Lo stupore della volpe

di zamy88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buio ***
Capitolo 2: *** Ciondolo ***
Capitolo 3: *** Caffè d'asporto ***
Capitolo 4: *** Incontro ***
Capitolo 5: *** Diamoci del tu ***
Capitolo 6: *** Sospetti ***
Capitolo 7: *** Fuoco alle polveri ***
Capitolo 8: *** Sapere è potere... A volte. ***
Capitolo 9: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 10: *** La resa dei conti ***



Capitolo 1
*** Buio ***


Angolo autore
Saaaalve a tutti!
Questa sarà la prima e unica volta che metterò le note ad inizio capitolo: volevo fare una piccola prefazione prima del vostro tuffo nel racconto.

Innanzitutto, questa è la prima storia che provo a scrivere (per lo meno seriamente): ho deciso di buttarla giù dopo una lunga riflessione, a seguito di uno scambio di messaggi col buon vecchio Plando, dove mi invitava a provarci, giusto per divertimento.
Come alcuni di voi sapranno, sono ormai un lettore abbastanza anzianotto, era giunto il momento di saltare la barricata e prendermi pure io qualche insulto!

Detto questo, non ho idea della frequenza a cui riuscirò ad aggiornare la storia, né se riuscirò a finirla: ne ho in testa una che non dovrebbe durare troppo (le ultime parole famose, vero?), spero di riuscire a farcela e che il risultato sia piacevole.
In caso contrario, sentitevi OBBLIGATI ad insultarmi.

Passiamo ora alla storia, che si apre con una scena che incontremo più volte nei prossimi capitoli: un volpide di nostra conoscenza che macera sé stesso al buio.
Questo episodio sarà il più breve di tutti, giusto un prefazione per entrare nel mood (e, con la scusa, prendere mano col processo di pubblicazione ;P).
Buona lettura!

Zamy




Cap. 1: Buio

Stava lì, seduto al buio, un braccio appoggiato pesantemente sul tavolo alla sua sinistra, immobile nel suo appartamento.
La sua folta e soffice coda rossiccia gli girava attorno alla vita, terminando sull'addome: aveva sempre assunto quella posizione, fin da quando era cucciolo, ogni volta che si era ritrovato solo a rimuginare sulle cose che lo rendevano triste. A pensarci bene, aveva probabilmente cominciato quest'abitudine quando suo padre se n'era andato quando era piccolo, abbandonando lui e sua madre: la sensazione del tocco caldo e leggero della sua coda lo rincuorava sempre un pochino.
Forse era per questo che la curava in maniera quasi maniacale, dopotutto: semplice compensazione.

Nicholas Piberius Wilde girò impercettibilmente la testa verso il telefono, appoggiato sul tavolo con lo schermo spento: riusciva a malapena a distinguerne la sagoma, nonostante la sua capacità di vedere al buio.

"L'ho combinata grossa questa volta." mugugnò tra sé e sé "Scusami, Carotina."

"Del resto, non è neanche del tutto colpa mia... Se solo non si fosse intromesso quel figlio di una donnola di Marty non mi troverei in questa situazione del cazzo." aggiunse nella sua testa.



Quanto malediva il giorno in cui l'aveva conosciuto.
O per meglio dire, il giorno in cui Judy l'aveva incontrato.

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Capitolo 2
*** Ciondolo ***


Cap. 2: Ciondolo

Nick e Judy erano in servizio e si trovavano seduti dentro la volante, ovviamente con la coniglietta alla guida. Avendo tutta l'intenzione di fare una breve pausa, si stavano dirigendo verso un bar del centro da quelle parti: l'unica concessione che la volpe era mai riuscito ad ottenere dalla coniglietta durante l'orario lavorativo (una misera pausa di 5 minuti in cui Nick beveva sempre un succo di mirtillo e Judy un succo di carota), ormai era diventata una piccola abitudine per loro.


"Hey Nick! Che hai oggi? Sei stranamente silenzioso."

Il volpacchiotto non rispose, era immerso nei suoi pensieri. Con la zampa destra nella tasca, stava giochicchiando con una piccola scatoletta, contenente un ciondolo: aveva passato mesi a cercarlo, visitando tutte le gioiellerie della città e dando fondo alle sue vaste conoscenze per cercare esattamente quello che voleva.
Alla fine si era arreso, e se l'era fatto costruire da un suo vecchio "amico", un alce molto abile con l'oreficeria, sia a produrla che a farla sparire.
Si trattava di un piccolo pendente in oro bianco, a forma di carota, con in cima due pietre a mo' di foglioline, di un viola intenso, come gli occhi della coniglietta a cui era destinato. Se l'era fatto pagare una vera fortuna, quel vecchio bifolco, però aveva fatto veramente un ottimo lavoro, era esattamente come Nick lo voleva.

Era da tre giorni che se lo trascinava dietro, cercando il coraggio di regalarlo alla sua Carotina, chiedendole di uscire, e non come semplici amici stavolta.

Ormai era più di un anno che dissimulava il fatto di essere innamorato di lei: non le aveva ancora detto niente in parte perché terrorizzato da un suo eventuale rifiuto, in parte per orgoglio.
Figurarsi, lui, che aveva sempre avuto a disposizione tutte le femmine che desiderava, che cadevano ai suoi piedi con un semplice sguardo ammaliatore, doversi esporre e fare il primo passo?
Giammai!
Però più il tempo passava, e più si rendeva conto che per certe cose quella coniglietta era veramente ottusa.
Certo, andava considerato che lui era un ottimo attore, ma davanti all'esuberanza di lei non riusciva sempre a tenere su la maschera, tanto che persino quell'idiota di Clawhauser, a giudicare dalle frecciatine che ogni tanto gli riservava lontano dalle orecchie di Judy, doveva aver mangiato la foglia.
Probabilmente lei non avrebbe mai lontanamente considerato la cosa senza una piccola spintarella, e più il tempo passava, più rischiava di perdere l'occasione.

Ecco quindi che, come detto, da tre giorni si trascinava dietro quel regalo cercando di raccogliere il coraggio e aspettando l'occasione adatta per aprire la sua dannata bocca e darle la scatoletta


"NICK!"
"Eh? Cosa?" disse riprendendosi dal torpore dei suoi pensieri.
"Ecco, per l'appunto. Si può sapere che hai? Sei distratto ultimamente."
"Niente di che Carotina, sono solo un po' stanco... Sarà il cambio di stagione." rispose senza voltarsi.

Una piccola pressione a lato della fronte lo colse impreparato.
"Ma che diavolo..." voltandosi, si trovò muso a muso con la sua partner, col cuore immobile come un inutile sasso.

"Ca-ca-carotina, ma co-cosa..." farfugliò, rendendosi conto di essere stato appena baciato sulla testa.
"Beh, che c'è? Stavo solo controllando se hai la febbre."

Ecco, appunto. Era così spontanea da non rispettare neanche i suoi spazi personali, cogliendolo di sorpresa e uccidendolo ogni volta: una vera tortura, uno dei motivi per cui cominciava a non poterne più di aspettare e far finta di niente.

"No che non ho la febbre Carotina, dovresti pensare a guidare piuttosto." rispose mentre il cuore riprendeva con fatica a battere.
"Guarda che ormai sarà un minuto che siamo fermi: siamo arrivati, volpe ottusa!"


Nicholas smontò silenziosamente dall'auto e si avviò verso il bar.

"Visto che dormi in piedi, oggi ci rimangono solo quattro minuti per la pausa."
"Ma dai, non puoi essere sempre così implacabile..." rispose aprendo la porta per entrambi.

"Buon pomeriggio agenti, il solito?" chiese loro il barista vedendoli entrare.
"Si, grazie Thomas." risposero in coro accomodandosi al loro tavolo.


Qualche istante dopo, mentre sorseggiavano il loro succo, Nick si aggrappò sotto al tavolo con le unghie di una zampa, prese un bel respiro e disse:
"Dimmi un po' Carotina, hai da fare stasera?"
"...beh, a dire la verità... si." rispose lievemente imbarazzata Judy.
"Ottimo, perché stavo pensan... No aspetta, cosa?"
Questa proprio non se l'aspettava. Non si era ancora fatta molti amici, stranamente, e spesso se non uscivano assieme loro due, non aveva molto altro da fare.
Dissimulando la cocente delusione, esagerò teatralmente la sua sorpresa per poi mutare l'espressione in un sorrisetto sornione ed indagatore.

"Dica un po', agente Hopps, c'è qualcosa che mi sta nascondendo?" la punzecchiò.
"Ecco..." rispose lei fissandosi le zampette, strette attorno al bicchiere "in effetti, si."
"Carotina, non mi starai organizzando una truffa o una rapina vero?"
"Certo che no, volpe ottusa... Io, ecco..." tentennò.
"Eddai, non farti pregare, sputa il rospo. Già dovrei ritenermi offeso che hai provato a nascondermi qualcosa, quindi datti una mossa. Anche perché... " aggiunse guardando l'orologio "ormai ci resta solo un minuto di pausa" la provocò.
"..."

Nicholas la stava fissando mantenendo la sua migliore faccia da schiaffi, ma dentro di sé stava urlando: oltre al tentativo fallito, aveva l'impressione che il seguito della discussione non gli sarebbe piaciuto neanche lontanamente.

"Ecco, vedi... Non ti ho detto nulla perchè... si, insomma, non è niente di che, almeno per il momento, però... Da un paio di settimane ho cominciato ad uscire con un ragazzo."



Eccola lì: la sfortuna che con un ghigno malvagio gli poggiava la mano sulla spalla, per poi avvolgerlo in un abbraccio soffocante manco si trattasse della morte in persona.

Aveva aspettato troppo.
"Brutto idiota di una volpe ottusa"







Angolo autore

Ed eccoci col successivo, già il giorno dopo. Questa prima parte della storia mi viene facile, avendoci già rimuginato fin troppo.
Non siamo ancora alla lunghezza che ritengo ideale, ma con calma mi ci avvicinerò man mano, anche se non raggiungerò mai sicuramente le 20-40 pagine di media a capitolo di qualcuno :P

La storia ormai comincia ad avviarsi, giù con le critiche e fatemi sapere dove migliorare :)

Ringrazio intanto Plando per l'ennesimo incoraggiamento. Al prossimo capitolo!



Zamy

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Capitolo 3
*** Caffè d'asporto ***


Cap. 3: Caffè d'asporto

"Scusa tanto Carotina, ma prima di andare faccio un salto in bagno." disse alzandosi lentamente.



Thunk thunk thunk
"Stupido, stupido, stupido!" disse a sé stesso tirando una ventina di testate contro il muro.
Si prese qualche istante ancora per sistemarsi la divisa e riprendersi dallo shock, poi uscì e ringraziò il barista, lasciando una banconota da 10 Paws sul bancone.

"Vogliamo andare, mylady?" disse quindi sorridendo a Judy, tenendole aperto la porta e facendo un inchino appena accennato.
La coniglietta lo superò ridacchiando e si diresse verso la volante.
"Oh, che gentilmammifero!" lo canzonò nel mentre.
"Ma certamente!"

"Piuttosto..." aggiunse rimontando in auto "Com'è questo mammifero?"
Aveva decisamente voglia di farsi del male: tanto ormai... E poi, era curioso di saperne di più su chi era riuscito a soffiargliela da sotto al naso.
"Si chiama Marty. Diciamo che è gentile, e sa essere parecchio di compagnia, anche se a volte è un poco permaloso. Tra l'altro ha veramente una bella pelliccia."
"Sai..." aggiunse un attimo dopo, con un ghigno malizioso "a pensarci bene, detta così, per certi versi ti assomiglia"

"Ma porc... Me lo fai apposta, vero?"
"Mmh-mmh" annuì lui inforcando gli occhiali da sole.

"Ah, e ovviamente è un coniglio" disse mentre si fermava al semaforo.

"Ecco qua, come temevo. Come posso competere con uno della sua stessa specie? Caro il mio signor Piberius, lei è totalmente fregato."
"Ma davvero? Con quel nome pensavo più ad un leone marino"
"Ma va... Non sono mica un pinguino!" rispose lei ridendo.

Mentre ripartivano, Nick si voltò alla sua sinistra per osservarla meglio: sembrava contenta, tutto sommato era già qualcosa. Se la faccenda era seria, non avrebbe potuto fare altro che farsi da parte.
"E dimmi un po', come vi siete conosciuti?"
"Nella metro, quasi tre settimane fa, il giorno che sei scappato via appena finito il turno per andare in quella catapecchia, che alcuni chiamano palestra, per allenarti coi guantoni."

La volpe sgranò gli occhi, e sollevò gli occhiali da sole per guardarla meglio.
La coniglietta, con un sorriso saccente e divertita dallo sguardo del suo amico, disse poi: "Mi sembra che il proprietario si chiami Buck, Butch, o qualcosa di simile... Sbaglio, ROSSO?"
"Ma... Ma come..."
"Come faccio a saperlo? Semplice: credevi non mi fossi accorta dei lividi che avevi tentato di nascondere? Soprattutto quando ti sei ritrovato per la prima volta contro il capitano, se ne intravedevano veramente parecchi sotto al pelo.
Diciamo che volevo capire che stavi combinando, e ho indagato un poco: mi è stato facile scoprire tutto."
"AH! La solita coniglietta acuta." rispose abbassando nuovamente gli occhiali nella loro posizione, e riaccomodandosi sullo schienale del sedile "Anche se avresti potuto semplicemente chiedermelo."
"E perdermi la faccia che hai appena fatto? Non potrei mai!" lo canzonò.

"Comunque, stavo dicendo... Finito il turno, dopo che tu sei scappato via salutando a malapena, ho preso la metro per tornare a casa, quando mentre uscivo Marty mi è involontariamente venuto addosso, sporcandomi col caffè d'asporto che stava tenendo in mano."

"Un classico. Sarei curioso di sapere quanto sia stato involontario."

"Mi immagino la scena, ti ci vedo perfettamente: arrabbiata, con le punte delle orecchie rosse, che demolisci il pavimento tamburellandolo forsennatamente con la zampa sinistra mentre lo fulmini con lo sguardo."
"Più o meno..." rispose Judy imbarazzata "Diciamo che ha capito di averla fatta grossa.
In ogni caso, mi ha chiesto se per scusarsi poteva offrirmi un caffè o un gelato, e mi ha dato il suo numero di telefono. Ci ho pensato su un paio di giorni e alla fine ho accettato.
Poi sai, una cosa tira l'altra, e ecco... Stasera usciamo per la terza volta."

"Mpf, forse tutto sommato faccio ancora in tempo a combinare qualcosa."
"E dimmi, non sono affari miei, ma... A che punto siete col vostro rapporto?"
"Beh, definirlo rapporto forse è esagerato" rispose mentre parcheggiava l'auto al suo posto nel cortile della centrale "Però finora posso dire che tutto sommato... Mi piace." concluse spegnendo la macchina per poi voltarsi verso il suo collega con un sorriso a 28 denti.

"O forse no."


Smontando dall'auto, Nicholas prese una decisione: avrebbe scoperto il luogo dell'appuntamento, e sarebbe capitato lì per puro caso.
Voleva proprio vederlo in muso, questo coniglio di nome Marty.










Angolo autore

Eccoci qua col terzo capitolo, ormai stiamo entrando nel vivo della storia.
C'è anche il primo cameo in onore di una storia di questo fandom che ho apprezzato parecchio.

Io le storie le leggo sempre dal telefono, sto cominciando a chiedermi come viene la formattazione su PC: per quelli di voi che lo fanno, com'è? Decente o quasi illeggible?
In ogni caso, col senno di poi, probabilmente avrei dovuto unire il capitolo precedente e questo, ma ormai, il danno è fatto. Mi servirà di lezione per i prossimi capitoli.

Devo dire comunque che ora che vedo le info sulle storie, ci sono molti più lettori di quello che credevo! Per carità, alcuni accessi saranno dei motori di ricerca, ma cavolo, non sono pochi comunque, mi fa molto piacere la cosa!

Detto questo, alla prossima!

Zamy

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Capitolo 4
*** Incontro ***


Cap. 4: Incontro

Era un bel po' che rimuginava su come scoprire i dettagli dell'appuntamento di Judy. Avrebbe potuto sbirciare il suo telefono oppure semplicemente seguirla per il resto della giornata, ma era troppo rischioso: se fosse stato beccato sarebbe stato in guai grossi, nulla al confronto degli allenamenti massacranti che gli faceva seguire; il solo pensarci gli provocava dei brividi gelidi lungo la spina dorsale.
Oltretutto, punizione a parte, sicuramente Carotina avrebbe fatto in modo di impedirgli qualsiasi ulteriore tentativo: ci avrebbe solo rimesso.

Si era ormai preparato per tornare a casa, rassegnato a rinunciare ai suoi propositi, quando passando davanti alla reception...

"UN MOMENTO! Potrei provare a chiedere a Ben, è un impiccione di prima categoria e origlia sempre tutte le conversazioni che si ritrova a portata d'orecchio! Con un po' di fortuna..."
Si voltò quindi verso il bancone, e si avvicinò al ghepardo sovrappeso, che in quel momento stava spaparanzato con le cuffie nelle orecchie, le zampe posteriori appoggiate al bancone, chissà come, sporche di zucchero a velo.
"Verrebbe da chiedersi se è più probabile che abbia rinunciato a togliersi lo zucchero di dosso, oppure non se n'è ancora accorto e non si è ancora succhiato le zampe solo per quel motivo." pensò Wilde alzando un braccio e agitandolo per attirare l'attenzione di Clawhauser.
"Oh! Ciao Nick!" disse cercando di nascondere le cuffie alla velocità della luce.
"Ciao Ben. Senti, ho il telefono scarico e Judy è già uscita, per caso sapresti dirmi dov'era diretta?"
"No, mi dispiace ma non mi ha detto nulla, presumo a casa come al solito comunque." rispose sorridendo bonario.
"Vabbuono, io ci ho provato..." pensò già girandosi per andare via. Ma mentre stava per salutare...
"Però ora che mi ci fai pensare..."
"Si?" chiese speranzoso, quasi appendendosi al bancone.
"...credo di averla sentita al telefono oggi pomeriggio mentre prenotava un tavolo in un locale per stasera, mi pareva fosse il PuurTwo. Lo conosci?"
Un ghigno vittorioso sul volto: ora sapeva dove andare.
"Certo che si! Ti devo un favore." gli rispose correndo verso l'uscita.
A pensarci bene, quella palla di lardo sembrava fosse inutile (se non per strapparti un sorriso all'arrivo in centrale, e non certo per le sue battute) ma anche stavolta, come in più di un'occasione, si era rivelato in possesso di informazioni utili. Addirittura, qualche settimana addietro, aveva dato loro un indizio importante riguardo un caso che stavano seguendo; sapeva del suo passato come smanettone dei computer (anche se ancora faticava a crederci), ma qui la cosa cominciava ad essere quasi sospetta, prima o poi avrebbe approfondito la faccenda.


Eccolo lì, il PurrTwo: un pub modesto, ma con ottime birre e panini più che decenti. Il suo punto di forza erano gli interni completamente in legno (cosa che lui adorava), oltre agli orari spesso più che prolungati: una manna dal cielo per animali notturni come lui; ultimamente fin troppi locali erano finiti in gestione a delle prede, lasciando ben poca scelta a chi cercava un bicchiere dopo una certa ora.
Questo locale, in particolare, era gestito da due gatte sulla quarantina: si vociferava avessero una relazione tra loro, ma lui non ne era molto sicuro visto che una decina di anni prima una di loro ci aveva palesemente provato con lui, poco dopo che aveva cominciato a frequentare questo posto.
E, non ditelo in giro, ma dopo non molto tempo aveva ceduto alle sue lusinghe e accettato.
Diciamocelo: aveva qualche anno in più di lui, ma anche parecchio fascino. Era stata la sua prima volta con un rapporto interspecie, e si era divertito un mondo.
Ma stiamo divagando.
Dopo essersi guardato attorno, ed aver appurato che non c'era traccia in tutta la piazza del coniglio che gli interessava, decise andare ad attendere su una panchina molto laterale e poco illuminata, grazie alle fronde dell'albero piantato lì a fianco.
"Benissimo: piccioncini, vi aspetto. " pensò sedendosi.


"... e ci ha messo ben 20 minuti solo per sporgere la patente! È stato semplicemente terribile."
Era la voce della sua Carotina, ne era certo: l'avrebbe riconosciuta anche nel bel mezzo di un concerto di Gazelle. Si voltò verso la provenienza del suono, e vide due conigli che, chiacchierando, si stavano lentamente avvicinando all'entrata del locale.
"Bene Wilde, si va in scena!"
Si avvicinò normalmente, come se il suo obiettivo fosse entrare nel pub, mentre li osservava di sottecchi: la sua coniglietta era più bella che mai, aveva giusto un leggerissimo velo di trucco che faceva risaltare i suoi occhi (come se ce ne fosse stato bisogno!).
E poi, l'altro.
Le camminava di fianco, guardandola e ridacchiando per quello che Judy gli stava raccontando: siccome si stava avvicinando quasi da dietro, rispetto a come era voltato lui, da quella angolazione non riusciva a vedergli il muso. Poco male, avrebbe rimediato subito.
Continuando a camminare lo studiò attentamente: altezza media (per un leporide), camminata agile e sicura di sè, e pelo ben curato dalle curiose striature di vari toni di grigio scuro, su una base bianco panna. Obiettivamente parlando, aveva una pelliccia invidiabile. Oltre a ciò, sembrava avere una voce chiara ma profonda: non riusciva ancora a determinarne l'età, ma prometteva di essere un bella sfida.


"Toh, ma guarda che coincidenza, da quando in qua frequenti anche tu questo locale, Judy?" disse quando ormai era dietro di loro.
I due conigli si voltarono in contemporanea, e le loro facce furono qualcosa di impagabile: il suo avversario (anche se ancora non sapeva di esserlo) passò molto lentamente dall'indifferenza ad uno strano misto tra stupore e ansia, mentre la coniglietta, dopo la sorpresa iniziale, cominciò a trapelare una "vaga" aria di stizza e disappunto.

Si, Judy decisamente non se l'aspettava.
Aprofittò del momento di incertezza per guardare il muso dell'altro:
"Perfetto, anche gli occhi azzurro ghiaccio. Quando si dice avere tutte le fortune..."





Angolo autore
Ci ho messo un bel po' sto giro, complice il lavoro e varie rotture di palle, oltre al fatto che volevo curarlo un poco di più sto giro.
Nonostante tutto ci sono ancora un paio di frasi che non mi piacciono, ma vabbè, non ne faccio un dramma.

Finalmente andiamo a conoscere il nostro antagonista, che ricorda molto Jack, solo con qualche differenza (di cui una in particolare che salterà fuori nel prossimo capitolo).
Sperando vi sia piaciuto, ringrazio Plando, Iron_Captain, Redferne e Enzo89 per le recensioni, Vale08 e ChibiRoby per avere seguito / messo la storia tra le preferite, e pure la settantina di anonimi che hanno letto tutti i capitoli precedenti.

Alla prossima! Zamy

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Capitolo 5
*** Diamoci del tu ***


Cap. 5: Diamoci del tu

"Ma... Lei è il famoso Nicholas Wilde!" disse il leporide ripresosi dal momento di tranche.
"In carne, ossa e pelliccia." rispose seraficamente Nick "E lei deve essere il coniglio di cui Judy mi ha parlato, signor...?"
"Martin Falls, ma mi chiami pure Marty." rispose l'altro sorridendo e porgendo la zampa.

Oh grande Fritz, a guardarlo in muso era anche molto giovane, avrà avuto si e no 15 anni meno di lui.
"Ti piace la carne fresca, Carotina?" pensò adocchiandola velocemente, mentre afferava e stringeva la zampa a Martin.
Ne aprofittò per controllare la situazione: era leggermente più indietro rispetto all'altro coniglio, e lo stava letteralmente fulminando con lo sguardo, trattenendosi dal massacrare il marciapiede con la sua zampa per non dare a vedere il suo fastidio e disappunto per l'apparizione del collega. Cazzo quant'era ADORABILE quando faceva così.
Dal canto suo, il suo scopo l'aveva raggiunto, e ciò che aveva visto l'aveva abbastanza demoralizzato: una sfida veramente ardua, questo coniglio era decisamente una bella palla di pelo (anche se mai quanto lui, s'intende!), ma oltre ad essere della stessa specie della sua adorata coniglietta, era anche molto più giovane di lui, e probabilmente anche di lei.
Se le piacevano più piccoli, le sue speranze erano veramente vane.

"Beh, è stato un piacere conoscerla, Marty, ma forse è meglio se adesso vi lascio proseguire la vostra serata... " buttò lì la volpe, col compiacimento di Judy.
"Ma si figuri, è stato un piacere incontrarla e conoscerla di persona! Anzi, perché non si unisce a noi?"
"Veramente non sono sicuro sia il caso..." provò Nicholas, guardando Carotina minacciarlo passandosi un dito all'altezza del collo.
"Ma certo che sì, non ci disturba mica! E poi quante volte capita di poter parlare uno degli eroi della città? Oltre a quello che ho già conosciuto, s'intende!" concluse voltandosi verso Judy, che interruppe immediatamente qualsiasi minaccia verso il partner, sorridendo di rimando a Martin.
"Se insistete..." disse Nick accomodante, con una finta espressione imbarazzata, che mascherava in realtà il puro terrore al pensiero della futura vendetta di Carotina. Ma d'altronde così avrebbe potuto studiare meglio la faccenda, quindi tanto valeva stare con loro e non contare le ore di vita rimaste.

Fu così che entrarono assieme nel locale e seguirono la cameriera camminando davanti al bancone (che si trovava, pieno di sgabelli, lungo tutta la parete a sinistra), superando un paio di gruppetti di mammiferi seduti alla loro destra, e si piazzarono sui posti a loro assegnati. Non troppo comodi, visto che avevano prenotato per due e la cameriera si era limitata ad aggiungere una sedia a quel piccolo tavolo.
"Le presentazioni ormai le avete fatte, e così hai conosciuto il mio partner." esordì la coniglietta mascherando abilmente la rabbia verso il soggetto in questione.
"Già, ed è un vero piacere!" rispose il coniglio "Qualche vostra avventura Judy me l'ha già raccontata, ma sono curioso di sentire anche la sua versione."
"Non so quanto ci sia da aggiungere... E comunque, diamoci del tu, che è meglio."

"Se proprio devi incularmi Carotina, prendi confidenza brutto figlio di una donnola. Ma vai tranquillo che appena lascerai uno spiraglio aperto, ti fotterò io per bene." pensò sorridendogli.

Dopo un cenno di assenso da parte di Marty, riprese:
"Quindi, dicevamo: mi pare di capire che tu sappia già parecchie cose sul mio conto, Marty, mentre io non so praticamente nulla su di te. Ti va di cominciare raccontandomi tu qualcosa?"
"Certamente! Allora, tanto per cominciare, sono nato a Bunnyburrow anche io" disse sorridendo a Judy "ma quand'ero ancora piccolissimo ci siamo trasferiti qui a Tundratown, per il lavoro di mio padre."
"Un bel cambiamento: dalla campagna mite e soleggiata all'inverno perenne da polo nord in una metropoli" commentò Judith.
"Si infatti, abbiamo fatto un bel po' di fatica ad adattarci, forse è anche per quello che siamo diventati una famiglia di conigli un poco... atipica"
Lo sguardo dei due poliziotti pregno di incertezza e curiosità lo spinse a spiegarsi meglio.
"Vedete, tra il poco spazio e le difficoltà, i miei genitori non hanno avuto molti figli: ho solo 12 fratelli e sorelle."

"Solo? SOLO? Grande Fritz, non mi abituerò mai a questa cosa." pensò Nick per poi voltarsi verso la coniglietta, che era immobile con una zampetta davanti alla bocca e con un'espressione sconvolta. Mancava solo... No, come non detto, aveva già una lacrimuccia a lato degli occhi.
"Oddio, ma è una cosa terribile..." sussurrò lei.

"Terribile, addirittura? Ho capito che siete conigli, ma qua si esagera: che dovrei dire io allora, che sono figlio unico? Dovrei impiccarmi o tagliarmi le vene della zampa per lungo? Bah...
Piuttosto, come mai...
"
"Carotina, come mai sei così stupita? Non te l'aveva già detto?" le chiese il canide.
"A dire la verità, no..." rispose lei imbarazzata "Abbiamo sempre parlato di altro, e anzi, parlavo io la maggior parte del tempo..."

Tutto questo era MOLTO interessante: c'era la possibilità che stesse usando la tecnica del fantoccio sorridente, ovvero il "lasciala parlare, fai finta di ascoltarla con attenzione e alla lunga sarà tua": in pratica, se per conquistare un mammifero si doveva passare per lo stomaco, per una mammifera conveniva passare per la lingua (prima la sua, e per sigillare la conquista, la propria... anche se per un utilizzo diverso). Possibilità più che concreta, visto che il tipo era molto estroverso, non avendo quindi scuse per il semi-mutismo.
Inoltre, è un modo come un altro per non rivelare informazioni personali: bisognava vedere però se quello era parte del suo scopo e perché (forse voleva solo portarsela a letto?).
Infine, ma non ultimo per importanza, c'era il fatto che quando l'aveva chiamata Carotina, aveva visto un lampo di qualcosa passare negli occhi del suo avversario: netto e distinto, ma troppo veloce per capire bene di cosa si trattasse; era sicuramente un ottimo attore, e questo avrebbe reso la partita molto divertente: non vedeva l'ora di guardare cosa il caro signor Falls teneva nascosto sottozampa.


Pensandoci, se tanto gli dava tanto...
"Scusa se interrompo il tuo racconto Marty, ma per curiosità, quanti anni hai? Te lo chiedo perché sei sicuramente più giovane di me, ma..."
"Oh, tranquillo!" gli rispose l'altro con un sorrisone "Sicuramente non ho il pelo bianco per l'età: ho 19 anni."
Cazzo, questa era una BOMBA: era parecchio più giovane anche di Carotina!
E a giudicare dalla faccia, quell'ottusa coniglietta era ignara anche di questo dettaglio. Probabilmente prima era convinta avesse solo un anno o due in meno di lei.

"Oh... è... è un problema?" chiese Martin alla vista del muso sconvolto dell'altra.

Nick si mise coi gomiti appoggiati sul tavolo, zampe chiuse a pugno a sorreggere la testa, sporto in avanti, pronto a non perdersi neanche un fremito di pelliccia.

"S-s-si"
"Ecco, CI SIAMO"
"f-f-fo fors n-n-no, c-credo d-di no... So-solo ci sono rimasta un po... un poc... No-non me l'aspettavo, ecco..."
"ACCIDENTI! C'ero così vicino!"
"Senti" riprese il leporide un poco sconfortato "so che sembro un poco più vecchio e sicuramente molto maturo per la mia età, ma non credo sia un grosso ostacolo. In fondo siamo entrambi adulti e vaccinati, anche se in effetti io non da così tanto... eheh... Se comunque la cosa non ti va a genio, capisco..."
Judy, dopo un paio di secondi, fece un respiro profondo e gli sorrise. "No, tranquillo, non è un problema."


C'era andato vicino, ma non era stato sufficiente. A quanto pare le piaceva quel batuffolo di pelo infarcito di carote: e lui sapeva bene COME avrebbe voluto farcirlo...
Si riappoggiò allo schienale della sedia, aspettando l'occasione successiva.






Angolo autore

Ed eccoci qui con le prime battaglie e i primi tentativi di Nick, e nel frattempo abbiamo conosciuto meglio pure Marty, anche se sembra nascondere molte cose e dobbiamo ancora conoscerlo per quello che è.

Visto che si parlava di conigli, ho inserito una piccola citazione di un libro, film e recentemente miniserie a me abbastanza caro: 100 punti a Grifondoro per chi lo sa :D

La storia della serata sembra un po' troncata di netto, ma è fatto apposta: siamo pur sempre in un flashback. Col prossimo capitolo ritorneremo al presente.

Grazie delle recensioni e i commenti, ed un particolare benvenuto ad amy_lee91 in questo reame dedicato a Zootropolis, che ha scoperto solo di recente (hai un mare di roba da recuperare qua :D).

A rileggerci! Zamy

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Capitolo 6
*** Sospetti ***


Cap 6: Sospetti

Mentre ancora aveva lo sguardo perso nel vuoto, la coda appoggiata al ventre gli fremette di frustrazione ricordando quella sera in cui aveva incontrato Martin per la prima volta.
Tutto sommato, visto dall'esterno, avevano passato una serata rilassata e piacevole. Dal suo punto di vista invece, l'esatto contrario: nessuno dei discorsi successivi gli diede qualche altro spunto per troncare sul nascere il rapporto tra i due conigli.
L'unica nota positiva era che, dovuto parzialmente alle scoperte fatte quella sera, e parzialmente dal fatto che per lei era stata una bella serata, Judy non lo uccise: si limitò a lussargli leggermente la spalla sinistra con un pugno ben assestato intimandogli di non farlo più, MAI più.

Ah, avesse avuto una vaga idea delle vere intenzioni di quel leporide all'epoca!
L'unica cosa che aveva in mano erano dei profondi sospetti, che si rivelarono poi totalmente sbagliati. Mentalmente chiese scusa alla sua Carotina per l'ennesima volta, mentre, immerso nelle tenebre, osservava la polvere, illuminata dallo strettissimo spiraglio di luce proveniente dalla finestra, agitarsi in seguito ad un suo sbuffo.

Gli era sempre piaciuto, il buio: quando la luce scarseggia, l'aspetto esteriore delle cose e dei mammiferi sfuma, assumendo contorni incerti e rivelandone la vera essenza; le cose cambiano, i sentimenti si mescolano in maniera imprevedibile, senza freni né remore, rivelando gli istinti che li scatenano. Chiunque, al buio e con la giusta atmosfera, tende a rivelare aspetti di sé che neanche il migliore amico avrebbe mai potuto sospettare, cosa che fatta alla luce del sole non accadrebbe mai: quando le tenebre ti avvolgono, in parte soffocandoti e in parte coccolandoti, tutte le ansie si diradano, lasciando libero spazio all'anima per esprimersi, senza timore di essere giudicata.


Il suo sguardo vagò nuovamente per la stanza, disordinata come sempre, si posò velocemente sul telefono, che gli ricordò come Judith si rifiutasse di parlargli da ben una settimana ormai, e si fermò poi sul divano posto davanti al televisore, sicuramente non ultimo modello, ma comunque più che decente.
Sorrise ricordando la sera in cui Judy, che era andata da lui per guardare un film assieme, era inciampata su un vestito abbandonato lì a terra al suo destino da almeno un paio di settimane, ritrovandosi dopo una mezza capriola seduta sulle zampe posteriori di Nick, che la aspettava già seduto sul divano.
"E chi se l'avrebbe mai detto che i conigli avessero un didietro così morbido e soffice!" aveva pensato, basito, mentre la coniglietta si spostava scusandosi.

Ridacchiò tra sé e sé: quell'episodio era stato veramente piacevole e divertente, quanto era diventata rossa...
La risatina si spense lentamente mentre con la mente passava ad un altro episodio, ovvero quando era stato incastrato per la seconda volta in vita sua da un coniglio. Forse Carotina aveva ragione tutto sommato, e lui non era altro che una volpe ottusa.
"E pensare che ero convinto di avere io il controllo..." sussurrò, stringendo le zampe a pugno, tirando poi un sospiro.

In seguito a quella cena, aveva avuto altre occasioni di incontrare Martin, a volte perché saltuariamente era venuto in centrale ad incontrare Judy quando staccavano dal turno, altre volte invece avevano fatto delle uscite a tre, sotto insistenza del coniglio stesso.
Avevano passato un mese e mezzo così, e i sospetti di Nicholas si erano fatti sempre più fondati: non era ancora riuscito a farsi dire con precisione che lavoro facesse il padre di Marty quando si erano trasferiti a Zootropolis, il fatto che insitesse per uscire anche con lui era un poco strano (in particolare lo mandava ai matti il non caprirne il motivo dietro), ma soprattutto, aveva intercettato altre volte quel fugace sguardo di cui aveva avuto un assaggio alla prima cena. Ricordava quasi la gelosia, ma era allo stesso tempo diverso, un mix di emozioni strano che non riusciva a ricostruire: tra l'altro la gelosia sembrava in contrasto con le altre cose sospette, qualcosa non tornava per niente.


Dopo questo mese e mezzo di giochi infruttuosi, aveva quindi deciso di affrontare la questione di petto: alla prima occasione avrebbe provato a prenderlo in contropiede.






Angolo autore

E con la scusa del culetto soffice, un'altra citazione è andata :D
Bene, in questo capitolo siamo tornati al presente, con Nick che si macera dentro al buio, maledicendosi per le cose successe. La coniglietta non gli rivolge la parola già da un po', e stiamo per scoprire come si è aperto il vaso di pandora.

Spero abbiate apprezzato la parte introspettiva, non è venuta al millimetro come speravo, ma mi accontento.

Al prossimo capitolo! \o. Zamy

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Capitolo 7
*** Fuoco alle polveri ***


Cap. 7: Fuoco alle polveri

Erano le 9:30 di mattina, e i nostri due agenti erano dentro al SUV di pattuglia per il consueto giro, a passo di lumaca a causa del traffico.
Come al solito, era la piccola Judy a guidare il mezzo, e stava giusto riflettendo sul fatto di non aver mai visto il suo partner guidare: certo, per lei non era un problema, anzi, la rilassava e lo trovava un modo come un altro per tenersi impegnata (un tipo esuberante come lei, a stare ore ferma sul sedile del passeggero senza nulla da fare, sarebbe stato da manicomio in tempo record).
La sua era semplice curiosità: in fondo avrebbe dovuto avere la patente, o forse no? Era per quello che anche durante le vecchie scorribande con Finnik...

I suoi pensieri vennero interrotti dal compagno:
"Carotina, visto che oggi abbiamo solo il turno di mattina, ti andrebbe di vederci nel pomeriggio?"
"Oh, scusa ma sono già d'accordo con Marty per andare al parco... Ma puoi unirti se vuoi!"
"Sicura che ti vada bene?"
"Ma certo! E comunque non avevamo in mente nulla di particolare, solo un po' di sano relax"
La volpe cominciò a fissarla con aria sbigottita, volontariamente enfatizzata: "Chi sei tu? Cose ne hai fatto di Judith?!?"
"Uff... Il solito esagerato." rispose lei voltandosi nuovamente verso la strada, con mezzo sorriso sulle labbra.
"Beh, se finalmente qualcuno è riuscito a convincerti a rallentare un poco di tanto in tanto, posso solo esserne contento... Anzi, spero si rifletta anche sul resto, non solo nel tempo libero!" le rispose con una linguaccia appena abbozzata, giusto per provocarla, che lei ignorò bellamente.
"Fossi in te non ci conterei troppo, piccola volpe ottusa."


"Signor Piberius, è giunto il momento di passare al livello successivo. Sarà doloroso, ma può farcela: credo in lei."
"A proposito, come vanno le cose tra voi due? Ormai saranno due mesi che vi frequentate." le chiese, indossando gli occhiali da sole dopo averli aperti con un abile movimento di polso: sempre pronto per ogni evenienza, a volte una perfetta faccia da poker non è sufficiente.
"Si, ormai si. Ti dirò, non ne abbiamo parlato, quindi tecnicamente non siamo ancora ufficialmente assieme, ma... Non arrivo sicuramente a dire che provo amore per lui, ma mi piace veramente un sacco, nonostante inizialmente fossi restia per via dell'età."

Di questo passo affrontare questo discorso sarebbe stato molto più duro di quanto aveva preventivato.

"Beh, si sa che le verdure sono meglio fresche..." cominciò allusivo "E a tal proposito, avete già... consumato?" le disse con la testa inclinata di lato, ed una smorfia da guardone navigato.
Lei non disse nulla, si concentrò sulla strada come se ne dipendesse il destino del mondo, e lentamente diventò talmente rossa che un passante, sbirciando dentro, avrebbe potuto prenderli per parenti.
"Suvvia Carotina, a me puoi dirlo..." insistette col suo sorriso provocatorio migliore.
"Non ho intenzione di dirti nulla al riguardo." rispose lei fermamente.
"Uff, a volte sai essere veramente noiosa." la canzonò la volpe rimettendosi dritto, rassegnato a non ricevere una risposta sull'argomento.

"In ogni caso" riprese serio dopo un paio di secondi "ci sono due cose che non credo di afferrare del tutto: come mai a te sta bene che anche io esca con voi, e come mai sia lui stesso a volte ad insistere."
"Beh, per quanto riguarda me, sei il mio migliore amico, e finché non interferisci mi fa sempre piacere passare del tempo con te: non posso uscire sempre e solo con lui... Questo ovviamente finché non superi certi confini e cominci a seguirci più o meno di nascosto." rispose lei voltandosi verso di lui, con la stizza negli occhi, alludendo palesemente alla sera del pub. "E a tal proposito, te lo ribadisco: sono adulta, la relazione è la mia, e non ho bisogno del paparino: se provi a fare qualsiasi cosa senza prima consultarmi ti impaglierò e userò come scendiletto, chiaro?"
Nicholas si limitò ad annuire deglutendo rumorosamente.
"Per quanto riguarda lui... Da una lato ti ammira: sei pur sempre considerato un eroe dopotutto. Dall'altro sa che sei il mio migliore amico, e probabilmente per questo vuole conoscerti meglio ed andare d'accordo con te."
"Capisco..."

Effettivamente messa così, poteva avere un senso, però questo non eliminava comunque le altre fonti dei suoi sospetti. Mentre Judy rispondeva alla radio che li stava chiamando, lui pensava all'uscita che avrebbero fatto il pomeriggio, e al modo migliore di cogliere di sorpresa Marty.








Si erano ritrovati all'ingresso nord del parco principale di Savana Centrale, per poi girovagare chiacchierando.
Avevano passato un paio d'ore così, passeggiando e guardando gli artisti di strada e le onnipresenti bancarelle: su una in particolare Judy aveva qualche dubbio, e sarebbe partita alla carica per farsi mostrare le licenze e le autorizzazioni se Nick non l'avesse fermata e trascinata via di peso, accompagnato dalle risate di Marty e il sospiro di sollievo del venditore ambulante.

Ora si erano fermati di fronte alla fontana presente al centro del parco, famosa per gli spettacoli che la vedevano protagonista alcune serate estive, con giochi di luce e getti d'acqua. I due 'ragazzi' si erano seduti su una panchina, mentre la coniglietta era partita di sua iniziativa verso una bancarella lì vicino per prendere qualcosa da bere per tutti.

Era il momento.

"... e alla fine si è seduto proprio sulla torta. Non ti dico la faccia degli altri!" concluse ridendo Marty.
"Eheheh" sghignazzò Nicholas, per poi farsi serio e iniziare a fissarlo negli occhi "Dimmi un po', che cosa hai in mente?"
"Eh? Di cosa stai parlando?" gli chiese l'altro con un sorriso un po' titubante.
"Oh andiamo, lo sai benissimo."
Il coniglio cambiò leggermente espressione, stava sempre sorridendo, ma questa volta in maniera sfrontata, con una punta di malcelata soddifazione: un sorriso completamente autentico, finalmente. Restò in silenzio aspettando che la volpe continuasse.
"So benissimo che il tuo incontro con Judy non è stato casuale, e che ci sono parecchie cose che stai tenendo nascoste."
"E bravo il mio volpacchiotto. E quindi?"
"E quindi non ho ancora capito esattamente il perché di tutte queste sceneggiate, ma puoi star tranquillo che lo scoprirò. E poi deciderò cosa fare, magari potrebbe scapparmi qualcosa al riguardo con Carotina..."
Nick era partito col suo affondo, sicuro di pungerlo sul vivo.
"Ahahahahah, povero il mio volpacchiotto..." rise di gusto l'altro, lasciandolo un poco interdetto "tu non hai in mano nulla, e sono sicuro che non dirai una parola a Judy" concluse con un'espressione saccente e beffarda.
"Pffft figuriamoci! E cosa me lo impedirebbe?"
"Al contrario di te, Nickybello, ho molte carte a mio favore, e so molte cose su di te che posso usare a mio piacimento."
"Tipo?"
"Ad esempio il fatto che prima che arrivassi io erano mesi che cercavi di dichiararti a lei, ma continuavi sempre a rimandare. A tal proposito, vedo che continui ancora a portarti sempre in tasca la scatola con la collanina a forma di carota." disse indicando il rigonfiamento a lato dei suoi pantaloni.
Nick era immobile, completamente basito, con le fauci leggermente spalancate.
"Quindi capirai anche te che ti conviene startene buono e tranquillo, cucciolotto." concluse con un ghigno soddisfatto.

La volpe non ribattè nulla, visto che ormai Judy stava tornando con tre bicchieri in mano, e il coniglio tornò alla sua solita espressione bonaria e innocente.


"Cazzo, non ci posso credere. Incastrato per la seconda volta da un coniglio."
Non riusciva a capacitarsi di come fosse a conoscenza di quelle cose: doveva a tutti i costi scoprirne di più sul suo conto.










Angolo autore

Ed ecco che comincia la battaglia!
E Nick si è ritrovato nuovamente incastrato da un coniglio, forse dovrebbe iniziare a preoccuparsi.
Il coniglio in questione poi, comincia a buttare la maschera, prendendolo decisamente in contropiede, è molto più abile di quanto si aspettasse.
Come farà Marty a sapere tutte quelle cose sul suo conto? Qual è il suo obiettivo? Lo scopriremo nella prossima puntata!


Sappiate comunque che ci sono rimasto un poco male che nessuno ha provato ad indovinare la citazione del libro/film/serie un paio di capitoli addietro: mi aspettavo soprattutto che Redferne in particolare la azzeccasse ad occhi chiusi :P
In ogni caso, grazie a tutti per la lettura, le recensioni e il resto, spero che la storia vi stia piacendo e appassionando.

Al prossimo capitolo! \o
Zamy

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Capitolo 8
*** Sapere è potere... A volte. ***


Cap. 8: Sapere è potere... a volte.

Era decisamente sconvolto: o si era rammollito, o gli era capitato di incontrare i due esemplari più scaltri tra tutti i leporidi della città. Non che in centro ce ne fossero molti, intendiamoci, ma per incastrare così facilmente una volpe (ex) truffatrice come lui, ce ne voleva! E se la prima poteva essere stata una piacevole sorpresa, il secondo lo aveva destabilizzato non poco, era tentato di rimettere in dubbio tutte le scelte fatte nella sua scalmanata vita, forse anche complice il fatto che l'età cominciava ad avere il suo peso: era forse arrivato al punto da non riuscire a tenere testa all'ultimo arrivato?
Alla fine decise di non deprimersi, non poteva darla vinta a quella palla di pelo che aveva ancora i baffi da latte! Iniziò subito ad indagare su di lui, e grazie alle sue vecchie conoscenze, senza contare che la città non era piena di leporidi e che per un tipo come lui era difficile passare inosservato, riuscì a scoprire dove abitava: era un buon inizio.

Il suo obiettivo era semplice: scopire più cose possibili sul suo conto. Viste le informazioni che aveva dimostrato di avere su di lui, molto probabilmente non era un cittadino qualsiasi, avrebbe dovuto trovare qualcosa di scottante con facilità.
Iniziò quindi a pedinarlo nel tempo libero, mettendo a frutto le sue capacità dovute in parte agli insegnamenti ricevuti quando lavorava per Mister Big, e in parte all'addestramento dell'Accademia di polizia (e questo senza contare gli allenamenti speciali di Carotina): una combinazione a dir poco eccezionale, i mammiferi migliori di lui si potevano contare sulle dita di una zampa.
Con sua immensa frustrazione nei primi cinque giorni Marty non mostrò alcun comportamento anomalo, anche se in compenso scoprì che lavoro facesse: ironicamente, faceva consegne a domicilio per la catena Bug-Burga, specializzata nel soddisfare i bisogni alimentari dei predatori. Non gli sembrava possibile, sembrava condurre una vita normalissima, e la cosa lo stava mandando ai matti: aveva anche provato a far ricerche nel database della polizia, ma risultava completamente incensurato, non aveva mai preso nemmeno una multa.
Il sesto giorno, finalmente qualcosa di vagamente sospetto: sulle dieci di sera lo vide entrare in un locale di periferia, uno di quei posti in cui la maggior parte dei clienti sono persone qualsiasi, ma che vengono usati come punto di scambio per gli affari minori che devono passare completamente inosservati; il coniglio ne era uscito nel giro di dieci minuti, con una busta di carta in mano col logo del locale.
Qualcosa di interessante, era ora!

Continuando a seguirlo, mentre si dirigeva a piedi nuovamente in direzione del centro, si sorprese del quartiere dove erano finiti: Judy abitava a solo un paio di isolati da lì.
Sotto il suo attento sguardo, Marty mise il pacchetto a terra davanti alla serranda chiusa di un negozietto ortofrutticolo, diede una bussata veloce sul ferro e si allontanò. Dopo una manciata di secondi, vide qualcuno, un animale di grossa stazza, alzare temporaneamente le protezioni dell'ingresso, giusto il tempo di prendere il pacchetto.
"Toh, quindi nel tempo libero facciamo i galoppini eh?" pensò, mentre cominciava a ripercorrere mentalmente tutti i suoi vecchi lavoretti.
Ne era sicuro: non l'aveva mai incontrato né aveva mai sentito parlare di lui nei vecchi giri, e questo gli suonava molto strano. In compenso, gli si era accesa una lampadina: doveva assolutamente fare quattro chiacchiere con Andrew, l'alce che gli aveva preparato il ciondolo per Judy.
Sarebbe andato a trovarlo appena possibile il giorno seguente.



"Onestamente non saprei Nick..."
"Pensaci bene Andrew. È importante."
"Vedi, è che per procurarmi le pietre che mi servivano, ho sparso la voce in giro, spiegando cosa mi serviva e perchè. Certo, non ho specificato che era per te, ma possono averlo saputo tutti come nessuno."
"Dannazione! Dovevi proprio dire a mezza Zootropolis di quel fottuto ciondolo?" esclamò Nicholas in un attimo di frustrazione.
"Beh, per avere le pietre più adatte allo scopo, a volte fa comodo a tutti avere più dettagli... Però fammi capire, qual è il problema?"
"Il problema è che c'è qualcuno che sa del ciondolo, sa che era per me e per cosa mi serviva, mi sta tenendo per le palle per questo, ed io non ho neanche la più pallida idea di come ne sia a conoscenza, ecco qual è il fottuto problema!" quasi gridò, perdendo per un attimo il controllo.
Tirò un profondo sospiro cercando di calmarsi.
"Chi ti ha consegnato le pietre? Si trattava di un coniglio per caso?"
"Non ne ho idea, era una consegna di basso livello, sai come funziona: persone in cerca di un guadagno extra quasi onesto che evitano di farsi vedere da chiunque, mollano il pacco e spariscono."
"Già, già... Avrebbe potuto essere chiunque, ma..." rispose quasi rimuginando tra sé e sé "sono abbastanza convinto di sapere chi era." aggiunse con un sorriso. "Sei sicuro di non aver detto a nessuno che era per me?"
"Certo, lo sai che sto sempre attento a tenere i miei clienti anonimi."





Dopo aver salutato il suo vecchio amico per lasciarlo al suo lavoro, si fece una lunga passeggiata a piedi verso casa, evitando di prendere i mezzi pubblici: aveva bisogno di pensare, e camminare lo aiutava sempre.
Marty sapeva che la collana era stata commissionata da lui, ma le informazioni che Andrew aveva diffuso comprendevano solo che il ciondolo era destinato ad una coniglietta: inoltre quel fottuto coniglio evidentemente lavoricchiava come fattorino, sia nel campo legale che nell'illegale.
Questo poteva spiegare come mai nessuno lo conosceva nel suo vecchio ambiente: molti di quei galoppini lavoravano nel totale anonimato a vantaggio di tutte le parti, sotto garanzia di qualcuno fidato, che solitamente si guardava bene dallo spifferare informazioni al riguardo, erano le regole del gioco.
D'altro canto, se aveva consegnato lui le pietre all'alce dagli zoccoli d'oro, doveva sapere cos'erano e a cosa sarebbero servite. Come le aveva collegate a lui? A questo punto l'unica spiegazione plausibile, per quanto strana, era che Marty lo aveva seguito e lo aveva visto ritirare il gioiello, facendo due più due.
In questo caso, c'era da dubitare che avesse troppe informazioni sul suo conto, forse aveva usato quella storia come specchietto per le allodole per farlo sentire in trappola.
Sì, più ci pensava e più sembrava avere senso. Sorrise beffardo, aprendo la porta di casa: era giunto il momento di rendergli pan per focaccia, e cominciare a forzare la mano.









Finito il turno di lavoro, si decise finalmente a tirare fuori l'argomento.
"Carotina, tu per caso sai che lavoro fa Marty?" le chiese con una punta di sadismo.
"Certo, me l'ha detto: fa le consegne per Bug-Burga... Ma perché me lo chiedi?" rispose vagamente sospettosa.
"... e dell'altro lavoro ti ha detto niente?"
"Aspetta, vuoi dire che ha due lavori?"
"Eh già..." disse pregustandosi il seguito della conversazione e le sue conseguenze per il coniglio.
"Oh..." un paio di secondi di silenzio "Ma tu come fai a saperlo?"
"Beh, diciamo che l'ho scoperto..."
"Come?" chiese lei in maniera vagamente fredda. Un campanello d'allarme che alla volpe, persa ad immaginarsi il suo rivale in situazioni problematiche varie, sfuggì del tutto.
"Semplice, l'ho seguito per qualche giorno, non per vantarmi ma sai che sono un maestro in questo, e ho scoperto che" sventuratamente per lui, non riuscì nemmeno a finire la frase.
"TU COSA?" sputò tra i denti serrati Judy.
Spiazzato, il canide si rese improvvisamente conto che la cosa non sarebbe andata proprio come aveva pianificato, e si mise sulla difensiva.
"Asp..."
"Aspetta un cazzo! TE LO AVEVO DETTO! Non UNA, ma ben DUE volte! Ti avevo proibito categoricamente di metterti in mezzo in qualsiasi modo, e tu cosa CAZZO fai? Ti metti a pedinare il mio fidanzato!"
"Eh... S-si, ma..." preso totalmente in contropiede, aveva quasi iniziato a balbettare.
"MA NIENTE! Questa volta mi hai estremamente deluso, Nick!" lo interruppe arrabbiata come non l'aveva mai vista "Forse non ti rendi neanche conto di quanto!" concluse allontanandosi.





Non era decisamente andata come si aspettava. Il giorno dopo non l'aveva vista al lavoro, e non aveva risposto né alle sue chiamate né ai suoi messaggi. Questo giro l'aveva fatta decisamente arrabbiare.
In seguito era venuto a sapere che si era presa due settimane di ferie (chissà come aveva convinto il vecchio bufalo a dargliele), ed era convinto fosse andata da qualche altra parte, perchè anche piantonando casa sua non era mai riuscito ad incontrarla.










Angolo autore

Ok, questo capitolo è stato abbastanza un parto rispetto agli altri: avevo un paio di particolari che non ero sicuro di come approcciare ed incastrare tra loro.
Ho finito col riscriverne buona parte più volte.

In compenso ormai la linea è tracciata, e i successivi capitoli dovrebbero essere meno dolorosi: ormai ci stiamo avvicinando alla fine, come una short che si rispetti.
Onestamente un poco mi dispiace la cosa, questa è una storia su cui ho riflettuto per molto tempo, e fa un po' strano vederla finire in così breve tempo, ma d'altro canto allungare il brodo non avrebbe senso.




Detto questo, ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a qui, nella speranza che vi stia veramente piacendo.
Nel prossimo capitolo arriveremo al presente, e i vari pezzi cominceranno finalmente a collidere formando il quadro finale.

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Capitolo 9
*** Faccia a faccia ***


Cap. 9: Faccia a faccia.

Nicholas spostò la coda dal suo ventre, sospirando mentre osservava il telefono, a schermo spento, sul tavolo: non gli aveva ancora risposto.
Era venuto a sapere da Wolfard che i primi due giorni li aveva passati ospitata nella sua immensa villa (per lui non era stato sicuramente un problema, e l'aveva fatto volentieri), mentre poi, a detta di Clawhauser, era partita per delle vacanze vere e proprie: era andata a Mammal Beach Avenue.
Ebbe una stretta al cuore fantasticando di essere sulla sabbia dorata, di fianco a lei, entrambi in costume sotto al sole.


Interruppe i suoi pensieri alzandosi dalla sedia, mentre prendeva il telefono e se lo infilava in tasca: aveva deciso di fare un salto al bar sottocasa per farsi un goccetto (o forse tre), nella speranza che l'avrebbero aiutato a dormire.




Tornò al suo appartamento due ore dopo, decisamente alticcio: ci mise 10 minuti buoni solo ad infilare la chiave nella serratura, complice il fatto che inizialmente aveva afferrato la chiave al contrario, cercando di inserire l'impugnatura.
Trascinandosi verso il letto, guardò l'orologio: uggiolò sommessamente pensando che aveva davanti a sé solo quattro ore di sonno, sperava di riuscire almeno a farsele come un sasso, senza incursioni oniriche conigliesche.




BEEEP-BEEEP-BEEEP-BEE
Spense la sveglia con un pugno.
Grande Fritz, era più stanco di quando era andato a letto: decise di tirarsi su facendo colazione con un'abbondante dose di mirtilli.
"Speriamo solo che il bufalo muschiato non mi appioppi nulla di pesante oggi..." pensò avviandosi verso la centrale, mentre l'alba cominciava ad arrossare il cielo dietro di lui. Rise mestamente, pensando che solo tre anni prima avrebbe ucciso chiunque avesse provato a svegliarlo ad un orario simile.







Era letteralmente distrutto; una volpe a pezzi, talmente stanca da non riuscire quasi più a scodinzolare. Le sue speranze erano state ovviamente vane: il capitano, durante la riunione mattiniera, aveva adocchiato subito le sue condizioni, e aveva deciso di rincarare la dose come vendetta per la mole di frecciatine arretrate da parte di Nicholas; gli aveva prima affidato il controllo del traffico davanti alla scuola elementare di Tundra Town, per poi mandarlo a pattugliare il distretto di Rain Forest, costringendolo così a camminare quasi tutta la giornata, con la scusa che uno degli agenti che solitamente gestivano quella zona era in paternità.
A fine turno iniziò lentamente a trascinarsi verso gli spogliatoi, quando intravide delle orecchie di coniglio spuntare oltre il banco della reception, davanti all'ingresso.
Il suo cuore perse un battito, nell'immediata speranza che fosse la sua Carotina, ma l'istante successivo si rese conto che non potevano essere le sue: il colore era completamente diverso, piuttosto assomigliavano molto più a quelle di...

"Hey Nicky bello!" gridò Martin dopo averlo visto, cominciando ad incamminarsi verso di lui.
"Ecco, per l'appunto. Solo gioie oggi, eh?" pensò alzando lo sguardo, rivolgendo quella muta domanda al soffitto della centrale, molto più distante del pavimento.
"Ci mancavi solo tu..." gli disse quando ormai era vicino "Judy non c'è, puoi anche tornartene a casa." aggiunse secco e diretto, era troppo stanco per degnare quel coniglio del suo fine sarcasmo.
"Oh, lo so benissimo: stavo cercando te infatti." ribattè con un sorriso a 28 denti dal significato non del tutto chiaro.


Si immobilizzò, riflettendo velocemente su tutti i possibili motivi e relative implicazioni a questo fatto: alla fine, decise di abbracciare la 'Bufalo Way', come l'avevano scherzosamente battezzata in centrale, ovviamente di nascosto dal capitano.
"Non mi interessa." rispose semplicemente ed in maniera molto pacata, riprendendo il passo verso lo stanzino dove lo aspettavano i suoi abiti civili.
E Marty iniziò a seguirlo, ignorando totalmente la risposta appena ricevuta.
"Suvvia, vorresti farmi credere che non ti interessa minimamente il perché sono venuto fin qui a cercare te?"
"Direi proprio di no. Anche perché, ad occhio e croce, molto probabilmente è per sfottermi."
"E per quale motivo dovrei sfotterti?" ribattè con ironia il leporide con un ghigno divertito.
Nick nell'udire quella domanda fermò la sua marcia e si voltò ad osservarlo in muso, incerto su cosa rispondere e un poco indispettito.
"Cos'è, non penserai veramente che io sia così stupido da credere che tu non sappia cos'è successo tra me e Judy?" alla fine era impossibile per lui non cercare di infastidirlo almeno un poco.
"Beh, non te lo dice sempre anche lei che sei una volpe ottusa, in fondo?"
"Certamente, ma sono una volpe ottusa solo per lei. Non per il resto del mondo e certamente non per te."
Si diede mentalmente un pugno da solo agli zebedei per la risposta appena data: a causa della stanchezza non ci aveva riflettuto abbastanza prima di aprire le fauci.
"Eheheh" sghignazzò Martin con un muso vittorioso "Ovviamente sono ben a conoscenza del fatto che Judy è decisamente incazzata nera con te."
"E sai anche il perché immagino." rispose l'agente riprendendo a camminare verso il suo obiettivo.
"Più o meno. So che hai cercato di spifferarle qualcosa sul mio conto, ma che ti è andata molto, ma molto male."
"Esattamente: ho fatto male i miei calcoli." rispose fermandosi davanti alla porta dello spogliatoio, la zampa destra già sulla maniglia. Era pronto a dare il suo finale alla discussione per poi entrare.
"Ma sappi che ho visto oltre al tuo bluff, e non mi tieni neanche vagamente in pugno come credi: sei stato fortunato che non sono ancora riuscito a dirle tutto, ma non ti preoccupare che arriverà il momento. Detto questo, ti saluto." affermò tra i denti, aprendo la porta ed entrando nel locale, dando un chiaro segnale che per lui la discussione si concludeva lì.


Si diresse soddisfatto e con sicurezza al suo armadietto, aprendolo e afferrando i suoi vestiti, per poi appoggiarli sulla panca lì vicino.
"Ne sei così sicuro?" lo rimbeccò, inattesa, quella voce alle sue spalle. "Sono pronto a scommettere, tra l'altro, che non hai ancora capito quale sia il mio scopo." aggiunse mentre Nick si voltava.
"Non puoi stare qui." gli disse semplicemente sedendosi sulla panca.
"Così come sono sicuro che il non saperlo ti rode dentro." continuò il coniglio ignorando completamente quello che gli era stato appena detto.
E aveva ragione. Dannazione, se aveva ragione.
Ma figuriamoci se voleva lasciargli quella soddisfazione, molto meglio dissimulare.

"Perché, vorresti dirmi che il voler avere per sé una coniglietta del genere non è una motivazione sufficiente?"
"Beh, ovviamente. È stato un piacevole imprevisto, e devo ammettere che me ne sono sorpreso, ma conoscendola ha iniziato decisamente a piacermi. Del resto, credo che siamo entrambi d'accordo che è un esemplare più unico che raro..."
"Decisamente."
"... tuttavia, bel tentativo, ma uno come te ci ha sicuramente riflettuto sopra parecchio." concluse, con un sorrisetto provocatore.
Wilde, in dubbio se cominciare bellamente ad ignorarlo o meno, si tolse la cravatta della divisa per iniziare a cambiarsi, e una volta appoggiata la schiena alla parete, con aria indifferente iniziò a sbottonarsi la camicia.
"A costo di ripetermi, non mi interessa." gli rispose dopo qualche attimo di silenzio, mentre si sganciava i primi bottoni.
"Sai, potresti anche semplicemente chiedermelo, anche se so che questo ferirebbe il tuo orgoglio." disse Marty con la testa inclinata leggermente di lato e le orecchie ben dritte. La volpe sbuffò sonoramente dal naso, con fare esasperato, per poi aggiungere: "Tagliamola corta, che oggi non è giornata: se questo può contribuire in qualche modo a farti andare via dalle palle prima, avanti, sentiamo. Altrimenti sloggia, che il dottore non mi ha ordinato di dare ascolto a coniglietti petulanti."
Il coniglio si avvicinò, e poggiò la zampa destra al muro, di fianco alla testa della volpe, per poi dire muso a muso:
"Si, ho giocato un poco sporco, e sì, ho bluffato con le minacce che ti ho rivolto. Mi sono avvicinato a Judy, e ho anche iniziato ad apprezzarla parecchio, ma fin dall'inizio, il mio obiettivo..."
Lo stava ascoltando attentamente, ma non aspettava neanche vagamente il seguito: rimase immobile, senza la minima reazione, mentre di sorpresa Martin si avvicinò ancora e lo baciò intensamente per una manciata di secondi. Si prese pure il tempo di passargli la zampa sinistra sul petto ormai scoperto, accarezzandone la pelliccia.
"...eri tu." concluse staccandosi, per poi uscire e sparire come un fulmine con un risolino.


Era brutalmente sotto shock: ci mise un minuto buono prima di riuscire a muovere anche solo un muscolo. Cominciò a riprendersi dopo che tutti i peli della coda gli si furono rizzati velocemente, seguiti da un brivido lungo la schiena.
"No, non può essere successo davvero, no. Sto dormendo in piedi e questo è stato solo un incubo ad occhi aperti."












Angolo autore

E rieccomi qua col penultimo capitolo, anche se ci ho messo un po'. Purtroppo ho avuto un po' di rogne, e non ero troppo dell'umore.

Siamo arrivati ad uno dei colpi di scena principali, anche se forse era abbastanza prevedibile per come ho impostato la storia (mi sembra di sentire Red gridare "LO SAPEVO!" :D)
Inoltre, qui ho inserito ben due citazioni.



Lasciamo quindi una povera volpe sotto shock, nel prossimo capitolo vedremo come Nick reagirà e come la cosa evolverà.



A presto!

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Capitolo 10
*** La resa dei conti ***


Cap. 10: La resa dei conti

Era completamente sconvolto.
Dopo un tempo che gli era parso interminabile, decise di farsi una doccia direttamente lì in centrale, invece che a casa come suo solito: forse l'avrebbe aiutato a riprendersi e a togliersi di dosso quella strana sensazione di disagio

Se già era solito stare a lungo sotto il getto d'acqua bollente, cosa che lo rilassava sempre e gli lavava via buona parte della stanchezza dopo una faticosa giornata, questo giro aveva perso totalmente la cognizione del tempo, cercando di afferrare i suoi stessi pensieri che viaggiavano più veloci di Flash al volante.
QUESTO l'aveva proprio colto impreparato. Colpito, colpito in pieno e affondato. Ora sì che si spiegava tutto.
E nel fiume di pensieri che si rincorrevano persisteva quella strana sensazione: si sentiva umiliato, oltre che scosso. Altro che la prima vittoria di Judy, questo era su tutto un altro piano. Si sentiva talmente sottosopra da non riuscire più ad afferrare neanche cosa stava provando in quel momento.
"E adesso cosa dovrei fare? Dannati conigli: mi manderete al manicomio!"


"Nick, tutto bene?"
"EH? CHI? COSA?" con un sobbalzo si voltò verso la provenienza della voce, trovando Clawhauser a sua volta sotto il getto della doccia, un paio di posti più in là.
"Da dove diavolo sei sbucato tu?"
"A dire il vero, saranno già dieci minuti abbondanti che sono qui, ti ho anche salutato, ma non hai fatto altro che fissare quella piastrella in stato catatonico per tutto il tempo..."
"Ah..."
"Ripeto, sicuro di stare bene? Mi devo preoccupare? Non hai una bella cera."
"No, no... È tutto ok. Sono solo... Ho solo dei pensieri che mi frullano in testa, tutto qui."
"... se lo dici tu, mi fido..." rispose il ghepardo con poca convinzione facendo spallucce, mentre continuava a guardarlo preoccupato.
"E smettila di fissarmi così. Non vorrei che, entrando, qualcuno ti veda e si faccia strane idee. Mancherebbe solo quello oggi." disse sbuffando, mentre girava il pomello per chiudere l'acqua.
"Oh! Scusa!" rispose lui, leggermente imbarazzato, mentre si voltava verso il muro.




"Che cazzo di giornata. Una fottuta giornata del CAZZO. Trovarmi un fottuto ghepardo sovrappeso, nudo, di fianco, è stata proprio la ciliegina perfetta su questa fottuta pila di merda fumante."
Più ripensava agli avvenimenti della giornata, in particolare verso la sua conclusione, e più si alterava.
Finito di asciugarsi e rivestirsi, mentre usciva dalla centrale, era ormai quasi accecato dalla rabbia: d'istinto, prese il cellulare, selezionò il nome 'Carotina', e iniziò a digitare furiosamente un messaggio.



Sappi che Martin oggi si è presentato a lavoro. E non cercava te. Quel fottuto stronzo mi ha baciato.




Una volta inviato, si avviò, ma la sua camminata non lo condusse come al solito al suo appartamento: dopo aver riflettuto, strada facendo, sul messaggio che aveva inviato poco prima, infilò le zampe direttamente sotto al suo bancone fidato.
"Hey Tommy." disse con un cenno di saluto.
"Ciao bello!" rispose il barista "Qua anche stasera vedo. Vuoi il solito?"
"Si, ma partiamo subito con un triplo stò giro."
"Giornata pesante?"
"Non hai idea quanto..."









Abbiamo già assistito alla penosa scena di una volpe di nostra conoscenza, ubriaca fradicia, nelle sue peripezie cercando di rientrare a casa.
Questa volta però, prima di toccare il letto, un suono proveniente dal telefono attirò la sua attenzione.


"Ma che diavolo..."
Si congelò guardando il mittente del messaggio (ad onor del vero, ci mise un bel po' a leggerlo). La sua adorata coniglietta, seppur dopo qualche ora, aveva finalmente risposto!
Barcollò pericolosamente verso il bagno, doveva assolutamente riguadagnare un po' di lucidità, e decise quindi di lavarsi abbondantemente il muso con dell'acqua gelida.
Dopo un quarto d'ora, finalmente tornò a guardare il telefono, cercando di leggere il messaggio: tra il tasso alcolico e il fatto che stava tremando come un cucciolo per l'emozione, si stava rivelando un'impresa titanica.


Domani trovati con Marty e raggiungetemi qua, è ora di farla finita con questa storia e mettere in chiaro le cose. Ho già avvisato anche lui. Non ti dico dove sono perché tanto sono sicura tu lo sappia già.



Gli sfuggì una lacrima di gioia, Judy gli avrebbe rivolto di nuovo la parola. Lo rilesse di nuovo, con più calma: da un lato come tono era vagamente preoccupante, ma dall'altro, seppur seriosa, la conclusione del messaggio era molto simile alle stuzzicate che erano sempre soliti darsi a vicenda, e la cosa lo rincuorava un poco, perchè indicava chiaramente che non aveva intenzione di dirgli addio.

Felice come una pasqua, e dimentico degli eventi di quel pomeriggio, si addormentò con un sorriso ebete stampato sul muso.










"È tardi, Nick."
"Macchè, son solo le due di pomeriggio. E poi non abbiamo orari, e per andare a Mammal Beach serve solo un'ora e mezza."
"Mpf, e io che ti aspetto dalle otto di questa mattina, mi aspettavo di vederti frenetico e ansioso di arrivare lì il prima possibile."

Lo aveva fatto apposta. Da un lato, dopo la sbronza della sera precedente, si era concesso un paio d'ore in più di sonno; dall'altro, si era trattenuto dal partire subito a razzo solo per dar fastidio al coniglio.
Del resto, aveva un bel viaggio da fare in sua esclusiva compagnia, e la cosa non lo entusiasmava per nulla: voleva subito partire col 'piede giusto', e far vedere chi tra i due comandava.




Tutto sommato, era stato un viaggio quasi piacevole: lui al volante coi suoi immancabili occhiali da sole, tamburellando con le unghie a ritmo di musica, con Martin che dopo i primi tre tentativi subito troncati, aveva rinunciato a fare qualsiasi conversazione.
Ormai erano praticamente arrivati, accolti dalla visione della sabbia dorata che rifletteva i raggi del sole pomeridiano, che iniziava pigramente la sua lenta ma inesorabile discesa che l'avrebbe portato a sparire oltre l'orizzonte nel giro di un paio d'ore.
Parcheggiarono di fronte all'albergo corretto e smontarono dall'auto.

"Toh, questa si che è bella: in tutti questi anni, è la prima volta che ti vedo guidare." disse una voce molto familiare alle spalle di Nick, che quasi lo fece sussultare.
Con lentezza teatrale, si voltò e si tolse sorridendo gli occhiali da sole.
"C'è sempre una prima volta per tutto, Carotina."
"Ne riparleremo. Ora andiamo al bar della spiaggia, che abbiamo altre cose di cui discutere." disse iniziando a dirigersi verso l'insegna in lontananza.











Era già passata un'ora, ed erano già al terzo cocktail.
Con leggero stupore di Nicholas, la coniglietta aveva preso molto seriamente il messaggio del giorno precedente, e gli aveva pienamente creduto dopo che Clawhauser le aveva riferito di aver visto la volpe parecchio sconvolta.
Lei era partita subito in quarta, come suo solito, e aveva costretto entrambi a vuotare il sacco, completamente, per farsi raccontare tutto dall'inizio alla fine.

Ora stava rimirando nuovamente il ciondolo che il suo partner aveva tirato fuori dalla tasca mentre raccontava la sua versione: doveva ammettere che era veramente bellissimo, la conosceva fin troppo bene.
Alla fine, con un sospiro, riprese a parlare:
"Quindi, vediamo se ho capito bene.
Tu, Marty, hai una cotta per Nick da quando ti ha quasi fatto una multa un paio di anni fa, anche se alla fine ti ha solo rimproverato, e hai messo in piedi tutto 'sto casino per avvicinarti a lui e impedire che si dichiarasse. D'altro canto, nel mentre, hai iniziato a provare qualcosa anche per me."
Un cenno d'assenso da parte del coniglio.
"Mentre tu sei innamorato di me da anni, e stavi per farti finalmente avanti quando lui si è intromesso."
Un cenno d'assenso anche da parte dell'altro.
"Cristo, vorrei sapere che vi dice il cervello." concluse lei mentre si appoggiava allo schienale della sedia a braccia incrociate.

"Beh, visto che siamo in tema di confessioni..." iniziò timidamente Wilde "Tu... si insomma, tu cosa provi nei nostri confronti?"
Si prese un attimo per riflettere: "Beh, a te Nick voglio un bene dell'anima. E lo sai. Ma ad essere onesta non ho mai pensato a te in quel modo..."
L'espressione di Nicholas si cristallizzò. Pronta ad accogliere le prime crepe per poi rompersi in mille pezzi.
"... prima d'ora almeno. Del resto, è anche vero che non pensavo in quel modo a nessuno, prima di incontrare Martin. Che per inciso, continui a piacermi, anche se in questo momento sono molto tentata di prenderti a pugni."
Il coniglio le sorrise, per poi intervenire indicando il mammifero dal manto rosso con fare giocoso:
"Se la mettete così però, ora io voglio avere anche l'opinione sua nei miei confronti."
Judy si volse verso l'altro, incuriosita da quello che avrebbe risposto.
"Mpf, che domande. Ovviamente ti detesto con tutto me stesso."
"Oh piantala, volpe ottusa. Stiamo facendo un discorso serio qui: smettila di fare il bambino, metti da parte la gelosia, e rispondi seriamente." lo rimbeccò lei.

Silenzio. La tensione era palpabile.
Due iridi verdi stavano saltando continuamente da un coniglio all'altro.
All'improvviso, per una manciata di secondi sparirono dietro le palpebre, per poi tornare a fissarsi su Martin accompagnate da un profondo sospiro.
"Mi dispiace, ma non sono gay. Non provo nulla per te in quel senso.
Anche se forse, sotto sotto, potresti starmi anche simpatico: del resto, non sono molti i mammiferi in grado di tenermi testa così."
"Direi che è già qualcosa..." rispose mesto l'altro. "... soprattutto visto che finora eravamo solo io e Alopex la duecento, a tenergli testa..." aggiunse serafica la coniglietta.

Rimasero in silenzio a guardarsi tra loro per un poco, nessuno che sapeva cosa dire, quando a Nick venne l'ispirazione per stuzzicare la sua coniglietta e prese la parola.
"Beh, a questo punto, suppongo tu debba decidere chi preferisci tra noi due. Oppure..."
Stava già pregustando l'estremo imbarazzo di Judy: questo sì che l'avrebbe fatta arrossire.
Li fece attendere, sfoggiando il suo miglior sorriso sornione, mentre la signorina Hopps si protendeva leggermente in avanti per spingerlo a continuare.
"Oppure potremmo avventurarci in un rapporto a tre."
La bomba era sganciata: non aveva occhi che per la sua espressione.
Contro le sue aspettative, era rimasta in silenzio, immobile, a fissarlo: aveva forse esagerato stavolta?

"Sai che che ti dico?" gli rispose lei all'improvviso "Tutto sommato non è un'idea così malvagia, ha senso."
Martin si piegò in due dal ridere a vedere il muso di Nick, pregno di uno stupore puro e viscerale: occhi sgranati e fauci spalancate, lo aveva colto in contropiede come non si sarebbe mai aspettato.
"AHAHAHAHAHAHAH GUARDA CHE FACCIA!" urlò tenendosi la pancia. Non fosse stato un coniglio avrebbe anche potuto mettersi ad ululare dalle risate.
"Ma... ma..."
"Ahahahaha! Eh caro Nick, scommetto che non sapevi che oltre ad essere prolifici, noi conigli siamo molto... aperti su certe cose!" riprese il leporide, con tono canzonatorio.













Nick aprì gli occhi.
Fissò il soffitto confuso, gli risultava estraneo. E a questo si aggiungevano una strana sensazione di pesantezza e un affaticamento notevole.
Confuso sbattè le palpebre più volte, iniziando a guardarsi attorno. Si trovava disteso, supino, su un letto dalle candide lenzuola, con un coniglio che dormiva acciambellato sul suo stomaco: ci mise un paio di secondi a realizzare che si trattava di Martin.
Alla sua destra, in posizione fetale e appoggiata di schiena su di lui, dormiva la sua carotina abbracciata strettamente alla sua coda: la vista gli tolse il respiro, e il suo cuore perse un paio di battiti.

Mentre il suo cervello si riavviava, i ricordi della sera precedente lo investirono come un treno: dopo la loro chiacchierata erano andati a cena, e di comune accordo avevano deciso di vedere se avrebbe potuto funzionare. La volpe e il coniglio si erano quindi fermati a 'dormire' nella stanza di Judy.
Cazzo, che notte. Ne aveva sentito di voci sui conigli, ma non gli rendevano giustizia: era distrutto. Aveva perso il conto del numero di volte che l'avevano fatto: la cosa che l'aveva stupito maggiormente era il fatto che, nonostante fosse più che navigato, un batuffolo di pelo da poco uscito dall'adolescenza come Martin fosse comunque riuscito ad insegnargli un paio di cosette nuove.
Tra l'altro, ricordò tornando a guardare il coniglio in questione, ad un certo punto nel bel mezzo dei giochi, si era ritrovato nel mezzo, e la cosa non gli era dispiaciuta come pensava.

Mentre continuava a osservare i ricordi della sera precedente che gli riaffioravano nella mente, allungò la zampa sinistra verso Marty. Appoggiò la zampa sulla sua testa, rivolta dall'altra parte, e tirando fuori l'artiglio dell'indice, lo fece lentamente scorrere lungo la sua spina dorsale, fino a raggiungere il morbido batuffolo che aveva come coda.
Mentre continuava a dormire, il corpo del coniglio fu scosso da un brivido di puro piacere. Era semplicemente adorabile.
Spontaneo e involontario, le labbra di Nick si incurvarono in un dolce sorriso.
"Tutto sommato, potrebbe anche funzionare."

Dopo aver fatto un profondo e lento sospiro, lentamente richiuse gli occhi e si riaddormentò, lasciandosi cullare dal calore delle due creature che, ne era sicuro, ormai avrebbero colorato la sua vita in una maniera che mai avrebbe osato sperare.











Angolo autore

Ed eccoci alla conclusione della mia prima storia.
Spero di essere stato in grado di rendere giustizia a quella che nella mia testa era una meraviglia di tenerezza e pucciosità.

Onestamente è stato più faticoso di quello che pensavo, e forse non ne sono del tutto soddisfatto, ma ne sono allo stesso tempo orgoglioso: ho cambiato un sacco di cose in corso d'opera, ma sono riuscito a tenere la storia nei binari che mi ero prefissato.

Concludo augurando a tutti una buona continuazione in questo bellissimo fandom, nella forse vana speranza che mi venga l'ispirazione per un'altra storia che riterrò degna di essere scritta.
Nel frattempo continierò sicuramente a seguire le altre avventure che voialtri condividerete :)



Con una lacrimuccia per la conclusione di questa piccola avventura,
Zamy

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