Di fratelli imbranati e musicisti invadenti

di Kotku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Del perchè Gerard Way non dovrebbe mai uscire di casa senza altrui supervisione ***
Capitolo 2: *** Del perchè Gabe Saporta dovrebbe considerarsi un amico di merda ***



Capitolo 1
*** Del perchè Gerard Way non dovrebbe mai uscire di casa senza altrui supervisione ***


Gerard di cazzate ne faceva tante, e Mikey lo sapeva bene.
Non erano cazzate di enorme portata, tipo scappare in Messico in motocicletta, mettere incinta ragazze a caso o farsi un tatuaggio sulla faccia, ovviamente, perchè Gerard non avrebbe mai avuto neanche la metà del coraggio che sarebbe servito per fare qualcosa del genere, ma erano tante piccole cazzate che condizionavano la vita di tutti i giorni rendendola fin troppo imbarazzante.
A rimetterci, neanche a dirlo, era sempre Mikey che, malgrado fosse il fratello minore e quindi, secondo giudizio comune, quello da proteggere, si ritrovava a dover salvare il culo a se stesso e al fratello, che nel frattempo si era già dimenticato di tutto e si dedicava a qualcosa di estremamente importante, tipo i disegni con i carboncini o tutte quelle cose da artista che Mikey aveva rinunciato a capire svariato tempo prima.
Se Gee non fosse stato una persona d'oro e se non fosse stato suo fratello, Mikey lo avrebbe lasciato stare subito dopo quella volta in cui si erano dovuti fingere dei boy scout, racimolando i soldi per riparare il televisore della nonna - Gerard aveva capito solo dopo che camminare con tre bicchieri di tea al limone in mano vicino alla tv non era proprio il suo forte.
Eppure, Mikey l'aveva sempre aiutato, e raramente, molto molto raramente, si era anche divertito facendolo - cosa che però Gerard non avrebbe mai saputo, perchè avrebbe stonato con la personalità scazzata e apatica che Mikey si ostinava a mostrare al mondo.
Quella tiepida mattina di aprile, tuttavia, del Mikey parzialmente divertito non c'era traccia. A giudicare dallo sguardo di fuoco che il ragazzo rivolgeva alla felpa del fratello, probabilmente in attesa di qualche segno di combustione più o meno spontanea, il Mikey parzialmente divertito aveva fatto lui le valigie ed era andato in Messico, portandosi dietro tatuatore e ragazza al terzo mese, pronto a non tornare mai più.
Gerard, dal canto suo, sorrideva, ignaro della felpa che nella mente di Mikey era già in fiamme. Era uno di quei sorrisi che lo faceva sembrare ancora un ragazzino, con i denti bianchi e allineati in mostra e un guizzo colpevole negli occhi.
- Che cos'è che hai fatto, tu? - Mikey, in piedi nel salotto di casa, guardava il fratello beatamente seduto sul divano, che continuava a sorridergli, del tutto immune alla sua collera.
Oh si, perché quel giorno la calma e la razionalità avevano deciso di fare dietrofront proprio cinque minuti prima di bussare alla porta di casa Way, almeno a quanto pareva, e nessun membro della famiglia era stato risparmiato.
Lo sguardo di Mikey nel mentre era passato all'incenerimento dei capelli del fratello, che comunque erano sempre stati troppo lunghi per i suoi gusti, ecco.
- Sarà divertente, fidati - disse Gerard, cercando di annuire in modo convincente. - E poi tu ami la musica, no? Ti sto praticamente facendo un favore, se vogliamo metterla cosí -
Mikey, con il sopracciglio destro ormai nella stratosfera, si lasciò scappare un risolino. - Un favore? È chiaro, iscrivere due persone senza una band, di cui una terrorizzata solo dal parlare in pubblico, ad una battaglia di band è decisamente un favore, e soprattutto un favore a me -
Mikey ora camminava avanti e indietro per la stanza, con una mimica che a Gerard ricordava molto loro padre, cosa che però non gli avrebbe mai detto in quel momento.
- Possibile che tutte le poche volte che decidi di portare il culo fuori da camera tua per fare qualcosa devo rimetterci io? Scappare in Messico in moto la prossima volta no eh? -
Fu Gerard questa volta ad aggrottare le sopracciglia. - Su Mikey, non essere tanto tragico, non è nulla di enormemente difficile o imbarazzante, ti giuro. E poi, non è che tu esca di casa molto più di me -
In effetti Gee non aveva tutti i torti, ma Mikey non voleva demordere. - E dimmi, secondo quale criterio avresti deciso di iscrivere te stesso e il tuo povero fratello assolutamente incapace di suonare qualsiasi strumento ad un concorso del genere? -
- Beh, è meglio di andare a vedere tutte le band locali esistenti ogni sabato sera, insomma, cosí non potrai neanche più lamentarti di Gabe che tutte le volte decide di fare cover dei Ramones - convenne Gerard. - E poi non siamo mica da soli, lo sai meglio di me che Bob è un batterista fantastico, e poi Frank suona la chitarra, e anche Ray e quindi... -
- Aspetta aspetta - Mikey portò una mano davanti alla faccia del fratello nel modo più teatrale possibile. - Ripeti un attimo -
Gerard sbattè le palpebre un paio di volte. - Eh? -
- Ripeti quello che hai detto - improvvisamente il viso teso di Mikey si stava rilassando, e un ghigno divertito cominciava a formarsi sulle sue labbra.
- Poi sono io quello strano - Gerard scrollò le spalle. - Comunque, potremo fare cover di gente che non siano i Ramones, e ci saranno Bob alla batteria, e Ray e Frank alle chitarre, e quindi il basso sarà tuo -
- Frank? Dici Iero Frank? -
Frank Iero aveva finito il liceo l'anno prima, e anche lui come Gee era all'università.
Mikey non ci aveva mai parlato granchè, insomma, per quanto potesse sembrare stupido dirlo ad alta voce quel ragazzetto basso pieno di tatuaggi lo intimidiva, ma sapeva che era una delle poche persone che suo fratello eventualmente frequentava.
Inutile dire che Mikey era completamente al corrente dell'enorme cotta che Gerard aveva per Frank. In realtà ne erano al corrente tutti probabilmente, a parte forse Gerard stesso e il diretto interessato, troppo occupati a guardarsi di nascosto per compiere il basico processo di collegamento neurone-neurone.
Non che fossero poi cosí sottili, a dir la verità, vista ad esempio la volta in cui Mikey li aveva trovati sotto il palco del Bunker a fissarsi imbambolati, ignari della band del povero Gabe che spaccava il palco.
Gerard annuí. - Si, Frank. Lui e Rey hanno già suonato insieme e volevano partecipare, quindi hanno cominciato a chiedere in giro e mi è arrivata voce -
- Quindi mi sta dicendo hai fatto questa cosa solo perché Frank Iero ha bisogno di un cantante e un bassista? - Mikey sorrise divertito. - Qualcuno dovrebbe darti delle lezioni sulle tecniche di rimorchio, sul serio -
Neanche a dirlo, Gerard arrossí leggermente, ma decise di fingere che non stesse accadendo. - Lo sai che non mi importa nulla di rimorchiare Frank Iero, Mikey. Voglio solo dargli una mano, è un amico -
- E naturalmente il miglior modo per dargli una mano è incorporare nella sua band due totali principianti. O uno, almeno, non sono particolarmente a conoscenza delle tue doti canore. - convenne Mikey. - Come ha fatto Iero, esattamente, a dirti di si? -
- Non pensavo che ci fosse bisogno che sapesse che siamo principianti, ecco -
Il sopracciglio destro di Mikey al momento era cosí in alto da uscire persino dalla via lattea anche se, probabilmente, se il ragazzo non fosse stato attivamente parte del casino del fratello, avrebbe trovato la situazione molto divertente.
- Quindi fammi capire, per attirare l'attenzione di Frank, non solo hai proposto me e te per far parte della sua band, ma gli hai anche detto che non siamo principianti? Essendo conscio del fatto che io, un basso, non l'ho neanche mai preso in mano? - Il sorriso di Gerard, come Mikey poteva notare, stava cominciando ad assumere qualche nota colpevole, e il fratello minore se ne compiaceva.
Malgrado la situazione fosse, appunto, buffa nel complesso, Mikey era combattuto per davvero.
Per quanto potessero divertirlo i goffi tentativi di Gerard nel farsi notare dalla sua cotta, che dimostravano tra l'altro che i quattro anni del liceo gli avevano insegnato poco e niente, Mikey si rifiutava categoricamente di buttarsi a capofitto in una cosa del genere.
Basso e chitarra li sapeva distinguere giusto se erano vicini, malgrado il suo grande amore per la musica, e se sapeva leggere le note musicali era solo per quel corso di flauto traverso il primo anno del liceo - corso che tra l'altro aveva lasciato dopo tre settimane, vista la sua cospicua mancanza di talento.
Senza contare poi il fatto che Mikey era terrorizzato dall'idea di esibirsi davanti a un pubblico.
Il massimo che aveva fatto mostrandosi al resto dell'umanità era stato il corso di dibattito, che tra l'altro ancora seguiva, a cui si era iscritto quell'anno, solo perchè una volta aveva ammesso entro un raggio di un kilometro da Gabe Saporta che se non fosse stato bloccato dall'idea di dover effettivamente interagire con altre persone, esporre le proprie idee gli sarebbe piaciuto molto.
Era ovviamente stato un errore, vista la grande esuberanza dell'amico, che neanche a dirlo quel settembre lo aveva convinto in quattro e quattr'otto a iscriversi insieme contando, che, a detta sua, sarebbe stato come litigare con gente a caso ma in modo piú figo.
Non era certo l'esperienza piú traumatica della vita di Mikey, ma se non altro gli ricordava il perchè di solito si atteneva al monotono percorso armadietto-classe-classe-armadietto.
Era totalmente diverso dal suonare con altre persone davanti ad un pubblico, in una competizione per di piú, peró.
Mikey scoccó a Gerard un altro sguardo omicida, per poi buttarsi sul divano rassegnato.
- Ti giuro, Gee, sei salvo solo perchè Gabe il basso lo sa suonare -







Salve a tutti.
Non scrivo piú molte fanfiction. a dir la verità, e non penso di averne mai postata nessuna riguardante band varie, tuttavia avevo quest'idea in testa da un po' e ho deciso di darmi una possibilità.
Ci tengo a precisare che la storia sarà anche su wattpad sotto lo stesso titolo e che ho preso ispirazione da un prompt su tumblr che linkeró se e quando ritroveró.
Se vi va lasciatemi una recensione, giusto per capire se vale la pena continuare o devo darmi all'ippica, ecco.
A presto!

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Capitolo 2
*** Del perchè Gabe Saporta dovrebbe considerarsi un amico di merda ***


- Cosa significa che non mi puoi insegnare? -
A giudicare dalla manciata di teste che si era girata nella sua direzione, Mikey Way aveva optato per un tono di voce di circa due ottave più alto del solito, cosa di cui, in circostanze normali, si sarebbe parecchio vergognato.
Peccato però che dal giorno prima - il fatidico giorno in cui Gerard aveva deciso che non era più di moda farsi gli affaracci propri - la placida vita di Mikey si fosse trasformata in qualcosa che di normale sembrava non avere niente.
Nonostante l'idea della band fosse a dir poco assurda, Mikey e il suo spirito di autoconservazione avevano deciso che sarebbe stato meglio accettare e farla finita il prima possibile, facendo in modo che Gerard e Iero si mettessero insieme e che quindi Mikey potesse passare il ruolo di babysitter al ragazzo tatuato.
Ovviamente, queste affermazioni erano state fatte dando per scontato che Gabe Saporta, il suo migliore amico dalla tenera età di 13 anni (c'era da precisarlo, vista la situazione), gli insegnasse a suonare il maledetto basso, contando che lui era capace e che lo alternava al microfono ogni venerdì sera al Bunker.
Peccato però che a quanto pareva quel disgraziato non fosse della stessa opinione.
Miguelito, mi amor, hai fatto girare mezza mensa - rise Gabe, continuando a mangiare indisturbato il suo pollo.
- La faccio girare anche tutta se serve a farti dire perché cazzo non puoi insegnarmi tu - borbottò Mikey, lanciando occhiate di fuoco attorno a sé e sistemando nervosamente il collo della felpa.
- Non so neanche i nomi degli accordi, io vado a orecchio - disse Gabe. - Il massimo che posso dirti è tipo "fai le orecchie di coniglio con le dita", non so quanto è utile -
Mikey aggrottò la fronte. - Tu quindi mi stai dicendo che suoni ogni settimana praticamente senza avere idea di quello che stai facendo? -
Gabe alzò le spalle. - Beh, sì. Però, guardando il lato positivo, se ci riesco io puoi farcela pure tu -
Mikey sbuffò, e gli lanciò un'occhiataccia. - Poi ti chiedi perché quella cazzo di band non riesci a portarla manco fuori dal nostro quartiere -
Gabe stava per ribattere, ma fu interrotto dallo sbattere di un vassoio alla sua sinistra, e poi dal tonfo di un corpo che si lasciava cadere sulla sedia. - Mordaci oggi, eh Mikey? -
- Parla come mangi, Ross - borbottò Mikey.
- Sano e con una percentuale quasi insignificante di glutine, quindi? - Ryan Ross sfoggiò un sorrisetto, mentre sistemava il suo pranzo sul tavolo.
- Con la bocca chiusa -
Se Gabe era l'anima della festa e Mikey era il ragazzo della porta accanto, Ryan, il terzo e ultimo componente del loro gruppetto, era il genio.
Leggermente più alto di Mikey, ma non tanto da superare Gabe, Ryan era magro come un fuscello e aveva un portamento elegante che, unito al suo essere taciturno e molto intelligente, lo rendeva stranamente rispettato dal resto degli studenti.
- Qual è il dilemma di stamattina? - chiese Ryan, addentando un pezzo di una melanzana che sembrava tutto tranne che invitante.
- Mr Musicista, qui, non può insegnarmi a suonare il basso - fece Mikey, contrariato.
- Non sapevo avessi delle velleità artistiche, tu - disse Ryan, genuinamente sorpreso. 
- E infatti non le ho - rispose Mikey. - Colpa di quel coglione di Gerard come al solito - 
E Mikey spiegò quindi brevemente la vicenda, ignorando le risatine non tanto soffocate di Gabe, e il ghigno divertito che si faceva progressivamente strada sulle labbra di Ryan. 
- È proprio un bel bordello - ridacchiò l'ultimo arrivato, mentre Gabe gli lanciava uno sguardo alla te l'avevo detto
Mikey, in tutto ció, aveva perso ogni speranza. 
Gabe era un animale da palcoscenico, ma Ryan, cazzo, Ryan. Quel ragazzo, per quanto più intelligente della maggior parte della gente che Mikey conosceva e abbastanza benvoluto dall'intero consiglio studentesco, aveva paura perfino di alzare la mano in classe per quanto odiava lo sguardo degli altri su di sé. Almeno lui, in teoria, avrebbe dovuto capire. 
- Siete due stronzi - sussurrò Mikey, prima di finire in un sorso la rimanente acqua della sua bottiglietta e poi accartocciarla con un po' troppa violenza. 
- Dai Miguelito, non te la prendere, lo sai che ti insegnerei se potessi. Anzi, se vuoi ci provo, dai, ti faccio vedere le orecchie da coniglio - Gabe gli rivolse il sorriso incoraggiante più falso che Mikey avesse mai visto, e il ragazzo sprofondò nella sedia. 
- Non posso neanche dirgli di no, capite? - si lamentò. - Cioè, certo che posso, ma non voglio che mio fratello mi odi, o peggio, che mi coinvolga in una cosa ancora più imbarazzante di questa. E poi quel Frank gli piace proprio tanto, e prima se lo scopa, meglio è - 
Ryan aggrottò la fronte, segno che - grazie al cielo - forse stava pensando a qualche soluzione. 
Se Ryan era la mente, Mikey di solito era il braccio, e Gabe, che tanto non aveva neanche un briciolo di vergogna in corpo, era il capro espiatorio.
- Ma delle lezioni private? - propose infatti Ryan poco dopo.
- Se me le paghi tu, certo - rispose Mikey.
A parte che non aveva soldi in generale, ma se anche li avesse avuti, non si sarebbe certo messo a sprecarli per i capricci di Gerard.
- Aspetta, ma pensavi che ti avrei insegnato gratis, quindi? - fece Gabe. - Todo esto non è gratis per nessuno, amigo -
In tutta riposta, Mikey gli tirò addosso la bottiglietta d'acqua accartocciata, che colpí Gabe su una spalla, per poi precipitare a terra e venire raccolta da Ryan, che, ovviamente, era anche un'ecologista (o almeno così diceva. Mikey l'aveva visto buttare la plastica nel sacchetto della carta un sacco di volte, ma non si era mai preso la briga di farglielo notare.).
- Direi che sono fottuto allora. Avessi un basso a casa, potrei guardare dei video su youtube, ma guarda un po', io un basso non l'ho neanche mai preso in mano -
Gabe e Ryan sembravano ormai estranei alla sua disperazione, il primo che salutava una ragazza al tavolo vicino, e il secondo che armeggiava con il telefono.
Mikey non sapeva se spremersi ancora le meningi alla ricerca di una soluzione, oppure rassegnarsi e concentrarsi su qualcosa di più importante, tipo i compiti di chimica che ovviamente non aveva capito, perché neanche Ryan la capiva, chimica, quindi le sue possibilità erano meno di zero.
La prospettiva di Gerard che gli metteva il muso non era allettante, ma di certo non lo era neanche il ridicolizzarsi davanti a un sacco di gente - gente che non era della sua scuola, va bene, ma che sarebbe potuta essere della sua futura università, e quindi no grazie.
In effetti a quella cosa dell'università Mikey non ci aveva neanche pensato, perchè non aveva ancora capito se l'NJIT era davvero l'università per lui, o se voleva farsi una vita fuori da Newark e provare New York. Ma in quel momento la sua pubblica umiliazione gli pareva più imminente, era una questione di priorità.
- Trovato - disse Ryan ad un certo punto, bloccando lo schermo del telefono con aria soddisfatta.
- Cosa? - chiese Gabe, che sembrava aver già dimenticato tutto il dramma personale di Mikey.
- Un possibile insegnante di basso per Mirtilla Malcontenta, qui- Ryan ignorò lo sguardo assassino di Mikey, che però cominciava a sollevare la testa speranzoso, e continuò. - O almeno, una persona che sono abbastanza sicuro sia in possesso di un basso e sappia come usarlo -
Mikey fece un sorriso tutto denti. - Spara -
- Hai presente Pete Wentz della squadra di calcio? -
- No? - fece Mikey.
- Sì! - fece Gabe. - Sì che ce l'hai presente! Dai, quello basso con l'eyeliner -
Mikey, alla parola eyeliner, assottigliò lo sguardo. - Quello lí? Quello che aveva litigato con Ferguson lo scorso anno? - 
- Esatto! Vedi che te lo ricordi - Gabe gli fece l'occhiolino.
Mikey era a dir poco perplesso. Aveva in mente la vaga immagine di un tipello abbastanza arrogante che se la prendeva con il professore di matematica - che, era, tra l'altro, mite come una pecorella, di solito -, e ricordava invece con più nitidezza la totale mancanza di voglia di parlare con quel soggetto.
- E come fai a sapere che può aiutarmi? -
- Non lo so. Però so che suona il basso, e che quasi sicuramente ne ha uno. - disse Ryan, e poi, visto lo sguardo interrogativo di Mikey, continuò. - Eravamo molto amici qualche anno fa, tranquillo, sono una fonte certa. Non so se ti chiederà dei soldi, però -
Mikey ci pensò un po' su. Di certo non poteva basarsi su un'impressione di un anno prima per giudicare una persona, e poi era davvero, davvero bisognoso delle lezioni. Quel Paul? Peter? insomma, lui, avrebbe sicuramente capito, una volta spiegata la situazione. E poi, aveva la garanzia di Ryan.
Era vero che il ragazzo poteva essere molto subdolo a volte, ma non avrebbe mai (mai, giusto?) messo Mikey in una situazione troppo del cazzo.
- Sei divertente, amigo - rise Gabe. - Fai pure finta di pensarci -
Mikey, in mancanza di altri oggetti da scaraventargli addosso, fece una pallina con il tovagliolo, per colpirlo in testa. - È anche colpa tua se sono in questa situazione, non pensare che non me la pagherai -
- Io? - Gabe fece una faccia innocente, alzando le mani in segno di resa.
- Tu. Se il tipo non ha un basso da darmi, come minimo mi presti il tuo - disse Mikey in tono fermo, ignorando Gabe che scuoteva la testa (non voleva che nessuno toccasse il suo prezioso e costosissimo Simón). Mikey si rivolse poi a Ryan. - Insomma, dove lo trovo, questo? -

Salve, gente. 
Che dire, mi sono assentata per un sacco di tempo e ho lasciato questa storia un po' in sospeso, perché non sapevo effettivamente quale direzione dovesse prendere, e nel frattempo i cazzo di My Chemical Romance sono tornati. Okay. Va bene. 
Adesso che però ho finalmente uno schema preciso di tutti i capitoli, posso continuare finalmente a scrivere. Non so quanto sporadici saranno i prossimi aggiornamenti, ma mi farebbe molto piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo (che, devo ammetterlo, è un po' corto, ma volevo che l'incontro tra i nostri due personaggi principali fosse in un capitolo a parte). 
Buona giornata, e state a casa, che prima questa roba finisce, prima si può andare al concerto dei Mychem.

 

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