La piccola pantera

di Trottola99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sfide e incontri ***
Capitolo 2: *** lotte e verità ***
Capitolo 3: *** La sua piccola pantera ***



Capitolo 1
*** Sfide e incontri ***


LA PICCOLA PANTERA
 

Testarda, forte e determinata; ecco come mi hanno sempre descritto a scuola, durante il mio addestramento come agente speciale dello Shield e successivamente come operativo a tutti gli effetti. Fin da quando ero piccola sapevo di non essere come tutte le altre bambine, mentre loro giocavano alle bambole, io mi divertivo con i maschi in gare di velocità e persino in piccole risse che mi sono costate parecchie punizioni. Per me è stato quindi naturale arruolarmi come soldato nell’esercito, fino a quando il capo dello Shield, l’agente Fury, mi ha reclutata tra le sue fila. A quanto pare sono brava nel mio lavoro, inflessibile e rigorosa, proprio come piace a lui. Penso sia per questo che mi è stato assegnato questo incarico in una nazione straniera. Vivo nel Wakanda da quasi 1 anno ormai per gestire i contatti tra i Wakandiani e lo Shield, o quello che ne rimane, ma mai mi era stato assegnato un compito simile e so che Lui mi farà impazzire.

Due giorni fa mi hanno comunicato il mio nuovo incarico speciale: controllare e sorvegliare il prigioniero da poco trasferito dalle celle ad una camera privata nell'ala più isolata del palazzo. Nonostante le mie proteste il direttore è stato irremovibile, sostenendo che il Re T’Challa in persona aveva insistito per assegnarmelo. Il soggetto, infatti, è considerato estremamente pericoloso ed imprevedibile: il fascicolo che mi era stato presentato era molto dettagliato, descriveva le sue abilità di lotta, i suoi crimini ed il suo passato. Si trattava dell’uomo che aveva quasi scatenato una guerra nel Wakanda pochi mesi prima: Erik, il cugino perduto dell’attuale Re. Speravo in un compito più importante, ma già dalla prima volta che sono entrata nella sua camera per conoscerlo ed informarlo del mio nuovo ruolo come sua sorvegliante personale, capii che non sarebbe stato facile restare neutrale.

Entrata nella stanza non lo trovai, in compenso sentii dei rumori provenienti dal bagno; decisa a restare seria e professionale raddrizzai la schiena e chiamai a voce alta "Erik, detenuto sotto sorveglianza speciale, sono Sarah Meson, l’agente che ti controllerà, esci dal bagno e non fare scherzi!". Sentii i rumori cessare e vidi la porta aprirsi: circondato dal vapore bollente uscì proprio il mio sorvegliato, con solo un asciugamano avvolto in vita a coprirlo. Aveva un fisico muscoloso ed era molto più alto di me, mi chiesi come avrei fatto a fermarlo in caso di pericolo siccome dovevo tenerlo tranquillo e possibilmente portarlo dalla nostra parte. Si mosse come un felino verso la sua preda guardandomi, con occhi brillanti ed il mento sollevato in segno di sfida . Una goccia si staccò dalla pelle bollente del collo per proseguire inesorabile verso il basso; come stregata ne seguii il percorso tra i pettorali, gli addominali scolpiti e il basso ventre fino a che scomparve sotto il bordo dell'asciugamano bianco, in netto contrasto con la sua pelle scura. Quando sollevai lo sguardo mi accorsi di essere arrossita terribilmente davanti a quello spettacolo. Erik mi osservava con un ghigno soddisfatto e divertito sulle labbra e la testa leggermente inclinata "ti godi lo spettacolo Sarah?". Sentire pronunciare il mio nome dalla sua voce profonda mi fece quasi tremare. Distolsi lo sguardo immediatamente “sono qui solo per illustrarti le nuove regole: non uscirai senza di me, non avrai contatti con l’esterno senza la mia supervisione e per qualunque cosa dovrai fare riferimento a me, chiaro?”. Si passò una mano dietro il collo muscoloso passandosi la lingua sulla labbra. Come poteva farmi un certo effetto se era l’opposto di tutti i miei principi e lo conoscevo da appena cinque minuti? Ripresi il controllo "vestiti, non puoi girare nudo!" Mi voltai e gli lanciai una felpa nera che era adagiata sul grande letto matrimoniale. La afferrò ridacchiando divertito " è camera mia...non posso uscire senza che tu mi accompagni, ma all'interno, posso fare quello che mi pare. Compreso girare nudo”. Tornò in bagno, ma prima di entrare, si voltò ancora una volta "sono felice che mi abbiano mandato una sexy piccola guardia... sarà più divertente. " fece schioccare la lingua " e se vuoi...la doccia è grande abbastanza per due ". Mi voltai cercando di ignorarlo ed uscii dalla stanza sbattendo la porta, con solo il suono nella sua profonda risata nelle orecchie.

 Il giorno seguente decisi di portarlo fuori, se fossimo rimasti nella sua camera avrebbe avuto il vantaggio di “giocare in casa” e non potevo permettergli di prendermi ancora alla sprovvista. Volevo testare le sue abilità e identificare i suoi limiti fisici e mentali, così lo portai al campo per l'allenamento delle guardie reali wakandiane, sperando di non trovare troppi soldati. Fortunatamente avevo controllato e quel giorno erano presenti solo poche guardie reali per un piccolo allenamento di routine. Speravo che portandolo in un luogo esterno si sarebbe concentrato su altro, rendendomi più facile il lavoro. Stranamente stette silenzioso per tutto il tragitto dalla sua camera al campo esterno, senza però levarsi quel suo ghigno divertito dalle labbra...carnose, morbide, che sembravano fatte esclusivamente per donare piacere e Basta! Dovevo smetterla di fare certi pensieri, ero la sua guardia! Ovviamente Erik mi colse subito in fallo "guarda che non hai che da chiedere sai…? ". Sentii le guance tingersi di rosso scarlatto "sta zitto, non sai di che parli!”. In un secondo mi ritrovai contro la parete del corridoio premuta tra il suo petto muscoloso, le sue braccia forti e la fredda superficie alle mie spalle. Come un predatore avvicinò il suo viso al mio. Eravamo così vicini che sentivo il suo respiro sulla mia pelle, scaldandola in una dolce agonia. Mi prese rapido le mani bloccandomele sopra la testa con una delle sue mentre premeva tutto il suo corpo contro il mio. Stavo seriamente rimpiangendo di non avergli imposto le manette nella speranza che si rilassasse un po’. Sentivo ogni suo muscolo addosso a me e di sicuro le tute sottili che portavamo non aiutavano si certo. Cercai di liberarmi quando vidi ricomparire il suo ghigno. Ero una bugiarda e lo sapevo, l'unica cosa che il mio corpo voleva era abbandonarsi al suo tocco, alle sue labbra, alla sua mente perversa, ma ora era questione di dimostrare chi comandava e non avevo alcuna intenzione di soccombergli.
Si avvicinò al mio orecchio suadente " Sarah, la mia piccola guardia...vedo come mi osservi, come mi desideri...basta chiedere e avrai ciò che vuoi. Ti farei provare cose che non hai mai nemmeno sognato, ti farei imparare il mio nome a memoria come un dolce mantra… ". Che sfacciato! Ma capii che stava vincendo lui; gli occhi erano lucidi di desiderio, le gambe mi stavano cedendo e sentivo un formicolio caldo invadermi tutto il corpo. Dovevo uscire da quella situazione o avrei rischiato troppo, così giocai al suo gioco. Sfruttando la sua presa sui miei polsi avvinghiai le mie cosce intorno ai suoi strusciandomi contro di lui con il bacino. Ne rimase sorpreso e lo sentii irrigidirsi. Ammorbidì la presa su di me così gli afferrai salda i capelli raccolti in piccole treccine sulla nuca e li tirai verso il basso scoprendogli il collo. Lentamente mi abbassai, dischiusi le labbra e passai la punta della lingua sul collo seguendo il percorso disegnato dalla giugulare, fino a risalire sul mento. Sentivo che tremava piano e stava trattenendo il fiato. Arrivata vicino alle labbra ne sfiorai il profilo con le mie in un tocco quasi impercettibile. Ora lo sentivo chiaramente eccitato e certo non aiutò la mia concentrazione. Gli mordicchiai il lobo dell'orecchio per poi aspirarlo piano nella mia bocca, quasi a mimare un bacio proibito, che tanto avrei voluto dargli ma No! Lui era solo il mio sorvegliato! Mi avvicinai ancora "non te lo chiederò mai .... non hai così tanto potere Erik!" Detto ciò usai una rotazione e gli feci perdere l'equilibrio finendo entrambi sul pavimento, lui sotto ed io a cavalcioni sul suo bacino tenendogli saldi i polsi sul petto. Tenni la presa sulle sue mani per immobilizzarlo ma quando lo guardai in viso non trovai ciò che mi aspettavo: stava sorridendo, anzi, stava quasi ridendo di me. Mi sentii presa in giro e stavo per arrabbiarmi seriamente. Alzai una mano per tirargli un ceffone quando lui mosse i fianchi e facendo forza sugli addominali, si mise seduto facendomi finire in seduta sulle sue gambe e mi guardò dritta negli occhi "tanto me lo chiederai.... cederai ...". Spostò la testa all’altro lato per solleticarmi ina guancia con il mento “Mi ero sbagliato, sarai anche piccola ma sei una bella sfida, come una piccola pantera”.
D'impulso la mia mano si abbassò sul suo volto con forza ma non si spostò nemmeno di un centimetro tornando a provocarmi "mi piacciono quelle passionali ". Mi alzai stizzita allontanandomi di qualche passo da Erik “Smettila di comportarti così o giuro che farò in modo di renderti la prigionia un vero inferno! Tu non puoi giocare con me, non sono la tua piccola pantera ma la tua secondina è chiaro? Smettila di fare il bambino e limitati ad eseguire i miei ordini.” Finita la ramanzina si alzò in piedi e mi seguì fuori senza dire una sola parola, ma potevo sentire il suo sguardo di ossidiana bruciarmi la schiena.




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Angoletto autrice

Grazie mille per ver letto il primo capitolo di questa breve storia!! Fatemi sapere cosa ne pensate e sentitevi liberi di esprimere qualsiasi vostra opinione!!!
Ringrazie in anticipo tutti colore che leggeranno e recensiranno!
a presto

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Capitolo 2
*** lotte e verità ***



Lotte e verità
 


Nel campo di allenamento c'erano solamente poche guardie che appena ci videro arrivare si distanziarono per poi riprendere silenziosamente. Andai verso un angolo appartato per non dare troppo nell'occhio e mi tolsi la felpa. Portavo una semplice canotta blu scura sopra dei leggins grigi adatti allo sport, nulla di straordinario, ma pratico. Mi riscaldai brevemente per poi posizionarmi davanti a Erik, che mi osservava attento " bene piccola pantera, vediamo di cosa sei capace ".
Andai verso di lui per poi abbassarmi di colpo lasciandolo spiazzato. Lo colpii ad una coscia ma non si mosse di un millimetro. Mi ero scordata di quanto forte lo avesse reso il siero del Balck Panther e mi diedi della stupida per averlo attaccato puntando tutto sulla potenza dei colpi. Sbuffai stizzita mentre lui ghignava soddisfatto, dovevo stare attenta.
Si mosse rapido e non riuscii contrastarlo. Passò una gamba tra le mie mentre con me braccia mi spingeva indietro le spalle, facendomi perdere l’equilibrio. Mi aggrappai al suo avambraccio per restare in piedi, ma con una studiata torsione del busto mi fece capitolare di pancia sul pavimento duro della palestra. Mi ritrovai così a terra schiacciata dal suo peso mentre mi teneva ferma tenendomi il braccio girato dietro la schiena. Si alzò dopo qualche secondo e con il suo solito ghigno, un vero assalto al mio autocontrollo, disse sprezzante "uno a zero, panterina". Mi alzai con un solo movimento fluido e lo fissai sorridendo "vorrai dire uno pari, nel corridoio ti ho atterrato se non sbaglio, Erik" si fece subito vicino tanto che sentivo il suo odore, caldo, provocante, avvolgente … e qualcuno mi fermi prima che degeneri! "Nel corridoio hai barato piccola, hai giocato sporco". Mi sollevai sulle punte dei piedi per raggiungerlo meglio e gli afferrai un bordo della maglietta nera che portava "ho preso spunto dal migliore ".
Con un sorrisino di sfida lo lasciai andare e mi allontanai per bere dell’acqua. Dovevo calmarmi e smetterla di pensare a lui, dovevo rimanere concentrata per batterlo e rimetterlo al suo posto. Ancora non capivo perché avessero assegnato me alla sua custodia quando era più forte e grosso di me. Ora che ci pensavo era veramente alto e spesso...mi chiesi se il siero gli avesse donato capacità fuori dalla norma solo nel combattimento o se…. Ecco mi ero incantata a fissarlo di nuovo, e sulle sue labbra per giunta. Volevo sotterrarmi, soprattutto quando si mise a ridere per poi quasi urlare " Sarah suvvia, ti serve una bella scopata per distendere i nervi, sei tesissima e mi guardi come volessi mangiarmi... io mi offro disponibile sia chiaro... " finì la frase abbassando la voce e trasformandola in una roca carezza. Spalancai gli occhi davanti alla sua sfacciataggine eppure mi sentivo quasi tremare, quanto lo odiavo! Ovviamente tutte le guardie si voltarono fissandoci, o meglio, fissandomi. Arrabbiata per la figuraccia decisi di fargliela pagare. Mi vuotai dandogli le spalle e presi lentamente la mia bottiglietta d’acqua. La portai alle labbra e le inumidii con la lingua, ormai doveva sapere che sfidarmi così portava solo guai e che se mi mettevo qualcosa in testa, nessuno poteva battermi. Mentre bevevo accidentalmente dell'acqua misi rovesciò sulla canotta rendendola perfettamente aderente ad ogni curva del mio corpo. Mi mossi sensuale verso di lui e poco a poco la sfilai dalla testa mostrando un reggiseno sportivo totalmente trasparente sui fianchi. Vidi che serrava la mascella e deglutiva forte. Se voleva la guerra, guerra avrebbe ottenuto, perché non era l'unico bravo in quel gioco!
Quando fui nuovamente davanti a lui estrassi scaltra il pugnale che portavo sempre nello stivaletto e lo usai rapida per tranciargli la maglietta lasciandolo così a petto nudo. Ammetto che fu un arma a doppio taglio perchè quella visuale mi fece avvampare. Scossi la testa e letteralmente gli saltai in braccio "dicevi di rilassarmi così prima? " poi feci scorrere il pugnale sul braccio afferrandolo saldo nell'altra mano. Saltai a terra pestandogli un piede e tirando un calcio ben dato nello stinco. Si inginocchiò al suolo preso alla sprovvista e gli puntai la lama alla gola. Quando i suoi occhi di ossidiana si puntarono nei miei verdi lo incatenai con lo sguardo "ricordati Erik, con me non si scherza ".


Tutte le guardie erano rimaste immobili a fissarci, come pietrificate. Lasciai il suo collo libero e le guardai tutte " lo spettacolo è finito signori, spero abbiate apprezzato!" Feci un inchino teatrale ed uscii dalla palestra all'aperto, non prima di aver fatto alzare il mio prigioniero ed averlo rinchiuso nella sua stanza. Smisi di pensare a lui, gli stavo dando davvero troppo potere su di me. Questi ultimi due giorni erano stati troppo intensi, tra il suo asciugamano, il corridoio e poi, per finire in bellezza, la scenata nella palestra.
Non pensavo di potermi trovare così coinvolta da Erik in pochi giorni, eppure al sol pensiero di rivederlo questa mattina mi tremano quasi le gambe. Ed eccomi a rimuginare sugli ultimi giorni mentre cammino nei corridoi deserti verso i suoi appartamenti. Non so cosa succederà d’ora in poi, ma sicuramente devo aspettarmi qualunque cosa da Erik. Arrivo davanti alla porta della sua camera ed esito, temo di non riuscire a fronteggiarlo di nuovo come ieri, temo che il mio corpo mi tradisca questa volta che soccomberò facendo la figura della povera scolaretta indifesa. Abbasso la mano sulla maniglia ed entro nella camera "Erik sei presentabile? Sto entrando!" Lo trovo seduto sul letto intento a leggere un libro dalla copertina logora.
" Sono presentabile piccola" ridacchia con il suo bellissimo timbro di voce, basso e roco "ammetto che la tentazione di presentarmi senza vestiti mi allettava molto, ma non volevo rischiare di ucciderti sul colpo". Questa volta quasi scoppia a ridere. Lo ammetto, è divertente, e anche sexy, ma mai lo darei a vedere "non sono così impressionabile Erik, e poi non chiamarmi piccola, sono la tua guardia!".
Mi siedo su una poltroncina bianca affianco al letto. Mi sento osservata, mi sta facendo un accurato scanner dalla testa ai piedi, per poi leccarsi le labbra con la punta della lingua, proprio come un felino che pregusta la sua preda. Mi irrigidisco e cerco di distendere la situazione " cosa stai leggendo? Non ti facevo un tipo intellettuale". Riporta subito l'attenzione sul suo libro, anche se noto un pizzico di dispiacere nei suoi occhi. "È un volume sulla storia del Wakanda, mio padre me lo leggeva quando ero piccolo", mi avvicino per vederlo meglio. Sembra vecchio, letto e riletto più volte, ma ben tenuto. Con un gesto fluido Erik mi tira verso di se; sono già pronta ad allontanarlo ma mi sorprende: mi tira al suo fianco facendomi appoggiare al suo petto con la schiena. Come fossi una bambina mi mette un braccio intorno alle spalle e si mette a leggere il libro ad alta voce. Adoro sentire la sua voce profonda che legge per me, solo per me.
Presa dal momento così semplice in apparenza, ma così intimo per me, mi abbandono al calore del suo corpo, alla melodia della sua voce, alla storia del Wakanda ed appoggio la testa nell'incavo della sua spalla. Senza rendermene conto pian piano mi addormento, cullata dal suo fantastico profumo. Sento una piccola pressione sulla tempia, quando riapro gli occhi mi ritrovo coricata sul petto di Erik, intento ad accarezzarmi i capelli e giocare con i miei riccioli ribelli. Mi metto a sedere di scatto, anche se una parte di me sarebbe voluta rimanere accoccolata al suo petto. Mi guarda ghignando, il suo marchio di fabbrica. "Cosa è successo io... cavolo devo essermi addormentata, mi toglieranno l'incarico, perderò il mio ruolo, verrò cacciata dal Wakanda perché sono una guardia pessima sono un vero disastro io-" le mie labbra sono bloccate da una dolce carezza di velluto caldo.
Erik ha posato le sue morbide e calde labbra sulla mia bocca azzittendomi. Mi paralizzo all'istante mentre, mio malgrado, il mio corpo reagisce alle sue premure. Sento una sensazione di calore irradiarsi dal basso ventre in tutto il corpo, le gambe diventano molli e le mani vanno ad aggrapparsi ai suoi bicipiti. Inizio a rispondere al bacio prima timidamente, ma poi, sollecitata dalla sua lingua e dai suoi movimenti possessivi, mi lascio andare alla passione. Le nostre lingue si incrociano e si inseguono nelle nostre bocche. Sento che si solleva di più e mi afferra per i fianchi con le sue grandi mani. Mi attira su di se mettendomi in braccio. Le mie mani salgono e su avvinghiano al suo collo, per poi tirare piano i suoi capelli nerissimi. Sento il calore del suo corpo che mi avvolge.
Vorrei restare così per sempre, avvinghiata a Erik, baciandolo come adesso. Le sue mani salgono a scompigliarmi i capelli e la mente cede un poco, mi lascio sfuggire un dolce gemito che subito lui cattura della sua bocca. Lo sento ghignare soddisfatto sulle mie labbra mentre mi stringe possessivamente a se. Ad un certo punto si stacca e d'istinto mi protendo in avanti, come a non volerlo lasciar andare, contrariata dall'interruzione del nostro bacio. Lo guardo negli occhi e mi vedo riflessa in quelle pozze di oro nero, ho gli occhi lucidi di desiderio, sono rossa in volto e ho il fiato corto, proprio come una piccola pantera arruffata. "Erik io..." realizzo cosa è appena accaduto solo quando mi rendo conto che la mia mano è ancora tra i suoi capelli e le sue sono ancora strette sui miei fianchi. Mi distacco da lui velocemente rischiando di cadere dal letto " Perchè lo hai fatto? Tu non puoi baciarmi! Io sono la tua-"- "Guardia? Si lo so, lo ripeti in continuazione, ma sei anche la mia piccola pantera, mettitelo in testa".

Rimango sbalordita dalle sue parole, ha veramente detto che sono Sua? Dovrei infuriarmi, urlargli contro che sono una donna indipendente e non appartengo a nessuno, eppure sento solo una grande felicità montarmi nel petto. Senza lasciarmi il tempo di riflettere riprende " non stavi zitta e stavi dicendo un mucchio di stronzate, abbiamo, o meglio, hai solo dormito, nulla di grave eri esausta! E poi pensi sul serio che avrei fatto la spia? Io? Rischiando anche di perderti? ". Spalanco gli occhi dalla sorpresa "tu tieni così tanto a me? Perchè? " .
Vedo che si sistema meglio seduto sul letto davanti a me "Due giorni fa non è stata la prima volta che tu ho vista. Quando ero in America e lavoravo nell'esercito, degli agenti dello Shield sono venuti per conferire con i nostri generali e tu eri nel gruppo. Subito mi sei rimasta in testa, con i tuoi capelli simili ad una criniera e gli occhi verdi come i campi... ho pensato che fossi la ragazza più bella che avessi mai visto. Nei giorni seguenti ti ho diciamo, tenuta d'occhio. Ti guardavo allenarti con i miei compagni ed eri un fenomeno veramente, eri decisa e testarda, proprio come me... Purtroppo dopo tre giorni il tuo gruppo è ripartito e non ti ho mai più ritrovata. Poi quattro giorni fa mi sono affacciato alla finestra e ti ho vista camminare nel cortile interno del palazzo. Puoi immaginare la mia sorpresa nel rivederti proprio qui, così vicina, eppure troppo lontana. Durante il mio colloquio con mio cugino ho porto come unica richiesta quella di potere avere te come guardia, promettendo di non ribellarmi e non creare altri problemi. Pensavo che quel giorno al campo militare fossi elettrizzato, ma nulla è paragonabile a quello che ho provato nel vederti nella mia camera con le guance rosse e la pelle accaldata. Eri una visione".

Si alza dal letto e continua a tenere i suoi meravigliosi occhi di ossidiana su di me, che sto quasi tremando sulle lenzuola candide. "Scoprire poi che anche tu non mi eri indifferente è stato il colpo di grazia finale. Sono egoista, lo so, ma so che alla fine cederai piccola, tu cederai a me. Da quando sei arrivata ho persino interrotto il mio piano di fuga da qui, in fondo per te posso anche rimandarla di un pochino". Finisce la frase ridendo, mentre si passa una mano sulle sue treccine. Mi alzo in piedi anche io andandogli di fronte. Non so cosa dirgli, pensavo fosse solo uno stronzo egocentrico molto sexy, ma mai avrei immaginato tutto questo. Gli tocco il braccio mentre con l'altra mano mi sfioro le labbra, ho ancora il suo sapore in bocca e sento il suo calore impresso sulla mia pelle " Erik hai ragione, non mi sei indifferente ma... sono la tua guardia, non posso darti ciò che desideri, mi dispiace... ".
Abbasso il braccio e mi avvicino alla porta. Afferro la maniglia per uscire dalla camera, sto pregando con tutta me stessa che mi fermi, che dica qualcosa, che capisca cosa desidero realmente. Ormai sto per chiudermi la porta alle spalle, l'ho perso, non proverò più quelle bellissime sensazioni ...non posso "Aspetta!" Mi volto cercando di mitigare il sorriso che mi è nato sulle labbra "si Erik?" fa un passo nella mia direzione "Questa sera vieni in camera mia, tranquilla non voglio farti nulla, ma non mi piace mangiare da solo...almeno avrei un pò di compagnia."
Sorrido segretamente soddisfatta " Va bene, all'ora di cena sarò qui" prima che possa chiudere la porta sento ancora la sua voce "mettiti qualcosa di carino! Hai sempre quella divisa che, per carità, ti fa un sedere da paura, ma vorrei vederti con altro".

Senza rispondergli chiudo la porta alle mie spalle sorridendo ed arrossendo per il complimento sfacciato. Già lo immagino a ghignare nella camera. Corro nei miei appartamenti, apro il rubinetto della vasca da bagno e mi spoglio entrando nell'acqua calda che mi avvolge come un abbraccio vellutato mentre penso a cosa indosserò per stupirlo.
 
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rieccomi con il secondo capitolo! siamo prossimo alla fine e mi chiedo cosa ne pensiate fin'ora della mia storia!! Fatemi sapere con recensioni e messaggi!!!
Grazie ancora a tutti coloro che hanno letto!!! 
Alla prossima! XD

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Capitolo 3
*** La sua piccola pantera ***


Eccomi tornata con il terzo ed ultimo capitolo della storia! VOLEVO AVVERTIRVI CHE CONTIENE DELLE SCENE INTIME DESCRITTE IN MANIERA ESPLICITA! E CHE FORSE, PER QUESTO CAPITOLO, SAREBBE NECESSARIO RATING ROSSO. Detto questo, buona lettura!
 


La sua piccola pantera 



Esco dalla vasca da bagno abbandonando controvoglia il tepore dell'acqua. Mi avvolgo in un asciugamano morbido e mi torna alla mente l’immagine di Erik avvolto in quella spugna candida la prima volta, fermo davanti a me in mezzo alla sua camera, il vapore della doccia che gli imperlava la pelle scura, i suoi muscoli... se continuo così gli servirò la vittoria e la mia dignità su un piatto d’argento. Cammino per la mia camera da letto asciugandomi la pelle arrossata dal calore. Quando arrivo davanti allo specchio mi osservo. Certamente non sono come lui, sono piccola, minuta e i miei capelli mi fanno assomigliare ad un piccolo leoncino arruffato con la pelle lattea. Vorrei potermi vedere con i suoi occhi, così come mi ha descritta quel pomeriggio in camera sua.

Apro l'armadio ed osservo i miei abiti, voglio colpirlo ma non sembrare volgare. Passo in rassegna ogni abito che ho ma nulla mi sembra adatto, fin a che non trovo una gonna lunga a fantasia con un profondo spacco sulla gamba. Era un regalo da parte della principessa, per festeggiare il mio arrivo in Wakanda. Scelgo una canotta corta e un paio di tacchi a stiletto per completare il tutto. Prima di indossare gli abiti noto una scatola elegante sul fondo dell'armadio: me lo ero comprato più di un anno fa ma non avevo mai avuto il coraggio di indossarlo veramente. La apro e indosso il contenuto. Mi osservo nello specchio e ci vedo una giovane donna che quasi non sembra la solita me. Porto un completino intimo molto sexy, è interamente di pizzo nero, praticamente tutto trasparente, che lascia ben poco all'immaginazione. Non l'ho mai indossato e non so cosa mi spinga a metterlo sta sera. So bene che voglio colpire Erik ma non ci andrò a letto, sarà solo una cena e nulla altro. Ma allora perchè desidero solo che lui mi veda cosi? Che le sue mani mi accarezzino e i suoi occhi mi guardino con indosso questo completino intimo? Non riesco nemmeno più a capire me stessa...cosa voglio... Senza rimuginarci troppo mi infilo gli abiti e completo il tutto con un filo di trucco e uno spillone a tenere alti i capelli in una crocchia ordinata, per quanto i miei riccioli lo consentano.

Faccio attenzione a non incrociare nessuno nel tragitto verso la Sua camera, mi vergogno di quello che potrebbero pensare. Svolto l'ultimo angolo e vado a sbattere contro un muro nel mezzo del corridoio che quasi mi stordisce. Un muro nel corridoio? Non ci sono delle barriere o… merda! Due mani forti, simili a quelle di Erik, mi impediscono di cadere malamente sul pavimento. Quando mi riprendo mi ritrovo a fissare il volto del Re del Wakanda in persona. Faccio un passo indietro imbarazzata "mi perdoni moltissimo, sono desolata, io stavo andando...ecco, io dovevo andare…". Mi sorride divertito e sembra trattenersi dal ridere " nessun problema, anzi spero tu non ti sia fatta nulla Agente". Penso di essere diventata rossissima in faccia dalla vergogna, mentre mi sistemo la gonna cercando di celare il più possibile lungo spacco, mentre lui mi osserva sorridendo "mi dovrò congratulare con mia sorella per la scelta del tuo regalo, ti sta divinamente questa gonna". Abbasso il capo "grazie mille io stavo per..." mi interrompe con aria soddisfatta "stavi per andare da Erik a cenare insieme? ".
Lo fisso stranita, non capisco come abbia fatto. Intuisce il mio stato d’animo e mi rassicura con un bellissimo sorriso " Non ti ho fatto seguire, se è quello che credi, ma è ora di cena, in questa parte del palazzo c'è solo la sua stanza abitata… quindi è stata una facile deduzione, Agente". L'imbarazzo che provo non è nemmeno lontanamente immaginabile. Di sicuro mi caccerà per aver socializzato con un prigioniero e addirittura per esserci "uscita" insieme. Mi guarda un ultima volta "buona serata agente, divertitevi...". Mi sorpassa e si dirige verso l'ala abitata del palazzo. Tutto qui? Non è arrabbiato? Mi volto ad osservarlo e prima di girare l'angolo aggiunge ancora "Mio cugino è molto fortunato Agente, molto..." poi se ne va sparendo dietro la parete.

Senza aspettare busso alla porta di Erik ed entro prima ancora che lui risponda. Chiudo la porta e mi ritrovo in una camera che mi sembra irriconoscibile: Erik ha sistemato la camera in maniera impeccabile, ha abbassato le luci, sistemato candele profumate un pò ovunque e ha...persino cucinato! La tavola è preparata di tutto punto e sta giusto mettendo nei piatti del cus cus. Il caldo profumo delle candele misto a quello speziato dei piatto appena sfornati mi invade le narici, facendomi entrare in uno stato di calma e serenità. Non ha nemmeno ancora parlato e già riesce a farmi stare meglio. "Finalmente, ti stavo aspettando, pensavo non venissi più, che avessi...cambiato idea". Gli sorrido comprensiva " No Erik, non ho mai cambiato idea, su sta sera intendo su sta sera.. " riecco che arrossisco! Che disastro. Ride quasi dolcemente e si avvicina, mi prende una mano alzandola sopra la mia testa.
Sorridendomi mi fa fare una piccola piroetta su me stessa " sei bellissima " mi perdo per un attimo nei suoi occhi di ossidiana " grazie...anche tu". Porta dei pantaloni nei aderenti e una camicia di lino bianca, molto semplice ma gli fa fare la sua bella figura come al solito. Mi fa accomodare a tavola " Ho preparato i piatti tipici del Wakanda...mio padre me li preparava da piccolo e spero che ti piacciano i cibi speziati”. Assaggio ogni pietanza che ha fatto e poco a poco mi spiega le tradizioni e le antiche leggende di questa terra magica.
Alla fine della cena sono veramente felice. Abbiamo parlato di tutto, della sua infanzia in America, del mio lavoro, del Wakanda e di molte altre cose.

Mi sembra di conoscerlo da sempre. Mi offre un succo di bacche dicendo che non gli lasciano alcolici nella stanza. Beviamo sulla balconata per ammirare la notte calare sul Wakanda e le stelle imperlare il cielo come tante piccole lucciole. Alla luce delle stelle i suoi occhi brillano e la sua pelle si confonde con l'scurità della notte, fondendosi con il cielo stesso. Mi ritrovo a fissarlo quasi inebetita, senza accorgermi della sua espressione divertita " so di essere un bello spettacolo ma così mi consumi Sarah!". Mi riprendo dal trans in cui sono caduta " No scusami è che mi sono incantata" si avvicina e mi mette una mano dietro il collo.
Fa scorrere le dita sulla mia pelle creandomi mille brividi in tutto il collo che si propagano per tutta la mia spina dorsale. Delinea il profilo delle mie labbra con il pollice per poi tornare tra i miei capelli. Afferra lo spillone che li sostiene e lo sfila, lasciandoli ricadere mossi e ribelli sulle mie spalle. Guardo la sua mano che intreccia intorno ad un dito una delle mie ciocche " sono bellissimi i tuoi capelli, mi piacciono sciolti, sembri un piccolo leoncino, il Mio piccolo leoncino!". Sorride dolce verso di me e lascia libera la mia ciocca. Rido di rimando “Non ero una piccola pantera?”.

Noto che scuote piano il capo muovendo le spalle in una risatina silenziosa “diciamo che sei il mio piccolo felino ahahahah”. Rientriamo nella camera lasciando le finestre aperte; l'aria fresca della sera mi solletica la pelle, rendendomi sensibile. Le cose con Erik sono così naturali e mentre parliamo mi appoggio ad un mobiletto basso. Sento qualcosa di duro sotto la mano e quando guardo vedo un mazzo di carte da poker; le prendo in mano e gliele muovo davanti alla faccia scherzando " non ti facevo un appassionato di carte, sai giocare? " me le prende dalla mano ghignando " sono il migliore a Poker!". Mi avvicino assottigliando gli occhi " ne dubito fortemente...". Si mette sul letto e mi siedo davanti a lui facendo uscire la gamba dallo spacco di proposito. Mischia le carte mentre osserva compiaciuto la mia pelle lattea esposta, passandosi la lingua sulle labbra.

Prima di dare le carte si ferma e mi rivolge uno sguardo intrigante " giocare a poker è divertente, ma può esserlo molto di più sai?! " inclino la testa incuriosita " spiega". Si protende verso di me facendo schioccare la lingua sul palato " Ti sfido a Strip Poker". Ha usato una voce così bassa e suadente che quasi mi sciolgo sul posto. Non posso certo tirarmi indietro ora dandogliela vinta, e poi ho molti più indumenti di lui, quindi sarà facile vincere. "Accetto" assottiglio lo sguardo in segno di sfida e sorrido furba. Soddisfatto da le carte.
Non sono male e penso proprio che il suo gioco gli si ritorcerà contro. Mostriamo le carte e ...merda ha vinto la mano! Sbuffo infastidita mente, ovviamente, Erik ghigna. Bene, che si dia inizio alle danze. Lentamente faccio scivolare una mano dalla coscia lungo tutta la gamba, per poi slacciare il cinghietto delle scarpe e farle cadere sul pavimento. Le prende e le sposta lontano da me " E uno via!".
Quasi mi imbroncio ma poi ridà le carte. Questa volta sono sicura di vincere, Full! Lui deve arrendersi all'evidenza e lentamente si sfila la camicia di lino restando a petto nudo davanti a me. Ammetto che questo gioco è una vera e propria arma a doppio taglio. Erik è bello da star male, e sa di esserlo. Fiero di se gioca la mano seguente e tocca a me privarmi di un indumento: opto per i gioielli che porto, per non dargli troppa soddisfazione. Vedo che non è felice della mia scelta, ma dovrà accontentarsi. So di fare un gioco pericoloso ma in fondo è solo un gioco....no? Perde due volte di fila, sfilandosi scarpe e poi facendo calare i pantaloni fino a calciarli via. Senza poterlo impedire i miei occhi scendono in basso per poi pentirsene subito dopo ... i boxer non riescono a nascondere molto e le mie guancie vanno immediatamente a fuoco. La mia immaginazione parte in quarta ed immagini molto poco caste mi si parano davanti agli occhi, costringendomi a chiudere forte le palpebre per cacciarle via. Sento che muove il petto a ritmo della sua risata. Divento ancora più rosa se possibile e mi concentro sul gioco, ma con poco successo.
La ruota della fortuna gira, e questa volta sono io a perdere due indumenti. Piano tolgo la canotta e poi la gonna lunga. Il mio corpo è totalmente esposto. Sento che trattiene il respiro quando posa gli occhi sul mio completino. Sapevo che non era una buona idea quella di indossarlo proprio sta sera, anche se forse non mi dispiace così tanto.

Vedo i suoi occhi accarezzare ogni mio centimetro di pelle e d'istinto mi copro con le mali. Scatta in avanti e mi sposta i polsi portandomi le mani lungo i fianchi. Mi accarezza la coscia per poi risalire sul mio corpo fino al collo. Le sue dita tracciano un sentiero rovente sulla mia pelle, provocandomi piccoli brividi. Mi guarda negli occhi, così intensi " non coprirti mai, non ne hai alcun motivo Sarah...sei perfetta". Mi lascia senza fiato. Mi sono spinta troppo oltre e non posso più tornare indietro, non Voglio più tornare indietro.
Porto una mano sulla linea della sua mascella accarezzandola con la punta delle dita. "Sei fantastico Erik... sul serio" mi sollevo reggendomi alle sue spalle larghe e unisco le mie labbra alle sue. Subito le nostre lingue si ritrovano iniziando una danza che mi fa tremare. Sento un calore irradiarsi nel mio corpo mentre una famigliare sensazione inizia a pulsare in me. Mi lascio travolgere dai suoi baci e dalle sue attenzioni. Le sue mani vagano ovunque su di me soffermandosi sui punti più sensibili del mio corpo.
Mi massaggia il petto ed il fiato mi si blocca, mentre mi protendo verso di lui. Voglio sentirlo ovunque su di me, voglio baciare la sua pelle d'ebano e le sue labbra di velluto. Stringo il codino in cui ha racchiuso le sue treccine che lo rendono così dannatamente sexy. Non voglio più resistergli, io lo voglio, lo desidero con ogni fibra del mio corpo. Faccio aderire i nostri corpi mentre lui mi bacia il collo lasciando sicuramente dei segni rossi che domani dovrò nascondere. "Cosa desideri Sarah...cosa vuoi piccola pantera...chiedimelo, basta chiedere... ". Reclino la testa all'indietro per dargli libero accesso e quando torno a guardarlo negli occhi, ho il fiato corto per l'eccitazione.
Voglio Lui, tutto lui, desidero Erik da morire.  "Spogliami, guardami, fammi sognare in questa notte Erik ti voglio come non ho mai voluto nessuno in vita mia...". Mi guarda quasi emozionato per un istante, poi si getta a capofitto sulle mie labbra mentre le sue mani mi stringono la schiena. Arriva al gancetto del reggiseno e lo sgancia con maestria con due dita, ed inizia a tormentarmi. Ci avvinghiamo l’uno all’altra e lo sento gemere sommessamente, provocando dolci scariche di piacere in entrambi Mi spinge sul letto facendomi appoggiare la schiena alle fresche lenzuola di lino. Sento le sue mani che plasmano il mio corpo sotto passionali carezze. Mi afferra per i fianchi per poi risalire sul costato. Gioca con il mio corpo.

Gli afferro le treccine raccolte e lo attiro verso il mio petto, mi sta facendo impazzire guidandomi in un lento e dolce supplizio. Lecca la mia pelle arrossandola mentre scende verso le mie cosce. Prosegue lentamente, troppo lentamente e sento di non poter resistere ancora per molto " Erik ti prego, così mi farai morire!". Ghigna felice sul mio inguine " agli ordini piccola". Afferra tra i denti gli slip e li sfila con la bocca per poi prenderli in mano e lanciarli via nella stanza e cala su di me. Gira intorno al centro dei miei desideri torturandomi "Erik ...!!!". Finalmente mi accontenta dandomi quel piacere che tanto desidero, con una scarica di piacere che mi trafigge il cervello. Sento solo più il mio respiro che va tropo veloce misto ai suono della savana africana. Il mio cervello sta lentamente smettendo di ragionare e l’unica cosa che sento e la bocca di Erik tra le mie gambe. E’ veramente bravo e mi chiedo con quante donne sia stato, so perfettamente di non avere alcun diritto di essere gelosa, eppure il pensiero di lui con un’altra mi fa ribollire di rabbia. Fortunatamente ci pensa lui a distrarmi, iniziando a stuzzicarmi con la punta delle dita. Sento che piano mi invade rendendomi dipendente dal suo tocco.

Provo ad articolare qualche parola ma anche assemblare le lettere ora mi sembra impossibile, mentre muove ritmicamente due dita in me. Arco la schiena per il piacere e ne desidero sempre di più “Erik ti prego…ah”. Ormai il respiro è cosi ravvicinato che sento di essere al limite, accelera il ritmo e le mie mani afferrano il cuscino sotto la mia testa. Chiudo gli occhi e sento come una scossa di calore che esplode dalla punta delle sue dita e mi invade il corpo intero.
Un suono roco riempie le sue orecchie mentre mi abbandono definitivamente. Quando ritorno padrona di me lo vedo in ginocchio sul letto tra le mie gambe che mi osserva "lo devi volere veramente piccola... se vuoi che mi fermi "-"non voglio! Erik non voglio...". Pian piano si abbassa i boxer togliendo anche quell’ultima barriera a dividerci. Fa per abbassarsi su di me ma lo precedo posizionandomi accovacciata davanti a lui. Con calma ma decisione avvicino il mio volto, è il momento di ricambiare le sue attenzioni. Muovo la mano su di lui che dischiude le labbra e lascia che piccoli gemiti strozzati riempiano le mie orecchie.

Decido di dargli di più ed inizio ad usare anche la bocca. Sento che tira gli addominali scolpiti e trema impercettibilmente. Aumento piano il ritmo e vedo che stringe i pugni. Ad un certo punto una sua mano si infila nei miei capelli scompigliati accarezzandomi la nuca. Mantengo il ritmo senza dargli tregua e con la mano libera gli accarezzo le cosce muscolose mentre lui abbandona la testa all'indietro. Sento che è quasi al limite quando con una mano mi allontana gentilmente. Sollevo lo sguardo incontrando il suo di pece " tutto bene Erik? Ti ho fatto male?" Butta fuori l'aria sorridendomi "Male? Vuoi scherzare? Ma se continui così finisce subito il divertimento".

Mi prende per il mento e mi solleva per poi abbassare il capo e baciarmi.
Avvolge il mio corpo con le sue braccia forti. Mi sento così piccola in confronto a lui, come la preda nelle fauci del felino, solo che questa preda è molto felice di essere stata catturata. Si distende sopra di me e senza smettere di baciarmi con passione entra piano in me, facendomi trattenere il respiro. Si muove dolcemente per paura di farmi male, mentre ogni parte del mio corpo è sopraffatta dal piacere e nella mia mente sento solo il suo respiro sul mio viso e sul collo, le sue mani grandi che mi provocano brividi e il suo corpo, che si unisce al mio. Inizio ad arcare la schiena schiacciandomi sul suo petto. Mi stringo alle sue spalle piantando le unghie nei muscoli forti e graffiando la pelle accaldata. Percepisce il cambiamento mi travolge "Guardami negli occhi piccola, resta sempre con me ". Le sue parole unite ai movimenti dei nostri corpi mi portano al limite; tremo tutta e fissando il mio sguardo nel suo mi lascio travolgere dalle sensazioni. Sento che anche lui ha il fiato corto e poco dopo affonda il volto nell’incavo del mio collo soffocando un profondo gemito.

Piano piano mi riprendo ma ho il respiro ancora accelerato. Metto a fuoco i suoi occhi neri che mi osservano felici e il suo solito ghigno soddisfatto stampato in viso. Mi posa un bacio in fronte e si distende affianco a me. Lo guardo meglio in volto e mi rendo conto che questa volta mi sono sbagliata, non sta ghignando, sta sorridendo, un vero sorriso, solo per me. Mi rilasso mentre sento le sue mani intruffolarsi nella mia chioma, ora più simile ad una criniera, per poi attirarmi al suo petto e baciarmi con passione. Copre entrambi con il candido lenzuolo e mi abbraccia da dietro. Disegna ghirigori invisibili sulla mia schiena e guarda fuori dalla finestra sorridendo "devi restare con me piccola pantera... non voglio che tu te ne vada ancora ".

Strofino il naso sulla sua guancia e lui si gira a fissarmi negli occhi "Non potrei mai andarmene Erik...non ora che sei la mia droga personale, non ora che sono con te". Mi bacia a lungo con dolcezza fino a tornare distesi senza fiato. Ascolto il battito del suo cuore che si calma pian piano fino a che non si solleva con il busto e prende qualcosa da cassetto.

Mi porge un foglio ruvido, da disegno. Quando lo giro scopro un ritratto: sul foglio sono disegnata io, con i miei capelli ribelli, che guardo lontano, come persa nei miei pensieri. "Ti piace?" Gli sorrido radiosa "Lo hai fatto tu Erik? È ...è bellissimo, semplicemente stupendo, hai talento!". Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me. Abbassa il volto e mi posa un bacio sulla spalla "L’ho fatto la prima volta che ti ho vista da militare... non potevo non ritrarti!". Questa volta sono io a stringerlo forte, come se non volessi lasciarlo andare mai più.
Rimette il disegno sul comodino e spegne la luce. Solo il chiarore della luna illumina i nostri corpi, che sembrano l’uno l’opposto di quello dell’altra, eppure perfetti insieme in quel grande letto: lui alto, grande, muscoloso e dalla pelle d’ebano, io piccola, minuta e chiara come la neve. Mi lascio circondare dalle sue braccia forti addormentandomi con il sottofondo della notte africana ed il lento respiro della mia pantera personale.


**********

Nel frattempo, nel laboratorio del palazzo reale, T’Challa e sua sorella ridono sottovoce "Davvero stava andando da lui? Allora abbiamo visto giusto!". Il fratello annuisce soddisfatto "Ho capito che dovevo farli incontrare dalla prima volta che ho trovato il ritratto dell’agente nella giacca di mio cugino!". Shuri si siede sul bancone da lavoro "Sono sicura che ci riserveranno ancora molte sorprese quei due!" - " Lo spero sorellina, vedere gli occhi di Erik spegnersi, senza più voglia di vivere è stato come ricevere una pugnalata al cuore, ma da quando è con lei, sembra rinato, e forse sarà dalla nostra parte, in futuro.

****

Erik non sapeva cosa sarebbe accaduto d’ora in poi, ma di sicuro non voleva più fuggire lasciandosi tutto alle spalle. Ora aveva Sarah e niente e nessuno gliel’avrebbe portata via di nuovo. La strinse a se mentre dormiva tranquilla. Non poteva promettere di non pianificare più fughe o attacchi, ma di una cosa era certo, ovunque fosse andato, avrebbe portato la sua piccola pantera con sé.






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Angoletto dell'autrice:
Come mio solito ringrazio chi legge e chi lascia recensioni per farmi sapere cosa ne pensa ed eventuali consigli o considerazioni!!
Fatemi sapere se vi è piaciuta e se vorreste altre storie su questi due personaggi!!
Infatti ho un piccolo progetto in mente che convolge direttamente questi due personaggi, come una sorta di sequel! FATEMI SAPERE SE VI INTERESSA!!

XD XD

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