Insegnami ad amare di Blacky98 (/viewuser.php?uid=378427)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vorrei poterti dire che mi manchi... ***
Capitolo 2: *** Vorrei poterti dire che senza di te sia lo stesso… ***
Capitolo 3: *** Solo oscurità attorno a me ***
Capitolo 4: *** Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia ***
Capitolo 1 *** Vorrei poterti dire che mi manchi... ***
Insegnami ad amare 1
Questa
storia è nata nel lontano 2014 per il contest Heal My Wounds
di
Stareem. Quest’anno ho deciso di riprenderla in mano,
correggerla
e ampliarla per cercare di dare uno sfondo più di spessore a
questa famiglia che secondo me sono state tra le protagoniste della
Galassia. Nel lavoro di revisione, mi sono accorta (era anche
prevedibile) che dopo l’acquisizione della Disney
è stato
cancellato tutto quello che si chiamava Universo Espanso, solo che
è stato eliminato, a torto a parer mio, anche ciò
che
c’era prima di Star Wars – The Return of the Jedi.
Quindi
le informazioni che troverete si riferiscono al vecchio Universo
Espanso, denominato ora Legends, ovvero non più Canon.
Non
ho cambiato l’impostazione della storia perché ne
sono
affezionata e per il lavoro di ricostruzione e interpretazione che
all’epoca mi sembrò immenso. Spero che vi possa
piacere lo
stesso!
Un
bacio
Nickname (EFP e forum se
diversi): Blacky98
Titolo:
Insegnami ad amare
Fandom:
Star Wars
Personaggi/Pairing:
Bail/Breha; Obi-Wan; Tryn Netzl
Generi: Angst,
Introspettivo, Romantico
Avvertimenti:
Tematiche delicate
Rating:
Giallo
Introduzione:
"
Pioveva. Su Aldeeran succedeva raramente; segno che quella non era
destinata ad essere una bella giornata. Anche le altre precedenti non
lo erano state, ma che importava? Tanto che facesse bel tempo o brutto,
che scoppiasse una guerra; niente era più importante di lui,
o
di lei; non l'avrebbe mai saputo." La Regina Breha e Bail Organa si
ritrovano a precipitare in un baratro, dopo l'aborto del loro primo
figlio. Il loro rapporto si incrina e sembra che non ci sia
più
speranza, ma forse non tutti i mali vengono per nuocere…
Pacchetto
scelto: Destiny of the Chosen
Elementi
del pacchetto utilizzati: Am I that unimportant?
/Am I so
insignificant? / Isn't something missing? / Isn't someone missing me?
(Missing – Evanescence) [Sono così poco
importante? Sono così
insignificante? Non manca qualcosa? Non manco a qualcuno?]
PARTECIPA
AL CONTEST "HEAL MY WOUNDS" DI STAREEM
Insegnami
ad amare
Parte I
1.
Vorrei poterti dire che mi manchi…
Pioveva. Su Aldeeran
succedeva raramente; segno che quella non era destinata ad essere una
bella giornata. Anche le altre precedenti non lo erano state, ma che
importava? Tanto che facesse bel tempo o brutto, che scoppiasse una
guerra; niente era più importante di lui, o di lei; non
l'avrebbe mai saputo. Una voce richiamò la sua attenzione:
le ricordava i suoi impegni. Anche di quelli non gliene importava
niente, ma era la Regina di Aldeeran e non le era concesso di soffrire
come la gente comune; no, avrebbe dovuto mostrarsi forte e severa come
sempre, quel sempre che non sarebbe più ritornato
perché spazzato via dal dolore alla pancia di qualche giorno
prima.
Si
girò sorprendendo un'ancella a fissarla con tristezza. Le
sorrise gentilmente, sapeva che tutti vedevano che lei era
giù di morale per il fatto che suo marito era partito il
giorno prima improvvisamente per questioni urgenti in Senato. Oh no,
non era per quello che se ne era andato, pensò amaramente.
Se solo sapessero! Ma dai suoi occhi non sarebbe trasparito nulla,
neanche la voglia di prendere e distruggere tutta la mobilia del suo
ufficio, oh no, le regine non piangono mai e lei non avrebbe fatto
eccezione. Prese la foto che la ritraeva con Bail e la girò
in modo da non vedere quel sorriso che non sarebbe tornato
più.
Guardò
fuori dalla finestra un’ultima volta, poi scese nella sala
del trono cercando di assumere un'espressione dignitosa.
Finalmente si
stese sul letto dopo ore rinchiusa in consiglio, non aveva sonno
però la giornata era stata stancante quanto mai. Fingere di
star bene mentre si sentiva morire dentro non era quello che aveva
desiderato quando aveva scoperto della gravidanza. Ad essere sincera
non aveva neanche ipotizzato quella reazione di Bail; ma d'altronde
aveva sbagliato tutto in quel periodo. Era sempre stata brava a
prendere decisioni e a leggere nel cuore della gente, ma a quanto pare
non a tenere una creatura, suo figlio, in grembo. A cosa serve una
donna se non può avere, se non riesce ad avere figli? A cosa
serve una donna se non riesce a concretizzare il potenziale, il compito
datogli dalla natura?
Forse non era
neanche portata a fare la regnante o a consolare suo marito. Ma come
poteva aiutare lui, se non riusciva a risalire dal baratro anche lei?
Già,
forse doveva andarsene e lasciare la corona a qualcuno più
adatto a governare. D’altronde cosa si aspettavano da una
regina salita al trono non per diritto, né per discendenza a
ventidue anni senza una preparazione. Si voltò e
frugò dentro il cassetto trovando con un po' di fatica
quello che stava cercando. Aprì la boccetta e bevve tutto il
contenuto, sistemò i cuscini e aspettò di
scivolare in un sonno senza sogni.
ωωω
Era
da un mese che non tornava a casa su Aldeeran; si era buttato sul
lavoro anima e corpo per non pensare. Si era sentito un fallito, un
buono a nulla davanti a sua moglie sconvolta. La verità
è che era rimasto paralizzato alla vista del sangue e
dell'espressione spaventata e dolorante di Breha. Così era
scappato. Era andato in un posto in cui era sicuro del suo ruolo e
della sua riuscita. Quando arrivava nel suo appartamento, il numero
cinquecento, però si sentiva solo; eppure c'era abituato:
viaggiava molto. Quella sensazione non lo abbandonava mai, ma non
riusciva a tornare al palazzo reale. Forse avrebbero dovuto finirla
là entrambi, le rispettive famiglie avrebbero capito. No,
ora stava esagerando.
Tutte le
giornate trascorse nell'ufficio senatorile del suo settore erano
monotone, senza una luce in fondo al tunnel a indicargli la strada da
intraprendere.
I suoi
collaboratori lo guardarono preoccupati, forse perché non
aveva una bella faccia; ma d'altronde non era mai stato bravo a
controllare le proprie emozioni. Breha riusciva a nasconderle e ad
apparire calma. Era lei quella forte della coppia, lui... lui si era
accontentato di amarla, ma l'aveva delusa anche in quello ora.
All'inizio
aveva pensato che quel matrimonio fosse solo un'alleanza, ma negli anni
avevano imparato a conoscersi e a volersi bene. Contro ogni
aspettativa, quella ragazza di quindici anni più piccola di
lui gli era entrato nel cuore, la sua calma, la sua
positività, la sua maturità, ma anche quella
spensieratezza tipica della giovane età che non era stata
cancellata dal ruolo impostole. Poteva quasi vederla davanti a
sé pronta a sgridarlo per il troppo lavoro e pregarlo di
riposarsi ogni tanto. Da quando era diventato senatore Probabilmente
ora gli avrebbe riso in faccia e si sarebbe girata dall’altra
parte. Se lo meritava, aveva fallito, aveva creduto che il loro amore
sarebbe stato più forte di ogni cosa e invece con un colpo
di vento era crollato tutto.
Ciao
a tutti :) In questa storia ho cercato di descrivere cosa potrebbe
essere successo dopo il primo aborto di Breha Organa, regina di
Alderaan e moglie di Bail Organa. Infatti secondo l'EU ha avuto ben
cinque interruzioni di gravidanza, l’ultima nel 21 BBY, ma
non specifica nulla in merito se non solo che Bail ha tentato di
affogare questi dispiaceri nell'alcool. Quindi eccovi una mia personale
versione.
Alcune
situazioni, personaggi e descrizioni di ambienti li ho trovati in
starwarswikia.com e swx.it , quindi non tutto è di mia pura
invenzione, poiché ho cercato di dare uno sfondo il
più possibile aderente a quello dell'EU. Ovviamente alcune
cose le ho modificate per esigenze di trama, per mancanza di fonti
chiare e/o sufficienti e per personale interpretazione di queste ultime.
[1]
Non viene specificato molto dell’età di Breha
Organa, solo che ha dai dieci anni ai venti anni di differenza con
Bail. Ho optato per una via di mezzo facendola sposare a venti anni e
con quindici anni di differenza in modo che Bail avesse già
qualche esperienza in politica anche se non ancora senatore, ruolo che
ricoprirà dal 32 BBY. Quindi secondo le informazioni Bail
è nato nel 67 BBY e Breha nel 52 BBY (da starwarswikia.com )
[2]
Precisazione molto importante. In Star Wars gli anni vengono contati
prendendo come riferimento la Battaglia di Yavin (per
intenderci quella in cui Luke Skywalker distrugge la Morte Nera) quindi
per eventi riferiti prima di essa troverete la sigla BBY e dopo ABY.
[3]
La storia si svolge nel 30 BBY, quindi a due anni dal loro matrimonio
di cui spiegherò un po' meglio più avanti.
|
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Capitolo 2 *** Vorrei poterti dire che senza di te sia lo stesso… ***
Insegnami ad amare 2
2.
Vorrei poterti dire che senza di te sia lo stesso…
Era
sdraiato sul divano del suo appartamento nella capitale galattica con
in mano una bottiglia di un alcolico di cui non si ricordava il nome,
forse whiskey corelliano. Non era mai stato uno a cui piaceva bere,
né ubriacarsi; ma da un mese, ormai, lo faceva. Appena
tornava a
casa, smetteva di indossare la maschera che portava ogni giorno in
Senato e iniziava a bere, ed annegare i suoi dispiaceri nell'alcool.
Non esagerava mai, ma ne assorbiva una quantità tale da
fargli
dormire un sonno senza sogni, anzi incubi. Ma quella sera non ne aveva
sorseggiato neanche un goccio, era lì disteso a fissare il
soffitto.
Il campanello
suonò
all'improvviso, destandolo dalla sua occupazione. Quando
aprì la
porta si ritrovò davanti Obi-Wan. Il maestro Kenobi era
stupito
quanto lui, non aveva mai visto il senatore ridotto in quello stato.
D'altro canto, Bail; non riusciva a spiegarsi il motivo di quella
visita inaspettata.
«Posso
entrare?» chiese il jedi.
«Si
certo che stupido, accomodatevi pure. Volete qualcosa da
bere?» rispose imbarazzato.
«Oh
no tranquillo; sono di passaggio. Come state?»
«Bene.
Sono stanco; sa, la discussione sul nuovo disegno di legge è
estenuante. Per il resto ok»
«No,
forse non avete capito. Come state veramente?»
Al diavolo i
trucchetti
mentali jedi, pensò Bail anche se sotto sotto gli era
riconoscente per averglielo chiesto. Stimava molto Obi-Wan, a primo
impatto poteva sembrare troppo freddo e rigido, ma in realtà
bastava conoscerlo un po' di più e ci si rendeva conto della
saggezza e sensibilità del giovane maestro che rammentava
aveva
perso molto ed era cresciuto in fretta per adeguarsi ad uno status
calatogli all’improvviso sulle spalle.
Rispose
sinceramente
«Due mesi fa mia moglie ha perso il bambino che stavamo
aspettando. Tre giorni dopo sono tornato a Coruscant e per tutto questo
tempo non l'ho mai chiamata per sentirla. E tutte le sere bevo per
dimenticare. Non sono più lo stesso e non so come
uscirne»
Stettero in
silenzio fino a
che il jedi replicò «Non siete disperato solo per
l'aborto, ma anche per la vostra reazione. Avreste voluto starle
accanto e invece l'avete lasciata sola. A volte ci si dimentica che non
si è soli a soffrire»
«Non
sono pienamente
convinta che sarei riuscita a fare un granchè
però.
Sicuramente avrà accanto a sé sua madre e sua
sorella che
sono più di aiuto rispetto a me»
«È
tua moglie
però. È vero non abbiamo legami però,
se fosse un
mio caro amico farei di tutto, gli starei accanto e lo sosterrei anche
solo ascoltandolo»
«Come
stai facendo ora tu con me» rispose riconoscente Bail.
«Veramente
ero venuto
a chiedergli anche di quel trattato sulla circolazione delle merci
verso l’Orlo Esterno. Tu sai meglio di me che è un
territorio difficile anche per noi jedi, però credo che
possa
aspettare» rispose un po' imbarazzato Obi-Wan.
Il comlik del
maestro
squillò e quindi si allontanò per rispondere,
scusandosi
con il senatore. Quando tornò in salotto, trovò
Bail in
piedi «Devo andare. Se avete bisogno sapete dove
trovarmi»
«Se
vuoi,
passerò più tardi per quello che mi hai
chiesto»
rispose il senatore senza menzionare la discussione avvenuta, in cuor
suo sapeva però che l’altro avrebbe capito.
Mentre stava
uscendo dall'appartamento incontrò Tryin Netzl, un amico
degli Organa.
«Bail,
oh sei sobrio. Bene andiamo a farci un giro» e lo
trascinò fuori, letteralmente.
Montarono su
uno spider e
vagarono a vuoto per un po'; scesero su una piattaforma a si misero a
camminare nei bassifondi di Coruscant.
«Mi
sento osservato» sussurrò un po' a disagio il
senatore.
«È
normale,
sei famoso e ammirato in tutta la galassia e stai passeggiando senza
scorta in quartieri non proprio sicuri»
«Se
mi vedesse Breha
mi darebbe dell’incosciente» disse per poi rendersi
conto
che i suoi pensieri erano virati verso argomenti difficili di cui non
aveva assolutamente voglia di parlare.
Tryin,
cogliendo la palla
al balzo replicò «A proposito, credo proprio che
sia ora
che tu torni da tua moglie e-» ma l'altro lo interruppe
subito
«Cosa faccio? Non saprei come comportarmi. Dovrei dirle che
andrà tutto bene? Sarebbe una bugia»
«Non
servono sempre
le parole; bastano i gesti a volte. Amico mio, hai grandi doti che ti
permettono di capire quale è la cosa giusta da fare, in
politica. Usale»
Bail lo
squadrò con occhi assenti e continuò a camminare.
«Siete
tutti e due miei amici e fatti l'uno per l'altro. Non voglio che vi
allontaniate così»
«A
volte mi dimentico che sei stato il suo testimone di nozze»
disse con tono un po' tagliente.
«Ed
è proprio per questo che mi preoccupo per voi»
rispose tirandogli una pacca sulla spalla.
«Andiamo
a casa ti prego, mi sta scoppiando la testa»
«Ai
suoi ordini
vicerè, non vorrei mai dover annunciare alla regina che suo
marito è morto nei bassifondi di Coruscant mentre era in mia
compagnia» e lo riaccompagnò
all’appartamento non
prima di essersi scusato con le guardie personali per la mancanza di
giudizio.
Appena
arrivato Bail si distese sul letto non riuscendo a chiudere occhio.
Perché
doveva essere così difficile?
Perché
non potevano
essere come tutti gli altri, come quelle famiglie che non avevano sulle
loro spalle la responsabilità di un pianeta e semplicemente
amare e litigare senza dover rendere conto all’Alto
Consiglio,
alle nobili Casate? Perché quello che finora sembrava essere
un
privilegio si era trasformato in una gabbia?
Si
girò a guardare
le grandi vetrate e con disappunto e una nota di rammarico
scoprì che aveva sottovalutato la nostalgia del cielo
stellato
di Aldera, delle montagne e di quei piccoli particolari che rendevano
Alderaan il pianeta più bello del Nucleo…
ωωω
“Il
cancelliere Palpatine l'aveva appena chiamata. Bail era morto in un
attentato. L'aveva lasciata da sola con un figlio da crescere. Il mondo
le era crollato addosso, non sarebbe resistita senza di lui.
Stava
cullando il suo bambino, aveva gli occhi profondi di Bail e i suoi
capelli neri. Ma suo marito non era con lei. Il neonato si mise a
piangere e lei intuì che stava cercando il padre. Lo
dondolò per un po', ma non accennava a smettere.
«Tranquillo,
papà tornerà presto»
«ci
stringerà, ci racconterà dei suoi viaggi e
starà per sempre con noi»
All'improvviso
si fermò e iniziò a perdere sangue dalla testa.
«No,
tesoro. Non puoi lasciarmi anche tu, ti prego...»
«Vi
prego presto, qualcuno mi aiuti» urlò uscendo
dalla stanza con il bimbo in braccio.
Subito
si fecero avanti dei medici e delle ancelle che gli strapparono il
bambino e lo portarono verso l’infermeria di palazzo. Gli
rincorse, non voleva lasciare per un attimo la sua ragione di vita.
Era
così piccolo e fragile, aveva aspettato il ritorno di Bail
per
dargli un nome, ma lui non avrebbe più percorso quei
corridoi.
Era rimasta sola. Guardò il macchinario che aveva accolto il
neonato per curarlo suonare incessantemente. Non sentì le
parole
dello staff medico che dichiaravano il suo bambino morto, non si
curò di nascondere il suo dolore.
Quello
che sentì, invece fu un grande freddo come se le avessero
tolto il cuore dal petto.
Ah
e i
sussurri della gente, i loro sguardi accusatori per non aver saputo
curare il bambino, per non essere stata una brava moglie, una brava
regina… Era lei la causa di tanto dolore e se le era
meritato…“
Si
svegliò urlando,
era madida di sudore. Tastò il letto cercando il calore
rassicurante delle forti braccia dell'amato, ma si ricordò
tristemente che lui se ne era andato. Sua sorella, che era venuta a
farle visita, corse trafelata verso la sua camera trovandola in lacrime.
«Ehi
Bre, che succede?»
«Sono
solo incubi, sto bene...»
«Non
sono stupida, ti conosco»
«Io...
mi manca» disse tristemente.
Deara si
oscurò in
volto e con voce carica di disprezzo replicò
«È un
codardo. Ti ha lasciato sola a soffrire. Scommetto quanto vuoi che a
lui non importa niente di te e del bambino»
Sconvolta
Breha
farfugliò «Come puoi dire una cosa simile? Lui
è
l'uomo più coraggioso che esista e mi ama e avrebbe voluto
bene
anche al suo bimbo»
«E
allora
perché non è qua? A lui importa soltanto della
politica.
Mi chiedo ancora perché hai accettato di sposarlo»
«Lo
sai benissimo il perchè!» rispose piccata.
«Certo,
hai voluto
fare la figlia ubbidiente. Ma cosa ti aspettavi da uno che passa il
tempo più fuori dal suo pianeta che con il suo popolo, con
te?» disse Deara senza farsi intimorire dallo sguardo
glaciale
della sorella.
«Grazie
per il supporto, ma ho bisogno di stare da sola ora»
replicò ignorando le argomentazioni.
«Io
dico solo che non
ti merita e che dovresti pensarci bene prima di fare certe affermazioni
e guardare in faccia la realtà»
Detto questo,
lasciò
la stanza con passo altero. Si era arrabbiata con sua sorella
perché Breha quando si trattava di lui non ragionava
più;
invece lei lo conosceva e lo odiava. Si era servito di Bre per ottenere
il titolo di Viceré ed era più tempo che passava
in
senato con la compagnia di Mon Mothma di Chandrilla che con sua moglie.
Se avesse
avuto il coraggio di tornare, era meglio che si tenesse lontano da lei
e da sua sorella.
«Sono
così poco importante? Sono così insignificante?
Non manca
qualcosa? Non manco a qualcuno? Ti prego Bail, è davvero la
fine? Non conto più per te? Perché mi hai
lasciato
sola?» sussurrò la Regina prima di
riaddormentarsi
grazie ad una dose più forte di sonnifero che, sperando
nella
Forza, le avrebbe fatto passare il resto della notte senza incubi.
Ciao:)
allora come ho già scritto nelle NdA del precedente
capitolo,
Bail tentò di affogare i suoi dispiaceri nell'alcool seguito
attentamente da un amico della coppia, Tryn Netzl, che è
anche
il medico che curò il trattamento di fertilità a
Breha e
gli fece da testimone di nozze.
Invece
per il rapporto tra Bail e Obi-Wan mi sono sempre basata sull'EU,
ovvero che fossero amici, anche se viene riportata la presenza
più avanti nel tempo, ho deciso di anticiparla (tratto da
starwarswikia.com).
La
citazione che pronuncia la Regina alla fine del capitolo (in corsivo)
è quella del pacchetto scelto per il contest.
L'antipatia
di Deara per Bail l'ho ipotizzata io, anche se, sempre nell'EU, si
viene a sapere che fece da spia per l'Impero sulla sua stessa famiglia;
quindi magari già a quel tempo ce l'aveva con loro per un
motivo
x e che non gli stesse simpatico il senatore. In realtà
facendo
ricerche ho scoperto che è più grande di Breha e
che
molto probabilmente avrebbe dovuto sposare lei Bail, solo che non venne
ritenuta adatta per il ruolo che sarebbe dovuta andare a ricoprire
(è un po' una rivisitazione delle poche info che sono
riuscita a
rintracciare unita ad una mia personale linea di pensiero per la storia)
Per
gli attentati invece, credo che essendo un senatore lealista, non fosse
ben visto da un po’ di persone. Spero che questo inizio del
viaggio nella mente di Bail vi sia piaciuto.
|
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Capitolo 3 *** Solo oscurità attorno a me ***
Insegnami ad amare 3
3.
Solo oscurità attorno a me
“Per
sconfiggere le tenebre, dovete prima sconfiggere le tenebre dentro di
voi”
«Bail,
Bail aspetta un secondo. Fra un'ora c'è la riunione di
aggiornamento su alcuni provvedimenti da prendere contro la Federazione
dei Mercanti. È richiesta anche la tua presenza»
«Va bene, grazie Ayla. Ci sarò. Ci vediamo
lì»
Uscì velocemente dal palazzo e si diresse verso il tempio
jedi.
Stava cercando Obi-Wan ed era quasi sicuro di trovarlo lì.
Si
scontrò con un giovane padawan e gli chiese «Sai
per caso
dove potrei trovare il maestro Kenobi, ehm?»
«Korus signore. Non mi sembra che sia qui. Dovrebbe essere in
missione con Anakin Skywalker. Se vuole quando lo avrò
visto,
gli riferirò che lo stavate cercando, senatore
Organa»
«Oh grazie mille. Che la forza sia con te ragazzo»
e
tristemente tornò al senato; era sfumata anche la
possibilità di confrontarsi con lui.
La sua assistente, appena lo vide, gli corse incontro preoccupata e lo
trascinò in una stanza a discutere del progetto di legge.
«Mi sta ascoltando? È da un quarto d'ora che parlo
di guerre e non mi ha ancora interrotto»
«Scusa, mi ero distratto. Questo periodo non è uno
dei migliori. Stavi dicendo?»
Lo squadrò e dopo un lungo silenzio disse «Forse
è
il caso che lei si prenda una giornata di riposo.
Relazionerò io
per lei. Vada a casa e si faccia una bella doccia e si rilassi
completamente. Su vada»
Bail riuscì soltanto a mormorare un grazie, poi si
avviò verso il suo appartamento.
Si distese dentro l'elegante vasca piena d'acqua calda e chiuse gli
occhi ripensando a quegli ultimi quattro anni. Quando gli avevano
comunicato che si sarebbe dovuto sposare con una ragazzina che
conosceva appena, non l'aveva presa benissimo, ma aveva sempre avuto un
gran senso del dovere verso la propria famiglia e quindi aveva
accettato.
La prima notte di nozze non era stata neanche tanto male: Breha era
carina, anzi bellissima e non aveva avuto per niente paura, nonostante
fosse vergine. Poi col tempo si erano conosciuti e aveva apprezzato le
sue qualità finendo per innamorarsi di lei, ricambiato.
Infatti
era molto intelligente e sensibile, aveva grandi capacità
politiche diplomatiche e svolgeva il suo ruolo egregiamente.
E allora perché adesso non riusciva a tornare da lei a fare
il
marito amorevole che era stato fino ad ora? Forse perché non
era
perfetto o perché aveva pensato che tutto sarebbe andato
bene e
quindi non si era impegnato abbastanza. Già
perché per
amare una persona bisogna impegnarsi e lui aveva smesso di farlo
credendo che tutto andasse a gonfie vele.
Avrebbe voluto tanto cancellare il suo comportamento da vigliacco, e
che si era sempre ritenuto coraggioso, e rimediare al disastro che
aveva combinato. Non era un jedi, ma non gli serviva la loro profonda
connessione con la Forza per immaginare lo stato di Breha.
Beh, su una cosa aveva ragione sua cognata, Deara, lui era un buono a
nulla interessato solo alla politica. Non l'aveva sposata per questo,
dopotutto? Ripensandoci adesso, l'aveva trattata con gentilezza,
affetto, ma forse non era mai stato quell'amore profondo capace di
farti sprofondare o di toccare il cielo con un dito. Semplicemente un
amore quasi fraterno. Ma l’amore non era stata una
prerogativa
della loro unione, nessuno si aspettava che si facessero dichiarazioni
plateali, ma solo che guidassero al meglio il loro pianeta e che
avessero un erede. Se era davvero questa la realtà, allora
perché continuava a sentirsi come spezzato in due, come se
gli
mancasse qualcosa o qualcuno? Si sentiva confuso, anzi lo era; era una
bandierina lasciata in balia dei venti delle emozioni e non riusciva ad
ancorarsi da qualche parte. O non lo voleva?
Uscì dalla vasca barcollando e si buttò sul letto
a peso
morto. Aveva un gran mal di testa, forse era il caso che andasse a
dormire; anzi prima era meglio che bevesse un bicchierino di un
superalcolico. Sorrise, pensando che non era esattamente il giorno di
riposo ideale che aveva pronosticato Sheltay.
La sveglia trillò improvvisamente tanto che Bail fece un
salto
sul letto. Poi rendendosi conto quale era la fonte del rumore molesto,
si alzò per andare in bagno. Aveva la testa che gli
scoppiava
perché si era scolato un'intera bottiglia invece di fermarsi
ad
un solo bicchiere. Il senatore finì di sciacquarsi la faccia
e
rimase qualche tempo fermo davanti al suo riflesso: lo specchio gli
rimandava l'immagine di un uomo maturo, gli occhi marroni contornati da
profonde occhiaie avevano un'espressione sconsolata e triste, come
tutto il resto del viso. No, non andava decisamente bene, anzi era
caduto in basso, molto. Si vestì lentamente e prima di
uscire
gettò un’occhiata alla holografia poggiata sul
tavolino in
salotto: lui che stava cingendo i fianchi di sua moglie, erano tutti e
due sorridenti; la data riportata sul piccolo piedistallo che la
sosteneva era 31 BBY, appena un anno prima. Quante cose erano cambiate
d'allora...
Era da solo in ufficio che stava leggendo alcune relazioni sulla
situazione dell'Orlo Esterno, quando la sua assistente, Sheltay,
irruppe nella stanza e accese l'HoloNet:
«Ma che sta facendo? Oh cavolo!»
Un’immagine di lui
che abbracciava Mon Mothma capeggiava sullo schermo. Non ci poteva
credere, quei, non sapeva neanche come definirli, avevano mandato in
onda un servizio su un gesto che era stato frainteso e alla grande. Ma
se l'aveva visto lui l'aveva guardato anche... Breha. Bene, era finito;
se non per mano di sua moglie, allora per quella di sua cognata.
«E ora cosa pensa di fare, senatore? E' sulla bocca di tutti
potrebbe danneggiare l'alleanza tra Alderaan e Chandrilla, per non
parlare di un'ipotetica perdita del consenso tra le Antiche Casate e...
la Regina e la sua famiglia. Dobbiamo trovare il modo di controbattere
efficacemente o insabbiarlo».
Bail sospirò palesemente preoccupato, la sua assistente
aveva
pienamente ragione, ma la situazione era critica. Sperava soltanto che
nessun altro si mettesse in mezzo, almeno politicamente parlando;
invece, il fronte matrimonio era praticamente irrecuperabile, adesso.
«Sheltay, per favore avvisa tutti che oggi non ci
sarò per
nessuno e lasciami riflettere da solo per un po', per favore»
La donna lo squadrò e assentì con lo sguardo, poi
uscì silenziosamente.
L'uomo si appoggiò allo schienale della sedia pesantemente e
si
massaggiò le tempie con fare stanco. Soltanto ora
sentì
tutto il peso schiacciante del suo ruolo e dei suoi lati negativi.
Cercò di ragionare razionalmente senza lasciarsi cadere
nello
sconforto. Prima di tutto doveva stabilire delle priorità
nel
piano d'azione. Innanzitutto, scusarsi con la sua collega e diffondere
voci in cui affermava la falsità del pettegolezzo. Poi
avrebbe
chiamato casa e avrebbe chiesto di parlare con Breha. No, doveva farsi
venire in mente qualcos'altro perché molto probabilmente
avrebbe
chiuso la comunicazione appena letto il nome di chi la stava cercando.
Ma non fece tempo a pensare ad un'altra soluzione che il comlik
suonò. Decise di lasciarlo perdere, ma esso persisteva a
squillare e quindi accese la comunicazione; per poco non gli venne un
infarto guardando l'ologramma creatosi davanti a lui.
Ciao:)
Secondo l'EU (starwars.wikia e) Bail e Breha si sono sposati nel 32 BBY
dopo l’esplosione dell'Alderaan Ascendancy Contention (Una
contesa tra le Antiche Case, specialmente Organa e Antilles su chi
avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Vicerè; fu risolta
grazie
all'intervento del jedi Jorus C'baoth che propose, appunto un
matrimonio e l'assegnazione del titolo alla Casata degli Organa)
[1]
Sheltay Retrac fu l'assistente di Bail Organa fino alla sua morte nel
19 BBY (da starwarswikia.com)
[2]
Il rapporto con Mon Motha era soltanto prettamente professionale, non
c'era nulla; ho preso spunto da alcuni gossip d'oggi in cui si
ipotizzano relazioni inesistenti basandosi su fraintendimenti. In
realtà Mon Mothma è entrata in politica nel 29
BBY
all’età di 19 (quindi un anno dopo rispetto alla
storia).
Ho deciso di sorvolare questo dettaglio perché tra tutta la
lista di senatori descritti da starwars.wikia è una fra le
poche
donne, amiche di Bail Organa e di Alderaan e soprattutto conosciuta
(anche se uno ha una conoscenza base di SW riesce a visaulizzarla).
Ovviamente non è mai esistita una relazione tra i due che
erano
solo ottimi colleghi ed amici, semplicemente ho pensato al gossip che a
volte fraintende certi eventi.
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Capitolo 4 *** Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia ***
Insegnami ad amare 4
4.
Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia
«Signora a
che devo...» balbettò imbarazzato prima che la
donna lo interrompesse
«Non
una parola, Bail. Hai combinato un bel guaio; ora devi
rimediare»
«Ma
cosa posso fare? Ultimamente tutto rema contro di me...»
Lo
fermò di nuovo con un cenno della mano
«Contro
di voi. Dillo come ti garba di più; da due anni
non siete più soltanto tu e Breha, siete un noi. Bene,
adesso
rispondi ad una domanda: tra te e Mon Mothma c'è
qualcosa?»
Questa volta
fu il turno del senatore di utilizzare un tono fermo
«No, non avrei mai potuto. Prima di tutto sono un uomo fedele
verso il mio ruolo, secondo io l'amo, veramente»
Stettero
qualche secondo in silenzio fino a quando l'altra
replicò «Perfetto. Quindi parti per Alderaan
seduta stante
e glielo dici di persona»
«Ma
non mi crederà mai» sussurrò disperato.
«Fino
d'ora non hai nemmeno provato. Come fai ad esserne così
sicuro?»
«Perché
la conosco»
«Mi
dispiace deluderti, ma io meglio di te. E poi ricordati: tentar non
nuoce»
«E
cosa succederebbe se lasciassi correre?»
«Finiresti
molto male e per mano mia» fece una pausa
eloquente e riprese «Bail» disse con dolcezza
«Io lo
so che le vuoi bene e che sei una persona affidabile, sennò
due
anni fa non avrei acconsentito alla vostra unione. So anche che sei un
uomo intelligente e che saprai cosa devi fare senza che te lo dica
qualcuno. Soltanto riflettici bene» e chiuse la comunicazione.
Già,
erano un noi per cui valeva combattere?
ωωω
«Madre
chi era?»
«Nessuno,
tranquilla»
«Perché
tutti mi mentite? Non sono scema. Era lui, non è
vero?»
«Tesoro
respira. Non ti vogliamo prendere in giro. È soltanto che ho
ritenuto giusto parlargli»
Breha si morse
il labbro con trepidazione aspettando ulteriori
spiegazioni; quindi l'anziana donna le fece segno di sedersi accanto a
lei sul letto.
«Vedi,
io credo che sia ora che lui torni a casa, da te»
«E
cosa ti fa pensare che io lo rivoglia?»
«Perché
lo sogni spesso. E no, non dire che è una
bugia perché ogni tanto ti incanti. Sarò anziana,
ma lo
riconosco uno sguardo innamorato»
«Sai,
ho avuto un incubo in cui lui moriva e anche nostro figlio
e tutti incolpavano me di non essere una buona regina, madre e
moglie» raccontò la più giovane dopo
una pausa.
«Perché
mai dovresti pensare una cosa del genere?»
replicò con una linea sottile che le increspava la fronte
«Io
non lo so… Sono giovane e lui se ne è andato.
Forse è colpa mia! Non sono stata una brava moglie nel
sostenerlo e magari pensa che non possa neanche essere una brava madre
visto che non sono riuscita a tenere nostro figlio e-»
«Non
farti venire in mente strani pensieri. Tu sei una ragazza
speciale con tante qualità. Sei gentile, intelligente,
riflessiva e spensierata. E si puoi anche controbattere che sia
influenzata dal fatto che sono tua madre, ma non è vero.
È la verità, sennò non ti avrebbero
scelto di
compiere questo passo nonostante tu fossi la minore della nostra
famiglia; ma al di là del punto di vista politico, sei degna
di
essere una regina e di stare al fianco di Bail. Tutti sbagliamo nella
vita, anche lui»
La donna
rimase in silenzio non avendo trovato qualcosa con cui controbattere.
«Ora
sta a lui scegliere se venire o no. Buonanotte cara» e
detto questo uscì dalla stanza con passo elegante lasciando
la
Regina a riflettere.
Si
affacciò alla finestra, era una notte stellata, ma non una
qualunque: quella sera ci sarebbe stato il passaggio vicino ad Aldeeran
di una cometa. La tradizione voleva che bisognasse assistere al
fenomeno insieme alla persona amata, ma purtroppo lei non aveva nessuno
e quindi tornò a dormire; era il primo anno che le succedeva
e
si sentiva vuota.
ωωω
«Sheltay
quando è la prossima seduta in senato?»
«Fra
un mese, senatore. Dobbiamo presentare un rapporto sull'efficacia della
legge appena introdotta»
«Altri
impegni in agenda?»
«Qualche
cena per rafforzare le alleanze e varie riunioni per discutere con il
comitato lealista sul nuovo progetto»
«E
per stasera?»
«Niente»
«Grazie
mille. Vado a fare un salto al tempio, se qualcuno mi
cerca dì che riprovino domani» si avviò
verso la
porta, ma si girò verso l'assistente prima di uscire
«Vai
a casa, sei stanca anche tu. Il prossimo trimestre sarà
molto impegnativo»
«Grazie
signore»
Camminò
a passo spedito anche se avrebbe fatto prima con lo
speeder; voleva trovare le parole adatte per spiegargli la situazione.
Stava ancora riflettendo quando si accorse di essere arrivato a
destinazione e velocemente cercò la sala di meditazione 343
in
cui si erano dati appuntamento. Quando entrò, si
rilassò
alla vista di Obi-Wan, tutte le preoccupazioni sparirono
temporaneamente; infatti il giovane gli faceva questo effetto ogni
volta che si incontravano.
«Maestro
Kenobi vi ringrazio per aver accettato la mia richiesta, mi scuso se vi
ho disturbato»
«Tranquillo,
mi fa piacere parlare con lei. Dammi del tu, ti prego»
«Anche
tu allora» ribattè Bail.
«Come
mai desideri parlarmi?»
«Si
tratta ancora della mia ehm... situazione privata. Mi sono
rivolto a te perché ti stimo e mi fido del tuo giudizio.
Credo
che tu sappia dell'incidente con Mon Mothma»
«E?»
«Ho
la brutta sensazione di essere arrivato a un punto di non
ritorno»
«Tu
cosa vorresti fare? Cosa ti dice il cuore?»
«Sono
confuso. Dovrei parlarle»
«Qui
non si tratta di dovrei, non ci si esprime con i
condizionali. O si fa o non si fa; ovviamente quello che vuoi
tu»
rispose tranquillamente il maestro.
«Vorrei
cancellare tutto quello che ho fatto, ma purtroppo non si
può» sussurrò il senatore.
«È
vero non si può tornare indietro, ma puoi, invece, scegliere
cosa fare in futuro»
«Quindi
mi stai suggerendo di prendere in mano la mia vita?»
«Quello
lo hai già fatto, devi soltanto cambiare
direzione. Se ritieni che ne valga la pena, non dovresti neppure
pensarci» propose tranquillamente il jedi.
Rimasero in
silenzio ognuno perso nei meandri della propria mente cercando risposte
provenienti dal nulla.
«Maestro,
è permesso?»
«Certo
Anakin. Lui lo conosci già sicuramente»
«Si,
buonasera Senatore» rispose il ragazzino che chinò
la testa in segno di rispetto.
«Ciao
Anakin, piacere di rivederti. Comunque me ne stavo andando adesso; vi
lascio ai vostri impegni»
Poi si rivolse
ad Obi-Wan alla sua destra e con un piccolo inchino, lo
ringraziò.
Fu solo un
flash che gli attraversò la mente, ma abbastanza da
rimanergli impresso. Una bambina con lo stesso sorriso spavaldo di
Anakin che lo chiamava papà. Scrollò la testa e
continuò a scendere i gradini del tempio, era solo un
desiderio
dettato dalla delicata situazione in cui si trovava.
Camminò
per le vie trafficate della capitale. Era in preda ai
dubbi, non riusciva a rilassarsi. Gli tornavano in mente le immagini
del sangue e dello sguardo dolorante di sua moglie. Scosse la testa
velocemente, non doveva ricordare quegli attimi in quel momento,
sennò sarebbe potuto risprofondare nell'abisso da cui non
sarebbe più uscito.
Rientrò
nel suo appartamento dopo un'ora circa e chiamò
subito la sua assistente «Sheltay, annulla tutti gli impegni
del
prossimo mese e non prenderne altri. Se ti chiedono qualcosa,
dì
che al momento ne ho un altro più importante. Grazie,
notte» chiuse la comunicazione e ripeté ad alta
voce a
sé stesso, più per convincersi che stava facendo
la cosa
giusta «Bail è tempo di andare, di tornare a
casa»
Ciao:)
per la madre di Breha ho fatto affidamento sulla mia fantasia soltanto,
basandomi sull'idea di una suocera non invadente, ma che al momento del
bisogno tira le orecchie.
Invece
per la tradizione delle comete alle nostre usanze. Ho ripreso il
rapporto tra Bail e Obi-wan perché amo entrambi e credo
sinceramente, anche se non è scritto da nessuna parte, che
si
stimino a vicenda al di là dei ruoli che hanno. In
realtà
mi sembra di aver letto nell’EU che Obi-Wan ad un certo punto
della guerra dei cloni (ambientata più avanti temporalmente
rispetto la nostra storia) salvi Bail e tra di loro nasca un rapporto
sincero di amicizia tanto da voler affidare più avanti il
futuro
della Ribellione tramite sua figlia.
Ah,
quel piccolo flash che ho inserito è ovviamente un omaggio
alla
figlia del senatore, non che Bail sia sensibile alla Forza, ma mi
piaceva inserire questo momento in cui si scorge il futuro
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