Cuori ribelli

di VaLEE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io e Lee ***
Capitolo 2: *** i problemi di taty ***
Capitolo 3: *** caccia a Lee ***
Capitolo 4: *** la sveglia infernale ***
Capitolo 5: *** l'icontro tanto atteso.. ***



Capitolo 1
*** Io e Lee ***


Capitolo 1 “Dove vai?”mi chiese la mamma. Ecco la mia storia

 

Capitolo 1

“Dove vai?”mi chiese la mamma.

Io sbattei la  porta di casa senza dire nulla. Nn avevo voglia di stare chiusa in qll topaia. Avevo voglia di uscire e vagare. Vagare dove neppure io sapevo dove. Volevo sfidare me sessa. Ma chi nn si sfidava in una città piena di gente stramba come Londra? Me lo chiedevo spesso, io, una 15enne che abitava a Grafton Street. Però una risposta nn l’avevo mai trovata. Conoscevo Londra cm le mie tasche, ma qst volta neppure io sapevo dove andare. Se fossi andata da una dll mie amike, m avrebbero subito trovata, lo stesso sarebbe accaduto nl negozio dll Virgin.

Sarei dovuta andare dove nessuna dll persone ke m conoscevano sospettasse ke andassi.

”ma dove!DOVE!?!”continuavo a kiedermi senza ottenere una valida risposta.

E + pensavo e + nn sapevo dove andare. M kiedevo se qlc1 lassù me la mandasse buona una volta in vita mia. Meditavo sempre sul perke quel qlc1 m avesse fatta nascere nel quartiere + brutto e malfamato d Londra, cn un padre ke mi pikkiava e una madre ke veniva reputata una poco-di-buono dp essere stata lasciata dal marito, ke considerava la sua famiglia un peso inutile. Pensavo se qlc1 in qll città si sentisse cm me. INUTILE. Inutile x se stessa e x gli altri. Pensai ank ke ql bastardo d mio padre per una volta nn aveva dtt 1 dll  sue solite cazzate, ke per una volta aveva ragione. Cmq mio padre nn c’era + e si respirava un’aria migliore in casa senza d lui. Niente pressione, niente litigi furiosi, niente violenza. Cose ke dovevo sopportare ogni giorno,là,fuori dll 4 mura d un monolocale dll periferia dll capitale britannica. Un posto pieno d drogati, alcolizzati e roba dl genere. Le mie amike, organizzavano ogni fine settimana, party in cui potevi decidere se

-bere alcool fino a vomitare

-fumare

-fare sesso

Ci si guadagnava cosi una reputazione.

Pensai ke se avessi continua ad andare a qll feste mi sarei rovinata la vita + d qll ke era gia rovinata indipendentemente da me. ma tornai a credere ke dp nn avrei + avuto una reputazione decente a scuola e in strada.

La mia vita si svolgeva in strada, con la mia compagnia a fare graffiti, andare in skateboard a ascoltare a ascoltare musica punk. Casa mia era 1 luogo dove casualmente dormivo e mangiavo e neppure ogni giorno. Era la mia vita e per qnt fosse orripilante, nn l’avrebbe cambiata con nessuna vita da “figlia d papà” in cui 6 migliore perke vivi in una reggia,vieni viziata, 6 la cocca d ttt e vesti alla moda. La vita perfetta in un mondo perfetto nn m interessava per niente.

Per un po’ nn pensai + a nulla. Guardavo solo le mie All Star camminare sll asfalto di una città stracolma d gente. Mi venne in mente ke qlc1 tra la folla avrebbe potuto trovarmi o vedermi in ql luogo. Allora m diressi verso il James park. Era quasi ore ke il sole tramontasse. Qnd fosse stato buio mi sarei diretta verso la casa d Taty la mia migliore amica. Sarei stata a casa sua tutto il fine settimana a insaputa d mia madre. Ma ke le importava d me?Viveva d lavoro. Ne era drogata. Tra questo e 1000 altri pensieri, arrivai su una collina del James Park.

M sedetti proprio sll mia preferita, qll su cui andavo da sola a pensare,ank se pensare nn cambiava la situazione in cui vivevo. Appoggiai la mia sacca e poi fui avvolta dal silenzio d ql parco deserto. Almeno, per qll ke credevo io. Proprio qnd stavo per andare nel panico per il pentimento d qll ke avevo ftt e mettermi a piangere, qlc1 m mise la mano sopra la spalla.

Impaurita per qll ke stava accadendo, girai lentamente il viso verso la persona ke m stava appena dietro. Nel momento in cui i nostri occhi s’incontrarono, fu cm se ci conoscessimo da secoli remoti. Lui era un angelo: occhi verdi, biondo, alto con un viso da bimbo e possedeva uno sguardo dolce e saggio. Mi avevano insegnato fin da piccola ke a Londra nn t potevi fidare d nessuno,a volte neppure d te stessa. Ma per qst volta feci uno strappo alla regola. Lui si sedette vicino a me e istintivamente ci prendemmo per mano, ci guardammo ancora negli occhi e avvicinammo i nostri visi l’uno all’altro.

Stava accadendo qll ke volevo ke accadesse.

 Ci baciammo nel silenzio assoluto ke regnava qll notte, limpida e meravigliosa.

C demmo ql bacio cm se fosse la cosa + normale dl mondo incontrare uno sconosciuto nel bel mezzo dll fuga d lei e baciarsi. Provai qlcs ke non avevo mai sentito prima d’ora. Lo stomaco mi si chiuse,il mio cuore batteva forte cm un tamburo impazzito e nn riuscivo a far altro ke a pensare ai suoi occhi. Mi appoggiai alla sua spalla e guardammo il tramonto. Noi due, soli. Rimanemmo in silenzio a goderci quel momento. Qnd fu buio c stendemmo sul prato a guardare il cielo stellato, abbracciati l’un l’altra.

Desideravo ke ql momento nn finisse mai. Avvicinò il suo viso al mio e sussurrò due semplicissime parole: ”Ti Amo.”. Un brivido mi percorse da cima a fondo. Aveva una voce + dolce del miele. Ci baciammo di nuovo.

Qst volta m ero innamorata per davvero. Nn c’era nulla da fare. Ad un certo punto uscì, senza ke me n’accorgessi, un”Ma chi 6?”.

Quasi m sembrava ke qll domanda avesse rovinato l’atmosfera romantica.

”Lee”rispose.

Lee.

Sembrava  il titolo d’una poesia d’amore.

Suonava liscio e leggero, il nome LEE.

Ci fu quasi un 3 bacio ma proprio allora il telefono squillò nll mia borsa. era Taty. Risposi.

”Dove caxxo 6!?!”Disse cn voce inviperita.

” Sn nll vita perfetta d un mondo perfetto. ”

“Beh allora t conviene fare le valigie e partire dll mondo dll fantasia per qll reale”

“Arrivo + tardi, ok?”

“Ok, ma se t chiudo la porta in faccia e ti ritrovi a dormire per la strada nn t lagnare dopo”

 “Ok,ok,ho avuto un contrattempo, t spiego ttt dp”e le staccai il telefono in faccia.

C’era abituata. Taty pensava ke avessi qst vizio nei geni. Ormai nn c faceva neppure più caso. Tanto nn aveva nulla d meglio da fare in quel momento. Sua madre era in giro chissà dove a bere in qlke squallido bar. sua sorella maggiore, Julia, era in qlke angolo dll città a spacciare cn i suoi amici. La casa era ttt sua. 1 padre nn l’aveva e nn l’aveva mai avuto. E poi a lei d qst nn sarebbe fottuto un  bel nulla,anzi,grane in meno.

Lee era a disagio ank se cercava d nn darlo a vedere. Qll telefonata lo aveva allarmato e io me ne ero accorta. Sul suo angelico viso era parsa un espressione preoccupata. Cercai d farla scomparire accarezzandogli il viso e i capelli dorati. Lui si sollevò un po’ dai suoi pensieri. Ma ad un certo punto un’espressione ank più turbata dll precedente prese il sopravvento sul suo faccino,in cui fino ad un momento prima appariva un sorriso splendente cm il sole. Nn esitai a chiedergli il motivo dll sua preoccupazione.

Lui rispose ke doveva andarsene, ke era stato ttt semplicemente meraviglioso e ke voleva ke quei momenti fossero eterni, ma ke doveva andarsene. A malincuore lo lasciai scomparire nel buio dll notte.

Ora dovevo andare da Taty, ma mi sentivo appiccicata a quel prato in cui fino ad un momento prima avevo vissuto la storia + bella ke m potesse mai capitare nll mia “miserabile”vita.

”Vale, oca ke nn sei altro!!”

Il mio urlo echeggiò nel vuoto nero. Nn avevo kiesto a Lee ne numero ne indirizzo. Mi veniva da piangere. Sapevo ke il mio errore m sarebbe costato caro. E + c pensavo e + andavo in crisi. Intanto ero ancora attraccata a quel prato,maledetto quanto osannato,sperando ke Lee tornasse indietro ank solo x 1 secondo a illuminarmi.

Mi era cosi familiare quel ragazzo, eppure nn m sembrava d averlo mai visto. i nostri sguardi si erano incontrati e nn li avremmo mai più dimenticati. Magari c eravamo gia visti e sorrisi ma qst volta lo avevano ftt in modo diverso. I nostri sorrisi nn sarebbero svaniti nel tempo. L’amore era imprevedibile e lo sapevo bene, ma nn pensavo ke raggiungesse qst livelli.

Finalmente trovai la forza e il coraggio d alzarmi e trascinare il mio corpo verso la casa d Taty. Rimuginare sul passato e lagnarsi nn m avrebbe riportato d certo da Lee. Aveva quel non-so-ke ke m faceva impazzire.

M lasciai la collina alle spalle e percorsi ttt il vialetto costellato da lampioni e stelle. Giunta a destinazione, suonai il campanello dopodiché presi l’ascensore e andai al 5 piano, appartamento 37 dove Taty viveva. Bussai .c fu un concerto di catene e catenacci ke scattavano.

Ci salutammo e vidi il mio letto, una brandina arrugginita e mi c buttai sopra cn tanto d sacca. Il letto scricchiolò e Taty chiese spiegazioni per qnt era successo prima. Io neppure la sentii: avevo lo sguardo perso nel soffitto. Pensavo a me e Lee sotto il cielo notturno. Una lacrima m rigò il viso nel ricordare quei magnifici momenti. Taty capi ke nn sarebbe stata l’unica ke si sarebbe versata qll sera. M svegliai dal mio sogno ad occhi aperti e raccontai la mia storia. La storia d 2 sconosciuti ke s’incontrarono per caso, e per uno scherzo del destino s’innamorarono e d cm le loro strade s divisero. Ttt tra le lacrime…  

 

 

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Capitolo 2
*** i problemi di taty ***


Capitolo 2

Capitolo 2

Finita la mia storia, Taty rimase fulminata.

Nn m aveva mai sentito parlare in quel modo. Ero cosi….cosi….sincera ed entusiasta….parlavo d sentimenti che lei aveva cercato d provare in vita sua, ma nn c era mai riuscita.

Ank se stava cn uno dei ragazzi + belli dl quartiere nn si era mai innamorata seriamente. Taty nn trovava l’amore, certo, ma trovava sfogo.

Si bucava. E appena poteva s metteva in un angolo, cercava la vena buona ed iniettava. Iniettava l’elisir ke t dava la vita e ke poi un qlke giorno gliela avrebbe ank tolta.

Io ql giorno avevo scoperto una cosa + forte d qualsiasi stupefacente:L’AMORE.

Ttt lo raccontavano cm una cosa esaltante, ma per me era frustrazione allo stato puro, dt ke nn sapevo se avrei mai più visto LEE nll mia vita.

Dp il mio racconto ci fu un po’ d silenzio finche Taty nn s mise in un angolo e scoppiò a piangere.

Aveva un terribile segreto ke teneva nascosto da 4 o 5 settimane. Lo disse cn voce fievole, quasi impercettibile

”Sn incinta”.

Io, che me ne stavo a pensare a Lee e a qnt lo volessi vicino a me, m alzai cn uno scatto felino.

COSA!!??!!’’.

Lei ribadii ancora + debolmente:

”Sn incinta”

La fissai per un po’ a bocca aperta poi le chiesi intontita:

“Nn stai scherzando,vero?”

Lei convinta e cn gli occhi pieni d lacrime mi disse di no.

Allora ancora + impaurita d prima le chiesi:

“E d chi saresti rimasta incinta,si può sapere?”

Lei piangendo: “di Joe,credo”.

M scappo un “oh caxxo…”. M misi una mano al fianco e l’altra tra i capelli pensando sul da farsi .

”Abortisci!!!”le dissi quasi urlando. ”Abortisci.” ripetei qst volta cn tono + basso dl precedente.

Cn gli occhi sgranati e il sudore che scendeva dalla fronte”:

“Cm è successo?”

”Nn lo so, penso che si sia rotto il preservativo qualche settimana fa, dp ho cominciato a sentirmi male allora ho fatto i test ed erano positivi. lui nn lo sa.” Disse ttt tremando e ansimando tra le lacrime che avevano preso il sopravvento.

”Andiamo da Mary,ti farà abortire” dissi cn un po’ d sollievo .

”Lo farà davvero?”

”Certo! Ci andremo domani,ok?”

”Ok” disse lei, nn dl ttt convinta.

Ma qll ke importava era aver trovato una soluzione al problema.

Intanto dall’altra parte dll città, un auto d grossa cilindrata parcheggiò sul piazzale davanti a un locale famosissimo.

Scese un ragazzo. Biondo, alto, occhi azzurri. Un tipetto niente male.

Si appoggiò ad un palo e si fumò una sigaretta. Aspettava qlc1.

Poco dp si vide una sagoma camminare nll notte d’inchiostro. Il ragazzo si portò la sigaretta fuori dll bocca e alzando lo sguardo da terra. Intanto la sagoma si avvicinava a passo veloce e lui la fissava. A 1 certo punto qll misteriosa figura si rese riconoscibile. Era Lee. Il ragazzo buttò il mozzicone a terra e  poi si avvicinò a LEE. Si salutarono. Il ragazzo dll sigaretta si riamava Dunk. Ttt e 2 saltarono sull’auto di prima. Sfrecciarono un po’ nel traffico in silenzio finché LEE disse:

”Mi sn innamorato. Ho incontrato la ragazza dei miei sogni e m sn innamorato”.

Lo disse cm se fosse la cosa + normale dl mondo.

Almeno lo era per lui.

Dunk nn sapeva ke dire. Era la prima volta ke sentiva LEE parlare in ql modo.

”E’ stato bellissimo ma sn dovuto correre da te”.

Dunk guardò LEE. I suoi okki brillavano d una luce bellissima e sorrideva intimidito verso il finestrino.

Continuarono il loro viaggio in silenzio.

Dunk pensò ke LEE aveva trovato la sua persona speciale mentre lui, nonostante i suoi 22 anni, no.

Finalmente arrivarono. La macchina si fermò davanti ad una palazzina vicina al centro. Dunk prese un telecomando e schiacciò un bottone aprendo la porta del garage. Dunk sgommò all’interno e parcheggio al posto 7. Presero l’ascensore e andarono al piano 3.

Arrivati, LEE tirò fuori dll tasca  dll sua giacca d pelle le chiavi dll appartamento 21 e cn aria frastornata, le ficcò nll serratura che scattò.

Lee e Dunk abitavano assieme da un paio d’anni ed erano grandi amici.

LEE andò nll sua disordinatissima camera da letto piena d peluche e cuscini. Alle pareti, foto d lui e Dunk, d sua madre e sua sorella.

Dappertutto cd d grandi artisti dl soul. Accanto alle foto era appeso un grande poster d Marylin Monroe in bianco e nero. Gettò un po’ d cuscini e peluche per terra e buttò sul letto a pensare. La mente d LEE vagò tra mille pensieri per + d’un ora.

Dunk ke stava cominciando a preoccuparsi dll salute d LEE,andò a sbirciare nll sua camera. Lo vide nl letto cn lo sguardo fisso al soffitto, ke però sembrava perso nl vuoto. Aveva preso una sbandata. A notte fonda s addormentò.

Mi svegliai, erano le 11 dl mattino e s sentiva un delizioso profumo d caffè e latte venire dl cucina. Io c andai e trovai la tavola apparecchiata e 1 bigliettino cn scritto ke Taty sarebbe andata da Mary ad abortire e ke sarebbe tornata verso le 12.

Tirai un sospiro d sollievo, m sedetti ed iniziai ad addentare 1 brioche.

Qst mattina sarei andata a costringere il destino a farmi incontrare LEE per Londra. “Avrò bisogno d gran colpo d fortuna ma c riuscirò cmq, qnt è vero ke LEE è il mio uomo”.

Scrissi un biglietto a Taty dicendole d chiamarmi qnd fosse arrivata così m avrebbe raggiunta e aiutata nll caccia poi m preparai a uscire.

Qnd fui pronta, chiusi la porta a chiave e scesi le scale. Fu una bella faticaccia. Uscii dll palazzina piena d voglia d uscire vincitrice da qst sfida. Nulla m avrebbe fermata. Cn il cuore colmo d’amore e speranza iniziai la mia caccia per ttt Londra.

 

 

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Capitolo 3
*** caccia a Lee ***


Capitolo 3

 

    Capitolo 3

 

Presi l’autobus numero 83 che andava per il centro e naturalmente non feci il biglietto. Tanto a che controllore con un po’ di cervello sarebbe venuto in mente di passare in mezzo a qll piccola folla ammassata e schiacciata su un autobus dove a malapena si respirava?

Naturalmente, come previsto nessuno si accorse di nulla e alla mia fermata, proprio ai piedi del Big Ben, scesi tranquilla e senza un grammo di problemi se non qll ke m ronzava perennemente in testa “se fossi stata LEE, dove sarei andata?”.

Era, stranamente, una giornata bella e solare.

”Buon presagio”dissi ad alta voce.

Mi incamminai per la strada di destra,cercando di scorgere ragazzi belli, biondi, alti e cn okki chiari.

“Nulla al cubo!” esclamai stupita. ”Siamo un popolo di biondi, alti e cn okki chiari e qui nn ne vedo manco uno!!! Allora è proprio sfiga forte!!!!” Ma ad un tratto c fu una celestiale visione:un ragazzo cm qll ke stavo cercando. Lo stomaco si chiuse e sentii il sangue ribollire nelle vene.

Lo sentivo, ero ttt rossa cm un pomodoro. Nn sapevo che fare: correre da lui o restare lì in attesa ke mi vedesse? Una vocina nll testa iniziò a dirmi “è la tua grande occasione.corri da lui!!!”.però le gambe facevano sciopero e nn ne volevano sapere d muoversi.

Intanto LUI s avvicinava sempre d +……..Falso allarme. Nn era LUI. “Ttt ql panico per nulla!!!” pure l’omino dl cervello disse “Cakkio!!!” ttt incavolato, sbuffando.

Ancora emozionata e accaldata ripresi la ricerca sempre per qll strada, proseguendo a passo lento per vedere e analizzare ogni passante e facendo slalom tra la folla. Nulla, nulla e ancora nulla che potesse assomigliare solo lontanamente a LEE. Eppure sentivo ke ce l’avrei fatta a qualunque costo e a qualunque prezzo. Nn potevo perdere qst volta.

Nll mia vita ero sempre stata seconda. C’era sempre chi prendeva il voto più alto, chi andava in skateboard meglio,chi suonava la chitarra meglio,chi aveva il telefonino più nuovo, chi aveva la maglietta più alla moda….insomma, nn arrivavo mai prima. Ma cn LEE, beh cn LEE ero la MIGLIORE in assoluto. M ero sentita la ragazza più fortunata dl mondo la sera dl nostro incontro e me lo sentivo ancora d + al solo pensiero ke magari ank lui m stesse pensando e forse ank cercando….

  Continuai a camminare e a camminare pensando ke se avessi continuato di ql passo nn sarei più arrivata da nessuna parte,finke un’idea balenò nel mio cervello: “perke nn prendere uno di quegli autobus per i turisti senza tettuccio?”.Avrei ftt il giro della città godendomi ql sole caldo che nn ero abituata a sopportare e in più nn avrei camminato, cercando LEE in santa pace.

Alla fermata, aspettai impaziente l’autobus turistico, ke forse mi avrebbe portato da LEE. ”MAGARI!!!” pensai speranzosa. Finalmente l’autobus arrivò e fui la prima a saltare su.

Corsi velocemente verso il tettuccio e mi piazzai nl seggiolino da parte, appoggiai il braccio sulla traversina e ci posai sopra la testa,ansiosa di partire per la mia caccia cittadina. Una sgommata le diede inizio.

Iniziai a scalpitare, quelli sotto avranno pensato ke una mandria d bufali stesse passando proprio sopra la loro testa. Ma a me ke importava? L’importante era trovare LEE!!!!!

 Girai circa mezza Londra sotto il sole cocente e senza trovare nulla di nulla…… “ke tristezza….”sospirai. Ma io lo sapevo il perché: il mio stomaco era più ke vuoto, se i succhi gastrici nn si erano asciugati per la temperatura,allora ank i miracoli accadono!!!!!

Proprio in ql momento, sentii 13 battiti d una campana…”ke fame!!!!”esclamai .”se nn mangio qlcs subito morirò denutrita!!!”. Cs schiacciai il pulsante per lo stop proprio davanti ad un fast food. Scesi cn calma e l’autobus riparti proprio alle mie spalle.

Entrai nel locale: era stracolmo. Feci la fila e ordinai il mio hamburger e la mia coca da mezzo litro. M appartai in un tavolino e in un solo sorso bevvi almeno metà bicchiere e iniziai ad addentare il mio panino. Cibo spazzatura,certo,ma cibo per la mente.  In 10 minuti fini il mio “pranzo-pattume”e uscii dal locale pregando d vedere LEE cn ttt la fatica ke avevo fatto per trovarlo qll mattina.

Proprio in ql momento ki vidi d fronte a ME!?!proprio LEE. Nn c credevo, m diedi un pizzicotto pensando d sognare, ma cosi nn era. Era la realtà più pura e vera. Rincominciai a sudare e il sangue a ribollire nll vene. Sta volta nn avevo sbagliato. Sgranai gli okki qnd lui si avvicinò. KE U-O-M-O!!!! fu l’unica cosa ke pensai. Aveva la cresta e una maglia nera cn i jeans strappati.

Mai avuta una visione tanto bella in vita mia. Ank lui sembrava stesse cercando qlc1. Forse proprio ME. Si guardava intorno nn sapendo + dove guardare. E io nn sapevo ke fare: correre da lui o aspettare ke m notasse? Dubbio amletico. Ma finalmente lui m vide e spalancò le braccia, sorridendo molto dolcemente. Io scoppiai a piangere d felicità e corsi verso d LUI. Incredibile. Ancora pochi passi e sarei stata colta dll sue possenti braccia. E finalmente c riuscii. A lui brillavano gli okki e io piangevo. Ci baciammo a lungo sfottendocene d ttt e d tutti. Qnd c baciavamo il resto spariva, c’eravamo solo io e lui e nessun altro. Poi c dirigemmo verso una panchina dll piazza vicina. Io scelsi quella sotto un albero cs c potevamo riparare dal caldo. Appena dp ke c sedemmo, iniziai a fargli il terzo grado.

“Allora, voglio sapere ke cognome fai, qnt anni hai, qnd 6 nato, lavori o studi, vivi cn mamma e papà….insomma, voglio sapere ttt d te”

”Ok, ok, stai calma…allora….Lee Ryan, 21 anni compiuti il 17 giugno dl 83, studio medicina ma canto nei club la sera e vivo cn il mio migliore amico Dunk….”.

“Ora tocca a me”dissi maliziosa. “Rizzi Valentina, nata il 1 luglio dll 89, 15 anni, studio lingue, nn lavoro e vivo cn mamma, il papà nn ce lho….”

”Valentina ke!!??!!”

”Rizzi, italiana al 1000 per 100, spiritosone

”Ok, se c tieni tanto lo terrò a mente….ma ad una condizione:UN ENORME BACIO!”

Io, ke lo volevo fare un po’ soffrire, dissi: ”Nn pensare d cavartela cs facilmente,carino! Se vuoi un bacio te lo devi guadagnare cn il sudore!!!”

“Allora se vuoi la guerra, guerra sia!” E iniziammo a rincorrerci per ttt la piazza sotto lo sguardo divertito e un po’ stupito dll gente. 

Finalmente lui mi prese per la maglietta e mi tirò su,mettendomi ttt sll sua spalla. Iniziai a gridare cm una pazza “rimettimi giù all’istante!!!

”Ke peperino!”disse lui.

Finalmente, qnd m lasciò andare feci finta d essere offesa dicendo imbronciata:

”Attento, è la mia maglietta preferita,me l ha regalata Taty, la mia migliore amica!!!”

“C’è un modo per farmi perdonare?”disse cn sguardo languido. Nn c parlammo ma capì benissimo la mia proposta e la accettò senza pensarci due volte. Iniziammo a baciarci,dando iniziò alla magia. Io, lui, baci a nn finire e tanto, tantissimo AMORE. Amore vero.

 

 

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Capitolo 4
*** la sveglia infernale ***


Capitolo 4

Capitolo 4

Dove ti va di andare adesso? Si sta facendo buio, i tuoi saranno preoccupati.- mi chiese Lee.

- No, stai tranquillo, non si interessa di me. Tanto sono scappata di casa. Sono da una mia amica, Taty. La mia MIGLIORE amica. Vuoi conoscerla? – gli risposi io.

- Ah. Ma i tuoi? -

- Io ho solo mia madre, a cui non gliene frega niente di me. Ho anche un padre, ma gliene frega ancora meno. Quindi faccio quel cavolo che mi pare e vado dove voglio. -

Rimase un po’ scioccato e io mi affrettai ad aggiungere:

- Non sono così…disperata. So anche essere dolce. Solo che con mia mamma non posso certo dire di avere un bel rapporto. Ma l’amore che mi mancava da lei l’ ho trovato con te.

  Lee parve molto colpito da quell’affermazione e per farmi capire che aveva apprezzato mi diede un lungo e dolce bacio.

Guarda le stelle Vale. Qual è per te la più luminosa?-.

Cominciai ad andare nel panico perché a scuola non ero mai stata attenta mentre studiavamo il sistema solare e le stelle e avevo una paura matta di cominciare già dal primo giorno a fare figuracce.

- Ehm, quella?- e gliene indicai una.

- Sbagliato. -

Ecco, lo sapevo, avevo sparato una caxxata.

- Sai qual è?-

Io scossi la testa.

- La stella più bella e luminosa è quella che mi sta accanto. Sei tu Stellina. - e mi baciò.

Nessuno mi aveva mai detto qualcosa di così dolce. Nessuno tranne Lee…

Ricominciammo a baciarci mentre l’ultimo, debole raggio di sole scompariva. Ci sentivamo come trasportati in un’altra dimensione, dove esistevano soltanto Lee, Vale, il cielo pieno di stelle e un’immensa distesa di girasoli.

La gente svuotava il parco, ma noi non ci accorgevamo di niente. Eravamo solamente due anime vicine, dimentiche di tutto il resto. Era un sogno divenuto realtà. Il sogno finora più bello della mia vita.

Come tutti i sogni però, ad un certo punto finì catturato dai raggi del sole che sorge. Mi svegliai con la testa appoggiata al petto di Lee. Lui dormiva ancora. Non ricordavo bene ciò che fosse successo, poi capii che ad un certo punto mi ero sentita stanca e avevo detto a Lee che volevo guardare le stelle e mi ero addormentata tenendogli la mano.

Mi alzai e mi accorsi che erano le 6.30 del mattino. Sentii il telefono suonare. Non feci in tempo a tirarlo fuori dalla tasca che chi mi  stava telefonando riappese.

40chiamate! Taty ! Dovevo immaginarlo. Povera, probabilmente era preoccupatissima. E arrabbiatissima. Suonò ancora il telefono. Ancora lei. Risposi.

-MA DOVE CAVOLO SEI FINITA? MI VUOI FAR MORIRE DI PREOCCUPAZIONE? ALMENO AVVISA CHE NON TORNI. VADO A CERCARE LEE. TI SEMBRA ABBASTANZA? MAGARI STO LEE è UN MANIACO CHE TI HA VIOLENTATA TUTTA LA NOTTE, MAGARI TI HANNO TIRATA SOTTO, TI HANNO RAPITA, RAPINATA O UCCISA E IO NON SAPEVO DOV’ ERI! POTEVO NON VEDERTI PIU’! NON HO DORMITO TUTTA LA NOTTE PER LA PREOCCUPAZIONE. VABBè CHE SEI ABITUATA A SCAPPARE DI CASA MA QUANDO LO FAI DA ME AVVISAMI! DOVE SEI STATA!-.

Aveva urlato così tanto che quella povera anima, ex dormente, di Lee si era svegliata.

Mi stava guardando con un punto interrogativo ?_? dipinto sulla faccia mezza addormentata. “_” Mi chiese se fosse mia mamma.

- No Lee, è la mia migliore amica. -

-ECCO, LO SAPEVO CHE SEI STATA CON QUELLO. PASSAMELO. - ubbidii e passai il telefono ad un terrorizzato Lee che lo prese come fosse bollente.0_0

-COSA HAI FATTO ALLA MIA MIGLIORE AMICA? EH MANIACO. ALMENO TU POTEVI RICORDARTI CHE C’E’ QUALCUNO A CASA CHE L’ASPETTA!-

-Ma… veramente… sarebbe scappata di casa…-

-E CHI SE NE FREGA! ERA A CASA MIA! C’ERO IO A PREOCCUPARMI! MI PREOCCUPO DI SICURO Più DI QUELLA TROIA DI SUA MADRE. SENTI COSA VUOI FARLE, EH, EH?-

- Io?????? Niente!!!-

-AH Sì EH! DICONO TUTTI COSì POI UN BEL GIORNO LEI VIENE A PIANGERE QUI DA ME CHE L’ HANNO LASCIATA, TRADITA, PICCHIATA O ALTRO. PROVACI ANCHE TU CHE FAI LA FINE DEGLI ALTRI. -

Perché… gli altri……… che fine hanno fatto?-. era a dir poco terrorizzato.0_0

-CHIEDIGLIELO A LEI. PORTALA SUBITO QUI! NON VOGLIO LASCIARLA NELLE TUE MANI UN ATTIMO DI PIù SENZA SAPERE CHE RAZZA DI MANIACO SEI! E SE NON LO FAI, TI TROVERò OVUNQUE TU SIA! NON è UNA MINACCIA, è UNA PROMESSA. TUT TUT TUT…-

- Lee, va tutto bene?- aveva una faccia un po’… un po’ tanto… molto sconvolta.0_0

- No no, andava tutto bene. Ti riaccompagno a casa… devo proprio? Sai ho capito che Taty è come la tua famiglia e, sai, l’incontro con la famiglia va preparato bene. -.

Cominciai a ridere, a ridere, a ridere, che mi ritrovai a rotolarmi per terra.

- Si, devi proprio .- a vedere la sua faccia rischiai di morire soffocata dalle risate.000

A fatica lo convinsi a riaccompagnarmi a casa di Taty. Salimmo su una meravigliosa Kawasaki verde kiwi e bianca. Era bellissimo sfrecciare per le vie di Londra attaccata a Lee.

Arrivammo davanti a casa di Taty.

 

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Capitolo 5
*** l'icontro tanto atteso.. ***


Arrivammo a casa di Taty

Arrivammo a casa di Taty.

Sembrava che Lee non fosse troppo felice del fatto di essere arrivati.

Dai Lee, vieni che ti faccio conoscere Taty.-.

- Ma no dai, mi sono ricordato all’improvviso di avere un appuntamento.-

- Lee! Non fare il bambino!-

- Non è che poi mi sbrana?-

- A meno che non sia in crisi di astinenza non credo proprio. -.

- L’espressione di Lee chiariva la speranza che la mia amica si fosse fatta due canne.

Stavo ancora cercando di convincere Lee a scendere dalla moto che dal portone uscì una persona. Proprio lei: Taty.

Era vestita come suo solito: minigonna nera, calze a rete nere, All Star nere, top e giubbino nero. I capelli erano neri con meche rosse. Il trucco leggero, solo un tocco di matita e mascara. L’espressione era preoccupata, ma appena si accorse di noi si trasformò in una smorfia simile a quella di una tigre affamata.

-ECCOTI DISGRAZIATA!. MI HAI FATTO PRENDERE UNO SPAVENTO!-

.Tu non sparisci mai?- le chiesi.

-Si, ma almeno avviso te! Mi piacerebbe fare quattro chiacchere con il tuo ‘’amico’’.- Poi vedendo la faccia spaventata di Lee aggiunse- Non ti sbrano mica! Prima ero incazzata, e credo che lo saresti anche tu. Dai, venite su.-

Salimmo, solito concerto di catenacci e finalmente eccoci in casa.

C’era un fumo pazzesco.

-Ah, mi sono dimenticata di dirvi che è tornata Julia. -.

la trovammo in bagno con due canne gigantesche in mano e un’altra in bocca. Era totalmente diversa dalla sorella, non aveva la stessa aria terribile. Era più bassa di Lee di tutta la testa, aveva i capelli tinti di verde foglia e più che paura faceva ridere.

Ma quando aprì bocca credo che Lee si sia ricreduto.

-Sei già tornata? Cosa caxxo vuoi? I soldi ce li hai già, la droga non la usi, scoparmi non puoi. Però c’è questo tuo amico che potrebbe essere un’esperienza utile per tutte e due.-.

Lee, vissuto sotto una campana di vetro fino a dieci minuti prima rimase scioccato. Ma ci pensò Taty a tranquillizzarlo.

-Senti, lui è di Vale. Se ne vuoi uno fammi il grandissimo piacere di tirare via le tue chiappe drogate dal mio povero cesso e andartene in strada, dai tuoi compagni.-

-Si vado. Ma ricordati che vivi grazie a questa.- rispose Julia indicando le canne che teneva in mano.

Quando Julia se ne fu andata Taty ci fece accomodare al tavolo della cucina e ci chiese cosa volevamo bere.

-Se ce l’hai una birretta.- chiese Lee.

- ma certo! Quale preferisci?- e gli mostrò un frigorifero pieno di birre di tutte le marche. Io rimasi scioccata: birra alle 7.30 del mattino?

-Ma vi sembra l’ora di bere alcolici.-

-Hai ragione Vale. Avresti un bel caffè?-

-Ok, contento tu. -.

Taty stava facendo di tutto per recuperare l’immagine con Lee. D'altronde le avevo sempre fatto conoscere i miei ragazzi. Ma nessuno era stato importante quanto Lee.

Facemmo tranquillamente colazione e chiacchierammo piacevolmente. Taty capì che Lee  non era un maniaco da cui stare alla larga e Lee capì che Taty era una brava ragazza, iperprotettiva nei miei confronti, visto che aveva due anni più di me e mi considerava la sua sorellina minore.

Ad un certo punto Lee propose:

-Perché stasera non ci troviamo tutti assieme in un pub? Visto che io ho conosciuto Taty tu potresti conoscere il mio compagno d’appartamento Duncan e gli altri miei amici, Simon e Ant.

-Per me va bene. E tu Taty?-

-Perché no? Non avevo niente da fare stasera.-

Ci demmo appuntamento quella sera davanti al pub ‘’La maria è tutta mia ’’ proposto da Taty.

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