Pokémon Ranger:Ombre su Almia

di Khailea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57 ***
Capitolo 58: *** Capitolo 58 ***
Capitolo 59: *** Capitolo 59 ***
Capitolo 60: *** Capitolo 60 ***
Capitolo 61: *** Capitolo 61 ***
Capitolo 62: *** Capitolo 62 ***
Capitolo 63: *** Capitolo 63 ***
Capitolo 64: *** Capitolo 64 ***
Capitolo 65: *** Capitolo 65 ***
Capitolo 66: *** Capitolo 66 ***
Capitolo 67: *** Capitolo 67 ***
Capitolo 68: *** Capitolo 68 ***
Capitolo 69: *** Capitolo 69 ***
Capitolo 70: *** Capitolo 70 ***
Capitolo 71: *** Capitolo 71 ***
Capitolo 72: *** Capitolo 72 ***
Capitolo 73: *** Capitolo 73 ***
Capitolo 74: *** Dopo-storia ***
Capitolo 75: *** Dopo-storia 1 ***
Capitolo 76: *** Dopo-storia 2 ***
Capitolo 77: *** Dopo-storia 3 ***
Capitolo 78: *** Dopo-storia 4 ***
Capitolo 79: *** Dopo-storia 5 ***
Capitolo 80: *** Dopo-storia 6 finale ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Sei un ragazzo o una ragazza?
Una voce maschile interruppe il silenzio creatosi nella stanza, l'altra figura assieme a lui lo guardò per qualche istante prima di rispondere.
-Sono...una ragazza.-
-Sei una ragazza?-
Il viso di lei si contrasse leggermente, forse non era la persona più femminile del mondo ma non le sembrava fosse così facile confonderla con un maschio.
Teneva sempre i propri capelli castani acconciati in due codini, nonostante non fossero molto lunghi ed in certe occasioni ricordassero la forma di una stella la cosa non le aveva mai dato fastidio.
Teneva poi una corta frangetta che le arrivava poco sopra gli occhi marroni, ai lati il viso teneva poi due sottili ciocche di capelli.
Indossava dei corti pantaloncini blu, una maglia e dei guanti senza dita dello stesso colore, degli scarponi marroni che le arrivavano fino al ginocchio, una cravatta gialla ed una giacca verde, forse quel colore contribuiva a renderla ancor più pallida ma aveva cercato di non darvi peso.
-Si...-
Rispose infine con una leggera tristezza. Improvvisamente il luogo in cui si trovava cambiò impercettibilmente, si era infatti formata una specie di rete virtuale azzurra tutto attorno a lei che delimitava quello che sembrava un piccolo spazio all'interno del quale era presente un Pikachu.
Un Pokémon di tipo elettro dalle fattezze di un piccolo roditore dalla pelliccia gialla e dalle lunghe orecchie con le punte nere, decisamente amato dalle persone. Sul dorso sono presenti tre strisce marroni. La sua coda è grande quanto lui ed ha la forma di un fulmine, ma ciò che lo rende assolutamente adorabile sono le sue guance rosse.
-Disegna degli anelli intorno a Pikachu per catturarlo!-
Dopo un breve momento di confusione la ragazza guardò prima il Pokémon dopo di che lo Styler che aveva sul palmo della mano un particolare bracciale che nel momento in cui veniva sganciato dal polso modificava il proprio aspetto. S'ingrandiva notevolmente permettendo così di venir impugnato, sulla parte superiore c'era un piccolo display verde, presente anche quando era un semplice bracciale con schermo, sopra cui si poteva vedere una mappa stilizzata del luogo nel quale ci si trovava, sotto a questo una serie di tasti erano adibiti per varie funzioni, sulla punta infine premendo un dato pulsante si faceva comparire un raggio di luce azzurra.
Non perse tempo a fare ciò che la voce aveva detto.
Usarlo non era molto complicato, doveva solamente individuare il Pokémon e tracciare attorno ad esso una serie di cerchi, tuttavia nonostante la presupposta semplicità di questo la prima volta che tentò di fare una traccia perse subito il controllo e la linea azzurra svanì.
Corrugando la fronte tentò poi una seconda volta e continuò a girare il polso fino a quando non vide che attorno al Pikachu si stavano creando alcune scintille, grazie a questo dettaglio capì subito che stava per attaccare così si fermò pochi secondi prima che questo le lanciasse contro un fulmine.
Ormai però era fatta, bastò un ultimo giro per far sì che l'esserino si fermasse e venisse avvolto da una sfera rosa prima di svanire.
-Ok, perfetto. Ottimo lavoro.-
Un forte senso di soddisfazione si palesò sul suo viso sotto forma di un sorriso, la rete svanì pochi attimi dopo ed il Pokémon era nuovamente davanti a lei, stavolta però non c'era alcuna necessità di lottare.
Il Pokémon si mosse poi velocemente andando alle spalle della ragazza e sistemandosi vicino all'uomo che le aveva detto di catturarlo.
Buona parte del suo viso era coperta da un cappello verde acqua che lasciava vedere solamente alcune ciocche dei capelli marroni. Portava poi una semplice maglia azzurra dal colletto rosso e dalle maniche bianche ed un paio di pantaloni blu.
-Eheheh...-
Dopo la strana risatina dell'uomo la ragazza si guardò attorno, la stanza nella quale si trovava non era molto grande, il pavimento era formato da piccole tavolozze di legno ed al centro di tutto era disegnata la figura blu di un vortice racchiusa dentro uno scudo.
Nella parete alle spalle dell'uomo erano presenti vari macchinari di ferro che emettevano numerose luci, in mezzo a questi poi c'erano due schermi. Il primo aveva al centro una sfera gialla che veniva avvolta da un cerchio, nel secondo invece la stessa sfera gialla era solo ad un lato mentre a quello opposto era presente un quadrato grigio, le due forme erano unite attraverso una linea tratteggiata.
-Il mio nome è Catturio. Da ora, fai parte del nostro esercito segreto, l'imperscrutabile Team Accademia. Come segno di appartenenza, ti conferisco lo Styler accademico che hai appena usato. Insieme, domineremo il mondo!
-Oh!Ma insomma, professor Catturio!-
In un primo momento la ragazza era decisamente intontita da quel discorso, tanto che non riuscì a dir nulla, quando però sentì una rimproverante voce femminile si riscosse.
La voce apparteneva ad una splendida donna dai lunghi capelli castano chiaro e dagli occhi color nocciola, indossava una camicetta verde ed una lunga gonna bianca.
Nonostante la bellezza sembrava decisamente arrabbiata.
-La prego di non spaventare i miei studenti con le sue sceneggiate.-
-Ahahah, va bene, scusate, scusate. Non ho saputo resistere alla tentazione.-
Alla risata di lui anche la ragazza avrebbe voluto ridere, se non perché trovava quella scena buffa almeno per cortesia, ma non vi riuscì.
-Ahem...Congratulazioni!Hai superato brillantemente la prova d'ingresso dell'Accademia dei Ranger!La tua è stata davvero un'ottima cattura!-
In verità lei non riteneva che ciò fosse vero, ma era comunque felice del risultato.
-Ancora complimenti!Da oggi farai parte dell'Accademia dei Ranger!Io sono la professoressa Anna. Sarò la tua insegnante. Piacere di conoscerti. I tuoi nuovi compagni ti stanno aspettando. Vieni, ti presento a tutta la classe.-
-La ringrazio.-
Con un nuovo sorriso sul volto la ragazza seguì l'insegnante fuori da quella stanza, pochi attimi prima d'uscire però sentirono la voce del professor Catturio.
-Goditi la tua vita da studente!-
Dopo aver superato la porta la ragazza non ebbe molto tempo di guardarsi intorno anche se non fu così difficile notare il gigantesco giardino della scuola e l'imponenza della struttura stessa. Davanti all'entrata di questa c'era un piccolo sentiero che andava verso il centro del giardino circondando poi lo stesso simbolo che era presente nella precedente stanza.
Il suono della campana posta sul tetto rosso dell'edificio la riportò alla realtà ed entrò assieme all'insegnante.
Presto arrivate all'aula di quest'ultima, non ci sono molti banchi ma solamente uno di questi è ancora vuoto. Sia i pavimenti che le pareti sono composte da tavole di legno.
Alle spalle della cattedra della professoressa Anna c'è poi una grande lavagna completamente pulita.
-Mi spiace avervi fatto aspettare, ragazzi. Buongiorno a tutti!-
-Buongiorno professoressa!-
-Come vi ho anticipato ieri, abbiamo qui un nuovo membro della classe.-
Tutti i tuoi nuovi compagni si guardano l'un l'altro sorpresi ed incuriositi
-E' un ragazzo?O una ragazza?Chi è?Chi è?-
Chiede un ragazzo dai capelli tendenti al grigio, come tutti indossa una divisa simile a quella della nuova arrivata, fatta eccezione per i pantaloni blu.
In verità a quella domanda non aveva molto piacere di rispondere.
-E' un tipo divertente?Simpatico?Assomiglia a qualcuno di famoso?-
Stavolta a parlare è una ragazza dai corti capelli castani, l'altra ancora dietro la porta si rigirò le maniche della giacca tra le mani sperando di poter fare una buona impressione. Solitamente era un tipo timido e se qualcuno aveva delle aspettative su di lei temeva spesso di dar solo delusioni.
Soprattutto se pensavano potesse sembrare qualcuno di famoso, anche se il suo viso era piuttosto comune...forse troppo...si sfiorò leggermente la guancia cercando ancora una volta di non pensarci.
-Va bene, ora basta domande!E' giunto il momento!Diamo il nostro più caloroso benvenuto!Vieni pure!-
Prendendo un profondo respiro la ragazza superò la porta e con quanta più scioltezza possibile si affiancò alla professoressa. Tutti avevano lo sguardo fisso su di lei e le fu difficile trovare un punto da guardare senza sembrare sciocca.
-Pensate, per diventare un Pokémon Ranger, ha percorso tutta la strada fino ad Almia senza chiedere aiuto a nessuno.-
In effetti era così, fin da bambina amava i Pokémon e quando in televisione parlavano dei Pokémon Ranger sarebbe rimasta ore ad ascoltare le loro eroiche gesta. Non appena compiuta l'età giusta aveva subito deciso di andare nella più prestigiosa scuola di formazione, nonostante fosse un po' lontana per lei. Il viaggio non era stato semplice ma l'aveva fatto nella convinzione potesse fortificarla.
-Ma forse è meglio che ti presenti alla classe di persona. Puoi dirci il tuo nome?-
-Ah si...il mio nome è Rara...cioè volevo dire Sara!-
A causa dell'agitazione le si era incespicata la lingua, il viso presto divenne rosso temendo d'aver già fatto la sua prima figuraccia, di fronte oltretutto a persone che nemmeno conosceva. Nessuno però sembrò badarvi troppo.
-Ti chiami Sara?-
Chiese la professoressa in un sussurro, forse per assicurarsi d'aver capito bene.
-Si.-
-Bene, la nostra amica si chiama Sara. Facciamola sentire la benvenuta!Mi è stato detto che ha ottenuto un ottimo punteggio al nostro test d'ingresso.-
Nuovamente pensò che non fosse esattamente così, il fatto l'avesse detto davanti a tutti non le fece particolarmente piacere ma non lo diede a vedere.
Sperava solamente che nessuno pensasse fosse lì per vantarsi di chissà che.
-Che succede, Alex?Perché sorridi in quel modo?-
La professoressa si stava rivolgendo ad un ragazzo in prima fila, i suoi capelli castano chiari erano decisamente spettinati, guardava Sara con un sorriso che sembrava quasi un misto di sfida o di beffa, la ragazza temette poteva dipendere sia dalla faccenda del test che dallo sbaglio del nome ed iniziò a sentirsi inquieta. Non voleva nemmeno fissare troppo gli occhi neri dell'altro.
-Comunque, sarebbe meglio se ti facessimo sedere da qualche parte, vero Sara?-
-Si grazie.-
-Puoi prendere il posto vicino ad Alex.-
Proprio il posto che avrebbe preferito per ultimo, sospirando il più leggermente possibile andò a sedersi sperando che l'altro non iniziasse a dire qualcosa che la mettesse in imbarazzo.
Era così strano trovarsi lì, era in un certo senso un'estranea visto che le lezioni erano già cominciate da qualche giorno, quindi tutti probabilmente avevano già fatto amicizia tra loro.
Lei purtroppo a causa del viaggio non aveva fatto in tempo ma almeno questo non le aveva impedito d'iscriversi.
-Perfetto. Credo che abbiamo finito con le presentazioni!Ora fai parte ufficialmente della mia classe!-
-Grazie.-
Rispose Sara con un sincero sorriso guardando la donna.
-Coraggio, ragazzi...dovete realizzare il vostro sogno!Diventare Ranger, Assistenti o Meccanici!-
-Sìììììì!-
Tutti, anche la nuova arrivata, parteciparono a quel coro, Sara sentì un forte calore nel petto ed una grande emozione per l'inizio di quella nuova avventura.
Ce l'avrebbe fatta, avrebbe realizzato il suo sogno!
Quasi le vennero i brividi dall'emozione e parte dell'agitazione era sfumata.
-Bene!Per oggi cambieremo il nostro solito programma di lezioni. oggi sarà una giornata di studio libero!Studierete per conto vostro!-
Per quanto fosse entusiasta di iniziare era anche felice di potersi prima ambientare in quella nuova scuola, l'insegnante nel frattempo le si avvicinò con un caloroso sorriso.
-Ma prima di andarmene, devo spiegarti ancora qualcosa, Sara. Si tratta dello Styler accademico che hai ricevuto prima del test d'ingresso. E' una versione semplificata dello Styler di cattura ufficiale di un Ranger. In parole povere lo Styler è uno strumento per catturare e farsi amici i Pokémon. Quando un Ranger traccia degli anelli attorno a un Pokémon, lo Styler è in grado di veicolare i sentimenti di amicizia del Ranger verso il Pokémon. Quando tutta la carica di amicizia del Ranger viene trasferita, il Pokémon è catturato.-
Con un gesto della mano la professoressa le fece il gesto d'alzarsi, dopo di che si rivolse al resto della classe.
-Tutti quanti dovreste stare attenti. Prendetelo come un ripasso generale.-
Riprese poi a rivolgersi solamente a Sara, indicandole lo Styler legato al polso.
-Per aprire il menu tocca l'icona in basso a destra.-
Appena fatto come indicato lo Styler si aprì in due e comparve l'ologramma di un display a quadri verdi divisi in due parti, in quella superiore c'era prima di tutto un rettangolo bianco con il suo nome al centro, sotto questo a destra era presente una sua immagine intera ed alla sinistra di questa una casella piena di quadri con sopra scritto "Grado del Ranger", sotto a questa c'era poi una barra recante "Livello dello Styler, anche se in quel momento era ancora a 01. Sotto a questa infine c'erano due rettangoli grigi, quello a sinistra aveva su scritto Missione, a destra Incarico.
La parte inferiore dello Styler invece era pieno di riquadri e funzioni, quali:Styler, Libera, Navigatore, Missione, Mappa, Incarichi, Opzioni, Glossario, Sospendi.
-Lo schermo superiore mostra il tuo stato e livello del tuo Styler. Lo schermo inferiore, invece, mostra il menu dello Styler di cattura. Il menu dello Styler dispone di molte funzioni utili. Dovresti provarle tutte e verificare di persona...per piacere, Alex!-
L'improvviso urlo della donna fece sobbalzare leggermente la ragazza, che non ebbe il coraggio di voltarsi per evitare di ricevere un rimprovero.
-Smettila di sbadigliare con la bocca spalancata in quel modo.-
Come poteva qualcuno annoiarsi in lezioni simili?
Storcendo leggermente il naso cercò di non pensarci, quel ragazzo le sembrò veramente un maleducato. Cercò di assumere un tono normale quando la professoressa tornò a parlarle.
-E ora vediamo, l'icona in basso a sinistra sullo Styler. Si tratta dell'icona Cambia Schermo. Serve per cambiare il contenuto dello schermo superiore nello Styler.-
Cliccando il tasto a sinistra il display che mostrava la mappa venne sostituito da alcune caselle con su scritto "Pokemon amici".
-Puoi passare dalla modalità Mappa alla modalità Pokémon Amici. Sono entrambi utili. Imposta la modalità che usi di più. Oh dimenticavo!Una cosa piuttosto importante!Come studente dell'Accademia dei Ranger puoi avere con te fino a tre Pokémon. Se ne catturi un quarto, dovrai per forza liberarne uno. "Liberare"significa che lo lasci andare via!Se c'è qualcosa che non ti è chiaro, controlla nel tuo Glossario.-
C'erano molte più impostazioni di quante si aspettasse, ma non era un problema, avrebbe fatto del proprio meglio per imparare.
-Alla fine abbiamo fatto lezione comunque. Ti sembra troppo per il primo giorno?-
-No assolutamente.-
-All'inizio sembra difficile, ma basta provare di persona per capire come funziona tutto. Infondo, niente supera l'esperienza. Devi solo provare.-
-Sì, la ringrazio professoressa.-
Forse aveva usato un tono un po' troppo serioso, ma non importava vista la gioia che sentiva.
-Glenda, potresti far fare a Sara un giro per l'Accademia, per favore?-
La professoressa si era rivolta ad una ragazza dai biondi capelli pieni di boccoli, con due splendidi occhi azzurri ed un paio di lentiggini sul viso.
-Ma certamente!-
Dalla voce sembrava una persona decisamente allegra e piena d'energia, non fu difficile per la ragazza trovarla simpatica.
-Splendido!Allora adesso vi lascio. Potrete trovarmi nella sala insegnanti.-
Così dicendo la donna uscì dalla classe lasciando tutti gli studenti soli, tutti subito si avvicinarono a Sara.
-Ehi tu...mi sono dimenticato come ti chiami...Senti, ma quanto ci hai messo a catturare Pikachu?Tipo un'ora?-
A parlare era stato Alex, la ragazza non capì il perché di quei modi d'arrogante ma era già pronta a rispondergli quando Glenda la precedette.
-Alex è solo uno sbruffone. Faresti meglio ad ignorarlo.-
-Capisco...grazie Glenda.-
-Figurati, ascolta me, invece. Io non sono qui per diventare un Ranger. Voglio diventare un'Assistente. Sai perché?-
-Mmh...perché ti piace l'idea di poter aiutare chi magari ha bisogno?-
Chiese Sara con un sorriso timido, da ciò che sapeva gli Assistenti erano un grande sostegno per i Ranger, anche se non si era mai soffermata troppo a capire ciò che facevano di preciso.
-In parte, ma soprattutto perché così, quando Alex diventerà Ranger, lui dovrà fare tutto quello che gli dirò!-
Quell'ultima frase si concluse con una linguaccia rivolta verso Alex, che guardò la compagna con fare imrbonciato.
-Ah ah!Sto scherzando!Bene, lascia che ti porti a fare un giro dell'Accademia. Intanto ti mostro la nostra classe. Hai già incontrato la nostra insegnante, la professoressa Anna. E' davvero gentile, ma attenzione a non farla arrabbiare!C'è un'altra classe accanto alla nostra. L'insegnante lì è il professor Vanesio. E' molto rigido e severo!"Non si corre per i corridoi!" è la sua frase preferita.-
A giudicare da com'era si doveva sentire decisamente fortunata per esser invece nella classe della professoressa Anna, anche se infondo la cosa più importante era imparare a diventare Ranger.
Glenda le indicò poi un computer dallo schermo blu che volava grazie ad alcune eliche sulla testa.
-Quella cosa che vedi fluttuare là a mezz'aria si chiama Punto salvataggio. Si tratta di una macchina che salva tutti i tuoi progressi come Ranger, in caso lo Styler si rompesse potrai recuperare ogni cosa da lì. Oltre a qui, puoi trovare Punti salvataggio anche nelle città e nelle foreste. Quando ne trovi uno, ti conviene usarlo!Ok, proseguiamo!Esploriamo l'edificio dell'Accademia!-
-Grazie Glenda.-
-Ma figurati, Assistenti e Ranger devono sostenersi a vicenda. Dovresti andare a conoscere anche gli altri. Coraggio!-
Annuendo la ragazza si avvicinò per prima ad una ragazza dai capelli arancioni agghindati con dei fermacapelli gialli.
-Ciao, mi chiamo Sara, molto piacere.-
-Ciao!Io sono Allegra piacere mio!E' vero che hai viaggiato fino ad Almia senza nessuno?-
-Beh sì in effetti, non potevamo partire tutti e così sono venuta qui solo io.-
-Davvero impressionante.-
Rispose la ragazza con un sorriso.
Si presentò poi una seconda ragazza dai capelli castani, corti quasi come quelli di un ragazzo.
-L'ambiente qui è tranquillo e rilassato. Da' un'occhiata alla biblioteca e alla sala insegnanti.-
-Certo, grazie del consiglio.-
Rispose la ragazza annuendo.
Un ragazzo in seguito praticamente salì sul banco per riuscire a parlarle da vicino.
-Durante il test d'ingresso, il professor Catturio ti ha fatto la sua solita scenetta?-
-Sì in effetti, all'inizio ero decisamente confusa.-
-Ahah ti capisco, almeno non sei andata avanti fino al suo rito di iniziazione. Diciamo che è un po' per quello che i miei capelli sono sbiaditi. Ma non ce l'ho con lui, mi danno un'aria più matura.-
Sorridendo Sara si rivolse infine verso Alex, sedutosi sulla propria sedia ma tenendo le gambe sul tavolo aveva ascoltato ogni cosa e continuava a fissarla con le labbra leggermente arricciate.
-Sai, se un Top Ranger mi vedesse mentre faccio una cattura, rimarrebbe a bocca aperta.-
-Certo...-
La ragazza non volle dargli troppo peso, anche solo una frase bastava per il momento, almeno per mostrarsi gentile. Iniziò a camminare per la stanza avvicinandosi poi ad una bacheca sistemata accanto alle finestre, uno dei fogli diceva "I vostri sogni possono avverarsi.-Professoressa Anna."
Era veramente una persona piena di energie che riusciva a dare la carica anche solo con una scritta.
Dopo aver letto Sara decise di provare quel Punto salvataggio di cui le aveva parlava Glenda, forse non aveva fatto ancora nulla di particolare ma anche solo provare le sarebbe piaciuto.
C'erano solo due tasti sul computer, sul cui schermo c'era scritto di avvicinare lo Styler.
Dopo averlo fatto comparve la scritta "Vuoi registrare le tue attività sullo Styler?", cliccando il tasto si dovette aspettare solo pochi istanti prima che il caricamento fosse completato.
E così il suo viaggio ebbe ufficialmente inizio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Prima di uscire dalla classe la ragazza si sistemò leggermente i codini che si erano allentati, dopo di che procedendo a passo sicuro e curioso superò la porta assieme a Glenda ritrovandosi nella stanza centrale dell'Accademia.
Il pavimento era formato dalle stesse tavole di legno chiaro nell'altra stanza, ad ogni angolo erano presenti delle alte pianti verdi sistemate dentro dei piccoli vasi, davano un non so che d'armonia al luogo soprattutto quelle poste sotto le bandiere con sopra disegnato il simbolo della struttura, dipinta oltretutto con vernice bianca nel corridoio centrale.
A quel piano c'erano quattro stanze da poter esplorare e ciascuna di esse, inclusa la loro classe, era provvista di almeno due finestre che, se non fossero state chiuse dietro a delle veneziane di legno, avrebbero permesso di vedere gli interni.
C'erano anche due rampe di scale ma almeno per il momento la ragazza preferì controllare la classe più vicina, ovvero la porta alla sua sinistra.
-Wow, è veramente splendido.-
Disse senza smettere di sorridere.
-Già, c'è sempre un'atmosfera speciale tra i corridoi. Spero che il traguardo sia valso la pena del tuo viaggio Sara.-
-Assolutamente.-
Superata la porta si ritrovarono in una stanza identica alla precedente, la differenza maggiore tuttavia si poteva vedere nel professore.
Era un uomo alto e snello, con dei piccoli occhi castani e dei capelli biondi pettinati in modo che fossero rigidamente bloccati in un ciuffo all'insù.
Il viso era sottile e severo, al contrario di quello della professoressa Anna che suscitava una grande simpatia.
-Scusate il disturbo!-
L'allegra voce di Glenda fece si che l'uomo le notasse, era intento a scrivere alla lavagna e quando si fermò lanciò un'occhiataccia alle due.
-Sto portando la nuova matricola a fare un giro dell'Accademia.-
Disse la ragazza senza farsi intimidire, rivolgendosi poi alla compagna.
-Questa è l'altra classe. Quello rivolto verso di noi è il professor Vanesio. Usa un sacco di lacca per far stare i capelli in quella maniera. E' un po' troppo rigido per i miei gusti. Non mi va molto a genio.-
L'ultima parte del discorso era stata detta con un filo di voce ma anche con un leggero sorriso, al quale l'altra rispose allo stesso modo.
-Forse capisco perché...-
La voce del professore interruppe il loro discorso.
-Tu devi essere la nuova matricola dell'altra sezione. C'è una regola che tu rispettassi ed onorassi finché sei all'Accademia. Non si corre per i corridoi. Oh, è c'è un'altra regola: non sospettare mai di nessuno se non hai una prova. Queste due regole sono davvero importanti.-
-Certamente.-
In verità sembrava che solamente la prima gli stesse a cuore, ma non ci fece troppo caso.
Andò poi a presentarsi agli altri studenti della classe, che curiosamente erano decisamente inferiori a quelli della loro professoressa.
-Molto piacere, il mio nome è Sara.-
La prima ragazza a risponderle si trovava in prima fila, i suoi capelli neri erano legati in una coda di cavallo e su tutto il bagno c'erano dei cuori disegnati.
-Il mio nome è proprio "Studentessa" sai?-
-Oh...è...particolare?-
-Ovviamente sto scherzando ahah!-
Il secondo a parlarle fu un ragazzo seduto poco distante da quest'ultima.
-Non farci caso, Celeste fa sempre così. Comunque se sei dell'altra sezione ti consiglio di far attenzione alla professoressa Anna. Ha un caratterino...!-
-Solo se la si fa arrabbiare.-
Rispose Glenda incrociando le braccia.
-Forse, non che noi non possiamo lamentarci infondo.-
-Qualcuno però c'è. Il ragazzo che di solito mi siede a fianco sta studiando in biblioteca.-
Disse un altro ragazzo dai capelli neri, dal tono di voce si capiva che anche lui avrebbe voluto far così.
-Comunque puoi sederti se lo desideri.-
-Grazie ma ora dobbiamo continuare il nostro giro, magari un'altra volta.-
Rispose Sara all'invito, una lezione infondo l'aveva già fatta ma qualcosa le diceva che con il professor Vanesio non sarebbe stata così piacevole o leggera, soprattutto a giudicare dalle scritte sulla lavagna.
Prima d'uscire Sara notò che anche sui volantini attaccati alle bacheche c'era la frase "Non correte per i corridoi.- Prof. Vanesio", doveva essere il suo tormentone.
Appena uscite dalla classe Glenda affrettò leggermente il passo.
-Con tutte quelle raccomandazioni mi viene voglia di correre ahah. Come ti è sembrato comunque?-
-Rigido...e laccato.-
-Non preoccuparti infondo noi abbiamo la signorina Anna.-
-Si ne sono molto felice.-
-Riprendiamo pure il giro, comunque dove vivevi prima?Mi sento un po' sciocca a non avertelo chiesto prima.-
-Dalla regione di Fiore.-
-Oh io non ci sono mai stata.-
-Penso che almeno una volta nella vita sia da vedere. Ci sono delle splendide montagne e l'aria che si respira è assolutamente pulita. Le città poi sono uniche, ci sono Borgovera, Autunnia, Villestate e Invernopoli.-
-Una per ogni stagione insomma, che forte.-
-Si, io vivevo vicino ad Autunnia.-
-Ti manca?-
-Un pochino, ma non per questo ritornerò sui miei passi.-
-Lo credo bene, una scarpinata come quella che hai fatto la si dovrebbe fare solo una volta nella vita ahah.-
Dopo quella piccola chiacchierata le due si spostarono nella classe a sinistra delle scale. Appena entrati si poteva sentire il chiaro odore di polvere ma in qualche modo era piacevole.
Ogni parete della stanza era coperta da scaffali che arrivavano fino al soffitto e ciascuno di loro era pieno di tomi dalle varie misure. Sparse per la stanza c'erano anche alcune scrivanie provviste di morbide sedie dai cuscini verdi ed anche dei lunghi cassettoni, anch'essi pieni di libri.
Le finestre si trovavano al lato sinistro della stanza ed erano praticamente attaccati al soffitto, altra fonte di luce era però data da alcune lampade poste sullo stesso.
Vedere come alcuni riflessi creavano dei giochi di luce aveva quasi l'effetto di rilassarla.
-Questa è la biblioteca, conosciuta anche  come "la stanza da pennichella di Alex".-
-Sul serio?Non sembra uno che si impegna molto a scuola.-
-Non è esattamente così, è pieno di sé e pensa d'aver già imparato tutto ma in effetti è molto bravo. Se fosse meno arrogante però sarebbe sicuramente più piacevole palargli.-
-Capisco, forse l'ho giudicato troppo in fretta.-
-Avrai tutto il tempo per conoscerlo. Comunque, quel tipo in fondo con i capelli a scodella si chiama Leo. E' davvero intelligente. Di solito lo si trova fisso qui in biblioteca. A volte, però, se ne va anche da altre parti.-
Disse Glenda indicandole un ragazzo biondo nascosto in un angolo della stanza, sembrava star fissando i libri con fare tremendamente serio.
Sara lo guardò per qualche secondo prima di muoversi, dall'espressione era come se ci fosse qualcosa che non andava e visto che facevano tutti parte dell'Accademia era giusto aiutarsi a vicenda.
Cercando di sorridere gli si avvicinò picchiettandogli sulla spalla.
-Ciao, io...-
-Mi hai interrotto mentre stavo facendo una moltiplicazione a 8 cifre a mente.-
-C-come scusa?-
-Adesso devo ricominciare il calcolo dall'inizio.-
-Oh scusami, non avevo capito.-
Disse la ragazza dispiaciuta e sorpresa allo stesso tempo, sentì intanto Glenda sussurrarle qualcosa alle spalle.
-Te l'avevo detto che era molto intelligente.-
-Non fa niente, comunque. Il mio nome è Leonardo, ma puoi chiamarmi semplicemente Leo.-
-Molto piacere io sono Sara. Scusami ancora per averti interrotto, è incredibile però che tu riesca a far calcoli simili.-
-Non è così difficile. Sia il mio QI che la mia altezza in centimetri sono 163.-
-Caspita.-
-Studio per diventare uno scienziato. Il professor Vanesio mi ha dato il permesso di studiare da solo senza andare a lezione.-
-Ah capisco, ho conosciuto anche il tuo compagno di banco. In effetti aveva detto che il suo vicino studiava in biblioteca.-
-Si, anche se le lezioni sono molto importanti non voglio deludere la fiducia che il professore ripone in me. Anche tu dovresti leggere qualcosa. O perlomeno potresti dare un'occhiata a quali libri si trovano qui.-
-Lo farò grazie, a presto allora.-
Preferendo non disturbarlo oltre Sara riprese a guardare i dintorni della stanza,  seguendo anche il consiglio di lei anche se la maggior parte delle mensole erano occupate da libri che parlavano dello Styler di cattura, altre sui Pokémon  Ranger, altre ancora sugli Assistenti e sui messaggi vocali.
All'improvviso una goffa voce la interruppe.
-Pensi che sarei un buon Ranger?Io non so se ci sono tagliato. Questo dubbio mi tomenta...-
A parlare era stato un ragazzo dai corti capelli verdi simili ad alghe, aveva numerose lentiggini sul viso in particolare sul naso a patata, inoltre buona parte della sua uniforme era messa al contrario forse per sbadataggine.
-Ecco...mi dispiace ma non ti conosco abbastanza per poterlo dire, tuttavia sono sicura che puoi farcela.-
-Oh scusami!Ero così sovrappensiero che non ho fatto caso a chi parlavo!Il mio nome è Amleto. Mi chiamano "il complessato ragazzo di pastafrolla".-
-Molto piacere io sono Sara, soprannominata "la nuova matricola".-
Rispose la ragazza cercando d'apparire simpatica.
-Ah allora se sei nuova non ti trattengo oltre, grazie però d'avermi risposto così gentilmente.-
-E' stato un piacere, magari allora ci rivedremo in classe.-
-Certo, a presto!-
-Sssh. Abbassate la voce in biblioteca per favore.-
A parlare era stata una ragazza dai capelli arancioni, annuendo Sara e Glenda si mossero con molta calma verso la porta tornando nel corridoio.
-Coraggio, continuiamo il nostro giro.-
L'ultima stanza da visitare era quella a destra delle scale, superandola le due si trovarono in una stanza al cui interno si trovavano ben cinque grandi scrivanie, sparsi lungo le pareti c'erano anche dei giganteschi armadi e scaffali di ferro che sembravano contenere numerosi fascicoli e Styler.
-Questa è la sala insegnanti, tuttavia di solito ci trovi soltanto il preside.-
Disse Glenda indicando una figura anziana dai capelli e dai baffetti grigi, era vestito con un completo marrone ed indossava anche dei grossi occhiali da vista. Dietro di lui c'era una bandiera dell'Accademia.
-Il nostro preside si chiama Delmonte. Sotto quegli occhiali ha sempre uno sguardo che mette allegria. Mi sta proprio simpatico.-
Oltre al preside nella stanza c'era anche la professoressa Anna, che vedendo le studentesse sorrise ad entrambe salutandole.
Avvicinandosi si poteva notare che sulla sua scrivania c'erano una cornice ed un fiore.
-Sto lavorando al programma della prossima lezione all'aperto. Spero vi piacerà.-
-Sicuramente professoressa!-
Rispose Glenda entusiasta, riprendendo a muoversi Sara notò anche altri dettagli riguardanti le altre scrivanie, vicino a quella della professoressa c'erano numerosi fascicoli.
-Che sia la pagella di qualcuno?Dice:"E' bravo ma non si applica".-
Disse Sara incuriosita.
-Potrebbe essere quella di Alex.-
Entrambe ridendo osservarono le due scrivanie dell'altro lato, su una c'era un libro tenuto aperto. Si intitolava "Recitazione per principianti".
-Forse qualcuno aspira a diventare un attore.-
Disse Glenda facendo spallucce, la penultima scrivania non era difficile capire a chi appartenesse, soprattutto grazie ad una nota incompleta con su scritto "Non si corre per i...".
-Ora non sapremo mai dove non potremmo correre...-
Alla battuta della bionda Sara non poté trattenere una risata, quella ragazza era veramente divertente.
L'ultima scrivania, ovvero la più grande, era piena di scartoffie e sopra c'era un libro intitolato "Pc per principianti".
-Oh oh, mi domando come ci sia finito sulla mia scrivania. Tu devi essere Sara, la nuova matricola. Io sono Vercingetorige Delmonte, il preside. Il mio nome è davvero lungo, perciò tutti mi chiamano solo Delmonte. Piacere di conoscerti.-
-Piacere mio.-
-Sembri una ragazza molto sveglia, sono sicuro che otterrai grandi risultati dalla nostra Accademia, ma ricorda, gioca un sacco!Studia un sacco!E cattura un sacco!Spero tu faccia questo per rendere la tua esperienza qui divertente ed appagante.-
-Non ce lo faremo ripetere due volte. Vieni Sara è il momento di vedere il piano superiore.-
Prendendole la mano Glenda a passo svelto uscì dalla classe procedendo verso le scale, prima di salire però Sara si fermò davanti alle rampe.
-Aspetta per di qua cosa c'è?-
Chiese indicando le scale che procedevano verso il piano inferiore.
-Il laboratorio del professor Vanesio è di sotto, ma non possiamo andarci senza permesso.-
-Oh capisco.-
-Non preoccuparti, mi hanno detto che è un posto noiosissimo, forza saliamo.-
Arrivarono così in un secondo corridoio, al limite delle scale c'era un altro Punto di salvataggio ed accanto a questo un grande apparecchio bianco di cui non conosceva esattamente la funzione.
C'erano solamente due porte, quella a sinistra blu, quella a destra rosa, c'erano inoltre tre grossi tavoli e le sedie si distinguevano per gli stessi colori, anche se il tavolo centrale aveva per metà sedie blu mentre per l'altra metà erano rosa.
C'era un unica gigantesca finestra sul soffitto attraverso la quale si poteva godere della vista del cielo azzurro sopra di loro.
-Il dormitorio è su questo piano. Maschi e femmine dormono qui. Non nella stessa stanza, ovviamente. La stanza dei ragazzi è a sinistra. La stanza delle ragazze è a destra. La signor Della, laggiù, si prende cura di noi. E' come una madre per tutti quanti.-
Disse la bionda indicando una donna di circa trent'anni, vestita con un maglione rosso ed una gonna marrone, i capelli castani le arrivavano poco sotto le spalle. A giudicare dal viso sembrava una persona molto gentile e dolce.
-Oh, ciao. Piacere di conoscerti!Mi raccomando!Chiamami "signora Della"!-
La voce della donna era incredibilmente energica, Sara stava per risponderle quando la signora Della la fermò.
-Ah ah!Sto scherzando!Chiamami pure "signorina Della".Oh, è quasi ora di dar da mangiare ai Bidoof, scusate ragazze non posso stare qui a lungo.-
 Dopo ciò Glenda le spiegò anche la funzione dello strano macchinario.
-Quello è un Punto di ricarica. Serve a ricaricare il tuo Styler al massimo.-
-Oh capisco, è molto utile.-
-Si, non c'è un limite a quanto puoi usarlo, anche se ovviamente è un po' inutile se sei già apposto.-
-Cercherò comunque di non doverlo usare troppo spesso, preferirei non rischiare troppo durante le lotte.-
-Sei una persona prudente eh?Nessun problema, l'importante è che tu non ti faccia male infondo.-
-In ogni caso sono sicura ci penseresti tu a dirmi ciò che devo fare per togliermi dai guai ahah.-
Ridendo Sara aveva iniziato ad avvicinarsi alla porta del dormitorio per vedere com'era, ma Glenda la fermò prima che potesse farlo.
-Non possiamo ancora entrare nel dormitorio. La signora Della non ha ancora finito di pulire.-
-Ah allora direi di tornare giù.-
Non appena scesero le scale il suono della campana dell'Accademia arrivò alle orecchie di entrambe.
-Ecco la campanella!Ora possiamo uscire. Non hai ancora visto il giardino vero?-
-Non del tutto in verità.-
-Bene allora, andiamo subito!-
Praticamente correndo entrambe si diressero verso la porta principale, i caldi raggi del sole scaldarono subito la loro pelle non appena misero un piede fuori dall'Accademia.
La struttura si trovava al bordo di una scogliera, circondata da una ringhiera, e così si poteva anche godere della vista del mare, l'odore salato non era troppo invadente e per chi avesse trovato il tempo di sdraiarsi sull'erba sarebbe stato decisamente rilassante. Sara non l'aveva notato prima ma quella giornata era veramente meravigliosa e donava un tocco di vita al mondo che la circondava.
Guardandosi intorno vide che alla destra dell'Accademia c'erano tre rampe di scale, la prima era dall'altra parte del parco e conduceva verso il cancello principale. Anche la seconda portava in una zona inferiore ma non riuscì a vedere dove portasse, la terza invece conduceva in un piccolo spiazzo superiore e davanti alle scale c'erano alcuni grossi scatoloni ed un terreno che era stato appena lavorato.
Glenda però le indicò l'edificio al fianco della struttura.
-Quel piccolo edificio è la sala d'allenamento. Là il professor Catturio ti insegnerà tutto sulle catture. Anche la professoressa Mina si trova lì. Lei insegna a eliminare gli ostacoli.-
-Ah si il professore l'ho conosciuto durante il test d'ingresso. E' un po' bizzarro.-
-Un ottimo attore però. Comunque, quel grande spiazzo laggiù è dove ci esercitiamo nell'Eliminazione dell'ostacolo.-
Continuò indicandole gli scatoloni.
-A proposito...sai già come eliminare gli ostacoli?-
-Ecco...-
Aveva fatto una prova della cattura dei Pokémon ma nulla riguardo all'eliminazione di un ostacolo.
-Dalla tua faccia direi di no. Beh, niente paura!E' per questo che abbiamo la sala d'allenamento. Se per te non è un problema possiamo andarci anche ora.-
-Sicura?Non voglio farti sprecare l'intervallo.-
-Nah, tanto non ho nulla da fare.-
-Va bene, grazie allora.-
Sperando non ci fosse un altra scena simile a quella precedente Sara fu la prima ad aprire la porta ritrovandosi così nella sala per gli allenamenti. Nella stanza c'erano entrambi i professori, la donna era vestita nello stesso modo dell'uomo, l'unica differenza stava nei lunghi e spettinati capelli castani.
-Professor Catturio!Professoressa Mina!Potremmo avere una lezione speciale, per favore?-
Avvicinandosi alle studentesse il professore sorrise divertito.
-Eheheh...Vi do il benvenuto al nascondiglio segreto dell'imperscrutabile Team Accademia!-
-Sì, certo, questa l'abbiamo già sentita. Meglio non badare al professor Catturio e alle sue sceneggiate.-
Disse la professoressa Mina interrompendolo, subito l'atteggiamento dell'uomo cambiò.
-Oh!Per favore non ignoratemi!Farò il bravo e mi presenterò!Dunque, io sono il professor Catturio. Insegno le basi della cattura.-
-E io sono la professoressa Mina. Piacere!Io mi occupo di insegnare l'Eliminazione dell'ostacolo.-
-Molto piacere.-
Disse Sara rispettosamente salutandoli, Glenda poi le si avvicinò parlandole.
-So che hai dovuto fare una cattura per la prova d'ingresso, ma...Penso che un bel ripasso sarebbe un'ottima idea.-
-Lo penso anche io, infondo può farmi solo bene.-
-Perfetto allora. Professor Catturio, potrebbe dare una breve lezione a Sara sulla cattura, per piacere?-
-Questa sì che è voglia di imparare!Certo che vi farò una lezione speciale!Ecco a voi:"Le basi della cattura"!-
Nuovamente attorno a loro si creò quella rete azzurra dell'ultima volta, al centro di questa comparvero un Pichu, ovvero un baby Pokémon di tipo elettro capace di evolversi in Pikachu, e un Bidoof, un Pokémon di tipo Normale. Quest'ultimo ha il corpo uguale a quello di un castoro marrone con due grossi denti bianchi sul viso.
Pichu rispetto a lui è decisamente più piccolo, è dotato di una pelliccia gialla con una specie di collare nero alla base del collo, dello stesso colore sono anche la coda e la punta delle orecchie. Come Pikachu ha delle tenere guance rosse.
-Iniziamo dalle basi della cattura. Come prima cosa, bisogna toccare il pulsante sullo Styler in modo si attivi il raggio luminoso, collegato direttamente al disco di cattura che uscirà dallo stesso oggetto. Tracciando il percorso del disco si verrà a formare come una linea.-
Così dicendo il professore diede alla ragazza una prova visiva del disco di cattura, verso il quale fino a quel momento non aveva prestato molta attenzione.
-Questa si chiama Linea di cattura. Usala per disegnare degli anelli intorno al Pokémon che vuoi catturare!-
Nuovamente le diede la dimostrazione su Bidoof, mentre il raggio si muoveva si poteva notare che sul display dello Styler era comparsa una barra che man mano si riempiva.
-Man mano che gli anelli vengono disegnati, i sentimenti di amicizia del Ranger si trasmettono al Pokémon. Così facendo questo, la barra si riempie gradualmente. Quando la barra è piena, la cattura è completata!-
Così dicendo il professore catturo il primo Pokémon sotto lo sguardo delle studentesse.
-Se la cattura non viene completata, il Pokémon non trattiene a lungo i sentimenti di amicizia del Ranger. La barra col tempo si svuota. Guarda...-
Rapidamente tracciò una serie di giri attorno al Pichu ma si fermò poco prima di completare la cattura, dopo pochi secondi la barra ormai piena si svuotò completamente.
-Adesso ti parlerò dell'energia dello Styler di cattura.-
Disse l'uomo indicandole una seconda barra, con accanto i numeri 10/10.
-In basso sul display si trova la Barra dell'energia dello Styler. Se il disco o la Linea di cattura vengono colpiti dall'attacco di un Pokémon, l'energia dello Styler diminuisce. Guarda cosa succede quando Pichu usa il suo attacco...-
Il professore tracciò un paio di linee e quando il Pichu utilizzò i propri attacchi creando delle scariche elettriche lasciò che il disco venisse colpito. Ad ogni attacco non solo la barra diminuiva ma sullo stesso corpo dell'uomo comparivano delle ferite, come una bruciatura sulla mano, un graffio sul viso, o un profondo strappo dai vestiti.
-Tu ed il tuo Styler siete strettamente collegati, per questo motivo devi fare molta attenzione, ovviamente cerca anche d'evitare attacchi diretti alla tua persona. Se l'energia dello Styler si esaurisce, non puoi più fare niente. Sarà "game over".-
Sara deglutì leggermente capendo il pericolo che correva, sapeva che i Pokémon potevano essere pericolosi ma sperimentarlo sulla propria pelle era un'altra cosa.
-Per questo, se rimane poca energia, è una buona idea abbandonare la cattura e fuggire. Per scappare premi l'icona fuga accanto alla barra sul display, lo Styler si disattiverà annullando la rete che si crea quando è in corso una cattura, questa si usa per evitare che i Pokémon scappino ma non sempre funziona. E con questo, ho finito di illustrare le basi della cattura dello Styler. Se hai bisogno di un ripasso, non esitare a tornare da me.-
-Va bene, grazie professore.-
Così dicendo l'uomo utilizzò il pulsante di fuga per abbandonare la cattura, lasciando il Pokémon libero di uscire.
-Grazie mille, professor Catturio!Bene!Ora invece impareremo tutto sulla "Eliminazione dell'ostacolo"!-
Disse Glenda sorridendo.
-Professoressa Mina, per favore, spieghi a Sara come si esegue l'Eliminazione dell'ostacolo.-
-Molto bene. Sarà una lezione speciale. Imparerai le basi per effettuare l'Eliminazione dell'ostacolo.-
Per la spiegazione la professoressa si procurò un grosso scatolone e si servì dell'aiuto del Bidoof che era stato usato nella spiegazione precedente.
-Prima di tutto, usa lo Styler per puntare questo cassone.-
Annuendo Sara fece come le era stato detto e vide il display dello Styler cambiare, era comparsa a sinistra l'immagine dell'oggetto ed a destra una scritta "Per eliminare:Mossa distruzione 1". Sotto c'era inoltre la descrizione dell'oggetto Un cassone vuoto fatto di legno. Si rompe senza troppa fatica.
-Lo schermo ti indica la mossa necessaria per eliminare l'ostacolo. Per questo cassone, c'è bisogno della mossa Distruzione. Vedi il numero 1 di fianco a Distruzione?Indica la potenza richiesta. Ti serve un Pokémon che abbia la mossa Distruzione e una potenza pari a 1. Bidoof, per fare un esempio. Qui c'è un Bidoof che ho già catturato. Come prima cosa, dobbiamo toccare il Bidoof.-
Ripetendo l'azione la ragazza vide che il display era nuovamente cambiato, stavolta a sinistra c'era l'immagine del Pokémon, a destra la scritta Gruppo:Normale, Poké Tattica:Normale, Mossa:Distruzione. Sotto queste la descrizione "Ogni tanto finge di attaccare".


-Lo schermo mostra che Bidoof ha la mossa Distruzione e la potenza è 1. Adesso, dobbiamo disegnare una linea dal Bidoof all'ostacolo. Se la mossa del Pokémon è adatta a questo ostacolo, potremo scegliere tra sì e no.-
Confusa sull'ultima parte della spiegazione le divenne chiara quando usando lo Styler fece passare una linea dal Bidoof alla cassa, il display era cambiato facendo apparire solo due pulsanti, il si ed il no. Appena schiacciò il tasto sì il Pokémon caricò la cassa distruggendola.
-Eliminato l'ostacolo, il Pokémon viene liberato. Tornerà nel luogo in cui l'avevi catturato. Ricorda, la mossa deve essere adatta al bersaglio!Distruzione non va sempre bene. Quando vedi un bersaglio, è bene controllare sempre quale mossa bisogna usare. E così, ecco come si elimina un bersaglio. Se ti serve un ripasso, torna a trovarmi quando vuoi.-
-La ringrazio.-
-Grazie infinite, professoressa Mina!Adesso sai tutto sulle Catture e sull'Eliminazione dell'ostacolo!Perfetto!-
-Si, grazie anche a te Glenda che mi hai portata qui.-
-Figurati, torniamo al cortile dell'Accademia. C'è un altro posto che vorrei mostrarti.-
-Di che si tratta?-
-Eh eh, è una sorpresa.-
Incuriosita Sara sorrise leggermente, fino a quel momento l'Accademia era stata fantastica ma sembrava che l'altra avesse lasciato il meglio per ultimo.
Dopo aver salutato entrambi i professori le due uscirono dalla sala degli allenamenti, poco dopo però la voce della signora Della attirò la loro attenzione.
-Oh, no!Che guaio!Aiuto, presto!Qualcuno mi aiuti!Catturate i Bidoof, vi prego!-
La donna si trovava in mezzo al giardino ed era circondata da un branco di Pokémon che, imbizzarriti, correvano per ogni dove.
-Ma...?La signora Della?!Sta avendo dei problemi con i Bidoof!-
-Sembrano esser senza controllo, potrebbero farsi male o far del male a qualcuno!-
Disse Sara guardando alcuni Bidoof sbattere gli uni contro gli altri.
-Per favore, Sara!Cattura quei Bidoof e falli stare buoni!-
-Eh eh!Mi stavo giusto chiedendo cosa fosse tutto questo trambusto. Finalmente qualcosa di interessante!-
Ad aver parlato era stato Alex, uscito proprio in quel momento dall'Accademia.
-Alex!Non startene lì impalato!Dai una mano anche tu!-
Urlò Glenda contro il ragazzo, in effetti lei purtroppo non poteva fare molto visto studiava per diventare un'Assistente.
Il ragazzo però ancora non si mosse, fissando Sara con aria di sfida.
-Rendiamo la cosa più divertente. Ehi, tu, cometichiami!Non ricordo il tuo nome, ma ti sfido!-
-Starai scherzando!Non possiamo perdere tempo!-
Urlò Sara in risposta fissandolo seria, come poteva pensare a divertirsi?!
Purtroppo però lui non sembrò ascoltarla.
-Faremo una gara di catture, io e te!Vediamo chi riesce a catturare più Bidoof, va bene?-
Esasperata la ragazza acconsentì, era nuova di quel mondo ma non pensava che le cose andassero prese tanto alla leggera.
-Aaah va bene!Se farà si che ci aiuti va bene!-
-Non potresti sforzarti di imparare il suo nome una buona volta?Oh, Alex!A volte sei proprio antipatico!Muoviti, su!Fai la tua stupida gara, o quel che è, ma datti una mossa!-
Urlò Glenda praticamente inferocita.
-Ok, allora iniziamo!Tre!Due!Uno!Via!!!-
Non appena fa partire la gara Sara nota che un Bidoof sta correndo dietro all'edificio per gli allenamenti, subito cerca di raggiungerlo correndo il più velocemente possibile ma quando gira l'angolo scivola a causa dell'erba perdendo così il vantaggio ottenuto.
Continuando a rincorrerlo arriva a circa metà della piazza fino a quando non nota altri due Bidoof correre insieme nella direzione opposta, cercando di approfittarne abbandona l'inseguimento del primo concentrandosi sui due che tuttavia uno gli salta sulla testa mentre l'altro gli passa sotto alle gambe.
Dopo questo primo fallimento però la ragazza non rinuncia e vedendo che i due hanno incontrato un terzo compagno che ha fatto sì cambiassero strada riesce ad intercettarli, dando così il via alla prima cattura.
Grazie allo slancio è riuscita a far attirare il meccanismo a due su tre Bidoof e subito attiva lo Styler per catturarli, tuttavia quando nota che questi stanno caricando il disco di cattura si ferma subito facendolo scomparire, ricordando le ferite che erano comparse sul corpo del professore.
Forse era troppo suscettibile a riguardo, infondo sarebbero state molte le occasioni in cui si sarebbe fatta male, ma era ancora all'inizio ed avvertiva una leggera paura.
Questa svanì però quando capì che l'attacco era solo una finta ed assottigliando lo sguardo concluse quella prima cattura.
Dopo che entrambi i Bidoof furono spariti all'interno delle bolle il display dello Styler mostrò il Pokémon e descrisse le stesse spiegazioni precedentemente lette. C'era anche una nuova barra chiamata Punti esperienza, che aumentava ad ogni mossa registrata.
Sentì inoltre una voce robotica che disse "Le informazioni su Bidoof sono stare registrate nel navigatore."
Non appena la rete svanì la ragazza vide che il terzo Pokémon era a pochi passi da lei e per evitare che scappasse gli saltò letteralmente addotto avviando nuovamente la cattura.
Questa volta fu decisamente più rapida visto che non si lasciò ingannare dal finto attacco, non lasciando che la paura delle ferite la bloccassero, anche perché cadendo il Bidoof l'aveva trascinata almeno per un metro sbucciandole così il ginocchio.
Alla conclusione della cattura non si sentì alcuna voce e l'unico cambiamento del display fu che la barra riguardante l'energia aumentò ad 11/11, e che il livello passò da 1 a 2.
Anche se la situazione era seria dovette ammettere di provare un certo interesse verso il pensiero di poter vincere, osservava Alex muoversi altrettanto velocemente anche se pure lui faticava a raggiungere subito i Bidoof, ma non c'era tempo da perdere altrimenti l'avrebbe lasciato vincere.
Sara riprendendo a correre notò che alle spalle dello stesso ragazzo era arrivato un Pokémon, prima che Alex potesse notarlo lei l'aveva già raggiunto avviando così la cattura, anche questa molto rapida anche se nella conclusione non ottenne alcun risultato nuovo.
Guardandosi intorno però vide presto che la gara si era conclusa, ed assieme ad Alex radunò i Bidoof per vedere chi avesse vinto.
Il risultato purtroppo fu ovvio.
-Ecco. Ora i Bidoof ci sono tutti.-
Disse Glenda messasi in mezzo ai due ragazzi.
-Io ne ho presi cinque!Quindi tu ne hai presi...uhm...quattro!E questo significa che...ho vinto!!!-
Urlò Alex entusiasta.
-Congratulazioni.-
Anche se non voleva ammetterlo le sarebbe piaciuto vincere, era buffo però vedere con quanta foga il ragazzo festeggiava. Senza dire nulla fece perfino un salto al contrario ed attivò il raggio dello Styler, prima che Sara potesse chiederne il motivo la signora Della s'intromise.
-Alex ha vinto la sfida. Bravissimo!Naturalmente ringrazio anche Glenda e la nostra nuova matricola. Grazie a tutti, davvero. Ora mi sento meglio. E al Bidoof capo...mi spiace molto, non l'ho fatto apposta a pestarti la coda. Mi farò perdonare con dei manicaretti ancora più buoni del solito. Su, venite con me.-
Tutti i Pokémon seguirono la donna con un espressione gioiosa in viso, era veramente bello come fossero in grado di vivere in armonia con le persone, mentre ci pensava Alex parlò nuovamente.
-Darei alle tue catture un sei e mezzo, al massimo...-
-Grazie tante...-
Sapeva bene come scoraggiarla, era all'inizio e sapeva di non esser brava, ma non era giusto farglielo pesare. Quando il viso di lei s'incupì però anche quello di Alex cambiò, sembrava quasi dispiaciuto.
-......però...ok, sarò onesto!Mi secca ammetterlo, ma non è andata affatto male. Sono sorpreso, soprattutto considerando che hai appena imparato.-
Il viso di Sara si tramutò in un espressione sorpresa ed in parte felice.
-Sul serio?-
-Non farmelo ripetere...hai detto che ti chiami Sara, vero?-
-Oh, Alex!Sapevi qual'era il suo nome fin dall'inizio!Non ho davvero parole...-
-Una volta tanto che capita.-
Disse il ragazzo ridacchiando.
-Come hai detto scusa?-
Prima che potesse scoppiare una lite Sara si mise in mezzo, guardando il ragazzo con un leggero sorriso.
-Grazie per quello che hai detto, e mi fa piacere ricordi il mio nome.-
-Oh...beh...è solo un nome...-
-Ehi!Quasi dimenticavo. C'è un luogo che non ti ho ancora mostrato!-
-Piazza dell'ascesa, eh?-
Chiese Alex guardando la bionda, che dimenticatasi dell'irritazione sorrideva nuovamente.
-Sì!-
-Beh, allora vengo anch'io.-
-Mmm...per questa volta...d'accordo, ti lasceremo venire con noi. Per Piazza dell'ascesa Sara devi andare verso il lato est del cortile dell'Accademia. Poi dirigiti a sud e prendi le scale che portano giù.-
-Va bene, sono proprio curiosa di vedere cosa ci sia.-
-Non rimarrai delusa. Quello è il nostro posto preferito, vero Glenda?-
Disse Alex iniziando a camminare.
-Ha qualcosa di magico quel posto.-
Seguendo le indicazioni si ritrovarono in un punto verdeggiante rasente al mare, era infatti perfino presente un piccolo pontile di legno che probabilmente serviva per le navi. Al centro di quel luogo c'era una grossa statua con lo stesso simbolo che fino a quel momento aveva visto per l'Accademia.
-Questa è Piazza dell'ascesa. Qui il prossimo mese si terrà una lezione speciale, una lezione all'aperto. E quel monumento lì è chiamato la Stele del patto. Se qui stringi un patto con i tuoi amici, sicuramente verrà rispettato...questo è quello che mi ha detto il preside Delmonte.-
Spiegò Glenda mentre si avvicinavano alla statua, qualcosa nel modo in cui il suo profilo si stagliava tra le onde del mare e le bianche nuvole del cielo fece sentire Sara come se effettivamente ci fosse qualcosa di speciale. Provò un forte calore nel petto mentre il vento le soffiava tra i capelli.
-E con questo si concluse la visita guidata di Glenda alle sorprendenti meraviglie dell'Accademia!-
-Grazie mille Glenda.-
Rispose la ragazza con un piccolo applauso, l'altra però la fermò prendendole entrambe le mani sorridendo.
-Sara!Sono felice di averti incontrata!Spero che rimarremo amiche a lungo!-
-Anche io lo spero Glenda.-
-Ehi, aspetta un attimo!Lascia perdere Glenda. Diventiamo amici noi due, invece!-
L'urlo di Alex sorprese a tal punto Sara che questa non poté evitare di ridacchiare leggermente.
-Ma come, credevo che fino a pochi attimi fa non ricordassi nemmeno il mio nome.-
-Si beh, ma dopo ho visto come te la cavi con le catture!-
-Alex guarda che io per prima mi sono ricordata come si chiamava, ed è stata assieme a me tutto il pomeriggio!-
Chissà per quale motivo il suo nome aveva assunto tanta importanza, eppure tra i due si era accesa una vera e propria disputa!
Il suono della campana però, fortunatamente, fermò la discussione di entrambi.
-Oh, ecco la campanella. Meglio tornare in classe. Ma tu, Alex...sempre furbetto, eh?-
Ridendo tutti e tre tornarono assieme verso l'Accademia, le sembrava quasi impossibile crederlo ma era certa di aver già trovato due amici insostituibili ed unici.
Con questo pensiero nel cuore passò una splendida giornata conoscendo molti altri studenti, fino a quando non fu il momento di riposare.
 
Quella notte...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo le sue prime lezioni Sara aveva occupato la restante parte della giornata a sistemare le proprie cose nel dormitorio femminile.
Superata la porta ci si ritrovava nella prima delle stanze delle ragazze, tutte simili tra loro, al cui interno gli unici mobili erano delle file di letti a castello disposti lungo le pareti.
C'erano in tutto tre porte, la prima permetteva di accedere alla stanza mentre le restanti disposte ai lati opposti permettevano d'entrare nelle altre stanze.
Nella parete opposta alla porta d'accesso c'era un lungo cassettone all'interno del quale le ragazze potevano sistemare i propri vestiti. Sopra questo c'era anche una finestra che permetteva una meravigliosa vista sul mare.
Al centro della camera  c'era infine un rotondo tappeto rosa.
La ragazza visto il lungo viaggio non aveva potuto portarsi molti oggetti, solamente alcuni cambi d'abito, dei quaderni, il necessario per scrivere e qualche altra piccola cosa.
Dopo aver fatto ciò si era subito messa nella propria cuccetta e, prendendo carta e penna, si era messa a scrivere alla sorella.
 
"Cara sorellina.
Finalmente sono arrivata all'Accademia dei Ranger!Il cammino non è stato semplice e mi è dispiaciuto non poterti dare mie notizie, ma ora sto bene e sono un passo più vicina al mio obbiettivo. I miei professori sono tutti molto gentili, perfino quello che mi ha sottoposta al test d'ingresso, anche se all'inizio fingeva di far parte di una qualche organizzazione. E' una persona veramente buffa.
Una mia compagna, Glenda, mi ha aiutata ad ambientarmi, è una persona molto dolce e simpatica.
Oh e, non ci crederai mai, ma ho già fatto le mie prime catture!
La signora che si prende cura di noi ha per sbaglio fatto imbizzarrire dei Bidoof ed io, assieme ad un mio compagno, ho dato una mano a recuperarli.
La persona che mi ha aiutata si chiama Alex, all'inizio mi sembrava un po' uno sbruffone ed un antipatico ma penso d'aver solo bisogno di conoscerlo, ha anche voluto fare una gara con me a chi catturava più Bidoof ma purtroppo ho perso.
Vorrei raccontarti moltissime altre cose ma ora devo riposare, spero che anche tu ed i nostri genitori stiate bene.
Vi voglio tanto bene.
Sara."
 
A mattina avrebbe subito spedito la lettera, per il momento si sarebbe solo limitata a tenerla sotto il cuscino.
La voce di Glenda arrivò dopo poco, dopo tutto lei era nel letto sopra al suo quindi avrebbero avuto molto tempo per parlare.
Sorridendo la ragazza notò la lettera che sporgeva da sotto il cuscino.
-Sara, tu sei una che scrive molte lettere?Stavo pensando di scrivere di te ai miei genitori.-
-In realtà non l'ho mai fatto prima, ma è il solo modo che ho per far sapere alla mia famiglia che sto bene.-
-Ah mi dispiace molto...-
-Non preoccuparti, però devo dire che è molto rilassante farlo. Ho scritto alla mia sorellina tutto ciò che è successo.-
Oh? Hai già scritto alla tua sorellina quel che è successo oggi?-
-Si, compresa della gara con Alex.-
- Speriamo che ti risponda presto!-
-Si, domani mattina invierò la lettera ed aspetterò.-
-Senti...Andiamo a farci un giretto, ch ne dici?-
Chiese improvvisamente Glenda sorridendo leggermente.
-Ma non è tardi?-
-Giusto solo una passeggiata, per rilassarci dopo questa giornata.-
-Beh...va bene.-
Non ne era del tutto convinta ma infondo non avrebbe potuto fare nulla di interessante nel frattempo, ed una passeggiata effettivamente sembrava una bella idea.
Dandosi una veloce sistemata uscì assieme alla compagna spostandosi nel corridoio, qui c'erano ancora alcuni studenti tra cui Alex, che sembrava alquanto seccato.
-Grazie per aver aspettato.-
Disse la ragazza mostrandosi allegra.
-Eh già, Glenda, ci hai fatto aspettare.-
-Aspettare per cosa?-
Chiese Sara guardandosi intorno, le altre persone attorno a loro la stavano fissando con uno strano sorriso, fu l'amica a risponderle con un esplosione di vivacità.
-Ok!Si dia inizio alla prova di coraggio di Sara!-
-Siii!-
Ci fu un coro sussurrato da parte di tutti i presenti, Sara guardò i due confusa.
-Una prova di coraggio?E' per questo allora che mi hai chiesto di fare una passeggiata.-
-Vogliamo solo provare che hai fegato. Anch'io prima di te ho dovuto farlo. Non è niente di che. Sai, è che tu hai l'aria di chi si spaventa per un nonnulla. Senza offesa, eh!-
-Figurati Alex...-
Rispose Sara incrociando le braccia, tuttavia era alquanto curiosa di cosa si trattasse quella prova.
-Le regole sono semplici. Quattro di noi hanno nascosto i loro Styler in quattro posti diversi dell'Accademia. si tratta dell'aula della professoressa Anna, di quella del professor Vanesio, della sala insegnanti e della biblioteca. Raccogli tutti gli Styler e poi mettili davanti alla porta della stanza che si trova nello  scantinato. Non è che sia difficile o cosa, ma non è nemmeno molto sicuro andare in giro da soli. Ecco perché abbiamo questa regola: il vicino di banco dell'aspirante l'accompagnerà nell'impresa.-
-Argh !Vuoi dire me...-
-Proprio così!E ora andate!-
-Che c'è Alex?Hai paura?-
Chiese Sara ridacchiando leggermente.
-Ma nemmeno per sogno, è che sarebbe stato più divertente sentire le tue urla da lontano.-
-Ah-ah, ti dimostrerò che ti sbagli.-
Prima di andare però uno degli studenti si avvicinò alla ragazza facendo piede in quella conversazione
-Anch'io ho fatto la prova di coraggio quando sono arrivato. Le aule di notte fanno un po' paura.-
-Ah.-
Non era certo il modo migliore per incoraggiarla, ma non poteva lasciarsi spaventare altrimenti avrebbe fatto brutta figura con Alex, un'altra ragazza notò la sua espressione e, forse per sdrammatizzare, si avvicinò.
-Sono un fantasma!Ooooooh...-
Nessuno però reagì a quella battuta, limitandosi solamente a fissarla.
-...sto scherzando!Forza ragazzi!Andate avanti, voi due.-
-Certo, vieni Alex.-
-Sto aspettando solo te. Ehi, avrai mica paura?-
Senza rispondergli la ragazza si limitò solamente ad una linguaccia iniziando a scendere per le scale, dovette ammettere però che man mano si avvicinava all'oscurità iniziava ad essere un po' inquieta. Non aveva mai amato il buio.
Arrivati al piano terra però sentirono entrambi un suono che fece accapponare la pelle della ragazza, seguito da un acuto urlo.
-AAAAAAAHHH!!!-
-Alex!-
Più che il rumore era stato lui stessa a farla spaventare.
-Ah!C-c'è qualcosa lì!-
Disse indicando una figura al centro del corridoio, in un primo momento anche Sara fu spaventata da essa ma guardando meglio non era difficile capire che si trattava di un Bidoof.
-Oh, è solo un Bidoof...Che spavento mi sono preso!-
-Già...l'avevo notato.-
Disse Sara ridendo leggermente, non che avesse intenzione di prenderlo in giro ma visto le sue parole non si aspettava reagisse così in quella situazione.
-Però, ragazzi, che fifa. Tu...anche tu hai preso paura, vero?-
-In effetti sì, non me lo aspettavo.-
La risposta sembrò confortare il ragazzo che sorrise sollevato.
-Lo sapevo, non preoccuparti però. Non c'è nulla di pericoloso qui.-
-Lo stai dicendo per me o per te?-
-Spiritosa...andiamo avanti.-
La prima classe che Sara scelse fu la biblioteca, anche se era certa fosse la più inquietante aveva preferito così perché almeno in questo modo si sarebbe tolta subito il dente. Purtroppo le sue aspettative non vennero deluse.
L'unica fonte di luce era data dalla luna visibile dalle finestre che tuttavia consentivano di vedere pochissimo, le numerose librerie davano al luogo un'atmosfera ancora più inquietante, forse a causa dell'effetto della suggestione che poteva far credere ci fosse qualcosa dall'altra parte.
Qualcosa era però cambiato, c'erano infatti numerosi scatoloni che bloccavano la via ed alcuni Pokémon che passeggiavano liberamente.
-Anche la biblioteca mette fifa col buio...-è come se qualcuno ci stesse spiando...-
-N-non dire così Alex...è solo suggestione.-
-Dai, forza, troviamo quello Styler!Voglio andarmene alla svelta!-
Se fosse andato avanti così di sicuro l'avrebbe fatta spaventare solo con le sue frasi.
-Dobbiamo prima occuparci di queste casse...mh da quanto dice lo Styler serve un livello 1 di Distuzione. C'è solo un Pichu nei dintorni ma prima abbiamo visto un Bidoof no?-
-Si hai ragione, se lo catturiamo possiamo distruggere queste casse. Forza andiamo!-
Doveva renderlo veramente agitato quel posto visto che prese la mano della ragazza trascinandola letteralmente furori. Tornai nel corridoio non ci volle molto per raggiungere il Pokémon.
A causa del buio però la ragazza non riuscì ad avviare subito la cattura visto si scontrò con una delle piante.
-Ehi credevo avessimo bisogno di un Bidoof.-
-S-sì!-
Per cercar di rimediare a quella figura la ragazza catturò rapidamente il Pokémon, senza lasciarsi ingannare dai suoi falsi attacchi.
Dopo ciò il Bidoof iniziò a seguire i due senza che ci fosse bisogno di chiamarlo o fare altro.
-Oh, è la prima volta che un Pokémon mi segue.-
-E' così dopo che ne hai catturato uno.-
Mentre tornavano in biblioteca di tanto in tanto la ragazza si girava verso il Pokémon, il suo musetto era tremendamente dolce e la guardava con sincero affetto.
Una volta tornati nella stanza però non poté non chiedergli d'usare la sua mossa contro la cassa.
-Bidoof, usa distruzione per favore!-
Non appena distrusse la cassa il Pokémon guardò per qualche istante la ragazza, dopo di che corse via. Sara non poté nascondere di sentirsi leggermente dispiaciuta, forse con il tempo quella sensazione si sarebbe attenuata ma almeno per quel momento non le sarebbe dispiaciuto passare un po' più di tempo con il Bidoof.
-Grazie, Bidoof. A presto.-
-Per favore?Sul serio l'hai detto ad un Pokémon?-
Chiese Alex con un'espressione sorpresa sul viso.
-Che male c'è?-
-Ecco...niente ma non ho mai sentito qualcuno farlo.-
-Vorrà dire sono particolare.-
-Già...-
Sorridendole il ragazzo distolse subito lo sguardo, come se volesse concentrarsi su altro. Superata la prima cassa non fu difficile vedere lo Styler, si trovava infatti infondo alla stanza sistemato sopra uno degli scaffali, per arrivarci però era necessario distruggere un'altro cassone.
Fortunatamente non dovettero tornare indietro visto c'era un altro Bidoof proprio lì.
-Secondo te era rimasto intrappolato?-
Chiese Sara avvicinandosi.
-Non credo fosse qui contro la sua volontà, infondo può benissimo andarsene.-
-Forse hai ragione.-
La scena si ripeté identica a quella di prima, con anche le stesse sensazioni, tuttavia s'aggiunse anche una punta di felicità visto che avevano trovato il primo Styler. Per celebrare quella vittoria Sara fece una cosa mai fatta prima, imitando la gioia di Alex provata dopo la vittoria della gara.
Piroettando su se stessa utilizzò lo Styler per attivare il raggio.
-Carina, usciamo ora?Hai trovato uno Styler, devi trovarne ancora 3.-
-Si, scusa è che non sono riuscita a trattenermi.-
Rispose la ragazza sorridendo. La seconda stanza in cui corsero fu la sala insegnanti.
-Questa è la sala insegnanti...l'aiutino per questa stanza è...lo Styler nascosto qui non se ne starà fermo.-
Guardandosi intorno bastò poco alla ragazza per intuire dove si trovava, visto anche che c'era solo una cosa che si muoveva ovvero un Pichu.
-Hai già capito, vero?-
Annuendo la ragazza iniziò dapprima a muoversi con molta lentezza verso il Pichu, quando però era ormai vicina questo s'accorse di lei e iniziò subito a scappare.
-Fermo!Ouch!-
Il tentativo di saltargli addosso fallì miseramente quando urtò la sedia, sentì alle proprie spalle la risatina di Alex.
-Non puoi aiutarmi vero?-
-Così sarebbe barare.-
-Uffa...-
La corsa riprese attorno all'intera stanza ma nuovamente quando tornarono al punto di partenza la ragazza inciampò in una delle gambe della poltrona.
-Ma allora è un vizio!-
Disse spostandola ad un angolo per evitare di continuare a sbattere, fortunatamente quella fu l'ultima volta in cui dovette ripetere il giro visto che riuscì a raggiungere il Pokémon.
Non volle aspettare nemmeno un secondo per catturarlo, per questo roteò il braccio il più in fretta possibile catturandolo. La voce robotica nuovamente disse "Le informazioni di Pichu sono state registrate nel navigatore". Nello schermo apparve poi l'immagine del Pokémon e le seguenti scritte: Gruppo:elettro, Poké Tattica: Ricarica, Mossa mappa: Ricarica. Nella descrizione invece c'era scritto "Attacca emettendo scariche elettriche."



Ottenuto l'oggetto dal Pokémon nuovamente usò la propria mossa per festeggiare.
-Hai trovato uno Styler, devi trovarne ancora due. Menomale che questa stanza è più tranquilla.-
-Sì, cadute a parte non è stato male.-
Ripercorrendo  il corridoio con assieme il Pichu s'incrociarono anche con il Bidoof che aveva catturato, prima di correre verso la terza stanza, ovvero la loro classe, Sara lo salutò con un gesto della mano.
Solo con una prima occhiata non era difficile notare che fossero state messe tantissime casse sparse per la stanza.
-Persino la nostra classe fa venire i brividi di notte...-
-Non pensiamoci, ne mancano solo due.-
-Guarda, ti do un aiutino. Vedi per caso qualcosa che oggi non si trovava qui?-
-Parli sul serio?-
-Ehi non sono io che ho scelto questi aiuti. Comunque prova a controllare da vicino.-
Era chiaro però fosse necessario un Pokémon, per questo prima di fare altro la ragazza tornò a catturare il Bidoof nel corridoio, e stavolta grazie a questa riuscì  anche a far passare al terzo livello lo Styler.
-Bene, vediamo da dove cominciare...da lì!-
Disse Sara indicando la cassa vicino alla cattedra dell'insegnante.
Non appena il Bidoof la distrusse notò che in mezzo al legno c'era un piccolo oggetto, lo Styler.
-Che fortuna che hai!-
-Ahah meglio così.-
Rispose Sara facendo nuovamente la propria posa.
-Devi trovarne ancora uno, non manca molto.-
-Si, è più divertente di quanto pensassi questa prova di paura.-
-Se lo dici tu.-
Rimaneva soltanto la classe del professor Vanesio, trovare lo Styler stavolta fu molto facile visto che era su uno dei mobili vicino alla finestra, ma non erano soli, oltre a loro c'erano due Bidoof, un Pichu e due Zubat.
-Questa è la classe vicino alla nostra...muoviamoci a trovare lo Styler.-
-Ti trovi a disagio qui?-
-No affatto, mi piace leggere in continuazione fogli con su scritto che non devo correre nel corridoio.-
-Ahah.-
Non volendo perder troppo tempo Sara riuscì abilmente a superare tutti i Pokémon, perfino quello più vicino allo Styler.
-Hai trovato l'ultimo Styler!Questo significa che ora li hai tutti!-
Disse Alex visibilmente felice, purtroppo però non appena lei concluse la propria mossa lo Zubat vicino riuscì a raggiungerla, facendo così partire una catture.
Perlomeno non durò a lungo ed il Pokémon venne registrato nel navigatore con le seguenti caratteristiche: Gruppo:Volante, Poké Tattica:Volante, Mossa:1 Taglio. Con sotto la frase "Attacca emettendo ultrasuoni mentre vola".



-Bene bene, ora li abbiamo tutti. Portiamoli giù allo scantinato.-
-Credevo però che fosse vietato andarci.-
-Non in queste occasioni.-
Con un sorriso Alex accompagnò Sara fino alle scale che conducevano allo scantinato, dopo averle percorse tuttavia si ritrovarono davanti degli scatoloni che bloccavano la via e perfino il ragazzo sembrava esserne sorpreso.
-Uh?Non ho mai visto ostacoli qui. Chi li avrà messi?-
-Vuoi dire che non fa parte della prova?-
-Non saprei, forse li hanno messo i ragazzi per dare qualche difficoltà in più.-
-Mh probabile...beh, forza allora, distruggiamo queste casse.-
Per far ciò ebbero bisogno nuovamente del Bidoof, dopo averlo catturato e distrutto le casse però scoprirono che oltre l'ostacolo era stato messo prima un Zubat, che non si fece problemi ad avvicinarsi alla ragazza per avviare una cattura, ed uno steccato. Secondo la descrizione per distruggerlo bastava una mossa taglio 1, la descrizione nello Styler diceva "Un semplice steccato. Abbatterlo non è affatto difficile".
-Per questa situazione basta uno Zubat, non ti sembra però che ci sia qualcosa di strano?-
Chiese Sara inquieta, non solo la strettezza del corridoio la faceva stare a disagio ma il fatto non ci fosse alcuna fonte di luce rendeva tutto ancora peggiore.
-Zubat usa la mossa taglio per favore...-
Disse con un tono di voce forse troppo basso, ma il Pokémon la capì comunque perfettamente dando modo ai due di proseguire. Non appena voltarono l'angolo tuttavia degli strani versi si iniziarono a sentire.
-Ehi, Sara...hai sentito niente?Tipo...rumori strani?-
-Io...credevo fossi stato tu.-
Rispose la ragazza ancora più agitata.
-Non importa...ormai siamo alla fine, devo solo appoggiare gli Styler...-
Facendosi coraggio ed ignorando qualsiasi rumore la ragazza raggiunse l'unica porta nel corridoio.
-Appoggia qui gli Styler, torniamo di corsa al dormitorio, ed è fatta. Ma sbrigati, ok?Non ne posso più...-
-Credevo che non ti spaventasse la situazione.-
-Rumori che non centrano nulla con la prova sono tutt'altra cosa Sara.-
-Va bene, non serve mi spaventi ancora di più. Magari poi è solo un trucco per farmi venir paura.-
-Sssh...sento davvero qualcosa di strano.-
Prima che potesse finire la frase quattro Pokémon comparvero dal nulla proprio come fantasmi, facendo sobbalzare entrambi.
-AAAAAAAHHH!-
Istintivamente Sara si aggrappò ad Alex che rispose stringendola ma ciò non bastò ad evitare che i quattro si scagliassero tutti su di lei.
Dopo un primo momento di stordimento la ragazza riuscì a riprendersi e ad iniziare così la cattura dei quattro. Non fu molto difficile tranne nei momenti in cui questi sparivano e riapparivano improvvisamente.
A cattura conclusa lo Styler registrò tutti loro, il cui nome era Gastly.
Accanto le scritte dicevano: Gruppo: Spettro, Poké Tattica: Spettro, Mossa: Potere psico 1, sotto tutto ciò invece c'era la scritta "Attacca emettendo sfere spaventose dalla bocca". Se non altro la cattura fece salire lo Styler al livello 4.



Al termine della lotta i Pokémon fuggirono subito, lasciando i due soli a riprendere fiato.
-Oh, erano solo dei Gastly...-
-CHI VA LA'!-
La frase di Alex venne interrotta dall'urlo del professor Vanesio, che, inferocito, uscì dalla porta spaventando nuovamente i due.
-Nessuno può venire nello scantinato a parte me!-
-Via presto!Filiamocela!-
Afferrandole la mano Alex trascinò via Sara prima che il professore potesse continuare il rimprovero, o peggio. Tuttavia nella mente di lei la domanda sorse spontanea. Perché quei Gastly erano lì?
E che cosa faceva nella stanza?
Prima però di poter cercare la soluzione un forte scoppiò la fece sobbalzare, non appena ritornarono nei dormitori i loro compagni avevano fatto esplodere delle stelle filanti e dei festoni, e tutti li guardavano sorridendo.
-Bravissima Sara!Hai superato la prova.-
-Glenda!Quando avete preparato tutto questo?-
Chiese l'altra sorpresa.
-Mentre voi eravate giù, ovvio, non ci è voluto molto. Allora come è stato?-
-Tremendo, ci hanno attaccato dei Gastly ed il professor Vanesio era nella stanza giù.-
Rispose Alex scontento andando a sedersi ad uno dei tavoli.
-Sta scherzando vero?-
-Purtroppo no, c'erano anche molti ostacoli, credevamo fosse opera vostra.-
-No nessuno è sceso mentre vi aspettavamo...che strano, chissà cosa stava combinando il professore...vi ha visti?Cos'ha fatto?-
-Ci ha solo urlato contro per fortuna. Siamo scappati quasi subito.-
Disse Sara cercando di tranquillizzare Glenda.
-Ottimo, allora non abbiamo motivo di tenere il broncio. Congratulazioni ancora Sara per esser riuscita a superare la prova.-
-Ahah grazie a tutti!-
Per essere stato il suo primo giorno era stata veramente una giornata incredibilmente movimentata, mentre i festeggiamenti andavano avanti Sara sentì che non avrebbe avuto alcun problema in futuro in quel luogo, e guardando sia Glenda che Alex capì che aveva accanto delle persone uniche.
 
 
Nel frattempo...
Un ragazzo biondo si trovava in una stanza dai pavimenti coperti di fogli, c'erano due scrivanie su cui però solamente una si trovava un moderno computer portatile assieme ad altre piccole apparecchiature.
C'erano anche altri macchinari in ferro ed una scrivania piena di libri.
Il ragazzo fissava la figura alla porta incuriosito.
-C'è qualche problema, professore?-
-...No, non è niente. Solo uno Zubat che faceva un po' di confusione in corridoio.-
Fu questa la semplice quanto falsa risposta del professor Vanesio.
-A proposito...l'esperimento è riuscito?-
-Al momento è difficile dirlo. I sistemi di controllo non sono ancora completati, ma è questione di poco.-
Rispose il giovane con un sorriso ottimista.
-Leo...il successo dell'operazione dipende da te. Si è fatto tardi.-
-Farò tutto il possibile per non deluderla.-
Sembrava incredibilmente sicuro, ci fu un breve momento di silenzio interrotto poi dal professore.
-Per stanotte può bastare. Dobbiamo essere in forma domani.-
-Allora io torno nella mia stanza. Buonanotte, professor Vanesio!-
Così dicendo il giovane uscì, lasciando il professore solo in quello strano laboratorio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Cara sorellona,
grazie per avermi scritto!Congratulazioni per il tuo ingresso all'Accademia dei Ranger!
Anch'io ho delle notizie per te.
Mamma e papà stanno pensando di trasferirsi là vicino!
La tua sorellina"
 

E così le giornate hanno iniziato a susseguirsi rapidamente.
Ogni giorno Sara scriveva alla propria famiglia per raccontar loro tutte le cose che imparava e soprattutto per sapere ogni dettaglio sulla possibile decisione dei suoi genitori.
Se si fossero trasferiti non solo sarebbe stato più facile vederli ma al termine del percorso scolastico avrebbe potuto mantenere i contatti con tutti quelli che stava conoscendo.
Non appena aveva letto la lettera l'aveva subito detto a Glenda che, entusiasta, aveva proposto un pigiama party.
Il giorno dopo anche se erano sfinite non avevano perso un briciolo della loro allegria, anche Alex saputa la notizia volle festeggiare con un paio di bibite gassate.
Lo studio però non mancava, e prima che potessero accorgersene era già passato un mese.
Quel giorno la classe era molto più calma del solito, quasi tutti prestavano attenzione e perfino Alex prendeva alcuni appunti. A metà lezione tuttavia la professoressa si fermò guardando tutti gli studenti.
-Ok, ho una domanda per voi. Che lezione facciamo oggi?-
-La lezione all'aperto!-
Fu la risposta dell'intera classe, avevano aspettato con ansia quel momento ed ora che era arrivato non volevano assolutamente ci fosse qualcosa a rovinarlo.
-Beh, tutti sanno che oggi è il giorno della lezione all'aperto!-
Disse entusiasta Alex alzandosi dal banco, lui più di tutti aveva aspettato quella lezione, nell'ultima settimana non aveva smesso nemmeno per un secondo di ricordarla alla povera Sara, sua compagna di banco.
-Professoressa!Alex mi ha detto che ha pensato a 38 domande da fare al Ranger.-
Continuò Glenda alzando la mano, in effetti avrebbero trascorso l'intera lezione con un vero Ranger!
Anche Sara aveva cercato di pensare a qualche domanda da fare ma l'emozione era tale che ogni volta le si impappinava la lingua.
-Bene!Che entusiasmo! Ok, ragazzi!Usciamo pure. Ci raduneremo in Piazza dell'ascesa.-
Detto questo sia la professoressa che la maggior parte degli studenti uscirono dalla classe.
-Yuppiii!Ho aspettato così tanto la lezione all'aperto!-
Disse Alex iniziando a correre, Glenda sentendolo ridacchiò leggermente.
-Ha detto veramente "yuppi"?-
-Ahah a quanto pare.-
-...Alex è tutto esaltato per questa cosa!Comunque, ti ricordi dov'è Piazza dell'ascesa, vero?-
-Em...in verità non ho avuto molto tempo per andarci.-
-Tranquilla, ricorda solo d'andare al lato est del cortile, poi prendi le scale verso sud. Ci vediamo là!-
-Ehy aspetta non andiamo...-
Prima che Sara potesse concludere la frase la bionda era già uscita lasciandola sola in classe.
Non era però un problema per l'altra, infondo sapeva quanto tutti tenessero a quell'evento.
-Bene...ci siamo, sto per vedere un vero Ranger!-
Non volle perdere nemmeno un secondo di più, subito corse per raggiungere la classe ma era ben chiaro che questi, procedendo a passo spedito, fossero già arrivati alla Piazza, ormai però mancava poco ma proprio quando fu vicina alle scale la ragazza notò un Pokémon in mezzo all'erba, non era la prima volta che lo vedeva ma non aveva mai avuto una vera e propria occasione per avvicinarsi. Aveva l'aspetto di una bocciolo verde con un tenero viso al centro d'esso, sotto questo colore era presente una tonalità di verde leggermente più scura che faceva sembrare avesse un bavaglino.
Non molto tempo prima aveva anche fatto una scommessa con Alex che riguardava quanti Pokémon sarebbero riusciti a registrare. Lei aveva subito accettato visto e considerato avrebbe potuto scoprire tanti diversi tipi di essi ma da quel momento ne aveva registrati solo quattro.
Rimase ferma per un minuto buono spostando lo sguardo dal Pokémon alle scale sotto cui c'era la sua classe.
La scelta tuttavia ricadde infine sul Pokémon ed anche se le avrebbe preso un po' di tempo l'avrebbe catturato.
-Forza!-
Non appena la lotta iniziò scattò subito contro il Pokémon disegnando quanto più rapidamente possibile dei cerchi col disco di cattura, la sua tattica funzionò anche fin troppo bene visto che stordirono leggermente l'esserino.
Questo venne poco dopo registrato nello Styler con la sua immagine, il suo nome ovvero Budew, e le seguenti frasi: Gruppo: Erba, Poké Tattica: Erba, Mossa: Azione. Sotto a tutto ciò c'era la scritta "Attacca sparando semi".


-Evvai!Adesso però devo veramente sbrigarmi, non voglio perdermi qualcosa.-
Fatti i primi passi aspetto che Budew la seguisse ma a quanto pare era ancora intontito per il modo in cui era stato catturato, dispiaciuta la ragazza si avvicinò sollevandolo e correndo con lui tra le braccia.
-Spero non sia un problema per la professoressa Anna.-
-Ehi, Sara!-
La voce di Alex la fece sobbalzare, a quanto pare sia lui che Glenda erano tornati indietro.
-Cosa fai ancora qui?La lezione all'aperto sta per cominciare!-
Disse lui quasi sudando dall'agitazione.
-Scusatemi, ma ho visto questo Pokémon e...-
-Non hai potuto resistere a continuare la vostra scommessa.-
Continuò Glenda sorridendo.
-Non importa, dobbiamo muoverci o faremo tardi!Siamo venuti a cercarti proprio per evitare tu perda qualcosa di interessante!-
-Wow se non ti importa nemmeno della scommessa devi tenerci molto a vedere il Ranger.-
-Spero tu stia scherzando Sara, non è una cosa che capita tutti i giorni!-
-Credo che il Ranger sia già arrivato.-
Disse Glenda osservando una nave fermatasi poco distante dalla Piazza.
-Sì!E' uno strambo Ranger, con dei capelli buffissimi!-
-Oh Alex non essere scortese.-
-Prova a dire il contrario Glenda, forza andiamo!-
Quasi saltando tutti i gradini della scalinata il ragazzo corse per raggiungere il gruppo di studenti, venne seguito poco dopo dalle due ragazze ed insieme arrivarono davanti alla statua di Piazza dell'ascesa.
Oltre agli studenti ed alla professoressa c'era anche il preside Delmonte che parlò poco dopo l'arrivo dei tre.
-Bene, sembra che ci siamo tutti. Cominciamo la nostra lezione all'aperto. Questo è Ilario. Si è diplomato proprio nella nosta Accademia dei Ranger. Adesso è un Pokémon Ranger nella città di Vien.-
Disse l'uomo indicando un ragazzo dai vaporosi capelli castani, indossava una splendida divisa costituita da dei corti pantaloncini neri dai bordi gialli, una cintura rossa, una maglia a maniche corte nera dal colletto bianco, dei guanti neri ed una giacca rossa a maniche corte che arrivava poco sopra l'ombelico.
Il ragazzo sembrava completamente a proprio agio e sorrideva sereno.
-Salve a tutti, sono Ilario!Piacere di conoscervi!-
-Grazie per essere venuto!-
Fu la calorosa risposta degli altri. Dopo quell'accoglienza comparve dalle tasche di Ilario un piccolo Budew incredibilmente vivace.
-Questo è Budew, il mio Pokémon compagno.-
Sara guardandolo non poté non osservare lo stesso Pokémon che teneva tra le braccia e le venne da pensare che catturarlo fosse stato voluto dal destino.
Dopo il Budew comparvero anche altri quattro Pokémon che purtroppo ancora la ragazza non conosceva.
-E questi sono i miei Pokémon amici!-
-Wow, che forte!-
Tutti rimasero a bocca aperta vedendoli, sembravano così forti e fiduciosi nel loro Ranger da far invidia.
-Ciao, Ilario!Da quanto tempo!Ma quei capelli così...esuberanti...credo di preferire il taglio che portavi una volta. Solo a vederla, una testa così disordinata...divento nervosa...ma basta parlare di questo. Siamo tutti qui, quindi cominciamo!Via all'evento principale di questa lezione!La temibile sessione di Domande-a- Raffica!Che l'interrogatorio cominci!-
Disse la professoressa ridacchiando leggermente, era incredibile fosse stata la sua insegnante, sembrava così giovane infondo.
Gli studenti ovviamente non si fecero attendere con le prime domande.
-Ilario, perché hai deciso di diventare un Ranger?-
-Beh, è perché amo i Pokémon. Volevo diventare loro amico. Voglio dire, stabilire un legame con loro. E tra l'altro, è un bel lavoro!-
-Anch'io provo lo stesso!Sono contento d'avertelo chiesto!-
-Una domanda!Quali tipi di Pokémon sono più difficili da catturare?-
-Dunque, parlando a titolo personale...direi i Pokémon del gruppo Psico e Spettro. Hanno quest'abitudine di scomparire tutt'a un tratto durante le catture!-
-I Pokémon del gruppo Spettro fanno questo?!-
-Io!Tocca a me!Mi chiamo Glenda!-
Alzando  la mano la ragazza si fece avanti fino a poter parlare chiaramente con Ilario.
-Diventare un'Assistente è la cosa che desidero di più al mondo!Pensi che potrò diventarlo?Secondo te ce la farò?-
Poteva sembrare una domanda sciocca visto che il Ranger non conosceva molto Glenda ma Sara poteva capirla, durante certi percorsi in certi momenti fa piacere avere qualche rassicurazione o parola gentile, soprattutto da qualcuno con più esperienza.
-E' solo la prima volta che ti vedo, quindi non è che possa esserne sicuro, ma...certamente!Non vedo problemi!Sarai un'assistente perfetta!-
-Davvero???Evviva!!!Grazie!Speravo proprio che lo dicessi!Evvai!-
Sembrava veramente felice per quella risposta, quasi non riusciva a smetterla di saltare, fu Alex l'unico che cercò di calmarla.
-Glenda...guarda che il nostro Ranger qui non è mica un indovino!Scusami, Ranger. E per quanto riguarda me?Riuscirò a diventare un Ranger?-
-Dico, non è che anche tu mi stai confondendo con un indovino?Tuttavia, posso dirti questo: il tuo valore risplenderà con gesta grandi e gloriose. Sono sicuro che ce la farai. Del resto potresti avere i numeri per diventare un Ranger anche migliore di me!Ma questo solo se riuscirai a non perderti d'animo.-
Quelle parole avevano un non so che d'incredibile, anche se erano riferite ad Alex riuscirono a colpire anche Sara. Non solo lui aspirava a diventare un grande Ranger, era il sogno della ragazza da quando era piccola e guardando Ilario sentì quel desiderio crescere ancora di più.
-Oh...Davvero?!Farò del mio meglio!Uhm, ok, ecco la mia seconda domanda...-
-Non è giusto, Alex!Una domanda ciascuno!Il Ranger Ilario è una persona impegnata!Quindi, ecco la mia domanda. Hai mai commesso qualche sbaglio?-
Urlò un altro studente riferendosi poi al Ranger.
-Sbagli, eh?Ne combinavo eccome quando ho iniziato!Come quella volta che ho versato del succo sul mio Styler. Che disastro...o come quando ho tentato di catturare un pupazzo di peluche. Oh, e un'altra volta ho indossato la divisa da Ranger sopra il pigiama...ma cosa mi fate dire!Forse è meglio se smetto qui!-
-Ah ah ah ah ah!-
Ci fu un leggero coro di risate all'imbarazzo del poveretto, ma le domande ripresero presto.
-Cos'è che ti rende felice di essere diventato un Ranger?-
-I grandi sorrisi che riceviamo dopo aver soccorso persone o Pokémon in difficoltà.-
-Spero, un giorno, di ricevere anch'io dei sorrisi così!-
-Ma certo!Mantieni viva la tua fiamma e sarai sicuro di farcela. Sapete, non vedo l'ora di poter lavorare con qualcuno di voi ragazzi, un giorno. Pensate sempre positivo e lavorate sodo!-
-Promesso!-
C'era qualcosa in lui che rendeva ogni cosa più positiva e carica d'energia, tutti sentivano questo sentimento e lo mostravano anche con i loro sorrisi.
-Ora tocca a me!Ranger Ilario, la professoressa Anna si è mai arrabbiata con te?-
-Devo ammettere di sì!Mi dava una strigliata una volta al giorno!-
-Oh, lo sai che non è vero. Non era una volta al giorno. Diciamo piuttosto tre volte al giorno...comunque, questa non è tutta la storia. Ilario era un ottimo studente. Teneva alto il morale di tutti con la sua gentilezza e il suo senso dell'umorismo.-
Disse la professoressa intromettendosi.
Improvvisamente un suono zittì tutti i presenti, proveniva dallo Styler del Ranger.
-Messaggio in arrivo!Ilario, mi senti?Qui parla Brando!C'è un Mantine ferito al largo della spiaggia a est dell'Isola dell'Accademia. Il Mantine pare essersi scontrato con una nave cargo. Luana sta venendo a prenderti in barca lì all'Accademia. Incontratevi e dirigetevi immediatamente sul luogo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto!-
-Ricevuto, capo!-
-Che forte!
Nonostante l'interruzione quasi tutti gli studenti furono entusiasti della scena, ad eccezione di alcune ragazze, Sara e Glenda che rimasero in silenzio, probabilmente preoccupate per la situazione.
-Dovete salvare quel Mantine!-
Urlarono infatti le ragazze rimaste sin silenzio, la voce di Sara forse apparve troppo severa ma solo perché aveva a cuore il benessere sia dei Pokémon che delle persone. Ilario rispose girando su se stesso, piegandosi di lato ed alzando in aria lo Styler, quella doveva essere la sua posa!
-Resisti, Mantine!Stiamo arrivando a salvarti!-
Così dicendo richiamò tutti i Pokémon con lui.
-Preside Delmonte!Visto che gli studenti sono preoccupati, vi terrò informati sull'esito della missione. Mi spiace dover interrompere la lezione all'aperto in questa maniera!-
-Non devi dispiacerti. Guarda. la tua barca è già in arrivo.-
Perfino il preside solitamente sereno ed allegro era tremendamente serio, perfino da sotto gli occhiali.
Il rumore della nave diede conferma di  ciò che aveva appena detto.
-Ilario, salta su, svelto!Dirigiamoci al luogo dell'incidente!-
Urlò qualcuno all'interno della barca, che per quanto fosse stava veloce era veramente piccola. Il ragazzo salì sul piccolo molo in legno salutando con una mano gli studenti.
-Bene, ragazzi, continuate a darci dentro!Alla prossima!-
Così dicendo salì sulla nave che subito partì.
-Abbiamo assistito ad una scena incredibile!-
Disse una ragazza portando le mani al cielo.
-La barca è già diventata solamente  un puntino sull'orizzonte...-
Fu la professoressa Anna a riportare l'ordine battendo le mani.
-Bene, ascoltate tutti!E' stata di certo la più breve lezione all'aperto della storia. Tuttavia è stata anche la più avvincente e realistica, non trovate?-
-Sì!-
Urlarono alcuni studenti sorridendo.
-Ok!Ora torniamo in classe.-
I sorrisi si spensero presto a quella notizia e tutti iniziarono a seguirla verso la scuola, tutti tranne Glenda, Sara ed Alex che guardando le due iniziò a parlare.
-Sai, mi sto esaltando ancora di più all'idea di diventare un Ranger. Aveva ancora qualcosa come 37 domande, ma cercherò di trovare le risposte da solo!-
Disse il ragazzo parlando a Sara.
-Sono felice per te, è stato veramente fantastico.-
-Peccato tu non abbia chiesto nulla Sara Perfino il Budew che tieni in braccio è stato meno silenzioso.-
-Non importa, tutto ciò che ha detto è stato prezioso per me.-
Intanto Glenda sembrava esser in tutt'alto mondo.
-Un vero Ranger mi ha garantito che diventerò un'Assistente!-
-Non esistono garanzie di nessun tipo. Devi prendere in mano il tuo destino e far sì che i tuoi sogni si realizzino!-
Rispose Alex riportandola alla realtà.
-Falla sognare ancora un po' ahah.-
-Pensi che non lo sappia?Farò proprio così. Farò in modo che il mio sogno si realizzi!-
Rispose Glenda incrociando le braccia.
-Io non sarò certo da meno!E poi voglio tener testa a Sara!Non mi lascerò battere!-
-Nemmeno io mi lascerò battere da te Alex, farò del mio meglio per diventare un ottimo Ranger.-
Rispose la ragazza con sguardo di sfida.
-Ehi, perché noi tre non stringiamo un patto solenne qui, davanti alla Stele del patto?-
Chiese improvvisamente il ragazzo continuando poco dopo a parlare.
-Promettiamoci a vicenda che faremo in modo che i nostri sogni diventino realtà!-
-Puoi scommetterci!Io lo prometto!Sara, e tu?-
Chiese Glenda guardando l'altra.
-Assolutamente sì!Prometto di fare tutto ciò che posso per realizzare il mio sogno assieme a voi!-
-Grande!Così mi piaci!-
Rispose l'amica facendole l'occhiolino.
-Adesso torniamo in classe!-
-Glenda ha ragione, non vorremo certo farci sgridare dalla professoressa no?-
cosi dicendo i tre tornarono verso l'Accademia, con le proprie speranze fortificate ed una promessa che porteranno per sempre nel cuore.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


 
"Cara sorellona,
grazie per la tua lettera!
Leggere della lezione all'aperto è stato proprio entusiasmante!
Ah!E' deciso!Ci trasferiamo là!
Per ora stiamo cercando una casa.
La tua sorellina."
 

Un nuovo giorno è iniziato all'Accademia, tutto sta procedendo per il meglio per la giovane studentessa.
Ogni lezione la riempie d'informazioni utili, grazie ad Alex ed a Glenda non si annoia mai e come ciliegina sulla torta la sua famiglia ha deciso di trasferirsi!
La preoccupazione un giorno di doversi allontanare da tutto ciò era svanita e rimpiazzata dalla trepidante attesa delle risposte della sorella alle sue lettere.
Almeno per il momento però doveva concentrarsi sulla lezione in corso.
-Posso avere la vostra attenzione?Vi ricordate il Mantine che il Ranger Ilario è andato a salvare durante la lezione all'aperto?-
Chiese la professoressa Anna agli studenti con un sorriso sul volto.
-La Federazione Ranger lo ha tratto in salvo e curato a dovere. Questa mattina il Mantine è stato liberato!-
-Urrà!-
La gioia dei ragazzi era chiaramente visibile sul loro volto, ciascuno più volte aveva chiesto notizie ma purtroppo avevano faticato ad arrivare.
Sorridendo Sara tuttavia spostò lo sguardo sul banco vuoto di Alex, quel giorno non si era presentato a lezione e la cosa le dispiacque molto, soprattutto perché lui era stato tra i più  insistenti a riguardo del Pokémon.
-Adesso che siamo di buonumore grazie a questa notizia, partiamo con la lezione. Oggi, come da programma, l'argomento sarà la collaborazione tra Ranger e Assistenti.-
Disse la professoressa iniziando a scrivere alla lavagna, tra tutti Glenda era in assoluto quella più attenta.
-Se non c'è fiducia tra un Ranger e un Assistente, è un vero disastro. Anche una missione molto semplice può diventare impossibile da gestire. I Ranger vanno in luoghi dove le strade non sono nemmeno tracciate. E' compito degli Assistenti illuminare loro il percorso dove non esistono strade. Naturalmente, ciò non significa che devono accompagnarli con una torcia.-
Alla battuta della professoressa quasi tutti risero, tranne Sara che ancora pensava a dove poteva essere Alex, anche se infondo come lezione non gli sarebbe importata molto...
-Gli Assistenti supportano i Ranger in altri modi, come ricaricando i loro Styler. E non solo!Forniscono anche ai Ranger preziose informazioni e consigli. Gli Assistenti, dalla sala operativa della Federazione, comunicano con i Ranger ovunque si trovino!Qualcuno sa dirmi come si chiama il loro sistema di comunicazione?-
-Sì!Si chiamano messaggi vocali!-
Urlò praticamente Glenda alzandosi in piedi.
-Esatto!Ad ogni modo, i vostri Styler accademici non sono dotati di questa funzionalità.-
In effetti non erano poche le funzioni che non erano presenti nei lo Styler ma che invece lo erano in quelli normali, ma questo infondo non aveva mai rappresentato un problema.
-Ma guardate un po'!Ho qui due Styler con la funzione per i messaggi vocali attivata.-
-Oooh!-
L'attenzione degli studenti andò a concentrarsi sui due bracciali che la donna aveva messo sulla cattedra.
-Li abbiamo potuti prendere in prestito in via eccezionale dalla Federazione Ranger. Il preside Delmonte si trovava là in visita e li ha richiesti di persona. Oggi li utilizzeremo per fare una dimostrazione delle operazioni sul campo dei Ranger.-
-Sìì!Io io!Scelga me!-
Tutti quanti alzarono le mani per farsi scegliere, Sara pensò che sicuramente Alex si sarebbe mangiato le mani una volta scoperta l'occasione persa.
-Cominciamo!Glenda farà la parte dell'Assistente e Alex quella del Ranger.-
-Professoressa Anna, Alex non si è  ancora presentato, oggi.-
Disse Glenda alzando nuovamente la mano.
-Che strano da parte di Alex. Si sarà forse addormentato?Beh, non fa niente, vorrà dire che sarà Sara a fare la parte del Ranger.-
Così dicendo la professoressa consegnò entrambi li Styler mentre Sara cercò di non mostrarsi troppo felice per la situazione, non voleva sembrasse gioire dell'assenza di Alex ma infondo era stata una fortuna per lei.
Glenda non appena ottenuto lo Styler lo fissò emozionata.
-Forte!Con questo posso comunicare!Pronto?Mi senti?Qui è Glenda, Rispondi, Ranger!-
-Emh...non credo sia utile farlo ora...-
Disse Sara sorridendo leggermente.
-...Come?Dici che siamo troppo vicini e mi puoi sentire forte e chiaro anche senza Styler?-
-Proprio così.-
-Bene, allora dovremmo allontanarci un po' e riprovare.-
-Va bene allora uscirò io.-
Rispose Sara sorridendo iniziando a correre verso la porta, questa però si spalancò pochi attimi prima che potesse raggiungerla e dall'altra parte comparve il professor Vanesio che la fissò severamente.
-Ehi!Non si corre nemmeno in classe, capito?-
-S-si...mi scusi...-
Dopo le scuse della ragazza l'uomo spostò lo sguardo verso la professoressa.
-Ah, professoressa Anna, sono terribilmente dispiaciuto di interrompere la sua lezione. C'è una questione di cui vorrei discutere con Alex.-
Lo sguardo di Sara si corrugò, per quale motivo doveva aver bisogno di Alex?
-Beh, veramente...Alex è in ritardo oggi. Non è dda lui, ma...-
-In ritardo...uhm...vede, abbiamo un problema per le mani. Tenevamo un certo numero di Styler nella sala insegnanti. Tenevamo, ho detto...ora infatti questi Styler sono scomparsi. Ho già verificato che nessuno dei miei studenti può essere il colpevole Ma lei ora mi dice che questo Alex è stranamente assente...forse gli ci sta volendo un po' per mettere "al sicuro" tutti quegli Styler rubati?-
-Alex non ruberebbe niente!-
Disse Sara irritata da quell'atteggiamento, sembrava quasi che il professore fosse certo della colpevolezza del ragazzo ma non aveva alcuna prova.
Non fu la sola ad indignarsi, Glenda alzandosi si precipitò vicino a lui.
Professor Vanesio!Alex sarà un po' dispettoso, ma non è un ladro!-
-Questo è da vedere!Costui corre per i corridoi, s'intrufola nello scantinato dove non si può...-
-Ma queste non sono prove!-
Ribatté Sara guardandolo, anche lei aveva appena corso in classe ma non era una ladra, per quanto riguardava lo scantinato era successo solo durante la prova di coraggio.
-E' naturale che venga visto con sospetto!-
All'ennesima frase dell'uomo la professoressa Anna lo guardò seriamente, con uno sguardo che difficilmente gli studenti avevano visto prima, si vedeva tutta la sua irritazione.
-Professor Vanesio. Non è questo che lei predica sempre?Che è sbagliato gettare sospetto su qualcuno senza avere delle prove?-
L'uomo non rispose storcendo solamente il naso.
-Mi dia un po' di tempo. Andrò alla ricerca di Alex e dei suoi Styler mancanti.-
-Professoressa Anna, la aiuterà anch'io!-
-Io darò un'occhiata di sopra!-
-Anch'io mi metto a cercare!-
Tutti gli studenti alzandosi in piedi circondarono il professore, che senza dire nulla ma non provando nemmeno a nascondere il fastidio che provava uscì dalla classe, seguito poco dopo da quasi tutti ad eccezione di Glenda e di Sara.
-Sara!Setacciamo tutta l'Accademia da cima a fondo. Dobbiamo provare che Alex è innocente.-
-Sì, non permetteremo a quel professore laccato di trattarlo così!-
-Se trovi qualcosa, mandami un messaggio vocale. Ok?-
-Contaci, tu fai lo stesso, Assistente.-
Dopo un breve cenno entrambe le ragazze uscirono dalla classe, la prima aula in cui Sara aveva intenzione di guardare era il dormitorio dei ragazzi.
-Prima di tutto dovremmo controllare qui dentro all'Accademia.-
Disse Glenda ancora vicina, senza risponderle Sara corse subito verso le scale sperando di ritrovare presto l'amico, prima di poterlo fare però s'accorse che davanti a queste c'era la sua professoressa.
-Professoressa ha trovato qualcosa?-
-No, ma perlomeno pare che nessuno sia sceso nello scantinato.-
Era un punto in meno dove guardare almeno, ed in effetti era stato anche chiuso, raggiunto il piano superiore le arrivò dallo Styler un messaggio vocale.
-Messaggio in arrivo!Qui Glenda al piano terra. Per favore, corri giù all'ingresso!Sbrigati!-
-Oh no...che cosa è successo?-
Temendo che il professor Vanesio avesse trovato l'amico accusandolo nuovamente corse a perdifiato fino a raggiungere l'amica, la quale si trovava con la signora Della.
-Stavo per dar da mangiare ai Bidoof in cortile quando ho trovato uno Styler, per caso l'avete perso voi?-
Sentì Sara non appena fu arrivata, quell'affermazione la inquietò, perché un oggetto simile era finito in giardino?
-...no, i vostri li avete con voi.-
Notò la signora prima che potessero rispondere.
-Sara, dovremmo controllare  il cortile. Grazie per l'indizio, signora Della!-
Ringraziando la donna le due amiche uscirono dal portone principale, nonostante ciò che stava accadendo era una splendida giornata e ciò era quasi ironico.
Nel cielo non c'era nemmeno la più piccola nuvola e perfino il mare era incredibilmente calmo.
-Oh!Ehi!Guarda là!-
Disse Glenda indicando il centro del giardino, correndo poi sul posto.
In quel preciso punto c'era un oggetto a loro familiare.
-Non è uno degli Styler spariti dalla sala insegnanti?-
-Sembra proprio di sì, è come quello trovato da Della.-
Disse Sara osservandolo da vicino.
-Ce ne potrebbero essere altri per terra!Diamo un'occhiata in giro!-
Concluse Glenda riprendendo a muoversi, Sara però era preoccupata anche per Alex, la faccenda diventava sempre più losca e di lui non c'era traccia. Le due iniziarono così a guardare in ogni angolo, perfino in piazza dell'Ascesa ma nemmeno lì c'erano altri indizi. Risalendo le scale però notarono vicino a quelle che conducevano al cancello dell'accademia un piccolo oggetto azzurro, senza dire nulla Sara lo raggiunse raccogliendolo.
-Ecco il terzo, ma di Alex ancora nessuna traccia...-
Disse Sara con fare sconsolato, trovare gli Styler era un bene ma dovevano anche dimostrare l'innocenza dell'amico.
-Aspetta, sento delle voci...andiamo a vedere!-
Scendendo lungo la scalinata e la parete rocciosa le due raggiunsero finalmente il cancello, ad attenderle in un piccolo spiazzo verde c'erano Alex ed uno strano individuo dai capelli castani che indossava un cappotto lillà.
-Alex!Che cosa ci fai qui?!E chi è questa persona?-
Urlò Glenda guardandolo.
-Questo tizio è un ladro patentato!L'ho visto sgattaiolare via dalla sala insegnanti, perciò ho provato a chiamarlo. In quel momento...bam!Ha cercato di svignarsela!-
Spiegò l'amico furioso.
L'uomo nel frattempo aveva iniziato a muoversi contro l'unico albero presente prima del cancello.
-Tre contro uno non vale!Io taglio la corda!Bye bye!-
Purtroppo per lui dalla fretta non aveva notato che alle sue spalle non c'era altro che il tronco dell'albero, per questo vi sbatté contro facendosi male.
-Argh!-
A causa dell'urto tutti gli Styler che aveva con sé finirono a terra davanti ai tre studenti, e come ulteriore danno al ladro un Pokémon gli cadde proprio sulla testa.
-Bleeeah!Aaaargh!Non vedo niente!Questa cosa è pesante!Che male!Che puzza!Aiutooo!-
Ridacchiando Alex recuperò subito gli Styler da terra.
-Ahahah!Uno Slakoth è caduto dall'albero!Ti sta bene!Così impari  a fare il ladro!-
-Per favore!Aiutatemi!Non lo faccio più!-
-Andiamocene. Lasciamolo così. Perché dovremmo aiutare un ladro?-
Disse Alex ignorando le richieste dell'uomo, ottenendo tuttavia un'occhiataccia da Glenda.
-Ma cosa stai dicendo?!E' compito di un Ranger aiutare le persone nei guai!Sara!Su!Cattura quello Slakoth!-
Anche l'altra inizialmente non era entusiasta di doverlo fare, ma doveva ammettere che l'amica aveva ragione, non aiutarlo non avrebbe certo impedito che si comportasse male in futuro infondo.
Per questo motivo andò subito verso il Pokémon iniziando la cattura, la quale fu incredibilmente facile visto che lo Slakoth non si mosse nemmeno.
Apparvero così le seguenti scritte: Gruppo:Normale, Poké Tattica:Normale, Mossa: Taglio.
Il nome del Pokémon sotto la sua foto e una breve descrizione:"Non fa quasi niente. A volte prova a sferrare un colpo con gli artigli."


Appena terminata la cattura la ragazza liberò subito lo Slakoth, che più rapidamente del previsto corse via.
-Uff...aah...fiu...salvo per miracolo...grazie per avermi soccorso.-
-Di nulla...-
Rispose la ragazza grattandosi il capo.
-Cosa sta succedendo?-
La voce della professoressa Anna fece voltare tutti i presenti.
-Siete spariti anche voi e siamo venuti a cercarvi. Oh, ecco Alex!E anche gli Styler!-
-Professoressa Anna, quest'uomo è il ladro che ha sottratto gli Styler.-
Disse Glenda indicando l'uomo.
-Già, perché hai cercato di rubarci gli Styler?Ma lo sai quanto sono importanti per noi?-
Chiese Alex con fare severo.
-Mi...mi dispiace...ho sempre sognato di diventare un Ranger. Ma non ho mai mosso un dito per realizzare il mio sogno...avevo tanti altri progetti che volevo realizzare, ma...non sono mai riuscito a decidere cosa fare della mia vita...l'unico sogno a cui non ho mai saputo rinunciare è quello di diventare un Ranger...ho pensato che, forse, se avessi avuto uno Styler...forse...-
-Cosa stai dicendo?!-
Tuonò la professoressa.
-Non farmi arrabbiare, eh!Guarda che non importa quanti anni hai. Anche un adulto può entrare all'Accademia. Con il giusto impegno, anche tu potresti diventare un Ranger. Se hai un sogno a cui non vuoi rinunciare, realizzarlo dipende solo da te.-
-Prof...professoressa...quando ho visto tutti quegli Styler sono rimasto come stregato...ho pensato di prenderne solo uno...e alla fine li ho arraffati tutti quanti...-
-Proprio come con i tuoi sogni...non ti sai accontentare, non è così?Dovresti andartene a casa e pensare seriamente a che cosa vuoi fare. Perché non pensi a come diventare un Ranger nel modo giusto?-
-Sigh...lo farò...un momento!!!A-andare a casa?!Mi lascia semplicemente andare?Senza una punizione o altro?P-professoressa...non posso crederci...sniff...-
Effettivamente anche i tre studenti furono sorpresi di questa decisione, ma era chiaro che il volere della donna fosse questo.
Senza aggiungere altro l'uomo corse fuori dal cancello della classe quasi con le lacrime agli occhi.
-Non posso credere se ne sia andato così...-
-Su Alex, infondo l'importante è aver riavuto gli Styler.-
Disse Glenda sorridendo.
-Hai ragione Glenda, ora però torniamo all'Accademia, dobbiamo rimettere a posto ogni cosa.-
Disse la professoressa iniziando ad incamminarsi, seguita poco dopo dai tre nell'aula insegnanti.
Nella stanza c'erano sia il professor Vanesio che il preside ad aspettare notizie, quando Alex entrò nella stanza Vanesio non nascose nemmeno per un attimo la certezza fosse il colpevole, ma ci pensò la professoressa a rimetterlo a posto.
-...e così, Alex stava tentando di acciuffare il ladro degli Styler.-
Disse la donna concludendo il racconto.
-Ah, così è successo tutto questo mentre  ero via?Bene, anche se il ladro se n'è andato, sono sollevato che nessuno si sia fatto male E aver recuperato gli Styler è un bene.-
Disse il preside sorridendo.
-Sgrunt...Alex va ripreso perché la sua quotidiana condotta è davvero deplorevole...sgrunt, sgrunt!-
Nemmeno di fronte all'evidenza il professor Vanesio era felice se non puniva qualcuno, al contrario però i tre studenti lo erano molto visto erano riusciti a rigirare la situazione a loro favore, e non nascondevano i loro sorrisi di fronte a lui.
-Devo dire di essere rimasta colpita dalla capacità di Glenda e Sara di lavorare in squadra. Questa dovrebbe essere la più importante virtù di un Assistente.-
Disse la professoressa ignorando l'uomo.
-Eheheh...-
Le risatine di Glenda sembrarono irritare ancor di più Vanesio.
-Sara, la collaborazione con Glenda e la tua cattura sono state eccezionali. E' sufficiente guardare il sorriso stampato sul muso di Slakoth.-
-Grazie.-
L'ultimo fu Alex, certo di ricevere dei complimenti il ragazzo aveva già gonfiato il petto orgoglioso.
-Alex. Sei davvero troppo impulsivo. Devi collaborare di più con i tuoi compagni. Nessun Ranger è in grado di fare tutto da solo. Credo che un giorno ti troverai in una situazione che te lo farà capire...-
Il ragazzo socchiuse leggermente le labbra, Glenda e Sara furono dispiaciute fosse stato rimproverato ma infondo la donna aveva ragione.
Sembrava comunque che Alex fosse irritato più del necessario.
-Detto questo...è vero, le tue intenzioni erano buone...ma mi stai ascoltando, almeno?-
-Sgrunt...quel ladro non è scappato...l'abbiamo lasciato andare...sgrunt, sgrunt.-
Le due compagne di classe non poterono non sospirare stanche, anche in quella situazione continuava a pensarci.
-Glenda, ascolta. Lo capisci quanto male mi sento per questa faccenda, vero?In ogni caso...tu hai creduto in me e mi hai difeso. Questo mi ha reso davvero felice.-
-So bene  che, nonostante tu sia una testa calda, un impulsivo ed uno spaccone, non sei una persona che farebbe questo.-
Disse infine il ragazzo guardando la bionda, a quelle parole però Sara non poté non avvertire una fitta allo stomaco, anche lei aveva creduto in lui ed aveva fatto di tutto per aiutarlo infondo...
-Come per il ladro di oggi, forse ci sono delle ombre in agguato nei cuori di tutti noi. Quello che conta è non arrendersi mai all'oscurità nel nostro cuore. E' scritto nei libri della nostra biblioteca...nella regione di Almia esiste un'antica parola: "Vatonage". Significa "risvegliare la luce che era stata inghiottita dalle tenebre". Vatonage...oggi, tutti voi risplendete di una luce abbagliante. Possiate voi non perdere mai questa luce.-
Le parole del preside furono talmente profonde da rapire tutti e tre gli studenti nonostante i loro pensieri.
-Oh, ma ora sto divagando...penso sia ora che torniate in classe.-
-Ha ragione signor preside, voi andate pure io vi raggiungerò dopo.-
Disse la professoressa Anna, lasciando che i ragazzi si allontanassero.
-Certo che potevi anche avvertirci Alex.-
-Non avevo tempo, quel ladro poteva essersene già andato al vostro arrivo!-
-Ma alla fine io e Sara siamo comunque arrivate in tempo.-
Disse la ragazza colpendo l'amico sul braccio con un leggero pugno.
-Ce l'avevo in pugno.-
-Ah-ah, come no.-
Mentre i due parlavano non si erano accorti che Sara si era messa leggermente in disparte ad alcuni passi dietro di loro, rifletteva sul significato delle parole del preside e sulla luce che vedeva.
Per quanto la riguardava, in quel momento una piccola ombra era celata nel suo cuore, mentre quelli dei suoi amici risplendevano in una maniera tale che le impediva di star loro vicino.
Si sentì strana e percepì nuovamente quella fitta, sapeva bene che Glenda ed Alex si conoscevano da più tempo ma non riusciva comunque a non sentirsi in parte esclusa, come se il mondo del quale i due facevano parte non fosse sempre il suo.
Vatonage avrebbe comunque avuto un profondo significato nel loro futuro, come quelle giornate che difficilmente avrebbero dimenticato.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 "Cara sorellona,
grazie della tua lettera!
Come dicono i Ranger?Messaggio in arrivo!
Abbiamo scelto dove trasferirci!
E' un posto ad Almia che si chiama Villaggio Cicole. Ci vediamo quando ti sarai diplomata!

La tua sorellina"

 
In seguito a quella lettera non è passato un solo giorno senza che Sara immaginasse la sua futura casa, aveva fantasticato anche assieme a Glenda su come sarebbe stata la sua stanza ma aveva preferito limitarsi ad immaginare conservando la sorpresa per il diploma.
Non era però solo quella notizia a tenerla con il fiato sospeso...
-Oggi è finalmente il vostro giorno di prova!Toccherete con mano cosa vuol dire essere un vero Ranger, Assistente o Meccanico. Per questo verrete assegnati alle strutture per cui avete fatto richiesta. Non fate deviazioni lungo la strada e, per favore, siate prudenti.-
Con quelle parole la professoressa decretò la fine della lezione e l'inizio di una fantastica esperienza, tutti gli studenti entusiasti uscirono subito dalla classe, solo pochi rimasero a chiacchierare tra cui Glenda, Alex e Sara, la professoressa si avvicinò proprio a questi ultimi.
-Sara e Alex, voi due siete stati assegnati al Centro Ranger della Città di Vien. Lì è dove sta Ilario. Il Ranger che ha abbandonato la lezione all'aperto per andare a salvare un Mantine, ricordate?-
-Certo!-
Rispose la ragazza sorridendo.
-Sono sicura vi troverete a vostro agio, mi raccomando però, come ho già detto, fate attenzione.-
Dopo aver annuito un paio di volte Sara si alzò per andare a salutare Glenda.
-E' un peccato non possiamo andare insieme.-
-Eh lo so, io sto studiando per diventare Assistente, perciò andrò alla Federazione Ranger. Oh, a proposito!Sul giornale di oggi c'è un articolo sulla Federazione Ranger!-
-Oh fa vedere.-
Avvicinandosi al banco dell'amica questa le mostrò l'articolo di cui parlava, in prima pagina, sotto al nome del giornale L'Eco di Almia, c'era la scritta "Speciale Federazione Ranger" con accanto un breve articolo e l'immagine della Federazione, era una grande torre di marmo bianco dalla cui cima sbucavano le foglie di un bellissimo e rigoglioso albero.
L'articolo vero e proprio però era più in basso ed i titoli riguardavano: "Uno sguardo al Quartier Generale Il centro operativo", "Scoop!Ecco il centro di comando", questa parte si trovava sotto l'immagine di tre giganteschi monitor dai quali sembravano vedersi diverse zone di Almia, ed infine il titolo "Edvige, il pilastro della Federazione" sotto cui c'era l'immagine di un'anziana donna dai capelli grigi agghindati in due corti codini, vestita con un abito arancione e con in mano un bastone da passeggio.
-Wow sembra veramente grandioso, e magari conoscerai anche Edvige!-
-Sarebbe incredibile, la Federazione però è molto distante da qui. E' meglio che mi metta in viaggio. Ci vediamo stasera!-
-Buon viaggio Glenda.-
-Ehi Sara.-
La voce che la stava chiamando apparteneva ad Alex, il ragazzo aveva finito di parlare con la professoressa ed era pronto ad andare.
-Vai anche tu alla Città di Vien, vero?-
-Sì.-
-Facciamo la strada assieme.-
-Va bene, in due sarà più divertente almeno.-
Sorrise l'altra uscendo dalla classe.
-Senti un po' di tensione?-
Chiese Alex camminandole accanto.
-In effetti...è la prima volta vedremo veramente come funzionano queste cose ed il pensiero di quale avventura vivremo mi elettrizza.-
-Io sono tranquillo invece, sono sicuro andrò alla grande.-
-Sempre ottimista.-
-Meglio che vedere tutto nero.-
Mentre parlavano la ragazza si fermò improvvisamente notando un Pokémon non molto distante da loro, era simile ad un volatile dalle ali azzurre, il petto bianco e con la zona vicino al becco rossa, Alex guardando il suo sguardo capì subito le sue intenzioni.
-Se vuoi catturarlo fa pure, tanto io l'ho già registrato.-
In qualche modo Alex sembrava sempre un passo più avanti di lei, ma non sarebbe durato per sempre.
Sorridendo la ragazza corse incontro al Pokémon iniziando la cattura.
Non fu molto difficile completarla, nonostante l'altro fosse in grado di generare un mini tornado, comparve così nello Styler la sua immagine con sotto il nome, ovvero Taillow, ed accanto le scritte Gruppo: Volante, Poké Tattica: Volante, Mossa: Taglio.
"Attacca provocando raffiche con le sue ali.".


La lotta erano conclusa ed ormai avevano raggiunto il  cancello che permetteva di uscire dall'Accademia, quando un urlo attirò l'attenzione di entrambi.
-Aiutatemiiii!-
Aggrappato al tronco di un albero un uomo urlava disperato mentre due Bidoof cercavano di raggiungerlo, fu Alex a riconoscerlo.
-Ehi, è Luchino. Sta giocando a nascondino con qualche Bidoof?-
-Non mi sembra proprio, se così fosse credo non stiano seguendo le regole...-
-Ma no!Non lo vedi da solo?Questi B-B-Bi-Bidoof mi stanno attaccando!Senti che versi!"Beedehoo, beedehoo!"Hanno intenzione di sbranarmi, lo sento!-
-Ma no, Luchino, credo che i Bidoof vogliano soltanto giocare.-
-Alex ha ragione, non penso le faranno nulla di male.-
-Come no!Facile dirlo per te. Ma io sono spaventato, anzi, terrorizzato dai Pokémon!-
-Oooh, ma questi Bidoof sono così carini...-
-Alex questo non lo aiuterà a stare meglio.-
L'amico però non l'ascoltò, troppo divertito forse dalla scena.
-Sara, forse non vi siete presentati. Lui si chiama Luchino. E' il lattaio della zona.-
-Molto piacere...-
Disse la ragazza muovendo la mano.
-Ha veramente fifa dei Pokémon, che invece lo adorano, a quanto pare. Sospetto sia l'odore del latte che lo rende una calamita per i Pokémon. Comunque...un Pokémon Ranger si presta sempre a dare una mano. Questi Bidoof paiono agitati, in effetti. Potrebbero essere un problema. Dividiamoci. Io ne catturo uno e tu catturi l'altro!-
-Alla buon'ora!-
Urlò Luchino esasperato, in effetti ci era voluto un po' per convincere il ragazzo ma l'importante era aiutare quel poveretto, così Sara corse incontro ad uno dei Pokémon iniziando la cattura.
Fiduciosa nel fatto avesse già catturato un Bidoof la ragazza non badò molto alla situazione, convinta durasse meno di un minuto, ma la sua eccessiva fiducia le costò caro. Il Pokémon infatti dopo poco attaccò la ragazza che, poco attenta, non schivò il colpo. Anche se venne colpita solo la linea dello Styler lei stessa subì un danno che le fece sentire un forte dolore allo stomaco, come se avesse ricevuto una testata.
Frastornata non badò nemmeno ad un secondo attacco che la ferì nuovamente, stavolta al ginocchio.
-Oh no...-
Corrugando la fronte Sara si rialzò proseguendo nella cattura, stavolta decisamente più attenta, questa si concluse con la barra dello Styler indicante 11/15 punti d'energia.
Alla fine di tutto questo sia lei che Alex liberarono i rispettivi Pokémon.
-Ok!Ce l'abbiamo fatta. Luchino, è tutto sotto controllo. Abbiamo calmato e liberato i Bidoof.-
Disse Alex avvicinandosi, dopo poco l'uomo scese dall'albero sospirando sollevato.
-Uff, questa cosa mi ha messo una fifa...ero proprio spaventato, ma sono stato salvato. Sono stato salvato...ma sono ancora spaventato!-
-E' normale, l'importante è che stia bene.-
Disse Sara sorridendo avvicinandosi.
-Tuttavia vi devo ringraziare entrambi. Quei Bidoof mi avrebbero morso. Comunque...mi sembra di vedere una faccia nuova.-
Disse rivolgendosi alla ragazza, a quanto pare non l'aveva notata fino a quel momento e questo la fece sentire strana, sembrava dovesse stare sempre nell'ombra...
-Si chiama Sara e arriva dalla regione di Fiore. Sara è formidabile nel fare catture. Non quanto me, ovviamente.-
A quel complimento lei sorrise felice, non capitava spesso che l'amico facesse qualche complimento a qualcuno, la fece sentire un po' più speciale.
-Molto piacere signor Luchino.-
-Oh, una nuova studentessa, dici?Beh, allora grazie di cuore anche a te per essere venuta in mio soccorso.-
-E' stato un piacere.-
-Ho una piccola fattoria con la mia famiglia in un posto chiamato Città di Vien. Dovreste venire a visitarci un giorno. Dico sul serio. I nostri ragazzi sarebbero contenti della vostra visita.-
-Grazie sarebbe bello.-
Rispose Sara sinceramente.
-Luchino ha un sacco di marmocchi. Anche sua moglie è piuttosto conosciuta qui nella zona.-
Spiegò Alex guardandola.
-Di sicuro non scorderò il vostro gesto. Diventerete ottimi Ranger, ne sono sicuro!-
-Grazie mille!-
Era bello per entrambi ricevere un complimento simile.
-Ora devo veramente andare, a dopo ragazzi!-
Così dicendo e con un sorriso timido sul volto Luchino si allontanò saltellano oltrepassando il cancello, fu nel momento in cui anche i due studenti iniziarono a muoversi che Alex notò lo zoppicare di Sara.
-Va tutto bene?-
-Si tranquillo, non ho fatto molta attenzione durante la cattura ma niente di grave.-
-E dire che ti avevo appena fatto i complimenti per la tua cattura...-
-Ormai non puoi rimangiarteli.-
-Ahah non intendo farlo, però è meglio se stai attenta o ti farai veramente male.-
-Si, anche il professore direbbe lo stesso.-
-Oh ma siamo in ritardo. Sbrighiamoci a raggiungere la Città di Vien!-
-Sara!Alex!-
A quanto pare non era proprio la loro giornata migliore per arrivare in orario, la voce della professoressa Anna arrivò non appena oltrepassarono il cancello.
-Ho sentito che avete aiutato Luchino!E ho sentito anche che, invece di fare a gara come al solito, avete collaborato!Bravi!Così fanno i veri Ranger!Ora comincia il vostro viaggio per la Città di Vien!Coraggio!-
-Grazie professoressa, in effetti sarà meglio muoversi se non vogliamo perderci tutto.-
Disse Alex iniziando per primo a correre, seguito poi dalla compagna di classe.
Dopo un breve tratto di strada si raggiungeva un ponte che connetteva l'Accademia con il resto del territorio, a metà di questo ponte però i due videro una piccola ragazzina dai biondi capelli vestita con una gonna rossa ed una maglia viola. I suoi occhioni azzurri sembravano pieni di lacrime.
-Ero venuta per vederlo, ma...-
-Chi è quella ragazzina?-
Chiese Alex guardandola.
-Non saprei ma sembra aver bisogno di aiuto, chiediamole se si è persa magari.-
-Ehi, ciao. Che succede?-
Chiese Alex inginocchiandosi vicino alla piccola.
-Il mio fratellone...non è qui.-
In effetti non c'era nessuno oltre a loro tre, o così sembrava.
-Tuo fratello maggiore, eh?Mi chiedo chi sia...-
-Non mi sembra di conoscere nessuno con un fratello, magari però è dell'Accademia.-
Propose Sara grattandosi la testa, non conosceva molte persone anche a causa della sua timidezza ma la sua memoria era abbastanza buona da ricordare dettagli simili, quindi se qualcuno avesse accennato ad una sorellina l'avrebbe ricordato.
Prima che potessero pensare al da farsi tuttavia qualcuno li raggiunse, si trattava di Amleto.
-Ciao, cosa sta succedendo?-
-Ehi, abbiamo incontrato questa bambina ed a quanto pare è alla ricerca del fratello.-
Spiegò Sara accarezzando la testa della bambina cercando di calmarla, le ricordava la sua sorellina e vederla così le dispiaceva molto. Un'altra persona però s'intromise nella situazione.
-Allegra?-
Si trattava di Leo, il genio dell'Accademia.
-Allegra, sei tu!-
Non appena la bambina lo vide le lacrime smisero subito di cadere, sostituite da un meraviglioso sorriso.
-Ciao, Leo!Sono venuta per vederti!-
Disse lei correndogli incontro abbracciandolo.
-Allegra!Ti avevo detto di no!Non ti ho forse avvisato di non uscire da Portenea da sola?-
-Mi spiace!Volevo soltanto vederti...-
-Allegra...sei ancora soltanto una bambina. Per questo mi preoccupo così per te.-
In effetti però se non lo vedeva da tempo era naturale che la sorellina volesse vederlo, o almeno questo era il pensiero di Sara che infatti parlò.
-Non arrabbiarti con lei Leo, infondo sta bene.-
-Sì, hai ragione, l'importante è questo...bene, lascia che ti presenti ai miei amici.-
Disse Leo asciugando le guance della piccola.
-Questa è mia sorella Allegra.-
-Io sono Amleto!Loro invece si chiamano Alex e Sara. Piacere di conoscerti, Allegra.-
Disse Amleto portando le braccia al collo dei due avvicinandoli.
-Molto piacere.-
Risposero i due allo stesso modo. La bambina però non sembrò molto felice.
-Allegra?Va bene, dai. non sono più arrabbiato. Grazie per esser venuta a trovarmi. Torniamo indietro assieme.-
-Ok!-
In effetti il problema sembrava essere solo quello, visto che Allegra sorrise ancora più raggiante di prima.
-Vengo anche io con voi, tanto sono di strada.-
Disse Amleto incamminandosi.
-Ciao ciao, amici del mio fratellone!-
-Ciao Allegra.-
Disse Sara sorridendo, interrotta poco dopo da Alex.
-Anche noi dobbiamo darci una mossa. Faremo una brutta figura se arriveremo in ritardo. Credo che la Città di Vien sia in direzione ovest.-
-Va bene muoviamoci, nemmeno io voglio far una figuraccia. Speriamo solo di arrivare ahah.-
In effetti si erano già dovuti fermare molte volte ed il tempo passava, superato il ponte era necessario solamente seguire un sentiero nel bosco per arrivare in città, nonostante la presenza di questo però gli alberi ed i cespugli erano talmente fitti da impedire quasi il passaggio.
Era meraviglioso però vedere i raggi del sole passare tra le foglie ed osservare durante il cammino i profili dei vari Pokémon in quel luogo, loro dovevano ormai essere abituati a quella difficile zona.
Dopo poco tempo i due incontrarono anche una giovane ragazza dai capelli castani tenuti in un codino, vestita con un abito rosa.
Era circondata da vari Pokémon tutti serenamente tranquilli, uno di questi, un piccolo coniglio marrone con all'estremità delle orecchie e sulla pancia dei batuffoli di pelo giallo, si avvicinò a Sara con un salto iniziando così una cattura.
-Oh no non pure questo...-
Disse Alex alzando gli occhi al cielo, Sara tuttavia non vi badò, ogni lotta per lei era importante anche per poter conoscere ogni Pokémon.
La difficoltà maggiore della cattura fu data solamente dal continuo saltellare del Pokémon, che tuttavia alla fine accettò i sentimenti d'amicizia della ragazza.
SUllo Styler comparve sotto l'immagine del Pokémon il suo nome, Buneary, ed accanto le seguenti scritte: Gruppo:Normale, Poké Tattica: Normale, Mossa: Distruzione.
Sotto tutto ciò c'era scritto "Attacca balzando rapidamente e lanciando alla carica.".
Al termine della lotta il livello dello Styler passò da quattro a cinque e l'energia divenne 17/17, aumentando di un punto la potenza e di due l'energia.


Dopo la cattura inoltre il Pokémon iniziò a seguirla con un fare allegro e sorridente.
-Direi di chiedere se siamo nella direzione giusta prima di continuare.-
Disse Sara avvicinandosi.
-Ooh ma così perderemo altro tempo.-
-Meglio due minuti di chiacchiere che un'ora nel bosco a girovagare. Mi scusi da questa parte c'è la Città di Vien?-
-Oh si certamente, siete nella direzione giusta. Ci sono anche molti cartelli più avanti se avrete bisogno, se ne vedete uno non sarà difficile leggero anche se alcune piante li nascondono.-
-Grazie per l'informazione allora.-
Ringraziandola proseguì insieme ad Alex arrivando così finalmente al loro obbiettivo, una piccola cittadina in mezzo al bosco e con al  centro il quartier generale dei Ranger di zona, molte persone passeggiavano allegramente in quella splendida e soleggiata giornata, alcuni anche assieme ai loro Pokémon.
Oltre ad alcune case era anche visibile una grossa fattoria dal tetto rosso.
-Quella dovrebbe essere la fattoria di Luchino, magari se avremo tempo potremmo andarlo a salutare.-
Propose Sara sorridendo.
-Magari più tardi, comunque mi pare proprio che il posto sia questo. Ehi, il mio cuore sta battendo all'impazzata!Tu come ti senti?-
-Agitatissima, non posso credere siamo arrivati!-
Rispose Sara sorridendo oltrepassando la porta, l'interno era piuttosto semplice, una stanza dal pavimento verde con accanto all'entrata l'emblema dello Styler.
Ma non c'era nessuno ad attenderli.
-E' tutto molto tranquillo...c'è nessuno qui?Ehilà?!Siamo dell'Accademia dei Ranger!Siamo Alex e Sara!-
-Oh, scusatemi!Mi sono chinata a raccogliere una cosa e non vi ho visto entrare.-
A parlare è stata una ragazza dai capelli viola a caschetto che si trovava dall'altra parte di un bancone, alle sue spalle un complicato computer nella parete sembrava star monitorando alcune cose.
-Voi dovete essere gli studenti per il giorno di prova. Ho qualcosa per voi. Venite avanti, prego. Siete sorpresi da quant'è tranquillo il Centro Ranger?-
-In effetti.-
Rispose Sara annuendo mentre la donna rovistava sotto al bancone.
-Sono tutti fuori per una missione importante.-
-Sono dovuti andare tutti quanti?Dev'essere una bella grana di missione!-
Disse Alex con gli occhi spalancati.
-Sì. Eccome, se lo è. Alcuni Bifoof...oh no!Non posso dire altro!Ad ogni modo penso di sapere chi siate. Sara e Alex dall'Accademia, giusto?-
-Esatto.-
Rispose la ragazza annuendo.
-Ci avevano avvisato del vostro arrivo. Il nostro leader ha lasciato un messaggio per voi. Lasciate che ve lo legga. "Benvenuti a entrambi!Ecco una missione per voi!Ho lasciato alla nostra Assistente un pacco estremamente importante. Prendetelo e raggiungeteci alla Collina Ventosa. Si trova a ovest della città.". Questo è tutto. Ho qui con me il pacco estremamente importante. Per favore, non scuotetelo. E ovviamente, non capovolgetelo!-
-Meglio che lo prenda io allora.-
Disse Sara avvicinandosi, ciò che dovevano portare era un semplice cestino di vimini ma era comunque decisamente grande.
-Mmh...forse hai ragione.-
Ammise Alex, nelle catture era certamente bravo ma forse un tocco delicato era ciò che serviva in quel momento.
Ecco qua. Per piacere trattatelo con cura!-
-Non si preoccupi, non gli accadrà niente.-
Disse la ragazza sorridendo.
-Per la Collina Ventosa, andate a ovest dopo aver lasciato l'edificio. Dovrete poi svoltare e andare in direzione della spiaggia. Camminate lungo la spiaggia finché non raggiungete il cartello e le scale per la Collina Ventosa.-
-Grazie per l'informazione, andiamo Sara.-
-Sì, arrivederci!-
Senza attendere oltre i due uscirono di corsa per dirigersi verso il punto indicato, appena usciti tuttavia Alex non poté più contenere la gioia.
-Fantastico!Ci hanno già affidato una missione!Se riusciamo a completarla con successo, forse finiremo sul giornale di domani!-
-Sarebbe incredibile!Chissà cosa accadrà.-
Un uomo dai capelli neri che portava sul viso degli occhiali, ed indossava un completo marrone, s'intromise nella conversazione.
-Sarebbe bello...è tutto troppo tranquillo per un reporter qui. Non c'è niente di cui scrivere per il giornale.-
-Vorrà dire ci penseremo noi a dar vita a questo posto.-
Disse Alex sorridendo.
-Che ne direste se scrivessi che avete fallito alla grande durante una missione o qualcosa del genere?-
-M-ma come si permette!-
Il viso di Alex divenne rosso come quello di un peperone ed era chiaro fosse furioso.
-Non è molto educato quello che ha detto.-
Disse Sara cercando di tener fermo l'amico.
-Lo so ma farebbe notizia.-
-Magari potrebbe scrivere di un reporter fallito che non sa raccontare vere storie!-
Urlò Alex ancora più furioso.
-Andiamocene...non abbiamo tempo da perdere con questo signore. Inoltre noi non falliremo mai una missione.-
-Staremo a vedere.-
Disse l'uomo facendo spallucce in risposta alla frase di Sara.
Cercando di non parlarne più i due trovarono velocemente la giusta strada da seguire, soprattutto ad un cartello che recava <--: Spiaggia Zefira "Coloro che si incontrano qui diventano ottimi compagni",  ed appena l'ebbero superata si trovarono davanti ad una splendida spiaggia di sabbia bianca, la quale era raggiungibile tramite una piccola scalinata visto che il terreno su cui erano era ad un'altezza maggiore.
-Caspita, è veramente bellissimo qui il mare.-
Disse Sara sorridendo.
-Lo vediamo ogni giorno all'Accademia.-
-Oh  ma questa non è una spiaggia come tutte le altre.-
Una voce interruppe le parole del ragazzo, appartenevano ad una giovane signorina dai capelli biondi che indossava una gonna blu ed una maglia rosa, era in compagnia di un giovane dai capelli castano chiaro che indossava una camicia blu e dei pantaloncini marroni.
Entrambi erano visibilmente abbronzati.
-Qui è dove ho incontrato il mio ragazzo E' per questo che stiamo così bene assieme.-
-Solo per una spiaggia?-
Disse Alex sorpreso.
-C'è una vecchia leggenda su questa spiaggia. Se incontri qualcuno qui, diventerete sicuramente amici per la pelle.-
Rispose il ragazzo dando poi un bacio alla compagna.
-Sarà meglio andare Sara...-
Per qualche motivo Alex sembrava leggermente imbarazzato, ma aveva ragione, dovevano completare la missione. C'era anche un'altra scalinata oltre a quella dalla quale erano venuti ed era chiaro dovessero dirigersi lì. Non appena arrivarono in cima notarono la presenza di un anziano signore in compagnia di tre Pokémon.
-Ah, Pachirisu, Pachirsu. Che carino, che carino. Che c'è?Che c'è, Munchlax?Non mi dirai che hai già fame!Ah, Starly, Starly. Bravo, mangia tutto quello che vuoi.-
Tutti e tre sembravano molto felici ma quando i due ragazzi si avvicinarono corsero vicino all'uomo, forse spaventati e sorpresi dalla presenza dei due sconosciuti.
-Ci scusi, non volevamo disturbare.-
Disse Sara sorridendo e muovendo una mano in segno di saluto verso i Pokémon.
-Non preoccupatevi, sono molto timidi con chi non conoscono. Dai vostri abiti direi che siete studenti dell'Accademia dei Ranger, non è così?-
-Esatto, e siamo in missione.-
Rispose Alex gonfiando il petto.
-Immagino sia il vostro giorno di prova.-
-Sì, siamo stati assegnati entrambi  a questa città.-
Sorrise Sara osservando Pachirisu che si era nascosto dietro la propria coda.
-Bene, lasciate quindi che vi sottoponga a un breve quiz che troverete illuminante.-
-Veramente non abbiamo...
Alex cercò di fermare l'uomo per evitare di perdere tempo ma ormai l'uomo aveva già preso a parlare.
-Ecco la prima domanda. Che cos'è un Pokémon compagno?-
-Oh, questa è facile. Un Pokémon compagno è un Pokémon particolarmente legato ad un Ranger che lo segue sempre.-
Anche se il ragazzo era il primo a voler andar via fu lui a rispondere alla domanda.
-Din-don!Risposta esatta!I Ranger che conosco dicono tutti di aver incontrato il loro primo Pokémon compagno qui alla Spiaggia Zefira. Molto bene!Domanda numero due!Un Ranger può avere un solo Pokémon compagno?-
-No!Niente affatto!-
Nuovamente fu Alex a rispondere, suscitando in Sara una leggera risata per quell'euforia dimostrata.
-Din-don!Ancora risposta esatta!Un Ranger avrà modo di ottenere col passare del tempo altri compagni.Tuttavia si può avere con sé soltanto un Pokémon compagno per volta.Gli altri Pokémon compagni devono avere pazienza e aspettare a casa.-
-Non pensavo ricordassi anche queste cose Alex.-
-Ehi, io sto attento in classe, anche se non sembra.-
-Ahah, la gioventù. Suppongo che non vediate lìora di avere un Pokémon compagno tutto per voi.-
-Sarebbe bello in effetti.-
Ammise Sara sorridendo.
-Ora però dobbiamo veramente andare, a presto signore!-
-A presto giovani aspiranti Ranger.-
Continuando a camminare Alex e Sara iniziarono ad intraprendere un sentiero in salita, arrivando così ad una scalinata con un cartello accanto, ^: Collina Ventosa "Innamorati, attenzione: caduta massi!".
-Secondo me la Collina Ventosa è in cima a queste scale. Mi chiedo quale sia la missione importante che stanno svolgendo lassù...-
Disse Alex alzando lo sguardo verso la cima.
-Lo scopriremo tra poco.-
-Sto cominciando a preoccuparmi...-
Vendendo l'espressione del compagno d'avventura la ragazza gli mise una mano sulla schiena accarezzandolo.
-Sono sicura staranno bene.-
In silenzio ed affrettando il passo ripresero così a camminare, il sentiero si faceva man mano sempre più ripido e, dopo essere arrivati ad un primo spiazzo piano, dovettero salire una nuova rampa di scale che stavolta però li condusse direttamente sulla cima.
Nonostante la situazione la ragazza non poté non rimanere meravigliata per la vista, cielo e mare sembravano mischiarsi l'un l'altro creando un unico ed armonioso colore. Le bianche e soffici nuvoli nel cielo erano pari solo alla schiuma nel mare. Alcuni Pokémon volavano tranquilli lungo questo paesaggio mentre una leggera brezza soffiata tra le foglie della foresta vicina.
Il punto in cui si trovavano era sopra ad una gigantesca scogliera che permetteva anche di vedere le montagne e le foreste attorno.
Oltre a loro c'erano altre quattro persone, la prima era una ragazza dai capelli neri accompagnata da un Buneary, il secondo era Ilario assieme al suo Pokémon compagno, il terzo era un omaccione dai capelli rasati ai lati ma con alcuni ciuffetti rossi in testa, la pelle scura era messa in risaldo dal rosso della divisa che indossava, come tutti, il Pokémon a lui vicino era simile ad un lottatore di sumo con un grosso corpo giallo, le mani sembravano dei grossi guantoni da box neri.
Infine c'era una ragazza in disparte dai capelli marroni tenuti da una fascia, la sua divisa era diversa rispetto a quella degli altri.
In mezzo a loro c'era una grossa tovaglia bianca a quadri rossi.
-Oh!Dei Ranger!Guarda!Il Ranger Ilario!Quello della nostra lezione all'aperto!Sai che facciamo?Andiamo su e ci presentiamo!-
-Sì.-
Rispose Sara avvicinandosi assieme agli altri, fu Alex però a parlare.
-S-selva a tutti!-
Ci fu un lungo silenzio durante il quale tutti si girarono, dopo di che il più grosso tra loro ovvero l'uomo dai capelli rossi si avvicinò guardando Alex.
-Hai detto "Selva a tutti"?Sei forse un po' teso?-
-S-sì...-
Rispose il ragazzo visibilmente imbarazzato.
-Beh, è normale. Dopotutto, state svolgendo una missione vitale. Dunque...il pacco estremamente importante. Mi aspetto vivamente che sia integro.
-Si signore, eccolo qui.-
Disse Sara mostrandolo a tutti.
-Passamelo, ma con attenzione. Un solo gesto maldestro ed è finita.-
La ragazza deglutì rumorosamente, cosa c'era in quel cesto?
Una bomba?
Un dispositivo elettronico instabile?
Qualsiasi cosa fosse era sicuramente pericoloso e, nonostante fossero già arrivati dai Ranger, non poté non sentirsi agitata.
Riuscì comunque con movimenti lenti a porgere la cesta, trattenendo il fiato guardando gli altri.
-Bene, gente!Venite tutti!E' arrivato il pranzo!-
A quelle parole sia Sara che Alex spalancarono la bocca sorpresi, convinti di non aver sentito bene.
-Mi stavo stancando di aspettare!-
Disse la ragazza con la fascia rossa tra i capelli.
-Ahahah!Che facce sorprese che avete!Vi ricordate di me?Sono Ilario. Ilario della lezione all'aperto. Mi spiace aver dovuto interrompere quella lezione per occuparmi di una missione.-
-N-no...non è stato un problema anzi.-
Disse Sara cercando di sorridere, era visibile però fosse frastornata.
-Vi ricordate di lui?Il mio Pokémon compagno, Budew.-
-Dewadodidi.-
Il verso del piccolo Budew era pieno di gioia, in risposta alla presentazione di Ilario.
L'uomo dai capelli rossi poi riprese a parlare.
-Bel lavoro, tutti e due. Questa missione è completata!-
Anche se non era stata una grande missione entrambi erano comunque contenti d'averla portata a termine, anche se la sorpresa non s'era ancora attenuata.
-Il mio nome è Brando. Sono il leader di questo Centro Ranger. Questo è il mio Pokémon compagno, Makuhita.-
-Maku!-
-Oh, un'altra cosa...questo scherzo non è opera mia. E' un'idea di Ilario.-
-Ehi Leader, non è giusto così!Eri tu quello che diceva quanto buona fosse la mia idea.-
-Caspita, ci hanno proprio fregati...-
Disse Alex grattandosi la testa, nel frattempo la ragazza dai capelli neri si era avvicinata ai due.
-Ciao, sono Luana!A me hanno fatto lo stesso scherzo un anno fa. Nel mio caso però il pranzo era tutto schiacciato perché ho sbattuto il pacco da tutte le parti!Piacere di conoscervi, comunque!Questo Buneary è il mio Pokémon compagno. Non è un tesoro?-
-Si è tenerissimo.-
Osservò Sara sorridendo intenerita.
-Mememeweah.-
-Ed è anche vivace.-
Continuò Alex ridacchiando. L'ultima a presentarsi fu infine la ragazza con la fascia tra i capelli.
-Io non sono un Ranger, sono un Meccanico. Il mio nome è Elena, ma non preoccupatevi se non riuscite a imparare tutti i nomi al volo.-
-Uh, ehm, noi siamo Alex e Sara!Siamo qui per il nostro giorno di prova!E, ehm, spero di poter avere un giorno un Pokémon compagno tutto mio un giorno!-
-Davvero?Bene!Se parlì così, vuol dire che cominci a sentirti a tuo agio ora. Scusate ancora per lo scherzo. E' diventata quasi una tradizione per noi.-
Disse Brando guardandoli.
-Ora basta con le presentazioni. Leader, banchettiamo con il pacco estremamente importante che ci hanno gentilmente portato.-
-Si, ho una fame terribile!-
Rispose Luana alla frase di Ilario, Brando aprì il cesto davanti ai presenti, al suo interno c'erano numerosi panini e della frutta, dopo di che parlò nuovamente.
-Bene!Allora diamoci sotto!Benvenuti al pranzo d'onore per i nostri Ranger in prova!-
-Wow, il cibo sembra delizioso. Non come l'anno scorso.
Elena spalancò gli occhi dalla meraviglia, si vedeva quanto avesse fame.
-Meno male!-
Alex sospirò sollevato di veder che tutto era in ordine, nel frattempo Sara volle provare a chiacchierare con gli altri, ad iniziare da Elena.
-Non è piacevole la brezza qui?Questo è il mio posto preferito.-
-Sì, è molto rilassante in effetti.-
Annuì la ragazza guardandosi intorno.
-Anche all'Accademia possiamo vedere il mare ma qui è quasi più rilassante.-
-Lo immagino, non avrete molto tempo per rilassarvi credo, tra studio ed allenamenti.-
-E' un po' dura in certi momenti ma ne vale la pena.-
-La Città di Vien è una rilassata cittadina di campagna. Perfetta per chi vuole riposare.-
A parlare fu Brando che s'intromise nel discorso.
-Vivere però vicino al bosco riserverà molti momenti divertenti.-
Disse la ragazza guardandolo.
-Mah, non accade molto di sorprendente o di eccitante qua. Non è come nei film o nei videogiochi.-
-Ah, capisco, ma infondo l'importante è aiutare gli altri.-
-Ben detto ragazza. Non sarà emozionante ma scalda sempre il cuore poter ricevere dei sorrisi di gratitudine.-
Ripresero poi tutti a mangiare rimanendo in silenzio per qualche minuto, fino a quando Ilario non fece una domanda ai due.
-Siete arrivati dalla Spiaggia Zefira, giusto?Lì è dove ho incontrato il mio Pokémon compagno. Non lo dimenticherò mai.-
-Wow sul serio?-
Disse Alex interessato.
-Certo, ero appena uscito dall'Accademia ed ero stato trasferito qui. In quei giorni una tempesta stava minacciando la città ed un pomeriggio si scatenò in tutta la sua potenza. Venni incaricato di portare al sicuro quanti più Pokémon possibile e sono venuto qui perché molti erano soliti radunarsi. Al mio arrivo questo tipetto però stava già facendo il mio lavoro, assicurandosi che tutti i suoi amici non venissero trascinati via dalla corrente. Subito sono corso ad aiutarlo ma non ho notato nel frattempo che un pezzo di tronco stava per venirmi addosso. E' stato lui a salvarmi. Dopo la tempesta non se n'è più andato.-
-Caspita, che storia incredibile!-
Alex era completamente rapito dalla storia e chissà dove stava viaggiando con la mente. Sara nel frattempo aveva notato che Luana li stava osservando con fare malinconico.
-Va tutto bene?-
Chiese guardandola.
-Le vostre divise dell'Accademia...mi riportano alla mente tanti ricordi.-
All'improvviso mentre parlavano un ragazzo dai capelli castani corse verso di loro urlando, si trattava dello stesso che i due avevano incontrato alla spiaggia.
-Aiuto!Ranger!I Po-Pokémon sono impazziti!-
-Che sta succedendo?-
Chiese Brando improvvisamente serio, con la sua stazza era ancora più minaccioso.
-Eravamo in spiaggia quando i Pokémon hanno iniziato a infastidirci!Hanno circondato la mia ragazza e non la lasciano andar via!-
-Ok, la situazione è chiara. Ce ne occupiamo noi.-
Concluse Brando rivolgendosi poi al gruppo.
-E' una missione d'emergenza!Il pranzo è sospeso!Alla Spiaggia Zefira!Muoversi!Sara, Alex!Venite anche voi!.-
-Agli ordini!-
Urlarono tutti iniziando a muoversi.
-Andiamo, Sara!-
-Sì!-
Gli altri erano stati decisamente più veloci di lei e così presto rimase indietro, mentre scendeva le scale però la ragazza notò un punto di salvataggio sistemato vicino alle scale, dalla fretta prima doveva averlo tralasciato.
La situazione poteva diventare veramente pericolosa per cui benché dovesse muoversi decise di salvare i progressi del proprio Styler, andò poi a raggiungere gli altri alla spiaggia.
Una volta arrivata notò subito la ragazza bionda circondata dai Pokémon che le ruotavano attorno.
-Dobbiamo sistemare questo guaio!-
Urlò Brando guardandola.
-Ma cosa sarà successo a questi Pokémon?-
Chiese Ilario perplesso.
-Sembra quasi che stiano ballando...-
Osservò Elena divertita, a rispondere però fu l'anziano che Alex e Sara avevano visto con i Pokémon in questione.
-Di solito sono amichevoli e mansueti!Non sono in sé!-
-Per favore!Fate qualcosa!Presto!-
Urlò la ragazza impaurita.
-Ok, gente, ascoltate!Ilario e io cattureremo gli Shellos!Luana, Alex e Sara!Voi tre prendete gli altri Pokémon!Alex e Sara, mettete in pratica quello che avete imparato all'Accademia!-
-Si signore!-
Urlarono tutti quanti mostrando la propria posa, prima che Sara però potesse scendere le scale l'anziano la fermò.
-Sono dei bravi Pokémon, davvero. Non so che cosa gli sia preso. Pachirisu, Munchiax e Starly...sono tutti adorabili e affidabili. Se fossi un Ranger sarei onorato di averli tutti come miei Pokémon compagni. Già, sicuro, sono proprio bravi!Vi prego, cercate di riportarli alla calma.-
Sembrava sinceramente preoccupato per i suoi amici, e le sue parole erano altrettanto sincere.
-Non si preoccupi, sono sicura che andrà tutto bene.-
Disse la ragazza cercando di rincuorarlo scendendo sulla spiaggia, prima di poter fare qualcosa però notò che sia Alex che Luana erano agitati.
-Se Luana non riesce a decidere, nemmeno io posso scegliere...-
-Alex ma cosa stai dicendo?Non importa chi sceglie chi, l'importante è aiutare!-
-Lo so ma...non so veramente cosa fare!-
Era come se l'agitazione gli avesse fatto perdere la sicurezza in sé, per questo Sara tentò di parlare anche con Luana ma i risultati non cambiarono...
-Quale vuole essere aiutato da me?Starly?Munchiax?Pachirisu?Non riesco a capire...-
Non potevano restare così tutto il giorno, se loro non riuscivano a decidere il primo passo sarebbe toccato a lei.
Guardando i tre Pokemon la ragazza scelse di seguire il proprio cuore, sapendo che qualsiasi scelta sarebbe stata giusta perché avrebbe potuto aiutare qualcuno...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Quasi correndo la ragazza scelse d’avvicinarsi al piccolo Pachirisu, il motivo principale per cui lo fece non fu tanto l’estetica quanto il fatto che fosse il più vicino all’acqua e vista la sua agitazione temeva avrebbe potuto tuffarsi ed allontanarsi.
Stranamente una volta arrivatagli vicino lo Styler reagì diversamente rispetto alle altre lotte, infatti una voce disse “Vuoi catturare Pachirisu?” e comparvero due pulsanti, un SI ed un NO.
Non è necessario dire quale scelta prese.
La cattura tra la sabbia iniziò quasi subito, il piccolino subito iniziò a muoversi a scatti cercando d’evitare che il disco di cattura lo circondasse ma Sara fu ben attenta ad evitare una qualsiasi rottura in esso, nonostante l’altro fosse veramente rapido.
Il cuore per un qualche motivo le stava battendo nella gola, forse perché non era un semplice allenamento, era lontana dalla scuola, quindi se si fosse fatta male non sarebbe stato per scherzo, ed a pochi metri c’erano dei veri Ranger?
Magari era l’insieme delle cose ma guardando il Pokémon negli occhi l’unica cosa che avvertiva era una qualche emozione che la spingeva a continuare senza mai fermarsi, anche quando questo iniziò a saltare ovunque.
Ormai mancavano pochissimi attimi per completare la cattura e fu proprio in quel lasso di tempo che Pachirisu tentò un attacco, attorno a lui iniziarono a generarsi una serie di scariche elettriche e vista la vicinanza con la ragazza anche lei ne avvertiva la potenza, ma non si lasciò spaventare e proseguì nel muovere lo Styler.
Fortunatamente riuscì a concludere ogni cosa prima che l’attacco venisse attuato
Alla sinistra dell’immagine del Pokémon con il rispettivo nome comparvero le scritte: “Gruppo: Elettro, Poké Tattica: Elettro, Mossa: /-” e sotto tutto ciò la scritta “Attacca emettendo scariche elettriche da tutto il corpo.”.
Fu molto strano non ci fossero mosse nella descrizione  ma in ogni caso era andato tutto per il meglio.


Con un leggero fiatone Sara si guardò intorno vedendo che anche gli altri erano riusciti a catturare i Pokémon e che finalmente Alex e Luana si erano decisisi.
-Come va, ragazzi?Le catture sono riuscite?-
Chiese Brando con un sorriso soddisfatto in volto. Fu Ilario a rispondergli praticamente subito.
-Ci puoi scommettere, capo! A te come va, Luana?-
-Mi sono incartata un attimo all’inizio, ma ce l’ho fatta. Come sono andati gli studenti?-
-Anche noi studenti abbiamo completato le nostre catture!-
Urlò Alex fiero di sé, la voce di Elena, ancora sulle scale, fece voltare tutti.
-Bene! Per fortuna nessuno si è fatto male! Né Pokémon, né persone.-
-Ottimo lavoro, gente! I Pokémon sembrano essersi calmati. Liberiamoli.-
Concluse brando liberando il proprio, subito dopo anche gli altri fecero lo stesso, o almeno tutti ci provarono.
Sara, oltre al non aver visto il nome della mossa, ebbe anche un altro problema, non riuscì infatti a liberare il Pachirisu.
-Ma che cosa…-
Tentò una seconda volta ma il risultato fu sempre lo stesso.
-Oh no spero non si sia rotto qualcosa…piccolino ora puoi andare, non voglio costringerti ad accompagnarmi.-
Cercò di dire con un sorriso al Pokémon, ma questo si limitò a grattarsi divertito il musetto con la zampa.
Nemmeno la terza volta diede i risultati sperati e brando iniziò a notarlo.
-Qual è il problema?-
-Non riesco a liberarlo…-
-Qualcuno vi avrà già spiegato come liberare un Pokémon, giusto?-
-Si ma non funziona, non capisco il perché.-
Disse preoccupata la ragazza, Ilario le si avvicinò grattandosi il mento con fare pensieroso.
-Quel Pokémon ti si è affezionato?-
Prima che potesse rispondergli il ragazzo che aveva chiesto loro aiuto si gettò quasi tra di loro con uno smagliante sorriso in volto.
-Grazie per aver salvato la mia ragazza!-
-Abbiamo sentito strani suoni dal mare. Una grossa nave cargo si è allontanata ed è sparita all’orizzonte. Poi, all’improvviso, mi sono trovata circondata dai Pokémon…penso siano stati spaventati da quella nave cargo.-
Spiegò la compagna accarezzando la schiena dell’altro. Brando si avvicinò ad entrambi aiutando il ragazzo ad alzarsi.
-Beh, qualunque fosse la causa, sono felice di vedervi sani e salvi. Ilario, Luana! Ispezionate la spiaggia. Giusto per stare tranquilli.-
-Ricevuto, leader!-
Rispose Ilario portandosi una mano sulla testa come un soldato.
-Agli ordini!-
Anche Luana seguì il suo esempio, ridendo poi leggermente divertita.
-Sara e Alex. Ottimo lavoro. Avete svolto bene quelle catture. Grazie a voi siamo riusciti a calmare quei Pokémon. Nel mondo dei Ranger questo si chiama…missione compiuta!-
-Ce l’abbiamo fatta!-
Urlò Alex colmo di gioia, anche Sara non riuscì a trattenersi, sentirselo dire da un vero Ranger non aveva prezzo.
Felici i due si mossero come era consuetudine loro fare in quei momenti, non era importante il fatto ci fossero altri e potevano sembrare semplici cose da studenti, erano ormai abituati a farlo.
Brando tuttavia applaudì guardandoli.
-Ma guarda un po’! Avete già delle vere pose da Ranger! Non sembravano neanche male!-
-Grazie, ci siamo allenati molto a farle.-
Rispose Alex guardando Sara, dopo ciò il leader riprese a parlare.
-Comunque…coraggio, ragazzi, facciamo ritorno al Centro Ranger.-
L’uomo iniziò già a muoversi quando, dopo pochi passi si fermò all’improvviso.
-Oh, aspetta un attimo! Dobbiamo raccogliere i resti del pranzo. Sara e Alex, voi due potete cominciare a incamminarvi verso il Centro Ranger. Per scusarci del nostro scherzo di prima, siete esentati dalle pulizie. Fra poco farà buio. Muoviamoci, gente!-
-Grazie leader!-
Dissero entrambi felici, dopo di che iniziarono ad avviarsi verso il Centro Ranger, anche se il Pachirisu ancora non andava via.
-Sei sicura di aver fatto tutto bene Sara?-
-Si l’ho già detto, non riesco a liberarlo…per il momento però non penso sia un grande problema, ci riproverò più tardi.-
Rispose la ragazza sorridendo leggermente guardando il piccolino che, ad ogni incrocio dei loro sguardi, sembrava sempre più felice.
-Comunque…sono felice tu abbia preso l’iniziativa prima, mi ero veramente incartato…-
-A proposito che cosa ti è successo?-
Chiese Sara ricordando il modo in cui Alex, il ragazzo che non faticava a mettersi in prima linea, non era riuscito a muoversi.
-E’ che mi è venuto il panico, vedendo Luana ferma ho pensato stesse ancora decidendo e non volevo rovinarle i piani.-
-Ma che gentiluomo.-
Rispose la ragazza prendendolo in giro, ricevendo un debole pugno sul braccio.
-Simpaticona. A parte gli scherzi alla fine la cattura è andata benissimo, e ci hanno anche fatto i complimenti per le pose!-
-Beh viste tutte le ore che hai passato a perfezionarla era il minimo.-
-Eheh, un vero Ranger deve dare sempre il meglio in ogni cosa.-
-Un quasi vero Ranger vorrai dire. E’ stato veramente emozionante però, sentivo il cuore in gola.-
-Come alla prova di paura?-
Quella notte lei ed Alex si erano aggirati per la scuola per recuperare degli Styler, c’erano state sicuramente moltissime emozioni quella sera, anche se ricordandola adesso le veniva solamente da ridere per il modo in cui si erano lasciati spaventare.
Però era felice d’aver vissuto quell’esperienza insieme ad Alex, ed anche quella che stavano vivendo nel presente era certamente preziosa per lei.
Ma era diverso.
-Non esattamente, è una sensazione nuova.-
-Qualsiasi cosa sia ci penserai dopo, ormai siamo arrivati.-
Il tempo di una chiacchierata veloce ed in effetti erano già arrivati davanti al Centro Ranger, fortunatamente il Pachirisu non entrò con loro e Sara pensò che volesse finalmente tornare dai suoi amici.
Dopo poco comunque anche gli altri Ranger li raggiunsero.
-Bene, il resto dei panini che avevamo portato è stato “eliminato”.-
Disse Brando ridacchiando.
-Non c’è nient’altro in programma. E’ tempo di salutarvi. Sara e Alex, non dimenticate le vostre catture di oggi.-
Il tempo era passato fin troppo velocemente, sembravano trascorsi pochissimi minuti dal loro arrivo ed invece dovevano già andare via, era evidente che anche Alex pensasse la stessa cosa.
-Sarebbe bello se entrambi foste assegnati al nostro Centro Ranger. Vi terremo di sicuro impegnati a portare il pranzo a tutti.-
Disse Ilario cercando di rallegrarli, ed in parte funzionò. Era una persona veramente gentile.
-Ilario scherza, ma in realtà non vedeva l’ora che arrivasse oggi. Si chiedeva se avrebbe rivisto quei ragazzi della lezione all’aperto.-
Era carino da parte di Luana farglielo sapere, in effetti quel giorno era stato veramente splendido anche se, come quel momento, non era durato molto.
-Le vostre pose da Ranger erano proprio carine.
Complimentandosi Elena fece l’occhiolino ad entrambi, lasciando poi la parola ai due studenti.
-Grazie a tutti di cuore!-
-Sono sicuro che non dimenticheremo l’esperienza di oggi. Grazie ancora! Arrivederci!-
Alex aveva ragione ma purtroppo era veramente ora di andare, i due si voltarono verso la porta ma non riuscirono nemmeno a raggiungerla che venne aperta da un uomo anziano dalla cima della testa calva ma con una moltitudine di capelli bianchi ai lati.
Era vestito con dei pantaloni rosa ed un camicie bianco, per sorreggersi usava un bastone da passeggio. I suoi occhi stanchi erano in buona parte coperti da delle folta ciglia bianche, dello stesso colore della barba.
-Oh? Ma cos’abbiamo qui? Cos’è questo assembramento?-
Domandò l’uomo trovando pochi attimi dopo la risposta.
-Hmm?Siete degli studenti dell’Accademia dei Ranger?-
-Si signore.-
Rispose Sara annuendo.
-Ah, ma certo! E questo è il vostro giorno di prova qui al Centro Ranger, capisco. Ora che mi sovviene, una ragazza è venuta alla Federazione Ranger per il suo giorno di prova. Voleva a tutti i costi diventare un’Assistente…che tipa in gamba.-
A quelle parole la prima associazione che Sara fece fu verso Glenda, l’amica non era andata con loro ma alla Federazione ed a quanto pare quell’uomo vi lavorava.
Era così orgogliosa dell’amica viste le parole che il signore aveva appena detto.
-Credo che il suo nome fosse, uhm…Gloria? Qualcosa del genere.-
-Ho trovato il nuovo soprannome per Glenda.-
Sussurrò Alex a Sara, ricevendo un colpetto al fianco in risposta.
-Bene, ho memorizzato le vostre facce! Spero di avere la possibilità di lavorare con voi due in un prossimo futuro.-
-La ringraziamo signore, ora però dobbiamo veramente andare ci dispiace.-
Disse Sara scusandosi, l’uomo però le sorrise.
-Oh non preoccupatevi, andate, andate, la scuola vi aspetta.-
-Arrivederci allora.-
-Se ricorda le facce come i nomi siamo messi male.-
Anche quel sussurro ricevette un colpo, stavolta più forte, alla schiena, ma Alex non vi badò ridendo.
Dopo quest’ultimo saluto i due uscirono dal Centro Ranger per tornare all’Accademia, prima però di poter fare un passo si ritrovarono ancora il Pachirisu della spiaggia davanti a loro.
-Ehi! Tu sei uno di quei Pokémon!-
La voce di Alex doveva aver attirato anche Brando ed Ilario visto erano entrambi usciti.
-Che succede qui fuori? C’è qualche problema?-
-Ecco…-
Sara si limitò ad indicare il Pokémon sperando di poter ricevere un qualche aiuto, ma anche Brando sembrò sorpreso.
-…eh? Uno dei Pokémon della spiaggia?-
-Ah! Ho capito.-
-Sul serio Ilario?-
-Ma certo Leader, scommetto che è qui per ringraziare Sara di averlo salvato.-
Il Pokémon saltò allegro a quelle parole, come se il ragazzo avesse avuto ragione.
-Oh piccolino, sei veramente dolce.-
Inginocchiandosi intenerita Sara accarezzò le graziose guance del Pokémon, che glielo lasciò fare senza alcun problema, anzi sembrò quasi fare una specie di fusa.
-Capisco. Ma questi due non sono ancora Ranger. Non ufficialmente, almeno. Non possono ancora avere un Pokémon compagno.-
Alle parole di Brando la ragazza spalancò leggermente gli occhi.
Un Pokémon compagno?
Lei?
Spostò lo sguardo prima su Brando e poi su Pachirisu, il quale s’aggrappò alla mano di lei continuando a guardarla.
La strana sensazione provata sulla spiaggia si fece risentire, come se nel suo cuore ci fosse un qualche tipo di filo che veniva tirato.
-Immagino siate delusi, ma ancora non potete.-
In effetti le fece leggermente male sentirselo dire, sapeva benissimo non poteva ma affrontarlo faccia a faccia era un’altra cosa, ed anche il Pokémon sembrò provare lo stesso.
-Se volete passare un po’ di tempo insieme, comunque, va bene. Ma dovrete liberarlo prima di tornare all’Accademia.-
-Certo, grazie.-
Sorridendo Sara si alzò guardando Alex, sperando potesse capire ciò che provava.
-Potremmo aspettare ancora un po’ prima di tornare?-
-Beh, per me non è un grosso problema, inoltre se dicessi di no penso proprio che questo piccoletto mi fulminerebbe.-
In effetti Pachirisu sembrava aver assunto uno sguardo quasi minaccioso, ma passò subito dopo la risposta del ragazzo che lo guardò colpito da quell’atteggiamento.
-Grazie Alex!-
Per la gioia Sara non riuscì a non abbracciare l’amico ed anche il Pokémon, felice ,corse attorno ai due facendo dei cerchi.
-Ahah sembra un disco di cattura.-
Osservò Alex guardandolo, Sara sciolse poi l’abbraccio ridendo assieme a lui.
-Però facciamo solo un giro nei dintorni, va bene?-
-Certo!-
Le bastava anche solo quello, visto però non potevano allontanarsi troppo la ragazza preferì fare un piccolo giro nei dintorni,  tanto per vedere meglio il luogo in cui si trovavano.
-Questo posto è veramente rilassante, non faccio fatica a credere Pachirisu vi si trovi bene.-
Disse guardando il suo nuovo piccolo amico.
-Forse un po’ troppo rilassante per i miei gusti, è una mia impressione o non ci sono molti Pokémon nei dintorni?-
-Oh per niente, bisogna solo saper guardare.-
Alla domanda di Alex rispose una giovane ragazza dai capelli castani vestita con un lungo abito verde, era in compagnia di un ragazzino dai capelli color nocciola e gli occhi azzurri che portava quello che sembrava un cappottone invernale.
-Io ed il mio amico stavamo giusto parlando dei nostri Pokémon preferiti. Il mio è Roserade, è così aggraziato!-
-A me piacciono i Pokémon di mare invece, anche se non vado spesso in spiaggia…-
Disse il ragazzo accanto a lei.
-Solo perché porti sempre questo cappottone.-
L’amica tirò un pezzo dell’indumento facendo vedere quanto il tessuto era pesante.
-Io invece apprezzo i Pokémon forti, indipendentemente dal tipo.-
Rispose Alex ai due, in effetti non aveva mai avuto particolari preferenze, Sara fu l’ultima a dire la propria opinione.
-Io in realtà non ne sono molto sicura, prima di poterlo dire devo conoscerne di più.-
-Hai assolutamente ragione, ora scusateci ma devo convincere questo testardo a togliersi questo cappottone.-
-Ma me lo hai regalato tu!-
Protestando il ragazzo venne trascinato via dall’amica e così anche gli altri due poterono continuare il loro giro.
-Se hai bisogno di conoscere più Pokémon posso sempre prestarti il mio Styler, ci saranno presto le immagini di tutti i Pokémon, o almeno ce ne saranno sempre più dei tuoi.-
Disse Alex con fare scherzoso all’amica.
-Vedremo se sarà così.-
Non c’era molto spazio dove poter girare ma almeno le persone non mancavano, e Pachirisu sembrava trovarsi perfettamente a suo agio tra esse.
-Sei veramente un tipetto amichevole eh?-
Anche se non erano in grado di comunicare tra loro la ragazza non aveva problemi nel parlargli, ed a quanto pare anche lui faceva altrettanto, per alcuni però non era una cosa molto normale, lo stesso Alex una volta si era sorpreso di questo suo atteggiamento, ma non era un problema.
Continuando la passeggiata, nel frattempo, qualcun altro li fermò per parlare, un uomo dagli unti capelli neri a caschetto, vestito con una camicia e dei pantaloni neri.
-Ehilà, nuovo Ranger. Ogni volta che vedi un cartello, leggilo!-
-Emh…ci conti! Sara direi di andare, il caldo sembra iniziar ad esser troppo per la testa di alcuni e preferirei non capitasse anche a te.-
Disse Alex prendendo il braccio dell’amica.
-Oh…dobbiamo proprio?-
Chiese lei dispiaciuta, infondo non era passato nemmeno un quarto d’ora e non voleva andarsene.
-Mi spiace, ma non possiamo più trattenerci oltre o farà buio.-
-Hai ragione…-
Sconsolata la ragazza iniziò a dirigersi con la testa china verso il sentiero che li aveva condotti fino alla piccola città, passando per il bosco l’unico rumore emesso fu il verso di Pachirisu, che forse ancora non capiva era arrivato il momento d’andare via.
Solo quando arrivarono a metà del ponte Alex si fermò per parlare.
-E’ triste ma dobbiamo salutarci qui, piccolo amico. Chissà se ci incontreremo ancora? Sarebbe stupendo…-
Forse la sua abitudine di parlare ai Pokémon aveva contagiato anche l’amico, ma per Sara fu molto importante quello che disse. Cercando di non mostrarsi troppo triste per la situazione s’inginocchiò prendendo delicatamente la zampina del piccolino.
-E’ stato bello da parte tua accompagnarci, spero non avrai problemi a tornare indietro. Sono comunque felice ci siamo incontrati.
-Pachi pachi…-
Anche il piccolo musetto di Pachirisu era triste, non doveva essergli stato difficile capire la situazione e forse per questo, per evitare durasse troppo a lungo e potesse ferire la nuova amica, s’affrettò a correre dall’altra parte del ponte, fermandosi solo un’ultima volta per guardarla, dopo di che sparì nella foresta alle sue spalle.
-Va tutto bene Sara?-
-Sì, penso di si…-
-Coraggio, sono sicuro vi rivedrete.-
Non poteva esserne certa in realtà, magari in poche ore avrebbe trovato dei nuovi amici e l’avrebbe dimenticata, ma ancora una volta il gesto dell’amico l’aiutò.
-Grazie Alex…-
-Yuhuu! Aspiranti Ranger!-
Una squillante voce fece voltare i due, quasi correndo Glenda li stava raggiungendo salutandoli con un caloroso sorriso.
-State tornando indietro? Com’è andato il giorno da Ranger?-
-E’ stato davvero…wow! Eravamo appena arrivati quando ci hanno assegnato subito una missione! Oh, ma è top secret! Non posso rivelare alcun dettaglio. Spiacente.-
Rispose Alex gonfiando il petto orgoglioso.
-Ahah, te lo racconteremo più tardi Glenda.-
-Ma Sara! E’ top secret!-
Ribatté Alex guardandola.
-Beh, anch’io ne ho viste delle belle. Un tale professor Frenesio continuava a chiamarmi Gloria, tanto per dirne una.-
-Oh si, lo abbiamo anche visto…Gloria.-
Ignorando il nome Glenda alzò gli occhi al cielo continuando a parlare.
-Comunque, fra poco farà buio. Meglio affrettarci. Ci racconteremo le nostre esperienze più tardi. La professoressa Anna ci starà aspettando!-
In effetti era proprio così, la professoressa stava aspettando che tutti gli studenti tornassero davanti al cancello e loro erano ormai l’ultimo gruppo.
Vista la giornata passata fuori dall’Accademia non si sarebbero tenute le lezioni, e di conseguenza tutti avevano tempo per riposare.
Glenda, Alex e Sara approfittarono di quel tempo per restare dai tavoli fuori dai dormitori raccontandosi ciò che era successo.
Glenda spiegò che non le fu difficile trovare il posto al quale era stata assegnata ma vista la sua grandezza e le infinite stanze aveva perso molto tempo per guardarsi intorno.
A quanto pare era stata assegnata all’ultimo piano in cui c’era il maggior numero di schermi per ispezionare le varie aree del territorio.
Le avevano fatto fare addirittura una prova guidando in una semplice missione un vero Ranger!
Per lei era stata un’emozione senza parti poterlo fare con strumenti simili.
Sara ed Alex ascoltarono meravigliati e dopo quel racconto anche per la ragazza su un po’ imbarazzante spiegare la loro missione top secret.
Si sentiva come se fosse ad un livello inferiore rispetto a Glenda, come se ciò che faceva lei non fosse nemmeno paragonabile all’altra, ma in ogni caso era comunque molto felice per lei e non avrebbe mai voluto rubarle una simile cosa.
Più volte si vergognava per provare invidia nei suoi confronti ma non riusciva ad evitarlo per quanto lo volesse, ed allo stesso tempo non poteva nemmeno evitare la solita sensazione di sentirsi esclusa quando lei ed Alex parlavano ridendo e scherzando del nuovo soprannome “Gloria”.
Quando ormai fu ora d’andare a dormire le due salutarono l’amico andando nella propria parte di dormitorio.
-Certo che è stato veramente incredibile abbiate potuto far vedere le vostre abilità davanti a dei veri Ranger.-
-Si, è stato veramente emozionante.-
Disse Sara sorridendo, prendendo da sotto il proprio letto dei fogli ed una penna, voleva raccontare alla sorellina di quell’esperienza.
-Spero tanto di poter diventare presto un’Assistente e rivivere ciò che è successo oggi.-
-Sono sicura ci riuscirai Glenda, e sarai la più brava tra tutte.-
-Grazie Sara, sono sicura che anche tu riuscirai presto a diventare un Ranger. Buonanotte allora.-
-Buonanotte.-
 
“Cara sorellina,

Oggi è stata una giornata veramente speciale, era il nostro giorno di prova come futuri Ranger e siamo stati assegnati ad una città vicina all’Accademia.
Appena arrivati ci hanno affidati una missione, anche se riguardava solo il portare il pranzo agli altri Ranger, dopo però li abbiamo aiutati a catturare dei Pokémon che si sono comportati in modo strano.
E qui è successo qualcosa d’altrettanto particolare, il Pachirisu che ho catturato non voleva andarsene via nonostante io lo stessi liberando, ho provato molte volte ma non è servito a nulla.
Credo di essermici affezionata nonostante il poco tempo trascorso e così ho voluto fare un giretto per la città con lui, anche se è durato troppo poco…sarebbe bello rivederlo un giorno per sapere se sta bene.
Tu come stai?
Le cose vanno bene con il trasloco?
Spero che questa mia lettera possa arrivarti presto e di ricevere una tua risposta.
 
La tua cara sorellona.”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Cara sorellona,
presto ti diplomerai! Evviva!
Ehi, hai sentito le novità?
Noi tre adesso ti siamo molto vicini perché ieri abbiamo traslocato al Villaggio Cicole!
 
La tua sorellina.”
 

 
 
Già, era arrivato il momento di diplomarsi.
Il tempo era passato talmente velocemente che quasi faticava a crederci, le giornate di studio,  quelle piene d’agitazione per gli esami, le nottate a ridere con Greta e le scommesse con Alex, tutto era già arrivato alla fine.
Da una parte era felice perché il suo sogno di diventare Ranger era vicinissimo al realizzarsi ma dall’altro non era ancora pronta ad abbandonare tutto ciò. Potevano ripeterle fino allo sfinimento che avrebbero mantenuto i contatti, che avrebbero continuato a vedersi, ma quante probabilità c’erano di lavorare tutti nella stessa città?
Anche se si fossero scritti non avrebbero potuto parlarsi ogni sera, non avrebbero pranzato insieme e non avrebbero fatto tantissime cose.
Non era mai stato facile per lei farsi amicizie e pensare di rischiare di perdere le due persone più importanti nella sua vita la faceva stare male.
Cercava però di restare positiva ricordando quanta strada potevano fare e la gioia che le loro imprese avrebbero portato, e magari le cose sarebbero andate diverse rispetto alle sue preoccupazioni.
Il tempo per pensarci però era ormai finito, la lezione stava per cominciare e per loro sarebbe stata anche l’ultima, quindi preferiva non tardare.
Dopo essersi preparata Sara uscì dalla propria stanza ritrovandosi davanti sia Glenda che Alex ad aspettarla.
-Era ora!-
Urlò il ragazzo afferrandosi e prendendole la mano.
-Dobbiamo sbrigarci!-
-Non pensavo fosse possibile vedere Alex così desideroso di far lezione ahah!-
-Si Glenda ridi quanto vuoi, ma sai quanto me quanto questa giornata sia importante e voglio godermela tutta.-
-Scusatemi se vi ho fatto aspettare ragazzi.-
-Non preoccuparti Sara, meglio tardi che mai no?-
Rispose Glenda con un sorriso sincero.-
-Come mai quando faccio tardi io non la pensi così?-
Ignorando la domanda di Alex anche Glenda prese la mano di Sara e scesero tutti e tre per le scale dirigendosi verso la propria classe.
Impiegarono poco tempo a sedersi visto che tutti erano già al proprio posto, e da lì a poco entrò anche la professoressa.
-Oh, sono felice di vedervi tutti già in classe! Buongiorno a tutti ragazzi.-
-Buongiorno professoressa Anna!-
Risposero in coro gli studenti, alcuni avevano messo sopra la cattedra della donna alcuni cup-cake alla fragola, si era soliti dare delle mele agli insegnati ma tutti sapevano quanto lei amasse i dolci, infatti non appena li vide non poté resistere dall’assaggiarne uno.
-VI ringrazio, sono deliziosi. Spero però non sia un modo per corrompermi e non far lezione ahah.-
-E’ per ringraziarla di tutto ciò che ci ha insegnato professoressa!-
Disse una ragazza dai capelli biondi alzando la mano.
-Però non sarebbe male come idea.-
Disse Alex a Sara sussurrando, s’interruppe però quando la professoressa riprese a parlare.
-Sono io a dovervi ringraziare, vedervi così mi riempie d’orgoglio. Ci sarà tempo però più tardi per questo, adesso è il momento della nostra ultima lezione.-
Questa riguardò in un certo senso un gigantesco riassunto di ogni cosa di cui avevano parlato, solo fatto in maniera molto più discorsiva in modo che chi avesse dei dubbi potesse farli presente.
La professoressa aveva scritto ogni cosa sulla lavagna per far sì potessero anche prendere appunti, al termine appoggiò il gessetto sulla cattedra.
-Prima di concludere devo elencarvi le città alle quali sarete assegnati, ciascuna di esse vi condurrà ad avventure fantastiche che vi faranno crescere come persone. Ora veniamo ai nomi…Sara Ganrer alla Città di Vien, Alex Micoa alla regione di Fiore, Glenda Resolla alla regione di Fiore.-
Tutti quanti stavano sorridendo per quelle notizie, fatta eccezione per Sara.
Le sue paure si erano avverate, i suoi amici sarebbero andati molto lontano da lei e così sarebbe stato più difficile restare in contatto.
O almeno solamente per lei, visto i suoi amici sarebbero stati vicini.
Non voleva questo, non voleva dover affrontare tutte le future situazioni difficili da sola, iniziò a temere per ciò che sarebbe successo, se sarebbe stata all’altezza della situazione, se sarebbe riuscita ad andare d’accordo con altre persone, o se invece avrebbe fallito vedendosi costretta a rinunciare al proprio sogno.
Un nodo si formò nella sua gola mentre con lo sguardo abbassato si pizzicava leggermente le mani per vedere se non stava sognando.
-Bene ragazzi, questo è quanto. Questa è l’ultima volta che vi parlo da insegnante, in quest’aula…Proprio così. Oggi è il giorno del diploma dell’Accademia dei Ranger. Immagino abbiate un sacco di cose da dirvi prima della cerimonia. La lezione finisce qui. Andate pure a salutare i vostri compagni dell’altra classe, se volete. Però ricordate, quando sentite la campanella, tutti nell’atrio principale!-
-Sì!-
La maggior parte degli studenti non appena avevano potuto erano scattati alzandosi, altri invece erano ancora in classe per parlare o tra loro o con la donna.
Guardandosi attorno Sara, per qualche secondo, si sentì strana.
Nuovamente c’era quella sensazione che fosse passato tutto troppo rapidamente ed avvertì un accavallamento tra le memorie del suo primo giorno e quel momento.
Guardò Alex parlare con uno dei loro compagni e Glenda fare lo stesso con un’altra, come se fosse ancora il primo giorno di scuola e loro ancora dovevano conoscersi.
-Eh eh, finalmente siamo arrivati al diploma. Tu dovrai andare alla Città di Vien. Io invece andrò nella lontana regione di Fiore.-
-Già…sono felice per te.-
Disse la ragazza cercando di sforzarsi di sorridere, Alex però era talmente felice per il suo futuro che non lo notò nemmeno.
-Immagino non ci vedremo per un po’. Dovremo interrompere la nostra scommessa.-
-Sì…adesso vado a salutare gli altri.-
-Oh, ok…-
Il modo in cui la ragazza si era alzata era stato un po’ turbolento ma solo perché non s’aspettava l’amico potesse dire una cosa simile come se niente fosse, o come se non gli importasse della loro amicizia…
Anche se, come lui non aveva notato il suo falso sorriso, anche lei non aveva notato qualcosa che si era mostrato solamente solo dall’ultima frase, con malcelata tristezza.
-Stiamo per affrontare il mondo là fuori. Sono felice, ma anche un po’intimorito.-
A parlare era stato il ragazzo vicino ad Alex, che a quanto pare voleva continuare la precedente conversazione, forse per questo il ragazzo non si alzò per seguire l’amica.
Un gruppetto di ragazze nel frattempo si erano avvicinate alla professoressa per parlarle.
-Non dimenticherò mai le  lezioni della professoressa Anna.-
-Nemmeno io, erano così interessanti, mi spiace non sentirle più…-
-Però realizzeremo i nostri sogni, e potremmo venire a trovarla!-
-Sono veramente felice di vedervi così piene di vita…-
Disse la professoressa senza riuscire a non mostrarsi leggermente triste, tanto che si asciugò perfino una lacrima.
-Oggi è un giorno di festa per voi. Scusate, ma queste cose mi fanno sempre commuovere.-
Molte studentesse si avvicinarono per abbracciarla e consolarla, dispiaceva a tutte vederla così, era evidente  che per molti quella giornata non era solo gioiosa.
Nel frattempo comunque Sara si era avvicinata alla propria amica Glenda, sentendo per puro caso il suo discorso con un’altra ragazza dai capelli castano chiaro.
-Non pensi che i ragazzi, in realtà, si commuovano più delle ragazze?-
Chiese la ragazza appoggiata alla finestra.
-Sarebbe divertente in questo caso vedere Alex con un fazzoletto zuppo di lacrime mentre mangia un gelato per rallegrarsi Ahah. Oh! Ehi Sara!-
-Ehi Glenda…è passata velocemente quest’ultima lezione eh?-
-Dici? Per me non finiva mai! Sono così emozionata per ciò che verrà da ora in poi!-
-Si, anche io…-
Non mentiva, era veramente così anche se non poteva non essere un po’ triste, eppure anche con Glenda avvertiva lo stesso disagio provato con Alex visto che tra i tre lei sembrava l’unica ad esser dispiaciuta.
-Per un periodo sarò anch’io dislocata a Fiore. Là è dove farò l’addestramento come Assistente.-
-Sì…sono felice per te…-
Rispose l’amica sorridendo forzatamente, sentì anche una specie di fitta allo stomaco, qualcosa che non voleva ammettere ci fosse ma che era definitivamente gelosia.
I suoi amici sarebbero rimasti insieme, mentre lei sarebbe rimasta indietro, o almeno era così che la vedeva in quel momento.
-Almeno se mi annoierò potrò chiamare Alex e comandarlo a bacchetta durante le missioni ahah!-
-Ahah…si…ora meglio vada, a dopo.-
-Certo, a dopo Sara!-
Glenda era talmente presa a pensare a come sarebbe stato incredibile essere un’Assistente che quasi non s’accorgeva d’altro, nemmeno dell’espressione con cui l’amica s’allontanò dalla classe.
Non voleva sentirsi così e per questo motivo voleva cercare di pensare ad altro, oppure di chiacchierare con qualcuno per tirarsi su di morale.
Il corridoio principale della scuola quella giornata era stato allestito con dei festoni verdi sul soffitto che percorrevano ciascuna parete ed erano fissate grazie a delle coccarde gialle, lungo il pavimento invece erano sparsi numerosi vasi azzurri colmi di fiori d’ogni colore. Il profumo che emanavano era splendido quanto il loro aspetto ed era facile vedere quanto impegno fosse stato messo per decorarli.
Sorridendo alla loro vista Sara decise che come prima classe avrebbe visitato quella del professor Vanesio, dopo tutto era stata anche la prima che aveva visto, dopo quella della professoressa Anna.
Fu leggermente sorpresa, entrando nella stanza, nel vedere tutti gli studenti in piedi e sorridenti, di solito lì dentro vigeva solamente la serietà.
A quanto pare comunque era arrivata appena in tempo per il discorso conclusivo del professore.
-Congratulazioni, siete arrivati alla fine. Lasciate che vi dia un ultimo consiglio come dono d’addio. “Non si corre per i corridoi!”. E’ una regola d’oro che vi servirà molto.-
Sara non poté trattenere uno sbuffo divertito, c’era veramente da aspettarselo da lui ma infondo era qualcosa che le faceva quasi tenerezza.
-E’ veramente incredibile siamo già arrivati fino a qui.-
Disse la ragazza senza accorgersene.
-Eh già, sai sono piuttosto affezionato a questo Styler accademico. Non mi va mica di restituirlo.-
A parlare era stato un ragazzo ancora seduto sul proprio banco, questo sorrideva rigirandosi tra le mani lo Styler.
-Non penso sarà possibile, ma in effetti è un vero peccato.-
-Già, ma scommetto che in qualche modo riuscirò a tenerlo.-
-Spero allora ce la farai.-
Facendo spallucce la ragazza s’allontanò per avvicinarsi ad una coppia di studentesse che stavano parlando.
-Ciao, volevo augurarvi buona fortuna per il vostro futuro da Ranger, Assistente o Meccanico.-
-Oh grazie! Anche a te!-
-Grazie per l’augurio, peccato che oggi dobbiamo salutare anche tutti i Pokémon dell’Accademia.-
Risposero le due sorridendo gentilmente.
-Si, dispiace molto anche a me. Ricordo che il primo Pokémon che ho effettivamente catturato da sola qui era un Bidoof.-
-Ahah credo che sia stato uno dei primi Pokémon di quasi tutti.-
-Hai ragione, perché non iniziamo con loro allora?-
-Andiamo subito!-
Così dicendo le due fecero per andarsene ma prima di farlo una delle due si voltò verso Sara parlandole con timidezza.
-Sono contenta che tu abbia parlato con me anche se eravamo n classi diverse. Questo mi ha resa felice.-
Non le diede nemmeno il tempo di rispondere che subito seguì l’altra lasciandola sola, quella frase però aveva fatto molto piacere a Sara, non ci aveva mai pensato ma anche solo qualche parola poteva rendere felice qualcuno, perfino chi non si conosceva bene.
-Non vedo l’ora di iniziare il mio viaggio! In una nuova regione poi!-
-Anch’io dovrò andare a lavorare in un’altra regione. Spero il viaggio non sia faticoso.-
Per puro caso aveva ascoltato il discorso di altri due ragazzi, a quanto pare erano in molti a dover andare in altre regioni.
Spostandosi per la classe Sara iniziò a chiedersi se fosse stata veramente una fortuna restare lì.
Mentre camminava una voce la distrasse da quel pensiero.
-Ehi Sara, stai salutando tutti i professori?-
-Oh ciao Leo, in realtà stavo solo facendo qualche giro.-
-Capisco, sarai emozionata per il tuo futuro incarico. Io sono stato chiamato dalla Altru SpA per lavorare nei loro laboratori di ricerca. Devo lavorare sodo, anche per Allegra.-
-Caspita è grandioso! Meriti veramente questo lavoro.-
Leo più di tutti altri era adatto a qualcosa di simile, sia per il suo impegno che per la sua grande intelligenza.
-Vorrei essere al tuo posto Leo…mi sono chiesto ogni giorno cosa avrei fatto dopo il diploma. Adesso che il giorno è arrivato, sono ancora indeciso...-
A parlare era stato quel ragazzo dai capelli  verde che tutti chiamavano ragazzo scodella, lui e Sara avevano parlato ogni tanto ma non ci cose molto particolari.
La ragazza però volle comunque tentare di consolarlo.
-Non credo tu non abbia comunque tempo, sono sicura riuscirai a trovare qualcosa.-
-Chi lo sa…Leo è stato preso dalla Altru SpA, grazie alla raccomandazione del professor Vanesio. Che invidia.-
-Emh…che cosa è la Altru SpA però?-
Chiese la ragazza cercando di sviare il discorso.
-Oh, non conosci la Altru SpA? In questo numero dell’Eco di Almia ci sono degli articoli che ne parlano.-
Amleto le porse un articolo di giornale nella cui parte superiore c’era scritto “Chi fornisce energie ad Almia” e subito sotto il sottotitolo “Altru Spa”, da qui partiva un articolo che riguardava questa gigantesca azienda cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, a quanto pare l’energia che forniva era tra le migliori ad Almia ed aiutava tantissime persone.
Nella parte inferiore dell’articolo c’era anche una foto di un uomo dai capelli neri che indossava degli occhiali scuri ed un abito dello stesso colore, accanto a lui c’era poi un omuncolo gobbuto dai capelli versi, il naso a patata, gli occhi piccoli e con un vestito viola. La foto era accanto al sottotitolo “Il presidente della Altru Nereo Raggiani” e sotto un breve saggio che riguardava quest’uomo che era stato in grado di rendere la società ancora più grande di quanto già non fosse stata in passato.
L’ultimo titolo era “Una nuova energia pulita nel futuro della Altru SpA!”, l’articolo però era molto vago e non dava più spiegazioni del titolo stesso.
-Caspita sembra tra le aziende più importanti di Almia!-
Disse Sara strabiliata Leo fosse stato raccomandato per lavorare lì.
-Ed è così, peccato che non tutti hanno la fortuna d’avere un destino ben dritto…-
Amleto sembrò deprimersi ancora di più e senza aggiungere altro si allontanò dalla ragazza.
Sara era veramente dispiaciuta si sentisse così ma purtroppo poteva fare ben poco.
Visto non era rimasto più nessuno da salutare uscì dalla classe dirigendosi verso la biblioteca, magari qualche Pokémon si era rintanato lì e poteva salutarlo.
Purtroppo però le sue aspettative non vennero soddisfatte, la stanza era completamente vuota.
Era strano vederla così, di solito c’era almeno Leo immerso nella lettura.
Tuttavia era comunque piacevole essere immerse in quella pace assoluta, poteva perfino mettersi a sedere sul pavimento nel punto in cui questo era colpito dai caldi raggi del sole, e fu proprio quello che fece.
-Aaah…-
Sospirando nella mente della ragazza tornò all’improvviso l’immagine del Pachirisu incontrato moltissimo tempo prima, non poteva non chiedersi come stesse e senza volerlo s’immaginò, o forse sperò, che una volta uscita dall’Accademia il Pokémon sarebbe stato fuori ad aspettarla, come infondo aveva fatto al loro primo incontro.
Scrollandosi le spalle si alzò improvvisamente, non voleva star lì a fantasticare su cose che probabilmente non sarebbero successe quindi preferiva continuare con il suo giro, l’ultima stanza rimasta era quella dei professori ed in verità era quasi strano entrarvi. Dentro comunque c’era solamente il preside che non appena la vide le rivolse un raggiante sorriso.
-Complimenti! Ben fatto! Il compito di costruire il futuro di Almia è ora in mano alla vostra generazione. –
-La ringrazio preside.-
-Oh oh, sono sicuro avrai di meglio da fare che restare a parlare con un vecchietto. Coraggio va! Va e vivi delle fantastiche avventure!-
-Certo.-
Era impossibile non sentirsi meglio dopo aver scambiato anche solo qualche frase con lui, era una persona talmente piena di vita e di gioia che poteva contagiare chiunque.
Con il cuore leggermente più sereno la ragazza volle uscire nel giardino dell’Accademia per poter rilassarsi anche tra l’erba ed i Pokémon ma non appena mise un piede fuori dalla porta il suono della campana la costrinse a fermarsi.
DIN-DON,DIN-DON!
Dopo pochi attimi anche qualcun altro oltrepasso la porta, si trattava di Alex che sembrava ancora più eccitato per la giornata rispetto alla mattinata.
-Sara! La campanella! La cerimonia del diploma sta per cominciare!-
-Si arrivo!-
Rispose la ragazza sorridendo, era felice che un suo amico fosse venuto a cercarla e la tristezza di prima in quel momento era diventata semplice agitazione, rappresentata da un groppo in gola.
Bastò poco tempo perché tutti si radunassero davanti alle scale dell’Accademia, ai lati di queste erano presenti tutti i professori e la signora Della mentre al centro di tutti loro si trovava il preside pronto a fare  rio discorso, fu però il professor Vanesio a parlare per primo.
-La cerimonia di consegna dei diplomi dell’Accademia dei Ranger ha ora inizio. Cominciamo con il discorso di congratulazioni del nostro preside. Preside Delmonte, a lei la parola.-
-Congratulazioni, studenti! Sono davvero felice di poter condividere questo giorno con tutti voi. Ranger, Assistenti e Meccanici. Anche se queste qualifiche vi porteranno a percorrere strade diverse, ciò che io vi raccomando è lo stesso per tutti voi. Niente paura, non si tratta di qualcosa di difficile o fuori dalla vostra potata! Non dimenticate mai di sorridere. Questa è la mia raccomandazione per voi. Con queste semplici parole, auguro a voi il meglio per ogni vostra impresa.-
Un coro d’applausi sì levò dagli studenti, le parole del preside, tanto belle quanto sincere, riempirono i loro cuori della luce della speranza.
Poco dopo il professor Vanesio riprese a parlare.
-La ringrazio, preside Delmonte. E ora, do la parola allo studente designato a pronunciare il discorso di commiato. Vale a dire il mio miglior studente, Leo.-
Con sguardo fiero Leo si avvicinò al preside fermandosi davanti a lui, fare il discorso di commiato era qualcosa di veramente importante e tutti sapevano lo meritava.
-Oggi lasciamo il sicuro rifugio rappresentato da questo luogo di studio e di cure. E’ un grande passo per tutti noi, nel perseguimento di sogni coltivati a lungo. Agli insegnanti che ci hanno ispirato…alla signora Della, una madre per tutti noi…a tutti i Pokémon che ci hanno amato..e…anche a tutti i libri della biblioteca…! Non vi dimenticheremo mai. Grazie. Da tutti noi.-
Concluso il discorso il ragazzo tornò tra la folla ricevendo numerosi applausi e complimenti, quelle parole rappresentavano il pensiero di molti, felice che fosse stato lui a parlare. Era soprattutto Vanesio ad esser soddisfatto di ciò.
-Lei, grazie per queste parole davvero commoventi. E’ ora giunto il momento della consegna dei diplomi.-
-Vorrei chiamare sul palco una studentessa come rappresentate della mia classe.-
La voce della professoressa Anna sorprese tutti i presenti ed anche alcuni professori, soprattutto Vanesio, naturalmente.
-Professoressa Anna non mi sembra questo fosse nel programma…-
-Sara. Vieni avanti, per favore.-
La professoressa ignorò l’uomo lasciando tutti ancora più stupiti, soprattutto la ragazza interpellata.
Perché tra tutti aveva scelto lei?
Glenda era decisamente più intelligente ed aveva voti più alti, Alex era più pratico nelle catture e conosceva ogni loro dettaglio.
-Wow! Ha chiamato te, Sara! Che forza!-
-Coraggio vai! Rendici fieri!-
Sia Alex che Glenda portarono una mano sulla schiena dell’amica spingendola verso il palco, questa imbarazzata avanzò titubante mentre il preside Delmonte le riservava un sorriso comprensivo.
Prima però che la ragazza potesse mettersi veramente a proprio agio un improvvisa scossa fece tremare ogni cosa, facendo quasi cadere il preside stesso.
-Che cos’è stato? Un’esplosione?!-
Chiese Alex guardandosi attorno.
-Quel rumore veniva dallo scantinato!-
Urlò Glenda indicando le scale.
-Restate tutti calmi!-
La professoressa Anna si fece subito avanti per evitare che i ragazzi si agitassero rischiando di farsi male. Nel frattempo il professor Vanesio era diventato improvvisamente bianco in viso.
-Io…andrò a vedere cos’è successo!-
Così dicendo corse verso lo scantinato ma non passò nemmeno un secondo prima che tutti sentissero un orribile urlo...
-Aargh! Basta! Basta!-
Due gigantesche creature salirono le scale fermandosi davanti agli studenti, i loro corpi erano ricoperti da liane blu, lasciando un piccolo spazio per gli occhi, le loro corte zampe posteriori erano nere e rosse mentre quelle anteriori erano incredibilmente lunghe.  
-Aaaaah!-
Gli studenti urlarono terrorizzati vedendoli, non si aspettavano certo qualcosa del genere durante la loro cerimonia e la paura li aveva quasi bloccati.
-Oh no! Presto, via di qui!-
Non fu esattamente chiaro chi era stato ad urlare ma non importava, tutti corsero verso la porta e proprio nello stesso momento anche quelle due creature si mossero andando verso il centro del corridoio.
Sara era tra gli  ultimi studenti ma non poté continuare nella corsa perché Alex l’afferrò per il braccio.
-Forza, Sara, catturiamoli!
-Cosa?! Ma siamo solo studenti!-
Era assolutamente naturale fosse spaventata, erano troppo giovani, non avevano abbastanza esperienza e le cose potrebbero diventar complicate in pochi attimi.
Alex però non sembrò voler sentire ragioni.
-Possiamo farcela, dobbiamo!-
Nonostante la paura a Sara bastò guardarsi attorno per capire il motivo di quelle parole…
-Perché questo deve capitare proprio l’ultimo giorno di scuola?-
Glenda fissava i Pokémon quasi tremando, questi stavano distruggendo il pavimento  e forse l’amica temeva avrebbero distrutto l’intera Accademia.
-Andrà tutto bene, tranquilli! Non abbiate paura!-
La professoressa Mina stava facendo del suo meglio per contenere la folla ma non era semplice, soprattutto per il professor Catturio accanto a lei.
-C-c-calmatevi, tutti quanti! E p-p-pure io!-
Incredibilmente anche la professoressa Anna, come lui, era bianca come un lenzuolo.
-Ehm…no! Non ho paura! E’ solo che…-
Continuava a ripetere questa frase senza veramente concluderla, al solo scopo di calmare gli studenti.
Vicino a lei però c’era anche Leo ed a suo confronto la professoressa sembrava abbronzata…
-Non potrebbe essere che…?No, non è possibile!-
-Abbiamo mai avuto qui Pokémon come questi? –
Chiedeva Amleto accanto a lui sperando potesse dargli una risposta, ma il biondo era paralizzato.
-Quelli sono Tangrowth! Sono evoluzioni di Tangela, del gruppo Erba! Aaaaaargh!-
-Di solito i Tangrowth non sono docili?!-
-Perché questi Pokémon se ne sono usciti dallo scantinato?-
-Non vedo il professor Vanesio da nessuna parte. Starà bene?-
-Non ho mai catturato un Pokémon  così grande!-
-Beh, chi era il migliore nelle catture?-
-Sono troppo spaventata per muovermi…
I discorsi di tutti erano incentrati sulla paura, nonostante conoscessero i Pokémon non riuscivano comunque a muoversi o a cercare di catturarli.
Avevano tutti bisogno che qualcuno agisse, che aiutasse in quella difficile situazione superando la paura, e tra loro anche Sara si sentiva così ma nel cuore qualcosa di più iniziò a crescere.
Il desiderio di metter fine alle loro paura, di poter fare qualcosa senza pensare solamente a se stessa.
-E’ in frangenti simili che bisogna rimanere calmi e riflettere su cosa fare.-
Le parole del preside Delmonte furono più chiare rispetto a quello delle altre persone ed una paura ancora peggiore attraversò il cuore di Sara, quella di non poter far nulla per aiutare gli altri e vederli soffrire.
-So quello che stai pensando, tesoro. Per favore non far nulla di sconsiderato!-
La signora Della si era avvicinata a Sara quel tanto che bastava da guardarla negli occhi, aveva così attirato l’attenzione di tutti che si erano voltati a guardare la ragazza.
Questa dopo un ultimo sguardo si limitò a sorridere alla donna che fino a quel momento si era presa cura di tutti loro e, senza dire nulla, corse verso uno dei due Pokémon.
-Sara, è tutto pronto? Te la senti di provare questa cattura?-
Le chiese Alex correndole vicino.
-Sì.-
La risposta fu secca e decisa, sapeva ciò che doveva fare e l’avrebbe fatto.
-Benissimo, allora andiamo! Sara, tu prendi quello a sinistra! Io mi occupo di quello a destra!-
Con sicurezza la ragazza si lanciò sul Pokémon a sinistra ed iniziò la battaglia, si accorse però di una cosa molto importante. La barra che avrebbe dovuto riempire per trasmettere i suoi sentimenti d’amicizia al Pokémon era gigantesca e copriva quasi tutto lo schermo dello Styler.
Come prima cosa il Pokémon allungò le mani verso di lei facendo tremare ogni cosa, come a volerla avvertire, Sara sentì quel tremore raggiungere ogni osso del suo corpo, raggiungendo perfino il cuore ma non le importava.
Avrebbe superato quella paura riuscendo poi ad aiutare tutti.
-Posso farcela….-
Purtroppo la creatura non le diede nemmeno il tempo di fare la prima linea che le lanciò contro una specie di nube viola al cui interno sembravano trovarsi delle scintille che emettevano un tintinnio.
Per evitare di venire ferita non solo dovette evitare d’usare lo Styler ma fu anche costretta a spostarsi.
Superato però questo primo attacco la ragazza non si fece scoraggiare iniziando a muovere rapidamente lo Styler creando numerosi cerchi, dovette però interrompersi quando il Pokémon l’attaccò una seconda volta nello stesso modo, anche se stavolta l’attaccò durò molto di più visto lo usò tre volte, e come se non bastasse entrò perfino nella nube per far sì la ragazza non potesse creare alcuna linea.
Fortunatamente non poteva farlo all’infinito visto che la nube spariva una volta raggiunto il bordo dell’ambiente di cattura.
Quando ciò accadde la ragazza tornò all’attacco ma questo durò solo un istante visto che l’altro usò ancora una volta quell’attacco, stavolta però Sara approfittò del piccolo intervallo tra le tre mosse per fare almeno un cerchio ed evitare che la barra calasse.
Mentre faceva ciò stava ben attenta a muoversi per evitare la nube ma così facendo non s’accorse del poco equilibrio che aveva e cadde a terra, mentre toccava il suolo il Pokémon aveva anche ripetuto l’attacco ed a causa della caduta Sara non aveva potuto annullare la linea, che venne colpita.
La pelle della ragazza sembrò bruciare in più punti e fu alquanto doloroso, ma lei ignorò quella sensazione e si rialzò.
-Posso…farcela…-
Ripeté a se stessa con il fiatone.
Aveva un buon motivo per farlo e questo motivo fronteggiava la paura.
Adesso capiva veramente l’importanza d’essere un Ranger, la situazione poteva essere rischiosa, poteva procurarle numerose ferite, ma se ciò avveniva per proteggere qualcuno allora ne valeva la pena…
Per questo motivo continuò a muovere il proprio Styler, ormai mancava pochissimo al completamento della cattura e per questo motivo non le importò nemmeno di venir colpita nuovamente, visto soprattutto che dopo ciò il seguente cerchio fu anche l’ultimo.
Lasciò che le gambe le cedessero facendola inginocchiare, non a causa della stanchezza o del dolore ma per l’emozione di ciò che aveva fatto.
Una gigantesca bolla circondò il Pokémon e lo Styler annunciò le informazioni.



Sotto alla foto era presente il suo nome “Tangrowth” e alla sua destra le scritte: “Gruppo: Erba, Poké Tattica: Erba, Mossa: Azione 2”.
Sotto tutto ciò “Attacca lanciando una polvere velenosa.”
-Sì! Cattura completata!-
L’urlo di Alex rese la cosa ufficiale, entrambi erano riusciti nell’intento.
-Sara, ce l’abbiamo fatta!-
-Sì!-
Sorridendo come mai prima i due liberarono i Pokémon e dopo ciò la loro amica Glenda si avvicinò con un’espressione sbalordita.
-Voi due siete incredibili!-
Sara ed Alex si guardarono l’un l’altro, in un primo momento seri ma subito dopo esplosero in una risata e mostrarono a tutti la loro posa da Ranger, come poi era arrivata Glenda anche tutti gli altri studenti corsero loro incontro sollevandoli.
-Siete grandi!-
-Ci avete salvati!-
-Hip-hip urrà per Sara e Alex!-
-Hip-hip- urrà! Hip-hip urrà!-
Vedere i loro sorrisi era però l’unica vera soddisfazione per i due studenti, che si goderono quell’omaggio fino all’ultimo…
 
La cerimonia non poteva comunque finire lì e per questo i professori sistemarono rapidamente ogni cosa, prima di tutto però andarono ad assicurarsi che il professor Vanesio stesse bene e dopo averlo trovato, praticamente incolume, il preside volle parlargli davanti a tutti.
-Professor Vanesio! Sta bene?-
-Io…io credo… sì, sì. Sto bene. Devo ammettere che neanch’io avevo idea di cosa stesse succedendo…-
-Oh, quindi nemmeno lei ha la minima idea di perché quei Tangrowth si siano scatenati. Un vero peccato.-
Nonostante le parole si poteva intuire dal tono che non la pensasse veramente così, ma evidentemente preferì sorvolarci sopra…
-Comunque sembrano tutti incolumi. Questo è di sicuro un gran sollievo. Bene. Possiamo continuare con la cerimonia dei diplomi?-
Con un gesto della mano il preside “scacciò il professore che tornò al proprio posto” e la professoressa Anna prese parola, riprendendo da dove erano stati interrotti.
-Vorrei chiamare sul palco una studentessa come rappresentante della mia classe. Sara. Vieni avanti, per favore.-
Per la seconda volta la ragazza andò sul palco, stavolta con più sicurezza rispetto a prima.
-Sara! E anche tu, Alex! Grazie per essere intervenuti! Avete difeso tutti quanti! E’ stato notevole vedervi così calmi e senza panico nell’approccio alla cattura. Avete dato a tutti un ottimo esempio di come ci si comporta durante una crisi. Adesso però a te la parola, Sara.-
Il preside prima di farla parlare aveva voluto ringraziare sia lei che l’amico e questo aveva riempito di orgoglio entrambi, era però arrivato il momento del discorso della ragazza.
-Io…non ero calma durante la cattura. Avevo paura, moltissima.-
Disse la ragazza con sincerità, di certo non era il modo migliore di iniziare il discorso e molti avevano iniziato a borbottare.
-Ma avevo ancora più paura quando ho iniziato a pensare a ciò che sarebbe succedere se non avessi fatto nulla. E non perché dovevo essere per forza io ad agire ma perché se nessuno l’avesse fatto le cose sarebbero potute andare peggio. Questa paura era molto più forte di quella verso quei Tangrowth o il pensiero di venir ferita. Da questa cattura credo d’aver capito cosa significa veramente voler essere un Ranger, non vuol dire essere senza paura e capace in ogni cosa, ma provare paura ed affrontarla, provare, forse non facendo ogni cosa perfettamente, ma cercando comunque di fare qualcosa per vedere i sorrisi di tutti. La strada che abbiamo scelto non è certamente facile ma non per questo dobbiamo arrenderci, ed allo stesso modo non dobbiamo pretendere di non esser spaventati o di non fare errori.-
Numerosi applausi si levarono dalla folla, anche dai professori stessi.
Aveva ancora moltissime cose da imparare e sicuramente anche la sua visione sarebbe potuta maturare, ma quel giorno aveva fatto un passo molto importante, soprattutto grazie ad Alex.
-Ora, come rappresentanti dei diplomandi, vi conferisco questo certificato.-
Sorridendo il preside consegnò sia ad Alex che a Sara i certificati, lasciando che quest’ultima tornasse al proprio posto.
-Concludendo…è giunto per voi il tempo di salpare alla volta del vasto orizzonte del vostro avvenire. Vi lascio di nuovo con la mia raccomandazione…non dimenticate di sorridere. Congratulazioni, diplomanti!-
Il suono della campana segnò il termine di quel discorso, e soprattutto di quella lunga giornata.
Forse il loro percorso all’Accademia era finito ma il mondo riservava a ciascuno di loro fantastiche avventure che attendevano solo di esser vissute, ciascuna di esse avrebbe potuto farli maturare e crescere non solo come Ranger ma come persone.
Ma la cosa più importante era i sentimenti d’amicizia che avrebbero condiviso con tutti i Pokémon di Almia e non solo…

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


“Cara sorellona,
 
complimenti! Ti sei diplomata!
Com’è stata la cerimonia?
Non serve che mi rispondi, comunque, perché domani potremo incontrarci e parlare di persona!
 
La tua sorellina.”

 
 
Essere riuscita a raggiungere quel primo traguardo era una sensazione meravigliosa, soprattutto dopo aver capito quando veramente valeva per sé la strada scelta.
Ma se è così meraviglioso allora perché a stento tratteneva le lacrime?
-Non è un addio, è un arrivederci…-
Grace la stava abbracciando ed il suo viso, nonostante sorridesse, non nascondeva lo stesso dispiacere dell’amica, avevano trascorso così tanti bei momenti che avrebbero desiderato moltiplicarli.
-Sì, ci rivedremo e saremo tutti i migliori nel nostro campo.-
Alex era leggermente in disparte rispetto alle due ma solo perché voleva mantenere un tono da ragazzo duro, anche se di tanto in tanto Sara l’aveva visto sfregarsi gli occhi con una manica.
-Mi mancherete ragazzi…-
Fu difficile per Sara sciogliere l’abbraccio tanto quanto lo fu per Glenda ma ormai era arrivato il momento per i due di andare.
-Ti scriveremo non appena arrivati.-
Sorridendo leggermente Alex si avvicinò all’amica porgendogli la mano per stringerla ma questa lo abbracciò direttamente, era forse l’ultima volta che si sarebbero visti dopo tanto tempo quindi non vedeva motivo per esser così rigidi, ed anche il ragazzo dopo qualche attimo di titubanza rispose a quell’abbraccio.
Alle spalle del trio, che ancora si trovava davanti alla scuola, l’autobus che avrebbe scortato per un tratto i ragazzi inviati in un'altra regione suonò ad indicare che il tempo dei saluti era finito.
-Allora arrivederci.-
Anche quando il mezzo partì Sara non si mosse da dov’era, solo per poter continuare a salutare i due amici fino a quando non furono completamente spartiti.
 
 
-Sorellona, è mattina!-
-Mmh ancora cinque minuti…-
-…sorellona? Su, dai, devi svegliarti!-
-Mmh no…risponderò dopo alla lettera.-
 Ascolta, sorellona….questa non è una lettera, capito? Io sono qui!-
-Mmmh…-
-...Sveglia!-
Un urlo fece letteralmente saltare sul posto la povera ragazza che si ritrovò scombussolata nella propria stanza.
Dopo la cerimonia di diploma ed aver salutato i suoi amici Sara era stata raggiunta dalla sua famiglia che l’aveva portata nella loro nuova casa, la sua stanza era già stata arredata prima che arrivasse.
Le pareti erano state dipinte con una tenue tonalità di marrone, ad arredare la stanza non c’erano molti mobili, solo una libreria in legno con i vari libri sui Pokémon comprati dalla madre, una tv messa sopra un comodino viola dalle ante blu con accanto una console Wii comprata dal padre, una pianta in un vaso azzurro ed il letto con una morbida coperta azzurra.
La stanza si trovava al secondo piano e non era molto grande, quindi nella parte destra, proprio accanto ad una finestra, era presente la verde scala che conduceva al piano inferiore, la parte sinistra invece era occupata dai mobili ed il pavimento in legno era seminascosto da un tappeto a quadri rosa e gialli.
Non appena la ragazza l’aveva vista l’aveva adorata, i genitori però stavano pensando d’aggiungere qualcosa che potesse separare quella parte dalla scala, visto che in quel punto c’era anche la porta che conduceva alle altre stanze quali il bagno, la camera dei genitori e della sorellina.
Quest’ultima piccola peste era proprio davanti a lei, i suoi capelli erano leggermente più chiari di quelli della maggiore ma erano agghindati nello stesso modo, aveva anche gli stessi occhioni azzurri pieni di curiosità.
Era vestita con una maglietta bianca ed una gonna verde e mostrava alla sorella un sorriso divertito.
-Buongiorno! Da oggi sei un Pokémon Ranger, sorellona! Arriverai in ritardo se non ti sbrighi, però.-
-Certo…anche se non penso di rischiare d’arrivare in ritardo con ben un’ora e mezza d’anticipo.-
-Eheh, meglio essere sicuri no? Ti aspetto di sotto!-
Così dicendo, quasi senza nemmeno darle il tempo di rispondere, la piccolina corse verso le scale percorrendole fino ad arrivare al piano di sotto.
Sara sospirò leggermente avvicinandosi al letto per sistemarlo, sembrava quasi che non fosse mai andata all’Accademia, il rapporto con la sorella fortunatamente era rimasto lo stesso, anche se certe volte era difficile averci a che fare…
-Oh beh, tanto non avevo più sonno.-
Così dicendo la ragazza scese le scale ritrovandosi al piano terra, composto dall’unione della sala e della cucina.
I muri avevano lo stesso colore della sua stanza, l’unica differenza stava in un rinforzo dipinto di verde che formava una croce nel muro, al cui centro si trovava un orologio arancione che segnava l’ora.
A sinistra di questo si trovavano il frigo bianco, i fornelli sopra ad un forno di ferro grigio, un ripiano da cucina con sopra vari scaffali colpi di spezie e pentole ed un lavandino provvisto di cassetti ed ante, anche sopra questo c’erano vari scaffali su cui però c’erano piatti, bicchieri e posate.
Alla destra del rinforzo invece, oltre ad una finestra ed alle scale, c’era un comodo divano bianco, una pianta in un vaso azzurro, proprio come la sua, ed un tavolino di vimini, tutti e tre posti sopra un tappeto uguale a quello nella sua camera.
Nella parete a sinistra oltretutto si trovava un ritratto di famiglia appeso in bella vista.
-Sara, buongiorno! Ti piace la tua nuova stanza? Hai dormito bene?-
A parlare era stata la madre della ragazza, una donna che non mostrava affatto la sua età ed aveva degli splendidi capelli dorati a caschetto, tenuti con un fermaglio blu, e degli occhi azzurri, proprio come quelli delle figlie. Indossava un abitino verde ed un grembiule bianco.
-Sì è bellissima, ho dormito benissimo mamma, anche se mi hanno svegliata più presto di quanto avevo previsto…-
Rispose la ragazza lanciando un’occhiata alla sorella, che le rispose mostrando la lingua. La madre però sorrise felice.
-Questa casa è molto luminosa e la cucina è confortevole e pratica. Mi piace molto questa casa. Tu che ne dici, tesoro?-
-Sono contento di aver scelto questo posto. Il nostro campo è a pochi passi dalla porta d’ingresso. Tua madre ed io abbiamo sognato di avere un posto del genere per anni.-
A parlare era stato il padre, un uomo dai capelli a spazzola marrone chiaro, gli occhi erano dello stesso colore ed indossava dei jeans azzurri con delle bretelle ed una camicia bianca, teneva poi legato al collo un fazzoletto rosso. Vederlo così per Sara era alquanto buffo visto che fino a poco tempo prima si vestiva in giacca e cravatta, ma a quanto pare così era più felice.
-Ho dato un nome al nostro campo! L’ho chiamato “Ranch dei compagni” perché mamma e papà sono compagni una dell’altro!-
Disse la sorellina piena d’orgoglio.
-E’ una cosa molto dolce, non avrei saputo scegliere di meglio.-
-Magari anche ai nostri vicini piacerà! Come avrai visto il Villaggio Cicole è vicino alla Città di Vien. Basta camminare un po’ verso nord per arrivare alla Città di Vien.-
Aggiunse la bambina sorridendo.
-Sì è molto comodo in effetti, possiamo conoscere tantissime persone.-
-Hai ancora un po’di tempo prima di dover essere  al Centro Ranger. Perché non vai a presentarti ai nostri vicini qui al Villaggio Cicole prima di andare? Dopo aver mangiato qualcosa ovviamente.-
Chiese la madre preparando sulla tavola dei pancake cosparsi di cioccolato.
-Sì penso sarebbe anche utile, visto sono diventata Ranger per aiutare quante più persone possibile credo sia giusto almeno presentarmi.-
Rispose la figlia iniziando a mangiare, senza dire nulla il padre le si avvicinò mettendole una mano sulla spalla.
-Hai affrontato un lungo viaggio contado solamente sulle tue forza per arrivare qui ad Almia e adesso sei un Pokémon Ranger. Sono davvero orgoglioso di te. Congratulazioni.-
-Grazie papà…-
Disse la ragazza mandando giù un boccone del dolce, non che non le facesse piacere quella frase, anzi la riempiva di gioia, solo che era un po’ in imbarazzo a sentirla.
Non ci mise molto tempo a finire la propria colazione ed aveva ancora molto tempo per fare un giro tra le case del posto.
-Allora ci vediamo dopo.-
Disse avvicinandosi alla porta e salutando la famiglia.
-Buon primo giorno di lavoro!-
Urlarono i tre tutti insieme, lasciando finalmente uscire la ragazza. Il tempo quel giorno era assolutamente splendido, il cielo era completamente azzurro senza nemmeno una nuvola, il sole splendeva in armonia con esso ed i suoi raggi emettevano un piacevole calore che faceva venir voglia di sdraiarsi sull’erba.
Il villaggio era circondato dagli alberi e perfino loro sembravano esser felici per quella giornata, il vento inoltre frusciando tra le foglie pareva quasi suonare una melodia.
La casa in cui Sara si era trasferita non era molto diversa dalle altre, anzi erano praticamente tutte uguali, aveva due piani ed i muri, come all’interno, erano stati dipinti di marrone ed ogni rinforzo invece era verde.
Il tetto invece era d’un rosso luminoso ed alle estremità di questo erano presenti alcune piccole finestrelle.
C’era poi, accanto ad alcuni ciocchi di legno che costituivano una specie di recinto, una piccola cassetta per le lettere bianca.
Davanti all’abitazione c’era un piccolo sentiero tra gli alberi che conduceva al Ranch dei Compagni, il cui inizio era segnato da due grossi pali alle cui estremità era attaccato un tessuto con al centro il disegno di un muso di un Pokémon, anche se non era ben chiaro quale fosse.
Visto c’era ancora tempo la ragazza decise di andare a vedere come il padre l’aveva sistemato, il primo spiazzo del ranch era un semplice giardino dall’erba curata, attorno ad esso i cespugli erano perfino stati tagliati come se fossero un recinto naturale. Al centro c’erano anche quattro zone rettangolari in cui la terra era stata lavorata per potervi piantare dei semi. Ma non era certo finita lì, a sinistra infatti c’era infatti un secondo sentiero che portava in una zona vicino alla spiaggia.
Non appena vi arrivò la ragazza spalancò gli occhi.
-Wow!-
La zona è divisa in due parti, la prima è formata da un semplice prato circondato dagli alberi, la seconda invece è raggiungibile con una scala che conduce ad una spiaggia dalla sabbia fine.
Ogni cosa sembra esser stata pensata per tutti i Pokémon e perfino la sua famiglia avrebbe potuto venir lì per un pic-nic.
Il mare era così bello che avrebbe potuto guardarlo per ore, purtroppo però il suo tempo era decisamente limitato.
-Meglio andare prima di finire incantata.-
Sorridendo si voltò per tornare indietro e proseguire nella sua giornata, come prima cosa avrebbe salutato tutti i vicini e scelse d’iniziare dalla casa che si trovava alla destra della sua.
Non poteva dire di non sentirsi agitata ma era qualcosa che avrebbe comunque dovuto fare, così facendosi coraggio bussò alla bianca porta.
Le aprì una signora che in qualche modo le ricordava la signora Della, i suoi capelli marroni erano stati tagliati fino alle spalle ed indossava un abito rosso con un grembiule bianco, questo però era sporco in vari punti di glassa.
-Buongiorno.-
-Oh buongiorno, tu devi essere la figlia maggiore dei signori della casa accanto.-
-Sì, sono venuta a salutarla ed a presentarmi, molto piacere il mio nome è Sara.-
-Io sono la tua nuova vicina. E’ un piacere conoscerti. Scusami tanto cara, resterei volentieri a parlare, ma sto facendo alcuni lavori e non posso distrarmi troppo.-
-Oh no mi scusi lei invece, buona giornata allora.-
-Anche a te!-
La porta si richiuse pochi istanti dopo.
-Beh, è stata una cosa veloce…proverò con la prossima casa.-
Disse la ragazza spostandosi sulla casa che si trovava dietro a questa, fuori dalla porta c’erano due bambini, il maschio indossava un cappello rosso che gli copriva la testa ed era vestito con dei sandali, dei jeans azzurri ed una maglia bianca a maniche rosse, la bambina invece aveva i capelli di una debole tonalità arancione tagliati a caschetto ed indossava un vestito verde. Entrambi comunque avevano degli occhi azzurri.
Avvicinandosi la ragazza li salutò muovendo la mano.
-Buongiorno, io sono la vostra vicina, molto piacere di consocervi.-
-Ciao! Tu devi essere la figlia di quei due signori che sono venuti a portarci della frutta tempo fa!-
Disse la bambina sorridendo, a quanto pare le presentazioni erano quasi inutili.
-Sì, sono proprio io, mi chiamo Sara.-
-Io invece sono Matilda! Ho due  fratelli. Quello più grande è in casa.-
-Ci siamo trasferiti qui, come la tua famiglia. Com’è questo Villaggio Cicole?-
Chiese il ragazzo sistemandosi il cappellino.
-Non lo conosco ancora molto bene ma sembra fantastico, è un ottimo posto dove crescere e giocare.-
-Fantastico! Allora andiamo a prendere subito il pallone da calcio!-
Disse la ragazza esultando allegra, peccato che il fratello non fosse dello stesso avviso.
-No andiamo a prendere quella per la pallavolo!-
-Calcio!-
-Pallavolo!-
-Emh…perché non il frisbee?-
Chiede la ragazza cercando di mettere un freno a quella discussione.
-Mmh…si si può fare.-
-Anche per me.-
-Bene, ne sono felice. Se vostro fratello è in casa allora vado a salutare anche lui, divertitevi.-
-Grazie!-
Almeno era riuscita a fare qualcosa di utile, sorridendo soddisfatta la ragazza si avvicinò alla porta bussando un paio di volte.
Ad aprire fu un uomo dai corti capelli castani con gli occhi dello stesso colore ed un ispida barba sul viso, era vestito con una camicia blu e dei pantaloni verde scuro.
-Salve, hai bisogno di qualcosa?-
-No sono solo venuta a fare un saluto. Sono la vostra nuova vicina, mi chiamo Sara, molto piacere.-
-Oh il piacere è tutto nostro! Siamo felici di essere tuoi vicini. Tesoro, vieni qui per favore!-
-Arrivo caro.-
Dopo pochi istanti arrivò una donna dai capelli grigiastri raccolti in un chignon, era vestita con una maglia verde, una gonna rossa ed un grembiule bianco.
-Lei è la nostra nuova vicina, è venuta a salutarci.-
-Oh ma che pensiero gentile. Per favore fai quattro chiacchiere anche con Carlo.-
-Carlo?-
-Sì, nostro figlio più grande. E’ un bravo ragazzo ma è molto timido.-
-Oh, capisco, certo ne sarei felice.-
Era una richiesta un po’ strana ma infondo era andata lì per fare un saluto, la madre sorridendo era corsa a chiamare il figlio, un ragazzino dai corti capelli marroni e gli occhi azzurri, come quelli della madre, che indossava una giacca blu e dei pantaloni verdi.
-…ciao.-
-Ciao, io mi chiamo Sara, molto piacere.-
-Piacere…sono Carlo…-
Non sembrava un ragazzo di molte parole, ma infondo non era un problema.
-Ho conosciuto i tuoi fratellini prima, mi hanno detto che vi siete appena trasferiti.-
-Sì…-
Ogni conversazione sembrava poter arrivare solamente ad un punto morto, e lei non aveva molto tempo per trovarne una che portasse da qualche parte purtroppo.
-Ehm…grazie per la chiacchierata ma adesso devo andare o rischio di far tardi per il lavoro, buona giornata.-
Ormai mancava solamente una casa, che si trovava a sinistra di quella in cui aveva conosciuto quella curiosa famiglia.
Bussando alla porta dell’ultima casa tuttavia le aprì qualcuno di ancor più curioso, un Pokémon dal corpo rosa dalla forma circolare con due piccoli piedini simili a delle punte. Sopra il suo corpicino era presente un gambo verde con una foglia all’estremità sulla cui punta sembrava esserci un’altra testolina.
-Oh! Buongiorno! Vivi qui da solo piccolino?-
Chiese la ragazza inginocchiandosi.
-Oh no, ci siamo anche noi haha.-
A parlare era stato un giovane uomo dai capelli biondi e gli occhi marroni vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni. Assieme a lui c’era anche una donna dai lunghi capelli marroni che indossava un vestito azzurro.
-Oh ahah…scusatemi…molto piacere io sono Sara, la vostra nuova vicina.-
-Lieti di conoscerti. Abbiamo conosciuto tempo fa la tua famiglia e ci hanno parlato molto di te. Sai tutti qui al Villaggio Cicole si sono trasferiti da altre regioni.-
Disse la donna sorridendole gentilmente.
-E’ bello vivere in aperta campagna. L’aria è pulita, tutto è tranquillo. Abbiamo fatto bene a trasferirci qua!-
Gioì l’uomo raccogliendo il Pokémon da terra ed abbracciandolo.
-Sono d’accordo con voi, è veramente un posto fantastico. Sono felice d’avervi conosciuto ma ora scusatemi devo proprio andare.-
-Grazie a te per esser stata così gentile, a presto!-
Uscendo la ragazza si diresse verso il sentiero che avrebbe condotto verso la sua meta, prima di percorrerlo tuttavia notò al suo inizio un punto di salvataggio.
-Dopo tutto ciò che ho fatto penso sia il caso di salvare i miei dati.-
Avvicinandosi cliccò sul pulsante “Sì” quando gli venne chiesto se voleva registrare le attività sullo Styler, bastarono pochi secondi per completarle fortunatamente.
Per raggiungere la Città di vien, che era effettivamente vicinissima al Villaggio Cicole,  bastava percorrere il sentiero Cicole, mentre camminava per la foresta incontrò anche il bambino che aveva conosciuto poco prima.
-Ciao e buon lavoro!-
-Ciao ti ringrazio.-
Era bello tutti fossero così gentili ed educati, la rendeva tranquilla nel conversare, sperava solamente le cose sarebbero andate altrettanto bene anche al lavoro. Prima che potesse continuare a pensarci però si ritrovò davanti  Luana, una Ranger conosciuta durante un suo giorno di prova in quella stessa città.
La ragazza l’aveva raggiunta in pochi attimi in compagnia del suo Pokémon compagno.
-Ciao, Sara!-
-Ciao Lunana, come stai?-
-Molto bene grazie! Ehi! Mi sembri in forma!-
-E tu molto energica ahah.-
-Ero talmente impaziente del tuo arrivo che ti sono venuta incontro. Dai, andiamo al Centro Ranger!-
Prendendole la mano la bruna la trascinò letteralmente verso il Centro Ranger, aveva veramente molta forza ma questo non era un dettaglio fastidioso. Era sicuramente una persona simpatica e piena di vita ed averla vicino sicuramente avrebbe aiutato Sara ad ambientarsi.
Mentre correvano il Buenary per star al loro passo era salito sulla schiena della ragazza e scese solo quando furono arrivate.
-Ti senti forse un po’ in agitazione?-
-Sinceramente sì…è come la prima volta che sono venuta qui ma moltiplicato per mille.-
-Mi ricordi come mi sentivo io giusto un anno fa.-
-Sul serio?-
-Sì, ma non preoccuparti, è tutto una grossa bolla di sapone, credimi. Bene, andiamo dentro. Tutti ti stanno aspettando.-
-Va bene!-
Anche se si sentiva tremendamente agitata era anche molto felice, queste emozioni aumentarono ancora di più una volta che fu entrata nell’edificio, tutti quanti erano lì ad aspettarla.
-Allora? Senti riaffiorare dei ricordi? E’ tutto come lo hai lasciato, vero? La gente…il posto…non è cambiato nulla!-
Disse Luana sistemandosi tra gli altri Ranger.
-Non che siano trascorse ere Luana…-
La canzonò Elena alzando gli occhi al cielo.
-...va bene, va bene…non è passato poi tanto tempo dall’ultima volta. Però non è comunque una bella sensazione?-
-Sì sono molto felice!-
Disse la ragazza sorridendo, il sorriso però si spense guardando l’espressione corrugata di Brando, il leader.
-Sara, tu piccola mezza calzetta! Come hai fatto ad arrivare qui?!-
-I-io…-
-Ahahah! Sto scherzando! Ti do il benvenuto!-
Sara sospirò sollevata, si era veramente preoccupata di quella reazione, ma forse scherzi così erano nella norma lì.
-Oh prima di tutto, c’è una cosa che vorrei dire. Complimenti per il tuo diploma all’Accademia dei Ranger!-
-Abbiamo sentito anche delle tue gesta eroiche durante la cerimonia.-
Disse Elena facendo eco a Brando.
-Ho saputo che anche Alex è diventato Ranger. Ma lui è nella regione di Fiore?
-Si, a Fiore…-
Rispose la ragazza incrinando leggermente le labbra, anche Glenda era andata lì e già le mancavano entrambi.
-Però! Dunque, per la consegna del pranzo di oggi…-
-Devo portare il pranzo?-
-No, no, stavo solo scherzando!-
-Ti toccherà sorbirti costantemente le battute di Ilario d’ora in poi. Dovrai abituartici.-
Disse Brando avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla.
-Sara, dovresti andare a cambiarti. Lo spogliatoio è da quella parte.-
Luana le indicò la porticina alle loro spalle, entrando nella stanza la ragazza vide una serie di armadietti di ferro su cui ciascuno era scritto un nome, il suo era tra quelli di Ilario e Luana, aprendolo vi trovò subito la divisa e quasi non poté credere di starla veramente per indossare.
Se avesse potuto si sarebbe messa ad urlare ma era meglio contenersi, almeno per il momento visto che a casa sicuramente l’avrebbe fatto.
Non appena tornò dagli altri Brando le si avvicinò subito osservandola.
-La cintura non è troppo stretta? Gli stivali sono troppo larghi? Tutto a posto con la nuova divisa?-
-E’ tutto perfetto grazie.-
-Uhm…beh, l’uniforme ti dona proprio. E direi che ti calza a pennello.-
-Grazie, sono veramente felice.-
-Ok, il momento è arrivato…ti consegno…ufficialmente…in virtù del tuo status di Ranger…-
Il modo in cui Brando parlava la stava facendo impazzire, soprattutto perché sapeva già cosa voleva dire.
-Il tuo Styler di Cattura!-
Non appena la ragazza lo vide i suoi occhi iniziarono a brillare, nonostante non fosse molto diverso da quello dell’Accademia aveva qualcosa di speciale, e soprattutto era suo.
Stringendolo il suo sorriso aumentò ancora di più splendendo in tutta la stanza, dalla gioia fece perfino la sua posa da Ranger davanti a tutti.
-Ora sei un Pokémon Ranger a tutti gli effetti! Beh? Cosa si prova?-
Chiese Brando ridacchiando divertito.
-E’ meraviglioso! Incredibile!-
Rispose la ragazza senza trattenersi.
-Lo Styler di cattura ti permette l’utilizzo delle Poké Tattiche. E’ una caratteristica che il tuo vecchio Styler accademico non aveva.-
-Poké che cosa scusami?-
-Poké Tattiche? Non sai cosa sono?-
-Ecco…-
Non ne aveva mai sentito parlare in maniera molto adeguata, infondo se non era presente nello Styler accademico era anche impossibile usarle.
-…dovevo immaginarlo. Te lo spiegherà Ilario.-
-E quale modo migliore per una prova sul campo?-
Così dicendo Ilario fece comparire un Bidoof nella stanza, probabilmente era un Pokémon catturato in precedenza che l’aveva seguito.
-La Poké Tattica è l’abilità che un Pokémon amico può usare durante una cattura.-
Durante la spiegazione Ilario indicò sullo Styler di Sara un icona a forma di disco di cattura.
-L’icona nella parte inferiore destra dello schermo apre il menu Poké Tattiche. Dal menu, scegli il Pokémon che vuoi ricevere aiuto.-
Cliccando lo schermo comparvero due grossi rombi al cui interno c’era l’immagine di due Blastoise, cliccandovi sopra comparve anche la spiegazione di ciò che sapeva fare.
-Come per i Pokémon, esistono tante Poké Tattiche diverse. L’utilizzo delle Poké Tattiche varia in base al loro tipo. Per esempio, per usare la Poké Tattica Acqua, bisogna toccare il suolo. Così.-
Scattando Ilario toccò con la mano il suolo in un punto qualunque.
-SI formerà una bolla. Può essere lanciata contro il Pokémon che vuoi catturare.-
In seguito la spiegazione mosse la mano verso il Bidoof e la bolla gli si lanciò contro.
-Proprio come ti ho appena mostrato. Se vuoi creare una bolla più grande…-
Il ragazzo ripeté lo stesso gesto restando però più fermo rispetto a prima.
-…tieni premuto nello stesso punto. Una bolla più grande non è solo più potente, ma è anche più difficile da schivare.-
In effetti quando questa colpì il Pokémon la barra che rappresentava quanto mancava al far raggiungere i sentimenti al Pokémon si riempì molto di più rispetto a prima.
-Quando la bolla colpisce il Pokémon che si vuole catturare, ne rallenta i movimenti. Quando è rallentato, il Pokémon bersaglio risulta fiacco e appesantito.-
Era vero, infatti si muoveva molto più lentamente rispetto a prima.
-Se il Pokémon bersaglio è rallentato, è molto più facile catturarlo! Ma nonostante siano molto utili, non puoi usare le Poké Tattiche ogni volta che vuoi. Vedi il grande conto alla rovescia sullo schermo superiore?-
Prima non l’aveva notato ma lì in effetti era comparsa una nuova immagine, accanto ad un rettangolo con il nome del Pokémon che era in battaglia c’era un grande cerchio al cui interno si trovava il Pokémon che stava usando la Poké Tattica, sopra questo c’erano due scritte: “Poké Tattica Acqua” e l’immagine di una nuvola che disperdeva pioggia ed un meno con accanto la scritta “Pioggiadanza”, sotto invece c’era la scritta Tempo rim. Ed il conteggio che ormai era a 6’’53 secondi.
-E’ il tempo limite in cui puoi utilizzare la Poké Tattica scelta. Quando arriva a zero, la Poké Tattica si esaurisce. Quando attivi una Poké Tattica, non devi perdere tempo, ok?-
-Tutto chiaro.-
-Molto bene. Gli apprendisti non possono considerarsi dei veri Ranger fino a quando non hanno imparato a padroneggiare le Poké Tattiche. Puoi trovare altre informazioni sulle Poké Tattiche nel tuo Glossario.-
La spiegazione come la lotta terminò lì.
-D’accordo, gente! In riga!-
La voce di Brando fece sistemare tutti i Ranger, tranne Sara, sull’attenti davanti a lui.
-Ritengo non sia davvero necessario fare delle presentazioni ufficiali…ma in qualità di leader qui, mi piace rispettare le tradizioni. Diamo ora tutti il benvenuto a Sara, il nuovo acquisto del nostro Centro Ranger! Forse era destino che capitasse, dopo quel giorno di prova.-
Sorridendo Brando si voltò verso Sara sorridendo.
-Io sono Brando. Sono il leader qui. Felice di averti a bordo. Il tipo che sorride là in mezzo è il nostro buontempone ufficiale, Ilario. E’ la persona più alta di tutta la Città di Vien. E i suoi capelli sono quella specie di cespuglio che gli vedi in testa.-
Ilario gonfiando le guance si fece avanti.
-Vicino a Ilario, sulla sinistra, c’è Luana. E’ un poco sbadata. Proprio stamattina ha carbonizzato i toast. Però il suo sorriso è di un bianco luminoso.-
Per darne prova la ragazza lo mostrò facendo qualche passo avanti come l’altro.
-Elena, il nostro Meccanico, preferirebbe passare una sera a trafficare con dei macchinari piuttosto che uscire per una cena romantica. Il problema è che a lei piace più smontare le cose che riassemblarle.-
Elena roteò il cacciavite che teneva tra le mani un paio di volte prima di avvicinarsi.
-E per finire ecco, dietro al banco, la nostra sempre sorridente Assistente, Luisa. Ha vinto il concorso di Ricarica Styler per tre anni di fila. Questa è la nostra squadra.-
-Molto piacere!-
Disse Sara guardando tutti come se fosse la prima volta che li incontrava, dopo di che Brando riprese a parlare.
-Devi sapere, Sara…ultimamente succedono delle cose piuttosto strane nella Città di Vien. La situazione è talmente grave che il moddo della città “il posto ideale per un po’ di relax” non ha più nemmeno molto senso. Ricordi quella grana che abbiamo avuto con i Pokémon alla spiaggia?-
-Sì.-
Come dimenticarla, e come dimenticare anche quel Pachirisu…
-Da allora, le cose stanno lentamente prendendo una brutta piega. Dipende da noi riportare la Città di Vien alla sua solita atmosfera rilassata. E’ nostro compito come Ranger rimettere le cose a posto. Sara, mi aspetto grandi cose da te.-
-Prometto che non vi deluderò.-
-E questo vale per tutti. Conto su ognuno di voi. Non perdiamo tempo, Sara. Ecco la tua prima missione. Voglio che tu vada con Ilario e gli dia una mano con il lavoro. Accompagnalo nel giro di consegna del Corriere di Vien. E’ una cosa che di solito Ilario fa da solo. Andate in ogni casa della Città di Vien e del Villaggio Cicole e consegnate il giornale.-
-Sarà bello avere un po’ di compagnia per una volta.-
-Potresti anche cogliere l’occasione per fare un salto dai tuoi genitori. Così potresti farti vedere con quell’uniforme nuova di zecca, no?-
Disse Brando facendo spallucce.
-Si, sarebbe un’idea carina.
-Comunque se non c’è nessuno in casa, allora là non c’è bisogno di lasciare il quotidiano.-
-Non ascoltare Elena, basta metterlo vicino alla porta, se dovessimo seguire questo consiglio allora nessuno riceverebbe il giornale.-
-E ricorda, non c’è da preoccuparsi. Se succede qualcosa, Ilario sarà bravo a mostrarti cosa devi fare.-
Disse Luana guardandola con tenerezza.
Anche se non era una missione particolare era comunque la prima per lei e la riempiva d’orgoglio.
Era il suo primo passo nel mondo dei Ranger.
-Sono pronta!-

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Non appena i due Ranger furono fuori dall’edificio la ragazza controllò che la borsa che conteneva tutti i giornali non fosse rotta in qualche punto, non voleva rischiare di perderne alcuni ma a quanto pare la sua paura era infondata visto non trovò nemmeno il più piccolo foro.
Ilario la guardò sorridendo notando il suo modo di fare previdente.
-Sai, ho scritto un articolo su di te in questa edizione del Corriere di Vien.-
-S-sul serio?!-
Sorpresa la ragazza spalancò gli occhi guardandolo, imbarazzato l’altro sembrò arrossire leggermente.
-Ahah, si un piccolo articolo, spero ti piaccia e che non ti dia fastidio. Sul Corriere di Vien diamo la precedenza alle notizie positive e confortanti.-
-No! No no assolutamente! Solo che…non me l’aspettavo, grazie.-
-Figurati, sono felice allora se tu lo sei. Direi però di smetterla di perderci in chiacchiere ed iniziare il nostro lavoro.-
-Giusto, non perdiamo altro tempo.-
-Anche se in effetti possiamo chiacchierare mentre svogliamo la missione.-
Quell’ultima frase fece ridere la ragazza, Ilario sembrava una persona piena di allegria e positività, era felice che la sua prima missione fosse con lui.
Muovendosi alla sinistra del Centro Ranger la ragazza si fermò davanti ad una casa dalle pareti bianche ed il tetto color crema, bussò un paio di volte prima che qualcuno arrivasse ad aprirle, si trattava di una bambina dagli occhi azzurri ed i capelli dello stesso colore del tetto.
Era così tenera che solo guardarla migliorava la giornata.
La piccola guardò i due con un largo sorriso prima di parlare.
-Mamma! E’ arrivato il Corriere di Vien!-
Come parlò quattro Pokémon comparvero da chissà dove, erano molto piccoli ed il loro corpo rosa era a forma di uovo, nella parte superiore della testa era presente una cresta ed una coda che ricordavano dei capelli, tutta la parte inferiore del corpo era bianca ed aveva una forma che ricordava un pannolino.
Il loro improvviso arrivo fece sobbalzare Sara che imbarazzata per quella figura davanti ad Ilario ed alla piccola arrossì leggermente.
Dopo pochi attimi arrivò anche la madre della bambina, una donna dai lunghi capelli castani e gli occhi marroni vestita con un abito blu.
Il suo viso era splendido e per Sara non fu difficile capire da chi avesse preso la dolcezza nel viso la bambina.
-Oh, tu devi essere il nuovo Ranger! Spero che i nostri Happiny non ti abbiano messo paura con il loro saluto!-
-No si figuri.
-L’Eco di Almia è ok, ma io preferisco il Corriere di Vien.-
A parlare era stata un uomo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni.
-Ottima scelta, il nostro giornale è il migliore. Ho proprio voglia di leggere altre puntate della loro rubrica “Storie di Ranger”.-
Rispose Ilario facendo un occhiolino a Sara, dopo di che porse il giornale alla donna di casa.
-Oh, grazie! Allora, l’apertura di oggi è…”Grande attesa per il Ranger matricola!” Ecco una storia interessante!-
Un rossore vivido si fece presto vedere sulle guance del Ranger in questione che non poteva credere d’essere su un giornale, Ilario notandolo ridacchiò divertito.
-Buona giornata, noi continuiamo le consegne.-
-Anche a voi Ranger!-
I due si spostarono direttamente nella casa a sud di quella, l’intera struttura sembrava esser stata costruita da mani sapienti ed il tetto era completamente di legno, i due bussarono un paio di volte ma all’interno nessuno risposte.
-Uh? Nessuno in casa, credo. Il signor Guardiaboschi va sempre a farsi delle passeggiate a quest’ora. Penso che ora sia alla Spiaggia Zefira. Si trova a ovest rispetto a qui. Facciamo un salto laggiù.-
-Va bene.-
Mentre si spostavano alla spiaggia la ragazza fu impressionata da quanta cura mettevano in missioni apparentemente semplici e di poca importanza, era certa che da altre parti si sarebbero limitati a lasciare il giornale dove capitava.
Arrivando alla spiaggia nei pensieri di Sara tornò il giorno di prova ed il momento in cui quel gruppo di Pokémon aveva iniziato a comportarsi in modo strano, per l’ennesima volta si chiese come potesse stare quel Pachirisu…
La risposta però arrivò subito, infatti questo si trovava esattamente davanti al mare, come lo vide lei si bloccò di colpo sentendo una stretta allo stomaco.
Il Pokémon sembrò provare lo stesso perché si voltò subito dopo ed i suoi occhi sembrarono spalancarsi.
-Pachi pachi.-
Pachirisu corse verso la ragazza fermandosi davanti ai suoi piedi, lei si inginocchiò sfiorandogli la zampa.
Era lo stesso di quella volta!
Evidentemente lui capì d’esser stato riconosciuto e corse attorno a lei un paio di volte, a quanto pare anche lui ricordava.
Quasi non poteva credere d’esser riuscita a rivederlo, dopo esser stata costretta ad allontanarsi dai propri amici era così felice di poterne ritrovare un altro.
Il Pokémon però non era solo, con lui c’era infatti il signor Guardiaboschi che assottigliando gli occhi guardò la ragazza.
-Hmm? Sei forse quella matricola dell’Accademia dei Ranger?-
-Si, sono io.-
-Bene bene, complimenti per il tuo diploma. Sembra che Pachirisu stesse aspettando che tu diventassi Ranger.-
-Veramente?-
Sorpresa ma felice la ragazza gli sfiorò la testolina con la mano.
-L’ho visto abbastanza spesso gironzolare per la spiaggia, come se cercasse qualcuno.-
-Un vecchio adagio dice che se incontri qualcuno qui, diventerete ottimi amici. Penso ci sia un fondo di verità.-
Aggiunse Ilario guardando la ragazza.
-Sara, ora sei un Ranger a tutti gli effetti, quindi puoi avere un Pokémon compagno. Puoi prendere questo Pachirisu come Pokémon compagno ufficiale! Buon per te!-
In realtà non le suonava bene la parole prendere, lui non era un oggetto ma un essere vivente, per questo motivo sedendosi a terra gli prese una zampa guardandolo con serietà.
-Vorresti essere il mio Pokémon compagno?-
-Pachi pachi!-
Era chiaro che la risposta fosse positiva, Pachirisu le saltò addirittura al collo abbracciandola e muovendo la coda felice, Sara l’abbracciò di rimando divertita e si alzò solo dopo che i due si sciolsero.
Quella giornata sarebbe sicuramente rimasta tra le più importanti per lei.
-Sai, anche io ho pensato spesso a come stavi ed avrei voluto rivederti.-
-Pachi pachi.-
-Un Pokémon compagno è un Pokémon particolarmente legato ad un Ranger. Il legame tra loro è così forte che viaggiano sempre assieme. Il tuo Pokémon compagno può persino aiutarti durante le catture.-
Disse Ilario con fare solenne, era quasi strano vederlo così.
-Già che ci siamo, forse dovrei dirti anche qualcosa a proposito della Barra compagno.-
-Se è importante allora sì per favore.-
-Benissimo, iniziamo allora!-
Una nuova cattura iniziò all’istante, per la seconda volta il ragazzo stava utilizzando un Bidoof per la spiegazione.
-Per usare la Poké Tattica del tuo compagno, devi riempire la sua barra compagno. La Barra compagno si trova sopra la Barra dell’energia.-
Mentre parlava le indicò una piccola barra vuota.
-Per riempire la Barra compagno, devi disegnare degli anelli intorno al bersaglio. Più anelli disegni, più la Barra compagno si riempie. Quando la Barra compagno è piena, apri il menu Poké Tattiche toccando l’icona in basso a destra e scegli il tuo Pokémon compagno.-
Aprendo il menu tra uno dei rombi c’era proprio Pachirisu, nella schermata superiore c’erano le scritte Poké Tattica: Elettro, ed un immagine di una linea grigia ed una bianca.
-Per esempio, Pachirisu ha una Poké Tattica Elettro, che ti permette di scagliare un fulmine nel punto toccato con lo Styler.-
Dandogli un esempio Ilario le mostrò che in effetti comparivano delle sfere rosse in quei punti che davano il tempo necessario ad allontanarsi prima di scagliare un fulmine.
-Toccando il punto che si vuole colpire con il fulmine…questo colpisce e scarica elettricità a terra.-
Mentre aveva parlato il fulmine aveva colpito il Bidoof che a quanto pare sembrava leggermente stordito.
-Tutti i Pokémon che vengono a contatto con l’elettricità prendono la scossa. Un Pokémon che ha preso la scossa rimane stordito e non riesce a muoversi per un po’. Ovviamente, questa è l’occasione perfetta per catturarlo.-
La spiegazione si concluse con la cattura del Pokémon che venne assorbito poco dopo solita dalla bolla rosa.
-Quando usi la Poké Tattica del tuo compagno, questo non viene liberato come gli altri Pokémon. Tuttavia, prima di poterla usare ancora, devi riempire la sua Barra compagno di nuovo. Cerca di usare la Poké Tattica del tuo compagno al momento giusto, ok? Sono sicuro che, con un po’ di allenamento, prenderai dimestichezza.-
-Grazie Ilario, mi stai aiutando moltissimo.-
-Ahah, è un piacere, tra Ranger ci si deve aiutare a vicenda.-
Mentre i due parlavano il signor Guardiaboschi parlò al piccolo Pachirisu.
-Bene, piccolo Pachirisu, sembra che la tua pazienza sia stata ricompensata.-
-Oops, quasi dimenticavo! Il suo Corriere di Vien, signor Guardiaboschi!-
Così dicendo Ilario consegnò il giornale all’uomo.
-Oh, è l’ultimo numero, vero? I caratteri grandi sono facili da leggere per i miei occhi stanchi. Grazie mille.-
-E’ stato  un piacere.-
-Prima che andiate…giovane Ranger, mi raccomando tratta Pachirisu con affetto e devozione.-
-Lo farò, grazie. Andiamo Pachirisu.-
La missione dopotutto non era ancora finita, ma Sara era comunque felice di poterla continuare assieme al Pokémon.
-Tu conoscerai di sicuro meglio di noi la zona, chissà magari potresti farci scoprire qualche scorciatoia in futuro.-
-Pachi pachi!-
-Andate già d’accordo voi due eh? Gli parli proprio come se capisse ogni cosa.-
Disse Ilario sorridendo alla ragazza, felice non la trovasse strana.
-L’ultima casa nella zona comunque dovrebbe essere la fattoria.-
Era difficile non notarla visto quando era grande, la ragazza fece per bussare ma stavolta Ilario la precedette aprendo direttamente la porta.
Entrarono così in una grossa stanza dal pavimento grigio coperto in buona parte da cumuli di fieno, c’erano anche vari attrezzi come forconi o contenitori di ferro, delle scale in legno conducevano verso una zona rialzata dello stesso materiale, decisamente più in ordine.
C’erano quattro bambini nella stanza, la più grande aveva dei chiari capelli marroni legati in un codino e vestiva con un abito rosa, quello che sembrava il secondo genito invece aveva i capelli biondi e teneva una pesante giacca marrone e dei pantaloni verdi. Gli altri due invece, molto più piccoli, avevano una i capelli biondi e gli occhi azzurri, come tutti gli altri del resto, ed indossava un abito azzurro come essi, l’altro invece aveva un cappellino rosso sulla testa, una maglia bianca e dei jeans blu.
-Mamma! Ilario e un’altra persona sono venuti a portarci il corriere di Vien!-
Urlò quello che sembrava il secondo genito.
-Ciao, nuovo Ranger. Io sono Cinzia, il ragazzo che ha appena urlato invece è Andrea e gli altri due sono Bruno e Daria.-
-Molto piacere, io sono Sara.-
-La tua uniforme è nuova di zecca. E’ veramente bella.-
Continuò la ragazza sorridendo.
-Grazie, è la prima volta la indosso.-
-Mama! Coriere Vien!-
Urlò Bruno, doveva essere più piccolo di quanto sembrava visto non parlava ancora molto bene.
-Mamma, ehm, Ilario ha portato il giornale. C’è anche qualcuno che non conosco.-
Disse Daria imbarazzata, dopo pochi attimi arrivarono i genitori, la madre era una donna incredibilmente robusta dai ricci capelli biondi, le sue guance erano talmente paffute da nasconderle perfino gli occhi, era vestita poi con un abito rosa ed un grembiule bianco.
Il padre invece era Luchino, l’uomo che qualche tempo prima aveva avuto alcuni problemi con dei Bidoof.
-Tu hai soccorso mio marito fuori dall’Accademia dei Ranger, non è vero?-
Chiese la donna sorridendo a Sara.
-Sì, molto piacere…-
Rispose lei non sapendo se essere intimorita o meno dalla sua stazza.
-Volevo assolutamente ringraziarti. Speravamo proprio che dopo il diploma ti assegnassero a questa città!-
Così dicendo la donna le corse incontro sollevando la ragazza ed abbracciandola, era talmente forte però che quasi la soffocava.
-Non…c’è di che…-
Disse lei cercando d’allentare la presa ma era tutto inutile, perfino Pachirisu stava tentando d’aiutarla tirandole un braccio ma era come essere in una morsa di ferro.
-Haha, Sara ti presento Luisona.-
Mentre la donna l’abbracciava anche Luchino si avvicinò per salutare.
-Mi hai salvato da un bel guaio! Quei Bidoof mi stavano per prendere.-
-Oh sei sempre il solito esagerato, magari volevano solo giocare.-
-Tu non hai visto con che occhi mi guardavano Luisona…-
Mentre i due parlavano Ilario si avvicinò ad Andrea consegnandogli il giornale.
-E’ stato bello conoscervi ma ora dobbiamo proprio andare.-
Disse il ragazzo aiutando Sara a liberarsi dalla presa di Luisona.
-A presto allora, e buon lavoro!-
Salutati all’unisono da tutta la famiglia i due uscirono dall’edificio incamminandosi verso il Villaggio Cicole.
-Sai il Villaggio Cicole è chiamato “Il vilaggio a due passi dalla Città di Vien. Un bel posto ancora senza storia”. Sembra il posto ideale per chi vuol vivere la vita in pace.-
Disse Ilario indicandole un cartello su cui si trovava questa scritta.
-Oh non l’avevo notato. Beh magari un giorno arriverà qualcuno a creare una storia.-
-O magari c’è già.-
Facendo spallucce la ragazza proseguì assieme ai due arrivando dalle case del villaggio, la prima nella quale la ragazza volle portare il giornale era la più vicina a sinistra.
-Buongiorno! Siamo venuti a portarvi il giornale.-
Salutò la ragazza per la seconda volta.
-Oh ciao di nuovo vicina. Il tuo primo compito come Ranger sarebbe consegnare il Corriere di Vien? Ehm…wow! Forte!-
-Paola…-
-Che c’è? Stavo cercando d’essere gentile Paolo…-
Sussurrò la donna.
-Tranquilli non è un problema, è solo l’inizio infondo è normale non mi assegnino qualcosa di complicato.-
-Grazie per la consegna comunque.-
Rispose l’uomo ricevendo il giornale da Ilario, Pachirisu nel frattempo aveva iniziato a gironzolare attorno al Pokémon della coppia che restava fermo come una statua.
-Vediamo un po…bene, a parte le “Superbarzellette di Ilario tutto il resto pare interessante…-
Disse l’uomo sfogliando il giornale, a quella frase il ragazzo serrò leggermente le labbra.
-Sto solo scherzando, eh!-
-Ahah l’avevo intuito, chi può resistere alle mie superbarzellette infondo? Ora però dobbiamo andare, buona giornata.-
Uscendo più rapidamente delle altre volte il ragazzo si diresse subito sulla casa a destra, dove ancora c’erano i due fratelli a chiacchierare, prima di bussare alla porta Sara li salutò nuovamente con un cordiale sorriso.
-Buongiorno, siamo qui per consegnare il giornale.-
Disse Sara sorridendo e porgendolo al padre di famiglia.
-Oh, così questo è il Corriere di Vien. Sai, anche noi ci siamo appena trasferiti e non ho avuto ancora modo di leggerlo.-
-I Ranger pubblicano questi giornali e li consegnano porta a porta. Non è mica facile come sembra.-
Spiegò la moglie sorridendo ai due Ranger, a Sara fece piacere la pensasse così, almeno non per tutti era un compito strano e semplice.
-E’ il Corriere di Vien? Ci sono articoli su Riolu?-
Chiese Carlo alzandosi dal divano.
-Adesso controllo figliolo. Grazie ancora Ranger.-
-E’ stato un piacere, buona giornata allora!-
Ormai rimanevano solamente due case ma Sara preferiva lasciare la sua per ultima, non che non volesse vedere la sua famiglia ma una punta di imbarazzo l’aveva sempre, visto era la sua prima missione ed aveva con sé anche il suo Pokémon Compagno temeva le avrebbero fatto una festa davanti ad Ilario.
Bussarono quindi alla casa vicina venendo così accolti dal sorriso della padrona di casa.
-Oh, ciao! Ma tu non sei della famiglia dei vicini? Ti sta bene quella divisa!-
-La ringrazio.-
Disse Sara sorridendo.
-E questo giovanotto alto qui…-
-Molto piacere, io sono Ilario.-
-Come dici? Ti chiami Ilario?-
Chiese lei avvicinando un orecchio.
-Sembri proprio un giovanotto a modo. Ho avuto un figlio della tua età, caro Ilario, ma non scrive mai. Non ho idea di dove sia né di cosa faccia…-
-Oh…mi dispiace molto..-
Rispose Ilario grattandosi la testa imbarazzato.
-Oh no, scusatemi voi. Non volevo parlare di queste cose. Grazie mille per il giornale ragazzi!-
-E’ stato un piacere, buona giornata.-
Rimaneva solamente un ultima casa ormai, quella di Sara.
-Emozionata? La tua famiglia sarà sicuramente felicissima per la tua divisa.-
-Un po’, spero non abbiano già fatto uno striscione…-
-Ahah non credo siano stati così rapidi.-
Non conosceva la sua famiglia…ma ormai era inutile pensarci, prendendo un respiro entrò in casa, non appena la vide suo padre si alzò dalla poltrona avvicinandosi.
-Cos’abbiamo qua? Il Corriere di Vien, vedo. Devi consegnarlo porta a porta?-
-Sì papà.-
-Ah! Probabilmente ti hanno dato questo compito per conoscere la gente qui.-
-Sorellona, perché consegni tu il Corriere di Vien?-
-Penso che papà abbia ragione, infondo ho conosciuto quasi tutti.-
-Oooh! La tua divisa ti sta così bene…-
-Grazie sorellina.-
-Beh, è proprio una bella uniforme! I materiali sembrano di buona qualità. E il taglio è perfetto!-
Disse la madre avvicinandosi, guardando poi Ilario.
-Per favore, Ranger Ilario…Sara è ancora così giovane. Ti prego di controllare che non si  metta nei guai.-
-Non si preoccupi, me ne occuperò io.-
Rispose il ragazzo sorridendo.
-Mantenendo sempre le distanze però…-
Concluse il padre, il discorso però venne interrotto dalla sorellina minore che notò Pachirisu.
-Che carino! Mamma guarda!-
-Oh e questo amichetto qui chi è?-
-Lui è Pachirisu, il mio Pokémon compagno.-
-Caspita! E’ solo il tuo primo giorno di lavoro e già hai il tuo Pokémon compagno! Sono così fiero di te!-
-Grazie papà. Adesso però dobbiamo andare, questa era l’ultima casa da visitare.-
-Non vi tratterremo oltre, buon lavoro allora, Ranger!-
Non appena i due furono usciti di casa Ilario fermò la ragazza sorridendo.
-Ecco, abbiamo finito con le consegne. Torniamo al Centro Ranger.-
-Va bene.-
-Te la sei cavata bene per essere la tua prima missione. Ricordo che Luana aveva fatto cadere tutti i giornali in un cespuglio ahah.-
-Menomale non è successo anche a me allora, anche se buona parte dei giornali li tenevi tu.-
-Meglio prevenire che curare infondo.-
Suonava quasi come se si aspettasse una cosa simile ma la ragazza preferì non farci caso ed in poco tempo arrivarono nel Centro Ranger.
Entrando s’accorsero però che erano tutti occupati a parlare con quel reporter che, tempo prima, aveva chiesto a lei ed Alex di scrivere una storia falsa sul fallimento della loro prova.
Non sapeva perché era lì ma certamente non la rendeva felice…
-Un’ultima domanda, Ranger Brando. Se dovesse descrivere il lavoro di Ranger con una sola parola, quale userebbe?-
-Hmm…bella domanda. Oh! Guarda chi è di ritorno.-
Notando Sara ed Ilario Brando si allontanò dal reporter avvicinandosi ai due.
-Questa era la tua prima missione ufficiale. Ottimo lavoro.-
-Grazie leader!-
Disse la ragazza con tono ufficiale.
-La tua è stata una missione compiuta!-
Subito dopo quella frase la ragazza mostrò a tutti la propria posa da Ranger, entusiasta per la riuscita.
-Oh, e non è tutto, a quanto pare! C’è Pachirisu dietro di te…che c fa qui?-
-Che ci fa qui, dici? Ma lo sai già. Si tratta del primo Pokémon compagno di Sara. Non ricordi? E’ lo stesso Pachirisu dell’altra volta. Hai presente? Quello che Sara aveva catturato alla Spiaggia Zefira.-
Rispose Ilario piegando leggermente la testa sorpreso.
-Oh, si certo, adesso ricordo! E’ lo stesso Pachirisu che ha continuato a seguire Sara per tutto il giorno. Mi sembrate molto affiatati, vi auguro una bella amicizia.-
-Pachi!-
-Ehi, Sara. Puoi anche staccare per oggi, se vuoi. Che ne dici?-
-Va bene, grazie.-
Infondo, anche se non aveva fatto nulla di che, era stato comunque impegnativo muoversi in entrambi i Villaggi.
-D’accordo. Ottimo lavoro per oggi!-
Prima di andare via la ragazza andò nello spogliatoio a cambiarsi d’abito, infondo non poteva portare la divisa a casa, non ancora almeno.
-Allora, buon lavoro a tutti.-
-Grazie Sara, a domani!-
Risposero i colleghi che tornarono a parlare con il reporter, questo almeno non sembrava aver problemi con il fatto che lei se ne fosse andata, forse perché era ancora una novellina.
Tornando verso casa la ragazza poté godersi lo splendido paesaggio davanti a sé, le case tra quella gigantesca foresta erano splendide e sembravano esser circondate da un aura di tranquillità, eppure da quanto Brando aveva detto c’era qualcosa che stava cambiando…
Non fece però in tempo a rifletterci meglio che, arrivando a casa ed aprendo la porta, sentì degli scoppi che la fecero sobbalzare.
-Sorpresa!-
Il salotto di casa era stato addobbato ad una velocità incredibile con numerosi festoni azzurri, verdi, bianchi e blu, sul tavolo nella stanza poi era stata messa anche una torta che, a giudicare dal contenitore di plastica, era stata appena comprata.
Come se non bastasse in mezzo al muro davanti alla ragazza c’era un grosso striscione con su scritto “Congratulazione nuova Ranger!”.
Guardando la famiglia così entusiasta Sara non poté non sorridere e guardare Pachirisu che, saltellando, cercava d’afferrare alcuni coriandoli.
-L’avevo detto io che la mia famiglia era particolare.-

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La notte fu molto tranquilla per la ragazza, dopo aver mostrato a Pachirisu la propria casa era tornata al Centro Ranger.
Per quanto avrebbe voluto dormire nel proprio letto ora che era diventata una Ranger avrebbe dovuto spesso dormire lì.
Ciascuno di loro era provvisto di una piccola stanzina dalle pareti bianche, al cui interno c’era un piccolo letto dalle coperte azzurre ed una scrivania di legno con sopra una lampada.
Era un po’ spoglia ma solamente perché era appena arrivata.
C’era anche una porticina oltre la quale era presente un bagno provvisto perfino di una vasca.
Per quanto fosse abituata a dividere la stanza con altri era felice d’avere i propri spazi, anche se infondo non era proprio sola, il suo Pokémon Compagno sarebbe rimasto sempre con lei.
Sara però non riusciva a prendere sonno, sentiva tutta l’emozione della giornata sulle spalle e quando ci ripensava non poteva non sorridere felice, a quella felicità però non mancava una nota nostalgica.
-Chissà cosa stanno facendo Alex e Glenda…-
Sicuramente i due erano ancora in viaggio per Fiore, ci voleva ben più di una giornata per arrivare, quindi anche se avesse voluto scrivere loro una lettera non sarebbe arrivata tanto presto.
E soprattutto i due non avevano ancora trovato casa, sarebbero alloggiati in alcune strutture apposite ma l’indirizzo era ancora incerto.
Sarebbe stato molto più semplice se fosse esistito qualcosa per comunicare sul momento.
Se Glenda avesse potuto sentire i suoi pensieri certamente le avrebbe detto di stare allegra, che era stata una giornata splendida e che si doveva concentrare su questo.
Sorrise pensando ad una delle sue tipiche sgridate e riacquistando il buon umore le venne un’idea.
Avrebbe scritto ogni giorno una lettera agli amici e le avrebbe inviate solo quando avrebbe scoperto il loro indirizzo.
Fu così che alzandosi, facendo ovviamente attenzione a non svegliare il Pokémon accanto a lei, cercò alcuni fogli ed un biro ed una volta trovati si mise a scrivere loro tutto ciò che era successo, dai suoi curiosi vicini, alla divisa Ranger, ad Ilario che gentilmente aveva scritto di lei sul giornale, fino all’aver conosciuto il nuovo amico.
Non si risparmiò nei dettagli e controllò più volte d’aver scritto ogni cosa al meglio, ora sì che poteva andare a dormire serena.
Nascose momentaneamente la lettera sotto al letto, visto era una cosa privata non voleva la sorella leggesse, e sorridendo s’accoccolò nuovamente sotto le coperte pronta a riposarsi.
 
 
 
Il giorno seguente…
Al contrario della giornata precedente il lavoro da Ranger sarebbe iniziato la mattina presto, tanto che la maggior parte delle persone ancora dormivano, non loro però ovviamente.
Le camere da letto si trovavano al secondo piano della struttura ma erano connesse tramite una piccola stanzina che fungeva sia da cucina che da salotto.
Le pareti erano color crema ed erano abbellite da numerose foto di giornali che ritraevano i Ranger nelle loro imprese, nella parete a sinistra accanto a quattro poltrone verdi e ad un divanetto azzurro c’era un piccolo tavolo di legno con sopra una televisione nera.
A destra invece c’era un frigorifero, alcuni mobiletti con sopra i fornelli ed un lavandino.
Non ancora abituata a tutto ciò la ragazza preferì servirsi un semplice bicchiere di latte e dei biscotti al cioccolato, dopo di che andò subito andata a cambiarsi, la divisa come ieri la fece sentire importante ed uscendo per andar a salutare i colleghi sfoggiò un enorme sorriso.
-Ehilà, buongiorno! Dormito bene?-
Chiese Brando alzando una mano in segno di saluto.
-Sì grazie, non vedevo l’ora di tornare qui però.-
-I letti qui al Centro Ranger sono proprio comodi, non credi?-
-Sì non appena sono riuscita a prendere sonno non mi sarei più alzata.-
-Ahah, ti capisco, ma bando alle ciance, è il momento di lavorare. Ok, gente. Drizzate le orecchie.-
Tutti i presenti si avvicinarono per sentire il loro leader parlare, sembrava una faccenda seria.
-Abbiamo ricevuto una preoccupante segnalazione dal signor Guardiaboschi. Sostiene che dalla Grotta Marina, a Spiaggia Zefira, provengano degli strani rumori.-
-Che cosa intende per strani rumori? Qualcosa di meccanico?-
Chiese Elena rigirandosi un cacciavite tra le mani.
-Non è ancora chiaro. Sara, ricordi anche tu vero? Quando quei Pokémon alla spiaggia sono improvvisamente impazziti? Questi rumori potrebbero essere legati a quell’incidente.-
-Pachi!-
Pachirisu capendo ciò di cui stavano parlando rizzò subito la coda aggrappandosi alla gamba di Sara, la ragazza si limitò ad annuire alla domanda riflettendo sulla questione.
Un tempo avevano creduto fosse stato un semplice incidente ma se fosse stato qualcosa di più…
-Ilario, vai a controllare alla Grotta Marina. Porta Sara con te.-
-Conta su di noi!-
Esclamarono entrambi, annunciando la nuova missione con la loro posa Ranger.
-Sara, dovresti sapere dov’è la Spiaggia Zefira ormai. Per controllare lo stato della tua missione apri il menu del tuo Styler. Per farlo basta che tocchi il pulsante in basso a destra.-
Avvicinandosi Brando mostrò alla ragazza ciò che le stava spiegando.
-Poi, tocca ”Missioni” a sinistra della fila centrale.-
Cliccando sopra l’icona entrambi gli schermi cambiarono, in quello superiore in mezzo ad una barra nera c’era scritto “Esplora la Grotta Marina!”, sotto questo c’era un rettangolo con la figura di Brando ed a sinistra le scritte “Città di Vien”, “Brando”. Ancora sotto un enorme casella conteneva la seguente scritta: “Sono giunti dei rapporti che segnalano la presenza di suoni misteriosi provenienti dalla Grotta Marina. Devi scoprirne la causa! Se l’energia del tuo Styler scende, usa Pichu per ricaricarlo!”.
Nello schermo inferiore invece era presente una gigantesca mappa con alcune icone che indicavano le strade, lei stessa ed il punto della missione.
-I dettagli della tua missione attuale appariranno sullo schermo superiore. Lo schermo inferiore mostra la mappa di Almia e ti indica dove dovresti dirigerti. Se non sai cosa fare o dove andare, controlla la descrizione della tua missione.-
-Grazie mille Brando.-
L’uomo le sorrise gentilmente chiudendo l’icona.
-La Grotta Marina si trova presso la  Spiaggia Zefira. In questa stagione la marea dovrebbe essere scesa abbastanza da permetterti di raggiungere la grotta a piedi. Troverai la Grotta Marina all’estremità ovest della Spiaggia Zefira.-
-Questa è la prima missione degna di questo nome da un sacco di tempo a questa parte. Sono un po’ teso, a essere sinceri.-
Non era molto confortante sentire una cosa simile per Sara, anche perché se lui era agitato lei che era nuova come avrebbe dovuto sentirsi?
Mentre ci pensava sentì qualcuno picchiettarle la spalla, si trattava di  Luana.
-Ascolta una cosa, Sara. Prima di lasciare il Centro Ranger, assicurati di passare dal Punto salvataggio.-
-Ah si certo, così non rischio di perdere i dati.-
-Sì. Lo so che lo sapevi già, ma…-
Quell’improvvisa pausa rese l’altra ancora più agitata.
-Ma?-
-E’ solo che vorrei non ci fossero particolari problemi. Ti ricordi che, quando i Pokémon alla spiaggia sono impazziti, c’era quella coppia? Non avevano detto anche allora di aver sentito degli strani rumori?-
-In effetti…-
Forse anche lei aveva le sue stesse preoccupazioni.
-Penso che nessun altro li abbia senti, però, perché quel giorno il vento soffiava bello forte..
-E se gli strani rumori fossero solo  in realtà le onde che si infrangono? Il signor Guardiaboschi non potrebbe essersi sbagliato?-
S’intromise Elena cercando di calmare Luana.
-Speriamo sia così, forza Sara, andiamo.-
Annuendo la ragazza si concesse il tempo di salvare i progressi dello Styler prima di uscire dal Centro Ranger, non c’era tempo da perdere, se qualcosa poteva ferire i Pokémon doveva essere fermata.
Senza fermarsi i due Ranger corsero tra le case della Città di Vien fino a raggiungere la spiaggia, solo una volta arrivati alle scale che li avrebbero fatti allontanare dagli alberi Ilario fermò la ragazza.
-Aspetta. Credo di aver sentito uno strano  rumore portato dal vento. Dobbiamo aumentare il passo e raggiungere la Grotta Marina. Si trova tra gli scogli a ovest della spiaggia.-
-Va bene…-
Lei non aveva sentito nulla ma questo l’allarmò comunque ancora di più, più si avvicinavano più le sue paure sembravano farsi vere, ma dopo pochi passi Ilario la fermò ancora.
-Oh, aspetta! Fermati un secondo! Prima di scendere alla spiaggia, devo dirti una cosa.-
-Va bene ma non può aspettare?-
Chiese lei impaziente non capendo cosa potesse esserci di così urgente.
-Osserva un po’ quello Shellos.-
Con la mano il ragazzo le indicò un Pokémon rosa somigliante ad una lumaca, stava camminando in cerchio e produceva alcune chiazze azzurre.
-Vedi come, man mano che si sposta in giro, si lascia dietro quelle chiazze viscide? Se ne calpesti una, ti causerà dei danni.-
-Oh…non lo sapevo…-
-Ci sono altri elementi e zone del terreno che possono recarti danno. Devi imparare a muoverti con cautela. Il tuo Glossario ti può spiegare qualcosa a riguardo. Io gli darei un’occhiata.-
-Grazie Ilario...-
Rispose lei imbarazzata, era stata un po’ rude prima ma era veramente qualcosa di importante.
Lui però le rispose con un caldo e sincero sorriso.
-Figurati, non potrei perdonarmelo se ti accadesse qualcosa ed io non avessi fatto nulla per evitarlo. Ma bando alle ciance! Andiamo!-
Mentre riprendevano a correre Sara pensò a quanto fosse stata fortunata ad avere un collega simile, era premuroso e gentile e grazie a lui si sentiva anche un po’ più serena.
Arrivati ormai a metà spiaggia la ragazza notò lo stesso tipo che aveva incontrato quando, tempo prima, i Pokémon erano impazziti.
-Ehi proviamo a chiedergli se ha visto qualcosa di strano.-
Propose avvicinandosi.
-Buona idea. Ehi tu, scusa il disturbo…-
-Ho litigato con la mia ragazza per una vera sciocchezza…-
Nemmeno li salutò, direttamente mostrò tutto il suo dolore con degli occhi che sembravano quelli di un cane bastonato, i due Ranger si guardarono confusi non sapendo bene cosa dire.
-Ehm…mi dispiace tanto…ma vedi noi…-
Tentò di dire Sara ma fu tutto inutile visto venne nuovamente interrotta.
-Tutto a causa di una conchiglia a forma di cuore, volevamo regalarcela a vicenda e le cose si sono scaldate…-
Sembrava veramente triste ma i due non potevano occuparsi in quel momento di una cosa simile, ed in effetti non era nemmeno qualcosa in cui potevano intervenire.
-Ehm…farete pace sicuramente. Adesso scusaci ma dobbiamo veramente andare…-
Disse Ilario prendendo il braccio di Sara ed allontanandosi, non era stata effettivamente un’azione ben riuscita, ma poco importava, l’entrata della grotta era a pochi passi da loro, anche se c’era un altro Pokémon simile ad una lumaca a generare quelle macchie d’acqua.
-Voglio provare a catturarlo, almeno non sarà un pericolo per chi voglia avvicinarsi no?-
Disse la ragazza iniziando ad avvicinarsi.
-Va bene,  magari ci potrà aiutare lì dentro se servirà.-
Sorridendo ad Ilario Sara cercò d’avvicinarsi ma la faccenda fu più difficile del previsto, infatti quelle dannate chiazze sparivano molto lentamente e lei fu troppo impaziente nel muoversi, per questo non appena i suoi piedi le toccarono scivolò bruscamente un paio di volte facendosi male, anche se l’energia dello Styler era diminuita solo di due punti.
-Cavolo…e me lo aveva appena spiegato…-
Mugugnò lei rialzandosi, stavolta fece molta più attenzione e finalmente la cattura iniziò.
Non fu nulla di particolare in fin dei conti, sarebbe perfino potuta riuscire a fare una sola linea se un piccolo rimasuglio non l’avesse fatta scivolare, anche se non cadere.
La cattura finì comunque molto presto e lo Styler venne aggiornato.
Sotto l’immagine del Pokémon c’era il suo nome, Shellos, ed a sinistra le scritte “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa:Spruzzo”. Mentre sotto a tutto ciò la descrizione che recitava “Attacca sputando sfere d’acqua”.

A cattura conclusa Sara non aspettò nemmeno un altro secondo ed entrò nella grotta, come superò l’entrata però capì subito che qualcosa non andava. Per tutto lo spazio non riusciva a non sentire un fastidioso rumore che assomigliava allo squittio di centinaia di piccoli topi tutti insieme, era talmente fastidioso che perfino gli occhi le davano alcuni problemi mostrandole un leggerissimo alone violaceo.
-Riesco a sentire qualcosa provenire dal cuore della grotta…Questi rumori sono davvero sinistri.-
Disse Ilario corrugando la fronte.
-Si, e molto fastidiosi…-
-Se si tratta solo di scoprire l’origine di questi rumori, questa missione non dovrebbe essere difficile…-
-Non saprei Ilario, qualcosa non va.-
-Sara…da’ un’occhiata laggiù.-
Con fare preoccupato il ragazzo le indicò un angolo nella stanza dove erano presenti due Pokémon, sembrava stessero solo girando intorno ma c’era qualcosa di strano nei loro occhi, erano diventati come delle spirali rosse e gialle.
-Quei Pokémon hanno chiaramente qualcosa di strano, non è vero?-
-Sì, guarda i loro occhi.-
-Sta succedendo qualcosa qui. Ouh! Occhio a quello Zubat!-
Urlò Ilario abbassandosi, il Pokémon infatti si getto letteralmente contro di loro, forse aveva scambiato i capelli del ragazzo per un nido?
Poco importò il motivo perché un attimo dopo attaccò Sara lanciandosi contro di lei.
La ragazza per difendersi fece iniziare subito la lotta e fece appena in tempo a schivare uno dei suoi attacchi, anche all’interno del campo però qualcosa non andava, continuava ad esserci quella strana aura viola.
Ma soprattutto, a cattura finita, il Pokémon fuggì direttamente senza che lei avesse potuto fare nulla.
-E’ tutto così strano…hai catturato lo Zubat correttamente, no?-
-Sì, non ho fatto nulla di diverso dal solito.-
-Ma non hai potuto fartelo amico. Pensi che questo rumore c’entri qualcosa?-
-E’ probabile, Pachirisu tu come ti senti?-
-Pachi!-
Il piccolino per tutta risposta saltò un paio di volte, a far intendere stesse bene.
-Questo suono non sembra influenzare i Pokémon che abbiamo già con noi. Se avremo bisogno dell’aiuto di un Pokémon, dovremo catturarlo da qualche altra parte.-
Disse Ilario serio, era la prima volta forse che lo vedeva così.
-Non penso sia un problema, risolveremo la faccenda in fretta.-
Rispose lei cercando di mostrarsi coraggiosa, ma doveva ammettere che la situazione la stava agitando. Era la sua prima vera missione e ogni cosa non sembrava molto chiara.
-Ben detto, andiamo!-
Muovendosi rapidamente, evitando le pozzanghere a terra, i due iniziarono a muoversi tra i vari sentieri. Lungo le pareti non era difficile notare i segni dell’acqua  che, probabilmente, era scesa da poco di livello, forse per questo spesso cadevano delle gocce a terra.
Ogni loro passo sembrava rimbombare e riuscivano a vedere qualcosa solo alla grande entrata che permetteva alla luce di passare, tuttavia non tardò ad arrivare il primo ostacolo.
I trattava di uno steccato messo in mezzo alla strada.
-Ma…cosa ci fa qui?-
Chiese perplessa la ragazza, era la prima volta si trovava in quella grotta ma le sembrava comunque una cosa fuori posto.
-Non lo so ma questo steccato ci impedisce di entrare. Un Pokémon con la mossa Taglio dovrebbe essere in grado di abbatterlo. Se non ce l’abbiamo già, dovremo procurarcelo.-
Con loro c’erano soltanto lo Shellos appena catturato e Pachirisu, nessuno dei due aveva la mossa adatta.
-Ci penso io Ilario, torno subito.-
Correndo la ragazza raggiunse subito l’uscita, anche se infondo non era molto distante, e rapidamente si guardò intorno per decidere dove andare.
Visto che da dove erano passati non le sembrava d’aver visto Pokémon simili pensò fosse meglio tentare dall’altra scalinata, raggiunta questa la prima cosa che vide fu un Taillow, che guarda caso possedeva quella mossa Taglio, ma non appena lei tentò di avvicinarsi questo scappò impaurito.
-No aspetta! Non voglio farti del male ma ho bisogno d’aiuto!-
Proprio mentre tentava di raggiungerlo però un altro Pokémon arrivò balzando dai cespugli e, senza perdere un secondo, iniziò la fase di cattura. Era molto simile ad un gatto di colore grigio con una coda a spirale terminante con un batuffolo bianco come la punta delle sue orecchie.
La lotta fu molto rapida, tanto che bastò una sola linea di cattura per concluderla proprio mentre l’altro saltava.
Lo Styler fu aggiornato con le nuove informazioni, sotto l’immagine come al solito era presente il nome, ovvero Glameow, ed alla destra le scritte “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Taglio”. Sotto a tutto c’era la frase “Attacca sferrando colpi con i suoi artigli affilati”.

 -Oh, a quanto pare sono stata fortunata.-
Disse la ragazza sorridendo per la mossa Taglio, e guardando il Pokémon che si leccava gli artigli.
Subito Sara riprese a correre verso l’entrata della grotta ritornando da Ilario.
-Ehi, sei stata rapida.-
-Ho avuto fortuna, Glameow,  per favore, usa la mossa taglio su quello steccato!-
Subito il Pokémon usò quella mossa riducendo a brandelli l’ostacolo, subito dopo poi se ne andò correndo fuori dalla grotta.
-Almeno non è stato influenzato da questo suono. Possiamo proseguire.-
Disse la ragazza sorridendo.
-Ma…cosa c’è in fondo alla grotta? Indovina la risposta esatta e vinci tre budini al latte gentilmente offerti da…-
Sara guardò Ilario con gli occhi leggermente spalancati, non capiva se fosse serio o no.
Il ragazzo notando la sua espressione si fermò subito sorridendo con il viso leggermente rosso per l’imbarazzo.
-Ok, ok! Non è il momento di scherzare, eh?-
-Emh…magari però un budino  al latte non sarebbe male dopo.-
-Allora dopo come premio per la buona riuscita della missione ci andremo!-
Disse lui tutto allegro, era bello fosse così positivo per quella situazione, le evitava d’aver brutti pensieri.
Superato l’ostacolo proseguirono per alcuni metri almeno fino a quando quel suono si fece ancora più forte, anche Ilario lo notò facilmente.
-Ora sento il rumore più chiaramente! La fonte dev’essere vicina.-
-Si, anche io la sento molto più forte.-
Disse la ragazza seria, non sapeva cosa avrebbero trovato ma non poteva nascondere l’agitazione.
Ilario probabilmente lo notò e per questo le mise una mano sulla spalla.
-Se ti senti prendere dal panico, parla con me, va bene?-
La ragazza lo guardò sollevando leggermente le sopracciglia sorpresa, non immaginava potesse leggerla così facilmente ma era anche molto felice per la sua comprensione.
-Si, ti ringrazio Ilario.-
-Non c’è di che, anzi, parlami così non mi faccio prendere io dal panico, ok?-
A quell’ultima frase lei non poté trattenersi dal ridere, riusciva a sdrammatizzare ogni situazione con molta facilità.
-Ahaha va bene.-
La strada al momento si divideva in due parti, si poteva andare a destra o proseguire dritto, la prima cosa che la ragazza guardò fu il sentiero a destra visto era il più vicino, ma c’era soltanto un’altra strada e questa sembrava chiusa da un masso, l’ostacolo si poteva distruggere solo con un Pokémon di livello di distruzione 1, e lì c’era solo uno Zubat.
-Proveremo l’altra strada.-
Disse Ilario incamminandosi, non passò molto tempo però prima che trovassero finalmente qualcosa.
Circa quattro Pokémon, un Pichu, uno Zubat e due Shellos, stavano girando in cerchio all’interno della stanza ed accanto a loro c’era uno strano macchinario rosso simile ad un razzo, nella cui parte superiore c’era una sottospecie di cinghia di ferro che continuava a girare.
Pachi vedendo i quattro in quelle condizioni tentò d’avvicinarsi per fermarli o portarli via ma fu tutto inutile…
-Cos’è quell’affare rosso?! E’ quella la causa del rumore? Non ho mai visto niente del genere…-
-Nemmeno io e non credo nemmeno ci fosse tra i miei libri di scuola.-
Rispose Sara guardando i quattro con fare preoccupato, i loro occhi erano nascosti sotto quella strana spirale rossa e gialla ma sembravano comunque star soffrendo.
-E’ a causa di quella macchina che i Pokémon si stanno comportando in modo strano? Sembra che stiano tutti soffrendo…-
Disse Ilario preoccupato come Sara, la quale cercò di avvicinarsi alla macchina.
-Dobbiamo fermarla prima che faccia altri danni Ilario.-
-Hai ragione, credo che il modo più rapido per salvare quei Pokémon sia fermare quella macchina…tuttavia non ho idea di come farlo. Prova a toccare la macchina con il tuo Styler. Toccandola, dovrebbe apparire qualcosa sullo schermo superiore.-
-Va bene…a quanto pare… può esser distrutta con una mossa 2 Spruzzo!-
-C’è un’altra parte della grotta qui, possiamo vedere se c’è un Pokémon adatto.-
Disse il ragazzo indicandole la strada, lei annuendo non aspetto nemmeno un secondo ed oltrepassò quella parte.
Qui il rumore non si sentiva più ed a confermarlo era la presenza di un Pichu che stava perfettamente bene.
-Sembra che quell’aggeggio non riesca a influenzare i Pokémon fino a qui. Siamo fuori dal suo raggio d’azione. Penso che qui potremmo catturare dei  Pokémon, allora!-
Disse Ilario entusiasta. Presa da un impeto di positività Sara scelse di proseguire a sinistra ma per la seconda volta la strada era bloccata da un masso, Ilario si avvicinò tendendo l’orecchio.
-Sento il verso di un Pokémon venire da dietro questo masso. Deve trattarsi di un Gastrodon…forse questa roccia è caduta e l’ha intrappolato?-
-Oh no, dobbiamo liberarlo!-
-Certi Pokémon sarebbero in grado di rompere questo masso Nosepass, per esempio.-
Annuendo la ragazza tornò indietro per proseguire nell’altra direzione, determinata a trovare il Pokémon adatto, incontrò però alcuni problemi durante il percorso.
Due Zubat infatti non appena la videro iniziarono ad inseguirla e lei fu costretta a schivarli quasi rotolando a terra per evitarli.
-Ahah, hanno voglia di giocare.-
-Non ho molto tempo purtroppo.-
Rispose Sara alla battuta di Ilario, arrivando in fondo al sentiero trovò altri due Pokémon, il primo sembrava una tartaruga celeste, il secondo invece una grossa roccia con un naso incollato sopra,  entrambi mai visti prima.
Non sapendo quale fosse quello giusto decise li avrebbe catturati entrambi.
Iniziò dal primo e con molta rapidità lo raggiunse per iniziare la cattura, durante questa però il piccolino sembrava molto spaventato e per questo motivo lei cercò d’essere il più rapida possibile.
A cattura terminata comparve la sua foto con sotto il nome Squirtle, ed a destra le scritte “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 1”, sotto tutto ciò c’era scritto “Attacca emettendo getti d’acqua dalla bocca”.

Purtroppo la mossa non era adatta a distruggere il masso e così la ragazza tornò rapidamente dall’altro Pokémon, il quale quasi non si accorgeva nemmeno di lei.
Perfino durante la cattura continuava a muoversi ciondolando con il corpo, almeno fino a quando la barra non fu arrivata a metà, in quel momento cerco d’attaccarla infilando le tozze zampe sotto terra e tirandole addosso numerosi massi, nessuno però la colpirono e lei poté concludere la cattura.
Il nome del Pokémon era Nosepass, “Gruppo: roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Distruzione 2”, sotto tutto ciò c’era solo una scritta, “Attacca lanciando rocce.”

-L’ho trovato!-
Disse Sara entusiasta guardando Ilario che le sorrise divertito.
-Bravissima, torniamo indietro a liberare l’altro allora.-
-Sì.-
Durante il tragitto la ragazza fece molta attenzione ad evitare gli Zubat ma terminata la zona in cui i due si muovevano inciampò in un sasso.
-Attenta!-
Evitò di cadere solo perché Ilario riuscì a prenderla appena in tempo.
-Va tutto bene?-
-Si grazie, sono inciampata in quel…eh?-
Per qualche motivo lo Styler doveva aver agganciato il masso e c’era qualcosa di strano, diceva infatti che per eliminarlo serviva una mossa spruzzo.
Da quanto le era sembrato agiva così solo quando ce n’era motivo, non su qualsiasi oggetto.
-Ilario tu va avanti, c’è qualcosa che voglio controllare.-
-Oh? Sicura?-
-Sì non preoccuparti.-
-Va bene allora, ma non metterci troppo e se hai bisogno urla che arriverò subito.-
Mentre lui si allontanava lei scelse d’usare la mossa di Shellos contro quello strano ostacolo, che l’unica cosa capace di fare sarebbe stato far inciampare qualcuno, come infondo era già successo…
-Shellos per favore usa la mossa spruzzo su quel masso.-
Il Pokémon agì subito lanciando una bolla sull’ostacolo, questo però iniziò a muoversi rivelando d’essere un altro Pokémon.
Shellos venne subito liberato e Sara, per assicurarsi di non aver fatto del male all’altro, si avvicinò evitando l’ennesimo Zubat.
Già dal primo secondo il Pokémon tentò d’attaccarla lanciandole un masso ma lei fu più svelta e riuscì ad evitarlo, usando lo Styler poi riuscì a catturarlo con una sola linea.
A quanto pare si chiamava Geodude “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Distruzione”, come il Nosepass sotto c’era scritto “Attacca lanciando rocce”.

In ogni caso quella cattura le permise di passare al livello 6 dello Styler, l’energia divenne poi 20/20. In fin dei conti non era stato tutto inutile.
La parte più difficile fu però certamente evitare lo Zubat, il loro volo era decisamente rapido e durante la fuga la ragazza fu costretta perfino ad appiattirsi contro il muro per non iniziare una lotta superflua, il tempo passava sempre più rapidamente.
-Eccomi, scusa se ci ho messo troppo.-
Disse guardando Ilario.
-Tranquilla, anzi sei stata rapidissima. Ehi ma quel Geodude?-
-Ecco…era il masso in cui sono caduta.-
-Aaah capisco ahah, lo Styler l’aveva agganciato eh?-
-Già.-
Rispose la ragazza sorridendo imbarazzata, chiedendo comunque subito dopo a Nosepass di distruggere il masso, questo impiegò pochissimo per riuscirci e venne liberato subito dopo.
Superando lo stretto passaggio i due Ranger si ritrovarono in una stanzina minuscola al cui interno era presente un Pokémon grande quasi quanto loro dall’aspetto di una lumaca gigante rosa, questo lasciava poi dietro di sé grandi chiazze d’acqua come gli Shellos.
-Speriamo di non ferirci stavolta…-
Sussurrò la ragazza avvicinandosi, purtroppo le cose non si svolsero diversamente dal precedente tentativo, infatti prima di riuscire ad avviare la lotta perse ben due punti nello Styler.
Lei comunque riuscì a rifarsi durante la lotta, in un primo momento il Pokémon cercò di colpirla con una bolla d’acqua ma Sara la schivò facilmente iniziando dopo ciò ad usare la linea di cattura.
Non si fermò nemmeno quando l’altro le lanciò contro una palla di fango e tutto si concluse un secondo prima che riuscisse a toccarla, c’era però da dire aveva avuto bisogno di molto più tempo per completare la barra ma evidentemente era diverso da Pokémon a Pokémon.
Lo Styler venne subito aggiornato con il suo nome ed accanto le frasi “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 2”, sotto tutto ciò c’era scritto invece “Attacca sputando sfere d’acqua e scagliando fango.”

-Ottimo lavoro! Ora possiamo tornare indietro.-
Disse Ilario sorridendo per la riuscita della cattura, avevano tutto il necessario per salvare gli altri Pokémon e non si fecero attendere per raggiungerli.
-Gastrodon, per favore usa la mossa spruzzo!-
Disse la ragazza indicando l’oggetto da distruggere, il Pokémon generò un forte getto d’acqua che mandò evidentemente in cortocircuito i macchinari interni e, dopo una piccola esplosione della cima, l’oggetto cadde diviso a metà.
-Grazie Gastrodon!-
Come l’oggetto andò in pezzi i quattro Pokémon tornarono alla normalità ed uno ad uno andarono via dalla grotta, Pachirisu felice di rivederli così li salutò gioiosamente.
-Era questa macchina la causa, dopo tutto. I Pokémon sembravano felici di essere tornati in sé. Sara, è grazie a te che siamo riusciti a liberarli.-
-Anche grazie a te Ilario, che mi hai aiutata a non perdere la calma.
-Questa macchina qui…ha un’aria sinistra. Dobbiamo portarla al Centro Ranger e farla analizzare.-
Ilario piegandosi tentò di sollevarla, ma a quanto pare non era così semplice.
-Oooh, issa! Ancora una volta…-
-Aspetta Ilario! Ti aiuto!-
Anche Sara si avvicinò facendo del proprio meglio ma quella cosa pesava veramente troppo.
-Issa! Ghgh…aaaaaaggh!-
Ilario cadde a terra con le mani completamente rosse ed il fiato mozzato.
-Uff…niente! Impossibile! Anche in due, non potremmo mai spostarla. Contatterò la persona più forzuta di Almia via messaggio vocale per cercare aiuto. E’ qualcuno che è stato capace di battere il nostro capo a braccio-di-ferro in tre secondi netti. E’ davvero una persona forzuta.-
-Caspita! Chi è?-
Chiese lei stupida, Brando era un vero e proprio armadio e che ci fosse qualcuno di così forte…era veramente incredibile!
-Lo vedrai presto, tu vai avanti e torna al Centro Ranger. Io aspetto qui che arrivi la persona più forzuta di Almia.-
-Ne sei sicuro?-
-Si non preoccuparti, avranno bisogno di te, come è stato qui dopotutto.-
Disse il ragazzo con un gentile sorriso sulle labbra, la ragazza rispose allo stesso modo diventando leggermente rossa per l’imbarazzo, non le sembrava d’aver fatto qualcosa di tanto particolare ma era felice l’avesse apprezzata.
-Pachi!-
Pachirisu interruppe il discorso iniziando a saltellare pieno di gioia per aver salvato i suoi amici, Sara sorridendo iniziò a muoversi mentre lui festeggiava.
-Comunque lascia che ti dica che non avevo mai visto niente del genere prima d’ora.-
Concluse Ilario prima che lei fosse completamente sparita, la ragazza non capì completamente a ciò che si riferiva, se solo la macchina o altro, ma infondo non era importante. Mentre si incamminava però notò una cosa, c’era un altro masso che copriva una nuova strada, si preoccupò che dall’altra parte potesse esserci un altro Pokémon bisognoso d’aiuto e non poteva lasciarlo solo.
Analizzando la roccia scoprì con piacere che bastava una mossa Distruzione 1, ed il geodude con lei era perfetto al caso.
La parte più difficile fu evitare uno Zubat che continuava ad inseguirla ma non appena possibile l’altro Pokémon usò la propria mossa per distruggere il masso e subito dopo Sara poté entrare nella nuova parte della grotta, entrandovi tuttavia qualcosa non era affatto chiaro.
C’era soltanto una roccia ma agganciandola con lo Styler la ragazza capì si trattava di un ostacolo rimuovibile con una mossa spruzzo di livello 2.
-Che strano, che sia un Pokémon? Oppure è un vero ostacolo?-
Poteva comunque esserci il rischio ci fosse qualcosa lì sotto e per questo motivo avrebbe rimosso l’ostacolo.
Sapeva già quale Pokémon le sarebbe stato d’aiuto e subito corse a chiederglielo.
Passò anche accanto ad Ilario ma lui era troppo concentrato sul macchinario per notarla, la cattura del Gastrodon come la precedente fu molto rapida, e soprattutto non perse punti nello Styler a causa delle chiazze d’acqua, ed in breve tempo lei tornò nella stanza con quel gigantesco masso.
Come la volta precedente il masso si rivelò un Pokémon, il quale non appena venne disturbato si avvicinò alla ragazza dando il via alla cattura.
-Scusami, non volevo disturbarti.-
Disse la ragazza imbarazzata, naturalmente l’altro non l’ascoltò e subito cercò di lanciarle contro un grosso masso preso dal terreno.
Non fu complicato schivarlo, e nemmeno il secondo, utilizzando allo stesso tempo lo Styler per catturarlo.
A quanto pare il suo nome ere Graveler, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica:Roccia- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca lanciando rocce e pietre.”, non era nulla d’originale rispetto alle catture precedenti ma in ogni caso il livello era decisamente alto.

-Scusami tanto Graveler, non volevo svegliarti…sul serio.-
Il Pokémon rispose con un tono leggermente meno seccato ma restava comunque leggermente intontito sia per la cattura che per la sveglia, ma sembrò accettare le scuse della ragazza.
Non c’era più nulla da fare in quella grotta così rapidamente uscì tornando all’aria aperta, il sole le infastidì leggermente gli occhi ma bastò poco per abituarsi alla luce.
Mentre camminava tuttavia si imbatté in Luisona.
-Oh buongiorno Sara, stai tornando indietro?-
-Buongiorno Luisona! Si sono appena stata nella grotta qui vicino.-
-Stai svolgendo una missione, immagino.-
-Sì è così, tu come mai sei venuta alla spiaggia?-
-Non ho la minima idea del perché, ma il tuo amico Ilario ha chiesto di me.-
Sara spalancò gli occhi sorpresa, voleva dire che era lei la persona più forzuta di Almia?!
Presa da un improvviso panico per il fatto la stesse intralciando iniziò a sudare freddo e subito si spostò per farla passare, la donna però non lo notò e le sorrise gentilmente.
-Quel babbeo di mio marito si è ingelosito e dice che vado a un appuntamento con  Ilario alla Grotta. Allora gli ho risposto che era proprio così! Ahahah!-
-Ahah…-
La ragazza rise imbarazzata immaginandosi la scena, ma non voleva offendere la donna quindi fece del proprio meglio per sembrare sincera.
-Buona giornata allora Luisona…-
-A presto cara!-
Salutandosi le due proseguirono per la propria strada, con la giovane ancora intontita per la scoperta, nonostante questo però tornò rapidamente al Centro Ranger all’interno del quale c’erano ancora tutti gli altri.
Brando fu il primo a parlarle.
-Ilario ha chiamato e fatto rapporto sull’incidente. E così, avete scoperto una misteriosa macchina che fa comportare i Pokémon in modo assurdo?-
-Sì, non avevamo mai visto niente prima ma siamo riusciti a distruggerla.-
-Eccellente, recluta: missione compiuta!-
Gioendo per la riuscita la ragazza sfoggiò la propria posa da Ranger, tornando poi ad ascoltare.
-Non sprechiamo altro tempo. Sara, ti promuovo ufficialmente a Ranger di grado 1!-
-Sul serio?! Grazie infinite-
Una tale gioia meritava nuovamente l’utilizzo della posa, era solo il suo secondo giorno di lavoro ed era già stata promossa! Anche Pachirisu gioì saltellando sul posto.
Una voce dallo Styler parlò.
-“Ora puoi usare le Poké Tattiche Coleottero!”-
-Aumenteremo le funzionalità del tuo Styler ogni volta che passi di grado. Controlla sul Glossario del tuo Styler i dettagli di ogni nuova funzionalità.-
Spiegò Brando sorridendo, Elena le si avvicinò tenendo tra le mani un giornale.
-Ehi, guarda questo! Pare che uno dei tuoi compagni di corso si stia facendo un nome.-
L’eco di Almia mostrava una foto che ritraeva un gigantesco Pokémon simile ad un serpente blu combattere contro un ragazzo ed altri due Pokémon più piccoli. Il primo titolo diceva “Speciale su fiore Gyarados si scatena a Villestate!”. Il secondo titolo invece diceva “Alex, il nuovo eroe!”.
L’articolo spiegava l’incredibile azione del ragazzo che da solo aveva calmato quel gigantesco Gyarados.
Sara lesse tutto d’un fiato sorridendo felice per lui, sapeva sarebbe diventato un grande Ranger e lo stava facendo anche molto rapidamente.
Non badò molto agli altri titoli dell’articolo come “Aumentano i Pokémon dal comportamento strano” e ” Misteriosi individui vestiti di nero”, troppo concentrata com’era a leggere.
-Alex…sono veramente felice per te.-
Disse sussurrando felice.
-Ieri hai consegnato tutti i giornali. Oggi hai esplorato la Grotta Marina. Devi essere a pezzi.-
La voce di Brando la fece tornare tra loro.
-In effetti…ma lo rifarei se necessario.-
-Se fossi in te, userei il Punto salvataggio che abbiamo qui. Lo trovo rassicurante.-
Disse Luana gentilmente.
-Si hai ragione, dopo sicuramente salverò.-
Prima di poterlo fare tuttavia qualcuno spalancò la porta entrando tutto sudato, si trattava di Luchino.
-C’è un Ranger che ha un po’ di tempo per me? Speravo di trovare qualcuno per la mia missione.-
-Buongiorno, Luchino. La nostra nuova recluta Sara potrebbe darti una mano.-
-Certamente.-
Rispose Sara annuendo all’affermazione di Brando, sperando però non centrasse con “l’appuntamento” della moglie…
-Ma non credo che possiamo considerare la tua richiesta una vera e propria missione. Potremmo trattarla come un incarico. Anzi, questa è una buona occasione per dirti qualcosa sugli incarichi, Sara.-
Disse brando avvicinandosi, continuando poi a spiegare.
-I normali cittadini possono rivolgerci richieste d’aiuto. Un compito simile viene definito incarico. Se possibile non diciamo mai di no all’incarico affidatoci da un cittadino. Quel che intendo è che le missioni non sono gli unici compiti di un Ranger. Le persone che hanno bisogno d’aiuto per un incarico sono facili da individuare. Si potrebbe quasi dire che sopra la loro testa c’è “…” ahah. Inoltre, le informazioni sull’incarico vengono trasmesse al tuo Styler dalla Federazione Ranger. Per aprire il menu bisogna toccare il pulsante nello Styler in basso a destra. Dopodiché, bisogna toccare “Incarichi”, sulla destra della fila centrale. Guarda lo schermo inferiore.-
La pagina era cambiata diventando un insieme di barre, un di queste aveva tre punti di domanda e cliccandoci sopra venne l’immagine di Luchino con il luogo in cui si trovava ed una breve descrizione, “C’è qualche Ranger che ha voglia di dami una mano? Nessuno? Ho una missione per voi!”, anche se non era gran che come spiegazione.
-Lì appare una lista di tutti gli incarichi registrati alla Federazione Ranger. Lo schermo superiore mostra il cliente, il luogo e la descrizione dell’incarico selezionato. E’ possibile anche verificare dove si trovi il cliente che ha commissionato l’incarico selezionato. E’ sufficiente toccare “Posizione” in basso a destra.-
Così dicendo cliccò il punto facendo comparire la mappa.
-Luchino ha un problema. Ascoltalo un momento, per favore.-
-Si signore!-
Sorridendo la ragazza chiuse la parte dello Styler riguardante gli incarichi, pronta ad ascoltare il pover’uomo.
Quella giornata a quanto pare era piena d’incarichi per lei ma tutto ciò non poteva che renderla felice, visto stava aiutando la comunità come aveva sempre desiderato.
-Sono pronta per il mio primo incarico!-

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Senza indugiare oltre ma fremendo dall’eccitazione la ragazza si avvicinò a Luchino per ascoltare l’incarico.
-Dunque, cercherò di farla breve. Mia moglie è dovuta andare alla Grotta Marina, perciò a me tocca la mungitura. Ma lo sapete, ho una fifa nera dei Pokémon. Quel che è peggio, il nostro Miltank è tutto recalcitrante e capriccioso. Non m’importa molto se sia una missione o un incarico, ma di sicuro ho bisogno d’aiuto. Per favore qualcuno può andare alla nostra fattoria e far calmare Miltank?-
Mentre parlava aveva usato uno strano sguardo da cucciolo implorante, anche se visto il magro e pallido viso non lo faceva apparire affatto come tale, ma non per questo Sara avrebbe detto di no.
-Certo, può contare su di me.-
-Oh, hai detto che lo farai?!-
Chiese lui spalancando gli occhi sorpreso, come se fosse qualcosa di incredibile qualcuno avesse accettato.
-Questo è un gran sollievo! Bene, ora che è deciso non ti faccio perdere altro tempo! Ti aspetto alla mia fattoria. Ti ricordo che si trova dritto a sud una volta fuori dal Centro Ranger.-
Dopo averle ricordato il luogo in cui la fattoria si trovava l’uomo uscì subito di corsa e la ragazza sfoggiò per l’inizio dell’incarico la propria posa Ranger.
Brando le si avvicinò sorridendo.
-Questo è il tuo primo incarico. Devo avvisarti che puoi accettare soltanto un incarico alla volta. Non sarebbe bello se ne accettassimo molti e poi magari ce ne dimenticassimo uno, vero?-
-No assolutamente.-
Rispose la ragazza scuotendo il capo.
-Per svolgere un altro incarico, dovrai prima completare quello che stai facendo. Oppure puoi rinunciare all’incarico in questione andando a parlare con il cliente.-
-Farò di tutto per evitarlo.-
-Un Ranger non accetta solo missioni. Anche gli incarichi sono importanti.-
Disse Luana intromettendosi.
-Li tratterò con la stessa importanza allora.-
-Bravissima! Non ignorare mai qualcuno bisognoso d’aiuto.-
-Allora sarà meglio lasciarla andare Luana, non credi? Sai dove si trova la fattoria di Luchino, non è vero Sara? E’ poco distante dal Centro Ranger, a sud.-
Disse poi Elena, usando un tono scherzoso per ricordare quante volte glielo avevano ripetuto.
-Ahah si grazie Elena. Io allora vado, a dopo!-
Uscendo dall’edificio la ragazza impiegò pochissimo tempo a raggiungere la fattoria, camminando vicino allo steccato vide che Luchino la stava aspettando dalla porta che conduceva ad esso.
-Entra pure in casa, la porta è aperta!-
Urlò lui salutandola con la mano, lei annuendo entrò in casa ritrovandosi però davanti il viso triste di Bruno.
-Io tliste pe Miltank…-
-Oh…non preoccuparti, sono venuta apposta per aiutarlo.-
-Su selio?-
-Si, te lo assicuro.-
Rispose la ragazza sorridendo, dopo poco arrivò anche Daria, la seconda figlia più piccola che vedendola forse pensò avesse bisogno della madre visto il suo saluto.
-La mamma è fuori. Papà è alla fattoria.-
-Daria si più educata!-
La rimproverò la sorella Cinzia, riprendendo poi a parlare.
-Scusala Ranger, sei qui per aiutare papà vero? Grazie è veramente fantastico. Non riusciremo a consegnare il latte all’Accademia se non si calma…-
-Oh non sapevo foste voi a rifornire l’Accademia.-
Disse la ragazza sorpresa.
-Puoi ben dirlo, il nostro latte è il migliore, da una carica come pochi. Forse perché appunto il nostro Miltank è molto vivace. Non gli piacciono però i cambiamenti e reagisce malamente.-
-Capisco…forse allora se di solito per la mungitura se ne occupa vostra madre si è arrabbiato perché oggi c’era Luchino.-
-E’ molto probabile.-
-Grazie per le informazioni, ora è meglio vada ad aiutare vostro padre.-
-Buona fortuna allora Ranger!-
Urlarono tutti i bambini, subito dopo la ragazza aprì la porta raggiungendo Luchino nel recinto, al centro di questo, vicino ad un gigantesco silo di ferrò, c’era il Miltank che pareva decisamente infuriato, forse in quel caso l’uomo era giustificato dall’averne paura…
-Il nostro Miltank…è di pessimo umore da questa mattina e non accenna a migliorare. Mia moglie è dovuta uscire ed io ho una paura matta dei Pokémon. Allora mi sono detto che un Ranger avrebbe saputo cosa fare. So che tu puoi calmare il nostro Miltank..
-Farò del mio meglio.-
Rispose lei apprezzando la sua fiducia, anche se iniziava a temere la gente mettesse i Ranger su un piedistallo troppo alto, un punto che lei ancora non si sentiva in grado di raggiungere…
-Tutto pronto per la cattura?-
-Sì.-
-Molto bene, sarò qui a fare il tifo per te.-
Attivando il proprio Styler la ragazza corse verso il Miltank facendo così iniziare la cattura.
Il Pokémon ancora su di giri si muoveva lungo tutto il perimetro ma almeno per i primi momenti in cui lei utilizzò la linea di cattura, non usò alcun attacco.
Improvvisamente però, emettendo un forte verso, il suo corpo fu ricoperto da una strana aurea rossa ed i suoi movimenti in seguito divennero ancora più rapidi.
Interrompendosi per evitar d’esser ferita la ragazza cercò di capire quanto l’attacco durasse ma, a giudicare dal modo in cui il giallo nella barra scendeva, era fin troppo per i suoi gusti.
Osservandolo stava riuscendo comunque a capire a grandi linee la sua velocità ed allora tentò un nuovo approccio, ovvero il disegnare la linea di cattura durante questo stesso attacco.
La strategia funzionò talmente bene che non solo non subì nessun danno ma completò molto rapidamente la cattura ottenendo un grado B.
Lo Styler venne così aggiornato con i suoi dati, ovvero: “Gruppo: normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 2”, e sotto tutto ciò la scritta “Attacca emettendo onde d’urto e lanciandosi alla carica.”

L’umore del Pokémon terminato il tutto cambiò completamente, tanto che Sara poté giurare di vedere un viso sul suo musetto.
Ovviamente non aveva bisogno di liberarlo perché apparteneva già a qualcun altro.
Nel frattempo la voce di Luchino le arrivò alle orecchie in maniera talmente chiara da farla quasi sobbalzare.
-Evviva! Sì, ce l’hai fatta! Mi hai aiutato ancora una volta.-
-Oh si figuri, è stato un piacere.-
Felice del risultato mostrò la propria posa da Ranger ma al termine uno strano squillo si udì dallo Styler ed a seguire si sentì una voce robotica.
-“Lo Styler sta ricevendo un messaggio!”-
In seguito fu la voce dell’Assistente a parlarle attraverso il dispositivo.
-Abbiamo ricevuto conferma che hai completato un incarico. Quando completi un incarico aiutando un cliente a risolvere un problema, ricevi un premio dalla Federazione Ranger. Il premio consiste in Dati di potenziamento che puoi usare per potenziare lo Styler. TI stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Ci vollero pochi istanti prima che la voce robotica tornasse avvertendola del potenziamento.
-“Hai ottenuto Difesa Erba”.-
Prima che potesse fare altro nello schermo inferiore si era aperta un’applicazione formata da numerosi quadrati e solo uno di essi era stato sostituito con il potenziamento, a quanto pare esso era in grado di ridurre di 3 i danni di un attacco Erba.
Nello schermo superiore c’era anche lo status dello Styler, con le scritte:
Livello 06, energia 18/20,  potenza 17 e sopra questa una barra con accanto la scritta linea, la barra rappresentava sicuramente il suo raggio d’azione ed a quanto pare era solo a metà!
-Miltank si è calmato ed è tornato ad essere felice come al solito. Penso di essermi evitato una bella ramanzina da parte di mia moglie. Che fortuna! Ti ringrazio moltissimo, Ranger!-
-E’ stato un piacere signor Luchino, adesso però sarà meglio che vada.-
-Ma certo, grazie ancora!-
Salutando anche tutti i bambini la ragazza uscì dalla fattoria per tornare al Centro Ranger, non vedeva l’ora di scrivere ad Alex ed a Glenda del suo primo incarico!
SBAM!
Un tonfo si sentì non appena fu vicina alla porta, fu talmente forte da far sobbalzare perfino Pachirisu e gli altri Pokémon erano con lei.
Temendo il peggio la ragazza si guardò intorno per vedere se c’era il fumo di un esplosione ma a quanto pare il danno era all’interno, superando la porta si rese conto però che la causa del rumore non era stato ciò che credeva, c’era infatti la signora Luisona che aveva portato lo strano apparecchio trovato nella grotta assieme ad Ilario.
Brando stava guardando entrambi con un pallido colorito in volto.
-T-tu hai portato qui questa cosa da sola? Portandola su una spalla? Wow, Luisona. Sei davvero la persona più forzuta di Almia.-
-Credimi Brando, questa macchina non è poi così leggera come pensavo. Penso di riuscire a portarne al massimo due alla volta.-
-D-due alla volta…-
-Era questa strana macchina a produrre quel rumore. I Pokémon attorno parevano soffrirne. Era come se fossero sotto ipnosi. Inoltre, quando abbiamo provato a catturarli, non siamo riusciti a farceli amici.-
Spiegò Ilario serio.
-Pokémon sotto ipnosi? E impossibili da catturare?-
Luana tra tutti sembrava la più stupita ma, una spinta di Elena che corse vicino all’aggeggio, la fece tornare tra loro.
-Lasciatemi analizzare questo aggeggio!-
-Ehi, ehi, calma. Non così alla svelta. Lo faremo prima esaminare dal professor Frenesio alla Federazione Ranger. Purtroppo il professore è in viaggio di lavoro nella regione di Fiore. Dovremo aspettare che faccia ritorno.-
Disse Brando fermandola con una mano.
-Volevo smantellarla io quella cosa…-
-Ascolta, Elena. Il professor Frenesio tornerà presto dal suo viaggio di lavoro. So come ti senti, ma devi aspettare un po’.-
In quel momento Brando finalmente s’accorse della ragazza appena entrata.
-Oh, scusami Sara non ti avevo visto, Luisona ci ha appena portato il macchinario che avete trovato alla Grotta. C’era solo questo vero?-
-Sì, ho controllato tutte le stanze e non c’era altro.-
-Molto bene, una preoccupazione in meno…-
-Però questa macchina…c’è scritto qualcosa intorno al quadrante, ma è troppo arrugginito per poterlo  leggere.-
Disse Ilario indicando il punto, subito tutti s’avvicinarono ma purtroppo aveva ragione, a meno di trovarne un’altra sarebbe stato impossibile capire cosa c’era scritto.
-Accidenti…poteva essere il luogo in cui l’avevano fabbricata…-
Disse Luana con fare triste.
-Non penso sia quello, sarebbe stato fin troppo facile altrimenti rintracciare i colpevoli.-
Ribatté Elena grattandosi la testa con la chiave inglese.
-In ogni caso è un problema di cui ce ne occuperemo in futuro. Sara, oggi hai svolto non solo la tua prima vera missione ma anche il tuo primo incarico, sarai sicuramente molto stanca. Ne hai avuto abbastanza per oggi?-
-In effetti vorrei riposarmi un po’…-
Rispose lei sorridendo leggermente, stava iniziando a sentire una certa stanchezza per tutti i giri aveva fatto nel suo secondo giorno.
-Ok! Anche oggi hai fatto un ottimo lavoro.-
-Grazie Brando. A dopo allora.-
-Buon riposo.-
Disse anche Ilario sorridendole mentre la ragazza s’incamminò verso la propria stanza, una volta raggiunta, prima ancora di cambiarsi, si sdraiò sul propri letto sorridendo felice.
Era veramente una giornata splendida, solo un pensiero però la guastò e trovò strano il non averci pensato prima.
Aveva visto sul giornale la foto di Alex in un impresa incredibile, questo significava era già arrivato alla propria base e si era già ambientato, ma allora perché non le aveva scritto?
Forse l’aveva fatto ma la lettera non era ancora arrivata, oppure non l’aveva mai scritta e non l’avrebbe fatto nemmeno in seguito…era divisa tra il pessimismo e l’ottimismo ma non aveva idea di quale fosse corretto. Da ciò che sapeva potevano anche esserlo entrambe.
E Glenda?
Anche lei aveva già fatto qualcosa d’incredibile?
Erano migliori amiche, in quel caso era certa glielo avrebbe detto, inoltre entrambi sapevano dove lei era stata trasferita, non sarebbe dovuto esser così difficile per loro contattarla.
Si sarebbe certo immersa in questi pensieri fino a renderli ancora peggiori se non fosse stata per la coda di Pachirisu che le solleticò il naso.
Le venne da starnutire ma apprezzò lui l’avesse distratta, il Pokémon accoccolandosi vicino a lei la guardava sorridendo, forse felice anche lui dei risultati.
Guardandolo lei si sentì meglio, era felice d’aver trovato un amico così, che l’aiutasse anche senza saperlo.
Accarezzandogli il morbido pelo prese in seguito un altro foglio su cui prese a scrivere tutto ciò che era successo in quella giornata…

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Il giorno seguente...
 
Se possibile il letto era ancora più comodo della notte precedente, non un solo rumore era udibile nella stanza se non il respiro del Pachirisu che dormiva accanto alla ragazza.
Questa si era svegliata pochi minuti prima della sveglia e per questo l’aveva già disattivata, volle prendersi quei minuti per crogiolarsi nella felicità del suo terzo giorno da Ranger, migliorando il tutto con delle carezze al morbido pelo del Pokémon.
Non poteva però restare lì tutto il giorno, per questo si alzò nell’esatto momento in cui la sveglia avrebbe dovuto suonare ed andò subito a prepararsi, una volta fatto si spostò rapidamente nella stanza principale vedendo che Brando, Elena e l’assistente erano già lì.
A quanto pare non si sarebbe distinta per essere una persona mattiniera.
Oltre ai suoi colleghi c’era ancora il macchinario trovato ieri nella grotta vicino alla spiaggia, il quale aveva danneggiato la serenità dei Pokémon vicini.
A quanto pare comunque era arrivata appena in tempo per sentire il discorso del loro leader.
-Bando alle ciance, stamattina! Abbiamo un grosso problema, gente. La Foresta di Vien è in fiamme.-
Quella frase la paralizzò, come era potuto succedere?
Ma di ancor più importanza, qualcuno era stato ferito?
Avrebbe voluto porre queste domande ma in verità aveva quasi paura di saperlo…
Anche Pachirisu sembrava agitato, la sua coda era dritta e quasi pareva le zampette gli tremassero, in quel luogo dopo tutto lui c’era cresciuto, era normale fosse preoccupato.
-Ne ho appena avuto notizia da Ilario, che era in zona a fare un giro…ehi! Dov’è Luana? Non starà ancora dormendo?-
-Yaaaawnn…’giorno…-
Come Brando aveva parlato la ragazza aveva appena superato la porta che dava sull’altra parte del Centro Ranger. Aveva ancora gli occhi chiusi e se li sfregava con le mani.
-Qualcuno ha bruciato i toast o che? Questa puzza di bruciato mi ha svegliata…oh, buongiorno, leader!-
Sara annusò l’aria, in precedenza non aveva sentito nulla ma in effetti ora la puzza di bruciato era molto chiara, ciò l’agitò ancora di più. La situazione era così grave?
-Luana! L’odore di bruciato non sono i toast! C’è un incendio alla Foresta di Vien! Datti una svegliata e corri con Sara sul luogo dell’incendio! Spegniamo quel fuoco, Ranger!-
La ragazza sembrò cadere dalle nuvole, il suo viso si fece bianco e gli occhi si aprirono completamente. Sara nel frattempo sentiva le fiamme mancarle, quella non sarebbe stata una normale missione, era importante risolvere la situazione ad ogni costo. Non poteva fallire e ne avvertì chiaramente il peso, ma soprattutto era chiaro sarebbe potuto anche succedere qualcosa di brutto a qualcuno, perfino a lei…
Era così la vera vita di un Ranger?
Dall’esterno erano solo sorrisi delle persone che aiutavi, imprese eroiche che ti rendevano grande, ma entrando in profondità in quel mondo c’erano pericoli, responsabilità che ti schiacciavano e paure difficili da condividere.
-U-un incendio?! Presto! Alla foresta!-
Quasi senza pensarci le ragazze fecero la propria mossa Ranger, facendola Sara sentì come una leggera spinta, forse era per questo l’avevano inventata, per darsi una carica.
-La Foresta di Vien è a nord della Città di Vien. Ora, ascoltatemi bene. La vostra sicurezza ha la massima priorità. Se metterete a rischio voi stessi, ne dovrete rispondere a me.-
-Signorsì!-
Urlarono le due, Luana poi guardò Sara con fermezza.
-Sara, dobbiamo sbrigarci!-
-Sì!-
Nessuna delle due intende perdere altro tempo e stringendo i pugni escono dal Centro Ranger, ciò che vedono però fa perdere un battito a Sara.
Oltre la prima fila di alberi si levava un nero fumo che nasconde buona parte del cielo sopra di loro, dalle chiome più lontane si riescono a vedere delle fiamme danzare. Per il momento la situazione è ancora sotto controllo ma molte persone sono uscite dalle loro case spaventate.
-Le fiamme si vedono fin da qui! Se soltanto arrivasse la pioggia per spegnerle!-
-Pioggia? Ma quale pioggia? Proprio oggi non c’è una nuvola in cielo!-
Nel mentre un uomo ed una donna ne stanno discutendo un’anziana signora vestita con una gonna gialla ed una maglia rosa si avvicina a Sara guardandola preoccupata.
-Pensi che i Pokémon si salveranno?-
La gola della ragazza si seccò, se già le fiamme si vedevano fin lì cosa stava accadendo nel fitto della foresta?
Voleva però dare una speranza alle persone, era anche per quello che aveva scelto quella strada.
-Li salveremo tutti.-
Disse seria, le sue parole sembrarono rassicurare la donna ma presto arrivarono anche due ragazzini.
-Sono preoccupata per Mimì. Qualche volta se ne va nella foresta a giocare con gli Happiny.-
Quindi bisognava anche assicurarsi questa bambina stesse bene, il ragazzo però guardo l’amica sereno.
-Qui ad Almia combattere gli incendi nella foresta è uno dei compiti dei Ranger. Non abbiamo nulla di cui preoccuparci…questo è quello che hanno detto alla TV.-
-Esatto, ci penseremo noi.-
Luana sorridendo riprese subito a muoversi seguita dopo poco dall’altra ragazza.
 Luchino e Luisona erano proprio davanti al sentiero che avrebbe portato al cuore della foresta, non appena l’uomo le vide le guardò con fare supplichevole.
-Oh Ranger aiutatemi! Continuo a dirle che non è sicuro e che dobbiamo andarcene, ma lei non mi ascolta…-
-La Foresta di Vien è un paradiso per i Pokémon…povere creature…non possiamo non far niente!-
-Signora Luisona si calmi per favore, penseremo a tutto noi Ranger, torni a casa dai suoi figli per favore.-
Anche se non aveva torto le parole di Luana infastidirono Sara, era giusto pensassero loro a salvaguardare la vita di tutti quanti ma ciò non voleva dire le persone non potevano offrire un aiuto.
Non c’erano così tanti Ranger lì da poter controllare completamente un incendio infondo, ed addossare così tutta la responsabilità non le sembrava giusto…tutti potevano fare qualcosa, Ranger o no.
Ma preferì tenere tale pensiero per sé, convinta dipendesse dall’inesperienza.
-Oh…ma non posso non far nulla.-
-Tesoro, dobbiamo pensare ai bambini.-
Le parole della Ranger e Luchino in qualche modo sembravano iniziare a far effetto, e per questo forse la donna guardò entrambe con uno sguardo che non ammetteva scuse.
-Ragazze, dovete salvare la foresta.-
Subito dopo aver annuito alla donna le due la superarono inoltrandosi nella foresta a passo svelto, trascorsero però ben pochi metri prima che l’aria si facesse difficile da respirare ed il fumo circondasse tutto attorno alle due.
Ma almeno non c’erano fiamme…
-Le cose sembrano a posto qui. L’incendio deve essere più avanti.-
Disse Luana sorridendo felice per la scoperta.
-E’ vero, magari copre meno spazio del previsto.-
Rispose Sara cercando d’essere ottimista. Ripresero così a correre ma poco più avanti alle due c’era una bambina dai biondi capelli a caschetto vestita con un abito verde, accanto a lei c’era anche un Happiny.
Sicuramente era la bambina di cui aveva parlato la ragazza prima.
-C’è una bambina!-
Luana senza perdere tempo corse verso la piccola inginocchiandosi per vedere se stesse bene, la piccola però aveva solo il viso sporco di fuliggine e la stessa cosa valeva per il Pokémon.
-Per la miseria, è la piccola Mimì della casa accanto al Centro Ranger! La foresta è in fiamme, Mimì! Devi tornare a casa subito!-
La bambina strinse tra loro le mani fissando il suolo.
-…Mimì non può andare a casa. Gli Happiny di Mimì sono scappati via. Tre su quattro sono andati! All’improvviso hanno smesso di ascoltare Mimì e sono corsi via da qualche parte.-
Nell’ultima parte del discorso la povera piccola era praticamente scoppiata in lacrime e queste le rigavano il viso divenuto in vari punti grigiastri. L’Happiny accanto a lei sembrò volerla tranquillizzare accarezzandole la gamba.
-Che guaio! Ma non preoccuparti. Andremo alla ricerca dei tuoi Happiny.-
Disse Luana accarezzandole la testa.
-Lo farete? Davvero?!-
-Puoi contarci! Siamo Ranger!-
Era ammirevole come la ragazza mantenesse il suo sorriso e facesse di tutto pur d’aiutare la bambina. Sara pensò che aveva solo da imparare dalla situazione, anche se reputava molto importante andare subito a spegnere l’incendio non potevano abbandonare quei Pokémon.
-Ok! Mimì aspetterà qui!-
-Oh ma non sarebbe meglio tornassi a casa?-
Disse Sara preoccupata che, se le fiamme fossero avanzate, le sarebbe potuto succedere qualcosa.
-No! Mimì si fida di voi, sa che tornerete presto!-
-D’accordo allora…iniziamo subito le ricerche.-
Rispose allora rassegnata la ragazza guardandosi attorno, per il momento c’erano tre strade che avrebbero potuto seguire, a giudicare dallo schermo superiore dello Styler. La prima era davanti a loro mentre le altre due a sinistra.
Stavano già per muoversi quando dai cespugli comparve un Pokémon simile ad una ciliegia rosa scuro. Visto il modo in cui le si era gettato contro era ovvio fosse spaventato e per questo Sara non si fece problemi ad iniziare la cattura per calmarlo.
Durò molto poco nonostante l’altro diede chiari segni di voler attaccare, anche se ciò non avvenne visto la linea di cattura lo circondò tanto rapidamente da catturarlo subito.
Lo Styler aggiornò le sue informazioni rapidamente, il suo nome era Cherubi e le statistiche dicevano: “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 1”, e c’era anche la scritta “Attacca sparando semi”.

Al termine di ciò comunque, visto la strada davanti avrebbe sicuramente fatto spostare le due verso una parte più profonda della foresta, Sara preferì spostarsi sulla strada a sinistra che si rivolgeva verso sud.
Purtroppo nell’esatto istante in cui Sara arrivò a metà della prima parte del percorso un tronco incendiato si ruppe cadendo proprio davanti a lei, solo per un soffio non venne schiacciata ed istintivamente aggrappò Pachirisu per evitare succedesse qualcosa.
Il Pokémon le si aggrappò con le zampette sobbalzando.
-Sara!-
Prima che Luana potesse controllare stesse bene qualche altro Pokémon cadde addosso all’altra, forse si trovavano vicino al tronco e si erano spaventati.
Si trattava di ben quattro Budew, era forse la prima volta doveva catturare così tanti Pokémon allo stesso tempo e per questo si sentì intontita nei primi secondi, senza aggiungere aveva appena evitato di venir schiacciata da un tronco in fiamme…
In ogni caso, preferì utilizzare un approccio strategico ed attese che i quattro fossero abbastanza vicini da poterli catturare. Siccome però questi non s’avvicinavano mai completamente dovette ideare la propria strategia catturandone due per volta, ma anche così riuscì a fare tutto rapidamente.
Quella cattura di grado A aumentò anche le statistiche facendola passare al livello 7, aumentando la potenza di 3 punti e facendo passare l’energia da 20 a 22.
-Sara! Tutto bene?-
Chiese frastornata Luana avvicinandosi.
-Si…si sono solo un po’ frastornata…-
-Meno male…questi Budew…si devono essere spaventati quando l’albero all’improvviso è caduto. Adesso si sono calmati, perciò possiamo liberarli.-
-Me ne occupo subito.-
Dopo aver parlato la ragazza liberò tutti e quattro i Pokémon, lasciando che questi scappassero in un luogo sicuro.
-Ora…vediamo un po’ cosa fare. Non possiamo proseguire oltre. Penso che dovremo eliminare quest’ostacolo. Un Wartortle potrebbe spegnere queste fiamme, forse…-
Disse Luana cercando di non avvicinarsi troppo al fuoco, dovevano spegnerlo soprattutto perché le fiamme avrebbero potuto espandersi in un batter d’occhio.
-Speriamo di trovarlo subito…-
Ormai potevano solo proseguire verso la seconda strada a sinistra e così le due tornarono indietro per controllare anche quel punto, la prima cosa che vi trovò però furono due Pokémon, un Taillow ed uno che sembrava una scimmia.
Entrambi sembravano a disagio ma fu soprattutto Taillow a cercare una fuga, finendo però contro Sara ed iniziando una cattura, la quale terminò molto rapidamente e con una sola linea di cattura.
I Pokémon che aveva con sé però erano troppi ed un suono dallo Styler la informò che doveva liberarne almeno uno.
Controllò tutte le loro abilità per capire quali potessero aiutarla maggiormente con le fiamme e per questo liberò Graveler.
-Grazie, a presto.-
Disse la ragazza mentre il Pokémon fuggiva, nel mentre agiva così non si accorse dell’altro Pokémon e non poté evitare la seconda cattura, anche questa fu rapida nonostante le servì più di una linea di cattura, ma solo a causa di un falso attacco.
A quanto pare il Pokémon si chiamava Shinx, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa:  1 Elettricità”, sotto a tutto c’era la scritta “Attacca emettendo scariche elettriche da tutto il corpo”. Vista la sua mossa però preferì liberarlo subito.

Proseguendo capirono presto che quella strada conduceva solo ad un piccolo spiazzo al cui centro era presente un albero, ma prima d’andarsene Sara volle controllare più da vicino e si rese conto che uno degli Happiny era proprio dietro questo.
-Ecco il primo!-
 Senza aspettare troppo la ragazza aggirò l’albero raggiungendo così il Pokémon, questo non sembrava esser particolarmente spaventato e magari era grazie a ciò che la cattura fu molto facile.
Le informazioni vennero così aggiornate, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione 1”.
“Attacca lanciando pietre.  Inoltre, con i suoi salti può emettere onde d’urto.”

Visto ciò che c’era scritto era stata una fortuna allora non avesse avuto il tempo d’attaccare.
Purtroppo però visto il nuovo Pokémon dovette liberarne un altro, e  così scelse Squirtle.
-Ottimo lavoro Sara!-
-Grazie, magari anche gli altri sono vicini.-
Riflettendo su questo controllò con lo Styler l’albero vicino a loro e notò poteva  esser colpito con una mossa d’azione 1. Forse un altro Happiny si trovava lì.
Fortunatamente aveva il Pokémon adatto.
-Cherubi per favore usa azione!-
Emettendo un piccolo verso Cherubi fece come gli era stato chiesto e l’albero oscillò leggermente.
Sara si avvicinò per vedere se sarebbe caduto qualcosa ed in effetti fu proprio ciò che accadde, ma non nel modo aveva pensato.
Un Pokémon simile ad un bruco le arrivò dritto in faccia e per lo spavento la ragazza urlò leggermente, ma in ogni caso la cattura stava già iniziando. Il poverino sembrava molto spaventato ed era comprensibile visto l’aveva fatto cadere dal suo nascondiglio, per questo si limitò per tutto il tempo a tentar di scappare.
Al termine della cattura la ragazza scoprì si chiamava Weedle e che era “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot.-Moss: Azione”, e che “Attacca sputando seta appiccicosa”. DI sicuro con quella situazione stava conoscendo un sacco di nuovi Pokémon.

Ormai però in quel punto non c’era altro da fare così le due decisero di  proseguire oltre il ponte che dava modo di superare un fiume.
Dall’altra parte di questo c’era un ragazzo dai capelli castani vestito con una camicia azzurra e dei pantaloncini marroni.
Luana subito gli si avvicinò per parlargli.
-Ehi c’è un incendio, dovresti andare al sicuro!-
-Lo so ma…non posso lasciare tutto così. Se nessuno fa qualcosa tutto brucerà!-
-E’ per questo che siamo qui, non preoccuparti.-
Disse la ragazza sorridendo leggermente, lui però non si mosse.
-Io non sono un Ranger e non posso avere un Pokémon che mi aiuti. Invece uso l’acqua del fiume per spegnere le fiamme!-
Sara sorrise felice che qualcuno volesse intervenire aiutandole.
-Grazie, con l’aiuto di quanta più gente possibile possiamo evitare un disastro.-
-Ma Sara, dobbiamo difendere i civili.-
Non poteva continuare a nascondere ciò che pensava, nonostante fosse un Ranger con più esperienza.
-Io credo che anche chi non è un Ranger possa dare una mano. Ovviamente noi saremo sempre in prima linea ma, non per questo dobbiamo essere le uniche, no?-
Aveva avuto un po’ di paura nell’esprimersi, temendo l’altra potesse fraintendere o pensare che non prendeva sul serio il proprio lavoro. Temette questo anche per l’espressione che fece, visto non le era ben chiaro se fosse perplessa o pensierosa.
-Forse si…ma noi dobbiamo difendere tutti.-
-Questo sicuramente, e se accadrà qualcosa saremo in prima linea. Meglio continuare adesso però.-
Rispose Sara cercando di sviare l’argomento, e si rivolse un’ultima volta al ragazzo.
-Mi raccomando se le cose si mettono male vai via.-
-Va bene, buona fortuna allora.-
Sorridendogli le due proseguirono per la strada ma lo scenario cambiò presto e fece fermare sul posto Sara.
Il bosco era completamente in fiamme, il fuoco danzante stava divorando gli alberi e l’erba tutt’intorno, del cielo ormai non si riusciva a vedere nemmeno più un colore se non il grigio del fumo.
L’aria era diventata ancor più difficile da respirare e causava alle due alcuni colpi di tosse, per non parlare del calore. Anche Pachirisu tossì leggermente e Sara, per evitare la sua coda venisse attaccata dalle fiamme, lo prese tra le braccia coprendogli leggermente il muso.
Mai come in quel momento per la giovane fu chiaro il rischio che si poteva correre.
-La mia faccia scotta…le fiamme s’infittiscono man mano che avanziamo.-
Disse Luana muovendo una mano per farsi aria, si guardò poi attorno e tra gli alberi le sembrò notare qualcosa di interessante.
-Oh! Quella cosa rossa! Non è uguale a quella strana macchina che ha portato Luisona?-
-Che cosa?!-
Sobbalzando Sara osservò la direzione che la collega stava indicando e tra le fiamme ed i rami spezzati riuscì ad intravedere quel dannato oggetto, ma a quanto pare era già rotto.
-Non posso crederci! Cosa ci fa quella cosa lì?-
Disse preoccupata che ora anche i Pokémon avrebbero dato problemi.
-Comunque, è impossibile proseguire per di qua! Dobbiamo trovare un’altra strada!-
Disse Luana evidentemente provata da quel calore.
-Ma anche l’altra è bloccata e se non troveremo…-
Prima che potesse finire la frase notò la presenza di un Pokémon vicino ad un piccolo laghetto, era molto simile ad un Squirtle ed a quanto pare anche lui s’accorse della ragazza visto le corse incontro.
Le fiamme sicuramente non lo aiutavano e forse per questo non l’attaccò dandole modo di catturarlo.
A quanto pare il suo nome era Wartortle, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo2”, “Attacca emettendo getti d’acqua dalla bocca.”

Era proprio ciò che serviva per spegnere le fiamme del precedente tronco! Visto però che il numero dei suoi amici era già troppo dovette liberarne uno e così scelse Weedle.
-Torniamo indietro.-
Disse lei determinata correndo nella direzione opposta, s’accorse però con preoccupazione che il fumo era aumentato.
Una volta arrivate al tronco la ragazza usò la sua mossa per spegnere le fiamme, il tronco ormai completamente carbonizzato andò in cenere e così le due poterono proseguire. Vista la mappa sullo Styler, che mostrava due strade, una a sinistra ed una a destra che terminava in un vicolo cieco, Sara preferì controllare la seconda trovandovi alla fine il secondo Happiny.
Ora ne mancava solamente uno e l’unica strada rimasta era quella a sinistra, a metà di questa, dopo aver evitato uno Shinx saltato fuori dalla foresta, trovarono anche il terzo, pericolosamente vicino però ad un altro tronco in fiamme. Trovandolo fu costretta a liberare Taillow ma almeno così avevano recuperato tutti e tre i Pokémon di Mimì.
-Li abbiamo trovati tutti! Torniamo dalla piccola!-
Urlò Luana facendo strada all’altra, durante il tragitto  Pachirisu s’assicurò i tre non scappassero girando intorno a tutti, una volta arrivati videro che la piccola non si era mossa da prima ed appena vide le due Ranger con i suoi amici un gigantesco sorriso comparve sul suo volto.
I tre Happiny le saltarono tra le braccia felici quanto lei.
-Bentornati, Happiny! Grazie mille, Ranger! Sono tornati tutti adesso!-
-E’ stato un piacere aiutarvi.-
Rispose Sara felice anche lei per la riuscita rapida dell’ ”incarico”’, si aggiunse poi Luana con il suo sorriso.
-Stai attenta tornando a casa.-
-Sì, Mimì starà attenta. Ciao ciao! Oh, dimenticavo…grazie davvero! Arrivederci!-
Dopo essersi assicurate la piccola fosse tornata indietro le due dovettero pensare a come proseguire.
-Hai visto il tronco in fiamme prima? Forse se lo spegnessimo potremmo trovare una nuova strada.-
Propose Sara guardando l’altra.
-Si penso tu abbia ragione, sarà meglio muoversi allora.-
Tornando in quel punto Sara cercò di trovare prima di tutto un Pokémon potesse aiutarla e notò che, in uno spiazzo attaccato alla strada,  c’era un altro Wartortle. Sorridendo corse subito a catturarlo, dopo di che con il suo prezioso aiuto riuscì a tornare dal tronco, si rese conto però solo in quel momento che non ce n’era solo uno ma ben due.
-Oh no! Non avevo notato quanti erano!-
-Tranquilla Sara, ci basterà tornare da quello vicino al laghetto…anche se era tra le fiamme.-
-Speriamo non gli sia successo niente se è tornato lì…-
Perlomeno le sue paure si rivelarono infondate e così riuscì a trovare anche l’altro, fu grazie all’aiuto di entrambi che la ragazza riuscì a superare quell’ostacolo.
In realtà avrebbero potuto rimuoverne anche solamente uno ma non voleva correre il rischio di scatenare un incendio anche solo più piccolo. Proseguendo durante il tragitto dovettero scegliere se continuare verso nord o spostarsi in una strada a sinistra, solo per pura precauzione Sara scelse prima la seconda, visto che dalla mappa poteva vedere chiaramente che terminava dopo poco, e fu felice di non trovare altro che un piccolo prato fiorito ed alcuni sereni Pokémon vicino ad un laghetto.
Si rese conto che la loro missione era molto più importante di quel che pensasse perché avrebbe contribuito a mantenere quell’ordine e bellezza.
Per questo motivo provò molta meno paura al pensiero dell’incendio e del pericolo perché, anche se si fosse fatta male, per tutti loro e le persone della città ne sarebbe valsa la pena.
Su questa linea di pensiero le due proseguirono verso nord, ritornando così nello stesso scenario di prima, completamente immerso nelle fiamme.
Poco davanti a loro c’era anche Ilario che si guardava intorno preoccupato asciugandosi la fronte, non appena le vide cercò di cambiare la propria espressione sorridendo alle due colleghe.
-Ehi, abbasso un po’ il riscaldamento?-
Sara non poté non ridacchiare leggermente, felice che come suo solito tentasse d’alleggerire la situazione pure in quel caso, Luana invece alzò gli occhi al cielo nascondendo comunque un leggero sorriso.
-Scusate, non è il momento per gli scherzi. Davvero, sono felice di vedervi qui. Sto portando i Pokémon al sicuro, ma non ce la posso fare da solo.-
-Non preoccuparti, ci sono i rinforzi adesso, aggiornaci Ilario.-
Disse Luana avvicinandosi.
-La situazione richiede la mossa di zona Pioggiadanza di Blastoise. Venite con me voi due!-
Disse il ragazzo iniziando ad incamminarsi mostrando allo stesso tempo il proprio Styler.
-Purtroppo a causa di tutto questo  calore il mio Styler non funziona bene. Per questo ho bisogno che voi due andiate a catturare un Blastoise.-
-Sarà fatto.-
Rispose Sara annuendo.
-Prendete il sentiero verso ovest. Ce ne dovrebbe essere uno vicino all’acqua. Io starò qui e terrò gli occhi aperti. Conto su di voi per portami quel Blastoise.-
-Nessun problema, ma Ilario…-
Prima che Sara potesse informarla su ciò che avevano visto il ragazzo era già corso dalla parte opposta rispetto al sentiero da lui indicato.
-Aspetta!-
Sara non aveva intenzione di lasciarlo andare senza informarlo quindi fece di tutto per raggiungerlo, ma appena ce la fece il ragazzo nuovamente prese parola per primo.
-Avete visto? Ci sono altre di quelle strane macchine qui in giro…-
Disse il ragazzo guardandosi serio attorno, solo in quel momento Sara se ne rese conto guardandosi intorno.
-Sì…ne abbiamo trovata una anche prima…era di questo che volevo parlarti.-
-Accidenti, queste cose portano solo guai. Devono essere in qualche  modo collegate a quest’incendio. Comunque, per adesso pensiamo a trovare un Blastoise. Prendete il sentiero verso ovest e troverete un Blastoise vicino all’acqua!-
-Certo!-
Disse Sara annuendo proseguendo verso quella zona, proprio mentre si muovevano però un Pokémon saltò addosso alla ragazza, a ben guardarlo era praticamente identico a quello che il suo amico Alex aveva accanto nella foto sul giornale.
Agendo subito il Pokémon sparò alcune bolle d’acqua che comunque l’altra ragazza riuscì ad evitare ed in seguito lo catturò con poca fatica.
Lo Styler aggiornò così le sue informazioni, “Gruppo: Acqua – Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 1”, “Attacca sputando sfere d’acqua”.

Un aiuto in più era sempre ben gradito, Sara e Luana si spostarono lungo il sentiero e scoprirono con gioia che anche lì le fiamme non erano arrivate.
La situazione era ancora gestibile ma bisognava comunque fare di tutto per salvare i Pokémon, uno in particolare attirò l’attenzione di Sara.  Aveva un piccolo e sottile corpo color verde chiaro con sul davanti una grossa foglia con un segno giallo nel mezzo ed altre due piccole sulle spalle, le sue mani erano rose, rossa la destra e blu la sinistra.
Sembrava essere veramente agitato come se avvertisse il fuoco in arrivo, non poteva lasciarlo da solo…per questo si avvicinò facendo iniziare una cattura.
Sin dall’inizio il Pokémon cercò d’attaccarla creando una spirale di piccoli brillantini gialli attorno a sé ma bastò stargli lontana per evitarli, non durarono nemmeno a lungo e dopo ciò la ragazza utilizzò la linea di cattura per catturarlo, ne bastò solamente una e le informazioni vennero aggiunte.
Il suo nome era Roselia, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 2”, “Attacca spargendo polline.”.

Dopo questa breve cattura bastò seguire il sentiero fino al fiume per trovare il Pokémon che stavano cercando, si trovava vicino ad un piccolo molo di legno ed era come una gigantesca tartaruga blu con dei cannoni nel guscio, la sua stazza ben più grande delle due Ranger fece spalancare leggermente gli occhi di Sara ma infondo non era il primo Pokémon che catturava avente una stazza simile. Bastava ricordarsi di quelli comparsi l’ultimo giorno di scuola.
-Attenta!-
Mentre ci pensava Sara non si era resa conto che questo muovendosi rapidamente aveva preso a caricarla e fu solo grazie a Luana che evitò d’esser colpita.
-Caspita, non sembra volersi far avvicinare facilmente.-
Disse Luana preoccupata.
-Non possiamo evitarlo. Grazie però d’avermi aiutata.-
-Di niente…però arrivare ad iniziare la cattura per me sarebbe tutt’altro argomento…-
Per qualche motivo sembrava molto agitata, nemmeno per le fiamme aveva assunto un’espressione simile.
-Luana va tutto bene?-
-Sì…è solo che non ho avuto buone esperienze con Pokémon così grandi…anche dopo l’accademia se mi ci scontravo le volte riuscivo a catturarli era solo per poco, e finivo con pochissimi punti d’energia. In questa situazione se dovessi fallire e lasciarlo scappare…-
Era chiara la sua paura, per questo Sara si mosse prima di lei.
-Ci penso io non preoccuparti.-
-Ne sei sicura? E’ solo il tuo terzo giorno e farti fare una cosa simile…mi sentirei male se ti succedesse qualcosa.-
Nonostante l’incendio vicino e la grandezza di quel Pokémon a Sara bastò guardare Luana per sentirsi pronta ad affrontare tutto.
-Sono diventata un Ranger per aiutare le persone, anche i miei colleghi. Andrà tutto bene, posso farcela.-
Disse infine sorridendole, voltandosi poi per raggiungere il Blastoise.
Cercò d’aspettare che si fosse girato per prenderlo alle spalle ma fu lui a sorprenderla voltandosi all’improvviso e colpendola con una testata.
-Sara!-
Mentre cadeva sentì l’urlo di Luana e la sua preoccupazione fu le fosse successo qualcosa, ma una volta caduta a terra, ed aver perso due punti nell’energia dello Styler, vide con sollievo che il Pokémon puntava a lei e non alla collega.
Era strano esser sollevate per una cosa simile ma era così che si sentiva.
Il corpo le faceva leggermente male ma si rialzò subito correndogli nuovamente incontro, e questa volta riuscì nell’intento.
Il Blastoise già nel primo secondo generò tra le mani una bolla d’acqua e la lanciò contro Sara, che schivandola riuscì a non venir colpita, tuttavia l’attacco aveva comunque generato una grossa pozzanghera e non ci voleva certo un genio per sapere era meglio non toccarla.
Avrebbe tentato volentieri di creare dei cerchi attorno ad entrambi ma prima di poterlo fare venne fermata da un getto d’acqua sparato dai cannoni che per poco non la colpirono.
Approfittò in seguito di una manciata di secondi durante il quale Blastoise caricò lo stesso attacco di prima, quando si creò la seconda pozzanghera la prima sparì e proprio come prima usò subito i propri cannoni d’acqua.
Al termine del getto Sara creò una nuova linea ma la mano aveva iniziato a tremarle e per questo si ruppe quasi subito, anche se era lì volontariamente non voleva dire non provasse emozioni, ma non si scoraggiò e la rifece fino a quando la barra che era presente nello schermo dello Styler sopra all’immagine del Pokémon non fu a metà, dovette fermarsi solo a causa di un nuovo getto.
Quello però fu il suo ultimo attacco.
Sara riuscì a completare la cattura evitando qualsiasi colpo, non era stato comunque facile per lei…
Lo Styler aggiunse le informazioni , “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa di zona: Pioggiadanza”, “Attacca sparando potentissimi getti d’acqua dai cannoni sulla schiena.

Non aveva mai letto una mossa di zona ma suppose volesse dire che quella potesse essere usata in un determinato ambiente.
Fu comunque necessario per lei liberare almeno un Pokémon per portarlo con sé e così scelse Cherubi.
-Scusami Blastoise, ma ho bisogno del tuo aiuto per spegnere l’incendio…le case di tutti voi Pokémon sono in pericolo.-
Disse la ragazza cercando d’evitare di farlo arrabbiare, le sue parole comunque parvero aver effetto a giudicare dall’espressione dell’altro.
-Sara! Ce l’hai fatta!-
Non appena la cattura fu completa Lunana era subito corsa dall’amica e l’aveva abbracciata con gioia.
-Sei stata bravissima! Non ti sei fatta nemmeno male!-
-Grazie Luana, ma non è stato affatto facile credimi.-
-Ma l’hai fatto sembrare facilissimo!-
-Ti ringrazio ma fidati, non è stato così.-
Continuò lei sorridendo, se ci fosse stato Alex al suo posto probabilmente avrebbe detto tutt’altro e questo in parte la fece sorridere, ma non avevano tempo per pensare ad altro.
Mentre vi rifletteva notò comunque una strada nascosta tra gli alberi.
-Prima di tornare indietro controlliamo un attimo lì.-
-Oh ne sei sicura?-
-Si, forse qualcun altro avrà bisogno.-
-Va bene allora.-
Seguendo il sentiero vicino al fiume le due arrivarono verso un piccolo punto nascosto ma prima di potersi guardare intorno un Pokémon le attaccò colpendo Sara e togliendole altri 3 punti.
-Oh no!-
Luana l’aiutò a rialzarsi appena in tempo perché l’altro stava già preparando un nuovo attacco, non riuscirono però ad allontanarsi abbastanza da evitare l’inizio di una cattura.
Vedendolo con calma il Pokémon era come una gigantesca testuggine, ma con due alberelli sulla schiena.
Per circa metà tempo si limitò a muoversi  intorno e solo quando fece una finta d’attacco la ragazza si fermò, riprendendo a tracciare la linea di cattura subito dopo.
Dovette fermarsi nuovamente pochi secondi dopo però perché il Pokémon le lanciò una serie di foglie che fu costretta ad evitare, ma fortunatamente evitò qualsiasi danno riuscendo in questo modo a completare la cattura.
A quanto pare il suo nome era Grotle, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 2”, “Attacca lanciando foglie”.

Per lo meno la sua cattura diede modo allo Styler di passare al livello 8, aumentando di 1 la potenza e di 2 l’energia, passando così a 24/24.
Per portarlo con sé però la ragazza dovette liberare Roselia.
-Caspita  Sara…sembri la signora dei colossi con quei due vicino.-
Disse Luana ridacchiando nervosamente.
-Scusami, spero non ti dia fastidio la loro vicinanza.-
-No tranquilla, fino a quando non devo catturarli sono serena. Comunque qua sembra le fiamme non siano assolutamente arrivate.-
-Questo luogo non è facile da trovare.-
La voce veniva dall’altra parte del fiume, in quel punto c’era dell’altro terreno e proprio sul bordo era presente un pescatore.
-Sono stupito che tu l’abbia raggiunto.-
Tu?
Ma erano in due, forse non le aveva viste del tutto, Luana comunque non perse tempo per parlargli.
-Signore ha visto delle fiamme per caso?-
-Fiamme? Ragazzina siamo vicino ad un fiume, non penso proprio ci possano essere.-
-Da questa parte c’è un incendio! Meglio faccia attenzione!-
Urlò Sara avvisandolo, solo in quel momento l’uomo notò il fumo nel cielo  e per poco non perse la canna da pesca.
-Per mille magikarp! Cosa ci fate allora qui Ranger! Andate subito a spegnere l’incendio!-
-Penso sia inutile rispondere…-
Disse Luana sussurrando alla collega e così entrambe tornarono indietro, il tempo usato però aveva permesso al fumo d’arrivare quasi anche in quel punto e per questo corsero ancora più velocemente da Ilario.
Non appena lui le vide sorrise felice, le fiamme sembravano però esser peggiorate.
-Splendido, avete portato un Blastoise! E sembra pure ben motivato: la sua mossa di zona potrebbe funzionare!-
-Sara è stata bravissima a catturarlo!-
-Non ne dubito Luana. Dunque, dove usare questa mossa di zona? Lo devi scoprire da te. Niente paura, un momenti d’ispirazione può aiutarti a capire qual è il posto giusto…quando sei nel punto giusto, apparirà “?” nello schermo dello Styler. Quando appare “?” vuol dire che lì è possibile usare una mossa di zona. Nel nostro caso, devi toccare Blastoise e prepararti alla sua Pioggiadanza. Inoltre, puoi scoprire qual è il Pokémon che ti può aiutare toccando il simbolo “?”.-
-Tutto chiaro.-
Disse la ragazza iniziando a muoversi nei dintorni, solo dopo aver superato Ilario però il simbolo comparve.
-Blastoise per favore, usa Pioggiadanza!-
Il Pokémon si spostò al centro delle fiamme e prese a muovere tutta e quattro le zampe producendo numerosi versi, presto le nuvole s’addensarono ed una fitta pioggia cadde su tutti i presenti, Sara cercò di proteggere Pachirisu visto questa era veramente forte e lo nascose sotto la sua giacchetta, anche se molto corta.
La pioggia non durò a lungo ma la sua forza riuscì a spegnere le fiamme, anche se purtroppo non salvò la foresta da bruciature o simili.
Ilario scosse i capelli come se fosse un cane e rise.
-Se avessi saputo che cominciava a piovere, mi sarei portato un ombrello.-
-Oh Ilario, sempre a far battute.-
Disse Luana scompigliandosi i capelli, mentre Sara non poteva fare a meno di sorridere felice ed in parte divertita per la battuta.
-Ahah! Scherzo, ovviamente! CI siamo bagnati per la gloria! La pioggia ha salvato i Pokémon della foresta dal fuoco. Bel lavoro, Luana e Sara. Saremo anche zuppi, ma la missione è compiuta.-
Tutti e tre festeggiarono la riuscita usando la propria posa da Ranger, non c’era comunque molto tempo per rilassarsi.
-Quale sarà stata la causa dell’incendio? E perché ci sono così tante macchine come quella della Grotta Marina?-
Disse Ilario interrogandosi.
-E’ tutto molto strano, non sappiamo nemmeno chi le ha portate o perché…non solo potrebbero aver dato problemi ai Pokémon ma hanno causato un incendio con i fiocchi.-
Rispose Sara sospirando, a detta sua non poteva esistere un buon uso per quella cosa.
Ilario certo non era messo meglio di lei comunque a risposte.
..io non riesco a…aaah! Il fuoco mi ha stremato. Non riesco a riflettere come si deve. Torniamo al Centro Ranger.-
-Sì sono d’accordo, abbiamo bisogno di darci una sistemata.-
Concluse Luana incamminandosi insieme agli altri due, superati alcuni alberi però notarono la presenta di un ragazzo dai capelli rossi rasati vestito con una maglia bianca a righe blu e dei pantaloni neri.
Era incredibilmente sporco di fumo e soprattutto era pieno di scottature, fin troppe in effetti, le sue mani inoltre erano sporche di una sostanza nera.
Non appena vide i Ranger il ragazzo sbiancò sussultando.
-Ah!-
La prima cosa che fece fu scappare e questo risultò ancora più sospetto.
-Perché è scappato? Qui qualcosa non quadra.-
Ilario subito corse nella stessa direzione in cui era scappato l’altro e venne seguito dalle ragazze, arrivarono così tutti in un vicolo cieco dove era presente anche una macchina.
Avvicinandosi anche Ilario notò le sue ferite.
-Questo tipo ha un sacco di scottature. Dobbiamo portarlo al Centro Ranger per curarlo come si deve. –
Disse Ilario avvicinandosi.
-N-no! Fermo!-
-Ma sei ferito, non possiamo lasciarti così.-
Tentò di dire Sara ma il ragazzo continuava a fare dei passi indietro, con fare sospettoso  Ilario lo raggiunse afferrandogli il braccio.
-Andiamo. Quelle macchine carbonizzate…forse questo tipo ne sa qualcosa. Portiamolo al Centro Ranger..-
-N-no! Non ne so niente! Niente di niente di niente!-
-Con tutti questi niente non sei molto convincente…-
Disse Luana prendendogli l’altro braccio.
-Sara, ci vediamo là.-
-Va bene Ilario.-
Senza aggiungere altro lui e l’altra collega portarono via il ragazzo lasciando sola Sara, la ragazza non appena certa di non esser più con altri si lasciò cadere a terra sospirando.
-Cavolo…non posso ancora crederci.-
Era scoppiato un incendio e lei era riuscita a fare qualcosa per aiutare gli altri, sentiva ancora l’adrenalina dentro di sé.
Guardò anche la macchina vicina corrugando la fronte, quella cosa portava solo guai, dovevano scoprirne di più ad ogni costo.
Pachirisu saltellandole intorno salì sulle gambe della ragazza.
-Pachi! Pachi!-
-Sì, siamo stati bravissimi.-
Disse lei accarezzandogli il pelo, stava facendo anche lei dei progressi nel suo nuovo lavoro.
Sarebbe stato bello aver lì anche Alex e Glenda per raccontargli dal vivo quell’avventura, ma l’avrebbe fatto nella sua prossima lettera.
Per il momento, si beò del cielo tornato azzurro e del fresco vento che le scompigliava i capelli castani, il tutto insieme ai Pokémon rimasti con lei.
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


La ragazza decise di concedersi all’incirca quindici minuti di riposo prima d’alzarsi da terra e, dopo un profondo respiro, di rimettersi in movimento. Pachirisu non volle però abbandonare il giaciglio mobile che aveva trovato appoggiandosi a lei e così rimase sulle sue spalle cercando d’evitare che la coda le infastidisse il viso.
Sara sorridendogli gli accarezzò una zampa riprendendo così a camminare, prima di tornare al Centro Ranger avrebbe dato un occhiata nei dintorni, a partire dal macchinario vicino a lei.
Lo controllò tentando di sollevarne alcuni pezzi ma anche separati erano veramente troppo pesanti per lei, notò però uno strano liquido nero  gocciolare ancora da piccole fessure e macchiare l’erba sottostante, forse quello era il suo carburante e, a giudicare dall’incendio, era altamente infiammabile.
Se erano stati condotti degli esperimenti certo era il luogo peggiore per qualcosa di così pericoloso…fece per muoversi ma a quanto pare c’erano ancora molti Pokémon che, spaventati, saltavano all’improvviso fuori dai cespugli cercando aiuto, uno di questi incontrò così la ragazza ed iniziò una cattura.
Il Pokémon di colore giallo era composto da tre corpi a forma di celle esagonali dai bordi arancioni, al centro dei quali presentavano tre teste rotonde con dei piccoli occhi neri. Ai lati del corpo erano visibili ali simili a quelle degli insetti.
Subito la ragazza cercò di catturarlo ma si sorprese nel constatare la difficoltà maggiore era data dalla sua incredibile velocità, più volte infatti fu costretta a rifare le linee di cattura perché lui le superava subito interrompendole. Fortunatamente non attaccò nemmeno una volta e così la cattura si concluse con non troppi intoppi.
A quanto pare il suo nome era Combee “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio1”, “Attacca provocando raffiche di vento.”

Esistevano tantissimi diversi Pokémon e tutti loro affascinavano la ragazza, soprattutto perché le riservavano sfide infinite, ma non era il momento per pensarci. Pattugliò la zona che prima non aveva potuto visitare a causa delle fiamme ma non trovò molto se non un altro di quei marchingegni ormai distrutti.
Purtroppo non c’era nessuna traccia di chiunque li avesse portati, poteva solo confidare in quel ragazzo misterioso…
Tornò così sui propri passi per raggiungere il Centro Ranger, così si rese anche conto l’aria stava iniziando a tornare pulita e la gola quasi non le pizzicava più a causa del fumo, anche se i poveri Pokémon erano ancora troppo spaventati.
La Città di Vien era ormai vicino e riusciva già a vedere Luisona e Luchino, la donna fu la prima a salutarla con un grande sorriso.
-Oh come sono felice di vedere che stai bene, vedere quell’incendio venir domato è stato qualcosa di incredibile. Quella pioggia torrenziale si è rovesciata solamente sulla Foresta di Vien…voi Ranger centrare qualcosa, vero?-
-Quello che non capisco è com’è che un  acquazzone del genere sia arrivato proprio al momento giusto…è stata opera tua?
Chiese anche Luchino grattandosi la testa pensieroso.
-In effetti sì, abbiamo chiesto l’aiuto di un Blastoise, è grazie a lui se siamo riusciti a domare l’incendio.-
-Porterò il nostro latte migliore per ringraziare tutti i Pokémon che hanno dato una mano, e porterò un barile gigante a quel Blastoise!-
-Con l’aiuto di un Blastoise, dici? Beh, che mi venga…i Pokémon hanno delle abilità proprio utili, non è vero?-
-Sì, grazie al loro aiuto possiamo fare molte cose.-
Rispose Sara sorridendo.
-Mi fanno sempre paura, ma direi che sono anche piacevolmente impressionato!-
-Magari sarà la volta buona andrai a ringraziarli personalmente.-
-Ehm…non penso cara…-
Rispose Luchino cercando d’evitare l’argomento.
-Sono felice di vedere che state bene ma ora devo veramente andare, se ci sarà bisogno d’aiuto però verremo subito ad aiutarvi.-
Così dicendo Sara salutò i due proseguendo nel suo cammino, ancor più felice di vedere che praticamente tuti stavano bene.
-Signorina Ranger!-
Un urlo gioioso fermò sul posto la ragazza che vide arrivare la giovane che aveva chiesto a lei e Luana di trovare Mimì.
-Sono così contenta per Mimì e i suoi Happiny! Grazie per quello che avete fatto!-
-E’ stato un piacere.-
Rispose lei sinceramente, sentiva il cuore colmo di gioia per quei loro sorrisi e la ripagava per ogni cosa. Si avvicinò poi anche il suo amico che la guardò con gli occhi spalancati.
-Avete domato l’incendio?! I Ranger sono proprio forti!-
-Si ma solo grazie ad un Blastoise, non abbiamo fatto tutto noi.-
Cercò di spiegare lei non volendo prendere il merito d’altri.
-Wow! Deve esser stato fortissimo.-
A quanto pare non aveva molto interesse per come erano andate le cose, ma solo per quanto fosse forte. Così lasciò correre la spiegazione con un semplice sorriso e arrivò davanti al Centro Ranger, prima però che entrasse venne accolta da un gruppo di persone.
-Ranger la situazione ora è sistemata?-
Chiese per prima un’anziana signora.
-Sì non dovete temere, è tutto finito.-
-Gran sollievo per i Pokémon, questo è sicuro.-
-Com’è che è iniziato a piovere? Non c’era una nuvola in cielo!-
Chiese poi una signora dai bruni capelli.
-E’ stato con l’aiuto di un Blastoise, abbiamo fatto in modo che con la sua mossa arrivassero le nuvole.-
-Gli incendi sono terrificanti. Mi sento ancora scosso…-
Commentò poi un ragazzo dai capelli scuri.
-Adesso potete stare tranquilli, sistemeremo tutto ciò che è rimasto. Scusatemi ora ma devo veramente andare.-
Disse infine la ragazza cercando d’entrare, perfino Pachirisu però ebbe qualche problema e finì rotolando sul pavimento. Superata la porta però poté vedere che tutti erano presenti ed Ilario, vicino al ragazzo misterioso, lo teneva fermo per un braccio mentre Brando lo guardava con aria severa.
Il suo sguardo però s’addolcì vedendo la ragazza.
-Benissimo, ci siete tutti. Ilario, Luana e, naturalmente,  Sara…quello che avete fatto oggi è stato semplicemente straordinario. Ottimo lavoro, Ranger. Sara, meriti una promozione. Sei ora ufficialmente un Ranger di grado 2!-
-Grazie leader! Ma non so se lo merito veramente…-
Infondo era lì da pochissimo tempo, certo domare l’incendio era stato difficile ma non l’aveva fatto lei…
-Sciocchezze! Ne hai tutto il diritto e non potrei esser più fiero del tuo comportamento! Sii allegra, Ranger!-
Sorridendo lei mostrò tutta la propria gratitudine mostrando la propria posa Ranger, piroettando ed attivando lo Styler mentre Pachirisu saltellò felice per l’amica.
-“Ora puoi usare le Poké Tattiche Fuoco! Ora puoi usare le Poké Tattiche lotta!”-
Una voce dallo Styler l’aggiornò delle nuove funzionalità, nonostante le fatiche era certamente un bel premio, insieme ai sorrisi di gratitudine delle persone e dei Pokémon.
-Ora però torniamo alle cose importanti…avete detto che avete trovato questo ragazzo nel bosco?-
-Sì, non l’ho mai visto prima in città.-
Rispose Ilario mentre lo sconosciuto fissava i propri piedi agitato, c’era anche qualcos’altro che non tornava…prima non era stato facile notarlo perché in mezzo alle fiamme nessuno vi aveva fatto molta attenzione ma i suoi capelli rossi ed i vestiti gocciolavano e puzzavano di benzina.
-E’ una fortuna non sia rimasto ferito gravemente…ma questo tipo che gocciola benzina…non ha smesso di agitarsi neanche quando Elena è stata così gentile da curargli le bruciature. Direi che il ragazzo nasconde qualcosa. Finché non si decide a parlare, legatelo ben bene con un paio di giri di corda!-
-Ma è proprio necessario Brando? Infondo sarà stato uno shock…-
-Mi spiace Sara, ma se sa qualcosa è troppo rischioso lasciarlo andare. Ilario, pensaci tu.-
-Certo.-
Sotto l’amaro sguardo di Sara il ragazzo prese rapidamente una corda molto robusta e la passò attorno all’altro un paio di volte prima di legarla con più di un nodo. Lo sconosciuto si dimenava ancora e serrava i denti ma la ragazza poté chiaramente vedere nei suoi occhi della paura mal celata.
Non le piaceva vedere qualcuno così ed anche se sospettasse potesse aver a che fare con l’incendio non voleva la situazione degenerasse, aveva già subito danni infondo.
Ilario lo spostò poi al centro della stanza e Brando lo guardò incrociando le braccia.
-Ehi, tu che puzzi di benzina, che ne diresti di dirci almeno come ti chiami? Altrimenti continueremo a chiamarti “quello che puzza di benzina”.-
-…-
Nessuna risposta se non un piccolo mugolio accompagnato dal tentativo di liberarsi dal nodo, ma non servì a nulla.
-Oh, capisco. Vuoi che ti troviamo un bel soprannome. Farò gli onori di casa e ci penserò io. Vediamo…per qualche motivo, puzzi di benzina. Che ne dici di… “Canaglia che puzza di benzina”? Ti piace, eh?-
Il ragazzo serrò le labbra con fare scontento e corrugò la fronte come se dovesse trattenere le lacrime, fu molto difficile per Sara vederlo così afflitto, poteva anche essere qualcuno che si era perso ed era capitato per caso in quell’incidente.
-Leader, non sei tanto bravo come comico. Non ha per niente mordente. Ed è troppo lungo.-
Disse Ilario sospirando.
-…-
A quanto pare il suo intervento almeno fece tornare il viso dell’altro normale, forse gli aveva fatto pensare non l’avrebbero chiamato in quel modo. Si avvicinò poi Luana giocherellando con l’indice tra i propri capelli.
-Perché non un nome un po’ più corto? Benzina…”Ben”! Ti piace, ben?...avete visto? Ha sorriso!-
Era vero, nonostante avesse voluto nasconderlo il ragazzo aveva sorriso debolmente.
-Quindi è deciso! E sia Ben!-
Urlò Luana felice d’aver trovato il nome giusto, continuò poi a parlare sorridendo con fare gentile.
-Allora, Ben, dicci. Cosa ci stai nascondendo?-
-…-
-Fai il testone con noi, eh? Gli verrà voglia di parlare quando avrà fame. Lasciatelo legato così. -
-Non è un po’ esagerato così?-
Chiese Sara all’affermazione di Brando.
-Adesso come adesso sono più preoccupato per gli abitanti della Città di Vien.  Anche se l’incendio è domato, saranno nervosi e spaventati. Sara, ho un altro compito per te. Va e pattuglia la città. Se ci sono ancora incarichi da svolgere, questo è il momento di mettersi in pari. Torna a fare rapporto da me anche se non vedi niente di strano.-
-Va bene…-
A quanto pare era inutile continuare a discutere, ed infondo la sicurezza dei cittadini era veramente una priorità più grande, così senza aggiungere altro Sara uscì dal Centro Ranger, sentendo però sulla schiena lo sguardo di Ben.
Temeva la guardasse perché la colpevolizzava di non esser stata abbastanza dalla sua parte e per questo non lo guardò quando la porta si chiuse dietro di lei.
Non poté non restare appoggiata qualche istante alla porta però, con il piccolo Pachirisu accanto a sé.
-Credi avrei dovuto fare di più?-
Chiese sussurrando per evitare di farsi sentire da qualcuno, il Pokémon rispose con un verso molto debole ma concedendole comunque un sorriso ed una carezza con la coda.
Quello per lei in un certo senso era abbastanza.
-Grazie…sarà meglio andare ora.-
Prendendolo in braccio si guardò attorno controllando anche lo schermo dello Styler e notò subito che qualcuno aveva bisogno d’aiuto, ormai non c’era quasi più nessuno fuori casa se non un’anziana signora e così la ragazza le si avvicinò sorridendo gentilmente.
Prima ancora di parlarle la donna le parlò.
-Ranger, potresti aiutarmi, per favore?-
-Sì certamente.-
Rispose subito Sara annuendo.
-Da quando c’è stato quel terribile incendio, non ho più visto Combee da queste parti. I Combee sono molto generosi. Mi davano sempre un po’ del loro miele. Per favore, potresti portarmi un Combee?-
-Certo, ne avevo notati alcuni nella Foresta di Vien quindi penso stiano bene.-
-Grazie, lo apprezzo molto. Sì infatti i Coombe raccolgono il miele nella Foresta di Vien, certe volte quando faccio dei pic-nic vengono a farmi compagnia…spero non gli sia successo niente a causa dell’incendio…-
Nelle sue parole si poteva capire non solo il desiderio di un po’ del miele ma anche una sincera preoccupazione per i suoi amici, Sara fu intenerita dalla sua preoccupazione e per dare il via all’incarico mostrò alla donna la sua posa da Ranger.
Prima di potersi muovere però ricordò qualcosa che la fece sentire decisamente una sciocca, lei aveva già trovato uno di quei Pokémon!
Era stata talmente concentrata sulla situazione di Ben che pure ora che si era allontanata era ancora distratta, ed il Combee volava nascosto tra alcuni degli alberi poco distanti da lei.
Sicuramente era stato un incarico facile.
-Non si preoccupi, so per certo i suoi amici stanno bene. Combee vieni qui per favore.-
Sentendo quelle parole l’anziana signora si voltò verso la direzione che la giovane stava guardando e spalancò gli occhi vedendo il Pokémon volare allegramente verso di lei, subito alzò un braccio accarezzando una delle teste.
-Oh, caspita! Ciao, Combee! Quel tremendo incendio ti ha spaventato?-
L’altro emise un ronzio allegro per farle capire stava bene ed era stato coraggioso, la donna rise felice  fino a quando l’altro iniziò a muovere le ali facendo così creare sulle sue estremità una sostanza giallastra.
-Oh, hai del miele per me? Sei sempre così generoso!-
Accarezzandogli la testa la donna guardò poi Sara con sincera gratitudine.
-Grazie mille, Ranger. Questo miele mi permetterà di preparare dei biscotti per la mia nipotina e per tutti i Pokémon affamati, ne vorresti anche tu?-
-Magari un’altra volta, è stato un piacere ed un dovere aiutarla.-
-Oh, i giovani d’oggi sono così coscienziosi. A presto, Ranger.-
Salutandola con la mano la donna si allontanò verso la propria casa assieme al Combee, lasciando così Sara sola.
-“Incarico completato”.-
Sentendo la voce dallo Styler la ragazza fece subito la propria posa e ascoltò quello che aveva da dire l’assistente che subito dopo le parlò.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Dopo pochi secondi la voce della donna fu sostituita da quella robotica del dispositivo.
-Hai ottenuto “Difesa Elettro”-
Controllando il suo effetto a quanto pare è in grado di ridurre di 3 i danni di un attacco Elettro, sicuramente in caso di bisogno sarebbe stato molto utile.
Pachirisu intanto festeggiava a modo suo saltellando sul terreno gioiosamente, ma avevano ancora del lavoro da fare. Per risparmiare tempo da giri inutili la ragazza schiacciò il pulsante a destra nello Styler aprendone così il menu, tra i vari quadrati schiacciò poi quello con la scritta “Incarichi” scoprendo così che ne aveva tre nelle vicinanze, il primo a quanto pare riguardava il sig. Guardiaboschi.
-Bene Pachirisu, penso aiuterai un tuo vecchio amico.-
-Pachi pachi?-
Seguendola incuriosito il Pokémon si lasciò condurre verso una delle case verso sud, quella in cui Sara non era ancora entrata, ma bastò che la giovane bussasse per far capire al piccolo chi c’era dall’altra parte.
-E’ aperto.-
La voce dell’uomo era bassa ma forte e subito la ragazza entrò per evitare di contrariarlo, rimase però stupita dall’interno della casa. C’erano numerosi pezzi e ciocchi di legno, uno nella stanza raffigurava un gigantesco Pokémon su un piedistallo, c’erano anche quelli che sembravano dei mobili in costruzione e numerosi scalpelli sul pavimento.
-Pachi!-
Pachirisu subito corse dal suo amico girando intorno all’uomo un paio di volte mentre questo rideva.
-Oh Pachirisu! Ahah ti vedo molto felice! Il Ranger si sta comportando bene con te?-
-Pachi pachi!-
Il piccolino si lasciò accarezzare la testolina mentre rispondeva con versi felici, l’uomo guardo poi Sara con un sincero sorriso.
-Ho saputo di quello che avete fatto nella foresta, grazie per aver difeso i Pokémon e protetto gli alberi.-
-Dovevo farlo…ma è stato solo grazie ad un Pokémon se l’incendio è stato domato.-
-Ognuno ha fatto la propria parte ed è giusto abbia il proprio merito, per quanto poco credi d’aver fatto nell’insieme avete fatto la differenza.-
Le parole gentili dell’uomo rasserenarono leggermente la ragazza, che però non poté non pensare ancora a Ben, lì il suo contributo per aiutarlo non c’era proprio stato…
-Comunque, Ranger, devo chiederti un favore. Stamattina sono andato alla Foresta di Vien per raccogliere della legna, come al solito. Mi sono imbattuto in alcuni tronchi che bloccavano il passaggio. Penso che siano caduti a causa di quel terribile incendio. Ho fatto quello che potevo per sgombrare il passaggio, ma ho una certa età. Non me la sento di eliminare dei tronchi. Potresti  farlo tu al mio posto?-
-Assolutamente, me ne occuperò subito.-
-Ah, così parla un vero Ranger! Se mi ricordo bene, i tronchi da eliminare sono due.-
Il complimento dell’uomo rallegrò moltissimo Sara, che fece subito la propria posa e diede il via all’incarico.
-Grazie dell’informazione, vado subito ad eliminare i tronchi.-
Uscendo di corsa Sara andò subito verso la Foresta di Vien per controllare dove fossero questi ostacoli, non era passato molto da quando l’incendio era stato domato ma l’aria era già più pulita e, lentamente, anche i Pokémon stavano tornando.
Notò però lungo il sentiero che connetteva il bosco alla città un giovane dai corti capelli blu scuro e gli occhi neri, vestito con una camicia marrone e dei pantaloni blu, sembrava star dando anche lui una mano assicurandosi non ci fossero più tracce di fiamme.
Non appena lei gli fu vicina il ragazzo la guardò salutandola con una mano.
-Oh, Ragenr! Siamo fortunati che la Foresta di Vien non sia andata completamente distrutta. Menomale c’eravate voi.-
-Dovevamo intervenire, non avremmo mai potuto star fermi.-
-Anche io non ho intenzione di star con le mani in mano, per questo voglio assicurarmi tutte le case dei Pokémon siano in sesto.-
-E’ molto bello da parte tua, per caso comunque hai visto dei grossi tronchi sbarrare i sentieri?-
Chiese lei felice che le persone volessero aiutarsi tra loro.
-Oh si certo, nel sentiero qui vicino ce n’è uno.-
-Grazie mille.-
Sorridendogli con gratitudine la ragazza trovò presto il primo tronco, sfortunatamente per abbatterlo serviva una mossa taglio 2 e lei non aveva alcun Pokémon simile.
-Inizia la ricerca Pachirius.-
-Pachi!-
Come prima cosa Sara tentò di controllare nei sentieri vicini ma non vide altro che Pokémon che possedevano altre mosse o comunque di livello troppo basso, volle così esplorare la zona oltre al ponte, quella più rovinata purtroppo.
L’erba era molto rovinata e numerosi alberi avevano perso le loro foglie o erano ormai quasi cenere, in questa desolazione però trovò qualcuno che poteva aiutarla, un Roselia.
La sua mossa era perfetta e quindi subito Sara iniziò la cattura, fu decisamente molto facile visto il Pokémon non fece altro che roteare su se stesso agitando i  fiori alle mani.
Pensando avrebbe fatto meno strada procedendo verso il secondo ponte, decisamente più vicino a lei rispetto all’altro, Sara si spostò verso un’altra parte del fiume scoprendo però così dove si trovava il secondo tronco.
-Oh, beh tanto meglio no? Roselia, per favore distruggi l’ostacolo.-
Creando una serie di foglie taglienti il Pokémon fece come gli era stato chiesto e presto frantumò il tronco.
-Grazie! Alla prossima!-
Salutandolo con una mano la ragazza camminò verso il punto in cui aveva incontrato quel Pokémon, sicura che il loro incontro sarebbe stato decisamente prossimo.
-Ne resta ancora uno.-
Prima che potesse tornare nel precedente punto però un Wartortle le si parò davanti iniziando così la cattura.
-Caspita, siete veramente veloci voi…-
Non era il primo infatti che aveva iniziato una cattura prendendola alla sprovvista con i loro slanci, per contro però durante questa fu molto quieto e non fu difficile per Sara catturarlo, come non fu difficile nemmeno recuperare il Roselia di prima.
-Scusami, ti sto facendo fare molto lavoro ma è importante.-
Il Pokémon non sembrò infastidito dall’esser nuovamente con lei e mosse delicatamente i fiori alle mani producendo un delicato fruscio.
Purtroppo siccome con la sua cattura erano arrivati a 4 Pokémon dovette liberarne uno e, visto ne aveva con sé due di tipo acqua, scelse Buizel, visto la sua mossa era al livello 1.
Stavolta Sara prese la strada inversa e così tornò dal primo tronco trovato, chiedendo a Roselia di usare nuovamente la sua mossa.
-Grazie ancora Roselia.-
Il Pokémon salutò tutti con una piroetta e si allontanò.
-Era l’ultimo, andiamo a parlare con il signor Guardiaboschi.-
Sorridendo felice la ragazza, come prima, corse velocemente tornando in città raggiungendo così la casa dell’uomo.
Non gli servì nemmeno parlare per fargli capire aveva compiuto la missione.
-Ah, hai tolto di mezzo i tronchi! Bene, ben! Grazie mille!-
-E’ stato un piacere.-
-Ora, perché non fai quella cosa che fate voi Ranger? Come si chiama…quella strana posa? A Pachirisu piaceva tanto quando l’ha vista per la prima volta.-
-Pachi!-
Sorridendo la ragazza mostrò nuovamente la sua posa, accompagnata da alcuni saltelli del suo piccolo amico, annunciando così il completamento dell’incarico.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Ormai la voce dell’Assistente non era più una novità, così come la voce robotica.
-“Hai ottenuto Linea Lunga A!”-
Controllando le sue capacità a quanto paure aumentava la Linea di cattura, sicuramente per lei sarebbe stato molto utile.
Già che c’era controllò anche il prossimo incarico scoprendo così che sarebbe dovuta andare al Villaggio Cicole per aiutare una bambina, non era certo il caso di farla aspettare.
-Arrivederci signor Guardiaboschi!-
-Arrivederci a lei.-
Senza ulteriori indugi la ragazza s’incamminò verso il Villaggio Cicole, a ben pensarci era ormai da tre giorni non vi faceva visita, nonostante  vi vivesse con la famiglia, era stata talmente impegnata da non rendersi conto del tempo che passava.
Dopo aver concluso tutti gli incarichi si sarebbe fermata per qualche ora a casa, non voleva star troppo lontana da loro.
Raggiunta l’entrata del villaggio si premurò anche di registrare i dati salvati nello Styler, infondo perderli sarebbe stato un vero problema per lei, non impiegò molto tempo a farlo e così raggiunse la bambina che aveva bisogno d’aiuto.
L’aveva già incontrata in precedenza e come le altre volte era assieme al fratellino, ma questa volta il suo viso non era gioioso come al solito.
Non appena la vide la piccola corse da lei.
-Ranger, puoi aiutarmi? Puoi andare a indagare sul ponte vicino all’Accademia? Abbiamo sentito degli strani versi provenire da sotto il ponte mentre giocavamo.-
-All’Accademia? Ne sei sicura?-
Certamente la Ranger non si sarebbe aspettata un risvolto simile, la prima cosa le venne in mente fu l’incidente dell’ultimo giorno di scuola con quei giganteschi Pokémon, se fosse successo qualcosa di simile agli studenti ed ai professori?
La bambina purtroppo annuì e questo la rese ancora più agitata.
-Penso si tratti di un Pokémon, ma i miei amici, per spaventarmi, dicono che è uno spettro. Sarebbe terribile se si trattasse davvero di uno spettro. Puoi controllare?-
-Ci vado subito.-
-Sì! Questo si chiama incarico, vero?-
-Esatto.-
Disse la ragazza mostrando la propria posa da Ranger.
-Grazie per avermelo detto, ora meglio che vada.-
-A dopo Ranger!-
Scattando la ragazza percorse la strada fatta in precedenza ma riuscì solamente ad arrivare al sentiero che connetteva città e villaggio prima si esser interrotta dal suono dello Styler.
-Ciao, sono Brando. Quando rientri dal pattugliamento, vieni da me.-
Chissà per quale motivo, ma quel messaggio l’agitò ancora di più.
Era successo qualcos’altro di grave?
Forse alla stessa Accademia?
In effetti il tempismo con le due cose era agghiacciante. Questo però servì a far sì che i suoi piedi fossero ancora più veloci, tanto che Pachirisu faticò molto a starle dietro, Sara fu perfino costretta a prenderlo in braccio per evitare di separarsi, anche se infondo non era un grande problema.
Per quanto riguarda gli altri Pokémon con lei erano comunque legati dallo Styler ed anche se fosse stata distante, fino a quando quel legame fosse stato presente, avrebbero potuto raggiungerla.
Pur di tagliare parte della strada Sara scavalcò con un salto la recinzione attorno alla fattoria di Luchino, quella in cui il Miltank stava riposando sotto il sole, e così fece nuovamente uscendone e gettandosi tra il sentiero nel bosco.
-P-pachi!-
-Scusami, ma voglio veramente sbrigarmi. L’Accademia è come una casa per me…-
-Pachi.-
Il Pokémon capendo i suoi sentimenti sembrò sorvolare sullo sballottamento precedente ma si aggrappò comunque a lei per evitar di cadere.
Era ormai arrivata al ponte ed iniziò anche a sentire uno strano rumore, un altro però arrivò a coprirlo, la voce di qualcuno.
-Non è il verso di un Pokémon. Qui intorno si aggirano molti spettri.-
Il primo a parlare era stato un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri vestito con dei pantaloni blu, un cappello dello stesso colore ed una maglia bianca, assieme a lui c’erano due bambine, quella che aveva chiesto al Ranger di controllare la situazione ed una piccola dall’aspetto simile al ragazzo, anche l’abbigliamento lo era nei colori ma lei indossava solo un abito blu.
-L’idea che possa essere un fantasma fa proprio paura.-
-Flozah.-
In risposta a quest’ultima si udì con più chiarezza il verso precedente e tutti si guardarono intorno confusi,
solo dopo qualche secondo finalmente si capì di cosa si trattava.
Oltre il ponte l’acqua venne mossa con rapidità, alcuni schizzi superarono perfino l’altezza su cui i quattro si trovavano e davanti a loro atterrò un Pokémon dalla pelle arancione. Era simile ad una donnola con due alette blu sule braccia e due code,  con un dispositivo di galleggiamento giallo al collo.
Scosse rapidamente la testa rimuovendo l’acqua in eccesso e guardò i presenti con i suoi occhietti neri.
-E’ un Floatzel!-
Disse Sara sollevata, non si trattava di nulla di grave fortunatamente, fece per avvicinarsi ma il Pokémon prima di lasciarglielo fare iniziò a correre e con un salto la superò inoltrandosi nella foresta.
La bambina dai capelli arancioni che le aveva chiesto aiuto aveva un gigantesco sorriso sul volto.
-Vedi? Non era affatto uno spettro!-
-Ahahah! Certo che no! Ti stavamo solo prendendo in giro! Scusa.-
Rispose il bambino sfregandosi il naso con un’espressione mista al dispiaciuto ed il divertito.
-Ci dispiace di averti spaventata. Vuoi essere nostra amica?-
Chiese in tono decisamente più gentile l’altra, la piccola davanti ai due sembrò ancora più felice di prima.
-Sì! Certo!-
-Andiamo a giocare allora, ho tanti giochi a casa.-
Rispose la sua nuova amica iniziando ad incamminarsi verso casa assieme all’altro, la piccola però prima di raggiungerli guardò Sara con aria furba.
-Ehehehe. Grazie per aver accettato il mio incarico! Ora ho due nuovi amici.-
-E’ stato un piacere, vai pure a divertirti.-
-Ciao ciao Ranger!-
E così anche quella piccolina tornò verso la città, se non ricordava male anche lei si era trasferita da poco assieme alla famiglia ed a quanto pare quell’occasione le aveva dato modo di far finalmente amicizia con qualcuno.
Forse non aveva catturato nessun Pokémon o fatto qualcosa di particolarmente eroico, ma aver contribuito a questo la rese felice, per questo, al centro del ponte, mostrò la propria posa da Ranger al cielo sopra di lei.
Forse quel ponte era adatto a simili cose, dopotutto non molto tempo fa c’era stata un’altra scena toccante con la sorellina di Leo, e l’aveva anche percorso assieme ad Alex per andare la prima volta in città.
Appoggiandosi alla ringhiera di legno inspirò profondamente ricordando quel giorno a lei tanto caro, quello in cui aveva incontrato Pachirisu, il quale si era arrampicato e come lei guardava il paesaggio.
-Chissà come stanno Alex e Glenda…ancora non ho ricevuto loro notizie…-
-Pachi pachi.-
-Lo so, devo restare allegra, solo che…non vorrei si fossero dimenticati di me.-
Disse con un sorriso malinconico, aveva sempre avuto questa paura ed era una cosa forse abbastanza normale, ma solo perché lo era non voleva dire non fosse importante.
Se avesse potuto avrebbe raccontato ad entrambi tutte le sue missioni ed incarichi, non solo attraverso delle lettere ancora non spedite.
Avrebbe mostrato ad Alex i Pokémon che aveva catturato e registrato nello Styler e sarebbe rimasta fino a tardi a parlare con Glenda durante un pigiama-party.
Mentre pensava a tutte queste cose sentì la coda di Pachirisu solleticarle il naso distraendola.
-Pachi!-
Guardando il musetto del Pokémon la ragazza sorrise addolcita.
-Nemmeno io ti abbandonerò mai.-
Disse accarezzandogli la testa.
-Forza, ci resta un solo incarico per oggi.-
Il suono dello Styler arrivò subito dopo, la solita voce robotica che avvertiva l’arrivo di un messaggio dall’assistente.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Rapidamente i dati arrivarono annunciando la Difesa Acqua, che a quanto pare riduceva di 3 i danni di un attacco acqua, sicuramente non inutile.
Prima di percorrere ancora la foresta però Sara si concesse un secondo per osservare il profilo dell’Accademia sulla scogliera, mentre una leggera brezza le mosse i codini castani.
Un giorno sarebbe potuta diventare qualcuno di cui andare fiera, ma soprattutto non avrebbe mai smesso di cercar d’aiutare chi aveva bisogno, Pokémon o persone.
Con un piccolo sorriso sulle labbra tornò verso la città controllando l’ultimo incarico della giornata, a quanto pare si trattava di un ragazzino che aveva qualcosa da riferire sulla Spiaggia Zefira.
Ricordava che di solito lo vedeva spesso vicino al Centro Ranger e fortunatamente anche quel giorno le cose erano uguali.
-Ciao, ho visto che hai un incarico da assegnarmi, per caso hai notato qualcosa di strano?-
Chiese subito la ragazza avvicinandosi, l’altro incrociò le braccia e mise il broncio.
-Ehi, puoi anche non crederci, ma sono proprio arrabbiato. Ultimamente il mare ha depositato dei cassoni di legno sulla Spiaggia Zefira. Penso che siano stati buttati in mare da una nave cargo o qualcosa del genere. Danneggiano l’ambiente e rovinano l’aspetto della spiaggia! Anche stamattina ne sono arrivati un paio. Luisona li ha fatti a pezzi con le sue mani e si è portata la legna a casa. Se trovi dei cassoni sulla spiaggia, puoi occupartene tu?-
Non era esattamente ciò che si aspettava ma era comunque importante, e se non si trattava di qualcosa di pericoloso per gli altri tanto meglio.
-Certo, andrò a controllare la situazione. La bellezza della spiaggia non dev’esser rovinata così facilmente-
-Sapevo che avresti detto di sì!-
Sorridendo la ragazza mostrò la propria posa da Ranger e subito dopo s’incamminò, la spiaggia era importante anche per lei visto vi aveva conosciuto Pachirisu.
Ogni volta andava alla spiaggia la trovava splendida, anche se questa volta ancor prima di scendere le scale notò una cassa di legno lungo il bagnasciuga.
Dalle sue esperienze con le casse all’Accademia sapeva bastava un Bidoof a risolvere la situazione e fortunatamente nel punto che collegava il sentiero per la città alle scale per scendere una piccola discesa ce n’era proprio uno.
Catturarlo non fu affatto difficile, tanto che ottenne una S ed una buona manciata di punti. Soddisfatta così del proprio risultato scese subito le scale arrivando vicino alla cassa.
-Bidoof per favore usa Distruzione, così la vostra spiaggia sarà ancora perfetta come sempre!-
Il Pokémon non se lo fece ripetere due volte e ridusse il cassone in minuscoli frammenti.
-Grazie, a presto!-
Mentre il Bidoof si allontanava la ragazza notò però qualcosa tra il legno, un foglietto di carta su cui era scritto qualcosa.
“Giga---- --Tipo 08-U
(PRO-OTI-O)
C—ore: Ro---
Ene—ia: F---o “
Il resto del testo purtroppo era illeggibile, perché era stato cancellato dall’acqua salata.
-Che strano…-
Prima che potesse chiedersi di cosa si trattasse il ragazzo che le aveva dato l’incarico arrivò alle sue spalle.
-Beh, immagino che ora mi tocca dirti grazie per aver salvato la spiaggia, Ranger.-
Disse con un leggero sorriso, la ragazza non capì però il motivo di quel tono,  non voleva certo degli elogi o chissà che però nemmeno che qualcuno le mancasse di rispetto.
-Scusami ma…perché usi questo tono?-
-Eh? Parlo in un modo troppo impertinente?-
-Un po’.-
Il ragazzo di tutta risposta fece spallucce e si allontanò lasciandola sola. Sara rimase ferma qualche secondo ma poi lo chiamò.
-Ehi! Aspetta un attimo, non puoi comportarti così con le persone.-
Disse raggiungendo il ragazzo che la fissava nello stesso modo di prima.
-Ma dal mio punto di vista non ho fatto nulla di male. Hai fatto il tuo lavoro no?-
-Sì ma non per questo devi mancarmi di rispetto.-
-Però io non volevo farlo, sei tu che hai interpretato male. Hai compito il tuo incarico, che problema c’è?-
-Il problema è che non credo ti farebbe piacere se qualcuno ti rispondesse con un tono impertinente, non è  educato e potresti ferire le persone.-
Sospirando il ragazzo si grattò la testa, era evidente non volesse affrontare quel discorso ma lei non voleva qualcuno di più sensibile ci rimanesse male solo perché non aveva almeno cercato di spiegargli come appariva, inoltre avrebbe anche potuto perder degli amici così.
-Ok senti, cercherò di star più attento ma ora vado.-
E senza darle letteralmente modo di rispondere corse via tornando a casa.
-Pachi!-
Anche Pachirisu non aveva apprezzato quel gesto e così aveva alzato le zampette come per rimproverarlo, ma era inutile ormai prendersela.
-Tranquillo Pachirisu, va tutto bene. Vogliamo fare la nostra posa Ranger?-
-Pachi!-
In effetti era veramente di entrambi, visto lui saltellava insieme a lei. Fu una bella sensazione per la ragazza poterla fare nella Spiaggia Zefira.
Il suono del messaggio in arrivo si sentì subito dopo.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Poco dopo le arrivò un suono ad informarla che aveva ottenuto Difesa Normale, la quale a quanto pare riduceva di 3 i danni di un attacco normale.
A poco a poco tutti gli incarichi la stavano aiutando, sicuramente ciò che aveva ottenuto le sarebbe servito in futuro.
-Dopo tutto questo penso d’essermi meritata un po’ di riposo a casa, vieni Pachirisu.-
Raggiungere e percorrere il Sentiero Cicole fu una cosa molto rapida, sapeva che avrebbe dovuto tornare al Centro Ranger ma voleva vedere la sua famiglia, soprattutto dopo l’incendio.
Arrivata davanti alla porta sospirò rumorosamente un paio di volte, l’aiutava spesso a togliersi tutto lo stress dal corpo ed in parte funzionò.
Aprendo la porta sentì subito un dolce profumo provenire dalla cucina e notò la sorellina sul divano, questa non appena la vide corse verso la maggiore abbracciandola.
-Sara!-
-Ciao, come stai?-
-Benissimo! Mamma sta facendo una torta.-
Disse guardando la donna che sorrise alle figlie.
-Per festeggiare il fatto che avete salvato la foresta. Oh tesoro, sei piena di polvere.-
-Scusami mamma, non ho ancora avuto tempo di farmi un bagno.-
-Se vuoi posso preparartelo, te lo meriti dopo tutte le cose stai facendo.-
Rispose la madre abbassando la temperatura nei fornelli.
-Sì grazie, ho proprio bisogno di un bagno, ma papà dov’è?-
-E’ fuori! Ti porto io da lui!-
Rispose la sorellina prendendole la mano, certo non aveva intenzione di sentire ragioni, la portò così dal genitore che stava sistemando il terreno nel piccolo ranch da lui creato, non appena la vide anche lui le corse incontro abbracciandola.
-Sara! La mia piccola eroina!-
-Papà…così non respiro…-
Disse lei che sembrava quasi soffocare in quell’abbraccio.
-Ahah scusami.-
-Comunque…sono felice state tutti bene…mi spiace non esser arrivata prima.-
-Sara, non preoccuparti per noi. C’è qui il tuo papà. Pensa lui a tutto.-
-Lo so…ma potresti non stritolarmi?-
-E’ che sono così fiero di te per aver salvato la foresta!-
-Ma non sono stata io. Se non fosse stato per Blastoise…-
-Non importa, tu resti comunque la mia piccola eroina.-
Anche se trovava immeritato l’elogio per la questione della foresta non poté non esser felice per le sue parole, l’ultima cosa che voleva era deludere la sua famiglia.
La sorella si unì poi in quell’abbraccio portando con sé Pachirisu.
-Sei la nostra eroina!-

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Certe volte un po’ di coccole possono sistemare un’intera giornata.
Dopo esser tornata assieme al padre ed alla sorellina a casa Sara si era fatta un bel bagno caldo assieme al suo Pokémon compagno e tutto lo stress e le fatiche accumulate stavano andando  a sciogliersi come neve al sole.
Immersa quasi completamente in acqua la ragazza non poteva far a meno di sorridere guardando il suo piccolo amico star a mollo insieme a lei, non doveva esser stato facile vedere la foresta dove praticamente aveva trascorso molto tempo con i suoi amici bruciare.
C’era però ancora da capire cosa fosse successo e cosa sapeva “Ben” ma, per il momento, poteva anche aspettare a scoprirlo.
Uscendo dalla vasca si asciugò velocemente e vestendosi tornò al piano di sotto insieme a Pachirisu, subito la madre li accolse con un sorriso ed una bella torta al cioccolato.
-Va meglio adesso?-
-Decisamente, ne avevo proprio bisogno.-
-Visto come puzzavi direi proprio di sì ahah.-
Scherzò la sorellina che abbracciò il piede dell’alta.
-Ah-ah, che simpatica.-
-Per quanto tempo puoi restare Sara?-
Chiese il padre sedendosi sul divano del salotto.
-Purtroppo giusto il tempo di una fetta di torta. Mi dispiace ma mi hanno chiesto di tornare subito dopo aver fatto un giro della città...-
-E’ il tuo lavoro, non devi preoccuparti noi siamo felici anche solo se vieni a fare un saluto.-
Rispose la madre serena e tagliandole una fetta del dolce.
-Anche il tuo amico vuole qualcosa? Vista l’idea di tuo padre del Ranch dei compagni sto imparando a fare dei Poffin.-
-Pachi!-
I Poffin erano un cibo per Pokémon che possono avere vari gusti, hanno una forma che ricorda una piccola pagnotta di pane se non fosse che possono avere tantissimi colori diversi.
Pachirisu non si tirò indietro dal dimostrare l’apprezzamento per quel gesto e quando la donna gliene porse uno azzurro iniziò subito a mangiarlo mentre Sara prendeva i primi morsi della propria fetta di torta.
Inutile dire che i visi di entrambi erano felici e soddisfatti.
-Caspita, deve esserti venuto veramente bene mamma!-
-Pachi! Pachi!-
-Ahah grazie, ogni volta ne vorrete uno potrete venire da me.-
Tutti insieme finirono di mangiare il dolce prima che la Ranger dovesse tornare al lavoro, anche se il tempo era stato poco lei aveva raccontato il più possibile e la sua famiglia non si era trattenuta dal mostrare quanto orgoglio ogni singola storia portava nei loro cuori.
Quando fu il momento di andare e la porta di casa si chiuse alle sue spalle Sara si sentiva decisamente più leggera rispetto a quando era entrata.
Non restava altro da fare che incamminarsi verso il Centro Ranger.
Come sempre la camminata fu breve e quando le porte si aprirono vide subito che la situazione non era molto cambiata rispetto a prima
Brando appena la vide le fece un segno con la testa.
-Finito il giro di pattuglia?-
-Sì.-
-Benissimo. Per un po’ avremo molto da fare. Meglio che ti riposi, ormai si sta facendo tardi. Domani continueremo con le ricerche a riguardo dell’incendio.-
-E Ben dove lo facciamo dormire?-
Chiese Luana guardando il ragazzo.
-Resterà qui, non ha detto un fiato quindi non sembra gli dia fastidio.-
-Ma Brando non ti sembra un po’ esagerato…?-
-Se centra qualcosa con l’incendio assolutamente no. Coraggio ragazzi, è ora di riposare.-
Non c’era modo di protestare o ribattere quindi tutti furono costretti ad ascoltare il loro leader e ad andare nelle proprie stanze, anche se era evidente che molti non approvassero il lasciar quel ragazzo solo per tutta la notte al freddo.
Questo pensiero si poteva facilmente leggere in faccia a Ilario e Luana, Elena invece sembrava molto più interessata al macchinario ed a quanto pare ancora non le era andato giù il fatto di non poterlo smontare e rimontare.
Sara invece si sentiva come i primi due e mentre saliva le scale che l’avrebbero condotta nelle stanze sentiva aumentar sempre di più il senso di colpa, una volta arrivata nella propria ebbe la forza solamente di buttarsi sul proprio letto assieme a Pachirisu.
Passò ben un’ora prima che la ragazza spostasse la faccia da sotto il cuscino guardando l’amico.
-Dici che avrei dovuto far di più?-
Il suo piccolo amico si era appallottolato vicino a lei e sembrava molto meno pensieroso riguardo alla faccenda.
-Insomma, è vero che potrebbe centrare con l’incendio, ma se così non fosse?-
Avrebbero trattato male qualcuno ingiustamente,  non intendeva che avrebbero dovuto dargli una stanza tutta per sé ma almeno un posto diverso dal suolo dove dormire.
-Mmh…ma se disubbidissi a Brando e facessi qualcosa potrei passare dei guai…-
Però quella situazione era altrettanto scomoda, forse anche di più.
In un primo momento pensò che la soluzione migliore fosse cercar d’addormentarsi il prima possibile ma quando alzò lo sguardo sull’orologio vide che era passata la mezzanotte e lei era ancora sveglia.
Sospirando si mise a sedere sul letto continuando a riflettere su tutta quella faccenda e decidere se era il caso di far di testa propria o ascoltare il suo superiore.
Rimase ferma su questi pensiero almeno per un’altra mezz’ora prima di alzarsi improvvisamente dal letto andando poi ad aprire la porta, Pachirisu dormiva troppo profondamente per potersene accorgere e così lei poté proseguire sola.
Facendo quanto più silenzio possibile la ragazza si mosse nel corridoio scendendo verso il piano inferiore.
Le luci erano completamente spente ed ormai anche l’assistente era andata a dormire, c’erano solamente lei e Ben che, appoggiato per terra contro una delle pareti, era ancora legato e tentava di dormire.
Gli bastarono però i lievi passi di lei per svegliarlo.
Subito lei si portò una mano alle labbra sperando che questo non iniziasse ad agitarsi e a muoversi.
-Ti ho portato questa…per non avere freddo.-
Disse mostrandogli una coperta azzurra che aveva preso dalla propria camera prima di uscire, probabilmente Brando non l’avrebbe accettato ma lo avrebbe scoperto solo l’indomani quando ormai questa non sarebbe servita più.
Ben serrò ancor di più le labbra ed abbassò lo sguardo come se non si fidasse di lei, in parte poteva capirlo visto lo stavano tenendo praticamente come un prigioniero…
Questo però non le impedì d’avvicinarsi ancora di più fino a mettergli la coperta tra le spalle, anche se il contatto fu breve avvertì che la sua pelle era gelata.
-Mi spiace molto per questa situazione…vogliamo solo capire la situazione però…-
Certo questo non giustificava nulla ma almeno cercava di far capire il punto di vista di Brando, ovviamente però non ottenne nessuna risposta dall’altro che si limitò a fissare il pavimento.
-Sono nuova di qui perciò non so ancora cosa devo fare…mi dispiace se ti ho dato l’impressione di voltarti le spalle comunque…-
Riprese a parlare la ragazza grattandosi la testa imbarazzata, ci fu un lungo silenzio tra i due prima che lei parlasse di nuovo per congedarsi.
-Scusami ancora, spero di aver almeno rimediato in parte. Ora sarà meglio che vada…notte.-
Cercando di sorridergli Sara tornò sui propri passi sentendo il peso nel petto alleggerito, anche se solo di una minuscola punta.
Le bastò comunque per poter finalmente dormire e prepararsi al giorno seguente.
Quando questo arrivò lei tentò di svegliarsi prima del solito per arrivare prima degli altri ma quando li raggiunse al piano di sotto, tenendo Pachirisu in braccio, erano già tutti presenti, notò però che Ben non aveva più la coperta addosso, forse qualcuno gliel’aveva già tolta.
Sperava solo che quel qualcuno non fosse Brando e che lui non se ne fosse accorto della premura.
Scivolando lungo la parete Sara raggiunse Ilario che la salutò con un sorriso.
-Ehi, cosa pensi che stesse facendo Ben nella Foresta di Vien?-
-Non ne ho idea, spero lo scopriremo presto però…-
-Già anche io. Forse sta solo cercando di “coprire” qualcuno.-
Quella parola fece scattare nell’altra il pensiero lui sapesse ciò che aveva fatto ma non potendone aver la certezza, e soprattutto visto Brando era lì vicino, non volle investigare.
Nel frattempo però si aggiunse alla conversazione anche Elena.
-Uffa, a me interessa sapere su quell’affare. Il capo mi ha detto di tenere giù le mani da quella macchina finché il professor Frenesio non la esamina. Non sopporto quest’attesa, però…sto morendo dalla voglia di smontarla.-
-La cosa peggiore è che adesso tutta la stanza puzza di benzina.-
Rispose Luana che era evidente non apprezzava quell’odore, Ben anche se distante l’aveva sentita e strinse leggermente le labbra, lei notandolo fece per scusarsi ma la voce di Brando le impedì di farlo.
-Dunque, Sara, ti senti in forma? Abbiamo appena ricevuto notizie dalla Federazione Ranger. Il professor Frenesio è tornato dal suo viaggio e sta venendo qui per esaminare quella strana macchina. Voglio che tu vada nella Foresta di Vien e ti assicuri che il professore non si sia perso.-
-Andrò subito.-
Uscendo rapidamente dal Centro Ranger la ragazza, dopo aver lasciato che il proprio Pokémon compagno tornasse a terra, poté godersi l’aria fresca del mattino che aveva sostituito il puzzo del fumo della giornata precedente, muovendosi rapida era già alla soglia della foresta quando un uomo vestito con un camice bianco le tagliò la strada rischiando di calpestare la coda del povero Pachirisu che borbottò dei versi incomprensivi guardandolo.
Incredibilmente questi stessi versi sembrarono fermar l’uomo.
-Non so chi ebbe quell’idea balzana, ma quella sciocca barriera sulla Scogliera Vedetta…chissà cosa speravano di ottenere, ma un’effimera cosa si rivelò. Un taglio qui, un colpo là e cadde a pezzi come fosse fatta di stuzzicandenti! Un facile esercizio, ecco cosa fu! E quella Viola, audace come la sua proposta di scortarmi in volo fino alla Città di Vien sul suo Staraptor…di sapere bene quanto io detesti il solo pensiero di volare, insinuò…forse provocarmi, intendeva? Tuttavia, su di lei sta la beffa! Camminare è senz’altro più salubre che cavalcar creature per ogni dove. Ovviamente la mia impaziente natura sempre a correr più che a camminare mi porta…-
In tutti quei farfugli la ragazza non capì assolutamente nulla ma dai pochi ricordi che aveva dell’aspetto del professor Frenesio non le fu difficile capire che si trattava di lui, certo che con una parlantina così sciolta e prolissa non era facile star ad ascoltare.
-Ehm…professor Frenesio?-
-Mh?-
Ora che l’aveva notata poteva solo temere quale discorso avrebbe potuto fare.
-E tu chi saresti mai? Un Ranger, per caso? E’ forse tua norma orecchiare quel che dice un attempato figuro come me?-
-N-no assolutamente, mi scusi! E’ che sono stata mandata qui per…-
Prima che potesse finire la frase lui aveva già ripreso a parlare.
-Oh, aspetta, ora ricordo di te! Ti distinguesti nel tuo giorno di prova! Sicché hai ottenuto il diploma all’Accademia dei Ranger e Ranger diventasti.-
Era talmente stupita sapesse chi fosse che non riuscì nemmeno a parlare, ma la gioia era sicuramente enorme.
-Io sono il professor Frenesio, della Federazione Ranger. Piacere di far la tua conoscenza.-
-Il piacere è tutto mio, io sono…-
-Presto, ora corriamo al Centro Ranger!-
Non appena ebbe finito di parlare l’uomo scattò subito verso l’abitazione, la sua velocità era incredibile e nonostante ci vollero solo pochi secondi prima che la ragazza scattasse lui era già distante, fortunatamente riuscì a recuperarlo guidandolo così verso il centro.
Entrandovi non degnò nessuno nemmeno di uno sguardo ed andò subito ad esaminare quel macchinario, Elena accanto a lui aspettava solo un segnale per agire.
-Uhmm…uhmm…sicché questa sarebbe la strana macchina…oh, aspetta un momento…vidi qualcosa del genere da qualche parte. Di recente, financo…uh…ma certo! Vidi il medesimo aggeggio a Portena, durante il mio viaggio per arrivare qui! Già! U proprio a Portena che vidi degli uomini trasportare macchinari come questo. Ricordo di averli visti in difficoltà con uno di essi, presumibilmente per il suo peso immane. Li pesi per cassette della posta, ma sbagliai a quanto pare!-
-Oh no, se sono a Portena chissà cosa potrebbe accadere!-
Disse Luana preoccupata.
-Abbisogniamo di qualcuno che vada a investigare immantinente a Portena!-
Brando subito attirò l’attenzione di tutti battendo le mani.
-Eccoci qua, gente. Questa è una missione d’emergenza. Luana! Sara! Andate a indagare sulle strane macchine di Portena.-
-Ma Brando…sei sicuro che sia una buona idea? Sono nuova e potrei far degli sbagli…-
Disse Sara alzando di poco una mano come si faceva a scuola.
-E’ per questo che voglio che tu vada, hai dimostrato d’avere un grande talento ma questo non basta. Ti serve esperienza, e questa sicuramente ti servirà.-
Quelle parole non sembrarono convincere completamente la ragazza, che era comunque grata per quella fiducia, Ilario le si avvicinò colpendogli affettuosamente la spalla con la mano.
-Andrete alla grande, e tu non preoccuparti. Non avrebbe assegnato anche a te la missione se non ti ritenesse speciale, e fidati che lo sei.-
-Grazie Ilario…-
Rispose Sara leggermente imbarazzata, anche Luana volle sostenerla e con un sorriso si avvicinò prendendole la mano e facendole fare la posa da Ranger.
-Ce la faremo!-
-Ne sono sicuro. La città di Portena è giusto dall’altra parte  della Foresta di Vien. Appena dentro la città troverete una struttura per Ranger chiamata Stazione Ranger. Là potrete ricaricare i vostri Styler. Quelle strane macchine non sono per niente benvenute in quella bella città di mare. Fate qualcosa prima che sia troppo tardi.-
-Forza Sara, andiamo.-
Disse Luana sorridendo avviandosi verso la porta.
-In bocca al lupo ragazze, noi resteremo qui a tener d’occhio Ben. Per essere uno che gocciola benzina, la sua lingua non carbura mica tanto bene. Ma non è neanche scivolato via di nascosto. Insomma, puzzerà anche di benzina, ma non è un tipo viscido!-
E così, con quest’ultima battuta che fece sorridere Sara, le due uscirono dal Centro Ranger per avviarsi a Portena. Appena entrate nella foresta comunque Luana prese un profondo respiro soddisfatto.
-E’ così bello l’aria stia tornando pulita, spero solo che anche l’altra zona stia migliorando.-
-Lo spero anche io, anche se siamo subito intervenuti i danni non sono stati pochi.-
Rispose Sara notando che poco più avanti c’era lo stesso ragazzo che quel giorno aveva cercato di dare una mano, subito lui le salutò cordialmente.
-Buongiorno Ranger! Siamo fortunati che la Foresta di Vien non sia andata completamente distrutta. Grazie per il vostro intervento.-
-Grazie, cercheremo d’evitare che possa accadere ancora!-
Rispose Luana altrettanto serena, Sara invece si limitò a sorridere continuando a camminare, ormai quella faccenda era un capitolo chiuso ed avevano un importante missione da completare.
Lucia la seguì a ruota e superato il ponte entrarono nella zona maggiormente colpita dall’incendio.
C’erano ancora molte zone bruciate ma i Pokémon già avevano ripreso a muoversi nella foresta con tranquillità, in particolare uno veramente vivace era un Wartortle che saltellava vicino al laghetto.
Era uno dei Pokémon che li aveva aiutati a risolvere la situazione e sembrò ricordarsi di Sara visto che subito la rincorse abbracciandole la gamba.
In questo modo comunque iniziò una lotta ma non ebbe alcun problema nel farsi catturare.
-Sembra che tu sia molto popolare Sara ahah.-
Disse Luana guardandola intenerita, l’altra invece sorrise accarezzando la testolina del Wartortle.
-Sono felice di vedere che iniziano a stare tutti meglio. Sarà un bel compagno di viaggio.-
Superato il laghetto bastò proseguire sempre nella stessa direzione, ovvero a nord, per arrivare ad un’altra strada e poter avere l’effettiva conferma che l’incendio si era espanso solo nella zona precedente.
Quella era poi leggermente diversa dalla prima perché era presente una montagna, lungo le cui parte piane erano state costruite delle scale.
-Ci basterà superare questa parte e saremo vicinissime alla città, andiamo!-
Disse Luana raggiante, percorsa la prima rampa però Sara non poté notare qualcosa di strano, ovvero un alberello che, al loro passaggio, si era come sotterrato.
-Luana aspetta un attimo per favore, vado a vedere una cosa.-
Senza aggiungere niente s’avvicinò all’oggetto puntandolo con lo Styler, scoprì così che era un “ostacolo” e che per rimuoverlo bastava una mossa 1 spruzzo.
Fortunatamente aveva due Wartortle con sé con una mossa 2 spruzzo.
Le bastò chiedere di eliminare l’ostacolo e subito uno di questi lanciò un getto d’acqua dalla bocca che colpì in pieno l’albero, questo oscillò per un paio di secondi prima di rivelare fosse un Pokémon.
-Grazie mille Wartortle, a presto!-
Dopo aver salutato il Pokémon subito s’avvicinò all’altro iniziando una lotta per capire che tipo fosse.
Era talmente piccolo da far tenerezza e catturarlo fu altrettanto facile, non riuscì nemmeno a fare tre passi.
A quanto pare si chiamava Bonsly, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Azione 1”, a quanto diceva lo Styler “Attacca lanciando rocce”.
-Sara va tutto bene?-
Chiese Luana che non avendo ben capito il motivo per il quale l’altra si era allontanata dal percorso aveva iniziato a preoccuparsi, ma appena la vide con il Bonsly si rasserenò.
-Ah capisco, ti aveva incuriosito quel piccolino?-
-Sì, scusami non voglio rallentarci ma quando vedo un Pokémon che non conosco voglio subito iniziare una cattura.-
-Oh e come mai?-
-Beh…-
Non era certa del perché ma s’imbarazzò leggermente nel pensare che il motivo era una scommessa con Alex, l’altra ragazza però vedendo un leggero rossore sul suo viso ridacchiò leggermente e sembrò preferire far cadere il discorso.
-Non devi preoccuparti comunque, è una cosa carina.-
-Grazie…andiamo avanti.-
Facendo del proprio meglio per evitare di pensare a quel sorrisetto cercò di raggiungere la seconda scalinata ma un altro Pokémon simile ad una gigantesca ape la puntò avvicinandosi a tal punto che iniziò una cattura.
La sua velocità era incredibile, il primo cerchio venne facilmente superato e così anche il secondo a causa dei suoi movimenti a scatti, quando finalmente si fermò la ragazza fece del proprio meglio per essere altrettanto veloce ma un attacco, che consistette nello spararle degli aculei violacei, la costrinse ad interrompere l’azione prima che questi potessero colpirla.
Fortunatamente la barra era quasi piena e le bastarono solo un altro paio di movimenti circolari con la linea di cattura per concludere il tutto, anche se con una bella dose di fiatone.


Il Pokémon si chiamava Beedrill, “Gruppo- Coleot.- Poké Tattica: Coleot.-Mossa: 2 Distruzione”, sotto tutto ciò c’era la scritta “Lancia aculei avvelenati mentre vola a grande velocità.”, menomale che non l’aveva colpita altrimenti sarebbe potuto essere un problema.
Siccome era però il quarto che catturava fu costretta a liberarne uno, controllò tra le mosse dei Pokémon per vedere se ce n’erano due con lo stesso tipo e ciò valeva sia per Grotle che per Bonsly, quest’ultimo però aveva un livello 1 mentre l’altro 2, così lo liberò.
-Wow i Pokémon non possono resisterti ahah.-
Ironizzò Luana guardandola.
-A quanto pare ahah, spero però di poter camminare senza problemi adesso.-
Superata anche la seconda scalinata arrivarono in un grande spiazzo, probabilmente la cima di quella piccola montagna, e poco più avanti rispetto a dove si trovavano loro c’era un carretto in legno dal tettuccio rosso, il proprietario era un ragazzino dai capelli biondi e gli occhi azzurri vestito con un abito tipico da montagna di colore marrone e verde.
A quanto pare vendeva dolci di vario tipo, tra cui tortine e biscotti, ed il loro inebriante profumo riempiva l’aria.
Appena le vide le salutò con una mano.
-Ehilà! Fate una pausa e ammirate questo panorama spettacolare!-
Indicando con la mano il punto poco dopo le sue spalle attirò l’attenzione di entrambe che s’avvicinarono ammirando un paesaggio splendido.
Superati gli alberi in cima alla montagna si poteva arrivare ad uno strapiombo dal quale si poteva ammirare non solo il meraviglioso mare, la cui acqua cristallina era abbellita dalla bianca schiuma delle onde, e dove non poco distante dalla terra c’era anche una piccola isoletta piena d’alberi, ma anche un’allegra città di cui si riusciva a vedere un porto brulicante di navi ed un centro in cui le alte case dai colori più vari ospitavano tantissime persone.
Oltre questa città però c’era un lungo ponte che portava ad un’altra zona, troppo distante per poter vedere più degli alti alberi, assenti solo dove si trovavano dei pensieri, ma una cosa chiara c’era.
Una grande torre viola che sembrava ancora in costruzione, ed alle spalle di questa c’erano solo le montagne.
Il vento soffiava gentile a quell’altezza e le due Ranger ed il piccolo Pachirisu rimasero per qualche minuto buono a godere dei raggi del sole che riscaldavano pelle e pelliccia.
-Guarda! Non è magnifica la vista da qui?-
-Sì, è veramente incantevole. E’ la prima volta che la vedi?-
-Oh no, ma ogni volta è come se lo fosse. Questo posto si chiama Scogliera Vedetta. Mi piace urlare da quassù!-
Senza che Sara se ne accorgesse Luana prese un bel respiro ed all’improvviso urlò.
-PARLA, BEN!-
La sua voce per quanto dolce era capace anche di fracassare i timpani, la prova era il fatto che l’altra era sobbalzata dallo spavento mentre Pachirisu si era allontanato.
-Mi ha fatto sentire bene farlo.-
-Ahah, sembri una ragazza molto vivace.-
A parlare era stata una donna dai ricci capelli marroni e gli occhi neri, vestiva con un abito verde ed un grembiule bianco.
-Oh ci scusi, non volevamo disturbarla.-
Disse Sara temendo l’urlo l’avesse infastidita.
-Oh non preoccupatevi, anche io ero così da giovane. Mi è sempre piaciuta questa scogliera anche se il paesaggio non è quasi mai mutato, o almeno fino ad ora. Lo vedete quel cantiere in costruzione laggiù? Stanno costruendo una torre. Dicono sarà il simbolo della pace ad Almia.-
-Wow, sembra fantastico!-
Rispose Sara sorridendo, immaginando la torre al suo completamento.
-C’è anche un concorso per darle un nome.  Cosa ne dite di Torre dell’Eco?-
-Sarebbe molto bello.-
Rispose la ragazza sorridendo, s’intromise poi Luana prendendo per il braccio l’amica.
-E’ vero, dovrebbe proprio proporlo. Ci scusi ma ora dobbiamo andare, a presto signora!-
-A presto giovani Ranger.-
Salutando la signora le due ripresero a muoversi lungo il sentiero, notarono che c’era anche una biforcazione ma siccome in una delle due strade c’era un tronco che bloccava l’accesso la scelta era ben ovvia.
Sara pensò di rimuovere l’ostacolo ma serviva una mossa taglio 3, e per il momento non aveva ancora incontrato nessun Pokémon simile.
Arrivarono così in una nuova zona il cui inizio era segnato da un cartello in legno con su scritto  -> Città di Vien, ed una freccia verso il basso con accanto il nome Portena, “La Città di Vien si trova dall’altro lato della Foresta di Vien.”
Ormai erano molto vicine all’obbiettivo, era così il momento di scendere la montagna attraverso alcune scalinate, giunte alla prima però Sara notò che c’era un sentiero nascosto tra gli alberi alla loro destra e volle controllare, Luana per fortuna non aveva nulla in contrario in questo.
Si spostarono così in una parte della montagna che dava alla parte precedente, in cui però c’era anche una grotta con un esploratore davanti.
-Buongiorno Ranger, siete qui per fare qualche scoperta? C’è sempre un Pokémon raro dentro questa grotta.-
-Un Pokémon raro? Luana possiamo andare a controllare?-
Chiese Sara con gli occhi luccicanti dall’emozione.
-Ahah, come potrei dirti di no se mi guardi con questi occhi? Siamo anche in perfetto orario sulla tabella di marcia.-
-Grazie!-
Piena di curiosità la ragazza entrò per prima, immaginando chissà quale strabiliante Pokémon avrebbe incontrato, purtroppo l’emozione non fu ripagata.
La grotta era molto piccola, con della paglia sistemata sul pavimento, ed a riposare su questa c’era un Glameow.
-Oh.-
-Ah, non era certo ciò che ti aspettavi.-
Disse Luana grattandosi la testa imbarazzata.
-Effettivamente…ma non è importante, vorrà dire abbiamo risparmiato tempo ahah. Andiamo pure e scusami per tutto questo.-
-Non scusarti, in realtà ero curiosa anche io di cosa ci fosse qui dentro.-
Senza null’altro da fare le due uscirono dalla grotta tornando nella parte precedente della montagna e continuando a scenderne le scale, arrivarono così ai piedi della montagna e poterono proseguire sull’unico sentiero disponibile, la città era ormai vicina tanto che i tetti delle case erano già in vista.
Bisognava solo svoltare un angolo, vicino a cui c’era un piccolo laghetto accanto a cui era acciambellato un Pokémon gigantesco, simile ad un castoro marrone.
-Ehi Sara, per eliminare quella strana macchina c’è voluta la mossa spruzzo, non è vero?-
-Sì, fortunatamente c’erano dei Pokémon che hanno potuto aiutarti.-
-Dovremmo catturare qualche Pokémon con quella mossa prima di arrivare. Oh, Portena è a nord della foresta di Vien, siamo arrivate ormai.-
Fortunatamente avevano già un Pokémon simile ma non si poteva mai sapere ciò che sarebbe successo, quindi magari era il caso di trovarne un altro, per questo Sara volle tentare di catturare quello che aveva visto vicino al lago.
Avvicinandosi al Pokémon fece iniziare subito la cattura, già dalle prime linee di cattura era evidente le sarebbe servito più tempo rispetto ad altri, inoltre l’altro attaccò lanciando una sfera d’acqua a terra che presto si trasformò in fango.
Evitarlo non fu difficile e nonostante dallo schermo dello Styler comparve più volte un punto esclamativo che segnava il rischio di un attacco non ve ne furono altri e la cattura fu conclusa.


A quanto pare il Pokémon si chiamava Bibarel, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 2”, “Attacca sputando masse d’acqua”.
Purtroppo con Bibarel in squadra fu necessario liberare qualcuno, e la ragazza preferì scegliere Beedrill.
-Bene sono pronta Luana.-
-Ottimo, procediamo allora.-
Bastarono pochi metri per arrivare a vedere il terreno cambiare, l’erba venne sostituita da una strada in mattoni grigi, qualcosa però non andava, nell’aria si udiva un cigolio fastidioso e, purtroppo, familiare per una delle due Ranger.
-Non senti un rumore strano? E’ debole, ma riesco a sentirlo…-
-Sì…lo sento anche io.-
-E’ questo lo strano rumore che hai sentito nella Grotta Marina?-
-E’ molto simile, ma non ne sono sicura…-
Più che altro voleva non esserlo, perché avrebbe significato solo guai, e Luana lesse perfettamente questo sentimento sul suo viso.
-Se lo è significa che i Pokémon sono in pericolo!-
-Andiamo subito!-
Purtroppo le preoccupazioni che avevano avuto al Centro Ranger sembravano esser fin troppo giustificate, e forse era anche troppo tardi per intervenire prima che la situazione peggiorasse, ma loro non si sarebbero mai tirate indietro e correndo verso il centro della città si prepararono per aiutare chi aveva bisogno.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Mai prima d’ora la ragazza aveva mai visto un luogo così grande.
Prima di trasferirsi era sempre vissuta in una piccola cittadina simile alla sua attuale dimora, e la scelta degli studi non le aveva mai dato l’opportunità di vedere le grandi città.
Davanti a sé vedeva innumerevoli case dai tetti di vari colori, strade di cemento le connettevano tutte mentre in alcuni punti erano stati piantati alberi e cespugli per abbellire il paesaggio.
Proprio davanti all’entrata della città poi c’era un piccolo Centro Ranger simile al loro, sarebbe stata sicuramente una visita piacevole se non ci fosse stato un familiare ed irritante rumore ed un aurea violacea a rovinare il tutto.
-No…-
Guardandosi intorno Sara notò facilmente alcuni dei macchinari che aveva visto nella grotta assieme ad Ilario, forse era scontato li avrebbero ritrovati anche lì ma la situazione era certamente più grave perché molti civili vivevano in quella città, ed i pochi Pokémon per le strade sembravano tutto tranne che sicuri.
-Ehi voi! Ranger!-
La roca voce di un uomo fece voltare le due, la persona che le aveva chiamate aveva dei capelli rossi tenenti però quasi al rosa che, visto il modo in cui erano pettinati verso l’alto, ricordavano quasi delle fiamme. Vestiva con una maglia verde con l’immagina di una palma sopra, dei pantaloncini azzurri che gli arrivavano alle ginocchia, lasciando così scoperte le pelose gambe, e dei sandali rossi.
Teneva le braccia alla vita e batteva il piede sinistro in maniera ritmica.
-Speravo proprio di incontrarvi!-
Disse correndo verso le due come un fulmine.
-Il mio nome è Ponzio! Sono l’addetto al ponte a nord di questa città, ma non volevo parlavi di questo. Quello che voglio chiedervi è: cosa sta capitando ai Pokémon qui attorno?-
Chiese corrugando la fronte mettendo ancor più in evidenza le folte sopracciglia.
-Non ne siamo ancora certe, ma la colpa è di alcuni macchinari che alterano lo stato dei Pokémon.-
Disse Luana con fare serio.
-Mh, capisco…che resti tra noi, ma ho visto qualcosa di decisamente sospetto. Ho visto certi individui loschi che piazzavano delle…ehm…cassette della posta giganti in città.-
-Ha visto chi è stato?-
Chiese Sara speranzosa, purtroppo bastò l’espressione dell’uomo a risponderle.
-No, ma subito dopo, tutti i Pokémon in città hanno cominciato a comportarsi in modo strano. Sta succedendo qualcosa di molto insolito.-
-Dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi! Sara, muoviamoci!-
Mai prima d’ora la ragazza aveva visto Luana così seria, forse nemmeno durante l’incendio della foresta.
-Ascolta bene, è importante: se l’energia del tuo Styler è bassa, fallo ricaricare alla Stazione Ranger. Si tratta di quell’edificio laggiù.-
Quindi non era un Centro Ranger?
Questo spiegava come mani non ne aveva visti in giro però…
-Un’assistente sarò lieto di ricaricare il tuo Styler. C’è anche un Punto di salvataggio. Meglio approfittarne!-
Sicuramente era meglio, la situazione era pericolosa e non era il caso d’essere avventate.
Ponzio s’intromise nella conversazione sospirando pesantemente.
-Per come stanno andando le cose, badare al ponte è l’ultimo dei miei pensieri! Come posso rendermi utile qui?-
-Non si preoccupi, penseremo noi a tutto.-
Disse Luana sorridendo all’uomo, Sara però obbiettò rispondendogli in altro modo.
-Però potrebbe assicurarsi che tutti i civili siano al sicuro, se ne vedrà qualcuno fuori casa per favore l’avverta della situazione.-
-Roger! Contate su di me!-
Rasserenata per quella risposta Sara gli diede le spalle entrando nella Stazione Ranger, l’interno non era molto diverso dal Centro, dietro ad un bancone azzurro al centro della parete opposta alla porta c’era una giovane Assistente dai capelli a caschetto viola vestita con un gonna verde, una camicia bianca, una cravatta rossa ed una giacca dello stesso colore della gonna. A sua volta dietro a lei c’era un grande computer pieno di dati, e a destra del bancone era presente un punto di salvataggio.
Il dettaglio più curioso era il fatto gli angoli della stanza fossero stati costruiti in modo lì vi fosse dell’acqua, fermata da un gradino grigio.
-Sara, sei sicura sia stata una buona idea rispondergli così?-
-Penso di sì, non possiamo fare tutto da sole. Anche se volessimo non abbiamo modo di stare in ogni angolo della città.-
-Ma siamo Ranger, dovremmo essere noi a proteggere i civili…loro dovrebbero solo mettersi al sicuro e fidarsi di noi.-
Rispose ferma l’altra con uno sguardo un po’ malinconico, non c’era ostilità né nelle sue parole né nel tono ma era chiaro la pensassero in maniera diversa, purtroppo però ciò non voleva dire Sara si sarebbe solamente adattata.
-Mi dispiace Luana, ma sono sicura andrà tutto bene.-
-Speriamo sia così…-
Dopo questa conversazione le due utilizzarono il punto di salvataggio evitando così di perdere i dati nello Styler, dopo di che furono completamente pronte per uscire dall’edificio.
Come prima cosa, senza nemmeno parlare, decisero di far qualcosa per il macchinario più vicino, questo si trovava alla destra della Stazione Ranger, quasi in mezzo alla strada.
Prima d’approcciarvisi però c’era un altro problema, ovvero un Pokémon che continuava a girarvi intorno, questo sembrava quasi un tigrotto dal lucido pelo giallo a strisce nere.
-Non preoccuparti ci penso io.-
Disse Sara iniziando subito la lotta, nonostante il fastidioso rumore completarla fu uno scherzo e riuscì a farlo anche prima che l’altro attaccasse.

A quanto pare si chiamava Growlithe, ”Gruppo: Fuoco – Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 2 “, e da quanto c’era scritto sotto “ Attacca sputando palle di fuoco e lanciandosi alla carica.”, era stata veramente una fortuna non avergli permesso d’attaccare.
-“I tuoi sentimenti di amicizia non sono riusciti a raggiungere veramente Growlithe!”-
La voce robotica dello Styler precedette la fuga del Pokémon, la ragazza a stento trattenne un espressione dispiaciuta, quella frase l’aveva colpita come un pugno nello stomaco, ma sapeva era tutta colpa di quella macchina.
-Bibarel, per favore, usa la mossa Spruzzo contro quell’ostacolo!-
Disse la ragazza indicando il macchinario, bastò un solo attacco del Pokémon, che utilizzò una grossa bolla d’acqua, per ridurlo in pezzi.
-Grazie, Bibarel, a presto!-
Mentre lo vedeva andar via la ragazza continuava a sorridere certa che la situazione fosse già nelle loro mani, ma vedendo il suono non cessava dovette ricredersi.
-I Pokémon si comportano ancora come se fossero sotto ipnosi. Quante di queste macchina ci saranno…?-
Disse Luana guardandola preoccupata, come se l’altra potesse darle una risposta.
-Io…-
Non aveva minimamente pensato potessero essercene altre e temeva trovarle sarebbe stato un duro compito, ma mentre stava per rispondere notò che sopra un ponte non molto distante dalle due stavano  passando due strani figuri vestiti completamente di nero, e dall’aria erano entrambi decisamente loschi.
Fu solo per pura fortuna che sentì una parte del loro discorso.
-Eh eh, ecco fatto. Tutte le unità  Gigaremo sono sistemate, finalmente.-
-Com’è che queste macchine Gigaremo sono così assurdamente pesanti? Ci vogliono addirittura quattro persone per spostarne una. Non potevano pensare a chi le deve usare, mentre le progettavano?-
Dopo queste poche frasi le due figure continuarono a camminare raggiungendo quasi la fine del ponte, ma le loro parole erano rimaste impresse nella mente della ragazza.
Avevano parlato di una macchina pesante, poteva essere una coincidenza che anche quella che avevano appena distrutto fosse così?
Non aveva però abbastanza informazioni per esserne certa, tuttavia non avrebbe aspettato per trovare risposte, così senza continuare la frase iniziò a correre prendendo alla sprovvista Luana.
-Ehi! Aspetta! Hai trovato qualcosa?-
-Forse!-
Procedendo lungo la strada a sinistra la ragazza sperò di poter raggiungere delle scale che conducessero al ponte, in effetti la città era a più livelli ed anche in lontananza riuscì ad intravedere il suo obbiettivo, ma rimase delusa quando vide un alto cancello di ferro, con i bordi formati da degli strani bottoni lampeggianti rossi, bloccarle la strada.
-Ma cosa…-
Toccandolo scoprì si trattava di un ostacolo e che fosse necessaria una mossa Elettricità 2, la descrizione diceva “Tre barre orizzontali bloccano la strada. Non ci sono interruttori in vista”.
Tentò di scavalcarli pur di passare ma scoprì che sfiorandoli si rischiava di prendere una bella scossa, solo in quel momento la sua compagna la raggiunse.
-Sara, va tutto bene?-
-Sì ma abbiamo bisogno di superare questo cancello…non ho visto Pokémon con questa mossa da queste parti però…-
-Proviamo a tornare indietro allora, nel frattempo puoi spiegarmi cosa hai visto magari.-
-Non ne sono sicura, ho visto due strane persone e le ho sentite parlare di una macchina.-
-Credi parlassero della stessa che abbiamo distrutto?-
-E’ quello che temo, ma erano sul ponte.-
-Dobbiamo trovare assolutamente un modo per raggiungerli allora!-
Ripercorrendo la strada precedente però s’accorsero che gli ostacoli non erano pochi,  a partire dai Pokémon, uno di questi aveva iniziato a girare in cerchio proprio dall’angolo dal quale le due uscirono e così iniziò una lotta con Sara.
Come per quella precedente la difficoltà fu nulla, soprattutto perché la ragazza era talmente determinata per aiutarli che volle fare il più velocemente possibile, registrando le informazioni sullo Styler scoprì che il suo nome era Magnemite, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa mappa: Ricarica 2”, “Attacca emettendo scariche elettriche”.

Anche stavolta però i sentimenti d’amicizia non raggiunsero il cuore del Pokémon che scappò…
-“I tuoi sentimenti di amicizia non sono riusciti a raggiungere veramente Magnemite!”-
Con quella cattura però la ragazza ebbe il tempo di notare qualcosa che in effetti avrebbe dovuto guardare prima, un gigantesco cartello con sopra disegnata la mappa della città, la quale sicuramente era ben articolata.
Verso nord c’erano i Giardini Altru, verso est la Baia di Portena, probabilmente erano tra i punti più importanti visto erano ben scritti in grassetto, mentre i nomi delle vie erano scritte in corsivo minuscolo, c’era poi scritto “Portena: il miglior porto di tutta Almia.”
Un vero peccato in quel momento non potevano apprezzar e il posto…
-Credo fossero diretti verso la Baia…-
Disse Sara pensierosa indicando il punto, Luana avvicinandosi guardò nella direzione dove questa si trovava e vide che attraverso il ponte vi si poteva facilmente arrivare.
-Se sono arrivati via mare forse stanno andando via…non abbiamo tempo da perdere.-
-Sì.-
Per questo motivo corsero subito per controllare altre zone nei dintorni, proseguendo stavolta verso Nord, arrivando sotto al ponte in discussione. Sotto questo però tra le ombre era ben nascosto un Pokémon simile ad un topolino viola, che non appena le notò saltò subito addosso a Sara iniziando una lotta, sembrava quasi volessero far di tutto per rallentarle.
Questo però non sarebbe bastato a farlo.
Sara disegnò subito rapidamente dei cerchi attorno al Pokémon ma durante i movimenti per evitare d’essere una preda facile non la smetteva di guardarsi intorno, come per cercare di vedere le due figure losche.
Questo però le fece commettere un errore e la linea di cattura si ruppe, per puro caso pochi secondi prima che il Pokémon tentasse d’attaccarla con un morso.
Dopo questo lei riprese la cattura concludendola subito.

Il nome del Pokémon era Rattata, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione.”, “Attacca mordendo con i suoi forti incisivi.”. La routine però purtroppo non cambiò…
-“I tuoi sentimenti di amicizia non sono riusciti a raggiungere veramente Rattata!”-
Stavolta la ragazza non trattenne un sospiro sconsolato, ma Luana le si avvicinò appoggiandole una mano sulla spalla.
-Riusciremo ad aiutarli, non preoccuparti.-
Il sorriso della ragazza era così sincero e contagioso che era difficile resisterle e non venirne contagiati, questo riuscì a sollevare almeno d’un poco l’umore di Sara.
-Sì.-
Arrivando fino alla fine di quella strada però videro qualcosa di ben poco piacevole, lungo una rampa di scale c’era un muro composto da Pokémon i cuoi occhi erano nascosti sotto quelle orribili spirali rosse e gialle, si muovevano cercando di mordersi ed agitandosi ma non abbandonavano la postazione.
Alcuni erano dei Growlithe mentre altri Sara non ne aveva mai visti, il loro corpo era giallo e rotondo, con delle linee nere sui fianchi, sulla testa avevano delle strane antenne che ricordavano degli attacchi dei cavi.
Entrambe le ragazze erano sconvolte per la scena e Luana si portò le mani sulle labbra per trattenere lo stupore.
-Cosa gli hanno fatto…-
Anche Pachirisu era visibilmente scosso, la prima cosa che tentò di fare fu d’avvicinarsi per parlare con quei Pokémon ma ad ogni suo verso questi lo ignoravano oppure si muovevano come per scacciarlo, fino a quando non fu costretto ad arrendersi per cercare un’altra soluzione.
La risposta al problema comunque fu semplice da trovare, proprio accanto alla scala c’era un’altra di quelle dannate macchine, attorno ad essa stava girando un piccolo Pokémon  dalla pelle viola vestito con dei pantaloncini e delle scarpe marroni, attorno alla vita ed ai polsi aveva delle fasciature di benda bianca che ricordavano quelle di un lottatore, in effetti anche la sua postura eretta ed il modo in cui si muoveva lo ricordava, ma in ogni caso era chiaro che prima avrebbero dovuto catturarlo per poter distruggere quella cosa.
Vista la condizione di Luana Sara decise d’agire per conto proprio ed iniziò la lotta, questa non durò molto soprattutto perché la ragazza, nonostante i salti di fuga di lui, non smise mai di disegnargli attorno dei cerchi, nemmeno quando attaccò con un pugno caricato che emise perfino una fiamma rossa dalle punte blu.
In questo modo però riuscì a catturarlo subito, scoprendo che si chiamava Tyrogue, “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa Distruzione 1”, “Si sposta rapidamente e attacca tirando pugni.”, nota aggiuntiva di quella cattura fu che fece passare il suo livello dello Styler da 8 a 0, aggiungendo 2 di potenza ed energia, che arrivò a 26/26.

-“I tuoi sentimenti di amicizia non sono riusciti a raggiungere veramente Tyrogue!”-
Forse in quel momento non aveva potuto far nulla per aiutarlo, ma l’avrebbe presto fatto.
-Oh no…-
S’era dimenticata però che per distruggere quelle macchina era necessario un Pokémon con mossa acqua 2, ed in quel momento non ne aveva con sé.
-Luana aspettami qui torno subito!-
-S-Sara!-
Sapeva d’aver bisogno d’aiuto e l’unica certezza era il Bibarel poco fuori dalla città, seguì però stavolta un’altra strada per arrivarvi, passando per la destra della piazza invece che dalla sinistra, purtroppo anche stavolta incontrò un Rattata che fece di tutto per raggiungerla, tanto che per evitarlo lei fu costretta a correre verso una strada che avrebbe portato alla Baia, non era quello però il momento d’andarvi e così la ragazza aspettò giusto il tempo che lui se ne andasse per tornare dov’era.
Raggiunse così la strada d’entrata alla città ed in lontananza vide il Pokémon che le serviva.
-Bibarel!-
Questo era acciambellato al suolo prendendo il sole pacatamente, le dispiaceva disturbarlo, visto anche che con il suo urlo l’aveva fatto sobbalzare, ma non c’era tempo per pensarci.
Durante la cattura fece del suo meglio per non sbagliare ma quando lui l’attaccò sputando a terra una grossa pozza d’acqua lei per evitarla inciampò, interrompendo così la linea di cattura. Fu solo una cosa momentanea però visto subito lei concluse il tutto.
Per tornare indietro volle tentare nuovamente di percorrere la strada a destra, ma come prima il Rattata l’aspettava per fermarla ed iniziare la lotta, bastò però solo un po’ di furbizia per far sì che la sua attenzione si focalizzasse sui rottami del macchinario.
La ragazza infatti raccolse da terra un piccolo sassolino e lanciandolo contro al metallo produsse un suono che attirò l’altro, in questo modo poté superarlo.
Non riuscì però ad evitare di sbattere contro un altro Pokémon, simile ad un grosso uccello azzurro dalla testa nera.
Purtroppo non aveva prestato attenzione a dove stava correndo, preoccupata il Rattata potesse raggiungerla, e così dovette iniziare una cattura.
Il Pokémon non fu semplice come gli altri da catturare, era più veloce soprattutto grazie al fatto che volava e così la prima linea di cattura venne rotta subito, in seguito poi attaccò producendo dei suoni che presero forma in note musicali gialle che fluttuarono in aria, queste rimasero lì per un po’ impedendo alla ragazza un qualsiasi approccio, se non solo un paio di cerchi piccoli piccoli attorno al Pokémon.
Solo quando quelle cose furono svanite poté muoversi più velocemente e, dopo uno scatto dell’altro, concludere quella cattura.

Il nome del piccoletto era Chatot, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa Taglio 1”, “Attacca emettendo suoni.”.
-“I tuoi sentimenti di amicizia non sono riusciti a raggiungere veramente  Chatot!”-
Stavolta la reazione della ragazza fu nulla, perché a pochi metri da lei c’era Luana che l’aspettava.
-Bibarel, usa Spruzzo su quell’ostacolo!-
Urlò non appena furono abbastanza vicini. Il Pokémon eseguì subito distruggendo il macchinario, e come prima s’allontanò per tornare a riposare.
Stavolta i risultati comunque furono decisamente più evidenti, il suono in quella zona scomparve, qualsiasi alone attorno a lor fece lo stesso e gli occhi dei Pokémon tornarono normali.
Questi smisero di muoversi per qualche secondo poi, guardandosi attorno confusi, presero a sparpagliarsi ritornando probabilmente alle proprie zone.
Stavolta erano riuscite veramente a fare qualcosa.
-YUUUHUUU!-
L’urlo di un uomo fece sobbalzare le due ragazze, che voltandosi videro Ponzio correre verso di lor agitando tra le mani una delle ciabatte che portava.
-Tanto di cappello, Ranger! Ora, lasciate che mi occupi io di quei loschi figuri. Per iniziare, ho sollevato il Ponte Nord che sta, appunto, a nord di qui. Nessuno scapperà in quella direzione, ve lo posso assicurare.-
-La ringraziamo signor Ponzio.-
Disse Sara felice d’avere una preoccupazione in meno, anche Luana mostrò un’espressione sollevata, forse stavolta non vide nulla in contrario nel farsi aiutare da civili.
-Ehi, devo dire che le cose si fanno davvero interessanti da queste parti! Vi faccio una promessa. Li prenderò, li impacchetterò per bene con un paio di giri di corda e ve li porterò in regalo.-
-A-aspetti signor…-
Prima che Luana potesse dire nulla l’uomo aveva già superato la rampa di scale allontanandosi, sospirando poi la ragazza sorride debolmente.
-Quel Ponzio…ha delle buone intenzioni , ma…-
-Ma è pericoloso per lui. Sarà meglio raggiungerlo.-
Concluse Sara sorridendo comprensiva, solo perché ogni tanto l’aiuto dei civili poteva esser utile non voleva dire dovessero mettersi in pericolo al posto loro. Così subito le due seguirono il percorso dell’uomo.
Superata la rampa furono inondate da un dolce odore di fiori appena raccolti, molto vicino a loro infatti c’era un negozio che li vendeva e che fortunatamente non sembrava aver avuto problemi nonostante gli spostamenti di tutti quei Pokémon.
Proseguendo verso l’unica strada a sinistra si ritrovarono in una nuova zona, stavolta piena di graziose case rettangolare sui cui tetti la maggior parte avevano dei giganteschi terrazzi pieni di piante.
Ogni casa aveva poi un suo personale giardino e così la natura nello scenario era molto più presente rispetto a prima.
Purtroppo però la bellezza del posto non era la prima cosa che le due notarono…c’era infatti nuovamente quel fastidioso suono ed i Pokémon si comportavano in maniera bizzarra come prima.
-Deve esserci qualche dispositivo anche qui.-
Disse Luana seria guardandosi intorno.
-Perché ne hanno piazzati così tanti?-
Si chiese Sara non comprendendo  nessuna di quelle azioni, bastò comunque qualche passo per poter individuare il macchinario, al centro della piazza sistemato in un piccolo giardinetto rettangolare.
Attorno a questo stavano girando numerosi Pokémon il che non era certo un buon segno.
-Uh? Aspetta Sara, cos’è questo? Questa macchina è di un altro colore. Che sia un diverso tipo?-
-A che cosa servirebbe? Agisce nello stesso modo mi sembra.-
Disse la ragazza sperando fosse solo un fattore estetico, purtroppo però non era assolutamente così, stavolta per distruggere quella cosa sarebbe servito un Pokémon con una mossa Fuoco 2.
-Cavolo…-
-Cosa succede?-
Chiese Luana preoccupata.
-Avevi ragione, stavolta è da distruggere con il fuoco.-
-Ma con abbiamo nessun Pokémon simile con noi!-
Disse preoccupata la ragazza guardandosi intorno, se fosse stato lì poi sicuramente non avrebbe potuto aiutarle se sotto ipnosi.
-Proviamo a spostarci magari avremo fortuna.-
Rispose Sara muovendosi, la fortuna però non era decisamente dalla loro visto che le uniche strade disponibili erano o verso le scale bloccate o dal ponte, dove una fila di  Chatot ed un Pokémon dalla forma sferica, dalla parte superiore rossa e quella inferiore bianca, bloccavano la strada.
-Sara guarda, un’altra di quelle cose!-
Luana non molto distante da quel punto aveva notato un’altra macchina come la precedente, avevano bisogno quindi di due Pokémon di tipo fuoco e la loro unica soluzione era quella di tornare indietro, evitando per quanto possibile i Pokémon.
-Credi che in questa zona troveremo qualcosa?-
Chiese Luana scendendo le scale frettolosamente.
-Non ne sono sicura, prima ho catturato qualche Pokémon ma non ci ho fatto troppo caso vista la situazione. Non possiamo far altro che controllarli.-
Passando per le strade guardarono tutti quelli che incontravano, fino a quando proprio accanto alla Stazione Ranger Sara non ritrovò un Growlithe.
-Ecco!-
La sua mossa era un tipo fuoco 2, perfetta per la situazione.
Confidando la cattura stavolta si dimostrasse più fruttuosa la ragazza s’avvicinò facendola iniziare, come prima non ebbe alcuna difficoltà ma stavolta con gioia vide che il piccolo non scappò.
Anzi, per la verità praticamente non si mosse, stava sdraiato a terra con gli occhi socchiusi emettendo quelle che sembravano delle basse fusa.
Quando le due si mossero lui impiegò molto tempo anche solo per alzare una zampa.
-Ehm, credo sia un po’ pigro ahah.-
Disse Luana prendendola sul ridere, Sara però non era molto dello stesso avviso e pur di sbrigarsi prese Growlithe in braccio.
-Forza! Forza!-
Ripeté come auto incitamento muovendosi, purtroppo però con quel peso era decisamente rallentata e così quando un Rattata impaurito le venne addosso non poté che iniziare una cattura con lui, non fu molto complessa ma richiese di liberare almeno 1 Pokémon, e dopo aver guardato tutte le mosse Sara scelse di liberare Bonsly e Rattata.
Continuò comunque a trasportare il Geowlithe fino a quando tornarono nella zona precedente.
-Speriamo non sia pigro anche per usare le mosse…Growlithe, per favore usa la mossa Fuoco su quell’ostacolo!-
Aprendo la bocca il Pokémon emise una forte fiammata che colpì l’oggetto facendolo esplodere, solo lì finalmente iniziò a muoversi normalmente tornando indietro, non era però ancora finita.
-Ora dovremmo tornare indietro a prenderlo eh?-
Chiese Sara guardando Luana con il fiatone.
-Lo puoi vedere un po’ come un allenamento speciale.-
Rispose Luana cercando di rincuorarla.
Tornando indietro trovarono il Pokémon nella stessa posizione di prima ma stavolta, durante la cattura, ci fu una maggiore opposizione, visto cercò perfino d’attaccarla sputando delle fiamme, non le impedirono però di concludere la cattura e di trasmettere i suoi sentimenti d’amicizia.
-Scusami, ti prometto che alla fine di tutto questo ti porterò in un bel posto per riposare.
Il Pokémon sembrò capirla e la guardò con una faccia decisamente soddisfatta, tuttavia non fece comunque niente per muoversi costringendola così a portarlo ancora in braccio.
-Growlithe…per…favore…uff che fatica…usa la mossa fuoco sull’ostacolo!-
Anche questa volta il Pokémon eseguì il compito andando via subito dopo, stavolta però Sara era talmente sfinita da non riuscir nemmeno a dirgli grazie, solo a muovere la mano in segno di saluto.
Con gioia comunque vide che anche in quella zona la situazione tornò normale, i Pokémon smisero d’avere quelle strane spirali negli occhi e si sparpagliarono.
-Stiamo facendo un ottimo lavoro.-
Disse Luana avvicinandosi a lei e sorridendole appoggiando una mano sulla sua schiena.
Mentre parlavano però due figure vestite di nero si avvicinarono in lontananza, erano come quelle che Sara aveva visto sul ponte…
-Abbiamo perso il segnale delle unità Gigaremo e abbiamo trovato due Ranger!-
-Oh, ce l’hanno fatta sotto il naso! Stanno dando la caccia alle unità Gigaremo! Dobbiamo avvisare il nostro leader!-
Visibilmente preoccupate le due figure corsero via oltre il ponte, lasciando Luana perplessa e Sara terribilmente preoccupata. Pachirisu invece dopo aver capito che probabilmente erano loro la causa di quella situazione agitò le zampe come a promettere avrebbe dato loro una lezione.
-Gigaremo? Sono certa di averli sentiti dire “Gigaremo”.-
Disse Luana guardando l’altra.
-Li ho sentiti anche io…è per questo che prima sono scappata, li avevo visti.-
-E’ così che chiamano quelle strane macchina? Cosa staranno complottando quegli infidi individui?-
-Sicuramente niente di buono se è colpa loro ciò che è successo.-
Rispose Sara stringendo i pugni.
-Seguiamoli.-
Dopo la frase di Luana le due cercarono di muoversi in direzione del ponte ma dopo pochi passi un Pokémon sbucò dai cespugli aggrappandosi alla gamba di Sara, iniziando così una cattura.
Il suo corpo era completamente rosso e sembrava quasi una creatura mista tra un’anatra e una lucertola, con una capigliatura a scodella in testa.
Quel particolare le riportò alla mente il suo vecchio compagno di classe, sorrise intenerita ai ricordi dei momenti in cui parlavano riguardo al futuro, di come lui fosse sempre preoccupato ed indeciso su cosa fare, ed ogni volta ripeteva quanto invidiava Leo per aver già la strada decisa.
Mentre ripensava a quei momenti completò la cattura scoprendo che il Pokémon si chiamava Magby, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 1”, “Attacca sputando palle di fuoco.”.


Conclusa la cattura comunque l’unica cosa restava da fare era superare il ponte, mentre lo raggiungeva il cielo sopra di lei si rannuvolò  rendendo l’ambiente più cupo e freddo, per qualche motivo quello scenario le fece stringere lo stomaco, ma sicuramente non solo per quel motivo.
Sentiva una forte agitazione crescere dentro di lei, derivante dal fatto stava avendo a che fare con dei VERI cattivi, non erano frutto della sua immaginazione, non erano prove, era tutto vero.
E se avesse sbagliato qualcosa?
Se fosse capitato qualcosa a Luana per colpa sua, oppure se per i suoi errore i Pokémon o i cittadini avessero dovuto pagare?
Era una responsabilità enorme, senza aggiungere ciò che sarebbe potuto capitare a lei.
Avrebbe comunque affrontato qualsiasi paura, pur di aiutarli, ma era comunque un essere umano ed erano le sue prime esperienze, anche se forse ai pericoli
non si sarebbe mai abituata.
Prima di poter arrivare al termine del ponte però s’imbatté in uno dei Pokémon gialli che avevano sbarrato le strade fino a quel momento, visto l’andamento della corsa non aveva potuto fermarsi prima di arrivargli contro e così fu costretta ad iniziare la cattura, questa in ogni caso fu rapida e riuscì a terminarla appena in tempo prima che l’attaccasse.

Scoprì così che il nome del Pokémon era Elekid “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 2”, “Attacca lanciando sfere elettrificate.”.
Un aiuto in più poteva far sempre comodo, e ad esser sinceri fare dei nuovi amici aiutava il cuore della ragazza a rilassarsi, e così con un piccolo sorriso superò il ponte arrivando nella nuova zona.
L’accoglienza però fu forse tra le peggiori visto si sentì l’urlo di una ragazzina.
-Aaargh!-
Non molto lontano dalle due Ranger c’era una piccola bambina dai capelli biondi pettinati all’indietro, con degli occhioni azzurri lucenti e che indossava una camicia viola ed una gonna rossa. La piccola era circondata da due Elekid e due Magby che le giravano intorno. Alla destra di questa scena c’era poi una Gigaremo verde.
La bambina sembrava spaventata e quasi piangeva, oltre quel muro di Pokémon c’era anche il signor Ponzio.
-Signor Ponzio…-
-Aspetta, Allegra! Non c’è niente di cui aver paura! Ponzio è qui per mettere le cose a posto!-
Allegra?
Quel nome suonò nella mente di Sara bloccandola, aveva già sentito quel nome…apparteneva…alla sorellina di Leo!
L’aveva incontrata molto tempo prima dal ponte che connetteva l’Accademia al bosco, ritrovarla lì aveva spiazzato la ragazza che istintivamente si guardò intorno anche per vedere tracce del ragazzo, ma lui non sembrava esserci.
Nel frattempo l’uomo continuava a cercar di superare i Pokémon ma ogni volta veniva sbalzato via.
-Uff, eccheccavoli…-
Prendendo un gran respiro Ponzio fece qualche passo indietro alzando le braccia al cielo e chiudendo le mani in due pugni.
-Super Salto Ponzio!-
-Ponzio no!-
Dopo quella mossa l’uomo corse fino alla barriera e con un solo salto la superò prendendo tra le braccia la bambina, che si aggrappò alla maglia verde. Luana che aveva intuito ciò che voleva fare aveva tentato d’urlare per fermarlo ma era stato tutto inutile.
-Allegra, non ti sei fatta male, vero?-
-N-no…-
-Non c’è niente di cui preoccuparsi. Come mai questi cosi ti hanno attaccato all’improvviso?-
-Non lo so signor Ponzio…-
L’uomo cercò di farla calmare accarezzandole la schiena con una mano, mentre nel frattempo si guardava intorno, lentamente iniziò a mostrare una seria preoccupazione sul viso.
-Dunque!...ehm. Sono finito nel bel mezzo del problema, ma…e adesso?-
Anche Luana si stava mostrando decisamente preoccupata per la situazione.
-Oh, accidenti! Dobbiamo aiutarli alla svelta!-
-Hai ragione, dobbiamo fermare quei Pokémon!-
Disse Sara correndo verso il gruppo cercando poi d’agire come Ponzio, ma allo stesso modo lei venne sbalzata via fino a quando non cadde a terra.
Pachirisu preoccupato si fosse fatta male le si avvicinò accarezzandole la gamba con una zampina.
-Non preoccuparti, sto bene.-
-Piuttosto che badare ai Pokémon ipnotizzati, rompiamo le Gigaremo. Quello dovrebbe funzionare!-
Disse Luana aiutandola ad alzarsi.
-Sì hai ragione scusa…-
Rispose Sara imbarazzata, sfortunatamente però era necessaria una mossa fuoco di tipo 2 e non avevano nessuno ad aiutarle in quel momento.
Prima di tornare indietro comunque Sara volle controllare anche la strada verso sud, la quale portava a delle scale, il problema però era che anche lì era presente una barriera, per romperla comunque sarebbe bastato un Pokémon con una mossa elettricità 3, e stavolta c’era Elekid ad aiutare.
Prima però di chiedergli aiuto Sara notò qualcos’altro, che dall’altra parte di questa barriera c’era una Gigaremo blu, proprio accanto ad una barriera di Bibarel.
-Forse…potrei arrivare in quel punto…-
Disse la ragazza speranzosa, purtroppo però prima di distruggere la GIgaremo era necessario rompere la barriera.
-Elekid, per favore distruggi l’elettrocancello!-
Distruggerlo fu molto facile, ma anche se c’era ancora il dispositivo da distruggere c’era da dire che almeno così avrebbero potuto raggiungere più facilmente la zona in cui c’era il Pokémon adatto a rompere quella verde.
-E stavolta Growlithe sarà meglio non esser pigri.-
Per la terza volta Sara iniziò la cattura con il Pokémon, questa fu identica alla precedente, un solo attacco seguito dalla vittoria della ragazza, ciò che non cambiò era la proverbiale pigrizia del Pokémon che costrinse la ragazza a prenderlo in braccio.
Stavolta almeno il tragitto fu molto breve ed arrivati lei chiese subito di distruggere il dispositivo, ormai sembrava che Growlithe ci avesse preso gusto nel farlo, infatti parve divertirsi.
-Grazie Growlithe, a presto!-
Distrutta quella Gigaremo sia lei che Luana sperarono questo bastasse almeno a calmare i Pokémon più vicini, ma questi non smisero d’agitarsi.
-Va tutto bene Allegra, ci pensano i Ranger adesso.-
La bambina continuava a tremare e star nascosta tra le braccia dell’uomo, guardandola Sara provò una fitta allo stomaco, non voleva vederla in quel modo e per questo s’affrettò a correre nuovamente verso il ponte dove aveva trovato Elekid.
Fu molto felice di vedere fosse ancora lì, la cattura non impiegò molto tempo e il Pokémon non oppose alcuna resistenza ad essa, così l’unica cosa che rimase da fare fu quella di tornare dalle scale e dalla barriera di Bibarel per distruggere la Gigaremo blu.
-Elekid, per favore distruggi l’ostacolo!-
Bastò una semplice  mossa del Pokémon per far sì questo cadesse a pezzi.
-Grazie, Elekid, a presto!-
Non appena questo si fu allontanato il fastidioso suono che aveva continuato ad irritare le orecchie dei Pokémon e delle ragazze cessò e tutti si calmarono, Ponzio ed Alice finalmente erano liberi.
Subito le due Ranger corsero da loro per assicurarsi stessero bene.
Ponzio vedendo che stavano arrivando sollevò una mano in segno di saluto, subito dopo Allegra fece lo stesso urlando verso le due.
-Grazie, Ranger!-
-Tutto bene? Non sei ferita?-
Chiese Luana inginocchiandosi accanto a lei. Ponzio nel frattempo sembrava aver perso tutta la sua energia e sospirava sconsolato.
-Io non so proprio che dire…-
-Non è stata una situazione facile, fortunatamente c’era lei insieme alla piccola altrimenti avrebbe potuto farsi male.-
Disse Sara cercando di rincuorarlo mostrandogli che effettivamente il suo intervento non era stato nullo.
-Ranger, Ranger! Ho visto dei tipacci andare verso il porto.-
Disse Allegra alzando una mano per attirare l’attenzione di tutti.
-Devono esser quelli che abbiamo visto anche noi…-
Borbottò Sara guardando Pachirisu che mosse la coda un paio di volte e mosse la testa in accordo con la ragazza.
Lunana tra tutti sembrava la più carica e pronta ad agire.
-Sono andati al porto? Inseguiamoli! Il porto si trova nella zona est di Portena, non è lontano!-
Prima che potessero muoversi però Ponzio prese parola per parlare.
-Grazie veramente per averci aiutati. Sapete, questa ragazzina, Allegra, ha un fratello più grande che si chiama Leo. Lui è molto occupato con il lavoro e di solito non riesce ad essere a casa. Per questo sono un po’ anch’io un fratello maggiore per la piccola Allegra. La riporto a casa, adesso. Grazie, ranger!-
Sara sapeva già queste cose, ma a quanto pare Allegra non si ricordava di lei, in quel momento non se la sentiva di parlarne soprattutto perché la piccola poteva anche esser sotto shock per la situazione.
Non aveva mai dubitato comunque che Leo con la sua intelligenza avrebbe facilmente trovato un lavoro, ma sarebbe stato bello se avesse potuto passar più tempo con la sorella, che anche al tempo era andata a cercarlo proprio perché ne sentiva la mancanza.
Mentre Ponzio ed Allegra si allontanavano verso casa comunque la ragazza si voltò una volta guardando entrambe, soffermandosi in particolare su Sara, forse in qualche modo si ricordava di lei.
-Inseguiamo quella banda di manigoldi. Dirigiamoci a est per la via cittadina più bassa per raggiungere il porto.
-Caspita Luana, ti vedo molto carica. E sembri anche conoscere bene Portena.-
-Non è la prima volta che vengo qui, e dopo ciò che quei tizi hanno fatto non posso non esserlo.-
Rispose la ragazza sorridendo mostrando quando era tenace a riguardo della situazione, entrambe poi si spostarono verso le scale arrivando fino alla strada che le avrebbe condotte verso il loro obbiettivo.
Notarono anche un punto di salvataggio e così prima di muoversi decisero entrambe di salvare i dati del loro Styler, non sapevano ciò che sarebbe potuto succedere, ma sarebbero state pronte a fare del loro meglio per risolvere la situazione.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Nell’ultima area della città, ovvero il porto, l’atmosfera era carica di tensione. Il suono che avevano sentito per tutto il giorno infastidiva le orecchie delle due ragazze che, da una sola occhiata, poterono già vedere un povero Pokémon soggiogato da quell’ipnosi.
La zona non era molto diversa rispetto alla precedente se non fosse stata completamente sul mare, l’odore salato nell’aria sarebbe potuta esser quasi piacevole e rinfrescante se non fossero state lì in missione.
Non sentirono il bisogno di dire alcuna parola, solo di agire.
Involontariamente finirono per scontrarsi contro il Pokémon davanti a loro, simile ad un gabbiano che volando nel cielo continuava a far dei movimenti circolari.
La lotta fu breve nonostante questo attaccò Sara con una mossa caricata, lei però rotolando sul fianco riuscì ad evitarla appena in tempo, tentennò solo un poco in seguito temendo una nuova mossa ma non accadde nulla di simile e la cattura si concluse.

Il nome del Pokémon era Wingull, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo”, “attacca lanciandosi alla carica.”
La voce dello Styler segnò però per l’ennesima volta che i sentimenti della ragazza non l’avevano raggiunto e questo volò lontano da lei. Superarono poi anche il secondo ovvero un Magnemite, arrivarono fino ad una biforcazione accanto ad un muro, sopra il quale v’era anche un’altra zona del porto. Su tale muro c’era una targa con su scritto “Baia di Portena, la brezza marina porta con sé il profumo dei viaggi.”
Andando sempre dritti s’arrivava ad un vicolo cieco del porto che dava sul mare, lungo la cui sinistra però c’era un piccolo edificio utilizzato probabilmente dai marinai.
Alle spalle di tale edificio c’era una strada i cui contorni erano occupati da grossi container verdi e da dei barili rossi e, siccome era l’unica strada possibile, proseguirono in questa direzione venendo però aggredite da un Pokémon somigliante ad un gigantesco ratto dalla pelliccia marrone chiaro.
Già dal primo istante tentò di mordere Sara con i suoi grossi incisivi ma lei evitò ogni colpo proseguendo nella cattura, al termine di questa le informazioni su di lui vennero registrare scoprendo così che il suo nome era Raticate, “Gruppo: normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Taglio 2”, ”Attacca mordendo con i suoi forti incisivi.”.

Quando il Pokémon scappò la ragazza non mostrò alcuna espressione di tristezza, questa dentro di lei era stata sostituita con la rabbia al pensiero di quale motivazione potesse esserci dietro tutto ciò. Qualunque fosse stata in ogni cosa non avrebbe giustificato nulla.
Continuando a muoversi arrivarono fino ad un piccolo spiazzo dove riuscirono a sentire alcune voci, prima di superare l’ultimo container le due giovani vi si appiattirono contro scoprendo così un gruppo di uomini vestiti di nero sistemati in cerchio accanto ad una di quella maledette macchine, stavolta di colore giallo.
In tutto erano quattro ed avevano i volti coperti, ad eccezione di un quinto.
Non indossava maschere o cappelli come gli altri ed aveva dei corti e arruffati capelli rosso fuoco, dello stesso colore erano i suoi occhi anche che però non mancavano d’un alone malvagio.
Il suo viso era sottile ma dai lineamenti ben definiti, si sarebbe potuto anche definire di bell’aspetto se non avesse avuto quell’atteggiamento tanto ostile nello sguardo.
Accanto a quest’uomo c’era anche un Pokémon dalla corazza blu il cui mento rosso, costituito probabilmente da un particolare tipo di membrana, s’ingrossava e rimpiccioliva.
Uno degli uomini dal viso coperto sembrava essere appena arrivato visto aveva il fiatone.
-Ehi! Ci sono dei Ranger che se ne vanno in giro a sabotare le unità Gigaremo!-
-E’ perché ci abbiamo messo tanto a montarle. Non è colpa nostra se pesano così tanto. Ma va bene così. Siamo riusciti a ottenere diversi dati dall’esperimento. Togliamoci da questa città umida e stiamo lontani dai guai.-
Disse poi un altro accanto a lui. Sara corrugò la fronte perplessa, non erano stati molto chiari ma da ciò che aveva potuto intuire ciò che avevano fatto in quella città non era stato così importante per loro.
Eppure per i poveri cittadini e Pokémon aveva causato tantissimi guai…
-Esperimento? Che esperimento? Uhm…cosa sarà mai…dobbiamo scoprirlo…sai che ti dico? Chiediamolo direttamente a loro!-
Disse Luana convinta.
-Non è pericoloso però? E non sono sicura risponderebbero…-
Ribatté Sara decisamente poco convinta sull’efficacia di quel piano, un po’ troppo semplice forse.
-Magari uno di loro sarà sovrappensiero e parlerà senza pensare. Te la senti di provare?-
La ragazza rimase qualche secondo in silenzio tornando ad osservare il gruppo di uomini, erano decisamente in svantaggio numerico e chiamare dei rinforzi sarebbe stato inutile visto volevano andarsene.
L’unica cosa da fare era probabilmente tentare.
-Sì.-
O la va o la spacca, cercando di non farsi sentire fino all’ultimo momento le due uscirono dal nascondiglio, non vennero notate dall’uomo dai capelli rossi che dava loro le spalle.
-Scusate, ma voi chi sareste? Potreste per favore spiegarci cosa sono esattamente quelle macchine? E che cos’è quell’esperimento che avete nominato poco fa?-
Era stata Luana a parlare, il suo tono era stato molto calmo e garbato ma le domande poste misero in evidente imbarazzo Sara, che fece di tutto per non arrossire. Non avrebbero mai risposto a quei quesiti, quante probabilità c’erano che anche uno solo lo facesse?
Si sentiva in tutto e per tutto una ragazzina alle prima anni, d’un livello paragonabile solo a quello della scuola.
Tutti gli uomini si voltarono visibilmente sorpresi.
-B-brutti vandali! Cosa avete contro le nostre Gigaremo? Non si fa così con le cose degli altri!-
Iniziò uno fissandole con fare aggressivo.
-Chi siamo, chiedi? Siamo il Team Pesto Buio! Siamo un’organizzazione criminale con l’intento di dominare il mondo! Siamo qui a Portena per sperimentare le nostre macchine Gigaremo! Dobbiamo scoprire se le unità Gigaremo funzionano e se ci permetteranno di  comandare i Pokémon a bacchetta!-
Sara, accanto a Luana che guardava l’uomo sorridendo, spalancò la bocca scioccata.
A quanto pare esisteva qualcuno talmente sciocco da rispondere a quelle domande, non solo lei comunque ne fu sconvolta, anche l’uomo dai capelli rossi fissava l’altro nella stessa maniera, chiudendo poi gli occhi si sfregò le tempie avvicinandosi.
Quando fu vicino li spalancò lanciandogli un’occhiataccia.
-Ehi! Perché gli hai detto tutto quanto?-
-Oh, no! Volevo solo essere gentile! Si sono approfittati della mia gentilezza!-
Rispose l’altro rendendosi conto di ciò che aveva fatto.
-E grazie per esser stato così gentile.-
Disse Luana continuando a sorridere, forse tra le due Ranger solo lei fin dall’inizio era convinta quel piano avrebbe funzionato.
-Li convincerò  scordarsi quello che hanno sentito usando un po’ di maniere forti! Team Rattata, all’attacco!-
Guardando le due con fare furioso l’uomo che aveva rivelato i loro piani indicò entrambe e nel giro di pochi secondi quattro Rattata furono addosso alle due.
-Luana attenta!-
Visto il loro numero una cattura da soli era certamente più difficile, ma a Sara questo non importò visto spinse di lato Luana per evitare che anche lei fosse costretta a lottare.
La ragazza aveva più esperienza di lei e se quegli uomini fossero scappati chissà quando li avrebbero ritrovati, per questo Sara decise d’occuparsi di quei Pokémon dando così alla compagna il tempo d’evitare i criminali scappassero, qualcuno doveva occuparsi di loro.
Durante l’inizio della cattura la Ranger fu decisamente frastornata per il fatto di vedere quei piccoli esserini correre da una parte all’altra della zona di cattura, non fu facile riuscire a tracciare una prima linea che potesse racchiuderli ma trovò il giusto ritmo nei momenti in cui tutti andavano a spostarsi verso il centro.
Non furono poche le volte in cui dovette rifarle la linea di cattura, visto non stavano mai fermi, ma riuscì a prenderli tutti piuttosto rapidamente e, visto il punteggio finale, riuscì anche a far passare il proprio Styler al livello 10, aumentando la potenza di 1 e l’energia di 2, arrivando così a 28/28.
Com’erano arrivati tutti e quattro scapparono via e Sara non poté non sperare qualcuno li portasse al sicuro.
Luana le si avvicinò portandole una mano sulla spalla.
-Va tutto bene? Perché li hai voluti fare tutti tu?-
-Scusami, non volevo ti accadesse qualcosa, questi tizi vanno fermati ad ogni costo.-
-Hai ragione, ma non fare niente di pericoloso per favore. Starei male se ti capitasse qualcosa.-
Rispose la ragazza regalandole un altro sorriso pieno di dolcezza.
L’uomo che aveva mandato quei Pokémon intanto le guardava serio.
-Vi ho sottovalutato, ma stavolta faccio sul serio! Vai, Toxicroak!-
Questa volta non ci fu bisogno che Sara spostasse Luana perché quel Pokémon, rimasto fino a quel momento fermo nell’angolo, saltò addosso alla ragazza dando così il via alla cattura.
Già un dettaglio però la mise in crisi, ovvero la barra che riguardava quanto mancava perché i sentimenti d’amicizia raggiungessero il cuore del Pokémon. Non solo infatti era nera ma ricopriva tutta la parte superiore dello schermo nello Styler, si preannunciava perciò qualcosa di molto difficile.
Per qualche ragione perfino l’aura viola attorno a loro era diventata più densa agli occhi di lei, ma non poteva distrarsi, tentò di fare qualche cerchio attorno a Toxicroak ma questo l’attaccò facendo fuoriuscire dalla propria bocca delle nuvolette violacee, anche solo star loro vicino ad un metro di distanza fece tossire la ragazza, che per evitarle corse al lato opposto dello spazio per la cattura.
Il colpo seguente arrivò nel giro di pochi attimi e consisteva nello sputare a terra una viscosa sostanza violacea, che emetteva dei fumi tossici, la testa della ragazza girò pericolosamente e la cosa peggiore era che il Pokémon saltellava tremendamente vicino a quella cosa, come a burlarsi di lei.
-Ghk…-
Quell’odore le provocò un leggero senso di nausea che però fu subito ricacciato indietro, Toxicroak l’attaccò nuovamente con le nuvole di fumo ma lei riuscì ad evitarle più facilmente rispetto a prima, non poté evitare però che sputasse ancora una volta quella roba viscosa.
Il tossire della ragazza era aumentato a causa di quei fumi tossici ma, nonostante anche gli occhi avessero preso a pizzicarle, non smise mai di muovere lo Styler attorno al Pokémon.
La sua perseveranza la portò alla vittoria, una gigantesca sfera si creò attorno a Toxicroak e svanì in tanti piccoli luccichii. Il Pokémon era di “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: distruzione 2”, “Attacca emettendo gas velenoso e una sostanza tossica”.


Anche se non aveva subito alcun danno nello Styler l’effetto dei fumi non svanì nemmeno dopo la cattura, e Luana notandolo la raggiunse prendendola sotto braccio.
-Sara! Sono qui, non preoccuparti!-
-Coff, coff.-
Pachirisu accanto a Sara cercò di accarezzarle la gamba come a farle capire che anche lui era lì per lei.
Intanto, l’uomo che aveva mandato il Toxicroak sembrava intenzionato a continuare ma quello dai capelli rossi alzò una mano bloccandolo.
-Basta, basta! Stiamo solo sprecando tempo! Ritirata strategica! Però dobbiamo riportare questa Gigaremo al nostro rifugio! Pesa un finimondo, ma la punizione per aver fallito sarà ancora più pesante!-
Da questa frase fu ben chiaro lui fosse un superiore dei quattro alle sue spalle, che con aria afflitta s’avvicinarono alla Gigaremo.
-Comunque, non sei stata male ragazzina. Forse ci rivedremo in futuro. Sarà solo un piacere veder soffrire quel tuo bel faccino.-
Disse infine l’uomo dai capelli rossi ghignando rivolgendosi verso Sara, la quale assottigliando lo sguardo reagì con freddezza, nonostante avesse tossito ancora un paio di volte, anche Pachirisu non reagì bene rispondendo con lo stesso sguardo della Ranger ma con anche qualche verso di rabbia.
-Vi fermeremo…-
Rispose infatti con la voce che le pizzicava, l’avrebbero pagata per aver fatto soffrire quei poveri Pokémon e non avrebbero mai permesso loro andassero avanti senza far niente.
Una piccola scintilla sembrò accendersi nello sguardo di lui, forse divertito da quella reazione, e ridacchiando seguì i suoi sottoposti che avevano sollevato la Gigaremo scappando.
-Sì, sarà proprio divertente…-
Le due Ranger cercarono di rincorrerli ma questi inaspettatamente saltarono oltre il porto finendo in mare, o così sembrava, in realtà sotto d’esso era nascosta una piccola ma veloce barca nera, che smuovendo l’acqua partì a tutta velocità svanendo all’orizzonte prima ancora loro potessero fare qualcosa.
-Oh no! Se ne stanno andando!-
Ad urlare era stato Ponzio, a quanto pare l’uomo le aveva volute seguire ma arrivando in quel momento non aveva potuto far nulla, forse però era stato meglio così.
-Chi lo sapeva che erano arrivati via mare?! Sollevare il ponte è stato uno sforzo inutile.-
-Non dica così, se non l’avesse sollevato noi avremmo potuto pensare fossero andati in quella direzione e non li avremmo mai trovati.-
Disse Luana cercando di rallegrarlo, sembrò funzionare visto lui le sorrise di rimando.
-Forse hai ragione, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Può non sembrare, ma sono un ottimo nuotatore, anche se può suonare strano che me lo dica da solo…li prenderò e li trascinerò indietro, con la barca e tutto, come regalo per voi!-
-Non c’è bisogn…-
Tentò di dire Sara, ma prima di poter finire la frase l’uomo la fermò.
-Lasciate che mi occupi io di tutto!-
Così dicendo prese una bella rincorsa e, con uno slancio incredibile, si tuffò in acqua.
-Super Salto Ponzio!-
SPLASH
Luana e Sara guardarono l’uomo sbigottito, non riuscendo a far nemmeno un passo. Solamente Pachirisu sembrava esser fiero del modo in cui Ponzio aveva reagito e anche lui fece per prendere la rincorsa e tuffarsi, forse se non fosse stato per Sara che lo prese in braccio si sarebbe tuffato anche lui.
-Si è tuffato con i sandali stretti tra i denti…pensi che sarà ok?-
-Intendi in generale o di testa?-
Chiese Sara non sapendo come rispondere alla domanda di Luana, c’era da dire però che Ponzio era veramente rapidissimo.
Nel frattempo anche qualcun altro era arrivato lì, un uomo vestito con un cappello rosso ed una tenuta da pescatore rossa.
-Insomma, me ne esco a pescare dopo che i Pokémon si sono calmati. E qual è la prima cosa che vedo? Ponzio che, sandali in bocca, se ne nuota via in mare aperto. Qualcuno mi può dire che sta succedendo?-
L’uomo sembrava più esasperato che stupito, forse non era così strano vedere agire l’altro in quel modo.
-Se n’è andato all’inseguimento di certi balordi che sono scappati in barca. Sono un po’ preoccupata.-
Rispose Luana grattandosi la testa perplessa.
-Oh, credo di capire la situazione. “Lasciate che mi occupi io di tutto!”. Ha detto così, giusto?-
-Sì…-
Disse Sara sorridendo per l’imitazione.
-Lo fa sempre. Lasciatelo fare come crede. Certo sa nuotare bene, ma non ce la farà mai a raggiungere la barca. Ritornerà presto, vedrete.-
Quasi come se l’avesse predetto alle spalle delle due ragazze si sentì il suono dell’acqua che veniva mossa, ed un Ponzio gocciolante dai sandali presenti dei morsi sui lati comparve alle spalle delle due.
-Non ce l’ho fatta. E’ troppo difficile anche per me.-
-Portena è famosa per la sua brezza di mare…e per Ponzio.-
Disse il pescatore cercando di non far pensare troppo all’uomo a riguardo del suo fallimento.
-Bleah! Perché la brezza di mare dev’essere così salata?-
-Ragazzi, sono felice che Ponzio sia tornato sano e salvo. Devo ammetterlo: non ho mai partecipato ad una missione così rischiosa prima d’ora.-
Disse Luana visibilmente stanca.
-Abbiamo certo molto materiale su cui fare rapporto al Centro Ranger, vero? Aggiorniamoli via messaggio vocale mentre facciamo ritorno alla Città di Vien.-
Continuò infine attivando il proprio Styler, purtroppo la gola di Sara faceva ancora male e così non avrebbe potuto fare nulla, ma Luana senza alcun problema aveva già iniziato a comunicare ogni cosa.
Non restava altro da fare che tornare al Centro Ranger.
In ogni caso, senza più quel rumore in sottofondo il paesaggio ne aveva guadagnato, ripercorrendo i propri passi Sara spostò lo sguardo verso il mare osservando il modo in cui la vivace schiuma bianca si formava quando l’acqua si scontrava contro la struttura del porto. Inoltre da lì poteva anche vedere la scogliera dove era stata poche ore prima ed anche quella, assieme al bosco ed alle nuvole nello sfondo, sembrava tutt’altro paesaggio.
Sarebbe stata curiosa di cercare anche la torre che la signora aveva citato lassù ma si sentiva talmente stanca che voleva solo vedere quel paesaggio rilassante.
Quando passò davanti ai Pokémon, ora sereni, il suo cuore gioì per le loro  espressioni felici, erano riusciti ad aiutarli, la stanchezza non importava.
Ben presto arrivarono nuovamente all’entrata della città e vederla ora calma e serena era tutt’altra cosa, poteva apprezzare ogni dettaglio nei palazzi, nei fiori e nei sorrisi delle persone che uscivano dalle proprie case per ricongiungersi ai Pokémon.
Lungo la strada per il ritorno però notò che l’uomo incontrato lungo il sentiero dall’entrata della città fissava il vuoto con fare pensieroso, dando un rapido sguardo allo Styler la ragazza scoprì che questo aveva un incarico da svolgere.
-Luana…c’è un incarico da fare.-
Disse picchiettando la spalla della compagna, interrompendola durante il messaggio vocale.
-Oh, sei sicura di non volerlo fare dopo? Sono esausta per la giornata di oggi. Dobbiamo anche fare un dettagliato rapporto al nostro leader…non sarebbe meglio tornare prima al Centro Ranger?-
-Posso occuparmene io, tranquilla…-
Rispose la ragazza iniziando a riprendere la voce dopo tutto quel tossire, anche lei era molto stanca, tanto che i piedi ad ogni passo avevano iniziato a farle male, ma  non era diventata un Ranger per riposare.
Luana non rispose e così la ragazza s’avvicinò all’uomo, sperando comunque non chiedesse qualcosa di particolarmente faticoso.
-Signore, va tutto bene?-
Prima di rispondere l’uomo prese un profondo respiro, solo dopo essersi avvicinata la ragazza notò quanto fosse sudato.
-Guarda come sono ridotto. Sto sudando  e sono stanchissimo. Dei tipi loschi hanno abbandonato alcuni cassoni nella foresta, più avanti. Danno fastidio e sono anche brutti a vedersi.-
Forse erano stati quelli del Team Pesto Buio?
Era probabile visto la zona era anche vicino alla città. Quei tipi erano svaniti ma i problemi causati no…
-Ne ho eliminati alcuni, ma adesso sono troppo stanco per continuare. Puoi finire tu il lavoro?-
-Ma certo, non si preoccupi.-
Rispose lei annuendo seria.
-Lo farai? Grande! Sono rimasti due cassoni.-
Era quasi buffo il modo in cui lui aveva esultato, il lato positivo era che il lavoro da fare non era affatto molto, le bastava trovare i Pokémon adatti e sarebbe tutto finito.
Prima di andare a cercare qualcuno per aiutarla la ragazza decise di andare a controllare la posizione di entrambi i cassoni, si spostò quindi verso la montagna scoprendo così che entrambi gli ostacoli erano lungo essa, vicino alle scalinate, e che sarebbe bastata una mossa distruzione 1 per eliminarli.
Luana era rimasta dove si trovava l’uomo ed avrebbe continuato a mandare il messaggio vocale, quindi Sara preferì sbrigarsi per non farla aspettare, quando però si spostò verso le scale per scenderle e tornare alla città sentì un forte giramento alla testa che la costrinse a sedersi.
-Oh…-
-Pachi!-
Pachirisu preoccupato le si avvicinò mettendo una zampa sulla sua gamba.
-Va tutto bene…sarà solo l’effetto del gas…-
Chissà cosa sarebbe potuto succedere se non avesse schivato i colpi di quel Pokémon, c’era anche da ricordare poi quanto fosse stanca quindi era comprensibile si sentisse così, ma se fosse tornata indietro nel tempo avrebbe rifatto ogni cosa.
Improvvisamente Pachirisu corse infondo alle scale e si spostò verso la precedente zona della montagna, Sara in un primo momento temette che ci fosse qualche pericolo vicino ma guardandosi intorno non vide nulla di simile, fece anche per alzarsi ma aveva bisogno di riposarsi ancora per qualche minuto.
Molto prima di questo tempo però vide tornare il suo piccolo amico che teneva tra le mani qualcosa.
-Pachi!-
Solo quando fu vicino riuscì a vedere che teneva una grossa foglia bagnata, non capì però il motivo per il quale era andato  a prenderla almeno fino a quando, con un salto, il Pokémon non salì sulle ginocchia della ragazza mettendogliela sulle fronte.
Dopo aver provato una sensazione di freschezza sulla fronte rise leggermente, prendendo in braccio l’amico ed abbracciandolo.
-Grazie Pachirisu…sono felice tu sia con me.-
-Pachi!-
Il piccolino rispose con un sorriso gioioso e tentò di abbracciare il viso dell’amica con le braccia.
Questa piccola pausa però le bastò per rialzarsi e scendere del tutto le scale. Ritornando verso la città fece cenno a Luana di aspettare ancora qualche secondo e cercò tra le strade due Pokémon con la mossa distruzione, trovò un Tyrogue dall’altra parte della piazza principale ed un altro come lui nella zona  ovest, entrambe le catture finirono senza alcun danno ma il numero dei Pokémon con lei era troppo alto e dovette liberare Magby.
Fu proprio in quella zona però che si rese conto che lungo la scalinata da quella zona c’era ancora un cancello elettronico a bloccare l’accesso.
Forse era uno spreco di tempo ma per lei era un vero peccato una così bella città venisse rovinata da simili dettagli, per questo si spostò verso il ponte dove sapeva si trovava un Elekid e, dopo averlo catturato e liberato anche Grotle, attivò il cancello liberando la via. Fatto questo ritornare dove si trovavano i cassoni e distruggerli richiese solamente pochi minuti in più del previsto, ma la bellezza di quel paesaggio era stata preservata.
-Bene, ce l’abbiamo fatta Pachirisu, andiamo a riferirlo a quell’uomo.-
-Pachi!-
Entrambi con un sorriso soddisfatto andarono da quest’ultimo a riferirgli era tutto sistemato.
-Abbiamo distrutto i cassoni, adesso non dovrà più preoccuparsene.-
-Grazie, Ranger! Hai fatto la tua parte per salvaguardare la bellezza della foresta.-
-E’ stato un piacere.-
Rispose la ragazza mostrando la propria posa da Ranger, anche Luana vedendola s’avvicinò sorridendo.
-Ben fatto Sara, ora sarà meglio andare. Sì.-
Mentre parlavano comunque lo Styler ricevette un messaggio da parte dell’Assistente del Centro Ranger.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Pochi istanti dopo infatti la voce robotica dell’oggetto parlò.
-Hai ottenuto:  Difesa Coleottero.-
Che a quanto pare riduceva di 3 i danni di un attacco Coleottero. Sorridendo la ragazza riprese a camminare ma quando superarono la prima scalinata Sara si fermò improvvisamente.
-Luana, proviamo ad usare una scorciatoia?-
-Che scorciatoia?-
Chiese la ragazza curiosa.
-Prima abbiamo visto che da quella parte c’è una grotta in uno spiazzo di terreno, e questo non è molto in alto rispetto alla parte della montagna che dobbiamo raggiungere. Potremmo scendere da lì.-
Propose la ragazza indicando il pensiero.
-Mh, forse ma te la senti?-
-Sì, non preoccuparti ora sto meglio, mi serviva solo un po’ d’aria fresca.-
Rispose Sara sorridendo, infondo non aveva mentito, prima non s’era sentita molto bene ma il peggio era sicuramente passato.
-Va bene allora…se ne sei sicura possiamo provare.-
Muovendosi verso quella direzione le due arrivarono al bordo della ripida discesa che le separava dalla strada principale, Luana aspettò che fosse Sara a scendere per prima, in modo che se si fosse fatta male l’avrebbe aiutata, ma questa non ebbe alcun problema e con un salto raggiunse l’erba.
A seguire quindi arrivò anche l’altra e con i minuti risparmiati entrarono nel sentiero della Foresta di Vien.
In quella prima zona i segni dell’incendio erano ancora ben visibili ma tutto stava tornando alla normalità e già i Pokémon agivano come se nulla fosse successo.
Era una bella sensazione ripercorrere la strada di casa con la consapevolezza d’esser riuscite a far qualcosa di buono ed utile, forse nona avevano catturato i nemici m avevano impedito che qualcosa di tremendo accadesse a Portena.
Con questa consapevolezza, disturbata solo dal senso amaro di non aver preso quei furfanti, Sara aprì la porta del Centro Ranger.
All’interno nulla era cambiato rispetto a prima, tranne il fatto che Elena ora insieme il professore ancora stava armeggiando con la Gigaremo mentre Brando e Ilario tenevano d’occhio un Ben legato.
-Ranger a rapporto!-
Urlò Luana non appena entrò, Brando da serio assunse un’espressione rilassata e le salutò con una mano.
-Oh, ehi, bel lavoro voi due!...Luana? Perché quella faccia?-
Probabilmente aveva già ascoltato il messaggio vocale della ragazza, ma solo in quel momento Sara si rese conto infatti che l’altra aveva un’aria decisamente cupa, nonostante il sorriso.
-Come riferito via messaggio vocale, quei cinque delinquenti del Team Pesto Buio sono scappati. E quel che è peggio è che si sono portati via l’unica Gigaremo rimanente…-
In effetti vista così la missione non era andata molto bene, ma aveva tralasciato l’aiuto alla città.
Ma se allora avevano fatto delle cose buone perché ora anche Sara non se la sentiva più di dire fosse stata una missione finita bene?
-Non essere dura con te stessa. Voi due avete fatto ben più di quel che ci si aspetta da una recluta e da un Ranger al suo secondo anno. Ma mi preoccupa questo Team Pesto Buio…cosa staranno architettando?-
Le parole di Brando furono una magra consolazione per le due e presto il leader stesso se ne rese conto.
-Ad ogni modo, voi due avete fatto un ottimo lavoro. Missione compiuta!-
Solo per l’allegria con cui disse quella frase le due usarono la propria posa Ranger, lasciando poi che Brando continuasse a parlare.
-Il professor Frenesio ed Elena stanno smontando quella macchina Gigamore .-
-Remo, non more in realtà…-
Disse Sara sorridendo leggermente per lo sbaglio.
-…Come dici? SI chiama Gigaremo e non Gigamore? Beh, avete capito cosa intendessi. Gigamore, Gigaremo, è lo stesso!-
Ribatté  l’uomo imbarazzato.
-Devi aver esaurito le tue energie. Vuoi riposarti un po’?-
Chiese poi guardando Sara.
-Sì…in effetti sono molto stanca…-
-Anche oggi, Ranger, ottimo lavoro! Continua così!-
Disse Brando prima di lasciarla andare nella propria stanza.
-Grazie…-
 
 
 
La notte era calata fuori dal Centro Ranger, tutti erano già andati a dormire da tempo e l’unico suono del vento che soffiava tra le foglie della Foresta di Vien.
Tutto era calmo, ad eccezione dell’animo di una ragazza che, non riuscendo a prendere sonno, era uscita dall’edificio per prendere una boccata d’aria fresca.
Era vestita con dei comodi pantaloni azzurri ed una canotta bianca, sostanzialmente il suo pigiama ma vista l’ora dubitava d’incontrare qualcuno per strada.
Stanca più nell’animo che nel corpo si era seduta a terra accanto alla parete dell’edificio osservando il cielo coperto di stelle.
A malapena quella sera era riuscita a scrivere qualcosa ad Alex e Glenda, ma ormai il farlo la faceva quasi star male visto non aveva ancora ricevuto loro notizie. Il pensiero d’esser stata dimenticata e sostituita era sempre più forte.
Non era questo però a non farla dormire, quanto le parole dell’uomo dai capelli rossi…
Continuava a chiedersi in quale guaio si fosse cacciata, certa fosse qualcosa di molto più grande di ciò che sapesse. Già all’inizio non si sarebbe mai immaginata che la Gigaremo trovata nella grotta si sarebbe rivelato qualcosa di tanto pericoloso, ed ora c’era anche di mezzo un organizzazione.
E se fosse capitato qualcosa alla sua famiglia a causa sua?
Ormai però non poteva più tirarsi indietro, quell’uomo l’aveva vista e sperare la dimenticasse non era così plausibile, anche se avesse potuto farlo poi non l’avrebbe voluto. Dall’infanzia era cresciuta con il desiderio d’esser Ranger per aiutare tutti. Solo che non sapeva tutti i pericoli ciò comportava…
Un conto erano i danni a sé, un altro a coloro a cui si teneva di più.
Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva il viso dell’uomo dai capelli rossi e sentiva quella frase, ipotizzando tutte le implicazioni avrebbe portato. Sospirando rumorosamente la ragazza appoggiò la testa tra le ginocchia cercando di togliersi quei pensieri, Pachirisu era nella stanza a dormire quindi difficilmente l’avrebbe potuta aiutare, ma non voleva disturbarlo.
Tuttavia un’altra mano gentile si appoggiò sulla sua spalla facendole alzare lo sguardo, si trattava di Ilario.
Come lei anche lui era vestito con un pigiama, ovvero dei pantaloni blu con alcuni orsetti disegnati sopra ed una maglia dello stesso colore senza però alcun disegno.
Già solo vedendolo così dovette trattenersi dal sorridere divertita.
-Ehi, va tutto bene?-
-Sì…sì avevo bisogno solo di un po’ d’aria.-
-Ti spiace se la prendo con te?-
Chiese lui sedendosi accanto a lei.
-No fa pure, come mai sei qui comunque?-
-Chiamalo sesto senso. Quanto tu e Luana siete tornate non avevi un gran bell’aspetto…-
Rispose lui grattandosi la testa.
-E’ stata una missione stancante non è vero?-
-Abbastanza…non pensavo che da quella macchina nella grotta saremmo potuti arrivare ad un’organizzazione.-
Rispose sinceramente la ragazza.
-Già nemmeno io. Ma anche se fosse stata una burla di qualche ragazzino o uno scienziato pazzo saremmo comunque intervenuti.-
-Lo so…forse…ho solo un po’ paura.-
Ammise Sara stringendo le ginocchia al petto.
-E se capitasse qualcosa alla mia famiglia o ai miei amici a causa mia? E se non fossi abbastanza forte per aiutarvi?-
Ci fu in seguito qualche minuto buono di silenzio prima che Ilario riuscisse a rispondere.
-E’ assolutamente normale avere paura, anche io in ogni missione pericolosa la sento.-
-Veramente?-
-Ma certo, sono un essere umano anche io.  Spesso cerco di sdrammatizzare con le mie battute perché altrimenti chissà quale pressione sentirei sulle spalle, anche se in alcuni momenti bisogna rimanere seri. La differenza tra chi ce la fa e chi no in questo lavoro però penso stia nel fatto che tutti proviamo paura, ma certi agiscono nonostante la provano.-
Non l’aveva mai vista in quel modo, era convinta i Ranger fossero persone coraggiose e senza paura.
-Da quello che Luana mi ha raccontato tu hai dimostrato d’esser molto forte, sia con i Rattata che con il Toxicroak.-
La ragazza arrossì a quel complimento, non riusciva a vedersi in quel modo ma le parole del ragazzo la stavano aiutando a star meglio.
-Sono sicuro che qualsiasi cosa ti porterà il futuro tu ce la farai.-
Furono quelle parole d’incitamento a farle dimenticare momentaneamente le paure provate fino ad ora, lui credeva nelle sue capacità e la stava sostenendo. L’importanza di quel gesto non era minimamente descrivibile, tanto che la giovane Ranger sentì il petto scosso da dei sussulti e delle lacrime spingere per scendere dai suoi occhi.
Aveva bisogno di sentire che credevano in lei.
-Grazie Ilario.-

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Il giorno seguente…
 
Concessasi una buona nottata di sonno, soprattutto grazie alla chiacchierata con Ilario, Sara s’era svegliata leggermente più tardi del solito, ma questa volta non volle preoccuparsene.
Visto ciò che era successo il giorno prima sicuramente tutti avevano il loro bel da fare al Centro Ranger e lei essendo una novellina di pochi giorni non poteva certo far gran che. Stiracchiandosi nel suo morbido letto accarezzò il pelo di Pachirisu che dormiva accanto a lui, grattandogli poi il musetto per farlo svegliare.
-Pachi…-
-Avanti pigrone, dobbiamo andare a lavorare.-
Disse lei alzandosi per andare a cambiarsi, essendo andata subito nella propria stanza non aveva nemmeno sistemato la divisa nel proprio armadietto e così poteva già indossarla, ovviamente dopo essersi fatta una bella doccia.
Al termine della quale comunque il Pokémon ancora dormiva beato. Sorridendo dolcemente la ragazza s’avvicinò avvicinando le mani alle zampette di lui e sollevandolo lo prese in braccio uscendo poi dalla porta.
In quel modo almeno non doveva aspettare troppo tempo e lui poteva comunque dormire, non solo per lei e Luana infondo il giorno prima era stata una dura giornata. Ricordando anche il modo in cui aveva cercato d’aiutarla quando aveva rischiato di svenire provò un forte affetto per il suo amico e gli accarezzò con l’indice la guancia, ridendo quando lui mosse la testa per cercare ancor di più quel contatto.
Arrivati al piano inferiore, come aveva immaginato, la ragazza trovo tutti indaffarati per la Gigaremo, c’era però anche qualcun altro nella stanza ovvero Luisona, la quale aveva accanto una grossa cesta coperta con un fazzoletto bianco.
Che Brando l’avesse chiamata per trasportare quell’affare da un’altra parte?
Per il momento però lui si stava limitando a parlare stando vicino a Ben, ancora legato.
In effetti erano passati molti giorni da quando l’avevano portato lì, e Sara stava iniziando a preoccuparsi per la sua salute.
Il suo colorito era quasi pallido e se ne stava rannicchiato a terra fissando il vuoto, sembrava poi che avesse tentato molte volte di liberarsi o almeno così sperava lei, altrimenti i segni che s’intravedevano sui polsi erano causati dal fatto le corde fossero troppo strette e sarebbe stato tremendo averlo costretto a subire una simile cosa per tutto questo tempo.
La voce di Brando le impedì però di chiedere qualcosa su di lui.
-Elena ha lavorato tutta la notte  per smontare il Gigarama.-
-Gigaremo leader.-
Disse la ragazza dando il buongiorno agli altri con un gesto della mano, cercando di salutare anche Ben che però distolse subito lo sguardo con fare afflitto.
-Cosa? Gigaremo non Gigarama?  Non perdiamoci in dettagli! Dovete pensare in grande. Parlando di cose grandi, Luisona è passata con un carico di budino al latte! Mangiate, su mangiate!-
Disse l’uomo sorridendo avvicinandosi alla donna per aiutarla a consegnare i budini riposti nel cestino.
-Questo è il ringraziamento del nostro  Miltank. Vi darà un sacco di energia!-
Così dicendo la donna consegnò un budino a ciascuno di loro, ma quando arrivò da Ben Brando la fermò contrariato.
-Quel tipo non dice una parola. Mettigli un cucchiaio di budino in bocca. Mi sembra più che sufficiente.-
Quell’atteggiamento per Sara sembrava un po’ troppo, visto che nonostante non parlasse non erano sicuri avesse effettivamente fatto qualcosa, ci pensò Luisona però a mostrare quanto anche lei fosse contraria a quel modo di fare, tanto che guardò Brando come fa una madre quando il bambino combina un pasticcio.
-Calma, su! Non è questo il modo di trattare la gente. Sembra il più affamato di tutti qua dentro.-
Brando a quella sgridata si fece piccolo piccolo, ma dal modo in cui tutti si guardavano i piedi era chiaro non avesse avuto effetto solo su di lui.
La donna si rivolse poi a Ben.
-E così ti chiamano Ben, eh? Mangia adesso. Ecco, ti imbocco io.-
Nonostante l’aspetto potesse incutere un po’ di timore quella donna aveva un cuore doro, inginocchiatasi davanti al ragazzo gli avvicinò il cucchiaio alla bocca, l’altro in un primo momento non si mosse come se fosse diffidente, ma il brontolio del suo stomaco dimostrò quanto in effetti aveva fame e, dopo aver assaggiato una piccola parte del budino, i suoi occhi s’illuminarono.
-Non è gustoso come dicevo? Ecco, da bravo, ancora un altro po’.-
Continuò la donna avvicinandogli altri cucchiai, che lui mangiò in un sol boccone.
-Mangia piano. Non esagerare. Se non è abbastanza, te ne posso portare quanto ne vuoi.-
-…sob…-
Dopo quella frase dagli occhi del giovane iniziarono ad uscire grosse lacrime, tutti quanti non seppero cosa fare e si guardarono confusi, soprattutto Brando. Sara fece per avvicinarsi e capire come mai stesse piangendo, sentendo che la colpa poteva essere per il modo in cui l’avevano trattato e di conseguenza si sentiva tremendamente in colpa. Ma prima di poterlo fare lui continuò a parlare.
-Io…non merito niente…sniff…io…io…-
Passò qualche secondo d’assoluto silenzio prima che riprendesse a parlare.
-L’incendio nella Foresta di Vien…quel fuoco…è tutta colpa mia! Sono imbranato e ho versato il carburante della Gigaremo…si è tutto sparso in giro e poi…è bastata una scintilla per accendere il fuoco…poi le fiamme si sono sprigionate e…-
Quella rivelazione, per quanto scontata, scioccò alcuni dei presenti, come ad esempio Sara la quale si ritrovò a pensare che, se per lei era stata un’esperienza terrificante che ancora la toccava nel profondo, per lui doveva esser stato atroce.
Ritrovarsi circondati dal fuoco e non poter far nulla per spegnerlo, senza riuscire a controllarlo prima sia troppo tardi…
-Non conoscevo neanche quei tipi…ne avevo solo incontrato uno tempo fa. Mi disse che avrei potuto fare dei soldi alla svelta, così ho accettato. Non sapevo cosa fosse una Gigaremo, né chi fossero, né niente…sono mortificato. E’ tutta colpa mia.-
Urlò infine tra le lacrime ed i singhiozzi, era una scena molto difficile da guardare senza sentire un nodo alla gola. Ma non c’era da dimenticare che aveva comunque causato quell’incendio, quindi doveva pagarne le conseguenze. Se non fossero riusciti ad intervenire in tempo qualcuno avrebbe perfino potuto perderci la vita.
-I-il vostro budino al latte era d-delizioso…sniff…sob…-
Per almeno un minuto buono tutti rimasero in silenzio senza saper bene cosa fare, fino a quando Luisona alzandosi non li guardò severamente.
-Ehi, come dovrebbe fare ad asciugarsi le lacrime se lo tenete così legato?-
In effetti aveva ragione, ora che sapevano queste cose non c’era più bisogno di tenerlo così.
-Ehi, Sara. Slega Ben.-
Disse Brando con fare calmo, come se stesse riflettendo. Annuendo la ragazza s’avvicinò inginocchiandosi vicino al ragazzo.
-Va tutto bene?-
Chiese sussurrando prima di sciogliere i nodi.
-Sniff…la gentilezza di Luisona mi commuove…mi ricorda mia madre…-
Nonostante ciò che aveva fatto vederlo in quello stato non le permetteva di provare rabbia, non sapeva però se fosse il caso fosse proprio lei a slegarlo, dopo tutto avrebbe potuto perfino scappare…
-Luana, non potresti pensarci tu?-
-No scusami, sciogli tu quei nodi. Io non credo di riuscirci da sola…-
Rispose la ragazza grattandosi il braccio quasi imbarazzata.
-Va bene, scusami tu.-
In effetti cercar d’evitare un incarico così semplice a ben pensarci era imbarazzante, Pachirisu ormai svegliatosi s’arrampicò sulla sua schiena così da non infastidirla, e lei iniziò a cercar di sciogliere le corde ma presto si rese conto che i nodi erano decisamente più fitti di come sembravano.
-Ggh! Nggghhh…-
Le mani iniziarono perfino a farle male tanto si stava impegnando.
-Dev’essere dura slegare quella corda! Ci sono un doppio nodo e un triplo nodo. Aspetta, ti do una mano.-
Le disse  Luana avvicinandosi, anche se prima aveva preferito fosse lei a pensarci almeno era bello sapere che era sempre lì per aiutarla.
Purtroppo però nonostante due mani in più non fu certo più facile, perfino quando Pachirisu cercò di mordicchiare la corda non ottennero nulla.
-Ngghhh! Ngggghhhhhh!-
Con le mani ormai rosse entrambe si fermarono sbuffando.
-Elena, non hai qualcosa nella scatola degli attrezzi per questi casi?-
Chiese Luana guardando l’altra speranzosa.
-Si certo, aspettate.-
La ragazza s’avvicinò tenendo tra le mani una grossa forbice dal manico rosso, le altre due afferrarono una parte della corda così da evitare che la lama potesse ferirlo.
-Ggwhh! ZAC!-
Finalmente il ragazzo venne liberato, ma sia Sara che Luana sembravano quasi avere il fiatone per tutta quella scena.
-E la corda è sciolta! Anzi, tagliata! Hip hip urrà per Elena, la nostra provetta smantellatrice!-
Urlò Luana alzando le braccia al cielo, facendo ridere divertita l’altra.
Ben finalmente libero come prima cosa si massaggiò la pancia ed i polsi, sui quali si vedevano alcuni segni causati dalle corde. Vedendoli il viso sereno di Sara tornò cupo, avrebbero dovuto stare più attenti…
-F-finalmente libero!-
-Esagerato! Non facciamo tragedie, eh!-
Rispose Luana gonfiando le guance con fare offeso, la voce di Brando interruppe il discorso.
-Ok, gente, la ricreazione è finita. Luisona, grazie per il tuo sempre delizioso budino al latte. E tu Ben…sei libero di andare. Grazie per aver vuotato il sacco. -
Tutti quanti, soprattutto Ben e Sara, furono scioccati per quella decisione, per tutto il tempo il loro leader aveva tenuto un atteggiamento duro nei confronti del ragazzo mentre ora sembrava avere un tono quasi gentile.
-M-ma…-
Tentò di dire infatti lui, ma Brando lo fermò alzando una mano.
- Adesso sappiamo che sei stato usato da un  branco di manigoldi. E ora…quel branco di manigoldi sta cominciando a dare fastidio. Il loro nome è Team Pesto Buio…vorrei che qualcuno andasse a fare un giro di pattuglia, tanto per sicurezza. Vediamo…Sara, vai tu.-
-Certo.-
Rispose la ragazza ripresasi, Brando s’allontanò poi dalla stanza con un’espressione seria, Luana poi parlò come per sdrammatizzare il tutto.
-Beh, almeno sappiamo perché Ben puzza di benzina.-
-Non mi piace però la piega che le cose hanno preso. Troppe cattive notizie…-
Incredibilmente a parlare era stato Ilario, l’ultimo da cui ci si sarebbe aspettato sia quel tono che quelle parole.
Non c’era nemmeno la traccia di un sorriso sulla sua faccia, soltanto preoccupazione. Vedendolo così Sara provò una fitta al petto, lui l’aveva sostenuta quando era stata giù, forse avrebbe dovuto fare anche lei lo stesso, ma era meglio pensarci una volta concluso il giro di pattuglia.
-C’è anche bisogno di ulteriori indagini prima di poter trarre qualche conclusione. Queste macchine sono veramente complesse.-
Disse il professor Frenesio che ancora tentava di lavorare sopra la Gigaremo.
-I miei attrezzi almeno sono stati utili oggi!-
Urlò Elena vivace.
-Questo è sicuro…per quanto mi riguarda io ne ho avuto abbastanza di lavoretti strani e poco raccomandabili.-
-Immagino. Mi spiace molto Ben per le corde.-
Disse Sara imbarazzata.
-Se qui è risolto comunque allora io me ne tornerei a casa a cucinare la zuppa per stasera.-
Così dicendo Luisona salutò tutti i presenti ed uscì dalla porta dell’edificio. Anche per la ragazza comunque era arrivato il momento d’uscire per andare in pattuglia.
Prima però di riuscire a superare la porta Luana la voce di Luana la fermò.
-Ah già, sull’Eco di Almia c’era un lungo articolo sull’incidente di Portena.-
Avvicinandosi la collega le mostrò il giornale, il cui titolo in prima pagina era “Pokémon di Portena in rivolta?”con alla destra l’immagine di una gfila di Pokémon a barricata di una scala ed accanto a questo una descrizione di ciò che era accaduto in giornata. Sotto tutto questo un altro articolo dal titolo “Ranger eroici!” si trovava tra le foto di Sara e Luana, guardandola la prima non riuscì a credere d’essere in prima pagina in un simile giornale.
L’articolo descriveva la loro impresa elogiandole e ringraziandole, tutto ciò quasi la fece piangere dalla commozione e la riempì d’orgoglio.
C’erano infine a sinistra il titolo “Le stesse macchine trovate Nella Foresta di Vien?”, con una breve descrizione delle Gigaremo accanto alle foto dei due apparecchi, uno rosso distrutto che era sicuramente stata scattata nella foresta e una verde trovata invece in città.
L’ultima parte del giornale era un immagine sfocata sotto al titolo “Team Pesto Buio?” con una descrizione che ipotizzava la presenza di questo gruppo di persone ed i loro scopi. Nonostante l’immagine non si vedesse bene per Sara fu facile capire che l’uomo fotografato era il rosso che le aveva parlato, solo vederlo così le fece provare un brivido lungo la schiena.
Ciò non toglieva quanto fosse felice d’esser stata premiata per il suo lavoro con un articolo d’elogi, sicuramente prima di tornare al Centro Ranger dopo la pattuglia sarebbe andata dai suoi genitori.
-Non è fantastico?-
Chiese Luana sorridendo anche lei eccitata.
-Sì, è meraviglioso, grazie per avermelo fatto leggere.-
-Non c’è di che.-
Dopo questo piccolo regalo la ragazza uscì dal Centro Ranger per iniziare il proprio giro di pattuglia, non fece però nemmeno un passo che la voce di Ben arrivò alle sue spalle.
-Sara, aspetta, per favore!-
Uscendo dal Centro Ranger il ragazzo la guardò con un’espressione seria ed allo stesso tempo imbarazzata, riprese poi a parlare senza però riuscire a guardarla in faccia.
-Mia madr…ehm…una mia amica vive al Villaggio Cicole. Mi piacerebbe andarla a trovare, ma sono un disastro in queste cose. Mi vergogno un po’ ad andare da solo…per piacere, potresti venire con me? –
A giudicare da come il discorso era iniziato non era proprio un’amica che voleva rivedere, ma era meglio tenergli il gioco se si sentiva a disagio, per lei poi non era assolutamente un problema accompagnarlo.
-Certo, sarebbe un piacere.-
-Ti ringrazio…e…grazia anche per esser stata gentile quella sera…-
Disse il ragazzo riferendosi alla notte in cui la ragazza aveva cercato di metterlo a suo agio portandogli una coperta.
-Non è stato nulla di che. Mi dispiace molto però per come ti abbiamo trattato.-
-Era comprensibile, mi avete trovato dopo che la foresta è bruciata…ed è stata tutta colpa mia…-
Mentre avevano iniziato a camminare era calato un silenzio carico di tensione tra i due.
-Puoi sempre rimediare.-
Tentò di dire la ragazza sorridendogli.
-Non saprei come…non sono bravo in queste cose.-
-Anche solo andare a controllare tutti i Pokémon stiano bene può aiutare.-
-Forse…ma ogni volta devo fare qualcosa d’importante o faticoso tendo a tirarmi indietro…basta vedere come mi comporto con mia m…con la mia amica. Non so più quanti mesi sono passati dall’ultima volta che l’ho vista…-
Il ragazzo sembrava esser ancor più abbattuto di prima, ma c’era sempre modo per migliorarsi e sistemare le cose. Doveva però volerlo lui stesso.
Avevano appena finito d’attraversare il sentiero che collegava la Città di Vien al Villaggio Cicole che una squillante voce li fermò.
-Sorellona!-
Non molto distante da loro c’era la sorella di Sara, questa stava quasi per sorridere felice a quell’incontro ma non vi riuscì quando vide l’espressione preoccupata dell’altra, che non appena la raggiunse si aggrappò alla sua giacchetta.
-Ascolta, ascolta, una storia paurosa! Un cappello fantasma è apparso al nostro Ranch dei compagni!-
-Un cappello fantasma?
Chiese Ben perplesso, in effetti quel racconto non aveva molto senso, che fosse solo una volata di vento?
-Sorellona, da questa parte, presto!-
Senza darle altre spiegazioni la sorellina corse verso il Ranch dei Compagni.
-La mia visita può aspettare. Credo che un cappello fantasma sia un fatto che merita molta più attenzione.-
-Grazie Ben, cercherò di fare in fretta.-
Rispose la ragazza correndo per raggiungere la sorellina. Ci volle poco tempo per arrivare e la piccola la stava aspettando assieme al padre, anche lui sembrava molto frastornato ma manteneva comunque la calma.
-Sorellona, per piacere fa’ qualcosa!-
Alle parole della bambina finalmente sia Sara che Ben notarono un cappello marrone a terra che continuava a muoversi, il ragazzo vedendolo strabuzzò gli occhi.
-Non credo ai miei occhi, quel cappello si sta muovendo da solo! E’ un cappello fantasma!-
-Calma ragazzo, sono certo ci sia una spiegazione…anche se non la trovo.-
Disse il padre delle due rivolgendosi a Ben.
-Papà ha ragione. Sicuramente c’è una spiegazione.-
Rispose Sara avvicinandosi al cappello, dopo i primi passi però questo saltò lontano e lei fu costretta a lanciarsi per afferrarlo, non appena lo sfiorò da questo uscì un piccolo Pokémon  coleottero dalla forma tondeggiante.
La ragazza aveva già visto il suo musetto in una foto nei libri dell’Accademia dei Ranger e per questo ricordava il suo nome.
-C’è un Kricketot sotto al cappello!-
Disse rivolgendosi agli altri per tranquillizzarli, visto però il modo in cui lui era saltato fuori fu inevitabile l’inizio di una cattura.
Il piccolino iniziò in un primo momento a saltellare di qua e di là e così diede tutto il tempo alla ragazza di creare delle linee di cattura, nonostante lui non l’avesse ancora attaccata però ci volle un po’ più di tempo rispetto al solito perché la barra del sentimento d’amicizia aumentasse.
In effetti l’aveva notato anche durante altre catture, ci volevano sempre più linee ma fino a quando non l’attaccavano non era un problema così grave.
L’unico attacco il Kricketot fece fu ormai alla fine, generò infatti una nota musicale che fluttuò in aria ma ormai la cattura era conclusa quindi non ne poté creare altre.
Aggiornatesi le informazioni comparvero le scritte “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot.- Mossa: /- “, mentre tutto ciò la scritta “Attacca emettendo suoni mentre si sposta.”.

Sicuramente aveva richiesto un po’ più d’energia, ma il piccolino non sembrava affatto aggressivo, forse stava solo giocando sotto il cappello.
-Oh! C’era un Kricketot nel cappello! Che carino!-
Disse la sorellina avvicinandosi intenerita.
-Lo sapevo che era qualcosa del genere…eh già, l’avevo detto io…l’ho detto, ti ricordi?-
Rispose il padre guardando la figlia più piccola con un tono che sembrava cercar di convincere perfino se stesso.
Il Pokémon intanto era rimasto a fissare Sara muovendo di tanto in tanto le zampine, per qualche motivo Pachirisu notando questo lo stava guardando con un’espressione strana, quasi ostile, ma il Kricketot non fece altro che avvicinarsi a Sara.
-Sembra che tu piaccia a questo  Kricketot.-
Alle parole della sorellina il Pokémon saltellò con approvazione, Pachirisu ancor più infastidito arrivò quasi contro il suo muso ed entrambi fecero per colpirsi con le zampine, alla fine però non fecero nulla di preoccupante e Sara, per distrarli, mostrò la propria posa Ranger.
Una voce robotica dallo Styler sorprese tutti.
- Kricketot diventa un tuo Pokémon compagno!-
-Che cosa?-
Disse Sara spalancando gli occhi.
-E’ vero che puoi avere soltanto un Pokémon compagno con te?-
Chiese Ben arrivando subito al nodo del discorso, lei aveva già il suo Pokémon compagno e non aveva intenzione di sostituirlo.
-Oh, povero Kricketot. Deve già andare via?-
Chiese la sorellina tirando la mano di Sara.
-Io…mi dispiace ma non potrei mai lasciare Pachirisu…ma non potrei nemmeno tenere lui.-
Disse la ragazza guardando l’altro Pokémon che sembrava quasi avere gli occhi lucidi, vedendolo così lei sentì una fitta al cuore che quasi le fece male.
-No, non è necessario che lo mandi via. Puoi tenere tutti i Pokémon compagni che non porti con te. Hai solo bisogno di un posto sicuro dove possano rimanere tranquilli. E hai anche bisogno che una persona fidata se ne prenda cura mentre sei via. Puoi cambiare il tuo Pokémon compagno ogni volta che fai ritorno in questo posto. Per esempio, puoi portare con te Kricketot oggi e Pachirisu domani.-
Disse Ben sorprendendo tutti, visto il modo in cui lo stavano guardando il ragazzo capì presto che tutti si chiedevano come facesse a conoscere queste cose.
-Ecco…questo me l’ha detto Elena.-
-Oh, capisco.-
Rispose Sara sorridendo nervosa, era stato imbarazzante per lei non conoscere ancora questa cosa. Aveva comunque capito la situazione ed il problema poteva già considerarsi risolto.
-Bene, se è così, tutti i tuoi Pokémon compagni possono restare qui. Anche perché, guarda che coincidenza, questo posto si chiama Ranch dei compagni! –
Disse il padre leggendole nella mente, sia la sorellina minore che Kricketot capendo poteva restare saltarono di gioia.
-Davvero? Che bello! E’ perfetto, sorellona! Adesso puoi cambiare il  tuo Pokémon cmpagno ogni volta che torni a casa!-
-Sì ne sono molto felice, ma siete sicuri non sarà un problema?-
Chiese la ragazza guardando il padre, questo scosse la testa sorridendo.
-Sarà un piacere, non preoccuparti di nulla.-
-Non dimenticare, allora,  è importante. Se vuoi cambiare il tuo Pokémon compagno devi tornare al Ranch dei compagni.-
Concluse la sorellina prendendo in braccio Kricketot. Visto che ormai il discorso era già finito Ben s’avvicinò alla ragazza parlandole.
-Ti dispiace se ora portiamo a termine quella cosa?-
In effetti erano andati al Villaggio Cicole per un solo motivo e la ragazza non voleva tener Ben ancora lontano dalla sua “amica”.
-Certo, scusami. Allora papà affido a voi Kricketot.-
-E’ in buone mani, buon lavoro!-
-Ciao ciao sorellona!-
Avrebbe avuto anche qualcos’altro da dir loro ma non c’era tempo, così dopo averli salutati i due s’allontanarono dal Ranch.
-Ah Ben dove vive esattamente la tua amica?-
-Ecco…non lo so purtroppo. All’inizio non vivevam…non viveva qui ma poi ha deciso di trasferirsi. La tranquillità le è sempre piaciuta. Mi dispiace non poterti dire altro.-
Rispose lui abbattuto.
-Non preoccuparti, la troveremo comunque.-
Disse Sara sorridendogli, iniziando poi a riflettere, c’era in totale quattro case, la sua era quella in basso a sinistra, quella immediatamente sopra apparteneva ad una coppietta e quella accanto ad una famiglia di cui però aveva già conosciuto tutti i membri.
L’unica rimasta era quella in basso a destra, esattamente accanto alla sua.
-Proviamo qui.-
Disse la ragazza avvicinandosi alla porta, lasciando però che fosse Ben a bussare, il viso del ragazzo era ancor più serio di prima ed aveva iniziato perfino a girare le mani tra loro per l’agitazione.
L’attesa però non durò a lungo e la padrona di casa aprì presto la porta ad entrambi, non appena la vide gli occhi del ragazzo s’inumidirono.
-…mamma.-
Forse per lo shock la donna non rispose fissando il figlio, che però riprese subito a parlare evitando così si creasse il silenzio.
Sara fissava la scena restando in disparte, non sapendo bene cosa fare ma provando un forte nodo allo stomaco. Anche lei dopotutto era un po’ agitata, quella situazione era molto importante per Ben che ne aveva già passate tante.
-Mi dispiace averti abbandonata così a lungo. Non era mia intenzione…-
Ancora nessuna parola però uscì dalle labbra della madre che si limitò ad ascoltarlo, con un espressione comunque più calma. L’esatto contrario di quella del figlio che forse era ancor più agitato ora.
-Io, ehm, non so come dirlo…io sono così…strambo e imbranato, e…non ne combino una giusta…-
Aveva quasi le lacrime agli occhi e così anche Sara dovette trattenersi, immaginandosi di trovarsi al posto del ragazzo si sentì malissimo e poteva solo immaginare quell’emozione. Il silenzio della donna poi la preoccupava.
-Mamma, ti faccio sempre preoccupare…ecco l’unica cosa in cui sono sempre stato bravo. Ma adesso, ehm…io voglio…perdonami, mi dispiace, e…sono a casa, mamma.-
Disse infine lui abbassando lo sguardo, perdendo così il dolce sorriso della madre.
-Tutto quello che volevo sentirti dire era “sono a casa”. Non quanto sei dispiaciuto o altro. Niente di tutto questo m’importa.  Nulla potrebbe farmi più felice che sentire il tuo “sono a casa”-. Hai anche una bella cera...-
Disse lei avvicinandosi ed abbracciandolo, lasciando che lui la stringesse nascondendo il viso nella spalla per piangere.
-Bentornato a casa caro. Sono contenta che tu sia di nuovo qui.-
-Anche io mamma…-
Rimasero in silenzio a lungo fino a quando lui non si sentì meglio, con la faccia tutta rossa per l’imbarazzo guardò poi la ragazza sorridendo.
-Non era un’amica, ma era mia mamma la persona che volevo rivedere. Scusa per questa bugia. Mi sento così stupido…-
-Non preoccuparti, sono felice d’averti accompagnato.-
-Farò del mio meglio per non far mai più piangere mia mamma.-
Era un pensiero molto bello da parte sua, e la madre intenerita gli accarezzò la schiena.
-Mio figlio ha fatto un passo falso. Sarebbe meraviglioso se trovasse un buon amico che lo aiutasse.-
-Sono sicura che ce la farà, ed avrà tutto il mio sostengo.-
Rispose Sara sincera.
-Grazie Ranger, e grazie per avermi riportato mio figlio.-
-Non ho fatto niente in verità. Sono molto felice vi siate ritrovati, ora scusatemi ma devo andare.-
-A presto Ranger!-
Disse Ben salutandola felice lasciandola poi uscire. Per il ragazzo quello sarebbe stato un nuovo inizio.
Per lei invece non sembrava mai esserci un attimo di tempo, appena mise un piede fuori casa sentì la voce della sorella chiamarla.
-Sorellona! Kricketot si è finalmente calmato. Va a vedere come sta.-
-Oh, certo. Grazie.-
Rispose l’altra felice non fosse successo nulla di che, mentre la sorellina andò verso casa lei si spostò verso il Ranch per vedere come stesse il nuovo arrivato, Pachirisu purtroppo non sembrava molto entusiasta però.
-Non preoccuparti, non ho intenzione di sostituirti.-
Disse lei accarezzandolo per tranquillizzarlo.
Lo ritrovò a giocare nel terreno della parte principale del Ranch, non appena al vide poi le corse subito incontro.
-Ehi ciao piccolino.-
Rispose la ragazza inginocchiandosi ed accarezzandogli la testolina, Pachirisu ancora geloso era salito sulla sua spalla per far vedere all’altro che lui rimaneva il numero uno, peccato che Kricketot quasi lo ignorasse.
-Spero ti troverai bene qui, cercherò di venirti a trovare di tanto in tanto. Ed anche Pachirisu.-
-Pachi…-
Questo scendendo dalla spalla della ragazza si mise davanti al nuovo Pokémon compagno fissandolo con aria severa, l’altro però spalancò le piccole zampette e l’abbracciò lasciandolo di sasso.
-Ahaha sembri piacergli molto. Siete veramente carini.-
Commentò la ragazza ridendo, al che Pachirisu nonostante fosse rimasto per qualche istante immobile lasciò che l’altro l’abbracciasse, sembrando perfino calmarsi rispetto a prima.
Nel mentre li guardava fare amicizia ricordò il momento per cui si trovava lì fuori, ovvero assicurarsi tutti stessero bene. Grazie al proprio Styler poté vedere chi aveva un incarico per lei e fortunatamente ne trovò solamente due. Uno alla città ed uno alla Foresta di Vien.
-Bene, Pachirisu abbiamo del lavoro da fare, saluta il tuo amico ed andiamo.-
-Pachi!-
Felice di poter tornare al lavoro con la sua amica il PoKèmon toccò il muso di Kricketot con la sua coda facendolo starnutire, seguendo poi Sara verso la Città di Vien.
-A presto! Torneremo a trovarti!-
Disse infine lei salutando il piccolo amico. Le bastò superare il Villaggio Cicole e attraversare il sentiero che lo collegava alla Città di Vien per trovare subito davanti a sé la persona che aveva bisogno d’aiuto, si trattava di un uomo dai corti capelli neri con una frangia pettinata ai rispettivi lati, vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni. Non dovette nemmeno salutarlo che questo subito le si avvicinò parlando.
-Forse puoi aiutarmi, Ranger. Il mio nome è Cartesio e, in caso tu non lo sappia, io mi occupo di costruire i cartelli stradali di Almia. Quei bei cartelli che vedi in giro? Li faccio io con le mie mani.-
-Oh capisco.-
Rispose lei cercando di non sminuire in alcun modo il suo lavoro, anche se in effetti spesso li aveva letti e certamente era d’aiuto.
-Ecco il problema. Il cartello che indica la via per la Collina Ventosa è stato schiacciato da una  grande roccia. Ciò mi rende davvero triste. Quel cartello era utile per le coppie. Bisogna assolutamente rimetterlo al suo posto, ma come si fa con quella roccia? Puoi pensarci tu?-
-Assolutamente, andrò subito.-
-Te ne occuperai tu? Grazie! La roccia si trova sulla strada che porta alla Collina Ventosa alla Spiaggia Zefira.–
Annuendo la ragazza andò subito nella zona per vedere dove fosse il masso. Non era la prima volta che andava alla spiaggia per un incarico simile ed era dispiaciuta sapere capitavano spesso cose simili ad un luogo così bello. Fortunatamente c’erano sempre i Ranger pronti ad aiutare.
Tornare là le portava sempre splendidi ricordi, non solo sull’incontro con Pachirisu ma anche al girono di prova con Alex.
-Ancora non ho ricevuto lettere da i miei amici…iniziano a mancarmi veramente.-
Disse perdendosi ad osservare l’azzurro di quello splendido mare.
-Spero un giorno ci rivedremo, nel frattempo non ho mai smesso di scrivere loro su tutto ciò che mi sta capitando. Magari un giorno li conoscerai entrambi Pachirisu.-
-Pachi!-
Con quella frase lei stava comunque cercando di scacciare la preoccupazione l’avessero dimenticata, ma non era il momento di pensarci. Percorrendo i gradini che conducevano alla spiaggia vi trovò già due persone a lei molto familiari, una coppietta che aveva conosciuto il suo primo giorno alla Città di Vien.
Anche loro la riconobbero e subito la salutarono.
-Salve Ranger! Sei venuta a fare un bagno?-
Chiese la ragazza sorridendole.
-No in realtà sono qui per lavoro, sono felice di vedervi insieme però.-
-Già, sono così felice d’aver fatto pace con la mia ragazza! Quello che si dice a proposito della Spiaggia Zefira…è tutto vero!-
Disse il ragazzo sollevando l’amata che rise divertita.
-Alla fine ho capito che adoro il mio ragazzo .Ha fatto quello che poteva per proteggere la foresta!-
-Felice per voi allora, ora scusatemi ma devo andare. Passate una bella giornata.-
Erano veramente una coppia speciale, si vedeva fossero molto legati l’uno all’altra.
Spostandosi verso l’altra zona della spiaggia la ragazza percorse le scale che conducevano verso la Collina Ventosa e fu impossibile non notare un masso gigantesco che era caduto dalla cima.
-Wow, menomale che nessuno si è fatto male. Mh vediamo…lo Styler dice che ho bisogno di un Pokémon con mossa distruzione 2.-
Da quel che ricordava, fortunatamente, nella grotta lì vicino c’era un Pokémon che faceva proprio al caso suo, un Nosepass!
Anche se era passato un po’ dall’ultima volta era stata lì dentro ricordava perfettamente dove si trovasse, così tornando lungo il sentiero per la spiaggia raggiunse la grotta Marina, stavolta nessun rumore inquietante l’accolse all’entrata e così poté godersi quella meraviglia naturale.
I muri di roccia quasi luccicavano nei momenti in cui la luce del sole riusciva a raggiungerle e notò durante il suo percorso il numero dei Pokémon lì dentro era decisamente aumentato.
L’aria poi era così rinfrescante che volle procedere ad un passo calmo per godersela. L’unica difficoltà, una volta arrivata in fondo a quel luogo, fu l’evitare d’essere attaccata da dei Zubat, e pur di riuscirci si mosse a zig zag in ogni dove ma non poté purtroppo evitar di pestare una delle pozzanghere creata dagli Shellos di passaggio, perdendo così un punto nello Styler.
Tale fatica comunque la portò dal Nosepass e tutto ciò che le restava da fare era tornare verso quel grande masso, e la strada per il ritorno avvenne senza incidenti, solo una cosa ancora la disturbava. La prima volta che aveva visitato la grotta la strada era stata bloccata da due steccati, e per passare lei ed Ilario ne avevano distrutto uno, lasciando però l’altro.
Questo si trovava ancora lì e stonava con la bellezza naturale del luogo ed il suo carattere le impediva di star senza far nulla, per questo motivo andò a cercare volontariamente uno Zubat per catturarlo.
L’azione fu decisamente più rapida rispetto agli inizi, era passato poco tempo da quando era arrivata alla Città di Vien ma era già migliorata parecchio e doveva tutto ai suoi colleghi ed amici.
La cattura avvenne in un punto molto vicino all’ostacolo tanto che non vi fu nemmeno bisogno di muoversi.
-Zubat, per favore, usa la mossa taglio su quello steccato!-
Subito il Pokémon fece come gli era stato chiesto e quella cosa venne ridotta in piccoli pezzettini.
-Grazie, Zubat, a presto!-
Il Pokémon stesso sembrava felice d’aver aiutato a rimuovere quella cosa e volò via contento nella grotta.
-Perfetto, adesso possiamo andare dall’altro ostacolo.-
Disse la ragazza sorridendo a Pachirisu che la precedette nell’uscire da quel posto, tornati poi nel punto dove c’era quel masso le bastò chiedere con gentilezza l’aiuto di Nosepass per distruggerlo, lui ciondolando per qualche istante partì poi alla carica colpendo il masso con una testata tale che lo frantumò.
-Grazie, Nosepass, a presto!-
Come lui andò via per tornare alla sua casa anche l’uomo che aveva chiesto l’aiuto della Ranger arrivò, con un sorriso largo sul volto.
-Meraviglioso! Sapevo che mi avresti aiutato. Per questo ho con me un nuovo cartello.-
Disse mostrando l’oggetto che teneva dietro la schiena, gli bastò spingerlo nel terreno per sistemarlo a dovere.
-Perfetto! Grazie mille, Ranger!-
-E’ stato un piacere.-
Tutto contento Cartesio s’allontanò dalla spiaggia mentre Sara ricevette un messaggio dallo Styler.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. TI stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
In seguito alla voce dell’Assistente arrivò anche quella solita voce robotica che le disse il nome del potenziamento.
-Hai ottenuto: Difesa Buio.-
Controllando la sua utilità poté vedere che riduceva di 3 i danni di un attacco Buio, anche questo certamente le sarebbe stato utile.
-Molto bene, rimane solo un incarico adesso.-
Ricordava si trovasse nella Foresta di Vien, quindi le bastò solamente ripercorrere la strada verso la città e superarla per arrivarvi, di tanto in tanto alcune persone la salutavano con uno splendido sorriso.
-Buongiorno Ranger.-
Disse una graziosa anziana, ricordava che tempo prima l’aveva aiutata a trovare un Combee.
-Buongiorno a lei.-
-Il sudore sulla tua fronte mi dice che ti stai dando da fare. Continua così.-
-Certo, la ringrazio.-
-Tutte queste brutte cose di recente…è spaventoso. Avete proprio un bel da fare voi.-
S’intromise invece una donna dai corti e castani capelli a caschetto, in effetti non aveva tutti i torti, erano successe tantissime cose.
-Non è un problema, siamo sempre pronti ad aiutarvi.-
-Queste si che sono parole da Ranger.-
Con queste ultime parole dell’anziana donna Sara andò verso l’entrata della foresta, trovandovi subito dopo la persona bisognosa d’aiuto.
Grazie allo Styler ormai era facile riconoscerle, ma di solito loro la fermavano prima potesse raggiungerli.
-Ranger! E’ un dramma!-
Visto il tono che aveva usato la prima cosa che alla ragazza venne in mente fu qualcosa centrasse con il Team Pesto Buio.
-No...”dramma” forse è troppo. Prima ho visto un Wartortle che inseguiva un Cranidos nella Foresta di Vien. Li vedo spesso azzuffarsi per questioni territoriali. Quel Cranidos che scappava mi ha fatto pena. Puoi andare ad aiutarlo?-
-Oh, certo!-
La situazione era sicuramente meno rischiosa del previsto, ma non per questo si sarebbe impegnata di meno.
-Sì, evviva! Così si fa! Purtroppo non sono sicuro di dove possa essere.-
-Non si preoccupi, mi guarderò qui in giro.-
Partendo dalle strade più vicine la ragazza cercò d’evitare gli Shinx che saltavano fuori dai cespugli all’improvviso ed i Wartortle che la rincorrevano, anche la foresta ora che la guardava bene aveva ripreso quasi tutto il suo fascino, almeno in quella zona.
Le fronde degli alberi si muovevano spinte dalla leggera brezza che soffiava tra i loro rami, l’erba era cresciuta nuovamente ed i fiori stavano comparendo in molti punti.
Era certamente uno spettacolo rilassante e sapere che i cittadini avevano contribuito a salvarla le scaldò il cuore.
La sua ricerca comunque terminò senza nemmeno dover uscire da quella zona, quando sentì alcuni versi provenire dal punto vicino al ponte, correndo trovò qui un Cranidos che veniva inseguito da un Wartortle, mentre giravano intorno ad un albero.
Pachirisu guardandoli sembrava quasi divertito ma smise presto di ridere quando, il Cranidos, notandoli, saltò loro contro trascinandosi dietro anche l’inseguitore.
Iniziò così una particolare cattura.
Il Wartortle non la smetteva di rincorrere l’altro ed i suoi attacchi erano rivolti esclusivamente a lui, che come prima scappava lungo il perimetro evitando d’essere ferito.
Praticamente non avevano nemmeno notato Sara e questo non fu completamente un bene, visto quella baraonda le rese difficile catturarli, ma dopo esserci riuscita con il Wartortle concludere il tutto con Cranidos fu molto facile. Non l’attaccò nemmeno, forse troppo felice per il pensiero d’essere al sicuro.

Lo Styler s’aggiornò subito con le sue informazioni, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: /-”, “Attacca con la sua testa durissima.”
Dopo ciò il Wartortle corse subito via, mentre Cranidos rimase a fissare la sua “salvatrice”, Pachirisu sembrò intuire ciò che sarebbe successo e fissava il Pokémon assottigliando lo sguardo.
Arrivò anche il ragazzo che le aveva chiesto aiuto.
-Beh, allora quei due non stavano solo giocando.-
-A quanto pare no, almeno stanno…bene.-
Peccato che l’educazione non fosse per tutti, il ragazzo era scappato ancor prima lei finisse la frase, Cranidos invece aveva iniziato a girare intorno alla ragazza ed una voce robotica dallo Styler spiegò ciò che stava succedendo.
-“Sara ha stabilito un legame con Cranidos. Cranidos diventa un tuo Pokémon compagno!”-
Come la scorsa volta Pachirisu non ne fu entusiasta e tentò di farsi più grande di quel che era, forse per darsi un tono, ma l’altro quasi lo colpì con una leggera testata che lo costrinse ad allontanarsi.
-Oh, caspita non me lo aspettavo. Beh Kricketot avrà già un amico al Ranch dei compagni.-
-“Vuoi che il Pokémon compagno Cranidos venga con te?”-
Chiese stavolta la voce robotica, sullo schermo inferiore comparvero due pulsanti, “Sì” e “No”.
-Ecco…penso sia meglio lasciarlo andare al ranch, sarà stanco dopo quella corsa.-
Disse la ragazza cliccando sul no, subito il Pokémon corse via come se sapesse già la strada, lasciando così sorpresa la ragazza.
Stavolta però non ci furono altre voci ad indicare un potenziamento, forse perché come premio aveva già un nuovo amico.
Non fu un grande problema per lei, finalmente almeno non aveva più nulla da fare e poteva così andare dalla propria famiglia.
Stavolta affrettò il passo più delle altre volte, anche se aveva da poco visto il padre e la sorella non aveva ancora detto a nessuno di loro della notizia sul giornale e non vedeva l’ora di condividere con loro una così bella cosa!
Arrivata davanti alla porta subito la spalancò facendo così sobbalzare la sorella, ad ogni precedente passo aveva sentito crescere dentro di sé la gioia.
-Sara che è successo?-
Chiese la madre preoccupata voltandosi.
-Hanno scritto di me e Lucia sull’Eco di Almia! Hanno spiegato tutto ciò che è successo a Portena.-
-Sul serio?!-
Urlò la donna venendole incontro stringendola in un abbraccio.
-La mia bambina! Non vedo l’ora di leggere tutto quanto! Oh quanto sono orgogliosa di te!-
-M-mamma…mi stai soffocando…-
Disse la ragazza cercando d’alleggerire l’abbraccio, si unirono però presto anche la sorella ed il padre.
-La mia sorellona è famosa!-
-Non avevamo dubbi  che un giorno sarebbe successo, ma non pensavo così presto!-
Commentò il padre ridendo felice.
-Adesso però voglio che ci racconti ogni cosa.-
Disse la madre costringendo tutti a sedersi.
-Ecco, tempo fa io ed Ilario siamo andati alla grotta vicino alla spiaggia perché sembravano esserci dei problemi ed abbiamo scoperto delle strane macchine che ipnotizzavano i Pokémon. Queste stesse macchine sono state la causa dell’incendio della foresta ed io e Luana abbiamo scoperto appartengono ad un gruppo di persone che si fa chiamare Team Pesto Buio, che sembra vogliano far qualcosa di malvagio. Hanno usato quelle macchine, le Gigaremo, anche a Portena creando caos, ma siamo riuscite a distruggerle tutte.-
Rispose Sara tutto d’un fiato mentre gli occhi della madre quasi si riempivano di lacrime.
-Sono…sniff…così orgogliosa, stai diventando veramente grande piccola mia.-
-Mi preoccupa però questa storia, non vorrei finissi in grossi guai.-
Disse il padre preoccupato.
-Non preoccuparti papà, Sara saprà prendere a calci tutti i cattivoni!-
Le parole della sorellina purtroppo non servirono a molto, nemmeno per la maggiore che comunque provava gli stessi timori.
-Starò attenta, ma non posso girarmi dall’altra parte se capita qualcosa.-
-E’ per questo che sei così speciale.-
Continuò l’uomo accarezzandole la testa sorridendo.
Era veramente bello lei potesse contare sempre sul sostegno della propria famiglia, aveva paura ma stava imparando ad affrontare simili cose e a non tirarsi mai indietro.
Accarezzando la testolina di Pachirisu accanto a sé Sara pensò che, finché aveva persone e Pokémon a lei cari da proteggere avrebbe potuto combattere contro qualsiasi cosa.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Almeno per quella giornata gli incarichi, e forse anche le missioni, sembravano esser finite.
Esser potuta andare a casa propria per raccontare il fatto di Portena alla sua famiglia aveva rasserenato sia la ragazza che Pachirisu, che sembrava canticchiare allegramente durante il tragitto di ritorno verso il Centro Ranger, ed il motivetto era talmente orecchiabile che quasi anche Sara aveva preso a farlo.
Tornata nella struttura però non c’era molta allegria, tutti stavano osservando la Gigaremo smontata sul pavimento.
-Quelle strane macchine...il loro design è così antiquato…-
-Non penso sia la cosa più urgente. C’è da dire però che Elena ha una marcia in più da quando ha avuto il via libera per smontare la macchina.-
Ribatté il professor Frenesio.
-Può ben dirlo! Però c’è solo un problema, mi chiedo…quest’affare farà puzzare di benzina anche me?-
Disse Elena muovendo la chiave inglese tra le mani, tra tutti però quello che sembrava più cupo era sempre Ilario, il che aveva certamente un qualcosa di preoccupante.
-Ehi Sara, vedo che hai finito il giro di pattuglia. Hai un’aria piuttosto stanca. Vuoi staccare per oggi?-
Chiese Brando dandole un’occhiata veloce.
-Sì grazie, penso mi farebbe be…-
Prima potesse finire la frase il professor Frenesio scattò sull’attenti attirando l’attenzione di tutti.
-Hmmmm?! E cosa potrebbe mai essere? Questa minuscola pietruzza nera. Elena, hai qualche idea a proposito?-
L’oggetto che l’uomo teneva tra le mani era piccolo quanto un dito e dalla forma a rombo, la sua superficie era incredibilmente liscia ma più nera del petrolio e nelle notti più oscure. Tutti quanti s’avvicinarono per osservarlo e guardandolo Sara si sentì come se potesse risucchiare perfino la luce nei loro cuori.
-Mai visto niente di simile a questa pietra. Provo a polverizzarla con un martello? O provo un trapano?-
Chiese Elena rigirandosela tra le mani, facendo così però agitare il povero anziano che subito la riprese.
-No, no, niente del genere! La porterò con me alla Federazione e la farò analizzare dalla nostra equipe di ricerca. Inoltre, dovremmo discutere della minaccia Gigaremo in una riunione. Propongo di farlo domattina alla Federazione.-
Disse l’uomo infilandosela in tasca.
-Brando! Accompagnami alla Federazione! Avrà bisogno del tuo aiuto per preparare la riunione di domattina.-
-Certo, professore!-
Voltandosi poi verso tutti il leader salutò i Ranger con un gesto della mano.
-Bene, gente. Questo è quanto. Occupatevi del Centro Ranger mentre sono via.-
Senza aggiungere altro i due uscirono dal Centro Ranger  lasciando gli altri con quella strana macchina, mancava ancora un po’ alla sera quindi avevano il tempo per riposare.
-Io penso continuerò a controllare questa macchina.-
Disse Elena inginocchiandosi prendendo alcune parti non ancora del tutto separate.
-Io invece andrò a farmi un bagno, mi servirà per allenare la pressione.-
Rispose invece Luana dirigendosi direttamente verso la seconda porta nella stanza.
-Io…andrò nella mia stanza…-
La voce di Ilario era talmente bassa da far quasi paura, sia Sara che Elena non riuscirono a dirgli nulla quando s’allontanò.
-Cavolo…non l’avevo mai visto così.-
Disse Elena grattandosi la testa.
-Penso dovrei andare a parlargli…-
Rispose Sara sentendosi stringere lo stomaco vedendo un ragazzo come lui in quel modo.
-Sicuramente lo aiuterebbe, non è proprio il tipo da star da solo.-
Annuendo Sara andò verso la porta, vedendo che ormai sia Luana che Ilario erano già andati, salì così al secondo piano fermandosi davanti alla porta della camere di lui. Non era mai stata nella stanza d’altri e non voleva disturbare, ma tutto quel silenzio la metteva veramente a disagio…
Prendendo coraggio bussò un paio di volte alla porta, fino a quando la voce del ragazzo non oltrepassò il legno.
-E’ aperto.-
Aprendo la porta si ritrovò in una stanzina simile alla propria, le pareti erano sul solito tono bianco e c’era un letto dalle coperte azzurre ed una scrivania di legno con sopra una lampada.
Era però sicuramente più arredata della sua camera, alle pareti c’erano alcuni poster firmati da personaggi famosi, comici o cantanti, e la scrivania era piena di modellini in scala di vari mezzi. Non aveva idea il ragazzo avesse una simile passione, ma sembrava farlo da molto tempo visto la bravura con cui erano costruiti. L’unica pecca era un cumulo di vestiti sulla sedia, ma era di poca importanza.
Ilario si trovava disteso sul letto, tenendo tra le mani una pallina rossa che continuava a lanciare contro la parete riprendendola al volo, accanto al ragazzo c’era anche il suo Pokémon compagno Budew.
-Ehi…va tutto bene?-
Chiese la ragazza avvicinandosi.
-Sì…sono solo un po’ sottosopra. Scusami se non ti do il benvenuto come dovrei.-
-Non preoccuparti…capisco che tutti i recenti avvenimenti siano stati…pesanti.-
-Pesanti? Anche di più.-
Rispose il ragazzo sospirando.
-Fino a poco tempo fa la mia unica preoccupazione era non far tardi con le consegne del giornale, ed ora invece con questo Team Pesto Buio non so a cosa pensare.-
Sara s’avvicinò ancora sedendosi ai piedi del letto del ragazzo, lasciandolo parlare.
-Non che io sia diventato un Ranger per non far niente, è ovvio farò il possibile per aiutare tutti quanti. Ma una cosa simile mi manda in pappa il cervello, in qualsiasi momento quei tipi potrebbero far chissà cosa a degli innocenti e rovinare la loro tranquillità!-
-Sì, ma noi li fermeremo.-
-E se fosse troppo tardi?-
Disse il moro sospirando.
-Non voglio aver già fallito prima ancora di iniziare…non sopporto qualcuno possa fare da un momento all’altro qualcosa di simile senza poter far nulla.-
-Non abbiamo fallito, li abbiamo fermati a Portena.-
-Tu e Luana, io ero qui a girarmi i pollici e nemmeno sapevo ciò che stava accadendo…-
-Beh…io e te abbiamo trovato la prima Gigaremo! Se non l’avessimo distrutta o trovata forse non avremmo fatto nemmeno in tempo a salvare Portena.-
-Sì, ed è questo che mi agita, se non fosse stato per quel caso come sarebbero andate le cose? E come possiamo sapere che in futuro saremo così fortunati?-
Rimasero in silenzio a lungo, mentre l’unico rumore era quello prodotto dalla pallina di gomma, nemmeno Budew sembrava poter rallegrare l’amico.
-Io…non so come andranno le cose, ma insieme potremmo sempre aiutare qualcuno. Anche se andasse tutto per il peggio noi non ci arrenderemo, nessuno di noi, ne sono sicura.-
-Vorrei essere anche io così ottimista in questo momento…-
-Nemmeno io lo sono Ilario, ma ho fiducia in tutti voi. So che le cose potranno andar meglio.-
Rispose infine con quanta più sincerità possibile, sospirando Ilario alzò gli occhi su di lei cercando di sorriderle.
-Grazie per essere venuta a parlarmi…ne avevo bisogno.-
-Figurati, tu hai fatto lo stesso per me.-
Rispose lei sorridendo con dolcezza, forse non le era possibile scacciare le sue paure, ma almeno poteva provarci come aveva fatto lui.
-Ora sarà meglio vada, non voglio restar a disturbarti.-
-No stai tranquilla Sara, penso che tu sia l’ultima tra tutti che potrebbe ahah.-
Disse il ragazzo alzandosi, finalmente, accompagnandola poi alla propria porta.
-E grazie ancora, sul serio.-
Disse infine continuando a sorriderle, anche se questo sembrava stanco almeno era presente.
-E’ stato un piacere.-
-Sai, sono sicuro diventerai un ottimo Ranger.-
-Farò del mio meglio, grazie. A più tardi allora.-
-Certo.-
Dopo essersi salutati la ragazza si spostò nella sua di camera con un sorriso sulle labbra, era felice d’aver potuto fare qualcosa per farlo star meglio, e se l’avesse ancora visto così sicuramente gli avrebbe parlato nuovamente.
Per il resto della giornata comunque non volle far altro che riposare, come tutti infondo, e rimase nella propria camera addormentandosi molto presto, insieme a Pachirisu che dormì sul cuscino accanto a lei…
 
 
Il giorno seguente…
 
Per una volta Sara riuscì a svegliarsi presto da quando era arrivata, Pachirisu aveva conservato l’allegria del giorno precedente e così la sveglia era stata decisamente piacevole, dopo essersi sistemata ed aver mangiato dei cereali per colazione era scesa al piano inferiore del Centro Ranger, qui vide solamente Elena, Luana e l’Assistente sveglie.
Luana fu la prima a salutarla sorridendo, sembrava aver ripreso tutto il buon umore.
-Ciao, buongiorno! Guarda un po’ qua.-
Come ieri la notizia che portava riguardava l’Eco di Almia, questa volta però in prima pagina c’era il titolo “Speciale Top Ranger”, con il sottotitolo “In esclusiva: Il Top Styler” con sotto un immagine di un particolare tipo di Styler, di un colore più scuro rispetto ai normali, più robusto e con una punta della linea di cattura violacea, accanto a tale immagine c’era una descrizione dettagliata delle sue funzionalità. Alla destra di tutto ciò c’era poi un piccolo articolo riguardante il Top Ranger“Settimo”, un uomo dalla muscolatura ben definita con dei capelli neri che gli arrivavano alle spalle. Gli occhi erano nascosti sotto un capello da cowboy rosso e portava una divisa bianca con delle strisce gialle all’attaccatura delle braccia, l’articolo che lo riguardava parlava delle sue incredibili imprese insieme al suo Luxray, il quale sembrava un grosso leone dal manto nero e dalla lunga coda sottile.
Sotto tutto ciò c’era poi un altro titolo, “10.000 catture?!” che riguardava appunto l’incredibile numero di catture di Settimo, non c’era solo lui però in pagina.
Sotto tale articolo c’erano ben due immagini, entrambe ritraevano una bellissima ragazza dai capelli verdi e gli occhi azzurri, che portava un abito rosso con dei grossi guanti dello stesso colore.
La prima immagine ritraeva solo lei e sotto il titolo “Viola” c’era una breve descrizione su di lei, l’immagine accanto invece la ritraeva a bordo di uno Staraptor, ed il titolo era “La più grande esperta di Staraptor”, e come per Settimo elencava tutte le incredibili cose fatte da loro, insieme alle sue coreografie.
Luana guardò poi Sara con un sorriso eccitato.
-I Top Ranger sono proprio i più forti!-
Sara avrebbe voluto risponderle ma dallo Styler si sentì il chiaro suono che annunciava un messaggio.
-Messaggio in arrivo! Qui è Brando che parla. So che è presto, ma abbiamo una bella gatta da pelare qui. Voglio che tu venga qui a Portena il più presto possibile.-
La voce di Brando era ben chiara ma dal messaggio non sembrava esserci alcuna informazione in più, la ragazza guardò perplessa Luana che le rispose allo stesso modo facendo spallucce.
-Mi sa l’unico modo che hai per capire cosa sia successo sia andare, forse non ricordi, ma la città di Portena si trova a nord della Foresta di Vien.-
-Grazie Luana.-
-Avete già il vostro da fare di prima mattina? Io invece mi sono divertita a smontare quella cosa. Era da un bel po’ che non lo facevo.-
Disse Elena sorridendo come mai prima d’ora.
-Felice che ti sia divertita.-
Rispose sincera Sara, avviandosi verso la porta.
-A presto allora.-
Era evidente dal tono del loro leader quanto fosse necessario arrivare in città il prima possibile, ciò che la ragazza però temeva era potesse trattarsi di qualcosa riguardante il Team Pesto Buio…questo però non significava dovesse tirarsi indietro.
Rapidamente si spostò nella Foresta di Vien percorrendo quel sentiero che ormai conosceva bene, involontariamente però la ragazza inciampò in un Cherubi, la cui lotta però non durò a lungo, ma le valse almeno una cattura di grado A. Arrivò così insieme al suo piccolo amico al primo ponte che separava la foresta ma una volta attraversatolo le sembrò di notare qualcosa di strano nell’albero vicino, le foglie di questo infatti continuavano a muoversi.
-Mh…che strano…-
Non era certo normale e forse avrebbe dovuto prestarvi attenzione, in un primo momento era quasi tentata d’andare avanti ma alla fine la curiosità ebbe la meglio e, notando la mossa di Cherubi era perfetta per farlo oscillare, la utilizzò contro “l’ostacolo.
-Grazie Cherubi, a presto!-
Dopo aver salutato il Pokémon la ragazza s’avvicinò al tronco, mentre le foglie continuavano a muoversi sempre più, almeno fino a quando qualcosa non le cadde proprio sul viso.
-HIIIII!-
Qualsiasi cosa fosse era lungo, viscido e dall’aspetto in tutto e per tutto un verme, solo che in verità era un povero Weedle che la giovane Ranger aveva disturbato.
-Oh no! Scusami tanto, non volevo infastidirti.-
Disse Sara veramente dispiaciuta, non poteva però evitare ormai la lotta iniziata, oltretutto quel povero Pokémon continuava a scappare per il perimetro di cattura quasi terrorizzato, riuscì a calmarlo solo al termine di tutto.
-Scusami ancora…-
Disse un’altra volta lei inginocchiandosi, Pachirisu alle sue spalle sembrava invece star ridacchiando per lo sbaglio della ragazza, la quale divenne leggermente rossa.
Senza aggiungere altro lei continuò il proprio tragitto, sperando di non ricevere altre sorprese simili, purtroppo per lei invece bastarono pochi passi perché un Buneary sbucasse dai cespugli saltandole addosso.
Anche questa cattura fu molto semplice, ma stava continuando a perdere tempo e questo certamente non andava bene.
Ripromettendosi di fare quanta più attenzione possibile Sara iniziò a correre arrivando finalmente alla cima della montagna dalla quale si poteva vedere Portena, ormai mancava molto poco ma un suono proveniente dallo Styler la costrinse a fermarsi.
-Messaggio in arrivo! Qui parla Frenesio! Abbiamo bisogno di te! Presto! Devi recarti subito a Portena!-
-Oh accidenti…-
La voce apparteneva al professor Frenesio, e se l’uomo l’aveva chiamata voleva dir era veramente in ritardo. Il cuore della giovane prese a battere ancor più rapidamente e non solo a causa della corsa ma per la paura di ciò che poteva esser successo.
Nella sua mente si formarono gli scenari peggiori e quando arrivò all’entrata della città la cosa peggiorò soltanto perché vide in lontananza Brando correrle incontro.
-Sara, buongiorno!-
-B-buon…buongiorno!-
Urlò praticamente la ragazza con il poco fiato rimasto, continuando subito dopo a parlare.
-Scusatemi per il ritardo, che sta succedendo? E’ il Team Pesto Buio?-
Chiese lei visibilmente preoccupata, ormai la tensione era parte del suo viso ma Brando al contrario sembrava incredibilmente sereno, forse perché era un Ranger da molto più tempo di lei ed era abituato a gestire simili faccende?
-Questa è la situazione: il Ponte Nord si è bloccato mentre era alzato, il che vuol dire  che non può passare nessuno. Il professor Frenesio deve attraversare il ponte per raggiungere la Federazione.-
Per più tempo del previsto tra i due calò un silenzio indescrivibile, tanto quanto lo era il viso della ragazza.
Sembrava pietrificato, con la bocca spalancata e gli occhi e le sopracciglia ferme in una posizione di sgomento e scetticismo, e stavolta Brando sembrava essersene perfettamente accorto visto aveva iniziato a ridacchiare imbarazzato.
-Ehm…credo che i nostri toni e chiamate ti abbiano fatto preoccupare, eh?-
-Eh…eh…-
Non sapeva come esprimersi, aveva perfino iniziato a gesticolare. Brando era un suo superiore, ma in quel momento Sara l’avrebbe quasi strozzato.
-Sai che lui odia volare sugli Staraptor, perciò dovrà arrivarci via terra. Ieri sera siamo arrivati qui sul tardi e abbiamo passato la notte alla Stazione Ranger.-
-Capisco…pensavo fosse successo il peggio.-
-Eheh, scusami tanto. Comunque, vieni a vedere il ponte.-
Rispose cortesemente il ragazzo voltandosi e facendole strada, lei già intuiva perché il ponte fosse in quello stato, il signor Ponzio l’aveva sollevato per evitare che quei malfattori scappassero, anche se alla fine il risultato  non era cambiato, ma almeno l’intenzione c’era.
I due Ranger percorsero tutta la città fino ad arrivare ad un gigantesco ponte di ferro che collegava due pezzi di terra separati dalla limpida acqua del mare, la quale si muoveva vivace a poco meno di un metro da loro.
Lungo il terreno c’era un’alta ringhiera di ferro che probabilmente serviva ad evitare qualcuno potesse cadere, davanti al ponte infine c’era una piccola casupola blu provvista di una sbarra bianca a righe rosse.
In questa zona c’erano circa tre persone, oltre ai due, un uomo dai neri capelli vestito con una maglia bianca e dei pantaloni marroni, una donna dai capelli castani che indossava un abito marrone, ed il professor Frenesio, che appena la vide sorrise quasi con dolcezza.
-Oh, eccoti qui, Sara! Buongiorno! buongiorno a tutti!-
Era quasi incredibile quanto fosse di buon umore, e lei che si era spaventata per niente…ormai le veniva quasi da ridere.
-Va tutto bene mia cara?-
Chiese il professore notando la sua espressione.
-Sì…ho solo corso troppo…-
-Oh non c’è mai il troppo per voi giovani! Comunque, come potete constatare, il Ponte Nord è bloccato in posizione sollevata. E l’addetto al ponte si è volatizzato! Attraversarlo è, ahimè, impossibile!
Rispose lui indicandole il ponte alle loro spalle, intervenne poi Brando nella conversazione.
-L’addetto al ponte si chiama Ponzio. E’ una brava persona, ma ha la tendenza a fare un gran polverone senza concludere mai nulla di buono.-
-Ponzio? L’ho visto prima al porto.-
Disse improvvisamente la donna presente.
-Oh, ottimo! Grazie signora. Rechiamoci al porto, allora.-
Rispose Brando sorridendo.
-Il porto si trova nella parte est di Portena, prendendo la via bassa.-
Continuò poi sorridendo, come se l’umore di Sara fosse già migliorato, questa però prima d’andare notò che vicino alla sbarra era presente un Punto di Salvataggio, visto tutto ciò che era successo preferì salvare in caso le fosse stata riservata qualche altra sorpresa meno piacevole.
-Scusami ancora Sara, spero non te la sarai presa…-
-No, figurati…avrei dovuto mantenere la calma.-
Rispose la ragazza sorridendo al proprio leader, insieme al quale aveva iniziato a percorrere la città di Portena. Ora che la storia delle Gigaremo era stata sistemata sembrava un altro luogo, vivace e solare, con Pokémon e persone che passeggiavano in completa armonia, ci si poteva oltretutto godere i caldi raggi del sole e la fresca aria del mare che arrivava vicino al porto senza nessun’altra preoccupazione.
Questo sì che fece star meglio la ragazza.
Arrivati al porto Brando e Sara cercarono Ponzio lungo il ponte principale ma non trovandolo Sara decise di spingersi per la strada secondaria dove aveva incontrato il Team Pesto Buio, non era certo una bella sensazione ripercorrere quei passi come se stesse rivivendo il tutto, ma questa volta invece di nemici trovò un amico.
Ponzio infatti si trovava proprio vicino alle scale a fissare il paesaggio.
-Salve, Ponzio!-
Disse Brando attirando così la sua attenzione.
-Oh, salve Ranger. Va tutto bene?-
-Non proprio. Puoi spiegarci perché il Ponte Nord è ancora alzato?-
A quel discorso il viso dell’uomo divenne quasi rosso per l’imbarazzo, o almeno così sembrò a Sara.
-Anch’io vorrei che il ponte fosse abbassato, cosa credete. Ma la chiave per manovrarlo è finita in fondo al mare.-
-COSA?!-
Urlarono Brando e Sara allo stesso tempo, facendo così sprofondare ancor di più nell’imbarazzo il pover’uomo.
-Quando mi sono tuffato per inseguire quei delinquenti, la chiave deve essermi caduta dalla tasca!-
-Ok, la situazione è chiara…-
Disse Brando sospirando e sfregandosi le tempie con le mani.
-Sentito che ha detto? Sara, sai nuotare?-
Chiese poi incredibilmente serio, stupendo così ancor di più la povera ragazza.
-Cosa?!-
Un po’ sapeva nuotare, ma certo non al livello di stare sott’acqua quasi anche delle ore!
Brando però le si avvicinò consegnandole tra le mani uno strano apparecchio azzurro dalle estremità gialle, al centro era presente una piccola fessura ed un appiglio di plastica.
-Recupera quella chiave dal fondo del mare. Questo mini-polmone acquatico ti permetterà di respirare sott’acqua.-
-COSA?!-
Ormai gli occhi le stavano uscendo dalle orbite, prima aveva temuto arrivasse il Team Pesto Buio, poi tutto era scemato in un semplice ponte bloccato ed ora doveva nuotare nell’oceano!
Quella giornata era come un giro sulle montagne russe.
Brando però per tutta risposta la guardò ridendo quasi imbarazzato, grattandosi la testa evitando di guardarla negli occhi.
-Io…ehm…me ne starò sulla terraferma. E’…è meglio così.-
-Ma…ma…-
Tentò di dire la ragazza, ma lui alzò una mano facendola tacere.
-Non chiedermi perché. Dovrai arrangiarti per questo compito!-
Forse era solo per il suo bene…dopotutto doveva capire come funzionavano quelle cose ed andare sul campo era il modo migliore, purtroppo però questo non aiutava ad allentare la paura. Almeno le altre volte aveva potuto contare sull’aiuto di Luana o Ilario…
-Va bene…farò del mio meglio.-
-Brava così! Ti spiegherò come funzionano le cose quando sarai in mare. Primo, non puoi portare con te nessun Pokémon dalla terraferma. E vale anche il contrario: non si possono portare i Pokémon dal mare sulla terra. Non preoccuparti per i Pokémon che lasci. I Pokémon di terra ti aspetteranno mentre sei in mare. I Pokémon che catturerai in mare ti aspetteranno finché ti trovi sulla trraferma. Vedi? Niente di cui preoccuparsi.-
-Pachi!-
Pachirisu non fu dello stesso avviso, infatti s’aggrappò alla gamba della sua amica scuotendo il capo, non sembrava intenzionato a lasciarla andare da sola.
-Oh, non preoccuparti Pachirisu, Sara se la caverà benissimo.-
Disse Brando sorridendo al Pokémon, anche la ragazza aveva cercato di consolarlo accarezzandogli la testolina e prendendolo in braccio.
-Tornerò il prima possibile. Te lo prometto.-
-Pachi…pachi…-
Non sembrava ancora del tutto convinto ma almeno s’era un po’ tranquillizzato, abbastanza comunque per lasciarla andare.
Ponzio nel frattempo aveva ripreso il suo colore e s’era avvicinato sorridendo.
-Il minimo che possa fare è portarti in barca sul punto dove ho perso la chiave. Vedi, a causa dell’incidente della Gigaremo, tutte le uscite delle barche di Portena sono state cancellate. Posso però chiedere a un mio amico capitano di prestarmi la sua barca. Lascia che mi occupi io di tutto!-
Non era la prima volta le diceva così e fino ad ora non era capitato la cosa si risolvesse al meglio….ma…gli occhioni sicuri con cui la guardava, e la certezza che un rifiuto l’avrebbe solo rattristato, la spinsero ad accettare.
-Va bene, grazie Ponzio…-
-Fantastico! Aspettate qui, ci metterò un attimo.-
E così, correndo al massimo delle sue forze, l’uomo andò a cercare quel suo amico lasciando i due Ranger ed i loro Pokémon soli.
Makuhita, il Pokémon compagno di Brando, e Pachirisu, s’erano seduti vicini ed il primo notando il malumore del piccoletto, stava cercando di consolarlo facendogli delle facce buffe o perfino quella che sembrava l’imitazione di Brando mentre tentava, con grande fatica, di sollevare qualcosa, forse facendo riferimento alla volta con la Gigaremo, ma l’effetto non fu gran che.
-Sei sicura sia stata una buona idea?-
Chiese Brando guardandola.
-Lo spero…è un brav’uomo.-
-Certamente, ma è un po’…pasticcione.-
Rispose l’altro facendo spallucce.
-Lo so, lo so, ma diamogli una chance, magari ci stupirà.-
Ed in effetti fu proprio così, passarono solo una decina di minuti e Ponzio tornò felice come Sara non l’aveva mai visto, assieme a lui poi, sulla superficie dell’acqua, si stava spostando nella loro direzione una piccola barchetta bianca dal pavimento e dal tettuccio azzurri.
-Tutti a bordo!-
Urlò l’uomo saltando assieme a Sara sulla nave trascinandola per un braccio.
-Ah, Pachirisu tornerò presto! Ci vediamo dopo!-
Disse la ragazza salutando il Pokémon sorridendo, lui tentò di fare altrettanto mentre la barca iniziava ad allontanarsi.
-Buona fortuna!-
Le urlò Brando, ma presto la sua voce divenne troppo bassa per poterla udire, era veramente incredibile la velocità con cui quella barchetta riusciva a muoversi. Sotto il tettuccio azzurro, davanti al timone, la ragazza poté vedere il capitano della nave che indossava una divisa bianca tipico da marinaio con un cappello con una fascia dello stesso colore dominante nella nave.
Lei però era rimasta sul bordo posteriore lasciando che il vento le accarezzasse i capelli ed il viso, quell’aria così pulita le stava riempiendo i polmoni ed un sorriso era sbucato dalle sue labbra mentre s’era fermata ad osservare il paesaggio.
Non solo l’azzurro del mare si mischiava a quello del cielo, facendo così quasi confondere la schiuma per le onde, ma la parete rocciosa presente in lontananza con gli alberi sulla cima richiamava ad una calma totale. Spostando lo sguardo oltretutto riuscì perfino a vedere più da vicino la torre violacea che stavano costruendo nella zona oltre al Ponte Nord, ancora sollevato purtroppo.
Il loro viaggio durò una decina di minuti, e ciò suscito una grande sorpresa nella giovane che si chiese quanto aveva potuto nuotare Ponzio senza nemmeno l’aiuto di una barca.
Arrivarono fino ad una zona in cui erano presenti un gruppo di scogli grigi ed appuntiti, il capitano della nave però fu fenomenale nell’evitare un qualsiasi scontro e si fermò proprio al centro d’essi. Ponzio evidentemente gli aveva spiegato nel dettaglio dove andare.
-E’ successo più o meno qui. Ci sono forti correnti, però. Fa’ attenzione là sotto.-
L’uomo sembrava veramente preoccupato ma  Sara lo guardò sorridendo gentilmente, aveva certo un po’ d’agitazione ma confidava sarebbe andato tutto bene, Brando dopotutto non le avrebbe chiesto d’andare lì se non fosse stato certo di ciò.
-Tornerò presto.-
Salendo sul bordo della nave osservò per qualche secondo la superficie dell’acqua, nonostante fosse limpida le era impossibile vedere quanto fosse profonda ed anzi, c’era quasi un alone d’oscurità ad assicurare mancasse un bel po’ al terreno sottostante.
Prendendo un profondo respiro la ragazza si sistemò il mini-polmone tra le labbra, e, prendendo un bel salto, si tuffò in acqua.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Al contatto con l’acqua la pelle della ragazza riuscì a percepire solo un leggero brivido per il brusco cambio di temperatura. Essendo ancor mattina e vista la sua locazione non era scontato l’acqua fosse fredda.
La schiuma provocata dal suo tuffo, meno aggraziato di quanto avrebbe desiderato, le impedì per qualche secondo di vedere attorno a sé, ma questa svanì non ci fu ancora nulla di particolare.
Solamente il colore blu dell’oceano la circondava, ma riusciva a vedere che a vari metri da lei c’era qualcos’altro.  Iniziando a nuotare le sembrò però di non riuscir ad essere abbastanza veloce, anche se era naturale, grazie al mini-polmone dato da Brando però non avvertiva la fatica che avrebbe provato sicuramente senza.
Nuotò fino a quando non riuscì a vedere con chiarezza il fondale, la sabbia era d’un azzurro tenue ed erano presenti numerose parti rocciose accompagnate da coralli violacee ed alghe rossastre, non erano però solo l’unica cosa presente. Numerosi Pokémon da lei mai visti nuotavano con allegria, senza che la sua presenza li disturbasse.
Mentre si guardava attorno meravigliata e certamente più felice dell’incarico dato notò qualcosa luccicare tra la sabbia, un minuscolo oggetto non molto distante da lei pronto per esser raccolto, non aveva dubbio che si trattasse della chiave per il ponte.
Avrebbe tanto voluto però che assieme a lei ci fosse stato anche Pachirisu…
Cercò di nuotare ancora stavolta in quella direzione, ma quando cercò di muoversi verso destra le fu molto più difficile agire subito così che se fosse stata sulla terraferma, ed in questo modo finì inevitabilmente addosso ad un Pokémon dall’azzurra coda a farfalla con il centro viola.
Ad inizio cattura temette che anche i suoi movimenti in questo sarebbero stati rallentati ma incredibilmente non fu così, si creò la cupola per il perimetro che impedì all’altro di fuggire ed a lei bastarono solo pochi cerchi per concludere il tutto.
Sorridendo felice vide quale era il suo nome, Finneon, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Distruzione 1”, “Attacca sputando bolle e sfere d’acqua.”

-Swuswa-
Tentò di scusarsi per essergli arrivato contro ma non le fu possibile esprimersi bene visto il mini-polmone , ma l’altro sembrò capire senza problemi.
Durante i seguenti movimenti si rese conto che il terreno non era pianeggiante ma procedeva verso il basso, e a dimostrazione c’erano alcuni solchi di pietra.
Su uno di questo notò un Pokémon dal corpo azzurro ed i grandi occhioni neri, con due lunghe antenne, anche se era lì per una missione non voleva dire non potesse conoscere quante più cose possibili e così s’avvicinò iniziando una cattura.
Questo inaspettatamente utilizzò una mossa di tipo elettrico e Sara sobbalzò temendo questa s’espandesse attorno a lei, ma non fu così, si presentò infatti solo come delle piccole saette che riuscì ad evitare senza grossi problemi. In seguito a questo attacco riuscì a terminare subito la cattura, scoprendone così il nome.
Chinchou, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa mappa: Ricarica 2”, “Attacca emettendo scariche elettriche.”.

La sua mossa le ricordò subito un pachi, capace di ricaricare lo Styler danneggiato, sicuramente in quel luogo in cui i movimenti le erano difficili l’avrebbe aiutata.
Anche un altro Pokémon le arrivò contro dopo la cattura, sembrava una piccola manta dalla pancia grassoccia e dalla pelle azzurra, colore che ormai la circondava in tutto e per tutto.
All’inizio di questa cattura la ragazza riuscì a fare numerosi cerchi di cattura ma dovette fermarsi quando l’altro iniziò a gonfiare dalla sua piccola boccuccia una bolla sempre più grande, che rimase ferma qualche secondo prima di muoversi verso l’esterno del perimetro della cattura. Visto l’aveva fatta in sua prossimità dovette aspettare s’allontanasse ma in seguito le bastò poco per concludere tutto.
Il suo nome era Mantyke, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Azione 1”, “Attacca spuntando bolle.”

Ora che era tutto concluso la ragazza riprese a nuotare, giungendo finalmente in prossimità del luccichio.
Guardandosi attorno non le sembrò vedere altri Pokémon e così s’affrettò a raggiungere il piccolo oggetto ormai ancor più vicino di prima, quando però mancavano pochi metri un ombra la paralizzò.
Sembrava in tutto e per tutto uno squalo, solo lungo nemmeno la metà, forse solo quanto la testa, con occhi neri dalle pupille rosse ma con dei lunghi denti bianchi, sulla sua fonte c’era una grossa X gialla.
Quel Pokémon sbucato dalle ombre sembrò notare il piccolo luccichio emesso dalla chiave, e senza perder tempo la raggiunse sfiorandola con il muso, con questo gesto però essa s’infilò tra i suoi denti.
Questo mosse il capo un paio di volte, poi nuotò rapidamente via infilandosi tra due pareti rocciose che conducevano ancor più verso il basso.
-Messaggio in arrivo! Qui Brando. Hai trovato la chiave?-
La voce di Brando fece tornare la ragazza in sé, che subito cercò d’avvicinare lo Styler alle labbra e di parlar quanto più chiaramente possibile.
-Wun PwoKèmon ua presha!-
-Come?! E com’era fatto?-
-Wome uno swualo!-
Doveva urlare quasi per arrivare a farsi capire, ma non fu difficile per Brando.
-Uno Sharpedo ha preso la chiave e se l’è portata via con sé?-
-Swi!-
-Bene, allora questa diventa una vera e propria missione! Recupera la chiave da quello Sharpedo!-
Non dovette rispondergli per accettare, e subito disattivò la chiamata iniziando a nuotare, se solo fosse stata più veloce avrebbe potuto prenderla prima di lui…
Si sentì in colpa per questo ma non aveva ancora perso la chiave, c’era ancora speranza. Mano a mano che nuotava riusciva a muoversi con più precisione e superando le pareti rocciose arrivò in una nuova zona, dove ad accoglierla c’era  un Pokémon simile ad un pesce palla, ma con delle grosse protuberanze simili a spine già estratte ed apparentemente dure come la roccia.
La sua pelle era nella parte superiore blu scuro mentre gialla la sua pancia, non appena la vide le nuotò subito in contro e lei non potendo evitarlo fece iniziare la lotta. Inizialmente lui rimase fermo e sembrava volesse farsi catturare, ma poi cercò d’attaccarla sputandole contro delle spine grigiastre, fortunatamente lei riuscì ad evitarle nuotando di lato, anche se di poco, e continuò la cattura concludendola.
Il suo nome era Qwilfish, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 1”, “Attacca lanciando aculei.”, la sua cattura le fu utile anche per passare al livello 11, aumentando la potenza e l’energia di 2, arrivando così a 30/30.

Purtroppo era il suo quarto Pokémon e dovette scegliere di liberarne uno, controllando le mosse vide che non c’era nessuno con la stessa di un altro, e così scelse di liberare Chinchou, visto comunque in caso di ostacolo non avrebbe potuto aiutarla e per il momento la sua energia era al massimo. Continuando a muoversi notò che c’erano numerosi rialzi rispetto a prima, ma che qualcosa era diverso, c’erano infatti in certi punti delle correnti d’acqua talmente forti da far sì non potesse passare, e che formavano oltretutto delle grosse bolle.
Non aveva molta scelta, se le avesse incontrate avrebbe dovuto prendere strade alternative. Proseguì quindi verso la sua destra notando al centro della sua strada un grosso pezzo di corallo rosa, s’avvicinò per passare sfiorandolo ma in quel momento si rese conto che in realtà era un altro Pokémon.
Iniziando la cattura non ebbe comunque difficoltà con lui, perfino quando tentò d’attaccarla produsse solo una gigantesca bolla, che però servì solo a fermare momentaneamente la ragazza visto comunque non si muoveva. Così continuò a muovere la linea di cattura producendo cerchi anche attorno ad essa, concludendo così il tutto. Il suo nome a quanto pare era  Corsola, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca emettendo bolle dalla bocca.”, avendo ancora una volta un quarto Pokémon dovette liberarne un altro, stavolta  Finneon visto il livello della mossa era Distruzione 1.

Da quanto le sembrava di vedere comunque non erano certo pochi gli ostacoli attorno a lei, a pochi metri di distanza ad esempio erano caduti due grossi massi. Per lei non erano un vero problema visto poteva anche nuotare per superarli, ma sembrava essere incastrato qualcosa sotto d’essi, così per precauzione volle distruggerli chiedendo l’aiuto di Corsola, purtroppo però visto i massi erano due dovette trovarne un altro per distruggerli entrambi, ma non fu affatto complicato.
Si rese conto in questo modo che in effetti c’era qualcosa sotto le pietre, un Pokémon simile ad una stella marina gialla con al centro del corpo una gemma rosa.
Senza indugiare lei subito s’avvicinò per vedere se stava bene ma nel farlo si rese conto di un altro dettaglio. In quel punto s’apriva una voragine nel terreno talmente profonda che non si vedeva altro che l’oscurità, ed oltretutto sembrava anche esserci una qualche corrente che sicuramente l’avrebbe risucchiata se non avesse chiesto aiuto. La cosa più importante però era la presenza dello Sharpedo che le aveva rubato la chiave, stava nuotando proprio  in quel punto ma sembrava avere qualcosa che non andava, continuava ad aprire e chiudere la bocca a scatti.
Prima però potesse capirci qualcosa questo nuotò via veloce come un fulmine e lei rimase immobile cercando di capire cosa fare.
Purtroppo questo lasciò che l’altro Pokémon le saltasse indisturbato addosso ed iniziasse una cattura.
Fin dal primo istante questo non fece altro che rimanere fermo a fissarla, ed andò avanti così fino a circa metà della cattura fino a quando non le lanciò contro delle strane sfere d’energia violacee.
Sara riuscì ad evitarle senza ferirsi e subito dopo concluse la cattura.
Il nome del Pokémon a quanto pare era Staryu, “Gruppo: Acqua-  Poké Tattica: Acqua- Mossa: Taglio 1” ,”Attacca girando su se stesso e lanciando sfere misteriose.”

Conclusa la cattura la ragazza si guardò intorno ma non le sembrò di poter trovare nessun’altro passaggio che le permettesse di seguire lo Sharpedo, guardando sulla mappa però notò qualcosa, ovvero una strada che però era proprio lungo quella voragine.
Che ci fosse in realtà un modo per passare?
Non potendo fare altro tornò indietro per controllare ogni angolo, già in quella zona però era chiaro che metà d’essa a causa delle correnti d’acqua era inaccessibile. Notò però qualcosa in lontananza, un Pokémon anch’esso simile ad una manta come Mantyke ma molto, molto più grande, e se era lì voleva dire un modo per arrivare c’era. Tornò quindi nella zona precedente vedendo alla sua destra qualcosa di molto importante, qualcosa che prima l’era sfuggito.
C’era un altro passaggio nascosto sotto un cunicolo di rocce, che però era bloccato da delle assi di legno, cadute lì da chissà quanto tempo, non era un ostacolo così difficile da distruggere, bastava una mossa taglio 1, e lei aveva qualcuno che poteva aiutarla.
Non potendo parlare indicò le tavole a Staryu, che fortunatamente capì subito e ne distrusse una, nuotando via per tornare probabilmente al luogo in cui l’aveva trovato. Purtroppo però la mania per l’ordine della ragazza ebbe la meglio, quindi questa prima di entrare nel passaggio lo tornò a prendere per distruggere anche l’ultimo pezzo di legno, scusandosi più volte con alcuni gesti per quel disturbo.
Anche se in realtà il Pokémon sembrava felice, forse anche lui voleva che il luogo in cui viveva non fosse soggetto a spazzatura.
Nello stretto passaggio che attraversò vide numerosi Corsola riposare tranquilli sulla sabbia, e lei evitò accuratamente di toccarli arrivando così in una terza area, apparentemente molto più ampia ma certamente con una maggioranza di stretti passaggi tra le rocce, visti questi le fu alquanto difficile passare tra i vari Pokémon presenti ma ne valse la pena perché notò sulla mappa nello Styler una strada di suo interesse, che l’avrebbe potuta condurre alla seconda area.
Seguendo il sentiero indicato arrivò però ad un nuovo ostacolo, sempre le solite assi di legno ma non appena si avvicinò il suo Styler suonò.
-Messaggio in arrivo! Qui Brando. Sei giù da un po’ ormai e volevo accertarmi stessi bene, come procede?-
-C’èh wn abissho!-
Rispose la ragazza sperando anche solo da una frase lui capisse, e fu eternamente grata per la perspicacia nel suo leader visto non ebbe problemi.
-Se devi attraversare dei profondi abissi sottomarini, i Mantine possono aiutarti. Almeno così ho sentito. Cattura un Mantine!-
-Swi!-
Chiudendo la chiamata Sara fu felice di quest’informazione, almeno aveva capito come attraversare quel punto, prima però doveva distruggere l’ostacolo che le bloccava la strada ma le bastò muoversi di pochi metri per raggiungere uno Staryu vicino, anche se questo non fu esattamente entusiasta d’offrirgli il suo aiuto visto subito l’attaccò, fortunatamente senza ferirla prima della conclusione della cattura.
Grazie al suo intervento ed alla mossa taglio i pezzi di legno vennero distrutti e lei poté proseguire.
Ancora non aveva raggiunto la nuova zona ma già ci fu un bel cambiamento nello scenario, le pareti rocciose s’alzarono improvvisamente di parecchi metri e la poca luce del sole che ancora la raggiungeva si fece sempre meno presente.
Muovendosi con attenzione in questo sentiero però notò qualcosa, un Pokémon identico a quello che aveva visto nella seconda zona, nell’area bloccata però dalle correnti d’aria.
Da vicino era ancora più grande ma lei non si fece intimidire dalla sua stazza e toccandolo iniziò una cattura.
Il Pokémon inizialmente si muoveva con molta calma, vista la sua mole forse era anche normale e si limitava a guardarla con i suoi piccoli occhietti neri, ad un certo punto però tentò d’attaccarla aumentando la propria velocità e caricandola con il muso. Per evitarlo Sara spinse i piedi contro la sabbia sottostante per darsi una spinta abbastanza forte da superarlo, la sua idea riuscì e visto non aveva mai smesso di muovere la Linea di cattura riuscì a finirla presto.
Con gioia vide nello schermo del dispositivo il nome Mantine, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa di zona: Immersione”, “Nuota in tranquillità e attacca lanciandosi alla carica.”

Una volta che la zona di cattura si fu dissolta Sara sorrise, facendo attenzione a non far cadere il mini-polmone dalle labbra, ed accarezzò il muso del Mantine che rispose producendo alcune bolle dalla bocca.
Insieme a lui la ragazza continuò lungo il proprio tragitto, giungendo così all’area bloccata dalle correnti d’aria della seconda zona.
Come prima aveva potuto vedere anche lì era presente un altro Mantine, ma fece appena in tempo a guardarsi intorno che uno Staryu iperattivo le si gettò letteralmente contro!
Sembrava essere arrabbiato per qualcosa e già nel primo secondo cercò d’attaccarla con le sue sfere viola, che comunque vennero prontamente evitate.
Muovendo rapidamente la linea di cattura fortunatamente Sara riuscì a catturarlo, ed a fargli così comprendere non fosse una minaccia, né per lui né per i suoi amici.
Questo sembrò bastargli ma siccome lei aveva già tra Pokémon con sé dovette liberarlo e sperare che se si fossero rivisti non l’avrebbe attaccata di nuovo.
Ora che poteva concentrarsi, Sara controllò  la zona e notò che dal bordo che dava sull’abisso, in un preciso punto, c’erano come dei piccoli gradini. Incuriosita si avvicinò e notò che sullo Styler era comparso un punto interrogativo, significava certamente che avrebbe potuto chiedere l’aiuto di Mantine in quella zona.
Voltandosi verso l’amico non servì dicesse nulla, perché questo prontamente si sistemò davanti a lei ad un altezza tale da permetterle di salirgli in groppa. Con un cenno di ringraziamento lei si sistemò sopra cercando di non fargli male, ed entrambi si ritrovarono proprio davanti all’abisso.
Nonostante la forza della corrente il Pokémon non veniva trascinato in alcun modo, ed aspettò che la sua amica gli dicesse dove andare.
Lei decise di farglielo capire utilizzando le antenne che erano alla base della sua testa, evitando ovviamente di fargli male le spinse delicatamente in avanti e lui si mosse di conseguenza.
Trovò comunque spaventoso il fatto di trovarsi sopra una voragine nera, e fece del suo meglio per non guardare. Proseguendo nuotarono per almeno una decina di minuti prima d’arrivare in una nuova zona dove c’erano numerosi spiazzi tra i sentieri dell’abisso, ma anche purtroppo delle correnti d’acqua come le precedenti.
In uno di quegli spiazzi di sabbia però Sara riuscì chiaramente a vedere quello Sharpedo, che continuava ad aprire e chiudere la bocca a scatti. Quando i suoi piccoli occhietti si posarono sulla giovane questa sentì un brivido di paura per quei denti aguzzi, ma l’altro si limitò a darle le spalle ed a nuotare in un’altra direzione.
Non aveva altra scelta per seguirlo, ma come presto vide la strada più rapida per raggiungerlo era bloccata da una corrente che nemmeno il Mantine riusciva a superare. Scelse così d’aggirare il secondo spiazzo più vicino e di fare il giro largo, ma arrivata a metà notò nello Styler una zona d’attracco.
Sicuramente l’avrebbe portata nella zona precedente, ed in un primo momento volle solo proseguire, ma la sua curiosità non le permise d’allontanarsi troppo e così raggiunse il punto scendendo dalla schiena dell’amico, che non appena lei toccò terra nuotò via.
Di fortuna c’era il fatto che in quel sentiero verso l’altra zona c’era un altro Mantine, e così poté subito assicurarsi d’avere un nuovo passaggio, anche se la cattura non andò come previsto.
Nonostante lui praticamente restasse fermo la ragazza si rivelò stordita per l’esser rimasta aggrappata al Mantine precedente che aveva nuotato con sicuramente maggior rapidità di lei, e così andò a sbattere contro il bordo della zona di cattura rompendo la linea di cattura almeno tre volte.
Per fortuna era sola, o chissà che magra figura…come a voler far finta di niente lei continuò a nuotare ma ben presto scoprì che dall’altra parte non c’era nulla che valesse la sua curiosità. Solo una corrente d’acqua che prima le aveva impedito di raggiungere quella che, se si voleva chiamare, sarebbe stata una scorciatoia.
Delusa da se stessa e dalla sua sfortuna tornò indietro raggiungendo i piccoli gradini, e come prima salì sulla schiena del Pokémon.
Proseguendo nel tragitto arrivarono fino ad un’altra corrente d’acqua, che però al contrario delle precedenti le sarebbe stata vantaggiosa, questa infatti spingeva nella direzione dove doveva andare.
Non appena la sfiorarono fu come se fossero stati catapultati da un cannone, i  capelli della ragazza le andarono sul viso mentre quasi rischiava di ribaltarsi sulla schiena del Mantine, ma mantenne la calma fino a quando questa non terminò.
Fortunatamente la struttura del mini-polmone impediva anche che dell’acqua le entrasse nel naso, perché fu molto tentata di inspirare profondamente per l’emozione.
Ci fu anche una seconda corrente d’acqua da superare, che però le lasciava pochissimo spazio per fermarsi prima di scontrarsi con la terza e finire così punto a capo.
Solo dopo aver tentato di calcolare il punto esatto dove girare evitando di finire contro una parete rocciosa la ragazza fece andare avanti il Mantine, la loro mossa fu talmente perfetta che non solo non andarono addosso alla corrente d’acqua ma si fermarono esattamente dai gradini dello spiazzo.
-Gwashie Mantine, a preshto!-
Disse la ragazza muovendo la mano in segno di saluto, mentre questo andava via.
Con le gambe un po’ tremolanti riprese a nuotare giungendo ad una nuova area ancora, che da quanto diceva la mappa era più come una pista rotonda scavata tra le pareti rocciose, guardandosi intorno per qualche strano motivo la ragazza notò un punto di salvataggio galleggiare all’inizio di questa.
Che fosse caduto da una nave?
Incuriosita vi si avvicinò, e subito sull’azzurro schermo comparve la scritta “Vuoi registrare le tue attività sullo Styler?”, visto non le sembrava esserci alcun danno nel farlo la ragazza schiacciò il pulsante sì, e comparve per qualche secondo la scritta “Non spegnere la console. Salvataggio in corso….Salvataggio completato. A presto!”
Era stato un ritrovamento curioso, ma certamente utile.
Mentre iniziò a muoversi verso l’entrata di quel circuito sentì lo Styler suonare, e così dovette fermarsi per ascoltare il messaggio.
-Messaggio in arrivo! Qui Brando. Come sta procedendo?-
-Shono in wuna shona chiusa!-
Stavolta fu più semplice per la ragazza parlare, ormai ci stava facendo l’abitudine.
-Ottimo! Fa attenzione però, gli Sharpedo nuotano come siluri. Almeno così ho sentito. Devi usare le forti correnti sul fondo per raggiungere il tuo Sharpedo.-
-Ok!-
Non era un problema, o almeno così sperava, infondo aveva già passato quelle correnti, magari a cavallo di un Mantine non sarebbe stato così difficile catturare lo Sharpedo.
Procedendo sperò d’incontrarne qualcuno ma tutto ciò che riuscì a vede fu una parete rocciosa, delle correnti d’acqua e lo Sharpedo che nuotando come un matto per poco non si scontrò contro di lei, se fosse stata sulla terraferma sicuramente sarebbe caduta.
Rimase qualche secondo ferma dove si trovava e nuovamente il Pokémon le passò accanto, sembrava che qualcosa in lui non andasse ma non le era possibile capire cosa avesse se non si fermava. Si rese anche conto che, purtroppo, avrebbe dovuto cavarsela d a sola.
Facendosi coraggio sfiorò la corrente più vicina, per poter almeno imparare come utilizzarle, ma venne presa alla sprovvista e così non solo si fece trascinare, ma questa puntava lungo una curva e così la ragazza si ritrovò contro la roccia, fortunatamente senza danni.
Massaggiandosi la spalla indolenzita, che aveva preso il maggior urto, tentò nuovamente, non era affatto facile in quel modo, il suo corpo era senza controllo e poteva riprenderselo solo al termine della corrente, ma aveva pochi secondi per riuscirci.
La seconda e la terza corrente andarono meglio rispetto alla prima, e con la coda dell’occhio notò a distanza anche lo Sharpedo, ma non conosceva bene la zona e così andò per sbaglio in una corrente che la portava ad un vicolo cieco.
Non poteva però arrendersi, certo non era semplice ma non impossibile. Nuotando a sua volta con quanta più forza possibile tornò dalla prima corrente, stavolta riuscendo a farla senza ferirsi e passando anche a tutte le altre. Il tentativo era già migliorato visto era stata dietro al Pokémon, ma aveva sfregato più volte contro le pareti e così la sua pelle iniziava a riempirsi di graffi alle spalle ed alle gambe.
Si concentrò soltanto sul proprio bersaglio però, sempre più vicino ma con comunque un maggior controllo, più di una volta era riuscita quasi a sfiorarlo ma non era bastato, ad un certo punto però riuscì a darsi uno slancio tale che le permise non solo di raggiungerlo, ma anche di superarlo!
Purtroppo, non riuscì ad intercettarlo e così lui le sfuggì ancora una volta, stringendo i pugni Sara spinse i piedi sulla sabbia per darsi uno slancio, sentiva una forte grinta nel cuore, c’era quasi riuscita e ce l’avrebbe fatta!
Continuò a nuotare ora con più maestria, e finalmente, quando si ripresentò l’occasione, il Pokémon non solo venne superato, ma siccome s’era spinto nella zona del vicolo cieco Sara riuscì ad afferrarlo, la cattura quindi ebbe inizio.
Subito lei tentò di fare qualche cerchio attorno a lui, ma questo fu molto più rapido e con uno scatto la caricò, Sara non fece in tempo a spostarsi e sentì il muso del Pokémon piantarsi nel suo stomaco, facendole perdere il respiro e due punti d’energia.
Non riuscì completamente a liberarsi da questo ma tentò comunque di disegnare altre linee, il suo tentativo però si rivelò un fallimento visto che lo Sharpedo nuotò con ancor più forza ferendola maggiormente, e così perse altri due punti.
Vista la strategia penosa la ragazza aspettò che il suo attacco terminasse senza più muovere la linea di cattura ed alla prima occasione scese dal suo muso.
Solo dopo essersi accertata non l’avrebbe caricata riprese a muoversi, disegnando delle precise linee, improvvisamente notò un lampo nei suoi occhi rosso sangue ed un brivido di paura la costrinse a fermarsi.
Quell’intuizione le fu di grande aiuto, perché lo Sharpedo aprì le sue grandi fauci e tentò di morderla, lei però stavolta riuscì ad evitarlo, il cuore le batteva come non mai mentre tentava di calmarsi.
La paura non le bloccò comunque la mano, e continuò a muoverla, fermandosi sporadicamente quando l’altro tentava o di caricarla o di morderla, facendo attenzione però era riuscita già a riempire metà della barra.
Il punto in cui era stata colpita però le faceva male, ed anche le più piccole ferite non stavano meglio a contatto con l’acqua salata, solo per un soffio evitò un altro morso, ma quello fu l’ultimo attacco perché dopo questo finalmente la cattura si concluse.

Il Pokémon era “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca mordendo e caricando mentre nuota a grande velocità.”, non c’era quindi da stupirsi che il suo primo e secondo colpo ancora si sentissero, tanto che quasi la ragazza si lasciò galleggiare senza muoversi.
Prima di poterlo fare però si rese conto dello sguardo del povero Pokémon, i suoi occhi erano ridotti a due fessure, e la bocca s’apriva ancora allo stesso ritmo precedente, ma da questa uscivano alcune bolle come se tossisse.
Avvicinandosi la ragazza non riuscì a vedere la chiave che prima aveva tra i suoi denti ed un dubbio l’assalì, che l’avesse ingoiata?
Se qualcuno l’avesse vista sicuramente avrebbe notato il pallore sul suo viso, perché sapeva bene ciò che doveva fare per aiutarlo.
Tremando alla vista dei suoi denti sperò con tutto il cuore che i suoi sentimenti d’amicizia l’avessero raggiunto senza problemi, e che lui fosse disposto a collaborare.
Toccandogli la punta del naso tentò di spingere delicatamente verso l’alto.
-Twieni aperto…-
Disse cercando di farsi capire, cosa che a quanto pare riuscì visto lo Sharpedo spalancò la bocca, ci saranno state almeno tre fila di denti aguzzi, e per raggiungere la chiave non poteva certo starvi distante.
Quasi trattenendo il fiato iniziò ad infilare la mano, poi il braccio, dentro la sua bocca, se da lontano sembrava piccolo rispetto ad uno squalo era solo perché non ci si poteva immaginare che avrebbe potuto facilmente mangiare per metà una persona. Quando Sara gli sfiorò la piccola ugola questo sembrò esserne irritato ed istintivamente fece per chiudere la bocca, ma non andò così, semplicemente l’abbassò di qualche centimetro prima di rialzarla, era stato però abbastanza da far prendere un colpo alla ragazza, ed allo stesso tempo ferirle la pancia con i denti, anche se solo superficialmente.
La paura sarebbe potuta facilmente diventar terrore se non avesse saputo che quello poteva essere un suo amico, visto sembrava averla accettata come tale, e solo per questo motivo riuscì a contenerla. Senza perdere troppo tempo sarà infilò la mano nella cavità orale, trovando dopo poco un oggetto che vi si era incastrato.
Quella posizione sembrava star irritando parecchio il Pokémon, che sicuramente faticava anche a respirare, e stava continuando a socchiudere la bocca ed a far uscir bolle come a tossire, per questo motivo Sara afferrò l’oggetto tirandolo subito fuori, ed uscendo a sua volta da quella bocca gigantesca.
Appena in tempo oltretutto, visto lo Sharpedo non ce la fece più e la richiuse.
Il fiato della ragazza s’era fatto corto, ma nelle mani stringeva l’oggetto per il quale tutto ciò era iniziato, la chiave del ponte.
Il Pokémon però sembrava star meglio adesso, tossì ancora un paio di volte e poi mosse la coda felice, ci avevano guadagnato entrambi da quella situazione.
Ora che stava meglio certo non aveva altri motivi per restare, e la ragazza subito lo liberò per lasciarlo nuotare libero, anche se prima la guardò con quasi gratitudine.
Finalmente c’era riuscita.
Da sotto la mascherina del mini-polmone la ragazza sorrise e tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe ritrovata a far cose simili.
Alcune piccolissime scie rosse avevano iniziato a muoversi attorno al corpo di lei, che ormai s’era completamente abbandonata per riprendere fiato, si sentiva come se avesse di colpo esaurito tutte le energie. Infondo però era assolutamente normale, aveva subito vari urti, aveva sottoposto i propri muscoli a degli sforzi, ed ora il corpo le stava dicendo forzatamente di star un attimo ferma. L’adrenalina del momento non le aveva fatto percepire tutto questo, ma anche mentre quel poco sangue che stava perdendo tingeva l’acqua lei sorrideva fissando i riflessi della luce che toccavano la superficie lontana dell’acqua.
Era debole, ma allo stesso tempo si sentiva forte.
Stava vivendo come avrebbe sempre voluto fare.
 
 
Nel frattempo…
 
-Mh…sono quasi due ore che è lì sotto…-
-Ponzio calmati, sicuramente starà bene, queste acque non sono pericolose. Ne sono sicuro, lo sai ci navigo da anni.-
-Lo so, ma se fosse successo qualcosa? Se il mini- polmone fosse guasto o se si fosse rotto? O se la chiave non fosse più qui e lei per trovarla si fosse allontanata? Aaaaaaaah non posso pensarci!-
Urlò l’uomo mettendosi le mani tra i capelli, era visibilmente preoccupato e si sentiva anche in colpa per quella situazione causata da lui stesso, il suo amico gli stava accanto evitando fortunatamente che saltasse in acqua per cercare Sara.
-E’ un Ranger, starà bene.-
-Può darsi, ma è anche giovane. Sarei dovuto andare io…-
Nel mentre i due continuavano a parlare al marinaio sembrò di notar qualcosa nell’acqua, un’ombra che si avvicinava sempre di più…
Alzandosi attirò l’attenzione anche dell’altro, che s’aggrappò con entrambe le mani al bordo della nave.
Pochi secondi dopo degli schizzi d’acqua colpirono il viso di entrambi, ed un viso sorridente dai capelli castani tenuti in un codino emerse dalle profondità, tenendo nella mano che mostrava ai due la chiave del ponte.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


-Sara!-
Con un largo sorriso sulle labbra Ponzio aiutò subito la ragazza a salire sulla barca, mentre questa mostrava trionfante l’oggetto recuperato nella sua missione.
-Grande! L’hai ritrovata, vero?!-
-Sì, eccola qua.-
-Sarò sincero, pensavo che ormai fosse perduta per sempre.-
-All’inizio era praticamente qua sotto, solo che dopo è arrivato uno Sharpedo.-
-Uno Sharpedo?! Non ti avrà fatto male vero? Ma che cosa sono quei graffi!-
Urlò l’uomo rendendosi conto dei piccoli segni sulla sua pelle, lungo i quali stava iniziando a ricomparire il sangue. Ora che era fuori dall’acqua poter sentir il sole sulla propria testa era quasi un piacere per la ragazza.
-C’è stato solo qualche intoppo con delle correnti d’aria, ma nulla di serio.-
-Accidenti…Sara mi dispiace tantissimo, se non fossi stato uno stupido non avresti dovuto far nulla…-
Rispose l’uomo visibilmente dispiaciuto.
-Non preoccuparti, anzi sono felice d’esser andata lì sotto. E’ stata un’esperienza fantastica.-
-Lo spero tanto. Almeno adesso potrò sollevare il ponte. Torniamo al porto!-
Concluse l’uomo tornando allegro.
Durante il viaggio di ritorno Sara si godette il paesaggio in tutta tranquillità, ora ogni cosa sembrava pacifica e non avendo alcun pensiero per la mente poteva osservare senza preoccupazione i riflessi del sole lungo l’acqua, ed i suoi bianchi schizzi di schiuma.
Come però accade spesso il ritorno fu molto più rapido dell’andata, e prima che potesse rendersene conto erano già arrivati. Insieme a Ponzio scesero dalla nave con un salto, e subito lei fu accolta dal suo amico Pachirisu che, felice di rivederla, le saltò addosso muovendo la coda.
-Scusami se ti ho fatto aspettare Pachirisu.-
-Pachi! Pachi, pachi!-
Non sembrava importargli molto, era solo felice fosse tornata. Brando invece la guardò con un semplice sorriso, incrociando le braccia.
-Stai davvero cominciando a impressionarmi. Non è stata dura sott’acqua? Non hai avuto paura di tutta quell’acqua? Riesci a tenere gli occhi aperti là sotto? Oh…ma cosa sono tutti quei graffi?-
Chiese infine notando i piccoli segni, ormai però cicatrizzati.
-Per raggiungere lo Sharpedo ho dovuto usare delle correnti d’acqua, ma non era sempre facile non andar a sbattere  contro le pareti, ma riuscivo comunque a tenere gli occhi aperti.-
Rispose lei sorridendo.
-…Capisco. Missione compiuta!-
Dopo una simile frase non poteva certo non mostrare la propria posa Ranger, estraendo così la punta della linea di cattura dallo Styler la puntò al cielo, piroettando su se stessa e concludendo  il tutto con una gamba alzata ed il braccio al fianco. Anche Pachirisu partecipò saltellandole intorno.
-Ad ogni modo, hai saputo perseverare in condizioni proibitive e completare la missione. Ti dichiaro Ranger di grado 3, Sara!-
-Grazie leader!-
-“Ora puoi usare le Poké Tattiche Terra! Ora puoi usare le Poké Tattiche Acciaio!”-
La voce robotica dello Styler le comunicò i potenziamenti a suo vantaggio, e tutto ciò certamente le sarebbe stato d’aiuto.
-Ecco qualcosa che forse non sai ancora. E’ possibile aumentare il numero di Pokémon amici che viaggia con te. Ma avere più Pokémon amici significa anche maggiori responsabilità. Ecco perché lo Styler di cattura è limitato a tre Pokémon amici all’inizio.-
-Oh capisco.-
-Direi che hai abbastanza esperienza perpoter badare a un Pokémon in più. Aumento il limite del tuo Styler a quattro!-
-Veramente? Grazie mille!-
Disse Sara entusiasta di quest’aggiunta.
-Ahah, ehi direi che in fin dei conti l’aver perso la chiave non è stato così male. Stai ricevendo un sacco di premi grazie a questo!-
Commentò Ponzio ridendo.
-Sì, si potrebbe dire anche così. Ma che non diventi un’abitudine eh Ponzio.-
Lo ammonì Brando.
-Ahah, spero proprio di no.-
-In ogni caso, ora torniamo al Ponte Nord, sarà meglio non fare aspettare il professore.-
Con la conclusione del leader i tre s’avviarono verso la zona nord di Portena, ed ad attenderli c’era il professor Frenesio che continuava a muoversi  a destra ed a sinistra, come se questo facesse passare il tempo più velocemente.
Non appena li vide l’uomo sorrise loro con gentilezza.
-Ah, è confortante vedervi di ritorno da una missione conclusa con successo. Immagino che il mini-polmone acquatico abbia funzionato a dovere.-
-Uh?-
Sara si mostrò sorpresa che lui sapesse già dell’accaduto, ma ci pensò Brando a spiegare il fatto.
-Per evitare si preoccupasse gli ho mandato un messaggio vocale.
-Oh capisco. Si signore, il mini-polmone mi ha aiutata molto.-
-E’ opera di Nage, uno dei nostri ricercatori. Ne va decisamente orgoglioso. Tuttavia, non  perdiamoci in chiacchiere! Sara, abbassa il ponte, per favore!-
-Certo! Quando si tratta del ponte, lasciate che sia io a occuparmi di tutto!-
-Oh, ma signor Ponzio, io avrei fatto la richiesta a…-
Prima che il professore potesse concludere la frase l’uomo aveva già raggiunto la piccola struttura alle sue spalle, ed entrandovi l’aveva azionata facendo sì che il ponte s’abbassasse. A quanto pare il suo desiderio di darsi da fare non gli aveva fatto sentir la richiesta rivolta a Sara, ma anche così andava bene.
-Meraviglioso! Ora possiamo procedere.-
Disse infatti l’uomo prendendo a camminare.
-Sara, già che ci sei vieni anche tu. Mi spiacerebbe averti fatto far tutta questa strada, senza contare il recupero della chiave, e rimandarti indietro così.-
-Non sarebbe un problema, ma se posso venire ne sarei felice.-
-Allora giovani! Forza!-
L’urlo del professore sentenziò l’unione della ragazza in quel piccolo viaggio, e così dopo aver salutato Ponzio con un gesto della mano la ragazza seguì i due uomini lungo il ponte. Questo poi era certamente notevole, sembrava di star percorrendo oltre il doppio della strada principale di Portena, ma era comunque piacevole poter osservare l’acqua sotto di sé, anche se era strano immaginare che solo fino ad una ventina di minuti prima la ragazza si trovava proprio lì giù.
Tuttavia non riuscirono nemmeno ad arrivare a metà del monte che qualcosa li fermò, si trattava di un uomo dalla corporatura robusta, con dei corti capelli castani, gli occhi marroni e vivaci, ed il naso a patata. Era vestito con dei pantaloni ed una giacca verde chiaro, talmente stretta però da non chiudersi nemmeno, una camicia bianca ed una cravatta rossa, sembrava aver corso fino a quel momento ma vedendoli si fermò davanti ai tre sorridendo.
-Professor Frenesio! Sono felice di vederla sano e salvo. Non era da lei tardare così. E lei è troppo
impaziente per fermarsi a riposare prima di giungere a destinazione. Mi ero proprio preoccupato.-
-Ah, Willy! Chi hai osato chiamare impaziente?-
Chiese il professore agitando il proprio bastone da passeggio, spaventando il poveretto.
-Ad ogni modo, dobbiamo tornare subito alla Federazione e indire un’assemblea per contrastare le Gigaremo! Presto! Brando, affrettiamoci! Di corsa! VIA!-
Non l’avesse mai detto, nemmeno fosse stata una gara il professore iniziò subito a correre via, lasciando così di sasso tutti.
-…proprio come avevo detto io…oh! Non mi sono ancora presentato! –
Disse improvvisamente il giovane avvicinandosi a Brando e Sara stringendo loro la mano.
-Io sono Willy, lavoro alle pubbliche relazioni della Federazione Ranger. Molto piacere!-
-Con me non c’è molto bisogno di presentazioni Willy.-
Disse invece Brando stringendogli comunque la mano, a quanto pare si conoscevano già da prima. Willy comunque tornò subito a rivolgersi a Sara sorridendogli.
-Devi sapere che ho completo accesso alla banca dati della Federazione. Perciò, ovviamente so chi sei. E’ il mio lavoro sapere queste cose. Allora, il tuo nome era…com’era?-
-Sara.-
Rispose la ragazza cercando di trattenere una risata.
-Sara, hai detto? Giusto! E’ proprio Sara! Esatto, esatto. Volevo solo essere sicuro.-
-Certo Willy.-
Commentò Brando divertito.
-Hai appena terminato una missione, vero? Chissà che stanchezza…guarda, proprio qui davanti c’è un posto perfetto per perder temp…ops! Volevo dire rilassarsi, ecco! E’ un bel parco. Fermiamoci lì un attimo.-
-Ma non dovremmo raggiungere la Federazione?-
-Oh per quello c’è tempo. Non preoccuparti, il professore ingigantisce sempre le faccende e velocizza qualsiasi cosa. Inoltre anche se ci mettessimo a correre ora non lo raggiungeremmo mai. Fidati ahaha.-
-Va bene allora…Brando tu cosa ne pensi?-
Chiese comunque Sara per esserne sicura.
-Te li meriti cinque minuti di pausa, non preoccuparti. Io invece andò direttamente dal professore, sia mai che ci sia qualche altro ostacolo.-
-Allora d’accordo, sarei felice di fermarmi un po’.-
Disse infine la ragazza accettando, Brando avendole dato un po’ di tempo iniziò subito a correre per raggiungere l’anziano signore, lasciandola così sola con WIlly.
-Fantastico! Anche io avrei proprio bisogno di cinque minuti per me, forza andiamo.-
Rispose Willy sorridendole, arrivando così al termine del ponte. In quel punto si trovava un uomo in divisa blu che non appena li notò li salutò cordialmente.
-Buona giornata signori. Questo è il Ponte Nord, che attraversa  il Canale Cordelia. E’ un ponte mobile a campate incernierate, costruito dalla Altru SpA.-
-Altru Spa?-
Chiese Sara incuriosita, quel nome le suonava in qualche modo familiare.
-E’ una gigantesca azienda che sta andando ad espandersi sempre più. Stanno perfino costruendo una nuova torre, è visibile dalle montagne in certi punti.-
Le spiegò Willy salutando con la mano l’uomo.
-Oh capisco, l’avevo vista in effetti.-
-Da lontano fa un bell’effetto, da vicina però è ancor più bella.-
-Lo immagino, chissà però come sarà una volta terminata.-
Osservò la ragazza sorridendo. Superato il ponte si trovarono infine in una nuova zona, sembrava un giardino in verità.
Davanti a loro si trovava una larga strada di mattoni grigi separati ai lati dal verde prato grazie a delle siepi ben curate, oltretutto in quelle due piccole zone si trovavano da ciascuna parte delle rotonde fontane dalle quali uscita dell’acqua cristallina, erano anche presenti delle panchine in modo che chi avesse bisogno poteva sedervisi
Procedendo si poteva poi notare un palco raggiungibile grazie ad una piccola rampa di scale, il terreno in quel punto era rialzato ed era stato creato un piccolo canale  riempito d’acqua che lo circondava, una specie di recinzione alle sue spalle faceva  sì che chi vi si trovava sopra non corresse il rischio di cadere.
Alla destra ed alla sinistra di questo c’erano poi due diversi sentieri, ma era comunque possibile procedere anche  davanti a sé ed arrivare così al termine dei giardini, che si concludevano nello stesso modo in cui erano iniziati.
Già dalla mappa sullo Styler era possibile vedere che la zona era come un gigantesco quadrato dentro il quale s’alternavano parti di verde terreno e strade costruite in pietra.
Ma non fu questo ad attirare maggiormente l’attenzione della ragazza. A qualche metro da lei c’era infatti un giovane ragazzo dai biondi capelli e gli occhi azzurri, vestito con un lungo camice bianco che teneva il viso fisso su dei fogli.
Anche il ragazzo la notò e subito sul suo viso comparve un’espressione di sorpresa.
-Uh? Sara?-
Il giovane sorridendole gentilmente s’avvicinò ai tre, mettendo da parte i propri fogli.
-Ti ricordi di me? Sono Leo, dell’Accademia dei Ranger. Non abbiamo parlato molto, ma mi ricordo di te perché tu e Alex eravate fra i migliori.-
-Che piacere rivederti Leo, si mi ricordo, eri sempre in biblioteca ed il professor Vanesio ti aveva preso sotto la sua ala.-
-Sì, e grazie alla sua guida adesso lavoro per la Altru Spa.-
Rispose il ragazzo pieno d’orgoglio, riportando alla mente della ragazza il motivo per cui il nome di quella società non le era sconosciuto. Leo già dall’Accademia ne parlava, sperando di poter raggiungere presto il suo traguardo.
-Sono molto felice tu sia riuscito a farcela, te lo meriti.-
-Anche tu mi sembra hai realizzato il tuo sogno. Sei un Ranger adesso.-
-Sì, ah a proposito, questo è il mio Pokémon compagno, Pachirisu.-
-Pachi!-
Il piccolino saltellò per farsi notare, ricevendo un piccolo cenno da parte del ragazzo.
-E’ molto carino, spero la tua carriera andrà per il meglio. A proposito, ho sentito che anche Alex e Glenda sono riusciti a realizzarsi, siete ancora in contatto?-
A quel tasto dolente l’espressione della ragazza cambiò drasticamente, erano passati ormai mesi da quando s’erano allontanati, forse troppi per poter permettere alla ragazza di contarli senza soffrirne.
-In realtà no…sto ancora aspettando una loro lettera per sapere a che indirizzo spedire la posta.-
-Oh, capisco. Mi spiace molto ma sono sicuro saranno solo molto impegnati.-
Disse il ragazzo visibilmente imbarazzato per aver tirato fuori un argomento per lei spinoso.
-Ehi, ascolta! Mi è venuta un’idea! Vieni, ti mostro dove lavoro. Non è lontano.-
-Sei sicuro non sia un problema?-
-Sì certo, dopotutto ora sono anche in pausa.  Anche il tuo amico della Federazione Ranger è il benvenuto, ovviamente.-
-Davvero? Certo che vengo! Voglio dire, lavori per la Altru SpA, vero? Sono un grande ammiratore di alcuni dei tuoi colleghi. Ad esempio, ammiro molto la ragazza della reception.-
Rispose Willy visibilmente entusiasta.
-Il palazzo della Altru SpA è giusto a nord dei Giardini Altru. E’ un edificio maestoso. Dovete proprio vederlo.-
-Grazie allora Leo per la tua gentilezza, saremmo molto felici di venire con te.-
Disse infine la ragazza sorridendogli nuovamente, incamminandosi superarono così il piccolo palco al centro della zona, spostandosi lungo una piccola strada tra due alte siepi.
Superate questi però per qualche secondo il giardino sparì completamente dalla mente della ragazza, visto lo stupore per la struttura davanti a sé.
L’edificio era come diviso in due parti, la prima comprendeva come minimo una trentina di piani ed era fatta interamente in vetro blu, oltre cui però non si riusciva a veder nulla, solo gli angoli ed il soffitto erano rivestiti in marmo bianco. Attorno a questo primo edificio ne era in costruzione un secondo, probabilmente era questo ciò che si poteva vedere dalle montagne. La parte superiore era sorretta da otto sottili colonne in ferro violacee, che andavano poi a congiungersi ad arco creando in seguito una struttura ramificata, sulla cima di questa parte c’erano alcuni pavimenti costruiti sopra delle travi nere, su cui si trovavano tre gigantesche gru, due rosse ed una azzurra, al momento però non erano in funzione.
Tutto ciò poi era circondato da un’alta parete in pietra, impossibile da scavalcare con facilità e superabile solo grazie ad una scalinata, raggiunta la cima di questo poi si scopriva che dall’altra parte del muro la zona era stata riempita d’acqua, e che l’unico modo per raggiungere la porta era proseguire lungo una strada di piastrelle viola, superare una seconda fila di scalini accanto a cui c’era un uomo che indossava un completo nero, e così arrivare alla porta.
Era evidente l’edificio fosse nel bel mezzo di una costruzione, ma già a vederlo così fece girare la testa alla povera ragazza.
-Credo che il tuo amico dai capelli a scodella lo sappia già: il nome “Torre Altru” è soltanto provvisorio. Hanno indetto un concorso per chi trova il nome più bello. Io ho proposto “Torre Torrone”. Suona bene, non è vero?-
-Credo farebbe venire molta fame ahah.-
Rispose Sara prendendola sul ridere.
-Sarebbe molto strano lavorare in un edificio con questo nome.-
Disse invece Leo alzando lo sguardo sorridendo.
Avvicinandosi all’entrata la ragazza poté veder più chiaramente quanto in effetti fosse gigante, le riuscì difficile infatti distinguere ai lati quale fosse il terreno della struttura e quale no, visto anche lì era stata piantata dell’erba. Altro dettaglio particolare comunque fu la gigantesca effige davanti alla porta a vetri, si trattava di una gigantesca fiamma nera, al cui interno ve n’era una più piccola viola, tutto ciò poi si trovava dentro ad un ovale dai bordi neri ed il cui interno viola era diviso da dei quadrarti dalle righe dello stesso colore del contorno, queste però non andavano a toccare il disegno centrale.
In quale modo quell’immagine la mise a disagio, non aveva nulla d’amichevole ai suoi occhi, ma forse era solo una sua impressione, Pachirisu vicino a lei continuava a canticchiare eccitato, mentre Willy ondeggiava desideroso d’entrare.
Davanti all’entrata comunque c’erano altri due uomini, vestiti invece con una divisa blu.
-Ciao, Ranger! Che bello vederti!-
Disse il primo sorridendole.
-Buongiorno.-
Rispose Sara coriale guardando anche l’altro, che però le riservò un occhiata inquisitoria.
-Non starai mica trasportando degli oggetti pericolosi, vero?-
-Ehm…no…-
Disse lei sinceramente, ma l’uomo sembrò non crederle.
-Bene, rifatevi gli occhi con la Altru SpA!-
Senza indugiare oltre, e con uno smagliante sorriso, Leo portò le sue mani alle spalle di Sara conducendola oltre la porta a vetri, subito lei poté sentire sulla sua pelle una rinfrescante aria proveniente certamente dai condizionatori, ed un’allegra musichetta riempire la stanza.
-Wow!-
Il pavimento era formato da grosse piastrelle color crema, ed al centro era percorso da uno splendido e morbido tappeto viola, i cui bordi avevano la stessa figura della fiamma vista in precedenza, solo ripetuta in sequenza, mentre l’interno del tappeto aveva dei rombi dalle varie sfumature di viola.
C’era poco da dire, questo colore doveva piacere molto ai dipendenti.
Il soffitto bianco aveva ben quattro grandi lampadari di cristalli, ciascuno di essi emettente una dolce luce che permetteva una buona illuminazione senza infastidire.
Sparsi per la stanza c’erano poi vari banconi di pietra bianca, o delle teche contenenti oggetti di vario tipo.
Era la prima volta che la ragazza vedeva un luogo tanto sofisticato, e ne rimase affascinata.
-Benvenuti alla Altru SpA!-
A parlare era stata una donna dietro uno dei banconi, dai capelli a caschetto e gli occhi marroni indossava una camicia bianca, un gilet nero, una gonna e delle scarpe dello stesso colore, ed  infine una sciarpa viola.
Leo vedendo l’espressione meravigliata di Sara sembrò riempirsi con orgoglio, non l’aveva mai visto tanto felice.
-Qui è dove lavoro. La Altru SpA!-
-Caspita Leo, è veramente splendido.-
-E siamo solo all’inizio, vieni ti faccio vedere alcune cose.-
Muovendosi verso un angolo della stanza arrivò al centro di quattro grosse teche.
-Nella prima sono contenuti fossili marini che stiamo studiando, ci sono sia alghe che pietre talmente rare da esser quasi sconosciute, nella seconda invece ci sono minerali preziosi racchiusi ancora nella roccia, riusciamo ad analizzarli grazie a dei sofisticati apparecchi senza bisogno di romperli. Nella terza e quarta teca invece ci sono alcuni strumenti che vennero usati dai primi operai della Altru SpA, sono molto vecchi e pieni di ruggine, ma carichi di storia.-
-E tu ti occupi di tutto questo da solo?-
-In un certo senso, mi assistono altre persone sì, ma molte ricerche le sto conducendo per conto mio.-
-Sei veramente eccezionale!-
-Ahah, non esagerare, mi è sempre piaciuto studiare cose simili infondo.-
Disse il ragazzo grattandosi la testa improvvisamente imbarazzato, al tempo dell’Accademia dei Ranger avevano parlato pochissime volte, ma adesso era quasi come vedere un nuovo Leo, felice e radioso del suo lavoro.
Anche Pachirisu sembrava incuriosito da tutti quei reperti, Willy invece…continuava a fissare la ragazza dall’altra parte del bancone.
-Il piano terra è sempre aperto al pubblico che può così ammirare gli oggetti esposti. Ed ora venite, c’è una cosa speciale da mostrarvi.-
Prendendo la mano della ragazza portò lei e Willy dall’altra parte della parete, più precisamente quasi accanto all’ascensore sotto cui partiva il tappeto viola, qui erano appese tre grandi foto. La prima ritraeva un uomo molto anziano, con una lunga barba bianca ed il naso a patata, gli occhi erano nascosti sotto un cappello marrone ed indossava una camicia rossa con delle bretelle blu. Il secondo invece era un uomo di circa quarant’anni, dai corti e laccati capelli marroni, il tondeggiante viso nonostante avesse dei severi occhi marroni mostrava un sorriso, nascosto leggermente sotto dei baffi marroni, ed indossava una giacca blu ed un papillon arancione.
L’ultimo quadro, beh si differenziava certamente per i colori.
Il predominante era sicuramente il nero, neri erano i capelli tenuti all’indietro, neri gli occhiali che coprivano gli occhi di un uomo dal viso squadrato, e neri erano sia i baffettini e la giacca che indossava, l’unico altro colore era la camicia viola. Sul suo viso non c’era nemmeno l’ombra di un sorriso.
-Su questa parete sono esposti i ritratti dei presidenti della Altru che si sono succeduti nel corso degli anni. Sono tutte persone straordinarie. A sinistra, il nostro fondatore e primo presidente, Chimerio Raggiani.-
Iniziò Leo indicando il primo dei tre.
-In mezzo, il nostro secondo presidente, Luciano Raggiani. E, sulla destra, il nostro attuale presidente, Nereo…-
Prima che il ragazzo potesse finire tutti i dipendenti nella stanza sussultarono, ed abbandonando i loro posti si sistemarono in fila vicino all’ascensore.
Entrarono due uomini, il primo fu un ometto basso e tozzo, dai capelli verdi pettinati come se fosse un broccolo, i suoi piccoli occhiettini sembravano quelli di un topo e quasi parevano socchiusi, i due dentoni che sporgevano da sotto il sorriso anche ricordavano quell’animale. Mancavano in realtà solo i baffi, anche se in effetti questi c’erano ma verdi. Indossava uno stravagante vestito viola con sottilissime righe bianche.
Subito dopo di lui arrivò poi l’altro, identico al ritratto che Leo stava presentando.
-Presidente Raggiani! Bentornato, signore!-
Disse una delle dipendenti sorridendo cordiale.
-Ah, grazie a tutti. Vi prego, non caricatevi eccessivamente di lavoro. Facciamo tutti del nostro meglio per dare un futuro luminoso alla regione di Almia.-
Un coro d’applausi seguì le parole dell’uomo, nonostante il suo aspetto la sua voce aveva un tono caldo e cordiale, che mantenne sul posto ad ascoltare perfino Sara. Quella sensazione di torpore però venne presto interrotta da una voce sgraziata e stridula, appartenente all’ometto verde.
-Bene, basta così. Il personale ritorni alle proprie postazioni. I nostri clienti non devono subire alcun rallentamento.-
Come l’uomo aveva ordinato presto tutti s’affrettarono a spostarsi, nonostante ciò che avesse detto fosse giusto però la ragazza non riuscì a provare una leggera nota di fastidio per il suo tono.
-Quell’uomo è il nostro attuale presidente, Nereo Raggiani. Vederlo di persona non capita tutti i giorni. Che coincidenza.-
Spiegò Leo indicando il presidente con un cenno della testa.
-Oh, che fortuna allora.-
Sussurrò la ragazza sorridendo leggermente, il loro tono di voce però sembrò comunque esser stato udito dal signor Raggiani, che infatti si voltò verso i tre.
-Ah, salve, professor Leo. Mi auguro che le sue ricerche procedano per il meglio.-
-La ringrazio signor presidente.-
-Oh? Chi è il Ranger nostro ospite?-
Chiese poi l’uomo spostando lo sguardo su Sara, che si sentì congelare sul posto sotto i suoi occhi, nonostante fossero nascosti sotto gli occhiali era come se osservassero ogni singolo dettaglio.
-E’ una mia compagna dell’Accademia dei Ranger. Ci siamo diplomati insieme. Ci siamo appena incontrati per caso, così le faccio fare un giro.-
-E’ un vero piacere presidente Raggiani, il mio nome è Sara.-
Disse poi la ragazza mostrando un piccolo inchino in segno di rispetto.
-Oh, piacere di fare la tua conoscenza. Ti prego, puoi chiamarmi semplicemente Nereo. Ho sempre stimato i Ranger per l’opera che svolgono. Meritate davvero un elogio.-
A quelle parole fu come se il cuore della ragazza fosse irradiata d’una nuova energia, che fece sì comparisse un luminoso sorriso sulle sue labbra. Era veramente curiosa l’influenza che quell’uomo esercitava, nel suo silenzio si stava in trepida attesa ma nelle sue parole gentili ci si scioglieva come neve al sole.
-La ringrazio infinitamente. E’ un onore poter fare qualcosa per aiutare tutti i cittadini e Pokémon di Almia.-
-Questo è lo spirito giusto, facciamo tutti del nostro meglio per dare un futuro luminoso alla regione di Almia.-
-Sì.-
Rispose prontamente la ragazza gonfiando il petto d’orgoglio, dopo ciò l’uomo tornò ad osservare il suo lavoratore.
-Ora, professor Leo…che ne dice? Torniamo al lavoro?-
-Sissignore, signor presidente!-
Rispose il ragazzo come se fosse un diligente soldatino pieno di vita.
-…Sara, devo salutarti.-
-Buon lavoro Leo, grazie per averci fatto da guida.-
-E’ stato un piacere, spero di rivederti presto.-
Disse il ragazzo stringendo la mano di lei in segno di saluto, dopo di che il presidente, il ragazzo ed il nanetto dai capelli verdi s’avviarono verso l’ascensore, le cui porte si chiusero immediatamente.
-Wohoho! Siamo stati davvero fortunati! Abbiamo incontrato nientemeno che il presidente della Altru! Potremo vantarcene alla Federazione, sì, sì, sì!-
Willy subito iniziò a dondolare allegro, forse immaginandosi la faccia che tutti avrebbero fatto per la loro notizia, Sara invece era ancora immobile a fissare le porte di ferro, felice d’aver rivisto anche un suo vecchio amico.
-Ahah, è vero, è stata veramente una fortuna.-
-Con le giuste conoscenze si arriva ovunque, tu sembri averle ragazza mia.-
Disse l’uomo picchiettandole il braccio e facendole l’occhiolino.
-Non saprei, cerco solo d’esser gentile con tutti. Però all’Accademia sapevamo che Leo era destinato a fare qualcosa di grande, è sempre stato un genio.-
-Immagino, lavorare alla Altru non è certo cosa da tutti, soprattutto ai piani alti.-
-Già, ora però sarà meglio andare.-
-Oh, di già? Non ci siamo nemmeno fermati…-
-Ma cinque minuti sono già passati da molto, ci staranno aspettando.-
Disse la ragazza sorridendo ed avviandosi verso l’uscita.
-Oh, e va bene…-
Convinto anche l’uomo i due raggiunsero la porta a vetri uscendo dalla struttura, superata la prima rampa di scale però lo Styler della ragazza suonò, facendo sussultare Willy.
-Oh no! E’ il professore che vuole rimproverarmi il ritardo!-
-Messaggio in arrivo! Qui Brando. La riunione anti-Gigaremo è iniziata. Abbiamo bisogno di te. Porta qui un Pokémon che possa eliminare una Gigaremo rossa. Fatti indicare la strada per il Quartier Generale della Federazione dall’addetto alle PR Willy.-
Il messaggio fu breve, ma Sara se pochi secondi primi era stata caricata d’allegria ora si sentì come se fosse stata presa in pieno da una valanga, e lo si poteva chiaramente leggere sul viso.
-Una riunione anti-Gigaremo?! Non ne sapevo nulla! O cielo ho fatto tardi alla mia prima riunione, devo trovare un Pokémon! Mi avevano appena promosso come ho potuto esser così sciocca!-
Senza voler perdere altro tempo la ragazza si gettò subito in una corsa lungo le scale, ovviamente dopo aver preso in braccio Pachirisu per non perdersi di vista. Purtroppo non si poteva far molto per il povero Willy, che colto alla sprovvista partì con qualche secondo di ritardo.
-E-ehi! Aspetta!-
-Una Gigaremo rossa…un Bibarel o un Pokémon con mossa Spruzzo 2 dovrebbe andar bene…-
-P-pachi!-
-Scusami per gli scossoni Pachirisu, ma dobbiamo esser più veloci di un fulmine!-
Disse la ragazza al poverino che tra le sue braccia doveva subire i vari sballottamenti.
La ragazza cercò di trovare qualche Pokémon nei Giardini Altru ma qui non c’erano altro che esseri umani, non le restava che tornare indietro verso Portena…quando però arrivò verso l’uscita dei giardini la voce di Willy la fermò
-Aspettaaaa! Non correreee! Ti scongiuro!-
-Willy! Mi dispiace ma non posso perdere tempo!-
-A-aspetta…aspetta…-
Finalmente l’uomo riuscì a raggiungerla, ma aveva evidentemente un grosso fiatone e si piegò in avanti per riprendere fiato.
-Il Quartier Generale della Federazione…si trova a ovest…dei Giardini Altru. Là potrai trovare…un Pokémon…aaah.-
-Sul serio? Oh grazie, grazie mille veramente!-
Sorridendogli la ragazza tagliò per la siepe alla loro sinistra, dirigendosi così verso la strada lungo cui, con un po’ di fortuna, avrebbe trovato un aiuto.
-Da questa parte giusto?-
Chiese però prima di raggiungere il sentiero oltre i giardini.
-Sì, per raggiungere il Quartier Generale della Federazione dobbiamo dirigerci verso ovest <- per la strada Federale.-
-Perfetto, ti ringrazio.-
-Lo sai…vederti mi fa ricordare alcuni episodi dei miei giorni da Ranger Ricordo quando una volta mi misi in posa da Ranger! Facevo proprio una bella figura! Ma poi lo Styler mi è sfuggito di mano ed è volato via. Un ricordo agrodolce, diciamo.-
Disse l’uomo mentre presero a correre insieme.
-Oh, non sapevo fossi stato un Ranger.-
-Sì, desideravo tanto l’avventura da bambino. Gli anni all’Accademia furono meravigliosi! Poi però mi resi conto che era molto più pericoloso, e spaventoso, di quanto pensassi, ma non ho comunque rinunciato al desiderio di dare una mano. Ho semplicemente scelto un settore più adatto a me, mi piace sapere tutto di tutti e poter spettegolare ogni tanto ahah.-
In effetti anche lei s’era resa conto con il tempo, soprattutto nell’ultimo periodo, che il lavoro da Ranger poteva costare molto a loro, le tornò in un flash oltretutto l’immagine di quell’uomo dai capelli rossi, e non poté non guardarsi attorno preoccupata.
Ma non c’era nessuno oltre a loro…
La strada Federale che Willy le aveva detto di percorrere si trovava in mezzo alla natura,  non era difficile percorrerla visto era stata ben lavorata nonostante il terreno fosse stato lasciato naturale, ma era evidente gli alberi erano stati tagliati di proposito.
Bastarono pochi metri comunque perché la ragazza notasse dei Pokémon a lei sconosciuti, e subito sperò potessero aiutarla nella richiesta di Brando.
Il primo che avvicinò aveva le sembianze di un  grande uccello dai sottili occhi e la pancia bianca, mentre dalla zona del becco giallo c’era una linea rossa.
Lasciando Pachirisu a terra iniziò la cattura fiduciosa ma quando lo vide volare a gran velocità per la zona di cattura dovette ridimensionare le sue capacità. Solo per fare il primo cerchio attorno a lui dovette impegnarsi a fondo, e non riuscì nemmeno a continuare che il Pokémon le creò contro, usando le proprie ali, un mini tornado, fortunatamente però questo riuscì ad evitarlo senza molti problemi.
Continuando a volare a zig-zag non le facilitava certo i movimenti, quando poi tentò di caricarla dovette rotolare a terra un paio di volte per evitarla.
Ormai con il fiatone, Sara riuscì a concludere la cattura solo dopo esser riuscita a spostarsi alle sue spalle, in modo non potesse ripetere l’attacco direttamente.
A quanto pare il suo nome era Swellow, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 2”, “Attacca provocando raffiche con le sue ali e lanciandosi alla carica.”, purtroppo però nonostante la sua cattura le avesse permesso di passare al livello 12, aumentando la potenza di 4 e l’energia di 2, arrivando a 32/32, non era ciò che stava cercando.

-Caspita…è stato anche più difficile far aumentare la barra per la cattura…-
Anche se era stato più complesso però non poteva certo riposarsi ancora, per questo motivo corse subito sul secondo Pokémon, il quale aveva l’aspetto di una dolce pecorella dalla lana gialla ma la pelle blu, oltretutto la sua coda era nera a righe gialle, con una sfera  dello stesso colore sulla cima.
Subito dopo l’inizio della cattura questo tentò d’attaccarla lanciandole contro delle scariche elettriche, ma la ragazza riuscì ad evitarle semplicemente correndo sul lato. Rispetto al precedente era sì difficile far aumentare rapidamente la barra, ma si muoveva anche con più calma, e tentò d’attaccarla solo una seconda volta ed allo stesso modo, prima di venir catturato.

Il suo nome era Mareep, “ Gruppo: Elettro- Poké Tattica- Elettro- Mossa: Elettricità 1”, “ Attacca emettendo scariche elettriche.”, nemmeno lui però andava bene…
Stando alla mappa la ragazza poteva o proseguire o spostarsi su un sentiero sotto il precedente, che però terminava subito con un vicolo cieco, nella speranza potesse esser lì il Pokémon adatto Sara corse in quella zona, ma non vi trovò altro che un lago dall’acqua cristallina e due ragazze, entrambe castane, la prima vestita con un abito blu mentre l’altra rosso chiaro.
-Accidenti…-
Nei momenti in cui serviva esser il più veloci possibile sembrava che il mondo facesse di tutto per rallentarti, Willy per lo meno stava riprendendo fiato ma quando vide la ragazza correre per proseguire lungo la strada dovette riprendere anche lui.
Proseguendo Sara notò una piccola casetta in legno  costruita vicino ad un cartello, al lato destro di un tronco appena tagliato, su cui era scritto ->: Giardini Altru  <-: Q. G. della Federazione Ranger “Entrambi i luoghi sono perfetti per fare delle foto ricordo.” , peccato che lei proprio non poteva fermarsi.
Accanto a questa piccola casetta c’era un altro Pokémon, simile ad una scimmia viola con una grossa mano gialla sulla coda.
-Speriamo che almeno stavolta vada bene…-
Mentre questo era girato lei s’avvicinò sfiorandolo, iniziando così la cattura, in questa ci furono un lato positivo ed uno negativo.
Quello negativo fu l’inizio, visto il brusco incontro il Pokémon infatti l’aveva subito attaccata lanciandole contro un sasso, usando la mano sulla coda, che però lei aveva schivato, la buona notizia invece fu il fatto la cattura fu molto breve rispetto alle altre, e si concluse subito dopo il suo gesto.

Il suo nome era Aipom, “ Gruppo: Normale- Poké Tattica- Normale- Mossa: Azione”, “Attacca lanciando pietre con la coda e lanciandosi alla carica.”, altra nota negativa però fu appunto la sua mossa, inadatta contro una Gigaremo rossa.
Essendo poi il suo quinto Pokémon si vide costretta a scegliere di liberare qualcuno, oltre a lui c’erano anche Buneary,  Weedle, Swellow e Mareep, visto però nessuno di loro poteva aiutarla la ragazza scelse di liberarli tutti, in modo non fossero costretti a seguirla così lontano dalle loro case.
-Scusatemi per le fatiche. Grazie amici, a presto!-
Tutti loro la salutarono producendo alcuni versi allegri, e separandosi sparirono tra gli alberi nella foresta.
-Hai appena parlato con loro?-
La voce non apparteneva a Willy, questo infatti era ancora indietro e stava cercando di raggiungerla, a parlarle era stato invece un ragazzo dai capelli e gli occhi neri, indossava anche lui una divisa da Ranger.
Si trovava all’angolo della casa di legno ed aveva vicino uno strano Pokémon dal pelo marrone ed a due teste, provviste di becco.
-Sei una recluta? Sono un Ranger come te. -
Chiese ancora il ragazzo guardandola.
-Oh, sì…scusami potresti dirmi che Pokémon è quello?-
-Ma certo, è un Doduo, sai se potessi cavalcarne uno potresti sfrecciare in giro per tutta Almia.-
-Veramente?-
-Certo, è quella la loro mossa. La loro velocità è incredibile, peccato non possano volare. Non vedi l’ora, eh?-
-In effetti mi sarebbe molto utile.-
-Ahah, nel nostro lavoro è così dopotutto.-
-Vero, grazie comunque. Buona giornata.-
Disse la ragazza salutandolo con una mano.
-Anche a te.-
Allontanandosi Sara cercò di controllare se nei dintorni ci fosse qualche altro Pokémon, ma trovò solo un Mareep.
Stava quasi per proseguire quando la voce di un giovane ragazzo dai capelli biondi, vestito con una pesante giacca marrone e dei pantaloni dello stesso colore, la fermarono.
-Ehi tu! Faccio finta di essere un Ranger! Vuoi vedermi fare quella cosa con gli anelli? Vuoi unirti a me?-
-Oh…ehm…-
Non poteva, doveva andare subito alla Federazione o avrebbe fatto ancora più tardi…però…come poteva dir di no ad un ragazzino i cui occhi s’illuminavano solo guardando il suo Styler.
-Va bene…-
-Sì! Grande facciamo insieme la nostra posa allora!-
Il piccolo le mostrò prima un salto, poi una capriola ed infine quella che sarebbe dovuta essere una spaccata, tenendo le mani sollevati in aria, Sara a sua volta piroettò mostrandogli la propria posa, accontentandolo.
-Wow, sei molto più brava di me Ranger. Ora mi vergogno un po’ per averti mostrato la mia posa…-
-Non devi, era carina.-
-Grazie, ma sarà meglio torni ad allenarmi. Grazie anche per esserti fermata.-
Anche se aveva perso qualche minuto la ragazza era felice d’averlo fatto, non c’era nulla di male infondo nell’alimentare le speranze di qualcuno che in futuro avrebbe potuto essere un Ranger, un’Assistente o un Meccanico. L’aveva trattenuta poi anche meno del previsto, così poté continuare in una nuova zona della strada Federale. Questa iniziava con un cartello su cui era scritto ^: Alture Vertigine ->: Giardini Altru  <-:Q.G della Federazione Ranger  “Questa è la strada Federale.” , si stava avvicinando ma ancora non aveva trovato nulla.
-Willy sei sicuro qui potrò trovare un Pokémon che mi aiuti?-
-Oh?Ah…sisi…tranquilla.-
Rispose l’uomo con ancor meno fiato di prima, anche se non l’aveva rassicurata molto. La ragazza continuò a muoversi quando uno strano fruscio attirò la sua attenzione, proveniva proprio da sopra la sua testa e fece appena in tempo ad alzarla che vide qualcosa caderle addosso. Se non fosse stato per il rumore sicuramente l’avrebbe colpita, ma lei s’era spostata appena in tempo, vedendo davanti a sé un Pokémon simile ad una pigna completamente azzurro e con due grossi occhioni rossi.
Questo approfittando del suo stupore le si lanciò contro fluttuando, iniziando così una cattura.
Durante tutto il tempo lui non fece altro che saltellare a destra e sinistra, e fu per questo più che altro che lei non riuscì a terminare il tutto con una sola linea, ma durò comunque relativamente poco e presto lo Styler registrò le sue informazioni.

Si chiamava Pineco, “Gruppo: Coleto.- Poké Tattica: Coleot. – Mossa: Azione 1”, “Attacca facendosi esplodere.”.
-Accidenti! Menomale non siamo arrivati fino a questo punto.-
Osservò la ragazza guardando il Pokémon, che socchiuse gli occhietti come se stesse ridacchiando. Sapeva che in quei casi i Pokémon non si ferivano, ma era comunque pericoloso.
Da quando era uscita dalla Altru SpA non aveva fatto altro che correre, ed anche le sue energie come quelle di Willy, rimasto ancora indietro, stavano iniziando a calare.
Prese qualche secondo per osservare la nuova zona, si poteva procedere solo in due direzioni, a nord oppure ad ovest, da quanto diceva il cartello comunque era da questa parte che lei doveva andare.
Notò dalla biforcazione della strada la presenza di una seconda casetta in legno, e fuori dalla porta vicino ai gradini si trovava una signora dai capelli castani che indossava un abito color nocciola, non appena la vide la salutò con un sorriso.
-Buongiorno! Questa zona è davvero bella. E anche molto tranquilla, spero ti godrai il paesaggio.-
-La ringrazio signora.-
Rispose gentilmente Sara, guardandola però notò anche qualcos’altro, grazie al fatto la casa non era direttamente sul terreno ma costruita sopra dei piccoli paletti vide il terreno muoversi in un determinato punto, e qualcosa scavare.
Subito s’avvicinò vedendo però soltanto un ciuffo d’erba più lungo degli altri, incuriosita volle vedere se lo Styler diceva qualcosa a riguardo ed a quanto pare era un ostacolo rimuovibile con una mossa azione 1, visto lei aveva qualcuno che poteva aiutarla non se lo fece certo chiedere.
-Pineco, per favore rimuovi l’ostacolo!-
Il Pokemon facendo come gli era stato chiesto caricò il terreno in quel punto, e questo non appena subì il colpo si mosse e ne uscì un piccolo Pokémon nero, dalla cui testa spuntavano quei ciuffi d’erba.
-Grazie, Pineco, a presto!-
Salutando il Pokémon che se ne andò producendo un verso stridulo la ragazza s’avvicinò al piccolino, che per paura aveva iniziato a scappare.
-Aspetta, non voglio farti del male.-
Per cercare di tranquillizzarlo fu comunque costretta ad iniziare una lotta, durante la quale lui però non l’attaccò nemmeno.

Ora che le sue informazioni erano state aggiunte vide che il suo nome era Oddish, “ Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 1”, “ Attacca lanciando foglie ed emettendo polline velenoso.”
-Va meglio?-
Chiese lei subito quando finalmente il piccolino si calmò, avvicinando una mano alla testolina che l’accolse senza alcuna preoccupazione.
-Sara! Ecco dov’eri!-
Stavolta ad urlare era stato Willy, l’uomo proveniva dalla strada opposta rispetto a quella da cui erano arrivati, quindi forse era andato per sbaglio avanti senza di lei.
-Credevo ti fossi persa, o il professore mi avrebbe sicuramente fatto lavare i pavimenti della Federazione per un anno intero se fosse successo!-
-Scusami, è che ho notato questo piccolino ed abbiamo iniziato una cattura.-
-Meglio così…siamo vicinissimi ormai, dobbiamo solo proseguire lungo la strada.-
-Di già?! Ma io non ho ancora…-
Iniziò la ragazza stringendo le mani preoccupata, che figura avrebbe fatto arrivando senza il Pokémon adatto, o tardando ancor di più?
L’uomo sembrò notare la sua agitazione e cercò di rallegrarla.
-Ehi ehi, manca ancora un pochino però, mai dire mai.-
-Ma…-
-Mai dire mai! Come quando mi dicevano che questi pantaloni erano troppo stretti per me, ed invece eccoli qui!-
-Si ma…-
-E nemmeno niente ma, andiamo, sei una Ranger, non dovresti abbatterti per così poco.-
La ragazza rimase qualche secondo a riflettere, forse aveva ragione, poteva ancora almeno sperare di trovare un Pokémon adatto, non erano ancora arrivati.
Ed in effetti questo suo atteggiamento in futuro l’avrebbe potuta danneggiare…
-Penso tu abbia ragione. Grazie Willy.-
-Non c’è di che, sono qui apposta. Forza, andiamo.-
Rispose lui sorridendole e porgendole la mano, aiutandola così ad alzarsi visto s’era inginocchiata per accarezzare l’Oddish.
Lei sorridendogli l’accettò riprendendo a camminare, poteva chiaramente vedere che poco più avanti la strada curvava verso nord, e che dal lato opposto c’era solamente un piccolo fiume.
Stava già per sentire nuovamente l’agitazione quando improvvisamente vide qualcosa che la fece come rinascere.
Un Bibarel, un Bibarel a panciolle vicino al fiume.
Era proprio come aveva detto Willy, mai dire mai.
Quasi ridendo dalla gioia la ragazza corse subito verso il Pokémon iniziando la cattura, questo stordito non tentò subito di reagire e lasciò che lei disegnasse quante più linee possibili attorno al suo corpo. Solo verso la fine tentò di gonfiare la pancia per un attacco ma non riuscì ad agire in tempo e la cattura si concluse con un bel grado S.
-Haha! Willy l’ho trovato! E’ questo che mi può aiutare!-
-Veramente? Grandioso! Avevo proprio ragione allora, sai mi viene in mente una vecchia storia che mi diceva mio padre, in cui due prigionieri tentavano d’evadere dalla prigione, ma questa era circondata da file e file di mura. I due si aiutarono per scavalcarle ma ad un certo punto uno dei due disse che non ce la faceva più e decise di tornare indietro, l’altro invece proseguì e dopo il muro seguente si ritrovò libero. Certo, forse l’argomento non è esattamente adatto a dei bambini, ma hai capito il concetto.-
Disse lui leggermente imbarazzato, mentre la ragazza aveva ripreso a correre.
-Certo, e non lo dimenticherò mai!-
A nord la strada procedeva lungo una ripida salita nella roccia, facilitata grazie alla presenza di tre rampe di scale, davanti alla prima c’era un cartello che segnava ^: Q.G della Federazione Ranger ->: Giardini Altru “Il Fiume Onir scorre poco più a sud.”, avrebbe ringraziato chissà quante volte il fiume Onir per esser stato il luogo di riposo di un Bibarel.
Salendo la prima rampa di scale la ragazza si trovò in seguito in un enorme spiazzo circondato da alberi, oltre il quale c’era una seconda rampa, più lunga della precedente, ed alla cui base si trovava un’anziana signora dai capelli bianchi vestita con una maglia rosa ed una lunga gonna gialla.
-Buongiorno signorina, quanta fretta.-
-Buongiorno signora.-
-Ah voi giovani Ranger e tutta la vostra energia, avete sempre qualcosa da fare. La città è pericolosa. Me ne starò qui. E’ meglio per una vecchietta come me.-
-Capisco signora, ma noi faremo di tutto per renderla sempre più sicura.-
-Oh, questo mi rende felice. Buon lavoro.-
Dopo questo piccolo saluto la ragazza salì le scale a grandi falcate, anche se ancora era in ritardo sentiva nel cuore un’emozione nuova, il luogo dove stava andando era tra i più importanti per i Ranger, lì si riunivano perfino i migliori, nei suoi sogni s’era immaginata tante volte quel momento.
E così, carica d’emozione, finalmente arrivò.
La Federazione Ranger era proprio davanti a lei.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


La Federezione Ranger era assolutamente…incredibile.
Situata quasi alla cima della montagna, in uno spiazzo verdeggiante circondato da file di alberi, contava un grande giardino all’interno del quale, solamente nella zona che separava le scale dalla porta blu ad arco infossata nella parete, erano state sistemate nel terreno delle linee ondulate in pietra, le quali arrivavano fino ad un simbolo accanto alla porta blu.
Questo aveva la forma di un cerchio diviso in quattro triangoli,  altri quattro più piccoli e sottili si trovavano a due estremità opposte di questi mentre un ultimo decisamente più grande era nella parte inferiore, tutto ciò era poi racchiuso all’interno di una sottile linea a cerchio.
L’edificio era stato costruito con grosse pietre di marmo bianco, anche se quelle alla base erano piene di muschio, ed aveva una forma alquanto ovale, nonostante nella facciata principale alcuni massi fossero stati spostati creando così come delle torrette le cui punte erano rosse ed affilate. Queste poi s’interrompevano giunti al secondo piano, riconoscibile grazie al fatto era da lì che partivano file e file di finestre ad arco.
Il tetto sorprendentemente non era presente perché al suo posto si trovava l’albero più grande che la ragazza avesse mai visto, i suoi giganteschi rami raggiungevano metri e metri di lunghezza, ma le sue verdi foglie lasciavano passar senza problema la calda luce del sole.
Oltre a lei ed a Willy c’erano anche tre persone, vicino alle scale due bambini, una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi verdi, con un abito  dello stesso colore, ed un ragazzino con dei jeans azzurri, una maglietta bianca a maniche rosse ed un cappello con visiera dello stesso colore che gli nascondeva i capelli ed in parte gli occhi blu.
-Questo posto è minuscolo in confronto al Palazzo Altru!-
Osservò la bambina parlando con innocenza.
-Nah, da grande io voglio lavorare qui!-
Rispose invece il piccolino, davanti all’entrata c’era poi una ragazza vestita da Ranger con occhi e capelli neri, che non appena la notò le sorrise gentilmente.
-Buon lavoro, Ranger!-
-Grazie, anche a te.-
Disse cordialmente Sara oltrepassando finalmente la porta, la sensazione che provò fu indescrivibile.
Il pavimento era diviso in varie parti, la prima, quadrata, davanti a lei erano composte da piccole mattonelle gialle ed al centro di tutto ciò si trovava lo stesso stemma che aveva notato alla porta d’entrata, solo che il cerchio ed i triangoli erano dipinti di azzurro, e la zona attorno ad essi era bianca e racchiusa in una linea rotonda nera.
Ai lati c’erano invece delle piccole mattonelle grigio scuro i cui bordi erano dello stesso colore ma di una tonalità più tenue. L’altra metà della stanza invece  era stata sostituita da un parquet verde dentro cui si trovava un bancone rettangolare rosso e bianco, dietro cui si potevano vedere due donne. Identiche in tutto e per tutto avevano dei capelli neri legati in due codini e gli occhi azzurri, e vestivano con una divisa simile a quella di Willy.
Davanti alla loro postazione di lavoro c’erano due persone in fila, la prima era una donna dai cotonati capelli castani che indossava un abito color porpora, l’altro invece era un uomo dai lisci e corti capelli neri che indossava una camicia bianca a maniche corte  e dei pantaloni marroni.
Rispettivamente al lato superiore destro e sinistro c’erano altri due baconi, questi però erano in vetro e nonostante entrambi avessero attaccati alla parete un gigantesco computer pieno di dati in solo quello a destra c’era un’Assistente dai capelli a caschetto viola e gli occhi azzurri, che indossava la stessa divisa.
Tra questi due banconi, attaccato alla parete, c’era un gigantesco monitor che sembrava riguardare l’intera Almia, anche se non si riusciva a vedere tutto nel dettaglio e sporadicamente comparivano delle scritte gialle. Ad abbellire la stanza c’erano alcune piante verdi sistemate in dei vasi marroni e mese a file di due o tre lungo le pareti accanto al parquet.
Muri e soffitto avevano ai bordi dei rivestimenti rossi e lisci, mentre la restante parte era fatta con pezzi di ferro rosato dalle varie misure. L’unica uscita era quella alle spalle della ragazza, ma c’erano anche delle scale mobili nere al lato sinistro.
Si riusciva a sentire nell’aria un’atmosfera d’importanza, di responsabilità, e lei ne faceva parte.
Mentre osservava ogni cosa attorno a sé Willy si spostò davanti a lei e le sorrise cordialmente.
-Questo è il mio luogo di lavoro. Il Quartier Generale della Federazione Ranger di Almia. Adesso sono entrato in “modalità lavoro”. Tu invece devi partecipare a una riunione. La sala conferenza è al primo piano. Prendi la scala mobile.-
-Oh, ti ringrazio Willy.-
-E’ un piacere, spero presto potrai ambientarti. Ah, giusto per informarti, questo monitor mostra gli incidenti che si verificano ad Almia. E facile da capire, spero sempre comunque che non capiti mai nulla di grave.-
-Lo spero anche io, sarò meglio che vada allora.-
-Certo, io resto qui nel frattempo, ci vediamo dopo.-
 Salutando con un gesto della mano l’uomo solo lei e Pachirisu, e gli altri due Pokémon con loro, proseguirono giungendo al secondo piano, le gambe della giovane sembravano tremare man mano s’avvicinava, ma non aveva paura, era solo incredibilmente emozionata.
Non appena arrivò al termine delle scale però trovò davanti a sé un uomo dai capelli castani vestito con un camicie bianco da laboratorio, che indossava degli spessi occhiali che nascondevano gli occhi azzurri. Non appena lui la notò s’avvicinò stringendole la mano.
-Ciao! Tu sei Sara?  Ti stavamo aspettando.-
-Salve, si sono io. Scusatemi tanto per il ritardo…-
-Oh non preoccuparti, l’importante è che ora tu sia qui, prego, seguirmi.-
Il secondo piano era decisamente più…serio rispetto al precedente. Il pavimento era di sole piastrelle giallognole e dalla forma quadrata, e dello stesso colore erano anche i muri, in cui l’unico cambiamento erano i bordi rossi prendenti anche al pian terreno.
La parete alla sua sinistra aveva  ben cinque porte tutte in ferro grigio con una finestra azzurra, la più vicina era accanto alla scala mobile, la seconda  invece si trovava alla fine di un piccolo corridoio, la terza era nella parete accanto all’inizio di questo, e vicino aveva non solo un punto salvataggio per gli Styler ma anche un’assistente identica a quelle al piano inferiore,  mentre la quarta era nuovamente al termine di un corridoio, anche se stranamente questa e la seconda non erano segnate sulla mappa come lo erano normalmente entrate e uscite, segnate con dei rettangoli rossi. La quinta infine era accanto ad una seconda scala mobile dall’altra parte della stanza, ma fu nella terza che l’uomo la condusse.
Entrarono  in una stanza alquanto particolare, il pavimento infatti era in vetro e v’era sopra l’immagine di una parte di Almia, anche se non era certa di quale con precisione visto l’unico colore era il verde ma solo in tonalità differenti. I muri invece erano in ferro spesso con delle strani luci azzurre che s’accendevano e si spegnevano. Solo il soffitto non variava rispetto alle stanze precedenti.
Si rese però presto conto che c’erano varie persone ad attenderla, e ciò le fece seccare completamente la gola.
I primi che notò furono Brando ed il professor Frenesio, poi, oltre all’uomo che l’aveva accompagnata, c’erano altri tre Ranger in fila, la prima aveva dei lunghi capelli grigi e gli occhi neri, con una molletta gialla sistemata dalla frangia, il secondo era un ragazzo dai capelli neri a spazzola e gli occhi azzurri, mentre la terza era un’altra ragazza ma dai cortissimi capelli arancioni e gli occhi verdi, che indossava una divisa da Meccanico.
C’era però perfino Viola, uno dei Top Ranger.
Ma colei che la mise più in soggezione fu l’ultima, una donna anziana che indossava un abito color prugna ed una mantellina rossa, con dei grandi codini grigi ed il viso serio.
Edvige, la figura più importante della Federazione Ranger era lì, a pochi passi da lei, e l’aveva fatta aspettare!
Se avesse potuto, sarebbe volentieri svenuta, ma doveva mantenere un contegno, soprattutto per la presenza di una Gigaremo rossa nella stanza, che però non produceva alcun rumore.
-Buon pomeriggio…-
Disse attirando l’attenzione dei presenti, Brando subito la salutò guardandola.
-Ehi, eccoti qui!-
-Scusatemi per il ritardo…-
Tentò di dire Sara, ma Brando alzò una mano come a dirle di tranquillizzarsi, rivolgendosi poi agli altri.
-Questa è la recluta scelta di cui vi stavo parlando. Questo promettente Ranger ha trovato il modo di bloccare le unità Gigaremo. Dacci una dimostrazione, Sara.-
L’emozione le avvolgeva il cuore come se fosse in una morsa, riempiendola però d’orgoglio. Era stata definita promettente davanti a persone tanto importanti, e desiderava essere all’altezza delle loro aspettative.
-Certo!-
-Scusa per questa cosa improvvisa. Mostraci come fermare quella Gigaremo.-
Concluse poi Brando, portandosi insieme agli altri ai lati della stanza.
-Non farti intimorire dal fatto di essere  al Quartier Generale della Federazione.-
Disse  Edvige con gentilezza, vedendo forse la sua agitazione negli occhi.
-La presidentessa ha ragione. Molto piacere comunque, io sono Viola. Mi chiamano “Ranger Volante”. Tienilo bene a mente, per piacere.-
-O-oh sì! Sì certamente!-
Rispose Sara annuendo talmente tante volte da provocare nella donna un sorriso divertito.
-Abbiamo ricavato questa Gigaremo dai  rottami di varie unità recuperate a Portena. Non è stato facile ricostruirla, ma ne è valsa la pena per capirne il funzionamento.-
Spiegò il professor Frenesio.
-Oh, capisco, devono essere di quelle che io e Laura abbiamo distrutto...-
-Oh, così sei stata la prima persona che è riuscita a fermare una Gigaremo?-
Chiese interessato il professore che l’aveva accompagnata.
-B-beh sì ma…ero con un mio collega.-
-Sei sempre troppo modesta Sara, hai fatto grandi cose e magari non te ne rendi nemmeno conto.-
Rispose Brando con sguardo fiero, che quasi la fece sciogliere.
-Il numero di incidenti nella nostra zona sta aumentando. Siamo molto felici tu possa aiutarci a capire come rimediare.-
Disse intromettendosi la Ranger dai capelli grigi, facendo arrossire Sara per l’emozione.
-La prima volta che ho visto quella macchina, l’ho presa per un aspirapolvere gigantesco.-
Continuò poi il ragazzo cercando di prenderla sul ridere.
-Comunque, Elena della Città di Vien è un ottimo Meccanico. Non riuscirò mai a capire come ha fatto a smontare quella macchina così complicata…-
Disse infine la Meccanica, prima che Brando battesse le mai.
-Bene, bando alle ciance e via alla dimostrazione.-
-Subito! Per questo ho con me il mio amico Bibarel. Insieme agli altri Ranger, abbiamo scoperto che queste macchine possono essere distrutte con determinate mosse, ma queste dipendono dal loro colore.-
Iniziò Sara avvicinandosi.
-Bibare, per favore usa la mossa Spruzzo!-
Il Pokémon eseguì la richiesta colpendo il finto macchinario con una grossa bolla, e subito questo cadde in vari pezzi a terra.
-Grazie, Bibarel, a presto!-
Salutò infine la ragazza grata al suo amico. Tutti quanti erano rimasti in silenzio per quella dimostrazione, fino a quando il professor Frenesio non s’avvicinò ai rottami, toccandoli con il suo bastone.
-Le unità Gigaremo possono essere danneggiate con il metodo che avete  appena visto. Ma tenete presente che, come la nostra giovane Ranger ha detto, esistono altri modelli, bastati per l’appunto su differenti tipi di energia. I vari tipi si possono distinguere dal colore. Così, con l’aiuto dei Pokémon, qualsiasi Gigaremo può essere neutralizzata. Informate tutti i Ranger sulla modalità per bloccare le unità Gigaremo.-
-Si signore!-
Dissero tutti i Ranger presenti, il professore si rivolse poi a Sara, con uno sguardo serio ma allo stesso tempo sollevato.
-Sara, dobbiamo ringraziarti. Hai svolto un lavoro eccellente.-
-Era un mio dovere, professore.-
Rispose lei con un leggero chino del capo per ringraziarlo.
-Giovane ma umile. E’ una buona qualità. Voi altri portate pure via questi rottami.-
Disse infine l’uomo ai due Ranger, che spostarono la macchina nel loro angolo con molta fatica.
-Per caso, non avete notato qualcosa di particolare in quella Gigaremo? Non ha ipnotizzato i Pokémon situati dentro l’edificio… Guardate tutti sul monitor da pavimento, per cortesia.-
Così dicendo il professore indicò sullo schermo ai loro piedi delle nuove immagini, tutte quante riguardanti la Gigaremo. Alcuni pezzi erano solo scritti, altri solo immagini, ma quella più grande mostrava entrambe, qualcosa comunque attirò l’attenzione della ragazza, un rombo bianco al centro della macchina.
-Osservate la sezione a forma di diamante della struttura interna di una Gigaremo. Una piccola pietra oscura è incastonata qui.-
Continuò l’uomo indicandola con il bastone.
-Nel rimontare questa Gigaremo, la pietra è stata tolta. Come avete visto, la Gigaremo non è più stata in grado di ipnotizzare i Pokémon. Mi sembra chiaro come sia quella pietra a possedere una sorta di misterioso potere.-
-Dovremo scovare e distruggere queste Gigaremo una per una. Non c’è altro modo per affrontare questa situazione, temo. Ma potete star certi che noi Ranger di zona no ci tireremo indietro!-
Sentenziò Brando alzando un pugno in aria, ricevendo l’assenso negli sguardi di tutti i Ranger.
-La Federazione sta già lavorando a pieno regime all’analisi della pietra oscura. Abbiamo anche aperto un’indagine sul Team Pesto Buio.-
Alle parole di Viola la schiena di Sara fu percorsa da un brivido, il nome di quell’organizzazione le richiamava ogni volta il tremendo sguardo del rosso, che la fece sbiadire.
Non capiva perché le facesse una tale paura, forse era la sua inesperienza, forse era il timore dell’ignoto futuro,  e dei pericoli che tale persona avrebbe creato. Forse tutto questo, e molto di più…
-Perdonami, recluta, ma potrei farti un paio di domande ora?-
La voce del Top Ranger comunque la riportò subito sulla terra ferma, ridandole colore.
-Sì certamente!-
Rispose subito sperando di poter rispondere al meglio.
-Vorrei sincerarmi con te su alcuni punti, dal momento che sei qui. Avvicinati.-
Annuendo sia lei che Pachirisu si avvicinarono alla donna, che la guardò come fosse un aquila che fissava la propria preda.
-Quelli del Team Pesto Buio hanno detto che stavano conducendo un esperimento?-
-Sì, purtroppo però non siamo riuscite a capire di più…-
-Molto bene, quando se la sono svignata, sono scappati in barca?-
-Sì.-
-E se ne sono andati portandosi dietro una Gigaremo gialla?-
Ci  volle qualche secondo perché l’esatto colore del macchinario tornasse in mente alla ragazza, ma la risposta non cambiò rispetto alle precedenti.
-Sì.-
-Ok, ultima domanda, ma non meno importante…i Pokémon ipnotizzati dalle Gigaremo non diventano amici, neanche dopo la cattura. Giusto?-
-Esatto…con nessuno di loro ci siamo riuscite…-
Rispose la ragazza ricordando con tristezza i loro sguardi fuori in quel turbinio giallo e rosso. Era stata impossibile qualsiasi forma di connessione.
-Non ho altro da chiederti. Grazie per le tue risposte.-
-E’ stato un piacere.-
Rispose Sara, spostandosi poi accanto a Brando, che sorridendole le mise una mano sulla spalla. Tutti rimasero poi in silenzio per il seguente discorso della presidentessa Edvige.
-Sembra che la pace ad Almia sia minacciata da un gruppo di persone che si fa chiamare Team Pesto Buio. Non mi spaventano affatto! Siete qui per servire e proteggere Almia. Vi prego, dovete restare uniti e lavorare insieme per il nostro obbiettivo comune. Proteggere gli abitanti, l’ambiente e i Pokémon di Almia.-
-Sì signora!-
Urlarono tutti i presenti, qualsiasi paura nel cuore di Sara sembrò svanire di fronte a quel prorompente eco. Nemmeno lei voleva avere paura, ed avrebbe lottato con tutte le sue forze contro quel Team Pesto Buio!
La donna, il professore, lo scienziato che l’aveva accompagnata e la Top Ranger, concluso il discorso,  uscirono dalla stanza lasciando gli altri soli.
-Devo discutere una cosa con il professor  Frenesio. Fatti pure un giro per il Quartier Generale.-
Disse Brando sorridendole.
-Oh, quando hai visto tutto, fammi un fischio. Mi troverai nella sala ricerca. La stanza è su questo piano a destra.-
-Certo!-
Rispose Sara annuendo, vedendolo uscire. In seguito la prima cosa che fece fu prendere un profondissimo respiro di sollievo, era stata una cosa ad pochi minuti, ma il suo cuore batteva a mille.
Salutando con la mano i tre rimasti con lei uscì dalla stanza per, come aveva detto Brando, dare un’occhiata in giro, non capitava certo ogni giorno dopo tutto di poter visitare la Federazione Ranger.
Come prima cosa si spostò nella prima stanza alla sua sinistra, ritrovandosi così in una stanza rettangolare dal pavimento e le pareti formate da piastrelle gialle, ai lati c’erano due scrivanie di ferro grigio e sopra a ciascuna erano presenti ben quattro oggetti, il primo a sinistra era una coppa antica dal manico sottile e dal corpo pieno di gemme preziose, a seguire uno strano vaso con un manico ed un coperchio azzurro, il cui colore coincideva poi con una grossa gemma al centro, c’era poi una seconda coppa dorata la quale però era completamente liscia, ed infine quello che sembrava un mini razzo d’oro con quattro gemme azzurre. A destra invece per primo c’era un lungo ed alto vaso a strisce azzurre e dorate, un secondo vaso più piccolo e tozzo, con un minuscolo coperchio ovale azzurro, poi un oggetto da lei mai visto, questo era diviso in due parti, la base era sottile come un disco, mentre la parte superiore era un grosso quadrato con su una faccia tre linee gialle, entrambe le parti comunque erano verde mela, e come ultimo c’era un altro razzo la cui punta era a strisce azzurre e dorate. L’altra parte della stanza era occupata a sinistra da un grosso  computer, sul cui schermo sembrava esserci un Styler ma dalla forma diversa rispetto a quello che possedeva lei, da quanto dicevano le scritte a quanto pare era la fisionomia di un Top Styler. Accanto ad esso c’era un lungo bancone rosso con una rigogliosa pianta verde in un vaso azzurro, ed altri tre piccoli vasi dorati sopra.
Dall’altra parte del bancone c’erano due piccole librerie in ferro pieni di libri e due quadri, entrambi dalla cornice gialla ma uno raffigurava un albero mentre l’altro una montagna nel bosco.
Oltre a lei c’erano anche due Ranger, entrambi dai capelli e gli occhi neri, e dalla notevole somiglianza, ma soprattutto c’era anche un Bibarel.
Questo non appena la vide le si avvicinò iniziando una cattura, ma il suo atteggiamento non fu aggressivo, il suo unico attacco infatti fu lasciare una pozzanghera d’acqua a terra, che però lei riuscì ad evitare facilmente concludendo la cattura.
-Caspita, se avessi saputo eri qui sarei direttamente corsa alla Federazione invece che perdere tempo ahah.-
Disse la ragazza accarezzandogli la testa.
-Ehi bella cattura.-
Commentò il ragazzo alzandole un pollice.
-Ah, grazie! Non me l’aspettavo in verità.-
-Non ti ho mai vista qui, sei nuova?-
-Oh no in verità ero venuta solo per una riunione, ma ora che è finita mi è stato detto potevo fare un giro per la Federazione, spero però di non disturbare.-
-No stai tranquilla. La biblioteca dovrebbe contenere reperti archeologici dei Pokémon. Ma in realtà viene usata come area relax dal personale.-
-Però ci sono comunque molti oggetti antichi, quindi facciamo sempre attenzione a non rompere nulla.-
Disse la ragazza accanto a lui.
-Capisco, mi chiedo però come ci sia finito qui questo Bibarel allora.-
-Ogni tanto capita dei Pokémon entrino, ma non danno mai fastidio fortunatamente.-
Le rispose la ragazza sorridendole.
-E’ una cosa molto bella, lavorare qui deve essere il massimo.-
-Sì, ma è molto stancante certe volte. Ora scusaci, ma torniamo al nostro relax, buona continuazione della visita allora.-
Disse infine il ragazzo sorridendole.
-Certo, grazie per le informazioni, buon relax.-
Salutandoli con la mano la ragazza uscì dalla stanza, con l’intenzione di spostarsi in quella al termine del primo corridoio, curiosa di cosa vi avrebbe trovato. Purtroppo però si rese ben presto conto che la porta era bloccata dall’interno.
-Oh, forse stanno facendo qualcosa di importante, sarà meglio non disturbare.-
Lasciando perdere quella porta tentò allora in quella in fondo al secondo corridoio, ma il risultato fu il medesimo.
La buona notizia però era che c’erano ancora altri piani da visitare, così, senza attendere oltre, la ragazza s’affrettò a raggiungere il piano superiore della Federazione. Non appena ebbe raggiunto le scale mobili, ed averle superate, si ritrovò in un salone gigantesco dalle grosse mattonelle gialle sia nei muri che nel pavimento, al centro di questo però era presente il simbolo che aveva visto sia all’entrata che al primo piano, un’intera parete però era occupata da tre giganteschi schermi, tutti accesi su zone ingigantite di Almia. A controllarle c’erano tre assistenti, due ragazzi dai capelli marroni ed una ragazza dai lunghi capelli azzurri raccolti in due codini, tutti e tre seduti su delle grosse poltrone rosse e con davanti un bancone dello stesso colore che arrivava quasi da muro a muro, ed aventi davanti a ciascuno di loro delle console nere, alle loro spalle a controllare c’era perfino Viola.
-Messaggio in arrivo! Furio, continua nella tua missione, per favore.-
Si sentì dire dal primo ragazzo alla destra del gruppo, a quanto pare stava avendo dei problemi con il Ranger con cui parlava, ma non le sembrava il caso di origliare.
Dietro a questi tre, raggiungibili grazie a due piccole rampe, c’era un secondo bancone occupato da ben cinque computer di varie dimensioni e da due tastiere giganti, davanti ad essa si trovava Edvige.
Improvvisamente le venne il dubbio che non avrebbe mai, MAI, dovuto trovarsi lì. Si sentiva come una bambina curiosa che però ficcava il naso dove non doveva, e provò un grande imbarazzo, ma non era riuscita in alcun modo a trattenersi, anche se il cuore la voleva quasi tirare giù dalle scale.
-Salve Ranger, benvenuta alla sala operativa.-
A parlarle era stata una ragazza, identica a quella al precedente piano, ed alle due al primo. Questo quasi la inquietò ed iniziò a chiedersi se ce ne fosse perfino una quinta, ma non voleva darci troppo peso per non sembrare maleducata.
-G-grazie…-
-La sala  occupa tutto il piano. Gli Assistenti comunicano con i Ranger sul campo da qui. Possono seguire i Ranger uno per uno e fornire informazioni fondamentali.-
Disse la donna spiegandole ciò che le serviva sapere.
-Grazie per l’informazione…-
Per qualche secondo la giovane rimase completamente immobile, almeno fino a quando Viola non la notò.
-Ranger, sei qui per un giro?-
-E-ecco…scusatemi non volevo disturbare.-
Prima che la Top Ranger continuasse a parlare si sentì la gentile risata della presidentessa Edvige.
-Mia cara, non devi esser così agitata, siamo tutti persone normali. Come si sembra la nostra Federazione?-
-E’ fantastica…ho sempre sognato di vederla ma non avrei mai potuto arrivare a pensare d’esser qui un giorno.-
-Ahah, i sogni possono diventare realtà se c’è forza d’animo. Il tuo leader ha parlato molto bene di te, e credo possa aver ragione. Voi giovani siete la luce per il futuro.-
Le parole di Edvige colpirono nuovamente la giovane Ranger che si trovò più rilassata, ed orgogliosa, rispetto a prima.
-La ringrazio molto presidentessa Edvige.-
-Oh cara, chiamami solo Edvige. Non è necessario siate tutti così formali, lavoriamo tutti per proteggere la felicità di Almia. Ora ti faccio le mie scuse ma, dobbiamo tornare al lavoro, tu però sentiti libera d’esplorare anche l’ultimo piano.-
-Grazie.-
Continuò a dire la ragazza, che ormai sembrava essere un disco rotto, prima però di potersi spostare verso le scale sentì una squillante voce parlarle, si trattava della ragazza dai capelli azzurri che si era voltata e messa in piedi sulla poltrona.
-Ehi, sei un Ranger di zona della Città di Vien? Grazie a questi monitori possiamo sapere tramite la connessione con tutti gli Styler perfino queste cose.-
-Io? Oh sì, sì è così.-
Rispose Sara annuendo,  ricevendo un sorriso divertito.
-Davvero adorabile.-
Non le era ben chiaro il perché fosse adorabile, ma prima di poter chiedere intervenne il ragazzo alla sinistra dell’altra.
-Non far caso a Linda, da quando è qui si sente come se fosse sulla cima del mondo. In tutto questo solo una cosa giusta ha detto, il fatto che questo enorme schermo ci permette di monitorare la posizione di ogni Ranger di Almia.-
Tentò di dire il giovane come per cercare di non farla abbattere.
-Capisco, non vi disturbo oltre allora, buon lavoro.-
Salutando con un piccolo inchino tutti i presenti Sara andrò verso l’ultimo piano, ma come aveva già precedentemente detto, nonostante avesse sognato quel luogo così tante volte, la realtà non era minimamente paragonabile alla fantasia.
La stanza era sì spoglia, visto le pareti erano bianche ed il terreno era semplicemente divisa in due parti, una prima separata da un muretto di pietra di almeno dieci centimetri dalla cui altra parte era presente della limpida acqua, e dall’altra della soffice erba, tagliata però in un determinato punto al centro in modo ci fosse disegnato il simbolo dello Styler.
Ma al centro di tutto questo si trovava il gigantesco albero, visibile perfino fuori dalla Federazione.
Le sue radici erano piantate nel terreno come se fossero lì da anni, la sua spessa corteccia castano chiaro pareva appartenere ad un’altra epoca, e sentiva che se si fosse addormentata accanto ad essa avrebbe potuto sognare di un’era lontana e forse più pacifica.
A circa due metri dal soffitto, che era stato appositamente aperto per non imprigionare l’albero, partivano i suoi rami ricci di verdi foglie, attraverso le quali la luce filtrava a piccoli raggi, i quali rendevano più chiari sia il legno che l’erba sotto i suoi piedi.
Tra queste si poteva perfino vedere l’azzurro del cielo ed il bianco delle nuvole, che si muovevano spinte ora da un’allegra brezza che riusciva a raggiungere perfino lei, scompigliandole i capelli.
Sara si sentì come se in quel luogo ci fosse…la pace, come se lì fosse concentrata tutta l’armonia dei cuori delle persone che la circondava, creando così un’aura di tranquillità che allo stesso tempo li legava.
E lei faceva parte di quel mondo, si sentiva parte di quel mondo.
Sapeva bene che, probabilmente, non avrebbe dovuto, ma non riuscì a resistere dal farlo e, camminando facendo attenzione perfino al rumore dei suoi passi, s’inginocchiò accanto all’albero appoggiando la testa contro la corteccia, chiudendo gli occhi per qualche secondo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Una stanza completamente nera, nessuna luce che filtrasse dalla più piccola crepa, un’aria pesante che le impediva quasi di respirare.
Era questa l’unica cosa che la ragazza riusciva a sentire, e per quanto si sforzasse non riusciva proprio ad aprire gli occhi, poi, qualcosa.
Due piccole luci rosso fuoco, circondate da un alone malvagio, che avvicinandosi rivelavano la loro presenza in un volto sottile, dall’aspetto serio ed austero. Dei selvaggi capelli rossi gli incorniciavano il viso, mentre il corpo era a malapena distinguibile sotto una tuta completamente nera.
Questo però non gli impedì d’avvicinarsi e di sfiorare con una mano la guancia della ragazza, accarezzandola poi delicatamente con il pollice.
E con un sinistro sorriso, le parlò.
-Sarà un piacere far soffrire questo tuo bel faccino…-


 
Con un improvviso nodo alla gola ed il fiato corto, Sara spalancò gli occhi di scatto guardandosi attorno, non c’era traccia dell’uomo dai capelli rossi, e nemmeno di quella stanza buia.
Era ancora alla Federazione Ranger, seduta sotto quel grande albero, ma non era sola. Inginocchiata davanti a lei, c’era Edvige.
-Va tutto bene?-
-Oh! S-sì si! Mi scusi, mi dispiace tanto, non avrei dovuto…-
Disse subito la ragazza alzandosi con uno scatto, ma la donna sorrise semplicemente, alzandosi a sua volta. Pachirisu nel frattempo, che s’era accoccolato ai piedi della ragazza, venne svegliato dalla sua voce, ma non si mosse visto era ancora mezzo addormentato.
-Ti preoccupi veramente troppo mia cara, non hai fatto nulla di sbagliato. Lo sai, anche a me piace riposare all’ombra del suo tronco, ma tu mi sembri tutt’altro che riposata. Hai fatto un brutto sogno?-
-Ecco…-
Non si poteva dire quale fosse il suo grado d’imbarazzo, era stata trovata dalla presidentessa della Federazione mentre dormiva, ed ora questa ne stava parlando quasi con leggerezza, non sapeva veramente com’era il caso di porsi.
-Io…sono solo un po’ stanca.-
-Posso immaginarlo, non sei Ranger da molto, non è vero?-
-No…-
Forse si riferiva al fatto non dimostrava ancora la maturità giusta per questo lavoro, non ne fu certa, ma guadandola dolcemente la donna, aiutandosi con il proprio bastone, si mise a sedere a terra, invitandola a fare lo stesso.
-Eppure, hai già affrontato tanto…e sei così giovane.-
-In realtà non ho fatto nulla signora, sono sempre stata aiutata dai Pokémon.-
Rispose Sara sinceramente, mettendosi composta non molto distante da lei, approfittandone anche per prendere in braccio Pachirisu che aveva ripreso a dormire.
-Come tutti noi cara, ma sei stata tu ad affrontare delle fiamme per cercare aiuto, a distruggere per prima uno di quei macchinari, a fornirci i dettagli necessari per imparare come affrontare questo pericolo. A nuotare a metri e metri dalla superficie dell’acqua, a ferirti tra le correnti per raggiungere uno Sharpedo. Ma soprattutto, a dover combattere faccia a faccia contro quegli uomini crudeli dietro le Gigaremo.-
Sara la guardò esterrefatta, forse non era così scontato lei sapesse di tutto ciò, ma comunque non riuscì a nascondere il suo stupore, facendo così ridere l’altra di gusto.
-Il tuo leader mi ha raccontato tutto ciò che hai fatto, e grazie alla tecnologia che collega i nostri computer  agli Styler abbiamo potuto averne la prova.-
-Ah, capisco.-
Il sorriso della donna però si spense presto, e sollevò lo sguardo verso le foglie più alte dell’albero.
-Forse il mondo ti sta facendo crescere troppo in fretta, Ranger con anni ed anni d’esperienze alle loro spalle sono stupiti di  ciò che hai dovuto affrontare, e temo che sarà solo l’inizio.-
-Ma io farò del mio meglio in ogni occasione, non mi importa!-
Rispose la ragazza stringendo i pugni, ricevendo un debole sorriso.
-Lo so, nei tuoi occhi posso vedere con chiarezza una luce che ti porterà lontano. Ma insieme alla luce ci sono anche le tenebre, e penso di sapere il motivo per cui il tuo sonno era agitato. Sei spaventata, non è vero?-
A quella domanda Sara si morse il labbro abbassando lo sguardo, non voleva apparire debole, ma nemmeno essere una bugiarda.
-Sì…io…vorrei tanto non sentirla, ma non riesco a non togliermi dalla testa il giorno in cui incontrai alcuni membri del Team Pesto Buio. Vorrei tanto essere all’altezza della situazione, ma ho paura…-
La gentile mano di Edvige le accarezzò la guancia, facendole così sollevare lo sguardo.
-Tesoro mio,  non è eroe colui che non prova paura, ma chi pur sentendola l’affronta. E sono certa tu ne sarai in grado, con i tuoi amici vicino.-
Continuò la donna accarezzando la testa di Pachirisu, che riaddormentatosi si grattò la testolina nel punto toccato.
-Voi però non avete paura…intendo, le persone qui alla Federazione. Vorrei essere anche io come voi…-
-Ti sbagli mia cara, abbiamo tutti paura. Perfino i Top Ranger ogni volta che hanno una missione importante hanno paura di fallire, ed anche io ho paura. Ho paura per ciò che quel Team Pesto Buio potrebbe fare, temo di non riuscire ad agire per tempo e di non capire i loro schermi. Ma noi abbiamo qualcosa che loro non hanno. I loro Pokémon sono controllati tramite quelle macchine e con la forza, i nostri invece scelgono di stare al nostro fianco, sono degli amici, non degli oggetti da usare. E’ questa la nostra forza, la nostra unione.-
Quelle parole, forse furono ancora più forti rispetto a quelle che la donna aveva riservato nella sala durante la riunione, lasciava scoperto un lato dei Ranger a cui Sara non aveva mai pensato, la paura.
In quel momento si sentì molto confusa a riguardo, sul fatto di provarla o meno, e si ritrovò a coccolare la testa di Pachirisu come se il piccolino potesse dargli qualche risposta, ma probabilmente le ci sarebbe voluto molto più tempo per comprendere ogni cosa, non si trattava solo d’ascoltare, ma di scegliere quale idea rispecchiasse la propria.
-Devo dire che è stato un piacere poter parlare con qualcuno all’ombra di questo vecchio albero, era una sensazione che mi mancava.-
Disse Edvige alzandosi, iniziando a camminare verso le scale.
-Credo però sia giunto il momento di tornare al lavoro, ed affrontare le nostre paure.-
-Sì…-
Alzandosi a sua volta, svegliando anche Pachirisu, la ragazza la seguì lungo le scale, mantenendo comunque una certa distanza per rispetto. Tornando nella stanza precedente nessuno sembrò dar più molta importante alla sua presenza, tutti quanti erano concentrati sul proprio lavoro e lei non voleva certo disturbarli. Scese quindi ancora d’un piano arrivando davanti alla porta dove Brando la stava aspettando, per la precisione la stanza alla destra di quella in cui era stata per l’incontro.
Avvicinandosi notò anche l’uomo che prima l’aveva accompagnata dagli altri membri della Federazione.
-Salve, scusi il disturbo, volevo sapere se è questa la stanza in cui si trovano Brando ed il professor Frenesio, non vorrei sbagliarmi e disturbare qualcuno.-
Chiese indicando la porta davanti a sé.
-Sì esatto, questa è la sala ricerca. Comunque io mi chiamo Nage, sono un ricercatore, è stato molto interessante l’esperimento con la Gigaremo.-
-La ringrazio.-
Dopo questa breve risposta la ragazza limitandosi a sorridere, ovviamente era felice stessero facendo dei progressi in questo campo, ma non riusciva comunque a gioirne completamente visto l’astio per quelle dannate macchine che ferivano i Pokémon.
-Non voglio trattenerti oltre però, prego entra pure.-
-La ringrazio, buon lavoro.-
Sorridendogli la ragazza entrò nell’ultima stanza del piano, pavimenti e pareti qui erano composti da grosse piastrelle gialle, ma l’intera parete di sinistra e quella rispettivamente davanti a lei erano coperte da otto giganteschi macchinari, tutti quanti in funzione, uno di questi sembrava mostrasse dei grafici in continuo movimento rossi e rosa, e sopra a questo sembrava esserci l’unico condotto per la ventilazione della stanza. Nello schermo d’un altro invece pareva ci fosse una montagna bianca in cui ad intervallo ai lati si formavano delle piccole punte. C’erano però solamente due sedie rosse, ed un solo scienziato a lavorare sui macchinari, ma al centro della stanza assieme a lui c’erano anche Brando ed il professore.
-Oh, ciao Sara, hai fatto un giro per la Federazione allora?-
Chiese Brando interrompendo la conversazione con il professore.
-Sì, è stato veramente fantastico, anche se spero di non aver disturbato nessuno.-
A rispondere a questa frase su lo scienziato dai capelli verde opaco che stava controllando i computer dall’altra parte della stanza.
-Oh questa è l’ultima cosa di cui devi preoccuparti. In questa struttura siamo tutti molti rilassati nel nostro lavoro ed abbiamo piacere quando qualcuno viene a trovarci, anche se ovviamente alcune stanze sono adibite solo al personale. Ma pure noi spesso ci facciamo prendere da studi propri. Uno dei nostri colleghi, ad esempio, ha deciso di effettuare una ricerca sul campo. Sta studiando i Pokémon in varie parti di Almia. Forse l’hai già incontrato?-
-Oh, ehm, no non mi sembra.-
Rispose Sara scuotendo il capo.
-E’ vero però, ciascuno di noi anche se lavora diligentemente trova tempo per soddisfare la propria di curiosità verso il mondo. Ma la mia al momento si concentra completamente su quella gemma maligna…presto risolverò l’enigma della pietra oscura. Lo prometto! Voi invece occupatevi delle Gigaremo.-
Urlò il professor Frenesio, fissando entrambi i Ranger con una tale grinta che Sara per istinto fece un passo indietro, come se il fuoco che ardeva negli occhi dell’uomo potesse da un momento all’altro esplodere. Brando invece si limitò ad annuire sorridendo.
-Può contare su di noi professore.-
Voltandosi, poi, l’uomo riprese a parlare con la ragazza appena entrata
-Deve esser stato sfiancante affrontare quella missione in mare e poi, subito dopo, correre alla riunione. E’ tardi, perciò passeremo la notte qui, ospiti della Federazione. Prenditi una camera e fai una bella dormita. Io farò lo stesso.-
In effetti la stanchezza stava veramente iniziando a farsi sentire, in particolar modo sulle gambe, i polpacci quasi non li sentiva più, ed ogni movimento le giunture dolevano, per non parlare delle palpebre pesanti.
-Non sarà un problema però?-
-Ti fai troppi problemi per esser così giovane.-
Rispose il professor Frenesio, seguito da Brando
-Pensi sia ora di riposarti?-
Chiese l’uomo mostrandosi gentile nei suoi confronti.
-Sì…graize.-
-Perfetto, fatti una bella dormita. Ci riuniremo domattina al piano terra. Vai dall’assistente qui fuori per sapere la tua sistemazione.-
-Va bene, a domani allora.-
Salutando con un gesto della mano i due uomini, la ragazza uscì dalla stanza, trovando l’Assistente proprio accanto al punto di salvataggio, come infondo l’aveva vista già dal suo arrivo. Questa appena la vide la salutò gentilmente.
-Piacere, collega Ranger, come sto?-
Sara stava quasi per risponderle, quando entrambe s’accorsero della stranezza della domanda, e la ragazza subito sobbalzò divenendo rossa.
-Oh! Scusami, mi impappino sempre quando sono nervosa. Non lavoro qui da molto.-
-Nono tranquilla, sto bene comunque grazie. Non vorrei disturbare, ma mi è stato detto che io ed il mio leader dormiremo qui alla Federazione, e volevo sapere dove dovrei andare.-
-Oh certo! Tu devi esser la ragazza che ha fatto la presentazione oggi. Vedi, a questo piano si trovano anche le porte per i dormitori, quelli per gli uomini sono in fondo al corridoio a sinistra, mentre per le donne sono in fondo a quello alla mia destra. Una volta superata la porta ti basterà entrare in una qualsiasi delle stanze con la luce verde. Vedi, qui non vive nessuno, si lavora semplicemente, ma visto capitava spesso i lavori andassero ben oltre la giornata si è deciso di creare queste stanze in modo tutti potessero in caso fermarsi fino a lavoro finito, sulle porte sono installate luci rosse e verdi, se la prima è accesa vuol dire che è occupata da qualcuno. Le chiavi però le prime porte però le abbiamo solo noi Assistenti, vado subito ad aprirti.-
-La ringrazio.-
Sorridendole Sara la seguì lungo il corridoio, ed arrivatevi al termine la donna prese una piccola chiave dalla tasca nella gonna, aprendole la porta.
-Ecco qua, ti auguro un buon riposo.-
-Grazie, buon lavoro.-
Dopo averla ringraziata la ragazza superò la porta, ritrovandosi così in un lungo e sottile corridoio dal pavimento bianco, lungo le pareti azzurre si trovavano file e file di porte gialle, al centro delle quali c’era una finestrella che poteva essere, come le aveva detto l’Assistente, o verde o rossa. Non le fu difficile comunque trovarne una libera, e subito si avvicinò aprendola. La stanza era più piccola rispetto a quella che aveva al Centro Ranger nella città di Vien.
Le pareti erano completamente bianche, fatta eccezione per dei rinforzi rossi messi rispettivamente vicino al pavimento ed al soffitto, il pavimento invece era formato da delle piccolissime piastrelle azzurre con un tappetino bianco al centro. Il letto era più una brandina all’interno della parete, che non toccava terra grazie a due barre di ferro agli angoli esterni, aveva un solo ma grande cuscino bianco ed una coperta verde.
Non c’erano degli arredamenti, forse appunto perché le stanze non erano proprietà di una sola persona, c’era solo un'altra porticina nella parete opposta, la quale era aperta e dava modo di vedere un piccolissimo bagno dentro cui v’erano un gabinetto, una doccia ed un lavandino con specchio, senza però spazzole o spazzolini.
-Yaawn…beh, non è molto ma non è un problema, vero Pachirisu?-
Disse la ragazza sbadigliando, sedendosi sul letto assieme al Pokémon, che si sistemò subito sul cuscino. Il fatto poco prima avesse fatto una piccola dormita l’aveva resa solo più assonnata, ed il potersi finalmente riposare le faceva piacere.
-Solo un piccolo riposino…e domani…si riparte…-
Le bastò soltanto appoggiare la testa vicino al cuscino, evitando di disturbare il piccolo amico, per sentire gli occhi chiudersi ed il sonno arrivare, i muscoli rilassandosi s’indolenzirono ancor di più per qualche istante, ma tutto passò lasciando posto solamente alla tranquillità.
Dopo tutte le emozioni di quella giornata e le fatiche fatte, chiunque non avrebbe potuto dire non meritasse di riposare, ed a pensarlo era soprattutto Pachirisu, che prima di addormentarsi completamente s’avvicinò alla testa dell’amica accarezzandola col musetto.
 
 
 
 
Il mattino seguente…
 
La ragazza non ebbe bisogno d’alcuna sveglia per aprire gli occhi, non c’erano finestre quindi non poteva esser certa dell’ora, ma stranamente non si sentì agitata per questo. In realtà per metà si sentiva ancora piuttosto stanca, ma questo dipendeva dalle fatiche del giorno prima che sicuramente sarebbero sfumate, per l’altra metà invece si sentiva completamente rilassata. Ed era proprio questa sensazione a non farle provare preoccupazioni a riguardo di Brando che magari la stava aspettando.
Purtroppo, non avendo né dentifricio né spazzolino o spazzola per capelli, non poté far molto per sistemarsi, se non pettinarsi in qualche modo con le mani e darsi giusto una sciacquata alla bocca.
Pachirisu nel frattempo si stava svegliando con la dovuta calma, e solo quando vide la sua amica tornare dal bagno scese dal letto, che non era stato nemmeno sfatto visto Sara s’era addormentata sopra le coperte.
Prima d’uscire dalla porta la ragazza si prese qualche secondo per stiracchiarsi e sistemare la divisa, dopo di che aprendo anche la porta del dormitorio, si ritrovò alla stanza principale del secondo piano della Federazione.
Spostandosi verso le scale Sara salutò con un gesto della mano l’Assistente che il giorno prima l’aveva accompagnata nell’altro corridoio, che a sua volta ricambiò il saluto.
Non appena fu arrivata al piano inferiore notò subito Brando che l’aspettava vicino alla porta.  
-Buondì, Sara. Hai dormito bene?-
-Sì grazie, mi sono addormentata subito.-
-Bene, ne sono felice, adesso ce ne ritorniamo alla Città di Vien. Speriamo d’avere un viaggio tranquillo, saluta pure Willy se vuoi, è vicino al bancone.-
Disse l’uomo indicando l’altro non molto distante da loro. Annuendo Sara fece subito per avvicinarsi ma sentì qualcosa che la turbò decisamente, a parlare era stato un uomo vestito da pescatore, con un cappello rosso con visiera che gli copriva leggermente gli occhi marroni ed i capelli castani, un giacchetto dello stesso colore e dei pantaloni marroni. L’uomo stava parlando con una delle due ragazze dietro al bancone, e sembrava molto irritato.
-Alcuni tipi sospetti hanno provato a mettere qui uno strambo macchinario. Gli ho urlato di riprenderselo e di riportarselo via .-
-Capisco, potrebbe descrivermeli?-
Chiese gentilmente la ragazza.
-Erano vestiti con delle tute nere, non riuscivo a vederli in faccia purtroppo.-
-Non si preoccupi, anzi, la ringraziamo per l’informazione e per esser venuto qui, ed il macchinario invece?-
-Sembrava una cassetta per le lettere gigante, ma l’hanno portata via con loro.-
Non c’era ombra di dubbio, stava parlando di una Gigaremo, ma il fatto li avesse scacciati consolò la ragazza, però…si stavano già muovendo così in fretta.
A quanto pare però la sua preoccupazione era ben chiara, tanto che una ragazza, una Ranger dai capelli neri per la precisione, le si avvicinò.
-Ehi, cerca di sorridere un po’ di più per favore. Sfoggiare un sorriso amichevole fa parte dei compiti di Ranger di Zona. I sorrisi rendono di buon umore i cittadini e ne scacciano le paure.-
-O-oh, mi dispiace.-
Rispose Sara subito tentando di sorridere, ma si sentiva un po’ forzata e le venne da fermarsi, purtroppo per lei però l’altra le afferrò le guance tirandole all’insù per farla continuare.
-Non smettere! Stavi andando bene.-
Fortunatamente per Sara, qualcuno arrivò presto in suo soccorso, un altro Ranger, stavolta un ragazzo dai capelli neri spettinati e gli occhi dello stesso colore, che fermò la ragazza guardandola con rimprovero.
-Andiamo lasciala stare, magari stava lavorando.-
-Ma anche io!-
-Sì ma non puoi interrompere gli altri.-
Per evitare di creare una discussione tra i due Sara cercò subito di mettersi in mezzo, muovendo entrambe le mani.
-Nono, in realtà devo solo tornare alla mia città. Mi spiace, cercherò di sorridere più spesso.-
Il ragazzo la guardò con gentile comprensione, riprendendo poi a parlarle.
-Scusala, fa sempre così, grazie per la comprensione però. Sai, io aspiro a diventare un eroe, ma ogni volta faccio anche solo un passo la qui presente Ranger non fa altro che dirmi di sorridere.-
-Non è vero, non mettermi in cattiva luce!-
Replicò la ragazza colpendolo alla schiena con dei leggeri pugni, Sara intanto, felice i due non stessero affatto litigando, anzi, sembrava stessero giocando come due buoni amici, s’allontanò per salutare finalmente Willy.
-Ehi Sara, hai dormito bene alla Federazione?-
-Sì grazie, ora però è il momento che vada.-
-Lo immaginavo, speriamo di rivederci però. Ehi senti qua, questo gruppo chiamato Quartetto Rock viene in città per un concerto dal vivo. Sono il pezzo forte della festa per l’anniversario della Altru. Voglio chiedere alla receptionist se vuole venirci con me.-
Disse lui sorridendo e sussurrando l’ultima parte.
-Spero accetti, di sicuro vi divertireste. Allora, a presto Willy.-
Conclusi questi saluti la ragazza s’affrettò a raggiungere Brando, ormai davanti alla porta principale, e ad uscire assieme a lui. Il fresco vento fu come una carezza per il buon giorno, ed il cielo sereno preannunciava una piacevole giornata.
-Abbiamo una bella camminata da fare, cerchiamo di muoverci in fretta.-
Disse l’uomo procedendo con il suo Pokémon compagno, il quale faceva sembrare Pachirisu ancor più piccolo del solito.
-Certo.-
Sorridendogli entrambi scesero rapidamente la scalinata principale, arrivando così già a metà della montagna, ma arrivati in prossimità della seconda una forte scossa nel terreno li fece immobilizzare, poco mancò che la ragazza perdesse l’equilibrio.
-Uh? Cos’è stato? Un terremoto?-
Chiese subito Brando guardandosi intorno, non sembravano esserci danni fortunatamente.
-Forse, ma sembra esser già finito…-
Rispose la ragazza osando fare qualche altro passo, tutto però sembrò rimaner momentaneamente tranquillo. Procedettero quindi facendo molta attenzione, in particolar modo scendendo le scale, e seguirono il sentiero principale che li avrebbe condotti ai Giardini Altru, ma quando arrivarono vicino alla casa in legno, accanto ad una seconda e stretta strada tra gli alberi, una scossa li fermò.
-Questa scossa era più forte della precedente, vero?-
-Già.-
Annuì Sara, che sentì un leggero scombussolamento per due piccoli terremoti di fila, prima però di poter riprendere il discorso dalla porta dell’abitazione accanto a loro né uscì di corsa la padrona di casa.
-Tutto bene, signora?-
Chiese subito Brando avvicinandosi.
-Poco fa ho visto un uomo con dei grandi  Pokémon. Ha detto di essere uno scalatore e che andava ad allenarsi. Si è diretto alle Alture Vertigine. Poco dopo che se ne sono andati, sono iniziati questi tremori. Mi chiedo se sia tutto apposto.-
Era chiara la sua preoccupazione, infondo durante una scalata un terremoto potrebbe costare molto caro.
-Ho capito. Non deve preoccuparsi signora. Andremo a indagare.-
Disse subito Brando tranquillizzandola.
-Lo farete? Vi ringrazio, non potrei dormire tranquilla senza sapere se quel giovane sta bene o meno.-
-Le riferiremo tutto una volta tornati.-
-Grazie Ranger!-
Almeno lei sembrava sinceramente tranquillizzata, i due però fecero solo qualche passo prima d’avvertire un suono gutturale e gracchiante provenire da lontano, quel suono fece accapponare la pelle della ragazza, ed anche Brando non ne fu immune visto le parlò.
Ehi Sara…hai sentito? Ho sentito un rumore spaventoso…o era solo il vento?-
-L’ho sentito anch’io…-
-Mh, capisco. Beh non sarà certo qualche suono a fermarci. Andiamo a esplorare le Alture Vertigine!-
-Sì!-
Annuendo Sara, vista quella la si poteva considerare come una missione, fece la propria posa da Ranger, dandole così un tono ufficiale.
-Ahah, stai migliorando anche nella posa, sei più fluida. Comunque, andiamo verso nord oltre questa casetta di legno, la strada dovrebbe essere sempre dritta.-
Muovendosi rapidamente i due superarono il sentiero arrivando così in un piccolo angolo di terreno sgombro da alberi che si trovava esattamente in prossimità di una ripida montagna, solo guardarla avrebbe fatto girar la testa a molti, compresa Sara che fino a quel momento l’unica cosa aveva mai scalato era stato il letto a castello dell’Accademia Ranger. Notò comunque che lungo le pareti erano presenti dei rampicanti, che avrebbero potuto sfruttare a dovere.
Non era comunque soli lì, c’erano sia un ragazzo dai capelli biondi spettinati e gli occhi castani, vestito con una camicia bianca, che un Pokémon somigliante ad un uccello dalle ali grigie e la pancia bianca, con uno strano ciuffo sulla testa.
Brando però si concentrò principalmente sul ragazzo, sperando fosse quello di cui aveva parlato la signora.
-Ehi, scusa il disturbo stiamo cercando una persona, da quanto detto dalla descrizione era venuto qui con dei Pokémon, forse per una scalata.-
-Non credo che stiate cercando me allora, soffro di vertigini . Ho visto un tizio scalare le alture con alcuni Pokémon, però. Quei Pokémon erano stracarichi di ingombranti attrezzature.-
Quest’informazione rese la ragazza ancor più preoccupata, un peso eccessivo in una scalata era oltremodo pericoloso.
-Scusi il disturbo allora, Sara proseguiamo, sembra non abbiamo altra scelta se non scalare la montagna.-
Annuendo la ragazza fece per avvicinarsi ai rampicanti vicino alla parete ma venne fermata dal Pokémon vicino a loro, che volò ad una velocità tale da renderlo impossibile da evitare. Cominciò così la cattura, durante la quale per la prima metà l’altro non fece assolutamente nulla per impedire alla ragazza d’utilizare la Linea di cattura, ma ben presto le cose cambiarono con il primo attacco. Infatti il Pokémon la caricò ad una grande velocità e lei non riuscì a schivarlo per tempo, venendo così ferita al fianco dal suo becco affilato e perdendo 3 punti d’energia.
Il graffio comunque era più che altro marginale, ed il dolore sopportabile abbastanza da permetterle di continuare, concludendo la cattura.
A quanto pare il Pokémon si chiamava Staravia  “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 2”, “Attacca emettendo vortici e lanciandosi alla carica.”

-Sara, va tutto bene?-
Chiese Brando non appena il perimetro di cattura fu scomparso.
-Sì, mi sono solo distratta, ma farò più attenzione.-
-Ottimo, ci attende una bella scalata, è meglio non perdere troppe energie.-
Imbarazzata per quel primo errore la ragazza riprese ad arrampicarsi, con Pachirisu aggrappato alla schiena, era un po’ come le reti che mettevano nei giochi per bambini in verità, e la pianta era anche abbastanza resistente da reggere il loro peso facilmente.  Brando ed il suo Makuhita anche non ebbero problemi, e riuscirono così a raggiungere una parte pianeggiante della montagna, anche se distava dal suolo solo di sei metri o poco più.
Guardando nello schermo superiore dello Styler Sara poté vedere che si poteva raggiungere una nuova zona direttamente andando alla loro destra, ma non appena si mosse in questa direzione si rese presto conto la strada era bloccata da un gigantesco masso, distruggibile solo con una Mossa distruzione 4.
-Non abbiamo altra scelta, dobbiamo fare la strada più lunga.-
Sospirò Brando non certo entusiasta.
-Magari qualche Pokémon potrà aiutarci.-
Speranzosa la ragazza tornò indietro guardandosi attorno con attenzione, per salire era necessario usare degli altri rampicanti ma c’era anche un vicolo cieco a sinistra di tale parete. Fu lì che le sembrò di notare un piccolo Pokémon dal corpo verde pallido.
Non avendolo mai visto prima non poteva sapere se la sua Mossa fosse adatta o meno a distruggere il masso, per questo motivo s’avvicinò con cautela per iniziare una cattura. Questa non fu particolarmente complessa, il Pokémon in un primo momento tentò di correre da una parte all’altra del perimetro di cattura, e quando si rese conto di non poter scappare le lanciò alcune pietre contro, ma queste non la colpirono e Sara riuscì a concludere degnamente la cattura. Poteva dirsi rifatta dalla precedente.
Il nome del Pokémon era Larvitar, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Distruzione 1”, “Attacca lanciando rocce e pietre.”, certamente non era ciò che stava cercando, ma poteva sempre rivelarsi un aiuto prezioso più avanti.

Evitando di disturbare un Magnemite che stava fluttuando vicino ai rampicanti i due Ranger aggirandolo ripresero la scalata su di essi, una volta raggiunta la parte piana però notarono subito un grosso problema.
Lungo le pareti non c’era traccia di altri rampicanti, solamente una liana che però era ben attaccata da entrambe le estremità alla parete rocciosa.
-Accidenti, non ci sono dei rampicanti che potremmo usare per la scalata?-
Disse Brando guardandosi attorno.
-C’è solo quello.-
Rispose subito Sara indicandoglielo, ma già dall’espressione scontenta dell’altro si poteva capire non poteva andar bene.
-Quel rampicante è troppo in alto. Forse potremmo provare a tagliarlo?-
-Controllo subito.-
Disse la ragazza puntando l’oggetto, scoprendo così era necessaria solo una Mossa taglio 1. Durante questo controllo però sentì qualcosa muoversi alle sue spalle, e si voltò appena in tempo per vedere uno Staravia che li stava osservando. Non potevano muoversi senza attirare la sua attenzione e forse venir attaccati, erano completamente bloccati nell’angolo, ma lei aveva già qualcuno in grado di tagliare quella liana.
-Staravia, per favore, usa taglio contro l’ostacolo!-
Il Pokémon eseguì subito la richiesta, tagliandolo però ad una delle estremità in modo si staccasse senza perder lunghezza. Brando fu il primo tra i due a tentar d’avvicinarsi, tirandolo un paio di volte.
-Sembra in grado di reggere il nostro peso, muoviamoci.-
Annuendo Sara fece molta attenzione a seguire la parete rocciosa, sfregandovi contro la schiena e tenendo gli occhi ben fissi sullo Staravia rimasto, fino a raggiungere a sua volta Brando. Il rampicante permise ai due di raggiungere un nuovo punto a circa tre metri da dove si trovavano prima, e qui poterono notare ben due cose importante. Il primo era un Punto di Salvataggio, messo forse in caso di caduta e rottura dello Styler, mentre il secondo oggetto era una strana pianta, composta da un’unica ma gigantesca foglia rotonda. Non appena la vide Brando subito s’avvicinò.
-Non so chi le abbia dato questo nome, ma questa è erba salterina!-
-Come mai si chiama così?-
Chiese Sara piegando leggermente la testa.
-Salterina perché ti fa fare certi salti…! Quand’ero ragazzo mi divertivo un mondo con queste piante.-
-Forse allora potremmo usarle per spostarci da un punto all’altro della montagna!-
Osservò l’altra sorridendo felice.
-Può darsi, a te l’onore del primo salto allora.-
-Salvo i dati dello Styler ed arrivo subito.-
Prima ancora di poterlo raggiungere però la ragazza venne fermata da un piccolo Pokémon dalle piume rossa, la schiena grigia e la testa marrone dalle piume spettinate, batteva le ali rapidamente ma non si spostava molto velocemente. Iniziata la cattura questo non cambiò e le permise di muovere la Linea di cattura senza particolari rischi, il suo attacco però si rivelò decisamente più veloce. Questo consisteva nel generare con il movimento delle ali un piccolo tornado, che però si mosse talmente rapidamente che fu una fortuna schivarlo. Stordita e sorpresa alla ragazza volle qualche secondo, sia per riprendersi che per accertarsi non ne creasse altri, prima di proseguire e concludere il tutto.
Il nome del piccolo era Spearow, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 1”, “Attacca usando le sue ali per creare dei vortici.”.
Dopo che le informazioni si furono aggiornate passò subito al salvataggio, il quale impiegò solamente una manciata di secondi.
-Pronta allora?-
Chiese ancora Brando, per tutta risposta Sara, incuriosita da quella strana pianta, corse verso d’essa e le bastò posare un solo piede su questa per venir catapultata in aria, atterrando poco dopo su un’altra parte della montagna, alla stessa altezza della precedente ma separata da circa quattro metri, troppo per poter saltare.
-Haha, proprio come quando ero bambino.-
Disse Brando raggiungendola divertito, anche lei dovette ammettere che non era male, superato un primo spavento e riuscendo ad atterrare morbidamente. Anche dove si trovavano era presente un’erba salterina, quindi in caso sarebbero potuti tornare indietro, ma c’era anche un’altra strada per condurli in una seconda zona, e fu lì che andarono. Scoprirono di trovarsi ad un altezza molto elevata, in un punto sicuro molto piccolo, ma con una pianta rampicante sulla parete rocciosa per aiutarli a spostare, bastarono però pochi passi per iniziare a percepire delle scosse ancora più forti delle precedenti, che per poco non fecero cadere entrambi. Abbassando lo sguardo i Ranger videro qualcosa che certo non s’aspettavano…
Due Pokémon giganteschi, dalla dura pelle grigia, che stavano colpendo con tutta la loro forza la parete rocciosa, dove s’era già creato un gigantesco foro, accanto a loro nascosto dietro ad un masso era presente una figura vestita di nero, con uno strano apparecchio simile ad un computer con quattro gambe di ferro a sorreggerlo.
-Quei Pokémon sono Rampados? Cosa ci fanno qui?-
-Non saprei, ma sembrano star soffrendo…-
Disse la ragazza stringendo i pugni, non sembrava assolutamente desiderassero agire in quel modo.
-Ma allora erano quei Pokémon a causare le scosse dando testate contro la parete? Dobbiamo andare laggiù! Ma non ci si arriva da qui…-
-Forse c’è un'altra strada?-
Entrambi rimasero in silenzio guardandosi attorno, ma presto l’uomo riuscì a trovare qualcosa.
-Ehi, guarda là! Quel tipo dev’essere sceso giù utilizzando quei rampicanti!-
Seguendo il punto da lui indicato Sara vide ad una notevole distanza un rampicante che scendeva fino al punto dove si trovavano l’uomo ed i Pokémon, ma lo spiazzo dove partiva il rampicante era irraggiungibile da dove si trovavano.
-Dobbiamo trovare il modo di salire un po’ per riuscire a scendere dall’altro versante.-
-Possiamo usare questo allora.-
Disse Sara avvicinandosi alla pianta sulla parete alla loro sinistra, iniziando ad arrampicarsi, la zona in cui arrivarono però, se possibile, era ancor più complessa rispetto alle precedenti e lo si poteva vedere anche solo dalla mappa. Molti punti erano separati, e già al primo dove salirono uno Staravia stava volando agitato.
Bastò mettere un piede sul terreno per attirare la sua attenzione e finire per essere attaccati. Rispetto alla prima volta però lei fu molto più attenta e riuscì a catturare il Pokémon senza subire nessun danno, tuttavia siccome era il quinto dovette liberare qualcuno, scelse Oddish e Bibarel, visto che anche se uno aveva una mossa taglio anche gli altri la possedeva, ed il primo difficilmente avrebbe potuto aiutarla, e sembrava anche stanco di tutte quelle scalate.
Salutandoli li guardò andar via, pronta poi a proseguire, qualcun altro però si mise sulla sua strada. Un Gigantesco Pokémon con una corazza rosata e due tenaglie bianche sulla testa, a guardarlo poteva far un po’ paura, ma non sembrava così aggressivo come faceva credere.
Sbagliava di grosso…
Non appena fece un passo questo la vide e la caricò con una testata, talmente veloce che non poté nemmeno evitarla e quasi non si rese nemmeno conto d’esser finita a terra, se non fosse stato per un leggero filo di sangue che le scese dalla fronte non avrebbe nemmeno saputo d’esser stata colpita, ed aver perso altri 3 punti.
-Sara!-
Brando subito l’aiutò a rialzarsi preoccupato, lasciandole qualche istante per riprendersi dalla botta.
-Sto bene, sto bene…-
-Cavolo, qui non scherzano proprio, sarà meglio evitare quel Pokémon.-
-Ma potrebbe avere la mossa adatta per distruggere il masso! Non posso non riprovare.-
-Sei già stata ferita, se continui così arriverai in fondo a questa montagna a pezzi.-
L’ammonì l’uomo serio.
-Posso farcela.-
Ora che sapeva come attaccava poteva avere qualche possibilità in più, il buon senso le avrebbe detto le stesse parole di Brando, ma non se la sentiva veramente di lasciare quell’interrogativo sulla sua strada.
Facendo molta attenzione strisciò accanto alla parete rocciosa, aggirando il Pokémon che camminò nella direzione opposta, fino ad arrivargli alle spalle. La cattura iniziò subito dopo, inizialmente il Pokémon si limitò a camminare, certo necessitava di più tempo degli altri per far aumentare la barra riguardante i sentimenti d’amicizia ma non fu un grande problema.
Tentò solo un paio d’attacchi, entrambi lenti riguardavano solo delle testate, non furono un problema e così la ragazza concluse la cattura illesa.
Il suo nome era Pinsir, “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot- Mossa: Taglio 2”, “Attacca con le sue potenti corna.”, quest’ultima parte l’aveva ben notata ancor prima della cattura purtroppo…soddisfatta però guardò Brando toccando la spalla di Pinsir.

-Beh, complimenti, ora però sarà meglio continuare.-
Disse lui gentilmente, controllando le pareti scoprirono che era presente un solo rampicante, ma questo come uno dei precedenti era attaccato alla parete e fu necessario un Pokémon con Mossa Taglio per farlo cadere.
-Spearow per favore, usa Taglio!-
Avvicinandosi alla pianta bastò solo un colpo d’ala per farla cadere, e così i Ranger poterono arrivare verso un nuovo punto piano, non appena la ragazza però fece anche solo sbucare la testa questa venne sfiorata da qualcuno, si trattava di un Pokémon estremamente grazioso, simile ad un dromedario ma molto più piccolo e giallo, mentre la gobba era verde.
Nonostante la posizione scomoda la cattura iniziò, e come ciliegina sulla torta fu l’attacco del Pokémon, che tentò di lanciarle contro una piccola fiamma fuoriuscita dalla bocca.
Per evitarla lei si dondolò sul rampicante facendolo muovere, se anche non l’avesse colpita avrebbe potuto dar fuoco alla pianta e la caduta forse sarebbe stata peggiore di un attacco. Fortunatamente non la colpì in nessun’altro modo, lasciandole modo di chiudere la cattura.
Il nome del piccoletto era Numel, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Terra- Mossa: Fuoco 1”, “Attacca sputando palle di fuoco e tizzoni incandescenti.”, non certo il nemico migliore da avere mentre sei su una pianta.

-Ehi tutto bene?-
Chiese Brando preoccupato visto s’erano fermati ormai da parecchio.
-Sì, scusami ma questo Numel era comparso all’improvviso.-
-Oh, capisco, però ora possiamo muoverci vero?-
-Sìsì, ecco.-
Muovendosi velocemente la ragazza salì completamente lungo il rampicante toccando nuovamente terra, la loro scalata però era evidente non fosse ancora terminata.
-Alla fine di questa giornata si sentirà tutta questa fatica.-
Sbuffò Brando, evitando di guardare sotto di loro, in effetti non avevano nemmeno un’imbragatura ed erano ad una bella altezza…però non c’era tempo per ammirare il paesaggio, dovevano proseguire.
Oltre alla scalata però sarebbe stata anche una giornata di numerose catture, visto che già un’altra stava per avvenire.  Nonostante il punto in cui si trovavano fosse molto alto c’erano anche un gran numero di Pokémon ed uno di questi, somigliante ad una scimmia dal pelo biondo ed il corpo rotondo, forse attratto dal luccichio prodotto dallo Styler quando veniva toccato dai raggi del sole, fece sì s’avvicinasse a Sara, iniziando così una cattura. Il Pokémon principalmente si limitò a saltare da una parte all’altra del perimetro di cattura, ma le cose cambiarono quando improvvisamente il suo corpo venne ricoperto da un’aurea rossastra e prese a caricarla, quest’improvviso cambio lasciò stupita la ragazza, che però riuscì a schiavare l’altro in carica, ed a concludere in seguito la cattura senza danni.
Il nome del Pokémon era Mankey, “Gruppo: Lotta-  Poké Tattica: Lotta- Mossa: Distruzione 1”, “Si infuria facilmente e si lancia alla carica. E’ più facile catturarlo dopo che si è sfogato!”.

Quest’ultimo avvertimento  sembrava essere particolarmente sensato, ma per fortuna non gli aveva dato modo d’esprimere tutte le sue energie. Purtroppo però essendo il quinto Pokémon dovette liberare qualcun altro, e la ragazza preferì optare per Larvitar, visto aveva la stessa mossa di Mankey.
Venne il momento per un’altra scalata, stavolta alzando lo sguardo i due poterono vedere una gigantesca parete di rampicanti estendersi per buona parte della facciata della montagna, e questa dava anche modo di fermarsi su piccoli punti di terreno. Durante questa sua arrampicata però vide chiaramente degli ostacoli ben peggiori sul suo cammino, altri Pokémon simili a pipistrelli viola, ma dalla pelle dura come la pietra, che usando gli artigli riuscivano a rimaner aggrappati senza cadere.
-Sara, fai attenzione, se ti prendono potrebbero buttarti giù.-
Disse Brando avvertendola.
-Ricevuto.-
Volle proseguire procedendo verso destra, muovendosi piano quando i Pokémon erano nei paraggi ma scattando non appena voltavano le spalle, per un momento venne come bloccata da due di loro che erano ai lati, ma riuscì ad evitare di farsi notare portandosi sempre più all’estremità inferiore del rampicante. Visto però che affrontarne due in una volta stava iniziando a rivelarsi più complicato del previsto volle tentare di catturarne almeno uno, così da aver sgombra una parte di strada. Rimase qualche istante ferma aspettando che uno qualsiasi le desse le spalle, e solo allora gli arrivò addosso.
Già dal primo secondo lui tentò di colpirla con una sferzata, la quale però venne schivata e colpì solo una piccola parte della pianta. Nonostante la posizione scomoda comunque Sara riuscì a continuare la cattura, ed a porvi fine senza altri colpi.
Scoprì così che il  nome del Pokémon era Gligar, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 1”, “Attacca caricando e sferrando colpi mentre vola.”, per fortuna non l’aveva ancora sperimentato sulla propria pelle.

Visto però il numero di Pokémon con sé era eccessivo dovette liberarne uno, e scelse Staravia, che nonostante avesse una Mossa Taglio 2 sapeva fosse una scelta migliore, visto se avesse liberato Gligar questo avrebbe continuato a svolazzare lì intorno. Dopo queste piccole accortezze muoversi fu più tranquillo, ma con la coda dell’occhio notò qualcosa che le fece storcere il naso. Sulla mappa era segnato un punto che non poteva essere raggiunto dai rampicanti su cui la ragazza si trovava ora, ma sopra cui c’era un Pokémon rimasto intrappolato. Guardandosi intorno vide che avrebbe dovuto solo scendere su un altro punto e rompere un rampicante per aiutarlo, ma così avrebbe rischiato di perder tempo visto doveva scendere, da quando diceva la mappa nello schermo.
-Brando, tu vai avanti, ti raggiungerò dopo!-
Urlò la ragazza all’altro che era ancora sul rampicante.
-Va bene, ma fai attenzione.-
Non poteva lasciarlo solo, per questo motivo raggiunse subito il punto in cui si trovava e chiese a Pinsir una mano.
-Pinsir, usa taglio su quell’ostacolo!-
Il Pokémon agì subito, facendo in modo che una delle estremità fosse tagliata le permise di salire dove si trovava l’altro. Questo le ricordava molto un pesce giallo dalle pinne rosate, ed era così piccolo che le venne spontaneo chiedersi come avesse fatto ad arrivare lì, ma visto sembrava spaventato trovò fosse il caso di calmarlo, iniziando per questo una cattura.
Il piccolino comunque si rivelò più tenace rispetto ad altri, visto fu necessario creare numerosi cerchi attorno a lui. L’attaccò perfino generando attorno a sé delle foglie, che Sara riuscì a schivare rotolando sul piccolo spazio di terreno dove si trovavano, e lanciandole quelle che sembravano pigne. Ripeté ciascuno di questi attacchi almeno un paio di volte prima di venir catturato e di conseguenza calmarsi.
Il suo nome era Cherrim, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 2”, “Attacca lanciando foglie e semi.”

-Per esser così piccolo sei proprio agguerrito eh?-
Alla fine questo breve cambio di strada non era stato così spiacevole, tornò quindi ad arrampicarsi sulla precedente parete per raggiungere la zona sottostante, sorse però un problema decisamente serio.
Proprio davanti a lei il Gligar rimasto la stava fissando, Sara rimase immobile trattenendo perfino il respiro, ma sembrava tutto inutile visto che l’intenzione del Pokémon era ben chiara.
Poi, entrambi si mossero, lui per caricarla, e lei…lasciando la presa.
Era certamente una bella caduta, e forse non aveva calcolato bene i rischi, ma trovò fosse la soluzione migliore almeno fino a quando non iniziò a precipitare.
Il tutto però durò meno del previsto, tanto che non ebbe nemmeno il tempo d’urlare, il suo Styler non ricevette urti ed era riuscita nella caduta a rotolare per non ferirsi.
-Un bell’atterraggio.-
Commentò Brando vedendo che stava bene.
-Già…-
-Potevi anche prenderla con più calma però, non serviva rischiare per raggiungermi ahah.-
-Me lo ricorderò la prossima volta.-
Non era stato esattamente tutto nei suoi piani, ma in fin dei conti andava bene anche così, ci fu però un’altra nota non calcolata. Prima che la ragazza potesse alzarsi infatti un Pokémon, dalla testa nera che indossava una gonna  d’erba secca, le toccò la spalla e diede il via ad una nuova cattura. Nonostante i suoi denti affilati non sembrassero molto amichevoli, e nemmeno il suo attacco con morso, non si rivelò così difficoltoso da catturare, e preso le sue informazioni furono aggiunte.
Si chiamava Mawile, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca mordendo e lanciando sfere magnetiche.”, la cosa migliore però fu il risultato di grado A, che permise alla ragazza non solo di passare dal livello 12 al 13, aumentando potenza ed energia di 2, ma soprattutto il fatto che ora la sua energia era a 34/34.

Per questa nuova aggiunta nel gruppo d’amici però dovette liberarne un altro, e scelse Mankey, il quale subito corse via arrampicandosi tra i rampicanti.
Sara e Brando invece andarono dalla parte opposta, anche se usarono il medesimo mezzo per raggiungere  una parte di terreno inferiore rispetto a dove si trovavano, qui però era presente un altro Punto di Salvataggio, e Sara non volle certo rischiare, così s’affrettò ad utilizzarlo.
Proseguendo lungo l’unica strada disponibile però presto iniziarono a sentire un suono fin troppo familiare per lei…
-Oh no…-

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Guardandosi intorno i Ranger poterono vedere la stessa aura viola di Portena e della Grotta Zefira, come ulteriore conferma per le preoccupazioni della ragazza c’era il fatto che un Pineco, caduto non appena avevano fatto un passo, aveva gli occhi a spirale rossa e gialla, chiaro segno della presenza di una Gigaremo.
Il punto in cui si trovavano era pieno di sporgente e piante salterine, ma anche di Pokémon al momento impossibili da catturare. Dall’altra parte della zona poi, era presente una grossa Gigaremo gialla, e sotto di loro ve n’era una identica.
-Ehi! C’è una Gigaremo! Com’è finita lassù?-
-Potrebbero averla portata l’uomo che abbiamo visto prima e quei Pokémon.-
Rispose Sara preoccupata.
-Questo significa che quel tizio è in combutta con quella banda di criminali! Suppongo che stia usando la Gigaremo per controllare quei Pokémon. Chissà perché li costringe a comportarsi in quel modo aggressivo…beh, una cosa è chiara. Non sta combinando niente di buono. Sara, è arrivato il tuo  momento. Quella Gigaremo è come quelle che hai detto di aver visto a Portena. Sei in grado di eliminare quell’ostacolo?-
Domandò l’uomo sperando in una risposta positiva.
-Io…credo di sì, anzi, ne sono certa!-
Rispose la ragazza seria annuendo, le aveva già distrutte una volta, poteva farlo ancora.
-E allora andiamo!-
Sorridendole Brando la seguì quando la ragazza si mosse per prima, superando il Pineco che stava girando in cerchio e facendo lo stesso anche con un Larvitar. Il punto in cui si trovavano era un vicolo cieco, ma facendo attenzione era possibile scendere con dei salti sopra a delle piccole sporgenze. Solo l’ultima tra queste necessitò un’attenzione maggiore per l’atterraggio, visto era ad una notevole distanza da terra, ma dopo averla superata arrivarono in una grande parte pianeggiante della montagna, dove erano presenti sia un erba salterina che un rampicante per salire su un altro punto, i Pokémon nelle vicinanze non sembravano essere interessati ad attaccare e si limitavano a compiere dei cerchi ipnotizzati, così facendo attenzione Sara poté evitarli arrivando fino ai rampicanti, salendo in un punto dov’era presente dell’erba salterina. Senza alcun dubbio vi salì sopra e venne catapultata su una sporgenza dove ne si poteva trovare una seconda, e saltando su questa finì su un punto identico con sopra la stessa pianta. Saltando su questa però stavolta finì nel luogo in cui si trovava anche la prima delle due Gigaremo.
-Sara, hai tutto ciò che ti serve per distruggerla?-
Chiese Brando facendo attenzione a non scontrarsi contro un Pokémon.
-Sì, serve una Mossa Distruzione 2, e con Mawile posso farcela. Mawile, per favore distruggi l’ostacolo!-
Il Pokémon subito eseguì la richiesta, attaccando il macchinario con i suoi denti affilati e distruggendolo in pochi istanti.
-Ben fatto, e questa è una. Ora però dovrai tornare indietro per trovare un Pokémon con la mossa giusta. Non possiamo procedere finché gli ostacoli non vengono eliminati.-
Disse Brando colpendo con il piede un coccio della Gigaremo.
-Non sarà un problema, credo che quest’erba salterina possa aiutarci a far un bel pezzo di strada.-
Rispose la ragazza indicando la pianta che si trovava a pochi metri da loro. In effetti poi ci aveva visto giusto, la zona su cui erano era alla stessa altezza di quella dalla quale erano partiti, e se anche con un salto non vi potevano arrivare l’erba salterina li aiutò a superare la distanza.
-Aspettami qui per favore, tornerò subito con un altro Pokémon.-
Disse la ragazza correndo verso la precedente zona, il tempo stringeva ed era necessario essere quanto più veloci possibili. Tornata dal sentiero rapidamente risalì i rampicanti che avevano permesso loro di scendere  in quel punto, e con gioia vide un altro Mawile davanti a sé. Quasi saltando lo raggiunse iniziando così una lotta, il Pokémon colto forse alla sprovvista tentò di morderla ma lei evitò il suo attacco iniziando a muovere la linea di cattura attorno a lui. La fretta che aveva tenuto nel correre fin lì si mostrò anche durante la cattura, la quale si concluse praticamente subito e con solo una linea usata.
-Perfetto, ed ora andiamo dall’ultima Gigaremo.-
Non erano passati nemmeno una decina di minuti da quando aveva lasciato solo Brando, e quando il ragazzo la vide tornare entrambi si prepararono a scendere nuovamente per la parete rocciosa, la seconda volta fu più semplice però, visto sapevano già come adattarsi all’atterraggio, e quando raggiunsero  l’ultima parte invece che spostarsi verso la pianta rampicante andarono da un’erba salterina che era cresciuta praticamente accanto alla parete di roccia. Sara fu la prima a salirvi, come se la comparsa di quelle macchine avesse tirato fuori una nuova grinta, ma in un certo senso era così.
Non poteva sopportare dei Pokémon innocenti soffrissero a causa di quegli oggetti.
Saltando sulla pianta questa le diede la spinta perfetta per raggiungere  il punto dove si trovavano sia una barriera di Pokémon che impediva ai Ranger di proseguire che l’ultima Gigaremo rimasta.
-Mawile, distruggi la Gigaremo!-
Come era successo poco prima, anche quell’oggetto venne ridotto in pezzi, ed insieme a lui anche il suo effetto svanì.
I Pokémon a poco a poco tornarono in sé, e quelli che bloccavano il passaggio s’allontanarono liberi dall’ipnosi, ora anche quella zona aveva la stessa atmosfera pacifica e naturale delle precedenti.
Brando però avvicinandosi al macchinario aveva un’espressione tutt’altro che felice.
-Questa Gigaremo gialla…sembra essere di un nuovo tipo. Se guardi bene però, puoi vedere che è fatta di plastica. Non mi sorprende che si possa fare a pezzi con la mossa Distruzione…-
-Un nuovo tipo? Ma se fosse così allora le informazioni che abbiamo potrebbero non essere più sufficienti…-
Rispose Sara, facendosi come lui preoccupata, già non sapevano molto, questo fatto peggiorava solamente le cose…
-Ci penseremo più tardi, qualsiasi cosa abbiano in mente noi li fermeremo, coraggio.-
-Sì…-
Era vero, ma non per questo lei non riuscì a non pensarci, in ogni caso proseguì insieme a Brando, raggiungendo una nuova zona, il punto in cui erano però era un vicolo cieco con un Punto di Salvataggio, che entrambi s’assicurarono d’utilizzare visto stavano ormai per raggiungere il loro obbiettivo, dopo di che dovettero solo scendere lungo dei rampicanti per tornare a terra. Già da quella distanza però poterono veder con chiarezza quei giganteschi Pokémon continuare a colpire la parete rocciosa, Sara in particolare vide del sangue sia su di questa che sul loro corpo, soprattutto le loro teste erano piene di ferite visto colpivano senza sosta o freno.
Il cuore le si strinse in una morsa di dispiacere, e quasi avrebbe corso per fermare tutto se Brando non l’avesse afferrata per una mano fermandola.
-Sara, aspetta. Può essere che dovremo catturare quei Rampardos: sono una specie di Pokémon difficile da catturare. Credo che dovrai usare delle Poké Tattiche.-
-Capisco, ma possiamo comunque farcela.-
Rispose la ragazza fiduciosa, infondo c’era anche lui e potevano aiutarsi a vicenda.
-I Rampardos sono Pokémon appartenenti al gruppo Roccia. Le Poké Tattiche Terra, Lotta, Acciaio, Acqua ed Erba dovrebbero essere efficaci contro di loro.-
In verità lei non aveva prestato attenzione ai Pokémon che aveva con sé, era stato un errore da principianti, certamente, ma non se la sentiva di tornare indietro proprio ora, per questa la risposta alla successiva risposta di Brando poté essere una sola.
-Tutto pronto?-
-Sì.-
-Perfetto, allora andiamo! Se ti trovi nei guai, non sfidare la sorte. Non c’è niente di male a fuggire!-
Annuendo la ragazza s’avvicinò insieme a lui ai Pokémon controllati dall’individuo vestito di nero, che al momento era troppo concentrato sul suo computer per accorgersi di loro.
-Ehi! Cosa stai combinando?-
-Mh?-
All’urlo di Brando finalmente l’uomo si voltò, osservandoli con un’espressione contrariata.
-Perché quei Rampardos stanno picchiando sulla parete del monte? Costa sta succedendo qui?
Continuò Brando, nel mentre Sara però era preoccupata più per un altro dettaglio, i Pokémon erano sì controllati, ma non c’erano Gigaremo o quella strana aura di prima.
-Chi…chi siete voi? Dunque…siete vestiti da Ranger…non sarete per caso…dei Ranger?-
-Sveglio mi dicono.-
Ribatté Brando guardando Sara, già pronta a scattare in caso di bisogno.
-Uhm…io sono un geologo! Sto soltanto facendo analisi del suolo. Questo computer mi serve per quello.-
Rispose allora l’uomo sorridendo e colpendo delicatamente la base del macchinario.
-Oh, questo tipo sostiene di essere un normale scienziato. Beh, che ne dici? Tu gli credi?-
Chiese Brando guardandola, ma anche un bambino avrebbe capito la verità.
-No, assolutamente.-
-Già, neanch’io gli credo…ehi, Signor Geologo. Sarei curioso di sapere: esattamente qual è la composizione del suolo in questa zona?-
Domandò comunque Brando con l’intenzione forse di prendere un po’ in giro l’altro, o solo di farlo confessare.
-Eh? La co-composizione del suolo? Uhm, bene, uh, dunque, vediamo…uh, c’è dell’argilla rossa e, uhm del calcio, e un sacco di altra roba, e…ehm, dell’acqua, sì, acqua, e ehm…un pizzico di sale, e…Aaah, non ci riesco!-
Sbottò infine il tipo losco rinunciando alla sua messinscena.
- Digitando qualcosa sul computer i Pokémon smisero di colpire la parete rocciosa, ed emettendo un verso di rabbia si voltarono verso i due. La loro figura si fece ancor più minacciosa quando separatamente li caricarono, ma sia Brando che Sara riuscirono ad evitar il colpo  iniziando poi la cattura.
La barra che simboleggiava quanto mancava perché il Pokémon comprendesse i sentimenti d’amicizia del Ranger era spaventosamente ampia, arrivò infatti da una parte all’altra dello schermo dello Styler ed era d’un colore grigiastro.
Il Pokémon mostrò subito il primo attacco che consisteva in una testata rivolta verso di lei, la ragazza però rotolando la evitò iniziando a muovere la linea di cattura attorno a lui, che aveva preso a muoversi allontanandosi.
Il motivo di ciò divenne chiaro quando emise un rabbioso verso ed affondo le braccia nel suolo, sollevandone una buona porzione glielo lanciò contro ma anche stavolta la ragazza correndo evitò ogni urto. Rampardos però non aspettò molto tempo per un terzo attacco, il quale consisteva apparentemente solo nel battere i piedi a terra. Confusa la ragazza rimase ferma guardandosi intorno, almeno fino a quando non notò delle ombre ingigantirsi sul suolo, e sollevando lo sguardo capì che quelle scosse avevano prodotto delle vibrazioni tali che parti della parete rocciosa sopra di loro si staccarono.
Rinunciando momentaneamente al muovere lo Styler prestò attenzione a dove le ombre giungevano, evitando così ogni masso che provocò solamente della polvere e detriti. Tuttavia quest’attesa fece sì che tutti i punti accumulati dei sentimenti tornassero a zero.
Stringendo i tenti si rese conto che quell’attacco andava avanti per vari minuti, ed in questo modo non avrebbe mai potuto vincere. Brando le aveva detto di non essere azzardata, ma come poteva non esserlo?
Per questo, tentò di capire ogni quanto tempo i massi raggiungevano il suolo, ed una volta almeno intuito il tempo disegnò un solo cerchio attorno a Rampardos, per tentar di capire se questa strategia fosse possibile.
L’esito fu positivo, e ciò le diede speranza soprattutto quando l’attacco finì, riprese quindi a muovere la Linea di cattura fermandosi solo in seguito ad un’altra testata ed al secondo tentativo di lanciarle del terreno contro.
Era tornata così a quasi metà della barra, ma il Pokémon tornò ad utilizzare l’attacco che provocava delle cadute di massi, questa volta però Sara fin da subito alternò momenti di pausa con l’utilizzo di una sola Linea di cattura, ed in questo modo perfino durante l’attacco riuscì a far aumentare l’energia oltre la metà.
-Ce l’ho fatta…ce l’ho fatta!-
Urlò fiera di sé, sorridendo e correndo contro il Rampardos, che subito le ruggì contro tentando una testata, lei però gli scivolò tra le gambe senza mai smettere di muovere lo Styler, ne seguì ancora l’attacco in cui le lanciava del terreno contro, ma le bastava rimaner ferma fino a pochi secondi prima lanciasse per far sì lui non potesse cambiare traiettoia.
La difficoltà maggiore però arrivò quando lui raggiunse il bordo del perimetro di cattura ed utilizzò il suo attacco pericoloso, nonostante lei avesse ormai capito il suo funzionamento da quella posizione era molto difficile muoversi, ed il suo tentativo finì per costarle ben dieci punti, cosa che la fecero scendere a 24 d’energia.
Sentì un forte dolore alle gambe che la costrinsero ad inginocchiarsi ed una fitta alla tempia destra, che sembrò subire un leggero taglio, fu come se le rocce cadute l’avessero realmente colpita e non solo la linea da lei disegnata, ma vista la connessione che c’era tra lei ed essa forse non c’era poi così tanta differenza. L’energia accumulata nella barra oltretutto diminuì leggermente, l’unica fortuna fu che riuscì a tracciare un paio di linee per evitare scendesse nuovamente a zero.
Quando finalmente riuscì ad alzarsi però involontariamente toccò il pulsante nello Styler che riguardava le Poké Tattiche, la lotta proseguiva, ma sullo schermo inferiore si sovrapponevano le immagini dei Pokémon che lei aveva con sé, e così si ricordò dell’importanza che Brando ne aveva dato.
Ancora non aveva mai tentato d’usarle, ma…poteva essere la soluzione migliore.
Aveva quattro Pokémon, l’immagine di Pachirisu era circondata da un alone verde, mentre Numel e  Cherrin erano rossi, quella Gligar invece era azzurra. Incuriosita toccò l’immagine di Numel e scoprì che facendolo comparivano gli effetti. Da quanto c’era scritto “Tocca e trascina per creare un sisma. Il bersaglio entra in pausa”. Quella parola le sembrò magica, e subito fu decisa di tentare.
-Numel, per favore aiutami!-
L’intero Styler venne avvolto dalla stessa aura del Pokémon, il quale nonostante si trovasse fuori dalla linea di cattura la raggiunse con un suo “ruggito”, se così si poteva definire, quando Sara tracciò la prima linea questa era divenuta da azzurra a marrone e l’intera zona in cui si trovavano iniziò a tremare. Rampardos rimase fermo qualche secondo, forse confuso da quella sensazione, che incredibilmente non raggiungeva Sara.
Nel frattempo la ragazza aveva continuato a tracciare le linee, ed ormai era arrivata alla fine.
-Wow, le Poké Tattiche sono veramente incredibili…-
L’effetto aveva comunque una durata limitata, ed al termine il Pokémon tentò d’attaccarla lanciandole contro delle pietre, ma non appena lei le schivò bastò un’ultima linea per far sì venisse circondato da una bolla rosata, e la zona di cattura sparisse.
Ce l’aveva fatta. Aveva vinto!
Le informazioni s’aggiornarono subito dopo, oltre al nome ed all’immagine venne scritto “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Azione 5”, “Attacca con la sua testa durissima. Lancia anche delle rocce.”, di sicuro non era stato un avversario facile.

Alzando lo sguardo vide che anche Brando era riuscito a concludere la sua cattura, ma uno strano suono attirò l’attenzione della ragazza. Proveniva dal computer, che emise alcuni rumori poco prima che lo schermo esplodesse emettendo delle leggere fiamme, anche il suo possessore ne sembrò sorpreso quanto gli altri, e come ciliegina sulla torna, entrambi i Rampardos fuggirono liberi.
-L’esperimento per scavare il tunnel è fallito! E i miei Rampardos sono pure fuggiti! Uscirò di scena con una battuta ad effetto…-
I borbottii dell’uomo che diede momentaneamente le spalle ai due si potevano sentire anche da lontano, poi con uno scatto si voltò puntando il dito contro i Ranger.
-Non pensate di vincere, ottusi Ranger! Il Team Pesto Buio vi eclisserà!-
Con quest’ultima frase l’uomo iniziò a correre fuggendo via, portandosi dietro i resti del computer, ma quando Sara tentò di corrergli dietro Brando la fermò.
-Non ce n’è bisogno, è un pesce piccolo, e tu hai già consumato molte energie.-
-Ma…-
-Stai tranquilla, un giorno li fermeremo, proprio come abbiamo fatto ora.-
Continuò lui sorridendole, togliendole della polvere dalle spalle, la ragazza annuì rispondendo con lo stesso sorriso, era fiera per esser riuscita a portare a termine quella cattura ed esser stata capace d’usare una Poké Tattica.
-Così quel tipo era uno di quei brutti ceffi del Team Pesto Buio…uhm…ma non c’era nessuna Gigaremo nei paraggi. Come faceva a controllare quei Rampardos?-
S’interrogò Brando guardando in particolare il foro scavato.
-Me lo sono chiesto anch’io, forse quel computer potrebbe centrare qualcosa.-
Azzardò Sara con un nodo allo stomaco, non avevano idea di cosa fosse quell’oggetto ma si sentiva come se le informazioni sulle Gigaremo fossero divenute di colpo inutili…
-Anche se abbiamo sollevato un nuovo mistero, abbiamo scoperto la causa di quei  tremori. Per fortuna siamo riusciti a liberare quei Rampardos. Certo però che se tutti i membri di quel team sono come quello lì non sarà così difficile tener loro testa ahah.-
Scherzò Brando guardano la collega, lei però scosse la testa.
-In effetti quell’uomo non mi ha minimamente spaventata, ma...c’è qualcuno di diverso tra loro…-
L’uomo dai capelli rossi che dal loro primo incontro continuava a incutere timore nella sua mente, lui era ad un livello superiore agli altri e ne era certa anche senza aver avuto bisogno di combatterlo.
Brando rendendosi conto della piega dei suoi pensieri tentò subito d’intervenire.
-Chiunque sia, sono certo avrà pane per i suoi denti. Oggi hai dimostrato per l’ennesima volta di cosa sei capace, sei sicuramente una minaccia per loro.-
-Grazie Brando.-
Sorrise la ragazza, felice di poter essere utile. L’uomo poi riprese a parlare battendo le mani tra loro.
-Bene! Missione compiuta!-
A quella frase subito Sara sfoggiò la propria posa da Ranger in tutta la sua fierezza.
-Torniamo dalla signora che ci ha dato  la dritta su quel gaglioffo del Team Pesto Buio.-
-Certo, prima però se non ti dispiace vorrei controllare se nella zona precedente è tutto apposto.-
Rispose Sara avvicinandosi già ai rampicanti.
-Ne sei sicura? Hai subito comunque dei colpi.-
-Sto bene tranquillo, è che non vorrei avessimo tralasciato qualcosa.-
-Va bene allora, io ti aspetterò qui.-
Sorridendo la ragazza s’affrettò a salire lungo tutto il rampicante, tornando quindi nella precedente zona. Come aveva sperato non era cambiato nulla, la Gigaremo era ancora distrutta ed i Pokémon sereni, anche se avrebbero dovuto mandar qualcuno a portar via quei cocci. Scese rispetto al livello in cui si trovava per dare un’altra occhiata, ma arrivatavi qualcuno le si avvicinò alle gambe, si trattava di un piccolo Pokémon ricoperto da una corazza bianca e con due grandi occhi azzurri.
Per tutta la durata della cattura il piccolino non fece altro che correre da una parte all’altra del perimetro di cattura, agendo come se fosse un gioco per lui, in questo modo almeno garantì alla ragazza d’usare una sola Linea di cattura, e le sue informazioni vennero presto registrate.
Il suo nome era Aron, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Azione 1”, “Attacca cona la sua testa di ferro.”.

-Ehi piccolino, ti eri spaventato? Ora va tutto bene?-
Sorrise la ragazza accarezzandogli la testa.
-Pachi!-
Pachirisu forse geloso di quelle attenzioni s’avvicinò all’amica sfregando la testa sulla mano libera, attirando così la sua attenzione.
-Ahah, non preoccuparti ce ne è anche per te. Sei stato molto coraggioso oggi.-
-Pachi!-
Felice di quei complimenti il Pokémon fece dei versi simili a delle fusa. Comunque ora che s’era accertata era tutto a posto la ragazza poté tornare indietro dal suo leader, utilizzando l’erba salterina per tornare dal punto dal quale era venuta, da lì poi bastò solamente scendere per i rampicanti.
-Secondo la mappa c’è una strada alla nostra sinistra, speriamo il masso che abbiamo visto all’inizio non ci crei altri problemi.-
Disse Brando indicando la strada, seguendola però fu chiaro che quell’ostacolo non sarebbe andato via dal nulla…per fortuna c’era dell’altra erba salterina!
Utilizzandola fu un gioco da ragazzi arrivare dall’altra parte, senza poi nessun danno in particolare, bastò così solo scendere un rampicante per tornare alla zona pianeggiante.
-Aah, che bello esser certi d’aver del terreno sotto i piedi.-
Disse la ragazza voltandosi osservando la montagna, ancora incredula al pensiero d’averla scalata senza  attrezzi o simili. In ogni caso, tornando dal sentiero verso la Strada Federale, raggiunsero subito l’abitazione della donna, la quale assieme ad un uomo dai capelli castani e gli occhi marroni, vestito con una camicia blu e dei pantaloni verdi, aspettavano con espressione seria.
-Eccoli!-
Disse subito la donna quando li notò, raggiungendoli.
-Allora? Il ragazzo come sta?-
Domandò portando le mani al petto forse temendo il peggio.
-Non si preoccupi signora, è tutto apposto. Abbiamo anche determinato la causa dei tremori e l’abbiamo risolta. Non dovrete più preoccuparvi.-
Rispose Brando cercando d’esser quanto più sincero possibile, evitando però di dir veramente qualcosa.
-Grazie infinite, Ranger!-
Disse infatti la donna più serena, forse era meglio così, se avessero saputo del Team Pesto Buio avrebbero potuto agitarsi, e far saper la notizia anche ad altri creando il panico generale.
Sara pensò fosse altrettanto più  adatto proteggere tutti quanto più possibile le cose segrete, per il loro bene.
-Non sta succedendo niente di grave, vero?-
La domanda dell’uomo era legittima, ma Brando rispose esattamente come prima, in maniera vaga.
-Se vedete altri tipi sospetti, per favore non provate ad affrontarli. Contattate invece la Federazione Ranger il prima possibile. Questo è tutto ciò che vi posso dire.-
-Capisco…vi auguro buona giornata allora-
Rispose il signore senza continuare ad indagare.
-Anche a voi. Bene, torniamo alla Città di Vien. -
Rispose Brando grato.
-A presto.-
A sua volta anche Sara li salutò, allontanandosi di poco prima che Brando prendesse a parlarle.
- Sara, questa tua ultima prestazione  è stata straordinaria.  Hai di sicuro i numeri per la qualifica di Ranger di grado 4, Sara!-
-Sul serio? Grazie! Ne sono onorata!-
Poter avanzare nuovamente di grado in così poco tempo era molto più che un onore per lei, un merito simile era una gran cosa.
-“Ora puoi usare le Poké Tattiche Veleno! Ora puoi usare le Poké Tattiche Spettro! Ora puoi usare le Poké Tattiche Psico! Ora puoi usare le Poké Tattiche Buio!”-
La voce robotica dello Styler l’avvisò di tutti i nuovi potenziamenti. Pachirisu intuì la situazione e per questo saltellò felice attorno a lei.
-Grazie Pachirisu, ora torniamo a casa.-
Camminando insieme al suo Pokémon compagno ed a Brando la ragazza volle controllare alcune coste nello Styler, come i nuovi potenziamenti, ma anche le richieste d’incarichi.
-Brando un momento.-
Disse fermandosi guardandolo.
-Mh? Qualcosa non va?-
-No è che da quanto dice lo Styler ci sono alcune persone che hanno bisogno d’aiuto. Uno ai Giardini Altru e due a Portena.-
-Oh capisco, ma sei sicura di volertene occupare ora? Non vorresti riposare?-
-In effetti sono stanca…ma non possiamo andarcene come se nulla fosse.-
-Questo è vero, molto bene allora. Visto sono solo tre persone non dovremmo metterci troppo. Iniziamo ai Giardini Altru.-
Continuando a seguire la Strada Federale arrivarono nell’ultimo sentiero che li avrebbe finalmente condotti dai giardini, ma un suono squillante li fece fermare. Davanti a loro due Pokémon stavano correndo  nella loro direzione. Sara ricordò d’averli visti il giorno prima e che un Ranger le aveva spiegato venivano utilizzati per muoversi più in fretta.
-Quando non hai più energie, come  dopo la nostra ultima scalata, un Doduo è proprio quello che ci vuole! Ma tu guarda! Ce ne sono due lì! Siamo a cavallo.-
Disse Brando sorridendo.
-Ora sei un Ranger di grado 4, perciò ti insegnerò come usare la mossa Agilità.-
-Va bene.-
Annuendo la ragazza sorrise felice dell’opportunità, magari avrebbe potuto anche recuperare le energie.
-Prima però dobbiamo catturare quei Doduo. Uno a testa. Poi ti spiegherò!-
Assieme a Brando Sara s’avvicinò ad uno dei due Pokémon approfittando del fatto dessero le spalle ad entrambi.
La cattura iniziò subito e fu molto semplice, il Doduo non reagì in alcun modo permettendole d’usare una sola Linea di cattura. Stando alle informazioni era “Gruppo: normale- Poké Tattica: Normale- Mossa mappa: Agilità”, “Attacca usando i suoi becchi affilati e lanciandosi alla carica.”. Come lei aveva catturato il proprio anche Brando l’aveva fatto.

-Sono stato un po’ più svelto di te in questa cattura. Ahahah!-
Disse l’uomo ridendo.
-Ahah, è vero complimenti.-
-La mossa Agilità di Doduo ti permette di salirgli in groppa e cavalcarlo. Correrà veloce come il vento!...almeno più veloce di noi a piedi! Tocca il Doduo che hai catturato con lo Styler e ti verrà chiesto se vuoi cavalcarlo.-
Nello stesso momento lui agì in tal modo salendo sul dorso del Pokémon, dandole anche l’esempio visivo. Annuendo la ragazza fece lo stesso e come le era stato detto sullo Styler comparve la domanda “Vuoi salire su Doduo?”, ovviamente lei cliccò su sì e il Doduo glielo lasciò fare senza alcun problema. Il suo pelo al tatto era morbidissimo, e la testa sinistra del corpo la guardò muovendo il becco come a salutarla.
-Esatto, proprio così. E mi raccomando, non entrare in nessun edificio mentre stai cavalcando un Pokémon. Primo, non è sicuro. Secondo, è proprio da maleducati!-
-Me lo ricorderò.-
Rispose la ragazza sicura non avrebbe mai fatto un errore simile.
-Su, facciamoci una galoppata fino alla Città di Vien! Ovviamente, dopo gli incarichi. Iii-hà!-
Sorridendo alla risposta di Brando non servì altro perché i Pokémon iniziassero a correre, come aveva detto l’altro erano decisamente più veloci, il vento scompigliò i capelli della ragazza mentre ogni cosa scorreva rapida sotto il suo sguardo, era una sensazione veramente piacevole anche se per quanto riguardava i movimenti in curva erano un po’ bruschi, in pochi secondi però erano già ai Giardini Altru.
-Sarà meglio controllare chi ha bisogno di…ma cosa?-
Prima erano solo tre gli incarichi, ora invece erano diventati molti, ma molti di più, non cambiava comunque il fatto che si sarebbero impegnati per aiutare tutti, ma si preannunciava una giornata lunga.
Facendo un rapido giro per il giardino alla ragazza non sembrò notar nulla di strano, ma questo cambiò in direzione del ponte. Lì infatti era presente un uomo dai capelli castani che indossava un lungo camice da laboratorio, Brando nonostante fosse partito per primo s’era fermato a controllare a sua volta il giardino e non l’aveva ancora raggiunta quando s’avvicinò all’uomo dal ponte.
-Ah, ciao! Vedo che sei in pattuglia. Mi chiamo Erberto. Sono un ricercatore della Federazione. Ma sono ancora agli inizi.-
-Molto piacere, il mio nome è Sara.-
Dopo questa breve presentazione anche Brando si avvicinò, ma si limitò ad ascoltare dopo aver fatto un cenno di saluto, lasciando continuare Erberto.
-Il professor Frenesio mi ha incaricato di studiare i Pokémon del gruppo Erba. Al momento ci serve un Oddish per le nostre ricerche. Finora non siamo riusciti a trovarne uno. Ranger, potresti portarmene uno?-
Non sembrava qualcosa di complicato, oltretutto lei sapeva benissimo dove fosse necessario andare per trovare un Oddish.
-Certo, ne sarò felice.-
-Lo farai davvero!?-
Chiese l’uomo spalancando gli occhi azzurri, lasciando la ragazza sorpresa dalla reazione.
-Ma certo.-
-Grazie mille! Ho sentito che spesso gli Oddish si aggirano dalle parti della strada Federale.-
-Vado subito allora.-
Dopo questo breve discorso la ragazza saltò giù dal Doduo e mostrò all’uomo la propria posa da Ranger, nel mentre Brando si trovava ancora sul suo.
-Ah Sara, prima che me ne dimentichi, quando scendi da un Doduo solitamente questi vengono liberati, ma come hai visto ci sono delle eccezioni, come quando accetti o concludi un incarico. Potrebbe esserti utile per  non doverli catturare più e più volte.-
-In effetti è molto interessante, grazie Brando. Per il momento allora mi farò la strada a piedi.-
-Posso portarti sul mio Doduo se vuoi. Così non sarai costretta a liberarlo quando dovrai catturare l’Oddish.-
S’offrì l’uomo porgendole la mano.
-Se non è un problema per lui va bene.-
Rispose la ragazza guardando il Pokémon, che mosse entrambe le teste in un cenno d’assenso. Grazie al suo aiuto raggiunsero presto il punto in cui lei ricordava si trovasse l’Oddish, ovvero accanto alla seconda casa lungo la Strada Federale, ovviamente questo era ben nascosto nel terreno, ma bastava una Mossa Azione 1 per farlo uscire, e lei aveva ben due Pokémon in grado di farlo.
-Aron, per favore, pensaci tu.-
Subito il Pokémon agì facendo sì che l’altro uscisse dal suo nascondiglio, rapidamente lei lo toccò iniziando la cattura. Questa fu rapida quanto quella del Doduo e come per lui fu necessaria una sola Linea di Cattura.
-Ottimo, non ci resta che tornare da Erberto, salta su.-
Disse Brando pronto ad aiutarla nuovamente ma stavolta lei rifiutò.
-Non vorrei far stancar troppo il tuo Doduo portando due persone con sé.-
Così dicendo anche lei salì sulla schiena del Pokémon e veloci come il vento tornarono dall’uomo, che li aspettava pazientemente sul ponte. Come per quando l’incarico era iniziato anche quando scese per parlare con lui il Doduo non andò via, e vennero entrambi accolti dal sorriso dello scienziato.
-Eccoci qui, spero di non averla fatta aspettare.-
Disse la ragazza mostrandole il Pokémon.
-Grazie! Il tuo aiuto è stato prezioso! Questo ci darà una mano con la ricerca.-
Così dicendo l’uomo tirò fuori dalle tasche uno strano apparecchio rettangolare con uno schermo verde sopra e numerosi pulsanti sotto, iniziando a muoverlo accanto all’Oddish emise degli strani rumori, non fastidiosi almeno, e nel suo sguardo c’era una grande determinazione.
-Vedrai, alla fine ci aiuterà anche a migliorare le prestazioni del tuo Styler.-
-Sarebbe fantastico.-
Rispose la ragazza rimanendo a guardare, ci vollero solo pochi minuti perché tutto finisse.
-Tornerò alla Federazione per registrare i dati, avrei comunque bisogno che Oddish mi seguisse.-
-Non credo sia un problema per lui, vero?-
Il Pokémon scosse la testa sorridendo, rendendo ben chiaro accettava la proprosta.
-Grazie ancora Ranger!-
-Di nulla, a presto ad entrambi.-
Salutandoli li guardarono allontanarsi verso la Federazione, mentre la voce dell’Assistente si udì dallo Styler.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Dopo qualche secondo la sua voce venne sostituita da quello dello Styler.
-“Hai ottenuto: Difesa Fuoco!”-
A quanto pare questa faceva diminuire di tre punti i danni di tipo fuoco, e ciò sarebbe sicuramente stato utile in futuro.
-Bene, passiamo al prossimo.-
Sorrise la ragazza controllando la serie di incarichi, a quanto pare ce ne era uno nei dintorni, e camminando notarono subito il caro Ponzio battere i piedi sul terreno con fare pensieroso. Basto avvicinarsi per far sì lui rivolgesse loro la parola.
-Ehi, dimmi un po’, Ranger. Mi chiedevo se potessi fare una cosa per me, un piccolo favore. E’ una cosa che puoi fare anche mentre sei in pattuglia.-
-Certo Ponzio, di che cosa hai bisogno?-
Chiese subito la ragazza sorridendogli, ricordando la ragazza alla Federazione che le aveva raccomandato di farlo.
-Potresti fare un salto velocissimo dalla mia cara mammina? Come puoi vedere, lavorando qui al ponte non riesco a tornare a casa molto spesso. A mia madre serve un po’ di compagnia. Le piace un sacco chiacchierare. Andrai a trovarla?-
-Sì sicuramente, non preoccuparti andrò subito da lei.-
Rispose la ragazza sorpresa dalla richiesta, ma anche intenerita, Ponzio era veramente una brava persona.
-Lo apprezzo molto! Sai che casa mia si trova proprio qui a Portena. Di fronte alla casa c’è una fontana, capito?-
-Capito, tornerò concluso l’incarico.-
Lei non conosceva molto bene la città, ma poteva permettersi di fare qualche giro in più. Prima di partire però Brando le parlò.
-Sara, io ti aspetterò qui, non posso sempre accompagnarti mano per mano durante incarichi e missioni, o non cresceresti come persone.-
-Lo capisco, nessun problema.-
Annuendo la ragazza si voltò arrivando nella zona principale della città.
-Vediamo, una fontana…-
Come prima cosa lei risalì le scale alla sua sinistra arrivando nella zona accanto, e notò con grande piacere che sia le persone che i Pokémon si stavano rilassando camminando in armonia tra le strade, ma non c’era alcuna fontana. Si spostò allora sul ponte spostandosi nella zona vicino al porto della città, questa parte era sicuramente più grande ed infatti già all’inizio era presente una scalinata che conduceva in una piccola zona, da lontano però riuscì a vedere il getto d’acqua di una fontana ed a giudicare dalla mappa non ce n’erano altre.
Guardandosi intorno vide solamente due case separate da delle siepi, quella alla sua sinistra era costruita con sottili mattoni grigi ma nelle due finestre della facciata principali questi erano stati sostituiti da del legno dipinto d’azzurro, lo stesso colore apparteneva poi alla porta ed al tetto, la casa a destra invece era in parte costruita con gli stessi mattoni, ma vicino al suolo era presente un largo rinforzo arancione, c’erano poi due finestre dal telaio azzurro, ed un largo portone in legno a due ante. Entrambe avevano anche dei vasi con dei fiori piantati accanto alla porta e delle cassette per la posta azzurre, ma fu da quella a destra che Sara tentò prima di andare, e bussando alla porta aspettò qualcuno le aprisse. Arrivò dopo poco una vecchietta dai capelli grigi ma dal sorriso gentile, vestita con una maglia a maniche lunghe viola ed una gonna rossa.
-Oh, ciao! Come stai? Mi fa piacere vedere i Ranger di pattuglia. E’ stupendo vedere persone giovani come te che si impegnano per gli altri.-
-La ringrazio signora, in verità però vengo sto cercando la madre di Ponzio, e stando alle sue indicazioni vive in questa piazza.-
-Oh il mio piccolo Ponzio, ha combinato qualcosa per caso?-
La fortuna aveva voluto arrivasse nella casa giusta a quanto pare.
-No no assolutamente, ma mi ha chiesto se potevo venire a parlare qualche minuto con lei, visto lui non può stare a lungo a casa.-
-Oh, capisco…che bravo ragazzo, prego entra pure.-
-La ringrazio.-
Superando la porta la ragazza si ritrovò in una stanza dalle pareti azzurre e dai pavimenti piastrellati color crema, era divisa poi in due parti, quella a destra era come una piccola cucina, provvista di una mensola piena di barattoli semi-trasparenti, qualche gancio ai quali erano appese delle pentole, e tre mobiletti, quello più vicino alla parete oltre a dei cassetti aveva anche un lavandino, mentre su quello accanto era stato sistemato un gigantesco forno a microonde, l’ultimo invece, e più largo, aveva solo una teiera di porcellana bianca.
L’altra parte della stanza era invece come un salotto, sopra ad un morbido tappeto a quadri dalle varie sfumature di rosso erano presenti un tavolino, con sopra un libro chiuso ed uno aperto, un divano grigio ed una poltrona dello stesso colore dall’altra parte, con però un cuscinetto giallo.
Dalla parete accanto a questi erano appese due canne da pesca ben tenute ed alcuni quadri.
-Siediti pure, gradisci del the?-
-No la ringrazio, non mi piace molto.-
Rispose la ragazza sedendosi sulla poltrona, la sua schiena gliene fu subito grata vista la morbidezza che subito rilassò i suoi muscoli, la donna la raggiunse subito dopo con un bicchiere d’acqua che lasciò sul tavolo, sedendosi sul divano.
-Sembri asseta, non deve esser facile il tuo lavoro.-
-Ne vale comunque la pena, la ringrazio.-
Rispose Sara ancor più grata, prendendo il bicchiere e bevendo, dopo la scalinata anche questa fu una gioia per il corpo.
-Però dovresti riposarti un po’.-
-Non ha tutti i torti in effetti.-
Disse la ragazza ridendo leggermente.
-Beh, Ranger, posso raccontarti una storia? Ti racconterò di una vecchia leggenda sulla regione di Almia.-
-Oh sì, mi farebbe piacere, non conosco molto su questa regione visto non sono nata qui.-
-Sono felice allora di poterti far conoscere qualcosa in più su di noi. Allora…tanto tempo fa, c’era un anziano re che regnava su tutta Almia. Il re aveva tre figli, ognuno dei quali portava il titolo di principe.  Il re era molto buono e l’unica cosa che desiderava per il suo regno era la pace. Voleva che tra i suoi sudditi e i Pokémon regnasse l’armonia. Ma i tre principi, essendo giovani e pieni di vigore, la pensavano diversamente. Furono presi dall’astio e si misero a combattere selvaggiamente e senza sosta. L’anziano re, angosciato dagli eventi, decise infine di mettere al banco i principi. Cacciò il più grande, vestito di rosso, in una terra vulcanica. Il figlio di mezzo, vestito di giallo, fu esiliato  in un deserto. Al  più giovane, vestito di blu, fu invece permesso di rimanere. Partiti i suoi fratelli maggiori, il giovane principe si stabilì nel Castello di Almia. Il re, una volta così buono, fu consumato da rabbia, solitudine e sensi di colpa. Questi sentimenti finirono per cambiarlo completamente. L’oscurità nel suo cuore fece calare un’ombra su tutto il mondo e quest’ombra cominciò ad espandersi, sempre di più…e questo è tutto.-
Sara durante il racconto aveva iniziato ad interessarsi sempre di più, non solo per i toni della donna che la fecero quasi immergere in quel tempo ormai lontano, ma anche per l’intrigo della vicenda, a tal punto che s’era messa pure seduta in avanti invece che comodamente appoggiata, e con lo sguardo ben attento in vista del finale. A quella frase però poco mancò cadesse dalla sedia.
-Non mi ricordo altro di quell’antica leggenda su Almia. Non sono sicura di come vada avanti. Esistono tante varianti...-
-Oh…capisco…-
-Ti è piaciuto il mio racconto? Mi spiace di non averti potuto raccontare la fine.-
-Non si preoccupi, mi è veramente piaciuta questa storia, era veramente interessante. Spero un giorno di scoprire la fine.-
-Lo spero anche io. Grazie mille per la visita. E’ stato molto gentile da parte tua.-
-Grazie a lei, è stato veramente un piacere. A presto signora.-
Salutandola riconoscente dell’ospitalità la ragazza uscì dalla porta con una parte dell’energia ritrovata, ed aveva anche completato quel piacevole incarico.
La voce dell’assistente arrivò presto a confermarlo.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando i Dati di potenziamento in questo istante.-
E proprio come aveva detto, presto arrivò anche la voce robotica.
-“Hai ottenuto: Difesa Volante.”-
-Perfetto, adesso sarà meglio andare ad avvertire Ponzio.-
Conoscendo ormai la strada non impiegò molto tempo per tornare indietro, ritrovando i due uomini a parlare, questi però s’interruppero vedendola in lontananza.
-Allora, Sara, come stava mia madre?-
Chiese subito Ponzio interessato.
-Molto bene, è una persona veramente gentile.-
-Sono felice di sentirtelo dire, e grazie per essere andato a trovarla soprattutto.-
-Credimi, è stato solo un piacere.-
Rispose sinceramente la ragazza.
-Bene, ora sarà meglio che torniamo tutti al lavoro, ci si vede la prossima volta.-
-A presto Ponzio.-
Lo salutò Brando, seguendo Sara che controllò nuovamente gli incarichi, a quanto pare ce ne erano ancora tre in quella città, ed a giudicare dalle richieste potevano trovarsi dal porto. Per raggiungerlo impiegarono solo pochi minuti ma già in lontananza notarono un piccolo problema. In fondo alla strada infatti era presente un pescatore, apparentemente professionista, che indossava una divisa rossa, accanto ad un ragazzino dai corti capelli marroni, che indossava una semplice giacca azzurra e dei pantaloni blu. Entrambi stavano pescando ma ogni tanto il ragazzo tentava di parlare e l’uomo rispondeva agitando un braccio in aria. Avvicinandosi Sara parlò ad entrambi educatamente.
-Salve, va tutto bene?-
-Ranger, che piacere vederti! Ascoltami, per favore!-
Rispose il ragazzo distogliendo lo sguardo dalla canna da pesca.
-Dimmi pure.-
-Stamattina ho pescato un Lumineon qui. Ma questo pescatore non mi crede!-
-Piccolo bugiardo!-
Sbottò l’uomo pestando il piede con forza.
-Ragazzo, io vengo qui a pescare da molto prima che tu nascessi. E sai quanti Lumineon ho visto da allora? Neanche uno!-
-Ma come…per favore, Ranger! Puoi prendere una barca e andare al Mar di Portena? Ho bisogno che tu confermi che c’è davvero un Lumineon! Lo farai? Ti prego!-
Un’altra missione in acqua? L’ultima non era stata molto facile, ma…
-Va bene, prenderò subito una barca.-
-Lo farai?! Fantastico! Allora, basta che catturi un Lumineon. Se ci riuscirai, i suoi dati resteranno registrati nel tuo Navigatore. Sarà la prova che mi serve!-
Rispose il ragazzino al settimo cielo, mentre l’uomo accanto sbuffò irritato.
-Sara, sei sicura di volerlo fare? Hai già perso molte energie…-
Disse Brando sussurrandole ed allontanandola dai due.
-Sì, so che sono solo un essere umano. Ma fino a quando avrò la forza di camminare non mi tirerò indietro.-
Rispose sorridendo verso il bambino, l’unico problema però era in effetti come arrivare fino al punto da lui indicato…
-Va bene allora…se ti serve una barca, puoi entrare in quell’edificio, da quel che mi hanno detto è una specie di bar dove vari marinai si radunano, qualcuno potrebbe aiutarti. Io rimarrò qui ad aspettarti.-
Disse allora brando indicando la piccola casupola in legno, con due salvagenti bianchi e rossi accanto alla porta e dall’azzurro tetto con un’insegna ad ancora al centro. Annuendo la ragazza fece come gli aveva consigliato ed in effetti si ritrovò in quello che sembrava in tutto e per tutto un bar, il pavimento era interamente di legno, e così anche le pareti sulle quali però erano appese le fotografie di numerosi pescatori. Nell’angolo in alto a sinistra si trovava un piccolo bancone dai bordi rossi oltre cui c’erano due grandi mobili pieni di piatti e tazze. Stranamente c’erano solo due grandi tavoli però, uno opposto all’angolo del bancone, ed aveva ben tre sedie vuote, mentre l’altra era accanto alla porta da cui era entrata e ne aveva solo due, su una era seduto un uomo robusto dai capelli castani e gli occhi azzurri, che indossava  una maglia bianca senza maniche  e dal colletto azzurro, dello stesso colore erano i pantaloni al ginocchio e la visiera del cappello bianco.
Siccome non c’erano altre persone, e forse nemmeno il proprietario, la ragazza volle tentare di parlare con quest’ultimo, sperando potesse aiutarla.
-Buongiorno.-
-Oh, buongiorno Ranger, qual buon vento?-
-Scusi per il disturbo, ma avrei bisogno di una barca per raggiungere il Mar di Portena.-
-Ah ma allora sei nel posto giusto! Si dia il caso la mia barca navighi spesso tra quelle acque,  ci porto numerosi pescatori e conosco le onde come le mie tasche. Se lo desideri posso portarti lì.-
-La ringrazio, ne avrei veramente bisogno.-
-Non mi sembra comunque tu vada lì per pescare, si tratta di qualche missione?-
Chiese l’uomo incuriosito alzandosi dal tavolo.
-Per un incarico, devo trovare un Pokémon.-
Rispose lei sinceramente, non era nulla di segreto infondo.
-Sarà un vero piacere allora aiutarti, possiamo già andare.-
Disse allegro l’uomo dirigendosi verso la seconda porta nella stanza, ovvero quella nella parete opposta all’entrata principale. Arrivarono così ad un secondo attracco per le navi, ovviamente costruito sempre in cemento, raggiungibile però solo dalla strada fatta, qui si trovava il mezzo dell’uomo. Non era particolarmente grande ed i suoi toni variavano solo nel bianco e nell’azzurro.
-Prego, salta su.-
-Certo, solo un momento.-
Prima di salire a bordo la ragazza si voltò verso Pachirisu, che ovviamente voleva seguirla anche in quell’avventura.
-Mi dispiace, ma tu non puoi venire sott’acqua con me. Sarebbe più sicuro se restassi con Brando…-
-Pachi!-
Il piccolo scosse la testa e precedendola salì sulla barca iniziando a battere il piede, come ad indicarle che lui non si sarebbe mosso da lì.
-Ahah, il tuo amico è proprio affezionato a te eh? Se vuoi mentre te sei in acqua può restare con me, almeno avrei un po’ di compagnia.-
Disse il marinaio ricevendo uno sguardo di gratitudine dal Pokémon.
-E’ sicuro non sia un problema?-
-Assolutamente, non devi preoccuparti.-
-Allora, la ringrazio, sarei felice se potesse venire con noi.-
Disse infine la ragazza salendo sulla barca, la quale partì pochi secondi dopo. Pachirisu felice d’aver convinto l’amica s’arrampicò sulla sua gamba, percorrendo la schiena fino ad arrivare alla spalla, sedendovisi sopra e strofinando il musetto sulla sua guancia.
-Ahah, sono felice anche io tu sia qui, ma mi raccomando, devi comportanti bene.-
-Pachi!-
Il viaggio non durò a lungo, ma rispetto al primo fatto fu molto piacevole, il mare conservava ancora il suo splendore ed il calore del sole s’accostava perfettamente al freddo vento che le sfiorava il viso, vista comunque la loro velocità. Questa diminuì in prossimità di alcuni scogli fino a quando non si fermarono.
-Benissimo siamo arrivati, lasciami solo sistemare l’ancora e puoi tuffarti.-
-Certo.-
Nel frattempo la ragazza si sistemò tra le labbra il mini-polmone regalatogli da Brando, e solo al segnale del marinaio fu pronta a lanciarsi.
-Ok, ci vediamo!-
Salutando sia lui che Pachirisu la ragazza si tuffò in acqua iniziando subito a nuotare per raggiungere il fondo, la zona oltretutto era la stessa già visitata in precedenza quindi sapeva bene le strade da seguire. Partendo da un semplice ragionamento era sicura di poter già intuire dove si trovasse il Pokémon che stava cercando, nelle varie strade seguite quella che s’avvicinava maggiormente alla città era quella dove aveva già catturato uno Sharpedo, per questo motivo sperando di non sbagliarsi andò subito nella seguente zona per trovare un Mantine. Il percorso non ebbe ostacoli fortunatamente, se non per un Qwilfish che nuotandole contro iniziò una breve cattura, che si concluse comunque subito, ma presto si rese conto che una corrente d’acqua le avrebbe impedito di raggiungere subito il punto che cercava. Fu così costretta ad allargare il proprio giro tornando indietro, ma nessuno dei Pokémon incontrati si mostrò infastidito dalla sua presenza. Di buono c’era che, una volta spostatasi in un’altra zona ancora, proseguendo tra due strette pareti individuò un Mantine e la sua cattura le tolse dalla mente subito il problema se ce ne fossero nelle vicinanze.
Le bastò quindi spostarsi solo quel tanto che bastava per raggiungere la zona in cui chiedere aiuto al Pokémon, che gentilmente le permise di salire sulla sua schiena. Il timore del nero fondale su cui si muovevano era nettamente diminuito dalla prima volta l’aveva visto, e con sicurezza si destreggiò tra le correnti che la separavano  dalla porzione di terreno connessa al luogo che desiderava raggiungere.
Sinceramente parlando, trovò incredibile la rapidità con cui s’era mossa fino a quel momento, non aveva trovato ostacoli o simili che potessero rallentarla e ben preso riuscì a vedere i contorni di quel labirinto di roccia dove aveva concluso la missione per recuperare la chiave per sollevare il Ponte di Portena.
Due cose subito le balzarono all’occhio, intanto la presenza di altri Pokémon, già catturati in verità ma che precedentemente non erano mai arrivati lì, e come secondo fatto i rossi occhi dello Sharpedo che balenarono davanti a lei mentre questo nuotava tra le correnti.
A quanto pare stava bene dall’ultima volta che si erano incontrati, e sembrava starsi anche divertendo, lei però non si trovava lì per lui stavolta.
Limitandosi a salutarlo con una mano iniziò a nuotare per trovare Lumineon di cui il ragazzino aveva parlato, ben presto però si rese conto era molto più difficile evitare i Pokémon attorno a lei che le correnti.
In mezzo a queste però le sembrò di veder qualcosa, una pinna nera decorata da sottili linee viola ed un rapido movimento che ne segnò l’allontanamento. Avvicinandosi poté vedere un Pokémon ancora non catturato che le diede la speranza fosse proprio chi cercava, ma questo a quanto pare si stava muovendo nel senso opposto rispetto alle correnti e sapeva anche usare quelle a suo vantaggio. Così ben presto la ragazza dovette rendersi conto quella non era la strada migliore da seguire, voltandosi sperò allora di poter sfruttare anche lei le correnti ma al primo tentativo queste la fecero scontrare contro un povero Chinchou che fu costretta a catturare. Questo tentativo però non la scoraggiò nei seguenti tentativi, e procedendo riuscì ad evitare altri scontri iniziando man mano a raggiungere il Pokémon, che a quanto pare aveva iniziato a muoversi insieme allo Sharpedo. Dopo qualche altro tentativo tuttavia la ragazza riuscì finalmente a raggiungerli, stavolta evitando di ferirsi contro le rocce della zona, sfiorando quel tanto che bastava il nuovo Pokémon per iniziare la cattura. In un primo momento questa non sembrò essere difficoltosa, ma Sara dovette presto ricredersi al primo attacco, il quale nonostante riguardasse solo il tentativo di colpirla con una scarica di bolla durava abbastanza da far scendere il livello della barra riguardante il trasferimento d’emozioni. Per almeno due volte questa arrivò a consumarsi, fino a quando Sara non decise di chiedere l’aiuto di uno dei Pokémon con sé, ovvero Qwilfish, che secondo le statistiche tenendo fisso lo Styler in un dato punto creava una bolla che rallentava l’avversario.
Grazie al suo aiuto la cattura divenne più fattibile, e senza subire alcun danno riuscì perfino a concluderla.
Il suo nome era effettivamente Lumineon, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca sputando bolle e sfere d’acqua.”.

 Sorridendo felice d’esser riuscita a svolgere anche questo compito rapidamente si prese solo qualche istante per riprendere fiato, prima di tornare indietro verso la nave. Le bastò fortunatamente solo catturare un Mantine, anche se dovette liberare un Pokémon, Mantyke, e lasciarsi trasportare dalle correnti dirigendosi da quel piccolo passaggio nella parte alta della zona, che la ricondusse direttamente all’inizio della seconda, e da lì non dovette far altro che preoccuparsi d’evitare dei Finneon per tornare nel punto in cui si trovava la barca. Più la ragazza si avvicinava alla superficie più riusciva a vedere chiaramente la figura del suo amico Pachirisu che la aspettava, e non appena riemerse lui saltò gioioso.
-Ranger, tutto a posto?-
Chiese il marinaio sporgendosi ed aiutandola a risalire.
-Sì, ho trovato ciò per cui ero venuta.-
Rispose lei sorridendo soddisfatta.
-Bene allora, possiamo tornare a Portena.-
Nuovamente il tragitto le diede modo sia d’osservare il mare che asciugarsi quel che le bastava.
Raggiunto il porto le bastò un salto per tornare sulla terraferma, e vedere già in lontananza il ragazzino che le aveva chiesto aiuto salutarla aspettandola con ansia.
-Se vuoi andare al Mar di Portena, devi parlare con me. Sempre al tuo servizio.-
Disse l’uomo assieme a lei spostandosi verso il bar, seguito subito dall’altra.
-La ringrazio, è stato veramente gentile.-
-Dovere mio. Ti auguro una buona giornata.-
-Altrettanto.-
Conclusi  sia saluti che ringraziamenti Sara corse subito raggiungendo il giovane, ancora in compagnia dello scorbutico pescatore rosso.
-Ranger! Come è andata?-
-Benissimo, ma puoi giudicarlo tu stesso.-
Rispose lei mostrandogli lo Styler, un sorriso pieno d’orgoglio si mostrò sul volto del ragazzo che si rivolse subito al pescatore.
-L’avevo detto io che c’era un Lumineon. Vede che non stavo mentendo?
-...-
-…signore? Non parla più.-
In effetti l’uomo sedendosi aveva ripreso a pescare in assoluto silenzio, tenendo però il cappello ben calato sul viso.
-Il mio incarico è stato divertente?-
-Sì, è stata una bella nuotata.-
-Ne sono felice, grazie ancora Ranger, riprendo anche io a pescare, sia mai che possa trovare un altro Lumineon ahah.-
Disse il ragazzo scherzando sulla faccenda, nel frattempo la voce dell’Assistente proveniente dallo Styler comunicò la conclusione dell’incarico.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Come ormai di consuetudine passarono ben pochi attimi prima che arrivasse anche la voce robotica.
-“Hai ottenuto: Difesa Roccia.”-
A quanto pare con questo potenziamento i danni da roccia si sarebbero ridotti di ben 3 punti, non era certo male.
-Ehi Sara, concluso l’incarico?-
La voce che l’aveva chiamata apparteneva a Brando, l’uomo s’era seduto in disparte non molto distante dal punto in cui si trovava, e curiosamente anche lontano il più possibile dall’acqua.
-Sì certo, è andato tutto benissimo.-
-Perfetto, quindi quale sarà la prossima mossa?-
-Stando allo Styler ci sono ancora quattro persone che hanno bisogno di aiuto, e due di queste sono a Portena, credo farò un rapido controllo per poi occuparmi dei restanti con calma.-
-Va bene, mi limiterò a seguirti allora. Certo che dover andare sott’acqua due volte in nemmeno una settimana…non ti invidio.-
Disse lui iniziando a camminare insieme alla ragazza.
-Brando, per caso hai paura dell’acqua?-
-Non la chiamerei paura, è solo che non mi piace l’idea di non poter respirare o muovermi liberamente…ed esser circondato da tutta quell’acqua…-
Rispose l’uomo leggermente imbarazzato. Per trovare il prossimo incarico i due non doverono comunque far altro che spostarsi nella zona centrale della città, per venir presto fermati da un anziano signore.
-Ranger, per favore, avrei bisogno di una mano. Mio figlio e sua moglie non fanno altro che litigare per delle sciocchezze.  Litigano così tanto che il nostro Evee alla fine si è stufato ed è scappato. Come dice il proverbio “Tra moglie e marito non perdere Evee”? Beh, l’hanno perso! E adesso quei due bisticciano per via della fuga di Evee. Non la smetteranno proprio mai…-
-Oh no…-
Voltandosi la ragazza poté vedere la coppia di cui stava parlando, entrambi giovani il primo era un uomo dai corti capelli biondi e gli occhi marroni, vestito con una camicia e dei pantaloni marroni, mentre la donna dai capelli e gli occhi castani indossava un abitino azzurro.
Non serviva avvicinarsi per capire la conversazione…-
-E’ colpa tua! Non lo hai tenuto d’occhio come  avevi promesso! Il nostro Evee potrebbe esser stato rapido da quei tipi loschi!-
Disse l’uomo additando la compagna, questa però rispose allo stesso modo e tono.
-Sei tu che hai sgridato il nostro Evee senza motivo!-
La situazione sembrava carica di tensione, e se era sempre così la ragazza poteva ben capire il perché della fuga del Pokémon…sospirando l’anziano signore riprese a parlarle.
-Potresti farmi un favore? Potresti ritrovare Evee?-
-Ma certo, non deve preoccuparsi lo ripoterò a casa.-
Rispose subito lei sicura di sé, regalando forse del sollievo al pover’uomo.
-Allora troverai il nostro Evee per noi! Te ne sono grato. Non so se può esserti utile, ma il nostro Evee adora l’aria di mare.-
-Ancora il mare…-
Sussurrò Brando forse esausto di questo argomento, ma per la ragazza non faceva differenza.
-Sicuramente mi servirà, vado subito a cercarlo.-
-Buona fortuna, Ranger.-
Forse poteva sembrare una missione non così difficile, ma Sara poteva capire come l’anziano si sentiva. Se Pachirisu fosse scappato a causa sua…le si sarebbe spezzato il cuore. Non voleva l’uomo provasse quell’emozione ancora a lungo, non lo meritava solo perché i due coniugi si comportavano in quel modo.
Ovviamente date le informazioni il primo punto in cui corse fu il Porto.
La zona principale l’aveva già vista varie volte e non aveva notato nessun Pokémon a lei sconosciuto, ma c’era ancora da visitare la parte raggiungibile attraverso la scalinata nel punto in cui aveva incontrato per la prima volta quelli del Team Pesto Buio.
Ripercorrere quei passi e rivedere la scena nella propria mente non fu piacevole, ma ignorando quei “fantasmi” raggiunse i primi gradini sperando di trovare presto il fuggitivo. Da quanto poté vedere in quel punto c’erano altri container sistemati rasenti all’alto muro sopra cui si potevano vedere alcuni dettagli delle case, e proseguiva verso l’entrata del porto con una ringhiera ad evitare qualcuno potesse cadere.
Inizialmente non notò nulla di che, almeno fino alla conclusione di tale percorso. Vicino ad un Rattata era presente un altro Pokémon ancora non registrato, era una piccola palla di pelo marrone con delle grosse orecchie e due adorabili occhietti. La ragazza subito si avvicinò cogliendolo alla sprovvista mentre osservava tranquillamente il mare, iniziando così una lotta.
Questa fu molto breve, nonostante il Pokémon avesse continuato a muoversi per ogni centimetro del perimetro di cattura, ma con gioia alla registrazione delle informazioni Sara poté vedere che il suo nome era Evee, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 1”, “SI sposta velocemente da una parte all’altra e attacca lanciandosi alla carica.”.

-Ehi piccolino, c’è qualcuno che sente la tua mancanza sai?-
Il Pokémon sembrò capire a chi la ragazza si stava riferendo, ma a giudicare dalla sua espressione non ne era entusiasta.
-Ho visto che litigano spesso…ma scappare non è la soluzione migliore. Quel signore anziano ad esempio sembrava molto preoccupato.-
Nominare quell’uomo sembrò avere un effetto diverso su di lui, infatti drizzò subito le orecchie e fu molto più propenso a seguirla.
-Andiamo, ti riporto a casa.-
Prima di proseguire la ragazza notò che la ringhiera nel punto in cui si trovavano era stata rimossa, il che permetteva a chi desiderava una scorciatoia di passare direttamente per quella strana. Dopo aver visto l’altezza e calcolato aveva fatto salti ben più alti, la ragazza volle optare per quella strada ed affrettò subito il passo.
Non appena tornarono nella zona principale l’anziano signore notò subito il Pokémon, che producendo un allegro suono lo raggiunse, purtroppo invece la coppia era ancora troppo impegnata a litigare per far lo stesso…
-Ah, il nostro Evee è tornato! Grazie! Grazie!-
Il sorriso dell’uomo la ripagò di ogni fatica, ed anche Brando sembrò intenerito dalla scena visto accarezzò la testa del suo Pokémon compagno. Peccato il tutto fosse accompagnato dalla discussione in sottofondo della coppia, almeno fino a quando l’uomo non si stancò.
-Voi due! Smettetela subito di litigare! E ringraziate il Ranger!-
-Grazie.-
Disse brevemente l’uomo voltandosi, ma prima che Sara potesse rispondere la sua compagna la interruppe furiosa.
-Ma che modi sono questi? SI dice: “Grazie mille!”-
-Non è necessario, sul serio…-
Tentò di dire Sara, ma questi avevano già ripreso a discutere.
-Sigh…Evee, andiamocene via. A presto Ranger.-
-Arrivederci.-
Dopo questo breve saluto la voce dell’Assistente arrivò per comunicarle l’arrivo dei potenziamenti.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Successivamente, questi arrivarono con la solita rapidità.
-“Hai ottenuto: Difesa Acciaio.”-
Stando a quando c’era scritto questa riduceva di 3 i danni d’acciaio.
-Bene, sarà meglio andar a cercare l’ultima persona che ha bisogno d’aiuto qui a Portena.-
Concluse la ragazza decidendo d’avviarsi verso le scale che conducevano verso sinistra, sperando di non vedere altri litigi. Le bastò superare le scale e raggiungere le prime case però per essere fermata da uno strano ragazzo digli occhi e capelli neri pieni di gel, vestito con una camicia bianca e dei chiari pantaloni marroni.
-Ranger, Nosepass!-
Il ragazzo si fermò davanti a lei ed a Brando letteralmente urlando, perfino Pachirisu sobbalzò dalla sorpresa ma a giudicare dal suo sorriso non era in una situazione di pericolo.
-Come scusa?-
Tentò di chiedere la ragazza.
-Vuoi sapere cos’è? La risposta è Nosepass! Nosepass e solo Nosepass! Non voglio altro! Toglimi il cibo ma non Nosepass!-
-Ooook…-
Rispose stavolta Brando portando una mano sulla spalla di Sara facendole fare un passo indietro.
-Adesso non posso dirti perché, ma ti prego di portarmi un Nosepass! Un Nosepass, in fretta! Va bene?-
Brando e Sara si guardarono per qualche istante, era chiaro che quella fosse una vera e propria richiesta di missione, e magari avrebbe calmato quell’esagitato.
-Ehm…certo.-
Disse infatti Sara facendo spallucce.
-Sì, Nosepass!-
Salutandolo con la mano Sara e Brando si allontanarono, superate le scale l’uomo le parlò poi leggermente preoccupato.
-Quel tipo non sembrava molto apposto, sei sicura di volergli portare un Nosepass?-
-Sembra tenerci veramente, magari è solo esuberante.-
In ogni caso ormai aveva accettato e non poteva tirarsi indietro. L’unico l’uomo in cui aveva la certezza ci fosse un Nosepass era la grotta Zefira, un vero peccato che dovesse ritornare a casa solo per andarsene subito per un incarico…
-Userò Doduo per andare a prendere il Pokémon, tu mi aspetterai qui Brando?-
-Credo di non avere altra scelta…cerca però di non affaticarti troppo.-
-Certo, a presto allora.-
Rispose la ragazza salutandolo e salendo sul Pokémon, grazie a lui un tragitto che sarebbe durato quaranta minuti si ridusse a dieci, e le diede anche la possibilità di riposare. Vedendo in lontananza le case della città di Vien, e passandoci in mezzo, la ragazza sentì il cuore come sollevato e rasserenato, anche se dovette superarle subito e dirigersi alla spiaggia. Ovviamente arrivata davanti all’entrata della grotta fu costretta a liberare il Doduo, che corse via verso il bosco, non prima ovviamente d’aver ricevuto un giusto saluto e ringraziamento.
Entrata nella grotta la ragazza come prima cosa si guardò attorno, le pareti come sempre producevano un leggero luccichio provocato dalle gocce d’acqua e dal sale sulla roccia, ma non ebbe tempo di ammirarle perché ben due Zubat le furono improvvisamente addosso.
Per liberarsene fu costretta a correre prendendo in braccio Pachirisu ed a rifugiarsi in un punto cieco dove riposava un Graveler.
Solo quando fu certa la via fosse libera uscì dal suo nascondiglio procedendo verso il fondo della grotta.
-Fiuu…cavolo, oggi gli Zubat sono veramente energici eh Pachirisu? Ora vediamo…un Nosepass…eccolo!-
Fortunatamente questo non si era allontanato dal punto in cui l’aveva trovato la prima volta, e catturarlo fu altrettanto facile. Ora doveva solo riportarlo a Portena, purtroppo però non le sembrò di vedere un Doduo nelle vicinanze, così fu costretta a superare la città e si vide costretta a tornare a piedi, raggiunta ormai la cima della montagna era quasi convinta mancasse poco, ma non aveva fatto i conti con un Beedrill che, uscendo da un cespuglio, iniziò ad inseguirla.
-Oh-oh, bravo Beedrill…non voglio farti…nienteeee!-
Purtroppo le sue parole non servirono, il Pokémon iniziò ad inseguirla puntandola con il pungiglione e nonostante lei avesse corso con tutte le sue forze questo non riuscì ad evitarle  di venir punta proprio sul fondoschiena.
-Aia!-
Urlò massaggiando il punto colpito, proprio mentre la cattura ebbe inizio.
-Ora ti faccio vedere io!-
Aspettando l’altro facesse la prima mossa evitando così di spezzare la linea di cattura alla ragazza ne bastò solamente una per catturarlo, stavolta né la sua velocità o i suoi pungiglioni furono un problema.
Nonostante l’avesse catturato però la ragazza sembrò ancora contrariata.
-Ehi guarda che non si caricano in questo modo le persone, mi hai fatto veramente male.-
Il Pokémon di tutta risposta produsse un ronzio somigliante ad una risata, alla quale lei rispose solo sospirando.
-Ti diverti eh? Almeno tu…-
Rinunciando al cercar di ricevere almeno una scusa la ragazza riprese a muoversi, raggiungendo finalmente Portena, all’entrata della città era presente anche un Doduo ma vista la fretta la ragazza preferì evitare di perdere del tempo, portando subito il Nosepass dal ragazzo che l’aveva richiesto.
Era ormai quasi arrivata alle scale quando un Rattata le si avvicinò toccandola, a quanto pare per quanto lo desiderasse non poteva evitare ogni cattura. Anche questa però fu breve, ma alla conclusione dovette liberare qualcuno, così scelse il Rattata stesso, raggiungendo subito dopo le scale.
Brando era proprio in cima a queste, ma quantomeno non ebbe bisogno di raggiungere l’altro ragazzo perché questo le corse subito incontro.
-Oh! E’ un Nosepass!-
Non appena l’ebbe raggiunto il giovane si inginocchiò iniziando a punzecchiare il povero Pokémon, lasciando perplessi anche i Ranger.
 Ahahahaha! E’ così buffo! Quel Nosepass è buffissimo! Adoro i Nosepass!-
-Ma, scusami perché mi hai chiesto di portatene uno?-
Chiese la ragazza sperando in una spiegazione, ma ciò che ricevette fu solo una delusione.
-Non c’è un motivo!-
Quelle parole furono come una doccia fredda. Non che non volesse aiutare le persone, ma quell’uomo avrebbe potuto comunque cercar da solo un Nosepass se non era una questione tanto importante per lui, altri magari avevano bisogno e lei li aveva messi al secondo posto. Oltretutto aveva viaggiato da una città all’altra per trovarlo.
Inoltre…il Pokémon sembrava veramente afflitto per esser stato chiamato buffo, il suo aspetto poteva esser strano, ma ciò non voleva dire fosse giusto ridicolizzarlo.
Qualsiasi traccia di sorriso sparì dal volto di Sara, mentre quello di Brando si stava tingendo di rabbia sotto le risate del ragazzo.
-Grazie, Ranger! Grazie, Nosepass!-
-Basta così!-
Un urlo improvviso ammutolì il giovane e fece voltare tutti.
Dal cespuglio di una casa vicina saltò fuori un uomo dagli occhi azzurri ed i capelli biondi, vestito completamente di neri. A giudicare dal logo viola sulla maglia era certamente un membro del Team Pesto Buio, ma al momento…sembrava infuriato.
Battendo i piedi infatti si avvicinò al giovane.
-Ok, io sono cattivo, lo ammetto. Ma nemmeno io farei una cosa così egoista e frivola. Chiedi scusa a quel Ranger. E poi, ridi troppo. E’ davvero maleducato verso quel Nosepass!-
Tutti quanti furono ammutoliti, soprattutto Brando e Sara che non potevano credere d’aver davanti un vero membro del Team Pesto Buio, che stava pure difendendo lei ed un Pokémon!
Pachirisu stesso aveva la bocca semi aperta.
L’uomo dai capelli neri però si riprese presto, e fissando il suolo sembrò diventare rosso, certo, era imbarazzante venir rimproverati da un cattivo per un comportamento simile…
-…E’…è vero. E’ stato un incarico da egoista. Ho fatto un torto sia al Ranger sia al Nosepass. Ragazzi che state giocando e leggendo! Non fate come me!-
Urlò poi l’uomo chiudendo gli occhi e stringendo i pugni, urlando probabilmente a coloro che giocavano tranquillamente fuori o nelle loro case.
L’uomo del Team Pesto Buio incrociò le braccia annuendo a quel gesto.
-Bene, ti sei reso conto dei tuoi errori. Adesso posso tornare alle mie imprese criminose.-
Senza aggiungere una parola l’uomo fece per andarsene, camminando come se nulla fosse.
-Dovremmo…fermarlo?-
Chiese Sara guardando Brando confuso quanto lei.
-Credo…che per stavolta possiamo lasciar correre.-
Rispose lui facendo spallucce e sospirando, almeno quella faccenda aveva fatto veder ai due che anche quei criminali avevano una morale.
-Ranger…Nosepass...vi prego di perdonarmi…-
Disse infine l’uomo rimasto con loro che abbassò il capo.
-Beh, c’è voluta una strigliata di un criminale per farti capire avevi sbagliato. Ma credo comunque che Sara si meriti un premio per l’incarico svolto. Cerca però di non comportarti mai più così.-
Rispose Brando lanciandogli un’occhiataccia.
-No, no signore!-
-Bene, allora noi andiamo.-
-Arrivederci, Ranger.-
Allontanandosi Sara riprese a sorridere dopo il gesto di Brando, e forse anche del criminale che infondo l’aveva difesa, la chiamata dell’Assistente arrivò dopo poco.
-Abbiamo la conferma che  hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Puntuale come sempre arrivò poi il messaggio robotico dello Styler, che le annunciò la ricompensa.
-“ Hai ricevuto: Difesa Terra.”-
A giudicare da ciò che diceva questa riduceva di tre punti il danno di attacchi di questo  tipo, a poco a poco stava aumentando in larga scala i potenziamenti disponibili, ormai aveva finito la prima colonna.
-Bene Sara, ora dove si va?-
Chiese Brando seguendo la ragazza, che stavolta aveva preferito procedere verso sud per prendere le scale.
-A quanto dice lo Styler gli ultimi due incarichi sono nella foresta ed al villaggio Cicole.-
-Ottimo, almeno saremo subito a casa così.-
-Già.-
Ultimamente le sue giornate stavano diventando sempre più piene, ed anche se le regalavano molte emozioni erano anche faticose, e soprattutto sorprese!
Un’altra arrivò presto ai piedi della ragazza, per la precisione una piccola sfera rossa e bianca.
In un primo momento la ragazza fu decisamente confusa, non solo per la provenienza ma perché s’era formata  anche la cupola del perimetro di cattura, quando però dalla sfera comparvero due occhi e questa iniziò ad illuminarsi le fu chiaro si trattava di un Pokémon.
Allontanandosi appena in tempo riuscì ad evitare d’esser colpita da delle scariche elettriche, e subito iniziò la cattura muovendo rapidamente la Linea di cattura.
Alla conclusione scoprì che il nome del Pokémon era Voltbor, “ Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 2”, “Attacca emettendo scariche elettriche. Attenzione può esplodere!”…
ESPLODERE?!

La ragazza sbiancando rilesse più e più volte quella parola, fissando poi lo sguardo sul Pokémon deglutendo rumorosamente, era stata una fortuna non fosse successo nulla durante la lotta!
Purtroppo però il numero di amici con lei era troppo alto, così dovette liberarne alcuni e stavolta decise per Cherrim e Gligar, così salutandoli s’allontanò anche lei verso l’entrata della città, evitando però ancora una volta il Doduo.
Non voleva approfittarsi troppo di loro, ed infondo poteva sempre usare delle scorciatoie, come quella che si trovava alla destra del primo punto superata la scalinata davanti a sé, dove c’era la grotta in cui si sarebbe dovuto trovare un Pokémon raro.
Da lì infatti le bastò saltar giù dalla parete rocciosa per evitare una bella strada, ormai quei salti stavano diventando la norma ed iniziavano a non spaventarla più.
Tornati nella zona centrale della foresta di Vien però la ragazza notò subito qualcuno che osservava gli alberi con fare pensieroso, un uomo dai capelli neri vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni, che indossava un raffinato orologio e lucide scarpe.
-Grr…grrooowwll…-
Un suono simile quasi ad un ringhio fece scattare la ragazza, che subito pensò ad un Pokémon aggressivo, ma quando vide l’espressione imbarazzata dell’uomo capì che la provenienza del verso derivava dal suo stomaco.
-Oh, non fare caso a me, non sto cercando di farti andare via. E’ solo il mio stomaco che brontola dalla fame.-
-Capisco…-
Rispose lei tentando di sorridere, mentre Brando tratteneva forse una risata.
-Il mio look potrebbe farti pensare altrimenti, ma sono un amante della natura. Mi piace tantissimo pranzare all’ombra delle ampie fronde degli alberi.-
-In effetti è veramente bello.-
Rispose lei ricordando il pic-nic avuto con Alex e gli altri Ranger la prima volta erano venuti alla città di Vien, o dei pranzi con Alex e Glenda all’Accademia…già…erano stati momenti veramente belli...
-Ma oggi questo semplice piacere mi è stato negato. Anzi, mi è stato sgraffignato…grrroowwll…-
Il suo stomaco sembrò voler rimarcare quella faccenda, che però non sembrava certo poco importante.
-Mentre facevo un sonnellino, è arrivato un Pokémon che mi ha rubato il pranzo. Ho visto quel briccone darsela a gambe verso la parte overst della foresta. Se avessi saputo di quel Pokémon affamato, mi sarei portato più cose da mangiare…-
Continuò l’uomo avvilito guardando poi la ragazza con fare supplichevole.
-Ranger, aiutami. Il Pokémon aveva due code alle cui estremità si trovavano delle mani. Puoi trovarlo e portarlo qui?-
-Certamente, non si preoccupi.-
Alla ragazza in verità fece piacere quell’incarico, amava la foresta di Vien ed era felice anche che l’uomo invece di prendersela aveva semplicemente detto avrebbe potuto portare più cibo.
-Perfetto! Lascio fare a te.-
Sorridendogli la ragazza si spostò subito verso la zona da lui indicata, cercando in ogni cespuglio un Pokémon che corrispondesse alla descrizione.
-Certo che con il brontolio del suo stomaco il Pokémon potrebbe essere già scappato.-
Osservò Brando ancora ridacchiando.
-Speriamo proprio di no, anche se mentirei se dicessi che non mi ha spaventata.-
Rispose lei divertita solo in parte dalla faccenda.
-Dovrebbe far le registrazioni per Halloween ahaha, sicuramente in una casa infestata farebbe fortuna.-
Ridacchiando per quella frase la ragazza continuò comunque a cercare, trovando finalmente il piccolo ladro.
Non fu difficile capire fosse lui, non solo perché corrispondeva alla descrizione ma aveva il muso sporco di briciole, nel momento in cui lei fece un passo avanti però il Pokémon la notò e, inaspettatamente, con un balzo le fu addosso.
Con le mani presenti sulle estremità delle code frugò nelle sue tasche come fosse alla ricerca di qualcosa, ma solo dopo essersi reso conto non v’era nulla lasciò perdere, anche se iniziata la cattura non poteva più scappare.
Probabilmente questo dettaglio gli arrivò subito all’occhio, perché come toccò terra praticamente iniziò a lanciare contro la ragazza una serie di massi raccolti a terra, i quali lei evitò senza apparente difficoltà, se non un leggero fiatone per la fatica della giornata.
Questa però non fu d’ostacolo alla conclusione della cattura, e secondo i dati registrati il nome del Pokémon era Ambipom, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione2”, “Attacca lanciando rocce e pietre con le code.”.

Ora che era stato catturato però il poverino sembrava veramente a disagio, tentava perfino di nascondersi il viso forse per evitare si notassero tracce di ketchup, e dalla sua espressione contrita si poteva capire tutto, Sara però non lo accusò di nulla e gli accarezzò la testa.
-Ehi, va tutto bene, non vogliamo farti nulla.-
L’Ambipom non sembrava del tutto convinto, ma quantomeno smise di nascondere il viso.
-Sul serio, anche l’uomo al quale hai preso il cibo non è arrabbiato come credi. Ma è meglio andare a scusarsi.-
Sorridendogli sembrò convincerlo, e tenendogli la mano lo accompagnò verso l’uomo che li aspettava non molto distante da lì.
-Sai, non sono tante le persone che parlano ai Pokémon come te.-
Osservò Brando durante il breve tragitto.
-Mi viene naturale in realtà.-
-Sicuramente è una buona cosa, forse è per questo che tutti quelli con te sembrano così felici.-
In effetti ogni volta che li liberavano non mancavano mai di salutarla, e l’amicizia con Pachirisu si stava rafforzando sempre più, questo e le parole dell’uomo ovviamente resero molto felice la ragazza.
Raggiunto l’uomo comunque questo sembrò confermare le parole della ragazza, non pareva difatti arrabbiato.
-Oh, allora si trattava di un Ambipom.-
Il Pokémon in un primo momento si nascose dietro le gambe di Sara, ma l’uomo calmo si inginocchiò.
-Ascolta, Ambipom. La prossima volta ti porterò qualcosa. Volevo sapere cosa ti piace e cosa no. Così ho chiesto al Ranger di portarti qui.-
L’attenzione del piccolino ora era totale, tanto che aveva sporto la testa verso l’uomo.
-Ambipom, sei affamato? Sarà colpa dell’incendio!-
Continuò lui gentilmente in effetti aveva ragione, l’incendio forse era spento ma i danni causati non erano certo pochi e solo estetici. Molti Pokémon avevano perso casa e cibo…
-Ah già, Ranger. Me ne stavo dimenticando. Grazie mille per l’aiuto.-
-E’ stato un piacere, mi creda.-
Rispose lei rispondendo  con un sorriso.
 -Ehi, Ambipom! Cosa ne dici di andare a fare un salto laggiù a mangiare un po’ di dolce?-
A quelle parole il piccolino saltò di gioia ed afferrò la mano dell’uomo, che ridendo divertito dalla sua dolcezza s’allontanò con il Pokémon.
Era stata veramente una scena dolce, tanto che la ragazza quasi non si rese conto del messaggio dell’Assistente.
-Abbiamo la conferma che hai completato un incarico. Ti stiamo inviando dei Dati di potenziamento in questo istante.-
Stavolta i dati impiegarono un po’ di più ad arrivare, ma per il risultato ne valse la pena.
-“Hai ricevuto: Bonus Potenza.”-
A giudicare dalle informazioni questo aumentava la potenza dello Styler di 3!
-Wow, è fantastico!-
Disse la ragazza gioiosa, oltretutto, rimaneva solamente un incarico da portare a termine.
Sia lei che Brando percorsero la rimanente strada della foresta raggiungendo la città di Vien, e proseguendo verso sud arrivarono anche al villaggio Cicole.
La serenità di quel luogo non era minimamente cambiata, e siccome stava diventando caro a Sara voleva assolutamente proteggerla.
Camminando con calma e respirando a pieni polmoni l’aria pulita della città venne fermata però da uno dei suoi vicini, o meglio, il figlio della casa nella zona in alto a destra.
-Ranger, ho qualcosa da dire. Stai ascoltando?-
-Si certo.-
Rispose lei aspettandosi una richiesta simile alle precedenti ricevuta dai bambini, come investigare su rumori strani in realtà innocui e provocati da Pokémon, la risposta però fu decisamente diversa.
-Dunque, sono andato alla Collina Ventosa e ho visto lì un Turtwing sull’orlo di un burrone. Sembrava proprio nei guai.-
-Che cosa?!-
Sia lei che Brando si guardarono preoccupati, se quel Pokémon era lì poteva essere veramente in pericolo! --La Collina Ventosa è il luogo ideale per i picnic. E’ sopra la spiaggia di fianco alla Città di Vien. Vai ad aiutare quel Turtwig.-
Il tono non era una richiesta, ma era completamente legittima vista la gravità del tutto.
-Vado subito.-
Rispose infatti iniziando già a correre.
-Grazie!-
Sentì dire dal ragazzino alle sue spalle, la ragazza fu certa di non aver mai corso così in vita sua, perfino i Pokémon e Brando faticarono a starle dietro e vennero presto seminati. La stanchezza del corpo venne sostituita alla paura di ciò che poteva esser successo e la portavano a spingere il corpo al limite.
Arrivò presto alla spiaggia e così anche alla scalinata che conduceva alla cima della collina.
Quel luogo era un ricordo prezioso per lei, non avrebbe permesso ve ne fosse uno anche doloroso.
Sentì il verso di un Pokémon farsi sempre più vicino e giunta alla fine di tutto video il poverino aggrappato a fatica alla sporgenza rocciosa, che continuava a guardarsi intorno chiedendo aiuto con gli occhi.
Dopo il primo passo di lei però, il piccolo sembrò scivolare, e come se ogni cosa rallentasse attorno a loro lui invece velocemente iniziò a sparire sotto le rocce.
-NO!-
L’urlo della ragazza probabilmente si poteva sentire anche da lontano, il suo corpo però non rimase immobile, anzi, corse con ancor più intensità, con il cuore in gola e cercando di trattenere una paura che altrimenti l’avrebbe fermata.
Riuscì però a vincerla e, incurante della situazione, a lanciarsi verso il Pokémon.
Tendendo entrambe le mani lo afferrò, aggrappandosi subito dopo ad un rampicante che si trovava fortunatamente vicino al bordo del precipizio.
La cattura però era iniziata e quella situazione svantaggiosa non aiutava. Il Turtwig dalla paura cercò d’attaccarla creando nel muro di pietra accanto dei rovi di spine, lei però usando i piedi si spinse lontana e tentò d’usare il polso per catturare l’altro.
Per quanto difficile la sua strategia funzionò, ma i ripetuti movimenti stavano mettendo a dura prova il rampicante.
-Sara!-
-Pachi!-
Riuscì a sentire chiaramente gli urli dei suoi amici, Brando e Pachirisu l’avevano raggiunta ed ora sembrava starsi ripetendo la situazione di prima, solo da un punto inverso.
Purtroppo però la variabile del peso costituiva una netta differenza, e Sara se ne rese conto quando vide i rami staccarsi.
Se però qualcuno doveva cadere, non sarebbe stato un innocente.
Usando quanta più forza possibile nel suo braccio la ragazza spinse il Pokémon verso l’alto, lanciandolo direttamente in un luogo sicuro.
Nello stesso istante, il suo appiglio si spezzò.
Improvvisamente tutto si fece tremendamente veloce, la cima della collina divenne man mano più piccola, fino a quando non toccò qualcosa con la schiena, ad un primo impatto talmente duro da farle perdere il fiato e pizzicarle la pelle, poi qualcosa l’avvolse mentre in lontananza sentiva l’urlo del suo amico.
-Sara!-

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


-Sara!-
All’impatto con l’acqua fu come se la schiena della ragazza fosse stata sbalzata contro un muro, che poi si vede abbastanza morbido da avvolgerla ed assorbirla.
Tutto ciò però avvenne con una rapidità tale da impedirle di prendere fiato in vista della caduta, e finì così a qualche metro sott’acqua senza la minima riserva d’ossigeno.
Un panico improvviso fece capolino mentre lei tentò subito di raggiungere la superficie, ma l’impatto aveva intorpidito il suo corpo e la forza della corrente non giovava certo a suo favore.
Almeno però il Turtwig era salvo, non era caduto con lei.
Quando finalmente riuscì a risalire cercò subito di prendere aria, ma dell’acqua le finì in bocca facendola così tossire più e più volte, nel frattempo le sembrava di sentire qualcuno gridare ma le orecchie le stavano fischiando e così non riuscì a sentir nulla.
Anche se non era caduta in un punto distante dalla scogliera la spiaggia era dall’altra parte, e già la fatica e l’agitazione si facevano sentire sul suo corpo.
Cercando d’orientarsi verso la giusta direzione la ragazza nuotò con tutte le sue forze contro la corrente, ma i risultati erano molto scarsi e la fatica alta, tentò un paio di volte anche di prendere il mini polmone ma la zip della tasca dentro cui si trovava sembrava essere bloccata.
Andò avanti in questo modo per quelli che pensò furono dieci minuti, fino a quando non udì una nuova voce chiamarla stavolta da vicino.
-Sara!-
Questa non apparteneva a Brando, ma ad Ilario, guardandosi intorno riuscì a vederlo anch’esso in mezzo all’acqua, che nuotava nella sua direzione vicino alla parete rocciosa.
-Ilar…cough cough…Ilario!-
Tossendo un paio di volte a causa dell’acqua finita ancora una volta in bocca riuscì a far capire la sua posizione, il nuoto del ragazzo si fece più svelto e presto sentì la sua mano prenderle il braccio.
-Va tutto bene, sono qui!-
Urlò lui assicurandosi fosse cosciente, lei tirò un sospiro di sollievo al suo aiuto e lasciò che l’aiutasse a tornare verso la riva.
Impiegarono comunque almeno una decina di minuti, ma quando la sabbia fu chiaramente visibile dall’altra parte delle rocce Sara si decisamente rilassata. Su questa c’erano poi Brando, Pachirisu e perfino Turtwig.
-Eccoli! Ilario vieni!-
Disse l’uomo a riva sbracciandosi, entrando in acqua solo quando gli altri due iniziarono a toccare raggiungendoli così senza dover nuotare.
-Sara! Va tutto bene? Ti ho vista cadere e non sono riuscito a fare in tempo!-
Chiese Brando visibilmente preoccupato, Pachirisu e l’altro Pokémon non furono da meno visto entrarono a loro volta in acqua lanciandosi sulla ragazza, che però come toccò la sabbia si accasciò per riprendere fiato.
-Sto bene…va tutto bene, grazie Ilario.-
Quest’ultimo la stava ancora tenendo per le spalle ed era visibilmente preoccupato.
-Fai dei bei respiri, l’altezza dalla quale sei caduta non era certo poca. Ma cosa è successo? Ero in ricognizione sulla spiaggia quando ho sentito Brando urlare.-
Chiese Ilario guardando entrambi, Pachirisu nel frattempo non smetteva d’abbracciare la sua amica muovendo la coda preoccupato e felice allo stesso tempo,  Turtwig invece le stava accanto accarezzandole il braccio con la testa. Fu guardando lo Styler comunque che la ragazza poté vedere le informazioni aggiornate, accanto al nome del Pokémon erano presenti le scritte  “Gruppo: Erba Poké Tattica Erba- Mossa: /-“, “Attacca sputando foglie e semi.”.

Fu Brando comunque a rispondergli.
-Dopo esser stati alla Federazione ed aver affrontato un nuovo spiacevole incontro Sara ha voluto occuparsi anche di tutti gli incarichi presenti nello Styler, l’ultimo ragazzino aveva accennato ad un Turtwig in pericolo sulla cima della collina. A quanto pare stava per cadere e quando sono arrivato Sara l’ha spinto via prendendo il suo posto.-
-Cosa intendi per spiacevole incontro?...no, non importa, posso immaginare e mi spiegherai dopo. Dobbiamo riportare Sara al Centro Ranger ora.-
Concluse Ilario prendendo la ragazza in braccio.
-I-Ilario, non devi preoccuparti, posso farcela da…-
Prima di poter finire di parlare il Turtwig con loro iniziò a girare attorno alla ragazza, con evidente desiderio di non volerla lasciare. Stavolta Pachirisu comunque non s’intromise, forse perché sapeva cosa l’altro aveva rischiato.
-“ Turtwig diventa un tuo Pokémon compagno! Vuoi che il Pokémon compagno Turtwig venga con te?”-
La voce robotica dello Styler lasciò la ragazza di stucco, ma per Brando ed Ilario invece non era poi una così gran sorpresa a quanto pare e sorrisero felici per lei.
Sullo schermo inferiore del dispositivo comparvero le scritte “Si” e “No”, ma lei optò per la prima.
-E’ meglio tu vada a riposare al Ranch dei Compagni Turtwig.-
Il Pokémon annuendo s’allontanò subito come se conoscesse già il luogo in cui andare, mentre Pachirisu felice di poter stare ancora con la propria amica saltò sulla sua pancia facendosi a sua volta trasportare da Ilario. La ragazza rinunciò così ad una qualsiasi forma di protesta e rapidamente arrivarono fino al Centro Ranger.
Una volta entrati ovviamente trovarono all’interno sia l’Assistente che Elena e Luana, e fu questa a salutarli per primi.
-Ciao, bentornati!...ma…cosa è successo?-
Chiese perplessa a riguardo della scena davanti a sé.
-Sara per salvare un Pokémon è precipitata in mare dalla collina.-
Rispose Ilario precedendo Brando nell’entrata.
-Cosa? Da quell’altezza!-
Rispose Elena spalancando gli occhi.
-Sto bene, sono solo un po’ stordita. Emh, Ilario, puoi mettermi giù adesso.-
-Certo…-
Rispose il ragazzo aiutandola a mettere i piedi a terra, Pachirisu però rimase sulle spalle dell’amica mantenendosi in equilibrio nonostante i suoi barcollamenti.
-Sei sicura di stare bene? Vuoi che chiamiamo un dottore?-
Chiese Brando guardandola.
-No, sul serio, vi ringrazio e Ilario, grazie per avermi aiutata.-
-Che razza di Ranger sarei se non aiutassi un’amica?-
Rispose lui sorridendole. Ci fu un lungo momento di silenzio, forse causato dalla preoccupazione, ma ci pensò Luana a spezzarlo sorridendo all’amica.
-Sono un po’ invidiosa del fatto che hai pernottato alla Federazione Ranger.-
-Magari la prossima volta riusciremmo ad andarci insieme.-
Rispose l’altra grata avessero ripreso a parlare, non voleva certo farli preoccupare.
-Comunque non ti ho ancora chiesto come ti sei trovata sui Doduo, hai avuto problemi a farli andare dove volevi tu?-
Chiese Brando mostrando la stessa gentilezza di Luana.
-Solo all’inizio. Ma sono felice or di poter chiedere loro aiuto.-
-Qualcosa mi dice tu con qualsiasi Pokémon non avresti alcun problema, visto sei disposta a rischiare l’osso del collo per loro.-
Disse Elena incrociando le braccia.
-E’ anche per questo che sono diventata Ranger infondo.-
Sapeva d’aver rischiato molto, ma non ne era pentita e certamente l’avrebbe rifatto se avesse dovuto.
-Comunque, per ovvi motivi, in via eccezionale  puoi staccare dal servizio prima del solito. Vuoi andare a riposare?-
Chiese ancora Brando sperando in una risposta positiva.
-Sì, penso mi sarebbe veramente utile.-
-Davvero un ottimo lavoro oggi. Buon riposo.-
Rispondendo con un solo e semplice sorriso la ragazza si avviò verso la porta davanti a sé, raggiungendo velocemente la propria stanza.
Tutto ciò che voleva fare era riposare, e così non appena toccò il materasso cadde in un sonno profondo, che purtroppo non durò così a lungo come avrebbe voluto.
All’incirca verso le due e quindici di notte gli occhi della ragazza si riaprirono. Non c’era un motivo in particolare, nessun sogno o pensiero, era completamente tranquilla, forse il suo corpo si era completamente ricaricato e non si sentiva in dovere di dormire.
Sospirando e mettendosi a sedere sul letto la ragazza osservò Pachirisu, che al contrario suo dormiva ancora come un sasso. Ridacchiando lei gli accarezzò la testolina guardandosi intorno, rimanendo in quel modo per almeno una decina di minuti. Non voleva svegliarlo, ma era evidente fosse completamente sveglia e che sarebbe rimasta così per un po’, iniziò così a chiedersi cosa avrebbe potuto fare, fuori era impossibile ci fosse qualcuno e senza il Pokémon compagno non aveva nessuno con cui parlare.
Fu allora che le scattò un’idea, il Ranch dei Compagni.
Forse stavano dormendo, ma nulla le impediva d’andar lì per vedere se stessero tutti bene, no?
La risposta arrivò presto, e la ragazza prendendo degli abiti normali, ovvero dei jeans azzurri ed una maglia viola, uscì dalla stanza a passi leggeri percorrendo le scale per scendere al piano inferiore, completamente vuoto.
Dopo essersi messa le scarpe ed aver controllato di non aver effettivamente svegliato nessuno Sara uscì dal Centro Ranger, l’aria della notte era fresca e le provocò solo un leggero brivido, il cielo però era coperto da alcune nuvole.
Non voleva restare fuori troppo a lungo così si diresse subito verso il ranch, era strano non vedere nessuno tra le strade della città ma allo stesso tempo quella calma era anche piacevole. Era passato un po’ dall’ultima volta che era stata al ranch, ma ben poche cose sembravano essere cambiate.
La prima cosa che notò fu Cranidos, accoccolato su se stesso a terra mentre muoveva le zampe posteriori, come se stesse sognando di correre.
Accanto a lui c’era Kricketot, il quale al contrario suo era ancora sveglio  e produceva una dolce melodia che forse serviva ad aiutare il sonno dei suoi amici, non appena la vide si avvicinò a lei saltellando, ricevendo dalla giovane un caldo abbraccio.
-Non voglio disturbarvi, sono venuta a salutarvi.-
Sussurrò lei facendosi capire rimettendolo poi a terra.
Visto che lì non sembravano esserci altri amici la ragazza si spostò nella seconda zona, quella vicino alla spiaggia, e subito tra gli alberi ed i cespugli trovò il piccolo Turtwig  e Croagunk addormentati vicini, le guance di quest’ultimo s’ingrossavano ad ogni respiro ma non sembravano infastidire l’altro.
Era felice di vedere che soprattutto Turtwig sembrava sereno, aveva corso un bel rischio sulla Collina Ventosa, ma ora era tutto finito.
Forse avrebbe fatto meglio a venirli a trovare la mattina, ma dopo essersi svegliata aveva sentito il forte bisogno d’andar lì e non se n’era certo pentita.
La vista del mare era assolutamente splendida, con i raggi della luna che rischiaravano le nere onde attorno a lei. Scendendo gli scalini Sara respirò profondamente sedendosi sulla sabbia, togliendosi anche le scarpe lasciando che i piedi si bagnassero dal bagnasciuga.
Aveva vissuto molte avventure nell’ultimo periodo ed aveva dimenticato quanto fosse bello anche solo il restar senza far niente, seduta in riva al mare, e lì vi rimase almeno fino a quando il sonno non riprese possesso dei suoi occhi, spingendola a tornare al Centro Ranger per riposare.
 
 
 
Il giorno seguente…
 

La nottata di riposo ridiede complete energie alla ragazza, anche se quella mattina non si fece molte preoccupazioni a dormire un po’ più del solito. Prima di scendere si fece anche una veloce doccia prima di scendere al piano inferiore, venendo subito accolta da Ilario.
-Ehilà, buongiorno, Sara.-
-Buongiorno Ilario, come stai?-
-Molto bene grazie, ma non ho buona notizie purtroppo... Brando è partito presto per la Caldonia. Se n’è dovuto andare di fretta.  Apparentemente, tutti i Pokémon di quell’isola sono scomparsi. Ma come può essere mai possibile?-
Rispose lui mostrandosi serio, lasciandola subito senza parole.
-E’ un brutto guaio, ma se ne sta occupando Brando. Sono sicuro che risolverà il mistero. Quindi, oggi, sarò “Brando per un giorno”-
Continuò Ilario cambiando totalmente tono ed usando una posta di cui Sara non poté in alcun modo sorridere, gonfiando il petto allargando braccia e spalle. Era incredibile come potesse farle cambiare umore rapidamente.
-Allora, non perdiamo tempo qui! Oggi è il giorno della lezione all’aperto all’Accademia dei Ranger!-
Sara ricordava benissimo quel giorno, in effetti era lì che aveva conosciuto Ilario la prima volta ed era stato d’ispirazione per molti di loro.
-Toccava a Brando partecipare all’evento come “insegnante per un giorno”, ma se n’è andato in Caldonia. Ho mandato un messaggio vocale, comunque. “Fallo fare a Sara”, dice, e aggiunge di considerare la cosa come una missione.-
-C-cosa?! Io? Andare a fare l’insegnante per un giorno?-
Rispose lei stupita, era passato ormai solo un anno dal suo diploma, era veramente adatta per ispirare i giovani studenti?
-Non preoccuparti, hai fatto molte cose da quando sei qui. Sarà un gioco da ragazzi…ehi, questo mi ricorda che la volta scorsa ero io “insegnante per un giorno”. Sara, eri ancora una matricola allora. E adesso sei “insegnante per un giorno”!-
-Si, spero veramente di non fare pasticci…-
Ammise lei facendo spallucce, Ilario però le mise una mano sulla spalla guardandola fiducioso.
-Non temere, andrai alla grande. Ne sono sicuro.-
Lui aveva sempre una buona parola per lei, e questo le infondeva molto coraggio, in questo modo non poteva certo tirarsi indietro.
-Grazie Ilario, andrò subito allora.-
-Ne sono felice, prima però c’è qualcuno che è venuto a fare un saluto.-
Disse Ilario guardando un lato della stanza che ancora Sara non aveva osservato, lì si trovava Ben intento a parlare con Elena.
-Oh! Ciao! Come mai sei qui? Scusami non ti avevo notato.-
Disse subito la ragazza avvicinandosi, sperando non fosse successo nulla di grave.
-Ben dà una mano qua e là.-
Rispose la ragazza accanto a lui precedendolo.
-Finchè non trovo un lavoro, voglio darvi una mano con le vostre faccende qui. Brando mi ha detto che va bene. Potete contare su di me. Penserò a tutto io mentre siete via.-
Spiegò più nel dettaglio il ragazzo.
-Ne sono molto felice, spero ti troverai bene.-
-Ora che non è più legato di sicuro.-
Disse Ilario ridacchiando leggermente.
-Comunque Sara sarà meglio che ti sbrighi se non vuoi fare tardi. Sai, l’ultima volta che mi hanno chiesto di essere “insegnante per un giorno” ho detto di no. Voglio dire, non ho nessuna delle qualità che servono a un buon insegnante, ma sono certa che tu farai un ottimo lavoro!-
Disse Ilenia avvicinandosi, in effetti non aveva tutti i torti, non voleva assolutamente far tardi, così rispondendole con un semplice cenno della testa Sara si affrettò ad uscire assieme a Pachirisu, correndo subito verso l’Accademia dei Ranger.
Avrebbe potuto camminare normalmente, questo è vero, ma l’emozione di tornare lì era talmente forte che non voleva perdere tempo, presto davanti a sé vide il ponte che la separava da quella zona ma nel momento stesso in cui ne raggiunse la metà un suono robotico attirò la sua attenzione facendola fermare, guardando con maggiore attenzione si rese conto poi che non era sola sul ponte.
Dall’altra parte c’erano due uomini vestiti di nero ed un Pokémon simile ad una rana blu, i due individui stavano premendo dei pulsanti su uno strano computer mentre il Pokémon girava intorno con gli occhi a spirali rossi e gialle.
Non c’era dubbio, erano del Team Pesto Buio.
-Così! Gira! Gira in tondo! Giro-girotondo! Ahahahah! Ok, ora salta! Boing! Boing!-
A quelle parole l’uomo schiacciò alcuni pulsanti ed il Pokémon fece un alto salto che superò perfino le loro teste.
-Wow! Questa macchina è fantastica! Fagli fare qualcosa di più complicato, ora.-
Disse l’altro uomo sbalordito, Sara invece non poteva non essere inorridita dal modo in cui stavano trattando quel povero Pokémon, la preoccupava però anche il fatto fossero così vicini all’Accademia…
-Sì, sì, d’accordo. Vediamo… Vola e dormi contemporaneamente!-
-Whahaha! Chissà se funzionerà? Niente a che vedere con le vecchie Gigaremo! Questa Miniremo è tutta un’altra cosa! E’ leggera e facile da trasportare. E ha un centinaio di comandi per i Pokémon!-
Nonostante la situazione queste informazioni erano vitali, era una vera fortuna la ragazza spesso si muovesse in silenzio ed anche se avrebbe voluto intervenire rimase ferma solo per poter scoprire qualcosa in più.
Era però scioccata dal fatto avessero inventato qualcosa d’ancor più orribile ma forte delle Gigaremo.
-Aspetta! Eccone una buona! Fai un salto mortale con spaccata e senza mani!-
Nuovamente l’uomo digitò il comando ed il Pokémon lo eseguì, stavolta però il salto superò i due uomini e l’atterraggio fu proprio davanti a lei. I visi divertiti dei due sbiancarono come la videro.
-Argh! Un Ranger? Che fai? Ci stai spiando?!-
-E’ stata solo una fortuna sentire tutto, ma sono qui per fermarvi!-
Rispose Sara stringendo i pugni, quei due non la spaventavano ma non aveva intenzione d’abbassare la guardia contro il nuovo macchinario.
-Ecco! Questa è un’ottima opportunità! Mostriamo a questo Ranger ficcanaso quanto potente è la Minaremo.-
Disse uno dei due e l’altro subito sorridendo iniziò a premere alcuni pulsanti nel computer.
-Sì! Facciamogliela vedere! Ecco, prova a impostare questo comando: attacca mentre ridi a crepapelle. Suona bene, non trovi?-
Sara non fece nemmeno un passo indietro quando il Pokémon iniziò a ridere, ma  al contrario di quanto l’altro aveva detto non si mosse verso di lei, piroettò su se stesso.
-Argh! Ho premuto i tasti sbagliati!-
-“Annulla”! Premi “Annulla”! Dai su, svelto!-
La ragazza alzò un sopracciglio a quella scena, muovendosi verso di loro. Non sembravano molto svegli, e messi così aveva la possibilità di catturarli e fermarli, visto stavano anche andando in panico. Perfino Pachirisu notandolo stava ridendo sotto i baffi.
-Troppo tardi, capo! Dovremo usare le maniere forti!-
Con un solo pulsante l’intero macchinario si richiuse più e più volte su se stesso diventando abbastanza piccolo da finire nelle loro tasche, i due poi afferrarono improvvisamente le braccia del Pokémon lanciandoglielo contro.
L’urto non le fece alcun danno, ma la cattura iniziò subito con il povero Pokémon che tentava di scappare saltando da una parte all’altra del perimetro di cattura, solo dopo essersi reso conto fosse inutile tentò d’attaccarla e gonfiando le guance produsse una nuvola di fumo violacea che fluttuò in aria.
Questa non andò verso la ragazza però ma l’altro le rimase vicino sperando di riuscire forse ad interferire con la linea di cattura, ma di certo non bastò e nemmeno quando sputò a terra una strana sostanza violacea cambiò qualcosa.
L’unica cosa che ottenne fu una interruzione momentanea che riprese subito dopo, concludendosi con la sua cattura.
Il suo nome era Croagunk, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: /-“, “Attacca emettendo gas velenoso e una sostanza tossica.”, come ciliegina sulla torta poi la cattura fece passare lo Styler al livello 14, con due punti in più di potenza ed energia, che divenne 36/36.

-Tzè! Ranger impiccione!-
Disse subito uno dei due uomini guardandola con odio, l’apparecchio che poi avevano usato esplose come già era successo la prima volta ne aveva visto uno.
-Capo, tagliamo la corda!-
Disse poi l’altro evidentemente nel panico.
-Tagliare la corda va bene, ma verso dove? Per di là si va solo all’Accademia e da questa parte c’è quel Ranger!...questo vuol dire.-
-Non avete scelta, non vi lascerò passare!-
-Pachi!-
Sia Sara che Pachirisu furono ben attenti ai loro movimenti, li avevano in pugno.
-…ecco cosa vuol dire!-
Con un gesto imprevedibile i due si portarono ai rispettivi lati del ponte e, come ultima speranza, si tuffarono cadendo in acqua.
-No!-
Sara subito s’avvicinò sperando di ritrovarli, ma i due erano già spariti e purtroppo fuggiti.
-Nononono! Cavolo!-
Come aveva potuto non pensarci? Era stata veramente una stupida. Mettendosi le mani nei capelli la ragazza tentò di pensare al da farsi, ma un suono la distrasse da quei pensieri.
Croagunk le aveva appena preso la mano, e la guardava come a cercar di tranquillizzarla.
-“ Croagunk diventa un tuo Pokémon compagno!”-
La voce dello Styler la smosse completamente, in effetti aveva perso di mente ogni cosa, anche il fatto dovesse andare di corsa all’Accademia!
Questa volta comunque non sembrò esserci bisogno di indirizzare il Pokémon verso il Ranch dei Compagni perché lui corse subito in quella direzione, forse era così stanco che non voleva far altro che riposare.
-Beh, Pachirisu, è il caso di sbrigarsi…non li avremo catturati, ma abbiamo aiutato qualcuno.-
-Pachi.-
Cercando di mascherare la delusione per quel momento la ragazza riprese a camminare, superando il ponte. Rivide il muro che chiudeva la struttura, gli alberi all’interno, ed infine il cancello che, ricordava, aveva attraversato la prima volta con la speranza un giorno di diventare Ranger, ed ora eccola lì come insegnante per un giorno.
Sorridendo pensò che fosse veramente un bel traguardo.
Aprendo il cancello principale osservò la scalinata davanti a sé, ma mentre alzò lo sguardo vide una figura a lei molto familiare raggiungerla, era la professoressa Anna, che come la vide spalancò gli occhi dalla sorpresa.
-Oh, sei tu, Sara?!-
-Salve professoressa, è bello rivederla.-
-E’ molto bello anche per me cara, ma cosa ci fai qui?...ho capito! Stai sostituendo Brando.-
Disse la donna certa della sua affermazione.
-Sì, è dovuto andare a Caldonia quindi hanno mandato me.-
-Beh, ne sono molto felice. Oh, e lui deve essere il tuo Pokémon compagno non è vero? E’ veramente carino.-
Continuò la professoressa riferendosi a Pachirisu, che imbarazzato ma anche felice per il complimento mosse la coda un paio di volte nascondendosi il viso.
-Grazie di essere venuta. Andiamo in sala insegnanti, così ti spiego tutto.-
-Certo.-
Annuendo Sara seguì la donna fino a raggiungere la cima delle scale, era così strano ritrovarsi all’Accademia senza però farne più parte.
Le venivano in mente così tanti ricordi, le lezioni, le prime catture, i professori…Glenda ed Alex…era triste come certi ricordi potessero stringere anche lo stomaco.
Ormai dopo tutto il tempo passato lei aveva anche smesso di scrivere le lettere, nella speranza un giorno di spedirle. I suoi amici erano andati avanti, era questo ciò che aveva iniziato a pensare e forse andava bene così.
Questi pochi pensieri bastarono ad occupare il breve tempo in cui oltrepassò la porta d’entrata della struttura e quella della sala insegnanti, dove l’unico presente era il preside.
-Preside, è arrivata la nostra insegnante per un giorno. Purtroppo Brando non è potuto venire quindi è stato sostituito dalla nostra cara e vecchia studentessa.-
Iniziò la professoressa sorridendo alla giovane Ranger.
-Salve preside Delmonte.-
Salutò la ragazza con un gesto della mano.
-E’ bello rivederti, Sara. Ti sei diplomata da poco e ricordi ancora bene com’è essere uno studente, vero?-
-Sì, ma sono felice di essere tornata.-
-Sono sicuro che terrai una fantastica lezione all’aperto.-
-Farò del mio meglio.-
Prima di riprendere a parlare l’uomo si voltò verso lo stemma alle sue spalle, che rappresentava l’accademia.
-Anche quest’anno, un ex-studente della nostra Accademia fa qui ritorno per  divulgare la sua conoscenza. Il testimone della tradizione dell’Accademia dei Ranger passa di mano ancora una volta. Un evento gratificante a cui assistere. –
Doveva ammettere le fossero mancati quei monologhi dell’uomo e la sua parlantina saggia, poche volte lo aveva incontrato ma ogni volta gli aveva lasciato un ricordo d’orgoglio per il suo sogno.
-La lezione all’aperto di oggi si terrà in Piazza dell’ascesa. Nel caso ve lo foste scordato, Piazza dell’ascesa si trova a est del cortile dell’Accademia. Gli studenti hanno atteso con trepidazione per giorni questo momento. Beh, come me, del resto.-
-Questo vale anche per me, naturalmente.-
Disse sorridendo gentilmente la professoressa, riprendendo a parlare subito dopo.
-Oh, a proposito, ti ricordi del professor Vanesio, vero?-
-Sì certo.-
Impossibile dimenticare l’uomo dal ciuffo laccato fissato con le regole.
-Ha dovuto prendersi un periodo di aspettativa per qualche ragione. Al suo posto abbiamo un nuovo insegnante. La sua stanza nello scantinato è stata occupata dagli studenti per le loro prove di coraggio. Ma non voglio stancarti con questi discorsi! CI vediamo davanti alla Stele del patto.-
-Spero stia bene.-
Rispose Sara sincera, non era il suo professore preferito ma non significava volesse qualche brutta ripercussione su di lui. Era curiosa comunque del nuovo professore e di come gli studenti avevano occupato la vecchia stanza, che comunque era stata lo stesso usata in passato per la prova di coraggio da quanto ricordava.
Così dicendo comunque, il preside e la professoressa fecero strada alla ragazza per raggiungere la stele, ogni studente che la vedeva si girava nella sua direzione osservando emozionati la divisa che indossava, era quasi imbarazzante sentire tutti quegli sguardi ma la ragazza fece di tutto per tenere alta la testa e mostrarsi professionale.
Una volta arrivati nel punto indicato il preside le fece salire i gradini che portavano sul piedistallo della stele e lui, la professoressa ed anche la signora Della che a quanto pare voleva assistere, e che riconoscendola l’aveva salutata con un caldo sorriso, rimasero ai lati di essa mentre gli studenti si radunavano attorno con occhi pieni di curiosità. Guardando con attenzione Sara notò anche un’altra persona, un uomo alto e robusto dai capelli a spazzola marroni e gli occhi dello stesso colore, vestito con un abito blu, forse era il nuovo professore?
Sorridendo la ragazza guardando gli studenti si rivide tra loro, ricordando il giorno in cui aveva visto Ilario.
Allora lui non sembrava aver provato nessun tipo d’agitazione ed aveva risposto in maniera esaustiva, voleva riuscire a far altrettanto.
La professoressa Anna iniziò a parlare interrompendo il brusio creatosi.
-Ok, ragazzi. Silenzio prego! Abbiamo sempre avuto giornate splendide per le lezioni all’aperto. Che fortuna! Il nostro “insegnante per un giorno”, Sara, ha conseguito il suo diploma qui all’Accademia dei Ranger.-
Con un cenno della mano la donna fece capire alla ragazza di avvicinarsi, questa subito scese i gradini e per presentarsi mostrò a tutti la sua posa da Ranger, che sembrò fare il suo effetto visto il rinnovato brusio degli studenti.
-Questa si chiama “posa da ranger”. Non trovate sia grandiosa? Ogni Ranger ha la sua posa speciale che riflette la sua personalità e il suo stile. Quelli di voi che sperano di diventare Ranger dovrebbero pensare a crearsene una.  E ora…il piatto forte di ogni lezione all’aperto: la temibile sessione di  Domande-a-Raffica! Che l’interrogatorio abbia inizio!-
Subito un giovane ragazzo dai capelli castani e gli occhi marroni alzò la mano iniziando a parlare.
-Avevi dei buoni voti all’Accademia?-
-Ecco, direi di sì. Non tra i migliori ma avevo una buona media.-
Rispose la ragazza, ricordando Leo ad esempio che eccelleva in ogni cosa.
-Veramente?-
Chiese il ragazzo come dubbioso.
-Sì, ma avevo comunque il tempo di riposarmi con i miei amici o per allenarmi nelle catture.-
Rispose la ragazza guardandolo, la prossima domanda venne da una ragazza dai corti capelli a caschetto marroni.
-Il tuo lavoro è molto faticoso?-
Era certamente una domanda difficile, non voleva spezzare l’animo di chi voleva diventare un Ranger, ma nemmeno mentire.
-Sì. In certi momenti ho affrontato molte difficoltà, ho scalato delle montagne, nuotato a grande profondità, ma ne è sempre valsa la pena per proteggere i sorrisi dei Pokémon e delle persone.
-Dev’essere per tutti quegli strani casi  di cui hanno parlato i giornali…-
Suppose la ragazza e Sara temette di sapere ciò a cui si riferiva.
La terza domanda venne poi da un giovane dai capelli neri spettinati e gli occhi marroni.
-Hai mai visto una Gigaremo dal vivo?-
Ecco, proprio ciò di cui aveva paura. La notizia di quelle cose ormai era diventata abbastanza famosa.
Anche questa volta la ragazza rispose sospirando leggermente.
-Sì, ne ho vista più di una dal vivo. Ma ne ho distrutte quante più ho potuto.-
A quella rivelazione gli occhi del giovane si spalancarono ed un sorriso stupefatto comparve sul suo viso.
-Wow! Incredibile!-
Era normale che agli occhi degli studenti quelle cose fossero spettacolari, anche per lei un tempo lo erano state, ma presto aveva scoperto che la realtà era molto diversa e soprattutto le esperienze con le Gigaremo sarebbe stato bello se non ci fossero state.
Una risatina comunque le fece puntare lo sguardo  su una ragazza dai capelli marrone chiaro e con una adorabile frangetta quasi sugli occhi marroni.
-Eheheh…c’è qualcuno che ti piace?-
-C-cosa?!-
Quella domanda l’aveva completamente spiazzata, non era certo ciò che si aspettava per la lezione all’aperto! Ma non poteva non rispondere…cercò quindi di riflettere su quel punto ed istintivamente due volti le comparvero davanti agli occhi.
Il primo era quello di Alex, il suo grande amico d’infanzia, la persona con cui aveva trascorso momenti di complicità e di risate all’Accademia.
Il secondo invece era di Ilario, la persona che dal suo primo giorno come Ranger l’aveva sostenuta, aiutandola non solo contro le Gigaremo ma anche nei momenti di paura, e che il giorno prima era anche arrivato in suo soccorso…
Involontariamente però ci fu anche un’altra persona che fece la sua comparsa, non per piacere però. Il capo del gruppo del Team Pesto Buio dai capelli rossi. Sara fu certa che il pensiero di lui fosse rivolto alla paura che se ci fosse stato qualcuno di importante nella sua vita lui avrebbe potuto ferirla.
Forse però stava solo esagerando, le parole che aveva detto nei suoi confronti potevano dipendere solo dal desiderio di spaventarla ed evitare così tentasse di mettersi in mezzo nei loro piani, magari non si ricordava nemmeno di lei.
-Oh! Chi sarà? Forse qualcuno che frequentavi all’Accademia?-
A quell’ipotesi Comunque, il viso di Sara presto assunse una forte gradazione di rosso, e non fu difficile per la ragazza che aveva posto la domanda notarlo. Non era certo facile evitare di farlo in una situazione simile, oltretutto lei ed Alex erano sempre stati solo buoni amici e nient’altro!
-Ooh, guardate come arrossisce Come sei dolce, Ranger!-
Fortunatamente qualcun altro si intromise sviando il discorso, un altro studente dia capelli quasi grigiastri e gli occhi neri.
-Hai catturato più di cento Pokémon?-
-No, non ancora in realtà.-
Rispose la ragazza sorridendo ma facendo spallucce.
-Oh…ma prima o poi ce la farai, vedrai.-
Una nuova domanda venne poi da una studentessa dai capelli neri legati in due codini, il suo sguardo sembrava sinceramente preoccupato.
-St accadendo qualcosa di brutta ad Almia in questo periodo?-
Questa era forse la domanda più difficile per lei, fino a quel momento Sara aveva continuato a sorridere per tenere l’allegria, ma ora il suo sorriso era svanito.
Abbassando la testa guardò Pachirisu che anche lui sembrava non sapere come reagire, fino a quando almeno Sara non parlò.
-Sì, non voglio mentirvi. Sta accadendo qualcosa, ma ci siamo noi Ranger a proteggere Almia, ed anche voi che un giorno sarete dalla nostra parte.-
-Me lo sentivo…-
Rispose la ragazza deglutendo ed abbassando lo sguardo, Sara le si avvicinò inginocchiandosi davanti alla studentessa.
-Andrà tutto bene. Non permetteremo possa accadere qualcosa di brutto a nessuno.-
La giovane alzò lo sguardo guardandola negli occhi, come a cercare una qualche bugia in quelle parole, ma Sara era stata completamente sincera in ogni singola parola di quella giornata.
Per questo forse le sorrise gentilmente, grata comunque per non aver nascosto nulla.
-E’ vero che i Ranger non riescono a tornare  a casa spesso?-
Fu una nuova domanda di un ragazzo dai capelli neri a spazzola.
-Oh no, questo è assolutamente falso posso assicurartelo. Io riesco a vedere la mia famiglia ogni volta ho del tempo libero, ci sono periodi che sono più movimentati è vero, ma non mi hanno mai impedito di rivederli.-
-Meno male!-
Una ragazza poco distante da lui alzò la mano quasi imbarazzata.
-Posso provare il tuo magnifico Styler?-
-Ahah, sì va bene.-
Rispose Sara senza alcun problema, anche lei al posto suo avrebbe voluto provare, e doveva ammettere aveva avuto coraggio nel chiederlo. La studentessa sembrò incredibilmente sorpresa, tanto che le ci volle qualche attimo per realizzare ne avesse l’occasione.
-…che emozione! Non ci riesco! Sono troppo emozionata!-
-Ahah, non preoccuparti.-
Rispose Sara passando ad una nuova domanda di un ragazzino dai corti capelli marrone chiaro.
-Ranger, tu metti il pigiama per dormire?-
-Ehi! Niente domande del genere!-
Disse intromettendosi la professoressa.
-Abbiamo finito con le domande? Nessun altro vuole sapere qualcosa? Basta così?-
Continuò guardandosi intorno, una voce roca rispose alla sua domanda.
-Yuhuu! Ce l’ho io una domanda!-
Subito tutti si voltarono nella direzione da cui proveniva la voce, dalle scale stavano scendendo ben due uomini del Team Pesto Buio, la loro tenuta però sembrava umidiccia ed  i loro sguardi carichi di rabbia.
-Spettabile Ranger, perché ci hai infastidito a quel modo poco fa? Oh, ma non c’è bisogno che risponda. Siamo qui per contraccambiare.-
Disse uno dei due ghignando.
-Dietro di me!-
Urlò subito Sara aprendo le braccia mentre gli studenti si spostavano.
-Aaaaaah!-
-CI sono dei brutti ceffi!-
Urlarono alcuni dei ragazzi presi dal panico, il preside però tentò subito di mantenere la calma.
-Per favore, rimanete tutti calmi. Andrà tutto bene.  Abbiamo un Ranger qui con noi.-
-Non è stato facile asciugare le nostre divise, sai?-
Disse uno degli uomini del Team Pesto Buio rivolgendosi a Sara.
-Potevate seguirmi e vi avrei condotti in un luogo dove asciugarvi.-
-Chi siete, orribili figuri? Vi proibisco assolutamente di toccare i miei studenti! Anche solo con un dito!-
Urlò la professoressa Anna seria, venendo però canzonato da uno dei due.
-“ Vi proibisco assolutamente di toccare i miei studenti! Anche solo con un dito!”…wow, che parole ispiranti per i ragazzi.-
-Questa professoressa ha un bel caratterino. Potrebbe essere un problema.-
-Non vi azzardate ad avvicinarvi!-
Disse a sua volta Sara irritata dalla piega della conversazione.
-Bene, che ne dici di sfoderare il nostro nuovo giocattolo?-
Chiese l’uomo più alto dei due all’altro, che estrasse dalla tasca un piccolo dispositivo quadrato che in pochi istanti crebbe fino a tornare il computer che Sara aveva precedentemente visto, lasciando perplessi tutti i ragazzi.
-Così mi piaci, capo! Quel Ranger ne ha sfasciato uno, ma ne avevamo uno di scorta! Allora, ragazzi, domanda a sorpresa! Cosa pensate che sia?-
Chiese poi l’individuo rivolgendosi agli studenti sorridendo divertito.
-…beeep! Tempo scaduto! E’ la nostra ultima arma: la Miniremo! Andate Carnivine! Umiliate quel malefico Ranger!-
Così dicendo l’uomo premette alcuni pulsanti e due Pokémon simili a grandi piante carnivore sbucarono dal nulla attaccando la ragazza.
Presto la cattura ebbe  inizio e come prima cosa Sara si portò distante da loro per evitare di subire degli attacchi ravvicinati. I due Pokémon durante i primi attimi non fecero altro che allontanarsi concedendo quindi alla ragazza il tempo d’usare la Linea di cattura contro uno dei due. SI fermò solamente quando l’altro tentò d’attaccarla sputandole contro dei grossi semi gialli, ma lei interrompendo la linea con delle rotolate li evitò, riprendendo subito dopo a muovere la linea e catturando il primo tra i due.
Dall’altra parte del perimetro di cattura che comunque non evitava a nessuno di vedere gli studenti osservavano con il fiato sospeso, increduli per ciò che stava accadendo.
Ora che l’altro Pokémon era solo fu molto più semplice per la ragazza muoversi, visto dovette concentrarsi solo su un singolo punto, e così dopo aver atteso un nuovo attacco, identico al precedente, disegnò rapidamente dei cerchi attorno all’altro catturandolo con una sola linea, dall’altra parte sentì gli studenti gridare dall’entusiasmo mentre lo Styler aggiornava le informazioni.
Il nome dei Pokémon era effettivamente Carnivine, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio2”, “Attacca sparando semi.”. Senza nemmeno un graffio la cattura si concluse ed anche il secondo macchinario dei due individui esplose liberando i Pokémon, che fuggirono via.

-Argh! Ci ha dato un’altra lezione!-
-Capo, tagliamo la corda di nuovo.-
-Che figuraccia…-
Delusi e sconfitti i due non si premurarono nemmeno di raccogliere i cocci e scapparono subito verso le scale, Sara stavolta non volle nemmeno tentare di seguirli, era più importante assicurarsi gli studenti stessero bene.
-State tutti bene? Qualcuno è ferito?-
Chiese infatti guardando tutti preoccupata, loro però la guardavano a bocca aperta, fino a quando non parlarono in coro.
-Wow! Sei forte Ranger!-
Quell’urlo fece sobbalzare leggermente la ragazza, che però sorrise felice e si concesse un sospiro di sollievo. Ora che era tutto sistemato gli studenti tornarono attorno a loro, ma stavolta la professoressa Anna fu la prima a parlare.
-Grazie per tutto quello che hai fatto oggi. Tu rappresenti molto per gli studenti. Hai lasciato questo piccolo porto del sapere per lo sconfinato mare del mondo. I nostri studenti ti vedono come qualcuno che difende le loro speranze ed i loro sogni. Spero che tu possa ritornare nel nostro piccolo porto e condividere con noi altre preziose esperienze.-
A quelle parole mancò poco per Sara di commuoversi, quegli elogi le scaldavano il cuore ed il sorriso sulle sue labbra ne era la chiara rappresentazione.
-La ringrazio, professoressa. Difenderò sempre Almia con tutte le mie forze.-
-Diventerò un Pokémon Ranger! Ce la farò!-
Urlò un ragazzo dai corti capelli marroni, quello accanto a lui sembrò contagiato dalla sua esuberanza e parlò a sua volta.
-Io spero di diventare un Meccanico. Voglio essere come Elena della Città di Vien.-
A sua volta poi, anche la ragazza vicina parlò.
-Io ho aiutato il lattaio un paio di volte.-
Disse poi una terza, che ricevette un sorriso divertito dal preside.
-Wow! Oggi abbiamo persino visto un Ranger combattere contro dei criminali!-
Urlò un altro ragazzo ancora carico d’eccitazione.
-Gli studenti non dimenticheranno questa giornata facilmente.-
Disse poi la professoressa Anna, prima però che la lezione finisse lo studente che aveva detto di voler diventare un Meccanico alzò la mano.
-Posso fare un’ultima domanda, per favore? E’ divertente essere un Pokémon Ranger?-
Questa tra tutte, era tra le domande a cui Sara più facilmente riuscì a rispondere, con un caloroso sorriso in volto.
-Sì.-
-Lo sapevo!-
-Per favore torna ancora!-
Urlò una ragazza alzando la mano.
-Farò il possibile per tornare lo prometto.-
Rispose Sara annuendo.
-Sara, grazie a te la nostra lezione all’aperto è stata sia divertente che  emozionante.-
Disse poi nuovamente la professoressa Anna, lasciando poi la parola al preside.
-Sara, sono sicuro che sarai capace di superare qualsiasi difficoltà. Non ho alcun dubbio.-
-Non mi arrenderò di fronte a nulla, preside.-
Rispose la ragazza gonfiando il petto d’orgoglio.
-Grazie per aver accettato di essere “insegnante per un giorno”             !-
Alla frase della professoressa si unirono poi anche tutti gli studenti.
-Grazie!-
Guardando i loro sguardi carichi di gioia e speranza per il futuro la ragazza pensò d’esser stata veramente fortunata ad esser stata scelta per andare lì, una volta tornata sarebbe corsa subito da Ilario per raccontargli tutto.
-Ok, la lezione è terminata!-
Come la professoressa batté le mani tutti gli studenti si allontanarono, salutando uno ad uno la Ranger, vennero poi seguiti dall’uomo che la ragazza aveva notato prima della lezione vicino alla statua.
-Sono appena diventato insegnante. Spero che i miei studenti diventino dei Ranger come te.-
-La ringrazio molto per le sue parole.-
Rispose la ragazza abbassando il capo con gratitudine per il complimento, mentre l’uomo seguì gli studenti lasciandola sola con il preside e la professoressa, che nuovamente le parlò.
-Ancora grazie di tutto. A presto!-
-A presto professoressa!-
Anche lei si allontanò seguendo gli studenti, e così sembrò fare anche il preside, ma questo si fermò poco distante da Sara.
-Uhm…c’è un’ultima cosa. Mi permetti una domanda?-
-Una domanda? Oh! Certo!-
Disse la ragazza sorpresa, non immaginava avrebbe dovuto rispondere anche ad una sua di domanda.
-Come sta Edvige, la presidentessa della Federazione Ranger? Sta bene?-
Non era strano la conoscesse, ma il suo tono era molto simile a quello di un vecchio amico che desiderava sapere se una vecchia conoscenza stesse bene o meno.
-La presidentessa? Sì, sta bene preside Delmonte.-
-Ah, molto bene. Sono contento di saperlo. Visita pure i locali dell’Accademia e dai un’occhiata in giro, se credi. Adesso mi devo congedare.-
Rispose l’uomo con un genuino sorriso allontanandosi, muovendo la mano in segno di saluto, al quale Sara rispose allo stesso modo.
Rimasta sola la ragazza sentì il vento scompigliarle i capelli, e la brezza del mare toccare le sue braccia. Voltandosi osservò la stele alle sue spalle ed istintivamente vi si avvicinò sfiorandola con la mano.
-E’ passato  poco tempo, ma sembra un’eternità…non so cosa state facendo, ma mi mancate…-
Disse poi riferendosi ad Alex e Glenda. Pachirisu vedendo che il suo sguardo s’era fatto distante ed un po’ malinconico accarezzò con una zampa la sua gamba, facendosi subito dopo prendere in braccio.
-Nel frattempo, ho trovato un grande amico nel mio viaggio.-
Disse accarezzando il muso del Pokémon che le prese la mano con entrambe le zampe.
-Pachi!-

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Sara rimase ancora per qualche minuto seduta sotto la statua più importante dell’accademia, osservando il mare vicino e, di tanto in tanto, la struttura stessa della scuola oltre la scalinata da cui erano precedentemente arrivati quelli del Team Pesto Buio.
Per tutto il tempo aveva continuato a coccolare la testa di Pachirisu, che dopo averla seguita ovunque si meritava qualche coccola extra.
Era una creaturina così piccola ma piena di energie e di coraggio, certe volte la ragazza stessa avrebbe desiderato averne anche solo la metà. In ogni caso le piaceva molto stare lì, immersa in quel silenzio pacifico interrotto solo dalle onde vicine, non c’erano barche o altro a rovinare quel paesaggio naturale, e qualsiasi pensiero non poteva far altro che fermarsi ed aspettare, perché era tutto troppo perfetto per essere interrotto.
Non ci aveva mai pensato prima d’ora, ma l’accademia le era mancata molto, dopo tutto aveva fatto molti sacrifici per poter studiare lì, il primo il dover rinunciare alla propria casa partendo per quel lungo viaggio, durante il quale purtroppo la sua timidezza non le era stata certo d’aiuto.
Spesso si era anche persa, ma non aveva mai avuto la forza di chiedere esplicitamente un aiuto a qualcuno, fortunatamente c’erano state persone che l’aveva capita e guidata per una breve tratta, ed una volta arrivata davanti all’ampio cancello l’orgoglio non poteva che esser stato enorme.
La mancanza della famiglia si era fatta sentir fin da subito sì, ma non aveva mai rimpianto la sua scelta, nemmeno durante le notti di studio intenso per un nuovo esame, o quando il professor Vanesio la rimproverava di correre nei corridoi facendole perdere almeno dieci minuti per una ramanzina con i contro fiocchi.
Se avesse avuto scelta avrebbe rifatto sicuramente tutto da capo, non solo perché si era rivelata una delle migliori esperienze della sua vita ma anche per il punto a cui l’aveva portata, ed uno dei premi migliori era stato certamente conoscere Pachirisu.
In ogni caso, avendo concluso la giornata da insegnante alla ragazza non restò altro da fare che avviarsi verso casa. Non le sarebbe dispiaciuto fare un giro per l’accademia come le avevano proposto ma non voleva disturbare gli studenti, per questo motivo raggiunse subito il cancello d’entrata concedendosi solo d’ammirare la struttura senza entrarvi.
Non mancò di riconoscere anche il piccolo edificio accanto, usato per le spiegazioni pratiche della cattura e della distruzione degli ostacoli, in effetti non aveva visto i due professori addetti a ciò, magari un giorno in cui fosse tornata l’avrebbe fatto.
Scendendo rapidamente la scalinata però notò un grande masso sistemato davanti a quella che forse era una grotta nella parete rocciosa alla sua sinistra, chiedendosi se fosse stato lì anche prima non poté non avvicinarsi per vedere se potesse essere distrutto grazie a qualche mossa.
Stando allo Styler serviva solo una mossa distruzione 2, e lei aveva ben due Pokémon con sé che l’avrebbero potuta aiutare in quel caso.
Aveva preso l’abitudine di rimuovere quanti più ostacoli possibile dalla sua prima avventura sott’acqua, soprattutto perché potevano esserci dei Pokémon intrappolati.
-Nosepass, per favore usa distruzione.-
Alla richiesta di lei il Pokémon caricò subito la roccia, che andò rapidamente in frantumi.
-Grazie mille.-
Ringraziandolo la ragazza lo guardò correre via per tornare probabilmente alla grotta dove l’aveva trovato, mentre lei si avvicinò all’entrata della grotta, dentro questa vi trovò un Tangrowth.
Ricordava bene la prima volta che aveva affrontato questo gigantesco Pokémon formato da azzurri fili, era successo durante la sua cerimonia di diploma in cui ben due di loro erano arrivati dal piano inferiore dell’accademia, dove lavorava il professor Vanesio.
-Ehi, cosa ci facevi qui? Sei rimasto bloccato?-
Chiese la ragazza avvicinandosi mentre il Tangrowth si limitava a muovere le mani, non sembrava ferito comunque e questa era la cosa più importante.
-Forse questa è la tua casa? Spero non vorrai spaventare qualche studente. Sai quando io mi sono diplomata due Tangrowth sono comparsi all’improvviso nei corridoi, e puoi immaginarti il panico ahah.-
Parlare a quel modo le risultava normale, soprattutto perché il Pokémon davanti a lei sembrava veramente capirla, visto scosse il capo.
-Bene, ne sono felice allora. Sono sicura che a loro volta non verranno ad infastidirti, come però magari sto facendo io.-
Nuovamente l’altro scosse la testa, facendola sorridere.
-Grazie. Ora però è comunque il caso che io vada. Ti auguro buona giornata.-
-Pachi.-
Anche Pachirisu come la sua amica salutò il Tangrowth, uscendo dalla sua grotta ed anche dal cancello d’entrata dell’accademia, senza nemmeno incontrare qualche altro brutto ceffo fino alla Città di Vien. Non aveva impiegato nemmeno mezza giornata per andare a far visita all’accademia, infatti quando entrò nel Centro Ranger tutti erano ancor lì, Ilario fu il primo a salutarla.
-Ehi Sara! Come è andata? Ho saputo che il Team Pesto Buio ha fatto  una comparsata.-
-Sì, è così, in realtà li avevo incontrati anche dal ponte prima dell’accademia ma sono riusciti a scappare a nuoto. Chi ve lo ha detto però?-
Chiese lei sorpresa di non dover alcuna spiegazione, mentre lo guardava però le tornò in mente una delle domande poste dagli studenti, ovvero se c’era qualcuno che gli piaceva…nuovamente in questo modo le sue guance divennero rosse, ma fortunatamente nessuno lo notò.
-Me l’ha comunicato la professoressa Anna. Ha detto che grazie a te, nessuno si è fatto del male. Ottimo lavoro! Missione compiuta!-
Rispose lui avvicinandosi e battendole il cinque, Elena poi a sua volta l’affiancò mostrandole un giornale.
-Già che parliamo dell’accademia, hai visto? Il tuo amico  Alex si sta facendo un nome.-
A quel nome il suo stomaco si strinse, soprattutto guardando la foto sul volume dell’Eco di Almia.
In prima pagina c’era la scritta “2° Speciale su Fiore” e come sottotitolo “Alex sgomina una banda di cattivi!”. L’articolo parlava del suo amico che a quando pare era riuscito da solo a scacciare alcuni criminali, e da come dimostrava l’immagine a fianco, di lui assieme ad un Pokémon ed al professor Frenesio, non aveva avuto alcun problema.
Sotto tutto ciò c’era anche un’altra immagine di lui contro una giovane ragazza vestita con un succinto abito rosato e dai capelli dello stesso colore raccolti in una coda. Questa foto copriva gran parte della pagina e sotto c’era il titolo “Scontro al Tempio di Fiore!”, l’articolo però era molto corto ed a malapena riusciva a dare una descrizione della donna, di cui non si sapeva purtroppo nulla.
Il titolo accanto però era decisamente più problematico, “Scompaiono i Pokémon di Fiore”,  a giudicare dalle poche righe sotto non erano state poche i casi di sparizione, e l’ultima immagine raffigurava una Gigaremo rossa con sopra il titolo “Una macchina che ipnotizza i Pokémon?”, ed anche qui vi era una breve descrizione che però non diceva molto.
-Cavolo…-
Sussurrò la ragazza, certo era molto felice per Alex, ma era anche dispiaciuta di poterlo vedere solo tramite foto su un giornale, ma la notizia peggiore erano comunque le Gigaremo.
-Si vedeva già dall’accademia che voi due eravate destinati a diventar famosi.-
Disse Luana sorridendole, Sara però non riuscì a risponderle troppo pensierosa.
-E’ vero, ma penso che anche le eroine si stanchino, Sara vuoi riposarti?-
Chiese gentilmente Ilario.
-Sì, magari farò una piccola pausa.-
-Perfetto, e ancora ben fatto, “insegnante per un giorno”!-
Sorridendo la ragazza superò subito il gruppo spostandosi verso le scale che l’avrebbero condotta al piano superiore, una volta arrivata qui ed entrata nella sua stanza però Sara non volle mettersi a dormire o simili, non aveva sonno ed era solo pomeriggio praticamente. Avrebbe usato quella mezza giornata per riposare ma a modo suo.
-Pachirisu, ti va di andare a far una visita alla mia sorellina?-
Chiese la ragazza cambiandosi, indossando dei comodi jeans ed una maglia verde.
-Pachi, pachi.-
La risposta dell’amico fu naturalmente affermativa, e dopo nemmeno una decina di minuti erano già nella sala principale del Centro Ranger pronti per uscire.
-Ehi non dovevi riposarti?-
Chiese Ilario guardandola sorpreso.
-Sì ma voglio passare la giornata con la mia sorellina, ora che ne ho l’opportunità.-
-Oh, è una buona idea, anche io dovrei tornare a casa di tanto in tanto.-
Disse a sua volta Luana, non molto distante da loro.
-Sono d’accordo. E’ sempre importante trovare del tempo per la propria famiglia, io ne so qualcosa.-
Commentò anche Ben, che in effetti era stato via per vario tempo a quanto pare.
-Beh, allora vi auguro di divertirvi.-
-Grazie Ilario, ci vediamo più tardi.-
-Pachi!-
Dopo aver salutato tutti i due uscirono dall’edificio dirigendosi subito verso il Villaggio Cicole, anche se vi era già stata la sera precedente Sara era sempre felice di tornarvi, si stava abituando sempre più a vederla come casa anche se non la visitava così spesso.
Superato il sentiero in mezzo  al bosco vide già in lontananza la propria casa ed arrivata alla porta bussò un paio di volte, aspettando che qualcuno venisse ad aprire.
-Vado io!-
La voce della sorellina era chiara già dall’altra parte del muro, e quando la porta si aprì si fece anche più chiara, soprattutto perché le saltò addosso abbracciandola.
-Sara! Sei venuta a trovarmi?-
Chiese la piccola guardandola speranzosa.
-Sì Agata, volevo passare un po’ di tempo assieme, spero tu non abbia impegni.-
-Sono sempre libera per la mia sorellona!-
Urlò la piccola al settimo cielo.
-Pachi!-
-Certo, e anche per te Pachirisu. Mamma! E’ arrivata Sara.-
Disse poi la bambina rivolgendosi alla madre, che al momento si trovava in cucina.
-Ciao Sara, ti fermerai per un po’ a casa?-
-No posso solo per questo pomeriggio al momento, e volevo portare mia sorella in spiaggia se non è un problema.-
-Assolutamente, se vi serve qualcosa potete tornare qui in qualsiasi momento.-
Rispose la madre sbucando dalla porta.
-Possiamo portarci il frisbee?-
Chiese poi Agata guardando entrambe, quando sua sorella maggiore annuì sorridendo la piccola corse subito verso le scale per andare nella propria stanza a prendere l’oggetto, tornando dopo poco tempo prendendole la mano.
-Andiamo! Andiamo!-
-Ahah, arrivo non preoccuparti, abbiamo tutto il tempo.-
Rispose l’altra felice di verla così entusiasta, dopo aver salutato la madre entrambe si incamminarono verso la Spiaggia Zefira. Fortunatamente la giornata era assolutamente splendida, l’ideale per un pomeriggio fuori.
-Iniziamo subito a giocare?-
Domandò Agata saltando letteralmente gli ultimi quattro gradini della scalinata che le separava dalla sabbia, ovviamente poi c’era sempre la solita coppia che Sara aveva visto già da quando era arrivata in quella piccola città, ma che in fin dei conti aggiungevano un qualcosa di romantico alla scena.
-Certo, stai attenta però a non farlo finire in acqua.-
-Sì!-
Correndo la piccola si allontanò di qualche metro, girandosi poi di scatto lanciandole il frisbee, che la sorella maggiore riuscì comunque a prendere al volo.
Si fecero in un primo momento solo qualche passaggio, tentando un paio di volte di far partecipare anche Pachirisu che però non riusciva a lanciarlo lontano, fino a quando non spezzarono il silenzio chiacchierando.
-Come ti trovi al Villaggio Cicole Agata?-
-Molto bene, i vicini sono gentili e ci sono alcuni bambini della mia età con cui posso giocare. Anche le loro famiglie poi hanno deciso di farli studiare a casa.-
In effetti sua madre e suo padre avevano scelto di dare alla minore un istruzione a casa, visto la scuola più vicina era a Portena.
-Bene, almeno non hai di che annoiarti.-
-No di certo, poi aiuto papà al Ranch dei Compagni ogni volta che posso.-
-Ne sono molto felice, grazie per prenderti cura di loro.-
-E’ un piacere sorellona! Sono anche miei amici infondo, Kricketot ogni volta che mi vede inizia a cantare una canzoncina allegra, e gli altri Pokémon certe volte si mettono a ballare.-
-Ahaha, sembra una cosa molto carina. Io sono andata a trovarli ieri sera, quando però ormai dormivano tutti.-
Confessò la più grande riuscendo a prendere il frisbee per un soffio.
-Come mai ci sei andata a quell’ora?-
Chiese giustamente l’altra curiosa.
-Vedi, avevo lavorato per tutto il giorno e sono andata a dormire presto. Mi sono però svegliata di notte con il desiderio di vederli.-
-Pachi!-
Il piccolo Pokémon all’oscuro di questo guardò l’amica leggermente imbronciato, forse perché non l’aveva portato con sé o per gelosia?
-Non preoccuparti Pachirisu, sono certa che tu sei il preferito della mia sorellona.-
Disse Agata notando la sua faccia, che subito tornò allegra dopo questa frase.
-Ci sai proprio fare con i Pokémon.-
La prese in giro l’altra, anche se infondo c’era della verità in quelle parole.
-Sai, da grande non mi dispiacerebbe essere un’infermiera per i Pokémon. Sono così carini, e mi trovo molto bene con loro.-
-Sarebbe una splendida idea! Ogni volta che Pachirisu starà male per aver mangiato troppi poffin lo porterò da te.-
-Pachi!-
Sicuramente il piccolino avrà voluto dire “Io non mangio così tanto” ma in realtà quando c’era una scodella di quel cibo per Pokémon lo finiva sempre in pochissimo tempo, tanto che certe volte Sara dubitava perfino di avergli dato da mangiare.
-Sarebbe fantastico! Magari potrei iniziare proprio dal Ranch dei Compagni?-
Chiese la sorellina saltando per afferrare al volo il frisbee.
-Non vedo perché no, ti stai già dimostrando capace di prenderti cura di loro.-
-Grazie! Comunque, come va con il tuo lavoro a proposito?-
-Bene direi, qualche tempo fa per svolgere sia un incarico che una missione ho dovuto nuotare in mare aperto a grandi profondità, ed all’incirca ieri mi sono perfino arrampicata su una montagna.-
Rispose la sorella ricordando sia le fatiche che l’emozione provata.
-Wow! Essere un Ranger deve essere proprio forte!-
-Sì ma non c’è solo questo, è molto faticoso e bisogna stare attenti.-
-Ma tu riesci sempre a battere i cattivi no?-
Chiese Agata fermandosi sorridendole ingenuamente. Sara aveva sì sconfitto praticamente tutti i criminali del Team Pesto Buio incontrati, ma se ne era fatta anche scappare un paio, come l’uomo dai capelli rossi o perfino quei due all’accademia, anche se poi si era rifatta poche ore dopo. Non poteva spiegare alla sorellina però che non sempre otteneva delle vittorie complete, non tanto perché voleva apparire un’eroina ai suoi occhi ma per proteggerla.
Lei aveva avuto vari incubi causati dalla paura di ciò che sarebbe potuto accadere, perché conosceva bene i rischi, se anche Agata avesse saputo tutto forse le sue giornate non sarebbero state così serene ed avrebbe potuto aver paura dei più piccoli rumori.
Non voleva sua sorella non si godesse più le piccole cose a causa sua.
-Questo perché ho qualcosa di importante da proteggere.-
Era la risposta più vera che poteva darle in fin dei conti, e sembrò anche render felice la bambina.
Per varie ore rimasero sulla spiaggia a ridere ed a giocare tutti e tre insieme e come all’accademia Sara aveva avvertito un profondo senso di tranquillità e distacco dai vari problemi e paure anche in quei momenti si sentì allo stesso modo.
Certamente se avesse deciso di dormire o rimanere comunque nella sua camera al Centro Ranger non si sarebbe mai potuta sentire più rilassata di come era in quel momento.
Ogni tanto era giusto prendersi una pausa e ricordare che infondo era ancora solo una giovane ragazza, e che aveva tutta la vita davanti per fare sia il suo dovere che ciò che desiderava.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Il mattino seguente…
 
 
Dopo aver trascorso buona parte del proprio tempo libero assieme alla sorellina Sara era tornata al Centro Ranger della città di Vien per riposare, trascorrendo una notte tranquilla e pacata.
L’indomani si svegliò anche piuttosto presto e scendendo le scale si aspettò di sentire da un momento all’altro la voce di Brando che avrebbe raccontato come era andata la sua missione, ma così non fu visto al posto suo c’era sempre Ilario.
-Ciao, Sara, buongiorno.-
-Buongiorno.-
Rispose lei guardandolo.
-Ho bisogno che tu vada in Cladonia, subito. Non sono più solo i Pokémon ad essere scomparsi laggiù.-
Quella notizia scosse la ragazza, che temeva di intuire già come si sarebbe volta la faccenda.
-Non vorrai dire…-
-Purtroppo sì…pare sia scomparso anche il nostro capo.-
Un profondo silenzio calò nella stanza, tutti rimasero fermi come a voler lasciare metabolizzasse la situazione, ma perfino Pachirisu sembrava senza parole. Fu Luana a parlare nuovamente per prima.
-L’allarme è scattato dalla sala operativa del Quartier Generale della Federazione. Il segnale di posizione di Brando è sparito dalla mappa del loro gigantesco monitor. Se il suo Styler funziona ancora, dovrebbe mandare un segnale di localizzazione costantemente. Non ha neanche fatto rapporto.-
Spiegò rapidamente e con serietà, che venne però sostituita presto da parole cariche d’ansia.
-Sono preoccupata per il nostro leader…-
Ilario prima di continuare a parlare le mise una mano sulla spalla, come a volerla sostenere.
-Gli Assistenti federali riportano che il suo segnale è svanito nei pressi del vulcano Caldonio.-
Cosa poteva essere successo?
Un incidente?
Il Team Pesto Buio?
Tutti loro certamente si ponevano le stesse domande, anche Ilario che, forse per non far vedere la sua agitazione, camminò dall’altra parte della stanza dando loro le spalle.
-Conoscendolo, si sarà distratto e avrà fatto cadere lo Styler nella lava. Scommetto che si tratta di qualche sciocchezza del genere.-
Disse infine per sdrammatizzare tornando a guardare verso Sara.
-Comunque ci piacerebbe che andassi in Caldonia alla ricerca di Brando. Come sostituto del nostro leader, ti assegno questa missione.-
-Certo!-
Rispose Sara annuendo.
-La Caldonia è un’isola vulcanica. Per arrivarci devi prendere una nave dal porto di Portena.-
-Grazie per l’informazione Ilario, partirò subito.-
Senza aspettare altre risposte la ragazza si precipitò fuori dall’edificio correndo in direzione della città come mai aveva fatto prima. Ormai conosceva molto bene la strada ed era capace di farla quasi ad occhi chiusi, schivò la maggior parte dei Pokémon allo scopo di evitar d’esser rallentata ma quando fu il momento di scendere dalla montagna invece che usare le scale saltò direttamente quelle piccole parti, ottenendo così come risultato uno scontro con un Buizel che in ogni caso catturò rapidamente e senza danni.
Arrivata alle porte della città agì nello stesso modo e con la stessa fretta, una parte di lei non riusciva a non pensare  al peggio mentre l’altra voleva essere ottimista come avevano provato ad esser gli altri, ma il suo corpo non smise di correre almeno fino a quando non arrivò davanti al piccolo edificio al porto, spalancando la porta e riprendendo fiato.
Stavolta c’erano due persone, il marinaio che l’aveva aiutata la volta precedente ed un secondo, che però era vestito di rosso.
-Ho…bisogno di una barca per andare a Caldonia!-
Disse tutto d’un fiato e con il fiatone, i due uomini si guardarono qualche secondo preoccupati prima che quello vestito in rosso si alzasse.
-Ehi, prima dovresti riposarti, prendi un bicchiere d’acqua magari.-
-No…devo andare a Caldonia, subito per favore. Lei potrebbe portarmi?-
Chiese Sara avvicinandosi e guardandolo speranzosa, forse era il fatto fosse ancora una novellina come Ranger, ma non riusciva a non mostrarsi preoccupata.
-Se è così importante, certo che posso traghettarti laggiù A bordo della M.N. Caldonia, mia gioia e orgoglio. Immagino tu voglia salpare con me all’istante, giusto?-
-Sì.-
-Capisco, beh spesso ai Ranger è meglio non far domande, tanto tutto ciò che fanno è per lavoro, quindi…benissimo. Andiamo al molo allora.-
Sorrise l’altro gentilmente, ricevendo grande gratitudine dalla ragazza.
-Aspetta che butto già una pastiglia per il mal di mare…-
Continuò poi l’uomo prendendone una dalla tasca portandosela in bocca.
-Glug…e leviamo le ancore!-
Certo, un marinaio che soffriva il mal di mare era un po’ divertente, ma non importava. Uscendo dall’edificio lei e Pachirisu trovarono subito la barca su cui salire, e senza tanti convenevoli questa salpò procedendo rapidamente.
Durante tutto il tragitto Sara continuò imperterrita a fissare l’orizzonte in attesa di vedere Caldonia, stringendo il bordo della nave in attesa, questo almeno fino a quando non comparve qualcos’altro davanti a lei.
Erano come tanti grossi palloncini violacei con dei fili neri alla base, che fluttuavano liberamente e senza preoccupazione alcuna lungo il mare, solo quando furono ancor più vicini si rese conto si trattavano di Pokémon, ed il loro volare leggiadro la distolse per qualche secondo dai suoi pensieri.
Come arrivarono anche il proprietario della nave alzò lo sguardo allegramente.
-Oh, guarda laggiù! Drifloon migratori! Rarissimo avvistamento!-
-Rarissimo? E’ una vera fortuna allora.-
Rispose la ragazza muovendo la testa per vederne quanti più possibile, alcuni di loro erano talmente vicini da sfiorare la nave.
-I Drifloon della regione di Almia in questo periodo attraversano il mare sfruttando  i venti stagionali. Hai ragione, che fortuna giovane aringa. Non è per nulla comune imbattersi nei Drifloon durante la loro migrazione.-
-Spero che sia un buon segno allora…-
Rispose lei quasi sussurrando. La conversazione comunque si chiuse lì visto l’uomo tornò a navigare, e finalmente in lontananza riuscirono a vedere Caldonia.
Come c’era da aspettarsi sembrava un gigantesco vulcano dallo scuro terreno, lungo cui solo in alcuni punti, soprattutto alla base, erano presenti alberi e case.
Il piccolo porto si trovava proprio vicino a queste, e quando la barca attraccò Sara con un salto tornò sulla terra ferma, venendo raggiunta da Pachirisu. Oltre alla barca ve n’era anche una seconda e sempre sul molo si trovava probabilmente il proprietario, che vestiva con una divisa verde.
Prima che iniziasse a muoversi però l’uomo che l’aveva condotta lì le parlò.
-Riguardo a prima, i Drifloon in effetti sono segnali di buon auspicio. Un ottimo segno per la tua avventura. Goditi la tua buona stella!-
-La ringrazio. Anche per avermi portata qui.-
-E’ stato un piacere, a presto!-
E così la nave ripartì, mentre la sua missione era appena cominciata.
Voltandosi diede un’altra occhiata alla zona, nel punto in cui si trovava l’unica cosa visibile oltre alle rocce erano alcune case, e di sentiero ce n’era solo uno.
Non era mai stata lì, e dovette ammettere d’essere un po’ agitata, ma proprio perché non sapeva nulla del luogo decise di parlare con quante più persone possibile, a cominciare da un ragazzo dai capelli castani vestito con una leggera camicia blu e dei pantaloncini marroni, che si trovava poco distante da lei.
-Ciao, scusami per caso potresti darmi qualche informazione su Caldonia?-
-Io? No mi dispiace io sono solo un turista, anche io sto cercando di capire qualcosa. Ehi, secondo te che tipo di Pokémon si può trovare nelle grotte di un vulcano?-
Stranamente aveva cercato delle informazioni e si era trovata a dar risposte, cercò comunque di pensarci in maniera logica.
-Credo di tipo fuoco soprattutto.-
-In effetti, era un po’ una domanda stupida. Grazie comunque per avermi risposto, buona fortuna con le tue ricerche.-
-Grazie.-
Salutandolo la ragazza iniziò a camminare avvicinandosi questa volta ad un cartello, su cui era scritto “Benvenuti in Caldonia! In alto c’è il vulcano Caldonio. In basso le vostre scarpe.”
In un certo senso si poteva dirsi divertente, ad Ilario sicuramente avrebbe fatto ridere, magari una volta tornata gliel’avrebbe raccontata. Comunque, tralasciando il cartello, riprese a camminare avvicinandosi sempre più alla piccola cittadina, un piccolo ragazzino dai capelli gialli nascosto sotto un cappello blu però attirò la sua attenzione.
-Dov’è finito il mio Numel…?–
Si guardava intorno quasi avvilito e le ricordò che in effetti non solo Brando era scomparso, c’erano molte cose a cui stare attente.
-Pachirisu, non allontanarti da me per favore.-
Non voleva certo perdere il suo amico.
Ad accoglierla in quella che si poteva considerare l’entrata della città, che erano per lo più dei gradini, c’era una Stazione Ranger dal verde tetto, fuori dal quale notò due gemelle dai capelli biondi e gli occhi castani, vestite entrambe con una canottiera rosa ed una gonna blu.
Prima di entrare nell’edificio volle almeno tentar di parlare con loro.
-Ciao, scusatemi sono appena arrivata da Portena ed avrei bisogno di alcune informazioni. Mi chiedevo se voi poteste dirmi qualcosa.-
-Oh certo! -Quando viaggiamo, ci piace visitare  luoghi avventurosi.-
Rispose la prima lasciando di sasso Sara, che non sapeva esattamente come rispondere.
-Ehm, intendevo su Caldonia…-
Si spiegò sorridendo gentilmente, fu la seconda a parlare stavolta.
-I getti di vapore sono una specie di sauna. Si dice che facciano bene ad alcune parti del corpo.-
Ancora non era ciò che le serviva, ma qualcosa le diceva non avrebbe ottenuto nient’altro.
-Grazie…ora sarà meglio che vada, buona giornata.-
Sperando di poter trovare qualcosa di più utile la ragazza entrò subito nell’edificio, venendo accolta da un getto d’aria condizionata.
Contrariamente all’esterno la Stazione Ranger assomigliava in tutto e per tutto a quella di Portena, quindi v’erano sia dell’erba finta sul pavimento che i bordi riempiti con dell’acqua.
L’assistente dietro al bancone, dai capelli a caschetto, l’accolse subito professionalmente.
-Buon pomeriggio! Tu devi essere il Ranger che è stato mandato qui immagino.-
-Sì esatto, prima di muovermi però avrei bisogno di sapere qualche informazione se possibile.-
Rispose Sara annuendo.
-Ma certo, riguardo al tuo collega purtroppo sappiamo ben poco. Il suo segnale è sparito qualche ora dopo essere entrato nel vulcano, ci sono dei tunnel che lo permettono ma recentemente non molti ci vanno. Come già saprai poi è stato un problema anche il numero delle sparizioni dei Pokémon.-
Iniziò l’Assistente.
-In effetti non ne ho visti molti, solo qualche Wingull.-
Disse Sara facendoci caso.
-I cittadini sono molto preoccupati e stanno facendo del loro meglio per trovarli, ma i risultati sono scarsi. Posso consigliarti di andare a parlare direttamente con loro però per saperne di più.-
-Molto bene, la ringrazio andrò a fare subito un giro di controllo.-
-Buona fortuna allora Ranger, e buona giornata!-
Una volta fuori la ragazza non ebbe bisogno di scegliere quale strada prendere, ve n’era solo una ovvero gli scalini che conducevano verso una zona leggermente rialzata, qui sperava di trovare qualcosa ed in effetti così fu.
Una giovane ragazza dai capelli castani e gli occhi marroni, vestita con un abito rosa, la raggiunse quasi correndo.
-Ehi aspetta! Tu se un Ranger non è vero?-
Chiese la giovane guardandola.
-Sì, hai bisogno di qualcosa?-
-Anche ieri è venuto un Ranger! Tutti i Pokémon del villaggio sono scomparsi…anche quel grosso Ranger è scomparso…sei qui per darci una mano?-
-Sì, è proprio per questi motivi che sono qui, per caso sapresti dirmi qualcosa in più sui Pokémon e su quel Ranger?-
Chiese Sara speranzosa.
-No, mi dispiace, ma sicuramente qualcuno potrà farlo, vogliamo tutti dare una mano quindi non esitare a chiedere.-
Rispose l’altra, al che anche un’altra ragazza, stavolta dai biondi capelli, s’intromise.
-E’ vero, tutti nessuno escluso, anche se personalmente mi piacerebbe attaccarmi a un Drifloon e farmi portare via in volo…-
La situazione doveva essere più seria del previsto, ma era una gioia vedere che la collaborazione non era certo poca. Guardandosi attorno la ragazza vide circa quattro case tutte uguali, la base ed il tetto erano in ferro ed anche la porta in legno era rivestita ai bordi con tale materiale, mentre i muri erano in mattoni.
Decise di entrare prima di tutto nella casa alla sua destra, bussando un paio di volte prima di entrare.
L’interno era decisamente accogliente, pavimento in legno e muri di pietra, era solo una stanza con a destra un letto rosso, una pianta, una televisione con delle casse stereo, davanti a lei c’erano poi dei fornelli da cucina ed un frigorifero, mentre alla sua sinistra un mobiletto per le bevande, un divano blu ed un comodino in vetro con sopra un pc, il tutto su un tappeto verde acqua.
C’erano due persone, una donna dai rossi capelli e gli occhi marroni vestita con un abito azzurro ed un uomo dai capelli neri con una maglia gialla e dei pantaloni marroni.
-Buongiorno, scusatemi per il disturbo sono qui per la scomparsa dei Pokémon e del Ranger che era stato mandato qui ieri, per caso sapreste dirmi qualcosa a proposito?-
-Oh certo cara. Io credo ci siano ancora dei Pokémon rimasti dentro la grotta, si trova a nord del villaggio.-
Rispose per prima la donna cordialmente, venendo poi seguita dall’uomo decisamente più avvilito.
-E’ pazzesco come tutti  i Pokémon del villaggio siano spariti nel giro di una notte…-
-In una sola notte? E’ veramente strano…-
Commentò Sara aggrottando la fronte.
-Già, la sera prima giravano tutti allegramente e la mattina dopo erano spariti…-
Continuò lui tristemente.
-Non si preoccupi ci penseremo noi Ranger a ritrovarli. Vi ringrazio per le informazioni, andrò subito a parlare con gli altri cittadini.-
Così dicendo la ragazza si spostò nella casa in alto a destra, accanto alla quale era ferma una vecchietta dai bianchi capelli vestita con una maglia rosa ed una gonna gialla.
-Salve, mi scusi sono venuta qui per la scomparsa dei Pokémon e del mio collega Ranger, avrebbe per caso qualche informazione da darmi?-
-L’unica cosa che posso dirti è che io sono nata qui e sono cresciuta ai piedi del vulcano. Come questo mi faccia sentire è tutt’altro discorso, però...soprattutto riguardo alle sparizioni. Io sono andata a dormire presto ieri notte, quindi non so nulla più d’altri.-
-Capisco, la ringrazio comunque per le sue parole, e prometto cercheremo di risolvere la situazione il prima possibile.-
Dopo questo la Ranger e Pachirisu entrarono subito nella casa accanto alla donna, questa non era molto diversa dalla precedente, se non per la disposizione dei mobili ed i proprietari, una infatti era una donna dai boccolosi capelli marroni e gli occhi dello stesso colore, vestita con un abito verde, mentre l’uomo dagli stessi capelli crespi e gli occhi indossava una giacca azzurra e pantaloni verdi.
Come lei entrò però fu subito sommersa dalle domande dell’uomo.
-Ranger ! Cos’è capitato a tutti i Pokémon? Se ne sono scappati da qualche parte?
-Ecco, sto cercando di scoprirlo, per questo sono qui…-
-Ah di questo tipo di misteri possono fare a meno. Non saremo finiti in un poliziesco, vero?-
Domandò la donna scocciata, era evidente star lì non avrebbe portato a nulla di buono.
-No, no, nulla di tutto questo. Non voglio comunque disturbarvi oltre…scusate per il disturbo.-
Preferendo non aspettare alcuna risposta la ragazza uscì dalla casa per dirigersi in quella in alto a sinistra, l’arrendamento qui era leggermente diverso e per lo più era compost da rocce.
Queste infatti erano sparse nell’angolo alla sua sinistra ed erano disposte in fila su un cassettone a destra.
Sempre da questo lato della stanza c’era poi un tavolo con sopra due pietre rosse ed una pianta con accanto altre rocce.
Davanti a lei invece c’erano dei fornelli da cucina ed  un frigorifero, mentre a sinistra un letto ed un mobiletto pieno di pietre.
Nella stanza c’era solamente una persona, un ragazzo dai capelli e gli occhi neri vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni.
-Ehi ciao! Benvenuta in casa mia! Gemme e pietre sono la mia passione. La mia preferita è una gemma rossa, trasparente, che si chiama…ooops, il nome mi è sfuggito di mente! Ti assicuro che è bellissima, comunque.-
Disse il ragazzo accogliendola con una stretta di mano.
-Ne sono sicura, saprebbe comunque darmi qualche informazione sulle scomparse recenti?-
-No mi dispiace, sono rimasto in casa ad osservare le pietre per tutto il tempo.-
-Oh, capisco, non si preoccupi allora e mi scusi per il disturbo.-
Uscendo anche da quella casa la ragazza sospirò sconsolata, anche se le due ragazze all’inizio le avevano detto la gente avrebbe dato il suo appoggio in realtà non erano stati in grado di darle molte informazioni, non più di quelle già sapeva almeno.
Rimaneva in ogni caso l’ultima casa, dove c’era sempre una piccola speranza di trovare qualcosa.
Entrata in quest’ultima le sembrò fosse leggermente più grande rispetto a prima, con un tavolo rotondo e tre sedie della stessa forma a sinistra, con alla parete uno scaffale pieno di libri, davanti a sé uno stesso mobile arredato con un orologio ed una pianta, con alle spalle un grande telo viola con alcuni ricami rossi, ed alla destra una piccola cucina con fornelli ed un frigo, ed infine un letto.
Erano due le persone presenti, una giovane ragazza dai capelli marroni ed un abito rosso ed un uomo anziano vestito con una camicia gialla, un gilet nero e dei pantaloni grigi. A quanto pare i due stavano avendo una conversazione, perché la giovane stava borbottando qualcosa.
-Il nostro Mime Jr. è tra i Pokémon spariti…-
Al termine della frase il vecchio s’accorse della presenza di Sara, e subito la interpellò.
-Chi sei tu? Ah, sei il Ranger scomparso, sì? Allora, dove sono i Pokémon scomparsi? Non li hai riportati indietro?-
-Nonno, hai confuso i Ranger. Questo Ranger è qui per cercare l’altro Ranger, quello scomparso.-
Spiegò la nipotina al posto della ragazza.
-E’ così, scusatemi se sono arrivata solo ora.-
-Non preoccuparti. Da quando il nostro Mime Jr. è sparito, il nonno si sente così solo…-
Rispose l’altra sorridendo tristemente.
-Oh, quindi, se non sei il Ranger scomparso…chi saresti esattamente?-
-Il mio nome è Sara, sono qui appunto per questi problemi, ma prima di muovermi volevo parlare un po’ con i membri del villaggio per saperne di più.-
Rispose la Ranger guardando l’uomo.
-Capisco, allora mi spiace dirti che nella nostra piccola comunità non ci sono più informazioni di quelle che magari hai già trovato. Posso solo consigliarti di procedere verso nord, lì dovrebbe esserci l’entrata per il vulcano.-
Disse l’uomo grattandosi il mento.
-E’ comunque qualcosa, la ringrazio.-
Salutando cordialmente la ragazza uscì dall’ultima abitazione rimasta, dirigendosi verso il punto indicato arrivando così fino a delle altre scale, accanto alle quali c’era un piccolo ragazzino dai capelli castani, che indossava un giaccone blu.
-Ranger! Io ho visto cos’è successo!-
-Come?-
Subito la ragazza si paralizzò pronta ad ascoltarlo, solo quando fu certo d’avere la sua attenzione lui iniziò a parlarle.
-E’ stato due notti fa. Tutti i Pokémon della città si sono messi in riga come soldati e si sono messi a marciare verso la grotta. I grandi non mi credono, però.-
Sara rimase in silenzio qualche secondo, questo era certamente più utile rispetto al previsto, anche se non gli aveva potuto dir nulla di Brando.
-Non preoccuparti, io ti credo.-
-Veramente? Grazie allora! Finalmente qualcuno che mi crede.-
Certo che gli credeva, e magari sarebbe stato anche di grande aiuto, proseguendo verso gli ultimi scalini la ragazza si ritrovò in un grande spiazzo dove davanti a lei c’era l’entrata della grotta, davanti a questa però c’erano due persone, un uomo con una divisa da archeologo e binocolo ed un signore dai capelli biondi e gli occhi marroni vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni.
Quando la ragazza si avvicinò questo fu il primo a parlarle.
-Scusami, ma se vuoi entrare devi ottenere il permesso  dall’Anziano del villaggio. Questo vale anche per l’entrata dal lato destro della grotta.-
Spiegò lui indicando una porticina verde non molto distante da lì.
-Un bambino dice di aver visto degli individui sospetti dentro la grotta. Da allora non è permesso a nessuno entrarci.-
Spiegò l’uomo con la divisa da archeologo.
-Dovrei averlo incontrato poco fa, anche a me ha spiegato cosa è successo. Andò subito a chiedere il permesso all’Anziano.-
Rispose lei dirigendosi verso la capanna dove supponeva questo si trovasse, non appena tornò all’interno dell’abitazione l’uomo le parò per primo.
-Non c’è bisogno di altre spiegazioni. Hai il mio permesso per entrare nella grotta dal lato sinistro.-
In un certo senso non doveva esser così strano l’avesse anticipata, sapeva bene perché si trovava lì infondo.
-La ringrazio.-
-In cambio ti chiedo solo di tenere gli occhi aperti, in caso tu trovassi il nostro Mime Jr.-
-Sì, non si preoccupi farò attenzione, grazie ancora.-
Dopo la promessa sia la ragazza che Pachirisu uscirono dalla capanna pronti ad entrare nella grotta nel vulcano, qualcosa però attirò la loro attenzione, almeno una ventina di Drifloon che fluttuando avevano raggiunto Caldonia, anche le persone fuori dalle loro case li osservarono stupiti mentre questi si avvicinavano al vulcano sparendovi all’interno.
-Ma…ero sicura di averli visti migrare dalla direzione opposta…-
Borbottò la ragazza tornando dall’uomo che le aveva precedentemente sbarrato la strada.
-Oh rieccoti, hai il permesso di entrare?-
-Sì, sono appena stata dall’Anziano e mi ha dato il permesso di passare da questo lato.-
-Prego allora, passa pure. Occhio a dove metti i piedi là dentro, però.-
-Sì.-
Qualsiasi cosa ci fosse là dentro non avrebbe abbassato la guardia, era essenziale per ritrovare sia i Pokémon che il suo amico.
-Andiamo Pachirisu.-
-Pachi.-

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Non servì nemmeno fare qualche metro per far sì che la temperatura diventasse ancora più pesante, anche se non ci si doveva stupire infondo.
La prima cosa che la ragazza notò fu la grande quantità di fumo che le faceva bruciare gli occhi fino al sentirli quasi lacrimare, il terreno scottava ma mai quando la cascata di lava davanti a lei, che gorgogliava pericolosamente producendo talvolta anche alcune bolle che andavano a scoppiare.
Si poteva però evitare di cadervi dentro passando su un sentiero di pietra, all’immediata destra però non v’era altro che un vicolo cieco mentre invece si poteva procedere a sinistra verso delle scale scavate nella roccia, qui c’era perfino un uomo vestito con una divisa da archeologo ed un Pokémon simile ad una salamandra rossa dalla testa rotonda e con una fiamma sulla punta della coda.
Quest’ultimo non appena la notò le si avvicinò allegramente sfiorandole la gamba per giocare, anche se il gioco finì per riguardare una cattura.
Sara asciugandosi la fronte dal sudore iniziò a creare dei cerchi attorno all’altro, che di rimando sputò delle fiamme dalla bocca, le quali comunque non furono difficili da evitare, questo attaccò fu oltretutto l’unico visto dopo questo lei riuscì a concludere la cattura.
Il nome del suo nuovo piccolo amico era Charmander, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 1”, “Attacca sputando tizzoni incandescenti.”, purtroppo con il suo arrivo era arrivata a cinque Pokémon, e si vide costretta a liberare qualcun altro, la sua scelta ricadde su Voltbor e Beedrill, visto Nosepass aveva la stessa mossa di quest’ultimo.

Ora che la cattura era terminata non restava altro da fare che proseguire, ma non prima d’aver parlato anche con l’esploratore.
-Buongiorno, mi scusi lei entra spesso in questa grotta?-
La domanda poteva sembrare un po’ strana, ma a giudicare dall’abito non era certo un turista.
-Solo in quest’ultimo periodo, sto cercando una pietra che pare si trovi soltanto qui. Potrei ricavare un bel ciondolo da regalare alla mia ragazza.-
-Che pensiero carino, ha notato per caso però qualcosa di strano? Un Ranger come me o dei gruppi di Pokémon?-
-Escludendo quelli appena entrati e quelli che sono sempre qui no mi dispiace, non penso d’aver notato nessun Ranger oltretutto.-
-Capisco, grazie comunque per l’informazione.-
Non era così grave infondo non lo sapesse, era in fin dei conti già a buon punto, la conversazione però l’aveva distratta da un curioso Magnemite che avvicinandosi aveva involontariamente dato il via ad una cattura, rapidamente conclusa, con la sua capacità di ricaricare lo Styler però sarebbe potuto esser molto utile in caso di guai.
Proseguì quindi salendo la rampa di scale, costeggiando però la parete rocciosa a causa della vicinanza alla lava, man mano che si proseguiva però il fiume aumentava di spessore riducendo il sentiero, arrivando al punto che quando lei e Pachirisu si ritrovarono davanti un Pokémon simile ad una lumaca rossa, che produceva chiazze di lava, non poterono far altro che dare il via ad una cattura, incredibilmente senza toccare la sostanza prodotta. Fortunatamente non la produsse durante la cattura e si rivelò essere molto calmo, solo verso gli ultimi giri della Linea di cattura tentò un attacco, sputando una palla di fuoco che come toccò terrà produsse un’alta fiamma che quasi superò la ragazza in altezza, ma ormai non poteva fare più nulla e le sue informazioni vennero aggiunte.
Si chiamava Slugma, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa Fuoco 1”, “Attacca sputando palle di fuoco e tizzoni incandescenti.”, in ogni caso nuovamente dovette liberare qualcuno e preferì Charmander, che tornò al proprio posto sotto la scalinata salutandola con una zampa.

Proseguendo però Sara notò un dettaglio, una crepa nel terreno dalla quale uscivano alcune nuvolette di fumo che, superando il fiume di lava, arrivavano fino all’altra sponda. Purtroppo non c’era modo d’andare dall’altra parte ed un salto sarebbe stato troppo rischioso, notò però sulla mappa che c’era un’uscita tra le rocce.
Superato questo punto i due si ritrovarono così in un piccolo spiazzo di rocce poco sopra il livello del mare, incredibilmente soffiava una dolce brezza che rinfrescò subito il viso della giovane Ranger. Non poté tuttavia godersi il piacere che il suo sguardo notò in lontananza un paio di Drifloon che, superandola, entrarono nel vulcano.
-Che strano…sarà meglio rientrare.-
Infondo non c’era veramente qualcosa di utile o altre strade, solo una coppia di Gastrodon, anche se visto il luogo in cui si trovavano e la loro mossa preferì catturarne uno prima di proseguire.
La cattura fu rapida e con solo un attacco da parte dell’altro, che le sputò contro una bolla d’acqua, ma si concluse senza alcun danno. Visto nuovamente i Pokémon erano troppi Sara decise di liberarne due, Buizel e  Magnemite.
Tornando dentro ripercorse lo stretto sentiero tra le rocce, sentendo presto l’aria farsi più calda, nel suo cammino però si ritrovò davanti un Drifloon e fu così costretta ad iniziare un’altra lotta.
Lo spazio non andava certo  a suo favore e muovere lo Styler era sempre più scomodo, quando l’altro poi tentò di colpirla generando delle strane sfere d’energia oscura lei riuscì ad evitarle solo abbassandosi.
-Accidenti per un pelo.-
Questo però non basto a farla scoraggiare, e la cattura si concluse ben presto con le informazioni aggiornate, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa di zona: Fluttuazione”, “Attacca lanciando sfere spaventose.”.

-Fluttuazione?-
Rimase qualche secondo ad osservare quella parola, anche se il significato era molto chiaro.
Avrebbe forse potuto usare quella mossa per proseguire?
Sperando fosse così tentò d’avvicinarsi al bordo del sentiero, percorrendone un breve tratto, fino a quando non arrivò sulla crepa che produceva quelle nuvolette di fumo, fu lì che quando toccò con lo Styler il suo amico questo chiese: “Vuoi usare la mossa fluttuazione?”
La risposta naturalmente fu sì, anche se il viaggio fu meno piacevole del previsto.
Sistemandosi sopra la testa della ragazza il Pokémon usò i suoi poteri per sollevarla da terra di circa un metro, fluttuando con lentezza da una sporgenza all’altra mentre Pachirisu e gli altri Pokémon stavano aggrappati a lei.
Sara continuava a muovere i piedi istintivamente spaventava, le sembrava impossibile una cosa così piccola potesse reggere tutti e naturalmente senza un appiglio la testa quasi le girava.
In ogni caso una volta arrivati dall’altra parte della sponda il Pokémon la lasciò subito andare e lei gioiosamente sentì il terreno sotto i suoi piedi, mentre il Drifloon s’allontanava per tornare dall’altra parte.
-Uff…cavolo…spero di non doverlo fare troppe volte…tutto ok Pachirisu?-
-Pachi…-
Anche il piccolino non doveva esser stato entusiasta del passaggio sopra la lava, ma almeno potevano proseguire. A giudicare dalla mappa sullo schermo superiore dello Styler c’era un passaggio non molto distante da loro, ma quando si spostarono in quella direzione Sara notò qualcosa che la fece subito fermare.
Un piccolo Styler rosso abbandonato al suolo, raccogliendolo sentì che scottava ma non aveva dubbi su di chi fosse.
-E’ lo Styler di Brando! Non è acceso…il fermaglio da cintura è andato, ma lo Styler in sé pare funzionare. Forse lo ha veramente perso per sbaglio.-
Tentò di supporre guardando poi il passaggio davanti a loro, circondato da due cascate di lava, senza timore lo superò ma in questa nuova zona scoprì suo malgrado di non esser in buona compagnia. Scavato nella roccia era stato fatto un ponte, e proprio su questo v’erano ben due tirapiedi del Team Pesto Buio, da quell’altezza fortunatamente riusciva a sentire di ciò che parlavano.
-Che incubo la notte scorsa. Tenere a bada quel Ranger è stato tremendo…quanto ha lottato! Ci sono voluti otto di noi per avere la meglio su di lui e riuscire a legarlo. Pokémon Ranger un corno! Dovrebbe farsi chiamare Pokémon Wrestler.-
Doveva trattarsi certamente di Brando! Chi meglio di lui poteva rispecchiare la descrizione?
-Davvero! E’ stato tremendo!...però, devo aver fatto uno sbaglio…gli avevo tolto di dosso lo Styler, ricordi? Poi, però, mi è caduto da qualche parte. Lo avevo spento, quindi non dovrebbe essere un problema, ma…-
Il tono dei loro discorsi andò via via sempre più ad affievolirsi, a tal punto che la Ranger volle rischiare d’avvicinarsi ma come risultato venne notata da uno dei due.
-Uh? Chi va là? E’ un bambino? Una ragazzetta?-
-No, guarda bene, è un Ranger! Che disdetta! Battiamocela!-
-Fermi!-
Presi dal panico i due uomini presero direzioni diverse pur di allontanarsi, e lei non poté purtroppo far nulla per fermarli.
-Dannazione! Almeno però l’uscita principale è alle mie spalle, non possono scappare per sempre.-
Disse superando l’arco sotto al ponte, finendo però in un altro vicolo cieco superabile purtroppo solo fluttuando.
In quel punto però la ragazza notò un piccolo Pokémon simile ad una puzzola viola, che come la vide la raggiunse subito di corsa, forse spaventato per i due intrusi di prima.
Ad inizio cattura la prima cosa che fece fu infatti muoversi da una parte all’altra del perimetro di cattura, quando però si rese conto non sarebbe potuto scappare tentò con il primo attacco, dal corpo emanò una nuvola puzzolente e violacea. La ragazza con un salto si portò lontano evitando anche di toccarla, concludendo subito dopo la cattura.
Il suo nome era Stunky, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: Distruzione 1”, “Attacca emettendo veleno.”.

Purtroppo però non le sarebbe potuto essere certo utile per superare la lava, così tornò indietro nella precedente zona esplorando il perimetro alla ricerca di un altro Pokémon e, con grande fortuna, riuscì a trovare nelle vicinanze un Drifloon. La cattura fu molto semplice, anche se dovette liberare un Pokémon, scegliendo stavolta lo Stunky incontrato prima perché aveva una mossa inferiore rispetto a Nosepass, e tornando indietro con il suo aiuto riuscì a superare nuovamente il fiume di lava, trovandosi alla base della scalinata che l’avrebbe condotta al ponte dove si trovavano gli altri due uomini.
Prima però d’andare lì notò un piccolo ma paffuto Pokémon, simile ad un Pachi, e nonostante la fretta la sua curiosità ebbe la meglio per poter sapere di che tipo fosse, ogni aiuto infondo poteva rivelarsi essenziale.
Avvicinandosi iniziò quindi una cattura, dovendo però schivare già dal primo secondo dei fulmini lanciati dal Pokémon in rapida successione, evitarli non fu semplice ma  in seguito a questi riuscì a muovere lo Styler abbastanza velocemente da chiuderla senza nuovi attacchi.
A quanto pare si chiamava Pikachu, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa mappa: Ricarica 3”, “Attacca emettendo scariche elettriche dal corpo.”.

Con questo nuovo piccolo amico, che in caso di danni gravi avrebbe sicuramente dato un grande aiuto, lei e tutti gli altri Pokémon salirono la scalinata, trovandovi alla cima uno dei due uomini del Team Pesto Buio.
-Il mio collega ha detto “battiamocela” ed è scappato. Io invece ho deciso di “battere” questo Ranger. –
Rispose l’uomo con tono provocatorio, ma Sara non indietreggiò né provò paura. Non era la prima volta li combatteva, e la paura che l’aveva bloccata a Portena non s’era più fatta vedere grazie all’esperienza avuta.
Non erano certo questi pesci piccoli a spaventarla o simili.
-Non sarà così facile.-
-Ehi! Lo sai che siamo il Team Pesto Buio e che facciamo fare ai Pokémon quello che ci pare? Eccoti una dimostrazione!-
Così dicendo l’uomo prese dalla sua tasca un piccolo quadratino metallico, che come toccò terrà si aprì in uno dei loro maledetti macchinari, due Pokémon comparvero assieme a lei, entrambi due lumache ma con la differenza che una di queste aveva un guscio nero. Il primo attacco venne proprio da questa, che tentò di colpirla sputando delle fiamme, la Ranger però si spostò con agilità muovendo la Linea di cattura tra i due Pokémon, e nei momenti in cui erano abbastanza vicini li prendeva entrambi.
La loro velocità ridotta era un buon vantaggio per lei, e le consentì di catturare entrambi senza difficoltà.
Si registrarono così le informazioni di uno di loro, quello con il guscio nero, si chiamava Magcargo, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 2”, “Attacca sputando palle di fuoco e tizzoni incandescenti.”.

Con la loro sconfitta il macchinario tornò alle dimensioni precedenti, venendo raccolto dall’uomo visibilmente in difficoltà alla vista della fuga dei due Pokémon.
-Aaaargh!-
-Te l’avevo detto non sarebbe stato così facile.-
Sorridendo vittoriosa Sara lo guardò voltarsi e correre lontano da lei, ma la ragazza tentò subito di raggiungerlo muovendosi altrettanto velocemente.
La sua corsa purtroppo fu frenata da un grande Pokémon simile ad una salamandra gigante, la cui coda e testa producevano delle calde fiamme e sulla schiena aveva degli spuntoni rossi.
Nonostante la sua stazza gli ci volle poco per raggiungerla e così iniziare la cattura, tentando di ferirla subito dopo con una fiammata prolungata, che Sara riuscì ad evitare appallottolandosi e rotolando al fianco. Era evidente i suoi attacchi si sarebbero potuti rivelare pericolosi, per questo motivo agì con rapidità per concluderla quanto prima, riuscendoci fortunatamente.
Il nome del Pokémon era Magmar, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 2”, “Attacca sputando fiamme e palle di fuoco.”, con il suo arrivo nel gruppo però dovette liberare qualcun altro, e la ragazza optò per Slugma visto aveva una mossa inferiore ma dello stesso tipo.

Purtroppo quell’interruzione sembrava esser stata sufficiente per far sì l’altro scappasse, o almeno così sembrò visto in fondo alle scale non v’era nessuno se non v’era nessuno, e l’unica cosa che si poteva fare era cercare un Drifloon per tornare indietro.
-Mh…secondo la mappa c’è un passaggio qui vicino, magari è lì che si  è nascosto.-
Sperò Sara che, senza scendere la scalinata del ponte, continuò ad andare dritta percorrendo un tunnel, che la portò però non all’esterno come aveva immaginato, ma con sua grande sorpresa in una nuova zona, all’inizio della quale si trovava oltretutto un Punto di Salvataggio.
-Oh! Beh, meglio così. Sarà meglio usarlo.-
Disse lei sorridendo salvando i dati del proprio Styler, guardandosi poi attorno, rispetto al terreno si trovava in un punto leggermente sopraelevato ed alla sua immediata destra c’era da subito un sentiero, bloccato però in buona parte da un Magmar, che però riuscì a superare stando attaccata alla parete rocciosa, proseguendo arrivò fino ad una scalinata dalla quale si poteva scendere oppure, probabilmente con l’aiuto di un Drifloon, arrivare in un altro punto, ma optò per la prima opzione passando così tra due muri di roccia per proseguire, il suo passaggio però fu interrotto dall’arrivo di un altro membro del Team Pesto Buio, che la guardò rabbioso.
-Ti pentirai di aver messo il naso in cose  più grandi di te!-
Asserì  prendendo una Minaremo e chiamando un gigantesco Pokémon simile ad una lucertola dalla pelle di roccia e con un casco nero sul cranio, che era però provvisto di un marsupio dentro il quale c’era un cucciolo della stessa specie.
Purtroppo però non poteva evitare di lottare contro di loro, visto la lotta iniziò all’istante con il suo arrivo.
Il Pokémon come prima cosa però si allontanò da lei, lasciandola così perplessa, poi però quando si voltò e portò la testa all’indietro lanciò dalla sua bocca un gigantesco raggio giallo che Sara evitò solamente tuffandosi a terra, con il cuore che batteva rapidamente per la sorpresa. Se l’avesse presa sicuramente sarebbe stata nei guai…doveva fare attenzione.
Nel momento d’agire mosse il più rapidamente possibile lo Styler, evitando poi un secondo raggio, ma al momento del terzo peccò di superbia, credendo di poter resistere fino all’ultimo.
Quando il Pokémon lanciò il suo raggio Sara attese troppo a lungo, e quando si lanciò a terra il suo piede destro venne colpito dal raggio.
-Aaaah!-
Un forte dolore la colpì dalla caviglia in giù, la pelle sembrava stesse bruciando ed in effetti la scarpa s’era rovinata quasi come fosse venuta a contatto con la lava, solo il tentar d’appoggiarsi le provocava poi una fitta e l’attacco le aveva tolto ben cinque punti nell’energia dello Styler.
Nonostante questo dolore però non volle arrendersi, visto l’altro non l’attaccava approfittò del tempo continuando a muovere la Linea di cattura, strisciando a terra per non essere un bersaglio facile, ed incredibilmente riuscì a portare a termine il tutto in quel modo.
Le informazioni furono così aggiornate, il suo nome era Kangaskhan, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca emettendo un potente raggio dalla bocca.”, quest’ultima parte l’aveva notata sfortunatamente…ed il punteggio di cattura nonostante l’avesse avvicinata di molto al prossimo livello del dispositivo non bastò a farglielo fare.

Almeno però aveva liberato il Pokémon, che scappò subito via lasciando nel panico l’uomo.
-Ahimè, chi l’avrebbe detto…alla fine sono io quello che si è pentito…-
Borbottò allontanandosi, mentre Sara appoggiandosi alla parete s’alzò in piedi.
-Pachi!-
Pachirisu preoccupato subito le si avvicinò, ma lei per non farlo sentir peggio gli sorrise gentilmente.
-Non preoccuparti, sta già passando, era un solo attacco e sono stata sciocca. Su, andiamo a cercare Brando…-
-Pachi, pachi!-
Il piccolino però si mise davanti a lei scuotendo il capo, sembrava voler a tutti i costi si riposasse.
-Pachirisu…non posso fermarmi, posso farcela credimi.-
-Pachi…-
Inginocchiandosi nuovamente lei gli accarezzò la testa gentilmente, prendendo un profondo respiro quando dovette alzarsi.
-Fidati di me.-
Procedendo i due superarono un Drifloon, arrivando così nei pressi di un ponte sopra cui v’erano due membri del Team Pesto Buio, con un brivido si rese conto che quel posto ne era pieno, e che Brando era in un pericolo maggiore di quanto avesse pensato lei.
-Ecco perché abbiamo un piano di riserva! Farò esplodere la dinamite che abbiamo preparato prima…Ora!-
Urlò uno dei due contro la Ranger, che preoccupata di dove fosse la dinamite afferrò Pachirisu.
-No!-
Una forte esplosione fece franare una parte del soffitto, corrispondente all’unico passaggio che sotto al ponte l’avrebbe potuta far proseguire tramite una porta di ferro, i due uomini si guardarono ridendo soddisfatti.
-Grande, grande! Ottima mossa!...anzi, no!-
Mettendosi le mani in testa l’uomo che aveva parlato corse giù per le scale assieme all’altro, raggiungendo Sara e guardando il grande masso che bloccava la via.
-Anche noi siamo bloccati da questa parte! Dovevamo far saltare la carica quando eravamo dall’altra parte del tunnel! Come facciamo a tornare alla baia segreta adesso, brutto babbeo?-
La ragazza e Pachirisu guardarono i due a bocca aperta, non spiccavano certo per ingegno ma…c’era un limite a tutto.
Però l’ultima parte della frase era molto, molto interessante. Forse Brano ed i Pokémon erano dall’altra parte di quella porta!
-…mi hai chiamato babbeo? Beh, genio, tu non sei molto più furbo! Hai appena spifferato davanti al Ranger della baia nascosta! Doveva essere un segreto, così potevamo far uscire i Pokémon rapiti senza farci beccare!-
Questo le tolse qualsiasi dubbio, ma per evitare di mancare qualcosa lei preferì restare in silenzio, mentre Pachirisu doveva trattenersi dal ridere per quella scena ridicola, stavano risparmiando loro un bel po’ di lavoro almeno.
-Oh, anche tu sei bravo a spifferare tutto! Stiamo rivelando tutti i nostri segreti!-
Entrambi si misero le mani sulla bocca per evitar di parlare, e come delle statue si sistemarono ai lati della gigantesca roccia, solo a quel punto la Ranger decise di parlar loro, osservando però come prima cosa la roccia, che si poteva distruggere con una mossa di distruzione 2.
-Avete qualcos’altro da aggiungere? O avete già detto tutto ciò che dovevo sapere?-
-Ehm, Ranger? Fa’ finta di niente, siamo due un po’ matti. Usa pure qualsiasi Pokémon di cui tu abbia bisogno per passare oltre. Grazie!-
-Non far caso a noi due. Ma ai molto caso alla roccia, per favore.-
Risposero entrambi fingendo gentilezza, lei li guardò per qualche istante in silenzio, erano evidentemente agitati e desiderosi d’andarsene. Ciò che non sapevano era che lei avrebbe potuto fin da subito distruggere la roccia con l’aiuto del Nosepass, ma…voleva farli cuocere un po’ nel loro brodo, come una meritata punizoine.
Come prima cosa quindi si spostò a destra per vedere se c’era qualcosa di interessante, ma la strada le fu sbarrata da un gigantesco Pokémon simile ad un rinoceronte che caricandola la spinse a terra, facendole perdere altri tre punti nello Styler.
-Ghn!-
-Hihihi.-
In sottofondo lei sentì il borbottio delle risate dei due, doveva essere uno spettacolo divertente per loro quanto imbarazzante per lei, ma Sara non si diede per vinta ed alla seconda carica la evitò con più facilità dando inizio ad una cattura.
Il Pokémon, chiaramente in uno stato d’aggressività, attacco da subito colpendo il suolo con le zampe, creando così degli spuntoni che tentarono di colpirla, lei però li evitò ed approfittando della sua lentezza riuscì con una sola Linea di cattura a concludere il tutto.
Il suo nome era Rhyhorn, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra- Mossa: Azione 2”, “Attacca squarciando il terreno.”, purtroppo con il suo arrivo gli amici erano troppi, e Sara dovette liberarne uno,  scegliendo però Pikachu cliccando però prima sul tasto ricarica accanto a quello libera, facendo sì che l’energia tornasse al massimo.

-Grazie, Pikachu! A presto!-
Almeno aveva zittito i due uomini, che ora si limitavano a fissare il suolo, lei però non diede loro peso proseguendo e salendo le scale dalla quale erano venuti , trovò però qualcosa di molto strano in cima a questa. Lungo una parete infatti si trovava una sottospecie di porta con uno strano motivo sopra, ed a giudicare dalle informazioni date dallo Styler era rimuovibile solo con un potere di tipo psico.
-Ma cosa…-
Tentando di sfiorarla sentì uno strano formicolio alle dita, che allontanò subito senza comunque distogliere gli occhi.
Se prima voleva far aspettare i due uomini solo per qualche minuto ora sentiva ci sarebbe voluto molto più tempo, doveva capire cosa ci fosse dietro quella cosa.
Non le sembrava d’aver notato un Pokémon con un potere adatto alla situazione, ma avrebbe presto rimediato visto c’era ancora un punto che non aveva controllato.
Correndo scese le scale tornando indietro, catturando nel tragitto un Drifloon arrivando così al primo ponte nella stanza fermandosi davanti alla crepa dalla quale uscivano alcune nuvolette di fumo.
In aggiunta positiva quell’ultima cattura l’aveva fatta passare al livello 15, aggiungendo due punti a potenza ed energia che arrivò a 38/38, ma dovette comunque liberare un Pokémon ed optò così per Magmar.
Grata comunque che stavolta non dovesse fluttuare sopra la lava con l’aiuto del Drifloon raggiunse l’ultimo punto sopraelevato nella stanza, trovando davanti a sé una piccola grotta nascosta.
Subito superò l’entrata ritrovandosi in un ambiente ristretto ma al cui interno erano presenti dei piccoli Pokémon grigi capaci di fluttuare.
-Speriamo possano aiutarmi con quella porta…-
Sussurrò la ragazza per non spaventarli, notando che erano capaci di sparire e riapparire come se nulla fosse, riuscì però anche così ad avvicinarne uno e ad iniziare la cattura.
Dopo i primi secondi il Pokémon tentò di attaccarla in un modo alquanto particolare, sputando a terra una fiamma violacea che come se avesse preso vita saltellava da un punto all’altro del perimetro di cattura.
-Ma cosa?!-
Per evitarla anche la ragazza dovette saltellare un paio di volte, e i suoi movimenti non le resero facile non farla scontrare con la Linea di cattura, ma bene o male e senza danni riuscì a catturare il Pokémon, le cui informazioni vennero registrare.
A quanto pare si chiamava Shuppet, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere psico 1”, “Attacca sputando sfere maledette.”, proprio la mossa che serviva a lei!

-Evviva!-
Ora non doveva far altro che tornare indietro, ma le bastò guardarsi attorno per capire che il ponte su cui era l’avrebbe fatta arrivare in un punto dove era necessario l’aiuto  di un Drifloon per procedere.
Fortunatamente ce n’era uno lì vicino, e liberando Rhyhorn  non fu un problema portarlo con sé.
Meno semplice fu evitare un Magmar ed un altro Rhyhorn, ma riuscì anche in questo attraversano in volo un piccolo tratto di lava.
Fu così nuovamente dai due uomini che la guardarono correre sulla scalinata ed arrivare davanti a quella strana porta.
-Shuppet, per favore rimuovi l’ostacolo!-
Annuendo il piccolino attaccò con una strana nuvola rosata che rapidamente sciolse la porta misteriosa, mentre il Pokèmon  fuggiva per tornare alla propria tana.
Sara nel frattempo osservò il passaggio di quella grande grotta, dalla quale sentiva degli strani rumori, ma senza tentennare si mosse entrandovi.
Si ritrovò così in un punto le cui pareti erano ricoperte con una strana melma viscida, che lei ovviamente cercò evitare con ogni mezzo possibile, ma al centro di quel luogo v’era un Pokémon gelatinoso che sembrava esser fatto d’una qualche sostanza tossica.
Emanava un odore pungente ad indicare questo oltretutto, e come la vide la caricò immediatamente, iniziando così una cattura.
Come primo attacco il Pokémon sputò a terra una sostanza violacea, che emise un gas nocivo ad ogni bolla che scoppiava, lei ovviamente rimase lontana da quella cosa, ma al secondo attacco dell’altro si trovò leggermente in difficoltà.
Dal suo corpo infatti lui emise un fumo viola, impossibile da non inalare, che lentamente riempì la stanza facendola tossire.
-Maledizione…-
Forse lo Styler non ne risentiva, ma lei era comunque un essere umano, e non poteva respirare liberamente in quel modo.
Con gli occhi che bruciavano attese che il fumo svanisse prima di riprendere a  muovere la propria linea di cattura, riuscendo a metter fine alla situazione subito dopo che il Pokémon ebbe sputato nuovamente a terra quella sostanza violacea.
Mentre lo Styler si aggiornava lei uscì di corsa da quel punto, respirando a pieni polmoni quell’aria pulita, anche se calda, dando tempo alla testa di smettere di girare.
Il suo nome era Muk, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: Distruzione3”, “Attacca sputando velendo ed emettendo una nebbia tossica.”, certamente un tipetto niente male, ma lei non poté non chiedersi come mai fosse rinchiuso dietro una porta, e chi l’avesse messa lì.

In ogni caso ora che aveva risolto in parte quel mistero, una volta ripresasi per non far notare ai due furfanti le sue condizioni, tornò da loro pronta a proseguire.
-Nosepass, per favore, distruggi l’ostacolo!-
Il Pokémon subito caricò la roccia colpendola con le sue zampe rapidamente, frantumandola fino a ridurla in minuscoli frammenti-
-Ti ringrazio, a presto!-
I due uomini del Team Pesto Buio come questo se ne fu andato guardarono la Ranger pienamente soddisfatti.
-Lo sapevo che ce l’avresti fatta, Ranger! Bene, noi andiamo per la nostra strada!-
-Grazie! TI saremo grati di questo per…più o meno un secondo!-
Ridendo i due corsero verso la porta, aprendola e fuggendo lontano da lei, che però li lasciò fare.
Aveva le informazioni che voleva, anche così non avrebbero potuto seminarla o distrarla, come loro infatti andò verso la porta, pronta ad aprirla.
-Brando, sto arrivando.-

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Convinta di dover semplicemente attraversare la porta davanti a sé Sara afferrò la maniglia spingendo per superarla, ma come questa si aprì i due uomini di prima le sbarrarono la strada spingendola via.
-Eheheh! Il secondo è finito! Ho qui una Miniremo nuova di zecca per mostrarti chi comanda davvero qui!-
Ridacchiò uno dei due tirando fuori il macchinario, senza dare alla ragazza il tempo di rispondere.
Ben tre  Numel arrivarono da chissà dove, circondandola e raggiungendola, dando così il via alla cattura.
-Maledizione…-
Borbottò la ragazza facendo appena in tempo a muoversi prima la bloccassero completamente.
Non era certo la prima volta affrontava una situazione simile, ma non era certo facile affrontare più Pokémon contemporaneamente, a prova di ciò era il fatto dovette schivare rapidamente una serie di fiammate sputate da due di loro, interrompendo così più volte la Linea di cattura. Era complicato anche muoversi semplicemente per creare i cerchi, visto ogni tre per due vi cadevano addosso, ma quando finalmente due di loro vennero catturati prendere anche il terzo fu una passeggiata.
Sorridendo soddisfatta Sara li guardò andar via, mentre la Miniremo esplodeva.
-Vuoi cercare di intrufolarti di nascosto? Le nostre infallibili guardie ti butteranno fuori a calci.-
Così dicendo i due scapparono lontani, lasciandole però il presentimento non sarebbe stato facile muoversi da lì a poco.
-Pronto Pachirisu?-
-Pachi!-
La determinazione di entrambi era comunque forte, e senza paura superarono, finalmente, la porta.
Fu incredibile il drastico cambio d’ambiente, ora non sentiva più l’insopportabile calore della lava ma la dolce brezza del mare, alzando gli occhi poté comunque capire facilmente si trovavano in una baia che s’era scavata nel tempo al fianco del vulcano, ma tutt’altro che naturale era la gigantesca imbarcazione nera davanti a lei, raggiungibile tramite un sentiero lungo cui però erano state poste numerose casse di ferro verdi.
Stringendo gli occhi riuscì a vedere qualcosa d’ancor più preoccupante, file e file di Pokémon che entravano in questa, guidati da…l’uomo dai capelli rossi.
-Oh no…-
Se prima non aveva sentito alcun tipo di paura ora le gambe quasi le tremavano, non aveva idea del perché ma quel tipo, soprattutto i suoi occhi, la scuotevano nel profondo.
Osservava quelle povere creature quasi con soddisfazione, sorridendo ancor di più quando ben quattro uomini trasportarono di peso una figura legata con strette corde.
-Brando!-
Sobbalzando la ragazza si tappò la bocca con le proprie mani, per evitar d’essere scoperta, il cuore però le stava battendo sempre più agitato.
In che situazione era finita…ben più grave del previsto di certo. Almeno riusciva a sentire anche da lì i loro discorsi.
-Branco di fetidi delinquenti! Nessuno lega Brando come un salame! Non la passerete liscia!-
Sbraitò il suo amico facendo faticare gli uomini che lo tenevano, tanto che parlarono all’unisono.
-Smettila di urlarmi nelle orecchie! Comportati come il resto del carico! Fai silenzio!-
Solo l’uomo dai capelli rossi non parlò, limitandosi a guardarlo mentre lo portavano via.
-Pachirisu, proviamo ad avvicinarci per sentire qualcosa.-
Sussurrò Sara all’amico, notando prima di tutto però un Punto di Salvataggio per lo Styler, che naturalmente utilizzò subito, come però fece qualche passo riuscì a sentire l’uomo dai capelli rossi parlare ai suoi sottoposti.
-Carico completato! Molleremo gli ormeggi entro due minuti! Guardie, tenete gli occhi aperti!-
-Sissignore, certo signore!-
Due minuti?!
Non avrebbe avuto il tempo nemmeno di mandare un messaggio al Centro Ranger in quel modo?
Deglutendo si guardò attorno, notando che vari uomini si stavano muovendo per controllare la zona, ma ormai per lei c’era solo una cosa da fare.
-Saliamo a bordo…-
Così dicendo prese in braccio Pachirisu, iniziando così il suo tentativo d’infiltrarsi nella nave.
-Ok, riepiloghiamo la procedura in caso  di intrusione. Se l’intruso è grosso, lo leghiamo come un salame. Se l’intruso è piccolo, lo mangiamo fuori a calci!-
Menomale che lei era piccola di corporatura, almeno in caso di fallimento avrebbe potuto ritentare, anche se non desiderava farlo…
Doveva però fare molta attenzione, già davanti a lei c’erano due uomini che alternandosi camminavano tra due grandi casse verdi, osservò i loro movimenti un paio di volte prima di muoversi. Lasciò passare il primo muovendosi poi nella direzione opposta, aspettando che il secondo uomo prendesse il sentiero tra le due casse per poi seguirlo in silenzio e senza farsi vedere.
Ogni suo passo le sembrava troppo rumoroso, ma riuscì ad andare in linea con quello dei due uomini senza farsi sentire.
Superandoli arrivò in un punto in cui le casse erano state messe come una parete, che quasi le nascondeva la vista alla barca, davanti a lei, oltre una cassa che era stata messa in mezzo alla strada, c’era un tavolino con sopra dei bicchieri e delle bottiglie vuote, e degli armadietti di ferro ormai rotti.
Fu in quel punto che andò a nascondersi per lasciar passare uno degli uomini, muovendosi solo quando un quarto le voltò le spalle.
Oltre la parete di casse v’era un piccolo sentiero di roccia, ed anche se non era nascosta da nulla si spostò in quel punto, così che quando l’uomo si voltò riprendendo a camminare la superasse senza accorgersene, e da lì dovette semplicemente salire sulla rampa di ferro della nave.
Stava già per tirare un sospiro di sollievo quando sentì qualcosa colpirla allo stomaco spingendola via, facendola rotolare nuovamente sul duro terreno.
A colpirla erano stati due uomini del Team Pesto Buio, che la guardavano sicuri di sé.
-Non pensarci nemmeno! Fuori dai piedi!-
-Non intendo farlo.-
Rispose la ragazza, senza comunque urlare visto non sembrava altri l’avessero notata.
-Sei riuscita ad eludere la nostra ineludibile rete di sentinelle?!-
-Non così ineludibile.-
Disse ancora lei tentando di muoversi, ma i due la imitarono.
-La nave cargo è diretta verso una destinazione segreta! Ti conceremo per le feste, così non potrai darci fastidio!-
Tirando fuori una Miniremo dalla tasca i due la guardarono ridendo, mentre dal cielo arrivarono due Beedrill ed un Pokémon simile ad un fungo blu dalla testa arancione pronti a ferire la Ranger. Per via dei Beedrill che volevano rapidamente non fu facile muovere una linea di cattura, ma inaspettatamente non l’attaccarono dandole così modo, una volta che uno di loro si fu allontanato, di catturare il primo, ed a seguire gli altri due.
Lo Styler aggiornò così le informazioni del terzo Pokémon, il suo nome era Gloom, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 2”, “Attacca emettendo polline velenoso.”.

Come i Pokémon iniziarono a fuggire i due uomini divennero molto più agitati rispetto a prima.
-Gliel’avevamo detto, però, che c’era un Ranger in giro…-
-Ma quelli della Squadra di vigilanza ci hanno liquidato dicendoci che era solo un poppante…ma guarda te…-
Il fatto fosse molto giovane stava giocando a suo favore, avevano abbassato la guardia dandole modo di muoversi in sicurezza. Anche se in realtà era ormai una persona adulta, era felice di sembrare più giovane di quanto fosse in realtà.
Una voce da un altoparlante però interruppe il discorso.
-E-ehm! A-ehm! Parla il vostro capitano! Questa nave cargo salperà ora alla volta del nostro nascondiglio segreto! A tutto l’equipaggio, ai vostri posti!-
-Oh no…-
Quella si che era una cattiva notizia, i due uomini le stavano ancora bloccando la strada e la rampa stava iniziando a rientrare, doveva muoversi!
Con uno scatto spinse i due lontano da lei, facendoli cadere a terra e correndo assieme a Pachirius con un salto riuscì ad evitare di restar fuori dal mezzo, il cui gigantesco portone presto si richiuse.
 
 

L’ambiente in cui si trovava era…gelido, non trovava altre parole per descriverlo.
Il pavimento, le pareti ed il soffitto erano formate da delle piastre di metallo viola che ad ogni passo producevano un suono sordo, sparsi in vari punti c’erano poi delle gigantesche casse di ferro verde che occupavano buona parte dello spazio, non molto distante da lei però c’erano sia un Pikachu che un Punto di salvataggio, e naturalmente utilizzò subito quest’ultimo.
Dopo averlo fatto non le servì nemmeno spostarsi di molto per notare due uomini del Team Pesto Buio che parlavano sopra a quello che sembrava un gigantesco tappo di ferro, pesante chissà quanto.
-E questo sarebbe il tappo Kingston? Sembra proprio il tappo di un gigantesco lavandino.-
-Già,  ecco cos’è: un tappo gigante. Se lo togli, l’acqua riempie la nave e questa è bella che affondata. E poi, se quel tappo viene tolto, è quasi impossibile rimetterlo a posto. Ci vorrebbero dei muscoli come quelli di un Machoke per riuscirci.-
Nonostante Sara avesse cercato di non farsi vedere la nave si stava comunque muovendo, ed uno scossone di troppo la fece quasi cadere proprio davanti ai due uomini, che accorgendosi di lei si voltarono subito.
-Ma che…?! Cosa ci fa qui un Ranger?!-
-Quelli della Squadra di Vigilanza si sono fatti  scappare quest’intruso? Dormivano in servizio? Meglio raddoppiare le forze contro questa piccola peste! Doppio attacco di Miniremo!-
Sicuri di sé entrambi gli uomini presero dalla propria tasca uno di quegli oggetti, che come si costruì chiamò a sé due Pokémon alti quasi il doppio della Ranger, la testa quadrata e la pelle viola, pieni di muscoli dalla testa ai piedi.
Anche volendolo non avrebbe avuto modo d’evitar l’inizio della cattura, ma di una cosa era certa, non doveva finire tra le loro braccia.
Come prima cosa i due Pokémon si portarono davanti a lei tentando di colpirla con una raffica di pugni ben assestati, fortunatamente però Sara riuscì a rotolare sulla schiena per evitarli allontanandosi quel poco che bastava per non venir ferita, da quel momento mosse la Linea di Cattura il più rapidamente possibile, approfittando del fatto i due rimanessero molto vicini, ed in questo modo la cattura andò subito a concludersi.
I loro nomi erano Machoke, “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Azione 2”, “Attacca sferrando pugni ed emettendo onde d’urto.”, e sconfitti questi entrambe le Miniremo esplosero in mille pezzi, facendo andar nel panico gli avversari.

-Non ti è bastato salire senza permesso! Ci hai pure dato una lezione!-
-E’ il mio lavoro.-
Sorrise Sara più sicura di sé.
-Faremo rapporto ai nostri superiori!-
Forse non erano stati abili nella lotta, ma per quanto riguardava le fughe quel team era molto bravo, e purtroppo la ragazza non poté evitare di vederli scappare.
-Accidenti…se mi trovassero in massa potrebbero legarmi come hanno fatto con Brando…e lo Styler non sembra aver segnale da qui…non ho molto tempo, devo inventarmi qualcosa.-
Disse a se stessa la giovane guardandosi attorno, non aveva alcuna conoscenza della struttura, e muoversi senza un piano era rischioso, guardò però poi il tappo di cui avevano parlato.
Toccandolo lo Styler le comunicò quanto avevano detto prima i due.
-“Questo enorme tappo si chiama tappo Kingston. Viene rimosso se per un qualsiasi motivo si vuole far colare a picco la nave.”-
Un informazione forse utile, ma non al momento visto lei non intendeva far colare a picco la nave, c’erano troppi Pokémon e lei doveva solo trovare Brando e salvarli, ma più ci si allontanava da Caldonia più la situazione si faceva pericolosa per loro, e se fossero arrivati nel nascondiglio segreto di cui aveva sentito parlare non ci sarebbe stata più alcuna speranza.
Non poteva sconfiggere un intero equipaggio e prendere possesso della nave, le Miniremo distrutte non intaccavano i proprietari che se non fossero fuggiti avrebbero potuto tentar di legarla.
Doveva tentare di superare ogni ostacolo silenziosamente e trovare il suo amico.
Mentre rifletteva però un Pokémon simile ad un cane nero dalle corte orecchie le si era avvicinato senza che se ne rendesse conto, ed ancor prima di poterlo fare le era saltato addosso iniziando una cattura.
Scansandolo la ragazza tentò di iniziare la prima Linea di Cattura, ma come l’altro abbaiò si formò nel terreno uno strano cerchio violaceo che emanava un’aurea tetra, fortunatamente era stato distante da lei, ma a giudicare dalla sua imprevedibilità era molto pericoloso.
Attese quindi il cerchio svanisse completamente prima di riprendere a muovere lo Styler, fermandosi solo quando l’avversario sputò a terra una sfera infuocata che generò una colonna di fuoco alta quasi quanto lei, la vicinanza al calore le aveva fatto chiudere gli occhi, ma non le impedì di concludere degnamente la cattura senza danni.
Il suo nome era Houndour, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Azione 1”, “Attacca con Neropulsar e sputando palle di fuoco.”, certo non era un tipetto di cui non tener conto.

In ogni caso, nonostante le fosse chiaro ci fossero delle scale tramite cui passare ad un’altra zona, prima volle controllare da cima a fondo la stanza in cui si trovava, spostandosi anche dietro le casse attorno a lei, tutto ciò che trovò però fu solo un altro Pokémon, stavolta simile ad un ragno verde, che incuriosito dalla sua presenza la avvicinò iniziando così una cattura.
Il piccolino certo non si fece attendere e come primo attacco sputò contro di lei una viscosa ragnatela, che però Sara evitò subito, notò comunque che questa era rimasta appiccicata al suolo quindi per muoversi avrebbe dovuto fare molta attenzione.
In ogni caso le bastò in seguito solo una Linea di Cattura per concludere il tutto, e le informazioni vennero aggiornate.
Il nome del Pokémon era Spinarak, “Gruppo: Coleot. – Poké Tattica: Coleot.- Mossa: Azione 1”, “Attacca sputando seta appiccicosa. Inoltre, tesse ragnatele attorno a sé.”.

In ogni caso nonostante il nuovo amico con sé non c’era effettivamente nulla che potesse aiutarla più di tanto, per questo Sara decise di spostarsi lungo la scalinata, ma nella piccola parte che separava il muro da altre casse notò una forma gigantesca che si muoveva tranquilla.
Nel buio non riusciva a capire di cosa si trattava, ma come si avvicinò le fu chiaro si trattasse di un gigantesco Pokémon simile ad un gatto dalla pelliccia viola, in ogni caso quei pochi secondi che s’era preso per osservarlo bastarono all’altro per raggiungerlo ed iniziare la cattura.
Subito il morbido Pokémon tirò fuori gli artigli socchiudendo gli occhi, come se stesse raggruppando a sé dell’energia, questa poi come miagolò creò una gigantesca onda d’urto attorno a lui, che fece saltare la ragazza nonostante fosse distante.
Sara tentò poi di sfruttare i pochi secondi successivi, ma la barra che segnava il raggiungimento del sentimento d’amicizia di muoveva lentamente, e il Pokémon attaccò per ben altre due volte nello stesso modo precedente, questa stessa scena andò a ripetersi a lungo, almeno fino a quando la cattura non si concluse fortunatamente senza danni.
Il suo nome era Purugly, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 2”, “Attacca emettendo onde d’urto.”, purtroppo con il suo arrivo però si era arrivati a cinque Pokémon, e Sara dovette scegliere di liberare Hastrodon e Houndour.

Ora comunque non aveva veramente niente a trattenerla dal salire la piccola scala in ferro, osservando così da vicino uno stendardo appeso alla parete del Team Pesto Buio, i colori naturalmente stavano sul nero mentre v’era uno strano simbolo a V  viola al centro, superandolo però arrivò davanti a due porte, una chiusa davanti a sé mentre l’altra alla sua destra aperta, e per il momento fu questa che scelse.
La stanza era spoglia, senza casse o altro, soltanto un’altra porticina che però si trovava non molto distante da un uomo del Team Pesto Buio, impegnato al momento ad infastidire un povero piccolo Pokémon dal corpicino viola e con una strana testa blu a punta.
-Ehehe, non pensavo di trovare un Mime Jr. in Caldonia. Proprio un bel colpo beccarti qui! Spero che il capitano ne sarà felice.
-Mime! Mime!-
Era evidente quanto quella piccola creatura stesse soffrendo, oltretutto alla mente della ragazza tornarono le parole dell’anziano del villaggio, che aveva parlato di un Mime Jr. scomparso, poteva trattarsi di quello!
-Lascialo stare!-
Fu più forte di lei, non importava la situazione, urlò a pieni polmoni correndo immediatamente al termine della scalinata su cui si trovava per raggiungere i due, facendo così sobbalzare dalla sorpresa l’uomo.
-Co-co-cosa ci fai qui? Chi ti ha fatto salire?!-
-Sono salita da sola, ed ora lascia stare quel Pokémon!-
-Tsk, non penso proprio, anzi, ti mostrerò la potenza delle Miniremo! Ehi, Mime Jr.! Butta questi clandestini fuori bordo! Shift, Attacca e Invio!-
-Non ci riuscirai!-
Rispose Sara mentre il Pokémon saltandole addosso diede inizio alla cattura, non aspettò poi certo molto tempo per attaccare perché subito produsse una grande sfera azzurra produttrice d’elettricità che scagliò a terra, il solo esserle vicina fece drizzare i capelli della ragazza ma sapeva sarebbe bastato solo starle lontano.
La barra rappresentante l’aumento della condivisione del sentimento d’amicizia era ormai a metà quando Mime Jr. fece un secondo attacco, dal nulla si creò una piccola sfera violacea di materia oscura che iniziò a fluttuare attorno al Pokémon mentre questo si muoveva.
In un primo momento Sara rimase immobile pensando non sarebbe rimasta a lungo, ma a giudicare dall’energia che diminuiva non aveva assolutamente il tempo d’aspettare.
-O la va o la spacca.-
Sperando di non fare errori la ragazza iniziò a muovere la linea di cattura attorno al piccolino cercando di rimanere quanto più distante da quella dannata sfera, non era molto semplice ma l’idea funzionò perfettamente, tanto che concluse la cattura senza danni.
Ora che le sue informazioni erano aggiornate lesse “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: /-“, “Attacca lanciando sfere misteriose. Si protegge con una barriera psichica.”, e come ciliegina sulla torta riuscì anche a far aumentare il livello dello Styler da 15 a 16, la potenza e l’energia aumentarono di due ed arrivò a 40/40.

La Miniremo esplose così subito dopo nella frustrazione del proprietario, mentre il Pokémon ancora leggermente confuso si stropicciò gli occhi.
-Urrrrrgggh…Allarme intruso! Allarme intruso!-
Scappando l’uomo continuò ad urlare questa frase, superando così una porta e lasciando la ragazza sola.
-Di bene in meglio…ma almeno adesso tu sei salvo Mime Jr.-
Disse comunque Sara soddisfatta al Pokémon.
-Mime! Mime!-
Inaspettatamente questo dopo aver fatto un paio di giravolte su se stesso corse subito in direzione della porta, come a voler seguire l’uomo.
-Aspetta!-
Non poteva certo lasciarlo andar da solo, e così a sua volta Sara si precipitò da quella parte ritrovandosi in un’altra stanza, quasi identica alla precedente ma solo molto più grande e con delle pedane mobili in alcuni punti tra le casse verdi.
Mime Jr. non era molto distante, si trovava infatti quasi ai piedi di una scalinata e continuava a roteare.
-Mime! Mime!-
Era evidente che tentasse di attirare la sua attenzione, ma per quale motivo?
Visto subito dopo scappò non poté certo chiederglielo, fece però un percorso specifico che lo condusse fino all’altra porta nella stanza, aspettandola davanti ad essa.
-Mime! Mime!-
-Aspettami lì, controllo in giro e ti raggiungo subito!-
Come prima cosa decise di controllare quella piccola zona rialzata raggiungibile per le scale, che quantomeno le diede modo di guardare con più chiarezza attorno a sé, c’erano vari Pokémon oltretutto nella stanza, quindi avrebbe dovuto fare attenzione, ma proprio questa le mancò quando dal nulla comparve uno di questi, simile ad un fantasmino con un cappello verde, che cadendole vicino iniziò involontariamente una cattura.
L’incidente però doveva averlo spaventato perché come prima cosa l’attaccò lanciandole addosso ben due sfere d’energia violacea, che la ragazza riuscì però ad evitare con un alto salto atterrando alla sinistra del Pokémon, questo produsse poi un debole suono e svanì dalla sua vista per un secondo buono, prima di riapparire altrove.
Nonostante la sorpresa di ciò Sara iniziò subito a muovere la Linea di cattura, tentando nei momenti in cui l’altro svaniva di non smettere sperando che in questo modo contasse sempre come una, ed in effetti funzionò bene. Un pizzico di fortuna serviva ad intuire dove sarebbe ricomparso ed a continuare il tutto, fino a quando la cattura non si concluse.
Il suo nome era Ralts, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Azione 1”, “Si sposta con il teletrasporto e attacca lanciando sfere misteriose.”.

-Caspita, mi hai proprio presa alla sprovvist…-
Prima di poter terminare la frase una nuova sorpresa la fermò, un altro Pokémon la raggiunse infatti, questo era simile ad un piccolo leoncino azzurro con una stella sulla punta della coda, le arrivava quasi alla testa oltretutto ed aveva un buffo ciuffo all’insù sulla testa.
Fin da subito il Pokémon mostrò un atteggiamento aggressivo, tentando di colpirla infatti con una scarica d’elettricità che tuttavia la ragazza fortunatamente riuscì ad evitare sistemandosi in un punto adeguato, quando poi lei iniziò a muovere la Linea di cattura il Pokémon tentò di saltare in ogni dove correndo rapidamente. Solo quando si rese conto fosse tutto inutile provò con una nuova mossa, simile a quella usata da Ralts, creò infatti nel terreno una sfera d’elettricità che però non servì a molto visto era sufficiente non toccarla. Come ultimo attacco infine il Pokémon ripeté il primo, ma anche stavolta le scariche elettriche non la raggiunsero e Sara concluse degnamente la cattura.
Il suo nome era Luxio, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 2”, “Lancia sfere elettrificate ed emette scariche elettriche da tutto il corpo.”, purtroppo però con il suo arrivo servì liberare qualcun altro, e toccò a Spinarak e Ralts, visto entrambi  avevano una mossa d’Azione 1.

-D’accordo…penso che adesso possiamo proseguire, no?-
Scendendo lungo le scale la ragazza si guardò attorno, v’erano tre punti mobili, uno direttamente a sinistra della porta dalla quale era entrata, uno direttamente sopra ma che l’avrebbe spinta indietro, ed un ultima tra la parete del punto sollevato dove si trovava precedentemente lei ed una cassa di ferro, fu da quest’ultima che decise di salire, principalmente perché aveva notato un Makuhita , e vista la sua stazza forse avrebbe potuto aiutarla in determinate situazioni.
Il Pokémon in un primo momento si mostrò calmo, limitandosi a camminare e lasciandole creare dei cerchi attorno a lui, all’improvviso però si voltò con uno scatto tentando di colpirla con un pugno ben assestato, la ragazza riuscì a spingersi al lato per evitarlo ma riuscì comunque ad avvertire la potenza del colpo.
Come secondo attacco poi lui tentò perfino di caricarla, ed a quel punto naturalmente Sara corse quanto più velocemente possibile fino a quando il Makuhita non si stancò fermandosi, e da lì bastò poco per concludere la cattura aggiornando lo Styler. Era di “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca sferrando pugni e lanciandosi alla carica.”.

Ora comunque c’era solo una possibile strada da seguire, ovvero una pedana mobile alla sua sinistra, tuttavia come la ragazza ci passò sopra finì direttamente addosso ad un Machoke, che stava passando per puro caso da lì ma che come la vide la raggiunse con facilità.
Naturalmente la cattura iniziò subito, non importava se lei era caduta a terra a causa dell’urto, il Pokémon subito cercò di colpirla con un pugno ma lei rotolando lo evitò, risollevandosi ed iniziando con il creare le linee con lo Styler. Successivamente lui incanalò la propria energia creando attorno a sé un’onda d’urto, che però non scalfì la ragazza ben lontana. La lotta non fu complessa, s’alternarono solo in sequenza per un’altra volta questi due attacchi prima che andasse a concludersi, ma con il suo arrivo fu costretta a mandar via qualcuno, e scelse Makuhita e Purugly. Mentre i due tornavano indietro Sara nel frattempo diede un’occhiata attorno, c’era una lunga file di pedane in successione che però erano poste in modo tale da farla ritornare direttamente al punto iniziale, quindi non era il caso salirvi sopra a meno che non avesse completamente sbagliato strada. C’era oltretutto una scala di ferro su una delle verdi casse, e visto era l’unica strada fu proprio su questa che salì, lasciando che Pachirisu si aggrappasse alla sua schiena.
Arrivata in cima fu quindi su un nuovo sentiero composto da queste notò che v’erano ben due Spinarak che camminavano tranquillamente, tentò quindi di dirigersi verso sinistra senza infastidirli, superando il primo e facendosi sempre più vicina a Mime Jr., che era esattamente sopra di lei in un punto rialzato.
La scalinata dalla quale poteva raggiungerlo era proprio sotto un’altra scala di ferro che lei utilizzò per scendere. Ma notò qualcosa di strano oltre le varie fila di casse.
Dall’altra parte della stanza c’era infatti un grande Pokémon simile ad un formichiere, con solo il muso più schiacciato e corto, che si muoveva in maniera strana.
-Che sta succedendo là…-
Nonostante le sarebbe bastato solo salire per continuare non intendeva andarsene senza aver controllato la situazione, per questo salì sulla serie di pedane che l’avrebbero portata indietro andando stavolta verso quella più vicina alla porta dalla quale era entrata, e da lì ovviamente non ci volle nulla per raggiungere il Pokémon.
Questo non stava facendo però nient’altro che muovere un anello facendolo dondolare da un filo, quindi s’era preoccupata per nulla, ma almeno era stata certa di questo.
Tuttavia l’altro non la fece certamente allontanare, infatti la raggiunse subito iniziando una cattura.
Il Pokémon la guardò un paio di secondi prima di far il suo primo attaccò sollevò le braccia nella sua direzione e queste vennero avvolte da delle strane aureole gialle, Sara rimase immobile confusa su cosa stesse per fare, ma quando si vide arrivare contro una serie di sfere oscure si piegò subito in avanti abbassandosi quel tanto che bastava per evitarle.
-Cavolo!-
Urlò colta alla sprovvista, preferiva non ripetere quella situazione e per questo si impegnò al massimo per concludere il tutto prima del nuovo attacco, riuscendoci con un po’ di fortuna.
Il nome dell’avversario era Drowzee, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Distruzione 2”, “ Attacca lanciando sfere misteriose dai palmi delle mani.”.

Riprendendo fiato la ragazza si concesse qualche secondo per recuperare le energia, prima di risalire nuovamente sulle pedane che la portarono al punto di partenza, ripercorrendo la precedente strada, sbalorditivamente senza iniziare nessun’altra cattura, ed arrivando finalmente da Mime Jr.
Il piccolino per tutto il tempo non aveva fatto altro che roteare su se stesso ma si fermò come la vide arrivare.
-Grazie per avermi aspettato, ma sarebbe meglio tu restassi al sicuro.-
-Mime!-
-Ascolta, so che quegli uomini sono delle cattive persone, ma non voglio ti ricatturino…-
Tentò ancora di spiegare lei, ma il Pokémon fu irremovibile, tanto che alla fine fu lei a doversi rassegnare.
-E va bene se vuoi continuare, ma stai attento.-
-Mime! Mime!-
Superando la porta tuttavia le orecchie di Sara vennero invase da un suono insopportabile e familiare, attorno a lei c’era una pesante aurea violacea ed intere file di Pokémon innocenti erano stipati nella piccola stanza in cui aveva solo messo la testa, fermi davanti ad una Gigaremo.
-Mime! Mime!-
-Oh no, ecco allora perché mi hai portata qui. Se entrassi…-
Voleva l’aiutasse, era una richiesta chiara a cui lei non avrebbe mancato di rispondere.
-Lascia fare a me.-
Disse infatti accarezzando la testa del Pokémon, come prima cosa però aveva bisogno di capire con che tipo di Pokémon distruggere la Gigaremo, entrando nella stanza percorse il sentiero rialzato raggiungibile tramite la porta, trovando un Punto di Salvataggio vicino alla scala per scendere e raggiungere i Pokémon, ma non lo usò stavolta.
Era una scena quasi macabra osservare tutti quei poveri Pokémon in fila come zombie senza volontà, con al centro quel macchinario blu.
L’avrebbe distrutto quanto prima possibile, e con un grande sorriso poté vedere non vi avrebbe impiegato molto, serviva solo una mossa elettricità 2, e lei aveva Luxio con sé.
-Luxio, per favore, distruggi la Gigaremo!-
Il Pokémon non aspettò a lungo, colpì il macchinario con una sfera d’energia elettrica che la fece andare in corto circuito ed esplodere.
Tutti i Pokémon riacquisirono lucidità ed a poco a poco s’allontanarono tutti nella stanza precedente, solo Mime Jr. entrò raggiungendola, iniziando a fare un cerchio attorno alla ragazza, che sorrise divertita, sembrava molto felice, ma non era certo finita lì.
C’era infatti un’altra porta da cui procedere, ma stavolta solo per pura sicurezza Sara utilizzò il Punto di Salvataggio, in modo da non perdere i dati dello Styler, dopo di che proseguì nella nuova stanza.
Anche stavolta la sorpresa però non fu piacevole, a dargli le spalle infatti v’era un uomo del Team Pesto Buio, che subito s’accorse di lei.
-Ah! Ecco perché hanno dato l’allarme! Ma…?! Sei un Ranger?! E ora cosa faccio? Che cosa faccio?!-
-Arrenderti forse?-
Tentò lei sperando s’allontanasse, ma l’uomo rimase dove si trovava, anche se leggermente agitato.
-Ah già, giusto! Accendo la Gigaremo!-
Gigaremo?
Non Minir…oh no…
Correndo rapidamente l’uomo raggiunse una grande Gigaremo gialla posta in un punto rialzato della stanza, fermandosi davanti ad essa.
-L’indicatore è su “In riga”. Aspetta, no, non va bene! Meglio metterlo su “Colpisci”. Giro la manopola, ecco qua, taaak!-
L’aura violacea della Gigaremo presto riempì la stanza, e prima di potersene rendere conto Sara fu circondata da una serie di Pokémon che tentarono di fermarla, uno di questi, un Drowzee, fu il primo ad iniziare una cattura, tentando come prima mossa di colpirla con delle sfere violacee, che tuttavia lei evitò.
Come per la prima volta con un Pokémon simile anche ora non gli permise di  compiere altri attacchi, ma naturalmente i suoi sentimenti d’amicizia non           lo raggiunsero e fu costretta a vederlo scappare via.
Non aveva comunque temo per fermarsi visto anche un le era alle calcagna, quindi la ragazza subito salì le scale che conducevano alla Gigaremo, come la raggiunse però venne fermata da un Drowzee, sembrava che questo fosse lo stesso di prima e non aveva intenzione di lasciarla andare.
La scena però si ripeté e senza danni, ma a cattura conclusa un nuovo Drowzee la fermò nuovamente.
-Sto iniziando a stancarmi!-
Disse la ragazza concludendo la cattura ancor più rapidamente, e finalmente  poté vedere che per fermare il macchinario serviva una mossa Distruzione 2.
-Perfetto! Muk ti prego distruggi la Gigaremo!-
Fortunatamente lei tendeva sempre a portare dei Pokémon differenti con sé, e questo le risparmiava il dover andare a cercare quelli adatti, in questo modo risparmiava molto tempo e quel macchinario venne subito distrutto dal Muk che lo colpì lanciandogli addosso una viscida sfera viola, che lo corrose distruggendo i componenti interni innescando così un’esplosione.
Ora non doveva più preoccuparsi di venir attaccata con tale violenza.
-Fiuu…menomale…-
I Pokémon erano tornati tutti normali, e da lassù Sara ebbe una visuale perfetta per notare un Machoke proprio sotto le scale dove si trovava, superando quel punto quindi lo raggiunse, visto poteva sempre tornare utile.
La cattura si rivelò più leggera rispetto alle precedenti, e senza nemmeno un danno.
Poteva dire di starsela cavando bene, fino ad ora l’energia era rimasta al massimo, ora stando alla mappa non doveva far altro che raggiungere la seconda porta nella stanza per proseguire.
Nel punto in cui aveva catturato il Machoke c’era una scala che conduceva sopra ad una fila di casse, ma salendovi si rese conto sarebbe stato inutile visto quelle che doveva raggiungere per proseguire erano troppo distanti.
-Accidenti…e ora come faccio…uhm?-
-Pachi!-
Pachirisu mentre lei stava parlando aveva notato una cosa strana a terra, oltre le casse in un punto a lei non raggiungibile c’era una sottospecie di leva verde, che a quando diceva lo Styler era un ostacolo su cui si poteva utilizzare la mossa Azione 2.
-Chissà a cosa serve…-
Infondo, lei aveva qualcuno che poteva aiutarla, ma non poteva comunque chiedere loro aiuto visto era troppo in alto.
-Forse ho tralasciato qualcosa più indietro…-
Scendendo le scale tornò accanto alla porta guardandosi attorno con più attenzione, e notò finalmente alla sua sinistra un’altra leva, però di colore giallo. Avvicinandosi vide che in ogni caso serviva sempre e comunque un Pokémon con una mossa Azione 2, e stavolta nulla le impediva di tentare.
-Machoke, per favore usa azione.-
Il Pokémon subito agì, colpendo la leva con una scarica di pugni che la spinsero nella direzione opposta, ci fu poi un forte rumore che portò Sara quasi a tapparsi le orecchie, ma quando cessò ed andò a vedere di cosa si trattava si rese conto che le casse su cui era stata prima s’erano mosse ed ora poteva passare.
Come scese le scale poi notò un altro Machoke e subito si avvicinò iniziando una rapida cattura, a conclusione di questa poi si precipitò subito verso la leva verde nella stanza, distante solo pochi metri, e chiese allo stesso Pokémon di spingerla. Come era successo prima un forte rumore riempì la stanza, ed una delle casse si mosse così da lasciarla passare.
Subito la Ranger s’arrampicò sulla scala dalla quale era scesa e proseguì nel percorso facendo attenzione a dei Voltorb che come la vide si fecero auto-esplodere, senza comunque subire danni, ma per lei non fu un problema in quanto le bastò aspettare la fine dello scoppio. Arrivò così al termine di quel sentiero dove le bastò scendere da un’altra scala di ferro arrivando così in prossimità di una scalinata che l’avrebbe condotta ad una porta.
Solo un piccolo ostacolo però si mise in mezzo, ovvero un Pokémon simile ad una scimmia arancione dalla coda in fiamme, che con un balzò la raggiunse in meno di un secondo dando inizio ad una cattura.
Anche all’inizio di questa non tardò a mostrare la sua esuberanza, si portò infatti al centro del perimetro di cattura ed iniziando a rotolare su se stesso generò delle fiamme che rischiarono di colpire la ragazza, ma lei portandosi in un punto cieco le evitò.
-Caspita!-
Quasi in seguito poi non riuscì nemmeno a fare un solo giro dello Styler che il Pokémon sbatté le mani a terra urlando, sputando dalla bocca delle fiamme che arrivando a terra generarono una fiammata altissima che rimase presente per un po’.
Resasi conto di non poter aspettare lei tentò nuovamente d’agire ma il Pokémon ripeté il primo attacco, ancora senza risultati. Le fiammate si spensero e mentre lui saltellava ovunque Sara accumulava punti, gli attacchi in ogni caso non cambiarono anche se ci furono alcune finte da parte del Pokémon, ma alla fine lei vinse.
Il suo nome era Monferno, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 2”, “Attacca sputando tizzoni incandescenti e palle di fuoco.”
-Niente male, eri veramente scatenato.-

Disse Sara riprendendo fiato mentre Monferno gonfiava il petto con orgoglio, in ogni caso ora poté proseguire e salendo la rampa di scale arrivò fino alla porta, trovando però un piccolo problema.
Era in ferro e molto più spessa delle altre, con un cerchio al centro diviso in due metà, rossa e blu, e continuavano a luccicare. Toccandola si rese poi conto che era un ostacolo, una porta elettrica distruggibile solo con una mossa d’elettricità 1.
-Questa non me l’aspettavo, forse è perché mi hanno scoperta…fortunatamente ho visto dei Voltorb poco fa, tornerò qui in un battibaleno.-
Correndo nuovamente sulle casse di ferro la ragazza raggiunse uno dei due Pokémon, e dopo averlo lasciato esplodere una prima volta iniziò subito la cattura avvicinandosi. Questa fu molto semplice e come aveva infatti detto in poco meno di cinque minuti era già tornata davanti a quello strano portone.
-Voltorb, per favore occupatene tu.-
Il Pokémon iniziò ad illuminarsi a ripetizione, emettendo uno strano suono, infine attaccò generando un fulmine che colpì in pieno l’ostacolo disattivandolo.
-Grazie!-
Come il suo amico s’allontanava anche lei fece lo stesso, proseguendo nel suo cammino oltre la porta.
-Certo che questa nave è veramente enorme, chissà quando finirà…-
Questa domanda però si perse rapidamente quando Sara si ritrovò in una minuscola stanza separata da un alto muro di vetro, dalla qui altra parte v’erano ben due Pokémon imprigionati e costretti a muoversi su delle ruote di ferro, che a quanto pare fornivano energia ai macchinari attorno.
-Oh no!-
Subito lei s’avvicinò tentando di capire come aiutarli, ma l’unico modo sembrava essere distruggere una rete verde metallica con una mossa taglio 2, ma nessuno dei Pokémon che aveva trovato faceva al caso suo.
L’unica cosa che le rimaneva da fare era proseguire lungo l’altra porta nella stanza e sperare di trovare qualcuno che potesse aiutarla, ma suo malgrado doveva lasciare quei due ancora per un po’ in quel modo.
-Tornerò presto, ve lo prometto.-

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Superata la porta la Ranger si ritrovò in uno stretto corridoio al termine del quale si poteva spostare o a destra o a sinistra. Il pavimento era interamente di ferro grigio con alcune fessure per i condotti dell’aria ai lati, mentre i muri erano solamente viola.
Per qualche motivo provò un brivido lungo la schiena a quell’atmosfera gelida, ma non intendeva fermarsi.
Notò che non molto distante da lei era presente un Punto di Salvataggio per i propri dati dello Styler, e non aveva certo intenzione di non utilizzarlo, ci vollero solo pochi secondi dopo di che fu pronta a continuare, ed optò per procedere a destra almeno per il momento, trovando una porta nera.
Superata questa porta si ritrovò in un piccolo stanzino con tre Pokémon al suo interno ed un uomo del Team Pesto Buio, alle spalle di questo era presente una porta per proseguire mentre alla sua sinistra un cumulo di casse semi nascoste dietro ad un telo blu.
-Tu, infida canaglia, tu! Non ti permetterò di andartene con tutti i Pokémon che abbiamo catturato!-
-Ed io non vi permetterò di farla franca!-
Ribatté Sara preparandosi allo scontro, che avvenne non appena l’uomo tirò fuori dalla tasca una Miniremo, chiamando così tre Mareep.
Ormai non era più una novità per lei dover svolgere delle catture con più Pokémon, e le bastò semplicemente aspettare il momento in cui furono tutti vicini per iniziare la cattura.
Solo uno di loro tentò di reagire scagliandole contro dei fulmini, ma Sara rapidamente li schivò lasciando che questi rovinassero solo la parete alle sue spalle, concludendo poco dopo la cattura.
La Miniremo esplose immediatamente liberando così i poveri Mareep, che fuggirono via.
-Ecco, come non detto. Ora mi aspetta una bella lavata di capo dal capitano.-
Sconsolato all’uomo non restò altro da fare che correre contro Sara, spingerla via e scappare dalla stessa porta dalla quale lei era venuta.
-Non pensare ti lascerò andare così facilmente.-
Disse però lei pronta a rincorrerlo, purtroppo uno dei Pokémon presenti, simile ad una volpe rossa, si mise in mezzo costringendola ad iniziare una cattura.
Il piccolo sembrava essere veramente spaventato, ed infatti subito provò a colpirla con delle fiamme che gli uscirono dalla bocca, ma anche questa volta Sara riuscì ad evitarle.
-Non voglio farti del male, voglio aiutarvi!-
Tentò di dire lei mentre la cattura procedeva, ma il tremore dell’altro non diminuiva. Le dispiaceva veramente vedere un Pokémon in quello stato, ma lei certo non poteva fermarsi dal compiere la cattura, per questo motivo seppur con dispiacere vi arrivò al termine, sperando che i suoi sentimenti d’amicizia l’avessero calmato.
Il suo nome era Vulpix, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 1”, “Si protegge con un fuoco spettrale.”, la conclusione della cattura portò oltretutto la Ranger ad aumentare il livello dello Styler, che aumentò la potenza di cinque e l’energia di due, passando a 42/42 ed al livello diciassette.

Prima di proseguire però si inginocchiò accanto a lui sorridendo ed accarezzandolo.
-Va tutto bene.-
A giudicare dal fatto si lasciasse accarezzare con molta facilità sembrava che la situazione fosse migliorata, ma lei aveva ancora una cosa da fare, e nonostante la curiosità l’avrebbe spinta a proseguire la ragazza preferì tentare di tornare indietro per provare a scorgere almeno da lontano il fuggitivo.
Purtroppo nel corridoio di lui non c’era traccia, ma solo per star sul sicuro lei volle controllare anche la porta in fondo all’altro corridoio.
Si trovò così in un piccolo stanzino completamente buio, era molto difficile vedere qualcosa soprattutto perché l’unica luce proveniva dalla porta alle sue spalle, da ciò che poteva vedere erano sparsi ovunque casse e barili di ferro, tra altre cianfrusaglie come una scala ed attrezzi.
Riuscì a notare anche un’altra porta davanti a sé ma come si avvicinò vide qualcosa di ben più importante.
Un uomo con indosso la divisa da Ranger, molto più grande di lei e legato come un salame.
-Brando!-
-Chi è là!? Qualche tirapiedi del Team Pesto Buio?! O qualche scagnozzo del Team Pesto Buio? Non si vede niente qui, sembrate tutti uguali!-
Disse l’uomo incredibilmente scocciato, sembrava aver dovuto sopportare molto fino a quel momento, e la situazione non era certo poco degradante.
-No no Brando! Sono io guardami!-
Urlò lei avvicinandosi sperando riuscisse a riconoscerla anche in quell’oscurità.
-Ma…tu sei…Sara?!-
-Sì sono io!-
-Co-cosa ci fai tu qui?!-
Domandò lui sconvolto.
-Mi hanno mandata Ilario e gli altri.-
-Oh, giusto! Sei qui per salvarmi! Fantastico! Dunque, come prima cosa, è troppo buio qui! Bisogna fare qualcosa. Dopotutto non si può eliminare un ostacolo se non si riesce nemmeno a vederlo. Dovrebbe esserci un Electabuzz a bordo. La sua mossa Flash può illuminare questa stiva. Dovrebbe essere facile per te!-
Spiegò lui ora caricò di speranza, mentre Sara si riempiva di determinazione.
-Va bene, non preoccuparti ci penso io.-
Non avrebbe perso nemmeno un secondo, certo la sorpresa d’aver ritrovato il suo collega era grande, ma la spingeva solo ad agire più rapidamente per aiutarlo. Naturalmente tentò di aprire la porta accanto a lui, ma questa era chiusa a chiave, per questo non le restò altro da fare che tornare indietro alla precedente stanza. Probabilmente il Pokémon che stava cercando era quello imprigionato dietro alla grata, che aveva visto prima di arrivar lì, anche se deduceva questo più che altro dal suo aspetto tipico dei Pokémon elettro.
In ogni caso tornò alla stanza doveva aveva da poco lottato, stavolta andando direttamente oltre la seconda porta.
Trovò così un nuovo corridoio, con assolutamente nulla di diverso rispetto a prima, v’era una porta davanti a lei ma procedendo verso destra, nel momento in cui la strada curava, si ritrovò davanti ad una parete di casse che le impedivano di passare, ragion per cui non poté far altro che superare la porta precedente.
La stanza  in cui era finita era leggermente più allegra della precedente, il pavimento era formato da grandi piastrelle blu scuro, nell’angolo direttamente a destra erano accumulate quattro casse mentre accanto a queste, sopra un tappeto blu, si trovava un tavolo con circa cinque sedie, sopra al quale avevano lasciato vari bicchieri e bottiglie di vino. Accanto a questo c’erano poi dei letti a castello dalle coperte viola e degli armadietti verde scuro, solo la parte sinistra della stanza era in disordine, con ad esempio un grande tubo bianco arrotolato,  delle casse, accumulate, dei barili verdi ed altri contenitori rovesciati.
Comunque non era sola lì, erano presenti ben due Raticate, il cui morso forse l’avrebbe potuta aiutare a liberare i Pokémon che aveva incontrato, o almeno questo sperava.
Non ci volle molto per attirarne uno comunque, visto uno dei due scattò letteralmente contro di lei iniziando così la cattura.
Fin da subito il Pokémon tentò di morderla e siccome l’aveva fatta cadere Sara dovette rotolare sul fianco per evitarlo, ma il tutto riuscì senza alcun intoppo.
Alzandosi da terra la ragazza iniziò subito nel suo lavoro muovendo la Linea di cattura quanto più velocemente possibile, ma lo spazio era comunque ristretto e quando arrivò il secondo attaccò ebbe molta più difficoltà, tanto che per difendersi da quel morso dovette prendere una sedia vicina e metterla davanti a sé.
-Cavolo!-
Visto la sedia andò letteralmente in frantumi non era proprio il caso di rischiare con il proprio corpo, ma nonostante questo spavento riuscì a concludere degnamente la cattura senza subire alcun danno. Essendo comunque il quinto Pokémon che portava con sé dovette decidere comunque di liberarne almeno uno, ed optò per Vulpix, visto  Monferno aveva una mossa di livello superiore al suo.
Con questo nuovo alleato non dovette far altro che tornare indietro fino alla stanza dove erano imprigionati i due Pokémon, e con gioia vide che bastava una Mossa Taglio 2.
-Raticate, per favore pensaci tu!-
Il Pokémon annuendo si lanciò subito sulla rete metallica, e con un solo morso riuscì a spezzarla in due parti distruggendola. Come lui andò subito via i due Pokémon imprigionati saltarono fuori dai macchinari dentro cui camminavano, e felici  si guardarono finalmente liberi, saltando assieme.
Ora che erano salvi però Sara aveva un altro obbiettivo da portare a termine, ovvero portare un po’ di luce a Brando.
-Spero non ti dia fastidio, ma ho bisogno del tuo aiuto.-
Disse avvicinandosi ad uno dei due Pokémon, iniziando così la cattura.
Questo in un primo momento fu completamente rilassato, ma rendendosi conto non si poteva più muovere liberamente a causa del campo attorno a loro a delimitare il perimetro di cattura iniziò ad alterarsi, e produsse una forte scarica elettrica attorno a sé che impedì alla ragazza d’avvicinarsi.
Al termine di questa però la Ranger si mosse abilmente per evitare d’essere un bersaglio facile, e con la Linea di cattura disegnò vari cerchi attorno a lui, almeno fino al secondo attacco, il quale riguardava solo la creazione di una sfera elettrica che venne poi abbandonata a terra.
Fino a quando avesse fatto attenzione non sarebbe stato un problema, ed infatti così fu, visto la cattura si concluse subito dopo.
Il suo nome era Electabuzz, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa di zona: - Flash”, “Emette elettricità dal corpo. Attacca emettendo scariche elettriche.”, era proprio ciò che le serviva!

Come un fulmine superò subito la porta correndo verso la stanza in cui si trovava Brando, non appena furono abbastanza vicini il Pokémon emise un verso stridulo che fece scattare l’uomo.
-Hai catturato un Electabuzz? Benissimo! Allora, illumina la stiva con l’aiuto di Electabuzz!-
-Subito.-
Le bastò cliccare sullo schermo dello Styler, dov’era comparso un punto di domanda per chiedere al Pokémon d’agire usando la mossa Flash. Una fortissima luce investì la stanza costringendo Sara a proteggersi gli occhi con le mani, durò tuttavia solo pochi attimi prima che andasse ad affievolirsi, lasciando comunque una chiara luce attorno a loro.
-Waa.-
Il verso di Brando era attribuibile al fatto non era riuscito, per ovvi motivi, a proteggersi gli occhi, ed infatti li apriva e chiudeva rapidamente per togliere il fastidio.
-Sempre meglio del buio, comunque. Stare al buio mi butta un po’ giù.-
Disse poi sorridendo leggermente, ma il sorriso svanì molto presto sostituito da un sospiro.
-Vorrei non mi avessi visto in questo stato. Legato così, come un salame…quando è successo a Ben…se ci pensi non si è mai lamentato…che tipo tosto.-
-Anche tu lo sei leader.-
Rispose subito Sara guardandolo seria, rimasero in silenzio solo per qualche attimo però prima che lui tossisse imbarazzato riprendendo il discorso.
-Beh, sarebbe molto carino se mi liberassi, ora. Ma questa fune è così resistente che forse nemmeno Luisona riuscirebbe a slegarmi. Dobbiamo per forza ricorrere all’aiuto di un Pokémon.-
-Non si può veramente provare con qualcos’altro? Ci sono anche delle pinze qui.-
Tentò di dire la ragazza raccogliendo l’oggetto da terra, ma nonostante usasse tutta la sua forza anche solo per tagliare una parte della corda questa era veramente troppo resistente.
-Va bene…tornerò subito, so dove andare.-
Ed in effetti lo sapeva, dai Raticate.
Impiegò pochissimo tempo per raggiungere la stanza nella quale si trovavano e ritornare, subito dopo una cattura, da Brando con il Pokémon adatto, il quale grazie alla sua mossa riuscì facilmente a distruggere le corde.
Subito Brando con agilità saltò oltre la ragazza, proprio davanti alla porta bloccata, massaggiandosi i polsi per i segni delle corde, come lui era stato imprigionato e legato a quanto pare anche il suo Pokémon Compagno era stato legato con lui, ma ora erano entrambi liberi.
Pachirisu si avvicinò a quest’ultimo per vedere come stava, girandogli attorno un paio di volte mentre l’altro si batteva i pugni sul morbio pancione.
-Ti ringrazio. Non avrei mai immaginato che, un giorno, sarei stato salvato da te.-
-Credimi, nemmeno io lo immaginavo.-
Rispose la ragazza arrossendo.
-Oh! Prima che me ne dimentichi, questo è tuo.-
Disse poi sorridendo porgendo al leader l’oggetto trovato nel vulcano.
-Ehilà! Questo è il mio Styler! E’ umiliante che il simbolo dei Ranger mi sia stato sottratto di mano. E’ segno che devo ancora migliorare. Come prima cosa, devo accendere il mio Styler.-
Come l’attivò si sentirono vari suoni in successione, segno che vari avevano cercato di contattarlo.
-Un sacco di messaggi…tutti stavano cercando di contattarmi…uh? Un nuovo messaggio proprio adesso.-
-Messaggio in arrivo! Qui Ilario dalla Federazione Ranger! Il tuo Styler è tornato a trasmettere! Sara deve averti trovato. Riceviamo entrambi i vostri segnali forte e chiaro.-
-Ilario!-
Riconoscendo la voce la ragazza aveva subito sorriso,  così accadde anche per l’altro.
-Sara, sono così felice di sentirti e sapere che stai bene. Se c’è qualche problema, avvisateci via messaggio vocale, per favore…leader, sono contento che tu sia salvo!-
Chiudendo la chiamata Brando sembrò più motivato rispetto a prima, una nuova luce si era accesa nei suoi occhi.
-Con questa storia ho fatto preoccupare tutti quanti…anche il mio Makuhita era in pensiero per me. Scusa tanto, amico.-
-Maku!-
Era chiaro che l’altro non avesse nulla contro di lui, e lo guardò sorridendo fiero del suo amico, anche se quest’ultimo non era certamente al massimo dell’umore.
-L’hanno combinata grossa. Ma il Team Pesto Buio non la passerà liscia. E’ tempo che inizi il gran contrattacco del leader Brando! Per prima cosa dobbiamo prendere il controllo della nave.-
-Credi sia una buona idea? Siamo due contro una nave intera…-
-Sara, tutto è possibile, ricordalo. Andiamo al ponte di comando e prendiamone possesso!-
L’uomo sembrava essere animato da una tale carica da dimenticare qualsiasi cosa, perfino il fatto ci fosse una porta davanti a loro.
-Brando, purtroppo non possiamo proseguire, questa porta è l’unica che non ho ancora controllato e non ho visto chiavi in giro…-
-Bisogna eliminare quest’ostacolo. Ehi, Sara. Scostati un attimo, per piacere.-
-Umh? Va bene.-
Non era certa del perché ma volle dargli retta, Brando nel frattempo era andato dall’altra parte della stanza, e guardando la porta si esibì nella sua posa da Ranger.
-Eliminazione dell’ostacolo!-
-EEEH?!-
Sara lo guardò spalancando gli occhi intuendo ciò che voleva fare, ma prima di poter dire qualsiasi altra cosa Brando era già partito alla carica, corpo abbassato e spalla destra portata in avanti, non dovette fare alcuno sforzo quasi per distruggere il portone che cadde davanti a lui, liberando così la strada, ma il suo percorso non terminò qui.
Brando, forse incapace di fermarsi, distrusse perfino una seconda porta direttamente davanti alla prima, entrando chissà dove. Sara e Pachirisu a bocca aperta si guardarono l’un l’altra incapaci di dire qualcosa.
-Cos’è questa stanza? Ehi, Sara! Vieni un po’ qua!-
-S-subito!-
Alla chiamata di Brando lei corse subito verso il punto dove si trovava, superando entrambe le porte, ed in un certo senso Brando aveva ragione ad essere sorpreso.
I due erano finiti in una lussuosa camera da letto,  metà del pavimento, formato da grossi quadrati in ferro, era nascosto a destra da un lungo tappeto viola sopra cui in un angolo si trovavano un letto a due piazze, con lenzuola bianche e coperte rosse, un grandissimo cuscino e con ai suoi piedi perfino due ciabatte rosse. Nell’angolo in alto a destra invece si trovavano una scrivania, con sopra un computer e dei libri, ed una piccola libreria colma degli stessi. In alto a sinistra invece era presente una specchiera in legno con tre specchi, piena poi di profumi e prodotti per capelli. Naturalmente alla parete non poteva mancare una bandiera su cui era disegnato il logo del Team Pesto Buio, ma la cosa più interessante erano due fila di abiti sistemati su delle grucce,  una metà era solo di pantaloni da uomo blu scuro, mentre l’altra era una fila di camicie bianche e gilet rossi.
Erano tutte uguali, ma in qualche modo sembravano…familiari…
-Sembra essere la cabina del capitano. Dev’essere il capitano che stiamo cercando…sniff…sfniff…e questo odore dolciastro? Mi ricorda il profumo di un certo tipo di lacca extra-forte per capelli…-
-Già…-
Quell’odore…l’aveva già sentito da qualche parte, molto, molto tempo fa, ma per qualche strano scherzo non riusciva a ricordare. Nel frattempo però si era avvicinata alla scrivania, notando un diario aperto.
“Giorno XX, mese X
Oggi ce la siamo vista brutta. Un Ranger chiamato Brando è quasi riuscito a rovinare i nostri piani. Che ci serva di lezione. Dobbiamo essere più prudenti.”
Per qualche motivo le altre pagine non si riuscivano a far scorrere, come se vi fosse stata messa della colla, allora la ragazza passò alla libreria, trovando libri come “Come guadagnarsi la stima del capo”- “Guida alla promozione sicura” -“Prevenire le corse nei corridoi.”…le corse nei corridoi?
Anche questo era veramente familiare, ma prima che potesse riflettere più a fondo Brando la chiamò.
-Coraggio, proseguiamo, è evidente che qui non troveremo nulla.-
-Certo…-
Eppure era certa che qualcosa le sfuggisse, qualcosa di veramente importante che sarebbe stato perfino ovvio, ma che veramente non voleva raggiungerla.
Tornarono quindi al corridoio precedente, ma prima di proseguire Sara notò dei biglietti attaccati alla parete, su tutti era scritto “Non si corre per i corridoi!”
Quella frase…l’aveva già sentita!
Una figura stava iniziando a farsi strada nella sua mente, ma non vedeva alcuna associazione a quella maledetta nave, forse era solo un caso…un orribile caso.
Ignorando qualsiasi cosa scelse quindi di proseguire  lungo il corridoio, ma arrivatavi a metà qualcuno iniziò a correrle contro, un membro del Team Pesto Buio, che vedendo soprattutto Brando lì vicino sbiancò.
-Il R-R-Ranger grosso è scappato! Presto, chiamate qualcuno! Rinforzi!-
Era naturale si sarebbero presto accorti della sua assenza, ed un altro arrivò presto in suo aiuto, dovevano quindi vedersela con due Miniremo.
-La vostra avventura finisce qui! Siete in trappola ora!-
Disse l’altro quasi vittorioso, ma Brando era decisamente molto più calmo.
-Toh! Ci hanno beccato…ci toccherà accettare questa sfida. Io prendo questo lato, tu prendi l’altro!-
-Va bene!-
Senza alcun timore Sara si voltò verso il suo avversario, pronta a qualsiasi sfida, la quale arrivò sotto forma di Magcargo, questi giganteschi Pokémon simili a lumache si muovevano lentamente, quindi era un grande vantaggio per la ragazza che tentò subito di disegnare quanti più cerchi possibile, fermandosi solamente quando questi l’attaccarono sputandole contro delle fiamme. Queste però vennero sempre evitate, e la cattura si concluse oltretutto con un perfetto grado S.
Come lei era riuscita a vincere anche Brando aveva fatto lo stesso, e a darne prova fu l’esplosione di entrambe le macchine.
-Vado a cercare rinforzi! Tu tienili a bada!-
Urlò il ragazzo vicino a Sara.
-Non voglio restare solo con questi! Vado io a cercare rinforzi! Tu resta qui!.
Urlò però quello dalla parte di Brando, a quanto pare non erano una buona compagnia per loro.
-Allora facciamo così: andiamo tutti e due a cercare rinforzi!-
-Che idea splendida! Mettiamola in pratica!-
Rapidi come due fulmini i due scapparono proprio come erano arrivati.
-Sara, temo che tra non molto ci ritroveremo circondati, sarà meglio darsi una mossa.-
-Sì, sono pronta.-
Rispose la ragazza sicura superando l’ultima porta in fondo al corridoio, una volta fatto in un primo momento tutto ciò che vide fu l’immenso azzurro del cielo attorno a lei.
Erano riusciti ad uscire dalla nave, riusciva a sentire il profumo salato dell’acqua ed il vento accarezzarle i capelli, mentre attorno a lei non c’era altro che un sentiero di ferro viola.
La nave era gigantesca, proprio come avevano sospettato, ma ormai erano alla fine.
Non molto lontani da loro infatti, sopra un’ultima rampa di scale, si trovava la porta che certamente dava sulla stanza di controllo, non dovevano far altro che arrivare lì.
-Il ponte è qui sopra. Non c’è modo di sapere che tipo di accoglienza ci riserverà questo capitano. Tutto pronto?-
Chiese Brando serio.
-Sì.-
Non aveva paura, era pronta a tutto.
-Bene, allora andiamo!-
Era pronta, più che paura sentiva una crescente emozione che le faceva pizzicare le dita e faceva sì il suo sguardo continuasse a spostarsi altrove, sapeva bene che qualsiasi cosa sarebbe successo i suoi amici sarebbero stata lì con lei ad aiutarla, non doveva temere d’essere sola.
Era pronta…eppure quando la porta della sala di controllo si aprì, rivelando un’alta ed austera figura del suo passato, che fino a quel momento era rimasta nascosta tra le memorie della sua mente nonostante gli indizi che aveva tentato di raccogliere, le sembrò che ogni certezza stesse vacillando…

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Dei biondi capelli laccati agghindati in un voluminoso ciuffo, dei sottili occhi marroni, una camicia gialla con gilet rosso e cravatta viola e dei pantaloni grigiastri.
Non servì altro a Sara per poter riconoscere la figura appena uscita dalla porta.
-Che cosa ci fa qui?-
Chiese lei confusa attirando la sua attenzione, cosa ci faceva lì?
Era stato rapito come Brando?
Ma allora voleva dire che si trovava a Caldonia, ma perché era lì e non all’Accademia?
-…bene, guarda un po’ chi si vede. Sara, carissima. Nan hai corso per i corridoi della nave, vero?-
Chiese lui con un sorriso ironico. La confusione della ragazza andò sempre più ad aumentare, fino a quando i tasselli del puzzle che aveva faticato a mettere insieme si stavano tutti componendo…
-E’ dal giorno del tuo diploma che non ci incontriamo, vero? Forse non ti ricordi nemmeno chi sono. Dopotutto, insegnavo nella classe accanto alla tua.-
-No…la ricordo bene, professor Vanesio.-
-Oh, allora ti ricordi veramente, ma sai…la verità è che stavo solo recitando la parte del professor Vanesio. La mia vera identità è…-
Prima di continuare a parlare l’uomo fece una piroetta su se stesso, e dal gilet comparve un mantello nero che lo avvolse. In pochi attimi il suo vestiario era cambiato. Sia i larghi pantaloni, che l’ampia maglia sul cui petto si trovava il marchio di quell’organizzazione maledetta, erano completamente neri, il viso era nascosto per metà da un alto colletto e da degli occhiali neri con sfumature viola.
-…il condottiero del Team Pesto Buio! Vanesio il Grande!-
La mente della ragazza sembrò svuotarsi completamente per qualche secondo, era dura rendersi conto che una parte, seppur piccola, della propria vita era collegata al Team Pesto Buio, e soprattutto il fatto di non essersene mai accorta la destabilizzava.
-Devi aver fatto un sacco di strada per venire qui a sfidarmi. Non me lo sarei aspettato da una persona così indisciplinata come te. Mi ricordo, sai? Correvi per i corridoi e ficcavi il naso dove non ti era permesso.-
-Come il suo scantinato?-
Incalzò la ragazza, punta comunque da quell’affermazione, rimaneva comunque un suo vecchio insegnante.
-Precisamente, già allora sapevo avresti potuto portar delle grane. Tuttavia, il tuo viaggio finisce qui. Ah ah ah!!!-
Così dicendo le altre due porti presenti nella zona si aprirono, e da esse comparvero ben otto sottoposti del Team Pesto Buio, uno però attirò l’attenzione di lei. In verità due, visto entrambi avevano i capelli rossi, ma solo uno, e lo riconobbe, era quello del molo e che aveva fatto partire la nave.
Anche lui a sua volta sembrò riconoscerla, perché le sorrise in maniera macabra.
-Il visetto d’angelo vuole farsi male.-
Ridacchiò guardandola, Brando nel frattempo, come lei, venne colto alla sprovvista.
-Vanesio! Ci stavi aspettando!-
Urlò guardandolo.
-Ma certo! Pensavate che non mi fossi accorto di cosa stava succedendo? Uomini! Occupatevi di questi due!-
Urlò il  biondo indicandoli, e tutti i suoi sottoposti risposero in coro.
-Sissignore, certo signore!-
I due uomini dai capelli rossi furono i primi ad estrarre delle Miniremo, ma uno dei due, quello già conosciuto da Sara, la indicò.
-Lei lasciatela a me.-
In pochi attimi vennero così chiamati quattro giganteschi Rhyhorn, e Brando e Sara non poterono far altro che dividersi la cattura e sperare in meglio.
Non appena questa iniziò l’uomo dai capelli rossi la guardò ridendo.
-Non sarebbe stato meglio se fossi rimasta a giocare con le bambole a Portena?-
-Io non sono una bambina…-
Ringhiò Sara pronta ad utilizzare lo Styler.
-Oh, vedremo. Tra poco piangerai proprio come una poppante.-
Uno dei due Pokémon non perse tempo e tentò subito di attaccarla, mosse rapidamente le zampe a terra generando così delle spaccature nel terreno che rischiarono di raggiungerla, Sara però con un salto si portò in una zona sicura al centro di due di queste, ed iniziò il suo contrattacco.
L’esperienza accumulata giocava a suo favore, nonostante la Linea di Cattura si fosse rotta varie volte era comunque rimasta illesa, ed entrambi i Pokémon avevano già accumulato un buon punteggio nel livello riportato sullo schermo del dispositivo.
Si fermò solamente quando un secondo attacco, identico al precedente, la portò ad una ritirata lontano da quel punto, in modo da non risentirne.
-Non sai fare di meglio che correre?-
Chiese l’uomo che controllava i due Pokémon, forse cercando di distrarla.
-Lo vedrai!
Urlò lei schivando un terzo attacco uguale ai precedenti, in cui però le bastò solo portarsi alle spalle dei due, dopo questo però fu il suo momento di ribalta, e con poche altre linee riuscì a catturarli entrambi allo stesso tempo.
L’uomo la guardò in un primo momento stupito, poi la sua fronte si corrugò ed il volto divenne rabbioso.
-Maledizione…-
Anche Brando, come lei, era riuscita a catturare i Pokémon, ed entrambe le Miniremo esplosero. I sottoposti dei due uomini dai capelli rossi, o meglio, si deduceva lo fossero dal fatto eseguissero alcuni dei loro ordini, sembrarono notevolmente in difficoltà.
-Siamo desolati, capitano! Siamo troppo mortificati per affrontare la sua ira, signore, quindi ce ne torniamo a casa a nuoto!-
E così la stragrande maggioranza di loro, piuttosto che affrontare Vanesio, decise di gettarsi in mare, tutti ad eccezione dell’uomo che aveva sfidato Sara.
-Dove andate! Codardi!-
Ormai però era tardi, nessuno l’aveva ascoltato ed erano già fuggiti.
-Basta così, Maximilian. Tu stesso hai fallito.-
Lo ammonì il comandante guardandolo, nonostante avesse gli occhiali a coprirlo e perfino la bocca non si vedeva sia Brando che Sara avvertirono il gelo nel suo sguardo.
-Molto bene. Che quegli incompetenti se ne vadano pure: la loro assenza alleggerirà la nave e ridurrà il consumo di carburante.-
Continuò poi serio.
-Non può essere così senza cuore!-
Protestò Sara, ma senza alcun risultato.
-…devo ammetterlo, voi due siete più forti di quanto mi aspettassi. Forse hai imparato qualcosa di utile all’Accademia dei Ranger.-
Disse Vanesio guardando Sara.
-L’Accademia mi ha resa ciò che sono!-
-Cioè una nullità.-
Così dicendo l’uomo schioccò le dita, ed altri otto sottoposti arrivarono per combattere, Maximilian nel frattempo era rimasto immobile guardandosi attorno.
-Capitano! Posso ancora combattere!-
-Fai silenzio, avresti dovuto seguire gli altri quando ne avevi l’occasione. Non appena questi Ranger saranno andati mi occuperò anche di te. Non ammetto simili fallimenti.-
Lo sguardo del rosso si pietrificò, e Sara in qualche modo non poté non provare pietà nei suoi confronti, seppur per un breve attimo. Sembrava incredibilmente fedele a Vanesio, eppure veniva trattato in una simile maniera…
-Sei diventata forte Sara. Ma a ogni cosa c’è un limite. Ah ah ah!!!-
Disse nuovamente il comandante, Brando sconcertato si guardò attorno.
-Ma quanti ce ne sono di questi buffoni? Cos’hanno, una scorta illimitata?!-
-Andando avanti così ci indeboliremo.-
Osservò Sara, seppur pronta a lottare.
-Io inseguo Vanesio! Tu occupati dei pesci piccoli, Sara!-
All’ordine di Brando lei non poté far altro che obbedire, mentre Vanesio impartiva il proprio.
-Prendeteli!-
-Preparati, signor ciuffetto!-
Urlò poi brando raggiungendolo.
Per Sara la scena fu uguale alla precedente, solo che stavolta furono tre le Miniremo contro di lei, che chiamarono tre Stunky.
Nel frattempo anche Vanesio aveva richiamato un Pokémon, e come lo vide Sara provò un brivido lungo la schiena. Era alto più dell’uomo, simile ad un gigantesco scorpione dalle varie tonalità di viola, con tenaglie affilate e denti aguzzi.
-Ah! Un semplice Ranger di zona vorrebbe sconfiggere questo Drapion?-
Rise Vanesio estraendo la propria Miniremo, ma Brando rispose con tranquillità.
-Infatti non voglio sconfiggerlo! Voglio farmelo amico!-
Perfino mentre il Drapion gli saltava addosso Brando rimase calmo, ma Sara non poteva certo pensare solo a lui, aveva altre tre catture da svolgere.
Subito uno degli Stunky tentò un attacco, che consisteva nell’emettere attorno a sé un gas nocivo che impediva alla ragazza non solo di avvicinarsi ma anche di usare la Linea di Cattura.
Ricordando bene quanto potevano essere pericolosi simili attacchi lei evitò perfino di respirare per un po’, e quando la nebbia si dissolse tentò subito la cattura.
Ben presto però si rese conto non sarebbe stato così semplice, infatti lo stesso attacco venne usato anche dagli altri due, e la costrinsero a fermarsi. I gas tossici già iniziavano a farle pizzicare gli occhi.
Nonostante questo però lei continuò a creare vari cerchi attorno ai Pokémon, anche se talvolta per colpa del fastidio agli occhi faceva scontrare la linea contro di loro, e questo quasi la portò a dover subire un nuovo attacco se non fosse stato per la sua tenacia. Volle tentare di rischiare pur di terminare il prima possibile, ed il suo gesto servì a qualcosa perché riuscì nel suo intento.
Tossendo un paio di volte si strofinò gli occhi, accorgendosi che Maximilian continuava a fissarla con un’espressione mista alla curiosità, al rispetto ma anche alla rabbia.
In fin dei conti, se doveva subire una punizione era a causa sua, ma non le importava, era stato giusto così.
Le tre Miniremo esplosero e si ripeté la precedente scena.
-Siamo desolati, capitano! Siamo troppo mortificati per affrontare la sua ira, signore, quindi ce ne torniamo a casa a nuoto!-
Stavolta il rosso non fece nulla per fermarli, limitandosi a guardare i suoi compagni scappare.
Era una grande vittoria per Sara, se non fosse stato per un improvviso urlo di dolore che la portò a voltarsi.
-Aaargh!-
In quell’esatto momento Brando cadde dalla rampa di scale rotolando fino ai suoi piedi, era coperto di ferite e di sangue e respirava a fatica tenendosi con una mano le costole.
-Brando!-
Accanto a lui c’era poi il suo Styler ridotto in pezzi, che emetteva un leggero fumo, Vanesio nel frattempo si godeva la scena ridendo dalla cima della rampa di scale.
-Sì, meriti dei punti per il tuo fegato, ma difetti evidentemente di tecnica.-
-Sono disarmato…il mio Styler è rotto.-
Sussurrò Brando tossendo, sputando una certa quantità di sangue.
-Brando! Non parlare adesso, andrà tutto bene!-
Era la prima volta che assisteva ad una simile scena, non era solo il cattivo che vinceva sul buono, che già questo avrebbe dovuto sconvolgerla visto era cresciuta con le storie dei grandi Ranger, ma il fatto di vedere un suo amico coperto di ferite le spezzava il cuore, tanto che non riuscì a trattenere le lacrime per la paura potesse peggiorare.
-Bwahahah!-
La risata di Vanesio riecheggiava nelle orecchie della ragazza che tentava d’aiutare il suo amico.
-Non avete mai avuto speranza di sconfiggerci.-
Disse poi il rosso non molto lontano da loro, sorridendo malignamente.
-Su, dov’è il Ranger spavaldo di poco fa? Questo è il potere delle nuove Miniremo! La Miniremo non ha niente a che fare con la primitiva, nonché pesantissima, Gigaremo! Oltre ad essere compatta e trasportabile, ha oltre un centinaio di comandi diversi!-
Vanesio aveva descritto la Miniremo come la più grande creazione del mondo, ma si sbagliava, perché lei ed i suoi amici ne avevano già distrutte molte, ed anche quella avrebbe fatto la stessa fine.
L’ennesimo verso di dolore del suo leader però la riportò alla realtà.
-Sara, credo ti interesserebbe sapere chi ha sviluppato la Miniremo. Era un giovane, un ragazzo a dire il vero, più o meno della tua età. Quel ragazzo era, ed è, uno dei geni che nascono una volta per generazione. Per poterlo reclutare, ho dovuto farmi assumere come insegnante all’Accademia. Che sorpresa, eh?-
La mente offuscata della ragazza non riuscì in quel momento a collegare la persona di cui stava parlando, ma era certa che non sarebbe stato un colpo facile da digerire…l’Accademia dei Ranger…la sua amata accademia…usata dal Team Pesto Buio.
Altre lacrime le rigarono il viso, nel dolore del tradimento e nel pentimento per non aver potuto fare nulla per impedirlo, troppo concentrata forse nella sua vita da studentessa con dei problemi che a confronto di quelli erano insignificanti.
-Hai usato l’Accademia dei Ranger per i tuoi piani malefici? Ma quanto viscido sei?-
Sbraitò Brando guardandolo, tossendo nuovamente. Perfino Pachirisu, preoccupato, tentò di aiutarlo.
-Bwahah! Dì pure quello che vuoi, anzi, non sai minimamente cosa sono in grado di fare. E nemmeno tu Sara, ne vuoi una prova? Che ne pensi di tutte le lettere che ti hanno inviato Alex e Glenda?-
-Che cosa?-
Chiese la ragazza distogliendo lo sguardo dall’amico ferito spalancando gli occhi.
-Voi tre, nella vostra mediocrità, eravate comunque delle giovani promesse, che insieme costituivano un pericolo. Mandarvi quanto più possibile distanti, soprattutto tu ed Alex, ed intercettare le lettere che hanno tentato di mandarti è stato il minimo.-
Continuò l’uomo ridendo divertito come se nulla fosse, mentre spezzava completamente le certezze di lei.
-Le lettere…i miei amici…hanno tentato di contattarmi…e tu lo hai impedito?-
-Proprio così, ma questo non è bastato purtroppo ad evitare vi immischiaste in piani altrui. Ma non ha più importanza per te, ora comincia la vostra ultima lezione. Vai, Drapion! Non avere pietà!-
Urlò l’uomo indicandola, Sara a sua volta poi si alzò, dirigendo lo sguardo su Maximilian.
-Guarda di cosa siamo capaci noi Ranger!-
Quell’urlo proveniva dal profondo del suo cuore, ed era circondato da lacrime di dolore e di rabbia, senza paura preparò il suo Styler e come il Pokémon le corse incontro anche lei fece lo stesso.
-Sara!-
Disse Brando tentando d’alzarsi, ma inutilmente.
-AAAAAAAAAAAAAH!!!!-
La cattura iniziò immediatamente, la stazza del Pokémon era notevolmente più grande rispetto a quella della ragazza, che però non si lasciò intimidire. Il Drapion come prima cosa lanciò un acuto verso, come a sentenziare l’inizio di quella difficoltosa cattura, ed a riprova di questo c’era il fatto la barra da riempire occupava tutto lo schermo dello Styler.
In un primo momento le cose sembrarono andare bene, il Pokémon si limitò a camminare attorno alla ragazza senza fare nulla, e lei ne approfittò per iniziare a riempire la barra. All’improvviso però questo alzò entrambe le tenaglie al cielo, e nonostante non ci fosse stato alcun avvertimento da parte dello Styler Sara sentì un forte pericolo ed istintivamente scattò al lato sinistro. La sua paura era fondata perché pochi attimi dopo il Drapion tentò di colpirla con degli spuntoni accumunati che lanciò dalla bocca. La raffica però non durò a lungo e puntava sempre nella stessa direzione.
In seguito ripeté questo gesto una seconda volta e fu chiaro alla ragazza che avrebbe dovuto affidarsi più a se stessa che allo strumento, evitò in questo modo un secondo attacco, nel frattempo Vanesio, Brando e Maximilian assistevano alla scena.
-Hai imparato bene, infondo, all’Accademia, ma non ti salveranno poche lezioni.-
Commentò il biondo sorridendo, e Sara presto capì il perché.
Questa volta come attacco non dovette schivare degli spuntoni, ma il Pokémon produsse una grossa nuvola di fumo tossico che lo circondò, questa era più forte di quello dei precedenti suoi avversari, e la portò ad allontanarsi.
Non le impedì però di disegnare in seguito alcuni cerchi attorno a lui, interrotti solo da un nuovo attacco di spuntoni, anch’essi evitati.
Purtroppo però le cose non sarebbero potute andar sempre così…il seguente attacco infatti, benché identico, arrivò con una rapidità tale che Sara non riuscì a spostarsi abbastanza in fretta, ed uno di quegli oggetti la colpirono sul fianco aprendo uno squarcio sia nell’abito che nella carne, non molto profondo, ma fece molto male e le sottrasse ben sette punti, facendola passare a 35/42. La ferita iniziò presto a pizzicare e si creò come un alone viola attorno ad essa, era avvelenata.
-Ghn…-
Vanesio rise a quella vista, certo d’avere la vittoria in pugno.
-Sara!-
Brando al contrario avrebbe voluto aiutare l’amica, ma ormai era sola…lei però non si arrese e continuò a lottare nonostante il dolore. Con la sua tenacia ormai era arrivata a metà della barra, poteva farcela.
Il Pokémon in seguito tentò poi di ricreare attorno a sé la nube tossica, ma come questa finì mise in difficoltà Sara con un nuovo attacco.
Alzando le zampe al cielo produsse un nuovo verso e dal terreno comparvero delle grosse pozze li liquido violaceo, certamente tossico, i cui fumi diedero alla testa della giovane che si sentì per qualche attimo disorientata.
Purtroppo questi non sembrarono poter svanire molto rapidamente, ed erano in una posizione che rendeva alla ragazza i movimenti molto difficili. Tentò comunque almeno di fare un cerchio per evitare di perdere dei punti, riuscendoci seppur di poco.
Sapeva però d’aver bisogno di aiuto, attivò quindi la modalità delle Poké tattica, e dopo aver guardato tra i Pokémon con sé scelse quella che avrebbe creato un cerchio di energia, che colpendo il nemico l’avrebbe reso “fermo”.
-Ti prego…fa che funzioni…-
Sussurrò attivandola, la linea dello Styler divenne così arancione, Sara provò prima a picchiettare il terreno per creare un cerchio d’energia, poi ne disegnò uno attorno  a Drapion, ma non era certa la cosa funzionasse. In ogni caso non durò a lungo, ma almeno lei era riuscita ad evitare la barra diminuisse.
Il Pokémon aveva tentato perfino di ricreare la nube tossica, ma ora che Sara v’aveva preso più dimestichezza riuscì perfino a creare una Linea di Cattura attorno ad essa, il gas però aumentò il giramento di testa provocandole una forte nausea.
-Devo resistere…per i miei amici!-
-Devi arrenderti…-
Sussurrò Maximilian non molto distante da lei, ma non venne sentito quasi da nessuno.
La mossa successiva del Pokémon fu quella di creare a ripetizione una serie di nubi tossiche, la cui durata avrebbe certamente impedito a Sara di concludere a breve, lei volle quindi tentare nuovamente di disegnare i cerchi ma non sempre le riusciva, ed un errore le costò ben dieci punti, facendola passare a 25/42, ed un secondo errore a 15/42.
La testa stava iniziando a svuotarsi, come se fosse sul punto di svenire, la gola le bruciava e quasi non riusciva a respirare, avrebbe voluto urlare ma provava troppo dolore anche solo per questo, eppure continuò.
Non poteva arrendersi, non importava il dolore che provava, lei sarebbe riuscita a superarlo.
-Io…VINCERO’!-
Con quest’ultimo urlo riuscì nel suo intento, disegnando gli ultimi cerchi che servivano per completare la barra di Drapion. Lentamente il Pokémon venne avvolto da una sfera rosata, e lo Styler venne aggiornato con le sue informazioni, ovvero “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: /-”,”Emette una sostanza tossica, sputa aculei avvelenati e crea pozze di veleno.”, la cattura oltretutto portò un risultato miracoloso, la fece infatti passare da 17 a 18, aumentare potenza di tre ed energia di due, e questa venne ripristinata a 44/44.

Purtroppo però, nonostante lo Styler ora fosse certamente al sicuro, le ferite subite non sarebbero svanite, ed infatti non poté non inginocchiarsi a terra alla ricerca d’aria, tuttavia sorridendo come la Miniremo esplose, ed il volto di Vanesio divenne una maschera rabbiosa.
-Argh…non avrei dovuto sottovalutarti. Sara…-
Stringendo i pugni l’uomo prese la proprio taschino un apparecchio nero, e parlò ad alta voce.
-A tutti i membri dell’equipaggio! Parla il  vostro capitano! Questa è un’emergenza! Il capo ciurma sul ponte C ha l’ordine di estrarre il tappo Kingston!-
A quel nome Sara spalancò gli occhi, ben consapevole di cosa ciò significava.
-N-no!-
-Tutti gli altri membri dell’equipaggio abbandonino la nave come credono! Abbandonare la nave e nuotare!-
Ben due uomini uscirono dalla porta alle sue spalle, portandogli un’altra Miniremo, che Vanesio utilizzò per chiamare un grande Pokémon simile ad un pipistrello.
-Signore! La nave affonderà con tutti i Pokémon!-
Tentò di dire Maximilian, ma venne fermato.
-Taci! Meriti d’affondare assieme a loro per il fallimento. E voi, Ranger, comprenderete il ruolo cruciale del tappo Kingston? La sua rimozione affonderà la nave e con essa ogni prova del nostro piano! Farete un bel viaggetto sul fondo del mare! E con voi, tutti i Pokémon a bordo!-
-No!-

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Nel frattempo…
 
Il gigantesco tappo che impediva all’acqua di inondare la nave era stato, come richiesto rimosso, e l’acqua rapidamente stava entrando sotto lo sguardo atterrito dei Pokémon e di due membri del Team Pesto Buio, che subito corsero via come tutti per mettersi in salvo.
La nave venne presa da un violento scossone, così che tutti potessero rendersi conto di ciò che capitava…
 
 
 
 
-Hasta la vista, Pokémon Ranger!-
Dando il giusto comando al proprio Pokémon Vanesio venne preso e portato via, lontano da quella spiacevole situazione, ridendo dei due poveri Ranger che, impotenti, lo guardavano volare via.
Anche due suoi sottoposti fecero lo stesso, almeno fino a quando non si resero conto di un dettaglio.
-Oh, ehi! Non è giusto, il capitano se n’è volato via!-
-Il capitano è sempre stato così con noi. Non ci resta che saltare e nuotare.-
Disse l’altro mentre i due poveretti, andando sempre più nel panico, finirono perfino per scontrarsi l’un l’altro prima  di gettarsi in mare.
-Quel delinquente se l’è squagliata! Sara, dobbiamo salvare la nave, i Pokémon e tutto il resto!-
Disse Brando salendo gli scalini con sguardo serio.
-Non ho mai avuto a che fare con navi di queste dimensioni, ma non abbiamo scelta!-
Così dicendo, e facendo intuire ciò che voleva fare, l’uomo entrò nella sala di comando seguito subito dopo dalla ragazza.
La stanza, come la maggior parte delle altre, aveva muri e pavimenti in ferro viola, al centro sinistro e destro c’erano degli strani apparecchi, che probabilmente servivano per comunicare ed un radar, mentre davanti a loro v’era un timone lasciato alla deriva. Nella parete davanti a questo c’era  un altro gigantesco radar e delle apparecchiature a lei sconosciute.
In un angolo in alto a sinistra per lo meno c’era anche un Punto di Salvataggio, ma visto il poco tempo Sara non se la sentì di perdere nemmeno un secondo.
Brando nel frattempo stava controllando i dispositivi, e sembrava saperne molto più di lei.
-Siamo messi male, però. Il porto più vicino è Portena, ma non so se la nave rimarrà a galla abbastanza…-
Purtroppo lei non conosceva bene il mare, quindi tutto ciò che riusciva a fare era attendere ordini.
-Stiamo già imbarcando acqua, vero?-
Chiese poi Brando precipitandosi dal timone.
-Il mio Styler è fuori servizio. Daremo l’allarme con la radio della nave. Ilario, rispondi!-
Urlò poi Brando per cercare di farsi sentire.
-Non potremmo usare il mio?-
Chiese Sara avvicinandosi.
-La potenza non basta, Ilario! Parla Brando. Mi ricevi? Abbiamo preso il controllo della nave cargo del Team Pesto Buio! Peccato che la nave stia affondando. Non so se ce la faremo fino a Portena…-
Più andava avanti nel discorso più la voce di Brando diventava grave, facendo così preoccupare l’altra.
-In altre parole, queste potrebbero essere le mie ultime parole…-
Quella frase paralizzò sul posto sia Sara che Pachirisu, erano forti e li colpirono come dei veri e propri pugni nello stomaco. Forse fino a quel momento non aveva sentito un tale pericolo perché non era stato reso ufficiale, ma ora che sapeva ci potesse essere la possibilità di non tornare…sentì dei brividi lungo tutto il corpo.
Eppure non poteva lasciarsi andare a quelle emozioni, doveva lottare per salvare tutti i Pokémon, ma non era sola…
-Pachirisu…-
-Pachi…-
Anche il Pokémon era spaventato, anche se voleva darsi un tono coraggioso.
-Wahahah!-
La risata improvvisa di Brando fece alzare subito la testa alla ragazza, sorpresa da tale comportamento. Che cercasse di sdrammatizzare?
Di far sembrare fosse tutto uno scherzo?
Non ne era certa, ma in ogni caso non sembrava forzata o simili. In quello stesso istante qualcuno prese la chiamata.
-Qui Ilario! Questo non è da te, Brando! Inoltre come battuta è davvero pessima!-
La voce di Ilario in qualche modo portò subito Sara a sorridere, non erano persi così come credeva, ed il fatto ritenesse fosse una battuta poteva darle ancora un motivo per tranquillizzarsi, sempre che quello fosse ciò che Brando aveva fatto…
Comunque, non tardò a continuare a parlare dall’altra parte del dispositivo.
-Dovete raggiungere dei fondali bassi, in modo da far arenare la nave! Se non riuscite a farlo in tempo, abbandonate la nave e mettetevi in salvo! –
Un secondo scossone avvertì i due la situazione si stava complicando, e poco mancò che Sara cadesse a terra.
-Questo se li troviamo, i fondali bassi. Chiudo qui la trasmissione. Ah! Quello delle ultime parole era solo uno scherzo! Sta a guardare!-
Disse poi Brando con un tono molto più carico d’energia rispetto al precedente. Quello scherzo comunque aveva fatto perdere qualche anno di vita a Sara…
-Salveremo noi stessi e tutti i Pokémon a bordo! Credi davvero che potremmo abbandonare i Pokémon per metterci in salvo?! Qui Brando, passo e chiudo!-
Chiudendo la chiamata prima di parlare l’uomo si sfregò un paio di volte il viso, voltandosi poi verso Sara.
-Se potessimo in qualche modo rallentare l’affondamento, abbastanza a lungo per scovare una spiaggia…-
Purtroppo il tempo non era intenzionato a star dalla loro parte, e per quanto potessero pensare non venne in mente niente ai due, fino a quando un ricordò come un flash arrivò a Sara.
Quando era arrivata alcuni membri del Team Pesto Buio parlavano di come certi Pokémon avessero la forza necessaria per sollevare il tappo, trovandoli sarebbe stata a cavallo!
Non aveva tempo per spiegare tutto a Brando, e per questo corse subito fuori dalla stanza per tornare dal tappo, il Pokémon compagno di Brando però notandola saltò sull’attenti attirando l’attenzione del ragazzo.
-Sara? Dove stai andando?
-A sistemare quel tappo.-
-…a rimettere a posto il tappo Kingston?...ho capito. Se potessimo farci aiutare da un Pokémon, potrebbe funzionare. Magari sarà inutile, ma di certo è meglio che starmi a guardare mentre cerco di governare questa bagnarola. A giudicare da quanta acqua stiamo imbarcando, dovresti avere circa…quattro minuti di tempo!-
Disse l’uomo saltando, non era affatto quanto avrebbero voluto.
-Sara, sbrigati! Corri per i corridoi!-
Quella frase forse l’avrebbe fatta quasi ridere, visto le ricordava l’ammonimento contrario del professor Vanesio, che però non era più un suo professore e ricordo passato ormai…sapeva bene però di doversi muovere, e scattando superò la porta saltando letteralmente i gradini della rampa di scale, per raggiungere la porta alla sinistra del ponte.
Sullo schermo inferiore dello Styler era comparso un timer che segnava 3.56 secondi, tutto ciò che doveva fare era mantenere un buon passo. Arrivata però a metà del corridoio in cui si trovava vide correre verso di sé numerosi figuri del Team Pesto Buio, alcuni più terrorizzati di altri. La paura le fece supporre fossero lì per fermarla, ma ciascuno di loro la superò come se niente fosse.
-Pista, pista! La nave affonda!-
Rendendosi conto stavano solo cercando di scappare la ragazza cercò di superarli tutti, ma finì per sbattere contro uno di loro un paio di volte, fino a quando non riuscirono a prendere delle direzioni diverse, la situazione era veramente drammatica.
Raggiungendo la porta superò anche la stanza in cui aveva trovato Brando, e così fece anche per il corridoio ed il punto in cui i due grandi Pokémon erano stati rinchiusi, qui in particolare un gran numero di Pokémon come gli uomini precedenti stavano scappando verso il ponte della nave per salvarsi, vederli così le fece rendere conto di quanto fosse importante sbrigarsi, aveva ancora 3.46 minuti, aveva però bisogno di trovare dei Pokémon che l’aiutassero.  Percorse anche la stanza in cui v’erano numerose casse di ferro, salendo sulla scala che le permise di seguire il percorso precedentemente utilizzato, arrivata alla porta però anche qui un gran numero di Pokémon le corsero incontro spaventati, e restavano 3.21 minuti. Ormai c’era quasi, arrivò anche nella stanza dove aveva distrutto la Gigaremo che controllava Mime Jr. ma come arrivò nella successiva rimase scioccata dalla quantità d’acqua entrata, che aveva ormai raggiunto il bordo delle casse sparse qua e la, non le rimaneva altro da fare se non camminare sopra d’esse.
Facendo ciò notò che c’era un  Machoke su una di queste, e come la vide le saltò subito addosso, non che fosse un problema visto aveva proprio bisogno di lui.
La cattura fu rapida, soprattutto per l’importanza della velocità, ed oltretutto senza danni. Anche la stanza immediatamente successiva, ed in cui si trovava il tappo, era ormai sommersa.
-Appena in tempo, dobbiamo muoverci!-
-Pachi!-
Il tappo era miracolosamente caduto sopra una delle casse, e quando lo raggiunsero poterono vedere serviva solamente un Pokémon con mossa azione 2.
-Machoke, pensaci tu ti prego!-
Urlò la ragazza guardando l’altro, che annuendo afferrò un estremo del tappo, e sollevandolo lo lanciò proprio dove avrebbe dovuto trovarsi, in tutto ciò rimanevano ancora 2.43 minuti al peggio.
 
 
 
Nel frattempo…
 
Brando era ancora impegnato a controllare ripetutamente tutti i radar nella stanza alla ricerca di una secca, controllando anche il livello dell’acqua. Oltre a lui c’erano anche tutti i Pokémon che i membri del Team Pesto Buio avevano rapito. Pallido in viso sudava freddo, ma ad un certo punto spalancò gli occhi sorpreso.
-Eh? Sì! Funziona! La nave non imbarca più acqua come prima! Sara ce l’ha fatta! Adesso avremo il tempo per trovare un posto dove far arenare quest’affare! Non c’è mai una secca quando nei hai bisogno! Eddai! Devo far arenare una nave!-
Ad un certo punto Makuhita iniziò a saltare, attirando la sua attenzione.
-Maku! Maku!-
Avvicinandosi un’altra piacevole sorpresa ridiede speranza all’uomo, che vide terra all’orizzonte.
-Là! Un’isoletta a ore tre! C’è persino un molo! Bel colpo, Makuhita!-
Felice come lui il Pokémon iniziò a saltellare, dando sicurezza anche agli altri.
-Quel molo è proprio piccolo, ma non abbiamo scelta!-
Scattando Brando afferrò con entrambe le mani il timone, girandolo nella direzione fissata.
-Dobbiamo farla virare a dritta! Tenetevi forte, Pokémon! La nave s’inclinerà di brutto! Timone tutto a bordo!-
Era stato un bene avesse avvertito, perché iniziò a girare il timone a grandissima velocità e la nave s’inclinò a tal punto che i Pokémon vennero sbalzati contro la parete.
Mentre accadeva tutto ciò Sara aveva appena fatto in tempo a spostarsi nella stanza precedente, anche se ancora sommersa d’acqua, ed a raggiungere la porta in cui erano presenti delle scale prima che la nave s’inclinasse e lei venisse sbalzata contro la parete. Pachirisu era aggrappato a lei quindi non correva altri rischi se non venire sballottato, ma lei dovette tenersi ben aggrappata per non cadere.
-Che sta succedendo!?-
 
 
Nel frattempo, sulla costa…



Due giovani studenti, un ragazzo dai capelli neri a spazzola e gli occhi dello stesso colore, ed una ragazza dai capelli a caschetto castani e gli occhi azzurri, si trovavano davanti alla statua dell’Accademia dei Ranger, nella Piazza dell’ascesa, parlando tranquillamente mentre il vento accarezzava i loro volti.
-Lo sai perché questo posto si chiama Piazza dell’ascesa?-
Chiese lui guardandola, la ragazza prima di rispondere andò a sedersi sui gradini della statua.
-Ovvio che lo so. Perché gli studenti condividono qui i loro sogni prima di andare per la loro strada.-
-Esattamente. Il preside Delmonte spera che torneremo qui una volta cresciuti…-
Il ragazzo sorrideva quasi divertito, ma come spostò lo sguardo sul  mare spalancò gli occhi iniziando a sudare freddo, l’amica notandolo guardò nella sua stessa direzione, ed anche lei ebbe la stessa reazione, seguita da una rapida fuga e da un forte suono.
La gigantesca nave sulla quale erano stati rapiti i Pokémon era finita per schiantarsi contro la roccia dello scoglio sopra al quale si trovava l’accademia, ed una parte della nave si aprì dando modo ad alcuni di questi di scappare.
L’urto s’era sentito anche da lontano quindi non dovette passar molto perché la professoressa Anna corresse a vedere cosa fosse capitato.
-Cosa sta succedendo?! Cosa ci fa qui quell’enorme nave?!-
Anche il preside come lei era arrivata, e teneva la bocca spalancata dalla sorpresa. Non fu comunque l’ultimo ad arrivare, di corsa infatti vennero anche Luana ed Ilario, che aveva seguito gli spostamenti della nave e, una volta capita la meta, era subito corso lì.
Il suo viso era a metà tra la paura e l’altra tra il divertito, ma scelse d’ammazzare la tensione con una battuta. La ragazza invece era nelle stesse condizioni del preside che li guardò perplesso.
-Devo riconoscerlo, Brando! Questa è stata un’incredibile dimostrazione di come si prendono decisioni all’ultimo secondo!-
 
 
Intanto, nella nave…
 
-Ghn…la mia testa…-
Dopo quel violento urto Sara non era riuscita a mantenere la presa, ed era finita così per precipitare all’inizio della scala sbattendo anche la testa. Fortunatamente la nave si era raddrizzata e così non aveva corso il rischio di rimaner bloccata in acqua, ma il male rimaneva.
-Pachirisu, va tutto bene?-
Chiese guardando il suo piccolo amico che annuì.
-Menomale…cerchiamo di uscire da qui finalmente.-
Sorrise lei procedendo nuovamente nella scalata, seppur molto lentamente rispetto a prima.  Questa volta almeno riuscì a salire completamente, e vide che una parte della nave s’era aperta completamente, dando modo così di vedere l’esterno, e la prima cosa che riconobbe fu la statua di Piazza dell’ascesa, non poté quindi non sorridere mentre il cuore le si scaldava.
C’erano riusciti…
Zoppicando leggermente raggiunse anche lei l’uscita, vedendo il preside Delmonte, la professoressa Anna, Luana ed Ilario ad aspettarla.
-Sara! Grazie al cielo siete salvi!-
Disse subito la ragazza raggiungendola per abbracciarla.
-Direi che il molo ha bisogno di qualche piccola riparazione. Che cosa sta succedendo, per la cronaca?-
Chiese il preside ancora perplesso, fu Ilario a dar la spiegazione.
-Questa nave cargo è stata usata dal Team Pesto Buio per portar via i Pokémon e trasportare le loro macchine Gigaremo. Brando e Sara hanno scoperto a cosa serviva la nave.  Tuttavia, una volta sconfitto, il Team Pesto Buio ha abbandonato la nave. Hanno persino provato ad affondarla con tutti i Pokémon a bordo. Per salvarli, Brando e Sara hanno dovuto far incagliare la nave. Purtroppo la nave ha travolto il vostro molo…ma guardiamo il lato positivo: tutti i Pokémon sono salvi!-
La spiegazione di Ilario era più che corretta, ma restava ancora da spiegare del professor Vanesio…Sara non era certa di poter esser proprio lei a rivelarlo al preside ed alla professoressa…quest’ultima però si avvicinò, accarezzando uno dei Pokémon usciti dalla nave.
-Che notizia meravigliosa!-
-Insomma, quindi è un bene che il molo sia  stato distrutto!-
Commentò allegro il preside assieme a lei, rivolgendosi poi ai Ranger.
-Dobbiamo riconoscere lo straordinario coraggio e la decisione di questi nostri diplomati. Siete un esempio per i nostri studenti.-
-La ringrazio, preside…-
Disse Sara grata di quei complimenti, mentre l’uomo si avvicinò.
-Tra parentesi, dov’è Brando?-
Un orribile dubbio si impadronì di Sara, che non seppe come rispondere.
-Non può essere…-
Sussurrò la professoressa portandosi una mano al viso.
-E’ stato un bel botto…-
Disse stavolta Ilario preoccupato quanto loro, ma l’urlo di Luana li fece sobbalzare.
-Silenzio! Il nostro leader non è così fragile!-
Come se qualcuno li avesse sentiti la nave emise un forte suono, attirando l’attenzione di tutti, e Brando, assieme al suo Pokémon, proprio sopra questa mostrò la sua posa da Ranger.
-Sara! Missione compiuta!-
La ragazza lo guardò stupita, ma allo stesso tempo incredibilmente felice stesse bene, ed anche lei fece la propria posa da Ranger piroettando su se stessa ed alzando il braccio al cielo. Perfino Luana saltò girando allegramente su di sé, stringendo il pugno al petto trionfante.
-Visto?-
-Ahahahahah.-
Tutti quanti risero smorzando così l’attenzione, e Brando rapidamente li raggiunse unendosi a loro, battendo una mano sulla spalla di Sara, fiero.
-Caspita, ci avete veramente fatto prendere un colpo voi due con quel messaggio…-
Disse poi Luana scocciata, riferendosi chiaramente al fatto quelle di Brando potevano essere le ultime parole.
-Lascia stare Luana, sai che il nostro Leader ha un pessimo senso dell’umorismo.-
-Ehi Ilario!-
-Ahahah.-
Sara rise di gusto vedendoli così, nonostante alle loro spalle ci fosse una nave distrutta.
-Ora che sappiamo che tutti stanno bene, cosa ne faremo di questo relitto?-
Chiese il preside Delmonte centrando un punto importante, al quale Ilario rispose prontamente.
-Non preoccupatevi, ho contattato la Federazione Ranger in merito al problema prima di venire qui, a momenti ci raggiungeranno.-
-Siamo già qui!-
Una voce a Sara familiare arrivò alle loro spalle, e voltandosi videro il buon caro Willy assieme ad un’ampia squadra di Ranger, subito questi scesero le scale ed andarono a dirigersi verso la nave, entrandovi.
-Salve gente! Vedo che c’è stato un bel da fare qui.-
Disse intanto Willy sorridente.
-Direi di sì.-
Rispose Sara serena, voltandosi verso il passaggio nella nave.
-Quindi, cosa accadrà adesso?-
-Ci assicureremo come prima cosa che non ci sia nessun’altro nella nave, e che tutti i Pokémon siano al sicuro. Poi provvederemo a spostarla in un’altra zona in modo da poter controllare se all’interno sia stato lasciato qualcosa di importante.-
-Ottimo, anche se la maggior parte di quelle canaglie si sono tuffate in mare.-
Commentò Brando scocciato.
-L’importante però è che non si sia fatto male nessuno. Leader, eravamo così preoccupati per te.-
Disse poi Luana visibilmente sollevata.
-Mi dispiace molto per ciò che vi ho fatto passare, e Sara, ancora una volta ti ringrazio per essere venuta a salvarmi, so non è stato facile.-
-Dovevo, non sarei potuta restare senza far nulla.-
Ilario poi si avvicinò alla ragazza, accarezzandole la testa sorridendo. Vista l’evidente differenza d’altezza non gli fu così difficile.
-Sapevo che potevi farcela.-
Sorridendo Sara abbassò lo sguardo sorridendo felice di esser riuscita a dar prova delle sue capacità, e soprattutto di non averlo deluso.
Nel mentre parlavano, tuttavia, due giovani Ranger, dai capelli neri a spazzola e gli occhi castani, erano tornati indietro tenendo ben fermo un membro del Team Pesto Buio che non era riuscito a scappare, un ragazzo dagli occhi e dai capelli rosso fuoco che tentava di divincolarsi in ogni modo, ma inutilmente.
Maximilian.
-Abbiamo trovato questo ragazzo in una delle stanze della nave, ha tentato di scappare ma l’abbiamo fermato.-
Spiegò uno mentre il rosso tentò un secondo strattone. Sara guardandolo corrugò la fronte, al loro primo incontro l’altro gli aveva trasmesso una grande agitazione, e per molto tempo si era preoccupata di ciò che sarebbe potuto accadere e di ciò che lui avrebbe potuto fare, ma vedendolo in quelle condizioni non gli sembrò altro che un cane messo al guinzaglio. Questo provava che nonostante le minacce di gente come lui la giustizia ed il bene erano in grado di trionfare.
-Ehi, tu sei quello che al modo di Portena guidava quella squadra di loschi figuri con la Gigaremo!-
Disse Luana riconoscendolo.
-Ed è anche uno di quelli che ci hanno aggrediti quando abbiamo scovato Vanesio.-
Continuò Brando riconoscendolo, a quel nome però sia la professoressa Anna che il preside scattarono.
-Il professor Vanesio era su quella nave?-
Ecco l’argomento di cui avrebbe preferito non trattare, e che nonostante ciò si presentava comunque…i due fissavano Sara in attesa di una risposta, che fu costretta a dare.
-Il professore…in realtà è un membro del Team Pesto Buio…ed ha usato la scuola per i suoi scopi.-
A quella tremenda rivelazione il preside sbiancò e la professoressa dovette sedersi su alcuni detriti.
-Non può essere…-
 -Purtroppo ci ha svelato lui stesso tutto questo, mi dispiace molto…-
Disse Brando avvicinandosi alla donna.
-E’…un vero smacco per la nostra scuola…non avevo idea del segreto che celasse…non ho scusanti per la mia ignoranza.-
Il preside era evidentemente scosso, nonostante cercasse di mantenere un’aria professionale.
-Non è colpa sua, nessuno di noi poteva saperlo…-
Tentò di dire Sara per confortarlo, ma probabilmente era tutto inutile.
-Ehm, scusatemi, credo ci siano molte cose che non mi siano chiare, ma chiunque sia questo Vanesio sembra veramente un soggetto pessimo. In ogni caso, l’aver trovato uno dei suoi uomini potrebbe essere un grande vantaggio per noi. Lo porteremo alla Federazione per interrogarlo.-
Disse Willy guardando il rosso, che però non disse nemmeno una parola.
-Bene, vi accompagnerò, così sarò sicuro non scapperò.-
-Sei sicuro Brando? Ti abbiamo appena ritrovato infondo dopo giorni…-
Chiese Luana seria.
-Non preoccuparti, ce la faccio senza alcun problema.-
-Vuoi forse legarlo?-
Chiese poi Willy per aiutarlo, ma l’altro scosse la testa.
-No, non ce ne sarà bisogno, e so per esperienza non è un’esperienza piacevole.-
In effetti era rimasto legato come un salame per una giornata intera o più, quell’esperienza doveva aver cambiato il suo pensiero riguardo a questo punto.
-Molto bene allora, ti faccio strada. Ah, Sara, quando ti sarai riposata per favore vieni anche tu alla Federazione, avremo bisogno di un tuo rapporto dal vivo.-
Rispose Willy iniziando ad incamminarsi assieme agli altri, mentre la ragazza annuì. Maximilian almeno per il momento non oppose resistenza, anche se fermò il suo sguardo a lungo su di lei, che però non l’abbassò.
Non aveva più motivo di temerlo, l’aveva sconfitto e vinto le sue paure.
-Andiamo Sara, sicuramente sarai stanca, ti accompagneremo a casa.-
Disse Ilario portandola una mano sulla schiena, in effetti aveva bisogno di riposare, e di prendere finalmente un po’ di respiro, tuttavia, mentre si allontanava assieme ad Ilario e Luana, non poté non guardare con sconforto la professoressa Anna ed il preside Delmonte, ancora scossi per la notizia sul professor Vanesio. Sarebbe tornata a parlar loro, non appena le acque si fossero calmate…
Durante il tragitto verso casa restò in silenzio, troppo stanca per dir qualcosa ora che non sentiva più la tensione provata fino ad ora, ma quando i due Ranger, invece che dirigersi verso il Centro Ranger, cambiarono strada, li guardò perplessi.
-Non dovevamo tornare al Centro?-
-Abbiamo detto che ti avremmo accompagnata a casa. Ed è lì che stiamo andando.-
Rispose Luana sorridendo, al che il viso di Sara si illuminò.
-Solo una piccola avvertenza…mentre eri via tuo padre è venuto a chiederci come stavi…e, beh, diciamo che sa hai dovuto faticare un po’.-
Aggiunse Ilario imbarazzato, il che lasciava intuire che tipo di reazione suo padre poteva aver avuto, ma non importava, stava tornando sana e salva.
Con molta più impazienza di prima lei e Pachirisu arrivarono fino alla porta di casa, mentre Ilario e Luana tentavano di mantenere il loro passo, una volta arrivati bussarono un paio di volte prima che qualcuno venisse ad aprire, si trattava di sua madre.
-Oh! Sara! Tesoro è Sara!-
-Sara!-
Mentre sua madre l’abbracciava stringendola a sé la voce del padre arrivò dal piano superiore, ed assieme a lui dei forti passi che scendevano le scale, sia lui che la sorellina stavano correndo nella sua direzione e si unirono all’abbraccio familiare.
-Sara! Sapevo saresti tornata!-
Sorrise la bambina stringendole forte la vita.
-La mia bambina! Eravamo così preoccupati, oh non hai idea, tuo padre voleva raggiungere quella nave a nuoto.-
Rise la madre accarezzandole i capelli.
-E l’avrei fatto!-
Ribatté il padre ridendo a suo modo. Sara con il cuore colmo di gioia si godette quell’abbraccio, nel quale chiamò anche il piccolo Pachirisu con una mano, e che saltò presto sulla sua schiena.
Ilario e Luana li guardarono sorridendo a loro volta, era sempre una bella scena  quando una famiglia preoccupata vedeva tornare il figlio.
-Credo che chiamerò a casa più tardi…-
-Penso anche io Ilario.-
Disse Luana commossa.
Quell’avventura certamente non sarebbe stata l’ultima vissuta dalla giovane Ranger, ma sicuramente per ciascuna di esse avrebbe lottato allo stesso modo, perché la felicità di saper d’aver aiutato qualcuno, Pokémon o persone, e l’abbraccio delle persone che amava, avrebbe fatto sì ne valesse sempre la pena…

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Tra abbracci e sorrisi sia Sara che Pachirisu sentirono subito il loro spirito rinfrancato, i loro corpi però rimanevano affaticati e così la prima cosa che fecero fu un bel bagno caldo, preparato dalla madre con dei sali speciali in grado di creare una gran quantità di bolle. I due si erano subito immersi e Sara aveva potuto osservare in effetti quanto fosse piacevole.
-Aaaah…dovremmo comprali più spesso…-
-Pachi…-
Anche il Pokémon le dava ragione, tenendo un fazzoletto bagnato sulla testa restando immerso nell’acqua fino a metà corpo.
Nonostante i dolori e gli acciacchi aumentassero era così bello riposare, anche se il colpo per la scoperta della reale identità di Vanesio era ancora molto difficile da accettare, oltretutto, non era la sola cosa che le riempiva la testa…
I suoi amici le avevano scritto chissà quante volte e lui aveva intercettato ogni lettera, aumentando così la distanza tra loro. Tutte quelle notti pensando l’avessero dimenticata, il dispiacere ed i dubbi, anche loro avevano provato lo stesso quando si sono resi conto non avrebbero avuto alcuna risposta?
Ciò la fece stare ancor più male, perché temeva avessero una pessima considerazione di lei, o che pensassero la loro amicizia non contava così tanto.
Il problema però non si risolveva certo, non aveva trovato nessuna lettera ed ancora non sapeva dove si trovavano, non poteva scrivere nulla e se nemmeno loro l’avessero fatto allora difficilmente si sarebbero rivisti…
-E’ tutto così ingiusto…-
Perché erano considerati una minaccia in gruppo erano stati divisi, eppure lei non si era mai vista in quel modo, Alex sicuramente avrebbe pensato gli sarebbe calzato a pennello però un tale aggettivo ed al pensiero la ragazza sorrise istintivamente.
Ora che sapeva non l’avevano dimenticata, o forse non ancora come credeva lei, non aveva più paura a ricordarli con una dolce sensazione nel cuore, e ripensò così a tutti i momenti passati assieme, ai pigiama party con Glenda, alle loro notti insonni a parlare, alle gare con Alex ed a tutti i suoi monologhi sull’essere il migliore, stavolta però con solo nostalgia.
-No, devo essere ottimista. Mi sono già sbagliata quando ho creduto mi avessero dimenticata, ci rincontreremo, ne sono certa.-
Voleva chiudere definitivamente con tutto ciò che era successo alla nave cargo, non perché fosse stata una brutta esperienza o simili, le aveva dato modo di mettersi alla prova e di aiutare molti Pokémon, ma perché rimuginare su tutti i punti negativi non sarebbe servito a niente, e prima di andare alla Federazione Ranger aveva del tempo per riposare, non era così urgente dopotutto, altrimenti l’avrebbero chiamata.
Rimase a mollo per almeno un’oretta prima che la sorella minore aprisse la porta affacciandosi.
-Va tutto bene?-
-Sì, è che è così piacevole che non vorrei uscire.-
Rispose sorridendo a Marta, che si sporse ancor di più.
-Ehi, ti va di raccontarmi come è stata l’avventura sulla nave?-
Chiese con gli occhi che le brillavano, nonostante la stanchezza era assolutamente impossibile dirle di no, e sembrava anche non volesse aspettare troppo per il racconto.
-Va bene…ma non è nulla di che credimi.-
-Sìì!-
Urlò la piccola andando vicino a lei  e sedendosi sul bordo asciutto.
-Cosa vuoi che ti racconti?-
-Tutto quanto! Come hai scoperto quei cattivoni?-
Chiese la piccola interessata.
-Beh, il nostro leader era andato per primo a controllare alcuni Pokémon scomparsi, ma quando non ha fatto ritorno mi hanno mandata a Caldonia, lì sono poi entrata tra i sentieri all’interno del vulcano ed ho trovato oltre al suo Styler dei membri del Team Pesto Buio.-
Non sapeva se era il caso raccontarle ogni cosa, ma l’altra non sembrava spaventata, anzi, quindi per il momento poteva anche nominare quegli uomini. La notizia ormai si era anche sparsa, quindi non era più un segreto.
-Ed è stato difficile batterli?-
-E’ stato impegnativo, ma non potevo perdere.-
-Certo che no, tu sei la migliore!-
-Ahah, no non per questo, e ci sono molte persone più forti di me. Non potevo perdere perché i miei amici contavano su di me.-
-Ecco perché sei la più forte!-
Era inutile provare a farle cambiare idea, ma le faceva piacere la sua sorellina fosse così orgogliosa e fiduciosa delle sue capacità.-
-Poi cosa è successo?-
-Ad un certo punto ho trovato una porta di ferro, e superatala c’era come un mini porto nascosto al lato del vulcano tra le rocce, era qui che si trovava la nave cargo.-
-Eri spaventata?-
-Certo, ma non importava.-
In quel momento le tornarono in mente le parole della presidentessa Edvige, e sorrise gentilmente.
-Anche se si ha paura bisogna trovare il coraggio di affrontarle.-
-E come hai fatto a salire sulla nave?-
-Stavano facendo salire tutti i Pokémon su una rampa, io senza farmi vedere sono passata tra i vari uomini raggiungendola ed entrando. Da lì poi ho iniziato a cercare Brando trovandolo legato in uno stanzino.-
-Caspita! Ed hai incontrato tanti cattivoni?-
Chiese la piccola sporgendosi.
-Sì, ma sono riuscita a sconfiggere ciascuno di loro. Anche il capo.-
-Grandioso!-
Urlò la piccola sorridendo orgogliosa, era veramente adorabile ed anche Pachirisu ridacchiò vedendola così.
-Deve essere bello vivere tutte queste avventure…-
-Diciamo per metà e metà. Quando mi trovo in situazioni simili ho veramente paura, ma è ciò che voglio fare.-
-Sai sorellona, a me invece piacerebbe tanto diventare un’infermiera per i Pokémon. Poter curare gli avventurieri e Ranger come te, ed aiutare quanti più Pokémon possibili!-
-Ma è bellissimo Marta, sono sicura potrai farcela.-
Sorrise la maggiore commossa dalla professione che desiderava intraprendere, ridacchiando la sorellina si alzò tornando verso la porta.
-Sbrigati ad uscire dalla vasca comunque, che la mamma sta facendo una torta!-
E così dicendo si chiuse la porta alle spalle, lasciando la sorella ed il Pokémon nel calore dell’acqua.
Non vi rimasero comunque molto a lungo, soprattutto quando il profumo del dolce fatto dalla madre arrivò anche al piano di sopra, quindi dopo essersi asciugati e Sara si fu rivestita scesero rapidamente le scale.
La divisa da Ranger era stata messa a lavare, quindi avrebbe dovuto per forza aspettare un po’ prima di partire per la federazione, indossava dei pantaloncini bianchi ed una canotta gialla. Scendendo rapidamente le scale vide la sorellina seduta sulla sedia del tavolo, mentre suo padre era sul divano a leggere un libro, subito però lo posò guardandola.
-Va meglio?-
-Molto, ci voleva proprio.-
-E con la mia torta starai anche meglio.-
Sorrise la madre sfornando il dolce al cioccolato,  sistemandolo al centro del tavolo.
-Questo è per il meraviglioso lavoro che hai fatto e l’impegno che ci hai messo.-
-Grazie mamma.-
Sorrise la ragazza sedendosi al tavolo con tutta la famiglia.
-Per un po’ potrai riposarti dal lavoro?-
Chiese suo padre prendendo una fetta del dolce.
-Non saprei, devo andare alla Federazione Ranger per fare rapporto, e per questo dovrò presto uscire.-
-Ma dopo sarai almeno un po’ libera, hai faticato tanto dopo tutto.-
Rispose la madre dando anche a lei una fetta.
-Vedrò cosa mi diranno, ammetto che non mi dispiacerebbe riposare per qualche giorno…-
Commentò la ragazza iniziando a mangiare, mentre a Pachirisu accanto a lei era stato dato un poffin, anche lui sembrava esser d’accordo con loro.
-Ma il lavoro di Sara è importantissimo, contano tutti su di lei!-
Ribatté la sorellina, non avendo tutti i torti. In ogni caso non era il momento di parlare di quelle cose, ma solo di riposare. Finita la torta la ragazza andò poi subito nella sua camera, per dormire un po’ almeno fino a quando la divisa non fu pronta.
Le bastò solo appoggiarsi per addormentarsi subito, seppur senza far sogni ma senza nemmeno aver incubi, ed era molto più calma rispetto ad altre sere. Per quel breve periodo tutto andava bene e non c’era nulla che la preoccupasse.
Passarono un paio d’ore prima che la madre andasse a svegliarla, dicendole che la divisa era pronta. Con un buon sonno ristoratore alla ragazza non restò che vestirsi ed avviarsi verso la Federazione Ranger.
-A più tardi!-
Disse salutando tutti iniziando ad incamminarsi, arrivata però alla Città di Vien, vicino al Centro Ranger, la porta di questo si aprì e comparvero sia Luana che Ilario.
-Sara! Menomale non sei ancora andata alla Federazione.-
Luana allegramente le corse incontro, fermandola.
-E’ successo qualcosa?-
Chiese subito Sara preoccupata, ma Ilario scosse la testa tranquillizzandola.
-No assolutamente, ma volevamo accompagnarti alla Federazione, anche se ci sei già stata sarà un’emozione per te fare un rapporto diretto ai pezzi grossi, no?-
-In effetti…ma sicuri non sia un problema?-
-Assolutamente no, possiamo anche usare dei Doduo per muoverci più velocemente.-
Rispose Luana sicura, prendendola per un braccio ed iniziando ad incamminarsi con lei, assieme ad Ilario. Con loro il viaggio fu decisamente più piacevole, e trovarono i Pokémon di cui la ragazza aveva parlato lungo la strada. Per Ilario fu particolarmente bello passare così vicino alla famosa Altru SpA, ancora in corso di costruzione sì, ma non certo per questo meno imponente.
Quando infine arrivarono davanti alle porte della federazione, scendendo dai propri Doduo, i tre sentirono il bisogno di rimaner a guardare quel luogo per qualche secondo, con una certa emozione nel cuore.
-Cavolo, potrei abituarmi a questo paesaggio…-
Sussurrò Ilario prendendo un profondo respiro, accarezzando poi la testa di Sara.
-Dovremo proprio ringraziarti per averci dato la possibilità di venire ahaha.-
-Ma no, io devo ringraziarvi per esser qui con me…-
Rispose lei sorridendo imbarazzata, varcando poi la soglia dell’edificio assieme ai suoi amici. Al primo piano, intento a chiacchierare con una delle assistenti, c’era Willy, che subito vedendola le corse incontro.
-Sara! Sei arrivata al momento giusto! Sono ancora tutti nella stanza degli incontri, vieni pure.-
-Possono venire anche i miei amici?-
Chiese la ragazza indicando Ilario e Luana, che salutarono educatamente.
-Oh, certo, eravate anche voi sul luogo dell’incidente della nave cargo no?-
-Siamo arrivati non appena si è schiantata.-
Annuì Ilario.
-Bene allora, saranno più informazioni nel rapporto.-
Sorridendo Willy fece strada ai tre, conducendoli al primo piano dell’edificio nella stanza centrale dove Sara era già stata in precedenza, qui oltre a Brando, al quale erano state medicate le ferite e gli era stato fasciato il petto e le braccia, c’erano anche la presidentessa Edvige ed i due Top Ranger Settimo e Viola. Tutti si voltarono però come li videro entrare.
-Sara! Arrivi al momento migliore, stavamo per riprendere a parlare di ciò che è successo alla nave. Io ho già dato la mia versione, di come una volta arrivato a Caldonia ho trovato un gruppo di quei tizi intenti a portar via dei Pokémon, e di come purtroppo le cose siano andate male…ora serve solo la tua versione.-
-E’ un piacere rivederti ragazza mia, ero certa avresti fatto qualcosa di grande, ma non me lo aspettavo così presto.-
Disse la presidentessa salutandola con un cenno del capo.
-Sono molto felice d’esser qui, la ringrazio.-
-E questi due chi sarebbero?-
Chiese tuttavia Settimo indicando i due con la ragazza.
-Il mio nome è Ilario, Brando mi ha lasciato il comando quando è andato in missione ed ho parlato con lui durante il tentativo di trovare un porto.-
-Io sono Luana, ed assieme ad Ilario sono arrivata sul posto quando la nave cargo si è schiantata.-
-Capisco, volevate accompagnare la vostra compagna?-
Chiese Edvige guardandoli gentilmente.
-Esattamente, dopo tutto ciò che ha passato ci sembrava il minimo accompagnarla.-
Rispose Ilario con sincerità.
-Bene, non sarà un problema, ora, Sara, raccontaci pure ciò che è successo.-
Concluse la donna fissandosi su di lei.
-Certo. Tutto è iniziato quando Ilario mi ha chiesto d’andare a Caldonia per scoprire cosa fosse accaduto al nostro leader. Dagli abitanti del luogo sono venuta a sapere molti Pokémon erano scomparsi, e dopo aver ottenuto il permesso d’entrare nel vulcano ho notato che questi, ipnotizzati, si stavano addentrando sempre di più in esso. Ben presto ho trovato molti uomini del Team Pesto Buio, ed anche lo Styler del mio leader. Ad un certo punto, dopo essermi spinta quanto più lontano possibile, ho trovato una porta di ferro ed aprendola ho trovato questa gigantesca grotta scavata nella roccia della parete esterna del vulcano, dove il Team Pesto Buio aveva nascosto la nave, e stavano facendo salire a bordo tutti i Pokémon, ed ho scoperto sarebbero stati portati al loro quartier generale. Entrata anche io di nascosto ho poi cercato di ritrovare il mio leader. Molti Pokémon erano intrappolati in quel luogo e due ricordo vennero usati anche per far funzionare dei generatori. Abbiamo trovato successivamente la stanza del loro comandante…ma non c’era nessuna informazione utile purtroppo se non i suoi effetti personali. Non è passato molto tempo che abbiamo trovato anche lui, ma dopo averlo sconfitto ha fatto affondare la nave mettendo a rischio la vita di tutti quanti, scappando con un Pokémon simile ad un gigantesco pipistrello. Purtroppo non ho idea di dove fossero diretti, questo è tutto ciò che ho scoperto.-
Spiegò subito la ragazza cercando di non tralasciare nulla.
-E per quanto mi dici del loro comandante? Era un tuo professore giusto?-
-Sì…era nella classe accanto alla mia.-
-Ha detto qualcosa di importante?-
Cercando nella memoria alla ragazza tornarono in mente delle informazioni importanti, e subito scattò.
-La prima è che in quella scuola ha trovato la persona che ha costruito quelle macchine, un genio ha detto che nasce ogni cento anni. Per reclutarlo si è finto un professore.-
-Quindi c’è ancora qualcuno tra loro che potrebbe creare altre diavolerie simili…-
Borbottò Settimo abbassandosi il cappello sul viso.
-Non c’è altro?-
Chiese poi Viola fissandola.
-Ecco…-
C’era il fatto delle lettere, ma nonostante contassero molto per lei dubitava fossero rilevanti per la situazione, e così preferì tacere. Sarebbe stato da bambini pretendere che la Federazione Ranger potesse far qualcosa a riguardo, o almeno così pensava.
-Non credo nulla di importante.-
-Ne sei sicura? Ogni dettaglio potrebbe rivelarsi fondamentale.-
Disse Edvige incitandola, ma la ragazza scosse la testa.
-Se mi verrà in mente qualcos’altro vi avvertirò.-
-Bene, molto bene. Ora, parlando di quel ragazzo che avete portato qui…-
Continuò la presidentessa guardando stavolta Brando.
-Sì, era uno dei sottoposti di Vanesio, forse un vice o qualcosa di simile, sicuramente di rango superiore ad altri. Adesso è chiuso in una delle stanze, ma non ha aperto bocca da quanto è arrivato.-
-Vedrete che quando gli verrà fame parlerà.-
Ribatté Settimo facendo spallucce.
-Non è un po’ eccessivo?-
Chiese Luana corrugando la fronte.
-Via via, non è necessario ricorrere a certi sistemi. Nonostante sia stato un nemico ora è semplicemente un ragazzo lontano da tutto ciò che conosce e circondato da estranei che ritiene nemici. Credo che se anche mandassimo uno qualunque di noi non parlerebbe mai. Tuttavia…voi due avete avuto modo di interagire con lui, mi sbaglio?-
Chiese Edvige guardando Brando e Sara.
-Io l’ho incontrato solo sul ponte, quando ha attaccato lei.-
Rispose l’uomo indicando la compagna.
-L’ho incontrato a Portena, quando ho scoperto assieme a Luana delle Gigaremo.-
-E’ vero, era il caposquadra del gruppo.-
Confermò l’altra annuendo.
-Mh, quindi tra noi sei la figura più familiare…Sara, ascolta, non sei assolutamente obbligata ad accogliere la mia richiesta se non te la senti, ma vorrei provassi tu ad interrogarlo.-
Disse la presidentessa seria.
-Parliamo di un criminale, e se l’attaccasse? In qualità di suo leader forse sarebbe meglio me ne occupassi io, con tutto il dovuto rispetto.-
Ribatté Brando corrugando la fronte
-Comprendo bene la paura, ma temo che nelle tue condizioni basterebbe una foglia per farti cadere. Oltretutto, Sara ha pienamente dimostrato d’essere in grado di cavarsela, e non gliel’avrei mai chiesto se pensassi il contrario.-
La risposta ormai rimaneva solo a lei, anche Pachirisu la guardava, come aspettando si rifiutasse, forse lui tra tutti capiva meglio quanta paura quell’uomo le aveva dato dal primo incontro.
Tuttavia, ora questa nei suoi confronti era svanita.
-Me ne occuperò io.-
-Ti ringrazio, comincerei per il momento solo presentandoti nel tuo ruolo. Non è necessario svolgere tutto oggi, potrebbero volerci un paio di giorni perché si tranquillizzi, ma non gli faremo alcun male, e naturalmente quando tu non te la sentirai più, o non riterrai necessario continuare a parlargli, potrai subito smettere. Un’Assistente ti porterà da lui.-
Disse la presidentessa sorridendole con fare grato, era un vero onore riponesse in lei così tanta fiducia, e non intendeva deluderla. Oltretutto…in questo modo avrebbe potuto scoprire qualcosa sulle lettere magari!
Questa era una motivazione più che sufficiente per continuare anche per giorni interi. Come la presidentessa le aveva detto una giovane Assistente dai capelli a caschetto viola, entrata subito dopo tale affermazione nella stanza, la portò lungo il corridoio sinistro, dove Sara ricordava vi fossero i vari alloggi.
Solo uno di questi però al momento era contrassegnato come occupato.
-Qui alla Federazione Ranger non abbiamo cose come prigioni o simili, per questo l’abbiamo confinato in una stanza spoglia. Se qualcosa non andasse avvertici pure.-
Spiegò la donna sorridendole.
-Certo. Pachirisu, se vuoi puoi aspettarmi fuori.-
-Pachi!-
Scosse la testa subito il piccolino, non l’avrebbe lasciata certo sola assieme ad un brutto ceffo. Solo dopo aver preso un profondo respiro, tuttavia, la ragazza si decise ad entrare.
La stanza era identica a come l’aveva vista quando aveva alloggiato lì, pareti bianche ed un pavimento azzurro, senza però il tappeto bianco e  con solo un letto come arredamento.
Era su questo che l’uomo dai capelli rossi era seduto, tenendo la testa leggermente abbassata, ai polsi aveva delle manette, legate tramite ad una catena al letto, probabilmente l’avevano fatto perché le porte erano facilmente apribili e non volevano correre rischi.
Sara rimase per qualche minuto ferma ad osservarlo, incapace su cosa dire, in qualche modo quella vicenda le ricordava quella avuta con Ben, e provò forse un briciolo di empatia.
Visto però l’uomo non si decideva ad alzare la testa decise di parlare.
-Salve…-
Le sembrava stupida come parola per iniziare, ma che altre aveva?
“Sono qui per interrogarti” era troppo brutale.
“Alza la testa” era sgarbato e non da lei.
“Mi scusi” troppo formale dopo tutte le lotte.
Ed aveva così deciso per un saluto, che seppur normale le appariva anormale per la situazione. Bastò però quella semplice parola per far sì che l’uomo alzasse gli occhi, e la ragazza poté rendersi conto che nonostante la situazione fosse simile era anche diversa dalla volta con Ben. Non avrebbe trovato rimorso nei suoi occhi, c’erano solo ferite e rabbia, ed a dimostrazione furono le sopracciglia che si corrugarono.
Pachirisu subito scattò davanti all’amica, che rimase ferma nonostante provasse un leggero timore.
-Hanno mandato te ad interrogarmi?-
Chiese con voce roca lui.
-Sì.-
-Allora puoi anche uscire.-
Ribatté Maximilian abbassando nuovamente il capo, ma non bastò a farla rinunciare.
-Non ho intenzione di farlo. La presidentessa Edvige mi ha affidato questo compito e non ho intenzione di deluderla…inoltre…forse tu al momento sei l’unico che possa dirmi qualcosa sulle lettere che i miei amici mi avevano mandato, e che Vanesio ha intercettato.-
Affermò lei ferma.
-Allora mi dispiace ma presto avrà una bella delusione. E per quanto riguarda quelle lettere non ne so niente.-
Incalzò l’uomo facendo spallucce. Non era certa se stesse dicendo o meno la verità, ma la quesitone per lei non era certo finita lì.
-Dove stavate portando la nave cargo?-
-In nessun posto che possa interessarti.-
-Abbiamo bisogno di saperlo.-
-E noi abbiamo bisogno che voi non sappiate nulla.-
Nuovamente il rosso alzò la testa, stavolta con aria di sfida.
-Come puoi dire ancora noi dopo quello che ha fatto il tuo capitano? Ha messo la vita di tutti i tuoi compagni a rischio, e non ha avuto alcun rispetto per te.-
Tentò di far leva sui suoi sentimenti, ma era come cercare di scongelare un iceberg con un panno umido.
-La missione veniva prima di tutti noi.-
-Ma il vostro capitano vi ha abbandonati.-
-Perché lui è molto più importante di tutti noi.-
-Come si può decidere quale vita umana sia più importante delle altre?-
Chiese stavolta Sara alzando la voce ed irritandosi, per lei ogni forma di vita aveva lo stesso diritto di esistere, perfino lui, perfino Vanesio, ma il ragazzo rispose con toni altrettanto alti.
-Non è qualcosa che qualcuno come te potrebbe mai capire!-
Il suo urlo era pieno d’una tale rabbia che stavolta Sara indietreggiò e rimase in silenzio più a lungo di prima, mentre questa volta Maximilian non accennava ad abbassare lo sguardo.
-Perché avete rapito quei Pokémon?-
-Per i nostri interessi.-
-Questa non è una vera risposta e lo sai.-
-E tu sai che non ho intenzione di dartene alcuna.-
Disse lui sempre gelido, facendole quasi saltare i nervi.
-Perché fate tutto questo, fate soffrire quei poveri Pokémon.-
-Anche questo non vi riguarda.-
-Ma non provato nessun rimorso? Sono esseri viventi, tu come ti senti qui, intrappolato come  lo sono loro nella vostra ipnosi?-
-Non potresti mai capire!-
Urlò infine lui alzandosi con uno scatto, facendola così sobbalzare, ma fu tutto ciò che accadde perché in seguito il ragazzo si limitò a fissarla con rabbia, ed in quel momento le fu chiaro che per il momento sarebbe stato assolutamente inutile continuare a parlargli, e così senza aggiungere altro gli voltò le spalle uscendo dalla stanza.
Rimase in seguito appoggiata alla porta dall’esterno per un po’, cercando di calmarsi.
-Come posso interrogare una persona simile, non ha intenzione di dirmi nulla…-
-Pachi pachi.-
-Non posso farlo fare ad altri nemmeno, la presidentessa lo ha chiesto a me, e già che mi abbia preso in considerazione è un onore…-
Tuttavia, non era certa che sarebbe riuscita a fargli dire molto, per quel giorno quindi superò il corridoio assieme al proprio amico per andare ad informare la presidentessa Edvige sull’interrogatorio, fortunatamente questa era proprio davanti alla porta della stanza degli incontri.
-Sara, è andato tutto bene?-
-In verità…non ha voluto dirmi nulla…continuava a ripetermi che non erano affari che mi riguardavano, mi dispiace molto.-
-Non preoccuparti, come ti ho detto con molti altri non ha nemmeno parlato, ed il fatto invece a te a quanto pare almeno qualche parola l’abbia detta è confortante.-
Rispose serenamente la donna.
-Però non sono sicura di poter scoprire qualcosa da lui…-
-In verità, non vedrei il tuo compito solo come un tentativo di raccogliere informazioni.-
-Uh?-
-Pachi?-
Anche Pachirisu era confuso, erano convinti di non dover far altro che scoprire quanto più possibile di loro.
-Vedi, la persona che è all’interno di quella stanza, ai miei occhi è come un giovane che, per un motivo o per un altro, ha perso la strada. Noi della Federazione Ranger desideriamo aiutare ogni persona e Pokémon, non importa chi siano, non possiamo e non vogliamo abbandonare nessuno di loro. Ed io non desidero che quel giovane venga abbandonato.-
-Quindi…che cosa vorrebbe che facessi?-
-Vorrei sì che cercassi di scoprire qualcosa, ma allo stesso tempo vorrei gli facessi anche capire che c’è dell’altro oltre alla vita oscura che ha condotto fino ad ora. Per quanto possa esserti difficile, forse, vorrei non lo vedessi come un nemico, perché ora, in questo momento, non lo è più. Forse non sarà mai nemmeno un amico, ma mostrandogli gentilezza ed una seconda strada potrebbe cambiare.-
-Nonostante ciò che ha fatto?-
Chiese Sara cercando di comprendere appieno la sua visione.
-Sì, c’è sempre un modo per redimersi,  e per lui non è troppo tardi. Inoltre potresti rimanere molto sorpresa dai grandi aiuti che si ricevono dalle persone più inaspettate. Si prende molto più miele che con le mosche.-
Nuovamente le tornò in mente l’esempio di Ben, seppur colpevole d’aver incendiato la foresta dopo aver rivelato tutto si è offerto di aiutarli, anche solo  a sistemare.
Forse anche Maximilian un giorno avrebbe potuto aiutare i Ranger contro il Team Pesto Buio…anche se pensarci era momentaneamente molto, molto difficile.
-Ci rifletterò su. Grazie presidentessa.-
-Grazie a te per tutto ciò che hai fatto. Vorrei che per un paio di giorni prendessi una pausa, Sara, stai con la tua famiglia e gioisci dei risultati ottenuti.-
Disse infine la donna riaccendendo l’allegria nella giovane, che subito annuì.
Poter passare un po’ di tempo con la propria famiglia era proprio ciò che desiderava.

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Il giorno seguente…
 
 
-Sì fa una gita a Portena!-
Da quando erano usciti la piccola Marta non aveva fatto altro che urlare questo, talmente felice di poter fare una gita con la famiglia da non potersi trattenere. La piccola era vestita con una camicetta bianca ed una gonna gialla a balze, mentre sulla testa aveva un cappello di paglia e portava delle scarpe rosa.
-Sì, ma ci dobbiamo arrivare prima.-
Rispose il padre accarezzandole la testa, lui era vestito invece in maniera molto classica, con dei pantaloni marroni ed una camicia blu, mentre dietro ai due si trovavano la madre e Sara. La prima indossava un vestito arancione che le arrivava alle cosce, e teneva anche lei un cappellino come la figlia più piccola, Sara invece indossava dei pantaloncini neri ed una maglia turchese.
Quando il giorno prima era tornata a casa la prima cosa che aveva detto era stato poteva avere dei giorni di riposo, e così s’erano subito organizzati per poter andare il giorno dopo a Portena, gli altri infondo non c’erano mai andati e lei s’era solo limitata a dei giri di pattuglia.
Fortunatamente la giornata era splendida, con un caldo sole che splendeva nel cielo macchiato appena da delle nuvole.
Superata la Città di Vien s’erano mossi abbastanza rapidamente lungo la foresta, superando così la parte ancora rovinata dal fuoco dell’incendio di tempo prima.
-Che peccato, sembra che la terra faccia fatica a guarire…-
Disse sconsolata la madre sospirando.
-Già, ce ne vorrà di tempo per rimettere a posto le cose, ma poteva andare molto peggio.-
Rispose il padre guardandola.
-Per fortuna che c’era Sara.-
-Non sono stata io Marta, lo sai bene che è stato grazie ad un Pokémon se tutto è andato bene.-
-Che tu però hai catturato.-
-Papà…-
Anche se le facevano piacere i complimenti non voleva prendersi lodi che non meritava. Comunque, per quella giornata non ci sarebbe dovuta essere altro che allegria, ormai erano anche arrivati sulla cima della montagna, e Sara non vedeva l’ora di mostrar alla sua famiglia la bellissima vista.
-Ci siamo quasi, sono sicura che vi piacerà.-
Disse infatti procedendo con un passo più rapido.
-Voglio vedere la torre della Altru!-
Rispose la piccola correndo, arrivando così per prima sul posto, e come la maggiore aveva predetto rimase assolutamente incantata dallo spettacolo.
-Wow!-
-E’ veramente così bello?-
Chiese il padre ridacchiando.
-Credo di sì caro. Oooh, guarda che bel mare, è veramente incantevole.-
In effetti anche se Sara l’aveva ormai visto tante volte quel paesaggio era impareggiabile, la torre Altru era solo la ciliegina sulla torta, mentre come sempre il cielo ed il mare avevano l’attenzione assoluta di chiunque guardasse.
Spostando lo sguardo era anche bello osservar le fronte degli alberi vicini sopra quel chiaro colore, mentre si muovevano spinte di tanto in tanto dal vento che soffiava da lì.
-Signori, volete per caso delle cartoline per ricordare questo paesaggio?-
Una voce fece voltare l’intera famiglia, a parlare era stato un ragazzino dai biondi capelli, che sorridendo accanto ad una bancarella li salutava. Questa era piena di vari souvenir, soprattutto, come aveva accennato, a delle cartoline e delle fotografie.
-Sarebbe bello poterne attaccare una al frigorifero.-
Disse la madre di Sara allegramente avvicinandosi.
-Solo per oggi potete prendere anche una fotografia da regalare agli amici.-
Rispose il ragazzo prendendo sia una cartolina che una fotografia.
-Potresti darla a qualcuno dei tuoi colleghi Sara.-
Propose suo padre guardandola.
-Sarebbe carino.-
Però a chi?
Ilario fu la prima scelta che le venne in mente in verità, ma anche Luana l’aveva sempre sostenuta, e Brando l’aveva aiutata tantissimo alla nave cargo, ed anche Elena era sempre lì quando c’era qualcosa d’importante.
In ogni caso avrebbe avuto tutto il tempo per pensarci, e visto la madre subito pagò il ragazzo era ormai deciso che la foto sarebbe stata usata come un regalo.
-Adesso però andiamo, voglio assolutamente vedere Portena da vicino!-
Disse Marta riprendendo a correre scendendo la montagna assieme alla famiglia, che fece fatica però a starle dietro per quell’ultimo tratto. Poco ci mancava che saltasse perfino i gradini delle scalinate.
Quella corsa però ne valse la pena, perché subito la sua famiglia rimase incantata da Portena, i suoi imponenti palazzi, il numero di persone e Pokémon che passeggiavano assieme in completa serenità, perfino l’aria allegra che si respirava.
Non che non avessero mai visto una città prima d’ora, anzi prima del trasloco alla Villaggio Cicole erano vissuti appunto in una piccola cittadina, ma la monotonia era all’ordine del giorno e non c’era nulla di particolare che desse modo di svagarsi.
-Caspita che bell’aria di mare, anche se viviamo vicino alla spiaggia non la sentiamo così spesso.-
Osservò la madre guardandosi attorno.
-E’ l’occasione buona per fare qualche foto al porto, Sara facci tu da guida.-
Disse il padre sorridendo guardandola.
-Certo, non è molto lontano, è subito sulla nostra destra.-
Rispose la ragazza iniziando ad incamminarsi, già da lontano di poteva vedere il mare cristallino. Anche per Sara essere lì era veramente piacevole, ora che non c’era nessun pericolo e poteva godersi la giornata.
Raggiunto il porto subito la sua famiglia si mise in posa dando le spalle al mare, facendosi così una foto assieme naturalmente all’inseparabile Pokémon Compagno di Sara, Pachirisu, che si trovava appunto sulla sua spalla.
-Sentite che bella brezza! E’ così piacevole.-
Disse sua madre spalancando le braccia respirando a pieni polmoni, il padre per scherzare le arrivò alle spalle mettendole le mani sulla vita.
-Sembriamo sul Titanic così ahaha.-
-Ahahah.-
Con dolcezza i due si diedero un bacio, mentre Marta rimaneva a guardare i Wingull che volavano in cielo.
-Sara, è vero che è possibile volare su alcuni Pokémon?-
-Sì, uno dei Top Ranger è in grado di farlo.-
-Che forza! Chissà come dev’essere, sicuramente è una sensazione fantastica!-
Disse la piccola con gli occhi che le brillavano mentre magari s’immaginava come sarebbe stato volare.
Dopo aver visto il porto ed aver fatto altre foto la famiglia si spostò nuovamente tra le vie della città, fermandosi davanti ad alcuni negozi di vestiti, in particolare Marta e la madre.
-Guarda che bel vestito caro!-
-Sì, ti starebbe bene.-
-Anche io voglio indossarne uno così da grande!-
Disse la piccola ammirando un lungo abito color crema con delle balze al collo ed una cintura marrone alla vita, Sara rimaneva in disparte in quest’argomento visto non era mai stata un’appassionata di moda.
Anche il padre era dello stesso avviso, ed infatti mentre le arte due parlavano le si avvicinò.
-Hai visto che bel negozio di orologi laggiù?-
-Oh dove?-
Chiese Sara muovendo la testa.
-E’ proprio lì, la vetrina è trasparente. Ci sono molti orologi fatti a mano, magari uno starebbe bene in camera tua non pensi?-
-Sarebbe carino, però non sono molto a casa purtroppo.-
-Non è un problema, ogni volta che tornerai avrai il calore di una vera e propria stanza. Che ne pensi allora?-
Continuò il padre sorridendole, convincendola.
-Mi piacerebbe allora. Tu che ne pensi Pachirisu?-
Anche lui infondo dormiva nella sua stessa stanza, ed era giusto che avesse qualcosa gli piacesse.
-Pachi!-
Sorridendo la ragazza gli accarezzò la testa, sembravano capirsi perfettamente ed in un certo senso era proprio così.
-Perfetto allora, possiamo andare a prenderne uno un giorno magari.-
Disse infine allegra.
-Perché non ora? Dopo tutto quello che hai fatto ti meriti qualche regalo.-
-Ma papà è il mio lavoro.-
-Ed il tuo impegno merita qualche regalo.-
Continuò lui incamminandosi verso il negozio.
-Tesoro vado a prendere a Sara un orologio per la sua camera, voi restare pure lì.-
-Va bene caro.-
Padre, figlia e Pokémon raggiunsero subito l’adorabile negozio, il pavimento era formato da delle tavole di legno chiaro mentre le bianchi pareti erano nascoste dietro numerosi orologi d’ogni genere.
La proprietaria si trovava dietro al bancone nella stanza, ed era una giovane ragazza dagli occhi verdi e dai capelli marroni tenuti sotto una bandana verde, che indossava un vestito rosso ed un  grembiule bianco.
-Buon pomeriggio!-
Li salutò cordialmente lei.
-Buon pomeriggio siamo qui per prendere un orologio a pendolo.-
Iniziò subito il padre guardandosi attorno.
-Questo sembra molto carino.-
Commentò Sara indicando un orologio di legno su cui erano state intagliate delle foglie.
-Anche questo però non è male.-
Rispose il padre trovando invece un orologio, sempre dello stesso materiale, ma con dei Pokémon intagliati finemente.
Alla fine però entrambi optarono per un orologio non troppo grande e dalla forma del simbolo dello Styler dei Ranger, visto rappresentava il lavoro che la ragazza aveva deciso di intraprendere lo trovarono assolutamente perfetto.
Uscendo dal negozio padre e figlia raggiunsero la madre e la sorella, mostrando loro il nuovo acquisto.
-Oooh che bello!-
Disse subito Marta guardandolo.
-Starà sicuramente bene nella tua stanza.-
-Grazie mamma.-
-Entriamo in quel negozio adesso che siamo tutti assieme però?-
Chiese la sorellina minore prendendo il braccio di Sara, indicando il negozietto che fino a quel momento era stato soggetto d’attenzione da parte sua e della madre.
-Perché no, magari ci sarà qualcosa di carino.-
Rispose il padre senza problemi, all’interno il negozio era sì piccolo, ma anche accogliente, le piastrelle del pavimento erano color azzurro chiaro mentre i muri lillà, c’erano vari scaffali pieni di vestiti con accanto anche dei manichini, e non molto distante dalla cassa anche dei camerini per provare i vestiti.
-Sara vieni a vedere questo!-
Esclamò Marta tirando la sorella per il braccio, fino a raggiungere un completo dai pantaloncini viola e la maglia azzurra.
-Questo sicuramente sarebbe adatto a degli sportivi.-
Commentò la maggiore guardandosi attorno, di solito quando andava in negozi simili entrava, prendeva ciò che le serviva ed usciva, ma in famiglia sicuramente ci avrebbe messo molto più tempo del previsto.
-Guarda però che bello questo cappello!-
A confermare questo pensiero fu sempre Marta, la quale si era messa un cappello viola a bombetta con una piuma bianca al lato.
-Ahaha con questo vai ai balli eleganti.-
-Ahaha è vero, pensi che alla mamma potrebbe piacere?-
-Non saprei, non ce la vedo molto indossarlo.-
In effetti la loro famiglia non era tipa da fronzoli o simili, ma era comunque divertente provare varie cose e ridere assieme.
Rimasero all’incirca una mezzoretta in quel negozio, ed anche se non comprarono nulla avevano passato dei momenti divertenti a provare i vari abiti.
-Ora dove vogliamo andare?-
Chiese Sara allegra.
-Pensavamo di far merenda in un bar vicino, ne abbiamo visto uno adorabile vicino al porto.-
Rispose la madre già pronta a far strada, nel mentre camminavano Sara ricordò che lì vicino viveva la madre del signor Ponzio, e che le aveva promesso d’andare a trovarla il prima possibile, quale occasione migliore di quella?
-Voi andate pure avanti, io devo andare a salutare una persona.-
Disse infatti cambiando strada, avendo ormai capito in quale bar la famiglia si sarebbe fermata.
-Va bene cara, noi intanto andiamo a sederci, non metterci troppo però.-
L’avvertì la madre mentre ormai lei era già lontana, arrivata davanti alla porta della casa bastò bussare un paio di volte prima che la padrona andasse ad aprire.
-Oh, guarda chi si rivede. Che piacere cara.-
-Pachi!-
Pachirisu ai piedi delle due mosse la coda in modo da farsi vedere, catturando così l’attenzione dell’anziana.
-Ed anche a te piccolo Pokémon.-
-Salve, sono venuta a salutarla. Oggi sono in vacanza con la mia famiglia e non potevo non venire.-
-Sei stata veramente gentile, vuoi accomodarti?-
Chiese la signora facendo già spazio.
-No purtroppo devo tornare subito dai miei, mi stanno aspettando ad un bar.-
-Capisco, capisco, e dimmi ti stai divertendo?-
-Molto, poter vedere Portena con calma è fantastico.-
Rispose la ragazza allegra.
-Sì è veramente meravigliosa, hai preso qualche souvenir?-
-Sì ed uno anche per un amico, anche se devo decidere a chi regalarlo.-
Disse Sara mostrando la fotografia.
-Magari potresti regalarla ad una persona a cui sai farebbe un grande piacere. Magari qualche collega che in questo periodo è stato un po’ stressato.-
-Lei dice?-
-Credimi, durante dei momenti difficili anche il più piccolo gesto d’amicizia può fare la differenza.-
Rispose la donna sorridendole, questo diede parecchio da pensare alla giovane che rimase a guardare la foto per qualche istante.
Qualcuno che stava attraversando un momento difficile ed aveva bisogno di un gesto d’amicizia…
-La ringrazio, ora devo andare. Le auguro una buona giornata.-
-Ti ringrazio, altrettanto anche a voi.-
Con calma Sara e Pachirisu tornarono dalla loro famiglia, che nell’attesa aveva preso al Pokémon un poffin, mentre a lei una ciambella al cioccolato.
Era veramente piacevole poter stare tutti assieme a ridere ed a scherzare, la ragazza poi sentiva una tale leggerezza nell’animo che niente sembrava poterla mettere di cattivo umore.
Fecero tante di quelle foto che contarle sarebbe stata dura, salirono sul ponte che attraversava la città fotografando lo splendido paesaggio, catturarono la particolarità delle case e dei Pokémon che giravano tra esse.
Quando il sole iniziò a tramontare la famiglia era già pronta a tornare a casa, ma Sara prima di procedere si fermò, spiegando che prima doveva fare ancora qualcos’altro…
 
 
 
 
 
 
Lungo il corridoio delle stanze della Federazione Ranger c’era un insolito silenzio, forse perché in quell’area visto tenevano un “prigioniero” nessuno aveva piacere a stare, o forse perché erano tutti impegnati. Qualsiasi fosse la risposta l’unico suono proveniva dai passi di Sara e Pachirisu, i quali con il permesso della presidentessa d’andar lì ogni volta che volevano erano passati indisturbati.
La ragazza si fermò per un po’ davanti alla porta in cui tenevano il ragazzo con cui aveva già parlato, come a chiedersi se fosse la scelta migliore da fare.
Alla fine però la risposta la conosceva già, visto aprì la porta dopo aver preso un profondo respiro.
Come l’ultima volta trovò Maximilian seduto sul letto con la testa bassa, e non la degnò nemmeno di uno sguardo.
-Ciao…-
Disse la ragazza pacatamente, rimanendo sulla porta ormai chiusasi alle sue spalle.
-Non ti eri già arresa?-
Chiese provocatorio il rosso senza muoversi, Pachirisu lo guardò gonfiando le guance irritato, ma la sua amica invece rimase perfettamente calma e si avvicinò.
-Ti ho portato questa.-
Alzando la testa il rosso poté così vedere la fotografia che Sara aveva ricevuto quel pomeriggio, e che aveva deciso di regalare a lui. Questo gesto sembrava averlo sorpreso, tanto che per un po’ non le rispose nemmeno guardando prima la foto e poi lei, ma alla fine si riscosse sedendosi con la schiena contro il muro.
-Non prendermi in giro, cosa me ne faccio di una foto.-
Rispose scorbutico senza guardarla.
-Puoi abbellire la tua stanza.-
-Non è la mia stanza.-
-Pachi!-
-E non mi interessa quel che dice il tuo amico.-
Disse ancora Maximilian riferendosi a Pachirisu, che sicuramente l’aveva rimproverato per i toni. Questa volta però la calma di Sara dipendeva dalla visione che aveva del “prigioniero”, ovvero come un ragazzo solo, abbandonato dal suo capo e che s’era ritrovato in un posto sconosciuto pieno di gente di cui non si fidava, e senza amici. Forse come punizione stava diventando abbastanza sufficiente, oltretutto se avesse capito i suoi sbagli avrebbe potuto aiutarli, per il momento però non era più l’obbiettivo principale di lei.
Voleva mostrargli semplicemente un po’ di gentilezza.
-Allora quando potrai uscire la metterai nella tua vera stanza per abbellirla.-
Tentò ancora lei appoggiando la foto sul letto. Sorprendentemente la visita le sembrò migliore rispetto alla prima volta, non le aveva fatto ancora saltare i nervi e nonostante non l’avesse nemmeno ringraziata non la stava nemmeno cacciando o rifiutando il regalo.
-Io ora devo andare, ma tornerò a trovarti. Ciao.-
Anche se non le rispose una volta che la ragazza fu fuori dalla porta non poté non sorridere, sentendo dentro di sé come se avesse raggiunto un piccolo traguardo personale. Pachirisu però non sembrava altrettanto convinto, e così lei lo prese in braccio per fargli tornare il buon umore.
-Sai, forse la madre di Ponzio e la presidentessa hanno ragione. Magari con la gentilezza si può far più di quanto si crede.-
-Pachi pachi…-
-Lo so che è scorbutico, però stavolta non sono andata via furiosa no? Già vuol dire qualcosa.-
Continuò lei accarezzandogli la testa, ed alla fine il Pokémon cedette alle coccole ritrovando il sorriso.
Ormai con il buon umore la ragazza uscì assieme a lui dalla federazione, trovando un Doduo per poter tornare a casa velocemente e senza problemi.
Il sole ormai era tramontato ed il cielo inscurendosi dava modo alle ombre di sbucare fuori dai loro nascondigli, ma il Pokémon riusciva a vedere perfettamente anche così ed evitò ogni possibile ostacolo, fino a quando arrivati alla Città di Vien non fece scendere la ragazza che lo ringraziò salutandolo.
-Sara, anche tu fuori a quest’ora ancora?-
Una voce familiare, proveniente da un punto non molto distante del Centro Ranger, la fece voltare. Si trattava di Ilario che la guardava con il suo solito sorriso allegro.
-Ciao Ilario, sì sono appena tornata dalla Federazione Ranger.-
-Eri andata lì per quel tipo del Team Pesto Buio?-
Chiese lui con un tono leggermente più serio.
-Sì, ma credo d’aver fatto dei progressi rispetto all’ultima volta.-
Rispose lei con un sorriso talmente radioso che non poté non crederle.
-Sono sicuro che alla fine lo convincerai, in fondo sei una ragazza fantastica.-
Quel complimento la fece arrossire leggermente, ma fortunatamente la luce non lo diede a vedere.
-Tu che cosa stavi facendo invece qui fuori?-
Chiese poi cambiando discorso.
-Stavo per fare un giuro di pattuglia alla spiaggia, vuoi venire con me?-
-Certo, non sono stanca tanto.-
Non era nemmeno così tardi, quindi se la poteva anche prender con calma, e la vicinanza alla spiaggia permise di raggiungerla nel giro di cinque minuti o poco più.
-Sai, quando vengo qui con te mi viene istintivamente da ripensare al tuo giorno di prova al tempo dell’Accademia.-
Disse Ilario rompendo il silenzio.
-Sul serio?-
Chiese lei sorpresa, convinta potesse ricordare più facilmente la prima volta avevano trovato una Gigaremo.
-Sì, tu ed il tuo amico siete arrivati con delle facce tutte serie da noi, senza nemmeno sapere che stavate portando il cestino del pranzo ahaha.-
-E’ vero, ci avete giocato un bello scherzo.-
-Un giorno potrebbe arrivare il tuo turno, se può consolarti.-
-Sicuramente le nostre espressioni quando abbiamo capito tutto dovevano far morire dal ridere.-
-Abbastanza. Comunque non è solo per quello che me lo ricordo bene, c’era qualcosa di particolare in te sin da allora.-
La ragazza rimase in assoluto silenzio assieme a Pachirisu, mentre Ilario guardava il mare non molto distante da loro.
-C’era una forte determinazione nei tuoi occhi, una gentilezza talmente forte da poter arrivare ai cuori di tutti, perfino ai Pokémon, come poi è successo con Pachirisu. Insomma, si vedeva lontano un miglio che eri speciale, ridi perfino ad ogni mia battuta quindi ne capisci pure di umorismo.-
Concluse lui forse leggermente imbarazzato per ciò che stava dicendo, infondo lei lo guardava con un’espressione simile ma anche piena di gratitudine per quei pensieri.
-Se avessi dovuto scegliere qualche studente per venire a lavorare qui a Vien sono sicuro che avrei scelto sempre e comunque te.-
-Grazie Ilario, anche io penso avrei voluto venire qui in ogni caso. Stare con voi mi riempie di felicità, e mi sento bene.-
Rispose la ragazza abbassando lo sguardo su Pachirisu, mentre procedevano a camminare fino a raggiungere il termine della spiaggia.
-Sara, voglio che tu sappia che anche in futuro ci sarò sempre per te. Sia che tu sia triste o che ti trovi in difficoltà, se mi chiamerai ci sarò.-
-Grazie Ilario, anche io ci sarò sempre.-
Così dicendo la ragazza gli si avvicinò abbracciandolo, dimostrandogli così quanto era grata per il suo sostegno, sia per quello che le aveva dato in passato e per quelle parole che le davano fiducia nel futuro.
Sentì le guance arrossarsi e lo stomaco stringersi, ma non le importava di quelle sensazioni, per lei avevano la precedenza su quel momento e si rilassò quando sentì le braccia di lui circondarla, mentre anche il povero Pachirisu sembrava imbarazzato per la scena.
Qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere però la ragazza era certa non sarebbe mai stata sola…
 
 
 
 
Il giorno seguente, Sara si diresse nuovamente alla Federazione Ranger per parlare ancora una volta con Maximilian, stavolta era vestita con dei jeans azzurri, una maglia blu ed una giacca marrone. Non chiese l’aiuto di un Doduo per arrivare e si godette in tutta tranquillità il viaggio fino ad arrivare alla Federazione.
Una volta qui sulla soglia della porta per primo incontrò Willi.
-Buongiorno Sara, come mai sei qui?-
-Volevo parlare con il ragazzo nei dormitori.-
-Oh intendi quel tipo del Team Pesto Buio? Ma non era il tuo periodo di pausa? Non dovresti passarlo senza lavorare?-
-Non è un problema, infondo poi più volte vengo qui più risultati posso sperare d’ottenere.-
Spiegò la ragazza superandolo.
-Forse hai ragione, buona fortuna allora.-
Dopo un breve saluto Sara salite le scale mobili arrivò fino alla zona dei dormitori, ancora vuota come i precedenti giorni, e come aveva già fatto il giorno precedente aprì la porta trovando stavolta Maximilian sdraiato con il viso verso il muro, appoggiata a terra c’era poi la foto che gli aveva regalato, ancora perfettamente intatta.
-Ciao, va tutto bene?-
Chiese Sara guardandolo.
-Mh? Oh, ancora tu.-
Borbottò lui mettendosi a sedere.
-Stavo solo riposando, non ho altro da fare infondo qui.-
Rispose il rosso muovendo le mani come a dirle di guardarsi attorno, ed effettivamente l’unica cosa che poteva fare era niente. Non aveva libri da leggere e nessuno con cui parlare, questo diede da riflettere alla ragazza che pensò a come dovesse essere trovarsi al suo posto.
Sicuramente spiacevole…
-Mi dispiace…-
Disse infatti con sincerità.
-Non importa. Stai solo perdendo tempo comunque, non ho intenzione di dirti nulla.-
La avvertì Maximilian senza guardarla, ma lei non batté ciglio.
-In realtà sono venuta solo per parlare.-
-Certo, mi tenete qui solo per fare quattro chiacchiere.-
Rispose l’altro sarcasticamente, ma poteva capirlo.
-E’ vero, abbiamo bisogno di sapere delle cose ma...non sei una macchina sforna informazioni. Sei una persona, e non è giusto trattarti diversamente, anche se hai fatto delle brutte cose.-
Stavolta il rosso alzò lo sguardo su di lei incrociando le braccia, ma rimase in silenzio come a volerla lasciar parlare.
-Sei riuscito a vedere la torre della Altru mentre venivi qui?-
Chiese la ragazza come a voler iniziare una conversazione.
-Sì, ma è un edificio come un altro.-
-Non saprei, io ogni volta che ci passo vicino non posso non fermarmi un po’ a guardarla, tanto è imponente. Inoltre potrà essere un simbolo di pace per Almia.-
Il ragazzo ridacchiò appena a quella frase, ma si ricompose subito.
-Una volta che sarà finita ti sfido a trovare un grattacielo più suggestivo di quello.-
Continuò lei senza lasciar troppo spazio al silenzio.
-Oh sono certo non ne troverei, ma penso che il tuo buonismo ti faccia veder simboli di pace ovunque.-
La canzonò Maximilian facendo spallucce, Sara storse leggermente il naso ma pensò per un po’ alla risposta migliore da dare.
-Forse se non fossi buonista non cercherei di veder del buono anche in te.-
Quelle parole sembrarono decisamente colpire il ragazzo, che la guardò aprendo leggermente gli occhi.
-Mi vuoi prendere in giro? Che buono ci sarebbe in me?-
-Non lo so ancora, ma posso trovarlo. Tu…magari hai solo preso una direzione sbagliata…-
Disse ricalcando le parole di Edvige, non era mai troppo tardi per cercar d’aiutare qualcuno.
-Tu non conosci niente di me, non hai il diritto di dirmi se ho sbagliato o meno.-
Asserì lui corrugando la fronte irritato.
-Non ti conosco è vero, ma non mi sembra i risultati delle tue scelte abbiano portato qualcosa di buono, ferisci i Pokémon, le persone e forse anche te stesso.-
Ancora il ragazzo non le rispose restando in silenzio, non era lì per fargli la ramanzina ma non poteva nemmeno nascondere il fatto avesse sbagliato, guardando Pachirisu sospirò leggermente riprendendo poi a parlare.
-Perché non mi parli un po’ di te? Magari potrò provare a capire.-
Purtroppo però non arrivò ancora nessuna risposta, Maximilian si limitò a fissare il vuoto come a voler fingere non esistesse, costringendola così a prendere l’iniziativa.
-Bene, inizio io allora. Non sono nata qui ad Almia, in realtà vengo dalla regione di Fiore, ma mi sono trasferita per poter frequentare l’Accademia dei Ranger, la mia famiglia si è poi trasferita assieme a me dopo il diploma ed ho realizzato il mio sogno di poter aiutare Pokémon e persone.-
Come inizio era già qualcosa, anche se i risultati non cambiavano di una virgola, non era però sufficiente a farla demordere.
-Sai, mi ricordo di una vola all’Accademia dove con alcuni amici ho fatto una prova di coraggio, mi sono veramente spaventata a quel tempo con tutti i Pokémon in giro per le classi ahaha.-
-Non ci si può aspettare altro da una bambina.-
Finalmente aveva parlato e doveva avere un tono così scortese, e stavolta lei perse la sua pazienza.
-Guarda che io non sono una bambina! Quanti anni avresti tu?-
-Ventitré.-
-Beh io ne ho venti!-
Sbottò pestando il piede a terra, e la rivelazione della sua età lasciò sorpreso il ragazzo, prima di arrivare all’Accademia lei aveva frequentato tre anni di scuole medie, e poi i cinque per diventare Ranger arrivando a diciannove anni al suo traguardo, ed ormai un anno era passato da allora, anche Pachirisu era saltato al suo scoppio, ma si riprese subito gonfiando le guance contro il rosso.
-Se non ti comportassi come una mocciosa magari sarebbe diverso…-
Sbuffando scocciata la ragazza tentò di non dargli corda, provando a trovare il lato positivo della faccenda.
-Almeno ho scoperto qualcosa di te, la tua età.-
Disse infatti vittoriosa, ed ottenne la reazione desiderata visto lui rendendosene conto quasi con imbarazzo voltò la testa.
-Mph.-
Ridacchiando un po’ tra sé e sé Sara riprese a parlare solo dopo essersi calmata.
-Da quanto tempo invece fai parte del Team Pesto Buio.-
-Dalle medie.-
Quell’informazione la lasciò basita, quindi quel gruppo era in circolazione da chissà quanti anni e nessuno li aveva mai notati?
Non sapeva veramente come prenderla come cosa.
-E’…molto tempo…-
La sua espressione si fece improvvisamente triste, ricordando ciò che accadde sulla nave cargo, e Maximilian lo notò ignorandone poi il motivo.
-Ti stai convincendo che non sono così buono come credevi eh?-
-No…non è questo…è che...io già solo dopo un anno con i miei amici al Centro Ranger ho iniziato a sentirli come una seconda famiglia…se tu ne fai parte da così tanto tempo magari era lo stesso e…-
Era difficile concludere la frase, forse non voleva ferirlo oppure si rendeva conto fosse un argomento difficile.
-E cosa?-
-E…mi chiedo quanto ti possa aver fatto male il modo in cui ti ha trattato Vanesio.-
Nuovamente il ragazzo sobbalzò, ma senza aver reazioni di rabbia o simili, rimase con lo sguardo scosso fissandola per qualche minuto, come se volesse trovare una risposta ma senza riuscirci, ed in quel momento Sara vide nei suoi occhi un effettivo dolore, forse dovuto appunto a ciò che era accaduto.
-Mi dispiace, forse non avrei dovuto parlarne…-
Disse lei sinceramente pentita, ma Maximilian era piombato nuovamente nel silenzio, e questa volta non sembrava intenzionato a continuare nella conversazione, visto si voltò sdraiandosi sul letto dandole le spalle.
Quello per lei fu un chiaro segno del fatto che per quella giornata non avrebbero più potuto parlare, e così con un forte peso nello stomaco uscì senza nemmeno salutare…
 
 
 
 
Il giorno successivo, nonostante la situazione precedente che si era venuta a creare, Sara era nuovamente davanti alla Federazione Ranger, e teneva tra le mani un grosso libro. Dopo aver superato le scale mobili del primo piano la ragazza si diresse subito verso il dormitorio, fermandosi solo davanti alla porta di Maximilian.
-Oggi andrà meglio Pachirisu…-
Disse come per cercar di convincere più se stessa, ed il Pokémon per confortarla le accarezzò la guancia con una zampa, prima di entrare assieme a lei.
Rispetto al giorno prima nulla era cambiato, se non che stavolta Maximilian, sdraiato a fissare il soffitto, non si rialzò limitandosi ad una sola occhiata.
-Buongiorno…-
Stavolta fu più comprensiva riguardo al non ricevere alcuna risposta, ma allo stesso tempo si fece più vicina delle altre volte, mostrandogli ciò che teneva tra le mani.
-Ti ho portato questo.-
Fortunatamente il ragazzo non rimase completamente indifferente, e si degnò almeno di guardare.
-Un libro?-
-Sì, ho pensato che visto tutto il tempo passi qui da solo magari potevi avere qualcosa da fare.-
Rispose lei con un leggero imbarazzo, forse era stata una scelta sciocca ma le era sembrato  il minimo. Maximilian si mise a sedere prendendo il libro tra le mani, leggendone la copertina.
-Il libro del destino?-
-Sì, è molto bello, parla di una guerra in un regno fantasy, ed  i tre protagonisti hanno caratteri veramente ben fatti.-
Iniziò lei  sorridendo appena.
-Capisco, avresti potuto fare una scelta migliore però.-
-…a me piace molto.-
Borbottò Sara trattenendo l’offesa.
-Hai mai letto il Conte di Montecristo?-
Chiese improvvisamente lui guardandola.
-No, di che cosa parla?-
-E’ una storia magnifica, che ti fa entrare letteralmente nel libro, ti fa ridere, urlare, quasi avere il magone per quanto è toccante. Se vuoi sapere com’è devi leggerlo però.-
Stavolta la sua voce era molto rilassata, e non c’era traccia di una presa in giro, ma la vera sorpresa arrivò poco dopo.
-Grazie comunque.-
Grazie, una parola piccola ma con un grande significato, era la prima prova che le dimostrava di star iniziando a far breccia in lui, e così Sara si ritrovò a sorridere senza nemmeno potersi impedire di farlo.
-Non c’è di che.-
Guardandosi attorno la ragazza cercò come un posto in cui sedersi, ma oltre al letto non c’era veramente nient’altro…Maximilian però notò la sua ricerca, e spostandosi dal centro del letto le fece spazio.
-Puoi sederti se vuoi, almeno non dovrò vederti in piedi per tutto il tempo.-
Era stato un gesto inaspettatamente gentile, ma non fece altro che contribuire all’allegria di lei.
-Ti ringrazio.-
Il letto come ricordava non era così scomodo, alla lunga magari non era il massimo ma per lo meno era confortevole .
-Hai letto molti libri per caso?-
Chiese poi guardando il rosso.
-Ogni tanto mi capitava, magari la sera quando non c’era nulla da fare.-
-Io di solito crollo sempre sul letto stanca. Per via del mio lavoro da Ranger non ho molto tempo libero, ad esclusione di questi giorni.-
Tale rivelazione sembrò sorprendere il ragazzo, che la guardò serio.
-E stai decidendo di passare questi giorni con me?-
-Beh, sì. Sì è così.-
Maximilian sembrava senza parole, continuò a far passare lo sguardo da lei al libro senza riuscire a dir nulla, con un’espressione indecifrabile, tanto che Pachirisu ridacchiò leggermente guardandolo, e Sara fu quasi certa che il ragazzo divenne in parte rosso per l’imbarazzo.
-Sai non sei così male quando non fai l’antipatico.-
-E smettila…il tuo Pokémon sembra prendermi in giro.-
-Ma no ahaha.-
La ragazza prese in braccio il piccoletto, che continuò a ridacchiare tranquillamente nonostante la persona che aveva di fianco.
-Sembra che lo tratti come una persona.-
Osservò il rosso indicandolo.
-Mi viene naturale, sono così fin da bambina. I Pokémon sono nostri amici.-
-Ma se nemmeno possono capirti.-
-Pachi!-
Per tutta risposta Pachirisu gli colpì il braccio con la coda, ma vista la sua morbidezza non sortì alcun effetto, se non una risatina di Sara.
-A me sembra invece che capisca.-
-Uhmp.-
Nuovamente imbarazzato Maximilian appoggiò il mento su una mano, come per nascondersi una parte del volto.
-Se sono così amici come mai eri così spaventata da loro quando hai fatto la prova di coraggio?-
Se lo ricordava?
Anche se ne avevano parlato solo ieri non s’aspettava certamente ricordasse un simile dettaglio.
-Era diversa la situazione, ero suggestionata dai tentativi di farmi paura.-
-Oppure sei una fifona.-
-Se fossi stato lì anche tu ti saresti spaventato.-
Ribatté lei gonfiando le guance, facendolo così inaspettatamente ridere per l’espressione.
-Come no haha.-
Si stava veramente lasciando andare, e magari alla fine avrebbero potuto toccare argomenti un po’ più difficili senza rischiare d’offenderlo.
-Voi non avevate cose simili?-
Chiese Sara riferendosi naturalmente al Team Pesto Buio.
-Una specie, si trattava di correre per i corridoi vicino alla stanza di Vanesio, e se questo apriva la porta prendendoti erano guai. Lì sì che dovevi avere paura.-
Raccontò Maximilian continuando a sorridere.
-Ahaha veramente? Non avrei mai pensato qualcuno avesse il coraggio di correre apposta davanti ai suoi occhi.-
-Questo ti dimostra quanto coraggio ho.-
Rispose lui quasi gonfiando il petto facendola ridere più forte.
-Chissà, se magari avessi frequentato l’Accademia potrei esserne sicura.-
-Chi lo sa. Dopo le medie ho incontrato per puro caso dei membri più anziani del mio team, e mi hanno offerto così una strada da seguire.-
-Oh…e non hai pensato potessero esserci altre opzioni?-
Azzardò lei pronta a cambiare subito discorso, ma stavolta il ragazzo alzò la testa, come a ricordare bene quei giorni.
-Non tutti hanno le idee chiare sul proprio futuro, ho trovato una visione di un mondo che non mi dispiaceva e così l’ho seguita, crescendo tra quegli schemi. Ci sono straordinari poteri che possono cambiare il mondo, e renderlo come si vuole. I Pokémon servono a questo.-
Continuò lui senza alterarsi, mentre Sara abbassò il capo sul proprio piccolo amico, imbronciatosi per quelle parole.
-Ma i Pokémon hanno anche sentimenti, ridono, amano e soffrono come noi…non sono degli oggetti da utilizzare a proprio piacimento e senza conseguenze.-
-Anche voi Ranger però li utilizzate nelle missioni, o sbaglio?-
La incalzò lui guardandola.
-E’ diverso, noi grazie allo Styler li rendiamo in grado di comprendere i nostri sentimenti di amicizia, e se questi vengono accettati i Pokémon sono liberi di scegliere se aiutarci o meno. Se dicessi ad uno di loro di saltare in acqua se questo non se la sentisse non lo farebbe, ed io lo rispetterei. Con quelle macchine che avete costruito invece soffrono e basta. Come non ti costringerò a parlare dei vostri piani, oppure delle lettere dei miei amici, anche se vorrei veramente che tu me ne parlassi, non costringerei mai Pachirisu a fare qualcosa che non voglia! Avete lo stesso valore!-
Rispose lei guardandolo dritto negli occhi sostenendo il suo sguardo, trovò in lui però in parte un alto muro quasi insormontabile, dall’altro però anche dell’incertezza, e forse proprio per questo fu il primo tra loro a distogliere lo sguardo fissandolo sul libro.
-Come fai a credere che in tutti ci sia qualcosa di buono?-
-Forse perché vorrei poter aiutare tutti, anche te.-
-E come mi aiuteresti?-
-Mostrandoti un sentiero alternativo.-
Solo in quel momento Sara comprese appieno le parole di Edvige, e le condivise. Non stava semplicemente parlando per convincerlo a parlare, gli stava tendendo la mano per un futuro migliore.
 
 
 
 
Quella non fu l’ultima visita che Sara diede a Maximilian, anzi ogni mattina andò alla Federazione Ranger per incontrarlo, salutando quando capitava Willy o la presidentessa Edvige.
A mano a mano che parlavano Sara riusciva sempre più ad interagire con il ragazzo, e le ore di chiacchiere aumentarono. Ancora non aveva rivelato nulla sul Team Pesto Buio o le lettere, ma soprattutto verso le ultime volte Sara s’era sentita più come se fosse andata a trovare un conoscente per quattro chiacchiere senza altri fini.
Lei gli parlava del tempo che c’era fuori, dei Pokémon che aveva visto lungo la strada o delle cose che sua madre le aveva preparato la sera prima.
Lui le raccontava di paesaggi che aveva visto in passato, trovandone uno comune che riguardava il passaggio dei Drifloon in mare, a quanto pare come lei li aveva visti andando a Caldonia lui era riuscito a far lo stesso ma in un’altra tratta e dalla finestra di una nave. Le aveva parlato anche di alcuni piatti disgustosi che aveva mangiato, come della carne talmente gommosa che assieme ad altri erano riusciti ad attaccare ad un muro.
Ed insieme s’erano ritrovati a ridere svariate volte, come se gli scontri avuti fossero solo un lontano ricordo.
Più parlavano e più lei si convinceva che le cose si sarebbero potute sistemare, di tanto in tanto Maximilian, che rivelava sempre più un lato buono con i suoi sorrisi ed i suoi racconti, parlava anche a Pachirisu come se fosse un’altra persona e questo le dava ancor più convinzione su ciò.
Come aveva fatto in passato Ben anche lui poteva cambiare
Le giornate per un po’ andarono avanti in quel modo, almeno fino all’arrivo di una lettera…

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


“Sara, ti scriviamo innanzitutto per ringraziarti per il prezioso aiuto che hai dato durante le operazioni con le Gigaremo ed in seguito anche con le Miniremo. Senza le tue straordinarie doti è difficile immaginare come sarebbero potute andare le cose, ma grazie a te si è potuto evitare il peggio.
Proprio per questo io e gli altri membri della Federazione Ranger abbiamo deciso di premiarti promuovendoti a grado di Top Ranger. Attendiamo il tuo trasferimento nella sede centrarle a breve.
Congratulazioni, la presidentessa Edvige.”

 
 
 
-Come leader, vorrei dire un paio di parole per concludere questa festa di commiato. Ho sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato: non sei il tipo che inizia e finisce la carriera come restando un semplice Ranger. Quando ti ho consegnato lo Styler, sapevo che sarebbe successo, un giorno, ma non così presto…-
Dopo aver ricevuto la lettera dalla Federazione Ranger Sara era scoppiata in un pianto pieno d’emozione, mentre la sua famiglia esultava assieme a lei altrettanto commossa. Era un traguardo spettacolare per la sua giovane età, e chissà quante porte le avrebbe potuto aprire. Naturalmente lei era subito corsa ad avvertire anche i suoi amici al Centro Ranger, e le loro reazioni non erano state da meno, tanto che in poche ore avevano allestito una meravigliosa festa in suo onore, visto sarebbe dovuta partire subito.
Durante l’elogio di Brando Sara aveva versato qualche altra lacrima, rendendosi conto che stava per lasciare un luogo meraviglioso, nel quale era rimasta forse per troppo poco tempo ma che avrebbe conservato nel cuore per il resto della vita. E per tutti loro avrebbe sentito una grande mancanza.
C’erano tutti assieme a lei, oltre al leader che parlava Luana veniva consolata da Elena, visto non riusciva a smettere di piangere, ed Ilario brindava allegro assieme a Luisona, la quale aveva portato il suo miglior latte con l’aiuto di Ben e l’Assistente, ancora comunque dietro al bancone per abitudine.
-Da oggi Sara è un Top Ranger. Mi rattrista vedere Sara lasciarci per andare alla Federazione Ranger. In qualità di leader, però, la sua promozione mi riempie d’orgoglio. In parole povere…festeggiamo! E’ tutto!-
Concluse Brando alzando ancora una volta il calice in aria.
-Grazie, grazie a tutti, non avrei mai pensato di diventare un Top Ranger…-
-Ieri la presidentessa Edvige si è recata in persona dal nostro leader. Ha detto che la Federazione ha assolutamente bisogno di te, Sara. Avresti dovuto vedere Brando, quasi scoppiava a piangere dalla gioia ahaha. Dopo poi ti hanno inviato la lettera per avvertirti.-
Disse Ilario mettendo un braccio sulle spalle della ragazza.
-Sì, è stato veramente incredibile per me leggere il biglietto. Mi mancherete tutti…-
-Ehi, la tua famiglia è pur sempre al Villaggio Cicole, ci verrai a trovare comunque.-
Ribatté Elena sfregandole la mano sulla testa.
-Ahaha, ha ragione, non ti libererai di noi tanto facilmente.-
Sorrise Ilario stringendo la presa in un semi abbraccio.
-Non vorrei mai.-
-Ah, Sara, dimenticavo. Qui c’è l’ultima edizione dell’Eco di Almia. C’è un mega articolo sulla tua impresa della nave cargo.-
Luana le si avvicinò tenendo tra le mani il giornale,in prima pagina sotto al grande titolo “I Ranger in azione!” v’era una dettagliata descrizione di tutte le imprese da lei fatte durante quel tempo, ed accanto ad essa una foto scattata durante la giornata come insegnante all’Accademia dei Ranger, mentre mostrava a tutti la propria posa. Sotto questo primo articolo, accanto ad una foto della nave distrutta, c’era il titolo “La nave cargo si arena vicino all’Accademia!”, ed anche qui venne spiegato dell’incidente e del lavoro di Brando per evitare il peggio.
In basso a sinistra invece, in una sfocata immagine, v’era la foto di quello che Sara riconobbe come Vanesio, accanto al titolo “E’ questo il capo?”, ma l’articolo semplicemente riprendeva il precedente non accennando a veramente nulla dell’uomo. Infine, in basso a destra, sopra l’immagine di Edvige alla Federazione c’era il titolo “Top Ranger numero 11!” e l’articolo parlava della decisione della presidentessa di promuoverla.
Quasi le vennero i brividi per l’emozione, avrebbe voluto saltare, gridare e piangere, ma tutto ciò che fece su solo sorridere senza poter smettere di fermarsi.
-E così oggi te ne vai alla Federazione Ranger, eh? E’ dura lasciarti andare via, Sara. Da quando ci sei tu, il nostro gruppo è diventato migliore, sai?-
Ammise Elena sospirando.
-Deve andare, una persona come lei non è fatta per questi piccoli centri.-
Rispose Ilario facendo ancora una volta arrossire Sara.
-Mia mamma ha detto di farti le congratulazioni anche da parte sua…-
Disse poi  Ben avvicinandosi stringendole la mano.
-La ringrazio molto, ed anche te per essere venuto qui.-
-Grazie a voi ho cambiato la mia vita, era il minimo.-
Dopo il danno alla foresta Ben si era veramente impegnato per sistemare le cose, dimostrando così che le persone se lo volevano veramente potevano cambiare.
-Ci mancherà, è vero, ma nessuno deve piangere!-
Urlò Brando interrompendoli, mostrando poi a tutti la sua posa da Ranger, riprendendo a parlare.
-Siamo anche un po’ tristi, è vero, ma dobbiamo festeggiare! Avanti, facciamo un altro brindisi con un altro bicchiere di latte!-
-Brando…questo è il suo nono brindisi. Ma mangiate, su mangiate! C’è un sacco di budino al latte!-
Disse Luisona allegra dando a tutti loro un altro bicchiere, anche a Pachirisu che si stava divertendo sul bancone nella stanza.
-Non so veramente come ringraziarvi ragazzi. E’ una festa fantastica…è un vero peccato che debba già andare…-
Sorrise quasi tristemente Sara abbassando lo sguardo.
-Stai per andare alla Federazione Ranger, e non più come semplice visitatore, dovrebbe bastar pensare a questo per esultare.-
Rispose Elena facendo scontrare i rispettivi bicchieri, dopo di che entrambe li mandarono giù ridendo.
-E’ vero, ma una parte di me vorrebbe comunque restare. Sono talmente emozionata che ho paura perfino di sbagliar strada.-
-Vedrai che inizierai a correre subito dopo aver superato la foresta, il mio latte da una carica imbattibile.-
Scherzò Luisona dandole qualche pacca sulla schiena.
Ormai era il momento, non poteva più trattenersi.
-Vi voglio bene, a tutti voi.-
I suoi amici la guardarono sorridendo, fieri e felici del suo nuovo traguardo. Quasi non sarebbe servito dir nulla, l’intera stanza era colma di quel forte sentimento che batteva nei loro cuori, ma anche così non poterono rimaner fermi, ed uno ad uno andarono ad abbracciarla.
Il primo fu Brando, che la sollevò in aria facendola ridere.
-Va e sì l’orgoglio della città!-
Subito dopo arrivò invece Luana, che le saltò al collo con un tale slancio da farla quasi cadere.
-Vienici a trovare di tanto in tanto…-
Successivamente arrivò Elena, molto più pacata ma non per questo meno affettuosa.
-Se ti si rompe qualcosa, sai da chi venire.-
L’ultimo del gruppo fu invece Ilario, che prima di avvicinarsi la guardò per qualche secondo, stringendola poi forte a sé.
-Qui ci sarà sempre qualcuno pronto per aiutarti, ricordatelo.-
-Sì…-
Quasi le stavano per scendere alcune lacrime, era un momento pieno di sentimento e commozione, ma non voleva andarsene in quella maniera, salutò anche l’Assistente con un abbraccio, seppur queste fosse rimasta dietro al bancone, ed anche Ben e Luisona che vollero ancora una volta congratularsi, dopo di che, assieme a Pachirisu, s’avvicinò alla porta.
Era il momento di andare.
-Ehi, se stai per andartene, ti ricordi come arrivare alla Federazione, vero?-
Chiese improvvisamente Brando scherzando sul fatto spesso glielo avevano ripetuto.
-Direi di sì ahaha.-
-Ahaha, porta i nostri saluti al professor Frenesio e a tutti quanti laggiù. Sara…grazie di tutto, davvero.-
-Grazie a voi.-
Con quest’ultima frase la ragazza uscì dall’edificio, pronta per partire per la Federazione, prima che potesse fare anche solo un passo però si ritrovò con stupore davanti a sé sia la madre, che la sorella e la professoressa Anna in persona.
-Ehi tu, Top Ranger! Mi raccomando, bada alla salute, tesoro! Non prendere freddo, che poi ti  viene il raffreddore!-
Disse la madre sorridendole trattenendo a malapena le lacrime di gioia, mentre Marta iniziò a girare attorno a lei in cerchi perfetti, Pachirisu vedendola non riuscì a trattenersi ed iniziò a girare assieme a lei, fermandosi solo per saltarle davanti agli occhi e farla ridere.
-La mia sorellona è un Top Ranger!-
Ridendo Sara la guardò avvicinandosi per accarezzarle la testa e calmarla, dopo di che la professoressa si fece avanti sorridente.
-Sara, congratulazioni! Ci è stata comunicata la tua promozione e non potevo certo venirti ad incontrare.-
-La ringrazio professoressa Anna, è anche grazie ai suoi insegnamenti se sono arrivata dove sono.-
Rispose la ragazza con gratitudine.
-Questo è un nuovo inizio per te, in un nuovo ruolo, con nuove responsabilità. Continuando  a fare nuove esperienze, continuerai a maturare come persona. Oh, quasi dimenticavo. Parlando di partenze, me ne sono ricordata. Hai presente i Pokémon della nave cargo? Sono stati fatti tornare tutti in Caldonia. I nostri studenti si sono proprio prodigati.-
Disse la donna raggiante, divenendo poi di colpo cupa.
-…per quanto riguarda il professor Vanesio…siamo tutti sconvolti da quanto successo. Bisogna accettare le proprie responsabilità e far sì che non accada mai più una cosa del genere. Dobbiamo tutti continuare a migliorare, proprio come stai facendo tu.-
Era un argomento molto delicato, e che portava varie colpe in ciascuno di loro, Sara almeno la vedeva così visto non si era mai accorta di niente…
-Ha ragione…mi spiace ancora molto per quel che è successo.-
-La colpa è stata dell’Accademia, tu hai fatto il tuo lavoro smascherandolo. Siamo molto fieri di te. Ora vai però, non vorrai tardare.-
-No di certo, grazie ancora per essere venuta a salutarmi. A presto.-
-Ciao Sara!-
Tutte e tre la salutarono in coro mentre lei iniziò ad incamminarsi assieme a Pachirisu.
La Foresta di Vien non perdeva mai il suo fascino ogni volta che l’attraversava, nonostante ci fosse sempre quel breve tratto rovinato ancora dalle fiamme dell’incendio passato,  e la gente mai si sarebbe potuta rassegnare nel riaverlo come prima. Ben spesso lo si vedeva tentar di prendersi cura degli alberi, di innaffiare le piante, ma simili sforzi richiedevano tempo da parte della natura, ma tutti apprezzavano ciò che stava cercando di fare.
In men che non si dica Sara era ormai arrivata sulla cima della montagna che la separava da Portena, ma una donna vestita con un abito verde, dai capelli marroni e gli occhi dello stesso colore, intenta a guardare il paesaggio, la fermò parlandole. Solo dopo un breve sguardo Sara ricordò fosse la donna che le aveva parlato della torre Altru
-Ehi chi si rivede!  Ogni volta che ti vedo, mi accorgo  che continui a crescere. A proposito di crescere, guarda quella torre.-
Disse infatti indicandole l’edificio, ora notevolmente più grande rispetto a prima, non se n’era resa conto ma negli ultimi giorni i lavori si erano intensificati, e già così era veramente imponente.
-Quando sarà finita, voglio salire fino in cima.-
Concluse la donna sorridendo.
-Sarà veramente splendida, ora mi scusi ma devo andare, arrivederci!-
Era piacevole però pensare che gli altri la vedessero cresciuta, proprio come quella torre.
Subito riprese a correre per raggiungere la Federazione, ma un’altra voce, ancor più forte della prima, la bloccò.
-Ehi tu, ragazza fortunata!-
In un battito di ciglia un forte vento scombinò i capelli della ragazza, che guardandosi attorno, dopo un attimo di confusione, riuscì a vedere  in cielo il Top Ranger Viola in volo su un Pokémon proprio sopra la sua testa.
-Wow!-
-Ti stavo cercando! Io sono Viola. Ti ricordi di me? Ti ho fatto delle domande alla Federazione.-
-Certamente!-
Come poteva dimenticarla?
Era una leggenda tra i Ranger!
-Sono venuta a prenderti con il mio compagno Staraptor su ordine della presidentessa Edvige. Il mio Staraptor ci può portare al Quartier Generale della Federazione in un attimo. Sarà una bella trasvolata. Occhio a non cadere!-
-Aspetti, cosa?!-
Video lo Staraptor volare in cerchio attorno a lei un paio di volte, fino a calare in picchiata su Sara e Pachirisu afferrandola con gli artigli per le spalle. Il terreno sparì sotto i suoi piedi e si ritrovarono ben presto tra le nuvole.
Certamente era uno spettacolo emozionante, ma anche terrificante. Non aveva alcuna vera presa e vedere di trovarsi sotto la gigantesca scogliera la fece sbiancare ad ogni oscillazione, se riusciva a trattenersi dall’urlare era solo per evitare d’infastidire il Top Ranger. Pachirisu invece si era infilato sotto la sua maglia aggrappandosi al suo collo tremando, nemmeno per lui era così piacevole come si poteva pensare.
Tuttavia questo terrificante volo durò relativamente poco, tagliarono Portena e la foresta arrivando così esattamente davanti all’entrata della Federazione.
Mentre palavano Sara riuscì a distinguere Willy intento a camminare avanti ed indietro consumando il terreno, ma non riuscì ad avvertirlo perché le parole le morirono in gola. La velocità stava aumentando man mano che scendevano in picchiata, ed era quasi certa si sarebbero schiantati almeno fino a quando lo Staraptor non la lasciò andare, senza nemmeno farla rotolare a terra.
I suoi capelli però erano tutti spettinati e l’espressione stupita non accennava ad andarsene.
-Oh, wow, Sara?! Mamma mia, che entrata teatrale!-
Disse Willy raggiungendola sorridendo meravigliato, ma non ricevette alcuna risposta, infondo lei aveva ancora bisogno di riprendersi, ed anche Pachirisu che come toccò terra abbracciò il suolo.
-Ti vedo bene! Anch’io mi vedo bene, del resto! Ah già, vorrei farti partecipe della mia gioia nell’apprendere della tua promozione al  ristretto club dei Top Ranger, dove solo la crème de la…uff, non ce la faccio con queste formalità! Congratulazioni, però!-
-Grazie Willy.-
Quando era partito quel monologo formale la ragazza s’era sentita quasi a disagio, mentre il sincero complimento l’aveva rilassata subito.
-Ma non fermiamoci a  parlare qua fuori. Vieni, entriamo.-
Disse poi l’altro facendole strada oltre la porta della Federazione.
-Ci siamo…pronto Pachirisu?-
Chiese Sara prima di proseguire.
-Pachi!-
Il suo amico certo non mancava d’entusiasmo, e si arrampicò sulla sua spalla sfregando il muso sulla sua guancia, era bello sapere che ci sarebbe sempre stato in quei momenti d’emozione.
-Ottimo, perché avrò bisogno di te per non crollare dall’emozione ahaha.-
Superata la porta si trovò nel consueto primo piano della Federazione, dove la gente certo non mancava, tre persone in particolare erano davanti al bancone a parlare con le Assistenti.
-Ranger, vi siete dati tanto da fare pepr noi. Avete il mio sostegno morale!-
La prima a parlare fu la signora sulla sinistra, dai capelli e gli occhi marroni vestita con un amico color terriccio. Fu poi il turno del ragazzo biondo dagli occhi azzurri accanto a lei, vestito con una giacca marrone e dei pantaloni verdi, che tuttavia si rivolse all’altra Assistente esagitato.
-I tizi vestiti di nero avevano questa  specie di Pc galattici Sono venuto a comprarne uno. La Federazione li vende, vero?-
-Caro, non credo affatto che la  Federazione venda quelle macchine!-
Ribatté la donna accanto, dai capelli e gli occhi marroni vestita con un abito azzurro, a giudicare dalla differenza d’età doveva essere sua madre.
No, certamente le Miniremo non erano fatte dalla Federazione, Willy in ogni caso la portò via da quei discorsi, parlandole.
-La presidentessa Edvige ti sta attendendo nella sala conferenze.-
-Grazie, andrò subito da lei.-
Se non sbagliava la stanza delle conferenze era al primo piano dell’edificio, in quella strana stanza verde. Con il cuore che le batteva in gola Sara seguì le scale mobili, distraendosi solamente per un po’ con la conversazione di due ragazze, la prima dai capelli rossi legati in una coda e dagli occhi azzurri, vestita come un’Assistente, mentre l’altra indossava la divisa di un Ranger ed aveva i capelli e gli occhi neri.
-Sai una volta lavoravo in un Centro Ranger, ma non c’è assolutamente paragone nello stare qui.-
Disse la prima radiosa.
-Lo immagino, io sono venuta solo perché ho distrutto ben sei Gigarmo e devo fare rapporto, ma è spettacolare!-
Fortunatamente non erano in pochi quelli che contribuivano alla lotta contro il Team Pesto Buio, ma il fatto ce ne fossero così tante in circolazione era preoccupante. Lei però era lì per un motivo ed uno soltanto, e si trovava proprio dietro ad una spessa porta, che come si aprì rivelò la presenza di tre persone a lei ben conosciute.
La presidentessa Edvige, il professor Frenesio ed il Top Ranger Viola, che l’aveva portata lì in volo. La voce della presidentessa però fu l’unica cosa sulla quale Sara si concentrò, quando questa parlò in tono solenne.
-Con effetto immediato, la Federazione Ranger ti conferisce la qualifica di Top Ranger. In questa sede avviene la tua investitura come numero undici dei dodici Top Ranger esistenti al mondo. La regione di Almia è sotto una terribile minaccia. Abbiamo bisogno di te.-
La ragazza era rigida ed immobile, gioiosa nell’animo per l’onorificenza appena avuta, perfino Pachirisu non riusciva ad emettere alcun suono.
-Il Centro Ranger della Città di Vien e la Federazione Ranger condividono lo stesso obbiettivo. Mantenere la pace nella regione di Almia.-
Continuò Edvige procedendo nel discorso, almeno fino a quando qualcuno entrando non interruppe il tutto.
-Scu-scusate! Scusate il ritardo!-
La voce apparteneva indubbiamente ad un ragazzo, molto agitato a dire il vero, di cui Sara però non vide il viso perché talmente era testa preferì restare immobile, forse aveva solo sbagliato stanza, ma questo andò a sistemarsi direttamente accanto a lei, e la presidentessa continuò a parlare.
-Benvenuto, dodicesimo Top Ranger. Con voi due, ben quattro dei dodici Top Ranger sono di stanza ad Almia. Tra l’altro, non ve ne siete accorti? Beh, immagino sia perché siete piuttosto tesi ora, ma…avreste dovuto riconoscervi al volo, miei cari.- Distogliete i vostri sguardi attoniti da me e guardatevi in faccia.-
Sara non comprese appieno il significato di quelle parole, ma come fece ciò che le era stato detto il suo cuore saltò e gli occhi si spalancarono.
Davanti a lei si trovava un ragazzo dagli occhi e dai capelli castano chiaro, decisamente spettinati, vestito con una divisa da Ranger e la corporatura tonica.
Le sembrò impossibile a ben pensarci non aver riconosciuto prima la sua voce, ma non c’erano dubbi…era Alex.
Quest’ultimo era altrettanto sorpreso, e la guardava con la bocca completamente aperta.
-…ehi! Ma tu sei Sara! Non ne avevo la minima idea! Quindi l’altro nuovo Top Ranger sei tu, Sara?!-
Gli occhi della ragazza rapidamente si inumidirono, minacciando un fiume di lacrime. La felicità che provava nel cuore era assolutamente inimmaginabile, e tutto, perfino la sua promozione, erano passate in secondo piano.
-Alex!-
Senza nemmeno pensarci gli si tuffò al collo abbracciandolo, lasciandosi andare alla gioia che provava. Da quanto tempo non si sentivano, quante paure aveva avuto, ma lui non l’aveva dimenticata ed ora si trovavano nuovamente insieme.
Come aveva fatto lei anche lui l’abbracciò stringendola quanto più forte possibile.
-Ahahah! VI abbiamo colto alla sprovvista, nevvero?-
Disse ridendo il professor Frenesio alla reazione della ragazza, che resasi conto di ciò che aveva fatto divenne bordò e si staccò subito dall’amico asciugandosi le lacrime.
Il professore riprese quindi a parlare.
-Per castigare quel Team Pesto Buio necessitavamo di più Top Ranger. Ecco perché abbiamo scelto due cadetti come voi e vi abbiamo convocato. Trattasi di una promozione eccezionale, frutto di mutua ispirazione mia e di Edvige. Dovessero le cose volgere al peggio, la responsabilità graverebbe solo su di noi. Voialtri avete franchigia di agire come credete, senza impedimento alcuno. Vi presento ora il simbolo dei Top Ranger: il Top Styler!-
Così dicendo l’uomo si avvicinò ad entrambi, consegnando loro uno Styler molto più grande rispetto al precedente, infatti questo andava legato direttamente al polso e fungeva da bracciale che arrivava da poco sotto il gomito fino al polso.  Nella parte vicino al gomito si trovava un piccolo pulsante con il logo della Federazione, che attivava così lo schermo nero al centro dello Styler, ed infine dal polso era presente una rientranza a conca dalla quale sarebbe uscito la bacchetta dello Styler.
-Urca! Un Top Styler? Stupendo!-
Sara sorrise all’esuberanza di Alex, non era cambiato molto rispetto all’Accademia, entrambi per festeggiare comunque mostrarono alle persone presenti le proprie pose Ranger, con i loro nuovi Styler, dopo di che lasciarono nuovamente parlare il professore.
-Lasciatemi esplicare i vantaggi che presenta il Top Styler. Il Top Styler può caricare energia per rendere le catture più agevoli. Abbiamo opportunamente denominato tale caratteristica “caricare lo Styler”. Questa è la maggiore differenza con gli Styler che avete utilizzato sinora. Piuttosto che gettarvi allo sbaraglio in una cattura, ora potete caricare lo Styler. In cotal maniera, veicolerete un maggior quantitativo di sentimenti di amicizia verso il vostro obbiettivo. Tale peculiarità vi permetterà altresì di rendere i vostri tentativi più efficienti. Ma credo che una dimostrazione visiva sia più adatta a farvene rendere conto…-
Così dicendo improvvisamente qualcosa arrivò alle spalle dei due, si trattava di un Bidoof per ciascuno.
-Voglio insegnarti come caricare lo Styler. Sono sicuro che capirai tutto al volo.-
La voce del professore era chiara e limpida, e Sara era già pronta a fare come gli avrebbe spiegato.
-In primo luogo, bisogna posizionare il Disco di cattura. Poi, basta tenere premuto.-
L’uomo le diede una dimostrazione visiva tenendo lo Styler ben fermo, e la punta di questo iniziò ad illuminarsi con una strana aurea gialla fino a quando con un trillo non divenne violaceo.
-Come puoi vedere, il Disco di cattura accumula energia. Quando il Disco di cattura è carico, bisogna disegnare degli anelli intorno al bersaglio.-
Sbalorditivamente gli anelli non erano più di un semplice azzurro, ma erano del colore dell’arcobaleno.
-Di solito, disegnare anelli trasmette una parte dei sentimenti di amicizia del Ranger…-
Con un’altra dimostrazione stavolta il professore usò una linea normale, e la differenza per Sara fu lampante.
-Tuttavia, caricando lo Styler, è possibile trasmettere il doppio!-
Nuovamente l’uomo lo caricò, e la cattura fu nettamente più rapida rispetto a prima, sebbene la fermò poco prima di concluderla.
-Se sollevi lo stilo, o se il Disco di cattura si scontra con qualcosa, la carica si disperde. In questo caso, dovrai caricare lo Styler da capo!-
Così dicendo le mostrò varie volte cosa accadeva quando si fermava o il Bidoof toccava la linea, ed ogni volta lo Styler si scaricava.
-Sfrutta bene questa tecnica. E’ uno strumento molto efficace! Usandola, sarà più facile catturare anche il più forte dei Pokémon. Allenati e otterrai risultati incredibili!-
Con quest’ultima incitazione la cupola del perimetro di cattura si dissolse, ed il Pokémon fu libero.
Era veramente qualcosa di straordinario, e nuovamente il professore sorrise allo stupore dell’espressione dei due.
-Mi pare sufficiente come spiegazione.-
Annuendo anche Edvige parlò.
-Bene, questo è quanto…Alex. So perché sei arrivato in ritardo. Lungo la via ti sei fermato a soccorrere dei Pokémon che erano prigionieri del Team Pesto Buio. Gli abitanti del posto ne sono rimasti colpiti e hanno mandato i loro ringraziamenti. Questo è ciò che ci si aspetta da un Pokémon Ranger.-
Sara guardò con orgoglio il proprio amico, che già s’era distinto per il suo buon cuore. Era sicuramente una persona di cui andare assolutamente fieri.
-Bene, ora torniamo tutti quanti ai nostri compiti. Più tardi vorrei parlare con i due nuovi arrivati nella sala operativa.-
Così dicendo sia Viola, che il professore, che la presidentessa, uscirono lasciando Sara, Alex e Willy da soli.
-Eheh, mi sono guadagnato dei complimenti. Ma ragazzi, che razza di sorpresa! Non avrei mai pensato di diventare Top Ranger assieme a te, Sara.-
Disse Alex guardandola con un largo sorriso.
-E’ stata una grande sorpresa anche per me, non hai idea di quanto io sia felice.-
-A chi lo dici, ah questo Buizel è il mio compagno. Ci siamo incontrati nella regione di Fiore. Lo adoro.-
Alex le presentò così il Pokémon di cui aveva potuto leggere sui giornali, ed anche questo sembrava molto energico.
Lei invece gli mostrò il suo amico, ancora sulla sua spalla.
-Questo invece è Pachirisu, penso ti ricorderai di lui per la spiaggia alla Città di Vien.-
-No, non mi dire che è lo stesso Pachirisu? Cavolo, allora ciò che si diceva su quel posto era vero!-
Disse sbalordito il ragazzo.
-Pachi!-
-Ehi, abbiamo ancora un po’ prima di dover andare alla sala operativa, possiamo chiacchierare un po’ e recuperare il tempo perso, che dici?-
Chiese Alex parlandole gentilmente.
-Non chiederei altro al mondo!-
-La sala operativa è al secondo piano. Prendete le scale mobili. Per favore fate attenzione quando salite e quando scendete.-
Disse Willy avvertendoli, ed i due decisero di spostarsi semplicemente fuori dalla stanza, in modo che quando fosse arrivato il momento sarebbero potuti andare subito dalla presidentessa.
La ragazza però sentiva un grande peso nel petto, e non riuscì a contenerlo a lungo, non voleva assolutamente che lui pensasse d’esser stato dimenticato.
-Alex, prima di parlare voglio solo dirti che mi dispiace tantissimo non averti potuto contattare per tutto questo tempo. Ma avrei voluto credimi! Avrei voluto scrivere sia a te che a Glenda ma…-
-Sara, so già tutto. Mi hanno raccontato di ciò che hai fatto alla nave cargo, e di Vanesio…-
Subito lui la interruppe portandole una mano sulla spalla, ed abbassando lo sguardo quando venne nominato il lor professore.
-Purtroppo ha impedito anche a me ed a Glenda di parlare. Ma sono sicuro che come ci siamo ritrovati noi sarà lo stesso anche per lei.-
Il suo sorriso carico di sicurezza tranquillizzò la ragazza, che per la seconda volta lo abbracciò, felice.
Gli era mancato, gli era mancato tremendamente e non riusciva nemmeno ad esprimerlo.
-Ahahah da quando sei diventata così affettuosa?-
-Scusami, è che mi ero riempita la testa di così tante paranoie…-
-Questo è sicuramente più da te. Ehi, ti ricordi ancora la nostra scommessa all’Accademia per caso?-
-Quella su  chi catturava più  Pokémon?-
-Sì, come sei messa con il tuo Styler? Sono sicuro di non esser rimasto indietro eheh.-
Ed ecco nuovamente il suo vecchio amico fissato con le gare e con le vittorie, ma le cose erano cambiate, e lei s’era fatta più abile.
Infatti quando gli mostrò il numero delle sue catture lui fischiò sorpreso.
-Ti sei data da fare, però nemmeno io sono da meno.-
Ribatté Alex mostrandogli a sua volta lo Styler.
-Caspita è vero, ma vincerò io alla fine, ne son convinta.-
-Ah sì? Lo vedremo ahah.-
Era come essere tornati ai tempi dell’Accademia, quasi poteva sentire il suono della campana ed il calore di quelle mura che l’avevano protetta per tutto il percorso di studio.
-Ehi comunque ho saputo dai giornali che è grazie a te se sappiamo tutta questa storia sulle Gigaremo, ed ora sulle Miniremo, non hai certo aspettato per farti notare eh?-
Disse scherzando il ragazzo dandole un colpetto alla spalla con il gomito.
-In verità è stato tutto molto strano. Dovevo solo fare un giro di pattuglia con Ilario, il Ranger che venne alla nostra lezione all’aperto, ma come entrammo nella grotta della spiaggia vedemmo i Pokémon in quelle strane condizioni, non rispondevano ai nostri tentativi d’aiutarli ed erano molto aggressivi. Solo dopo abbiamo capito che cosa causava tutto ciò, e abbiamo distrutto la Gigaremo.-
Spiegò lei ricordando quel giorno ormai lontano.
-Non deve essere stata una bella esperienza, mi dispiace non esserci stato.-
-Non preoccuparti Alex, nemmeno io ho potuto aiutarti mentre venivi qui contro quei tipo del Team Pesto Buio, però ora nulla mi impedirà di farlo.-
-Hai ragione, la nostra squadra è nuovamente in gioco, come l’ultimo anno dell’Accademia, ricordi?-
-Come potrei non ricordarlo? Quei Pokémon usciti dal seminterrato hanno terrorizzato tutti. Ancora non posso credere d’averne catturato uno.-
-Ehi, guarda che sei sempre stata forte, altrimenti non saresti la mia rivale.-
Mentre parlava Alex era leggermente arrossito, forse perché non era abituato a far dei complimenti, ma la rese comunque felice.
-Allora, vogliamo andare dalla presidentessa?-
Chiese poi Alex indicando le scale mobili.
-Certo arriv…anzi, in realtà c’è una cosa che devo fare.-
Disse improvvisamente Sara bloccandosi.
-Che cosa?-
-Devo parlare con qualcuno.-
Rispose semplicemente la ragazza avvicinandosi alla porta che l’avrebbe condotto alla stanza dove ancora era chiuso Maximilian, aveva deciso di trattarlo come aveva trattato Ben, ed ora che il rapporto tra loro era migliorato non poteva tenerlo all’oscuro di una notizia così importante come la sua promozione.
Infondo avrebbe minato il concetto stesso di fiducia e di amicizia che voleva mostrargli.
-Ci metterò poco, te lo prometto!-
Così dicendo Sara corse subito lungo il corridoio lasciando che la porta le si chiudesse alle spalle, e raggiungendo la stanza del rosso l’aprì senza nemmeno bussare, ritrovandolo seduto con la schiena contro la parete intento a leggere il libro che lei gli aveva regalato. Subito lui si fermò salutando sia lei che Pachirisu con una mano.
-Ehi, sembri energica oggi…ma…hai pianto?-
Forse i suoi occhi erano ancora rossi e per questo lui l’aveva notato,  ma non importava.
-Oggi sono successe delle cose incredibili, e sono subito venuta a parlarti.-
-Oh, che onore, mi ritieni così importante allora?-
Chiese lui ironicamente facendole posto sul letto in modo si sedesse, e Sara subito accettò la proposta.
-Mi hanno nominata Top Ranger!-
Disse senza trattenere la propria gioia, ma quando vide l’espressione di Maximilian immobile iniziò a pensare che forse non era stata gran che come idea. Infondo lui faceva parte ancora del Team Pesto Buio, anche se non aveva mai detto molto a riguardo se non dei suoi svaghi nei momenti liberi.
-Però, non dipende da quel che è successo alla nave cargo…cioè anche ma tu non centri…-
-No, scusami, per te è sicuramente una notizia fantastica, ma siamo comunque nemici noi due…-
Quell’affermazione le tolse qualsiasi traccia d’allegria, e Pachirisu stesso arrampicandosi sulla testa della ragazza gli urlò contro facendolo quasi sobbalzare.
-Pachi!-
Maximilian però non rispose, tenendo lo sguardo basso e rigirandosi improvvisamente le dita tra le mani.
-Io…non penso che tu sia mio nemico, o meglio…non lo penso più.-
-Andiamo, credi veramente che se uscissi da qui mi guarderebbero diversamente?-
-Magari all’inizio no, ma con il tempo sì. Come è stata anche per me. Non ti vedo più come quella persona minacciosa e cattiva, ma come un semplice ragazzo con cui ho riso e condiviso alcune cose che mi piacciono.-
Ribatté subito lei indicandogli il libro.
-Le persone possono cambiare, tu puoi cambiare e lo stai facendo, anche se magari non te ne rendi conto. Maximilian non devi attaccarti all’etichetta che credi che il mondo ti abbia dato, perché è solo nella tua testa.-
All’inizio anche  solo l’idea di sedersi vicini non la rendeva entusiasta, ed invece ora sembravano quasi amici, tanto che lei per consolarlo mise una mano sulla sua spalla.
-Preferirei che tu mi vedessi come un’amica, piuttosto che come una nemica. E l’unico motivo per il quale non possono lasciarti andare è perché non sappiamo le tue intenzioni, ma io voglio aiutarti…-
-Com’è che tu fai sembrare le cose più facili di come sono veramente?-
Chiese lui appoggiando la propria mano sulla sua, come alla ricerca di un contatto amichevole.
-Magari perché è così che stanno le cose. Posso dire con certezza che sei cambiato, e che non sei una cattiva persona, devi però convincertene anche te.-
Rimasero in silenzio per un po’, forse senza sapere veramente cosa dire, fino a quando almeno il rosso non la guardò sorridendo.
-Allora direi che devo incominciare complimentandomi con te, nuovo Top Ranger.-
Anche Sara sorrise a sua volta, recuperando l’allegria e la carica.
-Hai qualche altra buona notizia o ti sei commossa solo per la tua promozione?-
-No, in realtà ho pianto di gioia quando finalmente ho ritrovato il mio vecchio amico dell’Accademia. Te ne ho parlato tempo fa.-
-Ah sì, c’era anche un’altra ragazza, ricordo…ed erano quelli da cui Vanesio ti ha separata…-
Nuovamente l’espressione del ragazzo si rabbuiò, ma stavolta non fu ben chiaro il motivo.
-Già, la prima volta che venni qui in effetti ti chiesi se sapevi delle lettere che ha rubato, ma ora forse non ce n’è più bisogno. Sono certa che in qualche modo riusciremo a incontrare ancora anche Glenda!-
Non poteva non essere fiduciosa in quel momento, dopo tutta la fortuna che aveva avuto, eppure ancora il sorriso di lui era più amaro che gioioso.
Purtroppo però come spesso accade la felicità di lei le impedì di notarlo, ed il tempo che passava la costrinse subito ad alzarsi per andare dalla presidentessa Edvige.
-Scusami, ora devo andare, ma tornerò presto per raccontarti qualcos’altro. Promesso.-
-Ci conto…ciao Top Ranger.-
Sorridendogli felice Sara uscì dalla stanza lasciandolo nuovamente solo, tornando così da Alex e proseguendo sulle scale mobili di cui aveva parlato Willy, non che fosse la prima volta comunque che andava lì, ma non in veste di Top Ranger!
La presidentessa naturalmente li stava già aspettando, e come vide sorrise ad entrambi.
-Eccovi arrivati, prego ambientatevi pure. Gli Assistenti qui possono essere considerati Top Assistenti. Però hanno la tendenza a chiacchierare un po’ troppo. Ok, gente, non facciamo i maleducati. Presentatevi ai nuovi arrivati.-
Le tre persone sedute sulle poltrone dietro agli schermi si alzarono subito, la prima fu una ragazza dai capelli e gli occhi azzurri.
-Salve. Io sono Linda, molto piacere. Non penso di chiacchierare troppo, ma di sicuro non sono un tipo taciturno.-
A seguire invece ci fu un ragazzo dai capelli marroni perfettamente pettinati e gli occhi azzurri, ad esser sinceri le ricordò un po’ Willy, solo più magro e giovane.
-Ciao, io sono Massimo. Ma non c’è bisogno che impariate il mio nome. Voglio dire…come se non avete già abbastanza cose da tenere a mente.-
L’ultima ad alzarsi fu infine una ragazza dai lunghi capelli pieni di boccoli e gli occhi azzurri, che però non fu certo sconosciuta ai due che subito spalancarono gli occhi.
-Ciao, il mio nome è Glenda. Non sono qui da molto perché mi sono diplomata nemmeno un anno fa e…! Un momento! Ma voi due…siete Sara e Alex! Che cosa ci fate qui?-
-Glenda!-
Entrambi urlarono il suo nome come se avessero visto un fantasma, Sara sentiva il fortissimo impulso di correre ad abbracciare la sua amica e fu proprio ciò che fece, non le importava se c’erano la presidentessa o chissà che, era come in un sogno.
-Glenda! Quanto mi sei mancata!-
In poche ore aveva ritrovato entrambi i suoi amici, e tutte le notti di tristezza sparirono improvvisamente come se non ci fossero mai state. La sua amica non mancò di rispondere a quel gesto affettuoso con altrettanta gioia.
-Ihihih…scusate se non ve l’abbiamo detto, ma il fatto che siate tutti e tre qui non è  un caso. La professoressa Anna dell’Accademia ci aveva parlato di voi tre.  Avete stretto un patto per realizzare i vostri sogni in Piazza dell’ascesa. Il fato che tutti e tre abbiate tenuto fede a quei sogni, vi ha portato qui.-
Spiegò la presidentessa mentre le due ragazze si ricomponevano.
-Un’ultima cosa: i Top Ranger hanno il diritto di assegnarsi delle missioni da soli. Affidatevi alla vostra esperienza, credete al vostri istinto e aiutate chi è in difficoltà. Dovete essere responsabili del vostro ruolo. I Top Ranger non rispondono ad un leader ma, naturalmente, non esitate a rivolgervi ai Ranger più anziani per dei consigli. Detto questo, i Top Ranger anziani sono tutti impiegati sul campo al momento. Stanno investigando a tutto spiano per risolvere l’enigma della pietra oscura.-
Come se le avessero letto nella mente i dispositivi nella stanza iniziarono a suonare, come se qualcuno stesse facendo una chiamata.
-Oh? Che coincidenza! Abbiamo una comunicazione dal Ranger Settimo!-
Lo schermo principale in particolare iniziò a suonare, e Linda subito andò alla sua postazione.
-Settimo? Sei sull’Altopiano Cromano? Dammi conferma, passo.-
La voce dell’uomo arrivò pochi istanti dopo, chiara e limpida come se fosse lì con loro.
-Esatto. E’ Linda quella che sento? C’è una cosa che vorrei venisse comunicata alla presidentessa Edvige. Questo posto pullula di scagnozzi del Team Pesto Buio. Mi stanno facendo perdere tempo. Avrei bisogno dell’aiuto di un Ranger o due per aiutarmi a disinfestare questo posto.-
-Ricevuto!-
La comunicazione terminò subito dopo,  e Linda corse nuovamente dalla presidentessa, a quanto pare non c’era mai un attimo di riposo con quel dannato team in circolazione.
-Presidentessa Edvige! Ha sentito tutto? Era una richiesta da Settimo.-
-Un Ranger o due, ha detto? Allora ne avrà due. Sara e Alex! Questa è un’ottima opportunità per conoscere Settimo. Raggiungete Settimo sul posto. Questa missione è assegnata da me. Come Top Ranger, spero non siate delusi.
-Assolutamente no!-
Urlarono all’unisono i due entusiasti, non solo potevano dimostrare le loro abilità e lavorare insieme, ma la missione era stata affidata dalla più alta carica della Federazione!
-Settimo si trova nelle Rovine Cromane, che stanno sull’Altopiano Cromano. Potete arrivarci andando a est dai Giardini Altru. Settimo sta indagando sulle pietre oscure trovate nelle macchine Gigaremo. E’ uno stravagante scavezzacollo. Ma è anche un Ranger eccellente.-
-Andremo subito da lui, la ringraziamo presidentessa.-
Rispose seria Sara, onorata del compito.
-Mi raccomando fate attenzione, ed ora andate.-
Annuendo sia Sara che Alex scattarono verso le scale mobili, per dirigersi nel punto indicato dalla donna.
Molto probabilmente le cose sarebbero diventate più complicate rispetto a prima, ma Sara non aveva più alcuna paura, perché sapeva d’aver nuovamente i suoi grandi amici assieme a lei, ed insieme avrebbero potuto affrontare ogni cosa…

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Sara, Alex ed i loro Pokémon compagni s’avviarono subito verso i piani inferiori, per poter correre a raggiungere Settimo sull’Altopiano Cromano. Era la loro prima missione sia come Top Ranger che dopo essersi ritrovati, e l’emozione si poteva leggere sul volto di entrambi, niente avrebbe potuto guastar loro la giornata dopo aver incontrato anche Glenda.
Tutto ciò che aveva fatto il professor Vanesio alla fine si era rivelato invano.
Come uscirono dall’edificio tuttavia il Top Ranger Viola li chiamò bloccandoli all’istante.
-Sara! Alex!-
I due voltandosi la guardarono mentre s’avvicinava con calma, cosa che invece a loro mancava.
-Cosa c’è?-
Chiese Alex guardandola.
-Ho dimenticato di dirvi qualcosa di molto importante. I Top Ranger possono volare da un posto all’altro in groppa a uno Staraptor.-
A quella notizia Sara non seppe se esser felice o cosa, infondo il primo volo l’aveva fatto nemmeno un’ora prima, e non era certo stato una meraviglia per il suo stomaco…un verso stridulo però la fece voltare, e poté vedere che uno di questi Pokémon era fermo a pochi metri da loro, assieme ad un amico.
Era un segno del destino che voleva avvertirla avrebbe dovuto volare ancora?
-Potete volare ovunque siate già stati in precedenza, anche se per una volta sola.-
Spiegò la donna guardando il Pokémon.
-Wow, che forza!-
Alex era molto più euforico rispetto a Sara, e forse per questo ricevette un sorriso da parte di Viola.
-Può sembrare stupido che me lo dica da sola, ma mi chiamano “Ranger Volante”. E’ perché adoro volare sul mio Staraptor. Provate a fare un giro magari.-
E così dicendo la donna tornò all’interno della Federazione Ranger, lasciando i due soli.
-Sara, dobbiamo assolutamente provare!-
-Ma noi non siamo mai stati sull’altopiano…-
-Ma da quanto ha detto la presidentessa dobbiamo raggiungere i Giardini Altru, e lì sicuramente siamo già stati! Andiamo, sarà fantastico!-
Prima ancora di darle il tempo di rispondere Alex era già corso da uno dei Pokémon per catturarlo, mentre Sara aveva voluto aspettare fino all’ultimo per farlo.
-Magari non sarà così male…-
-Pachi…-
-Ti prego, non dire niente…-
Disse supplichevole la ragazza al piccolo amico, mentre anche lei iniziò la cattura, già che c’era tuttavia volle provare anche a caricare lo Styler come le aveva insegnato il professor Frenesio.
Lo Staraptor volava sereno per il perimetro di cattura, ma Sara fu ben attenta a posizionare la punta del nuovo Styler alle sue spalle, in modo che nel tempo di carica non corresse il rischio di venir danneggiato, e visto il Pokémon forse per spaventarla creò un piccolo tornato l’idea non era stata affatto male.
Lo Styler era molto più pratico rispetto al precedente, ed era anche molto più semplice muoverlo e veloce, quando riuscì a caricarlo del tutto poi disegnò rapida i cerchi attorno al Pokémon, ed impiegò pochissimi istanti per concludere la cattura.
-Fantastico!-
Le informazioni come di consueto vennero aggiornate, accanto al nome c’erano le scritte “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa mappa: Volo”, “Usa le ali per provocare raffiche.”, e la cattura era valsa un grado S.

Niente male come prima volta.
-Ehi Sara, rimango ancora il più veloce dopo tanto tempo eh?-
La voce di Alex la riportò alla realtà, lui infatti aveva già concluso la cattura ed era già salito in groppa al proprio Staraptor.
-Solo perché hai iniziato prima.-
Ribatté lei sorridendo scaltra.
-Forza, sali anche tu ed andiamo!-
Già, dovevano ancora volare…Sara non poteva più permettersi del tempo per procrastinare, nonostante non volesse assolutamente ripetere la precedente esperienza, ma fu costretta a puntare il Pokémon con lo Styler, e come sul grande schermo comparvero la scritta “Vuoi salire su Staraptor?” “Sì”- “No”, non poté far altro che cliccare sul sì.
Il Pokémon si piegò così sulle zampe, dandole modo di salire in groppa, mentre Pachirisu tremando leggermente era già pronto a nascondersi nella maglia di lei.
-Ci siamo…tieniti forte…-
Prima di partire però a quanto pare doveva anche scegliere la destinazione, e visto i Giardini Altru a quanto pare non erano disponibili optò per il Palazzo Altru, sperando non volesse atterrare sulla cima in costruzione.
A dire la verità però nemmeno lei aveva idea di dove aggrapparsi, non voleva certo tirargli le piume o stringerli il collo, tuttavia non c’erano altre prese o appigli e così non appena fu in groppa, e lo Staraptor sbatté con forza le ali, sentì la testa capovolgersi dall’agitazione.
Tuttavia, ciò che provò in seguito fu completamente diverso rispetto a prima.
Il vento le toccava il viso con grande gentilezza, passandole tra i capelli dandole un’idea di libertà mai provata. Il Pokémon come ad intuire la sua paura evitava scossoni o bruschi movimenti e s’alzava con garbo, seppur con rapidità. Ben presto divenne una cosa sola con il meraviglioso cielo, mentre sotto di loro gli alberi si facevano minuscoli.
Sia lei che Pachirisu da quella comoda posizione, che man mano li rendeva più fiduciosi, si godevano lo scenario.
-Wow…-
-Uuuuuh huuuu! Che forza Sara!-
Al contrario suo invece Alex era su di giri, il suo Staraptor lo faceva divertire con incredibili salti e scatti, e lui non ne aveva minimamente paura.
-E’ fantastico! Non avrei mai pensato di fare una cosa simile un giorno!-
-Nemmeno io ahah.-
Rispose Sara accarezzando con gentilezza la testa dello Staraptor, che rispose con un verso felice. Non potevano però rimanere in volo a divertirsi per tutto il tempo, e quando la torre della Altru fu vicina Sara seppe era arrivato il momento di tornare a terra, suo malgrado.
-Grazie, Staraptor, a presto!-
Con la mano salutò il Pokémon mentre volava via, e come lei era scesa così fece anche Alex.
-Pronto per andare da Settimo?-
Chiese lei guardandolo.
-Ci puoi scommettere, non perdiamo tempo.-
Insieme si spostarono entrambi verso i giardini Altru, procedendo poi sul sentiero a destra arrivando così in una nuova zona, la quale a quanto diceva lo Styler si chiamava  Strada Cromana.
Non era molto diversa dalle zone precedentemente percorse, v’era un sentiero in mezzo ai fitti alberi ma questo era in salita e man mano che ci si spostava si vedeva con più chiarezza le alture rocciose.
Già all’inizio del tragitto però un Pokémon l’avvicinò, iniziando involontariamente una cattura. Testa e collo erano ricoperti da una lanetta bianca e morbida, mentre il resto del corpo era completamente rosso e con una lunga coda al cui termine era presente un altro batuffolo bianco.
Inizialmente il Pokémon quando si creò la cupola del perimetro di cattura sembrò solamente confuso, e tentò d’avvicinarsi ad essa per scappare, ma come vide che era impossibile iniziò ad attaccare generando una forte elettricità con il suo corpo, che prese la forma di alcuni fulmini, i quali però vennero schivati dalla ragazza. Avrebbe voluto questa in verità tentare di caricare lo Styler, ma ritenne fosse rischioso tenerlo fermo in un punto con quel genere di mossa, e quindi procedette con la normale Linea di cattura, fino alla fine. Il nome del batuffolo era Flaaffy, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: 2 Elettro”, “Attacca emettendo scariche elettriche.”.

Non fu però l’unico ad avvicinarsi in così poco tempo, arrivò infatti un altro Pokémon, simile ad un cavallo giallo dalla criniera e la coda fiammeggiante, maestoso certo, ma anche rapido nel muoversi.
All’inizio della cattura scattò in vari punti rendendo difficile creare linee continue, almeno fino a quando fermandosi il suo corpo non lampeggiò di rosso, e rilasciò ai lati delle fiamme volanti. Fortunatamente il perimetro di cattura serviva proprio ad evitare dei danni nelle vicinanze, e come le fiamme toccarono il bordo svanirono, senza nemmeno ferire Sara che riuscì a terminare la cattura subito dopo.
Il suo nome era Ponyta, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 1”, ”Attacca scagliando palle di fuoco e lanciandosi alla carica.”.

-Caspita, non si può certo dire non ci sia da muoversi qui.-
Commentò la ragazza riprendendo fiato.
-Almeno saremo sempre pronti. Ehi, mi sembra di aver visto quell’albero muoversi però.-
Commentò Alex indicando un albero dal tronco ampio e le foglie scure, che a quanto pare era un ostacolo rimuovibile con una Mossa Azione 1. Visto Sara aveva ancora con sé Machoke poteva anche tentare, e per questo gli chiese aiuto facendo vacillare l’albero, dal quale uscì un piccolo Pichaku.
-Ops, falso allarme, scusami.-
Disse il ragazzo imbarazzato.
-Non preoccuparti, sempre meglio controllare, ma ora andiamo.-
Rispose Sara tranquilla, procedendo lungo il sentiero, che però dopo poco ebbe una biforcazione.
Entrambe le direzioni apparentemente portavano a nord, ma la strada sulla destra era bloccata da un tronco distruggibile solo con una Mossa Taglio 3, e loro purtroppo non avevano nessun Pokémon simile con loro.
Al centro di questa però c’era un signore anziano vestito con una camicia blu e dei pantaloni marroni, e magari se fosse stato del posto avrebbero potuto chiedere indicazioni.
-Mi scusi, saprebbe indicarci l’Altopiano Cromano?-
Chiese infatti Sara rispettosamente.
-L’Altopiano Cromano? Cammina verso nord, poi cammina ancora.-
-Grazie mille, buona giornata.-
Così dicendo i due Top Ranger ripresero a muoversi, sperando di non incappare in qualche altra brutta sorpresa, escludendo a breve una caduta contro un Pokémon simile ad una giraffa che si scontrò con Sara.
Il Pokémon nonostante l’apparenza graziosa subito tentò d’attaccarla generando una forte onda d’urto che fece vibrare il suo stesso corpo, in particolare la strana sfera che aveva sulla punta della coda, ma fu l’unico attacco perché in seguito la cattura terminò.
Il suo nome era Girafarig, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Azione 2”, “Attacca lanciando sfere psichiche ed emettendo onde d’urto psichiche.”.

-Caspita Sara, sei una vera attira Pokémon eh?-
Disse Alex canzonandola trattenendosi dal ridere.
-Ma no, è solo un caso, non sono…-
Prima ancora che potesse terminare la frase l’ennesimo Pokémon uscì dal bosco vicino, e saltò in testa alla ragazza iniziando una cattura. Non era semplice dire a cosa somigliasse, in parte ad un ninja con una foglia verde sulla testa ed i piccoli occhietti in verità. Ma rispetto all’apparenza durante la cattura rimase più cheto del previsto, almeno inizialmente.
Per Sara non fu difficile arrivare almeno fino a metà della barra raffigurante i sentimenti d’amicizia, ma a quel punto il Pokémon roteò su se stesso e due foglie comparvero dal nulla iniziando a girargli attorno. Non ci volle molto per capire che non se ne sarebbero andate tanto presto, così Sara s’impegnò per continuare a muovere la linea di cattura senza venir ferita, riuscendo anche stavolta a concludere la cattura senza danni.
Il suo nome era Nuzleaf, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 2”, “Attacca lanciando foglie, che usa anche per difendersi.”, stavolta comunque nulla impedì ad Alex di ridere divertito, assieme però all’amica.

-Va bene, magari sono un attira Pokémon ahah.-
Purtroppo però Nuzleaf era anche il quinto nel gruppo, e fu costretta quindi a mandar via qualcuno, e Sara scelse Ponyta, in quanto era ad un livello inferiore rispetto a Monferno, e Girafarig, che invece era uguale al nuovo arrivato.
Mentre i due proseguivano in un punto più stretto del sentiero ebbero modo d’evitare che altri Nuzleaf saltassero loro addosso, era come se si divertissero a spaventare i passanti saltando fuori dal nulla. Ormai erano arrivati al termine di quel percorso, quando Sara notò un’altra biforcazione.
-Aspetta, vado a controllare.-
Era ormai un’abitudine ispezionare ogni angolo, ma stavolta le servì solamente a scoprire il punto precedentemente bloccato dal tronco.
-Oh, quindi era una scorciatoia…-
Magari più avanti l’avrebbero rimosso, ma per il momento tutto ciò che i due potevano fare era proseguire e raggiungere così Settimo.
Procedendo per qualche minuto i due iniziarono a notare che gli alberi si stavano diramando lungo la salita, lasciando spazio in una nuova zona ad un grande spiazzo verdeggiante, dove pascolavano tranquillamente vari tipi di Pokémon, tra cui un Miltank, dei Girafaring ed altri Pokémon simili invece a dei grossi bufali dalla pelle gialla con un folto pelo marrone attorno al collo.
Vederli così tranquilli però non garantiva lo fossero anche se avvicinati, e per questo nessuno dei due Top Ranger volle fare troppo rumore, per evitare spiacevoli conseguenze. Purtroppo però naturalmente le cose non andarono secondo i piani, e mentre Sara aveva fatto in modo d’aggirare una zona particolarmente piena di questi colossi inavvertitamente si era avvicinata ad uno di loro, più isolato, e se ne rese conto solo quando sbattendoci contro la cattura iniziò.
-Oh cavolo…-
Non fece nemmeno in tempo a fare un passo che subito il Pokémon tentò di caricarla, abbassando il capo per darsi una maggior spinta e provando a colpirla allo stomaco, ma Sara fortunatamente riuscì ad evitarlo scattando all’indietro, passando al contrattacco muovendo il più rapidamente possibile la Linea di Cattura.
Nonostante la stazza non ci volle molto per concludere il tutto ed aggiornare le sue informazioni, a quanto pare il suo nome era Tauros, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 2”, “Attacca con la testa e lanciandosi alla carica.”, la cattura di grado S oltretutto portò il suo Styler ad un nuovo livello, dal 18 al 19 aumentando la potenza di tre e l’energia di due, raggiungendo così i 46/46.

-Grandioso!-
Esultò la ragazza per il risultato.
-Niente male, ti sei data da fare da quando abbiamo finito l’Accademia eh?-
Disse Alex sorridendole.
-Non potevo certo rimanere indietro. Uh? Ehi, ma c’è una casa lì, non l’avevo notata.-
A nord della pianura in cui si trovavano, non molto distante dalle prima fila di alberi, si trovava una casa costruita interamente in legno e dal tetto blu, attorno a cui stavano girando diversi Pokémon, tra cui anche uno strano Doduo ma dai becchi più rigidi, con tre teste e delle piume nere su ciascuna.
-Magari potremmo chiedere se hanno notato un Top Ranger recentemente, in modo da essere sicuri sia la strada giusta.-
Propose Alex muovendosi per primo, venendo subito seguito da Sara, come arrivarono però alla casa il Pokémon che avevano notato sembrò agitarsi per la loro presenza, e pur di fuggire tentò di scattare oltre Sara, che però non riuscì ad abbassarsi in tempo per evitare uno scontro, e fu costretta ad ingaggiare una cattura.
Come già era sembrato il Pokémon era molto agitato, e si mosse a scatti per tutto il perimetro di cattura pur di fuggire, quando per contrattaccò lasciò di stucco la ragazza, infatti provò a ferirla con il becco alternando ciascuna testa in tre colpi, i primi due ai fianchi mentre il terzo, fatto da tutte e tre, direttamente al petto, e quest’ultimo aveva una potenza tale da far muovere perfino l’aria. La prima volta che subì tale attacco Sara per la sorpresa finì per cadere per terra, riuscendo solo grazie a questo inghippo a non venir ferita, vista la velocità. Subito però si rialzò e facendo ben attenzione ai più piccoli movimenti del Pokémon iniziò a muovere la Linea di Cattura per creare quanti più cerchi possibili, fino a quando non riuscì a concluderla.
Il suo nome era  Dodrio, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 2”, “Attacca usando i suoi becchi affilati.”, essendo però già il quinto Pokémon con sé Sara fu costretta a liberare qualcuno, scegliendo Tauros e Nuzleaf, visto avevano la stessa mossa.

-Caspita, questo non è stato niente male.-
Disse massaggiandosi il fianco, mentre Pachirisu guardandosi attorno s’assicurava non arrivassero altri Pokémon.
-Eh già, hai fatto una bella caduta, ma ora forza, entriamo sbadatona.-
Rispose Alex canzonandola, bussando alla porta d’ingresso dell’edificio ed aprendola quando vide non era bloccata.
L’interno era formato solo da una gigantesca stanza, nella parte sinistra si poteva notare come prima cosa un comodino con una gran pila di piatti bianchi in bilico, ed accanto a questa un lavandino che stava perdendo acqua.
Vicino era presente un grande tavolo con tre piccole sedie sistemate sotto ad esso, ed occupato da due libri dalle copertine rosse, solo uno di questi aperto però, e da una lampada ad olio accesa.
In alto a sinistra era presente un letto a castello dalle coperte verde acqua e dai cuscini sottile, mentre alla destra di questo si trovava un altro tavolo, più piccolo rispetto al primo ma sempre con una lampada ad olio ed una sedia vicina, assieme anche però ad una cassa di legno con due bottiglie vuote accanto ed incredibilmente anche un Punto di Salvataggio. Nascosti dietro a quest’ultimo erano presenti dei ciocchi di legno ed una pianta dalle foglie verdi, che incredibilmente non era stata rovinata dalle pale del computerino volante.
A destra nella stanza c’era infine, vicino ad un tappeto rosso, una gigantesca stufa sopra la quale era stata lasciata una teiera in ferro che stava sbuffando da vari minuti. Il fuoco era stato acceso probabilmente con qualcuna della legna accantonata nell’angolo vicino, ed emanava un piacevole calore.
Oltre ai due ragazzi c’era solo un uomo vestito con una divisa blu, dal cappello con visiera che gli nascondeva i capelli neri, ma non gli occhi, che erano dello stesso colore ma ben vispi.
-Mh? Salve, scusatemi ma se vi serve qualcosa adesso sono in pausa.-
-Lei lavora qui?-
Chiese Sara avvicinandosi.
-Sì, lavoro come guardia, ma sono ancora un principiante. Nel frattempo però una guardia esperta sta tenendo d’occhio la strada. Se vi serve qualcosa potete chiedere a lui.-
-Grazie mille, useremo allora solo il Punto di Salvataggio se non è un problema.-
-No no, fate pure.-
Almeno non si poteva dire fosse stata una completa perdita di tempo, oltretutto una volta aver salvato i dati dello Styler i due corsero subito fuori dall’edificio, notando sia la guardia di cui aveva parlato l’uomo, in piedi davanti ad un’altra ripidissima salita in cui il terreno iniziava a diventar decisamente più roccioso, ed che anche un’altra persona, vestita da escursionista.
Quest’ultimo però come li notò li chiamò fermandoli dall’avanzare.
-Ehi, voi siete Ranger giusto? Avete mai visto la Nebbia oscura?-
-La Nebbia oscura? No mai.-
Disse Alex guardando pensieroso Sara, che subito temette stesse parlando della strana aurea violacea che compariva quando c’erano delle Gigaremo nelle vicinanze.
-E’ una specie di nebbia, ma invece che bianca o grigia, è nera come la pece. Che razza di fenomeno naturale sarà mai? Comunque, forse la Nebbia oscura può essere spazzata via con l’aiuto di un Pokémon.-
Continuò l’escursionista prendendo degli appunti su un taccuino.
-Ce lo ricorderemo, grazie per l’informazione.-
Ringraziandolo Sara proseguì più svelta di prima, sperando che questa volta la nebbia riguardasse veramente solo un qualche strano fenomeno…
-Lavori sodo, eh Ranger? Sembra che ci siano problemi dappertutto.-
La voce della guardia non molto distante da loro la riscosse dalle preoccupazioni, e con garbo le sorrise.
-Per questo ci siamo noi, sistemeremo ogni cosa. Ha visto un Top Ranger però da queste parti?-
Chiese intanto Alex guardandosi attorno.
-Umh, un Top Ranger…non saprei ragazzi, però magari potrete trovarlo più avanti. Questa è la strada principale ed anche la più accessibile.-
-Grazie dell’informazione, allora sarà meglio proseguire. Buon lavoro.-
Disse invece Sara superandolo, occorsero almeno una decina di minuti o forse più però prima che lo scenario cambiasse nuovamente, e questa volta non certo in maniera piacevole…
Come ci si poteva aspettare erano arrivati in una zona completamente montuosa, la poca erba che cresceva era ispida e secca ed in vari punti erano presenti delle colonne di roccia o delle grandi fosse, tuttavia era di per sé difficile vedere tutto ciò, a causa di una stranissima nebbia nera.
-Che sia la Nebbia oscura di cui ci ha parlato l’uomo?-
Disse la ragazza preoccupata, era molto fitta e granulosa, e per gli occhi certo questo non era un piacere, visto la fatica con cui notavano anche i dettagli più vicini. Uno di questi però fu impossibile da non riconoscere.
Si trattava di un uomo alto e magro, vestito con una divisa completamente nera ma con uno strano simbolo viola sul petto, ed aveva accanto a sé un computer davanti al quale si trovavano tre Pokémon simili a dei corvi.
Si trattava di un membro del Team Pesto Buio, che controllava i poveri Pokémon.
Da questi ultimi in particolare provenivano degli strani sbuffi di nebbia nera, e fu ben chiaro che fossero proprio loro con il battito delle loro ali a crearle.
-Con tutta questa Nebbia oscura, nessuno potrà passare.-
Disse l’uomo ridacchiando tra sé e sé, dando così modo ai due Top Ranger di avvicinarsi attraverso il suono, purtroppo però allo stesso modo i loro passi vennero sentiti, mettendo il losco figuro in allerta.
-Wah! Chi va là?! Non riesco a vedere chi siete, ma  ora mando fuori dei Pokémon adatti  al buio, eheh! Shift, Attacca e Invio!-
-Attenta Sara!-
In seguito all’urlo di Alex ed a degli strani suoni meccanici i tre Pokémon saltarono letteralmente contro la ragazza, che però fu ben pronta e si preparò subito alla cattura.
Il fatto fossero in tre inizialmente non la preoccupava, almeno non più di quella dannata nebbia che continuava ad ostruirle la vista, ma quando iniziarono con i loro primi attacchi dovette ricredersi.
Iniziò solamente uno librandosi in aria ed avvolgendosi con una strana aurea violacea, dopo pochi secondi comparvero delle chiazze del terreno dalle quali si espansero delle sfere di potere oscuro, l’attaccò durò più tempo del previsto e come se non bastasse un altro del trio lo ripeté, costringendola a limitarsi a saltare da un punto all’altro per non venir ferita.
-Accidenti…con questa nebbia non si capisce nulla…-
Caricare lo Styler sarebbe stato troppo rischioso, e perfino quando si misero tutti nello stesso punto venne ripetuto l’attacco facendole bruciare un’ottima occasione.
Se voleva vincere doveva assolutamente sfruttare il tempo che gli veniva concesso, e fu proprio ciò che fece in seguito.
Da quanto le sembrò dopo tale sequenza di attacchi a tutti e tre arrivò il bisogno di ricaricare le proprie energie, e per questo si limitarono a volare bassi fissandola con fare torvo, ma lei non si lasciò intimidire ed iniziò a far roteare il Disco di Cattura attorno a loro, poco importava se i cerchi si rompevano perché andavano a scontrarsi con loro oppure perché si fermava, a poco a poco stava riuscendo a catturarli tutti.
Quando finalmente il primo venne racchiuso in una sfera rosata, sparendo, sorrise trionfante ai due restanti, che seguirono lo stesso percorso nonostante uno di loro avesse tentato all’ultimo di ripetere l’attacco che avevano fatto, ma lei non glielo aveva permesso.
A quanto pare si chiamavano  Murkrow, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 1”, “Attacca con Neropulsar.”. In seguito all’esplosione della Miniremo i tre fuggirono via, liberi, lasciando l’uomo che li aveva controllati nel panico completo.

-Voi invisibili intrusi! Non la farete franca!-
Con quest’urlo la figura si voltò iniziando a correre via, e Sara l’avrebbe anche inseguito se un suono non fosse partito dal suo Styler, e la voce apparteneva indiscutibilmente al professor Frenesio.
-Messaggio in arrivo! Sono io, Frenesio! Sara e Alex! Riceviamo segnali anomali dai vostri Styler. Quale sarà la causa?-
Bastò una sola occhiata da parte di entrambi per avere la stessa idea, ma fu il ragazzo a comunicarla.
-Qui parla Alex. La Nebbia oscura ricopre l’Altopiano Cromano. Pensiamo che la causa sia questa.-
-Capisco. Pare che la Nebbia oscura impedisca  agli Styler di stabilizzare il segnale. Ergo immagino che l’energia degli Styler cali repentinamente in quella nebbia. Tutti e due, ricordatevi di ricaricare gli Styler con una certa frequenza!-
In seguito all’urlo del professore il segnale si destabilizzò, lasciando così i due in confusione.
-Che intendeva con cali repentini?-
Chiese Alex preoccupato, ma bastò una piccolissima attesa per ricevere la risposta, infatti, senza che avessero subito alcun danno, lo Styler di entrambi era sceso di un punto.
-Oh no! Via!-
Il primo istinto di Sara fu quello di allontanarsi immediatamente, e così fecero tornando ai piedi di quel sentiero dove la nebbia non gli avrebbe raggiunti. Per la paura potesse capitare qualcosa anche a Pachirisu la ragazza l’aveva subito preso in braccio, assicurandosi stesse bene, ma a quanto pare solo loro subivano dei danni.
-Maledizione, come possiamo proseguire se rischiamo di distruggere gli Styler?-
Sbottò Alex mettendosi una mano sul viso.
-Dobbiamo trovare dei Pokémon, quell’esploratore ha detto che qualcuno magari può darci una mano, dobbiamo solo trovare quello più adatto.-
Rispose Sara guardando Pachirisu che sereno tornava a terra.
-Ma fino ad ora non mi è sembrato ci fosse qualcuno adatto, vuoi dire che è la in mezzo?-
La voce di Alex non nascondeva la preoccupazione comune, ma Sara riuscì solamente ad annuire.
-Dobbiamo essere molto rapidi, e ricaricare spesso lo Styler…per questo anche un Pikachu può andare bene.-
Disse poi lei guardandosi attorno, trovando proprio uno di questi ultimi.
-Ne catturo uno e poi tornerò lì.-
-Torneremo lì, non pensare ti lascerò andare da sola.-
Ribatté Alex afferrandole il polso con fermezza.
-Ma in due rischieremmo di finire in grossi guai!-
-Non intendo lasciarti sola là in mezzo. Se c’è qualcosa la affronteremo insieme.-
Il suo tono ed i suoi occhi non ammettevano repliche, e fu ben chiaro chi avesse vinto quella conversazione.
Catturare un Pikachu non fu affatto facile, come avevano previsto, ma lo sarebbe stato altrettanto muoversi in quella fitta nebbia, in una zona sconosciuta, alla cieca ricerca di un aiuto?
Certamente no, ma questo non bastò in ogni caso a fermarli…

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Dal momento in cui i due Top Ranger furono nuovamente in quella misteriosa nebbia nera non si fermarono nemmeno per guardarsi attorno, come prima questa aveva effetto sui loro occhi facendoli pizzicare e sulla capacità di respirare, che andava via via ad esser sempre più difficile.
Non era facile riuscire a vedere cosa ci fosse davanti a loro, e per questo un qualsiasi ostacolo lo aggiravano ampiamente per assicurarsi non fosse un Pokémon, questo però non bastò ad evitare che dal nulla un Carnivine saltasse all’improvviso contro ai due, iniziando così una cattura con Sara.
Il Pokémon si muoveva fluttuando e muovendo le lunghe braccia formate da delle foglie, e per buona parte del tempo non fece altro che spostarsi e fissarla.
La nebbia non sembrava infastidirlo, ma incredibilmente non lo fece nemmeno a Sara. Per meglio dire, le impediva ancora di vedere bene ogni cosa, ma occhi e gola non soffrivano più come prima.
-Dentro le zone di cattura la nebbia non ha effetto!-
Disse subito ad Alex, voltandosi, mentre portava a termine la propria cattura. Purtroppo però dovette liberare qualche Pokémon, e scelse Monferno e Flaaffy.
-Ne sei sicura?-
Chiese il ragazzo mentre ripresero a camminare.
-Assolutamente. Almeno così possiamo stare più tranquilli durante le catture.-
Il suono dello Styler che subita un altro punto di danno però fece loro capire che non per questo dovevano rallegrarsi, e ripresero subito a correre.
Un nuovo Pokémon però sbarrò la strada ad entrambi, comparendo dal nulla come se si fosse teletrasportato. I suoi occhi sembravano chiusi e tutto il corpo era completamente giallo, ad eccezione del collo e di una parte della coda.
Come il perimetro di cattura comparve però il Pokémon svanì proprio come era arrivato.
-Ma cosa?!-
La cupola era ancora presente, quindi la cattura non era terminata, eppure dove poteva essere?
Solo dopo qualche istante l’altro ricomparve, preceduto da uno strano verso, svanendo e tornando per un altro paio di volte prima che Sara riuscisse almeno ad iniziare una linea di cattura.
Visto il suo continuo spostarsi lei pure nei momenti in cui svaniva aveva continuato a creare cerchi nel nulla, almeno da tenere l’accumulo ottenuto, e con prontezza li spostava attorno al Pokémon come lo rivedeva.
Fu stancante, ma alla fine la portò a vincere. Il suo nome era Abra, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Azione 1”, “Evita la cattura teletrasportandosi. Per catturarlo, ascolta bene il suo verso.”.

Dopo la cattura entrambi si limitarono a muoversi tenendo gli occhi ben fissi sugli schermi del proprio Styler, in quanto questi potevano far vedere almeno a grandi linee la mappa della zona, anche se non gli ostacoli ed i Pokémon che dovettero essere aggirati più volte, soprattutto i Carnivine che avevano la tendenza, se avvicinati, a saltar loro contro.
Purtroppo non sempre riuscivano ad evitare queste situazioni, ma accadde con un Pokémon simile ad un Ponyta, solo più grande, con un corno sulla fronte e dalle fiamme decisamente più vive.
Il suo temperamento anche era molto più aggressivo, infatti già dal primo istante s’impuntò sulle zampe anteriori e creò attorno a sé due gigantesche colonne di fuoco, e nel tempo che queste si spensero provò a caricare Sara ferendola.
La ragazza però scattando al lato lo evitò passando al contrattacco, muovendo rapidamente la linea di cattura arrivando ormai a metà, solo quando ripeté la precedente sequenza dovette fermarsi e l’energia calò un poco. Tuttavia si riprese rapidamente fino a quando la barra non fu completa.
Il suo nome era Rapidash, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 3”, “Attacca scagliando palle di fuoco e lanciandosi alla carica.”, come prima però Sara dovette scegliere qualcuno da liberare, optando per Abra e Dodrio.

Ormai avevano percorso buona parte del sentiero della zona, ma l’energia in continuo calo era arrivato a 40/46, avrebbe potuto chiedere l’aiuto di Pikachu ma le sembrava troppo presto anche solo per pensarci, visto con li suo potere poteva ricaricare molta più energia. La gola di Sara iniziò a pizzicare a tal punto da farla tossire, e non bastavano le volte in cui si sfregò gli occhi, continuavano sempre a darle fastidio.
La corsa contro il tempo però si fermò momentaneamente quando notarono un altro membro del Team Pesto Buio, che come li vide li salutò con una mano.
-Oh, ehi. Ottimo lavoro con la nebbia. Tuttavia, dicevo, non importa quanto fitta la facciamo, vero? Tanto basta un Pokémon con la mossa giusta per soffiarla via completamente. E’ così, no?-
Li aveva forse scambiati per dei colleghi?
Infondo stava diventando sempre più difficile vedere con chiarezza, e lui non aveva nemmeno dato una bella occhiata.
-…Volete rispondermi?-
Chiese spazientito facendo un passo avanti, ma si bloccò subito.
-Aspetta…siete due Ranger? Non vedo niente! Beh, ho solo un modo per scoprire se siete dei Ranger…questo! Ah! Se per caso siete dei nostri…scusate!-
Così dicendo prese con sé una Miniremo, ed attivandola fece arrivare ben tre grossi e bitorzoluti Pokémon viola.
-Attenta Sara!-
Purtroppo ciascuno di loro saltò subito contro di lei, visto era la più vicina, ed iniziarono una cattura multipla.
Subito Sara iniziò a muovere la Linea di Cattura in dei cerchi perfetti attorno a loro, ma quando il primo l’attaccò generando delle piccole nuvolette viola si fermò per evitare dei danni.
Erano chiaramente velenose, e per questo volle mantenere una certa distanza, ma almeno non rimasero nell’aria a lungo.
Non era il caso di portare avanti la cattura troppo a lungo, e l’avrebbe potuta concludere subito se non fosse stato per il fatto gli altri due fecero lo stesso attacco quando ormai tutte e tre le barre erano piene. Il numero delle nuvole tossiche aumentò abbastanza da farle lacrimare gli occhi, e per evitare danni dovette rimanere ferma più tempo del previsto. Decise quindi di cambiare strategia rispetto a prima ed invece di catturarli simultaneamente si concentrò su di loro uno alla volta, fino a quando non furono tutti presi.
Il loro  nome era Koffing, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: Azione 1”, “Attacca emettendo un gas velenoso”, quest’ultima parte era stata molto chiara, ed anche se non aveva subito danni iniziò a tossire più di prima. Solo perché lo Styler stava bene non significava lei fosse immune.

In ogni caso la Miniremo dell’uomo esplose poco dopo, liberando tutti i Pokémon.
-Lo sapevo! Siete dei Ranger!-
Così dicendo l’uomo corse via allontanandosi dai due, che però subito lo seguirono.
-Se c’era un tipo del Team Pesto Buio significa ci stiamo avvicinando.-
Disse Alex serio.
-Già, ehi, guarda la! Accanto a quella casa c’è un Pokémon intrappolato!-
Sara aveva visto giusto, tra le rocce, accanto alla costruzione di una casa, era presente un gigantesco Pokémon dal muso piatto e grigio, che invano cercava di superare delle nuvole di denso fumo che gli impedivano il passaggio.
-Dobbiamo aiutarlo.-
-Prima però dobbiamo rimuovere questa nebbia, stando allo Styler ormai non c’è molto spazio da controllare.-
Ribatté Alex, non con tutti i torti. Entrambi iniziarono a sentirsi agitati, la loro energia era diminuita fino a 39/46, e se non avessero trovato un aiuto sarebbero stati in guai seri tra non molto.
Non potevano nemmeno parlar troppo per non rischiare di respirare ancor di più quella nebbia nera, ma superata la casa videro finalmente qualcosa.
Un altro membro del Team Pesto Buio fermo davanti ad una grotta chiusa con un grande steccato.
Come era già successo prima però, fortunatamente, la nebbia fu loro amica ed evitò di farli scoprire.
-Quelli erano gli ultimi Pokémon dotati della mossa di zona Fendinebbia?...cosa…? Ma, voi…voi non siete dei nostri! Pattugliare quando non si vede un tubo non è poi una gran furbata!-
Erano stati scoperti subito purtroppo, e  certo il loro avversario non li fece attendere per usare una Miniremo contro di loro, chiamando ben quattro Pokémon, per la precisione due Koffing e due Murkrow, e sfortunatamente tutti loro andarono contro Sara.
La ragazza però fu ben preparata, e nonostante il poco spazio riuscì ad evitare gli attacchi multipli di tre di loro, che riguardavano la creazione di quelle strane chiazze nere a terra e la comparsa delle nuvole di gas.
Non subì attacchi ma la testa iniziò a girarle vorticosamente, tanto che barcollò un paio di volte mentre creò delle linee attorno a loro.
La cosa che più la metteva in difficoltà era il loro numero, ed infatti nonostante più volte la barra fosse quasi piena gli attacchi in sequenza facevano calare drasticamente il livello. Riuscì però dopo vari tentativi a catturare il primo Koffing, e si concentrò allo stesso modo anche sul secondo.
Purtroppo però la nebbia ed i fumi le avevano fatto appannare la vista, e non s’era così  resa conto che il Pokémon aveva preparato un attacco, almeno fino a quando non fu troppo tardi.
Inavvertitamente fece scontrare la linea con il gas, perdendo così cinque punti passando a 33/46 d’energia.
Sentì i polmoni iniziare a bruciarle, seppur leggermente, e tossì con violenza appoggiandosi a terra con una mano per non cadere.
I Pokémon di tipo veleno erano sempre un duro colpo da subire, ma non volle perdersi d’animo ed impegnandosi disegnò altre linee di cattura, riuscendo non solo a catturare il secondo Koffing ma anche i due Murkrow, portando la Miniremo ad esplodere, ma nonostante questo l’avversario non sembrò tanto abbattuto.
-Tanto abbiamo nascosto tutti i Pokémon con la mossa Fendinebbia! Eheheh, che furbata, eh?-
Ridendo dei due l’uomo corse via, come avevano fatto gli altri, lasciandoli soli. La ragazza sentì nuovamente la testa girarle e rischiò di cadere, ma Alex prontamente la prese per le spalle aiutandola.
-Sara! Tutto bene?-
-Sto bene…dobbiamo trovare quei Pokémon…sicuramente sono dietro questo steccato…-
Rispose lei scuotendo il capo per togliersi di dosso quella sensazione, e determinata ad andare avanti puntò con lo Styler l’ostacolo, che a quanto pare poteva essere rimosso con una mossa Taglio 2.
Fortunatamente avevano proprio chi poteva aiutarli.
-Carnivine, per favore distruggi l’ostacolo!-
Subito il Pokémon seguì il compito, tagliando l’oggetto a metà.
Come avevano giustamente sospettato dalla grotta, ora libera, uscirono vari Pokémon, tutti dello stesso tipo.
Sembrava che il loro corpo fosse ricoperto d’acciaio ed avevano delle lunghe ali dalle piume affilate con cui si libravano in volo, mentre le loro bianche teste erano appuntite e dai piccoli occhietti.
-Quei Pokémon sicuramente hanno una mossa Fendinebbia! Prendiamone uno!-
Annuendo ad Alex Sara come primo tentativo volle entrare nella grotta, ma in questa non c’erano altro che giganteschi funghi dalle teste rosate, che a quanto pare potevano essere rimossi con una mossa Azione 3.
-Ehi, qui dentro non c’è la nebbia, possiamo respirare liberamente! Riprenditi un po’ prima di proseguire.-
-Ma Alex, non dobbiamo perdere tempo…-
-Non puoi nemmeno svenire mentre siamo lì fuori.-
Detta così non aveva certo tutti i torti…per questo arrendendosi Sara si mise a sedere a terra riprendendo fiato e colore, mentre accanto a lei Pachirisu le accarezzava il braccio con la testolina.
-Sono felice che ci sia anche tu Alex…dopo tutto questo tempo soprattutto.-
Esordì lei sorridendo, pensava veramente quelle cose e si sentiva felice nonostante la situazione.
-Non ti sono stato molto d’aiuto però…hanno attaccato sempre te.-
-Ma non è stata colpa tua.-
-Dopo ciò che hai fatto alla nave cargo immagino sia naturale ti vedano come una minaccia. Ma io non sono certo da meno e gliela farò vedere.-
Rispose Alex serio guardando l’uscita dalla grotta, facendo però sorridere Sara.
Il carattere competitivo gli era rimasto a quanto pare, però lei non era certo felice di poter essere al centro dell’attenzione del nemico, anche se probabilmente non era così, erano state solo delle coincidenze.
Una volta ripresasi i due uscirono subito per trovare uno dei Pokémon con Fendinebbia, ma questi sembravano essere nuovamente spariti.
-Oh no…-
Provarono perfino a tornare indietro per vedere se si fossero allontanati, ma così Sara subì un attacco inaspettato da un Carnivine, che le fece diminuire l’energia a 26/46. L’urto la mandò oltretutto contro la parete rocciosa, ed un rivolo di sangue scese dalla sua testa.
-Sara!-
Alex preoccupato subito l’aiutò a rialzarsi.
-Andiamo avanti…-
-Devi curarti! Chiedi aiuto a Pikachu!-
-Prima dobbiamo trovare uno di quei Pokémon…-
-Pachi!-
Era troppo testarda, così rischiava veramente grosso, eppure nemmeno Pachirisu con il suo sguardo supplichevole sembrò convincerla.
Proseguendo la ricerca trovarono perfino una scalinata, che li condusse sulla cima di una delle montagnette della zone, dove fortunatamente la nebbia non arrivava.
Tuttavia di Pokémon non c’era traccia, se non per uno Staravia, ma curiosamente c’era un gigantesco masso quadrato sistemato al centro della zona, vicino ad un Punto di Salvataggio e ad un escursionista. Alex si guardò attorno prendendo dei profondi respiri.
-E così  queste sono le Rovine Cromane. Dove sarà Settimo?-
-Non ne ho idea…chiediamo a quell’uomo se l’ha visto.-
-Hai ragione, ehi lei, per caso ha visto un Top Ranger da queste parti?-
Chiese subito Alex all’uomo che, inizialmente occupato a fissare il panorama con un binocolo, si voltò.
-No mi dispiace, ero troppo impegnato ad osservare il paesaggio, ma nulla a confronto con i  livelli inferiori delle Rovine Cromane, anche se  formano un enorme labirinto.-
-Livelli inferiori?-
Chiese Sara perplessa.
-Sì, di solito ci si arrivava da qui, ma il passaggio a quanto pare è stato chiuso.-
Rispose l’uomo indicando il masso, rimuovibile con una mossa Azione 3.
Forse erano stati gli uomini del Team Pesto Buio a bloccarlo, ma non potevano rimaner lì a pensarci, al momento dovevano ancora liberarsi di quella dannata nebbia, e così ritornarono ancora una volta in mezzo ad essa, con l’energia a 23/46.
Prima però di poter arrivare al termine delle scale Alex le prese il polso bloccandola.
-Sara, promettimi che se arriverà a quindici ricaricherai il tuo Styler.-
La guardò in un modo talmente serio da non poter ammettere repliche, e così Sara tutto ciò che poté fare fu annuire.
I due percorsero tutto il sentiero precedentemente fatto, ancora però senza trovare nulla, forse a causa della nebbia che sembrava essersi fatta ancora più fitta, ed ormai l’energia di lei era arrivata a 18/46.
Proprio in quel momento però, finalmente, notò la stessa figura che era uscita da quella grotta, e senza nemmeno avvertire il suo compagno scattò contro d’essa iniziando la cattura.
Il Pokémon fin da subito non si mostrò intenzionato a lasciarsi catturare, ed infatti sbattendo le sue grandi ali creò una serie di tornadi che andarono contro di lei, Sara però scattando ai lati riuscì ad evitarli tutti, procedendo nel disegnare la Linea di Cattura attorno a lui, solo quando la caricò con la sua testa si fermò lanciandosi a terra per non venir colpita.
Rialzandosi riuscì a voltarsi appena in tempo per vedere però che il Pokémon aveva nuovamente cercato d’attaccarla con una serie di mini tornadi, che però come prima non sortirono alcun effetto, ed in seguito lei riuscì invece ad ultimare la cattura.
Stando alle informazioni aggiornate il suo nome era Skarmory, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa di zona: Fendinebbia”, “Attacca usando il suo corpo d’acciaio. Usa le ali per provocare raffiche.”.

Certo non serve specificare che, come la cupola della zona di cattura sparì, lei subito chiese il suo aiuto, cliccando sull’icona del punto di domanda sullo schermo dello Styler e “Sì”alla successiva domanda “Vuoi usare Fendinebbia?”.
Il Pokémon s’alzò così a vari metri da terra, e sotto il loro sguardo usò le ali per creare una gigantesca raffica di tornadi che si mossero tutti attorno a loro, rimuovendo dall’aria le tracce della Nebbia oscura.
Il cielo tornò limpido ed azzurro ed i due poterono vedere con molta più chiarezza il luogo in cui si trovavano, dai piccoli ciuffi d’erba vicini alle alte colonne di pietra lontani.
-Benissimo! Questo impedità che l’energia degli Styler cali continuamente. Ed ora vedi di ricaricare il tuo.-
Disse Alex sorridendole dandole una pacca sulla spalla. Sara annuendo seguì subito il suo consiglio, e con l’aiuto di Pikachu ricaricò lo Styler fino a 38/46.
-Bene, direi di tornare indietro ora dal Pokémon che era intrappolato.-
Così dicendo la ragazza subito si incamminò verso la casa che avevano precedentemente visto, e per una ragione di sicurezza catturò anche un altro Pikachu.
L’edificio era in un punto troppo rialzato però per poter vedere più del tetto, ma non era questo ciò che contava, perché il Pokémon per cui lei si era preoccupata era finalmente libero.
-Caspita che bestione, secondo me uno così potrebbe aiutarci a spostare il masso sulla cima.-
Commentò Alex guardandolo.
-Ehi, sai che hai ragione?-
Rispose Sara che senza nemmeno aspettare gli andò incontro per iniziare una cattura.
Il Pokémon notandola in un primo momento sembrò volerla caricare, ma lei resasene conto evitò l’urto portandosi al lato, e toccandolo iniziò la cattura.
Era molto grande ma anche lento, e quando inizialmente sembrò volerla attaccare il tutto si rivelò una finta. Se stava attenta le cose potevano andare lisce e senza problemi.
In seguito il Pokémon l’attaccò veramente provando a colpirla con una testata, ma bastò portarsi indietro di poco per evitarlo.
Ora che l’aria era tornata limpida e lo Styler era quasi carico era energica e scattante, al successivo attacco però dovette fare più attenzione, perché l’altro colpendo il suolo con le zampe riuscì a provocare alcune frane, e lei saltò da un punto all’altro del perimetro per non esser colpita dai massi.
In seguito per la maggior parte del tempo il Pokémon fece solo dei finti attacchi, ed il tutto si concluse senza nemmeno un colpo subito.
Il suo nome era Bastiodon, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Azione 3”, “Attacca con la sua testa durissima. Provoca anche frane.”.

-Da quando sei diventata così impulsiva?-
Chiese Alex guardandola incrociando le braccia.
-Penso d’esserlo sempre stata. Poi parli tu haha.-
-Esatto, volevo catturare io quel Pokémon…sei diventata troppo svelta, devo batterti sul tempo!-
Il sorriso di Alex le fece intuire non se l’era veramente presa, ma aveva voluto rimarcare il lato competitivo di entrambi.
-Vedremo ahah, intanto torniamo sulla cima delle rovine.-
Così dicendo entrami proseguirono correndo fino alla cima, ora che erano più sereni poterono anche guardarsi attorno godendosi il paesaggio. Tra le varie parti della montagna erano presenti anche delle grosse voragini, ma tutt’attorno come già avevano visto prima si trovavano queste gigantesche colonne fatte con delle pietre rotonde.
-I mucchi di pietre sono troppo alti per essere stati costruiti da semplici persone. Dici sono stati dei Pokémon?-
Domandò Sara curiosa.
-Chi lo sa, infondo i Pokémon ci sono sempre stati.-
Rispose il ragazzo facendo spallucce, voltandosi Sara puntò poi lo Styler contro il masso da spostare.
-Bastiodon, per favore rimuovi l’ostacolo.-
Il Pokémon subito si portò davanti ad esso, ed appoggiandovi contro l’ampia testa iniziò a spingere spostando la lastra di piera quel tanto che bastava da liberare un passaggio, ovvero degli scalini che proseguivano all’interno della montagna.
Non sembrava esserci però nessuna luce per poterli guidare, ciò significava forse che avrebbero dovuto contare solo su quella dello Styler?
Prima di muoversi in ogni caso Sara volle salvare i dati dello Styler grazie alla macchina vicina all’entrata, così da poter esser tranquilla.
-Bene, sono pronta.-
-Io già da prima di te. Ci vediamo infondo alle scale.-
Rispose Alex sorridendole partendo subito in una corsa.
Qualsiasi situazione ci fosse non perdeva mai il suo spirito, e forse anche grazie a questo l’aspettativa di dover scendere in quella grotta che l’escursionista aveva definito come un labirinto non apparve a Sara così spaventosa come poteva essere.
Fu così che, allo stesso modo, anche lei percorse la scalinata in tutta fretta, pronta ad aspettarsi tutto.

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Al termine della scalinata i due ragazzi si ritrovarono in una grande grotta dal morbido terreno, quasi fangoso a dir la verità, e dalle pareti composte da grossi massi accavallati gli uni sugli altri. Come avevano supposto non c’era molta luminosità ma per questo gli Styler potevano rimediare.
Procedendo dritti per un po’ trovarono subito un sentiero  che terminava subito con una piccola biforcazione, anche se la parte a sinistra era un vicolo cielo, ma prima di procedere Alex notò il sentiero opposto all’entrata un raggio di luce che spuntava dal soffitto.
-Della luce penetra dal soffitto. Penso ci sia un altro piano là sopra…-
-Però è troppo lontano dalla parete per poter arrampicarsi e raggiungerlo.-
Commentò Sara alzando la testa, non era nemmeno chiaro dove portasse, infondo quando erano scesi lungo le scale non avevano visto nei dintorni un passaggio, e di strada ne avevano anche fatta in verità.
-Ehi, guarda laggiù! C’è un Drifblim!-
Voltandosi la ragazza vide il Pokémon di cui aveva parlato, era simile ad una piccola mongolfiera viola con dei piccoli occhietti nere, una X sul muso e tre braccia di una tonalità più chiara rispetto al viola del corpo.
-Questo significa che possiamo salire al piano di sopra da qui!-
Concluse Alex sorridendo.
-Vuoi dire che quel Pokémon può trasportarci?-
-Certo, prova a catturarlo. Io l’ho già nelle informazioni dello Styler.-
-Va bene allora, torno subito.-
La ragazza si precipitò verso il Pokémon, momentaneamente distratto, ed iniziò così una cattura.
Inizialmente l’altro non fece altro che fluttuare in giro per il perimetro di cattura, ma quando creò delle sfere violacee Sara dovette scattare per evitarle, ma fortunatamente non venne colpita e riuscì a chiudere subito la cattura.
Il Pokémon stando alle informazioni era “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa di zona: Ascesa”, “Attacca lanciando sfere spaventose.”.

-Perfetto! E ora vieni qui sotto la luce.-
Facendo come Alex aveva detto Sara si posizionò sotto la luce, ed il simbolo “?” comparve sullo schermo dello Styler, che subito dopo averlo cliccato chiese “Vuoi usare la mossa Ascesa?”, naturalmente la risposta fu “Sì”, ed il Pokémon subito usando le sue zampe sollevò sia lei che Alex con grande facilità, trasportandoli fino al buco nel soffitto.
Non era mai piacevole in verità la sorpresa di perdere il terreno sotto i piedi e non aver controllo, ma non durò a lungo almeno, ed arrivarono così in una nuova zona.
Curiosamente non c’era alcuna fonte di luce visto si trattava di un nuovo vicolo cieco, ma al termine di questo c’era un altro Pokémon di colore azzurro e dal fare aggressivo, che si muoveva fluttuando.
Gli occhi non tradirono il suo atteggiamento, infatti questo subito caricò Sara tentando di colpirla, ma lei fu più rapida e lo schivò, anche se in seguito, toccandolo, iniziò una nuova cattura.
Il Pokémon pur essendo relativamente piccolo era velocissimo, per stargli al passo doveva muovere a scatti il braccio e quando iniziò a fremere capì subito che stava per attaccare. Il Pokémon venne coperto da una strana aurea rossa, e subito partì alla carica contro di lei.
-Wo!-
Saltando Sara riuscì ad evitarlo, ma solo per un soffio. In seguito il Pokémon ripeté lo stesso tipo di attacco, anche se in base al simbolo che compariva sullo Styler, ovvero “!” oppure “!!”, si poteva intuire se l’avrebbe attaccata una o due volte di fila, ma in ogni caso non la ferì mai nemmeno a conclusione della cattura.
Il suo nome era Pupitar, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra- Mossa: Distruzione 2”, “Si sposta a velocità incredibile e attacca caricando.”.

-Un tipetto energico eh?-
Commentò Alex guardando Pupitar mentre continuava a muoversi a scatti.
-Forse era irritato perché era tutto solo.-
Tentò di dire Sara mentre Pachirisu si avvicinava al loro nuovo amico, ma visto il tentativo di carica dell’altro era chiaro non gli dispiacesse star solo.
-In ogni caso qui non sembra esserci nulla, sarà meglio tornare indietro. Occhio a non farti male.-
Così dicendo Alex saltò per primo nel buco, tornando così al piano inferiore, seguito subito dopo da Sara. Almeno erano certi che sopra non ci fosse nulla di importante.
Tornando al piano inferiore fecero per spostarsi sulla destra, ma improvvisamente un Pokémon simile ad un piccolo orso marrone chiaro, dal naso lungo e con un pendolo tra le zampe, comparve davanti a Sara, che dovette iniziare una cattura.
Per un po’ non accadde nulla, si guardarono solamente a vicenda mentre il Pokémon si muoveva e lei creava dei cerchi attorno a lui, ma improvvisamente qualcosa cambiò e dalle sue mani uscirono una serie di sfere nere direttamente rivolte contro di lei. Non fu semplice schivarle e soprattutto, quando credeva fosse ormai tutto finito, il Pokémon sollevò l’oggetto ed un ultima serie di sfere, ancora più rapide, uscirono da esso, senza comunque produrre nessun danno.
Al termine della cattura le informazioni vennero aggiornate, il suo nome era  Hypno, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Potere Psico 2”, “Attacca lanciando sfere misteriose dai palmi delle mani.”.

-Caspita non me l’aspett…-
Prima che Sara potesse terminare la frase e riprendere a muoversi la stessa cosa appena capitata avvenne anche con un altro Pokémon, molto piccolo e dal corpo nero, ad eccezione del muso bianco, che toccandola iniziò una cattura.
Dal primo istante il Pokémon sollevò le piccole braccia e creò così attorno a sé ben due fiamme vivaci e dal colore viola, che iniziarono a danzare attorno a lui rendendo molto difficile l’avvicinarsi. Visto però il tempo di durata le fu ben chiaro che non era possibile aspettare svanissero, senza in seguito rischiare di perdere l’energia accumulata nella barra dallo Styler, e così con cautela iniziò a disegnare dei cerchi attorno a lui, facendo del proprio meglio per evitare dei danni.
Proprio quando era alla fine le fiamme svanirono, e così riuscì a catturarlo senza venir ferita. Il suo nome era Duskull, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere Psico 1”, “Si protegge con un fuoco spettrale e attacca lanciando sfere spaventose.”, purtroppo però essendo il quinto Pokémon dovette scegliere qualcuno da liberare, e visto aveva un potere inferiore a  Hypno optò per il piccolo  Duskull.

-Ahaha, Sara attiri veramente i Pokémon non c’è che dire.-
Disse Alex canzonandola.
-Eh, già ma questi ultimi due mi hanno fatto prendere un colpo.-
-Non preoccuparti, ci sono io qui.-
Rispose lui dandole una piccola pacca sulla schiena, facendola leggermente arrossire. Se fosse stata da sola magari sarebbe stata molto più agitata, anche se infondo con lei c’era sempre Pachirisu. Proseguirono in seguito per un altro corridoio, fino ad arrivare ad una biforcazione, si poteva infatti procedere ancora a destra oppure andare verso nord, anche se quest’ultima parte era bloccata da un grande masso. Al centro della stanza però c’erano due piccoli Pokémon dagli occhi bianchi ed i corpi viola, che come li videro saltarono subito addosso a loro, questa volta almeno arrivando su entrambi.
Sara subito notò che gli occhi del Pokémon s’erano fatti improvvisamente gialli, ed un istante dopo attorno a loro s’erano creati degli aloni violacei, che vennero evitati grazie ad una serie di salti, ma certamente erano pericolosi. Procedendo nel disegnare dei cerchi attorno all’altro ad un certo punto nuovamente i suoi occhi divennero gialli, ma in quest’occasione da essi uscirono delle sfere viola che costrinsero Sara a sdraiarsi a terra per non venir colpita. C’era di buono almeno che subito dopo riuscì a catturalo.
Il suo nome era Sableye, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 2”, “Attacca con Neropulsar e lanciando sfere spaventose.”, anche questa volta Sara doveva scegliere qualcuno da liberare, ma per il momento optò per Rapidash.

-Ahah, stavolta anche tu sei stato beccato eh?-
Disse poi voltandosi verso Alex.
-Una volta rispetto alle tue cento, comunque, che vogliamo fare ora?-
-Il masso potrebbe venir distrutto con una mossa Distruzione 2, e  Pupitar è perfetto per questo.-
Rispose la ragazza indicando l’ostacolo.
-Perfetto allora, pensateci voi ed avremo via libera.-
-Va bene, Pupitar, per favore rimuovi l’ostacolo.-
Alla richiesta della ragazza subito il Pokémon caricò il masso, distruggendolo e mandandolo in frantumi senza che si facesse un minimo graffio.
-Grazie Pupitar! A presto!-
In seguito a questo breve saluto il Pokémon tornò subito al suo nascondiglio, ed i due Top Ranger proseguirono nel loro cammino, ma ancora una volta però si ritrovarono in un vicolo cieco, dentro il quale v’era un Electabuzz che subito si lanciò su Sara iniziando una cattura.
Come prima cosa il Pokémon creò attorno a sé delle scariche elettriche che costrinsero Sara ad appiattirti contro la parete del perimetro di cattura per evitare d’esser ferita, anche se i suoi capelli si raddrizzarono letteralmente. Per un po’ la situazione comunque fu stabile e lei riuscì a disegnare un gran numero di cerchi attorno a lui, ed il secondo attacco dell’avversario consistesse nella semplice creazione di una sfera elettrica che lasciò a terra, ma dalla quale bastò evitare di toccarla per chiudere la cattura senza venir ferita.
-Poverino, chissà da quanto tempo era qui.-
Disse la ragazza accarezzandogli la testa.
-Menomale che eravamo di passaggio, ora però torniamo indietro e vediamo cosa ci aspetta più avanti. Settimo ci sta aspettando dopotutto.-
-Hai ragione, arrivo subito.-
Scattando i due tornarono alla precedente biforcazione, ma questa volta continuarono sulla destra. Arrivarono così in una nuova zona, che però era talmente immersa nell’oscurità da non permettere di vedere da un palmo dal naso.
Per grande fortuna però loro avevano proprio chi poteva aiutarli.
-Alex, chiudi gli occhi.-
-Uh? Che hai in mente?-
-Tu fallo e basta.-
-Va bene, ma se mi fai uno scherzo poi mi vendicherò!-
Una volta accertatasi che il ragazzo avesse chiuso per bene gli occhi Sara si rivolse ad Electabuzz, per risolvere l’inconveniente del buio.
-Electabuzz,  usa Flash per favore.-
Proprio come era successo sulla nave cargo il Pokémon usò il suo potere per illuminare la stanza, e sembrava quasi di essere all’esterno.
-Oh, fantastico! Che fortuna aver trovato quel Pokémon.-
Disse Alex sorridendo.
-E’ vero, ora possiamo proseguire senza problemi.-
A giudicare da quanto diceva la mappa nello Styler c’era un passaggio non molto distante da lì, ma come i due tentarono di raggiungerlo Sara inciampò per sbaglio in un piccolo Pokémon completamente giallo, che spaventato non poté scappare dalla cattura.
Com’era naturale aspettarsi subito il piccolino l’attaccò raccogliendo del fango da terra e lanciandoglielo contro, ma nonostante lei l’avesse evitato si creò una grande pozza di sabbia che sicuramente avrebbe potuto danneggiare il suo Styler, e così durante i movimenti Sara dovette fare attenzione a non cadervi.
Non fu però difficile, ed al termine lo Styler aggiornò i dati rivelando che il nome del poveretto era Sandshrew, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra- Mossa: Galleria 1”, “Attacca lanciando sabbia.”.

-Oh no, scusami non volevo spaventarti!-
Subito Sara si inginocchiò scusandosi, ma il Pokémon sembrava molto più tranquillo ora che aveva compreso i suoi sentimenti d’amicizia, e la seguì senza alcun problema. Come arrivarono nel punto dove avrebbe dovuto esserci il passaggio però i due notarono che al posto suo non c’era altro che uno strano terreno soffice.
-A quanto dice lo Styler si può rimuovere con una mossa galleria 1. Ehi, non è la stessa del Pokémon che hai appena preso?-
-Sì è vero!-
-Caspita, attirerai anche tutti i Pokémon ma hai pure un gran tempismo.-
Disse Alex spalancando gli occhi, ma senza fastidio.
-Ahah, hai ragione. Sandshrew, per favore pensaci tu.-
Subito il Pokémon senza alcun problema iniziò a scavare nel terreno con le sue zampe, ed in pochissimi attimi aveva già creato un grande buco che permetteva ai due ragazzi di passare senza alcun problema. Non restò così altro da fare a loro se non saltare e raggiungere la nuova zona.
Come nelle precedenti l’ambiente non era assolutamente cambiato, ma questa volta potevano decidere se proseguire a destra oppure a sinistra.
-Questa volta proviamo a sinistra, chissà di non trovare subito qualcosa.-
Disse Alex subito muovendosi lasciando che Sara lo seguisse, a giudicare da quanto diceva la mappa però era presente nelle vicinanze anche un altro punto che però era impossibile da raggiungere tramite una strada su quel piano.
Procedendo i due trovarono nuovamente una zona immersa dall’oscurità, il che non era nemmeno così strano ma certamente era anche scomodo, ed oltretutto la strada era ostacolata da ben due giganteschi massi.
-Cavolo, non ho proprio avuto fortuna eh?-
Commentò il ragazzo riuscendo a mettere a fuoco l’ostacolo.
-Magari a destra ci sarà un Pokémon che potrà aiutarci. Provare non costa nulla.-
Questa volta fu la ragazza a muoversi per prima facendo strada, ma arrivati a quello che sarebbe dovuto essere presumibilmente il passaggio alla parte destra trovarono una strana porta con dei simboli incisi sopra che brillavano.
-E questa che roba è?-
Disse Alex sfiorandola.
-Non saprei, ma ne ho già vista una simile. E’ un ostacolo e possiamo rimuoverlo con una mossa di tipo psico.-
E fortunatamente Sara aveva poco prima catturato il Pokémon perfetto per questo ovvero Hypno, che subito alla sua richiesta utilizzò il suo ciondolo per creare un potente raggio d’energia che centrando la porta la fece dissolvere, permettendo ai due di continuare.
Superato quest’ostacolo però nuovamente Sara venne colta alla sprovvista da un Pupitar, ma con molta attenzione riuscì a catturarlo senza rimaner ferita, ed oltretutto il suo Styler avanzò al livello venti, aumentando la potenza di tre e l’energia di due, passando a 48/48.
-Ehi questo tipetto potrà aiutarci sicuramente a distruggere quei massi che ci intralciano la strada.-
Disse Alex allegro.
-Sì, però se non riesco a puntarli con lo Styler sarà tutto inutile, devo tornare indietro per catturare l’Electabuzz che ci ha già aiutati. Potresti aspettarmi per favore? Non dovrei metterci molto.-
Chiese la ragazza già pronta a muoversi.
-Mh, non so, non mi convince lasciarti andare da sola.-
-Pachi!-
Al commento di Alex subito Pachirisu scattò, era chiaro che fosse fiducioso di poter aiutare Sara in caso di necessità.
-Non sarò sola, e tornerò subito.-
Disse quindi la ragazza serena.
-…ok allora, però se non torni entro dieci minuti vengo a cercarti.-
Sorridendo all’amico Sara, dopo aver catturato un Drifblim per poter tornare al piano superiore, corse subito nella zona in cui aveva catturato l’Electabuzz, catturandolo senza problemi e tornando così indietro come aveva promesso, senza ulteriori danni.
Considerava una vera fortuna ci fosse un Pokémon in grado di dar luce a quell’ambiente, era pur sempre inquietante dover rimanere in uno spazio così angusto e scendere di chissà quanti metri sottoterra.
Le venne in mente la prova di coraggio all’Accademia, e sorrise pensando che non si sarebbe mai immaginata di ritrovarsi in una situazione simile.
Il buio ancora la spaventava un po’, perché non aveva idea di cosa poteva trovarsi all’interno, ma si rese conto che erano due situazioni molto differenti, e se avesse affrontato nuovamente quella prova sicuramente avrebbe avuto molta meno paura.
Una volta tornata indietro bastò solamente chiedere ad Electabuzz d’utilizzare la mossa Flash per dar luce a tutta la stanza, e così anche con l’aiuto di Pupitar distruggere uno dei massi per poter passare.
-Mi chiedo se anche Settimo abbia fatto questa strada.-
Disse Sara guardandosi attorno.
-Non saprei, ma se così fosse non starei tranquillo. Vorrebbe dire quei massi sono caduti da poco e che potrebbe ricapitare.-
-Speriamo proprio di no…-
Continuando a camminare passarono lungo un passaggio più stretto rispetto al precedente, all’interno del quale però erano presenti due Koffing che di tanto in tanto emanavano dei gas tossici.
Subito i due Top Ranger si coprirono la bocca ed il naso per evitare d’inalare eccessivamente quel gas, ma nonostante riuscirono a superare i due Pokémon scoprirono che l’unico passaggio era coperto ancora una volta da del terreno morbido.
-Accidenti…dobbiamo tornare indietro.-
-Forza Sara, sono sicuro che ci siamo quasi, facciamo solo attenzione ai gas dei Koffing.-
Era sicuramente più facile a dirsi che a farsi, soprattutto perché uno dei due era in un punto particolarmente stretto, e purtroppo Sara non riuscì ad evitare proprio per questo motivo di passare completamente attraverso ad uno dei gas da lui emanati, perdendo così quattro punti nell’energia dello Styler arrivando a 44/48.
-Coff coff!-
-Sara, va tutto bene?-
Subito Alex le si avvicinò preoccupato, prendendole una mano per spostarla da quel punto.
-Sì coff coff…mi lacrimano solamente gli occhi.-
Non era un gran danno, ma le servì l’aiuto dell’amico per tornare nella stanza precedente visto fece momentaneamente fatica a vedere. L’effetto almeno scemò quasi subito, ed i due poterono andare a cercare un Pokémon per risolvere la faccenda del terreno, trovando un Sandshrew nel punto dal quale erano scesi per arrivare fin lì.
-Mi raccomando, questa volta facciamo attenzione.-
-Tranquillo Alex, non intendo farmi colpire ancora.-
-Pachi!-
A dimostrazione di ciò Sara volle essere la prima a muoversi per lo stretto passaggio, riuscendo a superare con più facilità rispetto a prima i Koffing e ad arrivare fino al punto in cui il terreno era morbido.
-Sandshrew, pensaci tu per favore!-
Subito il Pokémon iniziò a scavare, permettendo così che si aprisse un grande buco che bastava ampiamente ad entrambi per passare, ma questa volta la zona in cui finirono fu decisamente più grande rispetto a prima, tanto che dal punto in cui erano la mappa non mostrava ogni singola strada.
Per il momento però visto c’erano solo due strade, e quella a destra era bloccata da dei massi, i due dovettero procedere verso nord, trovando però al termine non solo un buco nel terreno ed un cumulo di terra, che poteva essere tolta tramite una mossa, ma anche un piccolo Pokémon bianco con una specie di cappellino verde in testa, che teletrasportandosi finì letteralmente addosso a Sara, iniziando così una cattura.
Inizialmente il Pokémon non fece altro che fluttuare, dandole così modo di creare vari cerchi attorno a sé, ma in seguito ad un attacco che consistette nella creazione di alcune sfere d’energia viola iniziò a volteggiare in aria muovendo le braccine e chiudendo gli occhi, ed in quel momento nonostante Sara stesse comunque disegnando dei cerchi perfetti l’energia della barra nello Styler non aumentava e non diminuiva.
Solo dopo poco poi scomparve e fu chiaro che aveva utilizzato il teletrasporto.
Capito questo non ci fu però più alcun tentennamento, e la ragazza portò a termine la cattura.
Il suo nome era Kirlia, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa mappa: Teletrasporto”, “Si sposta con il teletrasporto e attacca lanciando sfere misteriose.”.

-Beh, che vogliamo fare, rimuoviamo la sabbia o andiamo avanti?-
Chiese intanto Alex mettendosi tra i due buchi.
-Direi di rimuovere la sabbia prima, ho visto un Sandshrew poco fa, vado subito a prenderlo.-
Fortunatamente questo era vicino ai massi che bloccavano la strada, e così passarono pochi minuti prima che Alex la vedesse tornare con il Pokémon per rimuovere il terreno.
-Bene, direi che possiamo andare.-
Annuendo all’amico Sara subito saltò nel buco, ma questa volta arrivarono in un punto decisamente diverso rispetto al precedente.
Il terreno non era più fangoso ma duro, e lungo le pareti rocciose erano incastrati centinaia di piccoli cristalli violacei dalle sfumature nere, che luccicavano grazie alla poca luce che proveniva dal piano superiore. Oltretutto il punto in cui erano era leggermente rialzato rispetto ad un altro sentiero, dal quale a quanto diceva lo Styler c’erano ben tre passaggi per tornare sopra.
-Wow, ma è una miniera nascosta.-
Disse Alex guardandosi attorno, mentre Sara osservò da vicino quei cristalli. Erano veramente meravigliosi, ma allo stesso tempo le diedero anche una strana sensazione e così subito le venne da distogliere lo sguardo.
-Ma…Alex! C’è un Punto di Salvataggio lì!-
-Cavolo, a quanto pare allora questo posto non è così nascosto come sembrava. Oh no…c’è anche un altro masso che blocca la strada…e lo Styler dice che ci vuole una mossa Azione 3!-
-Azione 3? Non mi sembra d’aver visto nessun Pokémon con una mossa simile prima.-
Disse la ragazza cercando nella propria memoria senza trovare nullla.
-Forse sarà nei dintorni, per il momento però se vogliamo proseguire dobbiamo per forza tornare indietro.-
Visto non sembrava esserci un Drifblim, almeno dove si trovavano, i due saltarono  verso il sentiero nella parte inferiore, trovandone così uno e risalendo tramite il buco a destra. Arrivarono così in un altro punto rialzato rispetto al resto del terreno, ma nel quale si trovava anche un’altra di quelle strane porte, distruggibile con una mossa Psico 2. Certamente gli ostacoli non mancavano, ma non era l’unico dettaglio rilevante, anche se Alex fu il primo a notarlo.
-…bleeeah! Cos’è questa terribile puzza…?-
In effetti era veramente impossibile non notarla, tanto era pungente.
-Proviene dalla porta…forse c’è un Pokémon.-
-Non so quanto ci convenga aprirla allora…-
-Alex! Potrebbe essere intrappolato!-
Rispose subito Sara scattando.
-Va bene, va bene, però io lì non entro eh.-
Non potendo fare altro i due scesero subito dal punto in cui si trovavano, ma spostando di poco lo sguardo sulla sinistra Sara vide qualcosa che le restituì il sorriso.
-Un Bastiodon!-
Era perfetto, proprio il Pokémon con l’attacco giusto per loro, e proprio per questo lei corse subito a catturarlo.
Come quello che già aveva incontrato sulle rovine il Pokémon non fu molto gentile, e tentò d’attaccarla varie volte caricandola, Sara però utilizzando anche la carica dello Styler riuscì a concludere il tutto rapidamente e soprattutto senza danni, trovando così la soluzione ad almeno uno dei loro problemi.
-Non ci resta altro da fare che tornare indietro!-
Il problema però era il fatto che per tornare indietro avrebbero dovuto anche superare quei massi, distruggibili solo con una mossa Distruzione 2, ma fortunatamente sempre nel punto in cui si trovavano notarono anche un Pupitar, e così non ci vollero molti giri per risolvere la questione, anche se dovette liberare Kirlia per poterlo portare con sé.
Distrutto il masso però a Sara venne un altro dubbio, che riguardava la presenza di un raggio di luce vicino a lei. Grazie ad un Drifblim, sempre nelle vicinanze, avrebbe potuto andare a vedere di che si trattava, e ricordava anche che c’era un’altra zona in cui non erano stati.
-Alex, aspetta un attimo per favore.-
La curiosità era troppa per poter resistere, e così andò subito a controllare, trovando non solo però un’altra porta misteriosa che necessitava il livello 3 di Psico, ma anche un Pokémon mai visto prima, simile ad un cane completamente nero con gli occhi rossi, delle strisce gialle sulla coda e le orecchie e dei cerchi dello stesso colore alle cosce ed alle spalle.
Naturalmente non riuscì a resistere nemmeno ad avvicinarsi, e così iniziò una breve cattura. Il Pokémon subito alzò il muso al cielo e creò sul terreno una serie di cerchi d’energia viola, Sara però riuscì ad evitarli con dei semplici salti, e visto in seguito il Pokémon non fece altro che spostarsi guardandola catturarlo fu molto semplice.
Il suo nome era Umbreon, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 3”, “Attacca con Neropulsar.”, magari non poteva aiutarla con quelle porte, ma indubbiamente era molto elegante, e tornando da Alex era certa che anche lui l’avesse pensato.

-Trovato niente?-
Chiese il ragazzo guardandola.
-Solo un’altra porta.-
-Che strano, mi chiedo chi le abbia messe…-
Purtroppo per il momento non potevano pensarci, e così i due tornarono subito dai due buchi nella parte sinistra di quella parte di zona, intuendo da ciò che avevano visto prima comunque che il primo servisse ad andare nella zona inferiore del luogo con le gemme, dove però non dovevano andare.
Saltando invece in quello che avevano liberato tornarono invece dall’ostacolo, e bastò la forza di Bastiodon per spostarlo quel tanto che serviva a passare.
Ora che avevano la via libera i due proseguirono lungo quel corridoio pieno di gemme, arrivando fino ad una nuova zona all’inizio della quale videro con chiarezza il Top Ranger Settimo, assieme al suo Pokémon compagno, che però come li vide portò l’indice alle labbra.
-Sssh! Parlate sottovoce. Vi spiego tutto dopo.-
Non fu chiaro ai due per quale motivo li avesse zittiti subito, ma entrambi annuirono in attesa, ricevendo un sorriso gentile dall’uomo.
Era veramente incredibile per Sara trovarsi di fronte ad un Top Ranger, nonostante ora lo fosse anche lei, e poter lavorare assieme a qualcuno con così tanta esperienza!
Oltretutto come lo ricordava aveva indubbiamente un bell’aspetto, ma non era così importante come dettaglio.
-E’ bello vedervi sani e salvi. Ben fatto ragazzi. Ah, dimenticavo! Mi chiamo Settimo, molto piacere. Questo è il mio Luxray. E’ il mio compagno più fidato. Non perdiamo tempo. Ho bisogno del vostro aiuto -
-Gwahahahong.-
Il Pokémon produsse un verso intuibile come un saluto, al quale Pachirisu e Buizel risposero con un cenno della zampa.
-Io sono Alex, questo è il mio Buizel.-
-Io sono Sara, e lui è Pachirisu.-
-Sssh. Sentite quelle voci? Voglio sentire quello che si stanno dicendo.-
In verità nessuno dei due aveva sentito nulla, ma prestando più attenzione era possibile sentire un debole borbottio.
-Ci sono in giro troppi di quei lestofanti del Team Pesto Buio per i miei gusti.-
A quel nome subito Sara corrugò la fronte, sapeva bene che li avrebbero trovati, ma era sempre una brutta notizia. Allo stesso tempo però, per qualche motivo, le tornò in mente anche Maximilian, ancora sosteneva d’essere uno di loro, nonostante stesse cambiando. Era per causa di quel gruppo se anche una persona simpatica come lui aveva intrapreso una brutta strada.
In ogni caso scrollò la testa per cancellare quei pensieri, non era né il momento né il luogo, anzi, in verità era molto sorpresa d’averlo pensato. Comunque, i tre Top Ranger, facendo attenzione a non farsi vedere, s’avvicinarono notando effettivamente  almeno una decina di persone, veramente troppe per i gusti di tutti.
-Ci han detto di raccogliere tutti i frammenti oscuri che possiamo, ma stanno finendo. Sono rimasti solo quelli più chiari. Alcuni sono quasi trasparenti.-
-Già, l’ho notato pure io. Ma teniamo anche quelli più chiari. Potremmo sempre ricavare della bigiotteria da vendere a qualche pollo. Dobbiamo pur inventarci qualcosa se vogliamo tirare avanti con quella miseria che ci danno!-
I discorsi non erano molto chiari, ma a quanto pare centravano quei cristalli viola che avevano attorno. Allora la sensazione di Sara non era stata casuale…
-Sentito? Quei delinquenti del Team Pesto Buio stanno raccogliendo pietre rare per qualche soldo. Hanno detto frammenti oscuri, vero? Deve trattarsi di quelle pietre che si trovano dentro alle macchine Gigaremo. Sembra usino solo i frammenti di colore scuro per le Gigaremo. E pare che abbiano fatto piazza pulita di tutti i frammenti oscuri. Sono rimasti soltanto degli inutili frammenti chiari. Quindi…che si fa? Come proponete di farli sloggiare dalle rovine?-
-Dovremmo affrontarli tutti e tre assieme?-
Chiese Alex guardando gli avversari, ma subito Settimo lo fermò.
-Calma. In queste rovine vive un Pokémon che è capace di produrre una puzza micidiale. Avete già capito il mio piano, vero?-
Sorridendo Settimo guardò entrambi, ed i suoi occhi si illuminarono quando Sara scattando sull’attenti si rese conto di ciò a cui si riferiva.
-Torno subito.-
Senza aggiungere altro la ragazza iniziò a correre, ricordando che Alex poco prima si era lamentato di un orribile odore dietro una delle porte misteriose, in tutta fretta si allontanò quindi per raggiungerlo.
-Ehi, non correre così!-
Nemmeno la voce di Alex riuscì a farla fermare, solamente il dover catturare un Drifblim per poter tornare indietro lo fece, dando così modo anche a lui di raggiungerla.
-Che avete in mente tu e Settimo?-
Chiese subito il ragazzo senza troppi preamboli.
-La puzza che hai sentito, qualsiasi fosse il Pokémon potrebbe aiutarci.-
-Proprio quello?! Oh andiamo…era pestilenziale!-
-Appunto per questo sarà perfetto.-
Ormai era deciso, doveva solo trovare un Pokémon psico per distruggere la porta. Come prima cosa grazie al Drifblim tornò al piano superiore, e catturandone un altro fece la stessa cosa, fortunatamente senza danni.
Tornando così alla zona precedente, evitando anche i Koffing, Sara riuscì a trovare finalmente un Hypno, e bastò catturarlo e tornare indietro fino alla porta per poter usare i suoi poteri e distruggerla, anche se per poterci arrivare dovette catturare un Drifblim e liberare  Sableye, visto Umbreon aveva una mossa superiore alla sua.
-Hypno, per favore distruggi l’ostacolo!-
Come già precedentemente era successo la porta, grazie al raggio d’energia violacea, si dissolse, ma l’odore aumentò ancor di più.
Sara fu la prima a metter piene nell’angusta grotta seguente, ma ricevette un’amara sorpresa quando un gigantesco Pokémon  simile ad una puzzola viola la colpì in pieno, non solo facendola precipitare fuori ma togliendole anche sei punti d’energia dallo Styler, che arrivò a 38/48.
-Sara! Cavolo niente di rotto?-
-Aiaiai, no, solo un’ammaccatura…ed un po’ di sangue dal naso.-
Rispose Sara pulendosi il viso, rialzandosi.
-Non me l’aspettavo…ma questa volta non mi fregherà.-
Con uno scatto la ragazza tornò nella grotta, ma questa volta si portò subito sulla destra evitando in tal modo di venir colpita, e toccando la schiena del Pokémon iniziò la cattura.
Come prima cosa il Pokémon tentò d’attaccarla producendo delle sfere tossiche, ed entrando in esse provò ad evitare che lei riuscisse a disegnare dei cerchi attorno a lui, ma bastò solo far attenzione per aggirare l’ostacolo.
Sporadicamente creava alcune nuvolette senza che ci fosse veramente un attacco in corso, ma la puzza aumentava sempre di più tanto che Sara sentì ancora gli occhi lacrimarle, ma non volle badarci, prima finiva meglio era.
In seguito però il Pokémon l’attaccò lanciando a terra una melma viscida che emanava dei fumi nocivi, naturalmente Sara fece del proprio meglio per starvi alla larga, dimenticando però la capacità del Pokémon di produrre quelle dannate nuvolette, e così facendo scontrare la Linea di cattura con una di esse perse altri sette punti arrivando a 31/48, e così la testa iniziò a girarle assieme all’arrivo di una forte nausea. Conclusa la lotta sarebbe stato meglio usare la carica di Pikachu.
Fortunatamente però avendo capito che doveva creare dei cerchi quanto più grandi possibili non incappò più in questo danno, ed evitando le seguenti nuvole riuscì a catturarlo.
Il suo nome era Skuntank, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa di zona: Megapuzza”, “Attacca sputando una sostanza tossica. Emette gas velenoso quando cammina.”.

-Caspita, dovrò farmi un bagno tornata a casa…-
-Eh direi di sì.-
Alex le stava ad almeno qualche piede di distanza, ma era comprensibile. Sara nel frattempo aprendo il menu dello Styler andò sull’icona in alto al centro con la scritta libera, e cliccando su Pikachu premette il pulsante ricarica, in questo modo lo Styler tornò al massimo.
-Grandioso, ora torniamo da settimo.-
Per tornare da quest’ultimo non dovette far altro che scendere dalla parte rialzata e tornare dal buco che avevano usato anche prima, tornando così anche dal Punto di Salvataggio che stavolta s’assicurò d’usare assieme ad Alex, dopo di che tornarono dal Top Ranger.
-Avete portato qui uno Skuntank. Bene così. Andiamo avanti. Sapete, vero, dove usare la mossa di zona?-
-Certo.-
Sara rispose con sicurezza, ricevendo così un altro sorriso dall’uomo.
-Bene, ragazzi, via alle danze…tappatevi il naso.-
Annuendo Sara ed Alex andarono subito verso il gruppo del Team Pesto Buio, che come li notarono li guardarono subito.
-E voi chi sareste?!-
-State cercando di racimolare qualche soldo anche voi?-
-Cosa credete di fare qui?-
-Che problema avete? Non stiamo facendo nulla di illegale.-
-A dirla tutta, noi siamo quelli buoni del Team Pesto Buio. Potete are a meno di considerarci!-
Né Sara né Alex risposero alle loro provocazioni, ma si guardarono sorridendo e…tappandosi il naso.
-Skuntank, pensaci tu per favore!-
Subito il Pokémon fece come Sara aveva chiesto, e lanciando il suo verso utilizzò l’attacco Megapuzza su tutta la stanza.
-BRAAAAAAAT!-
L’intera area venne ricoperta da un gas giallognolo, non tossico, ma talmente fetente da far venire la nausea e non solo, ben presto tutti gli uomini del Team Pesto Buio iniziarono a correre cercando di tapparsi il naso.
-Ma…ma è pestilenziale! Aaaaargh!-
-Concordo! Aaaargh!-
-Argh! Mi bruciano gli occhi!-
-Non sono stato io!-
In un battibaleno corsero fuori da lì, alla disperata ricerca d’aria, e come andarono via la nebbia si dissolse, così però Sara scoprì che anche Alex era corso via, forse non aveva retto l’odore.
-Grazie Skuntank, a presto!-
Correndo via il Pokémon tornò al suo nascondiglio, mentre Settimo avvicinandosi rise di gusto per la scena a cui aveva assistito.
-Ah! Ah! Ah! Non poteva andare meglio, direi…bleah. Mi raccomando, tenete il naso tappato.-
Subito dopo Alex tornò indietro dai due, leggermente giallo in volto.
-Gaah! Aaargh! Hai proprio ragione, meglio tenere il naso tappato…bleah!-
-Hai dimenticato di tapparti il naso?-
Chiese Sara trattenendo una risata.
-Non era bastato…ehi, ma c’è un altro buco lì!-
Indicando il punto che aveva notato Alex dimostrò a tutti che era possibile ancora scendere a quanto pare.
-Però…le Rovine Cromane scendono molto più in profondità di quanto immaginassi. Mi chiedo quanto il Team Pesto Buio l’abbia esplorata.-
Disse Alex guardandosi attorno.
-Dimenticatevi di quei pagliacci. Quello che cerchiamo si trova in fondo alle rovine.-
Nonostante le parole di Settimo Sara non si sentiva di poter ignorare anche quei tipi, infondo erano sempre una minaccia, ma a quanto pare non era l’obbiettivo principale del Top Ranger.
-Allora…non ci resta che scendere.-
Disse infine lei avvicinandosi al buco, saltando solo dopo Settimo ed Alex, tenendo tra le braccia Pachirisu.
Ancora una volta si trovarono in una zona piena di quei cristalli, ma stavolta si poteva solamente procedere verso nord, anche se prima di arrivare al termine di quello stretto sentiero era presente un Punto di Salvataggio, accanto ad un Pikachu a sinistra ed un Drifblim  a destra, e per qualche motivo Sara fu spinta dall’usarlo.
Come andarono un poco più avanti i tre notarono prima di un altro passaggio verso una nuova zona uno strano Pokémon simile ad una nuvola viola con delle sfumature verdastre, che usciva da quella che sembrava una piccola sfera grigia, non era però la sola, infatti questa si trovava al centro della stanza ma ai lati ce n’erano ben quattro, quindi cinque in totale.
-Quello non è uno Spiritomb? Fa la guardia a qualcosa di prezioso?-
Chiese Alex guardando Settimo.
-Chissà…di sicuro non ci farà passare senza prima metterci alla prova. Quello Spiritomb potrebbe essere pericoloso. Siete pronti?-
-Sì.-
La risposta arrivò da entrambi, allo stesso tempo e senza alcun tentennamento, forse la presenza di Settimo era una certezza in più su cui aggrapparsi..
-Bene. Andiamo!-
Con molta cautela i tre si avvicinarono, cercando d’evitare di rendere nervoso lo Spiritomb, ma questo come li vide iniziò a fissarli uno ad uno. Non potevano far altro che aspettare, massimo muoversi lentamente verso l’uscita, stando però bene allerta.
Le cose sembravano procedere bene, almeno fino a quando il Pokémon non svanì nel nulla, ricomparendo dalla sfera esattamente sotto a Sara, bloccandola così in una lotta.
La sua prova era iniziata.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Il perimetro  di cattura circondò la ragazza ed il Pokémon, che nel mentre aveva iniziato a sparire ed a riapparire dalle sfere poste sul terreno, fissandola con un sorriso inquietante, o almeno questo era ciò che sembrava quell’ammasso di nebbia viola avente varie sfumature verdi al centro di sé.
Subito Sara tentò di disegnare dei cerchi attorno alla sfera dentro cui si trovava, ma la vicinanza alle altre fece rompere varie volte la Linea di cattura, e quando lui l’attaccò si fermò all’istante. 
Con i suoi poteri aveva creato una strana fiamma viola, che come fosse viva iniziò a saltellare da un punto all’altro, impedendole così di concentrarsi completamente sul Pokémon, che allo stesso tempo le lanciò contro una serie di strane sfere viola, schivate grazie ad un salto contro la cupola attorno a loro
Ad attacco terminato Sara tentò ancora una volta di creare dei cerchi, ma scontrò lo Styler contro le sfere ed ebbe un sussulto quando sentì il suono dello Styler che tipicamente sentiva all’arrivo dei danni, ma lo schermo indicava il numero 0, cosa alquanto strana e mai successa prima. 
Doveva però concentrarsi sullo scontro, e sull’evitare questa volta una sfera elettrica lanciata nel terreno in basso al centro, quasi come uno scherzo il Pokémon riapparve proprio nella sfera in basso a sinistra, attaccandola con sfere violacee e facendole perdere tutti i punti accumulati, anche se pochissimi in verità.
Quando la sfera elettrica svanì ne ricreò subito una seconda, ma spostandosi in alto le diede la possibilità di creare dei cerchi, anche se poi l’attaccò con una scia di fiamme viola, che evitò solo sdraiandosi a terra.
Svanì in seguito ricreandosi al centro, e canalizzando l’energia creò sul terreno delle onde d’energia viola che produssero degli strani suoni nei punti in cui si creavano, solo per questo Sara riuscì ad evitarli, ma non era ancora a metà della cattura che già il fiato le mancava.
-Accidenti…questo vuol dire combattere contro dei Pokémon così forti?-
Chissà quante persone prima di lei avevano fallito una simile prova, e la paura di non esserne all’altezza le stringeva il cuore nel petto.
Quel susseguirsi costante di attacchi era molto pesante da sopportare, ma doveva resistere.
Di tanto in tanto ancora capitava che si scontrasse contro le sfere a terra, ma ogni volta aveva sempre 0 danni, ed evitando nuovamente la fiammata viola riuscì a non perdere nemmeno un punto d’energia.
Iniziò a notare però un certo schema nei suoi attacchi, quando infatti compariva nella sfera in basso a destra, come in quel momento, creava delle sfere d’elettricità. 
Quando riapparve in basso a sinistra invece le lanciò nuovamente contro delle sfere viola, anche se almeno stavolta era riuscita almeno a creare un paio di cerchi. 
Ed invece in alto a sinistra generava la fiammella viola che la inseguiva, sicuramente l’attacco che più la preoccupava.
Tornato in alto a destra procedette ancora con lo sputare la fiammata viola, ma stavolta anche con il problema della precedente, viva, Sara era almeno riuscita a disegnar un cerchio per evitare perdesse energia.
Continuò ancora in basso a sinistra con le sfere poi andando al centro produsse le onde d’energia, ma ormai era a metà.
Sara si rese conto che per il livello della cattura delle mosse Pokémon le sarebbero  state utili, ma aveva solo Umbreon, che secondo quanto diceva lo Styler disegnando anelli attorno alle pozze di sostanze nocive le faceva svanire, e Pachirisu, che invece immobilizzava il Pokémon.
Avrebbe dovuto portarsi dietro qualcun altro, ma sbagliando s’impara, ed in ogni caso Pachirisu era sicuramente utilissimo.
Aspettò solamente si mettesse in un punto favorevole, che per lei era in basso a sinistra visto l’attacco delle sfere era quello che le dava meno noie, e chiamò in aiuto il suo amico.
-Pachirisu, usa la tua Poké Tattica!-
Era diverso rispetto a quando si usavano le mosse Pokémon, il Pokémon arrivava esattamente accanto a lei, mentre prima magari era oltre il perimetro di catturi, ma concentrava il suo potere nello Styler concedendoglielo, ed infatti la Linea di Cattura divenne gialla.
Toccando brevemente il terreno con il puntatore Sara fece sì che un fulmine cadesse proprio in quel punto, paralizzando lo Spiritomb, riuscì ben due volte a farlo e così aveva ampiamente superato la metà.
-Ci siamo quasi!-
Non poteva usare la stessa mossa più volte consecutive nel breve periodo, doveva farle ricaricare, ma aveva tempo.
Il Pokémon intanto andando in basso a destra aveva creato l’ennesima sfera elettrica, ma l’aveva catapultata dall’altra parte del terreno ovvero in alto al centro. Con sorpresa della ragazza ripeté il gesto una seconda volta ma le due sfere non erano assolutamente lontane e non costituivano un pericolo imminente.
Non molto più tardi però, esattamente dopo un altro attacco con l’utilizzo delle sfere d’energia, tornò ancora una volta su questo schema altrettante volte, ma lanciando una sfera in alto ed una vicino a sé, rendendo difficile creare anche solo un cerchio.
Ancor più difficile poi fu farlo quando si materializzò in alto a sinistra, e così assieme alla sfera d’energia c’era da gestire anche la fiammella vivente.
Il cuore le stava battendo rapidamente nel petto, la fatica era molta ma quando tornò in basso a sinistra riuscì comunque ad evitare le sfere, e come andò invece a destra la fiamma scomparve, anche se ricreò una sfera elettrica.
Ormai però mancava pochissimo, poteva sentirlo anche senza il bisogno di guardare la barra nello schermo dello Styler, e quando il Pokémon, ricomparso in alto a destra, tentò d’attaccarla colpendola con la scia di fiamme viola, bastarono poche linee per riuscire finalmente a catturarlo.
Come già sapeva il suo nome era Spiritomb, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa:  /-“, “Attacca in vari modi mentre si teletrasporta di pietra in pietra.”, la cattura le permise anche di passare di livello, dal 20 al 21, e di avere così sei punti in più di potenza e due d’energia, arrivando a 50/50.

Mentre la cupola si dissolveva la ragazza si appoggiò sulle proprie ginocchia per riprendere fiato, ma era comunque incredibilmente felice.
Aveva superato la prova del Pokémon, che fuggì via portandosi dietro solamente una sfera e lasciando così libero il passaggio.
-Wow, niente male Sara.-
La voce di Alex la portò a voltarsi, ed il compagno la guardava con grande stupore ma anche felicità per la sua vittoria.
-Si, è stata brava, ma c’è qualcosa di strano nell’aria. Sento che c’è qualcosa là in fondo.-
Ribatté invece Settimo fissando il buio corridoio davanti a loro.
Sara non disse nulla, ma un po’ le dispiacque non si fosse sbilanciato più di tanto sulla sua cattura, ma infondo non doveva aspettarsi lodi o simili, erano Top Ranger…anche se…
-Arrivo subito.-
Scacciando quei pensieri si mise nuovamente in cammino con i due, raggiungendo così un nuovo sentiero all’inizio del quale però, in un angolo, c’era uno strano apparecchio simile ad un diamante sistemato su una pedana, tutto rivestito di metallo grigio.
-E questo? E’ del Team Pesto Buio?-
Subito la ragazza si avvicinò, ma stando allo Styler era necessario una mossa di Taglio 5 per distruggerla, e non ne aveva ancora visti in giro  con una simile potenza.
-Non saprei, ma non sembra star facendo nulla. Quei tizi non erano ancora arrivati qui, magari è di qualche esploratore. Se servirà torneremo a controllare.-
Rispose Settimo chiudendo la questione.
Tutti loro continuarono ancora a camminare per vari minuti, fino a quando non raggiunsero una gigantesca caverna all’interno della quale, dall’altra parte dell’entrata, era stata costruita una grande scalinata in pietra, ma in cima ad essa non v’era altro che un buco nella parete.
Pachirisu incuriosito fu il primo a salire fino in cima.
-Siamo arrivati troppo tardi!-
L’urlo di Settimo fece sobbalzare i due giovani ragazzi, che subito s’immobilizzarono sentendo lo schiacciante peso del fallimento.
-Sono stato sulle tracce di questa cosa per parecchio tempo. Sembra che qualcuno sia già venuto e l’abbia trafugata…-
Nel farfugliamento dell’uomo Sara non aveva ben chiaro di cosa stesse parlando, e visto erano colleghi azzardò la domanda.
-Che cosa hanno trafugato?-
-Vedete quel buco? Devono aver estratto qualcosa di bello grosso da un buco di quelle dimensioni.-
La ragazza storse leggermente le labbra a quella risposta che non aveva rivelato assolutamente nulla, ma fortunatamente c’era un seguito.
-Credo fosse un frammento oscuro gigante…il Cristallo dell’Ombra, per meglio dire. Ad occhio e croce, sembrerebbe molto più grande delle schegge raccolte da quei buffoni. Ancora peggio, credo che sia di colore assolutamente nero, senza traccia di luce. Temo proprio che il Cristallo dell’Ombra sia stato portato via.- 
-Persino lo Spiritomb non è riuscito a proteggere il Cristallo dell’Ombra?-
Domandò stavolta Alex guardando l’apertura nel muro grande quasi due volte loro.
-Non credo sia andata così. Direi che quel Cristallo dell’Ombra fosse  sorvegliato da un Darkrai, probabilmente.-
-Da chi?-
Chiese la ragazza che mai aveva sentito quel nome.
-Darkrai. Si tratta di un Pokémon che predilige le tenebre. Ma qualcosa è andato storto. Com’è che Darkrai non è riuscito a proteggere il Cristallo dell’Ombra? Darkrai è un osso duro da catturare…come può averlo permesso? –
Rimasero per un po’ in silenzio a riflettere, a supporre ciò che poteva esser capitato, ma Sara non se la sentì di dar la colpa al Pokémon come aveva fatto Settimo. Avevano visto di cosa erano capaci i membri del Team Pesto Buio, ed a malincuore bisognava dire le loro tecnologie erano potenti, come le Gigaremo o le Miniremo, il fatto fossero distruggibili era altra cosa. 
Oltretutto Sara rifletté anche sullo Spiritomb, chiedendosi se fosse stato in realtà il Team Pesto Buio a portarlo lì per evitare scoprissero aveva preso il Cristallo dell’Ombra, o se invece fosse arrivato in seguito per impedire l’arrivo d’altri ladri.
Alex però ben presto ruppe il silenzio.
-Cos’hanno intenzione di fare con il Cristallo dell’Ombra?-
-Avete idea di quanto grande sia? Guardate quel buco!-
Disse l’uomo allargando entrambe le braccia.
-Immaginate di frantumare un cristallo simile. Quante Gigaremo e Miniremo potrebbero attivare in questo modo?  Solo a pensarci mi sento male.-
Ora che l’aveva messo così in chiaro la reazione fu la stessa anche per i due, Sara in particolare divenne pallida guardando Pachirisu.
Potevano anche distruggere quelle cose, ma se le avessero migliorare?
Se fossero diventate troppe?
Se alla lunga fossero riusciti a batterli tutti?
Il numero di quei dispositivi contava eccome, e l’idea di migliaia di loro era terrificante.
-Il loro capo dev’essere soddisfatto. Chissà com’è contento di avere in pugno il gigantesco Cristallo dell’Ombra.-
Il tono di Settimo era molto grave, e non aiutava a tentar di vedere al meglio la situazione, ma forse era giusto così. Avevano scelto una strada difficile, e questo la ragazza l’aveva già imparato dall’inizio degli scontri con le Gigaremo, ma questo significava ogni tanto dover anche perdere, e accettarlo.
-Vuoi dire Vanesio?-
Chiese Alex corrugando la fronte.
-Potrebbe essere lui, sì. Ma non sono sicuro.-
In effetti poteva essere, ma non c’era assolutamente nessuna informazione a riguardo della struttura del Team Pesto Buio. Forse se ci fosse stato solo Vanesio sarebbe stato un male minore…magari poteva provare a chiedere a Maximilian, si erano avvicinati nel corso dei giorni e magari era pronto a fidarsi ed a passare dalla loro parte.
-Il Cristallo dell’Ombra…Darkrai…- 
Alex sembrava altrettanto agitato, ma Settimo invece riprendendosi s’avvicinò al buco, dal quale effettivamente si poteva procedere.
-Andiamo avanti. Potrebbero esserci degli indizi.-
Non fu molto piacevole passare in quello stretto spazio completamente al buio, dovevano aver scavato a lungo per riuscirci, ma superato questo arrivarono in un nuovo punto rialzato dal terreno, provvisto di un Punto di Salvataggio che però venne superato, e con un salto tutti loro scesero da lì, rendendosi però conto che nella parete era presente una vecchia scala di ferro ormai ossidato.
-E questa? Chissà dove porta.-
Disse Alex avvicinandosi, tentando di trovare l’uscita, ma era talmente in alto da rendere la faccenda difficile.
-C’è solo un modo per scoprirlo. Forza, andiamo.-
E così, con Settimo in testa, i tre iniziarono quella lunga scalata, mentre i loro Pokémon compagni restavano aggrappati a loro per poter salire. Sara varie volte controllava che Pachirisu fosse apposto, e fortunatamente non c’erano problemi visto stava appoggiato soprattutto alla spalla.
Finalmente iniziarono a vedere una forte luce, segno che stavano per arrivare al termine di quella salita, e quando finalmente uscirono fu una gioia sentire il fresco vento sul viso e l’aria esterna entrare nei polmoni, anche se gli occhi ebbero bisogno di qualche minuto per abituarsi alla luce.
Riuscendo finalmente a vedere con chiarezza ciò che  li circondavano.
Si trovavano nel punto rialzato che precedentemente non erano riusciti a raggiungere delle Altopiano Cromano, ed erano usciti da un grande buco nel terreno scavato chissà quanto tempo prima, circondato poi con una struttura circolare di cemento marrone chiaro, che magari serviva ad evitare le persone vi cadessero all’interno.
L’intero punto era circondato anche con un’alta ringhiera di ferro viola, distrutta però in un punto, ed il terreno rovinato aveva vari cocci di pietra e legno ovunque, perfino un vecchio scatolone apparentemente bruciato e dei barili rossi pieni di polvere.
Vicino al punto dal quale erano arrivate era presente una strana costruzione di pietra diroccata, che probabilmente un tempo nascondeva un generatore d’elettricità avente tre grandi cassoni ed una cisterna al centro. Esattamente accanto a questo però era presente una piccola casetta di legno, la cui porta si trovava a terra a circa un metro di distanza. Le due finestre nella facciata principale erano talmente piene di polvere da non poter mostrare nulla all’interno, ed le tegole arancioni del soffitto mancavano in alcuni punti dove c’erano dei grossi buchi.
Tutto sembrava ormai abbandonato da anni.
-Cos’è quella baracca?-
Chiese Alex guardandosi attorno.
-E’ davvero vecchia, questa baracca.-
Incuriosito Settimo si avvicinò al piccolo cartello di legno accanto alla casa, tentando di leggere ciò che v’era scritto.
- C’è una scritta qui… “Al-ru P-tr-l-“ Altru Petroli?! La Altru SpA ha iniziato l’attività in questa baracca?-
Sara spalancò subito gli occhi, stupita che quella gigantesca torre fosse partita da una casa così minuscola, ma…
-Perché la Altru aveva delle scale che conducevano ad un punto vicino al Cristallo dell’Ombra?-
Purtroppo né Alex né Settimo la sentirono, perché erano già entrati nell’edificio.
-Pachi…-
Pachirisu sospirò scontento del gesto, ma Sara non vi badò entrando assieme a loro.
L’interno certamente non era messo meglio dell’esterno. Il pavimento era formato da delle tavole verde chiaro, ma c’erano così tanti buchi che sarebbe potuto sprofondare subito. I muri allo stesso modo erano pieni di fori anche se qualcuno aveva provato a rattopparli, ma senza successo ed infatti molte tavole di legno erano cadute, perfino dal soffitto.
Oltre al punto in cui erano c’era anche un’altra parte della casa, bastava raggiungerla tramite un largo corridoio che legava le due parti.
Non molto distante dall’entrata c’era un tavolino bianco con tre sedie azzurre accanto, c’era anche un cestino pieno di cartacce appallottolate ed un foglio ed una matita lasciati sul tavolo, ma già Alex ci stava guardando.
-Queste quattro assi messe in croce sarebbero la sede della Altru di un tempo?-
Ironizzò lui guardandola.
-Beh, infondo si parte dalle piccole cose.-
Procedendo Sara passò a Settimo, impegnato ad osservare un angolo della casa in cui, sotto una finestra rossa, era presente una scrivania piena di fogli, con una lampada azzurra sul lato sinistro, alcuni porta penne al destro e dei libri. Appoggiato a terra poi c’era anche uno scatolone verde sotto al quale c’erano ancora altri fogli.
-Questi giornali sono di settant’anni fa.-
Spiegò subito l’uomo guardandola.
-Quindi è improbabile sia stata usata recentemente.-
-No, assolutamente. Tutta questa polvere e i danni lo rendono più pericoloso che utile.-
-Capisco…continuerò a cercare.-
Così dicendo Sara e Pachirisu si spostarono sul corridoio a sinistra della casa, superando alcune taniche rosse di benzina vuote  lasciate a terra.
Anche quel punto non aveva nulla di che, solo una porta nella parte nord, con accanto a destra delle casse azzurre semi nascoste sotto un telo rosso ed un secchio con dell’acqua, mentre a destra c’erano tre bottiglioni vuoti. La parte centrale invece aveva due grandi scatoloni impilati l’uno sull’altro e due schiacciati a terra.
Invece, nella parte in basso della casa, in mezzo ad una scrivania, si trovava un diario mezzo bruciato. Subito presa dalla curiosità Sara lo aprì con delicatezza.

“Giorno XX, mese X.
L- ri-e-ve d- p-tr-lio si st-nn- es--r-ndo. L- sit--z--ne  è cr-t-c-. Bis-g--r-e-be cr-ar-e n--vi c--pi d-estr-z--n-, m- -on s-no –fo-di. 

Giorno XX, mese X
U- alt-o coll-ga ha p-rso l- spe-anz- e s- n’è -ndat-. P-k-chu c-rca inv-n- di ris-lleva-mi, -a m- fa sen-ire s--tanto p--gio…

Giorno XX, mese X
L ris-rv-e di petr-li- è sc-s- a m-no d--la m-tà ri-pe-to ad u- a--o f-. H- pau-a pe- il f-turo di Al-ia. Og-i,div-rse pi-t-e os--re s-no st-te estr-tte d-l s-to di tri-ellam-nt-. N-n av-vo –ai vist- ni-nt- d-l ge-er-. Brill-no di –na luc- si-istr- e -scu-a. Ho se-tit- qualc--a nel mio cuo-e re-gire in ri-po-ta all- l-ro –vvin-ente –scu-ità… 

Giorno XX, mese X
Il C-ist-llo d-ll--mbr- è l- ri-p-st- ai n-st-i bis-g-i ene-ge-ici. Il –uo p-te-e è –n --etere  c--a-e  -i ali--nta-ci per –em-re in o-ni s----zione. Noi --- -- l—t—b---d-le ------zi-n-----t-- -- -- -d-- --- s-gn -- ----…”

-Oltre a questo punto il diario è troppo danneggiato dal fuoco per poterlo leggere…-
Non che in verità fosse possibile far molto, poteva esser lì da cinquant’anni o più magari, ma era sicuramente importante. Alex sentendola parlare l’aveva raggiunta e così anche Settimo.
-Hai trovato qualcosa?-
-Sì.-
Avvicinandosi l’uomo osservò il suo ritrovamento, sfogliandolo.
-Un diario mezzo bruciato?...!-
Osservando vari punti gli occhi dell’uomo s’aprirono leggermente, facendole sperare fosse utile.
-E’ ridotto male, ma posso estrapolare parole come “oscurità” e “nero”. Portiamolo alla Federazione per farlo analizzare.-
Come Settimo terminò la frase si sentì improvvisamente il suono di uno sciacquone provenire dalle loro spalle,  ed anche il suono d’una porta che si apriva.
“Ta-tlank…” 
Effettivamente dalla porta era comparso qualcuno, un ragazzo non più piccolo dell’età di Sara ed Alex, vestito con la divisa del Team Pesto Buio ma dal viso scoperto. I suoi capelli erano verdognoli e pettinati in una strana acconciatura a scodella, e dello stesso colore erano anche gli occhi apparentemente dolci, per non parlare delle guance paffute. 
-Ma…chi va là?!-
Vedendosi circondato il ragazzo sobbalzò agitandosi.
-Beh, dunque, io…chi siete voi, invece?-
Sentendolo parlare improvvisamente ad Alex quasi cadde la mascella e si avvicinò allo “sconosciuto”.
-Quella voce! Quella faccia! Sei davvero tu, Almeno?! Il complessato ragazzo di pastafrolla dell’Accademia dei Ranger!-
-Che cosa?!-
Anche Sara fu sconcertata. Il dolce ed impacciato ragazzo scodella…faceva parte del Team Pesto Buio?
Proprio come con Vanesio sentì un terribile pugno allo stomaco alla notizia, ed avrebbe voluto solo sedersi. Perfino Pachirisu era al massimo della sorpresa, e tentò di aiutarla a riprendersi schiaffeggiandole con una zampina la guancia.
-Sono io, Alex! E guarda qui, c’è anche Sara!-
Amleto proprio come loro fu stupito e rimase immobile.
-Cosa?! State scherzando, vero? Da quand’è che siete Top Ranger?-
-Quello non importa, Amleto…piuttosto, da quando tu sei uno del Team Pesto Buio?-
Chiese Alex con tono grave.
-Eh? Oh, quest’uniforme? Già, in effetti è del Team Pesto Buio, sì. Ma, dato ce non approvo la loro politica, ho lasciato il giorno stesso che ho iniziato. Sapete, sono il complessato ragazzo di pastafrolla, infondo.-
-Oh, grazie al cielo…-
Disse Sara parlando per la prima volta dalla notizia, sollevata.
Vedendo la sua reazione Amleto sorrise arrossendo lievemente imbarazzato.
-Sono tornato ad essere libero. Ho fatto di questa baracca la mia casa. Lo sapevate? Qui è dove la Altru SpA ha probabilmente iniziato l’attività. E’ scritto in un vecchio diario tutto mangiato dalle fiamme. Quel diario, però, è così malridotto che è quasi impossibile da leggere. Ehi, ma fatemi dire del Team Pesto Buio. Quei tizi sono delle barzellette viventi.-
Se Maximilian lo avesse sentito probabilmente gli avrebbe lanciato delle occhiatacce tremende.
-Non solo non hanno idea di cosa stiano facendo, ma nemmeno del perché. “Un futuro luminoso per Almia”! Con questo slogan fanno finta di essere i buoni. E poi quel nome: Pesto Buio?! Non riesco proprio a inquadrarli. Erano proprio qui fino a due giorni fa, per la cronaca. Stavano dissotterrando un enorme blocco di non so che. Carbone, forse? Quello che so è che era un’opera immane, con molti Pokémon costretti a scavare. Parevano i lavori forzati! Ho avuto i miei soliti dubbi e quindi li ho mollati su due piedi.-
Sara strinse subito i pugni furiosa, immaginandosi la scena. Come potevano far soffrire in quel modo dei poveri Pokémon innocenti con così tanta facilità?
Indubbiamente poi stava parlando del Cristallo dell’Ombra.
-Ho deciso di rimanere qui a riflettere sul mio futuro. Per fortuna c’è una gran riserva di cibo in scatola e un gabinetto funzionante.-
Disse infine Amleto sorridendo.
-Sembra che tu abbia il quadro completo della situazione. Allora, che ne è stato del blocco gigante di carbone?-
Chiese Settimo avvicinandosi.
-Qualche pezzo grosso, sapete…più in alto  di noi tirapiedi, l’ha portato via in elicottero. Non so dire se siano andati verso i monto o verso il mare, tuttavia. Oltre al carbone, hanno portato via anche un grosso container da spedizione. Non so cosa ci fosse dentro ma ho sentito dei versi provenire dall’interno.-
-Versi?-
Chiese Alex confuso, ma tutti ebbero la sensazione si trattasse di un Pokémon.
-Scusa il disturbo, ragazzo di pastafrolla. Riconosco che ci hai detto tutto ciò che sapevi. Grazie di cuore.-
Disse Settimo chiudendo il discorso.
-E’ stato un piacere.-
-Abbiamo finito qui. Andiamo.-
Disse infine Settimo allontanandosi.
-Dobbiamo riferir un sacco di cose alla Federazione.-
Sussurrò Alex a Sara uscendo, portando via il diario.
-E’ vero…cavolo, non mi aspettavo di trovare Amleto però.-
-Il mondo è piccolo, come ci siamo ritrovati noi,  chissà quanti incontri faremo.-
-Già.-
Rispose Sara sorridendogli. Pachirisu intanto sembrava particolarmente contento, forse perché appunto avevano fatto delle grandi scoperte e si sentiva soddisfatto del lavoro fatto. Oppure anche perché aveva vissuto quell’avventura con la sua amica, che gli accarezzò la testa altrettanto felice.
Prima di procedere però, come furono fuori, Settimo si fermò.
-Io indagherò su un paio di indizi. Voi due tornate alla Federazione…oh, quasi dimenticavo. Dovevo dire ancora questo: per voi due, missione compiuta!-
Tutti e tre insieme fecero la propria posa da Ranger, mentre i due novellini erano completamente euforici per la loro prima grande missione.
Non era stata mica cosa da poco, poi con un Top Ranger!
Anche loro lo erano, ma da nemmeno un giorno, mentre lui da chissà quanti anni.
-Assicuratevi che il diario giunga nelle mani del professor Frenesio. Lo contatterò via messaggio vocale.-
Disse l’uomo porgendo il diario ad Alex.
-Ci incontreremo ancora. Voi due siete proprio tipi in gamba.-
Così dicendo Settimo, prendendo la rincorsa, superò la ringhiera nel punto in cui mancava, e tornò nella parte iniziale dell’Altopiano Cromano. A quel complimento l’umore dei due era ancor più alto, Sara non smetteva di sorridere mentre Alex gonfiò il petto con orgoglio.
-Io vado a portare il diario alla Federazione. Non faremmo una bella figura come Top Ranger se girassimo sempre assieme, vero?-
Bastò però solo questa frase a togliere l’euforia alla ragazza, che in verità avrebbe voluto tornare con lui. Infondo che male c’era?
Erano amici, avevano lavorato bene assieme. Forse per lui non era lo stesso?
-Ehm…va bene…-
Nonostante i dubbi riuscì a rispondere solo così, mentre Alex sorridendole si allontanò. Pachirisu notando lo strano sorriso di lei tentò di consolarla, anche solo con una carezza.
-Pachi…pachi.-
-Sto bene, non preoccuparti…sarà meglio tornare indietro.-
Così dicendo lei stessa con un saltò superò quel punto, assieme a lui, decidendo di chiedere un passaggio allo Staraptor che aveva notato sulla cima dell’altopiano. Non voleva essere pessimistica sull’argomento.
Per Alex era sempre stato importante far vedere quanto valesse, e magari in due non avrebbe avuto gli elogi che meritava.
Andava bene così.
Non ci volle molto per raggiungere il punto in cui si trovava il Pokémon e chiedere così il suo aiuto. Proprio come la volta precedente volare fu una sensazione fenomenale, le nuvole che circondavano i due sembravano quasi esser fatti di panna, ed il vento che muoveva i capelli ed il pelo di Pachirisu non era affatto sgradevole, per non parlare del paesaggio mozzafiato in cui la torre della Altru regnava come sempre.
Era pazzesco pensare avevano appena trovato il luogo da cui tutto era partito.
Una volta atterrati però a Sara sembrò di notare un dettaglio importante, c’erano altre persone davanti alla federazione, e come atterrò una donna dai capelli e gli occhi marroni, vestita con un abito dello stesso colore ed un grembiule bianco, le si avvicinò.
-Per favore, non fatevi sconfiggere da quel Team come-si-chiama!-
-S-sì signora non si preoccupi!-
Rispose la ragazza colta alla sprovvista, guardando Pachirisu che fece spallucce.
-La Federazione presta attenzione alle nostre preoccupazioni e se ne occupa. Per fortuna che c’è!-
Disse poi un uomo dai capelli biondi e gli occhi marroni, vestito con de pantaloni dello stesso colore ed una camicia bianca.
-Questo posto è molto più rilassante dei Giadini Altru.-
Aggiunse poi un altro vestito allo stesso modo ma dai capelli e gli occhi neri.
-Ulrimamente  non sono riuscita a dormire…continuo a sentire degli strani rumori di fuori e i Pokémon sembrano impazziti…-
Disse invece una donna dagli occhi e dai capelli castani vestita con un abitino azzurro.
-Non si preoccupi, ci penseremo noi Ranger.-
Rispose naturalmente Sara cercando di consolarla, ma non poteva restare lì a lungo e così si sbrigò ad entrare nella federazione, ma anche qui le persone non mancavano davanti al bancone delle Assistenti.
-Alcuni Pokémon hanno attraversato il mio giardino di corsa e l’hanno devastato! Cosa hai intenzione di fare al riguardo?-
Sbraitò un vecchio dai capelli bianchi che indossava dei pantaloni azzurri, delle ciabatte grigie, una camicia verde ed un gilet marrone, rivolgendosi direttamente a Sara, ma prima che potesse rispondere un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri, vestito con una felpa marrone e dei pantaloni verdi, le parlò.
-I tipi vestiti di nero fanno parte della Federazione, non è vero?-
-Quelle divise viola e nere…sono nuove divise da Ranger?-
La stessa domanda venne posta dalla madre, una donna dai capelli ed occhi marroni che portava un abito blu con una fascia rosa alla vita. Sara subito spalancò gli occhi affrettandosi a rispondere.
-No! No assolutamente! Sono dei criminali per favore fate attenzione!-
Forse per l’impeto con il quale aveva parlato li aveva spaventati, ma non voleva assolutamente li confondessero.
-Scusatemi…ma devo andare.-
Senza aggiungere altro Sara s’affrettò a salire le scale mobili, arrivando fino all’ultimo piano  dove già Edvige, il professore, gli Assistenti ed Alex si trovavano, il ragazzo fu il primo a notarla.
-Sara, ben arrivata! E’ stata fantastica la missione vero? Quel Settimo…è un tipo proprio forte.-
-Oh, si veramente. Scusatemi per il ritardo.-
Rivolgendosi ad Edvige ed al professore, ma fu la donna per prima a parlare.
-Non ti preoccupare cara. Bentornati ad entrambi. La richiesta di Settimo di avere uno o due Ranger di rinforzo…in realtà era una messainscena come prova sul campo delle vostre abilità.-
A quella rivelazione entrambi i ragazzi la guardarono spalancando gli occhi dalla sorpresa. Se quello era solo un modo per valutarli chissà le vere missioni rischiose!
Ma cosa altrettanto importante, com’erano andati? 
La risposta fortunatamente arrivò subito dalla presidentessa.
-Abbiamo appena ricevuto il rapporto di Settimo, in effetti. Ha valutato la vostra prestazione come “impeccabile”.-
Sara ed Alex sorrisero gioiosi, felici di aver potuto fare una figura simile. Alle spalle della donna Glenda si era alzata dalla poltrona ed aveva fatto per entrambi due pollici alzati con un grande sorriso.
Subito dopo fu il professore a prender parola.
-Un lavoro eccellente per un duo impeccabile! I resti di quel diario ci forniranno di certo dei preziosi indizi. Deve nascondere dei segreti riguardanti il Cristallo dell’Ombra. Mentre parliamo, i nostri ricercatori stanno alacremente analizzando il suo contenuto. Nel caso voleste una spiegazione tecnica sui processi che stiamo seguendo, vi potrei illustrare i vantaggi della misurazione microscopica, dell’analisi ottica, della spettroscopia a raggi X a livello molecolare…ma sarebbe solo un’infarinatura generale, sarete d’accordo anche voi.-
-Ah, certo…-
Risposero i due in coro, in realtà felici di non dover sentire una simile spiegazione apparentemente incredibilmente complicata, poi da un uomo con una simile parlantina…
-Nella nostra opera impieghiamo strumenti allo stato dell’arte della tecnologia. Inoltre, bla-bla-bla, bla bla bla…Senza dimenticare che bla bla bla-bla bla…-
La testa di Sara sembrava esser sul punto di esplodere, le faceva quasi male la fronte per la quantità di informazioni ed avrebbe giurato di sentire un qualche calore provenire dalla testa dell’amico accanto. Le lezioni all’Accademia nulla erano a confronto!-
Queste sono le nostre linee guida. Se dovessi spiegarlo in parole povere…”La tecnologia è strabiliante!”. Riassumerei con codeste parole, già. Bene bene, ricapitoliamo i risultati della vostra impresa…sarete felici di sapere che Settimo ha dato pieni voti a entrambe le nostre nuove leve. Siete entrambi promossi a Ranger di grado 5!-
Quella notizia rendeva il dolore appena subito completamente nullo, tanto che ripresisi i due si esibirono nelle proprie pose da Ranger, e ben presto arrivarono dallo Styler le informazioni sui potenziamenti per tale grado.
-“Ora puoi usare le Poké Tattiche Ghiaccio! Ora puoi usare le Poké Tattiche Drago! Ora puoi portare con te un massimo di cinque Pokémon amici!”-
-Dovete essere a pezzi con tutto il trambusto di oggi. Potete riposarti, se lo credere.-
Disse intanto la presidentessa con voce gentile.
-Sì, un po’ di riposo mi farebbe bene.-
Rispose Sara annuendo.
-Già pure a me.-
Disse Alex a sua volta.
-Molto bene. Buon riposo.-



Quella sera...

-Ancora non posso crederci! Finalmente siamo di nuovo tutti  assieme proprio come ai vecchi tempi!-
Sara, Alex e Glenda avevano deciso di passare assieme alcune ore di quella serata, avevano preso delle stanze vicine nel dormitorio ma dopo essersi cambiati Sara ed Alex erano andati in quella della bionda per passare un po' di tempo assieme.
La bruna indossava una semplice maglia nera e dei pantaloncini marroni che lasciavano scoperte le cosce, mentre Glenda indossava una camicia da notte azzurra che le arrivava alle ginocchia, con delle spalline a balze e dei ricami bianchi. Alex infine indossava una canottiera bianca e dei pantaloni azzurri. 
Assieme ai tre c'erano anche Pachirisu e Buizel, i Pokémon compagni di Sara ed Alex, e mentre questi stavano seduti sul letto con l'amica i due giocavano assieme sul pavimento.
-Hai ragione Glenda, non posso credere quasi a tutto quello che è successo in così poco tempo. Siamo Top Ranger!-
Rispose Alex grattandosi il naso con un dito sorridendo.
-Già, abbiamo così tanto da dirci.-
Continuò Sara allegra provando una forte gioia nel cuore.
-Voi due soprattutto, ho letto gli articoli che parlavano di voi. Tu Alex con quel Gyarados e Sara alla Foresta di Vien!-
-In realtà quella volta sono stata aiutata da un Pokémon, ogni volta che se ne parla non me la sento di prendermi tutti i meriti.-
Rispose subito la bruna abbassando lo sguardo, sentendo però la mano di Alex sulla sua spalla subito dopo.
-Ehi, hai affrontato un incendio, tanti sarebbero scappati. Ti sottovaluti sempre ma sei grande.-
La ragazza non riuscì a far altro che sorridere arrossendo leggermente, mentre Glenda li guardò ridacchiando.
-Ti sei addolcito eh Alex? Una volta non pensavi ad altro che alle gare.-
-E ci penso ancora ed ancora vinco.-
Ribatté l'altro gonfiando il petto.
-Quando magari non sono nei paraggi.-
Disse Sara punzecchiandolo ricevendo un piccolo pugno alla spalla, mentre tutti risero, almeno fino a quando la bionda non riprese a parlare.
-Certo però che anche tu Glenda non sei da meno, Assistente alla Federazione cavolo!-
-Già, non avete idea di quanto fossi emozionata la prima volta. Le apparecchiature che hanno i Centri Ranger non reggono il confronto con quelle in questo posto.-
-E come hai fatto a farti notare?-
Chiese Alex guardandola.
-Praticamente nella città nella quale mi avevano trasferito un giorno c'è stata una serie di emergenze a causa delle Gigaremo, ero sola al Centro ma sono riuscita ad aiutare tutti tramite i monitor dando abbastanza informazioni da far sì la situazione non degenerasse. Per questo e per la mia rapidità mi hanno poi chiamata per una prova.-
Spiegò Glenda abbracciando il cuscino sorridendo ricordando quei momenti.
-Così si fa! Siamo un trio inarrestabile!-
Urlò Alex facendo ridere entrambe.
-Mi siete mancati veramente tanto...ci sono state delle sere in cui temevo vi foste dimenticati di me...ma era tutta colpa di Vanesio...-
Ammise Sara incupendosi leggermente, infondo tra le cose di cui dovevano parlare c'era anche quella.
-Devo ammettere che ho pensato lo stesso anche io per un po'...ma non ho mai smesso di sperare avreste risposto alle mie lettere.-
Rispose Glenda appoggiando una mano su quella dell'altra.
-Già, anche io non capivo perché non vi facevate vive. Quel Team Pesto Buio ci ha proprio giocati, ma stiamo riguadagnando terreno.-
Disse invece Alex stringendo un pugno.
-A proposito Sara, ho sentito dalla presidentessa che ti stai occupando di interrogare uno di quel team, come sta andando?-
Chiese Glenda guardando l'amica, che ritornò a sorridere.
-Molto bene. Cioè, in realtà non mi ha ancora detto nulla, ma stiamo diventando amici.-
-Amica di uno di quei farabutti?-
Commentò Alex corrugando la fronte.
-Non è cattivo, posso assicurarvelo. Anzi è simpatico e si è rivelato più gentile di quanto pensassi. Quando ho accettato l'incarico era antipatico sì, ma la presidentessa mi ha fatto capire che poteva essere semplicemente una persona che aveva smarrito la strada e che ha bisogno di una mano per ritrovarla.-
Spiegò Sara cercando di farsi capire, non nutriva quasi alcun dubbio in Maximilian, anzi, perfino Pachirisu in sua presenza non era più rigido.
-Mh, sarà. Ma se è veramente così buono potrebbe anche dirci qualcosa allora.-
Continuò il ragazzo scettico.
-Per quello si vedrà. Da quanto mi è sembrato di capire il Team Pesto Buio per lui è stato un po' come l'Accademia dei Ranger per noi. Una seconda casa insomma.-
-Spero veramente che tu abbia ragione Sara. Sarebbe bello poter aver un alleato in più.-
Rispose Glenda sospirando, guardando poi i due Pokémon compagni che si rotolavano a terra.
-Ahahah, ma guardateli. Un po' vi somigliano sapete? Sempre a giocare tra loro.-
-Ma il mio Buizel vincerà sempre.-
Ridacchiò Alex chiudendo gli occhi.
-Guarda che anche Pachirisu è molto forte.-
Ribatté Sara con serenità, mentre i Pokémon tuttavia si voltarono guardandoli quasi con compassione, dovevano sempre trovare un modo per essere in competizione, ma alla fine faceva parte del loro essere.
-Cavolo, non vedo l'ora di partecipare ad altre missioni. Sono sicuro che faremo grandi cose. Però sarà meglio andare a dormire, si sta avvicinando la mezzanotte.-
Disse infine il ragazzo alzandosi, seguito poi da Sara.
-E' vero, ed in ogni caso saremo sempre vicini da oggi. Vieni Pachirisu.-
-Pachi!-
Subito il piccolino salì sulla sua schiena, mentre Glenda salutò i suoi amici che le diedero la buonanotte.
Alex fu il primo tra i due ad entrare in stanza, mentre Sara si fermò davanti ad essa per qualche secondo, spostando lo sguardo verso la fine del corridoio dove si trovava la porta per uscire da quella parte del dormitorio.
-Pachirus, sarebbe un problema per te restare sveglio ancora per un po'?-
-Pachi.-
Scuotendo il capo il piccolino le fece capire non era assolutamente un problema, e probabilmente aveva anche capito le sue intenzioni, infatti non sembrò confuso quando lei, sorridendogli, s'avvicinò all'uscita trovandosi nella stanza principale del primo piano, spostandosi infine nel corridoio a destra che portavano all'altra sezione dei dormitori.
Le ricordò un po' la sera in cui era andata a controllare Ben, anche se c'erano vari punti di differenza, ma sperò che Maximilian fosse ancora sveglio quando, con delicatezza, bussò davanti alla sua porta, aspettando un segnale per capire se fosse o meno sveglio.
-Chi è?-
Sorridendo la ragazza aprì la porta mostrandosi, il rosso era disteso nel proprio letto e con una mano teneva aperto il libro che gli aveva regalato.
-Ciao, disturbo?-
-No, entra pure.-
Disse l'altro spostando le gambe quel poco che bastava per poterla far sedere, mentre Pachirisu invece s'accoccolò sulle ginocchia della ragazza.
-Come mai sei venuta?-
Chiese il ragazzo spostando il libro dal proprio viso.
-E' che sono così felice da non poter chiudere occhio. Ho scoperto che anche la mia amica Glenda è qui alla Federazione. Ora siamo di nuovo tutti assieme!-
Per qualche motivo sul viso dell'altro andò a perdersi ancor di più ogni tipo d'emozione, solo le labbra s'erano piegate impercettibilmente verso il basso, ma forse lei dalla felicità che provava non lo notò.
-Dopo tutto questo tempo credevo non volessero più essermi amici. Spesso credevo d'aver sbagliato qualcosa, che fossero arrabbiati con me per qualche motivo o che non gli importasse più, ma mi sbagliavo.-
-Devi esser stata molto male...-
Commentò lui smettendo perfino di guardarla negli occhi.
-Beh...un po' sì. Ma è tutto passato adesso.-
Rispose la ragazza allegra, se ne stava parlando era perché lo voleva far sentire veramente suo amico.
-Però non cancella ciò che hai passato...-
-No, ma non avrebbe senso basarmi su quello se ora ho modo d'esser felice...sai, potresti farlo anche tu.-
Azzardò poi lei cercando di incontrare il suo sguardo, riuscendoci solo per un secondo.
-Intendi abbandonare il Team Pesto Buio?-
-Sì.-
Sospirando Maximilian abbandonò il libro sul suo petto, sollevandosi e mettendosi a sedere.
-Non è così facile...quando per il mondo non vali niente non puoi trovare un posto così facilmente...e non puoi nemmeno abbandonarlo senza dei rimorsi.-
Finalmente anche lui si stava aprendo, seppur a quanto pare con un passato triste.
-Io non penso che tu non valga nulla Maximilian...-
Era sincera, perfino nei primi giorni non aveva pensato una cattiveria simile, e forse proprio perché stava parlando senza alcuna menzogna il ragazzo guardandola arrossì, ma vista l'oscurità non fu così chiaro e distolse subito lo sguardo.
-Non tutti la pensano come te...-
-Ma puoi far cambiare loro idea. Puoi unirti a noi oppure iniziare a far qualcosa che veramente ti piace. Non per forza devi unirti alla nostra parte, ma nemmeno stare dalla loro. Hai visto a cosa ti ha portato e come fanno stare Pokémon e persone.-
L'ennesimo silenzio portò una certa tensione tra i due, ma stavolta lei non si fermò.
-Oggi abbiamo scoperto che dalle Rovine Cromane molti di loro hanno preso degli strani cristalli...ed un Cristallo dell'Ombra...tu ne sai forse qualcosa?-
Era sempre rischioso far domande simili, poteva fraintendere e credere tutto ciò fosse mirato solo a scorpire qualcosa, ma se poteva servire ad aiutare altri non poteva evitare di parlarne.
-Non saprei, nel tempo in cui sono qui potrebbero aver cambiato i piani, ed io non sono comunque ad un livello tanto alto da sapere i dettagli.-
Borbottò il rosso passandosi una mano tra i capelli.
-Beh, grazie comunque.-
Rispose la ragazza sorridendo felice almeno non fosse stata ignorata o scacciata.
-Tu credi veramente ci possa esser spazio per uno come me là fuori?-
Disse ad un tratto Maximilian guardandola in uno strano modo. C'era una profonda tristezza nei suoi occhi, ed una tacita richiesta d'aiuto. O almeno questo fu ciò che le sembrò di vedere, e forse per questo lei risponde con le fiamme negli occhi. 
-Certamente. E posso assicurarti che non sarai solo.-
-Veramente?-
Chiese incerto il rosso. Ormai Sara non aveva più l'obbiettivo di scoprire qualcosa sul Team Pesto Buio, ma solo di salvarlo.
-Sì.-
Rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre Pachirsu passò sul letto mettendosi in mezzo ai due. Maximilian lo guardò per qualche secondo prima di avvicinare una mano per provare ad accarezzargli la testa, ed il Pokémon glielo lasciò fare mentre Sara sorrise, provocando ancora un rossore imbarazzato nell'altro.
-Il tuo buonismo è contagioso...-
-Se mi porta nuovi amici ne sono felice ahah.-
Anche il rosso sorrise sospirando, fino a quando Sara non s'alzò.
-Sarà meglio che vada a dormire ora. Grazie per la chiacchierata.-
-Grazie a te...e buona notte.-
Uscendo dalla stanza Sara sentì d'essere ancor più felice di prima. A poco a poco le cose si sarebbero sistemate, fino a quando sarebbero riusciti a sconfiggere il Team Pesto Buio definitivamente.

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Il giorno seguente...


La Federazione Ranger non mancava mai di svegliarsi presto per esser sempre pronti  a qualsiasi situazione, e così il trio composto da Alex, Glenda e Sara fece lo stesso, preparandosi in maniera impeccabile.
La bionda fu la prima ad arrivare però, visto era un'Assistente aveva degli orari leggermente più rigidi, e così quando gli altri due la raggiunsero nella sala superiore della Federazione la trovarono già al lavoro assieme a Massimo ed a Linda.
Alle loro spalle si trovava anche la Top Ranger Viola, che monitorava alcuni degli schermi.
C'erano poi un'altra Ranger dai capelli e gli occhi neri, intenta a sistemare alcune carte, naturalmente il Professor Frenesio e la Presidentessa Edvige.
Alex e Sara andarono subito davanti a questi sull'attenti, mentre la donna li guardò con un sorriso.
-Buongiorno.-
-Buongiorno!-
Risposero subito i due, facendola quasi ridere. Perfino Pachirisu e Buizel alle spalle dei ragazzi erano ben composti, certamente non volevano esser da meno dei loro amici.
-Mi dicono che la decifrazione del diario porterà via molto tempo. Nel frattempo, per piacere, andate di pattuglia e tornare a rapporto da me quando avete finito.- 
Spiegò brevemente la donna, venendo poi seguita da un sospiro del Professor Frenesio.
-Quel diario semicarbonizzato si sta dimostrando più arduo da decifrare del previsto, pare.- 
-Non c'è alcun problema, nell'attesa faremo un bel giro di pattuglia.-
Rispose Alex sicuro di sé.
-Sembra che ci siamo molti incidenti e che non tutti dipendano dal Team Pesto Buio.- 
Commentò l'altra Ranger assieme a loro.
Magari non era una così cattiva notizia il loro mancato coinvolgimento, anche se non era comunque bello ci fossero dei pericoli per qualcuno.
Ma i due ci avrebbero pensato in men che non si dica.
-Potete venire qui se volete per controllare le zone.-
Disse Glenda chiamandoli, ed annuendo i due la raggiunsero.
-Che cos'è quel puntino giallo?-
Chiese Alex indicando una zona dello schermo.
-Oh quello è Settimo, è sempre in giro. Dicono che non torni quasi mai alla Federazione.-
Rispose prontamente Glenda, alla quale poi si aggiunse anche la sua collega Linda.
-Lo sapevi? Settimo è il settimo Top Ranger. Non è una curiosa coincidenza?-
Chiese sorridendo.
-Direi.-
Commentò Sara non capendo molto di tutte quelle apparecchiature, ma la voce di Viola la distrasse.
-Beh, tusei il top ranger più giovane che abbiamo mai avuto. Magari il resto non ti sorprende molto.-
-Oh nono non intendevo questo!-
Scattò subito la castana preoccupata d'aver fatto una brutta impressione, ma l'altra rise divertita.
-Sto solo scherzando ahah.-
-Ehi voi due, giusto per dare un'informazione ad un altro gruppo, quella Nebbia oscura era fitta come dicono?-
Chiese intanto Massimo guardano i due, ma fu Alex a rispondere.
-Sì, e danneggiava anche lo Styler. Ma non è stato un problema per due come noi.-
-Wow.-
Commentò ammirato l'altro, riprendendo a fare il suo lavoro.
Anche loro dovevano fare il proprio però, e dopo aver preso alcuni dati scattarono subito fuori dalla Federazione Ranger.
Non erano certo pochi gli incarichi, ma si sarebbero occupati di tutti, partendo da quelli lungo la strada Federale.
-Cavolo, è passato un bel po' dalla mia ultima ricognizione. Ho proprio bisogno di sgranchirmi.-
Disse Alex stiracchiandosi le braccia.
-Sicuramente non sarà un problema.-
Rispose la ragazza camminando assieme a lui, superata una prima zona del sentiero in effetti incontrarono già qualcuno che aveva bisogno di loro. Un ragazzino dai capelli biondi e gli occhi azzurri vestito con una giacca marrone e dei pantaloni verdi, i suoi scarponi dello stesso colore della giacca erano pieni di fango.
Il ragazzino si avvicinò ai due indicando le alture.
-Ehi! Guarda, guarda! Sulle Alture Vertigine...a volte quello Shieldon rimane intrappolato lassù. Riesce a salire, ma non a scendere, e rimane bloccato lì.-
Subito Alex e Sara guardarono nel punto indicato, anche se non fu semplice da quell'altezza vedere il Pokémon, ma effettivamente notarono il piccoletto bloccato su una delle sporgenze.
-Caspita, niente male.-
Commentò Alex fischiando.
-Non dovrebbe nemmeno provare a salire! Ma un po' lo capisco. Ranger, dovresti salvare quello Shieldon. Lo farai?-
-Certo, non preoccuparti.-
Rispose subito Sara sorridendogli.
-Fai attenzione!-
Non era la prima volta che lei era costretta ad andare fin lassù, quindi era già preparata ai vari pericoli, ma ogni volta quell'altezza le faceva un certo effetto.
I due Top Ranger raggiunsero presto la base delle alture, ed iniziarono così a salire, Alex si rivelò oltretutto incredibilmente agile nel farlo.
-Che peccato ci sia ancora quel masso lì, avremmo potuto saltare un bel pezzo di strada.-
Sospirò la ragazza indicando la grande roccia.
-Nah, la via facile non è per i campioni. Forza andiamo.-
Rispose Alex sorridendo, quando poi usarono l'erba salterina per raggiungere un punto distante della parete rocciosa fu incredibilmente euforico.
-Yuuuhuuu! Questo sì che è stato divertente!-
Disse mentre l'altra lo raggiungeva.
-Già, è molto comodo.-
Continuarono a salire fino a quando, ad un tratto, non sentirono uno strano verso quasi metallico, ed alzando lo sguardo poterono vedere il Pokémon non molto lontano da lì.
-Ci siamo quasi.-
Disse Sara salendo per prima, questa volta, sui rampicanti, e certo ricordava bene la difficoltà nel superare i Gligar attorno, tanto che uno di questi riuscì perfino a colpirla caricandola, facendole perdere 3 punti d'energia nello Styler, che passò a 47/50, e facendola cadere.
-Sara! Tutto bene?-
Chiese subito Alex preoccupato.
-Sì tranquillo, per fortuna c'era una sporgenza qui sotto.-
Rispose lei riprendendo la scalata sospirando, i pericoli erano ovunque in situazioni simili, ma almeno l'urto le aveva fatto solo un leggero male alla spalla, e Pachirisu non si era fatto male.
Tutto ciò oltretutto non le impedì di raggiungere dopo pochi altri metri il povero Pokémon bloccato, anche se per calmarlo dovette iniziare una cattura.
Lo Shieldon come attacco la caricò solo un paio di volte con delle testate, ma che non andarono mai a segno, ed i suoi dati vennero presto aggiunti nello Styler, "Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: /-", "Attacca con la sua testa durissima. Provoca anche frane.". Menomale che quest'ultimo dettaglio non l'aveva visto dal vivo.

Il piccolo Pokémon iniziò a girare attorno alla ragazza, ed una voce dello Styler l'avvertì del motivo.
-Sara ha stabilito un legame con Shieldon.-
Come le altre volte Pachirisu si avvicinò al nuovo amico, annusandogli il viso e saltando al primo movimento,  tuttavia quando le venne chiesto se volesse fosse il suo Pokémon compagno la ragazza premette sul pulsante "No", lasciando così che tornasse al Ranch dei compagni, ma la missione poteva dirsi conclusa con successo.
Ai due così non restò altro da fare che scendere lungo dalla montagna, anche se certo non fu più facile, e proseguire il loro cammino.
Passò oltretutto relativamente poco prima che incontrassero un'altra persona che aveva bisogno d'aiuto, stavolta una giovane ragazza dai capelli castani legati in una coda e dagli occhi marroni, che indossava un abito rosso e si trovava vicino ad un piccolo laghetto. Era assieme ad un amica, dai capelli e gli occhi marroni, che portava invece un vestito blu.
Nel momento in cui i due le furono vicino uscì dai cespugli un piccolo Budew, e subito scattò indicandolo.
-Oh! Guarda, Vanessa! E' un bellissimo Cherrim!-
Cherrim?
I due ragazzi la guardarono confusi, mentre l'amica le rispose.
-Non è un CHerrim, stupidina. Sei d'accordo con me, Ranger?-
Chiese poi rivolgendosi ai due, e fu Sara a rispondere.
-Sì.-
-Beh, allora com'è fatto un Cherrim? TI prego, ti prego, dimmelo. Che tipo di Pokémon è? Se quello non è un Cherrim, puoi portarmene uno, per favore?-
Chiese l'altra in maniera civettuola.
-Dovrebbero trovarsi su un'altura. Sì, sulle Alture Vertigine. E' lì che si trovano.-
-Ma ci siamo appena stati...-
Sussurrò Alex scontento, anche se era energico non voleva dire scalare una montagna fosse una cosa facile come salire le scale.
-Allora ti prego, Ranger! Portami un vero Cherrim dalle Alture Vertigine.-
Solo dopo che si furono allontanati entrambi sospirarono per il fatto di dover tornare ancora una volta lassù.
-Tu hai idea di come sia un Cherrim Sara?-
-Sì, è più o meno nella zona dove abbiamo preso l'altro Pokémon.-
-Perfetto allora...se però un'altra persona ci manderà lassù pretenderò che venga messo un ascensore!-
La ragazza rise divertita alla battuta dell'amico, dopo di che ripresero a salire lungo la montagna, non incontrando assolutamente alcuna difficoltà. Il tragitto già lo conoscevano, e non vennero attaccati da altri Pokémon questa volta, così in men che non si dica erano già di ritorno verso la ragazza che aveva commissionato l'incarico.
-Uh Cherrim vero è così bello! Grazie mille,  Ranger!-
Disse la ragazza con il vestito rosso tutta felice, mentre anche l'altra sorrise parlando.
-Adesso siamo felici!-
Ben presto arrivò così anche il messaggio dallo Styler, che le comunicò delle aggiunte.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
E come aveva detto dopo poco arrivò un secondo messaggio.
-"Hai ottenuto: Difesa Spettro."-
A quanto pare questa riduceva di tre punti i danni da Spettro, niente male sicuramente, e lo stesso messaggio arrivò anche ad Alex. Controllando dallo Styler risultò che rimaneva solamente una persona in quella persona da aiutare, e seguendo le indicazioni arrivarono davanti ad una piccola casetta in legno, confortevole anche se piccola.
Bussarono solo un paio di volte prima che qualcuno dall'altra parte rispondesse, permettendo loro d'entrare.
La casa era composta da una sola stanza, nella parete a sinistra, accanto ad una grande pianta verde, c'era una scrivania con qualche altra pianticella, e direttamente sopra questo un grande letto a due piazze dalle coperte azzurre, sistemato sotto ad una coperta.
Alla destra di questo c'era la zona che riguardava la cucina, composta da degli scaffali alle pareti, un cassettone, un lavandino, un frigorifero ed un fornello, il tutto vicino ad un tavolo sistemato su un appeto a quatri rosa, e con due comode sedie.
Il proprietario di casa era un uomo dagli occhi e dai capelli marroni e da dei baffetti dello stesso colore, che portava una camicia azzurra e dei jeans. Era impegnato a mescolare alcune cose su un sottile ripiano, ma si fermò per guardarli.
-Ranger, che piacere vederti.  C'è un problema sulla strada che porta all'Altopiano Cromano. Vespiquen e compagnia bella hanno preso il controllo. Ero in cerca di alcune bacche che mi servono per le mie marmellate. Per sbaglio ho calpestato il loro nido e non hanno voluto accettare le mie scuse. Ranger, tu puoi calmare Vespiquen e gli altri, vero?-
Chiese l'uomo speranzoso, e Sara rispose subito.
-Sì.-
-Mi spiace causarti tanto disturbo, davvero. So bene che è tutta colpa mia.-
-Non si preoccupi, ci pensiamo noi.-
Lo rassicurò Alex uscendo dalla casa assieme a Sara.
Bastò solamente superare la strada dei Giardini Altru per raggiungere il sentiero che conduceva alle Rovine Cromane, ma al centro del palco in tale zona notarono tre nuove figure dai capelli bianchi e vestite in maniera eccentrica, che avevano attirato anche una certa folla.
Alex però sembrò capire subito il motivo.
-Ehi, quelli sembrano esser qui per un qualche spettacolo, andiamo a vedere Sara?-
Infondo era una piccola deviazione, e magari non ci avrebbero messo molto, per questo motivo Sara acconsentì avvicinandosi.
A sinistra c'era la persona che tra loro sembrava il più piccolo, un ragazzo dai capelli a caschetto e gli occhi azzurri, che indossava una maglia bianca e dei pantaloni bianchi dalla base delle caviglie rosse. Accanto a lui c'era un altro ragazzo, i capelli erano pettinati in maniera strana ai lati, come delle punte, ed indossava un completo nero con una cravatta rossa.
Infine c'era una ragazza dai capelli scalati a caschetto ma con due lunghe ciocche che le arrivavano ai seni, indossava sopra una giacca rossa dai bordi bianchi, che le arrivava ai piedi, una maglia nera e dei pantaloni viola.
Non appena Alex superò la folla Sara notò che due di loro sembravano in qualche modo preoccupati.
-Salve, io sono Alex, e lei e Sara. Siete qui per uno spettacolo?
Chiese il ragazzo euforico, fu la ragazza a rispondere.
-Oh, ciao Ranger. Sì, noi facciamo parte di una band, io sono Vanda, quello alla mia destra è Boris, mentre l'altro è Pietro. Saremmo un quartetto.-
-Ma sbaglio o manca qualcuno di voi?-
Chiese Sara guardandoli, e sia Vanda che Boris sospirarono.
-Sì, e se Claudio La Star non ritorna, dovremo cambiare il nome del gruppo. E come? Il Trio Rock? Il Terzetto Rock? I Rock 3?-
Rispose Vanda affranta.
-Come sarebbe? Che cosa è successo?-
Continuò Alex preoccupato per la sua band, e stavolta rispose Boris.
-Claudio sta cercando sè stesso. Si sta spremendo le meningi per il testo della canzone che suoneremo all'evento. E' andato fuori di testa quando ha letto il testo inviato dalla Altru. Se n'è andato urlando che lui non poteva cantare quella roba.-
-Abbiamo un sacco di tempo prima dell'evento commemorativo della Altru. Non mi preoccuperei troppo.-
Disse invece Pietro facendo spallucce, a quanto pare era una questione delicata per loro, ma i due non potevano aiutarli purtroppo.
-Spero le cose si risolvano ragazzi. Ora noi dobbiamo andare ma è stato fantastico conoscervi.-
Disse Alex facendo per allontanarsi.
-Anche per noi, e buon lavoro.-
Dopo questo breve saluto Sara ed Alex proseguirono nel loro incarico, superando rapidamente la prima zona della Strada Cromana, arrivando fino alla strada secondaria il cui inizio era ancora bloccato dal tronco, ma la cui altra metà era libera, e proprio lì notarono un Combee che, dopo averli fissati irrequieto, andò a rintanarsi sull'albero.
Sara subito si avvicinò confusa, ed arrivò pochi attimi dopo un altro Pokémon simile ad una grande ape avente una lunga gonna a righe gialle e nere, ed assieme a lei c'erano altri due Combee.
Subito i tre si avvicinarono costringendola così ad iniziare una cattura.
Naturalmente lei si concentrò prima sui Combee, a cui bastarono ben pochi cerchi per esser catturati, mentre il Pokémon rimasto si muoveva con serenità durante il perimetro di cattura, almeno fino a quando non tentò d'attaccarla lanciandole contro degli aghi viola, che però vennero schivati con facilità.
Successivamente il Pokémon lasciò a terra una strana sostanza verde, simile ad una pozzanghera, che però non costituì alcun problema ed infatti poco dopo Sara riuscì a concludere la cattura.
Il nome del Pokémon era, come già sapeva, Vespiquen, "Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot- Mossa: Distruzione 3", "Attacca lanciando masse di sostanza appiccicosa e aculei avvelenati.".

Fortunatamente tutti e tre si erano calmati, ed erano evidentemente molto più sereni.
Anche se aveva raggiunto i loro cuori però Sara li liberò subito, felice di aver potuto aiutare.
-Ciao Vespiquen!-
Mentre i Pokémon andavano via Alex guardò Sara con un sorriso quasi tenero.
-Non sei cambiata dall'Accademia. Tratti ancora i Pokémon proprio come persone. E' molto carino.-
La ragazza arrossì leggermente grattandosi la testa.
-E' normale per me, ma non sono l'unica. Anche tu ed il tuo Pokémon Compagno siete molto vicini.-
-Sì ma tu hai un modo speciale, come se non ci fosse alcuna differenza tra voi nel vero senso della parola. E' una bella cosa.-
Continuò lui sorridendo, ma la conversazione venne interrotta da un messaggio da parte dello Styler di lei.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Non passò poco effettivamente prima che entrambi ricevessero lo stesso messaggio.
-Hai ottenuto: Energia +.-
A quanto pare tale proprietà aumenta di 5 l'energia massima dello Styler, un vero affare!
-Grandioso! Direi di proseguire, che dici Alex?-
Il ragazzo non rispose, aveva le braccia incrociate e fissava un punto indefinito con la fronte corrugata.
-Alex?-
-Sì, andiamo.-
La risposta era decisamente scocciata, ma la ragazza non ne capì il motivo. In ogni caso però seguirono nuovamente le indicazioni per gli incarichi, trovandone uno  vicino da parte di un esploratore, che effettivamente era praticamente all'ingresso della strada dell'Altopiano Cromano.
-Scusami, Ranger. Posso parlarti un attimo?-
Chiese l'uomo educatamente.
-Ma certo.-
Rispose Sara annuendo, mentre Alex era ancora in silenzio.
-A volta, vicino alle rovine, vedo dei Beedrill che inseguono un Chimchar. Immagino che i Beedrill si siano arrabbiati a causa delle provocazioni del Chimchar. Però mi fa comunque pena. Puoi fare qualcosa per quel povero Chimchar?-
-Certo, andremo a controllare.-
Disse lei sorridendo.
-Grazie, Ranger. Mi hai tolto un peso. Il Chimchar stava scappando verso le alture inseguito dai Beedrill.-
-Andremo subito a...-
Prima ancora che potesse terminare la frase Alex era già corso verso l'altopiano, lasciandola indietro a sbuffare scontenta.
-Alex! Si può sapere che ti è preso?-
-Niente.-
-Non è vero, dopo l'incarico improvvisamente i sei arrabbiato, vuoi dirmi perché?-
Erano un team, non aveva bisogno di nascondere come si sentiva. Continuarono a camminare in silenzio fino a quando non sentirono uno strano suono, in prossimità delle scale che portavano alla cima dell'altopiano.
Non molto distante da lì, come l'esploratore aveva detto, c'era un piccolo Pokémon simile ad una scimmia dal pelo arancione bloccata da due Beedrill, evidentemente arrabbiati.
Non importava quante volte tentasse di scappare, loro contiuavano a seguirlo, anche quando, forse in un momento di paura, il Pokémon corse contro Sara portandoseli dietro, iniziando una cattura.
-O cavolo!-
I Beedrill erano veloci, molto, e proprio per questo lei si occupò prima di loro, almeno per assicurarsi d'aver lo spazio necessario di manovra. Fortunatamente riuscì a catturarli abbastanza velocemente e senza danni, visto non l'avevano attaccata, e rimaneva solo il Chimchar, che continuava a saltare da una parte all'altra della zona fingendo d'attaccarla e scattando dal lato opposto senza far nulla.
Almeno in questo modo non fu un problema catturarlo ed aggiornare le sue informazioni, che riguardavano "Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: /-", "Attacca sputando tizzoni incandescenti.".

-Caspita, sei veramente un peperino eh?-
Commentò Sara sorridendo accarezzando la testa del piccoletto, il quale, mentre i Beedrill fuggivano, iniziò a girarle attorno.
Pachirisu aveva già intuito ciò che questo significava, Sara aveva stabilito un legame con Chimchar, ma quando le venne data la scelta se portarlo con sé lei preferì continuare con Pachirisu, lasciandolo andare al Ranch dei compagni.
-Bene, ed anche questa è fatta.-
Disse la ragazza accarezzando il suo Pokémon, guardando poi Alex che, mani in tasca, fissava il terreno.
-Non abbiamo finito noi due, che ti è preso?-
-Nulla di importante, sul serio. Era solo un momento così. Sarò meglio andare avanti con la pattuglia comunque, prossima zona?-
Era chiaro ormai non avrebbe ceduto, e così a malincuore la ragazza dovette accontentarlo.
-Portena è la più vicina...-
-Ottimo, andiamo allora.-
Con un sorriso stavolta Alex la precedette, mentre lei lo seguì in silenzio fino ad arrivare in città.
Ad aver bisogno del loro aiuto era una giovane ragazza dai capelli castano chiaro che gli occhi marroni, vestita con un abitino azzurro, impegnata a parlare ad un ragazzino vestito con una maglia rossa e bianca, dei jeans e dai capelli biondi nascosti sotto un cappello rosso.
Entrambi si trovavano sul ponte ma non fu difficile raggiungerli.
Come si avvicinarono però subito lei si voltò.
-Ranger, posso parlarti un attimo? Si tratta dei miei Pokémon, Pesto e Buio.-
A quel nome Sara ed Alex spalancarono gli occhi, ma lei non sembrò accorgersene.
-Il mio Pesto e il mio Buio, due tesori scuri e bellissimi, sono scappati.-
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, prima che Alex parlasse.
-Ehm...signorina...ma lei si sta riferendo a dei Pokémon del Team Pesto Buio?-
-...come? Team Pesto Buio? No, no, no Pesto e Buio! Non il Team Pesto Buio! Pesto e Buio sono i miei Murkrow. Sono adorabili!-
Beh, la scelta del nome non era tra le migliori, ma almeno l'organizzazione non centrava.
Il ragazzino accanto a lei scosse il capo sospirando.
-Scusa, Ranger. Mia sorella non spiega mai le cose per bene. Probabilmente stavi pensando che parlasse del Team Pesto Buio.-
-Oh, fai silenzio!-
Ribatté l'altra spazientita, mentre i due Top Ranger si guardarono con un leggero sorriso, prima che la donna parlasse nuovamente.
-E' solo che rivoglio i miei piccoli, scuri, bellissimi tesorucci. Li riporterai qui da me, non è vero?-
-Certo.-
Disse infine Alex annuendo.
-I miei due Murkrow si aggirano scatenati per le strade di Portena. Per favore, riportali qui da me!-
In giro per le strade eh? 
Non doveva esser troppo difficile.
-Pensa se per trovarli dovessimo chiamarli per nome, la gente scapperebbe a gambe levate.-
Commentò Alex facendo ridere l'amica, sembrava avesse voluto superare veramente il malumore precedente.
-Speriamo di non dover arrivare a tanto.-
Mentre parlavano si erano spostati a destra del ponte, raggiungendo la piccola piazza con la fontana dove viveva anche la madre di Ponzio, e fu proprio mentre guardavano oltre una ringhiera blu che evitava di cadere oltre quella parte di terreno rialzata che videro uno dei due Murkrow, nel punto esattamente accanto.
-Ecco il primo!-
Sia Alex che Sara corsero per raggiungerlo, muovendosi ai lati poi per evitare che scappasse, e la cosa fortunatamente funzionò anche se il Pokémon saltò addosso a Sara, che dovette catturarlo.
Non fu difficile, l'attaccò solamente un paio di volte con la mossa capace di generare delle onde viola nel terreno, che però non la ferirono.
-Perfetto, ed uno è andato, magari l'altro sarà nei dintorni.-
Commentò poi Alex guardandosi attorno.
-Proviamo al porto?-
Chiese Sara guardandolo.
-Direi prima dal lato opposto del ponte, non si sa mai.-
Proprio mentre i due stavano per incamminarsi Sara si paralizzò, notando accanto alla casa vicina una figura a lei conosciuta. 
La piccola Allegra, sorella di Leo.
-Allegra! Che coincidenza vederti qui!-
Disse infatti sorridendo avvicinandosi.
-Ciao!-
-Ehi, tu sei la sorella di Leo, che ci fai qui?-
Chiese stavolta Alex, riconoscendola.
-Passo il tempo. Mio fratello Leo è molto impegnato con il suo lavoro alla Altru SpA. E' così impegnato che non torna mai a casa...-
Non era un discorso facile da toccare, già dall'Accademia era ben noto quanto Leo le volesse bene, ma anche quanto poco ci fosse nella sua vita, ed era molto triste saper che la piccola ci stava male.
-Sono sicura che vorrebbe passare più tempo con te...-
Tentò di dire Sara sorridendo debolmente.
-In ogni caso io lo aspetterò sempre.-
-Sei veramente dolce...purtroppo ora anche noi stiamo lavorando, ma è stato bello rivederti.-
Disse infine la castana accarezzandole la testa.
-Anche per me! Ciao ciao amici del mio fratellone!-
I due rimasero in silenzio per qualche minuto, ripercorrendo la strada del ponte per arrivare nella parte sinistra della città, e solo quando furono abbastanza lontani Alex parlò.
-A lei servirebbe un bel pugno in testa. Non c'è solo il lavoro nella vita.-
-Fin da bambino è sempre stato un prodigio, c'era da aspettarselo avrebbe fatto una grande carriera, ma purtroppo questa comporta anche sacrifici...-
-Sì ma la famiglia e gli amici sono altrettanto importanti!-
Commentò Alex incrociando le braccia.
-Sai, anche noi non siamo  tanto diversi temo...io passo molto meno tempo con la mia famiglia da quando sono un Ranger. Ed ora che siamo diventati dei Top Ranger saremo ancora più impegnati.-
Purtroppo a quell'affermazione anche Alex rimase spiazzato, a giudicare dalla sua espressione.
-E' da un po' che non chiamo a casa in effetti...-
Pensare a queste cose durante la pattuglia forse non era il massimo, ma non durò a lungo visto che nella zona in cui Alex era voluto andare trovarono il secondo Pokémon che stavano cercando...solo che...
-Come diavolo è finito su un palazzo?!-
Disse il ragazzo spalancando gli occhi.
-Beh...credo dovremo fare lo stesso anche noi.-
Commentò Sara dirigendosi verso il grande edificio blu sopra cui il Pokémon si trovava.
L'interno del primo piano era piuttosto accogliente, il pavimento era formato da piastrelle di un'opaca tonalità di marrone, mentre i muri blu avevano dei rinforzi alla base in legno.
C'erano alcuni mobiletti su cui avevano sistemato dei vari pieni di fiori, e delle lanterne alle pareti davano una buona luminosità.
Erano poi presenti due corridoi, quello a destra aveva un'elegante porta bianca al termine, mentre a sinistra si trovavano delle scale, e fu proprio lì che andarono arrivando al secondo piano, e con un'altra rampa giunsero sul tetto, anche se qui subito il Pokémon si lanciò contro Sara senza nemmeno darle il tempo d'uscire completamente.
Anche questa lotta però non creò problemi, ed ai due non restò altro da fare che riportarli alla signorina.
-Ehi Sara, prima di andarcene diamo un'occhiata alla porta al secondo piano, ho sentito delle voci e mi sembravano familiari.-
-Va bene Alex.-
Non era esattamente la miglior educazione entrare senza esser invitati, ma per quella volta se lo concessero, e si ritrovarono in una grande stanza dalle piastrelle verdi ed i muri gialli, anche se quello dall'altra parte della stanza era nascosto dietro a gigantesche librerie piene di libri, e su ciascuno era scritto "Eco di Almia".
-Non ci credo! Siamo alla sede dell'Eco di Almia!-
Disse Alex sorpreso guardandosi attorno, a sinistra della stanza c'erano altri mobiletti in ferro, pieni però di giornali, mentre al centro della stanza si trovavano tre scrivanie grigie messe le une accanto alle altre in modo da formare un rettangolo, piene di fogli, giornali, libri ed un portatile, che al momento era usato da una ragazza dagli occhi e dai capelli marroni, pettinati a caschetto, che indossava una camicia ed una gonna nera.
Assieme a lei c'era anche un uomo dai capelli marroni a spazzola e gli occhi dello stesso colore, vestito però con un elegante abito blu, con tanto di cravatta rossa.
Alle sue spalle era presente una lavagnetta piena di scritte.
-Ehi, ma voi due siete i Ranger di cui abbiamo recentemente parlato nel nostro giornale! Che sorpresa ahah.-
Disse l'uomo con fare raggiante.
-Caspita, non avevo idea che aveste la vostra sede qui! Io e la mia collega stavamo lavorando al recupero di alcuni Pokémon.-
Rispose Alex dandosi alcune arie.
-La serie di incidenti che si sono verificati ci ha fatto vendere un sacco di copie. Quasi quasi potrei assumere il vostro Ilario come reporter. Ma fate pure ragazzi, non c'è alcun problema.-
Disse ancora l'uomo, venendo poi seguito dalla collega.
-Ciao, Ranger, ti stai dando da fare, vedo. Vuoi consultare gli arretrati dell'Eco di Almia? Li teniamo su quegli scaffali in fondo.-
-Possiamo veramente? Grazie mille!-
Rispose ancora una volta Alex precipitandosi sui giornali. Sia Pachirisu che Sara sorrisero vedendolo così, avvicinandosi a loro volta.
Negli scaffali si trovavano tutti i giornali precedenti, a partire da quello che accennava alla federazione, poi alla Altru, ed a seguire anche quello in cui si parlava di Alex.
-Ecco il nostro campione.-
Disse Sara mostrandogli l'immagine.
-Ahaha, siamo venuti bene eh Buizel? Ricordo quel giorno, non siamo riuscite a trovarle ma sono sicuro che al tempo l'incidente era dipeso dalle Gigaremo. Ehi ma ci sei anche tu!-
Alex spazzolandole la testa le mostrò il giornale in cui si era parlato dell'incendio della foresta, anche se ancora non le andava giù il merito fosse attribuito solo a lei.
-Già, che giornata...-
In seguito ci fu poi il giornale che riguardava della sua missione con Luana a Portena, dove avevano distrutto una gran quantità di Gigaremo, ed anche lo speciale sui Top Ranger.
Ci fu poi nuovamente un giornale su Alex, in cui veniva detto aveva sgomitato una banda di cattivi.
-Ehi, chi era quella ragazza Alex?-
Chiese Sara indicando la figura dai capelli rosa.
-Mah, non saprei, non mi ha detto il suo nome. Ma sicuramente è del Team Pesto Buio.-
-Che sia una sottoposta di Vanesio?-
Sussurrò l'altra per non farsi sentire dai reportert.
-Non so nulla purtroppo, è scappata prima di poter scoprire qualcosa. Ha pure interrotto la nostra lotta...-
-Beh, sicuramente l'hai fermata dal fare qualcosa di pessimo.-
-Come hai fatto tu con la nave cargo, ecco la notizia.-
Rispose Alex mostrandole l'altro giornale.
-Ne hai fatte di cose eh...-
Borbottò poi sospirando, ed in quel momento a lei tornò in mente la scenata che aveva fatto prima.
-Alex! Non dirmi che sei in competizione su chi ha fatto più cose!-
Sbottò spazientita facendolo sia sobbalzare che arrossire.
-N-no...cioè non proprio!...è che mi sembra di farti fare tutto il lavoro, e non è giusto...così non potrò mai dimostrare chi sonAIA!-
Prima che potesse finire Sara gli aveva afferrato la guancia destra con le dita, tirandola con forza.
-Che male aia!-
-Te lo meriti zuccone! Hai visto quante cose eroiche hai fatto? Dove sei arrivato? E mi tieni il muso per questo motivo!-
Era veramente arrabbiata, soprattutto perché sapeva quanto il suo amico valeva, e lui stesso forse se ne stava rendendo conto, a giudicare dal rossore.
-Lo so...scusa Sara...-
Sospirando la ragazza lo lasciò andare, dirigendosi verso la porta.
-Dai andiamo, zuccone.-
-Però ci tieni lo so.-
Rispose lui ridacchiando facendo scontrare le loro spalle, e fu il turno di lei d'arrossire.
-Certo...ma sei uno zuccone.-
-Ahahah.-
Si erano concessi una piccola pausa, ma erano ancora nel bel mezzo di un incarico, e per questo tornarono subito dalla ragazza sul ponte, che come vide i due Pokémon saltò dalla gioia.
-Oh, miei cari Pesto e Buio! Oh, mi siete tanto mancati! Per...perché?! Perché mi guardate male?-
In effetti i due non la stavano guardando con altrettanta gioia, anzi...ma ci pensò il fratello a risponderle.
-Penso che non gradiscano i nomi che gli hai dato. Con quei nomi, tutti li scambiano per alleati dei cattivi. La gente pensa che siano delle mascotte del Team Pesto Buio.-
-Muruar.-
A giudicare dai loro versi aveva centrato il bersaglio.
-E'...è questo il problema? Mi spiace tanto! Non ci avevo pensato. Non sono brava a capire i sentimenti degli altri. Ma avete proprio ragione. Non vorrei avere un nome che mi facesse sembrare una dei cattivi. Mi spiace. Perdonatemi. Scusatemi, Pesto e Buio!-
-Sorella...com'è possibile che non te n'eri accorta?-
In effetti aveva ragione, ma la cosa importante era che Alex e Sara avevano completato il loro incarico, e subito un messaggio arrivò dallo Styler.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Questa volta fortunatamente Alex non ebbe alcuna reazione, visto gli arrivò lo stesso messaggio ma da Massimo, ed in seguito anche i dati.
-"Hai ottenuto: Difesa Ghiaccio."-
A quanto pare riduceva di 3 i danni di un attacco Ghiaccio, sicuramente utile.
-E ora che si fa?-
Chiese Alex guardandola.
-Già che ci siamo magari andiamo a Caldonia, ci sono due persone che hanno bisogno di aiuto lì.-
-Certo, non sono ancora mai stato lì. Fai strada!-
Annuendo Sara si diresse subito verso il porto, ma come fu vicina al piccolo bar dove si radunavano i proprietari delle navi ed i pescatori lo Styler ricevette un messaggio.
-Messaggio in arrivo! Qui è Glenda! Quando rientri dal pattugliamento, recati a rapporto dalla presidentessa Edvige.-
Purtroppo ancora non avevano finito, anche se le ore stavano passando, ma non mancava molto, ed entrando Sara andò subito verso l'uomo dalla divisa rossa e bianca.
-Ehi Ranger! Ancora desiderosa di navigare?-
Disse subito il marinaio riconoscendola.
-Buon pomeriggio, sì è così.-
-Vuoi andare in Cladonia, non è vero? La M.N Caldonia, luce dei miei occhi, ti ci porterà in un batter d'occhio!-
-Sì, la ringrazio. Siamo io ed il mio amico questa volta.-
-Molto bene! Andiamo al molo! Mando già la solita pastiglia per il mal di mare (glug!) e possiamo partire!-
Alex guardò Sara perplesso a riguardo della pastiglia, infondo non era un marinaio?
Nonostante ciò partirono comunque subito, ed il viaggio fu molto tranquillo.
I due ragazzi rimasero seduti a godersi la brezza marina, mentre Pachirisu fissava l'acqua dal bordo della nave fino a quando non arrivarono a Caldonia.
-Caspita, fa veramente caldo qui. Hanno scelto proprio un nome azzeccato.-
Commentò Alex scendendo dalla nave aiutando l'amica con una mano.
-Fai attenzione...a tutto!-
Disse intanto il capitano facendo ripartire la propria nave allontanandosi, mentre i due si spostarono verso il piccolo villaggio per cercare i committenti degli incarichi, ma come arrivarono Sara venne attratta da un Mime Jr. che girava attorno ad un Bidoof.
-Ahahaha, caspita come gira.-
Commentò Alex divertito.
-E' vero, se non sbaglio questo tipetto mi ha anche aiutata sulla nave cargo.-
-Oh, ma pensa un po'. Certo che ne fai di conoscenze eh?-
-Ahaha già, ma andiamo avanti, mi sembra che quell'esploratore vicino all'entrata del vulcano abbia bisogno.-
Così dicendo la ragazza si avvicinò all'uomo, che da un po' li fissava.
-Ranger, se posso, vorrei chiederti di accettare un incarico per me.-
-Certo, ci dica pure.-
Disse Alex ascoltandolo.
-Più che un esploraore, sono un collezionista di raffinati profumi. Anche se la mia collezione è molto vasta, mi manca l'effervescente aroma di un Muk.-
-Un Muk?-
Chiesero i due Top Ranger sorpresi da tale scelta.
-...rimanga tra noi, ma so per certo che è stato avvistato un Muk.-
-E sarebbe?-
Chiese Sara intuendo la risposta.
-Dove? Dentro la Grotta Vulcanica. Voglio incaricarti della cattura del Muk! Accetti?-
I due ragazzi si scambiarono una rapida occhiata, prima che Alex sospirasse.
-Non vado matto per la loro puzza, ma è il nostro lavoro.-
-Molto bene, allora accettiamo l'incarico.-
-Ah, fantastico! Lascio fare a te! Tutto quello che devi fare è catturare un Muk e portarmelo qui.-
Annuendo i due entrarono nel vulcano, ed anche se non era la prima volta per Sara dovette ammettere che il caldo faceva sempre un certo effetto.
-Uff, menomale che le nostre divise sono adatte a questo ambiente. Tu sei già stata qui no? Hai visto un Muk?-
Chiese Alex seguendola mentre lei era già andata a prendere con una breve cattura un Drifloon.
-Forse, ma è infondo al vulcano.-
-Fantastico, allora sarà meglio muoversi.-
-Sì, Drifloon per favore, usa la tua mossa Fluttuazione.-
Il Pokémon subito fece come gli era stato chiesto, ma dovette tennere i due Top Ranger molto vicini con una zampa ciascuno, e per questo Alex si ritrovò ad abbracciare l'amica, la quale ringraziò il caldo le avesse reso le guance già un po' rosse.
Ma come dargli torto per la paura? 
Stavano sorvolando un fiume di lava, e superato il primo sentiero dovettero farlo una seconda volta.
-Penso non mi abiuterò mai...-
-A chi lo dici Alex...-
Proseguendo sugli scalini in pietra i due si spostarono in un ponte rialzato della zona, proseguendo sulla sinistra arrivando così ad una nuova, nella quale c'era un Punto di Salvataggio che venne usato da entrambi, giusto per sicurezza.
Dovettero però superare solo un'ultima serie di Pokémon prima d'arrivare alla fine di quella parte del vulcano.
-Ecco, quella laggiù è la porta dietro cui era nascosta la nave, mentre sulle scale c'è una grotta con il Muk.-
Disse Sara indicando il punto.
-Perfetto allora, prima usciamo prima potremo rinfrescarci.-
Annuendo Sara si mosse rapida, entrando nella grotta e raggiungendo il Pokémon, purtroppo però aveva dimenticato le chiazze nocive che questo si trascinava dietro, e così finì proprio sopra una di queste.
-Ah!-
Il suo Styler perse ben cinque punti d'energia, ma la cosa peggiore era che anche facendo un passo indietro lei finì su un'altra chiazza, perdendone altri cinque.
Sentiva i piedi formicolare a causa di quella sostanza, e la testa le girò per i fumi.
Tentò di appoggiarsi ad una parete ma toccò un punto in cui v'era altra melma perdendo altri cinque punti. 
La cosa peggiore fu che pestò ancora una volta quella roba, e così finì a 27/55 d'energia con un nulla, ma Alex la prese in braccio non permettendole di farsi ancora male.
-Ehi! Stai attenta Sara.-
-Coff coff...scusa coff.-
-Pachi!-
Sia il ragazzo che il Pokémon sembravano preoccupati, ma nonostante tutti i danni non era ancora in una condizione grave. C'era però poco da fare, non aveva fortuna con quel tipo di Pokémon.
Lottando contro il giramento di testa si fece lasciare a terra dall'amico, ringraziandolo con un cenno, mentre il Muk la raggiunse iniziando la cattura, ed almeno qui fu abbastanza abile da non farsi male, permettendogli solo una volta di lanciare a terra quella sostanza viola che formò l'ennesima pozza.
-Preso, ora possiamo anche tornare indietro...-
-Già, ma ti porto in spalla, non sia mai che pesti qualcos'altro.-
Disse Alex in tono canzonatorio, spazzolandole la testa mettendola in imbarazzo.
-Ma sto bene...oh!-
Alex in ogni caso non le diede tempo di far nulla che se la caricò sulle spalle, con tanto di Pachirisu in testa, e così alla ragazza non restò altro da fare se non godersi il viaggio...sperando non si sentisse il suo cuore acellerare.
Solo una volta esser tornati dall'appassionato di profumi la fece scendere.
-Ah! Ce l'hai fatta! Questo tanfo è micidiale! Non mi aspettavo di meno da un Muk! Fammi raccogliere un campione di questo tanfo...così...-
Avvicinandosi con una fialetta la riempì con la bava del Pokémon fino a quando non fu piena...e ad Alex non venne un conato di nausea! Ma l'uomo sembrava comunque esser felice.
-Ranger, grazie per aver accettato e completato il mio tremendo incarico. E Muk, grazie per avermi fornito il tuo esotico profumo.-
Il Pokémon saltellò un paio di volte felice, forse perché qualcuno apprezzava il suo odore.
-Adesso tornerò a viaggiare in cerca di nuovi aromi. Spero che ci incontreremo di nuovo!-
-A presto allora.-
Rispose Sara guardandolo allontanarsi, almeno avevano completato un altro incarico, ed a breve arrivò anche un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Sorridendo Sara aspettò per poco, prima arrivasse una difesa certamente fondamentale.
-"Hai ottenuto: Difesa veleno.".-
Riduceva di tre i danni di veleno, questo si che la rese felice!
-Ottimo, rimane solo un incarico qui a Caldonia, però prima vai al Centro Ranger a farti ricaricare lo Styler.-
Disse Alex indicando l'unica abitazione con un po' di piante sul tetto, Sara non se lo fece certo ripetere, ed andò subito a ricaricare l'energia, non impiegando nemmeno molto tempo e raggiungendo subito il suo amico.
-Stando allo Styler ad aver bisogno d'aiuto è la nipote del capo del villaggio, so dove vive fortunatamente.-
Disse la ragazza allegra bussando alla porta dell'edificio, entrando con l'amico solo quando questa venne aperta.
-Ranger, che piacere rivederti.-
Disse subito la nipote dell'anziano, intento a sistemare la casa.
-Mi chiedevo se potessi darci una mano.-
Continuò lei sorridendole.
-Ma certo.-
-La scorsa notte è venuto qui un uomo. Faceva parte del Team Pesto Buio ed era affamato. Sembrava più un membro del Team Fame Buia. Quando gli ho dato da mangiare, è scoppiato a piangere. Quindi, forse era del Team Pesto Buio? Gli ho chiesto perché fosse così triste e mi ha raccontato una storia strappalacrime. Sembra che fosse stato incaricato di fare la guardia alla baia nascosta nella grotta. Ma poi il suo Team si è dimenticato di lui e l'ha abbandonato.-
Alex e Sara spalancarono subito gli occhi.
Un membro di quel team era lì? 
Non sie erano assolutamente accorti di nulla, forse sarebbe stato meglio controllare prima la baita...Sara si morse il labbro dalla frustrazione, ogni volta finivano sempre per esser sotto il suo naso.
-Ci sono! E' il Team Pesto Buio!-
La conversazione venne interrotta dall'anziano che scattò improvvisamente, ma la nipote lo ignorò.
-Dopo aver mangiato, l'uomo mi ha ringraziato  tantissimo e poi se n'è andato. Ho provato a fermarlo, ma è tornato nella grotta solo soletto...-
-Beh, tanti saluti!-
Commentò ancora l'anziano, mentre Alex non poté non annuire, anche se Sara rimase impassibile. La ragazza sembrava sinceramente preoccupata, ed a giudicare dal racconto non c'erano stati problemi.
-Nonno, non è una bella cosa da dire. Saperlo lì da solo mi fa preoccupare. Per favore, Ranger, puoi andare a vedere come sta?-
-Certo.-
Disse subito Sara, mentre anche Pachirisu annuì.
-Grazie per aver accettato. Sai dove si trova la baita nascosta, non è vero? E' dove il Team Pesto Buio aveva nascosto la nave cargo.-
-Sì certo, me lo ricordo. Andiamo subito.-
E letteralmente, quando c'erano di mezzo quei tipi le prendevano le ali ai piedi, tanto che Alex dovette letteralmente correre per raggiungerla, ma Sara l'aspettò giusto il tempo di catturare un Drifloon e superare il primo fiume di lava, e stessa cosa fece anche con il secondo.
-Credi che sarà solo?-
Chiese Alex quasi con il fiatone, infondo correvano da ore e lì faceva veramente caldo.
-Spero di no, ma non si sa mai. Teniamoci pronti.-
Ormai erano quasi arrivati alla fine, avevano già superato la zona rialzata e la ragazza poteva vedere perfino la porta di ferro in lontananza.
Una volta arrivati vicino ad essa Sara prese un breve respiro, prima d'aprirla.
Tutto era come l'avevano lasciato, le onde si infrangevano contro la parete rocciosa creando una bianca schiuma, ed il limpido cielo era visibile anche da quel punto nascosto. 
L'unica differenza era l'assenza della nave.
-Andiamo, per ora sembra esser tutto in ordine.-
Disse il ragazzo muovendosi rapido guardando ovunque, quando però superarono i primi container trovarono un ostacolo, ovvero due casse i legno sistemate in modo da sbarrare la strada. Alex naturalmente provò a spostarle, ma fu inutile.
-Dannazione, dobbiamo trovare due Pokémon con una mossa di Distruzione 1, torniamo indietro.-
Sara aveva Muk, che aveva la stessa mossa al livello 3, ma non poteva usarlo per entrambe le volte, così s'affrettarono a tornare indietro, individuando uno Stunky lungo il ponte sopra le loro teste, ed un po' per i miglioramenti, un po' per la fretta, Sara riuscì subito a catturarlo, tornando dalle casse.
-Muk, Stunky, pensateci voi per favore!-
I due non se lo fecero ripetere due volte, ed uno con una palla acida e l'altro caricando distrussero entrambi gli ostacoli, andando poi via.
Come la via fu liberata però qualcuno li chiamò.
-Ehi!-
Voltandosi Sara ed Alex videro l'uomo del Team Pesto Buio nel punto vicino agli armadietti rotti, oltre un grande container quadrato verde.
-Se colpisci i cassoni, si rompono!-
-Beh, l'idea era quella.-
Rispose Alex con tono di sfida mentre l'altro si avvicinò spalancando gli occhi su Sara.
-Ehi! Ti riconosco! Sei il Ranger che ha preso il controllo della nostra nave lasciandomi qui da solo! Beccati questo!-
Senza nessun preavviso l'uomo tirò fuori dalla tasca una Miniremo, chiamando così un Charmander, che però non costituì alcun pericolo per Sara, che dovette solo schivare dei fuochi prima di catturarlo.
Mentre la Miniremo si distrusse il Pokémon naturalmente scappò.
-E così, le cose non hanno fatto altro che  peggiorare. Gli altri sono scappati e mi hanno lasciato qui. Da solo, giorno dopo giorno...mi sentivo così triste...-
Iniziò l'uomo quasi con le lacrime agli occhi, che fecero quasi provare dispiacere a Sara.
-Lo ammetto, sapevo di non avere possibilità contro di te. Comunque, mi ha reso felice vedere che qualcuno sia venuto a cercarmi! Anzi, sono stracontento del semplice fatto che qualcuno sappia che mi trovo qui!-
Ora stava sorridendo sinceramente felice, asciugandosi quelle piccole lacrime che erano spuntate, ed ancora la ragazza vacillò nella sua fermezza.
Infondo, erano persone anche loro.
-In realtà la nave  si è arenata, non so se il fatto tu sia ancora qui dipende da questo o meno, ma non sono andati via lasciandosi solo senza far ritorno volontariamente.-
Spiegò la ragazza come per rasserenarlo del fatto magari non era stato dimenticato, ma che la colpa dipendeva da lei.
Certo, di questo non era pentita.
-...cosa? La nave cargo si è arenata? Ecco perché non è mai tornata a prendermi.-
Dopo qualche istante di silenzio l'uomo guardò Sara ed Alex con grande imbarazzo.
-Ranger, puoi darmi una mano? Puoi portarmi da quella ragazza tanto gentile che mi ha dato da mangiare?-
-Eh?-
Chiesero entrambi sorpresi mentre lui diventava rosso come un peperone.
-Vorrei come minimo ringraziarla prima di dover lasciare quest'isola per sempre.-
I due si guardarono per un po', come a valutare le possibilità, ed anche Pachirisu era perplesso.
Aiutare uno del Team Pesto Buio?
-Noi...siamo diventati Ranger per poter aiutare gli altri...-
Iniziò Sara sperando in un secco rifiuto, e quando Alex, grattandosi la testa, sospirò, seppe d'averla vinta, ed anche l'altro lo capì visto li seguì.
Dopo poco però Sara, guardandolo, decise di provare ad iniziare una conversazione.
-Non hai mai pensato di lasciar l'isola prima?-
-No, credevo sarebbero tornati.-
-Siete così uniti tra voi?-
Chiese stavolta Alex serio.
-Saremo anche dei criminali, ma non vuol dire siamo del tutto cattivi.-
-In verità questo non ha molto senso...-
Rispose ancora una volta Alex scettico.
-Voi non capireste...-
Borbottò ancora una volta l'uomo abbassando lo sguardo, ed in quel momento a Sara tornò in mente Maximilian.
Anche lui tempo prima le aveva detto la stessa cosa.
-Mettici alla prova.-
Disse quindi in un sorriso comprensivo, ma solo dopo qualche minuto ottenne una risposta.
-Ci sono dei miei amici nel gruppo. Quindi sì per certi versi siamo uniti, anche se dobbiamo seguire le regole ed i nostri capi. Ma non crediate vi dirò qualcosa, sono anche ad un livello troppo basso per sapere più di tanto.-
Iniziò l'uomo sulla difensiva.
-Ma quindi fate anche altre cose oltre a infrangere la legge?-
Alex era certamente meno leggero, ma almeno stava provando come Sara.
-Beh, noi facciamo tante cose! Ad esempio...le pulizie delle camerate, o i pranzi tutti assieme.-
-Che divertimento.-
Ribatté l'altro facendo spallucce.
-Ehi! Facciamo battaglie di cibo oppure a gara a chi finisce prima!-
-Questo in effetti sembra divertente.-
Rispose Sara ridacchiando, mentre Pachirisu le sfregava le zampe sulla testa disinteressato.
Anche Maximilian aveva accennato a cose simili, magari c'era veramente bisogno di mostrare a quelle persone una strada diversa, anche se per il momento dovevano solo portarlo dalla ragazza, e come uscirono dal vulcano certamente non mancò molto.
Quando bussarono alla porta fu il nonno ad aprire, ma dopo poco li lasciò entrare tutti.
-Oh! Il tipo del Team Pesto Buio! Hai di nuovo fame?-
Chiese la ragazza avvicinandosi a lui, che nuovamente divenne rosso.
-Fai come se fossi a casa tua.-
Rispose poi il nonno facendo spallucce, mettendo così in crisi l'ospite.
-Non riesco a crederci, siete così gentili...ho fame, ma ho un groppo in gola che mi impedisce di mangiare...-
Disse l'altro abbassando la testa, mentre la ragazza sorrise.
-Sono contenta che sia tutto a posto. Ma devi ringraziare il Ranger che ti ha portato qui. Adesso cosa hai intenzione di fare? Se non hai dove andare, puoi stare con noi finché non decidi. Penso proprio che dovresti fare così.-
La gentilezza di quella ragazza era sconvolgente, ed anche il nonno non sembrava contrario. Sara sorrise pensando che al mondo c'erano tante persone gentili, che potevano mostrare a chi sbagliava una via più bella, aiutandoli.
-Sniff...non pensavo ci fossero persone così buone a questo mondo...-
Disse intanto l'uomo iniziando a piangere.
-Non sopporto il Team Pesto Buio. Ma tu sei solo un uomo affamato a cui non posso rifiutare del cibo! Smetti di piagnucolare e mangia.-
Rispose il nonno dandogli una pacca sulla schiena costringendolo a sedersi mentre la figlia gli portava un piatto di pasta.
-Eh...grazie!-
Subito l'uomo fece come gli aveva detto, senza però smettere di piangere, mentre la nipotina si rivolse ad Alex e Sara.
-Ranger, questo ragazzo ha finalmente capito di aver commesso un grave sbaglio. Ci occuperemo noi di lui. Non devi assolutamente preoccuparti.-
-Ne sono felice, sono certa sia in buone mani. Arrivederci, allora.-
Rispose Sara sorridendo, esibendosi una volta uscita nella sua posa da Ranger dall'euforia, mentre lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
In seguito il messaggio arrivò puntuale come sempre, e con una grande sorpresa.
-"Hai ottenuto: Recupero.".-
Andando a leggere Sara scoprì che permetteva di ricaricare l'energia dello Styler di un punto al termine di ogni cattura. Era la cosa più utile avesse ottenuto fino a quel momento!
Ed anche Alex ricevendo lo stesso premio saltò dalla gioia.
-Grandioso!-
Ormai non mancava molto al termine del giro di pattuglia, ed i due si diressero verso la nave attraccata al molo, del marinaio vestito di verde e bianco, per tornare a Portena, ma un messaggio li fermò.
-Qui è Glenda! Quando rientri dal pattugliamento, recati a rapporto dalla presidentessa Edvige.-
-Ehi, certo che le piace ripetersi.-
Disse Alex scherzando, facendo ridere l'amica, mentre raggiunsero il marinaio.
-Salve, ci scusi si potrebbe usare questa barca?-
Chiese la ragazza cortesemente.
-Vuoi andare a Portena?-
-Esattamente.-
-Benissimo! Prendo una pastiglia contro il mal di mare (glugh!) e salpiamo!-
Così dicendo l'uomo mandò giù la pastiglia, e salì con un salto sulla barca.
-Ma tutti i marinai ne prendono una?-
Chiese Alex perplesso.
-A quanto pare ahah.-
Il viaggio di ritorno fu rilassante tanto quanto quello d'andata, ed una volta arrivati al porto subito i due controllarono dallo Styler la locazione degli ultimi incarichi, mentre il marinaio li salutò andando via.
-Siamo arrivati. Stammi bene!-
-Ehi, certo che non è male avere anche delle conoscenze con delle barche. Magari potranno esserci utili anche più avanti.-
Disse Alex sorridendo mentre i due si spostavano verso il prossimo incarico.
-E' vero. Comunque sono un po' emozionata dal tornare all'Accademia con te. Ci andai non molto tempo fa per il girono da insegnante, ma in visita mai.-
-Che forza, proprio come Ilario! Sarà bello rivedere quei vecchi banchi.-
Rispose l'amico affrettando involontariamente il passo, i due preferirono muoversi a piedi per godersi quella bella giornata, ma quando arrivarono alla Foresta di Vien anche Alex poté rendersi  conto dei danni dell'incidente di tempo prima.
-Tutte queste bruciature...sono state l'incendio?-
-Sì...non siamo riusciti a far di più.-
Disse la ragazza amaramente abbassando lo sguardo, c'erano molti Pokémon in giro ma certamente lo scenario non poteva esser bello come in origine. Alex però intuendo il suo stato d'animo le posò una mano sulla spalla.
-Ehi, siete stati grandi. Sarebbe potuta andare molto peggio.-
-Grazie Alex...-
Ormai erano vicinissimi, i due superando la Città di Vien arrivarono al ponte che la collegava all'Accademia, e si sentirono travolgere dalla nostalgia.
-E' imponente proprio come il primo giorno.-
Disse il ragazzo quasi in un sussurro, mentre superavano il cancello d'entrata, e salendo l'alta scalinata si ritrovarono nel giardino principale dell'Accademia.
-Caspita quanti ricordi. Ti ricordi la nostra sfida a chi accihappava più Bidoof? Il primo giorno che sei arrivata.-
-Sì, volevi dimostrare fin da subito quanto eri bravo.-
-E vinsi anche ahah.-
-Però di poco.-
Ribatté lei dandogli una gomitata mentre aprivano la porta, per il momento non sembrava esserci nessuno per i corridoi, probabilmente perché era lezione, quindi potevano muoversi indisturbati.
-Ehi Sara, prima di andare a completare l'incarico diamo un'occhiata in giro? Così tanto per.-
-Non sarà un problema?-
-In caso ce lo diranno, dai iniziamo dalla nostra classe.-
Disse ancora lui sorridendo prendendole la mano, ed entrarono così nella solita classe della professoressa Anna, che al momento stava facendo lezione.
-L'esperienza è fondamentale. Pensate e agite in modo positivo. Capito?...oh! Ma guarda un po', Sara ed Alex! Che bello vedervi, come state?-
Tutti gli studenti si voltarono, spalancando gli occhi rendendosi conto avevano di fronte dei Top Ranger.
-Molto bene grazie, scusi per l'interruzione ma ci tenevamo a salutarla.-
Disse Alex guardando gli studenti uno ad uno.
-Oh nessun problema. E congratulazione per la vostra promozione, sono così fiera di voi. Miei cari ragazzi, questi sono due miei ex studenti che, seguendo i loro sogni, sono riusciti a far carriera. Sono sicura potrete prenderli ad esempio.-
Aggiunse la donna rivolgendosi ai propri studenti.
-Ti chiami Sara e hai studiato qui, non è così? Sei anche meglio di quanto pensassi.-
Disse una delle studentesse, dai capelli castano chiaro e gli occhi viola, seduta vicino alla finestra.
Sara naturalmente arrossì visibilmente.
-Grazie.-
-Ciao! Stai conducendo un'indagine?-
Chiese subito dopo un'altra ragazza, stavolta dai corti capelli marroni e gli occhi dello stesso colore.
-Dobbiamo solo svolgere un incarico, nulla di che.-
Spiegò subito Alex.
-Ooooh.-
-Po-Pokémon Ranger? Davvero? Wow! Davvero! Un vero Pokémon Ranger! Un vero Pokémon Ranger!-
Un ragazzino dai capelli grigi e gli occhi neri, seduto nel penultimo banco a destra, guardava entrambi pieni di stupore e meraviglia.
-Eheh, sì ragazzo, siamo Pokémon Ranger.-
Disse ancora Alex fiero di sé, ma il ragazzo vicino dai capelli ed occhi marroni sembrava concentrato su altro.
-Per favore, non disturbarmi! Sto cercando di preparami alle domande che potrebbero farmi, un giorno, a una lezione all'aperto.-
-Ahah, cavolo ti stai già portando avanti.-
-Mi ricorda un po' te Alex.-
Ridacchiò la professoressa Anna.
-In effetti ahaha. Ora però sarà meglio lasciarla alla sua lezione. Arrivederci professoressa.-
Disse Sara uscendo con l'amico.
-Grazie a voi, ed a presto!-
-Vogliamo provare nella stanza accanto?-
Chiese subito dopo Alex guardando l'amica.
-Non saprei, era quella di Vanesio.-
-Appunto, se c'è un altro professore sarà meglio vedere che tipo è.-
In effetti non aveva tutti i torti, e proprio per questo la convinse, ma come aprirono la porta videro qualcuno completamente diverso dal vecchio professore.
Intanto per i suoi capelli a spazzola marroni ed i gentili occhi neri. L'uomo che stava tenendo una lezione indossava un completo azzurro, e sembrava parlare serenamente alla classe.
Come la volta precedente tutti si girarono per vedere chi fosse entrato così tardi.
-Oh, salve Ranger, posso fare qualcosa per voi?-
Chiese subito il professore confuso.
-Ci scusi, volevamo solo controllare alcune cose. Ma sembra che qui la lezione proceda bene.-
Disse subito Alex giustificandosi.
-Sì certo. Ho iniziato a insegnare da poco. Ogni giorno devo affrontare nuovi problemi, ma non è un problema. Se c'è qualcosa che posso fare per voi comunque ditemi pure.-
Sembrava un uomo per bene, non era per nulla rigido e magari era anche un buon professore.
Nel frattempo i suoi studenti erano completamente rapiti dai due ospiti, ed una ragazza dai capelli neri legati in una coda di cavallo e gli occhi grigi si rivolse a Sara.
-Ciao! Hai sentito del professor Vanesio? Sì è preso un lungo periodo di ferie. Sarà tornato al suo paese?-
Non sapevano come stavano veramente le cose?
Certo era strano, ma forse era meglio così, infondo ne andava della credibilità della scuola, anche se non era facile per Sara trattare l'argomento.
-Già...chissà...-
-Beh, avete sicuramente di meglio da fare che pensarci qui.-
Ribatté Alex per cambiare discorso.
-Sì!Questa scuola mi piace un sacco. E posso stare un altro anno! Evviva!-
Rispose fortunatamente un altro studente dai capelli grigi e gli occhi dello stesso colore.
-Contro l'Erba, il Fuoco. Contro il Fuoco...com'era più?-
Nel mentre il suo compagno di classe, un tipo dai capelli neri a punta e gli occhi azzurri, stava borbottando qualcosa tra sé e sé tutto concentrato.
-Beh, ora dobbiamo proprio andare. E' stato un piacere professore.-
Disse Alex allontanandosi.
-Anche per me.-
-Sembra una brava persona.-
Commentò Sara non appena furono fuori.
-Già, speriamo sia così...proviamo ad andare nel vecchio nascondiglio di Vanesio al piano inferiore?-
-Quello dove abbiamo fatto la prova di coraggio? Certo, stavolta voglio vedere se c'è altro.-
Disse subito Sara scendendo immediatamente. Ancora non erano mai veramente stati lì, ma non si stupirono di non vedere nulla per il corridoio.
La vera sorpresa arrivò una volta entrati nella stanza fino a quel momento a loro vietata.
Lungo il pavimento di piccole piastrelle marroni c'erano vari fogli di calcoli complessi mai visti prima, nell'angolo in basso a sinistra e nella parete a destra c'erano poi due tavoli in ferro, ma se il primo era praticamente vuoto il secondo aveva dei libri, un computer e varie valigette.
Davanti a loro poi, vicino a due librerie piene di libri, c'era uno stranissimo macchinario che emetteva delle luci verde ed azzurre.
-Cavolo...ma che roba è?-
Disse Alex corrugando la fronte, avvicinandosi al pc.
-Strano, l'hanno lasciato acceso ma la memoria è stata cancellata...-
Sara nel frattempo si era avvicinata al macchinario, ma tutto ciò che notò di comprensibile fu una targa.
-Sembra che questa macchina sia stata donata dalla Altru SpA. Dalle librerie invece ci sono pubblicazioni professionali sulla programmazione.-
-Qua invece c'è una borsa portadocumenti. Sopra c'è scritto "Prototipo". Che sia per la Gigaremo?-
Chiese Alex ancor più serio.
-Da quanto ci stavano lavorando...-
Esser scesi fin la giù certamente non aveva portato risposte, ma magari nemmeno domande particolari, solo il senso schiacciante d'esser stati infannati fin dall'inizio...
-Dai torniamo sù, rimane ancora l'ufficio del preside da vedere e la biblioteca, ma in questa dubito sia cambiato qualcoa.-
-Ammettilo Alex, non ti piace la biblioteca.-
Ridacchiò Sara seguendolo.
-Non mi è mai piaciuto star fermo senza far niente haha.-
Fortunatamente lui era sempre in grado di tirarla su di morale, anche se effettivamente aveva ragione, l'unica differenza nella biblioteca fu una ragazzina dagli occhi marroni ed i capelli arancioni che li guardò sbalordita.
-Oh, wow! Un Ranger in carne e ossa! Posso toccare la tua uniforme?-
Chiese subito avvicinandosi ad Alex, mentre Sara ridacchiava.
-Ehm...certo?-
-Wow!-
Dopo aver lasciato quella piccola fan rimase solo la stanza del preside al primo piano, ed anche questa non era assolutamente cambiata, l'uomo si trovava dall'altra parte della stanza, ma come li vide il suo sorriso si sarebbe potuto notare anche dalle scale del cancello esterno.
-Salve, Alex e Sara, qual buon vento vi porta all'Accademia?-
-Per un incarico preside, è bello rivederla.-
Rispose subito Sara.
-Oh ne sono felice. Mi sembri una persona più matura. Ma il tuo sorriso non è cambiato per niente. Ed anche tu Alex, posso vedere chiaramente sei ancora pieno di energia.-
-Grazie mille preside. Ora però sarà meglio tornare al lavoro, ci siamo presi il permesso di dare un'occhiata all'Accademia.-
-Fate, fate pure. Siamo sempre felice di rivedervi.-
Salutandolo i due uscirono dalla stanza, procedendo con le scale al piano superiore, in cui come sempre si trovava la signorina Della, che come vide Sara, la quale era salita per prima, le sorrise gentilmente.
-Oh, ciao, Sara. Sei la persona giusta al momento giusto! Stavo rastrellando le foglie in cortile quando la mia povera schiena si è bloccata. Ho già raccolto le foglie e ne ho fatto dei mucchietti. Ho solo bisogno di qualcuno che le bruci. Puoi occupartene tu?-
-Ma certo, non si preoccupi.-
-Oh, lo farai? Sono proprio fortunata! In totale ce ne sono tre.-
-Si figuri, dopo tutto ciò che ha fatto per noi all'Accademia. C'è anche Alex che mi darà una mano.-
E come parlò il ragazzo comparve dalle scale, facendo sorridere la donna.
-Oh ma che bello rivedervi così cresciuti, nonostante sia passato così poco.-
Disse subito la donna avvicinandosi pizzicando all'altro le guance.
-Alex, dobbiamo bruciare alcune foglie per aiutare la signorina Della.-
Spiegò Sara allegra.
-Nessun problema, ci metteremo pochissimo tempo.-
Così dicendo stavolta fu Alex a muoevrsi per primo, mentre l'altra lo seguì con calma, e come uscirono trovarono subito un mucchio di foglie arancioni e marroni accatastate al centro del giardino, e bastava solo una mossa Fuoco 1.
Fortunatamente lì vicino c'era un Charmander che, dopo esser stato catturato, bruciò con molta facilità le foglie senza rovinare il prato.
-Restano ancora due mucchi di foglie.-
Così dicendo Sara trovò subito il secondo mucchio di foglie non molto lontano dalla struttura dove le spiegarono per la prima volta come catturare i Pokémon e distruggere gli ostacoli, ed anche questa volta un Charmander l'aiutò nel bruciare le foglie.
-Resta ancora un mucchio di foglie.-
Disse Alex sorridendo correndo per il giardino alla ricerca del cumulo di foglie, trovandolo nel punto sopraelevato raggiungibile tramite delle scale, e naturalmente a bruciare le foglie fu ancora un Charmander.
In lontananza i due videro la signorina Della aspettarli al centro del giardino, e subito la raggiunsero.
-Avete bruciato le foglie? Grazie mille. So che avete molto da fare. Grazie a voi ho potuto far riposare la schiena. Non mi fa più così male.-
-E' stato un piaceere.-
Risposero entrambi felici d'aver potuto aiutare una persona che nel loro periodo all'Accademia li aveva aiutati molto. Poco dopo lo Styler ricevette un messaggio da Glenda.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Lo stesso messaggio naturalmente arrivò anche ad Alex, ed in seguito i dati aggiornati.
-"Hai ottenuto: Tattica tempo."-
Secondo lo schermo tale mossa aumentava un po' la durata delle Poké Tattiche.
-Perfetto, ormai manca solo un incarico. Dov'era?-
Chiese Alex sorridendo.
-A quanto pare...al Villaggio Cicole...da mio padre?!-
Non l'aveva notato fino a quel momento, ma effettivamente era proprio nella lista, e questo certo non le faceva piacere.
Se fosse successo qualcosa a casa, ed avesse tardato a raggiungerli, non se lo sarebbe mai perdonata, proprio per questo Sara iniziò a correre distanziando involontariamente Alex, che però capiva la sua fretta e cercò di starle dietro, come però superarono il ponte ancora una volta il messaggio di Glenda arrivò.
-Qui è glenda, quando rientri recati a rapporto dalla presidentessa Edvige.-
Nel frattempo lei però aveva continuato a correre, ed in men che non si dica era arrivata al Ranch dei compagni dove era certa avrebbe trovato il padre, che in effetti era impegnato lì.
-Papà!-
-Oh, Sara! Proprio di te avevo bisogno. Un reporter chiamato Anselmo è passato qui prima. Si è dimenticato la penna.-
Con un sorriso gentile ed innocente il padre guardò entrambi, ora che anche Alex l'aveva raggiunta, mentre Sara aveva la bocca mezza aperta.
Quindi...non era successo niente. Meglio così.
-Potresti riportargliela?-
-Sì, certo papà.-
-Quel reporter ha detto che sarebbe andato alla Altru SpA.-
-Ho capito, lo raggiungo subito.-
Ripresasi da quel piccolo spavento i due si allontanarono dal Ranch dei Compagni, arrivati però lungo il sentiero che collegava  il Villaggio Cicole alla Città di Vien notarono uno Staraptor vicino ad uno degli alberi, e certamente sarebbe stato comodo viaggiarci sopra piuttosto che andare a piedi, per questo motivo subito Sara lo catturò.
-Perfetto, vogliamo andare?-
Chiese poi sorridendo all'amico, che salì assieme a lei sulla schiena del Pokémon, diretti naturalmente al Palazzo Altru.
Subito il Pokémon spiccò il volo, e naturalmente lo spettacolo tra le nuvole fu meraviglioso. Più volavano più era piacevole farlo, e quasi con dispiacere atterrarono davanti al palazzo, ancor prima però di fare un passo lungo la scalinata un uomo dai capelli ed occhi neri, che portava un abito marrone ed una cravatta rossa, le andò incontro. Naturalmente lei lo riconobbe visto gli aveva già parlato alla CIttà di Vien.
-Ciao Sara! Hai una storia per me?-
-Invece di una storia ho qui questa.-
Rispose invece l'altra scuotendo il capo.
-Oh, ehi! E' la mia penna! Dov'era?-
-Mio padre mi ha chiesto di portartela.-
-...oh, l'ho lasciata a casa tua? Grazie per avermela riportata! In realtà, ero andato a trovare tuo padre per intervistarlo. Sarò sincero: è un uomo di poche parole. E' stato difficile farlo sbottonare un po'. Almeno fino a quando non abbiamo iniziato a parlare di te. Da lì è cambiato tutto. Non la smetteva più di parlare, sembrava proprio un'altra persona. Mi ha detto: "Sono fiero di mia figlia."-
A questa notizia la ragazza non poté non sorridere felice, era sempre piacevole sapere che la sua famiglia era fiera di lei.
-ai, mi piacerebbe intervistarti uno di questi giorni...oh, no! Guarda che ora si è fatta! Mi aspettavano per un'altra intervista, devo proprio scappare. Grazie per la penna!-
Così dicendo il reporter si allontanò per tornare a lavorare.
-Alex, ti dispiace se torniamo da mio padre?-
-Ma certo, lo farei pure io.-
Rispose l'amico sorridendogli, seguendola per scendere dalla scalinata, notando fortunatamente un altro Staraptor che poté dar loro un passaggio fino a casa di lei fino al Villaggio Cicole, e da lì al Ranch dei compagni furono pochi passi, mentre il padre era ancora a lavorare, che come li vide sorrise.
-Oh, bene! Hai trovato Anselmo? Ottimo lavoro!-
-Sì, è stato veloce fortunatamente.-
-Ne ero sicuro.-
Rispose il padre sorridendo, mentre lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l'incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
In seguito subito naturalmente arrivò il messaggio dei dati, ultimo per quella giornata probabilmente.
-"Hai ottenuto: Difesa psico".-
A quanto pare riduceva di tre i danni di un attacco Psico, sicuramente un buon modo per concludere il giro di pattuglia.
-Grande abbiamo finito!-
Esclamò Alex battendo il cinque all'amica, avevano fatto un ottimo lavoro.
-Direi di chiedere l'ultimo passaggio della giornata ad uno Staraptor, che dici?-
Chiese ancora lui guardandola.
-Sono assolutamente d'accordo.-
Felici i due trovarono il suddetto Pokémon non molto lontano da lì, in realtà esattamente dove l'avevano trovato la volta prima, e subito partirono in volo per la Federazione Ranger, ed in poco più di una decina di minuti si trovarono già lì, pronti a fare rapporto.
Dalla fretta camminarono perfino sulle scale mobili, fino a raggiungere la presidentessa ed il professore che proprio in quel momento stavano parlando, ma che si fermarono notandoli.
-Finito il giro di pattuglia?-
Chiese la donna seria.
-Sì.-
Risposero i due in coro.
-Per favore passate dalla sala ricerca.-
Era particolarmente seria, e questo portò entrambi i Top Ranger con i piedi per terra, tanto che non fecero domande o simili ma raggiunsero subito la sala di ricerca, ovvero la prima stanza a destra del primo piano.
-Che cosa sarà successo?-
Chiese però Sara nel tragitto preoccupata guardandosi attorno.
-Spero nulla di grave...-
Commentò Alex altrettanto serio, ma come aprirono la porta videro Willy, indaffarato a parnare con due schienziati, accanto ad uno strano macchinario simile ad un cilindro di ferro te superiore era una cupola di vetro.
-Sara e Alex.-
-Che cosa succede Willy?-
Chiese subito Alex avvicinandosi.
-Parlate sottovoce. Non urlate per nessun motivo. Meglio non disturbare i ragazzi al lavoro su quel diario...Hic!-
Proprio come li aveva avvertiti singhizzò rumorosamente, facendo sobbalzare tutti.
-Oh! Scusatemi! Scusatemi! Mi è partito un singhiozzo!-
Disse poi subito rosso in viso, ma uno degli schienziati lo guardò sorridendo rivolgendosi poi ai due Ranger.
-Il carattere solare di Willy mi tira su Vede sempre le cose dal lato positivo.-
-Ha proprio ragione.-
Disse Sara sorridendo appena, quando l'uomo venne distratto dallo schermo del pc.
-Oh,adesso, cos'è questo? Alcune lettere stanno cominciando a comparire sulla copertina. L-U-C-I-A-N-O. Luciano? Cosa pensate possa essere?-
Tutti rimasero in silenzio per qualche minuto riflettendo su quel nome, fino a quando Willy non parlò.
-Sara! Io ho sentito parlare di questo Luciano! Quando ci siamo incontrati nell'atrio del Palazzo Altru! DI chi si trattava? Aspetta, non dirmelo! Era il nuovo custode?-
-Non credo...-
Rispose la ragazza senza purtroppo ricordare il nome.
-Luciano, Luciano...ma chi era costui? Il guardiano del faro? Dovresti precipitarti al Palazzo Altru, ecco cosa dovresti fare.-
-Come ha detto Willy, forse potremmo scoprire qualcosa andando al Palazzo Altru.-
Commentò Alex già pronto.
-Molto bene, andiamo allora.-
Usciti dall'edificio, anche se il palazzo non era molto distante, i due preferirono chiedere aiuto ad uno Staraptor vicino all'ingresso, riducendo così ancor di più i tempi d'arrivo.
Arrivati finalmente al palazzo subito i due entrarono, venendo accolte da una delle impiegate.
-Benvenuti alla Altru Spa! Qui al piano terra sono esposti alcuni reperti della storia della Altru SpA. I piani dal primo in su sono chiusi al pubblico.-
-Grazie dell'informazione.-
Disse Sara dirigendosi subito verso le foto infondo alla stanza, unico indizio che le sembrava utile, leggendo tutte le targhe sottostanti.
"Un futuro luminoso per Almia.". Il fondatore Chimerio Raggiani. "Proseguendo sulla strada giusta.". Il secondo presidente Luciano Raggiani.-
-Luciano!-
Scattò subito Alex a quel nome.
-Quindi quel diario è stato scritto dal secondo presidente della Altru, Luciano Raggiani. Dobbiamo informare la federazione.-
Annuendo Sara si precipitò fuori da lì con l'amico, andando alla ricerca di un altro Staraptor, ai Giardini Altru, per tornare indietro, ma come uscirono sentirono una forte musica provenire dai dintorni.
-Eh? E0 musica quella che sento provenire dal palco dei Giardini Altru? Andiamo a controllare.-
Disse Alex andando per primo, mentre Pachirisu apprezzando la musica canticchiava.
-Pokémon rock!-
L'urlo di tre persone sul palco al centro del giardino attirò ancor di più l'attenzione, si trattava del Quartetto rock.
-Dalla reginoe di Fiore, oltre il mare, il quartetto è finalmente qui!-
Esclamò Pietro mentre suonava la chitarra.
-Se ci conoscete, siete nostri fan! CI conoscevate come banda sì! Ehm...una banda criminale, sì...-
Continuò Vanda sorprendendo Sara per quell'affermazione.
-Ma è acqua passata! Abbiamo cambiato i nostri cuori e le nostre menti! Ora siamo gli alfieri della musica rock!-
Concluse Pietro suonando il basso.
-Quale è il nome della nostra band?! Quartetto rock! Non vi sentiamo! Quartetto rock! Non fate i timidi! Urlatelo, forte e chiaro!-
-QUADRETTO ROCK!!!-
Anche la folla si unì all'urlo, ma con un piccolo errore.
-Ehm, voi! Grazie per la partecipazione al nostro numero, ma...il nome del gruppo è Quartetto Rock, non quadretto Rock! Ora stiamo solo provando, ma per piacere durante lo spettacolo non combinate guai.-
Chiese gentilmente Pietro sorridendo.
-La band formato famiglial, il Quartetto Rock! Quattro è il numero perfetto per qualsiasi gruppo!-
Urlò poi ancora Vanda.
-Quattro invece di tre! Quattro piuttosto che cinque!-
Continuò Boris, mentre ad uno ad uno si esibirono in uno spettacolare assolo prima di chiudere con il fiatone.
-...che ne pensate? Stiamo ripetendo che siamo un quartetto e che siamo un gruppo di quattro elementi...ma ad ogni modo siamo ancora un trio, con solo tre persone, in qualunque modo uno ci veda.-
Borbottò poi Pietro.
-Questo perché Claudio se n'è andato da qualche parte.-
Sospirò Vanda stanca.
-Claudio sta cercando sé stesso. Si sta spremendo le meningi per il testo della canzone che suoneremo all'evento. E' andato fuori di testa quando ha letto il testo inviato dalla Altru. Se n'è andato urlando che lui non poteva cantare quella roba.-
Spiegò ancora una volta Boris.
-Abbiamo un sacco di tempo prima dell'evento commemorativo della Altu. Non mi preoccuperei troppo.-
Tentò però di dire Pietro.
-Se Claudio La Star non ritorna, dovremo cambiare il nome del gruppo. E come? Il Trio Rock? Il Terzetto Rock? I Rock 3?-
Vanda era decisamente più agitata, ma purtroppo c'era poco da fare.
-Allora sono loro il Quartetto Rock! Non me lo aspettavo. Avevo sentito delle voci su di loro quando ero ancora a Fiore.-
Anche se era una notizia interessante non avevano tempo da perdere, e per questo Sara andò subito a catturare uno Staraptor vicino, per poi prendere il volo con l'amico e tornare alla Federazione, impiegando pochi minuti per tornare da Willy.
Ma stavolta anche la presidentessa ed il professore si trovavano lì.
-Abbiamo scoperto il nome, Luciano è il secondo presidente della Altru!-
Urlò Sara entrando.
-Come dici?! Luciano era il secondo presidente della Altru? Sì, sì, adesso ricordo! E' vero!-
Disse subito il professore portandosi una mano alla fronte.
-Oh, giusto, già, lo sapevo! Luciano è il nome del secondo presidente della Altru! Già, già, già, già, già! Proprio come sospettavo! In altre parole...quel diario è stato scritto da Luciano Raggiani della Altru SpA! Mi chiedo se contenga dei particolari romantici.-
Commentò Willy, venendo però ignorato.
-Il presidente Luciano Raggiani aveva un aspetto ordinario ed anonimo, anzichenò. Non ho idea di dove risieda or ora, fianco del fatto se sia ancora in vita o meno. Mi ero completamente scordato di lui. La conclusione che possiamo trarre è che il diario fu scritto dal presidente Luciano.-
Continuò intanto il professore, mentre poco dopo venne interrotto da Nage, uno degli schienziati in servizio.
-Posso iniziare la mia esposizione?-
-Certo, certo. Procedi.-
Rispose subito il professore annuendo.
-Ahem...molto bene. Riteniamo che il diario del presidente Luciano possa risalire a una trentina di anni fa. A quel tempo era palese che il giacimento petrolifero dell'Altopiano Cromano si stesse esaurendo. Luciano era molto preoccupato di questo. Ma pio Luciano fece una grande scoperta mentre scavava un pozzo. Fu ritrovava una misteriosa ed enorme gemma nera montata su un podio cerimoniale. Si trattavaa, suppongo, di ciò che Settimo ha chiamato "Cristallo dell'Ombra". Luciano scrive che qualcosa nel suo cuore reagì di fronte al Cristallo dell'Ombra. Egli percepì che il cristallo conteneva un enorme quantitativo di energia. Il diario parla anche del suo unico figlio, Nereo Raggiani. Ogni accenno all'attuale presidente della Altru pare, comunque, quasi casuale. Sembra che Luciano abbia affidato suo figlio quasi completamente a sua madre. Lui si chiuse nello studio spasmodico del Cristallo dell'Ombra. Riteneva che quell'oscuro potere potesse risolvere i problemi energetici di Almia...e questo è tutto quello che abbiamo finora, purtroppo. Continueremo a decifrare il diario.-
Spiegò Nage prendendo finalmente fiato.
-Ottimo lavoro. Stiamo cominciando a veder emergere un collegamento tra il Cristallo dell'Ombra e la Altru SpA.-
Commentò il professore.
-Sconcertante. Questo piccolo frammento nero sarebbe l'energia del futuro, eh?-
Incuriosito Willy si avvicinò al cristallo, ma come lo fece il petto iniziò a brillargli di una luce blu.
-Co-cosa?! Cosa mi succede? Cosa mi succede?!-
Il bagliore aumentò talmente tanto che per un istante tutti dovettero chiudere gli occhi.
-Wi-Willy! Il tuo petto...sta brillando! Cosa mai ti sta capitando?-
Chiese preoccupato il professore.
-Willy...però, come brilli bene!-
Disse poi Alex prendendola sul ridere.
-A brillare non è Willy, dopotutto, anzi sembrerebbe...Willy! Che cosa porti nascosto sul petto?!-
Chiese ancora il professore scattando.
-Aspetti un attimo, professore! Non ho nulla da nascondere io...è il mio ciondolo a brillare!-
Come il ragazzo tirò fuori il proprio ciondolo così i macchinari sembrarono impazzire mentre il professore li controllava.
-Guarda guarda! Osservate i valori degli strumenti! L'energia del frammento oscuro è crollata! Cosa si sta verificando...?-
Borbottando il professore si avvicinò nuovamente a Willy guardandolo negli occhi.
-Willy, dicci. Cos'è esattamente quel ciondolo?-
-E' un regalo di mio papà. E' un souvenir della Valle di Crio. Mio papà guida un team di ricerca Pokémon nella Valle di Crio. Ha detto che questo ciondolo era opera di una vecchia signora che vive là. E' ricavato da delle pietre blu chiamate "Lacrime dei principi".-
Dove aveva già sentito quella frase?
Le suonava così familiare ma allo stesso tempo lontana, con tutte quelle informazioni poi la mente di Sara non le permise di ricordare, ma la voce del professore la richiamò alla realtà.
-Sara! Non startene lì in attesa! Bisogna essere dinamici! Su, su! Valle di Crio ha detto? E Valle di Crio sia! Recati alla Valle di Crio e raccogli informazioni sulle Lacrime dei principi! E' una missione! Una missione!-
-S-subito!-
Il suo modo di fare la metteva sempre in crisi, fece per muoversi ma non aveva la minima idea di che cosa fare!
-Alex, vorrei che tu rimanessi qui ad assistermi. Gli eventi subiaranno una brusca accelerazione da qui in avanti!-
Continuò poi ancora l'uomo, mentre la ragazza era quasi sulla porta quando Willy la chiamò.
-Sara, Sara. Devo dirti come fare a raggiungere  la Valle di Crio. Una volta fuori dal Quartier Generale vai a sud finché non raggiungi un fiume. E' chiamato Fiume Onir. E' davvero bello. Dovrai risalire quel fiume fino ad una grotta che conduce alla Valle di Crio. In questa stagione si possono vedere dei Floatzel lungo la sponda del fiume. Prova a farti aiutare da loro. Un Floatzel ti potrà portare sul dorso lungo il fiume, se parti da un molo.-
-Grazie mille Willy.-
Disse lei sorridendo felice dell'aiuto.
-Ehi, ma non è un colpo di scena sensazionale? Io che vengo fuori con un indizio fondamentale? Incredibile!-
-Hai fatto un ottimo lavoro Willy.-
Che fosse incredibile o meno, sicuramente era stato prezioso, ma ora era venuto il turno di lei di far qualcosa di utile per la Federazione Ranger, e con trepidazione nel cuore lei e Pachirisu partirono per la missione.

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Quasi saltando le rampe delle scale mobili Sara e Pachirisu arrivarono fino al pian terreno, mentre lei ancora metabolizzava tutte le informazioni ricevute.
Quella pietra certamente era l'inizio di qualcosa di molto importante, e non c'era tempo per fermarsi. Era stanca dopo il pattugliamento, sì, ma sapeva bene che il Team Pesto Buio si muoveva altrettanto rapidamente, ma forse per quella volta li avrebbero preceduti.
Una volta arrivata ai piedi della montagna individuò subito il Pokémon di cui Willy aveva parlato. Simile ad un Flotazel ma decisamente più grande e con due lunghe code arancioni dalle punte chiare.
La ragazza non perse tempo e subito si avvicinò dando il via alla cattura. Il Pokémon era molto rapido nei suoi movimenti, e come prima cosa tentò di attaccarla con delle bolle d'acqua, che però lei riuscì a schivare muovendosi a scatti in vari punti.
Questo fu l'unico attacco che gli permise di fare, prima di catturarlo.
Come già sapeva si chiamava Floatzel, "Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa di zona: Acquanuoto", "Attacca sputando sfere e masse d'acqua.".

-Ottimo, ora possiamo andare.-
Disse la giovane raggiante avvicinandosi al bordo dell'acqua, e subito sullo schermo dello Styler apparve un "?", che venne sostituito dalla scritta "Vuoi salire su Floatzel?" quando lei puntò l'altro con lo Styler. 
Naturalmente toccò il "Sì", ed il Pokémon si tuffò in acqua galleggiando sul bordo dandole modo di salire sulla schiena.
-Perfetto, andiamo!-
Guidando il Pokémon puntando la mano nella direzione in cui voleva andare Sara proseguì lungo il fiume ad ovest, risalendo così per un breve tratto circondato dagli alberi ed immersi nella più completa pace.
Il tratto arrivava fino ad una parete rocciosa, che però presentava un'apertura attraverso cui proseguire.
Poco prima, tuttavia, videro un pescatore che si beava di quella tranquillità, peccato che lei non poteva fare lo stesso, ma l'uomo vedendola la salutò con una mano.
-Questo è un posticino che conosco solo io. E' fantastico, però qui non c'è niente da pescare.-
-Mi scusi ma...allora perché ha quella canna da pesca?-
-Non si sa mai ahah.-
Sicuramente era ottimista, ma non era certo solo visto che, accanto alla parete rocciosa, si trovava un uomo vestito da esploratore, che salutò anche lui la giovane.
-Salve Ranger! Questa è la Grotta Stalagmite. Una volta attraversata la grotta, ti ritrovi nella freddissima Valle di Crio.-
-Grazie mille per l'informazione, buona giornata!-
Così, certa fosse la direzione giusta, lei ed i Pokémon si spinsero all'interno della grotta.
A causa della scarsa luminosità non era facile guardarsi attorno, ma Sara poté riconoscere varie affilatissime stalattiti appese al soffitto, dalle quali di tanto in tanto cadeva qualche goccia che risuonava nel silenzio. A qualche metro sopra l'altezza dell'acqua c'erano alcuni piani di roccia, ma almeno all'inizio della grotta non si poteva saire su di esse.
La strada non era particolarmente larga e si poteva solo seguire il percorso evitando le stalagmiti che invece sbucavano dall'acqua. Ad un certo punto però era possibile scegliere se proseguire andando avanti o attraccare a sinistra, e per il momento Sara scelse la seconda opzione, visto sembrava essere uno spazio relativamente piccolo poteva anche controllare per qualche minuto fosse tutto apposto.
Sorprendentemente trovò un piccolo pontile in legno, solido abbastanza però da non cedere quando vi saltò sopra.
-Grazie Floatzel, a presto.-
Mentre il Pokémon andava via la ragazza si voltò, notando che erano presenti altri tre Pokémon in quel punto, tra cui un Floatzel, prima però che potesse fare anche solo un passo uno di loro, un grande pipistrello viola dalla bocca spalancata, le arrivò addosso sfiorandole in volo la testa, iniziando così una cattura.
Anche se colta alla sprovvista Sara riuscì comunque ad evitare un'onda di ultrasuoni emessi dal Pokémon, che però le fecero fischiare le orecchie, ed anche una palla di veleno acido sputata sul terreno.
La ragazza continuò con attenzione a disegnare dei cerchi attorno all'avversario, ma quando questo salì sulla pozza prestò troppa attenzione ad essa, non notando che la stava caricando se non quando ormai fu tardi.
Venne sbalzata a terra a causa del colpo dritto al petto, perdendo tre punti nello Styler.
-Ugh!-
I rischi erano certamente parte del lavoro, ma non ci si poteva mai abituare purtroppo. Per lo meno dalle esperienze passate era migliorata e per questo aveva continuato a disegnare dei cerchi fino a concludere la cattura.
Il nome del Pokémon era Golbat, "Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Distruzione 2", "Attacca emettendo ultrasuoni e sputando veleno.", come lato positivo però ci fu il fatto quella cattura la fece passare al livello 22, aumentando di quattro la potenza e l'energia di due, che ripristinandosi arrivò a 57/57.

-Beh, un po' di fortuna ogni tanto non fa male.-
Disse la ragazza sorridendo alzandosi da terra, osservando poi uno strano Pokémon rosa che continuava a saltellare come se fosse una leggera nuvoletta.
Il suo obbiettivo era il Floatzel, ma non riuscendo a capire con precisione da quale parte l'altro Pokémon sarebbe atterrato finì per ritrovarselo addosso, iniziando così una cattura.
Inaspettatamente il Pokémon non si mosse di un millimetro da dove si trovava, ma iniziò subito a cantare una melodia dolcissima che quasi fermò Sara, desiderosa d'ascoltarla.
Tuttavia la cosa non durò a lungo, visto ad ogni parola si formavano delle note giallastre che fluttuando, con estrema lentezza, impedivano alla Linea di cattura d'agire con libertà, visto sicuramente scontrandosi con esse avrebbe comportato dei danni. Proprio la loro lentezza però permise alla ragazza di agire disegnando dei cerchi attorno al Pokémon, fermandosi solo quando le note si facevano troppo vicine.
A cattura conclusa le informazioni vennero aggiornate, il nome del Pokémon era Jigglypuff, "Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 1", "Attacca con le note musicali dei suoi canti.".

-Beh, grazie della canzone, ma ora è il momento di proseguire.-
Sorridendo al nuovo amico Sara si avvicinò subito a Floatzel, e catturandolo poté proseguire nell'unica strada rimasta, attraccando al nuovo piccolo molo, godendosi comunque la bellezza di un paio di cascate sotterranee in dei punti non molto distanti da questo.
La strada principale nella grotta per il momento fu nell'immediata sinistra, ma esattamente davanti a lei si trovava un passaggio nella parete che poteva, forse, condurre in un'altra zona, e naturalmente lei preferendo controllare tutto entrò passò prima da quella parte, ritrovandosi però in un angolo nascosto dentro il quale riposava un gigantesco Pokémon arancione, con tre cerchi blu disegnati su ogni lato e con due piccoli vulcani sulla schiena.
-Oh.-
La sua stazza certamente era intimidatoria, e non fu da meno quando iniziò ad avvicinarsi a lei, seppur senza caricarla o simili arrivando solo a toccarla iniziando così una cattura.
Fin da subito il Pokémon tentò d'attaccarla sputando delle fiamme in rapida successione, e la ragazza dovette muoversi molto rapidamente per evitarle, ma successivamente fu lei a contrattaccare disegnando un gran numero di cerchi attorno a lui.
Il Pokémon si muoveva con relativa calma, ma solo dopo un po' attaccò una seconda volta, e durante questa dai vulcani sulla schiena uscirono delle palle di fuoco che generarono delle colonne fiammeggianti. Fu in questo stacco di tempo che Sara decise di caricare il suo Styler, la cui linea divenne color dell'arcobaleno.
Mancava poco ormai al termine della cattura, ma spinta dalla fretta lei tardò nel fermarsi e così la linea venne colpita da un'altra raffica di fiamme.
Sulla mano di lei si crearono subito delle bruciature e perse ben sette punti arrivando a 50/57, ma non per questo si fermò, anzi, continuò a muovere la linea fino a catturarlo.
Il nome del colosso era Camerupt, "Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 3", "Attacca sputando tizzoni incandescenti ed emettendo palle di fuoco dalla schiena.".

-Aia, fanno un po' male...-
Guardando le proprie mani Sara vide con facilità le scottature formatesi da sotto i guanti, grazie alle dita d'essi mancanti, ma il pizzicore era sopportabile, anche se Pachirisu le si avvicinò preoccupato.
-Tranquillo amico, sto bene. Andiamo avanti.-
Era strano si sentisse così serena?
Per il momento sentiva solo l'eccitazione d'essere in un luogo nuovo e della missione, ma non la paura che magari aveva sentito nei primi incarichi. Forse con il passare del tempo anche l'idea di ferirsi aveva iniziato a spaventarla di meno.
Il dolore e le ferite sarebbero guarite, mentre la soddisfazione per ciò che faceva sarebbe rimasta.
Con tale pensiero continuò così a muoversi per il sentiero, fino a quando non arrivò ad un altro passaggio davanti al quale era presente un piccolo ponte di legno e, superato anche questo, una serie di scalinate ai lati dei quali su delle zone di terreno sollevate giravano degli adorabili Pokémon simili a delle foche azzurre, rotondi e dal pancino giallo.
Superando le scalinate di quel piccolo punto rialzato Sara notò anche un altro paio di Pokémon, il primo simile in tutto e per tutto ad un tricheco azzurro, ed anche lui era in un punto al momento non raggiungibile, mentre l'altro  era in cima alle scale, piccolissimo, marrone con dele strisce scure sulla schiena ed un nasino adorabile da maialino.
La sua innocenza però mascherava una bella grinta, visto che come vide la Top Ranger la caricò.
-Woh!-
Saltando lei riuscì a schivarlo fortunatamente, ma non poté evitare di toccarlo ed iniziare così una cattura.
Il Pokémon in un primo momento sembrò tremare con forza, ed un attimo dopo dal suo naso fuoriuscì come una minuscola bufera di neve che fece venire i brividi alla ragazza, al suo termine però anche lei tentò di agire disegnando i cerchi di cattura attorno a lui, fermandosi solo quando tentò di caricarla, ma anche in questo caso fu semplice evitarlo, e bastò poco per concludere il tutto.
Il suo nome era Swinub, "Gruppo: Terra- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Azione 1", "Attacca soffiando polvere di neve e lanciandosi alla carica.", purtroppo però era il sesto Pokémon, e Sara fu costretta a liberare qualcuno, scegliendo proprio Swinub, Jigglypuff ed infine Umbreon.



Fatto questo la ragione l'avrebbe spinta a muoversi, ma la curiosità verso gli altri due Pokémon la spinse a scendere saltando verso i punti rialzati, iniziando da quello simile ad un tricheco.
Il Pokémon in un primo momento emise un verso allegro, muovendo le pinne come se stesse applaudendo, poi spalancando la bocca emise una piccola tormenta di ghiaccio, che però non scaturì alcun effetto e fu l'unico attacco che riuscì a fare prima d'essere catturato.
Il suo nome era Sealeo, "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 2", "Attacca soffiando polvere di neve e sputando pezzi di ghiaccio.".

In seguito Sara tentò di raggiungere l'altro Pokémon, ma nella sua serie di salti sbagliò strada finendo in un punto in cui era presente un piccolo pontile in corrispondenza di un fiume. 
Nonostante vi fosse ancora la grotta da esplorare la curiosità non era certo poca, ma si limitò a catturare un Floatzel vicino, decidendo prima di raggiungere l'altro Pokémon rimasto e poi d'andare a vedere cosa ci fosse oltre quel fiume.
Proprio mentre andava da quest'ultimo però controllando lo Styler si rese conto che era ad un livello di 54/57.
-Ma certo! Il nuovo potenziamento! Come ho fatto a dimenticarmene ahaha.-
Era grandioso, si era completamente scordata di quel dettaglio ma certamente non l'avrebbe più fatto, quel potenziamento poteva salvarla in momenti critici.
Con questa nuova carica raggiunse il nuovo Pokémon, che la sorprese con un attacco che non creò una semplice bufera, ma che consisteva nell'aprire la bocca e lanciare a terra un piccolo pezzo di ghiaccio, che crescendo diventò una vera e propria torretta piena di punte affilate.
Tuttavia bastò poco per catturarlo ed aggiornare le informazioni, il suo nome era Spheal, "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Azione 1", "Attacca sputando pezzi di ghiaccio.", dovette però liberarlo subito, assieme a Golbat, visto erano a sei Pokémon.

Avendo soddisfatto quella prima curiosità percorse nuovamente tutte le scalinate per arrivare in cima a quel punto, saltando poi per raggiungere il nuovo pontile, salendo in groppa a Floatzel per spostarsi a destra e vedere cosa ci fosse.-
Le sue due code si muovevano ad una velocità tale da sembrare un'elica, e impiegarono pochissimo tempo per arrivare fino ad un vicolo cieco, sbarrato da una serie di tronchi incastrati nel terreno sott'acqua, che nascondeva però un altro punto d'attracco.
Ciò che portò Sara a salire su questo era una rientranza della parete che poteva nascondere qualcosa di interessante, e subito lei vi passò.
Quel che trovò però fu alquanto inaspettato, ed allo stesso tempo prevedibile.
Era un Pokémon infatti, ma molto, molto piccolo, dal corpo rotondo e giallo con quelle che sembravano due cannucce bianche a strisce rosse sulla testa.
Come la vide il Pokémon subito saltò spaventato, finendole così addosso ed iniziando una cattura. Il primo attacco consistette nella creazione di alcune note fluttuanti, ma il vero problema fu il secondo che generò invece una gran quantità di sfere elettriche che, come toccarono il terreno, rimasero in quei punti per vario tempo.
Fortunatamente non abbastanza da togliere l'energia accumulata, e non impedì nemmeno a Sara di completare la barra, scoprendo così che il nome del piccoletto era  Chingling, "Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa mappa: Teletrasporto.", "Attacca lanciando sfere misteriose ed emettendo suoni.".

-Bene, almeno sono sicura non ci sia più nulla da vedere qui. Possiamo andare.-
Così dicendo Sara uscì da quel piccolo punto, catturando un altro Floatzel e tornando subito indietro verso la zona precedente, ormai il suo Styler era tornato al massimo, togliendole così un bel pensiero.
Ripercorrendo le scalinate raggiunse il passaggio in cima ad esse, che la fece arrivare esattamente davanti ad un ponte sospeso sopra una grande voragine nera.
Il fatto che il legno del ponte fosse rovinato e che le tegole in più punti fossero rossi, assieme ad alcune corde sfilacciate, non aiutò il cuore della ragazza a non aumentare di velocità.
-Ok...un passo alla volta...-
Prendendo un profondo respiro, e trattenendo involontariamente il fiato, Sara iniziò dal primo passo, ma sentendo scricchiolare il legno provò un brivido lungo la schiena.
-Andrà tutto bene...non accadrà niente...-
Aveva bisogno di sentirselo dire, e ripetere perfino dall'eco della zona, ma in qualche modo funzionò perché, perfino con le gambe tremanti, riuscì a raggiungere l'altra parte del ponte.
La tensione però non le aveva fatto notare un dettaglio alquanto rilevante, ovvero il freddo che aveva iniziato a presentarsi. Solo superato l'ostacolo l'avvertì, vedendo anche dei cumuli di neve dalla parete davanti a sé.
-Ci siamo quasi...-
Fiduciosa fece i primi passi per svoltare l'angolo e proseguire, ma trovò davanti a sé una brutta sorpresa.
Uno dei membri del Team Pesto Buio.
L'uomo aveva dei capelli rosso chiaro e degli occhi grigi, fissava la ragazza con un debole sorriso, poi, passandosi una mano tra i capelli, fece i primi passi verso di lei.
-Stavo appena tornando dopo aver chiuso l'accesso alla Valle di Crio quand'è successo. Si trattava di un Pokémon Ranger.-
-Eh?-
Cosa stava facendo?
Un monologo?
Non sembrava stesse regristrano o simili, quindi parlava da solo al passato come se stesse narrando a qualcuno ciò che stava accandendo.
- Evidentemente oberato dal compito affidatogli e a vedersi piuttosto scarso. Con grazioso gesto feci scivolare le dita sui comandi della fidata Miniremo.-
-Ma...-
Come aveva detto utilizzò una Miniremo per chiamare tre Golbat a lottare, ma il suo modo di parlarle...aveva tolto alla ragazza qualsiasi emozione che non riguardasse l'essere interdetta.
Questo non impedì certo ai Pokémon di attaccare ed iniziare la cattura, ma questa non fu particolarmente gravosa. L'unica difficoltà stava nel dover evitare di sbattere contro di loro ed evitare nei loro attacchi ad ultrasuoni, ma niente di troppo esagerato, e ben presto tutti quanti vennero circondati dalla sfera rosa che segnava il termine della cattura.
Come di consuetudine poi la Miniremo esplose, ed i Pokémon fuggirono.
L'uomo sembrava in quel momento tutt'altro che sicuro di sé.
-Umiliato e sconfitto dall'orribile realtà della mia stessa debolezza, fuggii. Attraverso la caverna, fino all'estremo opposto della landa gelata, fuggii.-
Con sguardo basso l'uomo le corse incontro, superandola e scappando oltre il ponte.
-Oh...-
Che...razza di situazione.
-Direi...che posso proseguire. Cattura terminata mossi i primi passi verso la fine della grotta, per raggiungere il luogo indicatomi dalla Federazione.-
Pachirisu come assistette a questo piccolo monologo guardò la sua amica con quasi disapprovazione, ma questa scoppiò subito a ridere.
-Ahahah scusami, ma dovevo.-
Guardando davanti a sé comunque le fu chiaro ormai non mancasse molto, visto la quantità di neve sul terreno, tuttavia c'erano due punti importanti.
Il primo era un Punto di Salvataggio, che venne subito utilizzato per non correre rischi, ed il secondo fu invece un gigantesco blocco di ghiaccio che bloccava la strada, che poteva però essere distrutto con una mossa Fuoco 2.
-Bene, so io chi ci vuole. Camerupt, per favore pensaci tu.-
Alla gentile richiesta il Pokémon subito si avvicinò a blocco di ghiaccio, ed aprendo la bocca emise una raffica di fuoco che in men che non si dica sciolse il ghiaccio.
-Grazie mille! A presto!-
Salutando l'amico ormai Sara non aveva più nulla ad impedirle di proseguire, perfino il gelo che avvertì farsi più forte sulla nuda pelle.
E proprio in questa sicurezza la ragazza superò l'uscita della grotta...

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Fuori dalla grotta gli occhi della ragazza si chiusero quasi immediatamente, visto il forte vento che le arrivò contro, ma una volta abituatasi poté vedere con chiarezza ciò che la circondava.
Neve, montagne di neve fresca che cadendo anche in quel momento tingeva la gigantesca vallata in cui si trovava di bianco, la quale a sua volta era circondata da numerose ed alte montagne le cui punte erano nascoste sotto un cielo pieno di grigie nuvole.
Già dai primi passi i suoi piedi sprofondarono in quella morbidezza, ma la sua pelle fu duramente colpita dalla bassa temperatura.
La tuta infondo aveva molte parti scoperte, e nonostante fosse stata fatta per sopportare anche determinati tipi di freddo non poteva ovviare al problema.
-C-che freddo...Pachirisu, tu stai bene?-
-Pachi.-
Il Pokémon annuì senza problemi, infondo era coperto di pelo, ma notando le condizioni dell'amica le si arrampicò sulla spalla provando a scaldarle almeno il collo con la coda.
-Grazie amico. Cerchiamo di trovare qualche indizio, e magari un posto al caldo.
Nel punto in cui si trovava si poteva proseguire solo verso un sentiero, ma prima di procedere guardandosi attorno notò, tra una gran quantità di  Swinubanche un altro Pokémon, gigantesco e dal folto pelo marrone.
I suoi occhi luccicarono a quella vista, e subito scattò verso di lui, evitando un attacco caricato, per iniziare una cattura. 
Standogli vicino avrebbe potuto sentire meno freddo magari.
La determinazione che aveva fu tale da farle subito disegnare una gran quantità di cerchi, che terminarono solo quando il Pokémon, soffiando, produsse una folata di neve, che tuttavia non la raggelò di certo, non solo perché venne evitata ma perché ormai più freddo di così non poteva esserci per lei.
Purtroppo però venne colta alla sprovvista quando, il Pokémon ripeté l'attacco una seconda volta, a quanto pare infatti questo era formato da due fasi uguali, e lo Styler subì un danno di otto punti passando a 49/57.
Sara sentì come una gelida fitta alla testa, ma la ignorò continuando la cattura, prestando molta più attenzione rispetto a prima, riuscendo quasi a catturarlo se non che all'ultimo nuovamente perse altri punti, terminando ironicamente con un solo cerchio successivamente.
Il nome del Pokémon era Piloswine, "Gruppo: Terra- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Azione 3", "Attacca soffiando polvere di neve.".



-Potevo esser più attenta, ma almeno ora posso star un po' meglio.-
Disse la ragazza sorridendo abbracciando l'enorme Piloswine, catturando però anche un Pikachu prima di proseguire per ricaricare il proprio Styler, che tornò a 57/57.
-In questi casi voglio esser prudente. Infondo prima abbiamo visto uno degli uomini del Team Pesto Buio.-
A causa del suo stravagante modo di parlare non aveva prestato il giusto peso alla cosa, ma se uno di loro era lì probabilmente significavano che erano tutti sulle tracce della stessa cosa.
Ciò rendeva la sua missione ancora più urgente di prima.
Muovendosi con una certa fatica andò avanti nel sentiero, fino a quando, come aveva temuto, vide davanti a sé tre uomini.
Due erano evidentemente due membri del Team Pesto Buio, un sottoposto ed un dirigente.
Ormai era facile riconoscerli visto i secondi non indossavano il cappello ed avevano degli spallacci viola.
Questo, il quale aveva un Pokémon simile ad un cane nero alle spalle, aveva anche una Miniremo attiva, e stava parlando ad un altro uom, vestito con un giaccone e dei grossi pantaloni blu, dai capelli e gli occhi marroni ed una barba dello stesso colore. 
Sembrava star proteggendo un Pokémon, dall'enorme stazza simile ad un pinguino ma con un tridente giallo sul viso.
-Avanti, non farmelo ripetere, cara la mia testa d'uovo infagottata! Molla quell'Empoleon e non fare storie! Ne ho bisogno per arrivare fino al Castello di Almia!-
Urlò il dirigente, senza tuttavia ottenere nulla.
-Ho detto di no e lo ribadisco! Questo Empoleon è ferito! Ha bisogno di cure!-
-Insomma! Basterà un cerottino, no? Ma va bene, d'accordo, hai detto la tua. Allora, con questa Miniremo ti preparo un bel Houndoom programmato su "Mordi".-
Sara subito spalancò gli occhi sentendolo, come potevano infischiarsene di un Pokémon ferito e minacciare un innocente in quel modo!
Non poteva assolutamente lasciargliela passare.
-...Shift, Attacca, Canc...Argh, ho le dita congelate...Shift, Attacca...e...Invio!-
Con molta lentezza il Pokémon si avvicinò ai due, che arretrarono spaventati.
-Che-che succede, Houndoom?-
-Fermi!-
Urlando Sara corse ignorando il gelo alle gambe, raggiungendoli e parandosi davanti all'uomo per difenderlo. I due uomini del Team Pesto Buio invece ridacchiarono guardandola, fino a quando il sottoposto non parlò.
-Ma sai chi sembri? Una di quelle stucchevoli persone che frignano sempre "No alla violenza"!-
-Tu, Ranger vestito troppo leggero! Riesci a usare lo Styler anche con le mani congelate?-
Continuò poi il superiore quasi ridendo.
-Posso dimostrartelo anche adesso.-
-Shift, Attacca e Invio! Houndoom! Attacca prima il Ranger!-
Ringhiando il Pokémon le  saltò subito addosso, iniziando così la cattura. Fin dal primo istante fu lui a fare la prima mossa, sollevando il capo e producendo una leggera fiamma dal muso, creando poi delle onde d'energia viola nel terreno che tuttavia Sara riuscì ad evitare in tempo. Attese il loro termine prima di agire, fermandosi quando il Pokémon l'attaccò con una fiammata.
-Almeno così posso scaldarmi.-
Disse ironicamente irritando l'uomo che lo controllava.
Il seguente attacco del Pokémon riguardò la creazione di un getto di fuoco, che però bastò evitare di toccare per non essere feriti.
Ormai la barra che riguardava i sentimenti d'amicizia trasmessi era a metà, quando il Pokémon ritentò con la prima mossa.
-Forse potrei tentare con delle Poké Tattiche...-
Osservando le immagini sullo schermo dello Styler Sara scelse di usare una mossa che produceva dalla linea di cattura dell'erba, e se il bersaglio la toccava diventava lento.
Fu strano vedere dei ciuffi d'erba comparire dal nulla, assieme a dei fiori appena sbocciati, che però svanirono come spariva anche la coda della linea, tuttavia il Pokémon effettivamente rallentò abbastanza da far sì non riuscisse ad attaccare in tempo prima che la cattura terminasse.
Accanto al suo nome, nelle informazioni, c'erano le scritte "Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Fuoco 2", "Attacca con Neropulsar e sputando palle di fuoco.".

La Miniremo esplose subito dopo, permettendogli di fuggire.
-Dopo questo, il mio unico desiderio sarebbe tirarti una palla di neve. Forte. E in faccia.-
Digrignando quelle parole il dirigente fuggì assieme al sottoposto, nella stessa direzione dalla quale Sara era arrivata, lasciando così la Top Ranger e l'altro uomo soli e salvi.
-Grazie per avermi salvato! Sono a capo di un team di ricerca sui Pokémon. Chiamami Pawil. Tutti mi chiamano così.-
Disse subito il ricercatore stringendole la mano, ormai congelata perfino con i guanti. Forse per questo le fece un po' male muovere le dita.
-Molto piacere signor Pawil. io mi chiamo Sara.-
-Vedi, "Pawil" è soltanto un soprannome. Il mio unico figlio si chiama Willy, e dato che sono suo papà, si è arrivati a Pawil...comunque, come posso aiutarti?-
Willy?
Non c'erano dubbi, aveva detto proprio Willy!
A quanto pare la fortuna era dalla sua.
-Sono venuta qui per incontrarla signor Pawil! Mi hanno mandato Willy ed il professor Frenesio.-
-Oh, capisco benissimo. Anche tu lavori alla Federazione, dunque. Hai aiutato me e probabilmente ti è toccato tirar fuori dai guai anche Willy. Grazie da parte di entrambi.-
Anche in un ambiente così gelido l'uomo emanava un grande calore, sicuramente era tipico della famiglia.
-Si figuri.-
-Ma quei bulli che mi hanno minacciato...cosa sperano di trovare nel Castello di Almia? Quel posto è abbandonato da quando tutto il castello è rimasto intrappolato  dai ghiacci, moltissimo tempo fa. Non ha alcun senso andare là ora. Che tipi strani.-
Commentò Pawil passandosi una mano guantata tra la barba.
-Temo che invece ci sia qualcosa per cui vale la pena andar lì...anche se non ne sono certa.-
Disse la ragazza abbassando lo sguardo. Stando a quanto diceva quello era l'ultimo posto dove controllare, ma se il Team Pesto Buio voleva andare lì non poteva essere così improbabile partire dal castello.
-A proposito, come ringraziamento, lascia che ti inviti al Campo Sottozero. Farà un po' più caldo dentro alle capanne. Vieni a scaldarti un po'. Il campo è da questa parte.-
-Grazie!-
Non doveva certo farselo ripetere due volte, infondo non aveva idea da che parte fosse il castello e parlare fuori al gelo non era propriamente l'ideale. Per questo Sara, ritrovando dell'allegria, lo seguì in un sentiero verso la loro destra, arrivando così in una grande vallata in cui si trovava l'accampamento.
Nella parte alta di esso, nell'angolo a sinistra, si trovavano alcune casse ammucchiate sotto due tendoni, i quali però erano coperti da un bello strato di neve, direttamente accanto a questi invece si trovava, al centro tra quattro bandierine rosse, uno strumento sorretto da quattro gambe, avente un minuscolo schermo e varie antenne che si muovevano, probabilmente serviva a registrare i dati meteo.
Direttamente nell'angolo in alto a destra invece c'era uno degli edifici, identico a quello che si poteva vedere una volta superato il sentiero, ed era oltretutto quello in cui si stavano dirigendo, mentre direttamente sotto ad esso si trovava una Stazione Ranger il cui tetto incredibilmente era provvisto di foglie verdi, anche se pure queste erano nascoste sotto della neve.
-Non so chi sia stato a battezzarlo, ma questo è il Campo Sottozero.-
-Sembra carino._
Disse Sara sorridendo guardandosi attorno.
-Nome più che mai adatto per la casa del nostro team di ricerca. Il riscaldamento non vale niente. Fa freddo persino dentro alle capanne.-
-Oh...-
Certamente questo le toglieva ogni speranza di riscaldarsi, ma sempre meglio che avere la neve che s'accumulava in testa.
-Io abito nella capanna più a nord. A parte il freddo, è confortevole.-
Sorridendo l'uomo continuò a farle strada, fino ad arrivare alla sua abitazione.
Come aveva avvertito il freddo rimaneva, ma era comnque accogliente. Il primo mobile si trovava alla sinistra della porta, ed era un comodino ricurvo sopra cui avevano sistemato, accanto ad una piantina verde ormai ricoperta dal ghiaccio, una foto di Willy e suo padre.
Accanto al comodino c'era poi un ampio letto a due piazze dalle coperte azzurre, mentre dal lato opposto alla porta si trovava prevalentemente un grande dispositivo di ferro, che probabilmente doveva fungere da riscaldamento, che tuttavia continuava a mancare, ed anche sopra questo v'era una foto di Willy da bambino.
A sinistra di quest'oggetto v'era, dopo un'altra piante, un secondo comodino, più piccolo rispetto al primo e con un paio di libri lasciati sopra, mentre a destra un mobile orizzontale con due scaffali pieni di libri e sopra cui si trovava un grande televisore che mostrava un camino acceso.
Forse era il tentativo della persona che si trovava già nella stanza di scaldarsi, un uomo dagli occhi marroni che vestiva con un grande cappotto giallo.
Sul soffitto avevano sistemato poi un lampadario a cupola, mentre tutte le pareti in vicinanza ad esso avevano delle lunghe e sottili finestre, con solo delle interruzioni ogni tanto, e con un orologio a pendolo sistemato sopra all'impianto di riscaldamento.
A destra della stanza, v'era infine un tavolino rotondo con delle sedie della stessa forma sistemate accanto, il tutto sopra ad un tappeto verde.
Fu lì che andò a sistemarsi il signor Pawil, facendole gesto d'accomodarsi.
-Quei delinquenti che  mi hanno attaccato erano del Team Pesto Buio? Adesso che ci penso, l'Eco di Almia ne aveva parlato.-
Così dicendo l'uomo le mostrò l'Eco di Almia numero dieci, ed in prima pagina c'era un grande titolo che recitava "Smascherato il Team Pesto Buio!", mentre accanto ad un immagine piene di macchie rosse, che segnavano certamente le zone colpite dai criminali, c'era un articolo intitolato "Le zone controllate dal Team Pesto Buio".
Il loro numero sicuramente non tranquillizzò Sara, che però continuò a leggere.
Nella pagine seguente il titolo "Dove sono i Pokémon rapiti?" si trovava accanto ad un immagine a lei familiare.
Riconobbe subito Maximilian, vicino alla nave cargo che stava rapendo tutti i Pokémon, tra cui notò anche Mime Jr., sotto tale articolo poi ve n'erano altri due.
Quello a sinistra, incorniciato in un quadrato, era intitolato "Gigaremo: controllano la mente dei Pokémon?" ed aveva accanto tre foto di Gigaremo rosse, gialle e blu, con un articolo che descriveva la faccenda, anche se ormai la Top Ranger aveva visto più Miniremo che Gigaremo ultimamente. A destra invece dall'immagine si potevano vedere tre sottoposti del Team Pesto Buio, probabilmente a Portena, ed il titolo dell'articolo era "Cosa cerca il Team Pesto Buio?".
Purtroppo era una domanda alla quale non c'era ancora risposta.
-Il mondo sta diventando un posto sempre meno accogliente, sembra...-
La sua affermazione non era certo piacevole, ma nemmeno errata, e Sara non seppe come rispondere.
Fortunatamente il signor Pawil cambiò subito discorso.
-Allora, come va mio figlio Willy? Sta bene? Spero che non vi stia cauando intralcio. Lo so di essere iperprotettivo come padre, ma mi preoccupo molto...-
Sorridendo la ragazza scosse il capo.
-Non si preoccupi. Suo figlio se la sta cavando alla grande, anzi grazie a lui forse siamo sulla strada giusta per affrontare il Team Pesto Buio. Abbiamo però bisogno di sapere cosa lei sa sul ciondolo che gli ha regalato.-
-Come dici? Il ciondolo blu di Willy? Ah già, quello. Era un souvenir per Willy, visto che sono a casa così di rado...il ciondolo è stato fatto a mano dalla signora Freddo, che vive qui vicino. E' una dolce cara vecchietta. Solo scambiare quattro parole con lei mi scalda il cuore. Lei è, per tutti nio del team di ricerca, una specie di stufetta delle emozioni. Non ti farà male farle visita. Probabilmente può dirti di più riguardo a quel ciondolo di quanto possa fare io.-
Disse subito lui sorridendole.
-La ringrazio, dove posso trovarla?-
-Non appena finito di curare Empoleon ti seguirò. Anch'io ho voglia di vedere la signora Freddi. La signora Freddi vive in una casa di legno nella distesa innevata della Valle di Crio.-
-Fai attenzione a non perderti però. All'estremità nord della Valle di Crio, troverai il Lago Ghiacciato. Sulla sponda lontana del lago si erge il Castello di Almia. L'intero castello è ricoperto dal ghiaccio. A vederlo pare quasi fatto, di ghiaccio.-
Commentò intanto il ricercatore assieme a loro, mentre la ragazza si alzò.
-Vi ringrazio, faremo attenzione.-
-Pachi.-
Purtroppo i due si erano riposati ben poco, ma non avevano tempo da perdere.
Ora che sapevano da dove iniziare si sentivano ancor più carichi, e subito la ragazza ed il piccolo Pokémon uscirono dalla casetta per trovare la signora Freddi.

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


Senza troppe cerimonie sia Sara che Pachirisu superarono il sentiero che collegava il Campo Sottozero alla Valle di Crio, cercando di ignorare la neve che costantemente cadeva su di loro rendendo purtroppo difficile non solo muoversi ma anche vedere a lunghe distanze.
Fortunatamente la mappa nello schermo inferiore dello Styler era utile per questo, ed a quanto pare si potevano seguire due sentieri al momento, entrambi si spostavano a nord, ma uno proseguiva completamente in quella direzione e terminava in un vicolo cieco, mentre l'altro era leggermente orientato ad ovest e pareva proseguire per un po'.
Lungo la vallata c'erano numerosi pini dalle corteccie robuste e le sottili foglie coperte in parte dalla neve. Sicuramente lo scenario era incantevole ma la difficoltà nel vedere le impedì di evitar d'andare a sbattere contro un povero Pokémon, simile ad un pinguino blu ma alto la metà di lei, ed iniziare così una cattura.
Sicuramente irritato per il brusco incontro il Pokémon tentò di caricarla, ma Sara muovendosi all'indietro lo evitò senza ferirsi, iniziando subito dopo a disegnare delle Linee di Cattura, fermandosi solo quando l'altro lanciò a terra delle gigantesche gocce d'acqua che divennero pozzanghere. Non furono un problema però, e la ragazza riuscì a concludere brillantemente la cattura.
Secondo le informazioni il nome del Pokémon era Prinplup, "Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Taglio 2", "Attacca scagliando masse d'acqua e lanciandosi alla carica.".

Risolto questo inconveniente Sara iniziò subito a muoversi verso nord-ovest, trovando ancora una volta tre possibili strade, due delle quali conducevano entrambe a nord mentre un'altra portava a sud, e per il momento la ragazza preferì proseguire in questa direzione.
Un vero peccato che la sua strada finì per incrociarsi ancora una volta con due uomini del Team Pesto Buio.
I due tuttavia non si erano accorti di lei, e per questo poté ascoltare senza alcun problema.
-Qualcosa non quadra. Ero sicuro che avessimo messo qui la Gigaremo...-
-Sarà finita sepolta dalla neve. Lasciamo perdere quella Gigaremo e andiamo. Mi sto congelando qui...-
A quanto pare la neve stava creando problemi non solo a lei, poco male, ma forse era il caso di controllare la zona per trovare una possibile Gigaremo sepolta.
Con molta calma, per evitar d'attirare l'attenzione, la ragazza riuscì a superare i due, cercando di controllare il sentiero alle loro spalle. Purtroppo tutto ciò che trovò fu un vicolo cieco al cui centro c'era solo un grande albero, ma niente Gigaremo.
-Forse non è qui che l'hanno nascosta...continuiamo a muoverci intanto, la missione principale è trovare la casa della signora Freddi, ma non per questo non posso stare attenta alla Gigaremo.-
-Pachi.-
Così dicendo la Top Ranger ed il Pokémon s'affrettarono a tornare indietro, proseguendo lungo la strada a nord direttamente alla sua sinistra, e fu proprio al suo termine che finalmente lei notò una deliziosa casetta in legno sistemata lungo il profilo della montagna.
-Quella deve essere la casa della signora Freddi!-
-Pachi!-
Prima che potesse fare un altro passo tuttavia qualcuno la raggiunse, si trattava di Pawil.
-Ecco, è questa. E' la casa di legno della signora Freddi. Non aver paura ed entra.-
Annuendo Sara fu la prima ad avvicinarsi, bussando un paio di volte ed entrando trovando la porta aperta.
La prima cosa che la ragazza percepì fu un piacevole calore sul viso, che ebbe l'effetto di allontanare tutto il gelo provato fino a quel momento, creando un sorriso sul suo viso.
La stanza era adorabile, per quanto piccola.
Appena entrati si poteva trovare, sopra un tappeto a quadri rossi, un tavolo sopra cui assieme a due tazze si trovava un cesto di vimini pieno di gomitoli di lana verde, blu e rosa. Oltre a questo v'era poi l'angolo cucina, composto prima da un mobiletto in legno, poi da un lavandino ed infine da un frigorifero bianco e da un fornello. A destra della stanza, nella parte più in alto, si trovava un letto a due piazze dalle coperte e dal cuscino viola, ai cui piedi era stata messa una sedia a dondolo di legno provvista di una coperta rossa.
Nell'angolo in basso a destra invece si trovava una grande stufa a legna, al momento accesa.
Un vero piacere per il corpo rinfreddolito.
-Oh, salve! Che occasione rara vedere un Ranger!-
La padrona di casa era una signora anziana dai capelli ricci e grigi semi-nascosti sotto un cappello di lana verde. Dello stesso materiale era anche la sciarpa arancione che portava al collo, ed indossava anche un largo maglione dello stesso colore ed una gonna rosa, avente la parte superiore, ancora una volta, arancione.
-Signora Freddi, questo Ranger lavora con mio figlio.-
-Oh, conosci il piccolo Willy? Bene, bene.-
Rispose la donna sorridendo, lasciando che Pawil continuasse a parlare.
-Dunque, il nostro Ranger qui aveva delle domande su una pietra blu con cui lei aveva fatto un ciondolo.-
-Una pietra blu? Quando ero bambina chiamavamo quelle pietre "Lacrime dei principi". Erano considerate segni di buon auspicio. Quando ne trovavamo una eravamo contenti.-
-Potrebbe parlarmene per favore?-
Chiese Sara educatamente mentre Pachirisu si scaldava accanto alla stufa.
-Ma certo. Nella regione di Almia si narra una vecchia storia. Quand'ero piccola tutti la conoscevano, grazie a un libro di fiabe per bambini. Quel libro, nel corso degli anni, è andato dimenticato, come anche quella vecchia storia. Persino io, adesso, la ricordo solo vagamente. Quella fiaba si chiamava, credo. "Il re di Almia e i tre principi".-
In quel momento nella mente della ragazza si accese una piccola luce, il ricordo della madre di Ponzio che raccontava qualcosa di simile.
-Quando la tenebra più profonda inghiottì il Regno di Almia, il Principe Blu si erse a sua difesa. Egli si ammantò di una luce prodigiosa. Una luce che spazzò via le tenebre...è così che è andata?-
A quella domanda per poco Sara non cadde a terra. Come poteva lei saperlo se era all'oscuro della storia?!
Ma più che altro, cosa centrava con la pietra di Willy?
In ogni caso la donna continuò presto a parlare.
-Non ricordo cosa facessero gli altri due principi o dove si trovassero. Mi spiace non potervi aiutare oltre. Ho letto quel libro così tanto tempo fa...-
-Non si preoccupi...-
Rispose la ragazza temendo non avrebbe ottenuto altro.
-C'è una cosa...il nome che hanno dato a quelle pietre blu..."Lacrime dei principi"...è legato in qualche modo alle antiche tradizioni di Almia. Questo lo ricordo bene.-
-Sembra proprio una fiaba interessante.-
Disse intanto Pawil sorridendo comprensivo.
-Già, ecco cos'era. Soltanto una fiaba. Ma quella pietra blu...quand'ero bambina la trovai per davvero, nei pressi del Castello di Almia. Appena la videro, tutti pensaronoche provenisse da un enorme cristallo blu. Molti temerari si avventurarono nel castello alla sua ricerca, ma invano. Tutti rinunciarono e tornarono indietro. Che tempi...-
-Piccole gemme blu chiamate Lacrime dei principi...un colossale cristallo blu da cui vennero ricavate le Lacrime dei principi...anche senza essere degli avventurieri, è una storia davvero intrigante.-
Osservò l'uomo, riprendendo a parlare subito dopo.
-Presto tramonterà. E' meglio andare. Sistemeremo il nostro Ranger al Campo Sottozero. Grazie per il suo interessante racconto, signora Freddi.-
-La ringraziamo anche io ed il mio amico Pachirisu.-
Disse subito Sara con un cenno del capo, mentre seguiva l'uomo.
-Non c'è di che Ranger. A presto.-
Chiudendosi la porta alle spalle la giovane seguì l'uomo lungo il sentiero di ritorno per il Campo Sottozero, dispiaciuta di dover già rinunciare ad un posto caldo in cui stare.
-Signor Pawil, è sicuro non sia un problema ospitarmi?-
Chiese poi lei una volta arrivati alla base.
-Assolutamente, non farti problemi. Ti prenderemo un sacco a pelo e potrai dormire su una poltrona.-
Rispose lui sorridendo rientrando nel suo piccolo igloo.
-Oltretutto io lavoro sempre fino a tardi con i miei collaboratori, quindi non ci sarà nemmeno problemi di spazio.-
-Capisco, la ringraziamo allora.-
-Pachi!-
Anche Pachirisu si dimostrò riconoscente, mentre da uno dei mobiletti l'uomo prendeva uno dei sacchi a pelo di cui aveva parlato.
-Dubito che per il momento vorrai uscire, ma se avrai bisogno di qualsiasi cosa vieni pure a chiedere.-
Annuendo la ragazza prese il sacco a pelo mentre l'uomo usciva dalla stanza. Certo, faceva molto freddo, ma sarebbe andato bene per una notte anche un posticino così.
Sedendosi la ragazza decise comunque di chiamare la Federazione Ranger, almeno per avvisare della situazione e magari per sentire Glenda.
Ci volle meno di un minuto prima che qualcuno prendesse la chiamata.
-Qui Glenda! Abbiamo ricevuto la tua chiamata, va tutto bene Sara?-
-Sì certo, sono arrivata alla Valle di Crio ed ho incontrato il padre di Willy.-
-Ottimo, hai già scoperto qualcosa?-
-Non molto, ma ho una mezza idea su dove andare. Purtroppo dovrò aspettare domani però, ma ho trovato un posto dove stare al Campo Sottozero in cui lavora il signor Pawil.-
-Bene, qui stiamo cercando di darci da fare con le ricerche, ma non stiamo facendo molti progressi.-
Il tono dell'amica era sicuramente sconsolato, per questo Sara volle almeno tentare di tirarla su di morale.
-Sono sicura che ce la faremo. In qualche modo siamo sempre andati avanti.-
-Già, guarda dove siamo arrivate ahaha.-
-Sì, anche se al momento tu ed Alex siete in un posto molto più caldo del mio.-
Ridacchiò lei infilandosi subito nel suo sacco a pelo per cercare un po' di calore, ed anche Pachirisu si sistemò con lei.
-Credimi, non farei a cambio per nulla al mondo Sara ahaha.-
-Ma che cattiva ahaha!-
Le due rimasero a parlare ancora a lungo, mentre Sara compilava il proprio rapporto da inviare, accennando anche ai membri del Team Pesto Buio. In ogni caso, nonostante fossero molto lontane l'una dall'altra si sentivano entrambe come se fossero quasi nella stessa stanza, come se l'anno di distanza non ci fosse mai stato.
Erano ancora le grandi amiche dell'Accademia dei Ranger, e tra quelle ore gelide anche poche semplici parole potevano scaldare il cuore di un amica.

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Il giorno seguente...



Il tepore della coperta permetteva a Sara di godersi delle buone ore di riposo, assieme a Pachirisu che sonnecchiava sulla sua pancia.
Non era stato facile addormentarsi per il freddo, ma una volta fatto sperava che nulla potesse disturbarla, peccato che così non andò viso la voce del signor Pawil la fece scattare.
-Ehi, Ranger! Stai ancora dormendo?!-
Subito lei si stropicciò gli occhi, guardandolo imbarazzata.
-Scusi, non ho puntato nessuna sveglia...che ore sono a proposito?-
-Già le otto del mattino.-
-Ah.-
Pensava fosse decisamente più tardi, ed un po' era tentata di tornare a dormire, ma il freddo che la prese alle guance le fece capire non ci sarebbe più riuscita.
-C'è un visitatore venuto per ringraziarti! Vai fuori a dare un'occhiata!-
Un visitatore?
Che fosse Alex che l'aveva raggiunta?
Il pensiero la fece subito sorridere, ed annuendo la ragazza si precipitò fuori assieme a Pawil, fortunatamente senza il bisogno d'abituarsi a nessun drastico cambio di temperatura, visto sia dentro la casa che fuori era la stessa, ma non trovò chi sperava.
C'era invece tra ben tre ricercatori, incluso il signor Pawil, il Pokémon che il giorno prima lui stesso aveva difeso contro gli uomini del Team Pesto Buio, che con gran allegria ruotava su se stesso, fermandosi solo quando vide Sara.
Fatto ciò il Pokémon emise un verso stridulo, correndo verso il sentiero per la Valle di Crio.
-Guarda un po'? Quell'Empoleon si è completamente ristabilito, dopo che tu e il nostro  capo lo avete soccorso.-
Disse uno dei ricercatori che indossava una giacca gialla, solo un altro ne aveva una identica, mentre gli altri due erano vestiti una con una giacca rosa e l'altro azzurra, solo che quest'ultimo era l'unico tra tutti a non nascondere il viso barbuto ed i lunghi capelli marroni.
-Incontriamoci al Lago Ghiacciato!-
Il commento dell'altro uomo dalla tenuta gialla lasciò un po' perplessa Sara, ma la collega rosa parlò prima di lei.
-Quell'Empoleon ha aspettato che ti svegliassi. Forse voleva ringraziarti.-
-Proprio così. L'Empoleon correva in circolo attorno a noi, sperando di farci partecipare ai suoi sentimenti.-
Disse subito il signor Pawil.
-Voi Ranger non fate la stessa coa con i vostri Styler? Comportamento piuttosto interessante. Ad ogni modo...entrambi abbiamo delle indagini da portare avanti. Spero che la tua giornata sia propizia, Ranger!-
Disse invece un altro dei ricercatori in divisa gialla, prima che tutti si allontanassero per tornare a lavorare, e prima che Sara potesse muoversi lo Styler ricevette un messaggio dal professor Frenesio.
-Messaggio in arrivo! Sara, buongiorno! Abbiamo ricevuto il tuo rapporto ieri sera! Grazie ale tue informazioni siamo riusciti a decifrare un'altra parte del diario. Abbiamo individuato le parole "Gemma Blu"! L'enorme cristallo blu, di cui ti narrò cotal signora Freddi ieri sera...potrebbe essere la Gemma Blu? Allora la devi recuperare! La Gemma Blu! Se mai esiste, la devi trovare!-
-Certo!-
Non capitava spesso di sentire l'uomo infervorarsi fino a questo punto, era sicuramente una faccenda molto importante.
-...Perbacco, non è mio costume alterarmi in tal maniera. Ti prego di scusarmi. Ah, già, c'è un altro dettaglio. Un messaggio per il padre di Willy. Puoi riferirgli che suo figlio sta svolgendo un lavoro ammirevole per la Federazione.-
-Certamente, glielo riferirò subito.-
Così dicendo la ragazza chiuse la chiamata, dirigendosi prima di ogni altra cosa verso l'igloo del signor Pawil, trovandolo all'interno.
-Signor Pawil, la ringrazio di tutto cuore per il suo aiuto, ora andrò ad esplorare ma mi è stato detto dal professor Frenesio di riferirle che suo figlio sta facendo un ottimo lavoro alla Federazione, e che può essere fiero di lui.-
-Oh? Il professor Frenesio dice che Willy sta facendo un lavoro ammirevole per la Federazione? L'ha detto per rassicurare questo padre così apprensivo...davvero gentile da parte sua.-
Disse l'uomo sorridendo, riprendendo poi a parlare.
-Immagino di sapere già la tua prossima destinazione. Per raggiungere il Castello di Almia, vai verso ovest (<-), poi gira verso nord (^). Dovrai attraversare in qualche modo il Lago Ghiacciato per arrivare al castello.-
-Capisco, grazie mille.-
-Pachi.-
Dopo che anche Pachirisu ebbe ringraziato i due uscirono subito dall'edificio, superando con poco il sentiero per la Valle di Crio.
Seguendo le indicazioni del signor Pawil la ragazza trovò un secondo sentiero che portava a nord, vicino al quale si trovava uno dei ricercatori vestiti di giallo.
-Oh, salve Ranger, stai andando dall'Empoleon?-
-Salve, sì, sono felice di vedere che sia la direzione giusta.-
-Sì non preoccuparti. Sai, è incredibile, ma qui, dove la neve non si scioglie mai, abita una signora. Si tratta della signora Freddi.-
-Oh sì, l'ho conosciuta proprio ieri. E' molto gentile, anche se è incredibile riesca a sopportare questo freddo.-
-Già, non è facile abituarsi, ma vai pure avanti, non voglio trattenerti oltre.-
Sorridendogli la ragazza fece per procedere tra le montagne, ma prima di poterlo fare una ricercatrice vestita di rosa la fermò.
-Ciao Ranger. Oltre questo punto, ti servirà un Pokémon come Empoleon per proseguire.-
-Capisco, grazie per l'informazione!-
Magari l'Empoleon che aveva visto al Campo Sottozero l'avrebbe potuta aiutare, in ogni caso non restò certo ferma, arrivando però in un punto circondato da alti muri di roccia, assenti solamente in un punto dove invece si trovava un piccolo molo d'attracco in legno e l'inizio di quello che sembrava un vero e proprio fiume che si diramava in più strade, tre per la precisione.
Ben visibile però era il possente castello oltre questo, il quale sembrava esser fatto interamente di ghaiccio per il suo colore azzurro tenue, e forse ne era veramente completamente rivestito.
Tra le bianche nuvole ed i profili delle montagne quell'imponente edificio aveva quasi un qualcosa di minaccioso ed austero, ma rimaneva la sua meta.
Assieme a lei, oltre al grande Empoleon che per passare il tempo camminava tra la neve, c'era anche un altro ricercatore con la tenuta gialla, che come la notò vicino all'acqua si avvicinò.
-Puoi vedere il castello sull'altra sponda del lago. Penso  sia un bel posto da guardare...da lontano! Non da visitare.-
-Purtroppo è proprio lì che devo andare. Ha qualche consiglio da darmi?-
Chiese Sara guardandolo seria.
-Ci sono cose che rendono difficile anche solo avvicinarsi a quel castello. Innanzitutto ci sono grossi blocchi di ghiaccio che galleggiano sul lago. Persino un possente Empoleon deve caricare quei blocchi a tutta velocità per romperli. Un altro problema sono i vortici che si formano su tutto il lago. Se ci finisci dentro, ti riporteranno al punto di partenza. Fai molta attenzione.-
-La ringrazio.-
Così dicendo l'uomo si allontanò, dandole tempo per decidere il da farsi, anche se la decisione era già stata presa, ed infatti si avvicinò subito all'Empoleon iniziando la cattura.
Come prima cosa il Pokémon tentò d'attaccarla puntando le grandi pinne contro di lei, generando un raggio di bolle d'acqua, che però non ferirono la Top Ranger visto questa si portò subito alle sue spalle, aspettando terminasse per iniziare a disegnare dei cerchi.
L'Empoleon guardandola si muoveva con molta calma, ma non ripeté nessun genere d'attacco lasciandola fare, fino a quando non venne catturato, facendo così aggiornare i suoi dati.
"Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa di zona: Acquanuoto 2", "Attacca emettendo bolle e masse d'acqua.", come risultato aggiuntivo per una cattura di classe S il punteggio fu sufficiente a far passare lo Styler da livello 22 al 23, aggiungendo quattro punti di potenza e due di energia, arrivando a 59/59.

-Perfetto, Pachirisu, non sarà facile arrivare fino al castello. Ti senti pronto?-
-Pachi!-
Alla domanda dell'amica il Pokémon alzò le zampette al cielo, arrampicandosi poi sulla sua schiena per farle capire potevano andare subito.
Sorridendogli Sara si avvicinò al piccolo molo, e quando sullo Styler cliccò sull'icona "?", facendo comparire la scritta "Vuoi salire su Empoleon?", lei spinse l'icona del "Sì", e subito il Pokémon si tuffò in acqua lasciandola salire sulla sua schiena.
Anche solo i piccoli schizzi che le toccarono le gambe bastarono per farla rabbrividire, se fosse finita in acqua difficilmente avrebbe potuto sopravvivere, e trovò incredibile Empoleon invece si muovesse con tale scioltezza.
Poteva seguire tre strade, a destra, a sinistra e sempre dritto, e visto che ai lati erano presenti delle correnti d'acqua troppo forti per superarle dovette procedere da quest'ultima parte. Al secondo incrocio però notò che alla sua immediata destra era presente un piccolo blocco di ghiaccio, mentre a destra una corrente d'acqua che l'avrebbe fatta scontrare esattamente con questo.
Il ricercatore le aveva parlato della forza dell'Empoleon per queste eventualità, quindi magari poteva usare la corrente per aiutarsi. Visto davanti a lei c'era invece una corrente opposta alla sua direzione non aveva altra scelta che provare, quindi tornò al primo incrocio e girando a sinistra vide non solo un altra corrente, ma anche un blocco di ghiaccio a metà d'essa e un vortice fin troppo vicino a quel punto.
-Cavolo, sarà meglio fare attenzione, ma almeno tentiamo. Forza Empoleon.-
Il Pokémon subito raggiunse la corrente, e Sara si ritrovò catapultata in quella direzione ad una forza tale che ebbe quasi uno strappo al collo, e Pachirisu rimase aggrappato solo con le zampe anteriori.
-Woo!-
Come Empoleon arrivò al blocco di ghiaccio questo si frantumò, ed arrivarono al termine della prima corrente.
-Caspita, è stato veramente molto veloce! Pachirisu, meglio se ti sistemi davanti a me, non vorrei cadessi in acqua.-
-P-pachi...-
Facendo come gli era stato consigliato il Pokémon si sistemò tra le gambe di lei, mentre raggiunsero una seconda corrente ed infine la terza, che li spinse contro il blocco di ghiaccio che avevano puntato fin dall'inizio.
Anche questa volta la spinta fu molto forte, ma tutto sopportabile.
Erano in un putno in cui potevano seguire solamente una strada che conducendoli verso il basso li riportava in alto in una curva ad U, nella quale vi era un'altra corrente d'acqua, rispetto a prima però, dopo un blocco di ghiaccio, ci fu una piccola interruzione che proseguì con una nuova corrente, anche se più piccola, che diede però una spinta aggiuntiva per rompere un blocco di ghiaccio più distante.
In questo modo erano arrivati fino al termine della prima zona, arrivando nel secondo sentiero partendo da destra.
Come Empoleon andò avanti si imbatté senza preavviso in una corrente fortissima e lunga, che diede una spinta tale da rompere un nuovo blocco.
La zona in cui si trovavano però era sicuramente più pericolosa, perché solo in quel punto c'erano ben tre vortici molto vicini tra loro.
-Facciamo attenzione.-
Il Pokémon emise un verso stridulo in risposta, come a dirle di non preoccuparsi, e lei sorridendo gli accarezzò la testa.
Nella parte direttamente alla loro destra c'era un piccolo passaggio tra i muri di ghiaccio, ma le correnti erano tutte rivolte nella direzione dalla quale erano arrivati, quindi era meglio evitare. Davanti a loro invece il sentiero era bloccato da un blocco di ghiaccio, quindi non c'era altra scelta che prendere la strada a sinistra, raggiungendo subito una corrente nella quale non c'era solo un blocco, ma ben quattro.
Quella corrente era oltretutto molto vicina ad altre, ed erano tutte in diretta successione, quindi come la prima corrente terminò arrivarono ad una seconda che portava verso il basso, e che fece distruggere loro due blocchi.
Trovarono un piccolo punto di acqua calma, vicino al quale però v'erano due vortici vicinissimi, e per questo la loro sosta durò molto poco.
L'Empoleon continuò a muoversi verso destra, spostandosi poi a nord visto era l'unica direzione praticabile, purtroppo però non vedendo direttamente davanti a sé a causa degli schizzi d'acqua diede per scontato ci fosse un blocco di ghiaccio, e finì così in una nuova corrente che lo portò direttamente verso il sentiero di fine di quella zona, precisamente il primo da sinistra stando alla mappa.
Un po' per curiosità quindi proseguirono, trovando due correnti molto vicine tra loro. Superando la prima e distruggendo due blocchi dovettero solo spostarsi leggermente a sinistra, evitando un vortice e finendo in una nuova corrente, distruggendo ancora altri due blocchi.
Ne rimasero integri due però, ma non impedirono loro di proseguire fino ad un piccolo molo.
Sperando fosse il punto giusto la ragazza scese dalla schiena del Pokémon, che subito nuotò via.
-Grazie Empoleon!-
Nuovamente con i piedi nella morbida neve la ragazza proseguì con Pachirisu, rendendosi conto tuttavia che il punto in cui erano era sì molto vicino al castello, ma allo stesso tempo staccato a causa di un alto muro di roccia.
Tutto ciò che c'era lì era un ostacolo eliminabile con una mossa Azione 3.
Visto Piloswine era perfetto per ciò gli chiese una mano, scoprendo però si trattava di un Pokémon gigantesco , dal corpo simile ad un cespuglio ricoperto dalla neve dalle zampe marroni.
Il Pokémon avvicinandosi diede il via ad una cattura, e come prima cosa provò ad attaccarla lanciandole contro delle foglie affilate, ma alla ragazza bastò rotolare per evitarle.
Iniziò quindi a disegnare dei cerchi attorno a lui con la Linea di Cattura, fermandosi solo quando il Pokémon generò una piccola bufera di neve attorno a sé, di cui lei approfittò per caricare lo Styler. Fece ciò anche un'altra volta ed il processo si ripeté, almeno fino a quando non l'attaccò nuovamente con una raffica di foglie. 
L'ultima prima che venisse catturato.
Il suo nome era Abomasnow, "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 3", "Attacca  lanciando foglie. Evoca anche tormente di neve.", un vero peccato che l'unico modo per proseguire fosse andarsene da lì.

-Accidenti. Beh, dobbiamo solo tornare indietro.-
-Pachi...-
Pachirisu non sembrava molto contento, forse a causa degli scossoni per le spinte nelle correnti, e per questo lei gli accarezzò la testolina.
-Coraggio amico, ci siamo quasi.-
Fortunatamente lì vicino c'era un altro Empoleon, e la cattura terminò quasi subito con un bel grado A.
Tornando così verso il fiume Sara ripercorse il sentiero precedente, evitando naturalmente i vortici, e si spostò nella zona a destra che avevano mancato.
L'intera zona era piena di correnti, e solo una portava nella direzione giusta, ed era oltretutto percorsa da tre blocchi di ghiaccio.
Come qualsiasi altro ostacolo che si metteva davanti alla loro strada però questi vennero distrutti, liberando così la via al castello.
Prima di poterlo raggiungere però ci fu un ultimo tratto di correnti, e nell'unica giusta che portava al castello vennero distrutti ben otto grandi blocchi.
Finalmente però erano arrivati.
Il castello era ancor più gigantesco dal punto in cui si trovavano, si poteva vedere il ghiaccio che aveva ricoperto le pareti, e perfino le due rampe di scale che portavano fino al gigantesco portone ad arco, raggiungibile tramite un sentiero ai cui lati  di trovavano due piccole torrette sulle cui cime si erano formati dei cumuli di neve.
 Ai lati del portone v'erano poi due bracieri viola, alte quanto lei, sulla cui cima si trovavano due fuochi vivi.
Tra le due rampe c'era una zona di terreno in cui qualcuno aveva lasciato un Punto di Salvataggio, e naturalmente Sara lo utilizzò, ma come terminò e si spostò verso la porta una folata improvvisa di vento la raggiunse, facendole fare un passo indietro per la forza e spegnendo un delle due fiamme, quella di sinistra.
Immediatamente il portone si chiuse, producendo il suono di un qualche vecchio meccanismo, impedendo a Sara di entrare.
-Accidenti, devo trovare il modo di accendere la fiamma...-
Forse lì vicino avrebbe potuto trovare un Pokémon adatto?
A quanto pare sì, visto intravide senza difficoltà un grazioso Vulpix, esattamente a destra della porzione di terreno tra le due rampe, e che subito andò a catturare senza alcuna difficoltà. Questo tuttavia si trovava molto vicino ad un altro Pokémon, dal corpo viola ed i capelli biondi, vestito con un abito rosso  con un reggiseno dai bordi gialli.
Il Pokémon a quanto pare incuriosito le si avvicinò, iniziando una cattura.
Dopo una manciata di secondi il  Pokémon emise un verso quasi civettuolo, e mandandole un bacio generò attorno a sé una sfera d'energia nera che iniziò a ruotargli attorno.
Sara perplessa dal gesto scosse il capo, disegnando con molta attezione dei cerchi attorno all'altro evitando di farsi ferire dalla sfera.
Si fermò solo quando il Pokémon le mandò un altro bacio, ma al contrario delle sue aspettative fece solo svanire la sfera, dandole modo di disegnare gli ultimi cerchi per la cattura.
Il suo nome era Jynx, "Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa mappa: Teletrasporto", "Attacca lanciando sfere misteriose. Si protegge con una barriera psichica.", purtroppo però era il sesto Pokémon nella squadra, e Sara dovette liberarlo assieme a Prinplup e Sealeo.

Prima di tornare alla porta però Sara notò che v'erano delle altre scale, ed incuriosita le seguì trovando un nuovo molo, ed in aggiunta, un altro Pokémon che si scontrò con lei.
Questo era simile ad un grande topo dal corpo arancione, una coda a fulmine e delle strisce marroni sulla schiena. Non sembrò esser particolarmente spaventato da lei, anche se l'attaccò solo una volta con delle scariche elettriche prima di venir catturato.
Il suo nome era Raichu, "Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa Mappa: Ricarica 4", "Attacca emettendo fulmini e scariche elettriche dal corpo.".

-Caspita, se dovessi trovarmi nei guai tu sicuramente potresti aiutarmi.-
Accarezzandogli la testa Sara non degnò di particolare attenzione il molo, affrettandosi invece per tornare alla porta.
-Vulpix per favore, accendi la fiamma.-
Il Pokémon subito fece come gli era stato chiesto, riaccendendo il braciere.
La porta si riaprì con quel suo suono meccanico, lasciando alla ragazza modo di passare, percependo tutto il gelo proveniente da quell'edificio abbandonato da chissà quanti anni...
-Bene, andiamo.-

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


All'interno Sara percepì immediatamente un'aura gelida circondarla, nonostante facesse verosimilmente più caldo rispetto a fuori, ma solo perché si era protetti dalla neve.
Nonostante ciò, era innegabile che proprio come si mostrava imponente all'esterno l'edificio lo fosse anche all'interno.
Il soffitto a campana era a parecchi metri d'altezza dalla ragazza, ed al centro si trovava un prezioso lampadario argentato completamente ricoperto di ghiaccio, alcune delle cui parti erano oltretutto affilate e davano l'impressione di poter cadere da un momento all'altro.
Il pavimento invece era formato da delle piastrelle bianche al cui centro era percorso da un vecchio tappeto azzurro con un motivo rettancolare al suo interno di una tonalità più scura, che partendo quasi dalla porta d'ingresso arrivava fino ad una seconda ad arco, la quale aveva oltretutto dei braceri viola ai lati proprio come all'esterno.
i muri erano di un tono grigiastro ed in vari punti, sia vicino al soffitto che al pavimento, si potevano trovare dei cumuli di neve e ghiaccio.
Non erano oltretutto un unica superficie, ma a metà della stanza erano stati fatti sporgere dando così l'idea di un corridoio leggermente più stretto, ed in corrispondenza di ogni punti di stacco v'erano delle colonne con delle incisioni rettangolari come decorazioni.
Come la ragazza mosse un passo sul pavimento si sentì perfettamente il suono che parve arrivare fino ad ogni angolo della stanza, venne però accompagnato anche da un qualcosa di più stridulo, ed improvvisamente la ragazza si ritrovò davanti due Pokémon violacei formati da una testa con degli strani ciuffi al cranio e da due grosse mani dalle unghie affilate.
Comparvero ai lati, ma nonostante la ragazza provò ad evitarli non poté non scontrarsi con quello sulla sinistra, iniziando una cattura.
Senza voler indugiare la ragazza subito tentò di disegnare numerosi cerchi attorno al Pokémon, senza fermarsi nemmeno quando questo improvvisamente svanì nel nulla, ma ormai non era la prima volta che lei assisteva ad una cosa simile, e per questo non smise di disegnare i cerchi.
Come sospettava il Pokémon ricomparve, e lei poté continuare le Linee di cattura, che tuttavia si fermarono subito quando il Pokémon sputò a terra un fuoco violaceo, che lasciò una bruciatura nera nei quali comparvero degli occhi rossi arrabbiati.
Non ci voleva molto per capire che avrebbe potuto danneggiarla, per questo volle evitarlo ad ogni costo.
Almeno per altre tre volte il Pokémon scomparve, e scomparvero anche i segni neri sul terreno fino a quando non venivano ricreati, ma ben presto la cattura si concluse con la vittoria della ragazza.
Il nome del Pokémon era Haunter, "Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere Psico 2", "Attacca sputando sfere imbevute di sentimenti d'odio.", quest'ultima parte fece quasi rattristare la ragazza, che guardò Haunter non appena il perimetro di cattura fu svanito.

-Quindi...quei segni venivano dai tuoi sentimenti?...mi hai odiato per essere entrata in questo castello?-
Chiese lei abbassando il capo, ma il  Pokémon emise un verso stridulo muovendosi come se volesse scuotere la testa.
-Oh, quindi non è per questo...purtroppo non conosco la storia di questo castello, se non che nessuno mi pare viene qui da molto.-
Ed ecco che stavolta Haunter annuì più volte, facendole forse intuire qualcosa.
-Magari vi siete sentiti soli, o dimenticati qui...beh, spero di poter esser vostra amica e di scacciare quell'odio.-
Con un sorriso Sara provò ad avvicinare una mano al Pokémon, ma fu come toccare una nuvola. Non per questo però si arrese, e continuò ad accarezzare quel "nulla", ma con quel gesto fece comunque felice il Pokémon.
Senza aggiungere altro la ragazza continuò a camminare, proseguendo verso la seconda porta, ritrovandosi in quella che sembrava una sala da pranzo.
Al centro della stanza infatti si trovava un grande tavolo con quattro posti per lato, apparecchiato però da chissà quanto tempo a giudicare dalla polvere sul tavolo e dalle posate, bicchieri e piatti ormai congelati. Erano congelate perfino le  quattro piante lungo il centro del tavolo ma, curiosamente, si trovavano invece tre candele tra questi appena accese.
L'arredamento non cambiava rispetto a prima, ad eccezione dell'assenza del lampadario e dalla presenza invece di altre tre porte, due ai lati della stanza al termine di due corridoi ed una davanti a lei. Questa era decisamente ampia e ad arco, ma era anche nascosta dietro ad un gigantesco blocco di ghiaccio impossibile da spostare, apparentemente.
Ciò che però la interessò maggiormente era la presenza di un individuo dai capelli rossi e gli occhi marroni, vestito con l'abito da dirigente del Team Pesto Buio e che si trovava alla sinistra del tavolo.
L'uomo si stava guardando attorno, ma ben presto arrivò anche un secondo individuo, sicuramente suo sottoposto visto aveva il classico abito da tirapiedi, con tanto di cappello al contrario dell'altro.
-Strada bloccata Da questa parte si finisce in un vicolo cieco.-
Alle parole del sottoposto si aggiunsero quelle di un altro, che arrivò dal corridoio verso la destra della stanza.
-Anche il corridoio al primo piano non porta da nessuna parte. E' impraticabile.-
Superando l'ampio tavolo l'individuo si sistemò vicino agli altri, mentre il rosso camminò avanti ed indietro riflettendo con fare serio.
-Allora non abbiamo altra scelta. Dobbiamo liberarci di quel blocco di ghiaccio.-
Tutti e tre si misero a guardare la porta bloccata.
-Ma quel pezzo di ghiaccio è enorme! Se ne facessimo ghiaccioli, basterebbero a sfamare, tipo, una squadra di hockey!-
Protestò l'uomo alla destra, e mentre parlava Sara tentava d'avvicinarsi in silenzio, almeno per sentire meglio, ma quello alla sinistra la notò voltandosi subito.
-Ehi! Quell'uniforme! Come hai detto che si chiamavano?!-
Chiese l'uomo rivolgendosi al collega, trovando però subito la risposta.
-Ah, già, Pokémon Ranger! Beh? Che vuoi? Vuoi un ghiacciolo?!-
Anche gli altri due si voltarono sorpresi, ma per primo parlò l'altro sottoposto.
-Perché un Ranger dovrebbe venire fin qui?! Non ci sono indizi, risposte, enigmi o cristalli giganti qui!-
-Tenete chiuse quelle bocche! Siete sempre bravi a parlare troppo.-
Urlò il dirigente guardanoli, prima di voltarsi verso di lei, attivando una Miniremo.
-Tris di Houndour! Anzi, facciamo quattro, per sicurezza! All'attacco!-
Digitando rapidamente chiamò a sé i quattro Pokémon, che subito saltarono addosso ad una ragazza iniziando una cattura.
Subito uno dei quattro creò sul terreno alcune onde viola, che impedirono alla ragazza di fare qualcosa, ma al loro termine visto si erano tutti sistemati vicini lei subito disegnò varie Linee di cattura, riuscendo incredibilmente a prenderli tutti prima che potessero fare altro.
L'esperienza ed i miglioramenti nello Styler si stavano iniziando a vedere!
La Miniremo esplose subito dopo, mentre tutti loro fuggirono lasciando il dirigente in uno stato d'agitazione.
-La mancata acquisizione dell'obbiettivo non mi rende felice, ma per adesso suonate la ritirata!-
Così dicendo l'uomo corse subito contro di lei superandola per scappare, ed allo stesso modo fecero anche gli altri due.
-Pachi, pachi!-
Pachirisu mosse la zampina contro di loro, come a voler dire che tanto era inutile, ma mentre Sara si era spostata per evitar di venir travolta dai tre finì per sbaglio contro un Haunter, e fu così costretta a catturare anche lui, fortunatamente senza problemi.
Tirando un lungo sospiro la ragazza fece per raggiungere il blocco di ghiaccio, ma al primo passo da sotto il tavolo sbucò un piccolo Pokémon simile ad un triangolino nero, con due piccoli occhi azzurri, nascosto sotto una coperta marrone, che involontariamente iniziò una cattura.
Si mosse lentamente lungo il perimetro di cattura, almeno fino a quando non tentò di colpirla con una raffica di neve, che però venne facilmente evitata.
In seguito il Pokémon tentò prima di intralciarla creando nel terreno un grande blocco di ghiaccio, che tuttavia si sciolse subito, e nuovamete con il primo attacco usato.
Durante questo però Sara caricò il proprio Styler, e grazie alla potenza lo catturò molto rapidamente.
Il suo nome era Snorunt, "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 1", "Attacca soffiando polvere di neve e lanciando pezzi di ghiaccio.", peccato che essendo il sesto Pokémon arrivato dovette liberare qualcuno, e Sara scelse Chingling, un Haunter e lo stesso Snorunt, visto  Abomasnow aveva una Mossa Distruzione 3.

-Bene, ora se non ci sono altre sorprese, vediamo questo blocco.-
Riuscendo finalmente a raggiungere l'ostacolo la Top Ranger lo puntò, scoprendo era necessaria una Mossa Fuoco 4 per eliminarlo.
-Cavolo, non è poco...chissà se in questo castello c'è qualcuno che può aiutarmi...-
Prima i due uomini del Team Pesto Buio avevano detto che sia dal corridoio destro che sinistro si finiva in un vicolo cieco, ma non avevano accennato a Pokémon con delle mosse di fuoco.
Valeva la pena controllare, e per questo la ragazza decise di partire dal corridoio di destra.
Passò quindi in un secondo corridoio, il quale partiva avendo nella sua parte bassa un piccolo angolino in cui era stato messo un tavolino in legno, ghiacciato, e due divanetti dai cuscini rossi. Come nell'altra stanza era presente un tappeto sul pavimento, e procedendo si poteva trovare poco prima di una curva verso sud un elegante caminetto marrone, le cui braci però erano spente da chissà quanti anni, e dal quale proveniva solamente un freddo spiffero.
Ignorandolo la ragazza arrivò ad un altra stanza, cui buona parte del pavimento era nascosta sotto al tappeto e che come decorazioni aveva solamente due tavolini, uno in legno e l'altro in vetro, e quattro sedie in totale. Nella stanza sulla sinistra sembrava esserci un altro sentiero, ma questo conduceva solamente ad un vicolo cieco con al termine un altro camino.
Fortunatamente appese ai muri c'erano alcune candele accese, quindi non ebbe difficoltà a distinguere alcuni Vulpix e Raichu, ma soprattutto riuscì subito a vedere delle scale a destra della porta dalla maniglia in argento.
-Chissà fin dove arriverò...meglio proseguire con cautela.-
Arrivando a quello che sembrava il secondo piano la ragazza trovò un'ampia stanza, avente però un rotondo tavolo al centro del tappeto con tre sedie sistemate accanto ed un porta vino pieno di bottiglie verdi vicino. Nell'angolo in basso a sinistra ce n'era anche un altro, ma oltre a questo nulla di rilevante, a parte magari, finalmente, delle finestre sistemate quasi verso il soffitto e due porte, una direttamente accanto alle scale l'altra invece dall'altra parte della stanza. Decidendo di spostarsi verso quest'ultima parte la ragazza cercò di attraversare la stanza, ma venne fermata da un grosso Pokémon formato da tre teste bitorzolute, che sembrava emanare una scia di gas.
Il Pokémon forse incuriosito dall'intrusa iniziò così una cattura, e subito tentò d'attaccare sputando a terra una poltiglia viola che produsse alcuni fumi velenosi, ma a Sara bastò starle lontana per non venir ferita, ed in men che non si dica aveva già riempito la barra dello Styler.
Secondo i dati dello Styler il nome del Pokémon era Weezing, "Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: Azione 2", "Attacca emettendo gas velenoso e creando pozze di veleno.".

In seguito la ragazza, cercando di non attirare l'attenzione  dell'Haunter nella stanza, si diresse verso la piccola porticina in legno sulla sinistra, ma con sua grande sorpresa non trovò una stanza, ma un ponte che collegava due torri del castello all'esterno.
Il poco calore che era riuscita a raccogliere si spezzò sotto il gelo della neve che ancora stava cadendo dal cielo, e fu ancor più colpita dal notare quanto in realtà in alto era salita pur essendo solo al secondo piano, visto che perfino da lì poteva vedere con facilità la maggior parte del fiume dal quale era arrivata.
Vide anche che molto vicino a dove si trovava c'era anche un altro ponte che collegava altre due torri vicine, ma non rimase troppo a cercar di capire come arrivarvi visto il freddo, e superò subito quel punto tornando all'interno.
Arrivò quindi in un punto simile agli altri, una piccola stanza dal pavimento di piastrelle su toni di grigio ma senza tappeto, che si interrompeva con una piccola scalinata conducente ad un punto rialzato dove si trovava un'altra porta ad arco tuttavia ancora chiusa, ed avente ai lati due braceri viola, uno dei quali era spento.
-Che sia lo stesso meccanismo di prima? Tanto vale tentare.-
Le bastava solo una Mossa Fuoco 1 per accenderlo, ed un Vulpix era perfetto per questo, ma prima di scendere ai piani inferiori per trovarne uno si imbatté in un Pokémon simile ad un serprente viola dai grandi occhi neri, con il quale iniziò una cattura.
Come primo attacco il Pokémon produsse delle fiammate azzurre, le quali però vennero rapidamente evitate dalla ragazza che fu molto attenta a non toccarle, la cosa andò avanti per tre volte prima che la cattura si concludesse.
Il nome del Pokémon era Dratini, "Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Azione 1", "Attacca sputando fiamme blu tipiche dei Pokémon del gruppo Drago.".

Correndo la prima intenzione della ragazza fu quella di tornare al primo piano, ma ricordò che nella stanza precedente al ponte c'era anche un'altra porta, e curiosa di vedere cosa ci fosse vi entrò, trovando solamente però una grande stanza di cui poteva raggiungere solo la parte inferiore, in cui si trovava una parete avente tre librerie piene di libri, un Jynx ed un Pokémon simile ad un morbido coniglio gigante rosa con un tenero boccolo sul capo, che subito la raggiunse dando il via ad una cattura.
Il Pokémon si mosse allegro per il perimetro di cattura, iniziando ad un certo punto a cantare creando così nell'aria delle note gialle fluttuanti, ma Sara riuscì ad evitarle iniziando così a disegnare dei cerchi.
Si fermò solo quando il  Pokémon improvvisamente saltò in aria ad almeno un metro e mezzo da terra, se non di più, così la ragazza presa dalla sorpresa scattò allontanandosi, evitando un colpo dovuto dall'impatto del Pokémon sul suolo.
-Caspita, menomale che mi sono allontanata!-
Nonostante l'attacco ci vollero solo un altro paio di cerchi per catturarlo, aggiornando le informazioni sullo Styler. Il suo nome era Wigglytuff, "Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 2", "Attacca con le note musicali dei suoi canti. Con i suoi salti può emettere onde d'urto.", purtroppo però visto era il sesto Pokémon arrivato Sara dovette liberarlo assieme a Dratini, visto aveva già Weezing con la stessa mossa e livello.

Almeno dopo quel controllo era certa non vi fosse nulla, e scendendo le scale trovò subito un Vulpix per aiutarla con la porta, dalla quale tornò di corsa fermandosi davanti al braciere.
-Vulpix, per favore, usa la mossa Fuoco!-
Il Pokémon subito lanciò una piccola fiammella che accese il braciere, e mentre questo se ne andava la porta si aprì con uno scatto dando modo alla ragazza di passare, dall'altra parte però trovò qualcosa di decisamente inaspettato.
Era come se l'intera stanza fosse stata distrutta da qualcosa, visto che mancavano più parti del pavimento, e questo era oltretutto coperto dal ghiaccio.
C'erano però ben tre porte, anche se solo una era raggiungibile, mentre la seconda e la terza erano collegate tramite delle gigantesche piastrelle di una tonalità scura d'acqua marina, ma che sembravano talmente sottili da poter cadere da un momento all'altro.
-Beh...ehm...sembra pericoloso, ma devo comunque controllare...-
-Pachi...-
Nemmeno Pachirisu sembrava convinto della situazione, ma si fidava dell'amica e salendo sulla sua schiena lasciò che questa facesse il primo passo.
In quell'esatto momento cadde dal soffitto un blocco di ghiaccio, che si conficcò nel suolo facendo sbiancare la ragazza.
-Hiiii!-
Trattenendo il fiato Sara alzò gli occhi, vedendo che sopra di loro c'erano innumerevoli stalattiti dalle punte affilate e grandi quanto lei.
Se non avesse prestato attenzione sarebbe potuta finire infilzata!
Mentre rifletteva su ciò altre stalattiti si conficcarono nel terreno, forse a causa del suo urlo, segnando una specie di sentiero.
Una cosa era però certa, doveva far silenzio, così raccogliendo tutto il suo coraggio finalmente decise di iniziare a camminare per raggiungere la porta.
Il ghiaccio era incredibilmente scivoloso, e se voleva cambiare direzione doveva quasi correre per spostarsi anche di poco, trovò però un buon punto d'appoggio nei blocchi caduti, che furono di particolare aiuto quando fu nel punto più vicino alla porta, lì infatti si ritrovò pericolosamente nei pressi dei punti in cui il terreno mancava, ma ciò le diede modo di vedere che si trovava esattamente sotto al salone principale, dove ancora si trovava il gigantesco blocco di ghiaccio di prima.
Se fosse caduta almeno poteva sperare di finire sul tavolo, ma ciò non accadde, e dopo aver ripreso fiato, e dopo che le gambe smisero di tremare, superò la porta ritrovandosi in un grande salotto, al cui centro su un tappeto blu si trovava un tavolo di legno con ai lati due divanetti.
Nella parete verso nord si trovavano vari mobili, tra cui partendo da destra una scrivania sotto ad un quadro raffigurante dei vasi, un altro caminetto spento sopra cui avevano sistemato una fotografia ormai sbiadita, e che aveva sopra di sé un altro quadro di un paesaggio di montagna ed accanto dei ciocchi di legno, mentre nell'angolo accanto a delle grandi finestre si trovava un comodino con un vaso di fiori rossi.
C'erano ben due Snorunt nella stanza, ed un particolare Pokémon verde acqua dalla coda di pesce ma dal corpo sinuoso con quattro zampe, ed una testa avente delle branchie.
Il Pokémon sembrava molto vispo, e come la vide le saltò subito addosso iniziando una cattura.
Come prima cosa mosse la coda un paio di volte, lanciando a terra dell'acqua che divenne una larga pozza, allo scopo di ostacolarla. Lo fece almeno un paio di volte nello stesso punto, ma fu inutile visto Sara continuava a disegnare vari cerchi di cattura, e forse per questo tentò d'attaccarla producendo delle bolle.
Il tentativo fallì, ma non lo dissuase dal creare nuovamente una pozzanghera, peccato che questa volta questa riuscì a ferire la ragazza, che scivolando con il piede spinse la Linea di cattura contro d'essa perdendo sei punti nello Styler.
All'intero braccio Sara provò come una fitta gelida che quasi la intorpidì, ma senza darsi per vinta continuò a disegnare altri cerchi riuscendo a catturarlo.
Il nome del Pokémon era Vaporeon, "Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 3", "Attacca emettendo bolle e masse d'acqua dalla bocca.".

Catturato il Pokémon Sara, sospirando sconsolata per il danno ricevuto, notò che nella parete in basso si trovava una porta, e subito la superò finendo in una stanza utilizzata probabilmente per esporre i numerosi quadri alle pareti.
La stanza aveva, oltre ad un tappeto a percorrerla, una parete al centro d'essa che costringeva ad aggirarla per poter vedere dall'altra parte, e dietro questa, seduto esattamente sotto la luce che proveniva dalle finestre, si trovava un Pokémon dall'incredibile grazia, simile ad una volpe dal pelo color crema e con un gran numero di code, i cui piccoli occhi rossi erano socchiusi.
Non l'aveva mai visto prima, e nonostante le dispiaceva disturbarlo Sara non poté non avvicinarsi per catturarlo, sperando avesse la mossa adatta a sciogliere il ghiaccio nella stanza principale.
Ad inizio cattura il Pokémon creò però attorno a sé un fuoco viola, che iniziò a girargli attorno, e per questo Sara non volle rischiare subito disegnando dei cerchi aspettando svanisse,  scoprendo così anche un secondo attacco consistente nel produrre una forte fiammata.
Subito dopo questa il fuoco viola svanì, e Sara iniziò a disegnare dei cerchi muovendosi quanto più velocemente possibile, e quando l'altro tentò nuovamente di attaccarla sputando fiamme lei approfittò di quel momento per caricare lo Styler.
La scelta fu giusta, perché non ci volle molto altro per catturarlo. 
Il suo nome era Ninetales, "Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco: Mossa: Fuoco 4", "Si protegge con un fuoco spettrale e attacca sputando fiamme.", peccato che la ragazza dovette liberare  Vaporeon e Haunter.

-Perfetto! Sei esattamente ciò che stavo cercando!-
Con il suo potere sicuramente sarebbe riuscita a sciogliere il ghiaccio! Non le restava altro da fare che tornare al punto di partenza, e solo per non perder troppo tempo decise di cadere apposta dalla precedente stanza.
L'altezza era considerevole, e le ci volle molto coraggio per gettarsi al piano inferiore, ma nonostante avesse perso un battito riuscì a saltare proprio sopra al tavolo senza farsi troppo male.
-Fiuu...che salto...Pachirisu stai bene?-
-Pachi.-
Il piccolo Pokémon era integro, ed entrambi davanti al blocco di ghiaccio, proprio mentre stava per chiedere a Ninetales di scioglierlo però Sara ricordò che il Team Pesto Buio era passato anche nella stanza sulla sinistra, e per esser certi di non aver tralasciato nulla di importante la ragazza volle andare anche lì.
Si ritrovò però in una normalissima cucina, nella cui parete a nord si trovavano partendo da destra una mensola per i piatti, anche se la maggior parte erano rotti a terra assieme a delle sedie ribaltate, un cassettone per posate o simili, un vecchio forno a legna, un ripiano dalla base in ardesia ed un lavandino accanto a dei ciocchi di legno.
Al centro della stanza si trovano anche due tavoli in legno d'egual grandezza, ma mentre Sara era impegnata a guardarsi attorno non si rese conto che un Pokémon simile ad una cavalletta verde l'attaccò con le sue zampe, provocandole un lungo graffio su entrambe le braccia, facendole perdere cinque punti nello Styler che arrivò così a 50/59.
Il Pokémon era incredibilmente veloce, e saltava da un punto all'altro della stanza. Scappare sembrava impossibile, e per questo quando l'attaccò nuovamente si limitò solo a schivarlo, per poi iniziare una cattura.
Come già si aspettava il Pokémon continuava a saltare da un punto all'altro del perimetro di cattura, rendendo così la cosa scomoda, ma i suoi attacchi consistevano solamente in degli affondi con le zampe, e furono tutti facilmente evitati fino a quando non venne catturato.
Il suo nome era Scyther, "Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot.- Mossa: Taglio 3", "Salta da una parte all'altra e attacca sferrando colpi con entrambe le zampe.". In seguito alla cattura Sara si sentì più a suo agio ricaricando lo Styler grazie a Raichu, infondo non sapeva cosa avrebbe potuto incontrare più avanti, e tornando nella precedente stanza chiese subito a Ninetales di occuparsi del blocco di ghiaccio, che si sciolse subito con una sua fiammata nonostante la stazza.

-Grazie Ninetales, a presto!-
Mentre il Pokémon si allontanava Sara si preparava al contrario ad iniziare quella nuova fase d'esplorazione del Castello di Almia, entrandovi sempre più in profondità, senza immaginare cosa avrebbe potuto trovarvi.
Sperando in ogni caso tra le varie cose ci fosse la pietra blu che stava cercando...

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Superato il portone bloccato dietro il grosso pezzo di ghiaccio Sara si ritrovò in una stanza piuttosto comune, avente dall'altra parte d'essa un caminetto spento, collegato per un qualche motivo alla porta tramite un tappeto blu.
Quasi tutti gli angoli della stanza avevano un comodino con sopra un vaso azzurro con dei fiori rossi, ad eccezione di quello in alto a destra, visto che lì si trovavano delle scale alla cui base v'era un Punto di Salvataggio, che subito la ragazza utilizzò per precauzione.
Subito Sara poi risalì le scale, trovandosi in una stanza praticamente identica, se non fosse stato per l'assenza del camino, sostituito da un quadro di una natura morta con altri due dipinti simili ai lati, ed il fatto che solo negli angoli in basso v'erano dei tavolini con dei vasi arancoini con dei fiori blu.
Era comunque innegabile la presenza della porta, ma come la superò trovò una stanza che già aveva visto.
Si trattava di quella in cui il pavimento mancava in vari punti e che cadendo riportava direttamente al salone principale.
Questa volta però era dalla parte opposta, nel punto in cui si trovavano quelle strane e sottili piattaforme che collegavano le due porte.
-Ecco allora come ci si poteva arrivare...chissà che dall'altra parte di quel punto non ci sia anche il ponte che avevo visto prima.-
Visto putroppo non poteva contare sull'aiuto delle stalattiti come la prima volta dovette fare molta attenzione al ghiaccio su cui si muoveva, ma come toccò quei grandi quadrati questi sembrarono frantumarsi, facendola rabbrividire.
All'istante la ragazza corse più rapidamente, passando sul secondo blocco appena in tempo prima che questo si disintegrasse, ed una volta arrivata su un terreno più solido tirò un profondo respiro.
-Cavolo...non me l'aspettavo proprio! Spero non ci siano altri punti così...-
Riprendendosi dallo shock superò la porticina davanti a sé, trovando non il ponte che si aspettava ma la parte di una stanza che precedentemente non era riuscita a raggiungere, ovvero quella di cui aveva visto solo la parte inferiore avente tre grosse librerie.
Il punto superiore si presentava molto stretto e con una ringhiera di ferro, con solo una scrivania nell'angolo in basso ed uno specchio con una candela accanto nella parete a nord, mentre a sinistra era presente un'altra scala.
Prima di poterla raggiungere tuttavia venne bloccata da un grosso Pokémon fluttuante, composto solo da un corpo rotondo quasi completamente bianco ma con delle strane orecchie nere da gatto e degli occhi azzurri.
Il Pokémon in un primo momento si limitò a fissarla, facendole quasi venire i brividi, ma subito dopo alzando di poco gli occhi la caricò con tutta la sua potenza, e solo per un soffio lei lo evitò facendolo finire contro il perimetro di cattura.
Nonostante il momentaneo tentennamento la ragazza si riprese subito, iniziando a disegnare delle Linee di Cattura, fermandosi solo all'arrivo di un secondo attacco identico al primo, riuscendo però a catturarlo senza danni.
Il suo nome era Glalie. "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 3", "Attacca facendo cadere pezzi di ghiaccio mentre vola ad alta velocità.".

Conclusa la cattura Sara si spostò subito al piano superiore, andando così in un piccolo stanzino avente solamente un mobiletto pieno di pentole accanto alla scalinata, ma vicino alla porta c'era un altro Scyther, e naturalmente lei non voleva nuovamente subire delle ferite, quindi fu molto attenta a superarlo per raggiungere la porta.
Quando la superò si ritrovò in una stanza inusuale, sembrava infatti di essere in una vera e propria grotta ghiacciata.
Lungo i muri blu v'erano spessi strati di ghiaccio, soprattutto vicino al soffitto ed al pavimento, e quest'ultimo era completamente ghiacciato da chissà quanto tempo. Solo metterci un piede sopra quasi le fece rischiare di cadere, ma c'era solo un'altra porta dove poter andare ed era nella parete a sinistra.
Non c'erano ostacoli o simili, ma vari Pokémon che stavano pattinando senza alcun problema.
Sperando di non disturbarli la ragazza si appoggiò alla parete alla ricerca di un appoggio, ma dovette subito togliere la mano per quanto il muro era ghiacciato.
Tra i vari Pokémon uno di questi aveva iniziato a fissarla con fare truce, era simile ad un gigantesco tricheco azzurro la cui testa era bianca, ed aveva delle affilatissime zanne lunghe almeno la metà di lui.
Quasi trattenendo il fiato la ragazza provò ad ignorarlo, ma il Pokémon aiutandosi con le pinne si spostò sul ghiaccio, iniziando a caricarla con l'intenzione di ferirla.
Subito Sara provò a spostarsi, ma a causa del ghiaccio non fece in tempo e così il Pokémon riuscì a caricarla con una testata che la scaraventò contro la parete, facendole perdere dieci punti nello Styler.
Come toccò il muro la giovane sbatté violentemente la testa, e la successiva caduta sul terreno non migliorò certo le sue condizioni. Sentiva di non aver più fiato nei polmoni, e vide alcune gocce di sangue caderle dalla testa. Doveva aver sbattuto più violentemente di quanto si fosse aspettata.
Purtroppo però il Pokémon non avrebbe certo aspettato si rialzasse, ed infatti subito la caricò con un'altra testata che riuscì perfino a sollevarla di almeno due metri.
Con le sue zanne nell'alzarla le aveva però anche ferito una gamba, ed infatti da metà coscia fino al ginocchio si era aperto un taglio. Cadendo a terra ancora una volta Sara perse il fiato, sentendo la testa farsi più pesante.
Per qualche secondo fece perfino fatica a vedere, e spostò subito la ferita dal ghiaccio per il dolore. 
-Pachi! Pachi! Pachi!-
Pachirisu aveva iniziato a spingerla come a cercare di rialzarla, e seppur non riuscisse a veder molto bene ciò che stava accandendo la ragazza ancora intontita rotolò quanto più velocemente possibile, riuscendo a schivare un altro attacco ma iniziando anche una cattura, non certo nelle migliori condizioni.
Sara tentò comunque di disegnare subito delle Linee di cattura, ma si fermò quando comparve l'icona "!" sullo Styler, avvertendola di un attacco, ed infatti il Pokémon creò attorno a sé una piccola bufera di neve.
In seguito poi creò anche sul terreno, ancora ghiacciato, un grande blocco affilato, dal quale la ragazza cercò di stare quanto più attenta possibile, riprendendo poi subito a disegnare dei cerchi.
Nel momento però in cui il Pokémon creò una sfera di ghiaccio e gliela lanciò contro si fermò subito, correndo con tutte le sue forze per schivarla, riuscendoci fortunatamente e chiudendo poi la cattura.
Il nome del Pokémon era Warlein, "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 3", "Attacca sputando pezzi di ghiaccio e scatenando tormente di neve". Con la cattura almeno lo Styler passò dal livello ventitre al ventiquattro, aumentando di quattro la potenza e di due l'energia, passando a 61/61. Dovette però liberare Glalie ed Abomasnow, visto erano in sei.

Era ormai arrivata anche alla seconda porta nella stanza, anche se ancora la testa le faceva male, ma non sanguinava più.
Superandola raggiunse un altro ponte che le dimostrò quanto fosse ancor più in alto rispetto a prima, ma senza badarci troppo superò anche quel punto rientrando tramite in una nuova ala del castello, ciò che trovò però era certamente una sorpresa che non desiderava.
La stanza strutturata come se fosse composta da tre corridoi aveva, senza contare quella dalla quale era venuta, tre stanze.
Una nella parete a sinistra, la seconda lungo una parete vicina e la terza lungo il muro a nord, ma proprio davanti a quest'ultima, che oltretutto era completamente nera ed aveva degli strani simboli rossi che brillavano, v'erano quattro uomini del Team Pesto Buio.
Due di loro erano dirigenti e due reclute, uno dei dirigenti però stava parlando.
-Ehi, che ne pensate del nostro capo? Secondo me siamo fortunati ad avere Frido come capo. Lavina, invece, si scalda subito per niente. E Aride? Se quello cade in depressione, hai voglia a sopportarlo e farlo sorridere.-
Frido? 
Lavina?
Aride?
Non aveva mai sentito questi nomi, significava quindi che Vanesio non era l'unico a capo del Team Pesto Buio?
Quanti potevano essercene oltretutto in realtà?
Il pensiero preoccupò molto la ragazza, che però continuò ad ascoltare mentre l'altro dirigente rispondeva.
-La pensi così? Io preferirei avere Lavina come capo. Che temperamento! Come un vulcano. E soprattutto, è l'unica donna tra i nostri tre capi.-
-Già, ma in fondo, che ce ne importa? Quei tre sono i favoriti del grande capo. Non sbagliano mai un colpo. Finché saranno in giro, ottenere una promozione sarà davvero dura per noi.-
Ribatté nuovamente l'altro, mentre la Top Ranger quasi tratteneva il fiato.
Il grande capo, quindi c'erano solo queste altre tre persone, più quello che controllava tutto. Magari avrebbe potuto scoprire di più...
-E' vero. E' proprio vero. Quel che mi secca è che non abbiamo nemmeno un nome tutto per noi. E' troppo chiedere almeno di chiamarsi Dirigente A, Dirigente B e così via?-
Mentre i due continuavano a parlare Sara aveva fatto un passo avanti, ma così facendo aveva per sbaglio calciato una pietra che, producendo rumore, aveva attirato l'attenzione di uno dei due dirigenti, che subito la vide.
-...oh, no! Un Ranger ha sentito tutto!-
-Argh, questo è proprio umiliante! TI faremo dimenticare tutto con la forza! Seedot! Siete pronti? Tutti fuori all'attqaccoooooo!-
Con una gran velocità i due dirigenti tirarono fuori dalle tasche delle Miniremo che subito si montarono davanti a loro, e le due reclute andarono a nascondersi dietro ai capi mentre almeno otto Pokémon, simili a delle castagne dai rotondi corpi marroni e con dei cappelli a spirale, saltarono attorno alla ragazza iniziando una cattura.
Il loro numero era forse il problema maggiore, perché quando iniziarono a lanciarle contro delle foglie marroni non fu affatto facile schivarle, ma in compenso bastarono pochissime linee per catturarli, e nei momenti in cui queste si scontravano con le foglie non subiva alcun danno.
Aggiornando le informazioni sui Seedot vide accanto all'immagine le scritte "Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 1", "Attacca sparando semi.".

Le Miniremo esplosero subito dopo, lasciando i Pokémon liberi e gli uomini del Team Pesto Buio nel panico.
-A volte sembra tutto così...-tu, per esempio, ce l'hai un nome?-
Chiese uno dei due dirigenti.
-Sì, Sara.-
-Sara? Tsk! Perché anch'io non posso avere un nome così forte?!-
Era strano che un suo avversario trovasse forte il suo nome, ma mentre i quattro fuggivano via la ragazza scacciò subito quel pensiero.
-Poveretti però, senza nemmeno un nome nella loro stessa organizzazione...è molto triste.-
-Pachi...-
Perfino Pachirisu sembrava aver pena per loro in quel momento, anche se non erano esattamente brave persone.
-Anche per Maximilian sarà stato così? Mi ha raccontato che momenti per divertirsi ce n'erano, ma il fatto d'esser considerati solo come pedine può far male.-
-Pachi, pachi pachi.-
Il piccolino iniziò a muovere le zampe come a voler spiegare qualcosa, e la ragazza sembrò capirlo.
-Sì, è una scelta loro stare con quel team, però può essere sempre come ha detto la presidentessa. Non gli è stata mostrata una strada alternativa.-
Con Maximilian le cose erano andate così, ed era sicura che con la spinta della sua amicizia avrebbe potuto ricominciare assieme a tutti loro. Non era però il momento per perdersi in quei pensieri.
-Diamo un'occhiata  a questa porta.-
Avvicinandosi ed esaminandola con lo Styler risultava che questa era un ostacolo che poteva essere distrutto con una Mossa Potere Psico 3.
L'unica cosa da fare era guardare nelle ultime stanze, visto precedentemente non aveva notato nessun Pokémon con un livello simile.
Decise di iniziare dalla porticina accanto a quella sulla parete sinistra, salendo così una breve rampa di scale che la condusse però ad una grande stanza dal pavimento di piastrelle grigie, al cui interno v'erano vari scaffali, soprattutto nella parete a nord, pieni di piatti, vasi e pentole. C'erano anche almeno tre tavoli, anche se solo uno aveva delle notevoli dimensioni, ed aveva l'aria di essere una sorta di cucina o magazzino.
Come Pokémon notò un Dratini, un Vulpix ed un Raichu, ma nessuno di loro purtroppo avrebbe potuta aiutarla con la porta, tornando alla precedente stanza superò quindi la seconda porta, passando ancora una volta per un ponte esterno che la collegò ad un'altra zona ancora.
-Caspita, questo posto è enorme.-
Pulendosi dalla neve sulla testa entrò nella nuova stanza scoprendo così una zona in cui vi era solamente un'altra porta, sistemata in un punto inferiore a dove si trovava raggiungibile tramite una corta scalinata, che tuttavia era chiusa ed aveva due braceri spenti ai lati.
-Cavolo, questo significa che devo tornare indietro...menomale che avevo visto un Vulpix nell'altra stanza.-
Non essendo nemmeno così lontana impiegò pochissimo tempo per andare a catturare il Pokémon, ma visto i braceri erano due dopo aver acceso il primo dovette tornare ancora una volta indietro, ma come prima la cattura andò liscia come l'olio e poté accendere anche il secondo bracere, aprendo così anche la porta.
Senza alcuna esitazione la oltrepassò, entrando così in un magazzino al cui interno v'erano vari mobili in legno, ciascuno dei quali però presentava gravi danni.
Partendo dalla parete a sinistra si trovava un tavolino pieno di graffi, ed un cui lato era quasi spezzato. Nella parete davanti alla ragazza invece v'erano un cassettone, un armadio ed una libreria, ma il legno era stato distrutto in vari punti. Accanto alla libreria c'era però una strana statua raffigurante un diamante azzurro, non ebbe però tuttavia il tempo di osservarla meglio perché un Pokémon, completamente viola nascosto sotto un cappello da strega e da una veste viola che stava fluttuando, la raggiunse iniziando una cattura.
Sull'abito il Pokémon aveva una collana rossa, che mentre la ragazza si concentrava nel disegnare dei cerchi brillò di una luce rossa, e da esso uscì una fiamma viola che come toccò terra segnò nel terreno un'occhiataccia nera.
Il Pokémon in seguito si teletrasportò altrove preparando un secondo attacco che consisté nel produrre un raggio viola, che però la ragazza evitò riprendendo poi a disegnare delle linee.
Era molto veloce, su questo non c'erano dubbi.
Continuava a teletrasportarsi da un punto all'altro alternando i suoi attacchi, rendendo così difficoltoso far aumentare la barra segnata nello Styler, ma alla fine Sara riuscì a concludere la cattura senza nemmeno una ferita.
Il nome del Pokémon era Mismagius, "Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere Psico 2", "Attacca lanciando sfere spaventose e sfere imbevute di sentimenti d'odio.".

Concedendosi qualche minuto per riprendere fiato la Top Ranger guardò il Pokémon sorridendogli.
-Spero che per il tempo in cui starai con noi avrai sentimenti felici.-
Il Pokémon si limitò a continuare a fluttuare, mentre tornavano dalla porta misteriosa.
-Mismagius, per favore pensaci tu.-
Attraverso un raggio viola il Pokémon fece evaporare la porta grazie alla sua misteriosa forza, tornando subito dopo da dove era venuto.
-Grazie!-
Se era stata bloccata un motivo importante probabilmente c'era dietro, e per questo Sara s'assicurò di salvare i dati dello Styler tramite il Punto di salvataggio accanto a lei, oltrepassando subito dopo la porta, proseguendo su una lunga rampa di scale.
Ciò che si trovò davanti fu inaspettato, ma in qualche modo non nuovo.
Si trovava in una gigantesca stanza il cui pavimento mancava in vari punti, vi si potevano vedere solo dei sentieri sottili e ghiacciati che collegavano varie parti della stanza, dove in totale c'erano tre porte. Tra gli incroci dei vari sentieri oltretutto erano presenti quelle pedane che si frantumavano al passaggio, quindi probabilmente sarebbe stata dura tornare indietro.
Dalla sua posizione si poteva seguire solamente una strada, e nonostante fosse spaventoso guardare verso il basso senza vedere cosa c'era sotto non poteva andarsene proprio ora.
-Ok...ok. L'ho già fatto, posso farcela...un passo alla volta...-
Peccato che già dal primo passo scivolò, ed al primo incrocio presa dal panico temendo la piattaforma si rompesse andò a sinistra. Scelse poi di procedere verso il basso seguendo il sentiero, trovando quantomeno un punto fermo in cui il terreno non si sarebbe rotto.
-Cavolo, non ho idea di quale strada sia meglio...dovrò procedere per tentativi.-
Tornando indietro questa volta girò a sinistra e seguendo il sentiero arrivò fino alla porta lungo la parete sinistra della stanza.
-Bene, controlliamo cosa c'è.-
Entrò così in un grande salottino dal pavimento dalle piastrelle grigie al cui centro, sopra ad un largo tappeto blu, erano stati messi un piccolo tavolino rotondo con sopra un vaso di fiori e quattro sedie accanto. Lungo la parete a sinistra si potevano vedere alcune finestre ed una sedia a dondolo abbandonata accanto ad una di queste. Negli angoli in basso a destra e sinistra invece c'erano dei semplici cassetti in legno con sopra dei vasi con dei fiori rossi, ed infine nella parete a nord si trovavano due librerie  e, tra questi due, un caminetto.
L'atmosfera era piacevole, e per qualche motivo non si avvertiva lo stesso gelo nelle altre stanze, ma proprio perché si distrasse guardandosi attorno Sara non notò l'arrivo di un piccolo Pokémon simile ad un cane blu, che si reggeva sulle zampine nere muovendosi rapido.
Una volta che la cattura fu iniziata il Pokémon si mosse attorno alla ragazza un paio di volte prima di tentar d'attaccarla con un pugno, il quale però sembrò avere una carica tale da muovere perfino l'aria, ma fortunatamente Sara l'aveva evitato senza troppi problemi.
Più difficile fu invece mentenere la Linea di cattura mentre il Pokémon saltò per evitarla, attaccando poi nuovamente con i suoi pugni.
La vicenda si ripeté per un altro paio di volte prima che Sara lo catturasse, aggiornando le sue informazioni nello Styler.
Il suo nome era Riolu "Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Distruzione 1", "Attacca sferrando pugni mentre salta in giro rapidamente.".

Oltre a questo non c'era altro di interessante nella stanza, così, uscendo, la ragazza percorse il sentiero precedente tornando all'inizio, spostandosi questa volta sempre dritto ed a destra al primo incrocio, seguendo il sentiero fino a raggiungere la porta dall'altra parte della stanza, notando oltretutto che le piastrelle di ghiaccio si erano ricreate nel tempo era stata via.
-Bene, sono arrivata dall'altra parte...però...-
C'era comunque un altro sentiero ed un'altra porta, e vista la grandezza di quella vicino a cui era sentiva la direzione giusta era proprio quella. Non se la sentiva però di tralasciare una stanza rischiando magari di perdere qualcosa di importante, per questo spostandosi sul sentiero di destra raggiunse anche quel punto seguendo il sentiero. 
La nuova stanza sembrava una camera da letto, avente nella parete a nord un armadio congelato ed un mobiletto avente uno specchio rotondo e numerosi trucchi sopra, mentre nella parete in baso c'erano una scrivania ed un letto a due piazze.
Nella parete a destra invece v'erano numerosi vestiti appesi ad un appendiabiti, tutti femminili e dall'apparenza antichi.
Non era molto grande come posto, ma carino, purtroppo però ancora una volta Sara venne presa alla sprovvista da un altro Riolu, ma come aveva già fatto lo catturò senza alcun problema. Purtroppo però era il sesto Pokémon arrivato, quindi avrebbe dovuto liberare qualcuno, ma nel momento in cui stava per farlo notò che i due Riolu si tenevano per mano e sembravano intenzionati a non andarsene ancora da lei. Non ne aveva la certezza, ma nei loro occhi c'era qualcosa che glielo faceva pensare...per questo liberò Walrein e Weezing.
Forse andare prima lì non era stata una cattiva idea dopo tutto, e così facendo sempre attenzione a non scivolare tornò verso il grande ingresso ad arco, percorrendo una lunga scalinata fino ad arrivare alla nuova misteriosa stanza.

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


Sara si ritrovò ben presto in una grandissima stanza dalle alti pareti grigie e dal soffitto quasi completamente ghiacciato. Metà della stanza però era bloccata da una specie di barriera azzurra accanto alla quale erano presenti due statue in pietra raffiguranti dei Riolu.
Vicino ad una delle due statue stava un ragazzo dai lunghi capelli a spazzola dal colore azzurro vivo, che indossava un abito dello stesso colore composto da una lunga giacca, che gli arrivava alle cosce, dei pantaloni ed una maglia. Silenziosamente si spostò al centro delle due statue, guardandole.
-Ho sentito entrare qualcuno...-
Scattando il ragazzo si voltò, puntando gli occhi azzurri su Sara e Pachirisu, che avanzarono verso di lui seri. Qualcosa diceva loro che era meglio fare attenzione...
-Immagino sia qualche poppante che gioca a fare il Ranger e a fare le scivolate sul pavimento ghiacciato...-
Disse freddamente l'uomo, mentre la ragazza non rispose limitandosi ad una smorfia. Nonostante avesse diciannove anni molti la scambiavano per una ragazzina, ma solitamente la infastidiva solo quando veniva sottovalutata, come ad esempio dal Team Pesto Buio.
-Indovinato, eh?-
Portandosi una mano tra i capelli fece tre piroette su se stesso, concludendo in una posizione in cui entrambe le braccia puntavano verso la stessa direzione, mentre lui era leggermente piegato.
Era simile ad una posa Ranger.
-Eheheh, scusami, scusami. Non offenderti, ok? Il mio nome è Frido!-
Frido?
Era il nome di uno dei capi del Team Pesto Buio!
Subito la ragazza si mise sull'attenti, guardandosi rapidamente attorno come se da un momento all'altro potesse arrivare chissà cosa, mantenendo un'espressione seria che il ragazzo interpretò, forse, come se la battuta l'avesse offesa.
-Stavo solo scherzando, dai. Lo so che sei un Top Ranger. E il tuo nome è, uhm...aspetta...Sara Pivelli.-
-Non è quello il mio cognome.-
Ribatté la ragazza cercando di gestire la provocazione.
-Ah, non fai "Pivelli" di cognome? Ho capito. Però ti starebbe bene.-
-Ma che simpatico...-
Borbottò lei irritata, ma anche se la sottovalutava gli avrebbe dimostrato che si sbagliava.
-Eheheh, scusami. Cerchi qualcosa di blu, non è vero? So già tutto a proposito.-
A quelle parole, dette con un gelido sorriso, Sara spalancò gli occhi dallo stupore, preoccupata.
-Uno dei miei ragazzi ha sentito per caso quel messaggio vocale che hai ricevuto al Campo Sottozero. Mi ha detto che il volume del messaggio era assurdamente alto.-
Accidenti, effettivamente il professor Frenesio non si era trattenuto dall'urlare, ma non per questo lei non avrebbe dovuto far più attenzione.
Mentre rifletteva su questo il giovane le si avvicinò di qualche passo.
-Senti la mia proposta. Vuoi far squadra con me? Mentre fai girare il tuo Styler, io entro dentro e prendo quell'affare blu. Non preoccuparti, avrai la tua parte...ti comprerò un ghiacciolo all'anice. E' blu anche quello no? Non ti interessa?-
-Non starei dalla vostra parte per nulla al mondo!-
Sapeva bene era solo un'altra provocazione, ma a prescindere da qualsiasi proposta, seria o meno, non avrebbe mai accettato.
-Beh, ma come sei difficile! Questo è tutto ciò che posso fare per ora.-
Mostrandole ancora una volta la sua strana posa il ragazzo tirò fuori dalla tasca una Miniremo, e digitando i tasti Sara udì alle sue spalle un suono stridulo.
Pochi istanti dopo vide che un Pokémon dalla figura quasi completamente bianca, che stava fluttuando, le scattò contro arrivando dalla porta alle sue spalle, iniziando una cattura.
Dal primo istante subito la ragazza tentò di disegnare dei cerchi attorno al Pokémon, ma dovette fermarsi quando questo creò attorno a sé ben quattro fiamme che iniziarono a ruotargli attorno, rendendo difficoltoso stargli troppo vicino ed allo stesso tempo sembravano anche troppo distanti per poter disegnare dei cerchi attorno a loro.
Nel momento in cui queste svanirono, dopo aver fatto purtroppo scendere buona parte dell'energia accumulata nella barra, il Pokémon di Frido creò al centro della stanza un blocco di ghiaccio, ma fu molto più semplice evitarlo rispetto a prima.
Purtroppo visto ancora Sara non era arrivata a metà della barra raffigurante l'amicizia recepita dal Pokémon osò troppo con  i cerchi, senza fermarsi nemmeno quando l'altro creò una nuova fiamma viola.
Come questa toccò la Linea di cattura perse cinque punti nell'energia dello Styler, e comparve sul suo braccio una bruciatura, ma poteva benissimo ignorarla.
La fiamma era dotata di vita propria, quindi si mosse per il perimetro di cattura, ma non costituì alcun pericolo. Il seguente attacco del Pokémon riguardò nuovamente la creazione di quelle quattro dannatissime fiamme, ma stavolta Sara tentò di continuare a disegnare i cerchi attorno al Pokémon, facendo molta attenzione a quando questo era al centro del perimetro.
Il suo tentativo riuscì senza subire ferite, ed aveva ormai superato la metà della barra. Poteva sentire il gelido sguardo di Frido su di sé, ma non importava, gli stava dimostrando che non era una mocciosa da sottovalutare.
Nuovamente il Pokémon intanto aveva creato un secondo blocco di ghiaccio, da cui però Sara fu ben attenta nel tenere le distante, e la stessa cosa fece quando ricreò una fiamma viva.
Quello però fu l'ultimo attacco prima che la cattura si concludesse con la vittoria per lei.
Dalle informazioni dello Styler il Pokémon si chiamava Froslass, "Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 4", "Attacca facendo cadere pezzi di ghiaccio. Si protegge con un fuoco spettrale.".

La Miniremo esplose subito dopo, ed il Pokémon come era arrivato se ne andò sotto lo sguardo scocciato del ragazzo.
-Sì, ok, te lo concedo...sei meglio di quanto mi aspettassi.-
Questa volta Sara gli sorrise piena d'orgoglio per avergli dimostrato quanto valeva, ma il sorriso scomparve quando l'altro fece lo stesso.
-La prossima volta che ci incontreremo, però, le cose andranno diversamente.-
Così dicendo l'uomo iniziò ad allontanarsi, fermandosi però vicino a lei.
-Ah, sai quella cosa blu che volevi? Beh, la mia proposta non è più valida! Ti dovrai arrangiare! Così impari!- E non ce la farai mai a prenderla!-
-Ti sbagli, ci riuscirò.-
Nuovamente il ragazzo prima di parlare fece qualche altro passo verso la porta, dandole le spalle.
-Il Pokémon che custodisce quella cosa blu è sicuramente troppo forte per te. Potrebbe esserlo persino per me.-
-Però io ti ho sconfitto.-
Ribatté la ragazza con quanta più fiducia possibile.
-E' vero, provare non costa niente, ma sono sicuro che non riuscirai a passare. Beh, ci si vede, Sara Pivelli!-
Con quest'ultima provocazione il ragazzo si allontanò, ma si udirono delle altre voci oltre la scalinata.
-Signor Frido! Lo abbiamo trovato! Il Pokémon che stavamo cercando!-
Inaspettatamente ben due dirigenti del Team Pesto Buio corsero nella direzione di lei, quasi sorridendo ma pieni d'affanno, parlando senza nemmeno guardarla.
-Ancora meglio, ne abbiamo trovati due!-
Solo in quel momento finalmente si accorsero di chi avevano davanti, ed i loro visi mutarono radicalmente nella preoccupazione.
-Ehi! Tu non sei Frido! Cosa ci fa un Ranger qui?!-
-E guarda che scherzavamo prima! Non sto cercando nessun Pokémon Blu. E di sicuro non ne ho trovati due!-
Così dicendo i due poveretti corsero via, praticamente inciampando per le scale, lasciando così Sara sola.
-Beh...non che non siano mai stati strani...ma vediamo un po' che fare con questa barriera...-
Avvicinandosi ad essa Sara tentò di sfiorarla, ma la forza era tale da impedirle di fare perfino questo semplice gesto.
Decise quindi di ispezionare le statue vicine, notando delle targhette alla base del pilastro su cui era scritto: "Queste due statue a forma di Riolu sono protette da un'entità blu.".
-Mmh, un'entità blu. Che possa riferirsi ai due Riolu che sono venuti con me, o è qualcos'altro?-
In quel momento, in cui nuovamente si avvicinò alla barriera, percepì una fortissima energia dietro di sé, proveniente proprio dai due Pokémon.
-"Il potere di Riolu comincia a vibrare. Vuoi che venga usato?"-
La voce dello Styler la colse alla sprovvista, e sullo schermo comparvero due icone "Sì" e "No".
Dopo aver guardato un paio di volte la barriera ed i Pokémon Sara cliccò sul "Sì", vedendo che entrambi i Riolu si portavano vicino alle statue, concentrando la loro energia sulla barriera, ed in una manciata di secondi questa venne distrutta. Incredula Sara guardò entrambi, abbracciandoli sorridendo prima che questi andassero via.
-Grazie, Riolu. Grazie a entrambi!-
Nulla le impedì così di superare anche l'altro portone ad arco, ma dopo un lungo corridoio si ritrovò in una zona molto strana, sembrava infatti di essere dentro ad una caverna.
I muri erano completamente in roccia azzurrognola, e perfino il soffitto, mentre il pavimento sembrava più marmo grigio.
Più camminava più l'atmosfera si faceva gelida, ma non passò molto prima che vedesse un'apertura vicino alla quale v'era un Punto si salvataggio, e come si avvicinò Glenda la chiamò.
-Messaggio in arrivo! Sara, ti trovi nel Castello di Almia adesso, vero?-
-Sì, esattamente, ormai però penso di essere alla fine.-
-Riceviamo il segnale di un potente Pokémon davanti a te. Ti senti in grado di affrontarlo?-
-Non preoccuparti, me la caverò Glenda.-
Purtroppo a quanto pare la linea cadde subito dopo, ma non importava, aveva comunque il suo amico Pachirisu a darle forza.
Frido aveva parlato di un Pokémon potente, ma ne aveva già affrontati altri, poteva superare anche questo, e dopo aver salvato i propri dati oltrepassò l'ingresso, senza ripensamenti.
Arrivò così in una stanza molto simile alla precendente, divisa però in due zone.
La prima, al livello basso, era quella dove si trovava lei, ed aveva sei braceri spenti ai lati, la seconda invece era in un punto più stretto della stanza, dove era stato costruito un pilastro azzurro avente una piccola scalinata.
Propiro sopra a questo Sara vide la grande Pietra Blu che aveva cercato.
Dalla forma le ricordava una lacrima, ed emetteva una forte luce dai freddi toni.
Prima che potesse toccarla però sentì un suono alle sue spalle, e voltandosi vide che due braceri si erano accesi.
Confusa tornò quindi in quel punto, renendosi conto solo in quel momento di non aver visto il Pokémon di cui le avevano parlato, ma nel frattempo si accesero anche altri due braceri, e così anche gli ultimi.
Un verso provenì poi dal pilastro, e proprio davanti alla pietra si trovava un Pokémon, simile ad un Riolu, solo grande almeno quanto lei.
Questo scattò correndo tenendo le zampe anteriori verso le proprie spalle e la schiena bassa, raggiungendola in pochi istanti. Iniziò quindi a correre svariate volte attorno alla ragazza, veloce, veloce, sempre più veloce, fino a quando le fece venire un capogiro, ed in quel momento finalmente si fermò, caricandola iniziando la cattura.
Doveva essere il guardiano di quel castello, ed ovviamente non le avrebbe lasciato prendere la pietra così facilmente.
Il Pokémon improvvisamente si ricoprì di un'aura elettrica, che fece arretrare la ragazza, ma durò solo un secondo, e quindi lei provò a parlargli.
-Non voglio farti del male! Ho bisogno di quella pietra per affrontare degli uomini crudeli!-
Il Pokémon non sembrò ascoltarla, e saltò da un punto all'altro mentre lei disegnava delle Linee di cattura. Normalmente avrebbe continuato fino al segnale "!" che compariva ad indicarle un pericolo sullo Styler, ma quando il Pokémon fu nuovamente circondato da quell'aura misteriosa si fermò istintivamente, ed a buona ragione visto alzando un pugno creò una serie di sfere dirette contro di lei.
Fortunatamente il terreno non era ghiacciato, quindi la ragazza riuscì con una rotolata a schivarli, in quel momento guardando il Pokémon negli occhi vide una grande determinazione e senso del dovere, che le fecero capire chiaramente che doveva dimostrargli il suo valore, guadagnando il diritto di avere la pietra.
Non avendo quindi altra scelta Sara riprese a disegnare dei cerchi, interrompendosi quando l'altro creò a terra delle sfere nere cariche d'elettricità, fortunatamente però una delle due finì oltre il perimetro di cattura e non fu d'intralcio alla ragazza.
I poteri dei Pokémon infatti potevano superare quella cupola, al contrario loro.
Di grande sorpresa fu un improvviso pugno che tentò di sferrarle contro, talmente rapido che la ragazza sobbalzò rischiando di cadere, ma riuscì comunque ad evitarlo.
Seguì poi lo stesso schema precedente, composto dalle sfere misteriose, quelle elettriche a terra ed un secondo pugno, ed anche se la barra non era nemmeno a metà il fatto avesse ripetuto gli stessi gesti le fece sperare che l'ordine fosse quello.
La sua velocità però era un bel problema, e per questo Sara decise di usare una delle Poké Tattiche. La migliore sembrava una il cui effetto produceva una sostanza viscosa che rendeva il bersaglio lento, quindi subito la usò putando a terra lo Styler, e come fosse una catapulta tirò dalla direzione inversa.
Purtroppo però anche il Pokémon aveva adottato una nuova tattica, ed il suo corpo venne infatti ricoperto da quella strana aura. Fu come se la sua forza fosse raddoppiata, assieme alla velocità. I suoi attacchi erano più potenti, tanto che le sfere elettriche nel terreno divennero ben quattro.
Fu difficile quindi colpirlo prima dello scadere del tempo, ma l'effetto da lui usato svanì altrettanto rapidamente.
Seguì quindi nuovamente i soliti attacchi, ma non passarono nemmeno cinque minuti prima che utilizzasse nuovamente quella tattica, e questa volta la velocità di Sara nello schivare non bastò.
Lanciandole contro le sfere d'energia blu la colpì tutte le volte, facendole perdere ben otto punti nello Styler.
Le sfere la colpirono prevalentemente allo stomaco, e l'impatto fu tale da farla piegare prima in avanti e poi cadere. Tossendo la Top Ranger fece di tutto per rialzarsi prima che la colpisse con le sfere d'energia, e portandosi una mano allo stomaco disegnò qualche cerchio nei momenti che le sembravano più adatti.
Sforunatamente quei momenti erano quando si muoveva, perché solo se si fermava l'attaccava, ma almeno la sua tattica terminò subito dopo e lei era a metà strada.
Ancora una volta il Pokémon si mosse a scatti, ed ingannandola con la sua velocità riuscì a portarsi alle sue spalle, colpendola con un pugno al viso nel momento in cui si voltò, facendole perdere dieci punti nell'energia, che arrivo a 39/61.
Il pugno la sbalzò lontano, e del sangue scese dal labbro spaccato di lei, ma la ragazza non cadde ed ansimando guardò il Pokémon.
-Io...non cadrò...io...ce la farò!-
Quell'urlo sembrava aver scalfito il suo avversario, che allargò leggermente gli occhi, ma certo non l'aveva intenerito visto provò ad attaccarla con le sfere d'energia, che però vennero evitate.
Nuovamente creò anche le sfere elettriche, e come Sara aveva iniziato a sospettare provò a colpirla con un pugno. C'era veramente uno schema nelle sue azioni, ma come riformò l'aura di pura energia attorno a sé la mente della ragazza non riuscì a prevederle correttamente per evitare i suoi colpi.
Sentiva le cosce bruciarle per quanto si stava muovendo, ed il torace farle male per i colpi, ma ormai era vicina.
Continuò a disegnare ancora ed ancora dei cerchi, ma la Linea finì contro una delle sfere elettriche, perdendo così cinque punti, e Sara avvertì una scossa prenderla per tutta la spinda dorsale, paralizzandola per qualche secondo.
-N-non...mi arrenderò...-
Anche se aveva parlato a denti stretti non le importava, se non per farsi udire dal Pokémon era per farsi ascoltare dal suo stesso cuore.
Concentrandosi fece molta attenzione ad ogni gesto del Pokémon, portandosi al massimo per evitare i suoi colpi e disegnare delle linee il lontano possibile sia da lui, in caso l'avesse attaccata con dei pugni, che dalle sfere elettriche.
Per l'ennesima volta il Pokémon chiamò a sé tutta l'energia di cui disponeva, ma Sara non fu da meno, e prima che potesse attaccarla lei riuscì a disegnare anche l'ultimo cerchio, chiudendo la cattura.
Sorridendo la ragazza si inginocchiò a terra, massaggiandosi il fianco e pulendosi il labbro ancora sanguinante, mentre Pachirisu raggiungendola l'abbracciava.
-Pachi! Pachi!-
-Va tutto bene, non è niente di grave.-
Disse lei tranquillizzandolo accarezzandogli la testolina, mentre le informazioni dello Styler si aggiornavano.
Il nome del Pokémon era Lucario, "Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: /-", "Attacca lanciando sfere d'aura. Diventa più forte se avvolto dalla sua aura.".

Al contrario di altre volte il Pokémon non scomparve, si limitò a guardarla mentre camminando all'indietro raggiungeva la pietra, concedendole infine un sorriso fiducioso.
Era chiaro che intendesse affidarle la Gemma Blu, ed infatti voltandosi usò la sua energia contro d'essa, liberandola dall'aura azzurra.
-E'...splendida...-
Lo era veramente, sembrava formata da un'infinità di minuscoli cristalli, tutti aventi varie tonalità d'azzurro. Era come guardare ogni lago, mare, fiume e ghiacciaio del mondo in tutta la sua pura bellezza.
Mentre avvicinandosi la giovane prese tra le proprie mani la grande pietra Lucario, con un cenno del capo in segno di rispetto, si allontanò con un salto, svanendo tra le tenebre del soffitto.
-Ce l'abbiamo fatta Pachirisu!-
-Pachi!-
Saltandole addosso per la felicità il piccolo amicò gioì assieme alla ragazza, che presa dall'entusiasmo si esibì nella propria posa da Ranger. In quel momento un'immagine le comparve davanti agli occhi, era la stanza nella quale aveva lottato con Frido, ed al centro era comparsa una luce verde.
Non era certa di cosa significasse, ma l'unica strada da seguire era quella dalla quale era venuta.
-Ach...devo dire che è stata più dura del previsto...ho sottovalutato la situazione.-
In effetti già dopo il primo passo sentiva il corpo tutto intorpidito. Aveva affrontato situazioni difficili, ma non significava non ne esistessero di ancor più dure, quella sicuramente era un'importante lezione.
Notò però che l'intera barra d'energia si era ricaricata, forse per effetto della gemma?
Non era avanzata di livello, ma non importava, almeno poteva star tranquilla da quel punto di vista. Un vero peccato però il legame tra lei e lo Styler non ci fosse anche quando questo si ricaricava, le sue ferite infatti rimanevano.
In ogni caso a passo lento e costante la ragazza raggiunse la stanza del Castello di Almia, e così anche la luce verde, e come la sfiorò udì una voce maschile, profonda ma gentile.
-Vuoi tornare all'ingresso?-
Spalancando gli occhi dalla sorpresa la ragazza guardò Pachirisu, per poi parlare.
-Sì, per favore.-
Venne avvolta così completamente da quella particolare luce, e ruotando un paio di volte su se stessa senza volerlo finì nuovamente nella stanza iniziale, da lì bastò superare il portone per ritrovarsi all'esterno, e subito le arrivò un messaggio.
-Messaggio in arrivo! Sono io, Glenda! Sara, ce l'hai fatta! Il professor Frenesio ti apetta alla Federazione. Sbrigati a tornare!-
Il messaggio terminò senza che lei potesse rispondere, Glenda sembrava sia euforica che agitata, ma pure Sara si sentiva piena d'emozione.
Era stata un'avventura molto dura, ma ce l'aveva fatta!
Non le restava che tornare indietro quindi, e fortunatamente notò uno Staraptor non molto distante da lei.
-Spero non ti dispiaccia darmi un passaggio.-
Disse sorridendo avvicinandosi, iniziando una cattura che terminò in poche mosse.
-Bene, torniamo alla Federazione!-

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


Nonostante le ferite che pizzicavano a causa del forte vento Sara sentì il cuore leggero come l'aria mentre volavano ad alta velocità per tornare alla Federazione Ranger.
Pachirisu si era accoccolato davanti a lei e si poterono goder assieme il paesaggio.
Alla partenza in verità la ragazza aveva temuto che il peso della neve sulle ali dello Staraptor rendesse difficoltoso il volo, visto anche questa continuava a cadere imperterrita, ma le sue preoccupazioni si erano dimostrare infondate vista la sicurezza del Pokémon.
Il cielo grigio rendeva omaggio all'alto profilo delle montagne, di cui nemmeno loro raggiungevano la cima però, mentre il Castello di Almia si faceva sempre più distante.
Trascorse relativamente poco tempo prima che la neve iniziasse a svanire sostituita da alti alberi verdi e dall'immagine di Portena in lontananza.
L'edificio della Federazione invece era sempre più vicino, e nel momento in cui la ragazza vi atterrò percepì con piacere il caldo bacio del sole sulla sua pelle.
Non era però il momento di indugiare, ed ignorando le gambe stanche raggiunse il piano più alto dell'edificio, nel quale la presidentessa Edvige ed il professor Frenesio stavano aspettando.
La prima l'accolse con grande gentilezza e parole calorose.
-Sono felice di rivederti, tesoro. Hai la faccia tutta arrossata dal gelo! Povera stella. Doveva fare un freddo terribile laggù.-
Sorridendo Sara scosse il capo, mostrando la pietra che avveva portato.
-Non importa, ciò che conta è questo.-
Il professore fece un passo avanti spalancando gli occhi, mostrando quasi un sorriso sotto i baffi bianchi.
-E'...quella è la Gemma Blu? Lavoro eccezionale! Davvero ben fatto!-
Anche la presidentessa sorrise, avvicinandosi a Sara.
-Per questo risultato ti meriti senza dubbio un encomio ufficiale. Sara, ti promuovo a Ranger di grado 6.-
-La ringrazio!-
Presa dall'entusiasmo la ragazza si esibì nella propria posa da Ranger, mentre lo Styler aggiornato la informava sulle novità delle applicazioni.
-"Ora il tuo Styler può essere caricato in minor tempo!"-
Si poteva leggere la pure gioia sul viso stanco di lei, tuttavia quando si voltò guardando i due negli occhi della presidentessa c'era un'ombra di tristezza.
-Sara...mi duole dirti che purtroppo durante la tua assenza è successo qualcosa di grave...il giovane ragazzo del Team Pesto Buio, che avevamo sperato di poter portare sulla giusta strada, poche ore dopo la tua assenza è fuggito.-
In quell'istante tutto sembrò paralizzarsi attorno alla ragazza, che perse completamente il sorriso.
Sentì una sensazione simile ad un forte pugno nello stomaco, che non la ferì a livello fisico ma la svuotò completamente delle energie, tanto che la testa le si fece leggera mentre il corpo tremendamente pesante.
Inizialmente fu come se dentro di lei ci fosse un grande tappo che impediva ad ogni emozione di passare, troppe per poterle metabolizzare correttamente, ma presto tutte loro arrivarono nel suo cuore, in corrispondenza della prima lacrima.
Fu poi il turno della seconda, della terza, della quarta e così via, fino a quando senza quasi notarlo era iniziato un pianto incontrollato.
-Non...non può essere...perché...perché?-
Mentre guardava la presidentessa attendendo una risposta sentì dentro di sé varie emozioni. Per primo ci fu un forte senso di tradimento, per tutto ciò che aveva cercato di fare per lui, per l'amicizia che aveva sperato d'aver fatto nascere e che invece era appena stata calpestata. Sentì poi un forte imbarazzo e senso di disagio per l'aver pensato di essere riuscita ad essergli amica, aprendosi e facendolo aprire, quando magari solo per lei era così, e percepì per questo d'esser stata solo oggetto di burla. Percepì poi un forte senso di colpa e di tristezza per non esser riuscita a mostrargli che poteva veramente avere qualcosa di meglio, e per aver certamente deluso tutti quanti.
La presindentessa le mise una mano sulla spalla, mentre la giovane cercava di calmarsi.
-Non è colpa tua, voglio che tu abbia questo bene in mente.-
-M-ma...credevo...era una mia responsabilità.-
Era difficile parlare tra i singhiozzi, ed ancor più difficile era calmarsi. Si trovava davanti a delle persone dalla grande importanza, e si stava comportando come una bambina.
La vergogna che provava era tra le più grandi della sua vita.
Nonostante ciò né la presidentessa, né il professore, la rimproverarono, anzi, perfino lui tentò di calmarla.
-Ciascuno di noi è l'artefice del proprio destino. Se la scelta di quel giovane è d'appartenere ad un monto tanto abbietto nel momento in cui capirà d'essersi sbagliato non potrà che biasimare se stesso. Non per questo naturalmente bisogna rinunciare a far valere la propria posizione e ad aiutare persone simili, ma il suo fallimento non è il tuo.-
Non era semplice accettarlo, ma per evitare di crear troppo disturbo la ragazza fece del suo meglio per smettere almeno di piangere, mentre Pachirisu le aveva abbracciato la caviglia per darle tutto il suo sostegno.
-Come è successo?-
Chiese infine Sara con voce bassa.
-Uno dei nostri Assistenti era andato a portargli qualcosa da mangiare, ma a quanto pare il giovane si è ben nascosto ed ha aspettato l'altro entrasse per aggredirlo, dopo di che prendendolo come ostaggio è riuscito ad uscire.-
Spiegò brevemente il professore.
-Pensavo fosse una brava persona...mi vergogno tanto di esser stata ingannata...è andata proprio come con il professor Vanesio.-
Sentì una fitta allo stomaco al ricordo di quell'uomo, ed anche per il fatto fosse così facile ingannarla, ma la presidentessa scosse il capo.
-Le persone non sono solo buone o cattive, hanno moltissime sfumature dentro di loro e queste cambiano davanti ad ogni persona. Può darsi che i momenti che avete passato assieme fossero sinceri. Vanesio e Maximilian sono persone diverse con ideali diversi, e sì ci sono persone come il primo che sono prevalentemente cattive, ma non tutte, ricordalo. Può darsi che con ciò che hai fatto per quel ragazzo tu sia riuscita a piantare almeno un piccolo seme, che crescendo con il tempo porterà a qualcosa di buono. Se rivedendovi scorgerai qualcosa in lui non avrai motivo di arrenderti nel cercare di fare la cosa giusta, sia per lui che per chiunque incontrerai.-
Era veramente difficile per Sara condividere quelle parole in un simile stato d'animo. Aveva bisogno di calmarsi come prima cosa e poi riflettere a mente lucida.
In quelle condizoni perfino le sue ferite facevano più male di prima.
-Dei sentirti davvero uno straccio. Vorresti riposare?-
-Sì...-
-Molto bene. Prima di andare volevo avvisarti che ha lasciato qualcosa nella sua stanza, in caso volessi controllare...buonanotte, tesoro.-
Annuendo la ragazza quasi trascinando i piedi si allontanò scendendo dalle scale mobili, raggiungendo il piano del dormitorio.
Teneva lo sguardo fisso davanti a sé ignorando qualsiasi cosa, mentre Pachirisu teneva il suo passo a terra.
La sua espressione lasciava intravedere tutta la delusione e la stanchezza di quella giornata, che le era caduta addosso come un macigno, mentre non poteva far altro che chiedersi "perché".
Non se la sentiva di andare a vedere cosa Maximilian avesse lasciato, non ancora. Raggiunta la propria quindi osservò quelle spoglie pareti andandosi subito a sdraiare sul letto, lasciando che qualche altra lacrima scendesse lungo le guance.
Si era già sentita così prima, quando pensava che Glenda ed Alex non la volessero più nella loro vita, ma non credeva avrebbe dovuto sentire ciò nuovamente e così presto.
-Avevo appena ritrovato i miei migliori amici...ed ora ho perso un altro amico...-
-Pachi...-
Anche Pachirisu sembrava molto giù. Per sua natura era un Pokémon molto buono, dal carattere vivace ed affettuoso, e per questo si era avvicinato al rosso dopo aver capito non fosse pericoloso.
Sara gli accarezzò dolcemente la testolina mentre lasciava tutto il corpo riposare, forse sarebbe stato meglio andare a curarsi ma era troppo stanca per far altro.
Rimase in quel modo per vario tempo, fino a quando non avvertì la porta alle proprie spalle aprirsi, e girando il capo vide Alex e Glenda, la quale teneva tra le mani un piccolo kit medico.
-Ehi...ho sentito hai avuto una giornataccia...-
Disse Alex avvicinandosi per primo, mentre Sara si mise a sedere per far spazio ad entrambi.
-Ho portato qualcosa per le tue ferite...spero possa esserti utile.-
-Grazie Glenda.-
Entrambi si misero a sedere accanto a lei, mentre la bionda prendeva alcune bende e del disinfettante.
-Come è andata al Castello di Almia?-
Chiese Alex guardandola.
-E' stato...non so nemmeno come definirlo. Il castello era bellissimo, anche se ricoperto dal ghiaccio, ma ho trovato vari membri del Team Pesto Buio, incluso uno dei suoi capi, un tizio di nome Frido.-
-Quindi Vanesio non era l'unico?-
Domandò Glenda iniziando a medicarle le braccia, ancora congelate.
-No. A quanto pare ci sono altre tre persone più uno che controlla tutti.-
-Li prendermo a calci nel sedere, questo è poco ma sicuro.-
Affermò Alex con un grande sorriso, che purtroppo non riuscì a coinvolgere l'amica.
-Qualcuno si è fatto male quando Maximilian è fuggito?-
Chiese infine Sara con lo sguardo basso intanto che si creava una leggera tensione.
-No, nel limite del possibile sembrava voler far di tutto per evitarlo.-
Rispose Glenda sospirando.
-Mi dispiace molto, so che era sotto la tua custodia...-
-Non è questo che mi fa star male...pensavo fossimo amici.-
Disse Sara tirando sù col naso.
-Beh, certe volte anche gli amici fanno delle cose stupide. Quante ne avrò fatte io all'Accademia solo per dimostrare d'esser più forte di te?-
Ribatté Alex grattandosi la testa corrugando la fronte.
-Ma quelle erano cose diverse!-
-Lo so, lo so, sto solo dicendo che anche se è andato via non significa non ti considerasse un'amica.-
-Se mi considerava allora non capisco perché è andato via...-
Borbottò la castana strofinandosi gli occhi.
-Questo non lo so, ma se dopo averti conosciuta non ti considerava così allora è un emerito idiota.-
La frase del ragazzo stavolta riuscì a far sorridere l'altra, che finalmente lo guardò.
-Vedrai che le cose si sistemeranno. Stiamo facendo dei passi avanti per sconfiggere quell'odioso team ed aiutare tutti, magari perfino quelli che ne fanno parte.-
Disse poi Glenda mettendole una mano sulla spalla, ma Alex ad un certo punto portò un braccio attorno alle spalle di Sara, tirandola contro di sé e bloccandola contro il suo petto spettinandole i capelli con la mano.
-Però ci servi al massimo! Non posso fare tutto il lavoro da solo, non ci sarebbe gusto a dimostrare quanto sono grande solo così ahaha.-
-Alex smettila! Potresti farle male!-
Glenda tentò tirandogli il cuscino in faccia di farlo allontanare, ma con risultati inutili visto lui non lasciava andare l'altra, la quale però aveva iniziato almeno a ridere, fino a quando non lo fece anche Glenda.
-Andiamo però, adesso lasciami sistemare le sue ferite Alex.-
Con un ultimo colpo di cuscino finalmente il ragazzo la lasciò andare, con un umore leggermente migliore rispetto a prima.
-Certo però che sembri un ghiacciolo, sei sicura di non volere una coperta o simili?-
Chiese il giovane guardando l'altra.
-Tranquillo, ho solo bisogno di un po' di tempo ma credimi, sto già meglio rispetto alla Valle di Crio.-
-Poco ma sicuro. La presidentessa ha detto che domani puoi prenderti un giorno di riposo, visto tutto ciò che hai fatto oggi. Tanto ci sarà tempo per analizzare la gemma.-
Disse velocemente Glenda mettendo a terra il kit che aveva portato, avendo concluso la maggior parte delle medicazioni ormai.
-Anche io domani ho il giorno libero, potremmo tornare alla Città di Vien a trovare i nostri vecchi amici.-
Propose Alex mettendosi comodo sul letto, tenendo la schiena appoggiata al muro.
-Non sarebbe male come idea, potrei anche salutare i miei genitori in effetti.-
-Beati voi, io invece devo lavorare.-
Sbuffò Glenda incrociando le braccia.
-Non è che ti va tanto male sai? Le poltrone lassù sono comode.-
Ridacchiò Alenx indicando il soffitto con un cenno del capo.
-Vorrei vedere te dopo ore ed ore seduto però!-
-Impossibile, Alex non è capace di star fermo per più di dieci minuti.-
-Ma grazie tante Sara!-
Ridendo il ragazzo le diede un piccolo colpo alla gamba mentre ormai l'atmosfera si era notevolmente rasserenata.
Non aveva ancora mandato giù completamente ciò che era successo, ma almeno non era sola e poteva quantomeno distrarsi, fino a quando non fosse arrivato il momento di confrontarsi sull'accaduto.
Tutto ciò che voleva era non perdere un amico, chiunque fosse tra loro Pokémon o umani.

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


Il giorno seguente Sara e Pachirisu si erano concessi qualche ora di sonno in più rispetto al normale, ed infatti erano quasi le dieci e mezza.
Dopo le medicazioni di Glenda non aveva dovuto far altro che stare al riposo, e certo la cosa non era dispiaciuta a nessuno dei due.
Con il suo pigiama azzurro coccolava il suo piccolo amico, fino a quando qualcuno non sbucò dalla porta della sua stanza.
-Ehi Sara, sei pronta?-
-Alex!-
L'amico era entrato senza nemmeno bussare, ed imbarazzata lei gli aveva tirato un cuscino in faccia abbastanza forte da farlo allontanare.
-Scusa! Ma avevamo detto che saremmo andati alla Città di Vien, quanto ancora vuoi stare a dormire?-
Chiese lui con un tono visibilmente imbarazzato parlando dall'altra parte della porta, la quale si era richiusa.
-Pensavo ci saremmo andati nel pomeriggio.-
Ribatté la ragazza mettendosi a sedere.
-Perderemmo mezza giornata così però.-
-Va bene...dammi dieci minuti ed arrivo.-
A quanto pare la prospettiva di passare una mattinata senza far nulla era già sfumata, ma in fin dei conti non era una notizia così pessima.
Rapidamente si sistemò cambiandosi, indossando dei pinocchietti marroni ed una maglia a mezze maniche verde, anche se alcune bende alle braccia ed alle gambe erano comunque ben visibili, raggiungendo subito dopo il suo amico vestito invece con dei jeans ed una maglia rossa.
-Eccomi, siamo pronti.-
Disse subito lei sorridendogli, con Pachirisu sulla sua spalla.
-Perfetto, ho noleggiato un tandem così ci possiamo muovere rapidamente.-
Rispose il ragazzo iniziando ad incamminarsi verso l’uscita.
-Un tandem? Ma non faremmo prima a chiedere un passaggio ad uno Staraptor?-
Domandò lei confusa, ormai abituata a muoversi in quel modo.
-Oggi no, non voglio che alzi nemmeno un dito per una cattura. Dopo tutto il lavoro che hai fatto te lo meriti.-
-Oh. Grazie Alex, è veramente un pensiero dolce da parte tua.-
Tossendo imbarazzato ed arrossendo il ragazzo affrettò il passo, scendendo rapidamente anche le scale mobili fino ad arrivare alla porta d’ingresso al pian terreno, e come le aveva detto vicino a questa si trovava il tandem rosso da lui noleggiato.
-Non sono mai andata su uno di questi cosi, è difficile?-
Chiese lei mettendosi nel sedile dietro.
-In verità non lo so haha. E’ un esperimento per entrambi.-
-Andiamo bene allora.-
Magari sarebbe andata meglio del previsto, ma dovevano comunque provare. Ci misero poco fortunatamente a trovare un equilibrio, ma subito Sara ebbe un’altra perplessità.
-Aspetta, ma per arrivare qui ci sono delle scale. Come faremo aAAAAAAAAAAAAH!-
Proprio mentre parlava Alex aveva iniziato a pedalare, e senza alcun timore era sfrecciato verso le scalinate dando così il via alla loro discesa sfrenata.
-Yuuuuhuuuu!-
Al contrario di lei e Pachirisu, che  si stava reggendo con tutta la sua forza, Alex ed il suo Pokémon Compagno Buizel si stavano divertendo tantissimo.
La stessa cosa si ripeté anche alla seconda scalinata, ed una volta che ebbero raggiunto il terreno pianeggiante Alex fermò il tandem con una brusca frenata.
-E’ stato fortissimo!-
Voltandosi poté vedere però le condizioni dell’amica e del Pokémon. I capelli di lei ed il pelo di lui erano completamente dritti ed i loro visi erano paralizzati con le bocche spalancate.
-Ahahaha! Dovresti vedere la tua faccia ahahah!-
-N-non scherzare! Almeno avverti la prossima volta!-
Ribatté lei dandogli un pugno sul braccio.
-Ahahaha contaci.-
-Credevo fosse la prima volta che andavi sul tandem, ed invece sembra lo fai da anni…-
-E’ come una normale bici. Poi volevo sperimentare la discesa.-
Con un largo sorriso riprese a pedalare, questa volta tenendo un passo molto più calmo.
-Va meglio così?-
-Molto. E’ anche bello poter guardare questa strada in tutta calma.-
Non si era ancora soffermata in effetti sulla bellezza del posto. Gli alberi alti e forti dalle verdi chiome lucenti, il profilo della montagna, i Pokémon che allegri giocavano tra di loro o si scaldavano al sole.
L’aria fresca che le baciava le guance poi era incredibilmente rilassante. Dopo una buona notte di sonno il suo corpo aveva recuperato quasi completamente le energie, ad eccezione di alcuni acciacchi ma era perfettamente normale dopo tutti quegli sforzi.
Fortunatamente con quel passo le gambe non ne risentivano troppo e poteva rilassarsi.
Il tutto attenuava perfino il dispiacere che aveva provato il giorno prima per via di  Maximilian, ma quell’emozione era ancora lì.
Avrebbe potuto godersi anche lui quel bel pomeriggio e molti ancora, ma chissà invece dove si trovava assieme al Team Pesto Buio…
-Ti ricordi di quando, nella nostra prima visita in città, Brando e gli altri ci hanno fatto portare il cestino da pic-nic? Chissà se anche a noi capiterà l’occasione di fare una cosa simile.-
Disse ad un certo punto Alex guardandola.
-Sì me lo ricordo. E’ stata anche la prima volta che ho incontrato Pachirisu.-
Rispose lei accarezzando con la guancia la testa dell’amico.
-Pachi.-
-Già. Io  e Buizel invece ci siamo incontrati quando sono stato mandato a Fiore, durante una missione. A quanto pare era successo un incidente su una nave e molti Pokémon e persone erano rimasti intrappolati. Io e la mia squadra subito siamo andati ad aiutare e Buizel assieme a degli altri era rimasto bloccato dietro a degli scatoloni che avevano preso fuoco. Non potevo lasciarli lì, quindi ho cercato qualcosa con cui far leva, chiedendo aiuto ad un Pokémon per spegnere le fiamme, e li ho fatti fuggire. Purtroppo però una parte del soffitto è caduta e allora sono io ad esser rimasto intrappolato, l’acqua oltretutto continuava a salire. Me la sarei vista veramente brutta se questo piccoletto non avesse cercato qualcuno, aiutandomi poi a nuotare fino a riva.-
Durante il suo racconto Alex aveva accarezzato la schiena del Pokémon, che gonfiò il petto con fierezza.
-Caspita! Sei stato un vero eroe Alex!-
Disse Sara entusiasta.
-Sono diventato un Ranger per aiutare le persone. Ma so anche questo grazie.-
-Sempre il solito. Però sul serio, ti ammiro molto per ciò che hai fatto, sia tu che Buizel avete un coraggio formidabile.-
La ragazza non poteva vederlo, ma davanti a lei Alex aveva assunto una debole tonalità di rosso e non riusciva a smettere di sorridere. Quel complimento però era assolutamente sincero e veniva dal cuore.
Continuarono a pedalare superando il palazzo Altru, arrivando così al ponte di Portena. Davanti a questo si trovava Ponzio, che come vide la ragazza subito la salutò facendoli fermare.
-Ehilà Sara! Oggi giorno di riposo?-
-Salve signor Ponzio. Sì mi è stato concesso un giorno di riposo.-
-Ottimo, ottimo. E lui chi è? Il tuo ragazzo? Vedi di trattarla bene altrimenti te la vedrai con me.-
A quell’affermazione entrambi divennero bordò e tentarono subito di spiegare.
-N-no si sbaglia!-
-E’ un mio collega, un amico!-
-Ahahah, vi stavo solo prendendo in giro. Ti ho visto sul giornale comunque ragazzino. Sembra che voi due vi siate dati molto da fare.-
-Eh già…-
Rispose Alex sfregandosi il viso tornando normale, mentre Sara faticava decisamente di più.
Sembravano una coppia?
Però erano solo buoni amici. Migliori amici!
Alex non era il suo tipo di ragazzo, o almeno non ci aveva mai pensato. Sicuramente le stava simpatico e non aveva un brutto aspetto, però non aveva mai pensato a lui in quel modo! Più lo faceva però più il suo colore cambiava.
-Ci scusi ma adesso dobbiamo andare. Buona giornata!-
Questa volta fu lei a pedalare per prima spronano l’amico, ed insieme proseguirono la loro strada attraversando tutta la città.
Quando arrivarono all’inizio di un’altra scalinata però scesero entrambi dal tandem per poterlo spostare e salire, fermandosi per qualche minuto davanti alla scogliera che già tante volte lei aveva visto, ma che mai avrebbe smesso di ammirare.
-Caspita…-
Sussurrò Alex sgranando gli occhi.
-Lo so.-
La splendida giornata dava poi alla scena un qualcosa di ancor più bello, per cui non servivano parole per elogiarla.
Per quanto fosse bella però la scogliera era solo un punto di passaggio, ed i due presto proseguirono arrivando ad un’altra scalinata. Prima di scendere Alex e Buizel si voltarono verso Sara e Pachirisu, che intuendo il loro pensiero sospirarono sconfortati.
-Fate pure…-
-Grande!-
Con tutta la sua forza il ragazzo pedalò fino al primo gradino, ripetendo l’esperienza crepacuore avuta nemmeno quaranta minuti prima alla Federazione Ranger, anche se almeno stavolta gli altri due si erano potuti un minimo preparare.
Proseguirono quindi lungo la strada che seguiva la Foresta di Vien, ancora purtroppo fortemente segnata dall’incendio.
Non ci aveva ancora riflettuto prima, ma perfino i Ranger potevano fallire e portarsi così dietro delle cicatrici. La foresta sicuramente era una di quelle della ragazza…
-E così questo è il posto che hai salvato assieme a dei Pokémon?-
Chiese Alex serenamente.
-Non direi proprio salvato…-
-Ma che stai dicendo, tutti questi alberi sono la casa di chissà quanti Pokémon e nessuno si è ferito gravemente.-
Ribatté l’altro seccamente.
-Escludendo la foresta.-
-Sara, tu hai fatto un ottimo lavoro. Dovresti esserne fiera. Io lo sono di te.-
Quelle parole regalarono un sorriso alla ragazza, non completamente rincuorata ma certamente felice la pensasse così.
Nel frattempo arrivarono finalmente alla Città di Vien, e poterono così fermarsi scendendo dal tandem.
-E’ stata una bella corsa.-
Disse Alex sgranchendosi.
-Sì. Forza, andiamo a salutare gli altri.-
Scattando Sara fu la prima a dirigersi verso il Centro Ranger della città, impaziente di vedere tutti i suoi amici e colleghi, raggiungendo così la porta d’ingresso della struttura superandola.
-Ciao a tutti!-
Nella stanza c’erano quasi tutti i suoi amici. Brando sembrava starsi allenando con il suo amico Makuita mentre Elena e Luana stavano chiacchierando dal bancone assieme all’Assistente, come tutti la videro però sorrisero felici e Luana le corse incontro abbracciandola.
-Sara!-
Non era passato molto tempo dall’ultima volta che era stata lì, ma ne aveva comunque sentito la mancanza.
Pachirisu scendendo dalla spalla dell’amica andò a salutare il Pokémon Compagno di Brando, mentre Alex li raggiunse subito dopo.
-Salve a tutti.-
-Oh ma che sorpresa! Come mai siete qui? C’è qualche problema?-
Chiese Brando terminando il proprio allenamento.
-No in verità ci hanno concesso un giorno libero, ed ho pensato che a Sara avrebbe fatto piacere tornare.-
Spiegò subito Alex guardandoli.
-Che pensiero carino. Ci devi tenere proprio tanto.-
Alla frase di Elena, che iniziò a ridere, Alex arrossì imbarazzato, ma Sara non lo notò ancora presa dall’abbraccio con Luana che ancora la stritolava.
-Comunque Alex, ho sentito che ti sei dato da fare, anche tu sei stato promosso a Top Ranger giusto?-
Chiese Brando togliendolo da quella situazione.
-Sì, ne vado molto fiero.-
-Devi. Solo i migliori ottengono quel rango. La prima volta che vi vidi anni fa sapevo subito che avreste fatto grandi cose. Congratulazioni!-
Così dicendo l’uomo diede una vigorosa pacca sulla spalla, facendo però quasi cadere il ragazzo.
-Sono veramente felice di rivedervi, ma Ilario dove è?-
-Alla Spiaggia Zefira, puoi andare a trovarlo se vuoi. Ma prima raccontaci qualcosa del tuo lavoro!-
Disse Luana prendendole entrambe le mani e guardandola con occhi carichi d’attesa.
-Ecco, non c’è molto da dire in verità. Stiamo cercando di contrastare il Team Pesto Buio, e forse abbiamo trovato un buon modo grazie ad una gemma che sembra capace di annullare la pietra nera nelle Gigaremo.-
-Sembra interessante, mi chiedo cosa accadrebbe se smontassi quelle pietre…-
-Un disastro Elena, ma quel che ci dici Sara sono certamente buone notizie. Anche noi abbiamo avuto un bel da fare con quei tipi, ma sappiamo tenerli a bada.-
Disse Brando sicuro di sé.
-Ne sono certa. Sapete mi è proprio mancato venire qui a chiacchierare. Lavorare alla Federazione è grandioso sì, ma sono sempre in movimento e non posso chiacchierare molto. Se non fosse stato per Alex e la nostra amica Glenda, che entrambi lavorano lì, forse non parlerei molto con nessuno.-
-Ogni volta che vorrai venire sarai la benvenuta. Sia che tu voglia avere un giorno di riposo o che debba lavorare.-
Così dicendo Brando le scompigliò i capelli, mentre gli altri annuirono.
-E questo vale anche per Alex naturalmente.-
Aggiunse poi Luana guardandolo.
-Certo però che il vostro lavoro non deve essere facile, con tutte quelle bende Sara potevi fare la mummia.-
Commentò Elena con un cenno della testa.
-E’ solo colpa mia che non sono stata attenta sul lavoro.-
Rispose imbarazzata l’amica, ma venne colpita subito dopo da un pugno sulla testa da Alex.
-Non provare a buttarti giù. Anche a costo di ripeterti quanto sei forte all’infinito alla fine ti entrerà in testa questo concetto.-
Abbassando lo sguardo lei sorrise arrossendo. Era veramente felice fosse lì con lei. Rispetto all’accademia erano entrambi cambiati, e lui era diventato molto più premuroso e gentile in quel genere di cose. Alla fine però rimaneva sempre Alex, e questo era l’importante.
-Con un po’ di latte della Luisona sicuramente tornerà in forze.-
Disse intanto Brando sorridendo.
-Grazie ragazzi. Se Ilario è alla spiaggia vado rapidamente a salutarlo poi potremmo tornare qui assieme.-
Rispose Sara piena di allegria.
-Oppure potremmo organizzare un pic-nic, e questa volta porteremmo noi da mangiare.-
-Mi sembra un’ottima idea Elena.-
Disse Alex sicuramente felice di mettere qualcosa sotto i denti.
-Ok, allora tu Sara vai a raggiungere Ilario, noi arriveremo dopo aver preparato da mangiare.-
-Certo Brando, tu vieni con me Pachirisu?-
-Pachi.-
Annuendo il piccolo amico le si avvicinò, salutando ancora il Makuhita con la zampina.
-Bene, allora vado. Ci vediamo dopo.-
Senza perdere tempo la ragazza superò la porta attraversando la piccola cittadina e raggiungendo così il sentiero che portava alla spiaggia, ed in breve tempo arrivò alla scalinata che conduceva ad essa.
Tutto era come lo ricordava, la sabbia fine calda al tatto, la gentile brezza del vento che muoveva gli alberi alle sue spalle ed il mare le cui onde creavano della vivace schiuma bianca.
Era così semplice ma anche perfetto per lei, e Pachirisu sicuramente era d’accordo.
Sorridendo la ragazza scese con calma i gradini, guardandosi attorno per cercare Ilario, notandolo non molto distante da lì mentre stava raccogliendo alcuni pezzi di spazzatura.
-Ilario!-
Subito la ragazza iniziò a correre nella sua direzione, e questo fece appena in tempo ad alzare la testa prima i vederla saltargli addosso per abbracciarlo.
-Wow!-
-Ciao! Come sono felice di vederti!-
Nonostante lo slancio il poveretto riuscì comunque a reggersi in piedi evitando di cadere, ricambiando subito l’abbraccio.
-Ehi era da un po’ che non ti facevi viva! Sono felice anche io di vederti, ed anche a te Pachirisu.-
-Pachi.-
Il Pokémon, più pacato dell’amica, lo salutò solamente con un movimento della zampina, mentre l’altra lo lasciò andare.
-Mi hanno dato un giorno di riposo, ed Alex mi ha portata qui. Ti ricordi di lui? E’ venuto a fare la prova qui con me.-
-Oh sì me lo ricordo. Quindi ora lavorate iniseme?-
-Sì, e c’è anche un’altra nostra amica.-
-Benissimo, sono veramente felice per te.-
Disse lui scompigliandole i capelli con gentilezza.
-Gli altri saranno qui tra poco, volevano organizzare un pic-nic.-
-Sarebbe fantastico, ho giusto giusto finito ora di pulire la spiaggia da alcuni rifiuti. Ci tengo rimanga in ordine.-
-Già, dispiacerebbe anche a me se così non fosse.-
-Un motivo in più per farsi da fare allora haha.-
Sorridendo Sara fece qualche passo verso l’acqua, anche solo per produrre qualche schizzo. Allontanandosi diede però modo anche ad Ilario di vedere le bende, e la faccia di lui si corrugò.
-E’ successo qualcosa per caso?-
-Mh? Oh ti riferisci alle bende? No no stai tranquillo, sono stata solo spericolata durante il lavoro.-
Rispose subito lei imbarazzata.
-L’importante è che alla fine torni a casa tutta d’un pezzo. So quanto impegno ci metti per aiutare tutti, ma sai anche che se tu avessi bisogno ci saremmo per te.-
Parlando anche lui si era avvicinato all’acqua, producendo qualche schizzo con le scarpe.
La calma attorno a loro ricordò alla ragazza i primi giorni del suo arrivo, in cui l’unica preoccupazione era portare i giornali e non c’erano Gigaremo o il Team Pesto Buio da sconfiggere.
Il suo stesso corpo era cambiato, era diventata più forte e veloce, ed aveva sì molte più ferite dell’inizio, ma queste erano lì perché aveva fatto il suo dovere, quindi ne era felice.
-Ehi ragazzi!-
La voce di Luana attirò l’attenzione dei due, che voltandosi videro tutto il gruppo mentre scendeva le scale per arrivare alla spiaggia.
-Abbiamo portato da mangiare!-
Disse Brando mostrando loro un bel cestino pieno di panini ed alcune bottiglie di latte.
-Ottimo, mi stava proprio venendo una certa fame.-
Rispose Ilario andandogli incontro.
-E’ per tutti non solo per te.-
Ribatté l’altro superandolo.
-Brando di solito sei tu quello che fa il bis più volte.-
Disse Elena facendo ridere Luana accanto a lei.
Anche Sara rise guardandosi attorno, mentre tutti sistemarono un telo sul quale poter mangiare.
Molte cose erano cambiate, e forse ne sarebbero capitate altre, ma a quei momenti non avrebbe mai voluto rinunciare, anche se le era capitato di dimenticarsene per un po’.
 
 
 
 
 



Quella sera…
 
 
 
 
Alex e Sara avevano trascorso tutto il pomeriggio in compagnia dei loro amici, avevano riso assieme ricordando alcune loro missioni e momenti dell’Accademia, facendo anche una gara a braccio di ferro, in cui naturalmente Brando vinse.
Al tramonto i due erano poi tornati verso la federazione usando il tandem, pedalando con molta più calma di prima godendosi nuovamente il paesaggio, ed una volta arrivati la ragazza aveva continuato a ringraziare l’amico per quel pomeriggio.
Tornando nella propria stanza per riposare Sara si sentì molto più rilassata e serena dell’altro giorno, ma c’era ancora qualcosa che le martellava la testa, ovvero il fatto che forse Maximilian aveva lasciato qualcosa nella propria stanza.
Accarezzando  Pachirisu aveva lasciato che le ore passassero mentre rifletteva.
Se fosse andata cosa avrebbe trovato?
Qualcosa che avrebbe confermato l’aveva sempre presa in giro?
O forse in realtà nulla di così importante e si stava solo arrovellando per un nulla?
A mente più lucida aveva compreso che la reazione dell’altro giorno era dovuta anche alla grande stanchezza per la missione, mista naturalmente alla delusione nei confronti dell’amico, ma se fosse andata a controllare temeva comunque di non trovare nessuna buona notizia.
Purtroppo però sapeva bene ciò che andava fatto, e così facendo molta attenzione a non svegliare il suo piccolo amico uscì dalla stanza, dirigendosi verso la parte del dormitorio dove avevano tenuto il ragazzo.
Non voleva che qualcuno la vedesse, ma sembrava esser tutto tranquillo visto non c’era nessuno, e così ben presto raggiunse la porta, trovando il posto esattamente come tutte le altre stanze vuote del dormitorio.
Era vero che non c’era stato alcun modo per il ragazzo di abbellirlo, visto era lì in una sorta di “prigione”, ma quelle quattro pareti diedero alla ragazza un forte senso di freddezza.
Forse anche lui l’aveva provata, non essendo lì per piacere.
-Oh beh, forse gli Assistenti hanno già portato via tutto, oppure non c’era veramente nulla.-
Sospirò la ragazza, concedendosi di sedersi sul letto per qualche minuto, tuttavia mentre teneva gli occhi fissi sul pavimento notò qualcosa, ovvero un oggetto sistemato proprio sotto al letto del quale spuntava un angolo, ma che a causa del buio non aveva visto.
-Che cosa è?-
Prendendolo si rese conto fosse lo stesso libro che gli aveva regalato, e sembravano esserci dei fogli aggiuntivi sistemati tra la copertina e le prime pagine.
Stringendo le labbra la ragazza iniziò subito a leggere.
 

“Sara, mi dispiace molto…ma non penso di poter far parte del tuo mondo. Voi Ranger avete il vostro modo di vedere le cose, e credo che tra queste ci sia anche il fatto, qualsiasi cosa possa fare, io resterò sempre come uno dei cattivi.
Però ho veramente preso in considerazione l’idea di cambiare vita, ma sono andato troppo avanti in quello che ho fatto al Team Pesto Buio, tra i quali anche degli esperimenti sui Pokémon stessi di cui non ti ho parlato per capire gli effetti delle Gigaremo, alcuni molto brutti…ci avevo veramente pesato, ma mi sono reso conto che non merito la vita di cui mi hai parlato, ma la colpa è solo mia e non posso più tornare indietro. Non ne abbiamo mai parlato veramente, ma mi sono unito a loro perché, anche se con mezzi crudeli, vogliamo costruire un futuro nuovo per Almia, e per un ragazzino che non aveva nulla, e che doveva affrontare molte difficoltà, i loro metodi erano più efficaci di quelli della brava gente.
Soprattutto adesso però so che la colpa che provo per le molte cose brutte che ho fatto, e che non ho sentito per molto tempo, aumenterà sempre di più, ma ho fatto veramente troppo per raggiungere quell’obbiettivo ed abbandonare così all’improvviso.
Quando hai fatto affondare la nave cargo sapevo bene che sarei stato catturato, ed ho preso qualcosa sperando di poterla usare come merce di scambio per la mia libertà, ma più mi parlavi più mi rendevo conto che non avresti mai accettato, e che io non potevo farti una cosa simile, e preferisco darti queste cose come segno di scusa, anche se non so quanto potrai accettarle...sicuramente devo averti delusa molto.
Mi piaceva parlare con te, ma queste sono le ultime parole che ti dirò. Ti prego, vattene via, stai lontana dalle faccende del Team Pesto Buio prima che ti accada qualcosa.
Spero non ci rivedremo mai più…ma grazie per il modo in cui mi hai trattato”
 
 
Sotto a questo primo foglio ve ne erano molti altri, ma tutte lettere di Alex e Glenda indirizzate a lei.
-Ma queste…-
Erano tutte quelle che Vanesio aveva intercettato per evitare non mantenessero i contatti. Ciascuna di loro parlava di momenti e giorni diversi, ma in tutte c’era il forte desiderio di riunirsi.
Sorridendo Sara le portò al petto, sentendosi più leggera.
C’era del buono in quelle parole, e così anche nel ragazzo.
Forse le parole di Edvige erano più vere del previsto, anche solo l’aver piantato un piccolo seme poteva cambiare qualcosa.
-Penso invece che ci rivedremo…e non mi arrenderò, né nel proteggere Almia che nel mostrare a te, ed a tutti gli altri, una strada migliore.-

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


Il giorno seguente…
 
 
Dopo una buona giornata di riposo Sara si sentiva pronta per tornare al lavoro. Alle otto era già sveglia e pronta, indossando la sua uniforme che il giorno prima Glenda, mentre lei ed Alex erano fuori, aveva sistemato per alcuni strappi dall’ultima missione, e senza attendere oltre si diresse verso il piano superiore della Federazione Ranger, incontrando la presidentessa Edvige.
-Buongiorno presidentessa.-
-Buongiorno. Dormito bene?-
-Sì, la ringrazio.-
-Ottimo, ottimo. Oggi è il gran giorno. Finalmente sperimenteremo il potere  della Gemma Blu. Per favore, tesoro, accompagnami sul tetto.-
Annuendo subito la ragazza le porse un braccio, muovendosi assieme a lei fino al tetto.
Qui si trovavano già il professor Frenesio, Alex e Willy, ed al centro del piccolo giardino era stata costruita una teca dalla base in pietra dentro la cui cupola di vetro si trovava un pezzo di cristallo nero. Proprio sotto all’albero invece era presente un secondo piedistallo, più basso e vuoto.
Come Sara andò a sistemarsi vicino ad Alex il professore iniziò a parlare.
-Per il testo odierno ho sviluppato un peculiare sistema di amplificazione. Tale sistema si approvvigiona di carica vitale dal nostro Albero della pace. C’è una nicchia per collocare la Gemma Blu. La vedete, vero?-
Disse poi indicando il punto vuoto, riprendendo a spiegare.
-Il nostro scopo è proiettare il potere della Gemma Blu su tutta Almia. Questo dovrebbe neutralizzare le malefiche Gigaremo e le mefitiche Miniremo. Sara, l’onore di collocare la Gemma Blu  spetta a te, ovviamente!-
Sorpresa Sara subito scattò sull’attenti, guardando l’uomo mentre le mostrava la gemma.
-La ringrazio!-
-Ora sbrigati, su su!-
Facendo come le era stato detto la ragazza prese dalla mano del professore la gemma, sistemandola al proprio posto. Questa iniziò poi a produrre una forte luce blu, gelida ma pacifica, che regalava serenità anche solo guardandola.
Dal terreno iniziarono a crearsi altre piccole luci come quella, che si spostarono verso l’alto fino a quando la loro intensità non crebbe, ed un improvviso raggio di luce costrinse tutti a chiudere gli occhi.
In silenzio i presenti osservarono la scena, quando sentirono dei passi alle loro spalle.
Appartenevano a Glenda.
-Rapporto in arrivo! I Pokémon di Portena si sono tranquillizzati! Sono tornati a comportarsi normalmente!-
-Oh sì!-
Alex alzò un pugno al cielo pieno di entusiasmo, mentre accanto a lui anche Sara e Pachirisu erano nelle sue stesse condizioni.
-Ce l’abbiamo fatta!-
La ragazza non riuscì a resistere ed in uno slancio di euforia abbracciò il suo amico, ma come se ne rese conto lo lasciò subito andare arrossendo.
-S-scusa…-
-Tranquilla haha.-
Rispose l’altro lievemente imbarazzato.
-Oh…un momento. Sto ricevendo un altro rapporto…wow! C’erano dei Pokémon costretti a marciare nella Foresta di Vien. Sono tornati alla normalità, adesso! Ora sembrano liberi da ogni controllo.-
Disse ancora Glenda sorridendo.
-A-ha! Proprio come pensavo! Un successo innegabile! La Gemma Blu ha lo strabiliante potere di neutralizzare il Cristallo dell’Ombra!-
Il professor Frenesio sembrava altrettanto felice, ma subito si voltò tornando serio.
-A proposito…come procedono le cose con il frammento oscuro? Ancora niente?-
Effettivamente si erano concentrati sulla Gemma Blu e non sul frammento. Willy subito andò a controllare scattando ed inginocchiandosi al lato.
-Questo misuratore qui? Uhm…vediamo…oh, ottimo, ottimo! Funziona! Il potere del frammento è sceso di livello! Ma…cosa sta…?-
Nonostante inizialmente le cose stessero andando bene il tono dell’uomo allarmò tutti, che rimasero in ascolto.
-Il livello non è sceso a zero. Non è nemmeno vicino allo zero. E’ sceso forse di un terzo.-
Un terzo?
Così poco?
Sara guardò Alex ed il professore perplessa, non capendo come fosse possibile. La gemma non sarebbe dovuta essere la soluzione al loro problema?
-Possiamo considerarlo un successo?-
Chiese Willy guardando il professore e la presidentessa, ma prima che questi potessero rispondere un’altra Assistente, ovvero Linda, arrivò correndo verso di loro, con un viso pieno di preoccupazione.
-Oh oh, sto ricevendo brutte notizie! Ci sono ancora molti Pokémon sotto ipnosi nella Foresta di Vien!-
L’euforia che aveva riempito i cuori di tutti si stava consumando rapidamente, e le notizie non erano ancora finite.
-Oh, no! Un momento…ecco, un’altra brutta notizia in arrivo! I Pokémon di Portena che si erano ripresi ora stanno ricominciando a cadere sotto ipnosi!-
Tutti quanti si voltarono ancora una volta verso il professor Frenesio, che tuttavia sembrava molto più agitato del solito.
-P-perché non funziona?! Che il potere della Gemma Blu non sia sufficiente? Che il suo effetto sia solamente parziale? Che il nostro piano a riguardo sia fallace?!-
Mentre parlava si era avvicinato alla gemma, come se questa potesse dare una qualche spiegazione, ma questa non arrivò da lei, bensì da un’altra luce.
Questa volta di un giallo acceso, e che proveniva da Glenda.
-…oh?! E questo cos’è?! Che bello!-
Una seconda luce si palesò, rossa e calda, e proveniva da Linda.
-Per dindirindina! Anche il mio petto sta brillando!-
Sbalorditi tutti rimasero a bocca aperta, tranne il professore che parlò esasperato.
-Cosa sta succedendo ora?!-
Con uno scatto si portò contro la teca del frammento oscuro, appoggiando una mano al vetro.
-Voi, persone brillanti! Avvicinatevi al frammento oscuro! Non stare lì impalato a guardare! Willy, avvicinati anche tu!-
L’uomo urlò talmente forte da far sobbalzare il poveretto, ma i tre fecero come era stato detto loro e la pietruzza di Willy iniziò a sua volta a brillare, mentre Sara ed Alex guardavano l’amica confusi.
-Oh, wow! Questa luce sembra benefica!-
Disse Willy meravigliato.
-E sta brillando sempre di più!-
-E’ troppo forte!-
Glenda aveva ragione, l’intensità aumentava, ma per la povera Linda forse era un po’ troppo. Il professore però si concentrò sulla pietra all’interno, che lentamente iniziò a cambiare.
-Oh, cosa succede?!-
La pietra lentamente stava perdendo il suo colore, che svaniva come una macchia in mezzo al mare, fino a diventare chiaro ed in grado di riflettere le luci dei tre.
-Il frammento oscuro sta diventando trasparente! E guardate! L’indicatore è crollato a zero stavolta, proprio come speravo!-
Sara pur essendo meravigliata era anche incredibilmente confusa, e come altri non riuscì a dir nulla.
Fortunatamente il professore colmò subito il silenzio.
-Linda e Glenda, ditemi, cosa portate esattamente sul petto, di grazia?-
-…è forse questo ciondolo giallo a scatenare questa luce?-
Chiese Glenda rivelando sotto la camicia una piccola pietra gialla, che effettivamente emanava quell’intesa luce, e guardandolo la bionda sorrise dolcemente.
-Questo ciondolo è un regalo di Settimo. E’ un souvenir dal Deserto di Haruba…probabilmente è qualcosa che ha regalato soltanto a me.-
-Co-come hai detto?!-
Linda subito scattò contro la bionda, fissandola ad occhi sgranati, mostrando un ciondolo identico ma rosso.
-Anche il mio ciondolo rosso è un regalo di Settimo! E’ un souvenir della Caldonia!-
-Stai forse insinuando qualcosa? Il mio ciondolo è più bello del tuo, cara!-
Ribatté Glenda storcendo il naso, e questa volta i suoi amici capirono bene la situazione e provarono entrambi una forte antipatia improvvisa per Settimo.
Anche se era un ottimo Top Ranger a quanto pare era anche un gran don Giovanni.
-E allora?! Il mio è più grande del tuo!-
-La bellezza è più importante!-
-No! Sono le dimensioni che contano!-
Durante questo litigio Willy aveva fatto dei passi indietro spaventato, mentre il professore si mise in mezzo alle due rimproverandole.
-Piantatela con i vostri effimeri bisticci! C’è qualcosa di molto importante: la reazione generata quando i tre ciondoli sono posti l’uno vicino all’altro. Più precisamente, le tre gemme colorate hanno dato origine ad una simile reazione. Le tre gemme sono entrate in uno stato di risonanza armonica contro il potere delle tenebre, suppongo.-
L’uomo, calmate le due, iniziò a muoversi avanti ed indietro, con fare pensieroso.
-Detto questo, come procediamo ora? Uhm…abbiamo bisogno di tempo. Urge un’attenta valutazione delle cose.-
La presidentessa Edvige parlò subito dopo, anche se fino a quel momento era rimasta in silenzio, come se avesse molto a cui pensare.
-Finché il professor Frenesio non avrà  finito, i Ranger vadano in pattuglia. Fate del vostro meglio per andare incontro alle paure e alle preoccupazioni dei cittadini. Quando avrete terminato, fate rapporto a me.-
-Certo presidentessa!-
Sia Sara che Alex risposero in coro, e furono subito pronti a procedere.
-Insomma, quella Gemma Blu, da sola, non è abbastanza, eh?-
Disse però improvvisamente Alex sospirando.
-Effettivamente anche io sono delusa. Ma non è ancora finita.-
-Già, e non è colpa tua in ogni caso. Grazie a Settimo ed ai suoi flirt vari forse possiamo trovare qualcosa di utile…certo però…tu non ci cascheresti, non è vero?-
Chiese senza preavviso corrugando la fronte, ma l’amica gli fece la linguaccia.
-Ora che so come si comporta con tutte le ragazze nemmeno per sogno.-
La sua risposta sembrò far ridere l’amico, che ritrovò la serenità. Il professore nel frattempo per far mente sgombra aveva fatto ripetere a Lina e Glena i dettagli delle loro gemme.
-Il mio ciondolo è un souvenir dalla Caldonia. Ha una pietra rossa incastonata all’interno.-
-Il mio ciondolo ha una pietra gialla ed è un souvenir del Deserto di Haruba.-
-Chi l’avrebbe mai pensato? Questo regalo di papà è così bello.-
Anche Willy, quasi senza rendersene conto, aveva parlato, ma nessuno ci fece caso.
-Sara, direi di dividerci, tu vai pure avanti, io mi occuperò di altri incarichi.-
Disse intanto Alex all’amica, che annuendo andò verso le scale mobili, scendendo ai piani inferiori e controllando gli incarichi presenti nello Styler una volta uscita, anche lei aveva bisogno di distrarsi un po’.
Aveva sperato fosse già tutto finito, ma a quanto pare era tutto ancora molto distante…
-Vediamo…ma che?!-
Fuori dalla Federazione c’erano almeno sette donne, tutte dai capelli castani ed i vestiti rossi, cinque in cerchio e due vicine a confabulare tra loro.
-Hanno detto di essere il Team Pesto Buio? Cosa vogliono?-
-I Pokémon stanno soffrendo più di tutti.-
-Anche Nereo Raggiani, il presidente della  Altru, è preoccupato per questi incidenti.-
-Sembri…un tipo in gamba.-
-Pretendiamo di sapere cosa sta facendo  la Federazione in merito ai nostri problemi. Abbiamo il diritto di ricevere una risposta!-
-Uscire è troppo pericoloso, con tutti questi terribili incidenti.-
-Oh deciso: oggi dirò finalmente quello che penso.-
Tutte parlavano allo stesso tempo, e Sara non poteva certo gestire una simile quantità di domande. Pachirisu pure sembrava rintronato, soprattutto dal loro tono di voce, e cercò rifugio nell’amica.
-E-ecco…mi spiace molto. Stiamo facendo del nostro meglio per risolvere tutto velocemente…scusate ma ora devo andare!-
Presa da un attimo di panico la ragazza scattò verso uno Staraptor vicino, e catturatolo partì subito assieme a lui in volo, scappando tra le nuvole.
-Fiuuu, non me l’aspettavo! Tutto bene Pachirisu?-
-Pachi…-
-Lo so, sembravano veramente scalmanate. Non è affatto facile il lavoro del Ranger. Dover accontentare tutti e gestire le lamentele…siamo comunque persone, facciamo del nostro meglio.-
-Pachi!-
Anche se l’amico era d’accordo sapevano entrambi che era comunque il loro lavoro, per quanto pesante potesse essere.
-Bene, vediamo un po’…a quanto pare abbiamo cinque incarichi. Uno è a Portena, mentre gli altri verso la Valle di Crio. Beh, direi che sappiamo da dove partire.-
-Pachi!-
Annuendo il piccolo Pokémon sembrò molto felice quando iniziarono il loro giro di pattuglia verso Portena, almeno lì poteva prepararsi per tornare alla vallata di ghiaccio.
In men che non si dica i due arrivarono in città, ed iniziarono a cercare la persona che a quanto pare aveva bisogno di aiuto, trovandola nella parte ovest della città, salite le scale.
Subito la donna guardandola la salutò con una mano, parlandole.
-Scusami, hai mai sentito il verso di un Chingling?-
-Sì signora.-
Rispose la ragazza, avendo già le sue informazioni nello Styler.
-Pensavo che i Chingling fossero Pokémon  che non fanno alcun verso. Ma mi sbagliavo. Il nostro Chingling è rimasto da solo così a lungo che ha persino dimenticato come fare il suo verso. Per favore, ascolta la mia richiesta. Vorrei fare conoscere un Chingling selvatico al nostro Chingling. Mi aiuteresti?-
-Sì.-
-Ho sentito che un Chingling selvatico vive nella Grotta Stalagmite, quella che porta alla  valle di Crio. Spero che tu riesca a trovarlo.-
-Non si preoccupi, vado subito a cercarlo.-
Purtroppo non erano stati lontani dal freddo quanto avevano desiderato, ma sapevano che tornare lì era comunque per una buona causa, così senza perdere tempo o incontrare ostacoli Sara e Pachirisu percorsero tutta la strada fino alle scale che conducevano alla Federazione Ranger, catturando però un Floatzel per risalire il fiume.
La cosa migliore era che dopo la cattura lo Styler passò dal livello ventiquattro al venticinque, aggiungendo cinque punti alla potenza e due all’energia, arrivando a 63/63.
Esattamente come la prima volta il corso che raggiungeva la grotta era assolutamente meraviglioso, immerso nel verde e con un cielo perfetto sopra le loro teste, che però svanì subito come superarono il passaggio ritrovandosi in una semi-oscurità.
-Molto bene…allora se non sbaglio il Pokémon era più avanti…-
Disse Sara scendendo dalla schiena del Floatzel e proseguendo a piedi lungo il sentiero a sinistra, catturandone un altro solo per precauzione in caso ve ne fosse stato bisogno.
Superato quel punto la ragazza arrivò nella parte della grotta in cui direttamente a destra, oltre alcune pareti di roccia, si trovava un fiumiciattolo che ricordava condurre verso un punto nascosto, e se non sbagliava proprio lì si trovava un Chingling.
Così, salendo tutte le scale per poter scendere verso il molo oltre le pareti, percorse anche il fiume sul dorso di Floatzel, raggiungendo così il molo nascosto e trovando in una delle rientranze proprio il Pokémon che stavano cercando.
La cattura non fu assolutamente complessa, e conclusasi anche piuttosto rapidamente permise alla Ranger di tornare immediatamente indietro, fino a Portena ed alla donna.
Come la videro il suo Chingling si avvicinò a quello catturato da Sara, osservandolo curioso.
-Oh! Mi hai portato un Chingling selvatico! Grazie mille, Ranger!-
In quel preciso momento il Pokémon selvatico produsse un allegro suono in segno di saluto, e l’altro lo imitò alla perfezione.
-Ma? E questo suono di campanelli?-
-Stanno parlando.-
Rispose subito Sara sorridendole.
-...ecco com’è il verso di un Chingling! Che bel suono!-
L’incarico si poteva dire concluso, e la ragazza si esibì nella sua classica posa, prima di ricevere un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
In pochissimi istanti infatti lo Styler ricevette un secondo messaggio, proprio sugli aggiornamenti.
-“Hai ricevuto:  Difesa Drago”.-
Questo a quanto pare riduceva di tre punti i danni di un attacco drago.
Magari sarebbe tornato utile più avanti.
-Bene, ora però dobbiamo tornare alla Valle di Crio.-
-Pachi…-
-Lo so, fa molto freddo lì, ma muovendoci ci scalderemo.-
Muovendosi rapidamente e superando il ponte di Portena, fino ad arrivare ai Giardini Altru, Sara arrivò a percorrere tutta la Strada Federale  per poter raggiungere la Federazione e catturare uno Staraptor, volando direttamente fino al Campo Sottozero.
Il Pokémon puntò subito ad un’alta quota, volando tra le alte nuvole fino a quando queste non iniziarono a ingrigirsi, e la neve nuovamente li circondò.
Pachirisu alla ricerca di un po’ di calore si accoccolò contro l’amica, che naturalmente lo abbracciò tenendolo stretto anche quando scesero dallo Staraptor, una volta arrivati al campo.
-B-bene…brrrr…vediamo chi ha bisogno di aiuto…-
Improvvisamente il suono dello Styler però la bloccò.
-Messaggio in arrivo! Qui è Glenda! Quando rientri dal pattugliamento, recati a rapporto dalla presidentessa Edvige.-
Fortunatamente non era nulla di grave, per un secondo aveva sinceramente temuto fosse capitato qualcosa alla Federazione. Affrettando il passo, per quanto possibile in mezzo alla neve, Sara notò che una persona stava cercando di attirare la sua attenzione muovendo la mano. Si trattava di un uomo vestito con un camice bianco e dai capelli biondo cenere e gli occhi marroni, sistemato nella parte alta e sinistra del campo assieme ad un’altra ricercatrice.
-Salve, ha bisogno di qualcosa?-
Chiese subito Sara una volta vicina.
-Ugh, fa così freddo…oh, sei quel Ranger di prima? Sono io, Erberto! Hai trovato un Oddish per me a Portena!-
-Oh certo! Mi ricordo di lei, come sta?-
Disse lei con cortesia.
-Bene, ti ringrazio, ad eccezione per il freddo…mi trovo qui nella Valle di Crio per un’altra missione di ricerca. Il professor Frenesio vuole che studi un altro Pokémon Erba, Abomasnow. Ma non ho i vestiti adatti per questo clima. Sto congelando!-
-In effetti è vero…-
Non che lei fosse da meno però, ed infatti Pachirisu la guardo con un piccolo sorrisino.
-Ranger, puoi aiutarmi di nuovo? Potresti portarmi un Abomasnoe qui?-
-Sì non si preoccupi. So perfettamente dove trovarlo.-
Ed era vero, visto ne aveva già catturato uno.
-Oh, lo farai? Eccellente! Non sai quanto mi rende felice!-
-Si figuri, lei resti qui. Tornerò subito.-
Scattando la ragazza si allontanò dal campo, percorrendo tutto il sentiero della Valle di Crio fino a raggiungere la parte collegata al fiume di ghiaccio, e da lì non le restò che catturare un Empoleon per iniziare a muoversi lungo d’esso.
Riuscì a farlo senza nemmeno farsi ferire, e caricando anche l’energia dello Styler iniziando a prenderci la mano.
Una volta in acqua però si rese conto che i blocchi che aveva distrutto la volta precedente si erano già ricostruiti, e dovette lavorare molto con la memoria per non sbagliare strada.
-Allora…dritto ed al primo incrocio a sinistra seguendo la corrente per liberare la via. Poi scendere seguendo la curva ad U e prendere la rincorsa per rompere il ghiaccio senza fermarsi  ed andando sempre dritto.-
Dando queste indicazioni il Pokémon le seguì subito capendola perfettamente, arrivando alla seconda zona.
-Bene, adesso a sinistra seguendo la corrente e poi in basso senza fermarsi per rompere ogni blocco fino alla parete, e continuare a sinistra e verso nord al primo incrocio, andando sempre dritto…ed ora…sempre dritto contro il ghiaccio!-
Quell’ultima parte involontariamente la urlò con un po’ troppa foga, ma solo perché dall’altra parte c’era l’attracco per raggiungere l’Abomasnow.
La ragazza però si rese conto di aver tralasciato un dettaglio non poco importante, ovvero che essendo tornato a riposare sotto la neve serviva una Mossa Azione 3 per svegliarlo.
-Accidenti. Chissà se al castello c’è un Pokémon che può aiutarmi…-
Aprendo lo Styler e cliccando sull’icona “Navigatore”  la ragazza fece un rapido controllo, ma l’unico Pokémon abbastanza vicino per aiutarla era un Piloswine.
-Oh…Pachirisu, dobbiamo tornare indietro.-
Disse la ragazza imbarazzata guardandolo.
-Pachi?! Pachi pachi pachi!-
-Lo so scusami, avrei dovuto pensarci. Ma faremo presto ed una volta tornati alla federazione ti lascerò la coperta più calda che abbiamo.-
Certamente non fu divertente rifare lo stesso percorso per trovare un Piloswine, e nemmeno tornare nel precedente punto, ma ormai Sara conosceva abbastanza bene la strada da non fare errori, e presto poté catturare l’Abomasnow.
Conoscendo anche già il tipo di attacchi catturarlo non fu difficile, e così poté tornare al Campo Sottozero, dove il ricercatore la stava aspettando.
-Oh, sì! Un Abomasnow! Grazie mille! Non è una gran ricompensa, ma ti svelerò un segreto sul professor Frenesio. Rimanga tra noi: il professor Frenesio starnutisce così: etciù-nalmente!-
-Pfff haha.-
Non aspettandosi una cosa simile la ragazza non poté trattenere una risata, ed era felice d’esser stata d’aiuto.
Subito dopo lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di Potenziamento.-
Pochi attimi dopo i dati furono aggiornati.
-“Hai ricevuto: Difesa Lotta.”-
A quanto pare riduceva di tre i danni di un attacco Lotta.
-Perfetto, rimangono altre due missioni. Vediamo, una è proprio qui vicino sembra…-
Non vedendo nessuno in giro che aveva bisogno la ragazza decise di spostarsi nelle case, e come superò la soglia di quella del padre di Willy questo la fermò.
-Ah, Sara. Vorrei chiederti una cosa.-
-Mi dica pure.-
-Sai che la Grotta Stalagmite porta alla Strada Federale?-
-Sì certo, sono arrivata tramite quella strada.-
-Beh, spesso dei grossi blocchi di ghiaccio si staccano dal soffitto della grotta. Non rappresentano solo un pericolo. Bloccano anche i corridoi, arrivando a ostruirli per metà. Non sappiamo come comportarci con quei blocchi di ghiaccio. Per questo vorremmo chiederti di eliminarli. Ce ne sono tre. Te ne puoi occupare?-
-Sì non si preoccupi.-
-Grazie. Ma cerca di non farti male.-
Annuendo la ragazza subito corse per raggiungere l’entrata della grotta, percependo un minor freddo toccarle la pelle, ma non fece nemmeno in tempo ad arrivare al ponte oltre l’entrata che notò un grande blocco di ghiaccio proprio accanto a questo.
-Bene, ecco il primo. A quanto pare possiamo farlo sciogliere tramite una Mossa Fuoco 2. Ricordo che in questa caverna c’era un Pokémon perfetto per questo tipo di cose. Andiamo a cercarlo.-
Nella loro ricerca, spostandosi anche nella zona successiva dove era presente la scalinata costruita nella roccia, trovarono anche il secondo blocco, e successivamente il terzo vicino al molo che, partendo dalla Federazione Ranger, permetteva di attraversare la grotta.
-Beh, almeno sappiamo dove sono tutti, e lì c’è la rientranza dove si trovava il Pokémon.-
La sua memoria non sbagliava, perché infatti trovò un Camerupt, e grazie a lui poté scongelare tutti i blocchi che aveva trovato. Anche se fu costretta a tornare più volte nel punto in cui l’aveva trovato per chiedere il suo aiuto.
Non le restava altro da fare che parlare con Pawil, e di tutta fretta tornò subito al Campo Sottozero.
-Almeno con questo incarico ci siamo scaldati un po’.-
Con un sorriso a cuor leggero raggiunse subito la casa dell’uomo, ritrovandolo fortunatamente sempre lì.
-Ho sistemato i blocchi di ghiaccio.-
-Oh, fantastico! Hai fatto un ottimo lavoro. Ti siamo molto grati.-
-Non si preoccupi, è un mio dovere.-
-Sai, sono davvero contento di sapere che tu e Willy siate amici.-
-Anche io.-
Sorridendogli la ragazza sentì subito dopo lo Styler ricevere un messaggio da Glenda.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Come ogni volta questi arrivarono subito fortunatamente, perfino con la tormenta fuori dal campo.
-“Hai ottenuto: Difesa Acqua.”-
Questa le permetteva di ridurre di tre i danni di un attacco acqua, ed unito al potenziamento che già aveva di questo tipo diventavano sei.
-Perfetto, ora rimane solo una persona prima di tornare indietro.-
Le sembrava di aver visto una ricercatrice che aveva bisogno di una mano nei pressi della zona per raggiungere il castello, ed infatti la trovò proprio davanti al sentiero.
-Ranger, posso parlarti un attimo?-
-Certo, mi dica pure.-
-Poco fa, ho visto un Houndoom che inseguiva un Piplup per i campi innevati. Gli sono corsa dietro, sperando di salvare quel Piplup. Ma sono troppo lenta, non ce la faccio. Tu però sei in grado di salvare quel piccolo Piplup dall’Houndoom, vero?-
-Sì, non si preoccupi.-
-Ok, perfetto. Penso che stiano ancora correndo nei campi innevati della Valle di Crio.-
Non era molto come informazione, ma non c’era tempo da perdere.
Tramite la mappa Sara scelse di controllare come prima cosa il sentiero che conduceva al vicolo cieco vicino al Campo Sottozero, ma non trovando nulla si concentro sulla strada che, dopo essersi spostati sempre verso sinistra, si muoveva verso sud.
Con la neve non era facile correre, ma il pensiero dell’aiutare quel Pokémon aveva la meglio sulla stanchezza.
La ragazza però ci aveva visto giusto nel controllare lì, perché i due Pokémon stavano correndo attorno ad un albero, proprio come le avevano detto.
Il Piplup improvvisamente cambiò strada gettandosi contro di lei, tirandosi però dietro anche l’Houndoom, iniziando così una doppia cattura.
La parte più difficile sicuramente era il fatto questo ancora gli correva dietro, ma Sara approfittò anche di questo dettaglio che li portava ad esser molto vicini per catturarli con una sola linea.
Lo Styler si aggiornò subito con i dati di Piplup, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: /-”, “Attacca sputando acqua.”.

A cattura ultimata l’Houndoom corse subito via, ma l’altro restò iniziando a girarle attorno.
Sara riconobbe subito quel gesto, aveva stabilito un legame con lui più forte di quello trasmetto dallo Styler.
Pachirisu gli si avvicinò annusandogli il naso, allontanandosi però subito dopo.
-“Vuoi che il Pokémon compagno Piplup venga con te?”-
Alla domanda dello Styler sarà scelse l’opzione “No”, non volendo separarsi da Pachirisu ma mandando l’altro al Ranch dei compagni. Era incredibile come il solo affetto potesse guidarli fin la.
-Bene, abbiamo finito. Possiamo tornare alla Federazione.-
-Pachi!-
Felice Pachirisu si arrampicò sulla schiena di lei, facendola rabbrividire per le zampine fredde, ed insieme andarono al Campo Sottozero per chiedere un passaggio ad uno Staraptor nelle vicinanze, arrivando così in un baleno alla Federazione.
-Aaah, non smetterò mai di pensare che tornare qui sia sempre fantastico.-
-Pachi pachi.-
Sicuramente il suo amico era d’accordo con lei, ed insieme salirono tutti i piani fino ad arrivare dalla Presidentessa Edvige, che l’accolse con un sorriso.
-Finito il giro di pattuglia?-
-Sì signora.-
-Grazie mille per il tuo contributo. Il professor Frenesio vorrebbe illustrarti la tua prossima missione. Ti sta aspettando nella sala ricerca al primo piano.-
-Vado subito presidentessa.-
-Almia e i Pokémon hanno bisogno di noi. Non possiamo mollare adesso.-
Il suo tono era molto grave, ma giusto.
Stavano affrontando molte difficoltà ma lo facevano per uno scopo importante, e lei non avrebbe mai abbandonato le persone ed i Pokémon nel momento del bisogno.
Senza indugiare oltre quindi si recò subito dal professore, pronta per la sua prossima missione.

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


Il professor Frenesio ed Alex la stavano già aspettando, assieme ad un altro ricercatore e ad un frammento oscuro rinchiuso all’interno di un teca.
Come Sara entrò subito si fermò vicino ad Alex, mentre Frenesio, dando le spalle ad entrambi, cominciò a parlare.
-Ho deciso quali saranno le prossime missioni per voi due.-
Voltandosi nei suoi occhi sembrava esserci una forte determinazione, che portò i due a non dire nulla.
-Secondo il diario di Luciano, le Lacrime dei principi si possono trovare anche da qualche altra parte. Alcuni vecchi documenti indicano come tali gemme siano state rinvenute anche lontano dalla Valle di Crio. Gemme colorate sono state ritrovate, ad esempio, ne Deserto Haruba e in Caldonia, ma solo raramente. Probabilmente i ciondoli di Linda e Glenda sono fatti con le Lacrime dei principi. Sara, voglio che tu ti diriga alla volta della Caldonia. Cerca il cristallo rosso dal quale presumibilmente sono state ricavate le Lacrime dei principi.-
-Sì signore.-
Conosceva già Caldonia, ma non aveva notato durante il suo tragitto nel vulcano nulla di simile…
-Alex, tu ti recherai nel Deserto di Haruba sulle tracce delle Lacrime dei principi gialle. Determina con certezza se cotal cristallo giallo, origine delle gemme colorate, esista per davvero.-
-Certamente.-
-Qualora uno di voi due rinvenisse il cristallo, rosso o giallo che sia, lo metta immediatamente al sicuro. Queste missioni sono di gran lunga le più importanti che vi siano mai state assegnate!-
A quelle parole la ragazza provò un forte senso di responsabilità sulle spalle.
Non voleva deludere il professore e tutta la federazione, quindi ce l’avrebbe messa tutta.
Prima di partire Alex la guardò, con un sorriso fiducioso.
-Parto per il Deserto Haruba. Sara, tu vai in Caldonia. Dobbiamo tornare sani, salvi e vincenti.-
-Sì.-
Entrambi si diressero così verso l’esterno, e dopo aver catturato uno Staraptor partirono per le loro reciproche destinazioni.
Caldonia certo non era dietro l’angolo, quindi Sara e Pachirisu impiegarono molto tempo per arrivarvi, ma il tragitto in volo come sempre fu piacevole e senza alcun incidente.
Rispetto alla Valle di Crio, ritrovarsi in quell’ambiente caldo era certamente piacevole.
-Bene, come prima cosa cerchiamo indizi Pachirisu.-
-Pachi!-
I due superarono subito la scalinata per arrivare nella parte alta del villaggio, ma un verso a loro familiare li fermò.
-Mime! Mime!-
Tra le case Mime Jr. stava continuando a girare attorno ad un povero Bidoof, al quale quasi girava la testa per tutto quel movimento.
L’anziano del villaggio, sospirando, osservava la scena perplesso.
-Il nostro Mime Jr. a volte è proprio una peste. Vederlo così mi fa girare la testa…uhm?-
Non appena la Top Ranger fu vicina l’uomo subito, ma a giudicare dalla sua espressione arrabbiata non sembrava riconoscerla.
-Quelli del Team Pesto Buio hanno mandato qualcun altro! Mascalzoni!-
Senza aggiungere altro l’uomo si spostò subito verso casa, chiudendosela con un gran fracasso alle spalle.
-Oh oh, sarà meglio spiegarli non sono del Team Pesto Buio…-
Non voleva certo che si allarmasse per causa sua, ma entrando a sua volta non trovò la situazione molto migliorata, anche se notò che oltre alla nipotina del vecchio c’era anche un altro ragazzo, dai capelli castani e gli occhi marroni, che indossava un cappello rosso ed un giaccone dello stesso colore.
-Tu! Sparisci immediatamente! Sei qui per rapire di nuovo il nostro Mime Jr., non è vero? Tu, essere senza cuore!-
Sbraitò il vecchio muovendo il bastone contro di lei, ma fortunatamente ci pensò la nipote a calmarlo.
-Nonno, guarda che ti sbagli, eh.-
-Come?-
-E’ vero, io sono un Ranger!-
Spiegò subito Sara sperando capisse.
-Un Ranger di Pokémon, dici? Ah è vero, già, sicuro che lo sei! In questo periodo chiunque vesta una divisa mi sembra uno di quelli del Team Pesto Buio. In effetti, guardando più da vicino, vedo che sei, senza dubbio, un Ranger di Pokémon.-
-Sì…non volevo creare dello scompiglio.-
Rispose Sara grattandosi la testa imbarazzata.
-Oh no, nessuno scompiglio. Mime Jr. ha cominciato a girare in tondo senza sosta. Forse vede i Ranger di Pokémon come eroi. Ma tutto quel movimento sì che crea scompiglio!-
-E’ vero. Il nostro Mime Jr. si comporta così da quando è tornato dalla nave cargo. Sta imitando un Disco di cattura dei Ranger, ne sono sicura.-
Continuò la nipote sorridendo.
-Oh, sono felice ci veda in questo modo allora.-
Lo era veramente, anzi era quasi orgogliosa.
-Sicuramente però porta allegria. Di questi tempi non vedo l’ora che inizi un nuovo giorno!-
Aggiunse anche il ragazzo assieme a loro.
-Sono felice di avervi rivisto, adesso però devo veramente andare. Buona giornata.-
Salutandoli con una mano la ragazza uscì dalla casa, salutando anche Mime Jr. che ancora giocava con quel povero Bidoof.
-Bene, allora vediamo un po’…sono sicura di non aver tralasciato nessun sentiero la prima volta che sono venuta qui. Però qualcosa deve esserci di sicuro.-
Ancor prima di entrare nel vulcano la ragazza diede un’occhiata tutto intorno, notando sul lato destro della montagna un cartello, e vicino ad esso una porta rossa.
Avvicinandosi provò ad aprirla, ma era chiusa a chiave, e sul cartello c’era scritto “Pericolo! Ti proibisco di entrare!”.
-Oh, è veramente strano. Forse dovrei andare a parlare con l’anziano del villaggio.-
Le dispiaceva tornare a disturbarli, ma doveva assolutamente completare la missione e trovare la gemma, quindi di corsa tornò subito da loro, bussando prima di superare la soglia.
-Scusatemi, sono di nuovo io. Avrei bisogno di avere delle informazioni…-
-Entra pure, non preoccuparti.-
Rispose subito la ragazza.
-Vi ringrazio. Vedete, sono stata mandata qui per cercare un oggetto riguardante una vecchia storia, che parlava a quanto pare di un principe rosso. Ho bisogno però di andare dal lato destro della grotta ma non è aperto, quindi ho bisogno di sapere dove si trova la chiave.-
La Top Ranger spiegò subito ciò che era successo, ma l’anziano sembrava un po’ lento di comprendonio…
-Come dici? Un principe rosso? Il lato destro della grotta? Vuoi entrare, ma non è aperto? Dici di volere la chiave della porta?-
-Sì esatto, ne ho bisogno per poter trovare una gemma.-
-Uhm…mi stai facendo una gran confusione in testa. Insomma, vorresti dare un’occhiata al lato destro della grotta? Io posso aprire la serratura che blocca quella porta.-
-Grazie mille signore.-
Rispose subito lei sorridendo, sentendo però il tempo che passava velocemente.
-Non ringraziarmi. I Pokémon di tutta la Caldonia sono in debito con te. Va avanti finché non ritrovo la chiave. Ci troveremo all’ingresso sul lato destro della grotta della grotta.-
-Molto bene, vado subito.-
Correndo arrivò molto prima dell’anziano naturalmente, e si mise ad aspettare vicino alla porta.
-Penso che questa volta non troveremmo nessuno, insomma, la porta è chiusa no?-
Disse la ragazza fiduciosa al proprio amico.
-Pachi.-
-Sì, poi non mi sembra nessuno abbia notato nulla di strano. Sono tutti tranquilli.-
Dall’ultima volta che era stata lì le cose erano migliorate molto, anche se naturalmente non era facile superare certe paura.
L’anziano ne era la prova, visto l’aveva scambiata per una del Team Pesto Buio.
Stavano lavorando duramente però proprio per evitare che simili situazioni continuassero.
Per lo meno non dovette aspettare molto per il suo arrivo, infatti presto sentì la sua voce avvicinarsi.
-Oh, eccoti qui, Ranger di Pokémon. Scusa il ritardo. Lascia che ti apra quella porta.-
Clank, Click.
A giudicare dal suono che stava facendo era molto più difficile del previsto, ed anche l’uomo se ne rese conto.
-Hmmm? E’ un po’ complicata da aprire.-
Clank, Click.
Ancora una volta non accadde nulla, e l’anziano iniziò ad alterarsi.
-Se non è quella la chiave, dev’esser questa qua.-
Clank, Click.
-Hmm, forse questa vecchia chiave qua è quella giusta?-
Clank, Click.
-Neanche questa ha funzionato. E se lasciassi perdere quella pietra rossa? Così non dovrei trovare la chiave giusta!-
Chiese l’uomo voltandosi verso la ragazza, che sperò tanto Alex stesse avendo più fortuna di lei.
-Non posso…-
-Nonno!-
La voce improvvisa della nipotina li fece voltare entrambi. Questa stava correndo proprio nella loro direzione, e teneva tra le mani qualcosa.
-La chiave della porta è qui! Era legata ad un laccio al collo di Mime Jr.!-
-E’ vero! Eccola!-
-Scusami tanto, Ranger. Questa è la chiave giusta.-
Disse la nipote sorridendo ma con il fiatone. L’anziano nel frattempo finalmente era riuscito ad aprire la porta, per la gioia di tutti loro.
-Ah, perfetto! Non è stata difficile da aprire, in fondo. Occhio agli spruzzi di lava!-
Con un rapido gesto della mano per salutarla l’uomo si allontanò, ma prima di fare lo stesso la nipotina rimase ancora per qualche attimo.
-Non che ne sappia molto ma…il magma è…caldo, non è vero?-
Era una domanda alquanto insolita, ma Sara non se la sentì di non risponde.
-Molto.-
-Immaginavo…stai attenta.-
Con quest’ultimo avvertimento anche lei si allontanò, lasciandoli soli.
-Bene Pachirisu, andiamo a cercare la Gemma.-

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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


Proprio come la prima volta che era entrata all’interno del vulcano il forte calore la colpì non appena entrata.
Guardandosi attorno poté vedere immediatamente alla sua destra un fiume di magma scorrere attorno al piccolo pezzo di terreno sul quale lei si trovava, ma a sinistra non v’era altro che un muro di roccia e nessun passaggio per continuare.
Non le sembrò nemmeno di notare ponti o simili, ma prima di poter pensare a come proseguire arrivò un messaggio da parte di Viola.
-Qui parla Viola. Lascia che ti dia un consiglio. Se esplori il vulcano Caldonio, vedi di catturare Pokémon che siano capaci di  nuotare nel magma, capito?-
Probabilmente visto la Gemma Rossa era stata regalata a lei l’avevano incaricata d’aiutarla, quindi Glenda era in contatto con Alex.
-Capito, grazie per la dritta Viola.-
Il fatto esistessero Pokémon capaci di nuotare nel magma la sorprendeva, e sperò che quello vicino a lei facesse al caso suo.
Si trattava di una tartaruga rossa dal guscio nero, avente un foro in cima dal quale usciva del calore.
Subito si avvicinò, iniziando una cattura, ma il Pokémon si rivelò molto tranquillo, tanto che non l’attaccò nemmeno una volta permettendole di concludere immediatamente.
Il suo nome era Torkoal, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa di zona: Magmanuoto”, “Attacca lanciando palle di fuoco dalla schiena.”.

-Bene, vediamo un po’ come fare adesso…-
Notò che era presente una piccola discesa nel punto in cui si trovava, e come si avvicinò sullo Styler comparve l’icona “?”, e dopo averlo cliccato con il dito la domanda ”Vuoi salire su Torkoal?”.
Al seguente sì il Pokémon scese nel magma, aspettando che lei salisse sulla sua schiena.
Era forse ancor più spaventoso che volare sopra il magma, ma non le restava altra scelta, così facendosi coraggio saltò sulla sua corazza aggrappandosi al collo senza però fargli male.
-Ok…vediamo un po’.-
Stando alla mappa il fiume proseguiva verso nord, ma era presente anche un punto d’attracco sulla sua destra, ma prima di scendere la ragazza preferì proseguire in questa direzione, scoprendo così un passaggio che conduceva nella zona del vulcano che già aveva esplorato, per la precisione quella che portava verso la baia.
C’era anche un’altra strada verso il basso, e seguendola arrivò in una delle prime stanze del vulcano passando dalla porta principale.
-Quindi è tutto collegato, potrebbe tornami utile.-
Guardando la mappa vide anche che, lungo una piattaforma di terreno direttamente a destra, c’era una strada che probabilmente portava verso la seconda entrata, quindi per accorciare i tempi preferì scendere dirigendosi da quella parte, incappando per sbaglio in un Pokémon rosso simile ad una lucertola con la coda infuocata, grande almeno quanto lei.
Non appena la cattura iniziò il Pokémon tentò di colpirla con delle fiamme che lanciava dalla bocca, ma lei le evitò tutte con dei semplici salti, portandosi poi in un angolo sicuro quando l’altro creò una colonna di fuoco nel terreno.
Successivamente a questa ripeté il primo attacco, e lei ne approfittò per caricare lo Styler, catturandolo perfino più rapidamente di prima.
Il suo nome era Charmelon, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 2”, “Attacca sputando palle di fuoco e tizzoni incandescenti.”, e con questa cattura lo Styler passò dal livello venticinque al ventisei, aumentando la potenza di cinque e l’energia di due, arrivando a 65/65.

Felice per il nuovo livello la ragazza superò subito la zona, tornando alla seconda entrata in un punto rialzato.
Qui c’era perfino un Drifblim, e visto da lontano aveva notato tramite la mappa un punto segnato con un cerchio, rappresentante quindi un passaggio tramite cui o si poteva scendere o salire con questo Pokémon, lo catturò immediatamente, facendo la stessa cosa con il Torkoal sotto di lei e spostandosi nella piattaforma a destra.
Come salì su questa però un piccolo Pokémon tutto viola ma dal cranio apparentemente duro come la roccia la caricò con ferocia, costringendola a far un pericoloso salto vicino alla lava per evitarlo.
Per evitare che potesse ripetere il gesto Sara si avvicinò per iniziare una cattura, evitando una serie di cariche da parte del piccoletto che proprio non voleva arrendersi.
La vittoria però alla fine fu della ragazza.
Secondo lo Styler il nome del Pokémon era Bagon, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Azione 1”, “Attacca lanciandosi alla carica.”.

La piattaforma proseguiva lungo tutta la parete, e proseguendo verso nord si potevano percorrere ben due scale, ma la seconda sembrava esser bloccata da un masso.
-Stando alla mappa qua a sinistra c’è un passaggio per una grotta, ma prima voglio dare un’occhiata laggiù.-
Spiegò la ragazza a Pachirisu, indicando l’altra parte della zona.
Annuendo il Pokémon la seguì, ma prima di poter scendere dalla scalinata un altro Bagon la caricò senza che se ne rendesse conto, colpendola alla gamba e facendola cadere per la scala.
-Ouch!-
Fortunatamente il danno allo Styler era stato solo di tre punti, ma sarebbe potuta andare molto peggio visto il posto in cui si trovava.
Non volendo essere un bersaglio facile continuò a muoversi, superando una parte più stretta notando davanti a sé un Pokémon gigantesco simile ad un lottatore di sumo.
Anche questo la caricò, ma con una scivolata lei lo evitò iniziando la cattura.
Già dal primo istante il Pokémon senza alcun segno di preavviso tentò di colpirla con una serie di pugni caricati, talmente forti da muovere perfino l’aria, ma vennero tutti evitati senza alcuna complicazione.
Sara disegnò rapidamente quanti più cerchi possibili tramite lo Styler, ma ben presto dovette fermarsi quando il Pokémon venne circondato da un’aura rossa, che avrebbe potuto ferirla se si fosse avvicinata.
Al termine di questo attacco le concesse solo pochi secondi prima di attaccare nuovamente, colpendo il terreno con il piede e creando un’onda d’urto, ma quello fu il suo ultimo attacco prima di venir catturato.
Il suo nome era Hariyama, “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca con pugni, onde d’urto e lanciandosi alla carica.”, purtroppo dovette librare qualche Pokémon per proseguire, e la ragazza scelse Bagon, Chinglind e Haunter.

-Sono sicura che tu potrai aiutami a spostare quella roccia sulle scale, ma prima devo controllare che cosa c’è nella grotta.-
Ormai era un’abitudine guardare ogni parte di ogni zona, per evitare di mancare qualcosa di importante, ma ciò che trovò furono solo dei Gastrodon.
Sollevata non ci fossero problemi la ragazza andò subito verso la roccia, ma si rese conto che questa era incandescente, e prima di poterla distruggere andava raffreddata con una Mossa Spruzzo 2.
-Cavolo, avrei dovuto controllare prima. Menomale che i Gastrodon sono proprio qui vicino.-
Il vero problema erano le scie d’acqua che lasciavano…come la ragazza entrò fece di tutto per mettersi nella loro traiettoria ed iniziare una cattura, ma almeno due volte venne a contatto con quell’acqua che destabilizzò lo Styler facendo perdere ben due punti nell’energia, arrivando a 61/65.
Fortunatamente la successiva cattura fu una passeggiata, e visto il potenziamento preso che restituiva un punto ad ogni cattura tornò a 62/65.
Senza perdere tempo andò quindi sulla scalinata, raffreddando la roccia con l’aiuto di Gastrodon e distruggendola grazie a Hariyama.
-Grazie mille ragazzi, a presto!-
Ora che la roccia era distrutta poté procedere verso l’ultima parte di quel punto, arrivando quasi vicino al soffitto nel quale era presente un bel buco, ma proprio per questo aveva catturato un Driblim.
Era presente anche un Punto di Salvataggio, ma prima di poterlo utilizzare un Pokémon simile ad un sasso bianco con un buco sul lato che camminava la raggiunse, dando il via ad una cattura.
Ancor prima di disegnare un solo cerchio il Pokémon iniziò a rotolare contro di lei, avvolto da un’aura rossa che le rendeva impossibile far nulla, ed arrivò perfino oltre il perimetro di cattura impedendole così di agire, ma ben presto a passo lento tornò e finalmente Sara poté usare la Linea di cattura per trasmettere i suoi sentimenti di amicizia.
Si fermò quando il Pokémon iniziò a rotolare su se stesso, producendo oltretutto una lunga fiammata azzurra, ma anche questa venne evitata e fu il suo ultimo attacco.
Il nome del Pokémon era Shelgon, “Gruppo: Drago: Poké Tattica: Drago- Mossa: Azione 2”, “Attacca sputando fiamme blu e lanciandosi alla carica.”.
-Ok, prima di salire sarà meglio salvare i dati dello Styler, giusto per precauzione.-
Pachirisu annuì d’accordo con lei,  mentre la ragazza utilizzò rapidamente lo strumento, posizionandosi poi sotto al buco sul soffitto.
-Drifblim, per favore, potresti aiutarmi?-
Rispondendo con un verso acuto il Pokémon portò le braccia sotto quelle di lei, sollevandola come se fosse una piuma e portandola così in una nuova zona.
Nonostante fossero ad un piano superiore la lava era sempre presente lungo un fiumiciattolo che costeggiava il terreno sul quale la ragazza si trovava.
Questa stando anche alla mappa poteva proseguire verso nord tramite delle scale, ma queste verso la metà erano bloccate da delle colonne di fuoco che necessitavano una Mossa Spruzzo di livello2 per essere spente, mentre alla sua destra c’era un sentiero dalle strette pareti.
Anche se aveva trovato precedentemente dei Gastrodon non se la sentiva di dar per scontato nemmeno lì avrebbe potuto trovare degli aiuti, quindi continuò per quest’ultima strada fino ad arrivare all’esterno, in una sporgenza in cui si trovava già un membro del Team Pesto Buio, anche se stavolta era una ragazza dai ribelli capelli biondi e gli occhi azzurri.
Purtroppo nonostante si stessero muovendo rapidamente loro sembravano quasi sempre un passo avanti…prima di poter far qualcosa però la donna si voltò, fissandola seccata.
-Come mai è spuntato un Ranger mentre stavo aspettando Lavinia? Forse hanno intercettato la mia comunicazione con lei?-
Ricordava d’aver già sentito il nome Lavina prima, e che questa era una dei capi del team.
Non avevano intercettato alcuna conversazione, ma se pensava questo probabilmente stava svolgendo una missione importante.
Senza dire altro la donna utilizzò una Miniremo per attaccarla con ben cinque Chatot, che stavano tranquillamente volando sopra al vulcano prima di essere attirati lì.
La difficoltò maggiore veniva dal fatto non stessero mai fermi ed utilizzassero un attacco che creava delle note musicali fluttuanti, ma dopo averne catturati un paio che si erano allontanati anche quelli rimasti seguirono lo stesso corso senza problemi e senza farle perdere energia nello Styler, mentre la Miniremo andò distrutta.
Gonfiando entrambe le guance la bionda serrò i pugni, sbattendo un piede  a terra.
-Non c’era bisogno di umiliarmi così! Lo vado subito a dire a Lavina!-
Così dicendo corse via infuriata, lasciando perplessa l’altra che non sapeva bene se esser dispiaciuta in caso avesse esagerato con lei o preoccupata stesse andando ad informare il suo capo.
In ogni caso un messaggio dallo Styler l’allontanò da quei pensieri.
-Qui parla Viola. Eccoti un altro consiglio. I Pokémon del gruppo Acqua sono a dir poco fondamentali dentro al vulcano Caldonio. Ti saranno di grande aiuto, quindi vedi di catturarne qualcuno. Passo e chiudo!-
Il messaggio era quello che già precedentemente le aveva inviato, ma non era certo un male le venisse ricordato.
Assieme a lei erano rimasti solo altri due Pokémon, simili a dei grandi pellicani azzurri, e visto non sapeva bene quale fosse la loro mossa decise di catturarne almeno uno.
Il Pokémon si comportò in una maniera molto pacifica, attaccandola solamente una volta con delle bolle d’acqua, ma i suoi movimenti erano lenti e le permisero di caricare lo Styler catturandolo velocemente.
Il suo nome era Pelipper, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 3”, “Attacca sputando acqua.”.

-Perfetto, mi sto abituando a caricare spesso lo Styler, ora possiamo tornare indietro e proseguire.-
Disse soddisfatta la ragazza correndo, non vedendo alcuna traccia della ragazza del Team Pesto Buio.
Raggiunte le scale chiese subito a Pelipper di aiutarla, e questo subito con un raggio di bolle ci riuscì, tuttavia con solo una delle due grandi fiamme, ma bastava anche così.
Oltre le scale v’era un punto rialzato dove il terreno era pieno di buchi, ed a distanza di pochi secondi da questi uscivano delle alte fiamme.
Non erano un grande problema se si faceva attenzione, e dopo averle osservate un paio di volte la ragazza scattò in un punto dove i buchi mancavano, solo per ritrovarne altri tre subito dopo.
Il tratto rialzato proseguiva per buona parte della stanza assieme a quelle fiamme ad intermittenza, ma a circa metà le cose si fecero più difficili visto non solo aumentarono di numero ma comparvero anche dei Pokémon.
Soprattutto quando in mezzo a tutte queste vide un Pokémon gigantesco dalla corazza grigia ed un corno bianco sul naso.
La sua vista la rese inquieta e non le fece prestare la giusta attenzione ad una fiamma su cui aveva appoggiato il piede, e di cui se ne rese conto solo ormai quando questa s’alzò bruciandole la gamba.
-Aia!-
Nel saltare era oltretutto finita addosso al Pokémon, iniziando involontariamente la cattura. Subito lui la caricò con violenza circondandosi da un’aura rossa, ma Sara riuscì ad evitarla scansandosi. Successivamente lei iniziò a disegnare una serie di cerchi attorno a lui, ma il Pokémon irritato caricò la linea di cattura colpendola e facendo perdere allo Styler per sette punti.
Il colpo arrivò anche alla ragazza che lo percepì allo stomaco, facendola piegare su di se.
-Ghk…-
Nonostante il dolore non poteva fermarsi, e prestando molta più attenzione continuò a disegnare i cerchi riuscendo infine a catturarlo.
Il suo nome era Rhyfon, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra- Mossa: Azione 3”, “Attacca con la testa e caricando con il suo corpo massiccio.”. Purtroppo l’energia era scesa a 57/65, ma per lo meno aveva raggiunto un’altra scalinata oltre le quale il terreno non presentava fiamme, ma in compenso c’erano ben due ragazze del Team Pesto Buio.

-Questo muro di fuoco è impossibile da spegnere! A meno che tu non chiami i pompieri, oppure catturi il giusto Pokémon del gruppo Acqua!-
Sbuffò la prima mentre l’altra si passava un fazzolettino sulla fronte.
-Mi si rovina il trucco con tutto’sto sudore! Torniamo indietro a darci una sistematina! Ma non diciamolo a Lavina.-
Nel mentre parlavano Sara si era avvicinata, non volendo farle andar via così facilmente.
-Sono d’accordo! Lavina ci perdonerebbe, comunque, visto che si tratta di un motivo così valido.-
Sorridendo l’altra si era subito voltata, rendendosi conto della ragazza appena arrivata.
-…cosa ci fa un Ranger qui?!-
Scattando fece qualche passo indietro, venendo subito raggiunta dalla sua compagna che fissò Sara apparentemente furiosa.
-Non avresti dovuto vedermi con il trucco tutto sciolto…non la passerai liscia!-
Sbraitando la ragazza utilizzò una Miniremo per chiamare dei Pokémon, e così fece anche l’altra con il risultato che arrivarono tre Bagon ed un Shelgon, ma esclusi i momenti in cui la caricarono in gruppo non furono un grande problema, ed entrambe le macchine si distrussero liberando gli altri.
Le due intanto sembravano…sciolte. Il pesante trucco che avevano sul viso era completamente rovinato dal sudore, ed erano visibilmente irritate.
-Sia il mio trucco che il mio orgoglio sono  liquefatti…-
-Lavinia! Un Ranger ci sta molestando!-
Entrambe corsero via, sconfitte, mentre Sara si concesse qualche istante per incrociare le braccia irritata guardando Pachirisu.
-Non le stavo molestando! Mi hanno attaccata loro!-
-Pachi…-
Disse l’altro scuotendo il capo, mentre spronò l’amica a proseguire, evitando per un soffio un Hariyama che, in un angolo sporgente, aveva caricato Sara, che tuttavia schivò appena in tempo.
Senza darsi tanta pena la ragazza proseguì, trovandosi però davanti ad uno scenario spaventoso.
Sotto di lei c’era un intera colata di lava bollente a chissà quanti metri di distanza, e tutto ciò che la separava da una caduta mortale era un sottilissimo ponte di roccia, lungo il quale da alcuni buchi uscivano delle fiamme.
Deglutendo Sara preferì prendere in braccio Pachirisu, onde evitare qualcosa andasse storto, ma al primo passo vide con la coda dell’occhio un masso cadere dall’alto e quasi sfiorarle la testa.
-Hiii!-
Con un salto all’indietro tornò all’inizio del percorso, guardandolo per qualche secondo.
-Ora capisco perché la porta era ben chiusa! Nessuno dovrebbe entrare qui dentro!-
-P-Pachi!-
Il piccolino abbracciò il viso dell’altra cercando di darle forza, anche se con il suo pelo le provocò ancor più caldo, ma certo lei apprezzava il gesto.
-Ok, un passo per volta…-
In verità sarebbe forse stato meglio se fosse scattata. A pochi metri da lei il primo muro di fiamme si spegneva ed accendeva in pochi secondi, ed in perfetto ritmo cadeva anche una roccia dall’alto, abbastanza grande per farle veramente male. Dopo aver visto la scena per almeno cinque volte capendo il ritmo Sara corse immediatamente saltando per superare i fori, fermandosi immediatamente in quel punto in quanto, pochi centimetri dopo, un nuovo masso cadde davanti a lei ed altre fiamme le sbarravano la strada.
Impiegò meno tempo a superare quest’ostacolo, e perfino l’ultima caduta di un masso non le impedì di raggiungere l’altra parte del ponte.
Con il cuore in gola sì, ma pur sempre riuscendoci.
-Wow…cavolo spero di non doverlo rifare tanto presto.-
Borbottò la ragazza alzandosi, procedendo arrivando così in una nuova zona, nella quale era presente fin da subito un fiume di lava che contornava il terreno su cui si trovava. Dall’altra parte della stanza v’era un punto dal quale poteva proseguire, ma per arrivarci avrebbe dovuto come prima cosa raffreddare un grosso masso che ostacolava la via e distruggerlo.
-Oh no…vi prego ditemi che c’è un Pokémon con la mossa spruzzo qui vicino.-
Disse la ragazza guardandosi subito attorno, notando solamente un gigantesco Pokémon dalla corazza grigia ed il cranio bianco dalla punta affilata, che ancora non aveva mai catturato.
Sperando fosse d’aiuto si avvicinò subito, evitando una carica da parte di questo ed iniziando la cattura.
I suoi movimenti erano lenti, ma non per questo non pericolosi, ed infatti già solo una sua testata produsse un forte colpo che mosse perfino l’aria, ma fortunatamente non l’aveva colpita.
Continuando a disegnare dei cerchi attorno a lui quindi si fermò solamente quando l’attaccò nuovamente, questa volta creando dal terreno degli spuntoni di roccia.
Ripeté tale sequenza almeno altre tre volte, prima che la barra sullo Styler fosse completamente piena.
Il suo nome era Aggron, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Azione 4”, “Attacca con la sua testa ed è anche in grado di squarciare il terreno.”.

Purtroppo però non aveva la mossa che attualmente le serviva, e quindi l’unica cosa che le restava da fare era tornare indietro...
 

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


-Un passo…poi un altro.-
Parlare con se stessa aiutava molto la Top Ranger a controllare il suo stato mentre camminava sopra ad un fiume di lava. Pachirisu dimostrava una grande fiducia nei suoi confronti, dandole qualche colpetto sulla spalla come forma di sostegno, e proprio come lei aveva detto, con un passo e poi un altro, arrivarono nuovamente dall’altra parte del ponte, tirando un lungo sospiro di sollievo. Non fu facile nemmeno rifare il precedente percorso tra le fiamme, evitando anche le cariche di alcuni Pokémon, ma con rapidità arrivarono all’inizio del sentiero dirigendosi verso l’uscita lungo la parete a destra.
La fresca aria del mare che soffiava sul suo viso ridiede vita alla ragazza, che si concesse qualche profondo respiro prima di catturare un Pelipper.
-Bene, direi che possiamo proseguire ora. Sperando di non trovare troppi ostacoli più avanti.-
-Pachi.-
Facendo molta attenzione i due percorsero ancora una volta il sentiero ed il ponte, ma arrivati a metà di questo Sara calcolò male il tempo di caduta di uno dei massi, e questo gli finì esattamente sul capo aprendo una piccola ferita che la fece sanguinare.
-Pachi!-
-Va tutto bene, non è niente.-
Disse subito a Pachirisu per tranquillizzarlo, correndo fino a raggiungere la parte opposta.
La vista le si era offuscata per qualche secondo ed avvertiva con chiarezza il sangue scenderle lungo il collo, mentre lo Styler aveva perso ben tre punti d’energia.
Poteva recuperarli, ma doveva fare comunque attenzione. Al contrario dell’oggetto lei non poteva ricaricare le proprie energie così a comando, e le ferite restavano.
Immediatamente con  l’aiuto di Pelipper raffreddò il masso che le impediva di proseguire, ma sarebbe servita una Mossa Distruzione 2, e nessuno dei Pokémon con lei poteva aiutarla in questo.
-Oh no, ancora…-
La ragazza era quasi tentata di lasciar lì Pachirisu in modo l’aspettasse senza rischiare alcun urto, ma non poteva esser comunque certa che da solo non sarebbe capitato qualcosa, soprattutto con il Team Pesto Buio in giro, quindi fu costretta ancora una volta a percorrere il ponte, trovando almeno proprio dall’altra parte un Hariyama che catturò senza alcun problema, e con rapidità tornò subito al masso riuscendo finalmente a rimuovere l’ostacolo.
Bastò quindi solo l’aiuto di un Torkoal per muoversi sul fiume di lava, raggiungendo così l’altra sponda.
A questo punto poteva solamente procedere verso nord su una scalinata, ma proprio sulla cima di questo era presente un masso gigantesco, almeno il doppio del precedente, e che poteva essere spostato solo con una Mossa Azione 4.
-Ah! Stavolta sono preparata! Aggron, per favore pensaci tu!-
Non aveva intenzione di fare ANCORA il giro precedente, ed il Pokémon con una sola craniata riuscì a spostare il masso dandole modo di proseguire.
-Grazie mille Aggron, a presto!-
Oltre la scalinata c’era solo un punto rialzato, alla cui sinistra era presente un buco nel soffitto dal quale passare.
Fortunatamente lì vicino era presente un Drifblim, e così poté subito catturarlo per fluttuare raggiungendo la nuova zona del vulcano.
Lo Styler grazie alle catture aveva anche recuperato dell’energia, e questo la confortava in vista di possibili lotte.
La zona in cui si trovava presentava immediatamente un ponte ancora più alto del precedente, e sotto al quale non mancava la lava bollente.
Al lato era presente anche un Punto di Salvataggio, ma prima che potesse usarlo lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono io, Glenda. Avverto la presenza di un Pokémon di una potenza formidabile nella tua zona. Stai all’erta!-
Era sorpresa fosse stata lei a chiamare, ma era molto più importante il contenuto del messaggio.
Se c’era un Pokémon talmente potente significava era vicina al suo obbiettivo…fece quindi per procedere sul ponte, ma nuovamente venne interrotta da una voce femminile ed acuta, ed a dir poco irritante.
-Cosa sta succedendo qui?-
Lungo il ponte stavano camminando ben tre figure, tutte ragazze ma due avevano la solita divisa del Team Pesto Buio, anche se leggermente diversa e che quindi poteva significare fossero un rango alto, mentre la terza era probabilmente il loro capo.
Si trattava di una ragazza alta e snella, dai capelli rosa raccolti in una coda di cavallo e dagli occhi dello stesso colore.
Questi avevano al loro interno un accenno di superiorità mentre lasciavano vagare lo sguardo su Sara, ed il sorriso beffardo non contribuiva a darle un tono simpatico.
Era vestita completamente di rosa, con un top a maniche lunghe, degli spessi guanti, una gonna che arrivava nemmeno a metà delle cosce e degli stivali dai tacchi alti che arrivavano invece oltre le ginocchia.
-Ehi! Ma com’è successo?! Com’è che un misero Ranger è arrivato fino a questo punto?-
Disse poi irritata muovendosi i capelli con una mano, facendo attenzione a non toccare il viso pieno di trucco.
-Credo che qualcuno abbia eccezionalmente aperto la porta a questo Ranger. Probabilmente è un premio per aver salvato i Pokémon che avevamo sulla nave…-
Azzardò la sottoposta a sinistra.
-Ah, è così? Ecco perché la porta era aperta. Non importa. Tanto ho una copia della chiave. Ora che l’ho richiusa, questo Ranger è in trappola!-
Stringendo i denti Sara si era già messa in posizione di lotta, sicura che tra poco l’avrebbero attaccata.
Non era affatto serena che avessero una copia della chiave, ed ancor meno di essere intrappolata con loro, tuttavia non si sarebbe fatta sconfiggere così facilmente.
-Voi però siete qui con me.-
Disse infatti senza mostrare alcuna paura. Quella ragazza non le piaceva nel suo modo di sentirsi superiore.
-Oh oh, vedo che ti piace parlare. Bene, piacere di conoscerti, Ranger. Permettimi di presentarmi. Sono un membro del Sinis Trio, i favoriti del grande capo…-
Facendole l’occhiolino la ragazza mosse con le mani i propri capelli, ancheggiando di lato prima di puntarle il dito contro.
-Il mio nome è Lavina! Il mio cuore è infuocato, come questo vulcano!-
La sottoposta che aveva parlato fece un passo avanti, con la sua stessa grinta.
-E, al suo fianco, le sue guardie del corpo…-
Anche la seconda fece lo stesso, con un sorriso beffardo.
-La Squadra cremisi del Team Pesto Buio!-
-Voi due! Non rubatemi la scena!-
Con un urlo irritato Lavina fece saltare entrambe, che si fecero piccole piccole, tornando poi a riferirsi a Sara.
-Per inciso, Ranger, sei anche tu in cerca della Gemma Rossa? Sarebbe una vera disdetta. Perché di Gemma Rossa ce n’è soltanto una…quindi, rinunciaci subito e sparisci da qui!-
-Non intendo farlo!-
Ribatté subito la Top Ranger, con Pachirisu a suo seguito pronto a sfidarle.
-Lavina! Lascialo a noi!-
-Ce ne occupiamo noi!-
Dissero invece le due guardie del corpo.
-Avete ragione…non c’è bisogno di me per un lavoretto così semplice. Sbrigatevela voi.-
-Ehm…grazie capo!-
Perfino la donna non era certa di come rispondere, visto sembrava che Lavina stesse dicendo erano buone solo per cose semplici, ma la collega era certamente più sicura.
-Preparati a una bella ripassata, Ranger!-
All’istante entrambe fecero comparire delle Miniremo, ed attivandole chiamarono ben due Monferno.
-Prima mi occuperò di loro, poi verrò da te Lavina!-
Così dicendo Sara iniziò immediatamente la cattura, facendo molta attenzione quando i due Pokémon crearono immediatamente delle torri di fuoco, fortunatamente nello stesso punto.
Bastò star loro lontana per non venir ferita, concentrandosi poi nel disegno dei cerchi mentre i due saltellavano vicini.
Di tanto in tanto roteavano perfino su se stessi come se si preparassero ad attaccare, ma la maggior parte delle volte era solo una finta.
Capitò dopo un po’ infatti che uno dei due generasse delle fiamme, ma Sara le evitò tutte, rendendosi comunque conto che piuttosto che pensare ad entrambi contemporaneamente era meglio concentrarsi su uno solo senza rischiare di perdere energia, e con questa strategia riuscì ben presto a catturare il primo.
Il Monferno rimasto continuò quindi con una serie di finte, attaccandola solo una volta con la stessa mossa precedentemente usata dall’altro, ma venne subito dopo catturato.
Con un gran sorriso Sara guardò le Miniremo esplodere sotto la frustrazione delle due ed il fastidio di Lavina.
-Lavina, so no mortificata! Non ho scuse!-
-Almeno abbiamo fatto fare al Ranger un sacco di cerchietti! Perlomeno, dovrebbe essere un po’ a corto di fiato, adesso…-
Mentre le due parlavano il viso del capo stava diventando rosso, ed esplose proprio come un vulcano in un urlo isterico.
-Silenzio! Fuori dai piedi, fallimenti viventi!-
-Oh, ahinoi, ahinoi…-
Mortificate le due si fecero indietro, mentre Lavina proseguì a passo spedito contro Sara.
-Non pensi d’esser stata troppo crudele con loro? Sono tue compagne.-
-Ranger! Questo è il ringraziamento che meriti per avermi fatto perdere il mio equilibrio emotivo!-
Carica di rabbia la donna utilizzò a sua volta una Miniremo per chiamare un Pokémon, simile ad una scimmia ma dal pelo bianco sul torace, le gambe marroni ed una parte della testa in fiamme.
La cattura inizia all’istante ed il Pokémon, dopo un paio di salti, inizia a rotolare su se stesso in un cerchio infuocato, generando poi sul terreno una torretta di fuoco.
Alla ragazza però bastò non avvicinarsi, continuando a disegnare dei cerchi fino a quando il Pokémon non attaccò nuovamente, questa volta creando delle esplosioni per tutto il perimetro di cattura.
Sara iniziò a saltare da un punto all’altro evitandole, sentendo solo gli occhi pizzicare per il fumo.
Nuovamente poi il Pokémon creò una seconda torre, ma ormai la ragazza era già riuscita a portare a metà la barra dei sentimenti di amicizia.
Era migliorata con l’esperienza, e lo stava dimostrando soprattutto a se stessa.
Evitò nuovamente le esplosioni, stavolta create soprattutto attorno al Pokémon, ma quando questo roteò ancora una volta su se stesso creò ben due colonne, molto vicine soprattutto.
Non voleva rischiare la barra diminuisse, quindi disegnò con estrema attenzione alcuni cerchi riuscendo a non ferirsi. Il calore aumentava ed il sudore colava dalla sua fronte, ma era talmente concentrata da non sentirlo quasi.
Mancava pochissimo, ormai bastavano solo pochi altri sforzi, ma all’ennesimo attacco il Pokémon creò un gran numero di colonne, e le fu difficilissimo evitarle continuando a disegnare la Linea di cattura.
La velocità degli attacchi era aumentata sempre di più, tanto che in seguito non le diede tregua con delle altre esplosioni, ma queste furono il suo ultimo attacco prima che lei lo catturasse.
Il suo nome era Infernape, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 3”, “Attacca sputando palle di fuoco. Dispone anche di un attacco esplosivo.”, e come ciliegina lo Styler passò al livello ventisette, con cinque punti in più di potenza e due di energia, che arrivò a 67/67.

Mentre il Pokémon scappava e la Miniremo esplodeva, scompigliando i capelli di Lavina, Sara la guardò con grande soddisfazione.
Facendo qualche passo indietro verso le sue sottoposte Lavina si esibì comunque nella sua posa, senza però poter evitare di mostrare quanto fosse agitata.
-Ma-ma…fare tutti quei cerchietti avrebbe dovuto lasciarti senza fiato. Gasp, gasp.-
-A quanto pare non sono io quella senza fiato.-
Rispose l’altra fissandola seria.
-Ma Ranger…avermi battuto non ti servirà. Sei tristemente in errore se pensi di poter prendere la Gemma Rossa, adesso. A guardia di essa c’è un Pokémon veramente forte!-
-Lotterò fino alla fine per riuscire a prendere la gemma!-
Alla risposta della Top Ranger Lavina fece spallucce, quasi disinteressata.
-Adesso me ne vado, ma solo perché devo rifarmi il trucco. Non perché ho perso, eh! Il mio trucco è piuttosto delicato! Non dimenticarlo!-
Iniziando a correre tutte e tre superarono la ragazza, tuffandosi letteralmente oltre l’apertura dalla quale lei era venuta, lasciandola sola.
-Pachi…-
-Lo so. Spero di non incontrarla ancora tanto presto, ma dovrei averle dato una bella lezione.-
Purtroppo il suo lavoro non era ancora finito, ma non aveva tempo per riposare, e senza indugiare iniziò a proseguire verso il sentiero di roccia.
Tuttavia non si rese conto di un dettaglio importante, ovvero di una serie di massi che, spinti da un qualche vento, cadevano orizzontalmente lungo il percorso.
-Ah!-
Uno di questi la colpì alla gamba, facendola cadere e perdere tre punti d’energia.
-Pachi!-
-Va tutto bene Pachirisu, non mi ero accorta di queste trappole.-
Disse subito lei accarezzando il Pokémon e togliendosi dalla traiettoria. Purtroppo più avanti era presente anche un muro di fuoco che s’accendeva e si spegneva, avente poco distante altri massi che cadevano.
Il tempismo di lei non fu dei migliori, ed ancora una volta venne colpita da un masso, stavolta al fianco.
-Accidenti…-
Sussurrando a denti stretti cercò di ignorare il dolore, superando altri due muri di fiamme attaccati l’uno all’altra.
Il sentiero procedeva a zig-zag per la stanza impedendole di raggiungere subito la Gemma, ma probabilmente era appunto per scoraggiare chiunque dal prenderla. La sua missione però era troppo importante, e procedette spedita.
Arrivata quasi alla fine però arrivò in un punto in cui i massi arrivavano da ogni direzione, e solo per pura fortuna arrivò in un punto in cui non la potevano colpire.
-Hiii!-
Anche Pachirisu era spaventato e le salì sulle spalle, ma bastò capire solamente il tempo dell’ultimo muro di fuoco davanti ai due per raggiungere un sentiero sicuro che portava all’ultima parte del vulcano.
Questa era una grotta avente due piccole parti ai lati colme di lava bollente, mentre sul terreno era presente una scalinata sul quale altare si trovava la Gemma Rossa.
Del Pokémon che la proteggeva però ancora non c’era traccia.
Silenziosamente Sara si avvicinò, ma fatti i primi gradini dei getti di gas soffiarono ai lati della stanza che fu presa da un forte tremore, che la costrinse a scendere le scale.
Dalla lava stessa si formarono degli alti getti, e lei temette quasi il vulcano fosse sul punto di eruttare, ma un suono stridulo attirò la sua attenzione.
Dalla lava uscì un Pokémon gigantesco, avente quattro lunghe zampe con delle rocce alle estremità ed il corpo rossiccio, dal quale ancora colava della lava.
Il cranio era piccolo rispetto al resto ed aveva come un elmo di roccia grigia.
Spalancando le fauci sembrò sul punto di sparare un raggio rosso, ma non fece nulla di simile.
Fissò quindi Sara per un paio di secondi, prima di avvicinarsi.
I suoi passi erano pesanti e riecheggiavano ovunque, ma lei rimase immobile.
Quella era la sua prova, e per dimostrare d’esser degna della Gemma Rossa avrebbe dovuto superarla.

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Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


Il calore era come aumentato improvvisamente, tanto che perfino il respiro era quasi faticoso.
Il Pokémon avversario subito lanciò una specie di ruggito, forse come segno d’avvertimento, ma Sara non si fece intimidire da ciò ed iniziò subito a disegnare dei cerchi tramite la Linea di cattura.
Andò avanti fino a quando non vide il Pokémon spalancare la bocca, e fortunatamente con un salto riuscì ad allontanarsi prima di verni colpita da un improvvisa esplosione vicino ad esso.
Non c’erano stati avvertimenti dallo Styler, quindi sarebbe dovuta star attenta ad ogni azione.
In seguito il Pokémon iniziò quindi a muoversi con la sua andatura pesante, caricandola successivamente con ben tre testate, ma tutte vennero evitate.
Non passarono molti secondi però prima che tentasse un nuovo attacco, creando questa volta una colata di lava sul terreno. Vista la sua posizione vicino al bordo del perimetro di cattura non fu facile evitarla, soprattutto quando tentò nuovamente d’attaccarla con delle esplosioni.
Il primo errore della Top Ranger arrivò proprio in questo momento.
Visto la lotta era ancora agli inizi non si fermò al termine della prima esplosione, venendo così colpita da una seconda che la scaraventò lontana facendole raggiungere l’altra parte del perimetro.
L’urto era stato tale da farle fischiare le orecchie e perdere ben dieci punti nell’energia, ora a 51/67.
-Ghk…-
Sollevandosi la ragazza scosse il capo cercando di far passare il giramento di testa, ma riuscì solo a disegnare un paio di cerchi prima che l’altro la caricasse nuovamente con delle testate, e come se non fosse abbastanza al loro termine creò sul terreno una specie di stella di fuoco che partiva proprio da sotto di lui.
Non potendo far altro che aspettare si spegnessero dovette in seguito sopportare altre esplosioni, ma al termine finalmente riuscì a disegnare altri cerchi per non perdere il livello raggiunto.
-Dannazione, è lento a muoversi ma rapido negli attacchi.-
Non poteva nemmeno caricare lo Styler tra fiamme ed esplosioni, ma continuando a muovere la punta della Linea di cattura riuscì ad arrivare a ben metà della barra nello schermo inferiore.
Le ennesime esplosioni vennero evitate con semplicità, ma la dannata chiazza di lava era ancora un pericolo presente, e per metterle i bastoni tra le ruote il Pokémon ne creò una seconda, anche se entrambe erano abbastanza distanti.
Sembrò però che le esplosioni, che intervallavano un attacco dall’altro, fossero diventate ancor più lunghe, o forse era solo una sua impressione in mezzo a tutto quel calore.
Ormai il sudore come toccava terra evaporava, ma doveva ignorare la fatica ed andare avanti.
-Io non sono qui per perdere…conquisterò la Gemma Rossa!-
Il Pokémon, che ancora girava tra la prima pozza, rispose con un ruggito, ma non per questo andò più piano con lei.
Purtroppo vista la vicinanza alla pozza però la Linea di cattura finì proprio contro la lava, facendole perdere cinque punti e cadere a 46/67.
-Ah!-
Tutta la mano sembrava quasi esser stata a contatto diretto con il fuoco. Percepiva una forte ustione e vedeva anche alcune bolle sul palmo. Il Pokémon poi l’attaccò con altre cariche e ricreò anche la stella di fuoco.
La cosa più frustrante era il fatto lei era ormai vicina alla vittoria, ma ogni volta perdeva comunque qualcosa dalla barra perché doveva attendere.
Ogni secondo era prezioso, e ciò la spinse a chiedere aiuto a Pachirisu, attraverso una Poké Tattica.
Grazie al suo potere, puntando la Linea di cattura in un punto qui cadevano dei fulmini che paralizzavano il nemico, ma visto il Pokémon era sempre sulla chiazza di lava dovette far molta attenzione, tornando perlomeno ad un buon livello.
Come se non fosse ancora abbastanza difficile però il Pokémon creò una terza chiazza, quasi al centro del perimetro, e questo spinse la Top Ranger a chiedere aiuto ad un altro Pokémon, che grazie al suo potere creò degli scismi che resero l’altro stanco.
Ancor più vicina di prima però, quando questo si spostò dalla chiazza più in basso, Sara subì un secondo colpo a causa delle esplosioni, perdendo altri dieci punti arrivando a 36/67.
Stavolta l’urto le impedì di sentire qualsiasi cosa per qualche secondo, ed avvertì il sangue scendere lungo la sua fronte, per non parlare dei polmoni i quali, a causa dell’urto, s’erano come schiacciati nel torace.
Era un dolore fortissimo, ma non poteva semplicemente arrendersi, e lo sapeva bene.
C’erano occasioni in cui le lotti erano semplici, ed altre molto dure, e certamente quella era tra le più difficili, ma senza smettere di lottare la ragazza rallentò la velocità dei disegni, mentre il Pokémon si spostava da una chiazza all’altra.
Mancava veramente poco, e si fermò solamente quando tentò nuovamente di colpirla con delle esplosioni, ma quelle furono il suo ultimo attacco.
Lentamente la bolla rosa segnante il termine della cattura avvolse il Pokémon, e la stessa cupola del perimetro svanì.
Con il respiro mozzo, ma un sorriso sulle labbra, la ragazza non riuscì a reggersi in piedi per gli urti dovuti alle esplosioni, e fu costretta ad inginocchiarsi mentre lo Styler aggiornava le informazioni.
Il nome del Pokémon era Heatran, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: /-“, “Attacca emettendo del magma e dispone di un attacco esplosivo.”.

Il Pokémon lentamente arretrò, fissandola negli occhi per qualche secondo prima di produrre un verso soddisfatto.
Heatran aveva deciso di affidarle la Gemma Rossa, e salendo sull’altare lanciò produsse nuovamente alcuni versi mentre la barriera attorno alla gemma svaniva.
Sollevandosi Sara la raggiunse immediatamente, percependo del calore da essa mentre la prendeva tra le mani.
-Ce l’abbiamo fatta Pachirisu…-
Non poteva non esibirsi nella sua posa da Ranger, e successivamente comparve una piccola luce rossa nella stanza.
Ricordava bene il suo funzionamento, e fu ben felice di venir teletrasportata all’ingresso.
Fu una sensazione meravigliosa uscire da lì e sentire l’aria fresca sulla pelle, nonostante le bruciature pizzicassero. Una voce però immediatamente richiamò la sua attezione.
-Ah, eccoti qui, Ranger di Pokémon! Da questa parte, da questa parte.-
Vicino all’altro ingresso si trovavano l’anziano e Mime Jr., e subito lei li raggiunse.
-Allora, hai trovato la tua Gemma viola?-
-Sì, ma è rossa a dire il vero.-
Disse lei sorridendo.
-…sì? Ah non è viola, dici? Ah già, hai ragione! Rossa! Era rossa, sì. Beh, basta così con le pietre. Ho detto tutto a riguardo. Ho un’altra preoccupazione, invece. Si tratta del nostro Mime Jr.-
-Che cosa succede?-
-Sta smaniando dalla voglia di aiutarti. E non sente ragioni!-
Sorpresa la ragazza guardò il Pokémon, che intanto continuava a girare su se stesso.
-Ha il chiodo fisso di diventare un Ranger di Pokémon, sembrerebbe. Perciò avrei un favore da chiederti. C’è un vecchio detto: “Se ami un Pokémon, devi lasciarlo libero.”. Vorresti accettare il nostro amato Mime Jr. tra i tuoi Pokémon Compagni?-
Non era certo qualcosa si sarebbe aspettata al termine della cattura del Pokémon nel vulcano, per questo alla ragazza ci volle qualche istante per formulare la situazione, ma rispose con un grande sorriso.
Era oltretutto ammirevole che lo lasciassero andare per amor suo.
Se lei avesse dovuto far lo stesso con Pachirisu le si sarebbe spezzato il cuore.
-Certo, ne sarei felice.-
-Ah, bene, bene! Sei davvero fortunato, Mime Jr.! Così dovrebbero andare le cose!-
Il Pokémon saltò in aria esibendosi in una piroetta, apparentemente entusiasta. Pachirisu avvicinò il muso a quello del nuovo amico, allontanandosi prima che questo facesse un’altra piroetta.
-Mime Jr., sarò ben felice di averti tra i miei Pokémon Compagni. Per il momento puoi restare al Ranch dei Compagni creato da mio padre a casa mia se ti fa piacere.-
Aggiunse poi Sara inginocchiandosi, ed il Pokémon subito scattò correndo come se fosse già a conoscenza di dove andare, ma tornò molto presto accompagnato dal marinaio vestito di verde.
-Ehi, Ranger! Questo terricolo ha provato a tuffarsi in mare! Peccato che non sappia nuotare!-
A quella frase lei non poté non ridere sorpresa, spiegando poi subito la situazione.
-Lui è un mio Pokémon Compagno, voleva tornare a casa mia al Villaggio Cicole.-
-Come dici?! E’ diventato un tuo Pokémon Compagno? Cooome?! Stai dicendo che questo terraiolo stava probabilmente tentando di tornare al Villaggio Cicole?-
-Esattamente.-
Parlava con un po’ troppa enfasi, ma almeno aveva capito tutto.
-Se è vero, è piuttosto spericolato.-
-Ma anche tanto coraggioso.-
Rispose Sara allegra.
-Ok, questo è quello che farà. Lo riporterò io stesso al Villaggio Cicole.-
-Oh ne è sicuro? Non vorrei darle noie.-
Sarebbe stato molto comodo visto lei doveva tornare alla Federazione, ma non voleva approfittare della sua gentilezza.
-Non è per niente una seccatura. Consideralo già fatto!-
-Grazie mille in questo caso.-
-Ranger di Pokémon, ti affido il nostro amato Mime Jr.. So che starà bene con te.-
Tutti e tre iniziarono quindi ad allontanarsi raggiungendo diverse zone, lasciando la giovane libera di catturare uno Staraptor e tornare alla Federazione.
Non volendo perdere tempo non si curò nemmeno, procedendo con il rapido volo.
Il vento era più freddo del solito, ma forse lo avvertiva sempre a causa delle ferite unite alla stanchezza, ma presto fu davanti all’entrata dell’edificio e rapida andò fino al penultimo piano, dove il professor Frenesio e la presidentessa Edvige la aspettavano.
Questa fu la prima a rivolgersi a lei.
-Un altro lavoro ben fatto, tesoro.-
-Quindi, come previsto, la Gemma Rossa si trovava all’interno del vulcano Caldonio…-
-Sì, eccola qui.-
Disse la Top Ranger fiera mostrando la grande gemma.
-Ammirevole, Sara! Ben fatto! Ora, presidentessa Edvige, lascio a lei gli usuali onori.-
-Certamente.-
Con un sorriso la presidentessa le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla.
-Sara, il magma dev’essere stato di un calore insopportabile. Tuttavia hai perseverato e affrontato con successo ogni avversità. Sara, da ora sei ufficialmente un Ranger di grado 7.-
Come se ogni fatica fosse stata tolta la giovane si esibì nella posa Ranger, mentre lo Styler veniva aggiornato.
-“Ora puoi portare con te un massimo di sei Pokémon amici!”-
-Anche oggi devi sentirti a pezzi. Sono sicura che domani sarà un’altra giornata dura. Dovresti riposare ora.-
-La ringrazio presidentessa.-
-Glenda può accompagnarti nella tua cabina, ed in caso aiutarti con le ferite.-
Disse la presidentessa gentilmente.
-Ma certo!-
Glenda saltò subito giù dalla sedia, cedendo il posto a Linda, ed assieme entrambe andarono verso la cabina di Sara, che si sdraiò immediatamente sul letto.
-Come ti senti?-
Chiese Glenda sedendosi accanto all’amica.
-Come una bistecca sul fuoco. Ora so come si sentono.-
Rispose l’altra cercando di fare una battuta, ma le bruciature non erano certo da poco.
-Prima il freddo al Castello di Crio ed ora il vulcano Caldonio. Non riesco ad immaginare quanto sia stata dura.-
Effettivamente, ora che era tornata alla Federazione e stava al sicuro, anche Sara aveva tempo per pensarci, mentre Pachirisu si era accoccolato accanto a lei.
-Sì…penso che lo sia stato. Sul momento quasi non penso nemmeno a ciò che sta accadendo ed agisco direttamente, però c’erano tantissimi pericoli ed alcuni mi hanno anche ferita.-
-E’ diverso da quello che ti aspettavi dall’Accademia?-
-Sì e no. Pensavo i Ranger aiutassero le persone e vivessero grandi avventure, e non mi sbagliavo, ma allo stesso tempo sì. Aiutano le persone, assolutamente, ma per quanto riguarda le avventure non sono così grandiose come sembrano. Non intendo dire che non sono fantastiche da raccontare o che non si vede cose meravigliose, ma è anche pericolosissimo. In questa prospettiva non l’avevo mai vista e cambia le cose.-
-Anche fare l’Assistente è un po’ diverso da come me lo aspettavo. All’inizio dovevo fare tutti i tipi di lavori, anche quelli più sciocchi, o che almeno lo sembravano per me. Era per formarmi però ed è stato giusto, ma ogni  volta che devo fare da guida ad un Ranger sento una fortissima responsabilità. Se accadesse qualcosa ne sarei responsabile.-
Ammise anche Glenda mentre la medicava.
-Però non rinuncerei mai a tutto questo.-
Aggiunse Sara guardandola, mentre l’altra le rispose con un sorriso.
-Nemmeno io. Sono molto felice ce l’abbiamo fatta tutti e tre.-
-Vero, Alex però non è ancora tornato?-
Chiese la castana leggermente preoccupata, sapeva bene quanto valesse l’amico, ma non poteva fare a meno di stare in pensiero…
-No, poco fa gli avevo dato alcune direttive ma stava bene. Ha chiesto anche come stavi tu.-
-Oh, mi fa piacere.-
Sorrise la Top Ranger fissando il soffitto. Era bello quando qualcuno dimostrava di tenere a lei.
-Non so però, sarei stata più tranquilla se foste andati assieme. Siete un’ottima squadra.-
Disse Glenda iniziando finendo di fasciarle le mani.
-Mi sarebbe piaciuto, ma tra poco sicuramente tornerà per raccontarci di come sia stato incredibile recuperare la gemma hahah.-
-Sì hai ragione hahah.-
Effettivamente per entrambe quella era una certezza, confidavano nel loro amico ed aspettarono che tornasse alla Federazione Ranger a missione completata.
A poco a poco, avrebbero potuto sconfiggere il Team Pesto Buio, insieme.

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Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***


Il giorno seguente…
 
 
 
 
Di buon ora Sara e Pachirisu si alzarono, preparandosi per andare dalla presidentessa Edvige al piano superiore, come di consueto per conoscere le novità.
Gli Assistenti, assieme alla donna, erano comunque sempre i primi ad arrivare, in verità forse i primi facevano perfino dei turni per tutta la notte.
La presidentessa nel frattempo, all’arrivo della ragazza, la salutò con un sorriso.
-Buongiorno, tesoro. Spero tu abbia dormito bene.-
-Sì signora.-
-Bene, bene. Alex ha fatto rapporto ieri a tarda notte. Ha confermato che nel Deserto di Haruba girano storie sulle Lacrime dei principi. Ha anche confermato che le piccole gemme provengono da un enorme cristallo giallo. Questo cristallo giallo sarebbe, quindi, la Gemma Gialla. Si dice che la Gemma Gialla sia nascosta nei meandri del Tempio di Hippowdon. Alex riferisce che gli ci vorrà del tempo per trovarla. Nel frattempo, proviamo a inserire la Gemma Rossa nella nostra macchina. Vediamoci sul tetto.-
-Certo!-
Mentre la donna procedeva Sara rimase qualche istante, guardando Glenda con un sorriso, e l’altra le rispose con uno altrettanto soddisfatto.
Il loro amico stava bene, e stava facendo un ottimo lavoro.
Sicuramente presto l’avrebbero visto tornare.
Senza indugiare oltre però seguì subito la presidentessa al piano superiore, ma vicino alle scale trovò Willy che le parlò.
-La via per il tetto è da questa parte. Cosa stai facendo? Andiamo a mettere al suo posto la Gemma Rossa. Non cincischiare!-
-No di certo Willy.-
Rispose l’altro con una piccola risatina, si vedeva fosse emozionato.
Il fatto d’aver contribuito alla scoperta delle gemme l’aveva gasato, e voleva darsi il più da fare possibile.
Insieme salirono entrambi per la rampa di scale, vedendo che il tetto era stato leggermente cambiato.
Non c’era più infatti il pilastro al centro con la gemma nera, e ben tre invece erano ai piedi dell’albero sotto l’ombra delle sue foglie.
La Gemma Blu brillava in quello al centro, mentre le altre erano vuote.
Il professor Frenesio era già presente, e guardò la ragazza porgendole la gemma.
-Ora, Sara, se vuoi cortesemente collocare la Gemma Rossa nella nicchia.-
-Sì.-
Annuendo la ragazza andò subito a collocare la gemma nel punto a sinistra, ed una serie di luci rosse si levarono nel cielo, unendosi in qualche modo a qualsiasi essere vivente nella zona, compreso l’albero, come se volesse donare la sua energia.
Era indubbiamente uno spettacolo splendido, e riscaldava l’animo, ma nessuno si esaltò visto non era ancora finito il tutto.
-Ora rimane solamente la Gemma Gialla.-
Il professore aveva centrato il punto, e per questo chiuse gli occhi respirando profondamente.
-Non c’è null’altro da fare che attendere con impazienza il ritorno di Alex.-
In quello stesso istante Glenda, correndo, arrivò da loro, con delle nuove notizie.
-Scusate l’interruzione! Ho appena ricevuto un messaggio da Alex. Riferisce che il Pokémon Guardiano della Gemma Gialla gli sta dando del filo da torcere. Comunque ha aggiunto che non c’è niente di cui preoccuparsi. E’ tutto.-
Concluso il messaggio la ragazza tornò indietro, lasciando però un evidente inquietudine in molti.
I Pokémon Guardiani affrontati da Sara erano stati tutt’altro che una cosa facile…ancora i dolori per gli urli provocati da Lucario, e le scottature causate da Heatran non erano ancora guarite…
-Sara…andresti a controllare se Alex sta bene come dice?-
Chiese subito alla fine il professore, guardandola, e naturalmente la ragazza non intendeva lasciar solo il suo amico.
Lo conosceva bene, e sapeva che anche se avesse avuto bisogno di aiuto non l’avrebbe ammesso…però capendo alcuni piccoli segnali, come appunto il dettaglio sul filo da torcere, potevano farle capire doveva andare.
-Ma certo.-
-E’ solo per farmi stare tranquillo. Questa raccomandazione di Alex di non preoccuparci mi fa, al contrario, proprio preoccupare. Sono sicuro che stia bene, ma assecondami. Diciamo che voglio esser certo di una cosa già certa di suo.-
-Andrò subito allora.-
Vista la sua preoccupazione anche Sara poteva dirsi agitata, ma non voleva dimostrarlo apertamente.
Si fidava di Alex, ma non riusciva a calmarsi.
-Il Deserto di Haruba si trova in uno degli  angoli più remoti di Almia. Si tratta di un’area aridissima chiamata, per l’appunto, Almia Arida.-
Spiegò brevemente il professore.
-Questa sarà la tua prima escursione nel  Deserto di Haruba? Puoi arrivarci via nave dal porto di Portena.-
Aggiunse poi gentilmente la presidentessa.
-La ringrazio per l’informazione.-
-Di nulla cara, e nel frattempo, se puoi, occupati anche di coloro che hanno bisogno di una mano.-
-Senz’altro.-
Infondo era il suo lavoro, quindi avrebbe subito controllato se qualcuno aveva bisogno di lei una volta fuori da lì.
-Prima di andare, però, vorrei anche che tu passassi dai Giardini Altru. Ho sentito che il presidente della Altru, Nereo Raggiani terrà lì un discorso. Per favore, tesoro, vai a sentire cosa dice.-
-Sì.-
Poteva capire l’importanza della cosa vista la posizione dell’uomo, ma con gli incarichi ed ora anche questo temeva di metterci troppo tempo per arrivare da Alex…
-Il Tempio Hippowdon, eh? Quel posto prende il nome dal mio Pokémon preferito.-
Il borbottio di Willy non era stato particolarmente ascoltato dagli altri, soprattutto da Sara che correndo era subito arrivata all’ingresso, superando la porta, notando perfino che il gran numero di persone dell’altra volta era diminuita arrivando solo a due.
Visto doveva andare per prima cosa ai giardini volle procedere a piedi, non vedendo il bisogno di disturbare qualche Pokémon per spostarsi in un punto così vicino, ed arrivò al termine della Strada Federale senza alcun problema.
Al centro del palco dei Giardini Altru c’erano varie persone, ma su questo non era presente il presidente Nereo Raggiani, ma quattro persone.
Lei ne riconobbe tre, del Quartetto Rock che aveva già conosciuto, ma stavolta erano al completo assieme ad un ragazzo dai capelli argentati, aventi ai lati due ciuffi che sporgevano ai lati, e che vestiva d’azzurro.
Boris nel frattempo stava suonando, e terminò l’assolo con un bel salto.
-Ehi, gente, grazie per essere venuti! E queste sono ancora solo le prove! Ho buone notizie da darvi! Claudio è rientrato nel Quartetto Rock!-
-Vai, Boris!-
Urlò una sua fan dai capelli castani ed un abito blu, con accanto a un ragazzo tutto felice dai capelli quasi gialli.
-Sono finalmente tornati ad essere una band di quattro elementi.-
A quelle frasi anche Pietro si esibì in un assolo con il basso, sorridendo.
-Claudio è tornato nel Quartetto Rock con  nuovi testi tutti per voi, cittadini di Almia!-
Claudio stesso lanciò in aria un tamburo, suonandolo con le mani prima di parlare.
-Ciao a tutti i miei fan! Ho dovuto schiarirmi un po’ le idee dopo il mal di testa che mi aveva fatto venire la Altru con quel testo allucinante! Ma, ehi ehi ehi, sono tornato e sono più in forma che mai! A Portena ho incontrato una donna che mi ha raccontato una storia fantastica. Era l’ispirazione che mi mancava! Grazie a lei, ho scritto questa grande canzone! Potrete ascoltare la versione definitiva con il nuovo testo al nostro concerto! “La Canzone di Vatonage”…non vedo l’ora che la ascoltiate!-
Si vedeva quanto fosse entusiasta, ed anche gli altri assieme a lui lo erano.
Viola si esibì in un rapido assolo di violino, parlando subito dopo.
-Dovete tenerlo segreto però! Specialmente ai pezzi grossi della Altru! E’ una promessa che va rispettata!-
Forse sarebbe stato meglio evitare di dirlo di fronte ad un palco ed urlarlo…ma ormai era fatto.
In molti però si guardarono attorno borbottando sorpresi, e non sembrava per la faccenda del segreto.
-Uh? Che succede?-
Chiese Boris confuso, e voltandosi poté vedere assieme agli altri il presidente Nereo arrivare assieme al suo sottoposto Servilio ed alcuni uomini.
Servilio si fece largo tra tutti, parlando sfregandosi le mani.
-Sono davvero spiacente di disturbarvi quando vi state così chiaramente divertendo…Nereo Raggiani, magnifico presidente della gloriosa Altru SpA, salirà ora sul palco. Il presidente Raggiani intende tenere un discorso di portata sicuramente storica. Ora, per favore, fategli tutti strada, grazie.-
Sarà stato per il tono, o per la sua faccetta avente un sorriso che pareva più quando le labbra s’arricciavano dopo aver morso un limone, ma non riusciva ad ispirare nella Top Ranger una qualsiasi forma di simpatia.
Mentre tutti si spostavano l’ometto si riferì poi anche al quartetto, ancora sul palco.
-Potete spostarvi, per piacere? Siete in mezzo al passaggio.-
Claudio non sembrava entusiasta della faccenda però, e lo mostrò subito.
-Cos’è questa storia? Nessuno mi aveva detto niente!-
-Oh, porgo le mie scuse. Sarà questione di poco tempo.-
Continuò Servilio, non sembrando veramente dispiaciuto, ma Claudio non poté  farci molto.
-Beh, in questo caso, ok…-
Tutti loro si portarono ai lati del palco, mentre altri due sottoposti, un uomo ed una donna, li raggiunsero.
L’uomo fu il primo a parlare, rivolgendosi al gruppo.
-Avete imparato bene a memoria il testo che il presidente ha scritto apposta per voi?-
-Uhm…ehm…”L’energia dei sogni” era, vero? Noi, beh…certo, naturalmente. L’abbiamo imparato, certo!-
Pietro si guardò attorno, cercando qualche rassicurazione, ma almeno mentre l’altro salì sul palco non sembrarono esserci smascheramenti d’alcun tipo.
-Non sapete quanto siete fortunati. Avete l’opportunità di cantare il nostro nuovo inno aziendale!-
Aggiunse la donna, mettendo stavolta in difficoltà Vanda.
-Uhm…see, che bellezza…-
Ora che tutti erano al proprio posto Nereo, nella sua nera figura, salì sul palco, lasciando le presentazioni a Servilio.
Al contrario del tappetto l’uomo fece provare a Sara una qualche sensazione di gelo, come se sotto i suoi occhiali neri non vi fossero altro che due specchi dello stesso colore ed impossibili da superare.
Era solo una sensazione, ma la sua capacità di intimidire era alta, forse appunto per la sua importanza.
-Salve, signore e signori! Sono qui oggi per presentarvi nientemeno che il presidente della Altru SpA! Nereo Raggiani! Egli ha molto gentilmente acconsentito a dedicare un po’ del suo prezioso tempo per parlare a voi di persona! –
Nessuno disse niente, fino a quando il suo superiore non lo guardò.
-Servilio…fatti da parte.-
-Ops! Io…chiedo perdono, signore!-
Pure Pachirisu poteva capire la reazione dell’altro. Sentirsi rimproverare da una figura simile non doveva esser bello, seppur con una frase.
-E ora, senza più indugiare, il presidente della Altru SpA! Nereo Raggiani! Prego, signore, prenda la parola!-
-Ah! Buongiorno, signore e signori! Sono Nereo Raggiani, il presidente della Altru SpA. La nostra storia è la storia di Almia. La Altru è cresciuta insieme a voi. Il nostro sodalizio con voi, cari cittadini, compirà tra poco settant’anni. Esatto: il settantesimo anniversario della nostra fondazione cadrà tra pochi giorni! In quella data, per celebrare il compleanno della Altru, svelerò al pubblico un segreto clamoroso. Una nuova energia che ci libererà dal petrolio per sempre! Un’energia pulita, efficiente e davvero rinnovabile. E’ davvero l’energia dei sogni! Vi assicuro che sarà un evento memorabile!-
A quella notizia si levò un fragoroso applauso carico d’emozione, a cui parteciparono anche la Top Ranger e Pachirisu.
Quella notizia era veramente importante, e capiva perché la presidentessa avesse voluto farla assistere.
Una nuova fonte d’energia simile avrebbe potuto aiutare tantissime persone.
Naturalmente la voce di Servilio era la più alta tra tutte.
-Bravo! Bra-vo! Magnifico! Ah, sì, sì, sì, più che magnifico! Magnificissimo!-
-Io, Nereo Raggiani, vi prometto qui un futuro luminoso per Almia! In occasione dell’anniversario della Altru abbiamo preparato un evento straordinario! Aspettatevi una giornata piena di divertimento, qui ai Giardini Altru! Venite ad ascoltare il nostro nuovo inno aziendale suonato dal Quartetto Rock! Cari concittadini di Almia! Il nostro invito è rivolto a tutti voi! Unitevi a noi in questa giornata di festa con i vostri familiari, amici e conoscenti!-
Altri applausi non mancarono, dimostrando quanto fosse capace di attirare le masse, ma il Quartetto sembrò leggermente sbiancato, visti i loro reali piani…forse non era così giusto voler fare ciò che si voleva ad un evento tanto importante.
-Che eloquenza! Che retorica! Un discorso magniloquente!-
Continuò Servilio saltano.
-Grazie! Grazie! Troppo gentili! Potete contare sulla Altru SpA per dare un futuro luminoso ad Almia.-
Voltandosi il presidente continuò a parlare con un tono più debole ai due sottoposti.
-Uhm. Responso soddisfacente. Ora devo andare. Siamo indietro con la tabella di marcia.-
Così dicendo i tre scesero dal palco, allontanandosi mentre Servilio concluse la scena.
-Ecco, signore e signori! La gloriosa Altru SpA vi promette un futuro luminoso per Almia! Questo è tutto! Potete andare ora.-
Come se ne andò anche altri fecero lo stesso, e rimasero solamente quattro persone oltre al quartetto.
-Fatemi fare un po’ di pubblicità, già che ci siamo.-
Un uomo vestito da marinaio in tenuta arancione prese parola, guardandosi attorno.
-Salve a tutti, sono il capitano della nave che fa servizio al Deserto di Haruba. Se avete bisogno di andare da quelle parti, rivolgetevi a me. Diffidate dalla imitazioni! Potete trovarmi al porto di Portena.-
Così dicendo anche lui se ne andò, rallegrando Sara per la notizia.
Avrebbe presto avuto una cliente.
-L’atmosfera non è più tanto giusta per suonare, ora. Non dopo questo. Proviamo più tardi?-
Disse Boris scocciato.
-Forse è meglio…-
Borbottò Pietro, accorgendosi subito dopo si Sara.
-Ehilà Ranger. Spero che verrai a sentire il nostro concerto.-
-Ma certo, non me lo perderei mai.-
Sorrise la ragazza annuendo, ed anche Pachirisu fece lo stesso.
-Qualcuno andrò su tutte le furie quando cambieremo le parole senza dirglielo…-
Sospirò poi Boris passandosi una mano sul viso, seguito da Claudio.
-Il discorso di quel presidente…non mi ha fatto alcuna impressione.-
-Veramente, io sono un po’ emozionata all’idea di questa energia dei sogni.-
-Mah.-
In ogni caso per la ragazza non era il momento di restar a chiacchierare, e così si allontanò dal palco.
-Bene Pachirisu, vediamo un po’ chi ha bisogno di aiuto.-
In tutto c’erano ben quattro persone, una a Portena, uno alla Valle di Crio e due dalle parti del vulcano Caldonio. Portena visto sarebbe stata la successiva tappa l’avrebbe scelta per ultima, mentre la ragazza preferì andare subito verso il vulcano.
-Tra caldo e freddo…per il momento scegliamo il caldo.-
-Pachi!-
Tutto ciò che dovette fare fu catturare uno Staraptor per partire in volo verso Caldonia.
Ormai il calore di quel luogo le era familiare, e l’odore del mare che circondava l’isola le portò subito un sorriso sul volto.
-Bene, a quanto pare era un pescatore ad aver bisogno di noi, stando allo Styler. Ricordo d’averne visto uno nella casa dell’anziano del villaggio.-
Dirigendosi verso la casa, bussando prima di entrare, trovo effettivamente subito l’uomo, che vedendola la salutò.
-Ciao, ti ricordi di me?-
-Mh? Non ci siamo visti all’ultima mia visita qui?-
Chiese confusa la ragazza alla sua successiva risatina.
-Sono il membro affamato del Team Pesto Buio! Quello abbandonato nella baia nascosta.-
-…COSA?!-
-PACHI?!-
Sia la Top Ranger che il Pokémon erano scioccati, e ciò produsse un’altra risatina, ma da parte della figlia dell’anziano, mentre l’altro riprese a parlare.
-Già, sono proprio io! Da allora sono diventato un istruttore di pesca e mi guadagno da vivere onestamente. Devo tutto a te e a quella ragazza. Grazie a voi ho iniziato una nuova vita.-
-Ne sono veramente felice.-
Successivamente alla sorpresa la ragazza era realmente felice per lui, questo dimostrava che chiunque poteva cambiare.
Perfino un membro del Team Pesto Buio!
-Ma adesso ho un problemino. Di recente il vulcano è diventato più attivo. Di conseguenza, si sono creati due muri di fuoco nei corridoi della grotta. Non riesco più a raggiungere il mio punto preferito per pescare. Conosci il mio punto preferito? Si trova nella baia nascosta. E’ davvero un posto eccezionale per pescare. Puoi eliminare quei muri di fuoco? Nella maniera speciale di voi Ranger?-
-Ma certo, nessun problema!-
-Lo farai? I muri di fuoco bloccano la strada per la baia nascosta. E’ impossibile non vederli.-
-Bene, vado subito allora.-
-Grazie mille Ranger!-
Sicura di sé la ragazza corse subito verso l’ingresso principale del vulcano, ricordando bene la strada per la baita. Prima però di fare qualsiasi cosa Sara si spostò, salita la prima rampa di scale, verso l’esterno trovando due Gastrodon. Catturarli non fu difficile, ma come ormai era di consueto le chiazze che lasciavano a terra causarono un danno nella ragazza.
Con il primo infatti la cosa si ripeté due volte, facendola così scivolare e sbattere contro il duro terreno. Non le procurò nessun dolore particolare, ma le tolse due punti nell’energia, che vennero almeno recuperati subito con le catture.
-Non smetterò mai di dirlo. Quel potenziamento è fantastico.-
Con la loro Mossa Spruzzo 2 poteva spegnere i muri di fuoco senza alcun problema, e tornando all’interno, dopo aver catturato un Drifloon, fluttuò dall’altra parte della stanza proseguendo nel suo cammino.
Già nella successiva zona trovò il muro di fuoco di cui il ragazzo le aveva parlato, ma ebbe una brutta notizia.
Poteva spegnerlo solo con una Mossa Spruzzo 3.
-Cavolo, non me l’aspettavo…serve allora un Pelipper, ma è solo nell’altra parte della grotta.-
Costretta a tornare indietro fino all’entrata la ragazza tagliò la parte di strada da fare in volo con un semplice salto verso la parte sottostante del vulcano, raggiungendo l’uscita ed entrando dall’altro lato.
Catturato un Torkoal usò subito la sua abilità per muoversi nel fiume di lava, per fare il giro sulla sinistra in quanto serviva un Drifblim per arrivare nel piano superiore, e trovare un Pelipper, ma notò un punto ancora non visitato, e proprio qui v’era un Pokémon dal pelo arancione con dei ciuffi sul petto, sulla coda e sulla testa che sembravano fiamme.
Era assolutamente maestoso, ma ancora non l’aveva mai catturato.
-Voglio scoprire che Pokémon è.-
Incapace quindi di trattenersi raggiunse lo spiazzo su cui era, ed il Pokémon scattò verso di lei altrettanto curioso, dando il via alla cattura.
Inizialmente non fece altro che muoversi per il perimetro, ma ad un tratto divenne completamente rosso ed una serie di fiamme uscirono dal suo corpo a raffica.
Evitandole tutte Sara continuò a disegnargli attorno delle linee, fermandosi solo quando divenne nuovamente rosso ed iniziò a sputare fuoco.
Quel cambio di colore era un dettaglio importante, visto l’aiutò ad evitare lo stesso attacco a distanza di pochi secondi, chiudendo subito dopo la cattura.
Il suo nome era Flareon, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 3”, “Attacca sputando fiamme ed emettendo palle di fuoco.”

-Bene, ora posso anche andare avanti, vediamo…qui c’è una grotta, magari c’è un altro Torkoal.-
Le sue speranze non furono mal riposte, visto che nella zona nascosta trovò proprio quel Pokémon.
Concludendo così il giro del vulcano trovò anche il Drifblim, e lo usò per raggiungere la zona superiore, subito dopo aver però liberato i due Gastrodon.
Le successive catture di due Pelipper furono molto semplici, e senza alcuno sforzo.
-Perfetto, adesso possiamo tornare indietro.-
Tornando nell’esatto punto di prima riuscì con la Mossa Spruzzo a spegnere il primo dei due.
Il secondo fu esattamente nella successiva zona, proprio poco prima della porta che conduceva alla baita.
-Pelipper, per favore, spegni le fiamme!-
Il Pokémon producendo un getto di bolle d’acqua agì immediatamente sul fuoco, spegnendolo.
-Grazie. Quello era l’ultimo, sarà meglio tornare a parlare con l’Istruttore di pesca.-
Contenta del risultato dell’incarico tornò immediatamente indietro, fino alla casa in cui questo alloggiava con l’anziano e la nipote.
-Ho liberato la via dalle fiamme, ora puoi tornare a pescare.-
-Pachi.-
Disse subito la ragazza non appena entrata, gratificata dal raggiante sorriso dell’altro.
-Grazie mille! Ora potrò portarci di nuovo i miei allievi. E andarci io!-
Pochi attimi dopo lo Styler ricevette un messaggio, segnante la conclusione effettiva dell’incarico.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Non ci volle molto prima che questi arrivassero, comunicando le migliorie del dispositivo.
-“Hai ottenuto: Difesa Fuoco.”-
Questa a quanto pare riduceva di tre i danni di un attacco Fuoco, e visto il prossimo incarico era sempre nel vulcano Caldonio non era certo cosa da nulla.
-Perfetto, mi sembra d’aver visto un esploratore che aveva bisogno d’aiuto proprio all’inizio del vulcano. Andiamoci subito Pachirisu.-
-Pachi Pachi.-
In poco tempo furono nuovamente all’interno del vulcano, trovando subito l’uomo che cercavano, ma lui prima che potessero dirgli qualcosa li salutò.
-Ehilà Ranger! Fa un bel caldo qui eh?-
-Sì, direi proprio di sì.-
Disse la ragazza sorridendo.
-Sembra di essere in una sauna. A proposito di saune, ne conosco una che…ehi, un momento! Io volevo parlarti di un’altra cosa! E’ difficile a credersi, ma ho visto uno Snover nella Grotta Vulcanica! Quel Pokémon non dovrebbe stare in un posto così caldo. Per lo Snover, questo posto è molto peggio di una sauna. E’ più una specie di barbecue! Ma non è il momento di scherzare! Vai ad aiutare quel piccolo Snover?-
-Sì, subito!-
Disse la ragazza già pronta, incapace di pensare come un Pokémon simile sia arrivato lì.
-Ho avvistato lo Snover nella grotta sul lato est. Non sono riuscito a raggiungerlo a piedi, ma tu sai come fare, giusto?-
-Assolutamente, non è un problema. Vado subito.-
Scattando la Top Ranger uscì dal vulcano dirigendosi sul lato est. Non appena furono entrati percepirono un verso stridulo provenire da vicino, ed alzando lo sguardo Sara poté vedere lo Snover su una porzione rialzata di terreno, che si muoveva spaventato.
-Cavolo, come ha fatto ad arrivare fin lì?-
Almeno non era troppo lontano, e sapeva perfettamente come arrivarci. Catturando un Torkoal subito usò Magmanuoto per navigare lungo il fiume di lava, verso il sentiero a nord facendo così il giro fino ad arrivare da lui.
Il poveretto continuava a muoversi spaventato, fin troppo vicino alla sporgenza.
Preoccupata potesse cadere Sara si mosse lentamente, parlandogli.
-Ehi piccolino, è tutto ok. Sono qui per aiutarti non avere paura.-
-Pachi Pachi.-
Anche Pachirisu nel tentativo di rendersi utile tentava di comunicare con lui, mentre entrambi si avvicinavano con attenzione. Il Pokémon vedendoli finalmente si fermò, saltando di gioia contro la ragazza iniziando così una cattura.
Il perimetro attorno a loro però forse lo spaventò, perché immediatamente tentò d’attaccarla lanciandole contro delle foglie affilate, che vennero facilmente evitate.
Disegnando dei rapidi cerchi attorno a lui la Top Ranger si fermò solamente quando il Pokémon creò un gigantesco blocco di ghiaccio per bloccarla.
A quanto pareva all’interno del perimetro questo non aveva alcun problema nonostante si trovassero in un vulcano, ma al termine della cattura, nel momento in cui la sfera rosa avvolse lo Snover, questo si sciolse quasi immediatamente, nonostante la stazza.
I dati del Pokémon si aggiornarono, “Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: /-“, “Attacca lanciando foglie e pezzi di ghiaccio.”.

-Sei proprio fortunato, piccolino! Il Ranger ti ha salvato.-
La voce dell’esploratore che aveva mandato la ragazza ad aiutare il Pokémon si sentì proprio sotto di loro.
-Oh, è lei.-
-Salve Ranger. Grazie per aver aiutato questo Snover. Ora però sarà meglio uscire da qui, sto sudando più che in una sauna!-
Così dicendo l’uomo si allontanò rapidamente, mentre il Pokémon invece iniziò a girare attorno alla ragazza canticchiando.
Pachirisu gli si avvicinò un poco ma subito saltò via come questo provò ad abbracciarlo.
-“Snover diventa un tuo Pokémon compagno! Vuoi che il Pokémon compagno Snover venga con te?”-
Alla domanda la ragazza però scelse l’opzione “No”, il Pokémon poi aveva bisogno di riposare, e lei non voleva allontanarsi da Pachirisu.
Così, mentre lo Snover correva via verso il Ranch dei compagni, aiutato presumibilmente dal marinaio della zona, anche loro due uscirono, mentre la ragazza controllò rapidamente gli incarichi nello Styler.
Pachirisu nel frattempo aveva iniziato a canticchiare, forse felice d’essere ancora la scelta numero uno dell’amica, che sorrise intenerita dalla sua reazione.
-Forza, andia…-
Prima di poter terminare la frase per sbaglio la ragazza, saltando verso la zona sottostante, era finita contro un Torkoal, e visto non era tipa da rinunciare ad una cattura aveva finito per concluderla, ottenendo però  il passaggio al livello ventotto, cinque punti in più di potenza e due di energia, arrivando a 69/69.
-Oh beh, direi che va benissimo anche così. Adesso dobbiamo andare…alla Valle di Crio.-
Passare in due luoghi così diversi le faceva uno strano effetto, ma grazie ad uno Staraptor impiegarono solamente una ventina di minuti. Erano veramente velocissimi, considerata la distanza tra questi luoghi,  un vero peccato che non potesse dar ai due una bella giacca con cui scaldarsi.
-Brrr, fa ancora più freddo oggi…vediamo chi ha bisogno di una mano.-
Spostandosi dal Campo sottozero alla valle la ragazza si spostò verso nord, ignorando la fatica che le sue gambe facevano in mezzo a quei cumuli di neve ed il freddo fino alle caviglie, notando uno degli scienziati vestito con un cappotto giallo particolarmente pensieroso.
Questo vedendola subito scattò verso di lei.
-Ranger, abbiamo bisogno del tuo aiuto.-
-Sono qui per questo.-
-C’è un problema con la capanna sul lato ovest del Campo Sottozero. Si è formato un blocco di ghiaccio davanti alla porta. Non riusciamo ad aprirla. Puoi aprire la porta per noi?-
-Ma certo, vado subito a dare una mano!-
-Grazie! Te ne sono grato.-
Iniziando a correre Sara riuscì a tornare velocemente al campo, individuando subito il blocco di ghiaccio.
-Una vera fortuna che siamo appena stati a Caldonia. Charmeleon, per favore pensaci tu.-
Il Pokémon seguendo la sua richiesta produsse un soffio di fuoco che in pochi secondi distrusse l’ostacolo, lasciando solo una pozza che tuttavia, in una manciata di secondi, tornò ghiaccio sottile.
Anche così però poteva andare bene.
-Grazie Charmeleon. A presto!-
Doveva solo tornare a riferire al committente la situazione ed avrebbe concluso anche quell’incarico.
Erano stati piuttosto rapidi ma prima di muoversi Sara volle catturare anche uno Staraptor, in modo da non dover fare un altro giro in seguito per tornare indietro.
Il ricercatore come la vide sorrise immediatamente grato, intuendo il motivo del suo ritorno.
-Ho sciolto la lastra, ora non dovrebbe più essere un problema.-
Disse lei confermando i suoi pensieri.
-Ce l’hai fatta! Grande! Voi Ranger siete fantastici!-
A quelle parole la ragazza provò una forte felicità, era proprio per questi motivi che aveva scelto quella vita.
In pochi attimi nel frattempo lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
A causa del maltempo perenne la ricezione tardò a farle arrivare i dati, ma non ci volle che più di qualche minuto.
-“Hai ottenuto: Difesa Normale.”-
A quanto pareva questa riduceva di tre i danni di un attacco Normale, e non era male in fin dei conti.
-Ottimo, ora rimane solo Portena. Andiamo Pachirisu.-
Volando grazie a Staraptor arrivarono subito in città, cercando la persona che aveva bisogno d’aiuto partendo dal molo, ed a seguire nella zona vicino ad esso, trovando così in una delle due piazze, accanto ad una fontana, una coppia anziana seduta su una panchina.
L’uomo sembrava però particolarmente preoccupato.
-Non ci credo! Come ho potuto fare un errore del genere?-
Avvicinandosi la ragazza guardò entrambi, rivolgendosi poi alla coppia.
-Buongiorno, c’è qualche problema?-
-Oh, Ranger. Tutte le volte che ho traslocato mi sono sempre servito di qualche Drifblim. Gli facevo spostare e sollevare le cose più pesanti. Ma questa volta mi sono scordato di chiederglielo! Che sbadato!-
-Dire “che sbadato” non ci aiuta per niente.-
Ribatté la donna alzandosi dalla panchina.
-Per favore, potresti tornare qui con dei Drifblim?-
Chiese infine l’uomo guardandola.
-Ma certo, posso trovarne qualcuno.-
Non era un compito troppo difficile, e visto avevano bisogno per un trasloco non era nemmeno una cosa tanto frivola. Da sempre Pokémon e persone s’aiutavano reciprocamente tra loro.
-Grazie, Ranger! Ci servono dei Drifblim. Tre dovrebbero bastare.-
Annuendo subito Sara utilizzò il proprio Styler per controllare dal navigatore una zona in cui erano presenti dei Drifblim, ed a quanto pare erano solamente alle Rovine Cromane o a Caldonia.
-Mh, a Caldonia ci siamo appena stati, possiamo provare alla rovine, che dici Pachirisu?-
-Pachi Pachi.-
-Bene, allora se anche tu sei d’accordo muoviamoci subito.-
Come ormai di consuetudine per arrivare alle rovine rapidamente la ragazza chiese aiuto ad uno Staraptor, catturato all’entrata della città, che li portò sulla cima della zona, proprio accanto all’entrata delle rovine.
Visto la zona era pericolosa la ragazza preferì usare il Punto di salvataggio vicino a queste, entrando in seguito al loro interno muovendosi nell’oscurità.
-Con Alex ero più tranquilla…devo dire che tutto questo buio fa impressione.-
-Pachi!-
-Scusami Pachirisu, è vero che non sono sola.-
Già all’inizio delle rovine la ragazza trovò il primo dei Drifblim, catturandolo con facilità. L’unico “problema” era solamente un Hypno insistente che continuava a girarle attorno, almeno fino a quando la ragazza non si decise a catturarlo, ma fatto questo poté proseguire senza problemi lungo il sentiero alla sua destra, utilizzando un’apertura nel terreno per scendere ad un livello inferiore.
Qui subito nella parte destra della zona trovò il secondo Drifblim, catturandolo senza alcun problema.
-Bene, adesso se non sbaglio dobbiamo proseguire sul sentiero a sinistra. Ci conviene uscire direttamente dall’altra parte delle grotte invece che tornare indietro.-
La sua memoria non sbagliava, infatti quello era lo stesso percorso che aveva già fatto.
Dovette solo far attenzione ad evitare i fumi tossici dei Koffing e saltare nuovamente nel piano inferiore.
Nella zona in cui si era spostata, avendo un gran numero di aperture sul soffitto e sul pavimento, trovò il terzo Drifblim, ma dovette liberare dei Pokémon per portarlo con sé, ovvero Hypno,  Shelgon e Torkoal.
Per proseguire dovette solamente scendere dall’apertura più distante rispetto alla zona dalla quale era arrivata, catturando comunque giusto per precauzione un altro Drifblim, arrivando così nella parte delle rovine in cui erano presenti i cristalli neri.
-Ogni volta che li guardo provo emozioni contrastanti…sono così belli, ma vengono usati per cose terribili…-
Alla sua ultima visita la zona pullulava di membri del Team Pesto Buio, invece in quel momento erano solo i suoi passi a risuonare per la grotta, assieme ai versi di alcuni Koffing.
Scendendo ancor di più arrivò poi nel punto in cui aveva affrontato la sfida contro lo Spiritomb, ma anche qui oltre a lei non c’era nessun altro.
Superato quindi anche il punto in cui avrebbe dovuto trovarsi il gigantesco cristallo, purtroppo rubato dal Team Pesto Buio, non le servì fare altro che percorrere la scalinata che conduceva all’esterno, arrivando ancora una volta nell’originale sede della Altru.
-E’ veramente incredibile pensare che abbaino iniziato da qui. Mi chiedo quanti sforzi abbiano fatto.-
Per arrivare ai livelli in cui si trovava l’attuale presidente, Nereo, certamente non erano pochi, ma per il momento non aveva tempo per pensare a questo.
Catturato un altro Staraptor Sara s’affrettò a  tornare a Portena, raggiungendo la coppia che l’aspettava impaziente.
I tre Drifblim si misero in fila davanti ai due, salutandoli saltellando.
-Ah, ma che begli esemplari di Drifblim. Il tuo aiuto ci è stato davvero utile! Adesso possiamo proseguire con il trasloco. Grazie mille.-
Disse l’uomo con un cenno del capo rivolto a Sara.
-E’ stato un piacere.-
Con questo saluto i Drifblim, in un momento giocoso, sollevarono la coppia portandola verso la loro casa, mentre lo Styler della Top Ranger riceveva un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Pochi secondi dopo arrivò il seguente messaggio dei dati.
-“Hai ottenuto: Bonus Potenza.”-
A quanto pare aumentava la potenza dello Styler di altri due punti, e per la ragazza era un’ottima notizia.
-Perfetto, abbiamo completato tutti gli incarichi. Direi che possiamo andare al Deserto di Haruba adesso. Tu sei pronto Pachirisu?-
-Pachi!-
Salendo sulla sua spalla il Pokémon canticchiò contento mentre l’amica corse verso il porto della città, entrando  nel piccolo bar dove fino a quel momento lei aveva trovato tutti i marinai che l’avevano condotta nei vari luoghi di Almia.
Avendo ormai capito che il loro vestiario indicava il luogo in cui andavano la ragazza individuò subito quello che l’avrebbe portata ad Haruba, che infatti era vestito d’arancione.
-Salve, sono qui perché avrei bisogno di viaggiare ad Haruba, se possibile.-
Disse subito lei, salutandolo.
-Vuoi andare al Deserto di Haruba?-
-Sì.-
-Sono l’uomo  che fa per te. La mia barca è ormeggiata al molo.-
Disse lui sorridendo, indicandosi con fare fiero.
-Spero non sia un problema portarmi fin là.-
-Assolutamente no signorina, forza, andiamo!-
Annuendo Sara e Pachirisu lo seguirono fino al molo, salendo così sulla sua piccola barchetta.
-Salperemo fra poco. Sali a bordo e tieniti forte.-
Mentre il marinaio parlava lei si era già sistemata, pronta al viaggio per mare.
Eccitata e con un sorriso sulle labbra Sara percepì la dolce brezza fra i capelli, mentre la loro velocità aumentava.
-Alex, stiamo arrivando.-

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Capitolo 56
*** Capitolo 56 ***


La barca partì subito alla volta del deserto di Haruba.
Il mare era calmo e nel cielo si vedevano solo qualche nuvola biancastra.
Percependo il vento gentile sui loro volti Sara e Pachirisu si godevano il viaggio per raggiungere Alex, ma ad un certo punto notarono qualcosa di strano.
L’acqua in un preciso punto sembrava gorgogliare e non appena la barca fu vicina si alzò un gettò ad almeno cinque metri dalla superficie, spaventando i due.
-Ma che cosa?!-
Perfino il capitano sembrava sorpreso, e fermò immediatamente la barca.
-Co-co-co-cos’è stato?! Ho sentito “Ba-bam!” e poi una colonna d’acqua si è alzata!-
Pochi secondi dopo una seconda colonna si palesò facendo sobbalzare la povera ragazza, mentre Pachirisu era ormai perennemente attaccato al suo braccio con i peli dritti dallo spavento.
-C’è qualcosa sotto la mia nave?!-
Purtroppo da quel punto non si poteva vedere nulla, se non l’acqua muoversi sotto di loro.
-Andrò a vedere che succede.-
Disse subito Sara, preparando lo strumento datole da Brando tempo prima.
-Ranger, dicevi sul serio a proposito di andare sott’acqua?-
Chiese il capitano preoccupato, mentre Pachirisu scese dall’amica che gli accarezzò la testa.
-Il mio compito è assicurarmi ogni cosa ad Almia non causi problemi, e se c’è qualcosa qua sotto che non va è mio dovere controllare.-
-Fai attenzione là sotto, allora. Conosco queste acque molto bene. Lasciamelo dire, le acque qui sono…SALATE!-
A quella “battuta” Sara non riuscì a trovare risposta migliore se non buttandosi in acqua, sperando non volesse fare il bis una volta fosse tornata in superficie.
Grazie al dispositivo respirare sott’ acqua non era assolutamente un problema, ma rispetto alla prima zona in cui era stata tempo prima quella di sicuro era più oscura.
Oltre alla sabbia e ad alcuni Pokémon c’erano solo rocce che aumentavano le ombre, e la distanza dalla nave era notevole.
Arrivata fino al fondo però avvertì un suono che fece vibrare tutta la zona, e non sembrava molto distante da lì.
Guardandosi attorno la ragazza individuò due strade, una verso sud ed una verso ovest, ma nella prima c’erano una serie di detriti di legno e metallo sparsi un po’ ovunque, mentre la seconda era bloccata da una forte corrente.
Qualcosa era forse affondato?
Prima di proseguire notò però un piccolissimo Pokémon simile ad un cavalluccio marino azzurro, tanto piccolo che non l’aveva notato avvicinarsi.
Già dall’inizio della cattura il piccolino tentò di darle dei grattacapi creando delle grosse bolle, due per la precisione, che galleggiarono per la zona.
Questo sembrava essere l’unico approccio che voleva usare però, visto anche i seguenti attacchi furono così, ma era solo un bene visto la cattura si concluse senza danni.
Il suo nome era Horsea, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Azione 2”, “Attacca emettendo bolle dalla bocca.”

Dopo la cattura la ragazza iniziò a muoversi verso sud, facendo attenzione ai vari detriti che trovava, imbattendosi tuttavia in un altro Pokémon di colore rosa e simile ad un’anguilla tanto era lungo.
Per la curiosità gli si avvicinò iniziando una cattura, all’inizio della quale il Pokémon la sorprese emettendo un raggio d’energia rosa dalle sfumature viola.
Fortunatamente Sara riuscì comunque ad evitarlo, catturandolo rapidamente subito dopo.
Il suo nome era Gorebyss, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Psico- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca sputando sfere psichiche.”.

Conclusa anche questa cattura però non passò molto tempo prima incappasse in un’altra, anzi effettivamente solo qualche metro visto le arrivò addosso un Pokémon simile ad un grande polpo azzurro.
Questo come primo attacco le lanciò contro una serie d’aculei viola ed emanò successivamente un gas tossico attorno a sé.
Fortunatamente quest’ultimo non intaccò la ragazza, che ne rimase alla larga fino a quando non svanì.
Nel momento in cui l’altro iniziò poi a lanciarle contro nuovamente gli aculei approfittò di quel momento per caricare lo Styler, dando modo così di facilitare la cattura che si concluse subito dopo.
Il suo nome era Tentacruel, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca lanciando aculei avvelenati ed emettendo veleno.”.

Prima di continuare la ragazza si diede il tempo d’osservare la mappa, per controllare se nel punto in cui si trovava potesse trovare altre vie per proseguire, visto era ormai arrivata contro una parete, ma poteva solo muoversi verso ovest.
Prima di farlo notò ancora altri due Pokémon nuotare vivacemente nei dintorni, e curiosa di conoscere le loro caratteristiche decise di catturare entrambi.
Il primo aveva delle scaglie azzurre e due sfere gialle che gli pendevano dal capo. Durante la cattura la Top Ranger gli permise solo un semplice attacco che consistesse nel generare delle scariche elettriche, che vennero comunque facilmente evitare.
Il suo nome era Lanturn, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mosas: Ricarica 4”, “Emette elettricità dal corpo. Attacca emettendo anche scariche elettriche.”, purtroppo però con questa cattura si vide costretta a liberare  Lumineon,  Qwilfish e Chinchou.

Successivamente passò all’altro Pokémon, anche lui azzurro, sottile come un anguilla ma con dei grossi denti affilati, che utilizzò immediatamente cercando di morderla.
L’attaccò non servì a nulla, e nemmeno il successivo che consisteva nel creare tra la sabbia delle onde d’energia violacee.
Anche quella cattura si concluse così con le informazioni aggiornate nello Styler.
Il nome del Pokémon era Huntail, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Buio- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca mordendo e con Neropulsar.”.

Ora che non c’erano altri motivi per tergiversare la ragazza nuotò rapidamente proseguendo lungo le rocce, rendendosi conto molto preso della causa del verso aveva sentito prima.
Davanti a lei si trovava un Pokémon gigantesco simile ad una balena azzurra, intrappolato tra dei fasci d’energia causati da delle torrette metalliche impiantate nella sabbia.
Sembrava non essere in grado di muoversi, ma allo stesso tempo era chiaro stesse soffrendo terribilmente.
Un suo secondo verso fece vibrare nuovamente la zona e Sara fu costretta a tapparsi le orecchie per evitare le facessero male.
-Gwuauraroh!.-
-Gwaaaroh.-
Un secondo verso si udì non molto distante da lì, ma apparteneva ad un altro Pokémon, anche questo con tratti simili alle balene, ma molto, molto più piccolo e dalle scaglie blu scuro.
Guardava quello più grande con dispiacere, cercando con lo sguardo qualcosa che potesse aiutarlo.
Sara poteva sentire con chiarezza il dolore che entrambi provavano, e non poteva in alcun modo star lì senza far nulla. Non aveva la minima idea dell’utilizzo di quelle torrette, ma per il bene del Pokémon le avrebbe distrutte, avrebbe pensato poi in seguito alle conseguenze.
Era la prima volta che si auto-imponeva una missione, ma non aveva altro modo per definire quella situazione, doveva salvarlo!
Per prima cosa si avvicinò verso la prima torretta, facendo molta attenzione ai raggi che emetteva. Non capiva esattamente di cosa si trattassero, ma anche solo star loro vicina le produceva un fastidioso pizzicore alla pelle.
A quanto pare l’unico modo per distruggere quella trappola poi era usare una Mossa Distruzione 3, ma lei fortunatamente aveva proprio il Pokémon adatto, ovvero Huntail, che con pochi morsi spezzò la punta del congegno, riducendolo poi in piccoli frammenti.
Il Pokémon intrappolato produsse un altro verso, più basso però rispetto agli altri e quasi sollevato, non era ancora finita però.
Dal punto in cui si trovava Sara vide che c’era un altro raggio, ma da dove si trovava non poteva raggiungerlo. Direttamente alla sua sinistra però era presente un gigantesco tubo di ferro impiantato nella parete rocciosa, che conduceva dall’altra parte d’essa.
Sperando di poter raggiungere il raggio la ragazza si avvicinò immediatamente per raggiungere l’altra parte, ma a sbarrarle la strada comparve a sorpresa un membro del Team Pesto Buio, avente come lei un dispositivo per parlare e respirare sott’acqua.
-Sul serio? Glub. Questo Wailord dovrebbe sostituire la nostra nave cargo? Uh? Ehi! Ma questa trappola è sfasciata!-
L’uomo nuotò vicino ai cocci, cercando inizialmente di sistemarli, ma come vide Sara li lasciò immediatamente cadere.
-Glub-glub! Un Po-Pokémon Ranger?! Hai sfasciato la trappola!-
Avrebbe dovuto aspettarsi che una cosa così pericolosa appartenesse a loro, ma almeno in quel caso non doveva preoccuparsi dei danni che faceva distruggendo le torrette.
L’uomo estrasse una Miniremo, e subito iniziò a digitare alcuni comandi.
-Ecco come sistemo i vandali come te! Con questa Miniremo subacquea…-
Immediatamente tre Pokémon raggiunsero la ragazza, due erano degli Horsea mentre il terzo simile a loro era solo di dimensioni maggiori.
Muoversi in mezzo a questi non era facile, soprattutto visto continuavano a creare delle bolle per attaccarla, ma dopo aver catturato il primo Horsea fare  lo stesso con i Pokémon rimasti non fu così difficile, e le informazioni del nuovo Pokémon furono aggiornate.
Si chiamava Seadra, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 3”, “Attacca emettendo bolle dalla bocca.”. La Miniremo esplose subito dopo, andando in pezzi proprio come la trappola del Wailord.

-Lavoro meglio in acqua…cosa dovrei fare se non riesco a vincere nemmeno nel mio elemento naturale?-
Così dicendo e con fare sconsolato l’uomo scappò subito verso il tubo, venendo seguito poco dopo dalla ragazza.
Nella zona successiva le pareti rocciose creavano vari sentieri, molti dei quali avevano delle correnti che l’avrebbero spinta immediatamente nel punto in cui puntavano, ma esattamente dall’altra parte di una di queste Sara notò un altro membro del Team Pesto Buio, avente sia una Miniremo che un’altra delle torrette che doveva distruggere.
Per il momento le uniche due strade che poteva prendere erano verso nord e sud, ma nella prima il raggio d’energia non le avrebbe permesso di proseguire, mentre dall’altra una corrente l’avrebbe aiutata senza problemi.
Procedendo quindi si ritrovò spinta da una seconda corrente che la fece arrivare fino all’altra parte della zona, catturando un altro Huntail che si trovava lì.
Non dovette far altro in seguito che seguire la strada fino a superare un’altra corrente, arrivando proprio davanti alla donna del Team Pesto Buio, che la guardò sorpresa.
-Glub, glub?! Cosa ci fa un Ranger qui?! Ci vuoi mettere i bastoni tra le ruote?!-
-Sì.-
Disse subito Sara senza timore, non avrebbe mai lasciato che quei tizi agissero liberamente se poteva fermarli.
-E’ stato difficilissimo imprigionare quel Wailord. Non ti permetterò di portarlo via!-
Furiosa la donna usò la Miniremo subacquea per chiamare ben quattro Finneon, i quali lanciarono contro Sara una serie di bolle per ferirla, nuotando agilmente e con solo un paio di cerchi però lei riuscì a catturarli tutti senza alcuna ferita, vedendo esplodere successivamente il macchinario.
-Glup…bleah! E’ salata! Ho bevuto un sacco di acqua di mare, ed è solo colpa tua! Ma tanto, anche se rompi questa, ce ne sono altre due, di trappole!-
Così dicendo la donna subito corse via, non rendendosi conto d’aver dato all’altra una notizia importantissima. Certo, le trappole erano più di quante sperasse, ma ora sapeva il numero esatto, e con l’aiuto di Huntail anche quella andò distrutta
Il verso di Wailord si udì perfino da oltre la parete rocciosa, ma era ancor meno sofferente di prima.
Doveva sbrigarsi ad aiutarlo, prima che quegli uomini facessero qualcosa di peggio.
Nuotando facendosi aiutare dalla corrente alla sua destra per tornare all’inizio della zona Sara si prese qualche secondo per guardarsi attorno.
Adesso poteva proseguire verso nord e trovare le altre macchine, ma doveva ammettere che esser circondata da tutti quei detriti in una zona in cui prevalevano le ombre le dava un forte senso di solitudine.
L’esser poi sott’acqua e riuscire a respirare solo grazie al dispositivo di Brando a ben pensarci l’agitava, facendole capire perché lui aveva paura di nuotare.
Solo un piccolo errore l’avrebbe messa in grossi guai.
Però…il pensiero di Wailord in difficoltà, e di Pachirisu che l’aspettava sulla barca, la spingevano ad agire ignorando qualsiasi pensiero, e così fece mentre nuotava nella nuova zona, incappando curiosamente in un Mantine che catturò giusto per precauzione.
Dalla sua ultima avventura in mare aveva ben capito la loro importanza lì sotto.
Continuando arrivò ormai vicino al termine della zona, dalla quale avrebbe potuto muoversi verso ovest o nord, ma c’era qualcuno pronto ad accoglierla.
-Ehilà, Ranger!-
Davanti a lei un uomo del Team Pesto Buio la fissava, con ben tre Pokémon viola dalla forma a stella, con una gemma rossa al centro, pronti ad attaccarla.
-Sei qui per darci una mano a spostare questo Wailord, non è vero? Non penso proprio! Penseranno a tutto questi Starmie!-
Come finì di parlare i Pokémon subito si lanciarono contro Sara, iniziando una cattura.
Uno di loro immediatamente tentò d’attaccarla generando quattro sfere viola, ma lei riuscì ad evitarle facendo attenzione ad altri due attacchi incrociati.
Non fu semplice nuotare abbastanza velocemente da evitare sempre quelle cose, ma alla fine riuscì nell’intento catturandoli tutti ed aggiornando le informazioni sullo Styler, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua, Mossa: Taglio 3”, “Attacca girando su se stesso e lanciando sfere misteriose.”.

Immediatamente la Miniremo esplose ed i Pokémon vennero liberati.
-Gl-gl-glub…posso anche aver perso questo scontro, ma non esiste che mi superi a bordo di un Mantine! Se non riesci a evitare i Qwilfish mentre cavalchi un Mantine, puoi anche tornare subito a casa dalla mamma!-
-Bada a come parli!-
Il tono dell’uomo e la sua arroganza fecero subito saltare i nervi alla ragazza, che lo fissò con fare truce.
-Non vuoi che ti parli così, eh? Prova a prendermi, allora!-
Così dicendo lui scappò immediatamente verso ovest, dandole comunque delle informazioni importanti su cosa doveva aspettarsi. Prima di continuare inseguendolo però Sara volle controllare anche la strada verso nord, ma la trovò bloccata da qualcosa.
Non aveva altra scelta quindi se non seguirlo.
Muovendosi quindi tra le pareti rocciose, che man mano erano diventate più strette, arrivò fino ad un punto in cui v’era un profondo abisso, del quale non si riusciva nemmeno a vedere il fondo per via delle tenebre.
L’aiuto del Mantine si rivelò immediatamente necessario, ed il Pokémon gentilmente le permise di salire sulla sua groppa.
Come l’uomo le aveva detto c’erano dei Qwilfish lungo la strada, e delle correnti d’acqua che le impedivano di proseguire in alcuni punti. Da ciò che poteva vedere dalla mappa poi la zona era molto ampia e con varie strade.
Scelse di proseguire quindi con molta calma, per evitare il Mantine si scontrasse con i Qwilfish seguendo il percorso segnato da loro, spostandosi quindi verso sud.
Non appena arrivò in un punto in cui la loro presenza era ridotta fece fermare il Pokémon per qualche istante, dando modo al suo cuore di calmarsi.
L’abisso sotto di lei le metteva una grande pressione, ma non poteva evitare di guardarlo.
Quando fu pronta continuò verso ovest arrivando vicino alla prima corrente, notando però che i Qwilfish si erano sistemati ai suoi lati. A quanto pare non avevano alcun problema nello star perfettamente immobili tra di esse, ma per Sara fu molto più difficile, perché dovette come prima cosa posizionare perfettamente il Mantine e poi lasciarsi andare. Al termine della corrente un altro Qwilfish si muoveva in linea retta lungo la parete, ed avendolo notato solo all’ultimo secondo la ragazza si sentì mancare quando rischiò di finirci addosso.
Fortunatamente non accadde nulla di simile e poté proseguire verso nord lasciandosi andare alla corrente.
Arrivò quindi in un punto in cui Qwilfish stava facendo esattamente lo stesso movimento, solo orizzontalmente, mentre alla sua destra era presente una corrente che l’avrebbe spinta all’inizio della zona.
Facendo attenzione ai movimenti del Pokémon Sara riuscì comunque a superarlo, facendo lo stesso con altri tre sistemati lungo la strada che doveva prendere.
Arrivata fino all’altro capo della zona Sara procedette poi verso est, notando che dall’altra parte di una corrente d’acqua si trovava un punto d’attracco, ma alla sinistra della corrente c’erano alcuni Qwilfish che muovendosi avrebbero comportato un pericolo se non avesse fatto attenzione.
La zona era particolarmente difficile da gestire, perché per arrivare dove voleva avrebbe dovuto sicuramente usare la corrente che la spingeva verso sud, ed in cui si muoveva anche un Qwilfish, in quanto tale corrente si univa assieme ad altre tre.
Due di queste l’avrebbero spinta verso ovest e verso sud, vanificando il suo impegno, ma la terza l’avrebbe spinta esattamente dove voleva.
Bastava soltanto che raggiungesse un punto cieco tra queste dove l’acqua era calma.
Prima di fare qualsiasi cosa la ragazza accarezzò gentilmente la schiena del Mantine, facendogli capire che si fidava di lui e che era certa insieme potessero farcela. Quando furono entrambi pronti quindi il Pokémon si spinse nella corrente, evitando il Qwilfish e nuotando contro la forza dell’acqua per non esser preso alla sprovvista, spostandosi costantemente verso destra.
La forza che li spingeva era forte, tanto che Sara quando erano contro d’essa non riusciva a tenere gli occhi aperti, ma come si calmò capì che ce l’avevano fatta, e con gioia percorse l’ultima corrente arrivando fino al punto d’attracco.
-Grazie, Mantine!-
Il Pokémon nuotò via libero mentre Sara proseguì lungo le rocce, raggiungendo il membro del Team Pesto Buio che, sfuggitole, la fissò sbalordita.
-Glub?! Ce l’hai fatta a bordo di un Mantine? E senza bisogno di una Miniremo?-
-Proprio così.-
Rispose lei orgogliosa.
-Incredibile! So riconoscere quando non posso vincere! Ciao ciao!-
Senza opporre alcuna resistenza l’uomo nuotò via lasciandola sola, ma mentre fuggiva Sara notò dall’altra parte della zona in cui si trovava la luce della terza trappola che doveva distruggere.
Ormai c’era quasi, avrebbe liberato Wailord prima che potesse capitargli qualcosa di brutto.
Come prima cosa quindi  catturò un Hauntail lì vicino, notando poi un dettaglio piuttosto importante.
Verso sud era presente una spessa grata di ferro davanti ad un tunnel, probabilmente quello da cui lei non era riuscita a passare.
Poteva esser distrutto con una Mossa Taglio 3, purtroppo però non c’era nessun Pokémon con lei in grado di aiutarla, e dovette proseguire verso nord seguendo un sentiero che, proseguendo verso destra, la portava ancor più vicina alla trappola.
Prima che potesse raggiungerla però una seconda grata le impediva di proseguire, costringendola così a cercare effettivamente un Pokémon adatto.
Fortunatamente una corrente vicina le permetteva d’andare verso nord, e trovò ben due Starmie, che naturalmente catturò all’istante, ed il secondo le diede anche modo di passare al livello ventinove, con cinque punti in più di potenza e due di energia, arrivando a 71/71.
Dovette però liberare qualcuno, ed optò per Tentacruel, Horsea e Gorebyss.
Fatto questo poi si spostò verso una corrente in alto a sinistra, che la portò però proprio davanti a due giganteschi massi.
Secondo la mappa dall’altra parte di questi ci sarebbe stata una strada da seguire, ma le rocce potevano esser distrutte solo con una Mossa Distruzione 4, per il momento quindi doveva lasciar perdere la cosa.
Nuotando  fece quindi per tornare all’inizio della zona, ma non prestando attenzione finì contro ad un piccolo Pokémon simile ad una chiocciola dal guscio liscio e la carne verde acqua.
Le fece una gran tenerezza quando produsse una bolla per attaccarla almeno il doppio di grandezza rispetto a lui, ma non la ferì in alcun modo e dopo che ebbe attaccato con un raggio di bolle Sara riuscì a catturarlo.
Il suo nome era Omanyte, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Azione 2”, “Attacca emettendo bolle dalla bocca.”.
Fatto questo quindi come prima cosa tornò dalla prima grata che aveva visto, distruggendola, facendo poi lo stesso anche con la seconda.
Dall’altra parte di questa, assieme alla trappola, c’era un uomo del Team Pesto Buio, che prima d’attaccarla la guardò confusa.
-Glub-glub-glub! Aspetta! Sei forse lo stesso Ranger che era a bordo della nave cargo?-
-Sì.-
-Lo sapevo che eri tu! Quando mi sono buttata dalla nave e ho nuotato fino a casa, il capo ha visto che sapevo nuotare molto bene. Così mi ha costretto ad arruolarmi nella Squadra subacquea! Mi manca la terraferma! E’ tutta colpa tua se devo fare questa vita!-
-Sei tu che hai scelto di stare dalla loro parte!-
L’uomo non sembrava intenzionato ad ascoltarla, e la fece attaccare da un Huntail e da un Gorebyss, ma vennero catturati senza troppi problemi dalla Top Ranger, e la macchina distrutta.
-Fuori o dentro l’acqua, non avrei potuto batterti comunque!-
Frustrato l’uomo nuotò via, effettivamente con gran rapidità rispetto agli altri, ma Sara non si sentiva in colpa per ciò che era successo.
Quel Team era malvagio, e se stavano male la colpa era loro e delle loro scelte, lei difendeva Almia ed i Pokémon e le persone che vi vivevano senza paura di ciò che avrebbero potuto farle.
Con questa certezza nella mente quindi distrusse anche la terza trappola.
Ne rimaneva quindi soltanto una.
Non avendo ancora trovato nessun Pokémon con la mossa adatta però non poteva controllare la zona a nord, ma a quanto pare c’era un altro tunnel direttamente alla sua destra, e muovendosi in esso tornò nella zona iniziale, in un punto però che prima non aveva potuto raggiungere.
Qui c’era l’ultima trappola, e forse l’ultimo membro del Team Pesto Buio presente.
-Glub-glubbo! Quindi sei tu che vai in giro a sfasciare le nostre trappole! Se distruggi anche l’ultima, questo Wailord potrebbe scatenarsi! Potrebbe spazzarci via tutti quanti! Lo vuoi salvare lo stesso?-
Non aveva pensato a quell’ipotesi, ma anche ora che l’uomo gliel’aveva fatto presente, non le importava più di tanto.
Poteva essere molto pericoloso per lei, ma Pachirisu era in superficie al sicuro sulla barca, e questo già le dava modo di scegliere con maggior facilità.
-Sì.-
Avrebbe sempre aiutato ad ogni costo chiunque avesse avuto bisogno di aiuto, anche se questo avesse significato correre dei rischi.
-Ok, mi stai costringendo a farlo. Qualsiasi cosa accada, la responsabilità non è mia!-
Così dicendo l’uomo armeggiò con la Miniremo, facendola attaccare da un Pokémon vicino, molto grande e simile ad un Seadra ma dal muso più sottile e con delle ramificazioni sulla testa.
Ad inizio della cattura Sara poté rendersi ben conto che quel Pokémon era più forte degli altri, infatti la barra che segnava quanto i sentimenti d’amicizia di lei lo raggiungevano era molto grande, da una parte all’altra dello schermo.
Il Pokémon creò come prima cosa attorno a sé ben tre bolle, che gli galleggiarono attorno muovendosi lentamente. Sara fece molta attenzione a passare tra queste e a disegnare dei cerchi fermandosi solo quando l’attaccò con un getto di bolle, durante il quale lei ne approfittò per caricare lo Styler.
Il terzo attacco fu più potente invece, e diverso, infatti il Pokémon generò delle onde d’urto che fecero perfino vibrare l’acqua attorno a loro.
Fortunatamente però lei era abbastanza distante.
Successivamente la sequenza degli attacchi si ripeté, e così anche la reazione della Top Ranger.
Il Pokémon però non riuscì ad arrivare nemmeno alla terza sequenza che la cattura terminò con una vittoria per lei, e le informazioni si aggiornarono.
Il suo nome era Kingdra, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Drago- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca con anelli d’acqua ed emettendo bolle dalla bocca.”.

La Miniremo si distrusse subito dopo, ed il Pokémon fuggì libero.
-Urrrggh glub-glub-glub-glub…come lo spiego adesso al mio capo? “L’acqua era troppo salata” non mi pare granché come scusa!-
Frustrato l’uomo fuggì immediatamente, dando modo a Sara dopo esser tornata indietro per trovare un Huntail, di distruggere anche l’ultima trappola.
Il Wailord produsse un verso sollevato ed ancor più forte degli altri, ora non c’erano più trappole a imprigionarlo.
-Gwuauraroh!-
Il piccolo Pokémon accanto a lui nuotò pieno di gioia per la notizia, e s’avvicinò a Sara riconoscente.
-Gwaaaroh.-
Era evidente quanto Walimer fosse felice per la notizia, e lo era anche Sara.
Il Pokémon fissò la ragazza con grande gratitudine, cercando di comunicarle fossero ora diventati amici.
Ciò scaldò il cuore della ragazza, per il fatto fosse riuscita ad averlo come amico senza bisogno di catturalo.
Automaticamente le sue informazioni vennero aggiornate nel navigatore, con “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: /-“ e “E’ gigantesco. E’ talmente grande che risulta impossibile da catturare,”ma una voce alle spalle della ragazza rovinò il momento gioioso.

-Tu, Ranger, guastafeste come al solito!-
Tutti e cinque i membri del Team Pesto Buio che aveva affrontato erano lì davanti a lei, fissandola furiosi.
-Grazie a te ci troveremo in un…glub-glub…mare di guai!-
-Dovremo improvvisare. Glub…cercheremo di far credere al capo che questo Wailmer è il Wailord che voleva.-
Disse uno di loro riferendosi al piccolo Pokémon,  che subito si nascose dietro Sara.
-Ma non è troppo piccolo? Non mi pare granché come rimpiazzo della nave cargo, no?-
-Ma no! E’ l’ultimo modello di Wailord Mini! Offre maggiore agilità negli spazi ristretti!...forse possiamo cavarcela con una storia del genere?-
-Glub! Glu-glu-glub-glubbo!-
Quest’ultima parte non era stata facile da capire, ma a Sara sembrò stesse dicendo “Sì! E’ un’idea grandiosa!”. Lei però non era molto d’accordo.
Prima che potesse dire qualcosa però tre di loro le bloccarono le braccia, mentre gli altri due andarono conto il piccolino che si mosse spaventato.
-Gwaaaroh.-
-Lasciatelo!-
-Ok, mettiamo in pratica il piano! Portiamoci via questo Wailmer! Ciao ciao, Ranger!-
-No!-
Purtroppo a nulla servirono le sue proteste, perché tutti e cinque spingendola via scapparono con il povero Pokémon.
-Gwuauraroh!-
Wailord era furioso, e lanciò un verso che fece vibrare perfino le pareti rocciose.
Sara tentò d’alzare le braccia per attirare la sua attenzione e calmarlo, ma si paralizzò quando lo vide iniziare a muoversi.
Come aveva detto uno degli uomini del Team Pesto Buio una volta liberatosi poteva anche scatenarsi, e lei non avrebbe potuto farci nulla.
Il suo primo istinto era quello di fuggire, nuotare il più velocemente possibile, ma si ritrovò trascinata dalla corrente stessa prodotta dai movimenti del Pokémon, incapace di far nulla per contrastarla.
La sua stazza gigantesca, nel momento in cui si alzò rispetto al terreno, aumentò perfino le ombre della zona, e per qualche secondo di spinte e trascinamenti, tutto per Sara divenne nero…

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Capitolo 57
*** Capitolo 57 ***


Il forte gorgogliare dell’acqua era l’unico suono che Sara riuscì a sentire per molto tempo.
La potenza stessa della corrente le faceva percepire come se la sua testa fosse all’interno di una sfera pressurizzata ed il naso e le orecchie ne risentivano particolarmente.
Con grande sforzo era riuscita a tenere stretto tra le labbra lo strumento per respirare sott’acqua,  ma questo non voleva certo dire non aveva difficoltà a respirare, visto sentiva quasi il petto schiacciato.
Non ebbe idea di quanto tempo passò, se delle ore, dei minuti oppure dei secondi, ma al termine di quello sforzo, durante il quale non poté nemmeno aprire gli occhi, sentì un forte vento colpirle il corpo ancora bagnato, mentre i polpastrelli percepivano sotto di sé un qualcosa di estremamente liscio.
Aprendo finalmente gli occhi si rese conto di essere sulla schiena del Wailord che aveva salvato, e che questo sfrecciava rapido lungo la cresta del mare.
Era qualcosa di assurdo, ma allo stesso tempo meraviglioso.
Per evitare di cadere la ragazza cercò d’appiattirsi sulla sua schiena, mentre gli spruzzi d’acqua quasi la raggiungevano.
-Saraaaaa!-
La voce di un uomo la chiamò con gran foga, mentre voltandosi in ogni direzione finalmente la ragazza notò la piccola barchetta che avrebbe dovuta portarla ad Haruba.
Su questa Pachirisu era proprio sulla punta della barca, che si sbracciava.
-Sono qui! Pachirisu!-
La ragazza iniziò a muovere a sua volta le braccia attirando la sua attenzione. Probabilmente non avrebbe potuto fermare il Wailord ma loro avrebbero potuto seguirla, e così fecero.
Dopo circa una quindicina di minuti però iniziò a notare qualcosa all’orizzonte. Una piattaforma di metallo grigio e viola.
-Che sia lì dove sono andati?-
Si domandò subito la ragazza mentre sia il Pokémon che la nave attraccarono, ed il piccolo Pachirisu si gettò tra le braccia dell’amica, stringendola.
-Pachi!-
-Oh Pachirisu, va tutto bene.-
Sorrise l’altra accarezzandogli la testolina.
-Questo piccoletto non ha fatto altro che muoversi di continuo da quando ti sei tuffata. E quando abbiamo visto che eri sulla schiena di un Wailord ha cercato perfino di buttarsi in acqua per raggiungerti!-
Spiegò il marinaio rimanendo comunque sulla nave.
-La ringrazio per averlo accompagnato.-
-Non preoccuparti Ranger. Rimarrò qui in caso tu abbia bisogno di un altro passaggio, ma qualsiasi sia il motivo per cui ti trovi qui mi raccomando, fai attenzione.-
Annuendo all’uomo la ragazza diede una rapida occhiata alla zona.
Non era molto ampia ed al centro d’essa sembrava esserci solo un lungo tubo avente una scala al lato, grazie alla quale si poteva salire per qualche metro fino a raggiungere un’altra piattaforma sottile.
Da lì però non riusciva a capire cosa ci fosse sopra.
Con sua grande sorpresa però si rese conto di non essere sola, assieme a lei c’era effettivamente un suo collega.
-Settimo!-
Disse subito lei, tenendo il Pokémon in braccio avvicinandosi.
-Sara?! Che sorpresa. Nutrivo dei sospetti su questo posto. Non pensavo di trovarti qui, comunque.-
Notando il passaggio di Sara l’uomo fece qualche passo verso la ringhiera, tenendo gli occhi splancati.
-E hai cavalcato un Wailord per venire?!...Naaa!-
Quella reazione fece storcere il naso alla ragazza, e Pachirisu fece una linguaccia al Top Ranger.
Sembrava impossibile, questo sì, ma era anche la verità.
-In realtà è andata proprio così. Dovevo andare ad Haruba, ma durante il tragitto ho scoperto questo Pokémon intrappolato dai membri del Team Pesto Buio. L’ho liberato come vedi, ma hanno rapito il suo amico Walimer.-
Disse quindi seria.
-E sei qui solo perché stavi inseguendo un Wailmer rapito?-
-Sì.-
-Beh, che mi venga…comunque, dopo esserci divisi, ho fatto qualche ulteriore indagine. Ho trovato l’elicottero che ha trasportato il Cristallo dell’Ombra.-
-Pachi!?-
-Veramente?!-
Alle reazioni stupite dei due l’uomo sorrise evidentemente soddisfatto dell’attenzione.
-L’ho inseguito e mi ha condotto fino a qui. La piattaforma petrolifera della Altru SpA sta proprio sopra alla loro piattaforma d’estrazione sottomarina.-
-Un’altra volta un luogo della Altru SpA? Che coincidenza…-
Disse sorpresa Sara, senza però aggiungere nient’altro.
Non poteva certo dubitare della Altru infondo. Era una società di tutto rispetto che pensava solo al bene di Almia, e che agiva in via legale. Non avrebbero tratto alcun vantaggio nel lavorare con il Team Pesto Buio oltretutto, e perfino il presidente nonostante fosse inquietante ed intimidatorio non sembrava cattivo…
-Sapevo che questo posto era stato chiuso. Probabilmente era una voce infondata. Dobbiamo indagare su questa piattaforma petrolifera sottomarina. Ma attenzione. Potrebbe essere pericoloso.-
Con fare incredibilmente serio Settimo le si avvicinò, portando entrambe le mani alle sue spalle, con il bordo del cappello che quasi le toccava la fronte.
Vedendolo così da vicino, effettivamente doveva ammettere fosse veramente un bell’uomo.
-Stavolta è sul serio. Ho bisogno del tuo aiuto.-
-Lo capisco…ma devo anche completare la missione affidatami.-
Disse però Sara abbassando il capo. Salvare Wailmer era comunque una priorità, ma non era certa di poter aprire un’indagine lasciando Alex solo chissà dove nel deserto.
-Già, lo so che ti hanno detto di andare nel deserto. Ma questa è la grande possibilità di risolvere questo mistero una volta per tutte. Non possiamo perdere quest’occasione.-
Era vero, non sarebbe ricapitata facilmente una cosa simile, e magari avrebbero potuto bloccare il Team Pesto Buio in tempo per i loro piani.
Mentre rifletteva intanto Settimo aveva attivato il proprio Styler.
-Messaggio in arrivo! Parla Settimo. Mi trovo alla piattaforma petrolifera sottomarina della Altru SpA. Ho qui con me Sara. Chiedo che Sara mi assista nelle operazioni per un po’. Queste indagini hanno la massima priorità. Per favore, riferisci il mio messaggio alla presidentessa Edvige. E muoviti, per piacere, ok Linda?...ehm, giusto, scusami! Volevo dire Glenda.-
-Mh.-
Ed ecco una nuova caduta di stile da parte dell’uomo. Questo dettaglio diede particolarmente fastidio a Sara che incrociò le braccia ed assunse un’espressione torva.
Sperava tanto che Glenda se lo togliesse dalla testa il prima possibile.
-…grazie di cuore, Glenda. Puoi dire alla presidentessa Edvige che la ringrazio per la sua saggezza.-
Conclusa la chiamata l’uomo si voltò verso Sara facendole l’occhiolino.
-La Federazione lo ha decretato. Siamo compagni per questa missione. Ma aspetta, lascia che ricarichi il tuo Styler.-
Poteva farle tutti i sorrisi che voleva ma l’espressione della castana non accennava a cambiare, e lui probabilmente aveva intuito il perché visto distolse lo sguardo.
-…ecco fatto. Muoviamoci.-
-Certo.-
Senza aggiungere altro la ragazza si avvicinò alla scala, iniziando a salire per prima con Pachirisu sulla schiena.
-Ehm…spero tu non abbia frainteso la situazione di prima.-
Disse improvvisamente l’uomo mentre salivano.
-Cosa? Che facendo il cascamorto con due ragazze confondi i loro nomi? E che una delle due è la mia migliore amica?-
Chiese sarcastica lei abbassando il capo per guardarlo.
-Non faccio il cascamorto! Semplicemente sono due ragazze molto buone e bravissime colleghe, e mi sembra giusto esprimere la mia ammirazione per questo.-
-Facendo gli occhi dolci.-
Ribattè nuovamente l’altra riprendendo a salire.
-Questo implicherebbe il rischiare di ferirle, e non vorrei mai questo!-
-Non mi sembravano certo molto felici quando si sono rese conto hai fatto ad entrambe un regalo con un ciondolo.-
-Un gesto gentile non fa mai male.-
Continuò lui con un mezzo sorriso, ma Sara ne aveva già abbastanza di quella conversazione e non ribatté in alcun modo, raggiungendo finalmente la cima delle scale, superato uno stretto passaggio.
La zona non era molto differente rispetto alla prima, il pavimento era ben rinforzato ed aveva una grata alta almeno due metri ai bordi per impedire la caduta.
La larghezza era uguale ma direttamente alla loro destra era presente una parete, ma stando alla mappa dall’altra parte di questa si trovava una porta.
Non era però questa la cosa più importante, davanti ai due infatti si trovava l’elicottero che Settimo aveva seguito, ancora in funzione mentre produceva un forte suono fastidioso.
La porta era aperta, ma l’interno era impossibile da vedere a causa di un vetro che impediva sia di vedere che di far passare la luce, erano invece chiarissimi coloro che si trovavano vicino.
Dei primi tre riconobbe con facilità Frido e Lavina, ma accanto a questa si trovava un uomo che non aveva mai visto. Era alto e molto robusto, visibilmente più forte fisicamente rispetto agli altri due. I suoi capelli biondi erano messi in risalto dalla pelle scura, ed indossava uno strano abito composto da una specie di pancera nera, dei pantaloni grigi ed una protezione gialla per i pettorali con tanto di spalline in ferro.
Probabilmente era una figura molto importante, ma mai quanto quello vicino, ovvero Vanesio.
Come lo vide Sara avrebbe subito voluto catturarlo, ma le sembrava d’intravedere oltre il muro che le copriva la visuale anche le ombre di altre persone, e sarebbe stato troppo rischioso.
L’uomo sembrava essere impegnato a lusingare ed a chinare il capo di fronte alla misteriosa figura che si trovava dentro all’elicottero viola, di cui si sentiva solamente la voce.
-Mi scuso per il nostro arrivo imprevisto. Terminate la produzione delle Miniremo appena possibile. Spostate il personale sul nostro progetto principale. Eseguite questi due punti nel programma.-
Non avevano idea di chi fosse, ma l’argomento era sicuramente importante, per questo i due si zittirono.
-Lo consideri fatto, capo! E vale anche per gli esimi componenti del Sinis Trio! I dati di progettazione della Macchina incredibile saranno eliminati a breve. La sua visita qui è stata un grande onore!-
Senza ricevere alcuna risposta Vanesio lasciò spazio al Sinis Trio, che salì sull’elicottero partendo immediatamente.
Tutti rimasero fermi fino a quando il mezzo non fu distante, e Vanesio sembrò tirare un sospiro di sollievo.
Poco dopo le due figure rimaste fino a quel momento in un angolo che Sara non riusciva a vedere si fecero avanti, e la ragazza avrebbe tanto voluto non aver riconosciuto anche un’altra persona…
-L’elicottero del capo è tutta un’altra cosa. Questi forti venti non sembrano causargli alcun fastidio. Magari anche noi avessimo elicotteri così.-
Maximilian stava fissando il cielo senza alcuna espressione in volto, non accorgendosi nemmeno che Sara lo stava fissando, provando nuovamente il dispiacere percepito alla sua fuga.
Era veramente tornato da loro…
-Eh lo so, ma gli elicotteri sono troppo piccoli per trasportare Pokémon e Gigaremo. La nostra Squadra subacquea dovrebbe catturare un Wailord entro breve. Questo dovrebbe sostituire la nave cargo che abbiamo perduto a causa dei Ranger.-
Rispose intanto una sua collega, avente i capelli rossi stretti in due codini.
-La cattura del Wailord è compito della Squadra subacquea. Ho altre notizie interessanti. Il capo mi ha fatto una promessa. Quando la Macchina incredibile sarà ultimata, verrò promosso.-
Disse intanto Vanesio gonfiando il petto, come il pallone gonfiato quale era.
-Mi aspetta un posto da dirigente alla sede centrale. Quel giorno farò in modo che anche voi siate assegnati alla sede centrale.-
-La ringraziamo capo!-
Dissero subito i due, mentre Vanesio con un ghigno portò un mano sulla spalla di Maximilian.
-Basta così ora! Tornate al lavoro!-
Vanesio fu il primo ad allontanarsi, seguito dalla sottoposta, come si mossero però anche i due Top Ranger fecero lo stesso, ma a quanto pare vennero sentiti da qualcuno perché Maximilian fermandosi guardò nella loro direzione.
La sua espressione era di pura sorpresa, occhi e bocca erano praticamente spalancate, ma durò molto poco visto subito mosse con fare agitato la testa prima verso il suo superiore poi nuovamente dalla loro parte.
Settimo e Sara furono paralizzati, mentre lei temeva il peggio da quella situazione, ma il ragazzo si limitò a muovere la mano con un colpo secco, sussurrando un “Vai via” prima di andarsene a sua volta tenendo la testa bassa.
Non li aveva fatti scoprire, avrebbe potuto farlo e persino tentare di fermarli, ma nonostante li avessi visti non aveva fatto nulla.
Qualcosa in lui poteva veramente essere cambiato…e trovandosi lì lei poteva salvare sia lui che il Wailmar.
Silenziosamente lei e Settimo si avvicinarono al punto da cui l'elicottero era partito, guardandosi attorno per assicurarsi fossero soli.
-Pare che questo sia il covo segreto del Team Pesto Buio. Ma cosa intendevano per "Macchina incredibile!? Che cosa bolle in pentola qui?-
Mentre parlava l'uomo sembrò notare il silenzio della compagna, e subito la guardò.
-Sara...tutto a posto?-
-Sì...sì.-
Disse lei annuendo un paio di volte. Pachirisu ben conoscendola sapeva che cosa pensava, ma Settimo sorvolò sulla questione immediatamente.
-Ci infiltreremo nella tana del nemico. Tu salva il Wailmer sequestrato. Io investigherò su questa loro Macchina incredibile. Cerca di svelare i segreti di questa base. E se ne hai la possibilità, distruggila! Questa è la nostra missione.-
-Agli ordini.-
-Muoviamoci!-

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Capitolo 58
*** Capitolo 58 ***


Come prima cosa i due si spostarono sulla destra della piattaforma, muovendosi lungo il passaggio che conduceva fino ad una porta in ferro.
Sara poteva percepire una forte tensione dentro di sé, e perfino da Pachirisu.
Non era come quella volta sulla nave cargo, il numero di persone che sarebbe stata costretta ad affrontare era certamente superiore, loro erano in vantaggio e lei non conosceva nemmeno la grandezza della zona o dove effettivamente fosse il Walimer.
Tuttavia, nonostante i dubbi e le preoccupazioni, fu lei ad aprire la porta, facendo quanto meno rumore possibile, superandola.
La prima stanza era molto semplice, dalle pareti completamente di metallo lungo cui spuntavano alcuni tubi e collegamenti e con solo un ascensore con una freccia sopra d’esso che indicava verso il basso.
Bastò loro avvicinarsi per far sì che questo si aprisse, ed allo stesso modo entrando non dovettero far nulla, visto non c’erano nemmeno pulsanti.
Quando l’ascensore si mosse, grazie alle pareti in vetro, per un po’ non videro altro che il muro che li circondava muoversi, ma questo terminò e scoprirono così che l’ascensore proseguiva per parecchi metri sott’acqua.
Potevano vedere con chiarezza tutto, i coralli, i Pokémon, le rocce, ed anche una gigantesca base sotto di loro.
-Da quanto tempo erano qui sotto…-
Sussurrò Settimo muovendo il piede nervosamente.
-Non saprei, ormai è da più di un anno che le loro azioni vanno avanti.-
Rispose Sara seria.
-Come fai a saperlo?-
-Quando ancora lavoravo alla Città di Vien, praticamente nelle prime settimane, trovai una loro Gigaremo.-
-Ah sì, da lì la tua carriera ha avuto inizio.-
-Potrebbero star lavorando a queste cose chissà da quanto tempo però…-
-Non è una possibilità da scartare, ma oggi vedremo di mettere la parola fine a tutto questo.-
Ci vollero solo pochi altri secondi per arrivare, e quando le porte si aprirono la stanza in cui si trovarono non era molto diversa dalla precedente, giusto alla parete in cui si trovava l’ascensore c’erano alcuni oblò e molti tubi non si vedevano. C’era oltretutto un Pokémon, simile a tre Magnemite che volavano assieme.
Questo vedendoli subito li avvicinò, iniziando una cattura.
Tutto ciò che fece fu fluttuare per un po’ attorno  a lei, tentando d’attaccarla solo con delle scariche elettriche prodotte direttamente dal suo corpo, ma nessuna di loro la danneggiò.
Il suo nome era Magneton, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa mappa: Ricarica 5”, “Emette elettricità dal corpo. Si protegge con una barriera elettrica.”.

-Lo sai, non c’è bisogno di catturare ogni Pokémon che vedi.-
Disse Settimo incamminandosi verso la porta, e Pachirisu per tutta risposta gli soffio contro irritato.
-Io penso in verità che sia importante conoscere quanti più Pokémon possibile, in caso ci sia bisogno di una capacità particolare.-
Rispose invece Sara più calma. In verità però la ragione per la quale lo faceva era un’altra…magari era sciocca, e sicuramente era già stata dimenticata, ma tutto era partito da una scommessa fatta con Alex, su chi di loro avrebbe raccolto informazioni sul maggior numero di Pokémon.
Non lo faceva più solamente per vincere certo, ma la faceva sentire legata a lui ed alla loro infanzia quel piccolo gioco.
-Va bene allora, in caso ti stancassi troppo potrei sempre portarti sulle spalle per aiutarti.-
Ignorando le parole di Settimo la ragazza proseguì assieme a lui oltrepassando la porta ed arrivando così in un lungo corridoio in cui erano presenti lungo tutta la parete a nord delle porte. La prima era giusto oltre un Houndour, dall’altra parte di un cortissimo corridoio, ma non fu così difficile evitarlo, ben altra questione invece era un Houndom che come li vide saltò subito addosso alla ragazza.
Data la sua velocità non poté nemmeno evitarlo e così fu costretta a catturarlo.
Immediatamente il Pokémon creò delle onde psichiche sul terreno per ferirla, ma Sara riuscì ad evitarle tutte ed a fare lo stesso perfino con un getto di fuoco che quasi arrivava a metà del perimetro di cattura.
Il tempo in cui cessò però le diede modo di caricare lo Styler, e così fu molto rapido chiudere il tutto senza altri attacchi.
Fecero così per proseguire ma si resero conto che la porta a cui stavano puntando era bloccata da una palizzata in ferro, rimuovibile solo con una Mossa Elettricità 2.
-Dovevamo aspettarcelo…magari nelle altre stanze ci sarà qualche Pokémon che potrà aiutarci.-
Annuendo alle parole di Settimo i due superarono nuovamente l’Houndour entrando nella porta più vicina, trovando però una spiacevole sorpresa.
All’interno infatti si trovava uno dei membri del Team Pesto Buio, che per il momento dava loro sì le spalle, ma presto li avrebbe certamente visti.
-Questo generatore alimenta la trappola nel corridoio. Non deve essere mai spento…ok, me lo sono segnato!-
Sicuramente parlava di un macchinario giallo alla sua sinistra, al momento attivo e che emetteva una forte elettricità.
Nella stanza non c’erano altre macchine simili, solo dei Pokémon, un nastro che trasportava componenti metalliche ed una porta. Senza aggiungere altro l’uomo fece qualche passo in avanti fino a fermarsi proprio davanti alla macchina.
-Avverto una presenza sinistra…-
Sara e Settimo fecero appena in tempo a scambiarsi un’occhiata prima che li vedesse, scattando sull’attenti.
-Argh! Un Ranger?! Anzi, due?!-
Completamente preso dal panico l’uomo fece qualche passo indietro, nascondendo dietro la schiena il taccuino che aveva appena usato.
-Stavo solo ripassando le note per la manutenzione! Fate finta di non aver sentito niente, altrimenti quelli mi pigliano a calci!-
Settimo e Sara si guardarono ancora per qualche secondo confusi, prima che l’uomo abbassando leggermente il cappello sul viso annuì.
-Certo, faremo come se non ci fossi. Andiamo pure avanti.-
L’altro sembrò quasi rassicurato da quelle frasi, mentre la ragazza era ancor più confusa, ma mentre ci rifletteva non si accorse che uno dei Pokémon vicini l’aveva raggiunta, almeno fino a quando non diede inizio ad una cattura.
Il Pokémon inizialmente si mise a mimare con le mani la presenza di uno specchio davanti a sé, abbassandole poi improvvisamente creando attorno a sé una sfera d’energia viola che iniziò a girargli attorno.
Con molta attenzione Sara disegnò dei cerchi evitandola fermandosi quando il Pokémon ripeté il suo gesticolare, facendo sparire la sfera ma ricreandola subito dopo.
Non era una posizione facile quella in cui l’aveva messa, e purtroppo a poco prima del termine della cattura la Linea di cattura si scontrò con la sfera, spezzandosi. Sara avvertì una fitta alla testa, collegata alla perdita di tre punti dell’energia, ma andò avanti fino a quando non concluse il tutto.
Il suo nome era Mr. Mime, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa mappa: Teletrasporto”, “Si protegge con una barriera psichica.”.

-Ehi tutto bene?-
Chiese Settimo voltatosi.
-Sì certo, andiamo pure.-
Rispose l’altra proseguendo verso la porta dall’altro lato della stanza, dando prima un’occhiata alla macchina scoprendo che poteva essere distrutta con una mossa Elettricità 3.
La successiva aveva immediatamente alla loro destra un macchinario che aggiungeva un coperchio alle componenti metalliche del rullo precedente, continuando a trasportarle.
Non molto lontano c’era un altro Mr. Mime ed un grosso Pokémon verde con ben quattro braccia, che subito raggiunse Sara.
Il suo primo attacco venne come al solito preceduto da un segnale dello Styler, ma Sara siccome vide il Pokémon muoversi volle tentare di sfruttare quei passi per disegnare qualche cerchio. Purtroppo il gioco non valse la candela visto si girò di scatto, colpendo la linea con una serie di colpi.
Ciascuno sembrò raggiungere direttamente lei, che si ritrovò con una fitta allo stomaco tale che la fece piegare in avanti e sputare. Solo per fortuna non perse l’equilibrio, al contrario dei nove punti d’energia.
-Cavolo…-
Dopo una batosta simile era il caso di stare attenti, ed evitò un’onda d’energia che si creò ai piedi del Pokémon.
Furono varie le volte con cui lo schema si ripeté, e già alla terza Sara approfittava dell’attacco principale per caricare lo Styler, disegnando dei cerchi solo dopo l’esplosione, in questo modo riuscì a catturarlo.
Il suo nome era Machamp,  “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca sferrando pugni devastanti ed emettendo onde d’urto.”.

Risolta anche questa questione Sara si guardò un attimo attorno, rendendosi conto che nella stanza era presente anche un Luxio.
-Accidenti! Se avesse avuto più forza elettrica avrebbe potuto distruggere il macchinario.-
Borbottò scontento Settimo, visto il Pokémon aveva solo una Mossa Elettricità 2, e per la macchina ne serviva almeno un 3.
Sara però rimase in silenzio, ricordandosi di un altro ostacolo.
-Potrebbe però aiutarci in altro.-
-Mh?-
Senza dare una risposta all’uomo la ragazza si precipitò sul Pokémon, catturandolo senza alcun danno, e con altrettanta rapidità, dopo aver liberato Drifblim e Flareon in quanto aveva troppi Pokémon con sé, tornò fino al corridoio e lì finalmente anche Settimo capì cosa voleva fare.
-Ma certo! Il cancello che ci impediva di procedere!-
Proprio grazie ad una sfera elettrica di Luxio il cancello si aprì, dando modo ai due di entrare in un ampia stanza con un’altra estensione del rullo visto precedentemente, dal quale partiva la componente base dei macchinari.
Analizzandone la grandezza e la composizione Sara iniziò a sospettare che quelle parti fossero delle Miniremo, e se le cose stavano così era un bel problema.
Ne fabbricavano in una manciata di minuti almeno una decina!
Non potevano assolutamente lasciar che rimanesse in funzione.
La macchina divideva la stanza a metà, e dall’altra porta raggiungibile tramite un piccolo ponticino in ferrò c’era un Pokémon simile a Luxio, ma molto più grande. Nella speranza fosse abbastanza forte da distruggere il macchinario Sara si avvicinò quindi al ponte, ma accanto a questo era presente un membro del Team Pesto Buio, che vedendoli scattò.
-Ehi, voi intrusi! Jolteon, prendili!-
Usando una Miniremo costrinse il Pokémon ad attaccare Sara, e fin dal primo attacco si mostrò molto vivace. Creò immediatamente tre sfere d’energia elettriche nel terreno, e visto erano quasi al centro Sara preferì aspettare svanissero evitando altre scariche elettriche da parte del Jolteon, che l’attaccò successivamente con un’altra scarica ad intermittenza.
Passavano però alcuni secondi tra una scarica e l’altra, ed approfittandone Sara riuscì a catturarlo aggiornando le sue informazioni con “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 3”, “Attacca emettendo scariche elettriche dal tutto il corpo.”.

Visto il livello sarebbe stato perfetto per distruggere la macchina, ma purtroppo come la Miniremo esplose fuggì subito.
-Cosa dovrei fare adesso? Cosa prevedono le procedure in questi casi? –
Il poverino sembrava essere entrato in un tale stato di panico che non riuscì a far altro che girarsi attorno agitato.
Sara lo guardò impietosita mentre Settimo scosse il capo.
-Ecco il problema di organizzazioni simili. Le persone sono così abituate a seguire solo i regolamenti che quando ci sono dei problemi non sanno come agire e non fanno nemmeno la cosa più semplice.-
Effettivamente era così, ma la cosa andava solo a loro favore. Peccato che, mentre parlavano, non s’accorsero di ben due Haunter avvicinatisi a loro, che raggiungendo Sara diedero il vi a due catture una dopo l’altra.
Fortunatamente queste furono molto rapida, e successivamente lei poté subito dirigersi verso le scale del ponte, su cui però ci fu un’altra cattura con un Pokémon simile ad una grande falena.
All’inizio il Pokémon tentò solamente di ferirla con un vortice di vento, che venne semplicemente evitato, ma successivamente creò perfino una polvere velenosa ed una sfera viola che gli volteggiò attorno rendendo difficoltoso disegnare delle linee.
Sara però mantenne la calma e con molta attenzione riuscì a catturarlo.
Il suo nome era Mothim, “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 2”, “Attacca con vortici e polvere tossica. Si protegge con una barriera psichica.”, dovette però liberare gli Haunter e Mr. Mime per portarlo con sé.

Sistemata anche questa faccenda si avvicinò all’altro Pokémon, che vedendola scattò contro di lei iniziando una cattura.
Come primo attacco produsse alcune piccole luci sul suolo, dalle quali poi si scatenarono dei fulmini che la ragazza prontamente evitò saltando, ma il secondo attacco che consisteva in una scarica elettrica non riuscì ad evitarlo, vista la vicinanza.
Percepì l’intera scarica sul suo corpo, che si paralizzò per qualche secondo incluso il respiro, mentre delle fitte la prendevano ovunque, togliendole ben sette punti dell’energia che cadde a 59/71.
Quando tutto questo finì Sara scattò subito via per riprendere fiato, evitando i fulmini che il Pokémon creò ancora ed una nuova scarica elettrica. Dopo che questo schema si ripeté ancora una volta lei riuscì ad approfittarne per caricare lo Styler nel momento che il Pokémon si sistemò dall’altra parte del perimetro di cattura, e da lì terminò il tutto senza più danni.
Il suo nome era Luxray, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità: 3”, “Attacca con fulmini  ed emettendo scariche elettriche da tutto il corpo.”, e come aggiunta il punteggio ottenuto la fece avanzare al livello trenta, aggiungendo cinque punti di potenza e due di energia, che arrivò a 73/73.

-Questo Pokémon potrà distruggere senza problemi quella macchina, coraggio torniamo indietro.-
Disse Settimo mettendole una mano sulla spalla e correndo subito dopo, ed in men che non si dica furono nuovamente davanti al macchinario.
-Luxray, distruggi l’ostacolo per favore!-
Il Pokémon seguendo la richiesta della ragazza colpì il generatore con un potente fulmine, mandandolo in corto circuito e disattivandolo.
Il povero addetto quasi cacciò un urlo per la situazione, sbiancando completamente.
-Mi dispiace amico, abbiamo solo fatto come se non ci fossi.-
Disse Settimo guardandolo.
-Oh, fa quello che vuoi!-
Ribatté l’altro esasperato, ormai certo del suo destino.
Era strano come certe volte quei tipi potessero farle pena, ma la ragazza non volle pensarci troppo e subito uscì da lì, scoprendo che la trappola elettrica che impediva loro di proseguire era disattivata.
-Perfetto.-
Entrarono così nell’ultima porta del corridoio, arrivando in un piccolo salottino con al centro un tavolino bianco con quattro lattine sopra, un distributore rosso di merendine nella parete opposta, un paio di piante ed un bidone per la spazzatura.
Era anche presente un altro uomo del Team Pesto Buio, che vedendoli lasciò cadere la sua merendina a terra sorpreso.
-Non dovreste ficcare il naso in giro! Cacnea! All’attacco!-
Grazie ad una Miniremo fece attaccare Sara da due Pokémon simili a dei cactus, ma questi non fecero molto altro oltre a muoversi per il perimetro di cattura e sputare di tanto in tanto degli aculei.
La cattura quindi non fu difficoltosa, e si concluse con le loro informazioni aggiornate, ovvero “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 1”, “Attacca lanciando aculei.”.

-Mi lasciate andare via pacificamente, per favore?-
Chiese l’uomo preoccupato incrociando le mani.
Settimo rispose con un semplice sbuffo intimidatorio, passandogli davanti per superare la seconda porta, e fatto questo i due impiegarono qualche istante per ambientarsi.
Erano in un nuovo corridoio, ma le pareti di questo erano state sostituite da dei vetri, ed il pavimento era una semplice lastra di metallo sotto di loro.
Faceva veramente uno strano effetto osservare l’abisso sotto di loro e rendersi conto quanto quegli uomini avevano fatto a loro insaputa, ma superarono presto quel tratto tornando all’interno.
 
 
Nel frattempo…
 
-Uff…uff…quanto pesa!-
-Pensa solo a spingere!-
In un piccolo corridoio della base segreta del Team Pesto Buio due dei suoi membri erano impegnati a cercar di far entrare il povero Wailmer in una stanzina, faticando però a causa del suo peso e dei suoi tentativi di liberarsi.
I due erano seguiti da una donna, che continuava a guardarsi attorno agitata.
-Forza voi due! Sembra che ci siano stati alcuni intrusi, e sarà meglio evitare trovino questo Pokémon! Abbiamo già perso l’altro accidenti!-
-Provaci tu a spostare questo coso…-
Ribatté uno dei due ormai senza fiato.
-Te la faccio vedere io la fatica, una volta che ti avrò sbattuto fuori da questo posto e dovrai tornare a casa a nuoto!-
Sbottò la donna quasi saltando. Gli altri due smisero quindi immediatamente di parlare, riuscendo con un ultimo sforzo a spingere il Wailmer, pochi attimi prima che Sara e Settimo superassero il ponte esterno raggiungendo la nuova parte della struttura, e fortunatamente avevano sentito le loro voci.
-Wailmer è qui, dunque. Io controllerò ancora un po’ questo piano. Sara, tu occupati del Wailmer.-
-Certamente!-
-Dividiamoci, per il momento.-
Settimo subito si allontanò proseguendo lungo il corridoio, mentre Sara osservò per qualche secondo la porta davanti a lei.
-Pachi?-
-Sì, sicuramente è qui. Wailord era stato intrappolato dal Team Pesto Buio sott’acqua, ed ora se la stanno prendendo con Wailmer. Fermeremo tutto questo insieme.-
-Pachi!-
Con sicurezza Sara entrò immediatamente, trovando però una scomodissima situazione.
Nella stanza c’erano infatti ben sette uomini, tutti sorpresi quanto lei per il suo arrivo.
-C’è qualcuno! Allarme! Qualcuno acchiappi quel Ranger!-
-Non ci penso nemmeno! Non sono così forte come sembra! Vai tu!-
-No, no! Se facciamo a gara a chi è più scarso, ti batto a occhi chiusi, sai?-
-Va bene, va bene, vado io!...naa, perché io?-
-Questo Ranger non sembra come gli altri.-
-So io come fare! Chiediamo scusa! Scusa tanto, spiamo spiacenti.-
Sara rimase completamente in silenzio, confusa per la situazione.
Si guardò attorno per qualche secondo mentre i sette chinavano il capo in segno di scuse.
-…ok, ora abbiamo la sua fiducia! Carica!-
Il ragazzo che aveva parlato fino a quel momento attivò una Miniremo nascosta, chiamando ben otto Slakoth a combattere. Il loro numero però servì a poco, e pure i loro tentativi di graffiarla, perché per ciascuno quasi bastò solo una linea.
La Miniremo esplose all’istante e tutti gli Slakoth poterono fuggire, lasciando l’uomo nella più completa agitazione.
-Adesso devo chiedere scusa veramente!-
-Maledizione! Dobbiamo usare la forza bruta!-
-Sì, dai, dai, facciamolo! Siamo in sette contro uno!-
Sara e Pachirisu si guardarono attorno per far attenzione ad ogni loro mossa, ma in meno di un secondo furono accerchiati e bloccati. Per la ragazza fu una situazione molto spiacevole, soprattutto perché le prese sulle sue braccia erano fin troppo salde ed esser così bloccata da degli avversari non la tranquillizzava.
-Spingeremo il Ranger fuori! Tutti assieme! Al tre! Uno, due…tre!-
-Lasciatemi!-
Era una mossa che in verità non si sarebbe aspettata visto erano soliti usare solo la forza dei Pokémon, e purtroppo contro sette uomini poteva fare ben poco. In un attimo si ritrovò quindi sbattuta fuori, mentre la porta le venne chiusa in faccia.
-Il Ranger è fuori gioco! Abbiamo vinto! Chiudete la porta così non potrà tornare dentro! Due mandate o tre ed è fatta!-
Purtroppo bloccarono la porta prima che potesse far qualsiasi cosa per impedirlo, e la ragazza si ritrovò a tentar di spingere inutilmente contro la porta.
-Accidenti!-
Era frustrante, dall’altra parte ci poteva essere la strada per aiutare il Wailmer e non poteva fare nulla!
No, non doveva pensare così, c’era sempre un modo per sistemare le cose.
-Vediamo un po…-
La porta non poteva essere abbattuta ed era bloccata dall’interno, ma era presente vicino ad essa un piccolo condotto, troppo stretto per lei ma magari un Pokémon…
-Mh, magari potrei usare questo, devo solo capire come.-
-Pachi!-
Pachirisu saltò un paio di volte vicino a lei, ma intuendo ciò che voleva fare Sara scosse il capo.
-Non posso lasciarti andare lì da solo. Preferisco tu rimanga con me ad aiutarmi per favore.-
 -Pachi pachi…-
-Lo so che vuoi essere utile, ma lo sei credimi. Mi sentirei persa senza di te.-
Sorrise lei inginocchiandosi per accarezzargli il capo.
-Continuerò a muovermi cercando una soluzione.-
Visto per il momento c’era un solo corridoio si limitò a seguire quello, facendo attenzione ad evitare un altro Houndoom lì vicino.
Fatto questo arrivò in un punto lungo cui la parete erano presenti ben tre porte, ed ancora una volta un Hounsoom a guardia.
A quanto pare quel Pokémon per la sua aggressività era molto usato in situazioni simili, ma per evitarlo a Sara bastò passare per la prima porta, incappando purtroppo in un altro membro del Team Pesto Buio.
-Che cosa vuoi? Mi sono stufato di montare Miniremo tutto il giorno. Sei un’ottima variazione di programma!-
Immediatamente utilizzando una Miniremo l’uomo chiamò a sé due Pokémon, uno simile ad una grossa pianta gialla e l’altro un Mothim, ma solo questo attaccò durante la cattura che si concluse quasi subito.
Il nome dell’altro era Victreebel, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 2”, “Attacca lanciando foglie e veleno.”.

Con l’esplosione della Miniremo i Pokémon vennero liberati, ma l’uomo urlò qualcosa che lasciò Sara perplessa.
-Evviva l’energia dei sogni! Ciao ciao petrolio!-
-Cosa?-
Serrando le labbra  l’altro non sembrava intenzionato a dir nient’altro, ma c’era comunque qualcosa di strano nelle sue parole, anche se per la ragazza non era ancora chiaro.
Forse si riferiva all’energia dei sogni con semplicemente le gemme che usavano?
Ma allora perché le sembrava di averlo già sentito in un contesto diverso?
Scuotendo il capo, rendendosi conto che oltre a vari computer non v’era altro, la ragazza uscì passando alla seconda porta alla sua sinistra, ritrovandosi in un altro salottino ma con ben due uomini del Team Pesto Buio, che vedendola subito sorrisero divertiti.
-Dimmi, fratello. Chi sarà questa persona qui?-
-Come, non lo capisci dai vestiti? Si tratta sicuramente di una star del cinema che sta recitando in un film d’azione.-
-Beh, allora dimmi questo, fratello: cosa ci fa una star del cinema qui?-
-Ma non sai proprio niente, eh? Questo è il set e stanno girando una scena. Da qualche parte c’è probabilmente una telecamera che sta riprendendo anche noi mentre parliamo.-
-Ma davvero? E che film sarebbe? Dimmelo, fratello.-
-E come potrebbe intitolarsi secondo te? “Pokémon Ranger VS il Team Pesto Buio!”-
Dopo questo piccolo monologo, assai strano per la ragazza, entrambi attivarono delle Miniremo chiamando due Pokémon, un Murkrow ed un altro simile a lui ma blu e molto più grande, escluse però alcune onde viola create dal primo non ci fu nessun’altro attacco o contrattempo.
Il nome dell’altro invece era Honchkrow, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 3”, “Provoca vortici e raffiche di vento oscuro. Inoltre, attacca con Neropulsar.”.

-Dimmi, fratello…abbiamo perso lo scontro, ma saremo in un film, quindi tutto ok, vero?-
-Sì…se non tagliano la nostra scena.-
-Emh…ok…io esco di scena…-
Disse solamente Sara uscendo rapidamente dalla porta.
-Che strani…-
Ormai lungo la parete rimaneva solo un’altra stanza, ma come si avvicinò alla porta notò un piccolo cartello con su scritto “Attenzione! Gas di Skuntank! Tapparsi il naso prima di entrare”.
-Uno Skuntank? Ottimo! Posso usare il suo tanfo per far uscire quegli uomini!-
Era un piano perfetto, peccato che prima di entrare venne raggiunta da uno strano Pokémon simile ad una mummia, e dovette approcciarlo in una cattura.
Da subito questo, dopo aver mosso le dita un paio di volte, lanciò una fiamma viola a terra che lasciò impresso per qualche secondo un volto nero con due occhi rossi, ma non fu difficile evitarlo visto il Pokémon si teletrasportava in prossimità.
Leggermente diverso fu quando diede vita ad una fiammella viola che si mosse per tutto il perimetro, ma oltre a questo non fece molto altro ed alla fine venne catturato.
Il suo nome era Dusclops, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere Spettro 3”, “Attacca lanciando sfere maledette e sfere imbevute di sentimenti d’odio.”, non era mai un piacere però per Sara leggere dei simili dettagli, e guardò il Pokémon tristemente.

-Spero che mentre sarai con noi avrai solo sentimenti positivi.-
Sorridendogli cercò quindi d’aprire la porta, ma si rese conto che questa era chiusa.
-Oh andiamo!-
A quanto pare era costretta a muoversi ancora per il corridoio, che curvando un altro paio di volte si concludeva con un vicolo cieco ed un’ultima porta, superata questa però la stanza in cui si ritrovò fu leggermente diversa dalle altre, era infatti un centro di comando con vari computer e schermi, con tre uomini a controllarli.
Sara si paralizzò immediatamente temendo d’esser stata scoperta, ma guardandoli meglio si rese conto che erano tutti e tre praticamente addormentati, forse sfiniti da degli straordinari.
Sollevata dalla notizia notò anche un’altra porticina, e giusto per evitare di svegliarli vi entrò immediatamente ritrovandosi in un laboratorio, avente vari scaffali, almeno quattro tavoli bianchi con libri e computer sopra e numerosi scaffali pieni di libri alle pareti.
Non era però sola, assieme a lei c’erano altre due persone; la prima era Settimo, mentre la seconda…qualcuno che non si sarebbe mai aspettata lì.

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Capitolo 59
*** Capitolo 59 ***


-Co-cosa stai facendo?!-
Dall’altra parte della stanza, davanti a Settimo, c’era un ragazzo alto e magro, vestito con un camice da laboratorio, gli occhi azzurri ed i corti capelli biondi.
Sembrava agitato, ma non aveva perso quello sguardo serio che l’aveva caratterizzato fin dai tempi dell’accademia.
Sara era a bocca aperta, e riuscì solo ad avvicinarsi per la sorpresa, mentre Settimo notandola sorrise mostrandole una chiavetta tra le mani.
-Ho avuto i progetti della loro Macchina incredibile da questo ragazzo con i capelli a scodella!-
Anche il ragazzo si voltò, sorpreso quando la ragazza guardandola.
-Oh, ehi! Aiutami, Sara! Sono io, Leo! Questo tipo mi sta maltrattando!-
-Leo…-
Come poteva essere lì?
Non riusciva veramente a darsi spiegazioni plausibili se non un terribile pensiero che le attanagliò lo stomaco in maniera simile a quando aveva scoperto il coinvolgimento di Vanesio, ma prima che potesse dir nulla un uomo del Team Pesto Buio entrò, forse sentendo le parole del ragazzo.
-Voi infidi Ranger! Non ve la caverete facilmente!-
Raggiungendoli usò subito una Miniremo per far attaccare Sara da due Mr. Mime, ma nonostante lo shock appena avuto la ragazza li catturò senza alcun danno, lasciando che la Miniremo esplodesse.
-Mi secca ammetterlo, ma mi ha surclassato! Professor Leo! Al momento giusto deve darsela a gambe!-
Così dicendo l’uomo fuggì via, lasciandoli soli.
Sia la ragazza che Leo rimasero in silenzio, fissandosi confusi.
Solo Settimo interruppe finalmente il silenzio.
-Sara…conosci questo tipo?-
-Per forza che ci conosciamo! Sara ed io ci siamo diplomati insieme all’Accademia dei Ranger. Sara ha fatto carriera da Ranger e io da scienziato, ma siamo entrambi gran lavoratori.-
Disse subito Leo incrociando le braccia.
-Che situazione assurda. Com’è che un diplomato dell’Accademia dei Ranger finisce a lavorare nel covo del Team Pesto Buio?
-Leo…perché?-
Perfino Sara volle delle spiegazioni, ma nel volto dell’amico vide solo una leggera confusione.
-Siamo proprio nel cuore della loro base. Non è il momento di perdersi in chiacchiere. Portiamo questo ragazzo alla Federazione. Il professor Frenesio sarà soddisfatto di questo colpo.-
Disse subito dopo Settimo scuotendo il capo, sotto il disappunto di Sara. Leo invece sembrò molto contento.
-Davvero? Mi farete incontrare il professor Frenesio? Vengo! Vengo! Per favore, portatemi con voi!-
In preda all’euforia il ragazzo quasi saltò, ma si ricompose subito sistemandosi con un sorriso.
-Non mi dispiace lavorare qui perché ci sono un sacco di libri e la gente è cordiale. Ma la Federazione Ranger…il suo richiamo è troppo forte. Se posso dedicarmi alle mie ricerche, sono disposto ad andare ovunque!-
-Cordiali?-
Domandò ancora la ragazza perplessa. Ma sapeva almeno dove si trovava?
Anche Pachirisu si grattava la testa cercando di capire, osservando il biondo che prendeva qualche libro.
-Ma prima di andarmene, vorrei salutare il professor Vanesio. Credo di dovergli questa cortesia.-
A quelle parole Sara provò un brivido gelido lungo la schiena, ricordandosi non solo di Vanesio, ma anche di Maximilian.
Avrebbe voluto dir qualcosa, ma Settimo facendole un cenno con la testa scosse il capo, dicendole di tacere.
Se Leo non sapeva dove si trovava e la verità della situazione forse non era ancora il caso di dir nulla, avrebbero potuto scioccarlo e non avrebbe più detto nulla. Oltretutto lui ammirava il professore fin dai tempi dell’Accademia, se avesse saputo volevano fermarlo forse si sarebbe rivoltato contro di loro…
-Il professor Vanesio dovrebbe trovarsi al piano inferiore. Posso andare a salutarlo?-
-Beh, si potrebbe andare tutti quanti a trovare questo Vanesio. Sapete, l’etichetta e tutto il resto. Al piano più basso, vero?-
Disse Settimo avviandosi per primo verso la porta. Annuendo Sara si limitò a seguirlo in silenzio, fissando di tanto in tanto Leo che avrebbe indicato loro la strada.
Come poteva essere che tante persone del suo passato fossero collegate a quell’organizzazione?
Il professore e ben due suoi amici…era senza parole.
Quasi non si fermò nemmeno davanti alla porta oltre cui c’era lo Skuntank, ma Leo per un qualche motivo lo fece.
-Ah già! Volete vedere la nuova ricerca nella quale sono impegnato? E’ qualcosa che tengo nascosto al professor Vanesio.-
-Certo.-
Disse subito Settimo interessato.
-Sto cercando di ricavare un profumo da puzze e tanfi naturali ultrapotenti.-
Quella ricerca sembrò familiare alla ragazza, ma visto l’amico aprì la porta certo non le dispiacque.
-Questo è il mio laboratorio! Puzzolente ma scientifico, proprio come le ricerche che piacciono a me!-
Il sorriso del biondo era così solare che perfino Sara si ritrovò a sorridere, ma la puzza all’interno del laboratorio fu così forte che subito svanì.
Aveva dimenticato quanto potesse esser forte l’odore di quel Pokémon, ma certo non la sua carica, ed infatti quando questo l’attaccò Sara subito lo evitò, riuscendo a raggiungerlo per iniziare la cattura.
Non fu affatto comodo restare con una mano sul naso per tutto il tempo, ma dopo qualche nuvola di gas ed una pozza di veleno il Pokémon venne catturato senza problemi.
-Spero non ti secchi Leo.-
Disse subito guardando l’amico.
-Oh no tranquilla. Ormai le ricerche sono a buon punto ed era il momento di liberarlo. Oltretutto ti ha attaccato lui.-
Felice non fosse seccato dalla cosa Sara uscì immediatamente da lì, lasciando che i polmoni respirassero nuovamente aria pulita e correndo subito verso la porta che era stata bloccata dagli uomini del Team Pesto Buio.
Fermandosi davanti alla porta tentò, per pura scaramanzia, di vedere se fosse aperta, ma nulla era cambiato.
-La sala dell’ascensore è dietro questa porta?-
Chiese Settimo guardando Leo, che annuì.
-Sento degli scagnozzi del Team Pesto Buio discutere dall’altra parte.-
-Già, per questo penso abbiamo già la soluzione, no?-
Disse Sara con un leggero sorriso, e Settimo guardando prima lei poi lo Skuntank sorrise a sua volta.
-Ricordi le Rovine Cromane? Potremmo fare lo stesso qui. Usare  il “metodo puzzolente ma scientifico” per tirarli fuori da lì.-
Annuendo Sara guardò subito il suo amico, accarezzandogli il pelo.
-Per favore, potresti entrare e pensarci tu?-
Il Pokémon annuendo non ci mise troppo per superare il condotto, e dalla porta si poteva sentire chiaramente ciò che stava accadendo.
-Uh? Cosa ci fa qui questo Pokémon?-
-Com’è che si chiama? Tipo, Skun-qualcosa?-
-Oh? Si è girato per sventolarci il sedere in faccia! Che simpatico!-
“BRAAAAAAAT!”
Molto meno simpatico fu il suono che provenne dal Pokémon, e perfino il fetore che si sentiva dall’altra parte della porta.
-Urg! Urghugh!-
-Soffoco!-
-Argh!-
-Mi bruciano gli occhi!-
In una manciata di secondi la porta si aprì, e tutti gli uomini uscirono di corsa coprendosi il naso per il tanfo.
Perfino i tre fuori dalla porta dovettero farlo, ma almeno erano riusciti nel loro intento.
Come il Pokémon uscì Sara si inginocchiò accarezzandogli il muso.
-Grazie Skuntank, a presto!-
Fatto questo il Pokémon se ne andò di corsa, ed i tre poterono proseguire. Come aprirono la porta però si resero conto che uno degli uomini nella stanza era rimasto, apparentemente però era completamente intontito.
-Poveretto, la puzza deve esser stata troppo forte.-
Disse Settimo passandogli una mano sul volto. Successivamente entrarono nell’unico ascensore nella stanza e scesero ad un livello inferiore della piattaforma.
Ormai erano metri e metri sotto l’acqua, vista anche l’oscurità che li circondava visibile grazie alle pareti in vetro. Era quasi inquietante, pensare oltretutto che come più si avvicinavano al cuore della struttura più entravano nelle tenebre non aiutava, ma erano Top Ranger e potevano superare anche quella sensazione.
Arrivarono stavolta in una stanza leggermente diversa dalle altre, in quanto il ferro usato per costruire l’interno era viola. C’erano solamente due Mr. Mime nella stanza e nessun’altro.
-Quello scherzo che abbiamo fatto a quei tipi prima…era solo una super puzzona, d’accordo. Ma comunque, non staremo esagerando?-
Chiese improvvisamente Settimo fermandosi.
-Esagerando? Noi non abbiamo costretto nessun Pokémon a fare nulla e nessuno è rimasto ferito, oltretutto l’abbiamo fatto anche alle alture…-
Obbiettò Sara mentre Leo fissava i due estraneo alla conversazione.
-Lo so, però è sempre bene avere un limite. Solo perché sono persone malvage non significa dobbiamo comportarci allo stesso modo con loro.-
-Questo lo so…-
Non avevano molto tempo da perdere, ma per Settimo sembrava un discorso molto importante, ed infatti continuò a parlare, spostandosi lontano da Leo per non fargli sentire nulla.
-Cosa farai quando vedrai Vanesio? Se avrai la possibilità di metterlo alle strette?-
Quella domanda era sicuramente improvvisa, e ci volle qualche secondo per la ragazza per pensare a qualcosa, ma non le venne nulla.
-Io…non lo so, forse vorrei fargliela pagare per tutto il male che ha fatto.-
-Così però rischieresti di cadere sotto il suo livello. Devi pensare a dargli ciò che merita e che in seguito sia la giustizia a punirlo come è più giusto. Noi non siamo né giudici né giuria, dobbiamo solo assicurarci la riceva.-
-Perché mi stai dicendo tutto questo?-
Chiese la ragazza seria guardandolo.
-Perché sei un’ottima Ranger ed una ragazza capace, ne ho visti però molti come te imboccare una strada che li spingeva a sentirsi superiore dei loro rivali, facendo perder così loro onore. E’ importante che contro ogni avversità tu mantenga la calma e che non ti faccia trasportare dalle emozioni. Solo perché sei più forte di alcuni non significa puoi schiacciarli, è questo che ti renderà diversa da Vanesio.-
Ciò che diceva aveva senso, anche se era difficile da accettare.
-Farò del mio meglio.-
-Brava bimba, ed ora andiamo. Oh, dimenticavo! Gli appartamenti del professore sono in fondo a questo piano. Ma per arrivarci bisogna attraversare tre sezioni di pavimento elettrificato. Sono alimentate da tre diversi generatori. Non si può proseguire senza disattivare questi tre generatori.-
-Ho capito.-
Disse subito Sara, ignorando il “bimba”, e facendo un passo avanti. Non si accorse però d’esser finita sopra ad un grande sensore blu, che dopo aver lampeggiato fece abbassare la parete davanti a loro, dello stesso colore.
-Pachi?-
-Oh, devono essere delle pareti mobili. Per aprirci la strada dovremo usare questi sensori.-
Spiegò subito Settimo andando avanti. Arrivando infondo alla sezione aperta potevano andare o verso sinistra, dopo aver attivato un sensore rosso per far abbassare una parete, o a destra, e qui la via era già libera ed era presente oltretutto una porta. Vicino a questa però c’era anche un gigantesco Pokémon, simile ad una tigre dalla folta criniera giallognola, e come si avvicinarono subito saltò addosso a Sara, iniziando una cattura.
Immediatamente il Pokémon creò partendo dalle sue zampe una stella infuocata nel pavimento, e senza alcuna fatica si spostò su di essa. Successivamente tentò d’attaccare la ragazza caricandola, ma lei con un semplice balzo lo evitò procedendo a disegnare alcuni cerchi attorno a lui, fermandosi solamente quando ricreò per due volte in successione la stella di fuoco.
Approfittò però di quel momento per caricare lo Styler, e presto riuscì a catturarlo.
Il suo nome era Arcanine, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 4”, “Attacca emanando una stella incandescente e lanciandosi alla carica.”.

Senza più alcun problema i tre superarono la porta, trovando vicino ad un macchinario giallo, che certamente alimentava uno dei pavimenti elettrificati di cui Settimo aveva parlato, un uomo del Team Pesto Buio ed un  Luxray.
-Professore? Ci ha forse tradito? Non so cosa stia succedendo, ma è mio compito proteggere il generatore!-
Immediatamente l’uomo usando una Miniremo fece attaccare Sara da due Mothim, ma non fu affatto difficile per lei evitare i loro mini tornado con alcuni salti, e catturarli.
-Anche disattivando questo, ve ne rimangono altri, di generatori!-
-Ci occuperemo anche di quelli, forza Sara, pensaci tu!-
Annuendo Sara procedette subito a raggiungere il Luxray, iniziando una cattura.
Inizialmente riuscì ad evitare i fulmini da lui lanciati, ma un’improvvisa scarica elettrica le fece perdere ben sette punti nell’energia, assieme alla lucidità per qualche secondo.
Aveva dimenticato di quanto la successione degli attacchi fosse rapida, ma riuscì presto ad approfittarne per caricare lo Styler e catturarlo, passando oltretutto al livello trentuno, aggiungendo cinque punti di potenza e due di energia, arrivando a 75/75.
Dovette però liberare qualcuno, e scelse Houndoom e Mothim. Fatto questo però fu un gioco da ragazzi per il Luxray mancare in corto il generatore, disattivandolo.
-Bene, andiamo avanti.-
Disse Sara con un sorriso uscendo dalla porta, procedendo verso sinistra attivando il sensore rosso.  Lungo la strada trovò un altro Luxray, che si premurò di catturare in vista dei generatori, ma non fu l’unico Pokémon incontrato. Ne incrociò infatti uno simile ad una grande lucertola verde, e per pura curiosità riguardo le sue abilità si avvicinò iniziando una cattura.
Il Pokémon subito si rivelò veloce nello scagliarle contro delle foglie affilate, che per fortuna non andarono a segno. Ormai Sara era ben allenata nello schivare simili attacchi, anche se quando l’altro fece cadere a terra una chiazza di veleno viola dovette far maggiore attenzione, ma nonostante questo la cattura riuscì perfettamente.
Il suo nome era Sceptile, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 3”, “Attacca lanciando foglie mentre si sposta con agilità.”.

Ora poteva seguire due strade, o proseguire verso destra, passando davanti alla parete che per prima era stata attivata e che ora era chiusa, visto attivando un sensore un altro si disattivava, o attivare un sensore blu vicino ed entrare nella stanza a nord.
Per il momento la ragazza preferì procedere verso destra, ma si rese conto che la strada era bloccata da ben due pavimenti elettrificati sia verso nord che proseguendo fino in fondo a destra.
Non le rimase quindi scelta che tornare indietro, attivare il sensore blu ed entrare nell’unica porta accessibile.
Qui naturalmente trovarono subito un generatore, assieme ad un altro uomo del Team Pesto Buio, sconvolto dalla loro apparizione.
-Eh? Professore? L’hanno fatta prigioniero? La salverò io!-
Usando una Miniremo l’uomo chiamò ben due Skuntank, ma a parte qualche puzzetta di tanto in tanto mentre camminavano che fluttuava in aria non tentarono alcun attacco, dando così modo a Sara di catturarli con facilità. La Miniremo così esplose, ed i Pokémon furono liberi.
-Non so più cosa sia vero o falso.-
Disse sconsolato l’uomo abbassando il capo, sia Sara che Settimo però lo ignorarono e distrussero grazie al Luxray anche quel generatore.
-Ne dovrebbe restare solo uno. Forza andiamo.-
Disse soddisfatto l’uomo, ma si fermò quando Leo, rimasto fino ad ora in silenzio, parlò.
-Perché siete così cattivi con quelli del Team Pesto Buio? Sono perplesso.-
I due Top Ranger si guardarono per qualche secondo, prima che l’uomo gli rispondesse.
-Non è il momento per parlare di queste cose…-
-E quando lo sarà? Siete venuti qui per non so quale motivo, avete preso dei dati e state distruggendo un gran numero di Miniremo.-
Obbiettò serio il biondo.
-Sono loro che ci stanno attaccando, noi possiamo solo agire di conseguenza.-
Tentò di dire Sara per giustificarsi, ma era vero. Non erano loro a distruggere nulla, semplicemente quelle cose esplodevano una volta perso lo scontro, forse per un sovraccarico o la perdita del controllo sul Pokémon, a cui oltretutto facevano del male.
-Questo però non me lo sarei aspettato da te Sara. Credevo fossi una brava persona, ma forse le cose cambiano…-
Quella frase la ferì più di quanto immaginasse.
Lei era la cattiva?
Stavano salvando dei Pokémon e lottando contro un’organizzazione malvagia, per la quale LUI a quanto pare lavorava, e lei era la cattiva?
Avrebbe voluto dirgli tutto, ma un’altra occhiata da parte di Settimo la fermò.
Non era ancora il momento, e doveva sopportare d’esser messa in cattiva luce.
-Andiamo avanti…-
Uscendo dalla porta, dopo aver catturato nuovamente un Luxray ed aver attivato il sensore rosso, andarono avanti fino al bivio precedentemente bloccato e procedettero superando la porta a nord.
All’interno della stanza un uomo del Team Pesto Buio osservava il generatore canticchiando.
-La Gigaremo è proprio un pacco. Grance, grossa, pesa un sacco. La Miniremo invece è la novità. Leggera, moderna, che gran comodità. La Gigaremo era idea di uno scienziato. Un vecchio snob, dalla Altru stipendiato. La Miniremo non è opera di un pigmeo, ma di uno che di nome fa…?-
La canzoncina si era rivelata più interessante del previsto, non tanto per la descrizione delle Miniremo e Gigaremo ma per la scoperta che il creatore di queste ultime venisse dalla Altru.
Nonostante la connessione Sara suppose semplicemente che uno dei numerosissimi ricercatori all’interno si fosse dimesso o avesse creato qualcosa di losco, in maniera separata dalla Altru, anche se questo legame ed il fatto si trovavano sotto ad una delle loro piattaforme era strano.
Poteva però esser spiegato però appunto da questa stessa cosa, ovvero che questa persona conoscesse bene il luogo, sapesse era ormai abbandonata e l’avesse sfruttata.
Un vero peccato però che il nome dell’autore delle Miniremo non arrivò, visto l’uomo si voltò.
-Che vi salta in mente di rompermi le scatole mentre sto cantando il rap aziendale?-
Frustrato l’uomo attivò subito una Miniremo, chiamando ben due Machamp che attaccarono Sara, durante la cattura però lei non ebbe alcun problema, limitandosi ad evitare le loro raffiche di pugni, ed il tutto si concluse molto rapidamente con l’esplosione della macchina.
-Questo è straziante.-
Ignorandolo la ragazza procedette subito a far distruggere il generatore, liberando così ogni via a quel piano.
-Grazie Luxray, a presto!-
Finalmente poterono uscire da lì, arrivando ad una stanza con altre due porte, a nord ed a sud, oltre a quella dalla quale erano entrati. C’era anche un Punto di salvataggio, ma ben tre tirapiedi del Team Pesto Buio intenti a confabulare tra loro, ed a giudicare dalla loro tuta appartenevano alla squadra subacquea.
Leo però immediatamente fermò i due Top Ranger appena entrati.
-Un momento, aspettate! Quella porta là è l’uscita di emergenza, che conduce direttamente al ponte superiore. Dopo i saluti al professor Vanesio la aprirò, così potremo andarcene velocemente.-
Disse indicando la porta a sud. Purtroppo però una dei tirapiedi lo sentì, voltandosi immediatamente.
-Ehi! Sei quel Ranger di prima! Ma come mai c’è anche il professore? Vabbè, il Wailmer a quest’ora è già dal nostro capo. Siete arrivati tardi!-
-Oh no!-
Preoccupata Sara guardò Settimo, che serrando i denti fece subito per usare il suo Styler in caso di bisogno.
-Aspettate! Non estraete i vostri Styler! Abbiamo appena finito il turno. Non ho alcuna voglia di combattere.-
-Abbiamo mentito dicendo che quel Wailmer fosse in realtà un Wailord Mini. Chissà se ci sono cascati…-
-Avrei bisogno di una vacanza rilassante. Magari vado in montagna…-
-Questi qui non ci stanno con la testa…Sara quando sei pronta, noi andiamo avanti.-
Disse Settimo scuotendo il capo. La ragazza annuendo andò prima di tutto verso il Punto di Salvataggio, in modo da evitare di perdere i dati dello Styler.
Ormai pochi passi la separavano da un altro incontro con Vanesio…le tornarono in mente le parole di Settimo e si rese conto era molto più difficile del previsto mantenere un atteggiamento calmo.
Quell’uomo aveva mentito a tutti, a lei, ad Alex, Glenda, Leo, i professori…come aveva potuto farlo senza alcun problema o nodo sulla coscienza?
Era ancora una frustrazione forte, che la spingeva forse ad agire per istinto.
Controllarsi era veramente necessario?
Vanesio era un criminale e lei una Top Ranger, perché punirlo come lei meglio pensava sarebbe stato sbagliato?
Forse era troppo coinvolta nella faccenda per capirlo…ma non era l’unico suo pensiero.
Oltre al dover salvare il Wailmar c’era anche Maximilian, che non aveva visto in tutto il posto e che quindi doveva esser per forza dall’altra parte di quella porta.
Sperava di poter far leva sulla loro amicizia per convincerlo ad andarsene una volta per tutte…
-Andiamo.-
Con sicurezza la ragazza superò la porta, iniziando a percorrere un lungo corridoio in vetro in mezzo all’oceano, a metà di questo però lo Styler ricevette un messaggio.
-Formaggio in arrivo! Sono io, Ar…Alex! Ti chiamo a proposito della Gemma Gialla! Ricordi? Un grande cristallo? Giallo? Siamo amici, vero? Te ne occupi tu, vero?!-
All’arrivo del messaggio il cuore della ragazza sussultò dalla sorpresa. Aveva completamente dimenticato il suo amico, e sentì un forte dispiacere per questo, ma era così felice di sentirlo.
Però…la sua voce era così strana, e anche il suo modo di parlare…
-Vedi, collega, mi sono ricordato di avere un’altra importante commissione. Vieni nel Deserto Haruba adesso! Sbrigati, sbrigati, presto!-
-???-
La foga con cui la chiamò rese la ragazza ancor più inquieta, ed anche una serie di rumori in sottofondo non le erano chiari.
Perfino Settimo sembrava perplesso.
-Alex? Ha detto “commissione” invece di missione…? Cosa fa, ci prende in giro?-
-Sono certa che non sia così…-
Tentò di dire Sara vedendo Settimo alterarsi.
-Si sta bullando di essere diventato un Top Ranger?-
Era molto chiaro quanto la faccenda gli stesse a cuore, e Sara fu colpita dalla cosa. Magari con le ragazze non era un gran che, ma col suo lavoro era veramente serio e diligente.
-Mah…sarà meglio che tu vada a dare un’occhiata nel Deserto Haruba. Dopo aver salvato Wailmer, naturalmente.-
-Certo.-
Con un leggero sorriso Sara andò avanti lungo il corridoio, fino ad arrivare al suo termine.
-Queste sono le stanze di Vanesio. Tutto pronto?-
Chiese l’uomo guardandola.
-Sì.-
-Andiamo a presentarci!-
Alex avrebbe dovuto aspettare solo un altro po’, perché era il momento per Sara di fare un altro incontro con il loro professore…

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Capitolo 60
*** Capitolo 60 ***


Superata la porta i tre si ritrovarono all’interno di una gigantesca stanza il cui pavimento era stato nascosto sotto un morbido tappeto viola, con sopra ricamata l’effige del Team Pesto Buio. Ai lati di questo tappeto che percorreva perfettamente il centro della stanza il pavimento era rialzato e sostituito con una parete liscia, mentre dall’altra parte scendendo aveva dei vetri che permettevano di vedere l’acqua che li circondava.
Il soffitto era altissimo ed alle pareti viola erano appese numerose bandiere, sempre con il logo dell’organizzazione. Al soffitto invece pendevano quattro lampadari rotondi che permettevano un’ottima illuminazione.
Il dettaglio più importante però arrivò immediatamente alle orecchie dei tre, ovvero il verso dolorante del Wailmer rapito.
-Gwaaaroh.-
Questo si trovava esattamente dall’altra parte della stanza, dopo una breve scalinata che conduceva ad una grande poltrona viola, posta in una mezza cupola violastra.
Alle spalle di questo punto la parete era stata sostituita a sua volta da un vetro, abbastanza resistente fortunatamente da reggere la pressione.
Vicino al Pokémon si trovavano Vanesio ed i due dirigenti che Settimo e Sara avevano visto prima di entrare all’interno della piattaforma, tra i quali c’era anche Maximilian…
-Qual è il significato di tutto ciò, di grazia? Cosa li ha spinti a catturare un Wailmer?-
Vanesio sembrava oltremodo scocciato, perfino dai suoi occhiali neri gli occhi azzurri sembravano essere capaci di raggelare ogni cosa, ed infatti i due sottoposti erano visibilmente agitati.
-Oh, no, no, capitano! Non è così! Secondo la squadra subacquea questo non è un Wailmer, ma un Wailord Mini…-
Rispose Maximilian, in tono quasi ironico, a far intendere nemmeno lui ci credeva.
-L’unica cosa mini qui è il tuo cervello. Come hai potuto farti abbindolare da una bugia così ovviamente ovvia?-
Facendo un passo avanti Vanesio fece arretrare la donna vicino al ragazzo, che squittì spaventata.
-Non è nient’altro che un semplice Wailmer! Hai davvero pensato che questo piccoletto potesse rimpiazzare la nostra nave cargo?-
Cercando di mantenere la sua calma l’uomo si allontanò, sfregandosi il viso con una mano.
-Allora stavano mentendo sul Wailord Mini! Ecco perché non avevo mai sentito di un Pokémon che si chiamasse così.-
Borbottò la donna guardando il collega, facendo poi nuovamente un passo verso il loro capo.
-Sono così sconcertato che non riesco nemmeno a infuriarmi. Non ho mai avuto collaboratori decenti in tutta la mia carriera. E ho promesso di portarti con me alla sede centrale una volta promosso? Ma neanche per sogno, brutto incapace…uhm? Chi va là?-
In mezzo al suo discorso Vanesio sentì i passi di qualcuno che si stava avvicinando, ma non sembrava intenzionato nemmeno a guardare di chi si trattasse. Maximilian nel frattempo continuava a fissare il pavimento con fare cupo, e Sara non poté non provare una fitta di dispiacere per il modo in cui era stato trattato.
-Per piacere, ditemi che avete catturato un vero Wailord.-
I tre subito si avvicinarono, rivelando così una brutta sorpresa per l’uomo che immediatamente sobbalzò.
Non fu l’unico comunque ad essere stupido, Maximilian sbiancò quasi completamente scuotendo il capo fissando Sara.
-Ma cos…no, non di nuovo tu!-
Urlò Vanesio guardando la ragazza, notando poi il ragazzo con i due Top Ranger.
-Eh? E il professor Leo, pure? Stai cercando di rapire il professor Leo?!-
-Oh, no, professor Vanesio, non è così! Non mi hanno rapito! Nossignore! Mi hanno invitato alla Federazione Ranger! Avrò la possibilità di visitare il loro laboratorio di ricerca!-
Spiegò immediatamente Leo raggiante in viso.
-Professor Vanesio, si ricorda, vero? E’ Sara della classe vicino alla nostra!-
Vanesio assottigliò gli occhi ascoltandolo, senza distoglierli dalla giovane.
-Se mi ricordo? Come potrei mai dimenticare il Ranger che…la mia nave cargo…-
Il ricordo sembrava bruciare ancora molto in lui, tanto che strinse i pugni con forza dalla rabbia, fermandosi solo quando realizzò le parole di Lei.
-Uh? Malefico traditore! Quel disco di dati che hai in mano…sono i nostri dati di progettazione! Cosa significa tutto questo?! Non solo il professore…volete portar via anche i nostri dati? Non state lì impalati, voi buffoni! Riprendeteli con la forza!-
-Sissignore!-
Disse immediatamente la donna dai capelli rossi, mentre Maximilian riusciva solo a fissare la Top Ranger con fare quasi affranto.
Quando però la collega scattò verso Leo dovette far lo stesso, e mentre il ragazzo arretrava Settimo si mise davanti ad entrambi, bloccandoli.
-Tsk tsk! Riprendervi i progetti della vostra Macchina incredibile? Vi piacerebbe! Mi occupo io di questi pagliacci! Tu pensa a lui, Sara!-
Nel momento in cui Settimo parlò Vanesio attivò subito la propria Miniremo, chiamando lo stesso gigantesco Pokémon, simile ad un pipistrello viola e nero, che l’aveva portato via dalla nave cargo.
All’inizio della cattura questo si limitò a volare semplicemente attorno alla ragazza, fissandola con aria di superiorità proprio come stava facendo Vanesio dall’altra parte del perimetro di cattura semi-trasparente.
La ragazza però non volle badarci ed approfittò del momento per disegnare alcuni cerchi, fermandosi giusto prima d’esser attaccata da una raffica di mini tornado.
Con molta attenzione ad ogni sua mossa però Sara si rese conto, in seguito, che stava preparando anche un’altra azione non segnalata dallo Styler, ed infatti lanciò a terra una palla di fango esattamente al centro della zona.
Evitarla non era difficile, ma dovette far attenzione ad un altro pericolo non segnalato, stavolta il Pokémon venne avvolto da un’aura rossa ed iniziò a volare caricandola.
Il suo gesto però non la ferì e lo schema d’attacco dell’altro si ripeté almeno altre sei volte, mentre lei aumentava sempre di più l’energia nella barra del Pokémon.
-Tutto qui Vanesio?-
Chiese la ragazza già trionfante quando ormai era a tre quarti, ma l’uomo sorrise beffardo.
-Non preoccuparti, il mio Pokémon ha molti assi nella manica, e finché tu sarai certa di vincere saprò d’avere un vantaggio su di te.-
Quella risposta la irritò non poco, ma mentre riprendeva a muoversi per il perimetro Sara si rese conto che la velocità del Pokémon era aumentata, e di molto anche.
Quasi il tempo tra una mossa e l’altra era di pochi secondi, ma all’improvviso lo schema si ruppe ed il Pokémon si fermò al centro del perimetro.
Il suo corpo venne avvolto stavolta da un’aura viola, e successivamente le cose si fecero molto più difficili…se prima infatti i tornado erano solo un paio ora erano triplicati, ed il suo volo era talmente rapido da rompere spesso la linea.
Non poteva nemmeno guardare da un’altra parte che già doveva evitare un altro attacco, ma la risata di Vanesio arrivò chiara alle sue orecchie.
-Ahahahaha! Che ti dicevo? La superbia sarà la tua rovina, potrai anche essere un prodigio ma questo non batterà anni ed anni d’esperienza in questo campo. E’ il momento di darti una bella lezione!-
Punta nell’orgoglio Sara si voltò con rabbia, ma questo le costò caro visto il Pokémon creò immediatamente dei tornado, ed uno di questo colpì in pieno la Top Ranger che non solo finì per esser sbalzata via contro la corrente d’aria ma la forza di quest’ultima fu tale da far prendere una brutta piega alla sua schiena.
Perdendo ben sei punti nell’energia, arrivando a 69/75, la ragazza si alzò da terra ignorando il dolore.
Voleva distrarla in modo da far sì venisse ferita più facilmente.
Uno come lui ricorreva perfino a certi giochetti…sentiva la rabbia crescere in lei ancora di più, tanto che avrebbe voluto uscire da lì per schiaffeggiarlo con tutta la sua forza.
Se avesse potuto chiedere a Pachirisu di dargli una bella scossa…
Mentre questi pensieri le attraversavano la mente l’occhio si spostò sul suo collega, Settimo, intento come lei ad affrontare quegli uomini, ma sentendo Vanesio parlare si era voltato e fissava Sara serio.
Cosa si aspettava da lei?
Solo perché la vedeva ferita si credeva superiore o pensava che avesse bisogno d’aiuto?
Si sbagliava, lei non aveva bisogno di nessuno per dare farla pagare a quell’uomo, se lo meritava e lei più di tutti lo sapeva.
In quel momento però, mentre la spirale di rabbia in cui stava finendo aumentava, si rese conto dei suoi stessi pensieri, e di come rivedendoli sembrassero solamente nocivi.
Sembravano quelli che Vanesio avrebbe potuto avere.
Settimo glielo aveva detto, l’aveva avvertita che aveva visto molti prendere una strada sbagliata, e lei forse ci stava cadendo in pieno.
Lei poteva fermare Vanesio, ma non era compito suo dargli la punizione per i suoi crimini, nonostante tutto ciò che aveva fatto e l’enorme bugia creata nella sua vita.
Il pensiero d’aver voluto quasi coinvolgere Pachirisu solo per fargli del male la fece vergognare tantissimo.
-Io…non sono un prodigio, ma non ho bisogno di ricevere alcuna lezione da te.-
Disse quindi prendendo un profondo respiro per calmarsi.
-Io farò tutto ciò che posso per assicurarmi tu riceva la punizione che meriti!-
A quella parole Settimo, ancora lontano, sorrise riprendendo a combattere serenamente, mentre Vanesio serrò la mandibola irritato.
Sara tornò quindi ad evitare gli attacchi del Pokémon, con grande attenzione ad ogni suo gesto. Sentiva molta più calma dentro di sé, e riuscì grazie ad essa ad evitare d’esser ferita fino alla fine, quando finalmente catturò il Pokémon.
Il suo nome era Gliscor, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Volante- Mossa: /-”, “Attacca lanciandosi alla carica, emettendo vortici e scagliando fango. ”, la cattura di grado S fu poi sufficiente per passare al livello trentadue, con dieci punti in  più di potenza e due di energia, arrivando a 77/77.

La Miniremo di Vanesio esplose sotto i suoi occhi, ma nonostante questo l’uomo non ne sembrò turbato…
-Eh eh eh…-
Con il suo piccolo sorrisetto l’uomo si voltò, ignorando Sara e guardando il mare attorno a loro.
-Siete in ritardo, pivelli. E non lo dico tanto per dire. La Macchina Incredibile è già completa al 99%.-
A quelle parole Sara e Settimo sbiancarono completamente, fissandosi per una manciata di secondi.
-Quando il capo attiverà la Macchina incredibile…il futuro del Team Pesto Buio risplenderà di tutte le sfumature dell’oscurità. Io ho reso possibile tutto questo. Il nostro futuro dipende completamente dai miei sacrifici. Mi sono finto insegnante all’Accademia e ho reclutato un ragazzo geniale. Già, un genio di quelli che nascono una volt ogni secolo. Quel ragazzo geniale è Leo.-
Sentendosi nominare il ragazzo sembrò improvvisamente agitato, mentre la situazione per lui si faceva tetra.
Settimo era riuscito ad evitare che Maximilian e la sua collega lo raggiungessero, ma ancora non era finita.
-Per questo risultato, il capo alla fine mi ha promesso di farmi dirigente della Altru…-
-Che cosa?-
Confusa Sara tentò di capire, venendo però interrotta da un forte suono.
SBRAAAAAAAAAANG!!!
Tutto attorno a loro iniziò a tremare, e sembrava che non facesse parte del piano dell’uomo vista la sua agitazione.
-Co-cos’è stato?! Un sottomarino ha urtato la piattaforma?-
Maximilian e la collega controllarono subito l’esterno, ma ciò che vide il ragazzo lo rese pallido.
-E’ un Wailord! Un Wailord sta prendendo la base a testate!-
Doveva essere quello che l’aveva portata fin lì. Forse non vedendola tornare era passato all’azione, ma nel momento peggiore!
Vanesio intanto sembrava essere completamente andato nel panico, tanto che teneva le mani tra i capelli dall’agitazione.
-Un Wailord?! Sta cercando di distruggerci la base?! Io…io abbandono la base! Ho troppo da perdere! Sono un uomo con un avvenire, io! Sono troppo importante per finire affogato qua sotto con voi! Miei sottoposti…e anche tu Leo…io me ne lavo le mani, di voi! Arrangiatevi a nuotare fuori da qui!       
A quelle parole l’uomo si precipitò sulla poltrona nella stanza, e questa venne completamente avvolta da una sfera viola scomparendo nel pavimento, rivelando una via di fuga.
-No!-
Ancora una volta le era sfuggito, frustrata Sara non seppe nemmeno cosa dire, mentre Maximilian e la sua collega si avvicinarono alla fuga.
-Ca-capitano!-
Entrambi sembravano spaesati, ed era più che naturale. Con un gelo tipico di persone così il loro superiore li aveva lasciati in una situazione disperata…la ragazza però fu la prima a reagire, saltando per cercare di raggiungerlo.
Maximilian, completamente pallido, fissò il vuoto per almeno qualche secondo, arrivandovi fino al bordo, ma Sara non avrebbe mai potuto lasciarlo andare così.
-Maximilian!-
Sentendosi chiamato il ragazzo si voltò, guardandola negli occhi con un fare perso e forse spaventato.
Ciò le fece provare una stretta al petto, ben consapevole da quei minuti dipendeva molto.
-Ti prego, fermati, non saltare.-
-I-io…ti avevo detto di andartene.-
Cominciò lui tentennando, mentre Settimo e Leo restavano in disparte per evitare che le cose si complicassero.
-Sai che non l’avrei mai fatto, non solo per il Wailmer, ma per te. Dovevo riportarvi indietro.-
-Riportarmi dove? Io non sono un Ranger.-
Disse il rosso con voce quasi spezzata, come se ogni sua scelta fosse stata un terribile sbaglio che gli pesava fino infondo.
-No, ma non sei nemmeno una cattiva persona.-
-Stai scherzando vero? Guardami anche solo per qualche secondo!-
-Ti sto guardando, e vedo che sei spaventato.-
-Chi non lo sarebbe? Questo posto sta per affondare!-
-Lo so, ma non me ne andrò comunque senza di te.-
Mentre parlava la ragazza tentava d’avvicinarsi, un passo alla volta, per poterlo finalmente raggiungere.
-Perché…solo perché sei un Ranger?-
-No, perché sei mio amico.-
A quelle parole Maximilian spalancò leggermente gli occhi, visibilmente sorpreso dalla sua affermazione.
-Sei diventato mio amico da quando abbiamo iniziato a parlare, da quando abbiamo riso assieme e ti sei preoccupato per come mi sarei sentita una volta fossi andato via.-
-Un amico non fa quello che ho fatto io…-
Disse lui abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro.
-Gli amici sbagliano, ma fanno anche la pace.-
Quante volte all’accademia aveva litigato con Alex, ed anche con Glenda una volta, ma le cose si erano sempre risolte. Fino a quando le persone tengono le une alle altre possono sempre fare qualcosa.
-Io…non posso tornare indietro…non posso farlo e chiedere semplicemente scusa, sperando le cose si sistemino.-
-Non sto dicendo questo, ci vorrà un po’ di lavoro, ma puoi avere una vita normalissima come tutti noi. Non è impossibile, un ragazzo che faceva parte proprio del Team Pesto Buio l’ha fatto, ed ora vive a Caldonia facendo il pescatore.-
Sperava di riuscire a mostrargli un piccolo spiraglio di possibilità, ma il sorriso amaro di lui non la rincuorava.
-Si vede non ha fatto quello che ho fatto io…hai letto la lettera non è vero? Sai quello che ho fatto ai Pokémon ed alle persone, non puoi fidarti veramente di me, credere che ci sia qualcosa di buono.-
-Io so che c’è, l’ho visto e continuo a vederlo, ma ho bisogno che anche tu ci creda. Se così non fosse non mi avresti ridato le lettere dei miei amici e non avresti lasciato che mi avvicinassi a te mentre eri alla Federazione.-
Sembrava che Maximilian stesse rivedendo nella sua mente ogni secondo passato con lei, ed allo stesso tempo anche tutti i momenti in quell’organizzazione.
-Non posso farcela…questo è l’unico posto a cui posso appartenere…-
Disse poi quasi in un sussurro.
-No, puoi andare ovunque tu voglia, nella neve della Valle di Crio, a Caldonia, a Portena o perfino in una piccola città come quella di Vien. Non hai bisogno di farti legare da queste persone a qualcosa che ti fa solo male, e che fa soffrire tutti.-
-Dubito la gente potrebbe accettarmi.-
-Io l’ho fatto, mi è bastato conoscerti.-
Era vero, e lei per prima aveva avuto grandi riserve nei suoi confronti, ma le era bastato un po’ di tempo per riuscire a vedere che non erano poi così diversi.
-Ti prego Maximilian, vieni via con me…-
Ormai erano vicinissimi, sarebbe bastato poco ma Sara si limitava ancora a tendergli la mano, sperando l’accettasse.
-Sara…mi dispiace tanto…-
Con un sorriso amaro il giovane si lasciò cadere all’indietro, senza mai lasciare gli occhi della ragazza che scattando tentò perfino d’afferrarlo al volo, ma fu tutto inutile.
-No!-
In pochi istanti la figura di lui venne completamente avvolta dall’oscurità, mentre le pareti ed il pavimento vibravano con un’intensità preoccupante.
-Gwaaaroh.-
Wailmer si guardò attorno, riconoscendo probabilmente da quegli scossoni la presenza del suo amico, e senza pensarci si buttò a sua volta nell’uscita d’emergenza.
Almeno per lui la ragazza poteva sperare tornasse a casa.
-Professor…Vanesio…? E la Macchina incredibile…?-
Purtroppo non era l’unica cosa a cui la ragazza poteva pensare, infatti da quando tutto questo era iniziato Leo si era ritrovato completamente spaesato e senza più le certezze che l’avevano accompagnato fino a quel momento. Nei suoi occhi si leggeva la confusione e la rottura di qualcosa.
-Non è una macchina per promuovere l’amicizia tra i Pokémon e le persone?-
Alzando il capo, Sara lo guardò, capendo che per lui doveva essere un momento difficile.
-Mi dispiace Leo…-
 
 
 
Nel frattempo…
 
Il sottomarino del professor Vanesio si districava tra i coralli e le pareti rocciose del fondale, cercando d’allontanarsi quanto più possibile dalla base sotto attacco.
Completamente madido di sudore era seguito solamente da una squadra acquatica del Team Pesto Buio.
Nonostante fosse all’asciutto era completamente madido di sudore.
-Sta andando tutto in malora! Quella peste di un Ranger mi ha battuto! I progetti sono stati sottratti! Il Professore se ne va alla Federazione! Qui mi sento soffocare! E mi rimbombano le orecchie!-
-Gwuauraroh!-
Il suo piagnisteo venne interrotto dal verso di un Pokémon, certamente più vicino di quanto pensava soprattutto ai suoi sottoposti.
Wailord in una manciata di secondi fu alle spalle del sottomarino, ed iniziò a colpirlo con la punta del muso, mentre i sottoposti si erano allontanati per non esser trascinati dalla corrente.
-Basta, basta! Tu, Wailord, smettila! Questo non è un pallone!-
-Ooh, ecco, degna conclusione. Il nostro capitano ridotto a una specie di pagliaccio subacqueo…glub, glub…-
Borbottò uno dei dirigenti in tenuta da sub.
-Non siamo mai stati molto fortunati con i nostri capi, vero…? Glub, glub, glub…-
Rispose l’altra altrettanto scoraggiata.
-Gwuauraroh!-
Il Wailord nel frattempo continuava a picchiettare contro il mezzo, senza mettervi comunque troppa forza, ma abbastanza da spaventare il conducente.
-Basta, per piacere, pietà! Non ho preso le pillole per il mal di mare!-
Purtroppo per lui, il gioco era appena iniziato, ed anche il piccolo Wailmer si godette la scena vicino al suo grande amico.
 
 
 
Intanto, alla piattaforma segreta…
 
 
Dopo aver guardato per un po’ l’esterno, assicurandosi la situazione si fosse calmata, Settimo si voltò subito verso Sara, con un grande sorriso sul volto.
-Non poteva andare meglio! Lancerò un messaggio ai Ranger di zona perché salvino i Pokémon rimasti qui.-
Disse quindi inviando un rapido messaggio, ma né Leo né Sara erano molto allegri, nonostante avessero vinto.
-Ho ottenuto i progetti. Hai salvato il Wailmer. E non solo! Il professor Leo ha detto addio a Vanesio. Questo conclude il tutto. Missione compiuta!-
Come ormai di consuetudine Sara si esibì nella propria posa da Ranger, anche se non ne sembrò molto convinta. Pachirisu vedendola sfregò il muso sulla gamba, come a darle supporto.
-Comunque, è presto per festeggiare. Quella loro Macchina incredibile è quasi completata, pare. Il tempo non è dalla nostra parte.-
A quelle parole Leo serrò le labbra, evidentemente punto sul vivo.
-Ce ne andremo dal boccaporto di emergenza in cima alla base. Devo mandare un messaggio vocale alla Federazione.-
Disse infine Settimo facendo strada al gruppo, che correndosi quanto più rapidamente possibile uscì da quel luogo. Immediatamente l’uomo chiamò la Federazione, ed arrivò presto la risposta del Professor Frenesio.
-…capisco. Settimo, il tuo rapporto è stato di estrema importanza. Quindi, la piattaforma petrolifera della Altru altro non era se non il covo sottomarino del Team Pesto Buio…è semplicemente impossibile che la Altru SpA non ne fosse al corrente. Il collegamento tra la Altru e il Team Pesto Buio, il rapporto tra Vanesio e Leo…la verità su questo enigma rimane celata dall’oscurità più profonda. Tra l’altro, capisco perché il professor Leo sia diventato di colpo molto silenzioso. Immagino stia finalmente realizzando quale sia la realtà dei fatti. Urge parlare con lui. Fatelo venire qui. Infine, e mi scuso per essere costretto a farlo per via messaggio vocale…sei ora ufficialmente un Ranger di grado 8, Sara!-
A quella notizia finalmente Sara riuscì a sorridere, e Pachirisu gioì assieme all’amica mentre arrivavano gli aggiornamenti per lo Styler.
-“La carica del tuo Styler è stata aumentata di un ulteriore livello! Adesso puoi continuare a caricare dopo la prima carica per ottenere un altro livello di potenza.”-
Una cosa sicuramente non da poco, e che le sarebbe stata anche utile.
-Ora devi portare a termine la missione per recuperare la Gemma Gialla!-
-Sì signore!-
Disse Sara rispondendo al professore, Settimo prese poi parola subito dopo.
-Io scorterò Leo alla Federazione e preparerò dei piani. Sara, tu vai al Deserto di Haruba e unisciti ad Alex. Ti ci porterò sulla mia barca.-
-Grazie Settimo.-
Senza aspettare nemmeno un secondo tutti e tre salirono a bordo, pronti a partire.
-La farò andare oltre sessanta nodi!-
Non appena si furono tutti sistemati la barca partì immediatamente a tutta velocità, tanto che il povero Pachirisu si schiacciò contro lo stomaco dell’amica per evitare di volar fuori.
Durante tutto questo però, nonostante il mare calmo, l’animo di Sara era agitato.
Rivedeva ancora Maximilian guardarla negli occhi e poi svanire. Ancora una volta gli era sfuggito dalle mani e non era riuscita ad aiutarlo.
Se fosse stato facile come nelle catture sicuramente avrebbe potuto fare di più…ma in quei casi non c’era alcun indicatore a farti capire quanto ancora mancava e non avevi tutto il tempo del mondo per riuscirci.
Oltretutto quando ti facevi male il dolore poteva durare anche più a lungo.
Cosa ne sarebbe stato di lui?
Quasi sperava vivesse da eremita piuttosto che continuare in quell’organizzazione, ma in quel caso temeva di non riuscire più a rivederlo e di aver sprecato l’unica sua grande occasione.
L’unica speranza diventava smantellare completamente ogni cosa e ritrovarlo.
Mentre ci pensava accarezzava dolcemente la testa di Pachirisu, ed iniziò a guardar Leo, accorgendosi che aveva iniziato a sfregarsi gli occhi.
Che stesse…piangendo?
Per lui doveva esser stato un colpo tremendo, ancor peggio di come si era sentita lei.
Per Leo Vanesio era un modello a cui ispirarsi ed una persona di fiducia, sicuramente, pur nel male, l’uomo l’aveva aiutato in quegli anni negli studi, dandogli molti fondi per lavorare.
Scoprire che in realtà era stato tutto un inganno…non era qualcosa che potevi metabolizzare facilmente.
Tra loro c’era sempre stato una sorta di muro, non perché non andassero d’accordo o simili, anzi entrambi affermavano d’essere amici, ma erano diversi.
Lui si era sempre chiuso tra i suoi libri, perfino con sua sorella minore, quindi non c’era stato modo d’interagire spesso.
Si era creato forse inconsciamente una piccola barriera, e così nemmeno la ragazza sapeva bene cosa fare.
Tuttavia…non poteva restare semplicemente a guardare.
Stava male, ma sentiva di dover far qualcosa per aiutarlo, così silenziosamente si alzò spostandosi vicino a lui.
-Come stai?-
Chiese con fare comprensivo.
-Non ne  ho idea…-
Non si aspettava certo una risposta migliore, ma almeno parlava. Rimase ancora qualche secondo in silenzio, prima di sorridere leggermente.
-Sai, quando ti ho visto devo dire di non esser stata così sorpresa nello scoprire eri diventato uno scienziato. Penso fosse ovvio fin dall’Accademia.-
Inizialmente Leo non disse nulla, alzando solo lo sguardo verso di lei, ma poi riuscì a sorridere continuando l’argomento.
-Proprio come te, un Ranger. Della Federazione per giunta eh?-
-Anche Glenda ed Alex lavorano con me, come assistente e Ranger.-
-Ne avete fatta di strada assieme.-
-In realtà abbiamo preso percorsi diversi, io sono stata per più di un anno alla Città di Vien. Alla fine però ci siamo ritrovati.-
-Siete stati da sempre un formidabile team. Se qualcuno poteva realizzare il proprio sogno, quelli eravate voi.-
Era bello pensasse una cosa simile, era anche la prima volta che parlavano così tanto effettivamente.
-Ti voglio presentare però qualcuno, lui è Pachirisu, il mio Pokémon compagno e grandissimo amico.-
-Pachi!-
Il Pokémon avvicinandosi strinse la zampina sull’indice di Leo, che sorridendo lo lasciò fare.
-Avrai conosciuto tanti Pokémon e persone durante le missioni.-
-Sì. Moltissime.-
Erano tutti dei ricordi piacevoli, anche se spesso riguardavano missioni pericolose.
Sembrò però che il discorso avesse rabbuiato nuovamente l’amico.
-Io invece sono rimasto chiuso in laboratorio per anni, e non vedo da molto nemmeno mia sorella…-
-Puoi rimediare, adesso finito tutto questo potrai rivederla.-
Tentò di dire lei incoraggiandolo.
-E’ la stessa cosa che facevo all’Accademia, mi concentravo solo sullo studio e dimenticavo persino le persone a me care. E per cosa l’ho fatto alla fine?! Forse un progetto che farà solo del male…-
Disse il biondo portandosi le mani al viso, quasi esasperato. Purtroppo era una cosa che andava affrontata.
-Non potevi saperlo, Vanesio ha ingannato tutti noi all’Accademia. Ma possiamo fermare tutto quanto, con il tuo aiuto sicuramente andrà bene.-
Lo pensava veramente, certo il progetto per quella macchina era molto avanti, ma se lui aveva contribuito alla creazione sicuramente sapeva come fermarla, e con anche la Gemma Gialla potevano vincere.
Prima che potessero proseguire si stagliò lungo il profilo del mare il contorno del Deserto di Haruba, la temperatura andò drasticamente ad aumentare ed il cielo perse qualsiasi traccia delle nuvole per trovare dell’ombra.
Come però raggiunsero il molo lo scenario mutò ancora in una tremenda tempesta di sabbia.
-Il cielo è di un giallo irreale. Una brutta tempesta di sabbia.-
Disse subito Settimo scendendo per primo dalla barca.
-Sono stato molte volte qui al Deserto Haruba, ma questa è la peggiore tempesta che abbia mai visto.-
-Non importa, andrò comunque.-
Rispose Sara proteggendosi gli occhi e tenendo Pachirisu in braccio, nascondendogli il muso sotto la giacchetta.
-Io torno alla Federazione con Leo. Sara…ci vediamo presto. Buona fortuna!-
Con quest’ultimo augurio la nave partì.
Ancora la ragazza sentiva la fatica per ciò che era appena successo alla piattaforma, ed il dispiacere per il salvataggio fallito, ma non importava come si sentiva.
Doveva essere forte perché qualcun altro aveva bisogno di lei, qualcuno di molto importante e che non avrebbe mai lasciato solo.
-Alex, sto arrivando.-

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Capitolo 61
*** Capitolo 61 ***


Riuscire a vedere anche solo di pochi metri davanti a sé era una fortuna, la sabbia continuava ad impedire una visione chiara del luogo in cui la ragazza era arrivata, e già per questo dovette far molta attenzione nel camminare sul molo.
Fatti pochi passi però notò un’altra figura davanti a sé, quella di una giovane signora dai capelli e gli occhi castani, vestita con un ambito color porpora.
-Benvenu…coff! Coff!...scusami. Mi è entrata della sabbia in bocca. Ti do il benvenuto al Villaggio Haruba.-
-Grazie, mi scusi ma è normale tutto questo?-
Chiese subito Sara riferendosi alla tempesta che le avvolgeva.
-Qui nel Deserto Haruba una tempesta di sabbia non è una cosa rara. Ma è molto raro per il villaggio essere investito da una tempesta così forte.-
-Capisco, la ringrazio.-
Tutte le volte era andata a recuperare una Gemma la situazione nel luogo in cui era custodita non era certo delle più semplici, ed a complicare le cose spesso ci si metteva il Team Pesto Buio che sembrava sempre essere un passo avanti a loro.
La preoccupazione della ragazza era che potesse essere anche quello il caso…per scoprirlo però sarebbe dovuta andare avanti.
Superato il molo quindi si spostò subito lungo il sentiero tra le pareti rocciose del deserto, incontrando qualche difficoltà nel muoversi rapidamente nella sabbia, un po’ come nella neve alla Valle di Crio.
Già solo la sabbia poi che le entrava nelle scarpe era bollente, quindi se non necessario preferiva non lasciare Pachirisu a terra.
Continuando a camminare tenendo la testa bassa arrivò a quello che sembrava il villaggio Haruba, costruito tra la sabbia e su delle colonne di roccia superabili grazie a dei gradini scavati in esse, ma c’era qualcosa di molto strano, anzi, un suono anche troppo familiare.
L’aria attorno aveva quasi un tono violaceo, ed i Pokémon presentavano quelle orribili spirali gialle e rosse agli occhi tipiche di quanto erano ipnotizzati.
Preoccupata la ragazza iniziò subito a guardarsi attorno, vedendo però solamente i contorni delle grigie casette in pietra e qualche persona che camminava cercando riparo dalla sabbia.
-Provate il nostro delizioso caffè! Che ne dici del nostro gustoso espresso con una marcia in più?-
La voce di un uomo attirò l’attenzione della ragazza, questo si trovava vicino ad una grossa pozza di sabbia, sotto alla quale probabilmente c’era dell’acqua visti i movimenti che si intravedevano. Alla sua destra v’era, dietro ad un ragazzino biondo, un piccolo carretto pieno di barattoli di caffè, mentre alla sua sinistra…una Gigaremo gialla!
-Provate il nostro delizioso caffè! Che ne dici del nostro gustoso espresso con una marcia in più?-
-Uhm, papà? Il guaio con questa caffettiera è che fa un sacco di rumore. E anche che fa un caffè che sa un po’ di benzina.-
Disse il ragazzino preoccupato, ma il padre non sembrò nemmeno dargli peso.
-Ora, non stare a discutere i dettagli! Riesce a fare caffè espresso qua! In mezzo al deserto! A me sembra già abbastanza!-
Quell’uomo era forse troppo interessato ai guadagni che ad altro, e presto riprese con la sua  cantilena.
-Provate il nostro delizioso caffè! Il nostro gustoso espresso con una marcia in più! Ora con retrogusto di benzina!-
Non sembravano uomini del Team Pesto Buio, ma non sembrava nemmeno si rendessero conto di ciò che stavano facendo. Rapidamente Sara si avvicinò, sperando di poter almeno parlare.
-Signore…-
-Oh Ranger! Sei qui per un caffè? Che rimanga tra me e te…ho trovato nel deserto questa macchina per il caffè. Deve essere caduta dall’aereo che la stava trasportando. La considero una ricompensa per l’essere nato qui e aver passato qui tutta la vita.-
-Capisco però…-
-C’è qualcosa di proprio strano con questo aggeggio, però. Ogni volta che lo accendo, gli Hippopatas si radunano da queste parti.-
-E’ questo che…-
-Amano così tanto il caffè, gli Hippopatas?-
Non sembrava proprio un tipo capace di ascoltare, ma non potevano perder troppo tempo e far soffrire così i Pokémon.
-Mi dispiace, ma devo fare il mio lavoro.-
Fortunatamente con lei c’era Machamp, e visto la Gigaremo andava distrutta con una Mossa Distruzione 2, ed il livello del Pokémon era 3, non sarebbe stato difficile per lui.
-Machamp, per favore, distruggila!-
Il Pokémon immediatamente sferrò una serie di pugni contro quell’arnese, riducendolo a piccoli pezzi sotto lo sguardo scioccato del proprietario e del figlio.
Nonostante questo però immediatamente la tempesta attorno a loro cessò, ed i Pokémon ipnotizzati furono liberi.
-Accidenti! Cos’hai fatto?! Quella macchina era la colonna portante della nostra attività!-
-Signore, quella era una Gigaremo!-
Sbottò alla fine Sara furiosa, non aveva voluto ascoltarla ed ora se la prendeva?
Oh no, non glielo avrebbe permesso, perfino Pachirisu era furioso per la sua maleducazione.
-…uh? Cosa dici che fosse?! Una Gigaremo?! Intendi uno di quegli affari malefici che controllano i Pokémon? Ho letto di questi cosi sul giornale!-
Mentre parlava l’uomo mostrò una nuova visita dell’Eco di Almia, la numero unici.
In prima pagina c’era il titolo “Team Pesto Buio VS Ranger” con accanto al foto del Professor Frenesio con alcuni scienziati ed il dispositivo creato per la pietra oscura ritrovata. L’articolo dal sottotitolo “La Federazione sviluppa un dispositivo anti Gigaremo” spiegava brevemente ciò che era successo, ed alla destra di questo l’immagine di una Gigaremo verde con accanto una Miniremo ed il titolo “Miniremo: è l’ultima invenzione per controllare i Pokémon?”.
In seconda pagina invece sulla sinistra c’era una gigantesca immagine di lei che lottava contro il Pokémon di Frido, con il titolo “Top Ranger si scontra con il capo del Team Pesto Buio nella Valle di Crio”, ed un piccolo articolo su quel fatto.
Come diamine avevano fatto a scattare quella foto e saper tutte quelle cose?
A destra invece c’era l’immagine di Ilario, Brando e Luana con il titolo “Ranger acclamati in tutta la regione!” e descriveva del loro lavoro contro quella temibile organizzazione.
Guardandoli la ragazza sorrise felice di veder che stavano bene e che la gente riconosceva il loro impegno in ciò che facevano. Se lo meritavano.
L’ultimo articolo dal titolo “Luci sul tetto della Federazione” si riferiva probabilmente a quelle comparse durante gli esperimenti, ed erano state fatte varie supposizioni su cosa fossero.
I giornalisti sicuramente si davano da fare, ma dopo questa piccola spiegazione l’uomo si mise quasi le mani tra i capelli, malamente nascosti sotto un turbante.
-Noooooooo! Ho fatto qualcosa di orrendo! Ma non volevo! Ho fatto soffrire così tanto quei poveri Hippopotas…-
-Gli Hippopotas erano ipnotizzati da questa Gigaremo? E per quello hanno scatenato questa terribile tempesta?-
Chiese il figlio preoccupato, mentre finalmente la gente poteva uscire di casa, prima che Sara però potesse rispondere lo Styler ricevette un messaggio, indirizzato a quanto pare da Alex.
-Passaggio in arrivo! Qui parla Ar…Alex! Ehi, prima ti ho mandato un messaggio focale! Ti dicevo di trovare la Gemma Gialla! Perché non sei ancora qui? Al Deserto Haruba! Muoviti, vieni! Ti dico che questa è un’importante commissione!-
-Ma…-
Il messaggio terminò subito dopo, lasciando la ragazza con una strana sensazione. Il tono usato dall’amico era sgarbato e le parole senza senso quasi, che fosse successo qualcosa di grave da farlo agire così?
O forse c’era dell’altro…in ogni caso doveva sbrigarsi, e per cominciare doveva raccogliere delle informazioni sul posto.
Decise di iniziare parlando con un uomo lì vicino, dai capelli e gli occhi blu, ma questo sembrava ben più preoccupato per altre cose.
-La tempesta di sabbia era così forte che la nostra oasi si è prosciugata del tutto. Come dovremmo fare il bucato e tutto il resto senz’acqua?-
Non potendo fare nulla per aiutarlo la ragazza preferì non disturbarlo, parlando invece con una signora dai capelli e gli occhi castani all’ombra di una delle case alla sua destra.
-Mi scusi, potrei farle qualche domanda?-
Chiese subito la ragazza educatamente.
-Oh, un altro ranger, anche tu stai cercando la Gemma Gialla? E’ l’ultima moda o cosa? Ne ho parlato di recente con un Ranger dai capelli a punta.-
-E’ un mio amico, saprebbe dirmi dove è andato?-
-Gli ho detto che si trova nel Tempio Hippowdon, che sta a nord del villaggio.-
-La ringrazio!-
A quanto pare era più vicina di quel che pensava. C’erano due strade stando alla mappa che portavano a nord, entrambe vicino ad un Centro Ranger, solo che una si trovava su un piano rialzato raggiungibile grazie a delle scale.
Per il momento però preferì seguire la strada principale, muovendosi così tra sentieri ai cui lati vi erano alti muri di roccia.
Come già aveva constatato prima muoversi nella sabbia era dura, ma per altri invece era veramente semplice, come ad esempio un piccolo Pokémon simile ad uno scorpione viola, che saltando fuori dalla sabbia le arrivò addosso iniziando così una cattura, l’unico attacco però che riuscì a fare fu spararle contro alcuni spuntoni violacei.
Il suo nome era Skorupi, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: Distruzione 1”, “Attacca sputando aculei avvelenati e una sostanza tossica.”, se ci fossero stati altri come lui nella sabbia doveva fare attenzione.

Procedendo per qualche altro metro arrivò nelle vicinanze di uno spiazzo più grande, nel quale secondo la mappa nello Styler si univano più strade.
In quella in cui si trovava lei c’era anche un esploratore, che sembrava star avendo qualche problema.
-Humph! Questo è il Deserto Haruba. Humph! Humph! La sabbia continua a entrarmi nel naso.-
-Vuole un fazzoletto per caso?-
Chiese Sara avvicinandosi.
-Oh non preoccuparti, ho il mio. Grazie comunque Ranger.-
Annuendo la ragazza decise di proseguire, notando che da una delle pareti era presente un rampicante che avrebbe potuto usare per salire, ma che andava tagliato con una Mossa Taglio 1.
Con Sceptile, che aveva una mossa di livello 3, sarebbe stato molto facile, ma prima che potesse chiedergli nulla un Pokémon simile ad un uccello dalle piume marroni la raggiunse iniziando una cattura.
Il Pokémon volava a gran velocità, fermandosi solo per creare una serie di mini tornado rivolti contro la ragazza, lei però riuscì a muoversi attorno ad essi evitandoli, facendo lo stesso con alcune cariche, riuscendo alla fine a catturarlo.
Il suo nome era Fearow, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 3”, “Vola ad alta velocità e attacca lanciandosi alla carica.”.

-Bene, direi che con il vostro aiuto non avrò problemi, prima però voglio controllare per bene questa zona.-
Aveva notato uno strano Pokémon in un punto rialzato, raggiungibile tramite le scale del villaggio certamente, e non poteva opporsi alla sua curiosità.
Come prima cosa però camminò lungo tutta l’area in cui si trovava, notando un gran numero di liane che le avrebbero permesso di raggiungere zone più alte. In queste però oltre a piante e Pokémon già conosciuti non vedeva altro, e tornò indietro percorrendo subito le scale.
Da quel punto riuscì a vedere anche con più facilità il mare vicino, e doveva ammettere che accanto al deserto era sicuramente uno scenario meraviglioso. Il contrasto tra l’azzurro e l’arancione con sfumature dorate donava una forte quiete alla zona circostante, nonostante alcune zone vedessero ancora delle tempeste di sabbia.
Sperando di non doverne incontrare ancora la ragazza proseguì, raggiungendo finalmente il Pokémon dal manto giallo avente dei ciuffi rialzati, realizzando che si trattava semplicemente di un Jolteon che subito le saltò addosso altrettanto curioso.
Dal primo istante della cattura il Pokémon creò ben tre sfere elettriche che rimasero a terra bloccando buona parte dei movimenti della ragazza, che tentò d’aggirare il problema disegnandovi attorno ma quando il Pokémon l’attaccò con dei fulmini non riuscì ad evitarne uno, perdendo così sei punti d’energia.
La sua testa all’attacco fu colpita come da una fitta mentre il corpo si paralizzò per qualche secondo, ma la sensazione fu lieve e ben presto riprese a disegnare altri cerchi attorno a lui.
Purtroppo le sfere d’energia, non appena vennero ricreate, si rivelarono un altro problema visto la ragazza erroneamente ne calpestò una, perdendo così altri sei punti d’energia.
Stavolta il colpo raggiunse solo la gamba, ma fu in qualche modo più forte visto per qualche secondo fu come se non la sentisse più.
Fortunatamente in seguito a questo riuscì a concludere rapidamente la cattura ed a riprendersi.
Visto la cattura aveva portato sette Pokémon con lei fu però costretta a liberarne uno, e scelse Skorupi.
-Pachi pachi?-
-Va tutto bene Pachirisu, non mi sono fatta troppo male.-
Sorrise subito Sara rassicurando il piccolo amico, tornando immediatamente indietro in quanto non v’era altro da fare lì, chiedendo poi a Fearow di tagliare il rampicante per salire.
Naturalmente per il Pokémon fu semplice, e poté proseguire, stavolta esclusivamente sulla roccia.
Per un po’ muoversi fu semplice, ma in breve tempo il cielo venne completamente ricoperto a causa di un’altra tempesta di sabbia, forte forse ancor di più della prima.
Tener anche solo la testa alzata portava il rischio di far finire della sabbia negli occhi, e per quanto si sforzasse la ragazza non riusciva a vedere molto lontano da sé.
Fortunatamente questo non le impedì di vedere il bordo del terreno su cui si trovava, evitando così di cadere, ad un certo punto però vide una figura venirle incontro, quella di un esploratore affaticato che le rivolse subito la parola.
-Stai anche tu partendo per l’esplorazione del Tempio Hippowdon? Con che agenzia turistica viaggi?-
-A dire il vero non sono qui per un semplice viaggio.-
-Il tour che ho scelto io finisce qui. Non posso proseguire oltre. Se potessi, mi piacerebbe esplorare anche l’interno del tempio. Tuttavia, non posso entrare finché non mi procuro un Hippowdon che mi aiuti. Malgrado il mio abbigliamento, non sono un avventuriero sprezzante del pericolo. Mi sta bene terminare il giro qui.-
-Mi scusi, il tempio è sempre a nord giusto?-
Chiese comunque lei, interessata a sapere in che modo doveva proseguire.
-Cos’hai intenzione di fare adesso? Suppongo proverai a catturare quell’Hippowdon perché ti aiuti. Ma sembra abbia la luna storta. Meglio che fai attenzione se ti ci avvicini. Beh, goditi le tue esplorazioni!-
Senza dire altro l’uomo si allontanò, dando così modo alla ragazza di raggiungere quella che sembrava proprio l’entrata del tempio.
Questa aveva la forma di un gigantesco Hippowdon, ma l’entrata si trovava dall'altra parte di una voragine impossibile da superare con un salto, e secondo lo Styler proprio questo Pokémon poteva riempire di sabbia quel punto per aiutarla.
Non aveva scelta se non trovarne uno, ma prima preferì salvare al Punto di salvataggio alla sua destra, vicino al quale c’era oltretutto un altro esploratore.
Quella zona doveva essere ben conosciuta.
-Qui è una tempesta di sabbia dietro l’altra. Non finiscono mai.-
-Me ne rendo conto, mi scusi ma ha visto per caso un Hippowdon?-
-Laggiù signorina, ma è meglio se fa attenzione.-
Seguendo il punto indicato dall’uomo, con non poca difficoltà sempre per la tempesta, Sara notò una gigantesca figura che si muoveva in mezzo ad un’oasi esattamente sotto di loro, facilmente raggiungibile tramite un sentiero.
In quel punto la tempesta era ancor più fitta, e si udivano rabbiosi versi, ma nonostante il pericolo lei non si sarebbe mai tirata indietro.
Doveva raggiungere Alex ed aveva bisogno di quel Pokémon.
Lungo la strada per raggiungerlo per sbaglio incappò un Magneton, ma la sua cattura non fu sgradita visto in caso poteva ricaricarle lo Styler, tornato a 67/77.
Senza più ostacoli davanti percorse subito una scalinata arrivando alla piccola oasi, qui la sabbia aveva un colorito più scuro rispetto a prima ed era perfino più morbida, non certo una buona notizia per lei.
Non era però l’unica ad essere lì sotto, c’era infatti l’ennesimo esploratore forse incuriosito dal Pokémon.
-E’ difficile camminare sulla sabbia. I miei scarponi ne sono pieni. Mi dà un po’ fastidio vedere un Doduo che corre sulla sabbia senza problemi. Noi invece facciamo una fatica incredibile per spostarci.-
-Eh?-
Sorpresa la ragazza si guardò attorno, rendendosi conto che aveva effettivamente ragione, un Doduo infatti si muoveva con estrema facilità nella sabbia.
In caso di bisogno avrebbe potuto chiedere il suo aiuto.
Un altro problema erano anche una serie di mini tornado creati probabilmente dall’Hippowdon infuriato, e visto ogni passo era effettivamente molto faticoso evitarli sarebbe stato arduo.
Era come se avesse dei pesi ai piedi che la facevano sprofondare ed ogni passo era più corto di quanto volesse in realtà.
La zona era molto grande, ed in alcuni punti dei sassi erano stati sistemati a formare un cerchio, per qualche motivo.
Più ci si avvicinava al Pokémon però più i tornado aumentavano, e senza muoversi adeguatamente non era possibile superarli, per questo alla fine la ragazza decise di raggiungere il Doduo,  e di catturarlo, vedendosi però costretta a liberare Dusclops e Jolteon.
-Spero non ti spaventi, ma devo raggiungere l’Hippowdon.-
Disse subito Sara non appena salì sulla schiena del Pokémon, notando subito la grande differenza nei movimenti.
Districandosi in mezzo ai tornado, e cercando di tenere gli occhi aperti, la ragazza riuscì ad individuare perfino l’Hippowdon, ma era completamente circondato dai tornado ad eccezione di un piccolo spiraglio.
Non sembrava esserci altro modo se non approfittare di quello, ma come fece per avvicinarsi il Pokémon affondò nella sabbia sparendo.
-Cosa?!-
Un Pokémon di una stazza simile non poteva svanire così nel nulla, eppure allo stesso modo riapparve qualche metro più in là, esattamente su uno dei cerchi fatti con le rocce.
Se poteva spostarsi così facilmente catturarlo era ancora più difficile.
-Su, riproviamoci.-
Nel suo secondo tentativo la ragazza lo vide svanire ancor più rapidamente, ma si rese conto che i tornado creati continuavano a seguirlo anche da sotto terra. In questo modo almeno poteva seguire la sua traiettoria raggiungendolo non appena riemerse nell’angolo in basso a destra.
Tentò quindi uno scatto verso di lui, ma venne colpita da uno dei tornado perdendo quattro punti d’energia.
Non era questo però ciò che la preoccupava.
-Doduo, Pachirisu, state bene?-
-Pachi.-
-Doudo.-
Entrambi i  Pokémon annuirono, il primo non aveva subito danni mentre per il secondo non era stato nulla di grave.
Forse era già abituato visto si trovava lì precedentemente.
Rassicurata la ragazza tentò ancora, ottenendo però il medesimo risultato.
Era già scesa a 60/77 d’energia, non poteva continuare così all’infinito e soprattutto non poteva sottoporre a quella fatica il Doduo.
Doveva fare più attenzione, ad ogni movimento del Pokémon lei doveva agire e immaginare la sua mossa successiva.
Cercò quindi di adattarsi come poteva alla situazione concentrandosi fermamente sull’obbiettivo, fino a quando finalmente riuscì a superare lo spiraglio tra i tornado e raggiungere il Pokémon.
Come si creò il perimetro di cattura attorno a loro purtroppo non svanì la tempesta di sabbia, ma era abbastanza vicina da poter sopportarla.
Il lato positivo era che anche il Pokémon si muoveva molto lentamente, e come primo attacco si limitò a creare una pozza di sabbia mista ad acqua. In seguito a questa colpì poi il terreno con una zampa generando un’onda d’energia attorno a sé, ma le bastò starvi lontana per non subire alcun danno.
Leggermente più complesso fu il superare una serie di spaccature nel terreno provocate dal terzo attacco, ma con qualche salto riuscì a farcela.
In seguito le sembrò che gli attacchi ripetessero lo stesso schema, visto riprese subito con le palle di sabbia, ma invece che una ne creò ben due, il che rese più difficile muoversi attorno a loro.
In seguito però ci fu solo un’altra onda d’energia e altre fratture nel terreno, prima che Sara riuscisse a catturarlo senza ricevere alcun danno aggiuntivo.
Accanto al nome del Pokémon, nelle informazioni nello Styler, era scritto anche “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra: Mossa: Sabbiacolmo”, “Attacca sputando sabbia, generando sismi e squarciando il terreno.”.

Al termine della cattura il Pokémon sembrò finalmente essersi calmato, e perfino la tempesta di sabbia svanì.
-Oh, immagino fossi tu a causarla eh? Dovevi essere veramente irritato, mi spiace.-
Disse la ragazza accarezzandogli il muso.
-Spero però non ti dispiaccia aiutarmi a raggiungere il mio amico…-

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Capitolo 62
*** Capitolo 62 ***


Con il termine della tempesta di sabbia il tempio Hippowdon sembrava ancor più imponente di prima.
I dettagli del Pokémon rappresentato erano stati minuziosamente scavati nella pietra ed il tutto sembrava esser lì da anni ed anni, eppure il tempo non aveva portato particolari danni.
All’interno in ogni caso, c’era Alex, e questo bastava per Sara a spingerla ad entrare senza remore.
Non sapeva cosa l’aspettava, ma non l’avrebbe mai abbandonato.
-Hippowdon, per favore, usa Sabbiacolmo!-
Alla richiesta il Pokémon si avvicinò alla fossa usando la sua mossa per riempirla completamente di sabbia in pochi secondi, permettendole così di entrare.
-Grazie, a presto.-
Con un sorriso la ragazza guardò il Pokémon allontanarsi, salutandolo con la mano mentre superò finalmente l’entrata del tempio.
Percorse quindi uno stretto corridoio per parecchi minuti, fino a quando non entrò in una gigantesca stanza il cui pavimento, composto da mattoni giallastri, era in salita e mancava ai bordi della stanza, dove invece v’era solo sabbia.
Si poteva facilmente intuire che cadendovi sarebbe scivolata fino alla base.
Lungo il pavimento camminavano poi alcuni Pokémon, dai corpi rotondi e simili alla pietra con delle teste gialle e gli occhi rossi, alcuni si trovavano poi dietro a dei muretti che arrivavano a massimo metà del terreno.
Prima di poter fare anche solo un passo però lo Styler suonò rimbombando nella stanza.
-Massaggio in arrivo! Sono Alex, te l’ho detto o no di venire? E allora perché non sei già qui? Devi essere più gentile con i tuoi amici! Cioè con me!-
-Alex, ma cosa stai…-
Non poté nemmeno terminare la frase che l’altro riattaccò subito, facendole storcere il naso. Sapeva che a causa dell’imprevisto con la piattaforma in mare aveva impiegato molto più tempo ad arrivare, ma Alex non si era mai comportato in maniera così maleducata, e continuava a parlare in modo troppo strano.
Tutta quella faccenda non la convinceva, ma non poteva far altro che continuare a camminare.
Come prima cosa notò uno dei Pokémon muoversi dietro al primo muretto, e dopo aver attirato la sua attenzione evitò una sua carica sfiorandolo subito dopo, iniziando così una cattura senza subire danni.
Il Pokémon si muoveva lentamente, ma già da subito rotolò su se stesso lanciandole contro un grosso macigno, che fortunatamente lei evitò semplicemente scattando alla propria destra.
Vista la sua lentezza non fu difficile disegnargli attorno varie linee di cattura, fermandosi solo quando, rotolando nuovamente su di sé, il Pokémon provocò delle crepe nel terreno creando una X, bastò quindi solo sistemarsi in un punto cieco per evitare danni.
In seguito l’attaccò nuovamente lanciandole contro un masso un paio di volte, ma alla fine Sara riuscì a catturarlo senza problemi.
Il suo nome era Golem, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca lanciando rocce ed è anche in grado di squarciare il terreno.”, sicuramente non un tipetto da poco.

Senza smettere di muoversi la ragazza evitò altri tre Golem davanti a sé, ma raggiunto quasi il termine della stanza udì un verso stridulo, riconoscendo non molto distante da lei il Pokémon compagno di Alex, che come vide d’essersi fatto notare superò la seconda porta.
-Ehi aspetta!-
Se lui era lì allora Alex era vicino, ma perché non erano insieme?
Che fosse successo qualcosa di grave?
Senza poter trovare un’immediata risposta la ragazza lo seguì oltre la porta, arrivando così in un corridoio le cui pareti erano arredate con incisioni di Hippowdon e dall’alto soffitto nero. Proprio da quest’ultimo cadde un grosso Pokémon simile ad un ragno arancione che diede il via ad una cattura, principale attacco da parte sua però fu solo il creare a terra delle grosse ragnatele, che però vennero facilmente evitare dalla ragazza che riuscì alla fine a catturarlo.
Il suo nome era Ariados, “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot.- Mossa: Azione 3”, “Tesse ragnatele attorno al suo corpo mentre si muove.”.

Fatto questo la ragazza riprese a camminare lungo il corridoio, fattosi più sottile e con altri disegni alle pareti, ma improvvisamente uno di questi si mosse saltandole addosso.
Era in realtà un piccolo Pokémon blu che produceva come suono un acuto tintinnio.
Girando attorno un paio di volte il Pokémon riuscì a creare una gigantesca sfera nera che rischiò di raggiungere Sara, ma lei con un salto la evitò e fece lo stesso con delle sfere elettriche lanciate sul terreno.
Il Pokémon era capace perfino di teletrasportarsi ma la ragazza riuscì comunque a catturarlo.
Il suo nome era Bronzor, “Gruppo: Acciaio-Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Distruzione 1”, “Attacca lanciando palle di ferro e sfere misteriose.”, dovette però liberarlo assieme ad un Magneton, in quanto i Pokémon superavano il numero consentivo.

Proseguendo evitò altri tre Bronzor, arrivando al termine del corridoio con ben due stanza, una a nord ed una a sud.
Controllò prima quest’ultima ma trovando solo uno stanzino con due Skorupi tornò indietro procedendo a nord.
Superando una rampa di scale questa stanza era invece decisamente più grande e come la prima aveva, oltre ad un sentiero da seguire, della sabbia che l’avrebbe spinta all’inizio del percorso, ma c’era l’aggiunta di alcuni buchi nel terreno e di trappole alle pareti che lanciavano gigantesche palle di sabbia, che come arrivavano a fine corsa però diventavano semplici pozze.
Doveva seguire il giusto tempismo per passare, soprattutto perché il sentiero era fatto in modo il terreno solido s’interrompesse in più punti, costringendola così a scivolare sulla sabbia per arrivare dall’altra parte.
Facendo attenzione alla palla di sabbia, calcolato il tempo, saltò immediatamente sobbalzando dalla sorpresa quando si rese conto la scivolata era incredibilmente rapida.
Fortunatamente però riuscì  comunque ad arrivare al terreno solido ed a procedere senza problemi, stessa cosa fu per il salto successivo ma le trappole si incrociavano sempre di più ed una di queste puntava proprio lungo la strada che lei doveva seguire.
Aspettò quindi ben più di una manciata di secondi prima di scattare verso un punto sicuro, tirando un sospiro di sollievo quando ci riuscì.
Subito dopo dovette far attenzione a due trappole incrociate, e nonostante fosse riuscita ad arrivare in un punto sicuro si sporse eccessivamente facendosi così colpire da una delle palle di sabbia, perdendo tre punti e lasciandosi sbalzare sulla sabbia mobile.
Fortunatamente riuscì a scivolare verso lo stesso punto in cui si trovava senza dover rifare altre strade, ma attualmente era a 61/77 d’energia nello Styler, e la botta era udibile sul viso vista la guancia destra gonfia.
Il colpo però non la spaventò, e calcolando nuovamente i tempi riuscì alla fine a raggiungere il termine del percorso e la porta, arrivando in un corridoio molto simile al precedente, con un Ariados caduto dal soffitto e dei Bronzor alle pareti, tuttavia il loro numero era raddoppiato ed incrociò la strada con un altro Pokémon simile ad una campana azzurra e sottile.
La cattura, seconda solo a quella di due Bronzor che la fece arrivare al livello trentatré con cinque punti in più di potenza e due di energia, arrivando a 79/79, vide il Pokémon agire pressoché come loro, solo che le sfere di metallo furono due in successione e quelle elettriche ben quattro.
Nonostante ciò però non ci fu alcun danno, e le sue informazioni vennero aggiornate. Il suo nome era Bronzong, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca lanciando palle di ferro e sfere misteriose.”.

Raggiunto il termine della stanza, dove stranamente era presente un grosso foro nel pavimento, la ragazza superò un’altra porta e dopo una rapida rampa di scale raggiunse una stanza le cui pareti viola avevano le stesse decorazioni degli Hippowdon precedenti, ma sul soffitto c’era un grande foro da cui passare.
C’era oltretutto un Punto di salvataggio, che si premurò d’usare subito, ed un Drifblim, che dopo averlo catturato e liberato Magneton, l’aiutò a raggiungere il prossimo punto del tempio con la sua mossa Ascesa.
Stavolta la stanza in cui arrivò era spoglia e con solo delle incisioni a forma di Bronzor alle pareti, la successiva stanza però si rivelò estremamente…labirintica.
Innanzitutto era enorme, e divisa tramite dei muretti superabili solo con l’erba salterina, ma non era ben chiaro il percorso migliore da fare.
Come entrò però la ragazza sentì la voce del Pokémon di Alex chiamarla dall’altra parte della stanza, e non c’erano dubbi su dove andare visto scappò subito dopo.
C’era però un’altra porta, e per evitare di tralasciare anche solo una possibilità di trovare Alex la ragazza preferì controllarle.
Con la primissima erba salterina la ragazza superò un altro punto direttamente davanti a lei arrivando così nella seconda parte centrale della stanza, e direttamente accanto a lei c’era già un’erba salterina.
Visto la grandezza del punto però volle controllare anche dall’altra parte, evitando un Victreebel ma senza trovare nulla.
Saltò quindi sull’erba facendosi sbalzare nel punto all’immediata destra della zona da cui era partita, ma anche lì c’era solo un’erba salterina che la fece andare nella zona più vicina alla parete sinistra ma comunque centrale.
Qui le piante erano due, una al muro a nord ed una a sud, e saltando su quest’ultima arrivò davanti alla seconda porta nella zona a sinistra di quella principale, dalla cui altra parte v’era un grosso Pokémon giallo simile ad un riccio.
Catturalo non fu difficile, soprattutto perché si limitò a lanciare palle di sabbia che divennero delle pozze, e secondo i dati il suo nome era Sandslash, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra: Mossa: Galleria 1”, “Attacca lanciando sabbia”.

Se un Pokémon come lui era lì forse serviva più avanti e così preferì tenerlo con sé quando saltò sull’erba salterina che la fece tornare nel punto di prima, questa volta però saltò su quella a nord saltando nella zona più bassa e vicina alla parete destra.
Apparentemente le sembrò di vedere solo un’erba salterina, ma questa la portò dall’altra parte della stanza, ben lontana dall’uscita.
Sicura di non aver saltato altre erbe salterine la ragazza saltò sull’unica presente, ritornando nella zona al centro ma vicina alla parete sinistra e nuovamente completamente in basso ma a destra.
-Deve esserci qualcosa che ho perso…-
-Pachi!-
Fortunatamente il suo amico Pachirisu, con una leggera nausea per tutti quei salti, notò un cumulo di sabbia che, come venne puntato dallo Styler, si rivelò nasconder qualcosa sotto.
Sandlash era il Pokémon giusto per questo, e come usò la sua mossa galleria togliendo tutta la sabbia comparve dell’erba salterina.
Felice Sara non esitò a saltarvi sopra, raggiungendo finalmente la porta per proseguire.
Il successivo corridoio si presentava all’inizio ed alla fine molto stretto, ma al centro v’era uno spazio più largo con tre strane statue che tuttavia, come lei si avvicinò, iniziarono a fremere rivelandosi in realtà Pokémon.
Uno di questi riuscì a raggiungerla iniziando così la cattura.
Immediatamente l’altro le lanciò contro delle sfere violacee sparendo subito dopo nel nulla, ricomparendo solo per attaccarla con la creazione di tre sfere elettriche nel terreno poste in linea.
Svanì poi ancora una volta ricomparendo per attaccarla dopo poco con un’onda d’urto attorno a sé.
Con gli spostamenti era incredibilmente rapido, ma questo non gli evitò di venir catturato.
Il suo nome era Claydol, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca lanciando sfere misteriose ed emettendo onde d’urto psichiche.”.

Gli altri Claydol sembravano essersi fermati, ma non erano l’unico Pokémon in circolazione, infatti un altro comparve alle spalle della ragazza, completamente viola e dagli occhi rossi.
Anche questo Pokémon si rivelò da subito capace di teletrasportarsi, ma quando ricomparve la ragazza fraintese il suo gesto d’alzare le zampe con l’intenzione di svanire, quando invece creò una fiamma viola che colpì la linea dello Styler, procurandole ben sette danni.
La sensazione fu quella di una bruciatura alla mano, molto fastidiosa anche se sopportabile, ma che si protrasse anche nel tempo con un segno nero sul palmo, la fiamma era oltretutto posseduta e saltellò da un punto all’altro del perimetro di cattura fino a quando il Pokémon non ne creò un’altra.
Andò avanti in quel modo per vari minuti, con nuove fiamme e, purtroppo, altri sette punti d’energia persi ed un’altra scottatura all’altra mano, il Pokémon cercò poi di attaccarla con una scarica di sfere nere, che vennero però evitate.
Purtroppo l’ennesima fiamma le fece perdere ancora altri sette punti, e questa volta il dolore pervase entrambe le braccia con evidenti segni di bruciature sui polsi.
Sentiva la pelle pizzicare ed il dolore farsi via via sempre più acuto, e dalla smania di terminare il prima possibile lo scontrò si lasciò colpire altre due volte arrivando a 44/79 d’energia.
Perfino le gambe subirono la dura punizione per la sua fretta, ed incredula per essere arrivata fino a quel punto la ragazza tentò un approccio più calmo, che la portò finalmente a concludere quella cattura.
Il nome del Pokémon era Gengar, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro: Mossa: Potere Psico 3”, “Attacca lanciando sfere spaventose e sfere maledette.”.

Per poterlo portare con sé Sara fu costretta a liberare Claydol e Bronzong, ma almeno un Magneton più avanti riportò lo Styler a 79/79, un vero peccato però non potesse anche guarirla.
Finalmente poté proseguire verso la successiva porta, ma come l’aprì entrò in uno stretto spazio rotondo senza alcun uscita.
Non appena varcò la soglia però questa si chiuse alle sue spalle, e tutto iniziò a roteare su se stesso rivelando in realtà un ascensore che si aprì esattamente sul muso del tempio Hippowdon, per la precisione attraverso la narice.
Star lassù non era certo cosa da poco, nonostante lei avesse volato su uno Staraptor, ma lì non c’era alcun appiglio per la caduta ed il terreno non molto lineare.
Avvicinandosi alla narice di destra si aprì un secondo ascensore, che la portò all’inizio di una strana stanza con una grande voragine superabile solo grazie ad una sottile scalinata.
Non avendo idea di quanti anni fossero passati dalla creazione di quel luogo Sara camminò con estrema cautela, scoprendo però con stupore che poco più avanti il terreno spariva e riappariva ad intermittenza, e che avrebbe dovuto camminarvi sopra per raggiungere l’uscita di quella stanza.
-P-pachi…-
­-Tranquillo, sono sicura che ce la faremo…-
Nemmeno lei era molto tranquilla, ma doveva mostrarsi tale per evitar d’agitare il piccolo amico.
Il primo punto che collegava due terreni soliti portava verso destra, ed a giudicare da ciò che vedeva prima sparivano le piastrelle estreme, lasciando solo quelle centrali, poi viceversa.
Fu su questo che fece attenzione quando mise il primo piede, scoprendo fortunatamente di non poter cadere, purtroppo però quando le piastrelle iniziarono a svanire non fu abbastanza rapida, e perse il terreno sotto di sé.
-AAAAAAAH!-
Cosa le sarebbe successo?
Fino a che punto sarebbe arrivata?
Qualcosa avrebbe attutito la sua caduta?
E Pachirisu ed Alex?
In pochi istanti numerose domande le attraversarono la testa, mentre questa allo stesso tempo si svuotava ed il cuore perdeva un battito dalla paura.
Precipitando nel vuoto tentò di trovare un appiglio al quale aggrapparsi, ma tutto ciò che poté fare fu solamente cadere…almeno per qualche metro.
Con grande sorpresa scoprì semplicemente d’esser tornata alla stanza con i Claydol, e con una capriola fatta all’ultimo secondo evitò perfino di farsi male.
Certo però non poté non far arruffare dalla paura il pelo del suo povero amico, che rimase aggrappato a lei con forza.
-Scusami, questa volta farò più attenzione.-
Le ginocchia ancora le tremavano, ma tornò immediatamente indietro cercando di capire il momento migliore per passare, e si rese conto che in un secondo le piastrelle erano tutte presenti.
Quello fu il momento giusto per superare finalmente il primo tratto di strada, e proseguire verso il secondo leggermente più lungo.
Anche qui però le piastrelle si susseguivano, e Sara capì che doveva iniziare a camminare quando le prime due erano presenti.
Con quest’attenzione riuscì a raggiungere il lato sinistro della stanza ed a proseguire verso nord, il cui sentiero però proseguiva con un passaggio ad L rovesciata che andava ad unirsi ad un’altra porzione di piastrelle.
Fortunatamente prima del successivo passaggio c’era un piccolo quadrato sicuro dove fermarsi, distante da un altro solo per una piastrella mobile che venne facilmente superata.
Ad ogni passo il cuore si fermava, ma ormai era vicina.
Uno degli ultimi punti era particolarmente lungo, ed a quanto pare tutte le piastrelle per qualche istante comparivano assieme.
Sperando il tempo fosse sufficiente Sara scattò subito per raggiungere l’altra parte, titubando però e quasi fermandosi a circa metà rischiando di precipitare nuovamente.
Questo però non accadde, e rimase solo un punto da superare.
In questo passò immediatamente quando le prime due piastrelle comparvero, spostandosi in quelle successive arrivando sempre all’ultima visibile fino a quando non riuscì a raggiungere la porta.
La soddisfazione per esserci riuscita fu indescrivibile, come il senso di rilassatezza per non dover più rischiare di cadere, ma le difficoltà non erano ancora terminate.
La seguente stanza era simile a quella con l’erba salterina, ossia divisa in varie zone, ma per raggiungerle la ragazza avrebbe dovuto seguire a quanto pare delle frecce nel terreno che indicavano la strada da seguire.
La stanza era molto articolata e piena di Pokémon, e quando lei tentò di andare su una delle mattonelle che indicavano una direzione opposta rispetto a quella con cui camminava si sentì spingere via; il principio quindi era simile a quello delle correnti d’acqua nell’oceano.
-Ok, diamoci da fare.-
Nel primo punto in cui si trovava alla sua immediata sinistra c’erano solo frecce che puntavano a destra e solo in alto a destra queste le avrebbero permesso di procedere. Mettendovi quindi un piede sopra si sentì come se questi agissero di propria volontà perché si mossero rapidi fino al termine del tragitto, facendola arrivare direttamente dall’altra parte del muro davanti a lei.
Qui notò che come strade poteva andare o tramite delle frecce che puntavano a nord oppure per tre mattonelle che andavano verso destra. Scelse quindi la prima opzione finendo però in una sezione, ancora una volta superando semplicemente il muretto davanti a lei, in cui si schiantò letteralmente contro un grosso Pokémon dalla testa piatta ed il corpo azzurro, con delle ali ed una coda che lo facevano assomigliare quasi ad un aereo.
Immediatamente questo, forse irritato dallo scontro, tentò di graffiarle il torace, ma la ragazza scattando all’indietro riuscì ad evitarlo iniziando subito a disegnare alcuni cerchi.
Ormai mancava poco quando improvvisamente il Pokémon scattando verso di lei tentò nuovamente un attacco con i propri artigli, e questa volta purtroppo Sara non riuscì ad evitarli.
Quasi non si accorse minimamente del colpo, vide semplicemente del sangue sulle zampe del Pokémon e sentì una sensazione di calore alla guancia, solo dopo qualche secondo avvertì il pizzicore sempre più fastidioso in quel punto ed avvicinando una mano sentì tre grossi solchi.
Fu sicuramente uno spiacevole contrattempo che le fece perdere ben sei punti d’energia nello Styler, che andò a 74/79, ma riuscì comunque a concludere la cattura.
Il nome del Pokémon era Gabite, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Taglio 3”, “Attacca scagliando fango e sferrando colpi con i suoi potenti artigli.”.

Sospirando la ragazza si appoggiò momentaneamente alla parete, controllando anche le ustioni che aveva riportato.
Ormai quelle ferite non facevano più male, ma quanto poteva sopportare il suo corpo prima di cedere?
Forse avrebbe fatto meglio a chiamare qualcuno, ma non poteva lasciar passare altro tempo, Alex la stava aspettando…
-Aah…Pachirisu, certe volte mi piacerebbe poter avere qualcosa per curare all’istante tutte le mie ferite, come in un gioco sai?-
-Pachi.-
Il Pokémon tentò di darle conforto accarezzandole una gamba e sorridendole, ed anche se poteva sembrare poco per la ragazza il suo sostegno era molto importante.
-Grazie, sono felice che tu sia qui con me.  E’ da quel giorno alla spiaggia che mi sostieni sempre standomi vicino.-
-Pachi! Pachi pachi!-
-Sì, anche tu sei molto importante per me.-
Anche se non potevano parlare la stessa lingua erano comunque capaci di capirsi a vicenda, ed il loro legame era molto forte.
Prima di procedere la ragazza l’abbracciò per darsi forza, poi controllò nuovamente i tragitti presenti, rendendosi conto tuttavia che l’unica strada da prendere era una rivolta verso sud, che l’avrebbe fatta tornare indietro.
-Oh, va bene. Da capo.-
Nuovamente le  mattonelle verso destra poi ancora queste, arrivò infine in un piccolo punto in cui poteva andare in ben tre direzioni; la prima erano quattro mattonelle verso nord e due a sinistra, ma l’avrebbero portava dove aveva catturato Gabite, il secondo tragitto erano due mattonelle a sinistra ed a seguire tutte in basso, mentre il terzo completamente in basso ma in questo caso non riusciva a vedere fin dove sarebbe arrivata.
Provò il secondo percorso, arrivando in un punto con altre tre strade, senza contare quella dalla quale era venuta.
La prima erano tre mattonelle a sud e due a sinistra, e portava nello stesso punto in cui sarebbe arrivata se prima avesse scelto le mattonelle rivolte verso sud, ovvero un punto che l’avrebbe costretta a tornare verso l’inizio.
C’erano quindi due opzioni, o due mattonelle verso nord o quattro verso la sua destra ed a seguire altre quattro verso sud.
Tentò quindi la prima opzione, ma nuovamente finì contro un Pokémon dal pelo nero e gli occhi rossi, che all’inizio della cattura gonfiò paurosamente la testa riuscendo a creare ben quattro fiammelle viola che gli volarono attorno.
Fortunatamente svanirono presto, giusto il tempo di un altro attacco che riguardava il tentar di colpirla con delle sfere nere.
In seguito poi ricreò nuovamente le fiamme, ma Sara tentò comunque di continuare a disegnare alcuni cerchi, riuscendoci fino al termine della cattura.
Il nome del Pokémon era Banette, “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere Psico 2”, “SI protegge con un fuoco spettrale e attacca lanciando sfere spaventose.”, dovette però liberare Sceptile, Ariados e Gengar per portarli con sé.

Poteva ora solo andare su una piastrella rivolta verso sinistra e passare su delle altre che puntavano verso sud, che perlomeno la fecero tornare nel punto precedente dal quale andò poi a destra ed a sud.
Vide qui che una lunga scia di mattonelle l’avrebbe portata nella zona alla sua sinistra, dove v’era un altro Scpetile, ma c’erano anche tre mattonelle rivolte verso nord, ed era al momento l’unica strada da seguire.
Nel punto successivo, privo di Pokémon, andò poi a sinistra tramite sei mattonelle nell’angolo più in alto, ed arrivò in prossimità di una delle porte della stanza.
Sorridendo convinta fosse quella giusta la superò immediatamente, ma si ritrovò in una piccola stanza nella quale v’era un gigantesco Pokémon che toccava quasi il soffitto,  dal corpo verde acqua e dalla pancia blu.
Questo immediatamente la caricò, ma lei lo evitò sfiorandolo per iniziare una cattura senza danni.
Durante il primo attaccò il Pokémon riuscì a far cadere dal soffitto alcuni grossi massi, ma la scossa non durò a lungo e durante i suoi lenti passi la ragazza riuscì a disegnare molte linee di cattura, fermandosi solo quando, spalancando la bocca, l’altro lanciò un potente raggio giallo.
Portandosi al suo fianco lei riuscì a non venir ferita, trovando perfino il tempo di caricare lo Styler di due tacche.
L’effetto fu migliore del previsto, la linea di cattura si era ingrossata più del solito ed era color rosa, giallo ed azzurro, come di consueto, ma era molto più potente.
Si fermò solamente quando il Pokémon provocò un’altra caduta di massi, con l’aggiunta di alcune onde violacee nel terreno, ma in seguito per catturarlo bastarono poche mosse.
Il suo nome era Tyranitar, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Buio- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca provocando frane e sparando un raggio dalla bocca.”, tale cattura di grado A la portò a passare al livello trentaquattro, con cinque punti in più di potenza e due d’energia, arrivando ad 81/81.

Non era stata la strada giusta ma non era affatto male!
Tornando indietro Sara notò poi che alla sua destra c’era solamente un sentiero da seguire, ovvero uno che l’avrebbe spinta verso sinistra.
Senza poter scegliere si ritrovò quindi all’inizio della stanza, e sospirando rifece il giro precedente, iniziando spostandosi a destra, nuovamente a destra tramite tre mattonelle, andando poi sul percorso con due mattonelle rivolte verso destra, sei verso sud e due a destra, scegliere ancora le mattonelle a destra andando però questa volta, nell’ultima zona in cui si trovava, non verso nord ma verso le tre mattonelle rivolte a sinistra, dove c’era lo Sceptile.
Catturandolo, visto gli finì addosso, la ragazza scoprì quindi la presenza, oltre di una porta alla sua destra, di una scia di mattonelle formata da due mattonelle verso nord, due verso sinistra ed una serie verso nord, e proprio grazie a queste arrivò fino alla porta dalla quale il Pokémon di Alex era andato via.
Rimaneva però la porta che aveva evitato, e visto v’erano quattro mattonelle che ancora non aveva usato, e che andavano a destra, tentò quel percorso, seguendo poi una strada verso sud che la portò alla porta.
Come la superò entrò in una piccola stanza in cui era presente solo un Pokémon viola simile ad un gatto con due code ed una gemma rossa sulla fronte, che subito le saltò addosso emozionato iniziando la cattura.
Durante il primo attacco creò una serie di sfere viola che Sara riuscì facilmente a schivare, arrivando poi a riempire rapidamente la barra indicante l’amicizia trasmetta al Pokémon, ma proprio alla fine questo creò due grosse sfere che iniziarono a volteggiargli attorno, troppo distanti però per poter disegnare dei cerchi e, visto continuava a muoversi, non poteva rischiare di ferirsi.
Attese quindi che terminasse l’effetto della mossa e, quando il Pokémon ripeté il primo attacco, lei caricò lo Styler riuscendo grazie a questo a catturarlo subito dopo.
Il suo nome era Espeon, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Teletrasporto”,  “Attacca lanciando sfere misteriose. Si protegge con una barriera psichica.”, la ragazza dovette però liberarlo assieme ad un Banette per poter proseguire con gli altri Pokémon, ma perlomeno non dovette tornare all’inizio della stanza visto che con solo tre mattonelle rivolte verso sinistra andò verso l’ultimo sentiero da seguire, tornando nuovamente davanti all’uscita.

Superando finalmente quella porta però arrivò in una stanza dove al centro v’era un gigantesco macigno, e vi camminavano attorno un paio di Pokémon simili a personcine verdi con una gonna di foglie e due fiori alla testa.
Avvicinandosi ad uno di loro la ragazza iniziò una cattura, nonostante questo fosse molto spaventato e provò subito ad attaccarla volteggiando su di sé provocando un turbinio di foglie.
Fu tuttavia l’unico attacco fino al termine della cattura, e secondo i dati dello Styler il suo nome era Bellosom, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 3”, “Attacca lanciando foglie, che usa anche per proteggersi.”.

Ora rimaneva solo da veder per quel gigantesco masso, che poteva esser distrutto solo con una Mossa Distruzione 4, ma lei aveva ben due Pokémon capaci di farlo; Golem e Tyranitar.
-Tyranitar, per favore rimuovi l’ostacolo.-
Il Pokémon attraverso il suo potente raggio riuscì a sgretolare il masso in un istante, rivelando così un buco nel terreno.
Sara non perse tempo nel saltarvi dentro, scoprendo però una caduta molto più lunga del previsto.
Riconobbe punti nei quali era già stata e dove aveva visto effettivamente delle voragini oltre dei bassi muretti, ma non aveva idea di dove l’avrebbero portata.
Finalmente quando la caduta terminò arrivò in una zona completamente diversa dalle altre, una grande stanza simile ad un giardino la cui parte centrale era occupata da un piano in cemento rialzato, raggiungibile tramite una scaletta, che conduceva ad una grande arcata e con dell’acqua attorno, che aveva permesso a dell’erba di crescere nel terreno ai margini.
Un Drifblim volteggiava senza alcuna preoccupazione, e sembrava essere l’unico mezzo per poter uscire da lì.
Il soffitto a cupola era incredibilmente ampio e con solo il foro dalla quale era caduta, mentre alle pareti tramite dei tubi scendevano piccoli rivoli di sabbia che cadeva in un punto vicino al muro, avente dei muretti per impedirle di riempire tutto e con probabilmente dei fori per farla uscire.
All’inizio della scaletta v’era anche un Punto di salvataggio, che Sara subito utilizzò per precauzione, ma non appena iniziò la scalinata lo Styler ricevette un messaggio.
-Messaggio in arrivo! Qui parla Glenda! Sto rilevando la presenza di un Pokémon molto potente davanti a te. Tutto pronto per affrontarlo?-
Un Pokémon molto potente?
Quindi la gemma non era stata ancora recuperata?
Ma allora…Alex dov’era?
-Sì.-
Se ancora non aveva incontrato il suo amico significava che si trovava dall’altra parte di quella porta, e senza alcuna esitazione la oltrepassò per raggiungerlo.

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Capitolo 63
*** Capitolo 63 ***


Superata l’arcata la ragazza percorse un breve corridoio, che la condusse in una zona simile alla precedente, solamente più piccola.
Dai muri scendeva ancora della sabbia tramite dei tubi, che veniva bloccata grazie a dei muretti, ed un piccolo corso d’acqua aveva permesso a dell’erba di crescere lì vicino.
C’era poi un piccolo piano rialzato in cemento raggiungibile tramite delle scale, sopra al quale era in bella vista la Gemma Gialla, dal colore talmente lucente da farle quasi chiudere gli occhi e dalla forma simile ad una mezzaluna.
Però di Alex…nessuna traccia.
-Dove sarà…-
La preoccupazione non faceva altro che crescere, era certa d’aver controllato ovunque.
Voleva tornare subito indietro, ma prima doveva recuperare la gemma, come si avvicinò però questa produsse una luce ancor più forte di prima, che l’accecò per qualche secondo.
Non appena la vista tornò la ragazza vide scendere dal soffitto un Pokémon dal sottile corpo blu che fluttuava tramite quelle che forse erano delle ali viola, avente però delle forme arrotondate.
Era aggraziato e maestoso, e proprio questa sua caratteristica portò Sara a rimanere immobile mentre si avvicinava, lasciando così iniziare la cattura.
Durante questa la luce della gemma era ancora ben presente, ma il Pokémon non sembrava esserne disturbato quanto lei.
Si muoveva lentamente volteggiando nell’aria, attaccandola inizialmente solo con un raggio di fuoco viola.
Successivamente però il Pokémon creò attorno a sé una sfera violacea che gli volteggiò attorno, e nonostante fin qui non ci fosse nulla di anormale ne creò una seconda che ruotò lungo il bordo del perimetro di cattura.
La ragazza non poteva quindi né far cerchi troppo grandi né troppo piccoli, e far attenzione quando l’altro si muoveva. La sfera più vicina però svanì molto rapidamente, al contrario dell’altra che rimase perfino dopo ben due attacchi del Pokémon, che utilizzò nuovamente la fiammata viola contro di lei.
Sara riuscì ad abbassarsi appena in tempo per evitarla, ed in quel momento l’altro creò una nuova sfera viola vicino a sé.
Ormai l’energia raffigurante il sentimento d’amicizia trasmetto era a più di metà, ma il Pokémon fece qualcosa di inaspettato, creò altre due sfere che però non gli rimasero vicino, ma si unirono all’altra con qualche centimetro di distanza dal bordo.
La stava mettendo alle corde, ogni movimento poteva essere altamente rischioso ora.
Per un secondo il panico arrivò nel cuore della ragazza, che sentì come una morsa al petto iniziando a sudare freddo, ma nonostante questo continuò a disegnare dei cerchi cercando il momento perfetto per farlo.
Come unico altro attacco c’erano solo le fiamme viola, e non era difficile capire quando le avrebbe prodotte.
Doveva solo evitare le tre sfere, quando però il Pokémon si fermò creandone perfino una quarta attorno a sé le sembrò di non vederci più.
Se questo era ciò a cui i Top Ranger erano abituati lei era all’altezza?
Al pensiero di dover affrontare altri Pokémon simili o ancora più forti avrebbe continuato a lottare?
In quel momento la risposta era molto incerta, ma improvvisamente il viso di Alex le balenò davanti agli occhi, e si rese conto che non poteva perdere, c’era qualcosa di troppo importante in ballo.
Quasi trattenendo il respiro fece maggior attenzione alla sfera più vicina delle tre ai bordi, e non appena la vide distante dal Pokémon disegnò quanti più cerchi possibili con la maggior rapidità attorno a lui, evitando quella che gli volteggiava attorno.
Finalmente, con il polso che quasi le faceva male per lo sforzo, la bolla rosa che compariva al termine d’ogni cattura avvolse il Pokémon, e le sue informazioni vennero aggiornate.
Il suo nome era Cresselia, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: /-”, “Attacca sputando sfere psichiche e sfere misteriose.”.

Finalmente Sara poté tornare a respirare, e con il fiato corto vide il Pokémon chinare il capo davanti a lei, segno che le affidava la Gemma Gialla.
Avvicinandosi ad essa emise un ultimo verso, ed un altro raggio di luce riempì la stanza per un secondo. In seguito il Pokémon scomparve e la luce attorno alla gemma era diminuita, così che lei potesse prenderla.
Non era stato semplice, ma come si avvicinò Sara provò una forte sensazione d’orgoglio per ciò che aveva fatto, anche se presto la consapevolezza di qualcosa d’importante che mancava tornò a galla.
-Ma dov’è Alex?-
Un’immagine le arrivò agli occhi, come fosse sovrapposta alla realtà; nell’angolo della stanza precedente era comparsa una luce misteriosa che l’avrebbe riportata all’inizio del tempio.
Ora che sapeva non c’erano pericoli poteva uscire per chiamare aiuto e cercare il suo amico.
Immediatamente corse dall’altra parte dell’arcata, ma come scese la breve scalinata del pavimento rialzato avvertì uno strano suono sopra di sé, quello delle pale di un elicottero.
Subito dopo un’esplosione fece crollare buona parte del soffitto, e lo stesso elicottero che aveva visto alla piattaforma Altru scese verso di lei.
-Ehi, Sara! Nell’ottenere la Gemma Gialla, un ottimo lavoro hai fatto! Davvero ben fatto!-
Una voce a lei sconosciuta arrivò dall’elicottero, tuttavia aveva un non so che di familiare…poco dopo la porta si aprì, rivelando un uomo dalla corporatura robusta, vestito con dei pantaloni neri e delle spalliere di metallo,  dai biondi capelli spazzolati verso l’alto ed i piccoli occhietti neri.
-Anche se…non è stato molto furbo da parte tua…venire fin quaggù…in questo Deserto Carruba, seguendo quegli stupidi messaggini vocali.-
Spalancando gli occhi Sara si rese conto che ogni messaggio era stato mandato da lui, non solo come prova aveva i suoi errori nel parlare, ma anche il fatto aveva appena imitato la voce del suo amico!
-Sapevo che c’era qualcosa che non andava…-
-Alex imito bene, non è vero? Roba da non riuscire a distinguere me da lui! Beh, mi spiace per te! Io al Team Pesto Buio appartengo! E non solo! Uno dei favoriti del capo, sono io! Del Sinis Trio faccio parte!-
Con un salto scese dall’elicottero ancora in funzione, putando l’indice al proprio petto.
-Aride mi chiamo! Non Alex! Capito adesso?!-
L’uomo si esibì in una specie di posa da Ranger in cui fletté i muscoli, ma la pancia era l’unica cosa messa in risalto.
-Dov’è Alex!?-
Urlò Sara furibonda pronta a lottare.
-Prima penso: “La Gemma Gialla da solo, mi prendo!” Ma poi c’è un Pokémon, Cresselia, che fa il Guardiano della pietra. E dopo, arriva un Ranger. Un tipo allegro e baldanzoso. Sorpresa, sorpresa! Lui prova a catturare Cresselia! Penso: “Buona chance per me! Lui cattura il Pokémon, io mi prendo la pietra!” Ma quel Ranger, Alex, tanto bravo non è! A catturare Cresselia non riesce affatto!-
Oh no…ecco perché non aveva più comunicato con loro…doveva aver probabilmente subito delle gravi ferite in seguito alla sconfitta.
-Vederlo così, diventar nervoso mi fa, poi…pam! Una grande idea mi viene. Avevo sentito voci di un Ranger molto abile chiamato Sara. Penso: “Una trappola per Sara tendo con l’amicone Alex come esca!” Allora! Falsi pestaggi vocali ti mando! Bwahahahah!-
Sia la ragazza che Pachirisu lo guardarono pieni di rabbia, feriti nell’orgoglio per essersi lasciati ingannare.
-Quindi, capisci adesso? La Gemma Gialla, tu adesso mi dai.-
-Credi veramente farò una cosa simile?-
Chiese lei con aria di sfida, ma Aride sembrava essere molto sereno.
-Naturalmente, io sono onesto. Scambio qualcosa per la pietra. Ti ridò il tuo amico, parecchio importante, e io prendo la Gemma Gialla. Scambio equo!-
Non appena l’uomo schioccò le dita un dirigente del Team Pesto Buio comparve dai vetri oscurati dell’elicottero, e vicino a sé teneva Alex legato come un salame, pieno di lividi sul viso e con del sangue rappreso sul vestito.
Vedendolo in quel modo fu come se tutto si fermasse per la ragazza.
Le orecchie fischiarono ed il petto provò una fitta di dolore e colpa.
Se non l’avesse lasciato solo…non sarebbe accaduto nulla.
-Sara, non farlo! Non dargliela!-
-Stupido Alex. Forse coraggioso, ma furbo, mica tanto.-
-Stai zitto!-
Furibonda la ragazza azionò il proprio Styler, ma Aride fece solo qualche passo avanti tendendo la mano.
Sapeva bene che lei non poteva attaccarlo per prima, era contro il codice…
-Gemma Gialla in cambio di Alex rosso di rabbia. Fai lo scambio, sì?-
Come poteva accettare?
Quella gemma serviva per il destino di Almia, per i Pokémon e le persone che vi vivevano.
Avevano lottato per arrivare fino a quel punto, mancava così poco per sconfiggere la minaccia del Team Pesto Buio e tutto era riposto in quelle gemme che tanto cercavano.
La rossa, la blu, e la gialla.
Però…che razza di Ranger sarebbe stato se avesse abbandonato non solo il suo migliore amico, ma soprattutto una persona ferita ed in difficoltà, che aveva bisogno d’aiuto.
Era stato proprio per questo che aveva scelto quella strada, non importava quanto fosse difficile e dolorosa, anche se in quel momento non c’era altra emozione per lei.
Con quale coraggio si sarebbe definita ancora un Ranger?
In ogni caso, aveva fallito.
-Io…accetto…-
-No!-
Nonostante l’urlo di Alex Sara non poté far altro, non se la sentiva.
-Ah, molto bene! Saggia la tua decisione!-
Dopo averle strappato la gemma dalle mani, con un salto Aride tornò sull’elicottero, afferrando Alex per i capelli e portandolo sul bordo mentre l’elicottero riprendeva quota.
-Ok, tu prendi Alex indietro. Cadere non farlo. Prendi.-
-Fermo!-
Lanciandosi la ragazza agì d’istinto, afferrando al volo l’amico e rotolando assieme a lui sul duro cemento, cercando d’attutirgli la caduta, in parte riuscendoci, ma sbucciandosi anche gomiti e ginocchia.
-Un bonus anche, ti do. Generoso sono, sì? Prendi!-
Aride purtroppo non aveva ancora finito con loro, a sorpresa attivò una Miniremo ed un grosso Pokémon simile ad una navicella grigia con dei magneti ai lati comparve davanti a loro, mentre l’elicottero chiudendosi prese il volo allontanandosi.
-Sara!-
Alex preoccupato per l’amica ancora sdraiata a terra con lui tentò di spronarla spingendola con la testa, ed in parte ci riuscì visto lei si alzò aiutandolo a sua volta.
Guardando il Pokémon però non poté non provare una certa agitazione.
Aveva appena affrontato il Pokémon guardiano del tempio, era stremata e con le ferite delle precedenti lotte.
Alex era con lei, ma non erano ancora salvi.
Per il bene di entrambi doveva lottare con tutto ciò che le restava, e certo il Pokémon non attese a raggiungerla iniziando la cattura.
Il Pokémon produsse nel primo secondo dell’elettricità lungo il suo corpo, che fece intuire alla ragazza a cosa andava incontro, e creò così tre grosse sfere d’energia elettrica poste a triangolo vicino a lui, che diedero pochissimo spazio di manovra alla Linea di cattura della ragazza.
Lei tentò comunque di far almeno qualche cerchio, fermandosi quando l’altro creò una sfera di pura energia elettrica attorno a sé che iniziò a girargli attorno.
Fortunatamente le tre nel terreno svanirono, ma come anche questa fece lo stesso senza preavviso il Pokémon creò una nube elettrica attorno a sé, e lei v’era proprio in mezzo.
-Gha!-
Un rivolo di bava uscì dalla sua bocca quando rimase paralizzata per qualche secondo; fu come se i polmoni non volessero più funzionare e sentiva la testa bruciare.
Le bruciature alle braccia ed alle gambe in qualche modo si riaprirono tornando a pizzicare ed a nuocere, con oltretutto ben sei punti d’energia in meno.
Rialzandosi a fatica la ragazza disegnò con la mano tremante altri cerchi, ma quando il Pokémon creò un’altra sfera attorno a sé la sua mancanza di fermezza la portò a farla scontrare con la Linea di cattura, bloccata al bordo.
La mano fu il punto più colpito, tanto che per almeno una decina di secondi non la riuscì a muovere, con le dita completamente dritte.
Altri sei punti erano stati persi ed il dolore aumentava.
In tutto questo sapeva che Alex era dall’altra parte del perimetro di cattura che la guardava, ma sperava che qualcuno arrivasse o che riuscisse a liberarsi per scappare.
Aspettando che la sfera svanisse ricominciò a disegnare i cerchi solo quando questa svanì e vennero ricreate le tre nel suolo, molto più facili da evitare.
Stava anche iniziando a capire come evitare la nube, ma quella maledetta sfera fluttuante era il problema maggiore.
Ogni volta che si avvicinava troppo al perimetro di cattura si fermava, ma in questo modo i risultati erano scarsi.
Il livello rappresentante il sentimento d’amicizia raggiunto iniziò a svanire, e Sara presa dal panico in quanto stava per superare la metà tentò di continuare a disegnare qualche cerchio, con il risultato però che finì nuovamente contro la nube elettrica con altri sei punti in meno, arrivando a 63/81.
Questa volta il dolore la fece inginocchiare e le orecchie continuarono a fischiare per molto più tempo del solito. Non era certa di quanta energia elettrica poteva ancora sopportare il suo corpo, ma sapendo che non poteva ancora mollare ce la mise tutta per rialzarsi.
Ormai non sentiva altro che quel fischio, e dovette prendere lo Styler con entrambe le mani per disegnare delle linee decenti, riuscì però concentrandosi al massimo ad evitare altri danni, fino a quando non catturò il Pokémon.
Il suo nome era Magnezone, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 3”, “Usa il magnetismo del suo corpo. Si protegge con una barriera elettrica.”, fortunatamente la cattura, di grado A sorprendentemente, fece andare lo Styler al livello trentacinque, con cinque punti in più di potenza e due di energia, slittando a 83/83.

Un vero peccato che il suo corpo non poteva recuperare energia allo stesso modo.
Anche quando il perimetro svanì ed il Pokémon scappò dovette rimaner seduta a terra per qualche secondo, prima di riuscire a sentire Alex che la chiamava.
-Sara! Sara! Va tutto bene? Riesci a sentirmi?-
-Alex…-
Deglutendo rumorosamente la ragazza si alzò, avvicinando le mani alle corde che lo stringevano riuscendo a scioglierle.
-Sara…mi spiace.-
Con grande dolore negli occhi il ragazzo l’abbracciò con forza stringendola a sé, come a cercar di proteggerla o di curare almeno qualche piccola ferita.
Chiudendo gli occhi lei si lasciò andare a quel calore, sentendosi effettivamente più sicura e certamente più felice.
Era di nuovo con lei, salvo.
-Mi dispiace…non sai quanto mi dispiace.-
Disse lui nascondendo il viso sulla sua spalla, mentre lei gli accarezzava la schiena.
-Va tutto bene…-
-Sei ferita, non sono stato in grado di fare nulla…-
-Stiamo entrambi bene. Possiamo tornare alla Federazione assieme.-
Continuò lei cercando di evitare si buttasse giù.
Alex da sempre non l’aveva mai fatto, dimostrando sempre il suo valore.
Non avrebbe lasciato che uno sbaglio lo facesse sentire così.
-Io…no…non posso buttarmi giù. Anche se mi sento scoraggiato, devo rialzare subito la testa.-
Disse infatti lui alzandola e guardandola negli occhi con un sorriso, anche se in realtà…stava piangendo.
-Avanti, mi conosci, sono Alex. Sono sempre positivo e ottimista, giusto?-
Vedendolo così la ragazza poté solamente stringendo più forte a sé, sorridendo a sua volta per dargli volontà.
-Sì, sei fatto così. Non ti arrendi mai.-
Non l’aveva mai visto versare una sola lacrima, e questo diceva molto sulla gravità della situazione. Per qualcuno che non aveva mai perso, che si era mostrato come uno tra i migliori, un simile fallimento era più duro che per gli altri.
In un certo senso il mito che si era creato del ragazzo imbattibile che aveva dall’Accademia si era rotto, almeno in parte.
Sara però sapeva che questo lo avrebbe reso solo più forte.
-Sto bene, o almeno starò bene. Mi vergono un po’, perciò me ne tornerò alla Federazione da solo. Ma davvero, sto bene.-
-Alex ma che…-
Prima che Sara potesse protestare un verso a lei familiare li interruppe, e davanti ai due comparve il Pokémon compagno di Alex, che gli corse incontro saltandogli al collo.
-Buizel…scusa tanto, amico, ti ho causato un sacco di preoccupazioni.-
Il Pokémon per tutta risposta sfregò il muso sulla sua guancia, a fargli capire andava tutto bene.
-Sara…non so dirlo come si deve, ma…grazie per avermi salvato. Ricambierò, prometto!-
Già a quelle parole il tipico sorriso dell’amico, carico d’energia e tenacia, era tornato sul suo volto, e lei non riuscì a dirgli nulla mentre si allontanò per uscire dal tempio.
Era rimasta nuovamente sola, ma era felice.
Anzi no, non era sola, con lei c’era sempre Pachirisu.
-Pachi?-
-E’ tutto ok, adesso andiamo anche noi alla Federazione.-
Sorridendo la ragazza gli accarezzò la piccola testolina, senza pensare a tutto ciò che era appena successo, ignorando il dolore fisico e la spossatezza, concentrandosi solo su di lui, sul loro reciproco affetto, sul fatto che Alex stava bene e che era quasi in un posto sicuro.
Le cose non erano andate come sperava, ma un paio di minuti per sé poteva comunque concederseli.

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Capitolo 64
*** Capitolo 64 ***


Trascorse almeno un’ora prima che la Top Ranger se la sentisse di rialzarsi, catturare il Drifblim e chiedere il suo aiuto per poi uscire da lì.
Perfino lasciarsi sollevare era in qualche modo doloroso, e la gravità sembrava doppiamente forte rispetto a prima; una volta fuori dal tempio l’Hippowdon che aveva catturato nella piccola duna sottostante aveva ripreso a creare una tempesta di sabbia, ma non era cosa di cui doveva preoccuparsi.
Non voleva pensare a nulla, anzi in realtà non se la sentiva di pensare a qualcosa. La fatica era stata fin troppa, due missioni in poche ore e l’esito…beh proprio per questo non voleva pensare.
Catturò quindi uno Staraptor vicino e volò verso la Federazione.
Il morbido piumaggio del Pokémon le permettevano di riposare durante il volo, e Pachirisu anche fece lo stesso nascosto nella giacchettina di lei.
Sembrava che Staraptor volasse più piano del normale solo per evitarle scossoni, rimanendo ad una quota non troppo alta per non metterla a disagio. Lo percepiva e lo ringraziava per questo.
Ogni cosa che si suoi amici facevano, lei ne era grata.
Non sarebbe stata dov’era se non fosse stato per loro.
Quasi arrivò ad addormentarsi, ma il viaggio durò solo quaranta minuti ed una volta arrivata il Pokémon volò via dopo un rapido saluto.
La ragazza sapeva bene d’aver fallito, ma questa consapevolezza, forse per la fatica, non la schiacciava.
Provava una forte delusione nel cuore nei propri confronti, ma era come un sottile velo che l’avvolgeva senza soffocarla.
-Bene, andiamo a dare la notizia al professore.-
Senza perder tempo salì immediatamente fino a penultimo piano, trovandovi il professore e la presidentessa in attesa.
Con loro c’era anche Alex.
-Sara! Sei arrivata, stavo iniziando a preoccuparmi.-
-Sto bene, grazie.-
Sorrise lei accostandosi al ragazzo. Anche Glenda voltandosi la salutò con una mano, guardando però preoccupata le sue ferite.
-Molto bene, ora che ci siamo tutti, potete far entrambi rapporto. Ovviamente ci occuperemo poi subito delle vostre condizioni.-
Fu Alex il primo ad iniziare tra i due, dando tempo alla collega di formulare le spiegazioni.
-Mi dispiace moltissimo, ma non ho con me la Gemma Gialla. Una volta partito per Haruba ho rapidamente individuato la Gemma all’interno del tempio, tuttavia una volta arrivato lì il Pokémon a guardia si è rivelato molto più forte di quanto avessi pensato. Non ero preparato e così mi ha sconfitto, il mio Styler si è guastato ed era in grado solamente di mandare messaggi. Purtroppo però, oltre a questo danno, non mi sono reso conto che c’era qualcun altro con me al tempio. Un capo del Team Pesto Buio mi ha teso una trappola, ed a causa delle ferite riportate dallo scontro e dalla mancanza delle funzioni dello Styler non ho potuto combatterlo. Mi hanno catturato e tenuto in una base per qualche giorno, mi hanno bendato sfortunatamente e non so di preciso dove fosse, l’uomo mi ha preso oltretutto lo Styler quindi non si potrebbe nemmeno rintracciare. Ha mandato dei falsi messaggi per attirare Sara e far prendere a lei la Gemma gialla, in modo da prenderla in cambio della mia salvezza. Sara ha combattuto con tutta se stessa per ottenerla e se non fosse stato per me avremmo già la gemma. La colpa è solamente mia.-
Mentre parlava Alex aveva abbassato il capo a simboleggiare il suo dispiacere, e si sentiva chiaramente quanto fosse ferito nell’orgoglio.
La presidentessa ed il professore lo fissarono cupamente, ma non c’era segno di collera nei loro occhi.
-Alex, non devi fartene una colpa. Abbiamo rilevato dai dati quanto un Pokémon guardiano sia superiore a tutti gli altri, perfino i migliori di noi faticano molto contro di loro. Non potevi sapere d’essere seguito, e la colpa per ciò che è successa è nostra per non aver pensato a tale evenienza.-
Le parole della presidentessa erano serie ma comprensive, manteneva la sua tipica calma nonostante l’accaduto.
-E’ vero, quelli che dovrebbero accingersi a domandar perdono non siete voialtri, ma noi che nella nostra saggezza e nel nostro bagaglio d’esperienza non abbiamo giocato d’un passo in avanti rispetto al Team Pesto Buio, causandovi gravi lesioni fisiche e psicologiche.-
Anche il professore, con il suo tono solenne, non accusava in alcun modo i due, e guardò successivamente Sara.
-Se te la senti, possiamo ascoltare il tuo rapporto. Anzi i due rapporti, vista la missione con Settimo.-
-Sì signore. Dopo essere partita la barca sulla quale viaggiavo si è fermata improvvisamente a causa di un getto d’acqua sbucato dal nulla, scendendo in profondità ho scoperto un Wailord intrappolato da dei dispositivi del Team Pesto Buio, lo volevano usare come sostituto alla nave cargo che io e Brando abbiamo distrutto tempo fa. Dopo averlo liberato però una squadra ha catturato un Wailmer, amico del Wailord, e questo portandomi sulla sua schiena mi ha condotto alla base dove si trovava già Settimo. Collaborando siamo entrati all’interno di una base segreta, alla cui entrata abbiamo visto parlare Vanesio con un uomo all’interno di un elicottero, probabilmente il capo di tutti loro. Ho visto anche i capi che ho sconfitto Lavina e Frido, salire a bordo dell’elicottero. Entrati nella loro base abbiamo poi trovato il professor Leo, che andò con me all’Accademia Ranger e venne ingannato come tutti da Vanesio. Dopo averlo sconfitto questo è riuscito a fuggire, ma abbiamo portato via Leo e salvato Wailmer…però…-
C’era un dettaglio che aveva tralasciato riguardo quella missione, particolarmente amaro per lei.
-Ho incontrato anche Maximilian, è tornato dal Team Pesto Buio e non è voluto tornare indietro con me.-
Si sentiva tutta l’amarezza nella sua voce, ed Edvige in particolare si mostrò dispiaciuta nei suoi confronti.
-Oh piccola cara…-
-E’ tutto chiaro, avete svolto in ogni caso un lavoro eccellente.-
Disse il professor Frenesio annuendo con la testa, lasciandola poi continuare.
-In seguito ho subito ripreso il viaggio per il deserto Haruba, recandomi subito al tempio Hippowdon. Il Pokémon Compagno di Alex mi ha guidato fino alla fine del tempio, ma lì trovai solo la Gemma Gialla ed il Pokémon guardiano. Dopo essere riuscita a sconfiggerlo ottenendo la custodia della Gemma stavo per andarmene e chiamare aiuto, ma un elicottero ha sfondato il soffitto e da lì è uscito Aride, l’ultimo membro del Sinis Trio, quello di cui fanno parte Frido e Lavina, e dopo avermi spiegato il suo piano mi ha proposto lo scambio; la Gemma per Alex.-
Non era necessario dire come fossero finite le cose, ed anche lei aveva chinato il capo.
Alex non aveva colpe, ma ciò che era successo alla fine era stata una scelta di lei.
-Capisco, certamente. E’ così. La Gemma Gialla è finita nelle grinfie del Team Pesto Buio…beh, così stanno le cose. Svilupperemo un piano di conseguenza. Non c’è tempo per piangere sul latte versato!-
Disse subito il professore lasciando la parola alla presidentessa.
-Sono lieta che Alex sia salvo. Questa è la cosa più importante. La nostra prossima mossa sarà decisiva, ma può aspettare per una notte. Sono sicura che siamo tutti esausti dopo questo giorno frenetico. Avremo bisogno di tutte le nostre forze. Fate in modo di riposare al meglio. Potete andare.-
Annuendo entrambi si allontanarono, venendo poi scortati da un’Assistente dai capelli a caschetto e gli occhi neri verso l’infermeria.
Questa era ben attrezzata con tre armadietti in ferro pieni di medicinali alla parete destra e dalla parte opposta rispetto alla porta v’erano ben tre lettini in caso di bisogno.
Nella parte sinistra della stanza si trovava invece, accanto alla scrivania della dottoressa su cui v’erano un pc e numerosi fogli, un lavandino ed un mobiletto con numerosi attrezzi medici e garze.
La stanza era piuttosto larga, dal pavimento celeste ed i muri bianchi. La luce al centro del soffitto illuminava perfettamente tutto quanto anche senza il bisogno di una finestra.
Oltre ai due appena entrati c’erano la dottoressa, ovvero una donna alta dai capelli biondi e gli occhi castani, ed il suo infermiere, un ragazzino poco più grande dei due dai capelli e gli occhi marroni.
Bastò loro solo un’occhiata per capire le condizioni di Alex e Sara.
-Prego, stendetevi pure sui lettini.-
Disse cortesemente la donna sistemandoli per loro, mentre questi annuendo s’andarono a sdraiare.
Era così piacevole poter sentire la morbidezza del materasso sulla schiena.
Buizel e Pachirisu erano assieme ai due, seduti entrambi su un terzo letto.
-Il mio infermiere si occuperà delle condizioni dei vostri Pokémon.-
-La ringraziamo.-
Rispose subito Alex mentre la dottoressa gli si avvicinava.
-Sei molto deperito ragazzo, ed ai polsi ed alle braccia hai evidenti segni d’abrasioni da corda. Dovrebbe bastare però una pomata adatta, per il momento però rimani steso e bevi dell’acqua.-
Era molto rapida ed efficiente, subito trattò le ferite di Alex che rimase immobile senza dire nulla. Quando però venne il turno di Sara era evidente la situazione fosse molto più ardua.
-Hai numerose ferite, dovresti stare più attenta al tuo corpo…-
-Mi dispiace.-
-Non è a me che devi chiedere scusa. Coraggio, sono certa che ti rimetterai presto.-
Sorridendole gentilmente la dottoressa osservò principalmente le bruciature, prendendo una pomata e delle garze.
-La pelle potrebbe spaccarsi se non te ne prendi cura nelle prossime ore. Non sarebbe nulla di grave, solo apriresti dei piccoli tagli. Le abrasioni sono sottili ma abbastanza evidenti quindi tieni queste garze imbevute fino a domani.-
-Pachi…-
Era evidente che al piccolino non piacesse vedere la sua amica coperta di bende, ma non si poteva fare altrimenti.
Dopo qualche altro rapido controllo poi emersero nuovi danni.
-Hai subito numerosi lesioni, per fortuna non ti sei rotta nulla ma ti verranno dei bei lividi.-
-Posso sopportarli.-
A quella frase la donna le diede un piccolo colpo sulla testa con il palmo della mano, facendogliela abbassare.
-Guarda che devi stare attenta. Il tuo lavoro è importantissimo ma come pensi di farlo se non potrai nemmeno tenere in mano lo Styler?-
-Io…-
-Per adesso devi riposare e cercare d’evitare altri danni in futuro, o non basterà certo una pomata per star meglio. Sei oltretutto molto debilitata, quindi dovrai dormire qui per stanotte.-
-Capisco.-
-Posso rimanere anche io con lei?-
Chiese Alex mettendosi a sedere.
-Certo, purché tu la lasci riposare.-
Sorrise la donna gentilmente, mentre l’infermiere aveva controllato lo stato dei Pokémon dando loro anche dei poffin come premio per esser stati bravi nella visita.
Ben presto la dottoressa e l’infermiere li lasciarono soli per riposare, e Sara rimase a lungo con gli occhi chiusi pensando a ciò che le aveva detto.
Se voleva continuare ad essere un Ranger doveva fare attenzione, ma non poteva evitare ogni possibile danno.
Il pericolo faceva parte del lavoro, ma doveva evitare il peggio.
-Ehi…come ti senti?-
Alla domanda di Alex la ragazza aprì gli occhi, guardandolo.
-Adesso che sono in un letto bene, tu come ti senti?-
-Bene, bene…mi dispiace vederti ridotta così.-
-Non sono messa così male ahah.-
Cercò di scherzare lei. Infondo poteva ancora reggersi in piedi.
-Vero, però se penso che è per me…-
-Alex, sei il mio migliore amico, non potevo lasciarti solo.-
Il ragazzo sorrise con gratitudine, allungando una mano verso di lei che subito l’afferrò stringendola.
Avevano iniziato quel viaggio assieme a certo non si sarebbero separati.
Trascorse almeno un’ora in cui entrambi cercarono di riposare, ma la noia presto sopraggiunse e così cercarono un modo per scacciarla, anche semplicemente con delle chiacchiere.
-Sai, non siamo cambiati molto rispetto all’Accademia. Voglio dire, tu sei sempre la solita nanerottola ahah.-
-Sono solo più bassa di te di qualche centimetro! E nelle ragazze è carino.-
Sbuffò Sara gonfiando le guance.
-Ahah se lo dici tu.-
-Guarda che nemmeno tu sei cambiato molto, hai sempre i soliti capelli ribelli.-
-Fanno parte del mio stile.-
Effettivamente non avevano mai cambiato certi dettagli del loro modo di vestire, magari perché non erano nemmeno passati due anni da quel tempo.
Avrebbero avuto tutta la vita per apportare i cambiamenti che più desideravano. Mentre parlavano Buizel e Pachirisu erano accoccolati accanto a loro, dormendo profondamente.
-Qualcosa però direi che è cambiato rispetto all’Accademia. Tu sei diventata molto forte.-
Disse ad un certo punto Alex accarezzando il pelo del suo Pokémon compagno. Sara sorrise a quel complimento, abbassando lo sguardo.
-Anche tu non sei da meno. Abbiamo sempre gareggiato per vedere chi fosse il migliore, e questo mi ha aiutata ad andare oltre i miei limiti. Eri come un traguardo da raggiungere.-
Ammise quindi ricordando di tutte le loro sfide nelle catture.
-Veramente?-
Chiese lui evidentemente sorpreso, e per tutta risposta la ragazza gli mostrò lo Styler.
-Veramente. Tanto che ancora oggi sto gareggiando con te a chi cattura il maggior numero di Pokémon.-
Seguì qualche secondo di stupore, durante il quale Alex strabuzzò gli occhi guardandola, per poi scoppiare a ridere.
-Ahahaha, non posso crederci. Per tutto questo tempo nonostante non fossimo vicini hai continuato quella gara?-
Annuendo Sara arrossì leggermente imbarazzata, effettivamente poteva essere una cosa sciocca…
-Grazie, mi fa piacere l’hai fatto…perché anche io ho continuato.-
Proprio come il ragazzo era rimasto sorpreso la stessa cosa fu per lei. Avevano mantenuto reciprocamente quel legame senza nemmeno sapere se l’altro l’avrebbe fatto.
-Alex…-
-A quanto pare io e te pensiamo come una cosa sola.-
A quelle parole la ragazza arrossì alle guance, senza però smettere di sorridere felice del legame che avevano mantenuto.
-Guarda questi due come dormono.-
Disse poi il ragazzo riferendosi ai loro Pokémon.
-Buizel è stato di grande aiuto al tempio.-
Rispose Sara lodando l’impegno che ci aveva messo per aiutarla.
-Già, se non fosse stato per lui non so come sarebbero andate le cose…-
-Anche io senza Pachirisu sarei persa.-
Non aveva mai voluto darlo per scontato, magari per alcuni era solo un piccolo Pokémon ma per lei era un grande amico.
Tutti loro, che l’avevano aiutata e che forse l’avrebbero aiutata in futuro, erano dei grandi amici.

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Capitolo 65
*** Capitolo 65 ***


Il giorno seguente…
 
 
Sia Alex che Sara trascorsero la notte nell’infermeria, lasciando che i medici si assicurassero le loro condizioni fossero adatte per tornare al lavoro.
Per il ragazzo dopo un po’ di riposo ed essersi nutrito non ci fu problemi, ma Sara dovette usare un trattamento per la pelle in modo le ferite non facessero male.
Almeno durante quella notte aveva avuto modo di metabolizzare ciò che era successo alla Gemma Gialla, anche se per quanto riguardava Maximilian gli dava ancora da pensare.
Non c’era più molto tempo però, e dopo essersi preparata la ragazza tornò nella sala principale, dove trovò gli Assistenti impegnati a setacciare i monitor, mentre il professor Frenesio, la presidentessa Edvige ed Alex l’avevano aspettata prima di iniziare.
Non appena Sara li raggiunse Alex la guardò premurosamente.
-Hai dormito stanotte? Io non ci sono riuscito. Ho troppi pensieri.-
-No io per questa volta ci sono riuscita. Ma se hai bisogno di parlarne ci sono.-
Rispose lei sorridendogli.
-Grazie.-
Pronti per ascoltare ciò che avevano da dire i loro superiori i due si zittirono, in attesa.
-Professor Frenesio, ha potuto ricavare qualcosa dai progetti della Macchina incredibile?-
Chiese la presidentessa impaziente.
-Purtroppo ancora nulla. Il disco dei dati è protetto da una password. Sinora i nostri sforzi per forzare il  sistema di protezione sono risultati vani. Ho provato a rivolgermi a Leo, ma si è incupito e non parla.-
Già, ora anche Leo si trovava lì con loro, ma a quanto pare ciò che era accaduto alla piattaforma l’aveva scosso.
Alex forse non era ancora a conoscenza di tutti i dettagli, ma non sembrò colpito dal nome.
Forse non lo collegava direttamente al loro vecchio compagno.
-Ho qualche buona nuova, comunque. Avanzamenti significativi sono stati compiuti decifrando il diario.-
La notizia dal professore era certamente importante, e tutti erano pronti per ascoltare.
-Queste parole sono state scritte circa tre anni dopo il rinvenimento del Cristallo dell’Ombra. “Giorno XX, mese X. Ho passato un altro giorno leggendo vecchi scritti e documenti. Ho appreso della Gemma Rossa, della Gemma Blu e della Gemma Gialla. Ho capito come il Cristallo dell’Ombra tema e rifugga le tre Gemme. E come, tuttavia, ricerchi anche la loro armonia. Ora ho ben chiaro cosa devo fare mentre sono ancora in vita. Bisogna che…”. E questo è il punto dove siamo arrivati.-
La brusca interruzione scocciò non poco la ragazza, ma erano vicini a sapere cosa voleva dire il proprietario del diario.
-Comunque, ci dà una speranza. Le nostre ipotesi erano corrette. Le tre Gemme colorate hanno un’influenza sul Cristallo dell’Ombra E’ chiaro come anche Luciano Raggiani fosse giunto alla medesima conclusione.-
Disse infine il professore, venendo interrotto dalla debole voce di un ragazzo.
-Scusate. Sono Leo. Ho rimuginato a lungo la scorsa notte.-
Tutti quanti si voltarono sorpresi dal suo arrivo, mentre Alex e Sara si spostarono in modo fosse davanti al professore ed alla presidentessa. Ora Alex era ancor più stupito.
-Mi vergogno di accorgermi solo ora di certe cose. Vedevo, ma non capivo. Tutto quello che ho visto del mondo, in effetti, l’ho visto attraverso la lente di un microscopio o sullo schermo del computer. Ma ieri tutto questo è cambiato. Anche se in teoria ero un nemico, Settimo mi ha trattato come un fratello. IL professor Frenesio mi ha urlato contro tre volte, chiedendomi la password, ma poi mi ha lasciato in pace.-
Sia la presidentessa che Sara non poterono trattenersi dal lanciare un’occhiataccia all’uomo, che però rimase impassibile. Doveva ritenere la cosa necessaria.
-Mi è stato dato un letto confortevole e una colazione calda. Tutti mi sorridevano e…io…mi ci è voluto troppo tempo, ma ho finalmente realizzato di esser stato manipolato. Non riuscivo a crederci. E ieri non potevo ammetterlo. Ero troppo spaventato…-
Era sicuramente stata una notte molto difficile per lui. Purtroppo non potevano cambiare il passato, ma almeno aveva accettato l’inganno di Vanesio.
-La password è “Allegra”! E’ il nome della mia sorellina. Allegra si trova a Portena. Mi chiedo come stia…-
Il professo Frenesio si avvicinò al giovane, mettendogli una mano sulla spalla.
-Leo, grazie infinite! Ci è voluto del coraggio, ma questo tuo gesto potrebbe salvare Almia! Comunicatole ai ricercatori! La parola chiave è “Allegra!”. Aspettate, senza punto esclamativo! Soltanto “Allegra.”. E senza il punto!-
Subito ci fu un via vai di persone che iniziarono a comunicare ed a lavorare sulla password. Non ci sarebbe voluto molto prima di scoprire qualcosa.
Alex e Sara rimasero dove si trovavano però, aspettando ordini. Mentre Leo li guardò con un semplice sorriso.
Forse era ancora troppo presto per parlare.
Poco tempo dopo in ogni caso, tutti si spostarono nella sala riunioni al piano inferiore, e parteciparono all’evento anche Settimo e Viola. Tutti erano in perfetto silenzio, almeno fino all’arrivo di Nage, uno scienziato a servizio da tempo alla Federazione, che entrò correndo oltre la porta, fermandosi davanti al professore.
-Professor Frenesio, siamo pronti.-
-Perfetto. Visualizzate i dai sul monitor da pavimento, cortesemente.-
Il pavimento cambiò nel giro di pochi secondi, e comparve una gigantesca torre fin troppo familiare a molti di loro.
-Uh? Questa forma? Ho già visto qualcosa del genere da qualche parte…-
Disse Alex perplesso.
-Non può essere…?-
Viola sembrava già aver intuito di cosa si trattava, e così anche Settimo, che si incupì.
-Io direi che può essere, invece.-
-E’ la Torre Altru! Ma è assolutamente terribile! La Torre Altru sarebbe la Macchina incredibile? E verrà inaugurata domani!-
La presidentessa Edvige aveva ragione, e tutti avvertirono la criticità della situazione.
Camminando sullo schema il professore indicò alcuni punti.
-Osservate bene il progetto. Vedete? In cima alla Torre, dominando su tutta Almia…quell’oggetto in cima…è, con ogni probabilità, il Cristallo dell’ombra. Quindi, è di questo che si tratta…concedetemi un attimo per riflettere…-
Il professore, Leo e Nage uscirono dalla stanza, e fu la presidentessa a prender parola.
-Quando il professore si immerge in questo stato di concentrazione, di solito non ne viene fuori per un po’. Noi lo chiamiamo il suo “training autogeno strategico”. Allora, cosa possiamo fare nel frattempo?...beh, pattugliare, ovvio. Andate tra la gente e cercare di alleviare le loro preoccupazioni. Quando avete finito, venite per favore a rapporto da me, cari. Inoltre…potrebbe essere una buona precauzione catturare Pokémon potenti. Non dobbiamo lasciarci sorprendere da qualunque cosa possa accadere, miei cari.-
Con queste parole la presidentessa uscì, lasciando tutti al loro compito ed a riflettere.
Sara era talmente scioccata da non riuscire neppure a riflettere inizialmente.
Era stata alla Torre, aveva visto più volte il presidente ed i suoi impiegati, ed ora tutti loro facevano parte del losco piano del Team Pesto Buio?
Inizialmente non poteva crederci, e sperava che in realtà la spiegazione fosse che ad esempio fossero stati raggirati, ma le parole del presidente a riguardo dell’inaugurazione della torre le risuonavano in testa.
Ora sembravano collegarsi perfettamente al Cristallo dell’Ombra…
-Non sopporto stare seduto ad aspettare.-
Alex più che scioccato sembrava arrabbiato. La Altru aveva contatti con molte persone e non aveva mai dato segni d’esser collegata a qualcosa di malvagio.
Certamente un capovolgimento simile non era semplice da lasciar andare.
-Penso sarà una lunga giornata.-
Aggiunse Viola sospirando.
-Per il momento non possiamo fare altro.-
Rispose Settimo con un sospiro, ed ora che c’era più calma Sara ne approfittò per parlargli.
-Settimo…come è andata al ritorno dalla piattaforma? Dico per Leo.-
-Era molto silenzioso, ma posso capirlo. Ho cercato di tirarlo su di morale ma ho ottenuto solo pochi sorrisi. Sono felice ora stia meglio.-
-Capisco, grazie per esser stato gentile con lui.-
-Non preoccuparti, è stato un piacere. Leo è come me lo aspettavo. Un adorabile topo da laboratorio con i capelli a scodella.-
L’uomo sembrava intenerito dal modo di fare di Leo, e lo dimostrò con un sorriso.
Il tempo per le chiacchiere però era ormai finito, e tutti uscirono per andare in pattuglia.
Come Sara uscì dalla porta della stanza però si ritrovò subito Willy davanti.
-Ehi, ascolta, Sara. Domani c’è la festa per l’anniversario della Altru SpA. Da’ un’occhiata a questo.-
Il ragazzo gli mostrò l’ultimo numero dell’Eco di Almia, il dodici. In prima pagina c’era la gigantesca immagine della Torre con il titolo “La Torre Altru apre domani!”, alla sua destra, in alto, c’era un sottotitolo “Sarà annunciata una nuova energia pulita!” e con l’immagine di Nereo e dei suoi sottoposti spiegavano in parte i progetti futuri della Altru con questa fantomatica fonte di energia. Sotto questo ancora “Un nuovo, luminoso futuro per Almia!”elogiava l’iniziativa, ed infine il titolo “Il Quartetto Rock aprirà la serata”, con la foto del gruppo, descriveva la gioia dei fan per la notizia.
Sarebbe stato un evento fantastico, se solo non avesse saputo la verità. Willy però sembrava esserne ancora all’oscuro.
-Il Quartetto Rock dal vivo! Sul palco, volume a palla e rock a manetta! Non vedo l’ora, ma non stona un po’ in questi drammatici frangenti? Oops, siamo in servizio adesso! Torniamo al lavoro, Ranger!-
Poteva anche voler apparire serio e professionale, ma non riusciva proprio a nascondere la sua allegria, e prima che la ragazza potesse rispondergli era già sparito.
-Va bene…forza Pachirisu, abbiamo del lavoro da fare.-
-Pachi pachi!-
Usando la funzione dello Styler che le permetteva di vedere il numero degli incarichi notò che ve n’erano un bel po’, quindi era meglio iniziare da subito.
Purtroppo non erano tutti, o almeno la maggior parte, in un’unica zona, quindi avrebbe dovuto viaggiare molto quel giorno.
Avrebbe iniziato da Portena però, visto era la città più vicina.
Grazie ad uno degli Staraptor che volavano fuori dalla Federazione arrivò in una manciata di minuti, e perlustrando la città partendo dal porto individuò subito la persona che aveva bisogno di aiuto.
L’aveva già conosciuto in passato; tempo prima un uomo ed un ragazzino, pescando, avevano avuto un diverbio in quanto il secondo aveva pescato un pesce raro, perdendolo subito purtroppo, e visto l’uomo non voleva credergli il ragazzino aveva chiesto aiuto a Sara per dimostrargli non mentiva.
A quanto pare l’uomo si ricordava bene di lei, visto non appena la vide scattò.
-Ranger! Ascolta quello che ho da dirti! Stamattina ho preso un Omastar, ma è scappato! E questo ragazzino non vuole credermi!-
-Oh, certo. Raccontane un’altra. Gli Omastar sono Pokémon preistorici. Come hai fatto a pescarne uno? Si sono estinti secoli fa!-
Replicò subito il ragazzino scettico.
-Ok, adesso sono arrabbiato! Ascolta, Ranger, puoi prendere una barca e andare al Mare di Wailord? Una volta lì, immergiti e controlla se c’è davvero un Omastar laggiù. Puoi farlo per me?-
Chiese l’uomo guardandola. Dalle parole del ragazzino sembrava davvero improbabile l’aver trovato un Pokémon simile, ma perché non tentare?
-Certo.-
-Ti immergerai? Dici sul serio?-
-Sì signore. E’ mio dovere cercare d’aiutarla se possibile.-
Rispose Sara sorridendo.
-Grance! Allora puoi catturare un Omastar e registrare i dati nel tuo Navigatore. Così avrò la mia prova!-
Annuendo Sara si voltò entrando subito nel bar dentro il quale solitamente si riposavano tutti i marinai. Quel giorno era insolitamente pieno e per la prima volta vide anche il barista, anche lui probabilmente  un marinaio vista la divisa blu scuro.
C’era anche un altro pescatore, ed era evidente che aveva bisogno d’aiuto, ma prima di poterlo fare era necessario finire l’incarico attuale.
Tra tutti i marinai che vide non le sembrava portassero verso il Mare di Wailord, quindi tentò di parlare al barista.
-Mi scusi, avrei bisogno d’arrivare al Mare di Wailord, conoscerebbe qualcuno che potrebbe aiutarmi?-
-Mare di Wailord? E’ lì che vuoi andare?-
-Sì.-
-Accomodati a bordo.-
Fu la semplice risposta dell’uomo, che senza dire altro si spostò verso l’esterno.
A quanto pare aveva già trovato un passaggio, e non ci volle molto per tornare nella zona in cui Sara aveva aiutato quel Wailord il giorno prima.
Purtroppo Pachirisu avrebbe dovuto aspettarla sulla barca.
-Ok, ci vediamo!-
Salutandola il marinaio la guardò tuffarsi in mare, e Sara si ritrovò a nuotare nelle profondità del mare fino ad arrivare ai fondali.
Conosceva già quella zona, e sperava di non trovare altre tracce del Team Pesto Buio, ma guardandosi attorno le sembrò tutto nella norma.
Decise di iniziare la sua ricerca spostandosi prima verso sud, poi seguendo la strada a sinistra arrivò fino ad un alta parete rocciosa, che aveva ben due canali ad attraversarla, e lei scelse quello più verso nord.
In quella zona articolata c’erano molte correnti d’acqua, ed a Sara sembrò di ricordare ci fosse qualcosa di strano verso nord, quindi seguendo le correnti giuste cercò di raggiungere rapidamente quel punto, anche se dovette catturare uno Starmie, visto una corrente l’aveva spinta proprio contro il povero Pokémon.
Andando verso sinistra infine arrivò proprio davanti a due grandi massi, che potevano essere distrutti solo con un Pokémon con la Mossa Distruzione 4.
Era l’unico punto che non aveva controllato la volta scorsa, quindi era lì che doveva andare, ma non aveva nessun Pokémon che poteva aiutarla e nei dintorni non potevano essercene. Un Pokémon sott’acqua adatto allo scopo però…era Sharpedo o Kingdra, e questo era proprio nel Mare di Wailord.
Prima di qualsiasi altra cosa doveva quindi trovarlo, e tornò immediatamente indietro per setacciare il fondale.
Nella zona in cui si trovava non ne aveva visto nemmeno l’ombra, quindi prese un tubo che la portò verso sud e seguì alcune delle correnti presenti nel posto.
Proprio grazie a queste riuscì a raggiungere la zona in cui si trovava il Pokèmon in fretta, ed iniziò subito la cattura.
Inizialmente il Pokémon creò semplicemente delle bolle di grandi dimensioni, che dovevano probabilmente servire a rallentare i movimenti di lei, ma in seguito generò anche un getto di bolle ed un onda d’energia attorno a sé.
Grazie alla prima almeno Sara riuscì a caricare il proprio Styler, e ad aumentare leggermente l’indicatore, approfittando poi dei momenti in  cui il Pokémon ricreò quelle grosse bolle nuotandovi attorno.
Nel complesso gli attacchi seguirono questo schema, e dopo altre due volte che venne ripetuto la cattura terminò senza nemmeno una ferita.
Ancora le bruciature le davano un leggero fastidio, vista anche l’acqua salata, ma era sopportabile.
Immediatamente Sara nuotò verso nord per tornare dalle rocce, ma si sorprese quando trovò per puro caso un vicolo cieco nel quale nuotava sereno uno Sharpedo.
Naturalmente lei tornò subito indietro, visto non voleva disturbarlo, e trovò una strada alternativa.
Raggiunti gli ostacoli Sara chiese subito l’aiuto di Kingdra, che con un getto d’acqua potentissimo ne ridusse uno in piccoli pezzi.
Senza più nulla a frenarla la ragazza poté raggiungere una nuova zona piena di Pokémon, ma erano due i dettagli importanti.
Il primo era un punto in cui aveva bisogno di un Mantine per muoversi, ed un altro era una trave di ferro che aveva intrappolato un povero Wailmer dall’altra parte.
Naturalmente questo aveva la priorità, ma le serviva una Mossa Taglio 3 per aiutarlo.
Per fortuna che Sara aveva ancora con sé uno Starmie, ed immediatamente questo tranciò a metà l’ostacolo.
Il Wailmer nuotò tranquillo verso Sara per ringraziarla, ma così facendo iniziò una cattura ed il Pokémon, probabilmente agitato per essere dentro al campo di cattura, tentò subito d’attaccarla con un getto di bolle, che lei evitò semplicemente spostandosi.
Il Pokémon tentò allora con delle onde d’energia, ma anche queste furono evitate. Quando poi attaccò nuovamente con il raggio Sara caricò lo Styler fino a raggiungere il secondo livello.
La linea era molto più grossa, ed aumentava il livello d’energia trasmessa all’indicatore; grazie a questo catturare il Pokémon fu molto semplice, e le sue informazioni vennero aggiunte.
Accanto al suo nome c’erano le scritte “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Azione 2”, “Attacca con anelli d’acqua ed emettendo bolle dalla bocca.”.


Rasserenata d’averlo aiutato, Sara tornò indietro, trovando un Mantine per poi ripercorrere nuovamente la strada fino alla zona fino a quel momento bloccata.
Il Mantine la portò verso un punto dal quale prima lei non poteva arrivare per colpa di una corrente d’acqua, e qui trovò un nuovo Pokémon ancora non conosciuto.
Sembrava una grande lumaca dal guscio giallo, con alcuni tentacoli ed una piccola bocca.
Immediatamente, sperando fosse il Pokémon che cercava, Sara si avvicinò, iniziando la cattura.
Inizialmente il Pokémon per difendersi creò una grossa bolla vicino a sé, ma mentre questa fluttuava lontano dal perimetro di cattura tentò con un raggio di bolle per ferire la ragazza.
Gli attacchi erano stati molto vicini tra loro, ma entrambi non avevano sortito alcun effetto.
Grazie al raggio Sara caricò oltretutto il proprio Styler, fermandosi solo quando, dopo aver creato un’altra bolla, il Pokémon generò un secondo raggio, ma quello fu il suo ultimo attacco.
Il suo nome era Omastar, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 3”, “Attacca emettendo bolle dalla bocca.”.

Era proprio lui!
Allora esisteva veramente ancora!
Sicuramente il pescatore ne sarebbe stato entusiasta, e senza attendere Sara si precipitò subito al punto iniziale della zona, risalendo verso la barca e salendovi sopra con un gran sorriso.
-Pachi?-
-Torniamo indietro, ho grandi notizie per il nostro pescatore.-
Il viaggio di ritorno non durò molto, solo una quindicina di minuti, e non appena il pescatore la vide tornare la guardò con grande speranza negli occhi.
-Beh, Ranger? Hai trovato il mio Omastar?-
-Sì, eccolo qui.-
Rispose lei trionfante mostrandogli lo Styler, ed il suo visto si illuminò mentre guardò il ragazzino, ammutolitosi.
-Visto? Non l’avevo forse detto che c’era un Omastar? Non era una bugia, visto?-
Purtroppo non ottenne alcuna risposta, ma questo non sembrò rattristirlo.
-…ragazzo? Oops, non parla più.-
Quei due erano veramente incorreggibili, ma visto l’uomo era più grande forse avrebbe potuto esser più maturo.
In ogni caso l’incarico era terminato, e lo Styler ricevette presto un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Non molto tempo dopo l’aggiornamento arrivò, con qualcosa di diverso rispetto alle solite difese.
-“Hai ottenuto: Forza latente.”-
A quanto pare aumentava la potenza se l’energia dello Styler scendeva sotto il livello arancione; utile quindi contro Pokémon molto pericolosi.
-Bene, ora che abbiamo fatto passiamo all’uomo dentro al bar.-
Soddisfatta l’uomo vi entrò subito all’interno, trovandovi ancora il pescatore, che subito si voltò guardandola.
-Sei proprio la persona di cui ho bisogno! Devi ascoltarmi.-
-Oh, ok.-
Era stato un po’ rude, ma Sara non aveva molta scelta e lo lasciò parlare.
-Prima sono andato a pescare al largo. Il capitano mi ci ha portato con la sua barca. Quindi, stavo pescando quando è arrivato qualcosa e bam! Ha abboccato. Era grande, e per grande intendo enorme! Mi ha strappato la canna di mano! Mio padre me l’aveva lasciata in eredità. E adesso è in fondo al mare. Ho perso la mia preziosa canna da pesca per colpa di un Wailord, ne sono sicuro.-
-Ahahahaha.-
La risata del marinaio dietro al bancone interruppe i due, che subito si voltarono.
-Perdonatemi se non riesco a fare a meno di essere scettico a proposito del Wailord. Secondo me ti è semplicemente sfuggita di mano la canna da pesca…lascia perdere…-
-Non posso lasciar perdere! Quando quel Wailord se ne è andato con la mia canna da pesca, si è portato via anche  il galleggiante! Era un’opera d’arte scolpita dal signor Guardiaboschi in persona!-
L’uomo sembrava molto sicuro al riguardo, ma Sara fu anche sorpresa il signor Guardiaboschi fosse così rinomato perfino a Portena.
I due comunque non smisero di discutere, a quanto pare tutti gli incarichi che la portavano al mare si basavano su un qualche battibecco.
-Il mare è grande, sai! Non la ritroverai!-
-…e così non abbiamo fatto altro che litigare senza fare progressi. E qui entri in gioco tu, Ranger. Penso che potresti darmi una mano. Andresti a cercare la mia canna da pesca?-
-Emh…certo…-
Non poteva certo rifiutare, anche se il marinaio scosse il capo sospirando.
-Sì! Ecco cosa volevo sentirti dire! La canna si trova nel Mare di Wailord, vicino alla piattaforma petrolifera.-
Un vero peccato che fosse già stata lì, e Pachirisu sembrava veramente scontento di dover viaggiare di nuovo.
Magari dopo avrebbe potuto comprargli un Poffin.
-E va bene, andiamo, torniamo sulla barca.-
Disse il marinaio rassegnato, ed entrambi tornarono in mare.
-Lo sai vero che non è stato un Wailord?-
Disse l’uomo quando ormai mancava poco all’arrivo.
-Non posso darlo per scontato…e poi devo trovare il galleggiante.-
Rispose Sara guardando l’orizzonte del mare.
-Spero tu sia fortunata allora. Ecco, siamo arrivati.-
-Grazie, tornerò presto.-
Aveva avuto appena il tempo d’asciugarsi, ma non era un grande problema.
Tuffandosi nuovamente nel Mare di Wailord la ragazza si guardò subito attorno. Non sapeva esattamente quale Pokémon cercare, quindi non ne avrebbe tralasciato nessuno.
Controllò quindi tutta la prima zona, ma non trovandovi nulla proseguì verso uno dei condotti alla sua sinistra, quello più a sud, spostandosi così nella seconda.
Fu qui che, non appena superò il condotto attraverso la parete rocciosa, vide con la coda dell’occhio qualcosa luccicare dall’altra parte di una corrente d’acqua.
Era la canna da pesca del pescatore!
Era vicina ad un Kingdra, ma non poteva esser certa fosse stato lui a portargliela via.
In ogni caso poteva già tornare dal pescatore, e fu proprio ciò che la ragazza fece.
Il marinaio fu sorpreso di vederla già di ritorno, e l’aiutò a risalire sulla barca.
-Allora? Come è andata?-
-Ho ritrovato la canna da pesca, ma non mi sembra ci fosse un Wailord lì vicino. Non sono sicura del perché l’abbia persa.-
-Te lo dico io, gli è scivolata di mano. Conosco i novellini come lui.-
Sbuffò l’uomo tornando al timone.
-Torno a Portena.-
Il viaggio di ritorno fu molto tranquillo, e non appena la ragazza tornò dal pescatore questo saltò sull’attenti vedendo la propria canna da pesca.
-Oh, sì! Eccola! Eccola! E’ proprio la mia canna da pesca! Ti sono estremamente grato!-
-Non c’è di che.-
Rispose la ragazza sorridendo, prendendo in braccio Pachirisu che l’aveva aspettata fino a quel momento.
-Oh! Ecco! Guarda qui, capitano! E’ qui che il Wailord ha abboccato! Dico davvero, guarda!-
L’uomo non perse tempo a parlare con il povero marinaio, che alzando gli occhi al cielo ascoltò in silenzio, mentre lo Styler di Sara riceveva un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Non passò molto per l’appunto che l’aggiornamento arrivò.
-“Hai ottenuto: Difesa Psico”.-
Grazie a questo i danni da attacco psico si riducevano di tre punti. Oltretutto le griglie erano già a buon punto di completamento.
Vedendole la ragazza provò un moto d’orgoglio.
-Grazie a te, Ranger, ho di nuovo la mia canna da pesca! Ed è ancora intatta! Vado subito a pescare. La prossima volta riuscirò a tirare la preda fuori dall’acqua!-
Così dicendo, tutto allegro, l’uomo uscì subito dalla porta vicino al bancone.
-Bene Pachirisu, ora passiamo ai prossimi incarichi.-
Scorrendo nella lista dello Styler a quanto pare Ben aveva bisogno di lei alla Città di Vien.
Era passato un po’ dall’ultima volta che era stata lì, ed uscì subito dal bar per raggiungerla, quando lo Styler ricevette un nuovo messaggio.
-Qui è Glenda! Quando rientri dal pattugliamento, recati a rapporto dalla presidentessa Edvige.-
Il solito messaggio pre-registrato.
Senza badarvi troppo la ragazza percorse tutte le strade di Portena, uscendovi e trovandovi subito uno Staraptor vicino al laghetto accanto all’entrata della città. Una vera fortuna visto grazie a lui arrivò alla Città di Vien in un battibaleno.
Atterrò proprio davanti al Centro Ranger in cui aveva lavorato assieme a Brando, Ilario, Elena e Luana, ed accanto a questo c’era Ben.
-Ehi Sara! Mi, ehm…mi stavo chiedendo se mi puoi aiutare. Da un bel po’ di tempo sto pensando a come rendere felice Elena. Sai, vorrei ringraziarla per aver curato le mie scottature ed essersi presa cura di me.-
Spiegò il ragazzo imbarazzato, facendo ridacchiare l’amica.
-Quindi ho pensato di farle vedere il suo tipo di Pokémon preferito. Si tratta di Dragonair. Pensavo che avrebbe voluto vedere un Magnemite o un Magneton, visto che adora gli aggeggi meccanici. Ma, wow, le piacciono i Dragonair. Non ti sorprende questo suo lato così romantico?-
-Credo di sì.-
Rispose Sara incerta.
-Però c’è un problema. Non sono un Ranger, quindi non me la sento proprio di andare a cercare un Dragonair. E’ per questo che ho bisogno di un Ranger come te. Puoi trovare un Dragonair per me? Dovrebbe essercene qualcuno nel Castello di Almia.-
Il Castello di Almia era nella Valle di Crio, certamente un bel viaggio da lì, ma non poteva certo dir di no ad un amico. Inoltre ricordava di aver già catturato un Dragonair, anche se era nella parte più alta del castello.
-Ma certo, lascia fare a me.-
-Grazie mille! Ranger, sei davvero l’unica persona a cui mi posso rivolgere per un incarico così.-
Le faceva piacere avesse scelto proprio lei per quell’incarico. L’incontro con Ben non era stato dei migliori visto ciò che era successo alla Foresta di Vien, ma si stava impegnando per diventare una brava persona.
Così, non appena trovò uno Staraptor, lei e Pachirisu volarono subito verso la Valle di Crio, preparandosi per il freddo delle montagne.
-Non penso riuscirò mai ad abituarmi.-
Borbottò la ragazza non appena la temperatura scese.
Fortunatamente poterono atterrare direttamente presso il Castello di Almia, il cui portone era ancora aperto.
Guardandolo per la seconda volta, la ragazza ricordò della sua avventura con la Gemma Blu.
-Chissà se Lucario è ancora qui, o se è andato via…-
Il suo scopo era quello di proteggere la gemma, ed ora l’aveva passata a lei.
-P-pa-pachi…-
Il povero Pachirisu era tutto raggomitolato su se stesso, infreddolito in mezzo alla neve.
Subito l’amica lo prese in braccio cercando di scaldarlo.
-Oh scusami! Entriamo subito, dovrebbe fare più caldo.-
Effettivamente la temperatura era migliore all’interno, e superato il corridoio principale alla ragazza bastò proseguire per arrivare nel gigantesco salone, dove poteva proseguire dritto, oppure a destra o a sinistra.
Era passato un po’ dall’ultima volta era stata lì, ma le sembrava di ricordare di dover proseguire dritto, ed arrivò ad una stanzina dove trovò la prima rampa di scale.
Superata questa ed un’altra stanza simile, arrivò in quella in cui il pavimento era in più punti crollato, e dove era invece presente il suolo era coperto dal ghiaccio, oppure quest’ultimo componeva alcune lastre su cui poter salire.
Per il momento la ragazza andò verso destra, muovendosi rapidamente e senza scivolare. Trovò così nella stanza oltre la porta un’altra scalinata, ed evitando che un Pokémon la ferisse con i suoi attacchi superò anche quella del piccolo corridoio raggiunto.
Arrivò quindi in un’altra grande stanza, dove il pavimento era completamente ghiacciato e c’erano alcuni Walrein, ed un Vulpix, che vi pattinavano sopra.
La ragazza riuscì ad evitarli senza esser ferita, raggiungendo la porta alla sinistra della stanza.
-Rispetto alla prima volta, ci stiamo muovendo rapidamente eh?-
-Pachi.-
Percorsero così un ponte esterno, raggiungendo una nuova zona del castello.
Oltre a quella dalla quale era venuta c’erano altre tre porte, una a sinistra e due verso nord.
La prima era una grande arcata, che l’avrebbe portata ancora più avanti, mentre la seconda era una piccola porticina dove ricordava ci fosse solo un magazzino, dentro il quale ci sarebbe dovuto essere anche un Dragonair.
Non appena entrò vide subito il Pokémon che ricordava, un piccolo serpente fluttuante di colore viola, ma la ragazza ebbe una brutta sorpresa stando allo Styler.
-E’…un Dratini. Mi sono sbagliata…-
Prima che potesse dire altro udì però un verso alle sue spalle, simile a quello del Pokémon ma più acuto, e voltandosi ne vide uno molto simile al Dratini, ma di colore azzurro e molto più grande.
Non avendolo ancora catturato, ma sperando di non sbagliarsi un’altra volta, la ragazza si avvicinò, iniziando la cattura.
Il Pokémon, dopo essersi mosso per un po’ lungo il perimetro, tentò d’attaccarla con un soffio di fuoco azzurro, ma la Top Ranger riuscì ad evitarlo.
L’altro tentò allora con un approccio diverso, che consisteva in una scaglia argentea che, ingrossatasi, si staccò da lui iniziando a fluttuare attorno.
Era abbastanza vicina per riuscire comunque a disegnare una linea di cattura, e dopo un po’ svanì anche.
Quando il Pokémon soffiò nuovamente il fuoco celeste lei ne approfittò per caricare lo Styler una volta, e da lì bastò poco per concludere la cattura.
Il suo nome era Dragonair, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca sputando fiamme blu e si protegge con una barriera misteriosa.”.

-Un Dragonair! Caspita che fortuna…possiamo tornare subito da Ben!-
Disse la ragazza sorridendo felice.
-Pachi.-
Annuendo Pachirisu la seguì lungo tutto il percorso per tornare indietro, fino all’entrata del castello.
Il gelido vento non mancò di farsi sentire non appena i due misero piede fuori dalla porta, ma uno Staraptor che volava proprio ai piedi della scalinata diede loro modo di tornare immediatamente alla città di Vien, subito dopo aver liberato Bellossom e Banette, visto c’erano troppi Pokémon con la Top Ranger.
-Ehi Pachirisu, credi che a Ben piaccia Elena?-
-Pachi.-
-Sarebbe dolce se avesse una cotta per lei. Elena è molto gentile.-
Sorrise la ragazza, che vide in lontananza la città. Ben scrutava il cielo ed i dintorni nell’attesa che lei tornasse, e non appena la vide le corse incontro.
-Oh, questo Dragonair è stupendo! Adesso capisco perché Elena adora questo tipo di Pokémon. Grazie mille!-
Disse Ben abbracciandola dalla gioia.
-Per favore, aspetta qui un attimo! Chiedo a Elena di uscire.-
Annuendo Sara rimase in attesa, non riuscendo però, come Pachirisu in fin dei conti, a trattenersi dal tendere l’orecchio per ascoltare, sentendo con chiarezza la voce di Elena.
-Cosa c’è? Perché tanta fretta?-
Questa uscì subito dopo assieme a Ben, e spalancò gli occhi quando vide quel Pokémon.
-Caspita! Un Dragonair!?-
-Beh, Elena, sei sempre così impegnata con il lavoro e…-
Iniziò Ben spiegando la faccenda, leggermente rosso, ma la castana non lo lasciò finire saltellando contenta.
-E’ fantastico! Splendido! Bellissimo!-
-Sara ha dovuto faticare molto per catturare quel Dragonair per te.-
-Oh, non è stato nulla di che.-
Rispose subito lei sorridendo.
-Sono emozionata…non mi sarei mai aspettata di vedere un Dragonair dal vivo…-
Ben la guardava altrettanto rapito, proprio come se fosse un Pokémon raro.
-Elena, il sorriso che sfoggi adesso…penso sia la prima volta che lo vedo.-
-Non è vero. Beh…forse hai ragione.-
-Ahaha. Sì, Elena, di solito pensi sempre al lavoro e a nient’altro.-
La ragazza si finse offesa per qualche secondo, prima di guardarlo negli occhi con un altro sorriso.
-…grazie, Ben.-
-Eh, cosa? Non devi ringraziare me. Non sono stato io a catturarlo…-
-E’ vero, devo ringraziare anche te, Sara. Grazie per avermi dato l’opportunità di vedere un Dragonair dal vero.-
-E’ stato un piacere Elena.-
-Ben, dovremmo tornare dentro. Sara, spero che tornerai ancora al Centro Ranger di tanto in tanto.-
Così dicendo la ragazza tornò subito al lavoro, ma Ben si prese un ultimo minuto per parlarle.
-Sara…grazie.-
Sorridendogli la ragazza lo lasciò entrare, mentre lo Styler riceveva un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
Non molto tempo dopo arrivò infatti l’aggiornamento.
-“Hai ricevuto: Bonus combo.”-
A quanto pare aumentava la potenza dello Styler dopo sei anelli consecutivi. Poteva essere molto utile in certi casi.
-Visto sono già qui magari potrei incontrare anche Ilario, Brando e Luana.-
-Pachi!-
Subito la ragazza si affrettò a superare la porta, ma si rese presto conto che, oltre a Ben, Elena e l’Assistente, non c’era nessuno.
-Oh, Sara, ti serve qualcosa?-
Chiese Elena guardandola.
-Ecco…volevo salutare gli altri.-
-Brando è uscito di pattuglia, anche Ilario e Luana sono via. Il mio compito adesso è smistare i messaggi per tutti.-
Rispose prontamente Ben, mentre Sara cercava di non mostrarsi troppo delusa.
-Ben mi aiuta a sbrigare varie faccende. E lo fa di sua spontanea volontà.-
Aggiunse Elena elogiandolo.
-Sono felice che tu ti sia ambientato bene qui. Visto gli altri non ci sono credo tornerò al mio giro di pattuglia. Ciao ragazzi.-
Non potendo fare altra Sara uscì sconsolata, mentre Pachirisu le accarezzò una gamba per consolarla.
-E’ tutto ok, ma grazie. Forza, ora la nostra prossima tappa sarà…all’Altopiano Cromano.-
Rimanevano solo delle missioni lì, alla Valle di Crio ed al Villaggio Haruba.
Grazie all’aiuto di uno Staraptor, catturato lungo il sentiero che portava al Villaggio Cicole, i due raggiunsero presto la cima dell’altopiano, trovando all’atterraggio un esploratore che la guardò storcendo il naso.
-Mi sembri piuttosto giovane per essere un Ranger.-
-Faccio comunque il mio lavoro a dovere, signore.-
Rispose la ragazza guardandolo seria. Per la sua età tutti la sottovalutavano, ma non era una novità.
-Sono un esploratore, ma solo per hobby. E’ un piacere incontrarti.-
-Altrettanto.-
-Pachi.-
Anche Pachirisu parlò, presentandosi, ma venne ignorato.
-Posso raccontarti la mia storia?-
Chiese l’uomo guardando Sara, che annuì.
-Sto avendo dei problemi con Misdreavus. Non capisco proprio perché si diverta tanto a ostacolare le mie esplorazioni. Questo antipatico Misdreavus…puoi fare qualcosa in proposito?-
-Certo, andrò a dare un’occhiata.-
-Grande! Lascerò che ci pensi tu. Il Misdreavus dovrebbe essere in una sala dentro le rovine. Oh, forse dovrei avvertirti: il Misdreavus ti arriva alle spalle per spaventarti. Non farti cogliere di sorpresa.-
-Grazie per l’informazione.-
Pronta per incontrare il Pokémon, la ragazza scese subito la scalinata, facendo molta attenzione a dove metteva i piedi.
Ricordava dall’ultima volta che i Drifblim erano molto importanti per muoversi lì sotto,  e così non mancò di catturarne uno subito già raggiunta la prima zona oltre la scalinata.
Scelse poi di proseguire verso un sentiero sulla destra, facendo molta attenzione a non disturbare gli altri Pokémon, procedendo in quella direzione fino a quando non raggiunse un vicolo cieco con un buco nel terreno in basso a destra.
Aveva tralasciato altre due stanze, ma voleva prima vedere quanto effettivamente il Misdreavus potesse essere andato a fondo, e con la sua fortuna poteva anche aver raggiunto il punto più basso, così saltò subito giù, scegliendo poi di procedere verso sinistra.
Purtroppo nella stanza successiva la luce era così bassa che non notò un Duskull davanti a sé, e finì per iniziare una cattura, senza danni perlomeno, che terminò in pochi attimi.
Andò così avanti per la sua strada, superando anche una zona con due Koffing, e saltando nuovamente in un buco arrivò verso l’ampia zona sottostante.
Qui v’erano molti buchi nel pavimento e zone per salire, e per questo catturò un altro Drifblim, che portò lo Styler al livello trentasei, aumentando la potenza di cinque e l’energia di due, arrivando a 85/85, ma liberò il Duskull ed il Dragonair visto aveva troppi Pokémon con sé.
Controllò la zona in cui si trovava, ma del Misdreavus non c’era traccia, così tentò di scendere nel buco in alto a destra, quello più vicino alla parete, scendendo nella zona in cui iniziavano a trovarsi migliaia di cristalli violacei.
Tentò di controllare la zona alla sua destra, ma ancora c’erano solo dei Koffin, così scese nuovamente fino al punto in cui aveva affrontato la sfida del Pokémon guardiano di quel luogo.
-Che sia sceso così in profondità?-
Si domandò la ragazza, iniziando a dubitare fosse vicino, ma proseguì comunque fino all’ultima zona per esserne sicura, tuttavia anche quando raggiunse la fine delle rovine non trovò nulla.
-Cavolo, deve essere più indietro allora…scusami Pachirisu, ho sbagliato ad andare di fretta.-
-Pachi.-
Il Pokémon non sembrava aver problemi, ed assieme a lei tornarono indietro fino all’inizio della zona in cui si trovavano i cristalli. Da qui controllò anche la parte della zona inferiore, saltando con agilità ed atterrando a pochi metri, ma rese solo ufficiale lì non c’era il Misdreavus.
Tornarono quindi anche nella zona superiore, dopo aver catturato un altro Drifblim,  controllando per prima cosa la zona raggiungibile tramite un foro nel soffitto in basso a destra, ma c’era solo un Umbreon ed una strana porta, che necessitava una Mossa Psico 3 per entrare.
-Spero non sia qui, ma l’Esploratore aveva detto che il Misdreavus lo disturbava durante la ricerca, quindi non penso.-
Tornando giù e catturando l’ennesimo Drifblim la ragazza tornò indietro tramite il foro dalla quale era arrivata, superando  i Koffing e tornando ancora più indietro fino alla prima zona, ma del Misdreavus non c’era traccia.
Provò quindi un’altra strada, ovvero attraverso un’apertura in alto a sinistra, non molto distante dalle scale.
Qui era molto buio, ma riuscì a trovare un sentiero sulla sinistra, e proseguì in quella direzione arrivando in un punto dove si poteva o andare a sinistra, o verso nord attraverso uno spazio ristretto.
Per pura curiosità la ragazza andò da quest’ultima parte, ed udì un verso acuto di un Pokémon vicino.
Nonostante l’oscurità riuscì a vederlo, era piccolo e verde, che fluttuava davanti a lei, ma come fece un passo avanti il Pokémon svanì.
Pachirisu spaventato da quel gesto le si aggrappò alla gamba, ma Sara non smise di muoversi arrivando nel punto in cui era svanito.
Il Pokémon, per farle uno scherzo, le comparve alle spalle, riuscendo nell’intento di spaventarla, e svanendo di nuovo.
-Accidenti! Forza vieni qui Misdreavus.-
Cercò di muoversi per tutta la stanza, ma non lo trovò.
-Forse è andato da un’altra parte?-
La prima idea fu quindi quella di tornare indietro, ma quando fu ormai sull’uscio notò con la coda dell’occhio il Pokémon rimaterializzarsi, e le venne un’idea.
Tornando indietro gli lasciò ripetere il trucco svanitore, ma questa volta quando si avvicinò per controllare si voltò con uno scatto, cogliendolo sul fatto.
-Preso!-
Questa volta ce l’aveva fatta, e la cattura poté iniziare.
Il Pokémon dopo aver volteggiato per qualche minuto attorno alla ragazza svanì nuovamente, ma Sara sapeva bene che poteva continuare a mantenere la linea di cattura per non perdere la combo, e così disegnò cerchi molto ampi fino a quando non tornò.
Il Misdreavus sputò allora una fiamma violacea, che toccando terra lasciò un grosso segno nero con al centro due occhi arrabbiati, ma fino a quando non li toccava la ragazza sapeva d’essere al sicuro.
Anche quando ne creò una seconda non fu un problema.
Era ormai al termine della cattura quando il Pokémon la sorprese con una fiammata viola, che si mosse come una biscia, e purtroppo stavolta la ragazza non fece svanire la Linea di cattura in tempo.
Questa si ruppe, ma le causò solo la perdita di un punto nell’energia, ed una piccola scottatura all’indice.
Il punto venne presto recuperato però quando la cattura terminò, grazie ad uno dei potenziamenti dello Styler.
Le informazioni vennero così aggiornate, ed accanto all’immagine del Pokémon c’erano le scritte “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: /-”, “Attacca lanciando sfere psichiche e sfere imbevute di sentimenti d’odio.”.

-Uff, sei stato scaltro eh? Ma io lo sono di più.-
Disse la ragazza ridacchiando, mentre alle loro spalle arrivò l’esploratore.
-Spero proprio che quel Misdreavus dispettoso abbia imparato la lezione. Grazie per i tuoi sforzi. Adesso potrò tornare a dedicarmi al mio hobby, le esplorazioni…-
-Si figuri, credo però volesse solo giocare.-
Rispose la ragazza guardando il Pokémon, che sembrava d’accordo con lei, ma poco dopo svanì nel nulla, riapparendo dietro all’uomo e spaventandolo.
-Waaaaah!-
L’esploratore scappò via spaventato, ma Sara non poté trattenersi dal ridere per la scena.
Il Pokémon sembrò apprezzare particolarmente quella cosa, ed iniziò a girarle attorno come una trottola.
Questo significava solo una cosa, e lo Styler lo confermò con un messaggio.
-“Misdreavus diventa un tuo Pokémon compagno! Vuoi che il Pokémon compagno Misdreavus venga con te?”-
-No grazie, vai pure al Ranch dei compagni a fare amicizia.-
Disse Sara accarezzandogli la testa, ed il Pokémon subito andò via.
Ora l’unica cosa che restava da fare fu uscire, e tornando alla luce del sole Sara si stropicciò gli occhi sorridendo.
-Bene, rimangono il villaggio ad Haruba e la Valle di Crio, dove vuoi andare?-
-Pachi! Pachi! Pachi! Pachi! Pachi! Pachiiiii!!-
Il piccolino aveva iniziato a saltare come un matto, ma non era difficile per Sara capire cosa voleva dirle.
-Ahahaha, va bene va bene, villaggio Haruba sia.-
Catturando uno Staraptor vicino Sara subito chiese il suo aiuto per volare, e durante il viaggio poterono percorrere sotto di loro l’immenso mare di Almia.
Certamente era uno spettacolo meraviglioso, tanto quanto il profilo del deserto che si faceva sempre più vicino, fino a quando non atterrarono proprio al centro della città.
-Bene, vediamo un po’ cosa succede.-
Non fu difficile riconoscere immediatamente l’uomo che, la prima volta era stata lì, aveva erroneamente usato una Gigaremo come macchina per il caffè, ed anche lui la riconobbe subito.
-Ranger, sono davvero spiacente per tutta quella confusione sulla “macchina del caffè”. Voglio farmi perdonare passandoti una notizia che troverai incredibile.-
-Oh, la ringrazio in questo caso.-
Rispose la ragazza con un sorriso comprensivo, non lo riteneva una cattiva persona, aveva solo fatto uno sbaglio.
-Ero al Tempio Hippowdon quando le ho viste! Si tratta dell’ultimo modello di Gigaremo!-
A quelle parole gli occhi della ragazza si spalancarono.
Mai avrebbe pensato le avrebbe dato una notizia simile, ma a quanto pare la faccenda era importantissima.
-Non erano macchinette del caffè, eh! Non mi confondo più! E, meraviglia delle meraviglie, le Gigaremo si spostavano da sole!-
-Come da sole?!-
Se avevano inventato una cosa simile trovarle non sarebbe stato facile, e pure Pachirisu sembrava molto preoccupato riguardo la faccenda.
-Qui entri in azione tu, vero?-
-Subito!-
-Così mi piaci! Si trovavano nel Tempio Hippowdon.-
-La ringrazio!-
Non c’era tempo da perdere, doveva subito distruggere quelle macchine e scoprire se c’erano altri membri del Team Pesto Buio nelle vicinanze!
La ragazza corse a perdifiato verso il tempio, incurante della sabbia che le rendeva difficoltoso ogni passo, e tenendo Pachirisu in braccio in modo non restasse indietro.
Perfino la tempesta di sabbia nei pressi del tempio non rappresentò un ostacolo abbastanza arduo per lei, che subito entrò attraverso il grande ingresso.
Nella prima stanza, in salita e con i bordi aventi della sabbia che l’avrebbe fatta tornare verso il basso, non sembravano esserci le Gigaremo, e nemmeno nel corridoio o nella stanza successiva raggiungibile tramite una porta verso nord.
Nella nuova stanza in cui era, dove v’era un sottile sentiero di cemento tra la sabbia, e delle sfere dello stesso materiale che minacciavano di colpirla, nemmeno i marchingegni erano presenti.
Quanto si erano spinti a fondo per posizionarle?
Conoscendo già come fare a superarla la Top Ranger ci riuscì in poco tempo, ma nemmeno nel corridoio seguente trovò nulla.
Arrivò così fino ad un vicolo cieco, e solo grazie all’aiuto di un Drifblim poté superare un’apertura nel soffitto e proseguire, in ogni caso sempre più preoccupata.
L’ultima volta che era stata al tempio uno del Sinis Trio l’aveva ingannata, costringendola a scambiare la Gemma Gialla con Alex.
Non era un ricordo piacevole, e fin troppo vivo, ma non per questo rallentò la sua corsa.
Superò con facilità perfino la stanza con l’erba salterina, ma nel corridoio successivo notò qualcosa di molto importante.
C’erano infatti, al centro del corridoio, sei grossi Pokémon che fluttuavano tranquilli, dai corpi grossi e simi a qualcosa di molto familiare…
-Oh…non dirmi che…-
-Ranger, eccole lì! Quelle sono le Gigaremo ultimo modello!-
L’urlo dell’uomo che l’aveva condotta fin lì le arrivò dalle spalle, mentre questo correndo la raggiunse impaurito.
Le sue urla purtroppo avevano attirato l’attenzione di due dei sei Claydol, che subito si gettarono contro Sara iniziando una cattura.
Questa fortunatamente fu semplice, e probabilmente fece intuire all’uomo come stavano le cose.
-Eh?-
-Questi, signore, sono dei Claydol.-
-Non sono GIgaremo? Sono Pokémon chiamati Claydol? Ma guarda te…mi spiace! Però devi ammettere che assomigliano proprio a delle Gigaremo, non è vero?-
-Sì, abbastanza.-
Rispose Sara comprensiva, mentre l’uomo andò via imbarazzato.
Almeno non c’era stato alcun reale pericolo, ma Pachirisu era talmente scioccato che cadde a terra con le zampine sugli occhi.
Nel frattempo, lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Spettro.”-
A quanto pare riduceva di tre i danni di un attacco spettro, e visto aveva già il primo dei due potenziamenti sicuramente l’effetto era ancora più forte.
-Beh, andiamo, ci sono altre persone da aiutare.-
-Pachi…-
Tornare al villaggio non richiese troppo tempo, e non appena furono vicino alla bancarella dove l’uomo aveva tentato di vendere il suo caffè si avvicinò il viglio, un ragazzino vivace dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
-Ranger, mi spiace che mio padre ti abbia fatto tanto penare. Ti ho portato un po’ d’acqua, anche per il tuo Pokémon.-
-Grazie, sei molto gentile, e non preoccuparti, sono sicura che tuo padre sia una brava persona.-
Rispose Sara, bevendo assieme a Pachirisu per rinfrescarsi.
-Un po’ sbadato, ma è forte. Buon lavoro Ranger!-
Dopo aver salutato il ragazzino Sara si guardò attorno, notando dall’altra parte del villaggio  lo scienziato che già altre volte aveva aiutato per le sue ricerche, ed anche lui l’aveva notata.
-Oh, ciao, Ranger! Sono io, Erberto, quello che studia i Pokémon del gruppo Erba! Mi hai già aiutato due volte catturando un Oddish e un Abomasnow.-
-Ciao Erberito, è un piacere rivederti. Hai forse bisogno di una mano con un altro Pokémon?-
Chiese lei sorridente, ricevendo un cenno d’assenso.
-Stavolta, il professor Frenesio vuole che io trovi un Cacturne. Dovrebbe trovarsi nel deserto, ma non ne ho ancora trovato uno, come al solito. Il che ci porta a te, Ranger. Puoi portarmi un Cacturne?-
-Ma certo.-
-Sono contento che tu abbia accettato. Questo caldo mi ha stroncato.-
-Non si preoccupi, ci penso io.-
Probabilmente il Pokémon doveva trovarsi nella zona tra il villaggio ed il tempio.
Si diresse così immediatamente lì, ma lungo la sabbia non le sembrò vedere nessun Pokémon che lo Styler avesse con quel nome.
Non le rimaneva che controllare sopra le rocce attorno.
Fortunatamente già con la coda dell’occhio poteva vedere qualcosa sopra d’esse, ed in quella più vicina al villaggio notò uno strano cactus, simile ad una persona ma che a quanto pare era un ostacolo che si poteva rimuovere con una Mossa Azione 2.
In un altro punto, non troppo distante, c’era un Rhydon, e visto la sua Mossa era Azione 3 era perfetto per la situazione.
Per raggiungerlo però la ragazza dovette chiedere aiuto a Gabete, per poter tagliare la liana e raggiungere l’altro Pokémon.
Catturarlo non fu affatto difficile, ma per raggiungere quello strano cactus la ragazza ebbe bisogno di catturare un Fearow, perché anche per quel punto era necessario rompere una liana.
Come la ragazza arrivò lassù però, e fu vicina al cactus, ebbe una sorpresa.
Questo infatti, senza preavviso si mosse, saltandole addosso.
Ma allora dove aveva visto che c’era bisogno di una Mossa Pokémon?
Era stato un miraggio?
In ogni caso, non potè far altro che concentrarsi sulla cattura.
Il Pokémon, camminando con molta calma attorno alla ragazza, ad un certo punto si strinse su se stesso, gonfiandosi leggermente ed in seguito dal suo corpo uscirono una serie di aculei che vennero sparati come fossero dei proiettili.
Fortunatamente nessuno di questi colpì la ragazza, ed il Pokémon ripeté solo un’altra volta l’attacco prima di venir catturato.
Lui era Cacturne, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca lanciando aculei.”.

-Oh…beh almeno ora posso tornare da Erberito.-
Subito la ragazza tornò al villaggio, trovando lo scienziato a rilassarsi all’ombra della palma in mezzo al villaggio.
-Ah, Cacturne! Sei davvero un Cacturne!-
Urlò l’uomo correndo attorno al Pokémon.
-Grazie di tutto, Ranger!-
-E’ stato un piacere.-
Salutandoli la ragazza li guardò andar via, mentre lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda!  Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto:Difesa  Erba.”-
Questa a quanto pare riduceva di tre i danni di un attacco Erba, ed era il secondo di quella tipologia.
La tabella dei potenziamenti si stava riempiendo sempre di più.
-Bene, rimane solo un ultimo incarico ad Haruba.-
Fortunatamente individuare l’ultima persona non fu così difficile, si trovava infatti in cima ad una scalinata sulla sinistra della città, e si trattava di un esploratore che lei già conosceva.
-Ranger, ci incontriamo di nuovo. Sono io, il collezionista di profumi.-
-Ah sì, mi ricordo di lei.-
-Mi vergogno un po’, ma vorrei affidarti un altro incarico. Ti starai chiedendo:  ”Cosa manca alla collezione di profumi di Oscar?”. Be, nientemeno che un Weezing e Skuntank! Ti imploro di portarmeli.-
-Ma certo, ci penserò subito.-
Purtroppo trovarli non sarebbe stato così rapido, perché Weezing si trovava solo nel Castello di Almia, mentre lo Skuntank, secondo lo Styler, era alla piattaforma segreta situata in mezzo al mare.
Visti i loro odori Pachirisu non fu molto felice della missione, ma non potevano rifiutare.
-Eccellente! Te ne sono grato! Ovviamente mi aspetto che me li porti tutti e due insieme.-
-Certamente, torneremo presto.-
-Pachi…-
Pachirisu sospirando si rassegnò al fatto di tornare al Castello di Almia, per quanto riguardava la piattaforma…nemmeno Sara era entusiasta, ma preferì togliersi il dente subito, e così catturando uno Staraptor si diresse subito verso la Piattaforma Segreta.
Era una sensazione molto strana tornare lì. Dopo aver scoperto il collegamento tra la Altru ed il Team Pesto Buio, non era più così assurdo avessero usato quella piattaforma come base. Purtroppo questa era anche un chiaro ricordo di Maximilian, ma al contrario della prima volta in cui questo fuggì non si sentiva così ferita.
Aveva visto nei suoi occhi un profondo dispiacere, ed era chiaro le sue azioni non fossero più così certe.
Allo stesso tempo però non aveva idea di come aiutarlo, se non continuando a tendergli la mano.
Magari un giorno ce l’avrebbe fatta…
-Bene, troviamo lo Skuntank.-
Salendo l’alta scalinata che conduceva alla zona in cui potevano atterrare gli elicotteri, ed alla cui destra v’era l’entrata, la ragazza scese tramite l’ascensore verso la prima zona di quel luogo, evitando per quanto possibile i Pokémon, entrando nell’ultima porta del corridoio arrivando così nella piccola sala d’aspetto con una porta sulla sinistra. Tramite il ponte sott’acqua successivo a tale stanza arrivò nella zona in cui l’ultima volta, grazie all’aiuto dello Skuntank, avevano cacciato un gruppo di membri del Team Pesto Buio barricati in una stanza.
Fortunatamente la ragazza ricordava bene dove il Pokémon fosse, ovvero nell’ultima delle tre stanze lungo il corridoio in basso.
Aperta la porta sentì subito il forte odore del Pokémon, e questo le corse incontro non appena la vide, iniziando la cattura.
Questa fu molto facile, visto lo Skuntank riuscì solo a creare qualche nuvoletta di puzza attorno a sé, e così già metà della missione era fatta.
-Perfetto, ed ora al castello.-
-Pachi.-
Era veramente felice che Pachirisu fosse con lei, era una compagnia molto piacevole e la rassicurava.
Uscire da lì fu semplice, visto erano le uniche persone rimaste, e trovando uno Staraptor poterono volare fino al portone principale del Castello di Almia.
Le fiaccole erano ancora accese fortunatamente, nonostante il vento soffiasse più del solito, ma una volta dentro non fu certo un problema.
Ora l’unico pensiero era quello di trovare un Weezing.
La ragazza procedette verso le scale oltre la porta a nord della prima stanza, superando senza cadere la zona dal pavimento in ghiaccio e muovendosi verso la porta a destra.
Da qui salì altre scale, superando anche la zona in cui il pavimento era una lastra di ghiaccio sul quale vari Pokémon camminavano, spostandosi a sinistra e superando il primo ponte esterno, procedendo sempre nella stessa direzione camminando su un secondo ponte.
Arrivò in una zona dal pavimento rialzato, nella cui parte inferiore raggiungibile tramite le scale si trovava una porta, ma superata questa trovò solo un vicolo cieco con un Mismagius.
-Continuiamo a cercare.-
Tornò quindi nella stanza precedente al ponte, andando verso nord, in una stanza piena di sentieri di ghiaccio sospesi nel vuoto.
Controllò prima la stanza a sinistra, senza trovare il Pokémon che cercava, e così fu anche per la stanza a destra.
-Deve essere ai piani inferiori…vediamo se c’è ancora il teletrasporto più avanti per tornare giù.-
Effettivamente nella zona a nord c’era la stanza dove aveva lottato contro Lucario, e fortunatamente per lei il teletrasporto c’era ancora.
Poté quindi usarlo per tornare all’ingresso, oltre il portone, e tornare nella sala principale.
Questa volta controllò anche la cucina sulla sinistra, ma non trovando nulla andò a destra, superando un corridoio, entrando in un salottino e salendo una rampa di scale semi congelata.
Finalmente, nella stanza oltre questa, avvertì una strana puzza, e vide davanti a sé il Weezing.
Anche questa cattura andò a buon fine, grazie a tutta l’esperienza e gli avanzamenti fatti dalla Top Ranger, senza nemmeno bisogno che il Pokémon attaccasse.
-Perfetto, ora possiamo tornare indietro.-
Rapidamente la ragazza ripercorse tutto il sentiero fatto precedentemente, trovando che volteggiava tra la neve uno Staraptor, tornando grazie a lui al Villaggio Haruba.
Il drastico cambio di temperatura le fece venire un lieve giramento di testa, ma nulla di preoccupante, e senza badarvi troppo tornò dal ricercatore di profumi.
Sia Weezing che Skuntank, fermandosi davanti ad Oscar, lo salutarono emanando il proprio odore caratteristico, e se Sara e Pachirisu si tapparono il naso per la troppa puzza l’uomo inspirò con piacere.
-Ah, l’odore di tutti e due messi insieme è indescrivibile. Fammi raccogliere un campione di questi profumi…-
Con una provetta ed un tampone l’uomo non impiegò molto a farlo, e sembrava molto soddisfatto.
-Ecco. Ranger, grazie per aver accettato il mio incarico. E’ già il secondo che svolgi per me!-
-Dovere mio Oscar.-
Rispose lei ancora con il naso tappato.
-Grazie anche a Weezing e Skuntank per essere venuti fin qui da me.-
I due Pokémon sembravano molto felici che qualcuno li elogiasse tanto. Era evidente Oscar fosse nelle loro grazie.
-Beh, sarà meglio andare. Verso un’altra meta in cerca di nuovi profumi per la mia collezione. Alla prossima!-
E così l’uomo, tutto soddisfatto, andò via, mentre lo Styler ricevette un messaggio per il completamento dell’incarico.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i  Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Buio.”.-
I danni di un attacco Buio sarebbero stati ridotti di tre punti, oltre a quelli del primo livello dello stesso tipo di potenziamento.
-Ormai manca solo un incarico. Forza, torniamo alla Valle di Crio.-
-Pachi…pachi pachi…-
-Lo so che sei stanco, e quel luogo è molto freddo, ma dopo ti prometto che potrai riposare.-
-Pachi…-
Non era giusto chiedergli di sforzarsi troppo, ma ormai erano quasi alla fine del giro di pattuglia.
Frugando nella propria tasca la ragazza cercò per un piccolo Poffin che teneva, in caso il suo amico avesse fame, e con gentilezza glielo porse.
-Tieni, dopo te ne farò di più.-
Il piccolino le sorrise per il gesto, anche se non poteva ridargli tutta l’energia.
Almeno però era già qualcosa.
Con l’aiuto di un altro Staraptor entrambi volarono fino al Campo Sottozero, seguendo il sentiero a sinistra per raggiungere la valle.
Ricordava bene che la casa della signora si trovasse in alto a sinistra della zona, e la raggiunse immediatamente bussando un paio di volte prima di entrare.
-E’ permesso? Mi è stato comunicato ha bisogno di aiuto Signora Freddi.-
-Oh, cara, c’è uno Sneasel che sta combinando dei  pasticci nel Castello di Almia. E’ diventato una seccatura.-
-Ma quel luogo è abbandonato…-
Obbiettò la ragazza, non capendo a chi dava fastidio.
-Come? Visto che nessuno abita nel castello, non dovrebbe importarci? E’ vero, il castello è disabitato…però…non credo che il punto sia quello. Per favore, puoi fare qualcosa per quello Sneasel dispettoso?-
Era evidente che la faccenda era importante per lei, e per questo la ragazza non poté rifiutare.
-Certo.-
-Sarebbe fantastico. Lo Sneasel si trova al primo piano del Castello di Almia.-
-Vado subito allora.-
Per lo meno sarebbe rimasta in un luogo chiuso, ed andando verso la sponda del lago ghiacciato la ragazza, con uno Staraptor, poté volare evitando il labirinto che la separava dal castello, entrandovi immediatamente.
Come prima cosa, visto precedentemente non aveva visto nessuno Sneasel nelle zone controllate, andò subito verso la porta a destra nel salone principale, salendo le scale ed andando poi a sinistra, superano il ponte esterno al primo piano.
Nella seguente stanza salì quindi la scalinata verso la porta, arrivando nella zona in cui il pavimento era ghiacciato, ed affilati pezzi di ghiaccio pendevano dal soffitto.
La ragazza ricordava bene che questi potevano cadere da un momento all’altro, e si mosse con grande attenzione verso la porta a destra, senza però causare altre cadute oltre a quelle accadute la prima volta che era stata lì.
Nella stanza successiva, fortunatamente, la ragazza vide subito lo Sneasel di cui la donna parlava; un Pokémon piccolo, verde e con delle lunghe unghie, he saltava sul tavolo in mezzo alla stanza, lanciandosi poi su ogni altro Pokémon presente infastidendolo.
Era evidente che era esagitato, e non appena la vide la raggiunse iniziando la cattura.
Data la sua velocità, ed il fatto non la smetteva di saltellare per il perimetro di cattura, anche la Top Ranger dovette essere altrettanto veloce, ma il Pokémon riuscì solamente in un attacco, che consisteva nel scagliarle contro delle raffiche di oggetti neri.
Le sue informazioni si unirono presto alle altre nello Styler, ed accanto al nome ed all’immagine c’erano le scritte “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: /-“, “Attacca lanciando pezzi di ghiaccio e provocando raffiche di vento.”.

-Fiuu…non ti piace star fermo eh? Però non puoi dare fastidio agli altri solo perché vuoi giocare.-
Con tono fermo la ragazza rimproverò il piccolo Pokémon, sperando si calmasse, ma questo iniziò subito dopo a girarle attorno.
A quanto pare la cattura era stata così divertente che tra lei e lo Sneasel s’era stretto un legame.
Pachirisu però non apprezzava molto il nuovo amico, visto s’aggrappò a Sara.
-“Sneasel diventa un tuo Pokémon compagno! Vuoi che il Pokémon compagno Sneasel venga con te?”-
-Per il momento vai pure al Ranch dei compagni, ma comportati bene.-
Annuendo il Pokémon si diresse subito verso l’uscita, probabilmente eccitato per poter conoscere nuove persone.
Ora aveva completato tutti gli incarichi disponibili, e poteva tornare dalla Federazione Ranger.
-Andiamo amico, per oggi basta.-
Prendendo in braccio Pachirisu per farlo riposare la ragazza uscì subito dal castello, prendendo il volo con uno Staraptor e tornando indietro.
Inaspettatamente non si sentiva così stanca, forse perché iniziava ad abituarsi a quei ritmi frenetici.
Una volta arrivata alla Federazione raggiunse subito il penultimo piano, trovando la presidentessa e gli Assistenti a lavorare.
-Bentornata tesoro, tutto pronto?-
Chiese gentilmente la presidentessa guardandola.
-Sì. Ho terminato il mio giro di pattuglia.-
-Molto bene, gli altri non sono ancora tornati. Puoi riposare un po’ se vuoi.-
-Certo, grazie. Prima però…c’era qualcosa di cui volevo parlarle.-
Disse la ragazza, cercando di non apparire irrispettosa, ma la donna si mostrò gentile come sempre.
-Dimmi pure.-
-Si tratta di Maximilian…anche alla Piattaforma Segreta, durante lo scontro con Vanesio, l’ho incontrato. Ho cercato di riportarlo indietro, ma diceva di non avere altro posto dove andare, e non ce l’ho fatta…-
La presidentessa Edvige rimase in silenzio per qualche secondo, scegliendo bene le parole da dire.
-Hai fatto del tuo meglio, e questo, per me, basta.-
-Ma non è bastato ad aiutarlo.-
Obbiettò Sara abbassando il capo.
-Non si può mai sapere questo. Certi cambiamenti avvengono lentamente, e con fatica, ma non per questo non accadono. Forse, una volta che tutto questo sarà finito, anche lui troverà il posto giusto in cui stare. Mi rendo conto non siano parole di conforto sufficienti, ma devi credermi, tu sei una grande Top Ranger, degna di merito e che sta aiutando con impegno tutti coloro che ne hanno bisogno. Bisogna andare fieri di persone come te.-
Era bello che la presidentessa della Federazione Ranger la elogiasse a quella maniera, e sperava veramente che le sue parole potessero diventare vere.
Forse un giorno, le cose si sarebbero sistemate.

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Capitolo 66
*** Capitolo 66 ***


Qualche ora più tardi…
 

Quando tutti i Top Ranger furono tornati dal giro di pattuglia, vennero chiamati all’ultimo piano dell’edificio, dove si trovavano sia la Gemma Rossa che la Gemma Blu.
Erano però presenti, oltre al professor Frenesio e la presidentessa Edvige, anche Leo e Brando.
Sara, vedendo il suo vecchio leader, lo salutò con un sorriso felice.
-Professor Frenesio, quando crede, prego.-
Cominciò la presidentessa, lasciando la parola all’uomo.
-Hmm. Prima di tracciare le linee della nostra operazione, dovete sapere alcuni dettagli riguardo la Torre Altru. Leo, prego.-
-Grazie, professore.-
Spostandosi vicino ai due Leo guardò tutti i presenti con fare sicuro, iniziando a spiegare.
-La Torre misura circa 334 metri. Dalla sua cima si può vedere ogni angolo della regione di Almia. Ma non si tratta di un punto d’osservazione per i turisti o qualcosa del genere. La sua altezza è giustificata dalla necessità di controllare ogni Pokémon su Almia.-
A quella rivelazione Sara sbiancò completamente, guardando istintivamente Pachirisu.
Era immaginabile una crudeltà simile, ma se allora il piano del Team Pesto Buio fosse andato a buon fine…sarebbero stati tutti in pericolo.
-In cima alla Torre è sistemato il Cristallo dell’Ombra proveniente dalle Rovine Cromane. Una potente alimentazione elettrica permette ad esso di sprigionare il suo potere. E’ in grado di assoggettare al suo controllo ogni Pokémon nel raggio di 800 chilometri. Il potere della Macchina incredibile è pari a grossomodo otto milioni di unità Gigaremo. Il sistema di controllo è centralizzato in una sala posta a metà Torre. Da lì è possibile controllare ciascun Pokémon con un segnale univoco per ognuno. La Macchina incredibile può inoltre contare su un set di comandi grande oltre trecento volte quello di una Miniremo.-
Al termine della spiegazione, che aveva lasciato tutti senza parole, il professor Frenesio prese nuovamente parola.
-Questi dati sono emersi dalle informazioni che Leo ci ha rivelato. Uniti ai dati già in nostro possesso, ci hanno fornito un quadro più chiaro di quello che stiamo affrontando. Vanesio ha ingannato Leo per tutto il tempo con false promesse riguardanti la Torre. Gli hanno detto che si trattava di “un progetto pacifico per trovare nuovi metodi di comunicazione tra i Pokémon e le persone”. Ergo, la domanda è: qual è il loro vero obbiettivo? La risposta l’abbiamo trovata nel diario di Luciano Raggiani.-
Il professore prese da una tasca del camice il logoro diario che avevano trovato nella casa abbandonata, ed iniziò a leggere.
-“Giorno XX, mese X. Mio figlio, Nereo Raggiani, appena sedicenne, mi ha espulso dalla società. Le sue parole di commiato mi hanno spezzato il cuore. Ha detto: “Eliminerò chiunque ostacoli il mio progetto di dominare il mondo, persino mio padre.”. Mio figlio è diventato il protagonista di questo incubo. L’incubo scatenato dal Cristallo dell’Ombra.” Questo è quanto siamo stati capaci di decifrare finora.-
-Nereo Raggiani punta a dominare il mondo?-
Esclamò Brando preoccupato, seguito da Settimo.
-La Macchina incredibile può, in teoria, controllare tutti i Pokémon di Almia. Se è così “dominare il mondo” non è un’espressione troppo azzardata.-
-Sono notizie terrificanti.-
Disse Viola con un fil di voce. Vederli così, i grandi eroi di Almia, spaventati e senza parole, fece provare a Sara un noto allo stomaco, ma tutto questo venne interrotto da una potente scossa che bloccò tutti.
-Cos’era quel rumore?!-
Urlò il professor Frenesio.
-…devono aver dato corrente alla Macchina incredibile, come test. L’hanno accesa solo per un istante per monitorarne il suo funzionamento.-
Spiegò Leo serio.
-Era solo un test?!-
Disse Alex sbiancando.
-A giudicare da questo rumore, comunque, il test non deve essere andato a buon fine. Immagino che non siano stati capaci di eseguire la calibrazione finale del programma. Questo perché dovevo essere io a farlo.-
Rispose Leo forse per tranquillizzarli, tornando subito a parlare.
-Tuttavia, anche senza calibrazione finale, la Torre è comunque funzionante. La sua efficacia si ridurrà di circa la metà, ma funzionerà comunque. Così era stata progettata la Macchina incredibile, del resto.-
Ammise il ragazzo con vergogna.
-Uhm…anche a mezzo regime, può causare disastri in lungo e in largo.-
Borbottò Frenesio prima di voltarsi verso i Top Ranger.
-Bene, attenzione gente! Spalancate le orecchie! Questo è il nostro piano. Un’estensiva analisi dei progetti ha reso abbondantemente chiaro un fatto. E’ virtualmente impossibile disattivare il circuito elettrico della Torre. Questo lascerebbe aperta una sola opzione, ovvero concentrarsi sul Cristallo dell’Ombra che si trova in cima alla Torre.-
L’uomo aveva iniziato a camminare avanti ed indietro, forse per l’agitazione.
-Infiltrarsi all’interno della Torre potrebbe rivelarsi un’impresa irta di insidie. Come possiamo quindi ragionevolmente agire? Non ci rimane che una scelta: lanciare un assalto alla Torre dall’esterno. Ricordate come i tre ciondoli si misero a brillare, quella volta sul tetto? E come questo rese il frammento oscuro completamente trasparente? Questo è ciò che cercheremo di fare in cima alla Torre! Per riuscire, in teoria, dovremmo essere in possesso di tutte e tre le Gemme: la Gemma Rossa, la Gemma Gialla e la Gemma Blu. Soltanto con due di esse, comunque, dovremmo essere in grado di minare seriamente l’efficienza della Torre. Il suo rendimento dovrebbe diminuire di circa il 70%, se avremo successo.-
Sarebbe comunque bastato a fermarli?
Speravano tutti così.
Settimo comunque si rivelò il più sicuro per tale faccenda.
-Benissimo, professore. Ma come facciamo a far arrivare le due Gemme vicino al Cristallo dell’Ombra, in cima alla Torre Altru?-
-State suggerendo di usare il mio Staraptor?-
Chiese Viola seria.
-Per l’appunto! Sarai degna del tuo soprannome di “Ranger Voltante”? Due Top Ranger cavalcheranno ognuno uno Staraptor, trasportando la Gemma Rossa e la Gemma Blu. Dovranno volare in circolo sopra la Torre, stringendo man mano i loro cerchi e avvicinandosi in tal modo al Cristallo dell’Ombra. Più vicino sapranno arrivare, maggiore sarà l’effetto sul Cristallo dell’Ombra. Ovviamente, maggiori saranno anche i rischi che i Top Ranger correranno.-
Spiegò il professore guardandoli.
-Vorrei assegnare questa fondamentale missione a due dei nostri migliori Top Ranger. Due di cui abbiamo imparato ad essere orgogliosi. Questi due Top Ranger si chiamano…Settimo e Viola!-
Il professore era sicuro di sé, ed anche Sara era certa loro due avrebbero potuto risolvere la situazione.
Non si era mai aspettata d’esser scelta, perché era troppo inesperta.
Alex, tuttavia, vicino a lei sembrava deluso.
-Questo si chiama parlare. Aspettavo da una vita una missione come questa.-
Disse Settimo raggiante.
-Potete contare su di me. Volare è la mia specialità.-
Affermò Viola seria. Il professore poi si spostò verso i due rimasti.
-Sara e Alex. Voi rimarrete qui alla Federazione, in attesa. Non c’è modo di sapere quel che potrebbe accadere, perciò vi voglio qui. Mi auguro non siate delusi da questo compito.-
-Noi Ranger di zona ci concentreremo  nel venir incontro alle preoccupazioni della popolazione civile.-
Affermò Brando prima che loro rispondessero.
-Questo è quel che speravo di sentirti dire, Brando. Sei incaricato di questo compito.-
Affermò il professore, voltandosi.
-Infine, quest’operazione ha bisogno di un nome. Prenderemo in prestito il nome dell’autore di quel tormentato diario! La chiameremo “Operazione Luciano”! Orsù, tutti quanti! Che l’Operazione Luciano abbia inizio!-
-Sissignore!-
Urlarono tutti i presenti, e mentre Brando corse fuori dalla Federazione la presidentessa consegnò le Gemme a Settimo e Viola.
-Sono sicura che ve la caverete egregiamente.-
Disse quindi sorridendo. Settimo si rivolse poi a Sara ed Alex.
-Prendetevi cura della Federazione mentre siamo via.-
Mentre l’uomo andò subito via, Viola parlò un’ultima volta con la presidentessa.
-Faremo rapporto costantemente.-
E così, entrambi uscirono dalla sala, assieme al professor Frenesio ed a Leo.
Erano rimasti solo loro due e la presidentessa.
-Non sopporto stare seduto ad aspettare.-
Borbottò improvvisamente Alex.
-E’ meglio così, loro sono grandi Top Ranger.-
-Ma non lo siamo anche noi?-
Obbiettò lui guardandola.
-Lo sai che non sto dicendo questo. Un giorno magari arriveremo ai loro livelli, ma per il momento siamo ancora inesperti.-
Non c’era molto da dire per rincuorarlo, ma l’importante era che tutto andasse per il meglio.
-Sembrate delusi, miei cari. Vi sentite forse esclusi, non è vero?-
La presidentessa aveva notato facilmente come Alex poteva sentirsi, e si era avvicinata per parlare ad entrambi.
-Dovreste considerare la cosa da un’altra prospettiva. Non possiamo permettere che tutti vadano allo sbaraglio verso l’obbiettivo. In tal caso questa non sarebbe più un’operazione regolare, ma diverrebbe una specie di competizione tra Top Ranger. Avrete senza dubbio occasione di mostrare quanto valete ma, fino ad allora, vi chiedo di aiutare a proteggere la Federazione.-
-Certo, presidentessa Edvige.-
Alla fine Alex si era dovuto arrendere all’evidenza, ed accettare la cosa.
-Alex, andrò al piano inferiore per controllare come vanno le cose.-
Disse Sara guardandolo, scendendo subito verso la scala mobile.
Al piano inferiore gli Assistenti stavano lavorando sodo per assicurarsi ogni cosa fosse sicura, e così anche Glenda.
Era fiera della sua amica, che dimostrava tutto il suo impegno.
Per sicurezza Sara scese anche al piano inferiore, ma a metà della scala mobile un frastuono fece tremare l’edificio, bloccando la rampa.
-Cosa sta succedendo? Un altro test?-
Non sembrava come quello di prima, e non molto tempo dopo Willy corse su per la scalinata opposta, bianco come la neve.
-Bru-bru-brutto guaio! Le porte al piano terra sono state scardinate da una forte esplosione! E’ entrato un grosso tizio dall’aria sinistra! Va-va-vado a dirlo agli altri!-
Senza perder tempo Willy salì al piano superiore, mentre Sara si precipitò subito al pian terreno.
-Non va bene, non va bene.-
Il tempismo in cui era successo era troppo strano. Rimanevano solo due Top Ranger e la Federazione era sotto assalto…ancor peggio, il sinistro figuro era Aride.
La stanza era completamente immersa dal fumo dell’esplosione,  ed assieme a lui c’erano anche due Ranger di zona.
-Chi…chi saresti tu?-
Chiese il ragazzo preoccupato.
-Hai un appuntamento?-
Chiese invece l’altra come per prenderlo in giro.
L’uomo si guardò attorno un paio di volte, con gli occhi sorpresi.
-Chi sono? Io? Se un appuntamento ho? Ma secondo te, degli appuntamenti mi importa qualcosa? Dei receptionist siete? O Ranger siete? Bah!-
A poco a poco il fumo si dissolse, ed Aride notò la presenza di Sara.
-Bene, guarda un po’ chi c’è qui! Non sei tu forse Sara?-
-Sono proprio io.-
Rispose la ragazza seria. Le ferite dell’ultima volta l’aveva incontrato erano ormai guarite, ma non intendeva subirne ancora.
L’uomo la guardò ridacchiando.
-Di me ti ricordi, vero che ti ricordi? Solo un giorno fa incontrati ci siamo. Io sono, Aride! Dei messaggi vocali fasulli ti ho mandato! La Gemma Gialla mi hai regalato, ricordi?-
-Sì, mi ricordo di te, Aride.-
Rispose lei a denti stretti.
-Noi ben nascosta la teniamo, molto bene. Dove può essere? Nella Torre da qualche parte! Bwhahaha!-
Aride azionò subito dopo una Miniremo, ed un gigantesco  Pokémon arrabbiato superò la porta ormai distrutta.
-E adesso, quindi…tempo è di divertirsi!-
Il Pokémon, simile ad uno scimmione giallo con dei cavi elettrici alle spalle, si scagliò contro la ragazza, che però senza paura lo aspettò, iniziando la cattura.
Sara riuscì a disegnare solo un cerchio, prima che il Pokémon creasse attorno a sé due sfere elettriche, che iniziarono a fluttuargli attorno.
Non sarebbero dovute essere un grosso problema, ma visto lui continuava anche a muoversi la ragazza non riuscì ad evitare che la Linea di cattura le toccasse, perdendo così sei punti d’energia e provando alla spina dorsale una scarica di dolore che la bloccò per un paio di secondi.
Il danno le causò un giramento di testa, e purtroppo questo la fece sbagliare nuovamente, perdendo altri sei punti ed ottenendo un’altra scossa.
Un rivolo di bava era sceso involontariamente dalla sua bocca, ma almeno l’attacco era terminato.
Il Pokémon generò allora una sfera elettrica, che stavolta fu bloccata nel terreno.
Era semplice in questo caso evitare l’attacco, e quando svanì ed il Pokémon ripeté la mossa precedente la ragazza fece molta attenzione a non disegnare cerchi quando l’altro era troppo vicino al bordo del perimetro.
Per l’occasione decise anche che era il caso d’usare una Poké Tattica, e scegliendola dallo schermo dello Styler prese in prestito quella di Pachirisu.
Scagliando un fulmine nel terreno nel punto in cui lo Styler toccava il fulmine avrebbe reso il bersaglio fermo.
Purtroppo le sfere erano ancora presenti, e così al primo tentativo il puntatore finì dritto contro di loro, facendo scendere l’energia a 67.
Stavolta la scossa fu tale da far cadere la ragazza, ed il tempo per la Poké tattica stava finendo.
Sara poteva sentire Aride ridere dall’altra parte del perimetro, ma questo la rese solo più forte.
-Non perderò…-
Alzandosi quando finalmente le sfere svanirono riuscì a bloccare per qualche secondo il Pokémon, ed a disegnare un gran numero di cerchi.
L’altro stava ricreando nuovamente le sfere, ma ormai la barra che indicava quando si stavano trasmettendo i sentimenti d’amicizia era piena, ed infatti nemmeno un secondo dopo la cattura terminò.
Il nome del Pokémon era Electivire, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 3”, “Emette elettricità dal corpo. Si protegge con una barriera elettrica.”, la lotta bastò anche a far passare lo Styler al livello trentasette, con cinque punti in più di potenza ed uno d’energia, tornando a 86/86.

La Miniremo esplose, e così il Pokémon fu libero.
Sara fissò Aride con un sorriso trionfante, ma questo non si scompose.
-Della gamba, il passo più lungo ho fatto?-
Stava ancora sorridendo, e presto tutti capirono perché.
Si udirono infatti altre esplosioni dal piano di sopra.
-Co-cos’è stato?!-
-Veniva dal piano di sopra!-
Dissero i due Ranger di zona spaventati.
-Ahahah! Come pianificato procede, il nostro piano!-
A quelle parole Sara corrugò la fronte preoccupata, fissando Aride.
-In giro per bene ti presi, eh? Da specchietto per le allodole feci!-
-Cosa…-
-Per te, troppo tardi per andare si sopra è!-
Non per questo però si sarebbe arresa.
Doveva proteggere il quartier generale. Era la sua missione.
-Io dico tu troppo tardi se, già. Ma tu a guardare lo stesso vai, ok?-
-Non ho bisogno che tu me lo dica.-
Rispose Sara all’uomo correndo su per le scale.
-Alex, Glenda…vi prego state bene…-
Già al piano di sopra la situazione era drastica, infatti un’esplosione aveva aperto un’altra breccia nel muro.
-Non ti lascerò prendere Leo!-
Nella stanza c’erano Alex, il professore e Leo. Tutti e tre stavano guardando un giovane ragazzo vestito d’azzurro, che Sara già aveva incontrato.
-Frido…non tornerò mai alla Altru!-
Urlò Leo senza paura, ma il ragazzo non si scompose.
-Sigh…professor Leo, una volta non eravamo colleghi che lavoravano gomito a gomito? Insomma, ho imparato a programmare software da te. Non ho persino diviso con te le mie caramelle?-
-Mi hai raggirato, dicendo che era tutto  per il bene comune e la pace! Invece era tutto il contrario! Mi avete mentito, mentito e ancora mentito! Non tornerò mai indietro!-
Sara nel frattempo aveva raggiunto Alex, che difendeva Leo ed il professore.
-Francamente, non so e non mi importa molto della pace tra i Pokémon. Io so solo che la vita della gente sarà più facile. Lo capisci che siamo un’organizzazione umanitaria votata alla pace?-
Ribatté Frido candidamente.
-Ma a chi la racconti!-
Protestò Alex furibondo, e così anche il professor Frenesio che prese parola.
-Apri una breccia nel muro del Quartier Generale e sostieni di avere intenti pacifici? Questo si dice deformare la realtà oltre ogni limite. Manderemo il conto dei danni ai tuoi compari.-
-Non stiamo ottenendo proprio un gran successo, vero?-
Un’altra voce si unì alla conversazione, ed era quella di Lavina.
La ragazza era entrata dalla breccia nel muro, ma non era sola…con lei c’era Allegra.
La bambina era con le lacrime agli occhi, evidentemente spaventata.
-Sbrigare gli affari come si conviene a un gentiluomo richiede tempo, mia cara.-
Ribatté Frido guardandola.
-Allora lascia da parte il galateo e fallo in maniera rozza e deprecabile. Così, per esempio!-
Strattonando Allegra davanti a tutti la donna la fece piangere ancor di più.
-Leo! Aiuto!-
-Allegra?! Dove la state portando?!-
-Ciao, caro il mio Leo con i capelli a scodella. Abbiamo bisogno del creatore della Macchine incredibile per la calibrazione finale. Verrai con noi, non è vero?-
Chiese Lavine con fare languido, continuando poi a parlare.
-Non che tu abbia molta scelta, dolcezza. Vedi da solo qual è la situazione. Non devo spiegartela io, vero? Ma ti darò una piccola dimostrazione, comunque! Un pizzicotto ad Allegra.-
Con le unghie che aveva fece più male del previsto alla piccola, che protestò.
-Ahia! Che male!-
-Così non vale, brutta strega!-
Urlò Alex contro la rosata.
-Strega? Mi hai appena chiamato “strega”? Brutto ragazzino impertinente! Te ne pentirai! Quel che è troppo è troppo! Mi avete fatto infuriare! Leo, deciditi! Vieni con noi o resti qui? Stavolta la tua cara sorellina si beccherà qualcosa di più di un pizzicotto!-
Come poteva giocare con la sicurezza di una bambina a quel modo?
Purtroppo però il piano era efficace…
-…basta, avete vinto! Farò quello che volete.-
Disse il biondo arrendendosi.
-Leo…-
Alex tentò di dire qualcosa, ma l’altro lo fermò.
-Non voglio facciano del male ad Allegra per causa mia…-
-Grrr…-
Nemmeno il professor Frenesio aveva altro da aggiungere, quei tizi erano spietati.
-Tutto a posto! Abbiamo finito qui.-
Disse Lavina interrompendolo.
-Ciao ciao, mocciosi!-
E così, Allegra e Leo vennero spinti da Lavina oltre la breccia, ma il gruppo non sembrava l’unico scosso.
-Ma cosa…? C’era davvero bisogno di  me per questo? Lavina è piombata qua e ha rubato la scena.-
Frido sembrava molto irritato dalla vicenda, e pareva avesse intenzione di vendicarsi su di loro, visto estrasse una Miniremo, attivandola e chiamando un grosso Pokémon simile ad una lucertola blu, dalle zampe affilate e con una pinna sulla schiena.
-Allora, cosa faccio adesso? Andare a casa così sarebbe un po’ da schiappa. Tanto vale divertirsi un po’.-
Il ragazzo attivò immediatamente una Miniremo, e dalla breccia nel muro arrivò un nuovo Pokémon, alto dalle squame blu scuro e dal ventre rosso, con agli avambracci due lunghi artigli e ben quattro pinne, due alle braccia, una dorsale e una caudale.
Il Pokémon sembrava furioso, ed immediatamente si lanciò contro al gruppo, raggiungendo per prima Sara.
La cattura iniziò immediatamente con la creatura che emetteva un forte suono, come a spaventare la ragazza, ma questa non indietreggiò .
Inizialmente la Top Ranger evitò qualsiasi mossa, soprattutto per via degli artigli, ma il Pokémon almeno per il momento si limitò a lanciare per terra due grosse chiazze di fango.
Evitarle non fu un problema, ma poi, dopo un po’ che correva attorno alla ragazza, il Pokémon si fermò piegando la testa all’indietro, lanciandosi poi alla carica.
Per un secondo sparì perfino dal perimetro di cattura, tornandovi però subito dopo per ripetere l’attacco.
Fino ad ora la ragazza non aveva subito danni, ed era riuscita a continuare nei suoi tentativi di disegnare delle Linee di cattura.
Successivamente il Pokémon creò nuovamente due chiazze di fango, camminandovi sopra per un po’ ed impedendole di fare nulla. Nel momento però in cui queste svanirono si lanciò alla carica un altro paio di volte, alternando tale attacco con qualche istante in cui stava fermo.
Fu proprio grazie a questi momenti che Sara riuscì a raggiungere il massimo della barra indicativa nello schermo dello Styler, ed a catturarlo.
Il suo nome era Garchomp, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Distruzione 5”, “Attacca scagliando fango. E’ anche in grado di caricare a grandissima velocità.”.
La Miniremo esplose subito dopo, e così il Pokémon, dopo uno sguardo riconoscente alla ragazza, fuggì.

-Davvero niente male. Adesso capisco perché sei un Top Ranger.-
Commentò Frido senza alcuna emozione.
-Non vincerai mai.-
Affermò Sara con sicurezza, guardandolo senza timore.
-Faremo la rivincita domani, se ci vedremo all’inaugurazione.-
In ogni caso lei avrebbe lottato con tutte le sue forze, e non gli avrebbe mai permesso di batterla.
Non era solo per il suo orgoglio o simili, ma perché era chiaro che fino a quando c’era di mezzo il Team Pesto Buio era a rischio il benessere i tutti.
Frido nel frattempo aveva raggiunto l’apertura nel muro, concedendo un’ultima occhiata alla ragazza.
-Fino ad allora…Addio!-
Anche lui fuggì senza che potessero far nulla, se non guardare.
-Professor Frenesio! Acciufferò quei criminali!-
Esclamò Alex già pronto ad uscire, ma il professore lo fermò.
-No! Te lo proibisco assolutamente! Inseguirli adesso a rotta di collo farebbe soltanto il loro gioco!-
Aveva ragione, non sapevano cosa stavano macchinando ma era chiaro che sarebbero stati pronti in caso li avessero raggiunti.
-C’è ancora tempo prima di mezzanotte, quando scatterà l’anniversario della Altru. Abbiamo tempo per ripensare alla nostra strategia!-
Purtroppo le notizie pessime sembravano non finire, infatti Willy, dal piano di sopra, arrivò madido di sudore.
-Ahiahiahiahi! Altri guai! Adesso c’è un brutto ceffo al secondo piano!-
-Sara! Presto al secondo piano!-
-Subito professore!-
La ragazza non perse tempo e subito salì le scale mobili, trovandosi davanti però una schiera di Bidoof, capitanati da Servilio, il secondo di Nereo Raggiani.
-Eheheheh! Nel mirabile disegno del nostro capo, la Federazione è un impedimento. Sono qui per rimuovere questo fastidioso impiccio! Eheheh!-
Oltre all’uomo, avente una Miniremo, erano presenti una giovane Ranger, evidentemente nel panico, un giovane assistente e Linda e Glenda, la quale lo fissava seria.
Allo stesso modo faceva anche la presidentessa Edvige, accanto a lei.
-Chi è quel tizio? Cosa vuole da noi?-
Chiese Lidia lievemente preoccupata.
-Sei un pagliaccio, o qualcosa del genere?-
Chiese invece Glenda con fare canzonatorio.
-L’accesso a questo piano è vietato a chiunque tranne ai membri della Federazione. Cosa significa quest’intrusione?-
Disse poi la presidentessa.
-Eheheh! Cosa significa, dici? Chiamalo pure servizio pensionamento anticipato! Eheh!-
Forse per via degli otto Bidoof inferociti tutti iniziavano un po’ ad agitarsi, ma non Glenda, che notò Sara alle spalle di Servilio.
-Sara! Dai una lezione a questo villano!-
Servilio immediatamente si voltò, notando finalmente la ragazza.
-Ah, Ranger! Ho portato con me qualche amico!-
Immediatamente l’uomo digitò qualche tasto nella Miniremo, e tutti i Bidoof le saltarono addosso, iniziando la cattura.
Questa però…era più confusionaria, che spaventosa.
Nonostante il loro numero i Pokémon si limitarono a girarle attorno, e bastarono letteralmente solo due Linee di cattura per concludere il tutto.
Nulla di eclatante, ma almeno la Miniremo esplose ed i Pokémon vennero liberati.
-Argh!-
Servilio sembrava estremamente adirato, ma dal piano superiore arrivò presto un suo sottoposto, vestito con la divisa del Team Pesto Buio.
-Signor Servilio? Abbiamo già ottenuto quello che volevamo da quest’incursione! Dovremmo andarcene!-
Quello che volevano?
Questo in qualche modo sembrò rassicurare l’omuncolo dai capelli verdi, mentre rese confusa la ragazza.
Al piano di sopra non c’erano più le gemme, quindi non doveva preoccuparsene.
Forse si riferiva solo alla cattura di Leo?
-Ah ecco…! Hai ragione! Immagino sia abbastanza per oggi. Eheheh!-
Immediatamente i due fuggirono dalle scale che conducevano al piano superiore, e successivamente si udì una forte esplosione che fece tremare ogni cosa.
Sara tentò di correr dietro ad entrambi, ma la presidentessa Edvige la fermò.
-Lasciali perdere. Dobbiamo cambiare i nostri piani. Chiamate qui Alex ed il professor Frenesio.-
-Subito!-
Lidia non perse tempo ed andò a raggiungere entrambi. Pochi minuti dopo entrambi erano lì, e la presidentessa e l’uomo erano pronti a parlare.
-L’obbiettivo primario dell’Operazione Luciano sarà modificato. Prima di ogni altra cosa, Leo e Allegra devono essere salvati!-
Affermò il professore guardandoli.
-Tra parentesi…Sara e Alex, nonostante l’attacco a sorpresa, avete difeso il Quartier Generale. Missione compiuta! Aumento di grado Ranger!-
Era una notizia fantastica per entrambi, che passarono al grado nove.
-“Ora puoi portare con te un massimo di sette Pokémon amici!”-
La voce proveniente dallo Styler aggiornò entrambi dei potenziamenti, e successivamente il professore riprese a parlare.
-Sono preoccupato per l’incolumità di Leo.-
-Professor Frenesio! Settimo sta tornando a fare rapporto!-
Glenda dovette interromperlo, in quanto la voce di Settimo prese presto parola.
-Hanno protetto la cima della Torre con una barriera potentissima. Quel che è peggio, questa barriera ha ben tre strati.-
-E’ impossibile avvicinarsi al Cristallo dell’Ombra arrivando dal cielo.-
Aggiunse poi Viola.
-Non mi aspettavo che le cose fossero facili.-
Sospirò Edvige, apparentemente non provata però dalla situazione.
-Devono averlo omesso dai loro progetti proprio per questo…come eliminare quella barriera…non riesco a elaborare una tattica d’approccio adeguata.-
Borbottò il professore incupendosi.
-Professor Frenesio? Immagino non si sia dimenticato che la Federazione può contare su altri due Top Ranger…-
-Chissà se questa volta siamo noi.-
Sussurrò scherzosamente Alex rivolgendosi a Sara.
-No, no, naturalmente non l’ho scordato. Ma pur essendo Top Ranger, semplicemente difettano di esperienza. Se vuole una prova, dia uno sguardo alla loro espressione…-
Mentre parlava l’uomo dava le spalle ad entrambi, ma quando si voltò trovò una sorpresa.
-…Uhm?-
Entrambi erano seri, senza alcun timore ma nemmeno spavalderia.
Erano consapevoli dei rischi che correvano e di cosa sarebbe successo in caso di fallimento, proprio per questo dovevano assolutamente dare il massimo.
Se ci fosse stato qualcosa che avessero potuto fare per Almia, l’avrebbero fatto immediatamente.
-A dire il vero…mi stanno entrambi fissando con molta determinazione negli occhi…da quand’è che siete diventati così…sicuri e determinati?-
-Tra un rapimento e lo sventare i piani del Team Pesto Buio.-
Scherzò Alex, riferendosi sia ai giorni in cui era stato preso prigioniero, che alle numerose volte in cui avevano effettivamente sconfitto il team.
Sicuramente erano stati momenti molto importanti per lui…ma Sara?
Non era certa di quali momenti l’avessero fatta maturare.
Il giorno alla base segreta sottomarina del Team Pesto Buio, quando non era stata in grado d’aiutare Maximilian?
Le lotte con i Pokémon guardiani, che le avevano affidato l’incarico di proteggere le gemme?
O anche semplicemente dalle missioni con Ilario, Brando, Luana ed Elena?
Non ne era certa, forse ciascun momento era stato importante per formarla.
-D’accordo, ne prendo atto. Devo essere stato cieco a non accorgermene prima. D’ora in avanti, non vi tratterò più da novellini, promesso.-
Era un grande onore che il professore si riferisse a loro in quel modo, ed entrambi lo dimostravano con fierezza negli occhi.
-Alex e Sara, vi assegnerò una missione degna di due Top Ranger, finalmente. Dunque. Ascoltate bene.-
Prima di parlare l’uomo si schiarì la gola, descrivendo poi passo per passo la missione.
-Primo: penetrate all’interno della Torre Altru e salvate Leo e Allegra. Secondo: localizzate e recuperate la Gemma Gialla. Terzo: Alex, prendi uno Staraptor e porta la Gemma Gialla in volo sopra la Torre. Dovrai unirti a Settimo e Viola.-
Alex fremeva in maniera quasi incontrollabile. Era il suo sogno poter avere un compito simile, e finalmente poteva rifarsi per ciò che era accaduto ad Haruba.
-Sara, tu rimarrai all’interno della Torre. Avrai il ruolo chiave di tutta l’Operazione Luciano. Dovrai farti strada fino in cima alla Torre e disattivare le tre barriere protettive. Dopo di questo, dovrai condurre i tre Ranger volanti al Cristallo dell’Ombra.-
Nonostante fosse chiara la difficoltà della missione, la ragazza non poté non sentirsi onorata per l’incarico, e guardando Pachirisu a lei vicina, si sentì piena di energie per riuscire nell’impresa.
-Non devo aggiungere che incontrerai nugoli di nemici lungo la strada. E’ una missione difficile e pericolosa, ma di sicuro emozionante! Guardate, solo a dare questi ordini mi tremano le gambe!-
L’uomo si lasciò andare ad una breve risata, anche in parte nervosa, che però strappò un sorriso anche
-Settimo e Viola, in volo. I nostri infaticabili Assistenti. Il team di ricercatori, che ha rinunciato al sonno per decifrare il diario. Willy e il suo spontaneo buonumore. Tutti abbiamo le nostre responsabilità, i nostri doveri, i nostri scopi nella vita. Ognuno ha bisogno del supporto dell’altro. Tutti abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Se nessuno di noi si dimenticherà di ciò, l’Operazione Luciano non potrà fallire!.
Esclamò fiduciosa la presidentessa, e nuovamente il professore prese parola.
-Bene, gente…Operazione Luciano, seconda parte! Ripartiamo di slancio!-
Immediatamente sia Sara che Alex si esibirono nella loro posa Ranger, e corsero verso l’uscita sotto le parole di Alex.
-Lo scontro si sposta alla Torre Altru!-

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Capitolo 67
*** Capitolo 67 ***


Senza perder tempo i due Top Ranger uscirono immediatamente dalla Federazione Ranger, catturando uno Staraptor che si trovava lì vicino in modo da poter raggiungere il Palazzo Altru più rapidamente.
Fortunatamente il Pokémon era perfettamente in grado di portarli senza problema, tenendo con sé anche i piccoli Pokémon Compagni.
-Cavolo, non avrei mai creduto dietro a tutto questo ci fosse la Altru.-
Disse Alex una volta che furono in volo.
-Grazie al loro potere non hanno dato nell’occhio.-
Rispose la ragazza concentrata, la torre era sempre più vicina, ed il loro compito era di vitale importanza.
-Già…ehi, ricordi i giorni all’accademia?-
Chiese ad un certo punto il ragazzo.
-Certo, perché?-
-Non è passato molto, però guardaci. Sembriamo gli eroi che volevamo diventare.-
Disse Alex con un piccolo sorriso.
Era vero, fin da bambina aveva sempre sognato di poter salvare la propria regione, ma ora che stava accadendo veramente si rendeva anche conto di quanta tensione e timore si potesse provare.
-Sono felice che tu sia qui con me Sara. Mi rende più sereno. Siamo sempre stati competitivi, ma mi hai sempre aiutato, sia al deserto che nelle rovine…grazie.-
La ragazza spalancò leggermente gli occhi, sorpresa che Alex si sentisse agitato.
In realtà era assolutamente normale, ma da sempre l’aveva visto come il ragazzino sicuro di sé, che pensava di poter smuovere ogni montagna.
Poter essergli d’appoggio la faceva sentir bene.
-Anche io sono felice che tu sia qui con me.-
Ormai erano arrivati alla base della torre.
Alcune persone si erano radunate sotto d’essa, ma non sembravano agitati o sorpresi nel vederli atterrare, ma c’era qualcos’altro che forse non andava.
-Beh, se non è strano questo…la Altru SpA è celebre per non chiudere mai per ferie. E allora, come mai le porte sono chiuse?-
Parlottò una donna dai capelli ricci e castani.
-Prima ho sentito uno strano rumore provenire dalla cima della Torre. Faceva così: “wiiiin, wiiiin, wiiiin.” Lo stesso suono, ripetuto tre volte. Cosa può essere mai stato?-
Rispose un uomo lì vicino, fissando in alto.
-La cima della Torre è circondata da un misterioso bagliore. Più che essere piacevole, mette paura.-
Commentò un’altra signora, e tutti e tre li guardarono.
Purtroppo loro non potevano dire nulla, altrimenti si sarebbe scatenato il panico.
-Controlleremo.-
Disse quindi soltanto Alex, mentre Sara osservò la torre.
Il suo aspetto era nettamente più minaccioso rispetto alle prime volte in cui l’aveva vista.
Al termine dell’altezza dell’edificio in vetro, al centro d’esso partiva un grande tubo, e l’insieme di tali parte erano all’interno di una grande grata.
In cima a tutto questo c’era poi una piattaforma, e questa era circondata da tre cerchi luminosi, blu il più piccolo, rosso il medio e giallo il più grande.
Attorno alla torre s’erano poi formati dei grossi nuvoloni, che producevano lampi che andavano a colpire proprio la cima.
Se Settimo e Viola erano lassù, sperava almeno stessero bene.
I due proseguirono la scalinata, ma prima di raggiungere la porta sentirono un coro di voci da parte di altre persone radunate davanti alla porta d’entrata.
-Ehi! Voi con la calzamaglia! Aprite le porte!-
Ben sette dipendenti della Altru erano ammassati fuori, e tentavano tutti di entrare ma due membri del Team Pesto Buio li stava bloccando.
Un tirapiedi e…Maximilian.
Sara non seppe dire se essere sollevata di vederlo star bene o preoccupata perché fosse lì, ma non voleva trattarlo come tutti gli altri.
L’uomo al contrario del suo sottoposto era calmo in maniera quasi glaciale, fissando il vuoto mentre spostava la testa da una persona all’altra, fino a quando non la vide.
I suoi occhi allora si spalancarono, ma assunsero anche un tono preoccupato.
-Cos’è, un brutto scherzo?! La ditta non ci può mica licenziare così, come niente fosse!-
-Non potete trattare i dipendenti come fossero usa-e-getta! Vogliamo una spiegazione! Almeno la cassa integrazione!-
-Fateci parlare con il presidente Nereo Raggiani!-
-Ho lasciato i miei effetti personali là dentro! Fatemi almeno andare a riprenderli!-
-Non è giusto licenziarci senza preavviso! Ho lavorato qui per dieci anni senza una singola macchia sul mio curriculum…-
-Fatemi lavorare! Contratti, e-mail, riunioni, piani operativi…sono tutto per me!-
-Brutto impiastro sogghignante! Chi ti da il diritto di chiuderci fuori?!-
A quanto pare non tutti i dipendenti della Altru sapevano del loro piano.
Ma non importava, loro dovevano entrare.
Per questo i due Top Ranger continuarono a passo spedito, fino a raggiungere i due.
Per un lungo momento Maximilian e la ragazza si fissarono, come se stessero già parlando, ma vennero interrotti dal sottoposto.
-Cosa vuoi? Non si entra senza permesso.-
-Noi l’abbiamo.-
Rispose Sara seria, al che l’altro sogghignò guardandola.
-Ranger con il permesso di entrare? Ma non farmi ridere!-
Immediatamente dalla tasca tirò fuori una Miniremo, ed attirandola chiamò a sé un Pokémon, simile ad una gigantesca libellula verde scuro.
-Allontanatevi tutti!-
Urlò Alex riferendosi ai civili, che fortunatamente fecero come era stato loro chiesto, mentre il Pokémon si scagliava contro Sara.
Maximilian a sua volta si fece da parte, ma senza allontanarsi troppo.
Iniziando la cattura il Pokémon creò una raffica d’aria contro la ragazza, che però lei evitò abbassandosi, continuando a creare Linee di Cattura.
Prevalentemente questo fu l’unico attacco del Pokémon, che quindi venne catturato rapidamente.
Il suo nome era Yanmega, “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot.- Mossa: /-”, “Attacca sputando della seta vischiosa ed emettendo onde d’urto.”.
La Miniremo esplose subito dopo, e con il Pokémon libero l’uomo fu indifeso.
-Argh! Ranger impiccioni!-
Inveendo contro i due l’uomo tornò all’interno della torre, ma Maximilian era ancora lì.
Nuovamente calò il silenzio tra i due, finché Sara non parlò.
-Ti prego, lasciami passare.-
Il rosso la fissò ancora, guardando poi Alex, al momento calmo visto lo conosceva, ed anche i dipendenti.
-So di non poterti fermare, ma vattene, ti prego.-
-Non lo farò, ma tu puoi ancora venire con noi.-
Ribatté Sara, con anche il sostegno di Alex.
-La Federazione può aiutarti.-
Maximilian abbassò gli occhi, scuotendo il capo.
-Le cose sono andate troppo oltre. Non voglio essere costretto a lottare contro di te, m In un modo o nell’altro, spero non raggiungerai la cima.-
-Non voglio far del male ad un mio amico.-
All’affermazione della Top Ranger nuovamente qualcosa vacillò nello sguardo del ragazzo, che corrugò la fronte prima di voltarsi.
Mentre lo faceva Sara, pur sapendo di non poterlo portar via contro il suo volere, parlò un’ultima volta, con completa sincerità.
-Farò di tutto per aiutarti, perfino sconfiggere il Team Pesto Buio!-
Per un istante il ragazzo si fermò, ma presto proseguì chiudendosi la porta alle spalle.
-Evvai! Forza, Pokémon Ranger!-
-Grazie Ranger! Quei ceffi del Team Pesto Scuro, o come si chiamano, sono dentro l’edificio!-
Esultarono alcune impiegate guardandoli, ma non  era il momento per rilassarsi.
-Non avremmo mai immaginato  che il presidente Nereo Raggiani fosse un personaggio così orribile!-
Disse ad un certo punto una di loro.
-Sapete cosa sta succedendo?-
Chiese Alex guardandoli.
-Non è che ci abbiano mai detto molto riguardo alla Torre. Continuavano semplicemente a ripetere che si trattava di un’opera di pace per un luminoso futuro…conoscete la solfa…-
Rispose per prima una delle dipendenti.
-Ranger, le mele marce della società sono tutte ai piani superiori! Ai normali impiegati come noi non è mai stato permesso salire.-
Affermò uno sicuro di ciò che diceva.
Quindi forse non erano al corrente di tutto, ma non ne erano nemmeno totalmente all’oscuro…
-Beh, sì, sono decisamente sconcertato. Vuoi dire che la nostra Altru SpA non era una normale società rispettosa della legge? Non mi era mai passato per la testa.-
Chiese un altro ancora, portandosi una mano sulla fronte.
-R-Ranger. P-p-per piacere ca-catturami così m-mi po-po-posso ca-ca-calmare!-
Chiese ad un certo punto uno di loro, evidentemente agitato.
-Mi spiace ma non posso aiutarla così. Non funziona sugli umani.-
Spiegò Sara sperando un po’ d’aria fresca aiutasse comunque.
-…oh, non catturate esseri umani…-
Ora che avevano un quadro leggermente più chiaro della situazione i due entrarono immediatamente, ma come superarono la porta udirono uno strano stridio alle proprie spalle.
Due membri del Team Pesto Buio, infatti, avevano spinto pochi attimi dopo delle barriere, che avrebbero impedito loro di uscire.
Ormai non c’era più via di fuga.
-Là! Questo dovrebbe bastare!-
-Questo dovrebbe tener fuori quegli onesti impiegati e quei fastidiosi Ranger. Wahahahah!-
Entrambi sembravano soddisfatti del proprio lavoro, ma come si voltarono sbiancarono vedendo che in verità erano chiusi dentro proprio con i due Top Ranger, già pronti a combattere.
-Come?! Come fanno ad esserci dei Ranger qui?!-
-Scappiamo!-
-…queste barricate ci sbarrano la strada!-
-Ti avevo detto di muoverti, ma tu no…-
-E adesso? Cosa facciamo?-
Sia Sara che Alex aspettarono qualche istante prima di distogliere lo sguardo dai due, completamente nel panico, ed infine, visto non sembravano voler far nulla, scelsero di voltarsi e proseguire, arrivando all’ascensore dove c’era un terzo uomo, più aggressivo rispetto ai colleghi.
-Lo sapevamo che sareste arrivati, Ranger!-
Con un ghigno sul volto l’uomo schiacciò un pulsante, ed un allarme suonò per tutta la torre.
-Maledizione…-
Borbottò Alex.
Ormai erano stati scoperti.
Immediatamente dall’ascensore arrivarono ben tre persone, un uomo, una donna, entrambi vestiti da sottoposti, ed una donna dai capelli arancioni vestita invece da dirigente, che si rivolse ai due.
-Potreste gentilmente spiegarmi come hanno fatto questi Ranger ad arrivare fin qui?-
-Non la passerete liscia!-
Urlò Alex fissandola.
-Certo che  questi Ranger sono proprio dei primitivi! Cacciateli via da qui, uomini!-
-La vostra epica avventura finisce qui, Ranger!-
Disse uno dei sottoposti, mentre entrambi attivarono due Miniremo, facendo così arrivare due Pokémon , Weezing e Skuntank.
I due si lanciarono subito su Sara, mentre la maggior parte delle persone nella stanza si tapparono il naso.
-Tra tutti i Pokémon…-
Borbottò Alex risentito mentre il perimetro di cattura si creava.
Effettivamente l’aria già era irrespirabile con uno solo di loro, ma assieme era veramente difficile, e Sara lo sapeva bene visto in un incarico aveva dovuto recuperarli.
Però non per questo si sarebbe arresa, e facendo attenzione alle nuvole di gas rilasciate da Skuntank mosse la linea di cattura tra i due, catturando per primo Weezing, che riuscì solo a creare una chiazza velenosa nel terreno, poi Skuntank senza fortunatamente subire danni.
Le due Miniremo esplosero, e così i Pokémon furono liberi, ma durante la cattura erano arrivati altri quattro tirapiedi.
Per questo motivo la dirigente sembrava così serena.
-Non riuscirete a fermare il presidente Raggiani!-
Urlò convinta delle sue parole, attivando a sua volta una Miniremo con la quale chiamò ben tre Pokémon.
I primi due era dei Nuzel , mentre l’altro era decisamente più grosso ed era ricoperto da una pelliccia bianca.
Catturando i primi la ragazza si occupò poi dell’ultimo, molto agile e che continuava a saltare all’impazzata.
Il Pokémon creò poi dei piccoli tornado, che però Sara riuscì ad evitare, riuscendo a catturarlo.
Il suo nome era Shiftry, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 3”, “Attacca provocando raffiche con le braccia ed emettendo vortici.”.
Quando anche questa Miniremo esplose però la dirigente non sembrò preoccuparsene.
-Oh no! Ho perso! Ma questo non significa che vi farò passare! Uomini! Prendeteli!-
Tutti i suoi sottoposti accerchiarono quindi i due Ranger, che si guardarono preoccupati.
-Non hai alcun senso dell’onore!-
Urlò Alex, ma la sua voce venne attenuata da un’altra.
-ELIMINAZIONE…-
Sara spalancò immediatamente gli occhi, sorridendo perché sapeva bene chi era.
-OSTACOLO!-
Un grande boato si udì alle loro spalle, mentre tutti i presenti si voltavano spaventati.
-Sara! Alex! Tutto bene?!-
Brando, Luana e Ilario erano lì, pronti ad aiutarli contro il Team Pesto Buio.
-Ragazzi!-
Disse Sara felice, vedendoli avvicinarsi.
-Noi Ranger di zona siamo stati inviati a supporto dell’Operazione Luciano. Lascia a noi queste fastidiose mezze cartucce. Voi due iniziate a salire!-
Disse Brando con un sorriso, e visto il loro numero sicuramente i loro rivali erano decisamente più agitati, visto erano senza Miniremo.
I tre Ranger di zona quindi li spinsero contro una parete, permettendo ai due di proseguire.
-Se l’Operazione Luciano avrà successo, pubblicherò un’edizione straordinaria del Corriere di Vien!-
Disse Ilario sorridendo, mentre Luana lo riportò all’attenti.
-Occupiamoci di quello che sta succedendo qui!-
Nel frattempo molti dei tirapiedi erano nel panico, e tentavano di fuggire.
-Vi porgo le mie scuse! Sono francamente, sinceramente dispiaciuto! Ho mostrato del vero rimorso! Ora lasciatemi andare!-
-Argh!-
-Non so e non m’importa nulla della vostra Operazione Tucano o come si chiama.-
-Vorrei andare in bagno, per favore. Posso?-
-Siamo soltanto dei tirapiedi. Non sappiamo niente noi.-
Le parole però non bastavano di certo, e per ciò che avevano fatto avrebbero dovuto rispondere alle conseguenze.
-Qui ci pensiamo noi. Voi andate su! Sbrigatevi!-
Urlò nuovamente Brando, ed allora Sara ed Alex si affrettarono ad entrare nell’ascensore, ma la dirigente tra i tirapiedi li fermò.
-Più in alto arrivi, più aumenta la difficoltà. Beh, è così che funziona nei videogiochi no? Ma nel tuo caso, non puoi nemmeno salire! Senza la password dell’ascensore, ti tocca rimanere qui con noi. Per te questo è “game over”!-
Questa notizia era certamente pessima, e sembrò rallegrare alcuni di loro.
-Eheheh, ciao.-
Alla battutina di uno dei tirapiedi Brando rispose con un’occhiataccia che lo zittì, mentre Sara ed Alex superarono la porta, guardandosi però attorno confusi.
-Quest’ascensore…? Ma non ci sono i pulsanti per i vari piani. Come funziona?-
Disse Alex confuso, sentendo però una voce robotica.
-BENVENUTI. PREGO INSERIRE PASSWORD. UNA VOLTA INSERITA LA PASSWORD VERRA’ RAGGIUNTO IL PIANO DI DESTINAZIONE.-
-Ah! Una password, eh? Proprio come aveva detto quella donna…aspetta! Leo ha accesso a quest’edificio, quindi dovrebbe avere una password.-
Disse ad un certo punto Alex.
-Ma Leo è stato rapito…-
Ribatté Sara guardandolo.
-Proviamo con parole che potrebbero essere importanti per lui.-
Alex iniziò quindi a guardarsi attorno, ma oltre al pavimento viola ed ai muri grici c’era solo un microfono al quale rispondere.
-Devo pensare come Leo…allora proviamo…”scodella”?-
-No-
Rispose Sara scuotendo il capo.
-“AAAAAA”. Che ne dici di questa?-
Perfino Pachirisu scosse il capo, ed anche Sara rispose allo stesso modo.
-No.-
-Mah…aspetta…proviamo “password”?-
-No.-
Era troppo scontato per una persona come Leo, e lo sapevano bene.
Ad un certo punto però gli occhi di Alex si illuminarono.
-Ci sono! Che ne dici di “Allegra”?-
-Effettivamente…sì, prova!-
Allegra era la sorellina minore di Leo, da sempre importante per lui, quindi forse era la password giusta.
-PASSWORD ACCETTATA. BUONGIORNO, PROFESSOR LEO. LA SUA DESTINAZIONE E’ IL 9° PIANO. ASCENSORE IN SALITA.-
L’ascensore iniziò così a muoversi, mentre i due si guardarono soddisfatti.
-Quel Leo…vuole davvero bene ad Allegra. E’ un bravo ragazzo se adora sua sorella a questo modo.-
Sorrise Alex pensandoci su. Infondo i due non avevano mai parlato molto.
Ad un certo punto però l’ascensore si fermò, troppo presto per i loro gusti.
-Eh? L’ascensore si è fermato!-
Come se non bastasse, la luce venne tolta all’improvviso, lasciandoli al buio.
-Ehi! E’ andata via la luce…-
-Manteniamo la calma.-
Disse subito Sara cercando l’uscita, ma la porta era ben chiusa.
-Tutto bene là dentro?-
Ad un certo punto si udì una voce dall’altra parte, ma nessuno dei due volle rispondere.
-Sono qui per soccorrervi, resistete!-
Forse era un altro Ranger di zona?
La risposta arrivò molto presto, ma non era quella desiderata.
Alle loro spalle infatti era sceso tramite una scaletta un altro uomo del Team Pesto Buio.
-Ahahah! Bugia! Questo è il capolinea per voi due!-
Immediatamente attivò una Miniremo, chiamando due Dusclops.
Immediatamente i due si lanciarono su Sara, la quale fu costretta ad iniziare una cattura.
Lo spazio per muoversi era notevolmente ridotto rispetto al normale, ed i Pokémon erano in grado di creare delle fiamme violacee  che le impedivano di muoversi adeguatamente.
Tali fiamme erano in grado poi di muoversi, e per evitarne una la ragazza finì contro la parete dell’ascensore, senza poter spostarsi in tempo per evitarne un’altra, e così perse un punto nell’energia dello Styler, provocandosi una lieve scottatura alla gamba destra.
Il dolore tuttavia era minimo, e con ancor più attenzione quando i Pokémon si teletrasportavano la ragazza continuò a disegnare numerose Linee di cattura, riuscendo alla fine a catturarli entrambi.
La Miniremo esplose subito dopo, ed il dirigente del Team Pesto Buio andò presto nel panico.
-Nooooo! Vi prego, non fatemi del male! Pietà, pietà, risparmiatemi…ecco, Ranger, guardate! Ho una scala a corda proprio qui! Prego, usatela pure!-
Era stato uno spettacolo decisamente pietoso, ma almeno aveva dato modo ai due di proseguire, e così senza batter ciglio i due utilizzarono la scala a corda, raggiungendo la parte superiore dell’ascensore.
Si trovavano ancora all’interno del condotto, molto più grande di quanto servisse per il solo ascensore, che era agganciato tramite solidi dei cavi al soffitto.
Le pareti spesse erano in metallo, ed in ciascuna era dipinto il numero 5 ad indicare il piano.
Non c’erano però porte, solo un condotto per la ventilazione, vicino ad un Magneton, ed una scala.
-Credo possiamo salire.-
Disse Alex sporgendosi leggermente rispetto al punto in cui si trovavano, che permetteva di vedere anche più in alto.
-Fai attenzione.-
Disse Sara guardandolo, catturando il Magneton in caso avesse avuto bisogno, e prendendo a salire.
Arrivando in cima alla scala i due raggiunsero un’altra piattaforma, sulla quale però non erano soli, infatti qui li stava aspettando un altro dirigente del Team Pesto Buio.
-Growl! Sono super carico dopo avervi aspettato così a lungo! Aride mi aveva detto che in effetti non avete affatto un’aria minacciosa.-
Ridacchiò l’uomo guardando soprattutto la ragazza.
-Le apparenze ingannano.-
Ribatté Alex pronto a lottare.
-Già, penso di potermi occupare da solo di tutti e due.-
Così dicendo l’uomo attivò la propria Miniremo, chiamando così ben tre Gabite, che raggiunsero subito la ragazza.
I Pokémon iniziarono subito a girarle attorno, ed essendo rapidi non era semplice utilizzare una Linea di cattura continua. Fortunatamente però continuavano ad esser vicini tra loro, ed anche se di tanto in tanto tentavano d’attaccarla con delle artigliate a lei bastarono poche schivate per non venir ferita.
La cattura terminò quindi in un paio di minuti, e la Miniremo esplose liberando i Pokémon.
Come ciliegina sulla torta lo Styler passò al livello trentotto, con cinque punti in più di potenza ed uno d’energia, arrivando a 87/87.
-Aride si sbagliava…siete entrambi assurdamente forti.-
L’uomo scappò di corsa per la scalinata, permettendo ai due di proseguire.
-Ehi Sara, va tutto bene? Le lotte iniziano ad esser molte.-
Disse Alex preoccupato per l’amica.
-Tranquillo, sto bene.-
Rispose lei sorridendogli. Effettivamente non si sentiva affaticata, doveva esser stato merito di tutte le avventure che aveva vissuto, soprattutto per recuperare le Gemme.
Aveva acquisito una maggior resistenza a vari sforzi, e tutti i potenziamenti nello Styler l’aiutavano ulteriormente.
I due continuarono così a salire lungo una seconda scala, arrivando ad un’altra piattaforma dalla quale avrebbero dovuto usare un’altra scala ancora, tuttavia prima che potessero raggiungerla due sottoposte del Team Pesto Buio caddero da una zona superiore proprio davanti a loro, bloccandoli.
-Lo sapevo! Lo sapevo che eri tu!-
Disse una delle due indicando Sara, che però le guardò confuse.
-Ora non osare dire che non ti ricordi di noi! La Squadra cremisi del Team Pesto Buio!-
Effettivamente le aveva già incontrate, al vulcano Caldonio quando la ragazza aveva recuperato la Gemma Rossa.
-Sì, e ricordo come è andata.-
Rispose la Top Ranger facendo un passo indietro assieme ad Alex.
-Quella volta eravamo anche noi dello steso grado degli altri tirapiedi! Ma ora siamo allo stesso livello dei dirigenti! Essere così brave a truccarci ci ha portato alla promozione.-
-Allora non dovremo preoccuparci delle vostre abilità nelle catture.-
Le schernì Alex fiducioso.
-L’umiliazione che abbiamo subito a causa tua dentro al Vulcano Caldonio…è ora di ripagare quell’onta!-
Entrambe fecero comparire due Miniremo, chiamando così due Gengar per lottare contro Sara.
Certamente grazie al loro potere di teletrasportarsi non era semplice star loro dietro, tuttavia solo uno tra loro attaccò durante tutta la cattura, creando come prima cosa una fiamma viola che saltò da un punto all’altro del perimetro di cattura.
Per evitare d’esser ferita Sara si limitò a creare dei cerchi attorno alla fiamma stessa, visto i Pokémon le erano vicini, e si fermò solo quando uno dei due creò delle sfere nere con cui colpirla.
L’attacco fortunatamente non andò a segno, e lei riuscì a catturarlo pochi istanti dopo. Fare lo stesso con il secondo, molto più calmo, non fu difficile.
Con l’esplosione delle Miniremo sotto al naso, che provocò uno scompiglio nei capelli delle due dirigenti, le ragazza iniziarono a piangere dalla frustrazione, facendo colare tutto il trucco in eccesso.
-Oh, sob! Mi si è rovinato di nuovo il trucco!-
-Almeno stavolta ti ricorderai di noi? Anche se non dovessimo più rivederci?-
Sembrava importante che venissero ricordate, e per gentilezza Sara rispose con un cenno d’assenso del capo, prima che le due fuggissero.
-Hai incontrato gente veramente strana…-
Commentò Alex prima di proseguire la scalinata. Alla piattaforma successiva almeno non incontrarono nessuno a sbarrar loro la strada, e rimaneva solo un’ultima rampa prima di arrivare ad un uscita.
Proprio davanti alla porta però c’era un altro dirigente del Team Pesto Buio, che li guardava con un sorriso.
-Benvenuti, Ranger! Ho ricevuto disposizione da Frido di trattarvi con la massima cortesia.-
Il suo tono confuse leggermente i due Top Ranger, che si avvicinarono diffidenti.
-Posso offrirvi diversi livelli di accoglienza, compresi i Pacchetti dalla A alla C. Ma per voi, Ranger, ritengo si addica solo il migliore: il Pacchetto S.-
-E cioè?-
Chiese Alex confuso, mentre l’uomo si avvicinò.
-Cosa significa la “S” del Pacchetto S? Ma “sconfitta”, naturalmente!-
L’uomo attivò così una Miniremo, e l’intero piano iniziò a tremare.
-Cosa sta succedendo!?-
Alla domanda di Alex presto arrivò la risposta. L’uomo aveva infatti chiamato un Pokémon gigantesco, dal pelo marrone, due grandi occhi dalle pupille nere e due zanne simili a quelle di un elefante.
Si muoveva a passo lento, ma in uno spazio così ristretto era impossibile per i due fuggire.
La prima che raggiunse però fu Sara, che dovette così iniziare la cattura.
Il Perimetro di Cattura ricomprese l’intera piattaforma, in cui il Pokémon iniziò a muoversi a passi pesanti.
La ragazza approfittò di questi momenti per disegnare vari cerchi attorno a lui, fermandosi solo quando il Pokémon produsse un onda d’urto attorno a sé. In seguito questo si spostò poi verso un angolo della zona, e soffiando creò un getto di neve che Sara evitò spostandosi dalla parte opposta.
Questo attacco venne ripetuto un’altra volta, al centro del perimetro, prima che la ragazza riuscisse infine a catturarlo.

Il suo nome era Mamoswine, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra- Mossa: /-”, “Attacca generano sismi e soffiando polvere di neve.”.
Nel mentre il Pokémon fuggiva nuovamente il terreno tremò, e la Miniremo esplose nella fuga.
-Pare non abbiate trovato i miei servigi di vostro gradimento…non mi dispiace dovervi salutare. Addio.-
Così dicendo l’uomo scappò immediatamente, lasciando la porta alle sue spalle libera.
-Bene, direi che possiamo proseguire. Pronta Sara?-
-Prontissima.-

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Capitolo 68
*** Capitolo 68 ***


Superata la porta i due si ritrovarono all’interno di un condotto della ventilazione. Percorrendolo trovarono sul pavimento varie grate dalle quali proveniva della luce nelle varie stanze, ma al termine del percorso trovarono finalmente un modo per procedere.
Una delle grate infatti era aperta.
-Possiamo passare da qui.-
Disse subito Sara guardando in basso.
-Già. Da qui in poi i guai raddoppieranno.-
Rispose Alex, mentre Pachirisu si era aggrappato alla ragazza in modo da scendere con lei.
-Saremo pronti.-
Così dicendo entrambi saltarono, ritrovandosi in una stanza piena di rifiuti elettronici. Erano talmente ammucchiati d’aver creato una piccola montagnetta, ma grazie ad essa almeno i due poterono scendere senza alcun danno fino a terra, dove c’era, vicino ad un Punto di Salvataggio, un uomo dai capelli  castani che indossava un camice rosa.
Purtroppo però la montagnetta produceva un forte odore dai rifiuti.
-Urgh! Che razza di fetore che c’è qua!-
Disse subito Alex tappandosi il naso.
I due si voltarono poi verso l’uomo, che tenendo una molletta al naso stava sistemando i vari rifiuti.
Non appena si accorse dei due si rivolse a Sara.
-Oh? Qualcuno ti ha dato un costume da Ranger? Ti sta proprio bene.-
La ragazza preferì non rispondere, irritata ma ormai quasi abituata dal fatto la gente la scambiasse per una bambina che giocava a fare il Ranger. Almeno però pensandola così l’uomo non avrebbe allertato nessuno.
Utilizzando quindi il  Punto di Salvataggio i due uscirono dalla porta, ritrovandosi in una grande stanza dal pavimento a piastrelle grigi ed i muri in metallo.
C’erano numerose porte stando a ciò che diceva la mappa nello Styler, tuttavia presto i due notarono qualcuno, e si nascosero dietro ad una parete che, posta al centro della stanza, rendeva la zona come un grande quadrato.
Davanti ad un grande muro rialzato avente quattro luci azzurre si trovavano altrettanti uomini del Team Pesto Buio, e dopo pochi attimi le luci divennero rosse.
Un quinto uomo arrivò quindi dove questi si trovavano.
-Ehi! Ho sentito che dei Ranger si sono infiltrati nell’edificio. La Gemma Gialla è al sicuro?-
Come la nominarono Alex e Sara drizzarono le orecchie, pronti ad ascoltare ogni dettaglio prima di agire.
-La Gemma Gialla è chiusa al sicuro qui dietro. Questa parete d’acciaio blocca il passaggio. E’ tutto sotto controllo.-
Spiegò l’uomo che si trovava dall’altra parte del muro.
-Già, le nostre Miniremo sono la chiave per liberare il passaggio. A meno che i Ranger non ci trovino e ci sconfiggano tutti, la parete d’acciaio rimarrà al suo posto.-
-Certo, sono d’accordo. Neanche dei Ranger potrebbero avere la meglio su tutti quanti noi.-
Eppure questo non li avrebbe fermati dal tentare, ma tutti assieme erano troppi da affrontare, era meglio che si separassero.
-Ok, avete capito tutti i vostri compiti? Se vediamo dei Ranger, li prendiamo e li leghiamo per bene con un giro o due di corda. Fatto questo, li portiamo da Frido e compiliamo il nostro rapporto. Chiaro?-
-Sissignore!-
Tutti loro così spiegato si allontanarono verso diverse stanze, ed i due Top Ranger poterono decidere il da farsi.
-…beeene. Allora, adesso sappiamo dove si trova la Gemma Gialla. Il passaggio si aprirà solo se metteremo fuori uso le loro Miniremo. Visto che ci siamo, recuperiamo la Gemma Gialla prima di continuare a salire.-
Disse subito Alex cercando di non farsi sentire, trovando la compagna completamente d’accordo.
La porta direttamente a sinistra rispetto a quella dalla quale erano arrivati, ed alla destra di quella bloccata, aveva però una grossa trave a bloccarla, possibile da distruggere solo con una Mossa Taglio 3.
Purtroppo tra quelli che Sara aveva con sé nessuno sembrava poterla aiutare, ma non molto distante c’era un grosso Pokémon viola, simile ad un pipistrello con quattro ali, che forse poteva aiutarli.
Immediatamente quindi la ragazza si avvicinò, iniziando la cattura.
Il Pokémon immediatamente lanciò a terra una pozza di fango viola e tossico, che però Sara riuscì ad evitare disegnando dei cerchi larghi attorno al Pokémon, sempre vicina ad essa.
Tuttavia quando questo creò attorno a sé delle nuvole tossiche lei non riuscì a fermare in tempo la Linea di cattura, subendo così cinque danni.
Prevalentemente provò una spiacevole sensazione agli occhi, che iniziarono a bruciarle ed a lacrimare leggermente, tuttavia riuscì comunque a terminare la cattura senza altri danni, recuperando almeno un punto d’energia.
Il nome del Pokémon era Crobat, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca sputando veleno ed emettendo ultrasuoni.”.

-Peccato, dovrò trovare qualcun altro…-
Borbottò la ragazza mentre continuarono a muoversi lungo il corridoio a sinistra.
C’erano qui altre due porte, ma vicino ad esse c’era anche un Pokémon simile ad una palla dal pelo giallo, che saltellava infuriata stringendo i pugni.
Avvicinandosi notarono che una delle due porte era bloccata da un campo elettrico violaceo, ma prima potessero fare un altro passo vennero presi alla sprovvista da un Hypno, che saltò addosso alla ragazza iniziando così una cattura.
Fortunatamente questa non fu difficile da concludere, anche se in seguito dovette liberare Rhydon, Arcanine, Golem, Weezing e Skuntank, ma nel muoversi la ragazza era finita proprio contro all’altro Pokémon, dovendo così iniziare un’altra cattura.
Questo si muoveva saltellando impazzito da un punto all’altro, tuttavia gli unici attacchi che tentò di fare furono delle cariche contro di lei, mentre era avvolto da un’aura rossa.
Evitarlo non fu difficile, e dopo poco riuscì anche a catturarlo. Il suo nome era Primeape, “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Distruzione 3”, “Carica in ogni direzione. E’ più facile catturarlo quando si calma un po’”.

Ora che potevano proseguire i due tentarono d’entrare nella porta libera più vicina, entrando in uno strano laboratorio con numerose librerie in fondo alla stanza.
Proprio qui si trovava una delle dirigenti del Team Pesto Buio, che sentendo la porta chiudersi si voltò immediatamente.
-Ah ah! Siete caduti dritti dentro la mia trappola! Vi catturerò e vi porterò dal nostro presidente…ne sarà di certo impressionato!-
Immediatamente la ragazza attirò una Miniremo, chiamando contro Sara un Mismagius ed un Banette.
Il primo creò immediatamente una fiamma che, toccando terra, provocò un grosso alone nero con due occhi minacciosi all’interno, ed in seguito entrambi tentarono d’attaccare con delle sfere nere.
Mismagius prevalentemente si teletrasportava da un punto all’altro, per questo motivo la Top Ranger si concentrò sulla cattura del Banette, e solo alla sua conclusione pensò anche all’altro Pokémon, recuperando così tutti i punti d’energia dello Styler grazie al potenziamento che la curava ad ogni cattura.
La Miniremo quindi esplose, liberando i due e lasciando la ragazza nel panico.
Nel frattempo, all’esterno, una delle luci rosse del muro metallico era diventata azzurra, ed la guardia vicina lo notò subito.
-Uh? Questo è strano…uno dei livelli di sicurezza è andato…quand’è successo? Forse un guasto?-
La dirigente che intanto aveva appena perso era certamente affranta per ciò che era successo.
-Questo potrebbe voler dire che la parete d’acciaio…-
Immediatamente corse fuori dalla porta, vedendo ciò che effettivamente era successo.
I due Top Ranger fecero lo stesso, scegliendo di proseguire verso sud, dove vicino ad un Crobat c’era un altro ricercatore, che li scambiò forse per dei superiori.
-Stiamo analizzando le cose che Aride ci ha portato. Sono il laboratorio. In realtà, non ci hanno proprio detto di analizzarle. Ci hanno solo ordinato di tenerle al sicuro e di sorvegliarle attentamente…scusa, ti conosco?-
Chiese infine l’uomo, forse rendendosi conto non erano della Altru, ma ci pensò Alex a rispondere.
-Solo di vista, a presto.-
Allontanandosi quindi i due entrarono nella prima porta del corridoio a destra, entrando però in una stanza buia dove si trovavano un Scyther ed un Pokémon simile ad un grande cane dal pelo bianco.
Questo le corse subito incontro, ed iniziò una cattura con la ragazza.
Come prima cosa il Pokémon si teletrasportò, generando nel suolo delle onde violacee, mentre quando ricomparve lanciò degli strani oggetti affilati per aria, ad una velocità impressionante.
-Cavolo!-
Evitarle non fu affatto semplice, ma almeno la ragazza se la cavò senza danni, almeno fino a quando credendo fossero finite utilizzò la Linea di Cattura.
Distrattasi non riuscì ad evitare alcune degli oggetti che le vennero lanciati contro, perdendo così tre punti nell’energia dello Styler e subendo alcuni graffi alle braccia ed alla guancia.
In seguito però riuscì a catturarlo, scoprendo che il suo nome era Absol, “Gruppo: Buio-Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 4”, “Attacca con Neropulsar e provando raffiche di vento oscuro.”.

Non era stato facile catturarlo, ma almeno poteva aiutarla con l’ostacolo dall’altra porta, così, evitando lo Scyther, corse subito fuori dalla stanza tornando in quel punto.
-Absol, per favore, distruggi l’ostacolo.-
Il Pokémon annuendo immediatamente attaccò la trave d’acciaio, riducendola in pezzi.
-Grazie, Absol! A presto!-
Dopo aver ringraziato il Pokémon la ragazza entrò nella stanza, un altro laboratorio dal pavimento coperto da numerosi fogli, ma proprio davanti all’entrata c’erano ben due Pokémon, uno dei quali tentò subito di attaccarla, e per evitarlo la ragazza, assieme ad Alex, si scagliò in avanti, raggiungendo così un altro dirigente del Team Pesto Buio, assieme ad un ricercatore, che la notò.
-Mentre aspettavo voi impiastri  ho persino iniziato a rassettare la stanza. Adesso darò una rassettata a voi, invece!-
-Vedendo il disordine non mi preoccuperei.-
Disse Alex scherzando visto tutto il disordine, mentre l’altro attivando una Miniremo fece arrivare un Bronzong ed un Cladyol.
Entrambi potevano usare il teletrasporto, ed inizialmente il Bronzong tentò d’attaccarla creando delle grosse sfere nere, la ragazza però le evitò facilmente, proprio come fece con delle sfere viola create dal Cladyol, riuscendo a catturare in breve quest’ultimo e successivamente anche il Bronzong.
La Miniremo esplose così bruciando alcuni fogli a terra, mentre all’esterno un altro interruttore cambiava colore sotto la sorpresa del guardiano.
-Eh? Questo non va affatto bene. Due livelli di sicurezza sono andati! Beh, ne restano comunque altri due, quindi credo sia a posto così…-
Nella stanza intanto il dirigente era completamente nel panico.
-Mi…mi avete battuto alla grande! Non posso più proteggere il passaggio…-
Immediatamente l’uomo fuggì, ma prima che anche i due Top Ranger potessero uscire Sara avrebbe dovuto catturare i due Pokémon che sbarravano la strada.
-Ok…uno alla volta…-
Come prima cosa attirò quello che aveva tentato d’attaccarla con le sue grandi tenaglie rosse. Il suo corpo era ricoperto da una dura corazza, quindi era rischioso far una cosa simile, ma fortunatamente riuscì ad evitarlo ed a raggiungerlo iniziando così la cattura.
Già solo dai primi salti che questo fece la ragazza capì quanto fosse agile, visto faticava anche solo a guardarlo, ma nonostante la sua rapidità lei riuscì comunque a disegnare numerosi cerchi e ad evitare le chele quando la caricava, fino a catturarlo.
Il suo nome era Scizor, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Taglio 4”, “Attacca usando le sue fortissime chele mentre sfreccia veloce.”.

Passò quindi al secondo Pokémon, simile ad un uccello in grado di camminare su due zampe, avente una chioma biondo cenere ed il pelo dalle gambe rosso.
Nel primo istante il Pokémon tentò di colpirla con un calcio, che produsse delle fiammate tutt’attorno a sé, ma Sara riuscì a schivarle, proprio come fece quando, con un altro calcio, l’altro creò delle colonne di fuoco.
Il calore le fece sudare la fronte, ma alla fine i suoi attacchi divennero chiari, e riuscì a catturarlo rapidamente.
Il suo nome era Blaziken, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco-  Mossa: Fuoco 3”, “Lancia palle di fuoco quando tira calci. Emette anche colonne di fiamme.”.

Prima di uscire dalla stanza però la ragazza si rivolse al ricercatore.
-Va tutto bene signore?-
-Mh? Oh certo! Conosci il professor Leo? Pensiamo che sia uno di qui geni che emergono una volta ogni cent’anni. Dieci di noi ci hanno messo dieci anni di duro lavoro per progettare la Gigaremo. Il professor Leo ha sviluppato la Miniremo, che è molto più avanzata, in un solo anno.-
-Caspita…-
Anche se non era una bella cosa Leo fosse invischiato in una cosa simile era incredibile il suo genio, ed infatti tutti lo ammiravano.
Adesso però era in pericolo, e loro dovevano salvare lui ed Allegra.
Uscendo dalla stanza i due Top Ranger proseguirono verso sud, spostandosi poi a sinistra per entrare nella prima porta del corridoio, ignorando quella dell’ascensore, riconoscibile visto era più alta delle altre e v’era un nove scritto sopra.
Entrarono così nel bagno del piano, incontrando immediatamente un ricercatore che si lavava le mani, ed un Ariados, che scattò subito contro la ragazza, iniziando una cattura. Il Pokémon prevalentemente costruì varie ragnatele, ma lei riuscì ad evitarle tutte terminando la cattura senza danni.
-Salve Ranger! Questo edificio è un gioiello della tecnologia. In caso di incendio un sistema di spruzzatori si attiva automaticamente!-
I due non sapevano bene perché di tanta eccitazione, ma mentre Sara preferì non chiedere Alex non poté star in silenzio.
-Ma…non è così ovunque?-
-...come dici? E’ così anche in molti altri edifici?-
Mentre parlavano Sara aveva notato qualcosa in fondo alla stanza, uno strano cilindro con numerosi pulsanti sopra.
Non sembrava qualcosa che si trovava normalmente negli edifici, quindi volle controllare, ma avvicinatasi all’ultima parte del bagno udì una voce dall’altra parte di una delle porte.
-Quei Ranger non immagineranno mai che mi sono nascosto qui dentro. Ehi, sssssh! Me stesso! Parla sottovoce!-
Sia Alex che Sara si guardarono perplessi, se quel tizio era uno di quelli le cui Miniremo erano le chiavi per sbloccare il muro, allora dovevano comunque combattere, ma prima la ragazza volle osservare cosa era quello strano dispositivo.
Puntandolo con lo Styler tuttavia si scoprì essere solo un rilevatore di fumo.
-Oh…beh, direi allora di provare a far uscire quel tipo da lì.-
Il primo approccio che le venne in mente fu quello di bussare, e così tentò.
Toc, toc!
-Ehm…occupato!-
Toc, toc!
-Ho detto che è occupato!-
Toc, toc!
-Ma parlate la mia lingua?! Occupato! E non vengo fuori a meno che non si metta, che so, a piovere qui dentro!-
Sbraitò alla fine l’uomo scandendo la prima frase.
-Piovere? Qui dentro?-
Disse Alex alzando la testa, spalancando poi gli occhi.
-Ehi, guarda! Sul soffitto! Hanno gli spruzzatori per il sistema antincendio! Possiamo davvero far piovere qui dentro!-
-Sei geniale Alex!-
E lei sapeva anche come fare, visto avevano notato poco prima il rilevatore di fumo, che poteva prendere fuoco con una Mossa Fuoco 3.
-Blaziken, pensaci tu per favore.-
Il Pokémon immediatamente calciò la cima del rilevatore di fumo, che brillando attivo l’allarme antincendio, facendo così piovere nella stanza.
Il dirigente uscì così di corsa dal suo nascondiglio.
-Sta piovendo dentro i bagni?! Ma questo è davvero assurdo!-
Dopo un attimo di scombussolamento il ragazzo notò finalmente i due, fissandoli con fare arrabbiato.
-Pokémon Ranger?! Allora questa pioggia è causa vostra! Bravi! E se mi becco un raffreddore, eh? Non ci avete pensato?-
Furioso l’uomo attivò subito una Miniremo, chiamando così un Aggron ed un Tyranitar.
I due Pokémon si muovevano molto lentamente, ma apparentemente si stavano limitando solo a fissare la ragazza, almeno fino a quanto il Tyranitar non sparò un raggio luminoso dalla bocca.
Sara riuscì però comunque ad evitarlo, ed a catturarlo subito dopo.
Lo stesso fece anche con l’Aggron, senza che questo riuscisse ad attaccare, e la cattura di grado S le permise di passare al livello trantanove, con cinque punti in più di potenza ed uno d’energia, arrivando a 88/88.
La Miniremo esplose subito dopo, attivando così anche il penultimo punto del blocco all’esterno.
-Ancora? E’ rimasto solo un livello di sicurezza?! “Ora che soltanto un livello è rimasto la parete avrà un destino nefasto!”. Neanche le rime mi possono aiutare!-
Era evidentemente nel panico, e così era anche l’altro nel bagno.
-Sono tutto bagnato e infreddolito…il livello di sicurezza che stavo proteggendo è caduto…peggio di così! Eheheh…tciùùù!-
Dopo lo starnuto l’uomo corse subito fuori, lasciando i due soli con il ricercatore.
-Povero, un po’ mi spiace per il raffreddore.-
Disse Sara dispiaciuta, ma dovevano andare avanti. Ormai restava solo un livello.
Uscendo dal bagno la ragazza si guardò quindi attorno, cercando l’ultima stanza in cui l’ultimo dei dirigenti poteva essere, ma non trovò altro che quelle già visitate.
-Forse sto tralasciando qualcosa…-
Ripensò quindi a tutti i punti in cui era stata, e si rese conto che nella stanza in cui aveva trovato Absol e Scyther effettivamente ancora non aveva guardato, tuttavia era troppo buio per poter controllare bene.
-Ma certo! Serve un Electabuzz, e dovrebbe essere in una delle prime stanze che abbiamo controllato!-
Non sbagliava, effettivamente il Pokémon era nella stanza a destra della porta bloccata dal campo viola, ed una volta catturato poté tornare in quella immersa nell’oscurità,
e evitando i due Pokémon chiese subito a Electabuzz di utilizzare la Mossa Flash.
Non appena la stanza fu nuovamente illuminata, l’ultimo dirigente uscì dal suo nascondiglio.
-Siete stati bravi a trovarmi. Sono colpito, Ranger. Tuttavia non vi lascerò di certo la via libera!-
L’uomo attivò così la propria Miniremo, chiamando a sé un Umbreon ed un Espeon, i quali crearono rispettivamente delle onde viola nel terreno e l’altro tre sfere elettriche, che la ragazza dovette evitare mentre disegnava le Linee di Cattura.
La loro combinazione d’attacchi non era semplice da evitare, ma dopo che l’Espeon tentò di colpirla con delle sfere violacee, che la ragazza evitò accasciandosi, entrambi furono catturati, e la Miniremo esplose.
Fuori dalla stanza anche l’ultima luce divenne azzurra, e la barriera si piagò su se stessa.
-Ahimè, ahinio! Il passaggio è stato aperto! Basta, orma mi ci avete costretto! Bloccherò la vostra avanzata con il mio corpo!-
La guardia della zona era certamente nel panico, ma così lo era anche l’altro dirigente nella stanza con i due Top Ranger.
-Una bruciante sconfitta…me ne assumo piena responsabilità…dandomela a gambe!-
L’uomo uscì quindi rapidamente dalla stanza, e così fecero anche i due ragazzi, che raggiunsero la zona rimasta fino ad ora bloccata.
Il dirigente ancora a guardia dell’ultima porta vedendoli subito scattò pronto a combattere.
-Sono io la parete d’acciaio, adesso! Provate a superarmi! Vi sfido!-
Attivando la propria Miniremo chiamò contro Sara ben due Blaziken, che tuttavia non rappresentarono alcun pericolo per la ragazza.
Inizialmente la difficoltà maggiore venne quando entrambi attaccarono calciando e generando fiamme, ma non appena presero solo a muoversi randomicamente la ragazza ne approfittò per concentrarsi su uno di loro, catturando in seguito anche l’altro con un grado S.
Anche l’ultima protezione della porta fallì.
-Oh, no…di male in peggio…-
Immediatamente l’uomo corse via, ed i due entrarono nella porta che avrebbe dovuto contenere la Gemma Gialla.
Questa effettivamente era lì, all’interno di un campo che la manteneva sollevata.
Oltre a ciò c’erano numerosi computer alle pareti, ed alcuni ricercatori che osservavano dei numeri sugli schermi.
-La Gemma Gialla! E’ qui!-
Esultò subito Alex sollevato d’averla trovata. Sara subito si avvicinò, e prese con entrambe le mani la gemma.
-Ora abbiamo tutto quello che ci serve per completare l’Operazione Luciano!-
Disse Alex con un largo sorriso, ma ben due ricercatori li raggiunsero.
In un primo momento i due Top Ranger temettero volessero fermarli, ma le cose non stavano così.
-Ranger! Per favore, salvate il professor Leo! Allegra, la sorella del professor Leo, è ostaggio del Team Pesto Buio. Minacciano di farle del male per costringere Leo ad obbedire ai loro ordini. E’ stato costretto a effettuare gli aggiustamenti finali al sistema di controllo della Torre!-
Spiegò immediatamente uno di loro due, facendo capire quanto la situazione fosse grave.
-Il professor Leo dovrebbe essere al decimo piano. E’ la punta di diamante tra noi scienziati della Altru SpA.-
-Noi però siamo bloccati qui, l’ascensore non andava oltre, e l’unico passaggio rimasto è bloccato da una parete elettrica.-
Disse subito Sara, sperando potessero aiutarli.
-Oh, scusate! VI devo aprire il passaggio! Lo faccio subito.-
Correndo verso uno dei computer l’uomo iniziò subito a macchinarci per far qualcosa.
-Vediamo…è bloccato…ecco…ora non più!-
Grazie a quei pochi secondi il ricercatore aveva sbloccato loro il passaggio.
Probabilmente avevano instaurato con Leo un solido legame che li aveva portati ad aiutarli.
Era una fortuna ci fossero ancora persone come loro lì dentro.
-Il passaggio è aperto. Ora potete accedere al decimo piano.-
-Siamo stati resi ciechi e irresponsabili dalla frenesia delle nostre ricerche. Non ci siamo resi conto di quale fosse il vero scopo di tutto il nostro lavoro…è davvero troppo tardi per pentirsi, però…-
Era evidente che fossero entrambi dispiaciuti per ciò che avevano fatto, ed anche se ormai non si poteva evitare il peggio la ragazza non poté non essere comprensiva nei loro confronti.
-Sistemeremo ogni cosa.-
Ora che avevano recuperato la Gemma Gialla avevano una speranza in più, dovevano solo continuare a salire, e così fecero, dirigendosi verso il piano superiore.

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Capitolo 69
*** Capitolo 69 ***


Senza perdere tempo i due Top Ranger corsero verso la scalinata fino a quel momento bloccata, e superandola raggiunsero assieme il decimo piano.
Non sapendo bene quanti ve ne fossero nel palazzo della Altru, e visto non c’era nemmeno una finestra fino ad ora, non erano certi di quanto mancasse alla loro meta, ma non fecero in tempo a pensarci che all’improvviso le luci si spensero.
-Eh? Un altro blackout? Non riesco a vedere niente!-
Disse Alex cercando di muoversi a tendoni nel corridoio in cui erano arrivati, ma dopo pochi secondi le luci si riaccesero, e cinque membri del Team Pesto Buio si trovavano davanti a loro.
-Siete caduti nella nostra imboscata, Ranger!-
Esultarono quattro di loro in coro, mentre coloro che li comandava prese parola, era lo stesso oltretutto che i due avevano battuto in ascensore.
-Ora pagherete per quel vostro numero di prima in ascensore!-
Così dicendo l’uomo scioccò le dita, ed i suoi sottoposti attivarono le Miniremo attirando dei Pokémon, che saltarono addosso sia ad Alex che a Sara, che dovettero catturare entrambi cinque Spinarak ciascuno.
La ragazza però non riscontrò alcuna difficoltà nella cattura, nonostante i Pokémon sputassero ragnatele che colpendo il terreno vi rimanevano per qualche minuto, ma bastò catturare i primi per rendere tutto molto più facile.
Le Miniremo esplosero quindi in sequenza, lasciando tutti loro disarmati.
-Argh! Abbiamo sprecato questa occasione! Ritirata!-
Tutti e cinque presero quindi a correre come delle furie, lasciando libero il passaggio.
-Diamo un’occhiata alla mappa prima di procedere, giusto per sicurezza…-
Disse Sara prima che Alex si muovesse.
-Sembra ci siano altri due corridoi come questo, connessi tutti tramite un terzo, con in totale quattro porte.-
-Chissà da quale parte dovremo andare. Direi di muoverci.-
Disse Alex, indicandole poi  con il capo uno Scizor in fondo al corridoio, a cui fare attenzione, ma non fu difficile evitarlo dopo un suo tentativo d’attacco.
Superata la prima parete però i due si resero conto che nel corridoio centrale di quel piano era presente un pannello elettrico nel pavimento, che impediva loro di superarlo.
-Quando fanno così significa è proprio lì dobbiamo andare…dobbiamo cercare qualcosa per disattivarlo.-
Disse Alex spostandosi nell’ultimo corridoio a destra, ma anche lì c’era un’altra piattaforma.
Non avevano quindi scelta se non provare le porte rimaste, e tentarono con la prima a destra.
Entrarono così in una stanza immersa nell’oscurità, e proprio a causa di questa Sara non riuscì a notare in tempo un Gabite che la stava raggiungendo, se non quando la cattura ebbe inizio.
La ragazza tentò fin da subito di disegnare dei cerchi di cattura, ma a causa del buio non vedeva i movimenti del Pokémon, e così non riuscì ad evitare che questo, scattando, la raggiungesse attaccandola con i suoi artigli, provocandole così una perdita di sei punti nell’energia dello Styler ed un graffio allo stomaco.
-Gnh…-
Era sicuramente molto fastidioso, ma sopportabile, e nonostante la ferita riuscì comunque a catturarlo subito dopo.
-Sara, va tutto bene?-
Chiese Alex preoccupato, anche se non aveva ancora visto il graffio.
-Tranquillo, mi sono distratta un attimo, ma andiamo avanti. E’ evidente che qui abbiamo bisogno di un Electabuzz. Sarà meglio controllare l’altra stanza poi, in caso tornare al piano inferiore.-
Il suo compagno annuì, e subito tornarono indietro provando ad entrare nella stanza a sinistra, ma come superarono la porta un Pokémon, simile ad una sfera bianca e rossa, lampeggiò davanti a loro.
Nonostante non l’avesse mai catturato la ragazza intuiva ciò che sarebbe successo.
-Spostiamoci!-
Afferrando Alex lo trascinò lontano da lì, proprio prima che il Pokémon esplodesse.
-Ma scherziamo?!-
Sbraitò il ragazzo, spaventatosi, ma Sara gli indicò qualcosa di molto più interessante, ovvero una gigantesca cupola dentro la quale si trovava un Electabuzz.
-Bingo, ma sembra che questa cosa si possa distruggere solo con una Mossa Taglio quattro.-
Disse Alex puntandola con lo Styler.
-Allora ho proprio chi fa al caso nostro, prima però voglio catturare almeno uno di questi Pokémon vicini, prima che ci esplodano entrambi in faccia di nuovo.
Aspettò quindi che uno di questi esplodesse nuovamente, prima di raggiungerlo ed iniziare una cattura.
Non appena questa iniziò il Pokémon nuovamente s’illuminò, e Sara temette stesse nuovamente per esplodere, ma semplicemente generò alcune scosse elettriche attorno a sé.
I suoi movimenti in ogni caso, nonostante stesse solo rotolando, erano molto rapidi, e così la ragazza decise di cambiare tattica.
Nel momento in cui il Pokémon creò nuovamente le scosse elettriche lei caricò lo Styler, riuscendo ad arrivare fino al secondo livello.
La Linea di Cattura non solo ottenne delle brillanti sfumature di giallo azzurro e rosa, ma divenne anche più grossa, ed era evidente che permetteva di trasmettere molto di più l’amicizia al Pokémon, infatti dopo poco riuscì a catturarlo.
Il suo nome era Electrode, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 3”, “Emette elettricità dal corpo. Attenzione: può esplodere!”, sicuramente un avvertimento così era dovuto a chiunque lo catturasse, ma almeno ora nella stanza i due Top Ranger avevano più spazio per muoversi, nonostante lei liberò subito Electrode, assieme ad Ariados, Hypno e Primeape.

-Scizor, per favore, distruggi la teca!-
Il Pokémon immediatamente utilizzò una delle sue chele per tagliare a metà il vetro, liberando così l’Electabuzz e permettendo a Sara di catturarlo con facilità. Come uscirono dalla stanza inoltre, Alex e Sara poterono scoprire che il pannello nel corridoio centrale si era disattivato.
-Grandioso! Prima di entrare nella stanza al buio proviamo in quella qui infondo.-
Disse Alex trascinandovi l’amica, ma prima di potersi avvicinare sentirono dall’altra parte una voce familiare.
-Cosa state facendo?!-
Alex fu il primo a riconoscerla, scattando.
-Era la voce di Leo! Leooo! Siamo venuti per te!-
-Leo!-
Anche Sara a sua volta chiamò l’amico, che rispose poco dopo. Nel frattempo entrambi provarono ad aprire la porta, ma era chiusa.
-Ehi! Alex! Sara! Aaah!-
Sembrava che qualcuno l’avesse strattonato, ed infatti una nuova voce si aggiunse tra loro.
-Leo! Non ti importa della tua povera piccola sorellina? Muoviti a completare la calibrazione del sistema di controllo. Questo renderà l’anniversario della Altru un successo clamoroso!-
La situazione era critica, ed entrambi tentarono per disperazione di sfondare la porta a spallate, ma non erano abbastanza forti per farlo.
_Non va, non si apre. Pare che non servirà nemmeno usare un Pokémon per eliminare questo ostacolo…cosa possiamo fare adesso?-
Alex aveva uno sguardo perso, e probabilmente anche Sara visto non aveva idea di come risolvere la situazione, ma presto la ragazza ricevette un messaggio che le diede speranza.
-Messaggio in arrivo! Qui Brando! Abbiamo catturato tutti i membri del Team Pesto Buio che erano al piano terra. Stiamo per dirigerci a Portena, dove consegneremo questi manigoldi. Fatemi un fischio se vi serve aiuto!-
Al termine di quel messaggio i due ragazzi si guardarono, pensando la stessa cosa.
-Ehi, Sara…ho un’idea.-
-Penso d’aver già capito…-
-Probabilmente è il metodo più facile e più veloce possibile. Aspetta che chiamo Brando.-
Disse subito Alex affrettandosi, ed al piano inferiore presto l’uomo ricevette il messaggio.
-Un messaggio vocale? Chi parla?-
-Scusa se ti ho richiamato così presto! Brando, avremmo bisogno della tua, ehm, forza.-
-La mia forza? Se dovete trasportare qualcosa di pesante è meglio se chiamate Luisona…è questo ciò di cui avete bisogno?-
Chiese inizialmente l’uomo confuso, riprendendo poi a parlare.
-Oppure…intendi la mia specialità?-
-Esattamente! Proprio quella! Siamo quasi arrivati a Leo, ma non possiamo raggiungerlo.-
-Ricevuto. Vengo lì! Dove siete, esattamente?-
-Al decimo piano!-
Disse subito Sara intervenendo.
-…decimo piano? Ok!-
Terminando la chiamata l’uomo, prima di partire, si rivolse ad uno dei suoi due colleghi.
-Ilario! Devo sbrigare una cosetta. Finché sono via sei tu in comando!-
E così senza perdere altro tempo Brando partì subito per raggiungere i due, molto più sollevati rispetto a prima.
-Siamo a cavallo!-
Disse Alex facendo qualche passo nel corridoio per vedere se il collega era già lì.
-Conoscendo Brando, arriverà qui in cinque secondi netti, ci scommetto.-
-Sara! Alex!-
Non aveva sbagliato, anzi era stato preciso come un orologio, infatti Brando arrivò subito davanti ad entrambi, con il fiatone per la scalinata.
-Scusate se vi ho fatto aspettare!-
-Non abbiamo dovuto aspettare affatto!-
Disse Alex entusiasta.
-Questa porta qui?-
Chiese poi nuovamente l’uomo, e Sara annuì mentre assieme ad Alex si fecero da parte.
-Uhm…è una signora porta, non c’è che dire. Beh, devo riconoscerlo. La Altru fa le cose per bene.-
Disse l’uomo esaminandola, facendo poi due passi indietro.
-Eliminazione del’ostacolo!-
Brando caricò con grande forza, ma tutto ciò che ottenne fu un gran boato, che lasciò perplessi  i due ragazzi.
-…anzi no. Se questa porta fosse un nemico, gli farei i complimenti per la tenacia. Sara! Alex! Datemi una mano!-
-Eh?!-
Chiese Sara preoccupata.
Era così dura che nemmeno lui riusciva a passare?
Però loro erano molto più piccoli, sarebbe bastato?
Non c’era tempo però per fare queste domande, perché l’uomo li prese entrambi, guardandoli.
-Siete pronti?-
-Sì…-
Non c’era certo tempo per pensarci su, e così la ragazza rispose come era naturale.
-Bene, allora andiamo!-
Tutti e tre si esibirono nella propria posa da Ranger, facendo poi qualche passo indietro ed urlando in coro.
-ELIMINAZIONE…AAARRGH!-
 
Nel frattempo…
 
L’interno della stanza in cui Leo e sua sorella erano intrappolati era gigantesca, piena di computer e monitor alle pareti che controllavano la situazione di Almia intera.
Leo era l’unico scienziato presente, e con lui c’erano altri tre membri del Team Pesto Buio; uno che gli stava vicino controllandolo, una ragazza che bloccava la sorellina ed un terzo con una Miniremo attivata ed un Pokémon vicino.
Leo continuava a lavorare, dopo esser stato rimproverato per aver fatto capire si trovava lì, e per dargli una lezione la ragazza aveva tirato la guancia alla sua sorellina.
Tutti erano ora in silenzio, quando udirono l’urlo dei tre fuori dalla porta, e poco dopo questa venne distrutta.
Tutti si voltarono quindi verso la porta, mentre i tre sollevandosi rapidamente da terra si prepararono per lottare.
-Che nessuno si muova, brutti delinquenti!-
Urlò Alex puntando il dito contro gli uomini.
-Sara! Alex!-
Disse Leo con un sorriso, certo li avrebbero salvati.
-Dei Ranger qui?!-
Disse sorpreso l’uomo con la Miniremo.
-Manderemo il conto di quella porta alla Federazione. Siete arrivati troppo tardi, comunque. E soltanto di un minuto, per di più.-
Alla frase dell’uomo i tre serrarono i denti, mentre il collega di quello che bloccava Leo continuò a deriderli.
-Il vostro amico Leo ha appena ultimato la calibrazione finale della Macchina incredibile. Ottimo lavoro con il sistema di controllo, Leo. Ora però non abbiamo più bisogno di te. Lo sai che significa? Ovvio che lo sai. Sei un ragazzo prodigio, dopotutto!-
A quelle frasi il ragazzo divenne pallido, e la sorellina impaurita iniziò a piangere.
-Leo!-
-Allegra…-
Era evidente fosse più preoccupato per la sorella che per se stesso, e questo dimostrava quanto teneva a lei.
-E questo vale anche per voi, demolitori di porte! Questa è la fine per voi!-
Così dicendo l’uomo attivò la Miniremo, scatenando il Pokémon vicino contro Sara, che venne subito attaccata. Oltre a questo però arrivarono anche un Lucray ed un Sceptile.
Il terzo Pokémon, giallo e con due cucchiai tra le mani, era in grado di teletrasportarsi, ma fortunatamente però un po’ rimase vicino ai due, permettendo così alla ragazza di disegnare varie linee di cattura, almeno fino a quando lo Sceptile non attaccò con una raffica di foglie.
A quel punto anche l’altro Pokémon, teletrasportandosi lontano, attaccò creando delle sfere viola contro di lei.
Non fu comunque difficile evitare queste ultime serie da tre, e dopo un ultimo attacco dello Sceptile riuscì a catturare quest’ultimo.
Luxray invece al contrario dei due non aveva fatto altro che girarle attorno, e questo le aveva permesso di catturarlo con grade facilità in seguito.
Con ormai un solo Pokémon la situazione sarebbe dovuta esser più facile, ma quest’ultimo creò anche delle sfere elettriche nel terreno, e raddoppiò la sua velocità nel teletrasporto.
In questo modo l’unica soluzione che  le venne in mente per ovviare al problema fu continuare a disegnare i cerchi di cattura, visto anche mentre si spostava questi venivano contati come continui, e la sua idea la portò alla vittoria, aggiornando così le informazioni nello Styler.
Il suo nome era Alakazam, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Teletrasporto”, “Si sposta con il teletrasporto e attacca lanciando sfere misteriose.”.

Con l’esplosione della Miniremo la sicurezza dei tre dirigenti colò subito a picco.
-Non può essere vero!-
-Arrrgh…è questo quel che significa essere forti? Non abbiamo scampo! Dobbiamo ricorrere al nostro piano finale! Ritirata strategica!-
I due uomini corsero subito via, mentre la ragazza rimase momentaneamente spaesata.
-Aspettate! Non lasciatemi sola con questi qua!-
I tre quindi tentarono di fuggire, ma davanti alla porta a bloccarli c’era Brando.
-Ehi, aspettate! Non siamo nemmeno vicini alla fine. Lo spettacolo è appena iniziato.-
Facilmente riuscì a bloccarli in un angolo, in modo che non potessero più far nulla.
-Leo!-
La bambina intanto era corsa immediatamente tra le lacrime dal suo fratellone, che la strinse forte a sé.
-Allegra…-
Dopo qualche minuti in cui entrambi si calmarono, Leo si rivolse ai tre.
-Brando…Sara, Alex…io…io…-
La sua voce era strozzata, e sembrava quasi sul punto di crollare, Sara immediatamente si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla per confortarlo.
-Ho completato quel malefico programma…-
Disse infine mentre alcune lacrime gli rigarono il viso.
-Lascia perdere, non importa.  Tu e Allegra siete salvi. Questo è importante. D’ora in avanti lasciate che noi Ranger ci occupiamo di tutto!-
Disse Alex rivolgendogli un sorriso sicuro di sé.
-Allora…vengo anch’io!-
-Leo, è troppo pericoloso.-
Tentò di dire Sara, ma il ragazzo era convinto di ciò che diceva, anche se al pensiero di perderlo nuovamente Allegra già gli stava stringendo la manica del camice bianco.
-Conosco bene la strada per arrivare in cima alla Torre. E dovrete disattivare un programma speciale per superare la barriera. Io so come farlo. Portatemi con voi! Se sarò d’impiccio, me ne renderò conto e cercherò di starmene da parte.-
Prima che Alex e Sara potessero dire nulla fu Brando ad intervenire.
-Allora è deciso! E’ soltanto grazie a Leo che questa operazione è potuta partire. Direi che ha tutto il diritto di vedere come va a finire.-
-Ma Brando…-
La ragazza non era per niente convinta, ma l’uomo scosse il capo fermandola.
-Io accompagnerò Allegra al sicuro a Portena. Dovrò trascinarmi dietro anche quei quattro pagliacci di prima, ma non c’è problema. Sara, Alex…e anche tu, Leo! Il successo dell’Operazione Luciano è nelle vostre mani!-
Ormai era veramente tutto deciso, ed i due dovettero rassegnarsi all’evidenza.
-Bene, Allegra. Da questa parte.-
Disse infine l’uomo allungando una mano, mentre la ragazzina si avvicinò, parlando prima ai presenti.
-Grazie a tutti! Leo! Prometti che passerai tanto tempo con me, quando sarà tutto finito! Promettimelo!-
La bambina aveva un tono che non permetteva dei no, ma prima che il fratello potesse rispondere Brando la portò via, assieme agli scagnozzi rimasti.
Trascorse qualche istante quindi, prima che Alex parlasse.
-Leo, andiamo.-
-M-mi tremano le ginocchia, ma è solo per l’a-a-adrenalina.-
-E’ normale, va tutto bene.-
Disse Sara sorridendogli e prendendolo per mano, mentre insieme uscirono dalla porta.
Arrivati però infondo al corridoio sentirono qualcuno parlare.
-Ranger!-
-Ranger?!-
-Come sarebbe, “Ranger”?!-
-Già, proprio Ranger!-
-Ranger, eh?-
-Quei fastidiosi Ranger!-
In una manciata di secondi ben sei membri del Team Pesto Buio li circondarono, impedendo loro di andare da qualsiasi parte.
-Carica!-
A quella frase tre di loro attivarono le proprie Miniremo, e Sara si ritrovò attaccata da tre Skorupi.
La cattura però fu semplice, nonostante i tre avessero tentato di colpirla con degli aculei e del gas velenoso, ma non ci fu alcun danno.
Fu però il turno anche degli altri tre di attaccare.
-Non è ancora finita! Vai! O la va o la spacca!-
Questa volta i Pokémon furono tre Bronzor, ma nonostante si spostassero rapidamente furono tutti semplici da catturare, ed oltretutto lo Styler raggiunse il livello quaranta, con cinque punti in più di potenza ed uno d’energia, arrivando a 89/89.
Tutte le Miniremo così esplosero, lasciando i sei disarmati.
-Avevamo la superiorità numerica…è frustrante, ma…ritirata!-
Mentre i sei scapparono sia Alex che Leo guardarono impressionati Sara.
-Wow, ricordo che in Accademia eri tra  i migliori, ma non avrei mai immaginato saresti diventata così.-
Disse Leo sorpreso.
-Grazie, ma è meglio muoverci.-
Rispose la ragazza, ricordando però che c’era ancora una stanza da controllare, visto il pavimento seguente era bloccato ancora dal campo elettrico.
Entrando così nella porta a destra la ragazza chiese subito l’aiuto di Electabuzz, e scoprirono così di un’altra teca con un Pokémon all’interno.
-Queste alimentano il pavimento elettrico là fuori. Distruggendola e liberando il Pokémon si potrà passare.-
Spiegò subito Leo, mentre Sara senza dir nulla uscì di corsa, visto serviva un Pokémon con Mossa Taglio quattro per distruggerla.
Fortunatamente lì fuori c’era uno Scizor, e catturandolo in poco tempo poté tornare dai due amici e distruggere la teca.
-Scizor, per favore, distruggi l’ostacolo!-
Il pavimento elettrico a sua volta venne così disattivato, ma il Pokémon rinchiuso saltò addosso alla ragazza, come in cerca di riparo.
All’inizio della cattura tuttavia si rivelò tutt’altro che docile, visto creò ben tre sfere elettriche nel terreno, ed in seguito generò dalla sua cosa alcune saette, che la ragazza evitò per un soffio.
L’ultimo attacco del Pokémon fu creare un gran numero di sfere cariche d’elettricità, ma non rappresentarono un pericolo visto Sara riuscì subito dopo a catturarlo.
Il suo nome era Ampharos, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 3”, “Attacca lanciando sfere elettriche ed emettendo scariche elettriche.”.

-Perfetto, ora possiamo proseguire.-
Disse Alex mettendosi in testa al gruppo ed uscendo dalla stanza, ma arrivati in fondo al terzo corridoio scoprirono che le scale erano bloccate da un’altra barriera.
-PASSAGGIO BLOCCATO.-
-L’accesso al tetto dev’essere bloccato.-
Disse Leo avvicinandosi ad una pulsantiera lì vicina, iniziando a trafficare, ma nuovamente alle loro spalle udirono qualcun altro parlare.
-Ranger?!-
-Già, Ranger!-
-E cosa sarebbe, “Ranger”?!-
-Ranger!-
-Esatto, Ranger!-
-Io li odio i Ranger!-
-Ma chi si credono di essere’sti Ranger?-
-Non mi fanno micca paura ‘sti Ranger!-
Questa volta arrivarono ben sette membri del Team Pesto Buio, tutti agguerriti e pronti a fermarli.
-Vogliamo scherzare?!-
Sbuffò Alex, mettendosi davanti a Leo per proteggerlo, mentre i sette parlarono all’unisono.
-Questo sarà il vostro ultimo scontro. Potete starne certi.-
-La sconfitta mi ha umiliato, ai tuoi piedi son ora prostrato!-
Dissero i due in prima fila contro Sara, attivando le Miniremo e mandandole contro tre Blossom.
-Oh!-
La ragazza dovette immediatamente abbassarsi visto uno di questi attaccò scagliandole contro delle foglie affilate, ma dopo un secondo attacco identico a questo i Pokémon si mossero tutti in un unico punto, e catturarli fu uno scherzo.
-Ed i primi due sono andati.-
Disse la ragazza mentre le prime due Miniremo esplodevano, ed i due si fecero indietro.
-Che ne dici di questo?!-
Chiese la seconda coppia, mandandole contro tre Cacturne.
Visto il loro numero la ragazza doveva stare attenta quando, gonfiandosi, rilasciavano degli aculei dal loro corpo, ma anche loro vennero presto catturati dopo qualche scatto per evitare i loro attacchi.
-Fuori altri due, ne rimangono tre.-
Disse quindi la ragazza con un certo fiatone, mentre anche gli ultimi parlarono.
-Stavolta facciamo sul serio!-
Attivando le tre Miniremo questa volta arrivarono un Jolteon, un Flareon ed un Vaporeon.
Questa volta la cattura non fu così semplice, perché i tre continuavano ad attaccare creando fiamme, bolle d’acqua e scosse elettriche, e la ragazza dovette muoversi molto rapidamente per evitarle tutte.
Si concentrò come prima cosa sul Flareon, catturandolo e mettendo fine alle sue fiamme, poi Vaporeon ed infine Jolteon.
Tutti e tre vennero quindi catturati, ed i sette sconfitti.
-Non è che noi siamo deboli! Assolutamente! Sono loro a essere troppo forti!-
I sette quindi scapparono, e pochi secondi dopo Leo riuscì a disattivare il blocco alla porta.
-Ecco! Accesso sbloccato! Procediamo!-
-Bel colpo, Leo!-
Disse subito Alex colpito.
-Non ci rimane più molto tempo.-
Sottolineò tuttavia il biondo.
-Voi salite le scale, io controllo non ci sia nessun’altro.-
Disse Sara seria.
-Sei sicura? Dovremmo muoverci tutti assieme.-
Ribatté tuttavia Alex, ma lei insistette.
-Vi raggiungerò finite le scale, fidatevi.-
Senza dire altro entrambi i ragazzi annuirono, prendendo così a salire le scale, ma non appena furono abbastanza lontani la ragazza, rimasta sola con Pachirisu, si mise a sedere a terra, smettendo di trattenere il fiatone che aveva.
-Accidenti…inizio ad esser stanca.-
-Pachi? Pachi pachi.-
Il piccolino vedendo l’amica così si avvicinò per vedere se poteva fare qualcosa, ma lei scosse il capo accarezzandole la testa.
-Non voglio Leo ed Alex mi vedano così. Dobbiamo essere forti, altrimenti non avremo la sicurezza necessaria per andare avanti…però…-
Erano nel palazzo della Altru, circondati ad ogni passo da nemici su nemici, ed ancora non avevano incontrato i più forti con ogni probabilità.
-Ho paura…-
Ammise infine la ragazza, e Pachirisu capendo la situazione le saltò addosso, abbracciandola.
-Pachi.-
-Grazie. Devo solo continuare a tenere duro e procedere un passo per volta.-
Era felice almeno d’avere un amico a cui rivelare come si sentiva. Non poteva farlo con Alex, Leo, Brando o perfino Glenda, perché tutti loro si aspettavano che fosse forte. Si davano sicurezza l’un l’altro, e lei non voleva essere un peso.
-Va bene. Continuiamo Pachirisu.-
Disse infine la ragazza con un sorriso sulle labbra, pronta a continuare la missione.
-Pachi!-

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Capitolo 70
*** Capitolo 70 ***


La scalinata durò più a lungo del previsto, ma finalmente i tre poterono scoprire quanto in là si erano spinti.
Non appena raggiunsero la porta, infatti, si ritrovarono su una piccola terrazza, che segnava esattamente la metà del palazzo Altru e dal quale partiva la base della gabbia metallica che circondava la zona sottostante, alla base di questa c’era poi una piccola porta scorrevole, ed un Punto di salvataggio.
Il vento aveva iniziato a soffiare sempre più forte mentre le nuvole nere circondavano a poco a poco sempre più zone.
A circondarli oltretutto non mancava l’alone violaceo che teneva ipotizzati i vari Pokémon.
Guardandosi attorno Sara provò quasi un brivido, sapendo ciò che quelle nuvole portavano.
Il piano del Team Pesto Buio si stava spingendo oltre ogni limite, ed a loro mancava sempre meno tempo.
-Informerò il professor Frenesio.-
Disse Alex serio attivando lo Styler, ma questo suonando lo precedette.
-Messaggio in arrivo! Sono io, Frenesio! Ripeto, qui Frenesio! Brando mi ha riferito tutto! Eccellente lavoro, tutti quanti voi! Vi sto mandando uno Staraptor. Alex, usalo per trasportare la Gemma Gialla. Vola lassù e unisciti a Settimo e Viola.-
Era arrivato il momento per il gruppo di separarsi. Non era certo una cosa inaspettata, eppure Sara si ritrovò più agitata del previsto, mentre consegnava la gemma all’amico.
Da ora ciò che sarebbe successo nella torre sarebbe stata completamente responsabilità sua, inclusa la sicurezza di Leo.
Nel frattempo, come il professore aveva detto, uno Staraptor li raggiunse, facendo salire il ragazzo sulla groppa.
-Ma che strano…mi sento…emozionato! Oltre ogni limite!-
Disse subito Alex con un largo sorriso, a cui Sara rispose con uno gentile e comprensivo.
-E’ la tua occasione di far vedere quanto vali.-
Come parlò però la porta vicino a loro si aprì, ed arrivarono due dirigenti del Team Pesto Buio, che già Sara conosceva, un grosso Pokémon con delle fiamme alle spalle e sulla testa e…Lavina.
-Che diresti invece di venir malmenato oltre ogni limite?! Beccati questo!-
Il Pokémon piegandosi fece il gesto di prepararsi a caricare Leo e Sara, e subito Alex lo notò.
-Attenzione!-
Prima che potessero fare altro Alex e lo Staraptor si misero davanti ai due, venendo colpiti in pieno dal Pokémon e precipitando oltre la ringhiera.
-WAAAAAAAAAH!-
-ALEX!-
Sara immediatamente si sporse, come a tentare d’afferrarlo, ma era troppo tardi, e prima facesse qualche sciocchezza Leo le prese il braccio allontanandola.
-Ferma, o cadrai anche te!-
-Alex!-
Non aveva potuto fare nulla per aiutarlo, ma lui l’aveva salvata.
Da quell’altezza non riusciva a vederlo, e non riconosceva nemmeno se fosse in volo o meno.
Subito il dubbio peggiore la prese alla gola, palesandosi con delle lacrime che minacciavano di cadere.
Non poteva averlo perso così…
Purtroppo, come se non fosse abbastanza, la Gemma Gialla era scivolata dalle mani di Alex, ed ora era tra quelle di Lavina.
-Oh! La Gemma Gialla…grazie mille per avercela riportata.-
-Brutta…-
Ringhiando Sara fece un passo avanti, pronta ad aggredirla, ma il terreno improvvisamente tremò sotto i loro piedi.
-Come? La Macchina incredibile è già stata attivata?-
Chiese Lavina con un sorriso, guardando poi verso l’alto.
-…ah, già, capisco. E’ progettata per funzionare al 100%. Ma arriverà a pieno regime solo allo scoccare della mezzanotte. Io me ne torno alla sala di controllo della barriera protettiva. Ragazze, voi badate a questi bambini cattivi. E non deludetemi nuovamente!-
-Grazie della sua fiducia, capo!-
-No!-
Lavina prima che Sara potesse fermarla rientrò, assieme al suo Pokémon, e le due sottoposte si schierarono contro la Top Ranger, che a malapena tratteneva ancora le lacrime.
-Stavolta non falliremo! Se lo facessimo, l’intera Squadra cremisi verrebbe sciolta con disonore!-
Immediatamente le due attivarono le loro Miniremo, chiamando uno Scizor ed un Pokémon vestito con un abito bianco e dal capo verde.
-Ua-taaaaa!-
La cattura iniziò, ed il Pokémon sconosciuto creò immediatamente delle sfere violacee che si scagliarono in vari punti del perimetro.
Sara inizialmente riuscì ad evitarle, ma per ciò che era successo con Alex era ancora molto irrequieta, e non ebbe la pazienza d’aspettare un momento sicuro, così la linea venne interrotta da una di queste sfere, facendole perdere un punto nell’energia dello Styler.
Alla ragazza però non importava, e non sentì nemmeno il danno, anzi continuò a disegnare cerchi attorno allo Scizor, che provava a caricarla con le sue chele.
Fortunatamente nessun attacco andò a segno, e quando l’altro Pokémon terminò il suo attacco, scagliato una seconda volta, lo Scizor fu catturato.
L’altro si teletrasportava nel frattempo con facilità, ma ora che era solo Sara disegnò ininterrottamente grandi cerchi quando spariva, in modo la combo non si interrompesse.
Si fermò solo ad un nuovo attacco, che consistette nel creare delle sfere viola attorno a sé, che fluttuarono per qualche secondo.
Quando sparirono però ormai mancavano pochi punti, e la cattura terminò subito dopo.
Il suo nome era Gradevori, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: Potere Psico 3”, “Attacca lanciando sfere misteriose. Si protegge con una barriera psichica.”.

Le Miniremo esplosero subito dopo, decretando la sconfitta delle due, che tuttavia la guardavano in strano modo.
-…direi che ho trovato un nuovo idolo.-
-Questi Ranger…non sono poi così male…-
Mentre fuggirono Sara non vi fece caso, molto più interessata a raggiungere Lavina per fargliela pagare, e sapere in qualche modo se Alex stava bene, ma un messaggio dallo Styler la fermò.
-Messaggio in arrivo! Qui è Frenesio che parla!-
-Professor Frenesio! Alex è caduto dal tetto, vi prego dovete mandare qualcuno immediatamente! Abbiamo anche perso la Gemma Gialla.-
Disse subito Sara mostrando tutta la sua agitazione.
-Cosa? Alex è caduto dal tetto? Manderemo dei Ranger a cercarlo! Ma tu, Sara, devi proseguire!-
-Come posso proseguire se non abbiamo più nemmeno la gemma, ed Alex è forse ferito?-
-Pachi!-
A quella frase Pachirisu sembrò rimproverarla, ed aveva ragione a farlo. Aveva ragione ad esser preoccupata, ma il destino di Almia era in pericolo.
-Aspetta, aspetta non riattaccare! Ho delle buone notizie! Vatone e Nage, del nostro Team di ricerca, hanno fatto una grande scoperta! Hanno realizzato un software per lo Styler che rende possibile l’impossibile!-
Prima di fare un altro passo Sara aspettò la spiegazione, ma nella sua mente i nomi dei due del team di ricerca le riportarono alla mente qualcosa, anche se ancora vago.
Eppure, era un ricordo caldo, e familiare, che le ricordò casa.
-L’hanno battezzato il Programma incredibile! E di sicuro lo è! Nomen omen! E’ progettato per funzionare in simbiosi con le tre Lacrime dei principi prese dai ciondoli. Tali Gemme colorate sono state inserite nel tuo Styler, Sara. Tra un minuto aggiorneremo il software del tuo Top Styler con il Programma incredibile. Trasformerà il tuo Top Styler nel primo e unico Styler Vatonage al mondo! Utilizzandolo sarai in grado di catturare anche i Pokémon controllati dal nemico!-
-Vatonage…-
Vatonage, ora ricordava.
Era la parola che il direttore dell’Accademia dei Ranger ripeteva, che aveva un significato molto importante per lui, ed ecco perché quella parola era importante anche per lei.
La riportava a casa, all’Accademia, insieme ad Alex e Glenda.
Rappresentava tempi andati, ma felici.
-Sara, forse lo sai già, ma esiste un antico termine ad Almia. E’ una parola che significa “risvegliare la luce che era stata inghiottita dalle tenebre e riportare l’armonia nel mondo”. Questa parola è “Vatonage”. E’ un vocabolo a malapena ricordato persino dai più anziani abitanti di Almia. Ma ora quest’antica parola risorge a nuovo splendore, come nome per il tuo Styler! Bene, ora trasferiremo il Programma incredibile al tuo Styler, Sara. E, con esso, anche tutta la nostra riconoscenza al Ranger per il loro coraggio!-
Pochi attimi dopo l’aggiornamento arrivò, proprio come il professore aveva detto.
-“…Bip. Il Programma incredibile è stato scaricato e installato correttamente. Questo Top Styler è ora diventato lo Styler Vatonage!”-
La ragazza guardo per qualche secondo il proprio Styler, prima di portarlo al cuore.
-Darò splendore a questa parola.-
Senza dire altro la ragazza si precipitò verso la porta, scoprendo un ascensore che la portò verso l’alto, fino ad una stanza dal pavimento giallo con al centro il logo del Team Pesto Buio ed i muri grigi, tutti rigorosamente in metallo.
Sul pavimento era presente una strana piattaforma con tre rettangoli, il primo con un cerchio all’interno, il secondo con due e l’ultimo con tre, ma solo il primo era acceso.
Forse indicava l’area in cui si trovava?
Come superò la porta però le arrivò un nuovo messaggio, ma nonostante sperasse si fosse trattato di Alex in realtà era Settimo.
-Messaggio in arrivo! Qui parla Settimo. Sei nella Torre?-
-Sì, sono arrivata.-
-La fretta è cattiva consigliera. Sii prudente.-
Successivamente la voce di Settimo venne poi sostituita dalla sua collega.
-Qui Viola. Secondo il progetto della Torre, la barriera è formata da tre strati separati. Ogni strato sembra essere controllato da un piano diverso.-
-Lì controllerò tutti.-
Rispose Sara chiudendo la chiamata, riacquistando un po’ di lucidità dopo l’incidente, eppure sempre più cose la stavano stressando.
Salvare Almia, Maximilian, sapere se  Alex stava bene, proteggere Leo.
Erano tante cose per una persona sola.
-Viola ha ragione. Ci sono tre piani di controllo della barriera sopra di noi. Non ho ideato io il sistema di protezione, ma so come funziona.-
Spiegò Leo interrompendo i suoi pensieri.
-Su ogni piano troverai una sfera di energia che alimenta uno strato della barriera. C’è soltanto un problema. Anzi, in realtà sarebbero tre. Ogni sfera di energia è sorvegliata da uno dei tre pericolosi dirigenti della Altru, ovvero quelli del Sinis Trio.-
-Quindi anche Lavina…perfetto.-
Disse Sara corrugando lo sguardo.
-Sara…so che sei arrabbiata per ciò che ha fatto, ma non lasciarti provocare…-
-Starò attenta, c’è troppo in ballo.-
La stanza in cui si trovavano era però piena di Pokémon controllati, e così subito si scagliarono contro di lei prima un’Abra, poi un Vaporeon.
Naturalmente la ragazza non ebbe alcun problema a catturarli entrambi, proseguendo poi per una scala sulla destra.
Non riuscì a raggiungerla però che sentì la torre tremare.
-SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. ATTUALE LIVELLO DI ENERGIA MACCHINA INCREDIBILE: 1. ENERGIA RICHIESTA PER IL LIVELLO 2…50%. ENERGIA IN COSTANTE AUMENTO. NESSUNA ANOMALIA RILEVATA.-
-Oh, no! Il tempo sta scadendo! La Macchina incredibile conta tre livelli di energia, da uno a tre. Presto arriverà al Livello 2. Se arriva al Livello 3, Almia sarà in un mare di guai!-
Capendo la situazione la ragazza si mise a correre per le scale, raggiungendo una zona completamente in metallo giallognolo, ad eccezione per una lunga vetrata dal quale si vedevano le nuvole nere che circondavano la torre, con alle spalle della scala dei tubi elettrici a dar energia.
Si poteva solo proseguire lungo un piccolo corridoio a U, ma stando alla mappa nella schermata dello Styler c’erano altre due porte presenti.
Non era però questo a preoccuparla, ma un Rhydon che, ipnotizzato, si muoveva per il corridoio, e l’avrebbe potuta caricare da un momento all’altro.
-Leo, fai esattamente ciò che faccio io…-
Sussurrò la ragazza quando il Pokémon li guardò, scattando non appena lui prese a caricarli.
-Vai!-
Riuscirono così a superarlo, ma arrivati al termine del corridoio scoprirono che le scale per salire erano bloccate da una barriera elettrica.
-Il raggio non si disattiva nemmeno quando mi avvicino io…il sistema non mi riconosce.-
Disse Leo ormai vicinissimo, ma nulla cambiava.
-Devono averlo fatto quando te ne sei andato.-
-Dovremo trovare il modo di fermarlo da soli. La sfera di energia dev’essere distrutta se vogliamo proseguire.-
C’era solo una stanza presente lì, e la ragazza sperò la sfera fosse dall’altra parte.
-La sala di controllo dello strato giallo della barriera è da questa parte. Aride, che veste un’uniforme gialla, dovrebbe essere in comando qui.-
Spiegò Leo indicando la porta.
-Fantastico, sarà sicuramente un piacere…-
Borbottò la ragazza sospirando.
-Tutto pronto?-
Chiese poi il ragazzo guardandola.
-Sì.-
-Entriamo, allora.-
Superata la porta i due si ritrovarono in una stanza alle cui pareti erano collegati dei grandi dispositivi meccanici, al cui interno passavano dei cavi enormi che facevano passare l’energia tramite una sfera gialla dall’altra parte della stanza.
Davanti a questa si trovava Aride, assieme ad un Gigantesco Pokémon che sembrava composto da rocce.
-Sento qualcuno che entra…ma di criminale, odore non sento. Dei nostri non può essere, quindi. Lo stesso anche tu, pensi? Mio fido Rhyperior?-
Chiese l’uomo accarezzando una zampa del Pokémon, mentre dava le spalle alla porta.
Subito dopo l’uomo si voltò, e non riuscì a nascondere una certa sorpresa sul volto.
-Tu Ranger! Ancora tu, sei?! E con te il professor Leo porti, il traditore. Voi due per disattivare il sistema di protezione, venite? Distruggere questa sfera di energia è quello che intenzione avete di fare?-
-Proprio così, Aride. Può essere tutto più facile, se ti fai a parte.-
Rispose la ragazza fissandolo negli occhi, mentre lui fece un passo avanti.
-No, non posso lasciarvelo fare. Bloccarvi dovrò!-
Così dicendo l’uomo si fece da parte, lasciando la scena al Pokémon dietro di sé.
-Gehaarah!-
Ad ogni passo della creatura sembrava che il terreno stesse per crollare, ma quando si avvicinò Sara non indietreggiò.
-Gehaarah!-
La cattura del Rhyperior iniziò quindi subito dopo.
Durante il primo minuto il Pokémon non fece molto, se non muoversi fino ad un angolo del perimetro di cattura, poi fermandosi fece un salto, e la terra tremò per qualche secondo.
Successivamente dal soffitto caddero alcuni massi creati grazie al suo potere, ma alla ragazza bastò far attenzione alle ombre per capire dove questi cadevano.
Notò che dopo il primo trascorreva abbastanza tempo prima che altri cadessero, ma successivamente ne arrivavano a coppie, se non più, ad una velocità sempre maggiore, ma l’attacco cessò dopo poco.
Successivamente, con sorpresa della Top Ranger, il Pokémon riuscì a saltare nuovamente, creando delle crepe nel terreno ad X, che partiva da lui, ma le bastò stare sul suo fianco per non venir ferita.
Ormai era già arrivata a metà dell’energia che serviva per la cattura, e continuava incessantemente a disegnare linee con lo Styler, fermandosi solo quando il Pokémon le lanciò contro dei massi.
Rotolando evitò però anche questi, e quando al salto successivo il Pokémon creò un onda d’urto lei la evitò saltando all’indietro.
Ormai era molto vicina, ma commise un grave errore.
Quando Rhyperior fece cadere nuovamente dei massi dal soffitto osò troppo, togliendosi troppo lentamente dalla caduta di uno dei massi.
Questo così le cadde sulla schiena, provocandole un dolore acuto che arrivò fino alla testa e la fece cadere a terra.
Perse oltretutto sei punti nell’energia dello Styler, ma rialzandosi ricominciò a disegnare le Linee di cattura concludendo quest’ultima prima il Rhyperior potesse attaccare.
Le sue informazioni vennero quindi aggiornate, “Gruppo: Terra- Poké Tattica: Terra- Mossa: /-”, “Attacca emettendo onde d’urto. Può anche provocare delle frane.”.

Il Pokémon fuggì immediatamente dopo, anche se effettivamente Aride non aveva usato alcuna Miniremo.
Il Rhyperior sembrava effettivamente ipnotizzato, quindi forse significava non c’era bisogno di quello strumento all’interno dei piani alti della Torre?
In ogni caso, la risposta non era importante.
-Sconfitto! Ancora e ancora! Depresso, mi rende ciò.-
Borbottò aride portandosi una mano al viso.
-Mostrare il mio volto al capo in questo modo non posso. Comunque, vero, il mio orgoglio, sparito è. Ma non importa. Importante più dell’orgoglio, il sistema di protezione è. Non preoccuparmi devo, quindi! Sistema di protezione fragile di certo non è.-
Continuò l’uomo voltandosi verso la grande sfera elettrica.
-Inoltre! Io anche per il futuro pianifico! Intanto che aspettavo qui con la mia amica sfera di energia, qualcosa ho preparato. Una trappola vi ho teso!-
-Di cosa stai parlando?!-
Chiese subito Sara, ma l’uomo scosse il dito sorridendo beffardo.
-No, no, no, suggerimenti, non dico più! Ciao ciao, adios!-
Così dicendo l’uomo fuggì via, ma Leo non sembrava preoccupato.
-Quel tipo è proprio una barzelletta. Ha probabilmente programmato la sfera di energia in modo da non poter essere eliminata come un normale ostacolo. Ma indovina un po’ chi ha insegnato ad Aride e agli altri due a programmare? Forse non si ricorda che sono stato io!-
Disse Leo sorridendo, raggiungendo la macchina.
-Pachi!-
Subito dopo l’esclamazione di Pachirisu il ragazzo si voltò verso l’amica, incrociando le braccia con fare soddisfatto.
-E…voilà! Vedi? Trappola disattivata in 1,38 secondi. Ora dovresti essere in grado di eliminarla senza problemi, come un normale ostacolo.-
-Fantastico Leo.-
Sorrise l’amica puntando la sfera con lo Styler.
Era necessario un Pokémon con distruzione 3, ma lei fortunatamente aveva con sé un Crobat.
-Crobat, per favore, distruggi l’ostacolo!-
Il Pokémon immediatamente creò un’onda sonora, che scagliata contro la sfera la ridusse in frammenti.
All’esterno l’energia smise d’arrivare, e parte delle nuvole svanirono. Arrivò quindi un messaggio dallo Styler.
-Qui Settimo, in volo in circolo sulla cima. Confermo che lo strato esterno della barriera è svanito. Ne rimangono due!-
-Muoviamoci a salire al piano di sopra.-
Disse Leo fiducioso delle loro capacità, ed annuendo Sara fece strada uscendo da lì.
La barriera dalle scale era oltretutto svanita, e così poterono proseguire.
Il piano successivo era molto simile al precedente, anche se prima c’era una maggior tonalità di blu ed ora di rosa, come però arrivarono al corridoio sentirono il suolo tremare sotto di loro.
-SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. ATTUALE LIVELLO DI ENERGIA MACCHINA INCREDIBILE: 1. ENERGIA RICHIESTA PER LIVELLO 2…20%. RIPETO: 20%. ENERGIA IN COSTANTE AUMENTO. NESSUNA ANOMALIA RI…RILEVATA.-
-Non va bene per niente…il sistema si sta caricando più velocemente di quanto mi aspettassi.-
Disse Leo guardando i nuvoloni esterni preoccupato.
-Vorrà dire saremo ancora più rapidi.-
Rispose la ragazza, raggiungendo la porta di quel piano.
-La sala di controllo dello strato rosso della barriera è da questa parte. Chi comanda qui è Lavina, quella megera che veste sempre di rosso. Tutto a posto?-
Chiese Leo preoccupato che l’amica mantenesse la calma, ma questa per il momento sembrava stare bene.
-Sì.-
-Ok, entriamo.-
Superata la porta la stanza era identica alla precedente, anche se l’energia era rossa, ma c’era una piccola sorpresa per loro.
-Uh? Ma non c’è nessuno qui.-
Effettivamente la sfera di energia era rimasta incustodita, ma per Sara era troppo bello per essere vero.
-Che colpo di fortuna. Facciamo a pezzi la sfera di energia finché siamo in tempo.-
Disse subito Leo, ma venne interrotto dalla porta che si aprì.
-Ehilà, salve.-
Dietro di loro c’era Lavina, con il Pokémon che aveva colpito Alex oltre il palazzo…
-Volevate giocare a nascondino con me? Sembra vi stiate divertendo.-
Lavina fece un sorriso a Sara, guardando poi Leo.
-Oh? Ma guarda, il mio insegnante di informatica! Ti sei reso conto dei tuoi sbagli e sei venuto a scusarti, capisco. E, dato che ti vergognavi un po’, ti sei portato dietro un Ranger come supporto morale.-
Continuò poi in tono irritato.
-Spiritosa come sempre, eh Lavina?-
-Portami rispetto, brutto moccioso! So che siete qui per disattivare la barriera. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo…Magmortar! Fa’ passare a questi due la voglia di essere così arroganti!-
Facendosi da parte ancheggiando visibilmente la donna lasciò al Pokémon lo spazio per agire.
-Magmorrrtn!!-
Questo saltellò quindi un paio di volte davanti ai due, come a confonderli, ma Sara non aveva dubbi su ciò che avrebbe fatto, e non appena Magmortar saltò addosso a Leo si mise in mezzo, iniziando la cattura.
-Questa volta non me la farai!-
Con la stessa energia di Lavina, Magmortar immediatamente creò delle esplosioni attorno a sé, che sollevarono un bel po’ di fumo.
Tuttavia la ragazza riuscì comunque a capire dove si stava dirigendo, circondandolo con le sue Linee di cattura.
In seguito il Pokémon creò una linea di colonne di fuoco, ma non fu difficile evitarle e non far scontrare la Linea. Sara si fermò poi solamente quando Magmortar l’attaccò soffiando fiamme dalla bocca, ma questo attacco le diede il tempo di caricare lo Styler fino al primo livello, e così l’energia trasferita aumentò.
Il ritmo degli attacchi non variò da prima, ma questa volta quando il Pokémon soffiò nuovamente delle fiamme la ragazza caricò lo Styler di ben due livelli, riuscendo così a catturarlo senza alcuna difficoltà.
Le sue informazioni vennero quindi aggiornate, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 5”, “Attacca emettendo fiamme dalle mani. Dispone anche di un attacco esplosivo.”.

Con questa cattura lo Styler passò poi al livello quarantuno, con cinque punti in più di potenza e due  di energia, arrivando a 91/91.
Inutile dire quanto l’espressione di Lavina, frustrata e furiosa, fosse rallegrante per Sara.
-Non è possibile! Ho perso? Sul serio…?-
-Esatto, ed ora dimmi dove è la Gemma Gialla.-
Rispose Sara guardandola.
-Cosa? La Gemma Gialla? Non ce l’ho io. Quell’affare è troppo pesante da portare in giro!-
Conoscendola era sicuramente vero, ma non c’era nemmeno modo per pensarci, visto fuggì subito dopo.
Questo era un bel problema però…
-Ok, procediamo.-
Disse intanto Leo raggiungendo la sfera.
-Ahah! Stavolta ci ho messo solo 1,07 secondi! Non che quel programma-trappola di Lavina fosse granché, comunque. Puoi eliminare l’ostacolo ora.-
-Grazie Leo.-
Questa volta serviva una Mossa Spruzzo 3, ma fortunatamente con lei Sara aveva Vaporeon, che con un solo getto d’acqua riuscì a distruggere la sfera.
Come prima le nuvole esterne si diradarono, e lo Styler ricevette un messaggio.
-Parla Viola, dalla cima della Torre. Il secondo strato è scomparso! Bene così, Sara! Rimane soltanto uno strato della barriera!-
-Ce l’abbiamo quasi fatta! Rimane da disattivare solo lo strato blu!-
Esclamò esultando Leo, e subito i due uscirono  dirigendosi verso le scale, ma prima di superarle nuovamente tutto tremò.
-SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. ATTUALE LIVELLO ENERGIA MACCHINA INCREDIBILE: 1. ENERGIA RICHIESTA PER LIVELLO 2…10%. RIPETO: 10%. ENERGIA IN COSTANTE AUMENTO. NESSUNA ANOMALIA RILELELEVAVAVAVAVA…RILEVATA.-
-Il sistema pare avere dei problemi…ma è quasi al Livello 2. Non possiamo più perdere neanche un secondo!-
La preoccupazione di Leo era comprensibile, ed i due salirono subito al secondo piano, completamente blu.
Qui non riuscirono ad evitare un Vaporeon che scattò contro Sara, ma almeno la cattura fu rapida e presto arrivarono davanti all’ultima porta.
-Questa è l’ultima sala di controllo della barriera. Forse l’hai già intuito, ma il capo qui è Frido, che veste sempre di blu. E’ il leader del Sinis Trio. Non sottovalutarlo.-
Disse Leo guardando l’amica.
-Tranquillo, so come è e so che non posso mai esser tranquilla quando c’è.-
Era un personaggio molto più singolare rispetto agli altri due, ma non imbattibile.
-Tutto pronto?-
-Sì.-
-Coraggio! Andiamo!-
Superata la porta quindi i due si trovarono davanti subito Frido, con alle spalle un Pokémon alto e snello, dalle gambe bianche ed il resto del corpo verde.
-Ehilà, Top Ranger! E un caloroso saluto al nostro insegnante di informatica, il piccolo genio Leo! Benvenuti alla Torre Altru!-
Disse l’uomo sorridendo, facendosi da parte rispetto al Pokémon.
-Tra pochissimo sarà mezzanotte. Con il cambio di data avrà inizio una nuova era per Almia. Unitevi a me nel conto alla rovescia per la rinascita di Almia. Come sapete, sono sempre stato un pacifista. Non c’è niente da fare, sono fatto così.-
-Allora lasciaci passare.-
Rispose Sara, mentre lui tornando al proprio posto si esibì nella propria posa, riprendendo a parlare.
-Sto facendo questo per la pace…Gallade, accompagna questi intrusi fuori dallo stabile!-
-Gallazh-huwing!-
Con un salto il Pokémon raggiunse immediatamente Sara, e così la cattura iniziò.
Dopo qualche passo dallo schermo dello Styler comparve l’icona “!”, che segnalava un attacco, ma prima di far ciò il Pokémon si teletrasportò alle spalle della ragazza, lanciandole contro degli oggetti affilati che tuttavia lei evitò.
In seguito la scena si ripeté, ma questa volta il Pokémon attuò una finta, spostandosi nuovamente ed attaccandola alle spalle.
L’attacco andò a buon fine, e la ragazza subì un grosso graffio sulla schiena, attenuato fortunatamente dalla tuta.
Non bastò però ad evitare che sanguinasse, e che perdesse ben sette punti d’energia.
Faceva male, soprattutto mentre correva, ma poteva ignorarlo.
Il Pokémon in seguito poi creò nel terreno delle sfere elettriche, ma non furono un problema. Molto più irritante era quando si piegava leggermente, facendo delle finte che mettevano la ragazza in agitazione, ma negli attacchi successivi lei non subì altri danni.
Forse gran parte di ciò lo doveva alla fortuna, visto che aveva rischiato più volte di venir graffiata nuovamente, ma in qualche modo l’aveva sempre evitato all’ultimo secondo.
Gallade ad un certo punto si teletrasportò nuovamente, e presto l’avrebbe attaccata, ma mancava così poco al termine della cattura che la ragazza volle tentare il tutto per tutto, riuscendo nell’impresa.
Le sue informazioni si aggiornarono poco dopo, “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: Taglio 5”, “Attacca con raffiche di vento di luce e sfere misteriose. A volte ricorre a finte.”.

Stavolta, mentre il Pokémon fuggiva, era evidente che Frido avesse perso la propria calma e gelo.
-…ma che…sconfitto da dei ragazzini…-
-Mi spiace, Frido. Darò un’occhiata al tuo ingenuo programmino-trappola.-
Rispose Leo superandolo, guardando Sara fiducioso, tuttavia qualcosa non andò.
-…eh? Che strano. Questo non è il solito programmino da dilettanti che ho insegnato al Trio!-
-Come?-
Chiese Sara preoccupata, mentre Frido, ripresosi, si esibì nella propria posa.
-Ahahah! Ride bene chi ride ultimo! Leo, quel semplice programma che ci hai insegnato non mi bastava di certo. Ho studiato programmazione come un matto, ogni giorno, per settimane. Questo programma-trappola è decisamente elegante, non credi? Quando ho sentito due intrusi entrare, sono corso giù a reinstallare il programma in tutta fretta.-
All’esterno, come se ciò non bastasse, si udì un altro tremore.
-SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. ATTUALE LIVELLO DI ENERGIA MACCHINA INCREDIBILE: 1. ENERGIA RICHIESTA PER LIVELLO 2…MOLTO POCA. RIPETO: MOLTO POCA. ENERGIA IN COSTANTE AUMENTO. NESSUNA ANONONOMALIA RIRIRILELELELELELEVAVAVAVAVAVAVAVAVAVAVAVA. NESSUNA ANOMALIA RILELELEVAVATA.-
-Direi che, invece, le anomalie ci sono eccome!-
Rispose Frido irritato, guardando poi i due intrusi.
-Comunque, Leo, pare non abbiate quasi più tempo a disposizione. La Macchina incredibile raggiungerà il Livello 2 tra poco. E il livello più alto, il terzo, scatterà con lo scoccare della mezzanotte. Sarà perfettamente in orario con la celebrazione dell’anniversario della Altru.-
Era veramente così?
Non c’era niente che potevano fare?
Mille dubbi presero la mente della ragazza, ma Leo tentò di rassicurarla.
-Sara, niente paura! Neutralizzerò il programma-trappola!-
Immediatamente il ragazzo riprese a lavorare, mentre Frido gongolava sereno.
-Beh, Leo, vedo che non riesci ancora ad accettare la sconfitta. Certo, questo magari ti ha permesso di uscirtene fuori con quella gran invenzione.-
Subito dopo sia Aride che Lavina, a gran sorpresa, entrarono dalla porta, avvicinandosi al superiore.
-Disatteso gli ordini del capo abbiamo.-
Disse Aride abbassando il capo, mentre Lavina mosse i capelli come se niente fosse.
-Ero andata un attimo a rifarmi il trucco.-
-I vostri programmi-trappola facevano pena! Siete proprio dei dilettanti! Grazie alla vostra inettitudine, queste pesti sono riuscite ad arrivare fino a qui.-
Li rimproverò Frido facendoli quasi tremare, ma si ricompose.
-Bah, lamentarsi di voi non risolverà il problema. Prestatemi i vostri Pokémon.-
A quella frase Sara indietreggiò istintivamente, ma i suoi dubbi vennero presto confermati.
Come se non li avesse mai sconfitti, Rhyperior, Magmortar e Gallade comparvero attorno alla ragazza.
-Beccati questi triplo assalto Pokémon!-
Urlò Frido con un tono pieno di vendetta.
-Oh, sì! Fantastico1 Quel Ranger, di vincere non ha speranze! Vedere fagliela, capo!-
Urlò Aride alzando i pugni, ed i tre Pokémon saltarono addosso a Sara.
Per un secondo la ragazza si sentì completamente presa dal panico, ma doveva controllarsi.
Li aveva già battuti una volta.
Gallade non si fece certo attendere, e tentò subito d’attaccarla con i suoi oggetti taglienti, ma la ragazza riuscì ad evitarlo, proprio come fece con le esplosioni di Rhyperior.
Successivamente per qualche secondo i Pokémon erano vicini tra loro, e ne approfittò così disegnando qualche cerchio, fermandosi solo quando Magmortar creò delle colonne di fuoco.
Non poteva stare un secondo ferma, doveva costantemente correre da un punto all’altro per evitare d’esser ferita, ma per ora stava ancora bene.
Quando Gallade attaccava gli altri due lo seguivano a ruota, quindi aveva pochi secondi per disegnare altre Linee di cattura per non perdere l’energia accumulata, ma per il momento la ragazza si concentrò proprio su Gallade.
Con la sua velocità ed il teletrasporto era molto più pericoloso, ma fortunatamente Sara riuscì comunque a catturarlo una manciata di secondi dopo.
Magmortar tentò di ferirla soffiando fiamme, ma fu tutto inutile, come anche l’onda d’urto di Rhyperior.
Fu proprio quest’ultimo ad essere catturato successivamente, ed arrivò infine il turno di Magmortar.
Sara aveva il fiato corto ormai, le gambe faticavano a reggerla e la testa le girava per lo sforzo, ma ce l’aveva fatta, ed i tre erano in crisi.
-Il capo! In cima della Torre! Proteggerlo nostro dovere è!-
Disse Aride correndo fuori chissà dove.
-Mi vergogno troppo per farmi vedere dal capo, adesso! Non dopo essere stata di nuovo sconfitta da questo impiastro, poi!-
Sbraitò invece Lavina, fuggendo a sua volta.
-Siete proprio due falliti! Non avete capito? Quello scontro era solo un diversivo. Qualcosa per guadagnare tempo. A meno che non riescano a fare breccia nel mio programma, questi due sono bloccati qui!-
Urlò Frido come a richiamarli, ma nessuno arrivò, e non era l’unica sorpresa.
-…cos…ehi…Leo? Com’è che sei così tranquillo?-
Chiese infatti mentre il biondo sorrideva.
-Non…non può essere! Hai violato il programma?!...incredibilmente veloce. Certo avere Leo, il piccolo genio, come avversario è davvero dura…mi arrendo! Prendete la Gemma Gialla! E ora lasciatemi in pace!-
Urlò l’uomo senza più alcun contegno, lasciando la gemma.
Sara spalancando gli occhi, seppur sfinita, si gettò immediatamente su di essa.
Non aveva nemmeno sperato l’avesse lui!
-Programma disattivato! Sara, scusa se ci ho messo tanto. Adesso è tutto pronto per l’Eliminazione dell’ostacolo.-
Disse il ragazzo sorridendo.
-Grazie, Leo.-
Puntando la sfera la ragazza, con grande fortuna, vide che serviva una Mossa Elettricità 3, ed aveva ben due Pokémon simili con sé.
-Ampharos, per favore, distruggi l’ostacolo!-
Il Pokémon agì subito, ed un fulmine fece a pezzi la sfera.
Ce l’avevano fatta, avevano disattivato la barriera, ma non era ancora finita, e Leo lo aveva notato.
-Sara, attenzione!-
Immediatamente il ragazzo spinse via l’amica, ed una piccola esplosione venne prodotta dai brandelli della macchina.
Leo cadde a terra, ma non sembrava ferito.
-Leo!-
Sara subito si inginocchiò, assicurandosi non si fosse fatto nulla. Ancora una volta un suo amico la salvava, senza che lei se ne accorgesse, e questo la fece sentire quasi inutile.
-Tutto a posto? Quella trappola era a scoppio ritardato.-
Disse Leo guardandola.
-Dovrei essere io a chiedertelo!-
-Non pensavo che Frido fosse diventato così esperto nel programmare. Quei tre hanno proprio scelto la strada sbagliata…proprio come me…-
Disse il ragazzo guardando a terra con un sorriso malinconico, il che ricordò a Sara Maximilian…doveva ancora salvarlo.
-Leo, le cose sono diverse ora. Tu le hai rese diverse. Forse un giorno anche loro lo faranno.-
Il loro discorso venne interrotto da un altro messaggio da parte dello Styler.
-Qui Settimo, sto sorvolando la Torre. Lo strato finale della barriera è andato! La barriera è svanita! Adesso possiamo avvicinarci al Cristallo dell’Ombra!-
-E’ fantastico, ma sapete nulla di Alex?-
Chiese subito Sara, ma il silenzio seguente la raggelò.
-…Anche io sono preoccupato per Alex, ma in fondo è un Top Ranger. Se la caverà, vedrai.-
Questo non la rassicurava per niente, ma non sembrava importare.
-Messaggio in arrivo! Qui Frenesio! Settimo e Viola, mi sentite? Volate in circolo sopra la Torre e avvicinatevi il più possibile. Anche se avete due Gemme soltanto, avranno effetto sul Cristallo dell’Ombra!-
-Ricevuto!-
Rispose subito Settimo, seguito da Viola.
-Agli ordini!-
Ora che il campo era svanito potevano entrambi avvicinarsi, ma Sara aveva recuperato la Gemma Gialla, non c’era nulla poteva fare?
Purtroppo la chiamata terminò senza poterlo chiedere, e tutto ciò che la ragazza poté fare fu uscire dalla porta, quando arrivò un’altra scossa.
-SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. RAGGIUNTO LIVELLO ENERGIA 2 MACCHINA INCREDIBILE. ENERGIA NECESSARIA PER LIVELLO 3: ANCORA 99%. ANCORA 99%. ANCORA 97%. ANCORA 96%. ANCORA 95%. ANCORA 94%. NESSUNA …BEEEEEEP ZOT ZOT ZOT ZOT…-
-Oh no!-

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Capitolo 71
*** Capitolo 71 ***


Nel frattempo…
 
 
In una stanza ancor più in alto rispetto a quella nella quale Leo e Sara si trovava, due  ricercatori stava lavorando ad uno strano alone nero, circondato da sette Gigaremo dello stesso colore.
I dati dei monitor segnavano energia in costante aumento.
-La macchina dell’energia dei sogni è finalmente operativa!-
Disse uno dei due uomini, ma l’altro fissando gli schermi pareva preoccupato.
-C-c’è  qualcosa che non va!-
Il terreno attorno a loro continuava a tremare, e l’ombra oscura produceva suoni grotteschi…
-Gao gah gah gah gi.-
-C’è qualcosa che non va con le Gigaremo nere!-
-E’ come se fossero controllate da quella specie di ombra vivente! Questo non va affatto bene! Cosa sta succedendo?!-
Ancor pià scosse fecero tremare la torre, mentre per tutta Almia i poveri Pokémon iniziavano a cadere sotto l’ipnosi del Cristallo oscuro.
Nessuno di loro poteva salvarsi…perfino a Porteva per le strane non c’era nulla da fare.
-I Pokèmon…cosa gli è successo?-
Si domandò un signore che li vedeva agire in modo strano.
-Stanno soffrendo, ma perché?! Questo non è normale!-
Rispose una signora estremamente preoccupata, ma nessuno poteva fare nulla.
Anche alle rovine accadeva la stessa cosa, sotto gli occhi di un Ranger di zona che combatteva un dirigente del Team Pesto Buio.
-I Pokémon stanno impazzendo! Tu! Manigoldo del Team Pesto Buio! Questo è opera tua, non è vero?!-
-No, non sono io, lo giuro! Non ho ancora fatto niete! C’è qualcos’altro che li controlla! La mia Miniremo non c’entra niente!-
Ribatté l’uomo altrettanto confuso, ma ben pochi potevano sapere cosa stava accadendo…
 
 
 
Nella torre…
 

Leo e Sara si trovavano ancora al piano di Frido, ma da una delle piattaforme sul pavimento potevano vedere che effettivamente il segnale d’energia era aumentato.
-Guardate l’indicatore sul pavimento! L’energia della Macchina incredibile è arrivata al Livello 2! Adesso per arrivare al Livello 3 ci metterà pochissimo!-
-Cosa possiamo fare?-
Chiese Sara speranzosa, ma il ragazzo era visibilmente agitato.
-Il rpesidente Raggiani sta per arrivare in cima alla Torre! Sbrighiamoci!-
Questa a quanto pare sembrava essere l’unica opzione, ed i due continuavano a salire per le scale, fino ad arrivare nella stanza in cui i due ricercatori stavano cercando di capire cosa stesse capitando alle Gigaremo ed all’ombra misteriosa…
-Ma che…-
Sara guardò la stanza confusa, e fu altrettanto confusa quando vide che le Gigaremo non potevano essere distrutte!
-Sara, le scale!-
C’era un’altra scalinata nella stanza, e visto non c’era nulla che potevano fare Leo la tirò da quella parte, risalendole, ma trovarono nuovamente degli ostacoli.
-Eh? Cos’è quella macchina?-
Nella zona in cui erano arrivati, dai muri ed il pavimento in metallo, c’era uno strano computer bloccato tra due muri, e con un cancello spento tra questi.
-Non l’ho mai vista in giro prima d’ora…-
Continuò il ragazzo confuso.
Sara si avvicinò quindi ma non riuscirono comunque a capire cosa rappresentassero le scritte sul monitor, ma probabilmente divenne più chiaro quando, dalle due rampe di scale che li avrebbero condotti all’ultimo piano, trovarono un pavimento elettrificato.
-Possiamo prendere quelle scale…eh?-
-Non penso sia fattibile al momento.-
Rispose Sara indicandole.
-Ahia! E’ corrente ad alta tensione! Non c’era questa barriera prima! Ad ogni modo, non c’è modo di salire se prima non stacchiamo la corrente.-
-Forse il computer là potrebbe aiutare?-
Chiese Sara ben poco sicura.
-Oh! Giusto! Quella macchina dovrebbe controllare il pavimento elettrificato!-
Rallegratosi Leo subito si mise al lavoro.
-Non ci sono dubbi, si tratta di questa macchina qui. Probabilmente è come prima. Dev’essere stato Frido a programmarla. In effetti questo programma è abbastanza intelligente. Davvero ben congegnato.-
-Puoi farcela però Leo?-
-Pachi…-
Chiesero comunque Sara e Pachirisu, ma lui annuì.
-Certo, resta un gioco da ragazzi per me. Guarda! Che te ne pare?-
In una manciata di secondi il pavimento si disattivò.
-Fatto! Ho tagliato la corrente. Adesso abbiamo libero accesso alla cima della Torre.-
Come il ragazzo finì di parlare tuttavia un campo d’energia lo bloccò, intrappolandolo assieme alla macchina.
-No! La stessa trappola a scoppio ritardato di prima! Avrei dovuto immaginarlo-
-Leo! Ti tireremo fuori da qui in qualche modo!-
Disse subito la ragazza, ma nemmeno lo Styler trovava alcun ostacolo da rimuovere.
-…mi spiace…credo di non poterti aiutare oltre. Ti sono grato per avermi dato fiducia, anche se ero dalla parte dei cattivi. Grazie, dico davvero.-
-Leo…siamo amici.-
Rispose Sara con un mezzo sorriso, nonostante la tensione e l’affaticamento che provasse.
Magari fino a quel momento non avevano mai legato molto, ma le cose erano cambiate.
-Ma adesso devi sbrigarti sul serio. Sali in cima alla Torre. Non c’è un secondo da perdere. Sei abbastanza forte da potertela cavare. E comunque…i tuoi amici sono con te e stanno girando in volo attorno alla Torre in questo momento.-
Era vero, non potevano perdere tempo…ma salire cosa avrebbe comportato?
-Sara! Il presidente Nereo Raggiani ha di sicuro dei Pokémon dalla potenza incredibile. Affrontalo solamente quando hai la certezza sia il momento giusto. Io proverò a uscira da qui da solo. Buona fortuna!-
-Grazie Leo.-
-Pachi!-
Non potendo trattenersi oltre la ragazza si avvicinò alle scale in fondo alla stanza, procedendo fino a raggiungere una piccola zona che univa entrambe e, nella cui parete vicina, c’era una porta.
Aprendo questa Sara e Pachirisu si ritrovarono direttamente sul tetto del palazzo; il vento soffiava forte portandola quasi a fare un passo indietro, mentre le nuvole nere si erano tutte raggruppate in cima.
Guardando alla sua destra la ragazza notò un’altra scala, che la fece arrivare ad un grande spiazzo dove v’era disegnato il logo del Team Pesto Buio.
In una frazione di secondo la gemma che portava con sé si illuminò, ma la giovane venne distratta da una voce robotica.
-SISTEMA DI CONTROLLO ALTRU. SISTEMA DI CONTROLLOLLOLLOLLOLLOLLO…RAGGIUNTO LIVELLO ENERGIA 3 MACCHINA INCREDIBILE. LIVELLOLIVELLOLIVELLOLIVELLO 3. SISTESISTESISTEMA DI CONTROLLO ALTRUALTRUALTRUTRUALMIA…GZZZOOOOT…-
In tutta Almia la situazione era degenerata, perfino nella Valle di Crio la povera anziana che viveva sola, uscendo di casa, venne spinta dentro da un Pokémon che s’era avvicinato con fare minaccioso, e nel vulcano Caldonio i Pokémon si muovevano come impazziti, rischiando di ferire dei turisti. Addirittura nel deserto di Haruba gli Hippopotas avevano ripreso a scorrazzare per il piccolo villaggio.
Il figlio dell’uomo che aveva erroneamente usato una Gigaremo tempo prima fu tra i primi a notarlo.
-Cosa gli prende agli Hippopotas?! Cosa sta succedendo?!-
-Sembrano soffrire terribilmente…-
Aggiunse un vecchietto mentre la tempesta di sabbia si alzava.
Nel frattempo, alla Federazione Ranger gli schermi su cui gli Assistenti lavoravano sembravano impazziti.
-L’energia della Macchina incredibile ha raggiunto il Livello 3!-
Perfino Glenda aveva perso il suo solito ottimismo, vedendo la situazione.
-Il suo effetto sui Pokémon arriva fino al Deserto Haruba e alla Valle di Crio!-
Disse a sua volta Massimo, mentre Linda cercava di contenere tutti i dati in arrivo.
-Sto ricevendo una valanga di segnalazioni su Pokémon fuori controllo in tutta Almia!-
Improvvisamente la ragazza si alzò, parlando direttamente al professor Frenesio ed alla presidentessa Edvige.
-Per favore fatemi andare sul posto! Voglio dare una mano ai Top Ranger!-
-No! Te lo proibisco! Gli Assistenti devono rimanere qui a raccogliere informazioni e aggiornare i Ranger…il vostro è un ruolo fondamentale per la riuscita dell’Operazione Luciano. La Torre Altru non è l’unico teatro operativo!-
Rispose l’uomo battendo il proprio bastone a terra.
-Linda, tutto andrà per il meglio. Devi avere fiducia nei nostri quattro giovani Top Ranger!-
Aggiunse poi la presidentessa sperando di calmarla, ma la situazione alla torre non era delle migliori…
Davanti a Sara si stagliava una gigantesca macchina, dalla cui cima erano presenti dei grossi tubi gialli dai quali uscivano le onde d’energia che ipnotizzavano i Pokémon e raggruppavano le nuvole, mentre al centro del grosso impianto metallico era presente il Cristallo dell’Ombra.
Mai ancora la giovane Top Ranger l’aveva visto, eppure nonostante fosse ancora lontana, solo guardarlo le faceva provare una grande angoscia nel petto, come se stesse per esser risucchiata dall’oscurità.
Alla base della macchina, ai cui lati erano presente delle componente elettriche, c’era un piccolo appoggio nel quale non si vedeva altro che una sfera pregna di un’energia viola ed instabile.
Davanti a questa, dopo un’altra piccola scalinata, v’erano quattro figure.
Sorprendentemente, il primo che la ragazza notò fu Aride; convinta che fosse fuggito chissà dove dopo l’ultima sconfitta non si sarebbe mai aspettata di vederlo lì, ma infondo era sempre stato il più testardo.
C’era poi naturalmente Servilio, sempre pronto a star vicino ai più forti nonostante fosse solo un piccolo nanerottolo malefico.
Poi Maximilian, che non appena la vide aprì leggermente la bocca come a dirle qualcosa, forse ancora una volta d’andarsene, ma la richiuse subito dopo con un tono di rassegnazione. Nei suoi occhi si poteva vedere come un’ombra nera di tristezza che non voleva lasciarlo.
Infine, davanti a tutti loro, c’era Nereo Raggiani.
Quest’ultimo guardando la ragazza le rivolse un piccolo sorriso.
-Ah, ora ci siamo tutti! Beh, che mi venga…ho finito i miei biglietti da visita. Sono davvero sbadato.-
Disse l’uomo frugando nelle proprie tasche; ogni volta che lei l’aveva incontrato non aveva potuto evitare di sentirsi come minacciata, o davanti ad una grande bestia feroce.
Ora sapeva perché.
-Non importa. A-ehm…sono Nereo Raggiani, presidente della Altru SpA. Da quello che ho sentito, tutto questo putiferio…mi pare si chiami Operazione Luciano, vero?-
Sara riuscì solo ad annuire, senza nemmeno riuscire ad osservare gli occhi dell’uomo sotto quegli occhiali da sole così spessi, ma sembrava leggermente assorto.
-Luciano…il nome di mio padre. Piuttosto che una coincidenza, lo considero un omaggio alla mia famiglia.-
-Eheheheheheeeh!-
La risata di Servilio si insinuò nel discorso, gracchiante come sempre. Nereo comunque non vi badò, dando le spalle alla ragazza per qualche secondo.
-Sono anche piuttosto onorato nel vedere qualcuno affrontare simili ostacoli per incontrarmi. Sfortunatamente per te, sei arrivata un minuto o due in ritardo.-
-Tenervi occupati a qualcosa è alla fine servito.-
Sghignazzò Aride incrociando le braccia, con fare vittorioso.
-Già, direi che la Macchina incredibile ha raggiunto il pieno regime da non più di qualche minuto. Ora però è in grado di estendere in pieno il suo potere su tutta Almia.-
Il volto dell’uomo cambiò, per una volta in un sorriso grottesco, con le sopracciglia rialzate mentre portava le mani alla camicia muovendone gli orli.
-Questo rende tutti i Pokémon di Almia soggetti al mio totale controllo. Tutti costretti a obbedire ai miei ordini, soltanto ai miei ordini. Posso far loro scavare pozzi e miniere. Posso usarli come mezzi di trasporto merci. Posso sfruttarli individualmente per produrre energia elettrica. Oppure posso usare quelli che generano calore o spostano grandi masse d’acqua per alimentare enormi impianti energetici. E ancora, immagina questo scenario di crisi: cosa faremmo in caso di minaccia esterna? In tale frangente, come non approvare l’utilizzo dei Pokémon come soldati?-
-E’ mostruoso!-
Urlò Sara disgustata dal modo in cui trattava i Pokémon, ma il sorriso dell’uomo si ampliò ancor di più.
-Sì! Questa è la macchina dell’energia dei sogni, ed è alimentata dai Pokémon! Non credi che questa sia una descrizione piuttosto accurata?-
-Lei è disgustoso!-
A quell’urlo Servilio si piazzò subito davanti al suo superiore, inginocchiandosi più volte come se fosse una divinità.
-Signor Raggiani, signor Raggiani! Se posso commentare, signore, le sue sagge parole sono sprecate di fronte a tanta ignoranza. Lasci che mi occupi io di questo Ranger insolente.-
Dopo un piccolo cenno del capo dell’uomo il nanetto scattò, voltandosi verso la ragazza sfregandosi le mani.
-Ascolta, poppante. Lascia che lo zio Servilio ti dia una merendina. Ah ah ah! Cosa preferisci? Un panino ripieno di sganassoni? Oppure un piatto di sberle all’arrabbiata? Oppure, oppure…perché non fai tu da spuntino al mio amico, invece?-
Servilio ridacchiando schioccò le dita, ed un Bidoof nascosto nell’ombra saltò addosso alla ragazza, iniziando una cattura.
Bastò una singola Linea di cattura per terminare il tutto, confermando ancora una volta l’inettitudine dell’uomo che sapeva solo fare il gradasso.
Perfino Aride e Maximilian lo guardavano con pena.
Il Bidoof fuggì subito dopo, mentre il nanerottolo sembrava confuso per la scena.
-Non ho fame.-
Disse quindi la ragazza fissandolo.
-Eh? Davvero molto, molto strano. Ma niente paura. Un attimo che riprendo fiato e…saluta un altro mio piccolo amico! Sguinzaglierò un altro spaventoso Bidoof!-
-Smettila. Basta con le tue pagliacciate.-
Alle parole di Nereo l’altro si bloccò, sbiancando.
Quando poi venne spinto via quasi all’orlo della macchina sembrava completamente devastato.
-Comecomecome? Ah, signor Raggiani, signore, capisco, certo! Desidera forse occuparsene personalmente?-
Come se nulla fosse l’uomo si rialzò, avvicinandosi alla ragazza.
-Cara la mia schiappa, questo è un onore fin troppo grande per una nullità come te.-
-Smettila Servilio. Hai già dimostrato quanto tu sia debole, mentre lei è arrivata fin qui, sconfiggendo tutti i nostri sottoposti. Definirla debole è il primo errore per arrivare alla sconfitta.-
Queste parole arrivavano da Maximilian, che rivelavano quanto, rispetto all’inizio, ora avesse molta più stima nei confronti della ragazza.
-Chiudi il becco tu! Se sei qui, dopo i tuoi innumerevoli fallimenti, è solo per la bontà del signor  Raggiani!-
Sbraitò Servilio indicandolo, ma l’occhiataccia da parte del rosso lo zittì.
-Dalla parte del Ranger, sembra tu stare.-
Disse invece Aride, ma il ragazzo non rispose.
-Sono qui per fermarmi, e ti riporterò indietro!-
Affermò all’improvviso la ragazza, sapendo di far ancora breccia nelle emozioni del ragazzo, che abbassò ancora una volta lo sguardo cupamente.
-Ahahaha! Amici credi di essere Ranger? Più stupido del previsto sei. L’imboscata alla Federazione solo grazie informazioni di Maximilian, un successo è stato.-
-Sara…saresti dovuta andartene.-
Disse infine il ragazzo alzando finalmente gli occhi su di lei, sorprendendosi però ancora una volta per la loro tenacia ed il sentimento d’amicizia che traspariva in essi.
-Torneremo indietro insieme.
-Ahahaha! Sei solo una poppante! Stavolta la tua sconfitta è più che certa. Eheheheheeeh!-
-Zitto, Servilio. Non voglio più sentire una parola.-
Solamente Nereo poteva incutere nell’uomo tanto timore da farlo tornare al proprio posto con la coda tra le gambe.
-Che balzana idea è mai quella di tirar fuori un Bidoof a questo punto? Non siamo mica all’Accademia dei Ranger-
Sospirò l’uomo scuotendo il capo, tornando poi a rivolgersi alla ragazza.
-Torniamo a noi, Ranger. Perdonami…ti chiami Sara, vero?-
-Sì.-
Rispose lei senza far vacillare la propria voce.
-Sara, mi pare che tu non colga a pieno le potenzialità della Macchina incredibile. Non riesci a considerare l’enormità di ciò che essa rappresenta. Forse è un concetto troppo alto da capire per chiunque. Cionondimeno, tutti dovranno accettarlo prima che il sole sorga nuovamente su Almia. Molto presto, infatti, la data cambierà. La Altru festeggerà la propria rinascita. Lascia che ti dia un piccolo anticipo di quello che vi attende tutti.-
Voltandole le spalle, Nereo raggiunse la base della macchina, sfiorando la superficie della sfera viola.
-Forse dovrei chiamare un Pokémon adatto a una simile occasione. Un Pokémon che valga la pena di introdurre in questa nuova epoca oscura.-
Poggiandovi entrambi le mani un’energia misteriosa lo avvolse, muovendo non solo gli indumenti ma anche i capelli, mentre il macchinario produceva uno strano suono.
-Detto ciò, questo Pokémon…no. Non lui. Non adesso. Ah, ma questo è strepitoso! Da qui ho assoluta libertà di scelta! Posso evocare qualsiasi Pokémon io desideri. Che siano in branco o da soli, sono tutti sotto il mio completo controllo.-
Sara trasalì a quella prospettiva. Non avrebbe mai potuto combattere contro tutta Almia, nonostante fosse praticamente costretta.
-Gigaremo? Miniremo? Non ce n’è più bisogno! Ah! Ecco! Un Pokémon perfetto per te! L’ho localizzato nel Deserto Haruba.-
Il cristallo emise un cupo bagliore nero, ed in quello stesso istante, dalle profondità del tempio del deserto, emerse un Pokémon che, richiamato dalla Macchina incredibile, raggiunse immediatamente la sua cima, mentre Nereo si crogiolava nella sua creatura.
-Lo sviluppo di questa enorme macchina è frutto di sforzi e investimenti eccezionali. Il progetto partì quando inserimmo Vanesio come insegnante all’Accademia dei Ranger. Egli riuscì quindi ad assoldare un ragazzo geniale, come ne nasce forse uno ogni cento anni.-
Parlava certamente di Leo. Quel povero ragazzo aveva sulle sue spalle il peso di tutta quella faccenda, ma nessuno avrebbe mai potuto attribuirgliene una colpa in quanto venne solamente ingannato.
In ogni caso, poco dopo arrivò il Pokémon chiamato da nereo.
Il suo grande corpo era di colore prevalentemente nero, con due marcature a mandorla a forma di occhio sulla testa ed una linea orizzontale gialla a zig zag sul torso.
-Oh, eccoci qua. Il Pokémon del Deserto Haruba. Come vedi, la Macchina incredibile mi permette di richiamare qualsiasi Pokémon io scelga. Permettimi che ti presenti il mio Dusknoir.-
-Non è tuo, lo stai solo costringendo a combattere.-
Sibilò Sara preparandosi alla cattura.
-Solo dettagli. Dusknoir, questo Ranger è venuto per partecipare ai festeggiamenti. Mostriamo all’ospite tutta la nostra gratitudine!-
Il Pokémon non si fece attendere, e raggiungendo la ragazza emise un verso stridulo, che provenne dalla bocca situata sulla pancia, che si aprì per qualche secondo.
Inizialmente il Pokémon si limitò a fluttuare attorno al perimetro di cattura, mentre Sara procedeva indisturbata nel disegnare quanto più velocemente le Linee di cattura; si fermò solamente quando dalla bocca lanciò una fiammella violacea, che come toccò terra creò un segno nero con due occhi rossi all’interno.
La cosa più importante in quel caso era evitarlo, ma Dusknoir creò una seconda fiamma da lì a poco, stavolta viva, che saltellava di qua e di la. Fortunatamente il segno sparì in un battito di ciglia, e quando il Pokémon attaccò creando delle sfere viola che vennero lanciate a raffica contro Sara anche l’altra fiamma svanì.
Evitare quell’attacco fu semplice, in quanto bastarono un paio di rotolamenti, ma in seguito l’attacco da lui usato cambiò.
Stavolta le fiamme che creò non toccarono il terreno, ma gli volteggiarono attorno, almeno sei, proteggendolo. In quel modo lei non poteva permettere alla linea di cattura di toccarlo, e così la ragazza fu molto attenta a creare solo un paio di cerchi quando era distante dai bordi del perimetro.
Con suo grande sollievo le fiamme svanirono nuovamente, quando ne creò un’altra più piccola che saltò nuovamente attorno a lui, ed Pokémon cercò nuovamente di colpirla con le sue sfere nere.
Ormai stava capendo come funzionavano i suoi attacchi, e doveva essere paziente per vincere; ormai aveva addirittura superato la metà quando la sequenza di questi ultimi attacchi si ripeté, e finalmente la cattura terminò senza che lei avesse subito nemmeno un danno.
I dati vennero così aggiornati nello Styler, ed accanto al nome del Pokémon comparvero le scritte “Gruppo: Spettro- Poké Tattica: Spettro- Mossa: Potere Psico 3”, “Si protegge con un fuoco spettrale e attacca lanciando sfere spaventose.”.

Il Pokémon fu quindi libero, ma nonostante Servilio fosse molto irritato dalla situazione, ed anche Aride iniziasse a presentare alcune smorfie, Nereo fu invece estremamente sereno.
Maximilian stesso non sembrava sorpreso dalla sua vittoria.
-Piuttosto impressionante…hai superato la tua reputazione.-
Disse Nereo elogiandola.
-Ma non cantare vittoria. Sei davvero fuori strada se pensi di aver già vinto. Non capisci? Io ho già vinto.-
-Staremo a vedere.-
Rispose la ragazza cercando di mostrare quanta più grinta possibile, ma la tranquillità dell’uomo era disarmante.
-Finché ho a disposizione questa macchina, posso continuare a evocare Pokémon. Ogni volta che voglio e da qualsiasi luogo io desideri. E’ fisicamente impossibile che io perda. Hai capito adesso?-
Certo che aveva capito, lo sapeva fin dall’inizio.
Era una battaglia impari, ma lei aveva continuato a cercare nel proprio cuore la speranza, e fu proprio per questo che, senza paura, fece un passo avanti verso l’uomo, e nuovamente la gemma con lei brillò.
A quella luce Nereo assunse un’espressione tale che sembrò esser stato scottato dal sole.
-Cosa?!...cos’era quel bagliore giallo?-
Vederlo così frantumava l’immagine insormontabile che aveva assunto fino a quel momento, e Sara ne sorrise, facendolo vacillare ancor di più.
-Tu…cosa mi stai nascondendo?!-
Urlò l’uomo guardandola, e lei allora gli mostrò la gemma.
-Non…non può essere! La Gemma Gialla!?-
Aride vedendola sembrò farsi ancor più preoccupato, tanto che iniziò a sudare visibilmente quando dovette parlare al proprio capo.
-Uhm…dirlo prima volevamo…la Gemma non riuscimmo noi tre a difendere. Noi sappiamo che tu non perdonerai noi di certo, però…però, signor capo, tu quel Pokémon adesso già ce l’hai, quindi va bene, no? Speriamo…-
-Razza di incapace! Era fondamentale che le tre Gemme rimanessero separate l’una dall’altra! Bastava conservarne soltanto una! Solo una! Tenendone una per noi, il Cristallo dell’Ombra non avrebbe corso alcun rischio! Non ci arrivi proprio?!-
Urlò l’uomo muovendosi verso Aride, che saltò all’indietro; era come vedere un feroce e gigantesco Pokémon che attaccava un Bidoof.
-Voi incapaci avete fallito nel difendere sia la Gemma Gialla che la barriera! E adesso ti aspetti che questo Pokémon ripari ai vostri ripetuti errori? Che faccia tosta! Non hai nemmeno il fegato o lo spirito di scappare come gli altri due. Hai proprio una bella faccia tosta a farti rivedere dopo aver fallito ancora una volta!-
-Ma, ma…io qui resto perché…io molto preoccuparmi per lei, capo…-
Tentò di giustificarsi Aride, ma era tutto inutile.
-Silenzio! Risparmiami le tue inutili lagne! Non ho bisogno di sottoposti adesso! Con la Macchina incredibile, tutti i Pokémon di Almia sono miei schiavi!-
-NEANCHE PER SOGNO!-
Una voce arrivò dall’alto del cielo, e tutti sollevarono il capo scoprendo Settimo e Viola proprio sopra di loro.
-Raggiani! Sentiamo i tuoi sproloqui fin da quassù!-
Ad urlare era Settimo, che canzonando l’uomo attirò così le sue ire, ma il Top Ranger si rivolse alla sua collega senza badarvi.
-Sara, preparati! E’ l’ultima fase dell’Operazione Luciano!-
-Le tre Gemme devono essere avvicinate al Cristallo dell’Ombra! Sara, porta la Gemma Gialla più vicino che puoi!
Urlò a sua volta Viola, ed entrambi mostrarono le proprie rispettive Gemme.
-Ci siamo, ragazzi!-
Esclamò Settimo muovendo il cappello come un cowboy.
-Staraptor, in picchiata!-
Disse poi Viola, e dalla vicinanza delle due Gemme anche quella di Sara brillò con maggiore intensità.
-Credete di essere furbi, Ranger?! Non mi lasciate altra scelta. Scatenerò quel Pokémon.-
Disse Nereo assumendo un tono ancor più cupo, raggiungendo la macchina.
-Ah, che fortuito tempismo! Scossa la mezzanotte! Nel giorno di fondazione della Altru, mostrati in tutta la tua oscura potenza! Ora! Sorgi dalle Tenebre! Sorgi, mio Darkrai!-

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Capitolo 72
*** Capitolo 72 ***


-Nel giorno di fondazione della Altru, mostrati in tutta la tua oscura potenza! Ora! Sorgi dalle Tenebre! Sorgi, mio Darkrai!-
L’aura oscura che circondava il Cristallo dell’Ombra sembrò amplificarsi all’istante, mentre sprigionava una nuova forza che aveva effetto anche sui Pokémon vicini; non solo Pachirisu infatti sembrava tremare, ma anche gli Staraptor in volo sembravano agitati.
-Staraptor! Che c’è?-
Nemmeno Viola riusciva a fargli mantenere la calma, mentre il Pokémon sbatteva violentemente le ali rischiando di farla cadere.
-Calmati! Stai calmo, Staraptor!-
Nel frattempo, al piano inferiore nel quale le Gigaremo nere erano ancora in funzione, iniziarono ad udirsi una serie di scosse, ed una ad una tutte le macchine esplosero, liberando così la nube nera che trattenevano, la quale si diresse verso il tetto con un verso roco, mentre le scosse aumentavano.
-Pachirisu!-
Sara abbracciò il piccolo amico, cercando di mantenere l’equilibrio, mentre Nereo avvicinandosi la guardava con un sorriso.
-Il Pokémon che racchiude in sé l’energia delle tenebre…questo è Darkrai. Il mio favorito tra tutti i Pokémon!-
Le scosse non cessavano,  e nonostante il loro capo fosse calmo, Aride, Maximilian e Servilio cominciavano a mostrare segni d’agitazione.
Servilio tuttavia non mancò di nasconderlo, fiducioso nel loro capo.
-Eheheheeh!-
Un’istante dopo dal pavimento si formò una coltre nera, che aumentò sempre di più, fermandosi vicino ai piedi di Nereo; l’oscurità al suo interno era tale da non lasciar passare nemmeno il più piccolo raggio di luce, ma qualcosa al suo interno stava arrivando.
Si trattava di un Pokémon dalla esta piccola, sormontata da una cresta bianca simile ad una nebbia vaporosa, tendente verso l’alto e che copriva uno dei suoi occhi, il cui unico visibile era d’un azzurro brillante. Attorno al collo del Pokémon era presente una cresta simile al collare, ed il suo corpo sembrava esser nascosto sotto un abito nero ridotto ai bordi a brandelli.
Tutto in lui sembrava esser composto d’ombra, e mentre fluttuava Sara non riuscì a far altro che guardarla pietrificato.
Nereo, al contrario, era estasiato dalla sua presenza, e non aspettò ad usarlo.
-Vai, Darkrai! Accogli nel tuo mondo di tenebra questo Ranger dalle manie di grandezza.-
-Eheheheheheeeh!-
Servilio a sua volta rise di gusto, mentre Aride rimaneva ancora ai bordi, così come Maximilian, che guardava Sara visibilmente preoccupato.
Nereo si avvicinò poi nuovamente alla macchina, attivandola.
-Gao gah gah gah gi.-
Il Pokémon fluttuò per qualche secondo attorno a Sara, mentre questa attendeva che la cattura iniziasse, ma le cose andarono diversamente.
Mentre si muoveva, la nube oscura sotto di sé si spostava con il Pokémon, e quando fu abbastanza vicino alla ragazza la rese ancora più grande. Improvvisamente Sara non riuscì più a muovere i piedi, mentre questi erano mezzi spariti in quell’oscurità. Spaventata tentò di tirarli fuori, ma era come se fossero bloccati, ed a poco a poco il suo corpo stava venendo trascinato all’interno di quella cosa.
Era come se sentisse su di sé tutto il peso delle paure, dei dispiaceri e delle emozioni negative che aveva provato nella sua vita, e la stavano schiacciando con una forza sempre maggiore; gli arti perdevano vigore, ed il cuore batteva rapido per la paura mentre la mente si offuscava.
Quella sensazione di impotenza e di vuoto era fra le più spaventose avesse mai provato, tanto che nemmeno Pachirisu, sulle sue spalle, riuscì a calmarla, mentre la ragazza sbracciandosi cercava un appiglio.
Disperata guardò perfino Nereo, Servilio ed Aride, ma sui loro volti c’era solo soddisfazione.
-Ranger! Vai! Sprofonda nelle tenebre!-
Urlò Nereo non distogliendo lo sguardo, sotto le risate di Servilio.
-Eheeeh!-
Soltanto Maximilian era altrettanto spaventato, ma non poteva fare niente per lei.
Era questa la sua fine?





-SARA!-
Quando ormai metà del suo corpo era stato inghiottito, qualcosa l’afferrò, trascinandola via, e la ragazza sentì su di sé la freschezza del vento, ed il suo cuore battere come prova era viva.
Stupita, guardò verso il suo salvatore, in groppa ad uno Staraptor,  e scoprì che si trattava di Alex.
La paura venne sostituita dalla gioia di rivedere il suo amico sano e salvo, mentre questo le riservava un sorriso intanto che la riportava a terra.
-Uff! Sono tornato appena in tempo! Quell’attacco mi aveva scaraventato fino alla Scogliera Vedetta, nella Foresta di Vien! Quel ragazzo con il banchetto delle merendine e sua mamma mi hanno dovuto svegliare.-
-Alex, sono così felice di vederti!-
-Pachi!-
Entrambi si sentivano come se non fossero più sulla cima della Torre Altru, e finalmente sapevano che il loro amico stava bene.
-Ooops! Vabbè, ti racconterò il resto della storia quando avremo finito!-
Alex scese di qualche metro assieme al suo Staraptor, arrivando alla testa dell’amica.
-Ehi, sarò anche arrivato in ritardo, ma ho rimediato con una mossa da manuale! Sara! Dammi la Gemma Gialla!-
-Subito!-
Consegnandogli la Gemma la ragazza sapeva che ora avevano una possibilità in più di vittoria.
-Raggiungerò Settimo e Viola. Mi raccomando, occhi aperti!-
Prendendo il volo il ragazzo si allontanò, mentre Nereo era evidentemente seccato.
-Dannati Ranger…vi farò pentire di aver avuto l’insolenza di sfidarmi!-
-Come vede siamo più tenaci del previsto.-
Rispose Sara, una volta riacquistata la calma.
Osservò quindi nuovamente il Pokémon, percependo del gelo salirle lungo la spina dorsale; il suo aspetto e l’aura che emanava erano più forti di qualsiasi altro Pokémon, ma c’era anche dell’altro…qualcosa di simile al vuoto percepito prima.
-In realtà la Macchina incredibile possiede un altro livello di energia oltre al Livello 3! Il livello proibito…il Livello Oscuro!-
Alle parole del suo superiore, questa volta, perfino Servilio trasalì, tanto che ebbe il coraggio di rispondergli.
-Argh! Signor presidente, signore! Non quello! Non lo faccia! L’ha detto lei stesso ce non si sa a cosa può portare il Livello Oscuro!-
Addirittura Aride fece altrettanto, visibilmente spaventato.
-Ca-capo! Troppo pericoloso è! Seguire…non posso…-
-Potrebbe distruggere ogni cosa!-
Urlò a sua volta Maximilian, ma Nereo non li ascoltò, ed attivò quel misterioso livello.
La macchina reagì in maniera anomala, le luci verdi divennero rosse, mentre il Cristallo Oscuro, aumentando d’intensità, diresse tutta l’energia verso Darkrai, che parve soffrire ancora di più rispetto a prima. Si udirono strani suoni provenire dalla macchina, mentre il Pokémon emetteva versi di dolore.
-Eccolo! Il Livello Oscuro! La potenza proibita conosciuta solo nelle profondità del mondo delle tenebre!...Darkrai. Il tuo momento è giunto. Ma prima, c’è una cosa che devi fare per me. Schiaccia al suolo quei moscerini che ci stanno volando attorno!-
Nereo era come impazzito, soggiogato da quel potere che forse nemmeno poteva controllare. Camminando dava le spalle al Pokémon, come se fosse il suo cane addestrato, ma questo non reagiva più come prima.
-Gao gah gah gah gi.-
Sollevandosi in aria, Darkrai ampliò nuovamente quella nube nera, ma questa volta non sui Ranger…
-Aaah! Signor presidente! Aiuto!-
Il primo a venir trascinato fu Servilio, che con sempre meno forza veniva spinto in quella nube.
Nereo vacillò preoccupato, facendo qualche passo indietro.
-Da-darkrai?! Cosa significa?! Fermati! Fermati subito!-
La nube divenne ancor più grande, quasi quanto tutto il suolo, e Servilio era ormai svanito in essa.
-Signor presidente!-
Con quest’ultimo grido l’uomo svanì, e il Pokémon si fermò; il dispositivo viola che controllava la macchina successivamente esplose, e per tutti fu chiara la situazione critica.
Maximilian ed Aride si guardarono atterriti, mentre il Pokémon spostava lo sguardo su tutti loro.
-…signor Servilio! Oh no! Basta! Io questo non voglio! No no! A casa in campagna me ne torno!-
Aride non perse tempo, e come i suoi colleghi prima fuggì via, in salvo.
-Aride, aspetta! Resta! Posso nominati prossimo presidente! Non andartene…-
Ormai erano rimasti solamente lui e Maximilian, che spaventato tentò a sua volta di fuggire, ma Darkrai usò nuovamente i suoi poteri per trascinarli in quella nube.
-No!-
-Maximilian!-
Sara lo guardò mentre il ragazzo tentava, come lei aveva fatto prima, di liberarsi, ma sapevano bene entrambi sarebbe stato inutile. Lui però non distoglieva gli occhi da lei, ed in quello sguardo lei percepì ogni sua emozione; paura, dispiacere, rimorso, desiderio di fuggire.
-Alex! Viola! Settimo! Aiutateli!-
Urlò la ragazza con quanto fiato aveva in corpo, ma i suoi amici non riuscirono a sentirla.
-Sara…-
Maximilian chiamandola attirò la sua attenzione, mentre ormai non rimaneva che la testa ancora libera.
-Maximilian.-
-Mi dispiace…tanto…-
Con queste ultime parole anche il ragazzo svanì, mentre la giovane spalancò gli occhi riuscendo a malapena a trattenere le lacrime.
Nereo nel frattempo era stato lasciato per ultimo, ma il Pokémon gli era vicino e lo guardava con fare minaccioso.
-Darkrai? Cosa stai facendo? Il Ranger è da quella parte!-
Disperato l’uomo tentò di fuggire, e sembrò quasi riuscirci, ma era solo un gioco che Darkrai stava facendo, infatti lo trascinò presto nuovamente al centro di quella cosa.
-Basta, Darkrai! Non farlo! Sto sprofondando nelle tenebre! Darkrai…basta! Per favore! Nooooooooo!-
Proprio come era successo agli altri il suo corpo venne a poco a poco inghiottito; l’uomo si muoveva in maniera tanto frenetica che gli occhiali gli caddero, e Sara poté vedere la completa disperazione in essi.
-Ranger! Aiuto!-
Le tenebre si richiusero subito dopo averlo inghiottito, e l’intera torre tremò mentre nubi oscure s’addensavano sempre di più, come se l’oscurità stesse prendendo il sopravvento.
Nel cielo, intanto, i Top Ranger in volo cercavano di calmare i loro Staraptor.
-Le tenebre! Si stanno espandendo attorno alla Torre!-
Disse Settimo preoccupato, non sapendo cosa fare.
-Non riesco più a vedere il Cristallo dell’Ombra! Darkrai, Sara e tutti gli altri sono stati inghiottiti dalle tenebre…-
Rispose Viola cercando di volar sempre più vicina, ma l’oscurità la respingeva.
Alex nel frattempo cercava di fare altrettanto, ma era tutto inutile.
-Sara! Riesci a sentirmi?! Cosa sta succedendo laggiù?!-
Come poter descrivere il terrore che assalì la ragazza?
L’esser completamente sola, mentre attorno a te tutto diventava nero, ed il Pokémon artefice di tutto ti fissava, pronto a trascinarti nelle tenebre.
Tutto sembrava così grande rispetto a lei.
-Pachi.-
Abbassando gli occhi la ragazza, udendo il suo piccolo amico chiamarla, si ricordò finalmente che non era sola; lui era ancora lì, ancora di piccolo di lei, ma con abbastanza tenacia da non tremare e da non fuggire.
Erano lì assieme, e sarebbero tornati a casa insieme.
Guardando Darkrai, Sara fece qualche passo avanti, e sentì le voci di Nereo e Servilio.
-Sign…Presi…dove…-
-…Servilio non…aiut…Serv…tu…dove…io…solo buio…non ved…io…Servil…cosa…ma…giù…non so…nero…quest…incubo?-
-…aiut…-
-…Ranger…iuto…aiut…!-
Tra loro non era riuscita a sentire Maximilian, ma forse era anche lui lì.
Non sapeva come aiutarli, ma non poteva rimanere senza far nulla.
Tutto ciò che poteva fare era iniziare una cattura, e così, senza indugiare, raggiunse il Pokémon dando inizio alla lotta.
Prima ancora che potesse rendersene conto, tuttavia, Darkrai in un battito di ciglia aveva iniziato a teletrasportarsi in più punti, fino a quando fu impossibile per la ragazza dire dove fosse, e con questo vantaggio il Pokémon le arrivò alle spalle, creando un’onda d’urto che la scaraventò dall’altra parte della barriera.
-Gah!-
Il colpo le provocò uno strappo, e perse ben quattro punti nell’energia dello Styler, scendendo a 87. La ragazza tentò di rialzarsi il più in fretta possibile, ma usando nuovamente il teletrasporto lui la raggiunse, ed usando lo stesso attacco la fece scendere ad 83.
Questa volta la caduta le fece sbattere la testa, provocandole un dolore acuto, ma non c’era tempo per fermarsi, e così rotolando Sara tentò di sfuggire ad un suo attacco; quando si rialzò, tuttavia, Darkrai creò delle lame affilate, e lanciandogliele contro la colpì ferendola ulteriormente.
Non solo le provocò un grosso graffio sulla guancia, ma alle gambe ed al torace.
Senza darle poi nemmeno un briciolo di tregua il Pokémon si teletrasportò nuovamente, usando l’onda d’urto per ferirla.
L’energia dello Styler era già scesa a 72; sicuramente ancora alta, ma per come stavano andando le cose non sarebbe rimasto così a lungo.
Darkrai non dava nemmeno segno di volersi calmare, anzi, dopo ciò che Nereo aveva fatto stava scatenando la sua furia in maniera incondizionata, e lei poteva solo tentare di resistere. Ma per quanto ancora?
Comparendo direttamente davanti a lei non solo usò nuovamente un’onda d’urto, ma la colpì anche con le lame riducendole ulteriormente l’energia.
Prima d’ora non aveva mai incontrato un Pokémon dalla potenza simile, qualsiasi difficoltà non era mai stata paragonabile a questo.
Eppure lei tentava comunque di schivare quanti più attacchi possibili, e di tentar di disegnare delle Linee di cattura, anche se fino ad ora non ne aveva creata nemmeno una.
Ad un certo punto però Darkrai si fermò, come se avesse intuito, per il momento, attaccarla a quel modo non avrebbe spezzato il suo spirito.
Non aveva idea di ciò che aveva in mente, ma Sara subito approfittò di quel momento per disegnare alcune linee attorno al Pokémon, ma fu in quel momento che si rese conto di un fattore cruciale.
L’energia non aumentava.
Cercando di non farsi prendere dal panico, la ragazza tentò perfino di caricare lo Styler al massimo delle sue capacità, ma nuovamente non accadde nulla.
Darkrai la lasciò fare, come a dimostrarle semplicemente che era tutto inutile.
Non importava quanti ne creasse e quanto rapidamente, rimaneva sempre a zero.
Non poteva raggiungere il suo cuore, non poteva comunicare con lui, non poteva fermarlo.
Il cuore di Darkrai era completamente chiuso.
Almia era condannata.
Capendo d’esser riuscito nel suo intento, Darkrai riprese immediatamente ad attaccarla, ma questa volta lei quasi non reagì; il dolore aumentava, le ferite si moltiplicavano, eppure nella sua mente c’era come un blocco.
Era spaventata di fronte a qualcosa di così potente da essere praticamente intoccabile. La faceva sentire piccola ed inutile. Era come se tutto ciò avesse fatto fino ad ora fosse stato inutile.
-Pachi!-
Prendendo un primo respiro dopo chissà quanto, Sara sentì Pachirisu chiamarla, e fu come se si fosse appena svegliata.
Si rese conto così d’essere a terra, con il corpo ricoperto da ferite, ed un solo punto d’energia rimasto nello Styler.
Perfino respirare era tremendamente faticoso, e sentiva il sangue mischiato alla saliva.
-Pachi!-
Ancora, la voce di Pachirisu la chiamava, proprio come aveva fatto Alex prima, quando l’aveva salvata.
Cosa ne sarebbe stato di lui, se si fosse arresa così?
In verità, non voleva nemmeno pensarci.
Non voleva pensare nemmeno a come Alex, Glenda e la sua famiglia si sarebbero sentiti se si fosse arresa.
Non voleva pensare a cosa ne sarebbe stato di tutti i Ranger con cui aveva lavorato, dell’Accademia, dei Pokémon e di Maximilian.
Non aveva intenzione di farlo, perché non voleva arrendersi così.
Se fosse servito, sarebbe rimasta su quella torre a lottare per sempre, fino a quando non sarebbe riuscita a far breccia nelle difese del Pokémon.
Quest’ultimo l’aveva lasciata a terra senza darle il colpo di grazia, e non capiva perché, ma fu altrettanto grande la sorpresa per lui quando la Top Ranger si rialzò, con una forza negli occhi ancor più grande di prima.
-Caccerò quelle ombre dal tuo cuore e da Almia, Darkrai!-
In quello stesso istante, qualcosa accadde su nel cielo, dove gli Staraptor ancora lottavano contro le nubi.
-E’ buio pesto qua! La visibilità è ridotta a zero! Darkrai sta proteggendo il Cristallo dell’Ombra?-
Ipotizzò Settimo, per cercare una soluzione.
-Così non possiamo avvicinarci al Cristallo Dell’Ombra! I nostri Staraptor si stanno sfiancando!-
Viola aveva ragione, continuando così le conseguenze sarebbero state gravi, ma non potevano nemmeno andarsene.
-Sara sta bene? Vorrei poter aiutare, ma non posso! Maledizione! Abbiamo fallito?!-
Sbottò Alex preoccupato a tal punto per l’amica da avere il magone, ma tre luci attirarono la loro attenzione.
-Cosa? Ehi! Le Gemme! Hanno cominciato a brillare!-
Settimo aveva ragione, a partire dalla sua, ed a seguire quella di Viola ed Alex.
-Sta succedendo…come con quei ciondoli…-
Disse la ragazza sorpresa.
-E’ come se la luce stesse cercando qualcosa!-
Affermò Alex sorpreso, e con ancor più stupore tutti loro videro la luce abbandonare le Gemme, e dirigersi nelle ombre.
Qui Sara stava ancora lottando, ma si fermò quando vide queste luci iniziare a girarle attorno.
-Le tre Gemme e i tre raggi di luce…stanno reagendo con il mio Styler!-
La luce aumentava sempre più d’intensità, e ruotavano attorno a lei ad una velocità tale che ad un certo punto si fusero tra loro, creando un unico fascio che la inglobò.
Era una sensazione calda ed avvolgente, quasi risanatrice.
Senza che se ne rendesse conto le sue ferite iniziarono a brillare, svanendo poco dopo, e l’energia nel suo Styler tornò al massimo livello.
Tutta la forza perduta tornò a scorrere dentro di lei, e provò qualcosa di ancor più potente.
All’interno del suo dispositivo si erano poi venuti a creare tre frammenti identici alle Gemme recuperate.
Al termine di tutto ciò era come se fosse arrivato un altro sfidante contro Darkrai, che la fissava con fare aggressivo; lei però non aveva più paura, e tornò verso di lui per riprendere la lotta, mentre il suo intero corpo emanava luce.
Come prima il Pokémon si teletrasportò per attaccarla, ma questa volta lei riuscì a schivare le sue onde d’urto, ed a creare perfino delle Linee di cattura; queste erano assai diverse dalle precedenti, perché nonostante mantenessero la grandezza erano infuse con la luce delle gemme, che infatti brillavano ed andavano a raggiungere Darkrai stesso.
L’energia rappresentante i suoi sentimenti d’amicizia trasmessi finalmente iniziava a crescere.
Il Pokémon tentò allora nuovamente di ferirla con le sue lame, ma anche queste vennero evitate, e la ragazza aumentò l’energia delle Linee di cattura al massimo, triplicandone la forza.
Non per questo certamente era semplice, anzi ci voleva altrettanta energia per raggiungere il suo cuore, ma Sara non batteva ciglio, ed agiva come spinta da una forza superiore, come se qualcosa all’interno delle Gemme stesse muovendo il suo corpo.
Fu allora che Darkrai divenne più aggressivo, creò infatti una spirale viola al centro del pavimento, che tentò di risucchiarla, ma lei riuscì a resistervi; iniziarono a comparire anche sporadicamente alcune onde psichiche nel terreno ogni volta che si teletrasportava.
Ormai erano quasi alla fine, ma fu proprio allora che il Pokémon tentò un nuovo attacco.
Portandosi al centro del perimetro, alzò entrambe le braccia al cielo, e creò una gigantesca sfera viola dalle sfumature nere, che emanava un’intensa aurea tetra.
Facendo attenzione a cosa poteva significare, presto la ragazza capì che quella cosa, in maniera casuale, rilasciava alcuni fasci d’energia nera, che formavano crateri nel terreno.
La velocità del Pokémon era oltretutto rallentata, ed i suoi attacchi s’erano fatti più forti.
Teletrasportandosi vicino a lei il Pokémon creò delle altre onde d’urto, questa volta due in sequenza, e nonostante la prima venne evitata la seconda riuscì a ferirla, soprattutto a causa di uno di quei fasci neri che colpirono la ragazza.
In seguito per evitare altri attacchi Sara non riuscì a fare altrettanto con quei raggi, non potendo capire da che direzione arrivavano, e subì così altri danni.
Come prima tuttavia le sue ferite si rimarginarono immediatamente, dopo essersi illuminate, ma lo Styler segnava chiaramente che la sua energia era scesa a 76/91.
In tutto questo lei non aveva mai smesso di disegnare Linee di cattura, ed i suoi sforzi vennero ripagati, quando finalmente il Pokémon venne ricoperto dalla sfera rosa che indicava il termine della cattura, e le sue informazioni vennero aggiornate nello Styler.
Come già sapeva, il suo nome era Darkrai, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa di zona: Forza oscura”, “Attacca con Neropulsar e provocando raffiche di vento oscuro.”.
Sicuramente era una grande vittoria, ma come si concluse Darkrai emise un potentissimo urlo, ed improvvisamente la luce emanata da Sara, ed il Buio di Darkrai, si scontrarono.

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Capitolo 73
*** Capitolo 73 ***


Ogni cosa attorno a lei non era altro che oscurità.
Era come se fosse immersa nelle profondità dell’oceano, dove nulla poteva arrivare, nemmeno il più piccolo raggio di luce; galleggiava quasi senza forze all’interno di quel nulla, mentre la sua mente vagava.
Che posto era quello?
Darkrai aveva utilizzato il suo potere ed aveva vinto?
Eppure ricordava d’averlo sconfitto nella cattura, ed allora perché si trovava lì?
Incredibilmente, nonostante ciò che stava accadendo, non avvertì la minima ansia su di sé.
Si sentiva come se ogni sua emozione fosse ovattata, diventando sempre di più un eco di ciò che sarebbe dovuta essere.
Tuttavia c’era qualcosa che sentiva chiaramente; la solitudine.
Era opprimente, dolorosa, ingiustificata visto era appena arrivata lì. Quell’emozione oltretutto non sembrava appartenerle completamente, era più come se riuscisse a percepirla attraverso il cuore di qualcun altro.
Ma chi?
E lì si chiese, se potesse essere quello di Darkrai.
Se durante lo scontro non fosse riuscita in qualche modo a raggiungere il suo cuore, e fosse questo ciò che provava.
Un Pokémon proveniente dalle tenebre…era da lì forse che veniva?
Se così, allora era comprensibile potesse sentirsi in quel modo.
Mentre ci pensava il suo corpo si faceva ancor più leggero, ma non riusciva comunque a muoversi liberamente, come se ci fosse qualcosa che la schiacciasse.
Non faceva male, ma era opprimente, e la stava risucchiando sempre di più.
Ad un tratto però, nel nero più assoluto, comparve qualcosa.
Una linea.
Una semplice linea bianca, simile a quella che si crea quando si usa un pastello su un foglio.
La linea poi crebbe, intrecciandosi, prendendo la forma di qualcosa.
Un uomo, con una corona sul capo.
Comparvero poi altre linee, questa volta una rossa, una blu ed una gialla, ed a loro volta queste divennero tre uomini, più snelli e giovani rispetto al primo.
Le figure presero poi a muoversi come se avessero vita propria, ed i tre colori sembravano litigare, sempre e sempre più, fino a quando il bianco non li separò; più questi si allontanavano però, più lui sembrava diventar triste, e da bianco divenne grigio, e da grigio quasi nero, rischiando di sparire.
Fu allora che i tre colori si fermarono, e capendo ciò che stava accadendo tornarono indietro, e…svanirono.
La storia sembrava essersi conclusa lì, senza una vera fine.
Che significato aveva, e perché era comparso proprio in quel momento?
Cercò di scavare nella propria memoria per trovarne la risposta, e questa arrivò nei ricordi dei momenti trascorsi con la madre di Ponzio, e la gentile vecchietta nella Valle di Crio.
Entrambe avevano raccontato la storia molto simile di un principe, e questo racconto era legato in qualche modo alle Gemme.
Però non erano state in grado di raccontarle la fine.
Non riusciva però a capire perché avesse avuto quella visione.
Forse era sempre legato a Darkrai?
In qualche modo sentiva che quella era l’unica risposta, perché sentiva chiaramente i sentimenti di quel Pokémon.
Una solitudine così desolante…nessuno avrebbe mai dovuto provarla.
Eppure lei non sapeva come poterlo aiutare, e non sapeva nemmeno come aiutare lei stessa ad andarsene da lì.
Era forse così che doveva andare?
Non lo sapeva, ma se fosse riuscita a salvare Almia allora…ne sarebbe valsa la pena.
-Sara.-
Improvvisamente una voce ruppe il silenzio.
Una voce che lei conosceva molto bene, appartenente ad una persona che, come lei, era ancora persa nell’oscurità.
-Sara.-
Dove si trovava?
Più tentava di muoversi più le sembrava di rimaner ferma.
Doveva raggiungerlo. Dovevano andarsene da quel luogo, in un modo o nell’altro.
Ancora però, ogni suo movimento era come trattenuto da quell’oscurità che non le lasciava via di fuga.
Non voleva se ne andasse.
Quasi il panico prese il suo cuore, ma due braccia, all’improvviso, l’abbracciarono la cinsero in un abbraccio dato da qualcuno alle sue spalle.
-Mi dispiace. Non avrei mai voluto trascinarti in tutto questo, ma sapevo che in un modo o nell’altro ce l’avresti fatta.-
-Maximilian!-
-Sapevo che saresti stata in grado di salvare Almia. L’hai sempre fatto con tutti, perfino con chi non se lo meritava, ed ignorando ciò che poteva accaderti. Perfino adesso, so che è così. Per una sola volta, però, lascia che sia io a salvare te…-
Prima ancora che lei potesse rispondere, la ragazza si sentì spingere via, e riuscendo finalmente a voltarsi si rese conto di starsi allontanando dal ragazzo sempre di più
-No, aspetta! Devi venire con me!-
Lui non rispose, si limitò a guardarla con un sorriso sulle labbra, mentre la sua figura a poco a poco svaniva.
-Maximilian! Tornerò! Non ti lascerò qui da solo! Maximilian!-
 
 
 
 
Nei cieli di Almia, ancora i tre Top Ranger, Alex, Viola e Settimo,  volavano cercando d’avvicinarsi sempre di più al Cristallo dell’Ombra.
Nel momento in cui l’oscurità e la luce si incontrarono, i loro Staraptor si allontanarono per evitare d’esserne colpiti, ma non appena tutto questo terminò qualcosa iniziò a cambiare; le nuvole iniziavano infatti a schiarirsi.
-L’oscurità si stanno diradando!-
Esclamò Settimo esterrefatto.
-Ora possiamo avvicinarci al Cristallo dell’Ombra!-
Disse poi Viola, che partì subito in picchiata con i tre, al grido di gioia di Alex.
-L’Operazione Luciano continua!-
Tenendo bene strette le proprie Gemme, i tre riuscirono finalmente a raggiungere il Cristallo dell’ombra, iniziando a volteggiare in circolo attorno ad esso, mentre la luce delle Gemme aumentava, e quella del cristallo mutava.
Iniziò infatti ad assumere il colore di ciascuna Gemma, alternandolo ma espandendolo sempre di più.
In quello stesso momento, Sara spalancò gli occhi, proprio come fosse appena tornata da un incubo, e vide davanti a sé non solo i suoi amici, ma anche Darkrai fissarla con un’espressione sollevata.
-Darkrai.-
Ancora ricordava bene le emozioni che aveva provato, ma il Pokémon non rispose, tuttavia, grazie ai suoi poteri, fece comparire due figure davanti alla ragazza; quella di Servilio e quella di Nereo.
Maximilian tuttavia non c’era.
Sara avrebbe voluto chiedergli dove fosse, ma aveva paura della risposta.
Abbassando gli occhi, non riuscì a trattenere delle lacrime, e sentì su di sé tutto il peso della lotta subita.
L’effetto delle Gemme doveva essersi dissolto, perché il suo corpo era pieno di ferite, e si trovava completamente senza forze, tanto che pure gli occhi e le orecchie erano affaticati, e non si reggeva in piedi.
Mentre Nereo iniziò a guardarsi attorno stupito, Darkrai iniziò a girare attorno alla ragazza, più e più volte fino a quando non volò via, lasciandola sola.
-E’…è così chiaro…sono forse…sono…vivo?!-
Servilio, che continuava a toccarsi il viso come per assicurarsi delle sue condizioni, si voltò poi verso Nereo, con le lacrime agli occhi.
-Signor pre-presidente?! Mi ha salvato? Ha salvato il povero servilio?-
-…do-dove…dove sono? Sono ancora vivo? Oppure sono…-
L’uomo sembrava altrettanto confuso, ma gli bastò posare gli occhi sulla ragazza inginocchiata a terra, per ricordare tutto.
-La Altru…sì! Questa è la Altru! Io…sono stato inghiottito da…un terribile incubo…-
Dei passi interruppero le sue parole, rivelandosi essere quelli di Brando e del professor Frenesio, che posò premurosamente una mano sulla spalla di Sara, prima di avvicinarsi all’uomo e lasciandola nelle mani di Brando, che si inginocchiò accanto a lei sostenendola.
Nel frattempo, il piccolo Pachirisu, sbalzato probabilmente via dalla forza dell’ultimo colpo delle tenebre, vedendo la propria amica integra le saltò addosso con le lacrime agli occhi, abbracciandola.
-Ah, ti sei finalmente risvegliato dal tuo incubo, pare. Non è così, Nereo Raggiani?-
Chiese intanto il professore, mentre Nereo rimaneva in silenzio.
-Quello che hai appena sperimentato non era l’unico incubo che hai vissuto. Ti sei or ora destato da un incubo in cui hai vissuto per molti anni.-
Nereo sembrava ancor più confuso, ma il professore, avvicinandosi, gli mostrò il piccolo diario che avevano analizzato fino ad ora alla Federazione Ranger.
-Ho qui con me qualcosa che devo restituirti. Il diario di Luciano Raggiani. Esatto, il diario di tuo padre. Siamo riusciti a ricostruirlo completamente. Se permetti, vorrei leggerne dei passi ad alta voce.-
L’uomo non sembrò nemmeno attendere risposta, ma non ce ne fu bisogno, visto Nereo era completamente attonito al momento.
-“Giorno XX, mese X. La riserva di petrolio è scesa a meno della metà rispetto a un anno fa. Ho paura per il futuro di Almia. Oggi, diverse pietre oscure sono state estratte dal sito di trivellamento. Non avevo mai visto niente del genere. Brillano di una luce sinistra e oscura. Ho sentito qualcosa nel mio cuore reagire in risposta alla loro avvincente oscurità…”.-
Sembrava evidente che la Altru stesse passando un periodo molto difficile, ma quei cristalli…fin dall’inizio sembravano esser stati al centro di ogni cosa.
-Il prossimo passo è di circa sei mesi dopo…“Giorno XX, mese X. Finalmente abbiamo scoperto un gigantesco esemplare di frammento oscuro…il Cristallo dell’Ombra! E’ difeso da un Pokémon che  sembra fatto di tenebra. Anche se possiamo già scorgere il Cristallo dell’Ombra, il Pokémon ci tiene in scacco. Non abbiamo altra scelta che arrangiarci con i frammenti oscuri che abbiamo raccolto finora: essi ci permetteranno di continuare i nostri studi sulle fonti dell’energia dei sogni. Oggi era anche il 13° compleanno del mio unico figlio, Niveo Raggiani. Ma, immerso come sono nello studio del cristallo, mi è proprio passato di mente. Mi sento male all’idea di essermi dimenticato di mio figlio Niveo…”.-
Il professore fece una piccola paura, mentre Servilio lo guardava confuso, mentre Nereo e Sara avevano già intuito chi fosse il soggetto di cui parlava, anzi, Nereo ne sembrava certo, visto la sua espressione era diventata distante e nostalgica.
-Vi starete chiedendo: chi sarà questo Niveo? Vediamo cosa dice dopo un anno esatto. “Girono XX, mese X. Oggi mio figlio festeggia il suo 14° compleanno. Malgrado le proteste di sua madre, ho deciso di cambiargli il nome da Niveo a Nereo. Per il cambio di nome, abbiamo tenuto una cerimonia presso il Cristallo dell’Ombra. Ho offerto mio figlio, che guiderà la Altru dopo di me, al Cristallo dell’Ombra. In cambio, esso ha infuso in mio figlio il suo incomparabile potere. Possano il Cristallo dell’Ombra e Nereo portare la Altru alla gloria.”-
Nonostante il dolore e la stanchezza fisica, Sara quasi tentò d’alzarsi per la notizia scioccante.
Suo padre…aveva potuto fare una cosa simile?
Condannare il figlio a chissà quale fatica, per un potere oscuro…
Non poté non guardare Nereo, con grande dispiacere nel cuore, e quando l’uomo lo notò, quest’ultimo si morse il labbro, come a trattenere le proprie emozioni.
-Questo passo dovrebbe risalire a circa due anni dopo il cambio di nome di Nereo. Non riporta più nemmeno la data. “Solo ora mi rendo conto di che terribile e spaventoso errore io abbia commesso. Il Cristallo dell’Ombra, per migliaia di anni, ha continuato ad assorbire energia negativa. Ha assorbito i pensieri oscuri dal cuore della gente e li ha immagazzinati come  energia. Il mio unico figlio Nereo è rimasto intrappolato nella sua infinita oscurità. Mio figlio mi ha espulso dalla Altru SpA per diventarne il più giovane presidente! Nereo Raggiani…No! Niveo Raggiani! Lo prometto, figlio mio! Ti salverò! In quel che resta dei miei giorni, farò tutto quello che posso per liberarti!”.-
Calò un lungo silenzio in quel momento, dove tutti i presenti guardavano Nereo, non più come l’uomo che aveva creato il Team Pesto Buio, e che aveva risvegliato il dolore e la furia di Darkrai, ma un uomo che aveva sofferto a causa di quello stesso cristallo che tanto la sua famiglia aveva bramato.
-Il diario si conclude con queste parole. Naturalmente esso contiene una pletora di informazioni su altri argomenti. Per esempio, descrive i segreti della Gemma Rossa, Blu e Gialla. Racconta con dovizia di dettagli le antiche leggende della regione di Almia. Mentre brancolavamo nel buio cercando il bandolo della matassa, il diario si è rivelato estremamente utile. Dopotutto, ha reso possibile l’Operazione Luciano. E per quanto riguarda le tre Gemme, ne hai sentito parlare da tuo padre, non è vero? Dico bene, presidente Niveo Raggiani?-
-…Niveo Raggiani…il mio vero nome…come hai detto, mio padre mi rivelò il segreto delle tre Gemme. Ma a quel punto, ero già completamente in balia del Cristallo dell’Ombra. Riuscivo solamente a pensare a come togliere di mezzo Darkrai per impossessarmene. Vedete, ho creato il Team Pesto Buio per raccogliere tutti i frammenti oscuri…ma quella strategia si è rivelata insufficiente. I Ranger sono riusciti a radunare le tre Gemme che sfuggirono a mio padre. Quelle tre Gemme mi hanno risvegliato da un lungo incubo…Luciano…Operazione Luciano…finalmente, oggi, il desiderio di mio padre di liberarmi da quel giogo si è avverato…-
Alcune lacrime scivolarono lungo le guance dell’uomo, in segno di un profondo rimorso e dispiacere.
-Nereo…no, volevo dire, Nivero. Devi fare ammenda per il tuo passato criminale. Quando le acque si saranno calmate, dovrai rispondere  a molte domande. Sono arrivati dei rinforzi dalla Federazione. Stanno aspettando davanti al Palazzo Altru. Te la senti di uscire dall’edificio da solo?-
Chiese Brando, usando un tono quantomeno gentile; purtroppo non potevano cancellare ciò che aveva fatto.
-Non mi arrestate?  Mi lasciate uscire camminando liberamente?-
Nessuno rispose. Ciò non significava non ci sarebbero state delle ripercussioni per ciò che aveva fatto, ma sapevano che ne avrebbe risposto.
Rinchiuderlo non avrebbe cancellato nulla, doveva agire in prima persona.
-…grazie. Vi sono grato di tanta gentilezza…-
Abbassando il capo in segno di riconoscenza, l’uomo iniziò ad allontanarsi, seguito da Servilio.
Prima di scendere le scale però, rivolse un ultimo sguardo a Sara, ancora a terra.
-Ti ringrazio…giovane Top Ranger.-
Così dicendo l’uomo si allontanò, lasciandoli soli. La ragazza cercò d’alzarsi per rispondere, ma non riuscì a far nessuna delle due.
-Sara!-
Brando subito l’aiutò, cercando di farle meno male possibile.
-Leo…-
Sussurrò lei, facendosi capire dall’amico.
-Abbiamo liberato noi Leo. Non preoccuparti per lui. Senza la sua collaborazione, dubito che l’operazione sarebbe riuscita.-
Nel mentre parlava, gli Staraptor ancora in volo finalmente atterrarono, e Settimo, Viola, ed Alex, si avvicinarono per raggiungerli.
-Ti lascio nelle loro mani.-
Disse Brando, allontanandosi a sua volta lungo la scalinata. Non appena tutti i Top Ranger furono presenti, il professore prese parola, attivando il proprio Styler.
-Ranger! Assistenti! Ricercatori! Tutto il personale della Federazione! Leo! E con lui tutti coloro che ci hanno fornito preziose informazioni. Tutti voi che amate i Pokémon, voi avete reso possibile questa vittoria. La vostra intelligenza, il vostro coraggio e la vostra passione hanno contribuito a risolvere la più grave crisi nella storia di  Almia!-
L’uomo mise poi una mano sulla spalla di Sara, sorridendogli raggiante.
-Avete davvero dato tutti il massimo. Questo giorno, da semplice festa della Altru, diventerà una festa per tutta Almia. Lasciatemi concludere con le mie consuete parole, pronunciate con inedito entusiasmo. Operazione Luciano…Missione compiuta!-
Ce l’avevano fatta, tutti i presenti gioirono per l’accaduto, anche se malconci, chi più chi meno.
C’erano ancora dei dettagli però non tralasciabili.
-…? Tra l’altro, voi tre…non sembrate essere più in possesso delle tre Gemme. Che ne è stato di esse?-
Chiese il professore ad Alex, Settimo e Viola, ma non servirono certo rispose; voltandosi infatti, tutti loro poterono vedere le tre Gemme, che ancora volavano attorno al Cristallo dell’Ombra, divenuto ora completamente trasparente.
Improvvisamente, il Cristallo emise una fortissima luce, che si espanse su tutta Almia, liberando i Pokémon.
-Guardate! Non sembrano più soffrire come prima!-
Urlò una donna a Portena, mentre un povero anziano finalmente usciva di casa, ora che erano al sicuro.
-I Pokémon stanno tornando normali!-
Sulla cima del monte vedetta si trovavano poi il figlio e la madre che avevano soccorso Alex, anche loro increduli per quello spettacolo.
-Oh, guarda, guarda! La nube oscura sopra la Torre è svanita!-
Disse il figlio attirando l’attenzione della madre.
-Oh, già, è vero! Che alba meravigliosa!-
Anche nella Valle di Crio, finalmente l’anziana donna poté uscire di casa, senza più correre alcun rischio, e lo stesso valse per il Vulcano Caldonio, e il Deserto Haruba, dove tutti i Pokémon tornarono alle proprie case.
Sotto la Torre Altru, nel frattempo, inconsapevoli di ciò che era appena successo, la band ingaggiata da Niveo stava suonando a tutto volume, mentre la gente ballava e si dimenava senza pensieri.
Inconsapevolmente stavano festeggiando molto più che il semplice anniversario della Altru.





Nel mentre, ora che gli onori erano stati fatti, Alex si precipitò vero Pachirisu e la sua amica, abbracciandola.
-Sara!-
La ragazza venne sollevata dall’amico, che cercò comunque di non farle del male muovendola.
-Non ci posso credere, ce l’abbiamo fatta! Abbiamo salvato tutti!-
-…non tutti…-
Alle parole della ragazza, il giovane la guardò confuso, ma la trovò in lacrime.
-Maximilian…-
Non servivano altre parole per descrivere ciò che era successo, e tutto ciò che poté fare fu continuare ad abbracciarla, fino a quando non ebbe versato tutte le sue lacrime.
-Torniamo indietro.-
Disse poi una volta che l’amica si fu calmata, ma questa ancora non riusciva a camminare, e per andar via dalla Torre fu necessario trasportarla con lo Staraptor.
Questo atterrò proprio davanti al palco dove si teneva il concerto; qui si trovavano già Brando, Ilario, Luciana, Glenda, Leo e perfino sua sorella.
-Sara!-
Glenda vedendo l’amica ferita si precipitò subito da lei, aiutandola a scendere dal Pokémon assieme ad Alex.
Nel frattempo gli altri a loro volta ballavano, celebrando la vittoria.
-Evvai! Il Quartetto Rock spacca! Sono il gruppo perfetto per questa calda e soleggiata giornata di festa della Altru…ops! Volevo dire, di Almia!-
Sorrise Brando dimenandosi, ma venne fermato da Leo, che volle parlargli.
-Brando! Grazie per avermi salvato. Il modo in cui hai eliminato quell’ostacolo…semplice ma efficace!-
La piccola Allegra saltò addosso all’uomo, abbracciandolo.
-Il mio fratellone dice che oggi si prende un giorno di vacanza. Ha detto che giocherà con me tutto il giorno!-
-Stupendo. Sono felice per te, Allegra…-
Sorrise Brando, non riuscendo ad evitare a quanto pare di commuoversi per il bene che la piccola provava per il fratello.
-Oh-oh, a Brando luccicano gli occhi. Malgrado la sua aria da duro, è famoso alla Federazione per commuoversi facilmente.-
Scherzò Glenda rallegrando la situazione.
Alex prese poi parola, per parlare direttamente con Sara, sorretta ancora dai suoi amici.
-Ehi, Sara…ricordi il giorno che ci siamo incontrati? Quando quei Bidoof, scappati dalla signora Della, correvano in giro per tutto il cortile?-
-Sì.-
Sorrise appena lei, ricordando quei giorni.
-Quella volta abbiamo fatto a gara a chi ne catturava di più e ho vinto io. Da quel giorno in poi, però, mi hai dovuto tirare fuori dai guai mille volte! E’ per questo che sono così felice di aver contribuito a salvarti da quelle tenebre. Così ti ho ripagato, almeno un minimo, per tutte le volte in cui mi hai aiutato tu.-
A quelle parole, prima che la ragazza potesse rispondere, Brando scattò.
-Le persone si aiutano e vengono aiutate. Questo vale anche per i Pokémon. Tutti noi viviamo aiutandoci l’un l’altro. Non dovete pensare a quanto avete aiutato o a quanto siate in debito.-
-Brando ha ragione. Siamo tutti amici.-
Sorrise Glenda, stringendo in un abbraccio sia Alex che Sara.
-A proposito, quella canzone…com’era? Il re di Almia cadde preda delle tenebre? E i tre principi, blu, rosso e giallo, si allearono contro il pericolo? Proprio come quella vecchia storia che mia nonna mi raccontava da bambino.-
A quelle parole Sara ricordò improvvisamente la visione che aveva avuto; un racconto così antico e così importante, che nonostante questo era rimasto perduto per anni.
Forse Darkrai lo conosceva, ed aveva voluto mostrarle quel ricordo proprio per riportarlo a galla.
-Sara, stai quasi dormendo in piedi. So che hai passato una notte in bianco, e che avresti bisogno subito di cure, ma avrei una missione per te, se te la senti.-
Disse Brando, interrompendo i suoi pensieri.
-Te lo dirò una volta sola, quindi attenzione! Hai le orecchie bene aperte?-
-Sì…-
-Tornatene al Villaggio Cicole e fai vedere alla tua famiglia che stai bene. E mostra loro il solo e unico Styler Vatonage al mondo! Questa è l’ultima missione che ho da affidarti!-
Fu come se con quella frase Brando avesse ridato un po’ d’energia al corpo della ragazza.
Non era in buone condizioni, ma doveva tornare dalla sua famiglia, far sapere loro che stava bene.
Tutti quanti capirono questa necessità, e per questo, assieme a Pachirisu, l’aiutarono a salire in groppa ad un Doduo che Brando aveva catturato per lei, e tenendosi ben stretta incominciò la corsa verso casa.
Dopo esser stata circondata dall’oscurità, poter rivedere quei colori, sentire il suono del mondo attorno a sé, e percepire il vento sul viso, era qualcosa di inimmaginabile.
Si sentiva viva come mai prima.
Attraversò la Foresta di Vien, raggiungendo la piccola città dove tutti quanti, vedendola arrivare, applaudirono ed esultarono al suo ritorno.
Percepiva tutto il loro amore, e ne era grata.
Non appena fu al Villaggio Cicole, proprio davanti alla sua casa, Sara vide tutta la sua famiglia ad aspettarla, e nonostante le sue condizioni scese dal Pokémon senza l’aiuto di nessuno, precipitandosi verso di loro.
Sua sorella fu la prima a raggiungerla, abbracciandola.
-Bentornata a casa, sorellona!-
Era tornata, era lì con tutti loro. Un’emozione talmente grande non poteva esser contenuta in un piccolo corpo, eppure questa volta non pianse, ma sorrise come mai prima d’ora, mentre Pachirisu arrampicato sulla sua schiena cercava di abbracciarla.
-Dicono che hai salvato il mondo! Anselmo, il reporter del giornale, è venuto da noi e ci ha raccontato tutto! Ha detto che hai fatto cose eroiche e hai salvato Almia e tutti i Pokémon! E’ stupendo!-
Disse la piccolina stringendola forte, mentre sua madre le guardò commossa.
-Lo sentivo che oggi avresti fatto ritorno a casa. Intuito di madre. Ecco perché ho preparato la colazione anche per te. Non hai chiuso occhi la notte scorsa, vero? Dopo aver mangiato, vai di sopra e fatti una bella dormita nel tuo letto.-
-Grazie mamma.-
Prima che la ragazza potesse aprire la porta però, suo padre la fermò, guardandola negli occhi.
-Sara…sono felice di vederti a casa. Non hai mai gettato la spugna, nonostante tutte le avversità che hai affrontato. Sono così orgoglioso di te.-
Erano parole semplici, ma tanto importanti, che valevano più di qualsiasi altra cosa per la giovane.
Era veramente un giorno importante per lei.
-Vieni, entra. La mamma ha preparato dei manicaretti! Diamoci dentro!-
L’intera famiglia entrò in casa, pronti per riposare e rifarsi del tempo rimasti lontani.
Entrando in casa però, Sara avvertì anche un’altra emozione nel proprio cuore; un’emozione ricca di serenità e riconoscenza.
Inconsciamente rivolse lo sguardo proprio nel punto in cui si trovava la Torre, e lì, Darkrai ricomparve, volando attorno al Cristallo ed alle tre Gemme accanto ad esso.
L’oscurità su Almia era stata finalmente sconfitta.












 
FINE


Grazie per aver giocato!

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Capitolo 74
*** Dopo-storia ***


Ciao a tutti!
 
Grazie infinite per aver letto fino ad ora "Pokémon Ranger Ombre su Almia".
E' un gioco che ha sempre contato molto per me, che ha fatto parte della mia infanzia e che tutt'ora, mi piace rigiocare di tanto in tanto.
Sono una persona però che perfino quando gioca si perde nelle sue fantasie, immaginandosi d'esser veramente parte di questo mondo, ed è così che tale storia è nata.
Vi ringrazio ancora per essere rimasti, e ringrazio tutto coloro che mi hanno recensita o mi recensiranno in futuro.
Non vi scrivo però solamente per ringraziarvi. Questa fiction infatti non è finita.
Si aprirà molto presto il dopo storia, con gli ultimi incarichi e la sua parte conclusiva, spero quindi che rimarrete con me ancora per un poco, e spero sempre che le mie storie ed i miei capitoli possano piacervi e portarvi anche solo per un po' con la mente da qualche altra parte.
A presto!

 

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Capitolo 75
*** Dopo-storia 1 ***







All’interno di una bianca stanza, semi-vuota, con solo un lettino ed alcuni apparecchi collegati ad esso, non si sentiva altro che il suono di una matita che si muoveva sopra ad un foglio.
Erano passati sei mesi da quando la ragazza era stata ricoverata in ospedale; il suo corpo aveva subito un’immensa fatica per via dell’emissione diretta al Cristallo dell’Ombra e per il potere delle tre Gemme che era stato infuso dentro di lei, per questo motivo dopo aver dormito nella propria casa il giorno seguente, avendo faticato perfino a svegliarsi, era stata portata d’urgenza all’ospedale.
Il suo corpo si era come svuotato di ogni energia, e c’erano volute molte settimane prima che riuscisse a star sveglia per più ore durante l’arco della giornata, per non parlare che lo Styler non sembrava intenzionato a staccarsi dal suo corpo.
Ancora i frammenti di Gemme si trovavano al suo interno, ma non erano attivi.
I suoi amici comunque non avevano mancato di farle compagnia, soprattutto quando già al quarto mese riusciva quasi a condurre delle giornate normali, ma quando parlava si sentiva la stanchezza nella sua voce.
Nelle ultime giornate però qualcosa era riuscita a tenerla occupata. Ogni volta che poteva infatti si metteva a disegnare qualcosa su una serie di fogli; ormai aveva quasi creato perfino un piccolo libricino.
I disegni erano molto stilizzati, ma si capiva chiaramente cosa ritraessero; i protagonisti erano tre principi, uno rosso, uno blu, ed uno giallo, ed un re grigio, loro padre.
Si trattava della storia che aveva sentito sia dalla signora alla Valle di Crio che dalla madre di Ponzio, ed anche nello strano mondo di Darkrai.
Quella leggenda, correlata alle Gemme, era più importante di quel che sembrava, perché insegnava soprattutto a non arrendersi all’oscurità, e che insieme le persone erano più forti.
La leggenda stava andando via via dimenticata, ma lei voleva impedirlo in qualche modo, anche solo con un libro.
Tra non molto sarebbe stata finalmente dimessa, e da lì le sue avventure sarebbero potute continuare…
 
 
 
 
-Sorellona?-
-...-
-Svegliati.-
Sentendo la voce della propria sorellina chiamarla, Sara immediatamente saltò fuori dal letto, come se fosse stata svegliata da un terremoto; Pachirisu, al contrario suo, dormiva ancora sul cuscino serenamente.
-Wow! Hai proprio fatto un balzo dal letto! Sorellona, sei ancora stanca?-
-No, grazie sto bene.-
Sorrise la ragazza guardandola. Ormai era passata una settimana da quando era tornata a casa, ed era il momento per lei di tornare a lavorare come Top Ranger.
-L’operazione Luciano è avvenuta mesi fa, ma l’Eco di Almia ne parla ancora. E’ stata proprio una cosa eccezionale, eh?-
Disse la bambina mostrandole fiera di lei il giornale.
In prima pagina c’era a caratteri enormi la scritta “Top Ranger salva Almia”, con due foto di lei, la prima a sinistra mentre stava per lottare contro Darkrai, e la seconda a destra mentre in groppa al Doduo tornava a casa.
Chissà come erano riusciti ad ottenere immagini simili…
Accanto a queste immagini c’era poi un dettagliato articolo che la descriveva, elogiandola per il suo amore per i Pokémon ed il lavoro da Ranger.
Nella parte inferiore della pagina invece c’era un titolo leggermente più piccolo, “La Altru era il Team Pesto Buio! Dietro a tutto…Nereo Raggiani?!”, con ben tre articoli accanto a questo; uno a sinistra con il titolo “La Torre Altru era un’enorme Gigaremo!” con la foto della torre, ed altri due a destra.
Quello più in alto aveva la foto di Brando che accompagnava fuori dalla Altru Nereo e Servilio, mentre sotto c’era un piccolo articolo dal titolo “Grazie di cuore a tutti i Ranger!”.
L’Operazione Luciano aveva richiesto lo sforzo collettivo di tutti i Ranger di Almia, e sicuramente avrebbe lasciato un segno nella storia della regione.
Non era stata molto aggiornata nel corso della sua riabilitazione, quindi non era certa di cosa fosse successo a Niveo, Servilio ed agli altri membri del Team Pesto Buio, ma sperava in un futuro migliore per loro.
Sicuramente lei avrebbe lavorato duramente per il proprio.
-La mamma ti sta chiamando! Vai giù a vedere!-
La sua piccola sorellina corse immediatamente giù per le scale, precedendola e lasciandole il tempo di muoversi con calma.
L’aveva fatta tanto preoccupare, ma ora stava meglio.
-Pachi…-
Anche Pachirisu finalmente si era svegliato, e per dargli il buon giorno la ragazza gli concesse qualche grattatina dietro l’orecchio.
-E’ un nuovo giorno.-
-Pachi.-
Saltandole sulla spalla  il Pokémon e la ragazza andarono verso il piano inferiore, dove la stavano aspettando suo padre, sua sorella e sua madre.
-Oh, ciao, buongiorno! Tua sorella ti ha fatto di nuovo alzare dal letto?-
Chiese la madre guardando la minore, che finse di non vederla.
-Le avevo detto di lasciarti dormire. Ma lei si alza sempre così presto…non è vero?-
-Eheheh…-
Ridacchiò la piccola imbarazzata.
-Non preoccuparti mamma, mi fa bene svegliarmi presto la mattina.-
-Ha chiamato la presidentessa Edvige. Dice che vuole vederti alla Federazione. Ha detto che non è una cosa urgente, però. Mi chiedo di cosa si tratti.-
Spiegò subito la madre iniziando a sistemare la cucina.
-Andrò a vedere di che si tratta in questo caso.-
-Dev’essere confortante sapere che c’è ancora bisogno di te.-
Disse il padre sorridendole.
-Sì, mi spiace naturalmente se qualcuno ha dei problemi, ma proprio perché sono un Ranger è mio compito aiutarli.-
-Fai attenzione!-
Mentre parlava la ragazza aveva iniziato a dirigersi verso la porta, ma prima di lasciarla uscire la sorella l’aveva raggiunta per abbracciarla.
-Starò attenta, te lo prometto.-
Dopo averle accarezzato la testa la ragazza aprì la porta, salutando la sua famiglia e dirigendosi all’esterno.
La giornata sembrava assolutamente fantastica; il cielo era limpido ed il sole riscaldava la pelle in maniera gentile. Addentrandosi nella foresta poi soffiava una piacevole brezza che quasi ti invitava a riposare.
-Da quanto non ci godevamo una bella passeggiata, eh?-
-Pachi pachi.-
Anche Pachirisu era felice di poter uscire all’aria aperta. Da quando la sua amica era stata chiusa in stanza lui era sempre stato accanto a lei, assicurandosi che stesse bene addirittura durante il sonno.
Era sicuramente stato una compagnia preziosa,  soprattutto nei giorni più noiosi.
Grazie al cielo almeno lui non era rimasto ferito durante lo scontro con Darkrai.
-Ehi, ti va di andare a salutare i nostri amici?-
Chiese la ragazza indicando il Ranch dei compagni, e subito il piccolino annuì felice.
Assieme proseguirono quindi lungo il sentiero che conduceva al ranch, e non appena gli altri Pokémon li notarono caricarono tutti verso di loro.
-Wow!-
Presa alla sprovvista da un simile saluto, la ragazza finì a terra sommersa dagli abbracci dei Pokémon che, felici di rivederla sana e salva, stavano sommergendo sia lei che Pachirisu.
-Ahahah, sono felice anche io di rivedervi. Papà si è preso cura di voi non è vero?-
Era evidente che tutti loro erano molto felici di stare lì, ma le dispiaceva tanto non poter esser stata più con loro.
Notò che in un angolo del ranch suo padre aveva sistemato una serie di poffin da dar loro da mangiare, e visto che aveva ancora tempo per muoversi ne approfittò appunto per dar loro qualcosa.
-Ne vuoi uno anche tu Pachirisu?-
-Pachi!-
Subito il Pokémon l’afferrò mangiandolo con gioia in compagnia di tutti gli altri. Era veramente un luogo molto rilassante.
Rimanendo con loro per ancora une decina di minuti i due tornarono poi verso il Villaggio Cicole, fino alla Città di Vien.
Volendo avrebbero potuto andare a piedi, o comunque su un Doduo, fino alla Federazione, ma per non impiegarci troppo tempo e stancarsi inutilmente preferirono chiedere aiuto ad uno Staraptor.
Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che aveva volato che era quasi come se fosse la prima volta. L’estasi e la meraviglia di poter librarsi per aria ad una tale altezza, di poter vedere l’intero mondo sotto si sé.
Ogni volta che volava il viaggio sembrava durare pochissimo, ma fu altrettanto felice di poter rivedere la Federazione Ranger.
Senza perder tempo la ragazza corse verso l’ultimo piano della struttura, dove la presidentessa Edvige la stava aspettando. Curiosamente però c’era solo un Assistente presente.
Immediatamente la ragazza si fermò davanti a lei, abbassando il capo in segno di saluto.
-Immagino tu abbia riposato per bene. I lavori al Quartier Generale hanno richiesto più tempo del previsto. Ma eccoci qua. Sara, in riconoscimento del tuo ruolo nell’Operazione Luciano…ti nomino ufficialmente Ranger di grado 10.-
Era il più alto grado che un Ranger potesse avere, e l’onore era assolutamente immenso.
Immediatamente la ragazza sfoggiò, assieme a Pachirisu, la propria posa da Ranger.
-Sara, ho anche un regalo per te.-
Sorrise la donna avvicinandosi e porgendole una piccola scheda magnetica.
-E’ un pass per l’Arena dei Ranger. L’Arena dei Ranger è un luogo dove i Ranger esperti possono misurare la propria abilità. Vai e prova anche tu. Si trova nei pressi di…beh, lascerò che la trovi per conto tuo. Sarà come un gioco, tanto per cambiare, che ne dici?-
-Certamente.-
Rispose la ragazza con un sorriso; avrebbe fatto parte di una nuova avventura.
-Ti darò un indizio. E’ da qualche parte in questo mondo.-
La ragazza non poté non sorridere a quella “battuta”, ma non era assolutamente infastidita o simili.
-Tu, tra tutti, non dovresti avere alcun problema a trovarla. Tra le altre cose…anche se la crisi della Altru è giunta ad una conclusione, il tuo lavoro di Ranger continua. Non dimenticare il tuo giuramento di proteggere i Pokémon e l’ambiente.-
-Sì signora.-
-Pachi.-
Sia lei che Pachirisu erano intenzionati a proseguire nel loro percorso per aiutare quante più persone possibile.
-Inoltre, c’è una sfida che nessuno finora, ad Almia, è riuscito a superare. La sfida è completare il Navigatore. Potresti dedicarti anche a questo, tesoro. Ah già, ancora una cosa. Ora puoi controllare il tuo Registro del Ranger al piano terra di quest’edificio. Potresti aver voglia di darci un’occhiata. Inoltre potresti sempre scoprire cose nuove anche in luoghi che hai già visitato.-
-La ringrazio, inizierò subito con un giro di pattuglia.-
Dopo sei mesi di riposo la ragazza era ben felice di poter riprendere il suo viaggio, ma i medici l’avevano avvertita di andarci piano; ancora non sapevano se avrebbero avuto delle ricadute o meno, quindi doveva aver ancor più attenzione di prima.
Guardando allo Styler la ragazza controllò tutti gli ultimi incarichi, notando che ben cinque erano alla Federazione Ranger.
-Oh, è la prima volta che ho un incarico da qualcuno alla Federazione, andiamo a vedere chi sarà.-
Scendendo al piano inferiore, ed entrando nella stanza a destra usata dagli scienziati della Federazione, la ragazza notò varie persone al lavoro, tra cui perfino il professor Frenesio.
-Buongiorno professore.-
-Buongiorno Ranger. Sto decifrando il mio stesso diario. Ma ogni sforzo è reso vano dalla mia terribile calligrafia.-
Sorridendo alle parole dell’uomo la ragazza venne poi avvicinato da Nage, uno degli scienziati con cui aveva già parlato in precedenza.
-Sara. Ci fidiamo ciecamente della tua opinione. Lasciami spiegare. Stiamo collaborando con Leo. Per la precisione, stiamo conducendo delle ricerche alla nuova Altru. Stiamo cercando il modo di produrre energia pulita per il futuro. Stiamo esaminando una vasta gamma di fonti energetiche. Per esempio, energia prodotta dormendo, annusando, ridendo, mangiando…abbiamo un approccio scrupoloso, insomma.-
-Oh, capisco. Sembra interessante.-
-Per le nostre ricerche ci servono dei Pokémon del gruppo Elettro. Raichu, Luxray e Ampharos. Questi tre Pokémon dovrebbero poterci fornire un sacco di elettricità. Vorremmo che ce li portassi. Ci aiuterai?-
-Sì.-
Annuì lei memorizzando i nomi.
-Fantastico! Grazie dell’aiuto. Per favore, portaceli tutti e tre contemporaneamente. Ci servono Raichu, Luxray e Ampharos. Ricordatelo con la formuletta Rai-Lux-Amp!-
Immediatamente la ragazza controllò tramite il Navigatore nello Styler la posizione dei tre Pokémon; Ampharos si poteva trovare al Palazzo Altru e sulla Torre Altru, Raichu al Castello di Almia o alla Grotta Vulcanica di Caldonia, e Luxray solo alla Piattaforma segreta.
-A quanto pare avremo un bel po’ da muoverci.-
Come primo incarico dopo la riabilitazione forse era tanto, ma non comunque impossibile.
Uscendo dall’edificio quindi, la giovane catturò uno Staraptor vicino, prendendo il volo.
-Verso la Piattaforma segreta!-
Il viaggio durò almeno una ventina di minuti, facendo attraversare alla ragazza le foreste e le montagne vicino a Portena, ed il mare abbracciava la penisola di Almia.
Una volta arrivati alla piattaforma la ragazza poté sentire chiaramente la brezza salata dell’acqua, e  con un mezzo sorriso salì la scalinata che portava alla piattaforma da cui si poteva entrare nella base; nonostante fosse passato molto tempo ancora nessuno la stava riutilizzando, a parte i Pokémon, e poté scendere nell’ascensore indisturbata.
-Almeno hanno fatto un buon lavoro nel costruirla.-
Disse la ragazza a Pachirisu, che annuì.
Ricordando bene dove il Luxray si trovasse la ragazza superò la prima stanza, oltrepassando la prima porta nel corridoio, una volta bloccata da una ringhiera elettrica.
I macchinari avevano smesso di funzionare, e vari Pokémon giravano per la stanza; tra questi, dall’altra parte di essa, c’era appunto Luxray.
Raggiungendolo non fu difficile concludere la cattura in fretta. Il Pokémon si limitava a creare alcuni fulmini ed a generare delle scariche elettriche, ma nessuno dei sui attacchi riuscì a ferirla.
-Bene, ed ora pensiamo a Raichu.-
Ritornando quindi sulla cima della piattaforma, con l’aiuto di uno Staraptor fu molto facile arrivare fino al Castello di Almia.
Come sempre le temperature erano gelide, ma un po’ le erano mancate in un certo senso. Questa volta comunque Pachirisu, si premurò di nascondersi nella sua giacca, in modo da non patire troppo freddo.
Superato il primo corridoio senza fermarsi, in modo da evitare gli Haunter, la ragazza usò la porta alla sua destra per entrare in un corridoio secondario, al termine del quale c’era un Raichu che si rilassava.
-Mi dispiace molto, ma ho bisogno di te.-
Disse la ragazza raggiungendolo ed ultimando una rapida cattura.
Ne rimaneva solo uno.
Uscendo dal castello Sara catturò quindi uno Staraptor, liberando Gabite, Electrode e Magneton, in modo da poter volare successivamente verso  il Palazzo Altru.
La ragione per cui aveva scelto quel luogo come ultimo era esclusivamente la sua vicinanza alla Federazione.
Nonostante ciò che era accaduto in passato, la Torre rimaneva comunque una costruzione grandiosa, che sarebbe potuta veramente diventare un simbolo di pace.
All’ingresso, come atterrò, venne salutata da un nuovo impiegato, dai capelli e gli occhi marroni vestito con la solita divisa.
-Buongiorno Ranger. Questo è il Palazzo Altru, simbolo della Altru SpA.-
-Buongiorno. Grazie per l’informazione.-
Rispose la ragazza, pur conoscendo bene il posto. All’ingresso notò poi altre due guardie di sicurezza.
-Oh, ciao, Ranger! Che piacere vederti!-
-Alla nuova Altru SpA anche noi della  sicurezza sfoggiamo sorrisi. Piccoli.-
-Ciao, buon lavoro allora.-
Sorrise a sua volta la ragazza, in maniera cortese.
La stanza principale comunque non sembrava essere per nulla cambiata; c’erano ancora gli stessi impiegati, e vari clienti che guardavano le vetrine.
Lei in ogni caso si avviò verso l’ascensore, vicino al quale c’era una donna che controllava chi passava.
-Spiacente, solo il personale…Ranger! Per te, nessun problema! Puoi andare dove vuoi! Sei come un membro della famiglia!-
-Grazie mille.-
Disse la ragazza, non sapendo bene come altro rispondere. Infondo ora la Altru non era più un’associazione malvagia. Usando l’ascensore arrivò fino al nono piano, dove utilizzò le scale per arrivare al decimo piano.
Non ricordando esattamente se un Ampharos, controllò una delle stanze, precisamente quella in mezzo ad un piccolo corridoio, e trovò una sala piena di computer e scienziati; tra questi c’era perfino Leo.
-Oh, Sara!-
-Ciao Leo.-
Il ragazzo interruppe il suo lavoro, raggiungendo l’amica ed abbracciandola.
-Sto studiano una vasta gamma di nuove fonti energetiche. La nuova Altru sta lavorando per il futuro di Almia!-
Rispetto a tempo fa il ragazzo aveva riacquistato quella luce negli occhi che lo aveva portato ad impegnarsi tanto nel suo lavoro.
-Sono sicura farai delle grandi scoperte.-
Rispose la ragazza fiduciosa in lui.
-Come mai sei qui comunque?-
-Sto cercando un Ampharos.-
-Oh, penso sia nella stanza qui vicino.-
-Andrò subito a controllare. Grazie per l’informazione.-
Sorrise la ragazza tornando indietro.
-Di nulla, spero di vederti presto.-
Spostandosi come Leo le aveva consigliato, ovvero nella stanza a destra, la ragazza trovò effettivamente, assieme a due Gabite, l’Ampharos che stava cercando.
La cattura fu semplice, ed ora che li aveva tutti e tre poteva tornare alla Federazione. Uscì quindi dalla torre senza disturbare le persone che vi lavoravano, ed arrivati alla sala principale la ragazza si fermò momentaneamente ad osservare i ritratti dei precedenti presidenti della Altru; una signorina che lavorava lì si avvicinò dandole ulteriori informazioni.
-Questi sono i ritratti degli ultimi tre presidenti della Altru SpA. L’uomo in fondo a destra adesso è lontano da qui, pieno di sensi di colpa.
-Capisco…-
Non sapeva bene dove Niveo Raggiani potesse essere, ma sperava che da quei sensi di colpa potesse nascere qualche buona azione.
-Andiamo Pachirisu.-
Assieme al suo piccolo amico Sara proseguì verso la Federazione Ranger, questa volta a piedi, e non in volo, per potersi godere il paesaggio.
-Com’è bello. Avevo dimenticato quanto fosse rilassante passeggiare per questo sentiero.-
-Pachi.-
-Sì, poi anche i Pokémon sembrano molto felici.-
Ciascuno di loro non sembrava disturbare le altre persone nei dintorni, ed alcuni riposavano addirittura sotto gli alberi.
-Abbiamo fatto un buon lavoro.-
Disse la ragazza guardando l’amico, che saltellò felice.
-Ehi Sara!-
Qualcuno improvvisamente chiamò la ragazza, più precisamente da sopra la sua testa.
Su nel cielo infatti, Alex stava a sua volta continuando il suo giro di pattuglia, ma notandola era sceso in picchiata verso di lei assieme al suo Staraptor.
-Alex!-
Felice di rivedere il suo amico la ragazza l’abbracciò. Era passata una settimana dall’ultima volta, visto lui aveva continuato a lavorare diligentemente, ma anche prima il ragazzo era sempre venuta a trovarla in ospedale.
-Sono felice ti abbiano dimessa. Come ti senti?-
-Bene. Ho ripreso a lavorare, sono di ritorno alla Federazione per un incarico.-
Spiegò lei mentre avevano preso a camminare.
-Ottimo, così non rischi di perdere la mano. Dopo l’Operazione Luciano le cose hanno avuto bisogno di una bella spinta per sistemarsi.-
Effettivamente erano stati molti i danni causati dai Pokémon controllati, ma Almia si stava riprendendo.
-Sai dove sia Niveo?-
Chiese ad un certo punto la ragazza.
-La Federazione lo tiene d’occhio, ma di preciso non so dove sia. Sicuramente non vorrei essere al suo posto.-
-Anche alla Altru dicono che stia provando un forte senso di colpa.-
Spiegò lei ricordando le parole della ragazza.
-Immagino. Anche se è stato influenzato dal cristallo erano comunque sue azioni.-
-Sì. Adesso però Almia è salva, e possiamo andare tutti avanti.-
Mentre parlavano erano ormai arrivati alla base della Federazione, e da lì Alex dovette riprendere il volo.
Era sicuramente stata una piacevole chiacchierata, e grazie agli Staraptor l’incarico non era durato più di qualche ora.
Di ritorno da Nage, la ragazza fece mettere in fila i tre Pokémon.
-Raichi, Luxray e Ampharos. Ci servono questi Pokémon. Rai-Lux-Amp. Ok, sono quelli di cui avevamo bisogno. Devo portare questi tre alla Altru SpA. Sono sicuro che Leo sarà felicissimo. Grazie mille!-
Senza aspettare Nage si fece seguire dai Pokémon, dirigendosi alla Altru. Lei veniva proprio da lì, e se avesse saputo li avrebbe portati alla Torre l’avrebbe avvisato si potevano anche incontrare in quel punto, ma ormai era tardi.
Lo Styler intanto ricevette un nuovo messaggio, riguardante i dati i potenziamento.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Elettro”.-
Questa a quanto pare riduceva di tre punti i danni di un attacco elettro. Non era niente male, ed aveva anche completato la prima riga dello Styler, assieme a cinque colonne.
-Grandioso, ed ora il prossimo incarico.-
A quanto pare tra questi c’era anche Glenda, e la trovò al piano superiore, vicino alle scale che conducevano al tetto.
-Ehi! Non puoi salire! Fermati! Fermati!-
-Uh?-
Confusa dalla sua reazione la ragazza guardò sia lei che Linda, visto le era vicina, e questa tentò di confabulare qualcosa.
-Le rose non sono…-
-Oh, sì, tu puoi aiutarci!-
Esclamò improvvisamente Glenda, come se fosse in preda all’agitazione.
-Dimmi tutto.-
-La rosa della mano destra di un Roserade… di che colore è? Rossa? O blu?-
Sara in un primo momento non riuscì a rispondere. Non tanto perché non lo sapeva, ma anche perché non capiva tutta questa agitazione per un colore…
-…ehi, proprio così! Stiamo discutendo di questo. Vogliamo sapere se la mano destra di un Roserade è rossa o blu. Davvero, stiamo litigando per questo motivo!-
Disse subito dopo Linda.
-Per favore! Consideralo un appello accorato! Vogliamo che tu vada immediatamente a catturare un Roserade!-
La supplicò Glenda, tenendola lontana dalle scale.
-Va bene…lo cercherò.-
Perfino Pachirisu era confuso, ma c’era poco da dire ormai.
-Ho sentito dire che un Roserade vive nei meandri di una foresta da qualche parte. Ti prego, devi catturarlo tu!-
Spiegò Linda cercando d’aiutarla, anche se non di molto.
-Comincerò dalla Foresta di Vien…-
In qualche modo le sembrava un incarico strano, ma non aveva ancora registrato un Roserade nel Navigatore, quindi non era poi così male.
Siccome non era molto vicina, la ragazza chiese aiuto ad uno Staraptor per muoversi fino alla Città di Vien, dalla quale poi entrò nella foresta.
Conosceva bene quel luogo, ma per sicurezza controllò comunque scrupolosamente la prima zona, e non trovando nulla passò in rassegna anche quella successiva, raggiungendola tramite il ponte sulla sinistra della mappa.
Qui l’erba e le piante purtroppo faticavano ancora a crescere, a causa del terreno rimasto arido.
Nonostante il tempo passato, forse ne sarebbe servito ancor di più.
Dispiaciuta di ciò, la ragazza andò allora lungo il sentiero a sinistra, spostandosi  verso sud e raggiungendo la zona dove si trovava Blastoise. Oltre a lui però non c’era nessun Pokémon, e nemmeno vicino a Grotle, nel punto a sinistra, tuttavia c’era ancora una zona dove non aveva mai guardato.
Lì vicino c’era infatti un fiumiciattolo, percorribile partendo da un ponticino grazie ad un Floatzel.
Nel punto precedente ce n’era uno, e catturandolo la ragazza poté risalire anche quel fiume.
-Chissà cosa troveremo Pachirisu.-
Bastò solamente qualche minuto per notare un altro ponte con nuovi Pokémon, ma non solo, il fiume infatti proseguiva.
-Proviamo a continuare, poi in caso torneremo qua.-
Con sua enorme sorpresa, la ragazza scoprì una parte della foresta gigantesca ed ancora inesplorata. Ciò la rese incredibilmente emozionata, e solo dopo aver superato una seconda zona trovò un altro punto d’attracco, dal quale salì.
Il piccolo spiazzo di terra nel quale era salito era pieno di fiori meravigliosi, ma non c’era nessun Pokémon nella zona in cui si trovava, così seguendo il sentiero tra gli alberi passò a quella successiva.
Qui la vegetazione era ancor più folta, con dell’erba alta all’interno della quale i suoi Pokémon si vedevano a fatica.
Passeggiando vicino a questa però un Pokémon sconosciuto cadde da un albero vicino, di notevoli dimensioni sembrava esser protetto da una corazza viola dalla quale si vedevano solo gli occhi.
Fortunatamente non la colpì, ma la ragazza lo sfiorò comunque per iniziare una cattura e scoprire di chi si trattava.
In un primo momento il Pokémon si limitò a fluttuarle attorno, poi mentre lei continuava a disegnare le sue Linee di cattura, si fermò richiudendosi su se stesso, e producendo poi una chiazza verde e viscosa.
Sara però non si lasciò colpire, e lo catturò senza problemi.
Il suo nome era Forretress, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca lanciando masse di sostanza vischiosa. Attenzione: può esplodere!”.

Non molto distante da lì c’era però anche un altro Pokémon che attirò la sua attenzione. Sembrava un coniglio marrone, alto e snello, che saltellava di qua e di là.
Passando per l’erba alta, rallentando visto erano un po’ di ostacolo, lo raggiunse, iniziando la cattura.
Inizialmente questo saltò ancora come se nulla fosse, poi iniziò a piroettare su se stesso, ed allora la ragazza si allontanò immediatamente per evitare d’esser colpita dalle sue orecchie, ed in seguito venne avvolta da un’aurea rossa con la quale la caricò.
Nessuno di questi attacchi però fu un problema, e lei riuscì presto a catturarlo.
Il suo nome era Lopunny, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa; distruzione 2”, “Attacca lanciandosi alla carica. Inoltre, con i suoi salti può emettere onde d’urto.”

Ancor più vicino poi ce n’era uno simile ad un grande coleottero color porpora, ed anche stavolta la ragazza volle avvicinarsi.
Durante i suoi attacchi, mentre il Pokémon saltellava, produceva alcune note musicali sfregando le zampe, catturarlo in ogni caso fu semplice.
Il suo nome era Kricketune, “Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot. - Mossa: Taglio 2”, “Attacca emettendo suoni e lanciando masse di sostanza appiccicosa.”.

Forse si stava facendo distrarre un po’, però era veramente più forte di lei.
Ora che non le sembrava ci fossero altri Pokémon sconosciuti, proseguì verso sud, in una zona ricoperta da erba alta.
Non era semplice evitare i vari Pokémon, e di fatti la ragazza non poté sfuggire ad un Floatzel, vedendosi costretta a catturarlo.
Continuando però verso sud arrivò nei pressi di una grotta nascosta, vicino alla quale c’era un altro Pokémon che non consoceva.
Avvicinandosi quindi, iniziò la cattura, durante la quale lui tentò di lanciarle contro degli aculei e produsse una polverina gialla.
Evitando anche questi attacchi però lo catturò senza danni.
Il suo nome era Roserade, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 3”, “Attacca lanciando foglie e aculei. Può anche spargere polline.”.

Era il Pokémon di cui Glenda e Lidia avevano bisogno, ora poteva tornare indietro.
Però…c’era ancora quella grotta.
Non volendo tralasciare nessun punto vi entrò, ma tutto ciò che trovò fu una scultura a forma di diamante, distruggibile tramite una Mossa distruzione 5.
-E’ come quelli che ho già incontrato…-
Non poteva essere un caso. Più avanti, avrebbe dovuto controllare.
In ogni caso al momento tutto ciò che le restava da fare era tornare alla Federazione, ed immediatamente usò l’aiuto del Floatzel per tornare lungo il fiume.
C’era però ancora la zona vicino al pescatore che non aveva controllato, ed attraccando notò tra le piante un piccolo Pokémon simile ad un gatto, con le orecchie a forma di foglia ed il corpo marrone chiaro.
Cercando di raggiungerlo nell’erba alta iniziò la cattura, durante la quale il Pokémon cercò d’attaccarla lanciandole delle foglie, e creò addirittura dei rovi nel terreno.
Questi sparivano in relativamente poco tempo, ma indubbiamente la rallentavano.
L’ultimo attacco che usò prima di essere catturato, fu uno con il quale si protesse tramite delle foglie volanti.
Il suo nome era Leafeon, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 3”, “Attacca lanciando foglie e facendo spuntare rampicanti dal terreno.”.

Questa volta però era veramente l’ultimo Pokémon da controllare, e catturando uno Staraptor, liberando anche Lopunny, Alakazam, Forretress e Kricketune, la ragazza tornò alla Federazione.
-Sara, eccoti di ritorno! Vieni su! Presto!-
Perplessa per il suo comportamento, Sara la seguì mentre raggiungevano il tetto del palazzo. Qui erano stati allestiti numerosi vasi con fieri blu, verdi e rossi, e c’era addirittura un carretto simile a quello della famiglia sul monte vedetta.
Lidia fu la prima a spiegare la situazione.
-Mi spiace averti mentito. Ci stavamo preparando per questa festa a sorpresa. Ci siamo inventati quell’incarico per non fartelo scoprire.-
-Oh, ragazze…-
Disse Sara commossa guardando Glenda.
-Incarico completato! Ok, gente! Adesso potete entrare!-
Arrivò poco dopo anche la presidentessa Edvige, che si guardò attorno con un sorriso.
-Oh, caspita, ma che bello!-
-Una festa! Perbacco, una festa!-
Perfino il professor Frenesio ne era felice, ed anche Viola.
-Linda e Glenda, avete organizzato tutto da sole?-
Dopo di lei arrivò anche Settimo, che fece l’occhiolino ad entrambe.
-Ragazze, vi siete superate. Sono addirittura commosso.-
-Oh! Che profumino invitante!-
Alex fu l’ultimo ad arrivare, a quanto pare nessuno di loro aveva idea della festa.
-Ci sono tutti? Glenda, vai con il discorso.-
Disse Linda cedendo la parola alla collega.
-Eh? Io?...sono così nervosa. Ehm…ciao a tutti. Grazie per essere venuti. Linda e io volevamo fare qualcosa per ringraziare i nostri Ranger. Durante l’Operazione Luciano si sono comportati da veri eroi.-
Disse brevemente la bionda, ridando parola a Linda.
-Grazie, Glenda. E adesso, per festeggiare il grande successo dell’Operazione Luciano…-
La ragazza aprì un grande cestino da pic-nic posto al centro della stanza, e la reazione di tutti fu ovvia.
-Salute!-
Il gruppo mangiò quindi di gusto, ridendo e scherzando delle varie avventure che avevano avuto in passato, e trascorrendo una buona ora tutti assieme, riposandosi dal lavoro. Pachirisu e gli altri Pokémon Compagni giocavano assieme divertendosi, mentre tutti condividevano qualcosa da bere.
Al termine della merenda ciascuno di loro aiutò a sistemare, e Sara e Glenda furono le ultime a tornare di sotto.
-Prima non ho potuto darti questo perché eravamo impegnati a festeggiare. Ecco qui!-
Slambiccando nello Styler la ragazza aggiunse i potenziamenti per l’incarico fatto.
-“Hai ottenuto: Difesa Coleottero.”-
Riduceva di tre i danni di un attacco Coleottero.
-Grazie Glenda.-
-Non c’è di che, ed ora torniamo al lavoro!-
Annuendo entrambe tornarono alle proprie mansioni, tra le quali per la Ranger c’era il completamento degli ultimi incarichi della giornata.
Non voleva esagerare completandoli tutti in un giorno solo, ma almeno quelli alla Federazione sì, e stando alle informazioni Willy aveva bisogno d’aiuto.
Era strano in effetti non avesse partecipato alla festa.
Scendendo al piano inferiore però lo trovò nella stanza a sinistra del piano, con molti altri Ranger.
-Ahem! Signore e signori! E’ iniziata la quarta sfida per Ranger di Willy! Il regolamento è semplicissimo! La prima persona che mi porta i sette Pokémon in cui si evolve Eevee vince!-
A quelle parole iniziò ad alzarsi un brusio dagli altri Ranger, mentre Sara si limitava ad ascoltare.
-Avete sentito bene, chi li porta tutti e sette diventa la nuova fantastica superstar! La fantastica superstar riceverà un trofeo realizzato dal signor Guardiaboschi! Inoltre, canterò anche il mio componimento intitolato “Fantastica Superstar”! Venghino signore, signori e Pokémon! Prendete  parte alla sfida!-
Incitò l’uomo guardandola poi emozionato.
-Sara, tu partecipi, vero?-
Non era un incarico, però sembrava interessante.
-Sì.-
-Iscrizione accettata! Ok, voglio vedere le sette evoluzioni di Eevee tutte insieme. Si tratta di: Vaporeon, Jolteon, Flareon, Espeon, Umbreon, Leafeon e Glaceon. Devi catturarli tutti prima degli altri se vuoi diventare la nuova fantastica superstar!-
Visto il loro numero non sembrava così semplice, ma niente che un po’ di logica non sistemasse.
-Allora…Vaporeon si trova al Castello di Almia o alla Torre Altru. Jolteon invece lungo la strada per il tempio Haruba. Flareon al vulcano Caldonio. Espeon al tempio Haruba. Umbreon alle Rovine Cromane. Leafeon invece nella Foresta di Vien.-
Disse controllando il Navigatore e la Mappa.
-Ho già Vaporeon e Leafeon, ma non so dove sia Glaceon…anche se dal nome sicuramente sarà nei pressi della Valle di Crio, e solo nei pressi del castello non ho controllato bene.-
Forse era meglio partire proprio da lì. Infondo ad Haruba ad esempio era semplice arrivare anche senza Pokémon, ma in luoghi come il Vulcano Caldonio e il Castello di Almia era impossibile.
Uscendo quindi dalla Federazione volò in direzione del castello, senza però entrarvi.
Catturò invece un Empoleon, e spostandosi verso un pontile a destra entrò in acqua, lasciandosi trasportare dalla corrente.
Già dal punto iniziale però intravide sopra di lei un Pokémon a lei sconosciuto, ed alla prima occasione si spostò a sinistra raggiungendo una zona d’attracco.
Qui c’era effettivamente un Pokémon molto elegante, dal corpo simile al ghiaccio e dalle lunghe orecchie. Immediatamente lei iniziò la cattura, evitando un raggio di ghiaccio ed una tormenta di neve creatasi attorno al Pokémon.
Dopo solo questi due attacchi però lo catturò.
Il suo nome era Glaceon, “Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca lanciando pezzi di ghiaccio e sparando un raggio gelido dalla bocca.”.

-Ottimo, siamo a tre.-
Catturando l’Empoleon vicino per tornare indietro il livello dello Styler aumentò poi al livello quarantadue, con cinque punti in più di potenza e due di energia, arrivando a 93/93.
-Direi di andare da Umbreon adesso.-
Da quel che ricordava raggiungerlo alle Rovine Cromane non era semplice, quindi lasciando che la corrente la portasse fino all’inizio del Lago Ghiacciato catturò uno Staraptor e volò alle Rovine Cromane.
Servì parecchio tempo a causa della neve che aveva iniziato a cadere, e che rendeva il volo dello Staraptor difficile, ma presto il calore aumentò e si stagliò il profilo delle immense rovine di Almia.
Arrivata alla cima però notò uno strano Pokémon, simile ad un uccello blu dalle ali bianche.
Non avendolo mai catturato non volle farsi scappare l’occasione, ed iniziò subito la cattura.
Il Pokémon era rapido, ed era in grado di creare dei piccoli tornado che rimanevano fermi sul posto. Poteva addirittura soffiare un fuoco azzurro e creare degli oggetti affilati che, volteggiandogli intorno, lo proteggevano.
Non fu semplice catturarlo senza danni a causa di questi ultimi che venivano costantemente creati, ma alla fine ci riuscì.
Il suo nome era Altaria, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Taglio 2”, “Attacca usando vortici e fiamme blu. Si protegge con una barriera misteriosa.”.

Felice per la cattura la ragazza scese quindi per le rovine, proseguendo per la strada a destra, senza fermarsi e cadendo infine nel buco che l’avrebbe portata ancora più in basso.
-E’ passato tanto, ma ricordo ancora la strada.-
Andò quindi a destra, facendo attenzione anche ai Koffing e cadendo finalmente nel punto vicino al quale si trovava Umbreon; come le altre volte era ancora un mini labirinto di sentieri.
Dopo aver catturato un Drifblim la ragazza andò a destra verso la prima apertura nel soffitto, e raggiungendola tramite il suo potere trovò Umbreon, vicino alla porta misteriosa.
Effettivamente c’erano ancora delle cose che non conosceva di Almia, come alcuni ostacoli vicino al Castello di Almia, o nella Foresta di Vine, i cristalli ed ora questa porta.
-Immagino avremo molto da fare anche dopo gli incarichi.-
Disse la ragazza a Pachirisu, mentre raggiunse Umbreon per catturarlo.
-Perfetto, ed ora direi Flareon al vulcano.-
Uscendo dalle rovine con l’aiuto di vari Drifblim si fece aiutare da uno Staraptor a raggiungere Caldonia.
Era così piacevole rivedere l’isoletta e sentire sulla pelle il calore dei dintorni. Il mare poi quel giorno era particolarmente bello.
Atterrando sull’isola la ragazza andò verso l’entrata a destra del vulcano, dove sapeva si trovava Flareon.
L’unica cosa che dovette fare fu catturare un Torkoal  e nuotare lungo il fiume di lava, seguendolo fino a spostarsi nella zona a destra ed andare a nord, dove su un piccolo piazzetto si trovava Flareon.
Catturando un altro Torkoal per tornare indietro però dovette liberare Roserade e Altaria.
Ormai lo spazio scarseggiava.
Scendendo verso sud la ragazza arrivò ad un'altra zona d’attracco, dalla quale seguendo il sentiero poté tornare all’inizio del vulcano, uscendo.
-Ok, ora andiamo al tempio Hippodown.-
Il suo obbiettivo era Espeon, e nel giro di un quarto d’ora arrivò proprio davanti al tempio, dove una tempesta di sabbia imperversava.
Forse quel luogo era tra i meno piacevoli, visto era dove Aride aveva rapito Alex, ma nell’insieme era comunque affascinante.
Inoltrandosi al suo interno, e superando la prima stanza, la ragazza si mosse nel primo corridoio prendendo la porta a nord, ed oltrepassando anche la stanza successiva evitando le sfere di sabbia percorse un secondo corridoio al termine del quale, con un Drifblim, salì al piano superiore.
La stanza successiva era quella nella quale ci si poteva spostare solo tramite l’erba salterina, ma ricordando bene il percorso non fu difficile uscirne rapidamente.
Da lì, dopo un ultimo corridoio, salì attraverso un ascensore fino alla narice esterna della scultura dell’Hippodown del tempio, ed entrando nella seconda narice, affrontando nuovamente la stanza dove il pavimento si creava e svaniva, arrivò finalmente dove ricordava ci fosse l’Espeon, ovvero nella stanza il cui pavimento, attraverso delle frecce, la spingeva contro la sua volontà.
Non fu semplice trovarlo, ma alla fine il Pokémon si trovava oltre la porta a destra della stanza.
-Ne manca solo uno.-
Uscendo di corsa dal tempio seguì la strada verso il Villaggio Haruba, ma una volta raggiunto lo spiazzo desertico poco prima di questo un grande Pokémon volante, dal corpo verde, la inseguì iniziando una cattura.
I suoi movimenti erano lenti, tuttavia era in grado di creare degli oggetti affilati da lanciarle contro, e generava dei tornado che rimanendo immobili la ostacolavano.
Senza preavviso, grazie alle sue ali dai bordi rossi, creava anche delle onde d’urto, ma non furono comunque un problema per lei e dopo poco lo catturò.
Il suo nome era Flygon, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Taglio 4”, “Attacca emettendo onde d’urto e ultrasuoni mentre volta.”.

Conclusa anche questa cattura, in ogni caso, la ragazza tornò al deserto, usando le scale alla sinistra di questo per raggiungere il punto dove si trovava Jolteon, e catturarlo.
Liberando Flygon tutto ciò le rimaneva da fare era tornare alla Federazione.
-Beh, spero tu abbia voglia di camminare Pachirisu.-
-Pachi.-
Impossibilitati a chiedere aiuto ad uno Staraptor, i due raggiunsero il ponte d’attracco a sinistra del villaggio, dove si trovavano due marinai; il primo vestito di rosso, l’avrebbe portata a Caldonia, mentre l’altro vestito di verde a Portena.
Fu con quest’ultimo che parlò.
-Salve, avrei bisogno di attraversare il mare.-
-Vuoi tornare a Portena?-
-Sì.-
-Il mare è agitato! Tieniti forte!-
Nonostante questo problema non sembrava intenzionato a rimanere a terra, e lei poteva solo fidarsi delle sua capacità.
Effettivamente il mare era veramente agitato, tanto che viste le onde quasi lei saltava da un punto all’altro, ma in mezz’ora erano già arrivati al porto.
-Siamo arrivati. Stammi bene!-
-La ringrazio per il passaggio.-
Disse la ragazza salutando l’uomo con una mano.
Arrivati a Portena il viaggio era ancora lungo, ma muovendosi con la dovuta calma, e riposandosi di tanto in tanto, entrambi tornarono alla Federazione da Willy.
-Woohoo! Li hai portati tutti!-
Esclamò Willy mentre i sette si sistemavano attorno a lui.
-Benissimo, la fantastica superstar di questa sfida è…Sara! Mi sembra ovvio, no? Complementi, fantastica superstar!-
Tutti i Ranger presenti applaudirono alla ragazza, sicuramente con ammirazione per averli trovati tutti.
-Iniziamo con…il trofeo fantastica superstar! Il signor Guardiaboshi l’ha fatto per me.-
Disse poi Willy, consegnandole una statuetta raffigurante un Eevee, dal quale poi partivano tramite delle linee tutte le sue evoluzioni.
-E ora…rullino i tamburi, per favore…canterò per voi, proprio per voi, la mia canzone “Fantastica Superstar!”-
Immediatamente l’uomo intonò la propria canzone, anche se non nel migliore dei modi.
-Coome diventar una fantastica superstar. Bastaaa non arrendersi mai, e dico mai! Olè! La fantastica superstar va fortee trallalà! Tutti gridano il suo nomeee giù in città! Ma la forza non è tuttooooooo! E’ gentile sai di bruttoooooooo!!!-
Il modo in cui Willy cantava a squarciagola le fece venire un leggero mal di testa.
-G-grazie Willy, va bene così grazie.-
-Cosa? Posso smettere? Non ho neanche finito la prima strofa. Voglio dire, ci sono 102 strofe in tutto.-
-Va benissimo così. Ora devo andare a fare gli altri incarichi.-
Si scusò la ragazza facendo per andarsene, mentre lo Styler riceveva un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Tattica Tempo.”-
Con questa aumentava la durata della Poké Tattica ulteriormente. Lei non le usava spesso, però potevano rivelarsi molto utili.
-Sto già preparando la quinta SfiRa.-
Disse intanto Willy, fermandola.
-Cosa?-
-…SfiRa sta per “Sfida per Ranger”. Spero che parteciperai ancora. Adesso torno al lavoro.-
Disse il ragazzo sorridendo, lasciandola con i sette Pokémon.
-Ok…mi sembrava di aver visto Viola fuori con un fare preoccupato…-
Nonostante tutto però, quella sfida era stata bella, ed aver lì tutte le evoluzioni di Eevee le faceva un bell’effetto.
Uscendo dalla Federazione però si affrettò a parlare con Viola, anche se fu questa la prima a chiamarla.
-Sara, hai un po’ di tempo?-
-Certo, dimmi pure.-
Era così strano aiutare un altro Top Ranger, ma in qualche modo era incredibilmente gratificante.
-Ultimamente il mio compagno si sente giù…oh! Non farti strane idee. Per “il mio compagno,” intendo il mio Staraptor.
-Chiaro.-
Sorrise Sara annuendo.
-Durante l’Operazione Luciano è stato preso in pieno dalla forza della Macchina incredibile. E’ stato ferito alle ali. Le sue ferite sono completamente guarite, ma non si è ancora ripreso dal trauma. Penso che non si senta più in grado di volare.-
-Oh no, è terribile.-
-Voglio farlo sentire di nuovo selvatico. Voglio che veda degli Staraptor selvatici. Penso che gli ridarebbe la fiducia in sé stesso che gli serve per tornare a volare. Se possibile, vorrei formare un piccolo stormo di sette Staraptor, incluso lui. Devo rimanere qui a prendermi cura di lui, quindi posso chiederti questo favore? Vorrei che mi portassi sei Staraptor selvatici.-
-Ma certo, sarà un piacere.-
-Lo farai? Grande!-
Era molto bello da parte sua voler aiutare il suo amico, e per questo Sara si operò subito per muoversi verso il porto di Portena, tramite l’aiuto di uno Staraptor vicino.
Se Pachirisu avesse avuto un problema simile lei avrebbe cercato d’aiutarlo ad ogni costo, quindi capiva l’urgenza della situazione.
-Allora, arrivati al Castello di Almia, catturerò lo Staraptor vicino all’ingresso, ed andando poi al Campo Sottozero ne troverò un altro, incluso quello che si trova all’inizio del Lago ghiacciato.  Tornando indietro potrò poi prendere lo Staraptor ai Giardini Altru, e sarò già a quattro, e con quello alla Strada Cromana cinque. Non dovrò far altro che tornare alla Federazione per prendere l’ultimo.
Tutto questo l’avrebbe dovuto fare senza usare Staraptor, perché non poteva sapere quale fosse uno e quale fosse l’altro, ed avrebbe rischiato di liberare ad esempio quello catturato al castello.
Iniziò quindi l’itinerario da lei descritto, durante il quale non riscontrò particolari problemi di alcun tipo.
Certamente la giornata iniziò a farsi più dura, soprattutto nel tratto finale dove dovette fermarsi numerose volte, ma riuscì comunque a tornare da Viola, catturando anche l’ultimo Pokémon.
-Viola!-
Immediatamente gli Staraptor volarono attorno al Pokémon compagno di Viola, che sorrise alla collega.
-Grazie! Non dev’essere stato facile. Vediamo se funziona.-
Disse poi guardando tutti i Pokémon.
-Per favore, Staraptor, fate vedere al mio compagno come si vola!-
Immediatamente i sei presero il volo, piroettando sopra le loro teste e volteggiando felici.
A poco a poco anche quello della ragazza iniziò a reagire.
-Sì! Così! Il mio compagno si è ricordato come si vola! Siete stati magnifici, Staraptor!-
Alla fine anche il suo tornò a volare, felice come non lo era da tanto, e così anche per la ragazza che lo guardò commossa.
-Il mio Staraptor non mi farà più preoccupare! Grazie, Sara! Ti siamo entrambi molto grati!-
-Sono felice d’averti aiutato.-
Poco dopo lo Styler ricevette il messaggio da parte di Glenda.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Forza latente”.-
Questa aumentava la potenza se l’energia dello Styler scendeva nella zona gialla; particolarmente utile contro i Pokémon più forti.
Rimaneva a quanto pare solamente una persona nella vicinanze, e non le ci volle molto per notarlo ai piedi della scalinata sotto di sé.
-Ehi, giovane Pokémon Ranger, ascoltami.-
Urlò il vecchietto mentre lo raggiunse.
-Mentre ero sulle Alture Vertigine ho visto un Machop sollevare un masso bello grande. Penso che volesse allenarsi, usando quel masso come se fosse un bilanciere. L’ho guardato allenarsi dalla mattina. C’era il sole e faceva caldo. Devo essermi addormentato. All’improvviso ho sentito un gran boato. Mi sono svegliato di soprassalto! Mi sono guardato intorno e ho visto il masso. Ma quel Machop non c’era più! Giovane Pokémon Ranger. Forse, dico forse…che il Machop sia rimasto intrappolato sotto quell’enorme masso?-
-Diamine, sarebbe un bel problema…-
-Potresti andare a controllare?-
-Sì, subito.-
-Ottima risposta! Vai, vai, Pokémon Ranger!-
Correndo alle indicazioni del vecchietto, la ragazza raggiunse la base delle alture, iniziando la sua scalata cercando il masso di cui parlava.
Una volta arrivata in cima si spostò anche lungo la parete coperta di rampicanti, sperando dall’altra parte di trovare qualcosa; prima di scendere però, venne fermata da un grosso Pokémon simile ad un drago dalla pelle grigia, che le volò incontro iniziando una cattura.
Inizialmente il Pokémon si limitava a creare delle onde d’urto, poi creò addirittura dei raggi dorati con la quale bruciacchiò alcuni rampicanti. Questi erano sicuramente l’ostacolo maggiore, ma alla fine Sara riuscì comunque a catturarlo.
Il suo nome era Aereodactyl, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Volante- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca emettendo un raggio e lanciando ultrasuoni mentre vola.”

Superato il Pokémon almeno riuscì a proseguire, fino a raggiungere la zona successiva, dove già da lontano riusciva a vedere il Machop bloccato dal masso.
-Eccolo! Per fortuna sta bene.-
Una volta arrivata vicino al masso la ragazza scoprì che poteva essere distrutto grazie ad una Mossa Distruzione 4, e fortunatamente corrispondeva proprio a quella di Aereodactyl.
Chiedendo il suo aiuto quindi liberò il Machop, grazie ad un raggio del Pokémon, ed il piccolino, spaventato, corse incontro alla ragazza, iniziando involontariamente una cattura.
Ancora agitato il Pokémon tentò di attaccarla con una serie di pugni, ma lei riuscì comunque a catturarlo senza venir ferita.
Accanto al suo nome comparvero le scritte “Gruppo: Lotta- Poké Tattica: Lotta- Mossa: /-“, “Attacca sferrando pugni e lanciando sfere d’aura.”.

Come tutto finì il piccolino iniziò a girarle attorno, stabilendo un legame con lei.
Era passato molto tempo, ed anche Pachirisu in un certo modo ne fu felice, visto salutò il nuovo amico, che venne mandato subito al Ranch dei compagni.
-Starai bene con la mia famiglia.-
Il Pokémon immediatamente si allontanò, ma assieme a lui lo seguirono anche Sara e Pachirisu.
Per quella giornata avevano fatto abbastanza, e si meritavano un po’ di riposo.

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Capitolo 76
*** Dopo-storia 2 ***


Un nuovo giorno era iniziato ad Almia, e svegliatasi di buon ora, dopo aver dormito alla Federazione dei Ranger, Sara era pronta per tornare a casa a salutare la sua famiglia.
Dopo tutto il tempo era stata via ogni occasione era buona per tornare e star lontana il meno possibile, e così, con l’aiuto di uno Staraptor, era subito volata nei pressi di casa.
Oltrepassando la porta era già pronta a gustarsi una buona colazione, quando sua sorella le corse incontro.
-Eh? Sorellona!? Pensavo fossi già a casa!-
-No, sono appena tornata. Ho dormito alla Federazione.-
Spiegò lei accarezzandola la testa.
-…quindi chi sta facendo tutto quel rumore di sopra?-
A quelle parole Sara si zittì, corrugando la fronte e guardando le scale. Loro madre era in casa, ma stava riposando e non voleva svegliarla senza esser certa della situazione.
-…che sia un ladro? Ho paura. Sorellona, puoi dare un’occhiata di sopra?-
-Sì, rimani qui.-
Rispose Sara avviandosi verso il piano superiore.
-Per favore, fai attenzione…-
Non aveva idea di chi potesse essere entrato in casa, e se avesse o meno cattive intenzioni, ma quando salì trovò qualcosa di inaspettato.
Si trattava di un Pokémon dal corpo blu, che salvata da una zona all’altra della stanza tirando i libri fuori dagli scaffali e saltando sul letto.
Sembrava un vero combina guai, e non appena la vide si lanciò subito contro la ragazza, iniziando una cattura.
Limitandosi a camminarle attorno di tanto in tanto il Pokémon le arrivava contro con una carica dall’aura rossa, però questa non la colpiva mai ed in men che non si dica venne catturato.
Il suo nome era Munchlax, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: /-“, “Attacca lanciandosi alla carica.”.

-Oh, wow! Sono colpita! Hai addirittura catturato un ladro!-
A parlare era stata sua sorella, che senza ascoltarla l’aveva seguita non appena il rumore era cessato.
-E’ un Munchlax.-
-Eh? Un Munchlax, non un ladro? Oh, ecco cos’era. Cattivo Munchlax! Mi hai fatto paura!-
Il Pokémon, pur abbassando il capo per scusarsi, sembrava ridersela un po’ per la reazione della piccola, che si rivolse poi a sua sorella maggiore.
-Mi spiace averti rubato del tempo, sorellona. So che hai sempre Munchlax da fare…ehm…volevo dire…molto da fare!-
-Non preoccuparti. Proprio per questo sono tornata qui, per far colazione assieme.-
-Evviva! Allora ti aspetto di sotto!-
Mentre la piccola se ne andava il Pokèmon iniziò a girarle attorno, stabilendo con lei un legame d’amicizia.
A quanto pare ci sarebbe stato un nuovo amico al Ranch dei compagni.
Entrambi quindi scesero le scale, e mentre lui usciva dalla porta Sara si accomodò al tavolo, dove la sorella aveva messo del pane con della marmellata.
-Mamma, è arrivata Sara!-
Urlò la piccola svegliando la madre, che le raggiunse poco dopo.
-Oh! Scusami Sara, stavo ancora dormendo.-
-Non preoccuparti. Sono venuta a far colazione con voi.-
Sorrise la ragazza addentando una fetta di pane, e dandone una anche a Pachirisu.
-Che carina. Come sta andando al lavoro?-
Chiese la madre accarezzandole la testa.
-Sara ha appena catturato un Munchlax che era nella sua stanza!-
Urlò la bambina allegra.
-Avevamo un ospite e non ce ne siamo nemmeno accorti?-
Scherzò la madre prendendo a sua volta qualcosa da mangiare.
-Adesso sarà al Ranch.-
-Anche tuo padre sarà lì, dopo vai a salutarlo.-
-Sì mamma.-
Trascorsero un buon quarto d’ora a parlare di come la ragazza stava, delle sue condizioni e del suo lavoro, mentre lei chiedeva come andavano le cose a casa e se stavano tutti bene.
Le cose fortunatamente non erano cambiate, e come aveva promesso dopo la colazione andò al Ranch.
I Pokémon al suo interno erano certamente aumentati, ma tutti quanti, o almeno la maggior parte, canticchiavano e giocavano allegri.
Sicuramente avevano fatto un buon lavoro a mantenerli.
-Sara!-
Il padre era intento a rastrellare il terreno, ma si fermò vedendo la figlia arrivate e l’abbracciò.
-Ciao papà.-
-Mi sembri proprio in gran forma.-
-Grazie, vedo che anche i Pokémon stanno bene.-
Rispose lei guardandosi attorno, mentre anche questi venivano a salutarla.
-Sì, ogni giorno giocano e si divertono. Vorrei avere io una vita così ahaha.-
-Grazie che ti prendi cura di loro. Io non riesco ad essere a casa spesso.-
-E’ un piacere, mi occupo le mie giornate. A proposito, tua madre aveva bisogno di qualcosa se non sbaglio, l’hai vista?-
Chiese il padre riprendendo a lavorare.
-Sì, ma non mi ha detto niente.-
-Se ne sarà dimenticata. Torna pure da lei e vedrai che avrà qualcosa da farti fare.-
-Va bene, ci vediamo presto allora.-
Salutando il padre lei e Pachirisu, che si era messo a giocare con gli altri Pokémon, tornarono a casa, dove la madre stava già sistemando.
-Oh, ciao. Finalmente a casa!-
Scherzò lei vedendola di ritorno.
-Sto preparando il pranzo per tuo padre. Sai, il professor Frenesio mi ha dato un cosiddetto “Buono incarico”. Dice: “Valido per un incarico dovunque, in qualsiasi momento e come volete.”. Penso di volerlo usare subito.-
-Va bene, ma puoi fare un incarico quando vuoi.-
Spiegò Sara aspettando.
-Ok, qui è la mamma che parla. Sono così impegnata che ho bisogno di qualcuno che legga la ricetta sul frigo. Accetti questo incarico?-
-Ahah, sì mamma.-
Più che un incarico era un piccolo favore, nulla di che. Però lei ne sembrava tanto contenta.
-Allora andiamo! Devi solo leggermi il biglietto che ho attaccato al frigo.-
-Ok, allora…”Ricetta per la zuppa della mamma. Taglia a pezzettoni le verdure fresche del Ranch dei compagni. Mettile in una pentola piena d’acqua calda e lessale finché non diventano tenere. Il piatto è pronto!”.-
-Grazie mille, tesoro. E’ tutto! L’incarico è completato!-
-Buuu. Che incarico facile!-
La figlia minore la prese un po’ in giro per quel tipo di incarico, ma alla fine anche cose simili erano nel lavoro da Ranger, se erano per aiutare.
-Oh, non star tanto a criticare. Sara lavora sempre così tanto…-
-Grazie mamma, sono felice d’averti aiutato.-
Rispose la ragazza sorridendole, mentre riceveva un messaggio.
-Sono io, Frenesio! Sembra che tua madre abbia usato bene quel Buono Incarico che le avevo dato. Spero proprio che tu abbia fatto qualcosa per dimostrare quanto tieni a lei. In ogni caso, incarico completato! Ecco i tuoi Dati di potenziamento!-
-“Hai ottenuto: Difesa Lotta.”-
A quanto pare riduceva di tre i danni di un attacco Lotta; per un incarico simile forse era anche troppo però…
-Va bene allora, vediamo se nelle vicinanze qualcuno ha bisogno.-
Disse la ragazza controllando gli Incarichi nello Styler, vedendo che Luisona aveva bisogno di qualcuno.
-Adesso torno al lavoro, ci vediamo presto.-
Salutando tutta la famiglia la ragazza andò verso la città di Vien.
Era passato molto tempo dall’ultima volta che era stata lì, e così non poté resistere alla tentazione di andar a salutare i suoi vecchi amici al quartier generale Ranger.
Oltrepassando la porta fortunatamente vide che erano tutti lì, sorpresi di vederla.
-Sara! Che bello che sei qui!-
Urlò Luana saltandole addosso ed abbracciandola.
-Stai affrontando missioni sempre più pericolose, vero? Cerca di fare attenzione, ok?-
Le disse accarezzandole la schiena preoccupata.
-Stai tranquilla, con Pachirisu con me non ho nulla da temere.-
-Pachi!-
-Oh! Pachirisu!-
Notandolo, la ragazza si precipitò anche da lui, abbracciandolo e coccolandolo, e fu il turno di Ilario di abbracciare l’amica.
-Noi staremo di guardia alla Città di Vien. Sara, tu ti sposterai da un luogo all’altro attraversando tutta Almia. Facciamo del nostro meglio, che ne dici?-
-Certo Ilario.-
-Così si fa!-
Il ragazzo ancora non la lasciava andare, ma anche gli altri volevano salutarla.
-Andiamo non sciuparla Ilario.-
Lo rimproverò Brando, dando poi una bella pacca sulla spalla all’amica.
-Ti è stato dato un pass per entrare all’Arena dei Ranger?-
Chiese poi curioso.
-Oh, sì è vero.-
-Non so bene tutta la storia, ma devi attraversare il mare per arrivarci. Però non ci si può andare in nave. Devi arrivarci a bordo di un Pokémon. Non ho idea di quale Pokémon possa essere, però.-
Inaspettatamente Brando le aveva dato un gran numero di informazioni utili.
-Grazie, troverò un modo allora.-
-Ultimamente non ho smontato niente. Ciò mi fa sentire stressata. Magari potrei montarti e smontarti una barca.-
Propose Elena slambiccando con la chiave inglese.
-Sono sicuro che troverai qualcosa da fare Elena. Io invece ho deciso di provare il test d’ingresso per l’Accademia dei Ranger.-
Disse Ben sorprendendola.
-E’ fantastico! Sono sicuro ci riuscirai.-
-Mi ha convinto Brando, dicendomi che l’età non conta.-
-E’ sicuramente una buona idea, faccio il tifo per te Ben.-
-Facciamo tutti il tifo per lui. Ora però che ci siamo salutati e ritrovati è il momento di tornare al lavoro! Forza gente!-
Dando gli ordini Brando fu il primo a muoversi per pattugliare la città, ed anche gli altri lo seguirono, mentre Sara si spostava alla fattoria di Luisona. L’odore di latte fresco che si sentiva non appena si entrava le dava subito energia.
-Sara, hai un po’ di tempo per me?-
Luisona assieme ai suoi figli stava sistemando casa, ma si era fermata non appena l’aveva notata.
-Certo Luisona.-
-Sai che mio marito ha una paura matta dei Pokémon, vero?-
-Sì, me lo ricordo.-
Anche al loro primo incontro effettivamente si era spaventato tanto per un Pokémon.
-Beh, finalmente ho scoperto il perché. La notte scorsa l’ho sentito parlare nel sonno. Sembra che quando Luchino era piccolo, uno Slakoth lo abbia graffiato mentre giocava. Aveva scambiato lo Slakoth per un peluche e si era messo a saltargli sulla pancia.-
-Oh, poverino. Non c’è da stupirsi lo abbia graffiato.-
-Una cosa del genere avrebbe fatto arrabbiare qualsiasi Pokémon. Luchino ha iniziato ad avere paura dei Pokémon dopo che lo Slakoth l’ha graffiato. Adesso, quando ne vede uno, pensa subito che lo voglia graffiare. Quindi penso che la cosa ideale sia una bella terapia d’urto. Potresti portarmi uno Slakoth?-
Chiese quindi la donna speranzosa di aiutare il marito.
-Sì.-
Non poteva sapere se fosse l’idea migliore o meno però tanto valeva provare.
-E’ molto generoso da parte tua. Però ricordati che ci serve uno Slakoth. Gli altri Pokémon non vanno bene.-
Se non ricordava male uno Slakoth era nei pressi dell’Accademia dei Ranger, quindi il primo posto dove cercare era lì.
Uscendo dalla casa di Luisona si affrettò a percorrere la Strada dell’Accademia ed a superare il ponte fino ad arrivare al cancello.
Era passato molto dall’ultima volta che era stata lì ma se ben ricordava gli Slakoth riposavano sugli alberi; così, catturando un Budew, utilizzò la sua mossa contro l’albero più vicino, dal quale cadde il Pokémon che cercava.
Adorabile come sempre, fu anche molto facile da catturare, e poté tornare subito da Luisona.
-Oh, ci hai portato lo Slakoth! Grazie mille!-
Disse la donna abbracciandola con una forza tale da stritolarla quasi, lasciandola andare per chiamare il marito.
-Luchino!-
Questo subito entrò dalla porta sul retro, allarmato.
-Co-co-cos’è?-
Il Pokémon non appena sentì il profumo del latte gli si avvicinò, spaventandolo involontariamente.
-Que-quella cosa?! E’ uno Slakoth! Aiutooo! Mi graffierà!-
-Non ti graffierà! Fai finta che sia un grosso cuscino e dagli un grande abbraccio. Funzionerà!-
Lo incitò Luisona impedendo ai figli di aiutarlo.
-E’ il peggior cuscino che abbia mai visto!-
-No, non fare così! Va tutto bene, davvero. Se non ti sbrighi, ti graffio io! Devi semplicemente fare ricorso a un po’ del tuo coraggio. Credimi, ti farà finalmente passare la paura dei Pokémon. Li troverai assolutamente adorabili, vedrai. Fidati di me!-
Luisona era molto buona a tentar d’aiutarlo, ma le sue minacce spaventavano Sara perfino più di un Pokémon in carica, e così anche per il marito forse.
-Mi stai spaventando ancora di più. Va bene, va bene. Però terrò gli occhi chiusi.-
Trattenendo il respiro Lucino abbracciò il Pokémon, che ricambiò il gesto sfregandosi contro di lui.
-Vedi? Non c’è niente di cui avere paura, giusto?-
Disse la moglie sorridendo.
-Non…non è tutto ok, ma…e’ peloso…caldo…e non mi sta graffiando. Darò solo una sbirciatina…-
Rispose lui aprendo un occhio.
-Aah! Sta guardando da questa parte! E’…è…beh, è carino!-
-Luchino, hai iniziato ad avere paura dei Pokémon quando eri un bambino. E’ stato allora che uno Slakoth ti ha graffiato con le unghie. Ma te lo meritavi, perché gli eri saltato addosso, spaventandolo. Lo hai detto ieri notte nel sonno.-
Gli spiegò Luisona accarezzando a sua volta il Pokémon, ancora tra le braccia di lui.
-Davvero!? Non riesco proprio a ricordarmi di una cosa successa così tanto  tempo fa. Comunque, immagino di dovere delle scuse a quello Slakoth.-
-Sara, ti sono davvero grata. Penso che adesso Luchino abbai meno paura dei Pokémon.-
Disse Luisona guardandola.
-Ahahah! Mi fai il solletico, Slakoth!-
Il Pokémon aveva iniziato a sfregare la testa contro quella dell’uomo, facendolo ridere.
-E’ sicuramente un grande traguardo, sono felice per te Luchino.-
Sorrise Sara guardandolo.
-Grazie Ranger.-
Ora che il suo incarico era terminato la ragazza uscì per proseguire nel suo lavoro, mentre lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Terra”.-
Questa riduceva di tre i danni di un attacco terra, ed era certamente molto utile.
-Ottimo, nelle vicinanze gli incarichi sembrano finiti, vediamo dove andare ora…-
Stando allo Styler, c’era bisogno di lei a Portena ed ai Giardini Altru; il resto era soprattutto ad Haruba, a Caldonia ed alla Valle di Crio, ma per quei tipi di incarichi preferiva aspettare e farli con calma, visto erano molto distanti.
Si diresse quindi a Portena, pronta ad aiutare chiunque avesse bisogno.
Visto la città era abbastanza vicina la ragazza decise di non chiedere aiuto a nessun Pokémon, ma di godersi semplicemente una passeggiata per il bosco.
Le faceva bene camminare in mezzo alla natura, ed anche a Pachirisu piaceva molto. Arrivati a metà del percorso, ovvero sulla cima del monte vedetta, notarono anche il carretto appartenente al figlio ed alla madre che avevano aiutato Alex, al tempo dell’Operazione Luciano quando venne catapultato lontano dalla Torre dal Pokémon di lavina.
-Prego, da questa parte! Ammirate la vista spettacolare, di sicuro la migliore attrazione di Almia!-
Urlava il giovane ragazzo a chiunque si avvicinasse, mentre la donna ammirava già il paesaggio.
Visto non li aveva ancora ringraziati, Sara decise di avvicinarsi.
-Oh, un Ranger. Qualche tempo fa, è arrivato qui un Ranger che era stato buttato giù dalla Torre. L’ho svegliato e mi sono presa cure delle sue ferite, prima che se ne andasse. Ebbene, l’altro giorno è passato qui solo per ringraziarmi. Penso si chiamasse Alex.-
-E’ un mio caro amico. E vi ringrazio anche io per averlo aiutato.-
Disse subito Sara guardandola.
-Che ragazzi educati. Arrivare fin qui solo per questo.-
-Mi sembra il minimo. Vi auguro una buona giornata.-
Concluse la ragazza, avviandosi nuovamente verso Portena.
La città era piena di vita, e la gente passeggiava tra le vie felice la pace fosse tornata.
Spostandosi per la zona est, lungo il secondo tratto di strade, la ragazza notò presto Allegra, la sorella minore di Leo, che si avvicinò non appena la vide.
-Ehm…vedi…no…niente!-
-Allegra, va tutto bene?-
Chiese Sara inginocchiandosi davanti a lei per ascoltarla.
-Beh, in realtà…ok! Ho qualcosa da chiederti! Leo sta lavorando alla Altru su un nuovo progetto.-
Oh oh…di nuovo la stava trascurando?
Non che lo facesse apposta, ma era successo tante volte…
-L’obbiettivo del progetto è ottenere tanta elettricità da un alito di vento. E’ molto, molto occupato. Non ha molto tempo per riposarsi. Per questo gli ho scritto una canzone! Lo aiuterà a rilassarsi.-
-Ow, come sei dolce Allegra.-
Disse la Top Ranger intenerita.
-Vorrei farla cantare a dei Pokémon. Mi servono questi Pokémon: Chatot, Kricketune, Chingling e Jigglypuff! Per favore, Ranger, puoi portarmeli qui tutti insieme?-
-Sì, assolutamente.-
-Evviva! Grazie!-
Ad uno scricciolo simile non si poteva certo dire di no, però i Pokémon non erano in zone molto vicine tra loro.
Chatot per fortuna era a Portena, Kricketune si trovava nella zona nascosta della Foresta di Vinen, mentre Jigglypuff e Chingling erano nella grotta per arrivare alla Valle di Crio.
Probabilmente sarebbe partita da questi due, lasciando per ultimo Chatot.
Tornando alle porte della città quindi, la ragazza catturò uno Staraptor per arrivare all’entrata della Federazione, dalla quale, tramite un Floatzel, risalì il fiume per la grotta della Valle di Crio.
La grotta aveva mantenuto il suo aspetto tetro, ma le gocce che cadevano dal soffitto producevano un suono quasi rilassante.
Non appena furono entrati la ragazza si spostò subito a destra, per attraccare ad un molo vicino al quale si trovava Jigglypuff. Accanto a questo però c’era anche un altro Pokémon, simile ad una gigantesca lucertola blu, e che mai aveva visto.
Non appena notò Sara, questo Pokémon le fu subito addosso, dando il via alla cattura.
Come primo attacco tentò di sferrare delle artigliate tramite le ali rosse sulla schiena, ed alzandosi sulle zampe anteriori, colpendo poi con violenza il suolo, produceva delle onde d’urto.
Al termine della cattura però non le aveva recato alcun danno.
Il suo nome era  Salamence, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca emettendo onde d’urto e fiamme incandescenti”.
Catturato lui fu il turno di Jigglypuff, e con l’aiuto di un altro Floatzel Sara si spostò verso il secondo punto d’attracco, procedendo a piedi per la grotta.
Superando il ponte nella zona successiva, percorse tutte le scalinate spostandosi poi a destra, iniziando così a scendere per poter raggiungere un altro molo nascosto, e ripercorrendo anche quell’ultimo fiumiciattolo trovò un Chingling.
-Bene, direi di andare al Campo  Sottozero per trovare uno Staraptor.-
Il gelo sicuramente non l’aiutava a muoversi, però non impiegò troppo tempo ad arrivare al campo e presto poté volare verso Vien.
Attraversare nuovamente la città non fu un problema, e neppure arrivare alla zona segreta e trovare un Kricketune; per fortuna nelle vicinanze c’era addirittura uno Styler, e per tornare a Portena a catturare un Chatot bastò uno schiocco di dita.
-Effettivamente ha fatto delle buone scelte. Questi Pokémon sono capaci di emettere dei suoni molto rilassanti.-
Disse la ragazza a Pachirisu mentre tornava da Allegra, che vedendola sorrise entusiasta.
-Oh, wow! Me li hai portati! Grazie, Ranger!-
-Vogliamo andare da Leo?-
Chiese Sara per accompagnarla.
-Sì!-
Assieme quindi si avviarono verso la Torre Altru, e grazie al permesso della Ranger poterono salire tutti assieme fino al piano di Leo.
Non appena entrarono nella stanza in cui lavorava, il ragazzo le notò raggiungendole sorpreso.
-Allegra? E anche tu, Sara? E tutti questi Pokémon. Cosa succede?-
-Leo, è per il tuo compleanno. Volevo farti un regalo: una canzone che ho scritto per te!-
-Ehi, è vero! Oggi è il mio compleanno! Ho avuto così tanto da fare che me ne sono dimenticato.-
-Chissà perché non mi sorprende.-
Scherzò Sara guardandolo.
-Ehi, gente, avete sentito cosa sta succedendo? Volete fare una pausa?-
Chiese il ragazzo ai suoi colleghi.
-Ma certo! Naturalmente.-
-La mia sorellina mi ha scritto una canzone. Questo sarebbe una specie di saggio.-
Vista la stanza era fatta in modo che la postazione di lavoro con gli schermi fosse in un punto rialzato del pavimento, tutti lasciarono che Allegra ed i Pokémon rimanessero soli in quel punto, assistendo come pubblico poco distante da lei.
La piccola quindi si sistemò con i Pokémon, e subito il pubblico l’applaudì.
Clap-clap-clap-clap!
-Ok, il quartetto è pronto? La canzone si intitola “Ninnananna per mio fratello Leo”.-
I Pokémon iniziarono subito a cantare in maniera perfetta. La canzone era veramente ben fatta ed era così rilassante che tutti si sentirono ristorati.
Al termine gli applausi erano anche raddoppiati.
Clap-clap-clap-clap!
Subito Leo raggiunse la piccola, abbracciandola per ringraziarla.
-Allegra, grazie mille. La tua canzone mi ha davvero fatto sentire come se fossi in un sogno. Guarda, Sara si sta addormentando.-
Effettivamente la ragazza si era rilassata molto, ma Pachirisu l’aiutava a rimanere sveglia.
-Buon segno. In realtà, speravo proprio che la mia canzone facesse venir sonno. Insomma, Leo, tu non dormi mai abbastanza a causa del tuo lavoro.-
-Speriamo che così capisca. Ora io devo tornare al lavoro, ma sono felice di averti aiutata Allegra.-
Rispose Sara avviandosi verso la porta, e non appena ne fu fuori lo Styler suonò.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Linea Lunga”.-
Questo potenziamento allungava ancor di più la linea di cattura, utile per i Pokémon che si proteggevano con degli oggetti.
-Ok, se non sbaglio l’ultimo compito della giornata era proprio sotto i Giardini Altru.-
Le bastò prendere l’ascensore e dirigersi ai giardini, per notare una ragazza dai capelli castani ed un vestito rosso, che fissava i cielo preoccupata.
-Ranger, ho bisogno un attimo di te. A volte un Pokémon bianco vola attorno alla cima della Torre Altru. L’ho raccontato a mia nonna. Lei mi ha detto che si tratta del Pokémon bianco della pace. Ranger, vorrei sapere di che Pokémon si tratta. Puoi andare a controllare per me?-
Un Pokémon bianco della pace?
La cosa incuriosiva anche lei in un certo senso.
-Sì.-
-Oh, grazie! Sono riuscita a vederlo, per un momento! Ora è tornato lassù!-
Era la prima volta tornava sulla cima della Torre dopo l’Operazione Luciano.
La cosa la faceva sentire un po’ strana, ma si trattava di un incarico, e non poteva evitarlo.
Per non dover percorrere tutto l’edificio la ragazza decise di catturare uno Staraptor, che la portò a circa metà; proprio nel punto dove Lavina aveva spinto Alex.
La torre non era cambiata, ed ancora c’erano i marchi del Team Pesto Buio.
Percorrendo tutta la strada e le stanze in cui aveva affrontato il Sinis Trio le sembrò quasi strano non ci fosse più nessuno, neppure alla penultima stanza, dove le Gigaremo nere avevano bloccato Darkrai.
Ora quel luogo era completamente desolato e spettrale.
Salendo lungo l’ultima scalinata la ragazza riuscì subito ad intravedere il nuovo Cristallo della luce, completamente trasparente e grazie al quale la luce della pace aveva raggiunto tutta la regione di Almia.
Tutt’ora continuava a brillare di un fulgore purissimo.
C’era però un altro dettaglio particolare; non solo c’era effettivamente un Pokémon bianco che volava per il tetto, ma c’era anche un uomo dai capelli biondi con due Drowzee vicino a sé, che stava davanti al macchinario.
Avvicinandosi per chiedere spiegazioni, Sara si rese conto stava dormendo.
-Zzzz…zzzz…zzzz…-
-Mi scusi?-
-…ah, ma sono sveglio.-
Disse l’uomo aprendo i piccoli occhietti.
-Cosa sta facendo qui?-
Chiese subito Sara sospettosa.
-Mi chiamo “Ser Drowzee”. E tu? Tu sei tu, se non mi sbaglio. Ad una simile celebrità, posso concedere l’onore di rivivere quella memorabile cattura.-
-Che cosa?-
Non avevano molto senso le sue parole, ma non sembrava pericoloso.
-Devo avvisarti, però. Se ti farai aiutare dai tuoi Pokémon amici questi verranno poi liberati. Vuoi comunque riprovare l’esperienza di quella cattura assolutamente memorabile?-
-No…ma come ne sarebbe in grado? Vuole riportare qui Darkrai?-
-Oh no, è molto più complicato di così, ma non direi che lo riporterei qui. Direi piuttosto che ti riporterei lì. Se ne sentissi ancora il bisogno, torna pure a trovarmi. Zzzz…zzzz…zzzz…-
Dopo questa breve spiegazione l’uomo tornò a dormire come se nulla fosse, lasciandola con molte domande.
L’unica cosa che aveva capito era che, in qualche modo, poteva riportarla al momento della lotta con Darkrai.
Sicuramente ci avrebbe riflettuto in futuro, ora però non era quello il suo obbiettivo.
Raggiunse quindi il Pokémon per cui era lì, iniziando una cattura.
Già dal primo istante il Pokémon, spalancando le ali, creò delle strane sfere azzurre che rischiarono di colpire la ragazza, ma lei riuscì ad evitarle comunque.
Successivamente creò perfino un piccolo tornado che rimase fermo sul posto, e vicino a questo un altro ancora.
Era perfino capace di creare degli spuntoni attorno a sé per proteggersi, troppo lontani per fare dei cerchi larghi, ma abbastanza per farne di stretti. Alla fine però la ragazza ebbe comunque la meglio.
Il suo nome era Togekiss, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Taglio 3”, “Attacca con vortici e sfere d’aura. Si protegge con una barriera misteriosa.”.

Ora che non c’era più niente lì per lei, la ragazza poté tornare dalla giovane che le aveva chiesto una mano.
-Hai catturato quel Pokémon?-
-Sì, si chiama Togekiss.-
-Wow! Grazie! Il Pokémon bianco della pace è Togekiss! E’ adorabile! Grande, ma adorabile! Anche tu sei adorabile, Ranger!-
-Grazie.-
Sorrise Sara, mentre lo Styler riceveva un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Veleno.”-
Questa riduceva di tre i danni di un attacco Veleno.
-Bene, anche se è ancora presto direi che per oggi possiamo anche tornare a casa. Tu che dici Pachirisu?-
-Pachi pachi.-

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Capitolo 77
*** Dopo-storia 3 ***


-Bene, direi che quest’oggi possiamo iniziare dall’incarico all’Altopiano Cromano.-
Iniziando la giornata con una buona carica di energia, la ragazza era uscita di casa la mattina presto assieme a Pachirisu, catturando uno Staraptor per raggiungere velocemente l’altopiano.
In verità però scese poco prima, giusto per poter percorrere la Strada Cromana, in modo da potersi godere un po’ il paesaggio.
-L’ultima volta sono stata qui ho notato un tronco bloccare la via, potremmo levarlo.-
-Pachi.-
Alla proposta della ragazza il suo piccolo amico non oppose resistenza, e con l’aiuto di Togekiss riuscì a tagliare immediatamente il tronco che bloccava una scorciatoia per l’altopiano.
-Bene è stato facile…uh?-
Prima di proseguire, la ragazza sentì qualcosa provenire dall’albero alle sue spalle, quello quasi all’inizio della strada.
Non le era ben chiaro di cosa si trattasse, ma stando alle indicazioni dello Styler contro quel tipo di ostacolo poteva venir usata una Mossa Azione 1, e visto aveva con sé ancora Jigglypuff ne approfittò. In seguito al suo colpo, dall’albero catte un Pokémon dai colori nero e giallo, con due lunghe e sottili ali.
Questo le arrivò quasi addosso, e quando la cattura ebbe inizio si muoveva ad una velocità tale che non era possibile chiudere una Linea di cattura, tuttavia ne bastarono solamente un paio per catturarlo senza che avesse fatto altro se non scappare.
Il suo nome era Ninjask, Gruppo: Coleot.- Poké Tattica: Coleot- Mossa: Taglio 2”, ”Vola a una velocità incredibile.”.

-Oh, scusami non volevo disturbarti.-
Almeno il Pokémon non sembrava infastidito dalla ragazza, che proseguì per  la sua strada. Arrivata ai piedi dell’altopiano non le sembrò di veder nessuno nei dintorni che avesse bisogno di una mano, ma mentre era distratta un Bastiodon la caricò pronto ad attaccare.
Fortunatamente lei fu più veloce e riuscì ad evitarlo, dando comunque inizio ad una rapida cattura che si concluse senza danni.
-Allora…rimane o la grotta vicina oppure l’edificio abbandonato.-
Viste le poche scelte per via della vicinanza tentò prima nella grotta, trovando solamente degli strani fiori che potevano essere attaccati con una Mossa Azione 3.
-Uhm…visto ho Bastiodon con  me…potresti pensarci per favore?-
Chiese gentilmente la ragazza al Pokémon, che immediatamente caricò l’ostacolo, rivelandosi a quanto pare anch’esso un Pokémon.
Spinta dalla curiosità la ragazza iniziò subito una cattura, durante la quale l’altro produsse tramite il fiore sulla testa dello strano polline viola, che però non la ferì in alcun modo.
Al termine della cattura scoprì che il suo nome era Vileplume, “Gruppo: Veleno- Poké Tattica: Veleno- Mossa: Taglio 3”, “Attacca emettendo vari tipi di polline.”.

-Va bene…allora non ci resta altro che la casa.-
Non sarebbe stato semplice, perché l’unico modo per raggiungerla era quello di passare tutte le Rovine Cromane, ma in qualche modo la ragazza riuscì a superarle senza imbattersi in altri Pokémon, e non appena fu al suo interno vide Amleto tutto solo nella stanza.
-Ehi, ciao, Sara!-
-Ciao Amleto.-
Ancora aveva la divisa del Team Pesto Buio, forse più per pigrizia che altro.
-Dai un’occhiata qui. E’ la mia scultura di un Pokémon.-
Disse il ragazzo mostrandogli la scultura di un Pikachu.
-Oh! E’ veramente carina.-
-Ho scoperto la mia vocazione. Mi piace moltissimo scolpire il legno. C’è un certo Pokémon che voglio assolutamente scolpire. Una volta finito di scolpire quel Pokémon, mostrerò la mia opera a una persona.-
-Come sei misterioso Amleto.-
Scherzò la ragazza chiedendosi di chi parlasse.
-Gli chiederò di accettarmi come apprendista. Sara, ti chiederò solo questa cosa. Puoi portarmi il Pokémon che voglio usare come modello per la scultura?-
-Ma certo.-
-Lo farai davvero?-
-Sì, te lo prometto.-
-Grazie! Il nome del Pokémon è…scusa, l’ho dimenticato. Però, è come se lo vedessi: ha un grosso nasone rosso. E dei gran baffoni. Aspetta che te lo ripeto, per sicurezza. Un grosso nasone rosso. E dei grandi baffoni. Ce n’è uno nelle Rovine Cromane.-
In qualche modo non era sorpresa non ricordasse il nome del Pokémon, ma lei era stata molte volte alle rovine, e non aveva mai incontrato un Pokémon simile.
L’unico luogo in cui non aveva controllato…era dietro la porta misteriosa.
A quanto pare era il momento giusto per scoprirne il segreto.
Era però necessaria una Mossa Potere psico 3, e Pokémon simili non erano certo vicini.
Poteva tentare con Gengar o Gardevoir, entrambi alla Torre Altru.
Così volò con l’aiuto di uno Staraptor alla Torre, catturando un Gradevoir e tornando indietro, liberando Chingling e Chatot, raggiungendo finalmente la porta.
-Gradevoir, per favore elimina l’ostacolo.-
Il Pokémon immediatamente creò un raggio d’energia viola, grazie alla quale la porta si dissolse immediatamente.
Potendo finalmente oltrepassarla la ragazza scoprì lo stesso Pokémon che Amleto gli aveva descritto; con un grosso naso rosso e dei baffoni.
Durante la cattura questo non l’attaccò nemmeno, permettendole perfino d’usare solamente una linea.
Il suo nome era Probopass, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Distruzione 4”, “Attacca lanciando sfere magnetiche e provocando frane.”.
-Pachi!-
Dopo tanti giri anche Pachirisu fu felice avessero trovato il Pokémon, ed altrettanto felice fu Amleto quando lo vide arrivare.
-Oh, ecco! Un Probopass!...eh? Ecco come si chiamava! Probopass! Grazie, Sara! Mi metto subito a scolpire!-
Senza perder tempo il ragazzo iniziò a lavorare su un tronco di legno che aveva portato nell’edificio, e la ragazza incuriosita dal risultato rimase con lui fino alla fine.
-Fatto! Ho finalmente finito la mia scultura che raffigura un Probopass! Porterò subito la mia scultura al signor Guardiaboschi!-
A quel nome la ragazza fu molto sorpresa che perfino Amleto lo conoscesse.
Sapeva fosse un uomo dal grande talento, ma anche così conosciuto?
-Sara, puoi accompagnarmi?-
-Ma certo, muoviamoci.-
Con l’aiuto di uno Staraptor portarono la statua fino alla Città di Vien, dove fortunatamente il signor Guardiaboschi era in casa.
-Signor Guardiaboschi, la prego! Mi prenda come apprendista!-
Disse il ragazzo mentre l’uomo analizzava la scultura.
-Questo Probopass che hai scolpito…è grezzo e pieno di bozzi. Si tratta di un lavoro approssimativo. Ed è pieno di tacche e schegge.-
Come inizio non era sicuramente buono, però l’uomo non sembrava così scontento.
-Tuttavia…emana entusiasmo. Avverto l’impegno e la buona volontà che ci hai messo. Non ho alcun dubbio al riguardo ed è una cosa molto positiva. Amleto, pensaci bene. Non è facile lavorare con me. Vuoi davvero diventare il mio apprendista?-
-Sì, la prego!-
-Hmm. Ottima risposta.-
Sorrise l’uomo lasciando intuire l’esito della prova, ed Amleto scoppiava di gioia.
-Grazie, Sara. Penso di aver finalmente trovato la mia strada nella vita.-
-Sono felice di sentirtelo dire.-
Rispose lei, mentre lo Styler riceveva un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Roccia.“-
Questo riduceva di tre i danni di un attacco roccia.
-Perfetto, ora rimangono solo gli incarichi più lontani. Stando alla lista degli incarichi due sono nei pressi della Valle di Crio. Direi possiamo andare e toglierli dalla lista.-
-Pachi…-
Non certo sprizzante di gioia per le gelide temperature di quel luogo, Pachirisu salì con lei a bordo di uno Staraptor, raggiungendo come prima meta il Campo Sottozero.
Stando al registro era il padre di Willy ad aver bisogno di una mano, e lo trovò infatti nel suo igloo, pensieroso.
-Oh, ciao. Ehi, per caso hai visto mio figlio Willy da qualche parte?-
-L’ultima volta alla Federazione.-
-Sai, Willy p venuto a trovarmi per la prima volta dopo un sacco di tempo. Stanotte ha dormito nella mia capanna, ma questa mattina il suo letto era vuoto. Pensavo fosse andato a fare una passeggiata prima di colazione, ma mi sbagliavo. Puoi fare ricorso ai tuoi istinti da Ranger e trovare Willy per me?-
-Sì, andrò subito a cercarlo.-
Era anche un suo amico, quindi se fosse successo qualcosa sarebbe andata subito a cercarlo.
-Grazie, conto su di te. Ieri Willy è andato a trovare la signora Freddi.-
Quello quindi sarebbe stato il primo posto in cui cercarlo.
Uscendo e muovendosi tra la neve della valle la ragazza arrivò fino alla casa della signora, entrando educatamente.
-Signora Freddi, sto cercando un mio amico, forse lei l’ha visto.-
-Stai cercando Willy?-
Chiese lei intuendo di chi parlasse.
-Sì, l’ha visto?-
-E’ passato ancora a trovarmi stamattina, sul presto. Ha detto che sarebbe andato a fare un picnic al castello ghiacciato.-
-Cosa? Ma perché proprio lì…-
Sicuramente non avrebbe avuto risposte stando ferma, e per non perdere tempo la ragazza catturò uno Staraptor all’inizio del Lago Ghiacciato, superandolo ed arrivando alle porte del castello.
-Qui non lo vedo…sarà dentro.-
Addentrandosi nel castello la ragazza ispezionò ogni stanza ad ogni piano, chiamando il suo amico più e più volte, arrivando addirittura alla stanza in cui aveva lottato contro Lucario.
Solo lì, finalmente, vide Willy in fondo alla stanza.
-Willy!-
-Eh? Sara? Cosa succede?-
-Tuo padre non ti ha visto stamattina ed era preoccupato fosse successo qualcosa.-
-Cosa dici? Mio papà è preoccupato per me? Che strano. Pensavo sapesse dov’ero. Gli ho lasciato un biglietto per dirgli di non prepararmi la colazione…oh! Ce l’ho in tasca io!-
Per fortuna si era trattato solo di un equivoco, anche se in un certo modo anche lei si era preoccupata.
-Torno a casa di corsa!-
Immediatamente Willy corse fuori dal palazzo, seguito da Sara che all’esterno l’aiutò a tornare al campo con uno Staraptor.
Suo padre, rivedendolo, fu certamente più sereno.
-Ehi, Willy. Bentornato.-
-Papà, mi spiace di averti fatto preoccupare. Avevo scritto un biglietto per dirti che uscivo, ma me lo sono dimenticato in tasca. Sono uscito per via di quel ciondolo blu che mi hai dato. Ci serviva quella piccola pietra blu per l’Operazione Luciano. Quindi abbiamo dovuto toglierla dal ciondolo. Volevo trovare un’altra pietra blu per riparare il ciondolo. Sai, ci tenevo perché era un tuo regalo. Così stamattina sono andato al Castello di Almia. Non volevo farti stare in pensiero, papà.-
Prima di rispondergli l’uomo l’abbracciò commosso dalla premura del figlio.
-…Willy. Non hai avuto un gran freddo? Perché non rimani qui un’altra notte? Certo, so che la Federazione ti tiene impegnato. Pensi di poter restare?-
-Oh, sì, papà, rimarrò qui un’altra notte! Devo farmi perdonare per averti fatto stare in pena per me. Sara, scusa per il disturbo che ti ho causato. Ti sono molto grato per quello che hai fatto per me. Grazie.-
Disse poi Willy alla ragazza.
-Non preoccuparti, non è stato un problema.-
-Sara, se vuoi, puoi restare anche tu con noi. Devi aver preso un gran freddo mentre cercavi Willy. Ti posso offrire un po’ di zuppa calda.-
Propose il padre con fare premuroso.
-Grazie, sarebbe d’aiuto con questo freddo.-
-Pachi.-
Infondo non c’era niente di male nel riposare un po’, e nel frattempo lo Styler ricevette un altro messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Acciaio.”-
Questa riduceva di tre i danni di un attacco acciaio, ed ormai l’elenco dei potenziamenti era alla fine.
Per il resto della giornata lei e Pachirisu pensarono solo a rilassarsi, in compagnia delle storie di Willy e del padre.
Il giorno dopo la ragazza ed il Pokémon furono gli ultimi a svegliarsi.
-Buondì. Willy si è alzato presto stamattina per tornare alla Federazione. Hai visto com’è fatto mio figlio. Spero che diventerete buoni amici.-
-Ma certo, grazie ancora per l’ospitalità, ora devo andare. Buona giornata.-
Uscendo dall’igloo la ragazza controllò la lista degli incarichi; a quanto sembrava nei dintorni solo la signora Freddi aveva bisogno di qualcosa.
Senza perdere altro tempo quindi la ragazza arrivò subito alla casa della signora, per sapere se stesse bene.
-Tre enormi blocchi di ghiaccio sono caduti davanti al Castello di Almia. Sono una vera seccatura.-
Non appena la ragazza era entrata aveva sentito la donna brontolare a proposito di questi blocchi, ed intuì fossero loro il problema.
-Però…il castello è disabitato, quindi non dovrebbe essere un problema, no?-
-Come? Il castello è disabitato, quindi non capisci a chi danno fastidio i blocchi di ghiaccio? E’ vero, il castello è disabitato…però…non credo che il punto sia quello. Per favore, puoi occuparti di quei tre blocchi di ghiaccio?-
Anche se non ne capiva l’urgenza, era evidente per lei fosse qualcosa di importante, e non poteva certo rifiutarsi.
-Va bene.-
-Sarebbe proprio fantastico. I blocchi davanti al castello sono grandi, ma non dovrebbero essere un problema per te.-
Con ogni probabilità avrebbe dovuto catturare un Pokémon con Mossa fuoco, ma prima era il caso di vedere i blocchi di ghiaccio. Con uno Staraptor quindi raggiunse il castello, dove vide i tre blocchi proprio davanti alle scale.
-In effetti è scomodo, ma basta una Mossa Fuoco 2, ma il più vicino è Ninetales.-
Significava che avrebbe dovuto entrare ed uscire dal castello un paio di volte, ma nel complesso le prese solamente una mezzoretta, prima di sciogliere tutti i blocchi.
Non le restava altro da fare che tornare a parlare con la signora Freddi, e con l’aiuto di uno Staraptor bastarono pochi minuti per raggiungerla.
-Signora Freddi, ho risolto la faccenda dei blocchi di ghiaccio.-
-Grazie. Devi aver preso un bel freddo, mi spiace.-
-Non si preoccupi, felice d’averla aiutata.-
Infondo non era stata dura, e be presto lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Volante.”-
Questa riduceva di tre i danni di un attacco volante, ed era anche l’ultima missione in quel luogo.
-Visto è ancora presto possiamo anche andare a Caldonia, non mi sembra ci siano molti incarichi lì.-
Pachirisu annuì felice di spostarsi in un posto così caldo, ed assieme alla sua amica volarono in groppa ad uno Staraptor verso l’isola.
Non appena atterrò però, subito un’anziana signora le camminò incontro per chiederle i suo aiuto.
-Ranger, ho visto un Pelipper nella Grotta Vulcanica, vicino all’ingresso. Aveva qualcosa di strano. Continuava a guardarsi intorno. Era come se volesse dire qualcosa a qualcuno. Ovviamente non riesco a immaginare cosa volesse dire. Forse sta cercando qualcuno come te. E’ meglio che tu vada a vedere, non credi?-
-Certo signora.-
-Bene, bene.-
Immediatamente la ragazza corse verso l’ingresso ad est della grotta, e non appena fu entrata vide il Pelipper volare sulla distesa di lava, muovendosi freneticamente.
-Peluawaa.-
Non appena il Pokémon la vide però volò fino all’altra parte della stanza, risalendo tramite un’apertura nel soffitto.
-Peluawaa.-
Era evidente che qualcosa non andasse, e catturando un Torkoal, e liberando Ninjask, Vileplume, Probopass e Kricketune, la ragazza lo seguì, facendosi aiutare da un Drifblim per salire.
-Peluawaa.-
Non appena fu arrivata il Pelipper sembrò chiamarla, mentre volava fuori dalla grotta tramite un sentiero.
Riuscendo finalmente ad uscire la ragazza capì il perché di quel comportamento; un altro Pokémon era con lui, piccolo ed azzurro, e sembrava ferito.
Sicuro che la ragazza l’avrebbe salvato, nonostante le sue condizioni, il Pokémon le corse incontro, iniziando una cattura durante la quale provò soltanto una volta a graffiarla.
Il suo nome era Gible, “Gruppo: Drago- Poké Tattica: Drago- Mossa: /-”, “Attacca scagliando fango.”.

-Aspetta, cerco di aiutarti.-
Non aveva molto con sé, solo un piccolo kit che la Federazione dava a tutti i Ranger per aiutarli, e tramite questo Sara trattò la sua ferita, guarendola.
Immediatamente il piccolo Gible iniziò a girarle attorno, stabilendo con lei un legame.
Visto aveva bisogno di risposo però lei lo indirizzò subito al Ranch dei compagni, dove sarebbe stato al sicuro.
-Bene, ora vediamo l’ultimo incarico di oggi. Mi sembra che ad aver bisogno fosse la nipote dell’anziano del villaggio.-
Ricordava ancora quale fosse la loro casa, ed uscendo dal vulcano li raggiunse velocemente.
-Ciao Ranger. Potrebbe sorprenderti, ma mio nonno ha fatto molte cose per il villaggio. Per esempio, organizzava il Festival della neve ogni anno.-
-Il festival della neve?-
A Caldonia?
Sembrava surreale.
-Portava sempre dei Pokémon in grado di far nevicare. Chiaramente la neve è una cosa molto rara da queste parti. Voleva dar modo alla gente di godersi un po’ di freddo e vedere la neve.-
Spiegò la donna con un sorriso.
-E’ un gesto molto bello.-
-Ma negli ultimi anni, non siamo riusciti a trovare Pokémon in grado di far nevicare. Senza la neve abbiamo dovuto annullare il nostro festival.-
-Idea! E’ tanto che non facciamo il Festival della neve! Organizziamolo subito! C’è qui un Ranger che può aiutarci!-
Esclamò l’anziano saltando sulla sedia su cui riposava.
-Oh, nonno. Ma…infondo ha ragione…forse tu puoi aiutarci, Ranger. Se non mi sbaglio, nella Valle di Crio ci sono dei Pokémon che possono far nevicare. Potresti catturare un Froslass e un Glalie e portarli qui? Lo farai?-
Un festival simile era sicuramente molto più importante di quanto sembrasse, ed era un suo dovere far sì si potesse tenere.
-Sì, assolutamente.-
-Bene! Adesso datti una mossa!-
Senza farsi ripetere la frase dall’anziano un'altra volta, la ragazza uscì subito a catturare uno Staraptor; fortunatamente visto era appena stata al Castello di Almia ricordava in quali stanze i due Pokémon si trovassero, quindi non impiegò molto tempo a catturarli ed a tornare prima del tramonto, e di gran fretta rientrò nella casa dei due spalancando la porta.
-Hai trovato quei Pokémon in grado di far nevicare?-
Chiese subito la ragazza speranzosa, vedendo poi sia Glide che Froslass.
-Ah! Hai trovato i Pokémon che ci servivano! Presto! Portali nella piazza del villaggio!-
All’esterno già tutte le persone si erano radunate nella piazza, ed i due Pokémon alla richiesta di Sara salirono sulla cima delle due case più vicine, usando i loro poteri per far nevicare.
Era indubbiamente uno spettacolo incredibile, e nonostante non si sciogliesse si stava comunque molto bene fuori.
-Evviva! Neve, neve, neve!-
-Oh, wow, questa è neve? Mai visto niente del genere! E’ fredda!-
-E’ il Festival della neve, vero? Il villaggio si è trasformato in un paese delle meraviglie di neve. E’ stupendo! Eeetciù!-
Non c’era dubbio che tutti fossero grati alla Top Ranger per averli aiutati, ed il festival iniziando andò avanti per tutto il pomeriggio, quasi fino  alla sera; potervi partecipare fu un grande onore.
Al termine tutti tornarono alle loro case, compresi la nipote e l’anziano, che vivevano a quanto pare con l’ex membro del Team Pesto Buio.
-Ranger, scusa se ho insistito così tanto per convincerti ad aiutarci. Grazie mille.-
Disse subito la ragazza, prendendole entrambe le mani.
-Grazie a voi per avermi dato modo di vedere il vostro festival.-
I ringraziamenti vennero però interrotti dal suono dello Styler, che ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto trasmettendo i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Difesa Ghiaccio.“-
Questa riduceva di tre i danni di un attacco ghiaccio.
Per quel giorno poteva bastare, l’indomani il loro obbiettivo sarebbe stato quello di completare tutti gli incarichi rimasti.

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Capitolo 78
*** Dopo-storia 4 ***


Dopo esser tornata a casa, ed aver fatto un bel bagno caldo, Sara e Pachirisu trascorsero tutta la sera a giocare con la loro famiglia ad alcuni giochi di società.
Rispetto ai primi tempi in cui aveva lavorato come Ranger ora faceva di tutto per trovare anche il più piccolo motivo per tornare da loro, e per questo non dormiva più alla Federazione Ranger.
Svegliandosi entrambi di buon ora erano pronti per partire alla volta del Deserto Haruba.
-Sarà una giornata molto produttiva Pachirisu.-
-Pachi pachi.-
Come prima cosa la ragazza dovette catturare uno Staraptor, per poter raggiungere il deserto, e già con quella prima cattura il suo Styler salì al livello quarantatre, con cinque punti in più di potenza e due di energia, arrivando a 95/95.
Senz’altro un ottimo modo per iniziare la giornata.
Prendendo il volo i due arrivarono fino al Villagio Haruba, dove le cose erano tornate alla normalità dopo i numerosi problemi del villaggio.
Appena atterrò però un bambino biondo e dagli occhi azzurri le si avvicinò prendendole la mano per attirare la sua attenzione.
-Um, ho visto qualcosa di strano di fronte al Tempio Hippowdon.-
-Oh, stai parlando del Pokémon tra le dune?-
Chiese Sara, ipotizzando si trattasse dello stesso che generava quella tremenda tempesta di sabbia, ma il piccolo scosse il capo.
-Qualcosa di grande e strano si muoveva attorno al naso del Tempio Hippowdon! Non so cosa fosse. Forse…un arbusto? Poteva anche non essere un arbusto. Forse era addirittura un Pokémon. Puoi andare a controllare, Ranger?-
-Va bene, se può farti sentir più tranquillo lo farò.-
-Se è un Pokémon, lo devi aiutare.-
-Ma certo, è il mio compito.-
Accarezzandogli la testolina la ragazza si diresse subito verso il tempio, facendo molta attenzione alla tempesta di sabbia nei suoi paraggi.
-Da qui non riesco quasi a vedere nemmeno il tempio…dobbiamo avvicinarci.-
Facendo qualche altro passo Sara fu molto attenta a dove metteva i piedi, ma ad un certo punto un suono attirò la sua attenzione; proprio sulla cima del tempio si trovava un piccolo Hippopotas, che stava pericolosamente in bilico sulla costruzione, e stava per scivolare.
-Oh no!-
Immediatamente Sara corse verso di lui, ben consapevole non avrebbe potuto resistere a lungo.
-Sto arrivando!-
Gli urlò mentre entrò nel tempio, percorrendone le sale correndo a perdifiato.
Come fosse finito lassù era un mistero, ma fu sollevata quando lo vide ancora aggrappato alla sporgenza.
-Eccomi!-
Tuffandosi verso l’Hippopotas la ragazza riuscì ad afferrarlo, evitando che cadesse ma iniziando una cattura.
Visto era ancora molto spaventato il Pokémon naturalmente tentò d’attaccarla con un’onda d’urto, ma la ragazza la evitò riuscendo dopo pochi altri cerchi a catturarlo.
Accanto al suo nome c’erano le scritte “Gruppo: Tetta- Poké Tattica: Terra- Mossa: /-”, “Attacca sputando masse di sabbia. Può anche generare sismi.”.

-Fiuu, menomale è andato tutto bene…-
Il piccolo Hippopotas fu talmente felice da iniziare a girare attorno a Sara, grato per averlo salvato, stabilendo così un legame di amicizia.
Felice stesse meglio, la ragazza lo indirizzò verso il Ranch dei compagni, ed a sua volta anche lei uscì, venendo però fermata da un esploratore proprio davanti all’ingresso.
-Ehi, Ranger, hai un po’ di tempo?-
-Certo, mi dica.-
-Di tanto in tanto, uno Starly entra nel tempio. Si spinge sempre più all’interno fino a rimanere intrappolato. Ho provato ad acchiapparlo per liberarlo, ma non ci sono riuscito. Sai, è un po’ fifone. Se ti avvicini, scappa. Ranger, questo è un compito per te. Per favore, aiuta questo Starly.-
Un altro Pokémon intrappolato nel tempio.
Purtroppo non l’aveva notato, ma forse era entrato poco prima che lei uscisse.
-Va bene.-
-Così si fa, Ranger! Vai a salvare quello Starly!-
Poteva solo sperare non si fosse spinto troppo in là. Nella prima stanza almeno non trovò nulla, e nemmeno in quella oltre il corridoio. Fu così costretta a salire fino al secondo piano, arrivando fino alla stanza in cui v’erano le frecce nel terreno, prima di vedere finalmente lo Starly.
-Eccoti qui!-
Immediatamente la ragazza seguì le linee che la portarono il più vicino possibile a lui, ma questo non appena la vide scappò spaventato.
-Oh nonono, non voglio farti del male.-
A poco servirono le sue parole, e l’unica cosa che le restava da fare era riprovare, ma ancora lui fuggiva.
Anche al seguente tentativo non riuscì a far molto, ma notò che lo Starly era molto vicino ad un tipo di frecce che l’avrebbero spinta verso il basso, quindi se lui scappava sempre l’unica era raggiungerlo prima potesse farlo.
Prese quindi una strada diversa. Prese quindi una strada diversa che le permise di arrivare direttamente alle sue spalle, ed il Pokémon questa volta reagì tentando d’attaccarla, naturalmente però non poté far molto, e le sue informazioni vennero presto aggiornate con “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: /-”, “Attacca emettendo vortici e lanciandosi alla carica.”.
-Finalmente, ti sei calmato piccoletto?-
Chiese la ragazza accarezzandogli la testolina.
Nel frattempo anche l’esploratore l’aveva raggiunta.
-Ecco, un altro motivo per sopportare voi Ranger…ehm, no, volevo dire…”supportare” voi Ranger!-
La ragazza decise di sorvolare sul disguido, mentre il Pokémon iniziò a girarle attorno, stabilendo con lei un legame.
-Vai pure al Ranch dei compagni, sono sicura ti divertirai.-
Lasciando andare il Pokémon anche lei uscì, nuovamente, dal tempio, dirigendosi verso il villaggio.
-Ok, allora teoricamente dovrebbe esserci qualcun altro che ha bisogno di una mano…-
Gironzolando per la città, dopo una decina di minuti, riuscì finalmente a trovare la persona che aveva bisogno di lei; si trattava di una vecchietta che, con fare sconsolato, stava annaffiando il proprio cactus in casa.
-Figliola, potresti aiutarmi? La tremenda tempesta di tempo fa ha riempito di sabbia la nostra oasi. Stiamo per rimanere senza acqua potabile! Ci serve per sopravvivere!-
Cominciò la donna, evidenziando il problema.
-Cosa posso fare?-
Chiese subito la ragazza preoccupata. La situazione era molto grave e serviva qualcosa di immediato.
-Dei bambini stanno facendo il rito della danza della pioggia, ma non funziona. Se puoi, portaci un Pokémon in grado di far piovere. Oh, per favore, non farne parola con quei bambini. Ho sentito che un Pokémon ha spento l’incendio nella Foresta di Vien. Sembra che l’abbia fatto scatenando un acquazzone. Bene, non so se sia vero o meno, ma vale la pena di fare un tentativo. Puoi portarci un Pokémon per vedere se riesce a far scendere un po’ di pioggia?-
Sapeva benissimo a chi si riferiva, perché era stata proprio lei a chiedere l’aiuto di quel Pokémon al tempo.
-Sì, andrò subito.-
-Oh, meno male! Conto su di te.-
Ricordava bene dove Blastoise si trovava, e con l’aiuto di uno Staraptor lo raggiunse velocemente, catturandolo altrettanto rapidamente.
-Ehi, c’è nuovamente bisogno del tuo aiuto.-
Disse la ragazza accarezzandogli il muso, mentre il Pokémon sorrideva felice per il fatto qualcuno aveva bisogno di lui.
Tornarono quindi immediatamente al villaggio, trovando in un punto rialzato del villaggio l’angolo perfetto per far piovere.
-Blastoise, usa Pioggiadanza!-
Proprio come la prima volta, il Pokémon agì repentinamente, scatenando un forte acquazzone. I bambini interruppero subito il loro ballo, stupiti.
-Piove! Piove! Sta iniziando a piovere!-
-E’ fantastico! La nostra danza della pioggia ha funzionato!-
-E’ la mia canzone che ha fatto piangere il cielo?-
A prescindere da tutto, perfino la grossa pozza di fango vicino al villaggio divenne presto acqua limpida, e la vecchietta la raggiunse poco dopo.
-Oh, che sollievo…adesso ce la possiamo cavare qui. Grazie. Ti ringrazio dal profondo del cuore.-
Sorridendola la ragazza la lasciò tornare a casa, mentre lo Styler ricevette un messaggio.
-Sono Glenda! Hai completato l’incarico! Stai andando forte, Sara! Sto inviando i Dati di potenziamento.-
-“Hai ottenuto: Recupero”.-
Con questo l’energia dello Styler si ricaricava di due punti in più dopo ogni cattura.
-Bene, ora rimane soltanto…il preside Delmonte?-
Non aveva proprio notato quest’ultimo incarico. Era molto sorpresa però che proprio il preside avesse bisogno di qualcosa.
Vista la sua importanza però  la ragazza cercò immediatamente uno Staraptor e volò fino alle porte dell’Accademia.
Era passato veramente tanto tempo, eppure non era quasi cambiata…
All’ingresso però c’era una cosa che la disturbava, ovvero un grande masso che chiudeva una grotta.
Preoccupata potesse aver intrappolato un Pokémon la ragazza chiese subito a Salamence di occuparsene, ed il masso venne ridotto in frantumi. Controllando all’interno, la ragazza vide che c’era effettivamente un Tangrowth, e fu felice d’aver agito.
Casualmente forse, era lo stesso Pokémon contro cui aveva lottato alla cerimonia di premiazione.
-Ehi…è passato molto tempo.-
Sorrise la ragazza senza avvicinarsi, lasciandolo poi in pace e dirigendosi verso l’Accademia oltre le scale.
Andò poi fino alla sala professori, e lì vi trovò il preside, che come la vide entrare le parlò.
-Sara…sai mantenere un segreto?-
-Uh? Certo.-
-Ti parlerò di un segreto. Un segreto che tre persone conoscono. Si tratta del sottoscritto, del professor Frenesio e della presidentessa Edvige. Vorremmo condividere il segreto con una persona più giovane. E quella persona…saresti tu, Sara. Vuoi venire a conoscenza del nostro segreto?-
Sembrava qualcosa di molto serio, ma esser stata scelta era veramente un grande onore.
-Sì.-
-Molto bene, consideralo un incarico. Prima di tutto, un indizio. Sul lato est del cortile, verso sud, ci sono delle scale. Sì, è Piazza dell’ascesa. In mezzo alla piazza c’è la Stele del patto…non intendo dirti di più. Oh, no, me ne stavo dimenticando. Ti affido una chiave.-
Così dicendo l’uomo le consegnò una piccola chiave grigia, e senza aggiungere altro uscì dalla stanza per raggiungere la piazza.
Il cuore le batteva forte nel petto dall’emozione, e quando arrivò alla piazza l’emozione crebbe ancora di più.
Purtroppo c’erano ancora i detriti della nave cargo, ma un giorno sarebbero riusciti a rimuoverli tutti.
Nel frattempo la ragazza, avvicinandosi alla statua, si rese conto che lo Styler poteva puntarla, e che a quanto pare era un ostacolo rimuovibile con una Mossa Azione 5.
-Cinque?!-
Presa dallo stupore la ragazza cercò subito nello Styler un Pokémon adatto, che si rivelò esser Rampados; sarebbe quindi dovuta andare a catturarlo, prima di  conoscere il segreto del preside.
Prima di procedere però, l’occhio della ragazza cadde sulle incisioni lasciate sulla base della statua.
Le aspirazioni dei rappresentanti degli studenti diplomati erano incise lì.
“Diventerò un Ranger che capisce i sentimenti dei Pokémon.”-Furio
“Proteggerò tutti i Pokémon, anche i più deboli.”- Nevia
“Diventerò un Ranger su cui si può contare!”-Brando
“Voglio tirare su il morale di chi vive vicino a me! Evviva l’umorismo!”-Ilario
“Voglio lavorare per il sorriso della gente e dei Pokémon!”-Sara
Era passato così tanto tempo, eppure il suo cuore non era cambiato. Vedere quelle scritte la commosse, rendendola orgogliosa del lavoro fatto.
Raggiungendo le Alture Vertigine la ragazza si impegnò al massimo per raggiungere il Pokémon, e dopo averlo catturato poté tornare indietro, usando il suo aiuto per colpire la statua.
Era un po’ preoccupata per ciò che sarebbe successo, ma questa non andò in frantumi come aveva temuto, ma semplicemente la parte superiore si spostò, rivelando un passaggio nel terreno.
Con il fiato sospeso, la ragazza scese lungo la buia scalinata, arrivando fino ad una grande stanza, piena prevalentemente di libri che si trovavano sia dentro alcuni scatoloni e su degli scaffali. Ce n’era uno anche su un tavolo, ma ciò che attirò l’attenzione della ragazza fu una fotografia in bianco e nero di tre bambini posta tra gli scaffali.
Erano due ragazzi ed una ragazza, tutti loro sorridevano felici; uno di loro indossava degli occhiali, la bambina aveva i capelli raccolti in delle codine, e il terzo indossava un camice bianco da laboratorio.
In qualche modo erano estremamente familiari.
Incuriosita la ragazza si avvicinò poi al libro sul tavolo, rivelandosi un diario scritto da più persone, questo però era chiuso, ma come se nulla fosse il lucchetto si aprì subito dopo.
-“Girono XX, mese X. Non sto più nella pelle per l’emozione. Mi manca poco per scoprire come poter comunicare i nostri sentimenti ai Pokémon! Sto per fare una scoperta sensazionale!” Farnesio.-
-“Giorno XX, mese X. Queste sono ottime notizie, Frenesio. Ma dovresti rallentare un po’. Non devi avere troppa fretta. Hai persino sbagliato a scrivere il tuo nome!” Edvige.-
-“Giorno XX, mese X. E’ vero! L’ho scritto sbagliato. Farnesio…sembra un tipo interessante! Chi sarà mai questo misterioso Farnesio? Forse il fidanzato di Edvige?” Frenesio.-
-“Giorno XX, mese X. Voi due andate proprio d’accordo. Sto studiando sistemi d’istruzione capaci di insegnare ai bambini cosa sono i Pokémon. Il mio sogno è fondare una scuola dedicata a questo, un giorno. Sì, una scuola sui Pokémon.” Delmonte.-
-“Griono  XX, mese X. E’ proprio un bellissimo sogno. Spero che riuscirai a farlo avverare. Vale davvero la pena di coltivarlo.” Edvige.-
-“Giorno XX, mese X. Conto sul vostro aiuto, per farlo. Finalmente ho capito come catturare i Pokémon! Il prossimo passo è costruire lo strumento per passare dalla teoria alla pratica. Non sarà certamente una cosa facile.” Frenesio.-
-“Giorno XX, mese X. Catturare i Pokémon? Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma mi piacerebbe scoprirlo quando hai tempo. Forse sono in grado di aiutarti.” Delmonte.-
-“Giorno XX, mese X. E’ bello sentire che avete dei sogni. Anche io ne ho uno. Anche questo riguarda i Pokémon. Voglio impegnarmi attivamente per i Pokémon e per la natura. Per farlo, immagino che dovrei creare un’organizzazione ufficiale…ma non so da dove iniziare…” Edvige.-
-“Giorno XX, mese X. Ho un’idea straordinaria! Costruirò uno strumento per catturare i Pokémon. Delmonte fonderà una scuola che insegni come catturare i Pokémon. Ed Edvige può istituire un’organizzazione per proteggere i Pokémon e le persone usando le catture in modo pacifico. L’organizzazione sarebbe un punto d’incontro per chi ha sogni simili ai nostri. Una specie di federazione. Forse potremmo unire i nostri sogni e collaborare per realizzarli. Forse sogniamo la stessa cosa.” Frenesio.-
-“Giorno XX, mese X. Pokémon Ranger! Come vi suona? Mi è appena venuto in mente! E’ il nome di qualcuno che usa la tecnica della cattura per fini pacifici. Un Ranger usa le catture per proteggere i Pokémon, la natura e la gente. Se il nome vi piace, lo userei per la mia futura organizzazione. Si chiamerebbe Federazione Ranger.” Edvige.-
-“Giorno XX, mese X. Pokémon Ranger suona bene! Se Frenesio è d’accordo, lo userei anche per la mia futura scuola. Si chiamerebbe Accademia dei Ranger.” Delmonte.-
-“Giorno XX, mese X. Voto anch’io per Pokémon Ranger! Federazione Ranger e Accademia dei Ranger mi sembrano degli ottimi nomi. Inoltre, ho passato la scorsa notte sul progetto del mio strumento di cattura! Lo chiamerò…il Sinnuoso Anellatore di Cattura!” Fresenio.-
-“Giorno XX, mese X. Il Sinuoso Anellatore di Cattura…? Sono sicura che si può trovare un nome migliore. Ti sei anche chiamato Fresenio. Prova a dormire un po’! penso che tenere un diario come stiamo facendo faccia perdere troppo tempo! Dobbiamo riuscire a incontrarci e parlare di persona. Incontriamoci laggiù. Sull’isoletta a est della Città di Vien. Nella stanza segreta sotterranea costruita da Frenesio. Ecco dove possiamo incontrarci!” Edvige.-
Ciò che stava leggendo era qualcosa di sensazionale. Non si trattava solo della nascita dell’accademia, ma perfino della federazione, e del concetto stesso di Ranger e di cattura!
Era partito tutto da lì…
-complimenti per aver trovato questo posto.-
La voce di Delmonte interruppe i suoi pensieri, e l’uomo la raggiunse nella stanza.
-E’ qui che noi tre ci incontravamo per parlare dei nostri grandi sogni. E sempre qui ci siamo promessi di aiutarci a vicenda per farli avverare.-
In seguito, anche la presidentessa Edvige arrivò.
-Quanti decenni sono passati? Ah, quanti ricordi…-
Ed infine, anche il professor Frenesio.
-Hai dato una sbirciatina al mio passato da idealista. Lo trovo un po’ imbarazzante! Ahahah!-
-Quanto tempo sarà passato…? Mi ricordo che tu, Alex e Glenda vi siete promessi che avreste realizzato i vostri sogni. Dev’essere stato in Piazza dell’Ascesa, qui fuori. Quella scena mi ha fatto tornare in mente molti ricordi.-
Sospirò il preside con un sorriso.
-Speriamo che i nostri sogni superino indenni gli anni, i secoli e i millenni. Speriamo che i nostri ideali si trasmettano di generazione in generazione. E’ per questo che abbiamo voluto farti vedere questo luogo, dove tutto è iniziato. Tu rappresenti il futuro…tu ci dai speranza per il futuro.-
Continuò la presidentessa, facendola quasi commuovere.
-Non farti spaventare da quelle parole. Devi andare avanti come hai fatto finora, forte delle tue convinzioni…ma…Sinuoso Anellatore di Cattura…che nome strampalato!!! Ahahahah! Incarico completato!-
Disse infine il professor Frenesio.
-Sei stata brava a svelare il nostro segreto. Tieni questo come ricompensa, Sara.-
Disse il preside consegnandole Difesa Drago, che riduceva di tre i danni di un attacco Drago.
-Spero che continuerai a cercare un modo per far avverare i tuoi sogni. Faccio il tifo per te.-
Concluse l’uomo uscendo.
-Spero che porterai i nostri sogni nel futuro.-
Aggiunse Edvige uscendo a sua volta.
-Bene, bene, ricordare il passato ha riacceso il mio entusiasmo! Torno al laboratorio! C’è sempre qualche ricerca da compiere!-
Infine, anche il professore uscì, lasciandola sola.
-Caspita…-
Ciò che era capitato aveva qualcosa di incredibile.
Uscendo dall’edificio la ragazza rimase a sedere accanto alla statua per un po’ di tempo, osservando il profilo del mare e delle onde.
-Pachi.-
Pachirisu a sia volta rimase lì con lei, mentre la ragazza rifletteva, e si stupiva di come il mondo funzionasse, di come certe volte tutto era collegato.
Da quel che aveva visto quello era stato l’ultimo incarico anche, ma quando ricontrollò, si rese conto di star sbagliando.
A quanto pare la madre di Ben aveva bisogno di lei.
-Oh,  che sorpresa, non pensavo si aggiornasse così velocemente. Sarà meglio tornare al lavoro allora.-
Mantenendo quindi fede alla promessa del passato, la ragazza camminò fino al Villaggio Cicole, fino ad arrivare alla casa della donna.
-Sara, speravo che tu potessi aiutarmi con una certa cosa. Si tratta di mio figlio. Di Ben. E’ ancora tormentato dagli incubi a causa di quell’incendio.-
Disse la donna non appena entrò; era passato molto tempo ma ancora non riusciva a perdonarsi.
-Si sente ancora in colpa per quello che è successo alla Foresta di Vien. Ne parla persino nel sonno. Penso voglia fare qualcosa a riguardo. Di recente è andato molto spesso alla Foresta di Vien. Mi dice di non preoccuparmi, ma…per favore, potresti parlare con Ben? Gli farebbe sicuramente bene.-
-Ma certo, andrò subito da lui.-
-Non so proprio come ripagarti per la tua gentilezza…mio figlio si trova nella Foresta di Vien.-
Uscendo dalla casa della donna, Sara e Pachirisu andarono subito alla foresta, ipotizzando il ragazzo fosse nella zona ancora danneggiata, ed effettivamente fu proprio nello spazio più grande che lo trovò.
-Ehi Ben.-
-Oh? Come mai da queste parti?-
-Mi manda tua madre, è preoccupata per te.-
-Eh? Ti manda la mamma? Le avevo detto di non preoccuparsi…adesso so cosa devo fare.-
Disse il ragazzo serio.
-Di che stai parlando?-
-Voglio riportare la Foresta di Vien al suo stato originario. Ranger, mi fido di te, quindi ti posso raccontare del Pokémon chiamato Celebi. Me ne ha parlato Elena.-
Cominciò Ben per spiegare la sua idea.
-Mi ha detto che Celebi appare nella Foresta di Vien, ma solo di rado. Si dice che Celebi sia in grado di ridare vita agli ambienti naturali. Dopo averlo sentito, ho passato le mie giornate qui in cerca di Celebi. Una volta l’ho anche visto, ma per poco. Non so dove potrebbe trovarsi adesso.-
-E come conti di trovarlo?-
Chiese Sara confusa.
-Da quel che so, Celebi dovrebbe vivere nella parte più interna della foresta. Si trova nei pressi di una cascata…ma c’è una cascata nella foresta?-
A quelle parole gli occhi della ragazza si illuminarono, e correndo verso ovest catturò un Floatzel per risalire il fiume.
Poteva essere veramente quella la soluzione?
Non lo sapeva, ma ci sperava veramente.
In tutte le volte che era stata lì e nella foresta però non aveva mai visto un Pokémon simile, e nemmeno ne aveva sentito parlare.
Quando però attraccò finalmente al molo, nei pressi della cascata, vide comparire un piccolo Pokémon verde, che fluttuò davanti a lei prima di allontanarsi.
-Aspetta!-
Anche se continuava a spostarsi sembrava più che le stesse chiedendo di seguirla, forse per giocare, o forse per altro. In ogni caso lei fece di tutto per raggiungerlo, addirittura chiedere aiuto ad uno Doduo.
Celebi però rimaneva incredibilmente veloce, ogni volta pensava d’averlo raggiunto lui riusciva comunque a scivolare via. I Pokémon con cui si scontrava poi certo non era d’aiuto, ma alla fine riuscì a raggiungerlo, iniziando la cattura.
Inizialmente Celebi si fermò ad osservare il perimetro di cattura, incuriosito, poi usò i suoi poteri per generare una raffica di foglie, che Sara dovette evitare con una serie di capovolte.
In seguito, il Pokémon creò delle sfere violacee, che gli andavano incontro ritmicamente impedendole di disegnare alcuna linea, o almeno così sembrava. C’era in realtà un secondo in cui era libero, e lei ne approfittò il più possibile.
Ripeté tale attacco solo un’altra volta prima di venir catturato, ed accanto al suo nome si aggiunsero le informazioni “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: /-”, “Attacca lanciando foglie. Si protegge con una barriera psichica.”.

C’era riuscita, e Celebi esisteva. Questo significava che la foresta era in salvo?
Solo quando tornò da Ben, poté sperare in una risposta.
-Oh! Quel Pokémon è Celebi? Ti prego, Celebi, esaudisci il mio desiderio! Fai tornare la foresta com’era prima! Ti prego, Celebi! Fai avverare il mio desiderio!-
Esclamò Ben pregandolo, ma il Pokémon sembrò spaventarsi per la sua insistenza, e si rifugiò dietro a Sara.
-Cosa c’è, Celebi? Fai in fretta, per favore! Usa il tuo potere!-
-Ben!-
Sara tentò di calmarlo, ma lui allontanandola dal Pokémon cercò di raggiungerlo, ma questo sparì subito dopo.
-Ce-Celebi?! Celebi non c’è più…non doveva andare così…perché Celebi si è arrabbiato? Per quale motivo? Che ce l’abbia con me?-
-Ben, sei stato brusco, l’hai spaventato.-
Rispose Sara seria, rimproverandolo.
-…beh, me lo sono meritato. Ho accettato un compito sospetto pensando solo ai soldi. Un compito che non sono neanche riuscito a portare a termine correttamente. E neanche questa volta ho usato la testa. Quando ho visto Celebi, ero felicissimo e pensavo di aver risolto tutti i problemi. Sono sempre stato così. Un sognatore che non usa il cervello.-
Disse il ragazzo, piangendo per sfogarsi dopo tutto quello che era successo.
-Adesso penso di aver capito. Mentre mi sforzavo di trovare Celebi, potrei aver causato altri danni. Potrei aver calpestato delle piante o spezzato dei rami senza farci caso. Non ho pensato a come proteggere la foresta, che è già messa male. Forse Celebi se ne è andato per la rabbia, ma io voglio davvero proteggere la foresta. E’ il minimo che…? Co-cosa succede?-
All’improvviso, non molto distante da loro, si sentì il verso di un Pokémon.
-…! Celebi!-
Celebi iniziò a volare freneticamente per la foresta, e tutti i fili d’erba e le piante vennero irradiati di luce.
Come in un sogno, l’erba crebbe ed i fiori sbocciarono, mentre il terreno ritornava morbido.
La foresta stava rinascendo.
Solo dopo che il suo potere svanì il Pokémon volò via.
-Celebi, grazie…grazie…-
Nuovamente Ben pianse, ma questa volta di gioia.
L’intera città vedendo la luce nella foresta era corsa a vedere, stupita per ciò che era appena accaduto.
-Ehi, abbiamo notato un bagliore provenire dalla foresta, così siamo venuti di corsa. E’ fantastico. La Foresta di Vien è tornata come prima! Come se non fosse mai successo niente.-
Esclamò Brando guardandosi attorno.
-Sì, proprio com’era prima! E’ meraviglioso. E’ tutto merito di Celebi, Ben e Sara.-
Disse Elena mentre Ilario si avvicinò ai due.
-Sì…bel lavoro, Ben. Sei stato grandioso. Sniff…-
-Nemmeno Ilario riesce a scherzare. Però non pensavo che avrebbe pianto.-
Rise Luisona guardandolo.
-I Pokémon torneranno da queste parti. Penso che lo faranno in molti.-
Aggiunse il marito con un sorriso.
-La foresta è felice. Avverto la sua gratitudine.-
Sospirò il guardiaboschi sollevato.
-Siamo venuti di corsa.-
-E’ davvero un’immagine che scalda il cuore.-
Aggiunsero il padre e la madre di Mimì, che si guardava attorno felice.
-Mimì dice: “Ottimo lavoro!”-
-Sono senza parole, grazie a tutti voi!-
Esclamò Ben, mentre dalla folla si fece largo Frenesio.
-Ah, Sara! Dovevo immaginarlo che c’eri di mezzo tu! Grazie per aver completato un altro incarico in modo impeccabile! Accidenti, correre mi ha messo sete!-
-Beh, gente, torniamo in città! Dobbiamo festeggiare questo eventi incredibile. Offro io! Oggi budino al latte gratis per tutti!-
All’esclamazione di Luisona tutti corsero alla città, tranne Sara ed il professore.
-Ah, già, non devo scordarmelo! Confermo che hai completato l’incarico. Ecco i tuoi Dati di potenziamento. Questa volta ho qualcosa di speciale. E’ molto ingombrante! Prendi!-
-“Hai ottenuto: Difesa Suprema”.-
Questa riduceva di un punto i danni di un qualsiasi attacco, era quindi un potenziamento incredibile.
-Oh, forse mi fermerò anche io in città. Spero sia rimasto un po’ di budino al latte di Luisona. E’ il mio dolce preferito!-
E così anche l’uomo si allontanò per la città, mentre la ragazza assieme a Pachirisu, aspettò ancora qualche minuto, notando con la coda dell’occhio Celebi che volava tra gli alberi.
La foresta era ora qualcosa di molto più rispetto a prima, era il simbolo di ciò che accadeva quando persone e Pokémon univano le loro forze.

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Capitolo 79
*** Dopo-storia 5 ***


Aveva ormai completato tutte le missioni e tutti gli incarichi.
Nel suo lavoro da Ranger, Sara aveva sempre dato il massimo, non tanto con l’obbiettivo di eccellere, ma di aiutare quante più persone possibili. Ora però che aveva svolto egregiamente il suo lavoro, c’erano una serie di cose che doveva fare, per suo desiderio personale.
Tra queste, c’era ad esempio il trovare il misterioso luogo raccontato da Edvige.
Erano trascorse settimane, e la ragazza, accompagnata dal suo amico Pachirisu, aveva esplorato ogni angolo di Almia, senza trovare la minima traccia di un indizio.
Almeno, fino ad oggi.
Al villaggio di Haruba infatti, nel porto nascosto ad est della città, lo stesso Wailord che tempo prima aveva salvato si trovava lì, se sembrava aver intenzione di concederle un altro passaggio.
Senza timore quindi la ragazza salì sulla sua schiena, mentre il Pokémon la condusse per il mare, in un luogo ancora inesplorato.
Si trattava di un’isola che mai aveva visto prima, dal lungo pontile al termine del quale, in uno spazio ricco di vegetazione era presente una grande ed imponente struttura bianca.
Accanto a questa c’era una giovane Ranger dai capelli neri.
-Scusami, questa è l’arena dei Ranger?-
Chiese Sara abbastanza sicura della risposta.
-Sì…non so se entrare o meno. Non mi sento sicura.-
Lei invece lo era, e subito entrò trovandosi in un gigantesco salone pieno di persone, dalla cui altra parte c’era un bancone con tre ragazze e due scale ai lati.
Avvicinandosi, la donna al centro le parlò.
-Un caloroso benvenuto! Questa è l’Arena dei Ranger! E’ la prima volta che vieni qui?-
-Sì.-
-Allora devo controllare il tuo pass.-
Immediatamente la ragazza glielo porse, ed il controllo fu rapido.
-…perfetto. Grazie, Sara. Adesso puoi entrare. Visto che è la tua prima volta qui, dovrei spiegarti cos’è l’Arena dei Ranger. L’Arena dei Ranger è una struttura d’allenamento per i Ranger esperti. E’ un luogo dove anche i migliori possono perfezionare le loro tecniche di cattura. Nelle stanze alle mie spalle, troverai molti Pokémon che aspettano il tuo arrivo.-
Voltandosi la donna le indicò una porta in ferro, vicino ad un uomo e ad un Punto di Salvataggio.
-Oltre questa porta ti attendono delle sfide che metteranno alla prova le tue capacità. I Pokémon che affronterai non sono facili da catturare. Per tale motivo, stabiliamo dei limiti su quali stanze puoi visitare all’inizio. All’inizio potrai accedere a una sola stanza. Catturando il Pokémon in fondo alla stanza, avrai accesso a quella successiva. L’obbiettivo è catturare tutti i Pokémon nelle stanze dell’Arena. Buona fortuna!-
-Io posso dirti quante stanza hai completato. Se vuoi controllare i tuoi progressi, vieni da me.-
Spiegò poi la ragazza alla sua destra.
-Io invece ricaricherò il tuo Styler.-
Disse l’Assistente a sinistra sorridendo. Emozionata la ragazza corse subito per le scale, ma venne fermata dall’uomo accanto alla porta.
-Spiacente. Solo il tuo Pokémon compagno può entrare con te. I tuoi Pokémon amici devono aspettare qui mentre tu sei dentro.-
-Oh, va bene, grazie per l’informazione.-
Lasciando che si prendessero loro cura di Doduo, Sara e Pachirisu superarono la prima porta, e si ritrovarono in un corridoio in cui c’era un punto di salvataggio, un ricaricatore dello Styler e ben cinque porte, ma solo una era aperta.
Il passaggio per proseguire era poi bloccato da un muro.
-Una volta completata la stanza, puoi affrontare il boss ogni volta che vuoi.-
Le spiegò un’altra Ranger con gentilezza.
-Se esaurisci l’energia dello Styler, perdi la sfida. Dovrai lasciare la stanza e tornare al banco della reception.-
Spiegò intanto un ragazzo, ed in seguito Sara oltrepassò emozionata la prima porta. Al suo interno c’era un’altra stanza ancora, dai muri e pavimenti in metallo, con uno strano marchingegno al centro ed una porta alle sue spalle.
-Vuoi che ti spieghino come funzionano le stanze?-
Chiese uno scienziato vicino al macchinario.
-Sì grazie.-
-Per completare una stanza, devi catturare il Pokémon in fondo. Tuttavia, la porta in fondo alla stanza all’inizio è chiusa. Per aprire la porta…devi prima prendere un ascensore come quello, per raggiungere la stanzetta in basso. Poi devi catturare il Pokémon nella stanzetta. Una volta catturato il Pokémon, la porta in fondo alla stanza si apre. A quel punto, tutto ciò che devi fare è  catturare l’ultimo Pokémon della stanza. Se esci dalla stanza durante la sfida, dovrai ricominciare la stanza da capo. Mi raccomando, tienilo a mente.-
Annuendo la ragazza fu pronta ad iniziare, ed utilizzò la macchina per scendere nella stanza inferiore, identica alla precedente, solo più piccola.
Inizialmente le sembrava vuota, ma un Gradevoir arrivò alle sue spalle, iniziando la cattura.
Subito il Pokémon tentò di colpirla con delle sfere viola, che creò a ripetizione con uno schema di tre colpi, al termine del quale si fermava per un secondo poi riprendeva. Questo le diede modo di sfruttare quel piccolo tempo, ma in seguito, usando il teletrasporto, creò attorno a sé altre sfere che ruotarono rapidamente, impedendole per il numero di usare lo Styler.
Al primo tentativo di trovare un varco la ragazza subì un danno, perdendo tre punti d’energia e sentendo come se la mano fosse stata colpita da qualcosa. Non era però nulla di preoccupante, ma anche quando il Pokémon ripeté il primo attacco, nonostante stesse riuscendo a disegnare molte linee, subì un secondo danno perdendo altri tre punti.
Quando nuovamente Gradevoir usò le sfere come uno scudo sarà utilizzò il potere di Pachirisu, capace di creare dei fulmini, per bloccarla e non far scendere l’energia ottenuta.
Grazie a questa strategia la ragazza riuscì a catturarlo, e tornando alla stanza di sopra la porta si aprì.-
Stavolta la stanza era simile a quella alla Federazione, con una mappa sul pavimento, ed il Pokémon da catturare era Toxicroack.
Come primo attacco il Pokémon creò nel terreno una poltiglia velenosa, dalla quale però Sara stette lontana senza problemi. Creò poi una serie di nuvolette di fumo, e perfino un’intera nebbia tossica, ma solo verso la fine quest’ultimo attaccò provocò cinque punti di danno alla ragazza, che provò un debole senso di nausea.
Fu comunque l’ultimo attacco del Pokémon prima che venisse catturato.
La prima stanza era quindi completa.
Uscendo si aprì una seconda porta tra le cinque ed immediatamente la ragazza vi entrò ripetendo i suoi passi.
Il Pokémon successivo fu Shiftry, che come primo attacco provocò una raffica di tornado. Non erano però loro il problema, bensì che quando saltava via da un punto all’altra creava un’onda viola nel terreno, a causa della quale Sara subì tre danni.
Fortunatamente lo Styler si era ricaricato automaticamente dopo la prima stanza.
Giusto per fermarlo un po’ però Sara usò nuovamente l’abilità di Pachirisu, riuscendo ad ultimare una cattura senza danni.
Scoprì incredibilmente poi che, il Pokémon boss, era Spiritomb.
Ricordava bene che i suoi attacchi variavano in base alla posizione delle pietre. Infatti in quella in alto a destra tentò di colpirla con dei fuochi viola, che però lei evitò semplicemente mettendosi alle sue spalle.
Dal punto in alto a sinistra invece creò una fiammella viva, ed in basso a sinistra generò una serie di sfere viola.
Per il momento sembrava andare tutto bene, ed anche quando, andando in basso a destra, generò una sfera elettrica nel suolo, questa non costituì un pericolo.
Solo l’attacco nella sfera centrale fu ostio, ma solamente perché creò delle onde nel terreno che durarono per vari minuti, e lei non poté fare nulla.
Mancava ormai pochissimo alla vittoria, ma quando tornò al centro delle sfere la ragazza non volle perdere tempo, e lo sbloccò con il potere di Pachirisu in modo non potesse crearle, riuscendo a catturarlo.
Con questo aveva terminato anche la seconda stanza.
A partire dalla terza stanza le cose però cambiarono, perché c’erano ben due meccanismi, quindi un Pokémon in più da affrontare.
Scelse prima quello a sinistra, trovandovi un Crobat.
Immediatamente il Pokémon creò nel terreno una melma viola, ma riuscì a colpirla in seguito con una nube tossica creata all’istante, togliendole cinque punti d’energia.
Successivamente il Pokémon le creò contro una raffica di ultrasuoni, che però lei evitò, ed andò a ripetere la stessa sequenza.
Stavolta però Sara, dopo l’attacco con la melma, scelse d’aspettare la nube tossica, in modo da non venir ferita.
Quella si rivelò la tattica vincente per catturarlo.
Fu quindi il turno di Alakazam, che teletrasportandosi ad alta velocità alternava attacchi con sfere viola alla creazione di sfere elettriche nel terreno.
Non era semplice stargli dietro con gli occhi, ma alla fine riuscì a catturarlo senza subire danni.
L’ultimo Pokémon da catturare era Lucario, e ciò fece domandare alla ragazza come diamine potessero esserci Pokémon simili lì sotto.
Proprio come la prima volta l’aveva incontrato non si rivelò un avversario semplice.
Come prima cosa tentò di ferirla con un pugno, ma lei lo schivò egregiamente senza ferirsi. In seguito il Pokémon creò nel terreno delle ombre d’energia, e tentò di colpirla anche con delle sfere azzurre.
Le sembrava ancor più veloce della prima volta, soprattutto quando venne ricoperto da un’aura azzurra ed i suoi attacchi raddoppiarono d’intensità.
Almeno all’inizio però l’effetto durò poco, e lei era arrivata ad oltre la metà.
Solo quando venne nuovamente ricoperto da quell’aura e usò l’attacco con cui creava delle sfere azzurre la ragazza non riuscì ad evitarle, venendo direttamente colpita al torace e perdendo cinque punti d’energia.
Nonostante questo però Lucario non ricorse ad altre strategie, e lei riuscì a catturarlo.
Se quelle erano le prime stanze, aveva quasi paura per le ultime…
Venne comunque il turno della quarta, dove ripeté gli stessi passaggi lottando prima contro un Gabite poi contro un Absol, a causa dei quali l’energia dello Styler scese ad 81/95.
L’ultimo Pokémon era, sorprendentemente Heatran.
Già dal primo momento il Pokémon creò attorno a sé una serie di esplosioni, una delle quali colpì Sara scaraventandola contro il perimetro di cattura, facendole perdere dieci punti d’energia ed uno strappo alla schiena. Successivamente rincarò la dose con delle onde d’energia, che le fecero perdere altri dieci punti.
Quando il Pokémon iniziò a creare nel terreno pozze di lava lei usò nuovamente il potere di Pachirisu, fermandolo riuscendo ad arrivare a metà dell’energia necessaria a catturarlo.
Sfruttò perfino il potere di Gabite, in grado di far cadere dei massi nel punto toccato, ma le costò altri dieci punti e altrettante ferite visto la linea di cattura venne colpita.
Fortunatamente tale potere durava per molto tempo, e combinandolo al termine a quello di Pachirisu fu in grado di bloccare il Pokémon per un tempo sufficiente a catturarlo.
La stanza era quindi terminata, e non appena ne uscì  non solo lo Styler fu carico, ma le sue ferite guarite miracolosamente.
Restava solamente l’ultima stanza del piano. Emozionata vi entrò trovando stavolta tre macchinari, ed iniziando da quello al centro affrontò per primo Gengar, che non fu un problema e venne catturato senza danni.
Fu poi il turno di Blaziken, che a causa della sua velocità d’attacco la fece scendere a 86/95 punti d’energia. La capacità di Pachirisu di immobilizzare i Pokémon con una scarica elettrica si stava rivelando una manna del cielo, visto lo catturò solo grazie a questa.
Affrontò poi un Bellossom, che l’affrontò prevalentemente utilizzando delle foglie taglienti come scudo, che levandogli via via quattro punti la fecero scendere a 65/95.
Sicuramente non una situazione facile, soprattutto con l’ultimo avversario, ovvero Cresselia.
Concedendole inizialmente qualche attimo di tempo, il Pokémon usò come primo attacco una fiammata viola, che però non la colpì. Successivamente però creò non solo attorno a sé una piccola sfera viola, ma anche una seconda che ruotò attorno al margine del perimetro.
A causa di questo Sara perse altri tre punti, ma almeno la sfera più vicina svanì presto. Preoccupata per come sarebbero andate sicuramente le cose in seguito la ragazza usò l’abilità di Pachirisu bloccandolo, ma non le impedì di creare una seconda sfera che ruotò vicino all’altra.
Lo spazio iniziava già a ridursi, e lei era solo a metà.
In una manciata di secondi ne creò poi anche una terza, ed ogni tot tempo creava nuovamente la piccola sfera attorno a sé.
Nuovamente Sara sfruttò il potere del Pokémon compagno, che a poco a poco si rivelò la strategia migliore per concludere la cattura, che la portò a passare al livello quarantaquattro, con cinque punti in più di potenza e due d’energia, arrivando a 97/97.
Il primo piano era completato, e la parete esterna si abbassò dandole modo di proseguire.
-Evvia!-
Salendo le scale mobili arrivò ad un altro corridoio con quattro porte da superare, con uno scienziato vicino alla prima porta.
-Questo è il secondo livello. Qui troverai più Pokémon che al primo livello. Assicurati che il tuo Styler sia carico e potenziato prima di proseguire.-
Annuendo la ragazza superò la porta, trovandovi quattro meccanismi.
Scendendo tramite il primo a destra trovò un Drifblim, che però catturò facilmente senza danni.
Con il meccanismo in basso a sinistra invece dovette catturare un Honchkrow, che anche lui però con la dovuta calma non rappresentò alcun danno.
In alto a destra ci fu poi uno Swellow, che grazie alla velocità dei suoi movimenti riuscì a colpirla con una beccata provocandole tredici danni ed un acuto dolore alla schiena, prima d’esser catturato.
Nell’ultima stanzetta c’era infine un Fearow, che però non riuscì a ferirla.
Era già arrivato il turno d’affrontare l’ultimo Pokémon, ma si trattava di ben due Pokémon, Yanmega e Gliscor.
I due Pokémon l’attaccarono subito all’unisono, uno facendosi avvolgere da un’aura rossa con cui la caricò, l’altro usando delle lame affilate.
Solo per evitarli la ragazza dovette fare un gran numero di salti, ma era prevalentemente Gliscor ad attaccarla, ed era su di lui che si stava concentrando.
Fu il primo infatti che riuscì a catturare, osando però un po’ troppo e venendo colpita da un’onda d’urto di Yanmega, che le tolse quattro punti d’energia, rimasto solo lui però catturarlo fu molto semplice.
-Ed anche questa stanza è andata.-
Disse la ragazza soddisfatta procedendo alla seconda porta.
Ripetendo la strada precedente il primo Pokémon che affrontò fu Abomasnow. Era incredibilmente grande e dal pelo bianco. Inizialmente l’attaccò con delle foglie affilate e scatenando una bufera di neve attorno a sé, ma sfruttando anche la carica dello Styler riuscì a catturarlo senza danni.
Il secondo Pokémon fu Tyranitar, e nemmeno lui riuscì a ferirla, poi fu la volta di Aggron, ed infine un Kangaskhan, dalla pelle marrone e con un marsupio dentro al quale v’era un cucciolo.
Prevalentemente l’attaccò scagliandole contro dei raggi d’energia gialla, che colpendole solo il braccio non solo la ustionò, ma le fece perdere addirittura undici punti d’energia.
Siccome tale attacco veniva fatto in rapida successione usò il potere di Pachirisu per bloccarlo e catturarlo.
Con 78/97 punti d’energia rimaneva solo la stanza del boss, ma al contrario di quanto si aspettava furono ben tre; Mamoswine, Rhyperior e Tangrowth.
Muoversi tra questi tre colossi era veramente dura, e Mamoswine era quello che l’attaccava di più con delle onde d’urto, mentre Rhyperior le lanciava dei massi.
Fu poi un colpo del primo a scaraventarla lontano, facendole perdere tredici punti d’energia, usando però prima l’abilità di Pachirisu, poi di Kangaskhan, la ragazza riuscì a catturare prima Mamoswine, poi Rhyperior e come ultimo Tangrowth.
-Prossima stanza, nuovi Pokémon.-
Nonostante stesse affrontando così tanti Pokémon non si sentiva ancora stanca, e passando alla successiva notò che ora le stanzette erano cinque.
Andando prima in quella in basso a destra trovò un Flareon, abbastanza semplice da catturare che le tolse solo cinque punti d’energia a causa delle sue fiamme che la scottarono.
In basso a sinistra trovò invece un Vaporeon, che a sua volta a causa delle pozze d’acqua che lasciava a terra le fece perdere altri quattro punti d’energia.
Grazie al cielo aveva l’abilità di recupero, ed era ancora a 94/97.
In alto a destra trovò quindi un Espeon, che sfortunatamente le costò tre punti con le sue sfere viola.
-Chissà perché ma fino ad ora questo posto mi ricorda la sfida di Willy.-
Continuò andando direttamente a sinistra, dove trovò un  Jolteon, ma almeno questo non le provocò alcun danno.
Nella stanzetta tramite il macchinario centrale invece trovò un Eevee, e nemmeno con lui subì alcun danno.
-Vediamo i boss.-
Dall’altra parte della porta erano rimaste le ultime evoluzioni del Pokémon, ovvero Umbreo, Glaceon e Leafeon.
Non era semplice perché anche se piccoli i tre si muovevano rapidi, ed erano soprattutto le onde viola nel terreno di Umbreon a preoccuparla.
Il primo attacco che le tolse quattro punti d’energia però fu quello di Glaceon, tramite il suo respiro ghiacciato.
Analizzando la situazione la ragazza scelse di ricorrere al potere di Flareon, che aumentava la linea di cattura e rendeva il bersaglio stanco.
Non era molto, ma già qualcosa, e nonostante Leafeon riuscì a ferirla varie volte con le sue foglie, provocandole dei graffi alle gambe, lei riuscì a catturare Umbreon.
In seguito Sara si concentrò su Leafeon, ed infine Glaceon.
L’impressione però che ci fosse Willy dietro quella stanza era forte.
Nella seguente invece, ed anche ultima per giunta, il primo Pokémon che affrontò fu un Garchomp, che riuscì però a catturare senza ferite, nonostante questo avesse tentato più volte di colpirla con i suoi artigli.
Fu poi il turno di un Houndoom, che però grazie all’abilità di Pachirisu non la ferì.
Il terzo Pokémon fu un Banette, che le tolse solo tre punti d’energia a causa delle sue fiamme viola che gli fluttuavano attorno.
Dalla stanza tramite il meccanismo in alto a destra trovò poi un Cacturne, ed infine un Ariados, che creò numerose ragnatele nel terreno, che provocarono otto danni nell’energia della ragazza, ferendole i piedi.
Ormai rimaneva solo l’ultima stanza del boss, e si trattava di ben quattro piccoli Pokémon dalle teste rosse ed un Drapion. Era più il loro numero che altro a preoccuparla, infatti quando riuscì a catturare i primi tirò un sospiro di sollievo, mentre il polso doleva.
Rimasto solo il Drapion fu molto più semplice catturarlo, nonostante gli altri Pokémon l’avessero ferita numerose volte con i loro artigli.
Al termine della cattura le loro informazioni si aggiornarono.
Si chiamavano Weavile, “Gruppo: Buio- Poké Tattica: Buio- Mossa: Taglio 4”, “Attacca con Neropulsar, pezzi di ghiaccio e raffiche di vento oscuro.”.

-Cavolo…ho bisogno di un attimo per il polso.-
-Pachi.-
Pachirisu fece per massaggiarle la mano, ma almeno non solo lo Styler era salito al livello quarantacinque, avendo cinque punti in più di potenza e due d’energia, arrivando a 99/99, ma il passaggio fuori si era anche aperto.
Arrivati al terzo piano la ragazza notò solamente due porte, ed una scalinata.
L’uomo vicino a queste subito le parlò.
-Questo è il terzo livello! Qui in ogni stanza c’è una sola sfida. Non ci sono ascensori per scendere. Capisci cosa significa? Non puoi farti amici i Pokémon che catturi! Su questo livello, il legame tra i Ranger e il loro compagno viene messo alla prova!-
-Se le cose stanno così, allora posso essere serena.-
Non sapeva chi avrebbe affrontato, ma con Pachirisu ce l’avrebbe fatta.
Entrò quindi nella prima stanza alla sua destra, trovandovi all’interno Magmortar ed Electivire.
Entrambi agirono immediatamente per ferirla, il primo con delle esplosioni, l’altro con una raffica elettrica, ma fallirono.
Concentrandosi prima su Magmortar Sara usò varie volte il potere di Pachirisu per bloccarlo, anche se a causa degli attacchi elettrici di Electivire perse molti punti d’energia e venne fulminata varie volte, ma alla fine riuscì nel suo intento, e catturare l’altro, rimasto solo, fu molto più semplice.
Uscendo dalla stanza e recuperando tutta l’energia dovette affrontare l’ultima stanza del piano, dove si trovavano un Empoleon, Infernape ed un Pokémon  molto largo con un albero sulla schiena.
Non era molto semplice riuscire a destreggiarsi tra i loro attacchi. Prima uno usava una raffica di ghiaccio, poi l’altro l’attaccava con delle foglie affilate, e l’ultimo con delle esplosioni o delle colate di lava.
La situazione però si facilitò quando catturò per primo Empoleon, senza danni.
In seguito a causa delle esplosioni la ragazza subì vari danni, ma riuscì comunque a catturare anche gli altri due Pokémon.
A quanto pare quello con l’albero sulla schiena si chiamava Torterra, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Azione 4”, “Attacca lanciando foglie e sparando semi.”.
Fiera di sé la ragazza uscì dalla stanza, sentendo sopra la scalinata tra le due porte qualcosa che scendeva, e si trattava di una piattaforma.
Immediatamente lei vi salì, raggiungendo una nuova zona con altri tre Pokémon, un Salamence, un Flygon ed un Pokémon simile a un drago arancione.
Nonostante la loro stazza fosse notevole la ragazza riuscì comunque a muoversi tra di loro, mentre Flygon l’attaccava con raffiche di vento ed il Pokémon arancione creava nel terreno delle fiamme.
Con l’aiuto di Pachirisu che li bloccò con il suo potere sicuramente non fu infattibile aumentare l’energia necessaria alla cattura, e fu proprio il nuovo Pokémon che riuscì a catturare per primo, seguito da Salamence e Flygon.
Il suo nome era Charizard, “Gruppo: Fuoco- Poké Tattica: Fuoco- Mossa: Fuoco 4”, “Attacca emanando una stella incandescente e sputando palle di fuoco.”.

Non le sembravano esserci più stanze, e quando i Pokémon fuggirono si udì una voce dall’alto.
ARENA COMPLETATA
Alla fine era riuscita a completare anche questa impresa.
-Bel lavoro Pachirisu.-
-Pachi!-
-Andiamo a casa a festeggiare con dei poffin.-
Sorridendo la ragazza prese il suo piccolo amico tra le braccia, tornando al piano inferiore, dove però trovò ad aspettarla tutti gli Assistenti ed i Ranger che aveva incontrato, inclusi Alex e Settimo assieme alla presidentessa Edvige.
Fu Settimo il primo a parlarle.
-Ho sentito che un fenomeno aveva completato l’arena. Quindi mi sono precipitato qui e…Sara, sei tu quel fenomeno! Quell’espressione soddisfatta sul tuo volto mi dice che ce l’hai fatta…sono proprio contento per te.-
-Ti ringrazio Settimo.-
Rispose la ragazza, mentre Alex la guardava a bocca aperta.
-E’ una cosa sbalorditiva! Sara, lo capisci? Come amico voglio dirti questo: complimenti! Ma da rivale…aspetta e vedrai! Ti supererò!-
-Ahahah, lo vedremo Alex.-
-Ho sempre saputo che avresti  lottato fino alla fine e che ce l’avresti fatta. In fondo, hai sempre dimostrato di essere tenace. Sono orgogliosa di te.-
Le parole della presidentessa erano molto importanti per lei, e vennero seguite dal coro degli Assistenti.
-Complimenti!-
-Ho un nuovo obbiettivo nella vita! Uno di questi giorni, voglio portare a termine una missione con te, Sara!-
Disse il Ranger al piano precedente, mentre prese parola quella che aveva incontrato all’esterno.
-Sei tu Sara? Non dimenticherò mai il tuo nome!-
Era un tale onore tutto questo che la ragazza non aveva assolutamente parole, e tutto ciò che poteva esprimere lo rese chiaro esibendosi nella sua posa da Ranger.
 

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Capitolo 80
*** Dopo-storia 6 finale ***


Aveva completato tutte le missioni, svolti tutti gli incarichi, e battuto l’Arena Ranger.
Era passata almeno una settimana da allora, durante la quale la ragazza e Pachirisu si erano presi una breve pausa per stare in famiglia, ma ora aveva inizio l’ultima grande sfida per lei.
Completare il Navigatore.
Aveva studiato i Pokémon che le mancavano, ed analizzato nel giro di un mese le loro posizioni.
Ora doveva solo vedere di trovarli.
Il primo Pokémon che cercò fu Sudowoodo, e lo trovò vicino al porto di Wailord per l’arena, sotto forma di ostacolo rimuovibile con una Mossa Spruzzo 2, e per fortuna lì vicino c’era un Pelipper.
La cattura del Sudowoodo fu semplice e senza danni, e subito le informazioni vennero aggiornate con “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: Distruzione 2”, “Attacca provocando frane.”.

Il Pokémon successivo era il numero 118, e stando alle informazioni l’avrebbe trovato alla Strada Federale.
Visto era stata molte volte lì e non l’aveva mai trovato suppose fosse annidato tra gli alberi, e lo trovò proprio su quello sopra la prima scalinata per la Federazione.
Era simile ad una libellula arancione dalla testa verde, e bastarono due linee per catturarlo.
Il suo nome era Yanma, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 2”, “Attacca emettendo onde d’urto e ultrasuoni mentre vola.”.

Venne poi il turno del 132, che si diceva essere nella grotta vulcanica di Caldonia.
Volando fino al vulcano la ragazza lo trovò nei pressi del passaggio per la vecchia nave cargo del Team Pesto Buio, usando un Drifloon per raggiungerlo.
Nemmeno la sua cattura però fu difficile; il suo nome era Lairon, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: Azione 2”, “Attacca con la sua testa di ferro.”.

Era ora del numero 175, che a quanto pare si trovava nei resti della nave cargo, all’Accademia dei Ranger.
Nonostante la zona non fosse propriamente sicura, dopo averla raggiunta in volo su uno Staraptor, la ragazza vi si addentrò all’interno, trovandolo nella vecchia stanza di vanesio.
Il Pokémon era grande e rotondo, dalla pelle rosa e con una lingua lunga; immediatamente lo raggiunse dando il via alla cattura, nella quale bastò una sola linea continua.
Il suo nome era Lickilicky, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione 3”, “Attacca usando la lingua.”.

Dopo di lui c’era il 209, che si sarebbe dovuto trovare alla Valle di Crio, e lo trovò sul primo albero a nord dall’entrata del Campo Sottozzero.
Sembrava un uccellino bianco e rosso, la cui coda le ricordava un sacco. In ogni caso, quando la cattura ebbe inizio, bastò poco anche per lui, ultimandola.
Il suo nome era Delibird, “Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: Distruzione 1”, “Attacca lanciando pezzi di ghiaccio.”.

Stando al Navigatore rimaneva solo un ultimo Pokémon, il 262, che sarebbe dovuto essere alla Piattaforma Segreta.
Lo trovò dopo aver sceso il primo ascensore della piattaforma, percorrendo tutto il corridoio ed arrivando al quadro di comando.
La sua forma era molto strana, di colore rosa quasi simile ad un papero, e fluttuava guardando i vari schermi spenti.
Vincendo il senso d’inquietudine la ragazza si avvicinò iniziando la cattura, concludendola in tempi relativamente brevi.
Il suo nome era Porygon-Z, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione 3”, “Atacca emettendo scariche elettriche. Si protegge con una barriera misteriosa.”.

Quello era l’ultimo Pokémon segnato, ma non era ancora la fine di quell’avventura.
La ragazza infatti sapeva bene che era rimasto un altro mistero da risolvere ad Almia…
 
 
 


Prima di partire per il suo viaggio, la ragazza si premurò d’avere tutti i Pokémon adatti, catturando Gallade, Magmotar e Garchomp.
Come prima cosa, la ragazza si diresse verso le Rovine Cromane, percorrendole fino al termine, dove trovò la strana statua contro la quale era possibile usare una Mossa Taglio 5, ed appunto per questo servì Gallade.
Non appena il Pokémon la colpì la punta della statua venne tranciata, ma si formò al posto suo uno strano essere simile ad un grande robot d’acciaio dalla testa rotonda.
Immediatamente la ragazza si avvicinò al Pokémon sconosciuto, iniziando una cattura.
Inizialmente l’altro non fece altro che muoversi per il perimetro di cattura, ma sollevando le lunghe braccia creò nel terreno delle sfere elettriche che fungevano da ostacolo.
Queste non furono molto fastidiose, almeno non quanto le seguenti sfere elettriche che iniziarono a fluttuargli attorno.
Solo dopo qualche minuto la ragazza tentò di disegnare una linea di cattura attorno a loro, riuscendoci fortunatamente ma non osando oltre. Visto però lui continuò per molto a crearne di nuove usò il potere di Pachirisu per bloccarlo, venendo comunque ferita varie volta dalle sfere elettriche.
L’unica soluzione possibile si rivelò quella della pazienza, e dello sfruttamento della Poké Tattica quante più volte possibile.
Alla fine però la vittoria fu della ragazza.
Il nome del Pokémon era Registeel, “Gruppo: Acciaio- Poké Tattica: Acciaio- Mossa: /-”, “Si protegge con una barriera elettrica ed emette sfere magnetiche ed elettrificate.”.

-E’ questo quindi il segreto delle statue? Ma perché saranno lì…-
Per trovare le risposte doveva catturare anche gli altri due Pokémon, e per secondo scelse quello che si trovava al Castello di Almia, nella stessa stanza dove si trovava Mismagius.
Dopo aver catturato questo Pokémon, con l’aiuto di Magmortar la ragazza sciolse la statua, che divenne un Pokémon simile al precedente, solo che il suo corpo sembrava esser fatto di ghiaccio tanto era lucido.
In ogni caso la cattura ebbe presto inizio.
Sorprendentemente il Pokémon scivolava sul terreno molto velocemente, ed ogni volta si fermava saltava provocando delle onde d’urto nel terreno.
Quando ormai però l’energia necessaria alla cattura arrivò a metà, quando saltava si formavano dei grossi blocchi di ghiaccio, sui quali la ragazza scivolò ferendosi al braccio e perdendo tre punti d’energia.
Mentre lottava stava usando anche il potere di Garchomp, che faceva cadere dei massi dall’alto rendendo l’avversario stanco.
Grazie al cielo durava più di un minuto, aiutandola a non perdere energia.
Alla fine grazie a tale potere la ragazza riuscì a catturare il Pokémon.
Il suo nome era Regice, “Gruppo: Ghiaccio- Poké Tattica: Ghiaccio- Mossa: /-”, “Emette onde d’urto e lancia pezzi di ghiaccio.”.

Grazie a tale cattura il suo Styler raggiunse il livello quarantasei, con cinque punti in più di potenza e due d’energia, arrivando a 101/101
-Bene, ne rimane solo uno.-
Questo si trovava nella zona nascosta della Foresta di Vien, ed arrivandoci tramite un Floatzel, dopo aver ricatturato il Garchomp, la ragazza trovò ben presto la grotta dove l’ultima statua era nascosta.
Non appena Garchomp la colpì questa andò in frantumi, e comparve il terzo Pokémon che sembrava fatto di roccia.
Rispetto ai primi due si muoveva con incredibile lentezza, e gli unici attacchi che fece furono il saltare creando delle onde d’urto, per questo motivo Sara riuscì a catturarlo rapidamente senza venir ferita.
Il suo nome era Regirock, “Gruppo: Roccia- Poké Tattica: Roccia- Mossa: /-”, “Attacca provocando frane. Può anche squarciare il terreno.”.

Terminata la cattura, tuttavia, non accadde nulla, il  che rese ancor di più confusa la ragazza, visto anche i tre si limitavano a guardarla.
-Cosa significa tutto questo…-
 
 
 
Dopo le tre catture dei Pokémon misteriosi, Sara continuò nella sua ricerca, cercando qualsiasi informazione perfino nei libri di storia su di loro, ma le notizie erano minime.
Gli stessi anziani di Almia non avevano mai sentito i loro nomi.
Solo una leggenda sembrava corrispondere al loro aspetto, e ritraeva questi tre Pokémon giganteschi che, se riuniti all’interno di una stanza nascosta in un tempio antico, avrebbero rivelato un’incredibile potenza a colui che fosse riuscito a trovarli.
Ad Almia l’unico tempio abbastanza antico sembrava solo quello nel Deserto Haruba, ed il prima possibile la giovane Top Ranger, vi si recò speranzosa.
-Ehi, Pachirisu, avresti mai creduto un giorno avremmo fatto tutto questo? Girare per Almia, catturare Pokémon sconosciuti e cercare di svelare i misteri di un tempio?-
-Pachi pachi pachi.-
-Già. Grazie che mi accompagni in ogni mia avventura.-
Con lui aveva sicuramente una spinta in più a continuare tutto ciò.
Ormai erano arrivati all’entrata del tempio Hippowdon, e prima di procedere la ragazza ispezionò ogni stanza del primo piano, senza tuttavia trovare nulla.
Nemmeno al secondo piano notò nulla di strano, ma quando arrivò alla stanza in cui erano presenti le frecce nel terreno al centro di essa notò uno strano vortice viola.
-Ci siamo!-
Nonostante non sapesse dove portasse la ragazza lo raggiunse, lasciandosi trascinare al suo interno.
Arrivò così ad una stanza nascosta, completamente vuota se non fosse per tre piattaforme nel suolo.
Una poderosa voce risuonò nella sua mente.
-“Tre Pokémon io cerco. Portali da me…e il cammino ti sarà svelato.”
Non molto distante da lei era presente anche un’incisione, su cui era scritto:
“L’ultimo Pokémon rimarrà impresso nella memoria del prescelto…l’ultimo grande Pokémon giace dormiente all’interno.”
Senza far rumore la ragazza si avvicinò alle piattaforme nel terreno, sfiorando quella a destra.
-C’è una scritta che dice: Un corpo completamente di metallo. Il corpo di questo Pokémon è più resistente di qualsiasi lega metallica.-
Dallo Styler sentì poi una voce in risposta alla scritta.
-Vuoi posizionare Registeel sul piedistallo?-
Non appena spinse il pulsante sì il Pokémon subito vi salì sopra.
Fu poi il turno della piattaforma a sinistra.
-Un corpo formato da roccia e pietre. Questo Pokémon è capace di rigenerare il proprio corpo con la roccia.-
-Vuoi posizionare Regirock sul piedistallo?-
Anche questo Pokémon fece lo stesso non appena lei spinse il pulsante.
Rimaneva solo l’ultimo.
-Un corpo fatto tutto di ghiaccio. Cioconostante, questo Pokémon resiste anche al potere del fuoco.-
-Vuoi posizionare Regice sul piedistallo?-
Non appena anche l’ultimo Pokémon si posizionò sul piedistallo la porta dall’altra parte della stanza si aprì, e nuovamente lei udì quella misteriosa voce.
-“Il sigillo è rotto. L’attesa è finita. Entra.”-
Superando la porta, senza rendersene conto quasi tremando dall’emozione, la ragazza si ritrovò sopra ad un ponte collegato ad una piattaforma, sul quale v’era un gigantesco Pokémon, forse il più grande avesse mai visto, simile ad un robot grigio dalle spalle gialle e con delle piante sui queste ultime e sui piedi.
Dopo essersi esibito in una serie di colpi per aria per provare la sua tenacia, il Pokémon diede il via alla cattura.
Inizialmente il Pokémon non sembrò attaccarla, ma preso la ragazza si rese conto che gli bastava anche solamente fare un passo per provocare una potentissima onda d’urto, che le toglieva ben diciotto punti d’energia.
In un primo momento la reazione naturale fu la paura più totale. Era difficilissimo riuscire a trovare il momento in cui poteva generare almeno una linea, e ci voleva un po’ di tempo per ricaricare il potere di Pachirisu.
Fu la cattura più estenuante di tutta la sua vita. Doveva preoccuparsi di non esser colpita dalle sue onde d’urto e dai suoi attacchi normali, tra cui anche dei massi che cadevano dal tetto.
Alla fine però, soprattutto con l’aiuto di Pachirisu, riuscì a catturarlo, rimanendo con 38/101.
Il suo nome era Regigigas, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: /-”, “Attacca sferrando pugni. Emette onde d’urto ad ogni passo.”.

Con il fiato corto la ragazza non poté non sorridere trionfante.
Aveva completato il navigatore.
Nuovamente la voce le arrivò alla mente.
“Onore a te, umano. Attenderò la tua prossima sfida.”-
Il Pokémon non l’avrebbe seguita, ma non era un problema.
Non appena la ragazza uscì dalla stanza però lo Styler ricevette un messaggio dal professore Frenesio.
-Finalmente ce l’hai fatta, Sara! Nessuno prima d’ora aveva raggiunto un tale risultato! Hai catturato ogni Pokémon che vive nella regione di Almia! Ora il tuo Navigatore dev’essere colmo di dati preziosissimi. Per le nostre ricerche, desidererei senz’altro poterlo aver…co-cosa stai facendo, Gloria?! Non vedi che sto ancora parlan…-
-Sara! Sono Glenda, non Gloria! Congratulazioni per aver completato il tuo Navigatore! Torna subito alla Federazione! Ti stiamo tutti aspettando!-
-Arrivo subito!-
Nonostante le ferite e la stanchezza la ragazza andò subito alla Federazione, dove tutti quanti la stavano aspettando sotto l’albero sul tetto.
Dopo una breve cerimonia di ringraziamenti, la presidentessa Edvige ultimò il suo discorso.
-…e ora dobbiamo farti le congratulazioni per aver completato il tuo Navigatore. Uno speciale contrassegno sarà inciso sul tuo Stylr per rimarcare questo risultato. Per il momento, tesoro, sei l’unico Ranger che potrà fregiarsene.-
Cominciò lei con un sorriso.
-Il tuo Styler, prego.-
Mostrandole il polso, visto non riusciva a toglierlo, la ragazza lasciò che la presidentessa vi mettesse un contrassegno di certifica inciso sul metallo.
-Congratulazioni! Scriverò un articolo per il Corriere di Vien.-
Disse Ilario correndo ad abbracciarla, seguito da Luana.
-E’ davvero meraviglioso! Io ho catturato solo…no, non te lo dico neanche.-
-Sapevo che ce l’avresti fatta un giorno!...in realtà, non proprio. Quindi, sì, sicuro che sono sorpreso! Complimenti!-
Disse Brando senza riuscire a trattenere le lacrime.
-Sono felice come se fosse capitato a me!...posso dire in giro che è capitato a me?-
Chiese Willy scherzando.
-Congratulazioni! Questa notizia dev’essere senza dubbio diffusa in tutto il mondo.-
Sorrise orgoglioso il professor Frenesio.
-Complimenti, tesoro. Questo risultato è la prova della tua capacità di stabilire empatia con innumerevoli Pokémon. E’ qualcosa di cui essere orgogliosi.-
Disse a sua volta Edvige guardandola.
-Sei davvero una persona speciale! Congratulazioni!-
Esclamò intanto Settimo, seguito da Viola.
-Sara! Ti prego, insegnami! Mostrami la via!...dai che sto scherzando! Comunque, complimenti di cuore!-
-Mi sono precipitato qui dalla Altru! Che notizia fantastica! Complimenti!-
Disse poi Leo stringendole le mani.
-Sara, ho informato la tua famiglia. Sono rimasti entusiasti della notizia. Ti fanno tutti le loro più grandi congratulazioni! E anch’io, ovviamente!-
Disse Glenda con un sorriso, mentre Alex le si avvicinò.
-Ad essere sincero mi secca un po’ che tu abbia completato il Navigatore prima di me…ma è bello sapere che la competizione con te è così serrata. Ti raggiungerò e ti batterò! Sara! Congratulazioni!-
Perfino Pachirisu saltava dalla gioia per la notizia, e per una volta anche la ragazza lasciò andare le lacrime.
C’era riuscito, aveva completato ogni suo obbiettivo.
Era diventata proprio  ciò a cui aspirava ad essere fin da bambina…
 
 
 
Qualche ora dopo le celebrazioni con i suoi amici, Sara aveva preso da casa il libricino sul quale aveva continuato a disegnare quando era stata in rianimazione.
Non l’aveva detto a nessuno, ma era riuscita a scoprire per intero la storia che rappresentava le tre Gemme.
In un regno lontano, vivevano tre principi ed il loro padre, un re buono e generoso il cui regno era florido.
Il re però era ormai vecchio, ed era necessario un successore.
I tre principi, il Blu, il Giallo ed il Rosso, iniziarono un furioso litigio per il possesso del trono, ed il re, esasperato e sconfortato dal loro comportamento, fu costretto a mandarli via.
Il Rosso venne mandato in un vulcano, ed il Giallo nel Deserto; solo al blu fu concesso di rimanere.
Il re però, addolorato per esser stato costretto a mandar via i propri figli, fu consumato dal rimorso, e tale sentimento contaminò addirittura il regno.
La situazione divenne così grave da spingere il principe Blu a riportare a casa i fratelli, in modo da salvare il re dal suo stesso dolore.
Era una storia molto bella, e finalmente poteva condividerla con il mondo.
Prima di farlo però, c’era qualcun altro a cui voleva farla sentire.
Senza dir niente ai suoi amici, era andata fino alla Torre Altru, raggiungendone la cima.
Lì, le nuvole tornarono ad ingrigirsi, mentre dal suolo comparve la sinistra figura di Darkrai, immerso nell’oscurità del suo mondo.
La ragazza però non ne aveva più timore, e con un sorriso gli mostrò il libro, raggiungendolo tra le tenebre.
-Ciao Maximilian…-

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