente di poca fede! Sono un'indovina e se vi dico che quello è il passaggio, quello è il passaggio!”

“Tu ci sei mai entrata là dentro?” le domandò Bardack, dubbioso.

La risposta di Baba fu: “No. Guarda che ci tengo alla vita, io!”

“E allora come fai a dire che è proprio quello il passaggio?”

“Perché delle persone che conosco ci sono entrate!”

“Ah, allora ci sono arrivate.”

“Non ne ho la più pallida idea. Non le ho più viste.”

Il povero Bardack non sapeva più dove sbattere la testa.

Le premesse non erano affatto delle migliori...

“E tu come facevi ad andare sulla Terra?” le domandò Bardack e la vecchia rispose: “Prendevo un'altra strada, ovviamente.”

“E perché non ci hai portato lì?”

“Perché quando sono arrivati i cyborg, ho chiesto a Re Enma di distruggere quel passaggio, così da non poterci più tornare! Guarda che ci tengo alla vita!”

“L'avevamo capito...”

Non appena Baba ebbe finito di parlare, Kohra prese un sasso e lo gettò nel vortice.

Il sasso venne risucchiato in pochi secondi e non lo si vedi più.

“Io non ci entro là dentro! Ci tengo alla mia vita defunta!” l'avvisò Vegeta e Kohra, scocciata, gli ricordò: “Ormai manca poco! Vuoi tirarti indietro proprio adesso?”

“Certo! Il figlio è tuo! Ti ho accompagnata fino a qua, ma non vado più avanti! Arrangiati da sola! Non sappiamo nemmeno se il tuo marmocchio è ancora vivo! Può essere crepato da ore e, in quel caso, non intendo rischiarmi l'anima in quel vortice, chiaro?!”

“Forse c'è un modo per sapere se è ancora vivo...” dichiarò una voce alle loro.

I due litiganti si girarono e videro Baba, intenta a trafficare con la sua enorme sfera.

“Come ho già detto prima, io sono una veggente. Posso prevedere il futuro con l'aiuto della mia sfera di cristallo e anche...” cominciò la vecchia ma venne interrotta bruscamente da Kohra che, con un gesto veloce e forte, prese la sfera e dichiarò: “Fammi vedere dov'è mio figlio!”

La donna ci guardò attentamente ma all'improvviso, la gettò, gridando: “Che schifo! E' tutta sporca e non si vede niente!”

Baba cercò di prenderla al volo ma le scivolò e, mentre cercava di non farla cadere, dichiarò: “No, no! Aiuto, mi verrà il mal di mare...”

Poco prima che la sfera toccasse il suolo, Baba riuscì a prenderla e, una volta assicurata che fosse tutto a posto, strillò: “Fa attenzione! Questa è una sfera di cristallo dal valore inestimabile! T'immagini cosa sarebbe successo se si fosse persa o fosse caduta nel vortice?!”

“Ma quale sfera di cristallo dal valore inestimabile... è solo una semplice palla di vetro dallo scarso valore.” dichiarò, seccato, Vegeta.

Sentendo ciò, Baba sobbalzò.

Ma come aveva fatto quel tizio a capirlo?!

“Come fai a dirlo?” domandò Kohra e Vegeta, bussando coll'indice sulla sfera, dichiarò: “Me lo dice tutto! La lucentezza, la densità, le sfumature... e anche il suono. Probabilmente, l'ha trovata in un mercato delle pulci a basso costo... io avrei fatto lo stesso.”

“E va bene... ma conta cosa sa fare il prodotto e non la qualità!” si difese Baba, rossa in volto, prendendosi la sfera.

Agitando le mani e pronunciando una strana formula, la sfera cominciò a brillare e apparve una strana scena.

C'era un ragazzo alto, muscoloso e pieno zeppo di cicatrici, coi capelli verdi ritti in testa e gli occhi privi di iridi.

“Il mio piccolo Broly!!!” urlò, entusiasta, Kohra “E' ancora vivo! Ma probabilmente gli resteranno poche energie... non preoccuparti, tesoro! La mamma sta venendo a salvarti!”

Quello sarebbe tuo figlio?!” domandò, senza parole, Bardack, indicando con l'indice, il tipo coi capelli verdi “Ma ha distrutto tutto! Nemmeno un centinaio di Oozaru avrebbero fatto un simile macello...”

“Suo figlio è un pericolo pubblico. Io lo sapevo fin da quando quella mina vagante era nella sua capsula incubatrice, figurati un po'! Per questo l'ho mandato su quello stupido sasso pieno zeppo di mostri! Era il posto più adatto per lui... basta guardare sua madre e i suoi parenti, per capirlo!” commentò, orgoglioso e seccato, il re.

Ad un tratto, Vegeta si accorse di una figura sdraiata per terra e disse, aguzzando la vista: “Ma quello...”

Non appena ebbe riconosciuto chi era lo sfortunato a terra, Vegeta fece un sorrisetto sadico, tanto che Bardack gli domandò, preoccupato: “Perché fai quel sorriso?”

“Perché ho appena riconosciuto una persona che detesto con tutto il cuore e che il figlio di Kohra è stato così gentile da massacrarmela di botte.”

“Sul serio? E chi è?”

“E' Lord Beerus, il Dio della distruzione!”

Mentre Baba faceva un'espressione terrorizzata, Bardack e Kohra si limitarono a guardarsi un attimo negli occhi.

Fu Kohra ad esprimere a parole ciò che entrambi pensavano: “E chi cavolo è Beerus?”

“NON SAPETE NEMMENO CHI E' BEERUS?!?!” strillò Baba, al limite dell'esasperazione e del terrore.

La risposta della donna fu uno scocciato: “Ti sembro un'enciclopedia, per caso?”

Baba non sapeva più dove sbattere la testa.

Prima i cyborg e adesso il Dio della distruzione... la Terra stava proprio diventando un pianeta di gente poco raccomandabile... e lei stava per tornarci!

Ma cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo?!

Vero che era un po' tirchia e forse un pochino sadica... ma era una brava persona che dava un lavoro a molte anime di valorosi combattenti...

“Beerus è l'entità più forte del mondo. Il suo compito è quello di distruggere e sterminare le popolazioni di pianeti che non sopporta, per questo tutti cercano di tenerlo a bada... almeno finché la sua attenzione non viene spostata su qualcos'altro...” dichiarò il re e Bardack fece notare: “Parli come se lo conoscessi personalmente.”

“Beh, diciamo che... abbiamo avuto a che fare una volta... per fortuna...”

Bardack, sentendo quella dichiarazione, rimase in completo silenzio.

Nel frattempo, Kohra si mise a guardare il vortice e poi annunciò: “Bene, fra un minuto ci buttiamo tutti. Se avete qualcosa da dire... ditela ora. E in fretta, anche. Vi ricordo che io non ho tempo da perdere!”

Bardack e Vegeta si osservarono un attimo, poi il secondo annunciò: “Beh, dato che corro il rischio di scomparire per sempre, tanto vale di rivelare uno dei miei segreti... non si sta tanto male con te, Bardack.”

Dopotutto, c'era la discreta possibilità di restare vivi, era molto meglio non rivelare un segreto compromettente e imbarazzante...

Bardack, invece, rimase in silenzio un attimo, come se stesse pensando a qualcosa per poi ammettere: “Il mio segreto, invece, è che... conosco il tuo!”

Per qualche secondo, Vegeta lo fissò in silenzio, come se non capisse di che diavolo stesse parlando, poi, dopo pochi secondi, diventò rosso come un pomodoro e, con un'espressione mista di rabbia e vergogna, balbettò: “N-n-n-non ti starai mica riferendo... a quel segreto! Il mio segreto più intimo e privato...!”

“E' quello del coniglietto rosa che eri costretto ad abbracciare da piccolo per poter dormire!”

“MA IO TI AMMAZZO, TERZA CLASSE!!!!”

Prima che il sovrano dei saiyan potesse rendere veritiere le sue minacce, Kohra annunciò, mettendosi alle spalle dei due litiganti: “Ok, vi siete detti tutto. Andiamo.”

“Aspetta, Kohra! Prima ammazzo questo spione da strapazzo e poi ti seguo!”

“Ma neanche per sogno! Mio figlio rischia di morire da un momento all'altro!”

E prima che qualcuno potesse dire qualcosa, la donna li spinse nel gorgo, buttandosi poi a sua volta.

Le figure rimasero visibili per poi sparire, ingoiate nelle acque nere e gelide del gorgo.

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Capitolo 19
*** All'ultimo respiro ***


Capitolo 19: All’ultimo respiro

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 05:02

 

“Dici che ormai è stanco, Trunks?”

“Sì! Un ultimo sforzo... manca poco!”

I due doppioni non smettevano mai di attaccare con raggi d'energia il loro nemico, il quale, dal canto suo, continuava a resistere.

Come diavolo facesse ad avere ancora tutta quella energia, era un assoluto mistero... se Broly non imparava a controllare tutta la sua energia, rischiava di diventare un pericolo per tutto l'universo!

Anche Tarble faceva del suo meglio a tener testa al nemico ma era il più debole del gruppo, in quanto non era trasformato in supersaiyan.

Pertanto, quando Broly si mise ad assaltarlo con una furia violenta e bestiale, il saiyan faceva molta fatica a parare i colpi.

"Accidenti... la sua potenza è aumentata in maniera tremenda! Non è lo stesso di prima, in tutti i sensi! Non solo ha una forza pazzesca ma il suo carattere è mutato in maniera drastica... è come vedere un demone senza controllo... che sia questa la forma più brutale e incontrollata dei saiyan, il vero e leggendario supersaiyan?!" Si domandò, preoccupato Tarble, tentando di parare i pugni di Broly con le braccia.

“Avanti, questo è il colpo di grazia! Final Flash!” urlò Tarble lanciandolo a distanza ravvicinata, per poi urlare: “E ora fatti un sonnellino!”

Ma, inaspettatamente, dalla coltre di fumo apparve il volto sadico e spietato di Broly, completamente illeso.

“Cosa?!” urlò, senza parole il giovane e, prima che se ne rendesse bene conto, l'avversario gli diede un calcio così violento che gli mozzò il fiato e che lo fece schiantare contro un monte lì vicino.

“Tarble!!!” urlò il Trunks più giovane mentre l'altro gli diceva: “E' ancora vivo! Pensiamo a Broly, più che altro! Temo che abbia tutte le intenzioni di combattere contro di noi!”

“Cosa possiamo fare, Trunks?! Questo saiyan è una vera furia! Di questo passo, saremo noi ad essere uccisi!”

“Tranquillo, ho un piano.”

 “E qual'è?!”

“Prepariamo il Galick Cannon e con quello tentiamo di contrastarlo!”

“E' una mossa un po' azzardata...”

“Ma non abbiamo altra scelta! Siamo allo stremo delle forze, proprio come lui! Questa è una gara a chi resiste più a lungo!”

“Quant’è rimasto dell’acqua che ci ha dato Whis?”

“Poco… un sorso a testa.

“D'accordo, allora prepariamoci e speriamo in bene!”

I due doppioni, dopo aver bevuto quel poco che restava della boccetta, la quale non li guarì completamente, ma almeno li fece sentire leggermente meglio, e fatto un respiro profondo, lanciarono il loro attacco con tutte le loro forze.

 

Paradiso

Sezione Nord, sabato, 05:05

 

“Eccoci arrivati!” esclamò Goku, apparendo davanti ad un uomo anziano con la pelle verde e le rughe, il quale non trattenne un'espressione incredula nel trovarsi davanti, all'improvviso, tutta quella gente.

“Ehilà, Kami. E' da un pezzo che non ci vediamo...” lo salutò Piccolo, con un ghigno divertito, prima che Vegeta dichiarasse, scocciato: “Puoi mettermi in contatto spirituale con una persona?”

Kami rimase un attimo in silenzio, sorpreso da quella strana richiesta, poi ammise: “Sì, certo... ma ho bisogno dell'aiuto della mia controparte malvagia, ossia di Piccolo, perché questa tecnica consuma molto energia.”

“Nessun problema, Kami. Dimmi cosa devo fare e lo farò.” dichiarò il namecciano, avvicinandosi.

Kami lo guardò un attimo per poi dire: “Ottimo, mettiti davanti a me e allunga le mani.”

Piccolo fece come Kami gli aveva detto e venne subito imitato dalla controparte.

Dalle mani dei due si sprigionarono delle onde rosse che collisero.

“Fatto. Entra dentro questo flusso energetico e pensa alla persona che vuoi contattare. Si creerà temporaneamente una dimensione dove potrete comunicare.” annunciò l'anziano namecciano mentre Vegeta, con un sorriso sarcastico, annunciava: “L'ho sempre detto che tu e la tua gente avete tecniche molto interessanti, vecchio...” sogghignò Vegeta prima di entrare, con un balzo, al suo interno.

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 05:10

 

Si trascinò lentamente, con l'aiuto delle sue mani, finché un violento colpo di tosse, durante il quale sputò persino un po' di sangue, non lo fermò.

Alzò la testa dolorante e piena di ferite.

I due Trunks stavano preparando un attacco energetico alla massima potenza.

Avrebbe voluto raggiungerli per dare loro una mano, ma non poteva.

Non aveva più un briciolo di forza nel suo corpo e, cosa più importante di tutte, il suo intervento, come al solito, non sarebbe servito a niente.

Tarble si rialzò dolorante mentre si teneva il braccio sinistro, che non riusciva più a muovere, il quale poi era anche ricoperto di sangue, con la destra, per poi tornare a guardare lo scontro.

"Dannazione... non sono riuscito neanche a farlo affaticare... ma almeno ho guadagnato un po' di tempo per i due Trunks, almeno credo..." meditò il ragazzo, sempre più stanco e lottando nel disperato tentativo di tenere aperti gli occhi.

Proprio in quel momento, i due Trunks avevano lanciato il Galick Cannon contro Broly e, a giudicare dalla massa e dal potere energetico che sentiva provenire da esso, doveva essere davvero potente.

Nonostante il potere, l'attacco dei Trunks non preoccupò minimamente Broly, il quale si mise a sua volta a lanciare un attacco energetico di colore verde.

Le due sfere si collisero con un tremendo boato, ma nessuna delle due era intenzionata a cedere a quella nemica.

Sfortunatamente, l'attacco dei Trunks cominciò a perdere intensità mentre quello di Broly si avvicinava sempre più minaccioso ai due doppioni.

“Ho paura... che non ce la faremo... è troppo forte per noi...” commentò il Trunks più grande, con un sorriso stanco.

Anche Tarble si rese conto della sconfitta e, chiudendo con forza gli occhi, pensò, disperato: "Ormai è la fine... non siamo riusciti a salvare il mondo... tra poco moriremo tutti..." 

“Stai scherzando, vero?!” tuonò una voce sconosciuta eppure stranamente familiare nella sua testa.

Stupito, il ragazzo riaprì gli occhi, dicendo un semplice: “Eh?” e trovò davanti a sé la conferma dei suoi sospetti.

“E' tutto qui quello di cui sei capace? Perché, in quel caso, sei patetico come sempre!” aggiunse, irritata, la figura con l’aureola in cima alla testa che gli stava davanti mentre il saiyan, senza parole, sussurrava: “Fratellone?!”

Com'era possibile che suo fratello si trovasse lì?!

Doveva essere morto da anni, secondo i due Trunks e Bulma...

Ma quasi subito, l'incredulità lasciò posto alla gioia.

Stava rivedendo suo fratello, il suo adorato fratello maggiore, il suo idolo di quand'era bambino...

Quando gli era stato detto che Vegeta era morto, aveva creduto di non rivederlo mai più e invece lui era lì, a pochi passi da lui.

Se quello fosse stato un sogno, avrebbe voluto non risvegliarsi mai più...

Si avvicinò con sorriso al fratello con un grande sorriso, per poi dirgli: “Sono contento che tu sia qui, fratellone!”

Ma, non appena finì di parlare, Vegeta si voltò bruscamente di lato.

“Non fraintendere!” fu la secca risposta del saiyan, mentre il fratello farfugliava, sorpreso: “F-fratellone...”

“Non intendo assolutamente aiutarti! Semplicemente non sopporto la vista di un saiyan debole!” sbuffò Vegeta, mentre il fratello minore sussurrava, imbarazzato: “Mi dispiace...”

A quel punto, il ragazzo si diede un’occhiata intorno e si accorse di trovarsi nello spazio profondo, nero, denso… eppure, riusciva a respirare perfettamente.

“Fratellone, ma dove siamo?”

“Siamo in un mondo illusorio creato dai poteri di due namecciani. Sono qui per dirti qualche parolina riguardo al tuo scandaloso comportamento! Certo, potevo farlo attraverso Re Kaio, ma certi discorsi li preferisco fare a quattr’occhi!”

“C-certo, dimmi pure…” balbettò Tarble, leggermente spaventato.

Suo fratello arrabbiato era la persona più pericolosa dell’universo, dopo Bulma… di certo, quella che lo aspettava era una strigliata leggendaria…

Prima che Vegeta potesse aprire bocca, però, un uomo alto e coi capelli neri anche lui con un’aureola sopra la testa, verso cui Tarble provò la sensazione di averlo già visto da qualche parte, apparve all'improvviso, commentando: “Certo che è proprio buio in questo posto, forse è notte...”

Notando Vegeta che lo guardava con un'espressione adirata, il tipo misterioso lo salutò con un gran sorriso: “Ah, eccoti, Vegeta! Come va?”

“Cosa ci fai tu qui, Kakaroth?!” fu la risposta, furibonda, dell'altro e il saiyan rispose, senza perdere la sua allegria: “Ci stavi mettendo un po' e sono venuto a controllare che stessi bene... e poi, speravo che tu stessi affrontando un nemico tosto e pericoloso!”

“Sto bene e non sto affrontando nessun nemico pericoloso, però al momento sono occupato, quindi sloggia!” sbottò, adirato, Vegeta, tentando di trascinarlo lontano, mentre il saiyan apparso all’improvviso, commentava, leggermente infastidito: “Che cattivo…”

Tarble, nel frattempo, osservava in silenzio il misterioso saiyan appena apparso e, in un attimo, capì dove l’aveva già visto: era identico al bambino nell’incubatrice nei sotterranei della Capsule Corporation!

Quello che Bulma diceva di essere il clone di un tipo chiamato Goku!

Che fosse lui?

Però, il suo fratellone l’aveva chiamato Kakaroth…

Proprio in quel momento, Goku notò Tarble e, subito, si avvicinò al ragazzo esclamando, tutto eccitato: “E tu chi sei? Sei un saiyan? Ehilà, sono Goku! Vuoi combattere contro di me?”

“N-no… comunque… io sono Tarble…” sussurrò il ragazzo, indicandosi, leggermente allibito per via dell’energia mostrata da quel tipo, mentre Vegeta tentava di nuovo, di trascinarlo via, sibilando: “Ti ho già detto che sono occupato, Kakaroth! Perciò, sparisci!”

Sfortunatamente, l’ultima cosa che Goku voleva era andarsene.

“Tarble? Ma non è quel saiyan di cui ci ha parlato Re Kaio?” domandò il saiyan a Vegeta, il quale rispose: “Sì, è lui! Adesso vattene! Devo dirgli una cosa molto importante, che non ti riguarda!”

“Quindi era lui la persona con cui volevi metterti in contatto?”

“E con ciò? Sparisci!”

“Ma guarda che sorpresa… hai fatto tutto quel casino solo per metterti in contatto con lui? Devo ammetterlo, da te non me lo sarei mai aspettato, Vegeta…”

“Tu… volevi metterti in contatto con me, fratellone?” domandò, allibito, Tarble e, sentendolo, Goku esclamò, incredulo: “Fratellone?! E’ tuo fratello?!”

Vedendo Vegeta alzare gli occhi al cielo, Tarble si tappò la bocca con la mano funzionante e borbottò, imbarazzato: “Ops, mi è scappato…”

“Non sapevo che avessi un fratello…” commentò Goku, mentre Vegeta rispondeva, cercando di nascondere il fatto che fosse diventato rosso come un pomodoro maturo: “Beh, tu non me l’hai mai chiesto, Kakaroth!”

“E a chi verrebbe in mente di chiederti una cosa del genere? Comunque, adesso capisco perché ci tenessi tanto a parlarci…”

“Ottimo! E allora sparisci una volta per tutte!!!!” dichiarò, sempre più arrabbiato, Vegeta, ma Goku rispose: “No, aspetta! Voglio sentire anch’io!”

“Scordatelo, Kakaroth! Questo è qualcosa che riguarda me e mio fratello!”

“Non pensarla in questo modo…”

“Non ci provare! Vattene subito!”

“Oh, andiamo...”

“No!”

Alla fine, con un po’ di fatica e sotto lo sguardo senza parole del fratello minore, Vegeta riuscì a scacciare Goku, sibilando nel mentre: “Maledettissima zanzara fastidiosa…”

“Fratellone… ma chi era quello?” domandò, a quel punto, Tarble e il fratello maggiore rispose, seccato: “Non ha alcuna importanza! Stammi bene a sentire: non avrai mica intenzione di farti abbattere da quel bestione tutto muscoli e niente cervello, vero?!”

“Ma… ma quel saiyan, Broly… è davvero tremendo… credo che sia giunta la fine… per tutti noi…”

“La fine? Tsk, ma cosa mi tocca sentire! Non so cosa accidenti abbia combinato mio figlio per ritrovarsi due al posto di uno, ma loro hanno avuto a che fare coi cyborg per anni e non si sono mai arresi! Anche se la situazione era critica, anche se quei dannati rottami assassini massacravano un sacco di gente, anche se mi hanno ammazzato… loro hanno continuato a lottare e anche adesso stanno tentando di fare qualcosa, a differenza tua! Meno male che sono venuto a sistemare le cose… perché se c’è una cosa che non posso assolutamente tollerare è che un saiyan, soprattutto se il saiyan in questione è mio fratello, il principe dei saiyan, si mostri debole!”

“Il… il principe dei saiyan?”

“Certo! Dato che sei mio fratello, lo sei anche tu!”

“No, non è vero… lo sai che non lo sono…” borbottò il ragazzo, abbassando lo sguardo e Vegeta, per tutta risposta, gli mollò un pugno in testa.

“Ahia!!! Perché l’hai fatto, Vegeta?!” domandò Tarble, massaggiandosi la testa dolorante e il fratello rispose, toccandogli la fronte con l’indice: “E me lo chiedi, brutto zuccone? Credi che solo perché quell’imbecille di nostro padre ti ha mandato via, non sei degno di essere il principe? Guarda che non è il livello di potenza che ha uno alla nascita a fare di lui il principe del nostro popolo!”

“E allora cos’è?”

“E’ l’orgoglio!”

“L’orgoglio?”

“Il tuo orgoglio saiyan viene prima di tutto, ricordatelo!”

“E' vero... il mio orgoglio saiyan...”

“E' la tua forza. E’ ciò che ti permette di essere davvero libero e potente. Nessuno, ripeto, nessuno dev’essere in grado di annientarlo! Possono comandare il tuo corpo, la tua mente… ma nessuno potrà mai essere in grado di dominare il tuo orgoglio!”

Tarble rimase in silenzio, sgranando gli occhi di fronte a quella dichiarazione.

Per caso suo fratello lo stava prendendo in giro?

Però, il suo sguardo era molto serio…

Intuendo l’indecisione del fratello, Vegeta si mise a strattonarlo per le spalle: “Stammi bene a sentire, Tarble! Tu sei un saiyan! Non puoi arrenderti così! Hai capito?! Sennò ti prendo a sberle! Non azzardarti mai a dimenticare che nelle tue vene scorre il sangue dei guerrieri saiyan! Forza, cerca di riprenderti, ragazzo! Affronta quel bestione senza cervello col Garlick Cannon, la tecnica simbolo della nostra famiglia e annientalo! Puoi farcela, fratellino, abbi fiducia in te, una buona volta! Vincerai, te lo garantisco!”

Tarble rimase un attimo spiazzato a quella dichiarazione.

Vegeta non l’aveva mai chiamato fratellino prima d’ora… non stava dicendo quelle parole a caso, vero?

Tuttavia, nonostante la confusione, Tarble abbassò lo sguardo, tristemente: “No, non ce la posso fare, fratellone... sono ferito al braccio sinistro e la mia forza spirituale è dimezzata! Come faccio a combattere?!”

Per tutta risposta, Vegeta gli tirò un altro potente e doloroso pugno in testa.

“Ahi… e adesso che ho detto?” mugugnò Tarble, massaggiandosi di nuovo la testa, e il fratello rispose, prendendolo per il colletto della divisa e guardandolo in maniera furente: “Se non la pianti di fare il povero debole patetico, ti mollo qui, alla mercé di quel tizio, mi sono spiegato?!”

“Certo, scusami!”

“Adesso, stammi bene a sentire: un vero guerriero è in grado di combattere anche con tutti gli arti del corpo rotti! Pertanto, cerca il potere dentro di te e, quando lo senti, sfruttalo con tutto te stesso!”

Tarble rimase in silenzio un attimo, per poi sorridere e dire, con orgoglio: “D'accordo! Ho capito, fratellone! Ti ringrazio tanto! Libererò il guerriero dentro di me, te lo prometto!”

“Ottimo.” Annuì Vegeta, dandogli le spalle e, a quel punto, Tarble sussurrò, timidamente: “Fratellone…”

“Mh?”

“Io... voglio diventare forte come te, fratellone!”

“Sbagliato!”

“Ah, giusto... questo non è possibile...”

Ma cosa gli era saltato in testa di dire?

Doveva essere ancora sotto l’effetto dell’adrenalina…

Suo fratello era il prodigio della loro famiglia, l’orgoglio di suo padre… mentre lui era soltanto il fallimento totale.

Non sarebbe mai stato in grado di superare Vegeta…

“No, tu devi voler diventare più forte di me!” esclamò, ad un tratto, Vegeta e Tarble alzò la testa di scatto, sorpreso: “Eh?”

Vegeta lo stava fissando in silenzio, sempre dandogli le spalle.

“Ti ricordi di quel deficiente che si è intromesso nel nostro discorso, poco fa?” domandò, all’improvviso, Vegeta e il ragazzo ammise, sorpreso: “Beh, sì…”

“Beh, quello è un idiota senza cervello, il più grande rompiscatole che si sia mai visto in tutto l’universo, più fastidioso di una mosca… ma anche uno così è stato capace d’insegnarmi qualcosa di davvero importante.”

“Davvero? E cosa?” domandò, allibito, Tarble.

Sentire suo fratello, il quale da bambino si vantava in continuazione che non aveva bisogno di alcun maestro, in quanto era un talento nato, che qualcuno era stato capace d’insegnarli qualcosa era pazzesco… se poi era un tipo del genere…

Vegeta rimase in silenzio, prima di ammettere: “Che anche uno scarto può diventare potente con la forza di volontà. Quindi, la cosa vale anche per te. Puoi farcela, se solo lo vuoi… e sono certo che ce un giorno ce la farai, fratellino.”

“Sì, ben detto...”

“Anche se io non te lo permetterò mai, mettiamolo bene in chiaro.”

“Lo so... ti conosco, fratellone.”

Mentre i due fratelli parlavano, non si accorsero di tre figure sopra di loro tutti con un’aureola in testa che li guardavano in silenzio.

“Certo che Vegeta è cambiato…” commentò il ragazzo con le cicatrici senza un braccio, mentre l’uomo con la pelle verde, annuiva: “Beh, sono passati più di trent’anni… era logico che alla fine iniziasse a cambiare…”

“Perché, che è successo?” domandò l’ultimo tizio, il quale aveva un’espressione più trasognata e, per certi versi, stupida e il ragazzo senza un braccio spiegò: “Vegeta è diventato il maestro di quel ragazzo, papà.”

“Davvero?”

“Certo, io di queste cose me ne intendo. Inoltre, gli ha insegnato a credere in sé stesso… anche se ha usato un metodo non convenzionale e più incline al suo carattere… però, credo che il suo discorso abbia avuto successo.”

“Però non me l'aspettavo... è strano vedere Vegeta che allena qualcuno...” commentò Goku, mentre Piccolo, con un sorrisetto, diceva: “Sai, com'è, lui un tempo era il principe dei saiyan... probabilmente sente la mancanza dei suoi simili e della sua famiglia e così ha voluto allenare suo fratello... nel corpo e nello spirito, così da portare avanti il nome della loro famiglia.”

“Beh, ma anch'io sono un saiyan e sono qui nell’aldilà assieme a lui.”

“Sì, ma tu credi di piacergli?”

“Perché questa domanda? Io non ho assolutamente niente contro Vegeta.”

“Appunto. Forse è proprio per questo che non gli sei mai piaciuto.”

“Eh? Cosa vorresti dire con questo?”

Per tutta risposta, Piccolo fece un sorrisetto divertito.

Nello stesso istante, Vegeta disse a Tarble: “Adesso, sarà meglio che tu vada. Devi dare una bella lezione a quel bestione arrogante che ha avuto il coraggio di sfidare la nostra famiglia! Dagli un bel calcio da parte mia!”

“Va bene, fratellone! E ti prometto anche che sarò il migliore principe della storia dei saiyan!” annunciò Tarble con orgoglio, ma Vegeta, per tutta risposta, si voltò a guardarlo furente e gli urlò: “NON DIRE STUPIDAGGINI!!! QUELLO SONO IO, ANCHE SE SONO DEFUNTO!!!!”

“Sì, certo, scusami!!!” esclamò, spaventato, Tarble.

Suo fratello riusciva ad essere spaventoso anche da morto… adesso capiva perché si era messo con Bulma… facevano paura allo stesso modo!

“Ah, toglimi una curiosità… è vero che il Dio della Distruzione sta combattendo contro quel saiyan?” domandò all’improvviso Vegeta e Tarble chiese, tranquillamente: “Ah, ti riferisci a Beerus?”

“Che ti salta in mente di chiamarlo così?! Guarda che potrebbe far esplodere la Terra per questo!”

“Non credo… se lo facesse perderebbe il buon cibo…”

“Parli come se avessi a che fare con lui tutti i giorni.”

“Beh… in realtà è proprio così.”

“In che senso?”

“Non lo sai? Praticamente vive a casa di Bulma.”

Sentendo quella frase, Vegeta si voltò a guardare il fratello minore con espressione scioccata, per poi domandare: “E’ a casa di Bulma? E la Terra non è ancora esplosa?”

“Secondo me, ha troppa paura di lei per azzardarsi a fare una cosa del genere… e, poi, guarda che Beerus non è tanto male… quando dorme…” ammise il ragazzo con un sorriso forzato, pensando a tutti gli aggettivi con cui era possibile definire Beerus quand’era sveglio…

“Va beh, lasciamo stare… senti, avrei bisogno che tu dicessi qualcosa a Bulma, quando tornerai.” Disse, all’improvviso, Vegeta e Tarble, sorpreso da quella richiesta, acconsentì: “Certo, dimmi pure.”

A quel punto, Vegeta si avvicinò al fratello e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.

Il ragazzo ascoltò attentamente il discorso, per poi commentare: “Va bene, glielo dirò… anche se non ho capito il senso…”

“Tu diglielo e basta. Lei capirà.”

“Va bene… ah, c’è una cosa che devo dirti.”

“Cioè?”

“Ecco… fra poco il Trunks più grande avrà un figlio.”

Vegeta rimase un attimo in silenzio per poi dire, con assoluta neutralità: “Capisco… a quanto pare, dovrai diventare molto più potente di quello che pensavo…”

“Eh? Cosa intendi? Perché devo diventare più forte?”

“Perché qualcuno dovrà proteggere mio nipote e la sua famiglia, no?! Adesso sei tu l’uomo di casa, quindi vedi di darci dentro e di sopravvivere, perché se succede qualcosa alla mia famiglia, appena morirai, la prima cosa che farò sarà quella di ammazzarti, sono stato chiaro?!”

“Chiarissimo, fratellone!”

“Un’ultima cosa: combatti come farebbe un vero saiyan… senza rimpianti.”

“Sì, lo farò! Grazie, fratellone! Non dimenticherò mai il mio orgoglio saiyan in battaglia!”

“Ottimo… e allora fila a dare una lezione a quel tizio, perdigiorno!!!”

“Certo, fratellone! Lo faccio subito!!!”

Immediatamente, Tarble sparì dalla vista, mentre Vegeta commentava: “Sempre il solito, non cambia mai… però è stato bello rivederlo ancora una volta…”

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 05:30

 

Tarble aprì di scatto gli occhi neri e si rialzò, nonostante sentisse il corpo dolorante, per poi darsi un’occhiata intorno, fino a quando non localizzò i due Trunks, ancora intendi a lanciare l’attacco d’energia, anche se ormai era sempre più evidente che sarebbero crollati presto, di conseguenza, si avvicinò lentamente a loro.

L’unico che si accorse di ciò fu Whis parecchio distante dal luogo dello scontro, il quale commentò: “Toh, sembra che Tarble si sia rialzato!”

Beerus diede un’occhiata nella direzione indicata da Whis e domandò: “Che diavolo sta facendo quel ragazzino?”

“Parrebbe intenzionato a combattere…”

“Ma è impazzito?! Non si è neanche trasformato in supersaiyan! Cosa spera di fare?!”

“E chi lo sa, Lord Beerus… potrebbe saltare fuori qualche sorpresa… mi sbaglierò, ma mi sembra molto più motivato rispetto a prima…”

Nel frattempo, mentre si avvicinava lentamente ai due Trunks, Tarble allungò il braccio funzionante e sussurrò: “Garlick… CANNON!!!!”

Sentendo l’adrenalina e il potere scorrere dentro le sue vene, il saiyan lanciò l’attacco energetico con tutte le sue forze, unendosi con l’attacco dei due Trunks.

Sorpresi da ciò, i due Trunks si voltarono e videro Tarble, lanciare l’attacco con tutte le sue forze, avvicinandosi lentamente ai nipoti, con passo calmo, ma deciso.

Sembrava assurdo, ma, per un attimo, sembrava di vedere Vegeta all’attacco…

Bastò uno sguardò d’intesa fra tutti e tre i guerrieri per capirsi al volo.

I tre guerrieri continuarono a lanciare l’attacco energetico, ma, nonostante l’energia di Tarble non riuscivano a procedere, ritrovandosi in una pericolosa situazione di stallo.

“Accidenti! Non è abbastanza potente! Ci serve più energia!” constatò il Trunks più grande, mentre quello più giovane sussurrò: “Papà… Goku… aiutateci…”

Anche Tarble, il quale era di gran lunga, il più debole e malridotto del gruppo, faceva sempre più fatica, ma era evidente la sua voglia di resistere.

“Ho fatto una promessa al mio fratellone… e la manterrò! A qualsiasi costo!” pensò il giovane saiyan, ansimando.

“Coraggio… usiamo tutto il nostro potere o è la fine!!!! Questa è l’ultima scommessa!!!” urlò il Trunks più grande e anche gli altri due annuirono e sprigionarono tutta l’energia residua.

“QUESTO E’ IL NOSTRO POTERE FINALE!!!!” urlarono i due, per poi sentire una voce familiare alle loro spalle dire: “Immagino che, come al solito, abbiate bisogno del mio aiuto…”

Immediatamente, tutti e tre si voltarono di scatto e trovarono la conferma dei loro sospetti.

“PAPA’!!!!” urlarono i due Trunks, mentre Tarble esclamava: “FRATELLONE!!!!”

“Concentratevi sull’attacco, idioti! Altrimenti, moriamo tutti! E’ mai possibile che non riuscite a fare niente senza di me?!” sbottò Vegeta e tutti e tre dissero, contemporaneamente e con tono imbarazzato: “Scusa…”

Per tutta risposta, Vegeta si rimise in posizione e lanciò a sua volta il Garlick Cannon, il quale si fuse con quello degli altri tre.

Immediatamente l’attacco energetico di colore viola iniziò velocemente ed inesorabilmente ad avanzare, mettendo in seria difficoltà Broly, il quale tentò di contrastarla aumentando la propria energia, ma fu tutto inutile, anzi era peggio.

Si sentiva soffocare, come se qualcuno, dentro di sé, lo stesse prendendo ferocemente a pugni…

Alla fine, si accorse con orrore che il Garlick Cannon avevano sconfitto il suo attacco e che stava proseguendo inesorabilmente verso di lui e provò paura, dato che si rendeva perfettamente conto che se l’attacco l’avesse colpito sarebbe morto.

Fino a quel momento, non gli era mai importato tanto della morte, ma adesso che si trovava sull’orlo del baratro, sentì una paura folle e paralizzante che lo stava attagliando.

Lui non voleva morire… non lo voleva assolutamente!

Voleva vivere, assieme a Cheelai e Lemo… ma cosa poteva fare?!

Chi avrebbe potuto salvarlo?!

Ad un tratto, si ricordò di quella volta in cui suo padre si era fermato in quel piccolo pianeta e Lemo gli aveva parlato di una donna di cui, prima di allora, non aveva mai sentito parlare… una donna che lo amava da sempre e che non lo avrebbe mai tradito… la vera guerriera più forte del mondo… sua madre…

Lui non l’aveva mai incontrata, ma gli sarebbe tanto piaciuto conoscerla… se lei gli fosse stata vicino in quel momento, avrebbe affrontato la morte con più serenità, dato che di certo l’avrebbe salvato…

Però, la mamma di quei due guerrieri identici, nonostante non fosse molto forte, era corsa lo stesso a salvarli… magari, se l’avesse chiamata, lei sarebbe venuta in suo soccorso… in fondo, quando suo padre lo chiamava per salvarlo da qualche zecca di Vampa, lui accorreva subito…

“MAMMA!!!!!” si ritrovò ad urlare, spaventato il ragazzo, sperando che lei lo salvasse, e, esattamente in quel momento, una figura femminile con un cappotto, un’aureola in testa e uno strano strumento di legno attaccato al collo, apparve all’improvviso, urlando: “SONO QUI!!!!!”

“Mamma?!” domandò, leggermente sorpreso e pieno di confusione, Broly, mentre la donna, con un gran sorriso, gli disse, mentre lo afferrava alla vita volando a tutta velocità verso destra, cercando, in questo modo, di trascinarlo via dall’attacco energetico e di salvarlo: “Sì, tesoro, sono proprio io e sono venuta a salvarti!”

Vedendo che, nonostante tutto, non era ancora abbastanza veloce per trascinarlo via, la donna prese Broly alla vita con un braccio e, puntando l’altro dietro di sé, lo rassicurò: “Non preoccuparti, piccolo mio, la mamma è qui e ti salverà! Reggiti forte a me, Broly, perché adesso si balla!”

Subito, il saiyan si aggrappò alla piccola figura esile, la quale lanciò un attacco energetico verde verso una montagna alle sue spalle e, per effetto del rinculo, i due cominciarono ad allontanarsi velocemente, anche se, a causa del peso di Broly, non era una cosa facile, dall’attacco energetico viola, il quale si avvicinava inesorabilmente.

“Andiamo… più veloce…” sibilò la donna, cercando di aumentare la potenza e, proprio quando l’attacco era proprio davanti a loro, riuscirono a spostarsi appena in tempo.

“Ce l’abbiamo fatta, Broly! L’abbiamo schivato!” esultò, euforica, Kohra, per poi voltare la testa per vedere che fine avrebbe fatto l’attacco energetico scoprendo, con orrore, che l’attacco aveva colpito in pieno alcune montagne lì vicino le quali si misero a tremare, facendo scendere quintali di neve ovunque.

“Misericordia…” sussurrò la saiyan, stringendo con ancora più forza Broly “Tieniti forte, Broly! Arriva una valanga!”

Il peso di Broly le impediva di volare in alto e di uscire dalla traiettoria della valanga… ma se era stata capace di ribaltare mezzo inferno pur di salvarlo, avrebbe anche affrontato un simile macello!

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 05:45

 

“Che diavolo sta succedendo?!” urlò Mai, la quale si trovava seduta sul tavolo del salotto della Capsule Corporation, la quale cercava di leggere un libro nel tentativo di far passare il tempo, cosa che, però, le risultava parecchio difficile, dal momento che era preoccupata da morire per il suo Trunks e per tutti gli altri, in quanto non era assolutamente in grado di percepire i KI e di sapere cosa stesse succedendo sul campo di battaglia.

Non appena sentì la scossa di terremoto, si gettò sotto il tavolo, sperando che finisse presto.

Però, accidenti se era potente…

Ad un tratto, un improvviso pensiero la fece sbiancare.

Il piccolo Goku!

Era ancora nella sua capsula nel sotterraneo!

Doveva accertarsi che stesse bene!

Prese il libro che stava leggendo, posizionandolo sopra la testa come una sorta di elmetto difensivo, e, nonostante il terremoto, si diresse verso i sotterranei.

Quello che stava facendo era pura follia, considerando le sue condizioni… ma non poteva lasciare Goku in pericolo!

Inoltre, se era stata capace di affrontare i cyborg e Zamasu, di certo un terremoto non era niente di che… almeno così sperava…

Con infinita pazienza ed ansia, in quanto quel maledetto terremoto non accennava a diminuire di potenza, Mai arrivò al laboratorio.

Una volta entrata, però, per poco non si mise ad urlare: c’era una figura nera davanti alla capsula illuminata dal liquido giallo, con indosso un lunghissimo mantello rosso sulla testa, così da coprirgli la testa, e con un’aureola sopra alla testa il quale era assolutamente incurante del terremoto.

Mai prese il suo fucile e fece per puntarlo contro a quel tipo, quando si accorse di una cosa strana: la figura stava semplicemente osservando Goku, ma non sembrava avere intenzioni ostili… lo stava solo… guardando… in silenzio…

Proprio in quel momento, Goku aprì leggermente gli occhi e, dopo un attimo di silenzio, appoggiò la sua manina sul vetro della capsula e, dopo un istante, anche la misteriosa figura appoggiò la mano sul vetro.

Per un attimo, a Mai parve che non ci fosse nessun vetro a dividere i due, ma, ad un tratto, ad interrompere l’incanto silenzioso, si udì un Bip Bip e la figura si voltò nella sua direzione della giovane donna, guardandola in silenzio.

“Chi è lei? Desidera qualcosa?” domandò Mai e la figura rispose: “Tranquilla, terrestre. Sono solo di passaggio.”

L’individuo, fece per andarsene, quando vi fu una seconda scossa di terremoto e uno schedario di metallo lì vicino cadde proprio sul pannello di controllo, mandandolo in tilt.

“Oddio!!!” urlò Mai, correndo a controllare il pannello, mentre la figura, avvicinandosi, domandando: “Che succede?”

“Il pannello non funziona più!”

“Ehi, che sta succedendo al bambino?!”

Mai alzò lo sguardo e vide che Goku si stava agitando e, sudando freddo per la paura, capì: “Il distributore d’ossigeno è stato danneggiato! Non sta più ricevendo ossigeno! Sta praticamente annegando!!! Bisogna rompere subito il vetro!!!!”

Mai cercò affannosamente qualcosa nella stanza adatto a rompere quel vetro, prima che Goku morisse annegato, ma lo strano individuo si avvicinò alla capsula, ordinandole: “Sta’ lontana, terrestre. Ci penso io.”

Senza perdere altro tempo, l’essere diede un pugno alla capsula che fece immediatamente rompere il vetro, facendo uscire l’acqua da tutte le parti.

“GOKU!!!!” strillò Mai, correndo subito a prendere il bambino in braccio, il quale cominciò a piangere sonoramente.

Vedendo il piccolo completamente bagnato e nudo, l’essere strappò un pezzo abbondante del mantello e, senza perdere tempo, avvolse il neonato.

“Io… grazie…” balbettò Mai e, per tutta risposta, l’altro si voltò e rispose: “Non ringraziarmi, ragazza… l’ho fatto semplicemente perché mi andava di farlo.”

Prima che Mai avesse il tempo di dire qualcosa, però, vi fu una nuova scossa di terremoto che cominciò a far cadere gli armadi e tutto quello che c’era nella stanza e la ragazza iniziò ad urlare, spaventata: “Dobbiamo uscire di qui!!! Sta crollando tutto!!!”

Per tutta risposta, il tipo col mantello e l’aureola prese per la vita Mai e si raccomandò: “Tieni stretto il bambino!”

“Sì, certo!” fece Mai e l’uomo fece un salto verso il soffitto, distruggendone buona parte con un attacco energetico, riuscendo ad uscire con la donna ed il bambino.

In un attimo, il trio si ritrovò al sicuro sul prato dell’edificio.

Una volta al sicuro, Mai si toccò allarmata il ventre, per assicurarsi che anche l’altro bambino stesse bene, e, una volta che sentì un calcio provenire da essa, si tranquillizzò.

Anche il suo piccolo guerriero stava bene…

La giovane fece per dirgli qualcosa, ma, proprio in quel momento, lo strano tipo col mantello si alzò in volo e se ne andò via a tutta velocità nel cielo rossastro dell’alba.

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 06:00

 

Non appena il Garlick Cannon ebbe sconfitto l’attacco di Broly dirigendosi inesorabilmente verso il ragazzo, tutti e tre i presenti si erano messi ad ansimare, sorridendo per essere riusciti, finalmente, a trionfare sull’avversario.

Tarble aveva persino sussurrato, sottovoce: “Ce l’ho fatta, fratellone… ce l’ho fatta.”

Tuttavia, all’improvviso, il Trunks più giovane notò una figura nera piuttosto grossa schivare seppur con difficoltà l’attacco energetico.

Di conseguenza, egli si concentrò a percepire il KI in quella direzione e sbiancò.

Sentiva ancora l’energia di Broly!

Quindi… era riuscito a schivare l’attacco!

“Broly è ancora vivo!!!” urlò, spaventato, e, immediatamente, i suoi altri due compagni, si voltarono a guardarlo, spaventati.

“Cosa?!” esclamò, allibito, il Trunks più grande, mentre Tarble domandava: “Ma non aveva preso quell’attacco in pieno?!”

“L’ha schivato all’ultimo secondo!” spiegò il giovane Trunks, mentre quello più grande si mise a guardare di lato, restando sconvolto, tanto da sussurrare: “Oh… mio… Dio…”

“Che c’è? Che succede?” domandarono gli altri due e, per tutta risposta, Trunks indicò le montagne.

Non appena si voltarono, gli altri due saiyan capirono subito cosa stesse succedendo: l’attacco aveva generato una potentissima valanga che si stava dirigendo a tutta velocità verso di loro!

Erano tutti e tre troppo stanchi e provati per provare ad alzarsi e volare via.

L’unica cosa che potevano fare era cercare di resistere e sperare in bene!

Tuttavia, anche i loro compagni nelle retrovie erano rimasti sconvolti.

“Whis… che accidenti è quella roba?!” domandò Beerus, leggermente nervoso, e Whis, con calma, rispose: “Una valanga, Lord Beerus.”

“Questo lo vedo anche da solo! Si può sapere come si è generata una roba del genere?!”

“Ah, è molto semplice, Lord Beerus… l’attacco generato dai tre saiyan è stato così potente che l’ha scatenato una valanga.”

“Ehi, ci sta venendo addosso!!! Whis, fa’ qualcosa!!!!”

“Subito, Lord Beerus.”

Con un colpo del bastone, Whis creò una barriera verde attorno a lui, Lord Beerus, Bulma, Mai e a Gure, le quali si erano subito avvicinate al dio, intuendo che restando vicine a lui c’era un’altissima probabilità di uscirne vive.

Ad un tratto, Whis notò Cheelai e Lemo, i quali stavano volando in aria, a causa della potente onda d’urto della valanga e, con un rapido movimento del bastone, li attirò verso la barriera e, dopo averla leggermente aperta, fece entrare i due all’interno per poi richiuderla prontamente.

Mentre i due alieni si guardavano intorno, sorpresi da quell’inaspettato salvataggio, Beerus si voltò verso Whis e gli domandò, furioso: “Whis, perché hai salvato anche quei due? Ti rammento che stanno dalla parte della furia scatenata!”

“Un angelo deve restare neutrale, Lord Beerus.” Ridacchiò Whis, guadagnandosi, per tutta risposta, un’occhiataccia da parte dell’angelo.

Nel frattempo, la valanga raggiunse il trio di combattenti, investendoli in pieno e trascinandoli via nella sua furia, facendo sentire ai tre di essere trascinati via da un potentissimo tornado e diluvio.

I due Trunks, per contrastare quella furia, si trasformarono in supersaiyan e, con un attacco energetico apparso dalla mano divisero la neve che li stava investendo, ma, date le scarse energie rimaste, erano in grado di difendersi solo in un piccolissimo spazio, sperando che quella valanga passasse in fretta, in quanto non erano di certo in grado di resistere a lungo.

Tuttavia, Tarble, essendo il più debole del gruppo, non aveva più le forze per contrastare con un attacco energetico la valanga, si ritrovò travolto in pieno dalla valanga, venendo trascinando furiosamente come da un fiume in piena e, senza alcuna speranza di poterla contrastarla, dato la terribile stanchezza, tanto che svenne per il dolore, la fatica e la spossatezza.

Ad un tratto, mentre veniva ballonzolato da tutte le parti come un pupazzo di pezza, una mano gli afferrò bruscamente il colletto della divisa e, senza la minima delicatezza o apprensione, il proprietario di essa lo tirò fuori dalla neve e lo scaraventò su un’altura, salvandolo così dalla furia della valanga.

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Capitolo 20
*** Tempesta di emozioni ***


Capitolo 20: Tempesta di emozioni

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 06:05

 

Nessuno dei presenti all’interno della piccola barriera verde seppe mai con esattezza quanto tempo fosse durata quella valanga… ma su una cosa erano tutti perfettamente d’accordo: era stato lo spettacolo più bello, straordinario, potente e spaventoso a cui avevano mai assistito prima d’ora.

Tutta quella neve che superava la barriera di Whis come un’impetuosa corrente di un fiume in piena… la violenza del fenomeno e la sua potenza avevano fatto venire a parecchi presenti una forte ansia e una potente sensazione claustrofobica…

Finalmente, la valanga terminò, anche se la barriera si ritrovò sepolta dalla neve, ma, Whis, con un movimento del bastone, fece sollevare la bolla verso il cielo finché non uscì alla luce del sole, per poi posarsi delicatamente a terra e solo a quel punto, la barriera svanì.

“Whis, ti prego, sai se i ragazzi stanno bene?” domandò subito Bulma e anche gli altri si avvicinarono curiosi di sapere la risposta dell’angelo, il quale, per tutta risposta, commentò: “Non ne ho la più pallida idea… questa valanga era così potente…”

Whis non aveva neanche finito la frase che Bulma si mise a correre in mezzo alla neve, dicendo: “Dobbiamo trovarli entro un quarto d’ora, presto! TRUNKS!!! TARBLE!!! MI SENTITE?! DOVE SIETE?!”

Mentre gli altri presenti si mettevano alla ricerca dei combattenti, Beerus si voltò verso Whis e domandò: “Perché devono trovarli entro un quarto d’ora?”

“Perché quando un terrestre viene travolto da una valanga, può sopravvivere per al massimo quindici minuti.”

“Ma se sono tutti saiyan.”

“Beh, un saiyan in piena salute avrebbe anche schivato quella valanga, non crede?”

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 06:06

 

Finalmente, quel macello era finito… e con essa quella atroce avventura… non vedeva l’ora di tornarsene a casa e di riposarsi per un secolo!

Levitò leggermente e si voltò a guardare il ragazzo minuto coi capelli a spazzola nera e la coda di scimmia svenuto sulla neve, la quale era diventata leggermente rossa per via delle ferite.

Rimase un attimo in silenzio, prima di commentare: “Davvero niente male… figlio mio…”

Dopo aver detto quelle parole, si alzò in volo e, dopo qualche metro, sentì una voce dietro di lui, gridargli: “Ehi, Vegeta!!!”

Si voltò e vide un tipo con indosso un mantello scarlatto, tra parentesi il suo, che gli copriva la testa, anche se riusciva a vedergli il viso sfigurato da una cicatrice e uno scouter dalla lente azzurra.

“Finalmente sei tornato. Cominciavo a temere che ti fossi smarrito.” Sbottò il sovrano, mentre l’altro rispondeva: “Non mi sono perso, ho solo dovuto occuparmi di una questione privata.”

“Beh, comunque, sei pregato di restituirmi il mio mantello!”

“Appena ritrovo Kohra, così le restituisco anche lo scouter.”

“Beh, io qui non la vedo… magari con un po’ di fortuna, ci ha lasciato la pelle assieme al suo moccioso!”

“Sempre cinico…”

“Senti, Terza Classe, se sono finito in questo posto dimenticato da tutti, lo devo soltanto a lei, a suo figlio e pure al suo compagno!”

 

Terra

Montagna Sacra, sabato, 05:15

 

Dal vortice nero nel cuore della montagna, si vide un gorgoglio e, poi, tre figure nere con un’aureola sulla testa furono letteralmente sputate fuori dal vortice.

Il tipo coi capelli a palma e una curiosa cicatrice sulla guancia fu il primo a riprendersi e a dire: “Phew… siamo salvi!”

Aveva appena finito di dire quella frase che gli arrivò un potente e dolorante pugno sulla testa.

Si voltò e vide il sovrano dei saiyan con la mano ben stretta in un pugno e con un’espressione omicida.

“Ehi, perché mi hai colpito?!” protestò il saiyan, massaggiandosi la testa dolorante, e l’altro rispose: “E me lo domandi, brutto spione?! Come l’hai saputo?!”

“Cosa?”

“Il mio segreto!!!”

“Quello del coniglietto rosa?”

“Quello!!!!! Si può sapere come diavolo l’hai scoperto?!?!?!”

“Ah, è stato facile… Kohra me l’ha rivelato in cambio del mio sacchetto di patatine.”

La faccia di Vegeta divenne sconvolta e allo stesso tempo furiosa e, dopo un po’, domandò: “Stai dicendo che il mio segreto più imbarazzante valeva un sacchetto di patatine?!”

“Ma era la confezione maxi!”

“Se usciamo vivi da questa storia, io e te facciamo i conti!!!!”

Proprio in quel momento, una giovane donna col cappotto atterrò delicatamente di fianco a loro ed esclamò: “Ehi, gente! Credo di aver trovato l’uscita da questo buco!”

Non appena ebbe finito di parlare, notò che Vegeta la stava guardando con sguardo truce.

“Che c’è?” domandò Kohra e la risposta del sovrano non si fece di certo attendere: “Hai rivelato il mio segreto… PER UN PACCHETTO DI PATATINE?!?!”

“Certo, avevo fame.”

“Tu piccola…!!!!!!!!”

“E datti una calmata! Prima salviamo mio figlio, poi potrai dire tutto quello che ti pare!”

“Ottimo e allora usciamo subito!” dichiarò Vegeta, superando Kohra e dirigendosi a passo di marcia verso l’uscita, in modo da finire con quella buffonata una volta per tutte, ma, proprio in quel momento, Bardack lo fermò: “Aspetta! Ho sentito un rumore!”

“Oh, no… e adesso che c’è?!”

“Non lo so… ma si sta avvicina a noi sempre di più… e, inoltre, c’è molto buio qui dentro…”

“Perché non posso mai rilassarmi?”

Aveva appena finito di parlare, che proprio di fianco a lui si sentì uno suono strano, come quello di una grossa creatura che si avvicina, girò la testa per vedere cosa stesse succedendo e vide un enorme geco viola dagli occhi dorati apparire da un gigantesco buco proprio di fianco a lui e, immediatamente, il sovrano dei saiyan fece una faccia spaventata e agitata, per poi appiattirsi contro il muro, come se sperasse che quella bestia non lo vedesse.

Tuttavia, il geco lo aveva notato, infatti, fece uscire dalla sua bocca una lunghissima lingua rossa e, con essa, si mise a leccare il suo collo, mentre l’espressione di Vegeta diventava un misto tra paura e disgusto.

“Non muoverti e non fiatare.” Si raccomandò immediatamente Bardack e l’altro rispose, con tono agitato e restando perfettamente immobile come una statua: “E chi si muove?! Sbrigati, mandalo via!!!”

“Tranquillo, lo faccio subito!” lo rassicurò Bardack, avvicinandosi tranquillamente alla creatura e dicendole, con un gran sorriso: “Scusa per il disturbo. Non volevamo, ci dispiace.”

Per tutta risposta, il geco con lo guardò con uno sguardo truce e fece un ringhio così inquietante e spaventoso, che Vegeta sussurrò, nervoso: “Qualcosa mi dice che non gli siamo molto simpatici…”

“Ma no, vuole solo giocare.” Lo rassicurò Kohra e anche Bardack non parve affatto preoccupato da quei suoni, infatti, allungò tranquillamente la mano sul muso della creatura, dicendogli nel mentre: “Andiamo, fa il bravo...”

Non appena ebbe appoggiato la mano sul suo muso, cominciò ad accarezzarlo e il geco parve apprezzarlo, tanto che chiuse gli occhi e fece un verso che pareva che stesse facendo le fusa.

“Bravo cucciolone… ti piacciono le carezze, eh?” domandò Bardack e la creatura, dopo aver annuito con la testa, arretrò nel suo buco, fino a sparire del tutto, mentre Bardack e Kohra lo salutavano con un “Ciao.”

Solo a quel punto, Vegeta si accasciò lentamente al suolo, sussurrando, con una sfumatura bluastra sul viso: “F-finalmente… quella maledetta bestiaccia se n’è andata…”

Bardack lo guardò in silenzio un attimo, per poi domandare, sorpreso: “Scusa, Vegeta, ma tu… hai paura dei gechi?”

Per tutta risposta, Vegeta lo fissò in maniera furiosa, anche se a Bardack parve d’intravedere un filo di rossore sulle guance, e dichiarò, alzandosi in piedi di scatto: “Fatti gli affaracci tuoi, brutto impiccione!!! E poi, io non ho paura di quei cosi, mi fanno solo impressione! Guarda che è diverso!!!!!”

“Va bene, se lo dici tu…”

Una volta finita la ramanzina, Vegeta diede qualche colpo ai suoi indumenti, così da togliere la polvere su di essi e sibilò, adirato: “Quanto odio la campagna… molto meglio la città, altroché! Laggiù si sta di un comodi… e, soprattutto, non devi temere una di quelle malnate bestiacce!”

Nel frattempo, Kohra si avvicinò a Bardack e gli disse, sorpresa: “Non immaginavo che anche tu avessi familiarità con le bestie pericolose…”

“Da bambino sono cresciuto sulle montagne di Vegeta assieme alla mia famiglia e credimi, lassù ce ne sono parecchie, alcune anche feroci!”

“Lo so, ci sono stata una volta con mia madre ed i miei fratelli… un posto davvero fantastico! Però, non ho mai sentito il tuo odore lì…”

“Ah, questo perché me ne andai da ragazzo… volevo vedere il mondo e diventare il saiyan più forte di tutti i tempi!”

“Se permetti, terza classe, è mio figlio Vegeta il saiyan più forte di tutti i tempi.” S’intromise, risoluto, il sovrano dei saiyan e Bardack gli fece notare: “Ma non è morto svariati anni fa in combattimento?”

“Chiudi il becco, tu! In ogni caso, una morte in battaglia è la morte migliore per un saiyan!”

“Oh, di questo non dubito. Io sono morto proprio così.”

“Ed io pure!”

“Beh? Vi muovete? Anche il mio Broly rischia di morire in battaglia, ma, a differenza di voi fanatici, non voglio che succeda!” strillò, proprio in quel momento, Kohra e, mentre Vegeta ripeteva, seccato: “Fanatici?”, Bardack disse: “Arrivo subito, Kohra!”

Il trio camminò per un pezzo per lo stretto sentiero finché non scorsero l’ingresso di una grotta piena di stalattiti e stalagmiti e, immediatamente, Kohra si diresse verso l’ingresso e si mise a lievitare, oltre a guardarsi intorno, determinata a trovare il figlio.

Vegeta fece per seguirlo, ma, quando si voltò si accorse, incredulo che Bardack era rimasto indietro, anzi, non sembrava intenzionato a fare un passo in avanti, e, esasperato, il sovrano si diresse verso di lui, domandandogli: “Beh? Che hai? Non eri tu quello che voleva salvare il figlio di Kohra?”

“Certo che voglio salvarlo! E solo che… queste cose appuntite mi mettono a disagio…”

“Non dirmi che hai paura degli oggetti appuntiti…” ridacchiò, divertito, il sovrano e Bardack ammise, seccato: “Beh, quando avevo sei anni, per sbaglio mi sono seduto su un istrice maculato e mi ha fatto un male cane! E quel che peggio, non riuscivo nemmeno più a staccarmelo! Hai idea di come sia andarsene in giro con degli aculei sul sedere?! Per fortuna, mamma è riuscita a togliermelo assieme ai suoi terribili aculei e a disinfettarmi, però, non sono più stato in grado di sedermi correttamente per ben tre mesi!”

“Allora era tuo quell’urlo che si è sentito in tutto il pianeta quando avevo sei anni… in effetti, mi sembrava più un urlo di dolore che il verso di una bestia feroce affamata o di una tromba d’aria in arrivo…”

“Molto probabile… in effetti, mamma mi disse che avevo urlato abbastanza forte quando mi sono seduto su quell’istrice…”

“Ha fatto tremare intere abitazioni e rotto un sacco di oggetti di vetro, oltre che a scatenare il panico in tutto il pianeta! A proposito, devi risarcirmi il mio vecchio tablet, il mio televisore personale, le finestre della mia stanza… e anche tutta la roba di mia madre che hai distrutto con quell’urlo, oltre che alle finestre di casa mia, i vetri delle navicelle ad uso quotidiano e ai robot d’allenamento di mio padre!”

“Scusa… però faceva male.”

“Che state combinando voi due?” domandò Kohra avvicinandosi ai due e Vegeta le riassunse quello che si erano detti: “Quest’idiota si è seduto su un istrice maculato a sei anni, generando un urlo che ha spaventato a morte tutti quanti, e adesso lui ha paura degli oggetti appuntiti.”

“Ah, allora era tuo quell’urlo che ho sentito una volta quand’ero piccola… ero in groppa a mia madre per la grande emigrazione invernale, quando si sentì un rumore potentissimo e acuto che spaventò e mandò in confusione l’intero branco di bestie pericolose.” Esclamò Kohra e Bardack ammise, imbarazzato: “Adesso che ci ripenso dov’essere successo in autunno…”

“Ma che idiota.” Fu il commento stizzito del sovrano, mentre Kohra domandava: “Sentite, ora che siamo qui… come lo troviamo il mio Broly? L’unica cosa che so è che si trova in una zona piena di montagne innevate, ma non ho certo il tempo né la voglia di mettermi a cercarle per tutto il pianeta per ritrovare mio figlio!”

“Ci vorrebbe uno scouter dell’Armata di Freezer…” commentò Bardack, mentre Kohra domandava: “Uno scouter? E che roba è?”

“Ah, già, è vero… tu sei morta prima che venissero creati… beh, sono degli apparecchi che si attaccano all’orecchio e da lì si può individuare la posizione del nemico e anche il suo potere combattivo.” le spiegò Bardack, mentre Vegeta aggiungeva: “Peccato che quando li s’indossa, la comunicazione è sempre attiva, così, nel mentre, ci spiano pure!”

“Te ne sei accorto anche tu, eh?”

“Ovvio, non sono mica nato ieri! Per questo non l’ho mai indossato nei cinque anni precedenti alla mia morte.”

“Beh, io, invece, ho fatto un piccolo lavoretto al mio scouter… sono riuscito a disattivare la comunicazione incorporata dentro di esso, ma a rendere ancora attiva la funzione di localizzare il nemico e la sua forza combattiva. Ovviamente, l’esercito di Freezer non si è accorto di non ricevere l’audio di quello che succedeva dallo scouter di un semplice guerriero di terza classe…”

Non appena ebbe finito di parlare, Bardack si accorse che Vegeta lo stava fissando allibito.

“Che c’è?” domandò il saiyan e l’altro rispose: “Sei riuscito a fare una cosa del genere al tuo scouter?”

“Certo, anche se è stato parecchio difficile e ciò impiegato un mese intero.”

“Ma nemmeno i più geniali scienziati saiyan del nostro pianeta sono stati in grado di fare una cosa del genere! Tu… come diavolo ci sei riuscito?!”

Bardack rimase un attimo in silenzio, per poi ammettere, voltando la testa da un’altra parte: “Me l’hanno insegnato una persona… tanto tempo fa…”

“Una persona?”

“Sì… era l’ingegnere tecnico-inventore più grande che si fosse mai visto sul pianeta…”

Vegeta rimase in silenzio, come se stesse analizzando al microscopio quelle parole.

“Beh, in ogni caso, ce l’hai quello scouter?” domandò Kohra e Bardack ammise: “Ehm… no… mi si è rotto durante la conquista di un pianeta due anni prima della mia morte e… l’ho perso. Da allora, non ne ho più indossato un altro, perché non volevo perdere tempo a fare di nuovo tutta quell’operazione che avevo fatto con l’altro… beh, tanto sono morto due anni dopo.”

“Che disdetta… e adesso che si fa? Se nessuno di noi due ha uno scouter dovremmo perlustrare l’intero pianeta… però, ci metteremmo troppo tempo… e se ci dividessimo, non saremmo in grado di rimanere in contatto e di comunicare…” meditò il sovrano, cercando di trovare una soluzione a quell’inghippo, mentre Kohra, mettendo una mano nel suo borsone, domandò: “Per caso, è questo uno scouter?”

A quel punto, la donna tirò fuori da esso uno scouter con la lente azzurra.

“Sì, esatto! Come hai fatto ad averlo?” domandò l’uomo, sorpreso, e la giovane rivelò: “Beh, una volta, quand’ero già morta, ho incrociato degli alieni vestiti come voi due e, dato che avevo fame, li ho rapinati e, tra le varie cose, avevano anche questa cosa… non avevo la più pallida idea di come usarlo, ma sembrava valere qualcosa, quindi l’ho preso.”

“Quindi, sai essere anche venale come me…” commentò il sovrano dei saiyan, mentre Bardack prendeva lo scouter e, dopo averlo acceso, cominciò a studiare le varie energia di vita.

Ad un tratto, esclamò, puntando il dito davanti a sé: “In quella direzione, a circa 7.500 miglia c’è un enorme potenza, assieme ad altre tre leggermente più deboli.”

“Deve trattarsi senz’altro di Broly! Allora è ancora vivo!” disse, entusiasta, Kohra, ma Bardack, osservando con molta attenzione i numeri dei livelli di potenza registrati dallo scouter, l’avvisò: “Sì… ma il suo potere sta, lentamente, scemando sempre di più.”

“Oddio! Sta raggiungendo il suo limite! Probabilmente, fra poco inizierà a soffocare! Devo raggiungerlo subito!” fece Kohra, partendo in volo a tutta velocità verso la direzione indicatele da Bardack.

Una volta che se ne fu andata, Vegeta rimase un attimo in silenzio, per poi commentare: “Beh, magari do un’occhiatina al campo di battaglia… sono proprio curioso di vedere come il figlio di Kohra ha ridotto il dio della distruzione…”

Fece per seguire la ragazza in volo, quando si voltò e si accorse che Bardack stava osservando con sguardo allibito un segnale sullo scouter.

“Mh? Ma che ti prende?” domandò il sovrano, avvicinandosi al guerriero, il quale disse: “Tu e Kohra precedetemi pure, ma io devo verificare una cosa! Vi raggiungerò più tardi grazie allo scouter.”

“Ed è molto importante?”

“Sì.”

“E allora va’. Almeno mi libero di te per un po’… guarda che ce l’ho ancora con te per via del mio segreto più imbarazzante rivelato per uno stupido sacchetto di patatine!”

“Perché ho la sensazione che me lo rinfaccerai in eterno?”

“Perché è esattamente quello che farò! Questo non me lo dovevi fare!”

Bardack fece per partire in volo, ma, all’improvviso, si voltò di nuovo verso Vegeta e gli disse: “Prendo in prestito il tuo mantello!”

“Eh? Ehi!!!” sbottò Vegeta, ma Bardack prese al volo il suo mantello e, mettendoselo sulla testa in modo che gliela coprisse completamente, volò via a tutta velocità, mentre il suo sovrano gli urlava, agitando un pugno in aria: “Neanche questo me lo dovevi fare, terza classe!!!!”

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 06:10

 

“Certo che qui è tutto distrutto…” commentò Bardack, mentre Vegeta gli rispondeva: “Già… ed indovina chi è stato?”

“A proposito, tu la vedi?”

“Chi?”

“Kohra. Dovrebbe essere nei paraggi, ma non la vedo…”

“Chi se ne importa di quella pazza e del suo pargoletto! Anzi, spero proprio che ci abbia lasciato la pelle! Sarebbe l’unica buona notizia di questo viaggio del cavolo…”

“Ehi, mi è sembrato di aver visto due sagome laggiù!” esclamò, proprio in quel momento, Bardack, indicando sotto di loro ed il sovrano sibilò, furioso: “Cavolo…”

I due planarono e atterrarono sulla neve, davanti a due figure, una grande e grossa e l’altra notevolmente molto più piccola.

“Allora, sei riuscita a salvare il tuo tenero piccino?” domandò Vegeta alla giovane donna, la quale lo zittì immediatamente, seccata: “Ssst! Sta dormendo, pezzo d’idiota! Povero piccolino mio… si è spaventato a morte prima per quell’attacco mortale e poi per quella dannata valanga, per non parlare del fatto che era stanchissimo… ha combattuto per una giornata intera, senza mai fermarsi… dev’essere stanco morto…”

Mentre diceva quelle parole, Kohra si mise ad accarezzare dolcemente il viso addormentato del figlio e i suoi capelli tornati neri, dicendogli: “Povero amore mio… sei pieno di tremende cicatrici… non ti preoccupare, tesoro… appena la mamma tornerà nell’aldilà farà un bel discorsetto a quell’irresponsabile deficiente di tuo padre…”

Sia Bardack che il re fecero una faccia allarmata, in quanto sapevano che per il vocabolario di Kohra, ‘Un bel discorsetto’ equivaleva ad una morte per tortura molto lenta e ancora molto più dolorosa… meno male che non erano loro i destinatari di quell’odio…

“Beh? E’ vivo o morto?” domandò Vegeta e Kohra, lanciandogli un’occhiataccia, ammise: “E’ vivo. Inoltre, per la paura, ha perso anche quell’infernale trasformazione… il suo respiro è regolare… direi che se la caverà.”

“Bene, allora che ne dici? Ce ne torniamo finalmente nell’aldilà? Francamente, mi sono rotto di questa storia… non vedo l’ora di tornarmene a casa, farmi una bella doccia e rilassarmi per diciamo mille anni! Tanto, adesso che sono morto, non è di certo il tempo che mi manca…”

“Tu proprio non hai alcun tatto verso una madre che non vede il proprio figlio da almeno cinquant’anni?!” sbottò, furiosa, Kohra e Vegeta le ricordò, sgarbatamente: “Sono un saiyan, mica una balia!”

“Va beh, ho capito… aspetta solo altri cinque minuti.”

Mentre Kohra tornava ad occuparsi di Broly, Vegeta si mise a sibilare, adirato: “Ma tu guarda che roba… se non prende a ceffoni qualcuno, pensa solo a suo figlio… quella ha voluto una bella mutazione anche nella mentalità, non solo nella forza…”

“Mutazione? Ma non era Broly il saiyan mutante?” domandò, sorpreso, Bardack ed il sovrano con un sorrisetto rivelò: “Certo che no… tu non l’hai vista in azione quella volta, terza classe, ma ti assicuro che quando si trasforma è peggio di suo figlio… quel ragazzo ha solo ereditato quella mutazione, di conseguenza… il vero mutante non è Broly, ma sua madre.”

“Oh… secondo te è per questo che l’hanno abbandonata nella foresta da neonata?”

“Hanno fatto anche di peggio…”

“E cosa?”

“Hanno tentato di ucciderla.”

Sentendo quella frase, Bardack si voltò incredulo e domandò: “Cosa?!”

“Eh, già… ha una cicatrice sul petto inferta da un attacco energetico che aveva l’obiettivo di eliminarla… probabilmente, i suoi genitori volevano sbarazzarsi di lei perché era strana e non avevano neanche voglia di occuparsi di una figlia particolare… e poi, una volta averla ridotta in fin di vita, l’hanno lasciata a morire nella foresta, ma sua madre l’ha salvata…”

“Buffo che è una creatura pericolosa sia stata più compassionevole dei genitori biologici di Kohra… è che è stato proprio grazie a lei se Kohra è diventata ultra protettiva nei confronti di suo figlio…”

“Beh, io mi reputo un sovrano spietato e crudele, ma non avrei mai potuto eliminare a sangue freddo un bambino… sarò anche una fetida carogna, ma far uccidere un bambino è troppo anche per me.”

“Però hai mandato Broly su un pianeta inospitale…”

“Beh, quel moccioso se l’è cavata egregiamente anche da solo… se non fosse stato per suo padre, avrebbe vissuto abbastanza serenamente su quell’asteroide. Credimi, quel piccolo mutante è capace di campare cent’anni come la sua cara mammina mutante…”

“Mah, a dire la verità, non è che ci ho capito molto di questa storia di mutazioni genetiche…”

“Beh, ovvio… tu non capisci mai niente, a parte quando si tratta di riuscire a scoprire i segreti di qualcuno…”

“E piantala con questa storia! Ti prometto che non lo dirò a nessuno!”

“Me lo auguro… perché sennò ti riduco in briciole, sappilo!”

“Va bene, va bene… però, toglimi una curiosità… davvero hai avuto bisogno di abbracciare un coniglietto di peluche rosa tutte le notti per poterti addormentare fino a quindici anni?”

Per tutta risposta, il sovrano dei saiyan, con la faccia rossa come un pomodoro maturo e con un’espressione di rabbia assassina, sollevò un masso.

Vedendo ciò ed intuendo che Vegeta aveva tutta l’intenzione di farglielo piombare addosso come un meteorite, Bardack si affrettò a scusarsi, spaventato: “Scusa, scusa, scusa! Non faccio più queste domande!”

“Sarà meglio per te, terza classe!” gli urlò, furibondo, il sovrano mettendo giù il masso, mentre una voce femminile alle loro spalle domandava: “Oh, ma avete finito voi due di far spettacolo? Guardate che io sono pronta da un pezzo!”

“Sì, sì, ho capito… ah, terza classe… sei pregato di restituirmi il mio mantello. Adesso.” Disse Vegeta e Bardack, passando la stoffa che lo avvolgeva, borbottò: “Ho capito, eccolo…”

“Ma dov’eri finito, tu? Io qui ho rischiato l’osso del collo per salvare mio figlio…” gli domandò Kohra e l’uomo disse, restituendole lo scouter: “Scusa, ma avevo notato un segnale particolare nello scouter e sono andato a controllare… non crederei mai a cos’ho visto, d’altronde a malapena ci credevo io! Ho trovato…”

“BARDACK, MA CHE ACCIDENTI HAI FATTO AL MIO MANTELLO?!?!?!” l’interruppe, proprio in quel momento, la voce furiosa e adirata del re e, voltandosi, i due saiyan videro l’uomo che, con un’espressione furiosa, mostrava un corto mantello, strappato in molti punti e pure bucato.

“Scusa, ma ho avuto un po’ di problemi, mentre venivo qui… non immagini che razza di gente c’è sulla Terra! Se l’avessi saputo non ci avrei spedito il mio secondogenito! Sai, credo che alcuni terrestri siano un po’ dei mentecatti… mentre venivo qui, ho incontrato della gente che quando mi ha visto si è messa ad urlare e a scappare da tutte le parti gridando cose assurde come…” dichiarò Bardack, mentre al sovrano, al quale interessava soltanto il mantello, sbottava: “Non m’interessa un tubo di un manipolo di terrestri suonati! A me interessa soltanto cos’hai combinato!!! Maledizione a te, adesso non lo posso più indossare!!!”

“E perché? A me sembra ancora in ottimo stato…”

“Se vado in giro con un mantello conciato così, mi prenderanno tutti per un idiota!!! E tutto grazie a te!!!”

“Andiamo, non fare queste scene per niente… basta solo ricucirlo, no? Nella borsa dovrai avere qualche ago e filo…” s’intromise Kohra e Vegeta, furioso, le rispose, lanciandoglielo: “Davvero? Ebbene, allora te lo regalo!”

“Dici davvero? Cavolo, grazie!”

“Tsk… suonata…”

“Ehi, Kohra… adesso che quel mantello è tuo, posso prenderci una strisciolina di stoffa?” domandò Bardack e la giovane donna allungandoglielo, annuì: “Certo, serviti pure.”

“Grazie mille.” Fece il saiyan prendendosi una strisciolina di stoffa scarlatta dal mantello ed il sovrano, incuriosito, gli domandò: “Ma cosa combini?”

“Beh, vedi, c’è una cosa che desideravo fare da una vita…” commentò Bardack, dandogli le spalle, per poi voltarsi e mostrare, con orgoglio, la fascia che si era legato alla testa, esclamando, con orgoglio: “Fatto! Non trovi che stia benissimo?”

“A me sembri un cretino come al solito… forse anche di più con quella stupida benda!” fu la risposta del sovrano, mentre Bardack borbottava, leggermente offeso: “Antipatico…”

“Beh, ce ne andiamo oppure no?” domandò Vegeta alzandosi in volo, ma prima che gli altri potessero seguirlo, Bardack esclamò, prendendo un oggetto in mezzo alla neve: “Ehi, e questo cos’è?”

Incuriosita, Kohra si avvicinò al saiyan e gli vide in mano un telecomando di tecnologia piuttosto avanzata con due pulsanti uno blu e l’altro rosso.

“Ma quello…!” esclamò la donna e Bardack si voltò verso di lei, lasciandosi scappare un: “Mh?”

Tuttavia, non appena ebbe visto l’espressione di Kohra sbiancò.

Aveva visto innumerevoli espressioni nel corso della sua lunga carriera di soldato… ma nessuna, fino a quel momento, era stata più spaventosa, terribile, omicida e spietata di quella che aveva Kohra in quel momento.

Sarebbe stata capace di spaventare a morte anche Re Cold e Freezer con quella faccia!

“Dammelo. Subito.” Disse semplicemente in un sibilo la saiyan e, immediatamente, Bardack glielo allungò, dicendo: “Certo… subito…”

Non appena l’ebbe in mano, Kohra fece cadere il telecomando per terra e lo calpestò con così tanta violenza da generare persino una piccola voragine.

“Ragazzi… che furia…” commentò Bardack, mentre Vegeta, il quale stava ancora levitando, aggiunse: “Doveva proprio odiarlo quel telecomando… perché ho la vaga sensazione che centri Paragas?”

“Andiamo!” sbottò, ancora leggermente arrabbiata, Kohra, alzandosi a sua volta in volo, venendo seguita a ruota dagli altri due, ancora leggermente nervosi.

Quello che il trio non sapeva, però, era che qualcuno a terra li stava osservando con profondo interesse…

“Oh, che cosa curiosa…” commentò Whis, il quale osservava le tre figure in cielo con la mano davanti alla fronte, come per proteggersi dal sole.

Grazie al suo udito, di gran lunga migliore di quello dei namecciani, la razza con l’udito più fine in tutto l’universo, aveva sentito quando quei due saiyan erano arrivati e aveva riconosciuto immediatamente la voce di re Vegeta III, nonostante fosse parecchio distante dalla sua posizione, cosa che l’aveva immediatamente incuriosito, in quanto sapeva benissimo che era morto da almeno mezzo secolo, così si era congedato senza troppe difficoltà da Beerus, il quale, conoscendolo, avrebbe di certo fatto un macello alla notizia, e aveva seguito le due voci, come se stesse facendo una semplice passeggiata in una mattina di primavera.

Non c’era nemmeno stato bisogno di avvicinarsi troppo, in quanto la sua vista, superiore all’occhio destro dei cerealiani, una popolazione eliminata in passato proprio dai saiyan, famosa proprio per il loro occhio rosso dalla vista acutissima, gli aveva permesso di vedere perfettamente cosa stesse succedendo come se il tutto avvenisse proprio davanti a lui, mentre, in realtà, si trovava a 1 km di distanza.

Così, aveva ascoltato tranquillamente tutti i discorsi e aveva compreso cos’era successo e come Broly si fosse salvato… certo che se il padre era un tipaccio davvero poco raccomandabile che pensava solo a sé stesso, la madre amava quel ragazzo con tutta sé stessa, tanto da essere stata capace di scappare dall’aldilà pur di salvarlo da morte certa… erano davvero rare le madri capaci di fare una cosa del genere per la salvezza dei loro figli, soprattutto, se la madre in questione apparteneva alla razza dei saiyan, dove, di solito, il legame madre-figlio era molto fiacco e ognuno pensava solo a sé stesso.

Beh, a quanto pareva, alcune cose nell’universo non cambiavano mai…

Incuriosito, Whis si mise a guardare nel bastone tutti gli eventi precedenti, dalla scoperta del combattimento di Broly da parte di Kohra, del ‘reclutamento’ del sovrano e di quel saiyan di nome Bardack, delle loro avventure sia negli Inferi che nella Terra…

“Però… davvero interessante… forse dopo ne parlerò a Beerus e agli altri…” commentò Whis quando ebbe finito di vedere, per poi chiedersi: “Chissà se torneranno a casa sani e salvi quei tre… beh, magari do una veloce sbirciatina… solo per soddisfare la mia curiosità personale.”

L’angelo osservò con molta attenzione il suo bastone, per poi dire: “Oh, bene! Sembra che torneranno nell’aldilà senza problemi e senza nemmeno farsi beccare! Certo che sono proprio fortunati… uh?”

L’angelo avvicinò agli occhi il suo bastone ancora di più e si mise a guardare con molta attenzione quello che vedeva.

Dopo un po’, Whis sgranò gli occhi, per poi commentare, scuotendo la testa con dolorosa rassegnazione: “Forse non sono poi così fortunati… almeno non quei due… cielo, sono proprio nei guai fino al collo… non vorrei proprio essere nei loro panni quando torneranno nell’aldilà… mi sa tanto che sarà il peggior momento di tutta la loro vita defunta… spero proprio che prendano la strada più lunga… come ho detto prima, non importa da quale pianeta o universo una persona venga, alcune cose non cambiano mai…”

“Ehi, Whis, sei qui?” domandò la voce di Beerus e Whis, prontamente, gli rispose: “Sì, sono qui.”

“Ottimo.” Fece Beerus avvicinandosi e Whis, facendo una faccia sorpresa, esclamò, indicando alle spalle del dio: “Oh, cielo… ma quello dietro di lei non è mica Zeno?”

Sentendo quella frase, Beerus sgranò gli occhi e, voltandosi immediatamente, iniziò ad urlare, spaventatissimo, agitato persino le braccia: “Vostra altezza, vostra grazia, grande e onorevole Zeno… la prego, c’è un equivoco, posso spiegarle che cos’è successo!!! Non è stata colpa mia!!! E’ tutta colpa di quei tre ragazzini testardi!!! Io glielo avevo detto di lasciar perdere, ma loro…!!!”

“Oh, scusi, Lord Beerus, falso allarme. Era solo una roccia dalla forma strana.” Lo informò, proprio in quel momento e tranquillamente, Whis e il dio, alzando lo sguardo, si rese conto che era vero.

“Ma insomma, che razza di scherzi fai?!?! Per poco non prendevo l’infarto!!!!” sbottò, furioso, Beerus e l’angelo rispose, tranquillamente: “Scusi, errore mio.”

Contemporaneamente, Bardack, il quale era in volo coi compagni, si voltò e domandò: “Ma cos’era quel rumore?”

“L’ho sentito anch’io… non è che ti sei di nuovo seduto su un istrice maculato?” domandò Kohra e Bardack con un’espressione seccata le ricordò: “E come potrei essermi seduto su uno di quei cosi? Ti ricordo che al momento sto volando!”

“Ah, già, è vero… comunque, che strano… mi ricorda uno di quei versi che i miei fratelli facevano quando avevano il mal di pancia…” commentò la donna, mentre Vegeta diceva: “A me sembrava più l’urlo di un tipo che è stato beccato dal suo capo in persona a fare qualcosa di sbagliato, mettendosi nel mentre a tirar fuori scuse di ogni tipo con la speranza di tenersi il posto…”

“Beh, qualunque cosa sia, ignoriamola e torniamocene a casa.” Dichiarò Kohra, mentre Vegeta, suo malgrado, si ritrovò ad ammettere: “Per una volta, sono perfettamente d’accordo con te, Kohra!”

Nel frattempo, sentendo le urla di Beerus, Bulma, Mai e Gure si erano subito affrettate a raggiungere l’angelo e il dio, domandando, preoccupate: “E successo qualcosa?”

“Niente paura, ragazze. Solo un piccolo innocente equivoco.” Fece Whis, mentre Beerus sbottava: “Il tuo piccolo innocente equivoco mi ha quasi ammazzato!”

“Scusi, errore mio.” Si scusò, con un sorriso divertito, Whis.

Contemporaneamente, a parecchi metri sottoterra, il giovane uomo coi capelli violetti e la spilla col numero 1 attaccata alla giacca giaceva sdraiato e svenuto in quella che pareva una piccola grotta di neve, come il ragazzo di fianco a lui, assolutamente identico a lui, ma di qualche anno più giovane e con una spilletta su cui c’era segnato il numero 2.

Poco dopo il più grande dei due, massaggiandosi la testa dolorante, si rialzò e, notando il doppione svenuto poco più in là, gli si avvicinò, sussurrandogli: “Ehi, Trunks! Stai bene, vero?”

“Eh?” fece l’altro, mettendosi a sedere e, quando si accorse dell’altro che lo stava guardando, annuì: “Certo, Trunks! Ma mi spieghi che cosa è successo? Ricordo soltanto la valanga che ci stava venendo addosso…”

“E’ arrivato papà e ci ha salvati!”

“Dici sul serio? L’ultima cosa che mi ricordo era che lo chiamavamo…”

“Sono certo che fosse lui, me lo sento!”

“Trunks, papà è morto da un pezzo… inoltre, dubito che quello di questo mondo parallelo farebbe qualcosa per noi…”

“Io, invece, sento che è così…”

“Dai, non perdiamo altro tempo, usciamo di qui e troviamo nostra madre e gli altri.”

“Va bene.”

 

Paradiso

Sezione nord, sabato, 06:30

 

“E piantala di sghignazzare, Kakaroth!” sibilò l’anima con le guance rosse, evitando di guardare il tipo coi capelli a palma, il quale rispose: “Esagerato… ho solo ridacchiato al pensiero che uno come te prima decide di mettersi in contatto col fratello minore di cui non ne ha mai parlato prima d’ora ad anima viva per spronarlo a combattere per poi chiedere a Kami di trasportare l’essenza della sua anima per un minuto durante l’attacco finale per aiutare i propri figli ed il fratello ad avere energia sufficiente per annientare il nemico! Certo che sei proprio cambiato, Vegeta!”

La risposta di Vegeta a quelle parole fu un forte e doloroso pugno alla faccia del saiyan.

“Fatti gli affari tuoi.” Sibilò Vegeta, prima di allontanarsi sotto lo sguardo sorpreso di Kami, Piccolo e Gohan.

 

Terra

Terra dei ghiacci, sabato, 06:31

 

Mai si guardò intorno, allarmata.

Era da parecchi minuti che stava cercando una qualsiasi traccia di Trunks, ma non aveva trovato nemmeno un lembo del suo vestito, mentre la gola le faceva male da impazzire a causa del fatto che si era sgolata come una matta.

Ad un tratto, senza accorgersene, appoggiò male un piede e scivolò inesorabilmente verso un crepaccio di fianco al sentiero e, di conseguenza, chiuse gli occhi e si mise ad urlare, ma, proprio in quel momento, una figura nera si slanciò verso di lei e l’afferrò per la vita.

Quando riaprì gli occhi, Mai vide il suo Trunks, riconoscibile per il fatto che era più giovane e che aveva la spilla blu con su il numero 2.

“Trunks!!! Sei vivo!!!” urlò Mai, abbracciandolo fortemente “Ero così in pensiero per te! Stai bene, vero? E anche l’altro Trunks?”

“Sì, Mai, stiamo entrambi bene. L’altro Trunks è andato a raggiungere la mamma.”

“Ne sono felice… comunque, ti ringrazio per avermi salvata…”

“Beh, dopotutto, non è il dovere di ogni uomo quello di proteggere la propria donna?”

Mai fece un sorriso di gratitudine mista ad imbarazzo, mentre le guance le diventano rosse come pomodori.

A quel punto, Trunks volò lentamente in modo da non mettere in pericolo Mai, fino a quando non notò delle piccole figure sulla neve e, entusiasta, esclamò: “Eccoli! Ehi, siamo qui!!!”

Subito, tutti alzarono lo sguardo e videro i due che planarono delicatamente davanti a loro.

Immediatamente, Whis si avvicinò al Trunks più giovane e, con un semplice movimento del suo bastone, guarì completamente le ferite del Trunks più giovane, dicendo, nel mentre: “Ecco fatto, servizio completo.”

“Grazie, Whis!” lo ringraziarono i due Trunks in coro e l’angelo con un sorriso rispose: “Prego. Consideratelo come un piccolo premio per aver combattuto in maniera eccellente. Pochissimi mortali sarebbero in grado di sconfiggere un avversario capace di suonarle ad un dio della distruzione…”

“Ehi, guarda che ti sento!” gli ricordò, adirato, Beerus e Whis, con finta aria sorpresa, si girò e guardando Beerus fece, con una mano davanti alla bocca: “Oh, cielo. Non mi ero accorto che era qua, Lord Beerus.”

“Sì, certo… uno come te che non si accorge di me!” borbottò, stizzito, Beerus, mentre Bulma, guardandosi intorno, domandò: “Ehi, sapete dov’è finito Tarble?”

“Ehm… ad essere sincero, non lo sappiamo…” ammisero i due Trunks, per poi rivelare: “Quando ci siamo risvegliati, non l’abbiamo trovato… quella valanga era molto forte e lui era parecchio stanco e ferito… deve averlo travolto e trascinato chissà dove…”

“Dobbiamo trovarlo il prima possibile!” dichiarò Bulma e, proprio in quel momento, si sentì la voce di Gure, la quale si trovava sopra ad una montagnola, sperando di trovare qualche traccia, anche la più minuscola del marito, esclamare: “Eccolo! L’ho trovato! E’ ancora vivo!”

Immediatamente tutti si diressero in volo verso di lei e trovarono, steso sulla neve, proprio Tarble.

Era svenuto e ricoperto di sangue, ma era ancora vivo.

“Tarble, svegliati!” esclamarono preoccupati i due Trunks e, immediatamente, Whis mosse il suo bastone facendo rimarginare completamente le sue ferite.

Dopo pochi secondi, il giovane saiyan aprì debolmente gli occhi, mentre dalle labbra gli usciva un semplice: “Mh?”

Si guardò intorno e, vedendo, i visi di tutti quanti, domandò, con un filo di voce: “Siete… tutti sani e salvi?”

“Oh, sì. Stiamo tutti bene.” Annuì Whis, con un sorriso.

Nessuno dei presenti si accorse dei due alieni che, incuranti della situazione, continuarono a camminare sulla neve a poca distanza tra loro, in cerca di qualcosa che per loro era di vitale importanza trovare.

Ad un tratto, la giovane donna colla pelle verde e i capelli bianchi notò qualcosa poco più in là e, d’istinto, si mise ad urlare: “Broly!!!”

Immediatamente, si voltarono tutti in direzione del grido, dicendo, allo stesso tempo: “Eh?! Che cosa?!”

Nel frattempo, sia Cheelai che Lemo si erano avvicinati a Broly, per controllare come stesse e, subito, il vecchio fece un sospiro di sollievo: “Oh, meno male è ancora vivo…”

Notando il gruppo di guerrieri avversari che, nel frattempo, si erano avvicinati a loro, Cheelai, rivolta a Whis, lo implorò: “Oh, per favore, curalo. Tu puoi farlo, hai dei poteri speciali, lo so, aiutalo!”

“Ma non dite sciocchezze! Su, levatevi dai piedi, voi due! Ci penso io a dare il colpo di grazia a quel bestione!” dichiarò, seccato, Beerus avvicinandosi a Broly e allungando un braccio, con l’assoluta intenzione di cancellare dall’esistenza il saiyan, ma Lemo, a sua volta, iniziò ad implorarlo: “No, aspetta, non farlo! E’ un bravo ragazzo, obbediva soltanto agli ordini di quella gran canaglia di suo padre, il quale era addirittura peggio del mio vecchio, e credimi, è tutto dire, che lo costringeva a compiere azioni crudeli! Ti prego, non ucciderlo!”

“Taci! Piantala di dire sciocchezze, vecchiaccio! Lo sai che cosa succederebbe se si arrabbiasse di nuovo, scatenando così un putiferio, eh?!” fece notare il dio della distruzione e i due alieni, guardandosi, imbarazzati, farfugliarono: “Beh, ecco… in questo caso…”

“In questo caso, l’universo intero sarebbe in pericolo! Quindi, è meglio toglierlo di mezzo immediatamente e una volta per tutte! Avanti, spostatevi!” dichiarò Beerus, ma Lemo non aveva alcuna intenzione di cedere: “Ascolta, io e Cheelai siamo diventati suoi amici e se gli parlassimo sono certo che capirebbe che non deve più fare del male agli altri e che non deve più attaccare la famiglia di re Vegeta III! Ti supplico, ci assumeremo ogni responsabilità, lo terremo d’occhio, ma per favore, lascialo vivere!”

“Lo terrete d’occhio?! Voi due?! Ma non fatemi ridere! Salverete voi due l’universo, quando quel bestione si scatenerà di nuovo?! E adesso levatevi! Altrimenti vi distruggo tutti e tre, chiaro?!” esplose Beerus, per poi sibilare tra i denti: “Ma tu guarda che roba…”

Ma era possibile che, tutte le volte che doveva cancellare qualcuno, c’era sempre qualcuno che aveva da ridire?!

Quel bestione era un pericolo pubblico ambulante!

Era stato capace di suonarle a lui, un dio della distruzione!

Se si fosse trasformato una seconda volta, ci avrebbe lasciato la pelle, poco ma sicuro!

“Beerus, lascialo stare!” Dichiarò, all’improvviso, una voce femminile alle sue spalle e vide Bulma coi pugni sul fianco, come se fosse pronta per combattere.

“Cosa?! Dovrei lasciarlo stare?! Dopo tutto quello che ha combinato?! Mi auguro che tu stia scherzando, terrestre! Non hai visto cos’ha combinato?!” le disse il dio, sperando che quella donna si spaventasse, anche se ne dubitava, infatti, la donna lo afferrò per un orecchio e si mise a sbraitare, furiosa: “Io ho visto soltanto un povero ragazzo abusato dal suo stesso padre fin da bambino, che non ha mai avuto una sola opportunità di seguire la sua strada, e adesso che quel lurido verme schifoso è finalmente passato a miglior vita, vorresti fargli perdere la sua unica opportunità di libertà?!?! Te lo scordi in pieno, mio caro!!! Dovrai passare sul mio cadavere prima di poter fare una cosa del genere, mi hai sentito?!?!?!”

Mentre Beerus ululava dal dolore con Bulma che gli faceva la ramanzina più grossa che si fosse mai vista, tutti gli altri fissavano la scena con gli occhi sgranati e, dopo un po’, Tarble commentò: “E’ spaventosa quanto mamma…”

“Ma quella è davvero una terrestre?” rincarò la dose Lemo.

Alla fine, i due Trunks si avvicinarono ai due e quello più grande disse: “Tralasciando certi termini e atteggiamenti, nostra madre ha ragione, lord Beerus. Dovrebbe risparmiare Broly.”

“Ma che vi salta in mente, voi due?! Vi rendete conto di quello che fate nel risparmiare un simile demonio?!” sbraitò, anche se con una punta di dolore nella voce, dato che Bulma gli stava ancora stringendo un orecchio e quello più giovane ammise: “Questo è vero… ma il fatto è che non ci ha attaccato perché lo volesse… Broly non è cattivo e se imparasse a controllare i suoi poteri, sono certo che non sarebbe più una minaccia e sarebbe, inoltre, anche un ottimo alleato… comunque, se per disgrazia ci troveremo di nuovo in pericolo per via dei suoi poteri, beh, riprenderemo a combattere come sempre. E per questo che dobbiamo allenarci duramente, per essere sempre pronti a qualunque evenienza.”

“Beh, non se ne parla proprio! Adesso lo distruggo, così potrò stare tranquillo!” dichiarò, furioso, Beerus, ma, non appena si fu girato a guardare di nuovo Broly, vide Whis che aveva provveduto, mentre lui era impegnato a sbraitare, a guarire le ferite di Broly.

“Whis, ma che cavolo fai?! Sbraitò Beerus e Whis, con finta aria sorpresa, esclamò: “Ah, lo volevate cancellare, Lord Beerus? Avevo capito che lo risparmiava… scusi, errore mio.”

Prima che Beerus potesse cercare di rimediare al danno fatto da Whis, Broly, con l’aria di uno che si era appena svegliato, e, in effetti, era proprio così, aprì gli occhi e si mise a sedere.

Immediatamente, Cheelai corse ad abbracciare il ragazzo, urlando: “Broly!!! Grazie al cielo sei vivo!!!”

“Oh, grazie, grazie! Te ne siamo molto grati!” ringraziò, con tutto il cuore, Lemo, mentre Beerus, con una smorfia, spostava lo sguardo e commentava, seccato al massimo: “Ah, fate come vi pare! Tanto voi fate sempre di testa vostra! Ma vi avverto: se quello perde di nuovo la testa e distrugge tutto, non voglio saperne niente, chiaro?!”

“Suvvia, non faccia così, Lord Beerus… in fondo, lasciare Broly in vita potrebbe avere delle conseguenze positive, non trova?” fece Whis e il dio, guardandolo come se non avesse capito niente, domandò: “Ma di che parli? Che vantaggio ci sarebbe a lasciar vivere quel demonio?!”

“Innanzitutto, Broly è un ottimo candidato per diventare un dio della distruzione, non trova? Sarebbe capace di distruggere un intero pianeta senza nemmeno usare l’Hakai, il che non è da tutti, come ben sa…”

“Uhm… in effetti, potresti anche avere ragione, Whis… se diventasse un candidato per il ruolo di dio della distruzione del Settimo Universo non dovrei nemmeno sprecare del tempo prezioso che potrei sfruttare per dormire o mangiare ad insegnarli l’Hakai…”

“Giusto, giustissimo, Lord Beerus… tuttavia, dovrà faticare un bel po’ per sconfiggere il numero 1 della lista della candidatura a dio della distruzione…”

“Il numero 1? E chi cavolo sarebbe?”

“Ma Bulma, ovviamente.”

“Bulma?! Ma cosa dici?! Ti rammento che è una semplice terrestre! Come potrebbe una come quella diventare un dio della distruzione?!”

“Beh, è coraggiosa, testarda come un mulo, spaventosa, capace di tener testa ad un dio della distruzione… praticamente ha tutte le carte in tavola per diventare un dio della distruzione!”

“Piantala di fare lo spiritoso, Whis!!! E adesso dammi una botte di birra che ho una sete di quelle…!!!”

Nel frattempo, Lemo stava chiedendo a Broly: “Come va? Ti senti bene?”

“Sì… mi gira solo un tantino la testa…”

“Con tutto quello che hai passato, non mi meraviglia!” commentò Cheelai, ma il giovane saiyan scosse la testa: “No… è perché qualcuno urla come un pazzo qui vicino…”

“Ah…” fecero sia Cheelai e Lemo contemporaneamente, voltandosi a guardare Beerus, il quale stava tracannando senza un minimo di criterio ed eleganza l’enorme botte di legno che Whis aveva fatto apparire col suo bastone e, proprio in quel momento, notarono Bulma che si avvicinava a loro.

Una volta che fu a pochi metri di distanza da loro e, con un sorriso, si presentò: “Comunque, io mi chiamo Bulma. Poco fa non abbiamo avuto occasione di presentarci bene… e voi due chi siete?”

“Mi chiamo Lemo e sono un ex combattente dell’Armata di Freezer, mentre questa è una ragazza che ho raccattato durante le mie peregrinazioni nello spazio di nome Cheelai, la quale è anche una ladra e una borseggiatrice per diletto.” Rivelò Lemo, mentre Cheelai, lievemente offesa, sbottava: “Ehi!”

“Non mi aspettavo che ci fossero ancora dei soldati di Freezer in circolazione…”

“Ormai, o si sono dati alla latitanza come il sottoscritto o sono passati sotto il controllo degli Heeters.”

“Gli Heeters? Non ne ho mai sentito parlare prima d’ora… chi sono?”

“Gente che meno se ne ha a che fare, meglio è, credimi.”

“Capisco… e come avete trovato Broly e suo padre?”

“Mentre cercavamo un pianeta di frontiera dove nasconderci dalla Pattuglia Galattica, la mia navicella ha ricevuto una richiesta di soccorso da un vecchio modello di nave dell’Armata di Freezer proveniente da un asteroide lì vicino, così siamo andati a dare un’occhiata e abbiamo trovato Broly e suo padre.”

“Cosa facevi nell’Armata di Freezer?”

“Beh, visto che ero troppo debole per combattere e, soprattutto, non è che impazzivo al pensiero di sterminare la popolazione di un pianeta per profitto, facevo i lavori più disparati, tipo cucinare.”

“In ogni caso, adesso che è tutto finito, cosa contate di fare?”

“Mah, è una bella domanda… con tutto quello che è successo, la nostra navicella sarà stata, come minimo, messa fuori uso e anche se per qualche incredibile miracolo fosse ancora funzionante, nessuno di noi tre avrebbe la più pallida idea di dove andare… Vampa è troppo inospitale per poterci vivere e nello spazio, anche senza Freezer, girano un sacco di persone poco raccomandabile come gli Heeter… se gente come quella sapesse di Broly, lo costringerebbero senza dubbio a lavorare per loro come di certo avrebbe fatto Freezer se fosse stato ancora vivo… per non parlare poi della Pattuglia Galattica! Io e Cheelai abbiamo commesso qualche piccolo crimine, quindi di certo, se ci trovassero, ci arresterebbero e ci farebbero finire in prigione per un bel pezzo, inoltre rischieremmo di mettere nei guai anche Broly… accidenti, che razza di situazione…” ammise Lemo, mettendosi a braccia incrociate, e Bulma, con un gran sorriso, propose: “Perché non venite a stare da me, allora?”

Sentendo quelle parole, Beerus sputò con inaudita violenza tutta la birra che stava bevuto verso Whis, il quale era proprio lì davanti, ma l’angelo rimase assolutamente impassibile.

Infatti, la birra lo evitò tranquillamente, come se fosse protetto da una bolla.

“Ma dico sei impazzita?!?!” sbraitò, a quel punto, Beerus a Bulma “Vuoi tenerti quella mina vagante in casa?!?!”

“E perché no? Hai sentito che razza di gentaglia si trova nell’universo, grazie a qualcuno che non lavora mai! Sono certa che un pianeta ai limiti della galassia come la Terra non attirerebbe mai l’attenzione di nessuno, quindi, è il posto perfetto dove nascondersi e ricominciare una nuova vita…” cominciò Bulma, venendo interrotta, però, interrotta, da un adirato Beerus: “Ma perché tenerlo proprio alla Capsule Corporation, dove ci sono io?!”

“Beh, non posso mica lasciarli andare in giro da soli così, no?! Se si trasferiscono a vivere sulla Terra, dovranno pur imparare come si fa a vivere qui…”

“Beh, se viene lui, vado via io!”

“Ok.”

“Ehi, un momento, non saltiamo a conclusioni affrettate… sono pur sempre il dio della distruzione, io! Già l’ho risparmiato, devo pure tenermelo in casa?!?!”

“Guardi il lato positivo, Lord Beerus, vivendo sotto il suo stesso tetto, avremo la possibilità di tenerlo meglio d’occhio e d’impedire che perda il controllo, no?” fece notare Whis con un sorriso e Beerus disse, tra i denti: “Sempre se quello non ci fa prima cadere il tetto in testa!”

“Senta…” fece Lemo a Bulma “Noi non abbiamo soldi con noi… da quando Freezer è morto, l’Armata di Freezer è andata incontro a notevoli problemi e ribellioni interne, così molti soldati hanno abbandonato l’Armata per ricominciare altrove, tra cui io… e la vita nell’universo se sei un latitante con una bella taglia sulla testa può essere davvero pericolosa… pertanto, io e Cheelai siamo praticamente al verde, anche unendo tutti i nostri risparmi, per non dire in rosso.”

“Non preoccupatevi, non voglio i vostri soldi. Mi basta solo avere una mano nelle faccende domestiche, dato che anche nell’Armata di Freezer svolgevi quest’attività.”

“Beh, allora se è tutto qui, accettiamo.”

“Allora è deciso! Forza, torniamo a casa!” sorrise Bulma, mentre Beerus commentava, sottovoce: “Uno di questi giorni, quella sua brutta abitudine d’invitare a casa tutti quanti, mi farà ammazzare!”

“Oh, via, non faccia così, Lord Beerus… una vita avventurosa è quello che ci vuole ogni tanto…” fece Whis e, per tutta risposta, il dio sbottò: “Da quanto ho scoperto della Terra, non ho fatto altro che viverla una vita avventurosa!”

“Unita a qualche pisolino e abbuffata…”

“Whis, taci!”

“Come vuole…”

Nel frattempo, Broly fece per alzarsi in piedi, quando, all’improvviso, da sotto la pelliccia dell’orecchio di Bah scivolò un oggetto pesante che cadde sulla neve fresca, il quale venne notato da Cheelai che disse: “Ehi, cos’è quello?”

Sorpreso, Broly lo prese e scoprì che si trattava di uno strano strumento di legno con degli intarsi.

“Non sapevo che avessi un’ocarina, Broly…” esclamò Lemo quando vide l’oggetto che aveva in mano ed il saiyan domandò: “Un’ocarina?”

“Certo, non lo sapevi?”

Per tutta risposta, Broly osservò il piccolo strumento di legno, per poi sussurrare, quasi sovrappensiero: “Quindi, forse, non era un sogno…”

Prima che Cheelai e Lemo potesse chiedergli di che cosa parlasse, Whis li superò e disse: “Consiglio caldamente a tutti di allontanarsi un pochino… devo fare una cosa molto importante…”

A quel punto, Whis mosse il suo bastone e, immediatamente, le montagne tornarono com’erano prima della furiosa battaglia.

“Ecco fatto. Ah, laggiù c’è la vostra navicella.” Disse, rivolto a Cheelai e a Lemo “Vi consiglio di recuperare da essa tutto quello che può esservi utile.”

I tre alieni fecero per dirigersi alla navicella, quando Lemo esclamò: “Oh, cielo…” Sentendo quella frase, Broly si voltò verso il vecchietto e chiese: “C’è qualche problema, Lemo?”

“L-la tua pelliccia…” fece l’alieno e, voltandosi verso di essa, Broly notò un bello strappo su di essa, molto probabilmente dovuto alla lotta.

Il saiyan sgranò gli occhi, mentre il suo viso assumeva un’espressione indecifrabile.

L’orecchio di Bah era stato danneggiato… non sarebbe mai tornato come prima… non l’avrebbe più potuto indossare… e lui e Bah non sarebbero più stati insieme…

Al solo pensiero gli veniva voglia di urlare, colpire, distruggere tutto…

“Se vuoi… posso ripararla io.” Dichiarò, all’improvviso, una dolce e calma vicina di fianco a lui.

Il saiyan si voltò e vide la moglie del principe Tarble che, con un dolce sorriso, gli aveva allungato la mano, dicendogli anche: “Sono brava nel cucito.”

“Davvero?” domandò Broly e l’aliena annuì: “Sì. Ti prometto che farò molta attenzione, dal momento che ci tieni così tanto.”

“Io posso darti una mano!” s’intromise Cheelai, mentre Lemo sbottava: “Se lo lavori tu, verrà fuori una bella cicatrice da pirata.”

“Molto spiritoso, Lemo!”

Nel frattempo, Broly, un po’ titubante, consegnò a Gure la pelliccia, la quale era grande il doppio dell’aliena, per poi dirigersi alla volta della navicella con cui era arrivata, mentre Broly seguiva Cheelai e Lemo alla sua.

A quel punto, Bulma si avvicinò a Tarble, il quale era seduto su una roccia a guardare il cielo e gli domandò: “Perché non me l’hai detto?”

“Detto cosa?” domandò il saiyan, voltandosi a fissarla, e la terrestre rispose: “Perché non mi hai detto che eri il fratello di Vegeta?”

“Te l’ha detto Whis, vero?”

“Più che altro se l’è lasciato scappare.”

Tarble fece un profondo sospiro, per poi scendere con un balzo dalla roccia e alzando lo sguardo verso la donna, le domandò: “Dimmi la verità, Bulma… a te sembro un saiyan?”

“Beh, ecco…” fece Bulma, cercando di trovare le parole giuste, ma venne interrotta da Beerus che, senza il minimo tatto, rispose: “Certo che no! Ma ti sei visto allo specchio?! Sei così basso e mingherlino… se non avessi quella coda di scimmia, ti scambierei senz’altro per il membro di qualche altra razza!”

“Beerus!!!” lo redarguì, furiosa, Bulma, ma Tarble con un sorriso triste disse, inaspettatamente: “Appunto. Io sono sempre stato diverso da tutti gli altri saiyan, sia mentalmente che fisicamente… non mi piace lottare, a meno che le persone che amo non siamo in pericolo, preferisco esplorare i pianeti che conquistarli, sto male solo al pensiero di schiacciare una formica, figuriamoci sterminare un intero popolo, sono un tipo più studioso che combattivo… sono l’antitesi pura di un saiyan! E’ sempre stato così fin da quando ero piccolo… vi dico solo che il mio livello di potere alla nascita era tra i più bassi mai registrati in dieci anni… inutile dire che fin da subito, sono diventato la vergogna della mia famiglia… non so perché sono così diverso dagli altri saiyan… forse, anch’io ho avuto una mutazione, come Broly… insomma, i miei genitori e anche Vegeta… loro erano così giusti, così saiyan… mentre io, solo io, sono venuto male! Come diavolo ho fatto a nascere così? Non lo so, non lo riesco a capire… non ho preso assolutamente niente dai miei genitori, neppure la fiducia nelle mie capacità! Se fossi nato come guerriero di Bassa Classe, non sarebbe importato tanto, perché ce n’erano parecchi di tipi come me… ma il fatto di essere il figlio del re, mi ha fatto pesare ancora di più la mia diversità! Il figlio del re dei saiyan, conosciuto da tutti per la sua spietatezza ed il suo potere, non poteva di certo essere un simile scarto dal carattere così patetico! Quando sono venuto sulla Terra e ho scoperto che Vegeta non mi aveva mai nominato nemmeno alla sua stessa famiglia… mi sono sentito un peso e di troppo! Ero così debole, patetico… che di certo doveva essere un’autentica vergogna per Vegeta essere legato a me! Per questo ho mentito! Io, la vergogna della mia stessa famiglia, che diritto avevo di intromettermi nella famiglia del mio fratellone, un guerriero straordinario, mentre io, da bambino ero talmente goffo da inciampare nella mia stessa coda?! A volte… a volte desidererei essere un vero saiyan, per poter rendere orgogliosa la mia famiglia ed il mio fratellone, ma in fondo lo so benissimo che non potrò mai esserlo! Ci sarà sempre qualcosa che m’impedirà di essere un saiyan perfetto… io non potrò mai essere un vero saiyan e non lo sarò mai! Sono solo un autentico fallimento che è stato mandato via dai propri genitori su una stella lontanissima per nascondere una simile onta! Non sono nemmeno riuscito a proteggere mia moglie o i miei nipoti! Non sono altro che un peso! Sono inutile e debole, lo sono sempre stato! Sono solo un fallimento…”

Mentre diceva quelle parole, il ragazzo si coprì il viso con le mani ed iniziò a piangere lacrime di dolore sotto lo sguardo silenzioso di Bulma e degli altri che lo guardavano in silenzio senza riuscire a ritrovare le parole giuste… ma, in fondo, esistevano davvero parole giuste da dire?

Nessuno di loro immaginava che Tarble, sempre sereno e col sorriso sulle labbra nascondesse dentro di sé simili tormenti e sentimenti d’inadeguatezza a causa della sua fin troppo evidente diversità…

Alla fine, Bulma gli si avvicinò lentamente in silenzio e lo abbracciò.

Tarble la guardò in silenzio e la donna rispose: “Non devi pensare a queste cose. Capisco che essere sé stessi può essere complicato e difficile a volte… ma è solo quando si riesce ad accettarsi per quello che si è, senza lasciarsi condizionare dagli altri, che si diventa grandi. Inoltre, non dovresti neanche tenerti tutto dentro di te… se a volte ti senti insicuro o hai dei problemi di qualunque tipo, dovresti parlarne, invece che tenerti tutto dentro… so che è una cosa difficile, ma dovresti farlo, perché i problemi più difficili non si risolvono mai da soli, ma con l’aiuto dei propri amici. Tu non sei come gli altri saiyan, è vero… ma non per questo sei inferiore a loro. Sei riuscito a trasformarti in supersaiyan e a tener testa ad un nemico potentissimo senza mai arrenderti e tirarti indietro… per come la vedo io, questa non è un’azione da debole. Essere arroganti non significa anche essere forti, pertanto non confondere mai queste due parole!”

Tarble la fissò in silenzio con ancora le guance rigate dalle lacrime e Bulma riprese: “Inoltre, a differenza di tutti quei ‘giusti’ saiyan, come li chiami tu, possiedi qualcosa di unico, che nemmeno Vegeta possedeva!”

“Ah sì? E cosa?” domandò Tarble e Bulma, con un dolce sorriso, rivelò: “Tu possiedi la gentilezza e la compassione, i due strumenti che so per esperienza che possono davvero cambiare il mondo. Non devi permettere al tuo passato di dominarti… adesso è il momento per te di ricominciare una nuova vita.”

Sentendo quella frase, Tarble si asciugò le lacrime dagli occhi e, sfoderando un gran sorriso, annuì: “Hai ragione, Bulma! Io non sono mio padre o il mio fratellone… io sono io e non lo dovrò mai più dimenticare.”

“Bravo! Non devi mai permettere al tuo passato di controllarti. Adesso è il momento per te di cominciare una nuova vita.”

“Sì, lo farò!”

“Ottimo, e non ti preoccupare… a quei due deficienti ci penserò io, quando morirò! Gli farò vedere a quei due insensibili come si tratta una persona sensibile come te! Lo vedrete!” dichiarò, con una faccia furiosa, Bulma, facendo sussultare per lo spavento tutti i presenti, compreso Beerus.

Una cosa era certa: mai mettersi contro Bulma.

 

Avvertenze:

 

I più attenti di voi, avranno notato in questo capitolo un collegamento con l’opera “It takes a fool to remaine sane” di Eevaa.

Sappiate che io non ho alcun desiderio e/o intenzione di copiare le opere o, in generale, le idee di Eevaa, la quale, secondo il mio parere puramente personale, è una dei migliori scrittori di questo sito.

Comunque, se siete interessati, lascio in basso il link per l’opera in questione.

Buona lettura.

 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3832167&i=1

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Capitolo 21
*** Alcune cose non cambiano mai ***


Capitolo 21: Alcune cose non cambiano mai

 

Terra

Capsule Corporation, sabato 07:00

 

“Finalmente a casa…” borbottò Bulma, mentre faceva planare delicatamente nel giardino della Capsule Corporation, si voltò e vide che tutti gli altri, tranne, ovviamente, Whis, erano sdraiati per terra a dormire.

Poverini, dovevano essere tutti quanti distrutti… in effetti, erano stati in piedi l’intera notte a combattere… meritavano di riposare un po’…

Ad essere sincera, anche lei era un po’ stanca…

“Ehi, terrestre, siamo arrivati?” domandò Beerus alzandosi in piedi, sbadigliando, e, subito anche gli altri, anche se un po’ malamente per la stanchezza, si alzarono tutti in piedi ed uscirono dalla navicella.

“Bentornati!” esultò una voce femminile dietro di loro ed il gruppo, voltandosi, videro la Mai più grande con tra le braccia un bimbo con una curiosa capigliatura che rideva tutto contento.

“Ehi, il piccolo Goku è uscito dalla capsula!” esclamò, sorpresa, Bulma e Mai annuì: “Sì. C’è stato un piccolo problema nei sotterranei qualche ora fa, a causa di un terremoto…”

“Davvero? Che è successo?”

“Beh, una scossa parecchio forte ha fatto cadere uno schedario sul pannello di controllo, mandandolo in tilt ed impedendo a Goku di ricevere l’ossigeno, quindi, non ho avuto altra scelta che farlo uscire.”

“E come ci sei riuscita?”

“Beh… sembrerà una storia assurda… ma prima che avvenisse quel terremoto, nei sotterranei c’era un tizio avvolto in un mantello rosso che osservava Goku… era molto cupo e di poche parole, ma quand’è successo il macello dello schedario, è subito corso a rompere il vetro con un pugno!”

“Cosa?! Ma quel vetro era molto resistente! Nessun terrestre sarebbe stato in grado di scheggiarlo, figuriamoci distruggerlo!”

“Eppure l’ha fatto! E ti dirò di più! Quando stavamo per venir sotterrati dalle macerie, mi ha afferrata alla vita per un braccio e ci ha tirati fuori di lì!” raccontò Mai ed il suo Trunks, girando la testa da tutte le parti, commentò: “Strano… non avverto nessuno con un alto livello di potere…”

“Eppure, c’era! Mi ha anche lasciato questo.” Annunciò la giovane donna, mostrando un grosso pezzo di stoffa scarlatta “L’ha usato per avvolgerci Goku dopo averlo tirato fuori dall’incubatrice. Poi dopo che ci ha tirati fuori dai sotterranei, se n’è volato via a tutta velocità.”

“Davvero strano…” commentò Bulma e, proprio in quel momento, Goku notò Broly, il quale se ne stava in disparte a guardare un albero in fiore, toccando anche con delicatezza un ramo con l’indice, ed iniziò a gioire e a puntare le braccine verso di lui, facendolo così notare a Mai, assieme a Cheelai e Lemo.

“E quei tre chi sono?” domandò, incuriosita, Mai e Bulma tagliò corto: “Non preoccuparti, sono brave persone. Staranno qui per un po’, dato che si trasferiranno sulla Terra.”

“Ah, ok… comunque, pare che al piccolo Goku piacciano.”

“Eh, già.”

Bulma prese in braccio il piccolo Goku e lo avvicinò da Broly, il quale osservò in silenzio il bambino che rideva e si agitava come un matto.

“Lemo, perché fa così?” domandò Broly, indicando Goku, ed il vecchio rispose: “Gli stai simpatico, Broly.”

“Simpatico?”

“Sì. E’ quando piaci ad una persona e gradisce la tua presenza.”

“E a voi due, sto simpatico?”

“Certo che ci stai simpatico!” annuì Lemo, mentre Cheelai rispondeva: “E quel brutto vecchiaccio del tuo vecchio che non ci stava per niente simpatico! Insomma, capisco che il padre di Tarble non gli ha fatto passare dei bei momenti, ma poteva anche risparmiarti il costringerti a combattere contro di lui e pure contro i suoi nipoti! Sono proprio contenta che abbia tirato le cuoia!”

“Cheelai, ti prego… non gettare benzina sul fuoco!” la redarguì Lemo, mentre la Mai più grande si avvicinava al suo Trunks e gli domandava: “Cosa intende per ‘I nipoti di Tarble?”

“Beh… durante il combattimento io e l’altro Trunks abbiamo scoperto che Tarble in realtà sarebbe nostro zio, dato che è il fratello minore di nostro padre.” Rivelò il giovane e Mai, allibita, domandò: “Tarble sarebbe il fratello minore di Vegeta?! Ma… sono così diversi! Non si assomigliano per niente!”

“Lo so… anch’io ci sono rimasto di sasso quand’è saltato fuori, come tutti, del resto…”

“Ehi, Mai!” cinguettò una voce allegra alle spalle della coppia e, voltandosi, i due videro Whis con un grosso panno tra le braccia, il quale disse, allegramente: “Ho trovato la coperta che fa proprio al caso nostro.”

“Eh? Una coperta? E perché?” domandò la donna e, per tutta risposta, l’angelo guardò con profonda intensità la grossa pancia di Mai.

Immediatamente, la pancia si assottigliò di colpo e, tra lo stupore generale di tutti quanti, comparve nel cielo un neonato magrolino con indosso un pannolino che aveva i capelli neri all’insù a forma di fiamma, una lunga coda di scimmia che gli spuntava dalla schiena e dall’espressione corrucciata, anche se, al momento, era più che altro sorpresa, dato che doveva essere strano per lui ritrovarsi così di botto fuori dalla pancia di sua madre.

A quel punto, il piccino venne attratto verso terra dalla forza di gravità, ma prima che ciò accadesse, atterrò con un tonfo nella coperta tra le braccia di Whis.

Ancora allibita e confusa da quello che era appena successo, Mai si fissò la pancia, adesso piatta come una tovaglia e balbettò: “Eh? Ma cosa… come…?”

“Ecco a te, Mai.” Fu la semplice risposta di Whis, mentre passava il bambino alla giovane donna, il quale cominciò a piangere a tutto gas.

“Ecco fatto. Così i nostri due piccoli saiyan possono giocare insieme.” Fu tutto quello che disse l’angelo, mentre la Mai più grande diceva al figlio appena nato: “Ciao, tesoro! Sono la mamma, come stai? Non è stato uno shock per te, vero? Certo, che no. Sei il nipote del principe dei saiyan!”

Anche gli altri fissavano la scena, allibiti.

“Pazzesco…” commentò il Trunks più giovane, mentre Bulma aggiungeva: “I poteri di Whis non finiranno mai di sorprendermi…”

L’unico che non rimase affatto sconvolto da quella stranissima nascita fu Broly, il quale, con un gran sorriso: “Ah… allora è così che nascono i bambini… non ne avevo mai assistito ad una cosa del genere prima d’ora… anche la mia mamma ha fatto così?”

“N-no, Broly… di solito i bambini non nascono così…” lo informò, in maniera piuttosto impacciata, Lemo e Broly, confuso, chiese: “Eh? Davvero? E allora come fanno?”

La faccia di Lemo rivelava che il povero alieno non sapeva che pesci pigliare con quel discorso… Broly aveva già una bella età, ma suo padre, ossessionato dalla vendetta, aveva trascurato d’informare il figlio su alcuni dettagli cruciali come l’educazione sessuale e la riproduzione, non che su Vampa gli sarebbero serviti a qualcosa… così adesso, la patata bollente era toccata a lui… beh, l’importante era che Broly non gli facesse la domanda più tremenda di tutte, ossia…

“E poi, quella donna come ha fatto ad avere un bambino dentro la pancia? Questo è nella norma oppure no?” continuò a chiedere Broly e Lemo, ormai disperato appoggiò la testa su un tronco lì vicino e disse: “No… i bambini dentro la pancia delle donne sono la norma…”

“E allora come fanno a finire là dentro? La loro mamma ha mangiato qualcosa di speciale?”

“Mi sa che un libro per spiegare la gravidanza ai bambini non basterà…”

Nel frattempo, la Mai più grande aveva portato il figlio dal marito, dicendogli: “Guarda, questo è il tuo papà!”

“Ciao, piccolino.” Lo salutò Trunks, per poi notare una cosa.

“Ehi, ma… è identico a Vegeta!” esclamò Trunks e, subito, tutti gli si avvicinarono per vederlo meglio e, tutti coloro che avevano conosciuto il principe dei saiyan, constatarono che, in effetti, era vero, anche perché, vedendosi circondato da tutta quella gente che lo guardava, il piccolino aveva assunta un’espressione seccata identica a quella di Vegeta.

“A questo punto, c’è solo un modo in cui potremmo chiamarlo…” commentò Bulma, mentre Trunks annuiva: “Sì… si chiamerà come lui… Vegeta.”

“Così, sarebbe il quinto nella nostra famiglia a chiamarsi così.” Disse con un sorriso Tarble, mentre Cheelai commentava: “Certo che la famiglia reale dei saiyan non è durata tanto…”

“In effetti è vero… forse è perché siamo un popolo guerriero… neanche sul pianeta Vegeta riuscivamo ad arrivare a poche migliaia di abitanti… era impossibile che i nostri numeri crescessero troppo…” annuì il ragazzo.

Nel frattempo, Bulma, con ancora in braccio il piccolo Goku, il quale stava osservando con molto interesse Vegeta, si avvicinò a Whis e fece notare: “Però è strano… nelle radiografie che Mai ha fatto non c’era alcuna traccia della coda… Whis, non è che centri qualcosa?”

“Ah, boh… chi lo sa…” fu la vaga risposta di Whis.

Nel frattempo, anche Vegeta si era accorto della presenza di Goku e si era messo a guardarlo in silenzio.

Notando lo scambio visivo tra i due neonati, il Trunks più giovane domandò: “Che facciamo? Li avviciniamo?”

“Beh, dato che da adesso in poi vivranno sempre insieme dovremmo iniziare a farli conoscere… ad essere sincera, sarei proprio curiosa di vedere se, dato che non si conoscono, possono creare un rapporto d’amicizia oppure no…” fece Bulma e lei e Mai appoggiarono i due neonati per terra, vicini.

Vegeta e Goku si fissarono in silenzio un attimo, poi, all’improvviso, Vegeta tirò un potente pugno a Goku, facendolo cadere per terra.

Prima che qualcuno tra i presenti potesse intervenire, Goku si rialzò di nuovo a sedere e tirò a sua volta un pugno a Vegeta facendolo cadere per terra.

Furioso per l’affronto subito, Vegeta iniziò a picchiare e a prendere a pugni il piccolo Goku, alzando nel mentre una nuvola ti polvere da cui ora si vedeva un pugno ben stretto, un piede o la coda di uno dei due litiganti.

“Presto, dividiamoli!” gridò il Trunks più giovane prendendo Goku, mentre l’altro si occupava del proprio figlio, ma, nonostante ciò, i due continuavano ad agitare le braccia e le gambe come se sperassero così di dargliele all’avversario.

“Non c’è niente da fare… appena si vedono, non possono far altro che combattere… se sono così appena nati, non oso pensare a quando saranno adolescenti…” commentò Bulma, mettendosi una mano sulla fronte, per poi voltarsi verso Lemo, il quale guardava l’abitazione con aria incredula.

“Qualche problema?” gli chiese ed il vecchio alieno rispose: “No… ma tanto per sapere… casa vostra… è questa?”

“Sì.”

“Accipicchia… non mi aspettavo fosse così grande…”

“Eh già. Come potete vedere, non ci sono problemi di spazio. Potete viverci tranquillamente e gratis, a patto che mi aiutate tutti e tre con le pulizie.”

“Quante stanze ci sono?”

“Mmh… almeno cento, credo.”

“Cento?! Dobbiamo pulire cento stanze, anche se siamo solo in dieci?!”

“Non pensare di cavartela solo con le stanze… bisogna anche occuparsi del giardino e di tutto il resto. A differenza di Beerus e Whis, voi non siete ospiti di questa casa, ma inquilini, quindi è giusto che ci aiutate.”

“Vecchia volpe…” commentò Lemo, mentre Bulma si girava verso Broly, dicendogli: “Ah, già che sei qui, potresti approfittarne per farti una bella doccia? Dopo tutto quello che hai fatto, sarai di certo molto sudato…”

“Ma io mi sono già fatto la doccia…” dichiarò Broly, confuso, e Cheelai: “Davvero? E quando te la sei fatta? Non me ne sono minimamente accorta…”

“Quando tu e Lemo avete soccorso me e mio padre con la vostra navicella.”

A giudicare dall’espressione sconvolta dei due alieni, doveva essere passato parecchio tempo dall’accaduto…

“Broly…” fece Cheelai “Mi stai dicendo che tu non ti sei fatto la doccia… per ben tre mesi?!”

“Sì, perché, era importante?” domandò il saiyan e l’aliena fece: “Oltre ad imparare a controllare i tuoi poteri, devi assolutamente imparare a farti la doccia un po’ più spesso!”

“Ma…” fece Broly, confuso, e Bulma gli rispose: “Vieni ti accompagno al bagno.”

“Ehi, aspettate, io…” fece Broly e, per tutta risposta sentì qualcuno, toccargli delicatamente con l’indice l’avambraccio e, voltandosi, vide Tarble il quale gli passò un flacone di shampoo.

 

Inferno

Confine tra mondo dei vivi e dei morti del Settore Nord, sabato, 08:00

 

“Ehi, dico, non è che potremmo evitarlo il viaggio su tua madre?” chiese il saiyan con la cicatrice alla giovane donna che stava accarezzando il gigantesco muso dell’enorme bestia alata la quale, a giudicare dal suono che faceva, le stava facendo le fusa.

“Ehi, già vi sto facendo un favore a riportarvi a casa, invece di mettermi subito alla ricerca di Paragas, visto che la vecchia mi ha detto che era schiattato grazie a quel gattaccio spelacchiato!” protestò Kohra, mentre Vegeta l’avvertiva, nervoso: “Non ti azzardare a definire così il dio della distruzione!!!”

“Oh, sai quanto me ne frega! Insomma, che razza di ricercata ribelle sarei se mi mettessi a rispettare le sfere alte?”

“Una che presto ci rimetterà la vita defunta se continua a comportarsi così!”

“Ma piantala… comunque, vi do un passaggio al vostro accampamento come ringraziamento per avermi aiutato a salvare mio figlio, volontariamente oppure no… quindi, in sella che partiamo tra poco!”

“Al solo pensiero sto già male…” borbottò Bardack, mentre Vegeta si sdraiava sulla schiena della creatura, chiudendo gli occhi, dicendo, nel mentre: “Beh, io intanto schiaccio un pisolino… sono un po’ stanco…”

“Come cavolo fa a mettersi a dormire? Va bene che non ha la nausea, però…” commentò Bardack, mentre Kohra gli rivelava, sottovoce e con un ghigno: “Beh, vedi… il nostro Vegeta ha qualche piccolo problema d’insonnia…”

“Davvero?”

“Oh, sì… per questo è sempre di cattivo umore e schiaccia qualche pisolino qua e là…”

“Questa poi… ma è vero che aveva bisogno di un coniglietto di peluche per dormire fino a quindici anni?”

“Eccome… e ti dirò di più! Non ha mica smesso perché voleva!”

“Davvero? E allora perché?”

“Perché quel cretino ha perso quel pupazzo da qualche parte! E da allora non riesce più a dormire bene!”

“Non ci credo! Ah ah ah ah ah!!! Adesso capisco perché era sempre il primo agli allenamenti… per scherzare dicevamo che non dormisse mai e, invece, era proprio così!” rise, divertito, Bardack, prima che un gigantesco masso lo centrasse in pieno alla testa, facendolo cadere bruscamente per terra.

Kohra dopo aver dato un’occhiata a Bardack alzò lo sguardo e vide Vegeta che, rosso dall’imbarazzo, l’avvertiva: “Piantala di sbandierare i miei segreti ai quattro venti, Kohra!!!”

“Oh, come rompi con ‘sta storia…”

“Allora, partiamo sì oppure no?!”

“D’accordo, d’accordo… anche se, secondo me, dovresti dormire un po’ di più…”

“Sali e basta!!!!”

Con un sospiro, Kohra salì a bordo della madre seguita da Bardack, nonostante il giovane saiyan fosse a disagio a salire su una simile creatura e, in poco tempo, il trio salì in volo nel cielo rosso dell’inferno.

Dopo un lungo viaggio, che per Bardack fu infinito a causa della nausea, il gruppo arrivò nel settore est e, a quel punto Vegeta si avvicinò a Kohra e le disse: “Fa atterrare tua madre un bel po’ distante dall’accampamento.”

“E perché?”

“Perché l’ultima cosa che voglio è che qualcuno mi veda in giro su una bestia pericolosa assieme alla saiyan più ricercata di Vegeta e ad un Terza Classe che sta per mettersi a vomitare! Ho una reputazione da difendere, io!”

“Boh, se ci tieni…”

“Ehi, a proposito…”

“Mh?”

“Che fine ha fatto la tua ocarina?”

“Ah, quella… l’ho persa da qualche parte.”

“Davvero?” le chiese, alzando un sopracciglio, in quanto ne dubitava eccome, e la saiyan annuì: “Oh, sì. Chissà dov’è finita…”

Il sovrano dubitava che quella pazza avesse semplicemente perso quello stupido oggetto di legno, in quanto ricordava benissimo che quando l’aveva perso sul serio qualche ora prima, aveva fatto un macello che non si era mai visto, quindi, era impossibile che l’aveva semplicemente persa come voleva far credere…

Si augura solo che non fosse stata tanto stupida da regalarla a suo figlio… vero che la mina vagante era svenuta, ma non poteva rischiare che sospettasse di essere stato salvato dalla madre defunta, dato che la cosa sarebbe giunta prima o poi alle orecchie di Lord Beerus e allora sarebbero stati nei guai tutti e tre… no, lui sarebbe stato nei guai!

Di quello che sarebbe potuto capitare ai due pazzi se ne infischiava!

Ma in fondo, anche se quello là l’avesse vista, non avrebbe di certo capito che quella fosse sua madre, dal momento che non l’aveva mai vista prima e dubitava che Paragas, quand’era scappato a recuperare il figlio, si fosse portato dietro anche una foto della moglie… a meno che Kohra non fosse stata tanto stupida da andarglielo a dire e, in effetti, era abbastanza stupida per fare una cosa del genere, come quell’altro stupido dietro di sé che stava morendo di nausea…

Finalmente, la madre, si fa per dire, dell’anima della saiyan più matta degli Inferi iniziò a planare delicatamente e una volta atterrata, Kohra disse ai suoi due compagni di viaggio: “Beh, siamo arrivati.”

“Finalmente!” sbuffò Vegeta, scendendo giù dalla creatura, seguito da Bardack, il quale, a causa della nausea, strisciò lentamente fino al bordo per poi precipitare sul terreno con un sonoro tonfo.

“Ma guarda te… che figure mi fai fare, tu…” commentò il sovrano, per poi alzare lo sguardo verso Kohra e dirle, senza mezzi termini: “A mai più rivederci, Kohra.”

“Se mio figlio non è di nuovo in pericolo, ci puoi contare.”

“Scordatelo. Non intendo più aiutarti, chiaro?”

“Fa’ come credi, Vegeta… però, ti avverto che, in quel caso, non ti meravigliare se inizierà a circolare la voce che qualcuno, da bambino, e non faccio nomi al momento, aveva bisogno di un certo coniglietto rosa per poter dormire e che se sapesse dov’è finito, lo userebbe ancora adesso…”

Sentendo quella velata minaccia alla sua reputazione, il sovrano fece una smorfia, mentre il suo viso diventava più rosso di un pomodoro maturo.

“Suvvia, non fare quella faccia… se a mio figlio non succederà niente, non ti darò alcun fastidio, promesso!”

“Credi che con una madre come te, quello riuscirà a tenersi lontano dai guai? Seee… col cavolo!”

“E allora inizia subito ad allenare quella tua testa fine, così, quando andremo di nuovo nel mondo dei vivi, riusciremo a superare molti ostacoli senza sprecare troppe energie grazie alla tua straordinaria astuzia ed al tuo ingegno, i quali, credimi, sono davvero fantastici, molto più della tua forza!”

Sentendo quelle parole, Vegeta rimase un attimo in silenzio, sorpreso.

Era la prima volta che un saiyan lodava la sua intelligenza… di solito tutti, da bravi saiyan, si concentravano solo sulla sua forza, sulla sua spietatezza e sulla sua bravura sul campo di battaglia… ma quella era la prima volta che qualcuno lo lodava per il suo ingegno… e quello che glielo aveva fatto era una pazza selvaggia che non sapeva niente a parte malmenare qualcuno, dar fastidio a tutti, soprattutto a lui, e andare a salvare il proprio figlio… ad essere sincero, non sapeva se esserne lusingato od offeso…

“Beh, ci vediamo, gente! Se al TG degli Inferi c’è la notizia che qualcuno ha massacrato di botte un vecchio saiyan nel settore Nord, sapete già chi è stato.” Concluse Kohra, per poi dire alla madre: “Beh, mamma, rotta verso il Settore Nord! Obiettivo: polverizzare Paragas!”

In un attimo, la creatura si sollevò e partì a tutta velocità nel cielo rossastro degli Inferi, mentre Bardack, rimasto a terra, commentava, con gli occhi sgranati: “Urca, che velocità… non le vedo già più… meno male che non hanno usato quella velocità quando c’ero io, sennò morivo…”

“Eh, già, hai proprio ragione… si vede che non vede l’ora di trovare e, soprattutto, massacrare il suo ex… ah, non c’è niente di più spaventoso e pericoloso della furia della propria moglie…” aggiungeva il sovrano, mentre Bardack annuiva: “Eh, sì, hai proprio ragione…”

Per qualche secondo, il saiyan con la cicatrice rimase in silenzio, come se stesse pensando ad una cosa, poi sbiancò completamente, assunse un’espressione di puro terrore e si mise ad urlare, facendo girare la testa al sovrano, il quale, sorpreso di vedere quel saiyan, il quale non aveva avuto paura di affrontare aerei scassati, banditi analfabeti, Re Cold e un pericoloso vortice di confine tra mondo dei vivi e quello dei morti, così spaventato, gli domandò: “Ma che ti prende? Hai visto un fantasma?”

“No… peggio…”

“Ovvero?”

“Mi… mi sono appena ricordato… che non ho avvertito Gine…”

“Eh?”

“Non le ho detto che andavo nel Regno dei Vivi a salvare il figlio di Kohra!!! Sono uscito per prendere della legna per il fuoco e poi non sono più tornato!!! Sarò stato via tutta la notte, quindi sarà furiosa!!! Credimi, mia moglie, anche se è gentile e tutto il resto, quando si arrabbia diventa peggio di una furia, proprio come Kohra!!!”

“Ma che deficiente… io, invece, quando Kohra mi ha chiamato, ho incrociato mia moglie quando stavo uscendo e l’ho subito avvisata che sarei uscito e…” iniziò subito il sovrano, con un tono di superiorità, per poi bloccarsi di colpo e sbiancare anche lui, facendo una smorfia di puro terrore, per poi sussurrare, nel panico: “Oh, cavolo…”

“Che ti prende? Non hai appena detto che tu tua moglie l’hai avvertita?”

“Sì… ma le ho anche detto che sarei tornato subito e, invece, sono stato via per tutta la notte!!!”

“Accidenti… mi sa che Gine mi ammazzerà non appena tornerò a casa…”

“Beato te che hai il dubbio!!! Io, invece, ho la certezza che la mia mi ammazzerà!!!”

“Eddai, non esagerare… così mi fai venire ancora più l’ansia…”

“Non sto scherzando!!! Prima che ci sposassimo, diversi soldati appartenenti all’élite dei saiyan da generazioni e con un incredibile livello combattivo sono misteriosamente spariti dopo aver detto di nascosto che aveva il seno piccolo!!! Secondo te, cosa diavolo è successo?!?!”

Sentendo quella frase, Bardack fece un’espressione allarmata.

L’allusione del re al fatto che la moglie di lui fosse incline a polverizzare chiunque osasse farla arrabbiare era servito a renderlo ancora più ansioso al futuro incontro con la consorte… di certo se non l’avesse polverizzato, poco ci mancava!

“Maledizione… quanto invidio gli scapoli!” sbottò Vegeta, mentre volava via a tutta velocità e subito Bardack gli fece notare: “Ma dove vai?! Il nostro accampamento è di là!”

“E tu credi che io sia tanto stupido da andare ad affrontare mia moglie sapendo già che è furiosa?! Ti rammento che io ci tengo alla mia vita defunta!!! Se tu sei tanto stupido da affrontare la tua, fallo pure, ma io non ci provo neanche!” gli rispose il sovrano dirigendosi da tutt’altra parte rispetto a Bardack.

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Capitolo 22
*** Come i fiori di ciliegio ***


Capitolo 22: Come i fiori di ciliegio

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 13:15

 

“Tarble!!!! La pentola si è incendiata!!!” urlò Broly, mentre si muoveva da tutte le parti, tenendo tra le mani una padella che sprigionava un denso fumo nero.

Tarble, il quale era impegnato a tagliare la lattuga, si voltò in direzione delle urla e, vedendo cosa stava succedendo, commentò, sottovoce: “Oh, santo cielo…”

Dopodiché corse verso di lui e spense il fornello, il quale stava continuando ad andare, dicendo nel mentre: “Devi spegnere il fornello! Ecco, così! E comunque quella sarebbe una padella, non una pentola…”

“Non lo sapevo…” borbottò Broly, smettendo di agitarsi, poi lui e Tarble guardarono il risultato.

Al posto delle uova cotte che Broly aveva tentato di cuocere, vi era una sostanza nera e dall’odore terribile appiccicata alla padella.

Tarble fece un sospiro.

Lui e Broly erano impegnati in cucina a causa del fatto che la stragrande maggioranza degli abitanti della Capsule Corporation era assente: i due Trunks erano andati a riparare ai danni che le varie città avevano riscontrato a causa della tremenda energia di Broly, Gure stava riparando la pelliccia di Broly, Bulma stava accompagnando Cheelai e Lemo a fare un giro in città, così da spiegargli come funzionavano le cose sulla Terra, dal momento che si sarebbero trasferiti lì e le due Mai stavano facendo un giro per i negozi per bambini così da trovare vestiti e giocattoli per Goku e Vegeta, assieme ai due bambini.

Quanto a Beerus e a Whis… il primo, una volta tornato a casa, si era diretto a passo di marcia verso la sua stanza, sbottando che non voleva assolutamente essere svegliato prima di pranzo, prima di chiudere con violenza la porta, mentre Whis si era messo a prendersi il sole il giardino e a godersi qualche prelibatezza terrestre in giardino… quindi, era toccato a lui e a Broly occuparsi del pranzo, dopo che quest’ultimo aveva finito di farsi la doccia ed indossare i nuovi vestiti dati da Bulma, che consistevano in una maglietta a maniche corte nere con su il simbolo di una band rock-metal terrestre e jeans blu, oltre ad un’ocarina di legno al collo mentre lui si era tolto la divisa, ormai distrutta, ed indossato una felpa terrestre e jeans blu.

Secondo Bulma, quello era un ottimo modo per conoscersi un po’ meglio e, magari, sotterrare l’ascia di guerra, in quanto Broly, a causa dell’influenza paterna, era ancora un po’ sul chi vive con lui.

Tuttavia, Broly aveva presto dovuto abbandonare quell’atteggiamento… questo perché era talmente negato ai fornelli che aveva assolutamente bisogno di aiuto e se l’aiuto in questione venisse da colui che fino a qualche ora prima aveva in mente di ammazzare… beh, pazienza.

“Non preoccuparti, le preparerò io. Non è un problema.” Lo rassicurò con un sorriso Tarble, prendendo la padella e Broly, allora si diresse verso la lattuga e, prendendo il coltello che Tarble aveva lasciato sul tavolo, esclamò, tutto orgoglioso: “Allora… farò questo!”

“G-guarda che è pericoloso usare il coltello…” tentò di fermarlo il saiyan, ma l’altro, tutto orgoglioso, rispose: “Non preoccuparti. Devo solo tagliare questa cosa verde a fette come stavi facendo tu poco fa, no?”

Dopo aver detto quella frase, Broly cominciò a tagliare con estrema violenza la lattuga, facendo persino sobbalzare il tavolo.

“N-non dovresti utilizzare così tanta forza…” lo avvertì di nuovo Tarble, ma, proprio in quel momento, a Broly scivolò dalle mani il coltello, che venne lanciato a tutta velocità alle sue spalle.

“Eh? Cosa?” fece il saiyan, guardando la mano dove prima c’era il coltello, per voi voltarsi verso Tarble e domandargli: “Ehi, Tarble, hai mica visto il mio coltello?”

Non appena si fu voltato, vide il ragazzino per terra col coltello a pochi centimetri di distanza dai suoi capelli, il quale, con un tono nervoso, dichiarò: “S-sì… l’ho visto…”

A causa dell’ennesimo fallimento culinario, Broly fece un’espressione da cane bastonato e si mise seduto in un angolino, come se morisse dalla vergona.

Subito, Tarble si avvicinò a lui e, mettendogli una mano sulla spalla, tentò di consolarlo: “Su, su, non fare così…”

“Credevo che sarebbe andata meglio questa volta…” fece, disperato, Broly e Tarble lo rassicurò: “Sono sicuro che la prossima volta sarai bravissimo.”

“Non so fare proprio nulla…”

“Questo non è affatto vero!”

Sentendo quelle parole, Broly si voltò verso Tarble, il quale gli disse: “Vedi, Broly… nessuno diventa subito bravo. E questo riguarda tutto, non solo nella cucina. Guarda che anch’io non sono molto bravo a pulire, ho fatto di quei disastri…”

“Davvero?”

“Certo! Ho distrutto un muro ed una finestra. La verità è che noi saiyan non siamo molto portati per queste cose… però, se ci mettiamo dentro, potremmo ottenere un risultato accettabile.”

Broly si mise a braccia incrociate e si mise a riflettere molto attentamente e, poi, quando una mosca gli passò proprio davanti al naso, esclamò: “E se mi occupassi di far sparire le mosche con un attacco d’energia?”

“N-Non puoi!” esclamò subito Tarble, in quanto intuiva già che un attacco di Broly avrebbe distrutto l’abitazione e l’intera città, e l’altro, innocentemente, domandò: “E perché?”

“Non ricordi che cosa ti hanno detto Cheelai e Lemo? Prima di poter usare di nuovo i tuoi poteri, devi imparare a controllarli.”

“Ah! E’ vero…”

“Dai, non fare così… vedrai che ci riuscirai…”

“Ehi, non senti uno strano odore?”

“Adesso, che me lo fai pensare, lo sento anch’io. Sembra quasi che…”

Non finì la frase che sbiancò e si mise ad urlare, allarmato: “LA TORTA!!!!!!”

Immediatamente, i due saiyan corsero al forno e, dopo che Tarble l’ebbe aperto, furono investiti da una nuvola di fumo nerissima che li avvolse completamente, tanto da farli tossire violentemente.

Inutile dire, che anche la torta era stata completamente bruciata.

“Che ti avevo detto? Noi saiyan non siamo fatti per i lavori domestici…” sospirò Tarble per poi dire: “Dai, proviamo a preparare qualcosa prima che tornino gli altri…”

Con un po’ di pazienza e molta buona volontà, i due riuscirono a creare qualcosa da mangiare per dodici persone, quattro delle quali appartenenti ad una razza dall’appetito insaziabile ed un dio della distruzione con un appetito che ci si avvicinava molto.

Broly e Tarble osservarono con molta attenzione il cibo preparato, come se entrambi temessero che gli scoppiassero in faccia da un momento all’altro, fino a quando Tarble non sussurrò: “In qualche modo, ce l’abbiamo fatta.”

“Già.” Fu la risposta di Broly e l’altro diceva: “Portiamoli in sala, aspettiamo gli altri e… speriamo in bene.”

I due saiyan portarono il cibo in sala da pranzo e aspettarono finché, poco dopo, non sentirono la porta dell’ingresso aprirsi contemporaneamente alla porta della stanza di Beerus.

“Siamo tornati!” fece la voce di Bulma e Tarble li salutò: “Bentornati.”

“Ma cos’è questa puzza di bruciato?!” l’interruppe la voce adirata e senza un minimo di tatto di Beerus e Cheelai ammise: “In effetti, hai ragione…”

Voltandosi verso Broly, Tarble lo vide con la faccia premuta sul tavolo, come se volesse sprofondare nel legno e fece un sospiro.

“Eccoci.” Esclamò, proprio in quel momento, Bulma, entrando in sala da pranzo e, subito, notando l’espressione di Broly, domandò, preoccupata: “E’ accaduto qualcosa?”

“Beh… non esattamente…” fece Tarble, avvicinandosi a lei “Comunque, il pranzo è pronto… anche se abbiamo pasticciato un po’…”

“Grazie, ragazzi. Scusateci se vi abbiamo fatto fare tutto.” Sorrise dolcemente Bulma e Tarble la rassicurò: “Va tutto bene, non preoccuparti.”

“Io, invece, sono preoccupato eccome! A giudicare dall’odoraccio di bruciato che sento, ci farete morire tutti quanti di fame!” sbottò Beerus, entrando nella stanza, beccandosi un’occhiataccia da Bulma, la quale sibilò: “Almeno loro hanno fatto qualcosa… non come una certa divinità della distruzione capace solo di mangiare, dormire e dare fastidio a tutti!!!!!”

“Ehi, vacci piano, terrestre! A sentir te, sembra quasi che io sia solo un buono a nulla, capace solo di dare problemi agli altri! Guarda che io ho un sacco di pregi, sai?”

“Ah, davvero, Lord Beerus? Strano, non me n’ero mai accorto…” commentò, proprio in quel momento, Whis entrando nella stanza e Beerus, adirato, gli urlò: “Non ti ci mettere anche tu, Whis, eh! Guarda che ce l’ho ancora con te per aver curato la furia scatenata!”

“Mmh… mi andava così… e poi, dopo tutto quel casino che lei aveva fatto, sarebbe stato crudele ucciderlo…”

“Ma di chi cavolo stai parlando?”

“Oh, di nessuno.”

Intuendo che non avrebbe ottenuto niente da Whis, Beerus decise di cambiare discorso: “Comunque, io non ho difetti!”

Per tutta risposta, Whis fece un movimento del suo bastone e fece apparire un lunghissimo foglio con delle scritte e Beerus, sollevandolo leggermente, domandò, sorpreso: “Whis, ma che cosa diavolo è questa lista? L’elenco delle prelibatezze della Terra?”

“Oh, no, Lord Beerus… questo è l’elenco dei suoi difetti. In ordine alfabetico.”

“Cosa?!” urlò Beerus, per poi prendere in malo modo l’elenco e cominciando a studiarselo molto attentamente, per poi sibilare, offeso: “Whis, non prendermi per uno stupido! Questo stupido pezzo di carta non è di certo un elenco in ordine alfabetico! Nelle lettere J, W e Y non ci hai scritto niente!”

“Oh, è vero, scusi.” Fece Whis e, proprio in quel momento, la porta di casa si aprì ed entrarono le due Mai coi bambini, le quali avevano un’espressione stravolta.

“Che è successo?” domandò Bulma, anche se, in cuor suo, sospettava già cosa fosse successo…

Infatti, la Mai più giovane disse: “Goku e Vegeta ci hanno fatte impazzire… continuavano a picchiarsi e a lanciarsi oggetti, dai pacchetti di pannolini agli scaffali… hanno ribaltato l’intero negozio…”

Bulma fece un sospiro, mettendosi una mano sulla testa.

Per il momento, il problema danni era contenuto, per via del fatto che i due erano ancora piccoli… ma una volta che avessero imparato a volare e a lanciare attacchi energetici, avrebbero distrutto tutto quanto, peggio di Broly.

“Su, andate in sala da pranzo, fra poco si mangia. E non preoccupatevi, ci penso io a queste due vivaci piccole pesti…” le rassicurò Bulma, prendendo i due bambini.

Una volta in sala da pranzo, Tarble e Broly, dissero, indicando i piatti sul tavolo: “Prego, buon appetito! Entrambi speriamo che vi piaccia!”

“Tranquilli, ragazzi… non possono di certo essere peggiori dei piatti cucinati da Cheelai…” commentò Lemo e la ragazza dalla pelle verde, la quale adesso indossava una camicia a maniche lunghe a sbuffo blu, una catenina d’oro al collo, Jeans lunghi grigi tenuti su da una cintura nera, un orologio da polso vecchio stile e delle ballerine grigie, gli domandò, leggermente offesa: “Ah, quindi, secondo te, sarei una pessima cuoca, eh?”

“Ti faccio presente, ragazza, che la prima ed unica volta che ho mangiato qualcosa cucinato da te sono finito all’ospedale della malavita per un mese intero!”

“Eh, come la fai lunga… non è colpa mia se erano scadute da tre mesi le mandorle… dovresti riordinare la credenza dell’astronave! E poi, vecchietto, dovresti essermi grato che ti sia rimasta accanto, invece di squagliarmela con la navicella…”

“Non fare la furba con me, signorina… non te ne sei andata semplicemente perché era finita l’energia per far volare la navicella e non avevi abbastanza soldi per comprarne dell’altra!”

“Ehi, dacci un taglio, nonnetto… così mi fai fare la figura della poco di buono irriconoscente!”

Mentre i due alieni litigavano, Beerus osservò per qualche minuto i pasti cucinati dai due saiyan purosangue, per poi alzare lo sguardo e dichiarare, seccato: “Col cavolo che mi mangio ‘sta roba! Sarà di certo velenosa!”

“Piantala di fare schizzinoso! I ragazzi si sono impegnati nel cucinare e sono certa che abbiano fatto un ottimo lavoro!” replicò, furiosa, Bulma, prendendo un piatto di riso un po’ bruciacchiato e mettendoselo in bocca una piccola porzione.

Subito, però, sgranò gli occhi e, immediatamente, Broly si agitò: “Che ha?! Lo sapevo, è cattivo!!! E’ tutta colpa mia! Sono proprio un incapace…”

“Invece è buono! Anzi, è squisito!” rispose, sorprendentemente e con un gran sorriso, Bulma e Broly fece, sorpreso: “Eh?”

“Broly, l’hai preparato tu?” domandò, incuriosita, la donna e l’altro rispose, nervosamente: “S-sì… anche se ho seguito le indicazioni che mi ha dato Tarble grazie a quel libro di cucina sul tavolo…”

“E avevi mai cucinato prima d’ora?”

“N-no…”

“Beh, allora hai un vero talento per la cucina! Questo riso non sembra affatto essere stato preparato da uno che non ha mai cucinato! Sei stato davvero bravissimo, i miei complimenti!”

Sentendo quelle parole, Broly rimase un attimo in silenzio a guardare Bulma, come se stesse verificando se quello che gli aveva appena detto la donna fosse la verità o un semplice stratagemma per ingannarlo.

In fondo, lui non era capace di far niente a parte combattere…

 

Vampa

Caverna di Broly e Paragas, trent’anni fa

 

“Papà…” domandò Broly, mentre suo padre appoggiava delicatamente un uovo di zecca per terra, facendo, alla domanda di Broly: “Mh?”

“Papà, ascolta… quando ci saremo vendicati di Re Vegeta… cosa faremo?”

“Che domande, conquisteremo l’intero universo grazie ai tuoi poteri!”

“Ma…”

“C’è qualche problema, Broly?” domandò il vecchio saiyan, voltandosi leggermente ed osservando in silenzio il figlio con l’occhio ancora funzionante.

Un po’ nervoso, Broly fece: “Ecco… vorrei prima… esplorare il pianeta Vegeta… tu mi hai parlato della sua gravità e di come poter combattere meglio su di esso… però, mi piacerebbe viaggiare su di esso… conoscerlo un po’ e magari…”

“Broly, è meglio se lasci perdere un simile progetto.”

“Eh? Perché?”

“Ma perché non ce la faresti mai da solo… il pianeta Vegeta è pieno di bestie pericolose, saiyan aggressivi… per non parlare poi delle piante velenose! Non saresti capace di distinguerle da quelle innocue e moriresti tra atroci tormenti. Ti dico queste cose proprio perché ti voglio bene… lascia stare, Broly. E’ soltanto una tua divertente fantasia infantile il fatto che saresti in grado di cavartela da solo… tu hai bisogno di me, Broly, proprio come io ho bisogno di te…”

“M-ma… se si tratta solo delle piante, non ne mangerò neanche una… quanto alle bestie pericolose, le posso annientare! Qui su Vampa uccido tutte le zecche che ci attaccano e…”

“Lo so, e sei davvero molto bravo, Broly… però, tu uccidi solo le zecche e non le creature verdi, no?”

“N-non ho ancora capito come fare ad ucciderle, p-però…”

“Broly, mio caro Broly… se non riesci ad uccidere quelle creature, che speranze potresti avere contro quelle di Vegeta? E’ meglio se lasci perdere… a parte combattere, non sai fare altro… non sai cucinare e se ci provassi, faresti soltanto danni… e, poi, sei talmente ingenuo che crederesti a qualunque idiozia ti venisse raccontata, finendo così in un mare di guai… ed io cosa farei se ti succedesse qualcosa? Non ho che te al mondo… se ti succedesse qualcosa… starei male, impazzirei, morirei… e tutto perché non sei stato attento…”

Man mano che proseguiva il discorso, Broly si sentiva sempre più insicuro, incapace e stupido… ma cosa gli era saltato in mente di esprimere un simile desiderio?

Lui non sapeva combinare niente, a parte combattere… l’unica cosa che poteva fare era combattere, combattere, combattere… proprio come voleva suo padre…

Poi, quando il monologo finì, Broly provò anche un forte senso di colpa.

Se gli fosse successo qualcosa, suo padre ne avrebbe sofferto… e sarebbe stata solo e soltanto colpa sua!

Ma come faceva ad essere così stupido?!

“Mi dispiace, mi dispiace tanto, papà! Scusami, ho detto una stupidaggine, come al solito! Hai ragione tu, come sempre! Non sarei capace di fare niente e ti farei soltanto soffrire! Non voglio farti soffrire!” farfugliò, ansioso, Broly e Paragas, abbracciandolo, gli sussurrò: “Va tutto bene, non preoccuparti, Broly… capita a tutti… basta soltanto che mi prometti che non penserai mai più ad una cosa del genere… fallo per me… che ti voglio tanto bene…”

“Lo prometto, papà!”

“Bravo il mio ragazzo…” fece Paragas, mentre sul viso in controluce, il quale non era visibile a Broly, appariva un’espressione d’inquietante ed entusiasta trionfo.

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 14:30

 

Broly osservava in silenzio tutti i presenti prendersi il riso che aveva cucinato in maniera un po’ maldestra, i quali non si facevano problemi a mangiarlo con gusto.

Persino Beerus, dopo essersi lagnato a destra e a manca, aveva preso un po’ di riso e se lo era mangiato tutto per poi borbottare, guardando da un’altra parte: “Uhm… così così…”

A quel punto, Bulma si avvicinato al suo orecchio e gli aveva sussurrato, con un sorrisetto di chi la sa lunga: “Niente panico. Dice così soltanto perché gli è piaciuto. E’ un orgoglioso testardo…”

“Oh, capisco…” fece il saiyan per poi osservare in silenzio gli altri che continuavano a mangiare i suoi piatti con gusto.

Davvero i suoi piatti erano piaciuti?

Lo stavano ingannando?

Però, a giudicare da come stavano mangiando quello che aveva preparato, non era poi così cattivo… però papà aveva detto che lui non era capace di cucinare… e se avesse mentito?

Bastò questo pensiero per farlo sentire in colpa.

Come poteva pensare una cosa del genere di suo padre?! Lui, che l’aveva tanto amato, che era andato a cercarlo su Vampa, che l’aveva addestrato perché fosse in grado di sopravvivere… come poteva anche solo pensare che suo padre gli avesse mentito?!

Suo padre voleva solo il meglio per lui, gli voleva tanto bene… perché avrebbe dovuto mentirgli?

Aveva pensato ad una cosa stupida, come al solito…

“Broly, non mangi? Guarda che si raffredda e non sarà più tanto buono.” Gli fece notare, proprio in quel momento, Lemo e, subito, il ragazzo sobbalzò, per poi balbettare: “S-sì, inizio subito!”

Broly iniziò a mangiare il riso e, con sorpresa, scoprì che non era poi tanto male… aveva un sapore un po’ forte per via della bruciatura, ma aveva un buon sapore…

Vedendo quanto tutti mangiavano i suoi piatti con gusto, Broly fece un dolce e timido sorriso e con gli occhi leggermente lucidi per la commozione, disse: “Potete fare il bis se volete.”

“Non ce lo facciamo ripetere due volte!” esultò Cheelai, per poi commentare, dispiaciuta: “Uffa… se ci fossero anche degli alcolici, sarebbe proprio un pranzo come si deve…”

“Ma che idee ti fai, tu?” le rispose Lemo e, per tutta risposta, la ragazza gli fece una linguaccia inviperita.

“Ragazzi, volete mangiare il gelato che Mai è andata a comprare?” propose in quel momento Bulma e Broly domandò, sorpreso: “Gelato?”

“Ah, sì… è quel cibo terrestre di cui Mai mi ha parlato ieri… sono proprio curioso di assaggiarlo…” si ricordò Tarble e Bulma aprì il freezer tirando fuori delle coppette di gelato, dicendo: “Allora, i gusti sono vaniglia, cioccolato, amarena, menta. Cosa desiderate?”

“Tutto.” Dichiarò immediatamente Beerus e Bulma, lanciandogli un’occhiataccia, gli disse: “Uno a testa, Beerus.”

“Sgrunt…” fece la divinità per poi prendere in maniera rabbiosa la prima vaschetta che gli capitò a tiro.

Anche gli altri presero le vaschette e, dopo aver aperto la confezione iniziarono a mangiarono usando i cucchiai forniti da Bulma.

“Oh, cavoli!!! Che assoluta bontà!!!” esclamò, eccitato, Tarble, facendo persino muovere la coda a tutta velocità e anche Broly stava ingurgitando la sua vaschetta a tutta velocità.

“Non dovresti esagerare in questo modo ogni volta che provi qualcosa di nuovo, Broly…” commentò Cheelai, guardandolo, e Lemo lo avvertì: “Mangialo con più calma, Broly, altrimenti ti verrà il mal di testa…”

“Ahi!” fece il saiyan ed il vecchio sospirò: “Appunto.”

“Ma come fa a mangiare quella vaschetta di gelato alla menta? Ha un sapore schifoso!” commentò Beerus con una faccia schifata, il quale faceva molta fatica a finire la sua, e Bulma ribatté: “Così impari a prendere la prima vaschetta che ti capita a tiro, Beerus.”

“Fossi in te, non mi meraviglierei troppo per i gusti di Broly… su Vampa mangiava di quella roba… credo che ciò abbia distorto parecchio la sua percezione del gusto…” lo avvertì Cheelai, mentre Lemo aggiungeva: “Per me, ha scelto quel gelato perché il colore gli ricordava quello della pelliccia di Bah…”

“Sentite…” esclamò proprio in quel momento Bulma e tutti si voltarono a guardarla “Visto che oggi c’è bel tempo, perché non usciamo tutti insieme a fare una passeggiata fino al parco? Oggi c’è la fioritura dei ciliegi ed è uno spettacolo davvero bellissimo…”

“Sì, è una buona idea!” annuirono i due Trunks e le due Mai, mentre gli altri, in quanto tutti alieni e mai stati sulla Terra prima d’ora, non avevano la più pallida idea di cosa si parlasse, infatti, si scambiavano delle occhiate cariche di confusione e domande, sperando che qualcuno spiegasse all’altro di cosa parlasse la terrestre.

Notando la confusione dei presenti, Bulma si affrettò a spiegare: “Sulla Terra vi è la tradizione in primavera di andare al parco con amici e parenti per ammirare la fioritura dei fiori, in particolare quella dei ciliegi.”

“Ma che cavolata! Che senso ha guardare degli stupidissimi fiori sbocciare? Mica si mangiano! Se almeno ci fossero già i frutti… questo spettacolo è buono soltanto per quel babbeo di Kaioshin!” fu l’acido commento di Beerus e Bulma rispose, in maniera altrettanto acida: “Fa’ come credi, Beerus…”

Poi, voltandosi verso la Mai più vicina, che era quella più grande, le disse: “Non appena Goku e Vegeta saranno andati a dormire, ci occuperemo del cibo da mettere nel bento. Dovrei avere una tovaglia grande nel secondo cassetto della cassettiera perfetta per l’occasione…”

Sentendo quel discorso, Beerus si voltò verso Bulma e le domandò, sorpreso: “Cibo? Bento? Tovaglia? Ma di che parli? Cosa centra tutto questo con quella ridicola festa dei fiori?”

“In quest’occasione, di solito, si fa un picnic al parco sotto agli alberi dopo aver fatto una lunga passeggiata con alimenti e bevande dedicate ai fiori di ciliegio.” Rivelò Bulma e, immediatamente, Beerus disse, con un sorrisetto alla Beerus: “Ma perché non me l’hai detto subito, terrestre? Lo sai che ho un debole per il cibo…”

“Già, mi meraviglia che non ti sia ancora messo a rubare i cestini da picnic…”

“Ehi, non sono mica un ladro di cibo, io!” protestò Beerus, ma, con un sorrisetto divertito, Whis rispose: “Spiacente, Lord Beerus, ma quello è uno dei difetti della lettera ‘L’ assieme a ‘lamentoso’, ‘latitante’, ‘lento’, ‘letale’, ‘lezioso’…”

“Falla finita!!!!”

“Ah, ecco perché c’era tutta quella gente vicino al centro commerciale… questa tradizione terrestre m’interessa molto… vi aiuterò preparerò il pranzo al sacco.” disse Gure e Cheelai, immediatamente, annunciò: “Ed io ti darò una mano!”

“Allora rinuncio già alla mia porzione.” Dichiarò Lemo e Cheelai, guardandolo torvo, ribatté: “Ma che simpatico…”

Mentre gli altri parlavano, Broly rimase in silenzio a guardare fuori dalla finestra: “Che bello stare qui… mi piace tanto… mangiare tra tante persone…”

Dopo un po’, si alzò in piedi e disse, in tono solenne e rispettoso: “Grazie per il pranzo.”

“Ah, Broly…” lo fermò la voce di Bulma e, voltandosi, il saiyan vide la terrestre con in mano la sua pelliccia, perfettamente riparata, tanto che non c’era alcun segno di cuciture e rattoppi.

Inoltre, l’aspetto era ben curato e profumato, come se fosse stato pulito… però, la cosa strana era che profumava di frutta… non pareva per niente l’odore della saliva di una delle bestie di Vampa…

“Ta-dah! Gure è riuscita a sistemarlo e, poi, l’ha anche lavata con l’ammorbidente, rendendola anche più morbida al tatto…” annunciò Bulma, passandola a Broly, il quale se la legò subito alla vita, mentre la terrestre gli ricordava: “Mi raccomando, ringraziala.”

“Le sono davvero riconoscente, signorina.” Ringraziò subito Broly e, subito, Gure, con un dolce sorriso, disse: “Prego, non c’è di che.”

“Hai visto che persona gentile e premurosa che è Gure, oltre che essere una perfetta massaia? Mica come qualcuno che conosco io che se si mette a lavorare ad una qualsiasi attività femminile, fa solo danni!” ghignò, divertito Lemo, in direzione di Cheelai, la quale, per tutta risposta gli lanciò un’occhiataccia, borbottando nel mentre anche un bel: “Sgrunt!”

 

Terra

Parco della Città dell’Ovest, sabato, 16:30

 

“Eccoci arrivati!” esclamò Bulma, in tenuta leggera con sulla testa un cappellino e un borsone, davanti ad un enorme parco pieno zeppo di alberi le cui chiome erano completamente rosa.

“Che roba… il dio della distruzione del Settimo Universo in un parco pubblico per vedere dei fiori che sbocciano! Spero per te che il cibo sia buono, terrestre!” dichiarò, seccato, Beerus, mentre i cinque alieni che non erano mai stati sulla Terra prima d’ora, i quali portavano anche loro zaini e borse, ammiravano affascinati gli alberi ed i suoi fiori.

“Trunks, mi passi la cartina del parco?” domandò Bulma al Trunks più giovane che era il più vicino, ignorando in tronco Beerus, il quale esclamò, incredulo: “M’ignora!”

Non prestando assoluta attenzione allo sguardo seccato ed offeso di Beerus, Bulma prese la cartina e l’aprì, osservandola con molta attenzione.

Nel frattempo, Goku, il quale era stato piazzato su un passeggino singolo condotto proprio come Vegeta, con la differenza che a guidare quello di quest’ultimo era condotto dalla madre, mentre quello del primo dall’altra Mai, ammirava con fascino ed emozione il paesaggio, muovendo tutto contento anche le braccine e la codina di scimmia.

Dopo un po’, la terrestre chiuse la cartina ed annunciò: “Bene, ragazzi, seguitemi. E tu, Beerus, comportati bene e non cominciare a fare i capricci dopo solo un minuto di cammino, mi sono spiegata?”

“Urgh… certe volte si comporta come se non sapesse che io sono un dio della distruzione…” borbottò sottovoce Beerus, mentre Whis gli faceva notare, divertito: “Beh, forse, per via dei cyborg, Bulma ha un’idea ben specifica e particolare riguardo ad un dio della distruzione, un’idea che, mi duole informarla, lei non ci rientra affatto.”

“Chiudi il becco, Whis!”

Il gruppo s’incamminò nel parco, camminando su sentieri e su piccoli ponti, ammirando affascinati gli alberi, i fiori, gli uccelli e le famiglie che facevano i picnic sotto agli alberi.

Se ci fosse stato solo il silenzio interrotto dal suono del vento e dal canto degli uccellini sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso, ma, purtroppo, di sottofondo, c’era la voce di Beerus che commentava: “Ma perché dobbiamo andare a piedi?! La maggior parte di noi sa volare! Camminare è da perdenti ed è super noioso! Uffa, che barba! Ma perché non possiamo volare?!”

Finalmente, Bulma localizzò uno spazio libero sotto ad un grosso ciliegio ed esclamò, indicandolo tutta orgogliosa: “Ecco, ci fermiamo qui.”

“In quell’angolo microscopico?! Mi auguro che tu stia scherzando, terrestre! Io, il dio della distruzione del settimo universo costretto a stare in un posto del genere! Voglio essere in un posto ben in vista, con tutti i terrestri che mi vedono e che s’inchinano davanti a me, offrendomi tutte le più succulenti leccornie del pianeta, così da impedirmi di…!!!” dichiarò Beerus, per poi interrompersi non appena vide che Bulma, ignorandolo di nuovo in tronco, stava piazzando la tovaglia sul prato.

Offeso al massimo, il dio della distruzione sibilò: “Meritereste la distruzione…”

Continuando a non dar retta alle minacce di Beerus, Bulma aprì un bento, rivelando una notevole quantità di cibi dal profumino delizioso e dall’aspetto ancora più invitante, dicendo: “Ecco qui. Sono pieni di prodotti locali della Terra, servitevi pure.”

“C-che meraviglia…” fece Broly, guardando il contenuto del bento con aria affascinata, mentre Cheelai, con un sorriso divertito, fece notare: “Broly, fai quella faccia soltanto quando si parla di cibo…”

“Davvero? Beh… forse mi viene perché è tutto così buono…” propose Broly, mentre Bulma, con un dolce sorriso gli allungava un piatto di biscotto: “Dai, assaggia questi. Sono davvero molto buoni. E poi, quando si mangia insieme è tutto ancora più delizioso…”

“Grazie.” La ringraziò Broly, mentre Beerus faceva notare: “Che belle parole, terrestre… peccato che gli stai offrendo dei dolci, mentre siamo ancora a metà pranzo!”

“Beh, Lord Beerus, pare che per Broly la cosa non sia un problema…” fece notare, divertito, Whis, vedendo come Broly si stesse trangugiando i biscotti, e Bulma a quel punto, chiese al saiyan: “Qual è il tuo cibo preferito, Broly?”

“La carne!” rispose Broly in maniera seria e decisa e, sentendo quella risposta, Bulma rise, divertita: “Perché la cosa non mi sorprende?”

A quel punto, Broly si voltò verso Tarble, il quale stava bevendo un sorso di tè verde e gli domandò, incuriosito: “Ed il tuo Tarble?”

“Il gelato, ma ad essere sincero, fin da piccolo mi sono sempre piaciuti i dolci…” ammise il ragazzo, divertito.

“Ehi, Bulma! Ma che cos’è questa roba?” domandò, proprio in quel momento, Beerus prendendo da un piatto uno spiedino a cui erano state infilzate tre polpette una verde, una bianca ed una rosa e Bulma, prontamente, rispose, mentre si versava nel suo bicchiere del tè verde: “Quello è un hanami-dango, ossia delle polpette di riso che per l’occasione hanno i tre colori della primavera.”

“Ah… e invece questo?” domandò la divinità, prendendo con la mano libera un dolcetto avvolto in una grossa foglia, e, ancora una volta, la terrestre spiegò: “Quello è un sakura mochi, una pasta di fagioli e riso pressato avvolto in una foglia di ciliegio salata.”

“Beh, spero che siano buoni, sennò distruggo tutto!” l’avvertì Beerus, iniziando a mangiare il cibo voracemente.

Nel frattempo, Cheelai si sdraiò sull’erba verde con le braccia dietro alla testa commentando, con un gran sorriso: “Ah… quest’erba è così fresca e morbida… è perfetta per stare a riposo, finalmente!”

“Ma tu stai sempre a riposo, Cheelai!”

“Razza d’impiccione!”

“Invece di far fracasso, prendi un po’ esempio dagli altri: i due Trunks e le due Mai stanno chiacchierando, i due bambini stanno dormendo, Broly, Beerus e Whis stanno mangiando, Tarble sta leggendo un libro, Gure sta lavorando a maglia e Bulma sta guardando i ciliegi! Soltanto tu, per rilassarti devi far baccano!”

“Mi fai venire il mal di testa con le tue lagne, Lemo!”

Nel frattempo, Bulma osservava il gruppo in silenzio.

Era da tanto, troppo tempo che non festeggiava qualcosa con una compagnia numerosa…

Ricordava ancora la festa che avevano fatto quando Goku era tornato dallo spazio con l’aiuto del teletrasporto, sconfiggendo Freezer e Re Cold, venuti sulla Terra per vendicarsi… le risate, le chiacchiere… e le litigate tra Goku e Vegeta per accaparrarsi tutto il cibo… era stato durante quella festa che aveva cominciato a provare qualcosa per Vegeta.

L’aveva visto, come al solito, tutto solo in un angolo, con le braccia incrociate e la solita espressione corrucciata… così si era avvicinata e l’aveva buttato in pista, assieme agli altri.

Purtroppo, quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero festeggiato tutti insieme…

Tre anni dopo, Goku era morto per una malattia cardiaca e poi erano arrivati i cyborg, i quali avevano quasi sterminato l’umanità e ucciso a uno a uno tutti i suoi amici…

E adesso, dopo tanti anni, stava di nuovo festeggiando di nuovo una vittoria assieme a tante persone, completamente diverse rispetto a quelle di quella volta, coi loro caratteri, le loro passioni… creando però, allo stesso tempo, una profonda e meravigliosa armonia…

Dopo aver fatto un piccolo sospiro, la donna volse lo sguardo e si mise a fissare, con espressione meditativa e malinconica gli arbusti fioriti.

“Sapete perché i ciliegi fioriscono in primavera?” domandò la donna all’improvviso e, immediatamente, tutti quanti smisero di parlare o mangiare, fissando in silenzio Bulma.

“Come mai questa stupida domanda? Perché è così e basta, no?” fece notare, in maniera sgarbata e con la bocca piena, Beerus, ma Bulma, con assoluta tranquillità, come se non avesse nemmeno sentito quelle parole, rivelò: “Nei ciliegi quando i fiori cadono… dopo tre mesi compaiono già le gemme dei fiori successivi, eppure non sbocciano fino a primavera… è come se andassero in letargo… aspettano che arrivi il caldo e poi fioriscono tutti insieme.”

Dopo un attimo di silenzio, Bulma alzò di nuovo lo sguardo verso il cielo e continuò: “E’ come se i ciliegi aspettassero il momento giusto per fiorire… quando sono tutti pronti…”

A quel punto, la donna allungò una mano e lasciò che qualche petalo rosa le si posasse sul palmo della mano, per poi commentare: “Eppure, nonostante la loro bellezza, sono fiori fragili che sfioriscono in poco tempo… per poi ricomparire la primavera successiva, come in un ciclo infinito… come a voler dire a tutti di non aver paura e di aver pazienza perché dopo l’inverno, il freddo e la sofferenza, giungerà sempre la primavera… e con essi i fiori di ciliegio…”

“Abbiamo finito il polpettone nostalgico e sentimentale? Sennò distruggo questi stupidi alberi, così la prossima primavera non tornano i fiori e ci risparmiamo la lagna sulla caducità e sulla rinascita!” la interruppe Beerus, rovinando senza alcun rimorso il momento, mentre Bulma, incenerendolo con lo sguardo, lo avvisò, furiosa: “Tu provaci, Beerus, e sarai io a distruggere te!!!”

Intanto, Tarble, il quale, fino a quel momento, era rimasto in assoluto silenzio, posò delicatamente il libro che stava leggendo sulla tovaglia di plastica e sussurrò: “Sentite… io…”

Immediatamente, tutti si voltarono e Beerus esclamò, scocciato, puntandogli anche il dito contro: “Non ti ci mettere a decantare anche tu con vita, morte e miracoli, chiaro?!”

“N-no, niente del genere… avrei solo una richiesta da farvi…” balbettò il saiyan spaventato e Bulma, gentilmente, gli disse: “Dimmi pure.”

Dopo un attimo di silenzio, il ragazzo, nervoso al cubo, balbettò: “Per voi… sarebbe un problema se io e Gure… ci trasferissimo qui sulla Terra?”

Vedendo che nessuno rispondeva, Tarble continuò: “Ne ho già parlato con Gure e a lei va bene… la Terra è uno splendido pianeta, però, proprio per questo potrebbe attirare attenzioni indesiderate… pe… per questo… se ci fosse qualche minaccia, potremmo aiutarvi… la mia stella da qui è molto lontana… ma vivendo qui, potreste sempre contare su di noi…”

Vedendo che nessuno rispondeva, il ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato: “Pe… perdonatemi, vi sto chiedendo troppo!”

“Ma che dici? Siete entrambi i benvenuti! Anzi, non c’è nemmeno bisogno di chiederlo, vi pare, ragazzi?” esclamò Bulma, voltandosi verso i due Trunks e le due Mai, i quali sorrisero e tutti insieme annuirono: “Sono d’accordo.”

“V-vi ringrazio!” esclamò Tarble con un sorriso, prima che Broly lo abbracciasse con slancio, dicendo, con un grande sorriso: “Evviva!!! Sono contento che resterai con noi!!!”

“Eh eh eh… grazie!” rise Tarble, mentre Beerus, in disparte, commentava, mentre prendeva un bicchiere di tè verde con la cannuccia ed iniziava a bere: “Ma guarda un po’ quei due… si comportano come se fossero amiconi da una vita, quando, poche ore fa hanno cercato di ammazzarsi a vicenda…”

“Che ci vuol fare, Lord Beerus… hanno scoperto di avere molte cose in comune… entrambi sono stati esiliati dalla stessa persona per via del loro particolare livello di combattimento… perdipiù, hanno entrambi un carattere gentile e detestano combattere.”

“Ma guarda un po’ te… saiyan dal carattere gentile che detestano combattere… mi meraviglia che quei due siano saiyan dal sangue puro…”

“Beh, chi gli dice che siano saiyan purosangue?”

Sentendo quella frase, Beerus si voltò verso l’angelo e gli domandò, con occhi sgranati: “Che?!”

“Oh, lasci stare, stavo solo scherzando…”

“Tu ed i tuoi stramaledetti scherzi… uno di questi giorni mi farai impazzire!”

“Oh, via… non esageri… comunque, pare che stiano già preparando le lanterne per stasera…”

Nel frattempo, infatti, il sole aveva iniziato a tramontare e lentamente il cielo azzurro si era tinto di rosso per poi passare per un blu così scuro da sembrare nero, mentre una miriade di piccole lanterne di cartone venivano illuminate nel parco.

“Che belle… sembrano tante lucciole…” commentò, affascinata, Cheelai, mentre Beerus sbottava: “Bah… che cavolata…”

Tutti, tuttavia, lo ignorarono e si misero a fissare, affascinanti, il semplice, ma, meraviglioso, spettacolo di luci e ombre.

All’improvviso, Broly si accorse che entrambi i Trunks avevano messo un braccio sulla spalla della rispettiva Mai, guardandole inoltre con una stranissima ed indecifrabile espressione, quella più giovane teneva in braccio il piccolo Goku, il quale guardava tutto eccitato lo spettacolo di luci, mentre quella più grande aveva il figlio, il quale, però, non sembrava per niente contento che il padre toccasse la madre, a giudicare dall’occhiataccia che stava riservando al padre.

Alla fine, il piccolino decise di passare in azione dando un bello schiaffo alla mano del Trunks più grande con la coda, facendogli persino scappare un dolorante “Ahi!” e, mentre il poveraccio si massaggiava la mano dolorante, il neonato, strinse con le sue manine la camicetta dalla madre, lanciandogli un’occhiataccia di ammonimento, scatenando le risate generali.

“Ma dico io… adesso devo combattere persino contro il mio stesso figlio per ottenere l’attenzione di Mai…” borbottò il Trunks più grande facendo un sospiro.

In quello stesso istante, Broly si accorse che Tarble stava tenendo la mano di Gure.

“Ehi, Lemo.” Domandò il saiyan “Perché quei due tizi uguali e il principe toccano con tanta delicatezza quelle donne e hanno uno sguardo strano?”

“Beh, perché sono le loro compagne.”

“Compagne?”

“Sì, è quando due persone si vogliono così bene da vivere solo l’uno per l’altro, si conoscono perfettamente, dato che hanno passato molto tempo insieme, perciò, hanno la piena consapevolezza dei pregi e dei difetti degli altri. Anzi, il loro amore è tale da accettare pienamente i difetti dell’altro e grazie a ciò essi sono pronti ad affrontare le varie difficoltà della vita insieme.”

“Come una mamma e un papà?”

“Beh, sì… diciamo che in alcuni casi questo sarebbe il prototipo…”

“E quando un uomo o una donna sono i compagni di qualcuno non si possono più toccare?”

“Esatto. Rubare il compagno di qualcuno non sarebbe affatto carino e, in più, feriresti i sentimenti dell’altro… e ciò non è una cosa bella da fare, come rubare del resto…”

“Ma Cheelai ruba sempre…”

“Beh, diciamo che lei è una borseggiatrice professionista… ma ci sono alcune cose che non è affatto bello rubare e il compagno di una persona è una di queste, anche se sarebbe sempre meglio non rubare punto e anche basta.”

“Sai se anche la mamma dei due tipi identici ha un compagno?”

“Beh, direi proprio di sì… quando uno ha dei figli è proprio perché ha o ha avuto un compagno…”

“E allora dov’è il suo compagno?”

“Beh… credo che anche a lui è successo la stessa cosa della tua mamma, Broly…”

“Cioè è stato ucciso da Re Vegeta III?”

“No, voglio dire che è morto.”

“Però, è ancora la sua compagna, no?”

“Sì, direi proprio di sì…”

“Tu hai una compagna, Lemo?”

“Oh, no… ormai sono troppo vecchio per queste cose, Broly… questa è roba per giovani…”

Broly si mise a braccia incrociate e si mise a riflettere attentamente, con tanto di espressione seria e riflessiva.

Ad un tratto, si voltò verso Cheelai e le disse: “Ehi, Cheelai.”

“Sì, Broly, cosa c’è?” chiese la ragazza voltandosi, la quale si stava tranquillamente sgranocchiando un hanami-dango superstite alla razzia alimentare, ed il ragazzo, senza mezzi termini, le chiese: “Vuoi diventare la mia compagna?”

“Che?!” esclamò la ragazza, sgranando gli occhi, mentre tutti quanti facevano una faccia sconvolta ed incredula.

“Broly, m-ma cosa combini?!” balbettò Lemo e Broly, ingenuamente, domandò: “Mh? Perché fate quelle facce sconvolte? Ho solo seguito alla lettera le istruzioni che mi hai dato per trovare una compagna, Lemo… Cheelai a me piace molto, non mi risulta che abbia un compagno, quindi non rendo triste nessuno, ci conosciamo da un po’, conosco tutti i suoi pregi ed anche i suoi difetti, ma non m’interessa… inoltre, lei è giovane e ama fare cose da giovani. Ho forse scordato qualcosa?”

“N-no… in effetti, quello che hai detto combacia perfettamente con quello che ho detto… ma vedi, Broly…” fece Lemo cercando di trovare le parole giuste, ma venne battuto sul tempo da Cheelai: “Ok, sarò la tua compagna!”

“Cheelai, ti ci metti anche tu?!” esclamò, esasperato, l’alieno e la ragazza ribatté: “Beh, che c’è? Se permetti ho il diritto di decidere da sola della mia vita!”

“Sì, lo so, ma… questa è una decisione un po’ importante e determinante… bisognerebbe rifletterci attentamente e…”

“Beh, io non sono tipo da mettermi a riflettere attentamente! A me Broly piace sia fisicamente che caratterialmente, quindi, perché no? Ad essere sincera, quella sua aria da ragazzo selvaggio ed ingenuo mi piace un casino… anzi, è proprio il mio tipo! Perciò, da adesso in poi, io e lui siamo ufficialmente una coppia!” annunciò con un sorriso pieno di gioia Cheelai stringendo con forza il braccio di Broly, il quale, leggermente confuso da quell’esplicita dimostrazione di affetto, si mise a grattarsi una guancia con l’indice della mano appartenente al braccio libero dalla stretta di Cheelai.

Nel frattempo, gli altri fissavano la scena con gli occhi sgranati.

“Qualcuno mi sa dire che cosa è appena successo?” domandò il Trunks più giovane, mentre la sua controparte più anziana rispondeva, anche lui con la faccia allibita: “D-da quel che ho capito, Broly e Cheelai si sono appena messi insieme…”

“Beh, ve l’avevo detto che con le relazioni di coppia noi saiyan siamo unici nel nostro genere…” aggiunse Tarble, anche lui con un’espressione incredula.

In fondo, lui ci aveva impiegato la bellezza di un anno intero per trovare il coraggio di chiedere a Gure di diventare la sua ragazza, mentre Broly l’aveva chiesto in un minuto… forse era perché era vissuto per tanti anni su Vampa…

“Tsk… roba da matti… povero me, cosa mi tocca sentire…” commentò, nel frattempo, Lemo, mentre Cheelai con un sorrisetto, gli sussurrava nell’orecchio: “Guardala dal lato positivo, nonnetto… adesso che io e lui ci siamo messi insieme, ci penserò io ad insegnarli tutto quanto sul sesso e sulla riproduzione…”

“Vedi di non farlo diventare un pervertito, intesi?”

“Eh, come siamo diffidenti…”

“Va beh… che ne dite se ci facciamo una bella foto di gruppo, così da ricordarci per sempre di questa giornata?” annunciò Bulma, tirando fuori dalla borsa una vecchia macchina fotografica e tutti esclamarono: “Sì!”

“Perfetto, allora mettetevi in posizione e cominciate a sorridere, mentre io metto il timer!” annunciò Bulma, mentre lavorava alla macchina fotografica.

Nel frattempo, Cheelai afferrò il braccio di Broly e gli disse: “Sorridi per le telecamere, Broly! Questa è la nostra prima foto con noi come coppia!”

Per tutta risposta, il saiyan la guardò leggermente confuso.

Nel frattempo, il Trunks più grande si avvicinò a Vegeta e, mettendogli l’indice davanti alla bocca, gli domandò, con un sorriso: “Non potresti sorridere almeno per la foto?”

Per tutta risposta, il bimbo gli morse il dito.

“Come non detto…” sospirò il padre, col dito dolorante, mentre la Mai più giovane commentava: “Sembra il coniglio del vicino… il carattere è identico.”

“Che fesseria… prima i fiori e adesso le foto… certo che i terrestri hanno un modo di divertirsi davvero pacchiano…” borbottò Beerus, mentre Whis commentava: “Che ci vuol fare… pianeta che vai, usanze che trovi.”

“Bene!” esultò Bulma all’improvviso, correndo verso il gruppo e sorridendo a sua volta: “Tre… due… uno… CHEEESE!!!!”

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Capitolo 23
*** Verso una nuova vita ***


Capitolo 23: Verso una nuova vita

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 21:15

 

“Tarble, non è necessario che lavi i piatti, dopotutto hai già cucinato…” lo rassicurò Bulma, mentre il ragazzo con la coda di scimmia, ricordava, leggermente imbarazzato: “Sì, però sono stato una tale frana… e poi, così, finiamo prima e andiamo tutti a dormire.”

Erano tutti appena tornati a casa dopo aver passato l’intero pomeriggio al parco e anche un pezzo della serata, così da ammirare le lanterne di cartone accese per l’occasione che era stato apprezzato da tutti tranne che, ovviamente, Beerus, il quale si era messo subito a lamentarsi per il fatto che lo spettacolo offerto da delle ridicole lanterne di cartone non era di certo paragonabile a quello che faceva lui quando faceva saltare in aria un pianeta.

In ogni caso, alla fine, il gruppo aveva fatto ritorno a casa e aveva iniziato a mettere in ordine le varie cose e a Bulma era toccato lavare i piatti assieme a Tarble, mentre l’unico che non aveva alcun interesse a muovere un dito e che l’aveva per giunta ammesso fin da subito era, ovviamente, Beerus.

Quel giorno, inoltre, Bulma aveva notato con sommo piacere che, da quando il ragazzo si era sfogato quel mattino su tutti i tormenti che aveva avuto fin da bambino per via della sua diversità, era diventato più allegro e anche meno timoroso nei confronti degli altri… prima di quel momento, infatti, Tarble aveva sempre, inconsciamente, cercato di rendersi invisibile e di non essere un peso per nessuno, dicendo sempre frasi tipo “Scegliete voi.”, “A me non crea nessun problema”… adesso, invece, non solo era più sereno spiritualmente, ma aveva anche iniziato a prendere delle decisioni in maniera autonoma e senza timore di dar fastidio a qualcuno, come il trasferimento di lui e Gure sulla Terra…

Purtroppo, però, era evidente che con Broly il cammino verso la liberazione dei fantasmi del passato non sarebbe stata così facile come con Tarble… dopotutto, fino a praticamente il giorno prima, il ragazzo aveva subito in maniera incessante la manipolazione mentale paterna… sarebbe stato un cammino lungo e travagliato, ma alla fine ce l’avrebbe fatta ad uscirne… anche se ciò sarebbe rimasto per sempre una cicatrice nell’animo di Broly, ma del resto… tutti gli abitanti di quella casa, tranne Whis, Beerus, Goku e Vegeta, avevano le loro cicatrici nell’anima… ma, finalmente, tutti loro stavano per lasciarci alle spalle le sofferenze ed i dolori del passato per ricominciare una nuova vita, più felice e serena…

Dopo un po’, Tarble si voltò verso Bulma e le domandò: “Davvero non è un problema se mi trasferisco da voi?”

“No, anzi, mi fa’ molto piacere averti qui con noi, anche se non fossi stato davvero il fratello minore di mio marito…”

“Domani io e Gure partiremo per la nostra stella, così da imballare le nostre cose e fare le varie procedure burocratiche di trasferimento… tra andata e ritorno c’impiegheremo almeno due mesi… spero che non succeda niente durante la mia assenza…”

“Ma no, sta’ tranquillo. Tu fa’ quello che devi fare, al resto pensiamo noi.”

“Grazie…”

Notando con la coda dell’occhio che Tarble era immobile con lo sguardo fisso sul piatto che stava lavando senza però asciugarlo con l’asciugamano che aveva in mano e che si stava persino mordicchiando il labbro, come se morisse dalla voglia di dirle una cosa.

“Se vuoi dirmi qualcosa, parla pure.” Lo rassicurò Bulma ed il giovane saiyan le chiese: “Promettimi di non prendermi per un pazzo?”

“Ehi, parli con una che a sedici anni si è messa a cercare delle sfere magiche! Le pazzie sono il mio pane quotidiano!”

Facendo un sospiro, Tarble appoggiò il piatto sulla credenza e, mettendosi la mano dietro la testa, rivelò: “In questa settimana che ho vissuto assieme a voi, ho adorato la Terra… sai, il vostro pianeta assomiglia in maniera impressionante al pianeta Vegeta, anche se la gravità che c’è qui è molto diversa… mi è sembrato quasi di essere a casa mia… varie volte ho pensato di trasferirmi qui, se fossi riuscito a sistemare la faccenda di Broly e Paragas… ma è stato proprio durante il combattimento con Broly che ho preso la decisione di andare a vivere qui una volta per tutte.”

“Ah, sì? E come mai?”

Tarble rimase un attimo in silenzio, per poi ammettere: “Perché l’ho promesso a Vegeta.”

“Eh?” domandò, incredula, Bulma ed il ragazzo ammise: “Durante il combattimento… credo di averlo visto… e lui mi ha spronato a dare il meglio di me durante le battaglie… oltre ad intimarmi di proteggere la sua famiglia sennò me l’avrebbe fatta pagare cara…”

“In effetti, minacciare qualcuno è molto da lui…”

“Ah, mi ha anche detto di darti un messaggio da parte sua… anche se, ad essere sincero, io non l’ho capito granché…”

“Ossia?”

Tarble fece un profondo sospiro, prima di dire: “No, non lo sei mai stata.”

Bulma rimase in silenzio, stringendo con leggera forza il piatto che aveva in mano.

 

Terra

Capsule Corporation, trentun anni fa

 

“Non hai niente da dire?” domandò la giovane donna all’uomo dai capelli neri che si ergevano verso l’alto come una fiamma seduto su un muretto, intento a guardare il cielo.

“E che dovrei dirti, terrestre?” le domandò seccato l’uomo e l’altra rispose: “Beh, ti ho appena detto che sono incinta! Di tuo figlio, per la cronaca!”

Per tutta risposta, l’altro sbuffò: “Cosa vuoi che me ne importi di un moccioso mezzosangue? Se vuoi tenertelo sei libera di farlo, ma tienimelo lontano! Non sono interessato ad avere figli e tanto meno ad avere mocciosi tra i piedi!”

Bulma rimase un attimo in silenzio, per poi domandare in un sibilo: “E’ la tua ultima parola?”

“Sì.”

“Ed io? Per te non sono stata altro che un’avventura di una notte?!”

Vedendo che l’altro non diceva niente e continuava a non guardarla, Bulma strinse le labbra e, furiosa, si voltò di scatto e se ne andò.

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 21:30

 

“Ehi, Bulma, stai bene?” domandò, all’improvviso, Tarble e Bulma si risvegliò dal suo torpore nostalgico.

La donna si voltò verso il cognato che la fissava in silenzio, il quale le chiese: “Va tutto bene, Bulma? Sembravi sovrappensiero…”

“Non preoccuparti, mi sono solo ricordata di una cosa successa tanti anni fa…”

Bulma appoggiò delicatamente il piatto sul tavolo, per poi dire: “Abbiamo finito qui. Tu vai pure a letto, ci penso io a riordinare.”

“Ne sei sicura?”

“Sì, non ti preoccupare. In fondo, tu e Gure domani dovrete intraprendere un lungo viaggio e dovete per forza di cose essere ben riposati.”

“D’accordo… come vuoi.”

Il giovane saiyan rimase un attimo in silenzio, per poi uscire dalla stanza.

Una volta che fu sola, Bulma si appoggiò al lavandino con una mano, mentre con l’altra si copriva una mano col viso le lacrime le uscivano dagli occhi come una cascata, il quale era, in realtà, proprio quello che sentiva al momento.

“Quindi era questo che avrebbe voluto dirmi quella volta… non me l’ha detto per colpa del suo stramaledetto orgoglio! Maledetto idiota orgoglioso… Vegeta, sei uno stupido! Sei un cretino! Idiota della malora!!!”

La terrestre singhiozzò ancora un po’, per poi sussurrare in un filo di voce: “Eppure… ti amo proprio per questo…”

 

Terra

Capsule Corporation, sabato, 22:00

 

“Sai, Lemo, mi è piaciuto un sacco quello che è successo oggi: provare a cucinare, andare al parco, chiacchierare, vedere le lanterne… e poi, pensa! Sono diventato il compagno di Cheelai!” raccontò emozionato Broly, nello stesso modo in cui un bambino delle elementari racconta di ciò che è successo in gita scolastica ai genitori, seduto sul letto a gambe incrociate.

Di certo, se avesse avuto ancora la coda, si sarebbe messo ad agitarla, tutto eccitato.

Lemo, il quale si trovava nel bagno della stanza per lavarsi i denti, si girò verso il saiyan e con lo spazzolino ancora in mano, ammise: “Ogni tanto bisogna divertirsi un po’, Broly, soprattutto dopo un combattimento davvero intenso.”

Dopo che il vecchietto ebbe parlato, Broly si sdraiò sul letto e, guardando il soffitto, dichiarò: “Domani Tarble partirà… ed io ho promesso a Bulma di aiutarla in cucina… dopodiché, mi allenerò con i due Trunks, così da poter controllare i miei poteri.”

“Sono certo che farai enormi progressi.”

“Però, non capisco… perché Cheelai non viene a dormire con noi?”

“Beh, perché è una signorina, Broly… non può stare in una stanza con due uomini, capisci? I maschi stanno da una parte e le femmine dall’altra.”

“Però, ho notato che una coppia di quei due tipi identici è entrata nella stessa stanza…”

“Beh, quella è l’eccezione che conferma la regola.”

“Centra il fatto che sono compagni?”

“Sì…”

“Ma allora io e Cheelai dovremmo dormire insieme, dato che siamo compagni, no?”

“Infatti, da domani tu e Cheelai andrete a stare in un’altra stanza. Bulma non l’ha potuta preparare prima, perché voi due vi siete messi insieme all’improvviso e su due piedi!”

“Ah, va bene. Allora ok.”

Lemo fece un sospiro.

Per molti versi, Broly era ancora un bambino… avrebbe scommesso il suo berretto che per il saiyan quando un uomo ed una donna entravano nella stessa stanza era per andarsene semplicemente a dormire, dato che non aveva la minima idea di che cosa fosse l’accoppiamento.

“Senti, Lemo…” esclamò, all’improvviso, Broly ed il vecchio alieno, voltandosi, chiese: “Sì? Cosa c’è, Broly?”

“Io… volevo ringraziarti… è solo merito tuo e di Cheelai se mi trovo qui… in questo posto bellissimo…”

“Ma figurati, Broly… d’altronde, noi due siamo amici, no?”

“Amici?”

“Sì, gli amici sono due o più persone che si conoscono e si vogliono bene, accettandosi l’un l’altro e…” iniziò Lemo, ma s’interruppe non appena notò il saiyan sotto alle coperte, già intendo a ronfare della grossa, commentò: “Ma guardalo… si è già messo a dormire…”

Dopo un po’, fece un sospiro, poi si mise a letto e, mentre spegneva la luce del comodino, disse fra sé e sé: “Va beh… prendiamo esempio da lui e mettiamoci a dormire, che ieri ed oggi sono state due giornate davvero intense…”

Aveva appena chiuso gli occhi che un potentissimo urlo lo fece svegliare di soprassalto, facendolo addirittura rizzare a sedere.

“M-ma che accidenti…?!” fece il povero alieno, accedendo la luce del comodino, mentre gli strilli continuavano a tutto gas.

A giudicare dal rumore, sembravano provenire da un’altra stanza sempre all’interno dell’abitazione.

“Meglio dare un’occhiata…” disse Lemo, scendendo dal letto e notando con stupore che, nonostante tutto quel baccano d’inferno, Broly continuava tranquillamente a dormire.

“Beato lui che riesce a dormire con tutto questo rumore…” commentò con un sospiro Lemo, uscendo dalla stanza, notando che anche gli altri inquilini, con ancora addosso il pigiama, proprio come lui del resto, erano usciti dalle proprie stanze, cercando anche loro di capire a cosa fosse dovuto quel frastuono che impediva a tutti quanti di dormire.

Ad un tratto, il gruppo notò Bulma assieme alle versioni più grandi di Trunks e Mai che parlavano e avvicinandosi, si accorsero che il frastuono sembrasse provenire proprio da qualcosa tenuto da Bulma, ma dato che la terrestre dava loro la schiena non era possibile vedere di cosa si trattasse.

“Ma si può sapere che diavolo è questo baccano?!” domandò, furiosa, la voce di Beerus, il quale si era diretto a passo di marcia verso la fonte di tutto quel baccano e, Bulma, imbarazzata, rivelò: “A quanto pare il piccolo Goku era parecchio vivace anche da bambino…”

Infatti, una volta che la terrestre si fu girata, tutto il gruppo le vide tra le braccia il piccolo Goku che si agitava e piangeva come un matto.

“Fallo star zitto, terrestre, o lo distruggo!” l’avvertì, adirato, Beerus, ma la donna, per nulla intimorita, sibilò, incenerendolo con lo sguardo: “Non provarci, Beerus!”

Proprio in quel momento, Vegeta, il quale si trovava tra le braccia della madre, lanciò un attacco energetico in direzione di Goku e fu solo grazie alla prontezza di riflessi di Bulma che l’attacco colpì, invece, il muro, generando un piccolo buco.

“Mi sa che qui la situazione sta degenerando…” commentò Tarble e Whis con un sorriso esclamò: “Proverò a cantargli una ninna nanna, così si addormenterà.”

“Cosa?!?! Whis, ti ordino di lasciar stare oppure…!!!!” lo minacciò Beerus, ma l’angelo iniziò a cantare e subito fu chiaro a tutti perché Beerus avesse cercato di fermarlo: era talmente stonato da far tremare e rompere tutti i vetri presenti nei dintorni.

E, a peggiorare ulteriormente la situazione, ci pensava Goku, il quale continuava a piangere a tutto gas, facendo innervosire tutti, soprattutto Vegeta, il quale si metteva ad urlare a sua volta, come per intimargli di tacere.

In tutto quel fracasso, ovviamente, passò inosservato il commento di Lemo: “Sarà una lunga notte…”

 

Terra

Capsule Corporation, domenica, 07:00

 

Quando riaprì gli occhi scoprì di sentirsi perfettamente riposato e in forma.

Certo che quel letto era davvero morbido e caldo… un po’ gli spiaceva doverlo lasciare, ma non voleva che qualcuno si lamentasse per il fatto che avesse dormito troppo…

Una volta uscito dalla sua stanza si diresse verso la cucina, così da poter far colazione, ma, quando giunse al salotto, vide una scena che gli fece sgranare gli occhi: tutti, ad eccezione di Whis, erano seduti sui vari divani della stanza e avevano la faccia stanca e stravolta.

“Che è successo? Avete una faccia…” fece notare Broly e Beerus, con le occhiaie e gli occhi che mandavano lampi, sibilò: “Quel maledetto moccioso… mi ha fatto morire… ho passato una notte d’inferno… non solo ho dovuto subirmi quel piagnisteo ininterrotto fino a solo un secondo fa… ma mi sono anche sorbito l’infernale canto di Whis!!!! Mi auguro che la mia controparte del passato non abbia a che fare con quel marmocchio, sennò tanto varrebbe prepararmi la tomba!!!!”

“Davvero? Strano, io non ho sentito niente…” constatò Broly, grattandosi la testa spettinata, e Tarble con un sorriso imbarazzato, disse: “Evidentemente, hai il sonno molto pesante, Broly…”

“Ma sul serio quel piccoletto strillava molto forte?”

“Altroché… non me ne parlare… che strazio…”

“Allora, bisognerà fare attenzione… qualcuno potrebbe impazzire…”

“Per me, qualcuno è già impazzito…” sbottò Cheelai, indicando con l’indice Beerus, il quale fissava in malo modo il neonato, il quale dormiva tutto tranquillo, raggomitolato su sé stesso nella culla, sibilando nel mentre: “Brutto moccioso mortale… scommetto che i tuoi ti hanno spedito qua come un pacco postale, perché non riuscivano più a dormire con te in casa! Ha pianto come un pazzo per ore intere e guardalo adesso come ronfa dopo averci fatto passare una notte atroce!”

 

Terra

Capsule Corporation, domenica, 09:00

 

“Fate buon viaggio.” Li salutò con dolcezza Bulma, mentre Tarble la rassicurava: “Tranquilla, Bulma… fra due mesi saremo di nuovo qui. Comunque, se avrete bisogno di noi per qualsiasi cosa, chiamateci pure e vi raggiungeremo subito.”

“Già, il comunicatore spaziale che hai inserito nella nostra navicella è davvero fantastico. Non ne ho mai visto uno così potente.” Annuì Gure, mentre Bulma ammetteva: “Beh, diciamo che me la cavo ancora con queste cose…”

“Tarble, Gure!” dichiarò, all’improvviso, Broly ed i due coniugi, sorpresi da ciò si girarono e Tarble chiese, sorpreso: “Sì, Broly?”

“Io… volevo scusarmi per avervi creato tanti problemi e per aver cercato di ucciderti, Tarble! Sei una brava persona e non te lo meritavi! Però, se devo essere sincero, mi è piaciuto un sacco combattere contro di te. Quando tornerai, mi piacerebbe di nuovo battermi con te.” Dichiarò il saiyan, chinando addirittura il capo e la schiena.

L’altro saiyan rimase un attimo in silenzio, leggermente sorpreso, per poi sorridere e fargli un occhiolino e un pollice in su, dicendo nel mentre: “Contaci, Broly! Anche a me è piaciuto un sacco scontrarmi con te! Appena tornerò, ci sfideremo di nuovo!”

“Ottimo! E nel frattempo, io imparerò anche a cucinare come si deve, vedrai!”

Nel frattempo, in disparte, Beerus guardava la scena, borbottando: “Ma guarda te i saiyan… pensano solo a combattere!”

“Che ci vuol fare, Lord Beerus… è una razza guerriera…”

“E adesso, in questo pianeta del cavolo ci sono due saiyan purosangue dal temperamento bislacco, anzi, tre se contiamo la piccola scimmia urlatrice, tre alieni strani, due coppie di doppi, una vecchia terrestre dal caratteraccio e un moccioso che ha già dimostrato di aver carattere dopo solo due giorni di vita… speriamo che non venga altra gente stramba, qui anche se, dato il carattere della padrona di casa, ne dubito altamente…”

“Fossi in lei, spererei che non vengano altri saiyan con la coda…”

“E perché?”

“Beh… le ricordo che abbiamo ripristinato la luna della Terra… e dal momento che ci sono qui ben tre saiyan con ancora la coda… lei si ricorda cosa succede quando i saiyan con la coda guardano la luna piena, vero?”

Beerus rimase di sasso, mentre l’immagine di un gorilla gigantesco gli appariva nella mente.

“Però, Lord Beerus, magari, dato che conserva ancora la coda, Tarble ha imparato a controllare la sua forma Oozaru…” fece notare Whis e subito Beerus urlò al ragazzo, il quale stava per salire sulla navicella assieme alla moglie: “Ehi, ragazzino!”

“Sì, Lord Beerus? Cosa c’è?” domandò il saiyan, voltandosi, ed il dio della distruzione fece: “Tu hai imparato a controllare la tua forma di scimmione, vero?”

“Eh?”

“Non fare il finto tonto! Lo saprai benissimo che quando c’è la luna piena, i saiyan si trasformano in enormi gorilla se conservano ancora la coda! Dato che l’hai tutt’ora, a differenza del bestione, saprai controllarti perfettamente, vero?”

“Ah… giusto… beh, a questo proposito… c’è una cosa che dovrei dirle…” balbettò, nervoso, il ragazzo, per poi rivelare: “Ecco… sulla stella di Gure… non c’è nessun satellite.”

Sentendo quella confessione, Beerus fece una faccia da statua di sale, per poi domandare: “Mi stai dicendo che tu… in tutta la vita… non ti sei mai trasformato?!”

“Purtroppo no, mi dispiace… non avrei potuto farlo neanche volendo, per questo ho conservato la coda… se mi trasformassi, di certo perderei il controllo…”

“Non ci posso credere… mai che me ne vada bene una…” mugugnò, disperato, Beerus, mentre Whis commentava: “Beh, di certo suo padre non era uno sprovveduto… in effetti, adesso che ci penso, l’assenza della luna su quel pianeta era la seconda ipotesi…”

“Non preoccupatevi, ragazzi, preparerò qualcosa per impedire a Goku, Vegeta e Tarble di vedere la luna piena. Magari delle finestre a specchio o qualcosa del genere…” li rassicurò Bulma, mentre Beerus sbottava: “Me lo auguro, terrestre! L’ultima cosa che voglio è svegliarmi e scoprire che tre gorilla impazziti stanno minacciando i ristoranti della Terra!”

Poco dopo, la navicella, con a bordo Tarble e Gure cominciò a sollevarsi delicatamente, mentre i due alieni osservavano, sorridendo e salutando con la mano, coloro che erano rimasti a terra, i quali ricambiarono, ognuno a modo proprio, i saluti.

Alla fine, Tarble e Gure urlarono all’interno della navicella: “Arrivederci, ragazzi! Ci rivedremo presto!”

“Ciao!” li salutarono di rimando il gruppo rimasto a terra, guardando la navicella allontanarsi velocemente, separando, per il momento, il gruppo.

 

Spazio profondo

Settore Est, domenica, 12:00

 

“Allora, Vados? L’hai trovata?” domandò, seccato, l’enorme gatto grasso e la bellissima donna dalla pelle azzurrina rispose: “No, mi dispiace, Lord Champa… ma qui non c’è.”

“Oh, dannazione… e dire che ne manca soltanto una! Ma dove diavolo si sarà cacciata?!”

“Boh, chi lo sa… potrebbe essere qui come potrebbe trovarsi nel nostro universo…”

“Comunque, Vados, controlla cosa sta facendo mio fratello!”

“Subito, Lord Champa.”

Vados diede un’occhiata all’interno del suo bastone e dichiarò, con la massima neutralità: “Vostro fratello sta dormendo profondamente, Lord Champa… a quanto pare, ha passato una nottataccia…”

“Gli è forse caduto un sacchetto di patatine in un canale?”

“No… a quanto pare, un neonato ha gridato a pieni polmoni per tutta la notte, impedendogli di dormire.”

“Ah ah ah ah ah! Non so chi sia questo piccoletto, ma mi sta già simpatico! Comunque, proseguiamo con la nostra ricerca, Vados! Approfittiamo del riposo del mio caro e adorato gemello per riprendere la nostra ricerca! La troverò, dovessi rivoltare quest’universo come un calzino!”

“E se non riuscisse a trovarla, Lord Champa? Le rammento che è inutile averne soltanto sei…”

“Oh, non preoccuparti, Vados… la cercheremo ancora un po’ sia in questo universo che nel mio e se non la trovassimo… beh, cercherò di scoprire da Beerus che fine ha fatto!”

“Le ricordo che c’è la possibilità che vostro fratello non ne sappia niente…”

“Oh, andiamo, Vados… Beerus se ne va in giro per tutto l’universo in cerca di prelibatezze culinarie… deve averne almeno vista una di sfuggita, una volta… voglio dire, in quel caso, sarebbe davvero un idiota!”

“Etciù!” fece l’immagine di Beerus nel bastone di Vados, per poi raggomitolarsi come un gatto e borbottare: “Maledetti sbalzi di temperatura terrestri…”

“Comunque, il piano è questo: se entro due mesi non riesco a trovarla da nessuna parte, vado da Beerus con la scusa di fargli la solita sfida culinaria e cerco di ottenere da lui tutte le informazioni che voglio!” dichiarò Champa e Vados dovette ammettere: “Mmh… in effetti, questo piano potrebbe funzionare, Lord Champa…”

“Bene, allora andiamo in un altro settore!”

Mentre si metteva dietro alla schiena di Vados, Champa sussurrò con un sorriso di trionfo: “Presto avrò tutte e sette le Sfere dei Desideri…”

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Capitolo 24
*** Addestramento ***


Capitolo 24: Addestramento

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 06:00

 

La piccola sveglia sul comodino trillò all’improvviso nella piccola stanza buia e, subito, una delicata mano verde la spense con un gesto.

A quel punto, mezza assonata, la ragazza che aveva appena spento la sveglia, la quale aveva la pelle verde, i capelli bianchi spettinati e con indosso una camicia da notte fucsia, fece un profondo sbadiglio, per poi voltarsi verso la grossa figura profondamente addormentata dall’altra parte del letto e dirgli, mentre gli dava delle deboli pacche sulla schiena: “Ehi, Broly… è ora di alzarsi.”

Immediatamente, il saiyan coi capelli spettinati neri lunghi fino alle spalle e pieno di cicatrici aprì gli occhi debolmente, per poi guardarsi intorno, leggermente confuso.

“Coraggio, Broly… oggi inizi il tuo addestramento per imparare a controllare i tuoi poteri, ricordi?” aggiunse Cheelai e, facendo un grosso sbadiglio, Broly scese dal letto, rivelando che aveva addosso soltanto un pantalone nero.

“Ehi, fermo lì! Hai capelli tutti spettinati! Ti sistemo io, bello!” lo bloccò, all’improvviso, Cheelai, prendendo una spazzola e tentando di rimetterli un po’ a posto, ma inutilmente.

“Porco mondo, certo che questi capelli non ne vogliono proprio saperne di sistemarsi un po’! Sono proprio degni di te, Broly…” commentò, all’improvviso l’aliena ed il saiyan, il quale teneva gli occhi chiusi, come una sorta di sistema per dormire ancora un po’, borbottò, assonnato: “Ah… ok…”

“Beh, basta così. Di più, non posso fare, Broly… almeno adesso hai un aspetto presentabile, mica come prima che sembravi avere in testa una parrucca di paglia!”

“Hai ragione…”

In realtà, non gli importava minimamente di come fossero conciati i suoi capelli e, se proprio doveva essere sincero, anche prima gli andavano bene… ma prima di trasferirsi in camera di Cheelai, Lemo gli aveva caldamente consigliato di dare sempre ragione alla ragazza, altrimenti avrebbe fatto una fine molto amara, quindi, anche se non ne capiva il senso, aveva fatto come gli aveva detto Lemo.

Lentamente, il saiyan aprì la porta e si diresse, senza neanche rendersene bene conto, verso la cucina, dove vi erano già i due Trunks seduti a tavola assieme alle due Mai e Bulma di fianco alla finestra con in mano una tazza di caffè fumante, intenta a guardare il panorama fuori dalla finestra.

“Buongiorno, Broly.” Lo salutarono i due Trunks ed il saiyan fece loro un cenno, sussurrando: “ ‘Giorno…”

Il saiyan cominciò a divorare tutto quello che c’era sul tavolo e sembrava che più mangiasse più si risvegliasse.

“Ehi, Bulma, secondo te come stanno Tarble e Gure?” domandò la Mai più grande, mentre cullava il figlio, il quale, però, a giudicare dall’espressione e dalle braccia incrociate non aveva alcuna intenzione di essere preso per un pupazzo.

La risposta di Bulma fu: “Non preoccuparti, quei due stanno benissimo, lo sento. Non mi hanno ancora telefonato, ma sono certa che lo faranno presto. Probabilmente faranno una chiamata per pranzo, in modo da assicurarci che ci siamo tutti.”

“Comunque, stanotte, siamo riusciti tutti quanti a dormire un po’ meglio… e tutto grazie a te, Bulma!”

“Ma dai, non esagerare…”

Infatti, il giorno prima, la donna in modo da non ripetere l’inferno della notte precedente, aveva pensato di dividere i due bambini, Vegeta sarebbe stato in stanza coi genitori, mentre Goku assieme all’altra coppia di Trunks e Mai, in modo che la tensione tra i due non crescesse troppo, per poi creare per Goku un letto speciale che inviava al cervello impulsi specifici che facevano sognare al bambino scene di epiche battaglie.

Inutile dire che, non appena era stato messo nel letto, Goku si era subito addormentato e se n’era stato buono e tranquillo come un agnellino!

Di certo, l’amore per le battaglie era un qualcosa d’inconscio che sarebbe stato radicato per sempre nel bambino… intanto, tutti loro potevano finalmente stare tranquilli e non passare più nottatacce da incubo, come quella del giorno prima.

Nel frattempo, anche Cheelai, la quale aveva indossato un reggiseno sportivo e dei pantaloncini attillati, entrambi di colore viola scuro, e Lemo entrarono in cucina e si misero a mangiare la colazione, ovviamente in maniera molto più moderata e tranquilla, rispetto ai tre saiyan lì presenti.

Ad un tratto, Cheelai si voltò verso Broly e gli chiese: “Broly, tu sai volare, no?”

“Certo. Perché?”

“Beh, m’insegneresti a volare? Mi piacerebbe un sacco, oltre al fatto che mi sembra una figata assurda!”

Di fronte a quella domanda, Broly rimase un attimo in silenzio, con ancora in mano un bombolone al cioccolato e la bocca leggermente aperta.

“Non vuoi?” domandò Cheelai, ma l’altro rispose: “No, è solo che… non ho la più pallida idea di come fare ad insegnartelo.”

“Eh?! Ma tuo padre non te l’ha insegnato?”

“No… a me è venuto completamente naturale… non saprei nemmeno come fare a spiegartelo…”

“Va beh, non importa.” Lo rassicurò subito Cheelai, ma il Trunks più grande le disse, all’improvviso: “Se per te va bene, potrei insegnarti io a volare.”

“Davvero?”

“Sì.

“Perfetto!”

“Ottimo, allora, dopo pranzo inizieremo l’addestramento.”

“Va bene. Io, intanto, esco un attimo per fare un po’ di jogging. Sarò qui per le sette. Ciao!”

“Perfetto! Per quanto riguarda noi tre, invece, non appena avremo finito di fare colazione andremo nel deserto piuttosto distante dalla città per allenarci.” Fece il Trunks più giovane e, proprio in quel momento, Broly domandò, confuso: “Perché ci dobbiamo allontanare dalla città quando ci alleniamo? Non potremmo farlo in giardino?”

La sua semplice domanda fece cadere pesantemente tutti i presenti per terra, per via del fatto che era fin troppo palese il motivo per cui facevano una cosa del genere.

“Perché distruggeremmo tutto con la nostra forza se ci allenassimo qui, ecco perché!”

 

Asteroide Navegrill

Zona nord-est, lunedì, 13:05

 

“Ecco qui i vostri panini e le vostre bibite gassate.” Fece il tipo al bancone, allungando alla coppia, composta da quello che sembrava un ragazzino con una lunga coda di scimmia, anche se si vedeva a stento sotto la pesante giacca nera che indossava ed un essere basso con la grande testa rotonda e bianca su cui era stato messo un grosso cappello con su un nastro rosso, un vassoio con su due piatti contenenti due panini e due bevande gassate.

“Grazie!” fece il ragazzo, prendendo tranquillamente il vassoio come se non pesasse niente, mentre il tipo diceva: “Fanno un Pol.”

“Ecco a lei.” il ragazzo con la coda, dando al cassiere un bastoncino di metallo, per poi dirigersi assieme all’esserino ad un tavolino lì vicino, per poi iniziare a consumare le loro ordinazioni.

“Certo che il cibo che fanno qui è davvero molto buono!” esclamò ad un tratto Gure, mentre Tarble rise: “Sì… m’immagino già Beerus seduto ad un tavolo, strillando ai poveri funzionari di servirlo con tutto il cibo che possiedono, minacciando in caso contrario di distruggere tutto!”

Entrambi risero al pensiero di una simile e molto probabile scenata.

“Non vedo l’ora di tornare sulla Terra…” sospirò Tarble, mentre prendeva la sua bibita ed iniziava a bere, mentre Gure indovinava: “Ti mancano già?”

“Un po’… eravamo un gruppo un po’ strano e sgangherato, ma, per qualche assurdo motivo, ci completavamo con le nostre diversità… ho vissuto solo sei giorni assieme a Bulma, ai due Trunks, alle due Mai, Beerus e Whis e uno solo con Broly, Cheelai, Lemo, Goku e Vegeta… può sembrare poco tempo per tutti gli altri, ma per me… non lo so… è come se per me fosse bastato per legarmi per sempre al destino di tutti loro…”

Entrambi rimasero in silenzio a guardare fuori dalla vetrata del navegrill, da cui si vedeva le immense profondità nere dello spazio.

“In ogni caso, per quanto riguarda il nostro viaggio…” cambiò discorso Tarble, tirando fuori dal suo zaino delle cartine, aprendole sul tavolo, dicendo: “Quando riprenderemo il viaggio, ci receremo al passaggio di Rock, famoso per essere lungo, privo di qualunque forma di vita e molto insidioso, tanto che numerosi piloti che hanno appena preso la patente spaziale fanno numerosi incidenti lì, ma non credo che sarà un problema per noi.”

“Oh, no… dopotutto, ero la miglior pilota di navicelle alla scuola guida spaziale.”

“Già… in ogni caso, c’impiegheremo minimo una settimana per uscire da quel passaggio, di conseguenza, prima di andare, ci riforniremo al navegrill di cibo, oltre a fare un veloce controllo alla navicella, per assicurarci che sia tutto a posto… inoltre, pensavo di chiamare Bulma e gli altri, dato che in quel passaggio non c’è campo e non vorremmo farli preoccupare.”

“Ottima idea.”

Dopo aver finito di mangiare, i due alieni si recarono al negozio di alimentari del navegrill e comprarono un sacco di cibo e anche qualche libro al negozio di libri del posto, in quanto esso sarebbe stato un viaggio molto lungo e, soprattutto, Tarble aveva da sempre l’abitudine di comprare un libro quando andava in vacanza da qualche parte.

Una volta finite le compere, la coppia si recò al parcheggio del Navegrill e salì sulla propria astronave.

Una volta a bordo e aver messo a posto gli oggetti comprati, Tarble si recò al comunicatore della navicella e compose un numero.

Dopo due squilli, qualcuno alzò la cornetta ed una voce femminile domandò: “Pronto?”

“Bulma, siamo noi.”

“Tarble, Gure! Sono felice di sentirvi! Aspettate un attimo, che chiamo gli altri e metto il vivavoce!” esclamò la terrestre dall’altra parte della cornetta per poi dire: “Ragazzi! Ci sono Tarble e Gure al telefono!”

Immediatamente, si sentì un rombo, come di tante persone che corrono e si sentirono domande di tante persone diverse che parlavano contemporaneamente:

“Come state?”

“Va tutto bene?”

“Avete mangiato?”

“Avete comprato qualcosa di buono da mangiare?”

Dopo un po’, Tarble disse: “Noi stiamo bene e per il momento il viaggio procede bene… abbiamo mangiato poco fa in un navegrill…”

“Cos’è un navegrill?” domandò una voce che riconobbe subito come appartenente a Broly, mentre Lemo gli spiegava: “E’ un luogo dove si può fare una pausa dopo un lungo viaggio nello spazio, magari anche facendo uno spuntino.”

“Oh… mi piacerebbe farci un salto!”

“Un giorno, magari… speriamo di non trovarci qualche membro della Pattuglia Galattica…”

“In ogni caso…” continuò Tarble “Fra poco, io e Gure andremo in una zona della galassia dove manca completamente la connessione, quindi non potremo più sentirci, ma vi prometto solennemente che la prima cosa che faremo una volta usciti sarà quella di chiamarvi.”

“Va bene. Comunque, fate attenzione.” Si raccomandò Bulma e Tarble la rassicurò: “Sì, tranquilla, non ti preoccupare. Ciao a tutti!”

“Ciao!”

Una volta chiusa la telefonata, Tarble si avvicinò a Gure, la quale era impegnata a controllare la navicella, e le domandò: “E’ tutto a posto?”

“Sì. E’ tutto in regola.”

“Bene, allora partiamo.”

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 15:02

 

“Bene, adesso, Cheelai, t’insegnerò il Bukujutsu, ovvero la tecnica di levitazione. Non è particolarmente difficile da apprendere, visto che basta controllare il ki. Però, se si vuole volare ad alta velocità lo sforzo è maggiore.” Disse il Trunks maggiore, il quale si trovava, assieme all’aliena dalla pelle verde, la quale, adesso, indossava una camicetta a maniche corte bianca, un golfino leggero giallo, pantaloncini viola e scarpe da ginnastica bianche e verdi.

“Controllare il ki? E che cos’è?” domandò Cheelai e Trunks, un po’ titubante, disse: “Eh? Beh… forse nel resto dell’universo non viene chiamato così… dunque, come dire… è un’energia, una potenza nascosta all’interno del proprio corpo…”

“Eh? Cosa? Una potenza nascosta?” domandò Cheelai, la quale non ci aveva capito niente di tutta quella spiegazione, e Broly, il quale si trovava lì vicino assieme a tutti gli altri, le disse, sollevando un braccio: “Tipo questa.”

Il saiyan fece partire dalla sua mano una sfera d’energia verde, la quale si scontrò contro un albero del giardino, generando una forte esplosione.

“Esatto, Broly. E’ proprio così.” Annuì il Trunks più grande, mentre Cheelai con gli occhi sgranati commentava: “Ah, sì?”

“Come lo chiamate voi nello spazio?” le domandò, incuriosito, il Trunks più grande, mentre l’aliena rispondeva: “Forse ‘trucco’…”

“No, non lo è affatto. Nessun trucco.”

“Beh, allora se proprio devo essere sincera, non ho mai sentito parlare di una roba del genere!”

“Eh? Non conosci il Ki? Accidenti… e adesso che si fa?”

“Ehi, non dirmi che senza Ki non si può volare, vero?!”

“Ma no, sta tranquilla. Tutti lo possiedono, è solo un po’ difficile da controllare, tutto qui.”

“Davvero?!”

“Sì, però, prima di tutto, dovrò insegnarti come usarlo. Per curiosità, tu pratichi le arti marziali, Cheelai?”

“Beh, sì… un pochino… più che altro per autodifesa… perché?”

“Beh, se pratichi già le arti marziali, allora troverai presto il ki, così imparerai a volare in meno che non si dica.”

“Ottimo, allora iniziamo subito!” esultò la ragazza ed il Trunks, mettendosi a gambe incrociate: “Mettiti come me e, poi, inizia a meditare.”

Cheelai iniziò subito a fare come gli era stato detto, ma, quasi subito, il Trunks più grande la fermò: “No, no. Non devi sforzarti. All’inizio devi stare calma, altrimenti non potrai mai trovarlo.”

“Uffa…” sbuffò la donna, mentre Trunks le diceva: “Concentrati.”

 

Terra

Deserto, lunedì, 16:32

 

“Dai, facciamo una pausa.” Disse il Trunks più giovane e, subito, Broly si sdraiò sulla sabbia, ansimando pesantemente.

Mentre il suo doppione più grande era impegnato ad insegnare a Cheelai a volare alla Capsule Corporation, lui aveva deciso d’iniziare ad insegnare a Broly a controllare i suoi straordinari poteri recandosi in un deserto un po’ distante dalla città, in modo da evitare un qualunque tipo di danno… però, fin dall’inizio, aveva notato qualcosa di strano nel comportamento di Broly: era solo lui ad attaccare, mentre l’altro si limitava soltanto a schivare i suoi attacchi o a pararli, senza mai provare anche solo a tirargli un pugno.

“Perché non mi attacchi? Guarda che in un allenamento bisogna attaccare l’avversario oltre a difendersi.” domandò Trunks e Broly, dopo un attimo di silenzio, rivelò: “Perché noi due siamo amici.”

“Eh? Cosa intendi dire?”

“Papà mi ha detto che se due sono amici e si combattono, il loro non è più un addestramento…”

“Questa è una sciocchezza.”

Stupefatto da quell’affermazione, Broly alzò la testa verso Trunks, il quale rivelò: “Combattere con i propri amici è fondamentale per migliorare. Vero, due amici si trattengono quando combattono per non fare troppo male all’altro… ma un amico ti avverte quali sono i tuoi punti deboli e cosa devi fare per migliorare, cosa che un avversario non ti direbbe di certo. E poi, è proprio grazie a ciò che possiamo insegnarti a controllare i tuoi poteri… se ti limiti a sopprimerli e a non combattere, non riuscirai mai a migliorare.”

Broly rimase incredulo per quelle parole, per poi domandare: “Ma allora perché papà ha fatto in modo che Bah non fosse più mio amico?”

Trunks rimase in silenzio, in quanto sapeva benissimo la storia di Broly e Bah, oltre ad intuire il motivo per cui Paragas fosse stato così spietato nei confronti del proprio figlio, ma non sapeva come dirglielo senza sconvolgerlo…

Alla fine, però, fece un bel respiro e decise di dirglielo.

In fondo, era meglio dirgli le cose come stavano, invece di mentirgli… quel ragazzo aveva già subito troppo dalla vita…

“Vedi, Broly… ci sono alcune persone molto fragili psicologicamente che si sentono forti soltanto se hanno il pieno controllo della vita di una persona…”

“Il pieno controllo?”

“Certo, vogliono essere il centro della sua vita e, per far ciò, sono pronte ad impedire agli altri di avere amici o contatti che li allontanerebbero da loro e a manipolarle per farle diventare completamente succubi di esse, arrivando persino a farle credere che sono degli incapaci da soli e che dovrebbero essere grati di averli al loro fianco.”

Broly rimase un attimo in silenzio, per poi domandare: “S-stai dicendo che mio padre… è una di queste persone… è che ha fatto di tutto perché fossi sempre sotto il suo controllo? Anche privarmi del mio unico amico?”

Anche se Trunks non disse niente, Broly capì.

Il saiyan non disse niente, si limitò ad abbracciare le ginocchia, mentre restava con gli occhi sgranati a guardare per terra, mentre tutta la verità e la comprensione di essa gli piombava dall’alto come una cascata.

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 16:37

 

“Ecco, quello è il Ki. Non per nulla conosci bene le arti marziali… impari in fretta, Cheelai.” Esclamò il Trunks più grande, mentre Cheelai faceva un sorriso per essere riuscita a trovarlo in solo un’ora.

Dopodiché, l’aliena si alzò in piedi e, tutta eccitata, domandò: “Ehi, dici che adesso posso già volare?”

“No, non ancora… prima devi imparare a controllare completamente il Ki.”

“Allora, andiamo! Non vedo l’ora di volare come un uccello!”

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 19:30

 

Il sole nel cielo rossastro stava illuminando coi suoi raggi tutto ciò che c’era sulla Terra un’ultima volta prima di lasciar posto alla notte, compresa una giovane donna con la pelle verde ed i capelli bianchi ed un giovane uomo con i capelli azzurri.

“Ok, Cheelai. Adesso prova a fare un tentativo.” Le disse Trunks e, immediatamente, la giovane aliena si mise in posizione, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni, per poi concentrarsi al massimo, mentre i vestiti e i corti capelli cominciavano a muoversi leggermente, come se vi fosse un’improvvisa folata di vento.

“Mi raccomando, non sforzarti, Cheelai. Resta focalizzata sul tuo obiettivo. Se lo farai, il tuo Ki ti ascolterà e lo farà.” Le ricordò Trunks e, proprio in quel momento, Cheelai si sollevò leggermente da terra di pochi centimetri.

Nonostante fosse poco sollevata, il giovane uomo a pochi passi da lei, le diceva, euforico: “Ce l’hai fatta! Galleggi un pochino!”

“Sst! Silenzio! Non riesco a concentrarmi!” lo redarguì la ragazza, ma, poco dopo, ormai sfinita, si lasciò cadere pesantemente sul terreno, ansimante per la stanchezza, borbottando, leggermente infastidita: “Cavolo… non ci sono riuscita…”

“Beh, sei davvero molto brava, Cheelai! Ci hai messo solo un giorno per imparare a galleggiare!” le disse Trunks e Cheelai, commentò: “Capperi, non sapevo che fosse così faticoso volare…”

“Già… però darà un sacco di soddisfazioni.”

“Ottimo… vado a farmi una bella doccia, prima di cenare.”

“Ok.”

“Però, trovo curioso il fatto che tu ti sia riferito al Ki come se fosse un essere vivente… non è solo un potere nascosto, come lo chiamate voi?”

“Beh, non è solo questo… il Ki, in un certo senso, è l’essenza spirituale di una persona… da quella si può già farsi un’idea su una persona… se un individuo è malvagio fino al midollo, il suo Ki lo rivelerà subito, ma quando una persona è contradditoria, anche il Ki conterrà sfumature di questo tipo…”

“Bah… io non me ne intendo tanto di questa roba spirituale e occulta… per me, sono molto più affidabili le pistole ed i pugni… e magari anche un bel bicchierone di birra galattica! A me interessa soltanto imparare a volare!” ridacchiò Cheelai, dirigendosi verso l’abitazione.

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 21:45

 

Bulma, con indosso una semplice vestaglia rosa si diresse in cucina, per prendersi un bicchiere d’acqua, quando vide un giovane coi capelli neri spettinati e con una cicatrice sulla guancia che se ne stava seduto per terra, abbracciando le ginocchia, con espressione triste.

“C’è qualche problema, Broly?” gli domandò, dolcemente, Bulma ed il ragazzo rimase in assoluto silenzio.

Intuendo che Broly non avrebbe mai risposto alla domanda, la donna si diresse verso il frigorifero e gli chiese: “Ti va se ti preparo del latte caldo?”

“Ma… io non l’ho mai mangiato il latte caldo…”

“Perfetto, allora questa sarà la tua prima volta. Ti aggiungerò anche un po’ di miele, che fa sempre bene.”

Dopodiché, la donna prese una confezione di latte dal frigorifero e si mise a bollirla, per poi prendere del miele con un cucchiaino che mise all’interno di una tazza.

Vedendo il miele pensò che il cui colore e consistenza assomigliassero al contenuto delle zampe delle zecche di Vampa… probabilmente, era mangiabile proprio come quella roba.

Magari questo miele si otteneva anche nello stesso modo…

Una volta che fu pronto, Bulma versò il latto caldo in una tazza e lo passò a Broly, dicendogli: “Fa attenzione perché è piuttosto caldo.”

Broly fissò la bevanda, stupito, per poi berla ed esclamare: “Ehi, ma è buonissimo!”

“Mi fa molto piacere.”

“E’ buono quasi quanto l’acqua.”

“Ne sono felice. Aspetta che prendo anche dei biscotti.”

Dopo qualche minuto, in cui Broly mangiò i biscotti e bevve il latte, alzò la testa verso Bulma e domandò: “Bulma… il mio papà mi amava?”

Bulma rimase in silenzio, per poi ammettere: “No, Broly. Quello che tuo padre provava verso di te e verso tua madre non era amore… ma ossessione. Questi sono due concetti molto diversi. Amore significa dare spazio ai desideri degli altri, proteggere qualcuno, essere una spalla su cui piangere o qualcuno con cui ridere a seconda della situazione… mentre quello che voleva tuo padre era avere il pieno controllo, arrivando persino a sfruttare le debolezze e le inquietudini degli altri.”

Sentendo quelle parole, Broly abbassò il capo e sussurrò, confuso ed agitato, mentre le lacrime gli uscivano dagli occhi senza alcun freno: “Perché… perché mi ha fatto questo?! Io gli volevo bene… era tutto per me! Ho sopportato tutte quelle punizioni, ho fatto quello che diceva lui anche se non mi piaceva… ho sopportato tutto… solo per lui… e per il suo amore…”

Bulma, vedendo quella scena, non disse niente.

Si limitò ad avvicinarsi a lui e ad abbracciarlo.

“La cosa… peggiore… è che io, in fondo al mio cuore, sentivo che c’era qualcosa di sbagliato nel suo amore! Non sapevo cos’era, ma lo sentivo!!! A-avevo… una sensazione… fredda… buia… di pericolo! Ma tutte le volte, mi dicevo che non era vero, che papà mi amava tanto, mentre io non mi meritavo il suo amore, dato che dubitavo di lui! Mi dicevo… c-che ero… u-un ingrato… u-una persona cattiva…” continuò a sfogarsi, piangendo, Broly, mentre Bulma, accarezzandogli la testa spettinata, lo rassicurava: “Tu non sei affatto una persona cattiva, Broly… sei una persona buona e gentile a cui, purtroppo, sono capitate delle cose orribili.”

“D-davvero? N-non sono una persona cattiva?”

“Certo che no! E se qualcuno come Beerus, tanto per fare un nome, ti dice queste fesserie, tu chiamami subito ed io gli faccio un bel discorsetto col mio fucile!”

Broly rimase in silenzio un attimo, per poi domandare: “Ma allora… nessuno mi ha mai amato?”

“Beh, qui ti sbagli di grosso… Cheelai e Lemo ti vogliono molto bene, sennò non avrebbero implorato Beerus di risparmiarti… e poi, il piccolo Goku stravede per te… tutte le volte che sei nei paraggi, sorride sempre e si agita.”

“Anche a me piace molto quel piccoletto… senti, Bulma…”

“Dimmi.”

“Tu… credi nei miracoli?”

“Sì. Anche durante l’attacco dei cyborg ho continuato a credere che un giorno ci saremmo salvati tutti…”

Broly rimase un attimo in silenzio, per poi rivelare: “Io… durante quella battaglia di qualche giorno fa… credo di essere stato salvato dalla mia mamma. So che può sembrare ridicolo, ma… quando quel potente attacco stava per colpirmi, non riuscivo più a muovermi per la paura e la stanchezza, però volevo assolutamente vivere, ma visto che ero distrutto ho desiderato che mi salvasse… così l’ho chiamata… e lei è apparsa subito, portandomi via dall’attacco… non ricordo altro, ma solo che mi ha salvato la vita.”

“Ti ricordi com’era?”

“Purtroppo no… ma so che era bellissima e che se la rivedessi, la riconoscerei subito. Inoltre, credo che mi abbia lasciato questa.”

Broly allungò l’ocarina che aveva al collo e rivelò: “Io non ho mai avuto quest’oggetto prima d’ora… ma io ricordo che la mamma quando mi ha salvato ce l’aveva al collo… io… credo che me l’abbia lasciato per farmi capire che mi proteggerà sempre… quello della mia mamma… è amore od ossessione?”

“Questo è vero amore, Broly… il vero amore di una madre.”

Sentendo quelle parole, Broly sorrise.

“Se non sbaglio, tua madre si chiamava Kohra, giusto?” domandò, all’improvviso, Bulma ed il saiyan rispose: “Beh, sì… almeno credo…”

“Beh, se vuoi l’onesto parere di una vecchia signora terrestre, trovo che ‘Kohra’ sia un bellissimo nome da dare ad una bambina…” gli rivelò Bulma, facendogli anche un occhiolino, il quale, però, lasciò molto perplesso Broly.

Ma cosa intendeva Bulma?

Forse, avrebbe fatto meglio a chiederlo a Cheelai… certo, il nome ‘Kohra’ gli piaceva molto, ma tutti coloro che vivevano lì avevano già un nome… forse un giorno sarebbe arrivato in quel posto qualcuno senza un nome?

“Ehi, hai bevuto il latte, ma non il miele!” esclamò, proprio in quel momento, Bulma, dopo aver dato un’occhiata alla tazza usata da Broly, per poi prendere un cucchiaino e raccogliere i rimasugli di miele lì dentro.

Una volta che ebbe preso tutto, avvicinò il cucchiaino alla faccia di Broly e gli ordinò: “Forza, apri la bocca.”

Broly fece come gli era stato ordinato e Bulma gli ficcò in bocca il miele che poi il saiyan inghiottì, trovandolo molto aspro e dal sapore strano, ma, stranamente, era molto più buono di quella roba delle zecche che mangiava su Vampa.

 

Terra

Capsule Corporation, martedì, 10:20

 

 Ehi, guarda! Mi sono sollevata un sacco da terra!” esultò Cheelai, mentre il Trunks più grande, il quale era rimasto a terra, la lodava: “Bravissima! Sei davvero molto talentuosa, Cheelai! Ormai sei perfetta!”

Presa dall’euforia, Cheelai cominciò volteggiare di qua e di là nel cielo, con un sorriso divertito, sotto lo sguardo attento degli altri.

“A questo punto, direi che non ho praticamente più nulla da insegnarti.” annunciò Trunks, facendo fermare Cheelai, la quale, sempre levitando, gli domandò: “Senti, Trunks… secondo te, quanti giorni ci vogliono per poter volare come te, il tuo gemello e Broly?”

“Boh… ad essere sincero non lo so… dipende da persona a persona, oltre alla sua motivazione ed al suo talento… comunque, l’altro Trunks è il mio doppione, non il mio gemello.”

“Eh?”

“Lascia stare, è una faccenda troppo complicata.”

Facendo le spallucce, Cheelai levitò dolcemente fino a terra, per poi passarsi il dorso della sua mano verde sulla fronte sudata, dicendo nel mentre: “Uff… devo riposarmi un po’…”

Dopo un po’, guardando Trunks disse: “Ah, dimenticavo… non dite a Tarble e a Gure se telefonano, che sto facendo l’allenamento per volare, ok? Voglio fare una sorpresa per quando torneranno.”

“Ok, come vuoi.”

 

Terra

Capsule Corporation, dieci giorni dopo, 17:17

 

“Yahoow!!! Guardate un po’, gente!” urlò Cheelai ai due Trunks, alle due Mai, a Bulma, a Lemo, a Broly, a Goku e a Vegeta, i quali osservavano a terra il volo a tutta velocità della ragazza.

“Come immaginavo, Cheelai non è una ragazza come tutte le altre… in dieci giorni è stata in grado d’imparare a volare in modo praticamente perfetto e completamente da sola.” Commentò il Trunks più grande, mentre, quello alle sue spalle annuiva: “Sì, ha molto talento per le arti marziali… non diventerà mai potente come un saiyan, ma è perfettamente in grado di mettere al tappetto un terrestre… se Crilin fosse stato ancora vivo e avessero combattuto, Cheelai avrebbe potuto creargli delle serie difficoltà…”

“Ehi, Broly! Vieni a fare un voletto con me, eddai! Facciamo a chi arriva prima alla Città dell’Est!” gridò, proprio in quel momento, Cheelai ed il saiyan, sorpreso, domandò: “Adesso?”

“E quando? Dai, vieni su… prova a prendermi!”

“Come vuoi…” fece il saiyan alzandosi anche lui in volo e raggiungendo Cheelai, la quale, ridendo come una matta, si allontanò in volo, venendo seguita da Broly.

“Ho rinunciato al mio sonnellino pomeridiano per vedere una volare come un uccello?” domandò, proprio in quel momento, lievemente seccato, Beerus, mentre Whis rispondeva: “Beh, non sono molti gli esseri nell’universo capaci di volare…”

Nel frattempo, Vegeta, il quale era in braccio alla madre, osservava con molta attenzione il volo di Cheelai e Broly con un’espressione assorta e pensierosa.

A differenza di Goku, il quale si agitava come un matto se la cosa gli piaceva, proprio come stava facendo in quel preciso istante, quando restava in completo silenzio ad osservare, mentre la sua codina di scimmia oscillava lentamente come un pendolo, era il segnale che la cosa che stava guardando lo stava interessando… e molto.

Infatti, il fatto che Cheelai avesse imparato a volare lo intrigava molto… non vedeva l’ora di crescere in modo da poter finalmente combattere, cosa che, per quanto gli dolesse ammettere, amava tantissimo come a quello scemo del moccioso con cui era costretto a convivere, e anche per imparare a volare, ovviamente, completamente da solo come aveva fatto il tipo grosso pieno di cicatrici che viveva a casa loro… se c’era riuscito lui, aveva tutte le carte in tavola per farsi valere!

L’unica cosa davvero importante, era che non imparasse a volare prima di quel cretino di un moccioso piagnucolone!

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Capitolo 25
*** Di nuovo insieme ***


Capitolo 25: Di nuovo insieme

 

Terra

Capsule corporation, due mesi dopo, lunedì, 10:15

 

“Forza…” fece Bulma, nel tentativo di togliere il secchiello della sabbia dalla testa del povero Goku, aiutata nel mentre anche dalla Mai più giovane.

“Qualche problema, Bulma?” domandò Whis, sporgendosi dalla finestra della Capsule Corporation, e la terrestre, ansimante, spiegò: “Sì… non so come, ma Goku si è ritrovato con un secchiello di plastica incastrato in testa!”

“Incredibile, non c’è che dire…” commentò Whis, con la sua solita aria ingenua, anche se, in realtà, sapeva benissimo cos’era successo: il piccolo Vegeta, probabilmente stufo marcio di vedere la faccia di Goku, gli aveva ficcato in testa quel secchiello, approfittando di un momento di distrazione della madre e della nonna, per poi fingere tranquillamente di essersi addormentato, da gran attore.

“Niente panico, ci penso io.” Fece Whis e, con un semplice gesto del bastone, il secchiello si staccò dalla testa di Goku.

“Grazie, Whis!” lo ringraziò Bulma e l’angelo, notando il disappunto sul viso di Vegeta, il quale si era sporto dalla culla per vedere cosa stesse succedendo, agitando persino la coda in maniera irritata, gli si avvicinò e lo rassicurò, sottovoce: “Non preoccuparti, avrai altre occasioni per sistemargli la faccia, quando sarai più grande e potrai combattere come tuo padre…”

Notando il sorrisetto sadico e di trionfo che era spuntato sul visetto del bimbo, Whis intuì che il piccoletto non vedeva l’ora di crescere solo per dargliele di santa ragione a quel bambino con cui era costretto a condividere tutto… a modo suo era un bambino parecchio intelligente…

“Ehi, Bulma…” esclamò, all’improvviso, la Mai più grande, prendendo in braccio il figlio “Adesso che ci penso, Goku conserverà i ricordi del Goku del passato, il suo carattere e anche le sue abilità? Dopotutto, è il suo clone…”

“Beh, no… secondo gli appunti del Dottor Gelo, la clonazione crea un individuo partendo da zero. Fisicamente è identico all’individuo da cui è stato clonato, ma al momento della ‘nascita’, il clone non ricorda niente di sé, del suo passato e delle proprie esperienze… è come se fosse un essere umano ‘resettato’, da cui bisogna partire tutto da zero. Se gli si desse un nuovo nome, non gli farebbe né caldo né freddo, dato che, praticamente, si tratta di un altro individuo. Quanto alla personalità, pare che ne conservi una traccia, ma sono le esperienze che vivrà che determineranno l’identità del clone. Un po’ come me e la Bulma che vive nel passato: per via dell’esperienza degli androidi, in cui mi sono ritrovata a viverla praticamente da sola e con un bambino appena nato, oltre a perdere in poco tempo tutta la mia famiglia ed i miei amici, sono dovuta crescere in fretta e maturare psicologicamente, in modo da poter proteggere mio figlio, mentre la Bulma del passato, non ha subito tutto questo, perciò, da quanto mi hanno raccontato i due Trunks, è un po’ più frivola ed infantile, anche se ha l’abitudine di aiutare gli altri, proprio come me. Proprio per questo, se noi due ci parlassimo, ci ritroveremmo subito in contrasto, perché scommetto che, dato che a lei le sfere del drago non sono mai mancate e non ha vissuto nemmeno la metà delle mie esperienze con gli androidi, vorrebbe usarle per chiedere di ringiovanire o ad altre sciocchezze legate al suo aspetto, mentre a me non passerebbe neanche per la testa, adesso, di sprecarle per un desiderio così ridicolo. Come vedete, io e lei siamo la stessa persona, ma abbiamo due personalità diverse e ben distinte. Quanto alle sue abilità… sicuramente sarà destinato a raggiungere gli stessi livelli di potenza del Goku del passato, così come molto probabilmente avrebbe potuto ambirli anche quello del nostro mondo, ma non li avrà subito, li otterrà dopo un lungo e faticoso addestramento, proprio come ha fatto Goku.”

Proprio in quel momento, Whis si accorse che Vegeta, ancora in braccio alla madre, aveva fatto una faccia furiosa.

Evidentemente, era fermamente intenzionato a sconfiggere il pericoloso rivale prima che fosse in grado di superarlo… di certo, ciò avrebbe portato a sviluppi davvero interessanti…

“Beh, certo che in fondo è un sollievo sapere che il piccolino non ricordi niente… sarebbe stato un bel po’ imbarazzante quando avrebbe iniziato a parlare e a fare domande particolari…” commentò la Mai più giovane, mentre quella più grande faceva notare: “Però non capisco… come mai il Dottor Gelo ha fatto ricerche così approfondite sulla clonazione umana? Non è il creatore degli Androidi?”

“Il Dottor Gelo era un genio della scienza in generale, quindi, era un esperto in tutti i suoi ambiti... peccato che quel pazzo, invece, di usare le sue conoscenze per rendere il nostro mondo un posto migliore, l’ha quasi distrutto… e quel che è peggio, l’ha fatto volontariamente!”

“Ehi, Bulma… e se oltre a Goku facessimo clonare anche gli altri guerrieri eliminati dagli androidi?” propose la Mai più giovane, ma la donna scosse la testa: “No, è impossibile. Prima di tutto, i loro corpi sono stati distrutti durante la battaglia contro gli androidi e se non si possiede anche solo una piccola parte di essi, non si può clonare niente… l’unico possibile sarebbe stato Gohan, ma l’abbiamo sepolto subito dopo la sua morte, dato che, con la scomparsa delle sfere del drago, non aveva più senso conservare un corpo, e ormai sarà di certo troppo rovinato per poter prenderne un campione… e poi, la macchina della clonazione è stata completamente distrutta in quel terremoto di due mesi fa, in cui per poco non venivano ammazzati anche la Mai più grande, Goku e Vegeta, quindi, non si potrebbe fare niente neanche volendo. Goku è stato l’unico ed il solo individuo che abbiamo clonato.”

“Capisco… peccato…” fece la Mai più giovane, mentre l’altra commentava: “Speriamo che il Red Ribbon non abbia approfittato di queste ricerche per clonare qualche pericoloso vecchio nemico di Goku… o, peggio ancora, quei maledetti cyborg infernali!”

“Non credo che l’abbiano fatto… quei due cyborg non obbedivano nemmeno agli ordini del loro creatore, quindi, chiunque saprebbe quanto erano pericolosi… inoltre, i due Trunks li hanno disintegrati in entrambe le linee temporali, la stessa fine che hanno fatto tutti gli avversari di Goku. State tranquille, non corriamo alcun pericolo.”

Proprio in quel momento, si udì un forte frastuono provenire da una finestra dal piano terra dell’abitazione e la Mai più giovane esclamò: “Viene dalla cucina!”

“Allora, temo di sapere di chi si tratta…” sospirò Bulma, dirigendosi verso la porta, ma, proprio in quel momento, essa stessa si aprì e un’incredibile quantità di quelle che sembravano palline rimbalzanti marroni si riversò nel parco, mentre due individui, uno che era un vecchio dalla pelle rugosa e arancione con in testa un berretto marroncino ed un grembiule giallo con su scritto in arancione ‘Lemo’, mentre l’altra una giovane donna con la pelle verde, gli occhi violetti ed i capelli bianchi, uscirono in tutta fretta dall’abitazione.

“Te l’avevo detto che era meglio se lasciavi stare, Cheelai! Hai esagerato con il lievito, come al solito!” borbottò il vecchietto, tentando di afferrare una delle palline impazzite, mentre la giovane donna coi capelli bianchi, ribatteva, furiosa: “Chiudi il becco, Lemo! Così i miei biscotti sono più leggeri!”

“Ah! Per essere leggeri sono leggeri!”

“Ma insomma, che sta succedendo qui?! Non riesco a dormire con tutto questo baccano! E cosa sono queste palline impazzite?!” tuonò, adirata, la voce di Beerus e Bulma gli spiegò: “Cheelai ha provato a cucinare dei biscotti e…”

“Oh, miseraccia… non ditemi che ha di nuovo cucinato delle schifezze!” sbottò la divinità e, furiosa, l’aliena protestò: “Ehi, io non cucino delle schifezze!!!”

“Ah, no? E allora quegli schifi che siamo stati costretti ad ingurgitarci in questi due mesi d’inferno come li chiami? Perché non ti arrendi e basta, ragazza? In cucina fai schifo. Persino il vecchio lì, il bestione, il ragazzino e la moglie del ragazzino cucinano molto meglio di te! Quei cosi saranno di sicuro disgustosi!”

Furiosa per l’insulto, Cheelai colpì Beerus fortemente alla testa con un enorme martello.

“Prima di giudicarli, assaggiali, prima! Potresti trovarli anche buoni!” esclamò la giovane aliena allungando alla divinità un sacchetto coi biscotti che lei e Lemo erano riusciti a recuperare, non accorgendosi che il vecchietto, alle sue spalle, aveva alzato gli occhi al cielo.

Nonostante il grosso bernoccolo, Beerus fece un biscotto e, dopo averlo osservato attentamente, fece una faccia schifata.

“Sono carini, vero? Li ho dato la forma di piccoli animali!” esultò, tutta felice, Cheelai, non accorgendosi dell’espressione del dio, il quale pensò: “Questo sarebbe un animale?! Sembra più il mostriciattolo di uno di quei film dell’orrore che danno in prima serata il venerdì!”

“Ho capito, è un polpo!” esclamò, dopo un po’ Beerus, mentre Cheelai, con espressione seccata, ribatteva: “Guarda bene! Quello è un pinguino!”

A quel punto, Beerus prese un altro biscotto ed esclamò: “Questo è un granchio!”

“E’ un leone, scemo!” protestò Cheelai, mentre la divinità prendeva un altro biscotto e dichiarava: “Una pulce d’acqua!”

“E’ un coniglio!!!”

“Il mostro di Loch Ness.”

“Cigno!!!”

“Una bambola voodoo.”

“Un procione!!!”

“Seppia.”

“Alligatore!!!”

“Un’ameba.”

“Un koala!!!”

Dopo un po’ Cheelai, nel tentativo di trattenere tutta la sua rabbia crescente verso la divinità, disse: “Perché non li mangi e basta, invece di fare tanto lo spiritoso?!?!”

“E invece tu, perché non te ne torni ai tuoi esercizi di arti marziali?! Te la cavi molto meglio lì che con la cucina!” le rispose Beerus e la giovane donna rispose, furiosa: “Perché ieri ho visto in tv una ragazza che regalava dei biscotti al suo fidanzato! Broly è il mio ragazzo e, in quanto tale, ho il dovere di preparargli dei biscotti con le mie manine delicate!”

Proprio in quel momento, tre individui, due dei quali completamente identici, planarono delicatamente e, immediatamente, Cheelai corse dal terzo individuo, alto e pieno di cicatrici, il quale aveva indosso una canottiera bianca, grossi scarponi da ginnastica, pantaloni viola, a cui era legata una grossa pelliccia verde, e, allungandogli il sacchetto, gli disse, con un gran sorriso: “Broly, ho preparato dei biscotti, ne vuoi uno?”

“Certo, perché no?” annuì il gigantesco saiyan e prese, senza troppi problemi, un biscotto cucinato da Cheelai e se lo mise in bocca.

“Ehi, ma… è buonissimo!” esclamò Broly e, indicando il pacchettino, domandò: “Posso prenderli?”

“Ma certo, Broly! Anzi, sono tutti tuoi!” annuì Cheelai, passandogli il sacchetto, permettendo così a Broly di mangiarseli tranquillamente tra lo sgomento generale, a causa della famosa e disgustosa cucina di Cheelai.

“Non ne risente minimamente… ma di cosa è fatto, Broly?!” commentò, con gli occhi sgranati, Beerus, mentre Whis commentava: “Beh, ha sviluppato uno stomaco in grado di digerire una zecca intera…”

A quel punto, Cheelai si voltò verso il gruppo, dichiarando, con un sorrisetto di trionfo: “Allora, avete visto? Qui c’è qualcuno che apprezza la mia cucina!”

“Certo, perché Broly è un famoso critico gastronomico… ti rammento che ha vissuto su un asteroide pieno di mostri fino a quasi metà anno fa! E’ molto probabile che i tuoi piatti gli ricordano quello che doveva mangiare su Vampa.” Commentò Beerus, mentre Cheelai, con espressione adirata, muoveva un pugno, come se morisse dalla voglia di tirarlo in testa proprio a Beerus.

Però, in quel momento, Broly, smise di mangiare, alzò la testa di scatto e si mise a fissare il cielo.

“C’è qualche problema, Broly?” domandò il Trunks più giovane e l’altro rispose, indicando il cielo: “Sta arrivando…”

Subito, i due alzarono lo sguardo stupiti, ma, immediatamente, la confusione lasciò spazio alla gioia, tanto da farli dire con emozione: “Sono tornati…”

“Ma che vi prende?” domandò, sorpresa, Bulma, ma prima che uno dei due Trunks potesse rivelargli cosa stava succedendo, si sentì un rumore sopra alle loro teste e, immediatamente, tutti alzarono le teste, sopresi.

Possibile che fossero…

“Ehi!!! Eccoci!!!” urlò una voce maschile proveniente dall’oblò di una grossa navicella sferica e, subito, un ragazzo coi capelli a spazzola neri si sporse, sventolando la mano a tutta velocità, mostrando nel mentre anche un grosso sorriso.

“Tarble!!!!” gridarono, contemporaneamente, tutti i presenti ed il giovane saiyan sgusciò fuori dalla finestra, per poi volare a tutta velocità verso i compagni.

Una volta a terra, Tarble dovette affrontare l’abbraccio di Bulma, la quale disse, nel mentre: “Finalmente siete tornati! Ci sei mancati!”

“Immagino… in questi due mesi ci siete mancati tutti!” fece il ragazzo, mentre i due Trunks gli davano delle pacche sulla schiena.

Nel frattempo, Gure aveva provveduto a far atterrare la navicella sul piazzale della Capsule Corporation, per poi uscire anche lei a tutta velocità dalla navicella per abbracciare e salutare gli amici che non vedeva da ben due mesi.

Una volta che si furono tutti salutati, Tarble e Gure ritornarono nella navicella, per prendere i loro bagagli.

“Allora, è tutto a posto?” domandò Bulma, mentre Tarble, con addosso uno zainone da escursione, spingeva un gigantesco trolley con su una borsa da ginnastica, annuì, col suo solito sorriso: “Sì, anche se la parte burocratica è stata un vero inferno… ci ha dato molti meno grattacapi catalogare ed imballare tutte le nostre cose, figurati un po’!”

“A quanto pare la burocrazia è un inferno ovunque…” commentò Bulma, per poi rivelare: “Vi ho preparato la stessa stanza che avete usato due mesi fa.”

“Ah, ottimo, grazie.”

Nel frattempo, anche il resto dei ragazzi si dava da fare per aiutare i due alieni a spostare tutti i loro bagagli, i quali erano davvero parecchi.

Ovviamente, l’unico che si lamentava e basta, facendo fare tutte le cose agli altri era, naturalmente, Beerus, il quale, borbottava: “Quanti bagagli… ma cos’è, un trasloco?”

“E’ un trasloco, Lord Beerus.”

“Bah, io non capisco… perché portarsi dietro tutta quella roba? Mortali…” borbottò la divinità e Bulma, esasperata, gli ordinò: “Invece di startene lì a non fare niente, vieni a darci una mano!”

“Va bene, va bene…” borbottò Beerus, per poi prendere nel mucchio di bagagli dei due alieni il primo borsone che gli capitò a tiro, il quale si rivelò subito pesantissimo, tanto che il dio dovette usare entrambe le mani per poterla sollevare.

“Ehi, ragazzino! Ma ci sono delle pietre qua dentro?!” sbottò Beerus e Tarble, mettendosi a tracolla un enorme borsone arancione, rivelò: “Oh, no… solo una parte della mia biblioteca personale.”

“Una parte? Aspetta, possiedi molti libri?!”

“Non sono il più forte della mia famiglia, ma, in compenso, sono un buon intellettuale.”

“Anche troppo, secondo me…”

“Ah, Broly, fa attenzione con quella scatola… lì dentro c’è il servizio da tè di Gure che appartiene alla sua famiglia da generazioni e la sua collezione di bambole e statuette di porcellana.”

“Ma non potevate fare come il bestione che quando ha lasciato il suo pianeta non s’è preso niente?!” domandò, furioso, Beerus e Cheelai gli ricordò: “Su Vampa non c’era niente a parte zecche gigante e bestie verdi con la faccia da cane! Cosa credi che si portasse via da un posto del genere?”

La risposta della divinità fu un: “Quanto odio i traslochi… sempre viaggiare leggero, questo è il mio motto!”

Mentre diceva quelle parole, la divinità non si accorse di uno scalino, di conseguenza, cadde bruscamente per terra, lanciando persino in aria il borsone, il quale poi gli cadde malamente sulla testa.

Vedendo la scena, Whis si avvicinò a Beerus e commentò: “Adesso capisco perché le piace viaggiare leggero, Lord Beerus… si tratta di una precauzione nel caso in cui la valigia le cadesse sulla testa.”

“Whis, taci…” fu la risposta adirata e dolorante della divinità, ancora stesa per terra col borsone sulla testa.

Alla fine, tutti i bagagli della coppia furono portati in casa e sistemati, poi Bulma prese il telefono e annunciò: “Vado ad ordinare delle pizze per festeggiare il trasloco. Voi prendete pure una bottiglia di coca cola dal frigorifero.”

“Ok.” Fecero tutti e, una volta che Bulma se ne fu andata, Whis disse: “Beh, adesso che ci siamo tutti… Trunks, Broly, Tarble… che ne direste di partire questo pomeriggio per il pianeta di Lord Beerus per allenarvi?”

Subito, Beerus sputò con violenza tutta la coca cola che stava bevendo e si mise a sbraitare, come da copione: “Ma dico, cosa ti salta in mente, Whis?! Perché dovremmo portare dei mortali sul nostro pianeta, soprattutto se uno di detti mortali è uno che quando si arrabbia perde la testa e massacra tutti quanti?! Per non parlare poi di quando il ragazzino si è trasformato per la prima volta in supersaiyan! E’ diventato un sadico arrogante, peggio persino del suo vecchio e di suo fratello!”

“Beh, qui sulla Terra non possono usare la loro piena potenza per paura di fare troppi danni, mentre, invece, è necessario sprigionare tutti i propri poteri se si vuole avere la speranza di usarli… per questo trovo che sia un’ottima idea portarli con noi sul nostro pianeta.”

“Whis, non puoi portare chi ti pare e piace a casa mia! Non è mica un albergo!”

“Suvvia, in fondo, non è la prima volta che i due Trunks vanno sul nostro pianeta… si ricorda cos’è successo due anni fa?”

 

Pianeta di Lord Beerus

Giardino, due anni fa, 14:37

 

“Capisco…” fece Whis, con espressione meditabonda, osservando i due ragazzi identici accompagnati da un tipo basso e con le orecchie a punta, con su degli orecchini dalla sfera verde.

“E così, volete che io ed il divino Beerus vi aiutiamo a sconfiggere Dabra e Babidi, sennò Kaioshin morirà e con la sua morte apparirà un apprendista Kaioshin corrotto del Decimo Universo il quale si è scambiato di corpo con un mortale di un universo parallelo fortissimo il cui scopo è portare morte e disperazione per un fanatico piano contro i mortali?” ricapitolò l’angelo e il Trunks più grande annuì.

“Cielo, siamo messi proprio maluccio…” commentò Whis, scuotendo la testa, per poi domandare, indicando il Trunks più grande: “Comunque, siete proprio sicuri che questo Trunks venga da un altro futuro alternativo che è stato cancellato a causa delle azioni di questo Zamasu?”

“Sì, abbiamo già verificato.” Annuì il Trunks più giovane e Kaioshin affermò: “Inoltre, sapeva tutto di me, di Kibith, delle abilità di un apprendista Kaioshin, di voi due… perdipiù, ci ha anche detto dove si trovava il mio antenato, quello che Beerus ha rinchiuso dentro la Spada Z, e anche come liberalo, oltre alla connessione tra un Kaioshin ed il dio della distruzione.”

“Capisco… allora, in questo caso, non rimane che svegliare Beerus e sconfiggere questi due… a proposito, fra quanto dovrebbero arrivare, all’incirca?” chiese Whis ed il Trunks più grande rivelò: “Fra circa un mese.”

“Ottimo…” annuì l’angelo e, proprio in quel momento, un enorme gatto gigante viola con addosso una camicia da notte azzurrina apparve sul sentiero e, sbadigliando, domandò: “Ma cos’è questo chiasso?! Non riesco a dormire!”

Vedendolo, il Trunks più giovane, il quale era l’unico a non aver mai visto Beerus prima d’ora, esclamò, sorpreso: “Lord Beerus, il dio della distruzione… sarebbe quello?”

“Sì.” Fu la risposta dell’altro e Trunks esclamò: “Me lo immaginavo più spaventoso… in fondo, stiamo parlando di un dio della distruzione… sembra che sia appena sceso dal letto!”

“Probabilmente perché è appena sceso dal letto…”

Nel frattempo, Beerus fece: “E… e… etciù!!!!”

Inaspettatamente, il suo starnuto fece scaturire una sfera d’energia violetta che si diresse a tutta velocità verso il piccolo gruppo e tutti, compreso il Trunks più giovane, si spostarono di scatto.

La sfera d’energia proseguì a tutta velocità il suo corso, fino a quando non si scontrò con un pianeta nel cielo rosato, generando una potentissima esplosione.

“Accidenti… allora è davvero il dio della distruzione… se quell’attacco ci avesse preso, saremmo di certo morti!”

“Ah… fa sempre così quando ha sonno…” commentò Whis, scuotendo la testa “Quando ha distrutto quei due soli e tutto è diventato buio è stato un bel guaio…”

Nel frattempo, mentre Whis parlava, Beerus levitò su un albero vicino al sentiero e si mise a penzolare da un ramo con la coda ad occhi chiusi, come un opossum addormentato.

“Come avete fatto a ripristinare i soli? Riuscite anche a creare le stelle?” domandò il Trunks più giovane e Whis, con un sorriso, rivelò: “Oh, no… in quel caso ci penso io a rifare tutto…”

“Rifare tutto?”

“Ho riportato solo un po’ indietro il tempo e ho colpito Beerus prima che facesse quella stupidaggine.”

“Ma allora questo significa che esiste un mondo in cui Beerus ha distrutto i due soli?” domandò il Trunks più grande e Whis rispose: “Oh, no… più che modificare il passato, il mio potere si limita a ‘disfare’ qualcosa che è appena avvenuto… ma è il limite massimo è di tre minuti. Tra l’altro, una volta usato, resta inutilizzabile per qualche tempo e ciò permette all’asse temporale di riassettarsi…”

Nel frattempo, Beerus smise di penzolare e aprì gli occhi, vedendo Whis parlare con Kaioshin e due tipi identici.

Incuriosito, il dio scese dall’albero e si avvicinò ai due tipi identici, gridando: “Ehi, voi due! Chi diavolo siete e soprattutto… che ci fate in casa mia?!”

Sentendo quella voce improvvisa, i due saiyan sussultarono e si spostarono di lato.

“Ah, sono due giovani terrestri mezzosangue che sono venuti fin qui per avvertirla di un grande pericolo che la minaccia…” fece Whis e Beerus lo interruppe: “Terrestri mezzosangue?”

“Eh, sì… sono i figli di una terrestre e del principe dei saiyan Vegeta IV.”

“Cosa?! Quel ragazzino aveva dei figli?! Certo che era precoce…”

“Ma cos’ha capito? Quand’è cresciuto, ha avuto un figlio da una terrestre…”

“Aspetta un momento… è cresciuto? Ma non avevo detto a Freezer di eliminare tutti i saiyan subito dopo che ho fatto visita al re dei saiyan?!”

“Beh, lo ha anche fatto… solo che sono sopravvissuti sei saiyan.”

“Sei saiyan?! Sono troppi! Gli avevo ordinato di farli sparire tutti! Ma che razza d’incapace! E adesso quelli si saranno riprodotti e ci saranno altri saiyan sparsi per lo spazio a parte questi due!”

“Oh, via… tra tutti quei saiyan, soltanto i figli di Vegeta sono sopravvissuti.”

“Perché? Gli altri che fine hanno fatto?”

“Sono tutti morti in combattimento, a parte uno che si è beccato una malattia cardiaca e… addio.”

“Beh, allora va bene così… anche se avrei sperato che non ci fosse più un solo saiyan nell’universo… comunque, perché questi due sono qui?!”

“A quanto pare c’è un problema, Lord Beerus…” svelò Whis, mentre Kaioshin raccontava: “Da mesi so che il mago Babidi si nasconde sulla Terra con l’obiettivo di risvegliare il pericoloso demone Majin Bu, ma, proprio quando stavo per organizzare il contrattacco, ho scoperto una cosa preoccupante: la sua magia gli ha permesso di controllare Yakon, un mostro demoniaco potentissimo temuto in tutto l’universo, e persino Dabra, il re del mondo demoniaco!”

“Beh? Cosa centro io in questa storia?”

“Adesso glielo spiego, Lord Beerus… so da fonte affidabile che a causa di ciò io morirò nello scontro.”

“CHE COSA?!?!?!”

L’urlo di Beerus si sentì per tutto il pianeta e, una volta che la divinità ebbe finito, si mise ad inveire stavolta contro Kaioshin: “Razza d’idiota! Quante volte ti ho detto di startene fuori da queste beghe da mortali?!?! Se ti fanno fuori, ci resto secco anch’io!!!”

“A questo punto, se vuole restare vivo, Lord Beerus, dovrà partecipare allo scontro e sconfiggere Dabra.” S’intromise Whis e Beerus si mise a sbraitare, adirato: “Sconfiggerlo?! Ma io lo ammazzo! Lo disintegro, lo cancello, quello! Gli farò vedere cosa succede a chi attenta alla mia vita!!!”

“Veramente, Dabra ha intenzione di eliminare me, non lei, divino Beerus…” gli fece notare Kaioshin e Beerus ribatté: “E allora?! Ti rammento che noi due siamo collegati! Se uno attenta alla tua vita, attenta anche alla mia, pertanto ho tutto il diritto di cancellarlo! Quel tipo sarà anche il re del mondo degli inferi o quel che è, ma con me non ha speranze! Nessuno è più forte di me!”

“Tranne forse il Supersaiyan God…” gli sussurrò Whis e Beerus si mise a riflettere, incuriosito: “Supersaiyan God… dov’è che l’ho già sentito?”

Ad un tratto, però, un pensiero gli attraversò la testa ed esclamò: “Aspettate un attimo… ma voi come fate a sapere cosa succederà nel futuro?!”

“Ah, è molto semplice… il più grande dei due Trunks qui presenti, viene dal futuro e ci ha raccontato come andranno le cose.” Spiegò Whis, indicando il Trunks in questione e subito, Beerus sbraitò: “Che cosa?! Ma stiamo scherzando?! Manipolare il tempo è un reato gravissimo!”

“Guardi dal lato positivo, Lord Beerus… questa manipolazione le permetterà di sopravvivere.”

“Urgh…” fece la divinità, per poi voltarsi verso il Trunks più grande e dichiarare: “D’accordo, ragazzo… per stavolta chiuderò un occhio sulla violazione… tornatene da dove provieni ed in fretta, anche, prima che cambi idea!”

“Ah, giusto, c’è un’altra cosa che dovrebbe sapere, Lord Beerus…” si ricordò Whis, per poi dire: “A quanto pare, con la sua morte, un apprendista Kaioshin corrotto del Decimo Universo, a cui dovremo anche andare a fare una visitina, proveniente da un mondo parallelo, è venuto nel suo mondo e, dopo essersi alleato con la sua versione di quel mondo, ha cominciato a fare danni a destra e a manca, usando il corpo rubato ad un mortale… e alla fine è arrivato Zen’o che ha cancellato tutto.”

“Cosa?!”

“Esatto. Sono sopravvissuti soltanto il Trunks qui presente e la sua ragazza, la quale è rimasta sulla Terra… quindi, hanno pensato di trasferirsi in questa linea temporale, dato che nella loro è stato tutto cancellato.”

“Che?! Ma stiamo scherzando?! Se Zen’o scopre di questa cosa, ci cancella tutti e tanti saluti!!!”

“Suvvia… basterà non dirglielo, no?”

“Troppo pericoloso! Che se ne vadano in un’altra linea temporale e che siano un problema per un altro Beerus, ma non per il sottoscritto!”

“Ah, peccato…” commentò Whis, affondando il cucchiaino in una piccola panna cotta ai frutti di bosco che venne immediatamente notata da Beerus, il quale esclamò, avvicinandosi, incuriosito: “Ehi, cos’è quella roba? L’odore e l’aspetto sono deliziosi, anche se non ho mai visto una cosa del genere prima d’ora…”

“Questa? Ah, è un dolcetto terrestre che i due Trunks hanno portato… vuole assaggiare? E’ davvero molto buono.” Rivelò Whis, passando alla divinità un cucchiaino.

Il dio rimase un attimo in silenzio, poi prese un pezzo di dolce e se lo mise in bocca.

Subito, sgranò gli occhi e cominciò a mangiare quel dolcetto voracemente.

Dopodiché, Beerus commentò: “Mmh… però… questa è tra le cose più buone che abbia mai mangiato in vita mia!”

“Ha proprio ragione, Lord Beerus… e pensi che pare che sulla Terra ci siano un sacco di prelibatezze, buone proprio come quel dolcetto.” Annuì Whis e il dio rimase in silenzio un attimo, poi si voltò verso i due Trunks e domandò, con sguardo indagatore: “E’ vero che sulla Terra ci sono altre delizie come questa che ho appena mangiato?”

“Sì.” Annuì il Trunks più giovane, mentre l’altro aggiungeva: “Nel mondo alternativo del passato lei ha risparmiato la Terra proprio perché i cibi terrestri l’avevano conquistata… anzi, spesso, in quella dimensione, va a casa nostra per provare nuove delizie.”

Beerus rimase un attimo zitto, poi disse: “Sentite, facciamo così: farò finta di non vedere le due coppie di doppi… ma in cambio del mio silenzio voglio gustare altre prelibatezze della Terra! E devono essere buonissime, sennò vi cancello tutti, chiaro?!”

“Sì!” annuirono i due guerrieri terrestri, mentre Whis si allontanava dicendo: “Beh, vado a preparavi il bagno, Lord Beerus… si vede proprio che non vi alzate da un pezzo… e vi preparerò anche la colazione.”

“Ottimo…” sogghignò Beerus poco prima che un pensierino gli attraversasse la testa.

Non appena gli fu venuta in mente la cosa, si girò verso i due Trunks e sbottò: “Un momento… avete detto che io nel mondo alternativo del passato ho risparmiato la Terra, giusto? QUINDI QUESTA NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE MANIPOLATE IL TEMPO?!?!”

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 14:30

 

“Quindi, potremmo anche portare Tarble e Broly, no? Sono certo che quest’esperienza gli gioverebbe molto.” Concluse Whis e Beerus, con una smorfia borbottò: “Oh, e va bene! Tanto stai sempre dalla loro parte!”

“Che ci vuol fare, Lord Beerus… quando si ha instaurato un buon rapporto d’amicizia…”

“Ma non dire sciocchezze! Tu stai dalla loro parte solo per il buon cibo!”

“Beccato.”

 

Pianeta di Lord Beerus

Giardino, lunedì, 15:30

 

“Accidenti… certo che è difficilissimo muoversi con queste tute addosso…” commentò il Trunks più giovane, cercando di levitare, ma, a causa dell’enorme tuta gialla che aveva addosso, uguale a quella indossata dall’altro Trunks, da Tarble e da Broly, faceva movimenti goffi e stentati.

“Lo so… il vostro primo esercizio è proprio quello di fare un giro di questo pianeta come riscaldamento.” Cinguettò Whis, mentre tutti i presenti facevano delle facce sconvolte.

“Quest’esercizio vi aiuterà ad abituarvi a combattere in condizioni sfavorevoli per voi… dopotutto, non si sa quello che potrà capitarvi in futuro, pertanto, è necessario che siate preparati per ogni evenienza…” spiegò l’angelo ed il Trunks più grande ammise: “In effetti, quest’idea non è malaccio… diamoci dentro!”

Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, volare con quella roba addosso era difficile per tutti e quattro, infatti, in venti minuti, i ragazzi percorsero solo un metro volando, mentre l'angelo se ne stava tranquillo per terra a godersi un bel ramen caldo.

Era così concentrato sul cibo da non accorgersi delle due figure apparse all’improvviso alle sue spalle che osservavano in silenzio gli sforzi dei quattro guerrieri.

“Chi sono quei quattro? Nuovi discepoli?” domandò all’improvviso uno dei due, facendo voltare Whis, il quale si vide davanti un gatto grasso viola e una donna dalla pelle azzurra che gli assomigliava molto.

“Quanto tempo, Whis.” Lo salutò il gatto, mentre Whis diceva: “Che sorpresa, Lord Champa…”

Tuttavia, l’improvvisa apparizione non era passata inosservata nemmeno ai quattro guerrieri, i quali si girarono prontamente in quella direzione.

“Ehi, guardate! C’è un tipo che assomiglia a Beerus! E c’è pure una donna identica a Whis!” esclamò Broly, indicando Champa e Vados, mentre il Trunks più giovane si voltava verso la sua controparte più grande, domandandogli: “Conosci quei due, Trunks?”

“No, non li ho mai visti prima… però, Whis sembra conoscerli, quindi, possiamo stare abbastanza tranquilli…” Dichiarò il saiyan, mentre Tarble commentava: “Chissà chi sono e che cosa vogliono…”

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Capitolo 26
*** Il gemello di Beerus ***


Capitolo 26: il gemello di Beerus

 

Pianeta di Beerus

Giardino, lunedì, 15:45

 

“Desiderate qualcosa?” domandò, tranquillamente, Whis e Champa ordinò, in maniera arrogante: “Chiama Beerus.”

“Si starebbe riposando, però… come volete. Attendete solo un istante…” annuì Whis, alzandosi in volo e dirigendosi verso il gigantesco albero del pianeta, dove si trovava la dimora di Beerus, mentre Champa faceva un sorrisetto divertito.

“Lei chi è, signore? E’ un amico di Beerus? Gli assomiglia molto, sa?” fece Broly, atterrando piuttosto lentamente e maldestramente per via del fatto che indossava ancora la tuta pesante e Vados annunciò: “Per vostra informazione, siete al cospetto di Lord Champa, fratello gemello di Lord Beerus e dio della distruzione del Sesto Universo.”

“Cosa?! Anche lui sarebbe una divinità della distruzione?!” esclamò il Trunks più giovane, mentre Tarble, grattandosi la testa, diceva: “Sesto Universo? E’ la prima volta che sento una cosa del genere…”

“Mi sorprende che Beerus abbia un fratello… non ce l’ha mai detto prima…” commentò il Trunks più giovane, mentre la sua versione più grande, faceva notare: “Beh, neanche papà ci ha mai detto di avere un fratello minore… l’abbiamo scoperto solo due mesi fa da un tizio mezzo matto che voleva eliminarci tutti per uno stupido ideale di vendetta!”

Nel frattempo, Broly, si avvicinò a Champa e, dopo averlo guardato un attimo, domandò: “Ma chi è il più forte tra te e Beerus?”

“Beh, questa è una risposta facile da dare…” rispose Vados, per poi dare un’occhiata divertita alla pancia della divinità e commentare, con una risatina di sottofondo: “Basta guardare la corporatura per capirlo, no?”

“Vados!!!!” strillò, imbarazzato e furioso, Champa e la donna rise: “Ops, oh oh oh… perdonate l’insolenza.”

“Certo che lei, signorina, assomiglia tanto a Whis, sia nell’aspetto che nel carattere… siete anche voi due fratelli gemelli?” domandò Broly e Vados rivelò: “Fuochino… in realtà, Whis è mio fratello minore.”

“Oh… e chi è il più forte tra voi due?” fece il saiyan, incuriosito al massimo, e la donna aggiunse, con una leggera punta d’orgoglio: “Mmh… forse io lo supero leggermente…”

“Non sono d’accordo con quanto hai appena detto, sorella…” protestò in tono pacato una voce alle spalle e quando tutti i presenti si voltarono e videro Whis avvicinarsi con Beerus che, ovviamente, sbadigliava “Sono ormai passati migliaia di anni da quando mi hai addestrato…”

Per tutta risposta, Vados fece un sorrisetto malizioso e lo sfidò: “Uh uh uh… vogliamo verificare?”

“Insomma, che diavolo volete?” s’intromise, seccato, Beerus “Siete venuti fin qui solo per parlare di questo?”

“Uh uh uh… Beerus, quanto tempo… facciamo la nostra solita sfida, preparati!” ghignò Champa, mentre Broly, incuriosito, ripeteva: “Sfida?”

Usando i loro bastoni, Whis e Vados fecero apparire un tavolino di legno con su due piatti, uno contenente delle uova fumanti mai viste prima d’ora e l’altro dei noodles istantanei alle verdure presi al supermercato.

Vedendo i noodles, Vados non trattenne una risatina mentre Champa, invece, scoppiò a ridere divertito: “Ah ah ah ah… ma che cos’è questa roba?! Hai soltanto versato dell’acqua calda in un bicchiere!”

“E questi allora?” commentò Whis, prendendo un uovo, ed il gemello rispose: “Assaggialo! E’ un uovo bollito di Dondon, un volatile appena scoperto… è talmente buono che perderai l’uso della parola!”

“Mmh… Dondon… credo di averne sentito parlare su un libro di ornitologia spaziale…” rifletté Tarble, mentre il Trunks più giovane si avvicinava a Whis e gli domandava, incredulo: “Scusa, Whis, ma la sfida tra Beerus e Champa consiste in una gara di cucina?”

“Oh, sì… fanno sempre così quando si vedono.” Annuì l’angelo, prendendo un uovo, e il Trunks che aveva appena parlato commentò: “Questa poi…”

Nel frattempo, Broly si avvicinò al tavolo e domandò, indicando l’uovo di Dondon: “Potrei prenderne uno, per favore?”

“Ma certo, accomodati pure!” acconsentì la divinità, euforica al pensiero che un membro dell’universo di Beerus volesse mangiare i suoi piatti, ed il saiyan prese un uovo, mangiandoselo con gusto, dopo aver esclamato: “Grazie infinite!”

A quel punto, Champa si voltò verso Vados e le ordinò: “Vados, porta qui altre due uova bollite di Dondon!”

“Subito, Lord Champa.” Annuì l’angelo, facendo comparire altre due uova.

A quel punto, la divinità del Sesto Universo si voltò verso i due Trunks e Tarble e gli disse: “Prendetene anche voi tre, non fate complimenti!”

“Davvero? Grazie infinite, signore!” lo ringraziò Tarble, prendendo un uovo, così come avevano fatto gli altri due Trunks.

Mentre mangiava il suo, il Trunks più grande pensò: “Niente male! Il sapore ricorda molto quello di un uovo della Terra.”

Una volta che tutti ebbero finito di mangiare, Champa, guardando Beerus, lo provocò: “Ah ah ah ah! Allora? Persino i tuoi discepoli preferiscono i piatti del mio universo! Sei sconvolto, vero? Sembra proprio che il Sesto Universo sia di gran lunga il paradiso delle prelibatezze!”

Per tutta risposta, Beerus fece un ghigno, indicando un barattolo di noodles: “Uh uh uh… sta zitto e prova a mangiare quello, Champa.”

Incuriosito, ma, allo stesso tempo, titubante, Champa assaggiò un po’ di noodles grazie ad una forchetta di plastica e, immediatamente, sgranò gli occhi per la sorpresa.

“Uh uh uh… com’è?” chiese con un ghigno Beerus, anche se, in fondo, la domanda era superflua, dal momento che sia Champa che Vados stavano divorando il piatto con gusto.

Una volta finito, Champa arrivò persino a bersi tutto d’un fiato il brodo del noodles, ma, una volta finito, commentò: “Mmh… così così.”

“Ma se ti sei scolato il brodo fino all’ultima goccia!” ribatté, divertito, Beerus, mentre il gemello, voltandosi a guardarlo domandava, titubante: “Beerus… qu… questo… dove l’hai preso?”

“Su un pianeta chiamato Terra.”

“Terra?”

“E c’è molto di più… quel pianeta trabocca di delizie di ogni sorta.”

Sentendo quell’affermazione, Champa si girò verso Vados e le ordinò, piuttosto malamente: “Ehi, Vados! Anche nel Sesto Universo dovrebbe esserci la Terra! Cercala!”

“Lo faccio subito.” Annuì la donna, facendo apparire il bastone e mettendosi a cercare attentamente, mentre il Trunks più giovane chiedeva, incredulo: “Whis, ma cos’è questo Sesto Universo? Continuo a non capire… e neanche gli altri ne hanno mai sentito parlare prima d’ora…”

“Oh, non lo sapete? Gli universi in tutto sono dodici e noi ci troviamo nel settimo.” Rivelò, tranquillamente, l’angelo e tutti fecero delle facce sorprese.

“Cavolo… non avrei mai pensato ad una cosa del genere… a furia di concentrarmi sempre sulla Terra, ignoravo che vi fossero più universi…” commentò, scioccato, il Trunks più giovane, mentre quello più grande rifletteva: “In effetti, mi sembra di averne sentito parlare nel passato…”

“Lord Champa è venuto qui dal Sesto Universo… il Sesto ed il Settimo universo sono praticamente uguali… tra loro vi è un rapporto simile a quello tra due gemelli… di quasi tutte le cose esiste un dritto ed un rovescio, due facce della stessa medaglia… ad esempio, il Primo Universo ed il Dodicesimo, il Secondo e l’Undicesimo… praticamente, tutti gli universi i cui numeri, sommati, danno tredici formano una coppia.”

“I-incredibile… pazzesco…” commentarono, all’uniscono i due Trunks, mentre Broly, grattandosi i capelli spettinati, borbottava: “Io non ci ho capito niente… non è che potreste rispiegarmelo, per favore?”

“Certo… Broly, hai presente i cioccolatini al latte che Bulma ci ha offerto a fine pranzo, quelli avvolti nella carta di alluminio rossa e che erano dentro a quel vassoio di vetro?” gli ricordò Tarble e Broly annuì: “Sì, certo. Erano buonissimi. Anche se, personalmente io preferiscono quelli della carta verde, che sono al gusto di pistacchio…”

“Va bene… allora, prendi dodici di quei cioccolatini e li conti fino ad arrivare al cioccolatino numero 7, capito?”

“Sì.”

“Ecco, quello è l’universo dove viviamo noi e dove Beerus è il dio della distruzione, assistito da Whis.”

“Ma allora il gemello di Beerus e la sorella maggiore di Whis sono rispettivamente il dio della distruzione e l’angelo dell’universo rappresentato dal cioccolatino che viene prima del nostro?”

“Sì, qualcosa del genere… poi, mettiamo tutti i dodici cioccolatini su una torta… e quella torta sarebbe praticamente l’universo che ingloba tutti gli universi.”

“Ah, adesso capisco… certo che sei davvero intelligente, Tarble… capisci sempre tutto al volo…”

“Ma dai… non è affatto vero…”

Proprio in quel momento, Vados esclamò, stupita: “Eccolo, Lord Champa. Anche nel Sesto Universo c’è un pianeta Terra.”

“Che cosa?! Anche voi avete la Terra?!” esclamò, senza parole, il Trunks più giovane, ma, proprio in quel momento, Vados aggiunse: “Tuttavia… purtroppo sembra che sulla nostra Terra, in passato un futile conflitto abbia portato… all’estinzione totale degli esseri umani.”

“Cosa?!” esclamò Champa, mentre Tarble commentava: “Oh, santo cielo…”

“Ah ah ah ah! Mi dispiace per te, Champa… i terrestri creatori di squisitezze da te non ci sono più!” lo schernì Beerus, ma Whis gli ricordò: “Le rammento, Lord Beerus, che se non era per Trunks, i terrestri creatori di squisitezze non ci sarebbero stati più anche nel nostro universo a causa degli androidi…”

“Whis, taci!” sbottò, imbarazzata, la divinità.

Nel frattempo, Champa era livido di rabbia.

Com’era possibile che quel cretino di suo fratello avesse sempre il meglio nel suo universo?!

Era un’autentica e palese ingiustizia!

Se solo ci fosse stato un modo per far in modo di avere la Terra di suo fratello… ma come?!

All’improvviso, notando i goffi e maldestri allievi di Beerus, gli venne in mente un’idea.

Con quelle nullità avrebbe senz’altro vinto… e gli avrebbe permesso anche di localizzare finalmente l’ultima…

“Beerus… ti propongo una sfida.” Dichiarò all’improvviso la divinità ed il gemello, sbigottito da quell’evolversi della situazione, domandò: “Mh? Una sfida? E di che genere?”

“Una lotta corpo a corpo. Se vinco io, ci scambieremo i reciproci pianeti Terra.”

“Ah ah ah ah! Tu… contro di me? Ah ah ah ah ah!”

“No, a scontrarsi saranno esseri non divini scelti nei rispettivi universi. Che ne pensi di una battaglia di gruppi da cinque?”

L’improvvisa proposta di Champa lasciò tutti i presenti senza parole.

Cosa aveva in mente la divinità?

Con un sorriso di trionfo, infine, Champa continuò: “Combatteremo uno contro uno. Vincerà chi alla fine riuscirà a sconfiggere il leader della squadra avversaria! Istituiamo il torneo di lotta degli dei della distruzione del Sesto e Settimo Universo, che ne dici?”

“Eh?!” fecero tutti i presenti, increduli, mentre Whis commentava: “Oh, cielo… saranno millenni che quei due non risolvono una disputa attraverso una lotta…”

“Davvero?” fece il Trunks più grande e l’angelo annuì: “Oh, sì… in passato lo facevano spesso, ma poi, un giorno, durante la loro festa di compleanno, Lord Beerus mangiò il frutto Puff Puff che era stato messo sulla torta del pianeta Swetts, invece di condividerlo con Lord Champa, come avrebbe dovuto fare, così, naturalmente, hanno iniziato a combattere e, nel mentre, litigavano su quale fosse l’universo col cibo migliore… è stato davvero terribile… hanno distrutto un sacco di pianeti quella volta… alla fine, siamo dovuti intervenire io e Vados prima che la situazione degenerasse e, facendo leva sul fatto che entrambi fossero degli esperti di cibo, gli ho proposto, da quel momento in poi, d’indirizzare le sfide in ambito culinario… così, da quella volta, la sfida si è orientata sul cibo. Comunque, detto tra noi, sembra proprio che stavolta l’onore di Lord Champa ne sia uscito piuttosto malconcio…”

“Quindi, cosa succederà adesso?” domandò il Trunks più giovane e, proprio in quel momento, Champa esclamò: “Decideremo il vincitore con un combattimento corpo a corpo, che ne dici?”

“Una serie di sfide uno contro uno tra squadre composte da cinque elementi scelti da noi? E cos’avrei da guadagnarci di grazia? E poi, tanto per cominciare, come faremmo a scambiarci la Terra?” fece notare Beerus e Champa rispose: “Ci sono volute decine d’anni e parecchia fatica, ma alla fine sono riuscito a raccogliere le Sfere dei Desideri. Realizzano qualsiasi desiderio si chieda loro… anche scambiare due pianeti! Al momento ne ho solo sei, manca soltanto l’ultima… se sarà il Settimo Universo il vincitore, ti consegnerò tutte quelle in mio possesso!”

“Eh? Ma queste… sbaglio o sono le sfere del drago?” s’intromise all’improvviso ed incredulo il Trunks più giovane e sia Vados che Champa sgranarono gli occhi a quella notizia, infatti, Vados esclamò: “Oh… conosci le sfere del drago?”

“Sfere del drago? Ma cosa sono?” domandò, incredulo, Tarble ed il Trunks più grande spiegò: “Sono delle sfere magiche create dal Kami della Terra tanti anni fa. Sono sette in tutto e se riunite, dopo aver detto una formula magica, compare un drago magico di nome Shenlong che ti permette di esaudire un qualsiasi desiderio. Purtroppo, quando sono arrivati gli Androidi, Kami è morto, pertanto, adesso, non è più possibile esaudire un qualsiasi desiderio.”

“Accipicchia… sfere magiche che esaudiscono un desiderio… sarebbe un grosso guaio se finissero in mani sbagliate…” commentò Tarble, mentre il Trunks più grande scuoteva il capo tristemente: “Già… a volte non so se sia una maledizione o una benedizione il fatto che non ci siano più…”

Nel frattempo, Beerus, con aria di trionfo, rise divertito: “Ah ah ah ah! Mi dispiace per te, Champa, ma ci sono anche nel mio universo, sai?”

“Per caso si tratta di quelle create dai namecciani?” l’interruppe Champa e Beerus, girandosi verso il Trunks più giovane, il quale era il più vicino, gli domandò: “E’ così?”

“Sì, esatto. Kami era proprio di origini namecciane.”

“Lo sapevo…” ridacchiò Champa, per poi rivelare, con entusiasmo: “Le vostre sono state ricavate dai frammenti di una grande Sfera dei desideri… pertanto, il loro potere è limitato… quelle vere, invece, sono di tutt’altra scala! Hanno addirittura le dimensioni di un pianeta! Sono talmente grandi che si potrebbero tranquillamente chiamare ‘Pianeti dei desideri’! Soddisfano qualsiasi richiesta, senza alcuna restrizione! In altre parole, sono Super Sfere del Drago!”

“Aspetta, ma le super sfere del drago non sono quelle che Zamasu…?!” si lasciò quasi scappare il Trunks più grande, ma, annusando il pericolo imminente, Beerus lo colpì prontamente in testa con un pugno.

“Mh? C’è qualche problema?” domandò Vados, mentre Whis negava con assoluta tranquillità: “No, assolutamente.”

“Mmh… però te ne manca una, dico bene? Non vedo assolutamente il senso di fare una cosa del genere!” fece notare Beerus, dopo essersi occupato del Trunks più grande, il quale si mise a massaggiarsi la testa ancora dolorante, e Champa, con un sorrisetto, rammentò: “Se non rammento male, alcuni dei tuoi allievi conoscono le sfere del drago… di conseguenza, sapranno di certo come trovare l’ultima sfera… dai, che ti costa partecipare?”

“Non intendo ripeterlo una seconda volta, Champa, quindi ascolta molto attentamente: io-non-parteciperò-a-quel-tuo-sciocco-torneo!!!!”

“Uhm… vedo che siamo risoluti a non farlo, eh? Non è che mi nascondi qualcosa?”

Immediatamente, Beerus, da pessimo attore, fece una faccia allarmata e Champa rise: “Lo sapevo… hai paura di confrontarti con me, perché sai che i tuoi guerrieri non sono granché rispetto ai miei!”

“Eh?! Certo che no! I guerrieri del mio universo straccerebbero i tuoi senza troppi problemi!”

“E allora dimostramelo, visto che sei tanto sicuro di te…”

Beerus fece un piccolo ringhio, per poi urlare, adirato: “E va bene, ho capito! Facciamolo!”

“Bene! E allora, adesso stabiliamo i dettagli…” dichiarò Champa, per poi domandare: “Non è che qualcuno sa anche come organizzare un torneo di arti marziali?”

Inutile dire che a quell’affermazione caddero tutti per terra.

“Potremmo usare le regole del Torneo Tenkaichi…” propose il Trunks più giovane e Beerus domandò: “E cos’è questo Torneo Tenkaichi?”

“E’ un torneo che molti anni fa si svolgeva sulla Terra di cui ce ne ha parlato nostra madre, ma è da anni che è stato sospeso a causa degli Androidi e per mancanza di fondi…”

“Capisco… e quali sono le regole?”

 “Dunque, se non rammento male… perde chi si ritira o chi cade fuori dal ring. Inoltre, è vietato uccidere, usare armi e doparsi.”

“Capisco… comunque, sarebbe meglio inserire anche una semplice prova scritta preliminare.”

Sentendo quel progetto della divinità, i due Trunks e Tarble fecero un’espressione allarmata.

“Sarebbe un bel problema se venissero schierati dei mostri senza cervello!” continuò Beerus e Champa protestò, adirato: “Stai forse insinuando che i guerrieri del mio universo sono mostri senza cervello?!”

“Beh, guardando quello scemo del loro dio della distruzione è normale che nascano dei sospetti!”

“Ma io ti…!!!” Sbraitò Champa, ma venne interrotto da Tarble che, avvicinandosi a Beerus gli disse, a bassa voce: “Lord Beerus, sarebbe meglio evitarla la prova scritta…”

“E perché?”

“Beh, perché… qui c’è qualcuno che ha vissuto fino a sei mesi fa su un asteroide selvaggio ai confini della galassia a causa di mio padre…”

Immediatamente, Beerus fece una faccia allarmata.

In effetti, Broly era capace di avere delle serie difficoltà solo a dire di che colore era il camion dei pompieri!

“Andiamo, non può essere messo così male… vero?” fece Beerus ed il Trunks più grande gli rivelò, in tono neutro: “Stiamo ancora cercando d’insegnargli a scrivere il suo nome con una sola L.”

Intuendo che era meglio lasciar stare, altrimenti avrebbe corso il rischio di ritrovarsi senza il suo cavallo vincente, Beerus dichiarò, ovviamente cercando di nascondere il suo rossore: “…Però, dato che ho pietà dei tuoi guerrieri, rinuncerò alla prova scritta.”

“Sì, certo, come no…” ridacchiò Champa, il quale, ovviamente, aveva mangiato la foglia, per poi domandare: “In ogni caso, dove lo facciamo il torneo?”

“Diamo subito un’occhiata per trovare un posto adatto.” Annunciarono i due angeli e, dopo un po’, annunciarono: “Forse abbiamo trovato il posto perfetto… si tratta di un pianeta senza nome, privo di qualsiasi forma di vita che fluttua in una dimensione neutrale.”

“Perfetto… io e Vados ci occuperemo del ring e degli spalti. A quando gl’incontri?” domandò Champa e Whis, dopo averci riflettuto attentamente, propose: “Che ne direste di far cominciare gli scontri alle dieci del mattino tra una settimana secondo il calendario dell’ottavo sole?”

Poi, notando lo sguardo confuso su tutti e quattro i mortali presenti, l’angelo specificò: “Tra cinque giorni, secondo il calendario terrestre.”

“Ah.” Fecero tutti e Beerus dichiarò: “Bene, direi che è tutto pronto per quanto riguarda le cose essenziali… ci vediamo tra cinque giorni.”

“Non scappare, eh?” lo avvertì Champa, mentre si sollevava assieme a Vados, e Beerus, seccato per la provocazione, ribatté prontamente: “Tsk… lo stesso vale per te!”

Mentre si allontanavano, Vados si voltò verso Champa e gli ricordò, sottovoce: “Sicuro di volerlo fare, Lord Champa? Se doveste perdere, le sfere dei desideri che abbiamo raccolto con così tanta fatica…”

Per tutta risposta, Champa si voltò a guardare i quattro mortali ancora a terra e sorrise divertito: “Umpf… hai visto come si muovevano quei quattro? Sarà una vittoria facile!”

Dopodiché, lui e Vados se ne andarono, mentre, nel frattempo, i quattro guerrieri si toglievano le pesanti tute, le quali sprofondarono rumorosamente non appena toccarono terra.

“Accidenti… quel vestito era davvero pesantissimo…” commentò il Trunks più giovane, mentre si massaggiava il collo leggermente dolorante.

“Lord Beerus, è sicuro che sia una buona idea partecipare al torneo di Champa?” domandò, nel frattempo, Whis a Beerus, il quale rispose con un atteggiamento di superiorità: “Certissimo! Perché?”

“Beh, perché c’è il rischio che durante il torneo Lord Champa noti le somiglianze tra i due Trunks e possa scoprire che uno di loro è un doppione proveniente da un mondo parallelo futuro andato distrutto… lei sa, signore, che è un reato molto grave manipolare il tempo e coprire il responsabile di un misfatto del genere… e se la cosa giungesse all’orecchio di Zen’o…”

Quelle parole fecero sbiancare di paura la divinità, la quale, però, recuperò buona parte del suo coraggio, tanto da dire: “Beh, questo torneo è una cosa che riguarda solo me e Champa, quindi, non c’è bisogno di coinvolgere Zen’o in questa storia… e poi, basterà che uno dei due partecipi con un nome falso e siamo a posto!”

“E’ sicuro che basterà usare un nome falso per ingannare vostro fratello?”

“Certo che sì! E adesso chiudi il becco!”

“Lord Beerus…” disse, proprio in quel momento, Broly e Beerus, voltandosi e guardandolo in malo modo, domandò: “Che c’è, adesso?!”

“Servono cinque lottatori, giusto? Noi siamo solo in quattro e, purtroppo, nessuno di noi conosce altri potenti guerrieri per la squadra… cosa facciamo?” spiegò Broly e Beerus rispose: “Il quinto l’ho già scelto io, per cui siamo a posto.”

“Eh? Davvero? E chi è?” chiese, sbalordito, il Trunks più giovane e Beerus disse: “Non ve l’ho mai detto? Nella mia lunga storia di battaglie, Broly è stato il secondo avversario più forte che io abbia mai affrontato…”

“Eh?” fece Broly, indicandosi confuso, mentre Beerus rivelava, con un sorriso di trionfo: “Ho scelto il primo.”

“Eh?! Che cosa?!” fecero i quattro saiyan, allibiti.

Avrebbero combattuto assieme al primo guerriero potente affrontato da Beerus?!

Allora, forse, avevano buone speranze di vittoria!

“Davvero? Quindi combatteremo con Whis?” domandò Broly e Beerus, seccato “No! Whis non può partecipare e, comunque, stavo parlando di un’altra persona!”

“Ah, sì?”

“Sì, zuccone!”

Nessuno si accorse che Whis stava fissando Beerus con un’espressione stupita, come se non capisse di cosa stesse parlando.

 “Bene, allora voi quattro, per il momento, tornate sulla Terra e dite a Bulma di mettersi a cercare la settima sfera dei desideri prima che il torneo abbia inizio.” Annunciò la divinità ed il Trunks più grande fece notare: “Dubito che il radar cercasfere sia capace di localizzare una sfera così mostruosamente grande…”

“Bulma mi sembra una donna molto intelligente… potreste chiamarla e dirle di costruirne uno nuovo, molto più potente.” Propose Whis ed il Trunks più giovane annuì: “Sì, ottima idea… se solo ci fosse un modo per contattarla…”

“Ci penso io.” Fece Whis facendo apparire il suo bastone.

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 16:15

 

“Adesso che abbiamo finito, con le pulizie, che ne direste di guardare la tv?” domandò Cheelai e Gure, passandosi una mano sulla fronte bianca, annuì: “Sì, ottima idea! Ci sono dei programmi terrestri interessantissimi… ne ho visto qualcuno durante la mia ultima permanenza sulla Terra...”

Immediatamente, Cheelai si buttò di peso sul divano, mentre Gure prendeva il telecomando ed accendeva la tv, ma, invece di un programma, apparve una trasmissione disturbata.

“Ci saranno anche dei programmi interessantissimi, ma non si vedono. Ci sono soltanto degli screzi…” Commentò Lemo che era in piedi di fianco alla piccola aliena, la quale ammise, mentre schiacciava i vari tasti nel tentativo di cambiare canale, sperando che in un altro le cose andassero meglio, ma inutilmente: “Eh, sì… anche due mesi fa c’era questo problema… bisognerà decidersi a chiamare l’antennista…”

“Ho un’idea! La posso riparare io l’antenna!” propose Lemo e Cheelai, senza il minimo tatto, ribatté: “Ma Lemo, qui ci vuole un giovane!”

“Eh?!” esclamò il vecchietto, mentre Gure tentava di risolvere quella situazione, prima che scoppiasse una guerra: “Quello che Cheelai voleva dire… è che qui ci vuole un tecnico… un professionista in questo genere di riparazioni… sennò rischi di farti male… guarda che il pericolo elettrico non è mica uno scherzo…”

“Va bene, state a sentire, ragazze: non abbiate paura. Non c’è problema. Voi due mettetevi lì, state tranquille. Io vado su e voi mi avvisate quando l’immagine è perfetta! Io vado a ripararla, ok?” dichiarò Lemo, prima di uscire dalla stanza, deciso a dimostrare che anche se aveva una certa età, non aveva alcun problema a sistemare un’antenna tv sul tetto di un palazzo, mentre Gure si raccomandava, preoccupata: “Fa attenzione, Lemo!”

Una volta salito sul tetto, grazie ad una scala, in quanto, a differenza di Cheelai, non sapeva volare, l’alieno scoprì con sgomento che il motivo per cui il televisore non funzionava era perché un uccello aveva fatto il nido sull’antenna tv.

Deciso a dimostrare il suo valore alle ragazze, Lemo afferrò con le mani l’antenna e cominciò ad agitarla, gridando, nel mentre: “Vieni via di lì! Scendi, dico! Scendi, perbacco!”

Sfortunatamente l’animale non sembrava per niente intimorito da Lemo, in quanto continuava tranquillamente a gracchiare, come a sfidarlo.

Vedendo che era inutile, il vecchietto cominciò a salire sull’antenna, dicendo, nel mentre: “Vai via! Vai via! Via di lì, maledetto piccione!”

Tuttavia, a causa del peso corporeo, l’antenna cominciò ad oscillare pericolosamente, facendo sbiancare il povero alieno, il quale si agitò: “No, no, no! Andiamo, bello, vattene… no!!!”

Alla fine, a causa del troppo peso, l’antenna si diveltò, facendo scappare il piccione, ma, in compenso, il povero Lemo si ritrovò a penzoloni nel vuoto, aggrappato all’antenna.

“Ecco! Adesso va meglio, Lemo!” esclamò la voce di Cheelai proveniente dalla finestra aperta.

Il povero alieno cercò di risalire sul tetto, ma il piede gli scivolò dalla grondaia.

Mentre Lemo cercava di tornare lassù, sentiva le voci di Cheelai e Gure che gli davano indicazioni su come sistemare l’antenna, in quanto ignoravano il pasticcio in cui si era cacciato: “No, no… ecco! Bene! No, Lemo, no… ma no! No, Lemo, no! Ancora un pochino, Lemo…”

Ad un tratto, però, il vecchio perse la pesa dell’antenna e, mentre cadeva per terra, sentì la voce delle due ragazze urlargli: “Perfetta! Bravo, Lemo!”

Tuttavia, non appena sentirono un sonoro tonfo proveniente dal giardino, entrambe le ragazze corsero alla finestra per vedere cosa fosse successo e videro Lemo, piuttosto malconcio, ma ancora vivo, sul ramo di un albero, il quale aveva attutito il volo, permettendogli così di sopravvivere alla caduta.

“LEMO!!!!” urlarono, contemporaneamente le due aliene a quella vista, e poi, mentre Gure correva a prendere da un’altra stanza la cassetta del pronto soccorso, Cheelai uscì dalla finestra e volò verso Lemo, così da aiutarlo a scendere.

 

Pianeta di Beerus

Giardino, lunedì, 16:30

 

“Dovrebbe rispondere a minuti…” fece Whis, guardando il suo bastone e, proprio in quel momento, nel bastone apparve l’immagine di Bulma, la quale, sorpresa, domandò: “Sì? Cosa c’è, Whis?”

“Avremmo bisogno che tu costruisca un radar molto potente per localizzare una sfera del drago grande come un pianeta.”

“Che?!?!”

“Adesso ti spiego… poco fa è venuto a trovarci Lord Champa, il fratello gemello di Lord Beerus, il quale è anche il dio della distruzione del Sesto Universo e…”

Mentre Whis spiegava a Bulma la situazione, Beerus si avvicinò al gruppo e dichiarò: “Ascoltate, voi dovete assolutamente vincere! Qualunque cosa succeda, non possiamo perdere contro il Sesto Universo, intesi?”

“Però, adesso che ci penso bene… se anche dovessimo perdere e la Terra venisse spostata in un altro universo… per noi non cambierebbe granché.” Fece notare Broly e Beerus, furioso, urlò: “Che cosa?! Combattete seriamente o vi distruggo!”

“Calma, calma…” tentò di calmarlo il Trunks più grande, mentre Whis, diceva, mentre faceva sparire il bastone: “Ecco fatto. Ho avvisato Bulma. Ha detto che tenterà di costruirlo non appena avrà finito di occuparsi di Lemo…”

“Gli è successo qualcosa?” domandò, preoccupato, Broly e Whis, facendo le spallucce, rivelò: “Mah, a quanto pare ha fatto una brutta caduta poco fa… ma secondo Bulma, a parte qualche livido e graffi, se la caverà…”

Dopo aver detto quelle parole, si avvicinò ai quattro mortali e disse loro, con un tono molto serio: “In ogni caso… fareste meglio a combattere seriamente. Tutti e quattro.”

“Eh? E perché? In fondo, non cambierà niente alla Terra se verrà spostata in un altro universo…” fece notare il Trunks più giovane e Whis ammise: “Vero… alla Terra non succederà niente se finirà nel Sesto Universo… al contrario del Trunks numero 1 e della Mai numero 1.”

“Eh?!” fecero, sconvolti, tutti e quattro e Whis ricordò: “Voi due sapete benissimo che è un grave reato manipolare il tempo… di solito, le divinità della distruzione sono tenute ad eliminare i responsabili di ciò, ma Lord Beerus ha fatto un’eccezione per quanto riguardo il Trunks e la Mai venuti dal futuro, sia perché grazie a loro ha avuto salva la vita, ma anche per poter gustare le delizie della Terra… ma se il Sesto Universo vincesse e la Terra venisse spostata nel loro universo, non ci vorrà molto affinché Lord Champa scopra questa violazione… e di certo, lui non si farebbe alcuno scrupolo ad eliminarvi tutti per evitare di finire nei guai con Lord Zen’o e Lord Beerus non potrebbe fare niente, visto che non sarebbe più il responsabile della Terra e di tutti i suoi abitanti. Se lo scontro fosse avvenuto con il Decimo Universo, non ci sarebbe stato alcun problema, dal momento che anche le divinità di quell’universo sono in debito con noi per via della faccenda di Black Goku e di Zamasu… ma il Sesto non ha avuto alcun coinvolgimento in questa faccenda, almeno in maniera diretta, quindi, non possiamo contare su un debito di riconoscenza.”

Sentendo quelle parole, tutti sbiancarono.

Per i guerrieri del Sesto Universo, quel torneo non avrebbe cambiato niente… ma loro dovevano assolutamente vincere per assicurarsi che i due Trunks e le due Mai fossero al sicuro.

“Un’altra cosa… è opportuno che Lord Champa non sospetti la cosa neanche durante il torneo, dato che, in caso di sconfitta, potrebbe rivelare a Zen’o dell’accaduto, come vendetta per essere stato sconfitto e aver perso le super sfere del drago… ed il Trunks più grande di certo sa cosa succederebbe se intervenisse Zen’o…” continuò Whis ed il Trunks più grande abbassò la testa, ricordando i tremendi momenti della distruzione del suo mondo, ammettendo: “Sì… sarebbe uno spettacolo davvero orribile…”

“Il mio consiglio è che uno dei due Trunks partecipi al torneo sotto falso nome, così da evitare i sospetti di Lord Champa… o almeno rallentarli.”

“Lo faremo.”

“Bene… e adesso rechiamoci tutti sulla Terra per gustare qualche nuova delizia terrestre.”

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Capitolo 27
*** I preparativi per il torneo ***


Capitolo 27: I preparativi per il torneo

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 17:30

 

“Ecco fatto, è pronto.” Esultò Bulma, mostrando un grosso tablet piuttosto vecchietto “Grazie a questo radar dovreste essere in grado di trovare anche quell’enorme sfera del drago.”

“Sei stata velocissima, mamma!” esultò il Trunks più grande, prendendolo in mano, mentre Bulma prendeva una tazza di caffè dal tavolo e, dopo aver riflettuto attentamente, domandò: “Sentite, mi è venuta in mente una cosa… non è che quelle super sfere del drago che sembrano pianeti ci sono anche in quest’universo? Se quei due universi sono davvero gemelli e condividono persino la Terra, dovrebbero essercene anche qui…”

“In effetti… allora dovremmo cercarle prima qui!” esclamò il Trunks più grande, mentre Bulma diceva: “Era quello che pensavo, però…”

“Mh? Mamma, ma qui non compare niente!” esclamò proprio in quel momento l’altro Trunks e la madre rivelò: “Esatto… mi aspettavo di vederne almeno una, ma…”

“Che significa? C’è qualche problema?” domandò Beerus, nervoso, e Bulma spiegò: “Visto che qui ci troviamo ai margini dell’universo, il radar non può sondare tutta l’area. Per cercarle dobbiamo muoverci verso il centro o spostarci in punti diversi. Tarble, Gure, pensate che con la vostra navicella si potrebbe raggiungere il centro dell’universo?”

“Ne dubito molto… anche se è in ottimo stato, l’universo contiene una quantità spropositata di galassie e noi abbiamo solo cinque giorni. Non faremmo mai in tempo a raggiungerlo, anche partendo subito.” Scosse la testa il ragazzo e, ad un tratto, il Trunks più grande sussurrò: “Lord Zuno…”

“Lord Zuno? E chi sarebbe?” domandò, sorpresa, la Mai più grande, mentre il suo compagno rivelava: “E’ un essere misterioso che sa ogni cosa. Nel passato, Zamasu si è rivolto a lui per sapere delle super sfere del drago e anche se fosse possibile scambiare il suo corpo con quello di Goku. Fortunatamente, Zuno ha informato Kibith della cosa, così abbiamo potuto smascherarlo.”

“Allora dobbiamo recarci da lui e farci sapere tutto quello che sa su quelle sfere! Trunks, sai dove abita?” esclamò Bulma, ma la versione più grande del figlio, scosse la testa: “Purtroppo no… ho saputo della cosa solo da Kibith… non so nemmeno che faccia abbia questo Zuno! Non so proprio dove abiti e noi quattro dobbiamo assolutamente allenarci perché non possiamo assolutamente perdere contro il Sesto Universo…”

“Ehi.” Esclamò, proprio in quel momento, Cheelai e, quando tutti si furono voltati verso di lei, l’aliena rivelò: “Io so dove abita Zuno.”

“Cosa?!” esclamarono, allibiti, i ragazzi e Cheelai annuì: “Già, se mi prestate la navicella di Tarble e Gure, vi ci porto subito!”

“Meglio che guidi qualcun altro, sennò la navicella verrà distrutta dalla sua guida spericolata…” borbottò Lemo, mentre Cheelai ribatteva, offesa: “Ehi, lo spazio è di tutti e non ci sono limiti di velocità, almeno non nelle zone troppo frequentate, quindi, posso guidare come mi pare e piace!”

“Guidare?! Ma se neanche hai preso la patente! Se guidi la navicella, ti farai beccare subito e tanti saluti alle informazioni sulle super sfere del drago!”

“Se volete, posso guidare io, mentre Cheelai mi da’ le indicazioni per raggiungere questo pianeta.” s’intromise gentilmente Gure e Cheelai annuì: “Per me va bene.”

“Perfetto, allora noi tre andremo al pianeta di questo Zuno e, non appena avremo tutte le informazioni, torneremo qui.” Annunciò Bulma, prendendo il suo zainetto, mentre Cheelai esultava: “Evvai! Un’uscita tra donne!”

“Puoi star seria una buona volta?” le domandò, seccato, Lemo.

Dopodiché, le tre aliene si diressero sull’astronave di Tarble e Gure, la quale era stata parcheggiata nell’hangar della Capsule Corporation.

“Noi andiamo, ci vediamo dopo!” esclamò Bulma, prima di chiudere il portellone, permettendo alla navicella di partire a tutto gas nello spazio.

“Speriamo che trovino qualcosa…” commentò il Trunks più grande, mentre l’altro annuiva: “Già…”

“Certo che le nostre donne sono tutte molto coraggiose.” Fece notare, proprio in quel momento Broly e Tarble disse: “Beh, credo che sia una cosa che facciamo istintivamente…”

“Eh? Cosa intendi?” domandò il Trunks più giovane allo zio, il quale gli rispose: “Noi saiyan scegliamo solo donne forti, così da generare grandi guerrieri. E’ nel nostro DNA.”

“Eh?” fecero tutti i presenti, increduli, mentre Beerus pensava: “Allora è così! Finalmente sono riuscito a capire come mai le loro mogli erano sempre così agguerrite e spaventose…”

“Ma allora, se le cose stanno così, significa che anche Gure è una donna forte…” fece notare Broly e Tarble annuì: “Altroché… Gure è una ragazza dolce e gentile, ma quando si arrabbia diventa davvero spaventosa!”

“Eh? Davvero?”

“Sì, pensate che una volta…”

 

Pianeta Senza Nome

Stadio, lunedì, 17:45

 

“…Poi abbiamo bisogno anche delle toilette…” disse Vados, mentre Champa esclamò: “Vorrei anche delle bancarelle!”

Vados fece un sospiro.

Erano ora che stavano lavorando allo stadio e l’unica cosa a cui premeva alla divinità era l’esistenza di un luogo per cibo e bevande.

Vados continuò a lavorare ancora per un po’ fino a quando non esclamò, soddisfatta: “Bene, lo stadio dovrebbe essere pronto!”

“Perfetto, allora non ci resta che aspettare il torneo!”

“A proposito, avete già scelto i nostri cinque lottatori?”

Champa si mise a pensare un attimo, per poi notare: “Probabilmente, quei due con i capelli neri che erano da Beerus sono saiyan…”

A quel punto, alzò la testa e, con un sorriso di trionfo, disse: “A questo punto, dovremmo farvi ricorso anche noi…”

 

Pianeta di Lord Zuno

Atmosfera, lunedì, 19:00

 

“Ecco, è quello il pianeta di Zuno!” esclamò Cheelai, sporgendosi dal sedile del pilota dov’era seduta Gure ed indicando il piccolo asteroide dove vi era un castello in stile giapponese antico e, immediatamente, la ragazza annuì: “Capito! Faccio subito manovra d’atterraggio!”

Mentre Gure procedeva con l’atterraggio, Bulma e Cheelai si sedettero sui sedili e si misero la cintura di sicurezza.

“Comunque, Cheelai, volevo ringraziarti. Senza di te, non avremmo mai saputo come trovare Zuno…” disse Bulma e l’aliena dalla pelle verde rivelò: “Beh, mi ricordavo la strada perché ci sono già stata una volta…”

“Ah, sì? E quando?”

Vedendo che Cheelai non solo non rispondeva, ma evitava di guardarla negli occhi, Bulma intuì quand’era successo: “E’ stato quando avete inseguito Tarble per ucciderlo?”

“Sì… avevamo perso le tracce di Tarble e Gure… così ho rivelato a Paragas dell’esistenza di Zuno e lui, ovviamente, si è subito fiondato qui per sapere dove si nascondesse, motivo per cui vi abbiamo raggiunto in così poco tempo… mi dispiace, non avrei dovuto dirglielo… è stata tutta colpa mia…”

“Non è stata colpa tua, Cheelai… quello che è successo due mesi è stata colpa di Paragas, non tua, di Lemo e anche di Broly!” la rassicurò Bulma e Gure aggiunse, mentre faceva atterrare la navicella: “E poi, in un certo senso, è stato meglio che ci abbiate raggiunti quasi subito.”

“Eh?” fece, sorpresa, Cheelai e Gure spiegò: “Quando siete arrivati voi, Bulma aveva appena finito di riparare la navicella… conoscendo mio marito, il giorno seguente l’avrebbe presa per raggiungervi e fermarvi, così da proteggere i due Trunks da Paragas, ma così facendo, si sarebbe fatto ammazzare senza alcuna possibilità di salvezza… invece, così, siamo riusciti a salvare non solo lui, ma anche Broly. Meno male che hai detto a Paragas di Zuno, perché non voglio neppure pensare a cosa sarebbe successo in caso contrario…”

Cheelai guardò sorpresa quella che considerava una stranissima aliena, non tanto per l’aspetto fisico quanto per il carattere.

Invece di urlarle contro per aver quasi messo a repentaglio la vita del marito con la sua azione sconsiderata, la stava addirittura ringraziando per ciò che aveva fatto… però, in effetti, se non fossero venuti sulla Terra, Broly sarebbe rimasto sotto il controllo di quel pazzo di Paragas per sempre… e magari, quel folle avrebbe anche ammazzato lei e Lemo una volta sistemata la faccenda, così da mantenere il controllo su Broly per sempre… il solo pensiero di lasciare Broly nelle mani di quello psicopatico la faceva star male!

Nel frattempo, la navicella atterrò dolcemente sul parcheggio del pianeta.

“Eccoci arrivate.” Fece Gure, togliendosi la cintura di sicurezza, mentre Cheelai diceva, sistemandosi lontana dal finestrino: “Se non vi dispiace, resto qui. L’ultima volta che sono stata qui mi sono fatta un po’ notare… e poi, non vorrei correre il rischio che qualche pattugliatore galattico sia in zona…”

“Io, invece, do un’occhiata alla navicella. E’ sempre meglio fare un controllo generale della navicella all’arrivo, così da evitare brutte sorprese…” aggiunse Gure, aprendo il pannello di controllo, mentre Bulma diceva: “Va bene, non preoccupatevi. Tanto per fare delle domande basto io…”

“O PORCA…!!!!” esclamò, proprio in quel momento, Cheelai e sia Bulma che Gure si girarono verso di lei, domandandole: “Che cosa succede? C’è qualche problema, Cheelai?”

“Mi sono appena ricordata… che quel deficiente risponde alle domande solo in cambio di un bacio sulla guancia!” esclamò l’aliena ed entrambe le donne fecero: “Eh?!”

Bulma rimase un attimo in silenzio, per poi dire: “Va beh, se è solo un bacio sulla guancia posso farlo.”

“Sicura?” domandarono, preoccupate, Cheelai e Gure, mentre Bulma le rassicurava: “Sì, tranquille… penserò di dare un bacio ad un vecchio parente insopportabile. E poi, ho dovuto esaudire richieste di gran lunga molto peggiori a sedici anni.”

Dopo aver detto quelle parole, la donna scese dall’astronave e si diresse verso l’abitazione, dove venne ricevuta da Lord Zuno.

Dopo averlo osservato un attimo in silenzio, disse: “Ehm… Lord Zuno, sarei venuta a chiederle una cosa…”

“Hai una domanda per me?”

“Sì.”

“Allora prego, favorisca il regalo.”

Bulma si alzò in piedi e gli diede un bacio sulla guancia.

Lord Zuno rimase in silenzio un attimo, per poi annunciare: “Tu sei una donna, ma visto che hai superato la sessantina e non sei il mio tipo, hai solo una domanda.”

Sentendo ciò, Bulma rimase un attimo in silenzio, per poi sibilare, con uno sguardo così spaventoso da far sussultare persino Zuno ed i suoi assistenti: “Sarà anche un grandissimo essere sapiente, ma è anche un grandissimo maleducato! Con tutto quello che ho passato, sono fiera di essere arrivata a quest’età!!!”

“C-certo, scusi…” balbettò Zuno.

In tutti quegli anni aveva visto gente di tutti i tipi, tra cui Sagambo e la sua banda di criminali galattici… ma nessuno nell’universo era più spaventoso di quella vecchia terrestre!

Dopo aver detto quelle parole, Bulma si mise a riflettere molto attentamente.

Con solo una domanda disponibile era necessario pensare con molta attenzione a cosa chiedere…

Dopo un po’, Bulma alzò la testa e dichiarò: “Spiegami tutto quello che sai sulle super sfere del drago.”

Immediatamente, Lord Zuno spiegò: “Le super sfere del drago, chiamate anche ‘sfere dei desideri’, sono state create nel 41° anno divino dal drago divino Zarama. Sono corpi sferici perfetti dal diametro di 37.196,2204 chilometri e sono in tutto sette, distribuite tra il Sesto ed il Settimo universo. Le sette sfere di colore giallo chiaro contengono da uno a sette segni a forma di stella di colore rosso. Queste stelle rosse sono realizzate sfruttando una rifrazione grazie alla quale mantengono la forma di stella da qualsiasi angolo le si guardi. Nel 42° anno divino, Zarama le ha brevettate come sua creazione originale. Se si raccolgono tutte le sette sfere sparse nei due universi e si recita la formula ‘Io ti invoco, Drago Divino, esaudisci testé il mio desiderio’, il drago divino compare ed esaudisce un solo desiderio, qualunque esso sia. Una volta realizzato il desiderio, le sfere si disperdono nuovamente e aspettano in silenzio che qualcuno con un sogno irrealizzato torni a raccoglierle tutte.”

Non appena l’uomo ebbe finito con la sua spiegazione, Bulma si mise l’indice davanti alla bocca e sussurrò: “Quindi sono sia nel Sesto che nel Settimo universo, eh? Interessante…”

 

Terra

Capsule Corporation, lunedì, 20:33

 

“Ehi, Tarble, che ne pensi?” domandò Broly, mentre prendeva dal frigorifero una limonata in lattina, e Tarble, il quale aveva appena aperto la sua lattina di aranciata, domandò: “Su cosa?”

“I guerrieri del Sesto Universo… credi che siano forti?”

“Purtroppo sì…”

“Mh? Come fai a dirlo?”

“Lord Champa ha proposto un torneo di lotta subito dopo averci visto mentre ci allenavamo… ci sarà un motivo se è così sicuro di sé…”

“Giusto… sei proprio intelligente…”

“Motivo per cui dobbiamo allenarci duramente e non abbassare la guardia nemmeno per un attimo. Hai sentito cosa succederebbe ai due Trunks e alle due Mai se Champa dovesse vincere o peggio ancora sospettare della loro vera identità.”

“Mi prendi per un matto se ti dico che, nonostante sia molto preoccupato per loro, in fondo in fondo, invece che essere agiato, sono elettrizzato per via di questa situazione di pericolo?”

“Certo che no, Broly! E questo perché… anch’io sento la stessa cosa.”

“Eh? Davvero?”

“Credo che sia per il nostro sangue saiyan… noi siamo un popolo di guerrieri e più una battaglia è tosta e pericolosa, più la situazione sembra senza via di uscita non possiamo far altro che eccitarci e dare il meglio di noi… non possiamo fare a meno di amare il rischio… è una cosa che non possiamo fare a meno… se persino noi quattro, che non siamo di certo saiyan come tutti gli altri ci ritroviamo a provare questi sentimenti, è evidente che non c’è proprio niente da fare.”

 

Spazio profondo

Astronave a forma di cubo di Beerus, sabato, 08:27

 

 “Che cosa?! Le super sfere del drago sono sparse sia tra il Sesto che nel Settimo Universo?!”

La voce di Beerus si sentì in tutto il cubo con cui il gruppo, compresi anche i piccoli Goku e Vegeta, si stava recando alla volta del torneo, anche se ci sarebbe voluto ancora un sacco di tempo.

Infatti, prima ci avevano impiegato trentacinque minuti dalla Terra per raggiungere il pianeta di Beerus e da lì erano partiti alla volta del luogo del torneo, anche se, secondo Whis, il viaggio sarebbe durato due ore e dieci minuti.

Un tempo davvero lunghissimo… se a questo ci si aggiungeva anche la sfuriata di Beerus, il quale non era stato per niente contento di conoscere le informazioni sulle super sfere del drago date da Zuno…

“Ciò significa che quel maledetto di Champa è entrato senza permesso nel mio universo e se n’è portato via qualcuna! Una violazione dell’etichetta intollerabile! Se non avessi già i miei mille problemi con due coppie di doppi che vivono nel mio universo, sarei subito corso da Zen’o per denunciarlo!” sbottò, infatti, la divinità e Bulma annuì: “In ogni caso, per via di ciò, cercare la sfera mancante è due volte più difficile.”

Mentre Bulma e Beerus discutevano, Broly si guardava intorno, incuriosito.

Aveva già viaggiato una volta nello spazio con la vecchia navicella di Lemo, ma allora la visione dello spazio era stata molto limitata, dato che si poteva vedere soltanto dal finestrino, invece, in quella stranissima navicella a cubo si poteva vedere tutto quanto.

Ad un tratto, girandosi, notò un tipo in disparte che non aveva mai visto prima.

Incuriosito al massimo, Broly si voltò verso i suoi tre compagni di squadra ed indicando lo strano figuro, domandò: “Ehi, ragazzi… ma chi è quello? Uno di voi lo conosce?”

Subito, i due Trunks e Tarble si voltarono e videro un tipo basso e mingherlino dalla pelle rosa, orecchie a punta e calzamaglia verde.

“Io non l’ho mai visto prima, neanche nel passato.” Dichiarò il Trunks più grande, mentre Tarble diceva: “Nemmeno io…”

Infatti, uno con una faccia ed un aspetto del genere sarebbe stato impossibile da dimenticare…

“Quello è Monaka. E’ il guerriero più forte di tutti menzionato da Lord Beerus.” Rivelò, proprio in quel momento, Whis il quale si trovava fuori dal cubo, in quanto era intento a guidare la navicella.

“A vederlo non sembra così straordinario…” commentò il Trunks più giovane, mentre Tarble ribatteva: “Come al solito, mai farsi ingannare dalle apparenze.”

“Pare che Monaka significhi ‘Gran Ponta’. Monaka è un eroe che vive sul pianeta Wagashi. Ha un carattere assai dolce e gentile, ma quando mostra i denti è un combattente così straordinario da mettere in difficoltà persino Lord Beerus.” Continuò Whis e, immediatamente, Broly si avvicinò a lui, allungandogli la mano: “Piacere di conoscerla, io sono Broly.”

“Piacere mio.” Fece l’alieno in tono neutro stringendo la mano di Broly, il quale poi domandò, incuriosito: “Cosa significa ‘Ponta’?”

“Capezzoli.”

“Eh?”

“Perché ho i capezzoli grandi.” Spiegò Monaka, facendo muovere quelle che sembravano due palline da ping-pong sul petto.

“Capisco…” commentò Broly, mentre i due Trunks e Tarble facevano una faccia leggermente schifata.

“Stavo bene anche senza saperlo!” commentò Beerus guardando il saiyan in malo modo, mentre il Trunks più grande borbottava: “Adesso capisco perché Zamasu ha preferito impadronirsi del corpo di Goku, invece di quello di Monaka…”

Subito dopo, Beerus si voltò verso i due Trunks e domandare: “Quando a voi due… avete deciso chi si presenterà con un nome falso?”

“Ah, sì. Sono io.” Esclamò il Trunks più grande e Beerus domandò: “Ottimo… che nome hai scelto?”

“Gohan.”

 

Avvertenze:

 

Di certo, se avrete letto la fiction, tra l’altro bellissima, “Across the universe” di Eevaa, avrete notato che in questo capitolo avviene un fatto simile a quello che succede nella fiction e anche in circostanze piuttosto simili… la cosa assurda è che neanche è stata fatta volontariamente, ma mi è venuto d’istinto e ho scoperto di ciò solo leggendo l’opera, quando il capitolo era già stato scritto da un pezzo (diciamocelo, conoscendo i personaggi e le loro vicissitudini, al mio posto avreste scritto esattamente la stessa cosa, no?).

In ogni caso, se volete capire meglio di cosa sto parlando o anche solo per rileggere l’opera, lascio il link di sotto.

 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3972555&i=1

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Capitolo 28
*** I cinque lottatori del Sesto Universo ***


Capitolo 28: I cinque lottatori del Sesto Universo

 

Spazio Neutrale

Pianeta Senza nome, sabato, 09:45

 

“Eccolo, è quello il pianeta Senza Nome.” Annunciò Whis, ma l’attenzione di tutti non era riposta sul pianeta pieno di rocce, ma alle enormi sfere dalle dimensioni di un pianeta che fluttuavano attorno ad esso.

“Qu-quelle sono le Super Sfere del Drago?! Ma sono enormi!” esclamò, senza parole il Trunks più grande, mentre la madre commentava: “Ed io che pensavo che quelle di Namecc fossero le più grandi mai viste in vita mia…”

Per quelli, poi, che non avevano mai visto le sfere del drago prima di allora, lo shock era mille volte maggiore.

“Miseriaccia… immaginavo che fossero grandi… ma di certo non così grandi…” commentò, sconvolta, Cheelai, mentre Tarble aggiungeva: “Sono grandi quasi quanto la Terra! Non immaginavo che esistessero oggetti così grandi…”

Incurante della confusione, Whis fece atterrare il cubo nella cupola dov’era previsto il torneo, per annunciare: “Prego, signori. Siamo arrivati.”

Immediatamente, tutti uscirono, guardandosi intorno, stupiti ed emozionati.

“Oh, ti sei presentato… pensavo che te la saresti data a gambe!” li accolse proprio in quel momento una voce che fece voltare subito di scatto Beerus, il quale si ritrovò davanti al gemello e a Vados.

“Sarebbe lui Lord Champa?” domandò Bulma, incuriosita, mentre Trunks annuiva.

“Sembra la versione grassa di Beerus!” ridacchiò Cheelai, la quale aveva indosso lo zaino più grosso che si fosse mai visto, venendo prontamente redarguita da Lemo: “Cheelai, stai zitta! Se ti sente è la fine!”

“Ma che paura…”

“Comunque, si può sapere cosa c’è in quell’enorme zaino che ti sei portata dietro?”

“Ih ih ih… lo scoprirai quando verrà il turno di Broly.”

“Allora spero che avvenga il più tardi possibile.”

“Ehi!”

Nel frattempo, Beerus stava sibilando, furioso: “Champa… ho sentito dire che hai rubato alcune sfere dal mio universo senza permesso!”

“Pensavo che non t’importasse, visto che non sapevi neanche delle super sfere del drago…”

“Bah… visto che siamo fratelli, ti perdono in via del tutto eccezionale! Tanto presto saranno tutte mie!”

“Mpf… approfitta di questi momenti per prepararti alla sconfitta…” fu tutto quello che disse la divinità, prima di voltare la testa e di andarsene con un sorrisetto di vittoria, mentre Beerus sbottava, infastidito: “Tsk!”

Nel frattempo, il Trunks più giovane si guardò intorno e, ad un tratto, notò tre figure lì vicino ed esclamò: “Kaioshin, sei tu?”

“Trunks, quanto tempo!” esclamò l’essere avvicinandosi al gruppo assieme a Kibith e ad il suo antenato, il quale era stato liberato grazie alle informazioni su di lui che il Trunks più grande aveva appreso nel passato.

“Da quanto tempo non ci vediamo!” esclamarono i due Trunks, avvicinandosi, e Kaioshin annuì: “Sì, da un po’… ho saputo dello scontro che avete affrontato due mesi fa sulla Terra… mi dispiace non essere venuto in vostro aiuto, ma il potere di Broly era troppo per me…”

“Non preoccuparti, Kaioshin. Ce l’abbiamo fatta e questo è quello che conta.”

“Ehi, chi sono quei signori lì?” domandò, all’improvviso, Broly, indicando due figure, una bassa e grassa e l’altra alta e magra un po’ in disparte.

“Quelli sono Fuwa, il Kaioshin del Sesto Universo, ed il suo assistente.” Spiegò Kibith e Broly domandò: “Oh… quindi sarebbero le controparti di quel piccoletto laggiù?”

“Ehi, lui è Kaioshin, il dio della creazione! Quindi, trattalo con rispetto!”

“Scusi, signore!”

Dopo aver detto quelle parole, Broly si mise a riflettere, a braccia incrociate: “Non capisco…”

“Intendi il compito di Kaioshin?” gli domandò Tarble e Broly scosse la testa: “No, quello l’ho più o meno capito… se è il dio della creazione, fa tutto il contrario di quello che fa Beerus, giusto?”

“Giusto.”

“Ma allora se quei due sono i Kaioshin del Sesto Universo, chi…?” iniziò Broly, ma venne subito interrotto dalla voce di Whis, che disse: “Ragazzi, venite qui. C’è la presentazione dei guerrieri.”

“Arriviamo!” esclamarono i quattro dirigendosi, assieme a Monaka sul podio, mentre il Kaioshin del Sesto Universo si avvicinava al vecchio Kaioshin domandandogli: “Ehm… quegli umani sono vostri amici?”

“Eh eh eh… è una lunga storia…” fu la risposta dell’altro.

Nel frattempo, una volta saliti sul podio, il quartetto videro cinque lottatori che li fissavano in silenzio, con aria risoluta.

“Quanta gente…” commentò Broly, mentre Tarble, sgranando gli occhi, esclamava, sconvolto: “N-non è possibile…”

“Che ti prende, Tarble?” domandò il Trunks più grande e Tarble, indicando un tipo che sembrava una lucertola azzurra e bianca con le corna, esclamò: “Quello… quello è Freezer!”

“Eh?! Dici sul serio?!” domandò, allibito, il Trunks più giovane e Tarble annuì: “Sì… l’ho visto solo una volta ed ha i colori diversi, ma sono certo che è lui.”

“Com’è possibile? Quando l’abbiamo affrontato nel passato non era così…” constatò, sorpreso, il Trunks più giovane, mentre la sua controparte più grande gli ricordava: “Gohan ci ha raccontato che possedeva ben tre trasformazioni… probabilmente, quella che stiamo vedendo è quella che usava per vivere quotidianamente…”

“Non ci voleva proprio la versione di Freezer del Sesto Universo…” borbottò Tarble, mordicchiandosi l’unghia del pollice, come faceva tutte le volte che era nervoso, ma il Trunks più giovane lo rassicurò: “Tranquillo, l’abbiamo già affrontato ed eliminato nel passato… a giudicare dal suo Ki, il suo potere dev’essere lo stesso, quindi, dovremmo essere in grado di sconfiggerlo.”

“Meno male…”

“Però, è strano…”

“Cosa?”

“Quella versione di Freezer… ha un’aria diversa… non sembra malvagio…”

“Dici?”

Nel frattempo, Broly si mise a guardare anche gli altri avversari e, ad un tratto, il suo sguardo gli cadde su quello che gli sembrava un grosso robot e, sorpreso, commentò: “Oh, guardate che roba… l’aspetto è quello di uno di quei bestioni di metallo che compaiono nei fumetti di Cheelai, mi sembra che si chiamassero robot, ma… è un essere vivente, quello?”

Proprio in quel momento, l’unico membro umanoide della squadra di Champa, ossia un ragazzo minuto dai capelli a spazzola neri, ad eccezione di un grosso ciuffo che gli ricadeva sulla fronte notò con stupore la coda di Tarble e si avvicinò, ma, non appena ebbe osservato meglio Tarble si fermò di scatto, sorpreso.

Anche Tarble, non appena ebbe osservato meglio il tipo, sgranò gli occhi.

Infatti, a parte qualche piccola differenza estetica, loro due si assomigliavano in maniera impressionante, tanto che anche i compagni di Tarble lo notarono.

“Capperi… come si assomigliano…” commentò, incredulo, Broly, mentre gli altri due Trunks annuivano.

Prima la copia di Freezer e adesso quella di Tarble… ma cosa stava succedendo?

Alla fine, il tipo, guardando tutti loro, domandò: “Siete saiyan?”

“Sì, esatto. Ci sono anche da voi i saiyan?” domandò il Trunks più grande e l’altro ammise, con una punta d’orgoglio: “Beh, direi di sì… dal momento che sono io stesso un saiyan.”

“Eh?! Davvero?!” esclamò, incredulo, Broly, mentre anche gli altri tre facevano facce incredule.

“Aspetta, adesso che ci penso, la tua divisa mi ricorda quelle che indossavano i saiyan prima di venire incorporati nell’esercito di Cold!” esclamò, senza parole, Tarble e l’altro, sorpreso, ripeté: “Esercito di Cold?”

Notando la confusione sul volto del saiyan del Sesto Universo, Tarble gli domandò: “Su quale pianeta vivono i saiyan del vostro universo?”

“Sul pianeta Sadal…”

“Cosa?! Il pianeta Sadal?! Non ci posso credere… nel Sesto Universo il pianeta Sadal esiste ancora?!”

“Da voi invece no?”

“No, nel nostro universo i saiyan fecero scoppiare una guerra civile per decidere chi sarebbe stato il nuovo sovrano dei saiyan e alla fine vinse il mio bisnonno Vegeta I, ma il pianeta era rimasto troppo danneggiato dalla battaglia, pertanto, fummo costretti a trasferirci su un altro pianeta che in seguito venne interamente conquistato da mio padre svariati anni dopo e lo fece chiamare Vegeta in suo onore. Purtroppo, alla fine, un criminale spaziale di nome Freezer distrusse il nostro pianeta sterminando la maggior parte dei saiyan… per quanto ne sappiamo, soltanto io e Broly, che all’epoca eravamo solo due bambini, siamo sopravvissuti a quella strage soltanto perché non eravamo sul pianeta al momento della catastrofe. La cosa buffa è il fatto che noi due, che siamo sopravvissuti, eravamo gli unici saiyan che detestavano combattere e fare del male agli altri…”

“Ci sono parecchie differenze…”

“E la coda che fine ha fatto? L’hanno tagliata anche a te?” domandò Broly, ma l’altro scosse la testa in maniera risoluta: “Pare che una volta ce l’avessimo, ma ora non più.”

“Nel Sesto Universo, i saiyan sono ancora una razza di guerrieri?” domandò il Trunks più grande, mentre il giovane rispondeva: “Sì, ma non occupiamo i pianeti altrui. Principalmente sconfiggiamo cattivi su commissione.”

“Incredibile… da noi era completamente diverso.” Commentò il Trunks più giovane e, proprio in quel momento, si sentì la voce di Vados: “Ehi, voi. Andate nella vostra rispettiva tribuna degli atleti. Il torneo sta per avere inizio.”

Prima di seguire i compagni di squadra, Tarble si voltò verso il saiyan del Sesto Universo e gli disse: “Se ce ne sarà l’occasione, mi piacerebbe visitare il pianeta Sadal.”

“Ma certo, sareste tutti e quattro i benvenuti!”

“Però, durante gli scontri non ho alcuna intenzione di trattenermi.”

“Lo stesso vale per me.”

Dopo aver fatto un sorrisetto, Tarble raggiunse la zona del Settimo Universo e, una volta lì si accorse che Broly stava guardando in direzione delle tribune, pertanto, gli chiese: “Uh? Cosa guardi, Broly?”

“Beh, vedi…” iniziò il saiyan, alzando un braccio, in modo da indicare qualcosa, ma venne subito interrotto da Beerus, il quale urlò: “Cosa diavolo state aspettando voi due?! Che arrivi la primavera?!”

“Ma, Lord Beerus, vede…” tentò di spiegare Broly, ma la divinità sbottò: “Basta! Muovetevi a decidere l’ordine! E mi raccomando… il più forte, Monaka, dev’essere l’ultimo!”

Dopo aver fatto un sospiro, i due raggiunsero i due Trunks e si misero a giocare a sasso, carta e forbici per decidere l’ordine.

“Io sono il primo.” Esclamò il Trunks più grande, mentre la sua controparte più giovane dichiarava: “Io il secondo.”

“Io il terzo.” Fece Tarble e Broly disse: “Ed io il quarto.”

“Bene, è deciso.” Dichiarò Beerus e, pochi minuti, dopo un alieno dalla pelle verde e l’antenna, scelto per il ruolo di arbitro, salì sul palco ed annunciò: “Signore e signori, perdonate l’attesa! Sta per cominciare il torneo di lotta ad eliminazione diretta degli dei della distruzione del Sesto e del Settimo Universo!”

Nessuno degli avversari si accorse dello sguardo deciso e determinato dei quattro guerrieri del Settimo Universo.

Infatti, per loro, non era un semplice torneo per divertirsi… era una battaglia per la salvezza di due persone.

Avrebbero dato tutto loro stessi… fino all’ultima energia del loro potere!

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Capitolo 29
*** Il primo incontro ***


Capitolo 29: Il primo incontro

 

Pianeta Senza Nome

Stadio del torneo, sabato, 10:00

 

“…Inoltre, ricordiamo che è assolutamente vietato utilizzare armi di qualunque tipo.” Finì di elencare le regole del torneo il presentatore ai vari spettatori presenti, sia del Sesto che del Settimo Universo, per poi annunciare. “Ed ora cantiamo tutti insieme l’inno dell’universo!”

“Eh? Ma che…? Fece, sorpresa, Bulma, mentre un buffo esserino che assomigliava molto ad un pinguino con un microfono in una pinna salì sul palco, mentre tutti, compresi, Beerus, Whis, Tarble, Gure e Lemo, si alzavano in piedi, immobili come statue.

L’esserino si mise il microfono davanti alla bocca e cantò: “L’universooo… è vaaastooo!”

Dopo aver detto quelle semplici parole, l’essere scese dal palco, mentre il commentatore diceva: “Grazie mille.”

“Meraviglioso… tutte le volte che lo sento, mi commuovo…” commentò, con le lacrime agli occhi, Lemo, mentre Cheelai borbottava, seccata, giocherellando col bastoncino del chupa chupa che aveva in bocca: “Beh? Tutto qui? Quest’inno è il più corto che abbia mai sentito in vita mia! E persino più breve di quello giapponese!”

“Cheelai, possibile che quando tu apri bocca, riesci sempre a rovinare il momento?”

“Oh, finiscila… non sono mica ai livelli di Beerus!”

“In effetti…”

“Ed ora… diamo inizio agli scontri!” annunciò, proprio in quel momento il commentatore: “I primi lottatori a sfidarsi sono… Botamo del Sesto Universo…”

A seguito dell’annuncio, un tipo che sembrava un orso giallo gigante con indosso una canottiera rossa, salì sul ring con un’espressione di sfida, mentre vari spettatori della parte del Sesto Universo, gridavano: “Vai, vaiii!”

“…E Gohan del Settimo!” continuò il commentatore, mentre il Trunks più grande saliva sul ring, venendo accolto dagli incoraggiamenti dei suoi amici, tra cui l’urlo di Lemo: “Fagliela vedere, ragazzo!”

“Vaiii!” gridò, emozionata, la Mai più grande, mentre il figlio che teneva in braccio, guardava in silenzio il padre, come a studiarlo attentamente.

“In bocca al lupo.” Gli augurò semplicemente Beerus ed il Trunks più grande rispose: “Crepi.”

Vedendolo sul ring, mentre Vados era impegnata a creare una barriera protettiva intorno al ring grazie al suo bastone, in modo da evitare che qualche spettatore si facesse male a causa di un attacco fuori controllo, Champa ridacchiò, divertito: “Quello è uno degli allievi di Beerus… uh uh uh…”

“Cominciate!” ordinò il commentatore e, subito, Botamo si lanciò contro Trunks, ma, per tutta risposta, il saiyan con un rapido movimento lo colpì al petto facendolo rimbalzare sul ring come una palla di gomma.

Sia il guerriero che Champa rimasero senza parole per quell’attacco tanto improvviso quanto potente e preciso, ma, nonostante l’accaduto, Botamo non perse fiducia e tornò ad attaccarlo, venendo sempre, immancabilmente messo al tappetto dagli attacchi di Trunks.

“Non riesco neanche a vedere i movimenti di Trunks!” esclamò, allibito, Lemo, mentre la Mai più giovane disse: “Probabilmente lo sta attaccando a velocità supersonica.”

Anche dalla parte del Sesto Universo le abilità di Trunks non erano passate inosservate, infatti, mentre Champa stava ribollendo dalla rabbia per quell’inaspettata agilità e potenza, Vados ammise, in maniera neutrale: “Non mi aspettavo… che fosse così veloce…”

Trunks continuò a contrattaccare fino a tirargli un pugno così potente da farlo finire al bordo del ring.

“Bravo!!! Continua così!!!” esultarono tutti gli spettatori del Settimo Universo e Champa, furente, sibilò: “Dannazione… abbiamo fatto un terribile errore di valutazione… però…”

Con un sorrisetto, la divinità concluse: “…Botamo deve ancora sfoderare la sua vera forza…”

Infatti, nonostante la potenza dell’attacco di Trunks, Botamo si rialzò subito in piedi con un salto, facendo nel mentre anche un sorriso di sfida, lasciando di stucco l’avversario, il quale sussurrò: “Ma tu…?!”

Purtroppo, non fece in tempo a dire altro che Botamo si lanciò di nuovo all’attacco contro di lui con l’intenzione di dargli un pugno, ma Trunks, prontamente, lo schivò e, afferrandolo proprio per quel braccio, per poi cominciare a prenderlo a pugni, facendolo oscillare da destra a sinistra come un pallone tirapugni.

“Grande! Così lo straccerà!” esclamò, eccitata, Cheelai, mentre la Mai più grande annuiva: “Già, l’avversario non riesce nemmeno a contrattaccare!”

Alla fine, Trunks diede lasciò il braccio di Botamo, dandogli, anche, un potente calcio, facendolo rimbalzare per tutto il ring come una palla, ma, ad un tratto, il guerriero, rotolò indietro, rimettendosi in piedi senza alcun problema, sfoderando persino un sorrisetto divertito, lasciando, allo stesso tempo, stupefatti, gli spettatori del Settimo Universo.

“I miei attacchi non gli fanno assolutamente niente!” esclamò, senza parole, Trunks, per poi urlare, mentre, contemporaneamente, preparava un attacco energetico: “Allora… assaggia questa!”

L’attacco energetico colpì in pieno Botamo, il quale fu lanciato fuori dal ring.

“Ha vinto!” esultò Lemo, ma, proprio in quel momento, Botamo fermò la sua caduta e, con un balzo, atterrò in piedi sul ring, senza mostrare alcun segno di fatica o stanchezza.

“M-ma quello…?!” iniziò, incredula, Gure, mentre Cheelai terminava: “Chi diavolo è?!”

“Botamo non riporta danni... né consuma energia! E’ molto più abile di quello che sembra!” constatò, preoccupato, Lemo, mentre il Trunks che stava combattendo al momento, commentava: “Accidenti… cosa posso fare?!”

“Uh uh uh… ottimo!” ridacchiò, euforico, Champa, mentre Beerus, furioso, sibilava: “Tsk!”

“Siamo nei guai…” commentò il Trunks che si trovava alla tribuna degli atleti “Di questo passo, l’energia dell’altro me non farà che calare!”

“Come abilità, Trunks è nettamente superiore, ma se non riesce a danneggiare l’avversario non c’è margine di vittoria.” Constatò Tarble, mentre Broly ricordava: “Trunks non si ancora nemmeno trasformato in supersaiyan, possiamo farcela!”

“Se anche lo facesse, non sappiamo se riuscirà a danneggiare Botamo.” Gli rivelò il Trunks in tribuna, mentre quello che combatteva, sbottava: “Maledizione!”

Infatti, per quanto lo colpisse al ventre, Botamo non sembrava avvertire alcun danno.

“L’unica è rischiare il tutto e per tutto e provare a colpirlo con il massimo della forza.” Constatò il Trunks che non combatteva, mentre Tarble, mordicchiandosi l’unghia del pollice commentava: “Accidenti… immaginavo che i guerrieri del Sesto Universo fossero forti, ma non così tanto! Non avrei mai immaginato che Trunks sarebbe stato costretto a tirar fuori tutta la sua forza già dal primo incontro…”

“Ormai è meglio rinunciare all’idea di conservare le energie pensando al prossimo avversario…” annuì il Trunks in tribuna.

Nel frattempo, il Trunks continuava a combattere, cercando, contemporaneamente, di trovare una soluzione al problema.

Non sapeva proprio come fare, ammesso che ci fosse una soluzione…

Gli attacchi a Botamo non parevano avere il minimo effetto… sembrava fatto di gomma!

Che accidenti poteva fare?!

Ad un tratto, però, gli venne in mente una cosa… forse era un’idea cretina e non avrebbe funzionato… ma tanto, per come stavano andando le cose, non restava altro che provare… e se neanche quello funzionato, avrebbe usato la trasformazione in supersaiyan!

Di conseguenza, Trunks fece un balzo indietro e spinse leggermente indietro le braccia, come se stesse preparando un attacco energetico.

Botamo fece un sorriso di vittoria e corse verso Trunks, ma, non appena gli fu davanti, il ragazzo gli diede una spinta che lo fece cadere rumorosamente a terra.

“Eh?” non poterono fare a meno di lasciarsi scappare tutti, anche coloro che si trovavano alla tribuna dei combattenti, sia del Sesto che del Settimo Universo, comprese le due divinità della distruzione ed i loro rispettivi angeli.

“C-che fai?! Cosa speri di…?!” domandò, allibito, Botamo, mentre il terrestre venuto dal futuro lo prendeva per le gambe iniziando a trascinarlo sul ring.

Per contrastarlo, Botamo tentò di lanciare degli attacchi energetici a Trunks sia da entrambe le mani che dalle orecchie, ma il ragazzo li evitava senza troppo problemi.

All’improvviso, però, si fermò e lasciò andare il guerriero, il quale, furioso per l’oltraggio subito, si rialzò prontamente e, mentre si lanciava verso Trunks con un pugno, urlò, arrabbiato: “M… maledetto!!!”

Tuttavia, Trunks si abbassò rapidamente e, prendendo il braccio di Botamo, lo scaraventò fuori dal ring, in quanto si era fermato proprio sul bordo.

Ciò lasciò di stucco tutti quanti, compreso lo stesso Botamo, il quale non aveva ancora compreso come avesse fatto a ritrovarsi così su due piedi fuori dal ring.

Il commentatore fu il primo a comprendere cosa fosse successo, in quanto annunciò: “Botamo è uscito dal ring! Vince Gohan del Settimo Universo!”

Immediatamente, tutti gli spettatori del Settimo Universo si misero a congratularsi con Trunks e ad applaudire.

“Bravo, continua così!” sorrise, soddisfatto, Beerus, mentre, al contrario, Champa fumava di rabbia, tanto che sibilò, inviperito: “Maledetto…”

Mentre Botamo si dirigeva mogio mogio verso la tribuna degli atleti del Sesto Universo a causa della sua sconfitta e Champa diceva qualcosa al tizio che assomigliava a Freezer, l’attenzione del Trunks sul ring fu attirata dal quinto membro del Sesto Universo, il quale era seduto tra il saiyan simile a Tarble e a quello che sembrava un gigantesco robot: aveva la pelle viola, indossava quello che sembrava un cappotto violaceo ed era seduto sulla panchina con gambe e braccia incrociate con gli occhi chiusi.

Sembrava che dormisse, e forse era davvero così… ma Trunks avvertiva che, allo stesso tempo, i suoi sensi erano acuti e vigili, pronti a captare il minimo segnale sospetto.

Non aveva alcun dubbio: in quel torneo, l’avversario più tosto sarebbe stato lui.

Nel frattempo, anche nella tribuna degli atleti del Settimo Universo, Tarble stava commentando: “E uno è andato… ne restano solo altri quattro e qualcosa mi dice che saranno molto più difficili da sconfiggere rispetto a Botamo, il quale non è stato di certo una passeggiata…”

“Capirai… hanno un saiyan ed un tizio che sembra Freezer in squadra! E oltretutto, dobbiamo pure evitare che Champa scopra la verità su noi due… accidenti… siamo solo all’inizio e sono già più teso della corda di un violino…” dichiarò Trunks, mentre Broly domandava, nello stesso momento: “Sentite, ma chi…?”

“Bene, nel prossimo incontro…” annunciò, proprio in quel momento, il commentatore, facendo zittire all’istante Broly, mentre il tipo che assomigliava a Freezer saliva sul ring: “Il vincitore Gohan affronterà… Frost!”

“Passano subito all’incontro successivo? Sarà dura…” constatò, preoccupato, Tarble, mentre il Trunks rimasto in tribuna, vedendo Frost salire sul ring, commentò: “Il prossimo è lui?”

Intanto, anche l’apparizione di Frost aveva fatto scalpore tra il pubblico del Settimo Universo, infatti, Lemo, esclamò, incredulo e anche spaventato: “Ma quello… è identico a Freezer!”

“Davvero?! Ma quando ha attaccato la Terra assieme a suo padre aveva un aspetto molto diverso… certo, le parti meccaniche sono state aggiunte per permettergli di combattere, ma strutturalmente era molto diverso rispetto a quel tipo…” esclamò, incredula, Bulma, mentre Lemo aggiungeva: “L’ho visto solo una volta di sfuggita in una stazione spaziale… ma l’aspetto è identico a quello che aveva quella volta! Però, girava voce tra i soldati che possedesse una trasformazione…”

“A quanto mi ha detto un mio vecchio amico di nome Crilin, pare che Freezer possedesse ben tre trasformazioni.”

“Bontà divina… addirittura tre?! Già razze aliene con una sola trasformazione sono molto rare… ma tre… miseriaccia… meno male che sono sempre stato nelle retrovie dell’esercito…”

“Però, avevi ragione, Lemo… quel tipo è davvero basso! Dev’essere alto all’incirca come Tarble…” ridacchiò, divertita, Cheelai, beccandosi pure un’occhiataccia da parte di Lemo, mentre Bulma meditava, leggermente preoccupata: “In ogni caso, se quel tipo è davvero Freezer, è un grosso problema…”

Nel frattempo, Frost si avvicinò senza alcun timore al Trunks sul ring e, non appena gli fu davanti, fece un sorriso per poi allungare la mano verso di lui e dire, allegramente: “Piacere!”

“Eh?” non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire Trunks.

Aveva avuto a che fare con Freezer solo una volta nel passato, proprio come la sua controparte più giovane, e non si poteva dire che quel tipo gli assomigliasse neppure vagamente!

In ogni caso, un po’ imbarazzato, Trunks prese la mano di Frost e gliela strinse, dicendo nel mentre, anche se un po’ titubante: “P-piacere mio…”

“Impegniamoci entrambi facendo del nostro meglio!” esclamò, entusiasta, Frost, mentre Lemo, dalla tribuna commentava, sorpreso: “Eh? Non assomiglia per niente al Freezer che conosco io… quello era capace di far fuori qualcuno solo per avergli fatto notare che gli puzzava l’alito…”

“Sembrerebbe un gentiluomo…” aggiunse la Mai più giovane, mentre, contemporaneamente, il commentatore annunciava “Diamo inizio al secondo incontro! Cominciate!”

Immediatamente, sia Trunks che Frost si misero in posizione, per poi iniziare a combattere.

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Capitolo 30
*** Due strane vittorie ***


Capitolo 30: Due strane vittorie

 

Pianeta Senza Nome

Stadio del torneo, sabato, 10:45

 

La prima cosa che tentò di fare Frost a Trunks fu di colpirlo con un pugno, ma il saiyan, prontamente, lo parò con un braccio.

A quel punto, Frost tentò di colpirlo con un altro pugno, ma, abilmente, Trunks lo schivò e a sua volta cercò di colpirlo con un pugno, ma, stavolta, fu Frost a bloccarlo con la mano.

Per qualche minuto, lo scontro si svolse in quella maniera, con entrambe le parti che davano pugni all’altro, mentre questo, contemporaneamente li schivava.

“E’ uno scontro serrato… non si vedono neanche i movimenti delle mani!” commentò Lemo dagli spalti, incredulo.

In fondo, quella era la prima volta che assisteva ad un combattimento di Freezer, o meglio, di una sua versione di un altro universo.

Alla fine, però, Trunks colpì Frost con una potente ginocchiata facendolo volare, ma l’alieno si riprese durante il volo e si diresse a tutta velocità verso il ragazzo, il quale si mise in posizione di combattimento, ma, inaspettatamente, Frost lo superò, mentre la sua coda nera si avvolgeva alla gamba di Trunks, per poi, aiutato da essa, cercare di colpire alle spalle il ragazzo, ma Trunks, anche se rimase parecchio sorpreso da quella mossa, si parò velocemente con le braccia, venendo a sua volta sbalzato all’indietro, ma Frost, intuendo che ciò non sarebbe bastato a sconfiggere l’avversario, prontamente, si lanciò contro di lui e, una volta che lo ebbe raggiunto, cominciò a tempestarlo di pugni, finché Frost non provò a colpire Trunks al petto, ma il ragazzo sparì letteralmente e l’unica cosa che colpì l’alieno fu il ring, i cui detriti volarono a tutta velocità verso Whis e Beerus, i quali erano lì vicino, ma l’angelo, senza troppi problemi, li ridusse in briciole con col semplice tocco del dito indice.

Mentre Frost tornava alla carica con Trunks, Whis constatò: “Nessuno dei due scopre le proprie carte...”

“Che spreco di tempo… datevi una mossa a finire!” sbottò, irritata, la divinità, mentre Frost volava a tutta velocità verso Trunks, provando a dare un calcio all’avversario, il quale, a sua volta, tentò di dargli a sua volta un pugno, ma entrambi, venendo però entrambi prontamente parati.

A quel punto, i due combattenti scomparvero sotto gli occhi allibiti dei presenti.

“Sono scomparsi di nuovo!” esclamò, sorpresa, Gure, mentre Lemo aggiungeva: “Sono fulminei! Non si riescono nemmeno a seguire!”

Lo scontro continuò così per qualche minuto, con alcune brevi apparizioni dei due contendenti, anche se era ormai chiaro a tutti che Frost era in netto svantaggio, fino a quando Trunks tentò di colpire l’alieno sulla testa, ma quando Frost tentò di coprirsi la testa con le braccia per parare il colpo, Trunks cambiò posizione e, tra la sorpresa generale, lo colpì violentemente al petto, facendolo atterrare bruscamente sul ring.

Dolorante, l’alieno si rialzò, massaggiandosi il ventre, anche se non poté fare a meno di fare un sorrisetto divertito che non sfuggì a Trunks, in quanto, facendo anche lui un sorrisetto, esclamò: “Lo sapevo.”

“Cosa?” fece l’altro, leggermente sorpreso, e Trunks rispose: “Stai saggiando la mia forza, vero?”

“Eh?! Assolutamente no!”

“Faresti meglio a mostrarmi il tuo stadio finale.”

Sentendo quelle parole, Frost fece uno sguardo seccato.

Ma come faceva a sapere della trasformazione?!

Eppure era la prima volta che si vedevano!

“Hai intenzione di trasformarti un po’ per volta a seconda dell’avversario, vero?” continuò il ragazzo e l’altro, sgranando gli occhi, esclamò: “Come fai a saperlo?!”

Come faceva a sapere del suo piano?!

“Al mio maestro è capitato di combattere contro un tizio uguale a te nel nostro universo… che in seguito ho anche affrontato io stesso!” rivelò Trunks e l’altro con un sorriso, rispose: “Ma certo… adesso capisco…”

“Se continui a prendertela comoda, verrai sconfitto prima di riuscire a dimostrare la tua vera potenza.”

“Grazie per il consiglio, adotterò subito la forma finale.”

Dopo aver detto quelle parole, Frost si mise in posizione di concentrazione, mentre attorno a lui si sprigionava una forte energia che venne avvertita da tutti, anche da quelli che non erano in grado di percepire i Ki, in quanto tutta quell’energia faceva credere che l’aria stesse violentemente tremando.

“S-si trasforma?” domandò, sbalordito, il saiyan del Sesto Universo, mentre Frost si metteva ad urlare, con la testa, il dorso ed il petto che s’ingrossavano.

Non appena Frost ebbe finito, fissò divertito Trunks, il quale, invece, era piuttosto sorpreso di quella forma, dal momento che quando aveva affrontato Freezer nel passato, il suo aspetto era completamente diverso rispetto a quello di Frost… ma, in fondo, l’alieno apparteneva ad un altro universo, quindi, magari, alcune cose erano diverse…

“Maledetta stupida lucertola… quella non è la forma finale, ma la penultima! Ci prende in giro!” sbottò, invece, adirato, Beerus, mentre Whis, con calma, gli ricordava: “Beh, nessuno di loro ha mai visto quella trasformazione prima d’ora, Lord Beerus…”

“Oh, quanto non sopporto quelle lucertole…”

“Ce l’ha ancora con Freezer per non aver eliminato tutti i saiyan in un colpo solo?”

“Esatto! A quel cretino avevo dato un semplice e ridicolo ordine e guarda cosa mi ha combinato! Ha lasciato in vita una mina vagante che mi ha pestato come un sacco da boxe! Vorrei che fosse ancora vivo quel disgraziato, così lo farei prendere a bastonate da Broly! Persino io avrei fatto un lavoretto migliore del suo!”

“Come ha fatto coi dinosauri della Terra?”

“Beh, volevo dare una bella lezione alla maggior parte di loro, non a tutti! Se avessi voluto, all’epoca, avrei fatto sparire il pianeta e tanti saluti! Ma visto che io sono io, ho avuto il presentimento che dalla Terra si poteva ricavare qualcosa di buono, così me ne sono andato, lasciandola intatta!”

“Strano, Lord Beerus… io ricordo che quella volta aveva troppa fame per distruggere la Terra, quindi, ha deciso di fare uno spuntino e un pisolino durato la bellezza di cinquant’anni e, al vostro risveglio, vi eravate completamente dimenticato della faccenda.”

“Whis, falla finita!”

Nel frattempo, Frost guardò il Trunks sul ring e ridacchiò: “Uh uh uh… va bene così?”

“Immagino di sì… anche se quello che ho affrontato io era un po’ diverso…” fu la risposta di Trunks, in quanto era ancora un po’ confuso dalla trasformazione, e l’alieno domandò: “Per curiosità, il me stesso del tuo universo ti ha battuto?”

“No.”

Frost rimase in silenzio un attimo a quella risposta, per poi affermare: “Beh, non importa… qui le cose andranno diversamente.”

“Staremo a vedere… in guardia!”

“Sono pronto!”

Sia Trunks che Frost partirono all’attacco ed i due avversari si lanciarono all’attacco l’uno contro l’altro, al momento in perfetta parità.

“Ottimo, Frost è in vantaggio!” constatò, entusiasta, Champa, mentre Vados annuiva: “E’ naturale, coi pugni è il più forte del nostro universo.”

Nel frattempo, il Kaioshin del Sesto Universo col suo assistente si avvicinò ai due Kaioshin del settimo universo e, con un certo atteggiamento di superiorità, commentò: “Oh oh oh… sembra che il nostro campione stia vincendo!”

“Eh eh eh… beh, stiamo a vedere.” Fu la semplice risposta del Kaioshin più anziano.

Proprio in quel momento, Frost lanciò un attacco energetico dall’indice e dall’anulare uniti che colpì in pieno Trunks facendolo cadere sul ring.

“Che te ne pare?” domandò Frost, sicuro di sé “Ti consiglio di arrenderti, prima di farti male sul serio.”

Inaspettatamente, però, Trunks si rialzò in piedi con un balzo e, massaggiandosi il collo leggermente dolorante, commentò: “Niente male… se devo essere sincero, sei leggermente più forte di Freezer… però…”

Nel dire quella frase, però, smise di massaggiarsi il collo e, guardando Frost con un sorriso furbo, commentò: “…Stai nascondendo almeno un altro livello di trasformazione, vero? Che furbastro…”

“Furbastro?” ripeté l’alieno, ancora mezzo sorpreso per il fatto che l’avversario avesse capito che possedeva ancora un’altra trasformazione, mentre Trunks diceva: “Beh, ad essere sincero… lo sono anch’io.”

Nel dire quella frase, Trunks si trasformò in supersaiyan con enorme sorpresa dei componenti del Sesto Universo, in primis, ovviamente, lo stesso Frost.

“M-ma che…?! Qu-quello è un terrestre, no?!” domandò, incredulo, Champa, mentre Vados diceva “Sembra che non sia un terrestre qualsiasi… anzi, credo che si tratti di un incrocio tra un saiyan e una terrestre…”

Anche Fuwa rimase senza parole, infatti, balbettò, incredulo: “M-ma… c-che… diavolo…?!”

Incurante della confusione, Trunks si lanciò all’attacco contro Frost, ma l’alieno capendo che se restava così avrebbe senz’altro, si mise ad urlare, venendo avvolto da una fiamma d’energia che bloccò subito il ragazzo, costringendo gli spettatori a chiudere gli occhi per non rischiare di venire accecati da quella fiamma.

Mentre osservava la polvere generata dall’esplosione spostarsi rivelando una sagoma dietro di essa, Trunks fece un sorrisetto e commentò: “Lo sapevo… adesso ti riconosco.”

Infatti, la figura davanti a lui, anche se con le opportune differenze, assomigliava in maniera impressionante a Freezer, escludendo, ovviamente, le parti meccanizzate, che naturalmente Frost non aveva.

Trunks lo fissò in silenzio, per poi affermare: “La vera sfida comincia adesso.”

Dal canto suo, Frost fece un sorriso divertito, mentre il saiyan del Sesto Universo, domandava, incredulo: “Quello… è il vero aspetto di Frost?”

In quello stesso istante, Frost sprigionò un incredibile aura d’energia attorno a lui e anche Trunks fece immediatamente la stessa cosa.

A quel punto, Frost si avventò contro il ragazzo e cercò di lanciargli degli attacchi energetici, ma Trunks li parava tutti quanti senza problemi, per poi iniziare ad avvicinarsi all’avversario e, una volta che gli fu davanti, gli bloccò i polsi con le mani e gli diede un calcio così forte che lo fece scontrare contro la barriera.

Nonostante ciò, l’alieno si fiondò a tutta velocità contro Trunks con espressione adirata.

Infatti, era palese che il fatto di venir sconfitto nella sua forma finale doveva essere un grosso affronto per lui…

Ma più perdeva la calma, più Trunks era in grado di tenergli testa con più facilità, dal momento che stava lasciando troppi punti scoperti.

Un altro che era adirato dal fatto che Frost stesse perdendo era, ovviamente, Champa, il quale guardava lo scontro tra i due andare sempre peggio per il suo combattente con uno sguardo davvero furente.

Ad un tratto, per fermare l’avanzata di Trunks con un movimento dell’aria, ma, per tutta risposta, l’avversario fece lo stesso e la sua potenza scaraventò Frost al bordo del ring.

“M-ma che…” non poté fare a meno di commentare, sbalordito, Fuwa, mentre l’anziano Kaioshin, con lieve soddisfazione, diceva: “Oooh… in un batter d’occhio le posizioni si sono invertite.”

Nonostante la stanchezza, Frost ebbe la forza di sorridere e di sussurrare, mettendosi anche nella posa che, chi l’aveva vista dal vivo, la riconobbe subito come quella tipica di Freezer: “Straordinario… non me l’aspettavo, davvero… però… non riuscirai mai a battermi.”

“Non accetta proprio la sconfitta, quello…” commentò Broly, mentre Frost si lanciava di nuovo all’attacco di Trunks, ma, per tutta risposta, il saiyan lo schivò e lo colpì in maniera piuttosto forte al dorso, facendolo cadere per terra.

“Mi dispiace, ma è finita. Faresti meglio ad arrenderti.” Lo avvertì Trunks, mentre Frost si alzava faticosamente, allontanandosi anche un attimo, dandogli sempre le spalle.

Inaspettatamente, però, Frost si lanciò all’attacco contro Trunks cercando di tirargli un pugno con la mano destra, il quale venne prontamente parato da Trunks, ma, improvvisamente, il ragazzo si sentì girare la testa in maniera pesante e Frost ne approfittò per tirargli un calcio così potente da farlo cadere fuori dal ring, lasciando, stavolta, l’intero Settimo Universo di stucco

Dopo un lieve attimo di confusione per quell’inaspettato colpo di scena, il commentatore annunciò: “Gohan è fuori dal ring! Frost vince l’incontro!”

“Eh?! Cosa?!” esclamarono allo stesso tempo, allibiti, l’altro Trunks, Broly e Tarble.

“T-Trunks… ha perso?!” domandò, incredula, la Mai più giovane, mentre la sua controparte più anziana, dopo aver affidato il figlio a Bulma corse dal suo compagno per sincerarsi che stesse bene, gridando: “Trunks!!!”

La ragazza corse a tutta velocità verso il compagno svenuto, assieme a due alieni identici d’aspetto al commentatore con una barella e si mise a scuoterlo leggermente.

Dopo un po’, Trunks, leggermente frastornato, aprì gli occhi, facendo un semplice: “Mh?”

Dopodiché si rialzò a sedere, massaggiandosi il collo borbottando: “Ahi, ahi…”

In seguito, mentre la sua ragazza faceva un sospiro di sollievo, il ragazzo si guardò intorno e domandò, incredulo: “Eh? Ho perso?”

A quel punto, Trunks si voltò verso Frost, il quale era rimasto sul ring a guardarlo, e ammise: “Certo che ci sai fare, Frost… non ho nemmeno capito che tecnica hai usato!”

“Grazie.” Fu la semplice risposta dell’altro.

Nel frattempo, nella tribuna degli atleti del Settimo Universo, Whis commentò, semplicemente: “Oh, il Trunks numero 1 ha perso…”

“C-che combina quel cretino?!” fece, adirato e nervoso, Beerus, per poi borbottare, sempre più agitato: “N-non va bene… non va bene per niente!”

Intanto, una volta raggiunti i compagni, il Trunks più grande fu raggiunto dal suo doppione, il quale gli chiese, incredulo: “Che ti è successo? Eri in netto vantaggio e poi, all’improvviso…”

“Non lo so… per qualche strano motivo, quando mi ha colpito con il pugno ha iniziato a girarmi la testa…” fu l’amara risposta del Trunks più grande, mentre Broly lo consolava: “Su, non fare così… siamo ancora in quattro… e poi, il tuo è stato uno scontro fortissimo! Anche quei…!”

Tuttavia, il saiyan s’interruppe bruscamente, non appena si accorse che Tarble stava osservando in silenzio Frost molta attenzione.

“Mh? C’è qualche problema, Tarble?” gli domandò Broly, incuriosito, e Tarble rispose: “No, niente… è solo che…”

“Andiamo avanti! Il prossimo sfidante del Settimo Universo a combattere contro Frost sarà… Trunks!” lo interruppe proprio in quell’istante il commentatore ed il Trunks più giovane si diresse sul ring.

“Cominciate!” fece l’annunciatore e, immediatamente, Frost, abbandonando ogni minimo di prudenza rispetto allo scontro precedente, si fiondò subito all’attacco contro Trunks, ma il ragazzo lo schivò prontamente e volò in aria.

Di conseguenza, Frost tentò di colpirlo con un attacco energetico, ma Frost continuò a colpirlo con raggi energetici che venivano prontamente schivati.

“Quello è il fratello minore del tizio di prima, giusto?” domandò, proprio in quel momento Champa dalla tribuna dei guerrieri del Sesto Universo, mentre Vados, meditabonda, commentava: “Mmh… non ne sarei così sicura…”

Nel frattempo, Trunks urlando, mentre, contemporaneamente, preparava un attacco energetico, trasformandosi anche in supersaiyan: “Ti ho già sconfitto una volta… ti sconfiggerò anche in questa!”

Frost, sempre più seccato, schivò quell’attacco energetico, per poi provarne a lanciarne un altro.

Mentre i due contendenti continuavano a combattersi utilizzando attacchi energetici, il Trunks in tribuna commentò: “L’altro me ci sa fare, eh?”

“Già… però si limita soltanto alla difesa… Frost sta consumando molte energie, ma anche quelle dell’altro Trunks stanno calando… comunque, pare che Frost stia perdendo la sua proverbiale calma a furia di combattere… mi sa che vuole terminare questo scontro il più in fretta possibile…” constatò Tarble, mentre Broly commentava: “Quel tipo non sa proprio perdere!”

“Già… è proprio quello che temo…” commentò il giovane, continuando a guardare l’incontro.

Nel frattempo, Frost, sempre più adirato e stanco, smise di attaccare e guardando l’avversario, mentre con la mano sinistra massaggiava il braccio destro, sibilò, furente: “Mettiamo fine a quest’incontro!”

Dopo aver detto quelle parole, si lanciò all’attacco e tentò di colpire varie volte Trunks con la mano sinistra, le quali venivano bloccate senza troppi problemi dal ragazzo.

Ad un tratto, Frost lanciò il pugno destro in direzione di Trunks, il quale, prontamente, parò il pugno con una mano, ma, non appena lo ebbe parato, si sentì strano.

Non perché il pugno dell’avversario fosse fortissimo, anzi, era parecchio debole, ma si sentì la testa girargli terribilmente…

A quel punto, prontamente, Frost ne approfittò per lanciare un pugno al petto di Trunks che lo fece uscire fuori dal ring, con grande sgomento di tutti gli appartenenti al Settimo Universo, i quali non poterono fare a meno di esclamare, allibiti per quella scena: “Eh?!”

“Fuori dal ring! Il vincitore è Frost!” dichiarò l’arbitro, mentre Bulma dagli spalti diceva, sbigottita: “Ehi! Di nuovo la stessa scena! Ma com’è possibile?!”

“Ah ah ah! Bravo, bravissimo!” esultò Champa, mentre il Trunks che finora aveva combattuto faceva segno ai tipi della barella che non aveva bisogno di aiuto, per poi alzarsi e dirigersi verso la tribuna del Settimo Universo.

“Tutto bene, Trunks?” gli domandò, preoccupato, il suo doppione più grande, mentre il ragazzo borbottava: “Sì… accidenti, non riesco proprio a capire come sia potuto succedere… eppure ero in guardia!”

Poi, dopo essersi girato in direzione di Tarble, in quanto il prossimo avversario di Frost sarebbe stato lui, lo avvisò: “Fa’ attenzione, Tarble… mi sa che quello è molto più forte di quello che pensiamo.”

“…Oppure molto più subdolo.” Borbottò Tarble, mentre levitava verso il ring.

La sua frase lasciò di stucco i suoi tre compagni di squadra, i quali non poterono fare a meno di esclamare, sorpresi: “Eh?”

“E’ un disastro… un vero disastro!” stava dicendo, nel frattempo, Beerus, mettendosi le mani in testa.

I suoi guerrieri stavano cadendo tutti come mosche!

Se continuava così, sarebbe poi toccato a Monaka e allora…

“Continuiamo… il prossimo ad affrontare Frost sarà… Tarble!” annunciò l’arbitro, mentre Tarble si metteva in posizione di combattimento, con espressione decisa.

A differenza di tutti gli altri, infatti, era l’unico ad aver capito che, in realtà, Frost stesse barando.

Infatti, non gli era sfuggito il fatto che in entrambe le volte, prima di attaccare i due Trunks mettendoli al tappeto, si era toccato il braccio destro, oltre al fatto che gli era per giunta parso di vedere un luccichio da quel braccio quando Frost aveva attaccato il primo Trunks… inoltre, i sintomi descritti dal Trunks più grande ed il comportamento che entrambi avevano avuti erano riconducibile ad un veleno piuttosto diffuso nel Settimo Universo, grazie al cielo non letale se preso in piccole quantità, ma capace lo stesso di far svenire una persona o, se era molto forte fisicamente, come nel caso dei suoi due nipoti, di creare notevole confusione e un lieve malessere…

In ogni caso, i suoi sospetti da soli non bastavano di certo per poter accusare Frost di star utilizzando un’arma, in quanto poteva essere nascosta molto accuratamente e se l’ispezione non avesse portato a niente, c’era il rischio di passar per un bugiardo o, peggio ancora, di dare al Settimo Universo una penalità che, al momento, era l’ultima cosa di cui avevano bisogno…

Soltanto un vero e proprio idiota poteva mettersi ad accusare qualcuno senza avere nemmeno uno straccio di prova…

 

Spazio profondo del Settimo Universo

Settore Nord, sabato, 11:45

 

“Etciù!” fece l’alieno, mentre pilotava la vecchia astronave e, subito, una voce proveniente dall’auricolare che l’essere stava indossando, gli domandò: “Non ti sarai mica preso il raffreddore, Jaco?”

“No, Calamis… dev’essere colpa del sistema dell’aria condizionata della navicella… quell’idiota di un meccanico l’ha regolata male! L’ha fatto troppo potente e adesso la mia navicella è un frigorifero! Se penso che prima era un forno… ma dico, io sono una super élite della Pattuglia Galattica e guarda un po’ te come vengo trattato! Ancora un po’ e qui dentro cominceranno a girare i pinguini!” protestò vivacemente Jaco, mentre continuava a far andare la navicella.

 

Pianeta Senza Nome

Stadio, sabato, 11:46

 

In ogni caso, si trovava in un bell’inghippo: quella versione di Freezer del Sesto Universo era di certo troppo potente per lui, dato che lui non era di certo allo stesso livello dei due Trunks i quali, imbrogli a parte, erano stati in grado di sconfiggerlo senza troppi problemi, sia la versione del Sesto Universo che di quella del Settimo, anche se, in quel caso, avevano fatto fuori quello di un’altra linea temporale…

L’unica speranza che aveva per vincerlo era dimostrare davanti a tutti che stava violando il regolamento usando un’arma, così da farlo squalificare per comportamento scorretto e rimettendo così in gara anche i due Trunks, dato che se si fosse scoperto che aveva barato anche nei precedenti scontri, le sue due vittorie sarebbero state immediatamente annullate, i quali erano troppo preziosi, evitando, allo stesso tempo, di farsi colpire da quel dannato veleno, il quale sarebbe di certo bastato per mettere al tappeto uno come Broly e Monaka, coloro che erano stati capaci di sconfiggere Beerus!

Però… sarebbe stato in grado di portare a termine un compito così delicato ed importante senza fallire?

In fondo, sapeva soltanto che Frost possedeva un’arma nel braccio destro… però non sapeva la forma di essa né quanto fosse lunga, dettagli che lo mettevano in una terribile posizione di svantaggio…

Beh, doveva lo stesso tentare… sperando allo stesso tempo in bene…

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Capitolo 31
*** Lotta d'astuzia ***


Capitolo 31: Lotta d’astuzia

 

Pianeta Senza Nome

Stadio, sabato, 11:47

 

“Molto bene… cominciate!!!” ordinò l’arbitro e, immediatamente, Tarble si alzò in volo e cominciò a lanciare dei raggi energetici in direzione di Frost.

In quanto non aveva speranza di battere Frost in uno scontro frontale, aveva deciso di combatterlo a distanza con degli attacchi energetici… inoltre, in questo modo, aveva anche la possibilità di far innervosire più rapidamente Frost, in quanto, come aveva notato nei due precedenti scontri, l’alieno era un pessimo perdente e, più veniva messo con le spalle al muro nella sua forma finale, più perdeva la sua calma e si agitava, mentre, come gli aveva insegnato il Trunks più grande, in un combattimento è più opportuno mantenere il sangue freddo e la concentrazione.

In ogni caso, come aveva constato nei precedenti scontri, tutte le volte che Frost perdeva la calma e si agitava, ricorreva a quella misteriosa arma velenosa che possedeva nel braccio destro… e, a giudicare dall’espressione sempre più adirata di Frost era proprio quello che stava succedendo.

Nel frattempo, l’alieno, dopo aver schivato a tutta velocità quegli attacchi, volò a tutta velocità contro Tarble, il quale, inaspettatamente, volò a tutta velocità verso un’altra direzione.

Sempre più adirato, Frost cominciò a lanciare dei fortissimi raggi energetici a Tarble, il quale li schivava a tutta velocità, continuando a volare a tutta velocità in alto.

“Ma si può sapere che sta combinando, quello?! Non fa altro che schivare gli attacchi e lanciare dei raggi energetici!” sbottò, adirato, Beerus, mentre Whis gli rivelava: “Sta evitando di affrontare Frost frontalmente, così da non rischiare di essere messo al tappetto da quella sua stranissima tecnica.”

“Beh, che si dia una mossa a chiudere la faccenda! Siamo con l’acqua alla gola con soli tre guerrieri, uno dei quali con l’arrabbiatura fin troppo facile e la follia praticamente dietro l’angolo!”

Nel frattempo, alla tribuna degli atleti, i due Trunks e Broly osservavano con molta attenzione lo scontro.

“Tarble ha ideato una buona strategia… finché gli resta a distanza, Frost non può usare contro di lui la sua misteriosa tecnica.” Commentò il Trunks più grande, mentre quello più giovane annuiva: “In effetti, tra tutti noi, è il più stratega… ricorda un po’ il Piccolo del passato, vero?”

“Sì.”

“Però…” s’intromise, proprio in quel momento, Broly, indicando con l’indice Tarble “A me sembra che con quella strategia stia soltanto facendo arrabbiare quel tipo che sembra una lucertola… però, se voi dite così, lo sarà senz’altro.”

Quello che Broly non poteva neanche immaginare era che il piano di Tarble fosse proprio questo!

Dopo un po’, certo che Frost fosse fuori di sé dalla rabbia, Tarble atterrò sul ring, seguito a ruota dall’alieno, il quale, con espressione adirata, sibilò: “Ne ho abbastanza… facciamola finita!”

“Ma è cretino o cosa, quello?! Se lo attacca frontalmente verrà sconfitto in quattro e quattr’otto!” s’infuriò Beerus, mentre Whis gli ricordava: “Beh, non poteva andare avanti così per sempre, schivando e lanciando attacchi energetici, le pare? Alla lunga, una strategia come quella fa esaurire l’energie.”

“Adesso è il tuo turno di venir eliminato…” minacciò proprio in quel momento Frost, toccandosi il braccio destro, cosa che non sfuggì a Tarble.

Era il momento!

Frost avrebbe provato a metterlo al tappetto con la sua arma segreta… e sarebbe stata la sua attenzione per smascherarlo!

Per non farlo insospettire, si mise in posizione di combattimento, mentre sentiva il sudore ghiacciato scendergli nel collo.

Doveva fare molta attenzione… un solo secondo di ritardo e sarebbe stato sconfitto.

In quello stesso istante, Frost cominciò a correre verso di lui, mentre Tarble con il cuore in gola, lo aspettava.

Immediatamente, Beerus chiuse gli occhi, temendo di vedere anche il suo terzo guerriero sconfitto da Frost, ma, inaspettatamente, non sentì l’annuncio dell’arbitro, solo dei sussurri, sbigottiti.

Nervoso, Beerus abbassò le mani e quello che vide lo lasciò senza parole.

Entrambi i contendenti erano immobili e ansimanti… questo perché la coda di Tarble aveva bloccato il braccio destro di Frost, da cui spuntava un pungiglione, il quale si trovava solo a pochi centimetri di distanza dal braccio di Tarble.

“Quindi è con questo che hai messo al tappetto i miei nipoti, vero?” sussurrò, ansimante e con un sorriso di vittoria, Tarble, mentre Frost faceva una smorfia di odio e risentimento.

“Ma cos’è quella roba che ha Frost?” domandò, incredulo, Beerus e Whis rispose, pacatamente: “Sembrerebbe un’arma…”

“Cosa?! Ehi, è contro il regolamento usare le armi, squalificatelo!” urlò, furioso, il dio della distruzione, mentre Frost rispondeva: “Questa non è un’arma, fa parte del mio corpo.”

“Balle! E’ evidente che è un artefatto!” dichiarò l’arbitro, dopo aver osservato attentamente, il piccolo pungiglione e, stizzito, Frost borbottò: “Tsk, mi avete scoperto! Beh, dovreste essermi grati… avrei potuto uccidervi e non l’ho fatto.”

“Non ci posso credere… ha barato?!” sbottò, infastidito, il Trunks più giovane, mentre il suo doppione più grande commentava: “Se Freezer avesse usato questo stratagemma quando l’abbiamo affrontato, saremmo di certo morti.”

“Forse non è stato in grado di farlo perché l’abbiamo sempre attaccato a distanza, fino a quando non lo abbiamo colto di sorpresa, tagliandolo a metà con la spada…”

Un altro furioso per l’imbroglio di Frost era, ovviamente, Champa, il quale urlò al guerriero: “Mi hai fatto fare una figuraccia!”

“Volevo solo chiudere in fretta la faccenda, il torneo non prevede neanche un premio in denaro e…!” rispose l’alieno, ma, proprio in quel momento, dopo aver allentato la presa della coda, Tarble gli tirò una potentissima piedata al ventre facendolo schiantare violentemente contro gli spalti del Sesto Universo, per poi strisciare lentamente verso il basso.

“Ma che…?!” fece, allibito, Beerus, mentre Whis commentava: “Beh, in fondo, non era ancora stato formalmente squalificato…”

“Caspita, che volo che gli ha fatto fare…” commentò il Trunks più giovane a quella scena, mentre quello più grande annuiva: “Come sospettavo, Tarble è diventato molto più potente di Freezer…”

“Già… se non fosse che i suoi capelli sono rimasti neri, avrei giurato che si fosse trasformato in Supersaiyan…”

“A me, per un attimo, è parso che i suoi occhi fossero diventati verdi… ma non importa. Probabilmente me lo sono immaginato…” s’intromise Broly, leggermente confuso.

Nel frattempo, Tarble si era passato una mano sul viso, come se proprio in quel momento avesse avuto un malore e, non appena ebbe abbassato la mano ed ebbe visto dov’era finito Frost, sussurrò, sorpreso: “Eh?”

“F-Frost respira ancora… in ogni caso, il vincitore è Tarble.” Annunciò l’arbitro, dopo aver esaminato l’alieno, il quale era svenuto.

Mentre veniva trasportato in infermeria dai due alieni della barella, Botamo alla vista di com’era stato conciato l’alieno, commentò: “Non è possibile… Frost…”

“N-non ci credo…” aggiunse il saiyan del Sesto Universo, sbigottito.

“Sembrava una brava persona, invece, era proprio un poco di buono!” commentò Broly, guardando Frost venir portato via in barella, mentre il Trunks più grande aggiungeva: “Col tempo diventerà sempre più simile a Freezer.”

Proprio in quel momento, Tarble atterrò nella loro tribuna degli atleti, domandando: “Ma… Frost l’ho messo al tappetto io?”

“Sì, gli hai dato una piedata così potente, ma così potente da farlo finire fuori dal ring in un attimo… perché dici ciò?” domandò Broly, sorpreso, e Tarble, massaggiandosi la testa rivelò: “Beh, è perché… ad un tratto, mentre Frost parlava, mi è sembrato che la vista diventasse nera e, quando mi è tornata normale, ho visto Frost malridotto fuori dal ring…”

“Non è che Frost ti ha punto con qualche altro ago?” domandò, preoccupato, il Trunks più giovane, ma il saiyan scosse la testa: “Impossibile, avevo i sensi acuti… e poi, in quel caso, non sarei stato in grado di sconfiggerlo. A proposito, potrei controllare il vostro polso?”

“Certo…” fecero i due Trunks, leggermente confusi, allungandogli il braccio e Tarble si mise a studiarlo attentamente, per poi esclamare, con un sorriso di vittoria: “Bingo!”

Poi, voltandosi verso l’arbitro annunciò: “Ehi, anche Gohan e Trunks sono stati punti dall’ago! Guardate un po’ qui!”

Sentendo quella frase, Beerus si fiondò verso i tre, seguito dall’arbitro: “Se sono stati punti dall’ago significa che la vittoria non vale e che, pertanto, sono ancora in gara, no?”

“C-certo, in effetti… però, che facciamo? Ricominciamo da Gohan?” fece l’arbitro, ma il Trunks più grande scosse la testa: “Adesso è il turno di Tarble. E’ giusto che continui lui.”

Poi, voltandosi verso il suo doppione più giovane, domandò: “Ti andrebbe bene tornare a combattere, se ci sarà il caso, più tardi?”

“A me non crea nessun problema.” Annuì il ragazzo e l’arbitro rifletté: “Allora Gohan e Trunks vanno dopo Broly e Monaka?”

“N-no! Monaka dev’essere assolutamente l’ultimo! Gohan e Trunks vanno dopo Tarble!” l’interruppe, strillando in maniera nervosa, mentre Broly faceva notare, confuso: “Ragazzi… certo che sei proprio fissato con questa cosa di Monaka per ultimo… sembra quasi che tu non voglia che lo vediamo combattere…”

“Beh… il fatto è che Monaka è un guerriero pericolosissimo, capito? Se combattesse a piena potenza, rischierebbe di distruggere tutto quanto, compreso il pianeta e le divinità!”

“Ma allora se è così pericoloso, perché l’hai portato qui?”

“Perché… perché… oh, insomma! La potenza di Monaka è da usare soltanto se ci troviamo con le spalle al muro e senza nessun altro guerriero a rappresentare il Settimo Universo, intesi? Fino ad allora, lui resta in panchina!”

“Va bene… anche se continuo a non capirci niente…”

“Non è necessario che tu capisca a fondo la cosa, Broly… a me basta soltanto che, quando sarà il tuo turno, tu combatta con tutta la tua energia e che elimini l’avversario anche a costo di finire fuori dal ring nel processo, mi sono spiegato?”

“Qu… quindi… che si fa?” domandò l’arbitro e Beerus rispose: “Tarble, Gohan, Trunks, Broly, Monaka. In quest’ordine.”

“Va bene.”

“Phew…”

“Possiamo tirare un sospiro di sollievo, Lord Beerus.” Dichiarò pacatamente Whis, mentre Beerus borbottava: “Già…”

“Ehm… bene, passiamo al prossimo incontro! Lo sfidante del Sesto Universo che affronterà Tarble sarà… Otta Magetta!” annunciò l’arbitro, mentre l’enorme robot di metallo saliva sul ring.

“Ma quello è un Metalman!” esclamò, stupito, Tarble ed il Trunks più giovane domandò, sorpreso: “Mh? Metalman?”

“Sì… è una razza di cui ho letto qualcosa prima di venir esiliato… cavolo… se la razza dei Metalman del Sesto Universo è come quella del Settimo, abbiamo davanti un avversario davvero ostico…”

“Davvero?”

“Già… però, da quello che ho letto, parrebbe che i Metalman abbiano un punto debole… che mi auguro di non doverci ricorrere…”

“Perché minerebbe il tuo orgoglio?”

“Anche… ma, soprattutto, perché è un qualcosa che io non potrei mai fare, a differenza di Vegeta…”

“Eh? Ma di che si tratta?”

Prima che Tarble potesse rispondergli, l’arbitro dichiarò: “Il concorrente Tarble è pregato di salire subito sul ring, grazie!”

“Certo, arrivo subito, mi scusi!” si scusò, arrossendo per l’imbarazzo, Tarble, dirigendosi sul ring.

Nel frattempo, nella tribuna dei Kaioshin, vedendo l’avversario di Tarble, il vecchio Kaioshin domandò: “Non sarà mica un robot?”

“Uh uh uh… è un Metalman della galassia 66950. Dovrebbe esserci anche nel vostro universo…” rispose Fuwa ed il vecchio, girandosi verso il suo discendente, gli domandò: “Tu ne sai niente?”

“Ora che ci penso, devo averne sentito parlare…”

“Insomma, studia di più!”

Nel frattempo, Magetta, mentre si avvicinava a Tarble, bevve da una borraccia di metallo un liquido che pareva parecchio infiammabile, per poi buttare la borraccia sul ring, il quale ruppe anche un pezzo di pavimento, segno che la borraccia era molto pesante.

A quel punto, dalla canna sulla cima della testa del Metalman uscì un enorme quantità di fumo che lo fece sembrare una locomotiva.

“Santo cielo…” non poté fare a meno di commentare Tarble, mentre l’arbitro diceva: “Bene… cominciate!”

Subito, Magetta si lanciò all’attacco di Tarble, il quale, sapendo che quella razza era composta da un materiale simile al metallo, era praticamente inutile prenderlo a pugni, di conseguenza si librò in aria e cominciò a lanciare degli attacchi energetici molto potenti, generando una coltre di fumo.

Sfortunatamente, dal fumo apparve l’enorme stazza di Magetta, il quale non aveva riportato nemmeno una scalfittura alla sua corazza, anzi, si mise di nuovo a fischiare e a produrre fumo come una locomotiva.

“Non ci credo…” commentò, incredulo e sconvolto, Tarble.

Aveva letto di quanto fossero tosti e potenti i Metalman… ma non immaginava così tanto!

Beh, avrebbe continuato ad attaccare ad attaccarlo e, se proprio non ci fosse riuscito, avrebbe sfruttato il punto debole dei Metalman… anche se il solo pensiero di fare ciò gli faceva venire il voltastomaco…

“Ma è invulnerabile?!” domandò, incredulo, il Trunks più giovane dalla tribuna degli atleti e Broly, guardando il Trunks più grande, propose: “E se lo buttasse a terra e lo trascinasse fuori dal ring come hai fatto tu, Trunks?”

“Non dire stupidaggini, Broly! I Metalman pesano mille tonnellate!” sbottò, infastidito, Beerus, mentre Broly, con una smorfia, borbottò: “E che ne sapevo io…”

“Andava bene per Botamo, ma con lui non può funzionare.” Fu la risposta, laconica, del Trunks più grande.

Nel frattempo, vedendo che gli attacchi energetici non avevano effetto su di lui, Tarble rimase in volo cercando di studiare la situazione, fortunatamente, Magetta pareva che non fosse in grado di volare o di lanciare raggi energetici…

“Se gli attacchi contro di lui non hanno effetto… allora proviamo questo!” esclamò il ragazzo, cominciando a lanciare dei raggi energetici in direzione del Metalman, il quale, prontamente, si protesse con le grosse braccia di metallo, ma, stranamente, nessuno degli attacchi lo colpì.

Allora, il Metalman abbassò la testa e scoprì, con sgomento, che gli attacchi di Tarble miravano al ring stesso!

“Ma certo! Se resta senza un punto d’appoggio e non è in grado di volare, finirà automaticamente fuori dal ring! Tarble ha elaborato un piano ingegnoso!” esclamò, entusiasta, il Trunks più grande, ma, immediatamente, il suo entusiasmo svanì non appena Magetta cominciò a lanciare delle fiamme contro gli attacchi energetici del saiyan, facendoli distruggere all’istante, con sgomento del ragazzo e di tutti i componenti del Settimo Universo.

“Ehi, ma non è contro le regole usare delle armi?” protestò Beerus e l’arbitro gli rispose: “In questo caso, si tratta di saliva, quindi, non è un’arma.”

“Che cosa?!” fece Beerus, mentre Broly commentava: “Che fregatura…”

“Uhm… l’idea era buona, però, così, non riesce a mirare…” constatò, con un sospiro, il Trunks più grande.

Vedendo che anche quello stratagemma non funzionava, Tarble sbottò: “Maledizione! Questo Metalman è davvero formidabile! A questo punto, non mi rimane altra scelta… dovrò farlo…”

“Oh, cielo… vuole davvero farlo al povero Magetta? Potrebbe ucciderlo…” commentò, sentendolo, Whis e, subito, allarmato, Beerus esclamò: “Come sarebbe ucciderlo?! Intendi che sfruttando quel punto debole dei Metalman, si può anche portarli alla morte?!”

“Beh, ci sarebbe la possibilità… troppo dolore da sopportare…”

“N-non scherziamo… se lo ammazza è la fine!!!”

“Eh, già… se lo uccide perderà automaticamente…”

“A quel ragazzino è andato il sangue alla testa e se n’è completamente scordato! Ehi, ragazzino! Non ti azzardare a sfruttare il punto debole dei Metalman, mi sono spiegato?!”

“E’ l’unico modo, Lord Beerus! Altrimenti, nessuno di noi potrebbe sconfiggerlo, anche con trasformazione in Supersaiyan! Mi creda, io stesso vorrei evitarlo, ma non si può fare altrimenti…” dichiarò Tarble, mentre planava su un pezzo di ring ancora intatto.

Vedendolo atterrare, Magetta partì subito all’assalto, mentre Beerus si metteva di nuovo le mani in testa, nervoso al massimo.

Vedendolo avvicinarsi il Metalman, Tarble strinse i pugni e chiuse gli occhi, per poi dire: “B-brutto… ROTTAME!!!!”

Inaspettatamente, sentendo quelle parole, Magetta si fermò di colpo e Tarble, con una mano davanti al viso, diede una leggerissima spinta con l’indice al Metalman, facendolo finire fuori dal ring, tra lo stupore di tutti quanti.

“Eh?” fece la Mai più grande dagli spalti, mentre Bulma, vicino a lei, diceva, incredula: “Cos…?”

Intanto, Champa si diede una pacca sulla fronte, mentre Vados faceva un sospiro.

Nonostante la confusione di tutti, l’arbitro annunciò: “Magetta è caduto al suolo! E’ fuori dal ring! Vince Tarble!”

“Ma che è successo?” domandò Broly e Whis, tranquillamente, spiegò: “I Metalman sono molto sensibili, basta dir loro qualcosa di minimamente offensivo e si deprimono al punto da non riuscire più a combattere.”

“Avevi detto che poteva ucciderlo per il dolore!!!” protestò, irato, Lord Beerus, mentre l’angelo ribatteva, tranquillamente: “Certo… a causa della troppa sensibilità dei Metalman.”

“Ma senti questo…”

“In ogni caso, non sono in molti a sapere questa cosa… soprattutto, se mortali… non mi sarei mai aspettato di vedere un mortale che ne sapesse più di lei, Lord Beerus… forse se dormisse di meno e studiasse un pochino di più…”

“Falla finita!”

“In effetti… insultare qualcuno… questo è un qualcosa che papà saprebbe fare benissimo anche ad occhi chiusi…” commentò il Trunks più grande, mentre quello più giovane annuiva: “Già…”

Nel frattempo, Tarble planò nella tribuna, in modo da permettere a Vados di riparare il ring mezzo distrutto, mostrando un’espressione stravolta.

“Stai bene?” domandò, preoccupato, Broly ed il ragazzo annuì: “Sì… accidenti… insultare qualcuno… lo scontro più difficile della mia vita… se non fosse che dobbiamo assolutamente vincere, non so proprio come avrei potuto trovare la forza per farlo…”

“Strano incontro, questo…” commentò Whis, meditabondo “Un essere che non può sopportare gli insulti contro un essere che non ama insultare… la sopravvivenza può spingere davvero a fare molte cose…”

“Però, non capisco… se sanno che gli insulti sono il loro punto debole, perché non fanno qualcosa? E quel tipo, Magetta… non ha capito dai discorsi di Tarble che lo stava per insultare?” domandò, confuso, Broly, indicando il Metalman, il quale, al momento stava piangendo nella tribuna dei guerrieri del Sesto Universo, consolato da Botamo e dal saiyan del Sesto Universo e Whis rispose: “I Metalman sono molto forti, è vero… ma peccano anche di una certa carenza d’intelletto… in questo sono identici a voi saiyan.”

Intanto, non appena Vados ebbe finito di riparare il ring, l’arbitro annunciò: “Ehm… proseguiamo… il prossimo ad affrontare il vincitore Tarble sarà… Cabbe!”

Nel sentir ciò, il saiyan del Sesto Universo si alzò in piedi, mentre Champa, con aria furiosa, dal momento che gli erano rimasti solo due guerrieri, lo intimava: “Ascoltami bene… il tuo avversario è un saiyan proprio come te, so che puoi farcela!”

“S-sì…” fu la risposta, nervosa, dell’altro.

I due saiyan, con un balzo, atterrarono sul ring e, per un attimo, i due saiyan si osservarono in silenzio, come se volessero analizzarsi a fondo.

In fondo, loro due erano talmente simili, a parte alcune piccole differenze, dovute ai loro universi di provenienza… ma fino a che punto lo erano?

“Che vinca il migliore.” Disse Cabbe facendo un piccolo inchino, il quale era stato fatto, nello stesso momento e di puro istinto, da Tarble, il quale rispose a sua volta: “Già… mi raccomando… non trattenerti.”

“Sì, certamente.” fu la risposta dell’altro e, proprio in quel momento, si sentì la voce dell’arbitro dire: “Diamo inizio… all’incontro!”

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