Lo stupore della volpe di zamy88 (/viewuser.php?uid=980675)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buio ***
Capitolo 2: *** Ciondolo ***
Capitolo 3: *** Caffè d'asporto ***
Capitolo 4: *** Incontro ***
Capitolo 5: *** Diamoci del tu ***
Capitolo 6: *** Sospetti ***
Capitolo 7: *** Fuoco alle polveri ***
Capitolo 8: *** Sapere è potere... A volte. ***
Capitolo 9: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 10: *** La resa dei conti ***
Capitolo 1 *** Buio ***
Angolo autore
Saaaalve a tutti!
Questa sarà la prima e unica volta che
metterò le note ad inizio capitolo: volevo
fare una piccola prefazione prima del
vostro tuffo nel racconto.
Innanzitutto, questa è la prima storia
che provo a scrivere (per lo meno
seriamente): ho deciso di buttarla giù
dopo una lunga riflessione, a seguito di
uno scambio di messaggi col buon vecchio
Plando, dove mi invitava a provarci,
giusto per divertimento.
Come alcuni di voi sapranno, sono ormai
un lettore abbastanza anzianotto, era
giunto il momento di saltare la barricata
e prendermi pure io qualche insulto!
Detto questo, non ho idea della frequenza
a cui riuscirò ad aggiornare la storia,
né se riuscirò a finirla: ne ho in testa
una che non dovrebbe durare troppo (le
ultime parole famose, vero?),
spero di riuscire a farcela e che il
risultato sia piacevole.
In caso contrario, sentitevi OBBLIGATI
ad insultarmi.
Passiamo ora alla storia, che si apre
con una scena che incontremo più volte
nei prossimi capitoli: un volpide di
nostra conoscenza che macera sé stesso
al buio.
Questo episodio sarà il più breve di
tutti, giusto un prefazione per entrare
nel mood (e, con la scusa, prendere mano
col processo di pubblicazione ;P).
Buona lettura!
Zamy
Cap. 1: Buio
Stava lì, seduto al buio, un braccio
appoggiato pesantemente sul tavolo alla
sua sinistra, immobile nel suo appartamento.
La sua folta e soffice coda rossiccia gli
girava attorno alla vita, terminando
sull'addome: aveva sempre assunto quella
posizione, fin da quando era cucciolo,
ogni volta che si era ritrovato solo a
rimuginare sulle cose che lo rendevano
triste. A pensarci bene, aveva
probabilmente cominciato quest'abitudine
quando suo padre se n'era andato quando
era piccolo, abbandonando lui e sua madre:
la sensazione del tocco caldo e leggero
della sua coda lo rincuorava sempre un
pochino.
Forse era per questo che la curava in
maniera quasi maniacale, dopotutto:
semplice compensazione.
Nicholas Piberius Wilde girò
impercettibilmente la testa verso il
telefono, appoggiato sul tavolo con lo
schermo spento: riusciva a malapena a
distinguerne la sagoma, nonostante la
sua capacità di vedere al buio.
"L'ho combinata grossa questa volta."
mugugnò tra sé e sé "Scusami, Carotina."
"Del resto, non è neanche del tutto
colpa mia... Se solo non si fosse intromesso
quel figlio di una donnola di Marty non
mi troverei in questa situazione del
cazzo." aggiunse nella sua testa.
Quanto malediva il giorno in cui l'aveva
conosciuto.
O per meglio dire, il giorno in cui Judy
l'aveva incontrato.
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Capitolo 2 *** Ciondolo ***
Cap. 2: Ciondolo
Nick e Judy erano in servizio e
si trovavano seduti dentro la volante,
ovviamente con la coniglietta alla guida.
Avendo tutta l'intenzione di fare una
breve pausa, si stavano dirigendo
verso un bar del centro da quelle parti:
l'unica concessione che la volpe era
mai riuscito ad ottenere dalla
coniglietta durante l'orario lavorativo
(una misera pausa di 5 minuti in cui
Nick beveva sempre un succo di mirtillo
e Judy un succo di carota), ormai era
diventata una piccola abitudine per loro.
"Hey Nick! Che hai oggi? Sei stranamente
silenzioso."
Il volpacchiotto non rispose, era immerso
nei suoi pensieri. Con la zampa destra
nella tasca, stava giochicchiando con
una piccola scatoletta, contenente un
ciondolo: aveva passato mesi a cercarlo,
visitando tutte le gioiellerie della città
e dando fondo alle sue vaste conoscenze
per cercare esattamente quello che voleva.
Alla fine si era arreso, e se l'era
fatto costruire da un suo vecchio "amico",
un alce molto abile con l'oreficeria, sia
a produrla che a farla sparire.
Si trattava di un piccolo pendente in oro
bianco, a forma di carota, con in cima
due pietre a mo' di foglioline, di un viola
intenso, come gli occhi della coniglietta
a cui era destinato. Se l'era fatto pagare
una vera fortuna, quel vecchio bifolco,
però aveva fatto veramente un ottimo
lavoro, era esattamente come Nick lo
voleva.
Era da tre giorni che se lo trascinava
dietro, cercando il coraggio di regalarlo
alla sua Carotina, chiedendole di uscire,
e non come semplici amici stavolta.
Ormai era più di un anno che
dissimulava il fatto di essere innamorato
di lei: non le aveva ancora detto niente
in parte perché terrorizzato da un suo
eventuale rifiuto, in parte per orgoglio.
Figurarsi, lui, che aveva sempre avuto a
disposizione tutte le femmine che
desiderava, che cadevano ai suoi piedi
con un semplice sguardo ammaliatore,
doversi esporre e fare il primo passo?
Giammai!
Però più il tempo passava, e più si
rendeva conto che per certe cose quella
coniglietta era veramente ottusa.
Certo, andava considerato che lui era
un ottimo attore, ma davanti all'esuberanza
di lei non riusciva sempre a tenere su
la maschera, tanto che
persino quell'idiota di Clawhauser, a
giudicare dalle frecciatine che ogni tanto
gli riservava lontano dalle orecchie di
Judy, doveva aver mangiato la foglia.
Probabilmente lei non avrebbe mai
lontanamente considerato la cosa senza
una piccola spintarella, e più il tempo
passava, più rischiava di perdere
l'occasione.
Ecco quindi che, come detto, da tre
giorni si trascinava dietro quel regalo
cercando di raccogliere il coraggio e
aspettando l'occasione adatta per
aprire la sua dannata bocca e darle
la scatoletta
"NICK!"
"Eh? Cosa?" disse riprendendosi dal
torpore dei suoi pensieri.
"Ecco, per l'appunto. Si può sapere che
hai? Sei distratto ultimamente."
"Niente di che Carotina, sono solo un
po' stanco... Sarà il cambio di stagione."
rispose senza voltarsi.
Una piccola pressione a lato della
fronte lo colse impreparato.
"Ma che diavolo..." voltandosi, si
trovò muso a muso con la sua partner,
col cuore immobile come un inutile sasso.
"Ca-ca-carotina, ma co-cosa..." farfugliò,
rendendosi conto di essere stato appena
baciato sulla testa.
"Beh, che c'è? Stavo solo controllando
se hai la febbre."
Ecco, appunto. Era così spontanea da
non rispettare neanche i suoi spazi
personali, cogliendolo di sorpresa e
uccidendolo ogni volta: una vera tortura,
uno dei motivi per cui cominciava a non
poterne più di aspettare e far finta di
niente.
"No che non ho la febbre Carotina,
dovresti pensare a guidare piuttosto."
rispose mentre il cuore riprendeva con
fatica a battere.
"Guarda che ormai sarà un minuto che
siamo fermi: siamo arrivati, volpe
ottusa!"
Nicholas smontò silenziosamente
dall'auto e si avviò verso il bar.
"Visto che dormi in piedi, oggi ci
rimangono solo quattro minuti per la
pausa."
"Ma dai, non puoi essere sempre così
implacabile..." rispose aprendo la
porta per entrambi.
"Buon pomeriggio agenti, il solito?"
chiese loro il barista vedendoli entrare.
"Si, grazie Thomas." risposero in coro
accomodandosi al loro tavolo.
Qualche istante dopo, mentre sorseggiavano
il loro succo, Nick si aggrappò sotto al
tavolo con le unghie di una zampa, prese
un bel respiro e disse:
"Dimmi un po' Carotina, hai da fare
stasera?"
"...beh, a dire la verità... si." rispose
lievemente imbarazzata Judy.
"Ottimo, perché stavo pensan... No aspetta,
cosa?"
Questa proprio non se l'aspettava. Non
si era ancora fatta molti amici,
stranamente, e spesso se non uscivano
assieme loro due, non aveva molto altro
da fare.
Dissimulando la cocente delusione,
esagerò teatralmente la sua sorpresa per
poi mutare l'espressione in un sorrisetto
sornione ed indagatore.
"Dica un po', agente Hopps, c'è
qualcosa che mi sta nascondendo?" la
punzecchiò.
"Ecco..." rispose lei fissandosi le
zampette, strette attorno al bicchiere
"in effetti, si."
"Carotina, non mi starai organizzando
una truffa o una rapina vero?"
"Certo che no, volpe ottusa... Io,
ecco..." tentennò.
"Eddai, non farti pregare, sputa il rospo.
Già dovrei ritenermi offeso che hai
provato a nascondermi qualcosa, quindi
datti una mossa. Anche perché... " aggiunse
guardando l'orologio "ormai ci resta solo
un minuto di pausa" la provocò.
"..."
Nicholas la stava fissando mantenendo
la sua migliore faccia da schiaffi,
ma dentro di sé stava
urlando: oltre al tentativo fallito,
aveva l'impressione che il seguito della
discussione non gli sarebbe piaciuto
neanche lontanamente.
"Ecco, vedi... Non ti ho detto nulla
perchè... si, insomma, non è niente di
che, almeno per il momento, però...
Da un paio di settimane ho cominciato ad
uscire con un ragazzo."
Eccola lì: la sfortuna che con un
ghigno malvagio gli poggiava la mano sulla
spalla, per poi avvolgerlo in un abbraccio
soffocante manco si trattasse della morte
in persona.
Aveva aspettato troppo.
"Brutto idiota di una volpe ottusa"
Angolo autore
Ed eccoci col successivo, già il giorno
dopo. Questa prima parte della storia mi
viene facile, avendoci già rimuginato fin
troppo.
Non siamo ancora alla lunghezza che
ritengo ideale, ma con calma mi ci
avvicinerò man mano, anche se non
raggiungerò mai sicuramente le 20-40
pagine di media a capitolo di
qualcuno :P
La storia ormai comincia ad avviarsi,
giù con le critiche e fatemi sapere dove
migliorare :)
Ringrazio intanto Plando per l'ennesimo
incoraggiamento. Al prossimo capitolo!
Zamy |
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Capitolo 3 *** Caffè d'asporto ***
Cap. 3: Caffè d'asporto
"Scusa tanto Carotina, ma prima di
andare faccio un salto in bagno." disse
alzandosi lentamente.
Thunk thunk thunk
"Stupido, stupido, stupido!" disse a sé
stesso tirando una ventina di testate
contro il muro.
Si prese qualche istante ancora per
sistemarsi la divisa e riprendersi dallo
shock, poi uscì e ringraziò il barista,
lasciando una banconota da 10 Paws sul
bancone.
"Vogliamo andare, mylady?" disse quindi sorridendo
a Judy, tenendole aperto la porta e
facendo un inchino appena accennato.
La coniglietta lo superò ridacchiando
e si diresse verso la volante.
"Oh, che gentilmammifero!" lo canzonò nel
mentre.
"Ma certamente!"
"Piuttosto..." aggiunse rimontando in auto
"Com'è questo mammifero?"
Aveva decisamente voglia di farsi del male:
tanto ormai... E poi, era curioso
di saperne di più su chi era riuscito a
soffiargliela da sotto al naso.
"Si chiama Marty. Diciamo che è gentile, e
sa essere parecchio di compagnia, anche se
a volte è un poco permaloso.
Tra l'altro ha veramente una bella
pelliccia."
"Sai..." aggiunse un attimo dopo, con un
ghigno malizioso "a
pensarci bene, detta così, per certi versi
ti assomiglia"
"Ma porc... Me lo fai apposta, vero?"
"Mmh-mmh" annuì lui inforcando gli occhiali
da sole.
"Ah, e ovviamente è un coniglio" disse
mentre si fermava al semaforo.
"Ecco qua, come temevo. Come posso
competere con uno della sua stessa
specie? Caro il mio signor Piberius,
lei è totalmente fregato."
"Ma davvero? Con quel nome pensavo più ad un
leone marino"
"Ma va... Non sono mica un pinguino!" rispose
lei ridendo.
Mentre ripartivano, Nick si voltò alla
sua sinistra per osservarla meglio:
sembrava contenta, tutto sommato era già
qualcosa. Se la faccenda era seria, non
avrebbe potuto fare altro che farsi da
parte.
"E dimmi un po', come vi siete conosciuti?"
"Nella metro, quasi tre settimane fa,
il giorno che sei scappato via appena
finito il turno per andare in quella
catapecchia, che alcuni chiamano palestra,
per allenarti coi guantoni."
La volpe sgranò gli occhi, e sollevò
gli occhiali da sole per
guardarla meglio.
La coniglietta, con un sorriso saccente
e divertita dallo sguardo del suo amico,
disse poi: "Mi sembra che il proprietario
si chiami Buck, Butch, o qualcosa di
simile... Sbaglio, ROSSO?"
"Ma... Ma come..."
"Come faccio a saperlo? Semplice: credevi
non mi fossi accorta dei lividi che
avevi tentato di nascondere? Soprattutto
quando ti sei ritrovato per la prima
volta contro il capitano, se ne
intravedevano veramente parecchi sotto al pelo.
Diciamo che volevo capire che stavi
combinando, e ho indagato un poco: mi è
stato facile scoprire tutto."
"AH! La solita coniglietta acuta." rispose
abbassando nuovamente gli occhiali nella
loro posizione, e riaccomodandosi sullo
schienale del sedile "Anche se avresti
potuto semplicemente chiedermelo."
"E perdermi la faccia che hai appena
fatto? Non potrei mai!" lo canzonò.
"Comunque, stavo dicendo... Finito il turno,
dopo che tu sei scappato via salutando
a malapena, ho preso la metro per tornare a
casa, quando mentre uscivo Marty
mi è involontariamente
venuto addosso, sporcandomi col caffè
d'asporto che stava tenendo in mano."
"Un classico. Sarei curioso di sapere
quanto sia stato involontario."
"Mi immagino la scena, ti ci vedo
perfettamente: arrabbiata, con le punte
delle orecchie rosse, che demolisci il
pavimento tamburellandolo forsennatamente
con la zampa sinistra mentre lo fulmini
con lo sguardo."
"Più o meno..." rispose Judy imbarazzata
"Diciamo che ha capito di averla fatta
grossa.
In ogni caso, mi ha chiesto se per scusarsi
poteva offrirmi un caffè o un gelato, e
mi ha dato il suo numero di telefono.
Ci ho pensato su un paio di giorni
e alla fine ho accettato.
Poi sai, una cosa tira l'altra, e ecco...
Stasera usciamo per la terza volta."
"Mpf, forse tutto sommato faccio
ancora in tempo a combinare qualcosa."
"E dimmi, non sono affari miei, ma...
A che punto siete col vostro rapporto?"
"Beh, definirlo rapporto forse è
esagerato" rispose mentre parcheggiava
l'auto al suo posto nel cortile della
centrale "Però finora posso dire che
tutto sommato... Mi piace." concluse
spegnendo la macchina per poi
voltarsi verso il suo collega con un
sorriso a 28 denti.
"O forse no."
Smontando dall'auto, Nicholas prese una
decisione: avrebbe scoperto il luogo
dell'appuntamento, e sarebbe capitato lì
per puro caso.
Voleva proprio vederlo in muso, questo
coniglio di nome Marty.
Angolo autore
Eccoci qua col terzo capitolo, ormai
stiamo entrando nel vivo della storia.
C'è anche il primo cameo
in onore di una storia di questo fandom
che ho apprezzato parecchio.
Io le storie le leggo sempre
dal telefono, sto cominciando a chiedermi
come viene la formattazione su PC:
per quelli di voi che lo fanno, com'è?
Decente o quasi illeggible?
In ogni caso, col senno di poi,
probabilmente avrei dovuto unire il
capitolo precedente e questo, ma
ormai, il danno è fatto. Mi servirà
di lezione per i prossimi capitoli.
Devo dire comunque che ora che vedo
le info sulle storie, ci sono molti
più lettori di quello che credevo!
Per carità, alcuni accessi saranno
dei motori di ricerca, ma cavolo, non
sono pochi comunque, mi fa molto
piacere la cosa!
Detto questo, alla prossima!
Zamy |
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Capitolo 4 *** Incontro ***
Cap. 4: Incontro
Era un bel po' che rimuginava su come
scoprire i dettagli dell'appuntamento di
Judy. Avrebbe potuto sbirciare il suo
telefono oppure semplicemente seguirla per
il resto della giornata, ma era troppo
rischioso: se fosse stato beccato sarebbe
stato in guai grossi, nulla al confronto
degli allenamenti massacranti che gli
faceva seguire; il solo pensarci gli
provocava dei brividi gelidi lungo la
spina dorsale.
Oltretutto, punizione a parte, sicuramente
Carotina avrebbe fatto in modo di
impedirgli qualsiasi ulteriore tentativo:
ci avrebbe solo rimesso.
Si era ormai preparato per tornare a casa,
rassegnato a rinunciare ai suoi propositi,
quando passando davanti alla reception...
"UN MOMENTO! Potrei provare a
chiedere a Ben, è un impiccione di
prima categoria e origlia sempre tutte
le conversazioni che si ritrova a portata
d'orecchio! Con un po' di fortuna..."
Si voltò quindi verso il bancone, e
si avvicinò al ghepardo sovrappeso, che
in quel momento stava spaparanzato con
le cuffie nelle orecchie, le zampe
posteriori appoggiate al bancone, chissà
come, sporche di zucchero a velo.
"Verrebbe da chiedersi se è più probabile
che abbia rinunciato a togliersi lo
zucchero di dosso, oppure non se n'è
ancora accorto e non si è ancora succhiato
le zampe solo per quel motivo." pensò
Wilde alzando un braccio e agitandolo per
attirare l'attenzione di Clawhauser.
"Oh! Ciao Nick!" disse cercando di
nascondere le cuffie alla velocità della
luce.
"Ciao Ben. Senti, ho il telefono scarico
e Judy è già uscita, per caso sapresti
dirmi dov'era diretta?"
"No, mi dispiace ma non mi ha detto
nulla, presumo a casa come al solito
comunque." rispose sorridendo bonario.
"Vabbuono, io ci ho provato..." pensò
già girandosi per andare via. Ma mentre
stava per salutare...
"Però ora che mi ci fai pensare..."
"Si?" chiese speranzoso, quasi appendendosi
al bancone.
"...credo di averla sentita al telefono
oggi pomeriggio mentre prenotava un
tavolo in un locale per stasera, mi
pareva fosse il PuurTwo. Lo conosci?"
Un ghigno vittorioso sul volto: ora
sapeva dove andare.
"Certo che si! Ti devo un favore." gli
rispose correndo verso l'uscita.
A pensarci bene, quella palla di lardo
sembrava fosse inutile (se non per
strapparti un sorriso all'arrivo in
centrale, e non certo per le sue battute)
ma anche stavolta, come in più di
un'occasione, si era rivelato in possesso di
informazioni utili. Addirittura,
qualche settimana addietro, aveva dato
loro un indizio importante riguardo un
caso che stavano seguendo; sapeva del suo
passato come smanettone dei computer (anche
se ancora faticava a crederci), ma
qui la cosa cominciava ad essere quasi
sospetta, prima o poi avrebbe approfondito
la faccenda.
Eccolo lì, il PurrTwo: un pub modesto,
ma con ottime birre e panini più che
decenti. Il suo punto di forza erano
gli interni completamente in legno
(cosa che lui adorava), oltre agli orari
spesso più che prolungati: una manna dal
cielo per animali notturni come lui;
ultimamente fin troppi locali erano finiti
in gestione a delle prede, lasciando
ben poca scelta a chi cercava un bicchiere
dopo una certa ora.
Questo locale, in particolare, era gestito
da due gatte sulla quarantina: si
vociferava avessero una relazione tra loro,
ma lui non ne era molto sicuro visto
che una decina di anni prima una di loro
ci aveva palesemente provato con lui,
poco dopo che aveva cominciato a
frequentare questo posto.
E, non ditelo in giro, ma dopo non
molto tempo aveva ceduto alle sue
lusinghe e accettato.
Diciamocelo: aveva qualche anno in più
di lui, ma anche parecchio fascino.
Era stata la sua prima volta con
un rapporto interspecie, e
si era divertito un mondo.
Ma stiamo divagando.
Dopo essersi guardato attorno, ed aver
appurato che non c'era traccia in tutta
la piazza del coniglio che gli interessava,
decise andare ad attendere su una panchina
molto laterale e poco illuminata, grazie
alle fronde dell'albero piantato lì
a fianco.
"Benissimo: piccioncini, vi aspetto. "
pensò sedendosi.
"... e ci ha messo ben 20 minuti solo
per sporgere la patente! È stato
semplicemente terribile."
Era la voce della sua Carotina, ne era
certo: l'avrebbe riconosciuta anche nel
bel mezzo di un concerto di Gazelle.
Si voltò verso la provenienza del suono,
e vide due conigli che, chiacchierando,
si stavano lentamente avvicinando
all'entrata del locale.
"Bene Wilde, si va in scena!"
Si avvicinò normalmente, come se il suo
obiettivo fosse entrare nel pub, mentre
li osservava di sottecchi: la sua
coniglietta era più bella che mai,
aveva giusto un leggerissimo velo di
trucco che faceva risaltare i suoi occhi
(come se ce ne fosse stato bisogno!).
E poi, l'altro.
Le camminava di fianco, guardandola e
ridacchiando per quello che Judy gli
stava raccontando: siccome si stava
avvicinando quasi da dietro, rispetto a
come era voltato lui, da quella
angolazione non riusciva a vedergli
il muso. Poco male, avrebbe rimediato
subito.
Continuando a camminare lo studiò
attentamente: altezza media (per un
leporide), camminata agile e sicura
di sè, e pelo ben curato dalle
curiose striature di vari toni di
grigio scuro, su una base bianco
panna. Obiettivamente parlando, aveva
una pelliccia invidiabile.
Oltre a ciò, sembrava avere una voce
chiara ma profonda: non riusciva
ancora a determinarne l'età, ma
prometteva di essere un bella sfida.
"Toh, ma guarda che coincidenza,
da quando in qua frequenti anche tu
questo locale, Judy?" disse quando
ormai era dietro di loro.
I due conigli si voltarono in contemporanea,
e le loro facce furono qualcosa di
impagabile: il suo avversario (anche
se ancora non sapeva di esserlo) passò
molto lentamente dall'indifferenza ad
uno strano misto tra stupore e ansia,
mentre la coniglietta, dopo la
sorpresa iniziale, cominciò a trapelare
una "vaga" aria di stizza e disappunto.
Si, Judy decisamente non se
l'aspettava.
Aprofittò del momento di incertezza
per guardare il muso dell'altro:
"Perfetto, anche gli occhi
azzurro ghiaccio. Quando si dice
avere tutte le fortune..."
Angolo autore
Ci ho messo un bel po' sto giro,
complice il lavoro e varie rotture di
palle, oltre al fatto che volevo curarlo
un poco di più sto giro.
Nonostante tutto ci sono ancora un
paio di frasi che non mi piacciono,
ma vabbè, non ne faccio un dramma.
Finalmente andiamo a conoscere il
nostro antagonista, che ricorda molto
Jack, solo con qualche differenza (di cui
una in particolare che salterà fuori
nel prossimo capitolo).
Sperando vi sia piaciuto, ringrazio
Plando, Iron_Captain, Redferne e Enzo89 per
le recensioni, Vale08 e ChibiRoby per
avere seguito / messo la storia tra le
preferite, e pure la settantina di anonimi
che hanno letto tutti i capitoli precedenti.
Alla prossima! Zamy |
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Capitolo 5 *** Diamoci del tu ***
Cap. 5: Diamoci del tu
"Ma... Lei è il famoso Nicholas Wilde!"
disse il leporide ripresosi dal momento
di tranche.
"In carne, ossa e pelliccia." rispose
seraficamente Nick "E lei deve essere
il coniglio di cui Judy mi ha parlato,
signor...?"
"Martin Falls, ma mi chiami pure Marty."
rispose l'altro sorridendo e porgendo
la zampa.
Oh grande Fritz, a guardarlo in muso
era anche molto giovane, avrà avuto
si e no 15 anni meno di lui.
"Ti piace la carne fresca, Carotina?"
pensò adocchiandola velocemente, mentre
afferava e stringeva la zampa a Martin.
Ne aprofittò per controllare la situazione:
era leggermente più indietro rispetto
all'altro coniglio, e lo stava letteralmente
fulminando con lo sguardo, trattenendosi
dal massacrare il marciapiede con la sua
zampa per non dare a vedere il suo fastidio
e disappunto per l'apparizione del collega.
Cazzo quant'era ADORABILE quando
faceva così.
Dal canto suo, il suo scopo l'aveva raggiunto,
e ciò che aveva visto l'aveva abbastanza
demoralizzato: una sfida veramente ardua,
questo coniglio era decisamente una bella
palla di pelo (anche se mai quanto lui,
s'intende!), ma oltre ad essere della
stessa specie della sua adorata coniglietta,
era anche molto più giovane di lui,
e probabilmente anche di lei.
Se le piacevano più piccoli, le sue
speranze erano veramente vane.
"Beh, è stato un piacere conoscerla, Marty,
ma forse è meglio se adesso vi lascio
proseguire la vostra serata... " buttò
lì la volpe, col compiacimento di Judy.
"Ma si figuri, è stato un piacere
incontrarla e conoscerla di persona!
Anzi, perché non si unisce a noi?"
"Veramente non sono sicuro sia il
caso..." provò Nicholas, guardando
Carotina minacciarlo passandosi un dito
all'altezza del collo.
"Ma certo che sì, non ci disturba
mica! E poi quante volte capita di
poter parlare uno degli eroi della
città? Oltre a quello che ho già
conosciuto, s'intende!" concluse voltandosi
verso Judy, che interruppe immediatamente
qualsiasi minaccia verso il partner,
sorridendo di rimando a Martin.
"Se insistete..." disse Nick accomodante,
con una finta espressione imbarazzata,
che mascherava in realtà il puro terrore
al pensiero della futura vendetta di
Carotina. Ma d'altronde così avrebbe
potuto studiare meglio la faccenda,
quindi tanto valeva stare con loro
e non contare le ore di vita rimaste.
Fu così che entrarono assieme nel
locale e seguirono la cameriera camminando
davanti al bancone (che si trovava, pieno
di sgabelli, lungo tutta la parete a
sinistra), superando un paio di
gruppetti di mammiferi seduti
alla loro destra, e si piazzarono sui
posti a loro assegnati.
Non troppo comodi, visto che avevano
prenotato per due e la cameriera si era
limitata ad aggiungere una sedia a
quel piccolo tavolo.
"Le presentazioni ormai le avete fatte,
e così hai conosciuto il mio partner."
esordì la coniglietta mascherando
abilmente la rabbia verso il soggetto in
questione.
"Già, ed è un vero piacere!" rispose
il coniglio "Qualche vostra avventura
Judy me l'ha già raccontata, ma sono
curioso di sentire anche la sua versione."
"Non so quanto ci sia da aggiungere...
E comunque, diamoci del tu, che è meglio."
"Se proprio devi incularmi Carotina,
prendi confidenza brutto figlio di una
donnola. Ma vai tranquillo che appena
lascerai uno spiraglio aperto, ti
fotterò io per bene." pensò sorridendogli.
Dopo un cenno di assenso da parte di
Marty, riprese:
"Quindi, dicevamo: mi pare di capire
che tu sappia già parecchie cose sul
mio conto, Marty, mentre io non
so praticamente nulla su di te. Ti va
di cominciare raccontandomi tu qualcosa?"
"Certamente! Allora, tanto per cominciare,
sono nato a Bunnyburrow anche io" disse
sorridendo a Judy "ma quand'ero ancora
piccolissimo ci siamo trasferiti qui
a Tundratown, per il lavoro di mio padre."
"Un bel cambiamento: dalla campagna mite
e soleggiata all'inverno perenne da
polo nord in una metropoli" commentò
Judith.
"Si infatti, abbiamo fatto un bel po'
di fatica ad adattarci, forse è anche
per quello che siamo diventati una
famiglia di conigli un poco... atipica"
Lo sguardo dei due poliziotti pregno
di incertezza e curiosità lo spinse a
spiegarsi meglio.
"Vedete, tra il poco spazio e le
difficoltà, i miei genitori non hanno
avuto molti figli: ho solo 12 fratelli
e sorelle."
"Solo? SOLO? Grande Fritz, non mi
abituerò mai a questa cosa."
pensò Nick per poi voltarsi verso la
coniglietta, che era immobile con una
zampetta davanti alla bocca e con
un'espressione sconvolta. Mancava solo...
No, come non detto, aveva già una
lacrimuccia a lato degli occhi.
"Oddio, ma è una cosa terribile..."
sussurrò lei.
"Terribile, addirittura? Ho capito
che siete conigli, ma qua si esagera:
che dovrei dire io allora, che sono
figlio unico? Dovrei impiccarmi o
tagliarmi le vene della zampa per
lungo? Bah...
Piuttosto, come mai..."
"Carotina, come mai sei così stupita?
Non te l'aveva già detto?" le chiese il
canide.
"A dire la verità, no..." rispose lei
imbarazzata "Abbiamo sempre parlato di
altro, e anzi, parlavo io la maggior
parte del tempo..."
Tutto questo era MOLTO interessante:
c'era la possibilità che stesse
usando la tecnica del fantoccio sorridente,
ovvero il "lasciala parlare, fai finta
di ascoltarla con attenzione e alla lunga
sarà tua": in pratica, se per conquistare
un mammifero si doveva passare per lo
stomaco, per una mammifera conveniva
passare per la lingua (prima la sua,
e per sigillare la conquista, la propria...
anche se per un utilizzo diverso).
Possibilità più che concreta, visto
che il tipo era molto estroverso, non
avendo quindi scuse per il semi-mutismo.
Inoltre, è un modo come un altro per
non rivelare informazioni personali:
bisognava vedere però se quello era
parte del suo scopo e perché (forse
voleva solo portarsela a letto?).
Infine, ma non ultimo per importanza,
c'era il fatto che quando l'aveva chiamata
Carotina, aveva visto un lampo
di qualcosa passare negli occhi del
suo avversario: netto e distinto, ma
troppo veloce per capire bene di cosa
si trattasse; era sicuramente un ottimo
attore, e questo avrebbe reso la partita
molto divertente: non vedeva l'ora
di guardare cosa il caro signor Falls
teneva nascosto sottozampa.
Pensandoci, se tanto gli dava tanto...
"Scusa se interrompo il tuo racconto
Marty, ma per curiosità, quanti anni hai?
Te lo chiedo perché sei sicuramente più
giovane di me, ma..."
"Oh, tranquillo!" gli rispose l'altro
con un sorrisone "Sicuramente non
ho il pelo bianco per l'età: ho 19
anni."
Cazzo, questa era una BOMBA: era parecchio
più giovane anche di Carotina!
E a giudicare dalla faccia, quell'ottusa
coniglietta era ignara anche di questo
dettaglio. Probabilmente prima era convinta
avesse solo un anno o due in meno di lei.
"Oh... è... è un problema?" chiese Martin
alla vista del muso sconvolto dell'altra.
Nick si mise coi gomiti appoggiati sul
tavolo, zampe chiuse a pugno a sorreggere
la testa, sporto in avanti, pronto a non
perdersi neanche un fremito di pelliccia.
"S-s-si"
"Ecco, CI SIAMO"
"f-f-fo fors n-n-no, c-credo d-di no...
So-solo ci sono rimasta un po... un poc...
No-non me l'aspettavo, ecco..."
"ACCIDENTI! C'ero così vicino!"
"Senti" riprese il leporide un poco
sconfortato "so che sembro un poco più
vecchio e sicuramente molto maturo per
la mia età, ma non credo sia un grosso
ostacolo. In fondo siamo entrambi adulti
e vaccinati, anche se in effetti io
non da così tanto... eheh... Se
comunque la cosa non ti va a genio,
capisco..."
Judy, dopo un paio di secondi, fece un
respiro profondo e gli sorrise. "No,
tranquillo, non è un problema."
C'era andato vicino, ma non era
stato sufficiente. A quanto pare le
piaceva quel batuffolo di pelo infarcito
di carote: e lui sapeva bene COME avrebbe
voluto farcirlo...
Si riappoggiò allo schienale della sedia,
aspettando l'occasione successiva.
Angolo autore
Ed eccoci qui con le prime battaglie e
i primi tentativi di Nick, e nel frattempo
abbiamo conosciuto meglio pure Marty,
anche se sembra nascondere molte cose
e dobbiamo ancora conoscerlo per quello
che è.
Visto che si parlava di conigli, ho
inserito una piccola citazione di un libro,
film e recentemente miniserie a me
abbastanza caro: 100 punti a Grifondoro
per chi lo sa :D
La storia della serata sembra un po'
troncata di netto, ma è fatto apposta:
siamo pur sempre in un flashback.
Col prossimo capitolo ritorneremo al
presente.
Grazie delle recensioni e i commenti, ed
un particolare benvenuto ad amy_lee91
in questo reame dedicato a Zootropolis,
che ha scoperto solo di recente (hai un
mare di roba da recuperare qua :D).
A rileggerci! Zamy
|
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Capitolo 6 *** Sospetti ***
Cap 6: Sospetti
Mentre ancora aveva lo sguardo perso
nel vuoto, la coda appoggiata al ventre
gli fremette di frustrazione ricordando
quella sera in cui aveva incontrato
Martin per la prima volta.
Tutto sommato, visto dall'esterno, avevano
passato una serata rilassata e piacevole.
Dal suo punto di vista invece, l'esatto
contrario: nessuno dei discorsi successivi
gli diede qualche altro spunto per troncare
sul nascere il rapporto tra i due conigli.
L'unica nota positiva era che, dovuto
parzialmente alle scoperte fatte quella
sera, e parzialmente dal fatto che per lei
era stata una bella serata, Judy non lo
uccise: si limitò a lussargli leggermente
la spalla sinistra con un pugno ben
assestato intimandogli di non farlo più,
MAI più.
Ah, avesse avuto una vaga idea delle
vere intenzioni di quel leporide all'epoca!
L'unica cosa che aveva in mano erano dei
profondi sospetti, che si rivelarono poi
totalmente sbagliati. Mentalmente chiese
scusa alla sua Carotina per l'ennesima
volta, mentre, immerso nelle tenebre,
osservava la polvere,
illuminata dallo strettissimo spiraglio di
luce proveniente dalla finestra, agitarsi
in seguito ad un suo sbuffo.
Gli era sempre piaciuto, il buio: quando
la luce scarseggia, l'aspetto esteriore
delle cose e dei mammiferi sfuma,
assumendo contorni incerti e rivelandone
la vera essenza; le cose cambiano,
i sentimenti si mescolano in maniera
imprevedibile, senza freni né remore,
rivelando gli istinti che li scatenano.
Chiunque, al buio e con la giusta
atmosfera, tende a rivelare aspetti di sé
che neanche il migliore amico avrebbe
mai potuto sospettare, cosa che fatta
alla luce del sole non accadrebbe mai:
quando le tenebre ti avvolgono, in parte
soffocandoti e in parte coccolandoti,
tutte le ansie si diradano, lasciando
libero spazio all'anima per esprimersi,
senza timore di essere giudicata.
Il suo sguardo vagò nuovamente per la
stanza, disordinata come sempre, si
posò velocemente sul telefono, che gli
ricordò come Judith si rifiutasse
di parlargli da ben una settimana
ormai, e si
fermò poi sul divano posto davanti al
televisore, sicuramente non ultimo
modello, ma comunque più che decente.
Sorrise ricordando la sera in cui Judy,
che era andata da lui per guardare un
film assieme, era inciampata su un
vestito abbandonato lì a terra al
suo destino da almeno un paio di settimane,
ritrovandosi dopo una mezza capriola
seduta sulle zampe posteriori di Nick,
che la aspettava già seduto sul divano.
"E chi se l'avrebbe mai detto che i conigli
avessero un didietro così morbido e
soffice!" aveva pensato, basito, mentre
la coniglietta si spostava scusandosi.
Ridacchiò tra sé e sé: quell'episodio
era stato veramente piacevole e divertente,
quanto era diventata rossa...
La risatina si spense lentamente mentre
con la mente passava ad un altro episodio,
ovvero quando era stato incastrato per
la seconda volta in vita sua da un
coniglio. Forse Carotina aveva ragione
tutto sommato, e lui non era altro che
una volpe ottusa.
"E pensare che ero convinto di avere
io il controllo..." sussurrò, stringendo
le zampe a pugno, tirando poi un sospiro.
In seguito a quella cena, aveva avuto
altre occasioni di incontrare Martin,
a volte perché saltuariamente era venuto
in centrale ad incontrare Judy quando
staccavano dal turno, altre volte invece
avevano fatto delle uscite a tre,
sotto insistenza del coniglio stesso.
Avevano passato un mese e mezzo così,
e i sospetti di Nicholas si erano fatti
sempre più fondati: non era ancora riuscito a
farsi dire con precisione che lavoro
facesse il padre di Marty quando si erano
trasferiti a Zootropolis, il fatto che
insitesse per uscire anche con lui era
un poco strano (in particolare lo mandava
ai matti il non caprirne il motivo
dietro), ma soprattutto, aveva intercettato
altre volte quel fugace sguardo di cui aveva
avuto un assaggio alla prima cena.
Ricordava quasi la gelosia, ma era allo
stesso tempo diverso, un mix di emozioni
strano che non riusciva a ricostruire:
tra l'altro la gelosia sembrava in contrasto
con le altre cose sospette, qualcosa
non tornava per niente.
Dopo questo mese e mezzo di giochi
infruttuosi, aveva quindi deciso di
affrontare la questione di petto: alla
prima occasione avrebbe provato a
prenderlo in contropiede.
Angolo autore
E con la scusa del culetto soffice,
un'altra citazione è andata :D
Bene, in questo capitolo siamo tornati
al presente, con Nick che si macera
dentro al buio, maledicendosi per le
cose successe. La coniglietta non gli
rivolge la parola già da un po', e
stiamo per scoprire come si
è aperto il vaso di pandora.
Spero abbiate apprezzato la parte
introspettiva, non è venuta al
millimetro come speravo, ma mi accontento.
Al prossimo capitolo! \o. Zamy |
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Capitolo 7 *** Fuoco alle polveri ***
Cap. 7: Fuoco alle polveri
Erano le 9:30 di mattina, e i nostri
due agenti erano dentro al SUV di
pattuglia per il consueto giro, a passo
di lumaca a causa del traffico.
Come al solito, era la piccola Judy a
guidare il mezzo, e stava giusto riflettendo
sul fatto di non aver mai visto il suo
partner guidare: certo, per lei non era
un problema, anzi, la rilassava e lo
trovava un modo come un altro per
tenersi impegnata (un tipo esuberante
come lei, a stare ore ferma sul sedile
del passeggero senza nulla da fare,
sarebbe stato da manicomio in tempo record).
La sua era semplice curiosità: in fondo
avrebbe dovuto avere la patente, o forse
no? Era per quello che anche durante
le vecchie scorribande con Finnik...
I suoi pensieri vennero interrotti
dal compagno:
"Carotina, visto che oggi abbiamo solo
il turno di mattina, ti andrebbe di
vederci nel pomeriggio?"
"Oh, scusa ma sono già d'accordo con
Marty per andare al parco... Ma puoi
unirti se vuoi!"
"Sicura che ti vada bene?"
"Ma certo! E comunque non avevamo in
mente nulla di particolare, solo un po'
di sano relax"
La volpe cominciò a fissarla con aria
sbigottita, volontariamente enfatizzata:
"Chi sei tu? Cose ne hai fatto di Judith?!?"
"Uff... Il solito esagerato." rispose lei
voltandosi nuovamente verso la strada,
con mezzo sorriso sulle labbra.
"Beh, se finalmente qualcuno è riuscito
a convincerti a rallentare un poco di
tanto in tanto, posso solo esserne
contento... Anzi, spero si rifletta anche
sul resto, non solo nel tempo libero!" le
rispose con una linguaccia appena abbozzata,
giusto per provocarla, che lei ignorò
bellamente.
"Fossi in te non ci conterei troppo,
piccola volpe ottusa."
"Signor Piberius, è giunto il momento
di passare al livello successivo. Sarà
doloroso, ma può farcela:
credo in lei."
"A proposito, come vanno le cose tra
voi due? Ormai saranno due mesi che vi
frequentate." le chiese, indossando gli
occhiali da sole dopo averli aperti con
un abile movimento di polso: sempre
pronto per ogni evenienza, a volte
una perfetta faccia da poker non è
sufficiente.
"Si, ormai si. Ti dirò, non ne abbiamo
parlato, quindi tecnicamente non siamo
ancora ufficialmente assieme, ma...
Non arrivo sicuramente a dire che provo
amore per lui, ma mi piace veramente un
sacco, nonostante inizialmente fossi
restia per via dell'età."
Di questo passo affrontare questo
discorso sarebbe stato molto più
duro di quanto aveva preventivato.
"Beh, si sa che le verdure sono meglio
fresche..." cominciò allusivo "E a tal
proposito, avete già... consumato?" le
disse con la testa inclinata di lato, ed
una smorfia da guardone navigato.
Lei non disse nulla, si concentrò sulla
strada come se ne dipendesse il destino
del mondo, e lentamente diventò talmente
rossa che un passante, sbirciando dentro,
avrebbe potuto prenderli per parenti.
"Suvvia Carotina, a me puoi dirlo..."
insistette col suo sorriso provocatorio
migliore.
"Non ho intenzione di dirti nulla al
riguardo." rispose lei fermamente.
"Uff, a volte sai essere veramente noiosa."
la canzonò la volpe rimettendosi dritto,
rassegnato a non ricevere una risposta
sull'argomento.
"In ogni caso" riprese serio dopo un paio di
secondi "ci sono due cose che non
credo di afferrare del tutto: come
mai a te sta bene che anche io esca con
voi, e come mai sia lui stesso a volte
ad insistere."
"Beh, per quanto riguarda me, sei il
mio migliore amico, e finché non
interferisci mi fa sempre piacere
passare del tempo con te: non posso
uscire sempre e solo con lui... Questo
ovviamente finché non superi certi
confini e cominci a seguirci più o
meno di nascosto." rispose lei
voltandosi verso di lui, con la stizza
negli occhi, alludendo palesemente alla
sera del pub. "E a tal proposito, te lo
ribadisco: sono adulta, la relazione è
la mia, e non ho bisogno del paparino:
se provi a fare qualsiasi cosa
senza prima consultarmi ti impaglierò
e userò come scendiletto, chiaro?"
Nicholas si limitò ad annuire deglutendo
rumorosamente.
"Per quanto riguarda lui... Da una lato
ti ammira: sei pur sempre considerato un
eroe dopotutto. Dall'altro sa che sei
il mio migliore amico, e probabilmente
per questo vuole conoscerti meglio ed
andare d'accordo con te."
"Capisco..."
Effettivamente messa così, poteva
avere un senso, però questo non
eliminava comunque le altre fonti dei
suoi sospetti. Mentre Judy rispondeva
alla radio che li stava chiamando, lui
pensava all'uscita che avrebbero fatto
il pomeriggio, e al modo migliore di
cogliere di sorpresa Marty.
Si erano ritrovati all'ingresso nord
del parco principale di Savana Centrale,
per poi girovagare chiacchierando.
Avevano passato un paio d'ore
così, passeggiando e guardando gli artisti
di strada e le onnipresenti bancarelle:
su una in particolare Judy aveva qualche
dubbio, e sarebbe partita alla carica
per farsi mostrare le licenze e le
autorizzazioni se Nick
non l'avesse fermata e trascinata via
di peso, accompagnato dalle risate di
Marty e il sospiro di sollievo del venditore
ambulante.
Ora si erano fermati di fronte alla
fontana presente al centro del parco,
famosa per gli spettacoli che la
vedevano protagonista alcune serate
estive, con giochi di luce e getti
d'acqua. I due 'ragazzi' si erano seduti
su una panchina, mentre la coniglietta
era partita di sua iniziativa verso
una bancarella lì vicino per prendere
qualcosa da bere per tutti.
Era il momento.
"... e alla fine si è seduto proprio
sulla torta. Non ti dico la faccia degli
altri!" concluse ridendo Marty.
"Eheheh" sghignazzò Nicholas, per poi
farsi serio e iniziare a fissarlo negli
occhi "Dimmi un po', che cosa hai in
mente?"
"Eh? Di cosa stai parlando?" gli chiese
l'altro con un sorriso un po' titubante.
"Oh andiamo, lo sai benissimo."
Il coniglio cambiò leggermente espressione,
stava sempre sorridendo, ma questa volta
in maniera sfrontata, con una punta di
malcelata soddifazione: un sorriso
completamente autentico, finalmente.
Restò in silenzio aspettando che la volpe
continuasse.
"So benissimo che il tuo incontro con
Judy non è stato casuale, e che ci sono
parecchie cose che stai tenendo nascoste."
"E bravo il mio volpacchiotto. E quindi?"
"E quindi non ho ancora capito esattamente
il perché di tutte queste sceneggiate,
ma puoi star tranquillo che lo
scoprirò. E poi deciderò cosa fare,
magari potrebbe scapparmi qualcosa al
riguardo con Carotina..."
Nick era partito col suo affondo,
sicuro di pungerlo sul vivo.
"Ahahahahah, povero il mio volpacchiotto..."
rise di gusto l'altro, lasciandolo un
poco interdetto "tu non hai in mano nulla,
e sono sicuro che non dirai una parola
a Judy" concluse con un'espressione
saccente e beffarda.
"Pffft figuriamoci! E cosa me lo
impedirebbe?"
"Al contrario di te, Nickybello, ho
molte carte a mio favore, e so molte
cose su di te che posso usare a mio
piacimento."
"Tipo?"
"Ad esempio il fatto che prima che
arrivassi io erano mesi che
cercavi di dichiararti a lei, ma
continuavi sempre a rimandare. A tal
proposito, vedo che continui ancora a portarti
sempre in tasca la scatola con la
collanina a forma di carota."
disse indicando il rigonfiamento a
lato dei suoi pantaloni.
Nick era immobile, completamente basito,
con le fauci leggermente spalancate.
"Quindi capirai anche te che ti
conviene startene buono e tranquillo,
cucciolotto." concluse con un ghigno
soddisfatto.
La volpe non ribattè nulla, visto che ormai
Judy stava tornando con tre bicchieri in
mano, e il coniglio tornò alla sua
solita espressione bonaria e innocente.
"Cazzo, non ci posso credere.
Incastrato per la seconda volta da un
coniglio."
Non riusciva a capacitarsi di come
fosse a conoscenza di quelle cose:
doveva a tutti i costi scoprirne di
più sul suo conto.
Angolo autore
Ed ecco che comincia la battaglia!
E Nick si è ritrovato nuovamente
incastrato da un coniglio, forse
dovrebbe iniziare a preoccuparsi.
Il coniglio in
questione poi, comincia a buttare la
maschera, prendendolo decisamente in
contropiede, è molto più abile di
quanto si aspettasse.
Come farà Marty a sapere tutte quelle
cose sul suo conto? Qual è il suo
obiettivo? Lo scopriremo nella prossima
puntata!
Sappiate comunque che ci sono rimasto
un poco male che nessuno ha provato
ad indovinare la citazione del
libro/film/serie un paio di capitoli
addietro: mi aspettavo soprattutto
che Redferne in particolare la azzeccasse
ad occhi chiusi :P
In ogni caso, grazie a tutti per la
lettura, le recensioni e il resto,
spero che la storia vi stia piacendo e
appassionando.
Al prossimo capitolo! \o
Zamy |
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Capitolo 8 *** Sapere è potere... A volte. ***
Cap. 8: Sapere è potere... a volte.
Era decisamente sconvolto: o si era
rammollito, o gli era capitato di
incontrare i due esemplari più scaltri tra
tutti i leporidi della città. Non che in
centro ce ne fossero molti, intendiamoci,
ma per incastrare così facilmente una volpe
(ex) truffatrice come lui, ce ne voleva! E se
la prima poteva essere stata una piacevole
sorpresa, il secondo lo aveva
destabilizzato non poco, era tentato di
rimettere in dubbio tutte le scelte fatte
nella sua scalmanata vita, forse anche
complice il fatto che l'età cominciava ad
avere il suo peso: era forse arrivato
al punto da non riuscire a tenere testa
all'ultimo arrivato?
Alla fine decise di non deprimersi, non
poteva darla vinta a quella palla di pelo
che aveva ancora i baffi da latte! Iniziò
subito ad indagare su di lui, e grazie alle
sue vecchie conoscenze, senza contare che
la città non era piena di leporidi e che per un
tipo come lui era difficile passare
inosservato, riuscì a scoprire dove
abitava: era un buon inizio.
Il suo obiettivo era semplice: scopire
più cose possibili sul suo conto. Viste le
informazioni che aveva dimostrato di avere su di lui,
molto probabilmente non era un cittadino
qualsiasi, avrebbe dovuto trovare qualcosa
di scottante con facilità.
Iniziò quindi a pedinarlo nel tempo libero,
mettendo a frutto le sue capacità dovute
in parte agli insegnamenti ricevuti quando
lavorava per Mister Big, e in parte
all'addestramento dell'Accademia di
polizia (e questo senza contare gli
allenamenti speciali di Carotina):
una combinazione a dir poco
eccezionale, i mammiferi migliori di lui
si potevano contare sulle dita di una
zampa.
Con sua immensa frustrazione nei primi
cinque giorni Marty non mostrò alcun
comportamento anomalo, anche se in
compenso scoprì che lavoro facesse:
ironicamente, faceva consegne a domicilio
per la catena Bug-Burga, specializzata nel
soddisfare i bisogni alimentari dei
predatori. Non gli sembrava possibile,
sembrava condurre una vita normalissima,
e la cosa lo stava mandando ai matti:
aveva anche provato a far ricerche nel
database della polizia, ma risultava
completamente incensurato, non aveva
mai preso nemmeno una multa.
Il sesto giorno, finalmente qualcosa di
vagamente sospetto: sulle dieci di sera
lo vide entrare in un locale
di periferia, uno di quei posti in cui
la maggior parte dei clienti sono persone
qualsiasi, ma che vengono usati come punto
di scambio per gli affari minori che devono
passare completamente inosservati; il
coniglio ne era uscito nel giro di dieci
minuti, con una busta di carta in mano
col logo del locale.
Qualcosa di interessante, era ora!
Continuando a seguirlo, mentre si dirigeva
a piedi nuovamente in direzione del centro,
si sorprese del quartiere dove erano finiti:
Judy abitava a solo un paio di isolati da
lì.
Sotto il suo attento sguardo, Marty mise
il pacchetto a terra davanti alla serranda
chiusa di un negozietto ortofrutticolo,
diede una
bussata veloce sul ferro e si allontanò.
Dopo una manciata di secondi, vide qualcuno,
un animale di grossa stazza,
alzare temporaneamente le
protezioni dell'ingresso, giusto il tempo
di prendere il pacchetto.
"Toh, quindi nel tempo libero facciamo
i galoppini eh?" pensò, mentre cominciava
a ripercorrere mentalmente tutti i suoi
vecchi lavoretti.
Ne era sicuro: non l'aveva mai
incontrato né aveva mai sentito parlare
di lui nei vecchi giri, e questo gli
suonava molto strano. In compenso, gli
si era accesa una lampadina: doveva
assolutamente fare quattro chiacchiere
con Andrew, l'alce che gli aveva
preparato il ciondolo per Judy.
Sarebbe andato a trovarlo appena
possibile il giorno seguente.
"Onestamente non saprei Nick..."
"Pensaci bene Andrew. È importante."
"Vedi, è che per procurarmi le pietre
che mi servivano, ho sparso la voce
in giro, spiegando cosa mi serviva e
perchè. Certo, non ho specificato che
era per te, ma possono averlo saputo
tutti come nessuno."
"Dannazione! Dovevi proprio dire a mezza
Zootropolis di quel fottuto ciondolo?"
esclamò Nicholas in un attimo di
frustrazione.
"Beh, per avere le pietre più adatte
allo scopo, a volte fa comodo a tutti
avere più dettagli... Però fammi capire,
qual è il problema?"
"Il problema è che c'è qualcuno che sa
del ciondolo, sa che era per me e per
cosa mi serviva, mi sta tenendo per
le palle per questo, ed io non ho
neanche la più pallida idea di come
ne sia a conoscenza, ecco qual è il
fottuto problema!" quasi gridò, perdendo
per un attimo il controllo.
Tirò un profondo sospiro cercando di
calmarsi.
"Chi ti ha consegnato le
pietre? Si trattava di un coniglio per
caso?"
"Non ne ho idea, era una consegna di
basso livello, sai come funziona:
persone in cerca di un guadagno extra
quasi onesto che evitano di farsi vedere
da chiunque, mollano il pacco e spariscono."
"Già, già... Avrebbe potuto essere
chiunque, ma..." rispose quasi rimuginando
tra sé e sé "sono abbastanza convinto
di sapere chi era." aggiunse con un
sorriso.
"Sei sicuro di non aver detto a nessuno
che era per me?"
"Certo, lo sai che sto sempre attento
a tenere i miei clienti anonimi."
Dopo aver salutato il suo vecchio amico
per lasciarlo al suo lavoro, si fece una
lunga passeggiata a piedi verso casa,
evitando di prendere i mezzi pubblici:
aveva bisogno di pensare, e camminare
lo aiutava sempre.
Marty sapeva che la collana era stata
commissionata da lui, ma le informazioni
che Andrew aveva diffuso comprendevano
solo che il ciondolo era destinato ad
una coniglietta: inoltre quel fottuto
coniglio evidentemente lavoricchiava
come fattorino, sia nel campo legale
che nell'illegale.
Questo poteva spiegare come mai nessuno
lo conosceva nel suo vecchio ambiente:
molti di quei galoppini lavoravano
nel totale anonimato a vantaggio di
tutte le parti, sotto garanzia di
qualcuno fidato, che solitamente si
guardava bene dallo spifferare informazioni
al riguardo, erano le regole del gioco.
D'altro canto, se aveva consegnato lui
le pietre all'alce dagli zoccoli d'oro,
doveva sapere cos'erano e a cosa sarebbero
servite. Come le aveva collegate a lui?
A questo punto l'unica spiegazione plausibile,
per quanto strana, era che Marty lo aveva
seguito e lo aveva visto ritirare il
gioiello, facendo due più due.
In questo caso, c'era da dubitare che
avesse troppe informazioni sul suo conto,
forse aveva usato quella storia come
specchietto per le allodole per farlo
sentire in trappola.
Sì, più ci pensava e più sembrava avere
senso. Sorrise beffardo, aprendo la
porta di casa: era giunto il momento di
rendergli pan per focaccia, e cominciare
a forzare la mano.
Finito il turno di lavoro, si decise
finalmente a tirare fuori l'argomento.
"Carotina, tu per caso sai che lavoro
fa Marty?" le chiese con una punta di
sadismo.
"Certo, me l'ha detto: fa le consegne per
Bug-Burga... Ma perché me lo chiedi?"
rispose vagamente sospettosa.
"... e dell'altro lavoro ti ha detto
niente?"
"Aspetta, vuoi dire che ha due lavori?"
"Eh già..." disse pregustandosi il
seguito della conversazione e le sue
conseguenze per il coniglio.
"Oh..." un paio di secondi di silenzio "Ma
tu come fai a saperlo?"
"Beh, diciamo che l'ho scoperto..."
"Come?" chiese lei in maniera vagamente
fredda. Un campanello d'allarme che alla
volpe, persa ad immaginarsi il suo
rivale in situazioni problematiche varie,
sfuggì del tutto.
"Semplice, l'ho seguito per qualche
giorno, non per vantarmi ma sai che sono
un maestro in questo, e ho scoperto che"
sventuratamente per lui, non riuscì nemmeno
a finire la frase.
"TU COSA?" sputò tra i denti serrati Judy.
Spiazzato, il canide si rese improvvisamente
conto che la cosa non sarebbe andata
proprio come aveva pianificato, e si
mise sulla difensiva.
"Asp..."
"Aspetta un cazzo! TE LO AVEVO DETTO!
Non UNA, ma ben DUE volte! Ti avevo
proibito categoricamente di metterti in
mezzo in qualsiasi modo, e tu cosa CAZZO
fai? Ti metti a pedinare il mio fidanzato!"
"Eh... S-si, ma..." preso totalmente in
contropiede, aveva quasi iniziato a
balbettare.
"MA NIENTE! Questa volta mi hai estremamente
deluso, Nick!" lo interruppe arrabbiata
come non l'aveva mai vista "Forse non
ti rendi neanche conto di quanto!" concluse
allontanandosi.
Non era decisamente andata come si
aspettava. Il giorno dopo non l'aveva
vista al lavoro, e non aveva risposto né
alle sue chiamate né ai suoi messaggi.
Questo giro l'aveva fatta decisamente
arrabbiare.
In seguito era venuto a sapere che si
era presa due settimane di ferie
(chissà come aveva convinto il vecchio
bufalo a dargliele), ed era convinto
fosse andata da qualche altra parte,
perchè anche piantonando casa sua non
era mai riuscito ad incontrarla.
Angolo autore
Ok, questo capitolo è stato abbastanza
un parto rispetto agli altri: avevo un
paio di particolari che non ero sicuro
di come approcciare ed incastrare tra loro.
Ho finito col riscriverne buona parte più
volte.
In compenso ormai la linea è tracciata,
e i successivi capitoli dovrebbero essere
meno dolorosi: ormai ci stiamo avvicinando
alla fine, come una short che si rispetti.
Onestamente un poco mi dispiace la cosa,
questa è una storia su cui ho riflettuto
per molto tempo, e fa un po' strano vederla
finire in così breve tempo, ma d'altro canto
allungare il brodo non avrebbe senso.
Detto questo, ringrazio tutti quelli
che sono arrivati fino a qui, nella
speranza che vi stia veramente piacendo.
Nel prossimo capitolo arriveremo al
presente, e i vari pezzi cominceranno
finalmente a collidere formando il quadro
finale.
|
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Capitolo 9 *** Faccia a faccia ***
Cap. 9: Faccia a faccia.
Nicholas spostò la coda dal suo ventre,
sospirando mentre osservava il telefono, a
schermo spento, sul tavolo: non gli aveva
ancora risposto.
Era venuto a sapere da Wolfard che i primi
due giorni li aveva passati ospitata nella
sua immensa villa (per lui non era stato
sicuramente un problema, e l'aveva fatto
volentieri), mentre poi, a detta di
Clawhauser, era partita per delle vacanze
vere e proprie: era andata a Mammal Beach
Avenue.
Ebbe una stretta al cuore fantasticando di
essere sulla sabbia dorata, di fianco a lei,
entrambi in costume sotto al sole.
Interruppe i suoi pensieri alzandosi dalla
sedia, mentre prendeva il telefono e se
lo infilava in tasca: aveva deciso di fare
un salto al bar sottocasa per farsi un
goccetto (o forse tre), nella speranza
che l'avrebbero aiutato a dormire.
Tornò al suo appartamento due ore dopo,
decisamente alticcio: ci mise 10 minuti buoni
solo ad infilare la chiave nella serratura,
complice il fatto che inizialmente aveva
afferrato la chiave al contrario, cercando
di inserire l'impugnatura.
Trascinandosi verso il letto, guardò
l'orologio: uggiolò sommessamente pensando
che aveva davanti a sé solo quattro ore di
sonno, sperava di riuscire almeno a farsele
come un sasso, senza incursioni oniriche
conigliesche.
BEEEP-BEEEP-BEEEP-BEE
Spense la sveglia con un pugno.
Grande Fritz, era più stanco di quando
era andato a letto: decise di tirarsi su
facendo colazione con un'abbondante dose
di mirtilli.
"Speriamo solo che il bufalo muschiato
non mi appioppi nulla di pesante oggi..."
pensò avviandosi verso la centrale, mentre
l'alba cominciava ad arrossare il cielo dietro
di lui. Rise mestamente, pensando che solo
tre anni prima avrebbe ucciso chiunque avesse
provato a svegliarlo ad un orario simile.
Era letteralmente distrutto; una volpe
a pezzi, talmente stanca da non riuscire
quasi più a scodinzolare. Le sue speranze
erano state ovviamente vane: il capitano,
durante la riunione mattiniera, aveva
adocchiato subito le sue condizioni, e
aveva deciso di rincarare la dose come
vendetta per la mole di frecciatine
arretrate da parte di Nicholas; gli
aveva prima affidato il controllo del
traffico davanti alla scuola elementare
di Tundra Town, per poi mandarlo a
pattugliare il distretto di Rain Forest,
costringendolo così a camminare quasi
tutta la giornata, con la scusa che
uno degli agenti che solitamente gestivano
quella zona era in paternità.
A fine turno iniziò lentamente a trascinarsi
verso gli spogliatoi, quando intravide
delle orecchie di coniglio spuntare oltre il
banco della reception, davanti all'ingresso.
Il suo cuore perse un battito, nell'immediata
speranza che fosse la sua Carotina, ma
l'istante successivo si rese conto che
non potevano essere le sue: il colore
era completamente diverso, piuttosto
assomigliavano molto più a quelle di...
"Hey Nicky bello!" gridò Martin dopo averlo
visto, cominciando ad incamminarsi verso
di lui.
"Ecco, per l'appunto. Solo gioie oggi,
eh?" pensò alzando lo sguardo,
rivolgendo quella muta domanda al soffitto
della centrale, molto più distante del
pavimento.
"Ci mancavi solo tu..." gli disse quando ormai
era vicino "Judy non c'è, puoi anche
tornartene a casa." aggiunse secco e diretto,
era troppo stanco per degnare quel
coniglio del suo fine sarcasmo.
"Oh, lo so benissimo: stavo cercando
te infatti." ribattè con un sorriso a 28
denti dal significato non del tutto
chiaro.
Si immobilizzò, riflettendo velocemente
su tutti i possibili motivi e relative implicazioni
a questo fatto: alla fine, decise di
abbracciare la 'Bufalo Way', come
l'avevano scherzosamente battezzata in
centrale, ovviamente di nascosto dal
capitano.
"Non mi interessa." rispose semplicemente ed
in maniera molto pacata, riprendendo il
passo verso lo stanzino dove lo aspettavano
i suoi abiti civili.
E Marty iniziò a seguirlo, ignorando
totalmente la risposta appena ricevuta.
"Suvvia, vorresti farmi credere che non
ti interessa minimamente il perché sono
venuto fin qui a cercare te?"
"Direi proprio di no. Anche perché, ad
occhio e croce, molto probabilmente è
per sfottermi."
"E per quale motivo dovrei sfotterti?"
ribattè con ironia il leporide con un ghigno
divertito.
Nick nell'udire quella domanda fermò la
sua marcia e si voltò ad osservarlo in
muso, incerto su cosa rispondere e un poco
indispettito.
"Cos'è, non penserai veramente che io
sia così stupido da credere che tu
non sappia cos'è successo tra me e
Judy?" alla fine era impossibile per lui
non cercare di infastidirlo almeno un
poco.
"Beh, non te lo dice sempre anche lei che
sei una volpe ottusa, in fondo?"
"Certamente, ma sono una volpe ottusa
solo per lei. Non per il resto del mondo
e certamente non per te."
Si diede mentalmente un pugno da solo
agli zebedei per la risposta appena data:
a causa della stanchezza non ci aveva
riflettuto abbastanza prima di aprire le
fauci.
"Eheheh" sghignazzò Martin con un
muso vittorioso "Ovviamente sono
ben a conoscenza del fatto che Judy è
decisamente incazzata nera con te."
"E sai anche il perché immagino." rispose
l'agente riprendendo a camminare verso
il suo obiettivo.
"Più o meno. So che hai cercato di
spifferarle qualcosa sul mio conto, ma
che ti è andata molto, ma molto male."
"Esattamente: ho fatto male i miei calcoli."
rispose fermandosi davanti alla porta
dello spogliatoio, la zampa destra già
sulla maniglia. Era pronto a dare il
suo finale alla discussione per poi entrare.
"Ma sappi che ho visto oltre al tuo
bluff, e non mi tieni neanche vagamente
in pugno come credi: sei stato fortunato
che non sono ancora riuscito a dirle tutto,
ma non ti preoccupare che arriverà il
momento. Detto questo, ti saluto."
affermò tra i denti, aprendo la porta ed
entrando nel locale, dando un chiaro
segnale che per lui la discussione si
concludeva lì.
Si diresse soddisfatto e con sicurezza al
suo armadietto, aprendolo e afferrando
i suoi vestiti, per poi appoggiarli sulla
panca lì vicino.
"Ne sei così sicuro?" lo rimbeccò,
inattesa, quella voce alle sue spalle.
"Sono pronto a scommettere, tra l'altro,
che non hai ancora capito quale sia il
mio scopo." aggiunse mentre Nick si
voltava.
"Non puoi stare qui." gli disse
semplicemente sedendosi sulla panca.
"Così come sono sicuro che il
non saperlo ti rode dentro." continuò
il coniglio ignorando completamente
quello che gli era stato appena detto.
E aveva ragione. Dannazione, se aveva
ragione.
Ma figuriamoci se voleva lasciargli
quella soddisfazione, molto meglio
dissimulare.
"Perché, vorresti dirmi che il
voler avere per sé una coniglietta del
genere non è una motivazione sufficiente?"
"Beh, ovviamente. È stato un piacevole
imprevisto, e devo ammettere che me ne
sono sorpreso, ma conoscendola ha
iniziato decisamente a piacermi.
Del resto, credo che siamo entrambi
d'accordo che è un esemplare più unico
che raro..."
"Decisamente."
"... tuttavia, bel tentativo, ma uno
come te ci ha sicuramente riflettuto
sopra parecchio." concluse, con un
sorrisetto provocatore.
Wilde, in dubbio se cominciare bellamente
ad ignorarlo o meno, si tolse la cravatta
della divisa per iniziare a cambiarsi,
e una volta appoggiata la
schiena alla parete, con aria indifferente
iniziò a sbottonarsi la camicia.
"A costo di ripetermi, non mi interessa."
gli rispose dopo qualche attimo di silenzio,
mentre si sganciava i primi bottoni.
"Sai, potresti anche semplicemente
chiedermelo, anche se so che questo
ferirebbe il tuo orgoglio." disse
Marty con la testa inclinata leggermente
di lato e le orecchie ben dritte.
La volpe sbuffò sonoramente dal naso,
con fare esasperato, per poi aggiungere:
"Tagliamola corta, che oggi non è
giornata: se questo può contribuire in
qualche modo a farti andare via dalle
palle prima, avanti, sentiamo. Altrimenti
sloggia, che il dottore non mi ha ordinato
di dare ascolto a coniglietti petulanti."
Il coniglio si avvicinò, e poggiò la zampa
destra al muro, di fianco alla testa della
volpe, per poi dire muso a muso:
"Si, ho giocato un poco sporco, e sì,
ho bluffato con le minacce che ti ho
rivolto. Mi sono avvicinato a Judy, e
ho anche iniziato ad apprezzarla parecchio,
ma fin dall'inizio, il mio obiettivo..."
Lo stava ascoltando attentamente, ma non
aspettava neanche vagamente il seguito:
rimase immobile, senza la minima reazione,
mentre di sorpresa Martin si avvicinò
ancora e lo baciò intensamente per una
manciata di secondi. Si prese pure il
tempo di passargli la zampa sinistra
sul petto ormai scoperto,
accarezzandone la pelliccia.
"...eri tu." concluse staccandosi, per poi
uscire e sparire come un fulmine con un
risolino.
Era brutalmente sotto shock: ci mise un
minuto buono prima di riuscire a muovere
anche solo un muscolo. Cominciò a riprendersi
dopo che tutti i peli della coda gli si
furono rizzati velocemente, seguiti da
un brivido lungo la schiena.
"No, non può essere successo davvero,
no. Sto dormendo in piedi e questo è stato
solo un incubo ad occhi aperti."
Angolo autore
E rieccomi qua col penultimo capitolo,
anche se ci ho messo un po'. Purtroppo
ho avuto un po' di rogne, e non ero troppo
dell'umore.
Siamo arrivati ad uno dei colpi di scena
principali, anche se forse era abbastanza
prevedibile per come ho impostato la
storia (mi sembra di sentire Red gridare
"LO SAPEVO!" :D)
Inoltre, qui ho inserito ben due citazioni.
Lasciamo quindi una povera volpe sotto
shock, nel prossimo capitolo vedremo come
Nick reagirà e come la cosa evolverà.
A presto! |
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Capitolo 10 *** La resa dei conti ***
Cap. 10: La resa dei conti
Era completamente sconvolto.
Dopo un tempo che gli era parso interminabile,
decise di farsi una doccia direttamente lì
in centrale, invece che a casa come suo
solito: forse l'avrebbe aiutato a riprendersi
e a togliersi di dosso quella strana
sensazione di disagio
Se già era solito stare a lungo sotto
il getto d'acqua bollente, cosa che lo
rilassava sempre e gli lavava via
buona parte della stanchezza dopo una
faticosa giornata, questo giro aveva
perso totalmente la cognizione del tempo,
cercando di afferrare i suoi stessi pensieri
che viaggiavano più veloci di Flash al
volante.
QUESTO l'aveva proprio colto impreparato.
Colpito, colpito in pieno e affondato. Ora
sì che si spiegava tutto.
E nel fiume di pensieri che si rincorrevano
persisteva quella strana sensazione: si
sentiva umiliato, oltre che scosso. Altro
che la prima vittoria di Judy, questo era
su tutto un altro piano. Si sentiva
talmente sottosopra da non riuscire più
ad afferrare neanche cosa stava provando
in quel momento.
"E adesso cosa dovrei fare? Dannati
conigli: mi manderete al manicomio!"
"Nick, tutto bene?"
"EH? CHI? COSA?" con un sobbalzo si voltò
verso la provenienza della voce, trovando
Clawhauser a sua volta sotto il getto
della doccia, un paio di posti più in là.
"Da dove diavolo sei sbucato tu?"
"A dire il vero, saranno già dieci minuti
abbondanti che sono qui, ti ho anche
salutato, ma non hai fatto altro che
fissare quella piastrella in stato catatonico
per tutto il tempo..."
"Ah..."
"Ripeto, sicuro di stare bene? Mi devo
preoccupare? Non hai una bella cera."
"No, no... È tutto ok. Sono solo... Ho solo
dei pensieri che mi frullano in testa,
tutto qui."
"... se lo dici tu, mi fido..." rispose
il ghepardo con poca convinzione facendo
spallucce, mentre continuava a guardarlo
preoccupato.
"E smettila di fissarmi così. Non vorrei
che, entrando, qualcuno ti veda e si
faccia strane idee. Mancherebbe solo quello
oggi." disse sbuffando, mentre girava il
pomello per chiudere l'acqua.
"Oh! Scusa!" rispose lui, leggermente
imbarazzato, mentre si voltava verso il
muro.
"Che cazzo di giornata. Una fottuta
giornata del CAZZO. Trovarmi un fottuto
ghepardo sovrappeso, nudo, di fianco, è
stata proprio la ciliegina perfetta su
questa fottuta pila di merda fumante."
Più ripensava agli avvenimenti della giornata,
in particolare verso la sua conclusione, e
più si alterava.
Finito di asciugarsi e rivestirsi, mentre
usciva dalla centrale, era ormai quasi
accecato dalla rabbia: d'istinto, prese
il cellulare, selezionò il nome 'Carotina',
e iniziò a digitare furiosamente un
messaggio.
Sappi che Martin oggi si è presentato
a lavoro. E non cercava te. Quel fottuto
stronzo mi ha baciato.
Una volta inviato, si avviò, ma la sua
camminata non lo condusse come al solito
al suo appartamento: dopo aver
riflettuto, strada facendo, sul messaggio
che aveva inviato poco prima, infilò le zampe
direttamente sotto al suo bancone fidato.
"Hey Tommy." disse con un cenno di saluto.
"Ciao bello!" rispose il barista "Qua anche
stasera vedo. Vuoi il solito?"
"Si, ma partiamo subito con un triplo stò
giro."
"Giornata pesante?"
"Non hai idea quanto..."
Abbiamo già assistito alla penosa scena
di una volpe di nostra conoscenza, ubriaca
fradicia, nelle sue peripezie cercando di
rientrare a casa.
Questa volta però, prima di toccare il
letto, un suono proveniente dal telefono
attirò la sua attenzione.
"Ma che diavolo..."
Si congelò guardando il mittente del
messaggio (ad onor del vero, ci mise un
bel po' a leggerlo). La sua adorata
coniglietta, seppur dopo qualche ora,
aveva finalmente risposto!
Barcollò pericolosamente verso il bagno,
doveva assolutamente riguadagnare un po'
di lucidità, e decise quindi di lavarsi
abbondantemente il muso con dell'acqua
gelida.
Dopo un quarto d'ora, finalmente tornò
a guardare il telefono, cercando di
leggere il messaggio: tra il tasso alcolico
e il fatto che stava tremando come un
cucciolo per l'emozione, si stava rivelando
un'impresa titanica.
Domani trovati con Marty e raggiungetemi qua, è
ora di farla finita con questa storia e
mettere in chiaro le cose. Ho già avvisato
anche lui. Non ti dico dove sono perché
tanto sono sicura tu lo sappia già.
Gli sfuggì una lacrima di gioia, Judy
gli avrebbe rivolto di nuovo la parola.
Lo rilesse di nuovo, con più calma: da un
lato come tono era vagamente preoccupante,
ma dall'altro, seppur seriosa, la conclusione
del messaggio era molto simile alle
stuzzicate che erano sempre soliti darsi
a vicenda, e la cosa lo rincuorava un poco,
perchè indicava chiaramente che non aveva
intenzione di dirgli addio.
Felice come una pasqua, e dimentico degli
eventi di quel pomeriggio, si addormentò
con un sorriso ebete stampato sul muso.
"È tardi, Nick."
"Macchè, son solo le due di pomeriggio.
E poi non abbiamo orari, e per andare a
Mammal Beach serve solo un'ora e mezza."
"Mpf, e io che ti aspetto dalle otto di
questa mattina, mi aspettavo di vederti
frenetico e ansioso di arrivare lì il
prima possibile."
Lo aveva fatto apposta. Da un lato, dopo
la sbronza della sera precedente, si era
concesso un paio d'ore in più di sonno;
dall'altro, si era trattenuto dal partire
subito a razzo solo per dar fastidio al
coniglio.
Del resto, aveva un bel viaggio da fare
in sua esclusiva compagnia, e la cosa
non lo entusiasmava per nulla: voleva
subito partire col 'piede giusto', e
far vedere chi tra i due comandava.
Tutto sommato, era stato un viaggio
quasi piacevole: lui al volante coi
suoi immancabili occhiali da sole,
tamburellando con le unghie a ritmo di
musica, con Martin che dopo i primi tre
tentativi subito troncati, aveva rinunciato
a fare qualsiasi conversazione.
Ormai erano praticamente arrivati, accolti
dalla visione della sabbia dorata che
rifletteva i raggi del sole pomeridiano,
che iniziava pigramente la sua lenta ma
inesorabile discesa che l'avrebbe portato
a sparire oltre l'orizzonte nel giro di
un paio d'ore.
Parcheggiarono di fronte all'albergo
corretto e smontarono dall'auto.
"Toh, questa si che è bella: in tutti
questi anni, è la prima volta che ti
vedo guidare." disse una voce molto
familiare alle spalle di Nick, che quasi
lo fece sussultare.
Con lentezza teatrale, si voltò e si
tolse sorridendo gli occhiali da sole.
"C'è sempre una prima volta per tutto,
Carotina."
"Ne riparleremo. Ora andiamo al bar della
spiaggia, che abbiamo altre cose di cui
discutere." disse iniziando a dirigersi
verso l'insegna in lontananza.
Era già passata un'ora, ed erano già al
terzo cocktail.
Con leggero stupore di Nicholas, la coniglietta
aveva preso molto seriamente il messaggio
del giorno precedente, e gli aveva pienamente
creduto dopo che Clawhauser le aveva
riferito di aver visto la volpe parecchio
sconvolta.
Lei era partita subito in quarta, come suo
solito, e aveva costretto entrambi a
vuotare il sacco, completamente, per
farsi raccontare tutto dall'inizio alla
fine.
Ora stava rimirando nuovamente il
ciondolo che il suo partner aveva tirato
fuori dalla tasca mentre raccontava la
sua versione: doveva ammettere che era
veramente bellissimo, la conosceva fin
troppo bene.
Alla fine, con un sospiro, riprese a
parlare:
"Quindi, vediamo se ho capito bene.
Tu, Marty, hai una cotta per Nick da
quando ti ha quasi fatto una multa un paio
di anni fa, anche se alla fine ti ha solo
rimproverato, e hai messo in piedi tutto
'sto casino per avvicinarti a lui e
impedire che si dichiarasse. D'altro
canto, nel mentre, hai iniziato a provare
qualcosa anche per me."
Un cenno d'assenso da parte del coniglio.
"Mentre tu sei innamorato di me da anni,
e stavi per farti finalmente avanti
quando lui si è intromesso."
Un cenno d'assenso anche da parte dell'altro.
"Cristo, vorrei sapere che vi dice il
cervello." concluse lei mentre si
appoggiava allo schienale della sedia a
braccia incrociate.
"Beh, visto che siamo in tema di
confessioni..." iniziò timidamente Wilde
"Tu... si insomma, tu cosa provi nei
nostri confronti?"
Si prese un attimo per riflettere:
"Beh, a te Nick voglio un bene dell'anima.
E lo sai. Ma ad essere onesta non ho mai
pensato a te in quel modo..."
L'espressione di Nicholas si cristallizzò.
Pronta ad accogliere le prime crepe per poi
rompersi in mille pezzi.
"... prima d'ora almeno. Del resto, è anche
vero che non pensavo in quel modo a nessuno,
prima di incontrare Martin. Che per inciso,
continui a piacermi, anche se in questo
momento sono molto tentata di prenderti
a pugni."
Il coniglio le sorrise, per poi intervenire
indicando il mammifero dal manto rosso con
fare giocoso:
"Se la mettete così però, ora io voglio
avere anche l'opinione sua nei miei
confronti."
Judy si volse verso l'altro, incuriosita
da quello che avrebbe risposto.
"Mpf, che domande. Ovviamente ti detesto con
tutto me stesso."
"Oh piantala, volpe ottusa. Stiamo facendo
un discorso serio qui: smettila di fare
il bambino, metti da parte la gelosia, e
rispondi seriamente." lo rimbeccò lei.
Silenzio. La tensione era palpabile.
Due iridi verdi stavano saltando
continuamente da un coniglio all'altro.
All'improvviso, per una manciata di secondi sparirono
dietro le palpebre, per poi tornare a
fissarsi su Martin accompagnate da un
profondo sospiro.
"Mi dispiace, ma non sono gay. Non provo
nulla per te in quel senso.
Anche se forse, sotto sotto, potresti
starmi anche simpatico: del resto, non
sono molti i mammiferi in grado di tenermi
testa così."
"Direi che è già qualcosa..." rispose mesto
l'altro.
"... soprattutto visto che finora eravamo
solo io e Alopex la duecento, a tenergli
testa..." aggiunse
serafica la coniglietta.
Rimasero in silenzio a guardarsi tra loro
per un poco, nessuno che sapeva cosa dire,
quando a Nick venne l'ispirazione per
stuzzicare la sua coniglietta e prese
la parola.
"Beh, a questo punto, suppongo tu debba
decidere chi preferisci tra noi due.
Oppure..."
Stava già pregustando l'estremo imbarazzo
di Judy: questo sì che l'avrebbe fatta
arrossire.
Li fece attendere, sfoggiando il suo
miglior sorriso sornione, mentre la
signorina Hopps si protendeva leggermente
in avanti per spingerlo a continuare.
"Oppure potremmo avventurarci in un
rapporto a tre."
La bomba era sganciata: non aveva occhi
che per la sua espressione.
Contro le sue aspettative, era rimasta
in silenzio, immobile, a fissarlo:
aveva forse esagerato stavolta?
"Sai che che ti dico?" gli rispose lei
all'improvviso "Tutto sommato non è
un'idea così malvagia, ha senso."
Martin si piegò in due dal ridere a vedere
il muso di Nick, pregno di uno stupore
puro e viscerale: occhi sgranati e fauci
spalancate, lo aveva colto in contropiede
come non si sarebbe mai aspettato.
"AHAHAHAHAHAHAH GUARDA CHE FACCIA!" urlò
tenendosi la pancia. Non fosse stato un
coniglio avrebbe anche potuto mettersi
ad ululare dalle risate.
"Ma... ma..."
"Ahahahaha! Eh caro Nick, scommetto che
non sapevi che oltre ad essere prolifici,
noi conigli siamo molto... aperti su
certe cose!" riprese il leporide, con
tono canzonatorio.
Nick aprì gli occhi.
Fissò il soffitto confuso, gli risultava
estraneo. E a questo si aggiungevano una strana
sensazione di pesantezza e un affaticamento
notevole.
Confuso sbattè le palpebre più volte,
iniziando a guardarsi attorno. Si
trovava disteso, supino, su un letto dalle
candide lenzuola, con un coniglio che
dormiva acciambellato sul suo stomaco: ci
mise un paio di secondi a realizzare che
si trattava di Martin.
Alla sua destra, in posizione fetale e
appoggiata di schiena su di lui, dormiva
la sua carotina abbracciata strettamente
alla sua coda: la vista gli tolse il
respiro, e il suo cuore perse un
paio di battiti.
Mentre il suo cervello si riavviava, i
ricordi della sera precedente lo investirono
come un treno: dopo la loro chiacchierata
erano andati a cena, e di comune accordo
avevano deciso di vedere se avrebbe potuto
funzionare. La volpe e il coniglio si
erano quindi fermati a 'dormire' nella
stanza di Judy.
Cazzo, che notte. Ne aveva sentito di
voci sui conigli, ma non gli rendevano
giustizia: era distrutto. Aveva perso il
conto del numero di volte che l'avevano
fatto: la cosa che l'aveva stupito
maggiormente era il fatto che, nonostante
fosse più che navigato, un batuffolo
di pelo da poco uscito dall'adolescenza
come Martin fosse comunque riuscito ad
insegnargli un paio di cosette nuove.
Tra l'altro, ricordò tornando a guardare
il coniglio in questione, ad un certo punto
nel bel mezzo dei giochi, si era ritrovato
nel mezzo, e la cosa non gli era dispiaciuta
come pensava.
Mentre continuava a osservare i ricordi
della sera precedente che gli riaffioravano
nella mente, allungò la zampa sinistra
verso Marty. Appoggiò la zampa
sulla sua testa, rivolta dall'altra
parte, e tirando fuori l'artiglio
dell'indice, lo fece lentamente scorrere
lungo la sua spina dorsale, fino a
raggiungere il morbido batuffolo che
aveva come coda.
Mentre continuava a dormire, il corpo
del coniglio fu scosso da un brivido
di puro piacere. Era semplicemente
adorabile.
Spontaneo e involontario, le labbra di
Nick si incurvarono in un dolce sorriso.
"Tutto sommato, potrebbe anche funzionare."
Dopo aver fatto un profondo e lento sospiro,
lentamente richiuse gli occhi e si
riaddormentò, lasciandosi cullare dal
calore delle due creature che, ne era
sicuro, ormai avrebbero colorato la sua
vita in una maniera che mai avrebbe osato
sperare.
Angolo autore
Ed eccoci alla conclusione della mia
prima storia.
Spero di essere stato in grado di rendere
giustizia a quella che nella mia testa
era una meraviglia di tenerezza e
pucciosità.
Onestamente è stato più faticoso di quello
che pensavo, e forse non ne sono del
tutto soddisfatto, ma ne sono allo stesso
tempo orgoglioso: ho cambiato un sacco
di cose in corso d'opera, ma sono
riuscito a tenere la storia nei binari
che mi ero prefissato.
Concludo augurando a tutti una buona
continuazione in questo bellissimo
fandom, nella forse vana speranza che mi
venga l'ispirazione per un'altra storia
che riterrò degna di essere scritta.
Nel frattempo continierò sicuramente a
seguire le altre avventure che voialtri
condividerete :)
Con una lacrimuccia per la conclusione
di questa piccola avventura,
Zamy |
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