Nel tentativo di comunicare con mosche cieche si ritrovò pece

di rubytusday
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** Scuola ***
Capitolo 3: *** Discoteca ***
Capitolo 4: *** Inutili rimpianti ***
Capitolo 5: *** Perdersi ***
Capitolo 6: *** Muri abbattuti ***
Capitolo 7: *** Voragine ***
Capitolo 8: *** Utopia ***
Capitolo 9: *** Sprofondare ***
Capitolo 10: *** Fondali abissali ***
Capitolo 11: *** Requiem di una non-relazione ***
Capitolo 12: *** Ghiaccio fuso ***
Capitolo 13: *** Catrame ***
Capitolo 14: *** La neve si è sciolta ***
Capitolo 15: *** Illusioni ***
Capitolo 16: *** Intrecciati ***
Capitolo 17: *** Non ho nulla da dire ***
Capitolo 18: *** Cammino di notte ***
Capitolo 19: *** Mania di solitudine ***
Capitolo 20: *** U***** ***
Capitolo 21: *** Fuori Cor(s)po ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Ricordi
Giacciono sbiaditi sotto il mio letto
Quanto non vorrei scrutare quel cassetto
Ricordi
Pioggia, finestra ho dodici anni
Già immersa in tanti drammi
Ricordi
Una cena in famiglia
Il mio fratellino che sbatte le ciglia
Ricordi
Io nella classe , una felpa viola
Tutti ridono sono sola
Ricordi
Sangue ovunque sui mie vestiti
Discorsi alle mie spalle triti e ritriti
Ricordi
Futuri così atroci
Morti precoci
Ricordi
Una bagno, l’acqua attraversa
le mie membra, sono così persa
Ricordi
Io mi sento perversa
mi hanno toccato il culo e viceversa
Ricordi, ricordi, ricordi
Immersa in un passato, un tuffo in quelle acque nere
che mi impediscono di rimanere.



La prima parte di questo "racconto" sarà la sezioni dei Ricordi. Qua ci saranno poesie sul mio passato.

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Capitolo 2
*** Scuola ***


Ansia
Asfissia
Pioggia di cosa sia
Corriera direzionale
slitta sulla tangenziale
ribellione battente
contro quel sole cocente.
Alberi germogliano
Su libri che si sfoglaino
Altri aridiscono
Pallidi sfioriscono.
Ansia
Asfissia
Finestra fammi fuggire
Cattedra immobile
Quest’ora deve finire
Sento salir la bile
Compagne matriosche
Che schiacciono mosche
Rimpicciolita
Impreziosita
Fine a questa vita
Una nuova macchina mi condurrà
Speranze argillose
Chissà dove mi porteranno
Al prossimo anno.

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Capitolo 3
*** Discoteca ***


Un’altra notte calda
Un’altra notte di salsa
Ammassati come sardine
Fitti come mille spine
Esseri ballanti
Così maleodoranti.
Spegni tutti e coninua
Non essere una mina
Divertimento forzato
Un posto così sbagliato
Non giudicare chi ci si in grovigli
Lascia stare la tua meraviglia.
Tra quelle mille persone
Mi sento un aquilone.
Un fiume che deraglia
E che sempre sbaglia.
Vorrei essere nel mio corso
Non sentirmi orso
Mentre grida e sorrisi sono sinceri
io mi sento sola più di ieri.

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Capitolo 4
*** Inutili rimpianti ***


 
Avrei potuto non annebbiare nell’alcol le mie ferite
Avrei potuto credere in dio invece di scoppiare come dinamite
Avrei potuto viaggiare di più senza mai sostare
Avrei potuto saziarmi senza mai digiunare.
Avrei potuto volermi bene  senza scavarmi le vene
Avrei potuto abbracciarti mentre la sera viene
Avrei voluto fermarmi invece di correre senza voltarmi
Avrei potuto amarmi.
Troppo lunga la lista dei miei avrei potuto
Troppo corto di quello che avrei voluto.
Ventidueanni e troppi pensieri
Quasi tutti mi sembrano veri,
Mi chiedo se ho ancora tempo per rimediare
Mi chiedo se avrò ancora tempo per ascoltare
Mi chiedo se avrò ancora tempo per rinunciare
Mi chiedo se avrò ancora tempo per ricordare
Mi chiedo se potrò rimediare
Mi chiedo se potrò non annegare
Mi chiedi se potrò finalmente amare
Mi chiedo se questo vuoto se ne potrà mai andare.
 

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Capitolo 5
*** Perdersi ***


Un’ombra, un vento
Una persona
Un’altra, altre cento
Tremo
L’alchol sovviene
Cammino ciondolando
Sono le 3, e vedo una chiesa
nella casa C’è esposto l’altissimo
Io così impura entro
Lontanissimo il posto è caldo
Firmo la mia presenza
Davanti ad un’assenza
Per un attimo ci credo,
quiete nel mio cuore malato
nel mio animo incauto.
Ritorno indietro
Quando i miei occhi erano grandi
Quando non avevo i fianchi larghi
Una brezza leggera
Nella dolce primavera
Quando avevo risposte
Quando non mi ponevo
domande contorte.
Sarebbe così sereno
Sarebbe così facile
Dare un senso alla mia esistenza fragile,
labile consolazione
in quest’eterna afflizione
I miei ne sarebbero fieri
Ma non ci riesco, il vento
Spalanca la porta
contorta quella sera nera
Mille voci assenti
Giacciono orecchie silenti.
Fuori la perdizione
Nessun senso di questa eterna prigione. non so se ti troverò
non so quanto ancora cercherò
ma ora ho capito
ora sola sto bene
ho sempre la paura nelle vene
che proprio adesso
ho capito che devo accettare
la parte peggiore di me stesso
ora basta struggersi
come pioggia sulla ruggine
voglio salpare in largo mare
senza pensieri
senza pensare a cosa affrontare.

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Capitolo 6
*** Muri abbattuti ***


Muri abbattuti

Muri da anni

inchiodata dietro di essi 

una luce improvvisa, 

calda 

appasionata

passionalmente irreale

io nel mio eremo

rispondo con fendenti 

ironici, taglianti.

Le tue parole feriscono

m’inchidodano

mentre io inchiodo 

la tua complessità

Leggi, vedi oltre il

muro, mi senti

ti sento, sto bene 

Le mie fragilità

per te non sono macigni

sento caldo, nel cuore

risvegli in me cose che 

erano sepolte da tanto.

Purtroppo eri solo un guscio 

vuoto che abbattuto ciò

si è nascosto, forse ti ho 

bruciato troppo

forse i tuoi muri erano

più spessi dei miei.

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Capitolo 7
*** Voragine ***


Sono passati anni, mesi giorni
in cui giravo 
vagavo e mutavo
non chiedevo aiuto 
odiavo il mio camminare
errare senza meta
cerco una tregua
un senso profondo 
a questo pozzo senza fondo.
Mi sento ancora scavata
scaraventata dentro una cupa voragine 
che mi risucchia 
mi sputa e mi mangia la carne.
Sempre meno sangue 
sempre più a fondo.
Pece nera che mi attacca al suo fondo.
Mosche nere mi girano intorno
ritorno a chiedere aiuto.
Sentro risate, sguaiate.
Non respiro più.
Ma passerà, è passato.
Ho percorso quella roccia che mi spingeva
l'ho affrontata mentre la morte mi percorreva. 
E ora che tutto è passato
so che il dolore non può essere dimenticato
ma affrontato e superato.

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Capitolo 8
*** Utopia ***


La mia città è aperta
La mia città è deserta.
Io non ho una provenienza,
non sono in permanenza
e mentre cammino solitaria
in questa notte piena d’aria
l’angoscia sale copiosa
un’altra volta uggiosa.
La città è piena di loclali
La città è piena di ali
Ma rimando solo il senso
a questo posto.
Sola tra le case, solitaria decisone
di non star al centro dell’ammirazione.
E mentre cammino ripenso a te,
non ci siamo ma chiesti
la verità, nessuno parla di noi
un noi che non esiste
persiste mia domanda
condanna, se ci fossimo presi in giro?
Se ci fossimo veramente lanciati le parole?
Il silenzio, il non detto tra noi
Spiazza tanto
la piazza soglia
germoglia.
Ritorno in me cammino
Impaurita,
questa non è la mia città

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Capitolo 9
*** Sprofondare ***


Una corda scende su di me
ogni volta che sbaglio
sento stringere quel cappio
e mi dico ieri ormai è andato
passato
ma ricado nei miei buchi profondi
vermi infiniti mi mordono la pelle
la carne sanguina
le ossa stridono
ed io immobile sto legata al mio giaciglio
Non mi muovo, il tempo si perde
vedo la vita passarmi davanti mentre io rimango inerme
Inerte
davanti al dolore cocente
alla pena morente
scrivo queste righe per espellere
ciò che provo nel profondo
un pozzo, vuoto senza fondo
Rime poco originale, quasi banali
non pensate uscite e pubblicate,
e qui scavata nel materasso
vedo le membra ricoprirsi di grasso
quel grasso ignobile
quello che non ti fa alzare
mentre la corda si comincia ad allungare
e vedo quel cappio scivolare sulla mia testa nera
e vedo le gocce calmarmi senza mai saziarmi.

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Capitolo 10
*** Fondali abissali ***


Immagini sfocate
rinate da fondali abissali
mali antichi, smaltati dal vento
tempo rosicato dalla corrente
un ente eterno di non ritorno
ma torno viaggiando, saltando
esitando mi fermo
impassibile come un albero 
ormai mi spoglio
le mie foglie sono nere
sere, su sere
non dormo i miei occhi non si spengono
tremo da sola, foglia orma caduta
nel mio giaciglio freddo
aspetto 
e mi ritornano
immagini sfocate
di una ormai lontana estate
mai esistita
ma rimirando il passato
scordo pietre preziose 
mai trovate
rinate da fondi ormai non più abissali
mi fanno ridere i miei ancestrali mali.
La storia continua
i ricordi da negativi diventano meno amari
il caffè ormai è zuccherato
e io non mi struggo più per ciò che non è stato
il passato.

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Capitolo 11
*** Requiem di una non-relazione ***


Lo so, è finita
le tue parole mi sarebbero ripiombate nel cranio
Se mia tuo avessi mai parlato.
Lo so, è finita
Eri tu ad aver bisogno di me, 
anche se non mi amavi
Non posso dire nemmeno sia finita 
non essendo mai iniziata.
Una cosa per ricominciare deve anche finire
la fine non è mai arrivata
ti sei allontanato come spaventato.
I tuoi occhi glaciali non ricercavano più i miei
e tu correvi lontano, de me, andavi da lei.
Per quanto mi sono sentita sbagliata
per quanto il fuoco in me si è spento
ho evitato ogni godimento
Per superare la mia ossessione 
che mi ha incatenata in prigione
ho dovuto scrivere di te
Imbrigliarti, incatenarti, trasformarti
Trasformare la nostra non storia
cambiare ogni parola che ci siamo detti
a denti stretti, ancora odio ammettere di aver fatto passare troppo tempo.
Troppo vento su di me si è abbattuto
io restavo, aspettavo un tuo segno muto.
Poi sei riapparso, fallito, suppllicante e sorridente
hai parlato con me come se non fosse successo niente
come se nessuna luna fosse girata
attorno alla nostra ultima giornata.
Poi nel nulla sei tronato, 
e lì ho capito quanto tempo ho sprecato.
Più che te rincorrevo un sogno,
un amore tossico, proibito
cercavo in te Heatcliff perchè
pensavo che solo un vento distruttivo potesse essere amore vero
Non eri sincero, non lo ero io.
Ed ora che lo non mi stringo a te, e a quel sogno
vado avanti giorno dopo giorno.
Ho paura costante che tu ti ferisca, che un lungo coltello
incida la tua bella belle,
che il tuo profumo diventi cenere
che i tuoi occhi si chiudano sciogliendosi.
Che il tuo profondo star male ti faccia affogare.
Ma questo condizione non può essere una giustificazione
del tuo aspro annaspare
del tuo continuo sabotare
del tuo continuo uccidermi.
Come un narciso ti guardi riflesso
e ma ti presenti bene ma vedi solo veleno nelle tue vene.





P.S.
Piccola postilla questa è la "poesia" finale di un'altra mia storia che si chiama "Carte da decifrare" che tratta anche in maniere romanzata la storia del mio primo amore, dove ho pubblicato pensieri che ho scritto dai 14 ai 19 anni. Quest'ultima poesia invece l'ho scritta due giorni fa, razionalizzando e analizzando quella storia particolare.
Sono passati anni dalle vicende che mi fecero tanto star male, proprio per questo l'ho inserita anche qua dove parlo del mio modo di vivere in generale, e quindi mi sembrava un pezzo importante da inserire.
Io pubblico più per elaborare le mie emozioni, perchè altrimenti tenderei a farmi vincere da esse.
Per me la scrittura è catartica, riesce a liberarmi e farmi sfogare, e di conseguenza mi aiuta a vivere meglio, poi se qualcuno trova gradevole ciò che ho scritto o si rivede nelle mie parole non posso che essere contenta.

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Capitolo 12
*** Ghiaccio fuso ***


Mi hai trovata al polo nord
mentre non scrutavo
non cercavo
un essere senza nome solo cervello
ti è piaciuto quello
ti sei gratificato nella mia immagine non esistente
un mistero persistente
e mentre le parole continuavano
cadevano su di me
mi scioglievo, mi riscaldavo
giorno, dopo giorno anno dopo anno
hai sciolto l'antartide
hai preso il ghiaccio e lo hai sbollentato
mi hai reso fuoco.
Io che ero roccia pura
non volevo parlare dalla mia altura
muri profondi dipinti
hai distrutto le mie difese
la mia ironia pungente 
è diventa perdente
e sbraitavi, mi cercavi, mi sussuravi
io esitavo poi anche io ti bramavo
testa cinica, ma cuore di bambina
e questa bambina tu l'hai vista
l'hai presa e distrutta.
Hai versato acqua calda sul di me 
che ero ghiaccio
ed ora che mi sono accesa
a la tua di fiamma si è già spenta
e ciò che rimane di me è solo inutile ghiaccio fuso.

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Capitolo 13
*** Catrame ***


Alla fine hai vinto
mi hai trafitto con le tue lame
mi ha reso catrame
hai incenerito nella polvere
risucchiato dal tuo bisogno 
di farmi esplodere
mi sembra di essere l'unica 
ad averlo sentito
mentre tu mi hai solo 
mortalmente ferito

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Capitolo 14
*** La neve si è sciolta ***


Neve si scioglie tra le sue nodose mani
bianca, candida, un taglio
ella si sporca, il sangue zampilla
corrode la terra
la neve ora è cenere sciolta,
si sporca, bagna la terra che la inghiotte
si perde, diventa acqua che cade dalle foglie
nelle fogne
e lui rimane, la stringe e più la stringe
più quella si perde
si scioglie 
del bianco candore non rimane nulla
allora la mangia, l'assaggia
quella ormai scompare
dentro la sua bocca da sfamare.
Guarda le sue mani rosse, crepate, screpolate
la neve si è sciolta
a lui non rimango nemmeno le ossa.

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Capitolo 15
*** Illusioni ***


Morte Sì nasce Sì muore Soli, come vermi zampillanti Ritorniamo alla terra Secchi auguri Più si cresce Più il cuore si irrigidisce Fino a non provare più niente E si diventa terra Amicizia Amore Successo Felicità Sono effimere illusioni Spente da continue Delusioni

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Capitolo 16
*** Intrecciati ***


Sei la quiete
Sei il pezzo del puzzle
Che mi è sempreancato
Conosci le mie voragini
Ami le mie stupidaggini
Ti guardo e vedo me
Mi guardi e vedi te
Mi appoggio a te
Come un cane
Che dopo tanto errare
Ritorna da suo padrone
Sei la dolcezza
Sei la passione
Tu ami la mia fierezza
Con te posso chiudere gli occhi
Abbandonarmi
E anche nel deserto
Sconfiggi i miei incubi
E già dormo tra le nubi
E tu dormi sulle mie scapole
Intrecciati in un abbraccio
E sento il tuo respiro fievole
Mentre a te m'intreccio

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Capitolo 17
*** Non ho nulla da dire ***


Non ho più nulla da dire
forse perchè scrivere è sempre stato
un luminoso rifugio, ora indugio.

Ora che sono felice, e appagata
la mia mano è estramemente delicata
come una foglia non morta mi adagio

mi rifugiavo in parole, inventavo storie
forse scrivevo solo per fuggire
So solo che ora, non ho nulla da dire

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Capitolo 18
*** Cammino di notte ***


Non trovo un senso, mi sento errante nelle strade.
Nella folla, pensavo di sentirmi meno sola. Invece qui, mentre cammino
lo come mai lo sono stata fino a ora.
Ci sono stati tanti momenti belli, gioiosi, ma oggi me sento spezzata.
Correre, correre
continuamente, ferocemente
e anche io mi sono piegata, ho iniziato a marciare
ma la verità che non tengo il passo
mi giro, do una borraccia a qualcuno, che mi calpesta e mi supera
sforzi mai ripagati.
Caso beffardo, perchè nessuno apprezza il mio valore.
IO ci provo, riprovo e riprovo.
Ora non riesco più tutto questo correre
per poi passare la vita a lavore, e infine perire.
Io ho deciso di camminare di notte, e non di giorno
ma il vuoto comunque mi assale
chi sono? che senso ha tutto questo?

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Capitolo 19
*** Mania di solitudine ***


Non mi sono mai sentita così sola
in questa casa vuota, con gente assente
guardo la finestra, luci accese, luci spente
il giallo dei palazzi si perde nel nero
fumo, e penso non sono mai stata così sola
il pensiero corre, l'esame è imminente
io che non riesco a leggere niente
tu non ci sei, dove sei
non mi sono mai sentita così sola
l'acuqa bolle zucchine e carote
per un pasto freddo che non voglio mangiare
da qualche tempo ho perso il gusto e la fame
Fuori il trabusto, dentro il silenzio assordante
l'esame è imminente 
io che non leggo mai niente
ho passato notti, che sono diventati mesi
poi anni e il tempo è passato 
io continuavo a non leggere niente
non ero mai stata così sola
ma qui in questa enorme città
la solitudine  è così assordante
penso a te, al futuro
a quello che non c'è
nemmeno esco più 
sono qua che faccio bollire momenti
invece di leggere avvenimenti
e continuo a pensare sono mai stata sola?

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Capitolo 20
*** U***** ***


A volte, è meglio non tornare
a volte è meglio solo ricordare
tolte quelle emozioni
certi luoghi sono solo delusioni
un senso di vuotezza
tristezza, per il tempo passato
per quello che c'è stato
mattonelle vuote, e case
abitate da persone che sono fantasmi
U*****, città mia
non sei più casa mia.

 

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Capitolo 21
*** Fuori Cor(s)po ***


Fuori cor(s)po

Fuori Cor(s)po

Mi sveglio, è buio. Dormo è giorno.
Bevo il caffè è già notte
così, per giorni, esami
che diventano anni.

Fuori corpo, fuori corso
finisco un percorso
mi giro ed è passato:
cado nel letto. 

Mi sento una fitta infernale,
mi trema lo stomaco, l'intestino:
ho un fremito al cuore.

Mi affaccio su un mare che non so navigare.
Piango, mi contorco, raggomitolo, rattrapisco.
Il mio viso è ormai stato corroso
d'ansia e nottate sprecate.

I primi solchi lo hanno segnato
il bambino vede in me un adulto.
Rabbia, furore:
non voglio invecchiare!
non voglio diventare 
non voglio segmenti uguali 
di una vita mediocre, raccapriccante
completamente maleodorante.

Quel secchio dell'umido ogni giorno da buttare
ogni giorno uguale, carta, plastica
cartoni da impilare
bambini da creare.

Dio, ansia stomaco.
Non voglio passare.
Così per altri giorni, mesi
anni, posso stare sul letto
a racimolare
qualche ultimo spasmo vitale.

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