Johnny Depp Love in the air

di Falightwood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one new city ***
Capitolo 2: *** Chapter two Meetings ***
Capitolo 3: *** Chapter three Hollywood Vampires ***
Capitolo 4: *** Chapter four A day at the park ***
Capitolo 5: *** Chapter five At the club ***
Capitolo 6: *** Chapter six Is it an appointment? ***
Capitolo 7: *** Chapter seven At home with Johnny ***
Capitolo 8: *** Chapter eight Can you forgive me? ***
Capitolo 9: *** Chapter nine Dad ***



Capitolo 1
*** Chapter one new city ***


Ed eccoci qua all’Owensboro-Daviess Country Regional Airport, l’aeroporto di Owensboro capoluogo della contea di Daviess nello stato del Kentucky. Prendo con la mano destra mio figlio e con l’altra le due valigie che ho portato da Scotland e ci dirigiamo verso l’uscita dell’aeroporto per prendere un taxi, saliti in macchina chiedo al tassista di portarci a Baltimora ave è la via in cui abiteremo. Dopo ben venti minuti arriviamo davanti alla nostra nuova casa, Da fuori sembra piccola ma anche accogliente, entriamo e noto con stupore che è molto più grande rispetto a come scriveva sul sito dell’agenzia, Adam mio figlio inizia a correre con le sue gambine ancora troppo corte e io lo segui, a sinistra dell’ingresso c’è il salotto arredato con un divano ad L marrone chiaro, un tavolino per il caffè bianco e una tv plasma a fianco il salotto c’è una porta vetri che conduce alla cucina, i mobili e i ripiani sono bianchi e il tavolo per mangiare era giallognolo e di legno, ritornando all’ingresso a destra c’è una stanza vuota, la sfrutterò come sala giochi per Adam. Di fronte all’ingresso invece ci sono le scale che conducono al primo piano dove ci sono tre stanze una la camera matrimoniale, l’altra stanza era molto più piccola e sarà la stanza di mio figlio mentre l’ultima stanza è il bagno anche esso piccolo. Decido di mettere a dormire Adam che è stanchissimo e poi iniziare a mettere via la poca roba che ho portato con me.
POV’S JOHNNY
Finalmente sono ritornato alla mia città natale, dopo la morte di mia madre e il casino che è successo con Amber non sono più venuto a Owensboro e ad essere sincero mi era mancato tanto questa città soprattutto la casa in cui ho vissuto con mia madre da piccolino. Entrato in casa mi guardo in torno sembra così stano è talmente vuota e quasi morta, è piena di polvere. Salgo al piano superiore in camera mia e noto che non era cambiato niente d'altronde cosa mi aspettavo, però vedo che c’erano delle foto della mia ex moglie Amber e del matrimonio -che ricordi- pensavo che avessi trovato la donna della mia vita dopo Vanessa ma mi sono sbagliavo, Amber stava con me solo per i soldi. Per tre anni che siamo stati insieme lei ha sempre finto non amava me ma bensì i miei soldi – sbuffo sonoramente e mi siedo nel letto- per non parlare poi del divorzio e di quello che ha dichiarato, non pensavo che esistessero persone cosi cattive, infangarmi su cose che non ho mai fatto. Si è fatta delle foto dicendo che io lo picchiata e questa credo che sia stata il fattore che mi ha distrutto più di tutti, non farei mai niente a una donna, fortunatamente a difendermi sono stati i miei amici ma soprattutto la mia famiglia i miei amati figli e con gran sorpresa Vanessa e anche Winona la mia ex ragazza. In quel periodo ho visto chi veramente mi voleva bene e chi no.
Mi alzo e prendo le fotto e le butto nel cestino, mia madre non gli piaceva Amber e lo sempre ascoltata ma questa volta no e me ne pento tantissimo, dopo il funerale è successo tutto il casino con la mia ex moglie, e credo che lo abbia calcolato. Meglio che inizi a mettere a posto i vestiti che mi sono portato e poi andrò a dormire, che sono stanco morto.
POV’S AYSHA
Erano le sette di sera e ho deciso di andare al ristorante con Adam a mangiare qualche cosa, in Inghilterra non siamo abituati a mangiare hamburger come negli Stati Uniti, ma se voglio cambiare devo iniziare anche da questo. Usciti dal mcdonald’s trovo un supermercato aperto di sera, ne approfitto per comprare un po di cibo e anche qualche gioco per Adam, non ho potuto prendere niente da Scotland perché non sarei riuscita a portare tutto in aereo. Tornati a casa metto a letto mio figlio, scendendo mi diressi in salotto e mi sedetti a pensare a tutto quello che mi era successo.
FLASHBACK
-amore ti devo dire una cosa- dissi a  mio marito William – ci eravamo conosciuti all’università di archeologia ad Oxford, lui era un anno più grande di me, quando ci incontrammo per la prima volta fù amore a prima vista, lui era dolcissimo con me mi aiutava a studiare per gli esami facevamo di tutto insieme quando alla laurea mi chiese di sposarlo e io felicissima dissi di si, il matrimonio era una favola, come lo avevo sempre desiderato- William si girò verso la mia direzione – si dimmi- mi disse in modo freddo, ci rimasi male ma non mi abbattei perché la notizia che lo avrei detto lo farà cambiare in modo positivo – ehm…sai che questi giorni stavo male- lui annui – sono andata dal dottore e lui mi ha detto…- dissi emozionata mi veniva quasi da piangere – di essere incinta- lui mi guardò e sgranò gli occhi – come è possibile?- chiese preoccupato – beh era ovvio William che prima o poi sarebbe successo – lui mi fulminò – no non è possibile – io rimasi impassibile non riuscivo a credere alle mie orecchie – ma non vuoi essere padre? - - certo che no- -ma ma amore, il piccolino è il frutto del nostro amore- lui non mi guardò ma stava guardano fuori dalla finestra – non per me- quelle parole mi rimbombarono nella testa – come non per me? – William si girò e mi guardò deluso – Mi spiace Aysha ma te ne devi andare via da questa casa- -Cosa e perché? Ti ricordo che è anche casa mia- iniziai ad arrabbiarmi – non più, vattene da questa casa, ora- mi venne da vomitare in quel momento, non posso credere che la mia vita stava iniziando a essere distrutta, tutti i miei sogni, progetti che avevo in mente distrutti dalla persona che più amavo al mondo – hai un'altra non è cosi? – non mi rispose ma intuì che mi aveva tradito e che amava lei e non me e chissà da quanto tempo, diciamo che questo momento è stato la goccia che ha fratto traboccare il vaso – Vattene Aysha, non complicare le cose– indignata andai di sopra a prendermi tutte le mie cose, dopo un ora scesi distrutta con le mie cose – un ultima cosa Aysha non fatti vedere più da queste parti e il figlio che porti in grembo non lo vorrò mai vedere e non sarà mai mio, addio- aprì la porta e me ne andai piangendo e accarezzando il grembo, prometto che nessuno farà mai male a mio figlio o figlia che sto portando in grembo, neanche William, nessuno potrà mai portami via la felicità di essere madre.
FINE FLASHBACK
Mi asciugai le lacrime che mi erano cadute, non mi accorsi neanche di avercele, andai in camera mia distrutta e mi addormentai.

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Capitolo 2
*** Chapter two Meetings ***


È passato un mese dal mio arrivo a Owensboro e ammetto che mi ci sto affezionando a questo luogo, mio figlio Adam li piace tantissimo e adesso che lo iscritto all’asilo ha conosciuto dei bambini della sua età e si diverte tantissimo. Io invece ho trovato un lavoro come cameriera in un piccolo ristorante gestito da marito e moglie sulla settantina di anni. Sono stata fortunata a conoscere loro, mi hanno aiutata a conoscere il paese, gli abitanti ma soprattutto mi lasciano portare mio figlio nel ristorante dopo il l’asilo, essendo che lavoro undici ore al giorno da mezzogiorno alle undici di sera.
Tra poco sarebbe arrivato mio figlio dall’asilo, il proprietario del ristorante ovvero Taylor mi aveva chiesto gentilmente se poteva andarlo a prendere, e io non ho potuto rifiutare poi dovevo aiutare sua moglie Janette a servire i tavoli, e il cuoco Bred che ha tre anni meno di me adesso si trovava da solo senza Taylor. –Aysha ecco i piatti per il tavolo tre- mi disse Janette, io presi i piatti e mi diressi verso i tavoli, fu un via e vai di persone finché non sentì la vocina che più amavo in questo mondo –no Taylor il solletico no- disse ridendo, io mi girai verso la porta e andai di corsa ad abbracciare quel ragazzino dagli occhi azzurri e capelli biondi –mamma!- e mi abbracciò forte con le sue piccole braccia –ehi amore mio, come stai? All’asilo come è andata? – li chiesi in ansia, ogni cosa che trattava di mio figlio mi metteva ansia soprattutto se lui era lontano da me –bene, la maestra Sophia mi ha fatto tre smile- i tre smile in cui si riferiva Adam erano i voti che dava la maestra dell’asilo se era uno significava che il bambino ha fatto i capricci se erano due invece il bambino è stato buono ma ha fatto lo stesso qualche capriccio mentre tre significava che il bambino è stato buono. –bravo amore mio, adesso io vado a lavorare, mentre tu vai da zio Bred che ti prepara una buona merenda- e detto così corse verso il cuoco.

POV’S JOHNNY
Era passato un mese e sto riuscendo a dimenticare Amber, questo posto è magico, sono andato in tutti i luoghi dove giocavo da piccolo e dove andavo con mia mamma, poi grazie ai miei figli che parlavamo ogni sera su skype mi sentivo sempre più positivo, poi il mio amico Alice Cooper e gli altri membri del gruppo Hollywood Vampires mi hanno detto che la prossima settimana arriveranno qua e trascorreranno un po’di tempo con me e poi dovevamo pensare al nuovo tour che avremmo dovuto fare e a pensarci mi emozionavo. Guardai che ore fossero dal cellulare e vidi che erano le otto e mezzo, dovevo andare a mangiare però a quest’ora non volevo cucinare, cosi decisi di andare al ristorante dove andavo da piccolo con mia mamma. Dopo una decina di minuti arrivai, mi stupii che era identico a come me lo ricordavo, quando venivo a Owensboro con Amber lei voleva andare nei ristoranti stellati e non a quelli da “poveretti” come le definiva lei, scossi la testa per scacciare quei ricordi ed entrai, all’interno però era cambiato e notai che era abbastanza vuoto, mi diressi con il capello abbassato così nessuno mi può riconoscere, mi sedetti a un tavolo a caso ma lontano dagli altri dove c’erano le persone, ma una vocina richiamò la mia attenzione –ciao- era un bambino di tre o quattro anni – ciao- lui mi sorrise era veramente dolce –come ti chiami? – io ricambiai il sorriso –Johnny, ma tu mi puoi chiamare capitano Jack Sparrow- ogni volta che incontro dei bambini mi faccio chiamare da uno dei miei personaggi preferiti che avevo interpretato fino ad ora –wow, sei quello che fa tanto ridere alla mamma- io lo guardai un po’ disorientato, era la prima volta che davanti a un bambino non sapevo cosa dire, ma mi ricomposi subito –può darsi- - si si la mamma mi dice sempre che il capitano Sparrow fa tanto ridere perché è maldestro- io risi chissà che madre interessante avrà questo ometto.

POV’S AYSHA
Erano quasi le nove e c’erano ancora altre persone da servire, mi accorsi che il posto di Adam in cucina era vuoto, -Brad dove è andato Adam?- lui si girò dalla mia parte – non lo so, era qua fino a poco fa- iniziai a preoccuparmi, lo so che sembra un atteggiamento un po’ esagerato ma era mio figlio e mi ero promessa che nessuno doveva mai farli del male –Janette sai dove è andato Adam?, non è in cucina- prima mi guardò a me e poi in torno a lei –sta parlando con quel signore laggiù- mi disse indicando mio figlio parlare con un uomo con un capello da cowboy, -mamma mia- andai subito li –Adam che ci fai qua?-, mio figlio mi guardò preoccupato sapeva che aveva disobbedito alla mamma infatti abbassò lo sguardo –scusa- mi disse, io li sorrisi  - non importa, ma la prossima volta che vuoi sederti qua basta che me lo dici, okay? - -okay- e mi sorrise, notai che l’uomo che era seduto aveva la testa abbassata, -ehm, vuole ordinare? - -si, prendo il piatto di casa- e annotai –da bere cosa vuole?- -acqua- andai stranita da quel uomo, vidi che Adam però rimase la con quel uomo –Adam vieni non disturbare il signore- li dissi – no dai mamma- -non fare i capricci su- e mi avvicinai a lui e li porsi la mia mano –dai- -ma mamma ti prego- -e perché vuoi stare con questo signore? – li chiesi stranita, non si era mai comportato così con nessun cliente fino ad ora –perché è il capitano Jack Sparrow!- io sorrisi divertita era uno dei film preferiti di Adam e anche uno dei miei soprattutto perché c’era Johnny Depp il mio attore preferito –su Adam- - ma è vero mamma, chiedilo al signore- stavo perdendo la pazienza – Ora basta Adam, se non vieni dirò domani mattina alla maestra Sophia di toglierti i tre smile – lui mi guardò con le lacrime agli occhi, no ti prego non piangere odiavo vederlo piangere, l’uomo notò le lacrime di Adam –è vero- io mi girai dalla sua parte confusa –come scusi?- -è vero sono Jack Sparrow- e si tolse il cappello e mi guardò e io per non so quale miracolo non svenni, davanti a me c’era uno tra gli uomini più discussi e amati del mondo, davanti a me c’era Johnny Depp –oddio- dissi, lui mi sorrise come il suo solito fare e io rimarrai sempre più meravigliata –suo figlio aveva ragione e complimenti è veramente in gamba- -gg..razie mill..le- dissi balbettando e arrossendo sempre di più, chissà che figura sto facendo davanti a lui ma soprattutto a mio figlio –mamma mi metterai ancora in punizione? – mi ricomposi subito e guardai mio figlio –no- mi girai da Johnnny –adesso le porto da mangiare, mi scusi ancora- e andai verso il bancone me la sua voce mi fermò di nuovo –dammi del tu, non sono poi così vecchio- rise, e anche io.

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Capitolo 3
*** Chapter three Hollywood Vampires ***


POV’S JOHNNY
Parcheggiai la mia auto all’aeroporto di Owensboro ed entrai dentro la grande struttura, vidi il cartello dove c’era scritto tutti i prossimi atterraggi e quello di Los Angeles sarebbe arrivato tra meno di dieci minuti. Decisi di sedermi nelle sedie senza farmi notare dalle persone. Mentre aspettavo chiamai mia figlia Lily e dopo tre squilli rispose –papà ciao come stai?- mi chiese tutta felice –bene tesoro tu invece come stai? - - benissimo, sai che Chanel mi ha scelto per fare la modella nella prossima sfilata a Parigi, verrai? - -dipende quando è- -credo sia il 26 aprile- si sarebbe tenuto tra tre mesi il problema è che io non volevo farmi ancora vedere dai paparazzi e soprattutto a Parigi dove abita la mia ex compagna Vanessa che adesso si sarebbe sposata con il suo compagno e ne sono felice per lei, però i paparazzi non si fanno perdere niente e possono inventarsi di tutto, però non potevo dire di no a mia figlia –va bene tesoro ci sarò- -oddio si, Jack diceva che non saresti venuto- -e perché tuo fratello sostiene questo? – chiesi ridendo – perché non vieni da tanto qua a Parigi e poi per colpa di quella infame di Amber sei sempre così triste- - invece ci sarò e di a tuo fratello che io sto bene e non sono triste, Amber non merita la mia tristezza- le dissi mentendo, mio figlio Jack aveva ragione era da tanto che non andavo a Parigi da quando c’è stato il divorzio non sono più uscito da nessuna parte –va bene papà ci sentiamo stasera un bacio - -ciao amore- e riattaccò. Mi mancavano un casino i miei figli. – Johnny Depp da quanto tempo- alzai lo sguardo e sorrisi –Alice Cooper da quanto tempo vecchio mio - -Ehi non sono mica vecchio ho solo settanta anni – - e questi ti sembrano pochi? – disse Joe Berry –parla per te- rispose l’altro, io guardavo la scena divertito –ebbene ragazzi sono arrivato a destinazione, c’è appena stata una discussione furente tra Alice e Joe che due bambini vero amore? – e la donna che accompagnava Tommy Henriksen annui, spense il cellulare e mi venne incontro – Johnny ciao, come stai? - -Bene Tommy tu invece? - - io splendidamente- -perché hai detto su instagram della nostra litigata che poi non era neanche una litigata e perché cavolo devi dire tutto sui social - -Caro Alice siamo in una nuova era e bisogna comunicare con i nostri fan- Tommy amava stare sui social l’incontrario di me che la tecnologia proprio non la sopportavo – Johnny ti prego andiamo che stiamo facendo casino per niente- disse la moglie di Tommy io annui e tutti noi andammo a casa mia.
Arrivati a casa mia i miei amici si sistemarono e dopo andammo tutti nel giardino, -allora Johnny come stai? – mi chiese Joe e sapevo a cosa si riferiva come sto senza Amber –sinceramente adesso bene, sto riuscendo a dimenticarla, questo posto è magico- dissi timido – beh ne sono felice ne hai passate di tutti i tipi, l’importante è che adesso ti diverta e chissà forse troverai l’amore - -Oh non credo proprio che io voglia avere una ragazza adesso- ed era vero ormai non mi fidavo di nessuno e single si sta bene. –Johnny accompagnato con la parola single non suona bene – disse Tommy – e invece si caro mio, adesso posso fare quello che voglio senza essere tradito dalla donna che amavo- - questo è vero però Johnny se incontrassi la donna giusta cambieresti opinione fidati- disse Alice, forse era vero però ormai ci ho rinunciato e se mai incontrassi una donna farebbe lo stessa cosa che ha fatto Amber ovvero innamorarsi dei miei soldi e non di me e della persona che sono.
ORE 20:30
Decidemmo di andare a cenare fuori e io sapevo benissimo dove andare, anche i miei amici come me preferivano un luogo non tanto conosciuto e discreto. Entrammo nel locale dove cenavo quasi ogni sera –Johnny ciao – mi salutò il proprietario –Buona sera Taylor mi servirebbe un tavolo con cinque posti- -perfetto seguitemi- dopo esserci seduti ordinammo, mi guardai intorno per vedere se c’era il bambino che mi faceva compagnia a tavola ogni volta che cenavo al locale – chi stai cercando? – mi chiese Alice – oh nessuno- -forse la nuova fidanzatina- disse Taylor io lo fulminai con lo sguardo e sua moglie li diede uno schiaffo nel braccio.
Era passata un’ora e stavamo mangiando il dessert – beh Joe quando ero caduto nel palco credimi non era affatto divertente – disse Alice a Joe dove quest’ultimo se la rideva, io ero immerso nei miei pensieri e pensavo alla proposta di Lily per Parigi non volevo andarci ma non potevo farci niente, - capitano Jack Sparrow ciao- io mi girai sorridendo conoscendo quella vocina – ciao Adam, come sta il mio pirata preferito? – chiesi al bambino, i miei compagni di tavolo mi guardarono straniti –bene capitano oggi la mamma stava male per questo non ero qua- - e come sei arrivato qua se la mamma sta male? – chiesi preoccupato – con lei perché nonna Janette le doveva dare una cosa- e io mi rilassai pensavo fosse scappato da solo –Adam, andiamo- mi girai e vidi la madre del bambino la salutai e lei ricambiò imbarazzata, era bellissima –Ciao Capitano ci vediamo- e se ne andò – Ma chi era quel bambino? – mi chiesero i miei amici – un bambino che ho conosciuto qua al locale – e quella bellissima donna chi era? – chiese Tommy –ehi ti ricordo che sei sposato – disse la donna affianco a lui –scusami amore però era bella- e sentendo quelle parole mi diedero un leggero fastidio – la madre- li dissi brusco, perché sto rispondendo così, -ah bene bene, il nostro Johnny è geloso – io mi girai verso Joe – no non lo sono- mi alzai per andare a pagare la cena, lontano da quello che stavano dicendo. Lo ammetto anche io la madre del bambino è bellissima però mi dava fastidio che qualcun altro lo dicesse ad alta voce.

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Capitolo 4
*** Chapter four A day at the park ***


L’unica maschera concessa nella vita è nascondere il proprio dolore dietro un sorriso. –Alda merini
Alda merini aveva proprio ragione citando questa frase per nascondere il dolore si indossa la maschera ed è quello che sto facendo io. Sto portando la maschera da tre anni da quando William il mio ex marito mi ha tradito e lasciata. Quando il suo avocato mi aveva portato le carte del divorzio io ero al terzo mese della gravidanza, è stato uno dei momenti più terribili della mia vita e da li avevo iniziato a farmi forza ma indossando una maschera perché ogni sera che ritornavo a casa piangevo ma quando uscivo sorridevo per far vedere che ero coraggiosa e che era tutto apposto perché una cosa che ho sempre odiato era la compassione nei visi della gente.
Adam mio figlio fortunatamente non mi chiede mai del padre, sa la verità ovviamente non li avevo raccontato i dettagli perché è ancora troppo piccolo e non capirebbe ma alla sua maggiore età se mai vorrebbe conoscere il padre non li direi niente se solo il padre si volesse fare vivo perché è stato molto chiaro che del figlio che portavo in grembo non vorrebbe sapere niente. –mamma andiamo al Smothers Park, ti prego- ad interrompere i miei pensieri era Adam, oggi era domenica e avevo il giorno libero e Adam sapeva benissimo che era il giorno per divertirsi con la mamma –okay tesoro adesso mi preparo e vieni anche te che ti metto una maglietta più bella- ed entrambe ci avviami al piano superiore.
POV’S JOHNNY
Io, Alice, Joe e Tommy avevamo deciso di andare al parco per rilassarci, ieri eravamo rimasti ad un locale fino le cinque del mattino volevamo divertirci come facevamo un tempo quando eravamo ancora giovani. –Allora ragazzi parliamo del tour- -ancora e dai Alice abbiamo deciso che inizieremo a settembre e bla bla - -ma oggi cosa hai? Che sembri arrabbiato- chiesi –Ma niente Johnny è che da una settima che siamo qua e c’è mia moglie che si sente sempre male e le avevo chiesto di andare in ospedale ma lei è talmente testarda- -donne è una donna Tommy- disse Joe, lui ormai non si fidava più delle donne e aveva sempre da criticarle dopo i due matrimoni andati male non voleva più sentirne parlare, anche se ha avuto delle storielle ma che duravano nemmeno un mese –hai ragione Joe sempre le solite- disse Tommy. Da lontano c’erano i bambini che giocavano erano così belli da vedere mi ricordavano i miei figli da piccoli quando anche io li portavo al parco a giocare –Johnny avevo pensato che in tour potevi cantare Heroes di David Bowie ti va? – lo guardai stupito – dici sul serio? Sai che è una canzone stupenda di un cantautore di altissimo livello? - -lo so, ma so anche che tu Jonny sei bravissimo quindi non vedo dove stia il problema- -concordo- disse Joe al mio fianco e anche Tommy annui, per me cantare quella canzone sarebbe stato veramente un previlegio – allora va bene- dissi ridendo, -Jack Sparrow ciao- ci girammo tutti e Adam stava correndo verso di noi –ehi piccoletto- e mi abbracciò fortissimo, anche se era piccolo aveva tanta forza infatti mi stava per strozzare – Adam non respiro- dissi ridendo –scusa- disse e si staccò da me –ciao ragazzi- -ciao- dissero i miei amici –che ci fai qua? Non dirmi che sei scappato ancora senza che la tua mamma lo sappia- lui mi guardò e abbassò lo sguardo, io sospirai era un bambino imprevidente, da quella sera quando erano arrivati i ragazzi e siamo andati al locale di Taylor abbiamo deciso che pranzavamo sempre in quel locale e così abbiamo conosciuto meglio il bambino che ora è davanti a me – sai che tua madre si preoccuperà tantissimo- sua mamma era talmente bella, gentile e meravigliosa ci avevo parlato parecchie volte quando andavo al locale, all’inizio non riusciva a parlare perché essendo il suo attore preferito non riusciva a crederci che ero veramente io a parlare con lei  ma piano piano si era scioglieva sempre di più e questo mi rese felice perché così potevo parlare tranquillamente –ADAM!- ed ecco la sua armoniosa voce, alzai lo sguardo e la vidi che correva, era talmente bella con quei abiti semplici che indossava –sei scappato ancora, adesso sarai in punizione- era arrabbiata e la capisco anche io lo ero con i miei figli quando scappavano –scusa mamma- disse il piccolino, mi faceva tanta tenerezza, così lo presi in braccio –Aysha io e Adam andiamo a prenderci un gelato, così siamo tutti sereni, che gusto vuoi? – chiesi dolcemente, questa donna mi stregava e non è un buon segno –ehm…Amarena grazie – io le sorrisi e mi girai verso i miei amici –se offri te allora voglio un cono con due palline al cioccolato- disse Joe – -io un frappè al pistacchio- disse Alice – io vengo con te, Johnny – cosi io Adam e Tommy andammo verso la gelateria che si trovava all’angolo della strada vicino al parco
POVS AYSHA
Mi sedetti vicino a Alice e Joe mi sembra ancora così surreale di parlare tranquillamente con dei personaggi così famosi e così pieni di talento. Ma soprattutto mi sembra impossibile che Johnny l’attore che ho sempre amato sin da piccola mi parlasse e si trovasse bene con mio figlio, -allora Aysha come stai?- mi chiese Alice, era veramente un uomo gentile –Bene grazie e voi? – chiesi –io come al solito- disse Joe –Io non vedo l’ora che la mia adorata moglie Sheryl venga qua- disse tutto felice –e quando dovrebbe arrivare? - -domani mattina - -finalmente! sai Aysha non si riesce più a sopportarlo perché ci dice sempre Shery qua Shery la ormai ha scassato le palle- -Grazie amico mio- -prego- io risi erano divertentissimi quando bisticciavano –ehi voi tre che avete da ridere- ci chiese un Tommy tutto sorridente diversamente da prima –il gelato ti sta facendo bene a quanto vedo- dissi  e lui annui –mamma guarda Johnny mi ha comprato un gelato con due palline- -Johnny non dovevi- lui mi fece l’occhiolino e io rimasi meravigliata quanto figo che è –tenga signora- io li presi il gelato e li sorrisi e lui ricambiò – vi prego non fate effusioni d’amore qua!- disse Joe annoiato –ma che stai dicendo? Quali effusioni?- disse Johnny stranito – eddai tu che li fai l’occhiolino e lei che stava per morire- io arrossì violentemente e Johnny lo notò e prese subito le mie difese –non dire cavolate e spostati che mi devo sedere- si sedette vicino a me con Adam in braccio –grazie- li dissi all’orecchio di Depp, si giro e mi baciò una guancia –per te questo e altro- era un uomo veramente dolcissimo.

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Capitolo 5
*** Chapter five At the club ***


Mi guardai per l’ennesima volta allo specchio, non mi piace questo outfit –non mi sento a mio agio con questo vestito addosso- dissi a Janette –oh cara mia alla tua età mi vestivo sempre così- non riesco a immaginarmela con delle calze un vestito attillato e dei tacchi altissimi –e Taylor cosa diceva?- lei mi sorrise e mi fece un sorrisetto malizioso –Beh Aysha il mio caro maritino non mi diceva niente alla fine andavamo insieme- io la guardai shioccata, se fossi uscita con il mio ex marito lui mi avrebbe uccisa come minimo, poi lui non piaceva andare in locali dove si ballava –beh cara Bred ti sta aspettando giù e divertiti, ad Adam ce ne occupiamo io e Taylor- la salutai e andai fuori –ciao Aysha, fatti ammirare stai benissimo- mi disse baciando la guancia –ciao Bred e non filtrare con me che sei più piccolo di me- lui scoppiò a ridere e mi aggiunsi anche io con lui –hai ragione scusa mammina, adesso andiamo che siamo in ritardo- Bred mi aveva invitata a uscire con lui per una serata tra amici io all’inizio ero tritubante perché ad Adam chi se ne occupava? E poi non me la sentivo di uscire alla sera non uscivo dai tempi dell’università, però Janette e Taylor i miei datori di lavoro che ormai posso definirli come miei nonni hanno insistito che io uscissi perché a parere loro sono una ragazza giovane ma sciupata e che ha bisogno di divertimento ma io nella testa avevo altro da pensar invece che divertirmi, alla fine accettai perché Brad era insistente e anche Taylor e sua moglie così si sono offerti di badare ad Adam a casa loro. Bred fermò la macchina e io mi guardai intorno se eravamo arrivati e infatti di fronte a me la scritta del locale si illuminava e si spegneva, -siamo arrivati mammina- io lo guardai alzando gli occhi in alto –non chiamarmi cosi- lui mi sorride e uscì fuori e io feci lo stesso, entrammo e l’odore di sudore mi avvolse subito e automaticamente portai la mano nel naso, il mio amico se ne accorse e rise divertito –cara mia mi fai morire ma ti devi abituare in questi locali c’è sempre una puzza- io annui scocciata e andammo a sederci in dei divanetti con di fronte dei tavolini piccoli, nel frattempo la gente ballava e cantava a squarciagola, io sorrisi uno dei miei sogni era di diventare una ballerina sin da piccola avevo questa passione infatti mia mamma mi mandava a fare dei corsi di danza da quella classica all’ hip pop –Aysha vieni a ballare?- io guardai Bred e annui andammo in pista e con le note di Bailando di Enrique Iglesias iniziammo a muoverci, e in questo momento mi dimenticai di chi c’era di fianco a me e di chi ero e iniziai a ballare come facevo una volta I wanna be contigo And live contigo, and dance contigo Para have contigo una noche loca muovevo i fianchi alzavo le braccia in alto senza che me vergognassi Y besar tu boca I wanna be contigo Para have contigo una noche loca Tú, tremenda loca –non sapevo che sapessi ballare così bene- io guardai il mio amico –adesso lo sai- e li feci l’occhiolino e lui ricominciò a ballare con me. Dopo mezz’ora ci sedemmo e ordinammo qualcosa da bere ma non alcol perché io non bevo, -Bred una domanda ma tu sei fidanzato? – lui mi guardò e scosse la testa in segno di negazione e li  chiesi come mai –perché non ho trovato quella giusta- io lo guardai stupita, i ragazzi della sua età che conoscevo a Edimburgo non volevano sapere di avere una relazione seria o per lo meno trovare una ragazza che li piacesse veramente si volevano solo divertire –Guarda, troverai la ragazza giusta per te in fin dei conti per bello lo sei, poi sei gentile educato, spiritoso- lui mi  sorrise –sai Aysha se non fossi più grande di me ti avrei chiesto di stare insieme- io sorrisi una delle caratteristiche che più mi affascinavano di Bred era il fatto che le cose che pensava le diceva in faccia senza che ci pensasse o mettesse delle maschere. Nel frattempo il cameriere ci portò le nostre due bevande analcoliche e anche Bred prese la mia stessa bevanda per rispetto a me, iniziai a berlo ed era veramente molto buono, mi guardai un po introno e vidi un gruppo un po strano tutti vestiti di nero e chiassosi, strizzai gli occhi per capire meglio e notai Tommy Henriksen e tutto il gruppo degli Hollywood Vampires e anche il bellissimo Johnny Depp, infatti lui mi notò e si avvicinò a me, -Buonasera ragazzi- disse Bred notando tutto il gruppo –Hola- disse Tommy –possiamo sederci con voi?- chiese e io guardai il mio amico e lui annui così si sedettero con noi e Johnny vicino a me e il mio cuore ricominciò a battere forte come prima quando avevo ballato –che ci fate tutte e due soli e soletti? – chiese Alice –beh la mammina qua doveva uscire una buona volta- io lo fulminai –Aysha non ti diverti? – mi chiese Tommy –ma si..- non riuscì a finire la frase che il mio amico ricominciò a parlare –si il suo divertimento consiste lavoro, casa e Adam e basta- -e chi sarebbe Adam? – chiese una donna di fianco ad Alice –è il suo figlio Sheryl- rispose al posto mio Johnny –allora sei mamma che bello? E dimmi quanti anni ha? - -ne ha tre- -oh ma che piccolino- io annui –allora invece di parlare che ne pensate di ballare? – chiese Tommy e notai che anche lui aveva di fianco una donna infatti lei lo notò e mi sorrise –piacere Sandra sono la moglie di Tommy- mi porse la mano e io ricambiai –piacere mio io sono Aysha- lei mi sorrise e con suo marito sparirono in pista a ballare, e dopo neanche cinque minuti sparirono tutti e rimanemmo solo io e Johnny –come stai Aysha? - -bene grazie tu? - -bene anche io- notandolo però si vedeva che non stava proprio benissimo –non ti vedo tanto bene- -invece lo sono!- alzò la voce io lo guardai delusa, avevo solo chiesto poteva anche dirmelo in modo più educato, -scusami è che sono nervoso questi giorni- disse abbassando lo sguardo – va bene non importa, andiamo a ballare? – chiesi e lui annui e con le note di Rise Up di Yves Larock cominciammo a ballare e ad un certo punto della canzone lui mise le mani intorno ai miei fianchi e io intorno al suo collo e ci muovevamo sempre più vicini e sempre più sensuali e sinceramente mi sentivo benissimo al suo fianco come se fossi protetta. Continuammo a ballare per quasi due ore di seguito senza fermarci. Fortunatamente il giorno dopo potevo rimanere a casa e anche Bred perché il locale sarebbe stato chiuso per delle manutenzioni. Johnny ad un certo punto mi prese per mano e io gli strinsi la mano e lo seguii, lui uscì fuori dal retro del locale e guardò il cielo scuro pieno di stelle e sorrise –sai che non mi sentivo così libero da tanto tempo, grazie Aysha- io lo guardai incredula Johnny Depp che mi ringraziava forse ero io che dovevo ringraziare lui e non l’incontrario –dico sul serio, grazie grazie grazie- e mi abbracciò stretta a lui e ricambiai e annusai il suo profumo, era così buono –grazie a te Johnny- lui si staccò dall’abbraccio e mi diede un piccolo ma delicato bacio nella guancia e poi un altro nell’angolo della bocca, ammetto che avrei voluto che mi baciasse nelle labbra, però ovviamente non potevo chiedere tanto è già molto i due bacini che mi ha dato –dai rientriamo e continuiamo a scatenarci- io sorrisi e rientrammo al locale e come canzone c’era Enola Gay degli Orchestral Manoeuvres in the Dark era è mia canzone preferita anche se è del 1980 la adoro, Johnny infatti lo nota –non pensavo che fossi una ragazza che ascolta c’erte canzoni- -beh penso che le canzoni di una volta siano molto belle e significative come questa che parla della guerra- lui mi sorrise e abbracciati l’uno all’altra cominciammo a ballare nelle note della meravigliosa canzone Enola gay, you should have stayed at home yesterday Oho it can't describe the feeling and the way you lied These games you play, they're gonna end it all in tears someday Oho Enola gay, it shouldn't ever have to end this way.

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Capitolo 6
*** Chapter six Is it an appointment? ***


POV’S JOHNNY

Marylin Monroe diceva di ricordarsi chi c’era quando si stava male, perché saranno quelli che si vorranno accanto quando tutto andrà bene, e aveva ragione perché io non potrò mai dimenticarmi dei miei amici Alice, Tommy, Joe e gli altri membri del gruppo sono stati come un ancora per me. E adesso che li ho appena salutati all’aeroporto non mi rimane che ricordami i momenti passati tutti insieme. Oggi avrei un appuntamento con Aysha dopo quella sera al locale era cambiato qualcosa in noi forse quel muro che ci divideva dal conoscerci meglio. E sono felicissimo di uscire con una donna diversa dalle altre perché non è famosa, non è vanitosa è semplicemente umile e questo è una caratteristica che più desidero per la mia donna ideale. Lo invitata a casa mia per una cenetta tranquilla senza che qualcuno ci spiasse o ci facesse delle foto per poi pubblicarle nei vari social.

POV’S AYSHA

Billie Jean is not my lover, She's just a girl who claims that I am the one, But the kid is not my son, She says I am the one, but the kid is not my son. In sottofondo Billie Jean di Michael Jackson mi distraeva a pensare che tra meno di due ore avrei avuto un appuntamento con Johnny Depp, mi sembra così surreale ma anche così perfettamente giusto e mi sento al settimo cielo come una farfalla che vola verso l’infinito.

FLASHBACK
Sto girando in questo outlet grandissimo da un ora e non ho ancora trovato un vestito che mi piacesse, volevo cambiare un po’ il mio guardaroba ormai i vestiti che avevo non mi piacevano più. Entrai nell’ennesimo negozio e in lontananza vidi Johnny con Joe, andai verso la loro direzione per salutarli –Ciao ragazzi- entrambi i due uomini si girarono e mi salutarono a loro volta –Come stai? - -bene grazie voi?- -insomma Johnny mi sta convincendo a prendermi dei vestititi per una uscita – Johnny rise divertito –è un appuntamento?- li chiese maliziosa –si- rispose Johnny al posto di Joe, e infatti lui sbuffò irritato e si allontanò da noi –Scusalo è che è sempre così quando ha un appuntamento- -non fa niente- -Tu che ci fai qua? – mi chiese dolcemente io gli spiegai il motivo –ti aiuto io, vieni- mi prese per braccetto e dopo due ore di puro shopping avevo trovato dieci vestiti tutti con un marchio costosissimo e me li ha pagati Johnny, avevo insistito che dovevo pagarli io ma lui aveva chiaramente deciso che me li doveva pagare lui – allora dimmi cosa posso fare per sdebitare questo debito? – lui mi guardò per un momento ma sembrava infinito perché mi ero persa nei suoi meravigliosi occhi –Esci con me- io all’inizio non avevo capito bene infatti lui se ne accorse –Esci a cena con me così ti sdebiti del debito o come lo vuoi chiamare te- -è un appuntamento?- chiesi sempre  immersa nei suoi occhi –si- e mi baciò la guancia –ti prendo alle otto a casa tua- e se ne andò senza che io potessi replicare.
FINE FLASHBACK

Sorrisi a quel ricordo, è talmente dolce con me e io li sono veramente grata. Mi guardai per l’ultima volta nello specchio avevo deciso di indossare un vestito che mi aveva regalato Johnny la scorsa settimana era di Gucci e mi arrivava fino alle ginocchia, indossai i tacchi e andai giù –Bred metti a letto Adam alle nove in punto, capito?- il ragazzo mi guardò con in mano il joystick che aveva portato da casa sua –okay- -non scherzo alle nove- aveva un debole per mio figlio infatti tutte le volte che lo lasciavo con lui li dava da mangiare schifezze e lo metteva tardi a dormire –Va bene capo, guarda Johnny è arrivato- infatti qualcuno suonò il campanello, io andai ad aprire e vidi un Johnny Depp tutto ben vestito –Buonasera madame- -buonasera monsieur- -Bred io vado ciao amore- salutai Adam che stava giocando con Brad usciti di casa Johnny rimase fermo ad osservarmi –Ho qualcosa che non va?- chiesi preoccupata –No sei solo bellissima- io arrossi violentemente –Grazie- dissi imbarazzata, Johnny si avvicinò a me e mi baciò la guancia –Adoro quando arrossisci- detto ciò mi apri la porta della macchina ed entrai. Dopo neanche dieci minuti Johnny si fermò davanti a una casa –Scusa se non ti ho avvertito prima ma preferisco cenare a casa mia- io li sorrisi –tranquillo è meglio così almeno non diamo all’occhio-

POV’S JOHNNY

Era ormai mezzanotte e la cena era finita da quasi un ora e Aysha era affianco a me che guardavamo uno stupido programma che davano in tv –come ci si sente ad essere famosi?- -non è bellissimo, non hai più la tua vita privata, tutto ciò che fai deve essere perfetto sennò verrai giudicato come hanno fatto come me- -non è colpa tua per quello che ti ha fatto la tua ex moglie, poi ovviamente da quello che leggevo nei giornali davano la colpa a te, ma io che sono iscritta a tantissimi gruppi di fanpage tuoi sappiamo che non sei stato tu il colpevole e sappilo che noi fan ti vogliamo un mondo di bene- a quelle parole mi commossi e poi sapere che i miei fan stavano dalla mia parte non mi faceva più sentire solo –Grazie di cuore a tutti voi- Aysha mi abbracciò forte –Grazie a te- si staccò e io la guardai dritta negli occhi c’è li aveva azzurri come il mare ed erano bellissimi anzi lei era bellissima, volevo baciarla come se non ci fosse un domani la desideravo così tanto –ti voglio- non mi ero nemmeno accorto che lo avevo detto ad alta voce lei mi guardò e arrossi, aveva la testa abbassata e non capivo cosa pensava –Aysha scusami è che mi è venuto d’istinto- mi alzai dal divano e andai in cucina, come potevo essere così poco delicato, chissà cosa penserà di me, immerso nei miei pensieri non notai che la mano di Aysha era appoggiata alla mia –sai Johnny lo sempre desiderato anche io- e senza pensarci la presi in braccio e la baciai con foga la portai in camera mia e facemmo l’amore.

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Capitolo 7
*** Chapter seven At home with Johnny ***


-Sei emozionato figlio mio?- mi chiese dolcemente mia mamma –Si, non mi sentivo così felice, così amato da una donna da tanto tempo o forse da sempre- lei sorrise, sapevo cosa pensava di Amber la sempre giudicata infatti quando lo fatta conoscere per la prima volta mia madre era contraria mi diceva che secondo lei aveva qualcosa di strano, ma io non la ascoltavo amavo Amber più di me stesso –se sei felice io ne sono di più tesoro mio- io le baciai la guancia e andai all’altare ad aspettare la mia bellissima principessa….-Vuoi tu John Christopher Depp prendere la qui presente Amber Laura Heard per onorarla ed amarla in salute e in malattia finché morte non vi separi? - -Si lo voglio- -E lei Amber Laura Heard vuoi prendere il qui presente John Christopher Depp per onorarlo ed amarlo in salute e in malattia finché morti non vi separi?- lei mi guardò sorridendo e aspettò qualche secondo finché mi rispose –lo voglio- -Vi dichiaro marito e moglie- Mi alzai tutto sudato, quel giorno me ricorderò fino alla mia morte, è un incubo non essermi accorto della donna che era Amber, la amavo così tanto ed essere egoista a non aver ascoltato mia madre. Sentì che Aysha si era svegliata –tutto bene Johnny?- mi girai verso di lei e la baciai –tranquilla un incubo, ma ora sto bene- lei mi sorrise e mi abbracciò –Johnny un incubo non fa bene, dimmi che ti succede cosa hai sognato di così terribile?- la guardai negli occhi e mi resi conto che iniziavo a provare dei sentimenti molto profondi non posso ancora definirli amore, però erano vicini –ho sognato Amber e il momento delle promesse- lei mi accarezzò la guancia –dimenticala Johnny, lei non ti ha mai meritato tu sei una persona così meravigliosa e buona, non farti distruggere da lei- era talmente dolce Aysha –Grazie per tutto quello che fai per me- -ma io non ho fatto niente- mi disse innocentemente –invece si, credimi- lei arrossì così la baciai e ci addormentammo abbracciati.
POV’S AYSHA
Il mio cellulare stava continuando a squillare –Pronto?- dissi sbadigliando –Aysha posso portare Adam al parco?- mi disse Bred –va bene- -quando ritorni? Perché ieri non ti ho visto rientrare- disse malizioso –zitto, tra poco ritorno- -si certo, salutami Johnny- non feci nemmeno il tempo a rispondere che mi attaccò, guardai ancora sconvolta il telefono e notai che erano le dieci passate, mi alzai e presi la prima cosa che vidi sul pavimento, mi accorsi troppo tardi quando mi ritrovai il mio attore preferito di fronte che avevo messo la sua maglietta e non la mia –ti sta bene lo sai?- mi disse malizioso, io arrossì –ehm scusami vado a rivestirmi- stavo per andare al piano superiore quando lui mi prese la mano e mi baciò – vieni a fare colazione, perché non riesco a trattenermi tanto allungo vestita così- lo baciai io questa volta e andai in cucina a fare colazione.
Passammo tutto il pomeriggio insieme lo invitai a casa mia ed Adam era felicissimo che lo avessi invitato, avevo invitato anche Bred però aveva un appuntamento con una certa Cathlin. Erano ormai le nove di sera e il mio cellulare squillò era un numero da Londra, strano non avevo nessuno che veniva da quella città ma decisi di rispondere lo stesso –Pronto- -Ciao Aysha- e sentendo quella voce il mio cellulare scivolò dalle mie mani, infatti Johnny venne vicino a me preoccupato –chi è?- io non riuscivo nemmeno a rispondere e delle lacrime iniziarono a scendermi, lui si preoccupò e rispose al posto mio –scusa chi parla?-
POV’S JOHNNY
Una voce maschile con l’accento inglese mi rispose –E tu chi sei?- -ho fatto prima la domanda io- -Senta non so tu chi sia ma io sono il marito di Aysha- a quelle parole tremai e guardai negli occhi la donna di cui mi stavo innamorando, perché anche lei mi ha tradito

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Capitolo 8
*** Chapter eight Can you forgive me? ***


Rimasi paralizzata, incredula e scioccata, cosa voleva da me il mio ex marito William, non si era fatto vivo per quasi quattro anni ed era chiarissimo quando mi aveva detto che non voleva saperne niente ne di me ne di nostro figlio. Johnny mi guardava con uno sguardo che non potevo decifrare era deluso? Scioccato? Spero solo che non se ne vada da me perché ho veramente bisogno di lui, ma Johnny mi porse il telefono e se ne andò sbattendo la porta di ingresso. Le lacrime si fecero più insistenti di prima e sembravo la fontana di Trevi, con tutto il coraggio risposi a William –Che cazzo vuoi da me?- lo sentì ridere –Calmati tesoro- -Non chiamarmi Tesoro! Razza di ingrato- la sua voce mi dava fastidio –Aysha volevo solo chiederti dove caspita sei? – mi venne da ridere a questa domanda –Stai scherzando spero!- -Non sono stato più serio di così, voglio sapere dove sei e dov’è mio figlio- mi paralizzai all’istante, voleva sapere di Adam –Tu vuoi sapere dove siamo io e MIO figlio?- precisai bene il mio perché suo non lo è anche se geneticamente lo era –si il nostro figlio per la precisone- -è no caro mio Adam è solo mio da quando tu mi hai abbandonata in strada- -adesso non fare la drammatica, non ti ho lasciato in strada- stavo per urlarli ma continuò –e si è vero che non volevo saperne niente di Adam che tra l’altro hai scelto un bel nome- -cosa vuoi William cosa cazzo vuoi da me e da mio figlio?- -te lo detto voglio sapere dove caspiterina siete e vorrei conoscere Adam- -NO!- gli urlai non poteva farlo dopo tutto quello che ci ha fatto –Aysha cazzo dammi la possibilità di migliorare- -Ma anche no William ti ricordo che hai una moglie e un altro figlio con lei- rimase in silenzio per qualche secondo –Ho divorziato- non potevo credere alle mie orecchie –Sul serio?- chiesi perplessa –Sul serio Aysha, ti prego fammi incontrare Adam. Voglio rimediare al disastro che ho combinato- la mia mente in questo momento stava assorbendo tutte queste parole e non potevo ancora crederci –Non ti credo William, tu non vuoi incontrare Adam, sennò lo avresti fatto in questi tre anni- lui rimase in silenzio, così colsi l’opportunità di dirgli addio –Ciao William e non farti più sentire- chiusi la chiamata e bloccai il suo numero, non poteva farsi vivo ora, dopo tutti i sacrifici che ho dovuto fare per arrivare a Owensboro. Non poteva rovinarmi la vita di nuovo.
ORE 10:30 a.m.
Ero al ristorante e stavo sbagliando ogni ordinazione, Janette mi guardava preoccupata ma non mi ha disse niente perché le avevo raccontato tutto. Stavo pensando a Johnny, mi mancava era da una settimana che non lo vedevo. Lo ho chiamato ogni giorno ero pure andata a casa sua ma non avevo ricevuto nessun feedback di ritorno da parte sua, credo che se ne sia andato a casa sua a Los Angeles oppure a Parigi dai suoi figli. –Mi scusi il caffè che avevo ordinato dov’è che è da mezzora che sto aspettando?- mi urlò un cliente –mi scusi adesso arriva- andai di corsa in cucina –un caffè-  e Bred me lo porse –Aysha sei sicura di stare bene? – a lui non dissi niente perché non lo volevo far preoccupare –si tutto apposto, tranquillo- e me ne andai, porsi il caffè al cliente e come risposta mi fulminò con lo sguardo. Mi sedetti su un tavolo lontano da tutti, non c’era quasi nessuno al ristorante perché a quest’ora erano tutti al lavoro. Presi il cellulare per richiamare Johhny ma niente mi rispose la segreteria telefonica. Sbuffai sonoramente, non poteva lasciarmi anche lui. Dopo William, Johnny è stato l’unico uomo con cui mi ero approcciata e andata fino in fondo. –Ciao Aysha- alzai lo sguardo e trovai il mio bellissimo attore di cui mi ero innamorata –Johnny- e lo abbracciai fortissimo ma lui non ricambiava –Perché?- li chiesi tristemente –Sai che odio le bugie, non mi avevi detto che avevi un marito- lo guardai incredula –Ero sposta- -E allora perché quella chiamata?- -Siediti e ti racconterò tutta la storia- mi guardò perplesso ma alla fine si decise di sedersi e io li raccontai tutta la mia storia. Era doloroso raccontarli perché rivedevo tutto quello che mi era capitato, tutti quei sentimenti che avevo sprecato per una persona che non era degna di me.
POV’S JOHNNY DEPP
Ascoltai attentamente tutta la storia di Aysha. E rimasi scioccato dalle sue parole, come può una persona abbandonare una donna incinta, come può esistere una persona umana  cosi crudele. Me lo sono sempre chiesto. La donna di fronte a me è così simile a me, abbiamo entrami subito le ire dell’inferno, entrambi abbiamo sofferto ed è per questo che siamo così in sintonia come due calamite che si attaccano. –Mi dispiace Aysha per quello che ti è successo, so cosa significa essere ingannati anche a me è successo- lei si asciugò le lacrime –Sai Aysha ho imparato una cosa che non bisogna mai fidarsi di nessuno. Con questo non voglio dirti che non ti puoi fidare di me anzi sarò sempre il tuo braccio destro nei momenti di sconforto. Sarò sempre con te. Promesso.- ed era vero ho fatto una cazzata la scorsa settimana lasciandola da sola. Ma ero completamente immerso nella rabbia, non potevo credere, mi sembrava che l’ennesima donna che amavo mi avesse tradito. Ho avuto bisogno di una settimana per riflettere, ero arrivato all’ristorante per dirle addio ma dopo che mi ha raccontato la sua storia la mia anima si è messa in pace e posso dire con felicità di amarla con tutto me stesso. Aysha si siede affianco a me e mi abbraccia – Mi perdoni?- mi chiede dolcemente, e io sorrisi –Ma certo- e lei mi baciò e io ovviamente ricambiai con tutto me stesso –Ti amo- lei mi guardò con quei suoi occhi azzurri come il cielo –ti amo anche io- e la baciai di nuovo. Posso dire che finalmente sono felice per la prima volta dopo tanto tempo.

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Capitolo 9
*** Chapter nine Dad ***


Era passato un anno da quando io e Johnny stavamo insieme, lui era dolcissimo con me, mi faceva sentire amata, protetta. Adam lo chiamava papà e lui ne è molto felice, mi ricordo ancora la scena

FLASHBACK

-Mamma ma Johnny non viene più?- mi chiese dolcemente –Ma certo che viene- -ma è in ritardo! aveva detto che veniva alle 10 e sono le 10 e 05- scoppiai a ridere era un bambino veramente sveglio –è in ritardo solo di cinque minuti tesoro, vedrai che tra poco arriva, tu nel frattempo vai a prepararti, non vorrai mica venire in pigiama?- Adam si guardò e andò di corsa in camera sua a cambiarsi. Johnny ieri sera mi ha proposto di andare al lago, lontano da tutti per stare in tranquillità con me e Adam, dato che era andato via per due settimane a Parigi in Francia dai suoi figli. Mi ha detto che un giorno Lily-Rose e Jack verranno qua a Owensboro per conoscermi. E sinceramente sono terrorizzata all’idea, chissà come reagiranno, già hanno dovuto soffrire per colpa della ex moglie di Johnny, hanno visto loro padre stare male a causa di una donna, possono pensare male anche di me.  Ad interrompere i miei pensieri fu il campanello, andai ad aprire e vidi l’uomo più bello del mondo –Buongiorno principessa- -giorno a te mio pirata- e lo baciai –come stai?- mi chiese, -io bene tu?- -adesso che ti vedo, splendidamente- entrammo in casa, -allora pronta?- -si, ho preparato i tramezzini con tonno e olive per caso ti vanno bene?- chiesi –ma certo, tutto quello che fai mi va bene, ma dov’è Adam?- -è in camera sua a prepararsi- johnny andò su da mio figlio

POV’S JOHNNY DEPP

Andai su per vedere a che punto era Adam, bussai alla porta e mi venne ad aprire –Johnny!- -ciao ometto!- lo presi in braccio e lo abbracciai, li volevo un mondo di bene, come se fosse mio figlio –allora Johnny posso portare il pallone cosi giochiamo insieme dopo?- - ma certo! Sappi che però vincerò io- Adam alzò il sopracciglio e mi guardò sfidandomi, stavo per scoppiare a ridere era troppo divertente –questo lo vedremo caro Johnny-
Qualche ora dopo ero sdraiato nell’erba con sopra al mio petto Ajsha, era così dannatamente bella, mi faceva vivere e sorridere come nessuna donna lo ha mai fatto. La amavo così tanto che non riuscirei nemmeno a descriverlo a parole –Ti amo Ajsha- lei alzò lo sguardò e mi baciò dolcemente –ti amo anche io- le sorrisi e la baciai –Johnny vieni a giocare a pallone?- mi chiese Adam, io mi alzai e andai a giocare con lui. Per essere un bambino giocava davvero bene –che schiappa che sei!- disse Adam ridendo, e io lo presi in braccio e li feci il solletico –schiappa io?- -si- e rise dal solletico che li facevo –Il capitano Jack Sparrow pretende delle scuse- -non le avrà mai- e a quel punto risi anche io, non ci accorgemmo nemmeno che eravamo finiti in acqua –guarda dove siamo finiti- disse ridendo Adam –ti piace l’acqua?- li chiesi e lui annui –bene allora- e iniziai a schizzarli l’acqua e lui fece lo stesso, guardai Aysha e la vidi che ci stava facendo le foto così presi in braccio il piccolo e guardammo in direzione alla fotocamera –Johnny posso farti una domanda?- mi chiese dolcemente Adam –Certo- -posso chiamarti papà?- non potevo credere alle mie orecchie, -SI SI SI- li dissi abbracciandolo forte, e lui ricambiò, vidi Ajsha pietrificata aveva sentito tutto, così andai di corsa verso di lei –Allora che ne pensi?- avevo paura di ricevere una risposta negativa, in fondo ci conoscevamo da poco –sono onorata che mio figlio abbia un padre come te- a quelle parole la baciai con foga. Oggi avevo acquisito un
figlio e una donna che amavo più di me stesso.

FINE FLASHBACK

Da quell’episodio era passato ormai otto mesi, e avevamo deciso pure di vivere insieme. Ho conosciuto pure i figli di Johnny che con mia grande sorpresa mi hanno accettato e Adam è felice di avere un fratello e una sorella.

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