Il Ritorno della Luce

di pampa98
(/viewuser.php?uid=194522)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coming Back ***
Capitolo 2: *** Una nuova minaccia ***
Capitolo 3: *** La navicella ***
Capitolo 4: *** Yotsu e Rei ***
Capitolo 5: *** Chiarimenti ***
Capitolo 6: *** La prima vittoria ***
Capitolo 7: *** Dopo la battaglia ***
Capitolo 8: *** Bentornati, Alieni! ***
Capitolo 9: *** Dichiarazioni ***
Capitolo 10: *** Dubbi ***
Capitolo 11: *** Powers ***
Capitolo 12: *** Preparativi ***
Capitolo 13: *** Problemi di cuore ***
Capitolo 14: *** Vento Tagliente ***



Capitolo 1
*** Coming Back ***


Era ormai passato più di un anno da quando la pace era tornata sulla Terra e le Mew Mew avevano smesso di essere tali. Nonostante non avessero più i loro poteri, però, le ragazze non si erano perse di vista e avevano continuato a lavorare al Cafè insieme.
Quella mattina, però, quando arrivarono trovarono appeso alla porta un cartello con su scritto OGGI CHIUSO.
-Perché c’è quel cartello?- chiese Paddy.
Nessuna riuscì a dare una risposta.
-Forse Kyle o Ryan non stanno tanto bene e hanno deciso di stare a riposo.- ipotizzò Lory.
-Allora perché non chiamarci?- sbottò Mina, -Almeno avremmo evitato di alzarci così presto.-
-Be’, tanto abitano qui.- disse Pam, avvicinandosi alla porta. –Proviamo a vedere se sono in casa.-
Prima che potesse suonare il campanello, però, la porta si aprì e Kyle le salutò con il suo solito sorriso.
-Buongiorno, ragazze. Prego, entrate.- disse, facendosi da parte per lasciarle passare, -Oh, è arrivata anche Strawberry.-
La ragazza si era svegliata tardi, tanto per cambiare, e quando arrivò si sorprese di vedere che il salone era ancora al buio e le sedie erano ancora sui tavoli, come le avevano lasciate la sera prima dopo aver fatto le pulizie.
-Ehi, come mai non siamo ancora pronti?- chiese, sorpresa.
-Già, anche noi vorremmo saperlo? Qualcosa non va?- aggiunse Mina.
Kyle chiuse la porta e si fece improvvisamente serio. L’ultima volta che aveva avuto quell’espressione gli alieni erano ancora sulla Terra e il Giappone non era più un luogo sicuro.
-Venite con me. Io e Ryan dobbiamo mostrarvi una cosa.-
Le ragazze si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi lo seguirono nel seminterrato, dove trovarono Ryan ad aspettarle.
-Bene, sono felice che ci siate tutti, almeno non dovrò ripetere il discorso per le ritardatarie.-
Strawberry stava per rispondere, ma il ragazzo non le diede il tempo.
-Ieri ho ricevuto un telegramma non proveniente dalla Terra.-
Indicò il monitor del computer e le ragazze si avvicinarono per leggere quelle che c’era scritto.
Care Mew Mew,
E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Ci auguriamo che stiate bene e che tutto sulla Terra proceda per il meglio.
Sarete sorprese di ricevere questo nostro messaggio, dunque meritate di sapere cosa sta succedendo. La situazione sul nostro pianeta non è migliorata grazie all’Acqua Mew come speravamo e, come se non bastasse, siamo stati attaccati da un altro pianeta, solo per il gusto di conquista.
Sappiamo di non avere alcun diritto di chiedere il vostro aiuto visti i nostri trascorsi, ma ci stiamo comunque dirigendo verso la Terra, in pace ovviamente, per spiegarvi nel dettaglio come stanno le cose e sperare nel vostro sostegno.
Siamo in partenza in questo momento, dunque posso supporre che arriveremo da voi nel giro di un paio di giorni.
Se non saremo i benvenuti o non vorrete aiutarci, lo capiremo.
A presto.

Per qualche minuto nessuno disse niente, sebbene non vi fossero dubbi su chi fossero i mittenti. Avevano avuto a che fare solo con tre persone provenienti da un altro pianeta, dunque non poteva che trattarsi dei loro vecchi nemici.
-Hanno una bella faccia tosta.- sbuffò Mina, -Prima loro cercano di invaderci e poi chiedono aiuto a noi per impedire un’invasione sul loro pianeta.-
-Su questo hai ragione,- rispose Kyle, -tuttavia pare che i motivi che hanno spinto entrambi i popoli all’invasione siano molto diversi.-
-E’ irrilevante.- disse Ryan, -Ad ogni modo, ragazze, voi che volete fare?-
-Che intendi dire?- chiese Pam.
Ryan alzò le spalle. –Li aiutiamo? Lasciamo che sbarchino sul nostro pianeta e facciamo finta che siano nostri amici? Li cacciamo via senza pensarci due volte? L’hanno detto anche loro: non si aspettano certo una festa di bentornato.-
-Li cacciamo subito ovviamente!-
-Potremmo ascoltare quello che hanno da dire.-
Mina e Lory parlarono contemporaneamente. Ryan sospirò.
-Bene, conosciamo le vostre opinioni. Voi tre, invece? Che dite?- aggiunse, rivolto a Pam, Paddy e Strawberry.
-Se Tart ha bisogno di aiuto, non sarò certo io a negarglielo.- rispose decisa la più piccola.
-Io sono d’accordo con Lory.- disse Pam, guadagnandosi un’occhiata sorpresa e quasi delusa da parte di Mina, -Oltretutto, saranno quasi arrivati, perciò è tardi per fermarli ormai. Già che sono qui, tanto vale sentire cosa hanno da dire.-
Come al solito, Pam era la più pragmatica del gruppo e tutti dovettero riconoscere che aveva ragione. Gli alieni sarebbero arrivati nel giro di qualche ora e, anche volendo, non avrebbero potuto impedirlo.
Decisero quindi che avrebbero concesso loro una possibilità e avrebbero giudicato il da farsi sul momento. Ryan consigliò alle ragazze di tornare a casa e riposare, lui le avrebbe chiamate se ci fossero state novità.
Mentre si dirigevano all’uscita, Lory si avvicinò a Strawberry, la quale si era limitata a fare un cenno con la testa per mostrare il suo appoggio.
-Strawberry, va tutto bene? Non hai detto niente prima.-
Strawberry le sorrise, cercando di tranquillizzarla.
-Sì, sì. Credo di essere ancora mezza addormentata.-
Era una scusa credibile e Lory non le chiese altro.
La verità era che appena aveva capito chi aveva scritto quella lettera, era stata assalita dall’ansia e dai sensi di colpa che negli ultimi mesi aveva represso. Non che si fosse pentita di aver rifiutato Kish – non del tutto almeno -, ma non poteva fare a meno di pensare che lui si era sacrificato per lei, letteralmente. Era morto tra le sue braccia per salvarla e lei lo aveva ringraziato sacrificando la sua vita per Mark. Era riuscita a darsi pace perché credeva che non lo avrebbe più rivisto, invece aveva appena scoperto che sarebbe tornato da lei a giorni.
Onestamente, non sapeva cosa aspettarsi. Di certo non le sarebbe saltato addosso come faceva prima, ma d’altro canto, non la entusiasmava nemmeno l’idea che lui potesse odiarla e non rivolgerle nemmeno la parola. E soprattutto, lui che cosa si sarebbe aspettato da lei? Cosa si dice esattamente ad un alieno che ti ha rubato il primo bacio, a cui hai spezzato il cuore e che è morto per te?
Strawberry sospirò. Aveva ancora un po’ di tempo per pensarci, ma una cosa la sapeva già: stavolta lo avrebbe trattato gentilmente, che lui la odiasse o meno.
-Che fortuna. Non ci aspettavamo di trovarvi tutte qui.-
Forse non aveva così tanto tempo.

 
 
 
 
 

 
 

NOTE:
Salve a tutti! Eccomi di nuovo sul fandom delle Mew Mew. Sì, ogni tanto ci torno in fissa e mi metto a scrivere qualcosa XD. Riguardando le mie vecchi storie, mi sono ricordata di “Il Ritorno della Luce” e ho deciso di rimetterci mano, riscrivendo direttamente anche i primi capitoli, che non mi piacevano più molto. Le coppie sono rimaste le solite: KishxStrawberry, PaixLory e TartxPaddy, con l’aggiunta di MinaxPam, anche se non credo che ci saranno tante scene con loro. Informazioni tecniche: cercherò di postare un nuovo capitolo a settimana (ne ho già pronti alcuni, quindi per un po’ sto tranquilla XD). E niente, spero che questo primo capitoletto vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi. Fatemi sapere cose ne pensate. Alla prossima :D !

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una nuova minaccia ***


-Che fortuna. Non ci aspettavamo di trovarvi tutte qui.-
Erano appena uscite dal locale quando videro comparire gli alieni a mezz’aria, di fronte a loro.
-Siete già arrivati?- esclamò Mina, che era quella meno entusiasta di tutti all’idea di rivederli.
-Ci sei mancata anche tu, uccellino.- la salutò Kish.
I tre fratelli scesero a terra e uno di loro se ne pentì presto.
-Tart!!-
Paddy gli era corsa subito incontro e il ragazzo, colto di sorpresa, aveva perso l’equilibrio, facendo cadere entrambi a terra.
-Paddy! Ma che cavolo!- esclamò.
-Mi sei mancato e volevo salutarti come si deve!- rispose lei, allegra come sempre.
-Sì, va bene, va bene.- disse lui, alzandosi in piedi e aiutando Paddy a fare lo stesso. Il suo viso stava iniziando a cambiare colore e lui evitò di guardarla negli occhi.
-Mi sei mancata anche tu. Un po’.-
Paddy stava di nuovo per saltargli addosso, ma fu fermata da Kish.
-Dai, scimmietta, abbi un po’ di pietà per questo poveretto.- Poi aggiunse, sottovoce, -Si vergogna ad ammettere i suoi sentimenti, cerca di capirlo.-
Paddy rise, mentre Tart giurò mentalmente di farla pagare al suo fratellastro.
-Bentornati.- Li salutò Pam, -Dal momento che siamo tutti qui, perché non ci dite subito che cosa volete?-
-Dritta al punto come sempre, eh.- commentò Kish.
-Sì, mi sembra una buona idea.- disse Pai, -Possiamo entrare? E’ una storia lunga.-
-Vi ascoltiamo, ma non promettiamo niente.-
Ryan e Kyle erano sulla porta del locale.
-Prego, accomodatevi.- li invitò il più grande.
Paddy prese Tart sottobraccio e lo accompagnò dentro, sorridendo allegramente.
-Mina…- la ammonì Pam, accarezzandole il braccio. La più piccola sospirò ed entrò insieme a lei. Non poteva dire di no a Pam, neanche quando erano in disaccordo.
-Il viaggio è stato tranquillo?- chiese Lory a Pai.
Non sapeva bene cosa dirgli, soprattutto perché dopo che se ne erano andati, lei si era resa conto di essersi presa una cotta per lui e, anche se aveva cominciato a frequentare Ryan, continuava a sentire la sua mancanza. Era certa che lui non la ricambiasse, tuttavia era probabilmente la Mew Mew che odiava di meno e avrebbe potuto provare a stringere con lui almeno un rapporto pacifico.
-Sì, è andato tutto come previsto.- rispose Pai, accennandole un sorriso. –La Terra se la passa bene, a quanto vedo.-
Lory annuì ed entrarono insieme, seguiti da Strawberry.
Si sedettero a due tavoli e Strawberry si rimproverò mentalmente per non aver nemmeno accennato a salutare Kish. Alla faccia della gentilezza!
Sospirò. Il loro primo incontro non era andato come avrebbe voluto.
-Tutto bene, micetta? Mi sembri un po’ giù.-
Strawberry non si era accorta che Kish si era seduto proprio accanto a lei.
-Ehi…- disse, colta alla sprovvista, -Sì, sì, è tutto apposto. Sono solo… Ma sei in aria!- esclamò, notando che non c’era nessuna sedia accanto a sé.
-Già.- disse Kish, -Posso volare, ricordi?-
Strawberry scosse il capo. Certo, che stupida! Andava di male in peggio.
-Sì, sì, scusami.- disse e quando alzò la testa per guardarlo, il suo cuore perse un battito. Kish la stava guardando con un’intensità e una dolcezza con cui nessuno l’aveva mai guardata prima. Nemmeno Mark.
-Comunque,- disse lui, -sono felice di rivederti.-
Strawberry si sentì avvampare e fu costretta a distogliere lo sguardo.
-Anch’io.- disse sottovoce. Non era certa che lui avesse sentito, ma forse era meglio così. Era meglio se quegli strani sentimenti che stava provando fossero rimasti nel suo cuore e non fossero trapelati all’esterno.
-Bene, se siamo tutti comodi,- cominciò Ryan, -possiamo sapere a cosa dobbiamo il piacere?-
Il tono con cui pronunciò l’ultima parola faceva capire chiaramente quanto Ryan fosse felice del ritorno degli alieni.
-Certo. Adesso vi spiegherò tutto.-
Così Pai cominciò a raccontare cos’era successo da quando erano tornati sul loro pianeta. L’Acqua Mew non era riuscita a rigenerare il pianeta come speravano, ma era stata sufficiente per far sì che alcune piante, tra vegetali e medicinali, rifiorissero e questo aveva permesso loro di curare una buona parte della popolazione. Ad ogni modo, i terremoti e le eruzioni si erano fermati e, anche se sarebbe stato difficile, erano certi che nel giro di qualche anno, Negea sarebbe tornata a splendere.
Purtroppo, da alcuni mesi erano stati presi di mira dagli Xunos, un popolo di guerrieri che vagavano per la galassia in cerca di pianeti da conquistare per puro divertimento. Kish, Pai e Tart erano tre dei pochi soldati rimasti sul loro pianeta, ma nessuno di loro era abbastanza forte per sconfiggere l’esercito nemico.
-Quindi pensate che cinque ragazze potrebbero fare la differenza?- chiese Mina, divertita.
-Non cinque ragazze qualunque.- spiegò Pai, -Le Mew Mew.-
Tutte si scambiarono uno sguardo incerto.
-Ascoltate, capisco che vi stiamo chiedendo un favore enorme, ma…-
-Non è questo il problema.- lo interruppe Lory. –Ecco, da quando ve ne siete andati, noi abbiamo perso i nostri poteri. Siamo cinque ragazze qualunque.-
-Non più.- intervenne Ryan.
Tutti si voltarono a guardarlo.
-Che intendi dire?- chiese Strawberry.
-Mina, potresti dare un’occhiata alla fronte di Paddy?-
Le due ragazze si guardarono stranite, poi Paddy sollevò la frangetta, scoprendosi la fronte.
-Oh. Mio. Dio.-
Si sporsero tutti verso di lei e videro che il Simbolo era ricomparso.
-Un… Un momento…- disse Strawberry. –Abbiamo di nuovo i nostri poteri?!-
-Esatto. Ho riattivato il vostro DNA non appena ho ricevuto quel telegramma.- spiegò Ryan.
-Volevi che li attaccassimo?- chiese Lory, sorpresa e anche un po’ infastidita.
-Volevo che foste pronte ad ogni evenienza. Con loro non si sa mai.-
-Ryan!-
-E’ comprensibile.- lo difese Pai, -Tuttavia, spero che adesso sia chiaro che non vogliamo combattervi.-
Ryan lo ignorò. –Allora, ragazze. Cosa decidete di fare?-
-Solo per capirci meglio,- disse Pam, -Dovremmo venire a combattere sul vostro pianeta?-
-Sì.-
Calò il silenzio. Andare su un altro pianeta non era esattamente come andare in un altro paese. Persino Paddy, che aveva deciso di aiutare Tart a priori, era bloccata al pensiero di dover lasciare soli i suoi fratellini.
-Sentite,- disse Kish. –E’ una richiesta enorme, lo sappiamo. La nostra navicella ha esaurito il carburante e ha bisogno di ricaricarsi, perciò non potremo partire prima di una settimana. Non dovete darci una risposta oggi. Pensateci con calma e poi fateci sapere che cosa avete deciso.-
Convennero tutti insieme che quella era la soluzione migliore.
 


-E’ questo il Pianeta Azzurro? Terra, giusto?-
-Sì. E, se le informazioni che abbiamo sono giuste, è qui che i Negeiani cercano rinforzi. Dobbiamo fermarli.-
-Certo. Però non lo trovi un bel pianeta questo?-
-Molto. Direi che abbiamo già trovato il nostro prossimo obiettivo.-
 






 




NOTE: Ed ecco qui il secondo capitolo ^^ Gli alieni sono tornati e sono stati accolti con abbastanza entusiasmo. Paddy come al solito è la migliore, non si vergogna ad esprimere i suoi sentimenti, a differenza di qualcuno *coff coff* Strawberry *coff coff*. Lory è timida, la possiamo perdonare. Comunque, la Terra poteva restare per più di un anno senza subire invasione di qualche tipo? Ovviamente no! A breve verranno presentati questi misteriosi Xunos, anche se vi anticipo che loro sono cattivi e basta. Non ci sarà nessuna redenzione come con i nostri alieni preferiti. Bene, per oggi vi saluto. Grazie a chi sta seguendo la storia e, se vorrete farmi sapere cosa ne pensate, mi fareste molto felice :) Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La navicella ***


Il giorno seguente il Cafè Mew Mew aprì regolarmente. Ryan aveva insistito che gli alieni restassero lì finchè non fosse giunto il momento della partenza, così da poterli tenere sotto controllo, e aveva trovato loro una stanza al piano di sopra.
-Che vuol dire che dobbiamo restare nascosti?!-
-Vuol dire,- rispose Ryan, -che non è normale vedere degli alieni che si aggirano per la città. Statevene qui buoni e tranquilli, chiaro?-
-Va bene.- disse Pai, sebbene nessuno di loro ne fosse entusiasta, -Ma ogni tanto dovremo andare a controllare la navicella.-
Ryan li guardò scettico, ma era anche vero che se fosse successo qualcosa a quel mezzo, la loro sosta si sarebbe protratta per un tempo indeterminato e questo lo infastidiva più dell’idea di perderli di vista per qualche ora. Annuì.
-Bene, allora io vado subito.- annunciò Pai, ma Ryan lo fermò prima che potesse andarsene.
-Non vi muovete da soli. Anche se alcune delle ragazze si fidano di voi, io so bene cosa siete.-
-Sei davvero simpatico.- lo schernì Kish, -Pai, aspetta un attimo, ti trovo un’accompagnatrice.-
Gli fece l’occhiolino e si teletrasportò prima che Pai potesse ribattere. Sapeva perfettamente a chi avrebbe chiesto e, mentre una parte di lui avrebbe voluto strozzarlo per questo, l’altra non riusciva ad essere del tutto dispiaciuto all’idea di passare un po’ di tempo con Lory.
Kish si materializzò in cucina, dove Kyle stava preparando uno dei suoi dolci. Il cuoco, a differenza dell’americano, non sembrava infastidito dalla loro presenza, e lo salutò cordialmente.
-Ryan vi ha detto che sarebbe meglio se non vi faceste vedere in giro?- chiese.
-Sì, ci ha informati con la sua solita gentilezza. Avevo bisogno di parlare con Lory, sai dov’è?-
Kyle annuì. –Sta servendo ai tavoli. Te la chiamo.-
Mentre usciva dalla cucina, Kish diede un’occhiata alla sala. C’erano già molti clienti, per lo più donne, e notando con quanta velocità si voltarono tutte a guardare Kyle, ne capì il motivo. Sul lato opposto della stanza vide Strawberry, intenta a prendere delle ordinazioni. Era molto carina.
Sospirò e si appoggiò al muro. Non avrebbe dovuto pensare a lei. Era una storia vecchia ormai. Strawberry lo aveva rifiutato e lui era andato avanti. Averla rivista gli aveva fatto provare nostalgia, ma niente di più. Aveva una ragazza, Syria, che lo aspettava a casa, una ragazza molto simpatica, sexy e decisamente più interessata a lui di quanto Strawberry lo sarebbe mai stata. Non aveva senso innamorarsi di nuovo di lei.
-Kish, ciao.- lo salutò Lory.
Kish alzò una mano in segno di risposta.
-Ehi, spero che possano fare a meno di te per un po’.- disse.
Lory lo guardò sorpresa, poi dando un’occhiata alla clientela disse:
-Sì, penso di sì. Perché? Che succede?- chiese, preoccupata.
Kish le rivolse uno dei suoi soliti sorrisetti. Sapeva cosa provava Pai per lei e voleva scoprire se anche alla ragazza non fosse del tutto indifferente.
-Be’, Pai avrebbe bisogno di te.- spiegò e ottenne la reazione che sperava.
Lory cambiò improvvisamente colore e cominciò ad agitarsi.
-Va… Va bene. Di cosa ha bisogno?-
-Dovresti andare con lui a controllare la nostra navicella. Quel rompiscatole giallo non si fida a farlo andare da solo.-
Lory arrossì ancora di più, ma stavolta Kish non fu sicuro del perché. Comunque accettò di accompagnarlo ed andò a cambiarsi.
Pai la stava aspettando sul retro, insieme a Ryan. Entrambi i ragazzi per cui provava dei sentimenti erano lì e, nonostante fosse Ryan quello con cui usciva, sperò che la avrebbe lasciata andare da sola insieme a Pai.
-Lory,- la salutò Ryan, -sei sicura di voler andare tu?- le chiese, come se per lei fosse un grande sacrificio.
-Sì, certo. Anche se non me ne intendo molto di navicelle, quindi non so quanto potrò essere utile.- aggiunse, rivolta a Pai.
Lui scosse la testa.
-Non preoccuparti, dobbiamo solo controllare che il caricamento proceda senza problemi. Ci vorranno pochi minuti.-
Lei annuì e fece per avvicinarsi a Pai, ma Ryan la strinse a sé. Era raro che il ragazzo si mostrasse affettuoso ed espansivo anche quando erano da soli, figuriamoci insieme ad altri. Per un momento, Lory pensò che fosse geloso di Pai, ma non aveva senso: l’alieno non provava niente per lei, non c’era alcuna ragione per essere preoccupato.
-Sta’ attenta, d’accordo?-
Lory ricambiò l’abbraccio, titubante.
-Sì, stai tranquillo.-
Si sciolse dall’abbraccio e lo salutò con un sorriso, poi raggiunse Pai e si allontanarono insieme.
Giunsero in una radura poco distante dal Cafè e lì Pai si fermo.
-Che succede?- chiese Lory.
-Siamo arrivati.-
La ragazza si guardò intorno, ma non vide altro che un prato circondato da alberi. Credeva che una navicella aliena fosse abbastanza grande da poter essere avvistata senza difficoltà.
Pai le rispose prima ancora che potesse porre la domanda.
-La navicella è protetta da una barriera che la rende invisibile agli esseri umani. Non penso che siate abituati a vedere un oggetto del genere parcheggiato sul vostro pianeta. Vieni, è da questa parte.-
Mentre lo diceva, le sfiorò il braccio e in quel momento si materializzò di fronte a Lory una grande navicella, simile a quella con cui gli alieni avevano lasciato la Terra un anno prima.
Pai aprì la portiera ed entrò, seguito dalla ragazza. Lo seguì a sinistra, verso quella che era la sala comandi e immaginò che sul lato opposto ci fossero le stanze dei tre alieni. Non era molto spaziosa, ma sembrava confortevole.
-Bene.- disse Pai, -Il livello di carburante è ancora molto basso, ma sta lentamente salendo. E’ tutto in regola.-
Lory lo guardò stupita.
-Come? Abbiamo già finito?-
Pai annuì. –Avevo detto che sarebbe stato un lavoro veloce. Mi dispiace che quel biondo… Ryan, ti abbia fatta scomodare.-
-Non l’ha fatto.- rispose subito lei, -Ho accettato con piacere… di venire ad aiutarti.-
Pai fu colto alla sprovvista da quelle parole. Nessuno si era mai dichiarato ‘felice’ di fare qualcosa insieme a lui. Certo, Lory non era come tutti gli altri e proprio per questo, proprio perché era lei, il suo cuore batteva in modo diverso e la sua mente non ragionava con la freddezza calcolata che utilizzava con chiunque altro. Ma, se anche per un piccolo istante, avesse sognato di avere una qualche possibilità con lei, Ryan aveva fatto in modo che capisse che non ne aveva. Non sarebbe dovuto esserne sorpreso. Era stato proprio per salvare lui che, per la prima volta, Lory gli aveva parlato e si era insinuata nel suo cuore.
-Senti, Pai,- la voce di Lory lo richiamò dai suoi pensieri. Non si era nemmeno accorto che lei lo stesse fissando con quei suoi grandi occhi blu, pieni al contempo di sicurezza e timidezza. –Io ci ho pensato e sono d’accordo a…-
Fu interrotta da un allarme da parte del radar della navicella.
-Ma cosa?-
-Che succede?-
Si avvicinarono entrambi al radar, sul quale era comparso un pallino rosso vicino al punto in cui si trovavano.
-Non è possibile.- disse Pai, -Sembra che un’altra navicella aliena sia atterrata ad una quindicina di kilometri da qui.-
-Un’altra navicella?- chiese Lory, -Dalla tua espressione non si direbbe che vi aspettaste dei rinforzi.-
-No, infatti.- rispose Pai. –Andiamo. Dobbiamo avvisare subito gli altri.-
Tornarono al Cafè, dove trovarono anche le altre Mew Mew in allerta.
-Lory! Va tutto bene?- le chiese Mina.
La ragazza annuì. –Avete saputo anche voi dei nuovi visitatori?-
Tutti annuirono.
-E’ possibile che abbiano mandato qualcun altro ad aiutarci?- chiese Tart, ma i suoi fratelli non ne erano convinti.
-Siamo venuti qui solo per chiedere un aiuto volontario da parte delle Mew Mew. Non servivano tante persone.- spiegò Pai.
-Ci sono speranze che siano venuti in pace?- chiese Strawberry.
Ryan sbuffò. –Sono alieni, dovrebbe bastare per darti una risposta.-
-Invece no.- sbottò Lory. Sapeva che Ryan odiava gli alieni e, per quanto le sue ragioni fossero valide, non aveva il diritto di giudicare tutti loro a priori. –Non mi pare che Pai, Kish e Tart stiano cercando di farci del male, eppure sono alieni.-
Ryan non si aspettava quella reazione e, in generale, nessuno di loro era abituato a vedere Lory arrabbiata.
-Sì, hai ragione.- si scusò Ryan, -Bene. Come vogliamo procedere?-
-Forse è meglio se andiamo subito a scoprire chi sono e che cosa vogliono.- disse Pam e tutti furono d’accordo.
Ryan e Kyle decisero di restare al locale per monitorare eventuali spostamenti e avvisarli.
-Ragazze, è meglio che vi trasformiate. Siete un po’ arrugginite e almeno, se vi dovessero attaccare, potreste difendervi subito.-
Così le ragazze, dopo più di un anno di normalità, tornarono a rivestire i panni degli Angeli Protettori e si prepararono ad affrontare una nuova minaccia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Yotsu e Rei ***


Seguendo le indicazioni di Ryan, il gruppo formato da alieni e Mew Mew giunse fino al parco. Essendo un martedì mattina non era molto affollato, ma c’erano abbastanza persone per rendere quel luogo inadatto ad una battaglia.
-Sembrerebbe che siano qui.- disse Pai.
Tutti si guardarono intorno, ma non vi era nessun segno che lì ci fossero degli extraterrestri.
-Sei sicuro? Qui non c’è nessuno.- disse Mewpaddy.
-Siamo certi che le coordinate che ci ha dato quel tipo siano giuste?- chiese Kish, prendendo in mano il radar che Ryan aveva consegnato loro. Lo osservò attentamente a sua volta, ma il monitor indicava chiaramente quello come luogo dell’atterraggio.
-Alieni! Alieni!- cominciò a gridare Mash, ma aveva passato la mattinata a gridare la stessa cosa, come se le ragazze non fossero consapevoli di essere in compagnia di tre di loro.
-Mash, dai, stai buono.- cercò di zittirlo Mewberry.
-No! Alieni! Dal cielo!-
Dal cielo?
Alzarono lo sguardo e in quel momento videro delle nubi scure addensarsi sopra di loro. Il Sole era splendente fino a un minuto prima, quindi fu subito chiaro a tutti che non si trattava di un cambiamento naturale. Dalle nubi, infatti, fuoriuscì un lampo gigantesco, che si abbatté a terra, facendo scappare i terrestri. L’impatto fu talmente forte da staccare alcune pietre della piazzetta e scagliarle in aria.
-Be’, direi che siamo effettivamente nel posto giusto.- commentò Kish, evocando i suoi sai. –E non credo che questi visitatori abbiano buone intenzioni.-
Appena la polvere cominciò a diradarsi, videro emergere in lontananza due figure dalle orecchie a punta, proprio come i loro nuovi alleati, ma quando riuscirono a vederli con chiarezza si accorsero che quei due avevano la pelle verde e una coda.
-Non fanno parte del vostro popolo, vero?- chiese Mewpaddy.
-No.- ringhiò Kish, -Non credevo che ci avrebbero seguiti fin qui, siamo stati attenti a lasciare il pianeta di nascosto.-
Questo bastò per spiegare chi fossero i nuovi arrivati. Gli Xunos erano venuti fin sulla Terra pur di assicurarsi la conquista di Negea.
-Scusate, speriamo di non disturbarvi.- disse il più alto dei due, mettendo in mostra uno dei sorrisi più falsi che le Mew Mew avessero mai visto.
-In realtà disturbate eccome, Yotsu.- rispose Kish, -Quindi, se non vi dispiace, potreste andarvene?-
Yotsu si accarezzò il mento con l’indice, fingendo di pensarci, poi si rivolse al suo compagno.
-Rei, che facciamo, ce ne andiamo?-
-Nah.- rispose subito l’altro, -Abbiamo fatto un lungo viaggio. Restiamo per qualche giorno almeno.-
-Sentito?- disse Yotsu, rivolgendosi nuovamente alle Mew Mew, -Vi terremo compagnia per un po’ di tempo.-
-Dannato sbruffone.- disse Kish e si preparò ad attaccare.
-Kish, fermo!- lo bloccò Pai, -Non fare sciocchezze. Yotsu è più forte di te, ti sconfiggerà prima che tu possa anche solo avvicinarti a lui.-
Non era rassicurante sapere di avere di fronte un nemico tanto potente.
-Pai, voi li conoscete già?- chiese Mewlory.
-Sì. Sono due dei migliori guerrieri degli Xunos. Li abbiamo attaccati in cinque e siamo stati sconfitti in un batter d’occhio. Anzi, mi correggo. Abbiamo affrontato solo Yotsu. Rei è rimasto semplicemente a guardare.-
-Quindi è il più debole dei due.- disse Mewpaddy.
-Al contrario, probabilmente è quello più forte. Talmente forte da credere che sarebbe stato sprecato contro di noi.- rispose Kish.
-Bene. Qualche buona notizia c’è?- chiese Mewmina, sarcastica.
-Scusate di nuovo se vi interrompiamo,- disse Yotsu, -ma, sapete, dobbiamo ultimare la conquista di un pianeta e iniziare quella di un altro, quindi capirete che andiamo un po’ di fretta.-
Estrasse due spade lunghe, mentre Rei si allontanava di lato, facendo intendere che non avrebbe preso parte alla battaglia.
-Yotsu,- si limitò a dire, -non ucciderli. Non ancora.-
Le Mew Mew non fecero in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo che Yotsu si era smaterializzato.
-Dov’è finito?-
-Sopra di voi, attente!-
Yotsu era comparso sopra di loro e stava piombando con le spade sguainate verso Mewberry. Kish riuscì ad allontanarla in tempo e cercò di colpire Yotsu, ma invano, e prima che chiunque altro potesse agire, l’alieno si era nuovamente smaterializzato.
Comparve alle loro spalle.
-E’ ora che andiate un po’ a nanna!-
Conficcò le spade del terreno e questo generò un’ondata di energia che spazzò via il terreno circostante.
-Dietro di me!- gridò Pai.
Estrasse i suoi ventagli e cercò di creare un’onda d’urto abbastanza potente da annullare l’attacco di Yotsu, ma riuscì solo a ridurne la potenza. Fu sbalzato all’indietro insieme a tutti gli altri e i due Xunos ne approfittarono per andarsene.
-Ci rivediamo presto.- li salutò Rei, prima di scomparire.
Erano tutti stesi a terra, doloranti, ma sarebbe potuta andare molto peggio se Pai non avesse contenuto l’attacco. Per Mewlory era stato un déjà-vu: anche durante lo scontro finale contro Profondo Blu, Pai le aveva salvate da morte certa.
Si rimise in piedi e vide che anche gli altri stavano facendo lo stesso. Tutti tranne Pai. No! Non poteva essere…
-Pai!-
Si inginocchiò accanto a lui e cominciò a scuoterlo, cercando di svegliarlo.
-Pai! Apri gli occhi, coraggio.-
Per qualche secondo Pai non si mosse e Mewlory temette che fosse morto sul serio. Poi, lentamente, aprì gli occhi e vide la Mew Mew china sopra di lui, con gli occhi pieni di lacrime.
-Lory?- Allungò una mano per sfiorarle la guancia. –Stai bene?-
Lei annuì, sorridente.
-Grazie a te, stiamo tutti bene.- disse Mewpam.
-Ma adesso che facciamo?- domandò Mewpaddy, -Quel tipo è davvero forte. Come lo sconfiggiamo?-
-Siamo stati colti alla sprovvista.- disse Mewmina, -La prossima volta saremo preparate.-
Si scambiarono tutti uno sguardo incerto. Yotsu si era limitato a conficcare le spade nel terreno, niente di più. Non era stato un vero combattimento, era riuscito a mettere tutti k.o. senza fatica. Forse gli alieni si erano sbagliati: nemmeno le Mew Mew erano abbastanza forti per sconfiggere questo nuovo nemico.
 
 
 
 




-Ciao Strawberry, sono Mark. E’ tutto il giorno che ti chiamo, ma pare che tu abbia il telefono spento. Spero che vada tutto bene, amore. Ad ogni modo, potrò verificarlo presto di persona. Sì, hai capito bene, sto tornando a casa. Le lezioni sono finite prima del previsto, così ho subito prenotato un aereo per venire da te. Sto per imbarcarmi, quindi questo è l’ultimo messaggio che ti lascio. Ci vediamo domattina al Cafè Mew Mew. Non vedo l’ora di riabbracciarti, piccola, mi sei mancata molto. A presto.

 
 
 
 
 













 
Note
Ecco che sono arrivati anche gli Xunos e sembrano due tizi piuttosto pericolosi. I nostri eroi avranno non poche difficoltà a sconfiggerli e, in più, sta tornando pure Mark. Strawberry, fa’ chiarezza in fretta sui tuoi sentimenti, mi raccomando XD e mettiti con Kish.  Pai ha preso l’abitudine di difendere le Mew Mew, ma fortunatamente stavolta è andato tutto bene ^^. Grazie a chi sta seguendo la storia, spero che vi stia piacendo. Fatemi sapere cosa ne pensate :) Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chiarimenti ***


Strawberry aveva sentito il messaggio di Mark appena era tornata a casa, la sera prima. Naturalmente era felice di rivedere il suo ragazzo, ma c’era una parte di lei che era preoccupata per il suo ritorno, soprattutto perché Mark non sapeva che gli alieni erano tornati. Non sapeva come sarebbe stato l’incontro tra lui e Kish, ma di certo non si aspettava che si salutassero come due vecchi amici. Inoltre, lei non aveva ancora avuto modo di parlare con Kish come avrebbe voluto, né gli aveva accennato che stava ancora con Mark.
Sospirò mentre usciva di casa. Si era imposta di svegliarsi presto quella mattina e, sorprendendo tanto lei quanto i suoi genitori, ci era riuscita. Lungo la strada verso il Cafè si preparò mentalmente il discorso che avrebbe voluto fare a Kish. Innanzitutto si sarebbe scusata per il modo in cui lo aveva trattato in passato, anche se certe volte se l’era cercata lui. Poi lo avrebbe ringraziato per averle salvato la vita e gli avrebbe detto che le era dispiaciuto non aver avuto l’occasione di dirgli addio allora. Ed era assolutamente vero: quando la altre le avevano raccontato cos’era successo, si era sentita sollevata nel sapere che Kish era vivo e avrebbe tanto voluto avere la possibilità di farglielo sapere. Con un anno di ritardo, tuttavia, le sue preghiere erano state esaudite.
-Buongiorno, micetta! Sei mattiniera.-
Appena giunta di fronte al locale, Strawberry alzò gli occhi e vide Kish seduto a mezz’aria sopra il terrazzo, che la salutava allegramente. La sconfitta del giorno precedente lo aveva demoralizzato, ma adesso sembrava tornato il Kish di sempre. Era l’occasione perfetta.
-Fermo lì, non muoverti!- gli gridò Strawberry.
Corse dentro il locale, ignorando completamente Kyle che la salutava dalla cucina e si precipitò su per le scale. Attraversò la porta che portava sulla terrazza talmente in fretta che, se non ci fosse stato Kish a trattenerla, sarebbe caduta di sotto.
-Ehi, quanta energia!- commentò Kish, -Che succede?-
Strawberry riprese fiato prima di parlare.
-Niente, io… volevo dirti una cosa.- cominciò, ma quando alzò gli occhi per incrociare il suo sguardo, dimenticò tutto quello che aveva pensato lungo la via.
-Ehm, ecco…-
Stai calma, si disse. Aveva salvato il mondo dalla minaccia aliena, si era dichiarata al ragazzo che amava, quanto poteva essere difficile fare delle scuse ad un ex-nemico? Certo, Kish non era mai stato solo un nemico. Era il ragazzo che le aveva rubato il suo primo bacio, che si era innamorato di lei al punto di proteggerla con la sua vita e che lei aveva rifiutato ripetutamente. Già, gli aveva spezzato il cuore e nessun ‘mi dispiace’ avrebbe potuto cancellarlo. Forse non aveva senso sperare di essere sua amica, forse era troppo tardi per esserlo. Forse Kish già la odiava e questo pensiero le provocò una fitta al cuore. Anche se non aveva alcun diritto di chiederlo, non voleva che lui la odiasse.
-Strawberry?-
-Sì, sì, scusa!- Strawberry prese un profondo respiro e iniziò a parlare. –Ecco, io… volevo chiederti scusa. Per tutto. Non sono stata per niente gentile con te e…-
Kish la interruppe mettendole l’indice sulla bocca.
-Non farlo.- le disse, serio, -Non hai niente di cui doverti scusare. Non avrei dovuto cercare di costringerti a stare con me, quando sapevo perfettamente che volevi un altro. Dovrei essere io a scusarmi con te, non il contrario.-
Si allontanò da lei e si appoggiò al parapetto del terrazzo. Sembrava sinceramente dispiaciuto a sua volta. Strawberry si ritrovò a sorridere dolcemente e si avvicinò a lui.
-Diciamo allora che nessuno di noi due si è comportato del tutto correttamente in passato.-
Kish si voltò a guardarla e dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non baciarla. Per la prima volta, quello sguardo pieno di dolcezza che aveva sempre visto rivolto alle sue amiche e a Mark, era rivolto a lui. Si ritrovò a sorridere a sua volta e in quel momento prese atto del fatto che potevano esserci tutte le Syria del mondo ad aspettarlo sul suo pianeta, il suo cuore era e sarebbe sempre stato di una terrestre.
-Strawberry?-
Abbassarono lo sguardo e videro Mina, che era arrivata in quel momento, e li guardava a bocca aperta.
-Sei già arrivata?! E’ successo qualcosa?- chiese, preoccupata.
Strawberry sbuffò e le fece la linguaccia.
-Guarda che sono perfettamente capace di arrivare a lavoro in orario!-
Mina si mise a ridere ed entrò nel locale senza dire più niente. Tuttavia lei non era stata l’unica ad avere avuto quella reazione.
-Kish!- lo rimproverò.
-Scusa, scusa.- disse lui, sforzandosi di tornare serio. –Dai, ti conviene andare a prepararti, altrimenti sarà stato inutile arrivare puntuale, no?-
-Sì, sì, vado.- rispose lei.
In realtà, ciò che voleva fare lo aveva fatto, quindi non era stato affatto inutile. Era felice che avessero chiarito e, anche se ogni volta che lui la guardava sentiva nascere delle farfalle dentro lo stomaco, quando Mark sarebbe arrivato questa strana sensazione sarebbe sparita e lei avrebbe potuto godersi la sua nuova amicizia con Kish senza preoccupazioni.
Scendendo, incontrarono Pai che li stava aspettando di fronte ad una porta. Quando era salita, Strawberry non ci aveva fatto caso, ma quella doveva essere la camera degli alieni.
-Kish, devi servire ai tavoli anche tu, oggi. Pam non può venire.- disse Pai.
-Perché? Sta male?- chiese Strawberry.
-Perché devo lavorare proprio io?- sbottò invece Kish.
Pai si strofinò le tempie con le dita.
-Pam sta bene, doveva fare un servizio fotografico o cose simili.- rispose a Strawberry, -Quanto a te: il cuoco ha chiesto chi fosse disponibile per sostituirla e, dal momento che tu eri l’unico che non era presente, abbia passato la palla a te.-
Kish sbuffò. –Ricordami di ringraziarvi a dovere dopo.-
Così, Kish si ritrovò a vestire i panni di cameriere improvvisato. Kyle gli trovò una specie di divisa, principalmente per evitare che girasse per i tavoli mezzo nudo e l’alieno usò un incantesimo sulle sue orecchie per farle apparire come quelle di un essere umano.
Contro ogni aspettativa, si dimostrò un ottimo cameriere. Era efficiente, preciso ed educato e servì più tavoli di tutte le altre, causando non poco disappunto nel piccolo Tart.
-Cavolo, speravo che lo avremmo potuto deridere, invece se la cava bene.- si lamentò.
-Non è difficile servire i tavoli.- gli disse Paddy, -Guarda, io posso farlo anche con i piedi o con un solo dito.-
Si mise a fare una delle sue solite acrobazie con i piatti e in men che non si dica aveva servito quattro tavoli.
-Ma tu non sei normale, non conti.- sbottò Tart, rischiando di far piangere la più piccola.
-Ehi, non sai che non si devono far piangere le ragazze?- lo rimproverò Kish, appoggiandosi al bancone della cucina.
-Maledetto. Sii un po’ più goffo e imbranato, altrimenti non posso prenderti in giro!-
Kish ridacchiò e fece spallucce. –Scusami, Tart, ma se sono perfetto non posso farci niente.-
-Ed è bene che sia in gamba,- disse Strawberry, mentre si avvicinava loro, -Ha attirato orde di clienti. Non vedevo una fila così lunga fuori dalla porta da quando Mark aveva cominciato a lavorare qui.-
Per un momento, nessuno rispose e la ragazza temette di aver sbagliato a nominare Mark con tanta disinvoltura. Forse, non avendolo ancora visto, Kish pensava che la loro storia fosse conclusa e che quindi avrebbe avuto una possibilità. No, se avesse voluto provarci di nuovo con lei, lo avrebbe fatto, Mark o non Mark.
-Bene, allora sarà meglio che torni a lavorare. Non vorrei che qualche ragazza si sentisse trascurata.- aggiunse, facendo l’occhiolino a Strawberry.
Era sicuramente più gentile e pacifico dell’anno scorso, ma era sempre Kish. Adesso più che mai avrebbe voluto che Mark fosse lì, così si sarebbe potuta distrarre e non avrebbe dovuto pensare al fatto che tutte quelle ragazze volessero provarci con Kish e, naturalmente, quel pervertito si divertiva a flirtare con loro senza alcun ritegno.
Si disse che quel comportamento la infastidiva solo perché dava false speranze a delle povere ingenue e continuò a ripeterselo finchè non cominciò a crederci sul serio.
-Ah, finalmente è finita.-
Appena l’ultima cliente se ne fu andata, Kish si buttò su una sedia. Fare il cameriere era stato più divertente di quanto credesse, ma allo stesso tempo, era stato anche molto faticoso. Questa esperienza aveva innalzato ancora di più le Mew Mew ai suoi occhi: tutto il giorno lavoravano qui e si stancavano, ma questo non aveva mai impedito loro di correre a proteggere il mondo, ogni volta che veniva minacciato. Erano forti e tenaci, e Kish era sempre più convinto che, anche se sarebbe stato difficile, le Mew Mew erano le sole che potevano dare loro una mano.
-Sembri molto stanco.- lo canzonò Pai.
-E’ facile fare dello spirito quando si è stati tutto il giorno a poltrire.-
-Ti sbagli,- gli rispose, facendosi serio. –Sono stato nel laboratorio di Ryan tutto il giorno. Abbiamo usato le nostre e le loro tecnologie per tenere d’occhio gli spostamenti degli Xunos.-
-Capisco. Sì, è una buona idea. Così puoi tenere sotto controllo il nemico e il tuo rivale in amore allo stesso tempo.-
In risposta a ciò, Pai diede un calcio al gambo della sedia, facendo cadere Kish.
-Ehi, ma che cavolo fai?!- esclamò lui.
-Ops, scusami. Deve essermi venuto un tic alla gamba.-
Kish stava per “farsi venire un tic” a sua volta, quando sentirono uno scampanellio.
-Scusate, è permesso?- chiese una voce.
-Mi dispiace, ma siamo chiu…-
Strawberry si interruppe quando vide chi era il visitatore.
-Mark!- esclamò, facendo cadere la scopa a terra.
Il ragazzo le corse incontro e i due si abbracciarono in mezzo alla stanza.
Pai avvertì uno spostamento d’aria accanto a sé e decise di seguire Kish al piano di sopra. Il ragazzo si stava togliendo gli abiti terrestri per rimettere i suoi, nei quali si sentiva più a suo agio. Pai non era bravo con i sentimenti, fossero essi suoi o di qualcun altro, e lui e Kish non erano mai stati come quegli amici che si confidano tutto. Si volevano bene e lo dimostravano a modo loro, che però non includeva consolare l’altro quando la donna che amava si dimostrava – o, in questo caso, riconfermava – innamorata di un altro.
-Non eri costretto a seguirmi.- disse Kish.
Pai fece spallucce. –Ho pensato che fosse meglio che le ragazze gli raccontassero le novità senza noi intorno.-
Passò qualche momento prima che si decidesse a chiederlo.
-Non l’hai mai dimenticata, vero?-
Non c’era accusa o disprezzo in quelle parole, non più. Non da quando lui stesso si era ritrovato ad amare una terrestre.
Lo sentì sospirare, cosa molto rara per Kish.
-Credevo di averlo fatto. Dico sul serio.-
Pai annuì. In fondo, lui e Kish non erano poi così diversi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La prima vittoria ***


Fu Strawberry a raccontare a Mark quello che era successo negli ultimi giorni. Il ragazzo inizialmente si era mostrato scettico riguardo alla sincerità degli alieni, ma lei lo aveva rassicurato, dicendogli come le avessero difese durante il loro primo scontro con gli Xunos.
-E quell’alieno ossessionato da te, invece?- chiese poi. –Ti da’ ancora fastidio?-
Strawberry scosse la testa energicamente.
-No, affatto! Kish è molto… cambiato.- rispose. Avrebbe voluto essere più specifica, ma temendo di dire qualcosa di troppo, si tenne sul vago.
-Mark, puoi credermi.- gli disse infine, -Sono cambiati tutti e tre. Non vogliono farci del male. L’unica minaccia è rappresentata da quegli Xunos e dobbiamo trovare in fretta un modo per sconfiggerli. Tutti quanti insieme.-
Mark annuì, anche se nutriva ancora delle riserve.
-Posso incontrarli?- chiese.
Strawberry gli rispose con un sorriso. Si alzarono e si diressero in cucina, dove le altre Mew Mew li stavano aspettando.
-Vado a chiamare Kish e gli altri, aspetta qui.- gli disse Strawberry, ma non ci fu bisogno che si allontanasse. Gli alieni si materializzarono lì insieme a Mash, mentre dall’altra parte entrò Ryan.
-Che succede?- chiese Lory, preoccupata.
-Pare che gli Xunos si stiano avvicinando.- annunciò Ryan, -Ragazze, so che non vi siete ancora preparate, ma dovrete combattere.-
Le Mew Mew annuirono e si precipitarono fuori dalla porta. Una lama seghettata mancò Mewberry per un soffio.
-Ma cosa…?!-
I tronchi degli alberi circostanti si erano sfaldati in tanti rami, affilati come rasoi, e con alcuni spunzoni sulla cima dove prima c’erano le foglie.
-E quelli che diavolo sono? Un momento…- disse Mewmina, rivolgendosi a Kish, -Quando avete detto che controllano gli elementi naturali…-
-Già,- rispose lui, -possono controllarli nel loro aspetto comune o tramutarli in qualcosa di molto più letale. Tipo questo.-
-Be’, basta parlare.- esclamò Tart, estraendo le sue bolas. –Leviamo di torno questo affare.-
Cercò di bloccare l’albero con la sua corda, ma questa si spezzò non appena vi venne in contatto.
-Aspetta, tentiamo così.- intervenne Mewpaddy. –Fiocco Immobilizza!-
La gelatina fuoriuscita dall’arma di Mewpaddy si richiuse sull’albero e riuscì ad immobilizzarlo.
-Bene! Mewberry, tocca a te.-
Ma prima che la ragazza potesse scagliare il suo attacco, il terreno prese a tremare e le radici dell’albero vennero fuori, dirigendosi a gran velocità verso di loro.
Gli alieni cercarono di evitarle, alzandosi in volo insieme alle Mew Mew, ma l’obiettivo delle radici non era colpirli. Infatti, esse cambiarono improvvisamente direzione, salendo verso il cielo per ridiscendere alle loro spalle, chiudendoli in una gabbia. Gli unici che riuscirono ad allontanarsi abbastanza in fretta furono Kish e Mewberry.
-Ragazze! Mark!-
-Bene, bene.- disse una voce alle loro spalle, -Speravo di potervi eliminare tutti in un colpo solo, invece sembra che dovrò faticare un po’ di più.-
Yotsu si abbatté subito su Kish, il quale però riuscì ad evitare il colpo, e tornò a terra insieme a Mewberry.
-Kish, che facciamo contro…?-
Ma lo Xunos non lasciò loro un attimo di tregua. Li scagliò lontani, facendo sbattere Mewberry contro un albero, fortunatamente normale. La ragazza avvertì una fitta di dolore correrle lungo tutta la schiena e non riuscì a rimettersi subito in piedi.
-Tu sei il loro capo, vero?- chiese Yotsu, mentre si avvicinava a lei, -Che delusione! Siete solo delle banali terrestri, non capisco come i Negeiani abbiano potuto pensare che sareste riuscite a sconfiggerci.- Si mise a ridere, mentre puntava la sua spada contro Mewberry. –Sai, speravo di divertirmi un po’ qui, invece siete anche più deboli di quegli stupidi alieni.-
-Stupidi a chi?!-
Kish aveva lanciato una sfera d’energia contro di lui. Purtroppo però, Yotsu era riuscito ad evitarla e a mettersi in salvo.
-Complimenti, c’eri quasi riuscito.- lo canzonò.
-Tsk, la prossima volta non ti mancherò, stanne certo.-
Yotsu sorrise, divertito.
-D’accordo, allora.-
Alzò il braccio sinistro in direzione di Mewberry, che nel frattempo si era alzata e aveva assunto una posizione di difesa. Ma Yotsu non mirava direttamente a lei, bensì all’albero alle sue spalle, i cui rami si trasformarono in corde e chiusero Mewberry in una morsa.
-Maledetto!- gridò Kish.
-Suvvia, non c’è bisogno di prendersela tanto.- disse Yotsu, scendendo a terra. –Facciamo un gioco, che ne dici? Se riesci a colpirmi prima che quelle corde la soffochino, lascerò che tu e i tuoi insulsi amichetti viviate un altro giorno.-
A Kish piaceva giocare, ma non con la vita di Strawberry. Doveva escogitare un piano. Odiava ammetterlo, ma in un duello contro Yotsu, lui non ne sarebbe mai uscito vincitore; tuttavia, se avesse cercato di liberare Mewberry senza combattere con lui, avrebbe fatto ammazzare entrambi.
-Allora? Il tempo stringe, Kish.- disse Yotsu e, per enfatizzare le sue parole, strinse le corde attorno a Mewberry. Quel gesto fece venire un’idea a Kish.
-Bene, accetto. Fatti sotto.- lo sfidò.
Non aveva bisogno di combattere contro di lui, doveva solo riuscire ad avvicinarsi a sufficienza, e questo poteva farlo facilmente. Yotsu, infatti, era talmente sicuro di sé che non si era mai reso conto di attaccare sempre nello stesso modo. Si avvicinava frontalmente al suo avversario, per poi sparire e ricomparire alle sue spalle. Kish si fece trovare pronto: quando Yotsu si smaterializzò, lui era già pronto.
-Che bravo, te lo aspettavi.- commentò Yotsu, -Peccato che perderai lo stesso.-
Affondò la spada mentre Kish si spostava di lato. Il colpo non si rivelò mortale, ma riuscì comunque a ferire Kish al fianco. L’alieno cadde a terra, dolorante, e in quel momento ebbe l’impressione di sentire Mewberry che gridava il suo nome, seguito dalla risata di Yotsu.
-Mi dispiace per te, gatta,- disse, -ma se speravi che lui riuscisse a salvarti, temo che resterai delusa.-
Cercò di stringere ancora di più la morsa su Mewberry, ma non successe niente.
-Ma cosa?- Yotsu si guardò il braccio e questa volta fu Kish a ridere.
-Scusa, cercavi questo?-
Pai glielo aveva fatto notare già su Negea e oggi Kish ne aveva avuto la conferma. Ogni volta che Yotsu usava gli elementi naturali come arma, li controllava sempre con un unico braccio, il quale si illuminava, di solito all’altezza della spalla, e quando prima aveva colpito Mewberry, Kish aveva visto chiaramente una piccola luce verde illuminarsi sul suo braccio. Non sapeva come, ma il ciondolo che adesso aveva in mano gli permetteva di controllare gli alberi circostanti.
-Allora, vediamo se funziona anche con me.-
Puntò la mano contenente il ciondolo verso Mewberry. Le corde si sciolsero lentamente, liberando la ragazza, e tornarono ad essere dei semplici rami inermi.
-Maledetto!-
Kish non riuscì a nascondere un sorrisetto compiaciuto nel vedere Yotsu perdere la calma. Si scagliò contro di lui, senza trucchetti stavolta, e Kish riuscì ad elevarsi in volo senza difficoltà.
-Saluta i tuoi alberelli, Yotsu.- disse, prima di stringere la mano a pugno, distruggendo il ciondolo.
In quel momento le radici che avevano imprigionato i suoi compagni si ritirarono nuovamente sotto terra, le lame di legno si ricongiunsero a formare il tronco e tutto tornò alla normalità.
-Lo sai,- disse Kish, -l’espressione che hai in volto adesso mi piace molto. Farò in modo di rivederla.-
Yotsu era furioso e sconfitto, forse per la prima volta nella sua vita, e questo pensiero non fece che aumentare la soddisfazione di Kish.
-Me la pagherai.- sibilò lui, -Ti farò soffrire come non hai mai fatto prima! Ti ucciderò, ti farò a pezzi insieme a tutti i tuoi amici!-
-Bla, bla, bla,- lo canzonò Kish di rimando, -Sei davvero un chiacchierone, eh?-
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Yotsu si scagliò verso di lui, ma fu respinto da Rei.
-Yotsu, smettila.- lo rimproverò, -E’ già abbastanza patetico che tu ti sia fatto sconfiggere, non peggiorare ulteriormente la situazione.-
Raggiunse il suo compagno, che nel frattempo era caduto a terra, e scomparvero insieme. Questa battaglia si era conclusa e aveva ridato speranza a tutti.
-Ben gli sta a quegli stronzi!- esclamò Tart. –Hai fatto un ottimo lavoro, Kish!-
-Sì, modestamente.- rise lui, ma la risata si trasformò presto in un lamento. La ferita al fianco sanguinava e, ora che l’adrenalina della battaglia era passata, sentiva distintamente le fitte di dolore.
-Kish! Vieni, devi farti curare subito!- esclamò Mewberry.
Nonostante le prime flebili proteste, accettò di farsi accompagnare in infermeria da lei e non poté non essere felice quando si accorse che Strawberry non aveva minimamente considerato Mark.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dopo la battaglia ***


Aver scoperto come gli Xunos manipolavano le piante rappresentava un grande vantaggio per le Mew Mew, anche se sapevano che non sarebbe stato semplice avvicinarsi ancora a Yotsu senza subire danni. Inoltre, la forza di Rei continuava ad essere loro sconosciuta, sebbene avessero intuito che, tra i due, era lui il più forte.
-Dubito che riusciremo a capire cos’è quel ciondolo senza averne un prototipo.- disse Pai. Erano tutti riuniti nel laboratorio di Ryan in cerca di informazioni su quei talismani, per scoprire se potevano crearne alcuni anche loro o se potevano essere resi inoffensivi anche a distanza, ma per il momento la ricerca non aveva dato i frutti sperati.
-Forse se qualcuno non lo avesse distrutto, avremmo ottenuto informazioni molto più utili.- disse Mark, il quale non aveva apprezzato di essere stato messo da parte per un alieno, anche se solo per poco tempo.
-Se qualcuno non lo avesse distrutto,- rispose Kish, -probabilmente sarebbe tornato nelle mani di Yotsu e a quest’ora saremmo tutti morti.-
-Kish ha ragione, Mark.- intervenne Strawberry, -La prossima volta lo prenderemo, ma oggi è stato meglio agire così.-
Mark sospirò.
-Sì, certo, scusami piccola.- disse, cingendo con un braccio le spalle di Strawberry, -E scusami anche tu, Kish. Credo di essere ancora scombussolato per il fuso orario e questo mi rende un po’ nervoso.-
Kish roteò gli occhi: nervoso o tranquillo, Mark gli avrebbe dato fastidio comunque, così come al ragazzo avrebbe comunque dato fastidio vedere Strawberry preoccuparsi per un altro. Evitò però di dare inizio ad un litigio e tornò a concentrarsi sul lavoro di Pai.
Quando capirono che sarebbe stata solo una perdita di tempo, Ryan invitò le ragazze a tornare a casa e loro furono ben felici di acconsentire. Non erano più abituate a vestire i panni delle Mew Mew e la battaglia le aveva stancate molto.
Prima di andarsene, però, Strawberry prese Kish da parte.
-Ascoltami bene,- gli disse, puntandogli l’indice contro il petto, -tu adesso te ne vai in camera, ti stendi e ti riposi, sono stata chiara? Sei ferito e devi guarire. Lascerò detto a Pai e Tart di legarti al letto se rifiuterai di obbedire.-
Kish soffocò una risata.
-Non importa, tanto mi è venuto sonno.- disse, simulando uno sbadiglio, -Non mi muoverò dal letto fino a domattina, va bene?-
-Guarda che sono seria!- sbottò lei.
-Lo sono anch’io. Strawberry,- disse, passandole una mano tra i capelli rossi, -So badare a me stesso, stai tranquilla. Domani mi troverai ancora qui.-
Strawberry arrossì leggermente e chinò la testa. Si stava abituando ad avere Kish intorno e non era certa di volerlo perdere, non così presto almeno.
-Va bene. E,- aggiunse, -grazie per avermi salvata.-
Kish le sorrise dolcemente e Strawberry si sentì invadere da uno strano calore.
-Siamo alleati, adesso. Proteggerti è il mio compito, no?-
Strawberry non sapeva bene cosa ribattere, ma Mark la chiamò dalla porta, togliendole l’impiccio.
Lungo il tragitto, entrambi si comportarono normalmente, come se niente fosse. Mark la accompagnò a casa, ma non si trattenne, dichiarandosi ancora stanco per il viaggio, e Strawberry non cercò di fargli cambiare idea. Per la prima volta da quando lo conosceva, preferiva stare da sola piuttosto che con lui. Si salutarono con un bacio, come sempre, e il ragazzo le disse che sarebbe passato la mattina seguente per accompagnarla al Cafè.
Quando fu finalmente sola, nella sua stanza, Strawberry si lasciò sfuggire un lungo sospiro. Si era abituata alla normalità e non era del tutto entusiasta all’idea di tornare a vestire i panni della Mew Mew. Certo, questa volta avrebbero avuto anche gli alieni al loro fianco, i quali si erano già dimostrati un valido aiuto, ma il nemico era molto forte e dubitava che sarebbero riuscite a fermarli facilmente.
 
Kish era sdraiato sul letto, come gli aveva ordinato Strawberry. Davanti agli altri si era mostrato forte, ma la verità era che la ferita gli bruciava parecchio. Ne era valsa la pena, però: aveva smascherato uno dei trucchi di Yotsu e lo aveva mandato su tutte le furie. Sorrise ripensando alla sua espressione prima che Rei si mettesse in mezzo, anche se una vocina nella sua testa, sinistramente somigliante a quella di Pai, gli disse che era stato un bene che lo scontro fosse stato interrotto. Se Yotsu fosse riuscito ad arrivare a lui, Kish non se la sarebbe cavata con così poco.
Sentì dei colpi sulla porta e, mentre invitava lo sconosciuto ad entrare, sperò con tutto il cuore che non fosse Ryan. Non aveva voglia di affrontare il biondino in quel momento. Con sua grande sorpresa, però, sulla porta comparve Pam. Kish la fissò allibito per un momento, poi si mise a sedere con la schiena appoggiata al muro, e le fece cenno di accomodarsi.
-Ho saputo cos’è successo. Come ti senti?- gli chiese la ragazza, sedendosi sul bordo del letto.
-Ho affrontato di peggio, tranquilla.- E, stranamente, era vero. –Non mi aspettavo che passassi a trovarmi.-
La ragazza non rispose.
-La battaglia per il momento si combatterà qui, deduco.-
Kish sospirò, annuendo. Non avevano mai avuto intenzione di mettere in pericolo la Terra per salvare il loro popolo. Di nuovo.
-Mi dispiace.- disse, -Non credevamo che ci avrebbero seguiti.-
-Non scusarti. Forse è andata meglio così.-
Non era cambiata molto in quei mesi. Era bella e saggia come allora. Non aveva pensato molto a lei mentre era via, ma doveva ammettere che un po’ le era mancata.
-La ami ancora, vero?-
Lo domandò così, a bruciapelo, cogliendo Kish alla sprovvista. L’alieno distolse lo sguardo, cercando di ritrovare il suo solito sorrisetto strafottente.
-Tu, invece, che mi dici?- disse, tornando a guardarla, -Ho notato che passi molto tempo con l’uccellino. C’è del tenero, per caso?-
Pam gli sorrise, come non le aveva mai visto fare.
-Stiamo insieme, sì.- rispose, schietta, -Non mi hai ancora risposto.-
Fu il turno di Kish di sorridere, questa volta con un velo di tristezza sul volto.
-Hai davvero bisogno che ti risponda?- le chiese e la ragazza annuì.
-Puoi stare tranquilla, però.- continuò lui, -Non ho intenzione di saltarle addosso. A meno che non sia lei a chiederlo, naturalmente.-
Rise e Pam ridacchiò a sua volta.
-Sei cambiato.- constatò lei.
-Tu no.- rispose Kish, senza smettere di sorridere. –Ma ne sono felice.-
 
-Maledizione! Me la pagherà! Giuro che me la pagherà!-
Yotsu era furioso per quanto accaduto nello scontro con Kish. Nessuno lo aveva mai sconfitto, né aveva osato prendersi gioco di lui. Un’offesa simile non sarebbe rimasta impunita. Lo avrebbe annientato, avrebbe distrutto lui e tutto ciò che gli stava più a cuore.
-Calmati, Yotsu. Se danneggi questa navicella, avremo dei grossi problemi a tornare su Negea.-
Rei lo aveva riportato alla loro base e poi se ne era andato senza dire una parola, per poi tornare con due frappè al cioccolato. Sembrava del tutto indifferente alla loro missione o al fatto che non avessero più il vantaggio sui loro nemici.
-Senti, non distruggiamo questo pianeta.- disse, -Questa cosa che sto mangiando mi piace e penso che ci siano tante altre cose interessanti qui.-
-In questo momento ti preoccupi del cibo?!- sbottò l’altro, ma lo sguardo che Rei gli rivolse lo fece desistere dall’aggiungere altro.
Non gli piaceva stare con lui. Rei era l’essere più pragmatico e calmo dell’universo, finchè non si infuriava. All’inizio Yotsu credeva che fosse come lui: tranquillo finchè tutto andava come voleva e impulsivo quando le cose si mettevano male. Invece, Rei continuava a mantenere la calma, ma il suo sguardo si trasformava in quello di un folle e nessuno poteva dire con certezza che cosa avrebbe fatto.
Deglutì, ricordando come era stata la prima volta in cui aveva visto quel Rei. Sapeva che non lo aveva ucciso perché credeva che gli potesse essere utile e così era stato. Ma se qui non si fosse dimostrato all’altezza? Se fosse diventato un peso più che un sostegno?
-Scusami,- disse infine. –Ho avuto una reazione esagerata.-
Rei annuì e gli porse il secondo frappè.
-Siediti e recupera le forze. Più tardi penseremo ad un nuovo piano d’attacco.-
Yotsu obbedì.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Bentornati, Alieni! ***


Pai si stropicciò gli occhi, i quali lo stavano rimproverando per l’eccessiva mole di lavoro al quale li aveva sottoposti. Aveva continuato a fare ricerche da solo, ma i risultati erano stati pochi e inutili. Guardando fuori dalla finestra vide i primi raggi del Sole fare capolino dall’orizzonte e sospirò, sperando che gli Xunos non decidessero di attaccarli anche oggi. Spense il suo computer e, vedendo che Kish e Tart stavano ancora dormendo, decise di andare in cucina per mangiare qualcosa.
Il cuoco aveva detto loro che potevano prendere tutto ciò che trovavano in dispensa, eccetto i dolci, i quali andavano serviti ai clienti. Fortunatamente, lui era più ben disposto verso di loro di Ryan, il quale li avrebbe volentieri lasciati morire di fame. Certe volte, Pai si chiedeva come era possibile che Lory fosse innamorata di lui.
Con questi pensieri, entrò in cucina, dove vi trovò proprio lei. La ragazza indossava uan casacca bianca e stava cucinando allegramente. Gli dava le spalle e, dal momento che non si era ancora accorta della sua presenza, Pai ne approfittò per guardarla mentre lavorava.
Questo lo riportò indietro nel tempo, a quando ancora erano nemici e, tuttavia, non era riuscito a reprimere una sorta di… curiosità, verso la ragazza. Dalla prima volta in cui si erano parlati, Pai aveva preso ad osservarla di nascosto e a conoscerla anche nella sua vita da umana. Si era sempre detto che lo faceva perché lei era la più debole del gruppo e dunque sarebbe stata una preda facile. Inoltre, sembrava sempre molto distratta, se avesse colpito con decisione non sarebbe stata abbastanza veloce da reagire. Eppure, nonostante le numerose occasioni che gli si erano presentate, Pai non l’aveva mai uccisa, né aveva accennato a volerlo fare. Aveva cercato in tutti i modi di convincersi che non gli importava di lei, che non la uccideva solo perché sarebbe stato inutile eliminare un unico elemento del gruppo, ma una volta tornato a casa, lontano dalle battaglie e con la consapevolezza di ciò che aveva fatto, dovette riconoscere che l’unica differenza tra lui e Kish era che non aveva mai rubato un bacio a Lory.
-P-Pai!-
La voce sorpresa di Lory lo distolse dai suoi pensieri. La ragazza lo stava fissando, rossa in volto, con una ciotola piena di crema in mano. Pai entrò nella stanza e la salutò, cercando di sembrare tranquillo.
-Buongiorno. Credevo che fosse solo Kyle il cuoco.-
Lory si aggiustò gli occhiali sul naso e annuì.
-Sì, infatti.- disse, -Ma la mia cucina è piuttosto piccola, così Kyle mi ha detto che posso venire qui mentre il locale è ancora chiuso.-
Pai annuì.
-Capisco. Allora ti lascio lavorare in pace.- disse, voltandosi e dirigendosi verso l’uscita.
-Pai.- lo fermò Lory, -Va tutto bene?-
Lui si voltò, non capendo il senso di quella domanda. Forse era stato un po’ brusco ad andarsene così velocemente.
-Voglio dire,- continuò lei, abbassando lo sguardo –Mi sembri un po’ stanco.-
Pai sospirò.
-Sì, non ho dormito molto stanotte.- spiegò, -Ma sto bene, tranquilla.-
Lory annuì e tornò a concentrarsi sulla crema, sperando che Pai andasse a riposare. L’alieno rimase un attimo interdetto, poi si smaterializzò in camera. Aveva bisogno di riposare, ma non gli sarebbe dispiaciuto se lei lo avesse invitato a restare.
Scosse la testa prima di mettersi a letto. Lory amava Ryan e sembrava che anche lui la ricambiasse, quindi non c’era spazio per Pai nella sua vita. E forse era meglio così.
Lory, intanto, si era messa a preparare le decorazioni da mettere sulla torta, tenendo sempre un occhio sulla porta, temendo che Pai o gli altri potessero comparire all’improvviso. Sospirò. Forse era stata brusca prima, ma non voleva che Pai scoprisse cosa stava facendo, non ancora almeno.
 
-Vuoi organizzare una festa di bentorn…!-
-Paddy, parla piano!-
Lory dovette tappare a forza la bocca della bambina.
-Non ho parlato di festa. Ho solo detto che ho fatto una torta da mangiare tutti insieme e… Ah! E’ stata una cosa stupida!-
-Ma no, che dici?- esclamò entusiasta Paddy, -E’ stata un’idea molto dolce. Sono sicura che la apprezzeranno molto!-
Vedendola così contenta, Lory si tirò un po’ su. Di solito non agiva d’impulso, ma quella mattina aveva pensato che sarebbe stato carino far sapere agli alieni che erano felici del loro ritorno e si era messa subito all’opera.
-Mi fa piacere sapere che sei d’accordo, Paddy. Ah, e- aggiunse, -E’ stata un’idea di tutte, ok?-
Paddy inclinò la testa di lato. –Ma ci hai pensato solo tu.-
-S-Sì, ma diciamo che è da parte di tutte, ok?- disse Lory, arrossendo.
Paddy stava per ribattere, quando sentirono il portone spalancarsi e videro comparire Mark e Strawberry.
-Scusate per il ritardo.- dissero all’unisono.
E prima che Mina potesse cominciare con i suoi soliti rimproveri, Paddy si mise in mezzo.
-Strawberry! Bene, lo diciamo a tutte contemporaneamente. Lory… e io- aggiunse, ricordando che la ragazza non voleva prendersi il merito da sola, -abbiamo fatto una torta per gli alieni. La mangiamo a merenda, ok?-
-Perché avete fatto loro una torta?- chiese Mina, sorpresa.
-Perché vogliamo che sappiamo che ci fa piacere averli di nuovo con noi. Allora, ci state anche voi?- rispose Paddy, senza smettere di sorridere.
-Per me va bene.- disse Pam.
Mina storse il naso, ma accettò comunque. Le piacevano i dolci di Lory.
-Va bene.- si unì Strawberry, e poi aggiunse, -Comunque, sapete qualcosa di Kish? Come sta?-
-E’ in cucina.- rispose Pam, -Ha detto di aver dormito tutta la notte e Tart lo ha confermato.-
-In cucina?!- esclamò Lory. Aveva lasciato la torta nel frigorifero e, se Kish si fosse messo a frugare in giro, l’avrebbe sicuramente trovata.
Si precipitarono in cucina, ma durante la corsa, Lory inciampò, finendo addosso a Paddy e Strawberry che andarono a sbattere contro la porta, aprendola e cadendo a terra.
-Va tutto bene, ragazze?-
Kish era seduto a mezz’aria a gambe incrociate, con un pacchetto di biscotti in mano e le guardava divertito.
-Sì, sì, tutto a posto.- risposero, alzandosi in piedi.
-Tu sembri stare abbastanza bene.- constatò Strawberry.
-Te l’ho detto che non c’era da preoccuparsi. Tu invece sei arrivata tardi come al solito, eh?- aggiunse, rivolgendole uno dei suoi sorrisetti.
Strawberry diventò rossa e fu tentata di dirgliene quattro, ma ricordò che Kish non era ancora guarito completamente e decise di lasciar perdere per questa volta.
-Io arriverò anche tardi, ma dò sempre il massimo quando sono qui.- sbottò, mentre andava a cambiarsi.
-Ehm, Kish.- gli disse Lory, -Kyle ha preparato delle torte gelato e le ha lasciate in frigorifero. Evita di mangiarle, va bene?-
Non era vero, ma qualcosa le diceva che se Kish avesse saputo che c’era un dolce preparato da lei, si sarebbe sicuramente messo a curiosare.
Lui annuì. –Tranquilla, mi faccio bastare i biscotti.-
La giornata proseguì tranquillamente. Il locale era pieno come sempre e non vi furono sgradite sorprese da parte degli Xunos. Alla fine del turno, le ragazze decisero che era il momento di preparare la loro sorpresa e, per loro fortuna, l’unico alieno da distrarre in quel momento era Tart.
-Tart! Vieni un attimo fuori con me.- disse Paddy, prendendo il ragazzino per mano e conducendolo fuori. Lui sbuffò, ma non oppose resistenza.
-Allora? Che c’è?- chiese, una volta che furono usciti.
Paddy gli sorrise. –Niente. Volevo prendere una boccata d’aria fresca.-
-E io a che ti servo allora?-
-Volevo stare un po’ con te.- rispose lei, con la sua solita innocenza, -Non abbiamo passato molto tempo insieme da quando sei tornato.-
Tart non rispose. Fra una cosa e l’altra, in effetti,  si erano visti pochissimo. Anche se gli pesava ammetterlo, gli piaceva molto la compagnia di Paddy e adesso che non erano più in lotta tra loro, potevano finalmente essere amici.
-Be’, se… se ti va…- cominciò lui, imbarazzato, -Sì, insomma, ricordo che mi piaceva molto il vostro gelato. Domani magari mi puoi accompagnare a prenderlo.-
Paddy lo fissò incredula. Tart le aveva appena chiesto di uscire insieme? Loro due da soli. Non riusciva a crederci.
-Se ne hai voglia, sennò lascia stare, fa’ lo stesso.- aggiunse, interpretando il suo silenzio come un rifiuto.
La ragazzina scosse energicamente la testa e lo abbracciò stretto.
-Certo che ne ho voglia! Non credevo che mi avresti mai invitata ad un appuntamento! Sono tanto contenta.-
-Non… Non è un appuntamento! Andiamo solo a mangiare un gelato.-
Ma Paddy lo ignorò. –Avrò un appuntamento con Tart! Tart mi vuole tanto bene!-
-Finiscila, prima che cambi idea!- sbottò lui, tuttavia continuò ad abbracciarla, finchè Pam non li invitò a rientrare.
A quel punto Paddy sciolse l’abbraccio e gli sorrise allegramente.
-Tart, potresti dire ai tuoi fratelli di raggiungerci nel salone? Vi aspetto lì.-
E con questo seguì Pam dentro il locale. Tart rimase un momento interdetto, ma poi si disse che era meglio non porsi troppe domande sugli atteggiamenti di Paddy.
 
Quando i tre alieni raggiunsero il resto del gruppo furono accolti da una miriade di coriandoli.
-Ma che?-
Ogni Mew Mew aveva in mano uno spara-coriandoli e li guardavano sorridenti.
-Con qualche giorno di ritardo, ma… Bentornati!- esclamarono in coro.
I ragazzi le guardarono allibiti. Avevano organizzato una specie di festa… per loro?
-E guardate, Lory ha anche preparato un dolce!- aggiunse Paddy, indicando la torta sul tavolo alle sue spalle. Era una pan di spagna ripieno di crema al cacao e ricoperto di panna e fragole. Sulla sommità c’era la scritta Bentornati Alieni.
-Era questo che stavi facendo stamattina?- chiese Pai.
Lory arrossì e annuì. –Sì. E scusami tanto se sono stata brusca, ma doveva essere una sorpresa e non volevo che lo scoprissi.-
Pai le sorrise dolcemente. Probabilmente lei era l’unica creatura alla quale potesse rivolgere quell’espressione.
-Non devi scusarti. E’ stato un gesto davvero dolce, grazie.-
Lory divenne ancora più rossa, ma gli rivolse comunque un grande sorriso.
-Bene, bene, convenevoli a parte,- disse Paddy. –Chi ha fame?-
Ognuno di loro ebbe una fetta di torta e, mentre chiacchieravano tutti allegramente, Kish si avvicinò a Strawberry.
-E’ buona questa torta, ma speravo di poter assaggiare qualcosa cucinato direttamente dalla mia micetta preferita.-
Strawberry si impose di restare impassibile e si limitò ad un’alzata di spalle.
-Non ho avuto tempo, purtroppo.-
-E per fortuna, aggiungerei.- si intromise Mina, -Vedi, Kish, devi sapere che la “tua micetta preferita” ai fornelli rappresenta una minaccia per il genere umano più temibile degli Xunos stessi.-
-Questo non è vero!- sbottò la ragazza, -E poi nemmeno tu sei una grande cuoca, Mina, quindi non mi puoi giudicare!-
Mina sfoderò la sua solita espressione di superiorità.
-Sto imparando e sono migliorata molto. Vero, Pam?-
La ragazza annuì. All’inizio mangiare i piatti di Mina era una vera tortura, ma negli ultimi tempi aveva dovuto riconoscere un discreto miglioramento in lei.
-Sì, è così.- rispose, accarezzandole dolcemente i capelli. Con quello, Mina dimenticò completamente Strawberry e tornò a dedicarsi solo alla sua ragazza.
-Non faccio così schifo a cucinare.- disse Strawberry, imbronciata.
-Ti credo, micetta.- rispose Kish. Poi, avvicinandosi al suo orecchio così che nessun altro sentisse, aggiunse –Secondo me l’uccellino si diverte a mostrarsi superiore agli altri, ma in realtà non lo è affatto. Pam l’avrà assecondata solo perché la ama, niente di più.-
Strawberry si lasciò sfuggire una risatina.
-Sì, mi sa che hai proprio ragione.- disse, voltandosi verso di lui.
In quel momento si rese conto di quanto fossero vicini i loro volti. Pericolosamente vicini. Sebbene il suo istinto le dicesse di allontanarsi subito, prima che a lui venissero strane idee, il suo corpo non rispose immediatamente. Ora che non erano più nemici, poteva riconoscere che Kish era, indubbiamente, un bel ragazzo. Non bello come Mark, naturalmente, ma nel complesso era affascinante. Quel pensiero la fece arrossire. Ma come le veniva in mente di fare apprezzamenti su un altro ragazzo, specie Kish!
-Strawberry.-
In compenso nemmeno lui aveva accennato ad allontanarsi. La ragazza vide con la coda dell’occhio la mano di Kish avvicinarsi al suo volto.
-C-Cosa?-
Sentì una delle sue dita sfiorarle la guancia.
Vuole baciarmi? Qui? Adesso?
Nonostante questo dubbio, Strawberry continuò a restare dov’era. Il contatto durò una frazione di secondo e poi Kish sollevò il dito davanti a lei, sorridendo.
-Ti era rimasta della panna in faccia.-
E, con la sua solita sfacciataggine, la leccò dal dito.
Strawberry divenne paonazza. Kish poteva anche essere cambiato, ma non aveva ancora imparato il significato del termine “spazio personale”.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Dichiarazioni ***


Per una settimana le Mew Mew non ebbero notizie degli Xunos. Gli alieni avevano ricevuto un messaggio dal loro pianeta, nel quale venivano informati che gli attacchi a Negea erano cessati da alcuni giorni e, sebbene questa notizia li tranquillizzasse, erano quasi certi che adesso gli Xunos puntassero alla Terra. Anche se la loro gente era momentaneamente salva, non si poteva dire lo stesso dei terrestri.
-Quest’attesa è snervante.- disse Pai.
-Un po’, però è anche piacevole, no? Ci dà modo di riposarci e ci permette di passare del tempo in pace con le nostre Mew Mew. Almeno uno di noi è molto felice per questa cosa.-
Non avendo niente a cui lavorare, Tart era sempre libero ed ogni volta che Paddy lo invitava ad andare da qualche parte, lui accettava volentieri. Negli ultimi tempi aveva anche smesso di fingere che non gli importasse e Kish cominciava a credere che quei due stessero per oltrepassare il confine dell’amicizia, sempre che non l’avessero già fatto.
-Non sembra l’unico ad esserne felice.- commentò Pai, -Non avevi detto di non volere più pensare a lei?-
Kish sbuffò. –Mi annoio! Non è colpa mia se lei è l’unica con cui posso passare un po’ di tempo. Con Pam e l’uccelletto farei il terzo incomodo e basta. Comunque non devi preoccuparti, mi sembrava di averti già detto che non avrei fatto nulla di strano, o no?-
-E pensi davvero di riuscire a farlo se sei sempre insieme a lei?-
-Non sono sempre insieme a lei.- rispose.
In realtà, poteva stare con Strawberry solo perché Mark non lavorava al Cafè. Le ore lavorative erano le uniche in cui quell’insulso essere la lasciava sola. Si era ritrovato, per forza di cose, a dover stare in sua presenza, anche a parlargli, e davvero non capiva cosa ci trovasse Strawberry in lui.
-Ti avvicini a lei ad ogni occasione. Non la dimenticherai mai se non cambi atteggiamento.-
-Oh, dunque è per questo che ultimamente eviti Lory come la peste?-
Se anche un tempo poteva avere ragione a rimproverare Kish per i suoi sentimenti verso Strawberry, adesso che si trovava nella sua stessa situazione non poteva permettersi di lamentarsi o giudicarlo.
-Perché devi sempre mettere in mezzo lei?- sbottò Pai, voltandosi verso di lui.
-Per farti capire che io e te non siamo poi così diversi,- rispose Kish, serio. –Anche se tu una speranza ce l’hai.-
Pai strinse i denti, imponendosi di non reagire. Non aveva voglia di parlare di Lory o dei suoi sentimenti con nessuno. Tornò al lavoro sul suo computer e, quando sentì alle sue spalle uno spostamento d’aria, si lasciò sfuggire un sospirò.
-No, non ho nessuna speranza.-

Era tornato a controllare la navicella – Ryan aveva capito che era perfettamente in grado di farlo da solo – e, quando era arrivato al Cafè, aveva visto Lory fuori dalla porta. Sapeva che il locale restava chiuso di domenica, quindi non capiva cosa ci facesse lei lì. Stava per andare a chiederglielo, quando vide uscire Ryan. Si nascose su uno degli alberi circostanti e rimase ad osservarli. Si salutarono allegramente, probabilmente avevano un appuntamento, dal momento che nessuno dei due indossava i soliti abiti. Poi lo vide: Ryan le toccò la guancia con la mano e si chinò verso di lei. Lory ricambiò timida il bacio, poi si allontanarono insieme.

Aveva già intuito che loro due avessero una relazione, ma forse una piccola parte di lui aveva sperato che fossero solo buoni amici e che gli atteggiamenti protettivi del biondo fossero dovuti semplicemente al fatto che ancora non si fidava dei suoi ex-nemici. Ma, in fondo, perché mai Lory avrebbe dovuto preferire lui a Ryan? Era stato meglio così. In questo modo, Pai aveva capito che non ci sarebbe mai potuto essere niente tra di loro e lo aveva accettato. O almeno ci avrebbe provato.
 
Lory si era fermata un momento al parco. Era andata a fare la spesa da sola, ma non era stata un’ottima idea, visto che si era ritrovato a dover portare sei buste piene di cibo. Fortunatamente il giovedì mattina il parco non era molto affollato e aveva trovato subito una panchina libera su cui riposare. Si sentiva che stava arrivando l’estate: il sole splendeva caldo nel cielo e una leggera brezza rinfrescava l’ambiente. Tra poco sarebbero potuti andare a fare una gita al mare, pensò. Sarebbe stato divertente andare in spiaggia e fare il bagno con le sue amiche e gli alieni e…
Si chiese se sarebbero venuti tutti, soprattutto se fosse stata lei a proporlo. Negli ultimi giorni, Pai era stato strano con lei, sembrava quasi che volesse fare di tutto per convincersi che non esisteva. Lory davvero non capiva cosa potesse aver fatto per farlo arrabbiare. Tart gli aveva detto che era normale che lui fosse scontroso e taciturno, era nel suo carattere, ma con lei si era sempre comportato diversamente. O almeno era quello che lei pensava. Inoltre, c’era anche la sua storia con Ryan. Era tutto così confuso nell’ultimo periodo, o meglio, da quando Pai era tornato. Lory stava bene con Ryan, apprezzava molto la sua compagnia, ma ormai non sentiva più le farfalle nello stomaco ogni volta che la guardava, né sentiva il cuore battere forte quando pensava a lui. Caso mai, queste sensazioni si erano trasferite su qualcun altro.
Sospirando, riprese le buste della spesa e si avviò verso il Cafè. Ad ogni modo, anche se Pai non fosse stato arrabbiato con lei, dubitava che ricambiasse i suoi sentimenti, quindi non aveva senso sperare che nascesse qualcosa tra di loro.
-Non sai che è pericoloso per una ragazza andare in giro da sola?-
Lory alzò lo sguardo, riconoscendo quella voce, ma prima che riuscisse a prendere la sua spilla Yotsu l’aveva già colpita, mandandola a sbattere contro un albero. Durante la caduta la spilla le era scivolata di tasca ed era finita a terra, lontana da lei. Lory cerco di raggiungerla, ma Yotsu le bloccò la strada.
-No, oggi non ti trasformi, mi dispiace.-
-Yotsu,- disse lei, -Che cosa vuoi da me?-
Yotsu rise, -Cosa voglio? Voglio che tu sparisca.-
Creò una sfera d’energia dalla sua mano e la scagliò contro di lei. Lory saltò di lato, riuscendo ad evitarla.
-Mmm, sei abbastanza agile anche da semplice umana.- constatò Yotsu e il suo sorriso sadico si fece ancora più grande, -Meglio così, almeno non mi annoierò.-
Creò altre due sfere e le scagliò nuovamente verso Lory, ma stavolta una di queste riuscì a colpirla alla gamba, facendola sanguinare.
-Ohi, ohi,- la canzonò Yotsu, -E adesso come farai a scappare?-
La ferita non era profonda, ma avrebbe rallentato i suoi movimenti. Se solo Yotsu si fosse spostato, lei avrebbe potuto tentare uno scatto e riprendersi la spilla.
-Cosa, hai già esaurito le energie?- chiese Yotsu, -Che delusione!-
Stavolta la sfera di energia era molto più grande delle precedenti. Lory non sarebbe riuscita ad evitarla. Cercò di allontanarsi, sperando di fargli perdere la mira, ma non era abbastanza veloce e Yotsu riusciva a seguire facilmente i suoi spostamenti.
-Correre non ti servirà a nulla!-
Scagliò il suo attacco e Lory non poté far altro che aspettare che la colpisse.
-Lory!-
Un fulmine colpì la sfera di Yotsu, disperdendone il potere.
-Oh, ecco che arrivano i rinforzi.-
Pai si frappose tra lei e Yotsu, mentre alle sue spalle Lory sentì accorrere il resto delle Mew Mew.
-Stai bene?- le chiese Pai, senza distogliere lo sguardo dal nemico.
-Sì.- rispose lei, ma prima che potesse ringraziarlo, le sue amiche le furono addosso.
-Lory, come stai?-
-Sei ferita?-
Le chiesero Mewpaddy e Mewmina, preoccupate. Lory rivolse loro un sorriso, cercando di rassicurarle.
-Sì, va tutto bene. Mi spiace di avervi fatte preoccupare.-
-Non dirlo neanche.- rispose Mewpam.
-Ehi, tu! Maledetto extra-terrestre, come hai osato attaccare la nostra amica?!- urlò Mewberry, rivolta a Yotsu. –Ora la pagherai! Angeli protettori della Terra custodi, Nya!-
-Nah, non stare a scomodarti, ragazzina.- le disse Yotsu, -Me ne vado. Per oggi sono a posto così.- E con questo si smaterializzò, lasciando i presenti a bocca aperta.
-Ma che problemi ha?- disse Mewmina.
-Non importa, adesso. Lory sta sanguinando, torniamo alla base.-
Al Cafè, Kyle medicò la ferita di Lory, assicurandole che non era grave e non aveva nemmeno bisogno di andare all’ospedale.
-Cerca di non sforzarla per qualche giorno, va bene?- Fu l’unica raccomandazione che le diede.
-Dovresti restare qui, almeno per stasera.- disse Ryan, -E’ meglio se non rimani da sola, non sappiamo che cosa volesse esattamente Yotsu da te.-
Tutti i presenti approvarono quella decisione, così Lory fu costretta ad accettare a sua volta, nonostante fosse imbarazzata all’idea di passare la notte sotto lo stesso tetto di Ryan e Pai.
 
 
Kyle le preparò un letto in infermeria, dal momento che Ryan gli aveva detto che la ragazza si sentiva troppo imbarazzata per dormire in stanza con lui, preparandole anche un bicchiere d’acqua nel caso le fosse venuta sete.
-Per qualsiasi cosa, chiamaci, va bene?- si raccomandò Kyle.
-Sì. Grazie mille, Kyle.-
Quando rimase sola, Lory si stese sotto le coperte, rendendosi conto di quanto fosse stanca. Inoltre, sapere che c’erano due piani di distanza tra lei e gli altri inquilini, alleviava il suo imbarazzo.
Si tolse gli occhiali e spense la luce, quando sentì dei passi fuori dalla porta.
-Cu-cu! Posso entrare?-
Kish era comparso sulla soglia, ma vedendo tutto buio, temette che Lory si fosse già addormentata.
-Sì, sì, vieni.-
Riaccese la luce e si infilò gli occhiali, così da vederlo meglio.
-Scusa il disturbo,- cominciò lui con il suo solito sorrisetto, -volevo solo dirti che Pai aveva intenzione di scendere giù a fare qualche ricerca e lui sa essere molto rumoroso quando lavora.-
Lory lo guardò confusa, -Va bene, non preoccuparti, riuscirò a riposare lo stesso.-
Il sorriso di Kish aumentò, -Non lo dubito, ma, dal momento che io e Tart non restiamo qui per stanotte, ci sarebbe una bella cameretta libera al piano di sopra, dove non ti disturberebbe nessuno.-
Lory arrossì vistosamente. Le stava proponendo di andare a dormire nella camera di Pai? Certo, senza di lui sarebbe stato un po’ meno imbarazzante, ma non era certa che si sarebbe sentita del tutto a suo agio.
-Non… Non so, non vorrei disturbare… E poi Pai non resterà tutta la notte in laboratorio, no?- cominciò lei.
-Ah, io penso proprio di sì.- rispose Kish, -Non sarebbe la prima volta, inoltre.-
In effetti, Lory ricordò che Pai trascorreva spesso la notte a fare le sue ricerche.
-Ma sei sicuro?- azzardò, -Vi sta bene che dorma in camera vostra?-
Kish annuì allegro, -Certo. Anzi, è stata proprio di Pai l’idea.-
A quelle parole Lory diventò ancora più rossa.
-A-Allora, va bene, credo. Grazie.-
-Bene, bene. Dai, ti accompagno io.-
E con uno schiocco di dita, la teletrasportò in camera. Quando Lory si ritrovò sul letto si rese conto che primo: non era sola, secondo: era sul letto di Pai e terzo: desiderò poter strangolare Kish seduta stante.
-Lory?- chiese Pai, sorpreso nell’averla vista comparire sul letto accanto a lui.
Lory arrossì fino alla punta dei capelli e si alzò di scatto.
-S-Scusami tanto! Kish mi aveva detto che- Ouch!-
La sua gamba si lamentò per il movimento repentino a cui era stata sottoposta.
-Tranquilla. Vieni, mettiti seduta.-
La prese per mano e la fece sedere di nuovo sul letto. Mentalmente, prese nota di uccidere Kish non appena lo avesse rivisto.
-Scusami davvero.- disse lei, -Torno di sotto, non voglio disturbarti.-
Fece per alzarsi, ma Pai la fermò.
-No, non preoccuparti, resta.- le disse, -Tanto non avevo molta intenzione di dormire.-
Forse una cosa vera Kish l’aveva detta.
-V-Va bene,- rispose lei, -E grazie. Anche per prima,- aggiunse, -Se non mi avessi salvata…-
-Ho fatto solo il mio dovere.- tagliò corto lui, -Tra alleati ci si aiuta.-
Eccolo di nuovo. Il tono freddo, distaccato. Alleati… Non la considerava nemmeno un’amica? Davvero si era solo immaginata che con lei fosse diverso?
-Ti chiedo scusa,- disse, tenendo gli occhi a terra.
-Per cosa?- chiese Pai, sorpreso.
-Be, per… per averti infastidito. Mi dispiace.-
Pai sgranò gli occhi. Averlo infastidito?
-Guarda che ti ho aiutata volentieri.-
Lory scosse la testa, -Non parlavo solo di oggi.-
Pai ci stava capendo sempre meno.
-Io… Ecco, in realtà non mi sono resa conto di ciò che ho fatto, ma ho come l’impressione che tu ultimamente sia arrabbiato con me.-
Lo guardò con i suoi grandi occhi blu, che brillavano intensamente anche nell’oscurità, e Pai sentì l’impulso di prendersi a pugni. Si limitò ad un sospiro stanco.
-Perdonami, Lory. Tu non hai fatto niente, credimi.– Stai con Ryan, ma non posso certo fartene una colpa. –Non ce l’ho con te, dico davvero.-
Lory sembrò illuminarsi a quelle parole, ma la sua preoccupazione non era ancora svanita del tutto.
-A-Allora, posso chiedere perché sei diventato così freddo?-
Chiunque altro avrebbe detto che lui era sempre freddo, ma Lory non era come gli altri. Lei aveva sempre visto il buono in lui, anche quando lui stesso non credeva di averne.
-Be’, perché io…- cominciò, ma non riuscì a dirglielo.
C’erano dei momenti – rarissimi, quasi inesistenti – in cui invidiava Kish. Sì, era un pazzo maniaco pervertito, ma almeno non aveva difficoltà a dire ti amo alla ragazza che gli piaceva, mentre Pai, in quel campo, era davvero negato.
-Non ha importanza, davvero. Cerca di riposare.- sperò di poter chiudere lì la conversazione, ma Lory non sembrava intenzionata a cedere. Sapeva essere davvero cocciuta quando voleva.
-Ce l’ha invece.- esclamò lei, alzandosi in piedi, facendo però attenzione a non premere troppo sulla gamba ferita, -Tu… Tu sei importante per me. Io tengo molto alla nostra… insomma, a noi… ecco…-
Aveva iniziato a parlare con sicurezza, ma vedendo lo sguardo esterrefatto di lui, temette di aver esagerato. Abbassò lo sguardo, sentendosi una sciocca, ma subito Pai le mise due dita sotto il mento, costringendola ad alzare il viso e, prima che potesse dire qualsiasi cosa, sentì le labbra dell’alieno posarsi sulle sue.
Lory sgranò gli occhi, colta totalmente alla sprovvista da quel gesto. Rimase immobile per qualche secondo, ancora incapace di credere che stesse accadendo davvero, ma quando sentì che Pai cominciava ad allontanarsi, lo afferrò per le spalle e ricambiò timidamente il bacio. Una parte di lei sapeva che era sbagliato, che lei aveva un ragazzo e non avrebbe dovuto baciare un altro, ma era certa che se avesse interrotto quel momento se ne sarebbe pentita amaramente.
Sentendo che anche Lory prendeva parte attiva al bacio, Pai strinse di più la presa sul suo fianco, facendo aderire meglio i loro corpi. Per una volta, fu felice di aver messo da parte la ragione e il controllo per cedere il posto ai suoi impulsi. Lory sapeva di mare, di bontà e purezza, e in quel momento lui desiderava solo perdersi in lei, senza più tornare al mondo pieno di tenebre ed odio che c’era fuori da quella stanza, da loro.
Ma lei aveva bisogno di riprendere fiato, così, a malavoglia, si staccò da lei quanto bastava per permetterle di respirare.
-Vuoi sapere perché ero arrabbiato?- disse Pai a bruciapelo. Il coraggio che prima gli mancava era improvvisamente comparso e, se non lo avesse sfruttato subito, temeva che non sarebbe tornato tanto presto, -So che tu e Ryan state insieme, so – credevo – che lo amassi, ma desideravo stare io al suo posto. Volevo che tu fossi mia, che tu amassi me, e se non poteva essere così, allora… Allora dovevo solo cercare di dimenticarti. E’ per questo che ti ho evitato in questi giorni e mi dispiace.-
Si erano guardati negli occhi per tutto il tempo e, alla fine, Lory gli aveva sorriso.
-Avevo già intenzione di rompere con Ryan, comunque.-
-Davvero?-
Lei annuì.
-In realtà, già prima del tuo ritorno avevo capito che per me Ryan era diventato solo un caro amico, e poi… Be…-
Arrossì guardandolo e Pai capì cosa volesse dire. Le sorrise a sua volta, passandole una mano sui capelli.
-Ora dovresti riposare.- le disse dolcemente.
Lory fu d’accordo con lui e tornò a sdraiarsi nel letto. Pai la guardò mentre si metteva comoda, poi le diede un bacio sulla fronte e si allontanò.
-Pai?- chiamò Lory. Credeva che avrebbe dormito con lei, -Scusa, ma non resti?-
-No. Voglio cercare altre informazioni sugli Xunos.-
-Vuoi una mano?- si offrì Lory, anche se sapeva che non sarebbe stata di grande aiuto. L’alieno scosse la testa e le suggerì nuovamente di riposare. Questa volta la ragazza non oppose resistenza e si addormentò in pochi secondi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Dubbi ***


Strawberry si svegliò dopo uno strano sogno. Era in vacanza insieme a Mark, in una bellissima isola tropicale, ed era sdraiata sulla sabbia a prendere il sole insieme a lui, quando ad un tratto al suo posto era comparso Kish. Era stato solo per qualche secondo, ma indubbiamente il bel volto di Mark si era trasformato in quello pallido dell’alieno. Strawberry aveva scosso la testa e tutto era tornato alla normalità. Ma quello non era stato l’unico momento in cui i due ragazzi si erano scambiati: anche mentre nuotavano, a cena e, soprattutto, ogni volta che erano in intimità. Passi vederlo quando stavano chiacchierando o passeggiando, ma perché doveva ritrovarsi a baciare e a fare… certe cose con Kish?!
Si diede un paio di schiaffi in faccia per riprendersi. Lei stava con Mark, amava Mark e non voleva altri che lui. Kish era solo un ex-nemico, passato dalla loro parte, di cui sì, le importava, ma non al punto da metterlo prima di Mark.
Anche se ha dato la sua vita per te, ti ama e continua a proteggerti, e riesce a farti emozionare come Mark non fa più da tempo.
Strawberry si diede un colpo in testa, cercando di zittire la sua stessa coscienza. Il fatto che le cose tra lei e il suo ragazzo si fossero un pochino raffreddate non voleva dire che la loro storia fosse finita. Mark era stato via per tanto tempo, avevano bisogno di ritrovare la loro complicità, tutto qui.
-Ehi, perché ti stai picchiando?-
La voce impastata di sonno accanto a sé, le fece capire come avesse fatto Kish ad entrare nei suoi sogni.
 
L’alieno in questione, la sera precedente, si era presentato alla finestra della sua camera, dicendo di essere rimasto senza un letto per “compiere un’opera di bene”. Strawberry era quasi certa che l’opera di bene fosse un dispetto ai danni di Pai e che quindi Kish fosse scappato per salvarsi dalla sua ira, ma accettò comunque di farlo entrare, soprattutto dopo che lui aveva minacciato di restare appollaiato lì fuori a guardarla dormire per tutta la notte.
Tuttavia, prima che potesse dirgli che gli avrebbe preparato un sacco a pelo per dormire sul pavimento, Kish si era buttato sul letto facendole capire che era intenzionato a dormire lì.
-Che c’è? Hai paura di innamorarti di me se dormiamo insieme?-
A Strawberry erano spuntate coda e orecchie a quella domanda e aveva scagliato la prima cosa a portata di mano – nello specifico, il libro di matematica – in faccia a Kish.
-No! Ho paura che tu faccia cose strane, maledetto pervertito!-
Alla fine, aveva accettato di condividere il letto con lui, mettendo bene in chiaro che se una qualsiasi parte del suo corpo avesse fatto qualcosa di inappropriato, lui si sarebbe trovato in guai seri. Con la sua solita faccia da diavolo, Kish aveva promesso di essere un angelo e, alla fine, Strawberry aveva spento la luce.
Gli dava le spalle, ma sapeva che Kish era girato verso di lei. Rimase sull’attenti, aspettandosi che l’alieno la abbracciasse o cercasse di baciarla, ma dopo alcuni minuti, sentì il suo respiro farsi più regolare e capì che si era addormentato. Si scoprì delusa, anche se non avrebbe dovuto esserlo: Kish aveva finalmente imparato a rispettare le regole.
Lentamente si era voltata verso di lui. Aveva un viso molto rilassato mentre dormiva e a Strawberry fece quasi tenerezza. Si era addormentata, cullata dal suono del suo respiro vicino a lei.
 
-Buongiorno.- lo salutò lei, ignorando la sua domanda.
Kish le sorrise. –Buongiorno, micetta.-
Si tirò su sui gomiti e le diede un bacio sulla guancia. Ancora con i riflessi rallentati dal sonno, Strawberry non aveva fatto in tempo ad allontanarsi ed era diventata paonazza.
-Ma… Ma che fai?- esclamò.
Kish sfoggiò la sua migliore espressione innocente, dicendo: -Volevo salutarti gentilmente, micetta. Anche un bacio sulla guancia è considerato una cosa strana?-
Sì, se non sei il mio ragazzo!, pensò lei, ma non disse niente. Si alzò dal letto e andò verso l’armadio, prendendo una maglietta e un paio di pantaloncini.
-Dovrei cambiarmi.- disse a Kish, il quale si era messo nuovamente comodo sul letto.
-Sì, l’ho intuito.-
Strawberry si impose di non perdere la pazienza.
-Puoi uscire?-
Kish le rivolse un sorrisetto malizioso.
-E perdermi lo spettacolo? No, grazie.-
Se l’era cercata.
-Fuori. Di. Qui!-
Strawberry gli lanciò di nuovo un libro in faccia e quello convinse Kish ad alzarsi in volo.
-Piccola, ti sarei grato se la smettessi di tirarmi addosso i tuoi libri di scuola.-
-E io ti sarei grata se la smettessi di fare il pervertito!- esclamò lei di rimando.
L’alieno sbuffò. Avrebbe voluto farle vedere com’era un vero pervertito, ma era meglio non tirare troppo la corda, così si impose di starsene buono. Pai, sii fiero di me.
-Va bene, va bene, hai vinto.- si arrese, -Ti aspetto giù e andiamo al Cafè insieme?-
Strawberry stava per accettare, ma poi si ricordò che sarebbe venuto Mark a prenderla per accompagnarla a lavoro e sarebbe stato oltremodo imbarazzante andare con tutti e due.
-Scusa, ma ho già preso un impegno con Mark.- rispose lei e subito notò un cambiamento nell’atteggiamento di Kish.
-Ah, certo.- disse lui, -Va bene, allora ci vediamo direttamente là. Non fare tardi, eh.- aggiunse con un sorriso, ma non era quello di sempre.
Volò via e Strawberry lo seguì con lo sguardo, appoggiata alla finestra. Ogni volta che Kish le proponeva di fare qualcosa, lei era sempre impegnata con Mark. Certo, era anche naturale, dal momento che lui era il suo ragazzo, ma forse avrebbe dovuto cominciare a ritagliarsi un po’ di spazio anche per Kish.
Scosse la testa, scacciando subito quel pensiero. Rinunciare a Mark per Kish? Ma come le era venuto in mente? Mark era il ragazzo dei suoi sogni, bello, gentile, intelligente, in una parola: perfetto. Kish, con i suoi sorrisetti maliziosi, le battute, l’essere un maniaco pervertito, non poteva certo competere con lui.
Tornò in camera, chiudendo le imposte e andò a prepararsi, ignara del fatto che Mark, arrivato da lei in anticipo, avesse assistito a tutta la scena.
 
Yotsu percorreva nervosamente la stanza avanti e indietro.
-Dobbiamo sconfiggere le Mew Mew per prime. Senza i loro poteri sono delle prede facili.-
-Ho visto con quanta facilità hai ucciso la ragazzina verde, ieri.- rispose Rei, senza scomporsi.
-Sono arrivati ad aiutarla! Maledizione, deve averli avvisati in qualche modo.-
Rei si passò una mano sugli occhi. Yotsu stava dimostrando di essere il buono a nulla che lui aveva sempre sospettato. Lo avrebbe già fatto fuori, se non avesse avuto bisogno di lui.
-Nutro seri dubbi a riguardo.- disse Rei, -Quelle ragazze non sono normali. I loro poteri sono derivati dalla fusione del loro DNA con quello di alcuni animali. E’ tutta una questione scientifica, capisci? Devono avere una base, probabilmente in quello schifoso locale rosa in cui lavorano. Se arriviamo lì, potremo scoprire i loro segreti e annientarle senza lasciare loro modo di difendersi.-
-Certo, è tutto molto giusto. Ma pensi che quelle ragazzine accetteranno di farti fare un tour nel loro laboratorio segreto? Io non credo proprio.-
-Certe volte mi sorprendo della tua imbecillità, Yotsu.- la sua pazienza era quasi al limite, -Tu non eri in grado di soggiogare la volontà altrui?-
Yotsu si sentì in imbarazzo per non averci pensato prima.
-Sì, certo. Ma non sarà comunque semplice soggiogare una di loro e neanche gli alieni.-
-Infatti non lo userai su di loro.- spiegò Rei, -Seguile. Scopri chi frequentano. Sono giovani, avranno dei legami anche nella vita normale. Scopri se qualcuno di questi legami può avere accesso alla loro base e poi usa il tuo potere su questa persona.-
 
Quando Kish tornò al Cafè, Pai era nella loro stanza e stava elaborando dati al computer, tanto per cambiare. Gli lanciò un’occhiataccia, non così mortale come si era aspettato lui, e tornò a dedicarsi al suo lavoro.
Kish, per quanto fosse curioso di sapere come era andata con Lory, approfittò di quel momento di calma per stendersi, cercando di allontanare il pensiero di Strawberry, come tante altre volte aveva già fatto.
-Sta parlando con Ryan.-
Kish non capì subito a cosa si stesse riferendo.
-Lory.- si spiegò meglio Pai, -In questo momento sta lasciando Ryan.-
Quelle parole bastarono per fargli tornare il buonumore e, andandogli vicino, disse:
-Oh, quindi sono stato un bravo cupido, eh?-
-Ti odio.- fu la secca risposta, ma se le cose fossero andate male, sarebbe volata anche qualche minaccia di morte.
-Sono contento per te.- gli disse, rivolgendoli un sorriso sincero. Erano rare le occasioni in cui lo faceva.
Pai ricambiò il sorriso. Non fece domande su dove fosse stato, né si soffermò ulteriormente sulla sua nuova felicità, consapevole che il fratello aveva desiderato l’amore di Strawberry per molto tempo e ancora non era riuscito ad ottenerlo.
Tornò a focalizzarsi sul suo computer, mentre Kish decise di andare nel salone. Aveva bisogno di distrarsi e, dal momento che non si era dimostrato male come cameriere, si offrì per ricoprire nuovamente quel ruolo.
Quando incrociò Lory le fece un occhiolino, evitando di fare battute perché primo, per lei sarebbe stato davvero troppo imbarazzante e secondo, Pai lo avrebbe ucciso di sicuro. La ragazza comunque capì cosa intendesse e arrossì, lasciandosi però sfuggire un grazie che fece gongolare parecchio Kish.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Powers ***


Quando Rei gli aveva spiegato il suo piano, Yotsu si era ricordato di aver visto, durante l’attacco al Cafè, un ragazzo umano insieme alle Mew Mew. Lo aveva incontrato solo in quell’occasione, ma non sembrava come gli altri esseri umani. Non era fuggito di fronte a lui, né sembrava sorpreso dalla presenza degli altri alieni. Forse era proprio colui di cui avrebbero avuto bisogno.
Così, deciso a scoprire di più sul suo conto, Yotsu si era appostato vicino al Cafè, ad una distanza tale da impedire ai suoi nemici di individuarlo, ma comunque sufficiente per lui per vedere chi andava e veniva dal locale. Non dovette aspettare molto per avvistare il suo bersaglio e, vedendolo arrivare, non poté evitare che un sorrisetto compiaciuto comparisse sul suo volto.
Il ragazzo in questione era arrivato insieme alla leader delle Mew Mew, camminando mano nella mano.
-Oh, sono fidanzati. Che carini.- disse tra sé e sé.
Sarebbe stato più divertente di quanto credesse.
 
Mark aveva salutato Strawberry dicendole che aveva delle commissioni da fare e che si sarebbero visti in serata. La verità era che non sapeva come reagire a ciò a cui aveva assistito quella mattina. Perché l’alieno era uscito dalla finestra della sua ragazza di prima mattina? Che avesse dormito lì? No, era impossibile. Strawberry non avrebbe mai permesso ad un altro ragazzo di passare la notte da solo con lei, men che meno ad un ex-nemico che aveva più volte cercato di rapirla e farla sua. No, probabilmente lui si era presentato da lei la mattina stessa, forse mandato a svegliarla oppure solo a farle una visita per fatti suoi. Tuttavia, non era il fatto che Kish fosse andato da lei, né il timore che avesse dormito lì, ad agitarlo. Era stato il modo in cui Strawberry lo aveva guardato allontanarsi ad avergli dato davvero fastidio. Sembrava quasi che fosse dispiaciuta che se ne fosse andato, sebbene sapesse perfettamente che il suo ragazzo stava arrivando a prenderla e, quando lo aveva visto, era stata raggiante come sempre.
Si fermò un momento al parco Inohara, di fronte all’albero di ciliegio dove per la prima volta aveva visto Mewberry. I petali di quei fiori avevano lo stesso colore dei suoi capelli quando era una Mew Mew e osservarli gli faceva sempre provare una sensazione di pace e gioia. Sorrise, più rilassato. Strawberry lo amava. Il loro amore era puro e sincero, e niente lo avrebbe potuto spezzare. Kish non era riuscito a portargliela via l’anno precedente e non ci sarebbe riuscito nemmeno stavolta. Né mai.
-La vegetazione sulla Terra è davvero bella.-
Mark si voltò e subito riconobbe l’alieno che li aveva attaccati pochi giorni prima. Si mise subito in posizione difensiva, ma non aveva più i suoi poteri, perciò sperò che quel tizio non fosse andato da lui per attaccarlo.
-Tu sei Yotsu, vero?- chiese.
L’alieno gli sorrise. –Tu invece mi sembra abbia un nome tipo Matt, Marl…-
-Mark.- lo corresse lui.
-Giusto. Mark.- ripeté Yotsu, senza smettere di sorridere, -Sei il ragazzo della loro leader, vero?-
Alla menzione di Strawberry, Mark si irrigidì. Se avessero scoperto del loro legame, avrebbero potuto usarlo per farle del male. Non sarebbe stata la prima volta, dopotutto.
-Non cercare di negarlo.- lo anticipò Yotsu, -Vi ho visti quando vi siete salutati poco fa.-
-Che cosa vuoi da me?-
-Mi serve il tuo aiuto.- spiegò semplicemente l’alieno.
-Come puoi pensare che io voglia aiutarti?!- esclamò Mark, incredulo, -Tu vuoi distruggere il mio pianeta e questo non te lo permetterò.
Yotsu scosse l’indice della mano destra, schioccando la lingua.
-No, sei mal informato. Questo pianeta è fantastico, il migliore che io abbia mai visto,- disse, -Sarebbe un vero peccato distruggerlo, non ti pare?-
Mark si rilassò un momento, anche se continuava a dubitare delle sue intenzioni.
-Quindi cosa vorresti? Far del male alla mia ragazza e le sue amiche?-
-Be’, se continueranno a darmi fastidio temo che dovrò farlo. Tuttavia in questo momento il mio obiettivo è un altro.-
Mark rimase in silenzio, lasciandolo continuare.
-Vedi, non sopporto chi si prende gioco di me o chi mi fa apparire debole. L’unica cosa che voglio adesso è vedere quell’insulso alieno sparire dalla faccia dell’universo.-
Kish? Mark ricordò che era stato lui a sconfiggere Yotsu, anche se con qualche difficoltà, ma, per quanto non gli piacesse, adesso era un loro alleato e cercare di uccidere lui avrebbe potuto mettere in pericolo anche tutti gli altri.
-E’ un problema tuo, non mio.- si limitò a dire.
Yotsu ridacchiò. –Sicuro, sicuro? Perché secondo me Kish sarebbe molto felice di infilarsi nel letto della tua ragazza.-
Mark ripensò alla scena di quella mattina. No, se anche per qualche assurda ragione, Strawberry lo avesse fatto pernottare da lei, era impossibile che si fossero spinti oltre. Lei non lo avrebbe mai tradito, soprattutto non con lui.
-Anche tu lo odi, vero?- incalzò Yotsu.
Mark non rispose, ma stava tremando di rabbia e questa reazione aumentò il divertimento di Yotsu. Forse sarebbe riuscito a ottenere il suo aiuto senza dover ricorrere al soggiogamento.
-Suvvia, non fare il santarellino… Mark? Non c’è niente di male se lo detesti. Ha cercato di distruggere il tuo pianeta e di rubarti la ragazza… Nessuno potrebbe tollerare un simile comportamento.-
Mark non poteva che dargli ragione, ma sapeva che Strawberry non lo avrebbe mai perdonato se si fosse schierato con il nemico. Doveva stringere i denti e sopportare la presenza di Kish sulla Terra.
-Questo non significa che io lo voglia morto.- riuscì a dire, ma suonò falso ad entrambi.
-Va bene, allora mettiamola così.- Yotsu scomparve e si materializzò a un palmo dal naso di Mark, che mosse istintivamente un passo indietro, ritrovandosi bloccato contro il contro dell’albero. Il suo sguardo si era fatto improvvisamente minaccioso.
-Se mi aiuti ad uccidere Kish, il tuo caro pianeta e tutti i suoi abitanti saranno salvi. Altrimenti…-
Mise una mano sul tronco del ciliegio. La corteccia divenne nera, i fiori cominciarono ad appassire e i petali caddero a terra, frammentandosi in tanti piccoli coriandoli scuri. Mark dovette fare forza sui piedi, perché non c’era più niente alle sue spalle che lo sorreggesse. Dove prima si trovava una rigogliosa pianta, era rimasto solo un cumulo di cenere. Yotsu non ebbe bisogno di aggiungere altro.
Ritrovò la sua espressione sorridente mentre si alzava in volo.
-La scelta è semplice, Mark. Una vita contro migliaia. Decidi tu cosa preferisci.-
 
Ryan fece chiudere il Cafè con un’ora d’anticipo, dicendo poi a tutti di raggiungerlo nel laboratorio.
-Che succede?- chiese Mina.
-Dopo molte ricerche, abbiamo finalmente scoperto ciò che volevamo sul ciondolo degli Xunos.-
Tutti ascoltarono attentamente ciò che Kyle aveva da dire. Erano costituiti da una fonte d’energia presente esclusivamente sul loro pianeta, ma che poteva essere sfruttata anche ad anni-luce di distanza, a differenza dell’Acqua Mew. Esistevano cinque tipi di quei ciondoli, chiamati Powers, quattro per ogni elemento naturale e uno che era in grado di controllarli tutti contemporaneamente.
-Hanno perso il controllo della terra, ma restano ancora fuoco, acqua e aria.- spiegò, -Tuttavia, sembra che non abbiano effetto se tali elementi naturali non si trovano nel raggio di pochi kilometri.-
-E questa dovrebbe essere una buona notizia?- chiese Tart, -L’aria è dappertutto.-
-Sì, ma acqua e fuoco no, e a mio avviso sono questi gli elementi più pericolosi.-
-Il quinto ciondolo, invece? Se deve essere vicino a tutti e quattro gli elementi, sembrerebbe il più difficile da usare.- disse Pam.
-Infatti questa è una delle incognite.- rispose Pai, -Inoltre non sappiamo nemmeno se un elemento, per essere controllato, deve essere in grande quantità o meno.-
-Quindi non sappiamo niente, eh?- commentò Kish, attirandosi un’occhiataccia da Pai e Ryan.
-Ad ogni modo, sapere queste cose come ci aiuta?- chiese Strawberry.
-Che intendi dire?-
-Yotsu sa che abbiamo scoperto la loro arma. Non si farà più avvicinare così facilmente.-
Questo era vero. L’ultima volta avevano sfruttato l’effetto sorpresa ed era improbabile che i loro nemici si sarebbero fatti sconfiggere di nuovo nello stesso modo.
-Non c’è un modo per disattivarne l’energia senza necessariamente distruggerli?- chiese Lory.
-Purtroppo, come ti ho già spiegato, la fonte della loro energia si trova direttamente sul loro pianeta e noi non disponiamo dei mezzi per eliminarla da qui.-
-Andare là è fuori questione, ovviamente.- precisò Pai, nel caso a qualcuno fosse venuto in mente di fare un viaggio nello spazio.
-Quindi che facciamo? Come li fermiamo?- chiese Paddy.
-Potremmo costringerli ad usare quei ciondoli.- propose Mina.
-Come esattamente?-
-Be’, non so, magari andando in luoghi dove c’è una grande quantità di quello specifico elemento. In spiaggia possono attaccare con l’acqua, per esempio.-
Gli altri ci pensarono un po’.
-Non so.- disse Pai, -In spiaggia potrebbero anche accendere un fuoco ed usare quello. Oppure sfruttare il vento, che in riva al mare è più forte che nell’entroterra.-
-Giusto, è molto rischioso.- commentò Kyle.
-Un tentativo però lo potremmo fare.- intervenne Kish, -Anzi, potremmo approfittarne per scoprire qualcosa di più, visto che al momento stiamo ancora brancolando nel buio.-
Dovettero riconoscere che l’alieno non aveva tutti i torti. Decisero quindi di partire il prima possibile per andare alla casa di Ryan sul mare.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Preparativi ***


Avevano deciso di partire due giorni dopo, così da non correre il rischio di venire attaccati nel frattempo.
-A che ti servono questi oggetti?- chiese Tart, vedendo che Paddy stava mettendo nella valigia più materassini gonfiabili di vestiti.
-Per quando facciamo il bagno, ovviamente.- rispose lei, allegra.
-Ma non stiamo andando in vacanza! Dobbiamo prepararci ad affrontare gli Xunos.-
Paddy lo guardò senza smettere di sorridere.
-Certo, ma resteremo per qualche giorno. Ci sarà sicuramente l’occasione per divertirci, non credi?-
Tart scosse la testa. Quella ragazzina era veramente strana. Tuttavia il suo buonumore contagiò presto anche lui e si ritrovò ad aiutarla a prendere cose completamente inutili per la loro missione. Mentre sistemavano la valigia, Paddy si sporse per dare un bacetto a Tart, il quale arrossì, ma non la allontanò. Non si era ancora abituato a queste effusioni, ma Paddy la faceva sembrare una cosa talmente naturale, che non si sentiva nemmeno tanto a disagio.
-Poi mi insegni come si usa tutta questa roba.- le disse, mettendole un braccio intorno alle spalle. Lei sorrise felice e annuì.
 
Pai aveva sempre immaginato la camera di Lory come un luogo tranquillo e ordinato, pieno di libri e fotografie, il tutto su una tonalità marina. Non c’era andato poi tanto lontano. La ragazza lo aveva invitato ad andare da lei mentre preparava la valigia, anche se presto lui si era ritrovato seduto alla scrivania a guardarla preparare i suoi bagagli. Era molto precisa e non stava a perdere troppo tempo per decidere cosa portare. Pai aveva notato che aveva inserito anche un costume da bagno a due pezzi e non poteva fare a meno di immaginare come sarebbe stato su di lei.
-Scusami. Ti ho fatto venire qui e non ti considero nemmeno.- disse Lory, -Finisco questo e sono subito da te.-
Pai scosse la testa.
-Non preoccuparti. Mi piace guardarti lavorare, mi rilassa.- le rivelò.
La ragazza arrossì e tornò verso l’armadio per prendere le ultime cose.
-Sai nuotare?- gli chiese.
Pai non rispose subito.
-Non nel modo in cui nuotate voi.- disse, -Posso stare a galla e respirare sott’acqua senza problemi, ma non ho mai imparato a fare quei movimenti con le braccia che fanno gli umani. Potrei anche impararlo, magari.- aggiunse.
Lory gli sorrise. –Be’, se ti va, posso darti una mano io.-
Pai le si avvicinò, cingendole la vita con le braccia.
-Mi sembra un’ottima idea.- disse, prima di baciarla.
 
-Perché non mi sorprende vedere tutta questa confusione?-
-Non rompere, Kish! Non è il momento!-
Sembrava che fosse passato un tifone nell’armadio di Strawberry che aveva fatto spargere i suoi abiti per tutta la camera. Kish entrò dalla finestra, ma rimase a mezz’aria, non trovando un posto abbastanza libero in cui accomodarsi.
-Questi felponi non credo che ti servano,- disse, prendendo due felpe di lana che erano finite in terra.
-Lo so, lo so.- rispose lei, con la testa dentro i cassetti. –Non ricordo dove ho messo gli abiti estivi!-
Kish diede un’occhiata per la stanza, notando un paio di vestiti troppo leggeri per essere invernali.
-Qualcosa è qui fuori.-
-Sì, immagino di sì, ma…-
Fu interrotta da Kish, il quale l’aveva presa per le spalle, facendola voltare verso di lui.
-Zitta e ascolta me,- disse, puntandole un dito in faccia, -Tutto il tuo armadio è sparso tra letto, pavimento e scrivania. Adesso mettiamo in ordine e poi distinguiamo vestiario estivo da invernale, va bene?-
Strawberry cercò di ignorare la vicinanza tra di loro e annuì.
-Se… Se fai commenti inopportuni su quello che vedi, ti butto fuori a calci.- lo avvertì.
Kish si rivelò molto efficiente nel ripiegare e ordinare gli abiti, e in poco tempo Strawberry aveva trovato tutto quello che le serviva. Aveva tirato fuori dall’armadio l’occorrente per il viaggio senza essersene resa conto.
-Non ti facevo un tipo ordinato.- disse Strawberry.
-Be’, la madre di Pai è sempre stata fissata con ordine e pulizia, quindi ho imparato qualcosa. Tu comunque sei proprio un caso perso.- le disse ridendo.
La ragazza ignorò l’ultimo commentò e si concentrò su quello che aveva detto prima.
-La madre di Pai? Ho sempre pensato che foste fratelli.- disse.
-Pai e Tart sono fratelli.- spiegò Kish, -Io sono stato adottato.-
Adottato? Quindi i genitori di Kish erano morti? Avrebbe voluto chiedergli qualcosa di più, ma lui le si avvicinò, restando sospeso a mezz’aria, e sfoderò il suo solito sorrisetto malizioso.
-Comunque, micetta, non credi che meriti un ringraziamento per averti aiutata?-
-Sì, certo, grazie mille, Kish.- gli rispose lei, ma dal suo sguardo capì che non era quello il ringraziamento che voleva.
-Questa stanza era il caos e io l’ho resa nuovamente abitabile,- disse lui, mettendo il broncio, -Merito più di un semplice grazie, non ti pare?-
Strawberry indietreggiò, temendo che Kish provasse a baciarla, ma lui non si mosse.
-Ho trovato.- disse, -Dormirai in stanza con me finchè stiamo al mare, okay?-
La ragazza sgranò gli occhi.
-Cosa?? Scordatelo, è fuori questione!-
-Perché?- chiese, con sguardo innocente.
-Perché sei un pervertito, ecco perché! Come faccio a sapere che non mi salterai addosso mentre dormo?-
Kish sorrise beffardo, -La notte scorsa mi sono comportato bene, se non sbaglio.-
Strawberry arrossì, ricordando che avevano già dormito insieme.
-S-Sì, ma non voglio tentare oltre la sorte!-
Kish sbuffò, -Accidenti, neanche ti avessi chiesto di darmi un bacio.- disse, -Ah, se questo ti piace di più, fai pure, io non mi lamento.-
Strawberry avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma si trattenne. In fondo avrebbe anche potuto accontentarlo.
-Vedi di fartelo bastare.- disse.
Lo prese per la maglietta, facendolo abbassare e posò le labbra sulla sua guancia. Restò così per qualche secondo, poi si staccò, rendendosi conto che le erano spuntate le orecchie da gatto.
Kish era scioccato da quel gesto. In realtà, quando Strawberry lo aveva tirato verso di sé, aveva pensato che lo avrebbe baciato sul serio, ma in fondo non poteva lamentarsi. Avrebbe sempre potuto prenderlo a calci.
Si passò una mano sulla guancia e sentì uno strano tepore nel punto in cui si erano posate le sue labbra. Sorrise. Lei non aveva mai preso l’iniziativa per gesti carini nei suoi confronti.
Le accarezzò la testa in mezzo alle orecchie, notando, nonostante tenesse il volto abbassato, quanto fosse rossa.
-Micettina mia, tu riesci sempre a sorprendermi.-
 
Ryan e Kyle sarebbero arrivati con la macchina di quest’ultimo, insieme a Pam e Mina, mentre gli alieni sarebbero andati per conto loro, portando di conseguenza anche Paddy, Lory e Strawberry. In particolare, Kish era stato affidato a Strawberry perché, potendosi teletrasportare, dava alla ragazza un margine di ritardo maggiore.
-Sai che arriveremo comunque in ritardo?- disse Kish, sdraiato sul letto della Mew Mew.
-Lo so, maledizione! Potevi anche svegliarmi prima, sai?- urlò Strawberry, correndo da ogni parte della stanza. Doveva ancora farsi la doccia.
-Nah, sei così carina quando dormi.-
Lei gli lanciò un’occhiataccia, ma non aveva tempo da perdere a litigare con lui. Finì di prendere l’occorrente e si diresse in bagno, non prima di aver minacciato di morte Kish se gli fosse venuto in mente di seguirla.
L’alieno rimase perciò da solo nella camera della ragazza. Si guardò un po’ intorno, ma non aveva voglia di alzarsi, e poi stava imparando a conoscere quella stanza. Si accoccolò meglio sul materasso, sapendo che sarebbero serviti tre quarti d’ora buoni a Strawberry per finire di prepararsi, quando sentì squillare il suo telefono. Lo prese in mano, convinto che fosse Ryan, furioso per l’ennesimo ritardo della rossa, ma sullo schermo c’era scritto MARK <3. Per un momento pensò di non rispondere, poi si ricordò che il ragazzo sapeva che sarebbero andati via insieme, perciò rispose.
-Pronto?-
-Chi parla?- chiese Mark, anche se probabilmente aveva già intuito la risposta.
-Sono Kish. Strawberry è sotto la doccia, cosa ti serviva?-
Per qualche secondo ci fu silenzio dall’altra parte.
-Perché sei a casa sua?-
-Dovevo accompagnarla alla casa di Ryan.- spiegò lui, -Ma la puntualità non è il suo forte, dico bene?-
-Lo so,- rispose freddo Mark, -Sono il suo ragazzo da più di un anno, la conosco bene.-
Enfatizzò molto la parola ragazzo, ma Kish cercò di ignorarlo.
-Allora, volevi dirle qualcosa o no?- poi aggiunse, a malincuore, -Se è una cosa privata, le dico di richiamarti dopo.-
-No, non importa. Volevo solo sapere se era già arrivata, ma mi hai risposto tu.-
-Ok, ci sono! Tre minuti e… Dimmi che non è Ryan.-
Strawberry aveva ancora i capelli bagnati, ma almeno era vestita. Aveva fatto più in fretta del previsto, dopotutto.
-No, è Mark.-
Gli strappò subito il telefono di mano.
-Mark! Amore, ciao.- lo salutò lei, cercando di non mostrare il suo nervosismo. Dalla conversazione che avevano avuto il giorno prima, Mark non era sembrato entusiasta dell’amicizia tra lei e Kish, e di certo sentirlo rispondere al suo telefono non aveva migliorato le cose.
-Ciao.- rispose, -Volevo solo sapere se eri già al mare, ma evidentemente non lo sei. Ci sentiamo dopo, fai buon viaggio.-
E attaccò.
Mark non le aveva mai chiuso il telefono in faccia, né aveva mai usato un tono così freddo nei suoi confronti.
-Micetta…-
-Ma che ti dice il cervello?!-
Strawberry gli lanciò addosso il suo cellulare. Come gli era venuto in mente di rispondere al suo telefono? Per di più a Mark! Che cosa avrebbe pensato adesso? Credeva forse che lei lo avesse tradito o che pensasse di farlo? Maledetto Kish, era tutto colpa sua.
-Mi dispiace, ma sapeva che ci sarei stato anch’io, no?-
-Non è questo il punto! Adesso come minimo penserà che tu abbia passato la notte qui.-
Kish assunse un’espressione che voleva dire “Infatti è così”, ma Strawberry gli impedì di parlare.
-Esatto, è proprio questo il problema!- esclamò lei, -E’ la seconda volta che dormo con te e non va bene.-
-Ci siamo messi a chiacchierare e ci siamo addormentati, Strawberry, non è una…-
-Non importa! Non avremmo dovuto. Non dovrei nemmeno lasciarti entrare in camera mia come se niente fosse! Tu non sei il mio ragazzo, Kish, fattene una ragione! Io sto con Mark e intendo restarci ancora per molto tempo, quindi, per favore, smettila di metterti in mezzo!-
Kish restò in silenzio. Si era messo tra lei e Mark? Oh, forse aveva dimenticato com’era quando voleva davvero intromettersi tra di loro. Una parte di lui avrebbe voluto ricordarglielo: avrebbe voluto prenderla e farla sua, con la forza se necessario, e farle davvero tradire il suo grande amore. Ma era così stanco. Era tremendamente stanco di amarla, di soffrire per lei e di vedersi respingere. Pensò a Syria, che lo stava aspettando a casa, e a come fosse stato felice con lei. Non era come con Strawberry, no, e non lo sarebbe mai stato, però lui le voleva bene e lei ne voleva a lui. Poteva bastargli. Doveva bastargli. Non poteva più giocare a questo gioco, non ne aveva la forza. Aveva fatto di tutto per lei, le aveva dato tutto, eppure lei continuava a non volerlo. Perché continuare a tormentarsi, quando avrebbe potuto trovare la pace semplicemente guardando in un’altra direzione.
-Hai detto che eri pronta.- disse semplicemente, -Andiamo?-
Strawberry chiuse la valigia e fece cenno di sì con la testa. Kish le porse la mano.
-Se non c’è un contatto fisico, non funziona.-
Gli prese la mano e si ritrovò di fronte all’abitazione di Ryan.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Problemi di cuore ***


Lory stava sistemando i futon per lei e Pai in una delle due camere. Erano stati i primi ad arrivare, così avevano scelto loro dove dormire e con chi. Pai non voleva assolutamente avere Kish intorno mentre era con Lory, così avevano stabilito che avrebbero chiesto a Mina e Pam di condividere la stanza. Lory non lo aveva specificato, ma così avrebbero formato la camera delle coppie. Arrossì, sia perché era consapevole di avere un ragazzo, sia perché sapeva che sarebbero state fatte non poche battute a riguardo.
Terminato il lavoro, si stese sul suo futon. Erano due singoli e Lory non aveva ancora deciso se ne fosse felice o meno.
Chiuse gli occhi, facendosi avvolgere dall’odore salmastro che entrava dalla finestra aperta. Sapeva che quella non era propriamente una vacanza, ma sperava che gli Xunos tardassero ad attaccare. Stava davvero bene in quel luogo e avrebbe voluto goderselo il più possibile.
Sentì uno spostamento d’aria accanto a sé e vide Pai steso accanto a lei. Gli sorrise e lui ricambiò.
-Stavi già sonnecchiando?-
-Testavo il materasso,- si difese lei, anche se aveva davvero rischiato di addormentarsi. –Hai visto il laboratorio?-
Pai annuì. –Non sembra male.-
Non adorava la tecnologia terrestre, la trovava retrograda e con meccanismi stupidi, ma si stava pian piano abituando ad usarla, in supporto al suo computer ovviamente.
-Gli altri fra quanto arriveranno?- domandò Lory.
Pai scosse le spalle. –Non tanto presto, credo. Perché?- le chiese poi, provocante.
Lory cambiò immediatamente colore e questa fu una risposta più che eloquente per Pai. Si chinò su di lei e cominciò a baciarla. Era bello baciare Lory. Se un anno prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe stato felice di baciare un’umana gli avrebbe dato del pazzo. Invece, adesso si ritrovava a bramare quelle labbra dal sapore di mare e, adesso che le aveva assaporate, non credeva che ne avrebbe più potuto fare a meno. C’era solo un piccolo problema tra di loro. Gli occhiali. Pai la trovava davvero carina quando li indossava, ma durante i baci, quelli rappresentavano più un fastidio che altro. Avrebbe voluto toglierglieli, ma sapeva che Lory non vedeva bene senza, quindi non poteva che sopportare.
-Pai…-
Gli mise le mani sul petto, allontanandolo leggermente da lei.
-Che succede?- chiese Pai, preoccupato.
-Scusa, è che… mi danno un po’ noia.-
Pai la guardò con espressione interrogativa. Lei si tolse gli occhiali, poggiandoli di lato.
-Si stavano schiacciando sulla mia faccia,- spiegò. –E penso anche sulla tua.-
L’alieno le sorrise, lieto che, in qualche modo, lei gli avesse letto non pensiero.
-Riesci a vedermi anche senza?- chiese.
Lory arrossì, ma stavolta più per rabbia che imbarazzo.
-C-Certo che riesco a vederti! Non sono totalmente cieca, sai?-
Pai ridacchiò e tornò a dedicarsi ad attività più piacevoli.
-Senza, in effetti, è molto meglio.-
Approfondì il bacio utilizzando la lingua. Lory gli mise le braccia intorno al collo, attirandolo a sé e Pai la seguì, stendendosi sopra di lei. Cominciò a percorrere il suo corpo con le mani, scendendo lungo i fianchi, fino all’orlo della maglietta. Lentamente, ci infilò le mani, entrando in contatto con la pelle morbida di lei. La sentì fremere sotto di sé, mentre percorreva il tragitto al contrario, arrivando fino ai seni.
-Interrompiamo?-
Paddy e Tart si erano materializzati accanto a loro e li guardavano, la prima incuriosita e il secondo divertito.
-Tart. Paddy. Avete tre secondi per sparire prima che vi uccida.-
E, per rendere ancora più efficace questa minaccia, Pai estrasse la sua arma.
-Va bene, va bene. Andiamo, Paddy, qui fanno le cosacce da adulti.- disse e sparì prima che suo fratello avesse il tempo di reagire.
-Comincio a capire perché si dovrebbe entrare dalla porta.- disse Pai tra i denti.
Sotto di lui, Lory era diventata un peperone, con tanto di fumo che le usciva dalla testa. Di solito l’avrebbe trovata tenera, ma in quel momento avrebbe voluto qualcos’altro, qualcosa di meno tenero e più sensuale ed eccitante. Come era stato prima che i due marmocchi li interrompessero.
Riprendere sarebbe stato inutile, poiché sentirono il motore della macchina farsi sempre più vicino, inoltre sulla porta comparvero Kish e Strawberry. Pai si premurò subito di informarli che quella non era la loro stanza, ma quando se ne andarono entrambi con un semplice okay, capì che qualcosa non andava. Aveva appena dato a Kish materiale sufficiente per imbarazzarlo e stuzzicarlo per almeno un paio d’anni, eppure non aveva detto niente. Neanche uno sguardo malizioso o di incoraggiamento, niente.
-Cos’ha Kish?- chiese Lory, che nel frattempo si era ricomposta e aveva indossato di nuovo gli occhiali.
-Non ne ho idea.-
 
Una volta che tutti si furono sistemati, Ryan li riunì nel laboratorio per discutere un piano di difesa, ma si accorse presto che quasi nessuno era veramente concentrato.
-Credevo avessimo chiarito che non siamo venuti qui per fare una vacanza.- disse l’americano, stizzito.
-Però possiamo comunque divertirci un po’.- rispose Tart.
-Naturalmente, ma in questo momento sarebbe utile concentrarci sulle questioni più importanti. Coraggio, fate uno sforzo adesso e poi andiamo tutti a mangiarci una bella torta.- disse Kyle.
La promessa della merenda riuscì più o meno ad ottenere l’attenzione di tutti. L’unica che sembrava avere la testa su un altro pianeta era Strawberry. Non appena erano giunti a destinazione, si era pentita di ciò che aveva detto a Kish. Era arrabbiata e frustrata e si era sfogata su di lui, quando l’unico con cui se la sarebbe dovuta prendere era Mark.
-Perché non posso venire?- le aveva chiesto, -Ti è sempre piaciuto fare delle gite con me.-
-Certo e ne faremo sicuramente altre quest’estate, ma stavolta non è esattamente una vacanza. Ci sarà uno scontro e non voglio che tu sia coinvolto.- gli aveva spiegato lei. Non era più il Cavaliere Blu, non poteva fare niente per aiutarla, se non stare lontano dal campo di battaglia.
-Posso aiutarvi comunque. Anche se non ho più i miei poteri, sono ancora in grado di proteggere la mia ragazza.-
Strawberry sorrise e gli prese le mani, -Sei molto dolce, Mark, ma non sopporterei che tu venissi ferito a causa mia. E poi non hai motivo di preoccuparti, ho già chi mi protegge.-
Per lei era implicito che stesse parlando delle sue amiche, dopotutto si erano sempre protette a vicenda, ma Mark interpretò la frase in un altro modo.
-Ah, giusto. C’è Kish.-
Strawberry lo guardò stupita.
-Cosa? Be’, sì, c’è anche lui, ma io stavo parlando delle ragazze.- si difese lei. Anche Kish l’avrebbe protetta, così come avrebbe protetto tutte le altre.
-Strawberry,- le disse, serio, -Dimmi che non c’è niente tra di voi.-
-Che intendi dire?-
Mark tolse le mani da quelle della ragazza.
-Lui ti ha sempre desiderata,- disse, -e dubito che quest’infatuazione sia passata del tutto.-
Strawberry inarcò le sopracciglia. –Mark, cosa stai insinuando?-
-Niente,- rispose subito lui, -So che lui non ti piace, ma non vorrei che tentasse di farti… cose strane. Passate del tempo insieme e…-
-Mark,- lo fermò lei, sperando di aver capito male, -Non starai pensando che io ti tradisca, vero?-
Lui scosse la testa, -No, amore, assolutamente no! So che non mi tradiresti mai, tantomeno con uno così.-
Uno così? Come poteva parlare in quel modo? Kish avrà anche avuto tanti difetti, ma era una brava persona. Era gentile, protettivo, passionale… Pensare certe cose però non la aiutava.
Si salutarono freddamente, ma Strawberry si ripromise comunque di chiamarlo quella sera per cercare di chiarire la questione. E poi era arrivato Kish.
Già, aveva preferito passare la serata a divertirsi con lui, piuttosto che far pace con il suo ragazzo. Ragazzo che teoricamente amava più di qualsiasi altra cosa. Sospirò. Non era Mark il problema, né Kish, ma lei. Lei che, nonostante sapesse che l’alieno provava ancora qualcosa per lei, lo lasciava entrare nella sua camera. Lei che trovava divertente e piacevole passare del tempo con lui. Lei che, più di una volta, aveva pensato che preferiva stare con lui piuttosto che con Mark.
-Terra chiama Strawberry!-
La voce di Mina la distolse dai suoi pensieri. Alzò la testa e vide tutti gli sguardi puntati su di lei.
-Ti prego, dimmi che hai ascoltato quello che abbiamo detto.- disse Ryan, passandosi una mano sulla faccia, preoccupato all’idea di dover ripetere tutto da capo.
-S-Sì, certo.- mentì lei.
-Quindi sei d’accordo anche tu?- intervenne Pam.
Lei annuì e, per sua fortuna, Kyle dichiarò che era il momento di mangiare quella famosa torta.
Mentre tutti si dirigevano al piano di sopra, Pam la prese in disparte e le raccontò cosa era stato detto alla riunione. Non avevano elaborato un vero e proprio piano, ma semplicemente avevano dato delle idee di fondo su come avrebbero potuto agire. Strawberry ascoltò attentamente stavolta, ma fu comunque d’accordo con ciò che era stato proposto.
-Va bene, ho capito.- disse, arrossendo per l’imbarazzo, -Grazie, Pam. Mi dispiace molto.-
La ragazza la rassicurò. –Non preoccuparti. Avevi un’aria strana già al tuo arrivo. Posso chiedere cosa è successo?-
Strawberry prese a tormentarsi le mani. –Ecco… Ho litigato con Mark. E anche con Kish.- Pam non disse niente, così lei continuò, -Mark crede che lo tradisca con lui. E Kish…-
Kish l’ho trattato male e basta.
-Tu ami Mark?- le chiese.
Strawberry la guardò sorpresa. Se amava il suo ragazzo? C’era bisogno di chiederlo? La risposta però non le uscì di getto come avrebbe dovuto.
-Sì.- disse semplicemente.
-Per Kish, invece, cosa provi?- continuò Pam.
Perché stavano avendo una conversazione simile?
-Be’, Kish è… un alleato. Mi sta simpatico.- rispose. Non aveva detto neanche la metà delle cose che le passavano in mente quando pensava a lui.
-Certo, ma anche Pai e Tart lo sono.-
-Sì, sì, ma loro…-
Loro non mi hanno mai baciata. Non mi hanno mai amata. Non mi hanno mai protetta a costo della loro vita. Loro non mi hanno mai fatto dubitare dei miei sentimenti per Mark.
La vista cominciò ad appannarsi e Strawberry scoppiò a piangere.
-Io… Io non lo so! Ho sempre amato Mark, eppure… Oddio, ho fatto un casino enorme. Kish mi odierà!-
Pam le accarezzò le spalle, cercando di consolarla.
-Per esperienza, credo di poterti dire che Kish non è in grado di odiarti, almeno non per troppo tempo.- le sollevò il volto, asciugandole le lacrime con i polpastrelli, -Sei ancora in tempo. Chiedigli scusa e fai chiarezza sui tuoi sentimenti. Sarete tutti più felici una volta che l’avrai fatto.-
Strawberry si passò il dorso della mano sugli occhi, eliminando gli ultimi residui di lacrime, e le sorrise.
-Grazie, Pam.-
Raggiunsero gli altri e, con grande disappunto, videro che la torta era finita.
-Aspettate,- Mina le raggiunse con due fette di torta in mano, -Ecco, Pam, te ne ho tenuta da parte un po’. Tart e Paddy se la sarebbero finita da soli.-
Pam prese il piatto e la ringraziò, dandole un bacio in fronte.
-E… E questa è per te, Strawberry. Kish è riuscito a fartene avere un pezzo.-
Lei e Pam si scambiarono uno sguardo d’intesa, e la più grande le fece cenno di andare a cercarlo. Strawberry si guardò intorno e vide che Kish era sul lato opposto della stanza insieme a Pai.
-Sai, dicono che le ragazze timide a letto siano le più inibite. Me lo confermi?-
Se glielo avesse chiesto appena li aveva visti, Pai lo avrebbe preso a pugni, ma questo commento era arrivato molto in ritardo per gli standard di Kish.
-Che avevi prima?-
Kish sbattè le palpebre. –Che intendi?-
-Non hai fatto nessun commento quando ci hai visti insieme.-
L’alieno dai capelli verdi ridacchiò, -Avrei voluto farlo, ma la pesciolina era già andata in iperventilazione e non volevo peggiorare le cose. Allora, com’è a letto?-
Pai stavolta gli diede un calcio nello stinco, -Non sono affari tuoi!-
Kish si massaggiò la gamba. –Ehi, era solo una curiosità!-
-Ciao.-
Si voltarono entrambi verso Strawberry e Pai ne approfittò per capire se era successo qualcosa tra di loro. Kish però la saluto cordialmente.
-Ciao. Ti piace la torta?-
Lei annuì. –Sì. Ehm, grazie per avermela tenuta da parte.-
-Figurati,- rispose lui, agitando la mano, -Se non avessi tenuto fermi i due marmocchi, non l’avrebbe assaggiata nessuno. A proposito di quei due,- disse, tornando a rivolgersi a Pai, -Prima li abbiamo interrotti in un momento passionale*.-
Ridacchiò e Pai sorrise soddisfatto. Il karma esisteva davvero.
Quel clima di pace e allegria fu brutalmente interrotto dalle esclamazioni di Mash, seguite da un’esplosione fuori dalla casa.

 
 
 
 
 
 

 
 
*Per inciso, si tratta di un bacio. Sono ancora troppo piccoli per fare altro XD

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Vento Tagliente ***


Corsero in spiaggia e si trovarono di fronte ad un grande falò.
-Ovviamente, perché usare l’acqua quando sei al mare?- si lamentò Kish.
-Ci penso io.-
Mewlory colpì il fuoco con un grande getto d’acqua, spegnendolo.
-Ehi, è stato facile.- esclamò Mewpaddy, ma non poteva essere stato così semplice. Tuttavia, non vedevano né Yotsu né Rei e non sembravano esserci altre minacce intorno a loro.
-Forse è scoppiato per caso.- azzardò Mewberry.
-Ne dubito. Restate in guardia.-
Pai si alzò in volo per avere una visuale migliore. La spiaggia era deserta e tutto sembrava tranquillo. Troppo tranquillo.
Il cielo si ricoprì improvvisamente di nuvole scure e tutti capirono che gli Xunos erano arrivati.
-Attenti!-
Delle saette esplosero da quelle nuvole, scagliandosi verso le Mew Mew e gli alieni.
-Pai, torna qui.-
Eressero una barriera con i loro poteri per difendersi. La pioggia di fulmini cessò presto, ma il sole non ricomparve.
-Buongiorno.- Yotsu era in riva al mare e li stava salutando con la mano, -Vi state godendo il soggiorno?-
-Lo stavamo facendo, prima che arrivassi tu!- esclamò Mewmina.
Lui rise ed estrasse la sua spada.
-Nah, secondo me adesso vi divertite di più.-
Lanciò un attacco verso di loro, costringendoli a dividersi, e ne approfittò per scagliarsi contro Kish. Lui parò il colpo con i suoi sai e sfruttò quella vicinanza per capire se aveva con sé uno di quei ciondoli.
-Speri di fregarmi di nuovo, per caso?- lo schernì Yotsu.
-Sì. L’ultima volta è stato molto divertente, ma forse sei meno stupido di quello che sembri.- rise Kish.
Yotsu non si scompose, -Tu invece sembri un debole e lo sei davvero.-
Da sotto il mantello comparve un altro pugnale che mirò al ventre di Kish. Lui riuscì ad allontanarsi in tempo, guadagnandosi solo un graffio. Le mani di Yotsu erano entrambe sulla spada e non credeva che ne avesse una terza. Lui rise, notando l’espressione stupita del suo avversario.
-Ehi, credevo che aveste capito come funzionano i Powers.- disse.
No, quella era la dimostrazione che non avevano capito praticamente niente. Non c’era acqua né fuoco intorno a loro, ma solo aria, e questo voleva dire che non solo potevano attaccarli direttamente con quella, ma poteva anche essere usata per manovrare armi e altri oggetti a piacimento. L’unica cosa positiva era che adesso sapevano per certo che Yotsu aveva il ciondolo dell’aria con sé.
-Mpf, certo che devi essere piuttosto debolino se hai bisogno di far combattere il vento al posto tuo,- commentò Kish, sperando di fargli perdere la calma. Yotsu però non si scompose.
-Contro di te posso vincere anche a mani nude,- rispose, -ma converrai anche tu che uno contro otto è uno scontro piuttosto impari. Questi mi servono per loro.-
Attorno a lui comparvero altri pugnali che si diressero verso le Mew Mew e i suoi fratelli. Non ebbe tempo di vedere che cosa stessero facendo perché Yotsu gli fu di nuovo addosso. Kish sorrise. Bene, se era un duello quello che voleva, glielo avrebbe dato volentieri.
Intanto, gli altri si stavano difendendo dall’attacco di Yotsu. Aveva usato sette pugnali, ognuno dei quali aveva un obiettivo preciso.
-Assurdo, non ci sta nemmeno guardando!- esclamò Mewpaddy. Forse avevano sottovalutato il potere dei Powers.
I pugnali si muovevano velocemente e nessuno di loro aveva modo di distruggerli. L’unica cosa che potevano fare era evitare di essere colpiti.
-Così non la finiremo mai.- disse Pai, -Venite tutti qui.-
Si riunirono in cerchio intorno a lui. Come aveva previsto, i pugnali si raggrupparono e si scagliarono verso di loro tutti insieme.
-Mewpaddy, usa il tuo attacco!-
Il budino di Paddy li fermò a mezz’aria. Mewberry ne approfittò per distruggerli in un colpo solo.
-Bel lavoro.- lei e Mewpaddy si diedero il cinque.
-Può controllare l’aria a suo piacimento.- disse Mewmina, -Non credevo che potesse manipolarla in questo modo.-
-Già, è peggio di quanto pensassimo.-
-Non durerà ancora molto, però.- disse Pai, -Andiamo ad aiutare Kish e prendiamo quel ciondolo.-
Kish e Yotsu avevano portato il loro combattimento nell’entroterra. Erano riusciti a provocarsi lievi ferite a vicenda, ma Kish sapeva che se lo scontro fosse durato troppo, avrebbe perso.
-Fiocco d’energia.-
La fune di Mewpam si chiuse attorno a Yotsu, legandolo con le braccia strette al corpo.
-Guarda un po’, siete ancora vivi.-
-Già. Kish, prendigli il ciondolo.-
Kish si avvicinò a lui e infilò la mano nella tasca del mantello. Prima aveva visto una luce provenire da lì e infatti si ritrovò tra le mani il secondo Power. Lo mise davanti agli occhi di Yotsu e lo distrusse come aveva già fatto con il primo.
-Forse sei davvero uno stupido.- gli disse.
Yotsu non reagì.
-Oh, vedo che sei davvero sconvolto,- continuò Kish, -Mi dispiace, pensavi di riuscire a sconfiggerci una volta per tutte?-
-No.- rispose, -Sapevo che lo avrei fatto.-
Kish sentì una fitta di dolore al ventre, non del tutto sconosciuta. Anche gli altri gridarono di dolore.
Yotsu si liberò dalla corda e rise di gusto, alzandosi in volo.
-Credevate davvero che ci saremmo lasciati battere un’altra volta?-
Rei era sopra di loro e teneva in mano quello che doveva essere il vero ciondolo dell’aria. Li avevano fregati.
-Kish!-
Mewberry corse verso di lui. Era ferita al braccio, ma non era in pericolo.
-Kish, come ti senti?-
L’alieno era stato trafitto allo stomaco, ma la ferita non era molto profonda. Se la sarebbe potuta cavare.
-Sono stato anche peggio.- disse, cercando di alleggerire la tensione.
-Voi!- esclamò la ragazza, -Come avete osato fare questo? La pagherete.-
Estrasse la sua arma e si preparò ad attaccare.
-Strawberry, sta giù!-
Kish la buttò a terra. La Mew Mew lo guardò interrogativa, ma Rei rispose al posto suo.
-Che sbadato!- disse, -L’ho lasciato in bella vista.-
Prese una scatolina nera e vi inserì dentro il Power, riponendola poi nella sua tasca.
Il ciondolo si era illuminato e, anche se Kish non aveva visto niente, aveva immaginato che le lame d’aria avrebbero colpito Mewberry. Anche se l’aveva protetta questa volta, adesso erano davvero nei guai.
-Grazie,- gli disse lei.
-Che facciamo? Non c’è un modo per capire se e quando attaccheranno?- chiese Mewpaddy.
Gli altri li avevano raggiunti e Kish constatò che erano lui, Pai e Mewpam quelli messi peggio.
-Stavolta inoltre il ciondolo è in mano di Rei.- disse Mewmina.
La situazione era davvero critica.
-Finiamola qui, che ne dite?-
Le Mew Mew eressero istintivamente una barriera intorno a loro. Sentirono qualcosa infrangersi contro di essa, ma non videro niente.
-Vediamo quanto resistono.-
I colpi continuarono per alcuni minuti. Si erano uniti anche Pai e Tart nel tenere in piedi lo scudo, ma presto la loro energia si sarebbe esaurita e per loro sarebbe stata la fine.
-Non possiamo continuare così.-
Prima che chiunque potesse reagire, Kish era di fronte a Rei e gli aveva conficcato uno dei suoi sai nel petto. Era stato un gesto talmente improvviso che né lui né Yotsu erano riusciti a reagire. Kish, però, non perse tempo. Prese la scatola nera e la lanciò verso i suoi compagni.
-Distruggetelo!-
Yotsu si riprese e si scagliò verso il ciondolo.
-Elettro siluro!-
Il fulmine di Pai colpì la scatola, distruggendola insieme al suo contenuto.
-No!-
Kish ridacchiò osservando la scena. Ce l’avevano fatta un’altra volta.
-Non dovresti distrarti.-
Rei aveva estratto la sua spada e aveva trafitto Kish, seguendo la ferita già lasciata da Yotsu. Kish sentì una fitta di dolore invadergli tutto il corpo. Guardò la mano che impugnava il sai, il quale era ancora conficcato nel corpo di Rei. Si trovava all’altezza del cuore, eppure lui sembrava non risentirne affatto.
-Come…?-
Rei gli sorrise, beffardo.
-Non muoio così facilmente.-
Estrasse la lama e colpì Kish con un’onda di energia, scagliandolo a terra.
-KISH!!-
Tutti i presenti avevano assistito alla scena inorriditi. L’unico che aveva ritrovato il buon umore era Yotsu.
Kish era andato a sbattere contro degli scogli, peggiorando la sua già precaria situazione. Perdeva sangue dall’addome e sentiva che le forze gli stavano venendo meno. Cercò di mettersi seduto, ma ogni minimo movimento gli provocava fitte di dolore lancinanti.
-Intanto facciamone fuori uno.-
Yotsu sfoderò la sua spada, dalla quale uscì un getto di luce diretto verso Kish. L’alieno non aveva la forza di muoversi, tantomeno di smaterializzarsi. Chiuse gli occhi, preparandosi a morire per la seconda volta.
-No!-
La voce di Mewberry lo fece tornare alla realtà, ma quello che vide non gli piacque per niente. La ragazza stava correndo verso di lui, proprio mentre Yotsu scagliava il suo attacco.
-Strawberry… Va’ via! Ucciderà anche te!-
Quando lei gli fu più vicina, Kish si accorse che il suo corpo era illuminato di una luce blu. Doveva esserci dell’Acqua Mew vicino a loro. Comunque, non ebbe tempo di pensare ad altro perché Strawberry si frappose tra lui e Yotsu e si chinò a dargli un bacio.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3827948