Tu mi togli il respiro.

di SuperCorpKL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Sicurezza. ***
Capitolo 3: *** Lillian. ***
Capitolo 4: *** Paura di volare. ***
Capitolo 5: *** Sorprese. ***
Capitolo 6: *** Errori. ***
Capitolo 7: *** Bacio. ***
Capitolo 8: *** Confusione. ***
Capitolo 9: *** Problemi. ***
Capitolo 10: *** Il giardino. ***
Capitolo 11: *** Questione di attimi. ***
Capitolo 12: *** La vita è strana ***
Capitolo 13: *** Un peso. ***
Capitolo 14: *** Pace ***
Capitolo 15: *** Incontri ***
Capitolo 16: *** Compleanno. ***
Capitolo 17: *** Cadere ***
Capitolo 18: *** Buio ***
Capitolo 19: *** Paura ***
Capitolo 20: *** Trappola? ***
Capitolo 21: *** Mi fido di te ***
Capitolo 22: *** Insieme ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


-"Io, Lena Luthor."
 
"Io, Lena Luthor." Ripetè la donna in piedi di fronte al Giudice della Corte Suprema, la mano sulla Bibbia, mentre un migliaio di persone si trovava in piedi intorno a loro e i flash delle macchine fotografiche non smettevano di scintillare.
 
" Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli  Stati Uniti d’America" Continuò il giudice. "Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione."
 
"Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli  Stati Uniti d’America. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione."
 
 
Un applauso fragoroso risuonò quando il nuovo Presidente  terminò  il suo giuramento inaugurale. Lei sorrise al Giudice della Corte Suprema che le tese la mano destra che lei strinse con gioia.
 
-"Abbiamo appena assistito alla proclamazione del 47 ° Presidente della nostra Nazione in diretta dal Campidoglio!" Esclamò il giornalista che era appena tornato in onda." E noi non possiamo che essere impazienti nel vedere ciò che ci riserverà il mandato del  leader donna del mondo libero che è stato in grado di fare una campagna impressionante."
 
J'onn J'onzz spense la Tv prima di raddrizzarsi, quando sentì qualcuno bussare alla sua porta. Buttò un “avanti” e vide, senza stupirsi, l’agente che attendeva di entrare nella stanza.
 
"Danvers!" Esclamò. ­
 
" Volevi vedermi ?" domandò la giovane donna avanzando nervosamente nella sala. ­
 
"Siediti" J onn, facendo un segno in direzione di una delle due sedie davanti al suo ufficio.
 
La ragazza non si fece pregare e si accomodò  
"Ho un nuovo incarico per te." la interruppe.
 
Smise di parlare lasciando cadere le mani sulle ginocchia prima di mandargli un grande sorriso e tornare
 
"Davvero? ­"
 "Si, per te e tua sorella." disse, aspettando la reazione della ragazza.
"Mia sorella? Cosa c'entra lei? Lei non lavora per il governo, lei ha un lavoro suo e non voglio assolutamente immischiarla, l'abbiamo coinvolta già una volta e la stavano per uccidere. J'onn ti ho parlato di lei e dei suoi poteri in maniera confidenziale." Disse velocemente e irritandosi Alex.
"Alex, tua sorella ha dei poteri che nessuno ha in questo mondo e l'incarico è davvero pericoloso, ci serve il suo aiuto e poi quella volta abbiamo combattuto contro alieni che possedevano kryptonite."
"Appunto, è pericoloso. Io non metto in pericolo mia sorella un'altra volta, mia madre ha già perso tanto e sapere che già io sono in pericolo non la rende di certo felice, lasciamo Kara fuori da questo."
"Con tua sorella diventerebbe tutto meno pericoloso, Alex non puoi nasconderla per sempre, lei è venuta qui per proteggere le persone e non le stai lasciando fare quello per cui è nata, hai visto la felicità nei suoi occhi l'ultima volta."
"Non dovevo parlartene, non dovevo dirti dei suoi poteri e non dovevamo metterla in mezzo." Alex stava per alzarsi ma J'onn la trattenne per un braccio.
"Alex, pensaci. Kara è felice?"
Alex stava per rispondere ma si bloccò ripensando alla sorella, la sera prima le aveva confessato di sentirsi inutile. 
"Parlami dell'incarico." Sospirò. "Se sarà una cosa troppo pericolosa andrò senza di lei e poi non è detto che lei accetti." Ma sapevano bene entrambi che Kara era pronta ad accettare qualsiasi cosa per fare del bene.

"Come probabilmente sai, un nuovo Presidente è stato eletto ..."
 
-­"Sì." rispose Alex. "Kara mi ha praticamente obbligata a votare lei, io non ero molto convinta visti i trascorsi familiari ma come ben sai Kara è capace di farti cambiare idea su chiunque." 
Si zittii immediatamente quando lo vide silenzioso.
"Proprio per questi trascorsi entriamo in gioco noi." 
"Cosa c'entriamo noi?"
 Sospirò esasperato prima di riprendere il discorso: ­
 
"Il presidente ha espressamente richiesto la nostra presenza, non ha accettato nessun altra forma governativa. Ha detto che siamo gli unici di cui si può fidare visti i nostri precendenti trascorsi con lo scorso presidente. Dobbiamo proteggerla."
"Da quando facciamo servizio di sicurezza per i presedenti?"
"Da adesso. Se un Presidente comanda, noi obbediamo. Capito, agente Danvers?"
"Si, signore." Sbuffò lievemente Alex.
"Ho preparato una squadra da trasferire alla Casa Bianca e tu sei a capo."
"Tu non vieni?" Chiese sgranando gli occhi.
"Qui chi resta? Mi fido di te e della mia squadra e anche di tua sorella. Sarete monitorati e se dovesse esserci bisogno interverremo."
"Va bene" asserì Alex, annuendo solennemente. "Quando dovremmo partire?"
"Domani."
Alex balzò in piedi sapeva che era inutile lamentarsi quello era un ordine e andava rispettato, doveva avvertire sua sorella immediatamente.
 

"Domani?" Chiese Kara sgranando i suoi occhioni blu. " Non abbiamo neanche il tempo di prepararci. Il...il presidente, Alex! Non sono pronta." 
Kara era davvero elettrizzata per l'incarico ma di certo inizialmente non aveva pensato minimamente che si trattasse del presidente e non aveva idea che l'incarico sarebbe iniziato il giorno dopo.
Alex la guardò senza parole prima di scoppiare a ridere.
 
"Molto divertente! Hai la forza di cento e più uomini, Kara. Sei l'unica ad essere pronta."
"Ma non posso usarli, capirebbero che sono un'aliena e..."
"Kara li userai con astuzia, ci sono io al tuo fianco quindi non temere. Non si può rifiutare, ti prego dimmi che sei con me."
 "Mi hai detto la scorsa sera che sarebbe una follia mostrare i miei poteri" sottolineò Kara. "E ora tu vuoi che io mi occupi personalmente della sicurezza del Presidente degli Stati Uniti?"
Alex annuì poco convinta e Kara capì che non era di certo stata lei a proporla, questo la infastidì molto.
"Ti prego, saremo io e te al comando..."
Quando vide la supplica negli occhi di sua sorella, sospirò e annuì poco convinta. ­
"Va bene, Alex. Ma devo prepararmi davvero psicologicamente, io al comando non so se mi spiego." Disse con occhi ancor più sgranati.
"Ne sei capace, ne sono sicura. Per sdebitarmi ti comprerò tutta la pizza che vuoi."
A Kara le brillarono gli occhi e annuì, bastava poco per convincere la sorella e nonostante fosse spaventata era anche elettrizzata.
 
Alex dovette utilizzare tutta la sua forza di volontà per non ridere davanti alla reazione della sorella davanti lo scatolo di pizza ma allo stesso tempo portava tanta preoccupazione dentro. Kara aveva il cuore puro ma allo stesso tempo era ingenua e anche difficile da gestire. Era molto forte, molto coraggiosa e aveva un grande istinto. Il che significava che, nonostante tutti i guai in cui si era cacciata, riusciva sempre ad uscirne.
"So che spesso ti ho detto di non usare i tuoi poteri per restare al sicuro" ammise. "Ma questo non significa che io non abbia fiducia in te e so che insieme faremo un ottimo lavoro."
 Un senso di orgoglio invase Kara che non poté trattenere un sorriso compiaciuto. Alex si era appena aperta con lei, cosa che non era mai successa,­ e in più le aveva offerto un lavoro al fianco del Presidente che lei stimava davvero tanto. Le avevano affidato il compito di controllare, proteggere la persona più importante del paese e lei sapeva,­ sentiva nel profondo, che questa nuova assegnazione avrebbe cambiato la sua vita per sempre. ­
 "Io non vi deluderò" affermò con acquiescenza Kara. ­
 " Ne sono certa." rispose Alex con un mezzo sorriso. 
 "Adesso andiamo a riposare." Disse sbarazzandosi dello scatolone.
"Sono soltanto le nove, Kara." Le fece notare Alex.
"Io voglio essere ben pronta."
"Ma non hai bisogno di dormire così tanto tu."
"Invece si e dovresti farlo anche tu. Io vado, buonanotte." disse prima di sparire.
Alex scosse la testa.  

Comprendendo che era giunto il momento per lei di andare a letto visto che l'orologio segnava l'una, Alex si alzò in piedi e raggiunse Kara, si sistemò al suo fianco e chiuse gli occhi. 
"Alex." Kara la chiamò.
"Kara? Non dovevi dormire?" disse ad occhi chiusi.
"Sono troppo agitata per dormire." 
 "Kara, andrà tutto bene." disse con voce stanca.
"Sicura?"
"Si, adesso dormi."
Sospirò e si zittì, non avrebbe dormito ma non poteva di certo disturbare tutta la notte la sorella quindi chiuse gli occhi e si mise ad ascoltare il battito tranquillo del cuore di Alex. 
***
 
" Non ci posso credere che io in questo momento mi trovo nello Studio Ovale!"  esclamò Lena mostrando un pizzico di eccitazione." E ancora meno riesco a credere che questo sia il mio ufficio! Quello della Luthor Corp era grande ma questo qui...questo è immenso"
 Fece un giro  guardando la stanza con in viso un'espressione affascinata. C’era riuscita: la realizzazione dei suoi sogni. Lei finalmente aveva il potere di cambiare le cose e rendere il mondo migliore, come aveva sempre desiderato e soprattutto era riuscita ad allontanarsi dalle grinfie della madre.
 Le era stato detto che si illudeva, che una giovane donna, single e con un cognome del genere non poteva arrivare se non in Senato. Ma lei aveva rapidamente fatto più di questo, diventando senatrice, poi governatrice, e ora la nazione le aveva dato la sua fiducia eleggendola Presidente. Lei era il Presidente degli Stati Uniti d'America!
 "Sembri davvero felice." sorrise Maggie guardandola andare in giro per la stanza. ­
 " Certo che lo sono."  disse Lena riprendendo la compostezza che le apparteneva.­
 "Adesso possiamo tranquillizzarci, la campagna elettorale è finita."
 Ciò fece sorridere Lena che si sedette su uno dei divani posizionati davanti il maestoso ufficio. 
" Sono contenta che abbiamo finito con tutte le pratiche burocratiche" ammise Lena. "Possiamo cominciare con le cose serie." affermò cambiando tono. ­
 
"Si."  continuò Maggie. " Comunque, sei pronta per incontrare il nuovo Capo dei Servizi Segreti?"
 
"Non dovrebbe essere Jonzz? Anche se avrei preferito avere te al mio fianco, sei brava con le arti marziali." Sorrise alla sua amica. Maggie e Lena erano diventate amiche anni prima, dopo che la prima la salvò dalle moine di un'idiota.
" No, ha mandato la sua squadra. Mi hai dato un altro incarico Lena e poi sai che non basta una sola persona per proteggerti." 
"Giusto. Sono qualificati?"
"Certo." Disse Maggie indicandole il tablet, segno che aveva fatto ricerche.
Lena ridacchiò prima di afferrare, il tablet con tutte le informazioni. 
"Si tratta dell'agente speciale Alexandra Danvers" lesse ad alta voce. "Deve essere preparata."­
"Che nome carino." Commentò Maggie.
"Adesso ti innamori anche dei nomi?" La prese in giro Lena.
"Smettila, non prendermi in giro. Comunque ha un curriculum fuori dal comune, fantastico! Sia quando lavorava per l'FBI che adesso per il DEO. sembra che non abbia lasciato indifferente nessuno."
Lena notò quanto fosse impressionata il suo consigliere. Rare erano le volte che Maggie si era sentita presa da una persona che non aveva mai incontrato e questa cosa fece infiammare la curiosità del Presidente.
 " Quando dovremmo incontrarla?" Le chiese.
"Incontrarle, si presenterà con la sorella."
"Due capi?" Chiese stupita Lena. "Sono così tanto in pericolo?"
 Stava per rispondere alla sua domanda quando sentirono bussare. ­

" Ora." Maggie rispose mentre camminava verso la porta.
 "Ma non so nulla su...l'altra."
La porta si aprì e il tempo sembrò bloccarsi Lena quando vide apparire le due ragazze, il suo sguardò si concentrò sulla bionda. Si sentì la gola seccarsi e le sue mani diventarono sudate quando lei guardò Maggie stringere la mano prima ad una e poi all'altra e presentarsi prima di invitarle ad avanzare nella sua direzione.
 
Kara ringraziò Maggie, poi immediatamente perse il suo sorriso quando i suoi occhi incrociarono gli occhi più belli che avesse mai incontrato. Aveva visto Lena Luthor molte volte in televisione, ma averla di fronte, in quel preciso momento, le confermò che le telecamere non le rendevano abbastanza giustizia. Lei trasudava di una presenza ed un fascino quasi soprannaturali ed i suoi occhi davano l'impressione di essere composti da una moltitudine di colori che partivano dal verde e arrivavano al celeste, che li rendeva attraenti.
 "Lena." disse Maggie ritornando verso l’interpellata " Ecco, loro sono le agenti Danvers."
 Lena allungò la mano verso Alex e successivamente verso la donna al suo fianco e alla quale non riusciva a staccare gli occhi di dosso. Era come se quegli occhi azzurri l’avessero catturata, come gli ipnotizzatori che ammaliano le loro cavie rendendole completamente idiote.
 E questo era esattamente ciò che stava accadendo. ­
 " Sono Lena Luthor." le informò stupidamente.
 Kara non poté non sorridere prima di stringere la mano del presidente.
 "Lo so...lo sappiamo. Io sono Kara Danvers" disse Kara timidamente girando lo sguardo verso la sorella. 
"Credo anche che l'intero paese sappia chi è lei, signora Presidente." Le fece notare Alex.
 Fu naturale che quella osservazione fece ridere i presenti. Ma lì, lei sentì di aver perso tutta la materia grigia che faceva funzionare il suo cervello nei momenti normali. Il sorriso smagliante di Kara, combinato con quella voce timida e la sensazione della sua mano nella sua, aveva il dono di elettrizzarla.
 Doveva allontanarsi così interruppe immediatamente il contatto fisico. Ma il suo corpo non sembrava obbedire quindi si ritrovò a continuare a fissare intensamente quegli occhi azzurri che non la lasciavano più. ­
 
"Bene. " se ne uscì Maggie schiarendosi la voce, interrompendo lo scambio di sguardi tra le due donne.
 
Kara sobbalzò e ritirò la mano, maledicendosi interiormente per la sua totale mancanza di professionalità. ­
 
"Potrebbe essere che faremo un punto della situazione riguardo l'organizzazione del sistema di sicurezza prima del debutto ufficiale di questo pomeriggio." spiegò Alex. ­
 
"Sì." rispose Lena dirigendosi verso il tavolo.
 
Kara distolse lo sguardo, ma era incapace di astenersi dall’ammirarla da capo a piedi. Bene, si disse, la parte posteriore è appetitosa come quella anteriore.
 Si diede uno schiaffo mentale poi seguì i passi della donna prima di sedersi a sua volta al tavolo.
 Quel mandato rischiava di essere davv
ero molto interessante ...

Buonasera a tutti, questa è la mia prima storia e sono davvero emozionata di condividerla con voi. I contesti saranno diversi e ci saranno diverse modifiche spero vi piaccia ugualmente. Fatemi sapere cosa ne pensate :) 
Visti i "Mai una gioia" della serie mi sembra giusto unire queste due stupende creature. Buona lettura e W le Supercorp.

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Capitolo 2
*** Sicurezza. ***


Lena non aveva idea dei rischi che correva, essere il Presidente significa essere esposti al mondo e dunque non tutti ti amano, le voci fuori dal coro si incontrano lo stesso anche se sei un Presidente giusto.  Essere ricchi è diverso.

" Quindi mi sta dicendo che ci sarà costantemente uno dei vostri agenti con me?" Lena era indignata.
 
"Sì, come minimo." affermò  Kara. "Tranne nei sui alloggi privati".
 
Notò che l'idea non sembrava allietare la donna che fece una smorfia venuta al corrente di quella informazione.
 
Più di un'ora era trascorsa da quando Alex e Kara si erano trovate nello Studio Ovale con Lena Luthor e Maggie Sawyer per spiegare loro come le cose si sarebbero svolte sotto la loro guida. Kara fino a quel momento era riuscita a dare prova della sua professionalità in ogni occasione nonostante non fosse preparata come la sorella, e soprattutto con la presenza di Lena a pochi metri da lei che aveva il dono di renderla nervosa. Era il Presidente del paese, il leader del Mondo Libero e la donna più potente del mondo. E, naturalmente, oltre a tutto questo, era sexy e bella da morire.
"Posso sceglierli io gli agenti?" Chiese Lena guardando Kara.

"Mi dispiace ma non può." Le rispose Alex.
Lena sbuffò.
 
"Sanno essere discreti." la rassicurò Kara cercando di intuire i suoi pensieri.
 
Invano…
 
"E faremo in modo che la sua privacy sia rispettata al massimo." aggiunse Alex.
 
"Quindi il mio traffico di droga non rischia niente con voi?" chiese Lena.
 
Alex rise piano e annuì.

"Certo, Presidente. "

"Lena, potrai invitare tutti gli uomini che vuoi nei tuoi alloggi, tranquilla." La prese in giro Maggie 

"Anche tu sei libera di portare chi vuoi." Rise Lena con un tono allusivo tanto che l'amica arrossì. In quel momento l'ambiente non aveva nulla di professionale però meglio così, avrebbero avuto tempo per la professionalità.

Kara le guardò accigliata, chiedendosi se erano serie. ­
 
"Sto scherzando." si affrettò a dire il Presidente. "Non ho nessun traffico di droga e soprattutto non porterò nessuno in questo posto, stia tranquilla agente Danvers." Sorrise a Kara che per un momento quasi vacillò.
 
Kara, di fronte alle battute e alle giustificazioni del presidente, abbozzò un sorriso e annuì. Kara si trovava spesso a credere a tutto quello che le veniva detto, non perchè fosse stupida ma perchè la sua genuinità la portava a questo. Lena osservò il sorriso della ragazza pensando che fosse uno dei sorrisi più belli al mondo. 
Il telefono di Alex squillò, interrompendo così gli sguardi tra le due donne. Lei si scusò con le due donne, mormorò qualcosa a Kara e abbandonò la stanza per rispondere, lasciandole sole. ­
 
"Ho del lavoro da fare, Lena. Vado nel mio nuovo ufficio." 

"Vai, attenta potresti incontrare molte distrazioni nel corridoio."

Maggie scosse la testa, salutò entrambe e uscì lasciando le due donne da sole.
Kara aveva visto molte volte Lena in televisione ma vederla non costretta a mantenere un profilo strettamente professionale era diverso, non si era aspettata un incontro così e adesso si poteva considerare più tranquilla nonostante i sussulti ogni volta che la donna le puntava lo sguardo.

"Quindi che programmi ci sono per questo pomeriggio?" Chiese Lena rompendo così i pensieri della bionda.

"Come...? Cioè...Sì per questo pomeriggio..." cercò di ritrovare la calma Kara mentre Lena la guardava con sguardo divertito, facendo attenzione a non guardarla direttamente negli occhi riprese a parlare "Ci saranno tre agenti ad accompagnarla." Spiegò ­
 
" Ci sarà pure lei?" Chiese Lena.
 
"Sì." rispose lei. "Sarò l'agente con cui avrà più a che fare e che sistematicamente la accompagnerà durante le sue uscite, mia sorella si occuperà di tutto il resto, posizionamento e altro." Spiegò gesticolando e abbassando lo sguardo sugli appunti, era tornata ad essere nervosa.
 
"Non mi lamento." Sorrise Lena.
 
Kara alzò lo sguardo dai suoi appunti per guardare la donna che la stava fissando. ­
 
"Non avrei pensato di trovare degli agenti come lei in queste organizzazioni. "

"Come...come me?" Chiese Kara nel panico, sgranando gli occhi.

"Oh oh no, non mi fraintenda. Intendo in maniera positiva."
 
"Ah..." Kara sistemò i suoi occhiali sul viso e sospirò. Voleva davvero sapere cosa pensava di lei ma bussarono alla porta.

Lena mosse la testa verso la porta e un uomo comparve dopo il suo permesso, Lena fece una smorfia di disgusto e delusione. Kara la fissò, pensando che non aveva mai visto un’espressione così adorabile in tutta la sua vita. ­
 
"Edge." Disse serrando la mascella "Non avevamo appuntamento."

"Già così impegnata, Presidente?" La prese in giro lui.

"Non vede? Stavo parlando con il capo della sicurezza."  

"Hai paura di un attentato, Lena?" Rise lui.

"Non ho paura di nulla, sono procedure obbligatorie. Se tu fossi diventato presidente capiresti, ma hanno votato me. Mi dispiace." Lena lo guardava con aria di sfida, quella donna sapeva il fatto suo. 

"Hanno votato te, non farmi ridere." Edge fece qualche passo verso di lei ma Kara quasi automaticamente gli si parò davanti alzando una mano. "La tua dolce famigliola avrà pagato."

"Fermo lì." Disse con sguardo serio Kara.

"Cagnolini ben addestrati, miss Luthor? Complimenti." Rise ancora e Kara si dovette trattenere dallo sferrare un pugno che di sicuro gli avrebbe fatto molto molto male.

"Agente Danvers, va tutto bene, è solamente un pallone gonfiato." Disse poggiando la mano sul braccio di Kara che sussultò lievemente e si voltò a guardarla, gli occhi attraversati dalla sorpresa di quel contatto e del calore dato da quel contatto.  "Edge, quella è la porta."

"Vado, vado. Arrivederci Presidente." rimarcò sulle ultime due parole.

Lena sbuffò e andò a sedersi.

"Odio quell'uomo, pensavo di essermene liberata."

"Che uomo piccolo, bisogna saper perdere ma lei è riuscita a tenergli testa. Non si preoccupi, non le darà fastidio con noi presenti. Adesso devo andare a prepare tutto per il pomeriggio."

Lena annuì e Kara si avviò alla porta.

"Agente Danvers?" La chiamò Lena.

"Grazie."
Si morse il labbro; Kara la fissò per un momento e sorrise. Anche in quel caso, lo sguardo che si scambiarono durò più a lungo del normale fino a quando la bionda decise di distogliere lo sguardo.

 "Proteggerla è il mio lavoro." Ma ben sapeva che non era solo quello, sentiva la neccessità di difenderla a prescindere. ­
 
Lena annuì e sospirò appena dopo l'uscita di Kara. 
Ma che stava accadendo? Lena era riuscita a mantenere la calma durante le riunioni, le interviste e i dibattiti in tv, contro sua madre e contro Edge mentre con Kara non riusciva controllarsi, l'aveva appena conosciuta. Doveva controllarsi.
 
Poche ore dopo, accompagnata da una scorta di diversi veicoli, l'auto ufficiale del Presidente si diresse verso l'Ospedale dei Bambini di Washington.
 
Quando il suo autista, fermò la berlina di fronte alle grandi porte dello stabilimento, Lena buttò uno sguardo fuori, poi gemette quando vide l'orda di giornalisti che la attendevano. ­
 
" Odio quegli avvoltoi!" borbottò.
 
Kara, seduta accanto a lei, si voltò e guardò le sue labbra, pensando che davvero era necessario che quella donna la smettesse di fare quelle espressioni.
 
" Mio cugino è un giornalista." disse Kara sforzandosi di distogliere lo sguardo dalla bocca del Presidente per guardarla negli occhi.

 Non è meglio, pensò quando si ritrovò immersa in quel vortice di colori limpidi che costituiva le pupille di Lena.

 Quest'ultima si passò una mano tra i capelli un po’ imbarazzata.
 
"Non volevo offendere tuo cugino." Disse a disagio
 
Kara non riusciva più a trattenere la sua risata così si mise a ridere, di fronte alla bomba che aveva tirato.
 
" Sto scherzando." la rassicurò. "Mio cugino si occupa della sicurezza di Metropolis." Sorrise fiera pensando al cugino, il potente Superman.


"Davvero? Di che si occupa?"

"Ehm di...di proteggere una banca. Sa le rapine? Succedono molte cose brutte." Disse cercando di convincere la donna al suo fianco.
 
Lena continuò a fissarla negli occhi, poi abbassò lo sguardo verso il sorriso aperto che sfoggiò la bionda. Quel sorriso avrebbe potuto alimentare la rete elettrica di diverse città da solo, ne era sicura.
 
" Molto divertente ..."

"Dico sul serio."
 
"Parlo dello scherzo." Kara sospirò sollevata.

"Sembra che lei non sia l’unica a possedere senso dell'umorismo. " la stuzzicò Kara spostando i suoi occhi verso il finestrino per controllare zona.
 
Rendendosi conto che la donna faceva riferimento alla sua battuta fatta ad inizio giornata, Lena abbozzò un sorriso.
 
"Si tratta solamente di qualche foto." disse Kara continuando ad osservare i giornalisti all’esterno. " Questo è quello che propongo." continuò Kara riportando l’ attenzione su di lei." Si lascia fare qualche foto all’interno con alcuni bambini e dopo parlerò io con loro spiegando che ne va della sua sicurezza, anche Alex ne sarà felice." 
 
" Ecco, questo è il nostro primo accordo." rispose Lena.
 
L'auricolare di Kara emise un rumore, facendole capire che avevano bisogno di contattarla. L'auricolare ovviamente era una copertura visto che lei poteva sentire senza bisogno di quel fastidioso oggetto.
 
" Danvers all’ascolto." disse premendo il tasto.
 
-"La visuale è libera." la informò Alex.
 
"Molto bene. Preparatevi con Olsen, stiamo uscendo ..."
 
Lanciò un ultimo sguardo a Lena prima di lasciare il veicolo per andare ad aprire lo sportello al Presidente.
 
Una volta che quest'ultima mise un piede fuori, la folla di fotografi si precipitò su di lei per scattare foto e porgerle delle domande. Ma con l'aiuto di Alex e James, Kara riuscì rapidamente ad accompagnarla all'interno dell'ospedale.
 
Con le braccia incrociate sul petto, appoggiata ad un muro, Kara guardò attraverso il vetro di una camera dell’ospedale, il Presidente degli Stati Uniti intenta a leggere una storia ad una piccola bambina malata.
 
Era trascorsa più di mezz’ora  da quando aveva congedato giornalisti e fotografi permettendo così a Lena di respirare, ed il comportamento della donna l’aveva piacevolmente sorpresa.
 Nonostante in un primo momento pensasse che la simpatia e le premure che mostrava il Presidente nei confronti dei bambini, fossero dovute alla presenza dei giornalisti, dopo la loro dipartita, Kara non notò un cambiamento di atteggiamento. Al contrario, Lena sembrava essere ancora più affettuosa e felice di chiacchierare o giocare con ciascuno di loro. E la sorprese soprattutto che i bambini  si mostrarono più felici della donna, per quell’incontro. Kara aveva notato come fossero attenti a tutto quello che Lena diceva.
 
Vide Lena ridere per ciò che le aveva appena detto una bambina e poi guardare attraverso la vetrata per incrociare i suoi occhi. Si ritrovò a non distogliere lo sguardo e quando la donna sorrise, non potè fare a meno di risponderle
 
Più tardi, la sera, Kara uscì dal suo ufficio nella West Wing della Casa Bianca, dove aveva appena finito di compilare alcuni rapporti. Si diresse verso l'ufficio presidenziale dove due guardie la salutarono.
Scambiò  qualche parola con loro e poi si diresse verso l’Ala Ovale e, dopo l’autorizzazione dall'assistente del Presidente, bussò alla porta e l'aprì quando sentì la voce di Lena concederle il permesso di entrare.
 
-"Agente Danvers."
 
"Tutto è a puntino per stasera."la informò Kara, avanzando verso il centro della stanza. "Gli agenti sono pronti e noi ci rivedremo domani."
 
" Molto bene." rispose Lena.
 
Lei esitò qualche secondo, poi si alzò dalla scrivania per fare un giro e posizionarsi davanti a Kara.
 
"Avete fatto un ottimo lavoro oggi." disse, porgendole la mano destra.
 
Kara abbassò lo sguardo verso la mano tesa poi lo alzò di nuovo verso gli occhi e strinse la mano.
 
"La ringrazio Presidente ..."
 
" Può chiamarmi Lena." precisò rivolgendole un grande sorriso. "Dopo quello che ha fatto per me oggi." Si riferiva non solo al pomeriggio ma anche ad Edge.
 
Con la mano sempre in quella della donna, lo sguardo immerso nel suo, Kara rifletté su quelle parole. Dopo lunghi secondi in cui continuò a guardarla negli occhi, lei ritirò dolcemente la sua mano da quella di Lena e le sorrise.
 
" Come le ho detto sto facendo solo il mio lavoro. Sono...siamo qui per proteggerla."
 
"Si, lo sta facendo molto bene per adesso." disse Lena.
 
"Mi auguro che continui così." affermò Kara lasciandosi sfuggire un minimo di preoccupazione.  
Fece un passo indietro prima di farle un cenno educato con la testa. Doveva andare via prima di mostrarsi ancora debole.
 
"Buonanotte." le augurò prima di congedarsi, senza aspettare una risposta, sotto lo sguardò sbalordito di Lena.

Quest'ultima vide la porta chiudersi, poi sorrise. Quella ragazza teneva davvero alla sua protezione, non per lavoro.

-"Buona notte anche a te, Kara." sussurrò senza smettere di sorridere.



Eccomi qui con il capitolo, ringrazio tutti coloro che hanno letto. Mi farebbe piacere sarebbe cosa ne pensate, che mi dite di Lena Presidente? E di Edge? Lo rivedremo secondo voi?' Fatemi sapere, accetto tutto. Adesso vi lascio leggere. 
Buona Lettura.

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Capitolo 3
*** Lillian. ***


I giorni alla Casa Bianca passavano velocemente, erano sempre tutti molto impegnati e non ci si poteva fermare un attimo perchè bastava una minima distrazione e poteva succedere di tutto.
Tirando un sospiro stanco, Kara entrò nel suo appartamento. Camminava trascinando i piedi sul soggiorno dove trovò Alex, James, Winn e Mike stravaccati sul grande divano a guardare Terminator 2, il film preferito di Alex.
 
"Attenti, ecco Kara! Fai gli straordinari?" La prese in giro Winn, distogliendo lo sguardo dallo schermo della televisione per guardare la sua compagna di appartamento appena arrivata.
 
Kara non rispose e spinse più in là Alex per sedersi. Sprofondò sul morbido schienale e sospirò di nuovo e sorrise a Winn.
 
"La Luthor ti rende la vita dura?" chiese Alex guardandola divertita. "Se vuoi cambiamo i ruoli, tu ti occupi della logistica e io di sorvegliare il presidente."
 
"Assolutamente no!" Disse con un tono abbastanza alto tanto da attirare occhiate curiose da tutti "Cioè...volevo dire che io non ci capisco niente di logistica, lo sai Alex!" 

"Hai ragione, combineresti un disastro dietro l'altro." Continuò a prenderla in giro la sorella. "Mi dicono che ti tiene in movimento."

" Non ne hai idea." si lamentò Kara. "Questa donna non sta mai ferma!" 
 
" Esatto." aggiunse James." Dobbiamo costantemente tenerla d’occhio, è pazzesco!"

"Adesso capisci cosa significa, Kara. Anche tu sei una donna che non sta mai ferma."

"Ma io non corro nessun pericolo." Disse riferendosi alla sua super forza.

"Io non ne sarei così sicura." Alex incrociò le braccia, riferendosi chiaramente alla kryptonite.

"Un punto debole l'abbiamo tutti." La difese Mike. 

"Appunto, Mike ha ragione!" confermò Kara ottenendo un sorriso compiaciuto dal ragazzo.

Avere costantemente Lena Luthor sott’occhio non era davvero il problema... anzi, Kara provava un gran piacere nel guardare i suoi modi di fare e gesti e raramente aveva distolto lo sguardo da lei da quando era in servizio.
 
Era passata una settimana da quando aveva iniziato a lavorare come Capo della Sicurezza della Casa Bianca e aveva già imparato a memoria ogni curva del corpo del Presidente. Non era mai stanca di guardarla camminare davanti a lei, memorizzando ogni ondeggiamento dei fianchi della mora e non perdendo mai di vista la sua scollatura che lei le offriva tutte le volte che si chinava sulla scrivania.
 
No, Kara non si lamentava affatto di dover tenere costantemente Lena Luthor sott’occhio. Era piuttosto il non riuscire a farlo che la infastidiva. Si perché la Signora Presidente aveva deciso di rendere il suo lavoro e quello della sorella un inferno, facendo tutto di testa sua. Erano da una settimana a capo del paese e aveva già fatto in modo di infrangere una decina di protocolli di sicurezza. Aveva l'abitudine di piantare in asso gli agenti responsabili della sorveglianza non avvertendoli di stare uscendo da un luogo per raggiungerne un altro. Ciò ha fatto sì che il lavoro delle sorelle raddoppiasse e quindi lei si sentiva doppiamente sfinita nonostante il suo corpo poteva resistere a qualsiasi sforzo senza uscirne stanco.
 Lena era instancabile!
 
"Come mai sei a casa?" Domandò Alex, portandola via dai suoi pensieri. " Pensavo fossi di turno stasera".
 
-"L'incontro con il Giudice Supremo è stato annullato." la  informò. "Quindi la serata è tranquilla ... Ho lasciato due reclute."
 
"Perchè io non vengo informata? Sono il capo anche io."

"Volevo informarti ma quando ti ho contattata mi hai detto che non potevi parlare, eri in dolce compagnia e allora ho deciso di lasciar perdere."

Alex arrossì pensando alle due ore passate con Maggie, doveva essere per lavoro ma erano finite a parlare e ridere delle loro disavventure.

"Alex, devi dirci qualcosa?" chiese Winn che subito dopo alzò le mani in segno di resa dopo un'occhiataccia ricevuta dalla Danvers più grande " Ho capito, ho capito...non devi dirci nulla."

"Siamo qui per lavoro, nessuno deve legarsi sentimentalmente. Capito? Non fatemelo ripetere." Disse dura e lanciando uno sguardo sulla sorella che corrucciò la fronte.

  " Quindi sei dei nostri stasera?" Chiese Mike ignorando gli sguardi e il discorso.
 
"Sì!"
 
"Allora si esce!" esclamò Mike eccitato. 
 
Kara fece una smorfia, pensando che sarebbe stato meglio per lei  guardare un film per poi raggiungere la sua stanza e dormire fino all’indomani mattina. 

"Non sei stanco, Mike?" chiese Alex appoggiando pienamente la smorfia della sorella.

"No, sono pieno di energie. Dai, Kara! Tirati su." Provò a sollevarla lui ma non ci riuscì.
I due si erano conosciuti due anni prima quando Mike era ancora un semplice barista e no un agente del DEO, parlavano molto quando lei si accomodava al bancone. Una sera l'aveva visto difendere una ragazza da quattro brutti uomini, non gli era finita bene però li aveva allontanati e vista la mancanza di uomini al DEO, Kara aveva indicato il ragazzo alla sorella che accettò insieme a J'onn di reclutarlo, senza ombra di dubbio era un ragazzo davvero esuberante e Alex si lamentava molto di questo, per addestrarlo aveva sudato sette camicie però dopo aver capito il meccanismo era stato facile. Con Mike bastava parlare di una cosa o meglio di una persona...Kara. Lei lo vedeva solo come un amico e questo al ragazzo non piaceva e infatti spesso organizzava qualcosa per la ragazza che apprezzava lo sforzo ma non gli dava nessuna speranza. 
 
Finì per essere trascinata, per volere suo ovviamente, dal ragazzo.

"Venite anche voi, vero?" Chiese Kara. 
Tutti annuirono, tranne Alex.

"Mi dispiace sorella, io passo." disse sbadigliando.

"Questa me la paghi." rispose a denti stretti mettendo il broncio.
Alex le sorrise e le lasciò un bacio sulla guancia.

"Mi farò perdonare. Buona serata ragazzi." 
 
Kara annuì e con gli altri si diresse al bar più vicino.

***
 


Con un mal di testa orribile ed il suono stridulo della sua sveglia, Kara si svegliò la mattina dopo. Con un colpo deciso sgretolò la sveglia e cercò il suo telefono sul comodino guardando l'ora.
 
"Ohu"  Ringhiò lei, distendendosi sulla schiena.
 
In quel momento, si rese conto che non era sola nel suo letto. Aprì bruscamente gli occhi e li posò sul corpo del ragazzo steso accanto a lei a pancia in giù senza maglietta, riconoscendo immediatamente Mike, che diamine ci faceva lì? Aveva forse bevuto troppo? Si era fidata del ragazzo al suo fianco e aveva bevuto solo due bicchieri  con del contenuto forte all'interno. Sapeva di essere capace di combinare disastri da ubriaca e forse ne aveva appena fatto uno. Alzò le coperte e sospirò di sollievo quando vide che era ancora vestita.
 
Kara scostò il piumone e uscì i piedi dal letto mettendosi a sedere. Chiuse gli occhi per un secondo per cercare di alleviare il mal di testa, ma soprattutto per provare a raccogliere alcuni ricordi del giorno prima. Alla fine si arrese e decise di svegliare Mike. 

"Mike! SVEGLIA!" disse a voce alta scuotendolo.
 
"Mmm mamma, è presto. Tra poco."

Kara si innervosì parecchio e con un colpo secco gli tolse le coperte e Mike spalancò gli occhi e si mise a sedere immediatamente.

"Cos'è successo?" chiese stropicciandosi gli occhi.

"Dovrei chiederlo io a te." Lo rimproverò Kara incrociando le braccia. "Mi hai fatta ubriacare."

"Hai bevuto solo due bicchieri, hai i superpoteri e ho pensato che potessi reggere quei due bicchieri. Io ne ho dovuto bere cinque."
 
"Come siamo arrivati qui e soprattutto perchè sei nel mio letto senza maglietta?" 

"Sei stata tu a tirarmi nella tua stanza, dicevi delle cose incomprensibili a bassa voce e ho pensato di seguirti per aiutarti."

"Cose incomprensibili?" sgranò gli occhi cercando di sforzarsi ma nulla e continuò a mostrarsi arrabbiata con il ragazzo. "Hai ben pensato di toglierti la maglietta e stenderti nel mio letto."

"Io dormo così." Cercò di difendersi Mike. "Scusami, non volevo fare nulla di male." Disse sincero.

"Va bene." Ammorbidì il suo sguardo lei. "Ma non farmi ubriacare mai più."

"Promesso."
  
 Kara provò si nuovo a pensare alla sera prima e l'unica cosa che le venne in mente fu che lei aveva trascorso gran parte della sua serata a fantasticare su una donna dai capelli scuri e dagli occhi straordinariamente verdi con delle sfumature strepitose che cambiavano in base al suo stato d'animo, un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque e delle gambe per le quali avrebbe venduto anche la propria anima.
Quelle gambe che erano fuori portata, inaccessibili. Perché appartenevano al suo capo. Capo che si era rivelato essere il Presidente degli Stati Uniti d'America!
Così scacciò immediatamente il pensiero e tornò a guardare Mike.

"Dobbiamo andare a lavorare." disse avviandosi verso la porta. "Ricomponiti e preparati."
 
"C'è qualcosa per il mal di testa." Domandò Mike mentre Kara stava per lasciare la stanza.
 
"Sì, ma meriteristi di stare con il mal di testa." rispose lei, ma era troppo buona e quindi gli indicò il posto dove si trovavano i farmaci. "Ti voglio lucido entro un'ora, se mia sorella ti vede così ti rispedisce a casa." Lei si stava già riprendendo, grazie ai suoi poteri.
 
 
Meno di mezz'ora dopo, superò la sicurezza della Casa Bianca e camminò con passo pesante verso la sorella.
 
"Grazie a Rao!" Esclamò, afferrando la tazza di caffè che Alex si apprestava a portare alla bocca.
 Bevve un sorso e tirò un sospiro di sollievo prima che  lei  le si posizionò davanti nel corridoio.
 
"Ehi!" S'indignò la sorella.
 
"Mi dispiace, ma ne avevo bisogno e poi dovevi farti perdonare." disse in sua difesa.
 
"Hai bevuto ieri sera, Kara?" 

"Io? Pff...forse un pochino." 

"Cosa mi ha promesso l' anno scorso?" disse incrociando le braccia.

"Dai sorellona, non arrabbiarti. Sto bene." le stampò un bacio sulla guancia. "Non lo farò più, promesso."

 
"Mi sembra una buona idea." inveì, gettandole uno sguardo.
 
"Hai chiesto alle guardie com'è andata stanotte?" chiese Kara cambiando discorso.
 
" Relativamente tranquilla, è rimasta alla sua scrivania fino alle 2 di notte ed ha lasciato il suo appartamento alle 7 di questa mattina." 
Kara alzò gli occhi al cielo, doveva riposare le aveva detto.
 
"Instancabile, davvero." Borbottò.

"Già. Io vado ad organizzare il protocollo di oggi per l'uscita, tu puoi andare da lei."
 
Kara annuì e si congedò. 
Camminò per i corridoi per raggiungere lo Studio Ovale e quindi il Presidente. Ma quando girò l'angolo del corridoio che conduceva all'ala presidenziale, fu sorpresa nel vedere Lena, un centinaio di metri dal punto in cui avrebbe dovuto essere, discutere con un uomo, animatamente, ma soprattutto lei era esasperata- ma non del tutto sorpresa- di ritrovarla “sola”.
 
Con un sospiro spazientito, Kara avanzò rapidamente nella loro direzione. 
 
" Presidente." la salutò  inviandole un sorriso educato, ma che non nascondeva sua irritazione.
 
Lena ringraziò l'uomo che stava andando via, poi si voltò verso di lei donandole un gran sorriso.
 
"Agente SPECIALE Danvers!" rispose, sottolineando con enfasi ogni parola.
 
Kara si morse l'interno della guancia per non ridere davanti all’ euforia evidente della donna. Dal momento in cui lei aveva "rifiutato" di chiamarla per nome, Lena si  era divertita a restituirle il favore.
 
Così come chiamava tutti gli altri agenti per nome, continuava a chiamare Kara " Agente Danvers " e aggiungeva alcune volte il termine "speciale" per accentuare la  sua presa in giro, come in quel preciso momento. E anche se  Kara aveva cercato di rimanere indifferente a quel gioco, doveva ammettere che le piaceva l’umorismo della Luthor e le facevano piacere quelle provocazioni.
 
"Sa che non può lasciare il suo studio o le sue stanze personali se non c’è almeno un agente con lei." Kara le disse con un tono di rimprovero.
 
"Sono alla Casa Bianca." replicò Lena. "Queste sono le mie stanze."
 
"Sì, ma il protocollo prevede..."
 
" Chi fa i protocolli all'interno della Casa Bianca? "Lena la interruppe abbozzando un sorriso.
 
" Chiedo scusa?" Disse Kara, sorpresa, alzando un sopracciglio.
 
" Chi implementa i protocolli? "Ripetè la donna senza sbarazzarsi della sua espressione maliziosa.
 
" Sono sempre stati lì ..." Disse riflettendo.
 
" Sì, ma chi li fa?" la esortò.
 
Kara la guardò negli occhi e capì dove stava andando a parare. Si morse l'interno della guancia prima di riprendere fiato, irritata e scosse la testa.

"Lei." Ammise.
 
Il sorriso malizioso di Lena crebbe.
 
"È vero." rispose lei. "E ho deciso che, d'ora in poi, posso vagare liberamente nella Casa Bianca."
 
Kara stava per rispondere quando sentì qualcuno chiamarla alle spalle.
 
"Mike ha mangiato di nuovo tutti i miei cereali questa mattina!" Esclamò Winn, indignato, mentre si avvicinava, ovviamente ignara della presenza di Lena.
 
"Non è vero!" Si esasperò Kara, alzando gli occhi al cielo.
 
"No, seriamente, digli qualcosa visto che ascolta solo te. Ma questa notte dopo che vi siete ubriacati entrambi avete dormito i­nsiem... Presidente!" Winn si fermò e la salutò con gesto rispettoso. 
Sentendosi ribollire, Kara chiuse gli occhi un paio di secondi per evitare di fare una sfuriata a Winn, Lena non doveva sapere della sua serata, cosa avrebbe pensato di lei? Riaprì gli occhi per vedere lo sguardo beffardo che Lena le stava facendo.
 
"E’ tutto?" Chiese la mora con sguardo divertito e mordendosi il labbro inferiore per evitare di ridere.
 
"Sì." rispose lei, serrando i denti.
 
Il Presidente cominciò quindi ad avanzare verso il suo studio senza sbarazzarsi del suo sorriso.
 
Kara le lasciò fare qualche passo prima di colpire la spalla di Winn, mentre camminava verso la sala del Presidente ovviamente facendo attenzione a non usare la sua forza.
 
" Ahi!" esagerò lui.

"Non ti ho fatto nulla, fidati." strinse i denti Kara. "Non potevi stare zitto!" Le sussurrò, ma non abbastanza dolcemente da non essere sentita da Lena.
 
Quest'ultima allungò l’orecchio per ascoltare la risposta dell'uomo.
 
"Non sapevo che eri con lei." rispose Winn altrettanto discretamente. "E poi questo le farà capire che streghi così tanto le persone da farti ascoltare al primo ordine." 
Lena sentì brontolare Kara delle parole incomprensibili e non poté fare a meno di chiedersi che cosa stava dicendo. 
Attraversò la porta d'ingresso e fu sorpresa di scoprire che non era vuota. Infatti, su uno dei due divani c'era seduta una donna molto composta e rigida in compagnia di uno dei suoi uomini. Quando la vide, perse immediatamente il sorriso, conoscendo benissimo il motivo della sua presenza.
 
"Madre." disse con tono convenzionale.
 
"Presidente." rispose la madre, alzandosi per salutarla. "C'è qualche modo particolare per salutarla?" Chiese divertita Lillian.
 
"Va bene così." rispose nervosa Lena." A cosa devo il piacere della sua visita?" Chiese, con tono ancora freddo.
 
Ciò che sorprese Kara fu che non l’aveva ancora mai sentita parlare con nessuno in questo modo così svogliato. Il sorriso malizioso era scomparso da Lena che guardava la donna di fronte a lei con un'espressione completamente chiusa, non assomigliando neppure un po’ alla donna che conosceva da qualche tempo.
 
" Ho sentito che farà chiudere alcune fabbriche, laboratori e ha sospeso un progetto creato dai Luthor." disse.
 
"Proprio così. " rispose Lena.
 
"Posso chiederle il perché?"
 
"Sono pericolose sia per gli uomini che per gli alieni che tanto odi, non ti permetterò di fare del male a nessuno!" disse rigida e poggiandosi alla scrivania. "Smettila con questa pagliacciata."
 
Lei si lasciò scappare una risata forzata poi le lanciò uno sguardo penetrante.
 
"Questo non è ciò che era stato concordato. Mi avevi detto che non avresti interferito."
 
"Era solo per allontanarti. Tu e Lex avete fatto già abbastanza per rovinarmi la vita." spiegò Lena con voce ferma.
 
Lillian fece un passo verso di lei sfoggiando un’aria minacciosa.
 
"Smettila di vivere nel tuo mondo utopico e riapri immediatamente il mio laboratorio." le intimò, avvicinandosi a qualche centimetro dal suo viso. "Potrai qualsiasi cosa per provare a ripulirti ma sei comunque una Luthor e anche se le persone momentaneamente si fidano di te, basterà un piccolo passo falso per perdere tutto."

"Non è così." vacillò Lena per un momento. "Io non farò nessun passo falso."
 
Kara fece cenno di intervenire ma la donna e l'uomo che si era portata dietro si ritirarono e uscirono dalla stanza. La guardò chiudere la porta dietro di sé prima di tornare di nuovo verso Lena che non si era mossa dalla sua posizione. Anche se le dava la schiena, poteva vedere che la situazione si era capovolta, bastava guardare la postura delle spalle e il modo in cui stringeva i pugni.
 
Esitò un attimo a fare come se nulla fosse accaduto e limitarsi ad adempiere solo il suo lavoro che non prevedeva l’occuparsi dello stato d'animo del Presidente. Ma di fronte ad una Lena sconvolta, la sua reticenza scomparve rapidamente, Alex avrebbe capito.
 
"Winn, puoi andare a vedere se Alex è pronta per l'uscita?" Chiese all'altro agente, fissando il Presidente che si trovava a disagio.
 
"Certo." rispose prima di uscire in fretta dall’ ufficio.
 
Kara attese che la porta si chiudesse dietro di sé prima di fare qualche passo verso la donna.
 
" E’ tutto ok?" chiese con tono premuroso.
 
Lena chiuse gli occhi per un secondo e tirò un respiro profondo prima di voltarsi verso di lei e mandarle un sorriso tirato.
 
" Sì." rispose lei. "E 'solo che... Mia madre è sempre riuscita a tirare fuori il peggio di me."
 
" Ha l’aria di essere una vera e propria strega." commentò sincera Kara tappandosi la bocca immediatamente dopo. "Ehm...mi scusi, forse ho esagerato."

"No, no...ha pienamente ragione."
 
Abbozzò un sorriso quando sentì Lena ridere.
 
"Non ne ha idea." confessò Lena.
 
Kara esitò qualche secondo non sapendo esattamente quali fossero i limiti che non doveva assolutamente superare,  poi decise di dire ciò che c’era in fondo alla propria mente. Dopo tutto era sempre stata una ragazza sincera.
 
"Se posso dirlo..." disse alla fine. " Lei è il Presidente della Nazione. E’ lei, Lena, che è stata acclamata dal popolo per guidare il Paese. Non sua madre...quindi dovrebbe fare ciò che vuole e mandarla a quel paese... Se posso permettermi, naturalmente."
 
Lena la fissò, stupefatta. Questa donna era decisamente piena di sorprese. La osservò in silenzio per lunghi secondi prima di abbozzare un sorriso sincero.
 Lena sorrise e Kara la guardò interrogativa.
 
"Mi ha chiamato Lena." spiegò..
 
"Oh ...Mi scusi."
 
Un sorriso colpevole balenò sul viso di Kara che ricordò la famosa conversazione con la sorella che aveva fatto quando le aveva proibito di chiamarla per nome. Sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi trasportare, ma era già troppo tardi.

"Non dovrebbe farsi trasportare troppo da me, vero?" chiese Lena capendo.
 
"Sembra sia difficile non farsi coinvolgere quando si tratta di lei." ammise, facendo scorrere, nervosamente, una mano tra i capelli .
 
Ciò non fece che ingigantire il sorriso Lena che continuò a guardarla dritta negli occhi.
 
"Devo preoccuparmi per la mia sicurezza?" La prese in giro la donna.
 
"Per il momento, dovrebbe andare tutto bene." le assicurò Kara, ridendo.
 
Finché rimango concentrata sul monitorare l'ambiente circostante e non i suoi occhi, pensò con forza.
 
Lena le rivolse un sorriso radioso e posò delicatamente la mano sul suo avambraccio.
 
"Grazie." sussurrò.
 
Ok, sono fregata, pensò Kara rispondendole con un lieve cenno del capo, cercando di ignorare il calore ardente che le provocava la mano di Lena sul suo braccio.
 
"Io, ehm .. vado a controllare che Winn abbia seguito per bene le mie direttive." disse, schiarendosi leggermente la gola.
 
"D’accordo..."
 
Kara cominciò ad allontanarsi verso la grande porta d'ingresso quando Lena la chiamò.
 
"Un’ultima cosa!"
 
Si voltò di nuovo verso di lei vedendola indossare il suo solito sorriso malizioso.
 
"Posso chiamarla Kara?" chiese timorosa
 
Kara abbozzò un nuovo sorriso .
  
"Si." disse annuendo. "Ma..."

"Quando c'è Alex no." Concluse Lena sorridendo.

"Esatto.!"
 
Senza smorzare la sua espressione giocosa, si scambiò un ultimo sguardo con il suo Capo della Sicurezza che scomparve dietro la porta.
 
Si lasciò cadere sulla sedia dell’ufficio, un sorriso sciocco sul volto, pensando che la visita di sua madre non era stata forse del tutto una cosa negativa.

Buonasera a tutti, siamo al terzo capitolo. Che mi dite? Poteva mancare Lillian Luthor?Assolutamente no. Buona Lettura, fatemi sapere cosa ne pensate.

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Capitolo 4
*** Paura di volare. ***


Essere il Presidente degli Stati Uniti comporta diverse responsabilità e Lena ne era completamente a conoscenza ed era pronta a tutto tranne una cosa, quella la odiava sin da bambina. La sua unica e grande paura: VOLARE. Non aveva chiuso occhi la notte precedente neanche un momento e probabilmente lo si leggeva in faccia.

Kara fece un ultimo avanti e indietro lungo il corridoio dell’aereo prima di ritornare verso il sedile del Presidente.
 
"Tutto è a posto." la informò. "Se ha bisogno di me, sarò seduta vicino a …"
                                                    
"No." Lena tirò un respiro "resti qui per favore..."
 
Se ne fregava di apparire pietosa, tutto ciò che le importava era che Kara non l'avrebbe lasciata sola.
 
Quest'ultima notò la postura rigida che sfoggiò Lena, il viso teso e le mani saldamente aggrappate ai braccioli.
 
"Va tutto bene?" Chiese Kara, squadrandola preoccupata.
 
Lena inspirò vigorosamente prima scuotere leggermente la testa.
 
"Ho sempre avuto un’inspiegabile paura degli aerei." ammise, chiudendo gli occhi.
 
"Ha scelto il lavoro sbagliato." scherzò Kara.
 
Lei emise un suono vicino alla risata prima di fare una nuova smorfia.
 
"Solitamente prendo alcune cose per rilassarmi." spiegò Lena. "Ma dal momento che dovrei incontrare il Presidente italiano al mio arrivo a Roma, non vorrei rischiare che lui pensi che sono rimbambita."
 
" E’ necessario che lei riposi, altrimenti ..."
 
" Non posso! Devo essere lucida." Lena si lamentò cominciando a tamburellare freneticamente con il piede. Non aveva mai visto la donna così tesa e spaventata e questo le fece provare tanta tenerezza per quella donna apparentemente così forte ma fragile allo stesso tempo. Meno male che i suoi nemici non potevano vederla così perchè ne avrebbero approfittato di certo.
 
Perché a lei non piaceva davvero prendere l’aereo! Era una delle cose che lei odiava e, naturalmente, quello era il mezzo di trasporto più utilizzato dai politici. Inoltre, il fatto di sapere che ci volevano più di otto ore di volo per raggiungere Roma, dove l’attendevano altri venti leader dei più grandi paesi del mondo, le metteva ancora più ansia.
 
"Dannato G20!" Ringhiò, facendo una smorfia.
 
Kara rise prima lasciarsi cadere sul sedile accanto a lei.
 
Da quel famoso giorno in cui aveva assistito a quel confronto con la madre e l’aveva, in qualche modo, confortata, lei e Lena si erano avvicinate più del normale .
Lei non voleva confermare che erano diventate amiche ma avevano una complicità evidente. Era diventata un’abitudine che Lena le chiedesse come stesse o come avesse trascorso la sua giornata e Kara sapeva che i modi di parlare che aveva con Lena, non erano quelli che avrebbe usato se qualcun altro fosse stato Presidente al suo posto.
 
Ma sembrava che le cose si fossero stabilite da sole tra le due donne e non c’era alcun motivo per lamentarsi.
 
"Va bene." le disse Kara ruotando un momento la testa per controllare la sorella che fortunatamente era intenta a parlare con Maggie quindi non si era accorta di nulla. "Cosa fa di solito per rilassarsi? A parte il traffico di droga."
 
Nonostante l’agitazione, Lena ridacchiò prima di girare la testa verso Kara fissandola senza dire nulla per alcuni secondi.
 
"Gioco a scacchi." rivelò con un sussurro.
 
La reazione che si aspettava balenò sulla faccia della bionda che alzò un sopracciglio.
 
"Scacchi? Lei porta la scacchiera in viaggio?"
 
-"Sì." Lena confessò con un sorriso. "Mi piace moltissimo! E' semplice, ne ho comprata una pieghevole qualche tempo fa però purtroppo l'ho dovuta lasciare nel mio appartamento." Disse facendo una smorfia. " E poi adoro la strategia, mi rilassa tantissimo." Spiegò.
 
Kara la fissò incuriosita prima si fare spallucce.
 
"A ciascuno il suo, suppongo ..." Sorrise.
 
Gettò, di nuovo, uno sguardo in giro dentro l'aereo e vide Mike seduto a qualche fila di distanza, intento a risolvere un cruciverba con Winn. 
 
"Arrivo." si rivolse ad Lena alzandosi.
 
Avanzò verso i due ragazzi togliendogli il giornalino dalle mani.
 
"Ordine del Presidente!" Disse sorridendo.
 
Senza aspettare risposta, gli diede le spalle e ritornò a sedersi accanto ad Lena, che non aveva smesso di guardarla e ridacchiava.
 
"La malediranno per ore." la avvisò Lena osservando il giornale.
"Un cruciverba?" Chiese poi.
 
"Non si preoccupi, troveranno altro." rispose Kara, sorridendo. " Non sono gli scacchi però è sempre un intrattenimento, in questo giornale non ci trova solo un cruciverba ma anche molti altri giochini. Pronta a cruciverbare?" Aggiunse, agitando il giornale sotto i suoi occhi.
 
" Non sono sicura che questa parola esista." Rise Lena.
 
" Nel mio dizionario c’è."
 
Lena stava per rispondere quando l'aereo iniziò a muoversi. Soffocò un’esclamazione chiudendo gli occhi e, senza rendersene conto, si aggrappò vigorosamente alla mano di Kara posizionata sul bracciolo che separava le due sedie.
 
"O mio Dio!"  Mormorò velocemente.
 
L'attenzione di Kara, lei, non era rivolta che verso la mano che stringeva la sua. Il tocco era innocente, eppure le provocò una serie di brividi che la attraversarono lungo tutto il braccio.
 
Quando l'aereo finalmente si stabilizzò, Lena riprese, pian piano, i sensi e alla fine realizzò di tenere stretta la mano alla sua vicina. Ritirò dolcemente la sua mano prima di inviare un sorriso di scuse a Kara che si era voltata verso di lei percependo la rottura di quel contatto.
 
" Mi dispiace." sussurrò.
 
" Nessun problema." rispose Kara accennando un sorriso.
 
Si schiarì la gola e si raddrizzò sulla sedia poco prima di riprendere il giornale in mano.
 
"Ora dovrei provare a rilassarmi." Sospirò
 
Otto ore dopo, l'aereo presidenziale iniziò la discesa su una pista dell'aeroporto di Roma.
 
Kara, però, non si mosse per paura di svegliarla dato che la donna aveva la testa poggiata su di lei. Lena dormiva da più di due ore, colonizzando la sua spalla, e Kara che non si era mossa di un millimetro. Più di due ore erano passate e lei non aveva fatto altro che rimanere seduta a guardare le nuvole passarle davanti agli occhi, ma sentiva di non essersi sentita mai così a suo agio.
 
Eppure, Lena, aveva solo la testa appoggiata sopra la sua spalla; in quel contatto con c’era nulla di sensuale o sexy. No, era più che banale, però Kara sentì il suo cuore battere così velocemente come se avesse corso decine di kilometri. Un nodo le si era formato nello stomaco e la soffocava quando sentiva il respiro di Lena contro la sua pelle. L'odore della noce di cocco che sfuggiva dai capelli, in più, l’aveva torturata per tutto quel tempo e lei non poteva nemmeno far finta di ignorarlo.
 
Ecco cosa esattamente aveva rappresentato per lei avere la testa di Lena su di sè: una tortura ... Ma di quelle torture che ne vorresti ancora e ancora.
 
Kara sorrise esasperata dai suoi pensieri. Lei, Kara Danvers, donna d'acciaio, era lì a consumarsi a fiamma bassa come un’adolescente a causa di una semplice vicinanza con un'altra donna.
 
E più ci pensava, più si rendeva conto di quanto Lena Luthor non la lasciasse indifferente. Questo la spaventava.
 
Ma era così assurdo? Quella donna era stupenda ... tanto fisicamente, quanto interiormente.
 
Era gentile, adorabile, altruista e divertente. Il suo sorriso e i suoi occhi sembrava avessero imprigionato le stelle, e i suoi capelli le suscitavano un unico desiderio: farvi scivolare le mani attraverso ed accarezzarli per ore. E la cosa peggiore era che sembrava che Lena non si rendesse conto di tutte le qualità che aveva, e questo la rendeva ancora più attraente per Kara.
 
Quando le ruote dell’aereo entrarono in contatto con il suolo, avvisandola che erano finalmente atterrati, Kara lentamente si girò a guardare Lena e si accorse che stava ancora dormendo. Abbozzò un sorriso tenero costatando che, al contrario di una persona che era intimorita dall’aereo, lei non sembrava avere alcun problema.
 
"Lena." sussurrò.
 
La donna si spostò leggermente, ma non si svegliò del tutto. Kara esitò un attimo e poi mise la mano sulla sua, sentendo la stessa scossa elettrica provata in precedenza. La strinse dolcemente pronunciando di nuovo il suo nome.

"Lena, si svegli ..." 
 
Il Presidente, alla fine, sfarfallò gli occhi, mettendoci un paio di secondi a rendersi conto di dove si trovasse, per poi riprendersi bruscamente.

" Stiamo arrivando?"
 
Kara le rivolse un sorriso un po 'beffardo.
 
"Siamo anche atterrati." la informò indicando, con un cenno della testa l’oblò alle sue spalle.
 
Lena si voltò per constatare che, in effetti, si trovavano, davvero, sulla pista d’atterraggio. Si voltò nuovamente verso Kara che continuava guardarla e le rivolse un sorriso imbarazzato.
 
" Mi dispiace." si scusò. "Non dormo molto in quest’ultimo periodo."
 
Kara si alzò e fece un cenno, ad Alex,  di mettersi in posizione, prima di rivolgere la sua attenzione alla donna.
 
"Non servono le sue scuse, Lena." la rassicurò.
 
"L’ho presa per il mio cuscino!"
 
E rifallo quando vuoi, pensò intensamente Kara. Ma invece di parlare ad alta voce, fece spallucce e le donò un sorriso caloroso, non le aveva dato fastidio.
 
"Posso capire che non dorme tanto." affermò." Dopo tutto, lei ha il peso del mondo sulle sue spalle."
 
Lena percepì il tono spiritoso ma non potè fare a meno di sentire dentro, nel profondo di sè, quelle parole.
 
"Non ne ha idea." sospirò sottovoce, mentre la bionda si allontanava verso la sua squadra di sicurezza.
  

***
 
 Kara premette il pulsante dell'ascensore e attese che le porte le si chiudessero davanti per poi lasciarsi andare contro una delle pareti. Spalle al muro, la parte posteriore della testa appoggiata contro la superficie fredda, lei chiuse gli occhi e respirò profondamente.
 
La giornata era stata faticosa, anche per lei. Garantire la sicurezza durante uno dei vertici più importanti del mondo, non era un compito facile da eseguire. In primo luogo perché l'incontro aveva riunito le venti persone più influenti del pianeta e quindi la vigilanza doveva essere venti volte più attenta. E, infine, perché si era subito scontrata con i servizi segreti di ogni paese, che avevano sia dato prova di una mancanza di volontà nel prendere accordi con la sua squadra, sia dimostrato maschilismo innegabile dato che avevano appurato che la suddetta squadra era diretta da due donne.
Ciò l’aveva, ancor più, motivata a mostrare loro chi guidava le danze realmente, e provò un senso di piacere nel rendere la vita dura agli agenti stranieri.
 
Sì, la giornata era stata molto lunga e lei non desiderava altro che finisse. Ma prima di lasciare il suo ufficio la notte, per andarsi a riposare un po’ e affidare il testimone alla sua squadra, volle incontrare Lena per assicurarsi che tutto andasse bene.
 
Al pensiero della donna, Kara abbozzò un leggero sorriso e fece un passo più piccolo quando l'ascensore si fermò al piano.
Camminò fino alla suite presidenziale, sorvegliata da James, Winn e due reclute  e fece loro un lieve cenno col capo prima di entrare dentro.
 
"Sei tu il Presidente, Lena!" Disse la voce soffocata di Maggie dietro la porta chiusa che conduceva alla stanza. "Non puoi andare in giro per la città come meglio credi!"
 
Kara sentì Lena replicare qualcosa, ma non capì. Un secondo dopo, la porta si aprì, mostrando una Maggie nervosa e un Presidente a sua volta fuori di sé.
 
Maggie non si accorse di Kara e camminò, con passo svelto, verso la porta che la donna aveva appena varcato, prima di ritrovarsi di nuovo davanti alla mora che si era fermata a qualche metro da lei e gli aveva lanciato uno sguardo infuriato, prima di uscire.
 
-"Tutto bene?" Domandò Kara con voce preoccupata.
 
" A meraviglia!" Replicò bruscamente Lena, evitando lo sguardo inquieto che lei le inviò.
 
Sapeva che Kara non si meritava che lei sfogasse la sua collera su di lei, ma in quel momento, non poteva fare altrimenti. Era così frustrata ...
 
Kara osservò la Luthor per alcuni secondi, silenziosamente, prima di annuire lievemente.
 
"Va bene." disse senza troppa convinzione.
 
Era ovvio che il Presidente fosse sconvolto e, anche se si erano avvicinate molto negli ultimi giorni, Kara non poteva obbligarla ad aprirsi e dirle ciò che non andava bene in realtà. Così, decise di non interferire.
 
" Venivo giusto ad informarla che non sono di sorveglianza stasera." continuò Kara con una voce distante e professionale; "ci sono gli agenti Olsen e Schott che prenderanno il mio posto ..."
 
"Bene." rispose Lena." In ogni caso non è che posso muovermi da qui."
 
Kara notò un pizzico d’ amarezza nella sua voce, ma non lasciò commenti. Le fece un cenno educato con la testa e poi lasciò la stanza, brontolando leggermente.

"Kara!" Mike esclamò quando si chiuse la porta alle spalle." Ho sentito che hai la serata libera. Ti va un drink?"
 
Guardò per un istante la porta della stanza che aveva appena lasciato, poi si voltò di nuovo verso di lui e scosse la testa.

"Non mi va." Sospirò.

"Dai, ti prometto che non farò stupidaggini e poi c'è anche tua sorella."

"Alex?Non mi aveva detto di voler uscire." 

"Si, ha detto che siamo in Italia e non possiamo di certo restare chiusi qui dentro."

Kara lo guardò pensierosa e poi annuì.

"E va bene."

Un'ora più tardi, era seduta ad un tavolo, con Mike e Alex, in un piccolo bar situato di fronte all'hotel dove la squadra presidenziale alloggiava. Non erano in servizio, ma preferivano comunque rimanere vicino nel caso ci  fossero stati problemi ...
 
I problemi non tardarono ad arrivare.
 
Mentre lei era intenta a bere una soda e ascoltare la sorella che le stava raccontando di un litigio avuto nel pomeriggio con una guardia che voleva provarci spudoratamente con lei, un Winn sconvolto fece la sua comparsa, respirando a fatica. Kara scattò immediatamente in piedi.
 
"Ehi Winn." gli disse Kara con aria irrequieta. "Tutto bene?!Non dovresti essere di guardia?"
 
"Il…Presidente... lei...è... "Winn balbettò, portandosi una mano alla testa mentre provava a riprendere fiato.
 
"Che cosa succede?!" Kara si allarmò.
 
"Oh andiamo, Winn...Dicci immediatamente tutto."

"Lei è scomparsa!"
 
"In che senso "è scomparsa"?!" Chiese Alex nervosamente.
 
" Mi  sono assentato due minuti per andare in bagno e  James è sceso un momento per controllare il perimetro e quando sono tornato, lei non era più nella sua suite." la informò Winn in preda al panico.

"Sarà al ristorante, fanno del cibo buonissimo." Disse Mike ancora seduto. Kara gli lanciò un occhiataccia.

"Dobbiamo andare."
 
Le due sorelle si scambiarono uno sguardo poi si mossero velocemente e si affrettarono a raggiungere l'hotel.
 
Arrivati lì, le due riunirono in tempo record, il  team e iniziarono ad organizzare le ricerche nella hall, mentre il panico aveva iniziato ad invadere tutti.
 
Mentre si occupava di dare differenti ordini, Kara sentì Mike darle una gomitata.
 
"Che c’è?" Chiese, guardandolo.
 
Lui le fece un cenno in direzione di uno dei negozi dell'hotel. Lei seguì il suo sguardo e si bloccò bruscamente quando vide Lena Luthor uscire dal piccolo negozio ringraziando la commessa che le aveva consegnato una bustina, come se niente fosse.
 


"SE siamo qui è per una RAGIONE! " Alzò la voce Kara, folle di rabbia. "NON PUO’ USCIRE QUANDO LE PARE SENZA AVVISARE NESSUNO. QUESTA COSA PUO’ FARLA ALLA CASA BIANCA, MA E’ COMPLETAMENTE DA IRRESPONSABILI FARLA QUI." Strinse i pugni, si era davvero spaventata.
 
"Non le permetto di parlare con me in questo modo, Agente Danvers!" Rispose Lena lanciandole uno sguardo furioso. "Le ricordo che io sono..."
 
"Con tutto il rispetto" la interruppe Kara. " So benissimo chi è lei!"
 
Lena incrociò le braccia sul petto e guardò per terra. Erano trascorsi dieci minuti buoni da quando era stata scortata di nuovo nella sua stanza. Aveva già subìto l'ira di Alex; ora doveva anche sentire Kara completamente fuori di sè, redarguirla come una bambina di cinque anni, era la prima volta che vedeva Kara così nervosa e se da un lato le faceva piacere dall'altro si sentiva con le spalle al muro e Lena Luthor non veniva messa da nessuno con le spalle al muro.
 
" Non pensavo fosse così irresponsabile." disse la Kara. "Seriamente, a cosa stava pensando?!"
 
"Volevo solo un momento per me, UN MOMENTO." i suoi occhi brillavano di rabbia e la sua voce era qualche tono più alto.
 
Kara aprì la bocca, poi la richiuse, sorpresa dalla perdita di compostezza della donna di fronte a lei, che sembrava aver trattenuto la sua frustrazione e rabbia per troppo tempo.
 
"Volevo solo avere cinque minuti per me!" Lena cercò di spiegare ammorbidendo lo sguardo. " Essere solo Lena, non il Presidente degli Stati Uniti, con il peso del mondo sulle sue spalle."
 
La sua voce tremava, rivelando a Kara, un aspetto che non aveva mai visto nella donna sicura di sé che era Lena. Stando l’una di fronte all’altra, in quell’ enorme suite d'albergo, poteva leggere chiaramente la fragilità che provava lei che aveva mostrato, fino ad allora, una forza infallibile. Ed era già la seconda volta quel giorno, dopo il volo in aereo.
 
Sentendo la sua rabbia scomparire completamente, Kara sospirò profondamente prima di parlare di nuovo con una voce pacata:
 
"Posso capire Lena... Ma non può sparire così, senza dire niente a nessuno, è pericoloso. Poteva succederle tutto ed io...io non posso permetterlo." Disse piano, adesso non sembrava più una questione di solo lavoro.
 
"Lo so." affermò Lena. "Solo che vorrei per un attimo dimenticare tutte le pressioni di questi giorni, ho le mie responsabilità e sono felice di poter cambiare il mondo però...siamo in Italia e credevo di poter avere del tempo per me."
 
Si fermò e sospirò profondamente.
 
"Mi dispiace Kara." si scusò, offrendole un sottile sorriso. "E' stato davvero stupido da parte mia e  prometto che non succederà più."
 
Kara la osservò con uno sguardo comprensivo, preoccupata nel vedere l'espressione rinunciataria e triste che si faceva spazio nel suo viso.
 
"Lena."
 
"Dovrebbe andare." la interruppe. "Le ho già rovinato abbastanza la serata ... giuro che non mi muoverò da qui, andrò direttamente a dormire."
 
Lei non lasciò il tempo, a Kara, di dire nulla. Andò in camera sua e chiuse la porta, lasciandola lì assorta nei suoi pensieri.
 
Kara guardò la porta in rovere, chiudersi dietro Lena, quando un’idea le balenò nella mente.
 
Un'idea stupida e del tutto irresponsabile. Ma lei era disposta a correre il rischio, se poteva permettere a Lena di sentirsi po' meglio.

 
 
***
 
Lena finì di farsi una doccia, ripensando alla discussione avuta con Kara poco prima. Si sentiva davvero triste, aveva fatto innervosire la creatura più comprensiva della terra ma allo stesso tempo era sorpresa della presa di posizione della ragazza. 
 

Un rumore alla  sua porta la distolse dai suoi pensieri riguardanti Kara e, quando aprì, si trovò faccia a faccia con l'oggetto dei suoi pensieri.
 
"Kara?"
 
Quest'ultima la guardò dall'alto in basso prima di avvampare in viso.
 Lena era ancora in accappatoio e questo fece risvegliare qualcosa di inspiegabile in Kara.
 
Lena sorrise per la reazione della ragazza, sapeva di essere in grado di mettere in imbarazzo la bionda ma in quel momento si sentiva davvero soddisfatta, forse perchè l'aveva fatta arrossire senza dire una parola.
 
 
Era chiaro, quella donna era una dea ... Una dea che le avrebbe causato molte notti insonni a Kara.
 
Si costrinse ad alzare la testa per incontrare lo sguardo divertito di Lena che non l’ aveva lasciata per un attimo.
 
"Non dovrebbe aprire così, presidente..." disse costringendosi a non guardare il corpo della donna coperto dall'accappatoio.

"Che c'è di strano? Sono coperta, Kara."

"No...cioè...io..."
Lena sorrise ancor più divertita e si sentì di dover andare in soccorso alla donna prima che evaporasse di fronte a lei.

"Come mai qui?Mi controlla?"  

"Lo dico per lei..." dichiarò la bionda cercando di riprendere il discorso precedente. "Lei è chiaramente una bellissima donna e qui in giro ci sono molti uomini..." 

Lena ridacchiò compiaciuta dal complimento della bionda. Quella ragazza si preoccupava sempre così tanto per lei, era una delle caratteristiche di Kara  che più adorava.
 
"Allora?" Chiese di nuovo Lena. "E’ venuta qui per assicurarsi che non ho fatto le valige?" Chiese ancora scherzosamente.
 
Una risata risuonò dalla bocca di Kara che scosse la testa rinsavendo del tutto da quella visione.
 
" A dire il vero ho una sorpresa per lei."  le disse con un sorriso misterioso.
 
Lena aggrottò la fronte.
 
" Se c'è una cosa che deve sapere su di me Kara, è che non mi piacciono le sorprese. La vita me ne ha fatte fin troppe." disse facendo una smorfia.
 
"Le posso garantire che questa le piacerà..." Disse soddisfatta, era certa che a Lena sarebbe piaciuta la sua sorpresa.



Eccomi qui! Nuovo capitolo fresco fresco per voi, vediamo Kara e Lena un pochino più vicine in questo capitolo...che mi dite? Ne siete felici? Chissà cosa avrà in mente Kara...e soprattutto riuscirà a sorprendere la nostra Lena?Vedremo...Vi auguro una buona lettura e ringrazio tutti voi e in particolar modo chi lascia qualche commento, mi rendete davvero entusiasta.
Grazie! Buona lettura e a presto. 

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Capitolo 5
*** Sorprese. ***


Al contrario di Lena, Kara adorava le sorprese, la facevano sentire meno sola e proprio per questo ne aveva organizzata una per Lena.
Lena continuò a scrutarla con uno sguardo confuso, che non fece che ingrandire il sorriso di Kara che si appoggiò con nonchalance alla porta.
 
" Le sto solo chiedendo di fidarsi di me..." la guardò intensamente con i suoi occhioni azzurri, chi non poteva fidarsi di quegli occhioni?
 
La mora la fissò ancora per lunghi secondi, pensando. Non sapeva come spiegarlo ma qualcosa di Kara la spinse a concederle fiducia, cosa molto rara per lei, soprattutto da quando era diventata presidente.
Ma si rese conto che la donna di fronte a lei l’aveva in pugno e questo era solo l’inizio.
 
"D’accordo." disse alla fine.

" Ok, grande! "Rispose Kara alzandosi. "Ho pensato che non avesse che tenute ufficiali qui con lei quindi mi sono permessa di comprare degli abiti molto più casual che le permetteranno di passare più inosservata..."
 
Si chinò per afferrare le diverse buste che aveva posato ai suoi piedi e le diede a Lena che continuava a guardarla incuriosita.
 
"La aspetto fuori." disse prima di allontanarsi verso i divani in salotto.
 
Lena le lanciò un ultimo sguardo prima di chiudere la porta della sua stanza, sorridendo.
 
Uscì qualche minuto dopo, vestita con dei pantaloni neri, un semplice top verde che risaltava i suoi occhi e stivali che le arrivavano ai polpacci.
 
Kara alzò gli occhi quando la sentì entrare nella stanza e deglutì. Nel vederla vestita sobriamente, non poteva evitare di pensare ancora una volta a quanto quella donna fosse bellissima.
 
"Credo sia passato un secolo dall'ultima volta che ho messo questo genere di vestiti." ammise Lena guardando in giù verso i suoi abiti.
 
"E' un peccato, perché è incantevole." commentò Kara adocchiando le gambe.
 
Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di ciò che aveva appena detto e all'improvviso distolse lo sguardo.
 
"Pronta a partire all'avventura? "Chiese, in piedi, cercando di ignorare il calore che aveva la meglio sulle sue guance.
 
"Lo so che è una follia, ma sì!" Lena rispose con voce entusiasta. "La seguo!"
 
Kara le rivolse un ultimo sorriso porgendole la sua giacca prima di dirigersi in sua compagnia, verso la doppia porta che conduceva fuori alla suite presidenziale.

Quando l’aprì, gettò uno sguardo fuori e fece un cenno con la testa verso James che alzò il pollice in alto per indicare che la via era libera. Istintivamente, mise una mano sulla parte bassa della schiena di Lena e la guidò verso l'ascensore.
 
Quest'ultima soffocò un gemito percependo quel contatto e  cercò di mantenere un minimo di compostezza, anche se sentiva un calore divorarla sotto il tocco di Kara.
 
Ci vollero poco più di cinque minuti per lasciare l'hotel senza farsi notare quando arrivarono all’esterno, senza grandi difficoltà, con l'aiuto dei compagni di squadra di Kara. Lena fu sorpresa nel vedere che lei aveva piazzato diverse persone sul posto tranne la sorella che molto probabilmente non sapeva nulla della sorpresa, sembrava che avesse pensato ad ogni dettaglio, anche alla macchina nera con vetri oscurati che le aspettava fuori.
 
Kara aprì la portiera posteriore e la invitò a infilarcisi dentro.
 
-"Signora Presidente." la salutò Winn, seduto al posto del conducente abituale.
 
Lena gli gettò un’occhiata con un cipiglio prima di voltarsi verso Kara che le si mise accanto e si chiuse la portiera alle spalle.
 
"Sto assistendo al mio rapimento?" scherzò.
 
Kara rise mentre la macchina cominciò a muoversi. Fece un cenno di intesa a Winn che la guardava dallo specchietto retrovisore, poi si voltò di nuovo verso Lena.
 
"Stia tranquilla, faremo solo un giro per la città e torneremo prima che qualcuno si renda conto che è sparita e soprattutto prima che mia sorella si renda conto della mia assenza... Quindi potrà fare tutto ciò che una donna comune può fare a Roma. Ed io la sorveglierò assicurandomi che sia al sicuro."
 
Nuovamente le sopracciglia in Lena si avvicinarono, mostrando la sua confusione, ciò spinse Kara a continuare:
 
"Voglio solo offrirle una serata in cui potrà scrollarsi di dosso lo stress quotidiano. Una serata in cui potrà uscire fuori dal ruolo soffocante di leader del mondo libero."
 
Fece una pausa per immergersi negli occhi verdi della donna.
 
"Una serata dove sarà solo Lena." aggiunse riprendendo le parole che la mora aveva utilizzato in precedenza.
 
Lena rimase in silenzio per lunghi secondi, commossa dalle attenzioni del suo agente.
 
"Questo significa che anche lei potrà essere solo Kara?"
 
Un enorme sorriso apparve sul volto di Kara che inclinò la testa da un lato in segno affermativo.
 
"La sua serata, le sue regole." disse con semplicità un istante dopo.
 
Le labbra Lena si contrassero in un sorriso simile al suo.
 
"Il concetto mi piace ..."
 
Si sistemò sul sedile prima di voltarsi di lato e tirare la cintura di sicurezza, poi si rivolse a Kara.
 
" Prima regola della serata."  disse, alzando il dito indice, "dimenticare le formalità... Non credo di mentire dicendo che ti considero un’amica ora."
 
Kara la fissò in silenzio per qualche secondo, ponderando sulle sue parole. Sapeva che era pericoloso, avrebbero superato il limite nel loro rapporto professionale, quel limite che le vedeva flirtare dopo la loro prima interazione. Lei, che aveva voluto mettere dei paletti sin da subito, aveva fallito miseramente. E sapeva che organizzando quella serata, si sarebbe impantanata ancora di più nella sua totale mancanza di indifferenza verso il suo capo.
 
Ma, stranamente, non le importava ... L'unica cosa che contava in quel momento era continuare a far sorridere Lena e vedere quello scintillio malizioso brillare nei suoi bellissimi occhi verdi. Voleva far sparire la tristezza e la rabbia che aveva visto fino a poco prima e se per questo doveva correre qualche rischio e infrangere alcune regole, era pronta a farlo.
 
Infine alzò gli occhi per incontrare quelli della mora e annuì lentamente. Sì, poteva definitivamente essere solo Kara quella sera ...
 
Dopo un giro di alcuni minuti durante il quale Lena aveva cercato, invano, di farsi dire dove fossero dirette, Winn fermò la macchina e comunicò loro che erano arrivati a destinazione.
 
Kara scese per prima della vettura e tenne la portiera aperta finché la mora non fosse uscita.
Lei la ringraziò, poi lanciò un'occhiata confusa verso il luogo in cui si trovavano. Winn si era fermato in mezzo al nulla, in una piccola strada tortuosa del centro città e, dalla reazione Kara, sembrava fosse non ci fosse nulla di strano. Quest'ultima scambiò qualche parola con il suo agente prima che l’uomo tornasse di nuovo in macchina e se ne andasse, lasciandole sole.
 
"Perché sta andando via?" Chiese Lena, sentendosi invadere da un leggero senso di panico.
 
Ciò non passò inosservato a Kara che ridacchiò leggermente prima di avvicinarsi a lei.
 
"Calma Lena, siamo arrivate alle seconda parte della serata... Ora, data la tua volontà di trascorrere una serata nei panni di una donna normale, che ne dici di utilizzare una normale macchina italiana?"
 
Anche in quel caso, Lena le rivolse un'occhiata interrogativa alla quale lei rispose annuendo indicandole di guardare alle sue spalle.
 
Quando si voltò, la mora vide una cinquecento rossa parcheggiata poco più avanti nella  viuzza.  Lena si avvicinò all'auto e guardò dentro.

"L'autista?" chiese e Kara sorrise.

"Eccomi qua." Si indicò.

" Non puoi essere seria?!" esclamò Lena.

"Non ti fidi? Non guido molto di solito però ti assicuro, ho preso la patente e non ho ucciso nessuno." disse seria.

Lena la guardò e scoppiò a ridere.

"Mi fido di te, ovvio." disse convinta e Kara arrossì. "Solo che è strano per me...però come hai detto tu, questa sera siamo delle persone come le altre." annuì felice.

Lena si avviò alla portiera e aprì.

"Come hai fatto ad organizzare tutto in così poco tempo?" 

"Segreto." disse sorridendo. 
  E Lena la guardò divertita poi salì in macchina, per la prima volta non si era accomodata dietro e questo la faceva sentire davvero una donna normale. 

Mise la cintura  e sorrise alla donna la suo fianco.
 
"Gra..." stava per dire.

"Non devi ringraziarmi, non sappiamo ancora se la mia sorpresa ti piacerà quindi niente ringraziamenti." disse bloccandola prima di mettere in moto.



Kara alzò gli occhi e vide la donna immobile a fissarla con un luccichio nello sguardo.
 
" Cosa?" Chiese, imbarazzata.
 
"Perché fai tutto questo?"  Rispose Lena." Voglio dire,  tu stai rischiando il tuo lavoro per soddisfare uno dei miei capricci, potresti litigare con tua sorella a causa mia, forse è meglio tornare in hotel..." Abbassò la testa.
 
"Sto facendo il mio dovere patriottico." Kara scherzò. "E non preoccuparti, mia sorella non scoprirà nulla e anche se fosse mi terrebbe il muso per qualche giorno, posso sopportarlo mentre non posso sopportare di saperti triste." la guardò intensamente e Lena sentì lo stomaco attorcigliarsi, quella donna la faceva sentire davvero un'adolescente. 
 
Lena si ritrovò per la prima volta dopo tanto tempo, senza parole. Quella era una delle poche volte che qualcuno l’aveva ammutolita per l’emozione. Continuò a fissare, con sorpresa, la donna vicino a lei con  uno sguardo eloquente prima di rivolgerle un sorriso commosso.
 
"Grazie..."
 
"Cosa ti ho detto?"

"Va bene, va bene." alzò le mani in arresa. "Andiamo?"

Kara annuì.
Tutti i rischi che stava prendendo quella notte ne valevano la pena. Forse era pazza, irresponsabile o troppo esaltata, come Alex spesso le rimproverava, ma ne valeva la pena. Per Lena ne valeva la pena ...
 
"Andiamo, abbiamo un programma da rispettare."
 
" Al ritorno posso guidare?" Domandò Lena, speranzosa.
"Da sempre ho avuto un'autista a disposizione ma nonostante tutto ho voluto prendere la patente e prima di diventare presidente, per calmarmi guidavo la macchina di Maggie."
 
" Mi stai chiedendo troppo."  ridacchiò Kara rivolgendole una smorfia di scuse. "Al ritorno vediamo?" aggiunse poi vedendo l'espressione di Lena.


Due ore dopo le due ragazze avevano fatto tappa al Colosseo, si erano fermate in una piccola pizzeria dove Lena per la prima volta in vita sua aveva mangiato una pizza intera senza lasciarne un pezzo, avevano chiacchierato liberamente come fanno due migliori amiche o magari due...fidanzate. Tra di loro c'era una strana magia quando parlavano, Lena si era trovata più volte a vedere arrossire Kara e anche lei si era trovata a arrossire davanti la sincerità della ragazza, se in lei spesso c'era un tono malizioso in Kara era tutto puro e genuino.

"Dai, vieni Lena." Disse felice la ragazza. "Devi esprimere il tuo desiderio."

Lena la guardò scettica.

"Credi a queste cose?Pensi che una fontana sia così magica da avverare i miei desideri?"

"Certo! Però un solo desiderio..." le porse una monetina e le indicò una delle fontane più famose di Roma, la fontana di Trevi.

"Che cosa hai desiderato tu?" Chiese curiosa e allo stesso tempo divertita Lena.

"Non posso dirlo! Se riveli il desiderio poi questo non si avvera." 

Lena la guardò per qualche momento e poi si avvicinò e prese la monetina, lei non credeva a queste cose ma quella ragazza era in grado di farle fare qualsiasi cosa. 

"Ecco brava, adesso lanciala." Kara la prese delicatamente per le braccia e la fece posizionare di spalle vicino la grande fontana, quel contatto e quella vicinanza scosse entrambe. I loro occhi si scrutarono attenti come mai, Kara abbassò lo sguardo un solo momento e la voglia di posare le sue labbra su quelle della donna crebbe ma scosse appena la testa e fece un passo indietro. Quando il contatto si ruppe a Lena mancò per un momento il respiro.

"Devi mettere la mano destra sulla spalla sinistra." spiegò con gli occhi che brillavano ma mantenendo la distanza di sicurezza, Lena annuì. "Chiudi gli occhi e lanciala."

Lena chiuse gli occhi e lanciò la monetina alle sue spalle.

"Aspetta, lancia anche queste due." 

"Non hai detto che si può esprimere un solo desiderio?" Chiese Lena aprendo gli occhi.

"Sono diverse le leggende, tu lancia anche queste." 

"Come desideri." sorrise e prese le altre due lanciandone prima una e poi un'altra. "Va bene così?"

"Perfetto, adesso possiamo andare."

"Abbiamo già finito?" chiese delusa Lena.
 
  "C'è un'ultima tappa." la informò Kara.

Lena sorrise felice, aveva amato ogni minuto della loro fuga e stare insieme a Kara ancora qualche altra ora la rese felice.
 
Aveva conosciuto meglio la Danvers. Sapeva che era una donna piena di entusiasmo spesso soppresso dal suo ruolo ma non aveva immaginato che quel suo entusiasmo fosse in grado di coinvolgere lei, Lena Luthor, se sua madre l'avesse vista le avrebbe fatto una ramanzina ma ovviamente a lei non importava di Lillian. Lena era felicissima di averla seguita nella loro folle avventura senza farle domande.
 
In realtà,  non le importava dove la bionda la portasse, a lei piaceva trascorrere del tempo  in sua compagnia. Poteva sembrare un cliché ma Kara era riuscita a farla sentire se stessa.
 
Nonostante le numerose telefonate che aveva dovuto fare durante l’intera serata per assicurarsi che tutto andasse bene, Kara era riuscita a farle dimenticare che era il Presidente degli Stati Uniti e le aveva regalato una serata magica. Lei le aveva offerto un magnifico regalo e la donna non era pronta a rinunciarvi. 

^^^^^^
 
"Siamo arrivate?" chiese Lena per l'ennesima volta, non era una persona impaziente però in quel momento era davvero curiosa di scoprire dove Kara la stava portando. Camminavano da circa dieci minuti su per una stradina senza asfalto e Lena non riusciva a vedere altro che alberi.

"Ci siamo quasi...sei più impaziente di me. Non ti facevo così, Lena Luthor." disse senza fiatone e continuando a camminare.

"Capisco che tu sei allenata e non hai neanche il fiatone però devi capire che le distanze più lunghe che ho percorso negli ultimi mesi sono quelle che vanno dal mio ufficio al mio appartamento." 

Kara rise sentendole il fiatone.

"Prendimi pure in giro." Sbuffò Lena.

"Non mi permetterei mai." disse Kara rallentando il passo.

"Perchè sono il presidente?" chiese Lena alzando un sopracciglio.

"No, sei una mia amica, ricordi?Questa sera non sei il presidente." 

Gli occhi di Lena brillarono.

"Se stai per ringraziarmi non lo fare!" anticipò Kara prima che Lena aprisse bocca.

"Adesso oltre che rendermi la donna più felice del mondo, hai il potere di leggere nella mente? Sei una superoina allora!" esclamò e Kara si bloccò un momento, non perchè l'aveva definita una superoina ma per la prima parte del discorso.

"Kara?" chiese Lena non capendo l'espressione della bionda che si era fermata di punto in bianco. "C'è qualche problema?" 

"Cosa? Ehm...no, scusami. Siamo quasi arrivate." riprese a camminare con Lena silenziosa al suo fianco.

Arrivate davanti una scalinata Lena sgranò gli occhi.

"Ci sono anche le scale?" si lamentò.

"Ti porto in braccio fino a su? " scherzò Kara, l'avrebbe potuto fare senza problemi ma ovviamente non poteva quindi si limitò a scherzare.

"Non sarebbe una cattiva idea." Sorrise maliziosa. Kara deglutì e scosse la testa.

"Vieni, sono solo pochi scalini." Le porse la mano che Lena afferrò subito e un brivido le percorse la schiena, poteva ogni contatto causarle quelle sensazioni? Se lo chiedeva ogni volta.

Silenziosamente e con le mani intrecciate salirono la scalinata, Kara ascoltava il cuore di Lena battere velocemente forse era per la stanchezza, pensò. Finite le scale Lena si ritrovò davanti una vista mozzafiato su tutta Roma, le luci della città eterna la lasciarono senza parole.

"Ti piace?" chiese Kara timorosa.

Lena strinse di più la mano di Kara e si voltò a guardarla.

"Oh...è è meraviglioso." i suoi occhi brillavano di pura felicità e il ritmo del cuore di Kara aumentò. Lena la trascinò con sè verso la ringhiera dove un binocolo era puntato verso la città. 

"Ho pensato che...considerato il fatto che non avremo tempo di visitare questa meravigliosa città potevi vedere i monumenti più belli da qui. Ho chiesto in giro e mi hanno consigliato in molti questo posto."

Lena era completamente immersa nella vista della città.

"E' in assoluto il posto più bello che io abbia mai visto, senza nulla togliere alle altre città che ho visitato." sorrise e accarezzò il cannocchiale. "Ne avevo uno simile da bambina, adoravo usarlo."

"Che aspetti?" la incitò Kara e Lena sorrise come una bambina avvicinandosi al cannocchiale.

Mezz'ora dopo erano entrambe sedute su una panchina ad osservare la città che da lassù sembrava magica e silenziosa.

"Grazie, Kara." sussurrò Lena con gli occhi pieni di lacrime. "Mai nessuno ha fatto tutto questo per me." la voce che le tremava.

"Meriti anche più di questo, sei una donna meravigliosa Lena." anche Kara si trovò in preda all'emozione.

"Sin da bambina sono stata abituata ad altro e questo mi ha reso più rigida, ho sempre dato poca fiducia alle persone. Ma tu, Kara Danvers...sei la persona più pura che io abbia mai visto." Si voltò a guardarla e i loro sguardi si incontrarono. "I tuoi occhi...Mio Dio...sono qualcosa di stupendo." le disse sincera e tremando leggermente.

"I tuoi lo sono di più." le accarezzò la guancia dove una lacrima ribelle le era sfugita, quella donna oltre a portare il peso del mondo sulle spalle soffriva a causa della sua famiglia, come potevano farle del male? Si chiese Kara.
 
"Non meriti di stare male." sussurrò avvicinandosi di più a lei.

L'aria intorno a loro iniziò mancare improvvisamente quando i loro sguardi incatenati erano pienamente consapevoli del cambiamento di atmosfera.
 
Si guardarono per lunghi secondi.
Kara, portò gli occhi  verso le sue labbra, desiderando solo di sentire quelle labbra sulle sue. Quelle labbra che riuscivano a farle perdere il controllo solo guardandole. Poteva sentire il suo respiro, poteva sentirla abbandonarsi completamente quando la mora chiuse gli occhi in attesa del momento in cui bionda si sarebbe decisa, finalmente, a coprire la distanza rimanente che le separava e dando loro ciò che entrambe aspettavano da quando si erano conosciute.
 
Dopo aver fantasticato su quel momento per settimane, Kara era pronta a baciare Lena. Era finalmente pronta a saziare il desiderio che la consumava da giorni per il Presidente degli Stati Uniti.
Due centimetri...solo due e sarebbe successo. Lo squillo di un telefono fece tirare indietro bruscamente Kara e di scattò Lena aprì gli occhi. Lo stavano per fare davvero se solo...

"Il mio è...è il mio telefono." disse scattando in piedi goffamente Kara, prese il telefono e quando lesse il nome sullo schermo sbiancò leggermente. "Rispondo, un attimo."

Lena si limitò ad annuire cercando di ignorare il fatto che il suo cuore stesse pericolosamente minacciandola di lasciare il suo petto.


"Pronto, Alex?" si passò una mano sul viso, tremava, non per paura della sorella. "Non urlare, ti prego. Alex, va tutto bene! Lei sta bene, non sono irresponsabile...Che cosa?No! Non chiamare J'onn, dammi il tempo di arrivare e ne parliamo. Invece sì."

Lena seguiva a fatica il filo del discorso ma era facile capire che la sorella era davvero furiosa.

"A tra poco Alex!" disse a denti stretti e mise giù. "Dobbiamo andare." una smorfia dispiaciuta comparve sul suo viso.

"No...non devi essere dispiaciuta. La colpa è mia..." abbassò la testa.

"Lena, non devi sentirti in colpa! L'ho voluto io."

"Ma adesso...avrai delle ripercussioni?" chiese con aria timorosa.

"Ehi...non preoccuparti, risolverò. Promesso." si sentì in dovere di prometterlo davanti lo sguardò spaventanto della donna. "Adesso andiamo."
Lena si limitò ad annuire e ad afferrare la mano di Kara. Scesero silenziosamente verso la macchina.

 
Il tragitto verso la destinazione la macchina sembrò davvero breve. Lena si sentiva terribilmente, se solo non avesse fatto la stupida quella sera...Kara era nei guai per un suo capriccio. 
 
***
 
 
 
"La via è libera?" Domandò Kara a James.
 
Il giovane lanciò un'occhiata all'interno della hall dell'hotel prima di voltarsi verso di lei e annuire, spiegando che non c’erano problemi.
 
Kara aprì la portiera della vettura e Lena scese, gli sguardi incatenati di nuovo. Kara sorrise per rassicurarla nonostante la paura regnava sovrana in lei, non aveva voglia di litigare con la sorella ma era sicura che lo avrebbe fatto.
 
Camminaro fino alla porta sul retro. Kara la aprì ed entrarono.
Nel corridoio ad aspettarli trovarono Winn con un'aria dispiaciuta, Alex con le braccia incrociate e uno sguardo infuocato e Maggie, probabilmente anche lei arrabbiata.

Le donne si guardarono e Kara, con grande sorpresa per l'altra, le lasciò un bacio sulla guancia. Non le importava dello sguardo della sorella su di lei.

"Buonanotte, Lena." le sussurrò.

"Notte, Kara." rispose lei incapace di dire altro.

Si separarono, entrambe pronte a ricevere dei rimproveri.
Kara e Alex camminavano silenziose verso la loro stanza, la quiete prima della tempesta. 

Kara entrò in camera e si mise a sedere sul letto, in attesa delle urla della sorella che non tardarono ad arrivare appena chiusa la porta.

"Sei impazzita, Kara?" urlò Alex. "Che diamine ti dice il cervello?"
 
"Calmati Alex..."

"Calmati? Kara, fai sul serio? Mi stai chiedendo di calmarmi..." 

"Non è successo nulla. Lei sta bene mi sembra." 

"Tu non capisci! Lei non è una donna qualunque. Hai portato il Presidente degli Stati Uniti in giro per la città, sai quante cose potevano succederle e succederti? Hai anche convinto i miei agenti ad aiutarti." scosse la testa, era ferita. "Mi fidavo di te Kara..."

"Aveva bisogno di un momento per sè, Alex..." provò a spiegare.

"Non è a noi che deve importare! Noi dobbiamo solo occuparci della sua sicurezza...a meno che tu..." Il suo sguardò cambiò e scosse la testa.

"Io...cosa?" 

"Provi qualcosa per quella donna? Non parlo di amicizia."

Kara perse un battito e strinse i pugni. La conosceva appena, non poteva di certo provare qualcosa per quella donna. 

"Non provo nulla per lei!" la voce le tremò. "Non provo niente!" ripetè. "La considero un'amica, è sbagliato e lo so...Non farò mai più nulla di sbagliato, Alex."

"Kara..."

"Ti prego, Alex...credimi." Kara  si avvicinò alla sorella. "Farò bene il mio lavoro e le sarò amica, ne ha bisogno."

"Ha già un'amica, Kara! Maggie la conosce da anni."

"La conosce da anni, è vero, ma non basta." le prese le mani e le strinse appena. "Lo sai bene che con me non è in pericolo, potrei stendere dieci uomini solo battendo le mani."
Kara la guardò intensamente negli occhi e la sorella scosse la testa.

"Dovrei dirlo a J'onn..." sembrò ammorbidirsi lei.

"Se lo dirai a lui dovrò andarmene, ti prego di non farlo..."

Alex sembrò rifletterci un attimo e poi annuì poco convinta.


"Prometti che non farai più stupidaggini, prometti che se proverai qualcosa di più dell'amicizia andrai via tu stessa." Kara vacillò un momento alla sola idea, voleva bene a Lena e stavano quasi per baciarsi prima...stavano per baciarsi, il cuore le accellerò in petto ma si costrinse a non pensarci e si concentrò sulla sorella.

"Prometti di non metterti in pericolo e soprattutto non mettermi nella posizione di avere la squadra contro."

"Te lo prometto."

"Non farmene pentire, Kara. Giuro che al primo errore ti mando a casa io stessa." 


"Nessun altro errore, promesso." Kara sorrise e strinse la sorella.

"Piano, piano." 

"Scusa...Posso chiederti un ultimo favore?"  chiese staccandosi e mordendosi il labbro.

"Dimmi..."

"Lena...cioè il presidente sarà in pensiero per me. Potrei andare da lei?Cinque minuti solamente." 
 
"Kara!" la guardò male Alex. 

"Uffa! Ho capito...le parlerò domani." disse mettendo il broncio.

"Brava."

"Piuttosto tu che ci facevi con Maggie?"

Alex arrossì violentemente pensando al bacio che si era scambiata con la donna.

"Io...io non devo darti spiegazioni. Andiamo a letto."

Kara aveva già capito tutto e con un semplice sorriso andò a cambiarsi per poi mettersi a letto. Quella sera si sarebbe addormentata con l'immagine dei meravigliosi occhi felici del presidente.



Buongiorno, ecco a voi il capitolo! Sono sempre più felice che vi piaccia questa storia. Kara e Lena finalmente si danno del tu e sono anche andate oltre peccato che il telefono ha interrotto qualcosa, stupido telefono! Che mi dite di questo capitolo? Piaciuta la sorpresa? Fatemi sapere. Grazie sempre per le recensioni, a presto. 
 

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Capitolo 6
*** Errori. ***


La serata precedente era stata davvero una delle più belle della sua vita, quella città le aveva lasciato qualcosa di profondo. Ne aveva visitate di città ma non si era mai soffermata alle bellezze che potevano offrire e forse non era tutto merito della città, era certa che il merito fosse tutto della ragazza che aveva al suo fianco. Quella donna così tanto dolce e gentile, quella donna era stata in grado di scavare qualcosa dentro lei e in così poco tempo.
Il suo spirito gioioso, il sorriso sempre sulle labbra e quegli occhi che brillavano ad ogni piccolezza. Oh...le sue labbra erano così belle e Lena non riusciva a togliersele dalla testa, non aveva chiuso occhi quella notte. Forse per il viaggio di ritorno ma soprattutto perchè si era soffermata ad immaginare come sarebbe stato quel bacio se solo quel telefono non avesse squillato. Era sicura che ne avrebbero parlato, si era anche preparata un discorso. 

"Grazie Kara, la serata di ieri è stata stupenda, la più bella di tutte. Vorrei anche parlarti di quello che...che stava per succedere, io..." esitò un momento facendo mente locale al discorso pensato durante la notte. "Io ti avrei baciata, sì! E non mi sarei neanche pentita di farlo, forse sarebbe stato un'errore  per tutti ma non per me..."

"Ma che fai? Parli sola adesso? "Maggie entrò in camera sua grazie alla porta comunicante e la guardò strana. "Stai impazzendo per caso?"

"Non sto impazzendo!" esclamò offesa, alzandosi in piedi. "Non si usa più bussare?" 

"Nervosa eh...Quella arrabbiata sono io, ti ricordo." 

"Lo so bene, mi hai fatto una ramanzina di due ore." allargò le braccia esasperata. "Non lo sottolineare."

"Va bene! Comunque cosa stavi blaterando?" chiese curiosa.

"Non stavo blaterando...era un discorso."

"Che io sappia non devi fare nessun discorso." innarcò un sopracciglio l'amica.

"Ho una riunione con il consiglio al mio ritorno." provò a sviare lei.

"Non ti prepari i discorsi prima, Lena." 

"In questo caso si, torno da un lungo viaggio e di certo non avrò la concentrazione giusta quindi mi preparo prima."

"Dovresti preparti per il viaggio piuttosto...Tra due ore si parte."

"Si...adesso mi preparo."

Maggie scosse la testa, conosceva bene la Luthor e sapeva benissimo che qualcosa in lei era cambiato.





Due ore dopo sull'aereo che doveva riportarle a Washington, Lena era seduta vicino a Maggie mentre Kara stava seduta con Alex, aspettando che l'aereo decollasse.
Lena sentiva la tensione crescere, il fatto che Kara  le aveva rivolto solo un semplice saluto formale non l'aiutava ma infondo che poteva aspettarsi? Probabilmente la sorella le aveva fatto il lavaggio del cervello. Sospirò e cercò di concentrarsi sul giornale ma i pensieri non la lasciavano in pace un attimo.

"Lena." si sentì chiamare dall'amica.

"Che c'è?" chiese brusca.

"C'è qualcosa che non va?"

"Va tutto bene!" esclamò stizzita.

"Allora perchè stringi il giornale in quel modo?" Chiese Maggie indicandole il giornale stropicciato a causa della stretta della donna.

"Il viaggio mi rende nervosa..." lasciò la presa e accennò un sorriso imbarazzato.

"Non mi sembravi nervosa quando siamo arrivati in Italia, ti sei anche addormentata. Ti da fastidio che ci sono io qui?"

"Ma cosa dici? Tu non mi dai fastidio, Maggie. Sei la mia migliore amica."

"Cosa ti turba allora?" chiese cercando di spronarla.

"Non ho capito bene il protocollo da seguire dopo l'atterraggio."

"Mi sembra che Alex sia stata piuttosto chiara." 

"Forse per te..." 

"Vai a parlarle e fattelo rispiegare. Chiedilo a Kara, magari lo spiega meglio." Nel suo tono c'era una certa allusione.

"Vediamo!"


Alzò gli occhi dal suo cellulare sentendo uno sguardo su di lei, Alex si era appena allontanata per un ultimo controllo, vide Lena in piedi intenta ad osservarla. Arrossì un momento.

"Presidente!" esordì "C'è qualcosa che non va?"

"Possiamo parlare, Kara?" sottolineò il suo nome non a caso.

"Certo." le indicò il posto vicino a lei.

Lena si accomodò al suo fianco e sospirò prima di spostare il suo sguardo su di lei.

"Tutto bene?" chiese Kara.

"No..."

Il cuore di Kara perse un battito e tutta la professionalità che aveva giurato alla sorella la mattina sparì. Si voltò completamente verso di lei. 

"Che succede, Lena?"

"Volevo sapere se con tua sorella hai chiarito, vi ho viste parlare però volevo chiedertelo personalmente."

"Si, abbiamo risolto. Non preoccuparti." sorrise Kara. "Ieri volevo venire a rassicurarti ma ovviamente Alex me l'ha proibito." 

Lena la guardò stupita.

"Volevi venire?" 

"Si, immaginavo che saresti stata in pensiero. Ma è  tutto risolto." 

"Questa mattina ti ho vista strana..." Ecco l'aveva detto.

"Oh...oh mi dispiace, ho promesso ad Alex di non mostrarmi troppo in confidenza davanti ad altri agenti." abbassò lo sguardo la bionda.

"Pensavo di aver sbagliato qualcosa..."

"Assolutamente nulla, continuerò ad esserti amica, questo l'ho specificato a mia sorella solo senza coinvolgere altre persone." spiegò e Lena la guardò intensamente, sembrava quasi triste a quelle parole.

"Mi fa piacere..." sospirò.

"Dimmi Lena." le prese la mano capendo che altro turbava la mora.

"Ieri, prima che il telefono squillasse  noi..."  i suoi occhi brillavano e Kara dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per non baciarla in quel momento.

"Volevo ehm...volevo scusarmi per questo, era un momento particolare e mi sono lasciata prendere. Dimentichiamo tutto?" chiese poco convinta, Lena sentì una fitta all'altezza dello stomaco. Kara non aveva provato le sue stesse sensazioni? Questo la deluse profondamente tanto che ci mise un po' prima di annuire.

"Si...sarebbe stato un errore." disse alzandosi in piedi, gli occhi di Kara si fecero più chiari e anche in lei nacque un senso di delusione. L'aveva definito un errore!

"Si." gli occhi di Kara erano fissi su quelli di Lena che in quel momento sembravano di ghiaccio, la mora aveva alzato un muro. "Non resti qui?" chiese infine vedendola in piedi pronta a tornare al suo posto.

"No, Maggie mi aspetta e poi questo è il posto di tua sorella."

Kara le avrebbe voluto dire che non le importava e che voleva al suo fianco in quel viaggio ma si limitò ad abbassare lo sguardo e  ad annuire, Lena la fissò per qualche momento poi tornò al suo posto.

******

Il viaggio era stato tremendo, non aveva chiuso occhio e non riusciva a stare ferma. Maggie dormiva e lei si era profondamente pentita di non essere rimasta vicino a Kara. Per fortuna adesso era alla Casa bianca e poteva rilassarsi un momento. Si avvicinò alla bottiglia di vino rosso posta in uno dei scaffali e se ne versò una piccola quantità. 
Tornò a sedersi e il suo pensiero fu rivolto a Kara. Si erano semplicemente salutate, aveva la possibilità di restare a parlare con lei ma si era congedata con la scusa della stanchezza e adesso ne era pentita perchè non l'avrebbe vista per tre giorni.
Si sentiva davvero stupida, non poteva essere ancora amareggiata per le parole di Kara e poi lei aveva esagerato definendo il probabile bacio un errore. Non sarebbe stato un errore ma lei era così, quando veniva delusa diceva cose che non pensava sul serio. Si passò una mano sul viso e sussultò appena sentì bussare.
Il suo cuore aumentò i suoi battiti.

"Avanti!" disse pensando fosse Kara ma quando la porta si aprì il mezzo sorriso sul volto sparì del tutto.

"Sei tornata, finalmente." disse l'uomo con un ghigno sul volto.

"Che cosa vuoi, Edge?" disse stizzita Lena.

"Sono venuto a parlarti di una cosa."

"Noi due non abbiamo nulla da dirci, non voglio più ripetermi."

"Ho parlato con tua madre." sorrise ancora di più e Lena sgranò gli occhi.

"Mia madre? Oh non mi stupisco, tra vermi ci si capisce!" strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

"Non capisco perchè ti ostini a rinnegare la tua natura, dovresti stare dalla parte di tua madre."

"Non voglio parlare delle vostre pazzie, non voglio fare del male a nessuno e soprattutto non mi dimetterò per fare spazio a te."

"Ma il punto non è lasciare lo spazio a me." sorrise ancora una volta. "Ti stiamo chiedendo di ascoltarci, per il tuo bene."

"Tu parli del mio bene? Tu?" scosse la testa. "Tu e mia madre siete fatti della stessa pasta e sai cosa? Voi non pensate al bene degli altri, voi pensate al vostro bene. Edge, se vuoi il posto dietro quella scrivania dovrai prendertelo con la forza."

"Perchè vuoi la guerra, Lena?"

"Perchè preferisco lottare piuttosto che arrendermi davanti a dei parassiti."

"Come desideri, sappi che non ci andrò leggero! Più mi metti i bastoni tra le ruote e più mi farò sentire."

"Non ho paura di te. Adesso, sono stanca. Vattene."

"Buona serata." 

E con il solito ghigno l'uomo uscì dal suo ufficio. Se c'era una cosa che odiava Lera erano proprio le minacce.
Si avvicinò al telefono e fece partire una chiamata.
Uno, due, tre squilli.

"Pronto?" rispose la voce.

"Sono Lena Luthor, possiamo far partire quella pratica su Edge?" 

"Ne è sicura? Mi aveva detto di non voler infagare quell'uomo, non è troppo pericoloso?"

"Non me ne importa nulla, quell'uomo è pericolo per la mia Nazione ed essendo Io presidente devo fare di tutto per contrastarlo, le sue fabbriche devono chiudere!"

"Va bene, sarà fatto signorina Luthor."

"Grazie mille."

Sapeva che stava per far scoppiare una guerra con quell'uomo ma poco le importava.


Guai Guai in vista, quanto sarà pericoloso Edge? Edge e Lillian Luthor? Accoppiata vincente, povera Lena.
Grazie a tutti sempre per i commenti e a chi legge questa storia. Voglio fare una precisazione, mi sembra doveroso, con questa storia mi sono ispirata molto ad una storia di un altro fandom però sappiate che poche cose saranno simili...i dialoghi, i contesti, i personaggi, lo svolgersi e anche la fine saranno del tutto diversi, riscritti a modo mio. Scusate la mia poca chiarezza, non voglio di certo ricopiare altre storie solo cambiando i nomi. Sarà tutto diverso, ve lo assicuro. Grazie davvero tante a tutti e spero che continuerete a leggere questa storia e a farmi sapere cosa ne pensate.
Buona Lettura e a presto. 

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Capitolo 7
*** Bacio. ***


Erano passati solo due giorni e Kara sentiva la mancanza della donna più intelligente e bella del mondo. Non averla a stretto contatto la rendeva di pessimo umore e soprattutto si sentiva in colpa per quello che le aveva detto, non si erano lasciate benissimo, Kara non poteva continuare a far finta di nulla, doveva assolutamente risolvere quindi aveva deciso di chiedere alla sorella di anticipare il suo ritorno di un giorno con la scusa del carico di scartoffie che doveva compilare dopo il ritorno dal viaggio. In quei due giorni lontana da Lena non aveva fatto altro che pensarla, pensare la loro serata insieme, gli sguardi, le loro mani intrecciate e in particolare non riusciva a non pensare a quel bacio mancato. 
Quella donna era capace di mandarla in tilt con un solo sguardo e ovviamente questo non portava nulla di buono.
Scosse la testa cercando di calmare il cuore che pompava veloce al solo pensiero di vedere Lena e oltrepassò, salutando, la guardia all' entrata del piano. Osservò il caffè preso per la mora e sbuffò, era già freddo.

"Non mi aiuti, così." sussurrò come se il caffè potesse risponderle, sin da bambina quando si sentiva agitata parlava con gli oggetti per calmarsi e a volte funzionava anche ma non in quel caso. Si guardò intorno prima di girare l'angolo che l'avrebbe portata davanti l'ufficio di Lena, abbassò lo sguardo verso il bicchiere e con un gesto veloce e grazie alla vista calorifica il caffè tornò caldo.
Con passo svelto si ritrovò davanti l'ufficio del presidente dove a sorvegliare trovò Mike e Winn.

"Kara, buongiorno!" disse immediatamente Mike nascondendo il giochino dietro la schiena.

"Buongiorno capo!" sorrise Winn.

"Buongiorno a tutti e due, eravate per caso distratti da qualcosa?" 

"Cosa?No!" Winn rispose immediatamente ma lo sguardo di Kara restò fermo su di lui. "Oh andiamo...Si, stavamo giocando. Siamo stati tutta la notte qui visto che il presidente è rimasto nel suo ufficio e ci ha chiesto di sorvegliare questa zona, ci stavamo annoiando...non dire nulla ad Alex, ti prego." spiegò Winn agitato aspettando un gesto da parte della ragazza che in quel momento stava pensando ad altro.

"Non è tornata nel suo appartamento? Ha lavorato tutta la notte..." parlava più a se stessa in quel momento. 

"Da quando è tornata dal viaggio è rimasta lì dentro...è strana quella lì." intervenì Mike.

"Quella lì è il nostro presidente! Avrà i suoi buoni motivi per essere rimasta in ufficio, starà lavorando per la sua gente." rispose Kara alterandosi. "Adesso entro." li informò.

I due annuirono. 
Qualcosa la turbava e Kara doveva scoprire cosa quindi salutò i due e bussò alla porta.

"Buongiorno." salutò entrando dopo aver ricevuto il suo consenso.

Lena aveva lo sguardò fisso su dei fogli e alzò lo sguardo solo un momento.

"Buongiorno." sorrise debolmente e tornò ad osservare i fogli.

"Ti ho portato il caffè, credo che ti farà bene visto le notti insonni." si avvicinò a lei con il bicchiere fumante e lo posò sulla sua scrivania. "Volevo portarti anche da mangiare ma non conosco i tuoi gusti, mi spiace." il tono realmente dispiaciuto.

"Grazie." rispose fredda. 


Kara la fissò capendo che qualcosa non andava davvero, aveva incontrato i suoi occhi solo un momento e non era da Lena restare con lo sguardo basso.

"Tutto bene?" chiese preoccupata.

Fece un passo avanti e si chinò per incrociare lo sguardo della mora che sussultò e si tirò indietro con la sedia, non poteva starle così vicina.

"Sono solo stanca." si alzò per assicurarsi ancor meglio la distanza.

"Lena, che succede?" chiese ancora Kara.

"Questo! Non andiamo noi." sbottò lei. " Tu che ti preoccupi per me, tu che torni in anticipo per vedermi e io...io che sono felice di vederti e devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo."

"Chi ti dice che sono tornata un giorno prima solo per vederti?" chiese Kara stizzita perchè colta sul fatto.

"Se non sbaglio dovevi tornare domani, no?"

"Ho del lavoro da fare." si morse leggermente il labbro.
Gli occhi di Lena colsero quel movimento e brillarono per un attimo, solo un attimo prima di tornare cupi.

"Il tuo lavoro consiste nel portarmi il caffè?" chiese nervosa. 

"Ma che ti prende, Lena?" Kara si avvicinò a lei non capendo. "Capisco che non ci siamo lasciate bene l'ultima volta, volevo risolvere e ho deciso di prenderti un caffè e chiarire."

"Non va bene questa situazione, sei una distrazione e io non posso permettermi distrazioni."

"Non capisco...Sono una distrazione?"

"Non devi preoccuparti per me, non dobbiamo risolvere nulla. Dobbiamo tornare al rapporto formale che tutti si aspettano, non chiedermi come sto, non portarmi il caffè. Rispettiamo i protocolli, ho sbagliato perché ho lasciato si creasse un ambiente informale fra di noi, cosa che non sarebbe mai dovuta accadere!"
 
La kryptonite avrebbe avuto lo stesso effetto su Kara che si ritrovò completamente sotto shock udendo quelle parole. Non sapeva più cosa pensare...Avevano passato delle bellissime ore a Roma e stavano quasi per baciarsi e ora la ritrovava fredda come l'Alaska. Arrivando addirittura a criticare la sua mancanza di professionalità.

Era Lei, che le aveva detto di chiamarla per nome e smetterla di darle del lei dato che la considerava un’amica. Era lei che aveva dato il via a quel rapporto, lei che si era mostrata amichevole.
 
E Kara aveva finito per cascarci. Era arrivata a lasciar cadere le sue barriere una alla volta perché pensava condividessero un legame speciale.  Lei stessa aveva percepito quel legame. Dietro ogni sorriso, risata, sguardo che le aveva rivolto Lena. Perché allora veniva trattata in questo modo?
 
Il suo cuore era ferito dalle parole che ascoltava, aveva ragione sua sorella, non doveva lasciarsi coinvolgere.

"Vorrei sentirtelo dire esplicitamente." disse Kara con freddezza.

Quest’ultima la guardò per alcuni secondi in silenzio, esitando a dire quelle parole che avrebbero definitivamente cambiato le cose fra loro.
Infine prese un profondo respiro e si sforzò a pronunciarle.
 
"Dobbiamo attenerci ad un rapporto strettamente professionale. Io sono il Presidente e lei si occupa della mia sicurezza."
 
Kara la osservò per interminabili secondi senza dire nulla. Poi, con un cenno lento, annuì.
 
" Va bene." rispose adottando un tono neutrale e distaccato.

 "Se è questo ciò che vuole."

"Si, è questo ciò che voglio." 

Le parole suonarono false per entrambe, ma nessuna delle due lo ammise. Si accontentarono semplicemente di guardarsi silenziosamente fino a che Kara si decise a muoversi.
 
"Dato che non ha più bisogno di me, torno al mio lavoro."  disse, prima di allontanarsi verso la porta che attraversò senza esitazione.
 
Lena, mordendosi l’interno della guancia, la guardò sparire, mentre un senso di rabbia e di ingiustizia la invadeva poco a poco. Sapeva che quello che aveva appena fatto era necessario per il bene del lavoro di entrambe, ma questo non le impedì di maledirsi interiormente, doveva proteggerla in qualche modo, non poteva avere punti deboli dopo quello che aveva fatto ad Edge.
 Scosse la testa ripetendosi che da quel momento in avanti, la cosa che le restava da fare era cercare di dimenticare per una buona volta Kara e avere a che fare solo con l'Agente Danvers. 

*******
Dopo una giornata passata a lavoro senza concludere nulla, Kara aveva inspiegabilmente accettato l'invito a cena da parte di Mike. Inutile dire che non aveva ascoltato per niente i racconti del ragazzo, aveva sviato qualsiasi tipo di conversazione. Aveva accettato l'invito per cortesia ed egoisticamente per non pensare a Lena ma sull'ultimo punto aveva fallito miseramente, aveva ripensato ai loro momenti a Roma, a come Lena fosse capace di coinvolgerla in qualsiasi discussione come gli aspetti economici della Casa Bianca, lei che cosa ci capiva? Eppure avevano parlato anche di quello.
Doveva smetterla di pensare a quella donna, non c'era nulla tra di loro se non un inizio di amicizia e adesso non c'era neanche quella.
 
"Finalmente abbiamo cenato insieme." Mike le sorrise dolcemente tirandola fuori dai suoi pensieri e lei forzò un sorriso. "Anche se tu non hai mangiato molto, di solito sei insaziabile."

"Ho mangiato un panino nel mio ufficio oggi, prima del tuo invito." mentì. "Sono molto stanca, quelle scartoffie mi hanno sfinita oggi, andrò direttamente a letto."

"Oh...capisco." annuì il ragazzo. "Io tra poco inizio il turno di guardia, ti accompagno al tuo appartamento e poi torno qui."

"Sei molto gentile ma posso andare da sola, perderesti solo del tempo. Grazie per la cena e per la serata." si avvicinò per lasciargli un bacio sulla guancia ma il ragazzo con uno scatto fece toccare le loro labbra. Kara si allontanò di scatto, il ragazzo la guardò con uno sguardo dispiaciuto e lei scosse la testa, si avvicinò a lui e poggiando una mano sulla sua guancia lo baciò. Non si sentì di certo meglio anzi un pesante senso di colpa si fece largo in lei, l'aveva fatto davvero? Si staccò e salutò velocemente il ragazzo, si voltò per tornare in camera e si bloccò davanti alla figura di Maggie.

"Maggie!" esclamò stupita di vederla. "Finito il giorno di riposo? " 

"Oh purtroppo si, qualcuno qui richiede la mia presenza. Sono mancata solo un giorno e vedo che sono cambiate molte cose." osservò prima lei e poi Mike qualche passo più indietro.
Kara arrossì.

"Ehm...no, non è cambiato nulla."

"Va bene." rise piano. "Vi lascio, sono appena tornata e devo ancora passare dal presidente." accentuò l'ultima parola fissando Kara che prontamente abbassò lo sguardo.

"Buonanotte." disse Kara.

"Buonanotte." rispose Maggie.

Per quella notte aveva fatto abbastanza.
 


Buongiorno, eccomi qui con il nuovo capitolo. Qui non si fanno passi avanti, Lena ha preso una scelta piuttosto scomoda...voi che dite? Il capitolo si chiama "Bacio." e un bacio lo troviamo, non odiatemi ahahah. Sono in ansia perchè nonostante Supergirl è stata rinnovata si parla di cancellare la serie, cioè non possono! Non senza averci dato una dose di Supercorp abbastanza elevanta in onor di tutti i mai una gioia, ho letto anche che non è la prima volta che succede e io sono nuova in questo fandom, sapete dirmi qualcosa?Vi prego consolatemi, sono già disperatata...Comunque spero che il capitolo vi piaccia, anche se entrambe sono due zuccone.
A presto, un BACIO. :*

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Capitolo 8
*** Confusione. ***


Quella era la quinta volta. Si, era la quinta volta nell’arco di trentacinque minuti. La quinta volta che Kara sorrideva a qualcuno che non era lei e la seconda volta che arrossiva alle parole del ragazzo sussurrate all'orecchio...Era pronta a metterci la mano sul fuoco. Non poteva accettare che l'agente addetta alla sua sicurezza si lasciasse distrarre in quel modo da un altro agente e poi quell'uomo era davvero appiccicoso.
 
Lena era circondata da giornalisti che le chiedevano come pensava di calmare le rivolte dei dipendenti causate dalla chiusura di alcune aziende, aveva risposto a molte domande e accuse cercando di rimanere concentrata nonostante il suo sguardo spesso finiva su Kara infondo alla stanza, Kara che in quel momento stava ridendo di gusto.
Erano passati quattro giorni da quando il loro rapporto era tornato allo status iniziale, la bionda si era attenuta all'ordine dato da Lena e le poche volte che si erano viste, Kara aveva rispettato tutti i protocolli senza lasciarsi sfuggire un sorriso, neanche davanti ad una battuta fatta dalla mora stanca di vederla sempre imbronciata. Kara aveva deciso di ignorarla, accontentandosi di fare il suo lavoro e niente di più. Aveva ripreso a darle del Lei. E  in quel momento era pronta a dare qualsiasi cosa per sentirle pronunciare di nuovo il suo nome.
 
Ma non poteva dire nulla, perché era lei che aveva voluto si tornasse ad un rapporto formale. Aveva detto che avrebbero dovuto accontentarsi di un rapporto professionale, come se fosse stato più facile dimenticare ciò che c’era stato rispetto allo starle vicino.
Quattro giorni erano passati e il suo cuore si chiudeva ogni volta che doveva affrontare il muro d’ indifferenza che la bionda aveva alzato fra loro.
Kara le mancava terribilmente, in quei giorni difficili della rivolta causata in parte da lei, il suo pensiero era rivolto a quella donna e questo la faceva infuriare, l'aveva allontanata per non distrarsi e si era trovata ad essere ancora più distratta.
Una gomitata leggera data da Maggie la fece tornare alla realtà, aveva sentito vagamente la domanda ma sapeva già come rispondere per chiudere quella conferenza.
 
"Capisco la rabbia dei lavoratori che si sono trovati senza un posto fisso da un giorno all'altro però quelle fabbriche dovevano essere chiuse, risultavano pericolose sia per la popolazione che per gli stessi lavoratori. Sapete quanto era alto il tasso di mortalità dentro quelle fabbriche? Il signor Edge ha usato delle belle parole a favore dei lavoratori solo e soltanto perchè tutte le fabbriche chiuse in questi giorni appartenevano a lui, molti mi hanno accusata di tradimento e molto probabilmente si sono pentiti di avermi votata ma io non mi lascio abbattere, riconquisterò la loro fiducia in qualsiasi modo. Sono stata io a denunciare Edge, è vero. Sono la causa della chiusura delle sue fabbriche ma prima di essere un presidente sono stata un'imprenditrice e voglio che i dipendenti lavorino in ambienti sicuri!" disse con tono deciso. "Quindi a far chiudere le fabbriche ci ha pensato la Lena Luthor imprenditrice e adesso la Lena Luthor presidente risolverà le conseguenze causate da queste chiusure." concluse alzandosi in piedi sotto lo sguardo attento dei giornalisti.
"Vi ringrazio di essere stati qui, in questi giorni farò dei sopralluoghi nei posti dove la rivolta è più accesa per tranquillizzare in prima persona gli animi dei lavoratori."
 
Scese giù dal palchetto per rispondere ad altre domande dei giornalisti e dunque per concedere qualche esclusiva, per salutarli in prima persona. Lena era così, preferiva il contatto diretto, poteva semplicemente andare via e lasciare il compito a Maggie e invece aveva preferito restare.
 
 
Dopo aver parlato con una giornalista il suo sguardo si fissò su Kara nuovamente, la ragazza era ancora in posizione vicino la porta. Sentiva qualcosa di profondo per quella ragazza e non ammetterlo le avrebbe portato solo problemi.
Anche il ragazzo era nella stessa posizione e continuava a parlare con la ragazza.
Che cosa aveva ancora da dire?Si chiese la mora.
Lena sentiva bollire la rabbia che la spinse a stringere i pugni per costringersi a mantenere la calma.
Decise di avanzare verso di loro.
 
 
 
Quando vide Lena camminare decisa verso di loro, Kara cambiò espressione assumendone una più seria. Mike si voltò per seguire lo sguardo attento di Kara.
 
"Presidente..." la salutò Kara.
 
"Agente Danvers." sorrise freddamente e l'atmosfera cambiò in pochissimo tempo, la tensione salì alle stelle.
 
"Ha fatto un bel discorso." si intromise il ragazzo sentendosi tagliato fuori, le due ragazze si guardavano con un'intensità inspiegabile.
 
"Grazie!" distolse lo sguardo un momento per guardare Mike. "Ho una cosa da dirle."
 
"Cosa?" chiese il ragazzo intimorito dal tono autoritario della donna.
 
"L'angente Danvers, Alex, mi ha illustrato le vostre posizioni prima della conferenza e la vostra non dovrebbe essere questa." cercò di mantenere la calma.
 
"Ho chiesto..."
 
"Non voglio cambiamenti, voglio sapere in che posizione si trovano gli agenti che mi difendono e soprattutto non si può fare di testa propria, l'Agente Davers le ha dato un ordine e lei ha disobbedito." lo interruppe, era chiaro che non le importasse della posizione dei suoi agenti ma in quel caso le importava eccome, la gelosia aveva ormai preso il sopravvento su di lei. La Lena razionale era sparita.
 
"Gli ho chiesto io di cambiare postazione." lo difese Kara. "Ho fatto il terribile errore di non comunicarglielo, mi dispiace." disse con pungente ironia, Lena colse immediatamente il suo tono di sfida.
 
"Bene. Potremmo parlare nel mio ufficio fra qualche minuto?"
 
"Si, certo." rispose sorpresa Kara.
 
"Perfetto." annuì e con passo svelto si allontanò dai due lasciando Kara a bocca aperta e Mike leggermente nervoso.
 
"Perchè ti vuole parlare? Deve rimproverarti? Vengo con te." disse nervoso lui.
 
"Stai tranquillo. Non può rimproverarmi, non abbiamo sbagliato nulla. Resta qui, va bene?" 
 
"Sicura?" chiese ancora. Era davvero insistente.
 
"Si, adesso vado a parlarle. A dopo, Mike."
 
Il breve tratto fino allo Studio Ovale venne percorso velocemente anche da Kara, la porta era aperta e Lena era al centro dello studio in attesa del suo arrivo. Kara entrò e si fermò un momento ad osservare la bellezza della donna poi chiuse la porta alle sue spalle.
 
 
"Qualcosa non va?" chiese cercando di assumere un'aria distaccata.
 
"Sì." rispose ferma. "Hai parlato per tutto il tempo con quel ragazzo, ti sei fatta distrarre mentre sei in servizio...non è professionale."
 
Kara la fissò stupita.
 
"Dice davvero? Mi sta rimproverando per questo?" aggrottò le sopracciglia. "Devo scusarmi?" aggiunse ironica.
 
Era infantile e Lena se ne rendeva conto ma era accecata dalla rabbia per prestarci troppa attenzione, nella sua vita aveva sempre fatto troppa attenzione a non mostrare mai le sue emozioni ma con Kara tutto era diverso. Rimproverarla sulla sua mancanza di professionalità era più facile piuttosto che ammettere che non sopportava vederla con quel ragazzo.
 
"Sì, hai capito bene." disse mantenendo il suo sguardo.
 
Il suo sguardo era talmente penetrante che Kara fu sorpresa di non aver abbassato il suo, ma era la prima volta che la mora non distoglieva lo sguardo incrociando il suo. Anche se in quel momento era piena di rabbia, Kara sentiva un certo nel perdersi in lei, finalmente, dopo un lungo momento trascorso a fissarsi silenziosamente, Kara ruppe il contatto visivo e incrociò le braccia al petto e guardo verso il pavimento lasciandosi scappare un'amara risata.
 
"Mi scusi." disse con voce priva di emozioni. "Non accadrà più, presidente."
 
"Non riesco più a sostenere questa situazione, Kara!" esclamò amaramente.
 
Kara scosse la testa, sentiva la rabbia crescere sempre di più. Era stata lei a creare quella situazione, di nuovo era lei a decidere, non riusciva a capirla.
 
"Insomma, cosa vuoi da me Lena? Volevi la mia amicizia e mi sono avvicinata a te poi hai cambiato idea e volevi il rapporto professionale e ancora una volta ti ho accontentata, spiegami cosa vuoi e forse riusciremo ad arrivarne a capo." urlò rossa in viso.
 
Lena si bloccò improvvisamente, questa era la seconda volta che vedeva Kara così, aprì la bocca ma non riuscì ad emettere nessun suono perchè se avesse voluto essere onesta con se stessa, non avrebbe saputo cosa dire.
 
"Hai voluto tu tutto questo e adesso perdi la testa perchè parlo con un amico?"
 
"Tu gli amici li baci tutti?" sbottò Lena stringendo i pugni.
 
Kara sgranò gli occhi.
 
"Tu come...oh Maggie!" ricordò.
 
"Non volevo crederci, sono andata a vedere con i miei occhi."
 
Fece una pausa e si passò una mano tra i capelli chiudendo gli occhi, le aveva rivelato qualcosa che voleva tenere per sè. Sì, aveva guardato le telecamere di sorveglianza e di questo non ne andava fiera.
 
"Non devo giustificarmi con te! Posso baciare chiunque." 
 
"Come avresti fatto con me?" alzò lei la voce questa volta.
 
 
"Tu...Io non capisco." scosse la testa Kara. "Vorrei tanto che la smettessi di fingere, dimmi cosa ti aspetti da me."
 
Lena non rispose, limitandosi a fissarla mentre faceva un passo in avanti, con il volto ancora scosso.
 
"Sto aspettando la tua risposta." disse Kara fermandosi ad un metro da lei, non era mai stata così ma anche lei come Lena diventava un'altra persona quando erano insieme. 
Ne aveva abbastanza di quella situazione, stava perdendo la pazienza e quella situazione era l'ultima cosa che poteva sopportare.
 
Sentire Kara così vicina, guardare i suoi occhi azzurri pieni di collera fece crollare Lena, ma in un modo che nessuno delle due immaginava. Fece due passi in avanti per colmare la distanza e prima che Kara se ne rendesse conto, sentì le mani della donna stringerle il colletto della camicia ed un secondo dopo le labbra di Lena catturarono le sue con un gesto fugace, portandola a piegarsi leggermente in avanti, il suo corpo sembrava muoversi da solo quando sentì gli occhi chiudersi mentre dolcemente faceva scivolare le mani sul viso per approfondire il bacio, strappando un gemito a Kara che la fece indietreggiare fino a colpire il muro alle sue spalle, senza lasciare un solo secondo la sua bocca, il bacio era disperato, selvaggio e le loro lingue si erano lanciate in una danza sensuale. Le mani di Kara avevano lasciato il collo di Lena per ritornare nella sua nuca.
Era bello, troppo bello per essere vero.
Eppure lo era. E non si era mai sentita così estasiata come in quel momento.
 
Si sentivano esplodere dentro. Lena ribaltò le posizioni e spinse Kara contro il muro. Quest'ultima soffocò un gemito quando sentì le mani della donna scendere verso il bacino e accarezzarglielo lentamente.
 
Lena le liberò le labbra per scendere a baciarle il collo continuando con le mani ad esplorare il corpo della bionda.  
Si fermò di nuovo all’altezza dei fianchi che strinse quando depositò numerosi baci languidi lungo la clavicola di Kara, respirando il suo profumo accattivante.
 
"Lena..." gemette  Kara, facendo scorrere le mani tra quei capelli castani.
 
Nel sentire il suo nome sussurrato in modo così sensuale, Lena sentì le ginocchia cedere. Trovò la strada per le labbra della bionda e le morse ardentemente.
 
"Mi fai impazzire." le sussurrò la mora a fior di labbra, prima di staccarsi lentamente in modo da poterla guardare.
 
Quest'ultima aprì gli occhi e si tuffò in quelli chiari e desiderosi dell'altra che non smetteva di divorarla con lo sguardo. Dopo due lunghi secondi, la bionda la strinse a sè  per darle ancora un bacio passionale.
 
Era in stato confusionale. Il suo cervello era completamente sconnesso e la sola cosa che il suo corpo reclamava era maggiore contatto, più attrito con quello premuto contro di lei.  
La mano di Kara scivolò  lungo la coscia e Lena la guardò intensamente e si morse il labbro questo fece arrossire la bionda.
 
"Sei stupenda quando arrossisci." sorrise Lena e Kara abbassò lo sguardo. "Non devi abbassare lo sguardo con me."
 
Kara la guardò e sorrise.
 
"Sei così bella..." sussurrò e tornò sulle sue labbra.
 
Il bacio si fece di nuovo passionale ma non durò molto perchè Kara si staccò bruscamente, Lena vacillò un momento e la guardò interrogativa fin quando non udì dei colpi provenire dalla doppia porta principale. Ovviamente Kara aveva sentito in anticipo il tutto.
Lena cercò di sistemarsi al meglio possibile e misero una certa distanza fra loro, giusto in tempo per vedere apparire dietro la porta Winn.
 
" Agente Danvers!" Esclamò il ragazzo. "Presidente." salutò educatamente.
 
 
Kara guardò qualche secondo Lena, che a poco a poco aveva ripreso a respirare, prima di voltarsi verso l'uomo che le stava osservando, in quel momento, con un'aria stranita.
 
"Tutto bene? " Domandò Winn guardando prima una poi l’altra.
 
"Cosa vuoi Winn?" Domandò irritata Kara, voltandosi verso di lui; questo fece sorridere Lena che comprendeva perfettamente il suo stato emotivo.
 
Aveva appena sperimentato il bacio più vertiginoso della sua vita. E l'unico desiderio che aveva era  sbattere la porta in faccia al suo amico per ritrovare il sapore delle labbra Lena, il suo profumo inebriante e la sensazione del suo corpo contro il suo.
 
Winn scosse leggermente la testa, ripetendosi che probabilmente si stava facendo pensieri assurdi; poi le rivolse un sorriso gentile.
 
"Alex ti deve parlare, è urgente dice."
 
"Molto bene."  disse Kara. " arrivo ..."
 
Winn inviò loro un ultimo sguardo interrogativo prima di sparire dietro la porta. Kara tirò un grosso respiro, sentendo il suo cuore battere ancora all'impazzata, prima di girarsi dolcemente verso Lena che non aveva smesso di guardarla.
 
-"E' stato ..." iniziò Kara, passandosi una mano fra i capelli quando un sorriso le allungò le labbra.
 
"Già..." Lena sospirò con un’espressione identica disegnata sul viso.
 
Si fissarono silenziosamente per alcuni secondi prima che Lena riprese la parola.
 
"Come hai fatto a sentire l'arrivo di Winn prima di me?" 
 
Kara deglutì, non poteva di certo dire che sentiva tutto amplificato grazie al superudito, non poteva dirle che il suo cuore la stava facendo impazzire dalla voglia di baciarla ancora per quanto batteva forte.
 
"Ehm...allenamento? Cioè Winn ha un passo molto pesante e...a noi ci hanno addestrati per captare i nemici a distanza." Lena la fissò per qualche secondo e sembrò crederle.
 
"Mi farai da maestra allora." 
 
"Volentieri." sorrise." Sarà meglio che vada adesso, Alex mi aspetta..."
 
Lena annuì dolcemente.
 
"Ci vediamo domani?" Propose Kara indietreggiando lentamente verso la porta.
 
Sapeva che se fossero rimaste ancora vicine, c’era il rischio che sarebbe successo esattamente ciò che qualche secondo prima era accaduto.
 
"Ci vediamo domani." disse teneramente Lena. "Potremmo… parlare prima della mia uscita."
 
"D’accordo." rispose Kara.
 
Si scambiarono un ultimo sorriso prima di sparire dietro la porta.
 
Lena guardò la porta chiudersi e si lasciò andare contro il muro alle sue spalle. 
 
Con un gesto tremante, portò la sua mano alle labbra sfiorandole con la punta delle dita, sentendo ancora contro di esse il fantasma di quelle Kara. Un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto mentre scuoteva lentamente la testa.
 
Sì, era decisamente troppo tardi.
 
 
Eccociii qui! E bacio fu...contenti? Ci stava dai, finalmente hanno capito entrambe che non posso continuare a rifiutarsi a vicenda. Che mi dite? 
Vi ringrazio sempre per le recensioni, adoro leggerle. 
 Buona lettura e a presto.
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Problemi. ***


Era al settimo cielo, sentiva emozioni mai provate nella sua vita, Lena le smuoveva sempre qualcosa di nuovo ma quel bacio, quel bacio le aveva fatto battere il cuore ad una velocità quasi fuori dal normale. Era ufficialmente innamorata, quella donna le aveva fatto perdere qualsiasi rotella ancora funzionante e razionale, riusciva a destabilizzarla.
 Si dice che il primo bacio non si scorda mai ma per Kara non era stato cosi, quel bacio fu di gran lunga il migliore che avesse dato. Si sentiva volare e mentre camminava per incontrare la sorella dovette controllare più volte di avere i piedi ben piantati a terra visto che sapeva davvero volare ma di certo non poteva farsi vedere da nessuno. 
Arrivò davanti la porta dell'ufficio di Alex e fece un lungo sospiro per calmarsi quando si sentì presentabile diede due colpi di nocche ed entrò senza aspettare risposta.

"Mi hai fatta chiamare? Che succede?" chiese Kara chiudendo la porta alle sue spalle e avanzando verso la sorella.

Alex alzò lo sguardo visibilmente preoccupata e fece cenno alla sorella di sedersi.

"Devo dirti due cose molto importanti." disse con aria afflitta.

"Mi stai facendo preoccupare, Alex. Dimmi cosa c'è che non va!" si agitò sulla sedia.

"Guarda qui." prese un foglio e glielo passò.
 
Kara sgranò gli occhi.

"Lena Luthor, ti farò pentire per ciò che hai fatto alla mia famiglia. Giuro che sarò tranquillo solo quando ti vedrò stesa al suolo senza respiro, dovrai soffrire come sto soffrendo io. Hai fatto un errore enorme."

Kara strinse il biglietto e guardò la sorella.

"Dentro la busta c'erano anche questi." le mostrò dei proiettili e Kara rabbrividì nonostante lei non provasse quelle sensazioni umane, quella crudeltà verso la donna che poco prima aveva baciato non la potevano lasciare indifferente e il lato umano di lei era emerso.

"Dobbiamo avvertirla!" disse scattando in piedi.

"No, Kara. Ho parlato con Maggie e mi ha detto che non dobbiamo farlo."

"Cosa? Alex, domani c'è in programma il sopralluogo alla fabbrica." scosse la testa. "Dobbiamo annullare e spiegarle tutto."

"Non possiamo, è una donna molto influente e non possiamo annullare tutto. Maggie mi ha anche detto che se la mettiamo in guardia peggioriamo solamente le cose, intensificherà le visite. Mi ha spiegato che quando Lena è sotto pressione mostra poca razionalità e potrebbe mettersi in pericolo."

"Cosa dobbiamo fare?" chiese cercando di calmarsi.

"Dobbiamo muoverci con calma, non dobbiamo mostrarci tesi e soprattutto procedere con i normali protocolli. Potrebbe trattarsi di una minaccia sterile, senza nessun fondamento."

"Potrebbe essere stato Edge, quel verme odia Lena perchè ha preso il suo posto e perchè lei ha fatto chiudere le sue fabbriche." 

"Lo teniamo sotto controllo, ho chiesto a Winn di tenere d'occhio tutti i suoi contatti e gli spostamenti ma in questo momento potrebbe essere chiunque, si è messa contro molti lavoratori dopo la chiusura delle fabbriche." sospirò.

"Appunto, farla andare ad una di quelle proteste potrebbe essere pericoloso." rimarcò Kara.

"Non possiamo farle cambiare idea, Kara. Dovrebbe essere lei ad annullare ma non lo farà, Maggie me l'ha assicurato e noi non possiamo dirle nulla su questo." disse indicando i proiettili e il bigliettino. "Capito, Kara?"

"Non le dirò nulla anche se questa situazione non mi piace per niente." scosse la testa contrariata.

"Bene." annuì Alex, sapeva che Kara l'avrebbe ascoltata. "Devo dirti un'altra cosa ma stai calma."

"Altre brutte notizie?" chiese sbuffando.

"Devo lasciarti il comando per una settimana, J'onn mi ha chiesto di tornare alla base." la informò pienamente consapevole  della reazione della sorella che ovviamente non tardò ad arrivare.

"Tu...Tu COSA?" agitò le braccia.

"Kara, puoi gestire la situazione da sola. I protocolli sono tutti scritti, le postazioni assegnate." cercò di calmarla.

"Mi lasci da sola dopo quello che Le...ehm il presidente ha ricevuto?Abbiamo bisogno di più agenti e tu vai via?" disse alterata.

"Sono in arrivo altri agenti, sarò più utile alla base questa settimana. Monitoreremo la situazione dai satelliti  e se dovesse esserci qualcosa  di strano potrò comunicartelo immediatamente." si alzò e si avvicinò a Kara. "Io mi fido di te, so che farai tutto il possibile per tenerla al sicuro." 

"E se non ci riesco?" chiese abbassando lo sguardo e pensando alla minima possibilità, non poteva permettere che le accadesse qualcosa.

"L'hai portata in giro per Roma e non è successo nulla...vuoi dirmi che ora hai paura?"

Sorrise leggermente al pensiero di Roma, lo faceva ogni volta che ricordava i momenti passati con la bruna.
Annuì poco convinta.

"Non le accadrà nulla." ripetè poi più per convincere se stessa. "Se dovesse andare qualcosa storto potrei usare..."

"No, Kara...quelli no. Solo in casi estremi!" le ricordò Alex.

"Va bene, in casi estremi." disse contrariata.

Annuirono entrambe.

"Partirò tra qualche ora." continuò la sorella.

"Come mai tutta questa fretta?" 

"J'onn vuole i rapporti di queste settimane, sono informazioni che possono essere consegnate solo di persona e sai che lui si fida solo di me." sorrise soddisfatta.

"Sei arrivata al cuore del comandate ma come biasimarlo? Sei grande nel tuo lavoro." la guardò con sincera ammirazione Kara. 

"Così mi fai arrossire." scherzò Alex.

Kara rise e si avvicinò per abbracciare la sorella. Per qualche giorno avrebbe avuto lei il comando di tutto e questo la preoccupava molto ma allo stesso tempo era felice perchè avrebbe passato più tempo con Lena.

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Sospirò per l'ennesima volta e si passò una mano sul viso, era davvero sfinita, dormiva poco e soprattutto dormiva male. Sentiva tutto il peso del mondo sulle sue spalle ogni volta che provava a chiudere occhio e come se non bastasse gli incubi la tormentavano quindi preferiva restare nel suo ufficio e lavorare piuttosto che andare nel suo appartamento.
Osservò per qualche minuto ancora il foglio che aveva tra mani e scosse la testa, lo depose nel cassetto e accuratamente lo chiuse a chiave.
Si alzò indolenzita e si avvicinò alla finestra del suo ufficio, osservò la calma che regnava attorno al giardino della grande Casa Bianca e sorrise ripensando al bacio dato a quella bionda che aveva abbattuto quasi tutte le sue barriere, non aveva avuto molto tempo per ripensarci durante la giornata ma di certo avrebbe passato la notte con un pensiero fisso.
Due leggeri colpi di nocche la riportarono alla realtà.

"Avanti." disse sospirando, era stanca e non aveva voglia di vedere nessuno ma non poteva rifiutarsi.

"Bello il giardino, vero?" disse la voce alle sue spalle.

Lena sobbalzò e sorrise immediatamente dopo, tutta la sua stanchezza sembrava scomparsa, non aveva voglia di vedere nessuno a parte lei.

"Kara!" disse voltandosi e andandole incontro, l'abbracciò. Necessitava di un contatto immediato con la donna e visto che non avevano parlato del bacio non poteva permettersi di rifarlo, non sapeva cosa pensava adesso la donna. Kara la strinse a sè facendo attenzione a non stringerla troppo, si beò del profumo della mora per qualche minuto prima di parlare.

"Sei felice di vedermi?" sorrise la bionda.

Lena si staccò arrossendo di poco.

"Aspetta...ti ho fatta arrossire?" chiese la bionda con gli occhi che brillavano.

"Sono umana anche io..." si giustificò Lena.

"Giusto." sorrise ancora Kara coinvolgendo la donna.

"Comunque si, sono felice di vederti. Non ti aspettavo...avevamo detto domani."

"Mia sorella è partita e ho fatto un giro per controllare che tutto fosse in ordine, sono passata di qui e ho visto la luce accesa quindi...eccomi qui. Ti confesso che sono entrata con l'intenzione di rimproverarti."

"Ah si? Per quale motivo?" chiese la mora con tono provocante.

"Dovresti riposare, Lena. Lavori troppo e fino a tarda notte." disse Kara con tono preoccupato.

Lena abbassò gli occhi perdendo il suo ghigno.

"Tranquilla...riesco a trovare il tempo per riposare." mentì. 

"Il sonno è importante, potresti sentirti male se non dormi abbastanza...adesso ti accompagno nel tuo appartamento."
Lena la fissò per qualche momento, un senso di delusione la investì. Voleva togliersela di torno? 

"Posso andare da sola, non ho bisogno di accompagnatori." disse allontanandosi bruscamente.

Kara la guardò stupita.

"Lena?"

"Va tutto bene, Kara." le diede le spalle. "Dormo abbastanza, non preoccuparti!"

"Non è così..." si avvicinò e la strinse da dietro e le poggiò il mento sulla spalla, la sentiva davvero fragile in quel momento e sapeva che quel lato era riservato solo a lei. "Dimmi, Lena." la incoraggiò.

"Sono alla Casa Bianca da qualche mese e il giardino l'ho visto solo di passaggio." Non erano questi i problemi che l'affligevano ma in quel momento voleva solo della tranquillità

"Vuoi fare una passeggiata fuori?" 

"Sì ma di certo mi dirai che è meglio di no perchè..."

"Andiamo!" esclamò Kara senza lasciarle il tempo di finire.

Le prese la mano delicatamente e la portò fuori dal suo ufficio, se poteva regarle un attimo di serenità perchè negargliela?



Eccoci qui...altro capitolo, nuovi problemi. Che mi dite? Secondo voi queste minacce sono reali? Vi lascio con questa domanda e con una fine di capitolo che aprirà il prossimo, le nostre ragazze passeranno del tempo sole solette, cosa succederà? 
Buona lettura e a presto. 








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Capitolo 10
*** Il giardino. ***


Le loro mani erano intrecciate e la presa di Kara era ben salda oltre che delicata, il passo deciso verso l'uscita secondaria e i loro occhi si incontravano spesso in quella marcia silenziosa.
Svoltarono l'angolo e Kara aprì la porta che dava sul giardino e con un cenno fece uscire Lena che appena fuori restò colpita dalla perfezione del posto. Era illuminato e ben coltivato, i fiori erano di svariati colori e rendevano le aiuole davvero stupende.

"Che meraviglia!" esclamò voltandosi a guardare Kara che sorrise non appena vide gli occhi della donna brillare.

"I giardinieri fanno davvero un ottimo lavoro qui." annuì Kara.

"Adoro i fiori." disse avvicinandosi a delle rose. "Sono le più belle che io abbia mai visto."

"Mai quanto te." sussurrò Kara.

Lena si voltò verso Kara con aria interrogativa.

"Come?" chiese.

"Emh...dicevo che più avanti ci sono dei fiori ancora più belli, vieni." sviò il discorso con un leggero rossore in volto e le porse la mano che Lena afferrò subito.
Silenziosamente Kara la condusse oltre delle siepi dove un leggera erbetta ricopriva il suolo.

"Ti va di sederti? Da qui si vedono le stelle e da quello che so a te piacciono." 

Lena annuì ed entrambe si accomodarono a terra puntando la testa verso il cielo.

"Da bambina adoravo guardare le stelle, restavo ore e ore alla mia finestra a fantasticare." le disse Lena.

"Cosa fantasticavi?" chiese Kara distogliendo lo sguardo dal cielo e fissando il profilo perfetto della donna al suo fianco.

"Immaginavo che magari in un altro pianeta, nello stesso momento, un altro bambino o un'altra bambina stesse fissando le stelle come me. Mi faceva sentire meno sola e quando mia madre mi scopriva chiudeva tutto e mi constringeva ad andare a letto, diceva che le mie erano tutte assurdità e per un periodo è riuscita a convincermi."  sospirò senza staccare gli occhi dal cielo e Kara sentì tutta la fragilità della donna, scalfita da un'infanzia resa pessima da una madre troppo impegnata ad amare se stessa e il figlio più grande.

"Non erano assurdità!" si sentì di esclamare Kara e Lena si voltò a fissare la bionda. "Anche io fissavo le stelle e...e anche io avevo le stesse convinzioni." sospirò ripensando al suo pianeta e a quanto le piaceva sedersi sulla cornice della sua finestra a fissare le stelle. "I bambini devono essere liberi di sognare." strinse la mano di Lena che tremava leggermente.

"Non sono mai stata libera, Kara. Non lo sono neanche adesso." disse con tono triste.

"Vieni qui." Kara allargò le braccia per accogliere Lena.

Lena si spostò e si lasciò accogliere nella stretta calorosa della bionda, un senso di sicurezza la invase e il suo corpo si abbandonò completamente contro quello di Kara, il respiro tranquillo della ragazza sul suo collo spazzò via la sua malinconia.

"Sono qui con te." le disse, sentì la necessità di dirglielo, voleva farsi sentire e ci stava riuscendo, Lena la sentiva dentro, tra di loro esisteva una connessione naturale, qualcosa di inspiegabile.

"Lo so." chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quelle braccia e dalla lenta carezza di Kara.

********

Si mosse lievemente e sentì due braccia forti stringerla, alzò lo sguardo e gli occhi azzurri di Kara erano su di lei, Lena si stropicciò gli occhi e cercò di tirarsi su.

"Io...mi sono addormentata? Scusami, Kara!" si passò una mano sul viso voltandosi verso Kara, le mani della bionda scivolarono sul fianco, non voleva lasciarla andare.

"Non è un problema, sei stanca e ti capisco benissimo." sorrise comprensiva. "Avrei voluto portarti a letto per lasciarti riposare meglio ma ad ogni mio movimento ti attaccavi di più a me."

Lena arrossì.

"Scusami..."

"Smettila di scusarti. Stringerti tra le mie braccia è qualcosa di meraviglioso e... Sei bellissima anche quando dormi..." si lasciò scappare accarezzandole il viso, l'aveva osservata per due ore senza stancarsi e l'avrebbe guardata tutta la notte se non si fosse svegliata. "Come fai?" gli occhi le brillavano di sincero stupore e questo fece attorcigliare lo stomaco di Lena, i complimenti che le faceva Kara non erano semplici lusinghe ma erano parole vere, dettate dal cuore.
Lena le poggiò una mano sulla guancia e si sporse verso di lei, i loro volti vicinissimi e i loro respiri in lotta. Kara scosse la testa e prendendo il viso di Lena tra le sue mani ruppe la distanza, poggiò le sue labbra su quelle di Lena mettendo finalmente a tacere il desiderio di baciarla dal primo momento che era entrata nel suo ufficio qualche ora prima. Le loro lingue si incontrarono e si scontrarono esperte, i loro sapori si immischiarono e i battiti del cuore aumentarono ad entrambe molto velocemente. Lena si spinse ancora di più su Kara facendola stendere sotto di lei senza staccarsi un attimo, la mano scese lungo il suo busto e si insinuò sotto la camicia di Kara che sussultò al contatto contro la sua mano.

"Troppo?" sussurrò Lena con il tono pieno di desiderio.

"Si...cioè no! No!" 
Lena sorrise e fece scorrere ancora la sua mano sotto la camicia.

"Mi fai impazzire." confessò la bionda con gli occhi che brillavano riprendendo le parole già dette da Lena. 
Lena sorrise e Kara poggiò le sue labbra sul collo della donna, lasciandole un lieve bacio e poi presa dalla passione succhiò avidamente la parte.

"Mi lascerai il segno." disse ansimando Lena.

"E' un problema?" chiese Kara staccandosi dal collo della mora.

"No, assolutamente." 
Kara ritornò sul collo della mora e si staccò solo quando vide il leggero rossore comparire.

"Adesso è meglio fermarsi..." disse a malincuore.

"Perchè?" 

"Non è il luogo adatto e tra cinque minuti la mia squadra farà il giro della casa e non voglio di certo mostrare il tuo corpo nudo ad altra gente."  le disse diventando rossa.
 Lena rise e annuì.

"Mi accompagni in camera?" 

"Ti accompagno e ti lascio riposare, domani sarà una lunga giornata."

"Va bene." annuì e le lasciò un bacio veloce sulle labbra.
Silenziosamente si ricomposero e si avviarono verso la camera.
Anche quella serata passata insieme era stata una delle più belle mai vissute.

Buonasera, scusate il ritardo ma ho avuto dei problemi con il capitolo...ho dovuto riscriverlo tutto perchè il precedente non si era salvato quindi l'ho un pochino odiato e sono certa che lo troverete un pochino striminzito ma vi prometto che il prossimo sarà una BOMBA. 
Buona Lettura e a presto.

                        




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Capitolo 11
*** Questione di attimi. ***


Quella notte Lena riuscì a dormire qualche ora in più nonostante tutto, Kara le aveva dato quel pizzico di tranquillità che le serviva.
Si allungò sul letto e sorrise leggermente quando il primo pensiero volò a quella ragazza, si sentiva sollevata e sentiva che il semplice sguardo di Kara l'avrebbe tranquillizzata davanti a quella folla inferocita che l'aspettava, non doveva avere paura.
Qualcuno bussò alla porta e svogliatamente si alzò per andare ad aprire, molto probabilmente si trattava di Maggie pronta a darle il suo supporto per quella giornata.
Aprì la porta e restò stupita davanti a quello che trovò fuori dal suo appartamento, non la sua amica e neanche una persona ma un carrellino con sopra una colazione abbondante e una rosa rossa, la più bella del giardino. Sorrise spontaneamente capendo di chi si trattava e trascinò dentro il carrello facendo attenzione a non far cadere nulla, chiuse la porta alle sue spalle e si concentrò meglio sulla rosa, al suo fianco un bigliettino che prese immediatamente e iniziò a leggerlo.

"Buongiorno Lena, spero tu abbia riposato questa notte! Ho pensato di farti arrivare la colazione perchè sicuramente tu l'avresti saltata e la colazione è davvero importante per iniziare una giornata, a me da tanta forza." Lena sorrise immaginando la ragazza che scriveva il bigliettino, Kara adorava il cibo e lei ne aveva avuto la prova nella loro uscita a Roma e era certa che avrebbe avuto altre dimostrazioni perchè Lena voleva chiederle un appuntamento e dunque una cena insieme. "Sono certa che sei tesa per l'uscita di oggi e avrei voluto portare io stessa la colazione ma sono impegnata a organizzare tutto. Andrà tutto bene e sono certa che ti farai ascoltare da tutti e capiranno le tue ragioni. Ti ho preso la rosa più bella del giardino per essere alla tua altezza ma nessuna rosa al mondo sarà mai degna, probabilmente il giardiniere mi terrà il broncio per qualche giorno ma non importa. Ci vediamo tra qualche ora, un bacio, Kara."
Sorrise ancora una volta, quella ragazza sapeva essere di una dolcezza disarmante, prese la rosa e inalò il suo profumo poi qualcuno bussò di nuovo alla porta, aprì immediatamente.
"Lena! Alloggiavi davanti la porta?" la prese in giro Maggie.

"No, in realtà..."

"E questo?" chiese superando l'amica. "Ammiratori segreti o dei servizi segreti?"

"Maggie!" scosse la testa lei. "Intanto buongiorno, hai dimenticato le buone maniere?"

"Buongiorno, amica." disse abbracciandola. "Non immaginare che te la scampi così."

"Va bene, è stata Kara, contenta? Adesso mi aiuti a smaltire tutta questa colazione?" 

"Ha fatto prepare la colazione per cento persone o sbaglio?"

"Non sbagli, porta questo in cucina e intanto io cerco un vaso per la rosa."

"Agli ordini, presidente."

Lena rise e scosse la testa.


Kara osservò ancora una volta i fogli con tutto il programma della giornata, le posizioni dei suoi colleghi e la mappa del luogo, era la decima volta che controllava e non riusciva a togliersi quel peso di dosso, Alex era molto più brava in quelle cose mentre lei era più efficace sul campo.

"Kara, è la decima volta che guardi quel foglio." la distrasse Winn. "Non le succederà nulla, noi ci fidiamo di te e rispetteremo il programma alla perfezione."

"Il problema non siete voi..." abbassò lo sguardo lei.

"Il tuo protocollo è perfetto." disse James. 

"Ho un brutto presentimento, sapete quelle sensazioni che vi prendono qui?" disse indicando lo stomaco. "Non mi succede mai ma oggi mi sento terribilmente sotto pressione."

"Hai fatto vedere il protocollo anche a tua sorella e ha detto che non avrebbe saputo fare di meglio, non preoccuparti Kara." 

Kara annuì poco convinta e guardò la macchina presidenziale davanti la casa bianca.

"Avete controllato la macchina?" chiese.

"Fatto e l'autista è un uomo di fiducia." disse Winn.

"Lei dov'è?" chiese guardandosi alle spalle.

"Sta arrivando, stava facendo colazione con il suo consigliere." rispose James.

"Tutta quella folla lì fuori sono giornalisti, vero?" chiese ancora.

"Si, tutti giornalisti." confermò James.

"Perfetto, andate in postazione mentre io aspetto Lena...ehm il presidente per scortarla fuori."
I due annuirono e Kara sospirò. 
Non le succederà nulla si ripeteva.
Vide Mike ancora in giro per il giardino, strinse i pugni e si avvicinò a lui.

"Che ci fai qui?" chiese dura.

"Avevo bisogno di questo." indicò il caffè.

"Ti sembra il caso? Dovresti essere già sul posto tu."

"Perchè sei così nervosa, Kara?" chiese alzando un sopracciglio.

"Sei irresp..." si bloccò quando sentì una presenza alle sue spalle, respiro regolare e il cuore leggermente veloce poi quel profumo che avrebbe riconosciuto tra mille.

"Agente Danvers." 

Kara si voltò di scatto trovandosela vicina.

"Presidente." la salutò con il sorriso ricambiato immediatamente dalla donna.

"Mi scorterà lei alla macchina?" chiese.

"Certo!" rispose subito. "Mike, raggiungi gli altri e per favore ascoltami questa volta."

"Va bene." disse stizzito.

"Problemi?" chiese Lena vedendo lo sguardo nervoso della ragazza.

"Quel ragazzo è uno zuccone, fa sempre di testa sua!" sbraitò lei alzando gli occhi al cielo.

"Lo so, non mi piace molto. Ti è stato troppo vicino qualche giorno fa." serrò la mascella e Kara la guardò stupita per poi sorridere. "Cosa?" 

"Sei adorabile e stupenda." disse guardandola, indossava un abito nero che rendeva giustizia alle sue forme e Kara non potè non soffermarsi sulla scollatura dell'abito.

"Che fate qui impalate?" chiese una voce alle spalle di Lena.

"Maggie..." si voltò Lena e Kara arrossì immediatamente.

"Le macchine ci stanno aspettando." sorrise la bruna. "Però se non vuoi andare, annulliamo tutto e sarebbe anche meglio." 

"Non annulliamo nulla! Dacci un minuto."

"Va bene, vi lascio sole." disse con tono malizioso. "Comunque bellissima la rosa, tua sorella dovrebbe prendere esempio." rise allo sguardo di Kara e le lasciò sole.

"Vieni un attimo con me." disse Lena.

Kara annuì ed entrò dentro, Lena guardò il corridoio alle sue spalle.
"Non c'è nessuno, bene."  disse.

Spinse la bionda verso il muro e poggò le sue labbra su quelle di Kara che in un primo momento restò ferma poi avvolse la donna tra le sue braccia e ricambiò il bacio, Lena si staccò e le sorrise. 

"Il buongiorno di questa mattina è stato stupendo ma per iniziare davvero bene la giornata avevo bisogno di questo."

Gli occhi di Kara brillarono.

"Adesso possiamo andare." aggiunse Lena.

"Mi erano mancate le tue labbra." disse piano Kara iniziando a camminare verso la porta.

"Anche a me."  disse sentendosi più tranquilla. "Kara?"

"Si?" chiese voltandosi verso la donna.

"Hai del rossetto sulle labbra." rise Lena.

"Oh..." si bloccò un momento e si passò una mano sulle labbra che sapevano di Lena.

"Ti aiuto." 
Persero altri minuti e poi insieme si avviarono alla macchina.

*******

Lena parlava fluidamente davanti tutti quei lavoratori, prima di salire sul palco l'agitazione era tanta ma dopo uno sguardo con Kara, un sorriso scambiato e dopo che Kara aveva preso posizione proprio alle sue spalle si sentì davvero forte e sicura. Il discorso stava andando bene e la rabbia degli uomini sembrava affievolirsi visibilmente, qualche donna piangeva e qualsuno annuiva.
Kara si guardava attentamente intorno e ogni tanto parlava con gli altri suoi uomini, tutto sembrava sotto controllo.

"Vi chiedo solo del tempo e la vostra fiducia, non vi deluderò ve lo prometto." 

"Sono tutte promesse ma noi vogliamo i fatti." urlò un uomo, Kara si sporse per individuarlo. "Lei ci ha rovinati!"

"Sta zitto, il presidente ha ragione!" urlò una donna. "Io ho perso mio marito lì dentro."

Degli spintoni e le urla di più uomini e la faida si riaccese immediatamente.

"Dobbiamo calmare la folla Winn! Muovetevi. Winn?" 
Un rumore stridulo arrivò al suo orecchio, vacillò perdendo la concentrazione, puntò lo sguardo in alto e vide un uomo puntare su Lena che si guardava intorno spaesata cercando di calmare gli uomini parlando al microfono. 
Successe tutto in un attimo, Kara vide partire il proiettile e lo vide sfrecciare verso Lena.

"Lena!" urlò.

 Questione di minuti.

Secondi.

Attimi.


Buongiornooo, eccomi qui con il capitolo. Che mi dite? Lo lasciamo molto bene devo dire eh ahahah Non odiatemi, dovevo farlo...la pace dura pochino con me. Vi ringrazio sempre di esserci e vi ringrazio per le recensioni sia su questa storia sia nell'altra mia storia "Vivere davvero.".
Vi lascio alla lettura, a prestissimo. 

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Capitolo 12
*** La vita è strana ***


La vita è strana, nessuno è in grado di spiegare il susseguirsi delle situazioni, nessuno è in grado di sapere prima che cosa succederà. Vivi il momento, la giornata, le ore, i minuti e i secondi senza sapere che cosa può accadere e sei impotente davanti a tutto.
Kara scattò velocemente verso Lena, la velocità di certo non le mancava e in un millesimo di secondo si ritrovarono entrambe a terra. Kara si sollevò immediatamente sulle braccia per guardare la donna che in quel momento aprì gli occhi terrorizzata.

"Stai bene?" chiese immediatamente.

"Si...io...sto bene."

Kara tirò un sospiro di sollievo.

"Meno male!" esclamò.

"Tu come stai? Ti ha colpito? Hai il giubbotto antiproiettili?" chiese riprendendosi dallo sgomento, allungò la mano sulla divisa di Kara per assicurarsi che lo indossasse e la guardò immediatamente male. "Perchè non lo indossi? " quasi urlò.

Kara la fissò per qualche secondo prima di tirarsi su e tirare su lei.

"Odio indossarlo, non preoccuparti Lena. Adesso devi andare via da qui immediatamente."

"Ma..."

"Niente ma! Portatela lontano da qui, in una zona sicura." disse ai suoi agenti liberi. "Vai con loro, ti raggiungo."
Lena avrebbe voluto replicare ma non lo fece, era spaventata davvero e sapeva che Kara era una persona davvero testarda quindi lasciò perdere, l'avrebbe rimproverata dopo.

Kara controllò il perimetro, si assicurò di mettere al sicuro le persone presenti e ricontrollò usando attentamente la sua vista quando vide che tutto sembrava tornato tranquillo e che il bastardo che voleva uccidere Lena era sparito si fermò un momento e ripensò alla scena vissuta qualche ora prima, il suo cuore aumentò i battiti, aveva rischiato di perdere la donna di cui si stava innamorando follemente e aveva rischiato di essere scoperta ma per fortuna nessuno delle due cose era successa e a salvarla era stato il momento di confusione che si era creato, Alex si sarebbe infuriata tantissimo ma infondo non aveva usato i suoi poteri, aveva solo fatto da scudo alla sua donna gettandosi su di lei, schivando il proiettile e usato un briciolo di velocità in più. Nessuno ci avrebbe fatto caso.

Lena scattò in piedi quando Kara entrò nel suo ufficio, con passo svelto si gettò tra le sue braccia subito pronte ad accoglierla. La stretta decisa fece di gran lunga calmare Lena.

"Come stai?" chiese Kara restando abbracciata a Lena.

"Come una che ha subito un quasi attentato..." rispose ironica.
Kara si staccò lievemente e prese il viso della donna tra le sue mani, le lasciò un bacio casto sulle labbra e si abbandonò in quegli occhi limpidi.

"Mi dispiace." abbassò la testa Kara.

"Di cosa? Mi hai salvato la vita."

"Io...avrei dovuto evitarlo."

"Kara, non potevi saperlo e in parte la colpa è la mia e della mia ostinazione."

"Lo so..."

"Piuttosto..." si staccò da lei e ripreso lo sguardo severo di qualche ora prima. "Perchè non indossavi il giubbotto? Potevi essere meno fortuna e potevi essere colpita." incrociò le braccia.

"Non preoccuparti e poi non è successo."

"Kara!" disse seria.

"Va bene, la prossima volta lo indosserò! Contenta?" disse facendo spallucce.

"Ne ho bisogno, non voglio perderti...ho perso troppo nella vita e adesso che ho trovato te non posso."

"Lo stesso vale per me." disse avvicinandosi. "Devi stare attenta anche tu, non devi far sempre di testa tua. Sapevi che era rischioso e lo è stato."

"Staremo entrambe più attente." sorrise e Kara ricambiò immediatamente.

"Sono d'accordo." la strinse di nuovo tra le sue braccia e le lasciò un altro bacio.

"Maggie mi ha imposto di andare nel mio appartamento per riposare in vista della conferenza di domani visto che i media si sono scatenati e ci sono persone preoccupate per me, devo tranquillizzare gli animi nonostante il comunicato ufficiale, ha detto anche che sarebbe passata dal mio ufficio per controllare."

"Ha ragione, ti accompagno." disse Kara afferrandole la mano.

"Aspetta, Kara." la fermò. "Vado nel mio appartamento solo se resti con me."
Kara sorrise e annuì.

"Mi sembra un sacrificio accettabile." 
Lena innarcò un sopracciglio.

"Sacrificio?" chiese avvicinandosi provocante, serviva un momento di spensieratezza nonostante la paura che entrambe provavano ancora. "Stare con me è un sacrificio?"
Kara la guardò divertita e la mora si avvicinò alle sue labbra, leccò il suo labbro inferiore e poi lo prese lievemente tra i denti facendo attenzione a non farle male; la baciò subito dopo con molta passione, il viso di Kara si colorò di rosso e la temperatura del suo corpo iniziò a salire poi Lena si staccò e si allontanò.

"Quindi?" chiese Lena.

"No! Non lo è." disse Kara a corto di fiato e non perchè le mancasse il fiato ma quella donna era capace di creare reazioni strane al suo corpo.

"Andiamo nel mio appartamento." concluse Lena prendendole la mano.
*********

In tarda serata si trovarono entrambe sul divano con un bicchiere di vino tra le mani, Lena dolcemente appoggiata sulla spalla di Kara.

"Stiamo infrangendo parecchie regole." interruppe il silenzio Kara, si riferiva a loro due.

"Non importa, io voglio infrangerle." disse alzando la testa per guardarla.

"Cosa potrà esserci tra di noi?" chiese più a se stessa.

"Tutto quello che vogliamo, tutto quello che vuoi. " la guardò con occhi sinceri. 

"Una relazione segreta." sussurrò Kara.
Lena abbassò la testa.

"Il mondo non..." iniziò.

"Non può saperlo, lo so." la interruppe Kara.

"Si parlerebbe solo di questo e non posso permettermi che l'attenzione venga spostata sulla mia vita privata."

"Lo so e io verrei mandata via." disse alzandosi in piedi.

Lena annuì triste, si stava tirando indietro?

"Forse, pensadoci, è poco quello che posso offrirti." disse piano.
Kara le prese entrambe le mani e la sollevò in piedi, si trovarono faccia a faccia.

"Assolutamente no, tu non sei poco. Tu sei il massimo." disse sicura. "Solo che...dobbiamo stare attente, domani torna mia sorella e credo che sarà molto arrabbiata e sono certa che mi farà passare poco tempo con te."

"Allora ce lo faremo bastare." disse baciandola.
Kara lasciò cadere tutte le sue preoccupazioni, le sue mani si insinuarono tra i morbidi capelli scuri di Lena, sentì le mani della donna salirle lungo la schiena, entrambe chiusero gli occhi e Kara sentì il cuore esplodere come se dei fuochi di artificio le stessero scoppiando nel petto, quel bacio non era come gli altri, no era toltamente diverso; erano solo loro due, Kara e Lena, nessun Presidente, nessun Capo della Sicurezza, erano loro stesse, nient'altro che loro, guidate dal desiderio e dall'attrazione reciproca, quel bacio era puro, era dolce ed esploratore, era tutto quello che si avvicinava di più ad un sogno. Quando mancò loro il respiro, si allontanarono per guardarsi intensamente negli occhi prima di tornare di nuovo a baciarsi, questa volta con più foga, nel momento in cui le loro lingue si toccarono, un'ondata di piacere le invase nel corpo, Kara strinse leggermente le sue braccia intorno al collo della mora, per poi scendere sulla schiena ed arrivare ai suoi fianchi.

"Kara." gemette lei.

Spinta dal desiderio che continuava a crescere di attimo in attimo, Kara guidò Lena fino al tavolo della sala da pranzo che si trovava alle loro spalle e, senza separare le labbra, la sollevò per farla sedere su di esso e si posizionò tra le sue gambe, le liberò le labbra per baciarle dolcemente il collo e risalire verso l'orecchio mentre le sue mani eseguivano la loro magia sulle sue gambe nude, scese giù verso i piedi, le tolse le scarpe, risalì lentamente accarezzandola lungo le cosce, provocando una moltitudine di emozioni sotto le sue dita, il battito cardiaco di Lena guadagnò velocità sotto quel tocco.

"Ti desidero, Kara." disse con trasporto Lena. 

Kara si fermò, si liberò per immergersi nei suoi occhi, aveva ancora le mani sulle sue gambe ma cessò di accarezzarle cercando in quello sguardo il significato delle parole pronunciate dalla mora, un'ondata di calore la raggiunse quando notò che le sue pupille erano dilatate, in quel momento capì.

"Sei sicura di voler restare qui, se vuoi..."

Lasciò la frase incompiuta, terminandola con un solo sguardo, Lena non rispose verbalmente, sciolse le mani dalla nuca per raggiungere delicatamente il bavero della sua giacca che tirò verso di sé prima di lasciar cadere l'indumento sul suolo, Kara abbassò lo sguardo verso le mani di Lena quando la vide impugnare la fondina nella quale vi era la sua arma, la tolse immediatamente con attenzione, la posò di lato, sul tavolo in cui erano poggiate, senza smettere di guardare la bionda nemmeno un secondo, Kara alzò lo sguardo quando Lena iniziò a sbottonarle ad uno ad uno i bottoni della camicia, quando fu completamente aperta potè vedere i suoi seni stretti da un reggiseno blu, Lena sentì il suo respiro fermarsi improvvisamente e le sue pulsazioni nel suo basso ventre decuplicarsi.

"Tu...sei stupenda." sussurrò senza smettere di guardarla.

Le spostò la camicia e le accarezzò le spalle con la punta delle dita prima di posare un bacio sulla clavicola quasi nuda di Kara, quest'ultima emise un gemito mentre un brivido le percorse la schiena quando le labbra poco a poco salirono fino al collo, prima di sfirlarle la camicia le mani di Lena sfiorarono il tessuto della camicia.

"C'è un buco...sulla tua camicia." disse staccandosi lievemente per controllare ciò che le sue dita stavano toccando.
Kara sgranò gli occhi.

"Non...Lascia stare la camicia." disse sperando di distrarla e ci riuscì unendò le sue labbra con quelle di Lena.

Kara lasciò cadere la camicia e si concentrò sul vestito della mora, Lena sentì abbassare delicatamente la cerniera del suo vestito e roteò gli occhi quando le mani di Kara entrarono in contatto con la sua pelle nuda, un gemito le scappò dalla bocca quando la gamba di Kara fece pressione tra le sue gambe, portandola a stringersi institivamente intorno alla sua vita.

"Oh mio Dio."

Era in confusione, come mai, completamente in trance e il tocco meticoloso della donna bellissima che la baciava non faceva altro che eccitarla.

"Il letto." ansimò contro le labbra Kara.

Quest'ultima rafforzò il loro contatto stringendola a sè in braccio, Lena mise le gambe contro la sua vita e le mani intorno alla nuca e si lasciò portare sul letto che stava a pochi metri da dove si trovavano, Kara non smise di baciarla durante il percorso, era come se fosse semplicemente incapace, l'accumulo delle ultime ore, in cui aveva affrontato la paura di perderla si stava dissolvendo, non voleva far sfumare la magia, così tenne Lena stretta a sè fino a quando non arrivarono in camera; Kara fece sdraiare delicatamente Lena sul letto e l'aiutò a togliersi il vestito che sfilò via su per le spalle  poi si fermò ad osservarla, era divina, semplicemente divina, non ricordava di aver mai visto una ragazza così bella e sontuosa come Lena Luthor.

"Non ho mai visto nessuna bella come te." disse in un soffio.

Il suo sguardo era di un'intensità che fece accelerare il ritmo cadenzato del respiro di Lena, l'avevano definita bella in passato ma non aveva mai avuto un effetto tanto eloquente come in quel momento e il modo in cui la guardava la splendida donna sopra di lei poteva solo accentuare il tutto.

"Vuoi accontentarti di guardare o hai intenzione di toccarmi?" chiese dolcemente.

Perchè lei non poteva più aspettare.

"Oh...si" rispose con una voce roca.

Rimase ad osservarla ancora qualche secondo, prima di abbassarsi di nuovo per ritrovare le sue labbra, facendo attenzione ad equilibrare il peso sui gomiti, premette un po' più su Lena che emise un gemito di piacere quando il loro corpi nudi entrarono di nuovo in contatto. Era tutto così lento e piacevole, non stavano semplicemente per andare a letto insieme, stavano per fare l'amore e non c'era niente più bello di quello. 
Nessuno poteva distruggere quel momento.


Buongiorno, eccomi! Oggi voglio essere dolce ahahah nessun drama, perora...che ne pensate? Vi piace? 
Vi ringrazio sempre per esserci. Oggi sono di poche parole, tra poco vado a vedermi l'episodio 4x16 e niente chissà che succederà...
Buona lettura a voi  e grazie sempre.

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Capitolo 13
*** Un peso. ***



Un brivido percorse tutto il corpo di Lena quando un bacio voluttuoso si posò sulla sua schiena nuda, facendola svegliare del tutto. Tuttavia, non si mosse rimanendo sdraiata a pancia in giù, le braccia piegate sotto la testa e gli occhi sempre chiusi, godendo delle meravigliose attenzioni che stava ricevendo.
 
Quella bocca, che compiva magie lungo la sua colonna vertebrale, risalì lentamente fino alle sue spalle, poi alla nuca, e posò il suo ultimo bacio sulla sua guancia, facendola pigramente sorridere.
 
Il calore di quel corpo nudo poggiato contro il suo, unito alla dolcezza delle labbra che la baciavano e l’odore che emanavano quei capelli scuri che le solleticavano il viso, le diedero l’impressione di vivere un sogno. Un sogno meraviglioso che non era pronta a lasciare.
 
" Svegliati..." soffiò la voce di Kara contro il suo orecchio, provocandole un nuovo brivido lungo la pelle.
 
Lena tirò un sospiro compiaciuto prima di girarsi e mettersi a pancia in su di fronte ad una Kara splendente, leggermente sollevata, la testa poggiata sulla mano, il lenzuolo su a coprirle il petto ed un enorme sorriso sul volto.
 
"Ehi." la salutò Kara sfiorandole le labbra.
 
"Ehi." rispose Lena con un sorriso identico al suo. "Hai dormito bene?"
 
"Non dormivo così bene da un’eternità." rispose. "Tu?"
 
" Anch’io." mentì ripensando al brutto sogno fatto qualche ora prima.
 
Rimasero in silenzio per alcuni secondi, guardandosi intensamente senza abbandonare i loro rispettivi sorrisi.
 
Kara fece scivolare la sua mano libera tra i capelli di Lena e glieli accarezzò teneramente. Quest'ultima, al contatto, chiuse gli occhi per poi riaprirli sospirando nuovamente.
 
"Sto così bene con te."
 
Questa sua osservazione ebbe l’effetto di allargare il sorriso di Kara.
 
" Anche io." rispose dolcemente Kara. "E staremo sempre meglio." 
 
La risata melodiosa Lena risuonò nella stanza; Kara non riusciva a smettere di guardarla.
 
Quella notte era stata straordinaria. Anche se la parola straordinaria le sembrava riduttiva per quello che aveva davvero provato.
 
Aveva fantasticato più volte sull’avere Lena ma nessuno dei suoi sogni era vagamente simile a quello che era realmente accaduto. Perché lei non ricordava di aver provato una così bella e forte intesa con un'altra persona nella sua vita.
 
Per Lena fare l'amore era stato spettacolare, in una maniera che non aveva mai sperimentato, e di esperienze ne aveva avute ... Lei era pienamente consapevole che questo era dovuto a Kara. Ogni sua carezza, ogni suo bacio, aveva fatto sì che si “scaldasse” un po’ alla volta.
 
" Sei bellissima." le sussurrò Kara con un nuovo sorriso.
 
" Anche tu." rispose Lena, sollevandosi sui gomiti. "Sei splendida..."
 
Colmò la leggera distanza che le separava e la baciò teneramente. Kara chiuse gli occhi e si lasciò guidare in quella morsa, sentendo le mani di Lena scivolare sotto le coperte che coprivano i loro due corpi nudi, per cingerle la vita e avvicinarsi un po’ di più.
 
Tuttavia, quando la mora la fece ruotare sul fianco e si allungò su di lei per approfondire il bacio, mescolando ancora una volta le loro fisicità, sentì il flebile trillo del suo cellulare risuonare.
 
"Devi rispondere per forza? " Chiese Lena contro le sue labbra.
 
"Sì." sussurrò Kara allontanandosi leggermente." Sono sparita da ieri sera e oggi arriva mia sorella, le scuse che inventerò non credo che reggeranno molto."
 
In effetti, dopo il loro primo e secondo round della sera precedente, Kara aveva chiamato Winn per dirgli di avvisarla quando sua sorella arrivava. Quest'ultimo l’aveva informata che Alex sarebbe arrivata in tarda mattina e sembrava molto arrabbiata da quello che era successo il giorno prima e Kara sapeva anche il motivo, molto probabilmente la sorella aveva visto la scena con J'onn ma non poteva di certo chiamarla quindi si sarebbe prese il rimprovero la mattina, Lena era vicino a lei, mezza nuda che inviava un messaggio a Maggie per informarla che stava bene e che piano piano si stava riprendendo.
 
Da quel momento in poi, si erano dimenticate del resto mondo e si erano nuovamente immerse nella bolla in cui solo loro due esistevano.
 
Kara si sollevò per sedersi sul bordo del letto, le lenzuola sempre tirate su a coprire il suo seno; afferrò la giacca che giaceva al suolo per prendere il telefono che continuava a squillare.
 
"Agente Danvers all’ascolto." disse rispondendo al telefono.
 
"Kara, sono Winn." disse la voce dall’altro capo della cornetta.
 
Lena si alzò a sua volta e si posizionò seduta sulle ginocchia, proprio dietro di lei. Dolcemente la circondò con le braccia e cominciò a baciarle lentamente il collo.
 
"Che succede Winn?" chiese Kara distrattamente.
 
La sua mente era totalmente annebbiata dalla bocca di Lena che continuava a depositare baci sulla sua spalla ed il suo collo.
 
"Tua sorella ti sta cercando." Rispose Winn.
 
"Oh cavolo...."sussurrò Kara, roteando gli occhi per il piacere quando Lena le afferrò il lobo dell'orecchio con i denti.
 
" Esattamente! " esclamò  al telefono, pensando che stesse parlando con lui.
 
Kara si alzò di scatto per mettere distanza tra lei e la mora per poi lanciarle uno sguardo di rimprovero al quale, Lena rispose con un sorrisino malizioso.
 
"Scusami Winn, dicevi?"
 
"Kara, tua sorella è qui e ha indetto una riunione. E' arrivata all'alba e ha svegliato tutti noi, c'è anche il direttore."
 
Kara spalancò gli occhi. Riunione con J'onn non portava a nulla di buono. Aveva dimenticato la sorella quella notte.
 
Tuttavia, poteva davvero biasimarsi per aver dimenticato il resto del mondo per quella notte, quella in cui aveva avuto Lena tutta per sé?
 
"No!" esclamò infine. "Arrivo subito!"
 
Riattaccò e si voltò verso Lena che continuava a fissarla con una largo sorriso.
 
"Devo andare." disse, afferrando i suoi vestiti sparsi sul pavimento e cominciando a rimetterseli velocemente addosso.
 
"Cosa? No! " Esclamò Lena mettendo il broncio.
 
"Mia sorella è qui e  ha indetto una riunione quindi devo sbrigarmi, dobbiamo essere discrete, ricordi? Sarà già difficile spiegarle dove sono stata."
 
"Che peccato...avevo in mente tante belle cose." rispose maliziosa.
 
" Credimi, non è la voglia che mi manca." rispose Kara finendo di abbottonarsi la camicia." Ma si sta facendo davvero tardi e devo scappare."
 
Lena si alzò sulle ginocchia continuando a tenere le lenzuola sul petto, regalandole un enorme sorriso provocante.
 
"Va bene, avremo tempo." 
 
Kara abbozzò un sorriso indossando la giacca e riempiendo i pochi metri che la separavano dal letto. Si chinò e catturò focosamente le labbra di Lena portando i battiti del suo cuore ad accelerare improvvisamente.
 
Le sembravano assurde le sensazioni che provava ogni volta che la baciava. Sentiva che più assaggiava quelle labbra, più ne diventava dipendente.
 
"Adesso vado perchè sono tentata dal cambiare idea."le disse sfiorandole le labbra.
 
Lena appoggiò la fronte contro quella di Kara e annuì leggermente prima di tirare un sospiro di piacere.
 
"Io non voglio uscire di qui...ci saranno tante cose da spiegare e tante persone pronte a farmi domande, non so se riuscirò a sopportare tutto." il peso della giornata precedente tornò immediatamente su di lei.
 
"Lo so, lo capisco e se potessi resterei con te per tutto il giorno." le assicurò Kara. "Ma il mondo esterno ci chiama e non possiamo tirarci indietro."
 
A confermare quelle parole, il suo telefono suonò, portandola a staccarsi completamente per leggere, irritata, quello che c’era scritto sullo schermo.
 
"Alex. Mi ucciderà..."
 
Si allontanò sotto gli occhi di Lena che si morse le labbra con un gesto pieno di esitazione.
 
"Ci vediamo dopo." disse, retrocedendo verso la porta.
 
Quando vide Lena annuire, lei sorrise e si voltò verso l'uscita.
 
"Kara?" La chiamò infine Lena, portandola a girarsi nuovamente.
 
Kara le lanciò uno sguardo interrogativo, attendendo che terminasse ciò che stava per dire.
 
" Io... la notte scorsa ..." 
 
Fu interrotta dal telefono di Kara che riprese a suonare. Quest'ultima abbassò lo sguardo prima di riportarlo su Lena.
 
"Tranquilla, vai." disse infastidita.
 
 
L'espressione sul suo volto non passò inosservata alla bionda. Ma anche se l'unico desiderio che aveva era quello di tornare sui suoi passi, raggiungere il letto dove avevano trascorso la notte a fare l'amore, e fare sparire quell’aria tesa dal volto della mora, doveva davvero andare via immediatamente.
 
"Ci vediamo il prima possibile? " Le propose con un sorriso rassicurante.
 
"Ci vediamo il prima possibile." confermò Lena scacciando via l'espressione preoccupata.
 
Kara sorrise a sua volta e abbandonò la stanza come un tornado, lasciandola dietro di sé.
 
Fece attenzione a non farsi vedere, uscì discretamente dalla stanza di Lena e si diresse con passo svelto al piano superiore dove l’attendeva la riunione dello staff, sua sorella e J'onn.
 
Arrivò al corridoio che portava alla sala conferenze dove la riunione si svolgeva; si trovò faccia a faccia con Winn, James e Mike, che la raggiunsero quando la videro.
 
" Dove sei stata?" chiese Winn."
 
"Scusatemi." brontolò." ho avuto problemi a svegliarmi ..."
 
Continuava ad avanzare mentre loro la seguivano.
 
"Non hai dormito a casa." disse Mike nervoso.
 
"Esatto." 
 
"Quello che intendevo dire è: perché non hai dormito a casa?"
 
Kara lo ignorò e accelerò il passo. Tuttavia, i tre la seguivano a ruota.
 
"Ma questa non sono i vestiti che avevi ieri? La divisa ufficiale delle uscite." Le domandò James, guardandola da capo a piedi.
 
Kara abbassò rapidamente lo sguardo verso la camicia bianca che indossava e alla quale mancava un bottone, prima di risollevarlo e fare come se nulla fosse.
 
"Le divise sono tutte uguali."
 
"Manca un bottone e c'è un buco lì." disse indicandolo.
 
A quelle parole, si fermò improvvisamente e abbassò lo sguardo.
 
"Cavolo!" 
 
Iniziò a chiedersi se Lena aveva notato quel buco, ma se l'avesse notato le avrebbe chiesto qualcosa, no? Sospirò, magari era troppo presa per notarlo, si doveva essere così.
 
"Alex ti aspetta." disse Winn interrompendo i suoi pensieri.
 
"Vado." 
 
  
Kara allora accelerò il passo fino alla porta della sala conferenze, cercando di nascondere come poteva quel buco sulla camicia e il bottone mancante ma era cosciente che sarebbe stata inutile. Quando stava per entrare, Winn la afferrò per un braccio e la portò in disparte.
 
"Chi è? "Chiese a bassa voce.

"Di che parli?"

"Lo sai...Ieri sera eri con qualcuno e dal viso nervoso di Mike di certo non si tratta di lui."
 
"Winn, sono in ritardo." si esasperò Kara.

"Alex è molto nervosa, fai attenzione."

"E' mia sorella." gli ricordò ironica e gli lanciò uno sguardo scettico.
 
"Giusto."
 
Non aggiunse altro e le accarezzò la spalla prima entrare nella sala.
 
Kara entrò nella sala e si ritrovò due occhi puntati addosso. Detestava far arrabbiare la sorella ma quella volta non aveva avuto altra scelta, doveva usare per forza i suoi poteri e ora doveva spiegarsi con i due e cercare di mostrarsi non coinvolta ma dopo la notte passata con Lena era difficile non mostrare i suoi sentimenti, i suoi occhi si illuminavano solo al pensiero della donna e con Alex non aveva via di scampo. Lei non poteva dirgli la verità ...
 
Tirò un ultimo sospiro e si mise a sedere davanti i due.

"Direttore J'onzz, Alex." salutò. "Come mai qui?" chiese rivolta a lui.

"Pure glielo chiedi?" domandò nervosa Alex. "Hai fatto una cosa che non dovevi fare, Kara! Ti rendi conto che hai messo a rischio te stessa e tutti ?"

"Che dovevo fare, Alex? Lasciare che il proiettile la colpisse?"
Alex la guardò con sguardo feroce e Kara scosse la testa.

"Potevi compromettere tutto, il mio lavoro, il tuo e quello dell'intera organizzazione."

"Certo! Pensi solo a questo tu, compromettere il tuo lavoro." disse ironica.

"Hai sempre reso la mia vita difficile e sto cercando di evitare altri guai."
Kara sgranò gli occhi e incassò le parole della sorella poi balzò in piedi e iniziò a camminare nervosamente.

"Ragazze." richiamò l'attenzione J'onn. "Non litigate."

"Rovino sempre tutto, Alex?" la guardò con uno sguardo infuocato. "Le ho salvato la vita e lo rifarei poi  nessuno si accorto di nulla!"

Alex stava per replicare ma J'onn la fermò.

"Tua sorella è solo preoccupata per te, Kara."

"Esprime la sua preoccupazione così?" 

"Ha esagerato ma solo perchè  vuole il tuo bene, non è così Alex?"
Alex non rispose, era troppo nervosa per dire qualsiasi cosa.

"Devo stare ancora per molto qui?" chiese Kara.

"No, sono qui per un giro di supervisione e non per rimproverarti."

"Almeno qualcuno che non mi tratta come una bambina esiste."

"Io non...lasciamo stare." disse Alex.
 
 "Stavo dicendo...la prossima volta più attenta, usa i poteri solo se è strettamente necassario."

"Certo, è quello che ho fatto."

"Bene. Hai qualcosa da dirmi? Hai visto di chi si trattava?"

"No." disse abbassando lo sguardo.

"Va bene, lo troveremo lo stesso!"

Kara annuì.
*
*
*
 
 
La mattinata di Lena era stata folle. Una volta alzatasi dal letto e aver ripreso il suo ruolo di leader del Mondo Libero, le cose da fare si erano susseguite ad una velocità impressionante.
In primo luogo, aveva dovuto gestire un meeting con il suo governo riguardo le ultime leggi sugli alieni che si apprestavano ad essere votate.
Dopo ciò, Maggie ci teneva tantissimo che facesse delle foto e che rilasciasse un’intervista al Washington Press, con una delle giornaliste più in voga del paese dopo quello che era successo sapeva che i ritmi sarebbero stati frenetici. 
Nonostante le domande, i messaggi e le chiamate che le chiedevano come si sentisse il suo sorriso ripensando alla notte con Kara non spariva. 
Perché il ricordo della notte che aveva trascorso con Kara non l’aveva abbandonata un solo secondo. Lei era ancora sulla sua nuvola, sospesa, e si chiedeva se un giorno sarebbe caduta.
 
Si lasciò andare contro lo schienale della sua poltrona sospirando sognante, quando però il telefono del suo ufficio suonò.
 
Si raddrizzò leggermente, vide che la chiamata veniva dall’ufficio di Jess; ciò la fece, appunto, scendere da quella nuvola.
 
"Si?"
 
"C'è una bionda che desidera vederla."  mormorò Jess alla cornetta sorridendo a Kara che ricambiò livemente, se c'era una persona che poteva sollevarle il morale quella era Lena.
 
Il sorriso di Lena di allargò immediatamente.
 
"Falla entrare."  le intimò "la mia riunione è finita ..."
 
Si alzò dalla sua poltrona, diede una sistemata ai suoi abiti ed ai capelli e fece il giro della scrivania attendendo impazientemente che la porta del suo ufficio si aprisse.
 Il magnifico volto di Kara le si presentò davanti, si ritrovò a contemplarla per qualche minuto, il tempo necessario a capire che qualcosa non andava.
Il suo sorriso si congelò.
 
"Ehi." la salutò avanzando verso di lei.
 
"Ehi."  rispose Kara poco convinta.
 
"Tutto bene? Hai un viso sconvolto." 
Kara la guardò in silenzio per alcuni secondi prima di annuire leggermente e sorriderle.
 
"Tutto bene..."

"Non mentirmi, Kara. Non sai farlo."
Kara bisbigliò qualcosa di incomprensibile e poi tornò a guardare Lena.
 
"Ho litigato con mia sorella, mi ha detto delle cose pessime. Credo di essere solo un peso per lei, forse è meglio mollare tutto, tornare a Midvale da mia madre." disse facendo uscire il fiume di pensieri.  
Il sorriso di Lena scomparve di nuovo, così distolse lo sguardo dall’altra donna.
 
"Partiamo da quello che ti ha detto, che ne dici? Siediti." le disse indicando il divanetto, entrambe vi si accomodarono.
 
"Con lei non sarebbe successo quello che è successo ieri..." aggiunse.

"L'ha detto lei?" chiese innarcando un sopracciglio.

"No, lo dico io."

"Kara, ascoltami. Hai fatto tutto quello che c'era da fare, mi hai salvata! Nessuno può evitare l'inevitabile, io sto bene e per fortuna anche tu." la rassicurò prendendole le mani. "Basta torturarsi, tua sorella è solo preoccupata e quando si è preoccupati si dicono tante cose sbagliate, è la paura."

"Ma lei non deve avere paura, non c'è motivo."

"Sei sua sorella, questo è un buon motivo."

Kara annuì poco convinta e Lena si avvicinò a lei cercando di infonderle sicurezza.
Kara rimase in silenzio per alcuni attimi durante i quali continuò a fissare Lena che continuava ad evitare il suo sguardo, poi riprese a parlare.
 
"Mi sei mancata." disse addolcendosi.
 
"Davvero?" sorrise Lena guardandola. 

"Certo."

 "E se torni a Midvale non ti mancherò?" 
La sua espressione era piena di sfida.
 
"Forse..." sorrise. "Decisamente sì." 
Lena sorrise.
 
"Sto delirando." 
 
"Credo proprio di sì."

"Non vado da nessuna parte." aggiunse Kara. 
 
"Penso che ora stai iniziando a ragionare." 

"Si, presidente?" chiese riprendendo il sorriso.
 
"Forse..." rispose lentamente avvicinandosi.
 
Accennò un sorriso e le carezzò una guancia. 

"Oggi ho pensato spesso ad una persona." la informò.
 
Decidendo di stare al gioco, Kara fece una finta espressione interrogativa.
 " Mi chiedo chi potrebbe essere ..."
 
"Penso che tu possa averne un’idea." rispose Lena mordendosi il labbro inferiore, mentre un nuovo sorriso apparve sul suo volto.
 
Una delle cose che lei amava di più del rapporto con Kara, era la facilità con cui stavano bene insieme. Era così naturale e piacevole che avrebbe potuto farlo per tutto il giorno senza stancarsi.
 
Kara fece finta di riflettere prima di scuotere negativamente la testa.
 
"No, davvero non saprei..."
 
"Si tratta di una donna stupenda con la quale ho trascorso la notte scorsa." spiegò Lena senza smettere di guardarla negli occhi. "
 
"Sarà stata una notte memorabile." commentò Kara.
 
"E’ stata grandiosa." affermò la mora annuendo leggermente.
 
Le loro labbra non si erano ancora toccate ma già potevano sentire il magnetismo che legava i loro corpi. Era incredibile e irreale che Lena potesse completamente consumarsi per la donna che le stava di fronte, ma stava succedendo … Kara poteva farla impazzire con un semplice sguardo.
  
Vivere giorno per giorno era il suo motto. Dalla sua ultima storia seria, non si era più immaginata accanto ad una persona e aveva difficoltà a fantasticare su un futuro in coppia ... Era diverso con lei. 
Era già diverso ...
 Lena riempì gli ultimi centimetri che le separavano e l’abbracciò.
 
Kara dimenticò il suo pessimo umore quando i respiri si mischiarono. Era chiaro, Kara era completamente dipendente dal contatto con l’altra donna.
"Baciami." disse Lena. 

"Se è questo ciò che desidera, Signora Presidente ..."
 
Quelle parole fecero sussultare Lena che catturò con ardore le labbra di Kara. Quest’ultima emise un gemito di piacere prima di far lentamente scivolare le mani lungo la schiena, accarezzandogliela, prima di riporle sui fianchi.
 
Lena si separò lentamente dalle labbra della bionda. 

"Questa sera vieni nel mio appartamento?"
 
"Se riesci ad aspettarmi si, sarò controllata da mia sorella ma visto che abbiamo litigato andrà a letto presto." 
Lena le accarezzò il viso. 

"Certo che ti aspetto." 

Posò un leggero bacio sul collo prima di salire dolcemente fino alle labbra di Kara che catturò provocando una nuova esplosione di fuochi d'artificio nella bocca dello stomaco.

"Abbiamo una cosa in sospeso."
 
Sì, pensò, sentendo il sorriso di Kara contro le sue labbra, valeva davvero la pena stare con lei.



Buongiorno a tutti, eccomi con il capitolo. Che mi dite? Qualcuno è molto arrabbiato, speriamo si risolva...Vi ringrazio sempre per i commenti, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo. Buona lettura e a presto.

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Capitolo 14
*** Pace ***


Kara bussò alla porta. Aveva appena evitato tre colleghi e si era ritrovata a correre per non farsi vedere, facendo un’enorme deviazione attraverso l’Ala Ovest della Casa Bianca per
raggiungere l'Ala Est. Si appoggiò sulla porta, ma quando la sua spalla toccò l’ingresso, la porta si aprì e lei venne tirata dentro senza pietà per il bavero della giacca. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu bloccata da un paio di labbra che la braccarono e le fecero dimenticare per un momento quello che stava per dire.
 
"Sei in ritardo!" La rimproverò Lena allontanandosi, prima di baciarla di nuovo.
 
Kara fece un passo indietro, a sua volta, mettendo il broncio, per poi cingerle i fianchi e accennare un sorriso.
 
"Mi sono imbattuta in un faccia a faccia con Winn che mi ha chiesto cosa ci facessi qui dato che non sono di servizio." le spiegò." Ho dovuto dirgli che avevo dimenticato il cellulare nel mio ufficio e ha insistito per accompagnarmi fino al cancello…"
 
" E come hai fatto ad arrivare fin qui senza essere notata?"  Domandò Lena giocando con il colletto della giacca di pelle di Kara.
 
Era un dato di fatto: lei amava quella giacca. E amava soprattutto vederla addosso a Kara. Perché le dava un’aria informale che la rendeva ancora più sexy ai suoi occhi.
 
"Ho fatto il giro per l’Ala Ovest e ho fatto chiamare Winn dal centralino."
 
"Tu sei orribile." disse Lena fingendosi allibita.
 
"No, solo pronta a tutto per poter passare la serata con te." rispose Kara prima di riempire di nuovo la poca distanza che separava i loro volti, per baciarla dolcemente.
 
Due settimane erano passate da quando avevano deciso di darsi una possibilità e Kara ancora non riusciva a credere di poter baciare Lena quando desiderava.
 
In effetti non proprio quando desiderava dato che dovevano mantenere segreta la loro relazione, ma quando si vedevano da sole poteva baciarla e abbracciarla ogni volta che ne aveva voglia. Quindi, in altre parole, sempre... perché aveva scoperto che da quando si era avvicinata a Lena più intimamente, ne era diventata dipendente.
 
Un dettaglio catturò l'attenzione di Kara, provocando un’ulteriore interruzione del loro bacio.
 
"Cos'è questo odore?" Chiese, arricciando il naso.
 
"Merda! " esclamò Lena, sciogliendo l’abbraccio e precipitandosi in cucina.
 
Aprì il forno e, con un guanto, tirò fuori una pietanza fumante.
 
"E’ bruciata!" si adirò, poggiandola su un piano." Ed è colpa tua! " Aggiunse, puntando il guanto verso Kara.
 
"Colpa mia? " Ripeté Kara. "Posso sapere dove ho sbagliato?"
 
"Tu, le tue labbra e la tua giacca di pelle mi avete distratto!" Rispose Lena. "Ed ora ho rovinato l’unico piatto che sapevo preparare!"
 
Kara sorrise e si avvicinò lentamente facendo il giro dell’isola per raggiungere Lena.
 
" Moriremo di fame." sospirò melodrammatica.
 
"Ahah, molto divertente." sbuffò Lena, chiudendo col piede lo sportello del forno gettando la teglia sul piano cottura.
 
" In ogni caso, perché cucini? "Chiese Kara con un cipiglio. "Pensavo avessi tre cuochi pronti a soddisfare ogni tuo desiderio ..."
 
Lena si alzò verso di lei e sospirò.
 
"Anche se abbiamo degli incontri non male nei vari edifici- e nel tuo ufficio- quello di stasera è il nostro vero primo appuntamento … e io … volevo solo che fosse speciale …"
 
Queste parole fecero così piacere a Kara che le comparve sul viso un ampio sorriso.
 
 Lena notò quell’aria felice e sorrise a sua volta, Kara era davvero una persona adorabile. Le diede una pacca sulla spalla ma questo non fece che aumentare la sua risata.
 
"Va bene, va bene." disse infine Kara togliendosi la giacca.
 
La poggiò sul bracciolo di una sedia e si risvoltò le maniche prima di tornare di nuovo in cucina accanto ad una Lena che la guardava incuriosita.
 
"Hai del petto di pollo? "Le domandò.
 
"Per far cosa?"
 
" Per salvare il disastro che hai osato chiamare cena ..."

"Si, dovrei averlo."

Si avvicinò al frigo e lo aprì per controllare cosa le avevano lasciato i suoi cuochi e appena lo  intercettò sorrise soddisfatta.

"Eccolo!"

"Perfetto, hai anche delle mandorle?"

"Forse mi chiedi troppo." disse passandosi una mano tra i capelli. "Adesso vedo."

"Va bene, io intanto faccio spazio qui."

Lena annuì mentre Kara spostò le cose sparse sul piano cottura.

"Siamo fortunate." esultò voltandosi a guardare la bionda. "Kara! Attenta, la teglia scotta..."
Kara si bloccò ricordando solamente in quel momento che gli umani non prendono mai le cose troppo calde a mani nude e con un gesto veloce gettò la teglia.

"Hai ragione, cavolo." disse scuotendo le mani.
Lena la fissò per qualche momento e poi si avvicinò preoccupata.

"Fammi vedere." disse prendendo le mani tra le sue mani. "Dovrei avere della crema per le scottature, anche se mi sembrano intatte le tue mani." notò sorpresa.

"Tranquilla, non era tanto calda." disse tirando indietro le mani. "Poi sono resistente al calore da sempre. Mi aiuti?"
Lena continuò a fissarla.

"Davvero, va tutto bene Lena. Mi aiuti qui?" insistette la bionda ancora.

"Si, ti aiuto." disse lasciandosi convincere facendo cadere l'argomento.
*


Lena poggiò il suo piatto, oramai vuoto, sul tavolino, prima di lasciarsi cadere all'indietro contro lo schienale del divano e chiudere gli occhi.
 
"Era divino." disse, con un gemito di apprezzamento.
 
Kara la fissò alcuni secondi prima di scoppiare a ridere.
 
"Il mio pollo alle mandorle fa sempre questo effetto."
 
Lena si fece scappare una risatina, poi si raddrizzò e si voltò verso di lei.
 
"Non sapevo sapessi cucinare e non sapevo conoscessi la cucina cinese." disse con un sorriso. "Cos’altro devo sapere su di te, Kara Danvers?"

"Oh non c'è molto da sapere su di me. So cucinare solo questo piatto grazie a mia sorella, lo cucinavamo spesso prima." disse malinconica e Lena si tirò su dal divano e le si avvicinò, spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ti manca?"

"Si, ci vediamo ogni giorno ma nessuna di noi prende iniziative. Lei mi guarda e so che vorrebbe parlarmi ma è troppo orgogliosa a volte, io sono ancora ferita dalle sue parole."

"Potresti parlarle e farle capire, che importa chi delle due fa il passo? Avete un rapporto bellissimo da quello che mi hai raccontato però siete entrambe testarde e continuate a starci male. Ho parlato con Maggie e mi ha detto che Alex non fa altro che parlare di te."

"Aspetta...con Maggie?" 

"Si." sorrise lei. "Ha capito tutto su di noi, ma non dirà nulla, tranquilla."

"Come...?"

"E' la mia migliore amica, Kara. Mi conosce benissimo e anche tua sorella lo sa."

"Impossibile, mi avrebbe già mandata a casa."

"No, non ti manderà a casa. Sa quanto tieni a questo posto e ti vuole bene."

"Quindi sa anche quanto tengo a te." sorrise catturando le sue labbra.

"Non siamo capaci a nascondere le cose soprattutto a chi ci conosce." sorrise Lena sulle labbra di Kara che annuì lentamente.
 
"Vieni sul divano con me. " le disse prendendole la mano e trascinandola.  
 

"Pensandoci però...mi parli sempre poco di te."
 
"Siamo sempre così impegnate." disse maliziosa lei.

Lena ridacchiò prima tornare seria.
 
"No, sul serio." disse, posizionandosi meglio sul divano in modo da essere faccia a faccia con la sua interlocutrice. "Ci conosciamo da mesi e ho l’impressione di non sapere nulla visto che ora siamo..."

Si fermò, poco sicura di come terminare la frase.
 
Erano cosa?
 
Una coppia?  Amiche o qualcosa di più?
 
Stavano insieme?
 
Non avevano mai affrontato l'argomento. Durante quel mese di relazione, avevano condiviso molti bei momenti. Non avevano mai stabilito cosa fossero… Ma non c'era fretta.
 
"Va bene."  intervenne Kara. "Che cosa vuoi sapere?"
 
"Non lo so." disse, pensierosa, Lena. "Raccontami qualcosa di te, un aneddoto, un pensiero, qualsiasi cosa..."
 
Kara si sistemò meglio sul divano e sorrise.
 
"Ho una proposta da farti." esclamò con un sorriso divertito.
 
" Ti ascolto ..."
 
"Conosci il gioco delle venti domande?"
 
Lena scosse negativamente la testa, aspettando che continuasse.
 
"A turno, ognuna, deve porre una domanda all’altra, la quale deve rispondere sinceramente; si va avanti così fino ad arrivare a venti domande. "
 
"Che genere di domande?"
 
" Di qualsiasi genere." rispose Kara. "E ognuna ha diritto a tre “passo” ..."
 
Lena annuì leggermente e cominciò a pensare a quale domanda porle.
 
 "Mi piace questo gioco." esclamò dopo qualche secondo. "Comincio io!"
 
"Cosa?!" S’indignò Kara. "Ho avuto io l’idea quindi dovrei essere io ad iniziare!"
 
"Sì, ma sono stata io a suggerirti di imparare a conoscerci!"
 
"Si, va bene." acconsentì la bionda. "Sono pronta per la tua prima domanda allora ..."
 
Mentre si sistemava ancor più comodamente sul divano, nel volto di Lena apparve un enorme sorriso.
 
Lei e Kara erano sedute l’una di fronte all’altra con le gambe incrociate. Le loro ginocchia si toccavano  leggermente e le loro mani si erano istintivamente unite; ciò non faceva che accentuare la loro vicinanza ed intimità.
 
Un’intimità che sembrava totalmente diversa da quella che avevano avuto in quegli ultimi giorni, ma che era altrettanto piacevole.
 
"Ne ho una! "esclamò.
 
Kara la guardò scuotendo la testa, divertita.

 
"Se potessi avere un super potere, quale vorresti?"
 
Kara la fissò per qualche minuto cercando di non mostrarsi sorpresa, non si aspettava di certo quella domanda visto che lei i poteri li possedeva davvero però fece finta di nulla e finse di rifletterci.
 
"Volare, credo che sia il potere più bello. Vedere la città dall'alto è stupendo...penso."
 
"Scontato! Pensavo ad altro, mi deludi."

"Ma è una ficata! Volare quando si vuole."
 
"Al giorno d’oggi, con un aereo, puoi andare dove vuoi e quando vuoi." replicò Lena ancora.
 
" Disse la donna che ha una paura irrazionale degli aerei. "rispose Kara.
 
Lena fece una smorfia.
 
"Per quanto ancora me lo rinfaccerai?"
Kara rise e si sporse per darle un bacio sulla guancia.

"Però se tu potessi volare sarei più tranquilla, non prenderei più quegli enormi pezzi di ferraglia."

"Ah si?" chiese Kara.

"Volare tra le tue braccia sarebbe diverso, non avrei paura." disse sognante e Kara sorrise. 

"Continuiamo?" chiese Kara. 
 
" E’ il tuo turno. "disse.
 
" Fammi pensare... Qual è la cosa più illegale che hai fatto in tutta la tua vita?"
 
"Vuoi dire a parte iniziare una relazione proibita con il mio Capo della Sicurezza?" Chiese scherzosamente Lena.
 
Kara sorrise e annuì, incoraggiandola con lo sguardo a rispondere. La domanda mise Lena in difficoltà perché aveva sempre vissuto rispettando le regole imposte dalla legge.
Anche se non amava i protocolli e le regole che le venivano imposti, sapeva quali erano i suoi limiti... fino a quando, come aveva detto poco prima, aveva deciso di andare a letto con l’ultima persona con cui avrebbe dovuto andare a letto.
 
"Ho trovato! Avevo otto anni e mia madre aveva lasciato me e Lex da soli con la nostra insegnante, io mi stavo annoiando ed ero anche triste perchè avevo appena saputo che avremmo passato tutta l'estate a casa allora lui mi disse di infiltrarci in cucina e prendere del sale, siamo entrati e siamo riusciti a non farci beccare dalla cuoca che era davvero una persona cattiva, odiava ogni persona che entrava nella sua cucina che a dirla tutta era la nostra e abbiamo preso il sale che abbiamo versato nel thè dell'insegnante, ho riso per tutto il pomeriggio quella volta e la sera ci beccammo il rimprovero di mia madre e anche della cuoca ma non me ne importò nulla." sorrise e poi si incupì subito dopo. "Peccato che ho avuto pochi momenti buoni con  mio fratello, mi sarebbe piaciuto avere un rapporto migliore soprattutto adesso."

Kara sospirò e si sporse per stringerla tra le braccia.

"Ehi, non volevo farti star così." disse sentendosi in colpa.

"No, tranquilla, non è colpa tua."

"Se vuoi ci fermiamo qui..."

"No, continuiamo." sorrise e la baciò velocemente sulle labbra. "Adesso è di nuovo il mio turno."
Kara annuì.

"Parlami della tua famiglia."
Questa volta fu Kara ad intristirsi.
  Aveva perso madre, padre  e il suo pianeta quando era ancora piccola, in circostanze orribili, e a lei non piaceva parlarne. Così, per rispetto, non le avevano mai posto domande.
 
Fu sorpresa nel notare che la domanda di Lena non l’aveva turbata poi tanto. Anzi, un calore inspiegabile la colse nella bocca dello stomaco all'idea di condividere alcuni ricordi dei propri cari che aveva perso.
 
"Mi dispiace." disse la mora reputando il suo silenzio una risposta." Non vole­..."
 
"No, non c'è nulla di male." affermò Kara con un sottile sorriso." Cosa vuoi sapere?"
 
" Non saprei... Il ricordo più prezioso che hai con loro?"
 
" Questa è la tua terza domanda?"
 
Lena annuì mentre Kara cominciò a ricordare i momenti che la legavano ai suoi genitori. Uno in particolare le venne in mente e non riuscì a trattenere il sorriso.
 
"Era l’ultimo giorno dell'anno prima ... prima che se ne andassero." disse, continuando a sorridere.
 
Lena abbozzò un leggero sorriso nel vedere la donna guardare nel vuoto, ricordando. La visione di Kara, seduta comodamente sul suo divano, con la mente a migliaia di chilometri da dove si trovavano, riportando a galla ricordi che non aveva mai voluto condividere con nessuno, era una delle più belle scene a cui lei potesse assistere.
 
Kara riusciva a rendere la più semplice delle cose, straordinaria e unica, come quella normale cena stava diventando una delle più belle serate della sua vita.
 
La ascoltò, quindi, con un tenero sorriso, raccontarle com’era un abitudinario risveglio presso la sua famiglia.
 
Kara le raccontò di quell’anno che, insieme ai suoi zii festeggiarono l'arrivo del nuovo anno. Le parlò del risveglio meraviglioso, con sua madre che le aveva cucinato ogni sorta di prelibatezza e suo padre che cercava di recuperare il tempo perduto trascorso lontano da sua figlia a causa del lavoro.
 
Le raccontò come, in tarda serata, si ritrovarono seduti sul pavimento, con una tazza di cioccolata calda in mano che in realtà non era cioccolata ma ovviamente questo a lei non poteva dirlo, in silenzio, godendo di quel momento tutto per loro.
 
" Non ho mai provato un senso di pace e sicurezza così forte come in quel momento." continuò commossa Kara. "Stavo stretta fra mio padre e mia madre e mi sentivo completa … era quello il mio posto …"
 
Si voltò per guardare Lena che non le aveva tolto gli occhi di dosso, emozionata da quella storia.
 
Mentre si osservavano, Kara sentì stringersi un nodo in gola e il suo battito cardiaco accelerare. Una delle tante sensazioni che provava quando quei bellissimi occhi verdi la guardavano.
 
"Ritroverai quelle emozioni un giorno, Kara. ", le promise Lena. "Vorrei averle provate anche io..."

"Le proverai un giorno." 

"Come puo saperlo?" chiese la mora rassegnata. 
 
" Perché non può essere altrimenti."  rispose con una scrollata di spalle come se fosse ovvio. "Tu meriti di trovare la o le persone che ti faranno sentire completa."
 
E spero di poter essere io quella persona un giorno, pensò intensamente lei…
 
Lena rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Rimase immobile per alcuni secondi fissando Kara che ricambiava il suo sguardo, e notò quanto la bionda mostrasse convinzione in ciò che aveva appena detto.
 
Tuttavia, non si soffermò troppo su questo e scosse la testa prima di ritrovare il suo sorriso.
 
"E’ il mio turno." esclamò Kara.
 
Voleva mandar via quell’atmosfera troppo emotiva che s’era appena creata, per ritrovare quello spirito gioioso che c’era fino a poco prima.
 
Lena abbozzò a sua volta un sorriso prima di farle un cenno con la testa facendole intendere che era pronta ad ascoltarla.
 
"La cosa che sogni di fare ma che non farai mai?"
 
"Un salto col paracadute." rispose senza pensarci troppo.
 
Kara sorrise e annuì.

"Magari un giorno lo faremo insieme."

"E' un patto. Tocca a me." disse." Parlando di baci, con chi e a che età è successo?"
 
"Credo che sia stato a quindici anni." rispose Kara facendo scorrere una mano tra i capelli.
 
Quel gesto lo faceva tutte le volte che pensava e questo fece sorridere Lena.
 
"Si, avevo quindici anni. Non mi è piaciuto per nulla, è stato un bacio un po' bavoso."
 
" Bleah." commentò Lena, arricciando il naso.
 
" E’ il mio turno!"
 
Lei alzò un sopracciglio e domandò:
 
" La tua prima volta?" disse arrossendo lievemente, nonostante tra di loro l'intimità era alta.
 
Un sorriso giunse di nuovo sulle labbra di Lena.
 
"Jack Spheer, all'età di diciotto anni."  rispose. "Aveva due anni più di me ed era davvero un ragazzo intelligentissimo... ne ho un bel ricordo."
 
"Giusto, solo i futuri scienziati con te."  
Sentirle dire che ne aveva un bel ricordo l'aveva infastidita.
 
Sì, erano passati anni, ma immaginare Lena con il suo ex la rendeva gelosa tanto che le si strinse lo stomaco .
 
"Era davvero affascinante, spero di rivederlo un giorno." disse Lena con un sorrisetto, spingendo Kara a serrare di più la  mascella.
 
Era un dato di fatto, A-DO-RA-VA vederla gelosa. 
 
"E' una storia chiusa."
 
"Da come ne parli e da come ti brillano gli occhi non sembra una storia chiusa." disse incrociando le braccia nervosamente.
L'atmosfera scherzosa si era trasformata in qualcosa di più pesante.
 
"Kara, sono passati anni è davvero una storia chiusa! Non ho voglia di rivederlo e poi mi brillano gli occhi perchè ci sei tu qui davanti e perchè adoro vederti gelosa."

"Io non sono gelosa."

"Ah no? Oggi hai quasi spaccato la mano a quel povero ragazzo che mi ha portato il caffè."

"Si è fermato un pochino troppo a guardarti." 

"Era un ragazzino, sarà stata la sua prima volta davanti un presidente."

"Il caffè te lo porto io."

"Te ne sei dimenticata oggi." le ricordò.

"Giusto...domani lo porto io."

"Non credo tornerà quel ragazzo." rise.

Kara scosse la testa e Lena si sporse per baciarle il broncio.

"Sei adorabile." disse fermandosi ad un centimetro da lei.

"Non mi compri." disse sorridendo.

"No? Adesso tocca a me, giusto?"

 Kara annuì poco convinta. 
La mora abbozzò un sorriso malizioso e mormorò sottovoce:
 
"Perché non mi hai ancora baciata?"
 
L'atmosfera cambiò bruscamente, portando Kara a dimenticare il motivo della sua gelosia.
 
Il volto di Kara si vestì della stessa espressione di Lena. Dolcemente si avvicinò alla mora, senza correre troppo.
 
" Perché sono stupida." rispose rompendo la breve distanza. 
La imprigionò con un gesto fugace, strappandole un gemito soffocato. Immediatamente, la mora fece scivolare le mani lungo il collo di Kara per risalire lentamente verso i suoi capelli quando quest’ultima si girò di schiena per allungarsi su di lei.
 
"Dimentichiamo il gioco?" Propose Kara, sottolineando ogni parola con un bacio.
 
"Quale gioco?" Finse di chiedere Lena.
 
Non lasciò a Kara il tempo di rispondere che la attirò a sé per baciarla di nuovo. Le sue gambe tremarono quando sentì la mano farsi spazio sotto la maglia e accarezzarle il ventre.
 
"Ti farò dimenticare presto di James, lo scienziato." mormorò Kara baciandole il collo.
 
"Era Jack." la corresse Lena oramai in estasi.
 
Kara si fermò all'improvviso per mandarle uno sguardo costernato.
" Non importa." si precipitò a dire la bionda. "Con te dimentico anche il mio nome...e dovresti dimenticarlo anche tu il suo."

 
"Bella risposta. Hai ragione. Jack chi?" sussurrò.
 
Lena si aggrappò al colletto del suo maglione e la baciò languidamente, rallentando gradualmente il ritmo  precipitoso col quale erano partite.
Voleva far con calma. Godere di ogni bacio, di ogni carezza che le offriva Kara. Dopotutto, quello non era un incontro fortuito a cavallo fra due riunioni. Quella sera non avevano la fretta di viversi con il timore che fossero scoperte.
No, in quella occasione avevano tutta la notte a loro disposizione…  e Lena aveva tutta l’intenzione di sfruttarla al massimo.
 
 
*
 
*
 
*
 Il giorno dopo.
 
"Kara, possiamo parlare?"
La bionda si fermò e si voltò verso la sorella.

"Se devi rimproverarmi perchè le ho portato il caffè puoi risparmiartelo, lo so che non è il mio lavoro ma volevo farlo."
Alex la guardò sorpresa, Kara era la prima a farsi passare la rabbia invece questa volta era diverso. Sospirò e scosse la testa. 

"Non voglio litigare, Kara. Mi manchi...Voglio chiarire."
Lo sguardo di Kara si ammorbidì e annuì. Si incamminarono silenziosamente verso l'ufficio di Alex e quando furono dentro entrambe rimasero in silenzio per qualche minuto.

"Volevo scusarmi, ho esagerato...Mi ha fatto parlare la paura, è ingiustificata perchè sai difenderti da sola però sai come sono io."

"Mi hai ferita!" abbassò la testa Kara.

"Ho sbagliato, scusami." le prese la mano e le sorrise e questo bastò a Kara che a sua volta si gettò tra le braccia della sorella.

"Mi sei mancata anche tu."

"Lo so, un uccellino me l'ha comunicato."

"Uccellino?"

"Il presidente degli Stati Uniti in persona." sorrise. "E' venuta a cercarmi questa mattina e mi ha fatto ragionare, sarei venuta lo stesso da te ma lei ha insistito per farci chiarire oggi."

"Lena..." sorrise Kara. 

"Ci tiene a te...è sbagliato tutto questo lo sai?"

"Lo so..."

"Non dirò nulla ma state attente e soprattutto devi promettermi che non farai altre stupidaggini."

"Te lo prometto."

Sorrisero ancora una volta e si strinsero. Le sorelle Danvers erano tornate.
 


Pace fatta fra le sorelle Danvers e pace in generale ma durerà? Kara inizia a mostrarsi un pochino troppo e Lena non è stupida quindi...ahia ahia. Ho dato più doti culinarie a Kara perchè mi servivano ahahah Quanto sono dolci? Vi ringrazio sempre per le recensioni e perchè leggete la mia storia, fatemi sapere cosa ne pensate. 
Io sono in astinenza dalla serie e da Lena e Supergirl, mi mancano...la pausa giusto adesso che si vedevano di più comunque io continuo a sperare nelle gioie anche se ne dubito...
Buona lettura e a prestooo.

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Capitolo 15
*** Incontri ***


Kara si sentiva finalmente completa, il rapporto con sua sorella era tornato più forte di prima ed era felice di poter parlare con qualcuno di Lena. Lena, la donna che ogni giorno le faceva perdere sempre di più la testa, la donna che aveva abbattuto tutte le sue barriere e le sue regole, la donna che le faceva provare sempre emozioni nuove. Era completamente innamorata di quella donna e finalmente l'aveva ammesso del tutto, le bastava un suo sorriso per iniziare bene la giornata e un suo bacio per rendere la giornata perfetta.
Adesso stava camminando felice verso l'ufficio della mora, i corridoi erano affollati perchè a breve si sarebbe festeggiato il compleanno della donna più potente del Mondo e i preparativi erano frenetici, tutto il personale era a lavoro e ovviamente anche il lavoro del servizio di sicurezza era triplicato come anche i musi lunghi delle guardie ma questo non colpiva Kara, lei era raggiante anche se preoccupata per quel party sia per la sicurezza della donna sia perchè non sapeva ancora cosa regalarle. Cosa si può regalare ad un Presidente Degli Stati Uniti? Probabilmente nessuno se l'era mai chiesto ma lei ci pensava ogni momento, aveva chiesto consiglio a chiunque anche a Maggie che non aveva saputo esserle molto di aiuto però fortunatamente mancava ancora qualche giorno e sicuramente qualcosa in mente le sarebbe venuto.
Quando arrivò davanti la porta notò che stranamente era socchiusa, bussò ed entrò. Si fermò subito quando vide Lena intenta a parlare con un uomo, sembravano davvero in confidenza. Lena alzò lo sguardo e sorrise.

"Agente Danvers!" disse in segno di saluto.
Kara la fissò un momento e fece un solo cenno con la testa.

"Presidente, questo è il suo caffè." disse fredda avanzando verso di lei senza degnare di uno sguardo la persona vicino a Lena.

"Grazie mille." le sorrise ancora e le sfiorò la mano di proposito ma al contrario di quello che si aspettava, Kara non sorrise. 

"Lena, non mi presenti a questa bella signorina?" disse lui.

"Mh...agente Davenrs, lui è Jack. Jack, lei è l'agente Kara Danvers." disse senza staccare gli occhi di dosso a Kara.

"Capo della sicurezza?" disse osservando la sua divisa. "Mi aspettavo degli uomini grandi e grossi invece che una ragazza così piccola e adorabile."

"Sono meno adorabile di quanto immagina." rispose piccata Kara. "E' uno di quegli uomini maschilisti che credono di poter fare tutto?"

"No, assolutamente. Solo che mi sembra strano che la sicurezza di una persona importante come Lena venga affidata ad una ragazza. Comunque piacere di conoscerla." allungò la mano verso la bionda.

Kara strinse i denti e afferrò la mano stringendola forse un po' troppo forte.

"Che stretta." notò Jack.
La tensione era palpabile e Lena non sapeva come venirne fuori.

"Jack è passato di qui perchè a breve sarà il mio compleanno."

"Lo so." la interruppe Kara.

"Si...era da queste parti e mi ha fatto visita."

"Bene." annuì Kara. "Come ha fatto a superare la sicurezza all'entrata?" 

"Oh...ho molte conoscenze e conosco molto bene l'uomo e mi ha dato un badge per passare indisturbato."

"Dovrò rivedere alcune cose." sussurrò Kara.  "Capisco...beh allora vi lascio soli." disse indietreggiando.

"No, puoi restare." disse l'uomo e Kara innarcò un sopracciglio. "Può restare, io stavo andando via." si corresse poi.

"Jack è stato un piacere vederti. Ci sarai alla mia festa?"

"Se sono in città e mi fai recapitare l'invito certo, non vorrei trovarmi poi contro l'agente Danvers." disse ironico e Kara gli lanciò uno sguardo carico di nervosismo.

"Va bene, allora ti chiamo."

Si salutarono e dopo aver lanciato un'occhiataccia alla donna in divisa andò via.
Lena guardò la ragazza e a giudicare dalla sua espressione era molto arrabbiata. Stringeva i pugni e la mascella era serrata.

"Kara..."

"Adesso sono Kara?" chiese ironica.

"Non potevo dire il tuo nome davanti a lui, lo sai."

"Va bene, PRESIDENTE. Adesso torno a lavoro." 
indietreggiò e Lena le prese un braccio.

"Kara, ti prego...Non andare via."

"Posso fare qualcosa per lei?"

Lena scosse la testa sorridendo.

"Gelosa."

"No!" alzò gli occhi al cielo.

"Non mi aspettavo una sua visita, l'ho sentito in questi anni ma mai rivisto."

"Non speravi di rivederlo? Il tuo sogno si è avverato." disse facendo riferimento alla discussione di qualche giorno prima.

"Il mio sogno sei tu." disse avvicinandosi.

"No, non te ne uscire con queste frasi." disse cercando di restare dura.

"Ma è la verità."

"Lena..." inevitabilmente si ammorbidì.

"Sei adorabilmente stupenda quando sei gelosa ma come ti ho già detto è una storia chiusa con lui."

"Non dovevamo parlare di questo tizio giorni fa..."

Lena sorrise e le lasciò un bacio sulle labbra.

"Sembravi in confidenza." disse Kara allontanando la testa.

"Lo conosco da tanto tempo, Kara. E' normale."

"Certo." sbuffò. 

"Stai tranquilla."

"E se volesse tornare con te?"

"Ma io sto con te."

"Si ma non lo sa! Nessuno lo sa." disse staccandosi bruscamente cosa che lasciò Lena perplessa.

"Lo sai che nessuno può saperlo, eravamo d'accordo. Sarebbero problemi sia per te che per me." 

"Lo so bene, Lena! Però mi da fastidio lo stesso, okay?"

"Ehi...io sto con te! Io lo so, che importa degli altri? Io voglio te, quando mi sveglio la mattina sei il mio primo pensiero, mi manchi ogni volta che non ci sei e la mia giornata inizia davvero quando entri qui dentro con il tuo splendido sorriso." le prese la mano e la strinse nella sua.

"Non voglio perderti. Ho sempre perso tutto nella mia vita." disse malinconica abbassando la testa, quella tristezza smisurata nata in quel momento non riusciva a spiegarsela ma era come un macigno posato al centro del suo stomaco.

"Non mi perderai, Kara. Io sono innamorata di te." buttò fuori così.
Kara alzò lo sguardo su Lena e rimase ferma per secondi interminabili, la paura la bloccava ancora e il peso del suo segreto diventava sempre più grande poi cercò di scacciare quella sensazione e sorrise.

"Davvero?"

"Non si vede? Sono praticamente dipendente da te." 

Kara la tirò a sè e la strinse tra le sue braccia e prima di baciarla la fissò per un momento, si soffermò su quegli occhi dannatamente cristallini e sentì il respiro mancarle per qualche momento.

"Ti amo." disse.
Lena sorrise e si fiondò sulle sue labbra, il baciò si accese subito e le loro lingue si trovarono subito, si assaporarono. Si staccarono a corto di fiato, Lena poggio la fronte su quella di Kara e sorrise.

"Ti amo anch'io."

Gli occhi di Kara brillarono e il cuore aumentò i battiti.

"Riesci sempre a tranquillizzarmi, mi chiedo come fai."

"Sono magica." scherzò. "Ho il potere di rendere calma Kara Danvers."

"Hai tanti poteri tu." disse Kara.

"Anche tu."

"Forse." sorrise.

"Come procedono i preparativi?" chiese riferendosi al suo compleanno.

"Bene, sono tutti elettrizzati."

"Tranne me, odio il mio compleanno. Non mi piacciono i festeggiamenti però sono costretta a farlo, avrei preferito di gran lunga una cena con te."

"Lo sai che aspettano tutti questo momento, non si parla altro in televisione."

"Lo so, devo invitare anche gente che non sopporto e non posso neanche avvicinarmi a te. Può fare più schifo di così?"

"Troveremo il tempo per stare insieme, farò di tutto per renderti felice quel giorno."

"Sei stupenda."

"Tu lo sei."




Buongiornoooo, il detto "parli del diavolo e spuntano le corna." è reale in questa storia ahahah ecco Jack in tutta la sua bellezza, pensate sia solo un'apparizione così o altro? E' possibile tutto con me, lo sapete vero?
Kara si sente schiacciata dal peso del suo segreto e chi non lo sarebbe? In questo capitolo ci sono dichiarazioni importanti e quindi ancora pace, sono brava dai...i drammi li lasciamo da parte, forse :P
Vi ringrazio sempre e fatemi sapere cosa ne pensate, scusate il mio ritardo a pubblicare ma il mio collo ha deciso di bloccarsi e quindi sono stata poco al pc e scusate se il capitolo è corto ma volevo pubblicare oggi e poi ci saranno bei capitoloni dopo.
Adesso vi lascio, buona lettura e a presto.

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Capitolo 16
*** Compleanno. ***


Tra giornate frenetiche, organizzazione e prove il grande giorno era finalmente arrivato. Il compleanno del Presidente Degli Stati Uniti era finalmente giunto e l'aria festosa si sentiva ovunque alla Casa Bianca e tra i più fedeli sostenitori della donna, anche la stessa si era lasciata coinvolgere nonostante odiasse il suo compleanno e quella mattina si era svegliata col piede giusto ma probabilmente la sua felicità non era dovuta solo al suo giorno ma alla donna che aveva al suo fianco, avevano passato una notte splendida. La bionda si era presenta da lei poco prima della mezzanotte e aveva fatto irruzione nel suo appartamento come un ciclone riuscendo a coinvolgere Lena in tutto e per tutto, avevano messo la musica e ballato scatenate, si erano strette, baciate e avevano passato la notte ad amarsi. La spensieretezza era il regalo più bello per Lena, la sola presenza di Kara nella sua vita le bastava ma non sapeva ancora cosa la bionda aveva organizzato, il regalo che voleva farle.
Lena sfiorò il braccio della bionda che si mosse leggermente e sorrise allungando il braccio verso di lei per accarezzarle il viso.

"Buongiorno bellissima donna." disse Lena.

"Buongiorno a te, perfezione." 

"Si, perfezione!" rise.
Kara aprì gli occhi e la guardò.

"Vuoi dire il contrario?" alzò un sopracciglio.

"Ovviamente si, non sono perfetta."

"I miei occhi ti vedono perfetta, quindi per me lo sei. Punto."

Lena sorrise e annuì, si avvicinò e le lasciò un bacio sulle labbra.

"Comunque dovevo svegliarmi prima io." riprese Kara.

"Perchè?"

"Oggi compi gli anni e dovevo almeno prepararti la colazione, sono una cattiva fidanzata."

"Non sei per niente una cattiva FIDANZATA." sorrise ancora.
Stava per dire altro ma qualcuno bussò alla porta.

"Aspetti qualcuno?" chiese Kara.

Lena scosse la testa e recuperando gli indumenti sotto lo sguardo attento della bionda, alzò le spalle.

"Sto arrivando."

A passo svelto andò ad aprire la porta e si ritrovò davanti due mazzi di rose e un carrello con la colazione.

"Buon compleanno Presidente." disse la donna emozionata.

"Grazie mille." sorrise.

Scambiarono qualche parola e poi la donna andò via, Lena tornò in camera con il carrello e guardò la sua ragazza.

"C'entri qualcosa?"

"Io? Assolutamente." rispose.

"In questo bigliettino c'è scritto 'Da parte della tua cattiva ragazza, ti amo.'"

"Allora forse potrei essere colpevole." sorrise.

"Avevi preparato tutto?"

"Certo."

Lena era davvero sorpresa, quella donna faceva davvero tanto per lei e non aveva mai ricevuto nulla del genere, si sentiva davvero amata.

"Sei...sei stupenda." disse con gli occhi lucidi.

"Ehi...cosa sono questi occhi lucidi?" chiese Kara alzandosi e avvicinandosi alla mora.

"Non mi sono mai sentita così."

"E tu lo meriti, farò di tutto per farti stare bene e farti sentire quello che provo."

"Ti amo." si limitò a dire per non scoppiare a piangere, Kara la strinse tra le sue braccia e le lasciò un bacio.

"Non vedo l'ora di darti il mio regalo." disse la bionda.

"Sono molto curiosa."

"Lo avrai poco prima della festa, ho preparato qualcosa di speciale."

"Aspetterò allora."

Kara annuì sorridente e le prese per mano.

"Adesso andiamo in cucina e mangiamo tutte queste prelibatezze."

Lena rise e la seguì, ne era sempre più sicura sarebbe stato il compleanno migliore della sua vita.
*****


Le ore erano volate e mancava davvero poco al grande party, Lena era ancora nel suo ufficio ma di lì a breve sarebbe tornata nel suo appartamento per cambiarsi.

"Lena Luthor felice il giorno del suo compleanno, che succede? Il mondo funziona al contrario sicuramente." la prese in giro platealmente Maggie.

"Smettila! Non funziona nulla al contrario, tranquilla." 

"Allora è colpa di una certa biondina."

Gli occhi della Luthor brillarono e subito abbassò lo sguardo.

"Oh sei innamorata." sorrise la sua amica.

"Si, lo sono. E' una donna stupenda."

"Lena si sta sciogliendo." la prese in giro ancora.

"Maggie!" la rimproverò ridendo. 

"Sono felice per te, amica mia. Volevo vederti felice così da non so quanto tempo."

Lena sorrise e abbracciò la sua amica.

"Grazie Maggie." le disse quasi commossa, era una giornata piena di emozioni per lei quella e più volte stava sul punto di mettersi a piangere.

Due colpi di nocche attirò la loro attenzione e dopo aver dato il permesso, l'agente Winn Schott fece il suo ingresso.

"Agente Schott, mi dica." 

"Ehm...intanto volevo farle gli auguri." disse gesticolando con un braccio mentre nell'altro teneva un pacchetto.

"Grazie." sorrise Lena e il suo sguardo si concentrò sul pacchetto. "Quel pacchetto è per me?"

"Oh...si, è per lei." disse avvicinandosi e lo lasciò sul tavolino.
Lena sorrise capendo di cosa si trattava, probabilmente il regalo di Kara.

"Io vado, le sorelle Danvers sono molto agitate e se mi assento per troppo tempo daranno di matto."

Maggie e Lena si guardarono scoppiando a ridere e annuirono consapevoli.

"Sono terribili quelle due quando sono sotto pressione." disse Maggie.

"Si, hai ragione." disse fissando lo sguardo sul pacchetto.

"Pensi sia di Kara?" chiese la sua amica.

"Sicuramente." sorrise.

"Allora io vado a prepararmi, ti lascio con il tuo regalo. A dopo." si alzarono entrambe e si diedero un altro abbraccio poi Maggie andò via.
Lena si avvicinò al pacchetto e sul bigliettino ci stava scritto il suo nome e quello di Kara, lo prese e iniziò a spacchettarlo. Dentro il pacchetto trovò un tablet con su scritto 'Accendilo, il primo video è per te.' e così fece, accese il tablet e si accomodò sul divano. Schiacciò sul video e iniziò a guardarlo aspettandosi qualche dedica da parte della sua ragazza e invece no. 
Sgranò gli occhi e si portò una mano alla bocca.
******
La sala del party era pronta e gli invitati iniziavano ad arrivare, le nove erano passate da circa mezz'oretta e Lena non era ancora arrivata. Kara si guardava intorno, sarebbe sicuramente entrata di li a poco anche se Lena era sempre in orario. Si avvicinò alla sorella che parlava con Maggie ed entrambe ridevano animatamente.

"Scusate, ragazze." attirò la loro attenzione lei. "Ma Lena? Doveva essere già qui."

"Si starà ancora preparando." disse Alex.

"Ho visto il vestito, ti farà restare senza fiato." aggiunse Maggie.

"Non solo questa sera, mi fa sempre restare senza fiato."

"Sorellina, ti prego." disse scuotendo la testa.

"E' innamorata, Alex." la guardò strana. "Devo chiederti una cosa, sono curiosa e di aspettare a domani o l'arrivo di Lena non ne ho voglia."

"Dimmi pure." disse Kara.

"Cosa c'era nel pacco che hai fatto portare dall'agente Schott qualche ora fa' nel suo ufficio?"

"Quale pacco?" chiese dubbiosa.

"Andiamo...puoi dirmelo."

"Maggie, io non ho fatto portare nessun regalo! Dovevo portarglielo di persona ma poi ci sono stati problemi e ho rimandato a dopo."
Maggie sgranò gli occhi.

"Allora...chi?" 

Le sorelle Danvers si fissarono per un momento e un senso di puro terrore sorprese le tre donne.

"Dobbiamo andare a cercarla." scattò Kara.

"Aspetta, Kara." la fermò Alex. "Non dobbiamo farci notare, potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa."

"Alex, Lena non è qui! Lei è sempre puntuale." disse agitata.

"Ma non possiamo dire nulla, si creerebbe il caos. Adesso ci dividiamo e mobilitiamo la squadra se è necessario."

Con il cuore che batteva a mille, Kara annuì e seguendo le indicazione della sorella iniziò a camminare a passo svelto e quando fu sola nel corridoio aumentò la velocità e guardando attraverso ogni porta arrivò nell'ufficio di Lena ancora pieno del suo profumo, si guardò intorno fin quando notò un tablet. Lo prese tra le mani e fece partire il video, sgranò gli occhi e quasi tremò davanti quelle immagini.

"Alex, devi venire immediatamente." disse solamente.



Ahia Ahia Ahia doveva arrivare il momento. Che ne pensate? Che cosa ci sarà di così scandaloso nel video? Ricordate qualche capitolo fa...mi dispiace rovinare il compleanno di Lena ma c'era troppa pace ahahah lo pubblico prima il capitolo perchè adesso ci saranno le feste e potrò scrivere veramente poco quindi vi lascio così, non odiatemi.
Buona lettura, buona Pasqua e Pasquetta.
Grazie sempre di esserci.
A presto :*

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Capitolo 17
*** Cadere ***


Si sentiva tradita, il cuore le batteva forte nel petto e le lacrime pizzicavano i suoi occhi ormai inondati. Il verde dei suoi occhi era ancora piu limpido del solito, sfiorava il colore del mare. La donna che amava le aveva nascosto una parte di lei, le aveva mentito e le aveva spezzato il cuore. Perchè non glielo aveva detto? 
Scosse la testa e spinse la porta con tutta la sua forza, doveva uscire di lì, aveva bisogno di aria. Respirò a pieni polmoni l'aria fredda all'esterno, guardò il cielo pieno di nuvole e pronto a scoppiare in un temporale come quello che aveva dentro lei. Si era illusa di poter essere felice e si era trovata per l'ennesima volta delusa.
****

Alex fece irruzione nell'ufficio del presidente dove Kara era in piedi con il tablet che Lena aveva tra le mani qualche minuto prima, le sue mani tremavano leggermente e gli occhi erano sgranati. 

"Alex..." la chiamò con un soffio di voce.

"Che succede, Kara?" chiese preoccupata.

"Guarda." le disse passando il tablet.
Alex osservò per qualche secondo l'oggetto, quando premette play il video iniziò a riprodursi, il suo sguardò si indurì immediatamente. Il video mostrava il giorno della sparatoria, la velocità di Kara nel fare da scudo a Lena, velocità impossibile per qualsiasi essere umano e soprattutto il proiettile  respinto dalla ragazza senza lasciarle nessun segno.

"Avete fatto entrare un pacco senza il mio permesso o quello di Kara?" chiese duramente premendo sul suo orecchio e contattando dunque tutti gli agenti che stavano perlustrando la casa.

"Agente Danvers, ho portato io il pacco al presidente." disse la voce spaventata di Winn.

"Agente Schott! Ho dato un ordine ben preciso cioè quello di non lasciar passare nulla senza una supervisione dettagliata. La voglio immediatamente nel mio ufficio subito dopo che troveremo il presidente." strinse i pugni e si avvicinò alla bionda. "Kara, la troveremo e potrai spiegarle tutto."

"Spiegarle cosa? Non mi lascerà mai spiegare. Dovevo essere io a dirglielo, non doveva scoprirlo così."

"Ti perdonerà, ne sono certa."

"Prima dobbiamo trovarla." disse con voce triste.

"Dividiamoci, di nuovo. Io vado da Maggie, magari sa dove potrebbe essere andata mentre tu cerca su questo corridoio, ci sono parecchie stanze."

Kara annuì e scattò verso la porta. Grazie alla velocità e alla supervista perquisì  ogni stanza del piano fin quando un ricordo emerse nella sua mente, i fiori, il profumo, la loro serata. Il giardino, ovvio.
In un attimo fu fuori, si guardò intorno e la vide seduta con le ginocchia strette al petto. Tremava, singhiozzava e un brivido di forte dispiacere percorse la schiena di Kara che sentì come una morsa stringergli il cuore.
Si avvicinò a lei delicatamente le poggiò una mano sulla spalla.

"Lena..." disse piano.

"Che cosa vuoi?" rispose nera in volto spostandosi immediatamente per sfuggire al tocco della bionda.

"Ti voglio spiegare."

"Cosa devi spiegarmi? Che mi hai preso in giro in queste settimane?"

"Non ti ho presa in giro." rispose abbassando la testa.

"Chi sei esattamente tu?" la guardò con disprezzo cosa che colpì Kara. "O meglio cosa sei?"

"Che vuoi dire? Sono Kara, la ragazza che hai conosciuto."

"No! Tu...tu mi hai mentito! Voglio sapere cosa sei e che cosa vuoi da me."
Kara sospirò e scosse la testa.

"Voglio solo proteggerti, perchè mi parli così? Soprattutto perchè devo volere qualcosa da te? Vengo da un altro pianeta, è vero, ma non pensavo di vedere questo sguardo da parte tua. Ti batti per gli alieni tu!" le fece notare innervosendosi.

"Mi batto per gli alieni ma non per quelli che mentono e si fingono umani, fanno innamorare le persone e poi gli spezzano il cuore."

"Lena, ho sbagliato a non dirti nulla ma come ti ho detto sono sempre io, Kara!"

"Dovevi essere sincera con me, nella vita fin troppe persone mi hanno mentito. Pensavo di aver trovato la persona giusta, quella di cui potermi fidare, quella che non mi avrebbe mai nascosto nulla e che non mi avrebbe fatto soffrire così. Quando avevi intenzione di dirmelo? Avevo capito che c'era qualcosa di diverso in te ma mi fidavo così tanto che mi convincevo di essere io quella in errore, sicuramente me l'avresti detto pensavo e invece no! Sono state altre persone ad aprirmi gli occhi."

"Ho sbagliato, volevo solo proteggerti. Se avessi rivelato di avere dei superpoteri ti avrei messa in pericolo e soprattutto non mi avrebbero permesso di starti vicina, mi avrebbero studiata."

"Non dovevi rivelarlo al mondo. Dovevi semplicemente dirlo a me, ti ho raccontato tante cose della mia vita e anche cose di cui non vado fiera e tu sei sempre rimasta in silenzio. Mi hai detto dei tuoi genitori ma non so quanta verità ci sia in quello che mi hai detto."

"E' tutto vero." abbassò la testa e gli occhi le divennero lucidi. "I miei genitori sono davvero morti, i sentimenti che provo per te sono reali, è tutto vero."

Lena scosse la testa e fece un passo indietro.

"Voglio che tu vada via." disse piano. "Voglio che tu prenda tutte le tue cose, questa sera stessa non voglio più vederti in questa casa."

Kara sgranò gli occhi.

"Cosa? Ti prego Lena...non puoi mandarmi via." disse prendendole un braccio.

"Mi devi lasciare, non voglio che mi tocchi." scandì le ultime parole. 

"Che ne sarà di noi?" chiese con le lacrime che piano piano le rigavano il viso.

"Nulla, non esiste un noi. Sei stata un errore che riuscirò a cancellare come ho già fatto con gli altri." disse stringendo i pugni. "Adesso vattene."

Kara deglutì.

"Io ti amo." disse piano. "E continuerò a farlo." 
La guardò intensamente ma nello sguardo di Lena c'era il vuoto, un vuoto spaventoso che la fece tremare ancora una volta. 
Ultimi sguardi.
La speranza di Kara, le bastava solo una parola per restare e stringerla tra le braccia, baciarla.
Parola che non arrivò.
Lena con passo svelto superò Kara e rientrò dentro, doveva andare via da lì, non poteva più sostenere tutto quel peso.
Era finita, l'aveva delusa e non l'avrebbe più perdonata. Il cuore di entrambe era spezzato in due, sanguinava come mai prima, si erano stravolte la vita e adesso erano pronte a cadere a pezzi entrambe.
Kara si lasciò cadere sulle ginocchia e lasciò scorrere le lacrime sempre più velocemente.
Come si va avanti con una sola metà di cuore?
 
Eccomiii, scusate davvero il ritardo ma ho avuto dei piccoli problemi. Che mi dite? Un pochino di drama ci sta sempre, Lena è davvero molto arrabbiata e parliamo di pochi mesi...immaginate come sarà felice quando scoprirà nella serie, già piango. Spero abbiate passato delle buone feste :) detto questo vi auguro una buona lettura.

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Capitolo 18
*** Buio ***


Si sentiva completamente a pezzi e a fatica si alzava dal letto, la nazione era in fermento e i giornalisti diventavano sempre più insistenti ma a lei poco importava. Dal giorno del suo compleanno era sparita dalle scene, il party era stato annullato e tutti si chiedevano il motivo. Un presidente non dovrebbe lasciarsi coinvolgere e non dovrebbe mettere avanti a tutto la sua vita privata ma quella volta Lena aveva bisogno di mettere se stessa al primo posto per ricostruire i cocci del suo cuore e non ci stava di certo riuscendo.
Qualcuno bussò alla porta del suo appartamento e lei fece finta di nulla fin quando i colpi di nocca divennero insistenti si alzò svogliata e aprì la porta. Maggie entrò velocemente, era molto arrabbiata e lo si leggeva in viso.

"Dove diavolo sei finita? Avevi una conferenza stampa circa mezz'ora fa." disse guardandola male.

"Mi sono svegliata tardi." fece spallucce.

"Tardi? Ma a chi prendi in giro? Non hai neanche dormito e si vede. Potevi inventare una scusa migliore, usavo questa scusa con mia madre quando non mi alzavo per andare a scuola."

"Almeno tu una madre a cui inventare una scusa l'hai avuta." disse lasciandosi cadere sul divano.

"Lena..." sospirò cercando di calmarsi. "Hai una nazione da portare avanti, tutti dipendono da te e tutti si chiedono dove sei finita! Non esci da questo appartamento da una settimana."

"Lo so! Ma ho bisogno di tempo, va bene?" 

"Sei il presidente degli Stati Uniti! E la donna più forte che conosca, non puoi farti trascinare a fondo per una storiella finita male."

Lena alzò lo sguardo e quasi la fulminò.

"Una storiella finita male? Con lei non era una storiella, io mi sono innamorata come mai prima d'ora. E' quell'amore che arriva di colpo, quello che ti colpisce in pieno e non ti sei spiegare il motivo, quello che ti entra dentro e ti cambia nel profondo. Penserai che sono pazza, in pochi mesi è impossibile e invece è successo e non riesco a perdonarmelo. Non mi sono mai fatta ridurre così, neanche da mia madre." le lacrime scorrevano nonostante lei cercasse di trattenerle.

"Mi dispiace." disse abbassando lo sguardo. "Ma devi andare avanti, Lena."

"Non è così facile." 

"Lo capisco però tu sei forte e devi riprendere in mano la tua vita, hai superato tanti momenti difficili." le disse abbracciandola.

"Sono stanca, Maggie. Sono stanca di fidarmi, sono stanca di essere delusa da chiunque." si strinse ancora di più tra le sue braccia.

"Lo so, tesoro, lo so. Mi dispiace di averti aggredita, se vuoi del tempo lo avrai, proverò a tergiversare e tranquillizzare tutti." 
Lena sentì il disagio della sua amica, le aveva lasciato tutto il peso addosso e questo le provocò un forte senso di colpa.

"Devi fare una cosa per me." disse staccandosi. "Organizza una conferenza per questo pomeriggio, mi presenterò e tranquillizzerò io stessa la gente."

"Ne sei sicura?"

"Sono il Presidente. Ho fatto un giuramento." disse asciugando le sue lacrime

"Riconosco la mia amica adesso." 
Lena sorrise debolmente e annuì.

"Vado a preparare tutto, tu renditi presentabile."

"Non lo sono?" chiese innarcando un sopracciglio.

"Lo sei sempre però è meglio rendersi ancora più presentabili."

Lena scosse la testa e annuì.

"Va bene, vado a farmi una doccia."

******

"Kara, va tutto bene! Lei sta bene, ha solo bisogno di tempo. " alzò gli occhi al cielo dopo averlo ripetuto per la millesima volta, spostò il telefono da un orecchio all'altro perchè le stava andando a fuoco.

"Vengo lì, le parlo e provo a risolvere qualcosa." 

"No, le peggiori le cose venendo qui. Appena ti vorrà parlare lo farà, risponderà alle tue chiamate o in qualche modo ti chiederà di venire." sospirò dopo l'ennesima proposta della sorella.

"Mi manca, Alex." disse con voce spezzata.

"Lo so, Kara...però non puoi continuare a star così, mamma mi ha detto che stai sempre a letto e se non prepara lei da mangiare tu non mangi, cosa vuoi fare? Devi riprenderti, non voglio vederti stare come stavi quando sei arrivata."

"E' difficile, mi sento debole." 

"Non lo sei!" esclamò prima di veder comparire Maggie dalla porta. "Kara, adesso devo andare...promettimi che proverai ad andare avanti."

"Non posso prometterlo."

"Invece devi."

"Va bene, ci proverò. Proteggila sempre, tu."

"Lo farò, a presto sorellina." mise giù e sbuffò.

"Sta ancora messa male?" chiese la bruna.

"Malissimo, sono due donne testarde e molto probabilmente continueranno a star male per non so quanto tempo."

"Hai ragione però oggi Lena ha dato un piccolo segnale di ripresa."

"Si?" chiese stupita.

"Devo organizzare una conferenza per questo pomeriggio."

"Allora io devo preparare il protocollo e distribuire le guardie. "

"Si, dobbiamo sbrigarci." le disse avvicinandosi. "Però prima ho bisogno di questo." le disse poggiandole un leggero bacio sulle labbra.
Alex sorrise.

"Adesso è meglio andare, devo essere più efficente che mai perchè se dovesse accaderle qualcosa mia sorella andrebbe su tutte le furie."

"Tranquilla, sei bravissima nel tuo lavoro."
Sorrisero entrambe.

****

Aveva finito di prepararsi e mancava davvero poco alla conferenza, si sentiva il cuore in gola e sentiva la necessità di prendere una boccata d'aria. Uscì fuori dalla portafinestra e si affacciò dal suo piccolo terrazino che per fortuna dava su una zona isolata. Prese il suo telefono e vide l'ennesimo messaggio da parte di Kara.

'Ho saputo della conferenza, sei una donna forte e sapevo che avresti reagito. Ti guarderò da casa, per punirmi e rendermi conto della persona stupenda che ho perso anche se lo so già. In bocca al lupo, TI AMO.'

Sospirò e asciugò la lacrima che rigava il suo volto, forse era stata davvero troppo dura con lei. L'aveva fatta cacciare e non aveva voluto sentire ragioni e adesso le mancava terribilmente, i suoi occhi blu e la sua voce, le sue mani, tutto. 

'Mi manchi, Kara...' digitò lentamente. "Ti amo anche se dov..." sentì un ronzio strano attorno a lei e si guardò intorno ma non vide nulla, poggiò un momento il telefono e guardò giù, un bagliore le colpì la vista e da bianco tutto divenne nero.
Si sentì sollevare, voleva muoversi ma non ci riusciva, voleva urlare ma anche in quel caso non riusciva, sentì le forze mancare e poi il nulla.


Ma che succede? Ops...qualcosa di bruttino. Eccomi qui con il nuovo capitolo, come sempre vi ringrazio per le recensioni e a voi tutti che leggete questa storia. Spero che questo capitolo vi piaccia, a presto.

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Capitolo 19
*** Paura ***


Maggie si scusò per l'ennesima volta con la folla, scese dal palco e con passo veloce raggiunse l'uscita. Era arrabbiata con Lena, le aveva promesso che si sarebbe presentata e non l'aveva fatto, questa volta l'avrebbe sentita davvero. 
Alex vide la ragazza uscire e dirigersi nervosamente verso l'appartamento del presidente e congedando un agente la raggiunse velocemente, le prese un braccio e la fermò.

"Ehi, ehi. Calma." disse cercando di calmare la donna. 

"Calma? Come faccio a star calma? Mi ha fatto organizzare una conferenza e non si è presentata, adesso deve spiegarmi il motivo! E se non è valido darò le mie dimissioni."

"Maggie, stai esagerando..." sospirò Alex.

"No! Alex, è il Presidente e non una ragazzina alla prima cotta, capisco stare male ma così è troppo." rispose iniziando a camminare di nuovo.

"Magari avrà davvero una spiegazione." la difese Alex seguendo la bruna e aumentando il passo per starle dietro.

"Voglio sentirla!" 

"Eh speriamo...temo per lei." sussurrò la ragazza così piano da non farsi sentire.

"Come?" chiese Maggie lanciandole uno sguardo scuro.

"Nulla, andiamo."

Camminarono velocemente verso l'appartamento e quando furono davanti la porta, dopo aver chiesto alla guardia se Lena era uscita e aver ottenuto un no, Maggie iniziò a bussare forte sulla porta.

"Lena! Apri la porta, non è da te tutto questo." disse cercando di farsi sentire.

"Presidente." chiamò Alex.

"Lena, non sei una bambina, apri questa porta."

Alex guardò dubbiosa verso la ragazza e poggiò l'orecchio sulla porta per capire se la donna era dentro.

"Maggie, credo che non ci sia nessuno dentro."

"Impossibile, hanno detto che non è uscita da qui e non credo sia scappata dalla finestra, sarebbe troppo anche per lei in questo momento." iniziò a preoccuparsi.

"Allontanati e copri le orecchie." disse Alex prendendo la pistola dalla custodia, la puntò e con un colpò la serratura cadde a terra facendo aprire la porta.

"Andiamo." Aggiunse indicandole di restare dietro.

Entrarono e si guardarono intorno, tutto sembrava in ordine e di Lena nessuna traccia.

"Lena." chiamò Maggie iniziando a cercarla nelle altre stanze. "Alex, in camera non c'è."

"Neanche in bagno." disse la ragazza. "Aspetta, questo è un discorso?" chiese prendendo il foglio tra le mani.

"Si, è un discorso." glielo sfilò dalle mani Maggie. "Allora voleva presentarsi." 

Alex non la stava ascoltando, uscì sul balconcino e guardandosi intorno vide il telefono della donna a terra, lo prese e lesse il messaggio che la donna stava scrivendo alla sorella, capì immediatamente che era successo qualcosa a Lena.

"Che hai tra le mani, Alex?" chiese.

"Il telefono di Lena. Stava scrivendo un messaggio a mia sorella." 

"Che...che cosa significa allora?" chiese nel panico.

"Le è successo qualcosa, dobbiamo trovarla. Devo chiamare mia sorella!" disse agitandosi anche lei.

"Tua sorella? Lena non la vuole qui."

"Lei può aiutarci, Maggie." le prese le braccia tra le mani guardandola negli occhi.

"Scusami, è vero. Chiamala." disse cercando di mantenere la calma.

Alex annuì e fece partire la chiamata dal telefono della mora, due squilli e la voce sorpresa della sorella le arrivò alle orecchie. Non voleva crearle altre preoccupazioni ma doveva dirglielo perchè se lo avesse scoperto da terze persone si sarebbe arrabbiata.

"Lena!" disse con entusiasmo. "Non mi asp..."

"Kara, sono io." 

"Alex?" chiese. "Che ci fai con il telefono di Lena?"

"Kara...credo che...che tu debba venire qui." si passò una mano tra i capelli nervosa.

"E' successo qualcosa a Lena?" si mosse velocemente la ragazza.

"Non lo sappiamo, è scomparsa."

"Potrebbe essere andata da qualche parte da sola, no?"

"No, non è uscita dal suo appartamento e abbiamo trovato il suo telefono fuori, ti stava scrivendo un messaggio." 

"Che...che dici? "

"Si, devi venire." 

"Arrivo subito." disse chiudendo il telefono e prendendo immediatamente il volo, non poteva aspettare un secondo di più doveva capire cosa era successo alla donna che amava.

"Devo avvertire gli altri agenti." disse superando la bruna.

"Si, io vado nel suo ufficio, cerco di capire qualcosa."

*****

Aprì gli occhi e si guardò intorno, si sentiva confusa e le faceva male la testa, mosse appena le braccia per rendersi conto che era legata. Cercò di mettere a fuoco il posto ma non riusciva a vedere nulla, sentì la paura crescere dentro di lei. Dove si trovava? Chi le aveva fatto quello? Qualche minuto dopo una luce forte invase i suoi occhi ci mise un po' per vedera una stanza completamente bianca intorno a lei, stanza che conosceva in qualche modo.

"C'è qualcuno?" disse muovendosi sul letto e guardando la telecamera. "Fatevi vedere, bastardi."

"Non farei così tanto la spavalda." 
Quella voce...

"Jack?" sgranò gli occhi.

"Complimenti, proprio io."

"Che cosa significa? Perchè mi hai portata qui?"

"Avrai le tue risposte, non adesso. Riposati." le ordinò con una risatina.

"Aspetta!" si alzò velocemente dal letto. "Devi dirmele adesso." urlò ma senza ricevere nessuna risposta.
Abbassò lo sguardo sulle catene e si abbassò con l'intento di toglierle anche se sapeva che erano tentativi vani, quando provò una scossa la colpì e la fece urlare e cadere sul pavimento, ultima cosa che vide.


****

"Kara, devi essere lucida." le prese un braccio la sorella.

"E' stato quel bastardo, guardalo." disse indicando la televisione. "Vuole prendere il suo posto."
Le immagini di un Morgan Edge che rassicurava la popolazione e che si faceva avanti per prendere le redini scorrevano.

"Non lo sappiamo."

"Io devo andare da lui, gli spezzerò le ossa ad uno ad uno se è necessario. Deve dirmi dove l'ha portata." strinse la mascella.

"Non puoi farlo, Kara. Dobbiamo ragionare."

"Dove ci porta il ragionamento, Alex? Sono passate due ore e non sappiamo nulla di lei, in due ore può succedere di tutto."

"Devi stare calma. La troveremo!"

"La verità è che non dovevo andare via, dovevo restare e cercare di farmi perdonare. Non dovevo lasciarla sola." le lacrime scesero copiose sul suo viso.
"Non posso perderla, Alex."

"Non la perderai." disse la sorella stringendo la bionda tra le sue braccia.


Buongiorno, domenica c'è stato il finale di stagione e io non oso commentare nulla perchè più di brutte parole per gli autori non ho...belle alcune scene e tutto ma una cosa potevano risparmiarla però non dico nulla per non spoilerare. In tutto ciò mi chiedo come farò ad aspettare ottobre per la quinta stagione. Detto questo, drama anche qui, che mi dite di questo capitolo? Vi ringrazio sempre per le letture e i commenti, buona lettura e a presto.




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Capitolo 20
*** Trappola? ***


La paura ti blocca, la paura non fa ragionare e quindi tutta la lucidità che si ha in corpo sparisce. Quando in pericolo c'è la vita di chi ami, non puoi restare fermo immobile ad aspettare, devi agire in ogni modo possibile anche se il modo non ti appartiene. 
Ad occhi chiusi, Kara aveva sorvolato tutta la città cercando di ascoltare qualsiasi richiesta di aiuto ma nessuna era la sua, nessun cuore che batteva era il suo. Erano passate esattamente settantasette ore, ventuno minuti e ovviamente i secondi che scorrevano veloci e rendevano Kara sempre più nervosa.

"Kara, torna qui. Sorvolare intorno la città non ti darà risposte, abbiamo bisogno di te qui." la voce della sorella la raggiunse immediatamente.

"Avete trovato qualcosa?" chiese.

"Forse abbiamo intercettato una chiamata tra Morgan Edge e un uomo, parlano di un progetto ma non è ancora chiaro."

"Morgan Edge è un nemico di Lena e qualsiasi cosa sta facendo devo fermarlo."

"Kara, devi venire qui. E' un ordine." disse la voce autoritaria di J'onn.

"Io non prendo ordini, non al momento." disse stringendo i pugni e aumentando la velocità. 

"Potrebbe essere pericoloso." disse Alex preoccupata. "Ti prego."
Ma ormai non la stava più ad ascoltare, nel giro di qualche secondo atterrò nell'ufficio di quel verme. Quando entrò non sembrava esserci nessuno, controllò ogni angolo con la supervista e sembrava tutto in ordine poi sentì i passi dell'uomo e si voltò verso la porta. Edge non sembrava sorpreso di vederla lì e con il suo solito sorrisino entrò.

"Agente Danvers, che onore. Come mai qui? Non ha da fare con altro."

"Dov'è?" chiese nervosa.

"Di chi parla?" 

"Lo sai di chi parlo, lo sai bene."

"Oh...la Luthor. Non ne ho idea, ha tanti nemici quella donna." prese dei fogli e ci scrisse su qualcosa. "Sto scrivendo un discorso per la conferenza di questo pomeriggio, devo calmare gli animi e prendere le redini di questo paese." 

"Questo Paese ha già un presidente." 

"Scomparso. Magari è scappata a causa dei suoi problemi sentimentali con un'aliena." rise.

Kara scattò in avanti e lo prese per la camicia, lo alzò dalla sedia e lo guardò con gli occhi pieni di rabbia.

"Non ti permettere, sei un verme Morgan Edge e tra i vermi devi stare."

"Peccato che adesso la gente si fida di me e non della tua amata e adesso lasciami, non mi fai paura." mentì.

"Posso spezzarti il collo con un dito o ridurti in cenere." i suoi occhi si illuminarono.

"Non lo faresti mai."

"Perchè non dovrei?" 

"Perchè non rivedresti mai più la tua cara e dolce Lena."

"Dov'è?" urlò questa volta. "Devi dirmelo o giuro..." gli prese il braccio e lo strinse.

"Ferm...ferma!" disse strizzando gli occhi dal dolore.

"Dimmelo." mollò la presa, non era da lei ma in quel momento poco importava.

"Questa sera, nel mio ufficio dopo la mezzanotte. Devi venire da sola e senza la tua furia o davvero non la rivedrai mai più."

"Chi mi dice che questa non è una trappola?"

"Nessuno ma se la ami fai quello che ti dico."

"Va bene." disse abbassando lo sguardo. "Lei sta bene?"

"Sta bene." 

"Lo spero per te." 

"Adesso vattene, ho un discorso da scrivere." riprese il suo sorrisetto.
Kara lo spinse via e avvicinandosi al balcone con uno slancio, volò in alto. Sapeva che poteva essere una trappola ma ci sarebbe andata e senza dire nulla a nessuno. Non le importava della sua vita, le importava di Lena.

********
"Stiamo preparando un dispositivo in grado di cambiare il mondo. La gente ci amerà, libereremo il mondo dalle minacce aliene e da tutte le malattie mortali. Saremo venerati e tutti seguiranno i nostri ordini. " le spiegò Jack.

"A che prezzo? La gente si renderà conto che volete solo usarli come burattini." disse guardandolo schifata. "Si ribelleranno."

"Non potranno." rise. "Avremo il totale controllo mentale."

"Siete dei bastardi." 

"Ma no, tesoro." le disse passandole una mano sulla guancia. 
Con entrambe le mani, Lena tirò un pugno sulla faccia di Jack che immediatamente le afferrò le mani e le strinse.

"Sei una stupida." disse passando una mano sul labbro pieno di sangue. "Potevi essere dalla nostra parte." col dito pieno di sangue le percorse la guancia e rise. "Soffrirai, Lena. Soffrirai tanto."

"Potete uccidermi, non importa." 

"Non sarai tu a morire." rise lui. 

"Che cosa vuoi dire?"

"Vedrai morire la persona che tanto ami, la vedrai soffrire e supplicare."
Il cuore iniziò batterle veloce in petto e le lacrime iniziarono a scenderle copiose.

"Non riuscirete a prenderla."

"In realtà ci siamo riusciti, secondo te perchè sei qui?" 

"Sono l'esca." strinse il pugno.

"Brava, ogni tanto fai uscire il tuo intelletto. Il pesciolino ha abboccato. Ti lascio riposare, sarà una lunga notte questa."

"No ti prego...lasciatela in pace." 

"Ci serve." disse prima di andar via.
Lena scoppiò in lacrime, non poteva accettare una cosa del genere doveva pensare qualcosa.
*****

"Sei stata da Edge, Kara?" disse Alex avvicinandosi alla sorella.

"Si ma non l'ho trovato."

"Hai trovato qualcosa di sospetto nel suo ufficio?"

"No." rispose secca senza guardarla negli occhi.

"Stasera, io e J'onn riascolteremo l'audio cercando di migliorarlo. Sei con noi? Il tuo superudito potrebbe aiutarci."

"Voglio controllare la città di nuovo."

"Kara..." scosse la testa Alex.

"Lasciami fare." 

E con passo veloce si allontanò.


Buongiorno, eccomi qui. Nuovo capitolo e...altri problemi. Sempre sempre presenti. Che mi dite di questo capitolo? 
Buona lettura e vi ringrazio sempre per le recensioni, vi adoro :D

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Capitolo 21
*** Mi fido di te ***


Erano passate ore dall'ultima visita di Jack e Lena era sempre più preoccupata, aveva visto passare qualche guardia ma nessuno le aveva rivolto la parola. Le lacrime erano sparite da un'ora circa, stava cercando in tutti i modi di trovare una soluzione senza far insospettire gli agenti e non era riuscita a concludere nulla e questo faceva crescere in lei un senso di impotenza. La notte era ormai calata e sicuramente la mezzanotte era passata da un paio di ore, Lena si era lasciata cadere sul pavimento rassegnata. Alzò lo sguardo quando sentì un rumore e delle voci soprattutto una voce che conosceva molto bene, si alzò e raggiunse le barre della sua cella e sbarrò gli occhi quando vide Kara ridotta molto male.

"Kara!" la chiamò e un Jack compiaciuto la guardò.

"E' troppo debole per parlare, le ultime parole le ha sprecate qualche minuto fa." rise.

"Lasciala andare, verme!" 

"E se non  lo facessi?" rise ancora.

"Te la faccio pagare, Jack! E sai che posso farlo." lo minacciò.

"Se ti uccido non potrai far nulla, ti conviene star zitta."

"N...o, no...n puoi fa...rle del m...ah" disse accasciandosi a terra Kara, le forze le mancavano sempre di più e Lena sentì un dolore forte al petto. "...male." terminò la frase nonostante il poco fiato.

"Siete ridicole." scosse la testa lui.

"Questo è l'amore, Jack. Quello che non hai mai ricevuto tu." disse con disprezzo. "Mi dispiace aver perso del tempo, tornassi indietro non rifarei lo stesso errore."

"Stai zitta." urlò, puntandole la pistola.

"Fallo, dai. Ma sono certa che ti hanno ordinato di non uccidermi."

Jack scosse la testa, sbuffò e abbassò l'arma come Lena aveva immaginato.

"Un piccolo uomo come te sa solo stare dietro gli altri." lo provocò lei.

"Non provocarmi, Luthor." disse sfiorando la pistola.

"Non mi fai paura, quante volte devo dirtelo?" 

Jack la guardò con aria di sfida e si voltò verso la bionda, le prese i capelli e li tirò indietro. Kara si lasciò sfuggire un gemito di dolore.

"Potrei ucciderla con un solo colpo."  le disse.

"Lasciala stare." alzò la voce.

"Perchè?" strinse ancora di più i capelli e la fece prima inginocchiare e poi le assestò un calcio alla pancia, Kara si contorse dal dolore e poi svenne. "Debole la ragazza, tutti questi superpoteri e poi?" 

"Sei un bastardo." strinse i pugni Lena.

"Mettetela nella cella." disse sorridendo.

Gli agenti annuirono. "Sarò sotto gli ordini di qualcuno, è vero, ma tu qui non vali nulla presidente." disse con tono beffardo.

Lena provó un senso forte di odio nei confronti di quell'uomo, se avesse avuto la possibilità l'avrebbe steso con dei pugni. Jack finalmente decise di andar via e Lena si avvicinò alle barre della sua cella e guardó Kara, le lacrime iniziarono a scenderle copiose. Era ridotta male, davvero molto male. Kara era stesa sul pavimento con diverse ferite sul volto, sulle braccia e tutto il resto del corpo e sicuramente per riprendere i sensi ci sarebbero volute delle ore ma Lena sarebbe stata lì ad attenderla.

Qualche ora dopo, come previsto, Kara iniziò a muoversi.

"Kara!" la chiamò Lena. "Ehi Kara."

"Lena..." sussurrò piano.

"Sono io, amore mio." disse allungando la mano come a volerla toccare ma ovviamente non era possibile, la cella della bionda era di fronte la sua e ovviamente il corridoio le divideva. "Non dovresti essere qui." disse trattenendo a stento un singhiozzo.

"N... O, sono nel posto giusto." disse a fatica. "Non... devi piangere, ti prego." disse guardandola e alzando leggermente la testa.

"Come faccio a non piangere vedendoti cosi?" chiese.

"Se crolli anche tu da qui non usciamo vive." deglutì.

"Allora non crolleró." le disse asciugandosi le lacrime. 
Kara sorrise e cercó di tirarsi su a fatica e dopo mille peripezie sotto lo sguardo attento di Lena. 

"Perché i tuoi superpoteri non funzionano adesso? Dovresti essere indistruttibile. " osservò. 

"Vedi questa?" disse indicando una pietra verde legata alla sua caviglia. "È kriptonite, il mio punto debole. Mi rende umana." 
Lena osservò la caviglia della bionda e sospirò. 

"Dobbiamo trovare un modo per andare via o ci uccideranno entrambe." 

"Posso... Provare a toglierla." disse allungando le mani verso la bellissima cavigliera contornata di kriptonite, appena poggiò le mani il viso si riempì di linee verdi e una forte scossa le colpì le mani. 

"Sta ferma, Kara. Non puoi toccarla, ti fai solo del male, se provi a toccarla il suo potere si accentua." osservò. 

"È vero." abbassò lo sguardo la bionda. 

Lena si fermò un attimo a riflettere e poi alzò lo sguardo. 

"Ha una chiusura questo aggegio?" le chiese. 

"Sì, serve una chiave... Immagino." 

"Riesci a muoverti verso di me? Voglio vedere meglio." 

Kara annuì e spostò la gamba più vicina alle sbarre mostrandole la chiusura. 

"Se la forziamo con qualcosa potremmo aprirla." disse estraendo una forcina dai suoi capelli, Kara la guardò innarcando un sopracciglio. "Ho provato a forzare già la serratura della cella, è impossibile forzarla. Con quella serratura, invece, potremmo riuscirci. Non sono poi così astuti." le spiegò Lena. 

"Proviamoci. Mi fido di te." 

"Anche io mi fido di te." disse guardandola intensamente negli occhi, l'aveva perdonata questo era certo e un'altra cosa certa era che entrambe si amavano alla follia e avrebbero rischiato la vita l'una per l'altra. 

"Io controllo il movimento delle guardie." disse Kara. 

"Passano ogni quarantacinque minuti. In teoria dovrebbero ripassare tra ventidue minuti e conto di essere già fuori di qui." disse avvicinandosi al letto. 

Kara sorrise stupita, quella donna era un genio. 

"E le telecamere?" chiese poi alzando lo sguardo. 

"La spia rossa è spenta, in questo momento sono disattivate e conoscendo quel paranoico di Jack starà facendo un resoconto dettagliato al suo grande capo." 

"Edge." strinse i pugni Kara. 

Lena si voltó a guardarla. 

"Ci occuperemo anche di lui, dobbiamo solo uscire." 

Kara annuì e Lena si mise a lavoro con quello che nella cella trovava. 

Diciassette minuti dopo Kara aveva tra le mani l'oggetto che poteva liberarle entrambe. 

"Abbiamo tre minuti per scappare." la informò Lena dopo essersi assicurata che le telecamere fossero ancora spente. 

"Posso farcela." 

"Ne sono certa." 
Kara prese la forza necessaria guardando gli occhi di Lena, annuì e si concentrò sulla serratura dell'oggetto che conteneva la kriptonite, togliendosela dal piede avrebbe riacquisto parte dei suoi poteri e seppur debole sarebbero potute scappare. 
I minuti scorrevano veloci e la debolezza di Kara non aiutava. 

"Ehi, puoi farcela. L'hai detto tu stessa e io credo in te." 

"Non sono più sicura." disse con le lacrime. 

"Amore, guardami un attimo. Tu puoi farcela." disse cercandole di trasmettere la sua forza, Kara la fisso un momento poi annuì. 

"Usciremo di qui." mosse con più forza la forcina all'interno della serratura e con uno scatto si aprì, Kara si alzò a fatica in piedi e con un calcio allontanò la kriptonite. 

"Visto?" disse felice la mora. 

"Si." sorrise. "adesso devo aprire la porta." 

"Sono sicura che ce la farai, abbiamo ancora un minuto e mezzo." 

Kara annuì, sentiva già la forza crescere, si avvicinó alle sbarre e provó a forzare ma nulla, si concentrò e provó più volte e quando stava per rassegnarsi un rumore sotto le sue mani le fece acquisire fiducia e concentrandosi riuscì ad aprire la sua cella. 

"Ci sei riuscita." sorrise entusiasta Lena. 

"Adesso ti libero." si avvicinò alla sua cella. 

"Hai poca forza ancora, Kara. Non sprecarla adesso." 

"No, se tu non vieni con me io non vado via." 

Si concentrò nuovamente e provò di nuovo. 

"Stanno arrivando, scappa." 

"No!" e con rabbia forzó ancora la barre e riuscì ad aprirla. 

  - Stanno scappando!! - 
  

"Andiamo." Lena le afferrò la mano e inizió a correre verso la parte opposta delle guardie ma di lì a breve quel posto ne sarebbe stato pieno.

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Capitolo 22
*** Insieme ***


Correre per Kara era diventato praticamente impossibile, sentiva le gambe sempre più pesanti e il cuore aumentare i battiti sempre di più. Lena la stava praticamente trascinando tenendola per mano, svoltarono l'angolo superando una porta che si stava per chiudere di fronte a loro, Lena si bloccò davanti i comandi e iniziò a smanettare con essi. Inserì una serie di numeri che fece richiudere la porta che stava per riaprirsi per dar spazio alle guardie.

"Resterà bloccata per cinque minuti, abbiamo del vantaggio." Informò la sua compagna.

"Come hai fatto?" Chiese la bionda sbalordita dalla sua donna.

"Ci sono tante cose che non sai di me, Danvers." Sorrise riprendendole la mano.

"Hai ragione, però so che sei fantastica."

"I complimenti lasciamoli per dopo, andiamo adesso."
Riprese la loro corsa però più aumentava la velocità più Kara si sentiva un peso per la mora perché la stava rallentando e non poteva permetterlo quindi si fermò al centro del corridoio.

"Che cosa fai, Kara? Dobbiamo andare, ci stanno seguendo." Le strattonò la mano lei.

"Io non riesco più a correre, tu scappa, ti prego." Sospirò la bionda.

Lena scosse la testa convinta, non sarebbe andata da nessuna parte senza di lei. Non poteva e non voleva.

"Se tu non vieni con me, io resto qui." Le strinse la mano con forza.

"Devi scappare, Lena. Vattene via." La spinse con poca forza.

"Ti ho detto di no." Era convinta.

"La porta si sta per aprire, Lena. Non mi perdonerei mai che ti succedesse qualcosa."

"Io invece? Non lo farei neanche io."

"Ma io ho anche un incarico da rispettare, ho fatto una promessa."

"Anche io ho fatto un giuramento, ho giurato di mettere il popolo davanti a me sempre e tu sei una parte di questo popolo. Resto al tuo fianco."

Sentirono la porta aprirsi e le guardie nel giro di pochissimo le circondarono, Kara cadde sulle ginocchia. Non voleva questo, voleva salvarla e non era stata in grado, si sentiva sconfitta e distrutta.

"Adesso ve la vedrete con Edge, dovrete supplicarlo. L'avete fatto arrabbiare molto."

"Non me ne importa nulla di quel verme."
La guardia le strinse il polso facendole male, strinse gli occhi e gemette dal dolore.

"Non farle del male!" lo fulminò Kara.


"Che vuoi fare, biondina?" La prese in giro. "Non sei nulla senza poteri, non puoi farmi nulla." Strinse ancora di più il braccio di Lena che gettò un urlo.

"Adesso basta, non fate gli sbruffoni. Edge le vuole vedere vive e sane entrambe." Disse Jack facendosi spazio tra le guardie.
Loro annuirono e con la forza Kara e Lena vennero spinte verso una porta. Di lì a breve si sarebbero trovate di fronte ad Edge.




Alex entrò nella sala, era davvero nervosa ed erano ore che non sapeva nulla della sorella e più i minuti passava e più lei si disperava.

"Calmati, Alex." Le posò una mano sul braccio Maggie. "Dobbiamo essere lucide."

"Non ci riesco, okay? Potrebbero essere morte entrambe. Posso dire di aver fallito sia come capo della sicurezza sia come sorella." Abbassò lo sguardo.

"Basta piangersi addosso, Danvers! Non ti facevo così, non ti sei mai arresa e ti ho scelta per questo oltre che per la tua bravura." J'onn entrò nella stanza incoraggiandola. "Le troveremo."

"E come?" Chiese lei.

"Ho messo un chip su tua sorella prima di farvi partire, sapevo che sarebbe finita nei guai, mette troppo il cuore quella biondina e quello è il suo punto debole, indistruttibile fisicamente ma ha troppo cuore. Tutti abbiamo un punto debole. Adesso le localizziamo."

"Perché non l'hai detto prima J'onn? Potrebbero essere già morte." Strinse i denti.

"Sono vive."
Si avvicinò al tavolo e posò il pc su di esso. Le indicò il monitor con la frequenza cardiaca della ragazza.

"Tu...Io non capisco."

"Aveva bisogno di tempo e fiducia, è stata sfortunata."

"C'è della kryptonite, vero?" Disse guardando il monitor.

"Si, ha bisogno di noi. Adesso è il momento di andare."

Alex scosse la testa contrariata, non sopportava il fatto che J'onn poteva di certo salvare prima le due donne e invece aveva perso del tempo prezioso ed era sicura di non perdonarlo se solo fosse successo qualcosa alla sorella.
Impugnò la sua arma e seguì il suo superiore.

"Vengo con voi." Disse Maggie.

"Non dire stupidaggini, resta qui." La bloccò Alex.

"So il fatto mio, Danvers. Voglio salvare la mia migliore amica."

"È pericoloso."

"A me piace il pericolo, in caso contrario non sarei qui al servizio di una Luthor."

"Si però..."

"Andiamo, Danvers, voglio venire."

"Prendi questa allora." Alex le passò una pistola. "E fai attenzione."

"Promesso."

Uscirono tutti con un'unica consapevolezza, dovevano riportare a casa Kara e Lena il prima possibile.







Buonasera a tutti (?) O forse dovrei darvi la buonanotte, scusate l'assenza ma ho avuto un piccolo blocco poi la mancanza delle due protagoniste, il lavoro, gli impegni vari hanno gravato tantissimo. Prometto che porterò al termine questa storia e magari ne inizierò un'altra (vedremo). Sono davvero curiosa di vedere la prossima stagione di Supergirl, a parer mio ci faranno penare molto però noi dobbiamo essere tenaci. Vi lascio a questo capitolo, commentate e fatemi sapere. A presto.

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