Ciò che non si è mai detto

di DonutGladiator
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parole non dette ***
Capitolo 2: *** indelebile ***
Capitolo 3: *** invito ***
Capitolo 4: *** nuvole bianche ***



Capitolo 1
*** parole non dette ***


* parole non dette (100 w~)
 
Non gli ha mai detto quanto fosse importante.
Aveva ricacciato tutto indietro, dicendosi che non era il momento, credendo non sarebbe valsa la pena raccontare di quella piccola sensazione che cresceva.
Shiro pensava che sarebbe stato più facile far finta di nulla, toccarlo e parlargli come se niente fosse; accontentandosi.
Le loro strade si erano dovute separare.
Non c’era bisogno di aggiungere altro.
Non c’era bisogno che Adam lo aspettasse.
A ripensarci adesso, ad anni di distanza, avrebbe voluto dirgli tutte quelle parole non dette. Dirgli anche solo la metà di quanto tenesse a lui.
Dirgli seriamente quanto fosse importante.



Note:
L'intera raccolta partecipa al COWT per la missione di salvataggio (M3)

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Capitolo 2
*** indelebile ***


* indelebile ( 200 w~ )

Aveva sperimentato troppe volte il tradimento.
Dopo aver scoperto le reali intenzioni di Lotor, Allura aveva provato un forte dolore al petto, ingannata dalla persona che aveva iniziato ad apprezzare e per cui provava dei forti sentimenti di cui non aveva mai analizzato il nome.
Tutti sapevano che la loro unione avrebbe potuto portare la pace in tutta la Galassia.
Si era immaginata accanto a lui in diversi modi: come compagna, amica, confidente e infine, qualcosa di più.
Non sapeva quando avesse iniziato a sperare in questo qualcosa, eppure era successo.
Seppure all’inizio la diffidenza fosse il sentimento principale, questa si era sciolta e il suo temperamento aveva lentamente scaldato il suo cuore come non era mai successo con altri prima di allora.
Alla fine tutto si era sgretolato con poche parole.
Non aveva riflettuto su quanto successo, non aveva chiesto spiegazioni.
Aveva indossato la sua maschera e cacciato via il problema, sperando passasse.
Sperando fosse più semplice.
Nonostante se ne fosse andato, lei continuava a sentirlo presente, come se non volesse più staccarsi dalla sua pelle, indelebile.
E se Lance in qualche modo aveva tentato di farglielo dimenticare, il Galra era ancora dentro di lei, più forte che mai.

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Capitolo 3
*** invito ***


*invito ( 300 w~ )

Quel pomeriggio, in mensa, rivolse di nuovo uno sguardo fugace verso il suo profilo.
Da quando erano entrati in Accademia, alla Garrison, lo aveva osservato così tante volte senza farsi notare, quasi fosse un fantasma che osservasse un essere vivente desiderando di poter entrare ancora in contatto con il mondo dei vivi.
La situazione tra loro era sì difficile, ma non completamente irrimediabile.
Questo almeno era quello che James si ripeteva ogni volta che scrutava il viso di Keith, cercando di capire come poter fare per avvicinarsi a quello che per un tragico destino era anche diventato il suo compagno di stanza.
Sbatté le palpebre e si voltò capendo che l’altro aveva sentito su di sé il suo sguardo, maledicendo aver indugiato per troppo tempo su quell’espressione imbronciata.
Scosse la testa cercando di cancellare la stupida idea che era balenata nella sua mente.
Guardò la ragazza al suo fianco, che continuava a parlare, come se non si fosse resa conto di quello che stava accadendo.
Quando i suoi occhi tornarono di nuovo sul volto di Keith, era lui che lo stava fissando.
Non distolse lo sguardo, mantenendo il contatto visivo e cercando di fargli capire che voleva parlargli, liberarsi di tutte le cose pensate negli ultimi giorni.
Vorrebbe scusarsi per come l’ha trattato qualche mese prima.
Gli lanciò un piccolo cenno, un semplice invito.
Un invito a parlare.
Fu Keith quella volta a distogliere lo sguardo da lui e ad abbassare i suoi occhi a terra, ignorandolo.
James non era tipo che si arrendeva alla minima difficoltà, soprattutto se aveva preso una decisione.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò a Keith, pronunciando il suo nome. Lui si alzò a sua volta, e senza nemmeno degnarlo di uno sguardo si allontanò con un sussurro.
“Non c’è niente di cui parlare”.

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Capitolo 4
*** nuvole bianche ***


*nuvole bianche ( 500 w~)

Veronica sorride dolcemente mentre la brezza estiva le solleva gentilmente il vestito e le stuzzica la pelle rinfrescandola nonostante i troppi gradi che ci sono in quella mattinata estiva.
Volge gli occhi al cielo mentre sistema una ciocca dei capelli castani che sfugge al controllo e osserva le nuvole estive che si affollano e separano nel cielo per assumere le più diverse forme.
Sono passati anni dalla battaglia finale, da quando Lance ha preso una strada che non credeva possibile prendesse e si è ritirato a vivere nella fattoria.
Lo vede spesso e adora passare del tempo con lui, ma le pare che la malinconia dei suoi occhi non sia mai riuscita veramente a sfuggire via e che sia ancora presente dentro di lui, tramutata nei due marchi sulle guance, ormai segni indelebili di qualcosa che non sarebbe più tornato.
Guarda suo fratello e i suoi occhi azzurri, così simili ai propri ma in quegli ultimi anni diventati così diversi, si riflettono nei suoi. Ed è grata che lui sia lì in quel preciso momento.
Spera di poterlo tirare su di morale come meglio può.
Lo ha portato al mare e gli ha fatto togliere i sandali, facendolo camminare nell’acqua salata che tanto ama, raccontandogli tutti i piccoli fatti quotidiani a cui è costretta a prendere parte. Lui le ha chiesto di Acxa e lei le ha raccontato di quanto sia diventata ancora più insopportabile con l’arrivo del bambino. Di quanto strano fosse il loro modo di riprodursi e di come non si aspettasse di diventare madre in un simile modo.
Ha infine aggiunto di quanto si amino e di come senza la sua vita sarebbe vuota senza di lei e mentre parlava ha notato i suoi occhi vagare lontano e tornare malinconici.
Si è quindi morsa le labbra e ha guardato in alto, verso il cielo, scrutando le nuvole bianche e decidendo che forme dare a ognuna di loro.
Mugugna perplessa nell’inquadrare il suo obiettivo.
“Che c’è?” domanda lui, incuriosito.
Veronica alza le spalle e indica una nuvola in lontananza.
“Quella. Somiglia a un piccione in picchiata, o forse un tizio che ammaina una vela, non so decidermi.” risponde pensosa, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Lance non può fare a meno che iniziare a ridere per quello scoppio così spontaneo e la sorella gli passa un braccio sulle spalle e una mano tra i capelli, contenta che in qualche modo sia rimasto ancora il Lance che conosceva.
Pian piano l’ilarità si disperde rapida com’è iniziata ed entrambi si siedono sulla battigia, mantenendo lo sguardo alto, verso il cielo.
Un cielo diverso rispetto al solito. Un cielo che non è stellato, ma azzurro, come il mare.
Come gli occhi suoi e di Lance.
Dopo minuti che sembrano interminabili, con le nuvole ormai completamente cambiate rispetto a prima, Lance aggiunge: “Decisamente un piccione in picchiata.”
Veronica scoppia di nuovo a ridere e suo fratello la segue poco dopo, tornando a guardare il cielo, come se nient’altro importasse.
 

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