Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Capitolo 1
“Dove vai?”mi chiese la mamma.
Ecco la mia storia
Capitolo 1
“Dove vai?”mi chiese la mamma.
Io sbattei laporta di casa senza dire nulla. Nn avevo voglia di stare chiusa in qll
topaia. Avevo voglia di uscire e vagare. Vagare dove neppure io sapevo dove.
Volevo sfidare me sessa. Ma chi nn si sfidava in una città piena di gente
stramba come Londra? Me lo chiedevo spesso, io, una 15enne che abitava a Grafton
Street. Però una risposta nn l’avevo mai trovata. Conoscevo Londra cm le mie
tasche, ma qst volta neppure io sapevo dove andare. Se fossi andata da una dll
mie amike, m avrebbero subito trovata, lo stesso sarebbe accaduto nl negozio
dll Virgin.
Sarei dovuta andare dove nessuna dll persone ke m
conoscevano sospettasse ke andassi.
”ma dove!DOVE!?!”continuavo a kiedermi senza
ottenere una valida risposta.
E + pensavo e + nn sapevo dove andare. M kiedevo se qlc1 lassù me la
mandasse buona una volta in vita mia. Meditavo sempre sul perke quel qlc1 m
avesse fatta nascere nel quartiere + brutto e malfamato d Londra, cn un padre
ke mi pikkiava e una madre ke veniva reputata una poco-di-buono dp essere stata
lasciata dal marito, ke considerava la sua famiglia un peso inutile. Pensavo se
qlc1 in qll città si sentisse cm me. INUTILE. Inutile x se stessa e x gli
altri. Pensai ank ke ql bastardo d mio padre per una volta nn aveva dtt 1
dllsue solite cazzate, ke per una volta
aveva ragione. Cmq mio padre nn c’era + e si respirava un’aria migliore in casa
senza d lui. Niente pressione, niente litigi furiosi, niente violenza. Cose ke
dovevo sopportare ogni giorno,là,fuori dll 4 mura d un monolocale dll periferia
dll capitale britannica. Un posto pieno d drogati, alcolizzati e roba dl
genere. Le mie amike, organizzavano ogni fine settimana, party in cui potevi
decidere se
-bere alcool fino a vomitare
-fumare
-fare
sesso
Ci si
guadagnava cosi una reputazione.
Pensai
ke se avessi continua ad andare a qll feste mi sarei rovinata la vita + d qll
ke era gia rovinata indipendentemente da me. ma tornai a credere ke dp nn avrei
+ avuto una reputazione decente a scuola e in strada.
La mia
vita si svolgeva in strada, con la mia compagnia a fare graffiti, andare in
skateboard a ascoltare a ascoltare musica punk. Casa mia era 1 luogo dove
casualmente dormivo e mangiavo e neppure ogni giorno. Era la mia vita e per qnt
fosse orripilante, nn l’avrebbe cambiata con nessuna vita da “figlia d papà” in
cui 6 migliore perke vivi in una reggia,vieni viziata, 6 la cocca d ttt e vesti
alla moda. La vita perfetta in un mondo perfetto nn m interessava per niente.
Per un
po’ nn pensai + a nulla. Guardavo solo le mie All Star camminare sll asfalto di
una città stracolma d gente. Mi venne in mente ke qlc1 tra la folla avrebbe
potuto trovarmi o vedermi in ql luogo. Allora m diressi verso il James park.
Era quasi ore ke il sole tramontasse. Qnd fosse stato buio mi sarei diretta
verso la casa d Taty la mia migliore amica. Sarei stata a casa sua tutto il
fine settimana a insaputa d mia madre. Ma ke le importava d me?Viveva d lavoro.
Ne era drogata. Tra questo e 1000 altri pensieri, arrivai su una collina del
James Park.
M
sedetti proprio sll mia preferita, qll su cui andavo da sola a pensare,ank se
pensare nn cambiava la situazione in cui vivevo. Appoggiai la mia sacca e poi
fui avvolta dal silenzio d ql parco deserto. Almeno, per qll ke credevo io.
Proprio qnd stavo per andare nel panico per il pentimento d qll ke avevo ftt e
mettermi a piangere, qlc1 m mise la mano sopra la spalla.
Impaurita
per qll ke stava accadendo, girai lentamente il viso verso la persona ke m
stava appena dietro. Nel momento in cui i nostri occhi s’incontrarono, fu cm se
ci conoscessimo da secoli remoti. Lui era un angelo: occhi verdi, biondo, alto con
un viso da bimbo e possedeva uno sguardo dolce e saggio. Mi avevano insegnato
fin da piccola ke a Londra nn t potevi fidare d nessuno,a volte neppure d te
stessa. Ma per qst volta feci uno strappo alla regola. Lui si sedette vicino a
me e istintivamente ci prendemmo per mano, ci guardammo ancora negli occhi e
avvicinammo i nostri visi l’uno all’altro.
Stava
accadendo qll ke volevo ke accadesse.
Ci baciammo nel silenzio assoluto ke regnava
qll notte, limpida e meravigliosa.
C demmo
ql bacio cm se fosse la cosa + normale dl mondo incontrare uno sconosciuto nel
bel mezzo dll fuga d lei e baciarsi. Provai qlcs ke non avevo mai sentito prima
d’ora. Lo stomaco mi si chiuse,il mio cuore batteva forte cm un tamburo
impazzito e nn riuscivo a far altro ke a pensare ai suoi occhi. Mi appoggiai
alla sua spalla e guardammo il tramonto. Noi due, soli. Rimanemmo in silenzio a
goderci quel momento. Qnd fu buio c stendemmo sul prato a guardare il cielo
stellato, abbracciati l’un l’altra.
Desideravo
ke ql momento nn finisse mai. Avvicinò il suo viso al mio e sussurrò due
semplicissime parole: ”Ti Amo.”. Un brivido mi percorse da cima a fondo. Aveva
una voce + dolce del miele. Ci baciammo di nuovo.
Qst
volta m ero innamorata per davvero. Nn c’era nulla da fare. Ad un certo punto uscì,
senza ke me n’accorgessi, un”Ma chi 6?”.
Quasi m
sembrava ke qll domanda avesse rovinato l’atmosfera romantica.
”Lee”rispose.
Lee.
Sembravail titolo d’una poesia d’amore.
Suonava
liscio e leggero, il nome LEE.
Ci fu
quasi un 3 bacio ma proprio allora il telefono squillò nll mia borsa. era Taty.
Risposi.
”Dove
caxxo 6!?!”Disse cn voce inviperita.
” Sn nll
vita perfetta d un mondo perfetto. ”
“Beh
allora t conviene fare le valigie e partire dll mondo dll fantasia per qll
reale”
“Arrivo
+ tardi, ok?”
“Ok, ma
se t chiudo la porta in faccia e ti ritrovi a dormire per la strada nn t
lagnare dopo”
“Ok,ok,ho avuto un contrattempo, t spiego ttt
dp”e le staccai il telefono in faccia.
C’era
abituata. Taty pensava ke avessi qst vizio nei geni. Ormai nn c faceva neppure
più caso. Tanto nn aveva nulla d meglio da fare in quel momento. Sua madre era
in giro chissà dove a bere in qlke squallido bar. sua sorella maggiore, Julia,
era in qlke angolo dll città a spacciare cn i suoi amici. La casa era ttt sua.
1 padre nn l’aveva e nn l’aveva mai avuto. E poi a lei d qst nn sarebbe fottuto
unbel nulla,anzi,grane in meno.
Lee era
a disagio ank se cercava d nn darlo a vedere. Qll telefonata lo aveva allarmato
e io me ne ero accorta. Sul suo angelico viso era parsa un espressione preoccupata.
Cercai d farla scomparire accarezzandogli il viso e i capelli dorati. Lui si
sollevò un po’ dai suoi pensieri. Ma ad un certo punto un’espressione ank più
turbata dll precedente prese il sopravvento sul suo faccino,in cui fino ad un
momento prima appariva un sorriso splendente cm il sole. Nn esitai a chiedergli
il motivo dll sua preoccupazione.
Lui rispose ke doveva andarsene, ke era stato ttt
semplicemente meraviglioso e ke voleva ke quei momenti fossero eterni, ma ke
doveva andarsene. A malincuore lo lasciai scomparire nel buio dll notte.
Ora dovevo andare da Taty, ma mi sentivo
appiccicata a quel prato in cui fino ad un momento prima avevo vissuto la
storia + bella ke m potesse mai capitare nll mia “miserabile”vita.
”Vale, oca ke nn sei altro!!”
Il mio urlo echeggiò nel vuoto nero. Nn avevo
kiesto a Lee ne numero ne indirizzo. Mi veniva da piangere. Sapevo ke il mio
errore m sarebbe costato caro. E + c pensavo e + andavo in crisi. Intanto ero
ancora attraccata a quel prato,maledetto quanto osannato,sperando ke Lee
tornasse indietro ank solo x 1 secondo a illuminarmi.
Mi era
cosi familiare quel ragazzo, eppure nn m sembrava d averlo mai visto. i nostri
sguardi si erano incontrati e nn li avremmo mai più dimenticati. Magari c
eravamo gia visti e sorrisi ma qst volta lo avevano ftt in modo diverso. I
nostri sorrisi nn sarebbero svaniti nel tempo. L’amore era imprevedibile e lo
sapevo bene, ma nn pensavo ke raggiungesse qst livelli.
Finalmente
trovai la forza e il coraggio d alzarmi e trascinare il mio corpo verso la casa
d Taty. Rimuginare sul passato e lagnarsi nn m avrebbe riportato d certo da
Lee. Aveva quel non-so-ke ke m faceva impazzire.
M
lasciai la collina alle spalle e percorsi ttt il vialetto costellato da
lampioni e stelle. Giunta a destinazione, suonai il campanello dopodiché presi
l’ascensore e andai al 5 piano, appartamento 37 dove Taty viveva. Bussai .c fu
un concerto di catene e catenacci ke scattavano.
Ci
salutammo e vidi il mio letto, una brandina arrugginita e mi c buttai sopra cn
tanto d sacca. Il letto scricchiolò e Taty chiese spiegazioni per qnt era
successo prima. Io neppure la sentii: avevo lo sguardo perso nel soffitto.
Pensavo a me e Lee sotto il cielo notturno. Una lacrima m rigò il viso nel
ricordare quei magnifici momenti. Taty capi ke nn sarebbe stata l’unica ke si
sarebbe versata qll sera. M svegliai dal mio sogno ad occhi aperti e raccontai
la mia storia. La storia d 2 sconosciuti ke s’incontrarono per caso, e per uno
scherzo del destino s’innamorarono e d cm le loro strade s divisero. Ttt tra le
lacrime…
Nn
m aveva mai sentito parlare in quel modo. Ero cosi….cosi….sincera
ed entusiasta….parlavo d sentimenti che lei aveva
cercato d provare in vita sua, ma nn c era mai riuscita.
Ank
se stava cn uno dei ragazzi + belli dl quartiere nn si
era mai innamorata seriamente. Taty nn trovava l’amore, certo, ma trovava
sfogo.
Si
bucava. E appena poteva s metteva in un angolo, cercava
la vena buona ed iniettava. Iniettava l’elisir ke t dava la vita e ke poi un
qlke giorno gliela avrebbe ank tolta.
Io
ql giorno avevo scoperto una cosa + forte d qualsiasi stupefacente:L’AMORE.
Ttt
lo raccontavano cm una cosa esaltante, ma per me era frustrazione allo stato
puro, dt ke nn sapevo se avrei mai più visto LEE nll
mia vita.
Dp
il mio racconto ci fu un po’ d silenzio finche Taty nn s mise
in un angolo e scoppiò a piangere.
Aveva un terribile segreto ke teneva nascosto da 4 o 5
settimane. Lo disse cn voce fievole, quasi impercettibile
”Sn
incinta”.
Io,
che me ne stavo a pensare a Lee e a qnt lo volessi
vicino a me, m alzai cn uno scatto felino.
“COSA!!??!!’’.
Lei ribadii ancora + debolmente:
”Sn incinta”
La fissai per un po’ a bocca aperta poi le chiesi intontita:
“Nn stai
scherzando,vero?”
Lei convinta e cn
gli occhi pieni d lacrime mi disse di no.
Allora ancora +
impaurita d prima le chiesi:
“E d chi saresti rimasta incinta,si può sapere?”
Lei piangendo: “di Joe,credo”.
M scappo un “oh caxxo…”.
M misi una mano al fianco e l’altra tra i capelli pensando sul da farsi .
”Abortisci!!!”le dissi quasi urlando. ”Abortisci.” ripetei
qst volta cn tono + basso dl precedente.
Cn gli occhi
sgranati e il sudore che scendeva dalla fronte”:
“Cm è successo?”
”Nn lo so, penso
che si sia rotto il preservativo qualche settimana fa, dp ho
cominciato a sentirmi male allora ho fatto i test ed erano positivi. lui nn lo sa.” Disse ttt tremando e ansimando tra le lacrime
che avevano preso il sopravvento.
”Andiamo da Mary,ti farà abortire” dissi cn un po’ d sollievo .
”Lo farà davvero?”
”Certo! Ci andremo
domani,ok?”
”Ok” disse lei, nn
dl ttt convinta.
Ma qll ke importava era aver trovato una
soluzione al problema.
Intanto dall’altra
parte dll città, un auto d grossa cilindrata parcheggiò
sul piazzale davanti a un locale famosissimo.
Scese un ragazzo.
Biondo, alto, occhi azzurri. Un tipetto niente male.
Si appoggiò ad un
palo e si fumò una sigaretta. Aspettava qlc1.
Poco dp si vide
una sagoma camminare nll notte d’inchiostro. Il ragazzo si portò la sigaretta
fuori dll bocca e alzando lo sguardo da terra. Intanto la sagoma si avvicinava
a passo veloce e lui la fissava. A 1 certo punto qll misteriosa figura si rese riconoscibile. Era Lee. Il ragazzo buttò il
mozzicone a terra epoi si avvicinò a
LEE. Si salutarono. Il ragazzo dll sigaretta si riamava Dunk. Ttt e 2 saltarono
sull’auto di prima. Sfrecciarono un po’ nel traffico in silenzio finché LEE
disse:
”Mi sn innamorato.
Ho incontrato la ragazza dei miei sogni e m sn innamorato”.
Lo disse cm se fosse la cosa + normale dl mondo.
Almeno lo era per
lui.
Dunk nn sapeva ke
dire. Era la prima volta ke sentiva LEE parlare in ql
modo.
”E’ stato bellissimo
ma sn dovuto correre da te”.
Dunk
guardò LEE. I suoi okki brillavano d una luce bellissima e sorrideva intimidito
verso il finestrino.
Continuarono
il loro viaggio in silenzio.
Dunk
pensò ke LEE aveva trovato la sua persona speciale
mentre lui, nonostante i suoi 22 anni, no.
Finalmente
arrivarono. La macchina si fermò davanti ad una palazzina vicina al centro.
Dunk prese un telecomando e schiacciò un bottone aprendo la porta del garage.
Dunk sgommò all’interno e parcheggio al posto 7. Presero
l’ascensore e andarono al piano 3.
Arrivati,
LEE tirò fuori dll tascadll sua giacca
d pelle le chiavi dll appartamento 21 e cn aria frastornata, le ficcò nll serratura che scattò.
Lee
e Dunk abitavano assieme da un paio d’anni ed erano grandi amici.
LEE
andò nll sua disordinatissima camera da letto piena d peluche e cuscini. Alle pareti, foto d lui e Dunk, d sua madre e sua sorella.
Dappertutto
cd d grandi artisti dl soul. Accanto alle foto era appeso un grande
poster d Marylin Monroe in bianco e nero. Gettò un po’ d cuscini e peluche per
terra e buttò sul letto a pensare. La mente d LEE vagò tra mille pensieri per +
d’un ora.
Dunk
ke stava cominciando a preoccuparsi dll salute d LEE,andò
a sbirciare nll sua camera. Lo vide nl letto cn lo sguardo fisso al soffitto, ke
però sembrava perso nl vuoto. Aveva preso una sbandata. A notte fonda s addormentò.
Mi
svegliai, erano le 11 dl mattino e s sentiva un
delizioso profumo d caffè e latte venire dl cucina. Io c andai e trovai la
tavola apparecchiata e 1 bigliettino cn scritto ke Taty sarebbe
andata da Mary ad abortire e ke sarebbe tornata verso le 12.
Tirai
un sospiro d sollievo, m sedetti ed iniziai ad
addentare 1 brioche.
Qst
mattina sarei andata a costringere il destino a farmi incontrare LEE per
Londra. “Avrò bisogno d gran colpo d fortuna ma c riuscirò cmq, qnt è vero ke
LEE è il mio uomo”.
Scrissi
un biglietto a Taty dicendole d chiamarmi qnd fosse arrivata così m avrebbe raggiunta e aiutata nll caccia poi m preparai a uscire.
Qnd
fui pronta, chiusi la porta a chiave e scesi le scale. Fu una bella faticaccia.
Uscii dll palazzina piena d voglia d uscire vincitrice da qst sfida. Nulla m
avrebbe fermata. Cn il cuore colmo d’amore e speranza iniziai la mia caccia per
ttt Londra.
Presi l’autobus numero 83 che
andava per il centro e naturalmente non feci il biglietto. Tanto a che
controllore con un po’ di cervello sarebbe venuto in mente di passare in mezzo
a qll piccola folla ammassata e schiacciata su un autobus dove a malapena si
respirava?
Naturalmente, come previsto nessuno si accorse di nulla e
alla mia fermata, proprio ai piedi del Big Ben, scesi tranquilla e senza un
grammo di problemi se non qll ke m ronzava perennemente in testa “se fossi
stata LEE, dove sarei andata?”.
Era, stranamente, una giornata bella e solare.
”Buon presagio”dissi ad alta voce.
Mi incamminai per la strada di
destra,cercando di scorgere ragazzi belli, biondi, alti e cn okki chiari.
“Nulla al cubo!” esclamai stupita. ”Siamo un popolo di
biondi, alti e cn okki chiari e qui nn ne vedo manco
uno!!! Allora è proprio sfiga forte!!!!” Ma ad un
tratto c fu una celestiale visione:un ragazzo cm qll ke stavo cercando. Lo stomaco
si chiuse e sentii il sangue ribollire nelle vene.
Lo sentivo, ero ttt rossa
cm un pomodoro. Nn sapevo che fare: correre da lui o restare lì in attesa ke mi vedesse? Una vocina nll testa iniziò a dirmi
“è la tua grande occasione.corri da lui!!!”.però le gambe facevano sciopero e nn ne volevano
sapere d muoversi.
Intanto LUI s avvicinava sempre d +……..Falso allarme. Nn era LUI. “Ttt ql panico per nulla!!!” pure l’omino dl cervello disse “Cakkio!!!”
ttt incavolato, sbuffando.
Ancora emozionata e accaldata ripresi la
ricerca sempre per qll strada, proseguendo a passo lento per vedere e
analizzare ogni passante e facendo slalom tra la
folla. Nulla, nulla e ancora nulla che potesse assomigliare
solo lontanamente a LEE. Eppure sentivo ke ce l’avrei
fatta a qualunque costo e a qualunque prezzo. Nn potevo perdere qst volta.
Nll mia vita ero sempre
stata seconda. C’era sempre chi prendeva il voto più alto, chi andava in
skateboard meglio,chi suonava la chitarra meglio,chi
aveva il telefonino più nuovo, chi aveva la maglietta più alla moda….insomma,
nn arrivavo mai prima. Ma cn LEE, beh cn LEE ero la
MIGLIORE in assoluto. M ero sentita la ragazza più fortunata dl mondo la sera
dl nostro incontro e me lo sentivo ancora d + al solo
pensiero ke magari ank lui m stesse pensando e forse ank cercando….
Continuai
a camminare e a camminare pensando ke se avessi continuato di ql passo nn sarei
più arrivata da nessuna parte,finke
un’idea balenò nel mio cervello: “perke nn prendere uno di quegli autobus per i
turisti senza tettuccio?”.Avrei ftt il giro della città godendomi ql sole caldo che nn ero abituata a sopportare e in più nn
avrei camminato, cercando LEE in santa pace.
Alla fermata, aspettai impaziente l’autobus
turistico, ke forse mi avrebbe portato da LEE. ”MAGARI!!!”
pensai speranzosa. Finalmente l’autobus arrivò e fui la prima a saltare su.
Corsi velocemente verso il tettuccio e mi piazzai
nl seggiolino da parte, appoggiai il braccio sulla traversina e ci posai sopra
la testa,ansiosa di partire per la mia caccia
cittadina. Una sgommata le diede inizio.
Iniziai a scalpitare, quelli sotto avranno
pensato ke una mandria d bufali stesse passando proprio sopra la loro testa. Ma a me ke importava? L’importante era trovare LEE!!!!!
Girai circa
mezza Londra sotto il sole cocente e senza trovare nulla di nulla…… “ke
tristezza….”sospirai. Ma io lo sapevo il perché: il mio stomaco era più ke
vuoto, se i succhi gastrici nn si erano asciugati per la temperatura,allora ank i miracoli accadono!!!!!
Proprio in ql momento, sentii 13 battiti d una
campana…”ke fame!!!!”esclamai .”se nn mangio qlcs
subito morirò denutrita!!!”. Cs schiacciai il
pulsante per lo stop proprio davanti ad un fast food. Scesi cn calma e
l’autobus riparti proprio alle mie spalle.
Entrai nel locale: era stracolmo. Feci la fila e ordinai il mio hamburger e la mia coca da mezzo
litro. M appartai in un tavolino e in un solo sorso bevvi almeno metà bicchiere
e iniziai ad addentare il mio panino. Cibo spazzatura,certo,ma cibo per la mente.In 10 minuti fini il mio “pranzo-pattume”e uscii dal locale pregando d
vedere LEE cn ttt la fatica ke avevo fatto per
trovarlo qll mattina.
Proprio in ql momento ki
vidi d fronte a ME!?!proprio LEE. Nn c credevo, m
diedi un pizzicotto pensando d sognare, ma cosi nn era.
Era la realtà più pura e vera. Rincominciai a sudare e il sangue a ribollire
nll vene. Sta volta nn avevo sbagliato. Sgranai gli okki qnd lui si avvicinò.
KE U-O-M-O!!!!fu l’unica cosa
ke pensai. Aveva la cresta e una maglia nera cn i
jeans strappati.
Mai avuta una visione tanto bella in vita mia. Ank
lui sembrava stesse cercando qlc1. Forse proprio ME. Si
guardava intorno nn sapendo + dove guardare. E io nn sapevo ke fare: correre da lui o aspettare ke m
notasse? Dubbio amletico. Ma finalmente lui m vide e spalancò
le braccia, sorridendo molto dolcemente. Io scoppiai a piangere d
felicità e corsi verso d LUI. Incredibile. Ancora pochi passi e sarei stata
colta dll sue possenti braccia. E finalmente c
riuscii. A lui brillavano gli okki e io piangevo. Ci
baciammo a lungo sfottendocene d ttt e d tutti. Qnd c baciavamo
il resto spariva, c’eravamo solo io e lui e nessun altro. Poi c
dirigemmo verso una panchina dll piazza vicina. Io scelsi quella sotto un
albero cs c potevamo
riparare dal caldo. Appena dp ke c sedemmo, iniziai a fargli il terzo grado.
“Allora, voglio sapere ke cognome fai, qnt anni
hai, qnd 6 nato, lavori o studi, vivi cn mamma e
papà….insomma, voglio sapere ttt d te”
”Ok, ok, stai calma…allora….Lee
Ryan, 21 anni compiuti il 17 giugno dl 83, studio medicina ma canto nei
club la sera e vivo cn il mio migliore amico Dunk….”.
“Ora tocca a me”dissi maliziosa. “Rizzi Valentina,
nata il 1 luglio dll 89, 15 anni, studio lingue, nn lavoro e vivo cn mamma, il
papà nn ce l ’ho….”
”Valentina ke!!??!!”
”Rizzi, italiana al 1000 per 100, spiritosone”
”Ok, se c tieni tanto lo terrò a mente….ma ad una
condizione:UN ENORME BACIO!”
Io, ke lo volevo fare un po’ soffrire, dissi: ”Nn
pensare d cavartela cs facilmente,carino!
Se vuoi un bacio te lo devi guadagnare cn il
sudore!!!”
“Allora se vuoi la guerra, guerra sia!” E iniziammo a
rincorrerci per ttt la piazza sotto lo sguardo divertito e un po’ stupito dll
gente.
Finalmente lui mi prese per la maglietta e mi tirò su,mettendomi ttt sll sua spalla. Iniziai a gridare cm una
pazza “rimettimi giù all’istante!!!”
”Ke peperino!”disse lui.
Finalmente, qnd m lasciò andare feci finta d
essere offesa dicendo imbronciata:
”Attento, è la mia maglietta preferita,me l ha regalata Taty, la mia migliore amica!!!”
“C’è un modo per farmi perdonare?”disse cn sguardo
languido. Nn c parlammo ma capì benissimo la mia proposta e la accettò senza
pensarci due volte. Iniziammo a baciarci,dando iniziò
alla magia. Io, lui, baci a nn finire e tanto, tantissimo AMORE. Amore vero.
Dove
ti va di andare adesso? Si sta facendo buio, i tuoi saranno
preoccupati.- mi chiese Lee.
-
No, stai tranquillo, non si interessa di me. Tanto
sono scappata di casa. Sono da una mia amica, Taty. La mia MIGLIORE amica. Vuoi
conoscerla? – gli risposi io.
-
Ah. Ma i tuoi? -
-
Io ho solo mia madre, a cui non gliene frega niente di me. Ho anche un padre,
ma gliene frega ancora meno. Quindi faccio quel cavolo
che mi pare e vado dove voglio. -
Rimase
un po’ scioccato e io mi affrettai ad aggiungere:
-
Non sono così…disperata. So anche essere dolce. Solo che con mia
mamma non posso certo dire di avere un bel rapporto. Ma l’amore che mi
mancava da lei l’ ho trovato con te. –
Lee parve molto colpito da quell’affermazione
e per farmi capire che aveva apprezzato mi diede un lungo e dolce bacio.
Guarda le stelle Vale. Qual è per te
la più luminosa?-.
Cominciai
ad andare nel panico perché a scuola non ero mai stata attenta mentre studiavamo
il sistema solare e le stelle e avevo una paura matta di cominciare già dal
primo giorno a fare figuracce.
-
Ehm, quella?- e gliene indicai una.
-
Sbagliato. -
Ecco,
lo sapevo, avevo sparato una caxxata.
-
Sai qual è?-
Io
scossi la testa.
-
La stella più bella e luminosa è quella che mi sta accanto. Sei tu Stellina. - e mi baciò.
Nessuno
mi aveva mai detto qualcosa di così dolce. Nessuno tranne Lee…
Ricominciammo
a baciarci mentre l’ultimo, debole raggio di sole scompariva. Ci sentivamo come
trasportati in un’altra dimensione, dove esistevano soltanto Lee, Vale, il cielo pieno di stelle e un’immensa distesa di
girasoli.
La
gente svuotava il parco, ma noi non ci accorgevamo di niente. Eravamo solamente
due anime vicine, dimentiche di tutto il resto. Era un sogno divenuto realtà. Il sogno finora più bello della mia vita.
Come
tutti i sogni però, ad un certo punto finì catturato dai raggi del sole che sorge. Mi svegliai con la testa appoggiata al petto di Lee.
Lui dormiva ancora. Non ricordavo bene ciò che fosse successo,
poi capii che ad un certo punto mi ero sentita stanca e avevo detto a Lee che
volevo guardare le stelle e mi ero addormentata tenendogli la mano.
Mi
alzai e mi accorsi che erano le 6.30 del mattino. Sentii il telefono suonare.
Non feci in tempo a tirarlo fuori dalla tasca che chi
mistava telefonando riappese.
40chiamate!
Taty ! Dovevo immaginarlo. Povera, probabilmente era preoccupatissima.
E arrabbiatissima. Suonò ancora il telefono. Ancora
lei. Risposi.
-MA DOVE CAVOLO SEI FINITA? MI
VUOI FAR MORIRE DI PREOCCUPAZIONE? ALMENO AVVISA CHE NON TORNI. VADO A CERCARE
LEE. TI SEMBRA ABBASTANZA? MAGARI STO LEE è UN MANIACO CHE TI HA VIOLENTATA TUTTA LA NOTTE, MAGARI TI HANNO TIRATA SOTTO, TI
HANNO RAPITA, RAPINATA O UCCISA E IO NON SAPEVO DOV’ ERI! POTEVO NON VEDERTI PIU’! NON HO DORMITO TUTTA LA NOTTE PER LA PREOCCUPAZIONE. VABBè CHE SEI ABITUATA A SCAPPARE DI CASA MA QUANDO LO FAI DA ME AVVISAMI! DOVE SEI STATA!-.
Aveva
urlato così tanto che quella povera anima, ex dormente, di Lee si era svegliata.
Mi
stava guardando con un punto interrogativo ?_? dipinto
sulla faccia mezza addormentata. “_” Mi chiese se fosse mia
mamma.
-
No Lee, è la mia migliore amica. -
-ECCO,
LO SAPEVO CHE SEI STATA CON QUELLO. PASSAMELO. -
ubbidii e passai il telefono ad un terrorizzato Lee che lo prese come fosse
bollente.0_0
-COSA
HAI FATTO ALLA MIA MIGLIORE AMICA? EH MANIACO. ALMENO
TU POTEVI RICORDARTI CHE C’E’ QUALCUNO A CASA CHE
L’ASPETTA!-
-Ma…
veramente… sarebbe scappata di casa…-
-E CHI SE NE FREGA! ERA A CASA
MIA! C’ERO IO A PREOCCUPARMI! MI PREOCCUPO DI SICURO Più DI QUELLA TROIA DI SUA MADRE. SENTI COSA VUOI FARLE, EH, EH?-
-
Io?????? Niente!!!-
-AH
Sì EH! DICONO TUTTI COSì POI UN BEL GIORNO LEI VIENE A PIANGERE QUI DA ME CHE
L’ HANNO LASCIATA, TRADITA, PICCHIATA O ALTRO. PROVACI
ANCHE TU CHE FAI LA FINE DEGLI ALTRI. -
Perché…
gli altri……… che fine hanno fatto?-. era a dir poco terrorizzato.0_0
-CHIEDIGLIELO
A LEI. PORTALA SUBITO QUI! NON VOGLIO LASCIARLA NELLE TUE MANI UN ATTIMO DI PIù
SENZA SAPERE CHE RAZZA DI MANIACO SEI! E SE NON LO FAI, TI TROVERò OVUNQUE TU SIA! NON è UNA MINACCIA, è UNA PROMESSA. TUT TUTTUT…-
-
Lee, va tutto bene?- aveva una faccia un po’… un po’ tanto… molto sconvolta.0_0
-
No no, andava
tutto bene. Ti riaccompagno a casa… devo
proprio? Sai ho capito che Taty è come la tua
famiglia e, sai, l’incontro con la famiglia va preparato bene. -.
Cominciai
a ridere, a ridere, a ridere, che mi ritrovai a rotolarmi per terra.
-
Si, devi proprio .- a vedere la sua faccia rischiai di morire soffocata dalle
risate.000
A
fatica lo convinsi a riaccompagnarmi a casa di Taty. Salimmo su una meravigliosa Kawasaki verde kiwi e bianca. Era
bellissimo sfrecciare per le vie di Londra attaccata a Lee.
Sembrava che Lee
non fosse troppo felice del fatto di essere arrivati.
Dai Lee, vieni che
ti faccio conoscere Taty.-.
- Ma no dai, mi
sono ricordato all’improvviso di avere un appuntamento.-
- Lee! Non fare il
bambino!-
- Non è che poi mi
sbrana?-
- A meno che non
sia in crisi di astinenza non credo proprio. -.
- L’espressione di
Lee chiariva la speranza che la mia amica si fosse fatta due canne.
Stavo ancora
cercando di convincere Lee a scendere dalla moto che dal portone uscì una
persona. Proprio lei: Taty.
Era vestita come
suo solito: minigonna nera, calze a rete nere, All Star nere, top e giubbino
nero. I capelli erano neri con meche rosse. Il trucco leggero, solo un tocco di
matita e mascara. L’espressione era preoccupata, ma appena si accorse di noi si
trasformò in una smorfia simile a quella di una tigre affamata.
-ECCOTI
DISGRAZIATA!. MI HAI FATTO PRENDERE UNO SPAVENTO!-
.Tu non sparisci
mai?- le chiesi.
-Si, ma almeno
avviso te! Mi piacerebbe fare quattro chiacchere con il tuo ‘’amico’’.- Poi
vedendo la faccia spaventata di Lee aggiunse- Non ti sbrano mica! Prima ero
incazzata, e credo che lo saresti anche tu. Dai, venite su.-
Salimmo, solito
concerto di catenacci e finalmente eccoci in casa.
C’era un fumo
pazzesco.
-Ah, mi sono
dimenticata di dirvi che è tornata Julia. -.
la trovammo in
bagno con due canne gigantesche in mano e un’altra in bocca. Era totalmente
diversa dalla sorella, non aveva la stessa aria terribile. Era più bassa di Lee
di tutta la testa, aveva i capelli tinti di verde foglia e più che paura faceva
ridere.
Ma quando aprì
bocca credo che Lee si sia ricreduto.
-Sei già tornata?
Cosa caxxo vuoi? I soldi ce li hai già, la droga non la usi, scoparmi non puoi.
Però c’è questo tuo amico che potrebbe essere un’esperienza utile per tutte e
due.-.
Lee, vissuto sotto
una campana di vetro fino a dieci minuti prima rimase scioccato. Ma ci pensò
Taty a tranquillizzarlo.
-Senti, lui è di
Vale. Se ne vuoi uno fammi il grandissimo piacere di tirare via le tue chiappe
drogate dal mio povero cesso e andartene in strada, dai tuoi compagni.-
-Si vado. Ma
ricordati che vivi grazie a questa.- rispose Julia indicando le canne che
teneva in mano.
Quando Julia se ne
fu andata Taty ci fece accomodare al tavolo della cucina e ci chiese cosa
volevamo bere.
-Se ce l’hai una
birretta.- chiese Lee.
- ma certo! Quale
preferisci?- e gli mostrò un frigorifero pieno di birre di tutte le marche. Io
rimasi scioccata: birra alle 7.30 del mattino?
-Ma vi sembra
l’ora di bere alcolici.-
-Hai ragione Vale.
Avresti un bel caffè?-
-Ok, contento tu.
-.
Taty stava facendo
di tutto per recuperare l’immagine con Lee. D'altronde le avevo sempre fatto
conoscere i miei ragazzi. Ma nessuno era stato importante quanto Lee.
Facemmo
tranquillamente colazione e chiacchierammo piacevolmente. Taty capì che
Leenon era un maniaco da cui stare alla
larga e Lee capì che Taty era una brava ragazza, iperprotettiva nei miei
confronti, visto che aveva due anni più di me e mi considerava la sua sorellina
minore.
Ad un certo punto
Lee propose:
-Perché stasera
non ci troviamo tutti assieme in un pub? Visto che io ho conosciuto Taty tu
potresti conoscere il mio compagno d’appartamento Duncan e gli altri miei
amici, Simon e Ant.
-Per me va bene. E
tu Taty?-
-Perché no? Non
avevo niente da fare stasera.-
Ci demmo
appuntamento quella sera davanti al pub ‘’La maria è tutta mia ’’ proposto da
Taty.