Appunti di una giovane (quasi) medico

di DanzaNelFuoco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hic locus est ***
Capitolo 2: *** A - Anatomia Patologica ***
Capitolo 3: *** U - Utopia ***
Capitolo 4: *** T - Tanatologia ***
Capitolo 5: *** O - Omeopatico (Orripilazione) ***
Capitolo 6: *** P - Passivo-aggressivo ***
Capitolo 7: *** S - Spiegazioni ***
Capitolo 8: *** I - Idiopatico ***
Capitolo 9: *** A - Autodiagnosi ***
Capitolo 10: *** AUTOPSIA ***
Capitolo 11: *** Evitare mutilazioni non necessarie ***



Capitolo 1
*** Hic locus est ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
200 parole

 

Hic locus est 

 

Life sucks. 

La scritta campeggia sbilenca sulla porta di ingresso della camera di Margherita, un cartello di legno verniciato di nero su cui le parole bianche risaltano, appeso con un chiodo a un muro che ha visto giorni migliori. 

“Te lo devi ricordare proprio tutti i giorni? Non ti bastano le tue discutibili scelte di vita?” 

Margherita le rivolge una linguaccia. “Ho un martello in mano e non ho paura di usarlo.” 

Elisa ridacchia. “Meno male che ti conosco da una vita. Qualcun altro potrebbe prenderti sul serio prima o poi e io non ti porterò le arance in carcere, sappilo.” 

“Melodrammatica” Margherita gesticola con il martello ancora in mano, quasi rischiando di darselo in fronte. “Sarei abbastanza brava da far sparire qualsiasi eventuale cadavere.” 

Elisa alza gli occhi al cielo e non ribatte.

“E poi per ‘Hic locus est ubi mors gaudet succurere vitam’ ci voleva un cartello troppo grande. Il chiodo non avrebbe retto.” 

“Macabra. Come tu non abbia passato una fase goth, unghie nere ed eyeliner sbavato a sedici anni per me è ancora un mistero.”

“È questo il mio segreto, capitano: sono sempre in fase goth.” 

“Non ti ci provare nemmeno a citarmi Hulk, è chiaro?” 

 

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Capitolo 2
*** A - Anatomia Patologica ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
300 parole 
A U T O P S I A 
A - Anatomia Patologica
 

“Hai scassato la minchia.”

Lucrezia alza lo sguardo dal suo libro accuratamente sottolineato e inarca uno dei suoi sopraccigli finemente pinzettati. “Amen.”

“Ora mi spieghi come cazzo hai fatto a prendere 30.” 

“Ho studiato, mia cara. Ho semplicemente studiato.”

Margherita digrigna i denti e sopprime il desiderio di ribaltarle addosso la tazza di caffè americano - imbevibile e decisamente troppo costoso - che vendono in quel buco da hipster in cui l’altra ragazza l’ha trascinata. 

“‘Sti cazzi. Io ho studiato. Tu hai assorbito il fottuto Robbins per osmosi nella notte.” 

Lucrezia schiocca le labbra, scossando la testa e tamburellando con la penna evidenziatore  sul tavolo. “Maestri, se evitassi di infilare una imprecazione ogni due parole, sarebbe già un buon passo in avanti. E per di più insinuare che io abbia assorbito per osmosi il libro di testo è una stupidaggine. Ti sembra liquido il Robbins?” 

Margherita alza gli occhi al cielo. “Fanculo.” 

“Uno sforzo apprezzabile” Lucrezia sorride sarcastica. “Ciò non toglie che anatomia patologica sia…”

“Una spina nel culo?” 

“Maestri, davvero?” 

“Mi chiamo Margherita, porca puttana.”

“Ma Margherita fa cagare come nome e sicuramente non ti chiamerò Marghe come quella tua coinquilina senza gusto.”

“Sì, ma non trovi che il cognome sia un po’… impersonale, Lucy?” 

“Chiamami Lucy ancora e farò diventare il tuo cuore il prossimo vetrino di miocardio che vedremo alle esercitazioni.” 

Margherita sgrana gli occhi deliziata. “Oh adoro quando mi dici cose zozze!” 

“Oh, non ti scaldare troppo, lo sai che le minacce di morte mi sono sempre venute meglio che a te, Ms 26.” 

“Ehi, 26 è un signor voto!” 

“Certo certo.” 

“Ti odio.” 

“Non è vero. Mi adori.” 

“Solo quando non fai la stronza.” 

“Cioè mai?” Lucrezia fa sporgere il labbro inferiore fuori in quell’espressione da cucciolo bastonato a cui Margherita non sa resistere.

“Fanculo.” 

 

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Capitolo 3
*** U - Utopia ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
100 parole 
A U T O P S I A 

 

U - Utopia

 

Margherita sbatte la testa contro il tavolo. Una, due, tre volte. 

Cova ancora la speranza di riuscire a rompersela in un disperato tentativo di capire se ancora nella sua scatola cranica sia prensente un cervello o se siano le vestigia della sbronza della sera prima a impedirle di memorizzare la riga che ha cercato di leggere per quelli che adesso sono diventati venti interminabili minuti consecutivi. 

Non è difficile, coraggio, Margherita, ce la puoi fare, si dice. 

Il nistagmo è il movimento oscillatorio, ritmico e involontari dell'asse oculare, che può essere a fisiologico o patologico…

Passare quell'esame è un'utopia irrealizzabile. 

 

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Capitolo 4
*** T - Tanatologia ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
200 parole 
A U T O P S I A 

 

T - Tanatologia 

 

“Non. Ci. Credo.” 

Elisa fissa la coinquilina seduta al tavolo della cucina e ride. 

Margherita ha gli occhi sgranati e il viso leggermente verdastro.  

“Tu. La signora dei cadaveri. Ms il pranzo è un ottimo momento per parlare del pus nella piaga da decubito della vecchia che ho visto in reparto. Tu hai trovato qualcosa che ti schifi?”

Margherita annuisce, senza nemmeno degnarsi di arrossire. È vero, potrebbe aver provato un po’ troppo piacere nel disgustare l’amica con raccapriccianti racconti da sala operatoria. 

Ricorda ancora il periodo vegetariano di Elisa e cosa l’aveva causato. L’atlante fotografico di anatomia lasciato in giro per casa aperto su muscoli e organi a caso, i suoi commentini su come poi alla fin fine i muscoli fossero più o meno simili in tutte le specie e guarda, Elisa, quello non sembra pollo anche a te? “Lo sai che i cadaveri conservati puzzano di prosciutto crudo?” La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata il commento, quasi soprappensiero di Margherita di ritorno dalla sala settoria.

“Non sapevo di non voler vedere un morto annegato, finché non l’ho visto.” 

“Annegato, eh? Nell’acqua.” E con un ghigno sardonico, Elisa se ne versa lentamente un bicchiere. Vendetta. 

 

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Capitolo 5
*** O - Omeopatico (Orripilazione) ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
200 parole 
A U T O P S I A 

 

O - Omeopatico (Orripilazione) 

 

“Oh mio Dio, no, Elisa cos’è quella roba?”

La ragazza in questione appoggia la scatola gialla sulla tavola con un’occhiata stranita. “Il multivitaminico? Quello che prendo tutte le mattine da due anni a questa parte?”

“Elisa…” Margherita ha uno sguardo diffidente e occhieggia la scatola come se potesse improvvisamente sviluppare una dentatura e tentare di morderla. E, Dio non voglia, attaccarle una qualche brutta malattia, tipo la rabbia. O la deficienza. “Quello non è il tuo solito multivitaminico.” 

“E che sarà mai! Lo stai guardando come se avessi portato a casa una bomba a mano” Elisa prende in mano la scatola, controllando l’etichetta. In effetti è andata abbastanza sul sicuro, afferrando la confezione dal solito scaffale senza neanche degnarla di una occhiata e affrettandosi alla cassa per arrivare a casa il più in fretta possibile. Ora che ci fa caso aveva pagato più del solito, ma Elisa si era detta che probabilmente era la casa farmaceutica ad aver alzato il prezzo. “Ah, no, la confezione è simile, mi sarò sbagliata. In effetti è un medicinale omeopatico.” 

“Ugh!” 

“Che?” 

“Non dirlo mai più, vuoi farmi venire un infarto?” 

“Cosa?” 

“Medicinale e omeo - No! Non riesco nemmeno a dirlo.”

"Melodrammatica."

"Traditrice." 

 

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Capitolo 6
*** P - Passivo-aggressivo ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
200 parole 
A U T O P S I A 

 

P - Passivo-aggressivo 

 

“Che vuol dire che l’esercitazione sulle lastre è stata anticipata alle due?” Lucrezia alza di scatto lo sguardo dal suo cellulare, chiudendo la pagina facebook che stava controllando distrattamente,  e fissa gli occhi - ridotti a due fessure - sulla compagna di corso. 

“Che l’esercitazione sulle lastre non è più alle tre del pomeriggio, ma alle due?”

“E me lo dici solo ora? Alle due meno un quarto, in un bar a venti minuti dalla facoltà?!”

Margherita sogghigna con l’aria di chi si sta prendendo un’enorme rivincita. “Oh, beh, pensavo lo sapessi, anche Gloria era nel mio turno di ripasso lastre, strano che non te l’abbia detto.”

Lucrezia la fulmina con gli occhi, smettendo di frugare forsennatamente nella borsa alla ricerca del portafogli. 

“Tu - piccola carogna boicottatrice!” 

“Che c’è? Non stai dando della carogna a Gloria. È lei la tua amica, no?” 

Lucrezia respira dal naso cercando di recuperare a calma interiore. 

“Gelosa del cazzo!”  La ragazza sbatte sul tavolino le monete per il caffè e raccatta la borsa. 

“Ehi, lo hai detto tu che lei era una amica migliore di me, la mia vendetta è stata servita fredda. E poi sono solo 5 minuti di ritardo!" 

Lucrezia corre. 

 

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Capitolo 7
*** S - Spiegazioni ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
400 parole 
A U T O P S I A 

 

S - Spiegazioni 

 

Elisa è l’amica di una vita, quella che hanno tutti, che ti conosce da quando avevi quattro anni, quella con cui scambiavi i giochi all’asilo, quella a cui hai tirato i capelli in terza elementare e non ti ricordi neanche più il motivo - ma lei sì e non te la farà passare mai più liscia -, quella a cui alle medie hai confidato la cotta per il compagno di classe, quello scemo e belloccio che non ti filava manco di striscio, ma tu eri persa lo stesso. Elisa è l’amica con cui ti sei persa di vista alle superiori perché lei andava in una città a fare un liceo in cui una delle materie era pedagogia e tu andavi dalla parte opposta a farne uno che aveva il greco - ugh, il greco - ma perdersi di vista in un paesino tanto piccolo era impossibile, specie per due ragazze che abitano a mezzo isolato l’una dall’altra. Elisa è l’amica da cui sei andata a piangere quando Giovanni ti ha lasciata e poi Christian ti ha lasciata e poi tu hai lasciato Federico. Elisa è l’amica che ti ha offerto la sua spalla e a cui tu hai offerto la tua quando Marco se ne è andato e Vittorio l’ha tradita. Elisa è l’amica che un giorno hai guardato negli occhi e a cui hai detto “ehi, facciamo l’università nella stessa città, andiamo a vivere insieme”. 

Elisa è l’amica che ti ha guardato negli occhi come se tu fossi Gandalf e lei fosse un hobbit e con un sorriso a trentadue denti ti ha detto sì. 

Lucrezia, beh, Lucrezia è tutto un’altro paio di maniche. Intanto non sai neanche se sia tua amica. 

Il vostro rapporto si basa su pomeriggi in biblioteca o mattinate al caffè degli Artisti a bere caffè troppo zuccherato davanti a libri che non ti entreranno mai in testa - non bene come a lei, almeno - a lanciarvi frecciatine e farvi dispettucci da quattro soldi, senza mai perdere l’aplomb. Lucrezia è la tua nemica-amica, quella che ti criticherà a morte, distruggendo ogni briciolo della tua autostima e dandoti della stupida prima di partire in quarta e andare a picchiare chiunque ti abbia fatto stare male con una mazza da baseball stretta tra le unghie laccate di rosa perla. Non metaforicamente. 

E tu, beh, tu, Margherita, sei il genere di persona che tira avanti e sopravvive.

 

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Capitolo 8
*** I - Idiopatico ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
300 parole 
A U T O P S I A 

 

I - Idiopatico
 

“Come sarebbe a dire che non sai da dove viene?” 

Lucrezia sogghigna da dietro la tazza di tè e si gode lo spettacolo. 

“Era già qui quando sono arrivata.” 

“Margherita, non ci credo neanche se lo vedo.” Elisa si prende il ponte del naso tra le dita e cerca di respirare. “Non terremmo questo gatto. Non me ne frega niente se ti piace, se ti sei affezionata o che altro. Se il padrone di casa lo scopre, prima ci uccide e poi ci caccia. E come diamine fai a non sapere da dove venga?”

“Eziologia sconosciuta?” 

“Sei insopportabile. Parla come una persona normale.” 

“Non sarà mai peggio di quella volta che ci ha sfidato a trovare la conformazione delle cellule nelle foglie cadute davanti all’aula di Istologia” interviene Lucrezia. 

Margherita sembra punta sul vivo. “Tu non mi puoi dire che quelle foglie non sembravano delle cellule del Purkin - Purkingh - Purkinj - quelle!” 

“Non posso credere che tu non sappia ancora come pronunciarle” Lucrezia alza gli occhi al cielo, ma non la corregge. D’altro canto Lucrezia non ha ancora incontrato un professore che l’abbia pronunciato due volte nella stessa maniera quel nome. 

“Nemmeno tu lo sai. Il segreto meglio costudito della facoltà. Come cazzo si pronuncia Purkinje.”

“Secondo me ci sei andata vicina a questo giro, Maestri” Lucrezia le batte scherzosamente una mano sulla spalla. 

“Rita” Margherita la corregge in automatico. “E comunque penso che potrebbe essere un nome perfetto per un gatto. “Purrrkinje.” 

“Se è pun ti sbatto fuori di casa!” Elisa la rimprovera. 

“E poi sbaglieresti a pronunciarlo metà delle volte” è l’utile commento di  

“Ma poi lo abbrevierei in Purrr e saremo tutti contenti.” 

“Cosa non ti è chiaro di ‘il padrone di casa ci caccia’, Margherita? Il gatto non può restare.” 

“Sei una noia, Eli.”

 

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Capitolo 9
*** A - Autodiagnosi ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
400 parole 
A U T O P S I A 
 

A - Autodiagnosi

 

"Credi che sia una cosa molto grave se mi sono autodiagnosticata praticamente metà del DM5?" Margherita chiede e Lucrezia alza gli occhi al cielo. 

"No."

"Davvero?"

"Era più un no, non avrò questa conversazione con te." 

"Ma -"

"Niente ma, Maestri. Per quanto io frema dalla voglia di sottoporti a un TSO e farti sparire dalla circolazione, suppongo che tu sia ancora troppo sana.”  

“Maestri? Torniamo al cognome?” 

“D’accordo, Rita.”

“Molto meglio.” 

“Sono sbalordita dalla tua capacità di offenderti al mio uso del cognome e non a tutti gli altri insulti che ti rivolgo.” 

“È perché so che non dici davvero.” 

“Io non ne sarei così sicura se fossi in te.” 

“Adoro quando fai la dolce. Ti prego ancora.” 

“Sei incredibile!”

“Sì grazie.” 

“Non era un complimento.” 

Margherita ride. 

“Oh mio Dio, sei davvero da internare” Lucrezia ride con lei. “Che ti sei diagnosticata?” 

“Allora oltre all’evidente depressione che mi hanno consegnato al primo anno insieme al badge,  potrei aver sviluppato un disturbo ossessivo compulsivo solo ad aver letto le sbobine sul DOC.” 

“Ah sì?”
“Ho dovuto correggere diciassette volte - diciassette volte! - in due facciate la parola convulsioni in compulsioni. Convulsioni! Manco stessimo facendo l’epilessia! Cosa si era fumato lo sbobinatore?” 

“Non fare domande di cui la risposta potrebbe non piacerti. Poi?”

“Poi?”

“Hai detto metà del DM5.”

“Ah sì, ho trovato che rispondo praticamente a tutti i parametri dell’ansia sociale e del disturbo d’ansia generalizzato.”
“Basta che non mi salti su con il disturbo da stress post-traumatico, perché ti mando a cagare.” 

“Ma no! Mica ho avuto un trauma, se escludi l’essere nata. Però guarda,” Margherita le sbatte il libro sotto il naso. “Situazioni prestazionali e di interazione sociale che mettono a disagio il paziente.” 

“In effetti l’ultima volta che ti ho vista prenotare al take away per telefono è stato quando Elisa aveva la raucedine e l’alternativa era morire di fame perché in casa avevate due uova e un barattolo di maionese. E anche in quel caso prima hai cercato di convincerci che due uova strapazzate fossero un pranzo adeguato.” 

“Visto?” 

“Oh Dio, sembra che tu stia facendo un quiz su Cioè. Quale disturbo psichiatrico ti rappresenta di più? Risposta A, la schizofrenia, congratulazioni tu e le voci nella tua testa andate d’accordo. Risposta B, disturbo bipolare, ops, la tua depressione ha subito un upgrade? E la C, RIta?” 

“A volte ti odio.” 

“Solo a volte?"

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Capitolo 10
*** AUTOPSIA ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
200 parole 
A U T O P S I A 
 

Autopsia 
 

“Margherita, perché c’è del sangue sul tavolo della mia cucina?”

“È il tavolo della nostra cucina. E c’è del sangue perché stiamo dissezionando un cuore.” 

“Questa non è una risposta che mi sollevi particolarmente.” 

“Ma come, non ti rincuora?”

“Margherita ti uccido. Cosa ci fai con un cuore in cucina?! Ti prego, dimmi che non è umano.”

“Certo che è umano” ribatte Lucrezia impassibile, le dita dei guanti di lattice macchiati di rosso che affondano nel pezzo di carne sanguinolenta a cui Elisa non si vuole nemmeno avvicinare. “L’abbiamo rubato in sala autoptica per fare pratica.”  

“Che cosa -?”

“Ah ah” annuisce Margherita ed Elisa sente l’improvviso bisogno di sedersi. Quello e magari anche di non finire in galera per appropriazione indebita di pezzi di cadavere. O qualsiasi sia il crimine che stanno commettendo. 

“Dai, Eli, non è mica una cosa così grave!” Margherita taglia con cura, la punta della lingua che le spunta tra le labbra, e improvvisamente in mano ha quello che sembra un vaso sanguigno. 

“Voglio morire. E anche una nuova coinquilina.”

“Rilassati!” Lucrezia alza gli occhi al cielo. “È solo un cuore di maiale. Comprato dal macellaio. Ora, Maestri, molla quelle coronarie e torna a studiare.”

 

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Capitolo 11
*** Evitare mutilazioni non necessarie ***


COW-T #9: drabble (missione di salvataggio)
200 parole 
 

Evitare mutilazioni non necessarie 

 

“Mi stai prendendo in giro?” 

Lucrezia fa quell’espressione che Margherita odia, quella in cui stringe le labbra e chiude gli occhi alla ricerca di una calma interiore. 

“Ehm… no?”

“Tu -” Lucrezia cerca di riprendere fiato, boccheggiando. “Tu hai usato le mie sbobine di cardiologia come malacopia per gli appunti di pediatria? E poi li hai dati a quell’idiota di Pancaldi?” 

“Ma l’esame l’hai già dato!” 

“Ma erano le MIE SBOBINE!” Lucrezia urla, il colore del suo viso tende al rosso in una maniera preoccupante. 

“E poi dici del mio disturbo ossessivo compulsivo? Tu hai un hoarde disorder che potresti provare a mangiarti Marie Kondo.”

“Ma che Marie Kondo, io ti uccido e poi ti uso per studiare!”

"Non preferiresti una deliziosa scatola di cerali Cheerios? Altro? Qualcosa di più importante e meno illegale?"

“È di fondamentale importanza per me aprirti la scatola cranica e verificare che effettivamente ci sia qualcosa dentro!"

“Ricorda cosa dice la legge: nel riscontro diagnostico si devono evitare mutilazioni non necessarie!” 

“Se la tua causa di morte è la demenza sono autorizzata a sezionarti il cervello!” 

“Non credo reggerebbe davanti a un giudice.”

“Dovrebbero prima trovarti per farmi finire davanti a un giudice.”

Oh oh. 

 

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