Coming out

di TeamFreeWill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi scegliere? ***
Capitolo 2: *** Ci amiamo di un amore che non capiscono ***
Capitolo 3: *** Il vero amore ***



Capitolo 1
*** Chi scegliere? ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
 
 
Attenzione: storia con tematiche delicate e visto l'argomento trattato mi scuso già in anticipo qualora dovessi urtare la sensibità di chi legge.
 
 


"Jensen! Non farmi questo! Non fare questo a noi!" gridava disperato Jared, in piedi in mezzo alla stanza d'albergo. Il loro nido d'amore segreto. Sul viso una maschera di dolore.

"Io....". Il biondo era nel panico. Sudava. Soffriva per la scelta che stava per compiere, ma non poteva fare diversamente.

"Anael è la mia ragazza da tre anni…Per il mondo io e te siamo etero! Cerca di capire!"

Soffriva. Combattuto dall'idea di mollare quella ragazza, che non si meritava quell'umiliazione e gridare al mondo che amava quello splendido gigante che gli aveva sconvolto la vita.

Cristo se lo amava. Lui, etero, fidanzato da tre anni con Anael la coppia d'oro per tutti, quando aveva conosciuto un anno e mezzo prima il suo nuovo collega di lavoro era crollato il suo mondo.

Da semplici amici a migliori amici, la cosa era successa senza rendersene conto. Per entrambi fu uno shock, ma poi cedettero a quello che il cuore chiedeva, gridava, pretendeva.

Jared fu più coraggioso.

Mollò subito Ruby spiegandole che erano nate incompatibilità caratteriali ed effettivamente con la ragazza non è che andasse più tanto bene da un po’.

Non le disse che era gay e che amava Jensen solo per desiderio di quest'ultimo.

Jensen, di contro, non riusciva a mollare la sua ragazza. Si sentiva in colpa a procurarle un dolore così grande. Un’umiliazione così grande.

E così, i due ragazzi, avevano intrapreso quello che era una vera e propria storia clandestina. Fatta di sospiri. Gemiti.

Amore vero come quello che ti fa vivere. Che ti rende vivo.

Jared sopportava perché lo amava e sapeva che anche per Jensen era lo stesso.

Ma ora, ora quello che stava sentendo lo stava uccidendo.

"No! Non capisco!! Vuoi chiederle di sposarti?! Perché desidera dei figli?! Stiamo insieme da un anno e sono sei mesi che non tocchi più Anael. Ma lo sa come si fanno i bambini o crede che nascano per opera dello Spirito Santo??!"

"Jared.."

"Non farlo! Per favore. Sarai infelice tutta la vita. Io sarò infelice tutta la vita. Perfino lei sarà infelice. Amore non farlo!"

Si avvicinò e lo bacio disperato, prendendogli il viso tra le mani.

Il biondo rispose immediatamente. Dio, se amava la passione di quel ragazzo.

Il suo profumo. Il suo sapore. Lo spinse a forza contro il muro dove il bacio divenne estasi.

"Ti amo" sussurrò appoggiando la fronte in quella spaziosa di Jared, che chiuse gli occhi a quel gesto, sospirando.

"Ma non abbastanza da lasciarla o fare coming out!..Io non l'ho fatto solo per te! Altrimenti l'avrei urlato subito che sono gay e amo te!! Jensen, se farai questo passo fra noi è finita. Non farò l'eterno amante. Ho sopportato tanto, ma ora basta!" e a malincuore lo spinse via.

"Jared....per favore..." 

"Se non sai decidere da solo, deciderò io per te. Addio!" e lo lasciò li.

"No amore mio...no! Voglio te. Voglio te" gridò al vuoto assordante intorno a lui, che lo schiacciava sotto il suo peso.

Ma il senso di colpa verso Anael era troppo. Lei continuava a dire che desiderava dei figli e così continuò per la sua strada. Soffrendo anche fisicamente.

Jared lo evitava da due settimane, non gli rispondeva, lo scansava quando lo incrociava al lavoro. Stava impazzendo! Aveva bisogno di lui! 

Quella sera era in bagno.

Si stava specchiando. Era un fantasma. Chiuse gli occhi. E ricordò quando, un pomeriggio dopo aver fatto l'amore per la prima volta con Jared, il giovane lo abbracciò da dietro avvolgendolo calorosamente.

Davanti a loro uno specchio. Erano stupendi. Jared gli sussurrò “ti amo” e lui, voltandosi appena, lo baciò così. Un bacio leggero.

Delle lacrime scesero immediatamente. Le asciugò con la manica della camicia e andò incontro al suo destino.

Stava scendendo le scale quando un sms lo fece fermare. Prese, tremante, il cellulare e lesse con il cuore in gola quel messaggio struggente.

"Fermati ti prego. Sai dove trovarmi se cambierai idea. Non ce la faccio senza di te. Ci ho provato, ma non ce la faccio. Tuo Jared."

"Amore mio" disse accarezzando lo schermo e poi portandoselo al petto.

"Jensen. La cena si fredda!" disse Anael avvicinandosi alle scale dove il biondo era rimasto immobile.

"Cosa?!" disse ritornando alla realtà.

La realtà. La grande proposta. 

Dio che tensione. Scese i gradini uno alla volta. I passi pesanti.
 
Entrò in cucina. Davanti a lui, la ragazza lo guardava, confusa.

Osservò la stanza. La osservò bene. Sarebbe stata perfetta, ma l’unica persona che i suoi occhi stanchi volevano vedere non c’era. Per colpa sua! 

Che stava facendo?!

I ricordi lo investirono come un’onda d’urto.

Il primo bacio. La prima volta che Jared lo fece suo. E poi le risate. Le carezze. La dolcezza. Il suo Jared.

No, non poteva rinunciarci.

"Che sto facendo!" Sussurrò

"Come caro?!" chiese titubante Anael avvicinandosi, ma lui si scansò.

"Io non posso andare avanti così... io... non ce la faccio più!"

La ragazza lo guadò intensamente. Gli occhi le si velarono di lacrime.

"Cosa hai detto?” 

"Io sono gay...Amo Jared…è accaduto e basta...lo amo più della mia vita! ” chiaro, conciso, senza giri di parole. Come strappare via un cerotto.

“Cosa?!" sussurrò. Le lacrime le rigarono il viso.

"Io e lui stiamo insieme, Anael. Ci amiamo.".

"Cosa?! Mi hai tradito?! Come hai potuto farmi una cosa del genere?!” gridò ferita.

La ragazza lo schiaffeggiò diverse volte. Stava avendo una crisi isterica. Era sconvolta e incredula per una simile confessione.

“Anael…mi dispiace”.

L’unica cosa che poteva dire era quella.

Non poteva giustificarsi. L’Amore non chiede giustificazione.

“Credevo fosse una fase…i problemi al lavoro. La routine…un insieme di cose…che era per quello che non mi toccavi o guardavi! Solo ora comprendo che illusa sono stata! Va via! Va via! Vattene!” disse, poi, all’improvviso nascondendo il viso nelle mani. 

Poi la ragazza iniziò a spingerlo via in malo modo, colpendolo al petto.

“Vattene! Non voglio più vederti! Ti spedirò le tue cose al tuo appartamento! Ti odio‼” gridò disperata, mentre lo spingeva fuori dalla sua casa.

Rinchiuse la porta sbattendola forte. Poi il biondo la sentì piangere, urlare, disperarsi.

Povera ragazza.

Le aveva procurato un dolore e un’umiliazione talmente grande che non si sarebbe mai perdonato, ma lui voleva Jared. Lo voleva ogni cellula del suo corpo.

Quindi si voltò e prese l’auto.

Corse più che poteva rischiando anche un incidente, ma alla fine arrivò all’hotel.

Prese l'ascensore e giunto davanti alla porta della loro camera, questa si aprì.

Jared in lacrime stava per andare via. 

Si guardarono solo. Capirono. I loro cuori capirono.

Jensen spinse nella stanza Jared e richiuse la porta dietro sé.

Poi si avvicinò al suo unico vero amore e iniziò a baciarlo mentre lentamente i due si distendevano sul letto.

Il biodo non faceva altro che saggiare quel magnifico collo teso accarezzando i capelli dell’amante che si beò di quelle carezze delicate.

"Perdonami piccolo! Ti amo" sussurrava mentre iniziava a sbottonargli la camicia e sentiva tra le sue dita la pelle di Jared tremare e il suo cuore battere forte.

“Ti amo” mentre si avventava su quelle labbra sottili, per poi baciarle piano, lentamente a fior di labbra finendo poi in un sorriso fronte contro fronte.

“Ti amo” mentre, con enfasi iniziarono a lanciare i vestiti in ogni dove e Jensen saliva a cavalcioni su di lui.

Si abbassò piano, intrecciando le sue dita in quelle del moro, che sorrise facendo brillare gli occhi di luce propria.

Jared iniziò a baciarlo e Jensen lentamente e con cura lo preparò per farlo suo. Ogni movimento un gemito di estasi, ogni affondo un “ti amo” gridato. 

Raggiunsero il paradiso insieme abbracciandosi, stringendosi forte. Volevano che quel momento durasse all’infinito.

“Hai scelto, amore” sussurrò il moro, felice ora. Rinato anche lui.

“Si. Ho scelto, piccolo” disse il biondo sistemandosi meglio sul petto del suo amante, che a quelle parole accelerò di colpo.

Avrebbero affrontato insieme il coming out. Avrebbero affrontato ogni cosa insieme. 

Solo una cosa importava.

Loro, solo loro.

Nient’altro. Nessun altro.




Note autrice
Lilyy thank you per avermi segnalato gli errori ^^

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Capitolo 2
*** Ci amiamo di un amore che non capiscono ***


Attenzione: capitolo con tematiche delicate e visto l'argomento trattato mi scuso già in anticipo qualora dovessi urtare la sensibità di chi legge.





Arrivò il giorno della conferenza stampa, e i due dietro la porta laterale che dava sul palco, aspettavano di salire. Era tutto pronto. Il mondo avrebbe saputo.

"Sei pronto amore?" Gli occhi dolci del suo Jared rincuorarono immediatamente Jensen, che strinse forte nella sua, la mano del suo uomo. Del suo compagno. Della sua vita.

"Si" Il cuore batteva, ma con Jared al suo fianco avrebbe potuto affrontare l'inferno. E così fecero. Insieme. Sempre. Come si erano ripromessi qualche settimana prima.

Salirono sul palco mano nella mano e immediatamente decine e decine di flash li accecarono, immortalandoli in quella posa. Semplice e dolce, ma forte.

Qualche secondo dopo presero parola e il mondo seppe la verità. Su di loro. Sul loro amore. Sulla loro relazione.

Domande a volte delicate e a volte più spinte e cattive fecero di quella conferenza stampa, il coming out più discusso dello Show business.

Ma lo sapevano. Sapevano che quel loro mondo era così. Dove alcuni giornalisti erano sciacalli e vivevano per affondare chi disegnavano come vittima.

Loro non ne furono immuni. Dava fastidio. Faceva male. Faceva dannatamente male specie per Jensen.

Lui, che era sempre stato riservato e timido, essere bersaglio di illazioni lo annientava. Ma Jared, nonostante fosse ancora più bersagliato di lui, era forte per entrambi.

Scatti e articoli vari li ritraevano in baci rubati o abbracci.

Ma se per loro quei piccoli gesti erano nutrire l'anima, per le belve del gossip erano solo pubblicità. Loro vedevano il marcio. L'accordo.

Era questo che scrivevano negli articoli. Cazzate e malignità! Per soldi. Non avevano pietà nell’infangare la vita di due brave persone.

“Ma che abbiamo fatto di male?” gridò il biondo con le lacrime agli occhi, mentre Jared lo abbracciava forte per tranquillizzarlo, gli prendeva il viso tra le mani e lo baciava dolcemente.

“Niente piccolo. Ci amiamo di un amore che non capiscono. Ma non farti scoraggiare. Ti prego. Si stancheranno. Fidati. Te lo prometto amore” Lo rassicurò, sorridendo dolcemente. Jensen si perse in quegli occhi dolci e annuì a quella promessa. 
Voleva crederci. Ne aveva bisogno, perché dentro di sé stava crollando.

Crollo che avvenne una sera, nel modo più doloroso possibile. Inaspettato e con un’inaudita violenza.

Le acque sul fronte giornalistico si erano calmate per fortuna, ma un altro uragano s’imbatté su di loro mentre erano nell’appartamento di Jensen, in veranda, seduti sul dondolo a guardare la luna, mano nella mano e a scambiarsi tenere effusioni.

Niente poteva presagire quello che da lì a pochi minuti sarebbe successo.

I vigliacchi entrarono in giardino dal retro, non facendo nessun rumore. Erano in due ed erano furiosi. Lo sguardo assetato di vendetta.

I due amanti erano intenti a baciarsi e a coccolarsi, tranquilli nella loro intimità, quando entrambi furono colpiti al volto da un pugno ben assestato.

Fu veloce e violento. Nessun tempo di reazione e in questa confusione, entrambi furono afferrati per il bavero della camicia e spinti a terra.

Calci, pugni e parole sprezzanti.

Per ferire fisicamente e psicologicamente i due amanti, la cui unica colpa era quella di amarsi e aver lasciato le loro figlie.

"Fate schifo‼" gridarono, mentre con inaudita violenza, il padre di Anael si accaniva su Jared che gemeva sotto quei colpi furiosi, incapace di reagire.

Nella sua mente era colpa sua se Jensen aveva tradito e lasciato la figlia.

Il padre di Ruby invece era lì più che altro per sfogarsi. Da quando sua figlia aveva appreso il vero motivo pur cui era stata lasciata da Jared era diventata bersaglio di battutine di scherno e il padre non sopportava questa umiliazione verso l'amata figlia.

Per questo si era unito al padre di Anael in quella spedizione punitiva irrazionale e crudele.

Jensen venne colpito al fianco, ma un grido di Jared lo fece reagire. La forza dell'amore. Riuscì a spingere via il padre di Ruby con un calcio e corse a mettersi tra il padre della sua ex fidanzata e Jared.

"Basta per favore!!" pregò stringendosi il fianco con una mano e con l'altra prendendo la mano di Jared nella sua.

"Basta ci dici? Tutto questo è colpa del vostro amore anormale. Siete solo due..." Ma non finì la frase. Scapparono al suono delle sirene di due ambulanze che riecheggiarono per il quartiere, chiamate dai vicini allarmarti dalle urla di dolore dei due.

"Amore mio! Rispondimi" fece abbracciando a sé il corpo incosciente del moro, accarezzandogli la testa e baciandolo per cercare di farlo riprendere. Inutilmente.

"Amore!" gridò disperato mentre i paramedici lo prendevano di peso e lo spostavano anche per permettere che fosse medicato lui stesso. E in quel limbo, il cuore gli si frantumò quando sentì le parole trauma cranico e terapia intensiva dall'infermiera che visitava il suo compagno.

Mille pensieri. Panico. 
Ebbe una crisi isterica.

"Lasciatemi. Voglio andare con lui", ma poi una stanchezza improvvisa lo colse e l'ultima cosa che vide fu la prima ambulanza partire a sirene spiegate, mentre lui soccombeva al tranquillante iniettatogli a tradimento dall'infermiere che lo aveva in cura.






Note autrice
Lilyy thank you per avermi segnalato gli errori ^^

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Capitolo 3
*** Il vero amore ***


Il biondo si svegliò qualche ora dopo e appena realizzò dove fosse si alzò di scatto. "Oh mio Dio!!".

Ebbe dei flash dell'aggressione. Quelle immagini lo investirono in pieno. Il suo Jared.

Corse fuori e si fece dire il numero della stanza in cui il suo amore era ricoverato.

Corse, il cuore in gola.

"Ti prego, fa’ che stia bene!!" pregò Dio.

Appena si precipitò nella stanza e lo vide, pianse. Irrazionalmente il senso di colpa prese pieno possesso del suo cuore attanagliandolo in una morsa micidiale.

Jared giaceva addormentato. Una flebo al braccio. La mascherina d’ossigeno. Gli occhi neri. Il labbro spaccato. Uno zigomo gonfio. Sicuramente altri lividi ricoprivano il corpo del suo uomo.

Si avvicinò titubante e si sedette sul bordo del letto. Un dolore al centro del petto.

“E’ colpa mia. Se solo avessi lasciato Anael prima e ti avessi detto di dire a Ruby il motivo per cui l’hai lasciata…non me lo perdonerò mai! Il padre di Anael ti ha massacrato solo perché ho scelto te”

Il macchinario collegato agli elettrodi sul petto di Jared iniziò ad aumentare i bip man mano che il discorso di Jensen andava avanti. Inesorabile, senza che lui potesse zittirlo. Lui sentiva tutto nonostante l’incoscienza.

“Mi dispiace. Non posso permettere che ti facciano ancora del male. E’ meglio se io e te ci…”, ma non riuscì a finire la frase perché il dolore che provava pronunciando quelle parole gli impedì di continuare e dovette uscire. 
Si appoggiò alla porta e pianse. Rabbia. Dolore. Colpa.

I bip erano sempre più assordanti nella stanza di Jared e le lacrime incominciarono a scendere incontrollate fermando la loro corsa sul cuscino. Doveva svegliarsi. Non poteva permettere a Jensen di lasciarlo per la paura che capitasse ancora una cosa del genere.

Jensen ritornò nella sua stanza. Il dolore fisico era niente in confronto a come si sentiva. Un morto che cammina.

Si distese sul letto e cercò d’addormentarsi, ma tutto inutile. Le grida di Jared nelle orecchie. Le parole dei due uomini rivolte a loro e al loro amore erano dolore puro. Sì era la cosa giusta da fare, si convinse. Jared sarebbe stato meglio senza di lui. Si addormentò di un sonno agitato e pieno di incubi.

Il mattino seguente si svegliò più stanco di prima e quando fu visitato dal dottore di turno fu ben lieto di sapere che poteva essere dimesso nel pomeriggio.

“Bene …lo saluto e poi mi tolgo dalla sua vita” pensò sconsolato, schiacciato comunque da quella decisione.
 
Si sentiva un vigliacco a lasciarlo mentre l’altro era incosciente, ma così al risveglio non trovandolo più lo avrebbe odiato ed era meglio così.

Stava per uscire dalla stanza e dirigersi da Jared quando la porta si aprì e un Jared alquanto trafelato fece capolino nella stanza.

“Oh Dio! Ti ringrazio! Sei sveglio!” disse mettendosi una mano sulla bocca. Felice e sollevato. Sorpreso poi dallo schiaffo che ricevette.

“Stronzo!” riuscì a dire il moro arrabbiato entrando in stanza. “Vigliacco! Gliela dai vinta se mi lasci!”

Jensen era confuso, ma poi capì che aveva sentito tutto la sera prima.

“Non voglio che ti facciano ancora del male.”

“Certo…meglio che me ne faccia l’uomo che amo vero? Lasciandomi!” disse esasperato. Aveva mal di testa e anche in tutto il corpo, ma non importava.

“Jared…io ti amo troppo e lo faccio per proteggerti” si giustificò il maggiore.

“No! Se mi amassi come dici non cederesti e non saresti crollato alla pressione di questa situazione!. Cosa credi eh? Che non abbia sofferto anch’io vedendo come ci massacravano i giornalisti?” chiese fissandolo intensamente “Che non sia morto di paura quando il padre di Ruby ti picchiava? Siamo in due in questa situazione. Ricordi?. Affrontare tutto insieme era la promessa che ci siamo fatti!” disse con le lacrime gli occhi.

“Jared... amore” e si avvicinò al compagno per abbracciarlo, ma Jared lo fermò con una mano.
“Sei un idiota. Non capisci? Tu mi dai la forza di non crollare! Se mi lasci, io non ce la faccio” e questa volta si lasciò abbracciare dal compagno e insieme piansero. Piansero molto. Per quella situazione assurda.

“Perdonami. Io credevo di fare il meglio per te, scegliendo al posto tuo. Come sempre sono un imbecille” sussurrò, mentre Jared si allontanava e prendendogli il viso tra le mani gli intimava di smetterla e di baciarlo. “Immediatamente piccolo” concluse sorridendo.

E il maggiore lo fece. Lo riempì di tanti piccoli baci evitando, però, il brutto taglio che aveva sul labbro superiore.

Baci sempre più ravvicinati che si trasformarono in un unico bacio, profondo e bagnato. Di quelli che sanno riparare e guarire, ma anche suggellare un amore profondo e unico, che era riuscito a superare anche quell’ennesima dura prova. 
Sorrisero nel bacio quando esso finì sussurrandosi “Ti amo”, perdendosi uno negli occhi dell’altro.

Qualche momento dopo, un’infermiera entrò nella stanza di Jensen intimando a Jared di ritornare nella sua. Era sorpresa! Meno di un’ora prima il ragazzo si era svegliato agitatissimo e ora era li con quello che era il suo compagno a scambiarsi effusioni.

“Ragazzo! Che ci fai qui?! Per la miseria! Fila in camera tua….o vuoi farmi licenziare? ” disse assumendo un tono alterato, ma nel profondo era una inguaribile romantica a vedere i ragazzi.

“Colpa mia. Non se la prenda con lui” gli venne in aiuto Jensen. Il moro, sentendo questo, gli diede un bacio sulla guancia a schiocco, poi aiutato dall'infermiera, ritornò nella sua stanza dove, tranquillo e sereno, si addormentò.

***

Jensen nei giorni successivi, anche se era stato dimesso, non si allontanava mai dal letto di Jared, che riscaldato da quel calore che solo la presenza del suo compagno gli dava, si riprese prima del dovuto.

All’uscita dall’ospedale furono sommersi dai giornalisti che volevano lo scoop. Volevano sapere chi e perché si era accanito su Jared in quella maniera brutale..
 
Ovviamente ci avevano provato anche con il maggiore quando fu dimesso lui stesso ed era andato all’appartamento del compagno per prendergli dei vestiti puliti, ma lui era sbottato e li aveva mandati al diavolo, e anche ora lo stava facendo sorprendendo Jared.

Non vollero dire niente. Non volevano pubblicità di nessun tipo. Era giusto così, anche nei confronti delle due ex ragazze che, appena scoprirono dai loro padri cosa avessero fatto per difendere il loro onore, andarono a scusarsi di persona con i due ex. 
Non li giustificarono, anzi, li costrinsero a costituirsi. Non era questo il comportamento da tenere , raccontarono in lacrime, vergognandosi di una simile assurdità.

I due ragazzi annuirono e le tranquillizzarono, poi le due se ne andarono rassicurandoli che mai più sarebbero stati infastiditi in quel modo violento.

Giunti finalmente all’appartamento di Jared il desiderio di appartenersi fu impellente appena si chiusero alle spalle il mondo esterno.
 
Volarono uno nelle braccia dell’altro iniziando a baciarsi con sempre più passione. Il bacio divenne bagnato e profondo. Le stilettate di piacere erano nutrimento per l’anima.

Di nuovo stretti l’uno all’altro si persero nel turbinio di emozioni che solo il loro amore riusciva a scatenare nei loro cuori.
Freneticamente iniziarono a spogliarsi dei vestiti dirigendosi verso il bagno, senza mai smettere di saggiarsi o toccarsi.
 
Jared spinse nel box doccia il compagno e lo imprigionò tra il suo corpo e le mattonelle. Jensen gemette al contatto e per vendicarsi aprì l’acqua che li colpì in pieno. Subito fredda poi calda.

L’acqua, che s’infrangeva sui loro corpi, non impedì alla pelle calda di desiderio di tremare, ma non per il freddo. I brividi che provavano erano di puro piacere.
 
Il moro lo preparò con cura e poi s’insinuò in quel magnifico corpo raggiungendo con deliziosa calma il punto magico di Jensen che gemette di puro godimento.

Perso nel corpo del più grande, Jared lo stava amando con tutto se stesso e Jensen si lasciava cullare da quella danza sensuale andando incontro alle spinte del compagno, abbracciandolo e baciandogli il collo teso per lui. Entrambi gemevano e ansimavano. Gridavano i loro nomi.

“Sei stupendo, piccolo” sussurrò il moro guardandolo negli occhi. Per poi riprendere e baciarlo in ogni dove. Sapendo esattamente dove posare le labbra.
 
 Il maggiore sospirava, completamente vinto dal piacere.
 
Baci. Gemiti. Sapori mischiati. Affondi. Carezze. Spinte. Erano entrambi al punto di non ritorno. Si stavano fondendo.
 
All'improvviso Jared prese il viso di Jensen tra le mani, dopo l'ennesimo bacio bagnato e appassionato..

Con la voce resa roca e bassa dal piacere disse: “Ti amo….” e gli affondi divennero più profondi e irregolari, “...voglio….” mancava davvero poco a saltare insieme “….passare la mia vita con te!” e con questa proposta del tutto inaspettata si lasciò andare al piacere più puro seguito da Jensen, il cui cuore accelerò i battiti all’improvviso. Era in paradiso. 
Glielo aveva chiesto sul serio?

“Jared...sto sognando forse?” Fu la prima cosa che disse quando riuscì a calmarsi sia da postumi dell’orgasmo che da quella proposta. Magnifica proposta.

“No...sei sveglio amore mio!!” accarezzandolo dolcemente “Allora vuoi o non vuoi passare il resto della tua vita con me?”.

Jensen sorrise, gli tolse una ciocca dalla fronte bagnata, scese con il dito indice seguendo i contorni delicati di quel viso angelico e aprendo la mano appoggiò il palmo sul cuore di Jared, che batteva fortissimo. In attesa di una risposta affermativa.

“Sei la mia vita...” cominciò il più grande “...e non chiedo di meglio che vivere la mia intera esistenza con l’uomo che mi ha fatto scoprire cos’è l’amore. Il vero amore. Ti amo, amore mio. Ti amo” e dicendo così attirò a sè il minore, che felice, ricambiò quel bacio mozzafiato e magnifico.

Quello che avvenne dopo tra i due amanti fu solo amore. L’Amore!

Il vero amore resiste. Il vero amore sopporta. Il vero amore alimenta la vita stessa. Ti fa vivere, sognare, lottare, sospirare, gioire. 
L’Amore.



Note autrice
Grazie a cin75 per avermi betato la storia e a Lilyy per avermi segnato gli errori ^^.  ^^
Grazie a chiunque ha avuto la pazenza di leggerla. Ciao a tutti.

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