Subacquea

di Cris_May
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I tempi della luce ***
Capitolo 2: *** Un unico mare ***



Capitolo 1
*** I tempi della luce ***


Vivere in una città marittima significa saper riconoscere lo scoccare del mezzogiorno dalla posizione del Sole: chi vive con il mare, e non semplicemente al mare, è abituato alla danza precisa e puntuale della luce intorno alla Terra e non ha difficoltà nell'indicare l'orario contando le porzioni di cielo che dividono dall'ora del riposo.

Elio non ha una grande passione per gli orologi, ma -come abbiamo detto- non ne ha bisogno. Suonata l'ultima campana sa di avere due tempi per pranzare al parco, poi dovrà correre a prendere i galloni da trascinare in spiaggia, quando fa ancora abbastanza caldo per entrare in acqua e riempirli. Sei tempi e la nonna arriverà con il furgone, dove i galloni saranno caricati e portati al capannone, per far evaporare l'acqua: il sale, a casa di Elio, si fa alla maniera antica, perché mantenga un sapore autentico, e al villaggio nessuno vuole farne a meno, anche se si potrebbe acquistare a meno prezzo il sale insipido delle industrie. La comunità vive di pesca, tutti si conoscono ma non c'è tensione, ognuno vive seguendo i ritmi della luce, scanditi dal rumore del mare. La vita di Elio potrà anche sembrare monotona, ma la verità è che la finestra sull'orizzonte che lo segue in tutti i suoi spostamenti non è mai uguale a sé stessa, così pur ripetendo ogni giorno le stesse azioni, sembra sempre di star facendo qualcosa di totalmente nuovo.

Arriva quindi il buio, le poche luci del circondario si accendono, dopo cena la nonna si siede su una vecchia sedia di legno ed intreccia le reti. E' a quest'ora che i suoi occhi chiari si fanno più nostalgici, quando il rumore assordante del mare non fa che ricordarle delle pareti scavate nella scogliera che racchiudevano la sua vecchia stanza, dalla cui finestra non si vedevano confini, ma un solo oceano unito. Elio è figlio della seconda generazione di Abitanti nata fuori dal mare, così non riesce mai ad entrare nel profondo sguardo di sua nonna: non può capire cosa significhi calpestare ogni giorno una terra straniera, quando per gran parte dell'esistenza si è nuotato. Spesso, a quell'ora buia, la nonna rapita dalla malinconia racconta delle storie, mai la stessa due volte per quante ne possiede: così il ragazzo ha solo un'occasione per immaginare le vicende racchiuse in quei ricordi, ambientate nell'antico splendore del suo Paese natale, fatto di alte colonne di coralli e bassorilievi ricavati tra gli scogli, ricco di tesori nascosti e segreti inenarrabili.

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Capitolo 2
*** Un unico mare ***


L'antica stirpe di Subacquea, gli Abitanti, avevano vissuto per millenni sotto la superficie del mare, indisturbati dalle attività degli umani con cui condividevano silenziosamente il pianeta: i primi osservavano scrupolosamente i comportamenti dei terrestri, mentre quest'ultimi ignoravano l'esistenza dei loro vicini. Gli Abitanti non erano comunque troppo diversi dagli umani, grazie al dono ereditato da chissà quale gene di modellare la propria figura a seconda delle esigenze. Il buon costume aveva imposto di mescolarsi il più possibile con gli abitanti della terraferma, che in caso di incontro fortuito non avrebbero potuto sospettare dell'esistenza di un impero marino. A Subacquea i più avevano occhi e pelle chiarissimi, i capelli argentanti portati lunghi fin oltre le spalle, l'atteggiamento fiero di chi deve rispondere solo alle vicissitudini del mare. Sebbene il territorio controllato dall'impero degli Abitanti fosse vastissimo, le popolazioni erano concentrate nelle zone più calde e vicine alla costa, dove era più facile controllare gli umani e soprattutto studiare le evoluzioni del pianeta. Così, nonostante le distanze immense, Subacquea esisteva come un'unica comunità senza barriere di lingue e confini politici, un'unica cultura per un unico mare. La potenza di Subacquea stava nella capacità di adattarsi ai cambiamenti della Terra, inevitabili ma spesso devastanti per gli organismi che non riuscivano a stare al suo ritmo. Subacquea pullulava di scienziati ed artisti, spinti da una curiosità irrefrenabile verso l'ignoto: gli Abitanti non erano mai stanchi di conoscere, di sperimentare, di lasciare le proprie tracce tra le scogliere frastagliate, dove nascondevano i loro saperi. Una stirpe che sembrava destinata all'eterno, ma che dopo millenni di grandezza, finì per spegnersi nel giro di due secoli. Il mare era diventato sempre più ostile alla vita, anche a causa dell'intervento violento dei terresti, che avevano finito per dominarne la superficie, incontrastati. Velocemente la popolazione sottomarina smise di crescere, mentre gli esseri umani allargavano i propri domini fino a conquistare i mari, costringendo gli Abitanti a farsi sempre più piccoli, sempre meno impavidi. In pochi anni Subacquea perse il suo splendore, e la rovina fu irrefrenabile. Gli Abitanti furono costretti a disperdersi tra gli umani, imparando il loro linguaggio, acquisendo il loro stile di vita, per mantenere alto l'onore della stirpe, senza doversi piegare al dominio spietato dei terrestri. Così, dall'acqua gli Abitanti del mare si trascinarono sulla terra, e se non fu l'inquinamento delle acque ad abbatterli, le luci artificiali, l'aria grave di fumi, i ritmi innaturali di quello stile di vita macchinoso li portarono al limite più estremo, fino all'oblio. Nel freddo villaggio affacciato sul mare, la famiglia di Elio e pochi altri Abitanti avevano trovato una comunità che potesse aiutarli a rimanere saldi ai propri valori, ma soprattutto vicini alle proprie radici. Intrecciare le reti, raccogliere il sale, guidare i pesanti pescherecci, li rese forti abbastanza da poter immaginare un futuro, lontani da Subacqua, ma comunque uniti in un'unica cultura, un unico mare.

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