You make live to a love

di Rae1599
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***



Capitolo 1
*** One ***


Il campanello attaccato in cima alla porta segna nuovamente l'arrivo di un cliente notturno.

Tu e la tua collega vi affrettate ad inchinarvi e dargli il benvenuto.

“Benvenuto al nostro café” pronunciate entrambe in perfetta sincronia.

Il cliente ricambia silenziosamente l'inchino, per poi sedersi in uno dei tavoli vuoti.

Non è la prima volta che viene da voi a quell'ora e non è nemmeno la prima volta che si siede esattamente in quel posto.

La tua collega ti guarda senza dire una parola, poi ti fa cenno con il capo di andare da lui, per prendere la sua ordinazione.

Ormai è sempre così: ogni volta che compare un cliente del suo sesso opposto, si agita e manda te, senza un briciolo di vergogna.

Sospirando e con nessun'altra scelta, prendi il blocchetto di fogli, una penna e il menù.

Ti avvicini a lui e fai per appoggiare il menù sul tavolo, ma subito ti blocca, scuotendo la testa, in segno di inutile necessità.

Ritiri il menù, sentendoti una completa idiota: prendeva sempre la stessa bevanda, perché riproporgliene un'altra?

“Il solito, signore?” chiedi mettendo il blocchetto e il menù sotto braccio.

Il ragazzo annuisce e riprende, come se nulla fosse accaduto, a scrivere in quel suo quaderno, pieno di parole e mistero.

Con tutta tranquillità ritorni dietro il bancone, comunicando alla tua collega l'ordine del cliente.

“Di nuovo?” chiede lei leggermente infastidita.

Alzi le spalle “Che male c'è nel prendere sempre la stessa cosa?”

La ragazza di fronte a te sospira “Se vuole solo un americano, potrebbe comprarsi un barattolo di caffè istantaneo e allungarlo.”

“È il nostro lavoro, non ti puoi lamentare delle scelte dei clienti” ribatti iniziando a preparare l'americano.

La tua collega si mette in cassa, preparando lo scontrino.

Una volta finito, adagi lentamente la tazza fumante di caffè su un vassoio, accompagnandola con lo scontrino e un biscotto.

Glielo avevi sempre offerto: non ne sai esattamente il motivo, ma hai sempre pensato che qualunque bibita calda debba essere consumata con qualcosa di friabile e possibilmente dolce.

Ti riavvicini una seconda volta al cliente, appoggiando la sua ordinazione sul suo tavolo.

Questo non smette di scrivere nemmeno quando gli comunichi l’arrivo della sua bevanda.

Con un piccolo inchino e un flebile “Con permesso”, ti giri e ti incammini nuovamente verso il bancone.

“Aspetta” dice improvvisamente il ragazzo, prendendoti per il polso.

Ti giri sorpresa verso di lui, incrociando finalmente quegli occhi sempre impegnati e puntati verso quel quaderno.

Ha gli occhi leggermente più piccoli del normale, ma sottili, che gli permettono di sfoggiare uno sguardo misterioso e talvolta accattivante.

Ti sorride e due tenere fossette compaiono sulle sue guance.

Sorridi, non riuscendo a trattenerti “Sì?”

“Puoi… Sederti un attimo con me? Vorrei chiederti un parere…” chiede timidamente lui, grattandosi la nuca.

Guardi verso la tua collega, che è impegnata a servire un altro cliente.

“Io… Non so se posso fermarmi” mormori dispiaciuta quanto lui.

“Solo due minuti… Davvero, non di più.”

Presa da quelle parole e da quel viso pieno di non so cosa, ti siedi davanti a lui.

“Come ti senti in questo momento?” chiede guardandoti negli occhi.

“In che senso?” chiedi tu, confusa ed ipnotizzata da quegli occhi scuri e profondi.

“Sensazioni, emozioni, pensieri… Quello che vuoi” risponde tranquillamente, abbozzando un sorriso per tranquillizzarti.

“Sono stanca, ad essere sincera” rispondi sorridendo timidamente.

“Stanca di tutto…” continui, sospirando e abbassando lo sguardo.

“Cosa potrebbe risolvere questa tua stanchezza?” chiede di nuovo lui.

Alzi le spalle, ritornando poi involontariamente a guardarlo.

Sta sorseggiando il suo americano, ma allo stesso tempo non toglie lo sguardo da te.

“Amore” rispondi arrossendo violentemente.

Il ragazzo ripone la tazza ormai vuota sul piattino e ti sorride.

“Amore” fa eco lui.

Annuisci, sentendoti per l’ennesima volta un’idiota troppo immersa in quelle dannate storie d’amore troppo surreali e lontane da te.

“Mi piace.”

Il ragazzo fa girare la penna tra le dita, per poi scrivere qualcosa sul suo quaderno.

Allunghi il collo, tentando di guardarne il contenuto, ma lui lo chiude subito e ti guarda con un sorriso misterioso in viso.

“Ci vediamo domani” dice infine, prendendo le sue cose ed andandosene.

Spalanchi gli occhi confusa, guardando quella figura alta e snella vicina ad oltrepassare la soglia della porta.

Tira la porta verso di sé, ma improvvisamente fa capogiro e ritorna da te.

Il tuo cuore inizia a battere in una velocità fuori dal normale.

Si ferma davanti al piattino in cui avevi messo il biscotto e lo prende.

Lo guarda e ti sorride. 

“Comunque grazie per questi biscotti, sono ottimi” afferma, addentandone un pezzo.

Un sospiro di sollievo fuoriesce inconsciamente dalle tue labbra.

Avevi sempre visto il piattino vuoto, ma non avevi mai avuto la certezza che il biscotto fosse stato di suo gradimento o meno.

Con il cuore ancora a mille e un sorriso fin troppo ebete in faccia, ti inchini con il capo a lui, guardando il vassoio che tieni tra le mani.

Quando ritorni in posizione normale, come per magia, non lo ritrovi più davanti a te.

 

To be continued…

 

✾ Piccolo angolino ✾

Ciao a tutte/i! Tutto questo è nato stamattina mentre stavo bevendo il cappuccino e ascoltando "Trivia 承 : Love" 😂😳🙈 Mi è sembrato molto romantico come cosa 🙈 Forse la caffeina mi è andata troppo al cervello, ma mi è piaciuto un sacco pensare questo immagina con Joonie. Spero sia di vostro gradimento eheheh ci vediamo alla prossima ☺️

∼Rae

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Capitolo 2
*** Two ***


La sera dopo il misterioso cliente ritorna e come di consuetudine, ordina il suo americano.

“Ma non dorme mai quello lì?” chiede ironica la tua collega di lavoro.

Alzi gli occhi al cielo, ormai stufa di sentire i suoi stupidi commenti su qualsiasi cosa facciano od ordino i clienti.

“Se ha bisogno di caffè, diamoglielo” rispondi, iniziando a preparargli la sua solita bevanda calda.

La tua collega sbuffa, per poi tornare in cassa per servire un altro cliente.

Con molta cura, forse fin troppa, posizioni la tazza sul vassoio, senza dimenticarti del biscotto e dello scontrino: ormai è diventata una sorta di rito.

“Ecco a lei la sua solita ordinazione” comunichi al ragazzo, adagiando il vassoio sullo spazio libero del tavolo.

“Grazie” mormora, senza smettere di scrivere.

Con il solito inchino e la formula “Con permesso”, ti allontani.

Ti aspettavi che ti fermasse, come il giorno precedente, ma non lo fa.

Leggermente dispiaciuta, ritorni dietro al bancone a fare il tuo lavoro, o almeno, ci provi.

Sei troppo presa da quella figura incurvata sul suo quaderno misterioso, da quel profilo dai lineamenti duri ma allo stesso tempo dolci, da quell’espressione che da pensoso passa ad essere sicuro. É reale?

Mille domande ti tempestano la testa e cercano invano una risposta.

Perché ti ha fatto quella strana domanda? 

Cosa se ne farà della tua risposta? 

Le sarai stata utile?

Perché hai risposto con “amore”?

Scuoti la testa, cercando di allontanare per il momento i tuoi dubbi amletici.

“Signorina!” chiama una voce abbastanza famigliare da farti alzare subito la testa dalle tazze che stavi asciugando.

Guardi verso la direzione del suono e noti che è lui, il ragazzo misterioso.

Ha la penna in aria e lo sguardo verso di te.

Ti guardi attorno, sbattendo ripetutamente le palpebre confusa.

“Io?” mimi con la bocca, guardandolo di nuovo negli occhi.

Ci sei solo tu, la tua collega è a pulire i tavoli. 

Annuisce, sorridendo divertito e mostrando nuovamente quelle tenere fossette che ormai adori fin troppo.

Con le guance in fiamme per l’imbarazzo, ti avvicini a lui.

“Sì?” chiedi, cercando di guardarlo il meno possibile negli occhi.

“Potresti farmi di nuovo compagnia?” chiede lui, indicandoti in modo gentile la sedia di fronte.

Alzi lo sguardo verso il bancone, sollevata nel vedere la tua collega tornare alla sua postazione di lavoro.

Con l’ansia alle stelle e le domande di nuovo a tormentarti, ti siedi di fronte a lui.

“Ho pensato molto” annuncia, aumentando ancora di più l’ansia che è in te.

“E finalmente sono riuscito a scriverla” continua, allungando il suo quaderno verso di te.

Spalanchi gli occhi, non aspettandoti tale azione.

É vero che ti eri chiesta, chissà quante volte, cosa contenesse quel quaderno, ma mai avresti immaginato che un giorno sarebbe arrivata la possibilità di leggerlo.

“Io…” guardi lui e poi il quaderno.

“Posso davvero?” chiedi titubante e con il cuore ormai sul punto di uscire dal petto.

Il ragazzo ride leggermente, causandoti uno strana sensazione dentro lo stomaco, come farfalle che volano.

“Sì, perché no?” dice con un tono tranquillo e dolce.

“Ma se è… Troppo personale?” chiedi ancora incerta.

“Per favore, leggilo” risponde incoraggiandoti con un tenero sorriso sulle labbra.

Con le mani che tremano e il cuore che ti sta battendo ormai anche fuori dalle orecchie, inizi a leggere quelle parole apparentemente confuse, ma pieno di significato.

Ci metti un po’ a leggere il tutto e quando assimili il messaggio, forte e profondo, ci metti tutta te stessa per non piangere.

“É meraviglioso” mormori sorpresa e commossa dal capolavoro di quel ragazzo.

“Ti piace?” chiede lui timido, ma contento di sentire quel piccolo complimento.

“La adoro” rispondi, guardandolo con occhi lucidi.

Le labbra del ragazzo si alzano quasi fino a raggiungere le sue orecchie, tanto da quanto sta sorridendo.

“Sono veramente contento” confessa, arrossendo leggermente.

Chiudi e allontani il quaderno da te, prima che qualcosa di impuro lo tocchi e lo rovini, ed inconsciamente prendi le mani del ragazzo.

“Tu, cosa sei esattamente?” prendono finalmente parola i tuoi pensieri.

Il ragazzo sorride timidamente abbassando lo sguardo.

“Un mostro” risponde lui mormorando.
 

✾ Piccolo angolino ✾

Ciao a tutte/i! Ecco qua il continuo 🙈 Non ho molto da dire 🙈 Spero vi piaccia e per favore, se avete qualcosa da dire, ditemelo senza problemi! I commenti fanno più che piacere! Spero di pubblicare presto il continuo 🙈 Vi auguro una buona serata/giornata ☺️

∼Rae

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Capitolo 3
*** Three ***


“Tu, cosa sei esattamente?” prendono finalmente parola i tuoi pensieri.

Il ragazzo sorride timidamente abbassando lo sguardo.

“Un mostro” risponde lui mormorando.

Fatichi un po’ a sentirlo, ma la sua risposta ti è arrivata.

“Sai, monstrum in latino significa qualcosa di meraviglioso, un prodigio, qualcosa che va contro le leggi della natura e credimi, dopo che ho letto, mi sembra proprio che tu lo sia” rispondi, ricordandoti stranamente alcune cose che hai studiato tanto tempo fa.

Il ragazzo ritorna a guardarti negli occhi: li ha lucidi e pieni di sorpresa.

“É la prima volta che sento qualcuno farmi un complimento del genere” confessa allontanando le sue mani dalle tue per coprirsi il viso leggermente arrossato.

Arrossisci pure tu, sorpresa di te stessa per aver detto una cosa del genere.

“Scusami, se ti ha dato fastidio, dimmelo. Non volevo offenderti, ti giuro, mi dispiace, sono un'idiota” inizi a parlare a macchinetta andando nel pallone più totale.

Lui sorride divertito, scuotendo la testa.

“No, non mi ha dato fastidio… Anzi” fa una pausa d’effetto, rubandoti un paio di battiti cardiaci per l’ansia.

“Mi ha fatto piacere” confessa poi, mostrandoti nuovamente uno splendido sorriso.

Non puoi che ricambiare, perché quelle due fossette e quel tenero viso hanno un effetto devastante su di te.

“Fa piacere anche a me…” mormori, sorridendo ebete.

Il tuo cuore inizia ora a battere incessantemente, ad un ritmo troppo sproporzionato e irrequieto. Sembra ti voglia dire qualcosa, ma non hai capito esattamente cosa.

Passano alcuni secondi prima che uno dei due riprenda a parlare.

“Dovrei andare” annuncia dispiaciuto lui, giocando con le sue cose.

Inconsciamente, fai una smorfia di disapprovazione, causandogli una dolcissima risata.

“Ma posso rimanere ancora un po’…” aggiunge, sorridendoti teneramente.

Ricambi di nuovo, sorridendo forse un po’ troppo rispetto a prima.

Vi scambiate alcuni sguardi silenziosi, fugaci, pieni di mistero, senza dire nessuna parola.

Da fuori sembrerebbe che stiate facendo una gara di sguardi, in cui il primo che chiude gli occhi o svolta lo sguardo altrove perde, ma in realtà c’è qualcosa in questo scambio di occhiate; sembrerebbe che vi stiate passando indirettamente delle informazioni l’uno dell’altra, senza rendervene conto.

All’improvviso il ragazzo cede, sbattendo velocemente le palpebre.

“Aigo” mormora, passandosi le dita affusolate sugli occhi, come per tranquillizzarli.

Sghignazzi, cercando immediatamente di smettere, ma invano.

Dopo essersi accertato di avere ancora la vista, il ragazzo ti guarda e ride leggermente anche lui.

Non sapete cosa ci sia esattamente da ridere, ma solo quell’innocuo momento vi trasmette tanta spensieratezza ed allegria.

Basterebbero solo quei piccoli secondi per curare le sofferenze delle persone.

“Y/N!” urla leggermente furiosa la tua collega, riportandoti al mondo reale.

Smetti immediatamente, scattando in piedi allarmata.

“Arrivo” rispondi alla tua collega, sparecchiando lentamente il tavolo per fare un po’ di scena.

Il ragazzo continua a sorriderti divertito, aprendo poi improvvisamente il suo quaderno.

Ci scrive su qualcosa, ma questa volta la tua curiosità è limitata e non gli presti molta attenzione.

Lanci un sorriso rassicurante alla tua collega, mimando con le labbra la parola “pagare”.

Quest’ultima per fortuna se la beve e ti lascia in pace.

Pulisci per quel poco che c’è da pulire il tavolo e lanci un’occhiata fugace al ragazzo: sta strappando con poca disinvoltura un figlio dal suo misterioso quaderno.

Lo guardi confusa, passando lo straccio sul tavolo una seconda volta per temporeggiare.

“Tieni” annuncia lui, passandoti i soldi e il foglietto piegato.

Fai per parlare, ma lui non te lo permette: si alza, ti sorride e si dirige senza dirti nient’altro verso la porta.

I suoni della campana annunciano la sua uscita e tu, ferma come uno stoccafisso, osservi la sua figura allontanarsi dalla caffetteria.

Sei confusa e dispiaciuta: volevi che almeno ti salutasse, ma forse oggi hai avuto anche fin troppo e questo è una tua piccola punizione per essere stata un po’ troppo avida.

Con nonchalance, ritorni dietro il bancone, mettendo in cassa i soldi e i bicchieri nel lavabo.

Quando vedi che la tua collega è impegnata a servire altri clienti, cogli il momento per aprire il foglietto che il ragazzo ti ha passato e rimani sbigottita.

Sopra ci sono una serie di numeri, due lettere, NJ e un verbo: chiamami.

 

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Capitolo 4
*** Four ***


I giorni passano e tu non hai ancora avuto il coraggio di contattare quel ragazzo.

Sei combattuta: da una parte non vuoi sembrare troppo invasiva o strana, ma dall’altra fremi dalla voglia di mandargli un messaggio. 

Se ti ha lasciato il suo numero, un motivo c’è di sicuro, solo che sei troppo paranoica e hai paura di rovinare tutto.

Inoltre, come se non bastasse, ti sei pure presa un bel raffreddore, che ti ha impedito di andare al lavoro e di conseguenza incontrare il bellissimo ragazzo misterioso.

Ti senti immune e in colpa, perché magari lui sta attendo con ansia un tuo messaggio, ma non ricevendolo, si preoccupa e forse si colpevolizza pure.

Hai mille supposizioni per la testa, ma nessuna di queste ti tranquillizza, anzi, ti fanno solo angosciare maggiormente.

Sospiri, rimettendo il fogliettino che ti ha dato il ragazzo sul comodino.

Ti sistemi sul tuo letto, tirando la coperta su fino al mento, e osservi come una mummia imbalsamata il soffitto del proprio sarcofago.

Dopo un paio di secondi, il viso sorridente e le tenere fossette del tuo cliente misterioso compaiono improvvisamente sul soffitto bianco di camera tua, facendoti subito sorridere come una deficiente con la sua prima cotta amorosa.

Ti copri completamente con la lenzuola, cacciando un piccolo grido di frustrazione misto eccitazione.

Non vuoi ammetterlo, ma quel ragazzo sta diventando un chiodo fisso nella tua mente e molto probabilmente, ti ha anche rubato il cuore, perché i battiti che senti non sono per niente normali.

Con ancora il cuore a mille, cerchi di calmarti, ma ripensi inconsciamente ai brevi momenti passati con lui.

Le sue mani che si muovono sul tavolo; quelle dita lunghe, affusolate e perfette che impugnano la penna, la tazza e toccano in modo maestoso ogni singolo oggetto; quella schiena leggermente ricurva; quegli occhi sottili, profondi e misteriosi e quel sorriso, quel maledetto e bellissimo sorriso.

Chiudi gli occhi, sentendoti veramente come un’idiota.

“Scrivigli!” urla il tuo cuore.

“No, non farlo!” urla invece la tua mente.

Che cosa dovresti fare effettivamente?

Continui ad avere un litigio interiore senza pace, quando all’improvviso il tuo telefono inizia a squillare.

Smetti immediatamente di trastullarti il cervello e tiri fuori una mano dalle coperte per afferrare l’oggetto sonoro.

Senza guardare chi sia il destinatario, rispondi, lasciando il telefono appoggiato sopra l’orecchio.

“Pronto?” mormori, attendendo dopo un bel po’ di tempo la risposta.

“Hey” risponde l’interlocutore, facendoti balzare letteralmente fuori dalle coperte.

É il ragazzo misterioso!

“NJ?” chiedi sorpresa e contenta allo stesso tempo, aggiustandoti per non sai quale motivo i capelli disordinati.

Dall’altra parte del telefono senti e riconosci quella sua tenera risata.

“Sì, sono io. Mi chiamo Namjoon, comunque” mormora timido lui, causandoti quasi un arresto cardiaco: il tuo cuore non riesce proprio starsene tranquillo quando c’è di mezzo lui.

“Namjoon” pronunci con estrema delicatezza il suo nome, con un sorriso che va da un’orecchio all’altro.

“Mmh” lo senti dire e puoi quasi scommettere che stia sorridendo.

Ti copri il viso con una mano, cercando di nascondere invano l’imbarazzo.

“E tu?” domanda dopo un po’ lui, curioso come una scimmia.

“Io cosa?” chiedi a tua volta, leggermente confusa.

Namjoon sghignazza “Il tuo nome..”

Ecco: che bella figuraccia hai appena fatto!

“Ahh” esclami ridendo nervosamente.

“Io sono Y/N!” cerchi di rimediare subito al tuo errore, presentandoti dopo secoli.

“Y/N? Non è Sarang?”

Aggrotti la fronte, ripentendoti la sua domanda in testa. 

“Ehm… No, il mio nome non è Sarang..” rispondi leggermente smarrita.

“Pensavo lo fosse, perché… Sei proprio un amore” pronuncia l’ultima frase con un mormorio timido Namjoon, uccidendo definitivamente le ultime cellule sane del tuo cervello.

Trattieni il tuo piccolo urlo adolescenziale e sorridi come una perfetta ebete.

“Era una battuta?” chiedi divertita, immaginandolo tutto rosso.

“Ehm, sì, ma non sono molto bravo” confessa lui, ridendo imbarazzato.

Ridi pure tu, contagiata dalla sua risata, e lo rassicuri.

“Dai, non era così male!”

Lo senti nuovamente ridere, questa volta più piano “Y/N, non volevo, mi dispiace…”

Sorridi, scuotendo inconsciamente la testa “Non ti preoccupare. Era divertente.”

“Se lo dici tu” mormora con una voce tenera e soave lui, tanto da fare sciogliere il tuo povero cuore.

Rimanete per un momento in silenzio e quando vi decidete entrambi di riprendere parola, lo fate in sincronia, causando un leggero imbarazzo nell’aria.

“Scusami” dite all’unisono, ridendo poi divertiti.

“No, scusami tu. Prego, dimmi pure” dice in fretta Namjoon, prima che diciate qualcos’altro allo stesso momento.

Sorridi divertita e commossa da tanta gentilezza.

 “Volevo solo chiederti come hai fatto ad avere il mio numero..” domandi un po’ preoccupata, mentre giochi con i lembi della coperta,

“Oh, ecco, beh… Diciamo che ho le mie carte” risponde giocoso lui, strappandoti inevitabilmente un sorriso.

“Le tue carte hanno per caso i nomi dei miei colleghi di lavoro?” chiedi divertita, iniziando poco dopo a ridere quando lo senti pronunciare monosillabi incomprensibili.

“Beh… Io… Ecco… No… Cioè… Sì… Forse” farfuglia lui, andando nel panico.

“Hey! Tranquillo, non mi arrabbio!” dici rassicurandolo una seconda volta. 

Namjoon espira, facendoti sorridere per l’ennesima volta.

“Non volevo disturbare nessuno, mi dispiace” si scusa nuovamente, mormorando come un piccolo bimbo dispiaciuto.

Sorridi ancora di più, immaginandoti involontariamente un piccolo Namjoon fare un tenero ed adorabile broncio, con quelle labbra che sembrano essere petali di rosa.

“Basta chiedere scusa, non serve” lo tranquillizzi di nuovo, fremendo dalla voglia di abbracciarlo.

“Hai ragione” dice ora più convinto, facendoti scappare una piccola risata.

“Allora vado al dunque, Y/N…” inizia, facendo poi una piccola pausa d’effetto.

“Ti va di uscire con me?” domanda dolcemente lui, portandoti ormai a morte certa.

Richiudi immediatamente la bocca, rispondendo con un “Sì” deciso, quasi come se ti avesse chiesto di sposarlo.

Namjoon ripete la tua risposta “Si?”

Annuisci, sorridendo tanto da farti male il viso “Sì, mi va assolutamente!”

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