Tamashī

di unika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tamashī

 

Prologo 

L’aereo tagliava le nuvole con le sue imponenti ali di metallo. La terra al di sotto del suo cospetto pareva un puzzle di città, case, stati ed immensi colline accostate da sottili fiumi che si gettavano nei mari.
Le montagne imponenti erano le più vicine all’aereo. Se solo Corinna avesse potuto, avrebbe allungato una mano per sentire il vento passarle fra le ditta. Sentire l’aria solleticarle il braccio ed ammirare quell’immenso panorama che rapido correva sotto di lei.
-Corin... Corin l’hostess ti ha chiesto se vuoi qualcosa- Altea al suo fianco le toccò un braccio per attirare la sua attenzione. Con un movimento rapido la ragazza che si era rifugiata nel suo mondo spostò l’attenzione sulla sua amica ancora un po’ persa nel suo. –Cosa?- chiese un po’ imbarazzata. Si scostò una ciocca castana e non appena notò l’assistente di volo con il carello davanti a se scosse subito il capo. –Oh, no grazie!- 
-Corin, ancora con la testa fra le nuvole? Letteralmente poi visto che siamo su un aereo- Altea la spintonò giocosamente con una gomitata. –Sono emozionata, abbiamo avuto questo ingaggio favoloso che mai mi sarei aspettata- esclamò la mora. Gli occhi le si erano illuminati ed il sorriso allargato a dismisura. 
Aveva da sempre lavorato duro per realizzare il suo sogno. La famiglia aveva fatto sacrifici e l’aveva sempre sostenuta. Entrare alla scala era stato un sogno ad occhi aperti e i primi ingaggi per video musicali, spettacoli a teatro erano incominciati lentamente. La formazione del piccolo gruppo con i suoi amici e le richieste che aumentavano visto il loro talento evidente, che mano a mano veniva sempre più riconosciuto.
L’ingaggio come ballerini per l’emergente e già molto popolare gruppo di Tokyo l’aveva spiazzata. Corinna non poteva credere che la sua band preferita, i Rebel Soul, avessero richiesto di loro per essere accompagnati nella loro prima tournée dentro e fuori l’Asia.
-Ti prego non rincominciare Corin- esclamò Tommaso sbucando dal sedile dietro a quello delle due ragazze. Si sporse in avanti a coprire la bocca di Corinna con una mano e le fece cenno di far silenzio con aggiunta di occhiolino. 
Anche Estella che era seduta dietro  col ragazzo si unì alla conversazione con un espressione disgustata. -Corin, solo a te potrebbero piacere quei musi gialli e poi non si capisce niente di quello che dicono. La loro lingua è incomprensibile- si lamentò punzecchiandola. Tutto il gruppo sapeva molto bene quanto la loro compagna Corinna fosse appassionata del gruppo di cantanti giapponesi e quanto fosse suscettibile a delle critiche nei confronti del Giappone in se. 
Come da copione che ormai tutti conoscevano le guance della mora si tinsero di rosso e quasi le uscì il fumo dal naso. Gli occhi si chiusero a fessura e per liberarsi dalla mano che Tommaso le teneva sulla bocca glie la leccò. -No che schifo!- scoppiò a ridere ritraendo la mano. Si rimise a sedere asciugandosi il palmo e mimò un conto alla rovescia con la bocca. Quando arrivò all'uno Corinna esplose come una pentola a pressione.
-I Rebel soul sono fantastici! E poi il giapponese è una lingua bellissima, solo perché non la conosci non vuol dire che sia brutta!- proruppe alzandosi di scatto e voltandosi verso la sua ormai ex amica.
Nonostante le suppliche di tacere da parte dei due altri componenti del gruppo continuava a difendere a spada tratta la sua amata band. Era finita in un vortice di discorsi che non avevano fine. Si era pure messa a parlare in giapponese, attirando ancor di più l'attenzione degli altri viaggiatori.
Un hostess la invitò più volte a rimettersi seduta e parlare più piano per non disturbare gli altri passeggeri. La mora non prima di aver cruciato con lo sguardo Estella si risedette incrociando le braccia al petto e mettendo il muso.
-Corin non te la prendere, Estella stava solo scherzando. Sai bene che le piace prenderti in giro- provò a rabbonirla la vicina di posto. Corinna alzò gli occhi al cielo ed ignorò Altea.
-Daiii non fare così, lo sai che ti vogliamo bene-  ritentò una seconda volta. La mora che sino a quel momento aveva solo finto di essersela prese le fece una linguaccia. –Sai come si chiamo quelli come voi?- domandò con un sorrisetto. –Spara dai!- esclamarono i tre a tempo sapendo già la risposta. 
-Paraculo! Ecco cosa siete voi, dei gran paraculisti- recitò la sua frase abituale ogni volta che si doveva difendere dalle loro improvvise moine o frasi di finto pentimento.  
Tutti e quattro scoppiarono a ridere e furono interrotti dalla voce proveniente dall’altoparlante. –I passeggeri sono pregati di allacciare le cinture. Fra poco inizieremo la manovra di atterraggio nell’aeroporto di Shizuoka-
Un formicolio di eccitazione corse lungo la schiena di Corinna e con i gli occhi pieni di gioia si allacciò la cintura di sicurezza. Rilassò la testa contro il sedile. Sentendosi osservata si voltò verso Altea che la stava fissando con il suo stesso luccichio negli occhi. –Pronta?- le chiese battendo le mani. La mora sorrise ampiamente ed annuì –Non immagini quanto- mormorò col cuore che le batteva a mille. Ancora non riusciva a crederci. Tutto le sembrava solo uno splendido sogno.






Ehi! Ciao a tutti ed eccomi dopo tanto tempo con questa mia nuova storia orignale a cui confesso, tengo moltissimo.
In queta storia mi sono ritrovata a dare più me stessa di quello che mi aspettavo, come anche con cose semplici tipo gusti personali donati ai personaggi di tanto in tanto.
Come avrete già capito la protagonista si chiama Corinna e con i suoi amici Altea, Estella e Tommaso, che sono come lei ballerini professionisti con già un buon curriculum di espereinze nonostante la comune giovane età. Qui vi racconterò come si evolverà questo grandioso sogno di Corinna improvvisamente divento realtà, con le sue difficoltà e momenti di massima gioia, la confusione, le incomprensioni e il tanto bisogno di rimanere coi piedi per terra che lei stessa continuerà a ripetersi.
Che dire, spero di avervi incuriositi ed a presto 

By unika

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Tamashī
 
Capitolo 1

All’arrivo nel grande aeroporto il gruppo di quattro giovani ragazzi stette ben attento a non perdersi di vista fra le molte persone intorno loro. Corinna a causa del suo scarso metro e sessantacinque di altezza per potersi vedere intorno deve alzarsi sulle punte dei piedi. Appoggia una mano sulla spalla di Tommaso, che credendo gli volesse parlare si gira facendole perdere l’equilibrio. Con i riflessi pronti il ragazzo la sorregge afferrandola per un soffio. –Cosa stavi facendo?- gli chiese perplesso rimettendola in piedi. –Cercavo il nostro cartello. Qualcuno ci sta aspettando senza neanche sapere chi siamo con il nostro cartello in mano- gli ricordò. Salì nuovamente sulle punte ed aguzzò bene la vista. Troppi cartelli si sovrastavano, per quel che ne poteva sapere Corinna il loro era l’ultimo in fondo o il più esterno ai lati.
-Pensiamo prima alle valige- -Hai ragione Estella, ragazzi andiamo dai, ci penseremo dopo al cartello- convenne la più giovane del gruppo, Altea. 
Iniziarono a farsi spazio fra la folla e  non appena arrivarono al nastro trasportatore con le valige sopra dovettero aspettare diversi minuti prima che sbucassero fuori lentamente, una ad una le loro. –Le mie!- esclamò Corinna allungandosi sulle due valige grigie che erano appena apparse. Con un po’ di fatica riuscì a prendere la prima, mentre la seconda continuava ad andare avanti. –Tom! Tom la mia valigia!- pregò il suo amico indicandogli la valigia che gli stava passando davanti agli occhi. Lui non appena si rese conto di cosa stesse succedendo prese la valigia e la depose vicino le sue.
-Grazie, mi hai salvato- gli saltò addosso lei sollevata. –Ci siamo tutti?- domandò Altea guardandosi intorno poco convita. In quello stesso momento un uomo si presentò dietro di loro con uno sguardo ammonitore. –Ragazzi avevo detto rimanere uniti o sbaglio- chiese retorico.
Non appena l’intero gruppetto si rese conto della presenza del loro manager sobbalzò per la sorpresa. Erano talmente presi dall’emozione dell’atterraggio e la preoccupazione delle valige che si erano scordati dell’uomo che li aveva portati sino a li. La persona che ha reso il loro sogno realtà.
Corinna si vergognò terribilmente di una simile dimenticanza, visto quanto fosse semplice la richiesta. Annuì appena e si sistemò a mo’ di barriera le valige davanti a se. 
Le scuse erano inutili, lui non le avrebbe ascoltate e i ragazzi questo già lo sapevano. Senza fiatare, uno ad uno seguirono l’uomo che dopo le occhiatacce aveva fatto che tirare dritto per uscire dal mucchio di gente.
-Aspettiamo qui- decretò il manager sedendosi sull’unico posto libero in una panchina. Altea sapendo che lui non l’avrebbe potuta vedere gli fece una linguaccia. Estella invece decise di tirare fuori il foglio del loro programma. –Meno male che una ragazza intelligente fra di voi c’è! Dammi qua- l’uomo strappò dalle mani in malo modo il foglio ad Estella e lo studiò attentamente per qualche minuto.
Corinna iniziando a sentire male alle gambe decise di sedersi sulla valigia più robusta. Tamburellò un po’ con le dita sulla gamba poi tirò fuori il cellulare per vedere l’ora. Mezzogiorno spaccato in Italia “ma ci sono sette ore di fuso orario, perciò qui sono le diciannove” pensò mestamente. Doveva cercare di abituarsi agli sbalzi di fusi orari che avrebbe avuto da oggi sino ai prossimi tre mesi. Più  facile a dirsi che a farsi visto i numerosi viaggi che l'avrebbero attesa.

-Fra non molto dovrebbe arrivare un pulmino che ci porterà a Nagoya. Non voglio ripeterlo perciò state ben attenti- mise subito le cose in chiaro il manager squadrando i quattro ragazzi che lo circondavano. -Ci saranno più di due ore di viaggio col pulmino, arriveremo la che saranno quasi le ventuno. Voglio che appena arrivati in albergo ve ne andiate nelle vostre camere, vi ordinerò io qualcosa che farò portare nelle vostre camere. Poi il prima possibile filate a dormire che quando a colazione incontreremo la band vi voglio il  più lucidi possibile- 
Uno ad uno annuirono per poi tornare a farsi i fatti propri. Tutti provati dal lungo viaggio anche volendo non se la sentivano di stare alzati o qualsiasi altra cosa non comprendesse lo stare coricati su un letto a ricaricare le energie. Per una volta Corinna, Altea, Tommaso ed Estella potevano dirsi d'accordo col loro manager senza l'ombra della più piccola obiezione.
Durante il lungo viaggio verso Nagoya si addormentarono tutti ad eccezione di Corinna. Non riusciva a chiudere gli occhi perché il panorama che la circondava l'affascinava troppo. Tutto così diverso dall'Italia e dalla sua cittadina del nord. E poi il manager era stato chiaro, visto che lei è l'unica a saper leggere e parlare il giapponese è l'interprete ufficiale, non aveva molta altra scelta alla fine.
All'interno del pulmino c'era una tale pace che gli occhi di Corinna avevano più volte minacciato di chiudersi, l'autista teneva della musica bassissima che non faceva che peggiorare la situazione e tentandola sempre di più. Si passo una mano sulla fronte e scosse il capo buttando fuori l'aria. -Devo resistere-
-Signorina siamo arrivati- l'uomo al volante aveva smesso di guidare e si era girato verso la giovane che aveva appena chiuso gli occhi sconfitta dal volo affrontato ed il fuso orario. -Signorina- Corinna sobbalzò aprendo gli occhi un po’a fatica e non appena si rese conto di cosa stesse accadendo ringraziò l'autista.
Altea sentendo la mano dell'amica sulla propria spalla si svegliò nel giro di pochi istanti e come una bambina piccola si strofinò gli occhi con le mani chiuse a pugno. -Aiutami a svegliare anche gli altri- riuscire a svegliare gli altri non fu facile, le due ragazze avevano scosso le spalle per non dover far rumore parlando, ma vedendo che fosse tutto inutile erano passate al chiamarli.
Estella aveva dimostrato quello che aveva sempre ammesso, ovvero di avere un sonno profondo. Le due ragazze non sapendo cosa fare con lei, non erano certo grandi sollevatrici di peso da portare uno ad uno i due ragazzi ed anche il loro manager. -Tommaso svegliati diamine!- Altea allo stremo della sua pazienza aveva dato un pizzicotto sulla guancia al ragazzo e gli urlò nel orecchio. Riuscì egregiamente nel suo intento di svegliare il ragazzo, ma il suo modo alternativo svegliò anche il manager oltre che ad aver attirato l'attenzione dei passanti presenti nei dintorni.
Corinna partì subito a scusarsi con i passanti facendo inchini uno dietro a l'altro, la sua ammirazione per un paese in cui il rispetto va prima di tutto l'aveva fatta agire di conseguenza in modo naturale. -Smettila e dacci una mano, Estella non si è svegliata e bisogna portarla in spalla- l'uomo che era il loro manager e supervisore in quel viaggio l'aveva afferrata arredata per il polso e trascinata verso il bagagliaio. 
Altea stava aiutando Tommaso a caricarsi Estella sulle spalle, brontolando quanto l'amica fosse pensate ed avesse anche il sonno pesante. A Corinna invece era toccato il dover scaricare i bagagli insieme all'autista, il loro supervisore se ne era lavato le mani raccogliendo le sue valige ed andando alla reception. Erano un totale di otto valige belle grandi e pesanti, che per una ragazza minuta come lei già solo le sue erano troppe! Si era caricata uno zainetto in spalle e una valigia per mano iniziando a raggiungere la hall, Altea vedendola in così tanta difficoltà corse fuori dall'hotel a recuperare altre valige, ma anche lei come l'amica non riusciva più di tanto con tutto quel peso.
-Meno male che l'autista ci sta dando una mano, quel coso che dovrebbe essere il nostro tutore o manager che sia è sparito subito dopo averci lanciato le tessere per le nostre camere ed è evaporato... lo faccio evaporare quell'idiota!- la stanchezza stava giocando brutti scherzi ad Altea e Corinna l'aveva subito notato dal suo essere particolarmente irrita, di solito riusciva a nascondere questo lato di se, ma la comprendeva molto bene. Erano tutti molto stanchi e provati da qual lungo viaggio, ma non per questo se ne fregavano degli altri pensando solo a se stessi egotisticamente. -Lascia perdere, Estella sta ancora dormendo e dobbiamo portarla nella sua camera- mormorò Corinna che ormai si era rassegnata all'idea che il loro accompagnatore dimostrasse di essere un minimo umano. Vennero aiutate da un facchino dell'hotel col trasporto delle valige in ogni singola camera e come già erano state avvertite gli era anche stato portato da mangiare per la cena. Altea era rimasta colpita dal misero piatto di riso con semi di sesamo e qualche salsina che gli era stato portata ed una bottiglia d'acqua, avrebbe preferito qualcosa di più sostanzioso, ma aveva capito che chi aveva scelto quel cibo aveva fatto economia. 


Solo una coppettina di riso? Dimmi che sto già dormendo ed è un sogno ti prego Corin!


Nel leggere quel messaggio l'amica comprendeva benissimo, anche lei sperava in qualcosina di più, ma si era accontenta decidendo di dare retta al suo stomaco che brontolava prendendo fra le mani le bacchette.


Ci rifaremo domani mattina a colazione, ho talmente tanta fame che non mi interessa che sia solo riso a me basta mangiare ora come ora.


Altea non era stata dello stesso avviso, lei a differenza di Corinna non sapeva nemmeno usare le bacchette, così per rallegrare un po' la situazione le aveva inviato un foto dove teneva fra le mani la pallina compatta di riso cotto a vapore, nel mentre le stava per dare un morso tutta perplessa.




Ehi! Rieccomi, non sono sparita ma ben peggio lavoro e perciò fatico a trovare il tempo per rilassarmi due minuti.
Spero di non arrivare mai fare ritardì stratosferici da farvi arrivare a pensare alla mia scomparsa effettiva da questo mondo ;D
Ma insomma, ecco i ragazzi che sono atterrati nel suolo giapponese e parecchio stanchi ed affamati si ritrovano una miser cena pre dormita che lascia insoddisfatta Altea e anche Corinna. Ma quanto la pancia brontola ci si fa nadare bene tutto pur di mangiare qualcosa ;)
Ora vi lascio

By unika

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Tamashī

Capitolo 2  

L'indomani un risveglio poco gradito aveva atteso ognuno dei quattro ragazzi. Tommaso era stato l'unico già sveglio e perciò ad essersi risparmiato lo spettacolino del loro accompagnatore. Le ragazze invece erano state poco fortunate, alle 10:30 di mattina ad ognuna di loro era squillato il telefono in camera e da li poi la voce tonante dell'uomo, proveniente dall'altro capo del telefono gli ordinava di scendere immediatamente nell'atrio concedendo loro solo lo stretto tempo necessario a cambiarsi.
Ognuna di loro aveva reagito in modo diverso, da Altea che aveva risposto con un insulto ad Estella che si era ripromessa che avrebbe avuto modo di vendicarsi. Corinna aveva più semplicemente roteato gli occhi e si era lasciata cadere fra le lenzuola stropicciate -Filiberto dovrà spiegarmi perché accozzarci questo tizio soprannominandolo nostro “manager”, “accompagnatore”… è solo un gran seccatore- bofonchiò prendendo il cuscino e appoggiandoselo sul viso.
Caccio un urlo attutito dal cuscino ancora sul viso e subito dopo scattò a sedersi con un ampio sorriso, completamente in contrasto con lo stato d'animo di solo pochi istanti prima. -Conoscerò i Rebel Soul!- esclamò euforica lanciando il cuscino in aria. Con il cuore che aveva preso a batterle forte nel petto corse nel piccolo bagno per farsi una doccia. Il sorriso non le era sparito neanche per un secondo, nemmeno quando le era finito il sapone negli occhi. 
Avvolta per bene nel grande asciugamano di spugna color avorio, si diresse verso gli abiti che si era premurata di aver già preparato. Fu rapida e quando alla porta qualcuno bussò vi corse subito ad aprire nonostante i capelli ancora mezzi avvolti nell'asciugamano. -Sono quasi pronta giuro!- esclamò convinta che fuori dalla porta avrebbe trovato o le ragazze o Tommaso, per metterle fretta.
I suoi occhi però si bloccarono non appena altri occhi scuri la fissavano perplessi. Subito Corinna capì che qualcosa non stava andando. Sia Estella che Tommaso avevano gli occhi azzurri come lei, mentre Altea seppur i suoi fossero scuri... non lo erano così tanto e nemmeno sottili ed orientali! In più davanti si stava trovando un ragazzo poco più alto di lei non la dolce e caparbia e ben meno alta Altea.
Il ragazzo la fissò bene da testa a piedi ed abbozzò un sorriso. -Sorry, ho di nuovo sbagliato camera. Ed è ovvio che tu non sia Hayato- con un sorriso ammiccante ed un occhiolino si congedò avviandosi verso la fine del corridoio, lasciando Corinna a bocca aperta. Come se si fossero dati il cambio, mentre il ragazzo spariva dentro ad una camera, da quella di fronte a Corinna vi uscì Estella. -Sembra che tu abbia appena visto un fantasma- le fece notare l'amica intanto che finiva di sistemarsi i capelli in una treccia. Non vedendo alcuna reazione da parte della ragazza ancora con asciugamano in testa e capelli bagnati, Estella le schiocco un paio di volte le dita davanti agli occhi. -Ehi, sveglia! Ma che ti prende?- le tolse l'asciugamano di testa e glie lo mise fra le mani sventolandoglielo prima davanti agli occhi velocemente.
Come se punta da uno scorpione Corinna sobbalzò e poi cacciò un urlo talmente acuto che Estella temeva si sarebbero rotte le finestre dell’hotel. -Abbassa la voce, ma che ti prende?- ad unirsi alla piccola combriccola era arrivato anche Tommaso, già pronto per scendere di sotto. -Kenji! Quello era Kenji Inoue dei Rebel Soul! E stava cercando Hayato Fukuda... o mio dio!- esclamò Corinna al settimo cielo mettendosi a saltellare ed a battere le mani. Con uno scatto rientrò nella sua camera e in un baleno ne riuscì con il cellulare e la tessera della porta fra le mani. -Forza andiamo! Non dobbiamo fare tardi per nulla al mondo ragazzi- esclamò correndo per il corridoio e lasciandosi dietro Tommaso ed Estella perplessi e rassegnati. -L'ha fatto di nuovo, si è messa a parlare in giapponese senza rendersene conto- mormorò Tommaso anche un po' divertito. -Lo fa sempre quando è molto emozionata, questi tre mesi saranno molto lunghi visto che li passeremo a seguire ovunque la sua band preferita- commentò Altea comparendo all'improvviso ed appoggiandosi ad una spalla ciascuno dei suoi amici. -Ma tu quando sei arrivata?- domandò Estella perplessa. Altea fece spallucce poi tornò a fissare il punto in cui la sua cara amica era scomparsa correndo e fece un sorriso divertito. -Ma sarà anche molto divertente ne sono sicura-

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L'appuntamento per le 10:30 a colazione fra i ballerini ed i componenti della band stava accumulando ritardi proprio a causa dell'assenza di questi ultimi. Non vi erano particolari commenti al riguardo, avendo già avuto modo di collaborare con altre persone del mondo dello spettacolo, avevano già dovuto aspettare anche ore prima che si facesse vivo qualcuno. Estella si era messa a chiedere qualche chiarimento a Corinna su chi fossi chi. Ai suoi occhi i tre ragazzi parevano tutti uguali, occhi a mandorla scuri, capelli scuri con eccezione di qualche strana tinta e tutti passati sotto i ferri dell'allegro chirurgo per perfezionarsi, secondo i canoni estetici orientali. -Sono tutti uguali Corin! Ma come fai a riconoscerli?- borbottò esasperata, prese un bicchiere d'acqua ed iniziò a sorseggiarlo mantenendo gli occhi ben puntati sulle foto presenti nel tablet. -Focalizzati su piccoli particolari che ti saltano più all'occhio, poi ti verrà naturale, ma se trovi qualcosa che ti aiuterà sarà semplice vedrai- le aveva suggerito lei divertita, poi ripensò a quando lei stessa all'inizio non riconosceva gli idol nelle foto o nei video, la capiva perfettamente. Aveva iniziato a cercare qualcosa di particolare che l'aiutasse a riconoscerli, anche se poi una volta fatto l'occhio era diventato naturale riconoscerli in pochi secondi. -Questo sembra avere la faccia più tonda... Mi ricorda quasi un criceto, ecco lui sarà il Criceto!- esultò soddisfatta Estella nell'avere trovato il primo modo per riconoscere uno sui tre cantanti. Corinna incuriosita allungò lo sguardo per capire chi fosse appena stato soprannominato “Il criceto” e scoppiò a ridere vedendo il povero Kenji, proprio quello che lei aveva avuto modo di incrociare per sbaglio poco prima. In effetti Kenji dei tre le era sempre sembrato essere il più solare e anche un po' birichino, o per lo meno era quello più propenso a giochi, scherzi e battute. -Lui invece?- si incuriosì Altea unendosi al “riconoscimento facciale dell'ultimo minuto” e passando il dito sul tablet spostando l'attenzione su Kawanari. Di lui Corinna poteva dire che era quello un po' più serioso, ma riusciva a far comunque spiccare in modo discreto un po' della sua eccentricità non diventando mai un fenomeno da baraccone. -Bel tenebroso spilungone direi- mormorò Estella notando che nella foto c’era anche l'altro componente del gruppo ancora non nominato e che però risultava più basso di quasi una spanna. -Speriamo che la legge della “L” sia solo un mito, altrimenti sarebbe un peccato- mormorò Altea svelando per la prima volta alle ragazze il suo lato malizioso. Le due ragazze infatti sorprese la fissarono a bocca aperta ammutolite, al che lei si difese commentando con un semplice “anche io sono una ragazza con le sue necessità”, il tutto accompagnato da un sorrisetto divertito. 
Corinna le fece il segno della croce con i due indici fissandola corrucciata -Esci da questo corpo demonio, cos'hai fatto alla mia amica- -Esagerata, passiamo al tuo bello adesso- con una mano Altea fece finta di scacciare un moscerino e passò alla foto di Hayato. Corinna tornò subito concentrata sulla foto, ed auto imponendosi di non esplodere iniziò ad adorare quel viso candido incorniciato dai capelli biondo platino scompigliati apposta per il set fotografico. Il sorriso dolce appena accennato in perfetta sintonia con la corona di fiori poggiata delicatamente sui suoi capelli soffici. La camicia bianca ben abbottonata con una cravatta azzurrina. I suoi occhi immersi nell'obbiettivo del fotografo avevano dato l'impressione che stesse fissando intensamente proprio le ragazze che stavano studiando quella foto. -Scegli tu il soprannome Corin visto che lui è il tuo preferito- le propose Estella costringendola così a tornare a mente lucida fra loro. Tentennò un po', ma ancora non sapeva come poterlo soprannominare per aiutare le ragazze. -Davvero non saprei- mormorò perplessa. -facciamo Panda, è pallido come un lenzuolo e ha gli occhi talmente scuri che sembra avere delle pupille giganti, mi ricordano le macchie nere dei panda che hanno sugli occhi- propose Altea, intanto che stava modificando l'immagine proprio con delle orecchiette nere tipiche dell'animale divoratore di bambù. -Un panda...- mormorò con un sorriso Corinna intenerita dalle modifiche che erano state fatte alla foto, con anche tanto di canna di bambù stilizzata fra le mani. 
-Mi duole rovinare questo momento, ma criceto, spilungone e panda stanno arrivando- s'intromise Tommaso indicando alle ragazze la porta di ingresso della sala adibita per la colazione. proprio in quel momento i ragazzi stavano facendo il loro ingresso tranquillamente, come se in perfetto orario. Kenji stava circondando con un braccio il collo di Kawanari, ridendo di gusto su una qualche battuta che però aveva solo fatto alzare gli occhi al cielo all'altro. Hayato che era di mezzo passo indietro a loro li scrutava da sotto un paio di occhiali da sole tutti neri con un mezzo sorriso. Sembrava una di quelle grandi entrate ad effetto, con luci e fumo ma non c'era nessuna delle due cose in realtà, erano solo i tre ragazzi. -Io punto bel tenebroso spilungone- mormorò Altea tornando ad avere quel cipiglio malizioso che le due ragazze poco prima le avevano scorto. -E meno male che prima di partire lei si raccomandava di non farsi coinvolgere da loro troppo, così da poi non doversene pentire... si è già messa a pensare come riuscire a far capitolare lo spilungone- borbottò Estella incredula. -Altea è una contraddizione vivente lo sai, di che ti stupisci ancora- Corinna subito dopo fece un passo in avanti per fare il suo "lavoro da interprete" visto che nessuno dei suoi amici sarebbe riuscito a capire i cantanti e viceversa.
-Piacere, io sono Corinna Greppi una delle ballerine italiane che si unirà al corpo di ballo della tournée-  si presentò facendo un lieve inchino e sorprendendo la boy band, dimostrando la sua ricca capacità linguistica. Dopo di che si girò verso  le sue compagne e presentò anche loro, una ad una. Altea sentendosi nominare fece un ampio sorriso, Estella aveva mormorato un "Nice to meet you" un po' impacciato, mentre Tommaso aveva appena mosso il capo per fare un cenno di saluto. -Ma tu sei la ragazza con l'asciugamano in testa! Ci si rivede eh- Kenji a aveva subito battuto una mano sulla testa una volta resosi conto che una delle tre ballerine l'aveva già incontrata. Corinna un po' imbarazzata annuì e mentre tutti si stavano già sedendo si unì notando che il leader del gruppo la stava scrutando un po' più a lungo del dovuto. -Ero io- mormorò sentendosi avvampare tutto il viso e mantenendo gli occhi ben concentrati sulle brioches che stavano in un piattino davanti a lei. Dopo qualche istante si decise a prendere una di quelle brioches e proprio quando le sue dita stavano per sfiorare il dolce si bloccò -Avevi detto una ragazza molto bella, non insipida- lasciò la mano in aria per pochi istanti poi la ritrasse stringendola a pugno. -Taci Hayato! Guarda che è straniera, ma sa la nostra lingua- non le importava chi si fosse appena preso la briga di ricordare quel dettaglio al ragazzo che lei aveva sempre ammirato, per la passione che metteva nel suo lavoro. Si perdeva completamente quando sentiva la sua voce cantare, ora però aveva solo un forte fastidio. 
Si sentì toccare la spalla e notò Tommaso farle una smorfia scettico, riferendosi ai tre cantati vicino a lei fece spallucce fingendo di capirlo, ma di ignorare.




Perdonate la lunga assenza, ma finalmente sono riuscita a tornare a postare un nuovo capitolo ed eccolo qui tutto per voi!
Spero vi piaccia e che continuerete a seguire la mia storia in futuro, purtroppo non posso promettere constanza nella pubblicazione ma che finirò la storia invece si. E spero che qualcuno di voi mi seguirà sino a quando non sarà finita in sieme a Corinna in questa sua esperienza in turneè con suo amato gruppo preferito :)
Spero a presto

By unika

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

La città di Nagoya non stava affascinando soltanto Corinna, che con i suoi occhi pronti a memorizzare ogni istante e cosa scattava anche foto che l'avrebbero aiutata a ricordarsi di quel viaggio quando sarebbe tornata in Italia finita la tournée. Altea se ne stava a braccetto insieme ad Estella parlottando fra di loro ed indicando di tanto in tanto negozi, palazzi e persone. Tommaso invece si chiedeva dove fossero finiti, non era abituato a vedere ragazze vestite con dei vestitini dallo stile simile alla moda europea ottocentesca, ma adattati ad abiti corti, con svariati colori dal pastello a nero pece. Non erano poi così tante, ma bastava quelle due tre che gli avevano fatto venire il dubbio sulla sanità mentale di quel posto. -Corin... come hai detto che si chiamano quelle ragazze mezze bambole viventi?- le picchiettò sulla spalla indicandone un'altra che stava passando dall'altra parte della strada. -Ma... che cavolo quello è un ragazzo!- esclamò completamente sconvolto. ormai era sempre più convinto che quel posto fosse strano. -È il Lolita style, anche alcuni ragazzi lo adottano in effetti- sistemò la macchina fotografica nella borsa e scorgendo un negozio di abiti Lolita lo indicò a Tommaso. -Ci sono proprio negozi a tema e ne esistono di vari tipi: dal Punk, lo Sweet, il Casual, Wa, Qi, Shiro & Kuro... parecchi nonostante siano solo tre o quattro gli stili principali fra cui il Gothic- Estella incuriosita si avvicinò a loro.
Corinna studiò attentamente la vetrina e riconobbe lo stile Classical Lolita; di tutti era quello che più le piaceva, che più si avvicinava al suo stile personale anche. Quel modo di vestire in se l'aveva sempre affascinata ed incuriosita, nonostante non la rappresentasse affatto.  L'anno precedente aveva convinto Altea ad accompagnarla a fare un giro per il Lucca Comix e nonostante avesse avuto la tentazione, non si era travestita da nulla, non ne aveva avuto il coraggio.
-Chi l'avrebbe mai detto che il... come lo abbiamo chiamato Altea?- Estella si stava picchiettando un indice sul mento pensierosa rivolgendosi alla ragazza che le aveva appena raggiunte, poi schioccò le dita con un gran sorriso. -A si, chi l'avrebbe mai detto che anche al Panda piace vestire Lolita- non trattene il sorriso sulle labbra troppo divertita, e notando che nessuno l'avesse appena capita fece cenno col capo di guardare meglio dentro al negozio. Tutti quanti aguzzarono la vista ed a Corinna per poco non venne un colpo. -Ho ricordato bene il suo nome ragazzi! ma quando ricapita più- ignorando l'espressione sorpresa di Corinna e quelle perplesse di Altea e Tommaso Estella si baciò le dita per poi portarsele alla guancia, come a baciarsela da sola. -Sicura che sia lui?- mormorò Tommaso al suo fianco. Corinna annuì ancora sorpresa poi capì il vero motivo per cui il leader del gruppo fosse in quel tipo di negozio.  Una ragazza poco più bassa del ragazzo gli si avvicinò con un ampio sorriso incorniciato dalle sottili labbra tinte di rosso, come se macchiate dal dolce succo di una fragola, pensò Corinna incuriosita. La ragazza che si era stretta al braccio di Hayato era perfettamente in coordinato con lo stile di quel negozio e ciò fece capire subito a tutti che la borsa fra le mani del ragazzo non fosse certo per lui. Il vestito beige con piccoli bottoni marroni in tinta col cappellino, che aveva solo puro scopo ornamentale visto quando fosse piccolo, facevano risaltare ancora di più i capelli rosso lampone. -chi è quella li?- il sussurrò di Altea fu talmente basso che nemmeno Tommaso al suo fianco l'aveva sentita; tutti però si stavano facendo la stessa domanda, Corinna compresa.
All'uscita del negozio di vestiti comparvero improvvisamente Kawanari e Kenji con tanto di mascherine  a coprirgli la bocca ed il naso. Uno dei due però notò Corinna, Altea, Tommaso ed Estella in lontananza e alzando un braccio verso di loro li salutò ed invitò a raggiungerli. Da come i suoi occhi avevano formato delle piccole rughette attorno ad essi fu semplice, per loro, capire anche che sotto quella mascherina il ragazzo fece uno dei suoi ampi sorrisi, che gli avevano già visto fare ripetutamente solo il giorno prima quando si erano conosciuti a colazione. Altea fu la prima a riscuotersi ed ad avviarsi verso i ragazzi abbozzando un sorriso. Anche gli altri si riscossero in breve tempo e la seguirono incuriositi di sapere come mai fossero stati invitati a raggiungerli. Erano ben consapevoli che l'averli potuti conoscere in modo privato era stato un vero e proprio lusso, non si aspettavano certo di averci anche a che fare al di fuori dalla palestra ed i concerti.
-Cosa ne dite di questa città?  Vi piace o preferite l'Italia da buoni patriottici- a quella domanda espressa da Kawanari Corinna fece subito un ampio sorriso al solo pensiero di quel che avevano già visto e di quello che ancora li avrebbe attesi. -Per quanto non ami le grandi città, è carino qui- ammise Altea che dentro si sentiva ancora come la bambina di dieci anni che d'estate faceva il bagno nel fiume vicino a casa sua in mezzo alle colline. Dei quattro ballerini lei era la più amante della natura, gli altri chi più chi meno, aveva preferito la comoda, caotica ed inquinata città, grande o piccola che fosse. -qui è una realtà completamente diversa da quella a cui siamo abituati... da noi in Italia usa magari tenersi la porta aperta in bar, negozi, treni o altro anche fra sconosciuti come segno di cortesia o comunque educazione. Mi è capitato di farlo in un bar e due ragazze mi hanno guardato malissimo- confessò Tommaso un po' perplesso. Lui e le ragazze erano cresciuti in una realtà dove era maleducazione se lasciavi sbattere la porta in faccia a qualcuno che veniva subito dietro di te e ora si erano ritrovati a guadagnare occhiate diffidenti per quel gesto tanto innocuo e naturale. Kenji scoppiò a ridere, due secondi dopo però la sua attenzione fu catturata da qualcos'altro dietro ai ragazzi vicino a loro. Corinna incuriosita seguì il suo sguardo e notò che Hayato con la ragazza sempre a braccetto gli stavano venendo incontro.
-Onichan*, grazie per il vestito nuovo!- quelle poche parole fecero subito tirare un sospiro di sollievo a Corinna. Non aveva mai visto quella ragazza in nessuna foto che il cantante avesse pubblicato, ma l'aveva già sentita nominare. Lui l'aveva spesso nominata in molte interviste, tanto che veniva menzionata in modo abbastanza approfondito nella pagina privata del cantante nella nota enciclopedia informatica. La ragazza dai lunghi capelli rossi spostò lo sguardo verso di loro, notando all'istante la presenza dei quattro volti mai visti e tanto diversi da quelli che li circondavano. Mantenne lo sguardo su di loro per pochissimi istanti, giusto il tempo di squadrarli bene da capo a piedi, che spostò la sua attenzione ai due ragazzi che già conosceva. -Ciao Tanaka, ciao Inoue! Dovrei essere arrabbiata con voi visto che non siete venuti al mio compleanno, c'era solo Hayato che le mie amiche già conoscono. Loro vogliono conoscere anche voi due!- si lamentò imbronciandosi e sporgendo un pò il labbro inferiore, proprio come quando un bimbo piccolo si metteva a fare un capriccio e voleva averla vinta. Altea prese il polso di Corinna per attirare la sua attenzione che si era concentrata sul piccolo roteare degli occhi di Hayato nell'aver udito le parole della sorella minore. -Ehi... che sta succedendo? Sta qua ci ha squadrati come se fossimo spazzatura- le chiese corrucciata, non le faceva certo piacere ricevere occhiate simili da qualcuno he manco la conosceva. -È la sorella di Hayato, e si sta lamento che gli altri due non sono andati al suo compleanno per metterli in mostra con le amiche... a quanto pare non le basta avere il fratello famoso- spiegò rapidamente notando che Kenji si stava voltando proprio in quel momento verso di loro parlando non più in giapponese ma in inglese. -Loro sono i ballerini italiani che si sono aggiunti al corpo di ballo e si chiamano Alta, Estela, Tomaso e Corina... li ho detti giusti ragazzi?- chiese con un sorriso un po' mortificato, consapevole che qualcosa lo avesse sbagliato di sicuro. -Giusto qualche doppia ed "e" dimenticata- lo corresse Hayato con tono da saputello. -Non importa, capita- minimizzò subito Corinna, d'altronde i nomi non erano stati storpiati in modo orrendo come le era capitato con un cantante tedesco che l'aveva chiamata "Cartina" più volte. Gli occhi della sorella di Hayato si posarono subito sorpresi su di lei. -Sai il giapponese- no fu una domanda, ma bensì una semplice constatazione.
Kenji che era proprio il più chiacchierone si stampò un sorriso in faccia e mise una mano sulla spalla a Corinna -Forte vero, non ce lo aspettavamo nemmeno noi! Ma a proposito, stavate andando da qualche parte in particolare?- fra i quattro ballerini Tommaso fu il più veloce e tirando fuori un foglietto con su scritto il posto che volevano visitare glie lo mostrò. -L'acquario di Nagoya, non ci sono mai stato- Kenji si rivolse a Kawanari e Hayato con un mezzo sorrisetto. L'ultimo capito cosa gli stava passando per la testa si irrigidì di colpo e scosse il capo. -Scordatelo, ho promesso a Nyoko di accompagnarla al bar dei gatti oggi- a quelle parole il sorriso della ragazza assunse un cenno come di vittoria, che sparì ben presto quando notò che l'espressione dell'unico componente della band ancora rimasto in silenzio. -Tanaka, vieni anche tu con noi?- Nyoko si esibì in quella che Corinna definiva la faccia da cucciolo. La stessa faccia che lei fece quando confessò alla madre per la prima volta che sarebbe andata in Giappone per convincerla che sarebbe andato tutto bene.
I secondi che seguirono quel momento furono lenti ma pieni di soddisfazioni per Altea che, seppur non aveva capito le parole lella piccola giapponese, aveva capito il suo intento. Kawanari aveva gonfiato le guance in modo un po' eccessivo per poi buttare fuori l'aria ed appoggiarsi alla spalla dell'amico per sostenere la sua idea. -Anche io non sono mai stato all'acquario e mi piacerebbe visitarlo... e se al bar coi gatti ci andassimo poi tutti insieme dopo?- propose non sbilanciandosi troppo, aveva dato la sua preferenza ma era anche corso ai ripari cercando di fare metà e metà per accontentate entrambe le richieste.
Con piccoli chiarimenti per anche i ragazzi, che non sapendo il giapponese si erano persi alcune parti dove erano riusciti a convincere anche Hayato e la sorella Nyoko. Formarono un gruppo, tutti ed otto avevano incominciato a passeggiare per le strade sino alla fermata dell'autobus più vicina, che li avrebbe portati all'acquario. Kenji continuava a dimostrare di essere il più estroverso con la sua parlantina, era addirittura riuscito ad attaccar bottone con Tommaso riguardo al Kendo, con stupore delle tre ragazze il loro amico aveva nascosto di essere un appassionato di quell'antica arte. Corinna a braccetto con Estella stava osservando attentamente come Altea in modo apparentemente "casuale" si fosse avvicinata a Kawanari e da brava turisti di tanto in tanto gli chiedeva qualche delucidazione su le cose che più l'attiravano. Estella oservandola ridacchiava e in questo modo si era guadagnata unocchiataccia da parte della sorella di Hayato, convinta che le risate fossere per lei. Corinna in vece scuoteva la testa sconsolata e con un sorriso sulle labbra si godeva quello strano scenario surrele. Ballerini e cantanti in un unico gruppetto che chi più e chi meno socializzava, oltre ogni aspettativa.
-Onichan... ma perché dobbiamo proprio stare con loro? Non mi piacciono- aveva borbottato imbronciata intanto che il fratello si stava accingendo a pagare i loro biglietti di ingresso, non sfuggendo all'orecchio di Corinna poco distante. -Specialmente quella che sa il giapponese, ha qualcosa che non mi piace...- -la più innocua di tutte e tre ti vai a far stare antipatica, sembra un gattino nel paese dei balocchi- la interruppe con tono canzonatorio.
-Sbrighiamoci! Voglio visitarlo tutto, senza tralasciare nulla vi avviso- esclamò Kenji con un'occhiata d'intesa rivolta verso Hayato.
 
Corinna affiancata da Tommaso seguiva i ragazzi e le ragazze che stavano qualche passo avanti rispetto loro. Non le dispiaceva quel lieve distacco del gruppo, visto i continui squittii di paura o esaltazione di Nyoko. Le sembrava sempre di più una ragazzina viziata è sempre in cerca della compagnia del fratello. Se a lei aveva riservato occhiatacce evidenti a Kawanari e Kenji invece mostrava la faccia buona, ma in continua cerca di Hayato, come se fosse un protettore da chissà quali mali.
-Ma riesci a vedere i pesci da lì?-Kenji si era fermato di colpo guardando perplesso Corinna che se ne stava perfettamente al centro del grande corridoio, circondato sia a destra che a sinistra dalle ampie vetrate piene d'acqua.
Presa contro piede Corinna si irrigidì di colpo e si bloccò sul posto. Anche gli altri ragazzi si erano fermati, Altea ed Estella erano già pronte ad intervenire, ma sorprendendo tutti intervenne il più riservato dei tre cantanti, Kawanari.
-Credo che ognuno possa decidere come preferisce dove stare, sono sicuro che riesca a vedere benissimo anche da lì- subito dopo riprese a camminare seguito anche dagli altri. -Scusa- mormorò Kenji capendo che la reazione di Corinna a quella domanda, apparentemente innocua, l’aveva messa in difficoltà. Lei però gli sorrise come se niente fosse, non potevano certo sapere che per quanto l'acqua le sembrasse meravigliosa le facesse sentire anche un senso di costante allarme. Non ricordava di aver avuto particolari traumi da piccola, e anche sua madre le aveva assicurato che non fosse mai successo nulla, semplicemente era così. Nessun perché, ma solo un fatto.
 
 
Onichan*= fratellone
Oni= fratello maggiore
Onechan= sorellona
One= sorella maggiore
 

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