I start from you

di Cris_Mar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


I start from you.

Capitolo 1
 

0.1 -  I must be on my way and face another day

Harry si strofinò nervosamente le mani sui pantaloni, avvicinandosi sempre di più all'enorme Castello.
Gli sembrava quasi di essere ritornato al primo anno, tanto ero nervoso.
Era felice certo, Hogwarts era comunque un luogo che amava. Ma aveva paura di trovarla diversa, inadeguata alla sua nuova vita, legata più ai recenti ricordi dolorosi che a quelli felici.
Ma ormai era arrivato, non c'era più tempo per le reticenze.
' Ci siamo ' commentò Hermione, col volto rivolto verso l'alto, osservando con un misto profonda gioia e nostalgia il portone di quercia.
' Sapete, vero, che non sarà più come prima? Potrebbe essere perfino dannoso... O almeno, difficile '
Quella frase rimase in sospeso per un po', perché esprimeva tutti i loro dubbi su quel ritorno al passato.
Poi però, Ron si agitò sul posto e strinse più forte la mano di Hermione : ' No, non per me ' disse, sorprendendoli.  
' Non più di quanto lo sia stare alla Tana. Non c'è differenza, i ricordi li trovo ovunque. Devo andare avanti... per mamma... per George. Lui sta portando avanti il negozio e se ce la fa lui... '
Hermione gli accarezzò il braccio dolcemente ed Harry annuì, a quelle parole: ' Ron ha ragione. Non serve a niente scappare e io non voglio farlo. Voglio cominciare a rimettere insieme i pezzi ora che, per la prima volta in vita mia, posso pensare al futuro '.
' Bene allora ' sussurò Hermione, avanzando per prima.
Varcarono l'enorme portone di entrata e si diressero verso la Sala Grande. Harry tentennò indeciso...
Come posso non ripensare all'ultima volta che l'abbiamo vista? pensò, preoccupato.
Prima di entrare, Ron si fermò sospirando e lo adocchiò : ' Sai che Kingsley ti avrebbe assunto in quattro e quattr'otto. Anzi, in questi mesi, hai in pratica collaborato più tu alla cattura e all'arresto di tutti i Mangiamorte, che tutti gli Auror messi insieme. È come se fossi già dentro. A cosa ti serve tutto questo? '
Anche Hermione lo guardò, interrogativa.
Sapeva che la sua motivazione - tornare ad Hogwarts a prendere i M.A.G.O. per diventare un Auror a tutti gli effetti, senza favoritismi rispetto agli altri - era parsa poco convicente ad entrambi. In effetti non era stato completamente sincero. Non che fosse un segreto, aveva semplicemente evitato di parlarne.
Ma non c'era motivo di nascondere le sue intenzioni, non a loro. Si strinse nelle spalle:
' Voglio una vita più normale possibile e allontanarmi dal delirio del dopo guerra per un po', per capire se buttarmi in nuove battaglie è davvero quello che voglio... Studierò e con un po' di fortuna uscirò da qui con le idee un po' più chiare. Deciderò cosa fare della mia vita come un qualsiasi ragazzo della mia età. E magari, riuscirò ad essere felice. '
Non parvero molto sorpresi della sua improvvisa indecisione sulla carriera da Auror.
In fondo lo conoscevano abbastanza da rendersi conto delle sue preoccupazioni. Probabilmente Hermione aveva già intuito tutto e ne aveva discusso con Ron.
Quest'ultima gli sorrise rassicurante e fece un cenno verso la chiassosa porta davanti a loro: ' Entriamo '
Tutti e tre trattennero il fiato e poi fecero un passo avanti:
la Sala Grande era esattamente come la ricordavano prima della guerra, nessuna traccia della morte e della distruzione di cui era stata testimone.
Harry sospirò di sollievo: così era più facile.
Hogwarts era splendida come prima e niente, che non fosse nella sua testa, avrebbe mai volutamente portato a galla ricordi dolorosi.
Guardare la Sala Grande addobbata magnificamente per dare il benvenuto ai nuovi studenti, era come ritrovare una vecchia amica che pensava di aver perso per sempre.

Il loro arrivo non passò inosservato, il chicchiericcio esplose al loro passaggio ma non ci facero caso, andarono avanti fino al tavolo Grifondoro guidati dall'abitudine. E lì, facce amiche si alzarono e li accolsero con sorrisi smaglianti.
Sedersi fra Neville e Seamus fu un piacevole ritrovarsi e li mise al riparo da parecchi sguardi alle loro spalle. Qualche attimo dopo furono raggiunti anche da Ginny e Dean.
A quel punto, Harry alzò lo sguardo sul tavolo degli insegnanti, cercando una sola persona.
La professoressa McGranitt lo stava già osservando e gli rivolse uno dei suoi rari sorrisi, quando incrociarono lo sguardo. Accanto a lei sedevano altri professori che fu felice di rivedere: il professor Vitious, la professoressa Sprite, il professor Lumacorno - a quanto pare aveva accettato di tornare per l'ultima volta, prima di andare in pensione -, l'eterno professor Ruf, la professoressa Cooman - che, chissà per quale bizzarro motivo, aveva deciso di unirsi al banchetto, cosa alquanto rara - ed il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Aberforth Silente - non fu sorpreso quanto gli altri, aveva già parlato con la preside di quella eventualità -.
Avevano invece già salutato Hagrid alla stazione, poiché era alle prese con i ragazzini del primo anno.

Quando finalmente questi ultimi giunsero, accompagnati dal mezzogigante, la Cerimonia dello Smistamento ebbe inizio.
Mentre osservava i ragazzini nervosi ed eccitati, sentì un'insolita emozione dentro di se: un misto di orgoglio e soddisfazione.  
La Cerimonia era sempre stata speciale ma quell'anno, aveva un significato molto più profondo per lui: i sorrisi sui volti di quei bambini, rappresentavano la loro più grande vittoria contro Voldemort.
Quel pensiero lo fece sentire fiero e felice e seguì lo Smistamento con il morale alle stelle, abbandonando ogni pensiero triste che fin'ora lo aveva accompagnato.

Quando tutti i nuovi studenti furono assegnati alle proprie case, Harry si chiese ad alta voce quando avrebbe potuto riassaporare la deliziosa cucina di Hogwarts, tanto era affamato.
Non era l'unico, comunque: Ron, alla sua destra, si lamentava debolmente massaggiandosi lo stomaco, così come molti altri Grinfondoro, che alternavano sguardi impazienti dal tavolo degli insegnanti ai vassoi vuoti davanti a loro.
La preside McGranitt, non perse tempo: si alzò ed il suo sguardo deciso si spostò in tutta la Sala Grande.
Un silenzio di tomba mise fine ad ogni lamentela, e tutti si concentrarono su di lei con grande interesse:
' Ben venuti e ben tornati ad un nuovo anno ad Hogwarts! ' tuonò la preside, con voce forte e chiara.
' Un anno speciale che tutti noi, vivremo in maniera diversa da quelli passati e quelli che verranno: il Mondo Magico è finalmente libero dall'ombra oscura che ha oppresso le nostre vite per tanto tempo. Questo sarà un nuovo inizio per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che dopo aver sopportato l'orrore della guerra ha spalancato nuovamente le sue porte, più potente e bella di prima, a tutti i giovani maghi e streghe bisognosi di istruzione.
Quest'oggi, ricominciamo insieme senza però dimenticare quanto ci è costata questa libertà, portando per sempre nei nostri cuori tutti coloro che si sono opposti a Tom Riddle fino alla fine, sacrificandosi con la speranza di regalarci un futuro migliore.
Quindi oggi festeggiamo! Festeggiamo questa nuova vita che ci è stata donata! Festeggiamo nel ricordo di coloro che hanno combattuto per noi! '
La professoressa McGranitt scoccò una breve ma intensa occhiata ad Harry ed alzò il proprio calice in un gesto simbolico : ' Per questa nuova vita, grazie! '
Tutti gli studenti la imitarono - chi guardando Harry e i suoi amici di sottecchi, chi con sguardo vacuo, pensando alle proprie perdite o a ciò che la guerra aveva significato per loro - alzando il proprio calice e ripetendo, in un solo boato: ' Grazie! '
Harry, dal canto suo, pensò molte cose mentre ringraziava insieme a tutti gli altri: molti lo consideravano un eroe, i giornali scrivevano di lui come il "Salvatore del Mondo Magico" e ne capiva il motivo.
Ma anche se aveva svolto un ruolo cruciale nella guerra, aveva molte persone da ringraziare.
Pensò a Ron, Hermione, la famiglia Weasley.. e a tutti gli amici, conoscenti e compagni di scuola che erano stati compagni di guerra.
E poi pensò a Silente, a Lupin, Tonks, a Fred, Sirius, Dobby... e molti altri che avevano dato la proprio vita per la libertà.
Senza di loro non ce l'avrebbe fatta. Ognuno di loro era un eroe e lui li ringraziò, anche se i giornali parlavano solo di Harry Potter.

0.2 - Open up your heart, let me look inside

Dopo il brindisi, il banchetto ebbe finalmente inizio e ogni tipo di leccornia immaginabile fece la sua comparsa. Lentamente nella Sala Grande, si diffuse un allegro vociare.
' Harry, hai visto chi altro è tornato? ' gli sussurò Ron all'orecchio, mentre si serviva di un'abbondante cucchiaiata di patate.
Harry masticò con gusto il boccone pollo di cui si era servito e seguì lo sguardo dell'amico, puntato dall'altra parte della Sala. Individuò un inconfondibile zazzera bionda.
' Che cosa ne pensi? ' insistette Ron.
Draco Malfoy, se ne stava al suo tavolo incupito e a testa bassa, con lo sguardo fisso nel suo piatto quasi intatto.
Ai suoi lati riconobbe Blaise Zabini e Theodore Nott. Nonostante ciò, si rese conto che Malfoy era solo. I due compagni di casa non gli rivolgevano mai uno sguardo, nè lui alzava il suo dal piatto.
Non che fossero mai stati suoi grandi amici, non quanto Tiger e Goyle... o la Parkinson.
' Sai che è diverso... sai cosa ha fatto, alla fine. Ha diritto anche lui di ricominciare da zero ' sussurrò, senza distogliere lo sguardo.
Ron si strinse nelle spalle, con aria scettica e continuò a mangiare.

All'improvviso Harry ripensò all'ultima volta che li aveva visti insieme: Malfoy, Tiger e Goyle nella Stanza delle Necessità. La fuga dalle fiamme maledette su un vecchio manico di scopa, il volto sconvolto di Malfoy nel constatare che Tiger era rimasto indietro... forse era stato proprio quello a cambiarlo.
Nonostante avesse già sopportato le torture e le costrizioni di Voldemort, ancora aveva sperato di salvare lui e la sua famiglia restando dalla parte di colui che tanto lo stava facendo soffrire, colui che sembrava avere la vittoria in pugno.
Ma poi Tiger era morto e nell'espressione di Malfoy, Harry aveva letto tutte le sue ultime convinzioni crollare, il suo sguardo perso ma finalmente consapevole.
Poi lo aveva intravisto ancora, mentre correva sotto il mantello con Ron e Hermione: Malfoy, terrorizzato, raccoglieva una bacchetta di un mago ignoto abbandonata sul pavimento, cominciava a lanciare in maniera isterica un incantesimo dopo l'altro ad un Mangiamorte mascherato. Il Mangiamorte era abile e sordo alle suppliche di tregua di Draco, così Harry lo aveva schiantato ponendo fine al duello. Draco si era guardato intorno confuso, prima di voltarsi stringendo i pugni e ributtarsi nella mischia.
A battaglia finita, ricordò di averlo osservato abbracciare sua madre con sguardo vuoto, il padre dietro di loro immobile.
Ed in fine, lo aveva rivisto durante i processi. Harry aveva testimoniato a favore suo e di sua madre, mentre a Lucius era toccata Azkaban. Alla fine del processo aveva incrociato il suo sguardo ed il biondino gli aveva rivolto un cenno: la cosa più simile a un grazie che avesse ricevuto da Draco Malfoy.
Chissà se si era unito al brindisi della McGranitt. E se lo aveva fatto, chi aveva ringraziato?
Sembrava così teso e rigido nel suo posto sulla panca, come se fosse accerchiato da un mucchio di nemici. Cosa gli aveva fatto la guerra?

Harry non riusciva a smettere di fissarlo, era curioso. Curioso di vedere la sua espressione, curioso di riconoscere ancora, in quel volto che negli anni era diventato tanto familiare ed odioso, i cambiamenti che vi aveva scorto l'ultima volta. Ma Malfoy non si mosse, rimase ingobbito sul suo piatto, isolato da tutti.
I minuti passarono, Harry sospirò e fu sul punto di lasciar perdere ma finalmente Malfoy cambiò posizione: raddrizzò leggermente le spalle, allontanò di qualche centimentro il suo piatto ed intrecciò le mani sul tavolo. Rimase così per qualche secondo, come distratto. Poi alzò finalmente lo sguardo, esplorando la Sala.
Harry osservò avidamente il suo volto e constatò nuovamente che non gli era rimasto neanche un briciolo della sua naturale arroganza. Era un volto diverso, per niente superbo, più schivo e diffidente che mai.
Ad un tratto, Malfoy intercettò il suo sguardo e sbattè le palpebre sorpreso. Nessuno dei due però guardò altrove, rimasero così, a fissarsi per un po'. Harry notò che Malfoy aveva irrigidito ancora di più le spalle, come sotto esame.
Dalla fine della guerra, nessuno si era più fidato completamente di loro, nonostante la testimonianza del Salvatore del Mondo Magico. Tutti li studiavano con sospetto: 'i due Malfoy superstiti' li chiamavano e bisbigliavano tra loro che era la seconda volta che la scampavano. Doveva essere, dunque, abituato ad essere giudicato ed osservato di sottecchi.
Ma Harry non condivideva quei sospetti. Lui sapeva cosa Voldemort lo aveva costretto a fare, sapeva che il suo era stato un tentativo disperato di salvare la sua famiglia dalla tortura o dalla morte.
E lo aveva visto con i suoi occhi stringere i pugni e combattere per la parte giusta, quando ancora tutto sembrava essere favorevole a Voldemort.
Era proprio questo il motivo della sua curiosità: questo Malfoy consapevole dei suoi errori e delle sue convinzioni sbagliate, com'era? Voleva scoprirlo. Ma fissarlo in quel mondo non sembrava il modo giusto, aveva ottenuto solo di metterlo sulla difensiva.
Gli fece cenno con la testa, cercando anche di lasciarsi sfuggire un mezzo sorriso per stemperare la situazione.
La maschera di freddezza che Malfoy aveva messo su, si sbriciolò all'improvviso, sostituita da un'espressione piena di sbigottimento.
Poi alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia, senza smettere di guardarlo. Ad Harry sembrava quasi di poter udire la sua voce strascicata chiedergli spiegazioni 'Mi prendi in giro, Potter?', o qualcosa del genere, con il suo familiare atteggiamento altezzoso. E per una volta ciò non lo infastidì, al contrario, non riuscì a trattenere una mezza risata.
' Che hai da ridere, Harry? ' chiese Hermione, con il calice di succo di zucca a mezz'aria.
' Che? ' chiese, tornando all'improvviso con i piedi per terra - e con gli occhi al suo tavolo -.   
Si stava quasi perdendo tutta la cena!
' Niente, stavo solo pensando. '
Detto questo, afferrò una fetta di crostata di melassa - prima che sparisse anche quella - e si apprestò a darle un morso, per risultare più naturale possibile. Hermione, per quanto perplessa, decise di lasciar perdere e tornò a dedicarsi al suo budino.
Quando Harry si decise a rialzare lo sguardo verso il tavolo Serpeverde, Malfoy aveva ripreso ad osservare il suo piatto e piluccava distrattamente il cibo con la forchetta. Ma la sua postura era meno ingobbita ed il suo umore meno cupo. Sembrava quasi tranquillo, semplicemente assorto nei propri pensieri.

Quando il banchetto volse al termine e la McGranitt illustrò brevemente il regolamento scolastico per poi mandarli a letto, Harry fu inondato dalle chiacchiere dei suoi compagni di casa.
Hermione sproloquiava entusiasta sull'imminente ripresa delle lezioni e delle sue ricerche in biblioteca e Ron, accanto a lei, annuiva soltanto. Semplicemente troppo assonnato per dire alcunché.
Harry si comportava allo stesso modo, un po' per la stanchezza, un po' per distrazione: era concentrato ad ispezionare la marea di studenti in coda davanti e dietro di lui, con l'intenzione di individuare Malfoy.
Gli tornò in mente la sua ossessione per lui durante il sesto anno... il sospetto, i dubbi, i continui controlli sulla Mappa del Malandrino...
Come si erano capovolte le cose!
Ora non erano più i due ragazzini sempre in conflitto, sempre in fazioni opposte. Ora erano entrambi dei sopravvissuti, entrambi liberi da ogni costrizione:
Harry non era più il Prescelto e Draco non era più schiavo dei pregiudizi di suo padre e della tirannia di Voldemort.
Erano finalmente padroni dei propri destini. Liberi.
Ed Harry si chiedeva quanto differenti sarebbero state le loro scelte, d'ora in poi.
Comunque, dopo un po' di ricerche a vuoto, il pensiero della Sala Comune che lo aspettava invase i suoi pensieri ed accelerò il passo, assieme ai suoi amici, impaziente di ritrovare quell' ambiente tanto caro.

La Signora Grassa era la stessa di sempre e dopo aver ottenuto da loro la giusta parola d'ordine - Animagus -, ruotò allegramente su se stessa e li lasciò passare.
Fu immensamente piacevole osservare l'impeccabile e calorosa Sala Comune che tanto gli era mancata e mentre, insieme a Ron, saliva le scale per rifugiarsi finalmente nel dormitorio, sentì un piccolo tuffo al cuore : era a casa, un luogo pieno di ricordi, anche terribili... ma era a casa.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


I start from you.

Capitolo 2

1.1 Put the pieces together

Il dormitorio era silenzioso, quando Harry si svegliò quella mattina. Era sabato, ed erano già passate tre settimane dalla ripresa delle lezioni.
Si rese conto di aver dormito troppo e che i suoi compagni di dormitorio, dovevano essere già scesi in Sala Comune.

Allungò un braccio per raggiungere il suo comodino ed afferrò gli occhiali, li inforcò e si mise a sedere. Rimase così per un po', osservando i tendaggi rosso scuro del suo letto a baldacchino.

Quella notte, per la prima volta da quando la guerra era cominciata, si era agitato e svegliato solo una volta nel sonno. Aveva dormito a lungo e bene.
Tutto ciò era stato possibile perché pian piano, col passare dei giorni e delle settimane, aveva cominciato a lasciare la presa sul passato.
Cominciava a sentirsi felice: felice di essere giovane e libero, felice di avere la propria vita in mano, felice di avere tutte le possibilità del mondo per costruirsi il futuro che voleva.

Le lezioni erano piacevoli, e pian piano, la consapevolezza di avere una naturale tendenza nel cercare con tutto se stesso di combattere le ingiustizie, gli aveva chiarito che il suo desiderio di diventare un Auror, andava ben oltre Voldemort e che proseguire per quella strada non significava caricarsi di un nuovo peso sulle spalle, significava scegliere un lavoro che avrebbe potuto amare e per cui era sicuro di possedere il talento.

Nonostante questo, non si era affatto pentito di essere tornato a Hogwarts. Non solo perchè lo stava aiutando a capire meglio se stesso, ma anche perchè sentiva di volersi godere l'ultimo anno da studente. Avrebbe costruito il proprio futuro, mattone dopo mattone, cominciando col lasciare la casa che lo aveva cresciuto con tutti i M.A.G.O. che sarebbe riuscito a conquistare.
Con un sorriso vero ad illuminargli il volto, Harry si mise in piedi e corse in bagno per darsi una sistemata.

L'unica nota negativa, o quantomeno frustrante, nella sua attuale condizione di rinascita, era Malfoy.
Durante la prima settimana di lezioni aveva tentato di trovare un momento ideale per imbastire una conversazione civile con il Serpeverde.
Non che sapesse cosa dire, ma non riusciva a placare quell'indicibile voglia di approcciarsi a lui.
Comunque, un po' perché Draco era costantemente freddo e sulle sue, un po' perché non se la sentiva di avvicinarlo davanti a Ron e Hermione, aveva rimandato la questione ad un secondo momento. E in seguito, si era limitato ad osservarlo insistentemente - e aveva molto tempo a disposizione per farlo, dato che gli studenti di ogni casa tornati a ripetere l'ultimo anno, frequentavano tutte le lezioni insieme - senza uno scopo preciso... forse voleva solo sfamare la sua curiosità, o forse sperava di scatenare una reazione da parte dell'altro.

Solo due volte - dopo il primo banchetto - Malfoy aveva dato segno di accorgersi dei sui sguardi indiscreti.
La prima, gli aveva rifilato un occhiataccia infastidita, degna dell'arrogante che era stato in passato e la seconda, era accaduta al termine di una lezione di Pozioni.
Mentre tutti si apprestavano a lasciare l'aula, Harry aveva cercato Draco con lo sguardo e quest'ultimo, bloccandosi all'improvviso sulla soglia, si era voltato. ' Potter ', aveva detto con espressione interrogativa.
Ed Harry, convinto di dover cogliere l'occasione al volo, si affrettò ad affiancarlo:
'Malfoy..' ebbe appena il tempo di dire, prima che Ron e Hermione lo raggiungessero.
'Harry, che fai?' aveva chiesto Ron, fingendo di non vedere Draco a due passi da lui.
Hermione si limitava ad osservarlo con aria preoccupata.
Neanche il tempo di chiedere a quei due di lasciarlo un momento da solo, che Malfoy aveva già fatto un cenno e si era dileguato.
E così Harry, aveva avuto la conferma di dover affrontare il Serpeverde da solo, altrimenti non avrebbe combinato niente di buono.

Comunque, quella giornata era iniziata troppo bene per continuare a scervellarsi su Malfoy.
Quando scese in Sala Comune, lavato, vestito, profumato e sorridente, Hermione e Ron lo stavano aspettando accanto al fuoco, sulle loro poltrone preferite.
Il resto della Sala era quasi vuoto se non per pochi alunni del primo e del secondo anno.

'Se ne sono già andati tutti?' chiese grattandosi la testa.
'Buongiorno Harry,' interloquì Hermione, a cui non era sfuggito il netto miglioramento d'umore del suo migliore amico, ' alla buon'ora. Gli altri si sono già avviati verso Hogsmead, andiamo? '
Annuì ed insieme, uscirono dal buco del ritratto.

Mentre si facevano strada Harry sbuffò, guardandosi intorno nei corridoi quasi deserti: 'Neville e Seamus mi hanno lasciato indietro! Potevano svegliarmi!'
Ron trattenne una risata: 'Russavi così sonoramente che non abbiamo voluto disturbarti!'
Hermione parve leggermente impensierita: 'Senti Harry, è da anni che andiamo in giro insieme noi tre, no? E va benissimo così. Non c'è problema, non devi sentirti obbligato a lasciarci soli! O forse ti mettiamo a disagio?'
Harry alzò gli occhi al cielo:  'Ve l'ho già detto, non mi date fastidio. Come sarebbe possibile dopo aver viaggiato in lungo e in largo assieme a voi - che eravate già palesemente innamorati - per mesi e mesi? Ma so che avete bisogno di un po' di privacy e una volta tanto non mi farà male lasciarvi fare la coppietta felice.'
Ron arrossì e borbottò qualcosa di incomprensibile. Intanto scesero le scale velocemente, e raggiunsero il portone di entrata.

'Dovresti trovarti una ragazza, sai?' disse invece Hermione dopo un po', con espressione divertita. 'Non hai mai avuto una relazione che sia durata più di qualche settimana. Cavolo Harry, la storia più lunga che hai avuto è stata con Cho Chang!'
Harry storse le labbra, interdetto: 'E quella la chiami storia? L'ho baciata una volta sola, e non è neanche stato un granché. Il resto del tempo lo ha passato a piangere sulla mia spalla. Ripensandoci, non capisco cosa mi piacesse di lei... era così...'
Hermione e Ron lo fissarono interrogativi e lui scrollò le spalle: 'Non era quella giusta.'
'E che mi dici degli altri mezzi flirt che hai avuto il sesto anno?' lo canzonò Ron, mentre camminavano di gran carriera verso il cancello, contro un leggero venticello freddo.
Ancora una volta Harry si strinse nelle spalle indifferente: 'Roba da nulla. A quei tempi si vociferava che fossi il Prescelto e sapete come si comportavano le ragazze con me...non erano veramente interessate. E a dirla tutta, neanch'io a loro.'
Hermione scosse la testa: 'Sei proprio difficile. A parte la tua pseudo-cotta per Cho, non ti sei mai realmente innamorato o solo infatuato di qualcuna. Forse troverai la persona giusta quando ti sarai già lasciato Hogwarts alle spalle, chi lo sa.'
'Ma certo. E poi, che sarà mai, anche Seamus e Neville sono single. Solo Dean sta ancora assieme a Ginny' le fece notare Ron - e dalla sua espressione, sembrava non aver ancora digerito la cosa -.
Hermione scoppiò a ridere: 'Single dici?'
Harry vide sul volto di Hermione un'espressione che ormai gli era molto familiare: quella di chi la sa lunga. 'Cosa vorresti dire? Non è forse vero?'

Hermione sorrise, compiaciuta di essere, come sempre, la prima ad accorgersi di tutto: 'Non ve ne sarete accorti forse, ma Neville ha perso davvero la testa per Hannah Abbott! E sono quasi sicura che anche lei ricambi i suoi sentimenti. Se solo Neville si decidesse a fare il primo passo... Per quanto riguarda Seamus, mi meraviglia che non sappiate della sua relazione con Mandy.'
Ron aggrottò le sopracciglia confuso, ma fu Harry ad esprimere i suoi dubbi: 'Mandy? Mandy chi?'
'Brocklehurst Mandy, del nostro anno, Corvonero. Anche lei tornata a prendere i M.A.G.O. Possibile che non la ricordiate? Certo non abbiamo mai avuto molti amici di Corvonero ma facciamo lezione insieme a lei da settimane! Beh, è stata sempre molto timida... Comunque, la cosa è nata da poco. Seamus oggi aveva un appuntamento con lei a Hogsmead, ma sembra che non si sia sentita molto bene ieri e Madama Chips le ha consigliato di restare al Castello.'
Ron battè le palpebre, osservando la sua ragazza come se fosse una creatura magica sconosciuta: 'Prima o poi mi dirai come diavolo fai a sapere sempre tutto, di tutti.'
Harry si lasciò sfuggire un sonoro lamento di disapprovazione: 'Di questo passo non potrò più venire a Hogsmead! Non mi è rimasto quasi nessuno con cui passare il tempo, siete tutti impegnati!'


Quando giunsero ai Tre Manici Di Scopa, si unirono a Neville e Seamus, che li aspettavano sorseggiando una Burrobirra. Il tempo di prenderli un po' in giro per le novità appena apprese e poi Ron e Hermione si allontanarono da soli.
Chiacchierarono del più e del meno con serenità e Harry ordinò una Burrobirra anche per se.
'Davvero Hermione crede che io abbia una possibilità con Hannah?' chiese ad un certo punto Neville, adocchiando la ragazza che era seduta a qualche tavolo di distanza, con un'amica.
Harry annuì : 'E se lo dice lei...'
Seamus rise: 'E così il nostro Neville ha fatto colpo!'
'Sul serio, non sottovalutare i consigli di Hermione. Lei ha un certo sesto senso in queste cose' ribadì Harry che, nonostante non fosse entusiasta dell'imminente conclusione delle sue gite ad Hogsmead, non riusciva ad evitare di incoraggiarlo.
Neville si agitò sulla sedia imbarazzato e non rispose. Un attimo dopo Seamus gli sferrò una gomitata nelle costole.
 'Ahi! Ma che ti..'
'È la tua occasione, guarda là!' esclamò indicando con la testa il tavolo di Hannah.
La Tassorosso era rimasta sola e fissava il tavolo distratta. A Harry parve di intravedere l'altra ragazza svoltare l'angolo verso il bagno delle donne.
'C-che dovrei fare?' balbettò Neville, arrossendo.
'Va a parlarle!' Esclamarono in coro gli altri due.
E Neville, deglutendo con ansia, si alzò e con passo malfermo si diresse verso di lei.
Hannah sembrò piacevolmente sorpresa.

'E anche questa è fatta!' urlò Seamus, ridendo di cuore.
Non seppe bene perché lo stesse facendo, visto che solo fino a una mezz'oretta prima si era lamentato di non avere più nessun amico single, ma Harry guardò Seamus con uno sguardo compassionevole e disse: 'E tu? Credi davvero che sia stato saggio venire qui a Hogsmead, oggi?'
Seamus strabuzzò gli occhi, in un momento smise di sghignazzare e di spiare Neville. Si grattò il mento, confuso: 'Che intendi, amico?'
Harry mise su un espressione divertita e saccente che Ron avrebbe definito "da Hermione" :
'Hai detto che Mandy sta poco bene, o sbaglio? E che se ne sarebbe rimasta al Castello, da sola, a studiare in biblioteca mentre tutte le sue amiche sarebbero venute al villaggio...'
Per un attimo lasciò la frase in sospeso, attendendo che Seamus comprendesse ciò che intendeva dire.
'Sei una frana, lascia che te lo dica' lo canzonò e rise, osservando la sua espressione orripilata.
'Hai ragione! Forse si aspettava che stessi con lei... in fondo avevamo un appuntamento... cavolo!' si mise in piedi con una gran foga e si affrettò ad indossare il mantello:
'Senti Harry, credo di essere ancora in tempo per raggiungerla. Ti dispiace se ti lascio da solo?'
'Nessun problema!' Esclamò, dandosi mentalmente del cretino. Doveva venirgli proprio oggi la sindrome da Cupido?

E così, in un batter d'occhio, si ritrovò da solo, senza nessuno a cui dar la colpa, se non se stesso.

1.2 I can see your soul. And you can learn to see mine.

Harry rimase per un po' a sorseggiare la Burrobirra e a guardarsi intorno: il locale era affollatissimo e c'era un gran chiasso, nessuno sembrava annoiarsi come lui.

Neville era ancora insieme ad Hannah e non sembrava intenzionato a tornare e Ron e Hermione erano spariti.
Qualcuno lo osservava di sottecchi, ma Harry non aveva alcuna voglia di passare il tempo a rispondere alle loro domande sulla guerra, su Voldemort e sulla sua vita.

Sbuffò e portò ancora alle labbra la bottiglia di Burrobirra ma non ne cadde neanche una goccia. La alzò davanti agli occhi e si accorse di averla già finita.
Quindi, ormai deciso a tornarsene al Castello, si alzò dal proprio tavolo ed afferrò il mantello.
Prima di indossarlo però, si vide passare davanti Draco Malfoy e si immobilizzò.
Senza pensarci troppo, lo chiamò.
Fu un impulso, dopo settimane ad osservare lui e le sue reazioni, senza trovare mai l'occasione di parlargli da solo.

'Malfoy?'

Il biondino si fermò ad una spanna di distanza e si voltò lentamente, riservandogli uno sguardo indecifrabile.
'Potter' disse poi, con la voce strascicata di sempre, sottratta però dell'abituale astio che era solito riservargli.

Harry si guardò velocemente intorno e scorse qualche Serpeverde qua e là, ma nessuno che sembrasse in attesa di Malfoy. Non che questo lo sorprendesse dato che, da quanto aveva potuto capire, i suoi rapporti sociali in quelle settimane non erano affatto migliorati.

'Sei solo...' buttò lì, tanto per esserne certo.
Perché venire ai Tre Manici Di Scopa da solo? Se Harry avesse saputo prima di Seamus e Neville, probabilmente se ne sarebbe rimasto al Castello.

'Che acume, Potter, mi sorprendi!' rispose invece lui, con sarcasmo.
Harry ignorò quella battuta, avendo ottenuto la risposta che voleva : 'Siediti Malfoy' disse, mentre si riaccomodava al suo posto ed indicava la sedia lasciata vuota da Seamus.

Si aspettava un'altra battuta o per lo meno un tentativo di capire le sue intenzioni. Invece, il biondo si limitò a squadrarlo per un momento, prima di accettare il suo invito occupando la sedia da lui indicata:
'Sto per scoprire il motivo dei tuoi sguardi equivoci, Potter? Sai che sei inquietante? Stai cercando di perseguitarmi o roba del genere?'
Harry si strinse nelle spalle e rispose sinceramente: ' Ero solo curioso... Cercavo di attirare la tua attenzione'
'Curioso ' ripetè, senza una precisa espressione. ' Che posso dirti, Potter? Dopo che mi hai tirato fuori da quel tribunale, ho pensato bene di fare qualcosa della mia vita. E visto che non tutti abbiamo ottime referenze come il Salvatore del Mondo Magico - ed io no di certo -, è stato chiaro come il sole che mi sarebbe toccato tornare a scuola.'
Harry lo ascoltò con attenzione: 'Certo, è ovvio. E cosa farai dopo?'
Draco incrociò le braccia al petto: 'Ma a te che importa?'
Alzò gli occhi al cielo: 'Non lo so, Malfoy. Te l'ho detto, sono curioso! Anch'io devo decidere cosa fare della mia vita, siamo un po' nella stessa situazione.'

Draco si voltò al passaggio di Madama Rosmerta, e le fece un cenno prima che sparisse dietro il bancone: 'Può portarmi una Burrobirra?'
Lei annuì con un sorriso frettoloso e si dileguò tra gli altri tavoli.
Il biondino tornò con lo sguardo su Harry: 'E tu come mai sei tornato? Credevo che ormai per te tutte le porte fossero aperte'

Harry si rigirò fra le mani la bottiglia di Burrobirra vuota che aveva abbandonato lì qualche attimo prima: 'Credo che sia più o meno come dici tu. Ma avevo bisogno di riflettere bene su cosa fare. Ho pensato che se la guerra non mi avesse sconvolto la vita, probabilmente avrei completato gli studi. Quindi, quale miglior modo per cercare di ritrovare la normalità?'
Draco distese le labbra, in un impercettibile ghigno: 'E pensare che per anni ho creduto che ti godessi la tua notorietà! Invece, cosa cerca il grande Harry Potter? Una vita normale.'
'Non ti è mai venuto in mente che la mia notorietà, mi ha sempre portato più grane che altro? Cavolo, Malfoy! Ero famoso perché ero stato quasi assassinato ed avevo perso i miei genitori!'

Madama Rosmerta irruppe fra loro all'improvviso, servendo Draco della sua bibita. Era così indaffarata che se ne andò prima ancora che potesse ringraziarla.
Il Serpeverde, svitò il tappo della Burrobirra e la sorseggiò lentamente, inchiodando Harry con lo sguardo:
'Lo so, Potter. Un pensiero troppo profondo perché un superficiale e spocchioso ragazzino viziato potesse concepirlo.  Ho vissuto nel lusso, avevo tutto e non sapevo cosa significasse non avere niente. Per me eri solo un bastardo sempre un gradino sopra di me, un gran rompipalle che l'aveva sempre vinta, che tutti ammiravano e che aveva rifiutato la mia offerta di amicizia perché, evidentemente, si sentiva superiore. Era stata un'offerta forzata, lo ammetto, ma anche dettata dalla curiosità e che ha determinato il mio odio per te, da quel momento in poi.'

Harry sospirò ripensando al vecchio Malfoy e studiando quello che ora aveva davanti: 'Allora, sei cambiato Malfoy?'
Draco si lasciò sfuggire una risatina isterica. 'Tu che cosa credi, Potter? Sono stato un rammollito e un idiota, adesso devo subirne le conseguenze. Mi toccherà affrontare per anni, o per sempre, il peso degli sguardi sospettosi della gente perchè, costretto o no, sono stato dalla parte di Voldemort... Non so se sono cambiato, come dici tu, ma sto cominciando a capire'

Harry osservò il ragazzo di fronte a lui, così schivo e nervoso, mentre stritolava fra le mani la bottiglia appena cominciata.
Checché ne dicesse lui, ormai intradevedeva un ragazzo molto diverso da quello conosciuto anni fa, nel negozio di Madama McClain.
Tutti i tormenti che aveva sopportato, le torture che aveva visto infliggere, la paura e le perdite gli avevano aperto gli occhi.
Era come se Malfoy fosse maturato d'improvviso e nel peggiore dei modi: soffrendo.
Aveva visto con i suoi occhi a cosa avevano portato i pregiudizi, retrogradi ed ingiusti, che gli erano stati inculcati sin da piccolo.
Harry sapeva che ormai non credeva più a tutte quelle assurdità sul sangue puro. Sicuramente era ancora molto scettico e prevenuto nei confronti dei babbani ma era certo che, con il tempo, avrebbe potuto smettere di guardarli con superiorità.

'Io non dubito di te, Malfoy' sussurrò, fissando un punto imprecisato al di là della testa bionda che aveva di fronte.
Seguì un breve silenzio, fino a quando Harry non focalizzò nuovamente con lo sguardo il volto contratto e confuso del Serpeverde,che allora parlò : 'Perché? Proprio tu, fra tutti... non dubiti di me?'
'Perché ti ho visto.' rispose semplicemente.

Il biondo sbuffò, infastidito dalla risposta criptica: 'Si mi hai visto, infatti non hai fatto altro che guardare in questi giorni. E hai visto Malfoy il bastardo, solo come uno sfigato e da uomo d'onore quale sei, hai deciso di mettere da parte i rancori passati e di correre in aiuto del povero Serpeverde depresso! Beh, sappi una cosa Potter, avrò anche perso il rispetto di tutto il mondo magico ma ho ancora la mia dignità e non ho bisogno della tua pietà! Cosa ti passa per la testa?! Mi chiedi se sono cambiato Potter..  forse no! Non implorerò il tuo aiuto in ginocchio! Mi hai già aiutato abbastanza durante i processi. Va a fare l'eroe con qualcun'altro.'   

Harry ascoltò pazientemente lo sfogo del Serpeverde senza interromperlo, poi scosse la testa esasperato:
'Ti sbagli. Non ti sto osservando perché mi fai pena, nè perché ti voglio salvare. Tu sei cambiato Malfoy e io ti ho visto. Non ho testimoniato a tuo favore per pena ma perché credevo nella tua innocenza.
Io ti ho visto abbassare la bacchetta, sulla Torre di Astronomia. Ti ho visto odiare te stesso, in una delle mie incursioni nella mente di Voldemort, mentre per non perdere la tua vita, obbedivi ai suoi ordini meschini. Sono stato catturato e trascinato a casa tua dove,  dopo sei anni di scuola insieme, hai affermato di non riconoscermi. So che ti eri reso conto di essere dalla parte sbagliata. E ti ho visto passare dalla nostra parte Malfoy, ti ho visto combattere.'

Cadde il silenzio fra loro, Draco non staccava gli occhi da Harry e parve studiarlo, per essere certo di non essere preso in giro.
Poi la sua espressione cambiò, un lampo di consapevolezza attraversò il suo volto: 'Sapevo che eri tu, con quel tuo dannato mantello!' esclamò all'improvviso.

'Come, prego?' chiese Harry, aggrottando la fronte.
'Tu hai schiantato un Mangiamorte che voleva uccidermi. Vero? Andavi in giro sotto il Mantello dell'Invisibilità per non farti ammazzare.' ribadì Draco, puntandogli il dito contro.
'Ah, quello' disse Harry, perplesso 'Sì, ero sotto il mantello con Ron e Hermione e sì, ho schiantato io il Mangiamorte che ti aveva preso di mira. Ma non stavo tentando di nascondermi per non essere ammazzato, stavo andando da Voldemort ed era necessario fare in fretta.'
Draco sbuffò ed alzò le mani in segno di resa 'E va bene, ci rinuncio, non metterò mai più in dubbio la nobiltà delle tue azioni! Comunque, potevi lasciare a me quel Mangiamorte, era tutto sotto controllo... o forse, ci provi gusto a darmi motivi per sentirmi in debito con te?'
Harry sfoderò un sorriso ghignante: 'Mi sembravi in difficoltà, Malfoy! Non ho potuto fare a meno di intervenire.'
Draco lo fulminò con lo sguardo: 'Non ero in difficoltà e non prendermi per il culo! Ho dovuto vedermela con parecchi di loro, dopo che tu sei sparito!'
'Si si, lo so. Ed è proprio questo il punto! Io ti credo, quindi mi piacerebbe stabilire una tregua. Che ne dici?' propose in fine, guardando senza troppe speranze il volto corrucciato del Serpeverde.

'Se questo è una specie di scherzo o di presa in giro, sappi che non ci sto. Sai, sono cresciuto io e non ho più voglia di giocare con te a chi è il più stronzo'
Harry si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo. Ma quanto era diffidente?! : 'Sto cercando di ricomiciare, va bene? Tra pochi mesi usciremo di qui e tra le cose che ho intenzione di fare prima di andarmene, c'è anche mettere in chiaro le cose con te. Ti va?'  
Il Serpeverde sbuffò ed incrociò le braccia al petto: 'Ci proverò, ma non prometto niente, le abitudini sono dure a morire. E poi non sono sicuro che i tuoi amichetti saranno contenti di vederti fare l'amicone con me'
Harry sorrise soddisfatto e scrollò le spalle risoluto: 'Dovranno accettarlo'

Draco continuò a guardarlo con espressione scettica, ma cambiò discorso: 'A proposito di questo, che diavolo ci fai qui da solo?  Dov'è finita la tua scorta di fiducia?'
'Ron e Hermione sono una coppia' rispose Harry, inarcando le sopracciglia.
Draco alzò gli occhi al cielo 'Come se non lo sapessi! Cosa c'entra questo?'
'Beh, li ho lasciati un po' da soli ' disse scrollando le spalle.
'E non hai trovato nessun altro da portarti dietro? La scuola è piena di gente che farebbe la fila per farsi un sorso di Burrobirra insieme a te'
'E tu perchè sei venuto qui da solo?' ribattè Harry, osservandolo mentre buttava giù l'ultimo sorso di Burrobirra.

Ancora non riusciva a capire il senso di scendere al villaggio da solo, per bere una Burrobirra da solo.

'Sono abituato a stare da solo, Potter' disse secco il Serpeverde, abbandonando la bottiglia vuota sul tavolo.
Harry si lasciò sfuggire un sorriso: 'Beh, da ora in poi dovrai sopportare un po' di compagnia'
Draco sbattè le palpebre e poi arricciò il naso. 'Probabilmente mi pentirò di aver accettato la tua richiesta di tregua'

Poi si alzò in piedi e lasciò delle monete sul tavolo.

'Te ne vai?' chiese Harry alzandosi.
'Pensavo di comprare un paio di pergamene nuove e qualche... ma perché ti sto dando spiegazioni?' borbottò, buttandosi addosso il mantello.
'Perché vengo con te' rispose lui, affrettandosi a seguirlo.

'Sei una piaga Potter! Stai prendendo questa storia della tregua troppo seriamente!' si lamentò il biondino, tirando la porta.
'Sei tu che la prendi troppo alla leggera, e poi devo comprare un paio di cose anch'io' mentì Harry, con nonchalance.
In fondo non aveva niente di meglio da fare.
Draco fece del suo meglio a fingere che Harry non esistesse, camminando impettito.

Svoltarono in High Street e si fermarono davanti al negozio di piume Scrivenshaft.
Entrarono e Draco fece una scorta di pergamene e inchiostro.
Harry, che per non apparire pesante girovagava nel negozio per conto suo, afferrò un paio di articoli a caso. Quando si voltò, il Serpeverde era immobile e con gli occhi fissi su una bella piuma argentata.
Fece per prenderla, ma all'ultimo momento ritirò la mano e si diresse al bancone.
Harry lo raggiunse ed entrambi pagarono la merce in silenzio.

Quando furono di nuovo in strada, Harry sbattè contro un uomo tarchiato, che portava sotto il braccio una zucca grande quasi quanto quelle dell'orto di Hagrid.
'Scusi' bofonchiò Harry, massaggiandosi il naso.
'Accidenti! Guarda dove metri i pi- Ooh, signor Potter, sono mortificato!' balbettò l'uomo, quando riconobbe chi aveva di fronte.

Ma Harry non gli badò e si affrettò ad affiancare Malfoy: 'Cavolo, tra pochi giorni è Halloween!'
'E allora?' disse Draco, sospirando.
Si strinse nelle spalle. 'Hai saputo che alcuni ragazzi del settimo anno stanno organizzando una festa... non autorizzata?'
Gli parve che la notizia giungesse nuova a Malfoy, data la sua espressione interdetta.
'Hai capito San Potter! Come mai non sei corso dalla Preside a spiattellare tutto?'
Harry non poté fare a meno di ridere: 'Dici sul serio? In tutti questi anni di scuola, Malfoy, sono sicurissimo di aver infranto almeno il doppio delle regole che hai infranto tu!'
'Tanto di cappello, immagino che sarà una delle tante cose di cui potrai vantarti con i tuoi figli, un giorno' rispose Draco, sarcasticamente.
Harry alzò gli occhi al cielo. 'Allora, ci vieni o no? '

Per quanto sembrasse improbabile tale prospettiva, visto il modo in cui ultimamente il Serpeverde tendeva ad isolarsi, non aveva potuto fare a meno di chiederglielo.

'Perché dovrei venire ad una festa di cui neanche conoscevo l'esistenza fino a due secondi fa? Probabilmente non sarebbe gradita la mia presenza e dovresti saperlo.'
'Oh andiamo Malfoy, non c'è mica una lista degli invitati! Qualcuno ha pensato: Ehi, il giorno dopo il banchetto di Halloween è domenica, perché non facciamo qualcosa fino a tarda notte? Ed è andato in giro per la scuola a chiedere aiuto per l'organizzazione. Probabilmente gli unici a non saperne nulla saranno gli alunni dei primi anni.'

Non sapeva bene perché fosse tanto importante che Draco participasse al party clandestino. Ma in fondo, se voleva che lui e Malfoy andassero d'accordo, doveva passare del tempo con lui e conquistare la sua fiducia.

Draco continuò a camminare senza degnare Harry di uno sguardo, ma scosse la testa con espressione incredula.
'Mi spieghi chi è il genio che pensa che sia possibile fare baldoria da qualche parte nel castello senza che nessuno se ne accorga? E quale sarebbe il luogo tanto sicuro in cui festeggiare? Una delle Sale Comuni a cui qualsiasi professore responsabile della Casa può accedere con facilità?'

Harry esitò per un momento, prima di rispodere.
Non era sicuro della reazione che le sue parole avrebbero scaturito e temeva di allontanare Draco proprio ora che sembrava accettare, seppur con reticenza, la sua presenza.
Probabilmente avrebbe fatto meglio a starsene zitto e lasciar perdere quella stupida festa, aveva parlato a vanvera senza riflettere e si maledisse mentalmente.
Il silenzio durò un minuto di troppo e Draco rallentò il passo per squadrarlo con aria interrogativa: 'Cos'hai adesso, ti ho smorzato l'entusiasmo? Non dirmi che non ci avevi pensato! Cavolo, ho sempre pensato che fossi un po' tardo ma-'
'Il posto c'è, è sicuro e l'organizzazione è impeccabile' borbottò, interrompendolo.
Draco inarcò le sopracciglia incredulo: 'E dove? Nella Camera dei segreti?' chiese lasciandosi sfuggire una mezza risata.

Harry rimase interdetto per qualche secondo: 'Sai che non ci avevo pensato? Certo sarebbe stato un po' lugubre. Ma probabilmente dando una ripulita con la magia avremmo potuto rimediare: sai, anni fa ci fu un crollo. Però Ron e Hermione ci sono tornati, una volta, quindi immagino che sia ancora praticabile, chissà.'

Si godette l'espressione stupefatta del Serpeverde e poi scoppiò a ridere.

'Mi prendi in giro?' si lamentò Draco, ma con una nota di sincera curiosità.
Harry cercò di smettere di ridere: 'In un certo senso si, però ho detto la verità'
Draco scosse la testa per un po', mentre attraversavano i cancelli di Hogwarts in silenzio.

Harry lanciò un occhiata in direzione del Castello e del parco: regnava una quiete insolita. Quasi l'intera scolaresca dal terzo anno in su, si trovava ad Hogsmeade.

Fece almeno altri cinque passi prima di accorgersi che Draco si era fermato. Si voltò e tornò indietro, preoccupato.

'Tutto bene?' domandò quando lo raggiunse.
Draco aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma parlò prima che Harry potesse chiedergli di nuovo cosa fosse successo: 'Credevo...' deglutì, 'credevo che quella stanza non...'

Allora si rese conto che Malfoy aveva capito il luogo della festa, prima che lui si decidesse a spiegarsi: la Stanza delle Necessità.

'Lo credevo anch'io. Quando ho saputo della possibile riapertura della scuola ne ho parlato con la Mcgranitt: era impensabile non farlo dal momento che nel corso degli anni è capitato che alunni si imbattessero nella Stanza delle Necessità per puro caso...Si doveva trovare una soluzione e ci siamo resi conto che rendere quel corridoio semplicemente proibito, non sarebbe bastato. Per esperienza personale, sapevo che questo avrebbe reso più alto il rischio che qualcuno ci si recasse per pura curiosità, per sfida o per il gusto di infrangere le regole'
Harry parlò con calma, attento alle reazioni che le sue parole suscitavano.
Fece una pausa quando Malfoy si riscosse dalla sua immobilità. Ricominciò a camminare e lui lo seguì, confuso: forse non voleva sapere il resto e restò zitto fino a quando non raggiunsero il castello.

Draco sembrò dirigersi automaticamente verso i sotterranei, ma poi cambiò idea. 'Allora cosa avete fatto?' chiese.
E Harry si sentì un po' sollevato, aveva temuto di aver azzardato troppo.
 'Abbiamo controllato, era l'unica cosa da fare. Nonostante il rischio fosse alto, meglio farlo prima che rischiare che uno studente si ferisse... o peggio.'

Harry si sentiva lo sguardo di Draco addosso. Uno sguardo astioso, a tratti sprezzante. Ma negli ultimi anni aveva imparato un po' a capirlo: che fosse un arrogante e un egocentrico, lo sapevano tutti, e Harry ne era convinto. Ma a volte Draco usava quel suo brutto carattere per nascondere il proprio dolore, lo aveva notato durante il sesto anno.
Questo era uno di quei momenti. Era ovvio che quell'argomento fosse delicato, che il pensiero di Tiger lo facesse soffrire.
Eppure guardava Harry con sdegno e superiorità: una maschera di indifferenza.

'Una parte di me era convinta che la Stanza fosse ormai distrutta, ma non potevamo liquidare la questione andando per ipotesi, ci serviva una certezza, ma eravamo preoccupati per ciò che avremmo potuto trovare. Quel tipo di magia,' disse, esitando a nominare l'Ardemonio, 'è difficile da controllare anche per chi ne ha familiarità. Abbiamo cercato informazioni, ma abbiamo ricavato solo nozioni di cui eravamo già a conoscenza, nulla che dicesse come fermarlo o sopraffarlo. Spiegazioni, anche dettagliate, di come evocarlo e le condizioni necessarie da soddisfare per controllarlo: una forte tempra, forza e soprattutto volontà di dominarlo e di usarlo. Un po' come le Maledizioni Senza Perdono... ma mille volte più difficile.'
Harry sentì un eco nella sua testa "Devi volerlo, Potter!" . Un ricordo lontano che ricacciò via, come aveva imparato a far spesso negli ultimi tempi.
Malfoy non parlava, così continuò a raccontare: 'Forse l'incantesimo svanisce col tempo anche quando l'autore di esso ne perde il controllo, forse no. Non lo sapevamo. Volevamo cercare più a fondo, negli eventi del passato perché era impossibile che fosse l'unico caso nel mondo, ed era impossibile che nessuno fosse mai riuscito a fermarlo nella Storia del Mondo Magico, altrimenti non saremmo qui; ma non avevamo più tempo: Hogwarts doveva riaprire al più presto.'

Ripensò al timore sul volto della Mcgranitt, ai suoi avvertimenti.

'È stata una mia idea. La Mcgranitt avrebbe preferito aspettare, studiare meglio il caso. Ma non l'ho ascoltata. Mi sono comportato da egoista, lo ammetto. Era passato poco tempo da... quel giorno. Non ero lucido... Mi son detto che nel peggiore dei casi l'avrei sigillata immediatamente. Ho provato l'unica cosa che mi dava un minimo di speranza di non trovarmi faccia a faccia con l'Ardemonio: ho evocato la Stanza, ma non ho chiesto di far apparire la Stanza delle Cose Nascoste,'
Draco trasalì, ma Harry ora era troppo assorto per notarlo: 'ho desiderato di rivedere il Quartier Generale dell'E.S. Ero sicuro che non avrebbe funzionato, ero convinto che avrei riaperto gli occhi e mi sarei ritrovato a fissare un muro vuoto. Invece è apparsa, la porta era lì. Non potevo credere che fosse sopravvissuta anche a quello, eppure si è rivelata come se non fosse successo nulla. Quando ho spalancato la porta, non c'era traccia di distruzione. Era tutto come lo avevamo lasciato l'ultima volta.'

A quel punto, si riscosse dalle immagini che aveva ripercorso nella sua mente, e guardò il ragazzo a pochi passi da lui.

Sembrava teso, come se Harry gli stesse rivelando un tremendo delitto. 'Il fuoco esiste solo nella Stanza delle Cose Nascoste, sembra assurdo, ma è così.'

L'espressione di Draco non cambiò e quando rispose, le sue parole suonarono cariche di accusa: 'Non hai trovato niente, quindi va bene così vero? Ti sei tolto un pensiero! Fantastico. E già che ci siamo, organizziamo una festa nel luogo in cui qualcuno è morto! Perché no? In fondo a chi importava di lui?'

Harry si sentì punto sul vivo e tentò di replicare, ma dovette interrompersi quando Draco lo spinse contro il muro, accanto all'entrata dei sotteranei: 'E dimmi, caro eroe, se qualcuno adesso cercasse quella stanza, quella in cui il fuoco esiste, che cosa succederebbe?'

'Malfoy,' ribattè Harry, senza fare una piega, nonostante l'improvvisa aggressione 'ti ricordi di Remus Lupin?'
Vide lo sbigottimento comparire sul viso del Serpeverde, che con un imprecazione sibilò: 'Cosa diavolo c'ent-'

'Ti ricordi di lui?' insistette Harry, 'E di sua moglie, Nymphadora Tonks? Immagino di si, eravate parenti. Sai, sono morti : qui, nel Castello, quel giorno. Lupin guidava un gruppo che dava battaglia all'esterno, Tonks era arrivata successivamente ed era corsa a cercarlo. Il loro bambino ora è un orfano: Teddy, il mio figlioccio, il nipote di tua zia. Ed è successo qui, dove ormai da un paio di mesi gli studenti passeggiano tranquilli, ridono, scherzano. E poi c'era Fred Weasley, di lui ti ricorderai benissimo. Eravamo appena usciti dalla Stanza delle Necessità, avevamo sentito duellare e siamo corsi da Fred e Percy Weasley che combattevano contro O'Tusoe, Ministro sotto effetto di Imperius e un altro Mangiamorte. Li avevamo battuti, ci stavamo concedendo solo un secondo, un secondo di tregua...ma poi... un'esplosione, un crollo... Sotto quel crollo, Fred Weasley è morto. E sai cosa ho visto in questi mesi Malfoy? Ho visto mezza Hogwarts attraversare quell'esatto corridoio, senza battere ciglia. Li ho visti osservare la nicchia in cui adagiammo il suo corpo, senza davvero vederla, senza neanche un accenno di tristezza o dolore, ho visto coppie appartarsi in quell'angolo... Mi sono dovuto rassegnare al fatto che Hogwarts è rinata per questo motivo, che la morte di Fred o di Remus, non saranno profanate dai ragazzi che festeggeranno la fine degli esami in questi corridoi. Perché la Guerra è servita proprio per permettere loro di farlo ancora: di vivere, di ridere, di festeggiare. Ma devo chiederti scusa, è stato terribile chiederti di venire ad una festa nella Stanza delle Necessità, era tuo amico e ti capisco. Non voglio farti credere che io abbia pianto per Tiger, o sofferto per lui - dopotutto ha cercato di uccidermi - ma sono convinto che nessuno meriti di morire così.'

Draco lo lasciò andare e indietreggiò di qualche passo : 'Ovviamente hai sempre ragione tu Potter' disse, evitando il suo sguardo.
Harry scosse la testa, desolato: 'Ho solo avuto più tempo per abituarmi alla perdita di persone care, tutto qui. Avresti dovuto vedermi tre anni fa: non ti sarei sembrato affatto più ragionevole di quanto lo sia tu'

Draco sospirò e sembrò indeciso se continuare la conversazione o andare a rintanarsi nella Sala Comune. Qualcosa sembrò trattenerlo, si sedette su un gradino e parlò senza alzare la testa: 'Non mi hai risposto, Potter'
Harry aggrottò la fronte: 'Di cosa parli?'
'Se stanotte un alunno del primo anno andasse in giro per il castello, cercando un luogo adatto a nascondere un oggetto proibito... Se, per caso s'imbattesse nel corridoio della Stanza delle Necessità, che cosa succederebbe?'

Draco non parlava più con tono accusatorio, sembrava ormai rassegnato al fatto che il Grifondoro avesse pensato anche a questo.

'Si intrufulerebbe in una stanza praticamente vuota, tranne che per una vecchia Mimbulus Mimbletonia rinsecchita' rispose Harry, prontamente.
Draco alzò la testa e la sua espressione passò dal sorpreso all'esasperato in meno di un secondo: 'Cosa dovrebbe significare?'
Harry si sedette accanto a lui, reprimendo a stento un sorriso: 'Neville è stato fondamentale per concludere la faccenda. Probabilmente non lo sai, ma lui è la persona che ha passato più tempo in quella Stanza: praticamente è il maggior esperto in materia. Durante il settimo anno è riuscito a trasformarlo in un vero e proprio rifugio e via di entrata per la resistenza: è da lì che sono arrivato ad Hogwarts. Quando Neville è arrivato ci siamo messi a lavoro. Dovevamo pensare al modo migliore e completo di chiedere alla Stanza di non far apparire mai più il luogo in cui molto probabilmente esisteva ancora l'Ardemonio. Bisognava individuare ogni possibile scappatoia. Quando alla fine le abbiamo provate tutte, non ci restava altro che rischiare e tentare di rievocare la Stanza delle Cose Nascoste.'

Draco non si perdeva neanche una parola, voleva essere certo di non vedere falle nella soluzione messa in atto da Harry.

'Le prime volte, abbiamo chiesto in maniera specifica della vecchia Stanza, con varie formule di pensiero e la porta non è mai apparsa. Poi, in maniera vaga, abbiamo chiesto di una Stanza in cui poter nascordere una vecchia pianta puzzolente che Neville non poteva più curare. La porta è apparsa e quando siamo entrati, ci siamo ritrovati in un magazzino pieno mensole, scaffali e cassetti vuoti. Era immensa e tutta nuova, perché eravamo i primi ad averla evocata. Neville aveva con sè una Mimbulus Mimbletonia ormai rinsecchita che la professoressa Sprout aveva dato per spacciata, così l'abbiamo lasciata lì. Abbiamo evocato la stanza molte altre volte e in modi diversi ed è sempre comparsa quella.'
Draco annuì: 'Sembra proprio che tu abbia fatto le cose per bene... quindi, ci sarà una festa di Halloween...'

Sembrava proprio che parlare di quella festa con disinvoltura gli costasse uno sforzo immenso.

Harry lo apprezzò per il tentativo: 'Ci sono molte persone che nel corso del quinto e poi dell'ultimo anno sono venute a conoscenza della Stanza delle Necessità e quando Neville mi ha detto che avevano chiesto il suo aiuto per organizzare una festa, era già impossibile impedirlo. E, tutto sommato, sarebbe stato anche ingiusto da parte mia: non possiamo costringere il mondo a vivere il nostro dolore, siamo noi che dobbiamo andare avanti ' disse stringendosi nelle spalle. Poi sospirò: ' Mi dispiace di averti chiesto di venire, mi sono reso conto di ciò che stavo dicendo solo quando mi hai chiesto dove si sarebbe tenuta la festa.'

Draco sbuffò: 'Non è che stai parlando con la persona più sensibile del mondo Potter, anche se lo avessi fatto di proposito non potrei biasimarti... Lo so, lo so non lo faresti mai' aggiunse prima che Harry potesse puntualizzarlo.

'Senti... Come hai fatto a superarlo? Come... fai a non pensare al gemello dei Weasley quando...'
'Non l'ho superato credo,' rispose Harry stringendosi nelle spalle: ' continuo a pensare a lui guardando quella nicchia o altri mille posti in cui ho riso con lui... Ho solo imparato a conviverci. Devi farlo a un certo punto, devi pensare a lui, ingoiare il dolore e andare avanti. Pensa a Ron e alla sua famiglia... Hanno perso un figlio, un fratello. Non potranno mai, mai smettere di soffrire per la sua scomparsa. Allo stesso tempo, non possono fermarsi a quel momento. Non possono smettere di vivere... Devono andare avanti, devono perseguire i loro sogni, i loro desideri, devono essere felici. Altrimenti nulla avrebbe più senso, la vita stessa non avrebbe senso.'

Draco si stiracchiò e si mise in piedi, dirigendosi nuovamente ai Sotteranei: 'Forse dovrei venire a quella festa... Forse se continuo ad evitare quel posto non smetterò mai di pensare di trovare l'inferno ad aspettarmi oltre la porta.'

Harry avrebbe voluto seguirlo ma sembrava proprio che Malfoy ritenesse opportuno dividersi ormai, così non si mosse e lo osservò allontanarsi, chiedendosi se alla prossima occasione Malfoy lo avrebbe evitato come al solito.

1.3 - Now, I bet with destiny

Quando finalmente Ron e Hermione tornarono nella Sala Comune, Harry ripensò al terzo anno, quando ancora non aveva il permesso di visitare il vilaggio a differenza dei due amici che, in quel momento avevano l'esatta espressione di chi si era goduto a pieno la giornata di libertà, mentre Harry li aspettava, nella poltrona accanto al fuoco.

Tuttavia, questa volta non era affatto insoddisfatto della sua giornata e si chiedeva cosa ne avrebbero pensato Ron e Hermione.

Ron sprofondò nella poltrona accanto alla sua e la trascinò rumorosamente accanto al fuoco.

'Com'è andata la giornata?' chiese, srotolandosi la sciarpa dal collo.
Hermione si acciambellò sull'ultima poltrona libera: 'Ho visto Neville passeggiare assieme ad Hannah un ora fa! Che ti dicevo?' esclamò raggiante.
'Si, io e Seamus lo abbiamo convinto ad andare a parlarle ai Tre Manici di Scopa' disse Harry, sorridendo: ' Sembra che le cose siano andate bene!'
Ron ridacchiò: 'Hermione ci aveva visto lungo, come al solito. E Seamus dov'è finito?'
Harry si strinse nelle spalle: 'Beh, stavamo parlando del fatto che Mandy fosse costretta a rimanere al castello e si è reso conto che andare in giro per il villaggio a divertirsi non fosse proprio carino da parte sua, dato che in principio avevano un appuntamento. Quindi è corso qui a cercarla, fingendo fosse stata una sua spontanea galanteria!'

Ron scoppiò a ridere, mentre Hermione lo osservò con un sorriso di scuse: 'Dunque alla fine ti abbiamo lasciato solo sul serio! Potevi cercarci sai, per lo più abbiamo girovagato tra Mielandia e la Stamberga Strillante.'
'Quindi te ne sei tornato al Castello alla fine?' chiese Ron, che tirò fuori un sacchetto di piume di zucchero filato e ne offrì l'ultima rimasta all'amico.

Harry accettò il dolce, e parlò con non curanza: ' In realtà ho incontrato Malfoy. Abbiamo parlato un po'.'
'Dici sul serio?' chiese Hermione, sorpresa: 'Cosa voleva dirti?'
Ron sembrava altrettanto curioso.

Harry aggrottò la fronte: 'Perchè date per scontato che lui volesse dirmi qualcosa?'
'Per quell'episodio in classe, è chiaro' disse Ron, stringendosi nelle spalle.
Hermione annuì: 'Ricordi quando Malfoy ti fermò alla fine della lezione di Pozioni? Ci siamo chiesti cosa volesse da te e perché quel giorno si fosse tirato indietro.'

Harry già considerava assurdo il fatto che Hermione non si fosse minimamente resa conto di ciò che pensava di Malfoy, ma che addirittura non avesse notato le palesi e, talvolta, inopportune occhiate che aveva continuato a lanciare al Serpeverde, solo per avvicinarlo era incredibile.
Si aspettava di sentirle dire: 'Era ora che ti decidessi a parlargli una volta per tutte' e che Ron annuisse, nonostante la diffidenza, perché Hermione glielo aveva fatto notare.
Forse il fatto che il loro fosse un anno importante e difficile la distraeva abbastanza, probabilmente in classe non notava altro che non fossero le nozioni fornite dagli insegnanti.

'In realtà quella volta sono stato io a cercarlo e lui si è fermato nell'aula per sentire cosa avevo da dirgli. Ma quando siete apparsi voi due, non mi ha dato il tempo di parlare e se n'è andato.'

Hermione sbattè le palpebre allibita e Ron la fissò con espressione confusa, prima di rivolgersi a lui:
'Quindi abbiamo frainteso, beh... Che cosa volevi dire a Malfoy?'
Hermione se ne rimase in silenzio, era chiaro che ritenesse quella svista una specie di affronto alla sua perspicacia, quindi lo stava ascoltando con maggiore attenzione.
'Nulla di particolare, in realtà. Ma devo ammettere che dopo quello che ha fatto ero un po' curioso. Se avessi lasciato le cose come stavano probabilmente ognuno di noi avrebbe fatto la sua vita, magari incrociandoci ogni tanto e scambiandoci solo un cenno di saluto. In tutta onestà, ho preferito parlargli e scoprire come stesse, ora che ha smussato un po' le sue convinzioni.'

Per almeno due minuti buoni i due amici non commentarono, così Harry rimase lì a fissare il fuoco scoppiettare. Poi Hermione si decise a ribattere:
'Non dico che tu non abbia ragione, so benissimo che è passato dalla nostra parte eccetera eccetera. Ma sai anche tu che Malfoy è un gran presuntuoso e non sono sicura che possiate andare d'accordo.'
Ron sghignazzò: 'Hermione non credo che Harry lo abbia dimenticato, stiamo parlando di Malfoy! Si, ci ha scambiato due parole, va bene, questo non cambia nulla. Non è che uno possa cambiare il proprio carattere dall'oggi al domani: quel tipo è uno spocchioso bastardo.'

Harry rimuginò per qualche secondo prima di rispodere. Si era reso conto che finalmente Hermione sembrava aver carpito i suoi pensieri.
'Ho intenzione di continuare a parlargli, se è questo che volete sapere' confessò tranquillo, portandosi il dolce alle labbra.
'E perché?' chiese Ron, incredulo.
Hermione incrociò le braccia al petto: 'Harry ha deciso di avere un rapporto amichevole con Malfoy, Ron.'
Harry annuì e Ron spalancò la bocca: 'Sei proprio sicuro? Harry, lo sai com'è Malfoy! Sai che belle conversazioni verranno fuori: Oh, ciao Sfregiato, grazie per aver mandato mio padre in carcere. Oh ma guarda sei in compagnia di una Sanguesporco e dello straccione traditore del nome di mago. Scommetto che andrete molto d'accordo!'
Hermione non commentò la predica di Ron, quindi Harry dedusse che fosse d'accordo con lui.

'Sentite, lo so com'è fatto Malfoy d'accordo? Probabilmente mi farà esplodere il cervello, con i suoi modi da spaccone e le sue battutine retrograde ma credetemi se vi dico che sarà già tanto che vi rivolga la parola. E non per superiorità ma perché è schivo e diffidente. Si è ritrovato a capire di aver offeso e odiato tutta la gente che aveva ragione e di aver adorato chi invece aveva torto. Nessuno si fida di lui, ma ancora di più lui non si fida di nessuno. Ha combattuto contro Voldemort, assicurandosi il disprezzo di quelli che erano i suoi alleati e tuttavia non verrà mai apprezzato da noi, perché per troppo tempo ha ceduto alle ridicole idee inculcatogli da suo padre. Non è un santo, non ha un carattere facile. Ma dovrò sopportarlo e imparare a conoscerlo. Credo che meriti di avere la possibilità di guadagnarsi la mia fiducia. Voi non dovete farlo perché lui capirebbe che lo state prendendo in giro e che in realtà preferireste non parlargli mai più: vi basterà accettare che io ho un pensiero diverso dal vostro.'

'D'accordo, non ti faremo più la predica!' Hermione cedette e diede un buffetto a Ron che stava grugnendo il suo disappunto:
'E va bene! Fai come vuoi, non hai niente da perdere. Se alla fine non lo sopporterai più la questione si concluderà. Se invece adrete d'accordo... Beh, dovrò pagarti qualcosa da bere amico perché non scommetterei nemmeno uno zellino su questa nuova grande amicizia!'
Harry scoppiò a ridere soddisfatto: 'Mi sembra corretto!'

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


I start from you.

Capitolo 3

2.1- Walk close to me, talk to me, look at me: I'm here... What do you see?

'Siete quasi in ritardo' Era lunedì mattina e Hermione aveva già terminato la colazione quando Harry e Ron la raggiunsero in Sala Grande, mentre era immersa nella lettura della Gazzetta del Profeta recapitatale dai gufi una decina di minuti prima.

'Appunto: quasi' sottolineò Ron, sedendosi alla sua destra.
Harry lo seguì, sbadigliando rumorosamente.

'Probabilmente restare in piedi fino a tardi per terminare un'inutile partita a scacchi non è stata una delle vostre idee migliori, men che meno iniziarne un'altra per dimostrare che- che cosa volevi dimostrare Ron?'
'Che il fatto che io utilizzassi una vecchia scacchiera, con dei vecchi pezzi che, data l'infinita lista di vittorie ottenute insieme, si fidano completamente del sottoscritto, non fosse in alcun modo il motivo per cui riesco a batterlo!' disse Ron solennemente, mentre si riempiva il piatto.
'Dimostrazione che gli ho dato sconfiggendolo anche utilizzando i suoi pezzi nuovi di zecca. E questo lo sapresti, se non fossi andata a letto appena abbiamo concluso la prima partita'

Harry gnugnì il suo entusiasmo riguardo la faccenda e si concesse un morso annoiato al pane tostato anche se aveva troppo sonno per sentirsi davvero affamato.

Hermione scosse la testa, contrariata: 'Certo che sono andata a letto, se non lo avessi fatto, avrei le tue occhiaie e l'espressione fiacca e disfatta di Harry!'

Harry abbandonò il pane tostato al secondo morso rinunciando del tutto e si spaparanzò sul tavolo, nascondendo il volto fra le braccia.
Hermione provò a destarlo ma ricevette solo borbottii di protesta.

'Sembra che Malfoy continui con il suo proposito di isolarsi da tutta Hogwarts' disse in fine, catturando la sua attenzione.
Harry emerse dal tavolo e setacciò quello Serpeverde con lo sguardo.
In effetti Draco sedeva lontano da qualunque altro studente intento a fare colazione ed era immerso in una lettera che doveva essergli stata recapitata prima che Ron e Harry raggiungessero la Sala.

'Beh, ve lo avevo detto no? Immagino che dovrò essere io a rivolgergli la parola' biascicò, raddrizzandosi.
All'improvviso Hermione scoppiò in una risata quasi sguaiata, attirando diversi sguardi: 'Hai sempre avuto una chioma difficile da domare ma oggi...! Oggi hai raggiunto l'apice, Ron ti prego guarda i suoi capelli!'
Ron dopo un po' si unì a lei e finirono entrambi per asciugarsi le lacrime.
'È solo che oggi non ho avuto tempo di sistemarli come al solito...' sbuffò Harry alzandosi.
'Ah, di solito li sistemi?' sussurrò Ron, soffocando un altra risata.


La classe di incantesimi del settimo anno era piuttosto rumorosa quella mattina.
Nonostante il minuto professore fosse alle prese con un'intricata spiegazione, veniva ripetutamente interrotto dai quesiti dei suoi allievi, e tra una domanda e l'altra la classe commentava a voce alta, trasformando il tutto in un caotico vociare.
Malgrado ciò, il professor Vitious sembrava entusiasta di tanto interesse e tollerava il caos con allegria.

'No, signor Finnigan, se non vi attenete in maniera scrupolosa al procedimento che vi sto mostrando potreste causare danni piuttosto gravi a voi stessi e ad altri' trillò, in direzione di Seamus, per poi volteggiare accanto a Blase Zabini : 'Tieni la bacchetta con più decisione! Questo è l'esatto motivo per cui vi ho ammonito: una piccola insicurezza sarebbe la catastrofe. Questo incantesimo è molto raro e va usato solo in caso di assoluta necessità!'

Harry, dal canto suo, sentiva di avere una presa molto salda e sicura sulla sua bacchetta di agrifoglio e si era maggiormente preoccupato di imparare per bene la formula. Era bello rendersi conto di avere ancora la possibilità imparare molte cose: di sicuro la guerra e la clandestinità dell'anno passato gli avevano dato modo di approcciarsi alla magia in maniera più intuitiva e naturale.
Si sentiva sicuro di se, pronto.
Anche il suo modo di vedere la magia era cambiato. Riusciva a percepirla, a sentire i cambiamenti da attribuire ad essa; "la magia lascia sempre tracce", questo lo aveva imparato da Silente.
Eppure avrebbe dovuto continuare ad approfondire le sue conoscenze, anno dopo anno, se voleva diventare un mago di tutto rispetto.

Quando mancavano ormai pochi minuti al termine della lezione si rilassò e la forza dell'abitudine deviò il suo sguardo a due banchi di disanza dal suo, dove sedeva Malfoy.
Aveva provato a raggiungerlo prima della lezione, ma Malfoy aveva lasciato la Sala con passo sostenuto ed aveva raggiunto l'aula prima che potesse avvicinarlo.
Poco male comunque, dato che non c'era nulla di più facile di sgusciare al suo fianco mentre la classe si spostava in massa verso porta.

Sistemò la sua roba in fretta e furia nella borsa giusto in tempo per la campanella, scivolò tra i compagni che si affrettavano ad alzarsi e affiancò Malfoy, che stava richiudendo le cinghie della borsa con calma.
Sembrò avvertire il suo sguardo insistente , alzò gli occhi e sospirò: 'Potter'
'Non avrai pensato che avessi già abbandonato i miei buoni propositi, vero?' chiese Harry, con tono innocente.

Malfoy si mise la borsa in spalla e si avviò alla porta, in coda dietro agli altri, con aria schizzinosa:
'Speravo solo di non averti tra i piedi tutto il tempo. Già di solito attiri troppa attenzione, ma oggi sei talmente sciatto che anche il tuo più lacrimevole adoratore penserebbe che tu abbia passato la notte in Guferia, insieme ai pennuti'
Harry si passò una mano nei capelli cercando di sistemarli.
'Fantastico, ora ti ci metti anche tu. È da quando ho memoria che provo a sistemarli, ma non c'è verso. Ci ho rinunciato anni fa. Tra te, Ron e Hermione, mi sembra quasi di risentire i miei zii!'

Harry intravide un fugace sguardo di Blaise Zabini, mentre passava loro accanto.
Gli era sembrato uno sguardo presuntuoso, tuttavia non riusciva a decifrarlo per bene, quel tipo: da quel poco che aveva potuto constatare nel suo rapporto con i Serpeverde negli anni passati, Zabini era sempre stato la persona più vanitosa sulla faccia della terra, dato che si sentiva una spanna al di sopra di tutti gli altri - Purosangue inclusi - . Probabilmente quello era il classico sguardo che riservava a chiunque.

'Forse non lo sai, ma esiste un aggeggio chiamato pettine. I babbani non lo usano?' continuò Malfoy, che quella mattina aveva i capelli impeccabili come sempre.
'Certo che lo usano e di solito funziona. Ma con me ha fallito miseramente'
Harry parlava senza pensare troppo, mentre registrava ogni sguardo sorpreso che li inseguiva fuori dalla porta.
Theodore Nott fissava Draco con occhio critico.
Lui, a differenza di Blaise, aveva avuto a che fare con qualche processo a causa di suo padre, che era un Mangiamorte come il padre di Malfoy. Era stato dichiarato estraneo ai fatti, dato che non aveva preso parte alla guerra: aveva lasciato la scuola quel giorno, insieme alla maggior parte dei Serpeverde.
Harry si chiese cosa pensasse ora un tipo come lui, che non era andato a sbattere contro i propri ideali come era successo a Malfoy.
Probabilmente era uno dei pochi a covare rancore nei suoi confronti.
Il resto della classe guardava lui, chi apertamente, chi di sottecchi.
Ron aveva alzato gli occhi al cielo e poi aveva riso ad una battuta di Hermione, l'unica che non aveva reagito vedendolo parlare con Malfoy.

In corridoio quest'ultimo, che sembrava fingere di ignorare gli sguardi che li trapassavano, fissava la chioma di Harry con attenzione quasi accademica.

'Sai, se i metodi classici non funzionano, noi maghi sappiamo miscelare diverse pozioni che potrebbero tornarti utili. E per quelli che sono troppo... maldestri...per saperne fabbricare una, esistono i negozi.'
Harry non raccolse le palesi provocazioni e lo fissò con un sorrisetto divertito: 'Maldestri?' ripetè, in tono canzonatorio. 'Stai cercando di essere gentile con me Malfoy?'
Draco inarcò le sopracciglia, piccato.
'Certo che no! Per quanto mi piacerebbe darti dell'idiota e dell'impedito, non posso obbiettivamente ritenerti un mago mediocre, altrimenti non saremmo qui. Quindi, da persona adulta ed obbiettiva, devo supporre che la tua poca dedizione alle Pozioni sia dovuta a distrazione, goffaggine e poca predisposizione alle materie che richiedono una mente libera e riflessiva. Sei troppo istintivo e impaziente.'
'Già, credo che qualcuno me lo abbia già fatto notare, in passato. Comunque riesco a strappare al professore qualche Oltre Ogni Previsione se mi concentro. Mi ritengo piuttosto soddisfatto dato che sembra proprio che non facciano per me' commentò, senza sapere bene perché stessero blaterando sulla sua attitudine in quella materia.

'Allora?' disse all'improvviso Malfoy, facendolo cadere dalle nuvole.
'Allora cosa?' chiese perplesso.
'Userai una pozione per sistemare la foresta che hai in testa?'
Lo disse con tono quasi derisorio, come se dover ricorrere a tali rimedi equivalesse alle tinte che le donne babbane usavano per nascondere i capelli bianchi.
Di sicuro se stava cercardo di convincerlo ad usarle, lo stava facendo piuttosto male.
'Non ho intezione di diventare schiavo di un intruglio solo per convicere i miei capelli a starsene giù. Andrebbe a finire che non potrei più farne a meno e in più butterei via un sacco di soldi per una scemenza. E poi, sinceramente, riesci a immaginarmi con i capelli impomatati e schiacciati in testa?'
Draco ghignò mentre imboccavano il passaggio per i sotteranei. 'In effetti perderesti tutto il tuo fascino da trasandato'

Avevano raggiunto l'aula di pozioni e quando varcarono la porta, Harry vide Ron e Hermione già seduti in terza fila.
Meditò per qualche secondo il da farsi, poi vide Malfoy avviarsi al suo solito posto in ultima fila e lo seguì: era abbastanza sicuro che di solito quel posto restasse vuoto, quindi non c'era rischio che qualcuno lo reclamasse.

'Comincio a pensare che in realtà ti piacciano, Malfoy. O forse sei invidioso? Hai paura che tutti quei trascorsi col gel ti facciano diventare calvo e vorresti la mia chioma indomita' lo punzecchiò, sedendosi in fretta accanto a lui.
Malfoy lo incenerì con lo sguardo: 'Prima di tutto perché diavolo sei ancora qui? In secondo luogo, io non diventerò mai calvo!'

Lumacorno entrò in aula con passo stanco, sembrava non aver affatto voglia di far lezione.
Si sedette alla scrivania e, con voce scocciata, spiegò brevemente che non avrebbero di certo interrotto il programma di distillare le pozioni e gli antidoti che avrebbero potuto richiedere all'esame, ma che quel giorno avrebbero fatto un ripasso teorico generale delle più importanti: così, in quattro e quattr'otto, li mise a leggere l'intero manuale di pozioni.

'Sbaglio o prima hai detto fascino?' sussurrò Harry a Malfoy, appena Lumacorno abbassò lo sguardo sulla Gazzetta del Profeta e sulla tazzina di tè che probabilmente aveva preso in prestito dalla scorta della professoressa Cooman.
'Come prego?' ribattè l'altro, ancora sdegnato dal trovarselo di fianco.
'È la seconda volta in un giorno che sei gentile con me, Malfoy' ribattè Harry, che si stava divertendo un mondo ad irritarlo.
Alla fine le vecchie abitudini in qualche modo venivano rispettate, nonostante sedessero amichevolmente uno accanto all'altro.
'No, è la seconda volta in un giorno che tenti di trasformare le mie palesi prese per il culo in gentilezze, è diverso Potter' rispose l'altro, che con un gesto secco nascose il volto nel libro di Pozioni, come a chiudere la conversazione.
'Beh, è molto più divertente osservare la tua faccia interdetta che offendersi per due battute sarcastiche, neanche tanto offensive!' commentò Harry, sfogliando il libro a casaccio, molto compiaciuto.
Aveva finalmente trovato il modo di controbattere in maniera efficace alle provocazioni. In passato si era arrabbiato, lo aveva preso a pugni e ora invece bastava una battuta imbarazzante a mettere a disagio Malfoy.
Draco mise giù il libro e fissò Harry con sguardo arrogante:
'Potresti evitare di blaterare? Ci stanno fissando tutti e pensa un po': mi ero abituato ad essere lasciato in pace'
Harry alzò lo sguardo dal libro e si guardò brevemente intorno.

Qualche curioso c'era, doveva ammetterlo, ma era troppo abituato ad essere additato ovunque per farsene un problema. Incrociò un'occhiata fugace di Hermione e la fulminò: se l'era aspettata da Ron, ma forse curiosavano a turni alterni.
Alla sua occhiataccia tuttavia, Hermione si rimise dritta e non si voltò più.

'I tuoi amici non sono entusiasti di me, vero? Ti avevo avvisato' disse Draco, che purtroppo non si era perso quello scambio di sguardi.
'Non c'è stato alcun problema, ho detto che intendevo frequentarti e la questione si è conclusa. Sono solo curiosi di sapere come andrà a finire, immagino'

Harry vide Seamus chinarsi sul banco dei suoi amici a sussurare qualcosa e poco dopo ritrarsi.
'Probabilmente Hermione avrebbe preferito che mi trovassi una fidanzata' borbottò, senza pensarci.

Quando si voltò a guardare Malfoy, un ghigno gli attraversava il volto: 'Dici sul serio, Potter? Sei il Salvatore del Mondo Magico e non riesci a trovarti una fidanzata?'

Si maledisse di aver pensato ad alta voce, ma la vista di Seamus gli aveva riportato alla mente la discussione sulla sua inesistente vita sentimentale.
Aveva perso terreno, ora era Malfoy a stuzzicarlo.

'Non è così semplice. Per quanto possa essere idilliaco adescare qualcuna sfruttando la mia fama e dimenticarla il giorno dopo... non fa proprio per me' cercò di darsi un tono, ma era difficile trovare qualcosa da dire di quell'argomento che non fosse imbarazzante.
Malfoy soffocò una risata, nascondedo il volto tra le pagine del volume di Pozioni.
'Andiamo, non dire idiozie. So per certo che durante il sesto anno hai ceduto alle avances di un paio di Corvonero e forse anche di qualche Grifondoro.'
Harry alzò gli occhi al cielo e maledisse chiunque si occupasse di mettere in giro i pettegolezzi.
'D'accordo, la storia del Prescelto mi ha fatto guadagnare qualche corteggiatrice, anche piuttosto incallita. Ma dimmi, secondo te un paio di pomiciate, neanche tanto gradite, significano cedere alle avances?'

Probabilmente avrebbe fatto meglio a tacere, dato che nel tentativo di porre fine alla questione non stava facendo altro che esporsi ancora di più al ridicolo: ora il Serpeverde lo avrebbe preso per il culo per l'eternità.
Harry Potter, il ragazzo che non sapeva niente di donne.

'Non dici sul serio' sussurrò Draco, fissandolo a bocca aperta.

Ed ecco l'occasione, pensò Harry: digli che scherzavi, digli che hai avuto delle relazioni brevi ma intense con ognuna di loro.

'Dico sul serio', bofonchiò grattandosi i capelli, impacciato.

Il professore si alzò, facendo strusciare la sedia sul pavimento e Draco cercò di darsi un contegno, richiudendo la bocca che poco prima aveva spalancato per la sorpresa.
Con un cenno della bacchetta Lumacorno fece sparire la tazzina, che sembrava averlo rinvigorito a tal punto che Harry si chiese se non avesse sbagliato a ritenere che contenesse del semplice tè.

'Ragazzi miei, come poc'anzi vi ho ribadito e come vi ho accennato all'inizio dell'anno, l'esame che andrete ad affrontare alla fine dell'anno verterà sulle più importanti Pozioni che potreste dover fabbricare nell'arco della vostra carriera. Che voi ambiate a diventare Viceministro o dei semplici impiegati, non ha importanza: il diploma di M.A.G.O. verte a dimostrare la vostra competenza. Quest'anno, dunque, a costo di finire per odiare i vostri calderoni, distilleremo senza mai fermarci tutte le Pozioni più indispensabili. Le più semplici le abbiamo quasi concluse, ritengo che entro la metà di novembre potremo addentrarci in quelle di media difficoltà, per poi arrivare alle più complesse, che ci impegneranno per il resto dell'anno. Con questo, voglio avvertirvi che è mio specifico intento rendere ciasciuno di voi in grado di ottenere una Pozione quanto meno Accettabile.'

Detto ciò, ripercorse i suoi passi fino alla cattedra e si sedette:
'Metà dell'ora a disposizione è terminata, ma la mezz'ora successiva è più che sufficiente per cominciare a fabbricare una Pozione Soporifera: una delle più semplici ma anche delle più utili.'
Ci fu un tramestio di libri e calderoni e poco dopo tutti si misero a lavoro.

Harry era del tutto deciso a fare un buon lavoro, quindi aprì il libro, si concentrò più che poté e lesse con attenzione le istruzioni.
'Rilassati Potter, è solo una Pozione Soporifera, sapevo farla perfettamente anche al secondo anno. Non dovresti avere problemi' gli sussurrò Malfoy, accendendo il fuoco sotto il suo calderone.
A Harry non sfuggì il tono sarcastico, ma accettò i consigli e si rilassò. Dopotutto aveva ragione: era una Pozione semplice.



Quando finalmente la campanella suonò, Harry mise via le sue cose con calma, seguendo i movimenti lenti di Malfoy.
'Fino a quando hai intenzione di starmi dietro?' chiese quest'ultimo, a cui non sfuggiva niente.
'Adesso ho un'ora libera, mi sembra di ricordare che di solito vai a rintanarti nella Sala Comune a quest'ora: quindi sei libero anche tu, no?' ribattè Harry, che aveva già fatto cenno a Ron e Hermione di andare senza di lui.

Malfoy si mise la borsa in spalla e si diresse alla porta:
'La Granger ha ragione! Se passi il tuo tempo libero a spiarmi, devi proprio essere represso. Come mai non usi questo zelo per cercare la tua compagna della vita?'
Harry arrossì a quell'affermazione: 'Continua pure a marciare su questa faccenda, me la sono proprio cercata. Non so tenere la bocca chiusa'
Malfoy questa volta non si trattenne e scoppiò in una breve risata e Harry si rese conto che era la prima volta che lo vedeva ridere di cuore e non sghignazzare con cattiveria...anche se stava comunque ridendo di lui.
'In fondo è colpa tua e della tua immensa moralità! Non posso godermi una pomiciata perché sento che non finirò per sposare questa ragazza, ma andiamo! I tuoi antenati saranno stati tre volte più all'avanguardia di te!'
Questa volta Harry, lasciò perdere l'imbarazzo e fissò Draco con pura e semplice confusione: 'Ma che dici? Chi ha detto che voglio baciare solo la ragazza che sposerò?'
Draco rallentò il passo e si voltò a guardarlo.
'Hai detto che non fa per te adescare una ragazza occasionalmente, che non sei andato oltre le pomiciate e che non le hai neanche gradite. Questo cosa dovrebbe significare se non che avere scappatelle ti fa sentire in colpa?'
Lo disse con tono talmente ilare che al Grifondoro venne quasi voglia di rispolverare i vecchi rancori.
'Continui a pensare che io sia una specie di Santo, Malfoy. Ho dei principi, è vero, ma ho anche gli stessi istinti che hanno tutti gli altri. È chiaro che mi piacerebbe avere una scappatella! Non pretendo di innamorarmi subito e ad ogni costo e precludermi qualsiasi altra esperienza. Il tuo discorso non ha senso!'
Draco lo fissò interdetto per almeno dieci secondi.
'Beh, d'accordo, allora l'unica spiegazione è che hai pomiciato con dei troll. Chi erano, Potter? Possibile che fossero tanto pessime? Non dico che tu sia attraente, ma possibile che il Prescelto sia stato corteggiato esclusivamente da racchie?'
Harry sospirò e si guardò intorno, sdegnato.
'Perché siamo ancora nei Sotteranei? Fa piuttosto freddo e non credo di poterti seguire nella Sala Comune, potrebbero avere da ridire. Andiamo in biblioteca o...'
Draco incrociò le braccia al petto:
'Prima di tutto, non ho alcuna intenzione di seguirti. Dileguarmi in questi corridoi per raggiungere la Sala Comune mi sembra un ottimo modo per seminarti. In secondo luogo, sappi che ora che ho scoperto che hai pomiciato con dei troll non potrò fare a meno di prenderti per il culo.'

Harry decise di dire una cosa azzardata, ma in fondo che gli importava se il Serpeverde scopriva un vecchio segreto ormai senza alcuna importanza?

'Ti sorprenderà sapere che sono perfettamente in grado di trovare la tua Sala Comune. A meno che tu non abbia scoperto come smateliarizzarti all'interno di Hogwarts per raggiungerla in tempo per non farmi ascoltare la parola d'ordine, dubito che tu possa dileguarti oltre quel muro senza di me.'
Malfoy sbiancò e sembrò quasi arrabbiato, cominciò a camminare sbuffando e Harry gli stette dietro:
'Ti è stato rivelato da qualcuno? Forse la tua cara Preside ti ha fatto fare il tour di tutte le Sale Comuni per compiacerti?'
Harry alzò gli occhi al cielo.
'Sai anche tu che non è così! Quante volte dovrò ricordarti che ho infranto un bel pò di regole? L'ho scoperta insieme a Ron anni fa.'
Draco non rispose, ma dalla sua espressione arcigna intuì che la cosa lo infastidiva un po' e, malgrado tutto, Harry sorrise.

Draco prese le scale ed Harry capì che probabilmente si stavano dirigendo in biblioteca, come aveva suggerito.
'Quindi vuoi studiare?' chiese, tanto per costringerlo a riprendere la conversazione.
'Abbiamo giusto tre temi e una ricerca da fare, ma se preferisci potremmo approfondire i tuoi trascorsi amorosi. Che ne dici di buttare giù una tesi su quanto fosse inguardabile l'ultima ragazza che hai baciato?' rispose velenoso, ancora risentito.
Harry era esasperato, sbuffò sonoramente e fece le scala a due a due per raggiungerlo:
'Non erano inguardabili, erano piuttosto carine! Non so perché non mi piacessero... non erano il mio tipo. Non posso farci niente.'
Draco si fermò in cima alle scale, lo squadrò con cipiglio scettico: 'Definisci carine: spara un nome!'
Harry riflettè velocemente e scelse quella di cui si parlava di più a scuola a quei tempi, tanto per andare sul sicuro.
'Oh, d'accordo... Romilda Vane era una delle più spudorate. Era di Grifondoro, non è tornata quest'anno.'
Draco spalancò gli occhi e fischiò: 'Non sono era la più corteggiata, ma sembra fosse anche piuttosto... piacevole. Due Serpeverde avevano avuto una breve relazione con lei e ne parlavano piuttosto bene. È chiaro che il problema sei tu.'
Detto questo, sembrò aver ritrovato il buon umore e raggiunsero la biblioteca accompagnati dai suoi ghigni divertiti.

'Hai detto che non erano il tuo tipo, quale sarebbe il tuo tipo?' chiese, prendendo posto ad un tavolo rigorosamente vuoto.
'Non lo so, immagino... diversa da Romilda' disse Harry assurdamente, perché in realtà non ci aveva mai pensato.
Draco aveva tirato fuori i libri di Trasfigurazione e Pozioni e srotolato una pergamena nuova.
Mentre stappava la boccetta di inchiostro lo guardò con un misto di divertimento e compassione: 'Sei pessimo, Potter.'
Harry si strinse nelle spalle: 'Hermione mi ha definito difficile. Ma anche pessimo rende l'idea.'

Anche lui aveva afferrato tutto l'occorrente e lanciò un occhiata alla pergamena di Malfoy, per accordarsi alla stessa materia con cui aveva deciso di cominciare.
'Analizzando il carattere che si vociferava avesse la Vane, direi a occhi e croce che non ti piacciono le ragazze con atteggiamento civettuolo e malizioso. In effetti io l'ho sempre trovata un po' eccessiva... Anche se una pomiciata resta quello che è...'
Le parole gli morirono sulle labbra mentre si concentrava a segnare il totolo del tema di Trasfigurazione, con calligrafia impeccabile.
'Vado a cercare i libri che ci servono' disse poi, alzandosi.

Harry lo seguì in silenzio e fece finta di non accorgersi che l'altro alzava gli occhi al cielo.
'So che sono stati solo baci dati un po' a caso, ma non c'era chimica. Pensandoci bene non si trattava di problemi caratteriali era più un problema di attrazione. Le ho baciate e la voglia di farlo mi è passata così com'è venuta. Ma non posso dire in tutta coscienza che non fossero belle ragazze...'
Malfoy trattenne un'altra risata che sarebbe stata poco opportuna in biblioteca e Harry si chiese perché continuasse a parlarne dato che ne ricavava solo prese in giro.
In effetti la faccenda ragazze non gli interessava neanche un po' in quel momento. Voleva solo aver qualcosa di cui parlare con Draco e purtroppo quello era l'argomento del giorno.
'Cavolo, dovevano baciare proprio da schifo!' sghignazzò Malfoy, prendendo un paio di libri dallo scaffale.
Harry ci pensò un attimo su, acciuffando qualche libro di Pozioni che sarebbe servito loro per il secondo tema.
'Di certo non mi hanno fatto impazzire' decretò alla fine.
Draco si strinse nelle spalle: 'Una bella sfiga. Hai baciato quante? Quattro o cinque e ragazze? E non ce n'è stata neanche una capace di farti...'
All'improvviso il Serpeverde si interruppe. Harry alzò lo sguardo e incontrò quello di Malfoy, che sembrava fissarlo sconcertato.
Si guardò alle spalle in fretta, convito che dovesse esserci Madama Pince a fulminarli per aver aperto bocca, ma erano soli.
Tornò a guardare il Serpeverde, che stava palesemente cercando di ricomporre la sua espressione.
'Che c'è?' chiese Harry, stralunato.
'Niente' ribattè Malfoy, troppo in fretta.
'Davvero? Sembra che tu abbia appena visto i miei capelli prendere fuoco!' commentò Harry, ancora più confuso.
'In quel caso sarei scoppiato a ridere, come vedi sono tranquillissimo'
Malfoy camminava piuttosto in fretta, per essere tanto tranquillo come sosteneva. Harry affrettò il passo e raggiunsero il tavolo.
'A me sembri evasivo. Stavamo parlando di stupidaggini e poi all'improvviso mi fissi come se avessi qualcosa di strano' continuò Harry, imperterrito. L'improvvisa reticenza di Draco non faceva altro che incuriosirlo di più.
'Ho solo ricordato una cosa che devo fare e che avevo dimenticato' lo disse in maniera pacata e tranquilla. Sarebbe stato assolutamente convincente se Harry non lo avesse visto guardarlo in quel modo. Qualunque cosa gli fosse balenata per la mente riguardava lui.
'Non ci credo neanche un po', ma ci hai provato' ribattè convinto.
Draco sospirò e Harry notò che aveva quasi accennato un sorriso.
'Insomma che c'è?'
Draco si strinse nelle spalle con un ghigno: 'Nulla, ma credo che dovresti allargare i tuoi orizzonti'
Harry sbuffò, scocciato che non si spiegasse e aprì la sua boccetta di inchiostro con uno schiocco piuttosto sonoro.
Per almeno una buona mezz'ora non aprì più bocca e lavorò ai suoi compiti come se fosse solo. Tranne che per i libri condivisi e qualche sguardo sdegnato ogni tanto.

Quando si convinse di aver fatto un buon lavoro, si stiracchiò e sigillò la pergamena soddisfatto.
'Ce l'hai fatta Potter, ho finito almeno dieci minuti fa' disse invece Malfoy, che fino a qualche secondo prima sembrava immerso in una interessante lettura.
'Magari quei dieci minuti in più mi faranno ottenere un voto più alto del tuo, chi lo sa' buttò lì Harry, studiando la sua espressione gongolante con sospetto:
'Dimmi Malfoy, ti è finalmente venuta voglia di spiegarmi che diavolo ti è preso prima?' chiese cautamente, attento a non perdersi nessuna reazione.
Il Serpeverde rise sommessamente e scosse la testa: 'È che il tuo approccio con le ragazze è talmente comico che ascoltare le tue disavventure mi ha fatto scoprire che, almeno in quel campo, probabilmente sei il peggiore della scuola'
'Perchè stiamo parlando ancora di questo? Non ricordo nemmeno più come sia venuta fuori la faccenda eppure abbiamo continuato a blaterare! Non mi importa niente di non avere una ragazza, forse tra qualche tempo mi importerà, ora no. Cos'è questa improvvisa smania di fidanzarvi che avete tutti! Dov'è la tua ragazza Malfoy?'
Alla fine Harry era sbottato malamente. E non sapeva se la cosa che lo innervosisse di più fosse che Draco continuasse a ridere o che eludesse le domande sull'episodio accaduto poco prima.
'Chi ha detto che devi fidanzarti? E chi ha detto che ho una ragazza?' chiese Draco, compiaciuto tanto quanto l'altro era infastidito.
Harry sbuffò, gettando malamente le sue cose nella borsa:
'Dato che te la sghignazzi tanto devi avere un'immensa esperienza. Come minimo avrai avuto le tue amate scappatelle con metà delle ragazze di Hogwarts, o sbaglio?'
Draco spedì i libri presi in prestito nei rispettivi scaffali con un cenno della bacchetta e si mise la tracolla in spalla, più tranquillo che mai:
'Diciamo che io, a differenza tua, so qual è il mio tipo ed ho anche apprezzato qualche pomiciata di tanto in tanto. Ma di certo non ho avuto scappatelle con nessuna ragazza'

Harry camminava rigido. Ora che era Malfoy a godersi la conversazione, divertendosi un mondo, capì che entrambi non potevano fare a meno di compiacersi nel prendere in giro l'altro. Tuttavia, questo di certo non placò la sua irritazione.
'Se anche tu non sei mai andato oltre ai baci, non vedo in cosa consista la tua esperienza. È praticamente indentica alla mia'
Dracò scosse la testa. 'Non ho detto di non essere andato oltre i baci, ho detto che non ho avuto scappatelle con le ragazze'
Harry alzò gli occhi al cielo: 'Ok, apliamo la faccenda. Non che siano affari miei, ma tu continui a insistere sull'argomento e non ci sto capendo molto: sei andato a letto con qualche ragazza in maniera occasionale, o no?'
'No' rispose distrattamente il Serpeverde, imboccando le scale.
'Sei vergine?' si lasciò sfuggire.
Non gli era mai passato per l'anticamera del cervello di chiederlo a qualcuno ma, ovviamente, Malfoy lo stava esasperando.
'Sta diventando un interrogatorio?' domandò l'altro, rifilandogli uno sguardo scocciato.
'Sto cercando di dimostrare la tua effettiva familiarità con l'argomento, Malfoy, dato che ti diverti tanto a giudicare la mia' ribattè Harry, che ormai aveva perso ogni riserva.
'Non sono vergine' affermò alla fine, mentre imboccavano l'ultima rampa di scale per raggiungere la Sala Grande, dato che era ora di pranzo.
'Non ti sei portato a letto nessuna occasionalmente ma non sei vergine... Quindi consideri importante la persona con cui è successo?'
Ora Harry, che aveva palesemente perso la gara per la maggior esperienza, era un po' incuriosito. Nonostante l'imbarazzo di aver praticamente ribadito per tutto il giorno a Draco Malfoy di essere completamente inesperto, ora era troppo impegnato a immaginare chi fosse la persona che, quel presuntuoso viziato del suo ex nemico, cosiderasse tanto importante.
'Importante? No, per niente. È stata una vera e propria scappatella!' esclamò Malfoy, costringendolo ad abbandonare quei pensieri.
'Ma... avevi detto nessuna scappatella!... Quello che dici non ha senso! Mi stai solo prendendo per il culo, avrei dovuto immaginarlo' disse in fine Harry, arrendendosi.
'Sei tu che non vuoi capire!' continuò Malfoy, dandogli un impercettibile spinta sulla spalla.
Avevano raggiunto la Sala Grande e Harry vide Hermione sventolare il braccio nella sua direzione, dal tavolo Grifondoro.
'No, non riesco a capire niente, perché tu ti contraddici da solo' borbottò Harry, fermo sulla porta.
'Sto cercando di dirti che ho fatto sesso, ma mai con una ragazza. Una volta ne ho baciata una, il terzo anno, ma è stato piuttosto deludente. Il resto delle apprezzate pomiciate mi hanno fatto capire il perché. Le ragazze, decisamente, non sono il mio tipo'
Detto questo, Malfoy gli fece un cenno e si diresse al suo tavolo, mollandolo lì quando ancora non aveva elaborato le sue parole.
Un attimo dopo Harry strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca in preda alla consapevolezza.

Malfoy, che si era già accomodato, alzò lo sguardo su di lui e scoppiò in una genuina risata che sorprese tutti i presenti.

 

2.2 - There are so many things that I don't know about you... but I'm ready to discover them

'Allora Harry, adesso ci concederai il piacere della tua compagnia solo all'ora dei pasti?' disse Hermione, leggermente contrariata.
Ron cercò di assumere un'espressione simile ma ci rinunciò quando la curiosità ebbe la meglio:
'Perchè Malfoy stava ridendo fragorosamente fino ad un attimo fa? È la prima volta che lo vedo di buon umore quest'anno, ti prendeva in giro?'
'No, ho solo reagito in maniera ridicola ad una cosa che mi ha detto...' borbottò Harry, ancora scioccato.
Hermione ammiccò, fissandolo in maniera brusca e Harry si affrettò a dar retta anche a lei: 'Mi dispiace se vi ho ignorati oggi, ma non credo che la nostra amicizia rischi di concludersi solo perché, per qualche tempo, non mi siedo con voi a lezione, giusto?'
'Giusto' dovette ammettere Hermione, abbandonando l'aria ostile. 'Cosa ha detto di strano Malfoy?'

Harry non era sicuro di poter raccontare quel dettaglio così intimo e delicato rivelatogli da Malfoy. Era pur sempre una confidenza, anche se apparentemente l'aveva fatta con molta nonchalance.
Tuttavia, aveva bisogno di parlarne con i suoi amici per avere un'altro parere a riguardo. Soprattutto, credeva che Hermione avesse la giusta sensibilità per accogliere la notizia senza pregiudizi. Temeva che Ron prendesse in giro il Serpeverde, ma gli avrebbe fatto giurare di non menzionare la cosa.

'Stavo cercando di chiacchierare con Malfoy a Pozioni e mi sono lasciato sfuggire l'argomento "ragazze": il fatto che mi prendiate in giro che non sia ancora riuscito a trovare una fidanzata' cominciò Harry, riempendo il suo calice col succo di zucca.
'Non ti prendiamo in giro, ho solo detto che sei un po' complicato, non c'è mica un limite di età per uscire con qualcuno!' puntualizzò Hermione, piccata. 'E se Malfoy ha usato questo argomento per farsi una risata alle tue spalle, allora è ancora lo stesso immatu-'
'Non ho detto questo!' la interruppe subito Harry.
Ron che fino a quel momento stava esibendo un sorriso di trionfo, sbuffò il suo disappunto: 'Lascialo finire, Herm'
Harry alzò gli occhi al cielo.
'Insomma parlavamo di questo... E si, un po' mi ha preso in giro. Diciamo che si è preso la rivincita perché fino a quel momento lo avevo fatto un po' innervosire con qualche battuta...'
Hermione scosse la testa e borbottò sottovoce: 'Rettifico: due immaturi'  ma Harry la ignorò e continuò.
'Quindi, per non dargliela vinta, gli ho chiesto di illustrarmi la sua evidente immensa esperienza in campo sentimentale'
Hermione si limitò ad inarcare le sopracciglia in maniera esasperata, mentre Ron scoppiava a ridere:
'Bella mossa, Harry, non mi sembra di averlo mai visto insieme a qualcuna. Dovrei citare la Parkinson, ma si prostrava praticamente ai suoi piedi, quindi non può certo vantarsi di una conquista del genere'
A quel punto, Hermione esplose di nuovo.
'Oh, insomma Harry! Ti avevo preso sul serio, ieri sera. Invece avete passato l'intera giornata a punzecchiarvi! Non credo sia il modo giusto di...' le parole le morirono sulle labbra quando si rese conto che Harry la fissava contrariato. 'Che c'è?'
'Cosa ti aspettavi, che io e Malfoy passassimo il tempo a farci i complimenti? Non stiamo parlando di te o di Ron! Lui è diverso. Sì, quando siamo insieme ci prendiamo in giro, e allora? È addirittura divertente! Non si tratta più di insulti che vanno sul personale, siamo cambiati, ma restiamo pur sempre Potter e Malfoy' la rimbeccò Harry, che adesso aveva quasi del tutto esaurito il coraggio di rivelare il vero punto della questione.
Hermione gli fece un cenno di scuse, mentre Ron parve leggerlo nel pensiero, ma solo perché sperava ancora che il racconto terminasse con un vero e proprio litigio: 'D'accordo, com'è finita la discussione? Perché se la rideva tanto?'
Harry deglutì a vuoto e abbassò la voce: 'A quanto pare, Malfoy ha altri gusti...' disse, delicatamente. 'Cioè...'
Guardò i suoi amici in cerca di aiuto ed Hermione, che nonostante tutto restava la più perspicace, capì al volo.
'Quindi Malfoy è gay' disse, in maniera spiccia.
Ron batté le palpebre e la guardò con uno sguardo stupefatto: 'Sul serio?'
La sua espressione rimase sorpresa per qualche secondo, poi guardò Harry che ormai si aspettava un battutaccia crudele:
'Harry, mi dispiace. Non sono più sicuro che tu abbia maggior esperienza di lui, non ho mai fatto attenzione ai maschi con cui stava ma- che c'è?' disse poi, notando l'espressione stupefatta del compagno.
'No, è solo... è che non mi aspettavo tutta questa tranquillità da parte tua' disse Harry, confuso.
Hermione lo guardò con comprensione:
'Forse non lo sai, ma tra i maghi questo argomento non è tanto difficile. Non so perché siano così avanti su questo argomento rispetto ai babbani, sarà che dopo le persecuzioni subite per essere nati con dei poteri magici, sono arrivati alle giuste conclusioni anche su altre questioni. Oppure per via dell'influenza della religione, che su i Babbani è molto significativa, mentre su i maghi non molto. Comunque, se tra i Babbani l'omofobia è ancora piuttosto radicata, nel Mondo Magico si è fatto un enorme passo avanti da tre decenni o più. Le leggi permettono alle coppie di vivere una vita normale, di adottare bambini che altrimenti non avrebbero famiglia, di sposarsi... È un po' diverso, ecco. '
Harry finalmente capì perché Malfoy lo aveva raccontato con tanta leggerezza: era cresciuto in un mondo in cui, giustamente, l'omosessualità era considerata normale.
Per qualche motivo, sentì come se un peso lo abbandonasse: aveva temuto che il Serpeverde avesse dovuto vivere le sue esperienze di nascosto da tutti.
Questo però, gli fece venire in mente altri quesiti.

'Se è tutto così semplice, perché mi sembra che Malfoy sia il primo gay che io abbia mai conosciuto? E cosa mi dite dei pregiudizi dei Purosangue? Per loro portare avanti la discendenza non è di importanza capitale?'
Ron si strinse nelle spalle:
'In effetti, non sono sicuro che Malfoy lo abbia rivelato alla sua famiglia. Se sì, credo che Lucius Malfoy gli abbia spiegato come debbano andare le cose: sposerà la donna Purosangue perfetta per mettere al mondo un figlio, così da garantire una discendenza. Successivamente, dati i suoi bisogni fisiologici, potrà intraprendere relazioni di natura sessuale con un amante o più.'
Harry lanciò un'occhiata preoccupata al Serpeverde, che pranzava in tutta tranquillità: 'È orribile'
Hermione annuì, concorde: 'Molti hanno scelto una vita diversa, finendo diseredati e allontanati. Com'è successo ad Andromeda, quando decise di sposare un Nato Babbano o a Sirius, quando scappò di casa, eccetera eccetera.'
Ron gli diede una pacca sulla spalla: 'Sai, mi sa che non ti sei reso conto di ciò che avevi sotto il naso. Forse non ci hai fatto un pensierino su, date tutte le cose che avevi per la testa, ma credo che al quinto anno Alicia Spinnet avesse una relazione con la cacciatrice di Corvonero. E chissà quante altre coppie gay ci sono ad Hogwarts che non conosciamo. Ricordi quei due del quarto anno che l'altra settimana abbiamo visto litigare? Una coppia a tutti gli effetti, non credi? Sei stato un po' cieco... Sarà perché sei cresciuto con i tuoi zii, i babbani sono così scettici sulla diversità, che farebbero di tutto per non accorgersi di ciò che gli accade intorno! Io ho uno zio alla lontana che vive a Brighton insieme al suo compagno. E papà conosce tanta gente che, almeno nel Mondo Magico, risulta sposata. Dice che per i Babbani ci vorrà ancora qualche anno. Non c'è nulla di male, ognuno può passare la vita con chi gli pare.'
A Harry venne da ridere: 'Sono d'accordo! Non sono sicuro di ciò che penserebbe zio Vernon, se un giorno piombassi lì all'improvviso e gli dicessi di essere gay!' scosse la testa al pensiero.
'E non mi interessa saperlo, ora che non vivo più sotto il loro tetto, non credo di dover dire loro molto della mia vita privata. Sono contento di far parte di un mondo che ha messo da parte idee bigotte e discriminanti, da anni a quanto pare! Spero solo che adesso, dopo la guerra, anche Malfoy sia libero di stare con chi vuole...'
Hermione lo guardò in maniera strana. Dopo un po' commentò: 'Quindi tutto qui? Malfoy ha detto di essere gay e tu ne sei rimasto sorpreso?'
Harry si strinse nelle spalle:
'Non me lo aspettavo proprio! Cioè ora che lo so, non è tanto strano, anzi sembra proprio che mi sia fatto sfuggire la cosa più ovvia del mondo. A voi non sembra? Ma ha sganciato questa informazione mentre andava a sedere e io sono rimasto lì, come un idiota, a rendermi conto di cosa aveva detto... Avreste riso anche voi.'
Ron riprese a mangiare, piuttosto deluso: 'Quindi continuerai a passare del tempo con lui. Quanto dovrò aspettare per andare a bere qualcosa a tue spese?'
'Forse andrà a finire che non solo pagherai da bere a me, ma anche a Malfoy!' commentò Harry, con una mezza risata.


'Non capisco quale sia il problema, qualcuno deve pur sedersi qui. Tanto vale che lo faccia io, così non dovrai sopportare la massa di idioti che non ti rivolge nemmeno la parola' disse Harry vivacemente, quando si sedette accanto a Draco anche a Trasfigurazione.
Draco gli rivolse una smorfia di disapprovazione.
'Vedi, per quanto io possa essere d'accordo sul fatto che la maggior parte dei nostri compagni siano una massa di idioti, stai diventando un po' troppo molesto. Quasi ti preferivo quando ti limitavi a fissarmi in maniera inquietante'
Harry ormai non prendeva più sul serio le lamentele del Serpeverde, anzi stava imparando a cercare sempre una falla nei suoi discorsi, per controbattere in maniera efficace.
'Quel quasi mi basta per essere certo che preferisci la mia compagnia ai miei sguardi insistenti' ribattè, rileggendo la spiegazione complicata alla lavagna che doveva trascrivere sui suoi appunti.

Per un po' non parlarono, mentre l'insegnante faceva apparire sulla lavagna una serie di domande su ciò che aveva appena spiegato e a cui avrebbero dovuto rispondere prima del termine dell'ora.
Tutti si misero a lavoro e dopo venti minuti Harry mise giù la piuma. Soddisfatto, si guardò intorno: l'ora era quasi terminata e cominciava a diffondersi un lieve chiacchiericcio.
Draco alzò la sua pergamena, la rilesse e poi si voltò a guardarlo.

'Allora,' disse 'hai finalmente attivato il cervello e hai capito ciò che ti ho detto prima di pranzo, o sei ancora in alto mare?'
Harry si sorprese che avesse tirato fuori l'argomento.
Si era convinto di averlo un po' forzato a fargli quella rivelazione, dato che non aveva fatto altro che riempirlo di chiacchiere sui suoi problemi sentimentali.
Ma forse era curioso di sapere cosa ne pensasse.
'No, ho capito. In effetti, a ripensarci ora, eri stato piuttosto esplicito fin dall'inizio. Non so come ho fatto a non arrivarci' disse, grattandosi la testa in imbarazzo.
'Perchè, come ti ho detto prima, dovresti allargare i tuoi orizzonti' ribattè pronto Malfoy, con un ghigno ben visibile sul volto.
Harry inarcò le sopracciglia, ignorando cosa volesse dire con quella battuta. Ma sorvolò sulla faccenda, perché aveva mille domande che gli frullavano in testa.
'Sai, tra i Babbani è tutto più difficile. Per te, com'è stato capirlo? Sempre se... Se vuoi parlarne' disse Harry, tentennando.
Draco si strinse nelle spalle: 'Non lo sai? Tra i maghi non è un argomento scabroso. I Babbani sono...' si interruppe, probabilmente preoccupato di come definire qualcuno che, per lui e la sua famiglia, un tempo rappresentavano la feccia dell'umanità '... ignoranti' disse alla fine.
Harry apprezzò lo sforzo, non si aspettava che si facesse così tanti scrupoli in sua presenza:
'Su questo argomento, sì. La maggior parte di loro, purtroppo, lo sono. Però io sono cresciuto in quel mondo e non la penso così. Come per tutte le cose, c'è chi capisce e chi non vuole capire'
Draco sospirò: 'Ho colto l'analogia, sai? Penso che siano idioti perché in passato ci hanno perseguitati e penso che siano ignoranti perché hanno paura allo stesso modo dell'omosessualità. E nonostante questo, faccio parte di una famiglia che ha perseguitato innocenti a sua volta.'
Harry scosse la testa, era strano capire quanto tormentasse se stesso per ciò che era stato e per ciò che voleva diventare.
'Nessuno è perfetto, sai? Però possiamo renderci conto dei nostri errori e migliorarci. Tu lo stai facendo e ti fa onore'
Draco non rispose e Harry ne approfittò per lasciar cadere quell'argomento poco piacevole:
'Comunque si, sapevo che fra i maghi la situazione è diversa, me lo hanno detto Ron e Hermione' confessò, un po' a disagio perché ancora non era sicuro di non aver sbagliato a parlarne con loro.
Draco lo notò e la sua espressione tornò divertita: 'Sì, si vede proprio che sei cresciuto tra i Babbani' disse sorridendo. 'Non guardarmi così, non è un segreto che io sia gay, non importa chi lo sa e chi no.'
Ma Harry non riuscì a rallegrarsene, perché gli ronzavano ancora in testa le parole di Ron su come i Purosangue dello stampo di Lucius Malfoy fossero abituati a gestire la faccenda.
'Quindi non hai avuto alcun tipo di problema a dirlo ai tuoi amici e alla tua famiglia?' domandò in tono vago.

Furono interrotti dal fruscìo dei fogli di pergamena che, al cenno della bacchetta dell'insegnante, volarono tutti alla cattedra. Un attimo dopo, la campanella suonò.
Harry e Draco si affrettarono a riempire la borsa, mentre la classe si avviava all'uscita.

'Non mi sono mai neanche posto il problema di dirlo o non dirlo, Potter. I miei amici , se così vogliamo chiamarli, lo hanno praticamente capito insieme a me. Per quanto riguarda i miei genitori, non è mai stato necessario riferire i miei trascorsi sentimentali. Tu ti sei messo a raccontare ai tuoi zii di tutte le pomiciate deludenti che hai avuto?'
Harry scoppiò a ridere al pensiero: 'Non è proprio l'esempio adatto, dato che i miei zii fingevano che non esistessi'
Draco inarcò le sopracciglia: 'Va bene, questa poi me la spieghi Potter. Quello che intendo dire è che non ho sentito il bisogno di dire ai miei genitori di aver baciato un ragazzo o di essere finito a letto con un altro'

Usciti dalla classe, si ritrovarono nuovamente nei corridoi affollati. Di comune accordo, si sedettero in cortile.
Harry si tirò la sciarpa sul naso e la sua voce suonò smorzata quando richiamò l'attenzione di Malfoy: 'Quindi i tuoi non sanno che sei gay?'
Draco si strinse nelle spalle: 'Certo che lo sanno. È una cosa che prima o poi viene fuori in maniera naturale'
Harry non riusciva a seguirlo. 'Per esempio?'
Per un momento il Serpeverde lo guardò interdetto, poi rimuginò per qualche minuto:
'Ecco, da quando sono nato, al Malfoy Manor si sono sempre tenuti moltissimi ricevimenti. Mia madre è la migliore, quando si tratta di organizzare eventi eleganti. Per una famiglia come la mia, è importate dimostrare alla società la nostra ricchezza ed educazione. In più, ufficialmente almeno, erano tutti ricevimenti di beneficenza per una causa o l'altra e questo ci garantiva il benestare del Ministero. Gli invitati erano illustri e le famiglie Purosangue non potevano mancare, così come i loro rampolli e le loro amate figlie. Un'ottima occasione per gettare le basi di un matrimonio, stringere accordi eccetera. Quindi spesso mi veniva chiesto di guardarmi intorno, di conversare con i miei coetanei. Da piccolo facevo solo ciò che mi veniva imposto poi, col passare degli anni, mi sono ritrovato a conversare con mia madre della bellezza degli invitati più giovani ed è stato presto chiaro quanto non fossi entusiasta, in quel senso, delle figure femminili. Non so dirti quando e come lei abbia capito di dover spostare l'attenzione dalle ragazze ai ragazzi, ma lo ha fatto.'
Harry proprio non riusciva a comprendere come facesse Malfoy a parlare in maniera tanto naturale di qualcosa di così antiquato e assurdo, come gli accordi per combinare un matrimonio al proprio figlio.
Tuttavia, ciò che più lo confondeva ora, era che il suo racconto non coincideva con i fatti che Ron gli aveva spiegato: se sua madre parlava con lui di ragazzi, questo voleva dire che poteva sposarne uno, purché fosse Purosangue? Oppure, nonostante parlassero serenamente di ragazzi, entrambi sapevano che era comunque destinato a sposare una donna?
'Posso farti una domanda personale?' chiese tentennando.
Malfoy inarcò le sopracciglia: 'Non stiamo già parlando da più di un'ora della mia vita privata? È un po' tardi per chiedere il permesso, non credi?'
'In effetti' ammise Harry, prendendo coraggio. 'Ecco... Per...per le famiglie Purosangue come la tua, non è forse molto importante avere degli eredi?'
Draco annuì e gli spuntò un sorriso: 'Importantissimo. È di questo che ti preoccupi? Non eri tu quello che credeva ciecamente alla mia conversione?'
Harry rabbrivì quando un vento gelato li investì. 'Certo che ci credo. Ma sei cresciuto in un determinato modo e la tua famiglia resta la tua famiglia, quindi stavo cercando di capire come sarà il tuo futuro... Sai, fuori da qui...'
'Potter, a volte sei incredibilmente ingenuo!' replicò Draco, scuotendo la testa.
'La guerra ha cambiato tutto. Se anche volessi attenermi alle regole della famiglia, ormai non potrei più fare nulla per tornare al mio vecchio status. I Purosangue hanno perso prestigio e credibilità, dimostrato che quasi tutti facevano parte della schiera di Margiamorte: se scegliessi di continuare con quella vita, vivrei da reietto. In passato, percorendo questa via, avrei avuto il rispetto dei miei complici. Invece oggi, ho perso anche il diritto di definirmi uno di loro quando ho cambiato fazione, quindi ai loro occhi il mio sangue puro non vale più nulla. Un po' come quello dei tuoi amici Weasley. Non importa più a nessuno se in futuro avrò o non avrò dei figli.'
'E a te sta bene?' chiese Harry, inclinando la testa.
'Se mi sta bene non dovermi legare ad una donna di cui non mi sarebbe importato nulla e non dover crescere un figlio con ideali che lo rovineranno? Credo di si. Dalle tue parti ho sentito dire che questo cambiamento è positivo e che mi fa onore.' replicò, usando le parole che gli aveva rivolto il Grifondoro poco prima.
Harry sorrise, : 'Proprio così! Quindi ora sei libero di stare con chi vuoi?'
Draco annuì: 'A quanto pare, sì. Ma non rallegrarti troppo, resto sempre io e non credo proprio che mi lascerò conquistare presto da un Babbano qualunque: nonostante, di questi tempi, siano gli unici sul mercato a non trattarmi da appestato!'. Poi guardò Harry e ci ripensò: 'O quasi'
Harry si aggiustò la sciarpa sul naso e annuì, improvvisamente silenzioso.

2.3 - running to get to that place and to be all that we can be...

Quella sera Harry aveva terminato tutti i compiti, su insistenza di Hermione.
Ora sedeva accanto al fuoco, assonnato e si chiedeva distrattamente quanto dovesse essere triste passare le serate da solo, isolato da tutti, come probabilmente faceva Malfoy nella sua ombrosa Sala Comune.

'Harry!' lo chiamò Hermione, scuotendolo. Si riscosse e vide i duei amici che lo fissavano divertiti.
'Che c'è?' chiese, confuso.
Hermione tese la mano e gli porse un biglietto arrotolato e sigillato con nastro rosso. Per un secondo pensò alle sue vecchie lezioni private con Silente e guardò Hermione con sguardo interrogativo.
'Che cos'è? Chi te lo ha dato?'
'Una ragazza del quinto anno ci ronzava intorno da qualche ora. Ha avuto il coraggio di avvicinarsi solo quando tu te ne sei andato accanto al fuoco e mi ha chiesto di darti questo' disse lei, facendo un cenno verso il dormitorio delle ragazze: 'È corsa via subito'
Ron ridacchiava dietro di lei: 'E poi dici di avere problemi con le ragazze, se solo volessi potresti trovarne una anche subito'
Harry aggrottò la fronte, prese il biglietto dalle mani di Hermione e lo srotolò.
L'inizio del biglietto era un invito ufficiale che dovevano aver ricevuto anche Ron e Hermione ma la ragazza che lo aveva portato per lui, aveva aggiunto qualche riga di suo pugno:
La festa di Halloween si terrà alle 22.00 di sabato sera, basterà desiderare di parteciparvi! Non mancare!

Vorrei conoscerti Harry. Mi piacerebbe se volessi passare la serata in mia compagnia.
Sarò vestita di rosso e avrò un nastro nei capelli.
Se ti fa piacere cercami, ti aspetterò fino alle 23.00, altrimenti capirò e passerò la serata con i miei amici.
- Judie -

Harry lo rilesse due volte, poi lo chiuse accuratamente.
'Allora?' chiese Hermione. 'Il nostro era breve ed era sigillato con la magia. Il tuo è chiaramente modificato, cosa dice?'
Harry si strinse nelle spalle e glielo porse: 'Mi chiede di passare la serata con lei ad Halloween'
Hermione e Ron lo lessero e fecero commenti sulla ragazza dell'invito che, a detta loro, era piuttosto carina.
Mentre Harry si sporgeva a guardare gli inviti degli amici, abbandonati sul tavolo.
'Perchè ne avete così tanti?' chiese indicando i cinque o sei inviti.
Ron alzò lo sguardo su di lui. 'Ci hanno chiesto di darne qualcuno in giro a chi non ce l'ha ancora'
Harry ne prese uno e se lo mise in tasca.
'Non avrai intenzione di invitare Malfoy, vero Harry?' chiese Hermione, preoccupata. 'Non credo verrebbe. E poi non sa della Stanza delle Necessità, e gli farà tornare a galla brutti ricordi'
Harry scosse la testa: 'Veramente, ne abbiamo già parlato. Non so se verrà ma almeno posso evitare di escluderlo da qualcosa di cui tutta la scuola è a conoscenza'
Ron indicò il suo invito, che Hermione stringeva ancora tra le mani: 'Se anche venisse, con chi starebbe? Tu sei impegnato con la moretta del quinto anno!'
Harry sospirò e scrollò le spalle: 'In realtà non pensavo di accettare'
Hermione spalancò la bocca e poi sbuffò, frustrata: 'Ma perché rifiutare, Harry? È stata molto carina ed anche discreta. Non ti capisco! In questi giorni non hai parlato d'altro, ti sei confrontato persino con Malfoy e quando ti capita un occasione la butti via così?'
Harry non seppe cosa risponderle.
Aveva ragione: chiunque sano di mente e single avrebbe colto l'occasione per passare una serata piacevole.
Per di più la ragazza sembrava in buona fede, non una di quelle esaltate che quando lo incontravano si lasciavano scappare risatine maliziose. Eppure non ne aveva voglia. Anzi, si era sentito sollevato che avesse solo lasciato un biglietto risparmiandogli un penoso discorso di scuse per declinare l'invito.
'Pensaci bene' disse Ron, prima di cambiare argomento, dato che aveva colto la sua reticenza.


Il giorno dopo, la giornata fu piuttosto impegnativa.
Harry non riusciva a scambiare più di due parole con Draco, senza che venisse zittito dalle tedie spiegazioni che reclamavano la massima concentrazione.
Per questo, quando si defilarono dalla fila di studenti in coda dopo l'ultima lezione prima di pranzo, Harry tirò un sospiro di sollievo.

'Siamo ancora agli inizi e già ci caricano in questo modo!' si lamentò Draco. 'Di questo passo, non riuscirò a ficcarmi più nulla nella testa entro la fine del mese! Ho bisogno di una pausa'
Harry concordò calorosamente e, senza nemmeno rendersene conto, smisero di scendere le scale e vi si sedettero di schianto.
'Ti è caduto qualcosa' disse Malfoy, indicando il piccolo rotolo di pergamena che gli era scivolato dalla tasca.
Harry lo afferrò, e se lo rigirò fra le mani, indeciso. Draco lo notò e gli chiese cosa fosse.
'Un invito alla festa' disse Harry, osservandolo di sottecchi.
Draco batté le palpebre. 'Oh, la festa. Quindi si farà sul serio.'
Harry annuì e glielo porse, scrollando le spalle: 'Senza impegno. Se ti va di venire sappi che sei invitato. A intervalli di dieci minuti per ogni casa, si apre un passaggio segreto per la Stanza, affiggeranno un annuncio nelle bacheche delle sale comuni stasera tardi per comunicare i luoghi e l'ora esatti e lo faranno sparire entro l'una di notte.'
Draco lo prese, lo aprì con un colpo di bacchetta e lo lesse con occhio critico.
'Breve e conciso, un po' rozzo per i miei gusti. Comunque non devi darmi il tuo invito per non farmi sentire isolato, non mi importa.'
Cercò di restituirglielo ma Harry ripetè più volte che quello era il suo invito, che tutti li stavano distribuendo in giro e che lui lo stava invitando personalmente.
'Nessuno ha fatto un comunicato in cui si diceva di non invitarti Malfoy! Mi hanno dato un invito in più e io voglio darlo a te! No, sul serio, guarda: il mio ce l'ho qui!' e, un po' a malincuore, tirò fuori il suo invito col nastro rosso.
'Sei un ospite d'onore?' chiese Draco, notando la differenza.
'Una ragazza me lo ha fatto consegnare così... È modificato' spiegò Harry e glielo porse, con poco entusiasmo.
Draco lo lesse ed inarcò le sopracciglia: 'Dunque, tu reagisci così quando una ragazza ci prova con te?' disse, indicando la faccia distaccata di Harry.
Harry si passò una mano sulla fronte, sospirando:
'Già, a quanto pare sono io ad allontanarle da me. Ma... non voglio incontrarla' ammise, con un po' di vergogna. 'È stata carina ma proprio non mi va.'
Draco gli restituì il biglietto e lo squadrò con indecisione, prima di esclamare: 
'D'accordo Potter, ora ti dirò una cosa che probabilmente non ti è mai passata per l'anticamera del cervello'
Harry sbuffò, sicuro di stare per ascoltare una battuta delle sue. 'Sono tutto orecchi' disse poi con un cenno rassegnato.
Malfoy alzò le mani, in segno di innocenza:
'Non è che un idea, non prenderla male, magari mi sbaglio... Ma non è che forse, la tua pressoché inesistente voglia di passare tempo con delle ragazze e la tua indifferenza ai loro baci, non è altro che il segnale che stai sbagliando persone a cui indirizzare il tuo interesse?'
Harry ammiccò, inespressivo:
'Il che vorrebbe dire?'
Draco alzò gli occhi al cielo e si rassegnò al fatto che dovesse dirlo esplicitamente per farglielo capire.
'Forse non ti piace baciare le femmine perché in realtà preferiresti i maschi'
Harry non reagì per un paio di secondi, poi si inumidì le labbra e ritrovò la voce:
'Me ne sarei accorto. Non credi?'
Draco si strinse nelle spalle e incrociò le braccia: 'Forse, dato che fino a ieri eri convinto che l'argomento fosse tabù, non ti sei nemmeno mai concesso il beneficio del dubbio. Hai già baciato qualcuna ed è andata male, tanto vale provare con un ragazzo, no? Se ti fa schifo, almeno avrai la conferma che sei un caso perso.'
Harry scosse la testa una decina di volte senza rispondere.
Draco gli rivolse uno sguardo eloquente: 'Potter, non ti piace baciare le ragazze. Il problema devono essere loro, non puoi essere così alieno da disprezzare i baci in generale! Devi solo provare! Non ti costa nulla.'
A Harry mancava il fiato, quando parlò lo fece con difficoltà:
'Cosa?  Che ti salta in mente! No, no, NO! Non mi piacciono i... ma anche se fosse non è che posso andare in giro a provare cose!  Che faccio, pesco un tizio a caso e gli chiedo di baciarmi per testare la mia sessualità? E poi come minimo i giornali scriveranno che vado in giro a molestare la gente! Se ne sentono di ogni sul sottoscritto ultimamente, non so se hai notato! Perché mi metti in testa queste idee del cavolo? No, no, senti-'
Era chiaro che Harry stesse dando di matto. Era andato assolutamente in panico e Draco non sapeva se ridere o picchiarlo.
Alla fine optò per la seconda. '
Ehi!' esclamò dandogli un pugno sulla spalla. 'Stai calmo, stiamo solo parlando! Sei pessimo, come al solito!'
'Ma io non posso-'
Malfoy lo colpì di nuovo e gli serrò una mano sulle labbra: 'No, non ricominciare, tappati la bocca! Pensaci un attimo, hai mai pensato che un ragazzo fosse bello o... attraente?'
Questo non lo calmò affatto, anzi sembrò innervosirlo più di prima.
Spinse via la mano del Serperverde e deglutì a vuoto:
'Non lo so, Malfoy! Non... non è che questo provi qualcosa. Certo è che se penso di baciare Ron...o Seamus, no! Che schifo! L'idea non mi alletta per niente! Però loro sono miei amici, è un po' come pensare di baciare Hermione: assurdo! Forse... forse se penso a qualcun altro, potrei concedermi il dubbio... Ma non mi chiedere di andare in giro a baciare la gente! È già abbastanza imbarazzante! E poi tu-'
Aveva ricominciato a blaterare e Malfoy questa volta non poté evitare di ridere un po', ma per esasperazione:
'Merlino, Potter! Stai un po' zitto e respira! Cos'è tutto questo delirio per un bacetto da dare a qualcuno, cos'hai dodici anni? A questo punto bacia me e togliti il pensiero!'
Harry si ammutolì e Draco scosse una mano nella sua direzione:
'Pronto, ci sei? Non guardarmi così, stavo scherzando! Sei stupido? Credimi Potter, l'ultima cosa che voglio è farmi baciare da uno che, a quanto pare, non è nemmeno bravo a farlo, per non parlare del fatto che sei tu!'

Harry agguantò la mano che Draco gli sventolava davanti alla faccia: quella battutaccia lo aveva punto sul personale.
Gli lanciò un'occhiataccia offesa, mentre quasi gli stritolava la mano.

 'Sta zitto, Malfoy!' disse, arrabbiato. E un attimo dopo gli afferrò il viso e posò le labbra sulle sue.
Draco era troppo esterrefatto per reagire.
Tuttavia, Harry sembrava voler testare affondo quella teoria, infatti non si limitò a un bacetto veloce, ma esplorò quella nuova esperienza con trasporto e meticolosità.

Malfoy, dopo i primi attimi di stupore, decise di lasciarlo fare e contribuì all'esperimento ricambiando il bacio e avvicinando il suo corpo a quello del Grifondoro.
Lo sentì reagire alla sua vicinanza e il bacio divenne più profondo.
Sembrò durare un eternità ma nessuno dei due ci fece caso.

Quando finalmente Harry si decise a separarsi da lui, sembrava piuttosto scosso.
Draco si sfiorò il labbro inferiore e dopo un attimo, si ricompose.
Si guardò intorno e per fortuna il via vai di studenti era terminato già da un po', poi fissò Harry e ammiccò: 'Mi hai baciato, Potter, te ne sei accorto?'
'Cercavo di confutare la tua tesi...' disse lui debolmente, grattandosi dietro la testa.
Draco fece una mezza risata: 'Io direi che l'hai confermata'
Harry assottigliò le labbra: 'Beh, l'idea è stata tua e non mi è sembrato che opponessi resistenza!'
Draco restò in silenzio e Harry si agitò sul posto a disagio.
Il Serpeverde scoppiò a ridere e scosse la testa:
'Sei un pericolo pubblico Potter! Ti avevo detto che scherzavo, di non farlo! Se ti avessi chiesto di testare le tue reazioni al corpo maschile cosa avresti fatto?' e rise ancora.
Harry gli fece il verso e rispose: 'Una cosa per volta Malfoy, quello magari più tardi'
Draco spalancò la bocca, esterrefatto e Harry gli diede una spinta: 'Cosa? Ora sei tu che prendi sul serio le mie battute?'
Draco scosse la testa e raccolse le sue cose. 'Andiamo a mangiare, prima che ti venga la brillante idea di saltarmi addosso!'
Harry lo seguì: 'Non serve, ma grazie per l'offerta'


Al tavolo Grifondoro, Hermione aspettava l'arrivo di Harry con impazienza.
Non riusciva proprio ad accettare il fatto di non aver notato che il suo migliore amico, aveva passato le prime settimane di scuola a cercare di avvicinare Draco Malfoy senza che lei se ne accorgesse. In più la sera prima gli era sembrato strano e non aveva idea di quale fosse il motivo.
Era stata terribilmente distratta: lo studio la impegnava a tempo pieno, dato che voleva ottenere il massimo e in più la relazione con Ron le riempiva i pensieri ogni secondo della giornata.
Non che fosse impegnativo, in fondo erano sempre gli stessi lei e Ron: bisticciavano ancora, solo con la consapevolezza di non star litigando sul serio. E passavano più tempo da soli.
Ma la vera distrazione, era stata la sua preoccupazione di non farlo sentire solo neanche per un momento.
Era un anno difficile per Ron, era l'anno più difficile che avesse mai passato.
Probabilmente avrebbe preferito mille volte rivivere la latitanza dell'anno precedente che questo, per quanto fosse stato orribile per lui.

Stava meglio o almeno, era quello di cui era convinto.
Hermione sapeva che Ron aveva imparato ad accantonare quei pensieri troppo dolorosi, per poter procedere come se nulla fosse.
Li metteva via, non ne parlava. Lui non lo nominava mai.
Si lasciava distrarre da ciò che gli accadeva attorno e così stava bene.
Solo quando gli arrivavano notizie da casa, un ombra gli oscurava il volto per qualche ora.
Era difficile, ma sapeva che Ron faceva del suo meglio. Era orgogliosa di lui e lo supportava in silenzio, con tutto l'affetto che poteva.

E così, aveva trascurato Harry.
Non si biasimava per questo ma era decisa a rimediare. Già da qualche giorno aveva notato delle stranezze nei discorsi dell'amico. Era come se questa amicizia con Malfoy, lo stesse mettendo di fronte a delle domande che aveva tralasciato da tempo. Si era fatta qualche idea, una più assurda dell'altra, ma aspettava di vedere la verità negli occhi dell'amico, che non era mai stato bravo a nascondere le sue emozioni.
'Eccolo lì, Herm. Ora puoi comiciare a mangiare!' disse Ron, con la bocca piena, indicandogli Harry. 'Ma che gli prende? Sembra che non si ricordi come si cammina' aggiunse un attimo dopo, buttando giù il boccone.

Harry aveva salutato Malfoy sulla porta, con un debole cenno della mano e l'altro gli aveva risposto scuotendo testa in maniera beffarda, ridendosela un po'.
Quando incontrò lo sguardo degli amici, la sua espressione imbarazzata non cambiò e si sedette accanto a Ron con uno sbuffo esagerato.

Hermione decise che la questione richiedeva la sua massima attenzione, ma non fece domande, preferì studiarlo mentre si spiegava con Ron.
'Che c'è che non va?' chiese infatti quest'ultimo, divertito dalla sua espressione. 'Hai la faccia più stupida che ti abbia mai visto fare!'
Harry incrociò le braccia e cercò di assumere un espressione stizzita: 'Grazie mille, sei un amico!'
Ron scoppiò a ridere: 'Sempre a disposizione!'
Harry si guardò intorno e a Hermione non sfuggì il suo tentativo di cambiare discorso: 'Ho una fame! Herm mi passi il vassoio?'
Hermione glielo porse con un sorriso gentile: 'Allora, Malfoy ti ha di nuovo messo in imbarazzo con qualche confessione inaspettata?'
Harry parve interdetto e si riempì il piatto con poco entusiasmo. 'No' disse tentennando.
Ron lo guardava in maniera strana mentre masticava, poi butto giù il boccone: 'Insomma, che c'è?'
Harry si strinse nelle spalle: 'Beh, stavo pensando all'invito alla festa...' cominciò a dire, con il volto chinato sul piatto 'Più ci penso, meno ho voglia di accettare'
Detto ciò rivolse uno sguardo fugace a Hermione, come a volersi sincerare che lei lo avesse sentito.
Ron scosse la testa in maniera poco comprensiva: 'Io dico che se non accetti sei uno stupido! Andiamo, Harry cosa t-'
Hermione gli diede un impercettibile calcio sotto il tavolo, che lo zittì. Quell'occhiata di Harry non solo l'aveva preoccupata, perché sembrava una palese richiesta di comprensione, ma le aveva anche ricordato una delle idee assurde che le era passata per la mente in quei giorni:
'Io penso che se Harry non abbia voglia di accettare non dovrebbe farlo. A quanto pare questa ragazza... non gli piace proprio. Se accettasse la illuderebbe soltanto'
Ron si grattò la testa, confuso, poi scrollò le spalle: 'È lei l'esperta'
Harry si rilassò sulla panca e annuì.
Guardò un altra volta Hermione, che gli fece l'occhiolino, poi cominciò a mangiare e non proferì parola per tutto il pranzo.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


I start from you.

Capitolo 4

3.1 - the time has com for me to break out of the shell...

Mercoledì mattina, Harry aveva preso posto accanto a Malfoy, come ormai d'abitudine e cercava di non pensare nemmeno per un secondo a ciò che era successo il giorno prima, fallendo miseramente.
Non avevano più parlato della faccenda, perché Harry, pieno di imbarazzo,aveva finto di essere completamente interessato alle lezioni anche il pomeriggio precedente.
Malfoy aveva rispettato il suo mutismo con una delicatezza che aveva sorpreso Harry... a parte qualche risata repressa ogni tanto.

Alla fine, a due minuti dalla campanella, non poté trattenere uno sbadiglio assonnato e Malfoy si voltò a guardarlo.
Per un attimo non seppe se rivolgergli la parola o no, ma parve decidere di aver sopportato abbastanza quella situazione ridicola e andò dritto al punto.
'Sono curioso, Potter' sussurrò, mentre il professor Vitious si agitava sulla sua pila di libri, mostrando l'esatto movimento da utilizzare per l'incantesimo che ormai studiavano da tre lezioni. 'Hai detto ai tuoi grandi amici che sei gay?'

Harry si guardò intorno, allarmato, poi si passò una mano sul volto stanco.
Quella mattina si era svegliato solo grazie a Ron, che lo aveva praticamente tirato giù dal letto. Il motivo era semplice: la sera prima, dopo gli avvenimenti inaspettati e sconcertanti, aveva avuto molta difficoltà ad addormentarsi. Aveva rimuginato tutta la notte e ancora non riusciva ad accettare le conclusioni a cui era giunto.
'Non sono...' borbottò all'inizio, prima di correggersi. 'D'accordo, ci sono buone probabilità che sia così, ma non voglio urlarlo ai quattro venti prima di esserne totalmente sicuro'
Draco sollevò le sopracciglia, in maniera scettica.
'Che c'è?' mormorò Harry, attento a non far sentire i loro discorsi.
Draco scrollò le spalle.
'A me sembra che tu abbia già capito tutto e che la cosa, per qualche motivo, ti abbia spaventato'

Al suono della campanella, Harry rilassò le spalle e fece cenno a Malfoy di sbrigarsi: il suo problema erano le orecchie indiscrete che avevano attorno, perciò era contento di uscire nel fracasso dei corridoi.
'Senti' disse all'orecchio del biondo una volta fuori, 'ci ho pensato tutta la notte ed ho capito delle cose, che fino ad ora avevo accantonato. Ma non sono pronto a condividere tutto questo con altre persone, presto lo farò con Ron ed Hermione perché a loro non posso mentire, ma uscire allo scoperto, mettermi in gioco, conoscere qualcuno... è troppo prematuro, soprattutto ora che il mio nome è su tutte le prime pagine'

Presero le scale ed Harry sentì la voce di Ron, da qualche parte dietro di lui: sembrava scocciato per i compiti assegnati da Vitious.
Draco glielo indicò con un cenno: 'In realtà le uniche persone che si scomporranno di fronte alla verità, saranno proprio loro. Perché per la stampa lo scoop non sarà vederti con un uomo, ma vederti con qualcuno: scriverebbero qualsiasi cosa su di te. Così come a tutta la scuola non sembrerà una gran rivelazione, in fondo non hai mai avuto una ragazza fissa, quindi sanno poco e niente dei tuoi gusti, ne prenderanno atto semplicemente. Weasley e la Granger invece, sono le persone che ti conoscono di più al mondo, eppure non hai mai accennato loro questi dubbi: loro sì che ne resteranno di sasso!'
Harry lo fermò per un braccio, corrucciato:
'Come può non essere una notizia scioccante per tutti? Non riuscivo a rendermene conto nemmeno io, nonostante avessi la verità sotto agli occhi! Tutti penseranno che sono stato un falso e non oso immaginare cosa penseranno i genitori di Ron... Insomma loro hanno una famiglia semplice, tradizionale... So che i maghi hanno accettato tutte le sfaccettature che può avere una persona, ma non credo sia così facile tenerne conto quando capita a qualcuno che credevi di conoscere, che hai visto crescere...!'
Draco strattonò il braccio con forza e Harry lo lasciò andare:
'Sei un idiota. Le uniche famiglie che si fanno degli scrupoli su questa faccenda sono quelle come la mia, i tuoi amati Weasley ti augureranno di trovare presto il ragazzo perfetto e forse ti faranno anche una torta!' sputò con una punta di cattiveria.
'Per l'ultima volta Potter, le tue scelte sessuali se e quando veranno alla luce, saranno semplicemente un dato di fatto: nessuno scandalo! Smettila di pensare come un Babbano qualunque! Non eri tu quello coraggioso? E ora ti vergogni di quello che sei?'

Harry dovette ammettere a se stesso che Malfoy avesse ragione, ma non riusciva a vivere quella situazione con serenità.
Forse sarebbe riuscito a sentirsi meno sotto pressione, trovando il coraggio di parlarne con i suoi amici... forse era proprio la loro reazione quella che temeva di più. Perchè era sempre bastato il loro appoggio a rendere le situazioni più facili e sopportabili e se non l'avesse avuto in quella particolare occasione, non sapeva come avrebbe potuto affrontarla.

'Credo di aver inconsciamente sotterrato questa parte di me, da quando ne ho avuto il primo sentore, mi sono creato un guscio, per la mia tranquillità. Credevo di essermi preso una cotta per una ragazza il quarto anno... Al quinto anno ci siamo avvicinati e- e niente, era stato un abbaglio: mi infastidivano i suoi modi di fare, la sua gelosia e i suoi piagnistei. Ho accantonato la cosa e poi sono stato troppo preso da Voldemort per pensarci. Il sesto anno, cercavo distrazione ed ho provato a cedere alle avances di qualcuna: come ben sai, è stato un fiasco. Perché non l'ho capito allora? Non lo so, forse in fondo l'ho capito o almeno, ho detto a me stesso che le ragazze non facevano per me... Solo, non ho considerato le alternative'
Draco rallentò, perché ormai avevano raggiunto l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, e si voltò a guardarlo:
'Io penso che, nella tua mente, ti fossi imposto di non pensare neanche ad altre possibilità. Hai escluso l'idea a prescindere, troppo convinto che la tua vita fosse già abbastanza incasinata. Ma ora che lo stai accettando, dovresti perlomeno renderti conto di aver provato attrazione per qualcuno, di aver pensato a qualcuno...o di averlo immaginato... Sai... Hai capito. Sarebbe strano il contrario'

Harry riflettè sulle sue parole, mentre entravano in classe e prendevano posto.
Si sentì in imbarazzo e si grattò la fronte, nervoso. 'Diciamo che, purtroppo, ho passato la maggior parte della mia adolescenza ad avere incubi, piuttosto che "a sognare"... Ma devo ammetterlo, se vado a scavare in quei pochi momenti... intimi... beh, sì... avevo qualche indizio a cui non ho dato peso...'  balbettò arrossendo, 'credevo fosse irrilevante, cioè, in quei momenti pensi a un sacco di cose e... sono cose private... credi esistano solo nella tua testa, ecco...'
Draco sorrise sotto i baffi, divertito dal suo imbarazzo ma non poté sfruttare l'occasione per prenderlo in giro, perché la lezione era cominciata.

Harry aveva un ottima visuale dei suoi amici, dai posti che Malfoy aveva scelto, e per tutta la lezione osservò Ron e Hermione con un misto di ansia e trepidazione: l'idea di parlare a qualcuno che non fosse Malfoy, delle nuove sensazioni che aveva scoperto di provare, lo terrorizzava. Non perché all'improvviso si fidasse solo di Malfoy, ma perché in quel momento quella verità esisteva solo tra di loro e parlarne a qualcun'altro l'avrebbe resa vera, reale. Avrebbe significato dare inizio ad un nuovo capitolo della sua vita, a cui non era preparato.
Avrebbe dovuto ammetterlo, non solo ai suoi amici, ma soprattutto a se stesso, accettandosi per ciò che era ed essere pronto a scoprire cosa gli avrebbe riservato il futuro a riguardo.
Draco notò la sua pena e lo distrasse da quei pensieri quando attirò a sé la pergamena immacolata di Harry, su cui lui avrebbe dovuto prendere appunti:
intinse la piuma e cominciò a scribacchiare qualcosa, chino sul foglio per non farsi vedere.
Ci mise parecchi minuti, tanto che Harry a un certo punto smise di osservarlo, convinto che gliel'avesse rubata per prendere appunti sul serio.

Quando gliela restituì, a Harry parve di essere tornato al terzo anno.
Malfoy aveva una certa creatività quando si trattava di prenderlo in giro: non ricordava dove fosse finito il bigliettino incantato che gli aveva inviato durante la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure di cinque anni prima, in cui veniva colpito da un fulmine mentre giocava a Quidditch, forse invece questo lo avrebbe conservato.

Harry si portò una mano davanti alla bocca, per soffocare la risata che altrimenti avrebbe attirato l'attenzione di tutta la classe.

Il biglietto ritraeva una ragazza butterata che si lanciava su di lui per baciarlo e poi lui che, in maniera molto poco mascolina, la spingeva via e se la dava a gambe levate, urlando.

La lezione proseguì per altri interminabili minuti, mentre lui e Draco facevano una gran fatica a rimanere seri.
Quando finalmente la campanella suonò, entrambi fecero un sospiro di sollievo.

Mentre Draco si alzava per mettere via le sue cose, Harry rimase seduto a scuotere la testa, in maniera incredula.
'Che ti prende adesso? Sembri mezzo matto. Forse dovrei dar retta a quell'articolo di qualche mese fa che diceva che a causa della Guerra avevi perso qualche rotella' lo canzonò il Serpeverde.
'Non è ne la prima, ne l'ultima volta che mi danno del pazzo. Comunque, stavo pensando a quanto sei strano, Malfoy' disse con una mezza risata.
Draco inarcò le sopracciglia e Harry annuì: 'Sai, Ron era convinto che questa situazione sarebbe durata poco e che alla fine non ci saremmo sopportati'
Draco si mise la borsa in spalla e fece una smorfia indifferente: 'Sono passati pochi giorni, potrei ancora stancarmi di te. E poi chi ti ha detto che ti sopporto?'
Harry si mise a ridere: 'Mi stai aiutando Malfoy, te ne sei accorto? In tutta questa storia... E hai anche cercato di distrarmi dai miei pensieri paranoici, mi hai tirato su di morale' constatò, sventolandogli il disegno sotto il naso.
'Avrò sbattuto la testa da qualche parte' disse, facendo un gestaccio e spigendo via la mano di Harry. 'Molto forte'
Harry scosse la testa e finalmente si alzò dal suo posto, buttando le sue cose nella borsa a casaccio e avviandosi alla porta:
'Io dico che stiamo diventando amici' affermò prima di uscire, con un sorriso soddisfatto.
Draco lo seguì e alzò gli occhi al cielo: 'Cos'hai da gongolare tanto?' disse seguendolo. 'Ci tenevi così tanto a diventare mio amico? Cos'è, lo sognavi la notte?'
Harry scoppiò a ridere: 'Non fare la parte Malfoy, non mi metti in imbarazzo. Sono felice che siamo amici, sei una piacevole sorpresa'
Draco gli diede una spinta superandolo: 'Sei troppo sentimentale per i miei gusti, tu ritieniti fortunato se ti dirò che non mi dispiace averti intorno'
'Oh, detto da te sarà come un ti voglio bene' lo prese in giro Harry, ridendo di gusto, mentre l'altro alzava di nuovo gli occhi al cielo.
Harry accelerò il passo e lo affiancò: 'Dove stiamo andando?'
Draco sospirò: 'Dato che ultimamente sembra che tu non possa fare a meno di trascorrere anche le ore libere con me, volevo raggiungere il cortile: non ho nessuna voglia di studiare ancora quindi non parlarmi della biblioteca'
Harry lo seguì in silenzio, e ricominciò a rimuginare sulle parole che avrebbe dovuto usare con i suoi amici appena si fosse fatto coraggio.

Sapeva di doverlo fare quel giorno stesso, perché non era capace di mantenere un segreto così importante con Ron e Hermione, senza che i due si accorgessero che ci fosse qualcosa che non andava. Era solo questione di buttarsi.

Andiamo!  si disse, solo qualche mese fa ho affrontato la morte, dovrei poter fare di tutto adesso!  

Aprire gli occhi sulla sua sessualità e cominciare scoprire anche quella parte di se stesso sarebbe stato facile come respirare, e probabilmente anche emozionante, una volta buttata fuori la verità.

'Sei ancora preoccupato, Potter?' lo richiamò alla realtà Malfoy, mentre uscivano in cortile.
Harry scosse la testa, sospirando: 'Vorrei solo togliermi questo peso una volta per tutte. Prima lo faccio, prima posso... sai... vivermela'
Draco si fermò di colpò e Harry fece qualche passo prima di accorgersene e tornare indietro:
'Che c'è? Dico sul serio, sono andato un po' nel pallone prima, ma sono sicuro che andrà meglio quando ne parlerò con-'
Malfoy gli indicò un punto alle sue spalle: 'Con loro'

Harry si voltò e si accorse che Ron e Hermione erano seduti poco distante:
'Ah, hanno avuto la nostra stessa idea. Deve essere stato Ron, avrà trascinato fuori Hermione con la forza... beh, lei ha comunque un libro con se'
Draco se ne stette in silenzio per mezzo secondo prima di sbuffare e bisbigliargli all'orecchio:
'Non sono a mio agio, Potter. Weasley mi detesta e non è che la cosa mi dispiaccia particolarmente ma, per colpa tua, adesso passo il tempo con il suo migliore amico. E la Granger forse ha ancora più motivi di lui per avercela con me.'
Harry cercò di non ridere, si accantonò dietro l'angolo seguendo il Serpeverde, che sembrava deciso a non farsi vedere dagli altri due.
'Senti, Ron è piuttosto testardo, te lo concedo. Non gli importa di cambiare idea su di te dopo i nostri trascorsi di amorevoli scambi di complimenti, durante questi anni. E sono piuttosto sicuro che tu non abbia ancora cambiato idea su molte cose che pensavi di lui... Però concedimi questo, credo che tu ti sia reso conto del fatto che la famiglia Weasley non sia massa di idioti senza cervello ma che, anzi, sia una famiglia di grandi maghi. Lo so che lo sai.'
Malfoy fece una smorfia neutra e non rispose.
'E so che adesso non offenderesti mai lui e la sua famiglia come succedeva un tempo. Così come lui, non provocato e sapendo che ci tengo che questa... amicizia vada per il verso giusto, non offenderà te. Ah e Hermione è la persona più matura che conosca, non si mettera a rivangare i vecchi rancori'
Draco assottigliò gli occhi e lo guardò con poco entusiasmo: 'Stai cercando di dirmi che hai intenzione di farci fare quattro chiacchiere, per caso? Perché se è così, te lo puoi scordare'
Harry lo afferrò per un braccio, per essere certo che non se ne andasse. 'No è che tu sei l'unica persona che sa della mia situazione, magari potresti aiutarmi, posso parlarne con loro adesso!'
Draco finse di annuire entusiasta: 'Ceerto Potter e sai che faccio? Gli racconto di come sono stato essenziale in questa tua scoperta, senza trascurare i dettagli'
Harry arrossì e gli diede un pugno sulla spalla: 'Tu non dovrai dire niente, anzi, potrai restare tutto il tempo muto come un pesce! Dovrai solo essere lì, così se non riuscirò a spiccicare parola, mi darai un pugno per farmi rinsavire'. Lo tenne stretto per il braccio e continuò: 'Per favore?'
Draco sbuffò sonoramente e annuì, controvoglia.
Harry lo lasciò andare e si incamminò verso i suoi amici, che li notarono solo quando furono a pochi passi da loro.

Harry approfittò del fatto che Draco fosse dietro di lui, per lanciare uno sguardo di ammonizione a Ron e uno di supplica a Hermione.
Quest'ultima, che colse al volo il messaggio, bisbigliò qualche parola frettolosa all'orecchio del fidanzato.

'Harry' fece poi, spostando la borsa che occupava il resto del gradino su cui si erano sistemati 'vuoi sederti? Ciao, Malfoy. Come stai?'
Draco ciondolò in maniera titubante davanti a loro, prima di decidersi a sedersi di fianco a Harry.
'Non mi lamento' borbottò, alla fine.
Ron non sembrava ostile, solo piuttosto scettico - ancora non era convinto della buona fede di Draco- e pareva non avere la minima idea di cosa dire, così restò in silenzio.
Harry decise di interrompere quel momento di imbarazzo andando dritto al punto, e si schiarì la voce.
'Ecco,' disse, facendo finta che la presenza di Draco fosse perfettamente normale 'vi stavo cercando. Voglio parlarvi di una cosa'
Hermione batté le palpebre ed alternò lo sguardo da lui a Malfoy e viceversa. Mentre Ron, sembrò decidere di comportarsi come se lui non esistesse:
'Finalmente sapremo perchè ieri a pranzo avevi quella faccia sconvolta? Hermione sta mettendo ansia anche a me, dicci che succede una volta per tutte'
Draco soffocò una risata e Harry gli diede una gomitata di disapprovazione.
'Non avevo nessuna faccia, Ron ha le allucinazioni, non c'è niente da ridere Malfoy!'
'Ieri a pranzo, eh?' ripetè Draco, ignorando le sue proteste.
Ron guardò Draco alzando le sopracciglia e Harry gli diede un altra gomitata, al che finalmente il Serpeverde smise di sghignazzare.
Hermione mise via il libro che aveva appoggiato sulle ginocchia e rivolse ai due la sua completa attenzione: 'Questa cosa che vuoi dirci, a qualcosa a che fare con il fatto che hai rifiutato l'invito di quella ragazza?'
Draco la guardò con un po' di sorpresa e Harry sospirò annuendo.
Sembrava proprio che Hermione avesse già capito qualcosa e questo lo fece sentire un po' più a suo agio: aveva sempre contanto su di lei, quando si trattava di esprimere i suoi sentimenti.
'Aspettate un momento' fece Ron, gesticolando. 'Perchè mi sembra di essere l'unico a non sapere di cosa stiamo parlando? Herm sembra aver già capito tutto, ma non mi ha detto niente. E tu Malfoy,' aggiunse a malincuore 'sbaglio o sai già dove andrà a parare?'
Draco, che si era opposto con forza a quella conversazione, sembrava divertirsi un mondo e, tutt'altro che muto come un pesce, rispose a Ron con estremo entusiasmo:
'In effetti, Weasley, in questi giorni ho avuto la spiacevole sfortuna di passare le mie intere giornate con Potter. Quindi, mi sono goduto lo spettacolo di questa nuova scoperta in prima persona'
'Scoperta?' ripetè lui, prima guardando Harry e poi Hermione. 'Tu sai di che stanno parlando, vero?'
Hermione si strinse nelle spalle: 'Mi ha sfiorato un'idea giusto questa mattina e avevo avuto un piccolo dubbio anche qualche giorno fa, ma non ne sono sicura. Sembra troppo assurdo, perché dopo tutti questi anni non credevo che mi potesse sfuggire una cosa del genere... E non credevo di non conoscerti in tutto e per tutto Harry...'

Ron parve ancora più confuso, mentre Harry si faceva prendere da un nuovo attacco di dubbi:
com'era possibile che i suoi migliori amici non se ne fossero mai accorti?
Com'era possibile che all'improvviso Draco Malfoy avesse avuto più perspicacia di Hermione Granger, che lo conosceva davvero?

A quel punto toccò a Draco sferrargli una gomitata.
'Non è proprio così Granger. Potter si è letteralmente risvegliato dal letargo qualche giorno fa. Il problema è che non si è mai fermato a riflettere su se stesso, era troppo occupato a fare cose ben più importanti, a quanto pare. Se lo avessi frequentato in questi anni, anch'io direi che è una stronzata colossale.'
Ron sbuffò sonoramente, perché non riusciva a capire i loro discorsi, mentre Hermione rimuginava sulle parole di Draco, e Harry riacquistava un po' di coraggio.

'D'accordo,' cominciò Harry guardando soprattutto Ron, che sembrava frustrato 'diciamo che ho capito perché non ho voglia di uscire con quella ragazza, perché non mi è piaciuto baciarne neanche una il sesto anno e perché mi sono stancato di Cho Chang lo stesso giorno in cui ha cominciato ad avere interesse per me'
Hermione sospirò: 'Quindi lo hai capito solo adesso?'
Harry si strinse nelle spalle: 'Voi lo sapete meglio di me... questi brevi episodi si sono verificati solo perché avevo bisogno di distrazione, per il resto del tempo non ho fatto altro che pensare a Voldemort, alla Guerra e non avevo alcuna prospettiva per il futuro. Tutta la mia adolescenza si è basata su questo, non vedevo niente, oltre Voldemort, perché non sapevo come sarebbe andata a finire. Ora che sono tornato a Hogwarts, ho cominciato a pensarci per la prima volta: al mio futuro, a cosa voglio fare fuori di qua e alla persona che vorrei al mio fianco'
Calò il silenzio dopo queste parole.
Draco e Hermione sembravano in attesa che finalmente lo dicesse chiaro e tondo. Mentre Ron incrociò le braccia e rimuginò su quanto detto.
'E questo dove ci porta? Hai trovato una persona con cui vuoi stare, per caso? Perché tutto questo mistero?'
'No, non c'è nessuno che mi interessa per ora...' ribattè Harry, confondendolo ancora di più.
A quel punto, Hermione guardò Ron, comprensiva:
'Quando Harry faceva lo scemo con le ragazze il sesto anno, pensavamo solo che si stesse distraendo da tutto ciò che era successo e che stava succedendo. Voldemort era uscito allo scoperto, aveva appena perso Sirius... E finalmente tutti gli credevano. E tutti pensavano fosse il Prescelto. Ma non si trattava solo di questo, si è spostato da una ragazza ad un'altra per un paio di mesi, facendo sciocchezze, prendendosi i miei rimproveri... perché nessuna di loro riusciva a distrarlo davvero' disse, con sguardo eloquente e Ron aggrottò le sopracciglia. Hermione continuò:
'Ci diceva che l'unico problema fosse che quelle ragazze non gli interessavano davvero e che dato che loro lo usavano per la faccenda del Prescelto, lui faceva lo stesso. Invece poco fa, ha detto che non gli piaceva baciarle. Non gli piaceva Ron.'

Ron strabuzzò gli occhi, spalancò la bocca e rimase così per un minuto buono.

Harry annuì debolmente: 'A quanto pare non mi piacciono le ragazze'
Ron si riprese abbastanza da chiudere la bocca e spiccicare qualche parola: 'E davvero te ne sei accorto solo adesso? Cioè, quando ti sei reso conto che non ti piaceva baciarle non ti è apparso lampante?'
Harry scosse la testa e si strinse nelle spalle.
'Non dico che non avessi gli elementi per capirlo già qualche anno fa, semplicemente ho deciso di non capirlo... Avevo già troppe cose per la testa, era più facile impormi inconsciamente di farmi piacere le ragazze... E non dimenticate che sono cresciuto in una casa in cui la mia stranezza era già abbastanza inaccettabile, figurati se avessi ammesso a me stesso anche questo...'
Ron annuì titubante e poi si affrettò ad aggiungere: 'Non devi nasconderti Harry, nessun mago si scandalizza per una cosa così normale' poi però, incrociò le braccia e lo fissò curioso: 'Beh, racconta, come lo hai capito? Se davvero avevi tutti questi complessi che insabbiavano la verità, non sarà bastata una chiacchierata a darti una svegliata!'

Draco distese le gambe e si poggiò al muro, in una posa rilassata e guardò Harry con interesse, mettendolo a disagio.
'In effetti, quando gli ho detto come la pensavo si è fatto venire una crisi isterica' commentò allegramente.
Harry sbuffò ed alzò gli occhi al cielo:
'Beh, avrei voluto vedere voi al mio posto! È chiaro che vedevo un fondo di verità nelle tue parola ma non ero pronto ad affrontarlo, così all'improvviso, era molto piu facile pensare che fosse un'idea stupida'
Hermione annuì comprensiva, mentre Ron quasi rideva insieme a Malfoy.
'E cosa ti ha convinto?'
Draco lo guardò, compiaciuto, curioso di vedere come ne sarebbe uscito. E Harry, stanco di essere preso in giro, incrociò le braccia e sbottò:
'Malfoy ha cominciato a chiedermi se avessi mai provato attrazione per un ragazzo e mi ha consigliato di provare a baciarne uno, per capire la differenza'
Questo Malfoy non se lo aspettava. E ora appariva tutt'altro che rilassato.
Probabilmente si teneva pronto a tappare la bocca a Harry, in caso gli venisse la brillante idea di raccontare anche che aveva baciato proprio lui: segreto che, per quanto gli riguardava, avrebbero dovuto portarsi nella tomba.
Ron, che fino a quel momento aveva cercato di trattenersi, scoppiò a ridere e, per la prima volta in vita sua, Harry lo vide rivolgersi a Draco senza astio, né diffidenza: 'Bella mossa, Malfoy! Avrei voluto vedere la sua faccia!'
Peccato che Malfoy non fosse in vena di ridere, altrimenti sarebbe stato un evento da incorniciare.
'Si, si, molto divertente... Comunque, pensandoci e ripensandoci, diciamo che ne ho avuto la conferma schiacciante' borbottò Harry, contrariato.
'Fino a questa mattina non volevo neanche parlarne, ma poi Malfoy mi ha fatto una specie di ramanzina e ho capito che in realtà avevo bisogno di dirvelo'
Draco si tranquillizzò e smise di lanciargli occhiate omicide, mentre Hermione gli diede una pacca sulla spalla:
'Sono contenta che ti abbia convinto, era diventato impossibile non accorgersi che ci fosse qualcosa che non andava e stavo cominciando a preoccuparmi. Beh, poco male, spero solo che avrai più fortuna, ora che sai a chi rivolgere l'attenzione'
Ron si asciugò gli occhi e cercò di tornare serio. 'Si, sono proprio curioso. Purtroppo non potrò aiutarti, non sono certo la persona indicata per giudicare i ragazzi'
Draco si strinse nelle spalle: 'Io ho una discreta esperienza ma non sono sicuro che i miei gusti coincidano con i suoi'
Hermione riflettè per qualche secondo:
'Non c'è problema, se comincerà ad interessarsi a qualcuno ce ne accorgeremo subito, è davvero pessimo a nascondere le emozioni'
Malfoy scoppiò a ridere: 'Pessimo, Potter, non sono l'unico a pensarlo!'

Harry guardò i suoi amici con espressione curiosa, spostando lo sguardo dall'uno, all'altro.
Sembrava proprio che la presenza di Malfoy non sarebbe stata un grosso problema e quasi si sentì appagato, perché ogni giorno stava avendo sempre di più la conferma di non aver fatto un errore a decidere di fidarsi di lui.
Malfoy non lo avrebbe mai ammesso, ma Harry percepiva il fatto che si stesse impegnando per cercare di recuperare una certa dignità.
Per quanto gli riguardava, stava cominciando a rispettarlo molto più di quanto non avesse mai fatto in passato.

 

3.2 - There's a thin line between the dark side and the light side, tonight
 

'Rimmarrai solo a vita!' ululò Malfoy, stanco di lui e delle sue reticenze. 'Come puoi sperare il contrario se sei così schizzinoso? Un totale fallimento!'
 
Era sabato mattina, ed era già qualche giorno che Malfoy tentava di dare dei consigli a Harry per dare una svolta alla sua vita sentimentale: non che volesse trovargli un ragazzo a tutti i costi, al contrario, era convinto che avesse perso tempo prezioso per fare esperienze spenzierate.

Harry, checché ne dicesse Malfoy, si stava godendo a pieno la nuova scoperta, soprattutto da quando la verità era in qualche modo trapelata - forse a causa degli scleri a gran voce del Serperverde - e nella scuola si era cominciato a vociferare che Harry fosse omosessuale.

Era curioso redersi conto di quanti ragazzi lo considerassero attraente e lo faceva sentire lusingato ed elettrizzato.
Il che era nuovo per lui, dato che aveva sempre biasimato le ragazze che gli facevano il filo. Infatti, Hermione non aveva preso bene la cosa:
"Solo perché gradisci di più le attenzioni dei ragazzi non vuol dire che la maggior parte di loro non siano interessati a te sono perché sei il Salvatore del Mondo Malgico, come non facevi che ripetere quando ricevevi regali e attenzioni solo dalle ragazze. Questo comportamento è un po' ipocrita da parte tua" aveva detto, riportandolo con i piedi per terra.

Tuttavia solo dopo qualche incontro ravvicinato con qualcuno di loro, Harry si era reso conto davvero della veridicità delle parole di Hermione e quando alla fine un tripudio di muscoli del sesto anno era corso a dire in giro di essersi fatto Harry Potter, dopo un solo accenno di scambio di saliva, aveva deciso di tornare sui suoi passi e darsi una calmata.

Draco non era d'accordo e quelli che Harry riteneva notevoli passi avanti, Malfoy li definiva bacetti inutili:
"Che ti importa di quello che dice la gente? Ci sono talmente tante voci su di te che ormai nessuno sa più a cosa credere! E che ti importa se vogliono portarti a letto solo perché sei tu? Hai diciotto anni, non trenta, non devi sposarti domani!"
Ma Harry aveva deciso di dare un taglio agli incontri scabrosi con ragazzi che neanche conosceva e, messo da parte l'ormone, aveva deciso che non sarebbe più andato oltre se non per qualcuno per cui nutriva reale interesse.
Questo lo aveva portato a cominciare a guardarsi intorno con occhio critico e a scuotere la testa quando Malfoy gli indicava qualcuno che lo fissava insistentemente.

Quella mattina si erano alzati tardi ed avevano passato qualche ora in biblioteca a studiare, prima di mettersi a bighellonare a vuoto nei corridoi, mentre Malfoy gli faceva la predica.
'Comincio a pensare che tu sia un po' represso Malfoy' disse Harry, quando Draco cominciò ad urlargli contro. 'Voglio dire, se te la prendi tanto, non sarà che ti piacerebbe essere al mio posto?'
Draco sospirò bruscamente.
'Potter, stai seriamente minando al mio autocontrollo. Il che è grave, perché questa faccenda di fare la brava persona mi sta riuscendo piuttosto bene e non è il caso che io utilizzi qualche Maledizione illegale per tapparti quella boccaccia!'
Harry, si sedette sul davanzale di una finestra in corridoio, guardando il via vai di gente.
Non fu per niente impressionato da quelle minacce e si strinse nelle spalle: 'Mi stavo solo chiedendo come ti andassero le cose, da quel punto di vista, dato che sei così nervoso'
Draco si passò una mano sul volto:
'Seriamente, Potter? Vuoi seriamente parlare di quest'argomento di cui sei a stento un principiante?'
Harry non rispose e Malfoy si mise le mani sui fianchi, impettendosi:
'Non che siano affari tuoi, Mister Ho il Mondo ai Miei Piedi, ma sappi che non ho nessuna difficoltà a conquistare le attenzioni di chi mi pare. Sarò anche malvisto ma ho ancora il mio fascino. E ti dirò di piu, mi stai dando un aiuto prezioso, perché vedendomi con te qualcuno tende a mettere da parte il passato. Quindi grazie, la mia vita sessuale è molto meno desolata di come la immagini'
Finalmente Harry gli diede ascolto e smise di ignorarlo. 'Non mi sembra di averti visto con qualcuno! Ti vedi con un ragazzo?'
'Cosa ti aspetti? Che vada in giro mano nella mano con qualcuno per i corridoi?' replicò Malfoy, scuotendo la testa. 'Non è il mio genere. Per non parlare del fatto che sto parlando di un'avventura ogni tanto, non di un ragazzo fisso'

'Draco?' lo chiamò una voce alle sue spalle, ed entrambi si voltarono.

'Ah, Blaise. Che vuoi?' chiese Malfoy, tranquillo.
Blaise tirò fuori una pergamena dalla borsa e gliela porse. 'Theodore l'ha usata più di me,' disse, con il mento alzato 'ma non lo ammetterebbe mai'
Draco si strinse nelle spalle e la prese. 'Spero che almeno abbia avuto il buon senso di non riscriverla per intero'
Blaise annuì e gli fece un cenno di saluto. 'Ci vediamo in Sala Comune'
Si avviò e degnò Harry di uno sguardo fugace: 'Potter'
'Zabini' rispose lui, ricambiando il cenno.
Quando il Serpeverde si dileguò dietro l'angolo, Harry cominciò a fissare Malfoy in maniera offesa.
Draco mise via la pergamena nella borsa e alzò lo sguardo su di lui.
'Che hai da guardarmi in quel modo?' chiese, alzando le sopracciglia.

Harry scese dal davanzale e incrociò le braccia al petto, per dargli l'idea di quando fosse contrariato.

'Quindi adesso parli con Zabini' borbottò, fissandolo torvo.
Draco si appoggiò al muro e rispose con estrema pacatezza:
'Qualche giorno fa mi ha rivolto la parola in Sala Comune. Sai a Blaise non importa molto di ciò che ho fatto... lui è un tipo insofferente, non bada molto agli altri. Fa un po' quello che gli pare'
Harry annuiva teatralmente alle sue parole, 'Si, giusto. E che altro? Ah, certo! Frequenti persone misteriose e a nessuno è dato saperlo, giusto?'

Il via vai di persone si era un po' affievolito, perché si avvicinava l'ora di pranzo e Harry fu tentato di mollare Draco lì ed andarsene a mangiare.

'Ma che cavolo vuoi, Potter? Perchè davvero non riesco a capire dove tu voglia arrivare! Sì, parlo con Blaise ogni tanto. Sì, sto cercando di dare una svegliata anche a Theodore, anche se non ci rivolgiamo ancora la parola. E sì, ogni tanto faccio sesso. Qual è il tuo problema? Vuoi rimanere per sempre l'unica persona sulla faccia della terra a non odiare la mia vista?'

Harry gli diede uno spintone e per un momento Draco pensò che volesse fare a botte.

'Credevo che ormai mi conoscessi, razza di idiota! Davvero pensi che non sia contento per te se riesci a riconquistare la fiducia di qualcuno?!' sbraitò invece Harry, cogliendolo di sorpresa.
'Beh,' esclamò Draco, indicandolo 'scusa, ma stai dimostrando il contrario di quello che dici. Non mi sembri così felice'
Harry si diede una manata sulla fronte, scocciato. 'Non è questo che mi fa imbestialire! Puoi parlare con chi ti pare!'
Draco alzò gli occhi al cielo:
'E allora perché mi stai facendo una scenata?'
'Perchè siamo amici!' sbottò Harry.
Draco batté le palpebre allibito.
'Si, beh, diciamo che sto accettando il fatto che potrebbe essere vero. Quindi?'
'Quindi, tu sai praticamente tutto quello che mi succede. Ti racconto perfino se un tizio mi spinge nell'armadio delle scope per pomiciare. Tu invece, non mi dici niente!'  

Harry era arrabbiato sul serio e Draco lo aveva capito, nonostante pensasse che avesse avuto una reazione spropositata per una sciocchezza del genere.

'Non sono abituato a sbandierare i fatti miei. Ma se preferisci la prossima volta che adesco qualcuno te lo faccio sapere!' ribattè Draco, incredulo.
'Grazie mille!' rispose Harry. 'Quindi, oggi ti vedi con qualcuno?'
Draco si mise la borsa in spalla. 'In realtà, stamattina ho avuto in piacevole incontro con Drew'
Harry aggrottò le sopracciglia.
'Drew? Chi diavo- Telley Drew? Quell'idiota del sesto anno?'
'Lo conosci?' chiese Draco, sorpreso.

Si avviarono lentamente verso la Sala Grande, Harry ancora piuttosto imbronciato.

'Gioca a Quidditch per i Serpeverde. Ginny me lo ha indicato l'altro giorno, dice che sarà un osso duro dato che ha la mania di buttare la gente giù per la scopa'  borbottò, contrariato.
Draco inarcò le sopracciglia.
'Non dicevi che quest'anno non avresti giocato? Per non attirare troppa attenzione?'
Presero le scale e Harry sospirò.
'Alla fine mi hanno convinto, a quanto pare non riuscivano a trovare un Cercatore decente e mi hanno pregato di aiutarli, altrimenti la squadra avrebbe fatto una figuraccia quest'anno. Non mi sono allenato per niente in questi mesi, ma a loro non importa che subentri all'ultimo momento, si fidano delle mie capacità' poi fissò Draco di sottecchi. 'Drew verrà alla festa stasera? Quel tipo è un viscido Malfoy, lo sai?'
'Non devo mica fidanzarmici' disse Draco, improvvisamente divertito. 'Stamattina è stato piacevole ma gli ho già chiarito che non si ripeterà'
Harry alzò le sopracciglia: 'Ah si?'
Draco annuì: 'Ha cominciato a chiedermi cose e ad elencarmi i suoi momenti liberi, in cui avremmo potuto incontrarci. Così mi è toccato tagliare i ponti immediatamente. Ha un'aria così truce che sentirlo parlare in maniera tanto stucchevole fa impressione!'



Il banchetto di Halloween fu impeccabile come al solito.
La sala era addobbata a festa, le zucche di Hagrid erano enormi e veri pipistrelli svolazzavano in alto, sotto il cielo cupo.

Tuttavia, gran parte della scolaresca era in fermento per l'evento top secret che avrebbe avuto luogo non appena fossero stati congedati, all'insaputa dei professori.
Tutti si erano preparati scrupolosamente per l'occasione e non potendo eccedere nell'abbigliamento, - era impesabile indossare qualcosa che non fosse la divisa scolastica durante il banchetto -, avevano dato il meglio di se in trucco e parrucco.

Perfino Hermione sembrava elettrizzata, anche se per molte settimane si era opposta fermamente alla partecipazione, ricordando ad Harry quanto sarebbe stato deludente per la preside dover espellere proprio lui, in caso fossero stati scoperti.
Tuttavia, quando Neville aveva raccontato ogni dettaglio sulla sicurezza della festa ed aveva osservato che quella era l'occasione perfetta per distrarsi da tutto ciò che gli frullava per la testa, Hermione si era accorta di quanto Ron fosse d'accordo con lui e quanto fosse sinceramente dispiaciuto che Hermione non volesse sentirne parlare. Così, alla fine, aveva accettato di andarci e Harry e Ron se n'erano rallegrati immensamente.

Harry osservava Draco dal suo tavolo e si accorse che, a differenza del banchetto di inizio anno, Blaise non lo ignorava apertamente: scambiava con lui qualche parola e persino Theodore Nott, che a detta loro era ancora piuttosto restìo a cambiare idea su Draco, si chinava verso Blaise ad ascoltare la discussione.
Messo da parte lo sdegno di quel pomeriggio, Harry fu sinceramente felice che finalmente Draco non fosse più completamente solo nella sua Casa.

Draco gli aveva raccontato di come Goyle avesse interrotto i loro rapporti, da quando era finito in carcere.
Fino a quel momento, il lutto per Tiger aveva impedito alla loro pseudo-amicizia di sgretolarsi. Ma quando Goyle era stato condannato, Malfoy gli aveva scritto qualche lettera a vuoto.
E quando finalmente si era deciso a rispondergli, lo aveva definito un "Traditore del suo sangue",  un "volta bandiera" e gli aveva confessato che lui e Tiger non erano mai stati suoi amici, che gli stavano accanto solo perché i loro genitori credevano nel prestigio dei Malfoy e che alla fine, lui e Tiger avevano dimostrato di essere dei veri Purosangue senza il suo aiuto, mentre lui si era rammollito.

A tutto ciò Draco, aveva reagito con estrema comprensione.
Aveva ammesso che quella tra lui, Tiger e Goyle non era mai stata una vera e propria amicizia, perché era stato educato a sentirsi superiore a loro e che, evidentemente, la scarsa intelligenza dei due gli aveva sempre impedito di rispettarli davvero.
Tuttavia, aveva preferito la loro compagnia a quella di Theodore o di Blaise - con cui in quegli anni aveva passato del tempo, ma non aveva stretto reale amicizia -, perché scegliere Tiger e Goyle gli garantiva di apparire migliore e superiore.
Inoltre, era convinto che le parole che Goyle gli aveva scritto, non fossero altro che le opinioni dei Mangiamorte con cui condivideva la prigione e che lui le ripetesse a pappagallo:  era estremamente semplice convincere di qualcosa un tipo come lui.

Allora Harry gli aveva chiesto di Pansy Parkinson, che gli era sempre sembrata invaghita di lui e Draco era scoppiato a ridere.
"Pansy sapeva il fatto suo ed era convita che, compiacendomi il più possibile, sarebbe potuta diventare la mia ragazza di copertura, poi mia moglie e poi la madre dell' erede dei Malfoy. Cosa che le avrebbe conferito enorme prestigio tra i Purosangue. Così, non appena il mio prestigio è andato a farsi benedire, si è dileguata!"

Quindi, tutto sommato, Harry non poté che sorridere al pensiero che lui fosse in assoluto la prima persona che Draco stava imparando a considerare un amico.
E sperava che presto anche il suo rapporto con i due Serpeverde - che, bene o male, avevano comunque trascorso con lui tutti quegli anni ad Hogwarts -  potesse diventare una vera e propria amicizia.



I passaggi segreti per la Stanza delle Necessità erano collocati in diverse zone del Castello, lungo il tragitto per le Sale Comuni. Così, gli studenti di Hogwarts, percorsero la solita strada quando lasciarono la Sala Grande e si dileguarono in fretta.  

Meno di quindici minuti dopo la Stanza delle Necessità era stracolma di gente, e più ne arrivava, più l'ambiente si ampliava.
Quando Harry arrivò, si guardò freneticamente intorno, in cerca di Malfoy.
Hermione gli indicò un punto dall'altra parte della stanza: 'A occhio e croce dovrebbe essere uscito da quella parte!' urlò nel suo orecchio, perché la stanza era già piena di musica.
Harry annuì: 'Vado a cercarlo, voi dovertitevi!'

Mentre si faceva largo tra la folla si guardò intorno e più vedeva, più rimaneva strabiliato dai poteri della Stanza, nonostante la conoscesse da anni:
sempre più immensa e chiassosa, la Stanza occupava una pista da ballo grande quanto tutto l'atrio al primo piano, una Sala piena di tavoli e sedie e di un banco bar, su cui appariva magicamente quasi ogni genere di drink esistente nel Mondo Magico - bibite trasportate ad Hogwarts direttamente da Hogsmeade poiché le uniche cose che la Stanza non poteva far apparire dal nulla erano proprio cibo e bevande -, una zona appartata piena di divanetti e tavolini bassi ed infine due bagni.

Quando giunse vicino al bar, intravide il Serpeverde a qualche mentro da lui e sventolò il braccio per attirare la sua attenzione.
Tuttavia Draco non lo vide finché non lo colpì piano sulla spalla, facendolo voltare:
'Ah, eccoti!' disse ad alta voce, per superare il frastuono. 'Se non hai intenzione di ballare con qualcuno andiamo a sederci!'
Si diressero ai divanetti, decisamente più invitanti delle sedie del bar, ma Malfoy si fermò all'improvviso prima di raggiungerli e Harry gli finì addosso.
'Ahi!' protestò quest'ultimo, massaggiandosi il naso.
'Torna indietro!' gli borbottò Draco all'orecchio.'Da quella parte c'è Drew e sembra non aver capito che non ho nessuna intenzione di ripetere l'esperienza di stamattina!'
Harry inarcò le sopracciglia e si infilò tra la folla attorno alla pista da ballo.
Poi trascinò Draco in un angolo tranquillo, vicino all'entrata del passaggio segreto dei Grifondoro, pensò che un divanetto sarebbe stato perfetto anche lì e quello comparve dal nulla. Ci si sedettero, soddisfatti.
'Non dicevi di aver già chiarito la faccenda con Drew?' gli chiese in fine, guardandosi intorno.
'Infatti!' replicò Draco, scocciato.
'Gliel'ho detto chiaro e tondo: "bei muscoli Drew ma la cosa non si ripeterà, finisce qui!" Eppure mi è piombato alle spalle nei corridoi, mentre venivo qui, ed ha cominciato a fare allusioni su un incontro ravvicinato nei bagni della festa. Inutile dire che aspetterà un eternità'
Harry si strinse nelle spalle:
'Probabilmente non sei stato abbastanza convincente. Dovevi dirgli che non ti interessava per niente o magari che adesso c'è un'altra persona con cui vuoi stare!'
La musica aumentò di volume e Draco dovette accostarsi a lui per farsi sentire:
'Credo che quando si renderà conto che non lo raggiungerò in quel bagno puzzolente, il mio completo disinteresse sarà piuttosto cristallino!' poi gli diede un buffetto dietro la testa: 'E tu? Non hai nessuno da adescare stanotte?'
Harry scosse la testa: 'Te l'ho detto, adesso voglio fare le cose con calma... credo!'
Draco alzò gli occhi al cielo:
'D'accordo ma tra tutti gli incontri ravvicinati che hai avuto in questi ultimi giorni, dovrà pur essercene stato uno in particolare che hai preferito e che magari ti sarebbe piaciuto approfondire! Pensaci!'

Dopo una mezz'oretta, Harry si alzò e gli urlò di adare a prendere qualcosa da bere e Malfoy lo seguì.
Harry urlò uno dei nomi elencati sul cartello dietro al bancone e due bibite ignote, color ambra, comparvero d'avanti a lui.
'Che roba è?' chiese Draco, alzando il bicchiere d'avanti agli occhi e studiandolo.
'Che ti importa?' urlò Harry nella sua direzione, prima di buttarlo giù in pochi sorsi. 'Però! È forte!' disse stringendo gli occhi. Mise il bicchiere vuoto sul bancone e in un secondo si riempì nuovamente.
Draco fece per assaggiarlo ma all'improvviso si bloccò e tirò via Harry per un braccio, facendogli versare un pò di drink addosso.
'Ma che ti prende?'
'Drew Telley mi sta cercando!' urlò Draco, con sguardo omicida.
Dopo una decina di passi si ritrovarono proprio davanti ai bagni. Draco arricciò il naso e svoltò verso destra, in fondo al gruppo di divanetti e tavolini imbottiti.
'Non lo vedo in giro!' disse Harry, ingurgitando anche il secondo drink.
'Piantala con quel coso, hai intenzione di ubriacarti?' lo riprese Malfoy, che assaggiata finalmente qualche goccia del suo, lo aveva abbandonato sul tavolino accanto a loro.
Harry scoppiò a ridere:
'Non lo so! Non si fa così alle feste? Comunque credo stia già facendo effetto, sento la testa leggera come un palloncino!'
Draco sospirò: 'Fantastico!' disse, facendogli cenno di sedersi.
Harry obbedì e sospirò:
'Sai la cosa che mi hai chiesto poco fa?'
'No' replicò Malfoy, attento alla gente che passava loro accanto.
Harry gli diede un pugno sulla spalla: 'Andiamo! La faccenda di approfondire con qualcuno!'
Draco si massaggiò la spalla, dolorante.
'Ah, si' disse, scocciato e Harry lo guardò mortalmente serio: 'Ho in mente un chiaro momento, in cui mi sono sentito così preso, da volere approfondire'

Draco finalmente gli prestò attenzione ma, durò solo un paio di secondi, perchè Drew Telley non si era affatto dato per vinto e spuntò tra la folla che dava loro le spalle, chiamando Draco a gran voce.

Harry sbuffò : 'Ha proprio la testa dura quel cretino!'
Draco si alzò: 'Vado a mandarlo al diavolo una volta per tutte!'
Scavalcò le gambe di Harry, che si lamentava, spaparanzato sul divano.
'Piantala Potter e non muoverti da qui, se bevi altri due drink finirai ubriaco fradicio!'
Ma Harry lo fermò per un braccio: 'Aspetta! Ho un'idea migliore!'

Si mise in piedi e trascinò Draco davanti alla porta del bagno degli uomini, si guardò intorno e vide Drew individuarli ed avviarsi nella loro direzione.
'Eccolo che arriva!'
Draco fece per protestare ma Harry lo spinse contro lo stipite della porta.
Si voltò ancora una volta a controllare la posizione di Drew e poi guardò Draco dritto negli occhi:
'Poi dimmi se non è stata un'idea geniale!' disse con un sorriso sghembo e poi si gettò sulle sue labbra a capofitto, rubandogli un bacio per la seconda volta.

La scena che Drew Telley si trovò d'avanti lo fece sentire immensamente in imbarazzo: era convinto di aver finalmente catturato l'attenzione di Draco Malfoy e invece eccolo lì, avvinghiato ad un ragazzo sconosciuto, talmente impegnato a toccarlo ovunque da non accorgersi nemmeno della sua presenza.
Non gli restò che sparire tra la folla e dimenticare ogni speranza che aveva nutrito da quando era riuscito a sfiorargli le labbra.

Harry alleggerì la presa sui capelli patinati del Serpeverde e Draco sciolse lo stretto abbraccio in cui si erano ritrovati in meno di cinque secondi.
Si scambiarono un ultimo bacio frettoloso e poi si separarono.

Il silenzio durò qualche lungo minuto, poi Draco si schiarì la voce: 'Beh, non vedo Drew nei paraggi...'
Harry si guardò alle spalle e annuì: 'Già, come avevo previsto. Andiamo a ballare!'
Draco si lasciò trascinare: 'Che? Potter, non credi che dovremmo scambiarci due parole sull'accaduto? Mi sei saltato addosso, di nuovo, e non sono sicuro di poterlo considerare un atto di amicizia!'
Ma Harry non lo ascoltava e quando raggiunsero la pista, cominciò ad agitarsi sul posto, come facevano tutti gli altri:
'Non pensare Malfoy e divertiti! Ti ho solo fatto un favore!'
Draco annuì titubante, prima di scoppiare a ridere osservando le assurde movenze che l'altro stava tirando fuori, ondeggiando il fondoschiena:
'E pensare che sono sempre stato io quello sleale tra i due!'
'Che hai detto?' urlò Harry avvicinandosi.
'Niente Potter, che baci bene!'

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


I start from you.

Capitolo 5

4.1 - If you don't play, you'll never win

La festa di Halloween fu un vero successo. Soprattutto perché nemmeno l'accenno di un sospetto aveva sfiorato il corpo docente e gli allievi avevano fatto baldoria, indisturbati, fino a notte fonda.
Nemmeno la mattina dopo, quando più di metà della scolaresca aveva saltato la colazione, a favore di una bella dormita, i professori avevano trovato la faccenda insolita.

Per molte settimane la festa fu il principale argomento di conversazione, nonostante fosse passata da un pezzo: probabilmente perché era stata piena di sorprese e avvenimenti.
Nacquero  milioni di pettegolezzi, che si ingigantirono col passare del tempo.
Nessuno venne risparmiato, men che meno il Salvatore Del Mondo Magico, su cui si amava fare gossip.
A settimane alterne gli veniva affibbiato: un possibile ragazzo segreto, una tresca con qualcuno e cuori spezzati qua e là.

Eppure, tra tutte queste sciocchezze, non venne fuori neanche un pettegolezzo isolato sulla sua performance con Draco Malfoy.
Sembrava che nessuno si fosse accorto dell'accaduto, nessuno li avevi notati o riconosciuti.
Persino Drew non aveva visto chi fosse il ragazzo che Malfoy aveva preferito a lui, nè aveva collegato le cose quando lo aveva visto passare l'intera serata insieme a Harry, sotto gli occhi di tutti.

Tutto ciò in realtà, andava a vantaggio di Harry, che non menzionava mai la faccenda. Se Draco la accennava, tergiversava e alla fine cambiava argomento.
Il tutto sembrò finire nel dimenticatoio, quando Draco decise di lasciar perdere e di non dare al quel bacio più importanza di quanta ne avesse in realtà.

Superato l'imbarazzo dei primi giorni, passarono molto tempo insieme serenamente e riuscirono a stabilire un rapporto d'amicizia vero e concreto.


'Non puoi sperare che io tifi per te! È la prima partita della stagione, Grifondoro contro Serpeverde! Sono un Serpeverde e sono anche un ex giocatore! Non essere ridicolo!' lo canzonò Draco mentre lo accompagnava negli spogliatoi, prima della partita.
Harry scosse la testa: 'Chi ha detto che spero che tu lo faccia? No, no, io non spero, io lo so!'
Draco gli schiaffò una mano sulla fronte con poca delicatezza:
'Forse hai la febbre, non dovresti giocare in queste condizioni!'

Il fracasso dell'intera scolaresca che scendeva al campo di Quidditch cominciò a farsi sentire e Harry spinse via la mano del Serperverde.
'Quando vinceremo, cerca di fingere in maniera convincente la delusione. Ah! Ho detto a Ron e Hermione di conservarti un posto accanto a loro!'
Draco strabuzzò gli occhi: 'Cos- Solo perché adesso andiamo d'accordo, non significa che cominceremo a passare il tempo libero insieme! Dovrei guardare la partita con Blaise e Theodore!'
Harry si avviò negli spogliatoi.
'Allora sbrigati e conserva i posti anche per loro!' gli urlò, con una risata.

Erano passati appena dieci minuti dal fischio di inzio, quando Harry avvistò il boccino che svolazzava vicino agli anelli avversari.
Il Cercatore di Serpeverde era un principiante e quando Harry scattò in avanti gli ci volle un po' per accorgersi che si era mosso, preso com'era a guardarsi intorno.
Ma Harry, questo non lo notò nemmeno: si era lanciato verso le porte e, mentre accelerava, diede una spallata a Drew Telley che per tutta la partita non aveva fatto altro che commettere fallo su tutti, compreso lui, in maniera davvero disonesta.
Drew ululò una protesta, quando per l'impatto lasciò cadere la Pluffa. Ginny la intercettò un secondo dopo e la lanciò nell'anello centrale prima che Harry cocludesse la partita acciuffando il Boccino, cosa che avvenne un paio di secondi dopo.

 La folla esplose di gioia, la squadra urlò di entusiasmo ed Harry fece un giro di trionfo accanto alle tribune.
Lanciò un'occhiata eloquente a Draco, passandogli di fianco: quest'ultimo non si era alzato in piedi come Ron e Hermione, ma applaudiva, al contrario di Blaise e Theodore che, alla sua destra, sbuffavano e chiedevano a Ron di smettere di urlare.



Negli spogliatoi, Harry si fermò a riflettere su come si erano capovolti i suoi rapporti con i Serpeverde, solo nell'arco di qualche mese.
Cominciava a pensare che tutto quell'odio passato, fosse stato quasi imposto dalle famiglie Purosangue, che indirizzavano i propri figli in una certa direzione.
Invece adesso Ron andava in giro con Blaise Zabini e Theodore Nott, battibeccando sul Quidditch, Hermione aiutava Blaise in Aritmazia, Neville aveva dato un paio di dritte a Theodore a lezione di Erbologia e lui e Draco erano buoni amici.
Certo, Blaise era un gran vanitoso e Theodore si era dimostrato leggermente sadico, ma preso atto di ciò, erano riusciti a vedere oltre e a costruire un rapporto amichevole.

Quando Harry finalmente tornò al Castello, Draco sedeva in Sala Grande con Blaise e gli fece cenno di raggiungerlo.

'Mi inviti al tuo tavolo in pieno clima post partita, non te lo perdoneranno mai!' lo prese in giro, sedendosi accanto a lui.
Draco alzò gli occhi al cielo e gli disse di fare silenzio:
'Piuttosto, senti questa: Blaise ha incontrato un Corvonero pazzo, che dice di aver avuto uno scambio interessante con te, mesi fa. E che ora, ha intenzione di provarci con me. Tutto questo per un unico motivo' e gli diede una pacca sulla spalla, trattenendo una risata: 'Così potrà, finalmente, vantarsi di essere riuscito ad amoreggiare sia col Diavolo, che con L'Acqua Santa'
Harry si appoggiò al tavolo, per niente colpito.
'Io sarei l'Acqua Santa? Chi sarebbe questo esaltato? No! Non dirmelo: lo stesso che disse in giro di avermi portato a letto, quando a malapena era riuscito ad infilarmi la lingua in bocca a forza?'
Blaise annuì, divertito. 'Proprio lui, sembra che dare adito a scandali sia il suo scopo della vita. Dicevo a Draco di stare attento, perché è talmente agguerrito da poter decidere di saltargli addosso nei corridoi, davanti a tutti! Sarebbe una gran bella scena'
Harry storse le labbra, invece Draco scoppiò a ridere: 'Beh, poco male, non ho mai disdegnato una pomiciata e ho sopportato scandali peggiori. E poi Blaise, non dicevi fosse un bel tipo, grosso e tutto il resto?'
'Si beh, è enorme. Non so bene se corrisponda ai tuoi gusti, sai io non ho occhio per gli uomini. Perchè non chiedi a Potter, piuttosto' commentò Blaise, con una scrollata di spalle.
Draco alzò le sopracciglia in maniera scettica: 'Come se il problema fosse questo e non che credi che nessuno sia degno della tua magnificenza! Le ragazze che frequenti durano meno dei ragazzi che frequento io!' detto ciò, si voltò verso Harry, con sguardo eloquente: 'Allora, Harry? Com'è questo Corvonero?'
Harry sembrava piuttosto scocciato della piega che aveva preso la conversazione e rispose con veemenza.
'Tanto grosso quanto idiota, ecco com'è!'
Draco scoppiò a ridere:  'Beh, non è esattamente di queste sottigliezze che mi interessa, in fondo devo solo divertirmici un po'! Come con quell'idiota di ieri sera! Diglielo anche tu, Blaise!'
Blaise rise con lui ma Harry li interruppe, quando si alzò di scatto: 'Sai che ti dico? Fai un po' come ti pare Draco, già, fatti chi ti pare!'

Draco batté le palpebre, allibito, e spostò lo sguardo da Harry a Blaise, senza capire: 'Cosa ho fatto?'
Blaise era scioccato quanto lui, così continuò: 'Cavolo, hai appena vinto una partita, credevo fossi di buon umore! Che hai?' disse, quando Harry sbuffò.
Ma Harry scavalcò la panca su cui erano seduti, senza rispondere.
'Ma cos... che ti prende? Dove vai?'
Harry sventolò una mano, stancamente: 'Lascia perdere, sono stanco'
E si allontanò, senza spiegazioni, lasciando Draco di stucco.



'Insomma, Harry! Sei così nervoso, ultimamente!' sbottò Hermione, mentre sedevano al tavolo della colazione.
Harry rispose con un grugnito e Ron scosse la testa: 'Non so cosa ti prende, ma deve essere successo qualcosa dopo la partita'
'Non mi è successo proprio niente, mi sono solo alzato col piede sbagliato' borbottò alla fine, spingendo via il piatto intatto.
Hermione sbuffò scettica: 'Certo, per questo ci hai fatto una scenata anche ieri sera'

Poi, mentre si riempiva il calice di succo di zucca, saltò su e prese a sventolare un braccio.
Harry alzò gli occhi e si rese conto che Hermione stava richiamando l'attenzione del trio di Serpeverde.

'Buongiorno, ragazzi' esclamò Hermione, compiaciuta.
Ron colse al volo le sue intenzioni: 'Vi dispiace sedere tra la plebaglia stamattina? Abbiamo un mistero da risolvere'
Theodore sbadigliò, scocciato, si sedette con l'aria di fare una grande concessione e Blaise lo imitò.
Draco si sedette di fronte a Harry, dandogli un calcio sotto il tavolo: 'Stai ancora dormendo?'
Hermione scosse la testa: 'No, è solo di pessimo umore, senza un apparente motivo'
'Piantala, Herm' disse lui, in risposta.
Blaise diede una gomitata a Draco, con sguardo compiaciuto: 'Ancora, Potter? Sul serio?'
Harry alzò lo sguardo su di lui e si strinse nelle spalle: 'A volte anch'io non sopporto la vista di altre persone, Zabini'
Ron li guardava, senza capire e Theodore scosse la testa, più confuso di lui.



'Andiamo, non puoi pretendere di startere con quella faccia tutto il giorno senza dare spiegazioni!' disse Draco, quando uscirono dalla prima lezione e Harry non dava cenno di voler aprire bocca.

Intanto Hermione lo salutò, diretta ad Aritmanzia insieme a Blaise e Ron gli disse che lo avrebbe aspettato in Sala Comune insieme a Neville, Seamus e Dean.
'Draco, che fai?' chiamò invece Theodore, in attesa.
Draco gli fece cenno di andare: 'Ci vediamo in Sala Comune'

Harry camminava spedito, senza una meta precisa e Draco faticava a stargli alle calcagna.
'Dove stai andando?' urlò Draco alle sue spalle, esasperato.
Harry non rallentò: 'Lontano da te!' borbottò, infilandosi dietro un arazzo, percorrendo una scorciatoia.
Draco non poteva credere alle sue orecchie, ma non cedeva.
'Sei impazzito completamente?!' disse, nervoso.

Camminarono e camminarono, salirono scale e spintonarono studenti nei corridoi.
 Ad un certo punto incrociarono il Corvonero di cui avevano parlato la sera prima, che alla vista di Draco spalancò gli occhi.
 'Malfoy! Draco Malfoy? Aspetta un momento, devo parlarti!'
Ma Draco non era certo dell'umore giusto per un incontro del genere:
'Levati dai piedi!' disse, superandolo, prima che Harry mettesse troppa distanza tra loro.

Raggiunsero il settimo piano ma Harry non sembrava ancora soddisfatto, forse aveva intenzione di fare su e giù per tutta Hogwarts finché Draco non si fosse stancato.
E in effetti Draco si stancò, ma non lo lasciò in pace, anzi, spiccò una corsa, lo agguantò per le spalle e lo sbattè al muro.

'Mi hai fatto passare la pazienza, idiota!' gli urlò ad un soffio dal naso.
Harry voltò il viso, in modo da non guardarlo in faccia.
'E allora perché continui a pedinarmi?'
Draco lo spinse un'altra volta contro il muro, solo per fargli male: 'Perchè, razza di decerebrato, è da ieri che non mi rivolgi più la parola! E, per quanto ci abbia pensato, c'è solo un motivo che potrebbe spiegare il tuo comportamento! Uno solo'
Harry continuò a fissare il corridoio deserto alla sua destra, in silenzio. Ma la sua espressione non era più inferocita, come qualche minuto prima. Sembrava solo voler scappare dalla verità.
Draco però, non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
'Blaise me lo ha ripetuto una decina di volte ieri sera, non volevo crederci. Ma non c'è altra spiegazione, te ne rendi conto? Non ho mai dato importanza al tuo scarso entusiasmo, quando si tratta di parlare della mia vita privata, ma ieri mi hai mandato al diavolo solo perchè ti stavo raccontando di avere intenzione di baciare qualcuno! Non è normale, non è qualcosa che succede tra amici, non posso aver frainteso'

All'improvviso Harry cominciò a divincolarsi e Draco fu costretto a trattenerlo di peso.

'Lasciami andare! Non ho intenzione di fare questa conversazione, va bene? Sono arrabbiato, mi passerà e tutto tornerà come prima!'
Draco restò esterrefatto: 'Che stronzata è questa? Affrontiamo la faccenda!'
Harry smise di divincolarsi, sospirando. Si lasciò cadere a terra, trascinando Draco con se: 'Non c'è niente da affrontare... Siamo amici. Non voglio che le cose cambino per... per una stupidaggine...'
Draco si passò una mano sulla faccia e scosse la testa.
'È per questo che mi hai praticamente imposto di non parlare di quello che è successo alla festa? Ti è mai passato per l'anticamera del cervello, di provare a sentire quello che pensavo io a riguardo?' disse cercando il suo sguardo.
Harry però guardava il pavimento, testardo, come se guardarlo dritto in faccia lo avrebbe costretto ad affrontare la realtà.
'Per sapere cosa? Che era assurdo, che dovevo lasciar perdere? L'ho già fatto, Draco, a cosa serviva discutere in maniera penosa di quanto fossi patetico? Io sono Potter e tu sei Malfoy, è così che la pensi, non sono uno stupido. So che ho raggiunto il massimo che io possa sperare con te, non voglio rovinare anche questo'

Per un momento calò il silenzio e Harry pensò di alzarsi ed andarsene, convinto di aver già detto troppo, arrabbiato con se stesso.
Prima che potesse farlo però, Draco gli afferrò il volto con violenza, costringendolo a voltarsi verso di lui:
'Quindi fai questo per me? Beh, non è giusto! Hai ragione, non vorrei fare questo discorso ma cosa dovrei fare? Dovrei farmi star bene che tu non voglia più rivolgermi la parola finché non ti sarai calmato, tutte le volte che mi sentirai parlare di altri ragazzi? Se davvero siamo amici, dovresti fidarti di me. Sono stato un crudele e un vigliacco in passato, ma sto cercando di cambiare. Non sottovalutarmi, non scapperò, non questa volta'

Il discorso rimbombò nei corridoi e nella testa di Harry, che riconobbe le proprie reticenze nelle parole di Draco.
Aveva imparato a volergli bene, a divertirsi del suo atteggiamento spocchioso e a prenderlo in giro. Ma era altrettanto consapevole di quanto fosse difficile per il Serpeverde affrontare i propri sentimenti, qualsiasi essi fossero.
Aveva deciso di sotterrare quelle sensazioni che aveva provato, inevitabilmente, sempre più forti, vivendolo così da vicino, perché sapeva che Draco avrebbe preferito finire ad Azkaban piuttosto che parlare a cuore aperto.
Ma ora, proprio Draco Malfoy, gli stava assicurando che non sarebbe scappato, che avrebbe messo la loro amicizia davanti alla sua maschera di perfetta indifferenza.

'D'accordo... Se davvero vuoi parlarne, mi sta bene. Ti ho già spiegato che ho ben chiaro come la pensi' cominciò Harry, finalmente più tranquillo, con le spalle poggiate al muro dietro di lui.  'Avrei due o tre motivazioni valide per confutare tutti i tuoi dubbi, a partire dal fatto che non mi è mai importato niente di quello che dice la gente. A meno che i tuoi dubbi siano altri... a meno che quello che ho sentito, l'ho sentito solo io'
Draco sospirò e si prese qualche minuto, per raccogliere il coraggio:
'Credo sia stato piuttosto evidente il fatto che quello che è successo tra noi alla festa non mi sia per niente dispiaciuto ma... con questo non voglio dire che mi... mi piaci o... Salazar, come siamo arrivati a questo punto?  Vedi io non sono mai stato il tipo che crea legami, in quel senso... Fino a qualche anno fa ero convinto di sapere per filo e per segno come sarebbe andata la mia vita, quindi ero sicuro che il mio modo di fare mi avrebbe aiutato a vivere serenamente il futuro. Certo, le cose sono cambiate, ma non ho mai pensato di cambiare il mio comportamento... Insomma, tu hai smesso di cedere alle attenzioni di ragazzi sconosciuti dopo appena tre giorni di tresche, io invece non ho mai nemmeno considerato di potermi impegnare seriamente in una relazione! E poi Harry, sul serio, sei il Salvatore del Mondo Magico, saresti un pazzo a farti vedere in atteggiamenti intimi proprio con me! Sarebbe il caos e non ho nessuna voglia di affrontarlo.'

Harry aveva ascoltato con attenzione tutte le parole che Draco aveva tirato fuori a fatica, eppure qualcosa gli sfuggiva.
'Hai elencato i motivi per cui potresti non essere giusto per me, e lo capisco, ma non è quello che voglio sapere' commentò, dopo qualche riflessione. ',Draco, non mi importa sapere quanto sarebbe assurdo, quanto sarei criticato o perfino quanto ti preoccupi di non essere all'altezza. Non è qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci al momento: ora siamo io e te, e l'unica cosa che ti sto chiedendo e che non mi hai ancora detto, è se anche tu senti quello che sento io'

Draco trattenne il respiro.
Non riusciva a pensare con la sua consueta freddezza, in un momento come quello.
Si era messo da solo in quella situazione: aveva avuto la prova che Harry Potter aveva un specie di cotta per lui, quando gli aveva fatto una scenata di gelosia in piena regola ed aveva scelto di non ignorarlo, bensì di affrontare la realtà, convincerlo di quanto fosse assurda e preservare la loro amicizia.
Non aveva immaginato di dover parlare di propri sentimenti nei confronti dell'altro.
Invece eccolo lì, sul bordo di un baratro da cui non era pronto a saltare. Senz'altra via d'uscita, perchè aveva promesso che non sarebbe scappato.
'Io non...' disse, debolmente, per poi tacere di nuovo.
Harry gli piaceva, lo sapeva bene.
Era sempre stato ossessionato da lui, nel bene e nel male.
Aveva accolto l'avvicinamento di Harry con più piacere di quanto avesse mai confessato.
Aveva vissuto il loro primo bacio con più emozione di quanto avesse espresso ed aveva seriamente creduto di essere ricambiato, dopo il loro secondo bacio alla festa di Halloween, fino a quando Harry non aveva cominciato a fingere che non fosse successo nulla.
Poi aveva scoperto la verità. Tuttavia, aveva creduto che Harry fosse d'accordo con lui sul fatto che quella follia, non sarebbe mai potuta andare oltre.
Invece, Harry sembrava pronto a ignorare tutti i problemi, se solo lui gli avesse chiesto di farlo.
Ma era impossibile per lui metterli da parte.

Stava in silenzio, arreso alle drastiche differenze che c'erano sempre state fra loro: Potter e Malfoy, Eroe e Vigliacco, Prescelto e Mangiamorte. Nulla di più opposto.
No, non poteva arrendersi alle sue debolezze, doveva conservare la sua maschera, vivere senza legami.

Harry lo fissava intensamente, leggendo la sua espressione incrinata, ascoltando il suo cocciuto silenzio e già consapevole del suo rifiuto.
Eppure, all'improvviso, sorrise: 'Non sei più bravo a mentire, Draco. Non con me'
Draco imprecò sotto voce e si strofinò gli occhi appannati: 'Non posso. Sei un buon amico Harry, è giusto che le cose continuino così'
'Perchè?' chiese Harry semplicemente, avvicinandosi di una spanna.
Draco lo guardò severamente, intimandogli con gli occhi di non avvicinarsi ulteriormente.
'Perchè è così, è inutile rischiare per una cosa così inverosimile come me e te!'
Harry parve solo più sicuro di se stesso. Questo perché, con il Serpeverde, aveva imparato ad ascoltare oltre le parole:
'Draco, chi non rischia non vince'

Si avvicinò alle sue labbra con lentezza. Per la prima volta non tentò in alcun modo di rubargli quel bacio, ma gli concesse tutto il tempo per tirarsi indietro o per spingerlo via.
Ma Draco non lo fece. Non lo aveva mai fatto: quella non era forse la dimostrazione che loro due, insieme, non erano poi così assurdi?
Riassaporò le sue labbra con una familiarità disarmante, come se non avesse fatto altro da quel giorno di Ottobre ad Hogsmeade.
Draco gli passò una mano fra i capelli, avvicinando ancora di più i loro visi.
Come sempre, il bacio sembrò durare un secondo infinito, perché nessuno dei due pensava a nient'altro appena cominciavano a sfiorarsi.
E così, Harry seppe che finché Draco lo avesse baciato in quel modo, non gli sarebbe servita nessuna dichiarazione plateale, nessuna conferma più evidente di quella che gli dava stringendolo sempre più vicino.

4.2 - And the darkness inside you, can make you feel so small, but I see your true colors shining through


Erano passati molti giorni, da quando Harry aveva avuto la prova di piacere a Malfoy. Il che, non solo gli aveva nettamente migliorato l'umore ma gli aveva anche fornito un chiaro obbiettivo da raggiungere: convincere Malfoy che non fosse un pazzo a pensare che avrebbe funzionato.
Draco infatti, si comportava come al solito ed era convinto che quei loro momenti - brevi e nascosti - fossero una piacevole parentesi, nulla più di quello: dargli maggiore importanza era fuori discussione.

Harry approfittava di quel baci, di quelle carezze, per dimostrare a Draco quanto fosse evidente che stessero bene insieme ma, dopo qualche giorno, sembrò non essere più sufficiente:
Draco apprezzava moltissimo i loro incontri, ma allo stesso tempo si convinceva che quelle brevi soddisfazioni erano abbastanza, che viversi qualche minuto di nascosto e poi tornare alla vita di tutti giorni fosse la soluzione più consona alla loro inadeguata attrazione.

Quindi Harry si accontentava solo momentaneamente, mentre studiava un modo per fargli cambiare idea.



'Sono giunto alla conclusione che Potter soffra di disturbo di personalità multipla' disse Theodore, mentre sedevano tutti in biblioteca per un tema di Trasfigurazione particolarmente difficile.
Ron annuì pensieroso: 'È un'idea interessante'
Neville si guardò intorno, confuso: 'Cosa mi sono perso?'
Ginny si strinse nelle spalle, con la testa poggiata sulle spalle di Dean: 'Se ho capito bene, pare che Harry qualche giorno fa fosse furioso col mondo. Il che non si direbbe, vedendo il sorriso ebete con cui va in giro oggi'
Harry alzò gli occhi al cielo: 'La smettete di dire stupidaggini? Già è difficile decifrare quello che Hermione sta cercando di dirci senza che voi vi mettiate a chiacchierare!'
Ron grugnì: 'In effetti, Ginny, non ho ancora capito cosa tu ci faccia qui!'
Ovviamente Ron era infastidito dal fatto che dovesse sorbirsela appiccicata al fidanzato - che se ne restava in silenzio proprio per evitare quei litigi infiniti - più che dalla sua effettiva presenza in quella ora di studio.
Sua sorella lo guardò, offesa e si impettì in una maniera che ricordava molto la signora Weasley.
'Prima di tutto Ron, io sto dove mi pare! E poi, per tua informazione, martedì a lezione di Trasfigurazione tratteremo lo stesso argomento che voi avete cominciato ieri, sai i programmi del Settimo anno sono identici sia per me che per te'
Hermione tirò un calcio a Ron per zittirlo, e continuò a scribacchiare.
Draco sbuffò: 'Ti ci vuole ancora molto, Granger?'
Hermione scosse la testa, in silenzio.
Blaise tirò fuori uno sguardo scettico: 'Continuo a pensare che tutto questo sia una perdita di tempo, perché lei dovrebbe capirci più di noi?'
Ron finse uno sguardo pensieroso: 'Non lo so, proprio non mi viene in mente... oh! Forse per lo stesso motivo per cui le tocca darti una mano in Aritmanzia!'
Blaise fece per rispondere, ma fu interrotto da Seamus che li aveva appena raggiunti, seguito da Mandy ed Hanna Abbott, che si sedette accanto a Neville.
'Avete già cominciato? Hermione ti scoccia avere qualche ascoltatore in più? Ho pensato che Mandy capirà più in fretta di me e così potrà passare l'intera giornata a spiegarmelo'
Hermione, finalmente alzò la piuma dal foglio di pergamena e si guardò intorno:
'Beh, direi che possiamo cominciare'
Draco si raddrizzò. 'Era ora, qui gli animi stavano cominciando a riscaldarsi. È chiaro che non possiamo stare tutti insieme troppo a lungo senza saltarci al collo'
'Noi due no di certo' gli sussurrò all'orecchio Harry, in tono lascivo.



La Stanza delle Necessità era il luogo principale in cui Harry e Draco si davano appuntamento.
Dopo le prime reticenze nei confronti della festa, Draco aveva messo da parte l'idea macabra che aveva di quella stanza: probabilmente perché il loro nascondiglio aveva l'aspetto di un piccolo salottino privato, pieno di luce e calore.

Harry era steso su un divano spazioso, con Draco sopra di lui, intento a baciarlo con passione.
I loro respiri si confondevano l'uno con l'altro, mentre diventavano sempre più affannosi.
Draco gli infilò una mano sotto la camicia e con l'altra cominciò a sbottonargli i pantaloni.
Harry si irrigidì a disagio e Draco gli sbuffò sulle labbra: 'Rilassati'
Riprese a spogliarlo, ma Harry sembrava di ghiaccio.
'Non sono sicuro di...'
Draco gli tappò la bocca con un altro bacio, questa volta irruento, quasi disperato. Harry lo ricambiò con trasporto e quasi si lamentò, quando Draco si allontanò di colpo.

'Mi sai facendo impazzire, lo sai sì?' lo accusò, con espressione esasperata.
Harry si tirò su, in imbarazzo. 'Mi dispiace'

Era un problema ricorrente, negli ultimi tempi: Draco si lasciava trasportare, quindi voleva di più ma Harry si tirava indietro.
Questo penalizzava anche la sua causa, perché Draco usava questa sua insicurezza per ribadire che non erano fatti per stare insieme: Harry gli aveva spiegato che il problema non era lui, piuttosto il fatto che fosse completamente inesperto e che si facesse prendere da nervosismo.

'Ti dispiace! Ma insomma, è palese che vuoi farlo quanto lo voglio io!' gli disse Draco frustrato, indicando il cavallo dei suoi pantaloni con un gestaccio.
'Non ho mai detto il contrario!' ribattè Harry, arrossendo.
Draco si coprì gli occhi con le mani, imprecando:
'Non puoi dire una cosa del genere, baciarmi in quel modo e poi respingermi!'
Harry sospirò: 'Non ti sto respingendo Draco, è una cosa importante per me! Forse... forse sono frenato dal fatto che tu continui a ripetere che tra noi non andrà mai avanti'

Draco si alzò di scatto e cominciò a sistemarsi la cravatta e ad infilarsi per bene la camicia nei pantaloni.
'Questo vuol dire, che hai intenzione di continuare a pomiciare e a provocarmi, ma che non faremo mai sesso, a meno che non ti dichiari amore eterno?! Sei un dannato ipocrita!'
Harry si alzò in fretta dal divano prima che l'altro uscisse dalla stanza e lo afferrò per un braccio:
'Questo significa che non riuscirò a lasciarmi andare, finché mi sentirò come tutti i ragazzi con cui sei andato a letto fino a un mese fa! Draco, continui a ripetere che per ora va bene così, ma fino a quando penserai che tutto questo è sbagliato? Cosa succederà tra un mese? Ti alzerai una mattina e mi dirai che non è il caso di continuare?'

Sembrò averlo messo in difficoltà, perché Draco evitò il suo sguardo e non rispose.
Era come se le parole di Harry lo soffocassero.
Harry mollò la presa sul suo braccio e fece un passo indietro. Era convinto che fosse meglio lasciargli digerire le sue parole con calma e quando Draco si voltò ed uscì dalla stanza, senza una parola, mise a tacere quella parte di sé che un po' si pentiva di averlo messo con le spalle al muro.




'Harry? Harry!'
Si voltò quando la voce di Hermione lo chiamò insistentemente, nonostante avrebbe di gran lunga preferito ignorarla.
Lei e Ron gli andarono incontro, uscendo dalla Sala Grande.

'Dov'è Malfoy?' chiese Ron, toccando involontariamente un tasto dolente: era diventato talmente naturale vederli insieme che non aveva potuto fare a meno di notare la sua assenza.
Harry non fece in tempo a trovare una scusa convincente che Hermione indicò a Ron con un cenno l'entrata dei sotterranei:
'Eccolo lì. Malfoy?' chiamò, facendosi sentire.
Harry si voltò di scatto ed in effetti Draco era a qualche passo da loro.
Era chiaro che avrebbe preferito non trovarsi di fronte a lui, così all'improvviso, e quando si avvicinò non gli rivolse nemmeno un accenno di sguardo.
'Andavate in biblioteca? Non riuscite a staccare nemmeno di domenica pomeriggio?' chiese vagamente, con la sua perfetta maschera indecifrabile in bella vista, indicando la borsa piena di libri della Grifondoro.
Ron alzò gli occhi al cielo: 'Che domande! Non lo sai che abbiamo ancora da fare il tema per Lumacorno e quello per Vitious?!' esclamò, scimmiottando il tono di voce di Hermione, che gli rifilò un'occhiataccia scocciata.

'Piuttosto Harry, c'è qualcosa che non va?' osservò Hermione, perplessa dal silenzio cupo dell'amico, quando cominciarono a salire le scale.
'No, niente che non va!' rispose in fretta, fissando ostinatamente dritto di fronte a sé.
'Non saranno pene d'amore le sue?' ridacchiò Ron e Hermione ci riflettè seriamente.
'Ah si!' esclamò all'improvviso, tanto che Draco la guardò preoccupato. 'Ti ricordi quando l'altra sera lo trovammo nel passaggio per il secondo piano, con quel ragazzo alto che non la smetteva di presentarsi?'
Harry si fermò sulle scale, interdetto e gli altri lo superarono, così gli urlò dietro: 'Cosa? Non era niente! Stavamo solo parlando!'
Ron annuì vivacemente:
'Ah-ha! Appartati solo per parlare? Sembra proprio che tu ci stia nascondendo qualcosa! Che ne dici Malfoy, tu non lo hai beccato con quello spilungone?'
Draco si strinse nelle spalle: 'Non ne so assolutamente nulla, a quanto pare lo ha nascosto per bene anche a me'
'Non ti ho nascosto proprio niente! Stavo salendo al secondo piano e mi ha fermato sulle scale' si affannò a spiegare Harry, per quanto non fosse ancora convinto che Draco lo meritasse, dato che lo stava palesemente ignorando.
'Mi ha chiesto di fare due chiacchere e quando ha cominciato a blaterare sul fatto che mi stimasse molto per ciò che avevo fatto, ho cercato di togliermelo di torno! Poi sono arrivati Ron e Hermione e ha cominciato a fare la stessa cosa con loro che, se non fossero così impegnati a scovare il mio presunto ragazzo segreto, lo ricorderebbero!'
Ron si sgonfiò come un palloncino, mentre Hermione alzò gli occhi al cielo:
'Presunto, come no! Forse non sarà quel tizio strambo, e me ne rallegro, ma qualcuno c'è!'

Draco non commentò e non diede segno di aver ascoltato le sue parole.
Camminava davanti a tutti, apparentemente non interessato alla conversazione. In più era privo di espressione, difficile capire se fosse infastidito o se non gliene importasse effettivamente nulla.
Forse, dato che si era mai considerato realmente impegnato con Harry, per lui era normale che potessero capitare "incontri" con altre persone.

'Non c'è nessuno Herm' ringhiò Harry alla fine, furioso al solo pensiero. 'Anzi, ti dirò di più, c'era fino a qualche ora fa ma, a quanto pare, lo pensavo solo io'
Ron, che per un secondo aveva pensato di poterlo finalmente prendere in giro, si incupì e si scambiò uno sguardo preoccupato con Hermione.
Draco diede segni di irrequietezza, quando la sua postura si irrigidì, ma non si voltò e continuò a salire le scale in fretta: ancora una volta sembrò che le parole di Harry lo facessero sentire soffocato.
'Sei sicuro di non volerne parlare?' chiese Hermione, ora titubante, perché si era resa conto di averlo punzecchiato, senza capire quanto fosse scosso in realtà.
'Non importa' bofonchiò Harry, stringendosi nelle spalle.

Draco si fermò di scatto, cogliendo al volo l'occasione quando vide Theodore camminare nella direzione opposta alla loro: 'Oh, ecco dov'era! Devo parlargli, mi sa che per stavolta dovrete studiare senza di me!' disse velocemente.
Ron grugnì il suo entusiasmo e Hermione gli prese la mano, trascinandoselo dietro: 'Se finiamo presto avremo tutto il pomeriggio libero!'

A Harry ribollì il sangue dal nervosismo, perché non sopportava di dover aspettare che il Serpeverde smettesse di fingere che non esistesse.
Stava succedendo esattamente ciò che all'inizio aveva cercato di evitare: Draco si era spaventato di fronte alla verità, non riusciva ad esprimere sinceramente i suoi sentimenti, positivi o negativi che fossero, e preferiva ignorarlo.
Preferiva scappare, nonostante gli avesse dato la sua parola che non lo avrebbe fatto. Ed ora non potevano considerarsi né amici, né amanti, né nemici.
Così quando Draco gli passò accanto, scendendo le scale, lo afferrò per la spalla:
'È già la seconda volta che scappi. Ti avevo creduto, quando dicesti che non lo avresti fatto' gli sibilò piano all'orecchio.
Detto questo continuò a salire come se nulla fosse, ma Draco lo richiamò indietro: 'Harry!' disse, con tono ben udibile.
'Oh no!' disse Ron, guardandolo in fondo alle scale. 'Anche oggi sarò l'unico costretto a studiare in biblioteca!'
Hermione sbuffò la sua impazienza: 'Beh, Harry, allora ci vediamo più tardi. E, per favore, non farti abbattere da un idiota che non vede ciò che ha tra le mani, chiunque sia. Tu meriti tanto, nessuno più di te'
Harry annuì e poi scese le scale, dove Malfoy lo aspettava, sul piede di guerra.

'Che vuoi?' chiese, incrociando le braccia al petto.
Draco sembrò avere una gran voglia di picchiarlo:
'Non sto scappando, solo non mi andava di assistere alla tua seduta di psicoanalisi con la Granger mentre ero costretto a fingere che non ci fosse niente che non andava!'
'Nessuno ti ha chiesto di fingere!' sbraitò Harry. 'A me non importa niente che i miei amici vengano a sapere la verità! Né che lo scopra la stampa, facendone una notizia di prima pagina! Tu invece di che cosa hai paura davvero? Dello scandalo o di perdere le tue due o tre scopate facili a settimana?'
Draco imprecò sonoramente e avanzò riducendo la loro distanza a due millimetri.
'Cosa cazzo stai dicendo!? Non sono io che mi sono fatto beccare appartato con un altro, facendo chissà cosa, mi pare!'
'Cosa? Adesso ti interessa? Quando ti ho spiegato che con quello smidollato non è successo nulla, non mi è sembrato ti importasse molto!' gli urlò Harry in faccia.
'E poi non sei tu, quello che dice che tra noi non c'è e non ci sarà niente? Non sei tu quello che preferisce scoparsene uno diverso ogni giorno, piuttosto che tirare fuori le palle per stare con chi vuole veramente!? Non sei tu, Draco?!'
'NO!' urlò Draco, dandogli una spinta.
'Non hai mai capito niente!' e lo spinse ancora una volta.
Harry gli afferrò i polsi, furibondo, per impedirgli di farlo ancora. Ma Draco era più fuori di sé di quando lo fosse lui, e continuò ad avanzare fino a sbatterlo contro il muro alle sue spalle: 'Da quando abbiamo iniziato a vederci di nascosto, non ho mai neanche pensato di stare con qualcun altro!' continuò, mentre cercava di liberarsi i polsi.
'Certo, però in realtà non significa niente, vero?' sputò Harry, stringendo più forte.
Draco gli disse di tacere.
'Quando dico che tra noi non andrà avanti, lo faccio perché so che succederà! Perché, prima o poi, capirai di star sprecando il tuo tempo con la persona peggiore che potessi trovare!' spiegò, tentando di ferrargli un pugno sul petto con le mani ancora immobilizzate.
'Non mi alzerò una mattina e ti dirò che mi sono stancato di te, perché lo farai tu!'

Harry lo osservava, mentre pian piano la rabbia lasciava posto allo sbigottimento e la presa ferrea sui polsi di Draco si allentava.

'E scusa, se non voglio che quando arriverà quel giorno, l'intero Mondo Magico mi guardi con ancora più ribrezzo di quanto non faccia già'
'Ma Draco...! Non sai quello che dici!' disse Harry, debolmente.

Era convito che Draco avesse imparato a convivere con il suo passato da quando era riuscito a conquistare non solo la sua fiducia, ma anche quella dei suoi amici. Invece, si era solo costruito un ulteriore maschera che nessuno aveva percepito.

'Tra di noi le cose sono cambiate! Perché dovrei cambiare di nuovo idea su di te?'
Ma Draco scosse la testa: 'Riesco già ad immaginare i loro commenti: Malfoy, il fallito che credeva di poter imbrogliare Harry Potter! Oppure penseranno che ti abbia lanciato la Maledizione Imperius!'
Harry scosse la testa e impedì che Draco continuasse a farneticare, afferandogli il volto.
'Draco! Non ti lascerò! Hai capito?' ripeté.
Ma Draco pareva impossibile da convincere: si allontanò da lui, guardandosi intorno, per accersarsi che nessuno avesse assistito al loro breve litigio.
Poi continuò: 'Come fai a saperlo? Se anche non lo facessi per ciò che sono, magari un giorno litigheremo talmente tanto da non volerci più vedere. Ed il risultato sarà lo stesso, nessuno perdonerà l'uomo che farà soffrire il grande Harry Potter!'

Harry sospirò. Finalmente consapevole di tutte le paure di Draco, fu facile capire quale fosse l'unica cosa da fare.
Si guardò in fretta intorno e lo tirò via dal corridoio, vide un aula vuota alla sua destra e ci si tuffò dentro, costringendo Draco a seguirlo.

'Che stai facendo?' disse quest'ultimo, in tono stanco, quando Harry sigillò la stanza e lanciò qualche altro incantesimo non verbale.
'Mi assicuro che nessuno ci veda o ci senta' spiegò, prima di sedersi su uno dei banchi abbandonati. Gli fece cenno di sedersi vicino a lui e Draco lo fece con titubanza.
'Cos'altro c'è da dire?' chiese
'Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai detto,' cominciò Harry, incrociando le braccia: 'è il rischio di ogni relazione, non sapere se durerà. Ma, io credo che per ogni storia, ci sia la possibilità di arrivare ad un certo punto - quando ci si innamora davvero - in cui qualsiasi problema si possa risolvere. Quando ormai è impossibile immaginare un futuro in cui l'altro non è presente, si mette al primo posto l'affetto reciproco, piuttosto che l'orgoglio. Io non so se tra noi sarà possibile, ma possiamo provarci... ad arrivare a quel punto'
Draco sospirò: 'Non capisci? Se ci proviamo e poi le cose non vanno? Siamo sempre allo stesso punto'
Ma Harry lo interruppe subito: ' Prima di tutto, anche nel caso ci lasciassimo, non permetterei a nessuno di trattarti da appestato per colpa mia. Chiarirei la faccenda, sai che lo farei. Ma se hai bisogno di tempo per fidarti di me, per adesso possiamo continuare a non farci scoprire. Se ho la certezza che tu mi vuoi davvero, non mi importerà continuare a vederti di nascosto. Ti ho chiesto più certezze, ma non voglio certo obbligarti a finire sulla bocca di tutti'

Cadde il silenzio mentre l'idea di Harry prendeva forma nella mente di Draco: gli stava chiedendo di ammettere semplicemente che ciò che stava succedendo fra loro non era solo un capriccio momentaneo, non di gridarlo ai quattro venti.

'Hai bisogno di certezze solo perché non ti accorgi di quello che hai sotto il naso!' brontolò Draco, alzando gli occhi al cielo.
Harry sorrise: 'Questo che vorrebbe dire? Che sono stato stupido a pensare che non ti interessassi davvero?'
Draco strinse le labbra: 'Beh, più o meno...diciamo di si'
Harry scoppiò a ridere: 'Proprio non ce la fai a dirlo direttamente?'
Draco non rispose, palesemente in imbarazzo.
Harry annuì, senza smettere di ridere: 'Non preoccuparti, ho letto tra le righe: cavolo, una vera e propria dichiarazione d'amore!'
Draco gli diede una spinta e Harry rise ancora più forte.
Allora Draco lo afferrò dietro la testa e gli tappò la bocca con un bacio.

'Era ora che facessi tu la prima mossa' disse Harry, tra un bacio e un altro.
'Sta zitto' intimò Draco, facendolo ridere di nuovo.

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


I start from you.

Capitolo 6

 I don't really know a lot about love... but you're in my head, you're in my blood and it feels so good.


'Non sarà che stai cambiando idea?'
Erano passate un altro paio di settimane, dicembre era iniziato e Natale era alle porte. Il che normalmente sarebbe stato un motivo di gioia: ma non quell'anno.
Gli allievi, di solito, con l'avvicinarsi delle vacanze tendevano a rilassarsi, ad avere la percezione di poter rallentare i ritmi di studi.
Tuttavia, Harry, Draco e tutti gli altri, scoprirono di non aver neanche un momento di svago da lì a Natale e chissà se ne avrebbero avuti durante le vacanze: i professori, infatti, non permettevano loro di lasciarsi invadere dallo spirito natalizio e li caricavano di compiti e verifiche più di quanto non facessero di solito.

Draco era piuttosto scocciato dalla faccenda, perché lui e Harry non riuscivano più a trovare dei ritagli di tempo per svignarsela nella Stanza delle Necessità.
I loro brevi incontri intimi si erano ridotti ad un paio di baci frettolosi scambiati qua e là per il Castello, in quei isolati momenti in cui non c'era nessuno nei paraggi.
Il giorno prima se l'erano svignata nel dormitorio di Grifondoro ma Neville li aveva quasi beccati, così si erano dovuti rassegnare ad aspettare fino alle vacanze, quando avrebbero avuto tutto il tempo per salire al settimo piano e starsene chiusi nella Stanza delle Necessità per qualche ora.

'Non dire sciocchezze, lo sai quanti compiti abbiamo? Se non facciamo almeno tre temi oggi, domani non riusciremo nemmeno a respirare!' borbottò Harry, il cui umore non era migliore di quello del Serpeverde.

La loro giornata non era iniziata mel migliore dei modi, dato che dopo la lezione di Trasfigurazione il loro carico di compiti era cresciuto a dismisura. Quando la campanella era finalmente suonata, Harry aveva borbottato a Draco che quell'ora libera dovevano sfruttarla in biblioteca e da lì era nata la discussione, mentre salivano le scale.
Draco sospirò, scocciato: 'Si, lo so. È che mi ero immaginato in un paio di situazioni piacevoli, dopo il nostro chiarimento e invece siamo talmente sommersi dai compiti che-'
Harry si lasciò scappare una risata 'Smettila di fare il cane bastonato! Se studiamo fino all'ultimo riusciremo a goderci le vacanze in santa pace!'
'Spero che per allora smetterai di farti prendere dal panico come un quindicenne appena ti tocco' borbottò Draco sottovoce.
'Che hai detto?' sibilò Harry, arrossendo e il Serpeverde non poté fare a meno di ridere.
'Sto solo cercando di suggerirti il regalo che vorrei mi facessi a Natale!' affermò con un ghigno.
Harry gli diede una spinta: 'Piantala, lo sai che lo voglio quanto e più di te!'

Entrarono in biblioteca e la trovarono invasa dai compagni del settimo anno, e da qualcuno del quinto.
Draco perse il sorriso che aveva esibito al commento di Harry e digrignò i denti: 'Speravo per lo meno in un minimo di privacy. Dobbiamo proprio studiare qui?'
Harry sospirò, infilandosi nel reparto di Trasfigurazione: 'Abbiamo un bel po' di tomi da consultare, non vedo altre possibilità. E poi forse è meglio così, se fossimo soli mi distrarrei troppo'
Draco fece per ribattere ma all'ultimo momento si zittì.
'Harry... credo che Blaise sappia di noi' disse all'improvviso e non avrebbe potuto spiegare perché avesse sentito il bisogno di vuotare il sacco proprio in quel momento.
Il libro che Harry aveva appena scelto dalla terza fila in alto, gli cadde di mano con un gran tonfo.
Draco lo fissò, più serio che mai ed annuì.
Harry raccolse il libro e cercò di bisbigliare, nonostante la sorpresa: 'Ma non è possibile, siamo stati attentissimi! Se così non fosse Hermione lo avrebbe scoperto da un pezzo!'
'Se ti dicessi che Blaise è perspicace quasi quanto la Granger e ti ricordassi che ha assistito alla prima scenata di gelosia che mi hai fatto, mi crederesti?' replicò Draco, mentre si guardava intorno e notava, con un po' di sorpresa, che molti scaffali erano quasi vuoti.
Gli occhi di Harry si spalancarono. 'Lo avevo dimenticato'
Draco gli tolse il libro dalle mani e lo guardò con un sopracciglio alzato.
'In effetti è da quel giorno che Blaise è convinto che tu abbia una cotta per me. Io, che sono sempre stato un bravo attore, ho cercato di dissimulare il mio interesse e di convincerlo che, almeno da parte mia, la nostra fosse solo un'inaspettata ma solida amicizia... Questo testo è pessimo! Non riporta niente che non sia già nei nostri libri di Trasfigurazione, mettilo via!'
 'Se sei così bravo come dici, perché pensi che Blaise sappia di noi?' lo rimbeccò Harry, ignorando il libro che gli porgeva l'altro.
Draco lo rispedì al suo posto con un gesto della bacchetta e incrociò le braccia: 'Diciamo che, con il passare delle settimane, non sono stato attento a quello che facevo quando era nei paraggi... e potrebbe aver sbirciato il bigliettino che ti ho spedito ieri durante Incantesimi'
Harry si battè la mano sulla fronte, ricordando chiaramente le due righe indecenti che Draco aveva scritto il giorno prima.
'Tu gli hai permesso di legg-e va bene, non mi importa! Pensi che Blaise lo dirà a qualcuno?'
Draco scosse la testa: 'Non vede l'ora di prenderci per il culo ma a parte questo, finché gli dirò di tacere, lo farà'
'E ti sta bene?' chiese Harry, sorpreso. 'Fino a qualche tempo fa, mi avresti mollato se ti avessi detto di volerlo confidare a Ron e-'
'Harry! Vi stavo cercando!'
'Hermione!' esclamò Harry, con più enfasi del normale. Un grugnito di Madama Chips a qualche scaffale di distanza gli ricordò di dover sussurrare. 'A-ehm.. Che c'è?'
'Beh, vi sarete accorti che c'è un po' di sovraffollamento in biblioteca e questo implica che i migliori libri da consultare siano già occupati. Ovviamente, io ho già fatto una bella scorta, per quanto mi riguarda. Quindi probabilmente vi converrebbe venire al nostro tavolo' spiegò, fissandoli un po' confusa.
'Ti seguiamo, allora' rispose Harry.
Hermione indicò loro un tavolo a qualche metro di distanza, stracolmo di libri e pergamene.
Ron era già lì e fissava le pagine di un tomo piuttosto voluminoso con sguardo truce. Hermione si sedette accanto a lui:
'Comunque ragazzi, devo avvertirvi, non siete passati inosservati nella Sala Comune Grifondoro. So che pensavate che fossero tutti ancora a pranzo, ma dovreste fare più attenzione. Molti in questa scuola sarebbero felici di denuciare Draco alla Preside e lui non dovrebbe conoscere la nostra parola d'ordine'
Harry strabuzzò gli occhi, scioccato: 'Co-cosa?'
Hermione inarcò le sopracciglia: 'Beh, ho sentito dire in giro che un ragazzo del secondo anno vi ha visti uscire dalla nostra Sala Comune l'altro giorno. Sai come la penso Harry, le regole sono regole'
A differenza di Harry, Draco non aveva mostrato alcun segno di panico alle parole di Hermione. In effetti era molto più bravo di lui a nascondere la loro relazione con nonchalance. Così, quando parlò, sembrò farlo con il solito tono altezzoso e disinteressato:
 'D'accordo Granger, comunque vada la parola d'ordine cambierà dopo le vacanze, quindi non la conoscerò ancora per molto. Però Harry doveva pareggiare i conti: sai, lui non solo sa esattamente come arrivare alla mia Sala Comune, ma conosce anche piuttosto bene l'aspetto che ha. Non ha ancora vuotato il sacco su come diavolo faccia a saperlo, così ho pensato bene di sfruttare il suo prezioso segreto a mio favore, costringendolo a farmi fare una visita guidata nella dimora dei Grifondoro'
Ron si finse improvvisamente interessato al tema di Pozioni, e sollevò la pergamena in modo da nascondergli il volto.
'Oh, bene' disse Draco con interesse 'A quanto pare Weasley la sa lunga, sulla faccenda'
Harry sospirò di sollievo, perché Draco era riuscito a distogliere l'attenzione dall'argomento spinoso che rischiava seriamente di farli scoprire.
Ron non abbassò la pergamena e parlò dietro di essa in tono soffocato: 'Non mettermi in mezzo, sbrogliatevela da soli!'

Harry si appuntò mentalmente di dover fare due chiacchere con Neville, perchè non raccontasse dell'espisodio imbarazzante avvenuto il giorno prima a a Ron e Hermione, altrimenti i suoi migliori amici avrebbero fatto due più due all'istante.
Per di più, se Neville stesso fosse venuto a sapere delle voci di cui aveva parlato Hemione, avrebbe immediatamente scoperto che il ragazzo con cui lo aveva quasi beccato ad amoreggiare, fosse proprio Draco.

Hermione, con un impeccabile espressione neutra, aggiunse: 'Comunque sia andata, prima o poi lo scoprirai, Malfoy. Harry non è bravo a mantenere i segreti'
'Ne rimarresti sorpresa' borbottò Harry tra sé.



'Vieni a sederti lì' insistette Harry, 'vedrai che Hermione ne saprà di più'
Draco sbuffò sonoramente. 'È solo uno stupido errore'
Harry scoppiò a ridere mentre lo trascinava al tavolo Grifondoro. 'Ah ora è solo uno stupido errore, mentre due minuti fa dicevi fosse il motivo per cui non otterrai Eccezionale in Trasfigurazione!'
Hermione mangiava lentamente, mentre era impegnata a leggere un Manuale preso in prestito in biblioteca quel pomeriggio, Ron invece si prendeva una gradita pausa dallo studio chiacchierando con Seamus e Neville, seduti accanto a lui.
'Hermione?' chiamò Harry, 'Lo so che sei nel bel mezzo del tuo ennesimo ripasso, ma potresti spiegare tu a Draco l'ultimo argomento di Trasfigurazione? Il suo tema è andato male e io non riesco a trovare le parole giuste'
Hermione chiuse il libro a malincuore e tese la mano verso Draco: 'Fammi vedere il tema, così capirò meglio cosa hai sbagliato'
Draco borbottò mentre frugava nella borsa: 'Non c'è n'era alcun bisogno Granger, dovrei cavarmela da solo...'
Hermione sventolò la mano e scosse la testa: 'Non dire sciocchezze, ci vorranno pochi minuti!'
Mentre Hermione leggeva con attenzione il tema che tanto lo tormentava, Draco adocchiò Blaise e Theodore al suo tavolo e fece loro cenno di raggiungerli. Harry invece, si sedette di fronte a Ron e salutò l'intera combriccola.
Neville salutò Harry con enfasi: 'Harry! Ti stavo proprio aspettando!'
'Mm?' disse distrattamente in risposta, mentre riempiva il suo calice.
Neville annuì vigorosamente e zittì Ron e Seamus: 'Devo proprio raccontarvi una cosa esilarante che è successa ieri!' esclamò mentre già rideva al solo pensiero.
Il succo di zucca andò di traverso a Harry, che tossì almeno quattro volte prima di riuscire a sganciare una gomitata nel fianco di Draco e poi gracchiare: 'Non credo ci sia nulla da raccontare, Neville!'

Tra le lezioni e lo studio disperato, Harry aveva fatto il madornale errore di dimenticarsi di prendere da parte Neville, prima che si trovassero tutti insieme.
Blaise e Theodore si sedettero accanto a Draco: 'Se è una storia imbarazzante sono tutto orecchi' esclamò Theodore, facendo cenno a Neville di andare avanti.
Harry tentò di distrarre Ron, ma lui non abboccò e scosse anche Hermione dalla lettura: 'Ascolta un momento!'
Allora Harry lanciò un'ultima occhiata disperata a Neville, per impietosirlo, ma ormai il ragazzo era pronto a raccontare e neanche lo guardava più.

Giusto il tempo di un breve sguardo di rassegnazione e, Harry e Draco, assistettero alla distruzione del loro segreto.

'Ieri a pranzo non avevo molta fame, così sono tornato in Sala Comune' cominciò Neville, trattenendo il risolino. 'Sono entrato e la prima cosa che ho visto è stato un ragazzino del secondo anno che stava davanti al camino, in pigiama. Gli ho chiesto come mai non fosse a pranzo e perché non fosse vestito a quell'ora; lui mi ha raccontato che un paio di bulletti del quinto anno gli rendevano la vita difficile'
Hermione aggrottò le sopracciglia indignata: 'Quali razza di codardi se la prendono con un ragazzino del secondo anno!'
Neville sventolò la mano: 'Non preoccuparti Hermione li ho già sistemati: infatti, dissi a John, il ragazzino, di aspettarmi in Sala Comune, il tempo di lasciare la borsa in dormitorio e lo avrei accompagnato a fare due chiacchiere con quei simpaticoni...'
'Quando arriva la parte in cui la faccenda dovrebbe essere interessante?' si lamentò Blaise, sbadigliando.
Neville fece un gesto di impazienza, sempre con quel sorriso ebete stampato in faccia: 'Ci sto arrivando! Dunque...'
'Povero me' gemette Draco a bassa voce, nascondendo il volto dietro la mano.
Harry continuava ad alternare lo sguardo da Neville a Hermione - perché sapeva che sarebbe stata lei la prima a collegare le cose - ed in fine Ron che aveva altrettanti elementi per smascherarli.
'... sono salito in dormitorio insieme a John, che si è infilato nella stanza del secondo anno per vestirsi. Sono andato avanti fino alla nostra porta ma... ho trovato la stanza chiusa chiave! O meglio, sigillata con la magia!' continuò Neville, che non si era accorto minimamente di quanto Harry lo stesse maledicendo mentalmente.
Seamus lanciò un'occhiata divertita a Harry: 'Ed era stato Harry a sigillarla? Che cosa stavi combinando lì dentro amico?'
Ron soffoccò una risata, prima di guardare confuso Hermione che commentava tra sé: 'E questo è successo ieri a pranzo...? Ma... se era con Dra-'
'Shhh, Hermione,' la zittì Neville 'adesso arriva la parte migliore: busso alla porta e chiedo perché diavolo avessero chiuso il mio dormitorio; tempo un paio di secondi in cui non ho sentito altro che un gran fracasso, e Harry mi apre la porta, con addosso solo i pantaloni della divisa e una camicia tra le mani-'
Qui Neville dovette fermarsi perché non riusciva più a trattenere le risate, a cui fecero eco anche quelle di Seamus, Blaise e Theodore.
Blaise aggiunse anche una pacca sulle spalle di Draco, perché lui sapeva bene chi doveva esserci nascosto nel dormitorio del Grifondoro.
Hermione non rise subito, osservò scioccata Draco ed Harry per almeno venti secondi, prima di scoppiare anche lei scuotendo la testa.
Ron era troppo sconvolto per ridere e ascoltò il resto del resoconto per essere certo di non aver preso un granchio.
'Ah! Avreste dovuto vedere la sua faccia! "Neville senti, credo tu abbia già capito che non è il momento migliore per entrare qui dentro!" Era rosso da capo a piedi!' ululò Neville, tra una risata e l'altra.
'Alla fine ho detto al ragazzino del secondo anno che lo avrei preceduto direttamente in Sala Grande, così ho tolto Harry dall'imbarazzo di dovermi presentare la sua conquista!'
A quel punto Ron non poté più trattenersi:
'Harry... stai insieme a Malfoy?'
Neville perse il sorriso e aggrottò le sopracciglia confuso: 'Cosa?'
Harry si grattò la testa in imbarazzo e guardò Draco per assicurarsi che non fosse infuriato.
'Harry,' fece Hermione con il mento poggiato sulla mano 'ieri quel ragazzino del secondo anno, diceva in giro di aver visto te e Draco Malfoy uscire dalla Sala Comune Grifondoro. Vi ha avrà beccati a svignarvela, mentre lui scendeva dal dormitorio per raggiungere Neville in Sala Grande'
A quest'altra strabiliante affermazione, Draco si schiarì la voce e si diede un tono:
'Beh, in fondo era solo una questione di tempo! Su con quella faccia Theo, non è nulla di così straordinario. Lo sarebbe stato qualche anno fa, ora è una faccenda a cui vi abituerete tra un paio di giorni'

Il silenzio durò solo un paio di secondi, poi esplose il caos.
Cominciarono a parlare tutti insieme e metà Sala Grande si chiese cosa succedesse a quegli strambi del Settimo Anno "Post Guerra".

'COSA?! Tu e Malfoy? Oh MERLINO, di questa se ne parlerà per un pezzo!'
'Non dirlo a me Seamus, se solo me lo avessero detto qualche anno fa mi sarei fatto una grossa risata!'
'Andiamo Ron, avremmo potuto capirlo molto prima! Voglio dire, Harry è sempre stato fin troppo ossessionato da lui e ora che andavano d'accordo... era prevedibile!'
'Ossessionato? Questa è una storia che mi piacerebbe sentire!'
'Ma perfavore Draco, l'unica ossessione che avevo in passato era quella di prenderti a pugni!'
'Non darti pena Potter, Draco dovrebbe ricordarsi molto bene quanto ci stancavamo a sentirlo parlare di te! Potter fa questo, Potter ha fatto quello... una noia da morire!'
'Ha! Blaise ha proprio ragione, non puoi negarlo Draco!'
'Sta zitto Theodore e tu smettila di ridere o potrei avere ripensamenti sulla nostra relazione!'
'Relazione?! Merlino allora è proprio una cosa seria! E io che credevo di raccontare solo una storia divertente!'
'EHI, potete ascoltarmi tutti un momento?'
Finalmente gli animi si placarono e tutti si concentrarono su Harry.
'Almeno per qualche tempo, potreste evitare di spargere la voce? Sono consapevole che più tempo passa, più persone lo sanno, più è facile che la notizia trapeli ma vorrei cercare di evitare titoloni di giornali, va bene?'
Ci fu una mezza risata generale, seguita da cenni di assenso. Poi, dovettero accontentarsi di prenderli in giro sottovoce.

Le settimale successive rappresentarono una svolta, per Harry. Dopo essere stati smascherati, la loro relazione subì un netto miglioramento: era molto più facile ritagliarsi momenti di privacy, con gli amici a guardar loro le spalle.
Harry era così contento, che convinse Draco a studiare sempre di più come forsennati, così da porter passare delle vacanze davvero speciali.
Tuttavia, proprio l'ultimo giorno, Draco confessò di aver ricevuto una lettera da sua madre, che lo pregava di passare le feste a casa e che proprio non se la sentiva di rifiutare.
Harry, superata la sorpresa, cercò di essere comprensivo.
Quando però arrivò il momento di salutarsi, si sentì crollare addosso tutta la delusione: al ritorno di Draco a Hogwarts, le lezioni si sarebbero intensificate, le ore libere sarebbero diminuite e sarebbe andata sempre peggio, con l'avvicinarsi degli esami. Tutta la fatica fatta per avere le vacanze Natalizie libere da impegni, non era servita a nulla.

'Basta con quel muso lungo, Harry!' lo aveva rimproverato Hermione.
Ron aveva annuito, concorde. 'Ha ragione Herm, Harry, su con la vita. Siamo in vacanza! Ti va una partita a Spara e Schiocco?'

La mattina di Natale, Harry fu svegliato dai richiami di Ron, che insisteva perchè scartasse i regali e la smettesse di poltrire.
Lui si rigirò nel letto nel letto un paio di volte, già di umore pessimo, ma Ron continuò a tormentarlo e alla fine lo accontentò.
Si vestì con calma e poi diede un'occhiata alla sua pila di doni - 'Finalmente' esclamò Ron, che aveva finito di spacchettare da un pezzo -.
Harry lanciò uno sguardo truce al minuscolo pacchettino in cima al mucchio, avvolto da una carta regalo color verde smeraldo.
Era chiaro che si trattasse del regalo di Draco ma, avrebbe preferito di gran lunga che il suo ragazzo glielo consegnasse personalmente.
Lui stesso, aveva fatto fatica a decidersi ad affidare il regalo, che aveva scelto con cura, al Barbagianni della scuola, perché lo consegnasse al suo posto.
Con un moto di stizza, mise da parte il pacchetto verde, deciso a scartarlo per ultimo.
Ron lo fissava con crescente curiosità.

'Piaciuto il mio regalo? Menomale-Ah! Quello è solito maglione di mamma, lascia perdere...Va bene, mettitelo se ci tieni tanto. Si si, Hermione avrà scelto il solito libro, non farci caso. Scartane un altro!'

Alla fine, dopo aver procrastinato a lungo e aver scartato ogni altro dono, Harry cedette e soppesò il pacchettino verde.
Sembrava leggerissimo, come se fosse vuoto o contenesse qualcosa di molto piccolo.
Dovette ammettere a se stesso di essere piuttosto emozionato, nonostante quella mattina si fosse intestardito a fare l'offeso.
Si trattava del primo regalo che si scambiavano, rappresentava tutto ciò che era cambiato nel loro rapporto.
A dirla tutta, probabilmente gli sarebbe stato bene anche se gli avesse regalato un bottone.

'Insomma, ti decidi a scartarlo!?' sbottò Ron, con un sospiro esasperato.
Harry smise di fingere di non star morendo dalla voglia di aprirlo e strappò via la carta con foga.
Allora, tolse il coperchio alla scatolina bianca che si era ritrovato tra le mani e rimase di sasso.
Un biglietto. Lo alzò, rovesciò la scatola: nient'altro.
Per un secondo assurdo, credette che Draco avesse dimenticato di inserire il regalo all'interno della scatola e che quindi gli fosse stato recapitato solo il biglietto di auguri.
Aprì il foglietto, non sapendo bene se sentirsi offeso o se dover scoppiare a ridere dell'inaspettata sbadataggine di Draco, e lesse:

“Potter - torno ad usare il cognome perché l'occasione richiede una certa formalità -,
premetto che questa sarà la prima e l'ultima volta che farò una cosa del genere, quindi non farci l'abitudine.
Non sono partito e se hai creduto che lo avessi fatto davvero, sappi che ci sei cascato in pieno e che mi sto facendo delle grasse risate alle tue spalle.
Ti aspetto nella Stanza delle Necessità.
P.S.: Non è una sorpresa, non sono così romantico, mi è solo sembrato il piano perfetto per incastrarti.
P.P.S.: So che stai pensando che io abbia detto che non è una sorpresa solo per darmi un tono. Quindi, sta zitto.

Draco.”


Harry saltò in piedi con un sorriso smagliante e Ron scoppiò a ridere: 'Ci hai messo una vita, credevo che fossi talmente in collera che non lo avresti aperto!'
Harry sorvolò sul fatto lampante che probabilmente l'intera comitiva di amici, era stata complice in quella messa in scena e corse alla porta.
'Buon Natale, Ron!' urlò, prima di correre giù per le scale.


'Era ora, Harry! Non sei per niente mattiniero!' si lamentò Draco, quando Harry fece il suo ingresso nel solito salottino che la Stanza aveva sempre fatto apparire per loro.
'Non ci credo che mi hai organizzato una sorpresa!' esclamò Harry, pienamente consapevole che quella frase lo avrebbe messo in imbarazzo.
Draco si alzò dal divano e gli andò incontro: 'Lo sapevo che lo avresti detto. Piantala, era uno scherzo, non c'è nessuna sorpr-'
Harry gli tappò la bocca con un bacio leggero, mentre si tratteneva di non ridere.
'Sono contento' affermò e poi lo abbracciò.
Draco borbottò qualcosa di incomprensibile ma ricambiò la stretta.
'Hai aperto il mio regalo?' chiese Harry, mentre stavano ancora in quella posizione.
'No, ma l'ho portato qui. Non mi sembrava giusto che tu avessi qualcosa da scartare e io no'

In effetti, straordinariamente, Draco non si era considerato per davvero il regalo di Natale di Harry in persona.
Fu allora che Harry notò gli addobbi natalizi e l'albero di Natale, sotto cui Draco aveva depositato i regali.
Si sedette a terra, mentre Draco, storcendo il naso, raccolse il proprio pacco e lo portò sul divano accanto al fuoco.
Il pacco di Harry era incartato esattamente come quello che aveva trovato in camera sua quella mattina. Mentre strappava via la carta argentata, Draco si esibì in una esclamazione di stupore: 'Non ci credo! Sei davvero un sentimentale!'
Harry alzò gli occhi e osservò Draco che ammirava la sua nuova e costosa piuma d'Aquila. 
Era chiaramente felice, per quanto si ostinasse a tenere a bada l'emozione.
'Ti piace?' chiese Harry, costringendolo a guardarlo. Draco annuì, arrossendo e, per dissimulare, si affrettò ad afferrare il biglietto in fondo alla scatola.
'Caro Draco,' lesse, ad alta voce, ' è stato davvero complicato scegliere un regalo che potesse farti piacere. Ho cominciato a pensarci un mese fa e non sono venuto a capo di niente fino alla settimana scorsa. Mi sono ricordato della piuma che avresti voluto comprare quel giorno di ottobre, a Hogsmeade, quando decidemmo di provare ad andare d'accordo.
Credo che sia stato uno dei giorni più importanti della mia vita e che donartene un ricordo valga molto di più della piuma stessa. E poi ti si addice, raffinato come sei.
Buon Natale! Tuo, Harry.'
Calò il silenzio, Draco rimase immobile a fissare le righe appena lette. Harry raccolse il suo pacco ancora chiuso e si sedette accanto a lui: 'Che succede?'
'Che sei uno stupido!' sbottò Draco, voltandosi a guardare il fuoco.
Harry spalancò la bocca, scioccato: 'Perchè?'
Draco scosse la testa, sospirando: 'Non farmelo dire...'
'Cosa?' insistette Harry, cercando di guardarlo.
Draco sfuggì al suo sguardo e, arrossendo da capo a piedi, gli indicò il pacco che stringeva tra le mani: 'Sbrigati ad aprirlo!'
Harry ammiccò, allibito, ma obbedì.
Quando sollevò il coperchio, si trovò di fronte una chiave. Confuso, se la rigirò tra le mani: una semplicissima chiave argentata.
Guardò Draco ma, quest'ultimo non aprì bocca. Sembrava pietrificato dal nervosismo.
Allora si accorse del biglietto in fondo alla scatola, lo spiegò per bene e lesse:
' Non voglio più nascondermi.
Sono stato un codardo. Non mi importa niente se tra un mese ci molleremo e finirò su tutti i giornali.
Non ci credo che sto per scriverlo ma, credo che tu ne valga la pena. Voglio rischiare.
Con te sento di poterlo fare.'
Harry rimase a bocca aperta e tornò a guardare Draco: 'Che significa?'
'Ho comprato un appartamento, a Londra. Il vecchio da cui l'ho comprato era ricco, quindi a parte qualche aggeggio Babbano inutile di cui dovrò disfarmi, credo di poterci vivere. Ho bisogno di lasciarmi il passato alle spalle e tornerò al Malfoy Manor solo per far visita a mia madre' spiegò in fretta Draco, fissando il pavimento.
Harry allora guardò la chiave che aveva tra le mani con una nuova consapevolezza. Ma non fece in tempo a chiedere conferma, perchè Draco sbuffò sonoramente e poi, coprendosi la faccia con le mani, continuò: 'Quando usciremo da Hogwarts, dovremo scegliere la nostra carriera e tutto il resto... cominceremo una nuova vita e... e dato che voglio che tu faccia parte della mia, ho pensato che potessi venire a stare nell'appartamento a Londra... con me...'
'Draco io-' Harry era rimasto senza parole.
Fissava la chiave col cuore in gola e non riusciva ad emettere un fiato. Se solo ci fosse riuscito, probabilmente avrebbe gridato a Draco di amarlo, perchè mai, come in quel momento, era stato più sicuro di amare Draco Malfoy.
'La chiave è solo simbolica, Potter!' balbettò Draco, che non aveva mai visto tanto imbarazzato. 'Chiaramente, non vivremo certo in una casa senza protezioni e che può essere aperta con una stupida chiave!... Forse è stato stupido, non so nemmeno io che mi pren-'
All'improvviso, le labbra di Draco erano troppo impegnate per continuare a blaterare.
Harry era commosso, non si era mai sentito tanto felice in vita sua. Lo baciò, lo abbracciò e poi tornò a baciarlo.
Draco finalmente rilassò le spalle e si lasciò andare. L'imbarazzo svanì tra le loro carezze, i loro baci e le loro risate.

'Sei sicuro? Non ti farai prendere di nuovo dal panico?' sussurrò Draco, mentre Harry gli sfilava la camicia.
'Sto bene, smetti di parlare' rispose Harry che, dietro la presa in giro, aveva colto la reale preoccupazione.
Draco rise e fece sparire anche il maglione natalizio di Harry.

'Sei sicuro di voler uscire allo scoperto?' chiese Harry, mentre accarezzava il braccio nudo di Draco, seguendo con le dita il contorno del tatuaggio sbiadito.
'Sei sicuro di voler vivere con me?' ribattè Draco, ancora con gli occhi chiusi.
Harry sorrise. 'Si'
Rimasero ancora una volta in silenzio, a sfiorarsi lentamente e a bearsi del calore del fuoco.
Poi a Harry tornò in mente la reazione di Draco, quando aveva letto il suo biglietto e tornò a guardarlo. 'Che cosa non devo farti dire?' chiese e Draco spalancò gli occhi. 'Che?'
'Quando hai letto il mio biglietto... hai detto "Non farmelo dire", di che stavi parlando?'
Draco si coprì la faccia con un braccio, sbuffando. 'Non... non era niente! Sei una piaga, Potter!'
Harry notò il repentino cambio di umore e non gli sfuggì nemmeno che lo avesse di nuovo chiamato per cognome. Sembrava farlo ogni volta che esprimeva i suoi sentimenti, come a rendere quei momenti meno imbarazzanti.
Si ridisteste sul divano, sospirando. A volte, Draco era un vero mistero.

Non farmelo dire...
Non farmelo dire...


Spalancò gli occhi. Il cuore che gli batteva all'impazzata.
Anche Draco lo amava.
Quella consapevolezza lo lasciò senza fiato.
'Draco...' sussurrò e quando si voltò, si accorse che Draco non aveva ancora smesso di coprirsi il volto.
'No... non dirlo Potter!' urlò, alzandosi a sedere per dargli le spalle.
'...ascoltami io...'
'Sta zitto, sta zitto, sta zitto...'
'Draco, io ti amo e non mi importa niente di quanto quello che sto dicendo sia imbarazzante. Ti amo! Capito? TI-'
Draco si voltò e gli schiaffò una mano sulla faccia:
'Va bene, VA BENE! Ho capito... Ti... Ti amo anch'io, stupido di un Potter!'

 

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