Guerrieri sull'abisso di Il corsaro nero (/viewuser.php?uid=1011945)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo futuro ***
Capitolo 2: *** Un sorprendente arrivo ***
Capitolo 3: *** Segreti oscuri ***
Capitolo 4: *** Pulizie ***
Capitolo 5: *** ricordi del passato ***
Capitolo 6: *** Un'incredibile sorpresa ***
Capitolo 7: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 8: *** Difesa disperata ***
Capitolo 9: *** I ricordi di uno sguardo ***
Capitolo 10: *** I poteri di Broly ***
Capitolo 11: *** Il segreto del telecomando ***
Capitolo 12: *** Il risveglio della bestia ***
Capitolo 13: *** Il prezzo della potenza ***
Capitolo 14: *** Alla ricerca di un piano ***
Capitolo 15: *** Andare fino in fondo ***
Capitolo 16: *** Alla ricerca di Baba ***
Capitolo 17: *** Tra lezioni e banditi ***
Capitolo 18: *** Il tempo stringe ***
Capitolo 19: *** All'ultimo respiro ***
Capitolo 20: *** Tempesta di emozioni ***
Capitolo 21: *** Alcune cose non cambiano mai ***
Capitolo 22: *** Come i fiori di ciliegio ***
Capitolo 23: *** Verso una nuova vita ***
Capitolo 24: *** Addestramento ***
Capitolo 25: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 26: *** Il gemello di Beerus ***
Capitolo 27: *** I preparativi per il torneo ***
Capitolo 28: *** I cinque lottatori del Sesto Universo ***
Capitolo 29: *** Il primo incontro ***
Capitolo 30: *** Due strane vittorie ***
Capitolo 31: *** Lotta d'astuzia ***
Capitolo 1 *** Un nuovo futuro ***
Capitolo
1: Un nuovo futuro
Terra
Capsule
Corporation, domenica,
19:30
“Trunks!!!
La cena è pronta,
puoi darmi una mano ad apparecchiare, per favore?”
chiamò una voce femminile da
una finestra dell'enorme stabile giallo e dall'alto si sentirono due
voci
maschili e giovani dire, contemporaneamente: “Certo mamma!
Arrivo subito!”
Due
figure scesero dal cielo
dai colori accesi e quando atterrarono, i due giovani completamente
identici, a
parte una spilletta rossa con su scritto 1 su quello più
alto, mentre l’altro
aveva una spilletta blu con su scritto 2, si guardarono e poi,
indicando l'altro,
domandarono, ancora una volta all'uniscono: “Scusa, mamma...
ma a quale Trunks
ti stavi riferendo?”
“Datemi
una mano entrambi, per
favore...” sospirò la donna, mettendosi una mano
sulla fronte.
Tutte
le sere la stessa
storia... però era felice così...
Imbarazzati,
i due Trunks
entrarono in casa e vennero raggiunti da due ragazze dai lunghi capelli
neri e
completamente identiche, anche se la più grande delle due
aveva una pancia
molto evidente e una spilla rossa con su scritto 1, mentre la
più giovane l’aveva
di colore blu e con su scritto 2.
Entrambe
si avvicinarono a uno
dei due Trunks e domandarono, preoccupate: “Tutto bene? Non
vi siete fatti
troppo male?”
“Ma
no, Mai... un semplice
allenamento prima di cena, come al solito...”
Quella
con la spilletta blu e
il numero 2, prese il braccio del Trunks con cui stava parlando, il
quale aveva
la spilletta identica alla sua e disse: “Dai, andiamo in
cucina... sennò Bulma
ci uccide.”
Gli
altri due Trunks e Mai con
la spilletta rossa rimasero all'ingresso, a guardarli.
“Sono
così carini insieme...”
sospirò Mai e Trunks le disse: “Beh, allora anche
noi siamo carini insieme...
dopotutto, loro sono noi.”
“Già...”
“Mai,
cos'hai?”
“Niente,
è solo che... mi
sento così fuori posto...”
“Andiamo,
Mai... è normale
sentirsi così... Bulma e i nostri doppioni sono
così gentili con noi... hanno
fatto così tanto per accoglierci come si deve...”
“Lo
so...”
Trunks
le mise un braccio
attorno alla spalla.
Per
Mai, quella situazione
doveva essere tremenda.
In
fondo, quella non era la
loro vera linea temporale.
La
loro vera linea temporale,
quella in cui erano nati e cresciuti, era stata distrutta a causa di un
Kaioshin corrotto, Zamasu, e dal re di tutte le cose, Zeno.
Adesso,
nella loro linea
temporale, non esisteva altro che il vuoto...
“Su,
fatti coraggio.” tentò di
consolarla Trunks “Chiunque soffrirebbe così... se
la stessa cosa fosse
successa ai nostri doppioni, anche l'altra Mai starebbe male e
spetterebbe
all'altro Trunks consolarla.”
Mai
guardò un attimo il suo
Trunks e poi fece un piccolo sorriso.
Trunks
fu felice di vedere che
la sua Mai stava meglio grazie a lui... doveva essere difficile per lei
quella
situazione... ma avrebbe fatto di tutto per farla sentire a suo agio.
“Adesso,
andiamo in cucina.
Bulma e gli altri ci staranno aspettando.” le disse,
conducendola dolcemente in
cucina, e la giovane annuì.
Una
volta in cucina, videro
che oltre ai loro doppioni e a Bulma, c'erano anche un uomo basso,
tarchiato e
con una folta barba, e due strani esseri: uno era alto, con un sorriso
enigmatico, la pelle blu e i capelli bianchi mentre l'altro era un
grosso gatto
viola.
“Ci
siamo tutti?” domandò
Bulma con un sorriso e poi mise sul tavolo un sacco di cibo.
I
due Trunks e il gatto viola
si abbuffarono immediatamente ma anche una delle due Mai, quella
più grande, si
mise a mangiare abbondantemente.
“E'
tutto buonissimo... non
riesco a smettere...” dichiarò la giovane e Bulma,
con un sorriso gentile,
disse: “Mi fa molto piacere, Mai! Anch'io quand'ero incinta
di Trunks, mangiavo
in continuazione...”
Mai
arrossì.
La
Bulma del passato sarebbe
stata al settimo cielo di saperlo, proprio come la Bulma del futuro...
si era
persino raccomandata con loro prima della loro partenza per la seconda
linea
temporale del futuro...
Il
gatto gigante rimase in
silenzio un attimo, poi domandò all'uomo dalla pelle blu:
“Whis, perché questi
tipi pensano solo a mangiare e ad allenarsi, invece che trovare il mio
supersaiyan God?”
“Un
po' di pazienza, Lord
Beerus... i due Trunks si allenano tutto il giorno per trovarglielo...
ma sarà
una cosa parecchio lunga...”
“Beh,
che lo trovino in
fretta! Mi sto stufando di aspettare!”
Whis
rimase in silenzio poi
tornò a mangiare il suo minestrone.
Ad
un tratto, Bulma si
avvicinò a lui e mentre la donna gli allungava un arrosto,
le domandò,
sottovoce: “Come va?”
“Bene.
Sta crescendo.” fu
l'enigmatica risposta di Bulma, prima di allontanarsi.
Beerus
si accorse di quel
movimento e domandò al compagno: “Di cosa stavi
parlando con tanta attenzione
con Bulma?”
“Le
ho chiesto se la prossima
potrebbe provare a metterci della salsa esotica
nell'arrosto.” fu la semplice e
tranquilla dell'angelo prima di ritornare al suo pasto.
Una
volta che ebbero finito di
mangiare, i due Trunks si diressero sulla terrazza, ad ammirare il
cielo blu
notturno.
“E'
una splendida notte, non
trovi?” domandò il più grande tra i due
e l'altro annuì: “Altroché... inoltre
è
ancora più bella ora che c'è la pace...”
I
due rimasero in silenzio,
poi il più giovane disse: “Ormai sono passati due
anni da quanto tu e Mai vi
siete trasferiti qui.”
“Già,
il tempo è proprio
volato...”
“Era
così forte Zamasu?”
“Sì...
era forte ma,
soprattutto, era un mostro...”
“Credi
che ci siano altri
mostri nello spazio?”
“Non
lo so, Trunks... ma non
dubito. L'universo è enorme e ci sono molte persone... molte
delle quali
malvagie e senza scrupoli come Zamasu... ma se esse proveranno a far
male alla
Terra, a Mai e alla mamma. Dovrà vedersela con
noi!”
“Ben
detto!”
Spazio
profondo
Zona
nord, lunedì, 02:15
Continuava
ad ansimare
violentemente mentre il sangue continuava a scendere senza fermarsi.
“Su,
forza, prendi questa
medicina.” lo pregò l'essere basso e con un'enorme
testa bianca e piccoli occhi
neri.
Soffocando
un gemito, il
giovane uomo ubbidì.
Dopo
averlo guardato un
attimo, l'essere corse ai comandi della navicella e, dopo aver tolto il
pilota
automatico, si mise a guidare la navicella.
Ad
un tratto, si accese una
spia seguita da un BIP BIP
Dopo
aver guardato il segnale,
la creatura si mise una mano sulla fronte.
Stavano
per finire l'energia
della navicella.
Dovevano
assolutamente
atterrare... anche perché varie attrezzature della navicella
erano
danneggiate... inoltre, suo marito doveva assolutamente ricevere delle
cure...
Cliccò
dei pulsanti alla
velocità della luce e apparve uno schermo che mostrava un
sistema solare.
Si
mise a cliccare su tutti i
pianeti sullo schermo e a leggere le didascalie scritte di fianco.
Ad
un tratto, un pianeta
attirò la sua attenzione.
Secondo
il computer, si
chiamava Terra, aveva una forza di gravità parecchio bassa,
i suoi abitanti
avevano un livello di potenza molto basso e, cosa davvero importante,
non era
troppo lontano, anche se, per raggiungerlo, ci sarebbero volute almeno
cinque
ore.
Si
recò sul lettino dove il
marito era sdraiato e cominciò a legarlo ad esso con delle
cinture di
sicurezza.
“Adesso
traballeremo un
po'...” disse la moglie “Ma sarà per
poco. Dobbiamo raggiungere un pianeta
chiamato Terra. Una volta lì, ti rimetterai e ripareremo
l'astronave. Non
preoccuparti.”
L'essere,
una volta che ebbe
finito, tornò ai comandi e, dopo essersi messa la cintura di
sicurezza, tolse
il pilota automatico e si mise a guidare l'astronave manualmente mentre
il
marito rimase completamente immobile, compresa la sua lunga coda di
scimmia.
Spazio
profondo
Zona
nord-est, lunedì, 02:17
“Allora,
avete capito su quale
pianeta sono diretti?!”
La
vecchia e rauca voce
maschile si sentì per tutta l'astronave e fece voltare i due
giovani alieni, un
vecchio di mezz'età con un berretto in testa e una giovane
dalla pelle verde e
dai corti capelli bianchi.
La
ragazza, guardando in malo
modo il vecchio, gli rispose: “Prova tu a cercare
un'astronave nell'immensità
dello spazio!”
“Quindi
non li avete ancora
trovati?”
“Ovvio!
Se fossimo partiti
subito, non li avremmo seminati! Ma tu hai voluto a tutti i costi
cercare delle
provviste!”
“Stavamo
finendo le scorte e
la fame di un saiyan non è una cosa da sottovalutare!
Piantatela di lamentarvi
e datevi una mossa nel ritrovarli, soprattutto il ragazzo!”
Dopo
aver detto quelle parole,
l'uomo si voltò, rivelando la presenza di una coda di
scimmia sotto alla gonna
rosa che indossava.
Subito,
la ragazza gli fece, seccata,
una linguaccia e, quando il vecchio se ne andò, si
sfogò: “Brutto vecchio
bacucco!!! Si lamenta sempre quando siamo noi che facciamo il lavoro
pesante!!!
Quanto vorrei mollargli un bello schiaffo!!!!”
“Su,
calmati... arrabbiarsi
non serve proprio a niente...” tentò di calmarla
il compagno più anziano ma la
giovane continuò: “Non pensa ad altro che alla sua
stupida vendetta da quattro
soldi!!! E' persino più importante di suo
figlio!!!”
“Non
posso darti torto...
nonostante siano passati così tanti anni non vuole proprio
metterci una pietra
sopra...”
“E
ti ricordi quando gli hai
detto che il suo pianeta era esploso?! Si è rammaricato per
il fatto che il re
fosse morto e, pertanto, non poteva più portare a termine la
sua vendetta!!! Il
suo pianeta esploso, i suoi simili sterminati... e lui ha pensato solo
alla sua
vendetta!!!!”
“Già...
ha sorpreso anche me
che sono un vecchio soldato di Freezer... sai, mi rammarico di avergli
detto
che avevamo incontrato il figlio più giovane del
re...”
Proprio
in quel momento, la
porta si aprì e comparve un giovane alto, muscoloso, pieno
di cicatrici, tra
cui una sulla guancia, coi capelli neri lunghi fino alle spalle e la
pelle
abbronzata.
“Ho
visto mio padre poco
fa...” disse il giovane e la ragazza rispose:
“Già... il tuo caro paparino ci
ha fatto una testa così poco fa perché abbiamo
perso l'astronave col principe!”
“E'
colpa mia... non avrei
dovuto lasciarlo scappare...”
“Ma
non dire sciocchezze,
Broly! Tu sei un bravo ragazzo, al contrario di quella vecchia carogna
di tuo
padre!”
“E'
solo che quando l'ho
visto... c'è stato qualcosa che mi ha impedito di
ucciderlo... purtroppo, ho
esitato troppo...”
“Già...
nessuno di noi
sospettava l'esistenza di quell'aliena... però, devo
ammettere che ha avuto
fegato a lanciarci quei fumogeni per distrarci e scappare via col
principe...”
commentò la giovane e il suo compagno, ancora intento a
guidare, rispose:
“Doveva essere sua moglie...”
“Sul
serio?! Ma... era così
strana...”
“Ai
saiyan non interessa
l'aspetto fisico di una donna... deve avere, prima di tutto, un
carattere
forte... li ha sempre attirati...” disse l'uomo continuando a
guidare la nave
nello spazio profondo.
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Capitolo 2 *** Un sorprendente arrivo ***
Capitolo
2: Un sorprendente
arrivo
Terra
Deserto,
lunedì, 07:00
Il
cielo stava sorgendo
nell'immenso cielo azzurro - rosa, con gli uccellini che cantavano e
coi raggi
arancioni che illuminavano i palazzi della Città dell'Ovest.
Nessuno
vedendo quello
spettacolo, avrebbe mai immaginato che, in passato, quel pianeta era
distrutto
da due cyborg pazzi e sadici o che, in un'altra linea temporale, quella
stessa
Terra era sconvolta da un essere che avrebbe dovuto proteggere gli
umani e non
sterminarli.
In
ogni caso, quel mattino
c'era un'aria di tranquillità e di pace...
Dallo
stabile giallo e
rotondo, uscirono due giovani completamente identici e, dopo essersi
stiracchiati, i due si levarono in volo verso una zona deserta e qui
cominciarono a combattere.
Dovevano
allenarsi per poter
difendere la loro linea temporale da tutti i possibili nemici che
l'avrebbero
minacciato.
Stavano
per dare un pugno
all'avversario, quando i due si fermarono di colpo.
“L'hai
percepita anche tu?”
domandò il più grande e l'altro rispose:
“Sì... avverto un ki... ma è molto
debole... troppo debole...”
Proprio
in quel momento, si
sentì un rumore assordante sopra alle loro teste.
I
due giovani alzarono la
testa e videro un raggio entrare nell'atmosfera e atterrare con un
boato più
avanti.
Ai
due Trunks bastò uno
sguardo per intendersi e volare a tutta velocità dove
quell'astronave era
atterrata.
Terra
Valle
alla periferia della
città dell’Est, lunedì, 07:05
L'esserino
cercò di aprire il
portone della navicella ma capì che, a causa del tremendo
atterraggio, i
comandi erano bloccati.
Si
diresse verso il tavolo e
prese una pistola che lanciò contro la vetrata della
navicella, rompendola.
Si
diresse verso il tavolo
dov'era sdraiato il marito e, dopo averlo liberato, cominciò
a trascinarlo
verso l'uscita che aveva creato.
Tuttavia,
era difficile
muoversi con un corpo che pesava molto...
Dalle
indicazioni che aveva
trovato, pareva che quel pianeta avesse delle forme di vita umanoidi,
con un
livello di potenza molto basso...
Forse,
avrebbero potuto
aiutare suo marito...
Si
era allontanata di qualche
miglio dall'astronave quando, ad un tratto, due figure, completamente
identiche, atterrarono davanti a lei.
Subito,
la creatura tirò fuori
la pistola che aveva in tasca e, puntandola contro ai due,
minacciò: “CHI
SIETE?! COSA VOLETE?!”
“Calma,
calma, signora. Non
abbiamo cattive intenzioni.” fece il più basso tra
i due mentre l'altro disse:
“Abbiamo percepito la vostra energia e, accorgendosi che uno
di voi due era in
pessime condizioni, siamo venuti ad aiutarvi.”
“Sul
serio?” domandò la
creatura, sospettosa, e il primo che aveva parlato, la
rassicurò: “Certo. Non
si preoccupi. Vi aiuteremo.”
Nel
frattempo, l'altro Trunks
si avvicinò al giovane gravemente ferito che l'essere
trascinava.
Sembrava
molto giovane, era
pieno di ferite, era parecchio basso e possedeva una lunga coda di
scimmia...
Tuttavia,
quando si concentrò
sui capelli e sulla fisionomia del volto, sgranò gli occhi
dalla sorpresa.
Quel
giovane... assomigliava
in maniera impressionante a suo padre Vegeta!
Ma
com'era possibile?!
Proprio
in quel momento, Il
giovane aprì faticosamente un occhio, rivelando un'iride di
colore nero come lo
spazio profondo...
I
loro sguardi s'incrociarono
e l'alieno sussurrò, debolmente:
“...Fratellone...”
Trunks
sgranò gli occhi.
Ma
cosa stava dicendo
quell'alieno?!
Lui
e l'altro sé stesso non
avevano fratelli... né maggiori né minori...
Gohan era stato per entrambi un
fratello maggiore, oltre che un maestro, ma non avevano nessun legame
di sangue
con lui...
Il
giovane, nel frattempo,
sorrise faticosamente e, allungando la mano tremante, aggiunse:
“Fratellone...
finalmente... ti ho trovato...”
Dopo
aver detto quelle parole,
l'alieno svenne di nuovo.
La
creatura che lo trascinava,
guardò Trunks e poi domandò: “Allora
è lei il fratello maggiore di mio marito!
Mi scusi se non l'ho riconosciuta, sono assolutamente mortificata! La
prego, ci
aiuti! Mio marito...!”
“Ehm,
mi scusi, signora, ma
temo che suo marito si sia leggermente confuso... sa, io non ho
fratelli...”
“Eh?
Sul serio?”
“Certo...”
Proprio
in quel momento,
l'altro Trunks s'intromise: “Credo che la cosa più
importante adesso sia
salvare quest'uomo. Porteremo suo marito da nostra madre... se la
caverà,
vedrà.”
La
giovane rimase in silenzio
mentre il Trunks più alto metteva l'alieno sulle sue spalle.
Fu
solo quando il Trunks più
giovane le domandò: “Sa volare?” che lei
rispose: “Sì. Mio marito me l'ha
insegnato...”
“Bene.
Come si chiama?”
“Gure...”
Spazio
profondo
Zona
nord-est, lunedì, 07:10
Cheelai
stiracchiò le braccia.
Governare
una stupida
navicella in cerca di un ragazzino era una vera noia mortale per
lei…
Per
fortuna il suo turno era
finito e che, per un po’, sarebbe toccato a Lemo guidarla e
cercare il
principe…
Mise
la mano nel suo cappotto
viola e tirò fuori una barretta energetica per un veloce
spuntino quando si
accorse che qualcuno era vicino a lei.
Si
voltò, incuriosita, e si
accorse di un ragazzo molto alto e muscoloso che osservava e annusava,
incuriosito, la sua barretta.
“Ciao,
Broly.” Lo salutò,
allegramente, la ragazza e, avvicinandogliela, domandò:
“Vuoi mangiarla? Se la
vuoi, possiamo fare a metà. E’ molto buona,
sai?”
Broly
l’annusò ancora un
attimo poi aprì la bocca con l’obiettivo di
mangiare un pezzo ma Cheelai,
sorpresa, l’allontanò un attimo, dicendo:
“Aspetta! Non c’è bisogno di fare
così! Per dividerla a metà, basta solo
spezzarla.”
Con
un rapido gesto, Cheelai
spezzò la barretta che poi porse a Broly.
Il
saiyan prese il pezzo per
poi, dopo averlo osservato un attimo, mangiarselo.
“Broly,
devi ringraziare.” Lo
richiamò subito suo padre e il ragazzo, imbarazzato,
ringraziò: “T… ti
ringrazio, Cheelai.”
“Ma
via, non è il caso di
essere così formale. Basta solo un Thank you!”
ribatté l’aliena, divertita,
facendogli l’occhiolino e un ok con le dita.
Broly,
incuriosito da quella
cosa, ripeté, provando ad imitare i gesti di Cheelai:
“T… thank you?”
“Bravo,
proprio così.” Gli
sorrise Cheelai e anche Lemo, intento a far volare la navicella,
sorrise.
Dopo
un attimo di silenzio,
Cheelai notò la pelle verde che Broly portava attaccata alla
vita e domandò,
avvicinando la mano ad essa: “Come mai quando vi abbiamo dato
dei vestiti nuovi
non ti sei tolto questa pelle? Dovresti metterla da lavare, altrimenti
puzza…”
Non
appena gliene prese un
lembo, Broly, istintivamente, diventò scuro in volto, tanto
che, per un attimo,
i capelli gli si rizzarono in alto, e urlò, con tutto il
fiato che aveva in
gola: “NON TOCCARLA!!!!!”
Per
lo spavento, Cheelai per
poco non cadde per terra e persino Paragas e Lemo si voltarono per
vedere cosa
stesse succedendo.
“Broly!”
lo richiamò il padre
e il giovane, imbarazzato, sussurrò:
“Io… scusa, papà. Mi dispiace,
Cheelai…
non lo farò più…”
“Non
preoccuparti… immagino
che per te questa pelle abbia molto importanza…”
sussurrò l’aliena, toccando
con dolcezza la vecchia pelle.
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
07:15
Beerus
se ne stava sdraiato su
una sdraio sul giardino della Capsule Corporation a prendersi il sole.
Quel
pianeta non era poi così
male... era così bello e, inoltre, i suoi piatti erano
così buoni...
Da
quello che gli aveva
raccontato Whis, su quel pianeta così bello era scoppiato un
pandemonio a causa
di due violenti e crudeli cyborg... e, in un'altra linea temporale dove
era
morto, a causa di quell'imbecille di Kaioshin che non era assolutamente
capace
d'impicciarsi degli affari suoi, era apparso un pazzo apprendista
Kaioshin che
aveva distrutto tutto...
Ma
adesso che aveva scoperto
la Terra, il prossimo pazzo che avrebbe voluto distruggerla avrebbe
fatto i
conti con lui!
Ad
un tratto, qualcosa oscurò
il Sole.
Aprì
gli occhi, convinto che
si trattasse di una nuvola ma, invece, si trattava di quei due mocciosi.
La
prova vivente di cosa
succedeva se si giocava col tempo...
I
due atterrarono per terra e
il dio della distruzione si accorse che era accompagnati da uno strano
essere e
che uno dei due Trunks aveva sulle spalle un giovane che sembrava molto
ferito.
“Avete
trovato il mio
supersaiyan God?” domandò, svogliato, grattandosi
l'orecchio, e il Trunks che
trasportava il ragazzo ferito, rispose: “No... abbiamo
trovato questi due
alieni che hanno bisogno di aiuto...”
“Uff,
che scocciatura... va
beh, dategli una mano ma poi tornate a cercare il mio supersaiyan
God.” sbuffò
il dio mentre, con una mano, faceva cenno ai due di sparire.
Whis,
che era seduto su una
sdraio accanto a Beerus, rimase in silenzio a guardare il giovane
ferito, poi
si alzò in piedi e guardò attentamente il giovane.
“Lord
Beerus.” lo chiamò
l'angelo “Credo che dovrebbe dare un'occhiata a
quest'alieno...”
“Whis,
cosa vuoi che m'importi
di uno stupido alieno mezzo morto?!”
“Le
ricorda qualcosa questa
coda?” fu la calma risposta di Whis mostrando la coda di
scimmia che il giovane
possedeva.
Vedendola,
Beerus sputò con
violenza tutto il succo che stava bevendo in quel momento.
“Ma
quello... E' UN SAIYAN!!!!”
esclamò, sconvolto, il dio mentre Whis annuiva: “A
quanto pare...”
“Ma
non è possibile... non
dovevano essere estinti?!?!”
“Dovrebbe
chiederlo a Freezer.
E' stato lui ad occuparsi dello sterminio.”
“MALEDETTO
STUPIDO
IMBECILLE!!!! E PER LUI UNO STERMINIO CONSISTE NEL LASCIARE QUALCHE
SAIYAN IN
VITA?!?!?!”
I
due Trunks ascoltarono
quella conversazione senza parole.
Quel
ragazzo che avevano
soccorso era un saiyan?!
Vegeta
non aveva mai detto
loro dell'esistenza di altri saiyan...
“Cosa
succede?” domandò una
voce femminile.
Bulma
uscì dall'abitazione
assieme alle due Mai per vedere per quale motivo Beerus stesse
sbraitando tanto
di prima mattina...
Una
volta fuori si accorse
della presenza dei due figli, di un piccolo alieno dalla forma strana e
di un
giovane sulle spalle del Trunks più grande.
Aguzzò
meglio la vista e
quando focalizzò il volto del ragazzo, sbiancò.
Quella
fisionomia... non era
possibile...
“Mamma,
tutto bene?!” le
urlarono i due Trunks, avvicinandosi a lei, e la donna si
ristabilì: “Ma, sì.
Non preoccupatevi, ragazzi. La vostra mamma ha affrontato cose molto
più
pericolose di un capogiro... cosa succede?”
“Abbiamo
trovato un saiyan e
sua moglie. Il saiyan ha bisogno di cure.”
“Un...
saiyan?!”
“Beerus
l'ha chiamato così...”
Bulma
si avvicinò al ragazzo
e, vedendogli la coda, disse: “E' proprio un saiyan...
Presto, fatelo sdraiare.
Vado a cercare la cassetta del pronto soccorso...”
“Non
preoccuparti, Bulma. Ci
penso io” disse Whis con un sorriso e, una volta che il
saiyan venne appoggiato
sulla sdraio, allungò il suo bastone verso di lui.
Il
corpo del giovane brillò un
istante per poi sparire all'istante mentre il colorito della pelle del
ragazzo
diventava da cadaverico a un normale rosa e le ferite, lentamente, si
rimarginavano
fino a sparire del tutto.
“Uao,
meglio dei Senzu.”
commentò Bulma mentre Whis sorrideva:
“Beh… questo è uno dei vantaggi di
essere
un angelo…”
Intanto,
il giovane saiyan
riaprì gli occhi e, vedendo quei visi sconosciuti che lo
stavano guardando, il
giovane si mise a sedere mettendo le mani in posizione di
combattimento,
domandando, nervoso: “Chi siete? Che volete?!”
Ad
un tratto, sentì qualcosa
toccarlo alla mano.
Si
voltò e sorrise non appena
vide la piccola creatura aliena.
“Gure,
stai bene!” esclamò il
giovane saiyan “Temevo che ti potesse succedere qualcosa...
fortunatamente,
stai bene.”
“Ehi,
ragazzino!” l'interruppe
la voce di Beerus “Sei davvero un saiyan?”
“Beh,
sì... almeno credo...”
“E
allora rispondi a questa
semplice domanda: PERCHE' DIAVOLO SEI ANCORA VIVO?!”
Il
giovane fece una faccia
sorpresa poi, grattandosi la guancia coll'indice, rispose:
“Beh, ecco... sono
vivo...”
“Lo
vedo anch'io! Quel buono a
nulla di Freezer non vi ha sterminati?!” rispose, stizzito,
Beerus e il giovane
rispose: “Ah, forse è perché mio padre
mi ha mandato su una stella lontana dal
pianeta Vegeta a causa del fatto che non sapessi
combattere...”
“I
saiyan lo facevano spesso.”
s'intromise Bulma e Beerus, più arrabbiato che mai,
domandò a Whis, in maniera
alquanto sgarbata: “Whis, controlla come quell'idiota ha
organizzato lo
sterminio!”
“Subito,
Lord Beerus.” annuì
Whis, guardando nel suo bastone.
Dopo
pochi secondi, l'angelo
rispose: “Pare che Freezer abbia riunito tutti i saiyan sul
pianeta Vegeta con
un messaggio nello scouter e poi, quando se n'erano riuniti la maggior
parte,
l'ha disintegrato.”
“Come
sarebbe la maggior
parte?! Gli avevo ordinato di farli sparire tutti!!!”
“A
quando pare, ci sarebbe
voluto troppo tempo perché tutti i saiyan tornassero sul
pianeta Vegeta. Lui
non aveva voglia di aspettare e pensava che qualcuno ancora vivo gli
sarebbe
potuto tornare utile.”
“NON
CI POSSO CREDERE!!!
DANNATO IDIOTA SENZA CERVELLO!!! ANCHE UN MAIALE AVREBBE SAPUTO FARE UN
LAVORO
MIGLIORE DI LUI!!!!”
“Sempre
un signore, lei...”
Mentre
Beerus sbraitava e Whis
tentava, invano, di calmarlo, Bulma si voltò verso il
giovane saiyan e si
accorse che si stava alzando in piedi.
“Cosa
fai? devi riposare!” lo
fermò la donna, preoccupata, e il saiyan disse:
“Mi dispiace, ma non posso
fermarmi... devo trovare Vegeta...”
“Vegeta?”
Il
tono sorpreso di tutti fece
voltare il ragazzo e vedendo che tutti lo stavano guardando,
domandò: “Lo
conoscete?”
“Sì...
era mio marito... e
questi sono i nostri figli...” fu la risposta di Bulma,
indicando i due Trunks
dietro di lei.
“Davvero?!”
esclamò,
entusiasta, il giovane “Come sono felice di conoscerla
assieme ai suoi figli!
Sa che i suoi figli assomigliano molto a Vegeta? Io sono Tarble! Non
immagina
che immensa fortuna, incontrarla. Come sta Vegeta?”
Tuttavia,
notando che la
maggior parte dei presenti aveva abbassato tristemente lo sguardo,
Tarble
domandò: “Gli è successo
qualcosa?”
“E'
morto...” fu la piatta
risposta di Bulma.
Il
saiyan rimase in silenzio
poi, appoggiandosi ad un tronco, sussurrò: “Mi
dispiace... non lo sapevo...
vogliate perdonarvi...”
“Aspetta
un momento, tu!!!”
l'interruppe Beerus, avvicinandosi come una furia a Tarble.
Poi,
puntandogli un dito
contro, esclamò: “Sei troppo gentile e beneducato
per essere un saiyan!”
Tutti
sgranarono gli occhi a
quella rivelazione.
Era
vero... quel saiyan aveva
un carattere troppo strano per un saiyan...
Grattandosi
la guancia, il
giovane rispose: “Lo so... ho questo carattere dalla
nascita... so che è molto
strano tra i saiyan... è per questo che mio padre mi ha
mandato via...”
“Dì
un po', quando Freezer ha
mandato quel suo messaggio da quattro soldi, non sei tornato a
casa?”
“Non
l'ho neanche ricevuto...
mio padre non mi voleva intorno nemmeno se glielo ordinava
Freezer...”
Nel
dire quelle parole,
abbassò lo sguardo.
Per
quel saiyan doveva essere
proprio tremendo ricordare il disprezzo che il padre nutriva per lui...
Ad
un tratto, Tarble si mise
di nuovo a sorridere e disse: “Ma è inutile
rivangare il passato... in fondo, ciò
mi ha permesso di sopravvivere...”
“Già...
scusa... ti chiami
Tarble?” domandò il Trunks più grande e
il saiyan, annuì: “Certo.”
“Posso
farti una domanda?”
“Certamente.”
“Tu
conoscevi nostro padre?”
A
quella domanda, Tarble
sgranò gli occhi e, con un filo di voce, domandò:
“Sì... ma Vegeta non vi ha
mai parlato di me?”
“No.
Come mai questa domanda?
Vi conoscevate molto bene?”
“Beh,
sì... io... ero un
membro della sua squadra.”
Mentre
diceva quella frase,
Whis rimase in silenzio a guardarlo.
Bulma,
non accorgendosi dello
sguardo di Whis, domandò: “Davvero?”
“Sì...
tuttavia, ero troppo
debole per la squadra del principe, quindi, venni rimosso e inviato su
un altro
pianeta, in modo che non gli fossi d'intralcio...” fu la
risposta del giovane
saiyan “Però, prima di essere mandato via, io e il
principe ci siamo legati, in
qualche maniera... anche se non lo diceva apertamente, mi dava qualche
dritta
in battaglia... e poi mi difendeva sempre... credo che per lui fossi
una specie
di fratello minore...”
“Vegeta
ha fatto una cosa del
genere?! Non finirà mai di stupirmi quel
ragazzo...” commentò, senza parole,
Bulma.
Ma
possibile che quello
stupido scimmione aveva mostrato a tutti il suo lato migliore tranne
che a
lei?!
Maledetto
idiota orgoglioso...
“Poi
mio padre, con
l'approvazione del re, mi spedì su un altro pianeta e da
quel momento non ci
siamo più visti né sentiti. Fine.”
concluse Tarble e, una volta che ebbe
finito, Beerus gli domandò: “E allora
perché sei andato a cercarlo proprio adesso?”
“Beh,
ecco... ero convinto che
Vegeta fosse ancora sotto il comando di Freezer... poi, un giorno, sono
atterrati sulla mia stella due alieni, uno dei quali che apparteneva
all'Armata
di Freezer. Mi ha raccontato che un guerriero dorato era apparso dal
nulla su
un pianeta che stava conquistando e che l'aveva ucciso assieme a suo
padre Re
Cold... così, immaginando che Vegeta fosse ancora vivo, sono
partito alla sua
ricerca per andare a trovarlo... ma non immaginavo che fosse
morto...” continuò
Tarble e Beerus riprese: “E come cavolo hai fatto a ridurti
in quello stato?”
“Io
e Gure siamo atterrati su
un pianeta per far rifornimento ma siamo stati attaccati da un
mostro... io non
sono molto forte... così sono stato sconfitto e se non fosse
stato per mia
moglie...”
“Moglie?! Stai dicendo
che quel coso è tua moglie?!” domandò
Beerus, sgranando gli occhi, e Tarble,
con tutta la tranquillità del mondo, ammise:
“Certamente. Ci siamo conosciuti
su quella stella...”
“Sai,
ragazzino, credo che tuo
padre ti abbia mandato via per un altro motivo...” fu il
commentò del dio della
distruzione, mentre Whis diceva: “La bellezza è
una cosa relativa, Lord Beerus.
Su quella stella, quella giovane aliena è una delle donne
più belle...”
“Eh?
E lei come lo sa?”
domandò Tarble e l'uomo, rispose: “Oh oh oh...
niente sfugge ad un angelo...”
“Angelo?”
domandò, incredulo,
il giovane mentre Beerus domandò: “Tutto tranne la
presenza di questi saiyan!”
“Dovevo
essermi distratto un
attimo, Lord Beerus...”
“Tu
guardi solo quello che
t'interessa!!!”
“Mi sembra che lo
faccia anche lei, Lord
Beerus... anzi, forse lo fa più di me.”
Mentre
Beerus e il suo angelo
erano impegnati a litigare, Tarble si voltò verso Gure e le
disse: “Torniamo a
casa, Gure.”
“Ehm,
Tarble... purtroppo la
navicella è stata distrutta... siamo bloccati
qui...” fu la risposta
dell'aliena.
Il
Trunks più grande notò che
il saiyan era sbiancato e gli domandò: “Qualche
problema?”
“No,
non preoccupatevi...” fu
la risposta, evasiva, del giovane.
Mentre
Trunks indagava su
quello strano comportamento, Bulma disse: “Sta tranquillo. Ci
penso io a
riparare la navicella.”
“Lo
farebbe davvero?!”
“Certamente.
Ho persino
inventato una macchina del tempo.”
“Veramente?!”
“Sì,
anche se è una storia un
po' complicata...”
“Purtroppo
noi non abbiamo
soldi...”
“Non
ci pensare! Finché non
l'avrò sistemata, sarete nostri ospiti d'onore!”
“La
ringrazio immensamente!”
Mentre
Bulma e Tarble
parlavano, la Mai più grande si avvicinò al suo
Trunks e domandò: “Pensi che ci
fosse anche lui nella nostra linea temporale?”
“Probabile.
Dopotutto, la
divergenza si è creata solo nella terra. Negli altri
pianeti, le cose devono
essere state le stesse in tutti e due i mondi paralleli... credo, anzi
sono
convinto che nel passato i nostri amici l'abbiano
conosciuto...”
“Cosa
pensi che gli sia
successo nella nostra linea temporale?”
“Zamasu
ha detto che non c'era
nessuno in grado di ostacolarlo... temo che l'abbia ucciso, assieme a
tutti i
più forti guerrieri dell'universo, prima di devastare la
nostra Terra...”
Trunks
si voltò e vide Mai che
aveva le lacrime agli occhi.
Si
diede mentalmente dello
stupido.
Per
Mai, il ricordo della loro
linea temporale devastata da Zamasu doveva essere ancora tremendo per
lei...
Mettendole
un braccio attorno
alle spalle, Trunks le sussurrò: “Lo so che
è dura, Mai... ma dobbiamo andare
avanti. Per i nostri amici che non ce l'hanno fatta, per mia madre, per
noi ma,
soprattutto, per il nostro bambino. So che ce la farai.”
La
ragazza si girò e sorrise
dolcemente.
Fortunatamente,
Trunks aveva
ereditato più sangue terrestre... sapeva essere dolce con
lei in un modo...
Nel
frattempo, Bulma stava
dicendo ai due nuovi arrivati: “...Abbiamo tante stanze nella
nostra casa.
Potrete fermarvi per quanto vi pare.”
“Mi
basta star qui finché la
navicella non sarà riparata... non voglio assolutamente
mancare di rispetto
alla vostra ospitalità, signora, è solo che non
voglio lasciare la mia stella
per troppo tempo... potrebbe succedere qualcosa...”
“Capisco...
ma lascia perdere
queste cerimonie, Tarble. Chiamami pure Bulma e dammi del tu.”
“Come
vuoi... Bulma...”
“Visto?
E' facile. Comunque,
adesso, dobbiamo occuparci di una certa piccola faccenda alquanto
urgente.”
“Quale?”
“La
tua tuta, signorino.”
Prima
che Tarble avesse il
tempo di capire di cosa stesse parlando la donna, Bulma
toccò con l'indice la
corazza, in gran parte distrutta e strappata, e disse: “Devi
cambiartela
assolutamente! E' ridotta ad uno straccio. In più credo
proprio che dovresti
farti una bella doccia.”
Dopo
aver detto ciò, Bulma
tolse il dito da essa e, con un sorriso, disse: “Su, forza,
seguimi. Ti
accompagno in bagno.”
“Ma...
ecco, io...” protestò
timidamente il saiyan ma prima che potesse continuare, la donna lo
prese per un
braccio e trascinandolo verso la casa, rispose, seccata:
“Niente ma! Ho detto
che fai una doccia e pertanto significa che fai una bella doccia, poche
storie!”
Mentre
i due si dirigevano
verso la casa, Beerus, senza parole davanti a quello spettacolo,
commentò,
preoccupato: “Fa' paura quella...”
“E'
molto coriacee non c'è che
dire...” fu la risposta pacata di Whis e il dio aggiunse:
“Mi domando se quella
sia davvero una donna...”
“Boh,
chi lo sa... potrebbe
sempre domandarglielo...”
“Per
poi farmi ammazzare?!”
“Era
solo un consiglio.”
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Capitolo 3 *** Segreti oscuri ***
Capitolo
3: Segreti oscuri
Spazio
profondo
Zona
nord-est, lunedì, 07:30
La
giovane dalla pelle verde,
gli occhi viola e i capelli bianchi fece un grosso sbadiglio di noia.
Era
una vera pizza star lì al
timone per cercare la navicella di un ragazzino... senza contare che
quella
caccia non aveva alcun senso!
Capiva
che il padre del
ragazzino non era stato troppo gentile con Broly... ma addirittura
dargli una
caccia spietata come se quello non fosse altro che un animale... non
aveva
alcun senso!
Ormai
quel vecchio non aveva
in testa che la vendetta...
Sentì
un rumore alle tue
spalle e vide Broly entrare con le braccia piene zeppe di tanto cibo.
Non
appena il giovane si
accorse della presenza della giovane, trasalì, facendo
cadere delle provviste.
“Dai,
non spaventarti. Non
dirò nulla a Paragas.” lo tranquillizzò
la ragazza, raggiungendolo e aiutandolo
a raccogliere, mentre il giovane balbettava: “G... grazie,
Cheelai...”
“Ma
figurati, Broly.” fu la
risposta della giovane, mentre gli passava una lattina.
Ad
un tratto, la porta si aprì
di nuovo.
I
due giovani trattennero per
un attimo il respiro ma si rilassarono entrambi non appena videro che
chi era
entrato era un alieno di mezz'età con la pelle arancione, il
berretto e grandi
occhi gialli.
“Sono
venuto a darti il
cambio, Cheelai.” disse l'alieno, ignorando la confusione per
terra, mentre la
ragazza rispondeva: “Grazie, Lemo.”
Lemo
s'inginocchiò e,
allungando a Broly una borraccia, gli ricordò, con dolcezza:
“Mi raccomando,
Broly, non mangiarti tutte le nostre provviste. Ormai le stiamo
finendo.”
“Mi
dispiace, ma non posso
farci niente. So che è sbagliato e se mio padre lo venisse a
sapere mi
punirebbe... è solo che ho fame e questo cibo è
così buono...” fu la risposta
del ragazzo, abbassando lo sguardo, mentre Cheelai, con un grande
sorriso, lo
rassicurò, dandogli nel mentre un'amichevole pacca sulla
schiena: “Rilassati,
Broly. Sei una buona forchetta, non c'è nulla di
male.”
“Mio
padre mi ha ordinato di
non toccare mai le provviste. Non devo disubbidire a mio
padre.”
“Una
piccola trasgressione
adolescenziale la fanno tutti. Io rubo portafogli e navicelle ai
turisti da
quando avevo quattro anni e adesso c'è una bella taglia
sulla mia testa. Peggio
di così...”
“Ti
sbagli...! Se disubbidisco
a mio padre... lui mi punirà... non voglio essere
punito!”
I
due alieni si accorsero che
mentre farfugliava quelle parole spaventate, il giovane toccava il
collare di
metallo che aveva al collo, come se volesse distruggerlo.
Cheelai
e Lemo avevano notato
che c'era qualcosa di strano in quell'assurdo collare che Broly portava.
Tutte
le volte che il giovane
temeva che il padre lo punisse oppure quando suo padre tirava fuori un
telecomando dal borsellino che aveva in vita, Broly lo toccava nervoso
e
spaventato, come se cercasse di toglierselo.
Senza
contare che il rapporto
padre – figlio che c'era tra Paragas e Broly era molto,
troppo strano...
Paragas,
quando c'era un
pericolo, faceva sempre in modo che fosse il figlio a proteggerlo...
vero che
il potere di Broly era molto più grande di quello del padre,
lo scouter di Lemo
si era distrutto nell'analizzare il suo livello di potenza, ma un padre
avrebbe
protetto il figlio da qualsiasi pericolo, non viceversa.
Senza
contare che, da quello
che Broly aveva raccontato loro, Paragas l'aveva sempre spinto in
situazioni
estreme, solo per potenziarsi... solo perché il ragazzo
potesse potare a
termine una vendetta per conto del padre verso un tizio che non
conosceva nemmeno...
Inoltre,
Broly era molto,
troppo, remissivo nei suoi confronti.
Obbediva
a tutti gli ordini di
Paragas senza fare domande, con assoluta lealtà.
Sembrava
più un rapporto
padrone – servitore che uno padre – figlio.
In
ogni caso, era meglio non
far domande.
“Non
diremo niente a tuo
padre!” gli disse Cheelai, toccandogli la spalla, in modo da
tranquillizzarlo
“Sta tranquillo. E' una promessa e se dovessimo dirlo a tuo
padre, mangeremo
per punizione mille aghi.”
Dopo
alcuni respiri profondi,
Broly si calmò e lasciò andare il collare.
Vedendolo
rilassarsi, Lemo
sorrise e lo rassicurò: “Cheelai ha ragione.
Impediremo che tuo padre ti
punisca. Su, adesso mangia e non temere niente.”
Broly
rimase in silenzio un
attimo, poi fece un sorriso.
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
08:00
Bulma,
la quale teneva su un
braccio dei vestiti, entrò con tutta la calma del mondo nel
grande bagno.
La
tuta di Tarble era poggiata
sul lavandino.
La
prese e si mise a studiare
la corazza.
Era
proprio fracassata...
eppure quel materiale era parecchio resistente ed elastico, l'aveva
scoperto
grazie alle riparazioni che aveva spesso fatto su quella di Vegeta,
distrutta a
causa dei mille allenamenti che, nei tre anni precedenti alla sua
morte, aveva
fatto.
Chi
diavolo aveva affrontato
quel ragazzo?!
Decise
di lasciar perdere e,
prendendo la tuta e lasciando sul lavandino i vestiti che aveva
trovato, uscì
dal bagno.
Si
recò nel laboratorio e
cominciò ad analizzarla.
Avrebbe
provato a ripararla...
Dopo
un po', la porta si aprì
e comparve la Mai più grande, quella che veniva da un altro
futuro e che era
incinta di suo figlio... in un certo senso.
“I
nostri ragazzi e Whis sono
tornati.” disse, con un sorrise mentre Bulma, seguendola con
un sorriso,
diceva: “Ottimo. Sono proprio curiosa di vedere questa
navicella.”
Bulma
e Mai si recarono in
giardino e videro i due Trunks, assieme a Gure, a Beerus e a Whis, che
stavano
guardando la navicella con cui erano arrivati i due coniugi.
A
rapporto mancava l'altra Mai
la quale era impegnata a riordinare.
Mentre
la toccava con
un'unghia, Beerus commentò: “Ma come avranno
tirato fuori questa roba?”
“Partendo
dall'astronave con
cui Tarble è arrivato su quella stella, no?” lo
punzecchiò l'angelo.
La
risposta del dio fu un
ringhio soffocato.
Ignorando
il battibecco tra i
due, Bulma entrò nell'astronave e si mise ad analizzarla.
Dopo
qualche ora di controlli
vari, la terrestre riapparve e, mentre si ripuliva le mani unte di
grasso con
uno strofinaccio, dichiarò: “E' ridotta male ma ho
visto di peggio.”
“Quanto
ci vorrà per
ripararla?” domandò Gure e Bulma rispose:
“Circa una settimana... ma non
preoccupatevi. Sarete nostri ospiti per tutto il tempo che
vorrete.”
“La
ringrazio infinitamente!”
“Ma
figurati, non c'è di che.”
“Non
so come ringraziare lei e
l'uomo che ha salvato mio marito...”
“Allora
ringrazia anche me!”
le urlò, stizzito e offeso, Beerus.
Quando
l'aliena si girò,
disse: “Dopotutto, sono stato io a permettere che tuo marito
fosse curato!
Meriterei un bel ringraziamento! E dovrà essere degno di un
dio della
distruzione, sappilo!”
Whis
fece un sospiro.
Se
aveva la possibilità di
guadagnare qualcosa non se la lasciava di certo fuggire...
Tuttavia
Gure, con un sorriso
luminoso, annuì: “Senza dubbio. Le darò
il massimo ringraziamento della mia
stella.”
“Ottimo,
l'accetto
senz'altro!” fece Beerus, con un sorriso soddisfatto e
sfregandosi le mani.
Di
certo avrebbe avuto un
sontuoso e pregiato regalo... magari era pure qualcosa di buono da
mangiare...
L'aliena
si avvicinò al dio e,
con tutta la semplicità del mondo, fece un leggero inchino,
dicendo: “La
ringrazio infinitamente per tutto quello che ha fatto per mio marito.
E' un
immenso onore per me ringraziarla.”
Per
tutta risposta, Beerus
sgranò gli occhi.
Che
significava
quell'inchino?!
“E'
il massimo riconoscimento
della sua stella.” spiegò Whis prima che Beerus
potesse formulare la domanda
“Dovrebbe esserne onorato, lord Beerus. Sa, sono davvero
pochissimi quelli che
l'hanno ottenuto...”
“Tu
lo sapevi fin dall'inizio,
non è vero?” gli domandò, seccato, il
dio e l'angelo rispose: “Ma certamente,
lord Beerus.”
“E
allora perché non me l'hai
detto prima?!”
“Oh
oh oh... perché lei non me
l'ha chiesto, lord Beerus.”
Per
tutta risposta, Beerus
soffocò un ringhio.
Quel
dannato angelo di Whis si
era di nuovo permesso di prenderlo in giro... peccato che lui era
l'unica cosa
che non poteva distruggere... a parte, ovviamente quell'idiota senza
cervello
di suo fratello!
Chissà
se esisteva un centro
reclami dove mollarlo...
Vedendolo
adirato, Whis fece
un sorriso e disse: “Dovrebbe rispondere al ringraziamento di
Gure. Sarebbe
parecchio maleducato da parte sua rifiutarlo, dopo aver insistito tanto
per
averlo...”
Beerus
si voltò e, vedendo che
la giovane aliena era rimasta nella stessa posizione di prima, si
sbrigò ad
imitare la sua postura e a farfugliare: “No, l'onore
è tutto mio...”
Una
volta che Beerus e Gure
ebbero finito di ringraziarsi, la porta della villa si aprì
e comparve la Mai
più piccola che annunciò: “Il pranzo
è pronto.”
“Bene,
finalmente una buona
notizia.” fu la risposta di Beerus.
Il
gruppo si recò sul terrazzo
dove, sotto ad un gigantesco ombrellone, c'era una tavola imbandita
piena zeppa
di cibo e bevande.
“Ho
pensato che, visto che
sono arrivati ospiti, si doveva festeggiare.”
spiegò Mai mentre Beerus si
fiondava a mangiare, seguito dagli altri.
Dopo
un po', il Trunks più
giovane domandò: “Scusa, mamma... ma Tarble
è ancora a farsi la doccia?”
Fu
a quel punto che il gruppo
notò che il saiyan mancava da un po' di tempo...
“Dovrebbe
aver finito... in
ogni caso, vado a controllare...” esclamò Bulma,
alzandosi in piedi ed entrando
in casa.
Una
volta che giunse al bagno,
bussò alla porta e chiese: “Tarble, è
pronto. Ti stiamo aspettando.”
“Ma...
questi vestiti...”
farfugliò il saiyan dall'altra parte della porta.
Bulma
si mise una mano sulla
fronte.
Evidentemente
aveva sbagliato
le misure...
“Scusami,
Tarble...” si scusò
la terrestre “Non ho fatto apposta a sbagliare le misure dei
vestiti...”
“No,
le misure sono giuste...”
“Se
il problema è l'assenza di
un buco nei pantaloni per la coda, fallo pure. Non importa.”
“Ah, grazie... mi
stavo giusto chiedendo se
potevo farlo ma il mio problema principale è un
altro...”
“E
quale?”
Vedendo
che il giovane non
rispondeva, Bulma domandò: “Tarble,
qual'è il problema?”
“Io...”
fece il saiyan ma
continuò la frase così piano che Bulma non
sentì proprio niente.
“Tarble,
non ho sentito
niente!” fece la terrestre “Ti consiglio di dirmelo
presto o mi arrabbio! E
quando mi arrabbio sono così spaventosa da terrorizzare
persino Vegeta!”
“Sul
serio?!”
“Certo.
Allora, me lo dici?”
“Guarda
sotto.”
Bulma
abbassò gli occhi e vide
un pezzetto di carta igienica e aprendolo vide una scritta rossa,
probabilmente
grazie ad un rossetto rosso: Mi
vergogno!
Facendo
uno sbuffo, Bulma
rispose: “Tarble, nessuno ti prenderà in giro se
indossi quei vestiti! E poi,
sarai costretto a indossarli. Sto riparando la tua tuta. In ogni caso,
è meglio
se scendi perché il cibo è poco e i presenti
tanti e tutti molto affamati.”
Proprio
in quel momento, sentì
un ruggito provenire dal bagno.
Bulma
fece fatica a trattenne
una risata e poi tornò in terrazza.
Conosceva
troppo bene quel
ruggito... era lo stomaco affamato di un saiyan... fra non molto,
Tarble
sarebbe uscito...
Infatti,
dopo un po' sentì un
fruscio dalla porta.
Si
voltò e vide Tarble, con lo
sguardo basso, le mani intrecciate e il viso rosso come un peperone.
Indossava
una maglietta a
maniche corta rossa e dei jeans blu.
Imbarazzato
come pochi, si
sedette di fianco alla moglie, tenendo sempre lo sguardo basso.
Ad
un tratto, sentì qualcuno
toccargli con dolcezza il braccio.
Si
voltò e vide Gure che gli
fece un piccolo ma radioso sorriso.
Dopo
un'iniziale smarrimento,
Tarble le sorrise a sua volta, rilassandosi.
La
cena si consumò in
silenzio, finché, ad un tratto, Bulma domandò:
“Trunks, potresti passarmi il
sale, per favore?”
“Certo,
mamma.” esclamarono,
in coro, i due Trunks ma mentre cercavano di prendere il sale, si
scontrano.
Mentre
si massaggiavano la
spalla e si scusavano a vicenda, Bulma, con un sospiro, disse:
“Non
preoccupatevi, faccio io...”
Tarble
rimase un attimo in
silenzio per poi domandare, indicando i due doppioni:
“Scusate... ma vi
chiamate entrambi Trunks?”
“Certo.”
annuirono mentre la
Mai più grande, indicando quella più piccola,
aggiungeva: “Anche noi due ci
chiamiamo entrambe Mai.”
“Ehm...
non per mettere il
naso nei vostri affari... ma perché vi chiamate allo stesso
modo se siete
fratelli?” domandò il saiyan e Bulma disse:
“Non sono fratelli, anche se sono
identici. Sono doppioni.”
“Cioè?”
“Un
Trunks e una Mai vengono
da un mondo parallelo del futuro.”
“Mondo
parallelo? Futuro?”
“Sì.
E' una linea temporale
identica a questa, salvo che, purtroppo, quel mondo è stato
distrutto. Solo
loro due sono sopravvissuti e sono giunti qui.”
“Ecco
perché è vietato giocare
col tempo!” mugugnò Beerus mentre addentava un
enorme pezzo di carne “Però è
anche vero che in questo modo mi avete impedito di morire a causa di
quel pazzo
di un mago, perciò, per stavolta, ci chiudo un occhio... ma
guai a voi se lo
rifate!”
Mentre
la divinità sbraitava,
Tarble prese il suo bicchiere e se lo bevve.
Quando
ebbe finito, si voltò
verso la moglie e le domandò: “Tu ci hai capito
qualcosa?”
“No.”
“Nemmeno
io...”
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
23:30
Il
cielo notturno aveva
assunto una tonalità nera e in giro non si sentiva nessun
rumore.
Solo
in uno stabile giallo,
c'era una luce accesa.
Davanti
ad una finestra, a
guardare il cielo stellato, c'era un giovane coi capelli a spazzola
neri e una
lunga coda di scimmia.
Non
c'era alcuna traccia di
loro... era riuscito a seminarli ma era ovvio che gli sarebbero stati
col fiato
sul collo finché non l'avrebbero raggiunto... e ucciso.
Purtroppo,
il suo scouter si
era rotto e, pertanto, non sapeva quando sarebbero arrivati... e dato
che era
bloccato lì...
Doveva
trovare una soluzione!
Non
poteva mettere in pericolo
Gure e la famiglia di Bulma... se avessero saputo dell'esistenza dei
due
Trunks...
Sentendo
un fruscio alle sue
spalle, si voltò e vide Whis, il quale, tranquillamente, gli
disse: “Sono io.
Non preoccuparti.”
“Ah,
ciao, Whis...”
“Come
mai sei ancora in piedi?
E' tardi...”
“Avevo
un po' d'insonnia... ma
credo che andrò a dormire...”
“Ottima
idea, principe
Tarble.”
Sentendo
quel titolo, il
saiyan sgranò gli occhi e sbiancò, per poi, con
un sorriso forzato, disse:
“Temo che si sta sbagliando...”
“Voi
siete il principe Tarble,
secondogenito di re Vegeta III e fratello minore del principe Vegeta
IV, pertanto,
zio di Trunks, non è vero?”
Vedendosi
smascherato, Tarble
ammise, abbassando lo sguardo: “Sì, sono io...
come l'ha scoperto?”
“Niente
sfugge ad un angelo...
inoltre, ci siamo già incontrati quando io e Beerus andammo
a trovare tuo
padre, anche se, per tutto il tempo, sei rimasto nascosto dietro a una
tenda.”
“Non
volevo che mio padre mi
vedesse... mi ha sempre odiato per il mio carattere... infatti, appena
ha
potuto, mi ha mandato via...”
“Perché
non avete raccontato a
Bulma e ai due Trunks la vostra vera identità?”
“Voglio
aspettare il momento
migliore... le verrebbe un colpo sapere che il marito aveva un
fratello...
glielo racconterà?”
“No.”
“Oh,
grazie. Non so davvero
come ringraziarla...”
“Figurati.
Sono curioso di
sapere come andrà a finire questa storia... se vuoi
mantenere nascosta la tua
vera identità, sta attento a Bulma... lei è di
natura sospettosa... inoltre
credo che stia notando una certa somiglianza tra te e
Vegeta...”
“Farò
di tutto per
impedirlo...”
“Ottimo...
comunque, se vuoi
diventare più forte e imparare a percepire i KI da solo,
potresti chiedere ai
due Trunks.”
Tarble
guardò Whis, senza
parole.
L'angelo
spiegò: “Sento che
sei minacciato da qualcosa di molto pericoloso ma non vuoi parlarne per
non
mettere in pericolo nessuno... ma non potrai mai farcela col tuo
livello di
combattimento... tuttavia, con un buon addestramento, potresti superare
i tuoi
limiti... e i due Trunks potrebbero diventare due ottimi
maestri...”
Dopo
aver detto quella frase,
Whis si voltò e disse: “Io vado a fare un giro.
Buonanotte.”
“Aspetta,
Whis... potrei farti
un'altra domanda?”
“Certo.”
“Perché
mi stai coprendo e mi
stai aiutando?”
La
risposta di Whis fu un
semplice e divertito: “Oh oh oh... perché mi va
così.”
Dopo
aver detto quelle parole,
Whis lasciò la stanza, lasciando Tarble senza parole.
|
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Capitolo 4 *** Pulizie ***
Capitolo
4: Pulizie
Ansimava
pesantemente, toccandosi il braccio dolorante e sanguinante mentre
piccole
gocce di sangue cremisi coloravano di rosso la neve.
Sentiva
le palpebre più pesanti ma cercava in tutti i modi di
resistere.
I
suoi aguzzini erano lì, davanti a lui...
“Nemmeno
la famiglia reale, la famiglia più potente tra i saiyan,
può niente contro mio
figlio!” esultò il vecchio davanti a lui
“Speravo che durante la tua fuga fossi
diventato più forte, stupido ragazzino... ma a quanto pare
mi sono solo
illuso...”
L'uomo
tirò fuori una pistola e, puntandogliela contro,
sibilò con uno sguardo
fanatico: “In ogni caso, potrò vendicarmi di tuo
padre. E' un peccato che il
tuo caro paparino non sia qui a godersi lo spettacolo...
chissà che faccia
avrebbe fatto vedere il suo secondogenito massacrato da mio figlio...
quando
finirai all'inferno, salutamelo da parte mia.”
Dopo
aver pronunciato quelle parole, sparò un colpo e il saiyan
chiuse gli occhi,
preparandosi all'impatto.
Terra
Capsule
Corporation, martedì,
11:30
“WAAAAHHHH!!!!!”
urlò Tarble,
con quanto fiato aveva in gola, spaventando la moglie che gli stava
dando dei
colpetti per svegliarlo.
Con
la fronte sudata, gli
occhi spalancati e il respiro affannoso, Tarble si guardò
intorno.
Era
nella stanza che Bulma
aveva dato a lui e a Gure, in attesa che la navicella fosse riparata.
Si
voltò e vedendo Gure seduta
per terra di fianco a lui, sussurrò: “Era solo un
sogno?”
“Tarble,
tutto bene? Stanotte
eri molto agitato... continuavi a parlare nel sonno...” disse
la donna,
preoccupata, e il marito, incredulo, disse: “Sul
serio?”
“Sì,
dicevi un sacco di parole
strane come: ‘Lascia in pace la Terra!’ e
‘Fratellone’... che incubo stavi
facendo?”
Vedendo
che Tarble non
rispondeva e che aveva abbassato lo sguardo, il quale nel mentre,
diventò
scuro, Gure indovinò: “Hai sognato quei
due?”
“Sì...
mi stanno ancora
cercando, lo so...”
“Ma
perché vogliano a tutti i
costi ucciderti?! Non li conosci nemmeno...”
“E'
vero... ma quel vecchio
che ci ha attaccato mi vede come un oggetto su cui sfogare tutta la
rabbia e
tutto il risentimento che aveva nei confronti di mio padre e non gliene
frega
niente il fatto che io non ero nemmeno nato quand'è successo
tutto... l'ho
capito dal suo sguardo. Era lo sguardo di un pazzo
fanatico...”
Gure
rimase in silenzio.
Quella
storia stava facendo
impazzire ingiustamente suo marito... e tutta per una colpa che non era
neanche
sua... ma non aveva alcuna intenzione di chiedergli cosa avrebbe
fatto...
Gli
avrebbe fatto pressione e
basta.
Si
limitò ad abbracciarlo
dietro la schiena, come faceva quando voleva consolarlo... a loro
bastava ciò.
Quando
si staccò, Gure disse:
“Comunque, è già quasi mezzogiorno e
Bulma voleva chiederti di unirti per il
pranzo.”
“Certamente,
arrivo subito.”
“Ah,
Bulma ci ha chiesto se,
questo pomeriggio possiamo aiutare lei e le due Mai con le
pulizie.”
“Sicuro!
Voglio sdebitarmi con
loro per la loro ospitalità.”
Terra
Capsule
Corporation, martedì,
15:45
“Dove
lo metto questo
scatolone, Bulma?”
“Mettilo
pure su quel tavolo.”
Il
saiyan, dopo aver
appoggiato lo scatolone, sul tavolo, si passò il dorso della
mano sulla fronte
sudata.
Certo
che fare le pulizie era
proprio faticoso...
Quando
si voltò, vide Gure che
cercava di mettere un barattolo su un comodino ma, a causa della bassa
statura,
non ci riusciva.
Subito,
Tarble prese il
barattolo e lo mise a posto.
“Grazie,
Tarble.” lo ringraziò
la moglie e il saiyan, voltandosi, balbettò: “P...
prego...”
Si
era sempre vergognato di
essere al centro dell'attenzione... in ogni caso, lui amava con tutto
sé stesso
la moglie... avrebbe fatto qualunque cosa per lei...
Non
appena alzò lo sguardo,
notò che Bulma, intenta a mettere degli apparecchi elettrici
in uno scatolone,
lo stava fissando.
Si
diede mentalmente
dell'idiota.
Non
doveva farsi notare di
Bulma!
Se
avesse scoperto che era il
fratello minore di suo marito...
In
ogni caso, il giovane
saiyan si diresse verso un mucchio di strani dispositivi elettrici
dentro un
grosso mucchio per terra e cominciò a metterli dentro degli
scatoloni.
Il
suo progetto per farsi
allenare dai due Trunks doveva aspettare...
I
due doppioni, infatti, dopo
aver fatto colazione, ciò era avvenuto alle sei del mattino,
se n'erano andati
dalla casa per allenarsi.
Sarebbero
tornati verso
sera... nel frattempo, lui e Gure potevano dare una mano con le
pulizie...
Quando
anche l'ultimo bullone
fu messo dentro alla scatola, Bulma gli passò uno
strofinaccio e gli disse:
“Ora che hai finito qui, va' pure a dare una mano a Mai a
pulire il pavimento e
le finestre.”
“Agli
ordini!” esclamò,
volenteroso, Tarble, prendendo lo strofinaccio e uscendo dalla stanza.
Per
qualche minuto, Tarble osservò
la ragazza pulire il pavimento, la quale doveva essere, da quello che
aveva
capito, quella di questa linea temporale, dato che era più
bassa e non era
incinta.
In
ogni caso, Mai per pulire
faceva passare lo strofinaccio sul pavimento e con le mani, passando da
una
parte all'altra del corridoio, gattonando a tutta velocità.
Una
volta che credette di aver
capito il procedimento, Tarble strinse con forza il fazzoletto e disse,
per
darsi la carica: “Bene! Andiamo!”
Il
ragazzo cominciò a correre
a tutta velocità a gattoni sul pavimento per pulirlo ma non
si accorse che in
un punto cominciavano le scale e, pertanto, prima che se ne potesse
rendere
bene conto, si mise a volare giù per le scale urlando:
“Aaaaaahhhhh!!!!” prima
di andare a sbattere violentemente contro un muro del piano.
“Ahio,
che male...” fu tutto
quello che riuscì a dire il saiyan mentre scivolava
lentamente sul pavimento.
Attirati
da quel baccano,
anche Bulma, l'altra Mai, Gure, Whis e Beerus corsero a vedere cosa
fosse
successo.
Vedendo
il saiyan per terra
dolorante e il pezzo di muro mezzo rotto e con l'intonaco caduto, fu
subito
chiaro a Bulma cosa fosse successo.
Tuttavia,
si limitò a mettersi
una mano tra i capelli e a sospirare.
Certo
che i saiyan erano i
migliori quando si trattava di distruggere qualcosa... non vedeva un
muro così
malridotto dagli androidi.
Intanto,
Gure si avvicinò al
marito e, mettendogli una mano sulla schiena, gli domandò,
preoccupata: “Tutto
a posto, Tarble?”
“Sì,
Gure... sta
tranquilla...” fu la risposta, dolorante, del giovane, mentre
si rialzava in
piedi.
Guardando
quella scena, Beerus
commentò, stizzito: “Proprio degno dei saiyan...
sono duri a morire
all'inverosimile...”
“Non
si dimentichi che sono
una razza di guerrieri.” gli ricordò, divertito,
il suo angelo.
Nel
frattempo, Bulma si
avvicinò al ragazzo e allungandogli un fazzoletto,
domandò: “Stai bene?”
“Diciamo
che ho vissuto tempi
decisamente migliori...”
“Dovresti
fare attenzione.”
“Mi
dispiace...”
“Senti,
lascia perdere il
pavimento... che ne dici da dare una mano all'altra Mai a pulire i
vetri delle
finestre?”
“Ok.”
Terra
Capsule
Corporation, martedì,
16:10
Una
leggera brezza primaverile
le accarezzò i lunghi capelli corvini, accompagnata dal
canto degli uccellini e
dai caldi raggi solari.
La
giovane donna fece un
leggero sorriso.
Era
proprio una bella
giornata... se pensava che, in un altro mondo, in quella giornata
così bella
avrebbe dovuto nascondersi in una casa distrutta o, peggio ancora,
nelle fogne,
la faceva star male...
Dopotutto,
la sua vita con
l'arrivo degli androidi non era stata altro che un continuo nascondersi
e
sopravvivere... poi, quando, finalmente, era arrivato un momento di
pace, era
arrivato Zamasu e tutto era ricominciato... le era sembrato di essere
in un
circolo vizioso...
Sentì
le lacrime pizzicarle al
ricordo della gente del suo futuro, la quale, purtroppo, non ce l'aveva
fatta,
ma, con orgoglio, si asciugò le lacrime.
Non
doveva piangere... doveva
farsi forza e andare avanti!
Si
toccò con dolcezza il pancione.
Era
la moglie e la madre di un
saiyan, un guerriero... doveva lottare fino alla fine!
Nel
frattempo, al primo piano,
Tarble era impegnato a lavare i vetri delle finestre.
Purtroppo,
la sua finestra era
piena di fastidiose macchie nere e, per quanta energia ci desse, non si
degnavano di sparire.
Il
giovane continuò a fregare
con sempre più forte.
Le
avrebbe tolte, a qualunque
costo!!!
CRASH!!!
Mai
si voltò e fece appena in
tempo a vedere il braccio di Tarble prima che la finestra si rompesse e
il giovane
cadesse, in mezzo a tanti frammenti di vetro, nel giardino.
“Accidenti...”
fece il
ragazzo, col volto sanguinante, mettendosi a sedere e grattandosi la
testa.
“Cos'è
successo?” domandò,
preoccupata, la voce di Bulma, prima che la donna arrivasse trafelata.
Il
saiyan, imbarazzato,
rispose: “S-sto bene...”
“Non
mi sembra proprio.”
rispose Bulma, avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla
“Stai
sanguinando.”
Poi,
dopo averlo fatto alzare,
lo condusse dolcemente verso la casa, dicendogli: “Vieni,
così ti medico.”
“Sì.”
“Fa'
attenzione ai vetri, mi
raccomando.”
“Certo.”
“Mai,
potresti ripulire tu
qui, per favore?”
“Nessun
problema, Bulma.”
“Grazie.”
“Prego.”
Terra
Monti
Paoz, martedì, 16:30
Il
vento sibilava tra le alte
montagne, muovendo i fili d'erba e creando un'immensa ombra verde.
In
fondo alla valle, sotto ad
un'enorme quercia, c'era alcuni mucchi di terra con su un bastone.
Dato
il silenzio della valle,
non ci doveva essere nessuno lì eppure qualcuno c'era.
Davanti
ad esse, infatti, intento
a togliere le erbacce, c'era un giovane.
“Ecco
l'acqua.” esclamò un
altro ragazzo completamente identico con in mano una bottiglietta
d'acqua.
L'altro
si passò una mano
sulla fronte sudata e, sorridendo, lo ringraziò:
“Grazie, Trunks.”
“E'
sempre una faticaccia
ripulirle tutte, eh?”
“Poi
dirlo forte, amico...”
Dopo
aver detto quelle parole,
i due Trunks si sedettero davanti alle tombe e, dopo un attimo di
silenzio, nel
quale il vento accarezzò dolcemente ad entrambi i capelli,
il Trunks più
giovane domandò: “Era una cosa che facevi anche
nell'altro futuro?”
“Certo...
è sempre stato un
modo per entrambi di stare, anche solo per un attimo, accanto a
papà e agli
altri in questo mondo...” fu la risposta dell'altro.
Per
un attimo, ci fu ancora silenzio,
poi il Trunks più anziano disse: “Purtroppo, loro
sono morti e non possiamo
farci niente... per poter andare avanti e affrontare nuovi minacce
dovremo fare
quello che Goku riusciva sempre a fare.”
“E
cosa?”
“A
trovare degli alleati nelle
persone più incredibili e improbabili... credo che fosse il
suo più grande
dono...”
“Non
credo che noi due saremo
mai al suo livello.”
“Questo
è assolutamente
impossibile. Lui, nel passato, è riuscito ad allearsi con
C-17 e C-18 e a
renderli umani...”
“Già...
un dono impossibile da
trovare... però potremmo sempre provarci. In fondo, adesso
abbiamo incontrato
Tarble, un saiyan...”
“Già...
senti, Trunks... ma
non ti sembra che ci sia qualcosa di strano in questa
vicenda?”
“Che
intendi?”
“Papà
non ci ha mai parlato di
questo suo compagno di squadra... eppure Tarble sembra sapere tutto di
lui,
senza contare che hanno una certa rassomiglianza...”
“Adesso
che me lo fai
notare... hai proprio ragione...”
“E
poi hai visto com'era
conciato quand'è arrivato?”
“Altroché!
Sembrava che
qualcuno l'avesse sbattuto come un tappeto per puro
divertimento.”
“Conosci
qualcuno capace di
ridurre in quello stato un saiyan?”
Sentendo
quelle parole,
l'altro Trunks rimase in silenzio.
In
effetti, sembrava strano
che un saiyan, uno dei più grandi guerrieri dello spazio,
fosse stato ridotto
in quella maniera... vero che Tarble non aveva un grande potere... ma
essere
quasi ucciso...
Cosa
poteva ammazzare un
saiyan?!
“Meglio
tenere gli occhi
aperti...” disse, ad un tratto, il Trunks più
grande mentre l'altro annuiva:
“Ottima idea. Credo che Tarble ci stia nascondendo qualcosa
di grosso... spero
che questo suo segreto non coinvolga la Terra...”
“In
quel caso... ci penseremo
noi a difenderla.”
“Questo
è poco ma sicuro.”
Terra
Capsule
Corporation, martedì,
16:45
“Ecco
fatto.” trillò Bulma,
mettendo il cerotto sulla fronte di Tarble mentre il giovane saiyan,
arrossendo
come un pomodoro, balbettò: “Grazie mille...
Bulma...”
“Ma
figurati, Tarble! Non c'è
di che!”
Mentre
rimetteva via in una
scatola i medicinali, Tarble la fissò in silenzio.
Era
proprio una bella donna...
coraggiosa e gentile...
“Il
mio fratellone è stato
proprio fortunato ad incontrarla...” meditò
Tarble, non accorgendosi che aveva
appena espresso a voce questi pensieri.
Fortunatamente
per lui, aveva
sussurrato e, pertanto, Bulma si girò a guardarlo e
domandò: “Scusa, Tarble,
hai detto qualcosa?”
Solo
allora il giovane si
accorse di aver parlato e, arrossendo per la vergogna, disse:
“Dicevo... che
Vegeta è stato proprio fortunato ad incontrarti... sei una
donna fantastica...”
“Grazie,
sei molto gentile.
Tarble.”
Tarble
fece un sospiro di
sollievo.
Per
adesso, Bulma non aveva
scoperto niente... ma doveva stare più attento...
“Ah,
Tarble... posso chiederti
una cosa?” domandò ad un tratto Bulma e il saiyan,
temendo che riguardasse il
suo legame con Vegeta, fece, nervoso: “Certo,
Bulma...”
“Come
si chiamava la madre di
Vegeta? Può sembrare strano ma me lo sono sempre
chiesto...”
“Ah,
certo. Si chiamava
Echalotte... un tempo era una saiyan di bassa classe ma, per via delle
sue
abilità in combattimento, fece accrescere il suo livello
fino a far parte della
squadra del re.”
“Si
vede che è la madre di
Vegeta...”
“Già...
tuttavia, durante le
battaglie era spesso salvata dal re in persona... non perché
fosse debole, è
solo che quando combatteva, abbassava la guardia a causa della sua
arroganza e
del suo orgoglio, venendo colpita alle spalle.”
“Questa
poi...”
“Sì,
anche se non lo davano a
vedere, loro due erano molto innamorati... solo che a causa del loro
orgoglio
non lo dicevano mai apertamente...”
“Il
lupo perde il pelo ma non
il vizio.”
“Poi
nacque Vegeta e sembrò
che avessero avuto ogni benedizione possibile. Vegeta era un prodigio
fin da
appena nato. Il suo potere superava non solo i più grandi
guerrieri del pianeta
ma il suo stesso padre. Il re era assolutamente orgoglioso di lui. Era
così
pieno di talento, che imparò da solo a combattere. Suo padre
non gl'insegnò
nemmeno le basi. Vegeta per il re... era il miglior figlio che si
potesse mai
desiderare...”
Dicendo
quelle frasi, il
giovane, si voltò dall'altro lato.
Vegeta
era sempre stato il
prediletto di suo padre, il suo prodigio, il suo orgoglio... e lui?
Lui
era sempre stato tutto il
contrario.
Basso
potere combattivo,
nessun interesse per il combattimento, personalità gentile e
pacifica...
persino il suo stesso aspetto fisico non assomigliava minimamente a
quello di
un saiyan.
Se
Vegeta era il trionfo e il
prodigio di suo padre, lui era il suo fallimento.
Non
c'era confronto.
Ricordava
gli sguardi che suo
padre riservava a Vegeta... orgogliosi e pieni d'ammirazione... Vegeta
sarebbe
non solo diventato il re dei saiyan ma avrebbe addirittura sconfitto
Freezer,
diventando l'imperatore dell'universo... inoltre, l'aveva visto
sorridergli più
di una volta...
Per
lui, invece, non c'era
niente di tutto questo: solo occhiatacce e sguardi di puro odio e
gelo...
dopotutto, era il suo fallimento...
“Ehi,
tutto ok?” gli domandò,
ad un tratto, Bulma, preoccupata, e il ragazzo, tornando a sorridere,
la
rassicurò: “Certo, Bulma, non ti preoccupare...
stavo solo pensando al
passato.”
“Capisco...”
fu la risposta
della donna, mentre si alzava in piedi “Vado a preparare la
merenda.”
“Merenda?”
domandò Gure,
entrando nella stanza, e la terrestre, con un sorriso,
annuì: “Certo. Preparo i
biscotti per tutti.”
“Posso
darti una mano? Adoro
cucinare.”
“Certamente.”
Le
due donne entrarono in
cucina e, poco dopo, si sentì il suono del campanello.
“Devono
essere i due Trunks.”
disse Bulma, intenta a infornare i biscotti “Tarble, per
favore, potresti
andare ad aprire?”
“Certo,
Bulma.”
Pochi
secondi dopo, si sentì
un potente urlo di terrore provenire dall'ingresso.
Spaventata,
Bulma corse a
vedere cosa fosse successo e vide Tarble guardare senza parole, un
enorme
oggetto ai suoi piedi.
“Cos'è
successo?” domandò
Bulma e Tarble, imbarazzato, spiegò: “Non ne ho
idea, Bulma... ho aperto la
porta come mi avevi chiesto e questo signore, appena mi ha visto, si
è messo ad
urlare...”
La
donna diede un'occhiata e
vide un uomo coi capelli neri e spettinati, inginocchiato che
implorava:
“PERDONAMI, PERDONAMI, VEGETA!!!! SO CHE VUOI PUNIRMI PER
AVERTI TAGLIATO LA
CODA!!!! DEVI PRENDERTELA CON CRILIN!!! E' STATO LUI A DIRMI CHE SE TE
LA
TAGLIAVO TORNAVI NORMALE!!! TI PREGO, NON MI UCCIDERE!!!”
“Yajirobei,
hai sbagliato
persona. Questo ragazzo, anche se è un saiyan, non
è Vegeta. Lui è Tarble.” gli
disse Bulma.
Sentendo
quelle parole, l'uomo
ebbe un bloccò e alzò lo sguardo, rivelando una
folta barba.
“Sul
serio?” domandò,
incredulo, l'uomo e Tarble, imbarazzato, confermò:
“Sì... facevo parte della
squadra del principe ma sono stato sostituito a causa del mio scarso
livello di
combattimento e del mio carattere...”
Yajirobei
rimase in silenzio e
poi, alzandosi, si scusò: “Ah, scusa...
è solo che assomigli in modo
impressionante a Vegeta... così quando ti ho visto, mi
è sembrato di vedere un
fantasma...”
“Capisco...”
Tarble
si mise a ridere
divertito ma, dentro di sé era agitato.
Quell'incidente
avrebbe fatto
nascere dei sospetti in Bulma... e la sua situazione sarebbe diventata
ancora
più rischiosa...
Proprio
in quel momento,
Yajirobei domandò: “Non sentite anche voi uno
strano odore?”
“AAAAHHHH!!!!
I miei
biscotti!!!” urlò Bulma, precipitandosi in cucina
per tentare di salvarli da
una bruciatura certa.
Terra
Capsule
Corporation, martedì,
17:00
“Questi
biscotti sono
buonissimi!” esclamò, entusiasta, Tarble
mettendosi in bocca l'ennesimo
biscotto a forma d'uccello mentre Bulma scambiava il vassoio appena
svuotato
con uno nuovo, pieno zeppo di biscotti, e diceva, col suo solito
sorriso: “Mi
fa piacere! Fortuna che li ho salvati in tempo!”
Nel
frattempo, Gure si voltò
verso la Mai più grande e, indicando il fiocco che aveva in
testa, disse: “Mi
piace quel fiocco. Ti sta bene.”
“Grazie. Pensa che
mi sembrava mi stesse
male...”
“Oh
no. Ti sta benissimo. Dico
sul serio. E poi a me i fiocchi piacciono un sacco.”
“Una
volta, qualche anno fa,
Tarble me ne regalato uno per il mio compleanno.”
“Come
vi siete conosciuti tu e
Tarble?”
“Mio
zio, il quale si è preso
cura di me dopo la morte dei miei genitori, un giorno, mentre stava
facendo una
passeggiata in un bosco, vide uno strano oggetto atterrare con violenza
poco
distante. Si avvicinò per vedere cosa fosse e
trovò Tarble, il quale era appena
stato esiliato sul nostro pianeta. Era così piccolo e
spaventato… così lo portò
a casa e, fin dall’inizio, fummo sempre inseparabili. Fino ad
innamorarci
perdutamente. Quando fummo più grandi, ci
sposammo.”
“Che
storia romantica...”
“E
voi due come avete
conosciuto i due Trunks?”
“Beh,
un tempo su questo
pianeta c'è stata una guerra contro due pericolosi cyborg...
io e i miei
compagni eravamo appena tornati bambini quando apparvero... erano forti
e anche
molto crudeli... gran parte della popolazione mondiale e morta a causa
loro...
un giorno, per puro caso, incontrai Trunks. Eravamo ancora bambini e
abbiamo
deciso di dimenticarci, per una volta, che eravamo in guerra, giocando
insieme.
Poi non ci vedemmo più per molti anni e credetti che fosse
morto a causa loro.
Dopo che li ebbe sconfitti, ci ritrovammo per puro caso e decisi di
andare a
vivere insieme a lui.” racconto, con orgoglio, la Mai
più giovane, mentre Gure,
affascinata, commentava: “Anche la vostra storia è
molto romantica e bella...”
Proprio
in quel momento si
sentì la porta aprirsi e comparvero i due Trunks.
“Bentornati,
ragazzi!” li
salutò con allegria Bulma, correndo ad abbracciarli e a
dargli un bacio sulla
guancia “Arrivate in tempo per la merenda!”
“Grazie,
mamma. Avevamo una
fame...”
Tarble
osservò in silenzio i
due Trunks, sedersi e mangiarsi voracemente i biscotti che la madre gli
dava,
per poi, domandare, schiarendosi la voce: “Scusate,
ragazzi...”
“Mmmh?
Cosa c'è, Tarble?”
“Ecco,
io volevo chiedervi...
se per voi non è un problema... di darmi delle lezioni. Vi
prego. So che siete
più forti di me... inoltre vorrei imparare a percepire le
presenze senza
bisogno dello scouter.”
I
due Trunks si guardarono
negli occhi, senza parole.
Non
si aspettavano una
proposta del genere...
“Ma
sì, perché no?” rispose il
Trunks più grande e Tarble sorrise, al settimo cielo.
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Capitolo 5 *** ricordi del passato ***
Capitolo
5: Ricordi del
passato
Pianeta
di Lord Zuno
Ingresso
del palazzo, giovedì,
09:00
La
navicella spaziale atterrò
con delicatezza sulla superficie solida dell'asteroide.
Da
essa scesero quattro
individui, tre maschi, due piuttosto vecchi, e una femmina e, dopo
essere scesi
dal parcheggio salirono su una scala mobile.
“Siete
sicuri che il posto sia
questo?” domandò, scocciato l'uomo con la barba e
la cicatrice e la giovane con
la pelle verde lo rassicurò, scocciata:
“Sì! Ho sentito spesso parlare di
questo Lord Zuno... pare che sia un essere onnisciente... sa tutto di
tutti...
però se non hai un appuntamento sono cavoli
acidi.”
“Un
problema che non ci
tocca...”
“Non
sapevo che avessi un
appuntamento con lui, Paragas...”
“Certo
che no! Ma so come
farlo collaborare...”
“Guarda
che io non ho alcuna
intenzione di dare un bacino a quel pervertito, perché mi
scapperebbe nel
mentre anche uno schiaffone!”
“Me
ne occuperò io,
tranquilla.”
Il
gruppo, una volta in cima
alle scale si trovò davanti ad un essere basso e con
un'enorme testa.
“Ragazzi,
che testa!” commentò
Cheelai, senza parole “Ma come cavolo fa a non cascare per
terra?”
Il
tizio misterioso,
ignorandola, disse: “Voi dovete essere i quattro ospiti
indesiderati di cui
Lord Zuno ci aveva avvisati...”
“Dì
al tuo capo che dovrebbe
impicciarsi dei fatti suoi!” sbottò, adirata,
Cheelai mentre Lemo, al suo
fianco, cercava di calmarla, dandole delle pacche sulla schiena e
dicendole:
“Su, su, calma...”
All'improvviso
comparvero
altri quattro tizi completamente identici a quello di prima.
“Santi
numi... ma ve l'hanno
mai detto che siete inquietanti?” commentò, senza
parole, Cheelai mentre il
tizio che li aveva bloccati, li avvisò: “Se volete
prendere adesso un
appuntamento, sappiate che Lord Zuno potrà ricevervi tra
sette anni.”
“SETTE
ANNI?! Ma siamo matti?!
Non possiamo mica aspettare tutto questo tempo!!!”
protestò, scandalizzata, la
ragazza.
Paragas,
che fino a quel
momento era rimasto in silenzio, ordinò: “Broly,
solleva quell'uomo.”
“Sì,
papà.” fu la semplice
risposta del ragazzo, prima di apparire davanti ad un guardiano,
sollevandolo
per il colletto.
“LASCIAMI!!!
LASCIAMI, BRUTTO
MOSTRO!!!” strillò il guardiano mentre gli altri
quattro osservavano la scena
immobili.
“Broly
vi lascerà subito se
voi mi permettere di recarmi dal vostro lord Zuno adesso e di fare la
mia
domanda gratis.” dichiarò, tranquillamente,
Paragas e il poveraccio,
spaventato, balbettò: “V-va bene... potete
entrare... ma solo uno di voi... gli
altri dovranno aspettare...”
“Allora
andrò io. Broly,
mettilo giù.” ordinò Paragas.
Subito,
il giovane lo appoggiò
per terra e il guardiano, tossendo e tremando dallo spavento, si
allontanò da
lui.
“Mi
segua, signore, da questa
parte...” fece un altro dei guardiani, indicando la porta e
Paragas disse al
figlio, il quale, dopo l'ordine era rimasto completamente immobile:
“Broly, tu
resta qui e non ti muovere, capito?”
“Sì,
papà. Agli ordini.”
“Ottimo.”
Per
tutta la durata della
scena, Cheelai e Lemo erano rimasti immobili, in completo silenzio.
Una
volta che Paragas fu
entrato, Lemo commentò, senza parole: “Quello
è peggio di mio padre...”
Cheelai
non rispose.
Si
limitò a dare uno sguardo a
Broly e agli altri guardiani che erano rimasti.
Essi
si erano allontanati il
più possibile dal saiyan e avevano stampata in viso
un'espressione di puro
terrore e diffidenza mentre Broly, invece, aveva abbassato lo sguardo,
mortificato.
La
giovane aliena provò una
sensazione di disgusto a quella scena.
Quei
tre cosi non avevano
alcun diritto di credere che Broly fosse un mostro... anzi, era molto
gentile...
“Andiamo
via, ragazzi...” fece
Lemo, avvicinandosi a Broly e posandogli una mano sulla spalla.
Pianeta
di Lord Zuno
Palazzo,
giovedì, 09:30
“Allora,
qual'è la tua
domanda, straniero?” domandò l'enorme essere con
la faccia enorme, seduto su
una pentola volante, e il vecchio domandò, senza alcuna
esitazione: “Voglio
sapere su quale pianeta il principe Tarble, figlio di Re Vegeta III, si
è
rifugiato! E vedi di muoverti! Io non ho tempo da perdere!”
L'uomo
rimase in silenzio un
attimo, poi dichiarò: “Si è recato su
un pianeta chiamato Terra che è il terzo
pianeta del sistema solare che dista solo 540 anni luce da
qui.”
Paragas
rimase in silenzio.
540
anni luce di distanza...
quel maledetto aveva accumulato una bella distanza da loro... ma non
importava.
Sorrise
sadicamente.
L'avrebbe
trovato... e quando
sarebbe successo... si sarebbe pentito amaramente di essere nato...
Pianeta
di Lord Zuno
Giardino,
giovedì, 09:32
“Questo
stupido asteroide non
possiede un accidente di niente... neppure un piccolo negozio di take
away e io
sto morendo di fame...” commentò Cheelai, sdraiata
su un tronco per terra e
intenta a prendersi il sole.
Lemo,
il quale era seduto per
terra, le disse: “Guarda che non sempre puoi trovare quello
che trovi... io ho
servito come soldato nelle armate di Freezer e di Re Cold e so cosa
significa
trovarsi in una situazione di sopravvivenza, allo stremo delle forze,
senza
cibo e con pochissima acqua...”
“E
chi cavolo è Re Cold? Ho
sentito parlare di Freezer ma questo tizio non sapevo nemmeno che
esistesse.”
“Ah,
la gioventù moderna... Re
Cold era il padre di Freezer. E' stato lui che ha creato l'esercito di
Re Cold,
l'armata più potente in assoluto, capace di far tremare
l'intero universo. Fu
lui che assoggettò i saiyan, la razza di guerrieri
più forte e orgogliosa dello
spazio. In seguito, abdicò e il suo esercito
passò nelle mani del figlio,
diventando l'esercito di Freezer. Mi unì quand'ero poco
più che un ragazzo ma
ho sempre combattuto nelle retrovie, pertanto, ho solo intravisto
entrambi di
sfuggita alla stazione.”
“E
come mai ti sei unito?”
“Diciamo
che non andavo molto
d'accordo con mio padre...”
Dal
tono della voce, tuttavia,
Cheelai intuì che i dissapori tra Lemo e suo padre erano
più profondi di quelli
che dava a vedere.
Per
rispetto nei confronti del
compagno, decise di cambiare discorso: “Io, invece, ho
passato la mia infanzia
e adolescenza ad alleggerire turisti obesi dei loro portafogli e a
cercare di
sopravvivere nei bassifondi del mio pianeta... Era così
facile che sapevo farlo
ad occhi chiusi.”
“E
allora come hai fatto a
diventare una delle persone più ricercate
dell'universo?!”
“Beh,
a dire la verità è
avvenuto un po' per puro caso... una delle mie abilità era
quella di rubare le
navicelle dai parcheggi e portarle da un venditore di navicelle usate,
un tipo
veramente disgustoso, così grasso da sembrare una botte, che
ci ha provato
diverse volte con me... però cambiava i connotati alle
navicelle in modo
impressionante. Giuro che quando finiva il trattamento era impossibile
riconoscerle. Un giorno, ho adocchiato una navicella davvero niente
male... e
quando mi sono avvicinata ho scoperto che il proprietario si era
dimenticato di
chiuderla a chiave.”
“Sul
serio?!”
“Sì,
ma non era mica finita
lì. Quando ho aperto la navicella ho scoperto che la chiave
per l'avviamento
era ancora inserita nella toppa. Così non ho dovuto far
altro che farla partire
e dileguarmi. Il colpo più facile della mia carriera...
mentre sparivo avrei
tanto voluto sapere chi fosse il proprietario idiota di quella vecchia
carcassa.”
“E
hai scoperto chi era?”
“Altroché.
Il giorno seguente,
venne di persona all'officina, coi suoi compagni. Fu in quel momento
che scoprì
che chi avevo rapinato era nientemeno che un membro della Pattuglia
Galattica.”
Lemo
fece una faccia sconvolta
e senza parole.
Un
membro della Pattuglia
Galattica commetteva degli errori così stupidi e grossolani?!
Per
forza che per Re Cold e
per Freezer non avevano mai rappresentato una minaccia così
grande...
Ma
chi poteva essere un simile
imbecille?!
“Quel
tizio... mi sembra che
si chiamasse Zaco...” continuò Cheelai
“Era riuscito a scoprire dov'era finita
la sua navicella in quanto tutte quelle appartenenti alla Pattuglia
hanno una
cimice contenuta nel meccanismo che permetteva ai membri di
ritrovarle... però sospetto
che Zaco abbia ingrandito un po' la vicenda, in quanto c'era anche
Merus, il
loro migliore agente, che gli ha persino chiesto dov'erano i mille
banditi
barbari, enormi, con un occhio solo e pieni di cicatrici che lo avevano
assalito, rischiando di portarlo all'altro mondo.”
“Se
avesse detto la verità
l'avrebbero, ovviamente, licenziato in tronco.” fu il
commento di Lemo e
Cheelai riprese: “Comunque, i pattugliatori hanno arrestato
il grassone ma io
sono riuscita a svignarmela, scappando dalla finestra del bagno e
rubando, di
nuovo, una loro navicella. Io sono ancora giovane e ho ancora tutta la
vita
davanti, perciò, non avevo alcuna intenzione di trascorrere
un periodo chiusa
in una cella del penitenziario galattico... però loro non me
l'hanno perdonata
e adesso sono una delle loro ricercate più
famose.”
“Credo
che anch'io sia tra i
loro ricercati... sai, essendo stato un soldato dell'armata di Freezer,
anche
se combattevo nelle retrovie...”
“Ho
sentito che, qualche anno
fa, hanno catturato un soldato disertore dell'armata di Freezer e gli
hanno
dato l'ergastolo.”
“Un
disertore, eh? Se Freezer
fosse stato ancora vivo, avrebbe dovuto guardarsi le
spalle...”
“Ma
è vero ciò che si dice in
giro, che era basso?”
“Beh,
dato che ormai è morto
stecchito da parecchi anni... sì, era incredibilmente basso.
Ma guai a te se
glielo facevi notare. Ho visto un sacco di soldati ammazzati
perché lo
prendevano in giro per l'altezza o che, molto semplicemente, dicevano
che aveva
l’alito cattivo.”
“Irascibilino,
eh?”
Mentre
i due alieni parlavano
del passato, Broly si dava un'occhiata in giro.
Quel
pianeta era proprio
bello... pieno zeppo di alberi, di verde e di ruscelli… non
aveva mai visto un
posto così…
Ad
un tratto, si accorse di
una navicella che stava atterrando nel parcheggio.
“Ehi,
guardate là.” esclamò e,
subito, Cheelai e Lemo si voltarono per dare un'occhiata.
Guardando
la navicella,
Cheelai commentò: “Ehi, quella navicella
assomiglia a quella di quell'agente
incapace della Pattuglia Galattica che ho rapinato...”
Dopo
qualche minuto, un essere
uscì da essa e venne raggiunto da un servitore di Lord Zuno
che disse: “Voi
dovete essere quello che ha prenotato sette anni fa, Taco.”
“Mi
chiamo Jaco!!! Allora,
Lord Zuno è pronto a ricevermi?”
“Purtroppo
il suo posto è
stato preso da un’altra persona.”
“Eeeeehhhh?!?!
Ma per quale
motivo?! Sono sette anni che aspetto di essere ricevuto da Zuno!!!
Guardi che
io sono un membro della Pattuglia Galattica e un membro
d’élite come me non
dev’essere trattato in questo modo a dir poco
oltraggioso!!!!”
Jaco,
seguito dall’imbarazzato
assistente, si diresse verso il palazzo per protestare
dell’accaduto.
Ad
un tratto, si accorse di
Broly, Lemo e Cheelai e, indicando la ragazza, esclamò,
incredulo: “Ehi, ma io
ti conosco!!!”
“Anch’io!
Tu sei… aspetta un
secondo, tu chi sei?” domandò Cheelai.
L’alieno
rimase un attimo, poi
sbottò: “Come puoi non ricordarti di me?! Ti
ricordo che mi hai rapinato!!!”
“Ahhh,
ma allora sei Zaco…
come va? Li hai poi trovati quei ciclopi che ti avevano rubato la
navicella?”
“Mi
chiamo Jaco!!! E comunque,
fai poco la spiritosa! Ho quasi rischiato il lavoro per colpa
tua!!!”
“Mi
sembra che non l’hai
perso, però…” sbuffò la
giovane, facendo le spallucce.
Jaco
stava per dirgliene
quattro quando si accorse di Lemo.
“Ehi,
anche la tua faccia non
mi è nuova… mi sembra di averla già
vista da qualche parte…” commentò il
poliziotto poi esclamò: “Certo!!! Tu sei un
soldato dell’esercito di Freezer e
di Re Cold!!! Anche tu sei un ricercato!!!”
“Per
tua informazione,
ragazzo, l’Armata è stata sciolta da parecchi
anni…”
“Ooh!
Ma che grosso colpo di
fortuna!!! Ero venuto proprio per chiedere a Zuno cosa fare per far
aumentare
il numero di distretti che controllo ma catturando voi due
risolverò tutto!!!
Chissà se nel mentre il re della galassia non mi dia anche
una bella navicella
nuova… lo sapevo la fortuna pensa sempre a noi super
élite ed eccone la
prova!!! La dea bendata m’ha baciato in fronte!!!”
Che
se ci vedeva non ti toccava nemmeno con la canna da pesca, idiota! Pensò Cheelai
mentre si allontanava verso la navicella, seguita da Lemo e Broly.
“Ehi
voi due!!! Fermi dove
siete!!!” li minacciò Jaco, puntandogli contro la
pistola e non appena Cheelai
e Lemo, che ne frattempo si erano fermati, si voltarono di nuovo a
guardarlo,
disse: “Vi dichiaro in arresto. Avete il diritto di rimanere
in silenzio.
Tutto… tutto… ehm, non mi ricordo mai cosa viene
dopo…”
“Tutto
ciò che direte potrà
essere usato contro di voi in tribunale.” Risposero, in
perfetta sincronia e in
tono annoiato e scontato, Cheelai, Lemo e l’assistente di
Zuno.
Jaco
rimase un attimo in
silenzio poi riprese: “In ogni caso, venite con me!”
“Scordatelo,
fesso! Sono
troppo giovane per finire in galera!”
“Non
ti conviene fare la dura
con me, criminale! Sappi che io sono un membro
d’élite della Pattuglia
Galattica. Quindi tu e il vecchio verrete con me!” le
ricordò Jaco, sicuro di
sé, allungando un piede verso il gruppo.
Vedendo
quel gesto, Broly, che
fin dall’inizio aveva avuto l’impressione che quel
tizio con la faccia strana
stesse molestando i suoi amici, si mosse velocemente verso di lui,
oscurando il
poliziotto con la sua immensa statura.
Jaco,
che era terrorizzato da
quel gigante muscoloso, puntò contro di lui la pistola e lo
minacciò: “Ehi,
bestione… stai ostacolando un arresto. Alza subito le mani o
sparo, capito?”
Il
saiyan, per nulla
spaventato, strinse la canna della pistola per poi distruggerla
completamente.
Jaco
osservò, sconvolto e
spaventato la scena, poi, mise una mano davanti a sé ed
esclamò, frugando nel
suo marsupio attaccato alla vita: “Ah, aspetta un
momento…”
Dopo
un po’, tirò fuori un
telefono cellulare vecchio modello e, mettendoselo davanti
all’orecchio, disse:
“Pronto? Sì, sono Jaco. Desidera qualcosa da me,
vostra maestà?”
“Ma…
non mi sembra che il
cellulare abbia suonato…” fece notare, stupefatto,
Lemo e Jaco, stizzito, gli
rispose: “Taci, tu! Avevo inserito la vibrazione!”
Dopodiché
Jaco rimase in
silenzio per un attimo, per poi esclamare, preoccupato: “Eh?!
Cosa?! Oh,
mammina, che guaio! Ho capito! Può contare su di me,
signore, arrivo subito!”
A
quel punto, mise giù la
cornetta del cellulare e guardando Broly dichiarò:
“Mi dispiace, ma ho un
affare urgente da sistemare! Il Re della Galassia e la Pattuglia
Galattica
contano su di me! Quindi, per questa volta, te la sei cavata!”
“Eh?”
fece Broly, il quale non
ci aveva capito niente di tutta quella storia.
Dopodiché,
corse verso la sua
navicella e partì a razzo, scomparendo dopo pochi secondi.
“Ma
il suo cellulare funziona
su questo pianeta? Strano, perché io quando siamo atterrati,
avevo dato
un’occhiata al mio e non funzionava…”
fece notare, stupita, Cheelai e
l’assistente di Zuno dietro di lei rivelò, prima
di allontanarsi a sua volta:
“Il nostro pianeta è in una zona non coperta dalla
rete, quindi, non c’è
connessione.”
Una
volta che anche lui se ne
fu andato, Lemo commentò, senza parole: “Ma tu
guarda che roba… non mi
sorprende che un tipo del genere si sia fatto rapinare come un
pollo… dubito
altamente che qualcuno conti su di lui…”
“Vero,
eh?” annuì Cheelai e
poi, voltandosi verso Broly, domandò: “Ehi, Broly!
Sei stato fantastico! Thank
you! Gli hai fatto venire la fifa blu a quello spaccone! Hai visto come
se l’è
filata?”
La
ragazza sgranò gli occhi quando
si accorse che Broly stava guardando con molta intensità un
albero ai cui piedi
c’era un ruscello.
“Ti
piace?” domandò,
dolcemente, Cheelai e Broly annuì:
“Sì… inoltre ha un buon
profumo… non ho mai
sentito un odore così buono e delicato… su Vampa
non c’erano questi odori…”
“Hai
proprio ragione, Broly.
Vampa è un asteroide secco e senza quasi forme di
vita… è più che naturale che
non c’erano questi odori.” annuì Lemo.
Broly
non rispose.
Si
sedette per terra e, con
una mano, toccò l’erba.
“E’
così morbida… proprio come
Bah…” sussurrò il saiyan mentre con una
mano, accarezzava la pelle verde che
aveva alla vita.
“Bah
era l’animale a cui
apparteneva quella pelle?” domandò Cheelai e
Broly, sospirando, raccontò:
“Questa pelle era il suo orecchio. Bah era una gigantesca
creatura che viveva
su Vampa. Era enorme e più spaventoso della maggior parte
delle bestie su
Vampa. L’ho chiamato Bah per il suono che emetteva prima di
attaccare. Era
spaventoso quando si arrabbiava. Quand’ero piccolo, parte del
mio addestramento,
consisteva nello schivare i suoi attacchi. Facevamo così
tutti i giorni. Alla
fine, diventammo amici e non mi attaccò più.
Così spesso mi sedevo su di lui e
ascoltavo il silenzio. Ma papà non era contento di
ciò. Così sparò a Bah,
tranciandogli un orecchio. Dopo l’accaduto, Bah non si
fidò più di me e da quel
giorno non l’ho più visto. Per questo porto questa
vecchia pelle. E’ il mio
modo per poter essere ancora vicino a Bah.”
Cheelai
e Lemo rimasero in
silenzio.
Non
si aspettavano che la
storia della pelle di Broly fosse così triste e
tragica… adesso capivano perché
si fosse arrabbiato così tanto quando Cheelai
l’aveva toccata un attimo per
metterla da lavare…
“Sei
proprio un bravo ragazzo,
Broly… hai un cuore grande e puro.” gli disse
Lemo, sorridendo, e Cheelai
protestò, adirata: “Broly, tuo padre ti sta
sfruttando! A lui non gliene frega
niente di te! Ti vuole solo usare per la sua stupida
vendetta!”
“Credo
che Cheelai abbia
ragione, Broly.” aggiunse Lemo ma il saiyan rispose,
sconvolto: “Non parlate
così!! E’ sbagliato parlare male di lui!
E’ mio padre!”
Lemo
fece un sospiro.
Ormai
quel povero ragazzo era
succube di suo padre…
Anche
Cheelai intuì che non
c’era niente da fare…
Si
sedette di fianco a Broly
e, quasi per caso, domandò: “Senti,
Broly… tu parli sempre di tuo padre… ma
com’era tua madre?”
Broly
si voltò di scatto a
guardarla.
Vedendo
quella reazione,
Cheelai balbettò: “Scusami… non credevo
che per te fosse una cosa difficile di
cui parlare…”
“No,
è solo che… che cos’è una
madre?”
Cheelai
era così stupefatta da
quella risposta che fece fatica a dire: “Aspetta…
mi stai dicendo che tu… non
sai cos’è una madre?!”
“No,
cos’è?”
“Ma
tuo padre non te ne ha mai
parlato?!”
“No…
io, fino a pochi secondi
fa, non sapevo nemmeno che esistesse questa madre… potete
spiegarmi che cos’è,
per favore?”
Cheelai
era così incredula da
quell’assurda situazione che non sapeva nemmeno cosa
dire…
“Ascolta,
Broly…” domandò Lemo
“Tuo padre ti ha mai parlato di una donna a cui era
profondamente legato?”
Broly
incrociò le braccia e,
dopo averci pensato un attimo, rispose: “Ora che ci
penso… papà una volta,
quand’ero piccolo, mi ha parlato di una donna e mentre ne
parlava, sembrava che
gli brillassero gli occhi. Mi disse che era la donna più
bella, forte,
coraggiosa, indomata e orgogliosa dell’intero universo ma che
morì per mano di
Re Vegeta, poco dopo la mia nascita… per questo devo
sterminare la famiglia
reale… per tutto quello che hanno fatto a noi… e,
soprattutto, a lei. E mentre
diceva quelle parole, i suoi occhi smisero di brillare.”
“Credo
che quella donna fosse
tua madre, Broly.” dichiarò Lemo, sedendosi di
fianco a lui.
Dopo
un attimo di silenzio,
l’alieno col berretto di lana continuò:
“Una madre è una donna che sta’ vicino
al papà, fianco e fianco… loro sono come una
squadra che devono affrontare un
compito molto importante e delicato… ossia crescere ed
educare i propri figli.
Lo devono fare insieme e sincronizzati. Qualche volta litigheranno
perché i
membri di una squadra litigano… ma quando i loro figli sono
in pericolo,
trovano subito la giusta coordinazione.”
“Caspita,
Lemo… parli come un
libro. Hai mangiato un’enciclopedia per caso?” lo
schernì Cheelai e l’altro,
rispose, abbassando lo sguardo: “No. L’ho scoperto
combattendo nell’esercito di
Re Cold e di Freezer… ho visto così tante
famiglie… e tanti genitori che
lottavano fino alla fine, senza fermarsi, solo per la salvezza dei
propri
figli…”
Cheelai
rimase in silenzio…
chissà cosa doveva aver affrontato Lemo… dallo
sguardo, sembrava che questi
ricordi gli causavano della sofferenza…
Intanto,
Broly sembrava voler
sapere di più su quella creatura misteriosa di cui non aveva
mai sentito
parlare, pertanto, domandò: “Lemo,
credi… pensi… che questa donna… ossia
mia
madre… mi amasse?”
“Certo,
Broly. Il legame che
c’è tra una madre e il proprio figlio è
quello più potente, infrangibile e
misterioso dell’intero universo. Niente riesce a spezzarlo,
qualsiasi cosa
accada. Una madre, per il proprio figlio, sarebbe capace di affrontare
tutto,
senza alcuna paura o esitazione. Un’alleata potente e
assolutamente fidata,
incapace di tradirti per tutto l’oro del mondo. Possono
diventare
incredibilmente vulnerabili se hanno un bambino piccolo…
proprio per paura che
gli succeda qualcosa… ma nessuno può anche solo
immaginare quando forza si
nasconda dentro di esse… per esperienza personale, posso
dire che le madri sono
le guerriere più forti e inarrestabili
dell’universo.”
Cheelai
rimase silenziosa un
istante, poi commentò: “Bof… se lo dici
tu…”
“Certe
cose le so, Cheelai…
sono vecchio e ne ho viste di cose… inoltre, credo che
Paragas voglia
vendicarsi del re non solo perché Broly è stato
esiliato ma perché gli ha
ucciso sua moglie.”
“Tu
dici, Lemo?”
“Sì.
Credo che l’amasse
profondamente. L’esilio di Broly è stata la goccia
che ha fatto traboccare il
vaso.”
“Se
fosse come dici, allora
perché lo sfrutta in quel modo? Non dovrebbe proteggerlo per
amore suo?”
“I
padri non riescono a creare
lo stesso livello d’amore che la madre ha nei confronti del
figlio, questo
perché loro sono un tutt’uno col figlio per tutto
il periodo della gravidanza,
anzi, alcuni di loro diventano persino gelosi dell’amore che
essa riserva al
piccolo. Questo perché vorrebbero essere l’unico
pensiero della loro compagna e
non possono sopportare di essere messi in secondo piano, neanche per il
proprio
figlio. Certo, ovviamente non tutti i padri sono così, anzi,
ne esistono alcuni
che hanno a cuore il benessere dei propri figli e farebbero di tutto
per
proteggerli… però, il dolore di una madre quando
perde il proprio figlio è
qualcosa di atroce e distruttivo… un padre non
riuscirà mai a raggiungere quel
grado di sofferenza. E’ su tutt’altra scala per
lui. Ma se perde la donna della
sua vita… può portare a conseguenze tremende. Se
una donna perde il marito,
nonostante il dolore profondo, riesce a trovare la forza di andare
avanti e di
reagire solo per i figli… ma se un uomo perde la moglie,
anche se ha un figlio…
si lascia consumare dal passato e si tormenta l’anima per
sempre… lasciandosi
consumare dall’odio. Vedi, Cheelai, l’odio
è come la benzina… ti fa andare
avanti ma se non fai attenzione finisce per bruciarti…
assieme a tutti quelli
che ti circondano.”
“E
credi che a Paragas accadrà
ciò? Che brucerà a causa
dell’odio?”
“Sta
già bruciando.” |
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Capitolo 6 *** Un'incredibile sorpresa ***
Capitolo
6: Un’incredibile
sorpresa
Terra
Orfanotrofio
della Città del
Sud, venerdì, 10:30
“Davvero
possiamo prendere
tutta questa roba, Trunks?!”
“Certamente,
ragazzi. Non fate
complimenti. E’ tutta vostra.”
I
due bambini, un maschietto
con la pelle abbronzata, i capelli neri e una canottiera nera e una
bambina coi
capelli a caschetto neri nascosti da un berretto di lana verde e un
vestito
rosa, i quali avevano due grandi e vivaci occhi neri, sorrisero
entusiasti,
mentre gli altri bambini dietro di loro, continuavano ad aprire i
pacchetti
portati dai tre uomini e guardare all’interno con fascino ed
eccitazione.
Dopo
che gli androidi erano
stati eliminati, la Capsule Corporation, o meglio, quel poco che ne
restava, si
era dedicata a numerosi atti di beneficienza, dando un importante aiuto
e
sostegno nella rinascita del mondo… e uno dei quali
riguardava proprio l’aiuto
ai, purtroppo, numerosi orfanotrofi sparsi per tutto il mondo.
Quel
giorno, i due Trunks
avevano avuto l’incarico di consegnare
all’orfanotrofio della Città del Sud dei
pacchi contenenti cibo, medicinali, vestiti, giocattoli e libri che
Bulma era
riuscita a raccogliere attraverso i vari centri di beneficienza, a cui
si era
aggiunto anche Tarble per via del fatto che vi erano più
pacchi del previsto ed
il giovane era stato entusiasta di dare una mano a quelli che ormai
erano a
tutti gli effetti i suoi nuovi amici.
“Grazie,
Trunks.” Fu il
ringraziamento di tutti i piccoli presenti che possedevano un enorme
sorriso
Ad
un tratto, il bambino con
la pelle abbronzata alzò la testa e dichiarò con
orgoglio: “Ehi, Trunks! Quando
sarò grande, voglio diventare forte come voi due.
Così se quei due brutti
cyborg cattivi dovessero ritornare, potrò impedire che
facciano del male al nostro
pianeta e a mia sorella.”
“Bravo,
ragazzo! Così si
parla!” fu il commento, contemporaneo, dei due ragazzi.
Mentre
i tre parlavano, la
sorellina di questi e altri bambini si erano avvicinato al ragazzo
basso, coi
capelli a spazzola e dal sorriso gentile che era venuto lì
con i due Trunks e
domandò, indicando la lunga coda che il giovane aveva:
“Mi scusi, signore… come
mai ha una coda di scimmia?”
“Sono
nato così… sul mio
pianeta natale ce l’avevano tutti.” Fu la risposta
del ragazzo e la bimba
domandò: “Posso toccarla? Ti prego, ti prego, ti
prego… e che sembra così
morbida…”
“Maki,
non dar fastidio! Tanto
adesso dobbiamo andare!” la chiamò il fratello
maggiore e Maki sospirò,
amareggiata: “Uffa, va bene, Haru… però
vieni a trovarci ogni tanto.”
Prendendo
gli scatoloni, i
bambini tornarono dentro l’abitazione, non prima di essersi
voltati a salutare
il trio coi loro grandi sorrisi.
Una
volta che si furono
dileguati, il Trunks più giovane si voltò verso
Tarble e gli disse, con un
sorriso: “Devi scusarli, sono solo bambini e
s’incuriosiscono quando conoscono
nuove persone…”
“Ah,
no… non dovete
preoccuparvi per me… anzi, mi fa piacere…
quand’ero piccolo non ero mai
considerato da nessuno…” fu la risposta del saiyan.
Purtroppo,
era vero… da
bambino, nessuno lo considerava mai perché, a causa del suo
carattere e del suo
scarso livello combattivo, era solo un fallimento.
Nessuno,
nonostante fosse il
principe, l’avrebbe mai voluto intorno proprio per questo
semplice motivo…
Nel
frattempo, anche l’altro
Trunks osservava tristemente i bambini, mentre entravano nella casa.
Tutti
quei bambini esistevano
anche nella sua linea temporale… purtroppo erano tutti morti
a causa di quel
mostro di Zamasu… non era riuscito a proteggerli…
Strinse
il pugno così forte da
farlo diventare bianco.
In
questa nuova linea
temporale, avrebbe impedito che dei bambini innocenti morissero a causa
di un
pazzo e che soffrissero più di quello che avevano
già sofferto… a costo della
sua stessa vita.
Il
Trunks più giovane,
accorgendosi del disagio dei suoi due compagni, disse: “Beh,
per oggi abbiamo
finito. Possiamo tornare a casa. Nostra madre avrà
già preparato il pranzo.”
“Ottimo.
Ho una fame… erano
anni che non mangiavo così bene…”
esultò Tarble, col suo solito sorriso.
I
tre saiyan si levarono in
aria e, mentre volavano in aria, il Trunks più grande si
voltò verso Tarble e
gli disse: “Comunque, sei migliorato un sacco. In pochi
giorni hai imparato a
localizzare i KI in maniera perfetta.”
“Grazie…
io faccio solo del
mio meglio… Vegeta l’avrebbe fatto.”
Il
Trunks più grande sorrise
compiaciuto.
Si
sentiva come una specie di
maestro per quel saiyan dal carattere gentile… voleva
proteggerlo, nonostante
fosse molto più giovane di lui, Tarble doveva avere
l’età di suo padre anche se
nel fisico sembrava un ragazzino, ma allora stesso tempo voleva che
diventasse
un grande e imbattibile guerriero… chissà se
Gohan avesse mai provato quelle
stesse sensazioni per lui prima di morire…
“Siamo
arrivati.” annunciò,
con orgoglio, il Trunks più giovane, cominciando a planare,
seguito a ruota
dall’altro Trunks e da Tarble.
Non
appena scesero, la porta
dell’abitazione si aprì e, subito, Bulma
uscì dall’abitazione e abbracciò con
forza i due Trunks: “Ragazzi, finalmente siete tornati. Io,
Whis e le ragazze
abbiamo preparato un pranzo coi fiocchi!”
“E
Beerus?” domandò quello più
grande mentre entrava in casa e la madre rispose: “Secondo
te? Ha dormito per
tutta la mattinata. Sembrava di sentire un treno in partenza.”
Mentre
il gruppo rideva
divertito, entrò in casa dove, seduti davanti a un tavolo,
c’erano gli altri a
parte, ovviamente, Beerus.
Mentre
mangiavano e
chiacchieravano allegramente, il profumo dei cibi arrivò
fino alle narici di un
essere raggomitolato su un letto che russava profondamente.
Inspirò
l’odore delizioso
diverse volte poi, ancora addormentato, l’essere si
alzò a sedere.
Ancora
con gli occhi chiusi,
l’essere si grattò le orecchie e si
alzò in piedi.
Bulma
doveva aver preparato un
pranzetto coi fiocchi… non vedeva l’ora di unirsi
anche lui…
Non
appena uscì dalla stanza,
si guardò intorno, dubbioso.
C’erano
così tante stanze in
quello stabile, anche se la maggior parte erano distrutte e
inutilizzabili a
causa dei cyborg… rischiava sempre di perdersi in quel
posto… proprio come in
quel preciso istante.
Dopo
essersi stiracchiato
cominciò a camminare.
Avrebbe
usato il suo istinto
per trovare la sala da pranzo… in fondo era un dio della
distruzione, no?
Spazio
profondo
Zona
nord, venerdì, 11:00
“…Così,
per ripicca, ho preso
un cacciavite e gli ho rigato la navicella! Dovevate vedere
com’era infuriato
quando se n’è accorto!!! Sembrava un negozio di
fuochi d’artificio a cui era
scoppiato un incendio!!! Per poco non sono morta dalle
risate!!!” sghignazzò
Cheelai, prima di tornare a bere il suo succo.
“Dovresti
essere meno
impulsiva…” fu l’unico commento di Lemo
ma Cheelai con un sorriso beffardo,
rispose: “Magari potrei… o magari no. E, in ogni
caso, quel tizio era stato
parecchio maleducato! Non potevo mica perdonarlo così su due
piedi, eh! Ha
dovuto sborsare più soldi nel riparare la rigatura
dell'astronave che nel
comprarne una nuova! Così impara quello sbruffone!”
Con
ancora un grosso sorriso,
Cheelai si rivolse a Broly e domandò: “E tu,
Broly? Hai qualche aneddoto
interessante sulla tua infanzia da raccontare?”
“Beh…
una volta stavo
affrontando una delle zecche di Vampa quando…”
cominciò a raccontare il giovane
ma suo padre lo interruppe subito: “Broly, sei qui per
mangiare non per
chiacchierare.”
Quando
il padre gli disse
quelle parole, Broly abbassò subito lo sguardo con aria
mortificata e rimase in
silenzio.
Cheelai,
adirata per come
Broly era stato trattato, si avvicinò furibonda al vecchio e
gli domandò,
indispettita: “Ma che problemi hai, tu?! Stavamo solo facendo
quattro
chiacchiere! E’ forse un reato?!”
“Lascia
in pace Broly.” Tagliò
corto Paragas e la ragazza, sempre più arrabbiata:
“Senti un po’, vecchio!
Anche se Broly è tuo figlio, questo non ti autorizza a
controllarlo in maniera
così asfissiante! Si può sapere che razza di
padre sei?!”
“Su,
Cheelai… non fare così…
peggiori solo la situazione…” tentò di
calmarla Lemo, in modo da evitare un
disastro.
Paragas
rimase in silenzio.
Ormai
ne era certo, quella
stupida ragazzina era una cattiva influenza per Broly…
proprio come quella stupida
bestia di Vampa con cui suo figlio aveva stretto amicizia da
bambino…
Broly
aveva rischiato di non
allenarsi più a causa di quella bestiaccia, rischiando di
compromettere tutto
il suo piano, pertanto, era stato costretto ad intervenire…
Avrebbe
tanto voluto uccidere
quel cane gigante ma non sapeva come uccidere uno di quegli
animali… così si
era limitato a tranciargli un orecchio, ma il risultato era stato lo
stesso
ottimo, in quanto non aveva più fatto vedere quel suo brutto
muso, anche se
aveva avuto il suo prezzo da pagare...
Quando
sarebbe finita quella
faccenda, si sarebbe occupato anche di quei due alieni… un
colpo di pistola
ciascuno al cuore e se ne sarebbe sbarazzato, proprio come aveva fatto
con
Beets quando aveva scoperto che erano bloccati su Vampa…
Anche
se Broly si era
affezionato a quei due, non avrebbe mosso un dito per vendicarli.
Ormai,
era succube di lui… e
se anche avesse di nuovo reagito, ci avrebbe pensato il telecomando a
metterlo
in riga…
Diede
uno sguardo d’odio puro
a Cheelai, che fece trasalire la ragazza e Lemo, e sibilò:
“Stai lontana da
Broly. Tu non sai niente di noi.”
Terra
Capsule
Corporation, sabato,
12:00
“Come
va coi vostri
allenamenti?”
“Alla
grande, mamma. Tarble
sta facendo degli enormi progressi.”
“Diciamo
che m’impegno molto…”
“Sono
proprio contenta.”
Mentre
prendeva un pezzo di
pane, Bulma disse: “Ah, Tarble, ho appena finito di riparare
la navicella.”
“Davvero?!
E’ una notizia
favolosa, Bulma! Io e Gure partiremo domani mattina!”
“Così
presto? Speravo vi fermaste
ancora un po’… sai, volevo invitarvi a trascorrere
un week-end nella mia casa
delle vacanze…”
“Mi
dispiace molto, Bulma… ma
prima di venire qui ho lasciato una cosa in sospeso e devo
assolutamente
occuparmene al più presto…”
“Va
bene… spero che verrai di
nuovo a trovarci.”
“Se
mi sarà possibile, lo farò
più che volentieri.”
Tarble
riprese a mangiare il
suo piatto, in silenzio.
Con
la navicella riparata,
domani mattina all’alba sarebbe partito da solo per
raggiungere quelli che
avevano attaccato la sua stella.
Gli
dispiaceva dover lasciare
la moglie… ma avrebbe fatto di tutto per non mettere di
nuovo Gure in pericolo.
Lì
sarebbe stata bene e Bulma
e gli altri si sarebbero presi cura di lei… se sarebbe
morto, l’avrebbe
lasciata in buone mani.
Sentì
una fitta al petto al
timore della morte.
In
fondo, avvertiva un senso
di paura… la paura di essere ucciso… ma
l’avrebbe affrontata con determinazione
per sua moglie!
“Miao.”
Fece un rumore dietro
di sé e quando il saiyan si voltò vide un grosso
gatto nero che gli faceva le
fusa sulla schiena.
Sorridendo,
il giovane saiyan
accarezzò il gatto e gli domandò, divertito:
“Ciao, micio. E tu da dove sei
sbucato?”
“Lui
è Tama, il gatto di mio
padre.” Lo presentò Bulma, sorridendo
“Quando era solo un cucciolo e mio padre
era ancora vivo, spesso si arrampicava sulla sua schiena. E’
sempre stato un
bel briccone ma è anche parecchio tenero… inoltre
penso che tu gli piaccia.”
“A
me sono sempre piaciuti gli
animali. Prima di essere mandato sulla stella di Gure erano la mia
unica
compagnia, assieme ai libri...”
Dopo
un po’, il gatto saltò
sul tavolo e si arrampicò sulla schiena del Trunks
più giovane.
“Ma
guarda… il gatto ha perso
il pelo ma non il vizio, eh?” rise Bulma, divertita da quella
scena, mentre il
gatto, con un balzo, si diresse sulla schiena dell’altro
Trunks.
Il
ragazzo, con un sorriso,
gli fece una carezza.
Anche
nella sua dimensione,
Tama amava arrampicarsi sulla sua spalla… anche lui era
sopravvissuto alla
furia di Zamasu, in quanto si era intrufolato di nascosto nella
macchina del
tempo… ma lui aveva preferito restare nel passato, assieme
alla sua versione
più giovane.
Chissà
come stava adesso… in
ogni caso, era certo che stesse bene…
Mentre
Trunks accarezzava il
gatto, Whis notò una piccola fotografia sulla mensola della
cucina e domandò:
“Quel giovane in quella foto è per caso il
principe Vegeta IV?”
“Sì,
certamente.” Annuì Bulma,
prendendo la fotografia e mettendola sul tavolo della cucina.
Rappresentava
Vegeta seduto su
un masso del giardino a guardare il cielo con aria assorta.
“Questa
l’ho scattata tre anni
prima che arrivassero i cyborg…”
raccontò la donna, toccando, con delicatezza,
la fotografia “Un giorno, lo vidi seduto su quella roccia
immerso nei suoi
pensieri e, prima che me ne rendessi bene conto, gli feci una
fotografia…”
Guardando
quella foto, Bulma
non riuscì a trattenere le lacrime… quanto gli
sembrava lontano quel giorno… le
sembrava di aver vissuto mille anni…
I
due Trunks le si
avvicinarono d’istinto e le toccarono con dolcezza la spalla.
Bulma
li guardò entrambi e
sorrise.
Almeno
aveva ancora qualcosa
del suo principe… qualcosa che nemmeno il tempo poteva
toglierle…
Whis
osservò in silenzio la
foto poi commentò: “Oh cielo, Vegeta e Tarble si
assomigliano un sacco, non trovate?”
Sentendo
quella frase, Tarble
sbiancò e gli andò di traverso l’acqua
che stava bevendo.
Ma
che diavolo era saltato in
testa a Whis?!
Conosceva
il suo segreto… e
allora perché lo stava mettendo volontariamente in quella
situazione
imbarazzante?!
E
poi, non aveva detto che
Bulma stava già notando una somiglianza tra lui e
Vegeta… con un’affermazione
del genere, l’avrebbe insospettita ancora di più!
E
pensare che lui si stava
dannando l’anima per nasconderle che era il fratello minore
di suo marito…
“Ehi,
Whis, adesso che me lo
fai notare… noto una certa
somiglianza…” affermò, incredula, la
Mai più giovane
e subito Tarble, imbarazzato, dichiarò: “I saiyan
di una determinata categoria
sociale si assomigliano tutti… infatti ricordo che la
maggior parte dei
guerrieri saiyan di terza classe aveva una strana capigliatura a palma
anche se
non avevano nessun legame familiare…”
“Aspetta,
hai detto capelli a
palma?!” lo interruppe, scioccata, Bulma, per poi fiondarsi a
prendere un
vecchio e polveroso album di fotografie e a sfogliare le pagine a tutta
velocità.
Dopo
un po’, la donna domandò,
mostrando una vecchia foto che mostrava un giovane coi capelli a palma.
“Capelli
così?” domandò Bulma,
mostrando la foto a Tarble e il giovane saiyan, dopo averla osservata
un
momento, annuì: “Sì… questo
è un taglio molto comune tra le terze classi…
anzi,
la pettinatura è identica a quella di un famoso guerriero di
terza classe.”
“Un
famoso guerriero di terza
classe?”
“Sì,
mi sembra che si
chiamasse Bardack… ne ho sentito spesso parlare tra i
guerrieri della corte…
era molto forte ma era conosciuto perché possedeva una certa
dose di umanità,
infatti, aveva la tendenza di salvare gli altri.”
“Questo
Bardack assomiglia a
Goku anche caratterialmente…”
“Inoltre
ho sentito che lui e
sua moglie avevano un forte rapporto e che provavano qualcosa
l’uno per
l’altra… la cosa tra i saiyan era molto
particolare perché, a parte i membri
della famiglia reale, il rapporto marito – moglie era basato
solo sul concetto
riproduttivo…”
“Cosa?!
Certo che siete
incredibili… immagino che la maggior parte dei saiyan
fossero dei tipi poco
raccomandabili…”
“Altroché…
ma nessuno era più
pericoloso, violento, sadico e forte di Kohra.”
“Kohra?
E chi sarebbe?”
“Una
persona molto violenta e
pericolosa… se tu la sfidavi, eri spacciato. Di giorno si
nascondeva sempre ma
di notte usciva per cacciare, rubare e massacrare di botte qualcuno.
Aveva
un’incredibile taglia sul capo e tutti i saiyan forti
volevano guadagnarsela.
Persino il generale Nappa, uno dei saiyan più forti in
assoluto, tentò ma Kohra
lo sconfisse facilmente…”
“Aspetta,
Nappa era per caso
un energumeno possente, muscoloso, pelato e con i baffi?”
“Beh…
sì… a parte il fatto che
lui aveva i capelli… ma se è quello che
è intendo io, molto probabilmente gli
saranno caduti.”
“Da
quel che ho sentito di
lui, era praticamente un mostro molto forte e spietato, nessuno era
capace di
tenergli testa… e Kohra l’ha battuto?!”
“Già…
era implacabile. Una
furia scatenata, un autentico demonio… ho persino sentito
dire che una volta
viveva assieme agli altri saiyan ma una notte, in un bar,
massacrò degli
energumeni e uccise, con una spietata freddezza, il loro capo. Dopo
l’accaduto
scappò dalla città, cominciando a fare rapine
sempre più audaci e guadagnandosi
la sua bella taglia sulla testa. Il padre di Vegeta moriva dalla voglia
di
regolare i conti con Kohra. I due, infatti, erano nemici giurati, anche
se
nessuno ha mai capito qual’era il motivo di tanto
odio… si sono affrontati
parecchie volte ma lo scontro finale veniva sempre, per un motivo o per
l’altro, rimandato. Un giorno, finalmente, dei soldati
riuscirono a localizzare
Kohra e avvisarono subito il re, che arrivò immediatamente
per sistemare le
cose una volta per tutte. Da quel che ho sentito fu una battaglia
davvero
spaventosa, cruenta e all’ultimo sangue, che per poco non
portò il sovrano alla
tomba… ma alla fine, il re vinse e Kohra morì. Il
padre di Vegeta dovette stare
in terapia intensiva per un intero mese… Kohra
l’aveva proprio ridotto ad uno
straccio. E pensa che il re era il saiyan più
forte.”
“Mamma
mia…”
“Già…
era una vera e propria
furia… nessuno, a parte il re, poteva minimamente tenerle
testa.”
“TENERLE?!” lo
interruppe, scioccata, Bulma “Quindi Kohra
era…”
“Sì,
era una donna.” Concluse, tranquillamente, Tarble.
Terra
Capsule
Corporation, venerdì, 12:10
Beerus
non aveva voglia di
ammetterlo ma si era perso.
Quello
stabile infernale era
un vero e proprio labirinto… perché non
c’era mai Whis quando avevi bisogno di
lui?!
Ad
un tratto, si accorse di
un’enorme porta blindata di ferro.
C’era
solo una grossa scritta:
VIETATO
L’ACCESSO
Il
dio della distruzione
osservò quella scritta, incuriosito.
Non
riusciva a capire il
significato di quella scritta… magari oltre quella porta
c’era un magazzino
pieno zeppo di delizie…
Con
un semplice tocco, Beerus
fece vaporizzare la porta e si accorse che dall’altra parte
era completamente
buio, ad eccezione di una forte luce gialla che sembrava provenire dal
basso.
Si
avvicinò e si sporse dal
parapetto.
La
luce proveniva da una
capsula di vetro contente uno strano liquido e una strana sagoma al suo
interno.
Con
un balzo, il dio si
avvicinò alla capsula e si accorse che la sagoma che aveva
visto era il corpo
addormentato di un bambino piccolo immerso in quello strano liquido con
i
capelli di una strana forma neri, tuttavia non fu quel bambino a
sorprendere
Beerus ma ciò che il bambino aveva.
Una
lunga coda di scimmia.
Quel
bambino era un saiyan!!!
Cosa
diavolo ci faceva una
bambino saiyan nei sotterranei della Capsule Corporation?!
Un
tremendo sospetto gli venne
in mente.
Di
sicuro centrava Bulma in
quella storia!!!
Possibile
che quella terrestre
non stesse tranquilla un attimo?!
Prima
la macchina del tempo e
adesso un saiyan in una strana vasca!
Ma
adesso quella donna
l’avrebbe sentito!!!
A
tutto c’era un limite!
Si
diresse come una furia
verso il corridoio per poi correre per tutto l’edificio alla
ricerca della
terrestre e di una spiegazione.
Finalmente,
trovò la cucina.
Vedendolo
arrivare così di fretta,
Bulma, sorpresa, lo salutò: “Ah, finalmente ti sei
svegliato, Beerus? Ti unisci
a noi?”
“COSA
CI FA UN SAIYAN NEL TUO
SOTTERRANEO?!?!”
L’urlo
fece sgranare gli occhi
a tutti i presenti, i quali non riuscivano a capire cosa stesse
succedendo.
“Sei
andato nei sotterranei?”
gli domandò Bulma e Beerus annuì:
“Sì e ho visto quel saiyan! Cosa significa
questa storia?!”
“Mamma,
che succede?” domandò
il Trunks più giovane e la donna, dopo aver giocato un
attimo con una ciocca
turchina, sospirò, alzandosi in piedi: “Venite con
me. Vedendo con i vostri
occhi, capirete.”
Tutti
i presenti si guardarono
negli occhi, sorpresi.
Cosa
stava succedendo?!
Whis,
invece, si avvicinò a
Bulma e le domandò: “Vuoi mostrarlo adesso, Bulma?
Non è un po’ troppo presto?”
“Beerus
ha scoperto tutto,
quindi tanto vale farlo vedere e spiegare un po’ di
cose… inoltre, ormai era
arrivato il momento. Credo che stia per uscire.”
“Uscire?!
Chi?!” interruppero
gli altri, sempre più increduli e incuriositi di quella
così strana e misteriosa
vicenda.
Il
gruppo, pertanto, cominciò
a seguire Bulma fino a che giunsero davanti alla porta che Beerus aveva
distrutto.
Nonostante
l’evidente segno
del passaggio del dio, Bulma entrò nella stanza, seguita
dagli altri,
portandoli davanti alla capsula dove c’era il bambino.
Non
appena videro la bizzarra
pettinatura del bambino, i due Trunks sgranarono gli occhi.
“Ehi,
è Goku!!!” esclamò,
senza parole, il Trunks più grande e l’altro
rispose: “Com’è possibile?! Quello
del nostro mondo non era morto per una malattia cardiaca?!”
“Già…”
“Perché
si trova qui?! E’ da
un pezzo che dovrebbe essere morto!”
“Non
riesco proprio a capire,
Trunks…”
“Vi
spiegherò io come stanno
le cose.” L’interruppe Bulma.
Per
un attimo, nel sotterraneo
calò un silenzio di tomba, poi il Trunks più
giovane domandò alla madre:
“Scusa, ma il Goku del nostro mondo era ancora
vivo?”
“No.
Il nostro vecchio Goku è
morto davvero per una malattia cardiaca. Questo è il nuovo
Goku, clonato da una
cellula grazie allo studio delle cellule del Dottor Gelo e dalla mia
intelligenza.” Spiegò la donna, toccando con
profonda delicatezza, il vetro
della capsula.
Il
gruppo rimase in silenzio,
incredulo di fronte a quell’improvvisa rivelazione.
Dopo
un po’, Bulma riprese a
raccontare: “Tutto è cominciato quando Trunks e
Mai si sono trasferiti qui dopo
che il loro futuro era distrutto. Come ricorderete, vi ho chiesto di
poter
guardare la vostra navicella… speravo di trovare un qualcosa
legato a Vegeta…
ed è stato allora che ho scoperto che sul vetro esterno
della navicella c’era
come della bava… l’ho analizzata e ho scoperto che
apparteneva a Goku.”
“E’
vero!!! Il signor Goku è
sempre stato male nei viaggi nella macchina del tempo!”
l’interruppe il Trunks
più grande.
Come
aveva fatto a dimenticarsene?!
“Quando
tu avevi distrutto i
due cyborg e Cell…” continuò
l’altra Bulma, guardando il Trunks più giovane
“Mi
sono recata al laboratorio segreto del Dottor Gelo e li ho scoperto non
solo i
progetti di Diciassette, Diciotto e quelli di un altro cyborg di nome
Sedici,
ma ho trovato tutti i suoi appunti sulla genetica, sulla clonazione e
sulle
cellule. Allora non sapevo come potessero essermi utili quelle
informazioni ma
alla fine ho deciso di potarmele a casa e di studiarle… poi
sono arrivati
Trunks e Mai con la saliva di Goku e, anche se non avevo mai fatto
alcun test o
esperimento, ho capito che dovevo sfruttare quell’occasione
d’oro perché non ce
ne sarebbe stata un’altra. Con l’aiuto di Whis e
dei suoi poteri, ho raccolto
un campione di saliva dalla macchina del tempo. In seguito, nel
laboratorio che
c’è nei sotterranei, ho ridato vita, partendo dal
DNA di una piccola traccia di
saliva, a uno dei più grandi e speciali guerrieri che
l’universo abbia mai
avuto la fortuna d’incontrare… ossia il nostro
Goku.”
Il
gruppo osservò in silenzio
il vetro senza parole.
Più
di una volta, i due Trunks
avevano sperato che il signor Goku tornasse in vita anche nella loro
linea
temporale… ma entrambi sapevano che era impossibile.
Adesso,
per qualche assurdo
dono del destino, quel desiderio si poteva finalmente avverare.
“Fra
quanto uscirà?” domandò
la Mai più grande e la donna rispose: “Fra
poco… più o meno nello stesso
periodo del mio nipotino.”
“Davvero?!”
“Sì,
così il piccolo avrà un
fratellino con cui giocare.”
Mentre
le due donne parlavano,
Beerus sbuffò: “Non ci ho capito una mazza di
questa storia di clonazioni e
cyborg… ma l’importante è che non sia
in qualche modo legato al tempo… quindi,
per stavolta, ci chiuderò un occhio.”
“Mi
sembra che lei chiuda un
po’ troppe volte gli occhi, lord
Beerus…”
“Whis,
taci, una buona volta!”
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:00
“Ecco
qua, Tama. Cerca di
mangiare tutto.” Si raccomandò Tarble mentre
riempiva la scodella con cibo per
gatti.
Una
volta che il saiyan ebbe
finito di riempire la ciotola, il grosso gatto nero cominciò
a mangiare mentre
Tarble, seduto davanti a lui con di fianco la moglie, osservava il
verde
rigoglioso del giardino.
Era
uno stupendo pomeriggio,
con un sole splendido… Bulma era uscita un attimo per fare
delle compere,
Beerus stava schiacciando un sonnellino, Whis assaggiava le
specialità locali e
i due Trunks e le due Mai erano impegnati a tenere d’occhio
Goku e a preparare
le stanze dei neonati in arrivo.
Così,
visto che non avevano
niente da fare, Tarble e Gure avevano deciso, dietro approvazione di
Bulma di
dare da mangiare al gatto.
“Ehi,
Gure.” Disse, ad un
tratto, il giovane alla moglie “E’ molto carino,
vero?”
“Sì.”
Non
appena Gure pronunciò
quelle parole, Tarble sgranò gli occhi e trasalì.
Poi,
alzando lo sguardo verso
il cielo, sussurrò, pallido come un fantasma: “Oh
no…”
Spazio
Terra,
venerdì, 14:00
Paragas
osservava con molto
interesse il grande pianeta azzurro dalla finestra della navicella.
Così
era quello il pianeta su
cui quel maledetto si era nascosto…
Il
pianeta era grande e
azzurro e il vecchio notò che assomigliava molto al pianeta
Vegeta… erano
passati anni da quando lui e Broly erano stati esiliati… e
tutto per colpa del
padre di quel dannato principe…
“Fra
quanto atterreremo?”
domandò, in maniera sgarbata, a Lemo, intento a pilotare, e
il vecchio rispose:
“Mezz’ora.”
“Ottimo…”
Si
sfregò le mani,
soddisfatto.
Finalmente
l’ora della
vendetta stava arrivando…
“Broly!”
chiamò Paragas e
subito, veloce e silenzioso come il vento, Broly gli si
avvicinò e domandò, con
un tono sottomesso e ubbidiente: “Sì,
papà?”
“Fra
poco, potremo vendicarci
della famiglia reale! Gli faremo vedere cosa succede a mettersi contro
di noi!
Pagheranno per quello che ci hanno fatto!”
“Sì,
papà.”
“Mi
raccomando, Broly. Non
usare tutta la tua forza fin da subito ma usa i tuoi poteri per
torturare
lentamente i tuoi avversari. Devo morire tra mille
sofferenze.”
“Certo,
papà. Agli ordini.”
“Bravo,
figliolo. Questo
giorno passerà alla storia. Ci vendicheremo, attraverso la
tua straordinaria
forza, di tutti i soprusi che la famiglia reale ci ha fatto! Ti ho
allenato
solo per questo obiettivo: che tu diventassi il guerriero supremo,
quello della
leggenda. E oggi dimostrerai all’intero universo che
è così! Che tu sei Broly,
il leggendario supersaiyan!!!”
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:02
“Che
ti succede?!” domandò,
preoccupata, Gure, osservando lo sguardo sconvolto e spaventato del
marito.
Sembrava
come se avesse visto
un fantasma…
Aveva
appena formulato la
domanda, che Tarble aveva cominciato a tremare e, stringendosi le
braccia con
le mani, sussurrò: “Sono qui... stanno venendo a
uccidermi…”
“Eh?”
“Mi
hanno trovato… stanno per
atterrare… il potere combattivo di quel ragazzo che mi ha
affrontato… lui è
come me… un saiyan… ma molto più
potente…!”
“Cosa
possiamo fare?” domandò,
preoccupata, la moglie, toccandogli dolcemente la schiena.
Ad
un tratto, Tarble si alzò
in piedi e, veloce come il lampo, entrò in casa.
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Capitolo 7 *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo
7: La calma prima
della tempesta
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:04
Quando
il Trunks più grande
sentì il potente KI che stava per atterrare sulla Terra,
lasciò cadere la
scatola che aveva in mano e il contenuto, composto da vecchi
giocattoli, si
sparpagliò per il pavimento.
Quella
fonte d’energia… era
così spaventosa e potente… non ne aveva mai
sentita una del genere…
Cosa
stava succedendo?!
“Trunks!!!”
lo chiamò la sua
controparte più giovane, il quale era sceso assieme a lui in
quella umida
cantina, dove entrambi, nei loro rispettivi futuri, si erano nascosti
assieme a
Bulma quando i cyborg attaccavano la città, per prendere i
giocattoli, i
vestiti e le coperte per i due futuri nuovi guerrieri, ossia il figlio
dei due
Trunks e Mai più grandi e il clone di Goku “Ma
cos’è questa energia?! E’
spaventosa e potente!”
“Non
lo so… ma ho un brutto
presentimento… credo che sia persino più potente
di quella di Zamasu quando ha
preso il corpo del signor Goku, diventando Black Goku…
inoltre temo che si stia
dirigendo verso la Terra.”
“Andiamo
ad affrontarla!”
“Certo!”
I
due doppioni corsero verso
la scala ma si accorsero, con sgomento che era chiusa.
Eppure
il Trunks più giovane
ricordava benissimo di aver lasciato aperta la botola della
cantina…
Con
un brutto presentimento,
il Trunks più grande salì la scala di corsa e si
accorse, con sgomento, che i
suoi sospetti erano fondati.
La
porta non si riusciva ad
aprire.
Erano
bloccati.
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:07
Tarble
buttò per terra, con
inaspettata violenza, il coperchio della scatola di cartone in cui
Bulma aveva
riposto la sua armatura dopo averla riparata.
Cominciò
a vestirsi in fretta
e furia, in quanto non aveva tempo da perdere.
I
due Trunks si sarebbero
certamente accorti di quell’incredibile potenza…
fortunatamente, aveva
guadagnato un po’ di tempo prezioso, bloccando la botola con
un armadio di
metallo… ma i suoi inseguitori sarebbero atterrati a
momenti… e non appena ciò
fosse successo, si sarebbero messi subito alla sua ricerca e se restava
lì
anche gli altri sarebbero rimasti coinvolti.
Doveva
sistemare la faccenda
il più in fretta possibile, prima che i due Trunks si
liberassero… se loro li
avessero visti e li avrebbero riconosciuti, sarebbe stata
un’autentica
tragedia.
Dopo
essersi messo i guanti
bianchi, si fiondò fuori dalla stanza e uscì di
nuovo in giardino dove trovò
sua moglie che lo aspettava in silenzio.
Non
si dissero niente.
Bastò
uno sguardo per far
capire tutto.
Lui
sarebbe partito per
affrontare la minaccia e lei non lo avrebbe fermato… ma lo
avrebbe aspettato…
per sempre…
“Ah,
eccovi finalmente.”
Esclamò una giovane voce femminile alle loro spalle, che
doveva trattarsi di
una delle due Mai.
I
due coniugi si girarono e
riconobbero la Mai più giovane, la quale, con un sorriso
sulle labbra,
continuò: “Poco fa ha telefonato Bulma, ha detto
che ha deciso di comprare del
gelato.”
“Gelato?”
domandò Gure mentre
l’altro restava in completo silenzio.
“Sì,
è una specialità
terrestre molto buona e dal sapore unico e dolce. Bulma vuole
festeggiare
stasera, visto che domani dovrete partire, e quindi voleva farvelo
assaggiare e
chiedere che gusto volevate.” Spiegò Mai e Tarble,
senza voltarsi e superando
la moglie, le disse: “Oh, a me va bene tutto. Non
preoccupatevi.”
Solo
in quel momento, Mai si
accorse che Tarble indossava una tuta da combattimento e
domandò, stupida:
“Dove stai andando?”
“Esco
un attimo. Devo fare una
cosa molto importante…” Fu la risposta del saiyan,
fermandosi di colpo.
“Non
farlo!” lo pregò,
preoccupata, Gure e Tarble sussurrò: “Va tutto
bene. Tornerò sicuramente.
Perché io… voglio mangiare il gelato. Voglio
sapere se è così buono e,
soprattutto… lo voglio fare assieme a te e agli altri. Ci
metterò un po’, ma vi
prometto che tornerò… potete
aspettarmi?”
“Ma
è ovvio! Cerca, però, di
tornare per cena.” Disse Mai e Tarble disse:
“D’accordo. A dopo!”
Nel
dire l’ultima frase,
Tarble si voltò un’ultima volta e sorrise alla
moglie, in maniera serena,
felice e tranquilla, come se sapesse che sarebbe tornato presto.
“Prima
di andare… c’è una cosa
che vorrei che tu dicessi agli altri…” aggiunse
all’improvviso il ragazzo e,
mettendosi a guardare il cielo azzurro, sussurrò:
“Grazie a voi… anche se per
poco, ho potuto vivere come una persona normale. E’ stato
solo un miraggio,
come temevo… ma mi sono divertito un sacco.”
Poi,
prima che Mai riuscisse a
dire: “Tarble?” il giovane volò via nel
cielo blu a tutta velocità.
“Ehi!”
fece la giovane donna, per poi voltarsi
verso Gure e domandare: “Ma che cosa è successo a
Tarble?”
Ma
l’aliena rimase in totale
silenzio, con lo sguardo basso.
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:08
“Riesci
ad aprirla?” domandò,
preoccupato, il Trunks più giovane mentre quello
più grande cercava di aprire
la porta.
“Niente
da fare!” scosse la
testa l’uomo “Chiunque ci abbia bloccati, ha messo
qualcosa di molto pesante
sulla porta… mi domando perché e a quale
scopo…”
“Dobbiamo
fare qualcosa! Sento
che quell’aura che abbiamo sentito si sta avvicinando sempre
di più…”
“Bisogna
trovare il modo di
comunicare da fuori o è la fine!”
“Aspetta!
C’è l’apparecchio
che Whis ci ha dato per le chiamate d’emergenza! Ce
l’ho proprio in tasca!”
“Ottimo,
allora usiamolo per
contattarlo e per farci liberare!”
Terra
Città
dell’Ovest, venerdì,
14:10
Il
vento muoveva lentamente i
suoi capelli e la lunga coda di scimmia.
Tarble
osservò per un attimo,
con profondo dolore, la città dell’Ovest e, in
lontananza, anche la Capsule
Corporation.
Quel
posto, ormai, era
diventato una seconda casa per lui.
Un
posto dove nessuno lo
giudicava e lo guardava dall’alto al basso solo
perché il suo potere non era
così alto… lì, in quella casa, era
stato semplicemente qualcuno… si era fatto
degli amici molto particolari… ma erano stati i suoi primi
amici…
Si
voltò bruscamente, in
quanto se avesse guardato di nuovo quel posto, sarebbe scoppiato a
piangere e
poi riprese a volare a tutta velocità, mentre pensava: “Lo
sconfiggerò!”
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:11
Whis
era impegnato nella
missione più importante e delicata della sua vita:
controllare la cottura del
ramen.
Se
avesse osato distrarsi in
quella situazione così delicata, il ramen sarebbe di sicuro
bruciato...
DING
“E'
pronto!!!!!” esultò
l'angelo aprendo la scatola e cominciando a mangiare.
Mentre
mangiava, l'essere
commentò: “Ma che sapore delizioso!!! In tutto
l'universo non avevo mai
assaggiato un cibo più buono!!! I cibi terrestri sono i
migliori!!!”
Ad
un tratto, la porta si aprì
ed entrò Beerus.
“Ben
svegliato, Lord Beerus!”
lo salutò, allegro, Whis e Beerus disse: “Ho
sentito un buon odore, cos'è?”
“Ramen,
signore.”
“Un
nome che ti fa venire
subito voglia di mangiarlo... ne hai lasciato per me, vero?”
“Oh
cielo, Lord Beerus...
pensavo che non lo voleste e così me lo sono mangiato tutto!
Che peccato! Sarà
per la prossima volta!”
“Whis,
dì la verità... te lo
sai mangiato senza dirmelo per non condividerlo, vero?”
“Chissà...”
“MA
CHE CAVOLO...!!!! LO SAI
CHE CI TENGO A QUESTI PIATTI!!!!”
“Come
lei sa che anch'io ci
tengo... eppure in più di un'occasione si è
fregato i miei piatti. Com'è che
diceva lei...? Ah, sì, ora ricordo: -Chi prima arriva,
meglio alloggia-. Io ho
solo rispettato le sue parole.”
Beerus
si mise a ringhiare in
maniera soffocata.
Possibile
che Whis riuscisse
sempre a tenergli testa e a giocare con le sue parole in maniera
così sfacciata
e diretta?!
Proprio
mentre cercava di non
sbraitare, si accorse che il bastone di Whis appoggiato al muro della
cucina,
stava brillando a intermittenza.
“Ehi,
Whis, qualcuno ti sta
cercando.” gli fece notare il dio e l'angelo, sorpreso,
rispose: “Oh cielo, è
vero.”
Con
un movimento della mano,
Whis fece levitare il suo bastone fino alla sua mano e poi, una volta
aperta la
comunicazione, domandò: “Pronto? Chi
è?”
“Whis,
siamo noi!!! Devi
aiutarci!!!” esclamarono, in coro, due giovani coi capelli
viola, completamente
identici.
“Oh,
cielo, sono i due
Trunks.” esclamò, sorpreso, l'angelo e Beerus,
adirato, prese il bastone e
strepitò: “Si può sapere
perché diavolo state chiamando?!?! Siamo tutti e
quattro in questo edificio diroccato, sveglia!!!! Se dovete dire
qualcosa a
Whis, ditegliela personalmente!!! Sapete quanto mi costano queste
chiamate?!?!”
“Ma
se non paga mai le
bollette.” lo punzecchiò, divertito, Whis e
Beerus, rosso dall'imbarazzo,
sibilò: “Taci...”
“Whis,
devi assolutamente
aiutarci!!! Qualcuno ci ha rinchiusi in cantina e non riusciamo ad
uscire!!!”
lo implorarono i due giovani e l'angelo annuì:
“Nessun problema. Arrivo. Fra
dieci minuti sarete liberi.”
Whis
si diresse verso la
stanza dove c'era la botola con la cantina e scoprì che a
bloccare il passaggio
era un enorme armadio di ferro.
Con
un movimento del bastone,
fece sollevare senza alcuno sforzo l'armadio e poi, aprendo la botola,
cinguettò: “Fatto. Siete liberi.”
I
due Trunks si fiondarono
fuori dalla botola.
“Ce
l'abbiamo fatta...”
sussurrò, stravolto, il Trunks più giovane mentre
quello più grande si
domandava: “Sì... ma mi domando chi e per quale
motivo ci ha rinchiusi qui
dentro...”
“Oh,
ma è facilissimo da
capire.”
I
due doppioni si voltarono
verso Whis, colui che aveva appena parlato, e domandarono, increduli:
“Tu sai
chi è stato?”
“Certo...
la persona in
questione per bloccare la botola ha usato questo scaffale di ferro, il
quale è
troppo pesante da sollevare di un centimetro anche per il terrestre
più
forte... ora, quante persone sulla Terra, a parte voi due, me e Beerus
sono in
grado di sollevarlo senza troppi problemi e usarlo per bloccare una
botola?”
“Solo
una... Tarble!”
“Proprio
così. E' stato lui a
rinchiudervi.”
“Ma
per quale motivo?!”
“E'
ovvio! Vi ha traditi,
zucche vuote! Vi ha ingannati per tutto questo tempo e appena avete
abbassato
la guardia vi ha colpiti a tradimento!!! Ecco perché ho
detto a quell'incapace
di Freezer di sterminarvi tutti...”
I
due Trunks abbassarono lo
sguardo.
Quello
che diceva Beerus
doveva essere la verità... però faceva male...
Avevano
vissuto assieme a
Tarble per delle intere settimane... era così gentile e
simpatico... pian
pianino era diventato una persona molto importante all'interno della
loro
casa... un simile colpo basso da parte sua era molto triste e
doloroso...
“Non
ne sarei così sicuro...”
La
pacata voce di Whis fece
girare tutti di sorpresa.
Vedendo
che gli altri lo
stavano fissando, l'angelo riprese: “Tarble ha vissuto con
noi per quasi
un’intera settimana. Avrebbe potuto attaccarvi di sorpresa
quando stavate tranquillamente
dormendo... eppure non l'ha mai fatto. Inoltre, vi ha semplicemente
bloccati in
una cantina con un armadio. Bastava solo chiamarmi per toglierlo e
liberarvi,
com'è appena successo. Se avesse voluto eliminare i due
Trunks avrebbe fatto
crollare l'intero stabile ma non l'ha fatto. Il motivo è
semplice: non voleva
che i due Trunks morissero ma solo bloccarli per un po'.”
Tra
i tre presenti, calò un
improvviso silenzio, poi il Trunks più giovane
domandò: “Ma perché l'avrebbe
fatto?!”
“Ah,
sta a voi scoprirlo.
Comunque, se vi può essere utile, vi suggerisco di cercare
il suo Ki.”
I
due Trunks furono molto
sorpresi da quelle misteriose parole, ma decisero lo stesso di
controllare.
Quando
si resero conto dov'era
diretto, sgranarono gli occhi.
“Ma...
sta volando a tutta
velocità verso il Ki potente che abbiamo
percepito!!!” esclamò, senza parole,
il Trunks più giovane e Whis annuì:
“Esatto. Questo fa supporre che Tarble vi
abbia bloccato solo per impedirvi di affrontare la persona che possiede
una
simile energia. Una volta fatto ciò, si è diretto
verso la persona in questione
per affrontarla.”
“Vuol
farsi ammazzare?! E poi,
perché ci ha tenuto bloccati?! Insieme avremmo avuto
più possibilità di
affrontarlo!!!”
“Certo...
ma non avete notato
qualcosa di strano nel suo comportamento?”
“Che
intendi dire?”
“Tarble
si è comportato come
se sapesse benissimo che non ce l'avreste fatta... inoltre, sbaglio o
quando è
arrivato qui era in condizioni gravi, come se avesse affrontato una
persona
dall'incredibile potere combattivo?”
“Stai
insinuando che...?!”
“Esatto.
Molto probabilmente
l'essere con l'incredibile livello combattivo che sta atterrando
è chi ha
ridotto Tarble in fin di vita. Sospetto che l'ha seguito per finire il
lavoro.
Per questo Tarble vi ha bloccati. Sapeva che era troppo forte per voi
due e non
ha voluto coinvolgervi per colpa sua.”
Per
un attimo, nella stanza
calò il silenzio, poi Whis propose: “In ogni caso,
forse domandando a Gure,
potreste sapere come sono andate le cose...”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
14:15
Paragas
guardava soddisfatto
l'enorme ghiacciaio che si estendeva sotto l'astronave.
Ci
sarebbero voluti ancora
qualche minuto per l'atterraggio ma era solo questione di tempo...
Presto
lui e Broly si
sarebbero vendicati di tutto quello che avevano dovuto sopportare per
colpa di
quel maledetto di re Vegeta III...
Lui
e la sua famiglia erano
stati in continuazione perseguitati, umiliati e considerati
spazzatura... ma
presto tutto sarebbe cambiato...
Non
poteva più vendicarsi del
re ma visto che quel dannato era riuscito a salvare i suoi figli si
sarebbe
vendicato su di loro... li avrebbe ammazzati, in modo che la
discendenza di re
Vegeta venisse completamente sradicata nell'universo.
“Uh?
Ma cosa...?” sussurrò, ad
un tratto, Lemo, sorpreso, il quale si trovava ai comandi, e Paragas
domandò,
seccato: “Che succede?”
“Mi
sembra che in mezzo a
quella landa desolata di ghiacci ci sia qualcuno...”
Sentendo
quella frase, Paragas
si affacciò al finestrino e, dopo un'iniziale sorpresa, fece
un sorriso sadico.
In
mezzo ai ghiacci c'era un
ragazzino in tuta da combattimento, con la coda che si muoveva nel
gelido vento
polare, i capelli a spazzola neri e gli occhi neri, con uno sguardo di
sfida.
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:18
Gure
era seduta vicino al
tavolo, con lo sguardo basso, mentre, davanti a lei, c'erano i due
Trunks.
Con
l'aiuto di Whis e dei suoi
poteri, erano riusciti a liberarsi prima del previsto, intuendo
immediatamente
che l'accaduto era stato generato da suo marito e anche una misteriosa
aura si
stava dirigendo verso la Terra, per cui, adesso, ovviamente, volevano
delle
risposte.
“Gure,
tu sai qualcosa, vero?”
le domandò il Trunks più grande, con un tono
calmo e tranquillo, come se non
volesse metterle alcuna fretta.
Doveva
cercare di allungare il
discorso il più possibile, in modo da permettere a Tarble un
certo vantaggio,
come voleva lui, ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto dire qualcosa.
Inoltre,
era troppo
preoccupata per suo marito.
Anche
se suo marito si era
allenato ed era diventato più forte, c'era l'alta
probabilità che non ce la
facesse... quel ragazzo che aveva affrontato gli era sembrato troppo
forte...
Alla
fine, ammise: “Non
proprio... non conosco tutti i dettagli... però so che chi
possiede quest'incredibile
energia è un ragazzo pieno di cicatrici che vuole uccidere
Tarble per via di
suo padre.”
“Suo
padre?!” esclamò,
sorpreso, il Trunks più grande.
Qualcuno
voleva uccidere
Tarble, quel ragazzo così beneducato e gentile, per via di
suo padre?!
Questa
era la cosa più stupida
che avesse mai sentito in vita sua!
“Sì.”
continuò Gure, tremando
leggermente come se fosse sul punto di scoppiare a piangere
“Assieme a suo
padre e a due complici, è atterrato sulla nostra stella per
ucciderlo, in
quanto, da quel che ho capito, il padre di Tarble ha fatto un tremendo
torto
alla sua famiglia. Nonostante fosse un saiyan, Tarble è
stato sconfitto e
ridotto in fin di vita da lui e, prima che potesse dargli il colpo di
grazia,
sono intervenuta io salvandolo e portandolo via. Ma a quanto pare, non
ha
ancora rinunciato alla sua vendetta e ha seguito mio marito fino a qui.
Credo
che Tarble se ne sia andato perché pensava che tutti noi ci
saremmo finiti di
mezzo. Non ho mai visto Tarble così felice in queste ultime
settimane... a
parte me, lui non ha mai avuto molti amici e quando mi ha raccontato
del suo
passato, ha rivelato che da bambino, nonostante suo padre fosse una
persona
molto influente sul pianeta, tutti lo evitavano per il suo scarso
potere e per
il suo carattere. Mi ha raccontato che avrebbe voluto vivere qui
assieme a
tutti noi ancora per un po' di tempo...”
Dopo
un attimo di silenzio, i
due Trunks si guardarono negli occhi e si fecero un cenno, per poi
alzarsi in
piedi e dire: “Occupatevi della casa. Se nostra madre ritorna
ditele di
aspettarci qui che torniamo subito.”
“Sì.”
acconsentì la Mai più
grande mentre Gure domandò: “Che cosa avete in
mente?”
“Andiamo
a salvare Tarble e a
combattere questa nuova minaccia.”
“Ma
andrà tutto bene?”
“Ormai
Tarble è un membro di
questa famiglia... non possiamo abbandonarlo. Noi andiamo, ci vediamo
dopo.”
“Aspettate
un attimo, voi
due.”
I
due ragazzi si voltarono
verso Whis, il quale lanciò loro una piccola boccettina
contenente un liquido
di un azzurro brillante, informandoli: “Questa è
l’acqua delle divinità. E’
un’acqua magica capace di far recuperare le forze e la salute
di una persona…
le leggi del mondo delle divinità impedirebbero di darla ai
mortali, ma mi
rendo conto che la situazione è davvero critica…
quello è il massimo che vi
posso dare, quindi vedete di non sprecarlo, intesi?”
“Va
bene, Whis, non ti
deluderemo!” risposero in coro i due Trunks, per poi correre
verso l'ingresso
mentre Beerus urlava: “EHI, VOI DUE!!!! FERMI!!!!”
Ma
fu tutto inutile, in quanto
i due saiyan partirono in volo in pochi secondi.
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
14:29
“Non
mi aspettavo di trovarti
già qui al mio atterraggio, principe Tarble.” fu
tutto quello che sibilò
Paragas in tono divertito.
Tarble
non rispose alla
provocazione ma gli lanciò uno sguardo di sfida.
Sapeva
che prima o poi,
sarebbe successo... ma non immaginava che sarebbe accaduto
così presto...
Ad
un tratto, notò che Paragas
spostava lo sguardo in varie direzioni come se stesse cercando
qualcuno...
Dopo
un po', posò di nuovo lo
sguardo su Tarble e gli domandò: “Beh,
dov'è Vegeta?”
“Cosa?”
domandò, sorpreso, il
saiyan.
Cosa
c'entrava Vegeta?!
Poi,
capì.
“Mi
hai lasciato scappare
apposta, vero?” sibilò Tarble “Quella
volta avevi già in mente di risparmiarmi
e di farmi fuggire. Volevi che ti portassi da Vegeta.”
“Ma
guarda, allora hai
ereditato qualcosa dell'intelligenza di tuo padre. E' vero, contavo sul
fatto
che saresti andato a chiedere aiuto a tuo fratello maggiore.
Così mi sarei
vendicato di quello stupido moccioso! E' stata colpa sua se tuo padre,
a causa
dell'orgoglio che nutriva nei suoi confronti, ha esiliato mio figlio in
quel
dannato asteroide! E tutto perché il potere di Broly
superava quello del
principe Vegeta! Ho addestrato Broly personalmente, in modo che
diventasse il
guerriero supremo, e oggi mostrerò all'universo i grandiosi
poteri di mio
figlio! Ucciderò per primo Vegeta, in modo da dimostrare al
re, che i
leggendari poteri del suo primogenito non sono nulla in confronto a
quelli di
Broly e poi toccherà a te! Sradicherò
personalmente la stirpe reale in tutto
l'universo, hai la mia parola!”
“Mi
dispiace informarti che
sei arrivato piuttosto in ritardo. Vegeta è già
morto. E da un bel pezzo,
anche.”
Sentendo
quell'esclamazione,
Paragas sgranò gli occhi sorpreso.
Vegeta
era già morto?!
Cosa
significava quella
storia?!
“Se
Vegeta è già morto, allora
mi spieghi perché non sei scappato?!”
sibilò il vecchio e Tarble rispose: “La
mia navicella era distrutta, quindi ho dovuto ripararla. E, in ogni
caso, io
non ho più intenzione di scappare.”
Paragas
rimase in silenzio.
Quell'avvenimento
stravolgeva
completamente i suoi piani... ma, in fondo, non gli importava.
Questo
fatto dimostrava che il
principe Vegeta non era l'individuo così straordinario che
credeva suo padre...
e in ogni caso, lui aveva sempre il principe Tarble...
“Vedo
che sei coraggioso,
ragazzino...” dichiarò Paragas poi, allungando il
braccio davanti a sé, urlò,
con tutto il fiato che aveva in gola: “QUESTO E' IL GIORNO
DELLA NOSTRA
VENDETTA!!! VA, BROLY!!!”
Il
saiyan più giovane fece un
profondo ruggito e poi attaccò Tarble, che nel frattempo si
era messo in
posizione di combattimento.
Broly
fece per dare un
violento pugno all'avversario ma questo, prontamente,
posizionò le braccia a X
davanti a sé, parando il colpo.
D'istinto,
fece un sorriso di
sfida, pronto a combattere fino all'ultimo sangue, come un vero saiyan.
|
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Capitolo 8 *** Difesa disperata ***
Capitolo
8: Difesa disperata
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
14:24
“Sono
tornata.” fece Bulma
mentre apriva la porta dello stabile giallo.
Quel
pomeriggio, come ogni
sabato, il supermercato era strapieno di gente ma alla fine era
riuscita a
comprare tutto, compreso il gelato per la festa che ci sarebbe stata
quella
sera.
Tuttavia
ebbe una brutta
sensazione quando vide le due Mai e Gure davanti all'ingresso, come se
la
stessero aspettando, con un'espressione preoccupata.
“Bentornata.”
dissero le tre e
Bulma domandò: “Dove sono i due Trunks e
Tarble?”
Esse
abbassarono e
sussurrarono: “Beh, loro sono...”
Siccome
sembravano non avere
il coraggio di andare avanti, Bulma domandò, sempre
più inquieta: “E' accaduto
qualcosa?”
Terra
Città
del Nord, venerdì, 14:26
“Quanto
credi che ci voglia
ancora?”
“Non
lo so, spero presto.”
I
due Trunks volavano da
parecchi minuti e a tutta velocità nel cielo blu.
Erano
sempre più nervosi e
preoccupati... erano passati solo pochi minuti da quando avevano
lasciato la
Capsule Corporation... ma la potenza di quel nuovo nemico era davvero
enorme.
Tarble
poteva già essere in
svantaggio se non addirittura morto.
In
ogni caso, sembrava che lo
scontro stesse avvenendo nel continente ghiacciato, uno dei luoghi
più freddi
della Terra...
BUM
BUM
“Li
senti?” domandò il Trunks
più giovane mentre l'altro annuiva: “Hanno
già cominciato.”
“Per
ora c'è una situazione di
stallo.”
“E'
vero... ma non possiamo
rischiare. Tarble rischia di perdere le energie e di venir sconfitto da
un
momento all'altro. Aumentiamo la velocità, anche se non
troppo per non
rischiare di consumare l'energia.”
“Certo.”
Inferno
Settore
Est, venerdì, 14:45
L'essere
dalla corporatura
enorme, dalla pelle blu, i denti mezzi rotti e dalle braccia muscolose
e
pelose, in netto contrasto con la testa, la quale non aveva nemmeno un
piccolo
capello a parte un piccolo corno sulla fronte, puliva con un vecchio
strofinaccio un boccale da birra vuoto, dando, nel mentre, un'occhiata
alla sua
taverna sporca e trasandata piena zeppa di ubriachi che continuavano a
bere e a
ridere come babbei, giocatori d'azzardo e idioti che dormivano
placidamente sui
tavoli, ma che portavano tutti delle aureole sulle zucche vuote.
Ad
un tratto, la vecchia porta
si aprì e una figura entrò nella taverna.
Immediatamente,
tutti si
girarono, increduli.
La
figura appena entrata,
infatti, sembrava non aver niente a che fare con quel posto, nonostante
avesse
un'aureola sulla testa come tutti gli spiantati nella bottega.
Era
una giovane donna,
dall'aspetto minuto e delicato, dalla pelle bianca e luminosa in pieno
contrasto coi capelli neri e ribelli che gli arrivavano fino alle
spalle e lo
sguardo duro e orgoglioso, caratterizzato da due occhi neri.
Era
vestita con un grosso
cappotto arancione che le copriva tutto il corpo ma che mostrava dei
pantaloni
bianchi, dallo stesso colore dei guanti alle mani, e degli stivali
dorati.
Portava
degli orecchini
circolari alle orecchie mentre al collo aveva una lunga sciarpa blu e
una
piccola corda che le scendeva lungo il petto a cui era legata una
piccola
ocarina di legno colorata di viola, su cui c'era delle strane incisioni.
Infine,
portava a tracolla
un'enorme, polveroso e vecchio borsone bianco che sembrava sul punto di
scoppiare.
Ma
la cosa che più attirava di
lei, in quell'arcobaleno di colore e polvere, era la lunga coda di
scimmia che
s'intravedeva da sotto il cappotto.
La
giovane donna si sedette
davanti al bancone e ordinò, senza mezzi termini:
“Dammi della birra.”
“Puoi
pagare?” domandò il
barista, anche se conosceva già la risposta.
Infatti,
la donna portò il
borsone sul tavolo e, dopo aver aperto la cerniera, tirò
fuori un pacchetto
pieno zeppo di monete.
L'uomo
si sfregò le mani,
tutto contento, mentre commentava: “I miei complimenti... sei
sempre piena di
soldi... mi domando come riesca un bel faccino come il tuo ad essere
una delle
migliori ladre degli inferi...”
“Dammi
la birra entro dieci
secondi, stupido leccapiedi, o ti faccio diventare membro del club dei
senza
denti, come quegli altri fessi che ci hanno provato con me.”
fu la seccata
risposta della donna, incenerendolo con lo sguardo.
Il
barista ebbe un brivido.
Quella
era tanto bella quanto
spaventosa e pericolosa...
Tutti
in quel misero locale lo
sapevano...
La
prima volta che era
entrata, circa cinquant'anni prima, tutti le si erano avvicinati per
provarci
ma lei li aveva fatti sparire, grazie alla sua inaspettata forza...
Da
allora, nessuno l'aveva più
infastidita anche se, ogni tanto, qualcuno ci provava,
perché era la prima che
veniva lì e non la conosceva oppure perché era
ubriaco fradicio e non aveva
riconosciuto la ragazza...
Inoltre,
quella tizia,
quand'era ancora viva, aveva avuto un'incredibile battaglia all'ultimo
sangue
col suo più acerrimo nemico, la quale aveva tenuto col fiato
sospeso tutti
quanti, rimettendoci pure le penne a causa sua... era stato quando
aveva messo
al tappetto, completamente da sola, quella banda di ubriachi
molestatori che
l'aveva riconosciuta e aveva capito quanto potesse essere pericolosa...
L'uomo
le versò un boccale di
birra sul bancone e la giovane cominciò a berlo.
Ad
un tratto, un giovane entrò
nel locale, urlando: “Presto, capo!!! Sintonizzati sulla
Terra!!!”
“Che
succede?”
“Sta
avvenendo un incontro da
urlo su quel pianeta! Ci sono due che si stanno dando dei cazzotti
veramente
forti!!!”
“Era
ora che nell'universo ci
fosse di nuovo uno scontro all'ultimo sangue! L'ultimo davvero fico
è avvenuto
su quel pianeta pieno d'acqua di nome Namecc, quando quel tizio dalla
faccia da
idiota ha fatto diventare i capelli biondi... il motivo di questa
batosta sono
di nuovo quelle sfere magiche?”
“No.
Pare che il padre di uno
dei due combattenti li abbia costretti a combattere l'uno contro
l'altro per
vendicarsi...”
“Non
ha importanza! Presto,
abbassate le tapparelle e tappate ogni fessura! Se gli sbirri ci
beccano è la
fine!”
Mentre
il barista e gli altri
clienti, lavoravano, la giovane continuò a bere
tranquillamente il suo boccale.
Non
gliene fregava niente di
quei ridicoli combattimenti... aveva già vissuto le
più incredibili assieme a
quello...
Una
volta che tutto fu chiuso,
il barista prese il telecomando e cambiò canale, mostrando
un combattimento in
un ghiacciaio.
Dopo
aver bevuto il suo
boccale di birra, senza degnare di un solo sguardo al televisore, la
ragazza si
appoggiò sul bancone, annoiata.
Mentre
sentiva quei rumori
assordanti, meditò che quei due erano proprio rumorosi.
Alla
fine, diede un'occhiata
alla televisione e sentì un tuffo al cuore quanto vide il
volto di uno dei due,
pieno di cicatrici.
Si
alzò in piedi per vederlo
meglio e capire se era proprio lui
Non
era possibile... quei capelli...
quel viso... quegli occhi... era lui... ma che cavolo ci faceva
lì?!
“Broly?!”
sussurrò la donna,
incredula.
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
14:55
Parò
con le braccia il pugno
di Broly così forte da farlo finire contro una parete di
ghiaccio,
distruggendola.
Quando
si fermò, Tarble guardò
in alto, dove c'era il suo avversario.
Anche
se era diventato più
forte dopo il loro ultimo combattimento, Broly era lo stesso troppo
potente.
Inoltre
si era accorto che i
movimenti dell'avversario, a differenza del loro primo incontro, erano
molto
più veloci e precisi.
Evidentemente,
il loro scontro
era il primo vero duello mortale e potente che Broly avesse mai
affrontato in
vita sua, infatti gli sembrava che suo padre non fosse un avversario
capace di
risvegliare i suoi istinti da combattente... proprio come lui.
Ormai,
entrambi non avevano
più segreti per l'avversario.
Non
aveva altra scelta.
Anche
se era ancora troppo
presto, doveva usare tutta la sua forza.
Solo
così, forse, avrebbe
potuto contrastare Broly...
Fece
un bel respiro e poi
cominciò ad urlare, caricando nel mentre la sua energia.
Broly,
Paragas, Cheelai e
Lemo, questi ultimi due stavano osservando il combattimento dalla
navicella,
rimasero increduli, in quanto percepirono un leggero cambiamento in
Tarble.
Quando
ebbe finito di urlare,
si lanciò di nuovo verso Broly e lo colpì con un
violento pugno alla guancia
che lo fece volare via.
Prima
che Broly potesse
schiantarsi da qualche parte, Tarble, con una velocità
impressionante, lo
superò e lo colpì violentemente al petto,
facendolo precipitare per terra.
Poi,
Tarble prese Broly per un
braccio e lo lanciò in aria.
A
quel punto, il saiyan lanciò
un potente attaccò d'energia che centrò in pieno
Broly, scatenando una potente
esplosione.
Mentre
vari pezzi di ghiaccio
rimbalzavano, Tarble ansimò profondamente.
Era
certo di non averlo
ammazzato... ma almeno l'aveva di sicuro indebolito un bel po'.
“BROLY!!!!”
strillò Cheelai,
uscendo di corsa dall'astronave, seguita da Lemo.
“E'
inutile che ti agiti tanto.”
fu la pacata risposta di Paragas.
L'aliena
si fermò di colpo e,
guardando in malo modo, il vecchio, gli chiese, adirata:
“Come sarebbe a dire
inutile?! Sei forse cieco?! Ma hai visto che razza di attacco ha
subito?! Come
cavolo fai a essere così insensibile alle condizioni di tuo
figlio?!”
“Proprio
perché è mio figlio
lo conosco meglio di te. Ho addestrato Broly fin dal giorno in cui l'ho
trovato
su Vampa perché diventasse il guerriero supremo... e so che
un attacco del
genere non gli ha fatto niente.”
In
quel preciso istante, Broly
riapparve e, per lo sgomento di Tarble, Cheelai e Lemo, non aveva
nemmeno un
graffio.
Solo
la parte superiore del
suo vestito era distrutta.
“N-non
ha subito...
praticamente nessun danno... e in quell'attacco c'erano tutte le mie
energie...” balbettò, senza parole, Tarble.
Come
poteva esistere un saiyan
così potente?!
“Adesso
mi credi?” domandò
Paragas a Cheelai, la quale aveva gli occhi sgranati per la sorpresa
“Questo
attacco segna la fine del riscaldamento di Broly. Adesso inizia la vera
sfida.”
Non
appena Paragas finì di
pronunciare quelle parole, Broly si scagliò a tutta
velocità contro Tarble e,
prima che il saiyan potesse rendersene conto, lo colpì con
una violenta
ginocchiata al viso, che lo fece volare via.
“Urgh...!”
fece Tarble,
dolorante, mentre volava, ma riuscì a riprendersi e a
raggiungere l'avversario,
caricando nel mentre un pugno che venne, però, bloccato da
Broly con un
braccio.
A
quel punto, anche il saiyan
sfregiato tentò di colpire Tarble con l'altro braccio ma
anche questo venne
bloccato da quello del saiyan più giovane.
Per
varie decine di minuti, i
due contendenti continuarono a parare e a colpire senza alcun attimo di
tregua.
Nel
frattempo, Paragas
osservava con molto interesse lo scontro.
Tarble
era più in gamba di
quanto si aspettasse, doveva riconoscerlo... ma, in ogni caso, era
ancora
inferiore a suo figlio.
Alla
fine, infatti, Broly
approfittò di un punto scoperto dell'avversario per colpirlo
violentemente al
collo e, mentre questo cadeva violentemente per terra, cercò
di colpirlo una
seconda volta ma Tarble si spostò di lato, schivando
l'attacco che colpì il
terreno ghiacciato.
Broly,
poi, partì
all'inseguimento aereo di Tarble e il secondo, non appena si trovarono
a
diversi metri dal suolo, gli lanciò un attacco energetico
parecchio potente che
Broly evitò senza troppi sforzi e superò, grazie
alla sua incredibile velocità,
l'avversario.
Tarble
fece appena in tempo a
girarsi e a rendersi conto dell'accaduto che Broly gli diede un calcio
così
forte da farlo volare a terra con un boato.
Nonostante
ciò, Tarble si
rialzò e volò di nuovo verso Broly, colpendolo
alla faccia con un potente pugno
ma, come contrastò il giovane, fu inutile, in quanto non
solo Broly non si
spostò di un millimetro ma era chiaro come il sole che non
aveva sentito niente
di quel pugno.
A
quel punto, Broly prese
Tarble per i capelli e lo fece scendere a tutta velocità
verso Terra, per poi
farlo precipitare dopo un po', generando un altro potente boato.
In
seguito, Broly atterrò
proprio di fianco al piccolo cratere formatosi dal violento atterraggio
del
saiyan.
“Broly,
controlla se è ancora
vivo.” gli ordinò Paragas e il giovane,
annuì, con tono spento: “Sì,
papà.”
Afferrò
Tarble per la coda e
lo sollevò, senza alcuno sforzo.
“Sembra
proprio morto...”
constatò il giovane prima che Tarble gli lanciasse un ultimo
attacco che lo
colpì in piena faccia, facendogli perdere la presa e
allontanarlo dal giovane,
il quale ricadde per terra.
Tarble,
poi, si rialzò
debolmente, sperando che il nemico fosse stato messo KO dal suo
improvviso
attacco.
Sfortunatamente,
Broly si
rialzò praticamente illeso, ad eccezione di qualche piccolo
graffio e
bruciatura sulla faccia.
“Ottima
mossa.” ammise
Paragas, divertito “Tuo padre avrebbe fatto lo stesso... se
il tuo avversario
non fosse stato Broly, avresti anche potuto vincere...”
Tarble
non riusciva nemmeno
più a parlare, dal tanto che era stanco e stremato.
Ormai,
non c'era più nulla da
fare... aveva usato tutta la sua energia in quell'ultimo, disperato,
attacco...
inoltre un braccio aveva cominciato a dolergli in maniera atroce...
“Broly!”
chiamò di nuovo
Paragas e il giovane, voltandosi, domandò:
“Sì, papà?”
“Adesso
puoi pure smetterla.
Il tuo avversario è allo stremo delle forze e il colpo di
grazia lo devo dare
io.”
“Certo,
papà.”
“Sei
stato grandioso,
figliolo. Oggi, tutti i duri allenamenti a cui ti ho sottoposto hanno
dato il
loro frutto. Grazie a te, potrò compiere la mia
vendetta.”
“Grazie,
papà.”
Paragas
si avvicinò e dopo
aver superato di pochi passi il figlio, si mise a fissare il saiyan, il
quale,
nel frattempo, si era faticosamente alzato in piedi.
Tarble,
sicuro che quella
fosse ormai la sua fine, si mise a guardare a sua volta, l'uomo davanti
a sé.
Ansimava
pesantemente,
toccandosi il braccio dolorante e sanguinante mentre piccole gocce di
sangue
cremisi coloravano di rosso la neve.
Sentiva
le palpebre più
pesanti ma cercava in tutti i modi di resistere.
I
suoi aguzzini erano lì,
davanti a lui...
“Nemmeno
la famiglia reale, la
famiglia più potente tra i saiyan, può niente
contro mio figlio!” esultò il
vecchio davanti a lui “Speravo che durante la tua fuga fossi
diventato più
forte, stupido ragazzino... ma a quanto pare mi sono solo
illuso...”
L'uomo
tirò fuori una pistola
e, puntandogliela contro, sibilò con uno sguardo fanatico:
“In ogni caso, potrò
vendicarmi di tuo padre. E' un peccato che il tuo caro paparino non sia
qui a
godersi lo spettacolo... chissà che faccia avrebbe fatto
vedere il suo
secondogenito massacrato da mio figlio... quando finirai all'inferno,
salutamelo da parte mia.”
“Cerca,
però, di tornare per cena.”
Il
ricordo di ciò gli aveva
detto Mai prima che partisse, gli tornò in mente.
“Vorrei
tanto… tornare a casa… vorrei mangiare di nuovo
assieme a loro… assaggiare quel
misterioso gelato… chiacchierare del più e del
meno… ma ho l’impressione che…
non potrò più farci ritorno… mi
dispiace… ragazzi…” pensò con tristezza e
dolore il giovane saiyan,
mentre una lacrima solitaria gli scendeva sulla guancia, togliendo in
quel
tratto il sangue che ricopriva il suo viso, per poi cadere nella neve
gelida.
Proprio
in quel momento, Paragas
sparò un colpo e il saiyan chiuse gli occhi, preparandosi
all'impatto e alla
morte.
Tuttavia,
inaspettatamente, il
colpo non arrivò mai.
Dopo
un po', Tarble ebbe il
coraggio di aprire gli occhi e rimase a bocca aperta.
Davanti
a lui, di schiena, c'era la figura di un
ragazzo con una spada in mano e coi capelli glicine che si muovevano
nel vento
freddo polare. |
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Capitolo 9 *** I ricordi di uno sguardo ***
Capitolo
9: I ricordi di uno sguardo
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
16:00
“TRUNKS!!!!”
urlò, Tarble,
fuori di sé dalla gioia, prima di crollare a terra per lo
sforzo e la fatica.
Inaspettatamente,
qualcuno lo
sorresse e, muovendo un occhio, vide l’altro Trunks, il quale
gli allungò una
piccola boccettina, dicendogli: “Coraggio, bevine un
po’… sei ridotto davvero
malissimo…”
Con
le ultime forze che gli
rimanevano, Tarble bevve un sorso di quella misteriosa acqua e,
immediatamente,
si sentì di nuovo benissimo, tanto da alzarsi a sedere,
incredulo.
Si
diede un’occhiata intorno…
Entrambi
erano lì... dovevano
essersi liberati e, nonostante li avesse intrappolati, seppure in buona
fede,
erano corsi a salvarlo...
Era
felice, in quanto, per la
prima volta, era importante per qualcuno... eppure, allo stesso tempo,
voleva
che non si trovassero lì.
Ora
che erano lì per colpa
sua, sarebbero stati coinvolti in quella battaglia.
Nel
frattempo, Paragas osservò
infastidito coloro che aveva appena ostacolato la sua vendetta.
A
giudicare dall'aspetto
dovevano essere terrestri... eppure avevano qualcosa di strano... c'era
qualcosa di familiare in loro... soprattutto nello sguardo... per
quanto
potesse sembrare assurdo, gli sembrava di averlo già visto
da qualche parte...
“Beh,
e voi due che volete?”
domandò, seccato, il vecchio saiyan e il Trunks
più grande rispose: “Ci
chiamiamo entrambi Trunks e siamo i difensori della Terra. Voi due,
invece,
siete saiyan, dico bene?”
Paragas
sgranò gli occhi,
sorpreso.
Non
si aspettava che in quel
misero pianeta al confine dello spazio qualcuno conoscesse i saiyan...
ma, in
fondo, se quei due erano diventati amici del principe, era ovvio quel
ragazzino
avesse parlato della loro razza...
“Sì,
è vero, siamo saiyan...”
rispose Paragas “E voi due mi state intralciando. Ho un conto
in sospeso con il
padre del ragazzino, quindi toglietevi di torno.”
“E
per questo motivo te la
prendi con una persona che non c'entra niente. Sei davvero spregevole e
vigliacco.” rispose il Trunks più grande,
indignato, mentre Paragas rispondeva:
“Forse... in ogni caso non vi riguarda.”
Nel
frattempo, il Trunks più
giovane osservava in silenzio Broly.
Quel
ragazzo pieno di
cicatrici... conteneva un'energia spaventosa... dunque era lui il
misterioso
avversario di Tarble...
Eppure,
guardandolo, il
giovane ebbe l'impressione che quel misterioso saiyan fosse
completamente fuori
luogo... come se lui fosse l'ultima persona che avesse voglia di
trovarsi lì...
“Siete
venuti sulla Terra e
avete fatto del male a un nostro amico! La cosa ci riguarda eccome!
Quindi
andatevene subito e non vi succederà niente!”
dichiarò, con orgoglio, il Trunks
più grande.
“Dovresti
ringraziarmi per averlo lasciato in vita...”
Paragas
sgranò gli occhi,
sorpreso.
Adesso
ricordava dove aveva
già visto quello sguardo...
“Voi
due siete parenti di Re
Vegeta, vero?” domandò, all'improvviso, Paragas.
I
due Trunks non parlarono
dallo stupore.
Che
significava quella frase?!
“Rispondete!
Siete parenti di
re Vegeta III, non è così?”
incalzò il vecchio, sempre più nervoso.
Per
tutta risposta, i due
Trunks si guardarono negli occhi, non sapendo cosa dire.
Erano
i figli del principe
Vegeta... ma non erano certi che si trattava di un parente del padre...
Poi,
ad un tratto, il Trunks
più giovane si ricordò che proprio quel giorno,
durante il pranzo, Whis,
vedendo la foto di Vegeta l'aveva chiamato Vegeta IV... pertanto,
doveva
trattarsi di loro nonno.
“No,
loro non sono...!” stava,
nel frattempo, dicendo Tarble, con preoccupazione ma, prima che potesse
finire
la frase, il Trunks più giovane lo interruppe:
“Non so chi sia questo re Vegeta
III... ma nostro padre era il principe Vegeta IV.”
Paragas
rimase in silenzio,
stupito da quell'incredibile rivelazione, poi, con un sorriso sadico
domandò a
Tarble: “Ma guarda, non mi avevi detto che Vegeta aveva avuto
dei figli...”
Per
tutta risposta, il saiyan
abbassò lo sguardo.
Era
proprio un incapace... per
quanto ci avesse provato, alla fine, Paragas aveva scoperto l'esistenza
dei due
Trunks...
“Tu conoscevi nostro
padre?” domandò il Trunks più
grande e Paragas chiese: “Senti, senti... e così
non vi ha detto niente quel
ragazzino?”
“Che cosa ci avrebbe
dovuto dire?”
“Beh, prima sarebbe
opportuno che mi presenti... mi
chiamo Paragas e un tempo ero un colonnello dell'esercito saiyan,
nonché fedele
uomo di vostro nonno, re Vegeta III, mentre quello laggiù
è il mio unico figlio
Broly. Sono anni che aspettiamo solo di vendicarci di lui...”
presentò il
vecchio mentre Cheelai, nascosta dietro un masso, protestava,
scocciata: “E noi
due non ci presenta? In fondo è grazie a noi se è
riuscito ad arrivare fin
qui!”
Per tutta risposta, Lemo fece un
sospiro e le diede
un'amichevole pacca sulla spalla.
Nel
frattempo, il Trunks più
grande domandò: “Se eri un fedele uomo di nostro
nonno, allora perché adesso ti
vuoi vendicare?”
“Sono
accadute un po' di
cose... ma la più significativa è stata l'esilio
di mio figlio su un asteroide
disabitato e selvaggio perché aveva un potere combattivo
più alto di quello di
vostro padre, il principe Vegeta.”
“Capisco
che nostro nonno non
abbia fatto una bella cosa... ma adesso puoi anche lasciar perdere...
in fondo,
siamo tutti saiyan e noi due non centriamo niente con questa
storia.”
“Siete
i nipoti del re e
questo è più che sufficiente per me. Mi
vendicherò su di lui attraverso voi!”
Il
Trunks più grande rimase in
silenzio.
Quel
tipo era completamente
matto.
“Quando
quella carogna di
vostro nonno ha mandato via mio figlio, sono partito subito alla sua
ricerca ma
quando sono giunto su quel pianeta, sfortunatamente, ho scoperto di
essere
bloccato. Così, in tutti questi anni, ho vissuto con la
speranza di riuscire ad
andarmene da quel dannato pianeta e di vendicarmi della famiglia reale
proprio
attraverso la persona che il re aveva tanto temuto, ossia mio figlio.
Finalmente,
un giorno, è atterrata su Vampa una navicella che non solo
ci ha salvati ma mi
ha rivelato un sacco di cose interessanti... per esempio, che il re,
dopo
Vegeta, aveva avuto un altro figlio e che, dato che era su un altro
pianeta al
momento dell’esplosione, era ancora vivo.”
raccontò Paragas, con un sorriso da
pazzo.
I
due Trunks sgranarono gli
occhi, esterrefatti.
Vegeta
aveva un fratello
minore ancora vivo?! Ma cosa significava quella storia?!
Nemmeno
il Vegeta del passato
aveva mai nemmeno accennato ad una cosa del genere…
I
due non si accorsero che,
nel frattempo, Tarble aveva abbassato la testa, con lo sguardo scuro.
“Non
sapete neanche questo?”
ridacchiò Paragas, indovinando il loro stupore
dall'espressione facciale
“Eppure è la verità!
Neanch’io ci credevo quando l’ho saputo da quei due
alieni
che ci hanno soccorso, uno dei quali un ex membro dell’Armata
di Freezer che mi
raccontò che era un pettegolezzo che circolava, dato che, a
differenza del
fratello maggiore, quel ragazzino era talmente debole e strano da
sembrare la
parodia di un saiyan! Per uno come il re era stato un brutto colpo
ritrovarsi
con un figlio simile dopo il suo grande successo col suo
primogenito… un tipo
così, era soltanto un imbarazzo per la famiglia reale e
qualunque altro saiyan
avrebbe ammazzato subito un fallimento del genere, ma il re aveva
deciso di
risparmiargli la vita, limitandosi ad esiliarlo… ovviamente,
la prima cosa che
ho fatto è stata quella di partire al suo inseguimento, ma
ci sono stati alcuni
imprevisti e ci siamo ritrovati qui.”
“E
adesso lui dov'è? Che cosa
ne hai fatto?”
Per
un attimo, Paragas rimase
in silenzio, per poi domandare a Tarble, con un sorriso:
“Perché non gli dici
la verità, ragazzino? Ossia che il fratello minore di
Vegeta… sei proprio tu!”
“Eh?”
fecero, sbalorditi i due
Trunks, mentre si voltavano, contemporaneamente, a guardare Tarble, non
riuscendo a credere alle orecchie.
Tarble
era il fratello minore
di Vegeta?!
Com’era
possibile?!
Per
tutto quel tempo, aveva
vissuto assieme a loro... e non se n'erano mai accorti?!
Però,
adesso che ci pensavano
meglio, nonostante i caratteri fin troppo diversi, si assomigliavano
molto in
alcuni momenti…
“Tarble...
quindi tu sei...?”
domandò, basito, il Trunks più grande e il
giovane, dandogli una leggera pacca
sulle spalle, ammise, con un sorriso stanco: “Sì.
Mi dispiace, ragazzi, non
volevo coinvolgervi in questa faccenda.”
Si
allontanò dai due Trunks e
quando si trovò davanti a Paragas prese un bel respiro e
disse: “Ascolta,
Paragas, se vuoi vendicarti su di me per quello che ha fatto mio padre
non farò
alcuna obiezione... ma non coinvolgere i miei nipoti! Lasciali fuori da
tutto
questo!”
“Tarble,
ma cosa...” fecero i
due ma lo zio li interruppe di nuovo: “Vi prego, andatevene!
Verrete uccisi!”
“Noi
non ti abbandoniamo! Fin
dall'inizio... tu sei stato un membro della nostra famiglia, con o
senza legami
di sangue. E i membri di una famiglia... non si abbandonano.”
Paragas
osservò il gruppo in
silenzio, poi, con un sorriso sadico, rise: “Ma che bel
momento familiare...
peccato che questo non basterà a commuovermi. Ho smesso di
provare pietà molti
anni fa...”
Poi
li indicò col dito e urlò:
“Broly! Uccidili!”
“Sì,
papà.” annuì Broly e
cominciò a lanciare contro di loro dei potenti raggi di
colore verde.
Tarble,
con un salto, schivò
gli attacchi, spostando nel mentre anche i due Trunks, ma
sbatté, assieme ai
due giovani su una parete di ghiaccio.
Nonostante,
il dolore, Tarble
ebbe la forza di spingere lontano dalla parete i due Trunks e quando
alzò la
testa, ciò che vide gli fece gelare il sangue.
C'era
Broly che si stava
avvicinando lentamente a lui per poi fermarsi a pochi metri da lui.
Lo
sguardo freddo e
inespressivo di Broly fece gelare il sangue al giovane saiyan.
Il
suo avversario sembrava solo
una bambola che aveva il compito di eseguire gli ordini del suo signore.
Infatti,
Broly allungò la mano
verso di lui e caricò una sfera d'energia verde.
“FERMATI
SUBITO!!!!”
Broly
si girò verso coloro che
aveva appena urlato e vide i due Trunks intenti a guardarlo, immobili
come
delle statue di ghiaccio.
“Broly,
anche tu sei un saiyan
e, pertanto, non potrai rinunciare ad una sfida.”
dichiarò il Trunks più grande
mentre quello più giovane, mettendosi in posizione da
combattimento, finiva:
“Da adesso in poi, saremo noi i tuoi avversari!”
|
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Capitolo 10 *** I poteri di Broly ***
Capitolo
10: I poteri di Broly
Terra
Capsule
Corporation, venerdì,
16:06
“Che
cosa?! E' apparso un
nuovo nemico fortissimo e i due Trunks e Tarble sono andati ad
affrontarlo?!”
ripeté, esterrefatta, Bulma, non appena Whis e Beerus ebbero
finito di
spiegarle l'accaduto.
Ma,
immediatamente,
l'incredulità lasciò spazio alla rabbia.
“Come
diavolo è successo?!”
sbraitò la donna e Beerus, preoccupato, balbettò:
“C-come? Te l'ho detto, quei
tre sono volati a tutta velocità da questo nemico per conto
loro e...”
“Per
conto loro?! E tu non li
hai fermati?!”
“Beh,
ovvio che ho provato a
fermarli ma...”
“Dovresti
sapere che se lasci
i saiyan fare di testa loro, soprattutto quanto ci sono di mezzo dei
combattimenti all'ultimo sangue, succedono cose del genere!!!”
Poi,
prendendo con rabbia un
orecchio di Beerus e, avvicinandolo a sé, riprese, adirata:
“E ti definisci un
Dio?! Ma fammi il piacere!!! Brutto idiota! Stupido! Zuccone! Buono a
nulla!
Babbeo!!!”
Mentre
Bulma insultava Beerus,
Whis commentò, senza parole: “Oh cielo, si
è proprio arrabbiata...”
Poi,
si avvicinò ai due e
ricordò: “Bulma, detesto rovinare quest'intenso
momento... ma credo che sarebbe
meglio raggiungere quei tre. Potrebbero essere in pericolo.”
Sentendo
quella frase, Bulma
sospirò.
Purtroppo,
Whis aveva ragione.
Dovevano
trovare al più presto
quei tre.
“Dove
si trovano?” chiese la
donna e l'angelo, guardando nel bastone, dichiarò:
“Nel continente artico.”
“Mmmh...
è parecchio freddo...
dovremmo prendere dei cappotti...” meditò Bulma,
pensierosa, poi domandò: “Chi
se la sente di venire?”
“Io
di sicuro. Sono proprio
curioso di vedere come se la caveranno quei tre per questa
battaglia...” disse
Whis e anche Gure e le due Mai annuirono: “Verremo anche
noi.”
Bulma
sorrise poi, guardando,
la Mai più grande le disse: “Mai, mi dispiace ma
devi restare qui.”
“Cosa?!
Ma perché?! Trunks è
in pericolo e io non posso abbandonarlo!”
“Lo
so e questo ti fa onore,
credimi! Ma è per il tuo bambino! Non voglio che succeda
qualcosa a te e a mio
nipote. Trunks ne soffrirebbe molto.”
Sentendo
quelle parole, Mai
abbassò lo sguardo.
“In
ogni caso, qui dovrai
occuparti di un compito molto importante.”
l'avvertì Bulma, mettendole una mano
sulla spalla “Devi occuparti del piccolo Goku. Devi impedire
che gli succede
qualcosa mentre noi saremo via.”
“Sì,
sì... divertitevi in quel
continente di ghiaccioli. Basta che torniate qua per l'ora di cena e mi
prepariate una bella cenetta.” dichiarò Beerus, il
quale nel frattempo, si era
sdraiato sul divano non alzando nemmeno lo sguardo dalla rivista che
stava
leggendo.
“Aspetta
un secondo...” gli
domandò Bulma “Hai forse intenzione di restare
qui?!” “Certamente.” fu la
risposta mentre la donna rispondeva: “Senti un po'... nel
caso che tu non te ne
sia accorto, i miei figli e Tarble stanno affrontando un nemico
tremendamente
forte che rischia di mettere a repentaglio la vita sulla Terra e
l'intero
universo!”
“Ti
sbagli, me ne sono accorto
eccome.”
“E
allora perché non fili a
sistemare questa faccenda?!”
“Semplice:
quel tizio è venuto
fin qui per sistemare Tarble, quindi, il suo scopo non è
conquistare
l'universo. Se quei deficienti dei tuoi figli sono corsi ad
affrontarlo, sono
problemi loro. Una volta che avrà sistemato Tarble, se ne
andrà in giro per lo
spazio e magari comincerà a sterminare intere
popolazioni.”
“E
la cosa ti fa piacere?”
“Certamente.
Dovrei farlo io
ma se qualcuno lavora al posto mio, non lo cancello mica!”
“BRUTTO
IRRESPONSABILE!!!!!”
Prima
che Beerus potesse
rendersene conto, Bulma gli prese di nuovo un orecchio e gli
urlò: “Non mi
sorprende affatto che l'universo sia pieno di gentaglia come Freezer!!!
Sottospecie di pigrone buono a nulla!!! Persino il ghiro di mio padre
era più
attivo di te!!! Alzati subito o ti mostrerò personalmente e
molto volentieri il
motivo per cui Vegeta mi temeva!!!!”
Whis,
le due Mai e Gure
osservarono senza parole la scena.
Bulma
adirata era davvero
spaventosa... probabilmente sarebbe stata capace di terrorizzare a
morte
chiunque...
“Oh
cielo, sono felice che non
sia arrabbiata con me.” fu il semplice commento dell'angelo,
il quale, per la
sorpresa, si mise persino la mano davanti alla bocca.
“Va
bene, va bene!!! Vengo!!!”
si arrese, alla fine, il dio e la donna si diresse verso il guardaroba.
“Che
mostro di donna...”
sibilò Beerus e Whis rispose: “Mi sembra che se la
sia cercata, Lord Beerus.”
“Parla
per te! Non sei nemmeno
intervenuto per difendermi!!!”
“Oh
oh oh... ho pensato che solo
uno sciocco avrebbe voluto sfidarla e dato che non lo
sono...”
“Ti
odio.”
“Me
lo dice sempre.”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
16:30
Schivò
con abilità il pugno di
Broly e si allontanò volando di qualche metro, riflettendo.
Broly
era molto forte ma non
aveva alcuna esperienza di battaglia.
Era
intuibile dallo stile di
combattimento, concentrato più che altro sulla forza e sul
tentativo di colpire
l'avversario.
Purtroppo,
Broly era inesperto
tanto quanto era potente.
Non
si aspettava che un saiyan
avesse tutto quel potere, ogni volta che colpiva lui o il suo doppione
più
giovane rivelava una forza mai vista prima... non osava nemmeno pensare
a che
livelli sarebbe arrivato trasformandosi in supersaiyan.
In
ogni caso, se si continuava
così, sarebbero stati sconfitti, perciò, a mali
estremi, estremi rimedi.
Lanciò
uno sguardo all'altro
Trunks e bastò un cenno del capo per intuire che aveva
capito le sue intenzioni
e che anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Si
allontanarono un po' e
iniziarono a radunare la loro energia e a urlare.
L'aria
diventò carica di
tensione.
Tutti
i presenti notarono quel
cambiamento, in quanto vennero investiti da delle potenti correnti
fredde.
“Cosa
diamine...?!” sibilò
Paragas, incredulo, mentre Tarble, mentre lottava per non essere
trascinato
via, commentò: “Accidenti, che potenza... ma che
cos'è?!”
Anche
Cheelai e Lemo cercavano
di resistere.
Mentre
il vecchio la teneva
con una mano mentre con l'altra stringeva un gancio dell'astronave,
Cheelai
esclamò: “Dannazione... quei due potrebbero anche
diminuire la loro potenza!
Nel caso non se ne siano accorti, ci sono delle persone che non
combattono e
che non hanno la mostruosa forza dei saiyan!!!”
Anche
Broly, intuendo che
qualcosa d'importante stava per accadere, si fermò e si mise
ad osservare i
due, indurendo lo sguardo e mettendosi in attesa.
Alla
fine, in un'esplosione di
luce abbagliante, i due Trunks smisero di urlare e si mostrarono ai
presenti.
I
loro capelli erano eretti
verso l'alto ed erano biondi mentre gli occhi erano diventati verdi.
“Cosa
diamine è quella roba?”
domandò, incredulo, Paragas “Non ho mai visto
quella trasformazione prima d'ora
e noi saiyan possiamo solo trasformarci in scimmioni... che sta
succedendo?”
Anche
Tarble era sorpreso di
fronte a ciò... inoltre, analizzando l'energia, si accorse
che il potere dei
due Trunks era aumentato in maniera vertiginosa...
Ad
un tratto, gli venne in
mente un sospetto.
E
se i due Trunks fossero...
“Allora,
Broly...” cominciò il
Trunks più giovane mentre quello più grande
finiva la frase: “Pronto per il
secondo round?”
Per
tutta risposta, Broly fece
un piccolo ringhio e si gettò verso i due avversari, con
l'obiettivo di
tirargli un pugno.
Sfortunatamente
per lui, i due
non solo lo schivarono senza troppi problemi ma lo colpirono in
contemporanea
allo stomaco, provocandogli un dolore atroce.
Il
giovane si coprì con
entrambe le mani il petto, ansimando profondamente.
Quei
pugni... erano i colpi
più potenti che avesse mai avuto in tutta la sua vita... che
stava succedendo?!
Prima
quei due non avevano
tutta quella forza...
Nonostante
il dolore, Broly
rialzò lo sguardo e si preparò a combattere.
Doveva
combattere e vincere
per suo padre!
Cercò
di colpire di nuovo i
due Trunks con calci e pugni ma essi schivavano sempre i suoi attacchi
con
abilità, come se potessero prevederli.
Inoltre,
più di una volta, lo
colpivano con inaspettata violenza.
Anche
Paragas si accorse di
ciò che stava accadendo al figlio e domandò:
“Che accidenti sta succedendo a
Broly?! Come possono quei due diventare più forti cambiando
solo il colore dei
capelli?!”
“Boh,
sei tu l'esperto di
saiyan qui che sta dalla parte di Broly.” rispose, con uno
sbuffo, Cheelai.
Nel
frattempo, anche Tarble
stava osservando con molta attenzione lo scontro.
“Ma
certo! Ho capito!” esclamò,
ad un tratto, il ragazzo e, sentendolo, Lemo gli domandò,
incuriosito, da
lontano: “Cos'hai capito, ragazzo? Che è successo
a quei due?”
“Non
ne sono sicuro, perché
non l'ho mai visto... ma credo che si tratti di ciò che mio
padre sperava che
accadesse a Vegeta...”
“Ossia?”
“Loro
due... sono riusciti a
diventare... supersaiyan.”
Sentendo
quelle parole,
Paragas sgranò gli occhi.
La
trasformazione di quei due
era il leggendario supersaiyan?!
Non
era possibile... fino a
quel momento aveva creduto che fosse suo figlio l'unico e il solo
leggendario
supersaiyan... aveva completamente sbagliato i calcoli!
Inferno
Sezione
Est, venerdì, 16:45
“Dieci
a uno che vincono quei
due coi capelli biondi.”
“Ci
sto.”
Il
barista, sentendo quelle
frasi, fece un sorriso divertito.
Adesso
che la sfida era
entrata nel vivo, erano iniziate persino le scommesse.
Sperava
solo che nessuno
perdesse la testa se perdeva, in quanto gli avrebbe rovinato il locale.
Dopo
un attimo di silenzio, in
quanto tutti erano concentrati a guardarsi lo scontro, un alieno con le
corna
si voltò verso il vicino e domandò: “Ma
secondo te, quel vecchio coi capelli
bianchi, combatterà per aiutare suo figlio oppure
no?”
“Tsk.
No, non lo farà. Lo
conosco.” rispose una voce femminile alle loro spalle.
Le
due anime si voltarono
verso colei che aveva appena parlato, ossia la giovane col cappotto e
l'ocarina, intenta a guardare, come tutti i presenti, il combattimento
nel
vecchio televisore.
“Chi
conosce?” domandò quello
con le corna e la ragazza, senza distogliere lo sguardo, rispose:
“Paragas. Se
ancora non l'avete capito, si tratta di quel vecchio lì. Non
è mai stato forte,
anzi, mi domando da sempre come diavolo ha fatto quel tipo a diventare
colonnello. Fosse dipeso da me, sarebbe stato un semplice soldato a
vita, dato
che ha un livello combattivo così scadente e ridicolo. Per
fortuna, Broly non
ha preso niente da lui... mi sarebbe dispiaciuto da matti se fosse
diventato un
buono a nulla, fifone e incapace come quell'imbecille di suo
padre...”
“Scusi,
quindi lei li conosce
personalmente?”
La
ragazza fece un sorriso
divertito, prima di ammettere: “Li conosco.”
Poi,
si girò verso il barista
e ordinò, senza mezzi termini: “Ehi, bello. Versa
dell'altra birra. Ci vorrà
ancora un po' prima della fine, se ne staranno lì a
massacrarsi di botte a
vicenda per ore, quindi, tanto vale cercare mettersi comodi e bere
qualcosa.”
“Subito.”
annuì l'uomo,
preparando un altro bicchiere.
Nel
frattempo, il tipo con le
corna non riusciva più a prestare attenzione al
combattimento, dato che ciò che
aveva detto quella l'aveva lasciato esterrefatto.
Dopo
un po', le domandò: “Mi
scusi, signorina...”
“Mh?”
“Riguardo
a quel bestione
pieno di cicatrici, Broly... ma lei come fa a...?”
“E'
mio figlio.” fu la
semplice e pacata risposta dell'altra, la quale era così
concentrata sulla
birra da non voltarsi a guardare il suo interlocutore.
A
seguito di quella
rivelazione, la creatura la fissò in silenzio, poi si
voltò verso lo schermo,
commentando, allibito: “Suo figlio...”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
17:17
Ormai
ne era assolutamente
certo.
Le
difese di Broly si stavano
esaurendo.
Anche
se riusciva ancora a
difendersi abilmente, Broly non riusciva più a tenere il
passo con loro due
trasformati in supersaiyan.
Esso
era troppo per lui.
Alla
fine, il Trunks più
grande, gli diede un violento pugno che lo fece precipitare nel terreno
ghiaccio, generando una profonda voragine e facendolo scomparire dalla
vista.
“E'
finita, Paragas.” dichiarò
il Trunks più grande “Hai perso. Questo era il
limite di Broly.”
Il
vecchio saiyan quasi non
riusciva più a muoversi dallo sgomento.
Non
era possibile... non era
assolutamente possibile... non poteva essere sconfitto
così... dopo tutti
quegli anni... dopo tutti i suoi sacrifici...
Non
poteva!
Non
poteva assolutamente
accettarlo!!!
Broly
doveva sconfiggere la
famiglia reale e vendicare tutto quello che la famiglia reale!!!
Era
per colpa loro se Broly
era stato esiliato, se lui era stato considerato un traditore... e,
soprattutto, era colpa loro se lei era morta... l'unica e sola donna
che avesse
mai amato...
Ricordò
i suoi capelli, il suo
profumo, i suoi occhi, il suo profilo... l'aveva amata fin dal primo
momento in
cui l'aveva vista...
Lui
era sempre stato un tipo
introverso e scontroso, tutto ciò che lo circondava era solo
noioso e stupido.
Cercava
di essere il migliore
e il più scrupoloso nel suo lavoro, ma lo considerava
più un dovere che un
piacere, il semplice e banale desiderio di affermarsi per ambizione...
ma
quando aveva visto lei, tutto era cambiato.
Da
quel momento, l'unico e
vero senso della sua vita era stato solo e unicamente lei.
Mentre
tutti la evitavano
perché la consideravano strana, selvaggia e pericolosa, lui
aveva sempre
cercato di avvicinarsi a lei... all'inizio non sopportava la sua
presenza,
ringhiandogli persino contro, ma, piano piano, aveva cominciato ad
accettarlo
fino ad innamorarsi perdutamente di lui.
Quando
poi era nato Broly e
gli era sembrato di essere il saiyan più felice
dell'universo... ma poi, poco dopo
il parto, era morta... uccisa proprio da quel maledetto di Re Vegeta...
“BROLY!!!!”
urlò Paragas, con
quanto fiato aveva in gola “NON PUOI ESSERE SCONFITTO
COSI'!!! ALZATI E
COMBATTI COME UN VERO SAIYAN!!! RISVEGLIA IL TUO POTERE, SO CHE PUOI,
ANZI, DEVI
FARCELA!!!! BROLY!!!!!!”
Il
suo urlo fu così potente
che giunse fino al lago ghiacciato sotto al punto dove il saiyan era
finito.
Non
appena lo sentì, Broly, il
quale stava galleggiando in stato incosciente nelle fredde acque del
lago, aprì
gli occhi.
Suo
padre lo stava chiamando,
aveva bisogno di lui... non poteva abbandonarlo!
Con
urlo selvaggio, il giovane
riemerse con un boato dal ghiacciaio, ansimando profondamente.
“Sei
davvero resistente,
Broly. I miei complimenti.” ammise il Trunks più
giovane ma, prima che potesse
attaccare di nuovo, l'altro Trunks lo prese per la spalla e lo
fermò:
“Aspetta!”
“Che
succede?”
“C'è
qualcosa di strano...
guarda Broly. Anche se non è un supersaiyan, il suo aspetto
è cambiato.”
Incuriosito,
il Trunks più
giovane si voltò e notò che, in effetti, il
Trunks più grande aveva ragione.
Anche
se a prima vista non si
notava, l'aspetto di Broly era cambiato.
I
suoi occhi da neri erano
diventati d'oro e i suoi capelli si erano rizzati in testa.
Inoltre,
il suo potere
sembrava aumentato in maniera vertiginosa eppure non era un supersaiyan.
“Ma
cosa...?” riuscì a
balbettare Trunks più giovane prima che Broly, a
velocità inaudita, gli si
parasse davanti e lo colpisse violentemente allo stomaco, facendolo
restare
senza fiato e arretrare per il dolore.
“Prendi
questo!!!” urlò allora
il Trunks più grande, lanciandogli contro vari attacchi
energetici ma anche se
questi lo colpivano in pieno, Broly non sembrava soffrirne minimamente.
Anzi,
con la schiena fumante,
si voltò verso il Trunks che lo aveva attaccato,
riservandogli uno sguardo
furibondo.
“Non
ci posso credere...!” fu
tutto quello che riuscì a dire il giovane prima che
l'avversario si accanisse
con una furia selvaggia contro di lui.
Mentre
veniva colpito, ora al
viso ora al ventre, si sentiva morire.
La
potenza di Broly era
impressionante... come riusciva ad avere un simile livello di
combattimento?!
Era davvero un saiyan?!
Vedendo
i due Trunks in
difficoltà, Paragas cominciò a ridere, prima
debolmente poi sempre più forte e
in maniera sempre più pazza, tanto che persino Tarble lo
sentì e si voltò a
guardarlo.
“Mi
dici che cosa c'è di tanto
divertente?” domandò, scocciata, Cheelai e il
vecchio rispose: “Perché,
finalmente, la mia vendetta è compiuta. Broly ha appena
ottenuto la sua trasformazione
speciale. Attraverso essa, mio figlio è in grado di
controllare il grandioso
potere degli Oozaru.”
“Cosa?!
E' così potente?!”
domandò, incredulo, Lemo e Cheelai domandò:
“E che diavolo è un Oozaru?”
“Una
trasformazione esclusiva
dei saiyan. Se essi hanno ancora la loro coda e vedono la luna piena,
si
trasformano in enormi scimmioni e la loro forza aumenta
incredibilmente.”
“Quanto
diventano enormi?”
“Non
ne sono sicuro, perché
non li ho mai visti dal vivo... ma ho sentito che sarebbero alti
parecchi
metri... forse più di queste montagne.”
“Aiuto...”
“Inoltre,
solo pochi saiyan
sono in grado di controllare questa trasformazione in quanto essa fa
rischiare
di perdere il controllo. Ma se Broly ha ottenuto il controllo dei
poteri che
avrebbe in quello stato... significa che è
potentissimo.”
Per
un attimo, ci fu il
silenzio, rotto dal rumore degli attacchi di Broly, poi Paragas
annunciò:
“Esatto. Ora che Broly ha controllato quella trasformazione,
lo scontro è
praticamente finito. Vincerà lui... e se alla fine dovesse
perdere il
controllo, lo riporterò io alla ragione...”
|
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Capitolo 11 *** Il segreto del telecomando ***
Capitolo
11: Il segreto del
telecomando
Terra
Città
del Nord, venerdì, 17:35
“Manca
molto? Quando si
arriva?”
“Lord
Beerus, è già la settima
volta che fa queste due domande. Ormai dovrebbe aver capito che la
risposta è
sempre la stessa: siamo quasi arrivati, porti un po' di pazienza, per
favore,
anche se so che per lei è molto difficile.”
Beerus
fece uno sbuffo, per
poi sedersi, pesantemente, per terra, a gambe e braccia incrociate.
“Non
è possibile... ma che ci
faccio qui? Non vengo mai nei posti freddi con la neve. Odio i posti
freddi con
la neve. Saranno già stati ammazzati tutti e tre.”
bofonchiò, a bassa voce, il
dio, visibilmente adirato.
Aveva
sempre odiato dover fare
attività, soprattutto quando pensava che avrebbe potuto
ronfare e mangiare
tranquillamente, magari sdraiato a prendere il bel caldo sole
pomeridiano... e,
invece, stava andando in una valle ghiacciata, fredda e deserta per
fermare un
tizio potente.
Peggio
di così non poteva
proprio andare...
Gli
altri presenti, i quali
avevano sentito benissimo le sue proteste, fecero un sospiro,
esasperati.
Da
quando erano partiti,
Beerus non aveva altro che lagnarsi e si erano ormai tutti abituati.
Bulma,
sempre pilotando
l'astronave, si voltò verso Beerus e domandò:
“Sicuro di non volere un cappotto
invernale? Guarda che fa freddo là fuori...”
“E
non mi scocciare! Ti ho già
detto che non mi serve! Io sono un dio della distruzione e sappi che
sono di
pessimo umore!”
“Come
vuoi, io ti ho
avvertito...”
La
donna, la quale indossava
una tuta invernale verde chiaro e nera, si voltò verso Whis,
il quale era
seduto sul sedile di fianco al suo, e domandò: “E
tu Whis? Sei sicuro di non
volerla?”
“No,
ti ringrazio. Sono un
angelo e non sento freddo, proprio come non ho bisogno di
dormire.”
“Va
bene, se lo dite voi...”
Dopo
un po', Bulma si voltò di
nuovo verso Gure e la Mai più giovane, le quali erano
entrambe sedute per terra
e indossavano dei grandi cappotti coi cappucci calati sulla testa per
coprirla,
in modo da non prendere freddo, viola quello di Gure e blu quello di
Mai, e
annunciò: “Fra poco arriveremo. Siete
pronte?”
“Sì.”
esclamarono,
assolutamente convinte, le due.
Erano,
infatti, pronte ad
affrontare qualunque pericolo e minacciare pur di salvare i loro uomini.
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
17:55
Erano
in una situazione sempre
più disperata e senza via d'uscita.
La
forza di Broly era davvero
spaventosa e loro due dovevano trovare al più presto un modo
per contrastarla o
sarebbe stata la fine.
L'unico
vantaggio che avevano
era che Broly non era abituato ai combattimenti all'ultimo sangue,
pertanto,
per adesso, in quanto abilità ed esperienza, erano molto
più superiori a lui...
ma per quanto sarebbe durato tutto ciò?
Fu
il Trunks più grande a
escogitare una strategia.
Dovevano
trovare una soluzione
e alla svelta, o sarebbe stata la fine.
Proprio
in quel momento, Broly
si mise a urlare con tutto il fiato che aveva in gola, distruggendo,
attraverso
gli ultrasuoni, le montagne e i ghiacciai lì vicino e, con
grande orrore dei
due Trunks, rilasciando ancora più potere.
Una
volta che ebbe finito di
urlare, si lanciò, come una furia suoi due doppioni e diede
ad entrambi due
tremendi pugni alla guancia che li fecero volare via e scontrarsi
contro una
parete.
Subito
dopo, Broly afferrò la
faccia di uno dei due e, mentre volava a tutta velocità
vicino ad un ghiacciaio
lo fece scontrare a tutta velocità.
Vedendo
il doppione in
difficoltà, l'altro Trunks lanciò a Broly un
attacco energetico che lo colpì in
pieno alla schiena, generando una piccola esplosione.
Ciò,
purtroppo, non fu
sufficiente a bloccare il saiyan, in quanto, di tutta risposta, prese
il Trunks
vicino a sé e lo lanciò, con violenza, contro
l'altro, i quali, precipitarono
nel freddo lago sotterraneo.
Senza
fermarsi, Broly si mise
a lanciare delle potenti sfere d'energia verde verso il lago e i due
Trunks
dovettero uscire dall'acqua, per poterle evitare.
Terra
Città
del Nord, venerdì, 18:00
“Che
diamine sono quei
lampi?!” domandò, senza parole, Bulma, osservando
le gigantesche esplosioni che
si vedevano dai finestrini.
“Sono
esplosioni dovute alla
battaglia.” rispose Whis e Bulma gli domandò,
preoccupata: “Sono dei miei figli
e di Tarble? Ti prego, dimmi di sì...”
“Mah,
chi può dirlo? E'
difficile farsi un'idea da qui... potrebbero essere loro oppure
no.”
“Allora,
sarà meglio darsi una
mossa!” dichiarò Bulma, alzando una leva e facendo
aumentare la velocità del
veicolo.
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
18:05
Gli
attacchi d'energia
scatenati dai due Trunks colpivano con violenza tutte le pareti del
ghiacciaio,
facendolo crollare grossi pezzi di ghiaccio, ma evitavano di colpire la
persona
a cui quei colpi erano destinati... Broly.
Il
giovane saiyan, che più il
tempo passava più diventava più una bestia che un
essere umano, schivava con
abilità i loro attacchi, finché non si
posizionò davanti a loro e cominciò ad
attaccarli, tentando di colpirli con dei pugni, i quali erano schivati,
anche
se tra mille difficoltà, dai due Trunks.
I
due doppioni si
allontanarono da lui ma, ad un tratto, si accorsero che non li stava
più
inseguendo.
I
due allora, si fermarono di
scatto, e si misero a fissarlo, increduli.
“Ehi,
Trunks, ma perché
all'improvviso ha smesso di combattere?” domandò
quello più giovane e il più
vecchio, incredulo, rispose: “Non ne ho idea... forse
è stanco...”
Aveva
appena finito di
pronunciare quelle parole, che Broly generò una piccola
sfera d'energia verde
dalla mano che poi scagliò a tutta velocità
contro di loro, come se fosse una
palla da baseball.
I
due Trunks riuscirono a
schivarla per il rotto della cuffia ma essa centrò in pieno
il ghiacciaio
dietro di loro, generando una violenta esplosione, i cui detriti
colpirono in
pieno i due, facendoli crollare a terra, di nuovo in forma base.
“Non
sapevo che esistessero
nell'universo saiyan come lui...” commentò,
dolorante, il Trunks più grande
mentre quello più giovane rispose: “Con uno come
lui dalla nostra parte, non si
dovrebbe più temere alcuna minaccia...”
Proprio
in quel momento, Broly
scese e cominciò a camminare lentamente per poi fermarsi
davanti a loro.
“Mi
sa che è la fine,
Trunks...” commentò quello più giovane
mentre l'altro rispondeva: “Già...
eppure, in fondo in fondo, non mi dispiace... questo scontro mi ha
dimostrato
che i saiyan non hanno limiti... mi sarebbe piaciuto provare a
raggiungere quel
potere...”
“Credo
che sia il nostro
sangue saiyan a farci ragionare così.”
“Hai
proprio ragione,
Trunks...”
Broly
alzò un braccio al cielo
e generò un'enorme sfera verde.
Stava
per lanciarla contro i
due nemici, quando sentì uno strano rumore che lo fece
voltare.
Si
trattava di un piccolo
aereo giallo che atterrò a pochi passi da loro.
“TRUNKS!!!!!”
urlò una voce
femminile e una donna con una strana tuta invernale verde addosso,
uscì
trafelata dall'aereo e, ignorando in pieno Broly, il quale la fissava
senza
parole, non capendo cosa stesse succedendo, si fiondò ad
abbracciare i due
Trunks.
“Mamma?!
Ma cosa ci fai tu
qui?!” le domandarono, increduli, i due e lei rispose:
“Vi ho raggiunto, che
domande!”
“Ma...
è pericoloso...”
“Statemi
bene a sentire, voi
due! Anni fa, anche vostro padre partì ad affrontare i
cyborg quando io non
c'ero. Volevo raggiungerlo ma poi ho pensato che gli sarei stata solo
d'impiccio, quindi ho solo soccorso Gohan. Volevo raggiungerlo ma non
l'ho
fatto. E quello stesso giorno, lui è morto. Da allora, ho
sempre vissuto col
rimorso di non averlo seguito quel giorno. Se anche oggi avessi
lasciato andare
voi due senza raggiungervi... non sarei riuscita a sopportare questo
doppio
rimorso.”
I
due giovani rimasero in
silenzio.
Non
si aspettavano che anche
la loro madre potesse provare dei dolori e dei rimorsi nascosti... per
loro era
sempre stata una donna dal carattere forte come una roccia, dato che
niente
riusciva a scalfirla e a farle perdere il suo dolce sorriso.
“Ehi,
tu!” urlò, alle loro
spalle, la voce irata e scocciata di Paragas “Potresti
toglierti di torno? Ho
una vendetta da portare a termine...”
Bulma
si voltò e si alzò in
piedi, guardando Paragas con odio.
Quindi
era solo colpa sua se i
suoi Trunks avevano rischiato grosso...
“Ma
di quale vendetta stai
parlando?!” lo sfidò Bulma, adirata “Io
e i miei figli non ti abbiamo mai visto
prima!”
“Ce
l'ha con noi perché nostro
nonno ha esiliato suo figlio Broly su un pianeta inospitale.”
le rivelò il
Trunks più giovane e Bulma gli domandò, irata:
“E per una cosa che ha fatto il
nonno dei miei figli, hai attraversato tutto lo spazio, hai disturbato
la pace
del nostro pianeta e hai massacrato i miei figli?!”
“Ovvio.”
“MAI
SEI UN VERO
DEFICIENTE!!!!”
Sentendo
quell'affermazione,
Paragas sgranò gli occhi, senza parole.
Ma
come si permetteva quella
tipa...
Intanto,
sentendo le parole di
Bulma, Lemo, che assieme a Cheelai si era nascosto dietro a una piccola
montagna per proteggere dagli attacchi di Broly, commentò:
“Mi piace quella
donna. Finalmente una che non le manda a dire.”
“Brava.
Era ora che qualcuno
glielo dicesse. Avrai solo voluto essere io la prima.”
annuì, Cheelai, con un
sorriso divertito.
Anche
Whis, il quale, assieme
a Mai e a Gure, si era avvicinato a Tarble, era senza parola davanti
all'audacia della donna: “Però... non mi sorprende
che una donna così abbia
fatto sciogliere il cuore al crudele principe dei saiyan. Voi che ne
pensate,
Lord Beerus?”
Non
ricevendo alcuna risposta,
Whis si voltò per vedere cosa stesse succedendo al suo dio.
Beerus
era immobile come una
statua e, dalle sue orecchie, naso e coda erano comparse delle piccole
stalattiti di ghiaccio.
“Che
freddo, che freddo, che
freddo...” balbettò il dio, stringendosi le
braccia per riscaldarsi mentre
batteva i denti.
Whis
lo fissò un attimo in
silenzio, poi domandò, divertito: “Mi scusi, lord
Beerus, ma non diceva di non
soffrire il freddo?”
“Non
è vero! Non ho mai detto
una frase così stupida! E trova un modo per
riscaldarmi!”
“Va
bene, non faccia così...
dunque...”
Dopo
un attimo di silenzio,
Whis notò Paragas e Broly ed esclamò:
“Oh, ma quei due non sono saiyan?”
Non
appena sentì la parola
saiyan, Beerus alzò la testa e domandò,
incredulo: “Saiyan?! Quali saiyan?!”
“Eccoli
laggiù.” l'indicò Whis
e il dio rispose: “Whis, per chi mi hai preso, per un
idiota?! Quei due non
possono essere saiyan! Almeno non quel tizio coi capelli sparati in
aria! E' un
vecchio e lo sanno anche i sassi che i saiyan restano giovani per
sempre!”
“Guardi,
lord Beerus che i
saiyan restano
giovani più a lungo non per sempre. Solo che amano
combattere in
continuazione, quindi è logico che molti non arrivano a
quest'età. Inoltre,
vedo chiaramente che quel vecchio ha una coda di scimmia.”
Beerus
rimase un attimo in
silenzio, poi si mise a sbraitare, adirato: “QUEL MALEDETTO
BUONO A NULLA DI
FREEZER!!!! APPENA LO PIGLIO, LO MUTILO, LO SCOTENNO, GLI SPACCO TUTTI
E
QUATTRO GLI ARTI E PURE LA CODA!!!! GLI FARO' VEDERE A QUELLA STUPIDA
LUCERTOLA
ALBINA COSA SUCCEDE QUANDO QUALCUNO OSA FARE DEGLI ERRORI COSI'
GROSSOLANI AD
UN MIO ORDINE!!!! GLI AVEVO CHIESTO UNA COSA COSI' BANALE E STUPIDA
PERCHE' IO
NON AVEVO LA MINIMA VOGLIA DI FARLA E LUI COSA FA?!?! MALEDETTO STUPIDO
NANEROTTOLO!!!!!”
“La
prego, lord Beerus, si
calmi. La stanno guardando tutti.” cercò di
calmarlo, con un sospiro, l'angelo.
Infatti,
Cheelai e Lemo lo
stavano guardando, in silenzio.
“Ma
che strilla, quello lì?” domandò,
senza parole, Cheelai “Sembra che una mosca gli si sia
infilata dentro alla
bocca...”
“Mi
è sembrato che stesse
parlando di Freezer nella sua sfuriata...”
commentò Lemo prima che Cheelai
dichiarò: “Beh, che si calmi un po'!”
Broly,
nel frattempo, guardava
i nuovi arrivati, in silenzio.
Da
dove erano saltati fuori
quei tipi? Se erano lì per aiutare i due Trunks e Tarble,
significava che erano
nemici e che, pertanto, bisognava attaccarli.
E
poi, quella specie di gatto
gigante viola gli stava dando davvero fastidio con i suoi strilli...
Si
diresse verso Beerus e,
mentre camminava, i suoi passi distruggevano il terreno.
Vedendolo
arrivare, il dio gli
domandò, divertito: “Vuoi sfidarmi? Non so dove tu
sia vissuto ma doveva essere
ai margini dell'universo ed era proprio un postaccio se non mi
conosci...”
Vedendo
l'attenzione di Broly
per Beerus, Paragas lo richiamò: “Broly, devi
uccidere solo quei tre lì. Degli
altri, non ti deve importare niente!”
Aveva
appena finito di parlare
che Broly, come una furia, si lanciò verso Beerus, pronto ad
affrontarlo.
“BROLY!!!!
UBBIDISCIMI!!!”
urlò, adirato, il vecchio saiyan ma vedendo che il figlio
continuava a
disubbidirgli, tirò fuori dal contenitore della sua cintura
un telecomando che
puntò contro Broly, per poi premere il pulsante.
Ciò
che apparve a tutti in
quei pochi istanti, sia nemici che alleati di Broly, fu qualcosa di
sconvolgente e agghiacciante.
Il
saiyan fu improvvisamente
avvolto da una luce blu e si mise a urlare di dolore, fermandosi di
scatto e
contorcendosi disperato.
Cheelai
e Lemo erano increduli
e sconvolti nel vedere quello spettacolo... ora capivano
perché Broly era
sempre terrorizzato dal collare che portava al collo...
Tutti
gli avversari del
ragazzo sgranarono gli occhi e non riuscirono a parlare durante
quell'orrendo
spettacolo, a cui persino Whis sgranò gli occhi, incredulo,
e commentò,
mettendosi una mano davanti alla bocca: “Oh cielo...
è una scossa molto
forte... se non fosse un saiyan sarebbe morto sul colpo ma gli fa
comunque
molto male...”
Dal
canto suo, Beerus disse:
“Cosa diavolo...?!” mentre Mai, sconvolta e
disgustata, si mise una mano
davanti alla bocca, come per trattenere un coniato di vomito.
Inferno
Sezione
Est, venerdì, 18:16
“Oh
mamma mia... che cosa
orribile...” commentò uno degli spettatori nella
taverna.
Tutti
i presenti stavano
guardando, senza parole, quel ragazzo pieno di cicatrici contorcersi a
causa
della scossa elettrica che partiva dal collare che aveva al collo.
In
effetti, a tutti era
sembrata stramba quella roba ma l'universo era bello perché
era vario...
“Con
un gesto così, mi sa che
si è appena guadagnato un posto all'inferno...”
sussurrò uno al proprio vicino
e l'altro gli fece notare: “E pensa che qua dietro
c'è la moglie...”
“A
proposito, secondo te come
se l'è presa? Dev'essere proprio adirata...”
“Per
ora non ha fatto niente,
né un urlo né un'imprecazione... ma tanto lo
sanno tutti che quelli della sua
razza si uniscono solo a scopo riproduttivo... scommetto che non gliene
frega
niente di suo figlio...”
“Allora
perderesti i soldi.
Guarda la sua faccia.”
Il
secondo si girò e vide la
giovane donna che fissava, a bocca aperta, l'elettrificazione del
figlio e,
dall'espressione facciale, era evidente che fosse sconvolta.
Dopo
un po', la sua
espressione cambiò da sconvolta ad adirata nera, tanto che
l'altro rabbrividì a
quello sguardo, e sibilò tra i denti: “Appena
morirai, e spero che sia il più
presto possibile, io e te facciamo i conti. Benvenuto al primo posto
della mia
lista nera, Paragas. Ti pentirai amaramente di quello che hai fatto a
nostro
figlio, vedrai! Hai la parola di Kohra!!!”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
18:19
Non
appena Paragas, con un
sadico e diabolico sorriso, smise di schiacciare il pulsante del suo
diabolico
telecomando, Broly cadde sulla neve fredda.
“Broly!!!!
Stai bene?!?!” gli
urlarono Cheelai e Lemo, uscendo dal loro nascondiglio, e correndo,
trafelati,
a controllare le sue condizioni.
Broly,
con gli occhi sgranati,
stava ancora tremando per la scossa.
“E'
ancora un po' scosso, ma sta
bene.” la rassicurò Lemo, il quale, occupandosi
spesso dei suoi compagni feriti
in battaglia, aveva imparato le basi per soccorrere e guarire le
persone, anche
se poi, sussurrò, accarezzando i capelli spettinati del
ragazzo: “Non mi sarei
mai aspettato una cosa del genere... ho vissuto sui campi di battaglia
per
tutta la vita ma quello che è appena successo...
è la cosa più sconvolgente e
disgustosa che abbia mai visto. Ormai ne ho la certezza: Paragas
è peggio di
mio padre.”
A
quel punto, Cheelai si voltò
e lanciò uno sguardo omicida a Paragas!
Ma
come si era permesso di
quella lurida carogna di mettere una roba del genere a suo figlio?!
Broly
era un bravo ragazzo,
dolce e gentile, incapace di far male ad anima viva... e suo padre gli
aveva
messo un collare ad elettroshock, come se fosse un criminale
pericoloso, anzi
no.
Come
se Broly fosse una bestia
pericolosa e assettata di sangue...
Cheelai
stava per dirigersi
verso Paragas e affrontarlo ma un'altra donna, sconvolta e disgustata
come lei,
la precedette.
“MA
NON TI VERGOGNI A
TRATTARLO COSI'?!” domandò, furibonda, Bulma,
avvicinandosi al vecchio saiyan e
affrontandolo “Quel ragazzo è tuo figlio, no?!
Elettrificarlo in quel modo... è
orribile! Sei un lurido essere schifoso! Dovresti soltanto vergognarti!
Come
diamine hai educato tuo figlio?!”
“Sta
un po' zitta! Io lo educo
come mi pare e piace, sono stato chiaro?! Del resto, sono suo padre e
so cos'è
meglio per lui!”
“E
come? Dandogli una scossa
elettrica?!”
“Per
tua informazione, Broly
può diventare pericoloso. Se non l'avessi fermato, avrebbe
ucciso i tuoi amici.
Dopotutto, è stato lui che mi ha provocato questa cicatrice
all'occhio e me
l'ha fatto perdere.”
L'improvvisa
rivelazione fece
restare in silenzio tutti.
Cheelai
e Lemo, ancora vicino
a Broly, si guardarono, increduli.
Broly
aveva fatto perdere
l'occhio a suo padre?!
Com'era
possibile?!
Quel
ragazzo era assolutamente
succube di suo padre... non si azzardava nemmeno a dire cose poche
carine di
Paragas...
Fu
Cheelai la prima a capire.
“Ti
ha attaccato quando hai
sparato a Bah, non è vero?” gli urlò,
in lontananza, e, prima che Paragas
potesse capire a cosa si riferisse la ragazza, lei continuò:
“Era l'animale con
cui Broly ha fatto amicizia da bambino ma tu l'hai mandato via,
sparandogli e
tagliandogli un orecchio... scommetto che in quel momento Broly ha
perso la
testa e ti ha attaccato!”
Paragas
strinse un pugno.
Se
quella ragazzina impicciona
sapeva tutte quelle cose, c'era una sola spiegazione... Broly glielo
aveva
raccontato.
Come
temeva, la loro influenza
stava diventando troppo pericolosa per Broly... ma se ne sarebbe
occupato al
momento giusto.
“Allora?!”
fece Cheelai e
Paragas, con uno sbuffo, ammise: “Sì, quando ho
mandato via quella stupida
bestiaccia, Broly ha, per un attimo, perso il lume della ragione e mi
ha
attaccato. Quando mi ha accecato all'occhio, però, il senso
di colpa l'ha fatto
ritornare in sé. In ogni caso, quell'episodio mi ha fatto
capire che Broly
stava cominciando a diventare un po' instabile e che non riusciva a
controllare
il suo potere. Così ho preso una decisione, diciamo un po'
drastica...”
“Non
mi dirai che è stato
allora che hai deciso di mettergli il collare!”
“Ovvio.
Quando abitavo sul
pianeta Vegeta ero un asso a creare oggetti elettrici e tecnologici...
non è
stato difficile crearlo e metterglielo mentre dormiva... comunque, ho
sempre
preso decisioni drastiche per Broly. Visto che non era in grado di
controllarsi
durante la luna piena ho dovuto tagliargli la coda tutte le volte che
ricresceva!”
“COSA?!”
s'intromise,
all'improvviso, la voce, incredula e scioccata di Tarble.
Dopo
un attimo di silenzio, il
ragazzo riprese, sconvolto: “Come hai potuto fare una pazzia
simile?! Se a un
saiyan viene tagliata la coda tutte le volte che ricresce,
può lesionare la sua
mentalità e portarlo alla follia! Lo sapevano tutti su
Vegeta, perciò i
bambini, non appena la coda ricresceva, facevano molta attenzione a non
perderla subito!”
“Qualcosa
dovevo pur fare!” si
difese Paragas prima che Cheelai riprendesse: “Sei il peggior
padre che abbia
mai visto! Hai rovinato l'infanzia di tuo figlio solo per una stupida
vendetta!
Perché non l'hai lasciato vivere un po'?! L'hai solo
tormentato per poterti
vendicare di un tizio che Broly neanche conosceva!”
“La
mia vendetta non è stata
affatto stupida! Per colpa di Re Vegeta, io ho perso tutto...
soprattutto la
mia Kohra!!!”
“Kohra?!
Intendi quella
ricercata che mio padre ha fatto fuori?!” domandò,
esterrefatto, Tarble.
Paragas
fece un sorriso sadico
e ammise: “Sì, era lei... l'amavo prima ancora che
diventasse una ricercata...
aveva vissuto fin da bambina in mezzo alla foresta, completamente da
sola, ma
un giorno una squadra di terza classe la trovò e la
portò in città. Ero
presente quando venne portata al cospetto di Re Vegeta III... e fu
amore a
prima vista per me... gli altri la evitavano perché la
consideravano strana ma
io vivevo solo per lei... le ho insegnato come vivere in mezzo agli
altri, ad
essere educata, a parlare... sono stato persino io a darle il nome...
ma poi un
giorno in una taverna, dei balordi ubriachi la molestarono
perché era molto
graziosa... ho tentato d'intervenire ma loro mi fecero finire contro un
muro...
e Kohra perse la testa. Li massacrò di botte e uccise il
loro capo. Purtroppo,
ero svenuto a causa del colpo e non potei calmarla e quando mi ripresi
scoprì
che Kohra era stata imprigionata e che il re in persona aveva deciso di
giustiziarla con la scusa che era troppo pericolosa e instabile e che
rischiava
di diventare una minaccia per i saiyan. Così la feci evadere
e lei cominciò la sua
vita da ricercata. Così, di colpo, mi sono ritrovato con una
doppia vita: ero
il braccio destro del re ma, allo stesso tempo, ero anche il compagno
di Kohra,
la saiyan ricercata. Poi, il giorno seguente alla nascita di nostro
figlio
Broly, il re la trovò e l'uccise. Quel giorno mi sono
sentito distrutto! La mia
Kohra, la mia amata compagna, era morta... se non ci fosse stato Broly,
probabilmente, avrei sfidato il re solo per essere ucciso...
perciò, provate a
indovinare come mi sono sentito quando Broly è stato spedito
su un asteroide!
Non potevo certo perdonarlo dopo tutto quello che era successo, non vi
pare?”
“Forse
no... ma in ogni caso,
quello che hai fatto a Broly è sbagliato!”
l'affrontò Bulma.
Dopo
averlo fissato in
collera, la saiyan riprese: “Anch'io ho perso il mio Vegeta
tanti anni fa e
continuo a odiare quelli che l'hanno ucciso... ma ho deciso di non
guardare
indietro e di vivere nel presente! Tu, invece, ti sei lasciato
consumare
dall'odio e dal passato, non rendendoti nemmeno conto che,
così facendo, hai
soltanto rovinato la vita a Broly, al tuo stesso figlio!”
“Non
t'impicciare di cose che
non ti riguardano, terrestre! La mia vendetta ha la priorità
assoluta!”
Dopo
aver detto quella frase,
Paragas guardò Broly e urlò: “Broly! Ti
sei riposato abbastanza! Riprendi a
combattere!”
“Sì,
papà! Agli ordini!” annuì
Broly, rialzandosi in piedi e volando verso i due Trunks.
Il
Trunks più giovane,
intanto, afferrò Bulma e la riportò da Whis e gli
altri, pregandoli:
“Prendetevene cura e fate molta attenzione! Sarà
una battaglia molto cruenta.”
“Non
si preoccupi.” lo
tranquillizzò Whis mentre Tarble diceva: “Torno a
combattere anch'io! Mi sono
riposato abbastanza.”
I
due saiyan raggiunsero il
Trunks più grande per poi tornare a guardare Broly.
Dopo
che le due fazioni
avversarie si guardarono per un minuto, si slanciarono l'una verso
l'altra e
ripresero a combattere.
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Capitolo 12 *** Il risveglio della bestia ***
Capitolo
12: Il risveglio
della bestia
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
18:27
Nonostante
la loro motivazione
e il fatto che fossero tre contro uno, i due Trunks e Tarble si
trovarono, fin
da subito, in seria difficoltà.
Broly
era davvero un
avversario tosto tanto che, nonostante la stazza, riusciva a schivare e
ad
attaccare con violenza i suoi avversari.
Bisognava
trovare al più
presto una soluzione... o sarebbe stata la fine...
“Ehi,
Trunks! Hai qualche
idea?” domandò il Trunks più giovane
alla sua controparte più anziana e l'altro
rispose, mentre parava con le braccia l'ennesimo pugno di Broly:
“Non è ho
idea, Trunks... Broly è parecchio forte...”
“Se
solo ci fosse un modo per
fargli capire che sta sbagliando... dopotutto, è colpa di
suo padre se ci
troviamo tutti in questa situazione...”
“E'
impossibile, Trunks...
forse Goku avrebbe potuto tentare e riuscirci ma lui è ormai
morto...”
“Se
potessimo fermare
Paragas... forse, senza il suo controllo, Broly si
calmerebbe...”
“E'
un azzardo... ma dovremmo
tentarlo...”
Aveva
appena finito di dire
quella frase, che Broly lo colpì con un pugno in piena
guancia per poi
accanirsi contro quello più giovane, tirandogli un pugno che
lo fece schiantare
violentemente a terra il ragazzo.
Broly
cercò di schiacciarlo ma
Trunks, attraverso la forza del rinculo di suo raggio energetico, dato
che era
troppo stanco e debole per volare, lo scansò ma Broly lo
afferrò per una gamba
e cominciò a sbatterlo per terra da tutte le parti, con un
sinistro piacere
sadico e bestiale.
Stava
cominciando a divertirsi
a massacrarlo così.
Più
lo colpiva e quello non
reagiva, più aveva voglia di continuare... sentiva dentro di
sé un furioso
desiderio di far ancora più male, dato che così
facendo non solo suo padre
sarebbe stato contento di lui... ma anche perché, attraverso
ciò, poteva
mostrare il suo potere... e ciò gli dava un'eccitazione
senza precedenti...
Cheelai
e Lemo, dal loro nuovo
nascondiglio, se ne accorsero, infatti Cheelai esclamò,
sconvolta: “Ma cosa...
quello non è il nostro Broly!”
“Questo
combattimento lo sta
eccitando troppo... il senso di potere e distruzione che crea attorno a
sé lo
attrae sempre di più come una falena è attratta
dal fuoco... purtroppo, ormai
non è più lui.”
La
ragazza strinse i pugni
adirata.
“Se
si trova in questa
situazione, è solo per colpa di suo padre! Dobbiamo
assolutamente fare
qualcosa! Dobbiamo salvarlo, Lemo! Non ha diritto a tutto
questo!” protestò, in
maniera energica, Cheelai e l'uomo, sospirò.
I
giovani... credevano sempre
di poter cambiare il mondo... ma lui era un uomo che aveva combattuto e
che
aveva visto di tutto... perciò aveva molta pazienza e
conosceva bene
l'universo.
“Non
possiamo fare niente,
Cheelai. Mi dispiace ma è così.”
rispose Lemo “Ti capisco perfettamente e so
come ti senti. Io stesso vorrei fare qualcosa per Broly, dato che non
si merita
assolutamente tutto questo... è un bravo ragazzo dal cuore
puro che si è
trovato coinvolto in una vecchia storia di faide e vendette senza alcun
motivo
o ragione, solo per compiere la vendetta di suo padre... ma conosco i miei limiti.
Non posso fare niente
per aiutarlo, proprio come te. L'unica cosa che possiamo fare
è guardare lo
scontro e sperare in un miracolo. Credimi, è l'unica cosa
che possiamo fare. Mi
dispiace ma è così.”
Cheelai
rimase in silenzio
anche se, in cuor suo, diede ragione a Lemo.
Lei
e Lemo erano troppo deboli
e si difendevano usando delle pistole ma erano completamente inutili
contro dei
saiyan... senza contare che, così facendo, sarebbero stati
solo d'intralcio a
Broly.
Anche
se ciò dava fastidio al
suo spirito energico e combattivo, doveva restare lì,
guardare e sperare in
bene...
“BROLY,
TI PREGO, NON
MORIRE!!!!!” lo incitò, urlando, la ragazza.
Nonostante
l'urlo, Broly non
la sentì nemmeno.
Ad
un tratto, sentì
un'esplosione alle sue spalle tanto che lasciò andare la
presa su Trunks, più
per la sorpresa dell'attacco che per il dolore.
Si
voltò e vide, Tarble,
inginocchiato e con le braccia, le cui mani erano ancora fumanti, erano
davanti
a lui, ansimava profondamente.
Broly
fece un sorriso sadico e
poi si avventò, come una furia, contro di lui, dandogli una
possente
ginocchiata da farlo cadere per terra.
Non
soddisfatto, il saiyan
pieno di cicatrici afferrò il giovane per i capelli e
cominciò a tempestarlo,
con assoluta ferocia di pugni e calci, sia al volto che al corpo, come
se
Tarble fosse un sacco da boxe di allenamento.
Con
un po' di fatica, il
Trunks più giovane si rialzò in piedi.
Avrebbe
lanciato un attacco a
Broly per rilasciare Tarble e salvarlo così da morte certa.
Ma,
proprio quando stava per
colpirlo, Tarble gli lanciò un'occhiata e il giovane
capì tutto.
Tarble
si stava lasciando
massacrare da Broly apposta per distrarre l'avversario e permettere a
Trunks di
colpire Paragas.
Anche
se gli scocciava, doveva
farlo.
Allungò
le mani e cominciò a
caricare dell'energia dai palmi delle mani.
Ignorando
i piani degli
avversari, il saiyan osservava in silenzio Trunks mentre preparava il
suo
attacco.
Intendevano
attaccare Broly
alle spalle mentre l'altro si lasciava maciullare dalla potenza di suo
figlio
per distrarlo... che ingenui!
Ci
voleva ben altro per
mettere al tappetto Broly...
Intanto,
il Trunks più giovane
sentì che aveva finito di caricarsi.
Allungò
le mani davanti e,
mentre urlava: “FINAL...” con un rapido movimento
delle gambe, si voltò dietro
di sé, proprio in direzione di Paragas, concludendo con:
“...FLASH!!!!”
Un
potente raggio elettrico
giallo partì dai polsi e si diresse a tutta
velocità verso Paragas.
Mentre
viaggiava, Trunks
sorrise, ansimando profondamente.
Era
fatta.
Anche
se Broly se ne fosse
accorto, non avrebbe mai potuto fermare quell'attacco.
Paragas
sarebbe stato
polverizzato e, senza la sua influenza, avrebbero potuto tentare di far
ragionare Broly...
Contemporaneamente,
il vecchio
saiyan, vedendo quell'attacco, capì cosa stava per
succedergli ed istinto, con
la voce spaventata, urlò: “BROLY!!!!!!”
La
voce arrivò alle orecchie
di Broly e il saiyan si fermò di scatto e si
voltò per vedere perché suo padre
lo stesse chiamando... forse aveva sbagliato qualcosa oppure voleva
solo fargli
i complimenti e dirgli come avrebbe dovuto fare per infliggere
più tormenti al
suo nemico...
Ma
non appena si girò, capì
all'istante cosa stesse succedendo... e, pertanto, agì
subito.
Lasciò
andare la presa su
Tarble e poi, veloce come un fulmine, corse verso l'attacco.
Improvvisamente,
tra lo stupore
di tutti i presenti, Broly apparve davanti a suo padre e, con una forza
straordinaria, deviò l'attacco, allontanandolo da Paragas.
“L...
l'ha deviato...”
balbettò, senza parole, il Trunks più giovane.
Non
solo era un attacco molto
potente ma la cosa che più lo sconvolgeva era il fatto che,
nonostante
l'incredibile distanza, Broly era riuscito a raggiungere il padre e a
difenderlo da quell'attacco.
Quel
saiyan... era un
autentico prodigio!
Probabilmente,
nella linea
temporale del Trunks più grande, era stato ucciso da Zamasu
per evitare
problemi nel suo folle progetto... ma, con una potenza come la sua
dalla loro
parte, avrebbero potuto difendere il loro futuro per sempre...
Ad
un tratto, la sua
attenzione fu attirata dall'attacco che Broly aveva appena deviato.
Se
i suoi calcoli non erano
sbagliati, la traiettoria del colpo energetico era diretta... verso sua
madre e
i suoi compagni!
Subito,
il giovane saiyan
generò un nuovo attacco d'energia e lo lanciò
verso il Final Flash.
Lo
scontro fu improvviso e
molto violento, tanto che l'impatto generò un vento
così forte che, per poco,
non fece volare via Bulma, Gure e Mai, le quali furono protette da
un'improvvisa barriera verde generata dal bastone di Whis.
Nel
frattempo, Paragas, una
volta assicuratosi di essere ancora vivo, si complimentò,
entusiasta, con suo
figlio: “Broly, sei stato straordinario! Sono orgoglioso di
averti come
figlio!”
“Grazie,
papà.” annuì,
entusiasta, il giovane.
Nel
frattempo, Gure, notando
che nessuno la stava guardando, si mise a correre verso il marito, il
quale,
giaceva a faccia in giù sulla neve, dopo il massacro di
Broly e non si decideva
a muoversi.
Vedendo
la moglie avvicinarsi
a lui, Tarble la pregò, in un sussurro: “Gure...
fermati, non farlo... ti
prego, allontanati...!”
Sfortunatamente,
Paragas si
accorse dell'aliena.
L'aveva
riconosciuta subito,
grazie al suo aspetto assurdo.
Era
la moglie del principe
Tarble... quella che gli aveva salvato la vita quando li aveva
attaccati...
Senza
perdere tempo, estrasse
la sua fidata pistola dal borsellino e, dopo aver preso la mira,
sparò alla
giovane.
A
causa del colpo e della sua
corporatura, Gure volò di qualche metro per poi sbattere
contro ad una roccia.
“GURE!!!!!!”
urlarono, in
contemporanea, Bulma e Tarble, sconvolti.
“E
una è sistemata.” sogghignò
Paragas.
Dopo
aver sistemato i
familiari diretti di Re Vegeta, si sarebbe occupato personalmente delle
persone
alle quali si erano legati... avrebbe sradicato completamente tutta la
famiglia
reale e anche chi aveva avuto la sventura di legarsi ad un membro di
quella
famiglia maledetta.
Tarble
osservò in silenzio,
scuro in volto, la moglie stesa sulla neve, tutta candida ad eccezione
del
punto dov'era situata Gure, la quale era rossa a causa del sangue,
mentre
Bulma, preoccupata, era corsa a controllare le sue condizioni.
Si
sentiva inutile e
patetico... i suoi amici erano finiti in quella brutta situazione
perché non
era stato capace d'impedire che non venissero coinvolti... e la sua
adorata
Gure era rimasta ferita solo e unicamente per colpa sua.
Era
solo un fallimento... come
sempre...
In
quel momento, sentì salire
una feroce rabbia verso due persone: Paragas, che aveva osato far del
male a
sua moglie, e a sé stesso, perché era troppo
debole e patetico...
Si
rialzò lentamente e poi,
con tutto il fiato che aveva in gola, urlò.
Il
suo urlo, oltre ad essere
pieno di rabbia e rancore, conteneva dolore e disperazione.
Mentre
urlava, intorno a lui
si generò una potente corrente d'aria che costrinse tutti a
ripararsi per evitare
che venissero trascinati via.
Quando
i due Trunks tornarono
a guardare Tarble, scoprirono che i suoi capelli erano diventati
biondi, come
l'aura che avvolgeva il suo corpo, e gli occhi erano appena diventati
verdi
mentre la sua espressione era diventata, di colpo, fredda e letale.
“Si
è trasformato anche lui?!”
esclamò, senza parole, Paragas.
Com'era
possibile che tutti i
discendenti di Re Vegeta potessero trasformarsi nel Leggendario
supersaiyan?!
Non
era suo figlio, il saiyan
nato con un potere di combattimento eccezionale, persino maggiore di
quello del
principe?!
Non
poteva essere... non era
giusto... non l'avrebbe mai accettato!!!!
Nel
frattempo, i due Trunks si
avvicinarono allo zio, dicendogli: “Tarble, ce l'hai fatta!
Ti sei trasformato
anche tu!”
“Così
pare...” sussurrò il
giovane, osservandosi le mani e le braccia.
“Come
ti senti?” gli domandò
il Trunks più grande e Tarble, mentre muoveva le dita della
mano per formare un
pugno, rispose: “Mai stato meglio...”
“Ottimo...
adesso che anche tu
ti sei trasformato, possiamo attaccare tutti insieme
Broly...”
“Ma
il piano non era quello di
ammazzare Paragas?” l'interruppe Tarble, sbuffando, fissando,
per la prima
volta, i due Trunks dopo che si era trasformato.
I
due Trunks sgranarono gli
occhi per lo strano tono usato dal giovane.
Tarble
era sempre stato molto
educato e gentile... non si sarebbe mai azzardato ad interrompere
qualcuno
mentre parlava... e, in ogni caso, avrebbe usato un tono molto cortese
e
formale, in modo da non apparire maleducato... adesso, invece, il suo
tono era
saccente, scorbutico e antipatico... proprio come quello di Vegeta...
“Beh...
sì, il piano era
quello...” balbettò il Trunks più
grande “Ma è impossibile attaccarlo con Broly
che gli fa da guardia del corpo...”
“Attaccate
Broly voi due
insieme e cercato di tenerlo occupato il più a lungo
possibile, facendo molto
rumore. In questo modo, Broly non riuscirà a sentire la voce
di suo padre e, in
ogni caso, se lo attaccate in due potrete tenergli testa ed impedirgli
di
correre subito ad aiutarlo.” illustrò, con calma e
precisione, Tarble, con
sempre lo sguardo e il tono seccato, come se stesse parlando a delle
persone
lente di comprendonio, tanto che i due Trunks si guardarono senza
parole.
Cosa
stava succedendo a
Tarble?!
Sembrava
così strano...
In
ogni caso, il piano che
aveva proposto, era assolutamente perfetto e geniale.
C'era
un piccolo dettaglio che
non quadrava...
“Ma
se attacchiamo noi due
insieme...” domandò il Trunks più
giovane “Chi eliminerà Paragas?”
“Ovviamente
io, sveglia!”
rivelò, adirato, il saiyan, come se quella fosse la cosa
più facile e scontata
del mondo.
“Tu?!”
esclamarono, senza
parole, i due Trunks e Tarble commentò: “Ma allora
siete proprio lenti voi due!
Cosa non capite della frase -ammazzo di botte io, Paragas-?!”
“No,
abbiamo capito
benissimo... è solo che tu, di solito, detesti attaccare
qualcuno...”
“Beh,
adesso mi va così!
Occupatevi di Broly e fatelo sparire dalla circolazione! Se permettete,
mi
stanno prudendo le mani in maniera atroce e ho una gran voglia di far
passare
questo fastidioso prurito spaccando la faccia a quel dannato
vecchiaccio!”
“Ok...
come vuoi...”
“Tsk!
Ma tu guarda che
roba...!”
I
due Trunks si lanciarono
un'occhiata, allarmata e preoccupata.
Com'era
possibile che Tarble,
un ragazzo così tranquillo e gentile, si fosse trasformato,
di colpo, in un
individuo freddo, seccante e calcolatore... sembrava di vedere il Gohan
del
passato trasformato nel supersaiyan di secondo livello contro Cell...
In
ogni caso, i due doppioni
si lanciarono contro Broly contemporaneamente, il quale, prontamente,
li
affrontò senza problemi.
Mentre
i due Trunks
combattevano, Tarble, ancora trasformato in supersaiyan e con le
braccia
incrociate e l'espressione corrucciata, rimase a fissarli a lungo, in
completo
silenzio, come se fosse in attesa di qualcosa.
Dopo
un po', fece un sorriso
sadico e di trionfo e, sussurrò, compiaciuto: “Ci
siamo...”
Dopodiché,
si girò verso
Paragas e l'avvertì: “Broly è
completamente perso nella battaglia e, anche se tu
gridassi a pieni polmoni, non ti sentirebbe con tutto il casino che
stanno
facendo i due Trunks... pertanto, possiamo tranquillamente divertirci
con una
bella lotta senza il rischio di venir interrotti sul più
bello...”
Paragas
lo fissò in silenzio.
C'era
qualcosa che non andava
nel ragazzino... sembrava un'altra persona rispetto a prima...
In
ogni caso, determinato a
non mostrarsi debole e spaventato, lo provocò, divertito:
“Interessante... così
potrò vendicarmi di tuo padre da solo... sai, da come parli,
si direbbe che tu
pensi di vincere...”
Aveva
appena terminato la
frase, che si accorse che di colpo, proprio davanti a lui, era appena
comparso
Tarble.
Aveva
percorso in pochi
secondi e senza ce nessuno se ne rendesse bene conto, un'incredibile
distanza.
Con
un sorriso sadico, il
giovane affermò, con sicurezza: “Oh, ma io non penso di vincere... ne sono certo.”
Poi,
dopo aver detto quella
frase, Tarble diede un violento pugno allo stomaco di Paragas, il
quale, per
effetto del rinculo, volò verso una parete di ghiaccio,
generando una piccola
esplosione.
Il
vecchio saiyan fece per
alzarsi ma, non appena alzò la testa, si sentì
raggelare il sangue.
Tarble
era davanti a lui, con
uno sguardo agghiacciante, reso ancora più spietato dai suoi
freddi occhi verdi
e l'espressione seria.
“Credi
di potermi sconfiggere
solo perché mi hai dato un pugno?! Guarda che io ero un
colonnello
nell'esercito di tuo padre!” lo provocò l'uomo.
Tarble
lo fissò un attimo in
silenzio per poi fare un sorriso sadico e sussurrare, divertito:
“Ottimo.
Temevo che fossi già al tappetto.”
Paragas,
istintivamente, fece
una smorfia.
Quello
spaccone era così di
sicuro di aver la vittoria in pugno solo perché aveva
cambiato colore dei
capelli... ma gli avrebbe dimostrato che si sbagliava, e di grosso
anche!
Si
lanciò contro di lui con
l'obiettivo di dargli un pugno ma Tarble, con abilità, lo
schivò prontamente,
per poi afferrare il braccio del vecchio e buttarlo con forza e
violenza per
terra.
Paragas
fece un urlo
strozzato, sputando anche del sangue, ma, ad un tratto,
sentì qualcosa di molto
pesante sulla pancia.
Alzò
lo sguardo e vide Tarble,
il quale aveva appoggiato un piede sul suo stomaco, che
domandò, divertito: “Ti
arrendi?”
“Fossi
matto... io...
posso...”
“Posso?
Quindi hai qualche
tecnica pericolosa?”
“Certo!”
“Oh...
interessante...”
Subito,
alzò il piede e disse,
ad uno stupido Paragas: “Avanti, mostramela. Sono proprio
curioso...”
“Maledetto,
ti prendi gioco di
me...!”
“No,
voglio davvero vedere la
tua tecnica... per sconfiggerla senza problemi.”
Adirato
nero per
quell'affronto, Paragas si rialzò e cominciò a
lanciare contro Tarble degli
attacchi energetici ma il saiyan li schivava senza troppi problemi
oppure li
parava con una mano sola, facendo arrabbiare ancora di più
il saiyan.
Nel
frattempo, Bulma lo stava
osservando in silenzio e con un'espressione sconvolta.
Whis,
che si trovava di fianco
a lei, se ne accorse e domandò alla terrestre:
“Qualche problema, Bulma?”
“No,
è solo che... da quando
Tarble si è trasformato in supersaiyan... è
completamente diverso da prima... è
più sfacciato e sicuro di sé... inoltre quel suo
sorriso di trionfo... so che
sembra strano ma adesso è praticamente identico a
Vegeta...”
“Non
è mica tanto strano,
Bulma, dato che Tarble è suo fratello minore.”
confessò, tranquillamente,
l'angelo, prima che tutti i presenti lo fissassero a bocca aperta,
gridando:
“EH?!?!”
Vedendo
che la reazione dei
presenti, Whis sgranò gli occhi e domandò,
perplesso: “Oh, cielo. Non lo
sapevate?”
“CERTO
CHE NON LO SAPEVAMO!!!!”
sbraitò, adirato, Beerus “SI PUO' SAPERE PERCHE'
NON ME L'HAI DETTO SUBITO?!”
“Temo
di essermene
dimenticato, Lord Beerus. Sono proprio sbadato.” si
scusò Whis con
un'espressione addolorata ma il dio della distruzione non aveva alcuna
intenzione
di accettare scuse: “COME PUOI ESSERTI DIMENTICATO DI UNA
COSA DEL GENERE?!?!”
“Beh,
dal momento che lei era
sempre troppo occupato a mangiare o a dormire mi sono occupato di altre
faccende e nel mentre me ne sono dimenticato.”
Beerus,
sentendo quelle parole,
fece una faccia colpevole per poi guardare il duello tra Tarble e
Paragas.
Intanto,
il giovane saiyan,
dopo aver parato l'ennesimo attacco, sbuffò, seccato:
“Tsk, e io che mi ero
aspettato chissà cosa... beh, allora attacco io.
Così ti mostro come si
combatte sul serio...”
Velocemente,
il saiyan si
piazzò davanti a Paragas e lo colpì con una serie
di violenti pugni in pieno
stomaco, per poi farlo volare in aria.
Il
saiyan si rialzò
prontamente ma Tarble, muovendosi alla velocità della luce,
tanto da non essere
nemmeno visibile, continuò a colpirlo violentemente,
distruggendo vari pezzi
dei suoi indumenti e coprendolo di ferite.
I
colpi erano così veloci che
Paragas veniva colpito in continuazione e non avendo nemmeno la forza
di
gridare.
“Quel
ragazzino era davvero
così potente?!” domandò, esterrefatto,
Beerus “Chissà che faccia farebbe quel
deficiente di suo padre se lo vedesse combattere adesso... visto che
l'ha
mandato via perché era debole...”
Whis
rimase un attimo in
silenzio, poi domandò a Gure, la quale, nonostante il colpo,
si era ristabilita
grazie ai poteri dell'angelo: “Mi scusi, signorina Gure... ma
sulla vostra
stella c'erano creature molto pericolose?”
“Eh?
Certamente. Ma
fortunatamente, Tarble, anche se con molta fatica, riusciva a
sistemarle...”
“Oh...
capisco...”
“Ehi,
Whis!” lo chiamò,
incuriosito, Beerus “Perché volevi sapere la fauna
locale di quella stupida
stella?”
“No,
niente.”
“Comunque,
non ti sembra che
quel ragazzino sia un po' cambiato?”
“Beh,
ovvio, si è trasformato
in supersaiyan.”
“Non
fare lo spiritoso, Whis.
Intendevo dal punto di vista caratteriale.”
“Ah,
certamente. In effetti,
mi sembra un po' più sadico di stamattina.”
“Bah,
questi saiyan sono degli
autentici pericoli pubblici. Per questo ho voluto
sterminarli...”
“Purtroppo,
le cose non sono
andate secondo i suoi piani, non è vero?” lo
punzecchiò l'angelo e Beerus,
stizzito, ribatté: “Tutta colpa di quell'incapace,
buono a nulla e spaccone di
Freezer!”
Non
appena i due finirono di
parlare, Bulma si rivolse a Whis, preoccupata: “Senti, Whis,
ma che cosa è
successo a Tarble? Nemmeno i miei figli, quando si sono trasformati
erano
così...”
“Credo
che in Tarble esistano
due nature.”
Sentendo
quelle parole, tutti
si girarono e l'angelo riprese: “La penso così:
una è gentile e beneducata,
ossia quella di tutti i giorni, mentre l'altra è
più sadica e spietata. La
personalità gentile di Tarble è quella dominante
ed è quella che si allontana
di più dalla vera natura di un saiyan... eppure questa non
è totalmente assente
in lui. E' custodita e nascosta negli abissi della sua
mente.”
“E
perché diavolo dovrebbe
essere nascosta?” domandò Beerus, cercando di far
credere che non fosse per
niente interessato, e Whis continuò:
“Perché Tarble l'ha repressa.”
“Allora
lui è a conoscenza di questo
suo lato?”
“No.
L'ha fatto
inconsciamente.”
“E
che accidenti significa?”
“Molto
semplicemente, Tarble
ha sentito che il suo lato oscuro e potere sarebbe potuto diventare
pericoloso
se non imparava a controllarlo. In attesa di ciò, ha
preferito reprimere nella
sua mente i suoi poteri e i lati oscuri del suo carattere grazie alla
sua parte
gentile. Nessuno si è mai accorto di ciò ma
così facendo, è sempre stato
considerato un debole da tutti...”
“E'
la trasformazione ha
risvegliato il suo lato oscuro?”
“Anche...
il senso di rabbia
verso sé stesso in quanto non era in grado di proteggere i
suoi amici e la
moglie, devono avergli fatto desiderare di avere ancora più
potere e, pertanto,
ha permesso alla sua mente di sbloccare i suoi pieni poteri ma, in
questo modo,
ha permesso alla sua parte sadica di venire alla luce. Quello che
abbiamo
davanti è un vero saiyan pieno di desiderio di combattere e
uccidere qualcuno.”
“In
pratica è diventato
un'arma di distruzione.”
“Certo.
Inoltre, ma queste
sono solo ipotesi, suo padre potrebbe averlo spedito su un lontano
pianeta non
perché era debole... ma perché voleva impedire
che Freezer sfruttasse i suoi
incredibili poteri... il potere di Tarble in supersaiyan è
davvero molto
forte... non basterebbe a sistemare Lord Beerus o Broly, ma
è comunque
considerevole... considerando l'intelligenza del padre di Tarble,
potrebbe aver
scelto quella stella abitata da creature mostruose e strani esseri, in
modo che
imparasse a cavarsela da solo e che, per via dell'aspetto particolare
degli
abitanti, venisse emarginato. In questo modo, la rabbia e la
solitudine,
avrebbero risvegliato i suoi pieni poteri, trasformandolo nel giovane
sadico e
spietato che stiamo vedendo. Sfortunatamente, Tarble è stato
soccorso da delle
persone che l'hanno subito accettato nonostante l'aspetto fisico e
così la
parte gentile del ragazzo ha continuato a fargli da contenitore fino ad
oggi...”
Per
qualche minuto, nella
piana, ci fu solo il silenzio ma poi Whis, con un tono divertito,
disse: “O
forse, molto semplicemente, suo padre non si è mai accorto
del suo potenziale e
l'ha spedito su quel pianeta sperando che quelle bestiacce se lo
mangiassero
per cena.”
Tutti
fecero una smorfia, in
quanto non avevano capito quale delle tue versioni dell'angelo fosse
corretta,
probabilmente lo erano entrambe.
Nel
frattempo, il diretto
interessato, ignorando i discorsi di Whis, diede un violento calcio in
faccia a
Paragas e lo fece schiantare contro una roccia.
“Uff...
ma che debole!” sbuffò
il giovane principe, passandosi una mano sui capelli a spazzola dorati
“Senza
tuo figlio in giro, non sei proprio capace di far niente...
vorrà dire che ti
eliminerò subito, dato che, francamente, mi sono
stufato!”
Paragas
rimase immobile.
Non
aveva più nemmeno la forza
di gridare... e quella piccola furia lo avrebbe ucciso a momenti...
doveva
assolutamente trovare una soluzione.
L'occhio
gli cadde sul suo
borsellino, dove c'era ancora il telecomando di Broly e la sua pistola.
Sorrise
sadicamente.
Aveva
trovato la soluzione per
uscire dai guai... c'era solo un ultimo colpo nella pistola ma gli
sarebbe
bastato.
Tarble
allungò la mano davanti
a lui e, seccamente, avvisò il vecchio: “Conto
fino a tre e poi ti anniento.
Ah, quando raggiungi l'inferno, salutamelo tu, mio padre.
Tre...”
Mentre
il giovane contava
lentamente, Paragas fece un respiro.
Quello
che stava per compiere
era davvero azzardato... aveva solo pochi secondi per fare tutto...
quel
maledetto era veloce ma l'effetto sorpresa l'avrebbe comunque spiazzato.
“...Due...”
Paragas
allungò le mani sul
terreno ghiacciato.
Se
voleva farcela e attuare la
sua vendetta doveva correre quel rischio.
“...E
uno! Buon viaggio
all'inferno, Paragas!” lo salutò Tarble,
preparandosi a lanciare il suo attacco
ma il vecchio fu più veloce e creò un attacco
d'energia sul terreno, il quale
generò un piccola esplosione che distrasse il saiyan, il
quale non solo fu
immerso in un improvviso banco di fumo, ma fece sparire il suo attacco.
Nonostante
ciò, Tarble si
accorse che Paragas era scomparso da dove l'aveva lasciato.
“Ma
che codardo, cerca di
scappare.” commentò, scocciato, Tarble
“Ora che so percepire i KI, non devo
sforzarmi per localizzarlo.”
Infatti,
dopo pochi secondi,
individuò il nemico e, mentre lo raggiungeva, preparando
anche un pugno, urlò:
“Non mi scappi, Paragas, adesso ti ammazzo!!!”
Ma,
non appena uscì dal banco
di fumo e si trovò davanti all'uomo, si bloccò,
assieme al pugno, di colpo.
Paragas,
infatti, teneva la
sua inseparabile pistola, sulla tempia di Gure, bloccata con un braccio
del saiyan
al collo.
“CHE
DIAVOLO STAI FACENDO A
MIA MOGLIE?!?! LASCIA ANDARE LA MIA GURE!!!!”
urlò, adirato e disperato, Tarble
ma Paragas, con un sorriso malvagio e fanatico, non cedette:
“Prova ad
attaccarmi o ad avvicinarti a me e le sparo, capito? Pensavi di
passarla
liscia, dopo avermi umiliato in questo modo? So che
quest’essere è tua moglie…
perciò, prova solo a fare un altro passo,
ragazzino… e le spappolo il
cervello!”
Nel
frattempo, Whis,
osservando la scena, commentò: “Oh, cielo. Questa
non ci voleva proprio.”
“Che
diavolo è preso a quella
furia?! Perché non attacca più
Paragas?!” domandò, adirato, Beerus e Whis
rispose: “Tarble è profondamente innamorato della
moglie più di quanto
immaginassimo...”
“Cioè?
Che intendi?”
“Nonostante
il suo carattere
sia mutato in modo drastico, Tarble conserva, inconsciamente, dei
determinati
legami con alcune persone. Ha attaccato solo Paragas perché
era colui che aveva
rischiato di uccidere i suoi amici e la moglie ma Broly non l'ha preso
in
considerazione per tutto il tempo. La buona notizia di questa cosa
è che, in
questo modo, non ci attacca. Purtroppo, la cattiva, che è
quello che sta
succedendo proprio adesso, è che se uno di noi fosse in
pericolo o in ostaggio,
potrebbe bloccarsi e non combattere più.”
“Oh
no! EHI RAGAZZINO, LASCIA
PERDERE I SENTIMENTI E ATTACCALO SUBITO, CAPITO?!?!”
sbraitò Beerus ma Tarble,
adirato, intimò: “STA ZITTO!!! GUARDA CHE E' LA
VITA DELLA MIA GURE AD ESSERE IN
PERICOLO!!!!”
Gure,
vedendo come si stavano
svolgendo le cose, pregò al marito: “Combatti,
Tarble. Non pensare a me. Tu
devi vivere.”
“No,
Gure. Mi dispiace ma non
posso farlo. Tu sei mia moglie e ti devo proteggere!” le
dichiarò, con
orgoglio, il saiyan, col risultato di farsi schernire da Paragas:
“Che scena
toccante... anch'io pensavo le stesse cose, quand'ero più
giovane... peccato
che, alla fine, la mia Kohra è morta lo stesso. Ti
mostrerò personalmente e con
gioia cosa si prova quando la persona che ami più di ogni
altra cosa è in
pericolo e tu non puoi fare niente per salvarla.”
Dopo
aver detto quelle parole,
Paragas diede un violento calcio al ventre dell'avversario, il quale
andò a
schiantarsi contro una roccia lì vicino.
Nonostante
il dolore atroce,
Tarble non fece uscire nemmeno un lamento.
Senza
mollare Gure un attimo,
Paragas si avvicinò al giovane e lo sfidò:
“Sei un testardo orgoglioso, proprio
come tuo padre... anche lui cercava sempre di evitare di urlare di
dolore per
non apparire debole... sono proprio curioso di vedere per quanto
resisterai...”
Dopodiché,
lo colpì
brutalmente allo stomaco con una ginocchiata.
Tarble
sputò del sangue e
della saliva ma dalle sue labbra non uscì nemmeno il minimo
lamento.
Vedendo
le condizioni del
cognato, Bulma si disse, disperata e preoccupata: “Se solo le
sfere del drago
esistessero ancora... si sarebbe potuto cercare di risolvere la
situazione...
invece, non possiamo far altro che contare solo su noi stessi e se
qualcuno
morirà è la fine perché non
potrà più tornare in vita... se penso che quando
esistevano, volevo raccoglierle per desideri inutili o stupidi, come
trovare un
fidanzato o avere un aspetto più giovane... è
proprio vero che ti accorgi del
vero valore di una cosa quando, ormai, questa non c'è
più...”
Nel
frattempo, Paragas fece
cadere Tarble a terra a causa di un calcio e, con un sorriso sadico gli
disse: “Non
dovresti restartene lì impalato, ragazzino… se
vuoi salvare la tua mogliettina…
supplicami, mentre ti ammazzo!”
Per
tutta risposta, Tarble
rimase in silenzio a fissarlo con uno sguardo truce e il saiyan anziano
gli
urlò: “Avanti!”
“Non…”
fece il giovane saiyan,
mentre si alzava faticosamente in piedi “Non ti
lascerò… uccidere la mia Gure!”
“Ma
davvero?” fece Paragas,
per poi colpire di nuovo violentemente Tarble alla vita “Non
hai ancora capito
in quale posizione ti trovi, ragazzino?”
Tarble
dovette affrontare le
torture e i pugni di Paragas finché il giovane non
crollò terra, tornando nel
mentre alla forma base.
“Che
sciocco… se ti fossi lasciato
uccidere senza opporre resistenza, non avresti sofferto
tanto…” commentò Paragas,
mentre Tarble, con un filo di voce, sussurrava: “Ti
prego… ti scongiuro…”
“Ah
ah ah ah… adesso ti metti
a supplicarmi per aver salva la vita? La famiglia reale è
proprio caduta in
basso!” rise divertito Paragas, bloccandosi quando
sentì la fievole risposta
del ragazzo: “No.”
Paragas
lo guardò e Tarble
riprese, debolmente: “Se vuoi uccidermi, fa pure…
ma lascia in pace la mia
famiglia. Ti chiedo solo questo… vattene via assieme a Broly
e agli altri due…
questo pianeta e la mia famiglia… hanno già
sofferto troppo…”
Paragas
rimase in silenzio un
attimo, per poi sbattere violentemente Gure a terra e commentare:
“Hai finito?
E’ arrivata la tua ora.”
Dopodiché,
si avvicinò
lentamente al saiyan, dopo averlo guardato un attimo, puntandogli anche
contro
la pistola e fatto un sorriso di trionfo, rise: “La vittoria
è in mano mia!!!
Finalmente ho sconfitto un membro della famiglia reale e non appena
Broly avrà
sistemato quei due, la mia vendetta sarà praticamente
compiuta!!! Ehi, Vegeta,
se tu mi puoi vedere, osserva bene come sto per ammazzare il tuo caro
figlio,
proprio come tu hai ammazzato la mia Kohra!!! AH AH AH AH!!!!”
Ad
un tratto, sentì un
improvviso e tremendo dolore al petto, tanto che gli strozzò
la risata finale.
Abbassò
lo sguardo e vide sul
petto un piccolo buco da cui uscivano delle gocce di sangue.
Si
voltò e vide Beerus il
quale, con le dita della mano ancora fumanti davanti a sé,
lo osservava in
maniera fredda e glaciale.
“Che
sorpresa, Lord Beerus.”
esclamò, divertito, Whis “Alla fine, ha voluto
intervenire lei...”
“Per
forza. Volevo mostrare a
Freezer come si ammazza davvero un saiyan. E poi, quel tizio mi era
sulle
scatole e ho voluto sistemarlo come si deve.”
“Non
è che, invece, si è
affezionato ai ragazzi e ha voluto aiutarli?”
“CHE?!?!
COME PUOI INSINUARE
UNA COSA DEL GENERE?!?! NON MI SONO AFFATTO AFFEZIONATO A QUEI TRE
DEFICIENTI!!!!!!”
“Oh
oh oh... perdoni la mia
insolenza, Lord Beerus.”
Nel
frattempo, Paragas cadde
violentemente per terra e, poi, osservando il combattimento del figlio,
allungò
una mano e sussurrò, stremato: “Broly...”
Nonostante
il nome era stato
sussurrato, il giovane saiyan si fermò di scatto e si
voltò per vedere cosa
stesse succedendo al padre.
Fece
appena in tempo a vederlo
che lo guardava e allungava la mano, che il vecchio saiyan cadde nella
neve gelida,
privo di vita.
Il
giovane sgranò gli occhi e
si sentì come se il suo cuore avesse improvvisamente smesso
di battere.
Suo
padre... il suo amato
padre... l'unica persona che aveva rinunciato a tutto pur di salvarlo e
che era
sempre vissuto accanto a lui...
Dolore
e rabbia si mischiarono
dentro di sé e, per cercare di non impazzire, si mise le
mani tra i capelli e
cominciò ad urlare.
Perché?!
Perché
il suo adorato padre
era morto?!
Si
sentiva esplodere dalla
rabbia.
Era
tutta colpa dei suoi
nemici... erano stati loro ad ucciderlo... ma li avrebbe annientati
tutti.
Nel
modo più lento e doloroso
possibile.
Dal
suo corpo cominciarono ad
apparire raggi d'energia che bombardarono la zona circostante, tanto da
polverizzare il cadavere di Paragas.
Fortunatamente,
grazie al suo
bastone, Whis creò una barriera con cui protesse Beerus e
gli altri.
Improvvisamente,
un potente
aura verde avvolse Broly, ancora urlante, e i due Trunks rimasero a
bocca
aperta, osservando il loro avversario, mentre questi si alzava
lentamente in
cielo.
Aveva
un sorriso sadico, gli
occhi non avevano iridi e i suoi capelli erano diventati biondi.
I
due Trunks stavano per
tremare davanti a quella straordinaria potenza.
“Si
è trasformato...” sussurrò il Trunks
più
grande, senza parole, mentre quello più giovane la
completava: “...In un
supersaiyan.” |
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Capitolo 13 *** Il prezzo della potenza ***
Capitolo
13: Il prezzo della
potenza
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
19:03
Broly
fece un altro potente
urlo e il suo corpo venne completamente avvolto da una sfera d'energia
verde
che si allargò sempre di più nell'area
circostanze.
Presi
alla sprovvista, i due
Trunks si allontanarono in volo.
La
sfera, ad un tratto, si
sollevò verso l'altro e tutti i presenti videro, con
terrore, che sotto di essa
vi era Broly con le mani posizionate verso l'alto, il quale la
controllava
benissimo.
Il
saiyan lanciò l'attacco
verso i due doppioni, i quali la schivarono senza troppi problemi.
Seguendo
la traiettoria della
sfera, il Trunks più grande si accorse che stava per colpire
Bulma e Mai.
Più
veloce della luce, le
prese per la vita e le spostò su una rupe lì
vicino, appena in tempo, dato che
di lì a poco si scatenò una potentissima
esplosione.
Trunks
osservò senza parole la
scena, per poi raccomandandosi: “Restate qui
finché non terminiamo... e se
Broly ci sconfigge non abbiate alcun timore di scappare. Quel ragazzo
è un osso
incredibilmente duro...”
“Non
si preoccupi, signor
Trunks...” lo tranquillizzò Whis, raggiungendo con
eleganza e senza alcun timore
la roccia: “Ci penso io a loro.”
“Un
momento, dove sono Tarble
e Gure?!” l'interruppe, preoccupata, Bulma.
Sentendo
quella frase, il
Trunks più grande si sentì come se avesse perso
il respiro.
Solo
in quel momento, infatti,
si era accorto che nel gruppo non c'erano Tarble e Gure... e non
riusciva ad
avvertire la loro presenza...
“Non
preoccupatevi. Ce li ho
io.” li rassicurò una voce sotto di loro.
Trunks
e gli altri si sporsero
dal ghiacciaio e videro il doppione più giovane che teneva,
ancora svenuti e
provati, Tarble e Gure.
Doveva
averli salvati dalla
sfera mentre l'altro salvava la madre e Mai...
“Ehm,
ragazzi...” li richiamò
Whis “Non vorrei rovinare il vostro momento... ma ho come
l'impressione che
Broly voglia combattere.”
I
due doppioni, voltandosi a
guardare il nemico, si accorse che era vero.
Broly
aveva serrato le
mascelle così tanto che sembrava volesse distruggerle.
Evidentemente,
come un vero
saiyan, anche lui moriva dalla voglia di riprendere il duello da dove
si era
interrotto.
Infatti,
non appena fu certo
di avere l'attenzione dei due Trunks si lanciò con violenza
contro quello più
giovane ma quello più vecchio, prontamente, interruppe la
sua corsa colpendolo
in pieno con un calcio e facendolo volare contro un ghiacciaio
lì vicino.
“Metti
al riparo Tarble e
Gure!” si raccomandò il più grande e,
dopo che il suo doppione ebbe annuito,
partì per raggiungere Broly e riprendere il combattimento.
Velocemente,
il Trunks più
giovane raggiunse l'altura dove tutti i presenti si erano riparati e,
dopo aver
appoggiato delicatamente a terra i due coniugi, si
raccomandò: “Prendetevi cura
di loro! Io vado ad aiutare Trunks!!!”
“Fate
attenzione!”
“Lo
faremo, mamma. Promesso.”
promise il giovane saiyan, sorridendole e facendole il pollice
all'insù, prima
di partire per raggiungere e aiutare il doppione.
Come
una furia, colpì Broly
con un calcio alla schiena, facendolo allontanare violentemente
dall'altro
Trunks, poco prima che venisse colpito da un pugno dell'incredibile
saiyan.
Mentre
Broly andava a
scontrarsi contro ad una montagna, Trunks corse dalla sua versione
più vecchia
e gli domandò: “Tutto bene?”
“Sì...
ma è meglio se, per il
momento, pensiamo a Broly...”
Come
se gli avesse letto nel
pensiero, il saiyan distrusse completamente la montagna su cui era
andato a
scontrarsi con un urlo così potente che tutti si girarono
verso di lui,
terrorizzati dal tremendo potere che stava sempre più
rilasciando.
“Mi
sa che quel saiyan è un
vero e proprio talento fuori dal comune...”
commentò il Trunks più giovane
mentre l'altro commentava, con un sorriso triste: “Peccato
che sia un nostro
nemico... fosse stato un nostro alleato, sarebbe stato un ottimo rivale
e il
nostro futuro non avrebbe più dovuto preoccuparsi di
niente... che peccato...”
Per
tutta risposta, l'altro
Trunks fece un sospiro per poi volare contro Broly e dandogli un
potente pugno
sul viso.
Inaspettatamente,
però, Broly
sembrò non provare minimamente dolore.
Fece
un secondo urlo e poi fu
lui a colpire violentemente al volto Trunks.
Il
giovane saiyan fece un urlo
strozzato prima di andarsi a scontrare, per effetto della forza del
rinculo,
contro una roccia lì vicino.
L'altro
Trunks, allora si
lanciò contro Broly ma l'avversario, come se si aspettasse
una mossa del
genere, si avvicinò di scatto a lui e cominciò a
tempestarlo di pugni i quali
venivano prontamente parati da Trunks con il braccio.
Nonostante
ciò, il saiyan si
accorse subito che c'era qualcosa di strano...
“Che
cosa?!” fece il ragazzo
mentre Broly, dopo aver rilasciato l'ennesimo urlo selvaggio,
continuava a
colpire l'avversario.
“Stai
diventando sempre più
forte! Com'è possibile?!” domandò,
incredulo, e, proprio quando il nemico stava
per colpirlo, l'altro lanciò un attacco di sorpresa a Broly,
il quale, a causa
della sorpresa, si fermò ma l'attimo di smarrimento
durò poco, in quanto Broly
ritornò a urlare, risvegliando ancora più energia.
“Assurdo...
ma quando potere
aveva dentro di sé?!” esclamò, senza
parole, Trunks prima che Broly, dopo aver
fatto un sorriso sadico e spietato, riprendesse a combattere, furioso e
selvaggio più che mai.
Inferno
Settore
Est, venerdì, 19:24
Tutti
i presenti nel piccolo e
puzzolente locale osservavano con eccitazione ed entusiasmo il
combattimento
generato dal giovane pieno di cicatrici e da quella sua folla e
violenta
trasformazione tranne una persona.
La
donna col cappotto e
l'ocarina aveva un'espressione nervosa e si teneva la testa con la mano
destra
mentre con un dito della mano sinistra tamburellava lo sporco e unto
bancone,
sibilando: “Non va bene. Non va bene per niente.”
“Si
può sapere che ti prende,
ragazza? Non morirà solo perché è
diventato di colpo più sadico...” rise il
barista ma, per tutta risposta, Kohra si voltò e gli
lanciò un'occhiata così
feroce che fece raggelare l'uomo.
Se
gli sguardi avessero potuto
lanciare raggi incandescenti, adesso sarebbe ridotto in cenere.
“Chiudi
quella ciabatta,
brutto grassone!” lo aggredì la donna, nervosa a
mille, agguantandolo per la
camicia e avvicinandolo ai suoi occhi neri adirati, facendo persino
voltare dei
clienti della bettola, spaventati dal carattere focoso e irritabile
della donna
“Se continua così, il mio Broly morirà
sul serio!”
Nonostante
fosse spaventato
dall'aura omicida che Kohra emanava in quel momento, il barista ebbe la
forza
di domandare, in un sussurro: “Cioè? Che
intendi?”
“Intendo
dire che quella
trasformazione è molto potente e più lo scontro
andrà avanti più la sua forza
crescerà, ma perderà, allo stesso tempo, il
controllo... finché non verrà
consumato dal suo stesso potere e si
autodistruggerà.”
“Accidenti...
sei una vera
esperta di questa trasformazione...”
“E'
naturale! Sono morta a
causa di quella maledetta trasformazione!”
Quell'urlo
fece voltare alcuni
presenti, sbigottiti e spaventati.
Infischiandosene
degli altri
che la guardavano, Kohra riprese, sibilando: “E il tutto non
avverrà
velocemente... ma lentamente e tra atroci sofferenze... ad ogni respiro
si
sentirà solo soffocare e sentirà dolore
dappertutto! Questa... questa è la
peggior morte in assoluto... nessuno meriterebbe una morte del
genere... eppure
mio figlio, il mio Broly... è destinato ad una fine del
genere... il mio
bambino...”
Dal
tono s'intuiva che fosse
sconvolta ma dal viso bellissimo e giovane della donna non
uscì nemmeno una
lacrima.
Dopo
un po', lanciò il barista
contro un muro a cui era affissa una bacheca piena di annunci e
d'inserzioni
pubblicitarie, creando una profonda crepa nel muro e facendo volare in
tutta la
taverna i foglietti con su scritto gli annunci.
Kohra,
con lo sguardo basso e
nero, rimase completamente immobile mentre i fogli volavano attorno ad
essa,
come una superba statua di marmo in mezzo ad una bufera di neve.
Si
era di nuovo lasciata
trasportare dalle sue emozioni e non si era controllata... ma era suo
figlio
quello che rischiava di morire.
Mentre
stringeva con forza e
rabbia i pugni, pensò a Paragas.
Aveva
messo a repentaglio la
vita di suo figlio per poterla vendicare... come diavolo aveva potuto
fare una
cosa del genere?!
Detestava
profondamente
Vegeta, con tutto il cuore... ma perché diavolo coinvolgere
anche Broly?!
Per
colpa sua... Broly doveva
aver passato tremende sofferenze... e adesso rischiava persino di
morire e se non
fosse morto prima di raggiungere i suoi limiti l'avrebbero ucciso quei
tre... e
lei era lì, immobile, ad osservare la lenta e inesorabile
fine del suo unico
figlio.
Se
solo avesse potuto...
sarebbe corsa a salvarlo da morte certa.
Ma
lei era morta e si trovava
nell'aldilà...
Proprio
in quel momento, un
foglietto le volò davanti un foglietto che prese con
l'indice e il medio.
Se
lo posizionò davanti agli
occhi e, osservando lo scarabocchio che rappresentava due uomini molto
grossi e
muscolosi intenti a lottare, lesse: Vuoi
uscire, anche solo per ventiquattro
ore, dall'aldilà? Cercasi lottatori molto forti ed esperti
per combattimenti
con grandi esperti di qualsiasi combattimento possibile. Se siete
interessati,
chiamate questo numero oppure recatevi a quest'indirizzo, dalla vecchia
sibilla
Baba. Potreste avere la possibilità di vedere il tuo futuro.
Non lasciarti scappare
una simile occasione d'oro!
Kohra
osservò a lungo il
biglietto, poi, osservando il volto di suo figlio in tv, decise di
tentare.
Afferrò
di nuovo il barista
per il colletto e gli domandò, con uno sguardo che lanciava
fiamme: “Dov'è un
telefono?!” “D... di là...”
farfugliò l'uomo, prima di essere buttato in malo
modo per terra.
La
donna seguì le indicazioni
e, dopo aver trovato un telefono pubblico, digitò il numero
della pubblicità e
si mise in attesa, nervosa.
Poco
dopo, si sentì una voce
metallica annunciare: “Servizio di segreteria telefonica. Il
numero da lei
chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile. Riprovate
più tardi.”
Chiuse
con violenza la
chiamata, sbuffando scocciata, per poi riprovare ma, ancora una volta,
si sentì
di nuovo la voce metallica con le stesse e identiche parole.
Se
non riusciva a telefonare,
non aveva che una sola cosa da fare.
Cercare
di persona questa
fantomatica sibilla.
Tornò
dal barista e,
mettendogli sotto il naso l'annuncio, domandò, con aria
furibonda: “Indicami la
strada più veloce per arrivare a quest'indirizzo!”
L'uomo
l'osservò a lungo, poi
disse: “L'indirizzo che stai cercando, ragazza, si trova in
un altro distretto
degli inferi. Per arrivarci, servono un aereo e un biglietto. Sappi che
quest'ultimo costa un occhio della testa. E se provi a intrufolarti
dentro
senza, ti stanano subito. Quindi è meglio
procurarselo.”
“Maledizione!
Anche se sono un
asso a rubare e a rapinare, non posso perdere tanto tempo! Broly
rischia di
morire da un momento all'altro!”
“Se
t'interessa, c'è un
piccolo magazzino non molto lontano da qui dove vengono custoditi dei
biglietti
aerei per gli altri distretti... purtroppo, anche altre anime degli
inferi li
prendono di mira, per non parlare delle guardie... Avrai bisogno di
molta
astuzia per riuscire ad ottenere il biglietto.”
“Nessuno
è più forte di me ma
detesto ragionare... non sono un genio della logica, io seguo l'istinto
fin da
quando ero bambina...”
“Credimi,
ragazza... se vuoi
ottenere quei biglietti hai un bisogno enorme dell'astuzia e
dell'intelligenza... ti basterebbe trovare un compagno molto sveglio,
arguto,
astuto e intelligente e saresti a cavallo...”
“E
io dove lo trovo un tizio
incredibilmente intelligente?!”
Aveva
appena finito di
pronunciare quelle parole, che Kohra sgranò gli occhi, come
se un improvviso
pensiero le fosse venuto in testa, per poi fare un sorriso sadico e
dichiarare,
con un’aria da vittoria: “Io conosco un tizio del
genere... ho persino il suo
numero di telefono.”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
19:38
“Non
riesco a credere che
esista un saiyan così potente...”
commentò Bulma, osservando, senza parole, il
pandemonio generato da Broly “Quindi è questa
tutta la potenza di un
supersaiyan...”
Tutto
il ghiacciaio, ormai, si
era trasformato in un ammasso di lava causato dai mille attacchi
distruttivi di
Broly... per certi versi, il disastro che Broly stava generando era
simile a
quelli che causava Goku quando si trasformava in quello scimmione
pericoloso
non appena guardava la luna piena...
“Già...
se non lo sapessi,
giurerei che Broly non è un saiyan...”
commentò Tarble, il quale si era seduto
su un masso lì vicino dopo che Whis, con l'aiuto del suo
bastone, aveva rimesso
in sesto lui e la moglie.
“Senti
da che pulpito viene
questa frase... quando ti sei trasformato, hai fatto un bel
macello!” gli
ricordò, scocciato, Beerus e il saiyan, imbarazzato,
balbettò: “Mi dispiace...
non ricordo quello che è successo... solo che ho provato una
grande rabbia e il
desiderio di vendicarmi di Paragas...”
“Beh,
quando questa storia
sarà finita, dovrai imparare a controllarti!”
“Lo
farò...”
Beerus
fece un grugnito, poi
si rimise a guardare lo scontro.
Sul
serio quel ragazzino era
il secondo figlio di quel vecchio tirchio insopportabile di Re Vegeta
III?!
Quando
non si trasformava in
una bestia assettata di sangue, non assomigliava per niente a suo
padre... per
questo non l'aveva riconosciuto... o almeno così sperava...
Beerus
osservò lo scontro poi
notò: “Quel saiyan sembra davvero molto
potente...”
“Eh
già, lord Beerus... credo
che sia persino più potente di lei.”
commentò Whis.
La
reazione di Beerus fu uno
strillo: “CHE COSA?!?! FIGURATI SE SONO PIU' DEBOLE DI QUELLO
STUPIDO
SCIMMIONE!!!!”
“Allora
vada ad affrontarlo...
un avversario forte in più farebbe solo piacere a
Broly.” fu la pacata risposta
dell'angelo.
Furibondo,
Beerus lanciò una
sfera che distrusse una montagna lì vicino.
L'attacco
ebbe l'effetto di
far girare Broly e di fermare momentaneamente lo scontro.
“Beerus?
Ma che fai?” domandò,
stupito, Trunks.
Di
solito, il dio se ne stava
appartato ad osservare gli scontri.
Il
fatto che avesse richiamato
l'attenzione di Broly era un evento davvero fuori dal comune...
“Sembri
molto forte, ma non
riuscirai mai a sconfiggere un dio della distruzione!” lo
provocò, divertito,
Beerus, mentre si metteva in posizione da combattimento, per poi dire:
“Broccoli, vediamo se sai tenermi testa.”
Sentendo
quelle parole, Broly
fece una faccia stupita per poi voltare la testa da tutte le parti,
come se
cercasse qualcuno.
“EHI,
STO PARLANDO CON TE!!!!”
strillò, adirato, il dio “SE MI PRENDI IN GIRO IN
MODO COSI' STUPIDO, TI
DISTRUGGO, CHIARO?!”
“Guardi,
Lord Beerus, che quel
saiyan si chiama Broly non Broccoli...” gli fece notare, con
un lieve tono
seccato, Whis e, per tutta risposta, Beerus, rosso come un peperone,
dichiarò:
“E' UGUALE!!!!!”
Sentendo
quelle frasi,
Cheelai, sempre nascosta assieme a Lemo, commentò,
scocciata: “Ma come diavolo
si fa a confondere un nome tanto semplice come Broly?!”
“Sarà
stato un lapsus.” fu la
pacata risposta di Lemo che fece da contrasto alla voce energica di
Cheelai:
“Per me quel tizio ha sassi di luna al posto del
cervello...”
Nonostante
la confusione,
Broly capì che l'avversario voleva sfidarlo e, pertanto, si
mise a urlare di
nuovo, come se volesse ottenere tutta la sua energia.
“Faccia
attenzione, Lord
Beerus... ho come l'impressione che stia diventando sempre
più forte...” fece
notare Whis ma il dio rispose: “E' solo uno stupido mortale
con una coda di
scimmia! Figurati se un tizio del genere mi crea dei
problemi!”
“Come
vuole. Io l'ho
avvertita.”
Ignorando
gli ammonimenti
dell'angelo, Beerus si mise in posa e, con un sorriso divertito e di
sfida,
commentò: “Erano secoli che non incontravo
qualcuno che avesse l'ardire di
sfidarmi... ammetto che è stato un bel po' noioso... ma se
speri che abbia
perso la mano, ti sbagli di grosso.”
Dopo
un po', Broly smise di
gridare e cominciò a correre verso Beerus, il quale, mentre
si metteva in
posizione da combattimento, aggiunse, sempre più eccitato:
“Fammi divertire.”
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Capitolo 14 *** Alla ricerca di un piano ***
Capitolo
14: Alla ricerca di
un piano
Inferno
Foresta
Infinita del Settore
Est, venerdì, 20:19
“Davvero?!”
domandò,
incredulo, l'uomo muscoloso con un'aureola sulla testa e una lunga coda
di scimmia
mentre il suo compagno, il quale possedeva anche lui una coda di
scimmia, rise:
“Altroché! E quando questa cosa è
saltata fuori è diventato rosso come un
pomodoro! Avresti dovuto vederlo!”
“Basta
solo un segreto per
rovinarti l'immagine e la vita, eh? Per fortuna non ho nessun segreto
imbarazzante...”
“Ottimo,
ma posso lo stesso
rovinarti la vita se non torni a fare la vedetta assieme al tuo
compagno!” lo
minacciò una voce imperiosa e maschile alle sue spalle.
Le
due sentinelle sbiancarono
contemporaneamente, in quanto avevano riconosciuto entrambi quella voce
imperiosa.
Si
girarono lentamente e con
un sorriso forzato mentre sudavano dalla paura e trovarono la conferma
dei loro
sospetti.
Dietro
di loro, c'era un uomo
alto, muscoloso, con la barba e i capelli neri a forma di fiamma.
Era
il re.
“Ehm...
salve, altezza...”
balbettò, preoccupato, uno dei due.
Tutti
i saiyan sapevano che il
re aveva un carattere pessimo, vendicativo e altamente pericoloso...
pertanto,
nessuno doveva contraddirlo o sfidarlo, altrimenti sarebbe stato come
un
suicidio... e tutti loro erano già morti...
“Piantatela
di chiacchierare e
tornate a controllare che non si avvicini nessuno al nostro
nascondiglio.”
intimò il sovrano e, mentre si voltava e si allontanava, i
due balbettarono:
“Certo, agli ordini, Re Vegeta III!”
Il
sovrano fece uno sbuffo
irato e poi si diresse verso la sua abitazione, attraversando un ponte
sospeso
tra due alberi.
A
volte era davvero difficile
e faticoso tener d'occhio le cose... non appena si girava, c'era sempre
qualcuno pronto a smettere di lavorare.
Pertanto,
voleva passare la
serata a riposarsi... fortunatamente, quell'isterica di sua moglie non
era in
casa, sennò sarebbe stato impossibile...
“Bentornato,
altezza.” lo
salutò, con rispetto, un uomo elegante e con folti bassi e
Vegeta fece un gesto
scocciato per liquidare la questione.
Ma,
proprio mentre si
allontanava, l'uomo richiamò la sua attenzione:
“Ah, al telefono c'è una
persona che vuole parlarvi a tutti i costi.”
“Una
persona? E chi sarebbe?”
“Non
ne ho idea, altezza.
Dalla voce ho dedotto che fosse una giovane donna dal carattere
parecchio
irritabile. Ma ha detto che rivelerà la sua
identità soltanto a lei. Ha anche
aggiunto d'informarla che si tratta di una sua vecchia
conoscenza.”
Vegeta
rimase in silenzio un
attimo, osservando in silenzio il suo servitore.
Una
giovane donna che non era
sua moglie voleva parlargli? Senza nemmeno svelare la sua
identità?!
La
cosa era alquanto strana...
senza contare che non c'erano molte donne con cui erano entrato in
contatto.
Un
pensiero gelido gli
attraversò la testa.
E
se fosse lei?!
Non
era assolutamente
possibile... non si sarebbe mai sognata di telefonargli, senza contare
che non
si parlavano da parecchi anni... a parte la risata divertita che aveva
fatto
quando aveva scoperto che erano stati tutti a loro volta sterminati da
qualcuno... manco si trovassero in un film comico...
In
ogni caso, se gli
telefonava, significava che stava succedendo qualcosa di grosso... e la
cosa
non gli piaceva per niente...
“Va
bene. Le rispondo subito.
E dì ai miei uomini che non voglio essere disturbato per
nessun motivo.”
dichiarò, seccamente, mentre si dirigeva verso il suo studio.
La
cornetta del telefono era
alzata e, non appena l'ebbe avvicinata, domandò:
“Pronto?”
“Ciao,
Vegeta. Ne è passato di
tempo. Ti ricordi ancora di me?” domandò una
delicata voce femminile la quale,
nonostante non appartenesse alla persona dei suoi timori, era lo stesso
capace
di preoccuparlo seriamente.
“Che
cosa vuoi, Kohra?” le
domandò, scocciato, il re, abbassando anche il volume
perché in quel posto
c'erano orecchie dappertutto e non era proprio il caso che Echalotte
sapesse
che Kohra gli aveva telefonato o gli avrebbe fatto l'ennesima e
spaventosa
scenata di gelosia, come faceva tutte le sante volte che entrava in
contatto
con una donna che non fosse lei, e la voce dall'altra parte della
cornetta
dichiarò: “Ho bisogno di parlarti.
Adesso.”
“E
allora parla!”
“Non
qui. Incontriamoci nella
foresta.”
“Come
mai tutta questa
segretezza? E, poi, da quando sai usare un telefono?”
“Ho
fatto pratica in tutti
questi anni agli inferi. Comunque, vedi di raggiungermi tra
mezz'ora.”
“E
se io non volessi?”
“Potrei
venire nel vostro
accampamento e fare un macello. Sai che nessuno è in grado
di fermarmi.”
“Già,
me ne sono accorto
quando abbiamo cercato di giustiziarti quella volta...”
“Quindi
vedi di venire subito.
Ci vediamo dopo!” dichiarò la ragazza prima di
chiudere violentemente la
chiamata.
Vegeta
rimase in silenzio,
osservando la cornetta.
In
effetti, anche Kohra faceva
parte della lista delle persone con cui aveva avuto a che fare e che
erano
riuscite a creargli parecchi problemi.
Anche
se era solo al secondo
posto della lista, il primo era, ovviamente, riservato a lei, quella
dannata
saiyan era pericolosa... non l'aveva pensata solo perché
semplicemente ignorava
che sapesse usare correttamente un telefono, dopotutto, aveva vissuto
in una
foresta finché una squadra di terza classe non l'aveva
trovata...
In
ogni caso, era incuriosito
da quella storia.
Kohra
l'aveva sempre detestato
e non si era certo fatta problemi a cercare di ammazzarlo un sacco di
volte...
se lo chiamava, era evidente che aveva un disperato bisogno di lui...
ma a
quale scopo?
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
20:33
Beerus
osservò divertito il
suo avversario.
Quel
saiyan doveva aver
proprio perso la testa se aveva in mente di sfidarlo con tanta
semplicità...
ma, in fondo, non gli dispiaceva affatto...
Erano
passati secoli
dall'ultima volta che era stato sfidato in maniera così
esplicita... aveva
proprio voglia di fare un po' di ginnastica... inoltre, Whis gli aveva
svelato
che facendo un po' di ginnastica, i piatti assumevano un sapore molto
più buono
e delizioso... era l'ora di provare se questa teoria era vera o
l'ennesima
trovata di Whis per spingerlo a fare dello sport.
Quell'angelo
aveva proprio una
bella faccia tosta a dirgli che doveva fare dello sport quando era
magro come
uno stecchino.
Era
quell'idiota ciccione di
Champa ad aver bisogno di fare dello sport, mica lui!
Lo
sport era inutile e
faticoso... solo un matto avrebbe fatto i salti di gioia nel fare quei
difficili
esercizi.
Molto
meglio rilassarsi su un
bel divano morbido e caldo, magari mettendo qualcosa di sano sotto i
denti,
come un bel panino imbottito di carne, insalata e tutte le salse del
mondo, o
magari mangiando un intero pacchetto di patatine, di quelli enormi
usati per le
feste di compleanno...
Ma
ci avrebbe pensato dopo.
Si
lanciò verso il suo
avversario con pronto un pugno ma, prima che riuscisse a colpirlo,
Broly lo
evitò agilmente.
Nonostante
l'enorme aumento
della massa muscolare, i movimenti del saiyan restavano agili e veloci.
“Niente
male... ma per essere
al livello di un dio della distruzione, dovrai aspettare almeno mille
anni!” lo
sfidò Beerus cominciando a lanciargli contro dei potenti
raggi energetici.
Inaspettatamente,
Broly li
allontanò da sé con solo una mano.
Beerus
sgranò gli occhi, senza
parole.
Quelli
erano alcuni dei suoi
attacchi più potenti... e lui era un Dio della distruzione...
Non
era possibile... non era
assolutamente possibile...
“Ok...
forse sei un po' più
abile del previsto...” si complimentò Beerus,
cercando di trattenere il
nervosismo “Ma vediamo se riesci a cavartela con questo
colpo!”
Sollevò
in alto le mani e
generò un'enorme sfera viola scuro.
“Oh
cielo... quando perde le
staffe esagera sempre...” commentò, sconsolato,
Whis mentre Bulma urlava
sconvolta: “VUOLE DISTRUGGERCI TUTTI?!?! MA E' DIVENTATO
MATTO?!?!”
“No,
Bulma. Si è semplicemente
arrabbiato... si calmerà, vedrai... prima o
poi...” la rassicurò Whis,
continuando a guardare lo scontro con una calma che dava i brividi.
Sembrava
che la possibile
distruzione della Terra non lo toccasse minimamente...
Nel
frattempo, Beerus lanciò
contro Broly il suo attacco energetico.
“OH
NO!!!! LO VUOLE
AMMAZZARE!!!!” capì, sconvolta, Cheelai e,
preoccupata, cominciò a urlare:
“BROLY, TI SCONGIURO, SCHIVALA!!!!”
Nonostante
le urla della
ragazza, Broly rimase perfettamente immobile finché, quando
la sfera stava
quasi per toccarlo, il ragazzo allungò le mani.
Incredibilmente,
riuscì a
bloccare l'attacco della sfera.
I
due Trunks erano senza
parole.
Broly
era in grado di
resistere persino ad una sfera di distruzione di Beerus, un dio della
distruzione?!
Era
totalmente assurdo... ma
quanto cavolo era forte quel saiyan?!
Sembrava
assurdo che esistesse
un tipo del genere nell'universo...
Dopo
un po', con lo sgomento
di tutti, sopratutto di Beerus, Broly respinse completamente la sfera
che
distrusse un corpo celeste lì vicino, generando una forte e
potente esplosione,
la quale non solo venne benissimo vista da quel punto, ma che lo
polverizzò
completamente.
“Non
è possibile...” sussurrò
Beerus, tremando dalla paura.
Non
fece in tempo a dire o a
fare altro perché Broly, sempre col suo sorriso da pazzo
sadico, si piazzò
davanti a lui, grazie alla sua velocità impressionante, e
cominciò a
tempestargli il petto con una scarica di violenti pugni.
Il
dio non aveva nemmeno la
forza di urlare a causa del dolore atroce e allucinante, il quale
riusciva a
mozzargli il respiro.
Broly
continuò a colpirlo
finché con un potente calcio, fece schiantare Beerus, in
malo modo, per terra.
Tutti
i presenti, erano senza
parole.
La
potenza di Broly... era
così straordinaria da permettergli di tener testa in quel
modo ad un dio della
distruzione?!
Sembrava
assolutamente
impossibile... eppure era vero.
E
stata accadendo proprio
davanti ai loro occhi!
Senza
lasciare a Beerus un
attimo di tregua, scese e, dopo avergli afferrato la coda,
cominciò a sbatterlo
per terra in tutte le direzioni.
“Oh,
cielo... mi sa che Broly
è più forte di Lord Beerus...”
commentò, sorpreso, Whis prima che Bulma gli
domandasse: “Whis, cosa possono fare?!”
“Per
ora niente ma chi lo
sa... potrebbe succedere qualcosa che finirebbe a nostro
vantaggio...”
Inferno
Foresta
Infinita del Settore
Est, venerdì, 20:49
Tamburellava
con rabbia e
nervosismo l'avambraccio.
Dove
poteva essere?!
Eppure
gli aveva intimato di
essere puntuale!
Se
non fosse saltato fuori
entro cinque minuti, si sarebbe diretta verso il suo accampamento e
l'avrebbe
trascinato via per un orecchio!
E,
poi, per ripicca, avrebbe
rivelato il suo segreto.
Era
il suo piccolo asso nella
manica... le sarebbe piaciuto usarlo per poterlo ricattare un
pochino... ma
umiliare Vegeta era uno dei suoi più grandi desideri...
Anzi,
una piccola parte di lei
sperava che non venisse così l'avrebbe detto a tutti i suoi
saiyan... non
vedeva l'ora di vederlo arrossire e sbiancare dalla vergogna...
Proprio
in quel momento, sentì
un rumore sopra alla sua testa e poi lo vide atterrare bruscamente
davanti a
lei.
“Ti
sei salvato per un pelo...
stavo per venire a prenderti personalmente...”
dichiarò, con un sorriso sadico,
la ragazza, omettendo la parte del suo segreto.
Era
ancora un po' presto per
rivelargli che lei sapeva...
“Che
cosa vuoi, Kohra?” le
domandò, seccato, Vegeta.
Era
sempre uno che andava
dritto al punto... proprio come lei.
“Devi
aiutarmi a salvare mio
figlio.” dichiarò, bruscamente, la ragazza.
Anche
se era per una buona
causa, era comunque troppo imbarazzante per lei chiedere qualcosa a
Vegeta.
Dopotutto,
era il suo nemico
numero 1...
Per
un po', nella piana si
sentì il suono del vento poi Vegeta, mettendosi il dorso
della mano sotto al
mento, commentò, con un sorriso divertito: “Sono
sorpreso... e non mi capita
spesso di essere sorpreso.”
Avrebbe
dovuto aspettarsela
una risposta del genere da parte di Vegeta... rappresentava il suo
carattere
freddo e calcolatore.
Ma
aveva in serbo per lui una
sorpresa molto speciale...
“Kohra,
la grande ribelle, la
spietata ricercata, la guerriera indomita... che vuole chiedere a me,
l'uomo
che più odia in assoluto, un favore! Se non vedessi questa
scena coi miei
stessi occhi, ti giuro che non ci crederei...” le
rivelò, divertito, Vegeta e
Kohra, senza farsi prendere dalle emozioni, ribatté,
prontamente: “Non si
tratta di me o di te, Vegeta... si tratta dalla vita di mio
figlio!”
“Tuo
figlio?”
“Esatto!
E' per lui che ti
chiedo di aiutarmi!”
“Toglimi
una mia piccola
curiosità... per caso tuo figlio si chiama Broly ed
è il figlio del colonnello
Paragas?”
Kohra
sgranò gli occhi, senza
parole.
Quella
domanda l'aveva presa
in contropiede.
Come
faceva Vegeta a sapere di
Broly?!
Per
tutta risposta, Vegeta
fece un sorriso di vittoria e continuò: “Dalla tua
espressione, è evidente che
le cose stanno proprio così... Broly è tuo
figlio.”
“Come
diavolo l'hai scoperto?”
“Oh,
non era così
difficile... Broly
ha tua stessa
pettinatura e quando l'ho visto, per puro caso, in quella capsula nella
zona
dell'élite nel mio palazzo, sai, all'epoca c'era anche mio
figlio Vegeta lì, ho
capito subito che doveva essere collegato a te... quegli idioti dei
medici non
hanno assolutamente sospettato chi fosse in realtà quel
piccolo prodigio... non
si sono nemmeno degnati di cercare di sapere chi fosse la madre... ma
io ho
intuito tutto.”
Sentendo
quelle parole, Kohra
dovette fare affidamento a tutta la sua calma per non sbraitare a
destra e a
manca.
Quel
dannato cretino di
Paragas aveva messo suo figlio in un'incubatrice... in una zona
d'élite... nel
palazzo reale... NELLO STESSO LUOGO DOVE ERA SITUATO IL PRINCIPE?!
Era
così furibonda che si mise
le mani tra i capelli mentre cercava di calmarsi.
Ma
quanto scemo poteva
essere?!
Perché
non aveva messo davanti
all'incubatrice, già che c'era, un bel cartello con su
scritto, a caratteri
cubitali: Vegeta,
il figlio della tua ricercata preferita è qui dentro e si
chiama Broly?!
Che
assoluto cretino...
La
prossima volta, non gli
avrebbe affidato nemmeno un girino!
Gli
aveva affidato un compito
così facile, ossia prendersi cura del loro piccolo Broly e
di tenerlo il più
lontano possibile da Vegeta, che anche un'oca sarebbe stata capace di
fare, e
lui cosa combinava?!
Lo
metteva in un'incubatrice
nel palazzo reale del suo peggior nemico!
Che
deficiente!
Ma
appena gli avesse messo le
mani addosso, avrebbero fatto i conti... qualcosa le diceva che le
future
cinque ore di Paragas non sarebbero stati tanto piacevoli per lui...
Purtroppo,
doveva riparare ai
casini che quell'incosciente aveva combinato.
Prima
il dovere, poi il
piacere.
“L'unica
cosa che non mi
aspettavo...” riprese Vegeta, quando intuì che si
era calmata “Era che il padre
del bambino fosse Paragas. Lo ammetto, tra tutti quelli che potevano
diventare
tuoi complici e amanti, lui, il mio fedele braccio destro, era l'ultimo
della
lista! In quello mi hai davvero sorpreso, non c'è che
dire...”
“Quella
zucca vuota ha voluto
seguirmi di sua spontanea volontà. Io non gli ho fatto
proprio niente.”
“Lo
so, non sei il tipo che
seduce qualcuno per salvarsi la pelle... ti conosco troppo bene.
Più una
situazione è pericolosa e senza via d'uscita, più
ti ci butti a capofitto, solo
per dimostrare al mondo intero che non hai bisogno di nessuno e che te
la cavi
da sola.”
“Bravo.
Non ho bisogno di
nessuno, io! Paragas mi aveva persino proposto di scappare una
settimana prima
della mia esecuzione ma ho rifiutato. Morivo dalla voglia di scappare
proprio
durante essa, umiliandoti davanti a tutti e scatenando un pandemonio...
alla
fine, ha acconsentito ma mi ha dato una mano manomettendo leggermente
le mie
manette. Per carità, erano ancora belle strette solo che
erano un po' più
allentate... volevo provare a distruggerle con la mia forza prima della
mia
esecuzione, un vero e proprio azzardo. Pensa che c'era un'alta
probabilità che
non riuscissi a romperle ma, alla fine, ce l'ho fatta.”
“Ma
cosa sei, una masochista?”
“Diciamo
che, molto
semplicemente, amo buttarmi in situazioni estreme per trovare i miei
limiti.”
“Non
mi sorprende affatto che
tu abbia fatto quella fine...”
“In
ogni caso, il mio Broly si
è trasformato proprio in quella trasformazione e, proprio
come me, rischia di
morire da un momento all'altro.”
“Tale
madre tale figlio...”
“Fa
poco lo spiritoso,
Vegeta... lo sai anche tu quant'è micidiale e
pericolosa!”
“Certo!
Era qualcosa di così
spaventoso e allucinante che persino io, che sono duro e spietato, ho
avuto
pietà di te e ti ho uccisa subito per risparmiarti tutte
quelle atroci
sofferenze... e sto ancora aspettando i tuoi ringraziamenti.”
“Eccoli
qua: per ringraziarti
di avermi dato una morte rapida, mi aiuterai a salvare mio figlio. Come
vedi,
sono molto generosa...”
“CHE
COSA?! Scordatelo in
pieno, Kohra! Io non vado a salvare Broly! Il figlio è
tuo!”
“Guarda
che Broly sta
combattendo proprio contro il
tuo di
figlio!”
“Inventa
una scusa meno
patetica. Vegeta è morto da parecchi anni.”
“Guarda
che ne hai
due di
figli!”
Per
un attimo, Vegeta rimase
in silenzio, come se non sapesse di che diavolo stesse parlando, ma,
poi, con
una faccia scocciata, intuì: “Stai parlando del
mio secondogenito?”
“Esatto.
Se non sbaglio si
chiama Tarble.”
“Ah,
lui... beh, e allora?
Centra qualcosa?”
“Dalla
tua risposta, immagino
che non te ne frega niente di tuo figlio.”
“Brava,
hai colto nel segno.”
“Va
beh, le vostre questioni
di famiglia le lascio a voi. A me importa solo che mi aiuti con
Broly.”
“E
perché diavolo dovrei
aiutarti, Kohra? Ti ricordo che, più di una volta, hai
cercato di farmi fuori.”
“Perché
è anche
colpa tua se
mio
figlio si trova in quella pessima situazione! Quindi mi aiuterai, anche
perché
sei parecchio intelligente e potresti farmi comodo.”
“Spiacente
ma non ti aiuterò.
Non posso perdere tempo coi tuoi problemi! E da quel che ho capito
neanche tu
puoi perdere tempo, visto che il
tuo Broly
rischia grosso.”
Kohra
rimase immobile, mentre
faceva un sorriso divertito.
Vegeta
aveva ragione nel dire
che non c'era tempo da perdere con Broly... ma, sfortunatamente per
lui,
avrebbe dovuto seguirla.
Aveva,
infatti, un piccolo
asso nella manica... che avrebbe usato proprio adesso.
Infatti,
con sempre il suo
sorrisetto e l'aria di vittoria, gli disse: “Vedo che ne hai
di coraggio... per
uno che, quando era piccolo, per potersi addormentare aveva bisogno di
abbracciare un coniglio di peluche rosa!”
Sentendo
quella frase, Vegeta
sgranò gli occhi e sbiancò, sconvolto.
Dalla
sua reazione, Kohra capì
di averci preso in pieno.
Infatti,
Vegeta, rosso di
rabbia, le puntò il dito contro e le domandò:
“Chi ti ha raccontato questa
storia, eh?!”
“Prova
a indovinare! E' una
tua vecchia conoscenza!”
“Ma
l'unica a saperlo era...
oh no... lei!”
Kohra
lo guardò divertita.
Non
aveva mai visto Vegeta
così nervoso...
“Sì,
indovinato. E' stata
proprio lei. La dovresti conoscere bene, no?” lo
sfidò lei e il saiyan rispose:
“Certo che la conosco! Solo che non mi sarei mai aspettato
che dicesse cose del
genere!”
“Già...
sai, è stata felice di
rivelarmi il tuo piccolo segreto. Aveva un bel conto in sospeso con te.
Non
avrei mai sospettato che esistesse qualcuno che ti odiasse
più di me.”
Proprio
in quel momento,
mentre i due discutevano animatamente, un giovane dai capelli neri, i
quali
avevano una forma davvero particolare atterrò lì
vicino.
Ignorò
le voci che sentì a
pochi metri di distanza, probabilmente dovuti ad un incontro segreto o
ad un
regolamento conti... un classico.
Lui
era lì per tutt'altro
scopo: doveva trovare della legna per la sua casa.
Gli
affari degli altri erano
affari loro e lui aveva già una moglie e un figlio in un
altro settore degli Inferi,
mentre l’altro chissà dov’era finito,
molto probabilmente a fare il
santerellino nel Paradiso, a giudicare da quanto gli avesse scritto il
figlio
maggiore, di cui occuparsi...
Finalmente,
localizzò una
bella e poderosa quercia che faceva al caso suo.
Stava
per colpire l'albero con
un calcio quando, un'improvvisa voce femminile lo bloccò:
“Mi ha anche detto di
avvisarti... che se tu ti rifiuterai di aiutarmi, dirà ai
tuoi stupidi saiyan
il tuo segreto... vuoi che tutti sappiano cosa facevi da
bambino?”
“Chiudi
quella bocca! E'
successo soltanto una volta, quando avevo quattro anni!” le
rispose, stizzita,
una seconda voce, stavolta maschile.
L'uomo
aveva riconosciuto
subito quella voce maschile... ma non era possibile...
“A
me l'ha raccontata in modo
diverso ma fa lo stesso.” dichiarò la prima voce
mentre l'uomo si avvicinava
lentamente tra i cespugli per scoprire se si trattasse davvero di chi
pensava
lui.
Non
appena poté vedere i due
che discutevano animatamente restò di sasso.
Aveva
proprio ragione!
Quello
era il suo re e la sua
interlocutrice era... Kohra?!
La
saiyan ricercata?!
Ma
che ci facevano lì?!
E,
poi, di quale segreto
stavano parlando?!
L'unica
cosa che aveva capito,
dall'espressione facciale dei due litiganti, era che Kohra aveva appena
vinto
il loro misterioso duello dialogato e che Vegeta non poteva far altro
che
mugugnare furibondo.
“Se
ti rifiuti di aiutarmi, il
tuo piccolo segreto sarà di dominio pubblico.”
continuò, con un sorriso di
vittoria, la giovane donna e Vegeta, furibondo, si arrese:
“Mi hai convinto!
Non dirai nulla se ti aiuterò a salvare Broly,
vero?”
“Sì,
non preoccuparti...”
“Va
bene, allora dimmi dove
vuoi andare e partiamo subito! Prima finiamo questa pagliacciata meglio
è!”
“Vengo
anch'io!”
Vegeta
e Kohra, sorpresi da
quell'improvvisa intrusione nel loro discorso, si girarono per vedere
chi fosse
il disturbatore.
Si
trattava di un giovane uomo
saiyan, intuibile dalla lunga coda di scimmia, con su una vecchia
armatura
distrutta, abbinata a degli scaldamuscoli blu sulle braccia e una
profonda
cicatrice sulla guancia.
“E
tu da dove sbuchi?” domandò
Vegeta, seccato e preoccupato, in quanto non sapeva quanto quel tipo
avesse
sentito del suo discorso, e Kohra, dopo averlo osservato un istante in
silenzio, lo riconobbe senza parole: “Ma tu sei il capo di
quella squadra di
terza classe che mi ha trovata nella foresta e che poi mi ha portato,
per la
prima volta e contro la mia volontà, in
città!”
“Certo,
e mi ricordo ancora di
come tentammo di sconfiggerti! Eri una vera furia! Non ho mai visto un
saiyan
più scalmanato di te!”
“Ovvio,
nessuno mi dice chi
sono e chi devo essere!”
“Però,
io l'ho sempre saputo
che il tuo vero posto era in mezzo alla natura selvaggia... ho cercato
di
convincere gli altri di lasciarti libera ma non mi hanno
ascoltato...”
“Lo
so che volevi aiutarmi...
tu e anche quell'altra dal sorriso gentile... l'ho capito
dall'odore.”
“Beh,
mi sono sposato con
quella lì... abbiamo avuto anche due figli... peccato che
sono entrambi
morti... ma questa è la vita.”
Mentre
i due parlavano, Vegeta
osservava il nuovo arrivato.
Gli
sembrava di averlo già
visto...
Poi,
di colpo, ricordò.
“Ma
tu sei Bardack! Quel
saiyan di terza classe che ho incontrato su quel pianeta
desolato!” ricordò il
sovrano, senza parole “Eri venuto lì per cercare
la tua squadra scomparsa.”
“Sì...”
annuì Bardack scuro in
volto “Mentre tu volevi trovare le prove che Freezer stesse
tramando qualcosa e
spingere i saiyan alla rivolta. Peccato che ci siamo ritrovati faccia a
faccia
con una squadra di Freezer e subito dopo che l'avevamo annientata,
è arrivato
Freezer in persona.”
“Il
quale mi ha ammazzato...
speravo che almeno tu, che eri sopravvissuto, riuscissi a tornare su
Vegeta e a
scatenare la rivolta.”
“Credimi,
ci ho provato... ma
Freezer è stato veloce... sono riuscito, per il rotto della
cuffia, a tornare
sul nostro pianeta qualche istante prima di lui ma era troppo tardi per
organizzare una qualsiasi forma di battaglia. L'unica cosa che potevo
fare era
quella di cercare di fermare il suo attacco con tutta la mia potenza ed
è
quello che ho fatto! Se non sono riuscito a contrastarlo, non
è colpa mia! Almeno
ci ho provato!”
Proprio
in quel momento,
Kohra, la quale era rimasta in silenzio e in disparte, l'interruppe,
sgarbatamente: “Ehi, guarda che c'ero prima io! Un po' di
educazione!
Continuerete il vostro duetto non appena Vegeta avrà finito
di aiutarmi nel
salvare mio figlio!”
“Se
vuoi, posso aiutarti
anch'io a salvare Broly!” si propose Bardack mentre Vegeta lo
guardava come se
fosse completamente matto.
Lui
era stato costretto ad
aiutarla e quello lì si offriva volontario per seguirla?!
Kohra
alzò un sopracciglio,
dubbiosa ma, allo stesso tempo, interessata, e domandò:
“Sei forte in
combattimento?”
“Direi
di sì se sono
sopravvissuto ad uno scontro con Freezer in persona...”
“E
chi diavolo è Freezer?”
“Un
tizio davvero forte.
Persino più di suo padre, il quale ci ha sottomessi tutti
quanti.”
“Può
bastare. Se vuoi unirti a
noi due sei il benvenuto ma sappi solo questo: se mi crei qualsiasi
forma di
problema, ti mollo.”
“Se
i problemi te li creo io,
mi molli qui?” le chiese, pieno di fiducia, ma la donna
smorzò subito il suo
entusiasmo: “Levatelo dalla testa. La forza la possiede
anch'io ma la tua
intelligenza è davvero preziosa e unica. Sarei una stupida
se me la lasciassi
sfuggire!”
Vegeta
fece un ringhio
soffocato.
La
sua era una situazione senza
via d'uscita.
“Comunque,
voi due avete mai
sentito parlare del magazzino dove sono custoditi i biglietti aereo per
le
altre zone dell'inferno?” chiese Kohra e Vegeta
domandò: “Quello dove tutte le
anime possibili di questo postaccio del cavolo fanno la fila per
prenderne
uno?”
“Sì,
esatto. Proprio quello.
Dobbiamo andare laggiù e prendere tre biglietti per
l'inferno della Terra.
Vegeta, per questo ho bisogno di te. Trova una soluzione.”
Vegeta
sbuffò, in quanto
detestava essere trattato come un servitore, ma finché
quella selvaggia lo
ricattava... ma appena la situazione si fosse risolta, avrebbe fatto i
conti
con quella piccola vipera in gonnella!
Si
mise a concentrarsi sulla
piantina dell'edificio e su quello che accadeva fuori e dentro di
essa... finché
non trovò una soluzione.
“Ho
ideato un piano.”
dichiarò, dopo un po', l'uomo ai suoi due compagni
“Potrà sembrare assurdo e
ridicolo, ma credetemi è il metodo più veloce e
sicuro per ottenere quei
biglietti. Pertanto, dovrete fare come vi dirò di fare.
Esattamente
come vi
dirò di fare. Vi avverto fin da subito, così non
protestate quando saremo lì:
non vi piacerà per niente.”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
21:00
Broly
fece ruotare il povero
Beerus sopra la sua testa per poi buttarlo violentemente per terra.
Beerus
fece appena in tempo ad
aprire gli occhi e a guardare in alto che Broly gli si
schiantò addosso con i
piedi.
Dopodiché,
il saiyan, con un
balzo, il saiyan tornò sopra alla voragine e si mise a
lanciare delle onde di
energia finché non si generò una grande coltre di
fumo.
Da
quella coltre uscì Beerus,
furibondo, che sibilò: “E va bene, maledetto
saiyan... finora ho usato solo il
70% della potenza... ma adesso userò il 100%!”
Tutti
i presenti si
ammutolirono.
Quindi
in quel duello
avrebbero visto i pieni poteri del dio della distruzione... uno
spettacolo che
non si vedeva di certo tutti i giorni.
Beerus
si mise a urlare e
venne avvolto da un'aura di luce viola.
I
due Trunks e Tarble, gli
unici che potevano sentire avvertire la potenza del KI, era senza
parole e
tremanti dall'emozione.
La
potenza massima di
Beerus... superava quella di loro tutti messi insieme... probabilmente
non
esisteva, in tutta la galassia, un essere con un simile livello di
potenza.
Spazio
profondo
Settore
Sud, venerdì, 21:10
“Questa
potenza... ma è
Beerus?!” domandò un essere che sembrava un grosso
gatto parecchio grasso e
incredibilmente somigliante a Beerus, il quale si trovava sospeso in
una
galassia nera e priva di qualunque tipo di forma di vita, guardandosi
indietro,
incredulo.
La
donna che lo accompagnava,
la quale assomigliava, invece, come una goccia d'acqua a Whis, rispose,
guardando il suo bastone, anche quello simile a quello dell'angelo:
“E' proprio
lui, Lord Champa... sembra che stia combattendo con tutta la sua
potenza contro
un mortale sul pianeta Terra.”
“Davvero?
Curioso... persino
quando combatteva contro di me usava solo il 95%... se un semplice
mortale gli
ha fatto sprigionare tutta la sua energia, significa solo una cosa...
che a
furia di mangiare e dormire in continuazione si è impigrito
e adesso sono io
quello più forte!”
“Le
ricordo che non si trova
in un'ottima posizione per dire cose del genere... visto che
è da dieci secoli
che salta, con le scuse più assurde gli
allenamenti.”
“Smettila,
Vados! E comunque
questa situazione ci torna a nostro vantaggio.”
“Uh?
Sul serio?”
“Ma
certo! Sarà così impegnato
a combattere che non si accorgerà di noi e potremo
continuare la nostra ricerca
tranquillamente per un bel pezzo.”
“Un
ragionamento molto complesso,
Lord Champa... di sicuro le avrà fatto perdere un sacco di
calorie...”
“Sta
zitta, Vados! Quante
super sfere del drago abbiamo già raccolto?”
“Mh... quattro.”
“Bene,
allora approfittiamo di
questa piccola distrazione del mio caro gemello per trovare le
altre...” ghignò
Champa prima di volare a tutta velocità, sempre seguito
dalla fedele Vados, nel
profondo nero dello spazio.
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
21:11
Quando
smise di urlare e
caricare l'energia, Beerus lanciò uno sguardo di sfida e gli
fece un sorrisetto
saccente.
“Oh
cielo... ha proprio deciso
di fare sul serio...” commentò Whis, con un
sospiro.
Per
tutta risposta, Broly si
lanciò contro Beerus mentre lo stesso dio lo imitava.
I
due pugni collisero.
La
vera sfida stava per avere
inizio. |
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Capitolo 15 *** Andare fino in fondo ***
Capitolo
15: Andare fino in
fondo
Inferno
Confine
Settore Est, venerdì,
21:30
“E
non spingere! Siamo 543
prima di te!” informò, scocciato, l'individuo con
l'aureola in testa, al tizio
dietro di lui, il quale sbuffò, visibilmente, scocciato.
Era
da 36 ore che era in coda,
ma nessuno si decideva ad andare avanti... anzi, si era persino
aggiunta della
gente dietro di lui!
Sapeva
che quel posto era un
vero e proprio inferno... ma, in fondo, sapeva che le cose andavano
così, in
quel magazzino, ma non si lamentava.
Ciò
che era custodito in quel
posto era così prezioso che tutte le anime dannate di quella
sezione facevano
la fila, letteralmente.
“Scusa,
Vegeta... ma sei
proprio sicuro che questo sia il metodo più rapido per
rubare quei biglietti?”
domandò, un po' dubbiosa, l'anima con i capelli a forma di
palma e la
cicatrice, la quale si trovava, assieme ai suoi due compagni, in fondo
alla
fila ed erano, praticamente, gli ultimi, al tizio con la barba e i
capelli a
fiamma, il quale rispose, prontamente e con sicurezza:
“Certo, terza classe.
Grazie al mio piano, otterremo tutto ciò che vogliamo in
poco tempo. Te lo dico
io.”
Nonostante
la sicurezza del
compagno, Bardack era ancora parecchio sospettoso: “Ma noi
siamo in coda. E ultimi,
per giunta.”
“Proprio
per questo ce la
faremo.” rispose, ancora una volta, il re, con un sorriso di
vittoria.
Bardack
e Kohra si diedero
un'occhiata dubbiosa.
Proprio
come aveva previsto
Vegeta, quel piano sembrava, ai due saiyan, assurdo e senza senso.
Come
potevano pensare di
salvare Broly se stavano in fila?!
Vegeta
sembrò indovinare il
loro pensiero, in quanto dichiarò: “Capirete tutto
quando...”
Non
riuscì a terminare la
frase che si sentirono degli spari e un urlo: “Allarme!!! Al
ladro!!!”
“Ehi,
sparano!” si lasciò
sfuggire Bardack, il quale, assieme a Kohra, si voltò in
direzione del baccano
mentre Vegeta non si degnò nemmeno di voltarsi, come se la
cosa non lo
riguardasse minimamente.
Dalla
recinzione, uscì fuori
un'anima con una scatoletta di ferro mentre, tra i vari rumori di spari
si
sentiva un urlo: “Fermatelo!!!”
Vedendo
la cosa, le anime in
fila esclamarono: “Il primo della fila ce l'ha fatta!
“Ha rubato i biglietti!”
“E' stato il primo della fila!” “Ora
tocca a noi!”
Il
fortunato che aveva rubato
i biglietti, infatti, non poté fare molta strada
perché il secondo della fila
gli diede una botta in testa con un manganello e, mentre gli prendeva
la
scatola, esclamò: “Fermo! Eh eh! I biglietti sono
miei!”
“Miei, vorrai dire!”
esclamò il terzo della fila, colpendolo a sua volta e
prendendogli la scatola.
Ma
nemmeno lui poté cantare
vittoria a lungo perché il quarto lo colpì a sua
volta e gliela rubò, prima di
essere messo KO dal quinto e così via.
Nel
bel mezzo della notte, si
udivano colpi e frasi di questo tipo: “No! Sono miei!
Ohi!”
“Miei,
invece! Ouch!”
“Macché!
Miei! Urgh!”
Alla
fine, la scatola con al
suo interno i biglietti della discordia finì nelle mani del
penultimo della
fila, il quale, prima ancora di rendersene bene conto, si
beccò un pugno in
testa dal sovrano dei saiyan, il quale, rivolto ai suoi compagni
d'avventura,
dichiarò, soddisfatto: “E questo è
l'ultimo! Visto che conviene essere in
fondo?” “Altroché!” riconobbe,
divertito, Bardack.
Vegeta
non si smentiva mai.
Molto
probabilmente, sarebbero
stati in grado di assaltare quel magazzino e sistemare quelle anime da
strapazzo ma ci avrebbero impiegato molto tempo, oltre che un bello
spreco di
energia e il rischio che finissero nei guai con la legge... eppure
Vegeta era
stato in grado di creare un piano, all'apparenza assurdo e senza alcuna
speranza, in grado di ottenere i biglietti senza troppo sforzo.
Dopotutto,
era per questo che
era il loro re...
“Aspettate
un attimo, dovrei
avere qualcosa per aprirla...” fece Vegeta ma Kohra le
tirò un bel pugno,
rompendo la serratura e aprendo la scatola.
“Come
non detto.” fu tutto
quello che disse Vegeta, con un leggero tono scocciato.
Quella
lì non aveva proprio
alcun concetto della misura...
Kohra
tirò fuori dalla scatola
tre biglietti e fece un sorriso di trionfo.
Grazie
a quei biglietti,
avrebbe raggiunto e salvato Broly molto presto...
Mentre
la donna osservava i
biglietti, piena di speranze, Vegeta fece per prendere la scatola.
Se
avesse venduto quei
biglietti, avrebbe potuto guadagnare qualcosa...
Sfortunatamente,
essa venne
presa da Bardack che la lanciò verso il magazzino ed
atterrò proprio dall'altra
parte della rete metallica.
“Ma
sei matto?!” gli urlò,
adirato, il sovrano e Bardack rispose, con calma: “Ci
servivano solo tre
biglietti. Io sono contrario a fare questa roba, a differenza tua che
da vivo
rapinavi persino i morti, ma per questa volta ho fatto un'eccezione
perché c'è
una persona in pericolo e voglio salvarla. Però, il resto
dei biglietti torna
da dove è venuto.”
Vegeta
fece per dirgliene
quattro ma l'urlo di Kohra li fece smettere all'istante:
“Piantatela di
litigare, brutti idioti! Guardate che ho una fretta del diavolo, in
quanto mio
figlio rischia di morire da un momento all'altro!”
I
due fecero uno sbuffo poi si
alzarono in volo e seguirono Kohra.
“In
ogni caso, i biglietti
sono nostri!” dichiarò, soddisfatto, Bardack
mentre la donna, con un
sorrisetto, annuiva: “Certo! Eh eh! E sapremo usarli come si
deve!”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
21:36
Broly
venne colpito dal pugno
di Beerus prima che se ne rendesse bene conto.
Sentì
che gli si mozzava il
fiato.
Il
dolore era davvero
atroce...
“Sei
già sfinito per un misero
pugno?” lo provocò Beerus “Guarda che,
in confronto a quello che sta per
arrivarti, non è proprio niente...”
Dopo
avergli detto ciò,
infatti, cominciò a pestarlo violentemente allo stomaco e,
poi, gli lanciò un
pugno sulla guancia, così potente da farlo cadere per terra.
“Allora
che ti avevo detto?”
lo sfidò il dio, divertito, e Broly, per tutta risposta, si
rialzò in piedi.
“Mh?
Sei ancora tutto intero?
Sei davvero robusto, te lo concedo.” dichiarò
Beerus, prima di fiondarsi contro
il nemico per riprendere la sua battaglia.
Broly
si mise ad ansimare
profondamente.
Quello
era davvero forte...
ma, in ogni caso, non aveva alcuna intenzione di arrendersi e di venire
sconfitto!
Doveva
vendicare suo padre!
A
qualunque costo!
Inferno
Aeroporto
del Settore Est,
venerdì, 21:40
“Bene.
Secondo l'orario
partiremo tra cinque minuti e il computer afferma che il nostro aereo
possiede
anche la prima classe. Forse questo viaggio non sarà una
perdita totale...”
meditò Vegeta guardando il gigantesco tabellone elettronico
davanti a loro ma
Bardack gli ricordò: “Vegeta, i nostri biglietti
sono per la classe turistica.”
“E
secondo te, l'ultimo re dei
saiyan deve stare in una misera classe turistica?”
“Se
non hai un biglietto per
la prima dovrai accontentarti.”
“Ho
i miei sistemi per
ottenerlo. Se vuoi stare nella classe turistica stacci, ma io me ne
vado nella
prima!”
“Nella
prima classe si mangia
bene?” domandò Kohra e, prima che Vegeta potesse
bloccarlo, Bardack ammise:
“Certo, se è la prima significa che le cose sono
migliori.”
“Allora
ci vengo anch'io! Usa
i tuoi sistemi per farmi finire in prima classe!”
Vegeta
fece uno sbuffo.
Maledetta
rompiscatole
selvaggia...
Bardack
rimase in silenzio.
Non
gli andava per niente di
stare in prima classe ma era meglio non dividersi, anche
perché c'era il
rischio di perdersi e di sprecare un mucchio di tempo prezioso...
“A
questo punto, non mi rimane
che andare con voi nella prima classe!” mugugnò il
ragazzo prendendo una
manciata di patatine dal sacchetto che aveva in mano e mangiandosele
con gusto.
Vegeta
fece un ringhio
soffocato.
Non
sarebbe mai riuscito a
starsene tranquillo... lui detestava terribilmente dover viaggiare con
qualcuno... gli dava fastidio!
Inoltre,
il piano che aveva
progettato, ossia quello di svignarsela di nascosto, era sfumato.
Kohra
non gli avrebbe mai
permesso di farla franca e scappare, permettendo così che il
suo povero tesoro
morisse... cominciava a pentirsi amaramente di aver spedito quel
moccioso su
quel pianeta desolato, Vampa...
All'epoca
gli era sembrata una
buona idea ma adesso...
E
chi se lo aspettava che
quella madre a tempo pieno di Kohra facesse un pandemonio simile per
poterlo
salvare?!
E,
poi, la colpa era di quel
deficiente del suo uomo, Paragas che l'aveva fatto finire in quel
casino... ma
lui che centrava?!
“Va
bene... voi aspettate qui
mentre io mi sistemo con quel tipo lì.”
dichiarò Vegeta, indicando un tizio in
divisa dietro ad un bancone, per poi dirigersi verso di lui e
cominciando a
parlare con energia, anche se i due compagni non riuscivano a sentirlo
a causa
della lontananza.
Bardack,
pertanto, si limitò a
tornare al suo pacchetto di patatine ma, quasi subito, si accorse che
Kohra lo
osservava con curiosità.
“Scommetto
che vuoi le mie
patatine.” indovinò il saiyan e la ragazza
annuì: “Sì, dammele!”
“Facciamo
così: io ti do il
pacchetto ma tu, in cambio, mi riveli un certo segreto.”
“Quale
segreto?”
Bardack
diede una veloce
occhiata a Vegeta, per assicurarsi che stesse ancora litigando, poi,
abbassando
la voce, disse: “Vegeta ha accettato di venire con noi solo
perché l'hai
minacciato di rivelare un suo segreto. Di solito è lui che
ricatta gli altri...
e io sono proprio curioso di sapere qual'è il più
grande e imbarazzante segreto
del re dei saiyan.”
“D'accordo,
apri bene le
orecchie: sto per farti una confessione colossale.”
Inferno
Settore
Est, venerdì, 21:41
“Bene!”
esultò la giovane
ragazza chiudendo il rubinetto della vasca e, dopo essersi svestita,
scivolò
nell'acqua calda piena di schiuma.
Sorrise
soddisfatta.
Era
proprio ciò che ci voleva
dopo una dura giornata... in fondo, era pur sempre una fanciulla e,
come tale,
doveva mantenersi pulita, anche se era morta da parecchi anni...
Mentre
si lavava con una
spazzola, sentì il telefono vicino alla vasca suonare
rumorosamente.
Sbuffando
prese la cornetta e
domandò, scocciata: “Pronto?”
“Chi
diavolo ti ha dato il permesso
di rivelare i miei segreti?!” le domandò,
iraconda, una voce maschile
dall'altra parte della cornetta.
Sbuffò,
scocciata.
Possibile
che quando voleva
rilassarsi, c'era sempre qualche scocciatore?!
Lui,
poi, era il peggiore di
tutti...
Il
lato positivo era che se la
chiamava, Kohra doveva avergli rivelato che sapeva del suo piccolo
imbarazzante
segreto e lei era sempre contenta quando lui o un altro del suo popolo
di
barbari si trovasse nei casini...
“Non
pensavo di fare nulla di
male... anzi, ero convinta che ti fossi dimenticato di
Pinky...” ridacchiò la
giovane prima che la voce ribattesse: “Fatti i fatti
tuoi!”
Anche
se non poteva vederlo,
sapeva benissimo che era diventato rosso per la vergogna...
“In
ogni caso, sappi che per
colpa della tua bravata sono costretto a fare un viaggio da chiodi per
salvare
il figlio di una tizia che odio...” continuò la
voce, arrabbiata, e la giovane
non riuscì a trattenersi dall'interromperlo:
“Guarda che cambiare aria ti farà
sicuramente bene... soprattutto a quel tuo brutto
carattere...”
“Brutta
rompiscatole in
gonnella! Aspetta che torni da questo viaggio del cavolo e te le suono,
mi hai
capito?!”
La
ragazza strinse con rabbia
la cornetta.
Ma
chi diavolo si credeva di
essere quel dannato scimmione?!
“E
STA UN PO' ZITTO!!! GUARDA
CHE SONO IMPEGNATA IN UN'ATTIVITA' CHE PER ME E' DI VITALE
IMPORTANZA!!!
PERCIO' NON ROMPERE, CHIARO?!?!” gli strillò,
esasperata, la giovane,
chiudendo, rumorosamente e con rabbia, la conversazione.
Inferno
Aeroporto
del Settore Est, venerdì,
21:43
Vegeta
fece una smorfia di
rabbia.
Quella
strega gli aveva
sbattuto il telefono in faccia?!
Purtroppo,
il suo aereo stava
per arrivare e non aveva il tempo di ritelefonarle... ma si sarebbe
fatto
risentire, altroché!
Vegeta,
cercando di contenere
la sua rabbia, ritornò dai suoi compagni, sventolando i
biglietti che era
riuscito ad ottenere, unica consolazione: “Ok, è
tutto pronto. Possiamo
andare.”
Stava
per dirigersi allo scalo
quando notò che Kohra stava mangiando un pacchetto di
patatine che gli sembrava
familiare...
“Ma
quelle sono le patatine di
Bardack! Come mai te le ha date?” domandò,
incuriosito e sospettoso, il saiyan
e la ragazza, facendo le spallucce, dichiarò:
“Siamo diventati amici.”
Vegeta
lanciò uno sguardo
all'altro, il quale, dopo averlo guardato un attimo, chiuse gli occhi e
mise
una mano sulla bocca, come se stesse cercando, invano, di trattenere le
risate.
Seccato,
dichiarò, prima di
allontanarsi: “Beh, dì al tuo amico di smetterla
di fissarmi! Mi sta dando il nervoso!”
Una
volta che Vegeta si fu
allontanato, Kohra ricordò a Bardack: “Ehi, tu.
Avevi detto che saresti stato
perfettamente in grado di trattare Vegeta come al solito, nonostante
conoscessi
il suo segreto.”
“Scusa,
ma adesso che lo
conosco non riesco più a guardarlo senza
ridere...” ammise, divertito, il
saiyan per poi aggiungere: “Chi avrebbe mai immaginato che
l'orgoglioso, freddo
e spietato re dei saiyan avesse bisogno di un coniglietto rosa per
dormire
quand'era piccolo?! Nemmeno mio figlio Radish ne aveva
bisogno...”
“Proprio
per questo ha
accettato di aiutarmi a salvare mio figlio.”
I
tre saiyan si diressero
verso la pista, piena zeppa di aerei malridotti assieme alle altre
anime dell’inferno
e notarono numerosi orchi che, col megafono, davano un sacco
d’indicazioni ai
viaggiatori:
“Il
gruppo A venga da questa parte! Io sarò la vostra guida
nell’Inferno del settore ovest!”
“Restate
in fila, per cortesia, e non spingete.”
“I
posti sono numerati, ciascuno si sieda al proprio posto e si
allacci la cintura di sicurezza.”
“Certo
che questi aerei sono messi maluccio…”
commentò Kohra,
mentre Vegeta le rispondeva, seccatamente: “Siamo
all’inferno, mica al
paradiso, Kohra! Figuriamoci se dei criminali come noi avrebbero degli
aerei
nuovi di zecca…”
A renderlo di
cattivo umore era il sospetto che quelli del banco
l’avessero infinocchiato… se quegli aerei erano
ridotti così, di certo la Prima
Classe non doveva essere un granché…
“Dunque,
secondo il biglietto, il nostro aereo è… quello
lì.” Dichiarò
Bardack, indicando un piccolo aeroplano in fondo alla pista e
vedendolo, Vegeta
protestò: “Ma è quello messo peggio
dell’intero aeroporto!”
Nonostante
le lamentele di Vegeta,
i tre saiyan salirono sull'aereo e mentre prendevano posto, Vegeta
domandò a
Kohra: “Quando arriveremo in quel settore, sai come fare per
raggiungere il
mondo dei vivi?”
“Ho
quest'indirizzo.” annunciò
Kohra, tirando fuori dalla borsa un foglio di carta e mostrando ai
compagni un
annuncio pubblicitario.
“Guarda
che ci sono varie
possibilità che quell'annuncio non porti a
niente...” le fece notare Vegeta e
la ragazza insistette, decisa: “Non m'importa! Sono pronta a
tutto pur di
salvare mio figlio!”
“Sei
curiosa, Kohra... di
solito alle madri saiyan non interessa niente dei propri
figli...”
“Io
ho vissuto con gli animali
dopo che mi avevano abbandonata in mezzo alla foresta, convinti che
questo
sarebbe bastato a farmi fuori... è stata una femmina di una
specie pericolosa a
trovarmi e a proteggermi... aveva appena perso il suo cucciolo, in
quanto era
nato prematuro ed era caduta in depressione... poi ha trovato me, la
quale ero
sola ed ero appena stata abbandonata dai miei simili... mi amava e mi
trattava
come se fossi una dei suoi cuccioli... nonostante fosse chiaro come il
sole che
ero totalmente diversa da lei e dalla sua specie... fu grazie a lei se
venni
accettata dai suoi simili.”
“Eh
già... quando ci fu
quell'attacco, tu sei stata l'unica a non aver paura di quell'animale e
tutti
sono rimasti increduli quando ti sei messo tranquillamente ad
accarezzarlo e
quello strofinava il suo gigantesco muso su di te.”
“Certo,
era mio fratello.”
“Piuttosto
grosso tuo
fratello...” commentò Bardack mentre Vegeta
affermava: “Mi sorprende che ti
avesse riconosciuta...”
“Non
è mica tanto strano.
Spesso mia madre mi dava un sacco di fratellini o sorelline... mi sono
sempre
occupata di loro come potevo ma la mamma ci accudiva, giocava sempre
con noi,
mangiavano tutti insieme, da piccoli con il suo latte mentre da grandi
con la
carne cacciata da lei, ci facevamo sempre le coccole e ci difendeva
sempre
dalle altre bestie pericolose che ci volevano uccidere e mangiare,
soprattutto
io, dato che ero una saiyan e, per istinto, mi consideravano qualcosa
da
mangiare. Poi, anche volte, volavamo tutti insieme nel cielo blu. Io,
all'epoca, non sapevo volare, quindi salivo in groppa alla mamma e
spesso mi sdraiavo
sul suo manto soffice e mi addormentavo, cullata dal vento e dai versi
di mia
madre e dei miei fratelli e sorelle. Lei non era la donna che mi ha
messa al
mondo ma per me è sempre stata mia madre... credo che sia
grazie a lei e alle
sue cure se do una così grande importanza alla salvezza di
mio figlio... forse
è una cosa strana per i saiyan ma per me è la
cosa più normale del mondo.”
I
due saiyan rimasero in
silenzio a osservarla.
Poi,
però, la ragazza,
grattandosi i capelli ribelli, dichiarò, con noncuranza:
“Però, non mi
aspettavo che quando aspetti un bambino, diventi grassa... è
stata una vera
sorpresa.”
Vegeta
sgranò gli occhi,
sorpreso da quell'affermazione, per poi domandare: “Ma
scusa... tu non sapevi
che le donne incinte...?!”
“Certo
che non lo sapevo!”
“Ma
sei una donna! Queste cose
le dovresti sapere!”
“Senti,
quando mia madre
aspettava i cuccioli, non mi ero mai accorta che diventasse grassa! Ho
imparato
da lei altre cose ma di certo non questo!”
“E
cosa... cosa hai pensato
quando hai notato che ti stava crescendo la pancia?”
“Beh,
all'inizio pensavo che
avessi mangiato troppo e che sarei diventata come una di quei saiyan
grassi o
che avessi inurgitato per sbaglio qualcosa di vivo, dal momento che
sentivo
muoversi qualcosa dentro di me... poi, un giorno, Paragas mi ha
raggiunto e
quando mi ha vista mi ha domandato se non stessi aspettando un bambino.
Così è
saltato fuori che ero incinta.”
“Non
faccio commenti...” fu
tutto quello che dichiarò Vegeta.
Sapeva
che Kohra non era
normale ma fino a quel livello... però era anche vero che
aveva vissuto in una
foresta fin dalla giovinezza...
“Ma
sul serio le donne
diventano grasse quando aspettano i bambini?”
domandò, incredulo, Bardack e,
ancora una volta, Vegeta rimase senza parole.
Non
era possibile... anche
lui?!
“Ma
tu non hai due figli?”
domandò il sovrano, cercando di contenersi, e l'altro
rispose: “Certo. Perché?”
“E
non ti sei mai accorto di
come diventava tua moglie durante la gravidanza?!”
“E
come potevo? In entrambe le
occasioni, Gine m'informava che avremmo avuto un figlio alla vigilia
della mia
partenza per una campagna militare e quando tornavo il bambino era
già nato da
un pezzo. Però, adesso che mi ci fai pensare, avevo notato
che Gine era
diventata leggermente grassa durante la sua seconda
gravidanza…”
Vegeta
era senza parole.
Ma
solo lui era l'unico sano
di mente in quel gruppo di sbandati?!
Finalmente,
l'aereo decollò e,
mentre volavano, Bardack non continuava a guardare fuori dal finestrino
il
panorama, tanto da commentare: “Urca, che
spettacolo… però che strano… come fa
a volare una cosa così grande se non è
biologica?”
“Bifolco.”
Lo apostrofò
Vegeta, guardandolo in malo modo, distogliendo lo sguardo dalla rivista
offerta
dal personale di volo, per poi sbuffare: “Ah…
il nostro aereo è un
catorcio! Perché ci è toccato prendere questo?! I
sedili sono scomodi, le
cinture ruvide e le riviste di tre secoli fa! Accidenti… io
volevo viaggiare su
uno di quelli moderni, con la prima classe che è davvero una
prima classe…”
“In
effetti, questo coso è molto più lento di mia
madre… comincio
a non poterne già più!” ammise la voce di
Kohra, seduta nel sedile dietro di loro, la quale poi
domandò ai due: “Manca
molto? Quando si arriva?”
“Non
ne so niente, Kohra!
Rilassati una buona volta e goditi il viaggio!” le rispose,
scocciato, Vegeta.
Sfortunatamente,
la frase non
sembrò affatto calmare Kohra.
La
giovane donna, infatti, si
alzò dal suo posto e cominciò a camminare nel
corridoio, visibilmente irritata.
“Ma
dove sta andando?” si
domandò Bardack e Vegeta, guardando dal finestrino, rispose,
scocciato: “Ma chi
se ne importa!”
Kohra
si diresse verso una
porta e, una volta aperta, scoprì che era arrivata nella
sala comandi.
“Manca
molto? Quando si
arriva?” domandò la ragazza e il povero pilota
sobbalzò per la sorpresa e lo
spavento.
Aveva
appena ripreso fiato che
Kohra uscì dalla stanza e cominciò a chiedere a
tutti i passeggeri: “Manca
molto? Quando si arriva?”
Vedendola,
Vegeta si mise una
mano sulla fronte per poi sussurrare, esasperato:
“Sarà un viaggio molto
lungo...”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
21:50
“Mi
spiace ma quando raggiungo
il 100%, nessuno è più in grado di battermi...
anche se ammetto che sei stato
un avversario davvero niente male...” ammise Beerus
osservando il suo
avversario, il quale era steso per terra, sconfitto.
Il
dio allungò la mano davanti
a sé e preparò una sfera d'energia viola,
aggiungendo: “Non ho mai incontrato
un avversario che mi ha messo più in crisi di te... dopo
Whis, sei il nemico
più forte con cui abbia mai combattuto... anche se adesso ti
distruggerò, sappi
che ti sei guadagnato il mio rispetto...”
Dopo
aver detto quelle parole,
lanciò con tutta la sua forza la sfera, urlando:
“Addio e a mai più
rivederci!!!”
Ma,
proprio quando la sfera
stava per colpirlo, il saiyan aprì gli occhi e, con un urlo
disumano, venne
avvolto da un'energia verde che fece allontanare la sfera.
“Ma
cosa...?!” esclamò Beerus
mentre Broly continuava ad urlare.
Non
avrebbe perso contro
l'assassino di suo padre... sarebbe stato lui a sconfiggerlo!
Sarebbe
andato fino in fondo
per ottenere la sua vendetta.
“Oh,
cielo.” commentò Whis a
quello spettacolo e, sentendo quell'affermazione, Bulma gli
domandò,
preoccupata: “Che succede?”
“Beh,
credo che il pensiero di
essere sconfitto, abbia appena fatto rompere il suo guscio personale
dei suoi
limiti.”
“E
questo è un bene?”
“Se
per bene intendi che la
sua forza, adesso, è molto superiore a quella di Lord Beerus
e che sarebbe
capace, da solo, di distruggere questo pianeta e ucciderci tutti con un
semplice pugno... allora sì. E' un bene.”
Mentre
Bulma faceva una
smorfia di paura e sgomento, Broly smise di urlare e il suo aspetto
fece
tremare i suoi avversari.
La
sua corazza si era
frantumata in mille pezzi, rivelando il suo torso nudo e pieno zeppo di
cicatrici, il quale sembrò diventare più
massiccio e muscoloso mentre i capelli
diventavano verdi.
Prima
che Beerus poté capire
che diamine fosse successo all'avversario, Broly gli si parò
davanti e, con una
sfera d'energia verde generata dal suo petto, lo colpì in
pieno, facendolo
arretrare.
Beerus
rimase esterrefatto.
Quell'attacco
era davvero
potentissimo.
Senza
dargli un attimo di
tregua, Broly colpì Beerus con una ginocchiata in pieno
stomaco e, mentre il
dio della distruzione tentava di riprendere fiato, il saiyan lo
afferrò per la
testa e la lanciò contro una roccia, distruggendola.
Prima
che Beerus potesse
rialzarsi, Broly lo prese per la coda e cominciò a sbatterlo
da tutte le parti.
“Beerus
è in difficoltà!
Dobbiamo aiutarlo!” esclamò Trunks ma Whis,
prontamente, lo bloccò: “Pessima
idea.”
“Eh?!
Che intendi Whis?”
“Beerus
è molto più resistente
di quello che voi crediate. Potrà tranquillamente resistere
per più di due
ore.”
“E...
non dovremmo aiutarlo?”
“Certo.
Ma penso che sarebbe
molto più fruttuoso se tu, l'altro Trunks e Tarble ve ne
resistiate qui
tranquillamente a riprendere fiato. Così, quando
combatterete di nuovo, sarete
al massimo dell'energia mentre Broly, al contrario, sarà
molto stanco. Inoltre,
potrete avere l'opportunità di studiare il suo stile. Che ne
pensate?”
I
diretti interessati si
guardarono negli occhi, increduli...
Forse
l'idea di Whis non era
tanto male...
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Capitolo 16 *** Alla ricerca di Baba ***
Capitolo
16: Alla ricerca di
Baba
Inferno
Cielo
degli Inferi del Settore
Nord, venerdì, 22:15
“Insomma,
questo catorcio non
può andare più veloce?! Si muova!!!”
strillò, furiosa, Kohra al povero pilota,
il quale, terrorizzato a morte, balbettava: “C-c-ci
provo…”
Non
appena ebbe ricevuto
quella frase, Kohra uscì dalla sala comandi e si sedette al
suo posto, nervosa
al quadrato.
Qualche
minuto dopo, una
giovane hostess dichiarò: “Atterreremo
fra pochi minuti, quindi
consigliamo caldamente a tutti di allacciarsi la cintura di sicurezza
e...”
“Davvero?!
E dove esattamente?!” strillò subito Kohra e la
povera hostess, indicando il finestrino le rispose: “Eccolo,
è laggiù.”
“Sì,
ma dove esattamente?”
“Aspetti,
un attimo, ora glielo mostro…” fece la hostess e,
avvicinandosi
al finestrino di fianco a Bardack disse: “Vedete? Quello
è l’aeroporto della
zona nord.”
“Che
cosa?! Quel puntino?! Ma è piccolissimo!”
sbottò Vegeta,
mentre Bardack commentava: “Certo che tu non sei mai
contento, Vegeta…”
Pochi
minuti dopo, il piccolo
aereo scassato cominciò a planare sulla pista mezza scassata
e ruvida, e, osservandola
dal suo finestrino, Kohra domandò, incuriosita:
“Ma pensate che sia sicuro
atterrare su quella pista?”
“Ma
di che ti preoccupi?
Questo aereo è molto più malandato.” le
rispose, distrattamente e con tono
stanco, Bardack e la giovane donna rispose: “Ah, allora va
bene...”
L'aereo
cominciò allora a
planare delicatamente e, nonostante le tremende vibrazioni generate
dalle
pessime condizioni della pista d'atterraggio, l'aereo riuscì
ad atterrare
perfettamente.
La
prima ad uscire dall'aereo
fu Kohra la quale, una volta scesa dalla scala, esclamò:
“Finalmente! Non ne
potevo più!”
“NEANCHE
NOI!!!!!” urlarono,
adirate ed esasperate, tutte le anime presenti sull'aereo, compresi
Bardack,
Vegeta e persino il pilota.
Era
stato il volo più tremendo
della loro vita... Kohra non aveva fatto altro che ribaltare l'aereo
domandando
a chiunque le capitava a tiro, persino il pilota: “Manca
molto? Quando si
arriva?”
Tra
le sue vittime c'erano
stati anche Bardack e Vegeta.
Per
proteggerle da quella
cantilena, il primo si era infilato gli indici nelle orecchie mentre il
secondo
aveva preso dei cuscini e, attraverso essi, se le era tappate.
Nonostante
i sistemi, ciò non
aveva impedito alla ragazza di molestarli... fortunatamente, erano
arrivati...
“Bene
e adesso cerchiamo
questa vecchia strega!” borbottò Vegeta, uscendo
dall'aeroporto, visibilmente
di pessimo umore.
Una
volta usciti, i tre
localizzarono un taxi e, non appena s'infilarono dentro, Kohra,
mostrando il
suo foglietto di carta, dichiarò: “Ci porti a
quest'indirizzo.”
“Come
desidera.” annuì,
annoiato, l'uomo.
Poco
dopo, il tipo fermò il
taxi davanti ad un edificio diroccato e, mentre Vegeta pagava, Bardack
e Kohra
uscirono dal veicolo.
Era
davvero brutto e
spettrale... il posto perfetto per una strega...
“C'è
nessuno?” domandò
Bardack, guardandosi attorno ma non c'era anima viva.
“Ve
lo dico io come stanno le
cose...” sbuffò Vegeta, che nel frattempo li aveva
raggiunti “Questo posto è
stato chiuso per mancanza di clienti.”
“Come
fai a dirlo?” domandò,
incuriosito, Bardack e il re, indicando un cartello messo sulla porta,
rivelò:
“Leggi quel cartello.”
Il
saiyan fece come gli era
stato detto e lesse: Chiuso
a tempo indeterminato per lavori di ristrutturazione
“Ma
c'è scritto che lo stanno
ristrutturando...” fece notare Bardack ma Vegeta
l'interruppe: “A casa mia, il
significato di quel cartello è molto semplice: mancavano i
clienti, così
l'hanno chiuso. Basta guardare la data scritta in piccolo per
capirlo...”
Dopo
che il compagno aveva
detto quelle parole, Bardack si avvicinò ad una finestra
mezza rotta e diede
un'occhiata all'interno.
Era
tutto buio e i mobili
erano in disordine.
“Mi
sa che qui non c'è
nessuno...” meditò Bardack e, proprio in quel
momento, una voce, che sembrava
trovarsi sopra alle loro teste esclamò: “Errore!
Ci sono io!”
I
tre alzarono lo sguardo e
videro un piccolo vecchio pelato, con la barba bianca e gli occhiali da
sole,
seduto sul tetto della casa disabitata.
Con
un salto, il vecchio
atterrò davanti a loro e domandò:
“Buongiorno. Desiderate?”
“Beh,
sì. Staremmo cercando
una certa Baba. Credo che sia una strega... comunque pare che possa
portare dei
defunti nel mondo dei vivi... saprebbe dirci dove possiamo trovarla,
per
favor... eh?!” spiegò Bardack ma s'interruppe non
appena notò che il vecchio
aveva oltrepassato sia lui che Vegeta.
Entrambi
si voltarono e videro
che si era messo a gironzolare intorno a Kohra, come se la stesse
osservando e
ammirando per bene in tutte le angolazioni possibili.
Per
tutta risposta, la giovane
donna assunse un'espressione seccata e scocciata che dedicò
tutta a quello
strano vecchio.
“Uuuh,
ma che bella
signorina... erano anni che non passava una bella giovane da queste
parti...
spero proprio che avremmo occasione di conoscerci meglio...”
dichiarò il
vecchietto, visibilmente eccitato, intuibile anche dal sorriso ebete e
dal fumo
che gli usciva dal naso, come se fosse una locomotiva in partenza.
“Ehi,
Kohra. Mi sa che hai
trovato un pretendente.” la schernì Vegeta e la
ragazza ribatté, prima di dare
uno schiaffo alla guancia al seccatore, simile al gesto di scacciare
una mosca:
“Te lo sogni!”
Il
povero vecchietto fece un
volo e centrò in pieno la casa, sfondando persino il muro,
dopo averla fatta
tremare un attimo.
Ci
volle un paio di minuti
perché il vecchio, con un enorme cerotto sulla testa, si
riprendesse.
Ad
un tratto, il vecchio
osservò i due uomini presenti ed esclamò,
sorpreso: “Ma voi due... siete
identici a Goku e a Vegeta!”
“Goku?”
ripeté, sorpreso,
Bardack mentre Vegeta, il quale aveva capito subito di chi stava
parlando il
vecchio, rispose: “E' mio figlio.”
Lo
strano uomo, si grattò la
testa pelata e commentò: “Ma guarda che
sorpresa...”
“Senti,
vecchio! Dimmi dove
posso trovare Baba! Devo tornare nel mondo dei vivi per salvare mio
figlio!”
gli urlò Kohra, sempre più nervosa e agitata.
Il
suo piccolo Broly rischiava
di esplodere in mille pezzi da un momento all'altro... e lei era
lì bloccata da
un maniaco!
L'uomo,
risistemandosi gli
occhiali da sole, annunciò: “Capisco... purtroppo
Baba non è in casa...”
“E
dove posso trovarla?!”
“Credo
che sia andata in un
villaggio vicino alle scogliere a 50 km a ovest da qui per una
previsione del
futuro a domicilio... da quando mia sorella ha chiuso con
l'attività dei
lottatori, abbiamo dovuto un po' arrangiarci...”
Kohra
fece uno sbuffo, poi,
facendo un gesto ai compagni, ordinò: “Dai,
muoviamoci, lumache! Dobbiamo
trovarla!”
Inferno
Scogliere
del Settore Nord,
venerdì, 22:30
“Trovato
qualcosa?” domandò
Kohra e Bardack, il quale, si era messo a guardare dietro ad un masso
della
grande scogliera, scosse la testa: “Niente da fare... qui non
c'è niente!”
“Beh,
continuiamo a cercare!”
sbottò la donna, mettendosi a perlustrare una
cavità nella roccia.
Da
quello che aveva sentito,
da quelle parti c'era un sentiero che portava al villaggio... ma
lì vedeva
soltanto rocce e nessuna persona, ad eccezione di un centinaio di
gabbiani che
aveva nidificato lì...
“Ehi,
ho trovato la strada.”
annunciò, ad un tratto, Bardack e Kohra, entusiasta,
gridò: “Davvero?!”
La
ragazza volò a tutta
velocità verso il compagno con la cicatrice ma, siccome non
guardò dove stava
andando, andò a scontrarsi proprio con Vegeta, il quale
stava, a sua volta,
raggiungendo Bardack.
Il
rumore che provocarono
spaventò molti uccelli, i quali si alzarono in volo e
passarono di fianco a
Vegeta e Kohra, nascondendoli completamente.
Una
volta che gli uccelli se
ne furono andati, la donna, i cui capelli erano tutti spettinati e
pieni di
piume d'uccello, protestò, adirata: “Possibile che
non guardi mai dove vai,
Vegeta?!”
“Ma
senti chi parla! Guarda
che sei stata tu a venirmi addosso!” protestò, a
sua volta, il sovrano, anche
lui coi capelli arruffati e pieni di piume.
“E
allora dovevi avere dei
riflessi un po' più reattivi!” ribatté
la giovane, furibonda, e Vegeta
dichiarò: “E allora tu cerca di rallentare quando
voli!”
“Insomma,
basta, coi due! E da
quando siete partiti che non fate altro che litigare! Volete
sì oppure no che
vi mostri la strada?!” l'interruppe, scocciato, Bardack.
Cominciava
francamente a non
poterne più dei loro continui litigi...
I
due saiyan volarono
sull'altura dove si trovava il compare, tutta verde e piena di nidi di
gabbiani, e notarono che Bardack stava indicando una stradina di terra
e
pietra.
“Bene,
ormai non manca
tanto...” meditò Kohra cominciando a togliersi la
polvere dal suo vecchio
cappotto e le piume dei capelli “Però come vorrei
poter raggiungere subito mio
figlio... mi sentirei molto più tranquilla...”
“Mio
figlio Radish mi ha
raccontato che sulla Terra esistevano delle sfere magiche capaci di
esaudire
qualsiasi desiderio...” ricordò, all'improvviso,
Bardack mentre Vegeta diceva:
“Probabilmente c'era un namecciano lì... ho
sentito che gli abitanti di Namecc
possedevano dei poteri straordinari e che, un tempo, fossero legati a
noi
saiyan...”
“Comunque,
questa storia dei
desideri m'interessa... mi sarebbe piaciuto esprimere un desiderio ad
un drago
magico da vivo… se ne avessi l’occasione, tu che
desidero vorresti esprimere,
Vegeta?” domandò Bardack, incuriosito, e il
sovrano, voltandosi, a braccia
incrociate, a guardare da un'altra parte di schiena,
dichiarò: “Non sono affari
tuoi!”
In
realtà, se ne avesse avuta
l'occasione, sapeva benissimo che cosa chiedere: che tutti
dimenticassero che
da bambino avesse bisogno di un coniglio di peluche rosa per dormire.
Dopo
averlo guardato un
attimo, Bardack continuò: “Comunque, se mio figlio
Radish potesse esprimere un
desiderio, chiederebbe che gli venissero accorciati i capelli di 5
cm.”
Sentendo
quelle parole, Vegeta
si voltò e, guardandolo incredulo, domandò:
“Chiederebbe sul serio un desiderio
del genere?” “Certo. Radish ha i capelli
lunghissimi e quando deve lavarsi
perde un sacco di tempo, per non parlare di quando si sveglia alla
mattina...
ti dico che perde tre ore per poter avere un aspetto decente. Dice che
se
fossero un po' più corti, potrebbe gestirseli
meglio.”
“Non
può tagliarseli da solo?
Esistono le forbici, se non lo sa.”
“Lo
so, ma mi ha detto che,
dato che i capelli dei saiyan non crescono, non vuole rischiare di
tagliarli
male e poi tenerli così.”
“E
perché vuole accorciarseli
proprio di 5 cm? Visto che c'è, potrebbe chiedere di
più.”
“Gliel'ho
fatto notare anch'io
e sai che cosa mi ha risposto? Che se avesse chiesto di più,
tutti se ne
sarebbero accorti e avrebbero creduto che gli stessero cadendo i
capelli.”
“Buffo...
per certi versi,
assomiglia al desiderio che mia moglie Echalotte
esprimerebbe.”
“Sul
serio? E lei che cosa
vorrebbe?”
Vegeta
si voltò un attimo,
come se stesse controllando che nessuno li stesse ascoltando, poi
rivelò, con
un ghigno divertito: “Vorrebbe che il suo seno crescesse di 5
cm.”
Sentendo
quelle parole,
Bardack sgranò gli occhi.
Gli
era capitato di vedere la
regina Echalotte più di una volta: era una donna minuta ma
incredibilmente
bella e affascinante... ma aveva un potenziale incredibile, capace di
superare
i più forti guerrieri saiyan.
In
passato apparteneva alla
terza classe ma, grazie alle sue doti, era riuscita ad entrare nella
squadra
personale del re... quella donna era un autentico prodigio e si diceva
che
nessuno le aveva insegnato niente, nemmeno le basi...
In
ogni caso, non si sarebbe
mai aspettato che la regina dei saiyan volesse esprimere un desiderio
del
genere... però era anche vero che aveva un seno piccolo...
“E'
sempre stato il suo
desiderio?” domandò, stupito, Bardack e il sovrano
ammise: “Da una vita. E'
stata incinta due volte ma il seno non le è mai cresciuto e
se ne vergogna da
morire. Infatti, le donne che sono in stretto contatto con la regina
non hanno,
guarda caso, un seno grosso... perché il solo vederne uno la
mette in tilt.”
“Ma
perché proprio 5 cm? Non
potrebbe chiederne di più, visto che averne uno piccolo la
mette così a
disagio?”
“E'
molto semplice, terza
classe: se chiedesse di più... sarebbe innaturale e tutti se
ne accorgerebbero,
cosa che sarebbe un fortissimo smacco per il suo orgoglio. Inoltre,
dato che la
conosco parecchio bene, vorrà far credere che il suo seno
stia ancora
crescendo.”
Kohra
ascoltò con noia i loro
discorsi.
Ma
possibile che quei due
idioti dovessero perdere tempo con discorsi senza senso?!
Dopotutto,
era suo il figlio
che rischiava di morire...
“Lasciate
perdere i desideri
degli altri e seguitemi! Dobbiamo trovare quel villaggio e quella
strega!” urlò
la donna, alzandosi in volo e seguita dagli altri due.
I
tre seguirono, sempre in
volo, il sentiero finché non giunsero nei pressi di uno
splendido lago
cristallino, tanto che brillava alla luce del sole, la cui bellezza era
incrinata da un piccolo villaggio di modeste capanne.
Incuriosito
dallo strano
fenomeno, Vegeta guardò l'acqua e si accorse che c'erano
molti cristalli.
Subito
ne prese uno e lo
ammirò mentre i raggi del sole lo colpivano e creavano delle
chiazze di luce
colorate.
“Un
cristallo?” domandò
Bardack, avvicinandosi, e Vegeta annuì:
“Sì, probabilmente è dovuto a del
sale... comunque, vale parecchio.”
Bardack
volò un attimo sopra
il lago e notò, incredulo: “Ma non ce ne sono
altri.”
“Probabilmente
se lo sono
presi gli abitanti per venderli, no?” fu la risposta
dell'altro, scocciato.
Bardack
tornò dal compare e
commentò: “Qui c'è qualcosa di
strano.”
“Che
intendi?”
“Guarda
le capanne. Sono
povere e malmesse. Se fosse come dici tu, coi soldi guadagnati
avrebbero
costruito delle case molto più belle... eppure non ci sono
altri cristalli nel
lago...”
“Probabilmente
quei poveracci
non capiscono il valore dei cristalli e qualche viaggiatore un po'
più esperto
glieli ha fregati sotto il naso.”
“No,
da queste parti sta
succedendo qualcosa di losco, lo sento... e i miei sensi per queste
cose non
hanno mai sbagliato...”
Vegeta
lo fissò incredulo poi
dichiarò: “Comunque, sarà meglio
muoversi. Quella rompiscatole di Kohra sta a
marciando come una furia verso quel villaggio e se non la raggiungiamo,
ci
molla qui senza troppi problemi.”
I
due saiyan raggiunsero la
compagna la quale, una volta entrata nel villaggio diroccato, si
diresse verso
un uomo vestito di stracci e, prendendolo per il colletto,
gl'intimò: “Dov'è
Baba?! Dimmelo se non vuoi che ti faccia fare un volo la cui
destinazione è
quello stupido lago!!!!”
L'uomo,
soprattutto per
l'espressione spaventosa e demoniaca della donna, sbiancò e
disse: “Baba... è
partita per un villaggio dall'altra parte delle montagne... un'ora
fa...”
“Dannazione!
Qual'è la strada
più veloce?!”
“Il
passo del bosco, ma... è
meglio evitare quella strada...”
“Ah
sì? E per quale motivo?”
Il
poveraccio rimase in
silenzio un attimo, poi ammise: “C'è una banda di
criminali laggiù. Vivono in
un'enorme costruzione in rovina ma sono spietati. Ci costringono sempre
a
raccogliere e a consegnarli tutti i cristalli del lago, altrimenti ci
ammazzerebbero
tutti.”
Sentendo
quella frase, Bardack
si avvicinò a Vegeta e gli sussurrò:
“Visto? Avevo ragione nel dire che da
queste parti sta succedendo qualcosa di losco. Il mio istinto non
sbaglia mai!”
“E
la tua stupida bocca non
tace mai, terza classe!” ribatté, prontamente, il
sovrano.
Ignorando
il battibecco tra i
due, Kohra continuò a interrogare il malcapitato:
“E una volta raccolti i
cristalli dove li ficcate?”
“In
un enorme contenitore che
lasciamo fuori dalla foresta. Ogni notte lo portano voi.”
“Quanti
banditi ci sono?”
“Una
ventina... e tutti
pericolosi e armati fino ai denti... non credo che
lei possa sistemarli...”
“Questo
è tutto
da vedere!” dichiarò, la giovane, poi, voltandosi
verso i compagni, ancora
impegnati a litigare, dichiarò: “Piantatela di
litigare come due mocciosi!
Abbiamo da fare!”
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Capitolo 17 *** Tra lezioni e banditi ***
Capitolo 17:
Tra
lezioni e banditi
Inferno
Passo del
Bosco
del Settore Nord, venerdì, 23:02
“Scusa,
Vegeta,
ma dovevamo proprio infilarci qua dentro? Si sta scomodi,
qui!”
“Chiudi
il
becco, stupida terza classe! Se avessi trovato un posto migliore per
nasconderci l'avrei detto subito, no?!”
Bardack fece
uno
sbuffo, incrociando le braccia.
Lui, Vegeta e
Kohra si erano nascosti in un contenitore dove, tecnicamente, c'erano i
diamanti
che gli abitanti del villaggio raccoglievano per i banditi... peccato
che di
diamanti ce n'erano pochi.
Quelle
canaglie
dovevano aver spolpato quello splendido lago per rubare le materie
prime...
almeno c'era un po' di spazio per respirare...
Annoiato,
alzò
il portellone per vedere cosa c'era fuori ma qualcuno lo
ricacciò bruscamente
giù.
Non appena si
voltò, capì che chi lo teneva era Vegeta.
“Si
può sapere
perché non posso guardare fuori?!”
domandò, scocciato, il saiyan e l'altro
rivelò: “Se uno di quei deficienti ti vede,
è la fine!”
“Sono
stato
attento a non farmi vedere!”
“Con
quella tua
faccia da idiota è impossibile non vederti!”
Mentre i due
se
le dicevano a vicenda, Kohra si mise a suonare la sua ocarina, facendo
smettere
il litigio tra Vegeta e Bardack.
Riproduceva
il
suono del vento e della natura...
“Ehi,
Kohra! Ma
dove l'hai trovata quell'ocarina?” le domandò,
incuriosito, Bardack e la
giovane donna, smettendo di suonare, rivelò: “Me
l'ha regalata Paragas.”
“Eh?!
Sul
serio?! E quando?”
“Parecchi
anni
fa... una volta era... diverso...”
“Cioè
migliore?”
le domandò Vegeta e Kohra, scocciata, gli
domandò: “Tu non hai proprio peli
sulla lingua, eh? Comunque, un giorno, ho visto una bancarella che
vendeva
degli strumenti musicali e ho sentito come una forte attrazione verso
di
questo...” “Ho sentito che gli strumenti musicali
che si scelgono rispecchiano
il carattere di una persona...” s'intromise Vegeta
“Ciò conferma solo la tua
personalità assurda e senza senso...” “E
poi?” domandò, sinceramente
incuriosito, Bardack e la giovane donna raccontò:
“Quando vide che mi piaceva,
Paragas me la comprò. Le incisioni le feci io per dichiarare
al mondo che
questo strumento era mio e lo sarebbe sempre stato. Ero così
felice che lo
baciai sulle labbra.” “Ci vuole davvero poco per
ottenere un bacio da te...” la
punzecchiò Vegeta e, per tutta risposta, Kohra lo
incenerì con lo sguardo.
“Ma
quindi voi
due vi amavate molto?” le domandò Bardack e la
donna, guardando la sua ocarina
con uno sguardo strano, ammise: “Molto... lui, per me, era
qualcosa di
speciale... è stato il primo uomo con cui sia mai entrata in
contatto...
l'unico che mi è sempre stato accanto dall'inizio alla fine
e che mi ha
insegnato un sacco di cose... e che ha sempre cercato di aiutarmi...
anche se
ero io quella che gli salvavo la pelle... finora ero convinta che si
era
innamorato mentre si occupava di me... ma qualche ora fa ho scoperto
che si era
preso una bella cotta per me già dalla prima volta in cui mi
aveva vista...”
“Ecco
perché ha
voluto occuparsi di te, quando ti hanno portata a palazzo...”
commentò il re
mentre Bardack dichiarava: “Io avevo notato qualcosa... non
avevo capito che si
trattava di amore, ma ho visto che Paragas era diventato molto
irrequieto e
nervoso quando avevo proposto che Kohra venisse rispedita nella foresta
dov'era
cresciuta ma non appena tu hai detto che era meglio tenerla tra i
saiyan si è
subito rilassato.”
“Credo
che la
mia morte l'abbia distrutto... ma questo non l'ha autorizzato ad usare
in quel
modo nostro figlio!” dichiarò Kohra, alterandosi
“Se lo prendo...”
“E'
in una
situazione così brutta?”
“Diciamo
così:
massacrare Paragas di botte è al primo, secondo, terzo e
quinto posto della mia
lista delle cose da fare. Strappare personalmente la barba a Vegeta
è solo al
quarto posto.”
“Ma
che
gentile...” le rispose Vegeta, più offeso dal
fatto che fosse finito al quarto
posto che il pericolo di cui Kohra lo aveva minacciato.
“Però,
come
faremo a sfuggire da questi banditi?” domandò
Bardack e Vegeta gli rispose,
scocciato: “Ma che domande fai? Li massacriamo tutti,
no?!”
“Non
intendevo
questo... è solo che non abbiamo tempo da perdere e
giù al villaggio ho sentito
una strana storia.”
“Quale
storia?”
“Un
vecchio mi
ha raccontato che questi banditi c'erano anche prima ma ultimamente
sono
diventati più audaci perché si sono alleati con
un tizio incredibilmente
forte.”
“E
allora?
Peggio per loro. Dalla nostra parte, per il momento, abbiamo
Kohra.”
“Pare
che questo
tizio sia scappato dalla sezione Terra degli inferi. Lì ci
stanno tutti i più
tremendi piantagrane, lo so perché mio figlio Radish, una
volta, mi ha mandato
una cartolina da lì. Indovina chi ci sta anche?
Freezer!”
“Ma
non mi
dire...”
“In
ogni caso,
in momenti come questi, è consigliabile usare la
logica.”
“Tranquillo,
ho
già un piano...”
Non appena
ebbe
detto quelle parole, Vegeta osservò Kohra e le
domandò: “Ehi, nella tua borsa
hai dei fogli, una penna e una confezione di palloncini?”
“Certo,
tieni.”
annuì la donna, frugando un attimo nella sua borsa e tirando
fuori tutti gli
oggetti elencati, che poi passò al compagno.
“Non
credo che
dei palloncini possano salvarci la coda...” fece notare
Bardack e Vegeta, il
quale si aspettava quel commento, replicò: “Fidati
di me. L'ho già provato un
mare di volte e mi è sempre riuscito. E' uno dei miei
migliori trucchi, oltre
ad essere il mio preferito.”
Bardack lo
guardò dubbioso.
Gli sembrava
assurdo che dei fogli di carta e dei palloncini potessero risolvere la
situazione... ma, dopotutto, Vegeta era famoso per l'intelligenza...
Inferno
Covo dei
banditi
del Settore Nord, venerdì, 23:15
I due uomini
grandi, grossi e muscolosi apparvero all'improvviso dal folto del bosco.
“Manca
molto?”
domandò uno all'improvviso e l'altro rispose: “Un
po'.”
“Tsk,
che
scocciatura! Ma perché ci dobbiamo sempre andare noi a
prendere quello stupido
contenitore?!”
“Perché
non
abbiamo alcuna posizione, testa di rapa!”
“Stupidi
piani
alti! Loro se ne stanno sempre al caldo mentre noi facciamo sempre il
lavoro
noioso e pesante!”
“E
piantala!
Prima arriviamo, meglio è!”
“Comunque,
hai
visto anche tu il nuovo alleato del capo? E' davvero
imponente!”
“Su
questo sono
d'accordo con te! Non ho mai visto nessuno più alto e
muscoloso di quello!”
“Io
ho sentito
che prima di tirare le cuoia era uno spietato conquistatore di
pianeti...”
“Comunque,
da
quando è dalla nostra, gli affari vanno a gonfie
vele!”
“Altroché,
doveva evadere molto prima, secondo me!”
I due
mascalzoni
proseguirono per un po' finché non giunsero ad un prato
dov'era situato un
enorme contenitore di ferro.
“Eccolo,
finalmente!” esclamò uno dei due “Prima
lo sistemiamo, prima ce ne torniamo
alla base.”
“Ottimo!”
I due
sollevarono il contenitore e sgranarono gli occhi dal quanto era
pesante.
“Quei
defunti si
sono proprio messi sotto a lavorare! Ma senti quanto pesa!”
commentò,
entusiasta, che sollevò con l'aiuto dell'altro, il quale
aggiunse: “Il boss
sarà contento!”
I due
portarono
il contenitore per tutta la foresta finché non arrivarono ad
un'imponente e
decadente costruzione.
Nonostante
l'aspetto minaccioso, i due entrarono tranquillamente e appoggiarono
per terra
il contenitore, per poi infilarsi e sparire in uno dei mille buchi.
Non appena si
furono dileguati, il contenitore si aprì leggermente e ne
uscirono tre
individui.
“Bene,
eccoci
arrivati.” commentò Vegeta mentre Kohra
commentava, seccata: “Erano lenti come
delle lumache quei maledetti buoni a nulla!”
“Beh,
non si può
negare che pesavamo...” s'intromise Bardack, grattandosi la
testa.
Ignorando le
parole del compagno, Vegeta domandò a Kohra:
“Tutto a posto? Non si è rotto
nessun palloncino?”
“No,
tranquillo...”
“Dovresti
pagarmi per quei palloncini, visto che ho passato tutto il tempo a
gonfiarli
mentre tu scrivevi qualcosa sui biglietti...” s'intromise il
saiyan con la
cicatrice e il sovrano lo zittì: “Chiudi quella
bocca, terza classe! Vedrai che
mi ringrazierai per questo piano!”
“Almeno
posso
vedere cosa c'è scritto sul foglio che hai attaccato ad
ognuno di loro?”
“Non
provarci,
terza classe. Se lo leggi, ci farai scoprire!”
“Ti
fidi proprio
di me...”
“Dico
sul serio.
E' meglio che nessuno legga questa roba a parte i nostri nemici! E' un
materiale molto pericoloso...”
Dopodiché,
con aria di superiorità, si voltò verso Kohra
e le disse: “Noi due andiamo, li sconfiggiamo e torniamo. Tu
aspetta qui.”
“Io
non ci casco, sai?” fu la risposta della donna,
avvicinandosi e superando i due “Vuoi approfittarne per
sfuggirmi ma con me non
attacca. Verrò anch'io.”
Kohra si
fermò davanti al portone di un corridoio e,
voltandosi a guardare i due compagni, soprattutto Vegeta, aggiunse:
“Così
saremo tutti più tranquilli.”
Per tutta
risposta, i due uomini la guardarono senza
parole.
I tre
s'incamminarono in un buio corridoio, il quale era
illuminato dalle torce che Kohra aveva tirato fuori dalla sua borsa.
Tuttavia, era
la saiyan che conduceva il gruppo,
camminando davanti a tutti e con espressione furibonda.
Quegli idioti
avrebbero fatto meglio a lasciarla passare
senza farle perdere troppo tempo prezioso o gliele avrebbe suonate!
Il gruppo
fermò la sua camminata solo quando si trovò
davanti ad un enorme portone di legno e ferro.
“Capolinea,
ragazzi.” commentò Bardack mentre Vegeta
esclamava: “Odio darti ragione, terza classe, ma è
evidente che siamo bloccati
e che non possiamo andare avanti in nessun modo.”
Seguito da
Bardack, il sovrano si allontanò dal portone.
Prima di
ritornare nel buio del corridoio, Vegeta si voltò verso
Kohra, la quale era
rimasta immobile ad osservare il portone e le disse: “Kohra,
smettila di
guardare quel portone! Ce ne stiamo...!”
Non
finì nemmeno la frase che
la saiyan diede una tremenda pedata al portone, facendolo cadere
dall'altra
parte con tremendo tonfo.
“Sono
contento che Kohra sia dalla nostra parte...”
commentò, sconvolto, Bardack mentre Vegeta aggiungeva:
“Adesso capisco perché
erano tutti fieri di lei nel reparto distruzione
dell'edilizia...”
Ignorando,
come al solito, la confusione dei compagni,
entrò, furibonda, nella sala situata dietro al portone.
Doveva essere
una sala da pranzo, a giudicare dai tavoli
e dalle persone davanti a dei piatti.
Evidentemente,
stavano mangiando finché non era arrivata
Kohra...
“Dov'è
l'uscita di questa vecchia baracca?” li domandò,
scocciata, la saiyan e un uomo grasso, seduto su un trono, le
domandò: “E tu da
dove sei saltata fuori?!” “Dalla porta, non vedi?!
In ogni caso, non farmi
perdere tempo, grassone! Mio figlio è in grave pericolo,
perciò, dimmi come
uscire di qui e anche alla svelta!”
“Quei
tizi sono spacciati!” esclamò Vegeta, il quale era
rimasto, assieme a Bardack, nascosto nell'ombra del cunicolo, e Bardack
annuì:
“La loro forza è nulla al confronto di quella di
Kohra!”
Ad un tratto,
Bardack notò una persona,anche lui nascosto
nell'ombra, ed esclamò: “Ehi, Vegeta! Vieni qua!
Guarda quell'uomo laggiù!”
“Mh?”
fece, incuriosito, il sovrano, avvicinandosi e, non
appena fu alle spalle del subordinato, Bardack, indicò:
“Quello dietro al capo,
alla sua destra.”
I due
fissarono a lungo la figura nel buio poi Bardack
esclamò, incredulo: “Eh?! Ma quello...!”
“E'
Re Cold!!!” finì Vegeta mentre l'altro sussurrava,
sospettoso: “Chissà che cosa ci fa
qui...”
“Vorresti
prenderci in giro, dolcezza?” domandò il capo a
Kohra, schernendola “Guarda che noi siamo una delle bande
più pericolose degli
inferi!”
“E
chi se ne frega! Anch'io so essere pericolosa!”
“Fai
tanto la spaccona ma voglio proprio vedere come te
la caveresti contro il mio migliore uomo!”
Non appena
ebbe detto quelle parole, apparve un enorme
bestione muscoloso ma, non fece in tempo a dire o a fare niente che
Kohra gli
lanciò contro un attacco energetico, il quale
colpì in pieno la sua faccia e lo
fece svenire.
“Io
voglio andarmene da qui al più presto con quegli
scemi dei miei compagni!” dichiarò, scocciata,
Kohra “Noi tre abbiamo una
faccenda in sospeso, cerchiamo di finire questa buffonata il
più in fretta
possibile! Vi affronterò tutti in una volta sola!”
“Partecipiamo
anche noi!” esclamarono due voci alle
spalle di Kohra.
Subito
apparvero Bardack e Vegeta, facendo restare senza
parole i presenti.
“Cosa?!
Che ci fanno Re Vegeta e i suoi scimmioni qui?!”
si domandò Re Cold, ancora nascosto nell'ombra mentre il
capo dei banditi
domandò, incredulo: “Chi sono?”
“Salve!”
li salutò Bardack
mentre Vegeta diceva a Re Cold: “E' un bel po' che non ci si
vede è, Re Cold?”
“Eh?!”
fece l'altro, sorpreso
e il suo alleato domandò: “Cosa?! Tu li
conosci?!”
“Beh,
sì...”
Non
gli piaceva il fatto che
quelle scimmie si trovassero lì... ma non sarebbe stato un
problema sistemarle
a dovere una volta per tutte!
“Ehi,
voi due! Non so chi
diavolo siete né da dove siete saltati fuori! Ma sappiate
che siamo molto forti
e che state per diventare tutti le nostre nuove vitamine!” li
provocò il capo e
subito Vegeta, guardandolo in malo modo, lo corresse:
“Analfabeta. Guarda che
si dice vittime.”
Il
capo diventò rosso per la
vergogna.
“In
ogni caso, vi consiglio di
abbassare la cresta, voi tre... i miei uomini sono molto più
numerosi e forti...
potrebbero anche farvi male...” li provocò il capo
e
Vegeta ribatté: “Non sottovalutateci. Siamo
benissimo capaci di fare...
QUESTO!!!”
Dopo aver
detto
ciò, Vegeta e Bardack lanciarono dei raggi energetici che
colpirono il soffitto
e che lasciarono tutti senza parole.
Il capo, dopo
aver visto cos'erano stati capaci i due defunti, balbettò:
“Sembra che le
vostre parole nascondano qualcosa di vero... comunque, io non mi faccio
impressionare da simili trucchetti ma va bene! Se volete combattere
fate pure!
Uomini, fatene scatolette per cani! Riduceteli a bolzetti!”
“Cosa?!
A
bolzetti?!” ripeterono Bardack e Kohra, guardandosi negli
occhi.
Ma cosa
intendeva quel ciccione?!
Fu Vegeta,
con
aria adirata, a capire e a dire: “Si dice a pezzetti,
ignorante!”
Se c'era una
cosa che gli dava più fastidio che viaggiare con quei due
matti era che
qualcuno sbagliasse a dire parole così semplici!
Persino Kohra
che era vissuta in mezzo alla natura selvaggia per buona parte della
vita aveva
un lessico più ricco e preciso di quell'idiota!
“E'
UGUALE!!!”
urlò il capo e, subito, tutti gli uomini del grassone, si
avventarono contro i
tre.
Nonostante
l'inferiorità numerica, i tre evitavano con
agilità gli attacchi e rispondevano
pure con forza.
“Ma
chi diamine
sono quelli?!” si lasciò sfuggire il capo, senza
parole.
In pochi
minuti,
tutta la banda fu messa al tappetto.
“Allora,
brutto
scemo? Su, scegli: vuoi indicarmi dov'è la strada per uscire
di qui e
raggiungere Baba... oppure, se preferisci, posso darti una mano io a
dirmelo, a
suon di pugni!” lo minacciò Kohra.
Il capo non
sapeva cosa fare ma, all'improvviso gli venne un’idea:
“Tu ti credi tanto furba
ma sono certa che contro il nostro alleato saresti fritta!”
“Ah,
davvero?”
fu la neutra risposta di Kohra.
Intuendo di
aver
attirato la sua attenzione, l'uomo continuò: “Il
nostro alleato è molto più
forte di noi... non riuscirai mai a sconfiggerlo!”
“Dov'è
ora questo prodigio?”
domandò Kohra e il capo, indicando il corridoio alla sua
destra, le disse: “E'
in quel corridoio.”
“Bene.
Ci vado subito. Con
permesso...”
“Aspetta,
Kohra! E'
pericoloso!” tentò di bloccarla Bardack ma Kohra
lo ignorò ed entrò nel
corridoio, gridando: “Vieni fuori, prodigio.”
Ad
un tratto, un'enorme sfera
nera e viola apparve dal corridoio e, a giudicare dalla traiettoria,
rischiava
d'investire in pieno Kohra.
“E'
un attacco di Re Cold!” lo
riconobbe Bardack mentre Vegeta dichiarava: “Quella ragazza
è spacciata...”
Nonostante
l'attacco a
sorpresa letale, Kohra non si fece assolutamente prendere dal panico.
La
donna si mise le mani
davanti a sé e, senza troppa fatica, sollevò la
sfera che esplose sul soffitto,
lasciando tutti, persino i suoi compagni, a bocca aperta.
Vedendo
ciò che aveva appena
fatto quella ragazza, Re Cold uscì dal suo nascondiglio e,
piazzandosi proprio
davanti a lei, sovrastando l'avversaria minuta con il suo aspetto
imponente e
muscoloso, le domandò: “Mi stavi cercando,
ragazzina con la coda?”
“Sissignore.
Devo sconfiggerti
per sapere qual'è la strada più veloce per uscire
da qui e salvare mio figlio.”
rivelò la donna e, non appena terminò di parlare,
Re Cold l'afferrò per il
bavero del cappotto e, avvicinandola alla faccia, le
domandò, divertito:
“Altrimenti?”
Neanche
stavolta Kohra si fece
prendere dal panico.
Si
limitò a prenderlo per il
bavero dell'armatura e a dire: “Oppure... questo!”
Con
una forza inaspettata,
lanciò Re Cold sopra le proprie spalle con tutta la sua
forza, per poi
scaraventarlo con violenza a terra.
L'impatto
fu così improvviso e
violento che l'alieno si fece sfuggire un: “Ahi!”
“E...
questo!” ripeté Kohra,
compiendo la stessa mossa di prima.
“Vedi
anche tu quello che vedo
io?” domandò, incredulo, Vegeta mentre Bardack
commentava “Per mille Oozaru!
Non riesco a crederci!”
Nel
frattempo, Re Cold, a
terra e con la testa che gli girava a causa della botta,
domandò: “Avete preso
la targa del camion che mi ha investito?”
“Scusa.”
si scusò la donna,
anche se il suo tono faceva capire che non era per niente pentita del
colpo che
aveva dato.
“Mh?
Scusa un accidenti!”
rispose, adirato, Re Cold, prendendola di nuovo per il colletto e
sollevandola.
Dopo
averla guardata un
attimo, la provocò: “Prova a farlo un'altra volta
se hai coraggio, pulce col
cappotto!”
“E...
uno!” disse
semplicemente la donna, prima di rifare le stesse mosse di prima
“E... due!”
Mentre
Kohra malmenava per la
seconda volta di fila Re Cold, Bardack esclamò:
“Kohra è una tipa veramente
formidabile!”
L'unico
che non considerava
Kohra formidabile era, ovviamente, Re Cold, il quale
affermò, dopo che la
saiyan ebbe finito di malmenarlo: “Credo che lo stesso camion
di prima abbia
fatto marcia indietro...”
“Scusa
di nuovo.” si scusò,
ancora una volta, Kohra e, ancora una volta, Re Cold, la sollevando,
gridando
nel mentre: “Ah sì?!”
Poi,
muovendola con forza, le
urlò: “Ti sfido a farlo di nuovo, brutta scimmia
con la fisarmonica!!!”
Tutto
ciò che si sentì, nei successivi
secondi fu un: “AHI! AHI! AHI!!!”
Stavolta,
Re Cold era troppo
malridotto, per combattere contro Kohra, pertanto la donna, lo
ringraziò:
“Grazie di cuore, signor prodigio, per avermi aiutata con la
mia dimostrazione.
Non appena avrò salvato mio figlio le manderò un
pensierino per ringraziarla.”
Dopodiché,
si diresse verso il
capo della banda il quale, dopo aver visto ciò di cui era
stata capace quella
donna, era pallido come un fantasma.
Kohra
non sembrò accorgersene
minimamente e gli domandò, scocciata:
“Dov'è l'uscita di questo tugurio?”
“Di
là...” balbettò l'uomo,
tremando come un lenzuolo e Bardack bisbigliò all'orecchio
del compare: “Sembra
che Kohra gli abbia preso lo scalpo.”
“Seguitemi,
buffoni! Mio
figlio è in grave pericolo!” tuonò,
furibonda, la saiyan, correndo verso
l'uscita.
Anche
i due uomini, alla fine,
la seguirono.
“Scusa
Kohra, posso chiederti
una cosa?” domandò, ad un tratto, Bardack, sempre
correndo e Kohra fece:
“Cosa?”
“Come
mai ti scusi sempre
quando metti al tappeto qualcuno?”
“Perché
Paragas mi ha detto
che devo far così, dato che è sbagliato essere
felici di massacrare qualcuno.
Io mi scuso sempre ma non provo alcun tipo di rimorso nel malmenare
quegli
scemi. E' più forte di me.”
“Chissà
perché...” fu l'unico
commento che fece Vegeta mentre Bardack aggiungeva:
“Comunque, non mi aspettavo
che tu fossi così forte... e non sei neanche
stanca!”
“Sono
stata stanca morta solo
una volta: quando ho partorito il mio Broly.”
“Dal
modo in cui ne parli...
potrebbe venire il dubbio che quel marmocchio pesava parecchi chili al
momento
della sua nascita.”
“E'
la verità. Era enorme e ho
fatto una faticaccia a tirarlo fuori quando voleva uscire. Pesava
cinque
chili.”
Bardack
e Vegeta rimasero
senza parole.
Cinque
chili?!
Ma
quel bambino non era
normale... non che Kohra fosse sana di mente... ma immaginarsi quella
donna
dall'aspetto fragile e minuto partorire un bambino di cinque chili...
senza
contare che il peso della norma era intorno ai tre chili...
Bardack
si ricordò che Gine
gli aveva detto che Radish pesava 3,70 chili mentre Kakaroth tre e
mezzo
proprio come il primogenito di Vegeta.
Quando
al secondo di Vegeta...
il sovrano ricorda perfettamente che i medici, durante una visita,
avevano
dichiarato che il bambino pesava troppo poco, ossia solo un chilo,
nonostante
la maggior parte degli altri bambini nello stesso periodo fosse verso i
due
chili.
Se
non avesse raggiunto i tre
chili, il peso minimo, sarebbe, molto probabilmente, morto durante il
parto.
Pertanto,
Echalotte era stata
sottoposta a una serie di controlli e speciali operazioni in
più con l'aiuto
della straordinaria tecnologia che gli tsufuru, i precedenti abitanti
del
pianeta che aveva provveduto a farli sparire dalla circolazione, per
poterlo
salvare, dato che era assolutamente impensabile che il figlio del re
morisse
durante il parto, e, alla fine, era nato con tre chili per il rotto
della
cuffia, salvandosi... mentre il moccioso di Kohra, Broly, alla nascita
pesava
ben cinque chili!
Dopo
un po', il trio decise di
fermarsi in un punto dove il corridoio metallico si allargava e dove si
trovavano un sacco di porte per riprendere fiato.
Stavolta,
fu Kohra a fare una
domanda: “Ma quel bestione, re Cold... vi preoccupa
così tanto?”
“Certo,
è il tipo che ci ha
dominati, sai?” le rivelò Vegeta e la donna
commentò: “Beh, non mi pare che sia
così forte... anche se si trova solo alla sua seconda
forma...”
Sentendo
quelle parole,
Bardack e Vegeta si voltarono verso di lei, domandandole, sconvolti:
“Come
sarebbe a dire la sua seconda forma?!”
“Beh,
non ne sono sicura... ma
una volta ho visto il video su internet di un tipo che possedeva ben
tre
trasformazioni... e la seconda era identica d'aspetto a quella di quel
bestione.”
Vegeta
si mise a meditare,
profondamente preoccupato.
Se
era vero ciò che Kohra aveva
detto, possedeva altre due trasformazioni davvero potenti e
pericolosi...
quell'alieno era un vero e autentico mostro... e non osava nemmeno
pensare a
quanto sarebbe potuto essere pericoloso suo figlio Freezer... eppure
c'era
qualcosa che non quadrava...
Per
quale motivo, Re Cold
usava la sua seconda trasformazione?!
Per
far abbassare la guardia
agli avversari avrebbe usato la prima o per terrorizzarli a morte con
la sua
potenza l'ultima... e allora perché usava propria la sua
seconda trasformazione?!
Ci
doveva essere qualcosa
sotto...
“Senti
Kohra...” fece Vegeta
“Il vero aspetto di quel tipo aveva qualcosa di particolare
dal punto di vista
estetico?”
Kohra
ci pensò un po' su, poi
ammise: “Sì... era basso! Un vero nano da
giardino!”
Aveva
appena detto quelle
parole che abbassò lo sguardo e sbiancò, per poi
cominciare a cercare
affannosamente nella sua borsa e intorno a lei.
“Perduto
qualcosa?” le
domandò, in tono neutro, Vegeta e la giovane
rivelò, senza smettere di cercare:
“La mia ocarina!”
“No...
che perdita...”
“Eh!
Non c'è più!”
“Meglio
così, ragazza. In
questo modo hai ridotto il tuo peso in maniera drastica.”
“Torno
indietro a cercarla!”
“Ma
sei matta?!”
“Non
può essere molto lontana!
E io devo assolutamente ritrovarla!”
“Guarda,
prometto che non dirò
a Paragas che hai perso il suo gingillo!”
Nonostante
le preghiere di
Vegeta, Kohra tornò indietro per ritrovarla.
Il
sovrano, adirato ed
esasperato, le ricordò: “Abbiamo cento miglia da
fare e tu te ne torni
indietro?! Sei pazza!!!”
“E
allora valla a cercare tu,
visto che la sai tanto lunga! Muoviti!” gl'intimò,
furibonda, la saiyan,
indicando il corridoio.
Vegeta
intuì che era il caso
di ubbidirle o finiva male... ma per ripicca, si prese con
sé Bardack,
dichiarando: “Tu vieni con me!”
“Ehi,
non è giusto!”
“Sono
il tuo re quindi devi
ubbidire!”
I
due saiyan s'incamminarono
per un po' finché non la videro a mezz'aria... tenuta in
mano da Re Cold.
Dall'espressione,
era
intuibile che fosse arrabbiato...
“Come
ci avrà trovato?”
domandò Bardack e Vegeta rivelò, scocciato:
“Da una stupida e vecchia ocarina.”
“Già...
ma anche perché,
quando parlate, vi si sente per tutta la base!”
“Fossi
in te, non sarei così
spaccone!” lo sfidò il re e l'altro, incuriosito,
domandò: “Ah sì? E
perché?”
“Sappiamo
che possiedi altre
due trasformazioni!”
Re
Cold sgranò gli occhi,
sorpreso.
Non
si aspettava che quegli
scimmioni fossero così esperti...
“E
anche se fosse?” domandò e
Vegeta, con un ghigno di trionfo, gli domandò:
“Perché non ci mostri l'ultima?”
A
sentire quella domanda, Re
Cold sbiancò.
Non
poteva assolutamente usare
la sua vera forma!
Sarebbe
stata la sua rovina!
“Proprio
come sospettavo!”
ridacchiò il sovrano.
Finalmente
stava per prendersi
la sua meritata rivincita...
“Che
cosa sospettavi?” domandò
Bardack e Vegeta rispose: “C'è solo un motivo per
cui, tra tutte le sue
trasformazioni, ha scelto di vivere proprio con la seconda... ossia che
lui, in
realtà... è molto più basso di noi e
si vergogna!”
“CHE?!”
esclamò, senza parole,
Bardack.
Re
Cold in realtà era più
basso di loro?!
Non
l'avrebbe mai immaginato,
imponente e muscoloso com'era... persino Vegeta, che era parecchio
alto, al suo
confronto sembrava un nano...
Eppure,
a giudicare dallo
sguardo di puro odio doveva avere ragione...
“Questa
è bella! Il grande e
potente Re Cold che soffre del complesso dell'altezza e che, pertanto,
usa una
delle sue trasformazioni per apparire più alto degli altri!
Non si finisce mai
di conoscersi... scommetto che sei alto tale e quale a tuo
figlio!” lo schernì Vegeta
e Re Cold, adirato, protestò: “Non è
fatto vero! Io sono più alto di Freezer
nella mia vera forma!”
“Ah
sì? E quanto?”
Re
Cold rimase in silenzio un
attimo prima di sussurrare, lievemente imbarazzato:
“...Quattro...”
“Centimetri,
non è vero?” gli
domandò, con un sorrisetto di vittoria, Vegeta.
Quello
era uno dei momenti più
belli della sua vita...
“Dovresti
vergognarti!”
protestò Bardack “Non si usano le proprie
abilità solo per eliminare i propri
difetti fisici! Un vero guerriero si accetta per quello che
è e affronta le
difficoltà della vita così come è
fatto! In passato, noi saiyan abbiamo
combattuto contro gli tsufuru che erano dei veri nanerottoli ma ci
hanno dato
parecchio filo da torcere! Questo dimostra che in un guerriero non
conta nulla
l'aspetto fisico!”
“Ma
sta zitto, stupido
scimmione! Due mostri alti come voi due non potranno mai capire cosa
significa
essere bassi!!!” urlò Re Cold, buttando
violentemente per terra l'ocarina,
anche se non si ruppe, e cominciando a lanciare dei raggi energetici
verso i
due saiyan.
Bardack
e Vegeta li evitarono
velocemente ma, mentre il primo riprendeva la corsa per il corridoio,
Bardack
si mosse verso la parte opposta.
“Ma
dove cavolo vai?!” gli
urlò Vegeta “Dobbiamo andare da quella parte!”
“Devo
recuperare l'ocarina di
Kohra! Lei ci tiene molto e devo ridargliela!”
“Fa
come credi! Ma io mi metto
in salvo!” gli strillò il sovrano, abbandonandolo,
senza troppi ripensamenti,
al suo destino.
Nonostante
ciò, Bardack si
diresse di nuovo verso Re Cold, schivando con abilità e
maestria i suoi
attacchi energetici, per poi prendere l'ocarina per terra e scappare
verso i
suoi compagni.
“Maledetti
saiyan!” strillò Re Cold, partendo al loro
inseguimento.
Dopo un po',
notò una figura con la cosa davanti a sé che
prese subito, urlando: “Ah, siete miei, scimmioni!”
Purtroppo,
sbiancò subito quando si accorse che il saiyan
che aveva preso era nientemeno che Kohra.
Bardack e
Vegeta, nascosti dietro ad una porta,
osservarono divertiti Re Cold massacrato di nuovo da Kohra.
“Sembra
che il nostro Re Cold stia prendendo lezioni di
judo...” commentò Bardack divertito mentre Vegeta
propose alla donna: “Ehi,
Kohra! Perché non ci mostri qualcuna delle tue
tecniche?”
“Come
volete...” fu la neutra risposta della saiyan
mentre teneva tranquillamente con una mano la lunga coda di Re Cold, il
quale
stava cercando di scappare da quel demonio con la coda.
La saiyan,
dopo aver riflettuto un attimo, disse: “E
adesso, signori... vi mostrerò la mia famosa presa
roteante.”
Con uno
scatto veloce, fece roteare l'alieno e, quando il
poveraccio, finì di girare su sé stesso era
completamente legato con la sua
coda.
“Che
chiamo anche... biscotto di scemo.” concluse Kohra
mentre Re Cold commentava, infastidito: “Molto
divertente...”
Anche Bardack
e Vegeta osservavano, divertiti e senza
parole, la scena.
“Lo
sta sistemando per le feste.” commentò Bardack
mentre
l'altro commentava: “Come biscotto, Re Cold è
proprio indigesto. Ih ih ih.”
“Dai,
mostracene un'altra!” la pregò Bardack e Kohra
annuì: “Allora fate attenzione. Questa tecnica
è molto utile per far
addormentare l'avversario. Fa la nanna, bestione.”
Kohra diede
un piccolo e leggero pugnetto sulla fronte di
Re Cold, il quale crollò subito nel mondo dei sogni,
mettendosi pure a russare.
A quel punto,
Kohra batté due volte le mani e disse: “Su,
signor prodigio, sveglia.”
Incredibilmente,
anche se ancora un po' assonnato, Re
Cold aprì gli occhi e dichiarò, stravolto:
“Ho avuto un incubo spaventoso...”
“Quest'altra
mia tecnica, invece, serve per rinforzare i
muscoli della mano. Così, vedete?”
continuò Kohra, dando dei piccoli e leggeri
colpi sul naso di re Cold.
L'alieno
rimase in silenzio un secondo, prima di
domandare: “Hai intenzione di continuare a lungo?”
“Certo,
perché?”
“Perché
il tuo collaboratore non collabora più!”
Dopo aver
urlato quella frase, Re Cold corse verso la
porta più vicina e chiuse con forza la porta, non
accorgendosi che un lembo del
suo mantello era rimasto fuori.
Kohra se ne
accorse e domandò ai suoi due uomini: “Volete
vedere un'ultima mia tecnica?”
“Altroché!
Sei fantastica! Se tu fossi stata ancora viva,
avremmo annientato Re Cold!” la elogiò Bardack e
Kohra, sorridendo, disse,
avvicinandosi alla porta: “Allora aspettate un attimo, per
favore. Ho ancora
un'ultima tecnica davvero niente male da mostrarvi.”
Sentendo
quelle parole, Re Cold, sempre da dietro la
porta, l'informò: “Ehm, mi dispiace, scimmietta,
ma dovrai trovarti un'altra
cavia per i tuoi esperimenti.”
Aveva appena
pronunciato quelle parole che sentì qualcosa
tirarlo violentemente proprio da dietro la porta.
Re Cold fece
appena in tempo a dire “Eh?!” che Kohra lo
fece tornare dall'altra parte, sfondando la porta.
Prima che
l'alieno avesse il tempo di capire cosa stesse
succedendo, Kohra gli prese il piede e cominciò a farlo
girare velocemente
sulla sua testa.
“Ehi,
quella è la tecnica con
cui ha messo al tappetto Nappa!” riconobbe, esterrefatto,
Vegeta mentre Bardack
notava: “Se Re Cold si trovasse nella sua forma finale forse
per Kohra non
sarebbe così facile...”
“Di
sicuro, nemmeno noi due
insieme non potremmo niente contro di lui in quella forma...”
“Però
si vede che è da
parecchio che non si allena duramente.”
“Si
crederà il più forte e
invincibile e, pertanto, penserà che non ha bisogno di
allenarsi... comunque, per
nostra fortuna, non userà quella trasformazione,
perché altrimenti,
dimostrerebbe che è veramente basso e che, per tutto questo
tempo ha solo
mentito!”
“Non
mi aspettavo che Re Cold
fosse basso... si vede che è una famiglia di nani da
parecchie generazioni...
chissà se anche Freezer vorrebbe essere più
alto...”
“Ma
di sicuro! Anzi, scommetto
che, se potesse, chiederebbe di essere più alto di cinque
centimetri.”
“Perché
così nessuno se ne
accorgerebbe?”
“Quello
di sicuro... ma anche
perché così può vantarsi di essere
più alto di suo padre nella sua forma
originale di un centimetro...”
Intanto,
Kohra aveva smesso di
far girare Re Cold e l'aveva lanciato lontano.
“Mamma,
aiuto!!!” strillò Re
Cold mentre Bardack domandava al compagno: “Hai visto,
Vegeta?”
“Sì,
un imperatore volante.”
Una
volta che il bestione fu
sistemato, Kohra disse: “D'accordo, gente. Infiliamoci in
quella porta e
andiamocene.”
“C'è
l'uscita?” domandò
Bardack ma Kohra scosse la testa: “No... ma qui
c'è una mia vecchia conoscenza
che ci porterà fuori in un battibaleno!”
I
due saiyan, dopo essersi
guardati un attimo, seguirono la donna, la quale, nel frattempo, era
entrata in
una porta.
La
stanza era molto grande e
completamente buia ma non appena Kohra accese la luce, Bardack e Vegeta
sgranarono gli occhi, senza parole.
“Ma
quella... è una bestia
pericolosa di Vegeta!!!” esclamò, senza parole, il
re e Bardack aggiunse: “Per
mille code di scimmie... non ne ho mai vista una così grossa
e minacciosa!!!”
“State
calmi, voi due! E' solo
mia madre!” li zittì, seccata, Kohra mentre
liberava la creatura dalle robuste
catene sul suo corpo, spezzandole con la forza delle sue mani.
Quella
notizia fece solo
restare di sasso i due saiyan.
Quell'essere
era la madre
adottiva di Kohra?!
All'apparenza
sembrava un
mostro pericoloso...
“Beh...
dopotutto, si possono
scegliere gli amici ma non i parenti...” balbettò
Bardack per smorzare un po'
la tensione mentre Vegeta diceva: “Però... adesso
che me lo dici, noto che voi
due vi assomigliate molto...”
Ignorandoli,
Kohra liberò la
creatura dalle catene e, una volta che fu libera, Kohra le disse, al
settimo
cielo: “Ecco fatto! Sei libera, mamma!”
Poi,
abbracciandole con
dolcezza il muso mentre le scendevano le lacrime agli occhi, le
sussurrò: “Mi sei
mancata tanto...”
“Ehm,
non vorrei rovinare
questo magico momento tra madre e figlia...” le interruppe
Vegeta “Ma noi qui
ce ne dovremmo andare... e alla svelta, anche!”
“Ma
Vegeta, c'è il soffitto
che blocca la fuga.” fece notare Bardack ma Kohra rispose:
“A quello ci penso
io. Voi salite a bordo. E non preoccupatevi per mia madre. Non mangia
saiyan...
di solito...”
Diffidenti
al massimo, i due
salirono in groppa alla bestia e, una volta a posto, Kohra
lanciò una sfera
d'energia verde in alto, la quale disintegrò completamente
il soffitto.
“Ecco
fatto! Andiamo, mamma!”
urlò la donna e l'essere si librò velocemente nel
cielo.
“Fermi
dove siete!!!” urlarono
delle voci alle loro spalle.
Vegeta
si voltò e vide due
uomini della banda che l'inseguivano su delle creature volanti.
“Ora,
Kohra! Lanciali!!!”
ordinò alla donna e la ragazza aprì la sua borsa
facendo uscire una moltitudine
di palloncini di vario colore con su attaccato un pezzo di carta gialla.
Vedendoli,
i due rimasero
senza parole.
“Ma
sono... dei palloncini!”
esclamò, senza parole, uno dei due mentre l'altro
commentava: “E pensano di
fermarci con quelli?!”
C'era
qualcosa di strano...
quella era davvero l'ultima carta dei nemici?!
“Ehi,
hai notato? A ognuno è
attaccato un foglio di carta... vediamo cosa c'è
scritto…” notò uno dei due,
prendendo un palloncino.
Aprì
il foglio ed esclamò,
sorpreso: “Ehi, è una barzelletta!”
“Fammi
leggere: un tizio molto
alto entra in un bar e dice...” lesse l'altro incuriosito.
Pochi
secondi dopo, i due si
misero a ridere: “AH AH AH AH!!! Divertentissima!!!”
“Altroché!
Mai sentito niente
di più divertente in vita mia! Ah ah ah ah!”
“Ah
ah ah ah! Ho le lacrime
agli occhi, non vedo più niente!”
“Neanch'io!
Ah ah ah ah!”
CRASH!!!
Kohra
si voltò verso il rumore
e domandò: “Cos'era?”
“Il
segnale che le nostre
difese aeree hanno funzionato.” fu la risposta, con un
sorriso compiaciuto, di
Vegeta.
La
donna l'osservò stupita e
domandò: “I palloncini?”
“I
biglietti che portavano. Ho
scritto su di essi la mia migliore barzelletta. Chiunque la senta non
può fare
a meno di ridere a crepapelle.”
“Non
credo che funzioni
sempre...”
“Beh,
i tizi dietro di noi si
sono schiantati! Questo significa che hanno letto la barzelletta e gli
sono
venute le lacrime agli occhi a furia di ridere.”
“Beh,
io ho letto quel
messaggio eppure, non sono morta dal ridere.”
“L'hai
letto sul serio?!”
“Certo.
Mi spieghi cosa c'è di
così divertente in un tizio molto alto che entra in un bar e
dice...!”
“Ferma
lì, ho capito! L'hai
letta ma non l'hai capita, per questo non ti sei messa a ridere come
una
pazza!”
Inferno
Villaggio
infernale del
Settore Nord, sabato, 00:00
La
vecchia strega fece un
sorriso soddisfatto.
Anche
quel giorno gli affari
erano andati bene... ora poteva tornarsene a casa...
Fece
per chiudere la porta
dell'edificio dove lavorava ma una mano con indosso un guanto bianco la
bloccò.
La
donna alzò la testa e vide
una ragazza sudata e con un bel viso che domandò, ansimando:
“Sei Baba?”
“Sì...”
“Devi
aiutarmi a salvare mio
figlio!”
|
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Capitolo 18 *** Il tempo stringe ***
Capitolo
18: Il tempo stringe
Inferno
Cielo
del Settore Nord,
sabato, 04:20
“Ti
consiglio di avvisarmi
adesso se ci sono dei problemi per andare nel mondo dei vivi o giuro
che
finisci male, vecchia strega!” minacciò Kohra a
Baba mentre la strega annuiva
con la testa, spaventata.
Quella
banda sembrava
parecchio pericolosa, soprattutto per via del loro capo, quella ragazza
col
cappotto e l'ocarina.
Le
aveva detto senza mezzi
termini che doveva aiutarla a tornare nel mondo dei vivi per salvare
figlio e
quando aveva rifiutato di aiutarla senza un compenso, la ragazza
l'aveva presa
per il collo e l'aveva minacciata, senza mezzi termini, di darla in
pasto a
quell'enorme bestia gigante che l'accompagnava, se avesse detto di
nuovo no.
Così,
si era ritrovata a farle
da guida verso il portale... e completamente gratis!
Peggio
di così...
“Certo
che quella donna è
proprio tremenda... comincio a pensare che, tra lei e Paragas, fosse
lei
l'uomo...” commentò, scocciato, Vegeta, seduto nel
dorso della madre adottiva
di Kohra, prima di voltarsi dietro di lei e domandare: “Tu
che ne pensi, terza
classe?”
Non
appena ebbe finito di
parlare, il sovrano dei saiyan sgranò gli occhi, incredulo.
Bardack
era sdraiato sul
dorso, pallido come un cencio e con gli occhi che gli giravano.
“Che diavolo...?!” domandò, senza
parole, l'uomo e Bardack, dichiarò,
voltandosi a guardare il sovrano, anche se si vedeva lontano un miglio
che non
stava per niente bene: “Sto male...”
“Questo
lo vedo anche da solo,
brutto idiota.”
“Credo
di aver appena scoperto
di soffrire di mal di viaggio sulle creature pericolose...”
“Beh,
cerca di resistere! Ci
manca solo che ti metti a vomitare...”
Nel
frattempo, Baba domandò,
scocciata: “Ehi, a proposito... dove volete andare?”
“Molto
lontano.” fu la secca
risposta di Kohra ma la vecchia, sospettosa, dichiarò:
“Se volete che vi
riporti al mondo dei vivi, dovete precisare su quale pianeta volete
andare!”
“Uffa,
che bisbetica!
Vediamo... se non ricordo male quei tizi alla taverna avevano detto che
lo
scontro stava avvenendo sulla Terra.”
Sentendo
quel nome, Baba
iniziò ad urlare: “C-COSA?! LA TERRA?! E' LI' CHE
SIAMO DIRETTI?!”
Vegeta
e Kohra si misero a
guardarla, stupiti.
“Conosci
quel pianeta?”
domandò il sovrano dei saiyan e Baba, visibilmente
terrorizzata. Esclamò:
“N-NON SAPETE NULLA?! S-SULLA TERRA CI SONO I T-T-T-TERRIBILI
CYBORG!”
“Non
ti preoccupare... Kohra
li farà fuori.” fu la tranquilla risposta di
Vegeta, tutto il contrario del
successivo strillo di Baba: “NON CONOSCETE IL LORO IMMENSO
POTERE!!!”
“Se
non stessi così male,
direi che le cose si stanno facendo davvero interessanti...”
mugugnò,
sofferente, Bardack, ancora sdraiato sul dorso dell'enorme bestia.
“FATEMI
SCENDERE!!!” strillò
Baba prima di saltare giù, assieme alla sua enorme sfera,
dalla creatura,
urlando: “Fregati! Addio!!!”
“E'
scappata!” urlò Kohra,
fermando il volo della madre e osservando giù.
Sfortunatamente,
sotto di loro
c'erano un sacco di nuvole d'oro che nascondevano la visuale.
“Quella
vecchia si crede una
gran furba ma ha fatto i conti con la donna sbagliata! La
riporterò su!” sbuffò
Kohra, preparandosi a saltar giù e a cercare la fuggitiva,
ma Vegeta la fermò:
“Aspetta. Non c'è bisogno che ti metti alla sua
ricerca.”
“Eh?
E' perché?”
“Perché
sarà lei a tornare
spontaneamente qui. Sta' a guardare.”
Il
sovrano tirò fuori da una
tasca uno strano oggetto verde per poi domandare a Kohra: “Ce
l'hai una canna
da pesca?”
“Ma
sei scemo?! Mio figlio è
in grave pericolo, l'unica che può portarmi sulla Terra
è appena scappata e tu
ti metti a pescare?!”
“Credimi,
ragazza... mi
ringrazierai per il pesce che sto per trovare.”
Con
uno sbuffò, Kohra tirò
fuori dalla sua borsa una vecchia canna da pesca e Vegeta
legò all'amo lo
strano oggetto verde.
“Et
voilà! Ih ih ih...” ghignò
il re e la donna, sorpresa, domandò: “Che razza di
esca è quella sull'amo?”
“Un'enorme quantità di banconote dal valore
piuttosto grosso che ho fregato ad
un tizio all’aeroporto.”
Dopo
aver detto ciò, Vegeta
lanciò l'amo nel mare di nuvole, sotto lo sguardo senza
parole di Kohra.
Da
quando i pesci si prendevano
con i soldi?
Le
sembrava così ridicolo e
assurdo, eppure Vegeta sembrava così sicuro di
sé...
Inaspettatamente,
ad un
tratto, la lenza cominciò a tirare e, senza alcuno sforzo,
Vegeta la tirò su.
“Ma
guarda chi si vede!”
esclamò, divertito, il saiyan mentre Baba, la quale teneva
ben stretto il
fascio di banconote, ritornava a bordo, finendo dritta dritta nelle
mani di
Kohra.
“Che
diavolo...?” fece,
incredula, la donna mentre Baba, rendendosi conto dell'accaduto,
esclamava:
“Dannazione, mi sono tradita! Che stupida!”
Terra
Terra
dei ghiacci, sabato,
04:30
“Allora?
Avete notato qualcosa
in tutto questo tempo, negli attacchi di Broly?”
domandò Whis ai due Trunks e a
Tarble.
“Sì...
dopo che l'ho un po'
osservata... ho notato che quella trasformazione... è piena
di punti deboli...”
dichiarò, incredulo, il Trunks più grande e Whis
gli diede corda: “Davvero? E
quali sono questi punti deboli, di preciso?”
Lo
stesso Trunks che aveva
parlato prima, dopo una piccola pausa, dichiarò:
“Gli attacchi basati sulla
forza bruta, per quanto inizialmente prevedibili, dopo un breve momento
di
osservazione diventano facilmente prevedibili.”
“Esattamente.
Essa è una forma
di trasformazione estrema sbilanciata verso la sola potenza fisica.
Purtroppo,
anche una potenza enorme risulta inutile, se non si riesce a colpire
l'avversario. Se lo attaccasse tutti e tre insieme, credo che potreste
anche
riuscire a sconfiggerlo.” fu la pacata osservazione di Whis.
I
tre giovani si guardarono un
attimo e, dopo aver fatto un lieve cenno con la testa, si lanciarono
all'attacco.
Nel
frattempo, Broly aveva
lanciato Beerus, ormai più morto che vivo, contro una roccia
incandescente,
distruggendola.
Broly
fece per lanciare una
sfera verde quando un colpo energetico giallo si frappose, generando
un'esplosione.
Il
saiyan si voltò e vide i
tre saiyan, già pronti all'attacco.
“Mi
raccomando. Colpiamolo a
distanza con dei raggi energetici finché non ha diminuito la
sua potenza. A
quel punto possiamo cominciare a combattere contro di lui corpo a
corpo.”
spiegò il Trunks più grande, ottenendo un leggero
cenno affermativo da parte
dell'altro Trunks e di Tarble.
Per
dar credito a
quell'affermazione, i due cominciarono a lanciare degli attacchi
energetici
contro l'avversario.
Broly
cominciò a lanciare a
sua volta degli attacchi energetici verdi con lo scopo di distruggere
quei
colpi ma la maggior parte di essi, siccome non erano mirati tanto bene,
andavano a colpire gran parte del territorio circostante.
Uno
di questi stava persino
per colpire Bulma, Mai e Gure ma Whis, con un semplice movimento del
suo
bastone, creò una potente barriera senza nemmeno scomporsi o
innervosirsi.
“Ma
guarda. Broly ha una forza
d'attacco davvero notevole. Persino la mia barriera ha leggermente
tremato. Non
mi era mai successo prima. Davvero interessante.”
commentò, leggermente
sorpreso, Whis, anche se, dal suo tono e dal suo comportamento,
sembrava una
persona che nota che al supermercato ci fossero più pesci
del solito.
“Ci
dobbiamo preoccupare?” gli
domandò Bulma e l'angelo, con la sua solita risatina,
dichiarò: “Affatto.
Dopotutto, Broly è solo un essere umano. Non potrebbe
assolutamente distruggere
la barriera di un angelo.”
Aveva
appena detto quelle
parole, che un secondo attacco di Broly colpì la barriera.
Stavolta,
però, sul vetro
comparvero delle righe molto lunghe e sottili.
“Oh,
si è rotta.” commentò,
col suo solito tono calmo e tranquillo, l'angelo mentre Bulma
cominciava a
sudare freddo.
Ma
come poteva starsene così
tranquillo?!
“Sembra
che Broly sia al suo
limite.” fece notare, ad un tratto, Whis indicando Broly, il
quale, a causa di
un attacco alle spalle del Trunks più giovane, era caduto
violentemente per
terra.
“Ne
sei sicuro?” gli domandò
Bulma e l'angelo rispose: “Certo. Vedo chiaramente che la
forza, la dote su cui
Broly punta, sta calando. Ormai è al limite...
chissà se verrà ucciso prima dai
suoi avversari o per il troppo accumulo di potere... persino io che
sono un
angelo, non ne ho la più pallida idea.”
Nel
frattempo, anche Lemo e
Cheelai, ancora nascosti, stavano osservando il combattimento.
Fu
Cheelai la prima a notare e
ad esclamare: “Ehi, Lemo! C'è qualcosa che non va
a Broly!”
“Cosa?!
Che succede?!”
“Non
lo so, è meno veloce e
potente di prima! Sembra quasi... stanco...”
“Probabilmente,
gli effetti collaterali
di questo suo enorme potere si stanno cominciando a sentire.”
“Tu
dici?!”
“Certo,
ho avuto una lunga
esperienza sui campi di battaglia. La forza può diventare
una lama a doppio
taglio se non la si impara a controllare. Se ci si fa dominare da essa
senza
tenere conto dei suoi limiti, si può addirittura morire.
Temo che il desiderio
di vendicarsi, abbia spinto Paragas a non informare mai Broly dei
pericoli
della potenza. Quel ragazzo è stato cresciuto solo con
l'obiettivo che
diventasse un'arma da guerra invincibile... anche a costo di perdere la
ragione
e di morire, se fosse stato necessario.”
“Assurdo...
ma fino a che
punto Paragas poteva sfruttare e usare suo figlio?! Dobbiamo
assolutamente
salvarlo, Lemo! Deve poter vivere una vita normale, senza il soffocante
desiderio di vendetta di uno stupido vecchio!”
“Vorrei
farlo, Cheelai...
credimi, lo vorrei con tutto il mio cuore, perché mi sono
sinceramente
affezionato a lui, te l'assicuro. Ma non possiamo. Non possiamo
assolutamente.
E anche tu lo sai.”
La
ragazza rimase immobile,
stringendo con rabbia un pugno.
Ad
un tratto, il Trunks più
grande diede un violento pugno al torace di Broly che lo
sbalzò lontano.
“BROLY!!!”
urlò Cheelai,
correndo verso di lui, mentre Lemo cercava di bloccarla con un:
“Ferma!”
Quello
che i due alieni non
notarono fu un gigantesco masso che, a causa dell'onda d'urto dello
schianto di
Broly, stava precipitando verso di loro.
Fu
solo quando il terreno
attorno a loro si oscurò, Cheelai e Lemo alzarono la testa e
si accorsero del
masso
Mentre
si preparavano
all'impatto, Cheelai, inconsciamente, chiuse gli occhi e si mise a
gridare
mentre Lemo continuava a guardare il masso.
Ad
un tratto, un fulmine di
luce verde si schiantò violentemente contro il masso,
distruggendolo in mille pezzi.
Lemo
rimase senza parole
quando vide Broly, ansimante e in volo, con ancora il pugno con cui
aveva
vaporizzato il sasso davanti a sé.
Prima
che i due alieni
potessero dire qualcosa o anche solo ringraziarlo, il saiyan
volò via a tutta
velocità verso i suoi avversari per riprendere il
combattimento.
Inferno
Cielo
del Settore Nord,
sabato, 04:35
“Se
provi a scapparmi di
nuovo, vecchia strega, ti do in pasto a mia madre!”
avvisò, adirata, Kohra a
Baba, il cui polso era ammanettato a quello della saiyan, tirati fuori
dal suo
inseparabile borsone bianco.
L'umore
della strega era a dir
poco pessimo.
Non
le andava per niente giù
di tornare nel mondo dei vivi, soprattutto se si trattava della Terra,
la
patria dei terribili cyborg, coloro che avevano monopolizzato il
pianeta da
parecchi anni.
Dopo
che gli amici di Goku,
colui che era stato in grado di sconfiggere il Grande Demone Piccolo e
Freezer,
erano tutti morti, se l'era subito svignata verso l'aldilà,
l'unico posto dove
quei demoni metallici non potevano arrivare nemmeno per sbaglio.
E
adesso, un gruppo di pazzi
suicidi, voleva che li portasse lì.
Quei
due l'avrebbero
ammazzata... e dire che era solo una povera vecchina indifesa...
“Senti,
ma tu sei un uomo o
una donna?” domandò, ad un tratto, Kohra e Baba,
adirata, le urlò: “SONO UNA
DONNA! NON SI VEDE?!”
“Faccio
ancora un po' di
fatica a riconoscere ad occhio nudo il sesso di vecchi e
bambini.” fu la
semplice risposta di Kohra mentre Vegeta le rivelò:
“Considerati fortunata che
te l'abbia chiesto. In passato, palpava il petto di tutti quelli che le
capitavano a tiro per capire il sesso.”
La
vecchia fece una faccia
schifata e si allontanò, anche se di pochi centimetri a
causa delle manette.
Kohra
ignorò tranquillamente
la cosa e chiese di nuovo a Baba: “Comunque, per andare sulla
Terra si va
sempre dritto?”
“Sì.
Per altre settanta
miglia.”
“Accidenti.
Dovremo aumentare
la velocità... aggrappatevi forte a mia madre!”
Bardack
e Vegeta, il primo
piuttosto malamente, si era appena aggrappati che la creatura
cominciò a volare
a tutta velocità.
“Ma
quant'è veloce tua
madre?!” le domandò, sconvolto, Vegeta e Kohra,
l'unica che si trovava
perfettamente a suo agio nonostante l'incredibile velocità,
si voltò verso di
lui e gli domandò, tranquillamente: “Cos'hai
detto?”
“Quanto
cavolo è veloce tua
madre?!”
“Oh,
un po'... comunque,
questa è la sua velocità minima. Dovreste vederla
quando da il massimo!”
“Beh,
io non la voglio vedere,
grazie! O meglio, non voglio che usi il massimo quando io ci sono
seduto
sopra!”
Aldilà
Pianeta
del Re Kaio del nord,
sabato, 04:50
“E
tutto qui il meglio che sai
fare?!” urlò l'uomo dai capelli neri eretti verso
l'alto e un'aureola in testa
mentre si preparava a lanciare un potente attacco contro un tizio dai
capelli neri
a palma e con l'uniforme arancione, il quale possedeva anche lui
un'aureola
sulla testa.
L'altro,
dal canto suo, fece
un sorrisetto divertito e poi urlò: “Ka... me...
ha... me... HA!!!”
Le
due sfere d'energia si
scontrarono e, alla fine, esplosero, generando una potente raffica di
vento che
che fece tremare tutto il piccolo pianeta e creando una raffica di
vento così
forte che fece sradicare qualche albero e volare una scimmia che si
trovava da
quelle parti.
L'unico
che rimane immobile fu
uno strano individuo che levitava, con la pelle verde e l'aureola in
testa.
“Tsk!
Sempre i soliti...”
commentò, infastidito, l'uomo mentre il ragazzo di fianco a
lui, coi corti
capelli neri, una cicatrice sull'occhio e privo di un braccio, gli
diceva,
ridendo: “Sai come sono fatti mio padre e Vegeta,
Piccolo.”
“Certo
che lo so... come so
anche che Re Kaio darà di matto quando vedrà come
Goku e Vegeta gli hanno
ridotto, di nuovo, il pianeta...”
“Un
po' mi dispiace che Crilin
e gli altri se ne siano andati...”
“Era
prevedibile, Gohan. Loro
erano dei semplici terrestri e, dopo che voi tre avete superato il
limite del
supersaiyan, era ovvio che era meglio per tutti che se ne
andassero...”
Nel
frattempo, Vegeta,
spoderando un ghigno divertito, fece diventare i capelli biondi mentre
delle
saette gli circondavano il corpo.
“Supersaiyan
di secondo
livello, eh?” constatò, divertito, Goku
“E ALLORA LO FACCIO ANCH'IO!!!”
La
potente raffica generata
dalla trasformazione fu ancora più forte della precedente.
“Come
vedi, hanno fatto proprio
bene ad andarsene, dato che sembra che i saiyan di sangue puro non
riescano
assolutamente a controllarsi...” fu la pacata risposta di
Piccolo mentre Gohan
commentava: “Già, mi sorprende che Re Kaio non si
sia ancora accorto di
niente.”
“Sta
facendo un pisolino e
quando dorme non lo svegliano i cannoni, figuriamoci due supersaiyan
che si
stanno combattendo...”
I
due saiyan continuarono a
combattere finché Vegeta, approfittando della disattenzione
del suo rivale, gli
diede un violento pugno sulla guancia che lo fece volare contro un
albero,
distruggendolo completamente.
“Molto
bene, Vegeta... e così
vuoi fare sul serio, eh?” commentò Goku
“NON MI TIRO DI CERTO INDIETRO!!!”
L'unica
cosa che disse
Piccolo, vedendo quella scena, fu: “...E adesso arriva il
terzo livello.”
Non
appena Goku ebbe finito di
trasformarsi, raggiunse Vegeta e i due ripresero a combattere con
inaudita
ferocia, facendo tremare tutto.
“Non
riuscirai a sconfiggermi,
Vegeta!” urlò Goku, preparando di nuovo la
Kamehameha, e l'avversario, ridendo,
gli ricordò, mentre preparava, a sua volta un potente
attacco: “Ci ha pensato
una malattia cardiaca ad ammazzarti!”
“Beh,
era un avversario tosto!
Almeno ho fatto del mio meglio a resisterle...”
I
due attacchi si scontrarono
e si generò un'altra potente esplosione che fece tremare
tutto e rompere le
finestre dell'unica abitazione presente.
Non
appena fu finita, dalla
casa uscì, trafelato, un uomo con la pelle blu, delle lunghe
e sottili antenne
sulla testa, basso e tarchiato.
Indossava
un vestito strano e
degli occhiali da sole, inoltre era l'unico su quel pianeta, assieme
alla
scimmia, a non avere un'aureola sulla testa.
“E
per finire, arriva la
scenata di Re Kaio...” concluse Piccolo proprio mentre
l'essere esclamava: “Ho
ricevuto un messaggio da Kami in persona! Abbiamo
un'emergenza!!!”
“Un
messaggio da Kami? Che
succede?!” domandò Gohan, esterrefatto, mentre
Piccolo dichiarava: “Qualcosa di
grosso, lo conosco quello.”
“Di
che si tratta, Re Kaio?”
domandò Goku e l'essere rispose: “Un nemico
potente ha attaccato la Terra!”
“Non
mi dica che sono di nuovo
i cyborg!”
“No, no... si
tratta di un saiyan!”
“Un
saiyan?! Ce ne sono
ancora?!”
“Sì,
si chiama Broly e ha una
potenza inaudita!”
“Ehi,
hai sentito, Vegeta? Ci
sono altri saiyan vivi nello spazio!”
Il
compagno lo guardò in malo
modo poi dichiarò, seccato: “Beh, ovvio! Quel
dannato di Freezer si è limitato
ad ordinarci con lo scouter di tornarcene sul pianeta prima di
distruggerlo...
qualcuno non aveva campo in quel momento oppure, molto semplicemente,
ha
preferito ignorarlo perché non aveva la più
pallida voglia di scomodarsi a
tornare e voleva che fosse Freezer a scomodarsi a
raggiungerlo.”
“E'
quello che hai fatto tu,
vero?”
“Ovvio!
Io sono il principe
dei saiyan! Non sono io che raggiungo gli altri ma
loro che
raggiungono
me!”
Ignorando
il battibecco, Gohan
domandò a Re Kaio: “Questo saiyan ha una potenza
smisurata?”
“Altroché!
Secondo Kami, è
stato persino in grado di sopraffare Beerus, il Dio della
Distruzione!”
“Beerus?
E chi sarebbe?” domandò
Goku mentre Vegeta, sbiancando, dichiarò: “B...
Beerus?! Quel Beerus?! Il Dio
della Distruzione?!”
“Lo
conosci, Vegeta?”
“Lo
vidi una volta, da
bambino... ma è impossibile... è assurdo che un
saiyan possa sconfiggerlo! E'
l'essere più forte dell'universo!!!”
“Davvero?
Ed è pericoloso?”
“Può
dirlo forte, zuccone! Se
gli manchi di rispetto o lo infastidisci in qualche modo... ti
distrugge come
se niente fosse!”
“Ah
sì? Allora, in questo
caso...”
Dopo
aver detto quelle parole,
Goku si voltò verso Re Kaio e domandò:
“Re Kaio, potrebbe farmi conoscere
questo Beerus? Muoio dalla voglia di affrontarlo e vedere chi
è il più forte
tra noi due!”
“MA
MI ASCOLTI QUANDO TI
PARLO?!?!” gli urlò, furibondo, Vegeta.
“Oltre
a questo Beerus, chi
altri sta affrontando Broly?” domandò Piccolo e Re
Kaio, prendendo dalla manica
dell'abito un foglio di carta, lesse, sistemandosi gli occhiali:
“Dunque, a
quanto pare... lo stanno affrontando i due Trunks e un altro saiyan di
nome
Tarble...”
“CHE
COSA?! C'E' ANCHE
TARBLE?!”
“Lo
conosci, Vegeta?” domandò
Gohan e Vegeta, spostando lo sguardo e diventando rosso come un
peperone,
dichiarò: “Beh, sì... lui
è... è uno... è uno che conosco...
abbastanza...
credo...”
“In
ogni caso, pare che quel
Broly sia giunto sulla Terra per vendicarsi del padre di Tarble, in
quanto l'ha
esiliato da bambino su un pianeta inospitale...”
“Ah!
Quell'idiota...”
s'intromise, con un tono scocciato, Vegeta e Gohan, sorpreso, gli
domandò:
“Conoscevi anche lui?”
“Purtroppo
sì.”
Dopo
un attimo di silenzio, fu
la volta di Goku a domandare a Re Kaio: “Scusi, Re Kaio... ma
cosa significa
inospitale?”
Tutti
lo guardarono senza
parole.
Goku
fece una risatina
imbarazzata, mettendosi la mano dietro la testa mentre Vegeta
commentava, con
tono esasperato: “Che deficiente...”
“Comunque,
come va la
situazione sulla Terra? I ragazzi ce la stanno facendo?”
domandò, preoccupato,
Gohan e Re Kaio dichiarò: “Kami mi ha detto che,
per il momento, la situazione
è in uno stato di stallo. Non si riesce proprio a capire chi
sarà il vincitore.”
Aveva
appena detto quelle
parole che Vegeta si avvicinò a lui, con passo calmo e
tranquillo.
Gohan
fece appena in tempo a
dire: “Vegeta...?” che il saiyan afferrò
Re Kaio per il bavero e lo sollevò.
“Come
osi trattare un Re Kaio
in questo modo?!” protestò la divinità
ma Vegeta, senza scomporsi, ordinò: “Dì
a Kami che sto per andare da lui.”
“Andare
da lui?!”
“Sì.
Voglio sapere alcune
cose... adesso!”
“D-d'accordo...
l'avvertirò
subito...”
Mentre
Re Kaio, una volta che
Vegeta l'ebbe lasciato andare, si allontanava per comunicare con Kami,
Goku si
avvicinò al compagno e gli domandò:
“Vuoi che ti porti là col
teletrasporto?”
“Per
forza, brutto idiota!
Come pensi che ci arrivi là, a piedi?!”
dichiarò il saiyan più grande,
furibondo.
“D'accordo!
Prendimi la mano,
Vegeta!” ordinò Goku ma il compagno gli
afferrò bruscamente la spalla.
Goku
si voltò un attimo verso
gli altri due e domandò: “Vi unite anche
voi?”
“Ok,
papà!” annuì subito Gohan
mentre Piccolo appoggiava una mano sulla spalla libera del saiyan.
Prima
che Goku partisse, Gohan
domandò al suo maestro: “Come mai ti unisci anche
tu? Di solito detesti stare
con troppe persone...”
Piccolo
guardò un attimo in
direzione di Re Kaio per poi ammettere, abbassando la voce:
“Non appena ce ne
saremo andati, Re Kaio si accorgerà di come abbiamo ridotto
il giardino e,
conoscendolo, comincerà a sbraitare. Pertanto, è
meglio essere il più lontani
possibili dall'imminente terremoto...”
Inferno
Confine
tra mondo dei vivi e
dei morti del Settore Nord, sabato, 05:00
“Eccoci
siamo arrivati. E'
questo il punto.”
Kohra
scese dal dorso della
madre e guardò, incuriosita, il lago che si vedeva
chiaramente dove lei e i
suoi compagni di viaggio si trovavano.
Anche
Vegeta e Bardack,
quest'ultimo, nel frattempo, si era ripreso dal terribile mal di
stomaco, si
sporsero a guardare.
“Ditemi
che non dobbiamo
infilarci in quel vortice...” disse, seccato, il sovrano,
indicando il vortice
al centro del lago.
Neanche
Bardack, dal canto
suo, era troppo entusiasta di buttarsi là dentro:
“Ma siamo proprio sicuri che
quello sia il passaggio per raggiungere il mondo dei vivi? Io avrei dei
dubbi...”
Per
tutta risposta, la vecchia
urlò: “Gente di poca fede! Sono un'indovina e se
vi dico che quello è il
passaggio, quello è il passaggio!”
“Tu
ci sei mai entrata là
dentro?” le domandò Bardack, dubbioso.
La
risposta di Baba fu: “No.
Guarda che ci tengo alla vita, io!”
“E
allora come fai a dire che
è proprio quello il passaggio?”
“Perché
delle persone che
conosco ci sono entrate!”
“Ah,
allora ci sono arrivate.”
“Non
ne ho la più pallida
idea. Non le ho più viste.”
Il
povero Bardack non sapeva
più dove sbattere la testa.
Le
premesse non erano affatto
delle migliori...
“E
tu come facevi ad andare
sulla Terra?” le domandò Bardack e la vecchia
rispose: “Prendevo un'altra
strada, ovviamente.”
“E
perché non ci hai portato
lì?”
“Perché
quando sono arrivati i
cyborg, ho chiesto a Re Enma di distruggere quel passaggio,
così da non poterci
più tornare! Guarda che ci tengo alla vita!”
“L'avevamo
capito...”
Non
appena Baba ebbe finito di
parlare, Kohra prese un sasso e lo gettò nel vortice.
Il
sasso venne risucchiato in
pochi secondi e non lo si vedi più.
“Io
non ci entro là dentro! Ci
tengo alla mia vita defunta!” l'avvisò Vegeta e
Kohra, scocciata, gli ricordò:
“Ormai manca poco! Vuoi tirarti indietro proprio
adesso?”
“Certo!
Il figlio è tuo! Ti ho
accompagnata fino a qua, ma non vado più avanti! Arrangiati
da sola! Non
sappiamo nemmeno se il tuo marmocchio è ancora vivo!
Può essere crepato da ore
e, in quel caso, non intendo rischiarmi l'anima in quel vortice,
chiaro?!”
“Forse
c'è un modo per sapere
se è ancora vivo...” dichiarò una voce
alle loro.
I
due litiganti si girarono e
videro Baba, intenta a trafficare con la sua enorme sfera.
“Come
ho già detto prima, io
sono una veggente. Posso prevedere il futuro con l'aiuto della mia
sfera di
cristallo e anche...” cominciò la vecchia ma venne
interrotta bruscamente da
Kohra che, con un gesto veloce e forte, prese la sfera e
dichiarò: “Fammi
vedere dov'è mio figlio!”
La
donna ci guardò
attentamente ma all'improvviso, la gettò, gridando:
“Che schifo! E' tutta
sporca e non si vede niente!”
Baba
cercò di prenderla al
volo ma le scivolò e, mentre cercava di non farla cadere,
dichiarò: “No, no! Aiuto,
mi verrà il mal di mare...”
Poco
prima che la sfera
toccasse il suolo, Baba riuscì a prenderla e, una volta
assicurata che fosse
tutto a posto, strillò: “Fa attenzione! Questa
è una sfera di cristallo dal
valore inestimabile! T'immagini cosa sarebbe successo se si fosse persa
o fosse
caduta nel vortice?!”
“Ma
quale sfera di cristallo
dal valore inestimabile... è solo una semplice palla di
vetro dallo scarso
valore.” dichiarò, seccato, Vegeta.
Sentendo
ciò, Baba sobbalzò.
Ma
come aveva fatto quel tizio
a capirlo?!
“Come
fai a dirlo?” domandò
Kohra e Vegeta, bussando coll'indice sulla sfera, dichiarò:
“Me lo dice tutto!
La lucentezza, la densità, le sfumature... e anche il suono.
Probabilmente,
l'ha trovata in un mercato delle pulci a basso costo... io avrei fatto
lo
stesso.”
“E
va bene... ma conta cosa sa
fare il prodotto e non la qualità!” si difese
Baba, rossa in volto, prendendosi
la sfera.
Agitando
le mani e
pronunciando una strana formula, la sfera cominciò a
brillare e apparve una
strana scena.
C'era
un ragazzo alto,
muscoloso e pieno zeppo di cicatrici, coi capelli verdi ritti in testa
e gli
occhi privi di iridi.
“Il
mio piccolo Broly!!!”
urlò, entusiasta, Kohra “E' ancora vivo! Ma
probabilmente gli resteranno poche
energie... non preoccuparti, tesoro! La mamma sta venendo a
salvarti!”
“Quello sarebbe tuo
figlio?!” domandò, senza parole, Bardack,
indicando con l'indice, il tipo coi
capelli verdi “Ma ha distrutto tutto! Nemmeno un centinaio di
Oozaru avrebbero
fatto un simile macello...”
“Suo
figlio è un pericolo
pubblico. Io lo sapevo fin da quando quella mina vagante era nella sua
capsula
incubatrice, figurati un po'! Per questo l'ho mandato su quello stupido
sasso
pieno zeppo di mostri! Era il posto più adatto per lui...
basta guardare sua
madre e i suoi parenti, per capirlo!” commentò,
orgoglioso e seccato, il re.
Ad
un tratto, Vegeta si
accorse di una figura sdraiata per terra e disse, aguzzando la vista:
“Ma
quello...”
Non
appena ebbe riconosciuto
chi era lo sfortunato a terra, Vegeta fece un sorrisetto sadico, tanto
che
Bardack gli domandò, preoccupato:
“Perché fai quel sorriso?”
“Perché
ho appena riconosciuto
una persona che detesto con tutto il cuore e che il figlio di Kohra
è stato
così gentile da massacrarmela di botte.”
“Sul
serio? E chi è?”
“E'
Lord Beerus, il Dio della
distruzione!”
Mentre
Baba faceva
un'espressione terrorizzata, Bardack e Kohra si limitarono a guardarsi
un
attimo negli occhi.
Fu
Kohra ad esprimere a parole
ciò che entrambi pensavano: “E chi cavolo
è Beerus?”
“NON
SAPETE NEMMENO CHI E'
BEERUS?!?!” strillò Baba, al limite
dell'esasperazione e del terrore.
La
risposta della donna fu uno
scocciato: “Ti sembro un'enciclopedia, per caso?”
Baba
non sapeva più dove
sbattere la testa.
Prima
i cyborg e adesso il Dio
della distruzione... la Terra stava proprio diventando un pianeta di
gente poco
raccomandabile... e lei stava per tornarci!
Ma
cosa aveva fatto di male
per meritarsi tutto questo?!
Vero
che era un po' tirchia e
forse un pochino sadica... ma era una brava persona che dava un lavoro
a molte
anime di valorosi combattenti...
“Beerus
è l'entità più forte
del mondo. Il suo compito è quello di distruggere e
sterminare le popolazioni
di pianeti che non sopporta, per questo tutti cercano di tenerlo a
bada...
almeno finché la sua attenzione non viene spostata su
qualcos'altro...”
dichiarò il re e Bardack fece notare: “Parli come
se lo conoscessi
personalmente.”
“Beh,
diciamo che... abbiamo
avuto a che fare una volta... per fortuna...”
Bardack,
sentendo quella
dichiarazione, rimase in completo silenzio.
Nel
frattempo, Kohra si mise a
guardare il vortice e poi annunciò: “Bene, fra un
minuto ci buttiamo tutti. Se
avete qualcosa da dire... ditela ora. E in fretta, anche. Vi ricordo
che io non
ho tempo da perdere!”
Bardack
e Vegeta si osservarono
un attimo, poi il secondo annunciò: “Beh, dato che
corro il rischio di
scomparire per sempre, tanto vale di rivelare uno dei miei segreti...
non si
sta tanto male con te, Bardack.”
Dopotutto,
c'era la discreta
possibilità di restare vivi, era molto meglio non rivelare
un segreto
compromettente e imbarazzante...
Bardack,
invece, rimase in
silenzio un attimo, come se stesse pensando a qualcosa per poi
ammettere: “Il
mio segreto, invece, è che... conosco il tuo!”
Per
qualche secondo, Vegeta lo
fissò in silenzio, come se non capisse di che diavolo stesse
parlando, poi,
dopo pochi secondi, diventò rosso come un pomodoro e, con
un'espressione mista
di rabbia e vergogna, balbettò: “N-n-n-non ti
starai mica riferendo... a
quel segreto!
Il mio
segreto più intimo e privato...!”
“E'
quello del coniglietto
rosa che eri costretto ad abbracciare da piccolo per poter
dormire!”
“MA
IO TI AMMAZZO, TERZA
CLASSE!!!!”
Prima
che il sovrano dei
saiyan potesse rendere veritiere le sue minacce, Kohra
annunciò, mettendosi
alle spalle dei due litiganti: “Ok, vi siete detti tutto.
Andiamo.”
“Aspetta,
Kohra! Prima ammazzo
questo spione da strapazzo e poi ti seguo!”
“Ma
neanche per sogno! Mio
figlio rischia di morire da un momento all'altro!”
E
prima che qualcuno potesse
dire qualcosa, la donna li spinse nel gorgo, buttandosi poi a sua volta.
Le
figure rimasero visibili
per poi sparire, ingoiate nelle acque nere e gelide del gorgo.
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Capitolo 19 *** All'ultimo respiro ***
Capitolo
19: All’ultimo
respiro
Terra
Terra
dei ghiacci, sabato,
05:02
“Dici
che ormai è stanco,
Trunks?”
“Sì!
Un ultimo sforzo... manca
poco!”
I
due doppioni non smettevano
mai di attaccare con raggi d'energia il loro nemico, il quale, dal
canto suo,
continuava a resistere.
Come
diavolo facesse ad avere
ancora tutta quella energia, era un assoluto mistero... se Broly non
imparava a
controllare tutta la sua energia, rischiava di diventare un pericolo
per tutto
l'universo!
Anche
Tarble faceva del suo
meglio a tener testa al nemico ma era il più debole del
gruppo, in quanto non
era trasformato in supersaiyan.
Pertanto,
quando Broly si mise
ad assaltarlo con una furia violenta e bestiale, il saiyan faceva molta
fatica
a parare i colpi.
"Accidenti...
la sua potenza è aumentata in maniera tremenda! Non
è lo stesso di prima, in
tutti i sensi! Non solo ha una forza pazzesca ma il suo carattere
è mutato in
maniera drastica... è come vedere un demone senza
controllo... che sia questa
la forma più brutale e incontrollata dei saiyan, il vero e
leggendario
supersaiyan?!"
Si domandò, preoccupato
Tarble, tentando di parare i pugni di Broly con le braccia.
“Avanti,
questo è
il colpo di grazia! Final Flash!” urlò Tarble
lanciandolo a distanza
ravvicinata, per poi urlare: “E ora fatti un
sonnellino!”
Ma,
inaspettatamente, dalla coltre di fumo apparve il volto sadico e
spietato di
Broly, completamente illeso.
“Cosa?!”
urlò,
senza parole il giovane
e, prima che se
ne rendesse bene conto, l'avversario gli diede un calcio
così violento che gli
mozzò il fiato e che lo fece schiantare contro un monte
lì vicino.
“Tarble!!!”
urlò il Trunks più
giovane mentre l'altro gli diceva: “E' ancora vivo! Pensiamo
a Broly, più che
altro! Temo che abbia tutte le intenzioni di combattere contro di
noi!”
“Cosa
possiamo fare, Trunks?!
Questo saiyan è una vera furia! Di questo passo, saremo noi
ad essere uccisi!”
“Tranquillo,
ho un piano.”
“E
qual'è?!”
“Prepariamo
il Galick Cannon e
con quello tentiamo di contrastarlo!”
“E'
una mossa un po'
azzardata...”
“Ma
non abbiamo altra scelta!
Siamo allo stremo delle forze, proprio come lui! Questa è
una gara a chi
resiste più a lungo!”
“Quant’è
rimasto dell’acqua
che ci ha dato Whis?”
“Poco…
un sorso a testa.
“D'accordo,
allora
prepariamoci e speriamo in bene!”
I
due doppioni, dopo aver bevuto
quel poco che restava della boccetta, la quale non li guarì
completamente, ma
almeno li fece sentire leggermente meglio, e fatto un respiro profondo,
lanciarono il loro attacco con tutte le loro forze.
Paradiso
Sezione
Nord, sabato, 05:05
“Eccoci
arrivati!” esclamò
Goku, apparendo davanti ad un uomo anziano con la pelle verde e le
rughe, il
quale non trattenne un'espressione incredula nel trovarsi davanti,
all'improvviso, tutta quella gente.
“Ehilà,
Kami. E' da un pezzo
che non ci vediamo...” lo salutò Piccolo, con un
ghigno divertito, prima che
Vegeta dichiarasse, scocciato: “Puoi mettermi in contatto
spirituale con una
persona?”
Kami
rimase un attimo in
silenzio, sorpreso da quella strana richiesta, poi ammise:
“Sì, certo... ma ho
bisogno dell'aiuto della mia controparte malvagia, ossia di Piccolo,
perché
questa tecnica consuma molto energia.”
“Nessun
problema, Kami. Dimmi
cosa devo fare e lo farò.” dichiarò il
namecciano, avvicinandosi.
Kami
lo guardò un attimo per poi
dire: “Ottimo, mettiti davanti a me e allunga le
mani.”
Piccolo
fece come Kami gli
aveva detto e venne subito imitato dalla controparte.
Dalle
mani dei due si
sprigionarono delle onde rosse che collisero.
“Fatto.
Entra dentro questo
flusso energetico e pensa alla persona che vuoi contattare. Si
creerà
temporaneamente una dimensione dove potrete comunicare.”
annunciò l'anziano
namecciano mentre Vegeta, con un sorriso sarcastico, annunciava:
“L'ho sempre
detto che tu e la tua gente avete tecniche molto interessanti,
vecchio...”
sogghignò Vegeta prima di entrare, con un balzo, al suo
interno.
Terra
Terra
dei ghiacci, sabato,
05:10
Si
trascinò lentamente, con
l'aiuto delle sue mani, finché un violento colpo di tosse,
durante il quale
sputò persino un po' di sangue, non lo fermò.
Alzò
la testa dolorante e
piena di ferite.
I
due Trunks stavano
preparando un attacco energetico alla massima potenza.
Avrebbe
voluto raggiungerli
per dare loro una mano, ma non poteva.
Non
aveva più un briciolo di
forza nel suo corpo e, cosa più importante di tutte, il suo
intervento, come al
solito, non sarebbe servito a niente.
Tarble
si rialzò dolorante
mentre si teneva il braccio sinistro, che non riusciva più a
muovere, il quale
poi era anche ricoperto di sangue, con la destra, per poi tornare a
guardare lo
scontro.
"Dannazione...
non sono riuscito neanche a farlo affaticare... ma
almeno ho guadagnato un po' di tempo per i due Trunks, almeno credo..." meditò il
ragazzo, sempre più stanco e
lottando nel disperato tentativo di tenere aperti gli occhi.
Proprio
in quel momento, i due
Trunks avevano lanciato il Galick Cannon contro Broly e, a giudicare
dalla
massa e dal potere energetico che sentiva provenire da esso, doveva
essere
davvero potente.
Nonostante
il potere,
l'attacco dei Trunks non preoccupò minimamente Broly, il
quale si mise a sua
volta a lanciare un attacco energetico di colore verde.
Le
due sfere si collisero con
un tremendo boato, ma nessuna delle due era intenzionata a cedere a
quella
nemica.
Sfortunatamente,
l'attacco dei
Trunks cominciò a perdere intensità mentre quello
di Broly si avvicinava sempre
più minaccioso ai due doppioni.
“Ho
paura... che
non ce la faremo... è troppo forte per noi...”
commentò il Trunks più grande,
con un sorriso stanco.
Anche Tarble
si
rese conto della sconfitta e, chiudendo con forza gli occhi,
pensò, disperato:
"Ormai è la
fine... non siamo riusciti a salvare il mondo... tra poco moriremo
tutti..."
“Stai
scherzando, vero?!” tuonò una voce sconosciuta
eppure stranamente familiare
nella sua testa.
Stupito, il
ragazzo riaprì gli occhi, dicendo un semplice:
“Eh?” e trovò davanti a sé la
conferma dei suoi sospetti.
“E'
tutto qui
quello di cui sei capace? Perché, in quel caso, sei patetico
come sempre!”
aggiunse, irritata, la figura con l’aureola in cima alla
testa che gli stava
davanti mentre il saiyan, senza parole, sussurrava: “Fratellone?!”
Com'era possibile
che suo fratello si trovasse lì?!
Doveva essere
morto da anni, secondo i due Trunks e Bulma...
Ma quasi subito,
l'incredulità lasciò posto alla gioia.
Stava rivedendo
suo fratello, il suo adorato fratello maggiore, il suo idolo di
quand'era
bambino...
Quando gli era
stato detto che Vegeta era morto, aveva creduto di non rivederlo mai
più e
invece lui era lì, a pochi passi da lui.
Se quello fosse
stato un sogno, avrebbe voluto non risvegliarsi mai più...
Si
avvicinò con
sorriso al fratello con un grande sorriso, per poi dirgli:
“Sono contento che
tu sia qui, fratellone!”
Ma, non appena
finì di parlare, Vegeta si voltò bruscamente di
lato.
“Non
fraintendere!” fu la secca risposta del saiyan, mentre il
fratello farfugliava,
sorpreso: “F-fratellone...”
“Non
intendo
assolutamente aiutarti! Semplicemente non sopporto la vista di un
saiyan
debole!” sbuffò Vegeta, mentre il fratello minore
sussurrava, imbarazzato: “Mi
dispiace...”
A quel punto,
il
ragazzo si diede un’occhiata intorno e si accorse di trovarsi
nello spazio
profondo, nero, denso… eppure, riusciva a respirare
perfettamente.
“Fratellone,
ma
dove siamo?”
“Siamo
in un
mondo illusorio creato dai poteri di due namecciani. Sono qui per dirti
qualche
parolina riguardo al tuo scandaloso comportamento! Certo, potevo farlo
attraverso Re Kaio, ma certi discorsi li preferisco fare a
quattr’occhi!”
“C-certo,
dimmi
pure…” balbettò Tarble, leggermente
spaventato.
Suo fratello
arrabbiato era la persona più pericolosa
dell’universo, dopo Bulma… di certo,
quella che lo aspettava era una strigliata leggendaria…
Prima che Vegeta
potesse aprire bocca, però, un uomo alto e coi capelli neri
anche lui con
un’aureola sopra la testa, verso cui Tarble provò
la sensazione di averlo già
visto da qualche parte, apparve all'improvviso, commentando:
“Certo che è
proprio buio in questo posto, forse è notte...”
Notando Vegeta che
lo guardava con un'espressione adirata, il tipo misterioso lo
salutò con un
gran sorriso: “Ah, eccoti, Vegeta! Come va?”
“Cosa ci
fai tu
qui, Kakaroth?!” fu la risposta, furibonda, dell'altro e il
saiyan rispose,
senza perdere la sua allegria: “Ci stavi mettendo un po' e
sono venuto a controllare
che stessi bene... e poi, speravo che tu stessi affrontando un nemico
tosto e
pericoloso!”
“Sto bene e
non
sto affrontando nessun nemico pericoloso, però al momento
sono occupato, quindi
sloggia!” sbottò, adirato, Vegeta, tentando di
trascinarlo lontano, mentre il
saiyan apparso all’improvviso, commentava, leggermente
infastidito: “Che
cattivo…”
Tarble, nel
frattempo, osservava in silenzio il misterioso saiyan appena apparso e,
in un
attimo, capì dove l’aveva già visto:
era identico al bambino nell’incubatrice
nei sotterranei della Capsule Corporation!
Quello che Bulma
diceva di essere il clone di un tipo chiamato Goku!
Che fosse lui?
Però, il
suo
fratellone l’aveva chiamato Kakaroth…
Proprio in quel
momento, Goku notò Tarble e, subito, si avvicinò
al ragazzo esclamando, tutto
eccitato: “E tu chi sei? Sei un saiyan? Ehilà,
sono Goku! Vuoi combattere
contro di me?”
“N-no…
comunque…
io sono Tarble…” sussurrò il ragazzo,
indicandosi, leggermente allibito per via
dell’energia mostrata da quel tipo, mentre Vegeta tentava di
nuovo, di
trascinarlo via, sibilando: “Ti ho già detto che
sono occupato, Kakaroth!
Perciò, sparisci!”
Sfortunatamente,
l’ultima cosa che Goku voleva era andarsene.
“Tarble? Ma
non è
quel saiyan di cui ci ha parlato Re Kaio?” domandò
il saiyan a Vegeta, il quale
rispose: “Sì, è lui! Adesso vattene!
Devo dirgli una cosa molto importante, che
non ti riguarda!”
“Quindi era
lui la
persona con cui volevi metterti in contatto?”
“E con
ciò?
Sparisci!”
“Ma guarda
che
sorpresa… hai fatto tutto quel casino solo per metterti in
contatto con lui?
Devo ammetterlo, da te non me lo sarei mai aspettato,
Vegeta…”
“Tu…
volevi
metterti in contatto con me, fratellone?” domandò,
allibito, Tarble e,
sentendolo, Goku esclamò, incredulo: “Fratellone?!
E’ tuo fratello?!”
Vedendo Vegeta
alzare gli occhi al cielo, Tarble si tappò la bocca con la
mano funzionante e
borbottò, imbarazzato: “Ops, mi è
scappato…”
“Non sapevo
che
avessi un fratello…” commentò Goku,
mentre Vegeta rispondeva, cercando di
nascondere il fatto che fosse diventato rosso come un pomodoro maturo:
“Beh, tu
non me l’hai mai chiesto, Kakaroth!”
“E a chi
verrebbe
in mente di chiederti una cosa del genere? Comunque, adesso capisco
perché ci
tenessi tanto a parlarci…”
“Ottimo! E
allora
sparisci una volta per tutte!!!!” dichiarò, sempre
più arrabbiato, Vegeta, ma
Goku rispose: “No, aspetta! Voglio sentire
anch’io!”
“Scordatelo,
Kakaroth! Questo è qualcosa che riguarda me e mio
fratello!”
“Non
pensarla in
questo modo…”
“Non
ci provare!
Vattene subito!”
“Oh,
andiamo...”
“No!”
Alla fine,
con
un po’ di fatica e sotto lo sguardo senza parole del fratello
minore, Vegeta
riuscì a scacciare Goku, sibilando nel mentre:
“Maledettissima zanzara
fastidiosa…”
“Fratellone…
ma
chi era quello?” domandò, a quel punto, Tarble e
il fratello maggiore rispose,
seccato: “Non ha alcuna importanza! Stammi bene a sentire: non avrai mica
intenzione di farti
abbattere da quel bestione tutto muscoli e niente cervello,
vero?!”
“Ma…
ma quel
saiyan, Broly… è davvero tremendo…
credo che sia giunta la fine… per tutti
noi…”
“La
fine? Tsk,
ma cosa mi tocca sentire! Non so cosa accidenti abbia combinato mio
figlio per
ritrovarsi due al posto di uno, ma loro hanno avuto a che fare coi
cyborg per
anni e non si sono mai arresi! Anche se la situazione era critica,
anche se
quei dannati rottami assassini massacravano un sacco di gente, anche se
mi
hanno ammazzato… loro hanno continuato a lottare e anche
adesso stanno tentando
di fare qualcosa, a differenza tua! Meno male che sono venuto a
sistemare le
cose… perché se c’è una cosa
che non posso assolutamente tollerare è che un
saiyan, soprattutto se il saiyan in questione è mio
fratello, il principe dei
saiyan, si mostri debole!”
“Il…
il principe
dei saiyan?”
“Certo!
Dato che
sei mio fratello, lo sei anche tu!”
“No,
non è vero…
lo sai che non lo sono…” borbottò il
ragazzo, abbassando lo sguardo e Vegeta,
per tutta risposta, gli mollò un pugno in testa.
“Ahia!!!
Perché
l’hai fatto, Vegeta?!” domandò Tarble,
massaggiandosi la testa dolorante e il
fratello rispose, toccandogli la fronte con l’indice:
“E me lo chiedi, brutto
zuccone? Credi che solo perché quell’imbecille di
nostro padre ti ha mandato
via, non sei degno di essere il principe? Guarda che non è
il livello di
potenza che ha uno alla nascita a fare di lui il principe del nostro
popolo!”
“E
allora
cos’è?”
“E’
l’orgoglio!”
“L’orgoglio?”
“Il
tuo orgoglio
saiyan viene prima di tutto, ricordatelo!”
“E'
vero... il
mio orgoglio saiyan...”
“E'
la tua
forza. E’ ciò che ti permette di essere davvero
libero e potente. Nessuno,
ripeto, nessuno dev’essere in grado di annientarlo! Possono
comandare il tuo
corpo, la tua mente… ma nessuno potrà mai essere
in grado di dominare il tuo
orgoglio!”
Tarble rimase
in
silenzio, sgranando gli occhi di fronte a quella dichiarazione.
Per caso suo
fratello lo stava prendendo in giro?
Però,
il suo
sguardo era molto serio…
Intuendo
l’indecisione del fratello, Vegeta si mise a strattonarlo per
le spalle:
“Stammi bene a sentire, Tarble! Tu sei un saiyan! Non puoi
arrenderti così! Hai
capito?! Sennò ti prendo a sberle! Non azzardarti mai a
dimenticare che nelle
tue vene scorre il sangue dei guerrieri saiyan! Forza, cerca di
riprenderti,
ragazzo! Affronta quel bestione senza cervello col Garlick Cannon, la
tecnica
simbolo della nostra famiglia e annientalo! Puoi farcela, fratellino,
abbi
fiducia in te, una buona volta! Vincerai, te lo garantisco!”
Tarble rimase
un
attimo spiazzato a quella dichiarazione.
Vegeta non
l’aveva mai chiamato fratellino prima
d’ora… non stava dicendo quelle parole a
caso, vero?
Tuttavia,
nonostante la confusione, Tarble abbassò lo sguardo,
tristemente: “No, non ce
la posso fare, fratellone... sono ferito al braccio sinistro e la mia
forza
spirituale è dimezzata! Come faccio a combattere?!”
Per tutta
risposta, Vegeta gli tirò un altro potente e doloroso pugno
in testa.
“Ahi…
e adesso
che ho detto?” mugugnò Tarble, massaggiandosi di
nuovo la testa, e il fratello
rispose, prendendolo per il colletto della divisa e guardandolo in
maniera furente:
“Se non la pianti di fare il povero debole patetico, ti mollo
qui, alla mercé
di quel tizio, mi sono spiegato?!”
“Certo,
scusami!”
“Adesso,
stammi
bene a sentire: un vero guerriero è in grado di combattere
anche con tutti gli
arti del corpo rotti! Pertanto, cerca il potere dentro di te e, quando
lo
senti, sfruttalo con tutto te stesso!”
Tarble rimase
in
silenzio un attimo, per poi sorridere e dire, con orgoglio:
“D'accordo! Ho
capito, fratellone! Ti ringrazio tanto! Libererò il
guerriero dentro di me, te
lo prometto!”
“Ottimo.”
Annuì
Vegeta, dandogli le spalle e, a quel punto, Tarble sussurrò,
timidamente:
“Fratellone…”
“Mh?”
“Io...
voglio
diventare forte come te, fratellone!”
“Sbagliato!”
“Ah,
giusto...
questo non è possibile...”
Ma cosa gli
era
saltato in testa di dire?
Doveva essere
ancora sotto l’effetto dell’adrenalina…
Suo fratello
era
il prodigio della loro famiglia, l’orgoglio di suo
padre… mentre lui era
soltanto il fallimento totale.
Non sarebbe
mai
stato in grado di superare Vegeta…
“No,
tu devi
voler diventare più forte di me!”
esclamò, ad un tratto, Vegeta e Tarble alzò
la testa di scatto, sorpreso: “Eh?”
Vegeta lo
stava
fissando in silenzio, sempre dandogli le spalle.
“Ti
ricordi di
quel deficiente che si è intromesso nel nostro discorso,
poco fa?” domandò,
all’improvviso, Vegeta e il ragazzo ammise, sorpreso:
“Beh, sì…”
“Beh,
quello è
un idiota senza cervello, il più grande rompiscatole che si
sia mai visto in
tutto l’universo, più fastidioso di una
mosca… ma anche uno così è stato
capace
d’insegnarmi qualcosa di davvero importante.”
“Davvero?
E
cosa?” domandò, allibito, Tarble.
Sentire suo
fratello, il quale da bambino si vantava in continuazione che non aveva
bisogno
di alcun maestro, in quanto era un talento nato, che qualcuno era stato
capace
d’insegnarli qualcosa era pazzesco… se poi era un
tipo del genere…
Vegeta rimase
in
silenzio, prima di ammettere: “Che anche uno scarto
può diventare potente con
la forza di volontà. Quindi, la cosa vale anche per te. Puoi
farcela, se solo
lo vuoi… e sono certo che ce un giorno ce la farai,
fratellino.”
“Sì,
ben
detto...”
“Anche
se io non
te lo permetterò mai, mettiamolo bene in chiaro.”
“Lo
so... ti
conosco, fratellone.”
Mentre i due
fratelli parlavano, non si accorsero di tre figure sopra di loro tutti
con
un’aureola in testa che li guardavano in silenzio.
“Certo
che
Vegeta è cambiato…” commentò
il ragazzo con le cicatrici senza un braccio,
mentre l’uomo con la pelle verde, annuiva: “Beh,
sono passati più di
trent’anni… era logico che alla fine iniziasse a
cambiare…”
“Perché,
che è
successo?” domandò l’ultimo tizio, il
quale aveva un’espressione più trasognata
e, per certi versi, stupida e il ragazzo senza un braccio
spiegò: “Vegeta è
diventato il maestro di quel ragazzo, papà.”
“Davvero?”
“Certo,
io di
queste cose me ne intendo. Inoltre, gli ha insegnato a credere in
sé stesso…
anche se ha usato un metodo non convenzionale e più incline
al suo carattere…
però, credo che il suo discorso abbia avuto
successo.”
“Però
non me
l'aspettavo... è strano vedere Vegeta che allena
qualcuno...” commentò Goku,
mentre Piccolo, con un sorrisetto, diceva: “Sai,
com'è, lui un tempo era il
principe dei saiyan... probabilmente sente la mancanza dei suoi simili
e della
sua famiglia e così ha voluto allenare suo fratello... nel
corpo e nello
spirito, così da portare avanti il nome della loro
famiglia.”
“Beh,
ma anch'io
sono un saiyan e sono qui nell’aldilà assieme a
lui.”
“Sì,
ma tu credi
di piacergli?”
“Perché
questa
domanda? Io non ho assolutamente niente contro Vegeta.”
“Appunto.
Forse
è proprio per questo che non gli sei mai
piaciuto.”
“Eh?
Cosa
vorresti dire con questo?”
Per tutta
risposta, Piccolo fece un sorrisetto divertito.
Nello stesso
istante, Vegeta disse a Tarble: “Adesso, sarà
meglio che tu vada. Devi dare una
bella lezione a quel bestione arrogante che ha avuto il coraggio di
sfidare la
nostra famiglia! Dagli un bel calcio da parte mia!”
“Va
bene,
fratellone! E ti prometto anche che sarò il migliore
principe della storia dei
saiyan!” annunciò Tarble con orgoglio, ma Vegeta,
per tutta risposta, si voltò
a guardarlo furente e gli urlò: “NON DIRE
STUPIDAGGINI!!! QUELLO SONO IO, ANCHE
SE SONO DEFUNTO!!!!”
“Sì,
certo,
scusami!!!” esclamò, spaventato, Tarble.
Suo fratello
riusciva ad essere spaventoso anche da morto… adesso capiva
perché si era messo
con Bulma… facevano paura allo stesso modo!
“Ah,
toglimi una
curiosità… è vero che il Dio della
Distruzione sta combattendo contro quel
saiyan?” domandò all’improvviso Vegeta e
Tarble chiese, tranquillamente: “Ah,
ti riferisci a Beerus?”
“Che
ti salta in
mente di chiamarlo così?! Guarda che potrebbe far esplodere
la Terra per
questo!”
“Non
credo… se
lo facesse perderebbe il buon cibo…”
“Parli
come se
avessi a che fare con lui tutti i giorni.”
“Beh…
in realtà
è proprio così.”
“In
che senso?”
“Non
lo sai?
Praticamente vive a casa di Bulma.”
Sentendo
quella
frase, Vegeta si voltò a guardare il fratello minore con
espressione scioccata,
per poi domandare: “E’ a casa di Bulma? E la Terra
non è ancora esplosa?”
“Secondo
me, ha
troppa paura di lei per azzardarsi a fare una cosa del
genere… e, poi, guarda
che Beerus non è tanto male… quando
dorme…” ammise il ragazzo con un sorriso
forzato, pensando a tutti gli aggettivi con cui era possibile definire
Beerus
quand’era sveglio…
“Va
beh,
lasciamo stare… senti, avrei bisogno che tu dicessi qualcosa
a Bulma, quando
tornerai.” Disse, all’improvviso, Vegeta e Tarble,
sorpreso da quella
richiesta, acconsentì: “Certo, dimmi
pure.”
A quel punto,
Vegeta
si avvicinò al fratello e gli sussurrò qualcosa
all’orecchio.
Il ragazzo
ascoltò attentamente il discorso, per poi commentare:
“Va bene, glielo dirò…
anche se non ho capito il senso…”
“Tu
diglielo e
basta. Lei capirà.”
“Va
bene… ah,
c’è una cosa che devo dirti.”
“Cioè?”
“Ecco…
fra poco
il Trunks più grande avrà un figlio.”
Vegeta rimase
un
attimo in silenzio per poi dire, con assoluta neutralità:
“Capisco… a quanto
pare, dovrai diventare molto più potente di quello che
pensavo…”
“Eh?
Cosa
intendi? Perché devo diventare più
forte?”
“Perché
qualcuno
dovrà proteggere mio nipote e la sua famiglia, no?! Adesso
sei tu l’uomo di
casa, quindi vedi di darci dentro e di sopravvivere, perché
se succede qualcosa
alla mia famiglia, appena morirai, la prima cosa che farò
sarà quella di
ammazzarti, sono stato chiaro?!”
“Chiarissimo,
fratellone!”
“Un’ultima
cosa:
combatti come farebbe un vero saiyan… senza
rimpianti.”
“Sì,
lo farò!
Grazie, fratellone! Non dimenticherò mai il mio orgoglio
saiyan in battaglia!”
“Ottimo…
e
allora fila a dare una lezione a quel tizio, perdigiorno!!!”
“Certo,
fratellone! Lo faccio subito!!!”
Immediatamente,
Tarble sparì dalla vista, mentre Vegeta commentava:
“Sempre il solito, non
cambia mai… però è stato bello
rivederlo ancora una volta…”
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 05:30
Tarble
aprì di
scatto gli occhi neri e si rialzò, nonostante sentisse il
corpo dolorante, per
poi darsi un’occhiata intorno, fino a quando non
localizzò i due Trunks, ancora
intendi a lanciare l’attacco d’energia, anche se
ormai era sempre più evidente
che sarebbero crollati presto, di conseguenza, si avvicinò
lentamente a loro.
L’unico
che si
accorse di ciò fu Whis parecchio distante dal luogo dello
scontro, il quale
commentò: “Toh, sembra che Tarble si sia
rialzato!”
Beerus diede
un’occhiata nella direzione indicata da Whis e
domandò: “Che diavolo sta
facendo quel ragazzino?”
“Parrebbe
intenzionato a combattere…”
“Ma
è
impazzito?! Non si è neanche trasformato in supersaiyan!
Cosa spera di fare?!”
“E
chi lo sa,
Lord Beerus… potrebbe saltare fuori qualche
sorpresa… mi sbaglierò, ma mi
sembra molto più motivato rispetto a
prima…”
Nel
frattempo,
mentre si avvicinava lentamente ai due Trunks, Tarble
allungò il braccio
funzionante e sussurrò: “Garlick…
CANNON!!!!”
Sentendo
l’adrenalina e il potere scorrere dentro le sue vene, il
saiyan lanciò
l’attacco energetico con tutte le sue forze, unendosi con
l’attacco dei due
Trunks.
Sorpresi da
ciò,
i due Trunks si voltarono e videro Tarble, lanciare l’attacco
con tutte le sue
forze, avvicinandosi lentamente ai nipoti, con passo calmo, ma deciso.
Sembrava
assurdo, ma, per un attimo, sembrava di vedere Vegeta
all’attacco…
Bastò
uno
sguardò d’intesa fra tutti e tre i guerrieri per
capirsi al volo.
I tre
guerrieri
continuarono a lanciare l’attacco energetico, ma, nonostante
l’energia di
Tarble non riuscivano a procedere, ritrovandosi in una pericolosa
situazione di
stallo.
“Accidenti!
Non
è abbastanza potente! Ci serve più
energia!” constatò il Trunks più
grande,
mentre quello più giovane sussurrò:
“Papà… Goku…
aiutateci…”
Anche Tarble,
il
quale era di gran lunga, il più debole e malridotto del
gruppo, faceva sempre
più fatica, ma era evidente la sua voglia di resistere.
“Ho
fatto una promessa al mio fratellone… e la
manterrò! A qualsiasi
costo!”
pensò il giovane saiyan, ansimando.
“Coraggio…
usiamo tutto il nostro potere o è la fine!!!! Questa
è l’ultima scommessa!!!” urlò
il Trunks più grande e anche gli altri due
annuirono e sprigionarono tutta l’energia residua.
“QUESTO
E’ IL NOSTRO POTERE FINALE!!!!” urlarono i due, per
poi
sentire una voce familiare alle loro spalle dire: “Immagino
che, come al
solito, abbiate bisogno del mio aiuto…”
Immediatamente,
tutti e tre si voltarono di scatto e trovarono
la conferma dei loro sospetti.
“PAPA’!!!!”
urlarono i due Trunks, mentre Tarble esclamava:
“FRATELLONE!!!!”
“Concentratevi
sull’attacco, idioti! Altrimenti, moriamo tutti!
E’ mai possibile che non riuscite a fare niente senza di
me?!” sbottò Vegeta e
tutti e tre dissero, contemporaneamente e con tono imbarazzato:
“Scusa…”
Per tutta
risposta, Vegeta si rimise in posizione e lanciò a sua
volta il Garlick Cannon, il quale si fuse con quello degli altri tre.
Immediatamente
l’attacco energetico di colore viola iniziò
velocemente
ed inesorabilmente ad avanzare, mettendo in seria difficoltà
Broly, il quale
tentò di contrastarla aumentando la propria energia, ma fu
tutto inutile, anzi
era peggio.
Si sentiva
soffocare, come se qualcuno, dentro di sé, lo stesse
prendendo ferocemente a pugni…
Alla fine, si
accorse con orrore che il Garlick Cannon avevano
sconfitto il suo attacco e che stava proseguendo inesorabilmente verso
di lui e
provò paura, dato che si rendeva perfettamente conto che se
l’attacco l’avesse
colpito sarebbe morto.
Fino a quel
momento, non gli era mai importato tanto della
morte, ma adesso che si trovava sull’orlo del baratro,
sentì una paura folle e
paralizzante che lo stava attagliando.
Lui non
voleva morire… non lo voleva assolutamente!
Voleva
vivere, assieme a Cheelai e Lemo… ma cosa poteva fare?!
Chi avrebbe
potuto salvarlo?!
Ad un tratto,
si ricordò di quella volta in cui suo padre si era
fermato in quel piccolo pianeta e Lemo gli aveva parlato di una donna
di cui,
prima di allora, non aveva mai sentito parlare… una donna
che lo amava da
sempre e che non lo avrebbe mai tradito… la vera guerriera
più forte del mondo…
sua madre…
Lui non
l’aveva mai incontrata, ma gli sarebbe tanto piaciuto
conoscerla… se lei gli fosse stata vicino in quel momento,
avrebbe affrontato
la morte con più serenità, dato che di certo
l’avrebbe salvato…
Però,
la mamma di quei due guerrieri identici, nonostante non
fosse molto forte, era corsa lo stesso a salvarli… magari,
se l’avesse
chiamata, lei sarebbe venuta in suo soccorso… in fondo,
quando suo padre lo
chiamava per salvarlo da qualche zecca di Vampa, lui accorreva
subito…
“MAMMA!!!!!”
si ritrovò ad urlare, spaventato il ragazzo,
sperando che lei lo salvasse, e, esattamente in quel momento, una
figura
femminile con un cappotto, un’aureola in testa e uno strano
strumento di legno
attaccato al collo, apparve all’improvviso, urlando:
“SONO QUI!!!!!”
“Mamma?!”
domandò, leggermente
sorpreso e pieno di confusione, Broly, mentre la donna, con un gran
sorriso,
gli disse, mentre lo afferrava alla vita volando a tutta
velocità verso destra,
cercando, in questo modo, di trascinarlo via dall’attacco
energetico e di
salvarlo: “Sì, tesoro, sono proprio io e sono
venuta a salvarti!”
Vedendo che,
nonostante tutto, non era ancora abbastanza veloce
per trascinarlo via, la donna prese Broly alla vita con un braccio e,
puntando
l’altro dietro di sé, lo rassicurò:
“Non preoccuparti, piccolo mio, la mamma è
qui e ti salverà! Reggiti forte a me, Broly,
perché adesso si balla!”
Subito, il
saiyan si aggrappò alla piccola figura esile, la
quale lanciò un attacco energetico verde verso una montagna
alle sue spalle e,
per effetto del rinculo, i due cominciarono ad allontanarsi
velocemente, anche
se, a causa del peso di Broly, non era una cosa facile,
dall’attacco energetico
viola, il quale si avvicinava inesorabilmente.
“Andiamo…
più veloce…” sibilò la
donna, cercando di aumentare la
potenza e, proprio quando l’attacco era proprio davanti a
loro, riuscirono a
spostarsi appena in tempo.
“Ce
l’abbiamo fatta, Broly! L’abbiamo
schivato!” esultò,
euforica, Kohra, per poi voltare la testa per vedere che fine avrebbe
fatto
l’attacco energetico scoprendo, con orrore, che
l’attacco aveva colpito in
pieno alcune montagne lì vicino le quali si misero a
tremare, facendo scendere
quintali di neve ovunque.
“Misericordia…”
sussurrò la saiyan, stringendo con ancora più
forza Broly “Tieniti forte, Broly! Arriva una
valanga!”
Il peso di
Broly le impediva di volare in alto e di uscire dalla
traiettoria della valanga… ma se era stata capace di
ribaltare mezzo inferno
pur di salvarlo, avrebbe anche affrontato un simile macello!
Terra
Capsule
Corporation, sabato, 05:45
“Che
diavolo sta succedendo?!” urlò Mai, la quale si
trovava
seduta sul tavolo del salotto della Capsule Corporation, la quale
cercava di
leggere un libro nel tentativo di far passare il tempo, cosa che,
però, le
risultava parecchio difficile, dal momento che era preoccupata da
morire per il
suo Trunks e per tutti gli altri, in quanto non era assolutamente in
grado di
percepire i KI e di sapere cosa stesse succedendo sul campo di
battaglia.
Non appena
sentì la scossa di terremoto, si gettò sotto il
tavolo, sperando che finisse presto.
Però,
accidenti se era potente…
Ad un tratto,
un improvviso pensiero la fece sbiancare.
Il piccolo
Goku!
Era ancora
nella sua capsula nel sotterraneo!
Doveva
accertarsi che stesse bene!
Prese il
libro che stava leggendo, posizionandolo sopra la testa
come una sorta di elmetto difensivo, e, nonostante il terremoto, si
diresse
verso i sotterranei.
Quello che
stava facendo era pura follia, considerando le sue
condizioni… ma non poteva lasciare Goku in pericolo!
Inoltre, se
era stata capace di affrontare i cyborg e Zamasu, di
certo un terremoto non era niente di che… almeno
così sperava…
Con infinita
pazienza ed ansia, in quanto quel maledetto
terremoto non accennava a diminuire di potenza, Mai arrivò
al laboratorio.
Una volta
entrata, però, per poco non si mise ad urlare:
c’era
una figura nera davanti alla capsula illuminata dal liquido giallo, con
indosso
un lunghissimo mantello rosso sulla testa, così da coprirgli
la testa, e con
un’aureola sopra alla testa il quale era assolutamente
incurante del terremoto.
Mai prese il
suo fucile e fece per puntarlo contro a quel tipo,
quando si accorse di una cosa strana: la figura stava semplicemente
osservando
Goku, ma non sembrava avere intenzioni ostili… lo stava
solo… guardando… in silenzio…
Proprio in
quel momento, Goku aprì leggermente gli occhi e, dopo
un attimo di silenzio, appoggiò la sua manina sul vetro
della capsula e, dopo
un istante, anche la misteriosa figura appoggiò la mano sul
vetro.
Per un
attimo, a Mai parve che non ci fosse nessun vetro a
dividere i due, ma, ad un tratto, ad interrompere l’incanto
silenzioso, si udì
un Bip Bip e la figura si voltò nella sua direzione della
giovane donna,
guardandola in silenzio.
“Chi
è lei? Desidera qualcosa?” domandò Mai
e la figura rispose:
“Tranquilla, terrestre. Sono solo di passaggio.”
L’individuo,
fece per andarsene, quando vi fu una seconda scossa
di terremoto e uno schedario di metallo lì vicino cadde
proprio sul pannello di
controllo, mandandolo in tilt.
“Oddio!!!”
urlò Mai, correndo a controllare il pannello, mentre
la figura, avvicinandosi, domandando: “Che succede?”
“Il
pannello non funziona più!”
“Ehi,
che sta succedendo al bambino?!”
Mai
alzò lo sguardo e vide che Goku si stava agitando e, sudando
freddo per la paura, capì: “Il distributore
d’ossigeno è stato danneggiato! Non
sta più ricevendo ossigeno! Sta praticamente annegando!!!
Bisogna rompere
subito il vetro!!!!”
Mai
cercò affannosamente qualcosa nella stanza adatto a rompere
quel vetro, prima che Goku morisse annegato, ma lo strano individuo si
avvicinò
alla capsula, ordinandole: “Sta’ lontana,
terrestre. Ci penso io.”
Senza perdere
altro tempo, l’essere diede un pugno alla capsula
che fece immediatamente rompere il vetro, facendo uscire
l’acqua da tutte le
parti.
“GOKU!!!!”
strillò Mai, correndo subito a prendere il bambino in
braccio, il quale cominciò a piangere sonoramente.
Vedendo il
piccolo completamente bagnato e nudo, l’essere
strappò un pezzo abbondante del mantello e, senza perdere
tempo, avvolse il neonato.
“Io…
grazie…” balbettò Mai e, per tutta
risposta, l’altro si
voltò e rispose: “Non ringraziarmi,
ragazza… l’ho fatto semplicemente
perché mi
andava di farlo.”
Prima che Mai
avesse il tempo di dire qualcosa, però, vi fu una
nuova scossa di terremoto che cominciò a far cadere gli
armadi e tutto quello
che c’era nella stanza e la ragazza iniziò ad
urlare, spaventata: “Dobbiamo
uscire di qui!!! Sta crollando tutto!!!”
Per tutta
risposta, il tipo col mantello e l’aureola prese per
la vita Mai e si raccomandò: “Tieni stretto il
bambino!”
“Sì,
certo!” fece Mai e l’uomo fece un salto verso il
soffitto,
distruggendone buona parte con un attacco energetico, riuscendo ad
uscire con
la donna ed il bambino.
In un attimo,
il trio si ritrovò al sicuro sul prato
dell’edificio.
Una volta al
sicuro, Mai si toccò allarmata il ventre, per
assicurarsi che anche l’altro bambino stesse bene, e, una
volta che sentì un
calcio provenire da essa, si tranquillizzò.
Anche il suo
piccolo guerriero stava bene…
La giovane
fece per dirgli qualcosa, ma, proprio in quel
momento, lo strano tipo col mantello si alzò in volo e se ne
andò via a tutta
velocità nel cielo rossastro dell’alba.
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 06:00
Non appena il
Garlick Cannon ebbe sconfitto l’attacco di Broly
dirigendosi inesorabilmente verso il ragazzo, tutti e tre i presenti si
erano
messi ad ansimare, sorridendo per essere riusciti, finalmente, a
trionfare
sull’avversario.
Tarble aveva
persino sussurrato, sottovoce: “Ce l’ho fatta,
fratellone… ce l’ho fatta.”
Tuttavia,
all’improvviso, il Trunks più giovane
notò una figura
nera piuttosto grossa schivare seppur con difficoltà
l’attacco energetico.
Di
conseguenza, egli si concentrò a percepire il KI in quella
direzione e sbiancò.
Sentiva
ancora l’energia di Broly!
Quindi…
era riuscito a schivare l’attacco!
“Broly
è ancora vivo!!!” urlò, spaventato, e,
immediatamente, i
suoi altri due compagni, si voltarono a guardarlo, spaventati.
“Cosa?!”
esclamò, allibito, il Trunks più grande, mentre
Tarble
domandava: “Ma non aveva preso quell’attacco in
pieno?!”
“L’ha
schivato all’ultimo secondo!” spiegò il
giovane Trunks,
mentre quello più grande si mise a guardare di lato,
restando sconvolto, tanto
da sussurrare: “Oh… mio…
Dio…”
“Che
c’è? Che succede?” domandarono gli altri
due e, per tutta
risposta, Trunks indicò le montagne.
Non appena si
voltarono, gli altri due saiyan capirono subito
cosa stesse succedendo: l’attacco aveva generato una
potentissima valanga che
si stava dirigendo a tutta velocità verso di loro!
Erano tutti e
tre troppo stanchi e provati per provare ad
alzarsi e volare via.
L’unica
cosa che potevano fare era cercare di resistere e
sperare in bene!
Tuttavia,
anche i loro compagni nelle retrovie erano rimasti
sconvolti.
“Whis…
che accidenti è quella roba?!” domandò
Beerus,
leggermente nervoso, e Whis, con calma, rispose: “Una
valanga, Lord Beerus.”
“Questo
lo vedo anche da solo! Si può sapere come si è
generata
una roba del genere?!”
“Ah,
è molto semplice, Lord Beerus…
l’attacco generato dai tre
saiyan è stato così potente che l’ha
scatenato una valanga.”
“Ehi,
ci sta venendo addosso!!! Whis, fa’ qualcosa!!!!”
“Subito,
Lord Beerus.”
Con un colpo
del bastone, Whis creò una barriera verde attorno a
lui, Lord Beerus, Bulma, Mai e a Gure, le quali si erano subito
avvicinate al
dio, intuendo che restando vicine a lui c’era
un’altissima probabilità di
uscirne vive.
Ad un tratto,
Whis notò Cheelai e Lemo, i quali stavano volando
in aria, a causa della potente onda d’urto della valanga e,
con un rapido
movimento del bastone, li attirò verso la barriera e, dopo
averla leggermente
aperta, fece entrare i due all’interno per poi richiuderla
prontamente.
Mentre i due
alieni si guardavano intorno, sorpresi da
quell’inaspettato salvataggio, Beerus si voltò
verso Whis e gli domandò,
furioso: “Whis, perché hai salvato anche quei due?
Ti rammento che stanno dalla
parte della furia scatenata!”
“Un
angelo deve restare neutrale, Lord Beerus.”
Ridacchiò Whis,
guadagnandosi, per tutta risposta, un’occhiataccia da parte
dell’angelo.
Nel
frattempo, la valanga raggiunse il trio di combattenti,
investendoli in pieno e trascinandoli via nella sua furia, facendo
sentire ai
tre di essere trascinati via da un potentissimo tornado e diluvio.
I due Trunks,
per contrastare quella furia, si trasformarono in
supersaiyan e, con un attacco energetico apparso dalla mano divisero la
neve
che li stava investendo, ma, date le scarse energie rimaste, erano in
grado di
difendersi solo in un piccolissimo spazio, sperando che quella valanga
passasse
in fretta, in quanto non erano di certo in grado di resistere a lungo.
Tuttavia,
Tarble, essendo il più debole del gruppo, non aveva
più le forze per contrastare con un attacco energetico la
valanga, si ritrovò
travolto in pieno dalla valanga, venendo trascinando furiosamente come
da un
fiume in piena e, senza alcuna speranza di poterla contrastarla, dato
la
terribile stanchezza, tanto che svenne per il dolore, la fatica e la
spossatezza.
Ad un tratto,
mentre veniva ballonzolato da tutte le parti come
un pupazzo di pezza, una mano gli afferrò bruscamente il
colletto della divisa
e, senza la minima delicatezza o apprensione, il proprietario di essa
lo tirò
fuori dalla neve e lo scaraventò su un’altura,
salvandolo così dalla furia
della valanga.
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Capitolo 20 *** Tempesta di emozioni ***
Capitolo 20:
Tempesta di emozioni
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 06:05
Nessuno dei
presenti all’interno della piccola barriera verde
seppe mai con esattezza quanto tempo fosse durata quella
valanga… ma su una
cosa erano tutti perfettamente d’accordo: era stato lo
spettacolo più bello,
straordinario, potente e spaventoso a cui avevano mai assistito prima
d’ora.
Tutta quella
neve che superava la barriera di Whis come
un’impetuosa corrente di un fiume in piena… la
violenza del fenomeno e la sua
potenza avevano fatto venire a parecchi presenti una forte ansia e una
potente
sensazione claustrofobica…
Finalmente,
la valanga terminò, anche se la barriera si
ritrovò
sepolta dalla neve, ma, Whis, con un movimento del bastone, fece
sollevare la
bolla verso il cielo finché non uscì alla luce
del sole, per poi posarsi
delicatamente a terra e solo a quel punto, la barriera svanì.
“Whis,
ti prego, sai se i ragazzi stanno bene?” domandò
subito
Bulma e anche gli altri si avvicinarono curiosi di sapere la risposta
dell’angelo, il quale, per tutta risposta,
commentò: “Non ne ho la più pallida
idea… questa valanga era così
potente…”
Whis non
aveva neanche finito la frase che Bulma si mise a
correre in mezzo alla neve, dicendo: “Dobbiamo trovarli entro
un quarto d’ora,
presto! TRUNKS!!! TARBLE!!! MI SENTITE?! DOVE SIETE?!”
Mentre gli
altri presenti si mettevano alla ricerca dei
combattenti, Beerus si voltò verso Whis e
domandò: “Perché devono trovarli
entro un quarto d’ora?”
“Perché
quando un terrestre viene travolto da una valanga, può
sopravvivere per al massimo quindici minuti.”
“Ma
se sono tutti saiyan.”
“Beh,
un saiyan in piena salute avrebbe anche schivato quella
valanga, non crede?”
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 06:06
Finalmente,
quel macello era finito… e con essa quella atroce
avventura… non vedeva l’ora di tornarsene a casa e
di riposarsi per un secolo!
Levitò
leggermente e si voltò a guardare il ragazzo minuto coi
capelli a spazzola nera e la coda di scimmia svenuto sulla neve, la
quale era
diventata leggermente rossa per via delle ferite.
Rimase un
attimo in silenzio, prima di commentare: “Davvero
niente male… figlio mio…”
Dopo aver
detto quelle parole, si alzò in volo e, dopo qualche
metro, sentì una voce dietro di lui, gridargli:
“Ehi, Vegeta!!!”
Si
voltò e vide un tipo con indosso un mantello scarlatto, tra
parentesi il suo, che gli copriva la testa, anche se riusciva a
vedergli il
viso sfigurato da una cicatrice e uno scouter dalla lente azzurra.
“Finalmente
sei tornato. Cominciavo a temere che ti fossi
smarrito.” Sbottò il sovrano, mentre
l’altro rispondeva: “Non mi sono perso, ho
solo dovuto occuparmi di una questione privata.”
“Beh,
comunque, sei pregato di restituirmi il mio mantello!”
“Appena
ritrovo Kohra, così le restituisco anche lo
scouter.”
“Beh,
io qui non la vedo… magari con un po’ di fortuna,
ci ha
lasciato la pelle assieme al suo moccioso!”
“Sempre
cinico…”
“Senti,
Terza Classe, se sono finito in questo posto dimenticato
da tutti, lo devo soltanto a lei, a suo figlio e pure al suo
compagno!”
Terra
Montagna
Sacra, sabato, 05:15
Dal vortice
nero nel cuore della montagna, si vide un gorgoglio
e, poi, tre figure nere con un’aureola sulla testa furono
letteralmente sputate
fuori dal vortice.
Il tipo coi
capelli a palma e una curiosa cicatrice sulla
guancia fu il primo a riprendersi e a dire: “Phew…
siamo salvi!”
Aveva appena
finito di dire quella frase che gli arrivò un
potente e dolorante pugno sulla testa.
Si
voltò e vide il sovrano dei saiyan con la mano ben stretta
in
un pugno e con un’espressione omicida.
“Ehi,
perché mi hai colpito?!” protestò il
saiyan,
massaggiandosi la testa dolorante, e l’altro rispose:
“E me lo domandi, brutto
spione?! Come l’hai saputo?!”
“Cosa?”
“Il
mio segreto!!!”
“Quello
del coniglietto rosa?”
“Quello!!!!!
Si può sapere come diavolo l’hai
scoperto?!?!?!”
“Ah,
è stato facile… Kohra me l’ha rivelato
in cambio del mio
sacchetto di patatine.”
La faccia di
Vegeta divenne sconvolta e allo stesso tempo
furiosa e, dopo un po’, domandò: “Stai
dicendo che il mio segreto più
imbarazzante valeva un sacchetto di patatine?!”
“Ma
era la confezione maxi!”
“Se
usciamo vivi da questa storia, io e te facciamo i conti!!!!”
Proprio in
quel momento, una giovane donna col cappotto atterrò
delicatamente di fianco a loro ed esclamò: “Ehi,
gente! Credo di aver trovato
l’uscita da questo buco!”
Non appena
ebbe finito di parlare, notò che Vegeta la stava
guardando con sguardo truce.
“Che
c’è?” domandò Kohra e la
risposta del sovrano non si fece
di certo attendere: “Hai rivelato il mio segreto…
PER UN PACCHETTO DI
PATATINE?!?!”
“Certo,
avevo fame.”
“Tu
piccola…!!!!!!!!”
“E
datti una calmata! Prima salviamo mio figlio, poi potrai dire
tutto quello che ti pare!”
“Ottimo
e allora usciamo subito!” dichiarò Vegeta,
superando
Kohra e dirigendosi a passo di marcia verso l’uscita, in modo
da finire con
quella buffonata una volta per tutte, ma, proprio in quel momento,
Bardack lo
fermò: “Aspetta! Ho sentito un rumore!”
“Oh,
no… e adesso che c’è?!”
“Non
lo so… ma si sta avvicina a noi sempre di
più… e, inoltre,
c’è molto buio qui dentro…”
“Perché
non posso mai rilassarmi?”
Aveva appena
finito di parlare, che proprio di fianco a lui si
sentì uno suono strano, come quello di una grossa creatura
che si avvicina,
girò la testa per vedere cosa stesse succedendo e vide un
enorme geco viola
dagli occhi dorati apparire da un gigantesco buco proprio di fianco a
lui e,
immediatamente, il sovrano dei saiyan fece una faccia spaventata e
agitata, per
poi appiattirsi contro il muro, come se sperasse che quella bestia non
lo
vedesse.
Tuttavia, il
geco lo aveva notato, infatti, fece uscire dalla
sua bocca una lunghissima lingua rossa e, con essa, si mise a leccare
il suo
collo, mentre l’espressione di Vegeta diventava un misto tra
paura e disgusto.
“Non
muoverti e non fiatare.” Si raccomandò
immediatamente
Bardack e l’altro rispose, con tono agitato e restando
perfettamente immobile
come una statua: “E chi si muove?! Sbrigati, mandalo
via!!!”
“Tranquillo,
lo faccio subito!” lo rassicurò Bardack,
avvicinandosi tranquillamente alla creatura e dicendole, con un gran
sorriso:
“Scusa per il disturbo. Non volevamo, ci dispiace.”
Per tutta
risposta, il geco con lo guardò con uno sguardo truce
e fece un ringhio così inquietante e spaventoso, che Vegeta
sussurrò, nervoso:
“Qualcosa mi dice che non gli siamo molto
simpatici…”
“Ma
no, vuole solo giocare.” Lo rassicurò Kohra e
anche Bardack
non parve affatto preoccupato da quei suoni, infatti,
allungò tranquillamente
la mano sul muso della creatura, dicendogli nel mentre:
“Andiamo, fa il
bravo...”
Non appena
ebbe appoggiato la mano sul suo muso, cominciò ad
accarezzarlo e il geco parve apprezzarlo, tanto che chiuse gli occhi e
fece un
verso che pareva che stesse facendo le fusa.
“Bravo
cucciolone… ti piacciono le carezze, eh?”
domandò Bardack
e la creatura, dopo aver annuito con la testa, arretrò nel
suo buco, fino a
sparire del tutto, mentre Bardack e Kohra lo salutavano con un
“Ciao.”
Solo a quel
punto, Vegeta si accasciò lentamente al suolo,
sussurrando, con una sfumatura bluastra sul viso:
“F-finalmente… quella
maledetta bestiaccia se n’è
andata…”
Bardack lo
guardò in silenzio un attimo, per poi domandare,
sorpreso: “Scusa, Vegeta, ma tu… hai paura dei
gechi?”
Per tutta
risposta, Vegeta lo fissò in maniera furiosa, anche se
a Bardack parve d’intravedere un filo di rossore sulle
guance, e dichiarò,
alzandosi in piedi di scatto: “Fatti gli affaracci tuoi,
brutto impiccione!!! E
poi, io non ho paura di quei cosi, mi fanno solo impressione! Guarda
che è
diverso!!!!!”
“Va
bene, se lo dici tu…”
Una volta
finita la ramanzina, Vegeta diede qualche colpo ai
suoi indumenti, così da togliere la polvere su di essi e
sibilò, adirato:
“Quanto odio la campagna… molto meglio la
città, altroché! Laggiù si sta di un
comodi… e, soprattutto, non devi temere una di quelle
malnate bestiacce!”
Nel
frattempo, Kohra si avvicinò a Bardack e gli disse,
sorpresa: “Non immaginavo che anche tu avessi
familiarità con le bestie
pericolose…”
“Da
bambino sono cresciuto sulle montagne di Vegeta assieme alla
mia famiglia e credimi, lassù ce ne sono parecchie, alcune
anche feroci!”
“Lo
so, ci sono stata una volta con mia madre ed i miei
fratelli… un posto davvero fantastico! Però, non
ho mai sentito il tuo odore
lì…”
“Ah,
questo perché me ne andai da ragazzo… volevo
vedere il
mondo e diventare il saiyan più forte di tutti i
tempi!”
“Se
permetti, terza classe, è mio figlio Vegeta il saiyan
più
forte di tutti i tempi.” S’intromise, risoluto, il
sovrano dei saiyan e Bardack
gli fece notare: “Ma non è morto svariati anni fa
in combattimento?”
“Chiudi
il becco, tu! In ogni caso, una morte in battaglia è la
morte
migliore per un saiyan!”
“Oh,
di questo non dubito. Io sono morto proprio così.”
“Ed
io pure!”
“Beh?
Vi muovete? Anche il mio Broly rischia di morire in
battaglia, ma, a differenza di voi fanatici, non voglio che
succeda!” strillò,
proprio in quel momento, Kohra e, mentre Vegeta ripeteva, seccato:
“Fanatici?”,
Bardack disse: “Arrivo subito, Kohra!”
Il trio
camminò per un pezzo per lo stretto sentiero
finché non
scorsero l’ingresso di una grotta piena di stalattiti e
stalagmiti e,
immediatamente, Kohra si diresse verso l’ingresso e si mise a
lievitare, oltre
a guardarsi intorno, determinata a trovare il figlio.
Vegeta fece
per seguirlo, ma, quando si voltò si accorse,
incredulo che Bardack era rimasto indietro, anzi, non sembrava
intenzionato a
fare un passo in avanti, e, esasperato, il sovrano si diresse verso di
lui,
domandandogli: “Beh? Che hai? Non eri tu quello che voleva
salvare il figlio di
Kohra?”
“Certo
che voglio salvarlo! E solo che… queste cose appuntite mi
mettono a disagio…”
“Non
dirmi che hai paura degli oggetti appuntiti…”
ridacchiò,
divertito, il sovrano e Bardack ammise, seccato: “Beh, quando
avevo sei anni,
per sbaglio mi sono seduto su un istrice maculato e mi ha fatto un male
cane! E
quel che peggio, non riuscivo nemmeno più a staccarmelo! Hai
idea di come sia
andarsene in giro con degli aculei sul sedere?! Per fortuna, mamma
è riuscita a
togliermelo assieme ai suoi terribili aculei e a disinfettarmi,
però, non sono
più stato in grado di sedermi correttamente per ben tre
mesi!”
“Allora
era tuo quell’urlo che si è sentito in tutto il
pianeta
quando avevo sei anni… in effetti, mi sembrava
più un urlo di dolore che il
verso di una bestia feroce affamata o di una tromba d’aria in
arrivo…”
“Molto
probabile… in effetti, mamma mi disse che avevo urlato
abbastanza forte quando mi sono seduto su
quell’istrice…”
“Ha
fatto tremare intere abitazioni e rotto un sacco di oggetti
di vetro, oltre che a scatenare il panico in tutto il pianeta! A
proposito,
devi risarcirmi il mio vecchio tablet, il mio televisore personale, le
finestre
della mia stanza… e anche tutta la roba di mia madre che hai
distrutto con
quell’urlo, oltre che alle finestre di casa mia, i vetri
delle navicelle ad uso
quotidiano e ai robot d’allenamento di mio padre!”
“Scusa…
però faceva male.”
“Che
state combinando voi due?” domandò Kohra
avvicinandosi ai
due e Vegeta le riassunse quello che si erano detti:
“Quest’idiota si è seduto
su un istrice maculato a sei anni, generando un urlo che ha spaventato
a morte
tutti quanti, e adesso lui ha paura degli oggetti appuntiti.”
“Ah,
allora era tuo quell’urlo che ho sentito una volta
quand’ero piccola… ero in groppa a mia madre per
la grande emigrazione
invernale, quando si sentì un rumore potentissimo e acuto
che spaventò e mandò
in confusione l’intero branco di bestie
pericolose.” Esclamò Kohra e Bardack
ammise, imbarazzato: “Adesso che ci ripenso
dov’essere successo in autunno…”
“Ma
che idiota.” Fu il commento stizzito del sovrano, mentre
Kohra domandava: “Sentite, ora che siamo qui… come
lo troviamo il mio Broly?
L’unica cosa che so è che si trova in una zona
piena di montagne innevate, ma
non ho certo il tempo né la voglia di mettermi a cercarle
per tutto il pianeta
per ritrovare mio figlio!”
“Ci
vorrebbe uno scouter dell’Armata di
Freezer…” commentò
Bardack, mentre Kohra domandava: “Uno scouter? E che roba
è?”
“Ah,
già, è vero… tu sei morta prima che
venissero creati… beh,
sono degli apparecchi che si attaccano all’orecchio e da
lì si può individuare
la posizione del nemico e anche il suo potere combattivo.” le
spiegò Bardack,
mentre Vegeta aggiungeva: “Peccato che quando li
s’indossa, la comunicazione è
sempre attiva, così, nel mentre, ci spiano pure!”
“Te
ne sei accorto anche tu, eh?”
“Ovvio,
non sono mica nato ieri! Per questo non l’ho mai
indossato nei cinque anni precedenti alla mia morte.”
“Beh,
io, invece, ho fatto un piccolo lavoretto al mio scouter…
sono riuscito a disattivare la comunicazione incorporata dentro di
esso, ma a
rendere ancora attiva la funzione di localizzare il nemico e la sua
forza
combattiva. Ovviamente, l’esercito di Freezer non si
è accorto di non ricevere
l’audio di quello che succedeva dallo scouter di un semplice
guerriero di terza
classe…”
Non appena
ebbe finito di parlare, Bardack si accorse che Vegeta
lo stava fissando allibito.
“Che
c’è?” domandò il saiyan e
l’altro rispose: “Sei riuscito a
fare una cosa del genere al tuo scouter?”
“Certo,
anche se è stato parecchio difficile e ciò
impiegato un
mese intero.”
“Ma
nemmeno i più geniali scienziati saiyan del nostro pianeta
sono stati in grado di fare una cosa del genere! Tu… come
diavolo ci sei
riuscito?!”
Bardack
rimase un attimo in silenzio, per poi ammettere,
voltando la testa da un’altra parte: “Me
l’hanno insegnato una persona… tanto
tempo fa…”
“Una
persona?”
“Sì…
era l’ingegnere tecnico-inventore più grande che
si fosse
mai visto sul pianeta…”
Vegeta rimase
in silenzio, come se stesse analizzando al
microscopio quelle parole.
“Beh,
in ogni caso, ce l’hai quello scouter?”
domandò Kohra e
Bardack ammise: “Ehm… no… mi si
è rotto durante la conquista di un pianeta due
anni prima della mia morte e… l’ho perso. Da
allora, non ne ho più indossato un
altro, perché non volevo perdere tempo a fare di nuovo tutta
quell’operazione
che avevo fatto con l’altro… beh, tanto sono morto
due anni dopo.”
“Che
disdetta… e adesso che si fa? Se nessuno di noi due ha uno
scouter dovremmo perlustrare l’intero pianeta…
però, ci metteremmo troppo
tempo… e se ci dividessimo, non saremmo in grado di rimanere
in contatto e di
comunicare…” meditò il sovrano,
cercando di trovare una soluzione a
quell’inghippo, mentre Kohra, mettendo una mano nel suo
borsone, domandò: “Per
caso, è questo uno scouter?”
A quel punto,
la donna tirò fuori da esso uno scouter con la
lente azzurra.
“Sì,
esatto! Come hai fatto ad averlo?” domandò
l’uomo,
sorpreso, e la giovane rivelò: “Beh, una volta,
quand’ero già morta, ho
incrociato degli alieni vestiti come voi due e, dato che avevo fame, li
ho
rapinati e, tra le varie cose, avevano anche questa cosa…
non avevo la più
pallida idea di come usarlo, ma sembrava valere qualcosa, quindi
l’ho preso.”
“Quindi,
sai essere anche venale come me…”
commentò il sovrano
dei saiyan, mentre Bardack prendeva lo scouter e, dopo averlo acceso,
cominciò
a studiare le varie energia di vita.
Ad un tratto,
esclamò, puntando il dito davanti a sé:
“In quella
direzione, a circa 7.500 miglia c’è un enorme
potenza, assieme ad altre tre
leggermente più deboli.”
“Deve
trattarsi senz’altro di Broly! Allora è ancora
vivo!”
disse, entusiasta, Kohra, ma Bardack, osservando con molta attenzione i
numeri
dei livelli di potenza registrati dallo scouter,
l’avvisò: “Sì… ma
il suo
potere sta, lentamente, scemando sempre di più.”
“Oddio!
Sta raggiungendo il suo limite! Probabilmente, fra poco
inizierà a soffocare! Devo raggiungerlo subito!”
fece Kohra, partendo in volo a
tutta velocità verso la direzione indicatele da Bardack.
Una volta che
se ne fu andata, Vegeta rimase un attimo in
silenzio, per poi commentare: “Beh, magari do
un’occhiatina al campo di
battaglia… sono proprio curioso di vedere come il figlio di
Kohra ha ridotto il
dio della distruzione…”
Fece per
seguire la ragazza in volo, quando si voltò e si
accorse che Bardack stava osservando con sguardo allibito un segnale
sullo
scouter.
“Mh?
Ma che ti prende?” domandò il sovrano,
avvicinandosi al
guerriero, il quale disse: “Tu e Kohra precedetemi pure, ma
io devo verificare
una cosa! Vi raggiungerò più tardi grazie allo
scouter.”
“Ed
è molto importante?”
“Sì.”
“E
allora va’. Almeno mi libero di te per un
po’… guarda che ce
l’ho ancora con te per via del mio segreto più
imbarazzante rivelato per uno
stupido sacchetto di patatine!”
“Perché
ho la sensazione che me lo rinfaccerai in eterno?”
“Perché
è esattamente quello che farò! Questo non me lo
dovevi
fare!”
Bardack fece
per partire in volo, ma, all’improvviso, si voltò
di nuovo verso Vegeta e gli disse: “Prendo in prestito il tuo
mantello!”
“Eh?
Ehi!!!” sbottò Vegeta, ma Bardack prese al volo il
suo
mantello e, mettendoselo sulla testa in modo che gliela coprisse
completamente,
volò via a tutta velocità, mentre il suo sovrano
gli urlava, agitando un pugno
in aria: “Neanche questo me lo dovevi fare, terza
classe!!!!”
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 06:10
“Certo
che qui è tutto distrutto…”
commentò Bardack, mentre
Vegeta gli rispondeva: “Già… ed
indovina chi è stato?”
“A
proposito, tu la vedi?”
“Chi?”
“Kohra.
Dovrebbe essere nei paraggi, ma non la vedo…”
“Chi
se ne importa di quella pazza e del suo pargoletto! Anzi,
spero proprio che ci abbia lasciato la pelle! Sarebbe l’unica
buona notizia di
questo viaggio del cavolo…”
“Ehi,
mi è sembrato di aver visto due sagome
laggiù!” esclamò,
proprio in quel momento, Bardack, indicando sotto di loro ed il sovrano
sibilò,
furioso: “Cavolo…”
I due
planarono e atterrarono sulla neve, davanti a due figure,
una grande e grossa e l’altra notevolmente molto
più piccola.
“Allora,
sei riuscita a salvare il tuo tenero piccino?”
domandò
Vegeta alla giovane donna, la quale lo zittì immediatamente,
seccata: “Ssst!
Sta dormendo, pezzo d’idiota! Povero piccolino
mio… si è spaventato a morte
prima per quell’attacco mortale e poi per quella dannata
valanga, per non
parlare del fatto che era stanchissimo… ha combattuto per
una giornata intera,
senza mai fermarsi… dev’essere stanco
morto…”
Mentre diceva
quelle parole, Kohra si mise ad accarezzare
dolcemente il viso addormentato del figlio e i suoi capelli tornati
neri,
dicendogli: “Povero amore mio… sei pieno di
tremende cicatrici… non ti
preoccupare, tesoro… appena la mamma tornerà
nell’aldilà farà un bel
discorsetto a quell’irresponsabile deficiente di tuo
padre…”
Sia Bardack
che il re fecero una faccia allarmata, in quanto
sapevano che per il vocabolario di Kohra, ‘Un bel
discorsetto’ equivaleva ad
una morte per tortura molto lenta e ancora molto più
dolorosa… meno male che
non erano loro i destinatari di quell’odio…
“Beh?
E’ vivo o morto?” domandò Vegeta e
Kohra, lanciandogli
un’occhiataccia, ammise: “E’ vivo.
Inoltre, per la paura, ha perso anche
quell’infernale trasformazione… il suo respiro
è regolare… direi che se la
caverà.”
“Bene,
allora che ne dici? Ce ne torniamo finalmente
nell’aldilà? Francamente, mi sono rotto di questa
storia… non vedo l’ora di
tornarmene a casa, farmi una bella doccia e rilassarmi per diciamo
mille anni!
Tanto, adesso che sono morto, non è di certo il tempo che mi
manca…”
“Tu
proprio non hai alcun tatto verso una madre che non vede il
proprio figlio da almeno cinquant’anni?!”
sbottò, furiosa, Kohra e Vegeta le
ricordò, sgarbatamente: “Sono un saiyan, mica una
balia!”
“Va
beh, ho capito… aspetta solo altri cinque minuti.”
Mentre Kohra
tornava ad occuparsi di Broly, Vegeta si mise a
sibilare, adirato: “Ma tu guarda che roba… se non
prende a ceffoni qualcuno,
pensa solo a suo figlio… quella ha voluto una bella
mutazione anche nella
mentalità, non solo nella forza…”
“Mutazione?
Ma non era Broly il saiyan mutante?” domandò,
sorpreso, Bardack ed il sovrano con un sorrisetto rivelò:
“Certo che no… tu non
l’hai vista in azione quella volta, terza classe, ma ti
assicuro che quando si
trasforma è peggio di suo figlio… quel ragazzo ha
solo ereditato quella
mutazione, di conseguenza… il vero mutante non è
Broly, ma sua madre.”
“Oh…
secondo te è per questo che l’hanno abbandonata
nella
foresta da neonata?”
“Hanno
fatto anche di peggio…”
“E
cosa?”
“Hanno
tentato di ucciderla.”
Sentendo
quella frase, Bardack si voltò incredulo e
domandò:
“Cosa?!”
“Eh,
già… ha una cicatrice sul petto inferta da un
attacco
energetico che aveva l’obiettivo di eliminarla…
probabilmente, i suoi genitori
volevano sbarazzarsi di lei perché era strana e non avevano
neanche voglia di
occuparsi di una figlia particolare… e poi, una volta averla
ridotta in fin di
vita, l’hanno lasciata a morire nella foresta, ma sua madre
l’ha salvata…”
“Buffo
che è una creatura pericolosa sia stata più
compassionevole dei genitori biologici di Kohra…
è che è stato proprio grazie a
lei se Kohra è diventata ultra protettiva nei confronti di
suo figlio…”
“Beh,
io mi reputo un sovrano spietato e crudele, ma non avrei
mai potuto eliminare a sangue freddo un bambino…
sarò anche una fetida carogna,
ma far uccidere un bambino è troppo anche per me.”
“Però
hai mandato Broly su un pianeta inospitale…”
“Beh,
quel moccioso se l’è cavata egregiamente anche da
solo… se
non fosse stato per suo padre, avrebbe vissuto abbastanza serenamente
su
quell’asteroide. Credimi, quel piccolo mutante è
capace di campare cent’anni
come la sua cara mammina mutante…”
“Mah,
a dire la verità, non è che ci ho capito molto di
questa
storia di mutazioni genetiche…”
“Beh,
ovvio… tu non capisci mai niente, a parte quando si tratta
di riuscire a scoprire i segreti di qualcuno…”
“E
piantala con questa storia! Ti prometto che non lo dirò a
nessuno!”
“Me
lo auguro… perché sennò ti riduco in
briciole, sappilo!”
“Va
bene, va bene… però, toglimi una
curiosità… davvero hai
avuto bisogno di abbracciare un coniglietto di peluche rosa tutte le
notti per
poterti addormentare fino a quindici anni?”
Per tutta
risposta, il sovrano dei saiyan, con la faccia rossa
come un pomodoro maturo e con un’espressione di rabbia
assassina, sollevò un
masso.
Vedendo
ciò ed intuendo che Vegeta aveva tutta
l’intenzione di
farglielo piombare addosso come un meteorite, Bardack si
affrettò a scusarsi,
spaventato: “Scusa, scusa, scusa! Non faccio più
queste domande!”
“Sarà
meglio per te, terza classe!” gli urlò, furibondo,
il
sovrano mettendo giù il masso, mentre una voce femminile
alle loro spalle
domandava: “Oh, ma avete finito voi due di far spettacolo?
Guardate che io sono
pronta da un pezzo!”
“Sì,
sì, ho capito… ah, terza classe… sei
pregato di restituirmi
il mio mantello. Adesso.” Disse Vegeta e Bardack, passando la
stoffa che lo
avvolgeva, borbottò: “Ho capito,
eccolo…”
“Ma
dov’eri finito, tu? Io qui ho rischiato l’osso del
collo per
salvare mio figlio…” gli domandò Kohra
e l’uomo disse, restituendole lo
scouter: “Scusa, ma avevo notato un segnale particolare nello
scouter e sono
andato a controllare… non crederei mai a cos’ho
visto, d’altronde a malapena ci
credevo io! Ho trovato…”
“BARDACK,
MA CHE ACCIDENTI HAI FATTO AL MIO MANTELLO?!?!?!”
l’interruppe, proprio in quel momento, la voce furiosa e
adirata del re e,
voltandosi, i due saiyan videro l’uomo che, con
un’espressione furiosa,
mostrava un corto mantello, strappato in molti punti e pure bucato.
“Scusa,
ma ho avuto un po’ di problemi, mentre venivo qui…
non
immagini che razza di gente c’è sulla Terra! Se
l’avessi saputo non ci avrei
spedito il mio secondogenito! Sai, credo che alcuni terrestri siano un
po’ dei
mentecatti… mentre venivo qui, ho incontrato della gente che
quando mi ha visto
si è messa ad urlare e a scappare da tutte le parti gridando
cose assurde
come…” dichiarò Bardack, mentre al
sovrano, al quale interessava soltanto il
mantello, sbottava: “Non m’interessa un tubo di un
manipolo di terrestri
suonati! A me interessa soltanto cos’hai combinato!!!
Maledizione a te, adesso
non lo posso più indossare!!!”
“E
perché? A me sembra ancora in ottimo
stato…”
“Se
vado in giro con un mantello conciato così, mi prenderanno
tutti per un idiota!!! E tutto grazie a te!!!”
“Andiamo,
non fare queste scene per niente… basta solo
ricucirlo, no? Nella borsa dovrai avere qualche ago e
filo…” s’intromise Kohra
e Vegeta, furioso, le rispose, lanciandoglielo: “Davvero?
Ebbene, allora te lo
regalo!”
“Dici
davvero? Cavolo, grazie!”
“Tsk…
suonata…”
“Ehi,
Kohra… adesso che quel mantello è tuo, posso
prenderci una
strisciolina di stoffa?” domandò Bardack e la
giovane donna allungandoglielo,
annuì: “Certo, serviti pure.”
“Grazie
mille.” Fece il saiyan prendendosi una strisciolina di
stoffa scarlatta dal mantello ed il sovrano, incuriosito, gli
domandò: “Ma cosa
combini?”
“Beh,
vedi, c’è una cosa che desideravo fare da una
vita…”
commentò Bardack, dandogli le spalle, per poi voltarsi e
mostrare, con
orgoglio, la fascia che si era legato alla testa, esclamando, con
orgoglio:
“Fatto! Non trovi che stia benissimo?”
“A
me sembri un cretino come al solito… forse anche di
più con
quella stupida benda!” fu la risposta del sovrano, mentre
Bardack borbottava,
leggermente offeso: “Antipatico…”
“Beh,
ce ne andiamo oppure no?” domandò Vegeta alzandosi
in
volo, ma prima che gli altri potessero seguirlo, Bardack
esclamò, prendendo un
oggetto in mezzo alla neve: “Ehi, e questo
cos’è?”
Incuriosita,
Kohra si avvicinò al saiyan e gli vide in mano un
telecomando di tecnologia piuttosto avanzata con due pulsanti uno blu e
l’altro
rosso.
“Ma
quello…!” esclamò la donna e Bardack si
voltò verso di lei,
lasciandosi scappare un: “Mh?”
Tuttavia, non
appena ebbe visto l’espressione di Kohra sbiancò.
Aveva visto
innumerevoli espressioni nel corso della sua lunga
carriera di soldato… ma nessuna, fino a quel momento, era
stata più spaventosa,
terribile, omicida e spietata di quella che aveva Kohra in quel momento.
Sarebbe stata
capace di spaventare a morte anche Re Cold e
Freezer con quella faccia!
“Dammelo.
Subito.” Disse semplicemente in un sibilo la saiyan e,
immediatamente, Bardack glielo allungò, dicendo:
“Certo… subito…”
Non appena
l’ebbe in mano, Kohra fece cadere il telecomando per
terra e lo calpestò con così tanta violenza da
generare persino una piccola
voragine.
“Ragazzi…
che furia…” commentò Bardack, mentre
Vegeta, il quale
stava ancora levitando, aggiunse: “Doveva proprio odiarlo
quel telecomando…
perché ho la vaga sensazione che centri Paragas?”
“Andiamo!”
sbottò, ancora leggermente arrabbiata, Kohra,
alzandosi a sua volta in volo, venendo seguita a ruota dagli altri due,
ancora
leggermente nervosi.
Quello che il
trio non sapeva, però, era che qualcuno a terra li
stava osservando con profondo interesse…
“Oh,
che cosa curiosa…” commentò Whis, il
quale osservava le tre
figure in cielo con la mano davanti alla fronte, come per proteggersi
dal sole.
Grazie al suo
udito, di gran lunga migliore di quello dei namecciani,
la razza con l’udito più fine in tutto
l’universo, aveva sentito quando quei
due saiyan erano arrivati e aveva riconosciuto immediatamente la voce
di re
Vegeta III, nonostante fosse parecchio distante dalla sua posizione,
cosa che
l’aveva immediatamente incuriosito, in quanto sapeva
benissimo che era morto da
almeno mezzo secolo, così si era congedato senza troppe
difficoltà da Beerus,
il quale, conoscendolo, avrebbe di certo fatto un macello alla notizia,
e aveva
seguito le due voci, come se stesse facendo una semplice passeggiata in
una
mattina di primavera.
Non
c’era nemmeno stato bisogno di avvicinarsi troppo, in quanto
la sua vista, superiore all’occhio destro dei cerealiani, una
popolazione
eliminata in passato proprio dai saiyan, famosa proprio per il loro
occhio
rosso dalla vista acutissima, gli aveva permesso di vedere
perfettamente cosa
stesse succedendo come se il tutto avvenisse proprio davanti a lui,
mentre, in
realtà, si trovava a 1 km di distanza.
Così,
aveva ascoltato tranquillamente tutti i discorsi e aveva
compreso cos’era successo e come Broly si fosse
salvato… certo che se il padre
era un tipaccio davvero poco raccomandabile che pensava solo a
sé stesso, la
madre amava quel ragazzo con tutta sé stessa, tanto da
essere stata capace di
scappare dall’aldilà pur di salvarlo da morte
certa… erano davvero rare le
madri capaci di fare una cosa del genere per la salvezza dei loro
figli,
soprattutto, se la madre in questione apparteneva alla razza dei
saiyan, dove,
di solito, il legame madre-figlio era molto fiacco e ognuno pensava
solo a sé
stesso.
Beh, a quanto
pareva, alcune cose nell’universo non cambiavano
mai…
Incuriosito,
Whis si mise a guardare nel bastone tutti gli
eventi precedenti, dalla scoperta del combattimento di Broly da parte
di Kohra,
del ‘reclutamento’ del sovrano e di quel saiyan di
nome Bardack, delle loro
avventure sia negli Inferi che nella Terra…
“Però…
davvero interessante… forse dopo ne parlerò a
Beerus e
agli altri…” commentò Whis quando ebbe
finito di vedere, per poi chiedersi:
“Chissà se torneranno a casa sani e salvi quei
tre… beh, magari do una veloce
sbirciatina… solo per soddisfare la mia curiosità
personale.”
L’angelo
osservò con molta attenzione il suo bastone, per poi
dire: “Oh, bene! Sembra che torneranno
nell’aldilà senza problemi e senza
nemmeno farsi beccare! Certo che sono proprio fortunati…
uh?”
L’angelo
avvicinò agli occhi il suo bastone ancora di più
e si
mise a guardare con molta attenzione quello che vedeva.
Dopo un
po’, Whis sgranò gli occhi, per poi commentare,
scuotendo la testa con dolorosa rassegnazione: “Forse non
sono poi così
fortunati… almeno non quei due… cielo, sono
proprio nei guai fino al collo… non
vorrei proprio essere nei loro panni quando torneranno
nell’aldilà… mi sa tanto
che sarà il peggior momento di tutta la loro vita
defunta… spero proprio che
prendano la strada più lunga… come ho detto
prima, non importa da quale pianeta
o universo una persona venga, alcune cose non cambiano
mai…”
“Ehi,
Whis, sei qui?” domandò la voce di Beerus e Whis,
prontamente, gli rispose: “Sì, sono qui.”
“Ottimo.”
Fece Beerus avvicinandosi e Whis, facendo una faccia
sorpresa, esclamò, indicando alle spalle del dio:
“Oh, cielo… ma quello dietro
di lei non è mica Zeno?”
Sentendo
quella frase, Beerus sgranò gli occhi e, voltandosi
immediatamente, iniziò ad urlare, spaventatissimo, agitato
persino le braccia:
“Vostra altezza, vostra grazia, grande e onorevole
Zeno… la prego, c’è un
equivoco, posso spiegarle che cos’è successo!!!
Non è stata colpa mia!!! E’ tutta
colpa di quei tre ragazzini testardi!!! Io glielo avevo detto di
lasciar
perdere, ma loro…!!!”
“Oh,
scusi, Lord Beerus, falso allarme. Era solo una roccia
dalla forma strana.” Lo informò, proprio in quel
momento e tranquillamente,
Whis e il dio, alzando lo sguardo, si rese conto che era vero.
“Ma
insomma, che razza di scherzi fai?!?! Per poco non prendevo
l’infarto!!!!” sbottò, furioso, Beerus e
l’angelo rispose, tranquillamente:
“Scusi, errore mio.”
Contemporaneamente,
Bardack, il quale era in volo coi compagni,
si voltò e domandò: “Ma
cos’era quel rumore?”
“L’ho
sentito anch’io… non è che ti sei di
nuovo seduto su un
istrice maculato?” domandò Kohra e Bardack con
un’espressione seccata le
ricordò: “E come potrei essermi seduto su uno di
quei cosi? Ti ricordo che al
momento sto volando!”
“Ah,
già, è vero… comunque, che
strano… mi ricorda uno di quei
versi che i miei fratelli facevano quando avevano il mal di
pancia…” commentò
la donna, mentre Vegeta diceva: “A me sembrava più
l’urlo di un tipo che è stato
beccato dal suo capo in persona a fare qualcosa di sbagliato,
mettendosi nel
mentre a tirar fuori scuse di ogni tipo con la speranza di tenersi il
posto…”
“Beh,
qualunque cosa sia, ignoriamola e torniamocene a casa.”
Dichiarò Kohra, mentre Vegeta, suo malgrado, si
ritrovò ad ammettere: “Per una
volta, sono perfettamente d’accordo con te, Kohra!”
Nel
frattempo, sentendo le urla di Beerus, Bulma, Mai e Gure si
erano subito affrettate a raggiungere l’angelo e il dio,
domandando,
preoccupate: “E successo qualcosa?”
“Niente
paura, ragazze. Solo un piccolo innocente equivoco.”
Fece Whis, mentre Beerus sbottava: “Il tuo piccolo innocente
equivoco mi ha
quasi ammazzato!”
“Scusi,
errore mio.” Si scusò, con un sorriso divertito,
Whis.
Contemporaneamente,
a parecchi metri sottoterra, il giovane uomo
coi capelli violetti e la spilla col numero 1 attaccata alla giacca
giaceva
sdraiato e svenuto in quella che pareva una piccola grotta di neve,
come il
ragazzo di fianco a lui, assolutamente identico a lui, ma di qualche
anno più
giovane e con una spilletta su cui c’era segnato il numero 2.
Poco dopo il
più grande dei due, massaggiandosi la testa
dolorante, si rialzò e, notando il doppione svenuto poco
più in là, gli si
avvicinò, sussurrandogli: “Ehi, Trunks! Stai bene,
vero?”
“Eh?”
fece l’altro, mettendosi a sedere e, quando si accorse
dell’altro che lo stava guardando, annuì:
“Certo, Trunks! Ma mi spieghi che
cosa è successo? Ricordo soltanto la valanga che ci stava
venendo addosso…”
“E’
arrivato papà e ci ha salvati!”
“Dici
sul serio? L’ultima cosa che mi ricordo era che lo
chiamavamo…”
“Sono
certo che fosse lui, me lo sento!”
“Trunks,
papà è morto da un pezzo… inoltre,
dubito che quello di
questo mondo parallelo farebbe qualcosa per noi…”
“Io,
invece, sento che è così…”
“Dai,
non perdiamo altro tempo, usciamo di qui e troviamo nostra
madre e gli altri.”
“Va
bene.”
Paradiso
Sezione nord,
sabato, 06:30
“E
piantala di sghignazzare, Kakaroth!” sibilò
l’anima con le
guance rosse, evitando di guardare il tipo coi capelli a palma, il
quale
rispose: “Esagerato… ho solo ridacchiato al
pensiero che uno come te prima
decide di mettersi in contatto col fratello minore di cui non ne ha mai
parlato
prima d’ora ad anima viva per spronarlo a combattere per poi
chiedere a Kami di
trasportare l’essenza della sua anima per un minuto durante
l’attacco finale
per aiutare i propri figli ed il fratello ad avere energia sufficiente
per
annientare il nemico! Certo che sei proprio cambiato, Vegeta!”
La risposta
di Vegeta a quelle parole fu un forte e doloroso
pugno alla faccia del saiyan.
“Fatti
gli affari tuoi.” Sibilò Vegeta, prima di
allontanarsi
sotto lo sguardo sorpreso di Kami, Piccolo e Gohan.
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 06:31
Mai si
guardò intorno, allarmata.
Era da
parecchi minuti che stava cercando una qualsiasi traccia
di Trunks, ma non aveva trovato nemmeno un lembo del suo vestito,
mentre la
gola le faceva male da impazzire a causa del fatto che si era sgolata
come una
matta.
Ad un tratto,
senza accorgersene, appoggiò male un piede e
scivolò inesorabilmente verso un crepaccio di fianco al
sentiero e, di
conseguenza, chiuse gli occhi e si mise ad urlare, ma, proprio in quel
momento,
una figura nera si slanciò verso di lei e
l’afferrò per la vita.
Quando
riaprì gli occhi, Mai vide il suo Trunks, riconoscibile
per il fatto che era più giovane e che aveva la spilla blu
con su il numero 2.
“Trunks!!!
Sei vivo!!!” urlò Mai, abbracciandolo fortemente
“Ero
così in pensiero per te! Stai bene, vero? E anche
l’altro Trunks?”
“Sì,
Mai, stiamo entrambi bene. L’altro Trunks è andato
a
raggiungere la mamma.”
“Ne
sono felice… comunque, ti ringrazio per avermi
salvata…”
“Beh,
dopotutto, non è il dovere di ogni uomo quello di
proteggere la propria donna?”
Mai fece un
sorriso di gratitudine mista ad imbarazzo, mentre le
guance le diventano rosse come pomodori.
A quel punto,
Trunks volò lentamente in modo da non mettere in
pericolo Mai, fino a quando non notò delle piccole figure
sulla neve e,
entusiasta, esclamò: “Eccoli! Ehi, siamo
qui!!!”
Subito, tutti
alzarono lo sguardo e videro i due che planarono
delicatamente davanti a loro.
Immediatamente,
Whis si avvicinò al Trunks più giovane e, con un
semplice movimento del suo bastone, guarì completamente le
ferite del Trunks
più giovane, dicendo, nel mentre: “Ecco fatto,
servizio completo.”
“Grazie,
Whis!” lo ringraziarono i due Trunks in coro e
l’angelo
con un sorriso rispose: “Prego. Consideratelo come un piccolo
premio per aver
combattuto in maniera eccellente. Pochissimi mortali sarebbero in grado
di
sconfiggere un avversario capace di suonarle ad un dio della
distruzione…”
“Ehi,
guarda che ti sento!” gli ricordò, adirato, Beerus
e Whis,
con finta aria sorpresa, si girò e guardando Beerus fece,
con una mano davanti
alla bocca: “Oh, cielo. Non mi ero accorto che era qua, Lord
Beerus.”
“Sì,
certo… uno come te che non si accorge di me!”
borbottò,
stizzito, Beerus, mentre Bulma, guardandosi intorno,
domandò: “Ehi, sapete
dov’è finito Tarble?”
“Ehm…
ad essere sincero, non lo sappiamo…” ammisero i
due
Trunks, per poi rivelare: “Quando ci siamo risvegliati, non
l’abbiamo trovato…
quella valanga era molto forte e lui era parecchio stanco e
ferito… deve averlo
travolto e trascinato chissà dove…”
“Dobbiamo
trovarlo il prima possibile!” dichiarò Bulma e,
proprio in quel momento, si sentì la voce di Gure, la quale
si trovava sopra ad
una montagnola, sperando di trovare qualche traccia, anche la
più minuscola del
marito, esclamare: “Eccolo! L’ho trovato!
E’ ancora vivo!”
Immediatamente
tutti si diressero in volo verso di lei e
trovarono, steso sulla neve, proprio Tarble.
Era svenuto e
ricoperto di sangue, ma era ancora vivo.
“Tarble,
svegliati!” esclamarono preoccupati i due Trunks e,
immediatamente, Whis mosse il suo bastone facendo rimarginare
completamente le
sue ferite.
Dopo pochi
secondi, il giovane saiyan aprì debolmente gli occhi,
mentre dalle labbra gli usciva un semplice: “Mh?”
Si
guardò intorno e, vedendo, i visi di tutti quanti,
domandò,
con un filo di voce: “Siete… tutti sani e
salvi?”
“Oh,
sì. Stiamo tutti bene.” Annuì Whis, con
un sorriso.
Nessuno dei
presenti si accorse dei due alieni che, incuranti
della situazione, continuarono a camminare sulla neve a poca distanza
tra loro,
in cerca di qualcosa che per loro era di vitale importanza trovare.
Ad un tratto,
la giovane donna colla pelle verde e i capelli
bianchi notò qualcosa poco più in là
e, d’istinto, si mise ad urlare:
“Broly!!!”
Immediatamente,
si voltarono tutti in direzione del grido,
dicendo, allo stesso tempo: “Eh?! Che cosa?!”
Nel
frattempo, sia Cheelai che Lemo si erano avvicinati a Broly,
per controllare come stesse e, subito, il vecchio fece un sospiro di
sollievo:
“Oh, meno male è ancora vivo…”
Notando il
gruppo di guerrieri avversari che, nel frattempo, si
erano avvicinati a loro, Cheelai, rivolta a Whis, lo
implorò: “Oh, per favore,
curalo. Tu puoi farlo, hai dei poteri speciali, lo so,
aiutalo!”
“Ma
non dite sciocchezze! Su, levatevi dai piedi, voi due! Ci
penso io a dare il colpo di grazia a quel bestione!”
dichiarò, seccato, Beerus
avvicinandosi a Broly e allungando un braccio, con l’assoluta
intenzione di
cancellare dall’esistenza il saiyan, ma Lemo, a sua volta,
iniziò ad
implorarlo: “No, aspetta, non farlo! E’ un bravo
ragazzo, obbediva soltanto
agli ordini di quella gran canaglia di suo padre, il quale era
addirittura
peggio del mio vecchio, e credimi, è tutto dire, che lo
costringeva a compiere
azioni crudeli! Ti prego, non ucciderlo!”
“Taci!
Piantala di dire sciocchezze, vecchiaccio! Lo sai che
cosa succederebbe se si arrabbiasse di nuovo, scatenando
così un putiferio,
eh?!” fece notare il dio della distruzione e i due alieni,
guardandosi,
imbarazzati, farfugliarono: “Beh, ecco… in questo
caso…”
“In
questo caso, l’universo intero sarebbe in pericolo! Quindi,
è meglio toglierlo di mezzo immediatamente e una volta per
tutte! Avanti,
spostatevi!” dichiarò Beerus, ma Lemo non aveva
alcuna intenzione di cedere:
“Ascolta, io e Cheelai siamo diventati suoi amici e se gli
parlassimo sono certo
che capirebbe che non deve più fare del male agli altri e
che non deve più
attaccare la famiglia di re Vegeta III! Ti supplico, ci assumeremo ogni
responsabilità, lo terremo d’occhio, ma per
favore, lascialo vivere!”
“Lo
terrete d’occhio?! Voi due?! Ma non fatemi ridere! Salverete
voi due l’universo, quando quel bestione si
scatenerà di nuovo?! E adesso
levatevi! Altrimenti vi distruggo tutti e tre, chiaro?!”
esplose Beerus, per
poi sibilare tra i denti: “Ma tu guarda che
roba…”
Ma era
possibile che, tutte le volte che doveva cancellare
qualcuno, c’era sempre qualcuno che aveva da ridire?!
Quel bestione
era un pericolo pubblico ambulante!
Era stato
capace di suonarle a lui, un dio della distruzione!
Se si fosse
trasformato una seconda volta, ci avrebbe lasciato
la pelle, poco ma sicuro!
“Beerus,
lascialo stare!” Dichiarò,
all’improvviso, una voce
femminile alle sue spalle e vide Bulma coi pugni sul fianco, come se
fosse
pronta per combattere.
“Cosa?!
Dovrei lasciarlo stare?! Dopo tutto quello che ha combinato?!
Mi auguro che tu stia scherzando, terrestre! Non hai visto
cos’ha combinato?!”
le disse il dio, sperando che quella donna si spaventasse, anche se ne
dubitava, infatti, la donna lo afferrò per un orecchio e si
mise a sbraitare,
furiosa: “Io ho visto soltanto un povero ragazzo abusato dal
suo stesso padre
fin da bambino, che non ha mai avuto una sola opportunità di
seguire la sua
strada, e adesso che quel lurido verme schifoso è finalmente
passato a miglior
vita, vorresti fargli perdere la sua unica opportunità di
libertà?!?! Te lo
scordi in pieno, mio caro!!! Dovrai passare sul mio cadavere prima di
poter
fare una cosa del genere, mi hai sentito?!?!?!”
Mentre Beerus
ululava dal dolore con Bulma che gli faceva la
ramanzina più grossa che si fosse mai vista, tutti gli altri
fissavano la scena
con gli occhi sgranati e, dopo un po’, Tarble
commentò: “E’ spaventosa quanto
mamma…”
“Ma
quella è davvero una terrestre?”
rincarò la dose Lemo.
Alla fine, i
due Trunks si avvicinarono ai due e quello più
grande disse: “Tralasciando certi termini e atteggiamenti,
nostra madre ha
ragione, lord Beerus. Dovrebbe risparmiare Broly.”
“Ma
che vi salta in mente, voi due?! Vi rendete conto di quello
che fate nel risparmiare un simile demonio?!”
sbraitò, anche se con una punta
di dolore nella voce, dato che Bulma gli stava ancora stringendo un
orecchio e
quello più giovane ammise: “Questo è
vero… ma il fatto è che non ci ha
attaccato perché lo volesse… Broly non
è cattivo e se imparasse a controllare i
suoi poteri, sono certo che non sarebbe più una minaccia e
sarebbe, inoltre,
anche un ottimo alleato… comunque, se per disgrazia ci
troveremo di nuovo in
pericolo per via dei suoi poteri, beh, riprenderemo a combattere come
sempre. E
per questo che dobbiamo allenarci duramente, per essere sempre pronti a
qualunque evenienza.”
“Beh,
non se ne parla proprio! Adesso lo distruggo, così
potrò
stare tranquillo!” dichiarò, furioso, Beerus, ma,
non appena si fu girato a
guardare di nuovo Broly, vide Whis che aveva provveduto, mentre lui era
impegnato a sbraitare, a guarire le ferite di Broly.
“Whis,
ma che cavolo fai?! Sbraitò Beerus e Whis, con finta aria
sorpresa, esclamò: “Ah, lo volevate cancellare,
Lord Beerus? Avevo capito che
lo risparmiava… scusi, errore mio.”
Prima che
Beerus potesse cercare di rimediare al danno fatto da
Whis, Broly, con l’aria di uno che si era appena svegliato,
e, in effetti, era
proprio così, aprì gli occhi e si mise a sedere.
Immediatamente,
Cheelai corse ad abbracciare il ragazzo,
urlando: “Broly!!! Grazie al cielo sei vivo!!!”
“Oh,
grazie, grazie! Te ne siamo molto grati!”
ringraziò, con
tutto il cuore, Lemo, mentre Beerus, con una smorfia, spostava lo
sguardo e
commentava, seccato al massimo: “Ah, fate come vi pare! Tanto
voi fate sempre
di testa vostra! Ma vi avverto: se quello perde di nuovo la testa e
distrugge
tutto, non voglio saperne niente, chiaro?!”
“Suvvia,
non faccia così, Lord Beerus… in fondo, lasciare
Broly
in vita potrebbe avere delle conseguenze positive, non
trova?” fece Whis e il
dio, guardandolo come se non avesse capito niente, domandò:
“Ma di che parli?
Che vantaggio ci sarebbe a lasciar vivere quel demonio?!”
“Innanzitutto,
Broly è un ottimo candidato per diventare un dio
della distruzione, non trova? Sarebbe capace di distruggere un intero
pianeta
senza nemmeno usare l’Hakai, il che non è da
tutti, come ben sa…”
“Uhm…
in effetti, potresti anche avere ragione, Whis… se
diventasse un candidato per il ruolo di dio della distruzione del
Settimo
Universo non dovrei nemmeno sprecare del tempo prezioso che potrei
sfruttare
per dormire o mangiare ad insegnarli
l’Hakai…”
“Giusto,
giustissimo, Lord Beerus… tuttavia, dovrà
faticare un
bel po’ per sconfiggere il numero 1 della lista della
candidatura a dio della
distruzione…”
“Il
numero 1? E chi cavolo sarebbe?”
“Ma
Bulma, ovviamente.”
“Bulma?!
Ma cosa dici?! Ti rammento che è una semplice
terrestre! Come potrebbe una come quella diventare un dio della
distruzione?!”
“Beh,
è coraggiosa, testarda come un mulo, spaventosa, capace di
tener testa ad un dio della distruzione… praticamente ha
tutte le carte in
tavola per diventare un dio della distruzione!”
“Piantala
di fare lo spiritoso, Whis!!! E adesso dammi una botte
di birra che ho una sete di quelle…!!!”
Nel
frattempo, Lemo stava chiedendo a Broly: “Come va? Ti senti
bene?”
“Sì…
mi gira solo un tantino la testa…”
“Con
tutto quello che hai passato, non mi meraviglia!”
commentò
Cheelai, ma il giovane saiyan scosse la testa:
“No… è perché qualcuno urla
come
un pazzo qui vicino…”
“Ah…”
fecero sia Cheelai e Lemo contemporaneamente, voltandosi a
guardare Beerus, il quale stava tracannando senza un minimo di criterio
ed
eleganza l’enorme botte di legno che Whis aveva fatto
apparire col suo bastone
e, proprio in quel momento, notarono Bulma che si avvicinava a loro.
Una volta che
fu a pochi metri di distanza da loro e, con un
sorriso, si presentò: “Comunque, io mi chiamo
Bulma. Poco fa non abbiamo avuto
occasione di presentarci bene… e voi due chi
siete?”
“Mi
chiamo Lemo e sono un ex combattente dell’Armata di Freezer,
mentre questa è una ragazza che ho raccattato durante le mie
peregrinazioni
nello spazio di nome Cheelai, la quale è anche una ladra e
una borseggiatrice
per diletto.” Rivelò Lemo, mentre Cheelai,
lievemente offesa, sbottava: “Ehi!”
“Non
mi aspettavo che ci fossero ancora dei soldati di Freezer
in circolazione…”
“Ormai,
o si sono dati alla latitanza come il sottoscritto o
sono passati sotto il controllo degli Heeters.”
“Gli
Heeters? Non ne ho mai sentito parlare prima
d’ora… chi
sono?”
“Gente
che meno se ne ha a che fare, meglio è, credimi.”
“Capisco…
e come avete trovato Broly e suo padre?”
“Mentre
cercavamo un pianeta di frontiera dove nasconderci dalla
Pattuglia Galattica, la mia navicella ha ricevuto una richiesta di
soccorso da
un vecchio modello di nave dell’Armata di Freezer proveniente
da un asteroide
lì vicino, così siamo andati a dare
un’occhiata e abbiamo trovato Broly e suo
padre.”
“Cosa
facevi nell’Armata di Freezer?”
“Beh,
visto che ero troppo debole per combattere e, soprattutto,
non è che impazzivo al pensiero di sterminare la popolazione
di un pianeta per
profitto, facevo i lavori più disparati, tipo
cucinare.”
“In
ogni caso, adesso che è tutto finito, cosa contate di
fare?”
“Mah,
è una bella domanda… con tutto quello che
è successo, la
nostra navicella sarà stata, come minimo, messa fuori uso e
anche se per
qualche incredibile miracolo fosse ancora funzionante, nessuno di noi
tre
avrebbe la più pallida idea di dove andare… Vampa
è troppo inospitale per
poterci vivere e nello spazio, anche senza Freezer, girano un sacco di
persone
poco raccomandabile come gli Heeter… se gente come quella
sapesse di Broly, lo
costringerebbero senza dubbio a lavorare per loro come di certo avrebbe
fatto
Freezer se fosse stato ancora vivo… per non parlare poi
della Pattuglia
Galattica! Io e Cheelai abbiamo commesso qualche piccolo crimine,
quindi di
certo, se ci trovassero, ci arresterebbero e ci farebbero finire in
prigione
per un bel pezzo, inoltre rischieremmo di mettere nei guai anche
Broly…
accidenti, che razza di situazione…” ammise Lemo,
mettendosi a braccia
incrociate, e Bulma, con un gran sorriso, propose:
“Perché non venite a stare
da me, allora?”
Sentendo
quelle parole, Beerus sputò con inaudita violenza tutta
la birra che stava bevuto verso Whis, il quale era proprio
lì davanti, ma
l’angelo rimase assolutamente impassibile.
Infatti, la
birra lo evitò tranquillamente, come se fosse
protetto da una bolla.
“Ma
dico sei impazzita?!?!” sbraitò, a quel punto,
Beerus a
Bulma “Vuoi tenerti quella mina vagante in casa?!?!”
“E
perché no? Hai sentito che razza di gentaglia si trova
nell’universo, grazie a qualcuno che non lavora mai! Sono
certa che un pianeta
ai limiti della galassia come la Terra non attirerebbe mai
l’attenzione di
nessuno, quindi, è il posto perfetto dove nascondersi e
ricominciare una nuova
vita…” cominciò Bulma, venendo
interrotta, però, interrotta, da un adirato
Beerus: “Ma perché tenerlo proprio alla Capsule
Corporation, dove ci sono io?!”
“Beh,
non posso mica lasciarli andare in giro da soli così, no?!
Se si trasferiscono a vivere sulla Terra, dovranno pur imparare come si
fa a
vivere qui…”
“Beh,
se viene lui, vado via io!”
“Ok.”
“Ehi,
un momento, non saltiamo a conclusioni affrettate… sono
pur sempre il dio della distruzione, io! Già l’ho
risparmiato, devo pure
tenermelo in casa?!?!”
“Guardi
il lato positivo, Lord Beerus, vivendo sotto il suo
stesso tetto, avremo la possibilità di tenerlo meglio
d’occhio e d’impedire che
perda il controllo, no?” fece notare Whis con un sorriso e
Beerus disse, tra i
denti: “Sempre se quello non ci fa prima cadere il tetto in
testa!”
“Senta…”
fece Lemo a Bulma “Noi non abbiamo soldi con noi…
da
quando Freezer è morto, l’Armata di Freezer
è andata incontro a notevoli
problemi e ribellioni interne, così molti soldati hanno
abbandonato l’Armata
per ricominciare altrove, tra cui io… e la vita
nell’universo se sei un
latitante con una bella taglia sulla testa può essere
davvero pericolosa…
pertanto, io e Cheelai siamo praticamente al verde, anche unendo tutti
i nostri
risparmi, per non dire in rosso.”
“Non
preoccupatevi, non voglio i vostri soldi. Mi basta solo
avere una mano nelle faccende domestiche, dato che anche
nell’Armata di Freezer
svolgevi quest’attività.”
“Beh,
allora se è tutto qui, accettiamo.”
“Allora
è deciso! Forza, torniamo a casa!” sorrise Bulma,
mentre
Beerus commentava, sottovoce: “Uno di questi giorni, quella
sua brutta
abitudine d’invitare a casa tutti quanti, mi farà
ammazzare!”
“Oh,
via, non faccia così, Lord Beerus… una vita
avventurosa è
quello che ci vuole ogni tanto…” fece Whis e, per
tutta risposta, il dio
sbottò: “Da quanto ho scoperto della Terra, non ho
fatto altro che viverla una
vita avventurosa!”
“Unita
a qualche pisolino e abbuffata…”
“Whis,
taci!”
“Come
vuole…”
Nel
frattempo, Broly fece per alzarsi in piedi, quando,
all’improvviso, da sotto la pelliccia dell’orecchio
di Bah scivolò un oggetto
pesante che cadde sulla neve fresca, il quale venne notato da Cheelai
che
disse: “Ehi, cos’è quello?”
Sorpreso,
Broly lo prese e scoprì che si trattava di uno strano
strumento di legno con degli intarsi.
“Non
sapevo che avessi un’ocarina, Broly…”
esclamò Lemo quando
vide l’oggetto che aveva in mano ed il saiyan
domandò: “Un’ocarina?”
“Certo,
non lo sapevi?”
Per tutta
risposta, Broly osservò il piccolo strumento di legno,
per poi sussurrare, quasi sovrappensiero: “Quindi, forse, non
era un sogno…”
Prima che
Cheelai e Lemo potesse chiedergli di che cosa
parlasse, Whis li superò e disse: “Consiglio
caldamente a tutti di allontanarsi
un pochino… devo fare una cosa molto
importante…”
A quel punto,
Whis mosse il suo bastone e, immediatamente, le
montagne tornarono com’erano prima della furiosa battaglia.
“Ecco
fatto. Ah, laggiù c’è la vostra
navicella.” Disse, rivolto
a Cheelai e a Lemo “Vi consiglio di recuperare da essa tutto
quello che può
esservi utile.”
I
tre alieni fecero per
dirigersi alla navicella, quando Lemo esclamò:
“Oh, cielo…” Sentendo quella
frase, Broly si voltò verso il vecchietto e chiese:
“C’è qualche problema, Lemo?”
“L-la
tua pelliccia…” fece
l’alieno e, voltandosi verso di essa, Broly notò
un bello strappo su di essa,
molto probabilmente dovuto alla lotta.
Il
saiyan sgranò gli occhi,
mentre il suo viso assumeva un’espressione indecifrabile.
L’orecchio
di Bah era stato
danneggiato… non sarebbe mai tornato come prima…
non l’avrebbe più potuto
indossare… e lui e Bah non sarebbero più stati
insieme…
Al
solo pensiero gli veniva
voglia di urlare, colpire, distruggere tutto…
“Se
vuoi… posso ripararla io.”
Dichiarò, all’improvviso, una dolce e calma vicina
di fianco a lui.
Il
saiyan si voltò e vide la
moglie del principe Tarble che, con un dolce sorriso, gli aveva
allungato la
mano, dicendogli anche: “Sono brava nel cucito.”
“Davvero?”
domandò Broly e
l’aliena annuì: “Sì. Ti
prometto che farò molta attenzione, dal momento che ci
tieni così tanto.”
“Io
posso darti una mano!”
s’intromise Cheelai, mentre Lemo sbottava: “Se lo
lavori tu, verrà fuori una
bella cicatrice da pirata.”
“Molto
spiritoso, Lemo!”
Nel
frattempo, Broly, un po’ titubante, consegnò a
Gure la
pelliccia, la quale era grande il doppio dell’aliena, per poi
dirigersi alla
volta della navicella con cui era arrivata, mentre Broly seguiva
Cheelai e Lemo
alla sua.
A quel punto,
Bulma si avvicinò a Tarble, il quale era seduto su
una roccia a guardare il cielo e gli domandò:
“Perché non me l’hai detto?”
“Detto
cosa?” domandò il saiyan, voltandosi a fissarla, e
la
terrestre rispose: “Perché non mi hai detto che
eri il fratello di Vegeta?”
“Te
l’ha detto Whis, vero?”
“Più
che altro se l’è lasciato scappare.”
Tarble fece
un profondo sospiro, per poi scendere con un balzo
dalla roccia e alzando lo sguardo verso la donna, le
domandò: “Dimmi la verità,
Bulma… a te sembro un saiyan?”
“Beh,
ecco…” fece Bulma, cercando di trovare le parole
giuste,
ma venne interrotta da Beerus che, senza il minimo tatto, rispose:
“Certo che
no! Ma ti sei visto allo specchio?! Sei così basso e
mingherlino… se non avessi
quella coda di scimmia, ti scambierei senz’altro per il
membro di qualche altra
razza!”
“Beerus!!!”
lo redarguì, furiosa, Bulma, ma Tarble con un
sorriso triste disse, inaspettatamente: “Appunto. Io sono
sempre stato diverso
da tutti gli altri saiyan, sia mentalmente che fisicamente…
non mi piace
lottare, a meno che le persone che amo non siamo in pericolo,
preferisco
esplorare i pianeti che conquistarli, sto male solo al pensiero di
schiacciare
una formica, figuriamoci sterminare un intero popolo, sono un tipo
più studioso
che combattivo… sono l’antitesi pura di un saiyan!
E’ sempre stato così fin da
quando ero piccolo… vi dico solo che il mio livello di
potere alla nascita era
tra i più bassi mai registrati in dieci anni…
inutile dire che fin da subito,
sono diventato la vergogna della mia famiglia… non so
perché sono così diverso
dagli altri saiyan… forse, anch’io ho avuto una
mutazione, come Broly… insomma,
i miei genitori e anche Vegeta… loro erano così
giusti, così saiyan… mentre io,
solo io, sono venuto male! Come diavolo ho fatto a nascere
così? Non lo so, non
lo riesco a capire… non ho preso assolutamente niente dai
miei genitori,
neppure la fiducia nelle mie capacità! Se fossi nato come
guerriero di Bassa
Classe, non sarebbe importato tanto, perché ce
n’erano parecchi di tipi come
me… ma il fatto di essere il figlio del re, mi ha fatto
pesare ancora di più la
mia diversità! Il figlio del re dei saiyan, conosciuto da
tutti per la sua
spietatezza ed il suo potere, non poteva di certo essere un simile
scarto dal
carattere così patetico! Quando sono venuto sulla Terra e ho
scoperto che
Vegeta non mi aveva mai nominato nemmeno alla sua stessa
famiglia… mi sono
sentito un peso e di troppo! Ero così debole,
patetico… che di certo doveva
essere un’autentica vergogna per Vegeta essere legato a me!
Per questo ho
mentito! Io, la vergogna della mia stessa famiglia, che diritto avevo
di
intromettermi nella famiglia del mio fratellone, un guerriero
straordinario,
mentre io, da bambino ero talmente goffo da inciampare nella mia stessa
coda?!
A volte… a volte desidererei essere un vero saiyan, per
poter rendere
orgogliosa la mia famiglia ed il mio fratellone, ma in fondo lo so
benissimo
che non potrò mai esserlo! Ci sarà sempre
qualcosa che m’impedirà di essere un
saiyan perfetto… io non potrò mai essere un vero
saiyan e non lo sarò mai! Sono
solo un autentico fallimento che è stato mandato via dai
propri genitori su una
stella lontanissima per nascondere una simile onta! Non sono nemmeno riuscito a
proteggere mia moglie o i
miei nipoti! Non sono altro che un peso! Sono inutile e debole, lo sono
sempre
stato! Sono solo un
fallimento…”
Mentre diceva
quelle parole, il ragazzo si coprì il viso con le
mani ed iniziò a piangere lacrime di dolore sotto lo sguardo
silenzioso di
Bulma e degli altri che lo guardavano in silenzio senza riuscire a
ritrovare le
parole giuste… ma, in fondo, esistevano davvero parole
giuste da dire?
Nessuno di
loro immaginava che Tarble, sempre sereno e col
sorriso sulle labbra nascondesse dentro di sé simili
tormenti e sentimenti
d’inadeguatezza a causa della sua fin troppo evidente
diversità…
Alla fine,
Bulma gli si avvicinò lentamente in silenzio e lo
abbracciò.
Tarble la
guardò in silenzio e la donna rispose: “Non devi
pensare a queste cose. Capisco che essere sé stessi
può essere complicato e
difficile a volte… ma è solo quando si riesce ad
accettarsi per quello che si
è, senza lasciarsi condizionare dagli altri, che si diventa
grandi. Inoltre,
non dovresti neanche tenerti tutto dentro di te… se a volte
ti senti insicuro o
hai dei problemi di qualunque tipo, dovresti parlarne, invece che
tenerti tutto
dentro… so che è una cosa difficile, ma dovresti
farlo, perché i problemi più
difficili non si risolvono mai da soli, ma con l’aiuto dei
propri amici. Tu non
sei come gli altri saiyan, è vero… ma non per
questo sei inferiore a loro. Sei
riuscito a trasformarti in supersaiyan e a tener testa ad un nemico
potentissimo senza mai arrenderti e tirarti indietro… per
come la vedo io,
questa non è un’azione da debole. Essere arroganti
non significa anche essere
forti, pertanto non confondere mai queste due parole!”
Tarble la
fissò in silenzio con ancora le guance rigate dalle
lacrime e Bulma riprese: “Inoltre, a differenza di tutti quei
‘giusti’ saiyan,
come li chiami tu, possiedi qualcosa di unico, che nemmeno Vegeta
possedeva!”
“Ah
sì? E cosa?” domandò Tarble e Bulma,
con un dolce sorriso,
rivelò: “Tu possiedi la gentilezza e la
compassione, i due strumenti che so per
esperienza che possono davvero cambiare il mondo. Non devi permettere
al tuo
passato di dominarti… adesso è il momento per te
di ricominciare una nuova
vita.”
Sentendo
quella frase, Tarble si asciugò le lacrime dagli occhi
e, sfoderando un gran sorriso, annuì: “Hai
ragione, Bulma! Io non sono mio
padre o il mio fratellone… io sono io e non lo
dovrò mai più dimenticare.”
“Bravo! Non devi mai
permettere al tuo passato di controllarti. Adesso è il
momento per te di
cominciare una nuova vita.”
“Sì,
lo farò!”
“Ottimo,
e non ti preoccupare… a quei due deficienti ci
penserò
io, quando morirò! Gli farò vedere a quei due
insensibili come si tratta una
persona sensibile come te! Lo vedrete!” dichiarò,
con una faccia furiosa,
Bulma, facendo sussultare per lo spavento tutti i presenti, compreso
Beerus.
Una cosa era
certa: mai mettersi contro Bulma.
Avvertenze:
I
più attenti di voi, avranno notato in questo capitolo un
collegamento con l’opera “It takes a fool to
remaine sane” di Eevaa.
Sappiate che
io non ho alcun desiderio e/o intenzione di copiare
le opere o, in generale, le idee di Eevaa, la quale, secondo il mio
parere
puramente personale, è una dei migliori scrittori di questo
sito.
Comunque, se
siete interessati, lascio in basso il link per
l’opera in questione.
Buona lettura.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3832167&i=1
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Capitolo 21 *** Alcune cose non cambiano mai ***
Capitolo 21:
Alcune cose non cambiano mai
Terra
Capsule
Corporation, sabato 07:00
“Finalmente
a casa…” borbottò Bulma, mentre faceva
planare
delicatamente nel giardino della Capsule Corporation, si
voltò e vide che tutti
gli altri, tranne, ovviamente, Whis, erano sdraiati per terra a dormire.
Poverini,
dovevano essere tutti quanti distrutti… in effetti,
erano stati in piedi l’intera notte a combattere…
meritavano di riposare un
po’…
Ad essere
sincera, anche lei era un po’ stanca…
“Ehi,
terrestre, siamo arrivati?” domandò Beerus
alzandosi in
piedi, sbadigliando, e, subito anche gli altri, anche se un
po’ malamente per
la stanchezza, si alzarono tutti in piedi ed uscirono dalla navicella.
“Bentornati!”
esultò una voce femminile dietro di loro ed il
gruppo, voltandosi, videro la Mai più grande con tra le
braccia un bimbo con
una curiosa capigliatura che rideva tutto contento.
“Ehi,
il piccolo Goku è uscito dalla capsula!”
esclamò,
sorpresa, Bulma e Mai annuì: “Sì.
C’è stato un piccolo problema nei sotterranei
qualche ora fa, a causa di un terremoto…”
“Davvero?
Che è successo?”
“Beh,
una scossa parecchio forte ha fatto cadere uno schedario
sul pannello di controllo, mandandolo in tilt ed impedendo a Goku di
ricevere
l’ossigeno, quindi, non ho avuto altra scelta che farlo
uscire.”
“E
come ci sei riuscita?”
“Beh…
sembrerà una storia assurda… ma prima che
avvenisse quel
terremoto, nei sotterranei c’era un tizio avvolto in un
mantello rosso che
osservava Goku… era molto cupo e di poche parole, ma
quand’è successo il
macello dello schedario, è subito corso a rompere il vetro
con un pugno!”
“Cosa?!
Ma quel vetro era molto resistente! Nessun terrestre
sarebbe stato in grado di scheggiarlo, figuriamoci
distruggerlo!”
“Eppure
l’ha fatto! E ti dirò di più! Quando
stavamo per venir
sotterrati dalle macerie, mi ha afferrata alla vita per un braccio e ci
ha
tirati fuori di lì!” raccontò Mai ed il
suo Trunks, girando la testa da tutte
le parti, commentò: “Strano… non
avverto nessuno con un alto livello di
potere…”
“Eppure,
c’era! Mi ha anche lasciato questo.”
Annunciò la
giovane donna, mostrando un grosso pezzo di stoffa scarlatta
“L’ha usato per
avvolgerci Goku dopo averlo tirato fuori dall’incubatrice.
Poi dopo che ci ha
tirati fuori dai sotterranei, se n’è volato via a
tutta velocità.”
“Davvero
strano…” commentò Bulma e, proprio in
quel momento,
Goku notò Broly, il quale se ne stava in disparte a guardare
un albero in
fiore, toccando anche con delicatezza un ramo con l’indice,
ed iniziò a gioire
e a puntare le braccine verso di lui, facendolo così notare
a Mai, assieme a
Cheelai e Lemo.
“E
quei tre chi sono?” domandò, incuriosita, Mai e
Bulma tagliò
corto: “Non preoccuparti, sono brave persone. Staranno qui
per un po’, dato che
si trasferiranno sulla Terra.”
“Ah,
ok… comunque, pare che al piccolo Goku piacciano.”
“Eh,
già.”
Bulma prese
in braccio il piccolo Goku e lo avvicinò da Broly,
il quale osservò in silenzio il bambino che rideva e si
agitava come un matto.
“Lemo,
perché fa così?” domandò
Broly, indicando Goku, ed il
vecchio rispose: “Gli stai simpatico, Broly.”
“Simpatico?”
“Sì.
E’ quando piaci ad una persona e gradisce la tua
presenza.”
“E
a voi due, sto simpatico?”
“Certo
che ci stai simpatico!” annuì Lemo, mentre Cheelai
rispondeva: “E quel brutto vecchiaccio del tuo vecchio che
non ci stava per
niente simpatico! Insomma, capisco che il padre di Tarble non gli ha
fatto
passare dei bei momenti, ma poteva anche risparmiarti il costringerti a
combattere contro di lui e pure contro i suoi nipoti! Sono proprio
contenta che
abbia tirato le cuoia!”
“Cheelai,
ti prego… non gettare benzina sul fuoco!” la
redarguì
Lemo, mentre la Mai più grande si avvicinava al suo Trunks e
gli domandava:
“Cosa intende per ‘I nipoti di Tarble?”
“Beh…
durante il combattimento io e l’altro Trunks abbiamo
scoperto che Tarble in realtà sarebbe nostro zio, dato che
è il fratello minore
di nostro padre.” Rivelò il giovane e Mai,
allibita, domandò: “Tarble sarebbe
il fratello minore di Vegeta?! Ma… sono così
diversi! Non si assomigliano per
niente!”
“Lo
so… anch’io ci sono rimasto di sasso
quand’è saltato fuori,
come tutti, del resto…”
“Ehi,
Mai!” cinguettò una voce allegra alle spalle della
coppia
e, voltandosi, i due videro Whis con un grosso panno tra le braccia, il
quale
disse, allegramente: “Ho trovato la coperta che fa proprio al
caso nostro.”
“Eh?
Una coperta? E perché?” domandò la
donna e, per tutta
risposta, l’angelo guardò con profonda
intensità la grossa pancia di Mai.
Immediatamente,
la pancia si assottigliò di colpo e, tra lo
stupore generale di tutti quanti, comparve nel cielo un neonato
magrolino con
indosso un pannolino che aveva i capelli neri
all’insù a forma di fiamma, una
lunga coda di scimmia che gli spuntava dalla schiena e
dall’espressione
corrucciata, anche se, al momento, era più che altro
sorpresa, dato che doveva
essere strano per lui ritrovarsi così di botto fuori dalla
pancia di sua madre.
A quel punto,
il piccino venne attratto verso terra dalla forza
di gravità, ma prima che ciò accadesse,
atterrò con un tonfo nella coperta tra
le braccia di Whis.
Ancora
allibita e confusa da quello che era appena successo, Mai
si fissò la pancia, adesso piatta come una tovaglia e
balbettò: “Eh? Ma cosa…
come…?”
“Ecco
a te, Mai.” Fu la semplice risposta di Whis, mentre
passava il bambino alla giovane donna, il quale cominciò a
piangere a tutto
gas.
“Ecco
fatto. Così i nostri due piccoli saiyan possono giocare
insieme.” Fu tutto quello che disse l’angelo,
mentre la Mai più grande diceva
al figlio appena nato: “Ciao, tesoro! Sono la mamma, come
stai? Non è stato uno
shock per te, vero? Certo, che no. Sei il nipote del principe dei
saiyan!”
Anche gli
altri fissavano la scena, allibiti.
“Pazzesco…”
commentò il Trunks più giovane, mentre Bulma
aggiungeva: “I poteri di Whis non finiranno mai di
sorprendermi…”
L’unico
che non rimase affatto sconvolto da quella stranissima
nascita fu Broly, il quale, con un gran sorriso:
“Ah… allora è così che
nascono
i bambini… non ne avevo mai assistito ad una cosa del genere
prima d’ora… anche
la mia mamma ha fatto così?”
“N-no,
Broly… di solito i bambini non nascono
così…” lo informò,
in maniera piuttosto impacciata, Lemo e Broly, confuso, chiese:
“Eh? Davvero? E
allora come fanno?”
La faccia di
Lemo rivelava che il povero alieno non sapeva che
pesci pigliare con quel discorso… Broly aveva già
una bella età, ma suo padre,
ossessionato dalla vendetta, aveva trascurato d’informare il
figlio su alcuni
dettagli cruciali come l’educazione sessuale e la
riproduzione, non che su
Vampa gli sarebbero serviti a qualcosa… così
adesso, la patata bollente era
toccata a lui… beh, l’importante era che Broly non
gli facesse la domanda più
tremenda di tutte, ossia…
“E
poi, quella donna come ha fatto ad avere un bambino dentro la
pancia? Questo è nella norma oppure no?”
continuò a chiedere Broly e Lemo, ormai
disperato appoggiò la testa su un tronco lì
vicino e disse: “No… i bambini
dentro la pancia delle donne sono la norma…”
“E
allora come fanno a finire là dentro? La loro mamma ha
mangiato qualcosa di speciale?”
“Mi
sa che un libro per spiegare la gravidanza ai bambini non
basterà…”
Nel
frattempo, la Mai più grande aveva portato il figlio dal
marito, dicendogli: “Guarda, questo è il tuo
papà!”
“Ciao,
piccolino.” Lo salutò Trunks, per poi notare una
cosa.
“Ehi,
ma… è identico a Vegeta!”
esclamò Trunks e, subito, tutti
gli si avvicinarono per vederlo meglio e, tutti coloro che avevano
conosciuto
il principe dei saiyan, constatarono che, in effetti, era vero, anche
perché,
vedendosi circondato da tutta quella gente che lo guardava, il
piccolino aveva
assunta un’espressione seccata identica a quella di Vegeta.
“A
questo punto, c’è solo un modo in cui potremmo
chiamarlo…”
commentò Bulma, mentre Trunks annuiva:
“Sì… si chiamerà come
lui… Vegeta.”
“Così,
sarebbe il quinto nella nostra famiglia a chiamarsi
così.” Disse con un sorriso Tarble, mentre Cheelai
commentava: “Certo che la
famiglia reale dei saiyan non è durata
tanto…”
“In
effetti è vero… forse è
perché siamo un popolo guerriero…
neanche sul pianeta Vegeta riuscivamo ad arrivare a poche migliaia di
abitanti…
era impossibile che i nostri numeri crescessero
troppo…” annuì il ragazzo.
Nel
frattempo, Bulma, con ancora in braccio il piccolo Goku, il
quale stava osservando con molto interesse Vegeta, si
avvicinò a Whis e fece
notare: “Però è strano…
nelle radiografie che Mai ha fatto non c’era alcuna
traccia della coda… Whis, non è che centri
qualcosa?”
“Ah,
boh… chi lo sa…” fu la vaga risposta di
Whis.
Nel
frattempo, anche Vegeta si era accorto della presenza di
Goku e si era messo a guardarlo in silenzio.
Notando lo
scambio visivo tra i due neonati, il Trunks più
giovane domandò: “Che facciamo? Li
avviciniamo?”
“Beh,
dato che da adesso in poi vivranno sempre insieme dovremmo
iniziare a farli conoscere… ad essere sincera, sarei proprio
curiosa di vedere
se, dato che non si conoscono, possono creare un rapporto
d’amicizia oppure
no…” fece Bulma e lei e Mai appoggiarono i due
neonati per terra, vicini.
Vegeta e Goku
si fissarono in silenzio un attimo, poi,
all’improvviso, Vegeta tirò un potente pugno a
Goku, facendolo cadere per
terra.
Prima che
qualcuno tra i presenti potesse intervenire, Goku si
rialzò di nuovo a sedere e tirò a sua volta un
pugno a Vegeta facendolo cadere
per terra.
Furioso per
l’affronto subito, Vegeta iniziò a picchiare e a
prendere a pugni il piccolo Goku, alzando nel mentre una nuvola ti
polvere da
cui ora si vedeva un pugno ben stretto, un piede o la coda di uno dei
due
litiganti.
“Presto,
dividiamoli!” gridò il Trunks più
giovane prendendo
Goku, mentre l’altro si occupava del proprio figlio, ma,
nonostante ciò, i due
continuavano ad agitare le braccia e le gambe come se sperassero
così di
dargliele all’avversario.
“Non
c’è niente da fare… appena si vedono,
non possono far altro
che combattere… se sono così appena nati, non oso
pensare a quando saranno
adolescenti…” commentò Bulma,
mettendosi una mano sulla fronte, per poi
voltarsi verso Lemo, il quale guardava l’abitazione con aria
incredula.
“Qualche
problema?” gli chiese ed il vecchio alieno rispose:
“No… ma tanto per sapere… casa
vostra… è questa?”
“Sì.”
“Accipicchia…
non mi aspettavo fosse così grande…”
“Eh
già. Come potete vedere, non ci sono problemi di spazio.
Potete viverci tranquillamente e gratis, a patto che mi aiutate tutti e
tre con
le pulizie.”
“Quante
stanze ci sono?”
“Mmh…
almeno cento, credo.”
“Cento?!
Dobbiamo pulire cento stanze, anche se siamo solo in
dieci?!”
“Non
pensare di cavartela solo con le stanze… bisogna anche
occuparsi del giardino e di tutto il resto. A differenza di Beerus e
Whis, voi
non siete ospiti di questa casa, ma inquilini, quindi è
giusto che ci aiutate.”
“Vecchia
volpe…” commentò Lemo, mentre Bulma si
girava verso
Broly, dicendogli: “Ah, già che sei qui, potresti
approfittarne per farti una
bella doccia? Dopo tutto quello che hai fatto, sarai di certo molto
sudato…”
“Ma
io mi sono già fatto la doccia…”
dichiarò Broly, confuso, e
Cheelai: “Davvero? E quando te la sei fatta? Non me ne sono
minimamente
accorta…”
“Quando
tu e Lemo avete soccorso me e mio padre con la vostra
navicella.”
A giudicare
dall’espressione sconvolta dei due alieni, doveva
essere passato parecchio tempo dall’accaduto…
“Broly…”
fece Cheelai “Mi stai dicendo che tu non ti sei fatto
la doccia… per ben tre mesi?!”
“Sì,
perché, era importante?” domandò il
saiyan e l’aliena fece:
“Oltre ad imparare a controllare i tuoi poteri, devi
assolutamente imparare a
farti la doccia un po’ più spesso!”
“Ma…”
fece Broly, confuso, e Bulma gli rispose: “Vieni ti
accompagno al bagno.”
“Ehi,
aspettate, io…” fece Broly e, per tutta risposta
sentì
qualcuno, toccargli delicatamente con l’indice
l’avambraccio e, voltandosi,
vide Tarble il quale gli passò un flacone di shampoo.
Inferno
Confine
tra mondo dei vivi e
dei morti del Settore Nord, sabato, 08:00
“Ehi,
dico, non è che potremmo
evitarlo il viaggio su tua madre?” chiese il saiyan con la
cicatrice alla
giovane donna che stava accarezzando il gigantesco muso
dell’enorme bestia
alata la quale, a giudicare dal suono che faceva, le stava facendo le
fusa.
“Ehi,
già vi sto facendo un
favore a riportarvi a casa, invece di mettermi subito alla ricerca di
Paragas,
visto che la vecchia mi ha detto che era schiattato grazie a quel
gattaccio
spelacchiato!” protestò Kohra, mentre Vegeta
l’avvertiva, nervoso: “Non ti
azzardare a definire così il dio della
distruzione!!!”
“Oh,
sai quanto me ne frega!
Insomma, che razza di ricercata ribelle sarei se mi mettessi a
rispettare le
sfere alte?”
“Una
che presto ci rimetterà
la vita defunta se continua a comportarsi così!”
“Ma
piantala… comunque, vi do
un passaggio al vostro accampamento come ringraziamento per avermi
aiutato a
salvare mio figlio, volontariamente oppure no… quindi, in
sella che partiamo
tra poco!”
“Al
solo pensiero sto già
male…” borbottò Bardack, mentre Vegeta
si sdraiava sulla schiena della
creatura, chiudendo gli occhi, dicendo, nel mentre: “Beh, io
intanto schiaccio
un pisolino… sono un po’
stanco…”
“Come
cavolo fa a mettersi a
dormire? Va bene che non ha la nausea,
però…” commentò Bardack,
mentre Kohra
gli rivelava, sottovoce e con un ghigno: “Beh,
vedi… il nostro Vegeta ha
qualche piccolo problema d’insonnia…”
“Davvero?”
“Oh,
sì… per questo è sempre
di cattivo umore e schiaccia qualche pisolino qua e
là…”
“Questa
poi… ma è vero che
aveva bisogno di un coniglietto di peluche per dormire fino a quindici
anni?”
“Eccome…
e ti dirò di più! Non
ha mica smesso perché voleva!”
“Davvero?
E allora perché?”
“Perché
quel cretino ha perso
quel pupazzo da qualche parte! E da allora non riesce più a
dormire bene!”
“Non
ci credo! Ah ah ah ah
ah!!! Adesso capisco perché era sempre il primo agli
allenamenti… per scherzare
dicevamo che non dormisse mai e, invece, era proprio
così!” rise, divertito,
Bardack, prima che un gigantesco masso lo centrasse in pieno alla
testa,
facendolo cadere bruscamente per terra.
Kohra
dopo aver dato
un’occhiata a Bardack alzò lo sguardo e vide
Vegeta che, rosso dall’imbarazzo,
l’avvertiva: “Piantala di sbandierare i miei
segreti ai quattro venti,
Kohra!!!”
“Oh,
come rompi con ‘sta
storia…”
“Allora,
partiamo sì oppure
no?!”
“D’accordo,
d’accordo… anche
se, secondo me, dovresti dormire un po’ di
più…”
“Sali
e basta!!!!”
Con
un sospiro, Kohra salì a
bordo della madre seguita da Bardack, nonostante il giovane saiyan
fosse a
disagio a salire su una simile creatura e, in poco tempo, il trio
salì in volo nel
cielo rosso dell’inferno.
Dopo
un lungo viaggio, che per
Bardack fu infinito a causa della nausea, il gruppo arrivò
nel settore est e, a
quel punto Vegeta si avvicinò a Kohra e le disse:
“Fa atterrare tua madre un
bel po’ distante dall’accampamento.”
“E
perché?”
“Perché
l’ultima cosa che
voglio è che qualcuno mi veda in giro su una bestia
pericolosa assieme alla
saiyan più ricercata di Vegeta e ad un Terza Classe che sta
per mettersi a
vomitare! Ho una reputazione da difendere, io!”
“Boh,
se ci tieni…”
“Ehi,
a proposito…”
“Mh?”
“Che
fine ha fatto la tua
ocarina?”
“Ah,
quella… l’ho persa da
qualche parte.”
“Davvero?”
le chiese, alzando
un sopracciglio, in quanto ne dubitava eccome, e la saiyan
annuì: “Oh, sì.
Chissà dov’è
finita…”
Il
sovrano dubitava che quella
pazza avesse semplicemente perso quello stupido oggetto di legno, in
quanto
ricordava benissimo che quando l’aveva perso sul serio
qualche ora prima, aveva
fatto un macello che non si era mai visto, quindi, era impossibile che
l’aveva
semplicemente persa come voleva far credere…
Si
augura solo che non fosse
stata tanto stupida da regalarla a suo figlio… vero che la
mina vagante era
svenuta, ma non poteva rischiare che sospettasse di essere stato
salvato dalla
madre defunta, dato che la cosa sarebbe giunta prima o poi alle
orecchie di
Lord Beerus e allora sarebbero stati nei guai tutti e tre…
no, lui sarebbe stato nei guai!
Di
quello che sarebbe potuto
capitare ai due pazzi se ne infischiava!
Ma
in fondo, anche se quello
là l’avesse vista, non avrebbe di certo capito che
quella fosse sua madre, dal
momento che non l’aveva mai vista prima e dubitava che
Paragas, quand’era
scappato a recuperare il figlio, si fosse portato dietro anche una foto
della
moglie… a meno che Kohra non fosse stata tanto stupida da
andarglielo a dire e,
in effetti, era abbastanza stupida per fare una cosa del genere, come
quell’altro stupido dietro di sé che stava morendo
di nausea…
Finalmente,
la madre, si fa
per dire, dell’anima della saiyan più matta degli
Inferi iniziò a planare
delicatamente e una volta atterrata, Kohra disse ai suoi due compagni
di
viaggio: “Beh, siamo arrivati.”
“Finalmente!”
sbuffò Vegeta,
scendendo giù dalla creatura, seguito da Bardack, il quale,
a causa della
nausea, strisciò lentamente fino al bordo per poi
precipitare sul terreno con
un sonoro tonfo.
“Ma
guarda te… che figure mi
fai fare, tu…” commentò il sovrano, per
poi alzare lo sguardo verso Kohra e
dirle, senza mezzi termini: “A mai più rivederci,
Kohra.”
“Se
mio figlio non è di nuovo
in pericolo, ci puoi contare.”
“Scordatelo.
Non intendo più
aiutarti, chiaro?”
“Fa’
come credi, Vegeta… però,
ti avverto che, in quel caso, non ti meravigliare se
inizierà a circolare la
voce che qualcuno, da bambino, e non faccio nomi al momento, aveva
bisogno di
un certo coniglietto rosa per poter dormire e che se sapesse
dov’è finito, lo
userebbe ancora adesso…”
Sentendo
quella velata
minaccia alla sua reputazione, il sovrano fece una smorfia, mentre il
suo viso
diventava più rosso di un pomodoro maturo.
“Suvvia,
non fare quella
faccia… se a mio figlio non succederà niente, non
ti darò alcun fastidio,
promesso!”
“Credi
che con una madre come
te, quello riuscirà a tenersi lontano dai guai?
Seee… col cavolo!”
“E
allora inizia subito ad
allenare quella tua testa fine, così, quando andremo di
nuovo nel mondo dei
vivi, riusciremo a superare molti ostacoli senza sprecare troppe
energie grazie
alla tua straordinaria astuzia ed al tuo ingegno, i quali, credimi,
sono
davvero fantastici, molto più della tua forza!”
Sentendo
quelle parole, Vegeta
rimase un attimo in silenzio, sorpreso.
Era
la prima volta che un
saiyan lodava la sua intelligenza… di solito tutti, da bravi
saiyan, si
concentravano solo sulla sua forza, sulla sua spietatezza e sulla sua
bravura
sul campo di battaglia… ma quella era la prima volta che
qualcuno lo lodava per
il suo ingegno… e quello che glielo aveva fatto era una
pazza selvaggia che non
sapeva niente a parte malmenare qualcuno, dar fastidio a tutti,
soprattutto a
lui, e andare a salvare il proprio figlio… ad essere
sincero, non sapeva se
esserne lusingato od offeso…
“Beh,
ci vediamo, gente! Se al
TG degli Inferi c’è la notizia che qualcuno ha
massacrato di botte un vecchio
saiyan nel settore Nord, sapete già chi è
stato.” Concluse Kohra, per poi dire
alla madre: “Beh, mamma, rotta verso il Settore Nord!
Obiettivo: polverizzare
Paragas!”
In
un attimo, la creatura si
sollevò e partì a tutta velocità nel
cielo rossastro degli Inferi, mentre
Bardack, rimasto a terra, commentava, con gli occhi sgranati:
“Urca, che
velocità… non le vedo già
più… meno male che non hanno usato quella
velocità
quando c’ero io, sennò
morivo…”
“Eh,
già, hai proprio ragione…
si vede che non vede l’ora di trovare e, soprattutto,
massacrare il suo ex… ah,
non c’è niente di più spaventoso e
pericoloso della furia della propria
moglie…” aggiungeva il sovrano, mentre Bardack
annuiva: “Eh, sì, hai proprio
ragione…”
Per
qualche secondo, il saiyan
con la cicatrice rimase in silenzio, come se stesse pensando ad una
cosa, poi sbiancò
completamente, assunse un’espressione di puro terrore e si
mise ad urlare,
facendo girare la testa al sovrano, il quale, sorpreso di vedere quel
saiyan,
il quale non aveva avuto paura di affrontare aerei scassati, banditi
analfabeti, Re Cold e un pericoloso vortice di confine tra mondo dei
vivi e
quello dei morti, così spaventato, gli domandò:
“Ma che ti prende? Hai visto un
fantasma?”
“No…
peggio…”
“Ovvero?”
“Mi…
mi sono appena ricordato…
che non ho avvertito Gine…”
“Eh?”
“Non
le ho detto che andavo
nel Regno dei Vivi a salvare il figlio di Kohra!!! Sono uscito per
prendere
della legna per il fuoco e poi non sono più tornato!!!
Sarò stato via tutta la
notte, quindi sarà furiosa!!! Credimi, mia moglie, anche se
è gentile e tutto
il resto, quando si arrabbia diventa peggio di una furia, proprio come
Kohra!!!”
“Ma
che deficiente… io,
invece, quando Kohra mi ha chiamato, ho incrociato mia moglie quando
stavo
uscendo e l’ho subito avvisata che sarei uscito
e…” iniziò subito il sovrano,
con un tono di superiorità, per poi bloccarsi di colpo e
sbiancare anche lui,
facendo una smorfia di puro terrore, per poi sussurrare, nel panico:
“Oh,
cavolo…”
“Che
ti prende? Non hai appena
detto che tu tua moglie l’hai avvertita?”
“Sì…
ma le ho anche detto che
sarei tornato subito e, invece, sono stato via per tutta la
notte!!!”
“Accidenti…
mi sa che Gine mi
ammazzerà non appena tornerò a
casa…”
“Beato
te che hai il dubbio!!!
Io, invece, ho la certezza che la mia mi
ammazzerà!!!”
“Eddai,
non esagerare… così mi
fai venire ancora più
l’ansia…”
“Non
sto scherzando!!! Prima
che ci sposassimo, diversi soldati appartenenti
all’élite dei saiyan da
generazioni e con un incredibile livello combattivo sono
misteriosamente
spariti dopo aver detto di nascosto che aveva il seno piccolo!!!
Secondo te,
cosa diavolo è successo?!?!”
Sentendo
quella frase, Bardack
fece un’espressione allarmata.
L’allusione
del re al fatto
che la moglie di lui fosse incline a polverizzare chiunque osasse farla
arrabbiare era servito a renderlo ancora più ansioso al
futuro incontro con la
consorte… di certo se non l’avesse polverizzato,
poco ci mancava!
“Maledizione…
quanto invidio gli scapoli!” sbottò Vegeta, mentre
volava via a tutta velocità e subito Bardack gli fece
notare: “Ma dove vai?! Il
nostro accampamento è di là!”
“E
tu credi che io sia tanto stupido da andare ad affrontare mia
moglie sapendo già che è furiosa?! Ti rammento
che io ci tengo alla mia vita
defunta!!! Se tu sei tanto stupido da affrontare la tua, fallo pure, ma
io non
ci provo neanche!” gli rispose il sovrano dirigendosi da
tutt’altra parte
rispetto a Bardack.
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Capitolo 22 *** Come i fiori di ciliegio ***
Capitolo 22:
Come i fiori di ciliegio
Terra
Capsule
Corporation, sabato, 13:15
“Tarble!!!!
La pentola si è incendiata!!!” urlò
Broly, mentre si
muoveva da tutte le parti, tenendo tra le mani una padella che
sprigionava un
denso fumo nero.
Tarble, il
quale era impegnato a tagliare la lattuga, si voltò
in direzione delle urla e, vedendo cosa stava succedendo,
commentò, sottovoce:
“Oh, santo cielo…”
Dopodiché
corse verso di lui e spense il fornello, il quale
stava continuando ad andare, dicendo nel mentre: “Devi
spegnere il fornello!
Ecco, così! E comunque quella sarebbe una padella, non una
pentola…”
“Non
lo sapevo…” borbottò Broly, smettendo
di agitarsi, poi lui
e Tarble guardarono il risultato.
Al posto
delle uova cotte che Broly aveva tentato di cuocere, vi
era una sostanza nera e dall’odore terribile appiccicata alla
padella.
Tarble fece
un sospiro.
Lui e Broly
erano impegnati in cucina a causa del fatto che la
stragrande maggioranza degli abitanti della Capsule Corporation era
assente: i
due Trunks erano andati a riparare ai danni che le varie
città avevano
riscontrato a causa della tremenda energia di Broly, Gure stava
riparando la
pelliccia di Broly, Bulma stava accompagnando Cheelai e Lemo a fare un
giro in
città, così da spiegargli come funzionavano le
cose sulla Terra, dal momento
che si sarebbero trasferiti lì e le due Mai stavano facendo
un giro per i
negozi per bambini così da trovare vestiti e giocattoli per
Goku e Vegeta,
assieme ai due bambini.
Quanto a
Beerus e a Whis… il primo, una volta tornato a casa, si
era diretto a passo di marcia verso la sua stanza, sbottando che non
voleva
assolutamente essere svegliato prima di pranzo, prima di chiudere con
violenza
la porta, mentre Whis si era messo a prendersi il sole il giardino e a
godersi
qualche prelibatezza terrestre in giardino… quindi, era
toccato a lui e a Broly
occuparsi del pranzo, dopo che quest’ultimo aveva finito di
farsi la doccia ed
indossare i nuovi vestiti dati da Bulma, che consistevano in una
maglietta a
maniche corte nere con su il simbolo di una band rock-metal terrestre e
jeans
blu, oltre ad un’ocarina di legno al collo mentre lui si era
tolto la divisa,
ormai distrutta, ed indossato una felpa terrestre e jeans blu.
Secondo
Bulma, quello era un ottimo modo per conoscersi un po’
meglio e, magari, sotterrare l’ascia di guerra, in quanto
Broly, a causa
dell’influenza paterna, era ancora un po’ sul chi
vive con lui.
Tuttavia,
Broly aveva presto dovuto abbandonare
quell’atteggiamento… questo perché era
talmente negato ai fornelli che aveva
assolutamente bisogno di aiuto e se l’aiuto in questione
venisse da colui che
fino a qualche ora prima aveva in mente di ammazzare… beh,
pazienza.
“Non
preoccuparti, le preparerò io. Non è un
problema.” Lo
rassicurò con un sorriso Tarble, prendendo la padella e
Broly, allora si
diresse verso la lattuga e, prendendo il coltello che Tarble aveva
lasciato sul
tavolo, esclamò, tutto orgoglioso:
“Allora… farò questo!”
“G-guarda
che è pericoloso usare il coltello…”
tentò di fermarlo
il saiyan, ma l’altro, tutto orgoglioso, rispose:
“Non preoccuparti. Devo solo
tagliare questa cosa verde a fette come stavi facendo tu poco fa,
no?”
Dopo aver
detto quella frase, Broly cominciò a tagliare con
estrema violenza la lattuga, facendo persino sobbalzare il tavolo.
“N-non
dovresti utilizzare così tanta forza…”
lo avvertì di
nuovo Tarble, ma, proprio in quel momento, a Broly scivolò
dalle mani il
coltello, che venne lanciato a tutta velocità alle sue
spalle.
“Eh?
Cosa?” fece il saiyan, guardando la mano dove prima
c’era
il coltello, per voi voltarsi verso Tarble e domandargli:
“Ehi, Tarble, hai
mica visto il mio coltello?”
Non appena si
fu voltato, vide il ragazzino per terra col
coltello a pochi centimetri di distanza dai suoi capelli, il quale, con
un tono
nervoso, dichiarò: “S-sì…
l’ho visto…”
A causa dell’ennesimo
fallimento culinario, Broly fece un’espressione da
cane bastonato e si mise seduto in un angolino, come se morisse dalla
vergona.
Subito,
Tarble si avvicinò a lui e, mettendogli una mano sulla
spalla, tentò di consolarlo: “Su, su, non fare
così…”
“Credevo
che sarebbe andata meglio questa volta…” fece,
disperato, Broly e Tarble lo rassicurò: “Sono
sicuro che la prossima volta
sarai bravissimo.”
“Non
so fare proprio nulla…”
“Questo
non è affatto vero!”
Sentendo
quelle parole, Broly si voltò verso Tarble, il quale
gli disse: “Vedi, Broly… nessuno diventa subito
bravo. E questo riguarda tutto,
non solo nella cucina. Guarda che anch’io non sono molto
bravo a pulire, ho
fatto di quei disastri…”
“Davvero?”
“Certo!
Ho distrutto un muro ed una finestra. La verità è
che
noi saiyan non siamo molto portati per queste cose…
però, se ci mettiamo
dentro, potremmo ottenere un risultato accettabile.”
Broly si mise
a braccia incrociate e si mise a riflettere molto
attentamente e, poi, quando una mosca gli passò proprio
davanti al naso,
esclamò: “E se mi occupassi di far sparire le
mosche con un attacco d’energia?”
“N-Non
puoi!” esclamò subito Tarble, in quanto intuiva
già che
un attacco di Broly avrebbe distrutto l’abitazione e
l’intera città, e l’altro,
innocentemente, domandò: “E
perché?”
“Non
ricordi che cosa ti hanno detto Cheelai e Lemo? Prima di
poter usare di nuovo i tuoi poteri, devi imparare a
controllarli.”
“Ah!
E’ vero…”
“Dai,
non fare così… vedrai che ci
riuscirai…”
“Ehi,
non senti uno strano odore?”
“Adesso,
che me lo fai pensare, lo sento anch’io. Sembra quasi
che…”
Non
finì la frase che sbiancò e si mise ad urlare,
allarmato:
“LA TORTA!!!!!!”
Immediatamente,
i due saiyan corsero al forno e, dopo che Tarble
l’ebbe aperto, furono investiti da una nuvola di fumo
nerissima che li avvolse
completamente, tanto da farli tossire violentemente.
Inutile dire,
che anche la torta era stata completamente
bruciata.
“Che
ti avevo detto? Noi saiyan non siamo fatti per i lavori
domestici…” sospirò Tarble per poi
dire: “Dai, proviamo a preparare qualcosa
prima che tornino gli altri…”
Con un
po’ di pazienza e molta buona volontà, i due
riuscirono a
creare qualcosa da mangiare per dodici persone, quattro delle quali
appartenenti ad una razza dall’appetito insaziabile ed un dio
della distruzione
con un appetito che ci si avvicinava molto.
Broly e
Tarble osservarono con molta attenzione il cibo
preparato, come se entrambi temessero che gli scoppiassero in faccia da
un
momento all’altro, fino a quando Tarble non
sussurrò: “In qualche modo, ce
l’abbiamo fatta.”
“Già.”
Fu la risposta di Broly e l’altro diceva:
“Portiamoli in
sala, aspettiamo gli altri e… speriamo in bene.”
I due saiyan
portarono il cibo in sala da pranzo e aspettarono
finché, poco dopo, non sentirono la porta
dell’ingresso aprirsi
contemporaneamente alla porta della stanza di Beerus.
“Siamo
tornati!” fece la voce di Bulma e Tarble li
salutò:
“Bentornati.”
“Ma
cos’è questa puzza di bruciato?!”
l’interruppe la voce
adirata e senza un minimo di tatto di Beerus e Cheelai ammise:
“In effetti, hai
ragione…”
Voltandosi
verso Broly, Tarble lo vide con la faccia premuta sul
tavolo, come se volesse sprofondare nel legno e fece un sospiro.
“Eccoci.”
Esclamò, proprio in quel momento, Bulma, entrando in
sala da pranzo e, subito, notando l’espressione di Broly,
domandò, preoccupata:
“E’ accaduto qualcosa?”
“Beh…
non esattamente…” fece Tarble, avvicinandosi a lei
“Comunque, il pranzo è pronto… anche se
abbiamo pasticciato un po’…”
“Grazie,
ragazzi. Scusateci se vi abbiamo fatto fare tutto.”
Sorrise dolcemente Bulma e Tarble la rassicurò:
“Va tutto bene, non preoccuparti.”
“Io,
invece, sono preoccupato eccome! A giudicare dall’odoraccio
di bruciato che sento, ci farete morire tutti quanti di
fame!” sbottò Beerus,
entrando nella stanza, beccandosi un’occhiataccia da Bulma,
la quale sibilò:
“Almeno loro hanno fatto qualcosa… non come una
certa divinità della
distruzione capace solo di mangiare, dormire e dare fastidio a
tutti!!!!!”
“Ehi,
vacci piano, terrestre! A sentir te, sembra quasi che io
sia solo un buono a nulla, capace solo di dare problemi agli altri!
Guarda che
io ho un sacco di pregi, sai?”
“Ah,
davvero, Lord Beerus? Strano, non me n’ero mai
accorto…”
commentò, proprio in quel momento, Whis entrando nella
stanza e Beerus,
adirato, gli urlò: “Non ti ci mettere anche tu,
Whis, eh! Guarda che ce l’ho
ancora con te per aver curato la furia scatenata!”
“Mmh…
mi andava così… e poi, dopo tutto quel casino che
lei
aveva fatto, sarebbe stato crudele ucciderlo…”
“Ma
di chi cavolo stai parlando?”
“Oh,
di nessuno.”
Intuendo che
non avrebbe ottenuto niente da Whis, Beerus decise
di cambiare discorso: “Comunque, io non ho difetti!”
Per tutta
risposta, Whis fece un movimento del suo bastone e
fece apparire un lunghissimo foglio con delle scritte e Beerus,
sollevandolo
leggermente, domandò, sorpreso: “Whis, ma che cosa
diavolo è questa lista?
L’elenco delle prelibatezze della Terra?”
“Oh,
no, Lord Beerus… questo è l’elenco dei
suoi difetti. In
ordine alfabetico.”
“Cosa?!”
urlò Beerus, per poi prendere in malo modo
l’elenco e
cominciando a studiarselo molto attentamente, per poi sibilare, offeso:
“Whis,
non prendermi per uno stupido! Questo stupido pezzo di carta non
è di certo un
elenco in ordine alfabetico! Nelle lettere J, W e Y non ci hai scritto
niente!”
“Oh,
è vero, scusi.” Fece Whis e, proprio in quel
momento, la
porta di casa si aprì ed entrarono le due Mai coi bambini,
le quali avevano
un’espressione stravolta.
“Che
è successo?” domandò Bulma, anche se,
in cuor suo,
sospettava già cosa fosse successo…
Infatti, la
Mai più giovane disse: “Goku e Vegeta ci hanno
fatte
impazzire… continuavano a picchiarsi e a lanciarsi oggetti,
dai pacchetti di
pannolini agli scaffali… hanno ribaltato l’intero
negozio…”
Bulma fece un
sospiro, mettendosi una mano sulla testa.
Per il
momento, il problema danni era contenuto, per via del
fatto che i due erano ancora piccoli… ma una volta che
avessero imparato a
volare e a lanciare attacchi energetici, avrebbero distrutto tutto
quanto,
peggio di Broly.
“Su,
andate in sala da pranzo, fra poco si mangia. E non
preoccupatevi, ci penso io a queste due vivaci piccole
pesti…” le rassicurò
Bulma, prendendo i due bambini.
Una volta in
sala da pranzo, Tarble e Broly, dissero, indicando
i piatti sul tavolo: “Prego, buon appetito! Entrambi speriamo
che vi piaccia!”
“Tranquilli,
ragazzi… non possono di certo essere peggiori dei
piatti cucinati da Cheelai…” commentò
Lemo e la ragazza dalla pelle verde, la
quale adesso indossava una camicia a maniche lunghe a sbuffo blu, una
catenina
d’oro al collo, Jeans lunghi grigi tenuti su da una cintura
nera, un orologio
da polso vecchio stile e delle ballerine grigie, gli
domandò, leggermente
offesa: “Ah, quindi, secondo te, sarei una pessima cuoca,
eh?”
“Ti
faccio presente, ragazza, che la prima ed unica volta che ho
mangiato qualcosa cucinato da te sono finito all’ospedale
della malavita per un
mese intero!”
“Eh,
come la fai lunga… non è colpa mia se erano
scadute da tre
mesi le mandorle… dovresti riordinare la credenza
dell’astronave! E poi,
vecchietto, dovresti essermi grato che ti sia rimasta accanto, invece
di
squagliarmela con la navicella…”
“Non
fare la furba con me, signorina… non te ne sei andata
semplicemente perché era finita l’energia per far
volare la navicella e non
avevi abbastanza soldi per comprarne dell’altra!”
“Ehi,
dacci un taglio, nonnetto… così mi fai fare la
figura
della poco di buono irriconoscente!”
Mentre i due
alieni litigavano, Beerus osservò per qualche
minuto i pasti cucinati dai due saiyan purosangue, per poi alzare lo
sguardo e
dichiarare, seccato: “Col cavolo che mi mangio ‘sta
roba! Sarà di certo
velenosa!”
“Piantala
di fare schizzinoso! I ragazzi si sono impegnati nel
cucinare e sono certa che abbiano fatto un ottimo lavoro!”
replicò, furiosa,
Bulma, prendendo un piatto di riso un po’ bruciacchiato e
mettendoselo in bocca
una piccola porzione.
Subito,
però, sgranò gli occhi e, immediatamente, Broly
si
agitò: “Che
ha?! Lo sapevo, è cattivo!!!
E’ tutta colpa mia! Sono proprio un
incapace…”
“Invece
è buono! Anzi, è
squisito!” rispose, sorprendentemente e con un gran sorriso,
Bulma e Broly
fece, sorpreso: “Eh?”
“Broly,
l’hai preparato tu?”
domandò, incuriosita, la donna e l’altro rispose,
nervosamente: “S-sì… anche se
ho seguito le indicazioni che mi ha dato Tarble grazie a quel libro di
cucina
sul tavolo…”
“E
avevi mai cucinato prima d’ora?”
“N-no…”
“Beh,
allora hai un vero
talento per la cucina! Questo riso non sembra affatto essere stato
preparato da
uno che non ha mai cucinato! Sei stato davvero bravissimo, i miei
complimenti!”
Sentendo
quelle parole, Broly
rimase un attimo in silenzio a guardare Bulma, come se stesse
verificando se
quello che gli aveva appena detto la donna fosse la verità o
un semplice
stratagemma per ingannarlo.
In
fondo, lui non era capace
di far niente a parte combattere…
Vampa
Caverna
di Broly e Paragas,
trent’anni fa
“Papà…”
domandò Broly, mentre
suo padre appoggiava delicatamente un uovo di zecca per terra, facendo,
alla
domanda di Broly: “Mh?”
“Papà,
ascolta… quando ci
saremo vendicati di Re Vegeta… cosa faremo?”
“Che
domande, conquisteremo
l’intero universo grazie ai tuoi poteri!”
“Ma…”
“C’è
qualche problema, Broly?”
domandò il vecchio saiyan, voltandosi leggermente ed
osservando in silenzio il
figlio con l’occhio ancora funzionante.
Un
po’ nervoso, Broly fece:
“Ecco… vorrei prima… esplorare il
pianeta Vegeta… tu mi hai parlato della sua
gravità e di come poter combattere meglio su di
esso… però, mi piacerebbe
viaggiare su di esso… conoscerlo un po’ e
magari…”
“Broly,
è meglio se lasci
perdere un simile progetto.”
“Eh?
Perché?”
“Ma
perché non ce la faresti
mai da solo… il pianeta Vegeta è pieno di bestie
pericolose, saiyan aggressivi…
per non parlare poi delle piante velenose! Non saresti capace di
distinguerle
da quelle innocue e moriresti tra atroci tormenti. Ti dico queste cose
proprio
perché ti voglio bene… lascia stare, Broly.
E’ soltanto una tua divertente
fantasia infantile il fatto che saresti in grado di cavartela da
solo… tu hai
bisogno di me, Broly, proprio come io ho bisogno di
te…”
“M-ma…
se si tratta solo delle
piante, non ne mangerò neanche una… quanto alle
bestie pericolose, le posso
annientare! Qui su Vampa uccido tutte le zecche che ci attaccano
e…”
“Lo
so, e sei davvero molto
bravo, Broly… però, tu uccidi solo le zecche e
non le creature verdi, no?”
“N-non
ho ancora capito come fare
ad ucciderle, p-però…”
“Broly,
mio caro Broly… se non
riesci ad uccidere quelle creature, che speranze potresti avere contro
quelle
di Vegeta? E’ meglio se lasci perdere… a parte
combattere, non sai fare altro…
non sai cucinare e se ci provassi, faresti soltanto danni…
e, poi, sei talmente
ingenuo che crederesti a qualunque idiozia ti venisse raccontata,
finendo così
in un mare di guai… ed io cosa farei se ti succedesse
qualcosa? Non ho che te
al mondo… se ti succedesse qualcosa… starei male,
impazzirei, morirei… e tutto
perché non sei stato attento…”
Man
mano che proseguiva il
discorso, Broly si sentiva sempre più insicuro, incapace e
stupido… ma cosa gli
era saltato in mente di esprimere un simile desiderio?
Lui
non sapeva combinare
niente, a parte combattere… l’unica cosa che
poteva fare era combattere,
combattere, combattere… proprio come voleva suo
padre…
Poi,
quando il monologo finì,
Broly provò anche un forte senso di colpa.
Se
gli fosse successo
qualcosa, suo padre ne avrebbe sofferto… e sarebbe stata
solo e soltanto colpa
sua!
Ma
come faceva ad essere così
stupido?!
“Mi
dispiace, mi dispiace
tanto, papà! Scusami, ho detto una stupidaggine, come al
solito! Hai ragione
tu, come sempre! Non sarei capace di fare niente e ti farei soltanto
soffrire!
Non voglio farti soffrire!” farfugliò, ansioso,
Broly e Paragas,
abbracciandolo, gli sussurrò: “Va tutto bene, non
preoccuparti, Broly… capita a
tutti… basta soltanto che mi prometti che non penserai mai
più ad una cosa del
genere… fallo per me… che ti voglio tanto
bene…”
“Lo
prometto, papà!”
“Bravo
il mio ragazzo…” fece
Paragas, mentre sul viso in controluce, il quale non era visibile a
Broly,
appariva un’espressione d’inquietante ed entusiasta
trionfo.
Terra
Capsule
Corporation, sabato,
14:30
Broly
osservava in silenzio
tutti i presenti prendersi il riso che aveva cucinato in maniera un
po’
maldestra, i quali non si facevano problemi a mangiarlo con gusto.
Persino
Beerus, dopo essersi
lagnato a destra e a manca, aveva preso un po’ di riso e se
lo era mangiato
tutto per poi borbottare, guardando da un’altra parte:
“Uhm… così
così…”
A
quel punto, Bulma si
avvicinato al suo orecchio e gli aveva sussurrato, con un sorrisetto di
chi la
sa lunga: “Niente panico. Dice così soltanto
perché gli è piaciuto. E’ un orgoglioso
testardo…”
“Oh,
capisco…” fece il saiyan
per poi osservare in silenzio gli altri che continuavano a mangiare i
suoi
piatti con gusto.
Davvero
i suoi piatti erano
piaciuti?
Lo
stavano ingannando?
Però,
a giudicare da come
stavano mangiando quello che aveva preparato, non era poi
così cattivo… però
papà aveva detto che lui non era capace di
cucinare… e se avesse mentito?
Bastò
questo pensiero per
farlo sentire in colpa.
Come
poteva pensare una cosa
del genere di suo padre?! Lui, che l’aveva tanto amato, che
era andato a
cercarlo su Vampa, che l’aveva addestrato perché
fosse in grado di
sopravvivere… come poteva anche solo pensare che suo padre
gli avesse mentito?!
Suo
padre voleva solo il
meglio per lui, gli voleva tanto bene… perché
avrebbe dovuto mentirgli?
Aveva
pensato ad una cosa
stupida, come al solito…
“Broly,
non mangi? Guarda che
si raffredda e non sarà più tanto
buono.” Gli fece notare, proprio in quel
momento, Lemo e, subito, il ragazzo sobbalzò, per poi
balbettare: “S-sì, inizio
subito!”
Broly
iniziò a mangiare il
riso e, con sorpresa, scoprì che non era poi tanto
male… aveva un sapore un po’
forte per via della bruciatura, ma aveva un buon sapore…
Vedendo
quanto tutti
mangiavano i suoi piatti con gusto, Broly fece un dolce e timido
sorriso e con
gli occhi leggermente lucidi per la commozione, disse:
“Potete fare il bis se
volete.”
“Non
ce lo facciamo ripetere
due volte!” esultò Cheelai, per poi commentare,
dispiaciuta: “Uffa… se ci
fossero anche degli alcolici, sarebbe proprio un pranzo come si
deve…”
“Ma
che idee ti fai, tu?” le
rispose Lemo e, per tutta risposta, la ragazza gli fece una linguaccia
inviperita.
“Ragazzi,
volete mangiare il
gelato che Mai è andata a comprare?” propose in
quel momento Bulma e Broly
domandò, sorpreso: “Gelato?”
“Ah,
sì… è quel cibo terrestre
di cui Mai mi ha parlato ieri… sono proprio curioso di
assaggiarlo…” si ricordò
Tarble e Bulma aprì il freezer tirando fuori delle coppette
di gelato, dicendo:
“Allora, i gusti sono vaniglia, cioccolato, amarena, menta.
Cosa desiderate?”
“Tutto.”
Dichiarò
immediatamente Beerus e Bulma, lanciandogli un’occhiataccia,
gli disse: “Uno a
testa, Beerus.”
“Sgrunt…”
fece la divinità per
poi prendere in maniera rabbiosa la prima vaschetta che gli
capitò a tiro.
Anche
gli altri presero le
vaschette e, dopo aver aperto la confezione iniziarono a mangiarono
usando i
cucchiai forniti da Bulma.
“Oh,
cavoli!!! Che assoluta
bontà!!!” esclamò, eccitato, Tarble,
facendo persino muovere la coda a tutta
velocità e anche Broly stava ingurgitando la sua vaschetta a
tutta velocità.
“Non
dovresti esagerare in
questo modo ogni volta che provi qualcosa di nuovo,
Broly…” commentò Cheelai,
guardandolo, e Lemo lo avvertì: “Mangialo con
più calma, Broly, altrimenti ti
verrà il mal di testa…”
“Ahi!”
fece il saiyan ed il
vecchio sospirò: “Appunto.”
“Ma
come fa a mangiare quella
vaschetta di gelato alla menta? Ha un sapore schifoso!”
commentò Beerus con una
faccia schifata, il quale faceva molta fatica a finire la sua, e Bulma
ribatté:
“Così impari a prendere la prima vaschetta che ti
capita a tiro, Beerus.”
“Fossi
in te, non mi
meraviglierei troppo per i gusti di Broly… su Vampa mangiava
di quella roba…
credo che ciò abbia distorto parecchio la sua percezione del
gusto…” lo avvertì
Cheelai, mentre Lemo aggiungeva: “Per me, ha scelto quel
gelato perché il
colore gli ricordava quello della pelliccia di
Bah…”
“Sentite…”
esclamò proprio in
quel momento Bulma e tutti si voltarono a guardarla “Visto
che oggi c’è bel
tempo, perché non usciamo tutti insieme a fare una
passeggiata fino al parco?
Oggi c’è la fioritura dei ciliegi ed è
uno spettacolo davvero bellissimo…”
“Sì,
è una buona idea!”
annuirono i due Trunks e le due Mai, mentre gli altri, in quanto tutti
alieni e
mai stati sulla Terra prima d’ora, non avevano la
più pallida idea di cosa si
parlasse, infatti, si scambiavano delle occhiate cariche di confusione
e
domande, sperando che qualcuno spiegasse all’altro di cosa
parlasse la
terrestre.
Notando
la confusione dei
presenti, Bulma si affrettò a spiegare: “Sulla
Terra vi è la tradizione in
primavera di andare al parco con amici e parenti per ammirare la
fioritura dei
fiori, in particolare quella dei ciliegi.”
“Ma
che cavolata! Che senso ha
guardare degli stupidissimi fiori sbocciare? Mica si mangiano! Se
almeno ci
fossero già i frutti… questo spettacolo
è buono soltanto per quel babbeo di
Kaioshin!” fu l’acido commento di Beerus e Bulma
rispose, in maniera
altrettanto acida: “Fa’ come credi,
Beerus…”
Poi,
voltandosi verso la Mai
più vicina, che era quella più grande, le disse:
“Non appena Goku e Vegeta
saranno andati a dormire, ci occuperemo del cibo da mettere nel bento.
Dovrei
avere una tovaglia grande nel secondo cassetto della cassettiera
perfetta per
l’occasione…”
Sentendo
quel discorso, Beerus
si voltò verso Bulma e le domandò, sorpreso:
“Cibo? Bento? Tovaglia? Ma di che
parli? Cosa centra tutto questo con quella ridicola festa dei
fiori?”
“In
quest’occasione, di
solito, si fa un picnic al parco sotto agli alberi dopo aver fatto una
lunga passeggiata
con alimenti e bevande dedicate ai fiori di ciliegio.”
Rivelò Bulma e,
immediatamente, Beerus disse, con un sorrisetto alla Beerus:
“Ma perché non me
l’hai detto subito, terrestre? Lo sai che ho un debole per il
cibo…”
“Già,
mi meraviglia che non ti
sia ancora messo a rubare i cestini da picnic…”
“Ehi,
non sono mica un ladro
di cibo, io!” protestò Beerus, ma, con un
sorrisetto divertito, Whis rispose:
“Spiacente, Lord Beerus, ma quello è uno dei
difetti della lettera ‘L’ assieme
a ‘lamentoso’, ‘latitante’,
‘lento’, ‘letale’,
‘lezioso’…”
“Falla
finita!!!!”
“Ah,
ecco perché c’era tutta
quella gente vicino al centro commerciale… questa tradizione
terrestre
m’interessa molto… vi aiuterò
preparerò il pranzo al sacco.” disse Gure e
Cheelai, immediatamente, annunciò: “Ed io ti
darò una mano!”
“Allora
rinuncio già alla mia
porzione.” Dichiarò Lemo e Cheelai, guardandolo
torvo, ribatté: “Ma che
simpatico…”
Mentre
gli altri parlavano,
Broly rimase in silenzio a guardare fuori dalla finestra: “Che
bello stare qui… mi
piace tanto… mangiare tra tante
persone…”
Dopo
un po’, si alzò in piedi
e disse, in tono solenne e rispettoso: “Grazie per il
pranzo.”
“Ah,
Broly…” lo fermò la voce
di Bulma e, voltandosi, il saiyan vide la terrestre con in mano la sua
pelliccia, perfettamente riparata, tanto che non c’era alcun
segno di cuciture
e rattoppi.
Inoltre,
l’aspetto era ben
curato e profumato, come se fosse stato pulito…
però, la cosa strana era che
profumava di frutta… non pareva per niente l’odore
della saliva di una delle
bestie di Vampa…
“Ta-dah!
Gure è riuscita a
sistemarlo e, poi, l’ha anche lavata con
l’ammorbidente, rendendola anche più
morbida al tatto…” annunciò Bulma,
passandola a Broly, il quale se la legò
subito alla vita, mentre la terrestre gli ricordava: “Mi
raccomando,
ringraziala.”
“Le
sono davvero riconoscente,
signorina.” Ringraziò subito Broly e, subito,
Gure, con un dolce sorriso,
disse: “Prego, non c’è di che.”
“Hai
visto che persona gentile e premurosa che è Gure, oltre che
essere una perfetta massaia? Mica come qualcuno che conosco io che se
si mette
a lavorare ad una qualsiasi attività femminile, fa solo
danni!” ghignò,
divertito Lemo, in direzione di Cheelai, la quale, per tutta risposta
gli
lanciò un’occhiataccia, borbottando nel mentre
anche un bel: “Sgrunt!”
Terra
Parco
della Città dell’Ovest,
sabato, 16:30
“Eccoci
arrivati!” esclamò
Bulma, in tenuta leggera con sulla testa un cappellino e un borsone,
davanti ad
un enorme parco pieno zeppo di alberi le cui chiome erano completamente
rosa.
“Che
roba… il dio della
distruzione del Settimo Universo in un parco pubblico per vedere dei
fiori che
sbocciano! Spero per te che il cibo sia buono, terrestre!”
dichiarò, seccato,
Beerus, mentre i cinque alieni che non erano mai stati sulla Terra
prima d’ora,
i quali portavano anche loro zaini e borse, ammiravano affascinati gli
alberi
ed i suoi fiori.
“Trunks,
mi passi la cartina
del parco?” domandò Bulma al Trunks più
giovane che era il più vicino,
ignorando in tronco Beerus, il quale esclamò, incredulo:
“M’ignora!”
Non
prestando assoluta
attenzione allo sguardo seccato ed offeso di Beerus, Bulma prese la
cartina e
l’aprì, osservandola con molta attenzione.
Nel
frattempo, Goku, il quale
era stato piazzato su un passeggino singolo condotto proprio come
Vegeta, con
la differenza che a guidare quello di quest’ultimo era
condotto dalla madre,
mentre quello del primo dall’altra Mai, ammirava con fascino
ed emozione il
paesaggio, muovendo tutto contento anche le braccine e la codina di
scimmia.
Dopo
un po’, la terrestre
chiuse la cartina ed annunciò: “Bene, ragazzi,
seguitemi. E tu, Beerus,
comportati bene e non cominciare a fare i capricci dopo solo un minuto
di
cammino, mi sono spiegata?”
“Urgh…
certe volte si comporta
come se non sapesse che io sono un dio della
distruzione…” borbottò sottovoce
Beerus, mentre Whis gli faceva notare, divertito: “Beh,
forse, per via dei
cyborg, Bulma ha un’idea ben specifica e particolare riguardo
ad un dio della
distruzione, un’idea che, mi duole informarla, lei non ci
rientra affatto.”
“Chiudi
il becco, Whis!”
Il
gruppo s’incamminò nel
parco, camminando su sentieri e su piccoli ponti, ammirando affascinati
gli
alberi, i fiori, gli uccelli e le famiglie che facevano i picnic sotto
agli
alberi.
Se
ci fosse stato solo il
silenzio interrotto dal suono del vento e dal canto degli uccellini
sarebbe
stato uno spettacolo meraviglioso, ma, purtroppo, di sottofondo,
c’era la voce
di Beerus che commentava: “Ma perché dobbiamo
andare a piedi?! La maggior parte
di noi sa volare! Camminare è da perdenti ed è
super noioso! Uffa, che barba!
Ma perché non possiamo volare?!”
Finalmente,
Bulma localizzò
uno spazio libero sotto ad un grosso ciliegio ed esclamò,
indicandolo tutta
orgogliosa: “Ecco, ci fermiamo qui.”
“In
quell’angolo microscopico?!
Mi auguro che tu stia scherzando, terrestre! Io, il dio della
distruzione del
settimo universo costretto a stare in un posto del genere! Voglio
essere in un
posto ben in vista, con tutti i terrestri che mi vedono e che
s’inchinano
davanti a me, offrendomi tutte le più succulenti leccornie
del pianeta, così da
impedirmi di…!!!” dichiarò Beerus, per
poi interrompersi non appena vide che
Bulma, ignorandolo di nuovo in tronco, stava piazzando la tovaglia sul
prato.
Offeso
al massimo, il dio
della distruzione sibilò: “Meritereste la
distruzione…”
Continuando
a non dar retta
alle minacce di Beerus, Bulma aprì un bento, rivelando una
notevole quantità di
cibi dal profumino delizioso e dall’aspetto ancora
più invitante, dicendo:
“Ecco qui. Sono pieni di prodotti locali della Terra,
servitevi pure.”
“C-che
meraviglia…” fece
Broly, guardando il contenuto del bento con aria affascinata, mentre
Cheelai,
con un sorriso divertito, fece notare: “Broly, fai quella
faccia soltanto
quando si parla di cibo…”
“Davvero?
Beh… forse mi viene
perché è tutto così
buono…” propose Broly, mentre Bulma, con un dolce
sorriso
gli allungava un piatto di biscotto: “Dai, assaggia questi.
Sono davvero molto
buoni. E poi, quando si mangia insieme è tutto ancora
più delizioso…”
“Grazie.”
La ringraziò Broly,
mentre Beerus faceva notare: “Che belle parole,
terrestre… peccato che gli stai
offrendo dei dolci, mentre siamo ancora a metà
pranzo!”
“Beh,
Lord Beerus, pare che
per Broly la cosa non sia un problema…” fece
notare, divertito, Whis, vedendo
come Broly si stesse trangugiando i biscotti, e Bulma a quel punto,
chiese al
saiyan: “Qual è il tuo cibo preferito,
Broly?”
“La
carne!” rispose Broly in
maniera seria e decisa e, sentendo quella risposta, Bulma rise,
divertita:
“Perché la cosa non mi sorprende?”
A
quel punto, Broly si voltò
verso Tarble, il quale stava bevendo un sorso di tè verde e
gli domandò,
incuriosito: “Ed il tuo Tarble?”
“Il
gelato, ma ad essere
sincero, fin da piccolo mi sono sempre piaciuti i
dolci…” ammise il ragazzo,
divertito.
“Ehi,
Bulma! Ma che cos’è
questa roba?” domandò, proprio in quel momento,
Beerus prendendo da un piatto
uno spiedino a cui erano state infilzate tre polpette una verde, una
bianca ed
una rosa e Bulma, prontamente, rispose, mentre si versava nel suo
bicchiere del
tè verde: “Quello è un hanami-dango,
ossia delle polpette di riso che per
l’occasione hanno i tre colori della primavera.”
“Ah…
e invece questo?” domandò
la divinità, prendendo con la mano libera un dolcetto
avvolto in una grossa foglia,
e, ancora una volta, la terrestre spiegò: “Quello
è un sakura mochi, una pasta
di fagioli e riso pressato avvolto in una foglia di ciliegio
salata.”
“Beh,
spero che siano buoni,
sennò distruggo tutto!”
l’avvertì Beerus, iniziando a mangiare il cibo
voracemente.
Nel
frattempo, Cheelai si
sdraiò sull’erba verde con le braccia dietro alla
testa commentando, con un
gran sorriso: “Ah… quest’erba
è così fresca e morbida… è
perfetta per stare a
riposo, finalmente!”
“Ma
tu stai sempre a riposo, Cheelai!”
“Razza
d’impiccione!”
“Invece
di far fracasso,
prendi un po’ esempio dagli altri: i due Trunks e le due Mai
stanno
chiacchierando, i due bambini stanno dormendo, Broly, Beerus e Whis
stanno
mangiando, Tarble sta leggendo un libro, Gure sta lavorando a maglia e
Bulma
sta guardando i ciliegi! Soltanto tu, per rilassarti devi far
baccano!”
“Mi
fai venire il mal di testa
con le tue lagne, Lemo!”
Nel
frattempo, Bulma osservava
il gruppo in silenzio.
Era da tanto,
troppo tempo che non festeggiava qualcosa con una
compagnia numerosa…
Ricordava
ancora la festa che avevano fatto quando Goku era
tornato dallo spazio con l’aiuto del teletrasporto,
sconfiggendo Freezer e Re
Cold, venuti sulla Terra per vendicarsi… le risate, le
chiacchiere… e le
litigate tra Goku e Vegeta per accaparrarsi tutto il cibo…
era stato durante
quella festa che aveva cominciato a provare qualcosa per Vegeta.
L’aveva
visto, come al solito, tutto solo in un angolo, con le
braccia incrociate e la solita espressione corrucciata…
così si era avvicinata
e l’aveva buttato in pista, assieme agli altri.
Purtroppo,
quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero festeggiato
tutti insieme…
Tre anni
dopo, Goku era morto per una malattia cardiaca e poi
erano arrivati i cyborg, i quali avevano quasi sterminato
l’umanità e ucciso a
uno a uno tutti i suoi amici…
E
adesso, dopo tanti anni, stava di nuovo festeggiando di nuovo una
vittoria
assieme a tante persone, completamente diverse rispetto a quelle di
quella
volta, coi loro caratteri, le loro passioni… creando
però, allo stesso tempo,
una profonda e meravigliosa armonia…
Dopo
aver fatto un piccolo
sospiro, la donna volse lo sguardo e si mise a fissare, con espressione
meditativa e malinconica gli arbusti fioriti.
“Sapete
perché i ciliegi
fioriscono in primavera?” domandò la donna
all’improvviso e, immediatamente,
tutti quanti smisero di parlare o mangiare, fissando in silenzio Bulma.
“Come
mai questa stupida
domanda? Perché è così e basta,
no?” fece notare, in maniera sgarbata e con la
bocca piena, Beerus, ma Bulma, con assoluta tranquillità,
come se non avesse
nemmeno sentito quelle parole, rivelò: “Nei
ciliegi quando i fiori cadono… dopo
tre mesi compaiono già le gemme dei fiori successivi, eppure
non sbocciano fino
a primavera… è come se andassero in
letargo… aspettano che arrivi il caldo e
poi fioriscono tutti insieme.”
Dopo
un attimo di silenzio,
Bulma alzò di nuovo lo sguardo verso il cielo e
continuò: “E’ come se i ciliegi
aspettassero il momento giusto per fiorire… quando sono
tutti pronti…”
A
quel punto, la donna allungò
una mano e lasciò che qualche petalo rosa le si posasse sul
palmo della mano,
per poi commentare: “Eppure, nonostante la loro bellezza,
sono fiori fragili
che sfioriscono in poco tempo… per poi ricomparire la
primavera successiva,
come in un ciclo infinito… come a voler dire a tutti di non
aver paura e di
aver pazienza perché dopo l’inverno, il freddo e
la sofferenza, giungerà sempre
la primavera… e con essi i fiori di
ciliegio…”
“Abbiamo
finito il polpettone
nostalgico e sentimentale? Sennò distruggo questi stupidi
alberi, così la
prossima primavera non tornano i fiori e ci risparmiamo la lagna sulla
caducità
e sulla rinascita!” la interruppe Beerus, rovinando senza
alcun rimorso il
momento, mentre Bulma, incenerendolo con lo sguardo, lo
avvisò, furiosa: “Tu
provaci, Beerus, e sarai io a distruggere te!!!”
Intanto,
Tarble, il quale,
fino a quel momento, era rimasto in assoluto silenzio, posò
delicatamente il
libro che stava leggendo sulla tovaglia di plastica e
sussurrò: “Sentite…
io…”
Immediatamente,
tutti si
voltarono e Beerus esclamò, scocciato, puntandogli anche il
dito contro: “Non
ti ci mettere a decantare anche tu con vita, morte e miracoli,
chiaro?!”
“N-no,
niente del genere…
avrei solo una richiesta da farvi…”
balbettò il saiyan spaventato e Bulma,
gentilmente, gli disse: “Dimmi pure.”
Dopo
un attimo di silenzio, il
ragazzo, nervoso al cubo, balbettò: “Per
voi… sarebbe un problema se io e Gure…
ci trasferissimo qui sulla Terra?”
Vedendo
che nessuno
rispondeva, Tarble continuò: “Ne ho già
parlato con Gure e a lei va bene… la
Terra è uno splendido pianeta, però, proprio per
questo potrebbe attirare
attenzioni indesiderate… pe… per
questo… se ci fosse qualche minaccia, potremmo
aiutarvi… la mia stella da qui è molto
lontana… ma vivendo qui, potreste sempre
contare su di noi…”
Vedendo
che nessuno
rispondeva, il ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato:
“Pe… perdonatemi, vi
sto chiedendo troppo!”
“Ma
che dici? Siete entrambi i
benvenuti! Anzi, non c’è nemmeno bisogno di
chiederlo, vi pare, ragazzi?”
esclamò Bulma, voltandosi verso i due Trunks e le due Mai, i
quali sorrisero e
tutti insieme annuirono: “Sono
d’accordo.”
“V-vi
ringrazio!” esclamò
Tarble con un sorriso, prima che Broly lo abbracciasse con slancio,
dicendo,
con un grande sorriso: “Evviva!!! Sono contento che resterai
con noi!!!”
“Eh
eh eh… grazie!” rise
Tarble, mentre Beerus, in disparte, commentava, mentre prendeva un
bicchiere di
tè verde con la cannuccia ed iniziava a bere: “Ma
guarda un po’ quei due… si
comportano come se fossero amiconi da una vita, quando, poche ore fa
hanno
cercato di ammazzarsi a vicenda…”
“Che
ci vuol fare, Lord
Beerus… hanno scoperto di avere molte cose in
comune… entrambi sono stati
esiliati dalla stessa persona per via del loro particolare livello di
combattimento… perdipiù, hanno entrambi un
carattere gentile e detestano
combattere.”
“Ma
guarda un po’ te… saiyan
dal carattere gentile che detestano combattere… mi
meraviglia che quei due
siano saiyan dal sangue puro…”
“Beh,
chi gli dice che siano
saiyan purosangue?”
Sentendo
quella frase, Beerus
si voltò verso l’angelo e gli domandò,
con occhi sgranati: “Che?!”
“Oh,
lasci stare, stavo solo
scherzando…”
“Tu
ed i tuoi stramaledetti
scherzi… uno di questi giorni mi farai impazzire!”
“Oh,
via… non esageri…
comunque, pare che stiano già preparando le lanterne per
stasera…”
Nel
frattempo, infatti, il
sole aveva iniziato a tramontare e lentamente il cielo azzurro si era
tinto di
rosso per poi passare per un blu così scuro da sembrare
nero, mentre una
miriade di piccole lanterne di cartone venivano illuminate nel parco.
“Che
belle… sembrano tante
lucciole…” commentò, affascinata,
Cheelai, mentre Beerus sbottava: “Bah… che
cavolata…”
Tutti,
tuttavia, lo ignorarono
e si misero a fissare, affascinanti, il semplice, ma, meraviglioso,
spettacolo
di luci e ombre.
All’improvviso,
Broly si
accorse che entrambi i Trunks avevano messo un braccio sulla spalla
della
rispettiva Mai, guardandole inoltre con una stranissima ed
indecifrabile espressione,
quella più giovane teneva in braccio il piccolo Goku, il
quale guardava tutto
eccitato lo spettacolo di luci, mentre quella più grande
aveva il figlio, il
quale, però, non sembrava per niente contento che il padre
toccasse la madre, a
giudicare dall’occhiataccia che stava riservando al padre.
Alla
fine, il piccolino decise
di passare in azione dando un bello schiaffo alla mano del Trunks
più grande
con la coda, facendogli persino scappare un dolorante
“Ahi!” e, mentre il
poveraccio si massaggiava la mano dolorante, il neonato, strinse con le
sue
manine la camicetta dalla madre, lanciandogli un’occhiataccia
di ammonimento,
scatenando le risate generali.
“Ma
dico io… adesso devo
combattere persino contro il mio stesso figlio per ottenere
l’attenzione di
Mai…” borbottò il Trunks più
grande facendo un sospiro.
In
quello stesso istante,
Broly si accorse che Tarble stava tenendo la mano di Gure.
“Ehi,
Lemo.” Domandò il saiyan
“Perché quei due tizi uguali e il principe toccano
con tanta delicatezza quelle
donne e hanno uno sguardo strano?”
“Beh,
perché sono le loro
compagne.”
“Compagne?”
“Sì,
è quando due persone si
vogliono così bene da vivere solo l’uno per
l’altro, si conoscono
perfettamente, dato che hanno passato molto tempo insieme,
perciò, hanno la piena
consapevolezza dei pregi e dei difetti degli altri. Anzi, il loro amore
è tale
da accettare pienamente i difetti dell’altro e grazie a
ciò essi sono pronti ad
affrontare le varie difficoltà della vita insieme.”
“Come
una mamma e un papà?”
“Beh,
sì… diciamo che in
alcuni casi questo sarebbe il prototipo…”
“E
quando un uomo o una donna
sono i compagni di qualcuno non si possono più
toccare?”
“Esatto.
Rubare il compagno di
qualcuno non sarebbe affatto carino e, in più, feriresti i
sentimenti
dell’altro… e ciò non è una
cosa bella da fare, come rubare del resto…”
“Ma
Cheelai ruba sempre…”
“Beh,
diciamo che lei è una
borseggiatrice professionista… ma ci sono alcune cose che
non è affatto bello
rubare e il compagno di una persona è una di queste, anche
se sarebbe sempre
meglio non rubare punto e anche basta.”
“Sai
se anche la mamma dei due
tipi identici ha un compagno?”
“Beh,
direi proprio di sì…
quando uno ha dei figli è proprio perché ha o ha
avuto un compagno…”
“E
allora dov’è il suo
compagno?”
“Beh…
credo che anche a lui è
successo la stessa cosa della tua mamma, Broly…”
“Cioè
è stato ucciso da Re
Vegeta III?”
“No,
voglio dire che è morto.”
“Però,
è ancora la sua
compagna, no?”
“Sì,
direi proprio di sì…”
“Tu
hai una compagna, Lemo?”
“Oh,
no… ormai sono troppo
vecchio per queste cose, Broly… questa è roba per
giovani…”
Broly
si mise a braccia
incrociate e si mise a riflettere attentamente, con tanto di
espressione seria
e riflessiva.
Ad
un tratto, si voltò verso
Cheelai e le disse: “Ehi, Cheelai.”
“Sì,
Broly, cosa c’è?” chiese
la ragazza voltandosi, la quale si stava tranquillamente sgranocchiando
un
hanami-dango superstite alla razzia alimentare, ed il ragazzo, senza
mezzi
termini, le chiese: “Vuoi diventare la mia
compagna?”
“Che?!”
esclamò la ragazza, sgranando
gli occhi, mentre tutti quanti facevano una faccia sconvolta ed
incredula.
“Broly,
m-ma cosa combini?!”
balbettò Lemo e Broly, ingenuamente, domandò:
“Mh? Perché fate quelle facce
sconvolte? Ho solo seguito alla lettera le istruzioni che mi hai dato
per
trovare una compagna, Lemo… Cheelai a me piace molto, non mi
risulta che abbia
un compagno, quindi non rendo triste nessuno, ci conosciamo da un
po’, conosco
tutti i suoi pregi ed anche i suoi difetti, ma non
m’interessa… inoltre, lei è
giovane e ama fare cose da giovani. Ho forse scordato
qualcosa?”
“N-no…
in effetti, quello che
hai detto combacia perfettamente con quello che ho detto… ma
vedi, Broly…” fece
Lemo cercando di trovare le parole giuste, ma venne battuto sul tempo
da
Cheelai: “Ok, sarò la tua compagna!”
“Cheelai,
ti ci metti anche
tu?!” esclamò, esasperato, l’alieno e la
ragazza ribatté: “Beh, che
c’è? Se
permetti ho il diritto di decidere da sola della mia vita!”
“Sì,
lo so, ma… questa è una
decisione un po’ importante e determinante…
bisognerebbe rifletterci
attentamente e…”
“Beh,
io non sono tipo da
mettermi a riflettere attentamente! A me Broly piace sia fisicamente
che
caratterialmente, quindi, perché no? Ad essere sincera,
quella sua aria da
ragazzo selvaggio ed ingenuo mi piace un casino… anzi,
è proprio il mio tipo!
Perciò, da adesso in poi, io e lui siamo ufficialmente una
coppia!” annunciò
con un sorriso pieno di gioia Cheelai stringendo con forza il braccio
di Broly,
il quale, leggermente confuso da quell’esplicita
dimostrazione di affetto, si
mise a grattarsi una guancia con l’indice della mano
appartenente al braccio
libero dalla stretta di Cheelai.
Nel
frattempo, gli altri
fissavano la scena con gli occhi sgranati.
“Qualcuno
mi sa dire che cosa
è appena successo?” domandò il Trunks
più giovane, mentre la sua controparte
più anziana rispondeva, anche lui con la faccia allibita:
“D-da quel che ho
capito, Broly e Cheelai si sono appena messi
insieme…”
“Beh,
ve l’avevo detto che con
le relazioni di coppia noi saiyan siamo unici nel nostro
genere…” aggiunse
Tarble, anche lui con un’espressione incredula.
In
fondo, lui ci aveva
impiegato la bellezza di un anno intero per trovare il coraggio di
chiedere a
Gure di diventare la sua ragazza, mentre Broly l’aveva
chiesto in un minuto…
forse era perché era vissuto per tanti anni su
Vampa…
“Tsk…
roba da matti… povero
me, cosa mi tocca sentire…” commentò,
nel frattempo, Lemo, mentre Cheelai con
un sorrisetto, gli sussurrava nell’orecchio:
“Guardala dal lato positivo,
nonnetto… adesso che io e lui ci siamo messi insieme, ci
penserò io ad
insegnarli tutto quanto sul sesso e sulla
riproduzione…”
“Vedi
di non farlo diventare
un pervertito, intesi?”
“Eh,
come siamo diffidenti…”
“Va
beh… che ne dite se ci
facciamo una bella foto di gruppo, così da ricordarci per
sempre di questa
giornata?” annunciò Bulma, tirando fuori dalla
borsa una vecchia macchina
fotografica e tutti esclamarono: “Sì!”
“Perfetto,
allora mettetevi in
posizione e cominciate a sorridere, mentre io metto il
timer!” annunciò Bulma,
mentre lavorava alla macchina fotografica.
Nel
frattempo, Cheelai afferrò
il braccio di Broly e gli disse: “Sorridi per le telecamere,
Broly! Questa è la
nostra prima foto con noi come coppia!”
Per
tutta risposta, il saiyan
la guardò leggermente confuso.
Nel
frattempo, il Trunks più
grande si avvicinò a Vegeta e, mettendogli
l’indice davanti alla bocca, gli
domandò, con un sorriso: “Non potresti sorridere
almeno per la foto?”
Per
tutta risposta, il bimbo
gli morse il dito.
“Come
non detto…” sospirò il
padre, col dito dolorante, mentre la Mai più giovane
commentava: “Sembra il
coniglio del vicino… il carattere è
identico.”
“Che
fesseria… prima i fiori e
adesso le foto… certo che i terrestri hanno un modo di
divertirsi davvero
pacchiano…” borbottò Beerus, mentre
Whis commentava: “Che ci vuol fare… pianeta
che vai, usanze che trovi.”
“Bene!”
esultò Bulma
all’improvviso, correndo verso il gruppo e sorridendo a sua
volta: “Tre… due…
uno… CHEEESE!!!!”
|
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Capitolo 23 *** Verso una nuova vita ***
Capitolo
23: Verso una nuova
vita
Terra
Capsule
Corporation, sabato,
21:15
“Tarble,
non è necessario che
lavi i piatti, dopotutto hai già
cucinato…” lo rassicurò Bulma, mentre
il
ragazzo con la coda di scimmia, ricordava, leggermente imbarazzato:
“Sì, però
sono stato una tale frana… e poi, così, finiamo
prima e andiamo tutti a
dormire.”
Erano
tutti appena tornati a
casa dopo aver passato l’intero pomeriggio al parco e anche
un pezzo della
serata, così da ammirare le lanterne di cartone accese per
l’occasione che era
stato apprezzato da tutti tranne che, ovviamente, Beerus, il quale si
era messo
subito a lamentarsi per il fatto che lo spettacolo offerto da delle
ridicole
lanterne di cartone non era di certo paragonabile a quello che faceva
lui
quando faceva saltare in aria un pianeta.
In
ogni caso, alla fine, il
gruppo aveva fatto ritorno a casa e aveva iniziato a mettere in ordine
le varie
cose e a Bulma era toccato lavare i piatti assieme a Tarble, mentre
l’unico che
non aveva alcun interesse a muovere un dito e che l’aveva per
giunta ammesso
fin da subito era, ovviamente, Beerus.
Quel
giorno, inoltre, Bulma
aveva notato con sommo piacere che, da quando il ragazzo si era sfogato
quel
mattino su tutti i tormenti che aveva avuto fin da bambino per via
della sua
diversità, era diventato più allegro e anche meno
timoroso nei confronti degli
altri… prima di quel momento, infatti, Tarble aveva sempre,
inconsciamente,
cercato di rendersi invisibile e di non essere un peso per nessuno,
dicendo
sempre frasi tipo “Scegliete voi.”, “A me
non crea nessun problema”… adesso,
invece, non solo era più sereno spiritualmente, ma aveva
anche iniziato a
prendere delle decisioni in maniera autonoma e senza timore di dar
fastidio a
qualcuno, come il trasferimento di lui e Gure sulla Terra…
Purtroppo,
però, era evidente
che con Broly il cammino verso la liberazione dei fantasmi del passato
non
sarebbe stata così facile come con Tarble…
dopotutto, fino a praticamente il
giorno prima, il ragazzo aveva subito in maniera incessante la
manipolazione
mentale paterna… sarebbe stato un cammino lungo e
travagliato, ma alla fine ce
l’avrebbe fatta ad uscirne… anche se
ciò sarebbe rimasto per sempre una
cicatrice nell’animo di Broly, ma del resto… tutti
gli abitanti di quella casa,
tranne Whis, Beerus, Goku e Vegeta, avevano le loro cicatrici
nell’anima… ma,
finalmente, tutti loro stavano per lasciarci alle spalle le sofferenze
ed i
dolori del passato per ricominciare una nuova vita, più
felice e serena…
Dopo
un po’, Tarble si voltò
verso Bulma e le domandò: “Davvero non
è un problema se mi trasferisco da voi?”
“No,
anzi, mi fa’ molto
piacere averti qui con noi, anche se non fossi stato davvero il
fratello minore
di mio marito…”
“Domani
io e Gure partiremo
per la nostra stella, così da imballare le nostre cose e
fare le varie procedure
burocratiche di trasferimento… tra andata e ritorno
c’impiegheremo almeno due
mesi… spero che non succeda niente durante la mia
assenza…”
“Ma
no, sta’ tranquillo. Tu
fa’ quello che devi fare, al resto pensiamo noi.”
“Grazie…”
Notando
con la coda dell’occhio
che Tarble era immobile con lo sguardo fisso sul piatto che stava
lavando senza
però asciugarlo con l’asciugamano che aveva in
mano e che si stava persino
mordicchiando il labbro, come se morisse dalla voglia di dirle una cosa.
“Se
vuoi dirmi qualcosa, parla
pure.” Lo rassicurò Bulma ed il giovane saiyan le
chiese: “Promettimi di non
prendermi per un pazzo?”
“Ehi,
parli con una che a
sedici anni si è messa a cercare delle sfere magiche! Le
pazzie sono il mio
pane quotidiano!”
Facendo
un sospiro, Tarble
appoggiò il piatto sulla credenza e, mettendosi la mano
dietro la testa,
rivelò: “In questa settimana che ho vissuto
assieme a voi, ho adorato la Terra…
sai, il vostro pianeta assomiglia in maniera impressionante al pianeta
Vegeta,
anche se la gravità che c’è qui
è molto diversa… mi è sembrato quasi
di essere
a casa mia… varie volte ho pensato di trasferirmi qui, se
fossi riuscito a
sistemare la faccenda di Broly e Paragas… ma è
stato proprio durante il
combattimento con Broly che ho preso la decisione di andare a vivere
qui una
volta per tutte.”
“Ah,
sì? E come mai?”
Tarble
rimase un attimo in
silenzio, per poi ammettere: “Perché
l’ho promesso a Vegeta.”
“Eh?”
domandò, incredula,
Bulma ed il ragazzo ammise: “Durante il
combattimento… credo di averlo visto… e
lui mi ha spronato a dare il meglio di me durante le
battaglie… oltre ad
intimarmi di proteggere la sua famiglia sennò me
l’avrebbe fatta pagare cara…”
“In
effetti, minacciare
qualcuno è molto da lui…”
“Ah,
mi ha anche detto di
darti un messaggio da parte sua… anche se, ad essere
sincero, io non l’ho
capito granché…”
“Ossia?”
Tarble
fece un profondo
sospiro, prima di dire: “No, non lo sei mai stata.”
Bulma
rimase in silenzio,
stringendo con leggera forza il piatto che aveva in mano.
Terra
Capsule
Corporation, trentun
anni fa
“Non
hai niente da dire?”
domandò la giovane donna all’uomo dai capelli neri
che si ergevano verso l’alto
come una fiamma seduto su un muretto, intento a guardare il cielo.
“E
che dovrei dirti,
terrestre?” le domandò seccato l’uomo e
l’altra rispose: “Beh, ti ho appena
detto che sono incinta! Di tuo figlio, per la cronaca!”
Per
tutta risposta, l’altro
sbuffò: “Cosa vuoi che me ne importi di un
moccioso mezzosangue? Se vuoi
tenertelo sei libera di farlo, ma tienimelo lontano! Non sono
interessato ad
avere figli e tanto meno ad avere mocciosi tra i piedi!”
Bulma
rimase un attimo in
silenzio, per poi domandare in un sibilo: “E’ la
tua ultima parola?”
“Sì.”
“Ed
io? Per te non sono stata
altro che un’avventura di una notte?!”
Vedendo
che l’altro non diceva
niente e continuava a non guardarla, Bulma strinse le labbra e,
furiosa, si
voltò di scatto e se ne andò.
Terra
Capsule
Corporation, sabato,
21:30
“Ehi,
Bulma, stai bene?”
domandò, all’improvviso, Tarble e Bulma si
risvegliò dal suo torpore
nostalgico.
La
donna si voltò verso il
cognato che la fissava in silenzio, il quale le chiese: “Va
tutto bene, Bulma?
Sembravi sovrappensiero…”
“Non
preoccuparti, mi sono
solo ricordata di una cosa successa tanti anni fa…”
Bulma
appoggiò delicatamente
il piatto sul tavolo, per poi dire: “Abbiamo finito qui. Tu
vai pure a letto,
ci penso io a riordinare.”
“Ne
sei sicura?”
“Sì,
non ti preoccupare. In
fondo, tu e Gure domani dovrete intraprendere un lungo viaggio e dovete
per
forza di cose essere ben riposati.”
“D’accordo…
come vuoi.”
Il
giovane saiyan rimase un
attimo in silenzio, per poi uscire dalla stanza.
Una
volta che fu sola, Bulma
si appoggiò al lavandino con una mano, mentre con
l’altra si copriva una mano
col viso le lacrime le uscivano dagli occhi come una cascata, il quale
era, in
realtà, proprio quello che sentiva al momento.
“Quindi
era questo che avrebbe
voluto dirmi quella volta… non me l’ha detto per
colpa del suo stramaledetto
orgoglio! Maledetto idiota orgoglioso… Vegeta, sei uno
stupido! Sei un cretino!
Idiota della malora!!!”
La
terrestre singhiozzò ancora
un po’, per poi sussurrare in un filo di voce:
“Eppure… ti amo proprio per
questo…”
Terra
Capsule
Corporation, sabato,
22:00
“Sai,
Lemo, mi è piaciuto un
sacco quello che è successo oggi: provare a cucinare, andare
al parco,
chiacchierare, vedere le lanterne… e poi, pensa! Sono
diventato il compagno di
Cheelai!” raccontò emozionato Broly, nello stesso
modo in cui un bambino delle
elementari racconta di ciò che è successo in gita
scolastica ai genitori,
seduto sul letto a gambe incrociate.
Di
certo, se avesse avuto
ancora la coda, si sarebbe messo ad agitarla, tutto eccitato.
Lemo,
il quale si trovava nel
bagno della stanza per lavarsi i denti, si girò verso il
saiyan e con lo
spazzolino ancora in mano, ammise: “Ogni tanto bisogna
divertirsi un po’,
Broly, soprattutto dopo un combattimento davvero intenso.”
Dopo
che il vecchietto ebbe
parlato, Broly si sdraiò sul letto e, guardando il soffitto,
dichiarò: “Domani
Tarble partirà… ed io ho promesso a Bulma di
aiutarla in cucina… dopodiché, mi
allenerò con i due Trunks, così da poter
controllare i miei poteri.”
“Sono
certo che farai enormi
progressi.”
“Però,
non capisco… perché
Cheelai non viene a dormire con noi?”
“Beh,
perché è una signorina,
Broly… non può stare in una stanza con due
uomini, capisci? I maschi stanno da
una parte e le femmine dall’altra.”
“Però,
ho notato che una
coppia di quei due tipi identici è entrata nella stessa
stanza…”
“Beh,
quella è l’eccezione che
conferma la regola.”
“Centra
il fatto che sono
compagni?”
“Sì…”
“Ma
allora io e Cheelai
dovremmo dormire insieme, dato che siamo compagni, no?”
“Infatti,
da domani tu e
Cheelai andrete a stare in un’altra stanza. Bulma non
l’ha potuta preparare
prima, perché voi due vi siete messi insieme
all’improvviso e su due piedi!”
“Ah,
va bene. Allora ok.”
Lemo
fece un sospiro.
Per
molti versi, Broly era
ancora un bambino… avrebbe scommesso il suo berretto che per
il saiyan quando
un uomo ed una donna entravano nella stessa stanza era per andarsene
semplicemente a dormire, dato che non aveva la minima idea di che cosa
fosse
l’accoppiamento.
“Senti,
Lemo…” esclamò,
all’improvviso, Broly ed il vecchio alieno, voltandosi,
chiese: “Sì? Cosa c’è,
Broly?”
“Io…
volevo ringraziarti… è
solo merito tuo e di Cheelai se mi trovo qui… in questo
posto bellissimo…”
“Ma
figurati, Broly…
d’altronde, noi due siamo amici, no?”
“Amici?”
“Sì,
gli amici sono due o più
persone che si conoscono e si vogliono bene, accettandosi
l’un l’altro e…”
iniziò Lemo, ma s’interruppe non appena
notò il saiyan sotto alle coperte, già
intendo a ronfare della grossa, commentò: “Ma
guardalo… si è già messo a
dormire…”
Dopo
un po’, fece un sospiro,
poi si mise a letto e, mentre spegneva la luce del comodino, disse fra
sé e sé:
“Va beh… prendiamo esempio da lui e mettiamoci a
dormire, che ieri ed oggi sono
state due giornate davvero intense…”
Aveva
appena chiuso gli occhi
che un potentissimo urlo lo fece svegliare di soprassalto, facendolo
addirittura rizzare a sedere.
“M-ma
che accidenti…?!” fece
il povero alieno, accedendo la luce del comodino, mentre gli strilli
continuavano a tutto gas.
A
giudicare dal rumore,
sembravano provenire da un’altra stanza sempre
all’interno dell’abitazione.
“Meglio
dare un’occhiata…”
disse Lemo, scendendo dal letto e notando con stupore che, nonostante
tutto
quel baccano d’inferno, Broly continuava tranquillamente a
dormire.
“Beato
lui che riesce a
dormire con tutto questo rumore…”
commentò con un sospiro Lemo, uscendo dalla
stanza, notando che anche gli altri inquilini, con ancora addosso il
pigiama,
proprio come lui del resto, erano usciti dalle proprie stanze, cercando
anche
loro di capire a cosa fosse dovuto quel frastuono che impediva a tutti
quanti
di dormire.
Ad
un tratto, il gruppo notò
Bulma assieme alle versioni più grandi di Trunks e Mai che
parlavano e
avvicinandosi, si accorsero che il frastuono sembrasse provenire
proprio da
qualcosa tenuto da Bulma, ma dato che la terrestre dava loro la schiena
non era
possibile vedere di cosa si trattasse.
“Ma
si può sapere che diavolo
è questo baccano?!” domandò, furiosa,
la voce di Beerus, il quale si era
diretto a passo di marcia verso la fonte di tutto quel baccano e,
Bulma,
imbarazzata, rivelò: “A quanto pare il piccolo
Goku era parecchio vivace anche
da bambino…”
Infatti,
una volta che la
terrestre si fu girata, tutto il gruppo le vide tra le braccia il
piccolo Goku
che si agitava e piangeva come un matto.
“Fallo
star zitto, terrestre,
o lo distruggo!” l’avvertì, adirato,
Beerus, ma la donna, per nulla intimorita,
sibilò, incenerendolo con lo sguardo: “Non
provarci, Beerus!”
Proprio
in quel momento,
Vegeta, il quale si trovava tra le braccia della madre,
lanciò un attacco
energetico in direzione di Goku e fu solo grazie alla prontezza di
riflessi di
Bulma che l’attacco colpì, invece, il muro,
generando un piccolo buco.
“Mi
sa che qui la situazione
sta degenerando…” commentò Tarble e
Whis con un sorriso esclamò: “Proverò a
cantargli una ninna nanna, così si
addormenterà.”
“Cosa?!?!
Whis, ti ordino di
lasciar stare oppure…!!!!” lo minacciò
Beerus, ma l’angelo iniziò a cantare e
subito fu chiaro a tutti perché Beerus avesse cercato di
fermarlo: era talmente
stonato da far tremare e rompere tutti i vetri presenti nei dintorni.
E,
a peggiorare ulteriormente
la situazione, ci pensava Goku, il quale continuava a piangere a tutto
gas,
facendo innervosire tutti, soprattutto Vegeta, il quale si metteva ad
urlare a
sua volta, come per intimargli di tacere.
In
tutto quel fracasso, ovviamente,
passò inosservato il commento di Lemo:
“Sarà una lunga notte…”
Terra
Capsule
Corporation, domenica,
07:00
Quando
riaprì gli occhi scoprì
di sentirsi perfettamente riposato e in forma.
Certo
che quel letto era
davvero morbido e caldo… un po’ gli spiaceva
doverlo lasciare, ma non voleva
che qualcuno si lamentasse per il fatto che avesse dormito
troppo…
Una
volta uscito dalla sua
stanza si diresse verso la cucina, così da poter far
colazione, ma, quando
giunse al salotto, vide una scena che gli fece sgranare gli occhi:
tutti, ad
eccezione di Whis, erano seduti sui vari divani della stanza e avevano
la
faccia stanca e stravolta.
“Che
è successo? Avete una
faccia…” fece notare Broly e Beerus, con le
occhiaie e gli occhi che mandavano
lampi, sibilò: “Quel maledetto
moccioso… mi ha fatto morire… ho passato una
notte d’inferno… non solo ho dovuto subirmi quel
piagnisteo ininterrotto fino a
solo un secondo fa… ma mi sono anche sorbito
l’infernale canto di Whis!!!! Mi
auguro che la mia controparte del passato non abbia a che fare con quel
marmocchio, sennò tanto varrebbe prepararmi la
tomba!!!!”
“Davvero?
Strano, io non ho
sentito niente…” constatò Broly,
grattandosi la testa spettinata, e Tarble con
un sorriso imbarazzato, disse: “Evidentemente, hai il sonno
molto pesante,
Broly…”
“Ma
sul serio quel piccoletto
strillava molto forte?”
“Altroché…
non me ne parlare…
che strazio…”
“Allora,
bisognerà fare
attenzione… qualcuno potrebbe
impazzire…”
“Per
me, qualcuno è già
impazzito…” sbottò Cheelai, indicando
con l’indice Beerus, il quale fissava in
malo modo il neonato, il quale dormiva tutto tranquillo, raggomitolato
su sé
stesso nella culla, sibilando nel mentre: “Brutto moccioso
mortale… scommetto
che i tuoi ti hanno spedito qua come un pacco postale,
perché non riuscivano
più a dormire con te in casa! Ha pianto come un pazzo per
ore intere e guardalo
adesso come ronfa dopo averci fatto passare una notte atroce!”
Terra
Capsule
Corporation, domenica,
09:00
“Fate
buon viaggio.” Li salutò
con dolcezza Bulma, mentre Tarble la rassicurava:
“Tranquilla, Bulma… fra due
mesi saremo di nuovo qui. Comunque, se avrete bisogno di noi per
qualsiasi
cosa, chiamateci pure e vi raggiungeremo subito.”
“Già,
il comunicatore spaziale
che hai inserito nella nostra navicella è davvero
fantastico. Non ne ho mai
visto uno così potente.” Annuì Gure,
mentre Bulma ammetteva: “Beh, diciamo che
me la cavo ancora con queste cose…”
“Tarble,
Gure!” dichiarò,
all’improvviso, Broly ed i due coniugi, sorpresi da
ciò si girarono e Tarble
chiese, sorpreso: “Sì, Broly?”
“Io…
volevo scusarmi per
avervi creato tanti problemi e per aver cercato di ucciderti, Tarble!
Sei una
brava persona e non te lo meritavi! Però, se devo essere
sincero, mi è piaciuto
un sacco combattere contro di te. Quando tornerai, mi piacerebbe di
nuovo
battermi con te.” Dichiarò il saiyan, chinando
addirittura il capo e la
schiena.
L’altro
saiyan rimase un
attimo in silenzio, leggermente sorpreso, per poi sorridere e fargli un
occhiolino e un pollice in su, dicendo nel mentre: “Contaci,
Broly! Anche a me
è piaciuto un sacco scontrarmi con te! Appena
tornerò, ci sfideremo di nuovo!”
“Ottimo!
E nel frattempo, io
imparerò anche a cucinare come si deve, vedrai!”
Nel
frattempo, in disparte,
Beerus guardava la scena, borbottando: “Ma guarda te i
saiyan… pensano solo a
combattere!”
“Che
ci vuol fare, Lord
Beerus… è una razza
guerriera…”
“E
adesso, in questo pianeta
del cavolo ci sono due saiyan purosangue dal temperamento bislacco,
anzi, tre
se contiamo la piccola scimmia urlatrice, tre alieni strani, due coppie
di
doppi, una vecchia terrestre dal caratteraccio e un moccioso che ha
già
dimostrato di aver carattere dopo solo due giorni di vita…
speriamo che non
venga altra gente stramba, qui anche se, dato il carattere della
padrona di
casa, ne dubito altamente…”
“Fossi
in lei, spererei che
non vengano altri saiyan con la coda…”
“E
perché?”
“Beh…
le ricordo che abbiamo
ripristinato la luna della Terra… e dal momento che ci sono
qui ben tre saiyan
con ancora la coda… lei si ricorda cosa succede quando i
saiyan con la coda
guardano la luna piena, vero?”
Beerus
rimase di sasso, mentre
l’immagine di un gorilla gigantesco gli appariva nella mente.
“Però,
Lord Beerus, magari,
dato che conserva ancora la coda, Tarble ha imparato a controllare la
sua forma
Oozaru…” fece notare Whis e subito Beerus
urlò al ragazzo, il quale stava per
salire sulla navicella assieme alla moglie: “Ehi,
ragazzino!”
“Sì,
Lord Beerus? Cosa c’è?”
domandò il saiyan, voltandosi, ed il dio della distruzione
fece: “Tu hai
imparato a controllare la tua forma di scimmione, vero?”
“Eh?”
“Non
fare il finto tonto! Lo
saprai benissimo che quando c’è la luna piena, i
saiyan si trasformano in
enormi gorilla se conservano ancora la coda! Dato che l’hai
tutt’ora, a differenza
del bestione, saprai controllarti perfettamente, vero?”
“Ah…
giusto… beh, a questo
proposito… c’è una cosa che dovrei
dirle…” balbettò, nervoso, il ragazzo,
per
poi rivelare: “Ecco… sulla stella di
Gure… non c’è nessun
satellite.”
Sentendo
quella confessione,
Beerus fece una faccia da statua di sale, per poi domandare:
“Mi stai dicendo
che tu… in tutta la vita… non ti sei mai
trasformato?!”
“Purtroppo
no, mi dispiace…
non avrei potuto farlo neanche volendo, per questo ho conservato la
coda… se mi
trasformassi, di certo perderei il controllo…”
“Non
ci posso credere… mai che
me ne vada bene una…” mugugnò,
disperato, Beerus, mentre Whis commentava: “Beh,
di certo suo padre non era uno sprovveduto… in effetti,
adesso che ci penso,
l’assenza della luna su quel pianeta era la seconda
ipotesi…”
“Non
preoccupatevi, ragazzi,
preparerò qualcosa per impedire a Goku, Vegeta e Tarble di
vedere la luna
piena. Magari delle finestre a specchio o qualcosa del
genere…” li rassicurò
Bulma, mentre Beerus sbottava: “Me lo auguro, terrestre!
L’ultima cosa che
voglio è svegliarmi e scoprire che tre gorilla impazziti
stanno minacciando i
ristoranti della Terra!”
Poco
dopo, la navicella, con a
bordo Tarble e Gure cominciò a sollevarsi delicatamente,
mentre i due alieni
osservavano, sorridendo e salutando con la mano, coloro che erano
rimasti a
terra, i quali ricambiarono, ognuno a modo proprio, i saluti.
Alla
fine, Tarble e Gure
urlarono all’interno della navicella: “Arrivederci,
ragazzi! Ci rivedremo
presto!”
“Ciao!”
li salutarono di
rimando il gruppo rimasto a terra, guardando la navicella allontanarsi
velocemente, separando, per il momento, il gruppo.
Spazio
profondo
Settore
Est, domenica, 12:00
“Allora,
Vados? L’hai
trovata?” domandò, seccato, l’enorme
gatto grasso e la bellissima donna dalla
pelle azzurrina rispose: “No, mi dispiace, Lord
Champa… ma qui non c’è.”
“Oh,
dannazione… e dire che ne
manca soltanto una! Ma dove diavolo si sarà
cacciata?!”
“Boh,
chi lo sa… potrebbe
essere qui come potrebbe trovarsi nel nostro
universo…”
“Comunque,
Vados, controlla
cosa sta facendo mio fratello!”
“Subito,
Lord Champa.”
Vados
diede un’occhiata
all’interno del suo bastone e dichiarò, con la
massima neutralità: “Vostro
fratello sta dormendo profondamente, Lord Champa… a quanto
pare, ha passato una
nottataccia…”
“Gli
è forse caduto un
sacchetto di patatine in un canale?”
“No…
a quanto pare, un neonato
ha gridato a pieni polmoni per tutta la notte, impedendogli di
dormire.”
“Ah
ah ah ah ah! Non so chi
sia questo piccoletto, ma mi sta già simpatico! Comunque,
proseguiamo con la
nostra ricerca, Vados! Approfittiamo del riposo del mio caro e adorato
gemello
per riprendere la nostra ricerca! La troverò, dovessi
rivoltare quest’universo
come un calzino!”
“E
se non riuscisse a
trovarla, Lord Champa? Le rammento che è inutile averne
soltanto sei…”
“Oh,
non preoccuparti, Vados…
la cercheremo ancora un po’ sia in questo universo che nel
mio e se non la
trovassimo… beh, cercherò di scoprire da Beerus
che fine ha fatto!”
“Le
ricordo che c’è la possibilità
che vostro fratello non ne sappia niente…”
“Oh,
andiamo, Vados… Beerus se
ne va in giro per tutto l’universo in cerca di prelibatezze
culinarie… deve
averne almeno vista una di sfuggita, una volta… voglio dire,
in quel caso,
sarebbe davvero un idiota!”
“Etciù!”
fece l’immagine di
Beerus nel bastone di Vados, per poi raggomitolarsi come un gatto e
borbottare:
“Maledetti sbalzi di temperatura
terrestri…”
“Comunque,
il piano è questo:
se entro due mesi non riesco a trovarla da nessuna parte, vado da
Beerus con la
scusa di fargli la solita sfida culinaria e cerco di ottenere da lui
tutte le
informazioni che voglio!” dichiarò Champa e Vados
dovette ammettere: “Mmh… in
effetti, questo piano potrebbe funzionare, Lord
Champa…”
“Bene,
allora andiamo in un altro
settore!”
Mentre
si metteva dietro alla
schiena di Vados, Champa sussurrò con un sorriso di trionfo:
“Presto avrò tutte
e sette le Sfere dei Desideri…”
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Capitolo 24 *** Addestramento ***
Capitolo
24: Addestramento
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
06:00
La
piccola sveglia sul
comodino trillò all’improvviso nella piccola
stanza buia e, subito, una
delicata mano verde la spense con un gesto.
A
quel punto, mezza assonata,
la ragazza che aveva appena spento la sveglia, la quale aveva la pelle
verde, i
capelli bianchi spettinati e con indosso una camicia da notte fucsia,
fece un
profondo sbadiglio, per poi voltarsi verso la grossa figura
profondamente
addormentata dall’altra parte del letto e dirgli, mentre gli
dava delle deboli
pacche sulla schiena: “Ehi, Broly… è
ora di alzarsi.”
Immediatamente,
il saiyan coi
capelli spettinati neri lunghi fino alle spalle e pieno di cicatrici
aprì gli
occhi debolmente, per poi guardarsi intorno, leggermente confuso.
“Coraggio,
Broly… oggi inizi
il tuo addestramento per imparare a controllare i tuoi poteri,
ricordi?”
aggiunse Cheelai e, facendo un grosso sbadiglio, Broly scese dal letto,
rivelando che aveva addosso soltanto un pantalone nero.
“Ehi,
fermo lì! Hai capelli
tutti spettinati! Ti sistemo io, bello!” lo
bloccò, all’improvviso, Cheelai,
prendendo una spazzola e tentando di rimetterli un po’ a
posto, ma inutilmente.
“Porco
mondo, certo che questi
capelli non ne vogliono proprio saperne di sistemarsi un po’!
Sono proprio
degni di te, Broly…”
commentò, all’improvviso l’aliena ed il
saiyan, il quale teneva gli occhi chiusi, come una sorta di sistema per
dormire
ancora un po’, borbottò, assonnato:
“Ah… ok…”
“Beh,
basta così. Di più, non
posso fare, Broly… almeno adesso hai un aspetto
presentabile, mica come prima
che sembravi avere in testa una parrucca di paglia!”
“Hai
ragione…”
In
realtà, non gli importava
minimamente di come fossero conciati i suoi capelli e, se proprio
doveva essere
sincero, anche prima gli andavano bene… ma prima di
trasferirsi in camera di Cheelai,
Lemo gli aveva caldamente consigliato di dare sempre ragione alla
ragazza,
altrimenti avrebbe fatto una fine molto amara, quindi, anche se non ne
capiva
il senso, aveva fatto come gli aveva detto Lemo.
Lentamente,
il saiyan aprì la
porta e si diresse, senza neanche rendersene bene conto, verso la
cucina, dove
vi erano già i due Trunks seduti a tavola assieme alle due
Mai e Bulma di
fianco alla finestra con in mano una tazza di caffè fumante,
intenta a guardare
il panorama fuori dalla finestra.
“Buongiorno,
Broly.” Lo
salutarono i due Trunks ed il saiyan fece loro un cenno, sussurrando:
“
‘Giorno…”
Il
saiyan cominciò a divorare
tutto quello che c’era sul tavolo e sembrava che
più mangiasse più si
risvegliasse.
“Ehi,
Bulma, secondo te come
stanno Tarble e Gure?” domandò la Mai
più grande, mentre cullava il figlio, il
quale, però, a giudicare dall’espressione e dalle
braccia incrociate non aveva
alcuna intenzione di essere preso per un pupazzo.
La
risposta di Bulma fu: “Non
preoccuparti, quei due stanno benissimo, lo sento. Non mi hanno ancora
telefonato, ma sono certa che lo faranno presto. Probabilmente faranno
una
chiamata per pranzo, in modo da assicurarci che ci siamo
tutti.”
“Comunque,
stanotte, siamo
riusciti tutti quanti a dormire un po’ meglio… e
tutto grazie a te, Bulma!”
“Ma
dai, non esagerare…”
Infatti,
il giorno prima, la
donna in modo da non ripetere l’inferno della notte
precedente, aveva pensato
di dividere i due bambini, Vegeta sarebbe stato in stanza coi genitori,
mentre
Goku assieme all’altra coppia di Trunks e Mai, in modo che la
tensione tra i
due non crescesse troppo, per poi creare per Goku un letto speciale che
inviava
al cervello impulsi specifici che facevano sognare al bambino scene di
epiche
battaglie.
Inutile
dire che, non appena
era stato messo nel letto, Goku si era subito addormentato e se
n’era stato
buono e tranquillo come un agnellino!
Di
certo, l’amore per le
battaglie era un qualcosa d’inconscio che sarebbe stato
radicato per sempre nel
bambino… intanto, tutti loro potevano finalmente stare
tranquilli e non passare
più nottatacce da incubo, come quella del giorno prima.
Nel
frattempo, anche Cheelai,
la quale aveva indossato un reggiseno sportivo e dei pantaloncini
attillati,
entrambi di colore viola scuro, e Lemo entrarono in cucina e si misero
a
mangiare la colazione, ovviamente in maniera molto più
moderata e tranquilla,
rispetto ai tre saiyan lì presenti.
Ad
un tratto, Cheelai si voltò
verso Broly e gli chiese: “Broly, tu sai volare,
no?”
“Certo.
Perché?”
“Beh,
m’insegneresti a volare?
Mi piacerebbe un sacco, oltre al fatto che mi sembra una figata
assurda!”
Di
fronte a quella domanda,
Broly rimase un attimo in silenzio, con ancora in mano un bombolone al
cioccolato e la bocca leggermente aperta.
“Non
vuoi?” domandò Cheelai,
ma l’altro rispose: “No, è solo
che… non ho la più pallida idea di come fare ad
insegnartelo.”
“Eh?!
Ma tuo padre non te l’ha
insegnato?”
“No…
a me è venuto
completamente naturale… non saprei nemmeno come fare a
spiegartelo…”
“Va
beh, non importa.” Lo
rassicurò subito Cheelai, ma il Trunks più grande
le disse, all’improvviso: “Se
per te va bene, potrei insegnarti io a volare.”
“Davvero?”
“Sì.
“Perfetto!”
“Ottimo,
allora, dopo pranzo
inizieremo l’addestramento.”
“Va
bene. Io, intanto, esco un
attimo per fare un po’ di jogging. Sarò qui per le
sette. Ciao!”
“Perfetto!
Per quanto riguarda
noi tre, invece, non appena avremo finito di fare colazione andremo nel
deserto
piuttosto distante dalla città per allenarci.”
Fece il Trunks più giovane e,
proprio in quel momento, Broly domandò, confuso:
“Perché ci dobbiamo
allontanare dalla città quando ci alleniamo? Non potremmo
farlo in giardino?”
La
sua semplice domanda fece
cadere pesantemente tutti i presenti per terra, per via del fatto che
era fin
troppo palese il motivo per cui facevano una cosa del genere.
“Perché
distruggeremmo tutto
con la nostra forza se ci allenassimo qui, ecco
perché!”
Asteroide
Navegrill
Zona
nord-est, lunedì, 13:05
“Ecco
qui i vostri panini e le
vostre bibite gassate.” Fece il tipo al bancone, allungando
alla coppia,
composta da quello che sembrava un ragazzino con una lunga coda di
scimmia,
anche se si vedeva a stento sotto la pesante giacca nera che indossava
ed un
essere basso con la grande testa rotonda e bianca su cui era stato
messo un
grosso cappello con su un nastro rosso, un vassoio con su due piatti
contenenti
due panini e due bevande gassate.
“Grazie!”
fece il ragazzo,
prendendo tranquillamente il vassoio come se non pesasse niente, mentre
il tipo
diceva: “Fanno un Pol.”
“Ecco
a lei.” il ragazzo con
la coda, dando al cassiere un bastoncino di metallo, per poi dirigersi
assieme
all’esserino ad un tavolino lì vicino, per poi
iniziare a consumare le loro
ordinazioni.
“Certo
che il cibo che fanno
qui è davvero molto buono!” esclamò ad
un tratto Gure, mentre Tarble rise:
“Sì…
m’immagino già Beerus seduto ad un tavolo,
strillando ai poveri funzionari di
servirlo con tutto il cibo che possiedono, minacciando in caso
contrario di
distruggere tutto!”
Entrambi
risero al pensiero di
una simile e molto probabile scenata.
“Non
vedo l’ora di tornare
sulla Terra…” sospirò Tarble, mentre
prendeva la sua bibita ed iniziava a bere,
mentre Gure indovinava: “Ti mancano già?”
“Un
po’… eravamo un gruppo un
po’ strano e sgangherato, ma, per qualche assurdo motivo, ci
completavamo con
le nostre diversità… ho vissuto solo sei giorni
assieme a Bulma, ai due Trunks,
alle due Mai, Beerus e Whis e uno solo con Broly, Cheelai, Lemo, Goku e
Vegeta…
può sembrare poco tempo per tutti gli altri, ma per
me… non lo so… è come se
per me fosse bastato per legarmi per sempre al destino di tutti
loro…”
Entrambi
rimasero in silenzio
a guardare fuori dalla vetrata del navegrill, da cui si vedeva le
immense
profondità nere dello spazio.
“In
ogni caso, per quanto
riguarda il nostro viaggio…” cambiò
discorso Tarble, tirando fuori dal suo
zaino delle cartine, aprendole sul tavolo, dicendo: “Quando
riprenderemo il
viaggio, ci receremo al passaggio di Rock, famoso per essere lungo,
privo di
qualunque forma di vita e molto insidioso, tanto che numerosi piloti
che hanno
appena preso la patente spaziale fanno numerosi incidenti
lì, ma non credo che
sarà un problema per noi.”
“Oh,
no… dopotutto, ero la
miglior pilota di navicelle alla scuola guida spaziale.”
“Già…
in ogni caso,
c’impiegheremo minimo una settimana per uscire da quel
passaggio, di
conseguenza, prima di andare, ci riforniremo al navegrill di cibo,
oltre a fare
un veloce controllo alla navicella, per assicurarci che sia tutto a
posto…
inoltre, pensavo di chiamare Bulma e gli altri, dato che in quel
passaggio non
c’è campo e non vorremmo farli
preoccupare.”
“Ottima
idea.”
Dopo
aver finito di mangiare,
i due alieni si recarono al negozio di alimentari del navegrill e
comprarono un
sacco di cibo e anche qualche libro al negozio di libri del posto, in
quanto
esso sarebbe stato un viaggio molto lungo e, soprattutto, Tarble aveva
da
sempre l’abitudine di comprare un libro quando andava in
vacanza da qualche
parte.
Una
volta finite le compere,
la coppia si recò al parcheggio del Navegrill e
salì sulla propria astronave.
Una
volta a bordo e aver messo
a posto gli oggetti comprati, Tarble si recò al comunicatore
della navicella e
compose un numero.
Dopo
due squilli, qualcuno
alzò la cornetta ed una voce femminile domandò:
“Pronto?”
“Bulma,
siamo noi.”
“Tarble,
Gure! Sono felice di
sentirvi! Aspettate un attimo, che chiamo gli altri e metto il
vivavoce!”
esclamò la terrestre dall’altra parte della
cornetta per poi dire: “Ragazzi! Ci
sono Tarble e Gure al telefono!”
Immediatamente,
si sentì un
rombo, come di tante persone che corrono e si sentirono domande di
tante
persone diverse che parlavano contemporaneamente:
“Come
state?”
“Va
tutto bene?”
“Avete
mangiato?”
“Avete
comprato qualcosa di
buono da mangiare?”
Dopo
un po’, Tarble disse:
“Noi stiamo bene e per il momento il viaggio procede
bene… abbiamo mangiato
poco fa in un navegrill…”
“Cos’è
un navegrill?” domandò
una voce che riconobbe subito come appartenente a Broly, mentre Lemo
gli
spiegava: “E’ un luogo dove si può fare
una pausa dopo un lungo viaggio nello
spazio, magari anche facendo uno spuntino.”
“Oh…
mi piacerebbe farci un
salto!”
“Un
giorno, magari… speriamo
di non trovarci qualche membro della Pattuglia
Galattica…”
“In
ogni caso…” continuò
Tarble “Fra poco, io e Gure andremo in una zona della
galassia dove manca
completamente la connessione, quindi non potremo più
sentirci, ma vi prometto
solennemente che la prima cosa che faremo una volta usciti
sarà quella di
chiamarvi.”
“Va
bene. Comunque, fate
attenzione.” Si raccomandò Bulma e Tarble la
rassicurò: “Sì, tranquilla, non ti
preoccupare. Ciao a tutti!”
“Ciao!”
Una
volta chiusa la
telefonata, Tarble si avvicinò a Gure, la quale era
impegnata a controllare la
navicella, e le domandò: “E’ tutto a
posto?”
“Sì.
E’ tutto in regola.”
“Bene,
allora partiamo.”
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
15:02
“Bene,
adesso, Cheelai,
t’insegnerò il Bukujutsu, ovvero la tecnica di
levitazione. Non è
particolarmente difficile da apprendere, visto che basta controllare il
ki. Però,
se si vuole volare ad alta velocità lo sforzo è
maggiore.” Disse il Trunks
maggiore, il quale si trovava, assieme all’aliena dalla pelle
verde, la quale,
adesso, indossava una camicetta a maniche corte bianca, un golfino
leggero
giallo, pantaloncini viola e scarpe da ginnastica bianche e verdi.
“Controllare
il ki? E che
cos’è?” domandò Cheelai e
Trunks, un po’ titubante, disse: “Eh?
Beh… forse nel
resto dell’universo non viene chiamato
così… dunque, come dire… è
un’energia,
una potenza nascosta all’interno del proprio
corpo…”
“Eh?
Cosa? Una potenza
nascosta?” domandò Cheelai, la quale non ci aveva
capito niente di tutta quella
spiegazione, e Broly, il quale si trovava lì vicino assieme
a tutti gli altri,
le disse, sollevando un braccio: “Tipo questa.”
Il
saiyan fece partire dalla
sua mano una sfera d’energia verde, la quale si
scontrò contro un albero del
giardino, generando una forte esplosione.
“Esatto,
Broly. E’ proprio
così.” Annuì il Trunks più
grande, mentre Cheelai con gli occhi sgranati
commentava: “Ah, sì?”
“Come
lo chiamate voi nello
spazio?” le domandò, incuriosito, il Trunks
più grande, mentre l’aliena
rispondeva: “Forse
‘trucco’…”
“No,
non lo è affatto. Nessun
trucco.”
“Beh,
allora se proprio devo
essere sincera, non ho mai sentito parlare di una roba del
genere!”
“Eh?
Non conosci il Ki?
Accidenti… e adesso che si fa?”
“Ehi,
non dirmi che senza Ki
non si può volare, vero?!”
“Ma
no, sta tranquilla. Tutti
lo possiedono, è solo un po’ difficile da
controllare, tutto qui.”
“Davvero?!”
“Sì,
però, prima di tutto,
dovrò insegnarti come usarlo. Per curiosità, tu
pratichi le arti marziali,
Cheelai?”
“Beh,
sì… un pochino… più che
altro per autodifesa… perché?”
“Beh,
se pratichi già le arti
marziali, allora troverai presto il ki, così imparerai a
volare in meno che non
si dica.”
“Ottimo,
allora iniziamo
subito!” esultò la ragazza ed il Trunks,
mettendosi a gambe incrociate:
“Mettiti come me e, poi, inizia a meditare.”
Cheelai
iniziò subito a fare
come gli era stato detto, ma, quasi subito, il Trunks più
grande la fermò: “No,
no. Non devi sforzarti. All’inizio devi stare calma,
altrimenti non potrai mai
trovarlo.”
“Uffa…”
sbuffò la donna,
mentre Trunks le diceva: “Concentrati.”
Terra
Deserto,
lunedì, 16:32
“Dai,
facciamo una pausa.”
Disse il Trunks più giovane e, subito, Broly si
sdraiò sulla sabbia, ansimando
pesantemente.
Mentre
il suo doppione più
grande era impegnato ad insegnare a Cheelai a volare alla Capsule
Corporation,
lui aveva deciso d’iniziare ad insegnare a Broly a
controllare i suoi
straordinari poteri recandosi in un deserto un po’ distante
dalla città, in
modo da evitare un qualunque tipo di danno… però,
fin dall’inizio, aveva notato
qualcosa di strano nel comportamento di Broly: era solo lui ad
attaccare,
mentre l’altro si limitava soltanto a schivare i suoi
attacchi o a pararli,
senza mai provare anche solo a tirargli un pugno.
“Perché
non mi attacchi?
Guarda che in un allenamento bisogna attaccare l’avversario
oltre a
difendersi.” domandò Trunks e Broly, dopo un
attimo di silenzio, rivelò:
“Perché noi due siamo amici.”
“Eh?
Cosa intendi dire?”
“Papà
mi ha detto che se due
sono amici e si combattono, il loro non è più un
addestramento…”
“Questa
è una sciocchezza.”
Stupefatto
da
quell’affermazione, Broly alzò la testa verso
Trunks, il quale rivelò:
“Combattere con i propri amici è fondamentale per
migliorare. Vero, due amici
si trattengono quando combattono per non fare troppo male
all’altro… ma un
amico ti avverte quali sono i tuoi punti deboli e cosa devi fare per
migliorare,
cosa che un avversario non ti direbbe di certo. E poi, è
proprio grazie a ciò
che possiamo insegnarti a controllare i tuoi poteri… se ti
limiti a sopprimerli
e a non combattere, non riuscirai mai a migliorare.”
Broly
rimase incredulo per
quelle parole, per poi domandare: “Ma allora
perché papà ha fatto in modo che
Bah non fosse più mio amico?”
Trunks
rimase in silenzio, in
quanto sapeva benissimo la storia di Broly e Bah, oltre ad intuire il
motivo
per cui Paragas fosse stato così spietato nei confronti del
proprio figlio, ma
non sapeva come dirglielo senza sconvolgerlo…
Alla
fine, però, fece un bel
respiro e decise di dirglielo.
In
fondo, era meglio dirgli le
cose come stavano, invece di mentirgli… quel ragazzo aveva
già subito troppo
dalla vita…
“Vedi,
Broly… ci sono alcune
persone molto fragili psicologicamente che si sentono forti soltanto se
hanno
il pieno controllo della vita di una persona…”
“Il
pieno controllo?”
“Certo,
vogliono essere il
centro della sua vita e, per far ciò, sono pronte ad
impedire agli altri di
avere amici o contatti che li allontanerebbero da loro e a manipolarle
per
farle diventare completamente succubi di esse, arrivando persino a
farle
credere che sono degli incapaci da soli e che dovrebbero essere grati
di averli
al loro fianco.”
Broly
rimase un attimo in
silenzio, per poi domandare: “S-stai dicendo che mio
padre… è una di queste
persone… è che ha fatto di tutto
perché fossi sempre sotto il suo controllo?
Anche privarmi del mio unico amico?”
Anche
se Trunks non disse
niente, Broly capì.
Il
saiyan non disse niente, si
limitò ad abbracciare le ginocchia, mentre restava con gli
occhi sgranati a
guardare per terra, mentre tutta la verità e la comprensione
di essa gli
piombava dall’alto come una cascata.
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
16:37
“Ecco,
quello è il Ki. Non per
nulla conosci bene le arti marziali… impari in fretta,
Cheelai.” Esclamò il
Trunks più grande, mentre Cheelai faceva un sorriso per
essere riuscita a
trovarlo in solo un’ora.
Dopodiché,
l’aliena si alzò in
piedi e, tutta eccitata, domandò: “Ehi, dici che
adesso posso già volare?”
“No,
non ancora… prima devi
imparare a controllare completamente il Ki.”
“Allora,
andiamo! Non vedo
l’ora di volare come un uccello!”
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
19:30
Il
sole nel cielo rossastro
stava illuminando coi suoi raggi tutto ciò che
c’era sulla Terra un’ultima
volta prima di lasciar posto alla notte, compresa una giovane donna con
la
pelle verde ed i capelli bianchi ed un giovane uomo con i capelli
azzurri.
“Ok,
Cheelai. Adesso prova a
fare un tentativo.” Le disse Trunks e, immediatamente, la
giovane aliena si
mise in posizione, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni, per poi
concentrarsi al massimo, mentre i vestiti e i corti capelli
cominciavano a
muoversi leggermente, come se vi fosse un’improvvisa folata
di vento.
“Mi
raccomando, non sforzarti,
Cheelai. Resta focalizzata sul tuo obiettivo. Se lo farai, il tuo Ki ti
ascolterà e lo farà.” Le
ricordò Trunks e, proprio in quel momento, Cheelai si
sollevò leggermente da terra di pochi centimetri.
Nonostante
fosse poco
sollevata, il giovane uomo a pochi passi da lei, le diceva, euforico:
“Ce l’hai
fatta! Galleggi un pochino!”
“Sst!
Silenzio! Non riesco a
concentrarmi!” lo redarguì la ragazza, ma, poco
dopo, ormai sfinita, si lasciò
cadere pesantemente sul terreno, ansimante per la stanchezza,
borbottando,
leggermente infastidita: “Cavolo… non ci sono
riuscita…”
“Beh,
sei davvero molto brava,
Cheelai! Ci hai messo solo un giorno per imparare a
galleggiare!” le disse Trunks
e Cheelai, commentò: “Capperi, non sapevo che
fosse così faticoso volare…”
“Già…
però darà un sacco di
soddisfazioni.”
“Ottimo…
vado a farmi una
bella doccia, prima di cenare.”
“Ok.”
“Però,
trovo curioso il fatto
che tu ti sia riferito al Ki come se fosse un essere
vivente… non è solo un
potere nascosto, come lo chiamate voi?”
“Beh,
non è solo questo… il
Ki, in un certo senso, è l’essenza spirituale di
una persona… da quella si può
già farsi un’idea su una persona… se un
individuo è malvagio fino al midollo,
il suo Ki lo rivelerà subito, ma quando una persona
è contradditoria, anche il
Ki conterrà sfumature di questo tipo…”
“Bah…
io non me ne intendo
tanto di questa roba spirituale e occulta… per me, sono
molto più affidabili le
pistole ed i pugni… e magari anche un bel bicchierone di
birra galattica! A me
interessa soltanto imparare a volare!” ridacchiò
Cheelai, dirigendosi verso
l’abitazione.
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
21:45
Bulma,
con indosso una
semplice vestaglia rosa si diresse in cucina, per prendersi un
bicchiere
d’acqua, quando vide un giovane coi capelli neri spettinati e
con una cicatrice
sulla guancia che se ne stava seduto per terra, abbracciando le
ginocchia, con
espressione triste.
“C’è
qualche problema, Broly?”
gli domandò, dolcemente, Bulma ed il ragazzo rimase in
assoluto silenzio.
Intuendo
che Broly non avrebbe
mai risposto alla domanda, la donna si diresse verso il frigorifero e
gli
chiese: “Ti va se ti preparo del latte caldo?”
“Ma…
io non l’ho mai mangiato
il latte caldo…”
“Perfetto,
allora questa sarà
la tua prima volta. Ti aggiungerò anche un po’ di
miele, che fa sempre bene.”
Dopodiché,
la donna prese una
confezione di latte dal frigorifero e si mise a bollirla, per poi
prendere del
miele con un cucchiaino che mise all’interno di una tazza.
Vedendo
il miele pensò che il
cui colore e consistenza assomigliassero al contenuto delle zampe delle
zecche
di Vampa… probabilmente, era mangiabile proprio come quella
roba.
Magari
questo miele si
otteneva anche nello stesso modo…
Una
volta che fu pronto, Bulma
versò il latto caldo in una tazza e lo passò a
Broly, dicendogli: “Fa
attenzione perché è piuttosto caldo.”
Broly
fissò la bevanda,
stupito, per poi berla ed esclamare: “Ehi, ma è
buonissimo!”
“Mi
fa molto piacere.”
“E’
buono quasi quanto
l’acqua.”
“Ne
sono felice. Aspetta che
prendo anche dei biscotti.”
Dopo
qualche minuto, in cui
Broly mangiò i biscotti e bevve il latte, alzò la
testa verso Bulma e domandò:
“Bulma… il mio papà mi amava?”
Bulma
rimase in silenzio, per
poi ammettere: “No, Broly. Quello che tuo padre provava verso
di te e verso tua
madre non era amore… ma ossessione. Questi sono due concetti
molto diversi.
Amore significa dare spazio ai desideri degli altri, proteggere
qualcuno,
essere una spalla su cui piangere o qualcuno con cui ridere a seconda
della
situazione… mentre quello che voleva tuo padre era avere il
pieno controllo,
arrivando persino a sfruttare le debolezze e le inquietudini degli
altri.”
Sentendo
quelle parole, Broly
abbassò il capo e sussurrò, confuso ed agitato,
mentre le lacrime gli uscivano
dagli occhi senza alcun freno: “Perché…
perché mi ha fatto questo?! Io gli
volevo bene… era tutto per me! Ho sopportato tutte quelle
punizioni, ho fatto
quello che diceva lui anche se non mi piaceva… ho sopportato
tutto… solo per
lui… e per il suo amore…”
Bulma,
vedendo quella scena,
non disse niente.
Si
limitò ad avvicinarsi a lui
e ad abbracciarlo.
“La
cosa… peggiore… è che io,
in fondo al mio cuore, sentivo che c’era qualcosa di
sbagliato nel suo amore! Non
sapevo cos’era, ma lo sentivo!!! A-avevo… una
sensazione… fredda… buia… di
pericolo! Ma tutte le volte, mi dicevo che non era vero, che
papà mi amava
tanto, mentre io non mi meritavo il suo amore, dato che dubitavo di
lui! Mi
dicevo… c-che ero… u-un ingrato… u-una
persona cattiva…” continuò a sfogarsi,
piangendo, Broly, mentre Bulma, accarezzandogli la testa spettinata, lo
rassicurava: “Tu non sei affatto una persona cattiva,
Broly… sei una persona
buona e gentile a cui, purtroppo, sono capitate delle cose
orribili.”
“D-davvero?
N-non sono una
persona cattiva?”
“Certo
che no! E se qualcuno
come Beerus, tanto per fare un nome, ti dice queste fesserie, tu
chiamami
subito ed io gli faccio un bel discorsetto col mio fucile!”
Broly
rimase in silenzio un attimo,
per poi domandare: “Ma allora… nessuno mi ha mai
amato?”
“Beh,
qui ti sbagli di grosso…
Cheelai e Lemo ti vogliono molto bene, sennò non avrebbero
implorato Beerus di
risparmiarti… e poi, il piccolo Goku stravede per
te… tutte le volte che sei
nei paraggi, sorride sempre e si agita.”
“Anche
a me piace molto quel
piccoletto… senti, Bulma…”
“Dimmi.”
“Tu…
credi nei miracoli?”
“Sì.
Anche durante l’attacco
dei cyborg ho continuato a credere che un giorno ci saremmo salvati
tutti…”
Broly
rimase un attimo in
silenzio, per poi rivelare: “Io… durante quella
battaglia di qualche giorno fa…
credo di essere stato salvato dalla mia mamma. So che può
sembrare ridicolo,
ma… quando quel potente attacco stava per colpirmi, non
riuscivo più a muovermi
per la paura e la stanchezza, però volevo assolutamente
vivere, ma visto che
ero distrutto ho desiderato che mi salvasse… così
l’ho chiamata… e lei è
apparsa subito, portandomi via dall’attacco… non
ricordo altro, ma solo che mi
ha salvato la vita.”
“Ti
ricordi com’era?”
“Purtroppo
no… ma so che era
bellissima e che se la rivedessi, la riconoscerei subito. Inoltre,
credo che mi
abbia lasciato questa.”
Broly
allungò l’ocarina che
aveva al collo e rivelò: “Io non ho mai avuto
quest’oggetto prima d’ora… ma io
ricordo che la mamma quando mi ha salvato ce l’aveva al
collo… io… credo che me
l’abbia lasciato per farmi capire che mi
proteggerà sempre… quello della mia
mamma… è amore od ossessione?”
“Questo
è vero amore, Broly…
il vero amore di una madre.”
Sentendo
quelle parole, Broly
sorrise.
“Se
non sbaglio, tua madre si
chiamava Kohra, giusto?” domandò,
all’improvviso, Bulma ed il saiyan rispose:
“Beh, sì… almeno
credo…”
“Beh,
se vuoi l’onesto parere
di una vecchia signora terrestre, trovo che ‘Kohra’
sia un bellissimo nome da
dare ad una bambina…” gli rivelò Bulma,
facendogli anche un occhiolino, il
quale, però, lasciò molto perplesso Broly.
Ma
cosa intendeva Bulma?
Forse,
avrebbe fatto meglio a
chiederlo a Cheelai… certo, il nome
‘Kohra’ gli piaceva molto, ma tutti coloro
che vivevano lì avevano già un nome…
forse un giorno sarebbe arrivato in quel
posto qualcuno senza un nome?
“Ehi,
hai bevuto il latte, ma
non il miele!” esclamò, proprio in quel momento,
Bulma, dopo aver dato
un’occhiata alla tazza usata da Broly, per poi prendere un
cucchiaino e
raccogliere i rimasugli di miele lì dentro.
Una
volta che ebbe preso
tutto, avvicinò il cucchiaino alla faccia di Broly e gli
ordinò: “Forza, apri
la bocca.”
Broly
fece come gli era stato
ordinato e Bulma gli ficcò in bocca il miele che poi il
saiyan inghiottì,
trovandolo molto aspro e dal sapore strano, ma, stranamente, era molto
più
buono di quella roba delle zecche che mangiava su Vampa.
Terra
Capsule
Corporation, martedì,
10:20
“Ehi,
guarda! Mi
sono sollevata un sacco da terra!” esultò Cheelai,
mentre il Trunks più grande,
il quale era rimasto a terra, la lodava: “Bravissima! Sei
davvero molto
talentuosa, Cheelai! Ormai sei perfetta!”
Presa
dall’euforia, Cheelai
cominciò volteggiare di qua e di là nel cielo,
con un sorriso divertito, sotto
lo sguardo attento degli altri.
“A
questo punto, direi che non
ho praticamente più nulla da insegnarti.”
annunciò Trunks, facendo fermare
Cheelai, la quale, sempre levitando, gli domandò:
“Senti, Trunks… secondo te,
quanti giorni ci vogliono per poter volare come te, il tuo gemello e
Broly?”
“Boh…
ad essere sincero non lo
so… dipende da persona a persona, oltre alla sua motivazione
ed al suo talento…
comunque, l’altro Trunks è il mio doppione, non il
mio gemello.”
“Eh?”
“Lascia
stare, è una faccenda
troppo complicata.”
Facendo
le spallucce, Cheelai
levitò dolcemente fino a terra, per poi passarsi il dorso
della sua mano verde
sulla fronte sudata, dicendo nel mentre: “Uff…
devo riposarmi un po’…”
Dopo
un po’, guardando Trunks
disse: “Ah, dimenticavo… non dite a Tarble e a
Gure se telefonano, che sto
facendo l’allenamento per volare, ok? Voglio fare una
sorpresa per quando
torneranno.”
“Ok,
come vuoi.”
Terra
Capsule
Corporation, dieci
giorni dopo, 17:17
“Yahoow!!!
Guardate un po’, gente!”
urlò Cheelai ai due Trunks, alle due Mai, a Bulma, a Lemo, a
Broly, a Goku e a
Vegeta, i quali osservavano a terra il volo a tutta velocità
della ragazza.
“Come
immaginavo, Cheelai non
è una ragazza come tutte le altre… in dieci
giorni è stata in grado d’imparare
a volare in modo praticamente perfetto e completamente da
sola.” Commentò il
Trunks più grande, mentre, quello alle sue spalle annuiva:
“Sì, ha molto
talento per le arti marziali… non diventerà mai
potente come un saiyan, ma è
perfettamente in grado di mettere al tappetto un terrestre…
se Crilin fosse
stato ancora vivo e avessero combattuto, Cheelai avrebbe potuto
creargli delle
serie difficoltà…”
“Ehi,
Broly! Vieni a fare un
voletto con me, eddai! Facciamo a chi arriva prima alla
Città dell’Est!” gridò,
proprio in quel momento, Cheelai ed il saiyan, sorpreso,
domandò: “Adesso?”
“E
quando? Dai, vieni su…
prova a prendermi!”
“Come
vuoi…” fece il saiyan
alzandosi anche lui in volo e raggiungendo Cheelai, la quale, ridendo
come una
matta, si allontanò in volo, venendo seguita da Broly.
“Ho
rinunciato al mio
sonnellino pomeridiano per vedere una volare come un
uccello?” domandò, proprio
in quel momento, lievemente seccato, Beerus, mentre Whis rispondeva:
“Beh, non
sono molti gli esseri nell’universo capaci di
volare…”
Nel
frattempo, Vegeta, il
quale era in braccio alla madre, osservava con molta attenzione il volo
di
Cheelai e Broly con un’espressione assorta e pensierosa.
A
differenza di Goku, il quale
si agitava come un matto se la cosa gli piaceva, proprio come stava
facendo in
quel preciso istante, quando restava in completo silenzio ad osservare,
mentre
la sua codina di scimmia oscillava lentamente come un pendolo, era il
segnale
che la cosa che stava guardando lo stava interessando… e
molto.
Infatti,
il fatto che Cheelai
avesse imparato a volare lo intrigava molto… non vedeva
l’ora di crescere in
modo da poter finalmente combattere, cosa che, per quanto gli dolesse
ammettere, amava tantissimo come a quello scemo del moccioso con cui
era costretto
a convivere, e anche per imparare a volare, ovviamente, completamente
da solo
come aveva fatto il tipo grosso pieno di cicatrici che viveva a casa
loro… se
c’era riuscito lui, aveva tutte le carte in tavola per farsi
valere!
L’unica
cosa davvero importante,
era che non imparasse a volare prima di quel cretino di un moccioso
piagnucolone!
|
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Capitolo 25 *** Di nuovo insieme ***
Capitolo
25: Di nuovo insieme
Terra
Capsule
corporation, due mesi
dopo, lunedì, 10:15
“Forza…”
fece Bulma, nel
tentativo di togliere il secchiello della sabbia dalla testa del povero
Goku,
aiutata nel mentre anche dalla Mai più giovane.
“Qualche
problema, Bulma?”
domandò Whis, sporgendosi dalla finestra della Capsule
Corporation, e la
terrestre, ansimante, spiegò:
“Sì… non so come, ma Goku si
è ritrovato con un
secchiello di plastica incastrato in testa!”
“Incredibile,
non c’è che
dire…” commentò Whis, con la sua solita
aria ingenua, anche se, in realtà,
sapeva benissimo cos’era successo: il piccolo Vegeta,
probabilmente stufo
marcio di vedere la faccia di Goku, gli aveva ficcato in testa quel
secchiello,
approfittando di un momento di distrazione della madre e della nonna,
per poi
fingere tranquillamente di essersi addormentato, da gran attore.
“Niente
panico, ci penso io.”
Fece Whis e, con un semplice gesto del bastone, il secchiello si
staccò dalla
testa di Goku.
“Grazie,
Whis!” lo ringraziò
Bulma e l’angelo, notando il disappunto sul viso di Vegeta,
il quale si era
sporto dalla culla per vedere cosa stesse succedendo, agitando persino
la coda
in maniera irritata, gli si avvicinò e lo
rassicurò, sottovoce: “Non
preoccuparti, avrai altre occasioni per sistemargli la faccia, quando
sarai più
grande e potrai combattere come tuo padre…”
Notando
il sorrisetto sadico e
di trionfo che era spuntato sul visetto del bimbo, Whis
intuì che il piccoletto
non vedeva l’ora di crescere solo per dargliele di santa
ragione a quel bambino
con cui era costretto a condividere tutto… a modo suo era un
bambino parecchio
intelligente…
“Ehi,
Bulma…” esclamò,
all’improvviso,
la Mai più grande, prendendo in braccio il figlio
“Adesso che ci penso, Goku
conserverà i ricordi del Goku del passato, il suo carattere
e anche le sue
abilità? Dopotutto, è il suo
clone…”
“Beh,
no… secondo gli appunti
del Dottor Gelo, la clonazione crea un individuo partendo da zero.
Fisicamente
è identico all’individuo da cui è stato
clonato, ma al momento della ‘nascita’,
il clone non ricorda niente di sé, del suo passato e delle
proprie esperienze…
è come se fosse un essere umano
‘resettato’, da cui bisogna partire tutto da
zero. Se gli si desse un nuovo nome, non gli farebbe né
caldo né freddo, dato
che, praticamente, si tratta di un altro individuo. Quanto alla
personalità,
pare che ne conservi una traccia, ma sono le esperienze che
vivrà che
determineranno l’identità del clone. Un
po’ come me e la Bulma che vive nel
passato: per via dell’esperienza degli androidi, in cui mi
sono ritrovata a
viverla praticamente da sola e con un bambino appena nato, oltre a
perdere in
poco tempo tutta la mia famiglia ed i miei amici, sono dovuta crescere
in
fretta e maturare psicologicamente, in modo da poter proteggere mio
figlio,
mentre la Bulma del passato, non ha subito tutto questo,
perciò, da quanto mi
hanno raccontato i due Trunks, è un po’
più frivola ed infantile, anche se ha
l’abitudine di aiutare gli altri, proprio come me. Proprio
per questo, se noi
due ci parlassimo, ci ritroveremmo subito in contrasto,
perché scommetto che,
dato che a lei le sfere del drago non sono mai mancate e non ha vissuto
nemmeno
la metà delle mie esperienze con gli androidi, vorrebbe
usarle per chiedere di
ringiovanire o ad altre sciocchezze legate al suo aspetto, mentre a me
non
passerebbe neanche per la testa, adesso, di sprecarle per un desiderio
così
ridicolo. Come vedete, io e lei siamo la stessa persona, ma abbiamo due
personalità diverse e ben distinte. Quanto alle sue
abilità… sicuramente sarà
destinato a raggiungere gli stessi livelli di potenza del Goku del
passato,
così come molto probabilmente avrebbe potuto ambirli anche
quello del nostro
mondo, ma non li avrà subito, li otterrà dopo un
lungo e faticoso
addestramento, proprio come ha fatto Goku.”
Proprio
in quel momento, Whis
si accorse che Vegeta, ancora in braccio alla madre, aveva fatto una
faccia
furiosa.
Evidentemente,
era fermamente
intenzionato a sconfiggere il pericoloso rivale prima che fosse in
grado di
superarlo… di certo, ciò avrebbe portato a
sviluppi davvero interessanti…
“Beh,
certo che in fondo è un
sollievo sapere che il piccolino non ricordi niente… sarebbe
stato un bel po’
imbarazzante quando avrebbe iniziato a parlare e a fare domande
particolari…”
commentò la Mai più giovane, mentre quella
più grande faceva notare: “Però non
capisco… come mai il Dottor Gelo ha fatto ricerche
così approfondite sulla
clonazione umana? Non è il creatore degli
Androidi?”
“Il
Dottor Gelo era un genio
della scienza in generale, quindi, era un esperto in tutti i suoi
ambiti...
peccato che quel pazzo, invece, di usare le sue conoscenze per rendere
il
nostro mondo un posto migliore, l’ha quasi
distrutto… e quel che è peggio, l’ha
fatto volontariamente!”
“Ehi,
Bulma… e se oltre a Goku
facessimo clonare anche gli altri guerrieri eliminati dagli
androidi?” propose
la Mai più giovane, ma la donna scosse la testa:
“No, è impossibile. Prima di
tutto, i loro corpi sono stati distrutti durante la battaglia contro
gli
androidi e se non si possiede anche solo una piccola parte di essi, non
si può
clonare niente… l’unico possibile sarebbe stato
Gohan, ma l’abbiamo sepolto
subito dopo la sua morte, dato che, con la scomparsa delle sfere del
drago, non
aveva più senso conservare un corpo, e ormai sarà
di certo troppo rovinato per
poter prenderne un campione… e poi, la macchina della
clonazione è stata
completamente distrutta in quel terremoto di due mesi fa, in cui per
poco non
venivano ammazzati anche la Mai più grande, Goku e Vegeta,
quindi, non si
potrebbe fare niente neanche volendo. Goku è stato
l’unico ed il solo individuo
che abbiamo clonato.”
“Capisco…
peccato…” fece la
Mai più giovane, mentre l’altra commentava:
“Speriamo che il Red Ribbon non
abbia approfittato di queste ricerche per clonare qualche pericoloso
vecchio
nemico di Goku… o, peggio ancora, quei maledetti cyborg
infernali!”
“Non
credo che l’abbiano
fatto… quei due cyborg non obbedivano nemmeno agli ordini
del loro creatore,
quindi, chiunque saprebbe quanto erano pericolosi… inoltre,
i due Trunks li
hanno disintegrati in entrambe le linee temporali, la stessa fine che
hanno
fatto tutti gli avversari di Goku. State tranquille, non corriamo alcun
pericolo.”
Proprio
in quel momento, si
udì un forte frastuono provenire da una finestra dal piano
terra
dell’abitazione e la Mai più giovane
esclamò: “Viene dalla cucina!”
“Allora,
temo di sapere di chi
si tratta…” sospirò Bulma, dirigendosi
verso la porta, ma, proprio in quel
momento, essa stessa si aprì e un’incredibile
quantità di quelle che sembravano
palline rimbalzanti marroni si riversò nel parco, mentre due
individui, uno che
era un vecchio dalla pelle rugosa e arancione con in testa un berretto
marroncino ed un grembiule giallo con su scritto in arancione
‘Lemo’, mentre
l’altra una giovane donna con la pelle verde, gli occhi
violetti ed i capelli
bianchi, uscirono in tutta fretta dall’abitazione.
“Te
l’avevo detto che era
meglio se lasciavi stare, Cheelai! Hai esagerato con il lievito, come
al
solito!” borbottò il vecchietto, tentando di
afferrare una delle palline
impazzite, mentre la giovane donna coi capelli bianchi, ribatteva,
furiosa:
“Chiudi il becco, Lemo! Così i miei biscotti sono
più leggeri!”
“Ah!
Per essere leggeri sono
leggeri!”
“Ma
insomma, che sta
succedendo qui?! Non riesco a dormire con tutto questo baccano! E cosa
sono
queste palline impazzite?!” tuonò, adirata, la
voce di Beerus e Bulma gli
spiegò: “Cheelai ha provato a cucinare dei
biscotti e…”
“Oh,
miseraccia… non ditemi
che ha di nuovo cucinato delle schifezze!” sbottò
la divinità e, furiosa,
l’aliena protestò: “Ehi, io non cucino
delle schifezze!!!”
“Ah,
no? E allora quegli
schifi che siamo stati costretti ad ingurgitarci in questi due mesi
d’inferno
come li chiami? Perché non ti arrendi e basta, ragazza? In
cucina fai schifo.
Persino il vecchio lì, il bestione, il ragazzino e la moglie
del ragazzino
cucinano molto meglio di te! Quei cosi saranno di sicuro
disgustosi!”
Furiosa
per l’insulto, Cheelai
colpì Beerus fortemente alla testa con un enorme martello.
“Prima
di giudicarli,
assaggiali, prima! Potresti trovarli anche buoni!”
esclamò la giovane aliena
allungando alla divinità un sacchetto coi biscotti che lei e
Lemo erano
riusciti a recuperare, non accorgendosi che il vecchietto, alle sue
spalle,
aveva alzato gli occhi al cielo.
Nonostante
il grosso
bernoccolo, Beerus fece un biscotto e, dopo averlo osservato
attentamente, fece
una faccia schifata.
“Sono
carini, vero? Li ho dato
la forma di piccoli animali!” esultò, tutta
felice, Cheelai, non accorgendosi
dell’espressione del dio, il quale pensò:
“Questo sarebbe un animale?! Sembra
più il mostriciattolo di uno di quei film
dell’orrore che danno in prima serata
il venerdì!”
“Ho
capito, è un polpo!”
esclamò, dopo un po’ Beerus, mentre Cheelai, con
espressione seccata,
ribatteva: “Guarda bene! Quello è un
pinguino!”
A
quel punto, Beerus prese un
altro biscotto ed esclamò: “Questo è un
granchio!”
“E’
un leone, scemo!” protestò
Cheelai, mentre la divinità prendeva un altro biscotto e
dichiarava: “Una pulce
d’acqua!”
“E’
un coniglio!!!”
“Il
mostro di Loch Ness.”
“Cigno!!!”
“Una
bambola voodoo.”
“Un
procione!!!”
“Seppia.”
“Alligatore!!!”
“Un’ameba.”
“Un
koala!!!”
Dopo
un po’ Cheelai, nel
tentativo di trattenere tutta la sua rabbia crescente verso la
divinità, disse:
“Perché non li mangi e basta, invece di fare tanto
lo spiritoso?!?!”
“E
invece tu, perché non te ne
torni ai tuoi esercizi di arti marziali?! Te la cavi molto meglio
lì che con la
cucina!” le rispose Beerus e la giovane donna rispose,
furiosa: “Perché ieri ho
visto in tv una ragazza che regalava dei biscotti al suo fidanzato!
Broly è il
mio ragazzo e, in quanto tale, ho il dovere di preparargli dei biscotti
con le
mie manine delicate!”
Proprio
in quel momento, tre
individui, due dei quali completamente identici, planarono
delicatamente e,
immediatamente, Cheelai corse dal terzo individuo, alto e pieno di
cicatrici,
il quale aveva indosso una canottiera bianca, grossi scarponi da
ginnastica,
pantaloni viola, a cui era legata una grossa pelliccia verde, e,
allungandogli
il sacchetto, gli disse, con un gran sorriso: “Broly, ho
preparato dei
biscotti, ne vuoi uno?”
“Certo,
perché no?” annuì il
gigantesco saiyan e prese, senza troppi problemi, un biscotto cucinato
da
Cheelai e se lo mise in bocca.
“Ehi,
ma… è buonissimo!”
esclamò Broly e, indicando il pacchettino,
domandò: “Posso prenderli?”
“Ma
certo, Broly! Anzi, sono
tutti tuoi!” annuì Cheelai, passandogli il
sacchetto, permettendo così a Broly
di mangiarseli tranquillamente tra lo sgomento generale, a causa della
famosa e
disgustosa cucina di Cheelai.
“Non
ne risente minimamente…
ma di cosa è fatto, Broly?!” commentò,
con gli occhi sgranati, Beerus, mentre
Whis commentava: “Beh, ha sviluppato uno stomaco in grado di
digerire una zecca
intera…”
A
quel punto, Cheelai si voltò
verso il gruppo, dichiarando, con un sorrisetto di trionfo:
“Allora, avete
visto? Qui c’è qualcuno che apprezza la mia
cucina!”
“Certo,
perché Broly è un
famoso critico gastronomico… ti rammento che ha vissuto su
un asteroide pieno
di mostri fino a quasi metà anno fa! E’ molto
probabile che i tuoi piatti gli
ricordano quello che doveva mangiare su Vampa.”
Commentò Beerus, mentre Cheelai,
con espressione adirata, muoveva un pugno, come se morisse dalla voglia
di
tirarlo in testa proprio a Beerus.
Però,
in quel momento, Broly,
smise di mangiare, alzò la testa di scatto e si mise a
fissare il cielo.
“C’è
qualche problema, Broly?”
domandò il Trunks più giovane e l’altro
rispose, indicando il cielo: “Sta
arrivando…”
Subito,
i due alzarono lo
sguardo stupiti, ma, immediatamente, la confusione lasciò
spazio alla gioia,
tanto da farli dire con emozione: “Sono
tornati…”
“Ma
che vi prende?” domandò,
sorpresa, Bulma, ma prima che uno dei due Trunks potesse rivelargli
cosa stava
succedendo, si sentì un rumore sopra alle loro teste e,
immediatamente, tutti
alzarono le teste, sopresi.
Possibile
che fossero…
“Ehi!!!
Eccoci!!!” urlò una
voce maschile proveniente dall’oblò di una grossa
navicella sferica e, subito,
un ragazzo coi capelli a spazzola neri si sporse, sventolando la mano a
tutta
velocità, mostrando nel mentre anche un grosso sorriso.
“Tarble!!!!”
gridarono,
contemporaneamente, tutti i presenti ed il giovane saiyan
sgusciò fuori dalla
finestra, per poi volare a tutta velocità verso i compagni.
Una
volta a terra, Tarble
dovette affrontare l’abbraccio di Bulma, la quale disse, nel
mentre:
“Finalmente siete tornati! Ci sei mancati!”
“Immagino…
in questi due mesi
ci siete mancati tutti!” fece il ragazzo, mentre i due Trunks
gli davano delle
pacche sulla schiena.
Nel
frattempo, Gure aveva
provveduto a far atterrare la navicella sul piazzale della Capsule
Corporation,
per poi uscire anche lei a tutta velocità dalla navicella
per abbracciare e
salutare gli amici che non vedeva da ben due mesi.
Una
volta che si furono tutti
salutati, Tarble e Gure ritornarono nella navicella, per prendere i
loro
bagagli.
“Allora,
è tutto a posto?”
domandò Bulma, mentre Tarble, con addosso uno zainone da
escursione, spingeva
un gigantesco trolley con su una borsa da ginnastica, annuì,
col suo solito
sorriso: “Sì, anche se la parte burocratica
è stata un vero inferno… ci ha dato
molti meno grattacapi catalogare ed imballare tutte le nostre cose,
figurati un
po’!”
“A
quanto pare la burocrazia è
un inferno ovunque…” commentò Bulma,
per poi rivelare: “Vi ho preparato la
stessa stanza che avete usato due mesi fa.”
“Ah,
ottimo, grazie.”
Nel
frattempo, anche il resto
dei ragazzi si dava da fare per aiutare i due alieni a spostare tutti i
loro
bagagli, i quali erano davvero parecchi.
Ovviamente,
l’unico che si
lamentava e basta, facendo fare tutte le cose agli altri era,
naturalmente,
Beerus, il quale, borbottava: “Quanti bagagli… ma
cos’è, un trasloco?”
“E’
un trasloco, Lord Beerus.”
“Bah,
io non capisco… perché
portarsi dietro tutta quella roba? Mortali…”
borbottò la divinità e Bulma,
esasperata, gli ordinò: “Invece di startene
lì a non fare niente, vieni a darci
una mano!”
“Va
bene, va bene…” borbottò
Beerus, per poi prendere nel mucchio di bagagli dei due alieni il primo
borsone
che gli capitò a tiro, il quale si rivelò subito
pesantissimo, tanto che il dio
dovette usare entrambe le mani per poterla sollevare.
“Ehi,
ragazzino! Ma ci sono
delle pietre qua dentro?!” sbottò Beerus e Tarble,
mettendosi a tracolla un
enorme borsone arancione, rivelò: “Oh,
no… solo una parte della mia biblioteca
personale.”
“Una
parte? Aspetta, possiedi
molti libri?!”
“Non
sono il più forte della mia
famiglia, ma, in compenso, sono un buon intellettuale.”
“Anche
troppo, secondo me…”
“Ah,
Broly, fa attenzione con
quella scatola… lì dentro
c’è il servizio da tè di Gure che
appartiene alla sua
famiglia da generazioni e la sua collezione di bambole e statuette di
porcellana.”
“Ma
non potevate fare come il
bestione che quando ha lasciato il suo pianeta non
s’è preso niente?!” domandò,
furioso, Beerus e Cheelai gli ricordò: “Su Vampa
non c’era niente a parte
zecche gigante e bestie verdi con la faccia da cane! Cosa credi che si
portasse
via da un posto del genere?”
La
risposta della divinità fu
un: “Quanto odio i traslochi… sempre viaggiare
leggero, questo è il mio motto!”
Mentre
diceva quelle parole,
la divinità non si accorse di uno scalino, di conseguenza,
cadde bruscamente
per terra, lanciando persino in aria il borsone, il quale poi gli cadde
malamente sulla testa.
Vedendo
la scena, Whis si
avvicinò a Beerus e commentò: “Adesso
capisco perché le piace viaggiare
leggero, Lord Beerus… si tratta di una precauzione nel caso
in cui la valigia
le cadesse sulla testa.”
“Whis,
taci…” fu la risposta
adirata e dolorante della divinità, ancora stesa per terra
col borsone sulla
testa.
Alla
fine, tutti i bagagli
della coppia furono portati in casa e sistemati, poi Bulma prese il
telefono e
annunciò: “Vado ad ordinare delle pizze per
festeggiare il trasloco. Voi
prendete pure una bottiglia di coca cola dal frigorifero.”
“Ok.”
Fecero tutti e, una
volta che Bulma se ne fu andata, Whis disse: “Beh, adesso che
ci siamo tutti…
Trunks, Broly, Tarble… che ne direste di partire questo
pomeriggio per il
pianeta di Lord Beerus per allenarvi?”
Subito,
Beerus sputò con
violenza tutta la coca cola che stava bevendo e si mise a sbraitare,
come da
copione: “Ma dico, cosa ti salta in mente, Whis?!
Perché dovremmo portare dei
mortali sul nostro pianeta, soprattutto se uno di detti mortali
è uno che
quando si arrabbia perde la testa e massacra tutti quanti?! Per non
parlare poi
di quando il ragazzino si è trasformato per la prima volta
in supersaiyan! E’
diventato un sadico arrogante, peggio persino del suo vecchio e di suo
fratello!”
“Beh,
qui sulla Terra non
possono usare la loro piena potenza per paura di fare troppi danni,
mentre,
invece, è necessario sprigionare tutti i propri poteri se si
vuole avere la
speranza di usarli… per questo trovo che sia
un’ottima idea portarli con noi
sul nostro pianeta.”
“Whis,
non puoi portare chi ti
pare e piace a casa mia! Non è mica un albergo!”
“Suvvia,
in fondo, non è la
prima volta che i due Trunks vanno sul nostro pianeta… si
ricorda cos’è
successo due anni fa?”
Pianeta
di Lord Beerus
Giardino,
due anni fa, 14:37
“Capisco…”
fece Whis, con
espressione meditabonda, osservando i due ragazzi identici accompagnati
da un
tipo basso e con le orecchie a punta, con su degli orecchini dalla
sfera verde.
“E
così, volete che io ed il
divino Beerus vi aiutiamo a sconfiggere Dabra e Babidi,
sennò Kaioshin morirà e
con la sua morte apparirà un apprendista Kaioshin corrotto
del Decimo Universo
il quale si è scambiato di corpo con un mortale di un
universo parallelo
fortissimo il cui scopo è portare morte e disperazione per
un fanatico piano
contro i mortali?” ricapitolò l’angelo e
il Trunks più grande annuì.
“Cielo,
siamo messi proprio
maluccio…” commentò Whis, scuotendo la
testa, per poi domandare, indicando il
Trunks più grande: “Comunque, siete proprio sicuri
che questo Trunks venga da
un altro futuro alternativo che è stato cancellato a causa
delle azioni di
questo Zamasu?”
“Sì,
abbiamo già verificato.”
Annuì il Trunks più giovane e Kaioshin
affermò: “Inoltre, sapeva tutto di me,
di Kibith, delle abilità di un apprendista Kaioshin, di voi
due… perdipiù, ci
ha anche detto dove si trovava il mio antenato, quello che Beerus ha
rinchiuso
dentro la Spada Z, e anche come liberalo, oltre alla connessione tra un
Kaioshin ed il dio della distruzione.”
“Capisco…
allora, in questo
caso, non rimane che svegliare Beerus e sconfiggere questi
due… a proposito,
fra quanto dovrebbero arrivare, all’incirca?”
chiese Whis ed il Trunks più
grande rivelò: “Fra circa un mese.”
“Ottimo…”
annuì l’angelo e,
proprio in quel momento, un enorme gatto gigante viola con addosso una
camicia
da notte azzurrina apparve sul sentiero e, sbadigliando,
domandò: “Ma cos’è
questo chiasso?! Non riesco a dormire!”
Vedendolo,
il Trunks più
giovane, il quale era l’unico a non aver mai visto Beerus
prima d’ora, esclamò,
sorpreso: “Lord Beerus, il dio della distruzione…
sarebbe quello?”
“Sì.”
Fu la risposta
dell’altro e Trunks esclamò: “Me lo
immaginavo più spaventoso… in fondo, stiamo
parlando di un dio della distruzione… sembra che sia appena
sceso dal letto!”
“Probabilmente
perché è appena
sceso dal letto…”
Nel
frattempo, Beerus fece:
“E… e… etciù!!!!”
Inaspettatamente,
il suo
starnuto fece scaturire una sfera d’energia violetta che si
diresse a tutta
velocità verso il piccolo gruppo e tutti, compreso il Trunks
più giovane, si
spostarono di scatto.
La
sfera d’energia proseguì a
tutta velocità il suo corso, fino a quando non si
scontrò con un pianeta nel
cielo rosato, generando una potentissima esplosione.
“Accidenti…
allora è davvero
il dio della distruzione… se quell’attacco ci
avesse preso, saremmo di certo
morti!”
“Ah…
fa sempre così quando ha
sonno…” commentò Whis, scuotendo la
testa “Quando ha distrutto quei due soli e
tutto è diventato buio è stato un bel
guaio…”
Nel
frattempo, mentre Whis
parlava, Beerus levitò su un albero vicino al sentiero e si
mise a penzolare da
un ramo con la coda ad occhi chiusi, come un opossum addormentato.
“Come
avete fatto a
ripristinare i soli? Riuscite anche a creare le stelle?”
domandò il Trunks più
giovane e Whis, con un sorriso, rivelò: “Oh,
no… in quel caso ci penso io a
rifare tutto…”
“Rifare
tutto?”
“Ho
riportato solo un po’
indietro il tempo e ho colpito Beerus prima che facesse quella
stupidaggine.”
“Ma
allora questo significa
che esiste un mondo in cui Beerus ha distrutto i due soli?”
domandò il Trunks
più grande e Whis rispose: “Oh, no…
più che modificare il passato, il mio
potere si limita a ‘disfare’ qualcosa che
è appena avvenuto… ma è il limite
massimo è di tre minuti. Tra l’altro, una volta
usato, resta inutilizzabile per
qualche tempo e ciò permette all’asse temporale di
riassettarsi…”
Nel
frattempo, Beerus smise di
penzolare e aprì gli occhi, vedendo Whis parlare con
Kaioshin e due tipi
identici.
Incuriosito,
il dio scese
dall’albero e si avvicinò ai due tipi identici,
gridando: “Ehi, voi due! Chi
diavolo siete e soprattutto… che ci fate in casa
mia?!”
Sentendo
quella voce
improvvisa, i due saiyan sussultarono e si spostarono di lato.
“Ah,
sono due giovani
terrestri mezzosangue che sono venuti fin qui per avvertirla di un
grande
pericolo che la minaccia…” fece Whis e Beerus lo
interruppe: “Terrestri
mezzosangue?”
“Eh,
sì… sono i figli di una
terrestre e del principe dei saiyan Vegeta IV.”
“Cosa?!
Quel ragazzino aveva
dei figli?! Certo che era precoce…”
“Ma
cos’ha capito? Quand’è
cresciuto, ha avuto un figlio da una terrestre…”
“Aspetta
un momento… è
cresciuto? Ma non avevo detto a Freezer di eliminare tutti i saiyan
subito dopo
che ho fatto visita al re dei saiyan?!”
“Beh,
lo ha anche fatto… solo
che sono sopravvissuti sei saiyan.”
“Sei
saiyan?! Sono troppi! Gli
avevo ordinato di farli sparire tutti! Ma che razza
d’incapace! E adesso quelli
si saranno riprodotti e ci saranno altri saiyan sparsi per lo spazio a
parte
questi due!”
“Oh,
via… tra tutti quei
saiyan, soltanto i figli di Vegeta sono sopravvissuti.”
“Perché?
Gli altri che fine
hanno fatto?”
“Sono
tutti morti in
combattimento, a parte uno che si è beccato una malattia
cardiaca e… addio.”
“Beh,
allora va bene così…
anche se avrei sperato che non ci fosse più un solo saiyan
nell’universo…
comunque, perché questi due sono qui?!”
“A
quanto pare c’è un
problema, Lord Beerus…” svelò Whis,
mentre Kaioshin raccontava: “Da mesi so che
il mago Babidi si nasconde sulla Terra con l’obiettivo di
risvegliare il
pericoloso demone Majin Bu, ma, proprio quando stavo per organizzare il
contrattacco, ho scoperto una cosa preoccupante: la sua magia gli ha
permesso
di controllare Yakon, un mostro demoniaco potentissimo temuto in tutto
l’universo, e persino Dabra, il re del mondo
demoniaco!”
“Beh?
Cosa centro io in questa
storia?”
“Adesso
glielo spiego, Lord
Beerus… so da fonte affidabile che a causa di ciò
io morirò nello scontro.”
“CHE
COSA?!?!?!”
L’urlo
di Beerus si sentì per
tutto il pianeta e, una volta che la divinità ebbe finito,
si mise ad inveire
stavolta contro Kaioshin: “Razza d’idiota! Quante
volte ti ho detto di startene
fuori da queste beghe da mortali?!?! Se ti fanno fuori, ci resto secco
anch’io!!!”
“A
questo punto, se vuole
restare vivo, Lord Beerus, dovrà partecipare allo scontro e
sconfiggere Dabra.”
S’intromise Whis e Beerus si mise a sbraitare, adirato:
“Sconfiggerlo?! Ma io
lo ammazzo! Lo disintegro, lo cancello, quello! Gli farò
vedere cosa succede a
chi attenta alla mia vita!!!”
“Veramente,
Dabra ha
intenzione di eliminare me, non lei, divino
Beerus…” gli fece notare Kaioshin e
Beerus ribatté: “E allora?! Ti rammento che noi
due siamo collegati! Se uno
attenta alla tua vita, attenta anche alla mia, pertanto ho tutto il
diritto di
cancellarlo! Quel tipo sarà anche il re del mondo degli
inferi o quel che è, ma
con me non ha speranze! Nessuno è più forte di
me!”
“Tranne
forse il Supersaiyan God…”
gli sussurrò Whis e Beerus si mise a riflettere,
incuriosito: “Supersaiyan God…
dov’è che l’ho già
sentito?”
Ad
un tratto, però, un
pensiero gli attraversò la testa ed esclamò:
“Aspettate un attimo… ma voi come
fate a sapere cosa succederà nel futuro?!”
“Ah,
è molto semplice… il più
grande dei due Trunks qui presenti, viene dal futuro e ci ha raccontato
come
andranno le cose.” Spiegò Whis, indicando il
Trunks in questione e subito,
Beerus sbraitò: “Che cosa?! Ma stiamo scherzando?!
Manipolare il tempo è un
reato gravissimo!”
“Guardi
dal lato positivo,
Lord Beerus… questa manipolazione le permetterà
di sopravvivere.”
“Urgh…”
fece la divinità, per
poi voltarsi verso il Trunks più grande e dichiarare:
“D’accordo, ragazzo… per
stavolta chiuderò un occhio sulla violazione…
tornatene da dove provieni ed in
fretta, anche, prima che cambi idea!”
“Ah,
giusto, c’è un’altra cosa
che dovrebbe sapere, Lord Beerus…” si
ricordò Whis, per poi dire: “A quanto
pare, con la sua morte, un apprendista Kaioshin corrotto del Decimo
Universo, a
cui dovremo anche andare a fare una visitina, proveniente da un mondo
parallelo, è venuto nel suo mondo e, dopo essersi alleato
con la sua versione
di quel mondo, ha cominciato a fare danni a destra e a manca, usando il
corpo
rubato ad un mortale… e alla fine è arrivato
Zen’o che ha cancellato tutto.”
“Cosa?!”
“Esatto.
Sono sopravvissuti
soltanto il Trunks qui presente e la sua ragazza, la quale è
rimasta sulla
Terra… quindi, hanno pensato di trasferirsi in questa linea
temporale, dato che
nella loro è stato tutto cancellato.”
“Che?!
Ma stiamo scherzando?!
Se Zen’o scopre di questa cosa, ci cancella tutti e tanti
saluti!!!”
“Suvvia…
basterà non
dirglielo, no?”
“Troppo
pericoloso! Che se ne
vadano in un’altra linea temporale e che siano un problema
per un altro Beerus,
ma non per il sottoscritto!”
“Ah,
peccato…” commentò Whis,
affondando il cucchiaino in una piccola panna cotta ai frutti di bosco che
venne immediatamente notata da Beerus, il quale esclamò,
avvicinandosi, incuriosito:
“Ehi, cos’è quella roba?
L’odore e l’aspetto sono deliziosi, anche se non ho
mai visto una cosa del genere prima
d’ora…”
“Questa?
Ah, è un dolcetto
terrestre che i due Trunks hanno portato… vuole assaggiare?
E’ davvero molto
buono.” Rivelò Whis, passando alla
divinità un cucchiaino.
Il
dio rimase un attimo in
silenzio, poi prese un pezzo di dolce e se lo mise in bocca.
Subito,
sgranò gli occhi e
cominciò a mangiare quel dolcetto voracemente.
Dopodiché,
Beerus commentò:
“Mmh… però… questa
è tra le cose più buone che abbia mai mangiato in
vita mia!”
“Ha
proprio ragione, Lord
Beerus… e pensi che pare che sulla Terra ci siano un sacco
di prelibatezze,
buone proprio come quel dolcetto.” Annuì Whis e il
dio rimase in silenzio un
attimo, poi si voltò verso i due Trunks e
domandò, con sguardo indagatore: “E’
vero che sulla Terra ci sono altre delizie come questa che ho appena
mangiato?”
“Sì.”
Annuì il Trunks più
giovane, mentre l’altro aggiungeva: “Nel mondo
alternativo del passato lei ha
risparmiato la Terra proprio perché i cibi terrestri
l’avevano conquistata…
anzi, spesso, in quella dimensione, va a casa nostra per provare nuove
delizie.”
Beerus
rimase un attimo zitto,
poi disse: “Sentite, facciamo così:
farò finta di non vedere le due coppie di
doppi… ma in cambio del mio silenzio voglio gustare altre
prelibatezze della
Terra! E devono essere buonissime, sennò vi cancello tutti,
chiaro?!”
“Sì!”
annuirono i due
guerrieri terrestri, mentre Whis si allontanava dicendo:
“Beh, vado a preparavi
il bagno, Lord Beerus… si vede proprio che non vi alzate da
un pezzo… e vi
preparerò anche la colazione.”
“Ottimo…”
sogghignò Beerus
poco prima che un pensierino gli attraversasse la testa.
Non
appena gli fu venuta in
mente la cosa, si girò verso i due Trunks e
sbottò: “Un momento… avete detto
che io nel mondo alternativo del passato ho risparmiato la Terra,
giusto?
QUINDI QUESTA NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE MANIPOLATE IL
TEMPO?!?!”
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
14:30
“Quindi,
potremmo anche
portare Tarble e Broly, no? Sono certo che quest’esperienza
gli gioverebbe
molto.” Concluse Whis e Beerus, con una smorfia
borbottò: “Oh, e va bene! Tanto
stai sempre dalla loro parte!”
“Che
ci vuol fare, Lord
Beerus… quando si ha instaurato un buon rapporto
d’amicizia…”
“Ma
non dire sciocchezze! Tu
stai dalla loro parte solo per il buon cibo!”
“Beccato.”
Pianeta
di Lord Beerus
Giardino,
lunedì, 15:30
“Accidenti…
certo che è
difficilissimo muoversi con queste tute addosso…”
commentò il Trunks più
giovane, cercando di levitare, ma, a causa dell’enorme tuta
gialla che aveva
addosso, uguale a quella indossata dall’altro Trunks, da
Tarble e da Broly,
faceva movimenti goffi e stentati.
“Lo
so… il vostro primo
esercizio è proprio quello di fare un giro di questo pianeta
come riscaldamento.”
Cinguettò Whis, mentre tutti i presenti facevano delle facce
sconvolte.
“Quest’esercizio
vi aiuterà ad
abituarvi a combattere in condizioni sfavorevoli per voi…
dopotutto, non si sa
quello che potrà capitarvi in futuro, pertanto, è
necessario che siate
preparati per ogni evenienza…” spiegò
l’angelo ed il Trunks più grande ammise:
“In effetti, quest’idea non è
malaccio… diamoci dentro!”
Tuttavia,
nonostante le buone
intenzioni, volare con quella roba addosso era difficile per tutti e quattro,
infatti, in venti minuti, i ragazzi percorsero solo un metro volando,
mentre l'angelo se ne
stava tranquillo per terra a godersi un bel ramen caldo.
Era
così concentrato sul cibo
da non accorgersi delle due figure apparse all’improvviso
alle sue spalle che
osservavano in silenzio gli sforzi dei quattro guerrieri.
“Chi
sono quei quattro? Nuovi
discepoli?” domandò all’improvviso uno
dei due, facendo voltare Whis, il quale
si vide davanti un gatto grasso viola e una donna dalla pelle azzurra
che gli
assomigliava molto.
“Quanto
tempo, Whis.” Lo
salutò il gatto, mentre Whis diceva: “Che
sorpresa, Lord Champa…”
Tuttavia,
l’improvvisa
apparizione non era passata inosservata nemmeno ai quattro guerrieri, i
quali
si girarono prontamente in quella direzione.
“Ehi,
guardate! C’è un tipo che
assomiglia a Beerus! E c’è pure una donna identica
a Whis!” esclamò Broly,
indicando Champa e Vados, mentre il Trunks più giovane si
voltava verso la sua
controparte più grande, domandandogli: “Conosci
quei due, Trunks?”
“No,
non li ho mai visti
prima… però, Whis sembra conoscerli, quindi,
possiamo stare abbastanza
tranquilli…” Dichiarò il saiyan, mentre
Tarble commentava: “Chissà chi sono e
che cosa vogliono…”
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Capitolo 26 *** Il gemello di Beerus ***
Capitolo
26: il gemello di
Beerus
Pianeta
di Beerus
Giardino,
lunedì, 15:45
“Desiderate
qualcosa?”
domandò, tranquillamente, Whis e Champa ordinò,
in maniera arrogante: “Chiama
Beerus.”
“Si
starebbe riposando, però…
come volete. Attendete solo un istante…”
annuì Whis, alzandosi in volo e dirigendosi
verso il gigantesco albero del pianeta, dove si trovava la dimora di
Beerus,
mentre Champa faceva un sorrisetto divertito.
“Lei
chi è, signore? E’ un
amico di Beerus? Gli assomiglia molto, sa?” fece Broly,
atterrando piuttosto
lentamente e maldestramente per via del fatto che indossava ancora la
tuta
pesante e Vados annunciò: “Per vostra
informazione, siete al cospetto di Lord
Champa, fratello gemello di Lord Beerus e dio della distruzione del
Sesto
Universo.”
“Cosa?!
Anche lui sarebbe una
divinità della distruzione?!” esclamò
il Trunks più giovane, mentre Tarble,
grattandosi la testa, diceva: “Sesto Universo? E’
la prima volta che sento una
cosa del genere…”
“Mi
sorprende che Beerus abbia
un fratello… non ce l’ha mai detto
prima…” commentò il Trunks
più giovane,
mentre la sua versione più grande, faceva notare:
“Beh, neanche papà ci ha mai
detto di avere un fratello minore… l’abbiamo
scoperto solo due mesi fa da un
tizio mezzo matto che voleva eliminarci tutti per uno stupido ideale di
vendetta!”
Nel
frattempo, Broly, si
avvicinò a Champa e, dopo averlo guardato un attimo,
domandò: “Ma chi è il più
forte tra te e Beerus?”
“Beh,
questa è una risposta
facile da dare…” rispose Vados, per poi dare
un’occhiata divertita alla pancia
della divinità e commentare, con una risatina di sottofondo:
“Basta guardare la
corporatura per capirlo, no?”
“Vados!!!!”
strillò,
imbarazzato e furioso, Champa e la donna rise: “Ops, oh oh
oh… perdonate
l’insolenza.”
“Certo
che lei, signorina,
assomiglia tanto a Whis, sia nell’aspetto che nel
carattere… siete anche voi
due fratelli gemelli?” domandò Broly e Vados
rivelò: “Fuochino… in
realtà, Whis
è mio fratello minore.”
“Oh…
e chi è il più forte tra
voi due?” fece il saiyan, incuriosito al massimo, e la donna
aggiunse, con una
leggera punta d’orgoglio: “Mmh… forse io
lo supero leggermente…”
“Non
sono d’accordo con quanto
hai appena detto, sorella…” protestò in
tono pacato una voce alle spalle e
quando tutti i presenti si voltarono e videro Whis avvicinarsi con
Beerus che,
ovviamente, sbadigliava “Sono ormai passati migliaia di anni
da quando mi hai
addestrato…”
Per
tutta risposta, Vados fece
un sorrisetto malizioso e lo sfidò: “Uh uh
uh… vogliamo verificare?”
“Insomma,
che diavolo volete?”
s’intromise, seccato, Beerus “Siete venuti fin qui
solo per parlare di questo?”
“Uh
uh uh… Beerus, quanto
tempo… facciamo la nostra solita sfida,
preparati!” ghignò Champa, mentre
Broly, incuriosito, ripeteva: “Sfida?”
Usando
i loro bastoni, Whis e
Vados fecero apparire un tavolino di legno con su due piatti, uno
contenente
delle uova fumanti mai viste prima d’ora e l’altro
dei noodles istantanei alle
verdure presi al supermercato.
Vedendo
i noodles, Vados non
trattenne una risatina mentre Champa, invece, scoppiò a
ridere divertito: “Ah
ah ah ah… ma che cos’è questa roba?!
Hai soltanto versato dell’acqua calda in
un bicchiere!”
“E
questi allora?” commentò
Whis, prendendo un uovo, ed il gemello rispose: “Assaggialo!
E’ un uovo bollito
di Dondon, un volatile appena scoperto… è
talmente buono che perderai l’uso
della parola!”
“Mmh…
Dondon… credo di averne
sentito parlare su un libro di ornitologia
spaziale…” rifletté Tarble, mentre
il Trunks più giovane si avvicinava a Whis e gli domandava,
incredulo: “Scusa,
Whis, ma la sfida tra Beerus e Champa consiste in una gara di
cucina?”
“Oh,
sì… fanno sempre così
quando si vedono.” Annuì l’angelo,
prendendo un uovo, e il Trunks che aveva
appena parlato commentò: “Questa
poi…”
Nel
frattempo, Broly si
avvicinò al tavolo e domandò, indicando
l’uovo di Dondon: “Potrei prenderne
uno, per favore?”
“Ma
certo, accomodati pure!”
acconsentì la divinità, euforica al pensiero che
un membro dell’universo di
Beerus volesse mangiare i suoi piatti, ed il saiyan prese un uovo,
mangiandoselo con gusto, dopo aver esclamato: “Grazie
infinite!”
A
quel punto, Champa si voltò
verso Vados e le ordinò: “Vados, porta qui altre
due uova bollite di Dondon!”
“Subito,
Lord Champa.” Annuì
l’angelo, facendo comparire altre due uova.
A
quel punto, la divinità del
Sesto Universo si voltò verso i due Trunks e Tarble e gli
disse: “Prendetene
anche voi tre, non fate complimenti!”
“Davvero?
Grazie infinite,
signore!” lo ringraziò Tarble, prendendo un uovo,
così come avevano fatto gli
altri due Trunks.
Mentre
mangiava il suo, il
Trunks più grande pensò: “Niente male!
Il sapore ricorda molto quello di un
uovo della Terra.”
Una
volta che tutti ebbero
finito di mangiare, Champa, guardando Beerus, lo provocò:
“Ah ah ah ah! Allora?
Persino i tuoi discepoli preferiscono i piatti del mio universo! Sei
sconvolto,
vero? Sembra proprio che il Sesto Universo sia di gran lunga il
paradiso delle
prelibatezze!”
Per
tutta risposta, Beerus
fece un ghigno, indicando un barattolo di noodles: “Uh uh
uh… sta zitto e prova
a mangiare quello, Champa.”
Incuriosito,
ma, allo stesso
tempo, titubante, Champa assaggiò un po’ di
noodles grazie ad una forchetta di
plastica e, immediatamente, sgranò gli occhi per la sorpresa.
“Uh
uh uh… com’è?” chiese con
un ghigno Beerus, anche se, in fondo, la domanda era superflua, dal
momento che
sia Champa che Vados stavano divorando il piatto con gusto.
Una
volta finito, Champa
arrivò persino a bersi tutto d’un fiato il brodo
del noodles, ma, una volta
finito, commentò: “Mmh… così
così.”
“Ma
se ti sei scolato il brodo
fino all’ultima goccia!” ribatté,
divertito, Beerus, mentre il gemello,
voltandosi a guardarlo domandava, titubante:
“Beerus… qu… questo… dove
l’hai
preso?”
“Su
un pianeta chiamato
Terra.”
“Terra?”
“E
c’è molto di più… quel
pianeta trabocca di delizie di ogni sorta.”
Sentendo
quell’affermazione,
Champa si girò verso Vados e le ordinò, piuttosto
malamente: “Ehi, Vados! Anche
nel Sesto Universo dovrebbe esserci la Terra! Cercala!”
“Lo
faccio subito.” Annuì la
donna, facendo apparire il bastone e mettendosi a cercare attentamente,
mentre
il Trunks più giovane chiedeva, incredulo: “Whis,
ma cos’è questo Sesto
Universo? Continuo a non capire… e neanche gli altri ne
hanno mai sentito
parlare prima d’ora…”
“Oh,
non lo sapete? Gli
universi in tutto sono dodici e noi ci troviamo nel settimo.”
Rivelò,
tranquillamente, l’angelo e tutti fecero delle facce sorprese.
“Cavolo…
non avrei mai pensato
ad una cosa del genere… a furia di concentrarmi sempre sulla
Terra, ignoravo
che vi fossero più universi…”
commentò, scioccato, il Trunks più giovane,
mentre quello più grande rifletteva: “In effetti,
mi sembra di averne sentito
parlare nel passato…”
“Lord
Champa è venuto qui dal
Sesto Universo… il Sesto ed il Settimo universo sono
praticamente uguali… tra
loro vi è un rapporto simile a quello tra due
gemelli… di quasi tutte le cose
esiste un dritto ed un rovescio, due facce della stessa
medaglia… ad esempio,
il Primo Universo ed il Dodicesimo, il Secondo e
l’Undicesimo… praticamente,
tutti gli universi i cui numeri, sommati, danno tredici formano una
coppia.”
“I-incredibile…
pazzesco…”
commentarono, all’uniscono i due Trunks, mentre Broly,
grattandosi i capelli
spettinati, borbottava: “Io non ci ho capito
niente… non è che potreste
rispiegarmelo, per favore?”
“Certo…
Broly, hai presente i
cioccolatini al latte che Bulma ci ha offerto a fine pranzo, quelli
avvolti
nella carta di alluminio rossa e che erano dentro a quel vassoio di
vetro?” gli
ricordò Tarble e Broly annuì:
“Sì, certo. Erano buonissimi. Anche se,
personalmente io preferiscono quelli della carta verde, che sono al
gusto di
pistacchio…”
“Va
bene… allora, prendi
dodici di quei cioccolatini e li conti fino ad arrivare al cioccolatino
numero
7, capito?”
“Sì.”
“Ecco,
quello è l’universo
dove viviamo noi e dove Beerus è il dio della distruzione,
assistito da Whis.”
“Ma
allora il gemello di
Beerus e la sorella maggiore di Whis sono rispettivamente il dio della
distruzione e l’angelo dell’universo rappresentato
dal cioccolatino che viene
prima del nostro?”
“Sì,
qualcosa del genere… poi,
mettiamo tutti i dodici cioccolatini su una torta… e quella
torta sarebbe
praticamente l’universo che ingloba tutti gli
universi.”
“Ah,
adesso capisco… certo che
sei davvero intelligente, Tarble… capisci sempre tutto al
volo…”
“Ma
dai… non è affatto vero…”
Proprio
in quel momento, Vados
esclamò, stupita: “Eccolo, Lord Champa. Anche nel
Sesto Universo c’è un pianeta
Terra.”
“Che
cosa?! Anche voi avete la
Terra?!” esclamò, senza parole, il Trunks
più giovane, ma, proprio in quel
momento, Vados aggiunse: “Tuttavia… purtroppo
sembra che sulla nostra Terra, in
passato un futile conflitto abbia portato…
all’estinzione totale degli esseri
umani.”
“Cosa?!”
esclamò Champa,
mentre Tarble commentava: “Oh, santo
cielo…”
“Ah
ah ah ah! Mi dispiace per
te, Champa… i terrestri creatori di squisitezze da te non ci
sono più!” lo
schernì Beerus, ma Whis gli ricordò:
“Le rammento, Lord Beerus, che se non era
per Trunks, i terrestri creatori di squisitezze non ci sarebbero stati
più
anche nel nostro universo a causa degli androidi…”
“Whis,
taci!” sbottò,
imbarazzata, la divinità.
Nel
frattempo, Champa era
livido di rabbia.
Com’era
possibile che quel
cretino di suo fratello avesse sempre il meglio nel suo universo?!
Era
un’autentica e palese
ingiustizia!
Se
solo ci fosse stato un modo
per far in modo di avere la Terra di suo fratello… ma come?!
All’improvviso,
notando i
goffi e maldestri allievi di Beerus, gli venne in mente
un’idea.
Con
quelle nullità avrebbe
senz’altro vinto… e gli avrebbe permesso anche di
localizzare finalmente
l’ultima…
“Beerus…
ti propongo una
sfida.” Dichiarò all’improvviso la
divinità ed il gemello, sbigottito da
quell’evolversi della situazione, domandò:
“Mh? Una sfida? E di che genere?”
“Una
lotta corpo a corpo. Se
vinco io, ci scambieremo i reciproci pianeti Terra.”
“Ah
ah ah ah! Tu… contro di
me? Ah ah ah ah ah!”
“No,
a scontrarsi saranno
esseri non divini scelti nei rispettivi universi. Che ne pensi di una
battaglia
di gruppi da cinque?”
L’improvvisa
proposta di
Champa lasciò tutti i presenti senza parole.
Cosa
aveva in mente la
divinità?
Con
un sorriso di trionfo,
infine, Champa continuò: “Combatteremo uno contro
uno. Vincerà chi alla fine
riuscirà a sconfiggere il leader della squadra avversaria!
Istituiamo il torneo
di lotta degli dei della distruzione del Sesto e Settimo Universo, che
ne
dici?”
“Eh?!”
fecero tutti i
presenti, increduli, mentre Whis commentava: “Oh,
cielo… saranno millenni che
quei due non risolvono una disputa attraverso una
lotta…”
“Davvero?”
fece il Trunks più
grande e l’angelo annuì: “Oh,
sì… in passato lo facevano spesso, ma poi, un
giorno, durante la loro festa di compleanno, Lord Beerus
mangiò il frutto Puff
Puff che era stato messo sulla torta del pianeta Swetts, invece di
condividerlo
con Lord Champa, come avrebbe dovuto fare, così,
naturalmente, hanno iniziato a
combattere e, nel mentre, litigavano su quale fosse
l’universo col cibo
migliore… è stato davvero terribile…
hanno distrutto un sacco di pianeti quella
volta… alla fine, siamo dovuti intervenire io e Vados prima
che la situazione
degenerasse e, facendo leva sul fatto che entrambi fossero degli
esperti di
cibo, gli ho proposto, da quel momento in poi, d’indirizzare
le sfide in ambito
culinario… così, da quella volta, la sfida si
è orientata sul cibo. Comunque,
detto tra noi, sembra proprio che stavolta l’onore di Lord
Champa ne sia uscito
piuttosto malconcio…”
“Quindi,
cosa succederà
adesso?” domandò il Trunks più giovane
e, proprio in quel momento, Champa
esclamò: “Decideremo il vincitore con un
combattimento corpo a corpo, che ne
dici?”
“Una
serie di sfide uno contro
uno tra squadre composte da cinque elementi scelti da noi? E
cos’avrei da
guadagnarci di grazia? E poi, tanto per cominciare, come faremmo a
scambiarci
la Terra?” fece notare Beerus e Champa rispose: “Ci
sono volute decine d’anni e
parecchia fatica, ma alla fine sono riuscito a raccogliere le Sfere dei
Desideri. Realizzano qualsiasi desiderio si chieda loro…
anche scambiare due
pianeti! Al momento ne ho solo sei, manca soltanto
l’ultima… se sarà il Settimo
Universo il vincitore, ti consegnerò tutte quelle in mio
possesso!”
“Eh?
Ma queste… sbaglio o sono
le sfere del drago?” s’intromise
all’improvviso ed incredulo il Trunks più
giovane e sia Vados che Champa sgranarono gli occhi a quella notizia,
infatti,
Vados esclamò: “Oh… conosci le sfere
del drago?”
“Sfere
del drago? Ma cosa
sono?” domandò, incredulo, Tarble ed il Trunks
più grande spiegò: “Sono delle
sfere magiche create dal Kami della Terra tanti anni fa. Sono sette in
tutto e
se riunite, dopo aver detto una formula magica, compare un drago magico
di nome
Shenlong che ti permette di esaudire un qualsiasi desiderio. Purtroppo,
quando
sono arrivati gli Androidi, Kami è morto, pertanto, adesso,
non è più possibile
esaudire un qualsiasi desiderio.”
“Accipicchia…
sfere magiche
che esaudiscono un desiderio… sarebbe un grosso guaio se
finissero in mani
sbagliate…” commentò Tarble, mentre il
Trunks più grande scuoteva il capo
tristemente: “Già… a volte non so se
sia una maledizione o una benedizione il
fatto che non ci siano più…”
Nel
frattempo, Beerus, con
aria di trionfo, rise divertito: “Ah ah ah ah! Mi dispiace
per te, Champa, ma
ci sono anche nel mio universo, sai?”
“Per
caso si tratta di quelle
create dai namecciani?” l’interruppe Champa e
Beerus, girandosi verso il Trunks
più giovane, il quale era il più vicino, gli
domandò: “E’ così?”
“Sì,
esatto. Kami era proprio
di origini namecciane.”
“Lo
sapevo…” ridacchiò Champa,
per poi rivelare, con entusiasmo: “Le vostre sono state
ricavate dai frammenti
di una grande Sfera dei desideri… pertanto, il loro potere
è limitato… quelle
vere, invece, sono di tutt’altra scala! Hanno addirittura le
dimensioni di un
pianeta! Sono talmente grandi che si potrebbero tranquillamente
chiamare
‘Pianeti dei desideri’! Soddisfano qualsiasi
richiesta, senza alcuna
restrizione! In altre parole, sono Super Sfere del Drago!”
“Aspetta,
ma le super sfere
del drago non sono quelle che Zamasu…?!” si
lasciò quasi scappare il Trunks più
grande, ma, annusando il pericolo imminente, Beerus lo colpì
prontamente in
testa con un pugno.
“Mh?
C’è qualche problema?”
domandò Vados, mentre Whis negava con assoluta
tranquillità: “No,
assolutamente.”
“Mmh…
però te ne manca una,
dico bene? Non vedo assolutamente il senso di fare una cosa del
genere!” fece
notare Beerus, dopo essersi occupato del Trunks più grande,
il quale si mise a
massaggiarsi la testa ancora dolorante, e Champa, con un sorrisetto,
rammentò:
“Se non rammento male, alcuni dei tuoi allievi conoscono le
sfere del drago… di
conseguenza, sapranno di certo come trovare l’ultima
sfera… dai, che ti costa
partecipare?”
“Non
intendo ripeterlo una
seconda volta, Champa, quindi ascolta molto attentamente:
io-non-parteciperò-a-quel-tuo-sciocco-torneo!!!!”
“Uhm…
vedo che siamo risoluti
a non farlo, eh? Non è che mi nascondi qualcosa?”
Immediatamente,
Beerus, da
pessimo attore, fece una faccia allarmata e Champa rise: “Lo
sapevo… hai paura
di confrontarti con me, perché sai che i tuoi guerrieri non
sono granché
rispetto ai miei!”
“Eh?!
Certo che no! I
guerrieri del mio universo straccerebbero i tuoi senza troppi
problemi!”
“E
allora dimostramelo, visto
che sei tanto sicuro di te…”
Beerus
fece un piccolo
ringhio, per poi urlare, adirato: “E va bene, ho capito!
Facciamolo!”
“Bene!
E allora, adesso
stabiliamo i dettagli…” dichiarò
Champa, per poi domandare: “Non è che qualcuno
sa anche come organizzare un torneo di arti marziali?”
Inutile
dire che a
quell’affermazione caddero tutti per terra.
“Potremmo
usare le regole del
Torneo Tenkaichi…” propose il Trunks
più giovane e Beerus domandò: “E
cos’è
questo Torneo Tenkaichi?”
“E’
un torneo che molti anni
fa si svolgeva sulla Terra di cui ce ne ha parlato nostra madre, ma
è da anni
che è stato sospeso a causa degli Androidi e per mancanza di
fondi…”
“Capisco…
e quali sono le
regole?”
“Dunque, se non
rammento male… perde chi si
ritira o chi cade fuori dal ring. Inoltre, è vietato
uccidere, usare armi e
doparsi.”
“Capisco…
comunque, sarebbe
meglio inserire anche una semplice prova scritta preliminare.”
Sentendo
quel progetto della
divinità, i due Trunks e Tarble fecero
un’espressione allarmata.
“Sarebbe
un bel problema se
venissero schierati dei mostri senza cervello!”
continuò Beerus e Champa
protestò, adirato: “Stai forse insinuando che i
guerrieri del mio universo sono
mostri senza cervello?!”
“Beh,
guardando quello scemo
del loro dio della distruzione è normale che nascano dei
sospetti!”
“Ma
io ti…!!!” Sbraitò Champa,
ma venne interrotto da Tarble che, avvicinandosi a Beerus gli disse, a
bassa
voce: “Lord Beerus, sarebbe meglio evitarla la prova
scritta…”
“E
perché?”
“Beh,
perché… qui c’è qualcuno
che ha vissuto fino a sei mesi fa su un asteroide selvaggio ai confini
della
galassia a causa di mio padre…”
Immediatamente,
Beerus fece
una faccia allarmata.
In
effetti, Broly era capace
di avere delle serie difficoltà solo a dire di che colore
era il camion dei
pompieri!
“Andiamo,
non può essere messo
così male… vero?” fece Beerus ed il
Trunks più grande gli rivelò, in tono
neutro: “Stiamo ancora cercando d’insegnargli a
scrivere il suo nome con una
sola L.”
Intuendo
che era meglio
lasciar stare, altrimenti avrebbe corso il rischio di ritrovarsi senza
il suo
cavallo vincente, Beerus dichiarò, ovviamente cercando di
nascondere il suo
rossore: “…Però, dato che ho
pietà dei tuoi guerrieri, rinuncerò alla prova
scritta.”
“Sì,
certo, come no…”
ridacchiò Champa, il quale, ovviamente, aveva mangiato la
foglia, per poi
domandare: “In ogni caso, dove lo facciamo il
torneo?”
“Diamo
subito un’occhiata per
trovare un posto adatto.” Annunciarono i due angeli e, dopo
un po’,
annunciarono: “Forse abbiamo trovato il posto
perfetto… si tratta di un pianeta
senza nome, privo di qualsiasi forma di vita che fluttua in una
dimensione
neutrale.”
“Perfetto…
io e Vados ci
occuperemo del ring e degli spalti. A quando
gl’incontri?” domandò Champa e
Whis, dopo averci riflettuto attentamente, propose: “Che ne
direste di far
cominciare gli scontri alle dieci del mattino tra una settimana secondo
il
calendario dell’ottavo sole?”
Poi,
notando lo sguardo
confuso su tutti e quattro i mortali presenti, l’angelo
specificò: “Tra cinque
giorni, secondo il calendario terrestre.”
“Ah.”
Fecero tutti e Beerus
dichiarò: “Bene, direi che è tutto
pronto per quanto riguarda le cose essenziali…
ci vediamo tra cinque giorni.”
“Non
scappare, eh?” lo avvertì
Champa, mentre si sollevava assieme a Vados, e Beerus, seccato per la
provocazione, ribatté prontamente:
“Tsk… lo stesso vale per te!”
Mentre
si allontanavano, Vados
si voltò verso Champa e gli ricordò, sottovoce:
“Sicuro di volerlo fare, Lord
Champa? Se doveste perdere, le sfere dei desideri che abbiamo raccolto
con così
tanta fatica…”
Per
tutta risposta, Champa si
voltò a guardare i quattro mortali ancora a terra e sorrise
divertito: “Umpf…
hai visto come si muovevano quei quattro? Sarà una vittoria
facile!”
Dopodiché,
lui e Vados se ne
andarono, mentre, nel frattempo, i quattro guerrieri si toglievano le
pesanti
tute, le quali sprofondarono rumorosamente non appena toccarono terra.
“Accidenti…
quel vestito era
davvero pesantissimo…” commentò il
Trunks più giovane, mentre si massaggiava il
collo leggermente dolorante.
“Lord
Beerus, è sicuro che sia
una buona idea partecipare al torneo di Champa?”
domandò, nel frattempo, Whis a
Beerus, il quale rispose con un atteggiamento di
superiorità: “Certissimo!
Perché?”
“Beh,
perché c’è il rischio
che durante il torneo Lord Champa noti le somiglianze tra i due Trunks
e possa
scoprire che uno di loro è un doppione proveniente da un
mondo parallelo futuro
andato distrutto… lei sa, signore, che è un reato
molto grave manipolare il
tempo e coprire il responsabile di un misfatto del genere… e
se la cosa
giungesse all’orecchio di
Zen’o…”
Quelle
parole fecero sbiancare
di paura la divinità, la quale, però,
recuperò buona parte del suo coraggio,
tanto da dire: “Beh, questo torneo è una cosa che
riguarda solo me e Champa,
quindi, non c’è bisogno di coinvolgere
Zen’o in questa storia… e poi, basterà
che uno dei due partecipi con un nome falso e siamo a posto!”
“E’
sicuro che basterà usare
un nome falso per ingannare vostro fratello?”
“Certo
che sì! E adesso chiudi
il becco!”
“Lord
Beerus…” disse, proprio
in quel momento, Broly e Beerus, voltandosi e guardandolo in malo modo,
domandò: “Che c’è,
adesso?!”
“Servono
cinque lottatori,
giusto? Noi siamo solo in quattro e, purtroppo, nessuno di noi conosce
altri
potenti guerrieri per la squadra… cosa facciamo?”
spiegò Broly e Beerus
rispose: “Il quinto l’ho già scelto io,
per cui siamo a posto.”
“Eh?
Davvero? E chi è?”
chiese, sbalordito, il Trunks più giovane e Beerus disse:
“Non ve l’ho mai
detto? Nella mia lunga storia di battaglie, Broly è stato il
secondo avversario
più forte che io abbia mai affrontato…”
“Eh?”
fece Broly, indicandosi
confuso, mentre Beerus rivelava, con un sorriso di trionfo:
“Ho scelto il
primo.”
“Eh?!
Che cosa?!” fecero i
quattro saiyan, allibiti.
Avrebbero
combattuto assieme
al primo guerriero potente affrontato da Beerus?!
Allora,
forse, avevano buone
speranze di vittoria!
“Davvero?
Quindi combatteremo
con Whis?” domandò Broly e Beerus, seccato
“No! Whis non può partecipare e,
comunque, stavo parlando di un’altra persona!”
“Ah,
sì?”
“Sì,
zuccone!”
Nessuno
si accorse che Whis
stava fissando Beerus con un’espressione stupita, come se non
capisse di cosa
stesse parlando.
“Bene, allora voi
quattro, per il momento,
tornate sulla Terra e dite a Bulma di mettersi a cercare la settima
sfera dei
desideri prima che il torneo abbia inizio.”
Annunciò la divinità ed il Trunks
più grande fece notare: “Dubito che il radar
cercasfere sia capace di
localizzare una sfera così mostruosamente
grande…”
“Bulma
mi sembra una donna
molto intelligente… potreste chiamarla e dirle di costruirne
uno nuovo, molto
più potente.” Propose Whis ed il Trunks
più giovane annuì: “Sì,
ottima idea… se
solo ci fosse un modo per contattarla…”
“Ci
penso io.” Fece Whis
facendo apparire il suo bastone.
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
16:15
“Adesso
che abbiamo finito,
con le pulizie, che ne direste di guardare la tv?”
domandò Cheelai e Gure,
passandosi una mano sulla fronte bianca, annuì:
“Sì, ottima idea! Ci sono dei
programmi terrestri interessantissimi… ne ho visto qualcuno
durante la mia
ultima permanenza sulla Terra...”
Immediatamente,
Cheelai si
buttò di peso sul divano, mentre Gure prendeva il
telecomando ed accendeva la
tv, ma, invece di un programma, apparve una trasmissione disturbata.
“Ci
saranno anche dei
programmi interessantissimi, ma non si vedono. Ci sono soltanto degli
screzi…”
Commentò Lemo che era in piedi di fianco alla piccola
aliena, la quale ammise,
mentre schiacciava i vari tasti nel tentativo di cambiare canale,
sperando che
in un altro le cose andassero meglio, ma inutilmente: “Eh,
sì… anche due mesi
fa c’era questo problema… bisognerà
decidersi a chiamare l’antennista…”
“Ho
un’idea! La posso riparare
io l’antenna!” propose Lemo e Cheelai, senza il
minimo tatto, ribatté: “Ma
Lemo, qui ci vuole un giovane!”
“Eh?!”
esclamò il vecchietto,
mentre Gure tentava di risolvere quella situazione, prima che
scoppiasse una
guerra: “Quello che Cheelai voleva dire…
è che qui ci vuole un tecnico… un
professionista in questo genere di riparazioni…
sennò rischi di farti male…
guarda che il pericolo elettrico non è mica uno
scherzo…”
“Va
bene, state a sentire, ragazze:
non abbiate paura. Non c’è problema. Voi due
mettetevi lì, state tranquille. Io
vado su e voi mi avvisate quando l’immagine è
perfetta! Io vado a ripararla,
ok?” dichiarò Lemo, prima di uscire dalla stanza,
deciso a dimostrare che anche
se aveva una certa età, non aveva alcun problema a sistemare
un’antenna tv sul
tetto di un palazzo, mentre Gure si raccomandava, preoccupata:
“Fa attenzione,
Lemo!”
Una
volta salito sul tetto,
grazie ad una scala, in quanto, a differenza di Cheelai, non sapeva
volare,
l’alieno scoprì con sgomento che il motivo per cui
il televisore non funzionava
era perché un uccello aveva fatto il nido
sull’antenna tv.
Deciso
a dimostrare il suo
valore alle ragazze, Lemo afferrò con le mani
l’antenna e cominciò ad agitarla,
gridando, nel mentre: “Vieni via di lì! Scendi,
dico! Scendi, perbacco!”
Sfortunatamente
l’animale non
sembrava per niente intimorito da Lemo, in quanto continuava
tranquillamente a
gracchiare, come a sfidarlo.
Vedendo
che era inutile, il
vecchietto cominciò a salire sull’antenna,
dicendo, nel mentre: “Vai via! Vai
via! Via di lì, maledetto piccione!”
Tuttavia,
a causa del peso
corporeo, l’antenna cominciò ad oscillare
pericolosamente, facendo sbiancare il
povero alieno, il quale si agitò: “No, no, no!
Andiamo, bello, vattene… no!!!”
Alla
fine, a causa del troppo
peso, l’antenna si diveltò, facendo scappare il
piccione, ma, in compenso, il
povero Lemo si ritrovò a penzoloni nel vuoto, aggrappato
all’antenna.
“Ecco!
Adesso va meglio,
Lemo!” esclamò la voce di Cheelai proveniente
dalla finestra aperta.
Il
povero alieno cercò di
risalire sul tetto, ma il piede gli scivolò dalla grondaia.
Mentre
Lemo cercava di tornare
lassù, sentiva le voci di Cheelai e Gure che gli davano
indicazioni su come
sistemare l’antenna, in quanto ignoravano il pasticcio in cui
si era cacciato:
“No, no… ecco! Bene! No, Lemo, no… ma
no! No, Lemo, no! Ancora un pochino,
Lemo…”
Ad
un tratto, però, il vecchio
perse la pesa dell’antenna e, mentre cadeva per terra,
sentì la voce delle due
ragazze urlargli: “Perfetta! Bravo, Lemo!”
Tuttavia,
non appena sentirono
un sonoro tonfo proveniente dal giardino, entrambe le ragazze corsero
alla
finestra per vedere cosa fosse successo e videro Lemo, piuttosto
malconcio, ma
ancora vivo, sul ramo di un albero, il quale aveva attutito il volo,
permettendogli così di sopravvivere alla caduta.
“LEMO!!!!”
urlarono,
contemporaneamente le due aliene a quella vista, e poi, mentre Gure
correva a
prendere da un’altra stanza la cassetta del pronto soccorso,
Cheelai uscì dalla
finestra e volò verso Lemo, così da aiutarlo a
scendere.
Pianeta
di Beerus
Giardino,
lunedì, 16:30
“Dovrebbe
rispondere a
minuti…” fece Whis, guardando il suo bastone e,
proprio in quel momento, nel
bastone apparve l’immagine di Bulma, la quale, sorpresa,
domandò: “Sì? Cosa
c’è, Whis?”
“Avremmo
bisogno che tu
costruisca un radar molto potente per localizzare una sfera del drago
grande
come un pianeta.”
“Che?!?!”
“Adesso
ti spiego… poco fa è
venuto a trovarci Lord Champa, il fratello gemello di Lord Beerus, il
quale è
anche il dio della distruzione del Sesto Universo
e…”
Mentre
Whis spiegava a Bulma
la situazione, Beerus si avvicinò al gruppo e
dichiarò: “Ascoltate, voi dovete
assolutamente vincere! Qualunque cosa succeda, non possiamo perdere
contro il
Sesto Universo, intesi?”
“Però,
adesso che ci penso
bene… se anche dovessimo perdere e la Terra venisse spostata
in un altro
universo… per noi non cambierebbe
granché.” Fece notare Broly e Beerus,
furioso, urlò: “Che cosa?! Combattete seriamente o
vi distruggo!”
“Calma,
calma…” tentò di
calmarlo il Trunks più grande, mentre Whis, diceva, mentre
faceva sparire il
bastone: “Ecco fatto. Ho avvisato Bulma. Ha detto che
tenterà di costruirlo non
appena avrà finito di occuparsi di
Lemo…”
“Gli
è successo qualcosa?”
domandò, preoccupato, Broly e Whis, facendo le spallucce,
rivelò: “Mah, a
quanto pare ha fatto una brutta caduta poco fa… ma secondo
Bulma, a parte
qualche livido e graffi, se la caverà…”
Dopo
aver detto quelle parole,
si avvicinò ai quattro mortali e disse loro, con un tono
molto serio: “In ogni
caso… fareste meglio a combattere seriamente. Tutti e
quattro.”
“Eh?
E perché? In fondo, non
cambierà niente alla Terra se verrà spostata in
un altro universo…” fece notare
il Trunks più giovane e Whis ammise:
“Vero… alla Terra non succederà niente
se
finirà nel Sesto Universo… al contrario del
Trunks numero 1 e della Mai numero
1.”
“Eh?!”
fecero, sconvolti,
tutti e quattro e Whis ricordò: “Voi due sapete
benissimo che è un grave reato
manipolare il tempo… di solito, le divinità della
distruzione sono tenute ad
eliminare i responsabili di ciò, ma Lord Beerus ha fatto
un’eccezione per
quanto riguardo il Trunks e la Mai venuti dal futuro, sia
perché grazie a loro
ha avuto salva la vita, ma anche per poter gustare le delizie della
Terra… ma
se il Sesto Universo vincesse e la Terra venisse spostata nel loro
universo,
non ci vorrà molto affinché Lord Champa scopra
questa violazione… e di certo,
lui non si farebbe alcuno scrupolo ad eliminarvi tutti per evitare di
finire
nei guai con Lord Zen’o e Lord Beerus non potrebbe fare
niente, visto che non
sarebbe più il responsabile della Terra e di tutti i suoi
abitanti. Se lo
scontro fosse avvenuto con il Decimo Universo, non ci sarebbe stato
alcun
problema, dal momento che anche le divinità di
quell’universo sono in debito
con noi per via della faccenda di Black Goku e di Zamasu… ma
il Sesto non ha
avuto alcun coinvolgimento in questa faccenda, almeno in maniera
diretta,
quindi, non possiamo contare su un debito di riconoscenza.”
Sentendo
quelle parole, tutti
sbiancarono.
Per
i guerrieri del Sesto
Universo, quel torneo non avrebbe cambiato niente… ma loro
dovevano
assolutamente vincere per assicurarsi che i due Trunks e le due Mai
fossero al
sicuro.
“Un’altra
cosa… è opportuno
che Lord Champa non sospetti la cosa neanche durante il torneo, dato
che, in
caso di sconfitta, potrebbe rivelare a Zen’o
dell’accaduto, come vendetta per
essere stato sconfitto e aver perso le super sfere del
drago… ed il Trunks più
grande di certo sa cosa succederebbe se intervenisse
Zen’o…” continuò Whis ed
il Trunks più grande abbassò la testa, ricordando
i tremendi momenti della
distruzione del suo mondo, ammettendo:
“Sì… sarebbe uno spettacolo davvero
orribile…”
“Il
mio consiglio è che uno
dei due Trunks partecipi al torneo sotto falso nome, così da
evitare i sospetti
di Lord Champa… o almeno rallentarli.”
“Lo
faremo.”
“Bene…
e adesso rechiamoci
tutti sulla Terra per gustare qualche nuova delizia
terrestre.”
|
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Capitolo 27 *** I preparativi per il torneo ***
Capitolo
27: I preparativi per
il torneo
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
17:30
“Ecco
fatto, è pronto.” Esultò
Bulma, mostrando un grosso tablet piuttosto vecchietto
“Grazie a questo radar
dovreste essere in grado di trovare anche quell’enorme sfera
del drago.”
“Sei
stata velocissima,
mamma!” esultò il Trunks più grande,
prendendolo in mano, mentre Bulma prendeva
una tazza di caffè dal tavolo e, dopo aver riflettuto
attentamente, domandò:
“Sentite, mi è venuta in mente una
cosa… non è che quelle super sfere del drago
che sembrano pianeti ci sono anche in quest’universo? Se quei
due universi sono
davvero gemelli e condividono persino la Terra, dovrebbero essercene
anche
qui…”
“In
effetti… allora dovremmo
cercarle prima qui!” esclamò il Trunks
più grande, mentre Bulma diceva: “Era
quello che pensavo, però…”
“Mh?
Mamma, ma qui non compare
niente!” esclamò proprio in quel momento
l’altro Trunks e la madre rivelò:
“Esatto… mi aspettavo di vederne almeno una,
ma…”
“Che
significa? C’è qualche
problema?” domandò Beerus, nervoso, e Bulma
spiegò: “Visto che qui ci troviamo
ai margini dell’universo, il radar non può sondare
tutta l’area. Per cercarle
dobbiamo muoverci verso il centro o spostarci in punti diversi. Tarble,
Gure,
pensate che con la vostra navicella si potrebbe raggiungere il centro
dell’universo?”
“Ne
dubito molto… anche se è
in ottimo stato, l’universo contiene una quantità
spropositata di galassie e
noi abbiamo solo cinque giorni. Non faremmo mai in tempo a
raggiungerlo, anche partendo
subito.” Scosse la testa il ragazzo e, ad un tratto, il
Trunks più grande
sussurrò: “Lord Zuno…”
“Lord
Zuno? E chi sarebbe?”
domandò, sorpresa, la Mai più grande, mentre il
suo compagno rivelava: “E’ un
essere misterioso che sa ogni cosa. Nel passato, Zamasu si è
rivolto a lui per
sapere delle super sfere del drago e anche se fosse possibile scambiare
il suo
corpo con quello di Goku. Fortunatamente, Zuno ha informato Kibith
della cosa,
così abbiamo potuto smascherarlo.”
“Allora
dobbiamo recarci da
lui e farci sapere tutto quello che sa su quelle sfere! Trunks, sai
dove
abita?” esclamò Bulma, ma la versione
più grande del figlio, scosse la testa:
“Purtroppo no… ho saputo della cosa solo da
Kibith… non so nemmeno che faccia
abbia questo Zuno! Non so proprio dove abiti e noi quattro dobbiamo
assolutamente allenarci perché non possiamo assolutamente
perdere contro il
Sesto Universo…”
“Ehi.”
Esclamò, proprio in
quel momento, Cheelai e, quando tutti si furono voltati verso di lei,
l’aliena
rivelò: “Io so dove abita Zuno.”
“Cosa?!”
esclamarono,
allibiti, i ragazzi e Cheelai annuì:
“Già, se mi prestate la navicella di
Tarble e Gure, vi ci porto subito!”
“Meglio
che guidi qualcun
altro, sennò la navicella verrà distrutta dalla
sua guida spericolata…” borbottò
Lemo, mentre Cheelai ribatteva, offesa: “Ehi, lo spazio
è di tutti e non ci
sono limiti di velocità, almeno non nelle zone troppo
frequentate, quindi,
posso guidare come mi pare e piace!”
“Guidare?!
Ma se neanche hai
preso la patente! Se guidi la navicella, ti farai beccare subito e
tanti saluti
alle informazioni sulle super sfere del drago!”
“Se
volete, posso guidare io,
mentre Cheelai mi da’ le indicazioni per raggiungere questo
pianeta.”
s’intromise gentilmente Gure e Cheelai annuì:
“Per me va bene.”
“Perfetto,
allora noi tre
andremo al pianeta di questo Zuno e, non appena avremo tutte le
informazioni,
torneremo qui.” Annunciò Bulma, prendendo il suo
zainetto, mentre Cheelai
esultava: “Evvai! Un’uscita tra donne!”
“Puoi
star seria una buona
volta?” le domandò, seccato, Lemo.
Dopodiché,
le tre aliene si
diressero sull’astronave di Tarble e Gure, la quale era stata
parcheggiata
nell’hangar della Capsule Corporation.
“Noi
andiamo, ci vediamo
dopo!” esclamò Bulma, prima di chiudere il
portellone, permettendo alla
navicella di partire a tutto gas nello spazio.
“Speriamo
che trovino
qualcosa…” commentò il Trunks
più grande, mentre l’altro annuiva:
“Già…”
“Certo
che le nostre donne
sono tutte molto coraggiose.” Fece notare, proprio in quel
momento Broly e
Tarble disse: “Beh, credo che sia una cosa che facciamo
istintivamente…”
“Eh?
Cosa intendi?” domandò il
Trunks più giovane allo zio, il quale gli rispose:
“Noi saiyan scegliamo solo
donne forti, così da generare grandi guerrieri. E’
nel nostro DNA.”
“Eh?”
fecero tutti i presenti,
increduli, mentre Beerus pensava: “Allora è
così! Finalmente sono riuscito a
capire come mai le loro mogli erano sempre così agguerrite e
spaventose…”
“Ma
allora, se le cose stanno
così, significa che anche Gure è una donna
forte…” fece notare Broly e Tarble
annuì: “Altroché… Gure
è una ragazza dolce e gentile, ma quando si arrabbia
diventa davvero spaventosa!”
“Eh?
Davvero?”
“Sì,
pensate che una volta…”
Pianeta
Senza Nome
Stadio,
lunedì, 17:45
“…Poi
abbiamo bisogno anche
delle toilette…” disse Vados, mentre Champa
esclamò: “Vorrei anche delle
bancarelle!”
Vados
fece un sospiro.
Erano
ora che stavano
lavorando allo stadio e l’unica cosa a cui premeva alla
divinità era
l’esistenza di un luogo per cibo e bevande.
Vados
continuò a lavorare
ancora per un po’ fino a quando non esclamò,
soddisfatta: “Bene, lo stadio
dovrebbe essere pronto!”
“Perfetto,
allora non ci resta
che aspettare il torneo!”
“A
proposito, avete già scelto
i nostri cinque lottatori?”
Champa
si mise a pensare un
attimo, per poi notare: “Probabilmente, quei due con i
capelli neri che erano
da Beerus sono saiyan…”
A
quel punto, alzò la testa e,
con un sorriso di trionfo, disse: “A questo punto, dovremmo
farvi ricorso anche
noi…”
Pianeta
di Lord Zuno
Atmosfera,
lunedì, 19:00
“Ecco,
è quello il pianeta di
Zuno!” esclamò Cheelai, sporgendosi dal sedile del
pilota dov’era seduta Gure
ed indicando il piccolo asteroide dove vi era un castello in stile
giapponese
antico e, immediatamente, la ragazza annuì:
“Capito! Faccio subito manovra
d’atterraggio!”
Mentre
Gure procedeva con
l’atterraggio, Bulma e Cheelai si sedettero sui sedili e si
misero la cintura
di sicurezza.
“Comunque,
Cheelai, volevo
ringraziarti. Senza di te, non avremmo mai saputo come trovare
Zuno…” disse
Bulma e l’aliena dalla pelle verde rivelò:
“Beh, mi ricordavo la strada perché
ci sono già stata una volta…”
“Ah,
sì? E quando?”
Vedendo
che Cheelai non solo
non rispondeva, ma evitava di guardarla negli occhi, Bulma
intuì quand’era
successo: “E’ stato quando avete inseguito Tarble
per ucciderlo?”
“Sì…
avevamo perso le tracce
di Tarble e Gure… così ho rivelato a Paragas
dell’esistenza di Zuno e lui,
ovviamente, si è subito fiondato qui per sapere dove si
nascondesse, motivo per
cui vi abbiamo raggiunto in così poco tempo… mi
dispiace, non avrei dovuto
dirglielo… è stata tutta colpa
mia…”
“Non
è stata colpa tua,
Cheelai… quello che è successo due mesi
è stata colpa di Paragas, non tua, di
Lemo e anche di Broly!” la rassicurò Bulma e Gure
aggiunse, mentre faceva
atterrare la navicella: “E poi, in un certo senso,
è stato meglio che ci
abbiate raggiunti quasi subito.”
“Eh?”
fece, sorpresa, Cheelai
e Gure spiegò: “Quando siete arrivati voi, Bulma
aveva appena finito di
riparare la navicella… conoscendo mio marito, il giorno
seguente l’avrebbe
presa per raggiungervi e fermarvi, così da proteggere i due
Trunks da Paragas,
ma così facendo, si sarebbe fatto ammazzare senza alcuna
possibilità di
salvezza… invece, così, siamo riusciti a salvare
non solo lui, ma anche Broly.
Meno male che hai detto a Paragas di Zuno, perché non voglio
neppure pensare a
cosa sarebbe successo in caso contrario…”
Cheelai
guardò sorpresa quella
che considerava una stranissima aliena, non tanto per
l’aspetto fisico quanto
per il carattere.
Invece
di urlarle contro per
aver quasi messo a repentaglio la vita del marito con la sua azione
sconsiderata, la stava addirittura ringraziando per ciò che
aveva fatto… però,
in effetti, se non fossero venuti sulla Terra, Broly sarebbe rimasto
sotto il controllo
di quel pazzo di Paragas per sempre… e magari, quel folle
avrebbe anche
ammazzato lei e Lemo una volta sistemata la faccenda, così
da mantenere il
controllo su Broly per sempre… il solo pensiero di lasciare
Broly nelle mani di
quello psicopatico la faceva star male!
Nel
frattempo, la navicella
atterrò dolcemente sul parcheggio del pianeta.
“Eccoci
arrivate.” Fece Gure,
togliendosi la cintura di sicurezza, mentre Cheelai diceva,
sistemandosi
lontana dal finestrino: “Se non vi dispiace, resto qui.
L’ultima volta che sono
stata qui mi sono fatta un po’ notare… e poi, non
vorrei correre il rischio che
qualche pattugliatore galattico sia in zona…”
“Io,
invece, do un’occhiata
alla navicella. E’ sempre meglio fare un controllo generale
della navicella
all’arrivo, così da evitare brutte
sorprese…” aggiunse Gure, aprendo il
pannello di controllo, mentre Bulma diceva: “Va bene, non
preoccupatevi. Tanto
per fare delle domande basto io…”
“O
PORCA…!!!!” esclamò,
proprio in quel momento, Cheelai e sia Bulma che Gure si girarono verso
di lei,
domandandole: “Che cosa succede? C’è
qualche problema, Cheelai?”
“Mi
sono appena ricordata… che
quel deficiente risponde alle domande solo in cambio di un bacio sulla
guancia!” esclamò l’aliena ed entrambe
le donne fecero: “Eh?!”
Bulma
rimase un attimo in
silenzio, per poi dire: “Va beh, se è solo un
bacio sulla guancia posso farlo.”
“Sicura?”
domandarono,
preoccupate, Cheelai e Gure, mentre Bulma le rassicurava:
“Sì, tranquille…
penserò di dare un bacio ad un vecchio parente
insopportabile. E poi, ho dovuto
esaudire richieste di gran lunga molto peggiori a sedici
anni.”
Dopo
aver detto quelle parole,
la donna scese dall’astronave e si diresse verso
l’abitazione, dove venne
ricevuta da Lord Zuno.
Dopo
averlo osservato un attimo
in silenzio, disse: “Ehm… Lord Zuno, sarei venuta
a chiederle una cosa…”
“Hai
una domanda per me?”
“Sì.”
“Allora
prego, favorisca il
regalo.”
Bulma
si alzò in piedi e gli
diede un bacio sulla guancia.
Lord
Zuno rimase in silenzio
un attimo, per poi annunciare: “Tu sei una donna, ma visto
che hai superato la
sessantina e non sei il mio tipo, hai solo una domanda.”
Sentendo
ciò, Bulma rimase un
attimo in silenzio, per poi sibilare, con uno sguardo così
spaventoso da far
sussultare persino Zuno ed i suoi assistenti:
“Sarà anche un grandissimo essere
sapiente, ma è anche un grandissimo maleducato! Con tutto
quello che ho
passato, sono fiera di essere arrivata a
quest’età!!!”
“C-certo,
scusi…” balbettò
Zuno.
In
tutti quegli anni aveva
visto gente di tutti i tipi, tra cui Sagambo e la sua banda di
criminali
galattici… ma nessuno nell’universo era
più spaventoso di quella vecchia
terrestre!
Dopo
aver detto quelle parole,
Bulma si mise a riflettere molto attentamente.
Con
solo una domanda
disponibile era necessario pensare con molta attenzione a cosa
chiedere…
Dopo
un po’, Bulma alzò la
testa e dichiarò: “Spiegami tutto quello che sai
sulle super sfere del drago.”
Immediatamente,
Lord Zuno
spiegò: “Le super sfere del drago, chiamate anche
‘sfere dei desideri’, sono
state create nel 41° anno divino dal drago divino Zarama. Sono
corpi sferici
perfetti dal diametro di 37.196,2204 chilometri e sono in tutto sette,
distribuite tra il Sesto ed il Settimo universo. Le sette sfere di
colore
giallo chiaro contengono da uno a sette segni a forma di stella di
colore
rosso. Queste stelle rosse sono realizzate sfruttando una rifrazione
grazie
alla quale mantengono la forma di stella da qualsiasi angolo le si
guardi. Nel
42° anno divino, Zarama le ha brevettate come sua creazione
originale. Se si
raccolgono tutte le sette sfere sparse nei due universi e si recita la
formula
‘Io ti invoco, Drago Divino, esaudisci testé il
mio desiderio’, il drago divino
compare ed esaudisce un solo desiderio, qualunque esso sia. Una volta
realizzato
il desiderio, le sfere si disperdono nuovamente e aspettano in silenzio
che
qualcuno con un sogno irrealizzato torni a raccoglierle
tutte.”
Non
appena l’uomo ebbe finito
con la sua spiegazione, Bulma si mise l’indice davanti alla
bocca e sussurrò: “Quindi
sono sia nel Sesto che nel Settimo universo, eh?
Interessante…”
Terra
Capsule
Corporation, lunedì,
20:33
“Ehi,
Tarble, che ne pensi?”
domandò Broly, mentre prendeva dal frigorifero una limonata
in lattina, e
Tarble, il quale aveva appena aperto la sua lattina di aranciata,
domandò: “Su
cosa?”
“I
guerrieri del Sesto
Universo… credi che siano forti?”
“Purtroppo
sì…”
“Mh?
Come fai a dirlo?”
“Lord
Champa ha proposto un
torneo di lotta subito dopo averci visto mentre ci
allenavamo… ci sarà un motivo
se è così sicuro di
sé…”
“Giusto…
sei proprio
intelligente…”
“Motivo
per cui dobbiamo
allenarci duramente e non abbassare la guardia nemmeno per un attimo.
Hai
sentito cosa succederebbe ai due Trunks e alle due Mai se Champa
dovesse
vincere o peggio ancora sospettare della loro vera
identità.”
“Mi
prendi per un matto se ti
dico che, nonostante sia molto preoccupato per loro, in fondo in fondo,
invece
che essere agiato, sono elettrizzato per via di questa situazione di
pericolo?”
“Certo
che no, Broly! E questo
perché… anch’io sento la stessa
cosa.”
“Eh?
Davvero?”
“Credo
che sia per il nostro
sangue saiyan… noi siamo un popolo di guerrieri e
più una battaglia è tosta e
pericolosa, più la situazione sembra senza via di uscita non
possiamo far altro
che eccitarci e dare il meglio di noi… non possiamo fare a
meno di amare il
rischio… è una cosa che non possiamo fare a
meno… se persino noi quattro, che
non siamo di certo saiyan come tutti gli altri ci ritroviamo a provare
questi
sentimenti, è evidente che non c’è
proprio niente da fare.”
Spazio
profondo
Astronave
a forma di cubo di
Beerus, sabato, 08:27
“Che cosa?! Le
super sfere del drago sono
sparse sia tra il Sesto che nel Settimo Universo?!”
La
voce di Beerus si sentì in
tutto il cubo con cui il gruppo, compresi anche i piccoli Goku e
Vegeta, si
stava recando alla volta del torneo, anche se ci sarebbe voluto ancora
un sacco
di tempo.
Infatti,
prima ci avevano
impiegato trentacinque minuti dalla Terra per raggiungere il pianeta di
Beerus
e da lì erano partiti alla volta del luogo del torneo, anche
se, secondo Whis,
il viaggio sarebbe durato due ore e dieci minuti.
Un
tempo davvero lunghissimo…
se a questo ci si aggiungeva anche la sfuriata di Beerus, il quale non
era
stato per niente contento di conoscere le informazioni sulle super
sfere del
drago date da Zuno…
“Ciò
significa che quel
maledetto di Champa è entrato senza permesso nel mio
universo e se n’è portato
via qualcuna! Una violazione dell’etichetta intollerabile! Se
non avessi già i
miei mille problemi con due coppie di doppi che vivono nel mio
universo, sarei
subito corso da Zen’o per denunciarlo!”
sbottò, infatti, la divinità e Bulma
annuì: “In ogni caso, per via di ciò,
cercare la sfera mancante è due volte più
difficile.”
Mentre
Bulma e Beerus
discutevano, Broly si guardava intorno, incuriosito.
Aveva
già viaggiato una volta
nello spazio con la vecchia navicella di Lemo, ma allora la visione
dello
spazio era stata molto limitata, dato che si poteva vedere soltanto dal
finestrino, invece, in quella stranissima navicella a cubo si poteva
vedere
tutto quanto.
Ad
un tratto, girandosi, notò
un tipo in disparte che non aveva mai visto prima.
Incuriosito
al massimo, Broly
si voltò verso i suoi tre compagni di squadra ed indicando
lo strano figuro,
domandò: “Ehi, ragazzi… ma chi
è quello? Uno di voi lo conosce?”
Subito,
i due Trunks e Tarble
si voltarono e videro un tipo basso e mingherlino dalla pelle rosa,
orecchie a
punta e calzamaglia verde.
“Io
non l’ho mai visto prima,
neanche nel passato.” Dichiarò il Trunks
più grande, mentre Tarble diceva:
“Nemmeno io…”
Infatti,
uno con una faccia ed
un aspetto del genere sarebbe stato impossibile da
dimenticare…
“Quello
è Monaka. E’ il
guerriero più forte di tutti menzionato da Lord
Beerus.” Rivelò, proprio in
quel momento, Whis il quale si trovava fuori dal cubo, in quanto era
intento a
guidare la navicella.
“A
vederlo non sembra così
straordinario…” commentò il Trunks
più giovane, mentre Tarble ribatteva: “Come
al solito, mai farsi ingannare dalle apparenze.”
“Pare
che Monaka significhi
‘Gran Ponta’. Monaka è un eroe che vive
sul pianeta Wagashi. Ha un carattere
assai dolce e gentile, ma quando mostra i denti è un
combattente così
straordinario da mettere in difficoltà persino Lord
Beerus.” Continuò Whis e,
immediatamente, Broly si avvicinò a lui, allungandogli la
mano: “Piacere di
conoscerla, io sono Broly.”
“Piacere
mio.” Fece l’alieno
in tono neutro stringendo la mano di Broly, il quale poi
domandò, incuriosito:
“Cosa significa ‘Ponta’?”
“Capezzoli.”
“Eh?”
“Perché
ho i capezzoli
grandi.” Spiegò Monaka, facendo muovere quelle che
sembravano due palline da
ping-pong sul petto.
“Capisco…”
commentò Broly,
mentre i due Trunks e Tarble facevano una faccia leggermente schifata.
“Stavo
bene anche senza saperlo!”
commentò Beerus guardando il saiyan in malo modo, mentre il
Trunks più grande
borbottava: “Adesso capisco perché Zamasu ha
preferito impadronirsi del corpo
di Goku, invece di quello di Monaka…”
Subito
dopo, Beerus si voltò
verso i due Trunks e domandare: “Quando a voi due…
avete deciso chi si
presenterà con un nome falso?”
“Ah,
sì. Sono io.” Esclamò il
Trunks più grande e Beerus domandò:
“Ottimo… che nome hai scelto?”
“Gohan.”
Avvertenze:
Di
certo, se avrete letto la
fiction, tra l’altro bellissima, “Across the
universe” di Eevaa, avrete notato
che in questo capitolo avviene un fatto simile a quello che succede
nella
fiction e anche in circostanze piuttosto simili… la cosa
assurda è che neanche
è stata fatta volontariamente, ma mi è venuto
d’istinto e ho scoperto di ciò
solo leggendo l’opera, quando il capitolo era già
stato scritto da un pezzo
(diciamocelo, conoscendo i personaggi e le loro vicissitudini, al mio
posto
avreste scritto esattamente la stessa cosa, no?).
In
ogni caso, se volete capire
meglio di cosa sto parlando o anche solo per rileggere
l’opera, lascio il link
di sotto.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3972555&i=1
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Capitolo 28 *** I cinque lottatori del Sesto Universo ***
Capitolo
28: I cinque lottatori
del Sesto Universo
Spazio
Neutrale
Pianeta
Senza nome, sabato,
09:45
“Eccolo,
è quello il pianeta
Senza Nome.” Annunciò Whis, ma
l’attenzione di tutti non era riposta sul
pianeta pieno di rocce, ma alle enormi sfere dalle dimensioni di un
pianeta che
fluttuavano attorno ad esso.
“Qu-quelle
sono le Super Sfere
del Drago?! Ma sono enormi!” esclamò, senza parole
il Trunks più grande, mentre
la madre commentava: “Ed io che pensavo che quelle di Namecc
fossero le più
grandi mai viste in vita mia…”
Per
quelli, poi, che non
avevano mai visto le sfere del drago prima di allora, lo shock era
mille volte
maggiore.
“Miseriaccia…
immaginavo che
fossero grandi… ma di certo non così
grandi…” commentò, sconvolta, Cheelai,
mentre Tarble aggiungeva: “Sono grandi quasi quanto la Terra!
Non immaginavo
che esistessero oggetti così grandi…”
Incurante
della confusione,
Whis fece atterrare il cubo nella cupola dov’era previsto il
torneo, per
annunciare: “Prego, signori. Siamo arrivati.”
Immediatamente,
tutti
uscirono, guardandosi intorno, stupiti ed emozionati.
“Oh,
ti sei presentato…
pensavo che te la saresti data a gambe!” li accolse proprio
in quel momento una
voce che fece voltare subito di scatto Beerus, il quale si
ritrovò davanti al
gemello e a Vados.
“Sarebbe
lui Lord Champa?”
domandò Bulma, incuriosita, mentre Trunks annuiva.
“Sembra
la versione grassa di
Beerus!” ridacchiò Cheelai, la quale aveva indosso
lo zaino più grosso che si
fosse mai visto, venendo prontamente redarguita da Lemo:
“Cheelai, stai zitta!
Se ti sente è la fine!”
“Ma
che paura…”
“Comunque,
si può sapere cosa
c’è in quell’enorme zaino che ti sei
portata dietro?”
“Ih
ih ih… lo scoprirai quando
verrà il turno di Broly.”
“Allora
spero che avvenga il
più tardi possibile.”
“Ehi!”
Nel
frattempo, Beerus stava
sibilando, furioso: “Champa… ho sentito dire che
hai rubato alcune sfere dal
mio universo senza permesso!”
“Pensavo
che non t’importasse,
visto che non sapevi neanche delle super sfere del
drago…”
“Bah…
visto che siamo fratelli,
ti perdono in via del tutto eccezionale! Tanto presto saranno tutte
mie!”
“Mpf…
approfitta di questi
momenti per prepararti alla sconfitta…” fu tutto
quello che disse la divinità,
prima di voltare la testa e di andarsene con un sorrisetto di vittoria,
mentre
Beerus sbottava, infastidito: “Tsk!”
Nel
frattempo, il Trunks più
giovane si guardò intorno e, ad un tratto, notò
tre figure lì vicino ed
esclamò: “Kaioshin, sei tu?”
“Trunks,
quanto tempo!”
esclamò l’essere avvicinandosi al gruppo assieme a
Kibith e ad il suo antenato,
il quale era stato liberato grazie alle informazioni su di lui che il
Trunks
più grande aveva appreso nel passato.
“Da
quanto tempo non ci
vediamo!” esclamarono i due Trunks, avvicinandosi, e Kaioshin
annuì: “Sì, da un
po’… ho saputo dello scontro che avete affrontato
due mesi fa sulla Terra… mi
dispiace non essere venuto in vostro aiuto, ma il potere di Broly era
troppo
per me…”
“Non
preoccuparti, Kaioshin.
Ce l’abbiamo fatta e questo è quello che
conta.”
“Ehi,
chi sono quei signori
lì?” domandò, all’improvviso,
Broly, indicando due figure, una bassa e grassa e
l’altra alta e magra un po’ in disparte.
“Quelli
sono Fuwa, il Kaioshin
del Sesto Universo, ed il suo assistente.” Spiegò
Kibith e Broly domandò: “Oh…
quindi sarebbero le controparti di quel piccoletto
laggiù?”
“Ehi,
lui è Kaioshin, il dio
della creazione! Quindi, trattalo con rispetto!”
“Scusi,
signore!”
Dopo
aver detto quelle parole,
Broly si mise a riflettere, a braccia incrociate: “Non
capisco…”
“Intendi
il compito di
Kaioshin?” gli domandò Tarble e Broly scosse la
testa: “No, quello l’ho più o
meno capito… se è il dio della creazione, fa
tutto il contrario di quello che
fa Beerus, giusto?”
“Giusto.”
“Ma
allora se quei due sono i
Kaioshin del Sesto Universo, chi…?”
iniziò Broly, ma venne subito interrotto
dalla voce di Whis, che disse: “Ragazzi, venite qui.
C’è la presentazione dei
guerrieri.”
“Arriviamo!”
esclamarono i
quattro dirigendosi, assieme a Monaka sul podio, mentre il Kaioshin del
Sesto
Universo si avvicinava al vecchio Kaioshin domandandogli:
“Ehm… quegli umani
sono vostri amici?”
“Eh
eh eh… è una lunga
storia…” fu la risposta dell’altro.
Nel
frattempo, una volta
saliti sul podio, il quartetto videro cinque lottatori che li fissavano
in
silenzio, con aria risoluta.
“Quanta
gente…” commentò
Broly, mentre Tarble, sgranando gli occhi, esclamava, sconvolto:
“N-non è
possibile…”
“Che
ti prende, Tarble?”
domandò il Trunks più grande e Tarble, indicando
un tipo che sembrava una
lucertola azzurra e bianca con le corna, esclamò:
“Quello… quello è Freezer!”
“Eh?!
Dici sul serio?!”
domandò, allibito, il Trunks più giovane e Tarble
annuì: “Sì… l’ho
visto solo
una volta ed ha i colori diversi, ma sono certo che è
lui.”
“Com’è
possibile? Quando
l’abbiamo affrontato nel passato non era
così…” constatò, sorpreso,
il Trunks
più giovane, mentre la sua controparte più grande
gli ricordava: “Gohan ci ha
raccontato che possedeva ben tre trasformazioni…
probabilmente, quella che
stiamo vedendo è quella che usava per vivere
quotidianamente…”
“Non
ci voleva proprio la
versione di Freezer del Sesto Universo…”
borbottò Tarble, mordicchiandosi
l’unghia del pollice, come faceva tutte le volte che era
nervoso, ma il Trunks
più giovane lo rassicurò: “Tranquillo,
l’abbiamo già affrontato ed eliminato
nel passato… a giudicare dal suo Ki, il suo potere
dev’essere lo stesso,
quindi, dovremmo essere in grado di sconfiggerlo.”
“Meno
male…”
“Però,
è strano…”
“Cosa?”
“Quella
versione di Freezer…
ha un’aria diversa… non sembra
malvagio…”
“Dici?”
Nel
frattempo, Broly si mise a
guardare anche gli altri avversari e, ad un tratto, il suo sguardo gli
cadde su
quello che gli sembrava un grosso robot e, sorpreso,
commentò: “Oh, guardate
che roba… l’aspetto è quello di uno di
quei bestioni di metallo che compaiono
nei fumetti di Cheelai, mi sembra che si chiamassero robot,
ma… è un essere
vivente, quello?”
Proprio
in quel momento,
l’unico membro umanoide della squadra di Champa, ossia un
ragazzo minuto dai
capelli a spazzola neri, ad eccezione di un grosso ciuffo che gli
ricadeva
sulla fronte notò con stupore la coda di Tarble e si
avvicinò, ma, non appena
ebbe osservato meglio Tarble si fermò di scatto, sorpreso.
Anche
Tarble, non appena ebbe
osservato meglio il tipo, sgranò gli occhi.
Infatti,
a parte qualche
piccola differenza estetica, loro due si assomigliavano in maniera
impressionante, tanto che anche i compagni di Tarble lo notarono.
“Capperi…
come si
assomigliano…” commentò, incredulo,
Broly, mentre gli altri due Trunks
annuivano.
Prima
la copia di Freezer e
adesso quella di Tarble… ma cosa stava succedendo?
Alla
fine, il tipo, guardando
tutti loro, domandò: “Siete saiyan?”
“Sì,
esatto. Ci sono anche da
voi i saiyan?” domandò il Trunks più
grande e l’altro ammise, con una punta
d’orgoglio: “Beh, direi di
sì… dal momento che sono io stesso un
saiyan.”
“Eh?!
Davvero?!” esclamò,
incredulo, Broly, mentre anche gli altri tre facevano facce incredule.
“Aspetta,
adesso che ci penso,
la tua divisa mi ricorda quelle che indossavano i saiyan prima di
venire incorporati
nell’esercito di Cold!” esclamò, senza
parole, Tarble e l’altro, sorpreso,
ripeté: “Esercito di Cold?”
Notando
la confusione sul
volto del saiyan del Sesto Universo, Tarble gli domandò:
“Su quale pianeta
vivono i saiyan del vostro universo?”
“Sul
pianeta Sadal…”
“Cosa?!
Il pianeta Sadal?! Non
ci posso credere… nel Sesto Universo il pianeta Sadal esiste
ancora?!”
“Da
voi invece no?”
“No,
nel nostro universo i
saiyan fecero scoppiare una guerra civile per decidere chi sarebbe
stato il
nuovo sovrano dei saiyan e alla fine vinse il mio bisnonno Vegeta I, ma
il
pianeta era rimasto troppo danneggiato dalla battaglia, pertanto, fummo
costretti a trasferirci su un altro pianeta che in seguito venne
interamente
conquistato da mio padre svariati anni dopo e lo fece chiamare Vegeta
in suo
onore. Purtroppo, alla fine, un criminale spaziale di nome Freezer
distrusse il
nostro pianeta sterminando la maggior parte dei saiyan… per
quanto ne sappiamo,
soltanto io e Broly, che all’epoca eravamo solo due bambini,
siamo
sopravvissuti a quella strage soltanto perché non eravamo
sul pianeta al
momento della catastrofe. La cosa buffa è il fatto che noi
due, che siamo
sopravvissuti, eravamo gli unici saiyan che detestavano combattere e
fare del
male agli altri…”
“Ci
sono parecchie
differenze…”
“E
la coda che fine ha fatto?
L’hanno tagliata anche a te?” domandò
Broly, ma l’altro scosse la testa in
maniera risoluta: “Pare che una volta ce
l’avessimo, ma ora non più.”
“Nel
Sesto Universo, i saiyan
sono ancora una razza di guerrieri?” domandò il
Trunks più grande, mentre il
giovane rispondeva: “Sì, ma non occupiamo i
pianeti altrui. Principalmente
sconfiggiamo cattivi su commissione.”
“Incredibile…
da noi era
completamente diverso.” Commentò il Trunks
più giovane e, proprio in quel
momento, si sentì la voce di Vados: “Ehi, voi.
Andate nella vostra rispettiva
tribuna degli atleti. Il torneo sta per avere inizio.”
Prima
di seguire i compagni di
squadra, Tarble si voltò verso il saiyan del Sesto Universo
e gli disse: “Se ce
ne sarà l’occasione, mi piacerebbe visitare il
pianeta Sadal.”
“Ma
certo, sareste tutti e
quattro i benvenuti!”
“Però,
durante gli scontri non
ho alcuna intenzione di trattenermi.”
“Lo
stesso vale per me.”
Dopo
aver fatto un sorrisetto,
Tarble raggiunse la zona del Settimo Universo e, una volta
lì si accorse che
Broly stava guardando in direzione delle tribune, pertanto, gli chiese:
“Uh?
Cosa guardi, Broly?”
“Beh,
vedi…” iniziò il saiyan,
alzando un braccio, in modo da indicare qualcosa, ma venne subito
interrotto da
Beerus, il quale urlò: “Cosa diavolo state
aspettando voi due?! Che arrivi la
primavera?!”
“Ma,
Lord Beerus, vede…” tentò
di spiegare Broly, ma la divinità sbottò:
“Basta! Muovetevi a decidere
l’ordine! E mi raccomando… il più
forte, Monaka, dev’essere l’ultimo!”
Dopo
aver fatto un sospiro, i
due raggiunsero i due Trunks e si misero a giocare a sasso, carta e
forbici per
decidere l’ordine.
“Io
sono il primo.” Esclamò il
Trunks più grande, mentre la sua controparte più
giovane dichiarava: “Io il
secondo.”
“Io
il terzo.” Fece Tarble e
Broly disse: “Ed io il quarto.”
“Bene,
è deciso.” Dichiarò
Beerus e, pochi minuti, dopo un alieno dalla pelle verde e
l’antenna, scelto
per il ruolo di arbitro, salì sul palco ed
annunciò: “Signore e signori,
perdonate l’attesa! Sta per cominciare il torneo di lotta ad
eliminazione
diretta degli dei della distruzione del Sesto e del Settimo
Universo!”
Nessuno
degli avversari si
accorse dello sguardo deciso e determinato dei quattro guerrieri del
Settimo
Universo.
Infatti,
per loro, non era un
semplice torneo per divertirsi… era una battaglia per la
salvezza di due
persone.
Avrebbero
dato tutto loro
stessi… fino all’ultima energia del loro potere!
|
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Capitolo 29 *** Il primo incontro ***
Capitolo
29: Il primo incontro
Pianeta
Senza Nome
Stadio
del torneo, sabato,
10:00
“…Inoltre,
ricordiamo che è
assolutamente vietato utilizzare armi di qualunque tipo.”
Finì di elencare le
regole del torneo il presentatore ai vari spettatori presenti, sia del
Sesto
che del Settimo Universo, per poi annunciare. “Ed ora
cantiamo tutti insieme
l’inno dell’universo!”
“Eh?
Ma che…? Fece, sorpresa,
Bulma, mentre un buffo esserino che assomigliava molto ad un pinguino
con un
microfono in una pinna salì sul palco, mentre tutti,
compresi, Beerus, Whis,
Tarble, Gure e Lemo, si alzavano in piedi, immobili come statue.
L’esserino
si mise il
microfono davanti alla bocca e cantò:
“L’universooo… è
vaaastooo!”
Dopo
aver detto quelle
semplici parole, l’essere scese dal palco, mentre il
commentatore diceva:
“Grazie mille.”
“Meraviglioso…
tutte le volte
che lo sento, mi commuovo…” commentò,
con le lacrime agli occhi, Lemo, mentre
Cheelai borbottava, seccata, giocherellando col bastoncino del chupa
chupa che
aveva in bocca: “Beh? Tutto qui? Quest’inno
è il più corto che abbia mai
sentito in vita mia! E persino più breve di quello
giapponese!”
“Cheelai,
possibile che quando
tu apri bocca, riesci sempre a rovinare il momento?”
“Oh,
finiscila… non sono mica
ai livelli di Beerus!”
“In
effetti…”
“Ed
ora… diamo inizio agli
scontri!” annunciò, proprio in quel momento il
commentatore: “I primi lottatori
a sfidarsi sono… Botamo del Sesto
Universo…”
A
seguito dell’annuncio, un
tipo che sembrava un orso giallo gigante con indosso una canottiera
rossa, salì
sul ring con un’espressione di sfida, mentre vari spettatori
della parte del
Sesto Universo, gridavano: “Vai, vaiii!”
“…E
Gohan del Settimo!”
continuò il commentatore, mentre il Trunks più
grande saliva sul ring, venendo
accolto dagli incoraggiamenti dei suoi amici, tra cui l’urlo
di Lemo: “Fagliela
vedere, ragazzo!”
“Vaiii!”
gridò, emozionata, la
Mai più grande, mentre il figlio che teneva in braccio,
guardava in silenzio il
padre, come a studiarlo attentamente.
“In
bocca al lupo.” Gli augurò
semplicemente Beerus ed il Trunks più grande rispose:
“Crepi.”
Vedendolo
sul ring, mentre
Vados era impegnata a creare una barriera protettiva intorno al ring
grazie al
suo bastone, in modo da evitare che qualche spettatore si facesse male
a causa
di un attacco fuori controllo, Champa ridacchiò, divertito:
“Quello è uno degli
allievi di Beerus… uh uh uh…”
“Cominciate!”
ordinò il
commentatore e, subito, Botamo si lanciò contro Trunks, ma,
per tutta risposta,
il saiyan con un rapido movimento lo colpì al petto
facendolo rimbalzare sul
ring come una palla di gomma.
Sia
il guerriero che Champa
rimasero senza parole per quell’attacco tanto improvviso
quanto potente e
preciso, ma, nonostante l’accaduto, Botamo non perse fiducia
e tornò ad
attaccarlo, venendo sempre, immancabilmente messo al tappetto dagli
attacchi di
Trunks.
“Non
riesco neanche a vedere i
movimenti di Trunks!” esclamò, allibito, Lemo,
mentre la Mai più giovane disse:
“Probabilmente lo sta attaccando a velocità
supersonica.”
Anche
dalla parte del Sesto
Universo le abilità di Trunks non erano passate inosservate,
infatti, mentre
Champa stava ribollendo dalla rabbia per quell’inaspettata
agilità e potenza,
Vados ammise, in maniera neutrale: “Non mi
aspettavo… che fosse così
veloce…”
Trunks
continuò a
contrattaccare fino a tirargli un pugno così potente da
farlo finire al bordo
del ring.
“Bravo!!!
Continua così!!!”
esultarono tutti gli spettatori del Settimo Universo e Champa, furente,
sibilò:
“Dannazione… abbiamo fatto un terribile errore di
valutazione… però…”
Con
un sorrisetto, la divinità
concluse: “…Botamo deve ancora sfoderare la sua
vera forza…”
Infatti,
nonostante la potenza
dell’attacco di Trunks, Botamo si rialzò subito in
piedi con un salto, facendo
nel mentre anche un sorriso di sfida, lasciando di stucco
l’avversario, il
quale sussurrò: “Ma tu…?!”
Purtroppo,
non fece in tempo a
dire altro che Botamo si lanciò di nuovo
all’attacco contro di lui con
l’intenzione di dargli un pugno, ma Trunks, prontamente, lo
schivò e,
afferrandolo proprio per quel braccio, per poi cominciare a prenderlo a
pugni,
facendolo oscillare da destra a sinistra come un pallone tirapugni.
“Grande!
Così lo straccerà!”
esclamò, eccitata, Cheelai, mentre la Mai più
grande annuiva: “Già,
l’avversario non riesce nemmeno a contrattaccare!”
Alla
fine, Trunks diede lasciò
il braccio di Botamo, dandogli, anche, un potente calcio, facendolo
rimbalzare
per tutto il ring come una palla, ma, ad un tratto, il guerriero,
rotolò
indietro, rimettendosi in piedi senza alcun problema, sfoderando
persino un
sorrisetto divertito, lasciando, allo stesso tempo, stupefatti, gli
spettatori
del Settimo Universo.
“I
miei attacchi non gli fanno
assolutamente niente!” esclamò, senza parole,
Trunks, per poi urlare, mentre,
contemporaneamente, preparava un attacco energetico:
“Allora… assaggia questa!”
L’attacco
energetico colpì in
pieno Botamo, il quale fu lanciato fuori dal ring.
“Ha
vinto!” esultò Lemo, ma,
proprio in quel momento, Botamo fermò la sua caduta e, con
un balzo, atterrò in
piedi sul ring, senza mostrare alcun segno di fatica o stanchezza.
“M-ma
quello…?!” iniziò,
incredula, Gure, mentre Cheelai terminava: “Chi diavolo
è?!”
“Botamo
non riporta danni...
né consuma energia! E’ molto più abile
di quello che sembra!” constatò,
preoccupato, Lemo, mentre il Trunks che stava combattendo al momento,
commentava: “Accidenti… cosa posso
fare?!”
“Uh
uh uh… ottimo!” ridacchiò,
euforico, Champa, mentre Beerus, furioso, sibilava:
“Tsk!”
“Siamo
nei guai…” commentò il
Trunks che si trovava alla tribuna degli atleti “Di questo
passo, l’energia
dell’altro me non farà che calare!”
“Come
abilità, Trunks è
nettamente superiore, ma se non riesce a danneggiare
l’avversario non c’è
margine di vittoria.” Constatò Tarble, mentre
Broly ricordava: “Trunks non si
ancora nemmeno trasformato in supersaiyan, possiamo farcela!”
“Se
anche lo facesse, non
sappiamo se riuscirà a danneggiare Botamo.” Gli
rivelò il Trunks in tribuna,
mentre quello che combatteva, sbottava:
“Maledizione!”
Infatti,
per quanto lo
colpisse al ventre, Botamo non sembrava avvertire alcun danno.
“L’unica
è rischiare il tutto
e per tutto e provare a colpirlo con il massimo della forza.”
Constatò il
Trunks che non combatteva, mentre Tarble, mordicchiandosi
l’unghia del pollice
commentava: “Accidenti… immaginavo che i guerrieri
del Sesto Universo fossero
forti, ma non così tanto! Non avrei mai immaginato che
Trunks sarebbe stato
costretto a tirar fuori tutta la sua forza già dal primo
incontro…”
“Ormai
è meglio rinunciare
all’idea di conservare le energie pensando al prossimo
avversario…” annuì il
Trunks in tribuna.
Nel
frattempo, il Trunks
continuava a combattere, cercando, contemporaneamente, di trovare una
soluzione
al problema.
Non
sapeva proprio come fare,
ammesso che ci fosse una soluzione…
Gli
attacchi a Botamo non
parevano avere il minimo effetto… sembrava fatto di gomma!
Che
accidenti poteva fare?!
Ad
un tratto, però, gli venne
in mente una cosa… forse era un’idea cretina e non
avrebbe funzionato… ma
tanto, per come stavano andando le cose, non restava altro che
provare… e se
neanche quello funzionato, avrebbe usato la trasformazione in
supersaiyan!
Di
conseguenza, Trunks fece un
balzo indietro e spinse leggermente indietro le braccia, come se stesse
preparando un attacco energetico.
Botamo
fece un sorriso di
vittoria e corse verso Trunks, ma, non appena gli fu davanti, il
ragazzo gli
diede una spinta che lo fece cadere rumorosamente a terra.
“Eh?”
non poterono fare a meno
di lasciarsi scappare tutti, anche coloro che si trovavano alla tribuna
dei
combattenti, sia del Sesto che del Settimo Universo, comprese le due
divinità
della distruzione ed i loro rispettivi angeli.
“C-che
fai?! Cosa speri di…?!”
domandò, allibito, Botamo, mentre il terrestre venuto dal
futuro lo prendeva
per le gambe iniziando a trascinarlo sul ring.
Per
contrastarlo, Botamo tentò
di lanciare degli attacchi energetici a Trunks sia da entrambe le mani
che
dalle orecchie, ma il ragazzo li evitava senza troppo problemi.
All’improvviso,
però, si fermò
e lasciò andare il guerriero, il quale, furioso per
l’oltraggio subito, si
rialzò prontamente e, mentre si lanciava verso Trunks con un
pugno, urlò,
arrabbiato: “M… maledetto!!!”
Tuttavia,
Trunks si abbassò
rapidamente e, prendendo il braccio di Botamo, lo scaraventò
fuori dal ring, in
quanto si era fermato proprio sul bordo.
Ciò
lasciò di stucco tutti
quanti, compreso lo stesso Botamo, il quale non aveva ancora compreso
come
avesse fatto a ritrovarsi così su due piedi fuori dal ring.
Il
commentatore fu il primo a
comprendere cosa fosse successo, in quanto annunciò:
“Botamo è uscito dal ring!
Vince Gohan del Settimo Universo!”
Immediatamente,
tutti gli
spettatori del Settimo Universo si misero a congratularsi con Trunks e
ad
applaudire.
“Bravo,
continua così!”
sorrise, soddisfatto, Beerus, mentre, al contrario, Champa fumava di
rabbia,
tanto che sibilò, inviperito:
“Maledetto…”
Mentre
Botamo si dirigeva
mogio mogio verso la tribuna degli atleti del Sesto Universo a causa
della sua
sconfitta e Champa diceva qualcosa al tizio che assomigliava a Freezer,
l’attenzione del Trunks sul ring fu attirata dal quinto
membro del Sesto
Universo, il quale era seduto tra il saiyan simile a Tarble e a quello
che
sembrava un gigantesco robot: aveva la pelle viola, indossava quello
che
sembrava un cappotto violaceo ed era seduto sulla panchina con gambe e
braccia
incrociate con gli occhi chiusi.
Sembrava
che dormisse, e forse
era davvero così… ma Trunks avvertiva che, allo
stesso tempo, i suoi sensi
erano acuti e vigili, pronti a captare il minimo segnale sospetto.
Non
aveva alcun dubbio: in
quel torneo, l’avversario più tosto sarebbe stato
lui.
Nel
frattempo, anche nella
tribuna degli atleti del Settimo Universo, Tarble stava commentando:
“E uno è
andato… ne restano solo altri quattro e qualcosa mi dice che
saranno molto più
difficili da sconfiggere rispetto a Botamo, il quale non è
stato di certo una
passeggiata…”
“Capirai…
hanno un saiyan ed
un tizio che sembra Freezer in squadra! E oltretutto, dobbiamo pure
evitare che
Champa scopra la verità su noi due…
accidenti… siamo solo all’inizio e sono
già
più teso della corda di un violino…”
dichiarò Trunks, mentre Broly domandava,
nello stesso momento: “Sentite, ma chi…?”
“Bene,
nel prossimo incontro…”
annunciò, proprio in quel momento, il commentatore, facendo
zittire all’istante
Broly, mentre il tipo che assomigliava a Freezer saliva sul ring:
“Il vincitore
Gohan affronterà… Frost!”
“Passano
subito all’incontro
successivo? Sarà dura…”
constatò, preoccupato, Tarble, mentre il Trunks rimasto
in tribuna, vedendo Frost salire sul ring, commentò:
“Il prossimo è lui?”
Intanto,
anche l’apparizione
di Frost aveva fatto scalpore tra il pubblico del Settimo Universo,
infatti,
Lemo, esclamò, incredulo e anche spaventato: “Ma
quello… è identico a Freezer!”
“Davvero?!
Ma quando ha
attaccato la Terra assieme a suo padre aveva un aspetto molto
diverso… certo,
le parti meccaniche sono state aggiunte per permettergli di combattere,
ma
strutturalmente era molto diverso rispetto a quel
tipo…” esclamò, incredula,
Bulma, mentre Lemo aggiungeva: “L’ho visto solo una
volta di sfuggita in una
stazione spaziale… ma l’aspetto è
identico a quello che aveva quella volta!
Però, girava voce tra i soldati che possedesse una
trasformazione…”
“A
quanto mi ha detto un mio
vecchio amico di nome Crilin, pare che Freezer possedesse ben tre
trasformazioni.”
“Bontà
divina… addirittura
tre?! Già razze aliene con una sola trasformazione sono
molto rare… ma tre…
miseriaccia… meno male che sono sempre stato nelle retrovie
dell’esercito…”
“Però,
avevi ragione, Lemo…
quel tipo è davvero basso! Dev’essere alto
all’incirca come Tarble…”
ridacchiò,
divertita, Cheelai, beccandosi pure un’occhiataccia da parte
di Lemo, mentre
Bulma meditava, leggermente preoccupata: “In ogni caso, se
quel tipo è davvero
Freezer, è un grosso problema…”
Nel
frattempo, Frost si
avvicinò senza alcun timore al Trunks sul ring e, non appena
gli fu davanti,
fece un sorriso per poi allungare la mano verso di lui e dire,
allegramente:
“Piacere!”
“Eh?”
non poté fare a meno di
lasciarsi sfuggire Trunks.
Aveva
avuto a che fare con
Freezer solo una volta nel passato, proprio come la sua controparte
più
giovane, e non si poteva dire che quel tipo gli assomigliasse neppure
vagamente!
In
ogni caso, un po’
imbarazzato, Trunks prese la mano di Frost e gliela strinse, dicendo
nel
mentre, anche se un po’ titubante: “P-piacere
mio…”
“Impegniamoci
entrambi facendo
del nostro meglio!” esclamò, entusiasta, Frost,
mentre Lemo, dalla tribuna
commentava, sorpreso: “Eh? Non assomiglia per niente al
Freezer che conosco io…
quello era capace di far fuori qualcuno solo per avergli fatto notare
che gli
puzzava l’alito…”
“Sembrerebbe
un gentiluomo…”
aggiunse la Mai più giovane, mentre, contemporaneamente, il
commentatore
annunciava “Diamo inizio al secondo incontro!
Cominciate!”
Immediatamente,
sia Trunks che
Frost si misero in posizione, per poi iniziare a combattere.
|
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Capitolo 30 *** Due strane vittorie ***
Capitolo
30: Due strane
vittorie
Pianeta
Senza Nome
Stadio
del torneo, sabato,
10:45
La
prima cosa che tentò di
fare Frost a Trunks fu di colpirlo con un pugno, ma il saiyan,
prontamente, lo
parò con un braccio.
A
quel punto, Frost tentò di colpirlo
con un altro pugno, ma, abilmente, Trunks lo schivò e a sua
volta cercò di
colpirlo con un pugno, ma, stavolta, fu Frost a bloccarlo con la mano.
Per
qualche minuto, lo scontro
si svolse in quella maniera, con entrambe le parti che davano pugni
all’altro,
mentre questo, contemporaneamente li schivava.
“E’
uno scontro serrato… non
si vedono neanche i movimenti delle mani!”
commentò Lemo dagli spalti,
incredulo.
In
fondo, quella era la prima
volta che assisteva ad un combattimento di Freezer, o meglio, di una
sua
versione di un altro universo.
Alla
fine, però, Trunks colpì
Frost con una potente ginocchiata facendolo volare, ma
l’alieno si riprese
durante il volo e si diresse a tutta velocità verso il
ragazzo, il quale si
mise in posizione di combattimento, ma, inaspettatamente, Frost lo
superò,
mentre la sua coda nera si avvolgeva alla gamba di Trunks, per poi,
aiutato da
essa, cercare di colpire alle spalle il ragazzo, ma Trunks, anche se
rimase
parecchio sorpreso da quella mossa, si parò velocemente con
le braccia, venendo
a sua volta sbalzato all’indietro, ma Frost, intuendo che
ciò non sarebbe
bastato a sconfiggere l’avversario, prontamente, si
lanciò contro di lui e, una
volta che lo ebbe raggiunto, cominciò a tempestarlo di
pugni, finché Frost non
provò a colpire Trunks al petto, ma il ragazzo
sparì letteralmente e l’unica
cosa che colpì l’alieno fu il ring, i cui detriti
volarono a tutta velocità
verso Whis e Beerus, i quali erano lì vicino, ma
l’angelo, senza troppi
problemi, li ridusse in briciole con col semplice tocco del dito indice.
Mentre
Frost tornava alla
carica con Trunks, Whis constatò: “Nessuno dei due
scopre le proprie carte...”
“Che
spreco di tempo… datevi
una mossa a finire!” sbottò, irritata, la
divinità, mentre Frost volava a tutta
velocità verso Trunks, provando a dare un calcio
all’avversario, il quale, a
sua volta, tentò di dargli a sua volta un pugno, ma
entrambi, venendo però
entrambi prontamente parati.
A
quel punto, i due
combattenti scomparvero sotto gli occhi allibiti dei presenti.
“Sono
scomparsi di nuovo!”
esclamò, sorpresa, Gure, mentre Lemo aggiungeva:
“Sono fulminei! Non si
riescono nemmeno a seguire!”
Lo
scontro continuò così per
qualche minuto, con alcune brevi apparizioni dei due contendenti, anche
se era
ormai chiaro a tutti che Frost era in netto svantaggio, fino a quando
Trunks
tentò di colpire l’alieno sulla testa, ma quando
Frost tentò di coprirsi la
testa con le braccia per parare il colpo, Trunks cambiò
posizione e, tra la
sorpresa generale, lo colpì violentemente al petto,
facendolo atterrare
bruscamente sul ring.
Dolorante,
l’alieno si rialzò,
massaggiandosi il ventre, anche se non poté fare a meno di
fare un sorrisetto
divertito che non sfuggì a Trunks, in quanto, facendo anche
lui un sorrisetto,
esclamò: “Lo sapevo.”
“Cosa?”
fece l’altro,
leggermente sorpreso, e Trunks rispose: “Stai saggiando la
mia forza, vero?”
“Eh?!
Assolutamente no!”
“Faresti
meglio a mostrarmi il
tuo stadio finale.”
Sentendo
quelle parole, Frost
fece uno sguardo seccato.
Ma
come faceva a sapere della
trasformazione?!
Eppure
era la prima volta che
si vedevano!
“Hai
intenzione di
trasformarti un po’ per volta a seconda
dell’avversario, vero?” continuò il
ragazzo e l’altro, sgranando gli occhi, esclamò:
“Come fai a saperlo?!”
Come
faceva a sapere del suo
piano?!
“Al
mio maestro è capitato di
combattere contro un tizio uguale a te nel nostro universo…
che in seguito ho
anche affrontato io stesso!” rivelò Trunks e
l’altro con un sorriso, rispose:
“Ma certo… adesso capisco…”
“Se
continui a prendertela
comoda, verrai sconfitto prima di riuscire a dimostrare la tua vera
potenza.”
“Grazie
per il consiglio,
adotterò subito la forma finale.”
Dopo
aver detto quelle parole,
Frost si mise in posizione di concentrazione, mentre attorno a lui si
sprigionava una forte energia che venne avvertita da tutti, anche da
quelli che
non erano in grado di percepire i Ki, in quanto tutta
quell’energia faceva
credere che l’aria stesse violentemente tremando.
“S-si
trasforma?” domandò,
sbalordito, il saiyan del Sesto Universo, mentre Frost si metteva ad
urlare,
con la testa, il dorso ed il petto che s’ingrossavano.
Non
appena Frost ebbe finito,
fissò divertito Trunks, il quale, invece, era piuttosto
sorpreso di quella
forma, dal momento che quando aveva affrontato Freezer nel passato, il
suo
aspetto era completamente diverso rispetto a quello di
Frost… ma, in fondo,
l’alieno apparteneva ad un altro universo, quindi, magari,
alcune cose erano
diverse…
“Maledetta
stupida lucertola…
quella non è la forma finale, ma la penultima! Ci prende in
giro!” sbottò,
invece, adirato, Beerus, mentre Whis, con calma, gli ricordava:
“Beh, nessuno
di loro ha mai visto quella trasformazione prima d’ora, Lord
Beerus…”
“Oh,
quanto non sopporto
quelle lucertole…”
“Ce
l’ha ancora con Freezer
per non aver eliminato tutti i saiyan in un colpo solo?”
“Esatto!
A quel cretino avevo
dato un semplice e ridicolo ordine e guarda cosa mi ha combinato! Ha
lasciato
in vita una mina vagante che mi ha pestato come un sacco da boxe!
Vorrei che
fosse ancora vivo quel disgraziato, così lo farei prendere a
bastonate da
Broly! Persino io avrei fatto un lavoretto migliore del suo!”
“Come
ha fatto coi dinosauri
della Terra?”
“Beh,
volevo dare una bella
lezione alla maggior parte di loro, non a tutti! Se avessi voluto,
all’epoca,
avrei fatto sparire il pianeta e tanti saluti! Ma visto che io sono io,
ho
avuto il presentimento che dalla Terra si poteva ricavare qualcosa di
buono,
così me ne sono andato, lasciandola intatta!”
“Strano,
Lord Beerus… io
ricordo che quella volta aveva troppa fame per distruggere la Terra,
quindi, ha
deciso di fare uno spuntino e un pisolino durato la bellezza di
cinquant’anni
e, al vostro risveglio, vi eravate completamente dimenticato della
faccenda.”
“Whis,
falla finita!”
Nel
frattempo, Frost guardò il
Trunks sul ring e ridacchiò: “Uh uh uh…
va bene così?”
“Immagino
di sì… anche se
quello che ho affrontato io era un po’
diverso…” fu la risposta di Trunks, in
quanto era ancora un po’ confuso dalla trasformazione, e
l’alieno domandò: “Per
curiosità, il me stesso del tuo universo ti ha
battuto?”
“No.”
Frost
rimase in silenzio un
attimo a quella risposta, per poi affermare: “Beh, non
importa… qui le cose
andranno diversamente.”
“Staremo
a vedere… in
guardia!”
“Sono
pronto!”
Sia
Trunks che Frost partirono
all’attacco ed i due avversari si lanciarono
all’attacco l’uno contro l’altro,
al momento in perfetta parità.
“Ottimo,
Frost è in
vantaggio!” constatò, entusiasta, Champa, mentre
Vados annuiva: “E’ naturale,
coi pugni è il più forte del nostro
universo.”
Nel
frattempo, il Kaioshin del
Sesto Universo col suo assistente si avvicinò ai due
Kaioshin del settimo
universo e, con un certo atteggiamento di superiorità,
commentò: “Oh oh oh…
sembra che il nostro campione stia vincendo!”
“Eh
eh eh… beh, stiamo a
vedere.” Fu la semplice risposta del Kaioshin più
anziano.
Proprio
in quel momento, Frost
lanciò un attacco energetico dall’indice e
dall’anulare uniti che colpì in
pieno Trunks facendolo cadere sul ring.
“Che
te ne pare?” domandò
Frost, sicuro di sé “Ti consiglio di arrenderti,
prima di farti male sul
serio.”
Inaspettatamente,
però, Trunks
si rialzò in piedi con un balzo e, massaggiandosi il collo
leggermente
dolorante, commentò: “Niente male… se
devo essere sincero, sei leggermente più
forte di Freezer… però…”
Nel
dire quella frase, però,
smise di massaggiarsi il collo e, guardando Frost con un sorriso furbo,
commentò: “…Stai nascondendo almeno un
altro livello di trasformazione, vero?
Che furbastro…”
“Furbastro?”
ripeté l’alieno,
ancora mezzo sorpreso per il fatto che l’avversario avesse
capito che possedeva
ancora un’altra trasformazione, mentre Trunks diceva:
“Beh, ad essere sincero…
lo sono anch’io.”
Nel
dire quella frase, Trunks
si trasformò in supersaiyan con enorme sorpresa dei
componenti del Sesto
Universo, in primis, ovviamente, lo stesso Frost.
“M-ma
che…?! Qu-quello è un
terrestre, no?!” domandò, incredulo, Champa,
mentre Vados diceva “Sembra che
non sia un terrestre qualsiasi… anzi, credo che si tratti di
un incrocio tra un
saiyan e una terrestre…”
Anche
Fuwa rimase senza
parole, infatti, balbettò, incredulo:
“M-ma… c-che…
diavolo…?!”
Incurante
della confusione,
Trunks si lanciò all’attacco contro Frost, ma
l’alieno capendo che se restava
così avrebbe senz’altro, si mise ad urlare,
venendo avvolto da una fiamma
d’energia che bloccò subito il ragazzo,
costringendo gli spettatori a chiudere
gli occhi per non rischiare di venire accecati da quella fiamma.
Mentre
osservava la polvere
generata dall’esplosione spostarsi rivelando una sagoma
dietro di essa, Trunks
fece un sorrisetto e commentò: “Lo
sapevo… adesso ti riconosco.”
Infatti,
la figura davanti a
lui, anche se con le opportune differenze, assomigliava in maniera
impressionante a Freezer, escludendo, ovviamente, le parti
meccanizzate, che
naturalmente Frost non aveva.
Trunks
lo fissò in silenzio,
per poi affermare: “La vera sfida comincia adesso.”
Dal
canto suo, Frost fece un
sorriso divertito, mentre il saiyan del Sesto Universo, domandava,
incredulo:
“Quello… è il vero aspetto di
Frost?”
In
quello stesso istante,
Frost sprigionò un incredibile aura d’energia
attorno a lui e anche Trunks fece
immediatamente la stessa cosa.
A
quel punto, Frost si avventò
contro il ragazzo e cercò di lanciargli degli attacchi
energetici, ma Trunks li
parava tutti quanti senza problemi, per poi iniziare ad avvicinarsi
all’avversario e, una volta che gli fu davanti, gli
bloccò i polsi con le mani
e gli diede un calcio così forte che lo fece scontrare
contro la barriera.
Nonostante
ciò, l’alieno si
fiondò a tutta velocità contro Trunks con
espressione adirata.
Infatti,
era palese che il
fatto di venir sconfitto nella sua forma finale doveva essere un grosso
affronto per lui…
Ma
più perdeva la calma, più
Trunks era in grado di tenergli testa con più
facilità, dal momento che stava
lasciando troppi punti scoperti.
Un
altro che era adirato dal
fatto che Frost stesse perdendo era, ovviamente, Champa, il quale
guardava lo
scontro tra i due andare sempre peggio per il suo combattente con uno
sguardo
davvero furente.
Ad
un tratto, per fermare
l’avanzata di Trunks con un movimento dell’aria,
ma, per tutta risposta,
l’avversario fece lo stesso e la sua potenza
scaraventò Frost al bordo del
ring.
“M-ma
che…” non poté fare a
meno di commentare, sbalordito, Fuwa, mentre l’anziano
Kaioshin, con lieve
soddisfazione, diceva: “Oooh… in un batter
d’occhio le posizioni si sono
invertite.”
Nonostante
la stanchezza,
Frost ebbe la forza di sorridere e di sussurrare, mettendosi anche
nella posa
che, chi l’aveva vista dal vivo, la riconobbe subito come
quella tipica di
Freezer: “Straordinario… non me
l’aspettavo, davvero… però…
non riuscirai mai a
battermi.”
“Non
accetta proprio la
sconfitta, quello…” commentò Broly,
mentre Frost si lanciava di nuovo
all’attacco di Trunks, ma, per tutta risposta, il saiyan lo
schivò e lo colpì
in maniera piuttosto forte al dorso, facendolo cadere per terra.
“Mi
dispiace, ma è finita.
Faresti meglio ad arrenderti.” Lo avvertì Trunks,
mentre Frost si alzava faticosamente,
allontanandosi anche un attimo, dandogli sempre le spalle.
Inaspettatamente,
però, Frost
si lanciò all’attacco contro Trunks cercando di
tirargli un pugno con la mano
destra, il quale venne prontamente parato da Trunks, ma,
improvvisamente, il ragazzo
si sentì girare la testa in maniera pesante e Frost ne
approfittò per tirargli
un calcio così potente da farlo cadere fuori dal ring,
lasciando, stavolta,
l’intero Settimo Universo di stucco
Dopo
un lieve attimo di
confusione per quell’inaspettato colpo di scena, il
commentatore annunciò:
“Gohan è fuori dal ring! Frost vince
l’incontro!”
“Eh?!
Cosa?!” esclamarono allo
stesso tempo, allibiti, l’altro Trunks, Broly e Tarble.
“T-Trunks…
ha perso?!”
domandò, incredula, la Mai più giovane, mentre la
sua controparte più anziana,
dopo aver affidato il figlio a Bulma corse dal suo compagno per
sincerarsi che
stesse bene, gridando: “Trunks!!!”
La
ragazza corse a tutta
velocità verso il compagno svenuto, assieme a due alieni
identici d’aspetto al
commentatore con una barella e si mise a scuoterlo leggermente.
Dopo
un po’, Trunks,
leggermente frastornato, aprì gli occhi, facendo un
semplice: “Mh?”
Dopodiché
si rialzò a sedere,
massaggiandosi il collo borbottando: “Ahi,
ahi…”
In
seguito, mentre la sua
ragazza faceva un sospiro di sollievo, il ragazzo si guardò
intorno e domandò,
incredulo: “Eh? Ho perso?”
A
quel punto, Trunks si voltò
verso Frost, il quale era rimasto sul ring a guardarlo, e ammise:
“Certo che ci
sai fare, Frost… non ho nemmeno capito che tecnica hai
usato!”
“Grazie.”
Fu la semplice
risposta dell’altro.
Nel
frattempo, nella tribuna
degli atleti del Settimo Universo, Whis commentò,
semplicemente: “Oh, il Trunks
numero 1 ha perso…”
“C-che
combina quel cretino?!”
fece, adirato e nervoso, Beerus, per poi borbottare, sempre
più agitato: “N-non
va bene… non va bene per niente!”
Intanto,
una volta raggiunti i
compagni, il Trunks più grande fu raggiunto dal suo
doppione, il quale gli
chiese, incredulo: “Che ti è successo? Eri in
netto vantaggio e poi,
all’improvviso…”
“Non
lo so… per qualche strano
motivo, quando mi ha colpito con il pugno ha iniziato a girarmi la
testa…” fu
l’amara risposta del Trunks più grande, mentre
Broly lo consolava: “Su, non
fare così… siamo ancora in quattro… e
poi, il tuo è stato uno scontro
fortissimo! Anche quei…!”
Tuttavia,
il saiyan
s’interruppe bruscamente, non appena si accorse che Tarble
stava osservando in
silenzio Frost molta attenzione.
“Mh?
C’è qualche problema,
Tarble?” gli domandò Broly, incuriosito, e Tarble
rispose: “No, niente… è solo
che…”
“Andiamo
avanti! Il prossimo
sfidante del Settimo Universo a combattere contro Frost
sarà… Trunks!” lo
interruppe proprio in quell’istante il commentatore ed il
Trunks più giovane si
diresse sul ring.
“Cominciate!”
fece
l’annunciatore e, immediatamente, Frost, abbandonando ogni
minimo di prudenza
rispetto allo scontro precedente, si fiondò subito
all’attacco contro Trunks,
ma il ragazzo lo schivò prontamente e volò in
aria.
Di
conseguenza, Frost tentò di
colpirlo con un attacco energetico, ma Frost continuò a
colpirlo con raggi
energetici che venivano prontamente schivati.
“Quello
è il fratello minore
del tizio di prima, giusto?” domandò, proprio in
quel momento Champa dalla
tribuna dei guerrieri del Sesto Universo, mentre Vados, meditabonda,
commentava: “Mmh… non ne sarei così
sicura…”
Nel
frattempo, Trunks urlando,
mentre, contemporaneamente, preparava un attacco energetico,
trasformandosi
anche in supersaiyan: “Ti ho già sconfitto una
volta… ti sconfiggerò anche in
questa!”
Frost,
sempre più seccato,
schivò quell’attacco energetico, per poi provarne
a lanciarne un altro.
Mentre
i due contendenti
continuavano a combattersi utilizzando attacchi energetici, il Trunks
in
tribuna commentò: “L’altro me ci sa
fare, eh?”
“Già…
però si limita soltanto
alla difesa… Frost sta consumando molte energie, ma anche
quelle dell’altro
Trunks stanno calando… comunque, pare che Frost stia
perdendo la sua
proverbiale calma a furia di combattere… mi sa che vuole
terminare questo
scontro il più in fretta possibile…”
constatò Tarble, mentre Broly commentava:
“Quel tipo non sa proprio perdere!”
“Già…
è proprio quello che
temo…” commentò il giovane, continuando
a guardare l’incontro.
Nel
frattempo, Frost, sempre
più adirato e stanco, smise di attaccare e guardando
l’avversario, mentre con
la mano sinistra massaggiava il braccio destro, sibilò,
furente: “Mettiamo fine
a quest’incontro!”
Dopo
aver detto quelle parole,
si lanciò all’attacco e tentò di
colpire varie volte Trunks con la mano sinistra,
le quali venivano bloccate senza troppi problemi dal ragazzo.
Ad
un tratto, Frost lanciò il
pugno destro in direzione di Trunks, il quale, prontamente,
parò il pugno con
una mano, ma, non appena lo ebbe parato, si sentì strano.
Non
perché il pugno dell’avversario
fosse fortissimo, anzi, era parecchio debole, ma si sentì la
testa girargli
terribilmente…
A
quel punto, prontamente,
Frost ne approfittò per lanciare un pugno al petto di Trunks
che lo fece uscire
fuori dal ring, con grande sgomento di tutti gli appartenenti al
Settimo
Universo, i quali non poterono fare a meno di esclamare, allibiti per
quella
scena: “Eh?!”
“Fuori
dal ring! Il vincitore
è Frost!” dichiarò l’arbitro,
mentre Bulma dagli spalti diceva, sbigottita:
“Ehi! Di nuovo la stessa scena! Ma com’è
possibile?!”
“Ah
ah ah! Bravo, bravissimo!”
esultò Champa, mentre il Trunks che finora aveva combattuto
faceva segno ai
tipi della barella che non aveva bisogno di aiuto, per poi alzarsi e
dirigersi
verso la tribuna del Settimo Universo.
“Tutto
bene, Trunks?” gli
domandò, preoccupato, il suo doppione più grande,
mentre il ragazzo borbottava:
“Sì… accidenti, non riesco proprio a
capire come sia potuto succedere… eppure
ero in guardia!”
Poi,
dopo essersi girato in
direzione di Tarble, in quanto il prossimo avversario di Frost sarebbe
stato
lui, lo avvisò: “Fa’ attenzione,
Tarble… mi sa che quello è molto più
forte di
quello che pensiamo.”
“…Oppure
molto più subdolo.”
Borbottò Tarble, mentre levitava verso il ring.
La
sua frase lasciò di stucco
i suoi tre compagni di squadra, i quali non poterono fare a meno di
esclamare,
sorpresi: “Eh?”
“E’
un disastro… un vero
disastro!” stava dicendo, nel frattempo, Beerus, mettendosi
le mani in testa.
I
suoi guerrieri stavano
cadendo tutti come mosche!
Se
continuava così, sarebbe
poi toccato a Monaka e allora…
“Continuiamo…
il prossimo ad
affrontare Frost sarà… Tarble!”
annunciò l’arbitro, mentre Tarble si metteva in
posizione di combattimento, con espressione decisa.
A
differenza di tutti gli
altri, infatti, era l’unico ad aver capito che, in
realtà, Frost stesse
barando.
Infatti,
non gli era sfuggito
il fatto che in entrambe le volte, prima di attaccare i due Trunks
mettendoli
al tappeto, si era toccato il braccio destro, oltre al fatto che gli
era per
giunta parso di vedere un luccichio da quel braccio quando Frost aveva
attaccato il primo Trunks… inoltre, i sintomi descritti dal
Trunks più grande
ed il comportamento che entrambi avevano avuti erano riconducibile ad
un veleno
piuttosto diffuso nel Settimo Universo, grazie al cielo non letale se
preso in
piccole quantità, ma capace lo stesso di far svenire una
persona o, se era
molto forte fisicamente, come nel caso dei suoi due nipoti, di creare
notevole
confusione e un lieve malessere…
In
ogni caso, i suoi sospetti
da soli non bastavano di certo per poter accusare Frost di star
utilizzando
un’arma, in quanto poteva essere nascosta molto accuratamente
e se l’ispezione
non avesse portato a niente, c’era il rischio di passar per
un bugiardo o,
peggio ancora, di dare al Settimo Universo una penalità che,
al momento, era
l’ultima cosa di cui avevano bisogno…
Soltanto
un vero e proprio
idiota poteva mettersi ad accusare qualcuno senza avere nemmeno uno
straccio di
prova…
Spazio
profondo del Settimo
Universo
Settore
Nord, sabato, 11:45
“Etciù!”
fece l’alieno, mentre
pilotava la vecchia astronave e, subito, una voce proveniente
dall’auricolare
che l’essere stava indossando, gli domandò:
“Non ti sarai mica preso il
raffreddore, Jaco?”
“No,
Calamis… dev’essere colpa
del sistema dell’aria condizionata della
navicella… quell’idiota di un
meccanico l’ha regolata male! L’ha fatto troppo
potente e adesso la mia
navicella è un frigorifero! Se penso che prima era un
forno… ma dico, io sono
una super élite della Pattuglia Galattica e guarda un
po’ te come vengo
trattato! Ancora un po’ e qui dentro cominceranno a girare i
pinguini!”
protestò vivacemente Jaco, mentre continuava a far andare la
navicella.
Pianeta
Senza Nome
Stadio,
sabato, 11:46
In
ogni caso, si trovava in un
bell’inghippo: quella versione di Freezer del Sesto Universo
era di certo
troppo potente per lui, dato che lui non era di certo allo stesso
livello dei
due Trunks i quali, imbrogli a parte, erano stati in grado di
sconfiggerlo
senza troppi problemi, sia la versione del Sesto Universo che di quella
del
Settimo, anche se, in quel caso, avevano fatto fuori quello di
un’altra linea
temporale…
L’unica
speranza che aveva per
vincerlo era dimostrare davanti a tutti che stava violando il
regolamento
usando un’arma, così da farlo squalificare per
comportamento scorretto e
rimettendo così in gara anche i due Trunks, dato che se si
fosse scoperto che
aveva barato anche nei precedenti scontri, le sue due vittorie
sarebbero state
immediatamente annullate, i quali erano troppo preziosi, evitando, allo
stesso
tempo, di farsi colpire da quel dannato veleno, il quale sarebbe di
certo
bastato per mettere al tappeto uno come Broly e Monaka, coloro che
erano stati
capaci di sconfiggere Beerus!
Però…
sarebbe stato in grado
di portare a termine un compito così delicato ed importante
senza fallire?
In
fondo, sapeva soltanto che
Frost possedeva un’arma nel braccio destro…
però non sapeva la forma di essa né
quanto fosse lunga, dettagli che lo mettevano in una terribile
posizione di svantaggio…
Beh,
doveva lo stesso tentare…
sperando allo stesso tempo in bene…
|
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Capitolo 31 *** Lotta d'astuzia ***
Capitolo
31: Lotta d’astuzia
Pianeta
Senza Nome
Stadio,
sabato, 11:47
“Molto
bene… cominciate!!!”
ordinò l’arbitro e, immediatamente, Tarble si
alzò in volo e cominciò a
lanciare dei raggi energetici in direzione di Frost.
In
quanto non aveva speranza
di battere Frost in uno scontro frontale, aveva deciso di combatterlo a
distanza con degli attacchi energetici… inoltre, in questo
modo, aveva anche la
possibilità di far innervosire più rapidamente
Frost, in quanto, come aveva
notato nei due precedenti scontri, l’alieno era un pessimo
perdente e, più
veniva messo con le spalle al muro nella sua forma finale,
più perdeva la sua
calma e si agitava, mentre, come gli aveva insegnato il Trunks
più grande, in
un combattimento è più opportuno mantenere il
sangue freddo e la
concentrazione.
In
ogni caso, come aveva
constato nei precedenti scontri, tutte le volte che Frost perdeva la
calma e si
agitava, ricorreva a quella misteriosa arma velenosa che possedeva nel
braccio
destro… e, a giudicare dall’espressione sempre
più adirata di Frost era proprio
quello che stava succedendo.
Nel
frattempo, l’alieno, dopo
aver schivato a tutta velocità quegli attacchi,
volò a tutta velocità contro
Tarble, il quale, inaspettatamente, volò a tutta
velocità verso un’altra
direzione.
Sempre
più adirato, Frost
cominciò a lanciare dei fortissimi raggi energetici a
Tarble, il quale li
schivava a tutta velocità, continuando a volare a tutta
velocità in alto.
“Ma
si può sapere che sta
combinando, quello?! Non fa altro che schivare gli attacchi e lanciare
dei
raggi energetici!” sbottò, adirato, Beerus, mentre
Whis gli rivelava: “Sta
evitando di affrontare Frost frontalmente, così da non
rischiare di essere
messo al tappetto da quella sua stranissima tecnica.”
“Beh,
che si dia una mossa a
chiudere la faccenda! Siamo con l’acqua alla gola con soli
tre guerrieri, uno
dei quali con l’arrabbiatura fin troppo facile e la follia
praticamente dietro
l’angolo!”
Nel
frattempo, alla tribuna
degli atleti, i due Trunks e Broly osservavano con molta attenzione lo
scontro.
“Tarble
ha ideato una buona
strategia… finché gli resta a distanza, Frost non
può usare contro di lui la
sua misteriosa tecnica.” Commentò il Trunks
più grande, mentre quello più
giovane annuiva: “In effetti, tra tutti noi, è il
più stratega… ricorda un po’
il Piccolo del passato, vero?”
“Sì.”
“Però…”
s’intromise, proprio
in quel momento, Broly, indicando con l’indice Tarble
“A me sembra che con
quella strategia stia soltanto facendo arrabbiare quel tipo che sembra
una
lucertola… però, se voi dite così, lo
sarà senz’altro.”
Quello
che Broly non poteva
neanche immaginare era che il piano di Tarble fosse proprio questo!
Dopo
un po’, certo che Frost
fosse fuori di sé dalla rabbia, Tarble atterrò
sul ring, seguito a ruota
dall’alieno, il quale, con espressione adirata,
sibilò: “Ne ho abbastanza…
facciamola finita!”
“Ma
è cretino o cosa, quello?!
Se lo attacca frontalmente verrà sconfitto in quattro e
quattr’otto!” s’infuriò
Beerus, mentre Whis gli ricordava: “Beh, non poteva andare
avanti così per
sempre, schivando e lanciando attacchi energetici, le pare? Alla lunga,
una
strategia come quella fa esaurire l’energie.”
“Adesso
è il tuo turno di venir
eliminato…” minacciò proprio in quel
momento Frost, toccandosi il braccio
destro, cosa che non sfuggì a Tarble.
Era
il momento!
Frost
avrebbe provato a
metterlo al tappetto con la sua arma segreta… e sarebbe
stata la sua attenzione
per smascherarlo!
Per
non farlo insospettire, si
mise in posizione di combattimento, mentre sentiva il sudore ghiacciato
scendergli nel collo.
Doveva
fare molta attenzione…
un solo secondo di ritardo e sarebbe stato sconfitto.
In
quello stesso istante,
Frost cominciò a correre verso di lui, mentre Tarble con il
cuore in gola, lo
aspettava.
Immediatamente,
Beerus chiuse
gli occhi, temendo di vedere anche il suo terzo guerriero sconfitto da
Frost,
ma, inaspettatamente, non sentì l’annuncio
dell’arbitro, solo dei sussurri,
sbigottiti.
Nervoso,
Beerus abbassò le
mani e quello che vide lo lasciò senza parole.
Entrambi
i contendenti erano
immobili e ansimanti… questo perché la coda di
Tarble aveva bloccato il braccio
destro di Frost, da cui spuntava un pungiglione, il quale si trovava
solo a
pochi centimetri di distanza dal braccio di Tarble.
“Quindi
è con questo che hai
messo al tappetto i miei nipoti, vero?” sussurrò,
ansimante e con un sorriso di
vittoria, Tarble, mentre Frost faceva una smorfia di odio e
risentimento.
“Ma
cos’è quella roba che ha
Frost?” domandò, incredulo, Beerus e Whis rispose,
pacatamente: “Sembrerebbe
un’arma…”
“Cosa?!
Ehi, è contro il
regolamento usare le armi, squalificatelo!” urlò,
furioso, il dio della
distruzione, mentre Frost rispondeva: “Questa non
è un’arma, fa parte del mio
corpo.”
“Balle!
E’ evidente che è un
artefatto!” dichiarò l’arbitro, dopo
aver osservato attentamente, il piccolo
pungiglione e, stizzito, Frost borbottò: “Tsk, mi
avete scoperto! Beh, dovreste
essermi grati… avrei potuto uccidervi e non l’ho
fatto.”
“Non
ci posso credere… ha
barato?!” sbottò, infastidito, il Trunks
più giovane, mentre il suo doppione
più grande commentava: “Se Freezer avesse usato
questo stratagemma quando
l’abbiamo affrontato, saremmo di certo morti.”
“Forse
non è stato in grado di
farlo perché l’abbiamo sempre attaccato a
distanza, fino a quando non lo
abbiamo colto di sorpresa, tagliandolo a metà con la
spada…”
Un
altro furioso per
l’imbroglio di Frost era, ovviamente, Champa, il quale
urlò al guerriero: “Mi
hai fatto fare una figuraccia!”
“Volevo
solo chiudere in
fretta la faccenda, il torneo non prevede neanche un premio in denaro
e…!”
rispose l’alieno, ma, proprio in quel momento, dopo aver
allentato la presa
della coda, Tarble gli tirò una potentissima piedata al
ventre facendolo
schiantare violentemente contro gli spalti del Sesto Universo, per poi
strisciare lentamente verso il basso.
“Ma
che…?!” fece, allibito,
Beerus, mentre Whis commentava: “Beh, in fondo, non era
ancora stato
formalmente squalificato…”
“Caspita,
che volo che gli ha
fatto fare…” commentò il Trunks
più giovane a quella scena, mentre quello più
grande annuiva: “Come sospettavo, Tarble è
diventato molto più potente di
Freezer…”
“Già…
se non fosse che i suoi
capelli sono rimasti neri, avrei giurato che si fosse trasformato in
Supersaiyan…”
“A
me, per un attimo, è parso
che i suoi occhi fossero diventati verdi… ma non importa.
Probabilmente me lo
sono immaginato…” s’intromise Broly,
leggermente confuso.
Nel
frattempo, Tarble si era
passato una mano sul viso, come se proprio in quel momento avesse avuto
un
malore e, non appena ebbe abbassato la mano ed ebbe visto
dov’era finito Frost,
sussurrò, sorpreso: “Eh?”
“F-Frost
respira ancora… in
ogni caso, il vincitore è Tarble.”
Annunciò l’arbitro, dopo aver esaminato
l’alieno, il quale era svenuto.
Mentre
veniva trasportato in
infermeria dai due alieni della barella, Botamo alla vista di
com’era stato
conciato l’alieno, commentò: “Non
è possibile… Frost…”
“N-non
ci credo…” aggiunse il
saiyan del Sesto Universo, sbigottito.
“Sembrava
una brava persona,
invece, era proprio un poco di buono!” commentò
Broly, guardando Frost venir
portato via in barella, mentre il Trunks più grande
aggiungeva: “Col tempo
diventerà sempre più simile a Freezer.”
Proprio
in quel momento,
Tarble atterrò nella loro tribuna degli atleti, domandando:
“Ma… Frost l’ho
messo al tappetto io?”
“Sì,
gli hai dato una piedata
così potente, ma così potente da farlo finire
fuori dal ring in un attimo…
perché dici ciò?” domandò
Broly, sorpreso, e Tarble, massaggiandosi la testa
rivelò: “Beh, è
perché… ad un tratto, mentre Frost parlava, mi
è sembrato che
la vista diventasse nera e, quando mi è tornata normale, ho
visto Frost
malridotto fuori dal ring…”
“Non
è che Frost ti ha punto
con qualche altro ago?” domandò, preoccupato, il
Trunks più giovane, ma il
saiyan scosse la testa: “Impossibile, avevo i sensi
acuti… e poi, in quel caso,
non sarei stato in grado di sconfiggerlo. A proposito, potrei
controllare il
vostro polso?”
“Certo…”
fecero i due Trunks,
leggermente confusi, allungandogli il braccio e Tarble si mise a
studiarlo
attentamente, per poi esclamare, con un sorriso di vittoria:
“Bingo!”
Poi,
voltandosi verso
l’arbitro annunciò: “Ehi, anche Gohan e
Trunks sono stati punti dall’ago! Guardate
un po’ qui!”
Sentendo
quella frase, Beerus
si fiondò verso i tre, seguito dall’arbitro:
“Se sono stati punti dall’ago
significa che la vittoria non vale e che, pertanto, sono ancora in
gara, no?”
“C-certo,
in effetti… però,
che facciamo? Ricominciamo da Gohan?” fece
l’arbitro, ma il Trunks più grande
scosse la testa: “Adesso è il turno di Tarble.
E’ giusto che continui lui.”
Poi,
voltandosi verso il suo
doppione più giovane, domandò: “Ti
andrebbe bene tornare a combattere, se ci
sarà il caso, più tardi?”
“A
me non crea nessun
problema.” Annuì il ragazzo e l’arbitro
rifletté: “Allora Gohan e Trunks vanno
dopo Broly e Monaka?”
“N-no!
Monaka dev’essere
assolutamente l’ultimo! Gohan e Trunks vanno dopo
Tarble!” l’interruppe,
strillando in maniera nervosa, mentre Broly faceva notare, confuso:
“Ragazzi…
certo che sei proprio fissato con questa cosa di Monaka per
ultimo… sembra
quasi che tu non voglia che lo vediamo combattere…”
“Beh…
il fatto è che Monaka è
un guerriero pericolosissimo, capito? Se combattesse a piena potenza,
rischierebbe di distruggere tutto quanto, compreso il pianeta e le
divinità!”
“Ma
allora se è così
pericoloso, perché l’hai portato qui?”
“Perché…
perché… oh, insomma!
La potenza di Monaka è da usare soltanto se ci troviamo con
le spalle al muro e
senza nessun altro guerriero a rappresentare il Settimo Universo,
intesi? Fino
ad allora, lui resta in panchina!”
“Va
bene… anche se continuo a
non capirci niente…”
“Non
è necessario che tu
capisca a fondo la cosa, Broly… a me basta soltanto che,
quando sarà il tuo
turno, tu combatta con tutta la tua energia e che elimini
l’avversario anche a
costo di finire fuori dal ring nel processo, mi sono
spiegato?”
“Qu…
quindi… che si fa?”
domandò l’arbitro e Beerus rispose:
“Tarble, Gohan, Trunks, Broly, Monaka. In
quest’ordine.”
“Va
bene.”
“Phew…”
“Possiamo
tirare un sospiro di
sollievo, Lord Beerus.” Dichiarò pacatamente Whis,
mentre Beerus borbottava:
“Già…”
“Ehm…
bene, passiamo al
prossimo incontro! Lo sfidante del Sesto Universo che
affronterà Tarble sarà…
Otta Magetta!” annunciò l’arbitro,
mentre l’enorme robot di metallo saliva sul
ring.
“Ma
quello è un Metalman!”
esclamò, stupito, Tarble ed il Trunks più giovane
domandò, sorpreso: “Mh?
Metalman?”
“Sì…
è una razza di cui ho
letto qualcosa prima di venir esiliato… cavolo…
se la razza dei Metalman del
Sesto Universo è come quella del Settimo, abbiamo davanti un
avversario davvero
ostico…”
“Davvero?”
“Già…
però, da quello che ho
letto, parrebbe che i Metalman abbiano un punto debole… che
mi auguro di non
doverci ricorrere…”
“Perché
minerebbe il tuo
orgoglio?”
“Anche…
ma, soprattutto,
perché è un qualcosa che io non potrei mai fare,
a differenza di Vegeta…”
“Eh?
Ma di che si tratta?”
Prima
che Tarble potesse
rispondergli, l’arbitro dichiarò: “Il
concorrente Tarble è pregato di salire
subito sul ring, grazie!”
“Certo,
arrivo subito, mi
scusi!” si scusò, arrossendo per
l’imbarazzo, Tarble, dirigendosi sul ring.
Nel
frattempo, nella tribuna
dei Kaioshin, vedendo l’avversario di Tarble, il vecchio
Kaioshin domandò: “Non
sarà mica un robot?”
“Uh
uh uh… è un Metalman della
galassia 66950. Dovrebbe esserci anche nel vostro
universo…” rispose Fuwa ed il
vecchio, girandosi verso il suo discendente, gli domandò:
“Tu ne sai niente?”
“Ora
che ci penso, devo averne
sentito parlare…”
“Insomma,
studia di più!”
Nel
frattempo, Magetta, mentre
si avvicinava a Tarble, bevve da una borraccia di metallo un liquido
che pareva
parecchio infiammabile, per poi buttare la borraccia sul ring, il quale
ruppe
anche un pezzo di pavimento, segno che la borraccia era molto pesante.
A
quel punto, dalla canna
sulla cima della testa del Metalman uscì un enorme
quantità di fumo che lo fece
sembrare una locomotiva.
“Santo
cielo…” non poté fare a
meno di commentare Tarble, mentre l’arbitro diceva:
“Bene… cominciate!”
Subito,
Magetta si lanciò
all’attacco di Tarble, il quale, sapendo che quella razza era
composta da un
materiale simile al metallo, era praticamente inutile prenderlo a
pugni, di
conseguenza si librò in aria e cominciò a
lanciare degli attacchi energetici
molto potenti, generando una coltre di fumo.
Sfortunatamente,
dal fumo
apparve l’enorme stazza di Magetta, il quale non aveva
riportato nemmeno una
scalfittura alla sua corazza, anzi, si mise di nuovo a fischiare e a
produrre
fumo come una locomotiva.
“Non
ci credo…” commentò,
incredulo e sconvolto, Tarble.
Aveva
letto di quanto fossero
tosti e potenti i Metalman… ma non immaginava
così tanto!
Beh,
avrebbe continuato ad
attaccare ad attaccarlo e, se proprio non ci fosse riuscito, avrebbe
sfruttato
il punto debole dei Metalman… anche se il solo pensiero di
fare ciò gli faceva
venire il voltastomaco…
“Ma
è invulnerabile?!”
domandò, incredulo, il Trunks più giovane dalla
tribuna degli atleti e Broly,
guardando il Trunks più grande, propose: “E se lo
buttasse a terra e lo
trascinasse fuori dal ring come hai fatto tu, Trunks?”
“Non
dire stupidaggini, Broly!
I Metalman pesano mille tonnellate!” sbottò,
infastidito, Beerus, mentre Broly,
con una smorfia, borbottò: “E che ne sapevo
io…”
“Andava
bene per Botamo, ma
con lui non può funzionare.” Fu la risposta,
laconica, del Trunks più grande.
Nel
frattempo, vedendo che gli
attacchi energetici non avevano effetto su di lui, Tarble rimase in
volo
cercando di studiare la situazione, fortunatamente, Magetta pareva che
non
fosse in grado di volare o di lanciare raggi energetici…
“Se
gli attacchi contro di lui
non hanno effetto… allora proviamo questo!”
esclamò il ragazzo, cominciando a
lanciare dei raggi energetici in direzione del Metalman, il quale,
prontamente,
si protesse con le grosse braccia di metallo, ma, stranamente, nessuno
degli
attacchi lo colpì.
Allora,
il Metalman abbassò la
testa e scoprì, con sgomento, che gli attacchi di Tarble
miravano al ring
stesso!
“Ma
certo! Se resta senza un
punto d’appoggio e non è in grado di volare,
finirà automaticamente fuori dal
ring! Tarble ha elaborato un piano ingegnoso!”
esclamò, entusiasta, il Trunks
più grande, ma, immediatamente, il suo entusiasmo
svanì non appena Magetta
cominciò a lanciare delle fiamme contro gli attacchi
energetici del saiyan,
facendoli distruggere all’istante, con sgomento del ragazzo e
di tutti i
componenti del Settimo Universo.
“Ehi,
ma non è contro le
regole usare delle armi?” protestò Beerus e
l’arbitro gli rispose: “In questo
caso, si tratta di saliva, quindi, non è
un’arma.”
“Che
cosa?!” fece Beerus,
mentre Broly commentava: “Che
fregatura…”
“Uhm…
l’idea era buona, però,
così, non riesce a mirare…”
constatò, con un sospiro, il Trunks più grande.
Vedendo
che anche quello
stratagemma non funzionava, Tarble sbottò:
“Maledizione! Questo Metalman è
davvero formidabile! A questo punto, non mi rimane altra
scelta… dovrò farlo…”
“Oh,
cielo… vuole davvero
farlo al povero Magetta? Potrebbe ucciderlo…”
commentò, sentendolo, Whis e,
subito, allarmato, Beerus esclamò: “Come sarebbe
ucciderlo?! Intendi che
sfruttando quel punto debole dei Metalman, si può anche
portarli alla morte?!”
“Beh,
ci sarebbe la
possibilità… troppo dolore da
sopportare…”
“N-non
scherziamo… se lo ammazza
è la fine!!!”
“Eh,
già… se lo uccide perderà
automaticamente…”
“A
quel ragazzino è andato il
sangue alla testa e se n’è completamente scordato!
Ehi, ragazzino! Non ti
azzardare a sfruttare il punto debole dei Metalman, mi sono
spiegato?!”
“E’
l’unico modo, Lord Beerus!
Altrimenti, nessuno di noi potrebbe sconfiggerlo, anche con
trasformazione in
Supersaiyan! Mi creda, io stesso vorrei evitarlo, ma non si
può fare
altrimenti…” dichiarò Tarble, mentre
planava su un pezzo di ring ancora
intatto.
Vedendolo
atterrare, Magetta
partì subito all’assalto, mentre Beerus si metteva
di nuovo le mani in testa,
nervoso al massimo.
Vedendolo
avvicinarsi il
Metalman, Tarble strinse i pugni e chiuse gli occhi, per poi dire:
“B-brutto…
ROTTAME!!!!”
Inaspettatamente,
sentendo
quelle parole, Magetta si fermò di colpo e Tarble, con una
mano davanti al
viso, diede una leggerissima spinta con l’indice al Metalman,
facendolo finire
fuori dal ring, tra lo stupore di tutti quanti.
“Eh?”
fece la Mai più grande
dagli spalti, mentre Bulma, vicino a lei, diceva, incredula:
“Cos…?”
Intanto,
Champa si diede una
pacca sulla fronte, mentre Vados faceva un sospiro.
Nonostante
la confusione di
tutti, l’arbitro annunciò: “Magetta
è caduto al suolo! E’ fuori dal ring! Vince
Tarble!”
“Ma
che è successo?” domandò
Broly e Whis, tranquillamente, spiegò: “I Metalman
sono molto sensibili, basta
dir loro qualcosa di minimamente offensivo e si deprimono al punto da
non
riuscire più a combattere.”
“Avevi
detto che poteva
ucciderlo per il dolore!!!” protestò, irato, Lord
Beerus, mentre l’angelo
ribatteva, tranquillamente: “Certo… a causa della
troppa sensibilità dei
Metalman.”
“Ma
senti questo…”
“In
ogni caso, non sono in
molti a sapere questa cosa… soprattutto, se
mortali… non mi sarei mai aspettato
di vedere un mortale che ne sapesse più di lei, Lord
Beerus… forse se dormisse
di meno e studiasse un pochino di più…”
“Falla
finita!”
“In
effetti… insultare
qualcuno… questo è un qualcosa che
papà saprebbe fare benissimo anche ad occhi
chiusi…” commentò il Trunks
più grande, mentre quello più giovane annuiva:
“Già…”
Nel
frattempo, Tarble planò
nella tribuna, in modo da permettere a Vados di riparare il ring mezzo
distrutto, mostrando un’espressione stravolta.
“Stai
bene?” domandò, preoccupato,
Broly ed il ragazzo annuì:
“Sì… accidenti… insultare
qualcuno… lo scontro più
difficile della mia vita… se non fosse che dobbiamo
assolutamente vincere, non
so proprio come avrei potuto trovare la forza per
farlo…”
“Strano
incontro, questo…” commentò
Whis, meditabondo “Un essere che non può
sopportare gli insulti contro un
essere che non ama insultare… la sopravvivenza
può spingere davvero a fare
molte cose…”
“Però,
non capisco… se sanno
che gli insulti sono il loro punto debole, perché non fanno
qualcosa? E quel
tipo, Magetta… non ha capito dai discorsi di Tarble che lo
stava per
insultare?” domandò, confuso, Broly, indicando il
Metalman, il quale, al
momento stava piangendo nella tribuna dei guerrieri del Sesto Universo,
consolato da Botamo e dal saiyan del Sesto Universo e Whis rispose:
“I Metalman
sono molto forti, è vero… ma peccano anche di una
certa carenza d’intelletto…
in questo sono identici a voi saiyan.”
Intanto,
non appena Vados ebbe
finito di riparare il ring, l’arbitro annunciò:
“Ehm… proseguiamo… il prossimo
ad affrontare il vincitore Tarble sarà…
Cabbe!”
Nel
sentir ciò, il saiyan del
Sesto Universo si alzò in piedi, mentre Champa, con aria
furiosa, dal momento
che gli erano rimasti solo due guerrieri, lo intimava:
“Ascoltami bene… il tuo
avversario è un saiyan proprio come te, so che puoi
farcela!”
“S-sì…”
fu la risposta,
nervosa, dell’altro.
I
due saiyan, con un balzo,
atterrarono sul ring e, per un attimo, i due saiyan si osservarono in
silenzio,
come se volessero analizzarsi a fondo.
In
fondo, loro due erano
talmente simili, a parte alcune piccole differenze, dovute ai loro
universi di
provenienza… ma fino a che punto lo erano?
“Che
vinca il migliore.” Disse
Cabbe facendo un piccolo inchino, il quale era stato fatto, nello
stesso momento
e di puro istinto, da Tarble, il quale rispose a sua volta:
“Già… mi
raccomando… non trattenerti.”
“Sì,
certamente.” fu la
risposta dell’altro e, proprio in quel momento, si
sentì la voce dell’arbitro
dire: “Diamo inizio…
all’incontro!”
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