Lynn Owen-Anno I

di Silor_2691
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi in riva al lago ***
Capitolo 2: *** Compere per la scuola ***
Capitolo 3: *** Hogwartz: conoscenze, sguardi e smistamento ***



Capitolo 1
*** Ricordi in riva al lago ***


Ricordi in riva al lago
 
I coniugi Owen avevano una piccola casa immersa nella campagna. Margharet amava i vasti prati mentre il silenzio di quella natura aiutava Alfons a comporre i vari articoli per il suo giornale: “No Hypocrisy”.
Il quotidiano trattava argomenti scottanti non ponendosi censure, ad esempio non aveva taciuto su Voldemort e la sua “follia” oppure sui mangiamorte che avevano dichiarato di agire sotto ‘Imperius’.
Alfons sosteneva chiaramente che si trattasse di fandomie! Ciò gli era costato molti rischi. Si era esposto molto coraggiosamente (specialmente due anni prima la genesi della vicenda che sto per raccontarvi) quando tu-sai-chi venne sconfitto da un neonato, tanto da intitolare l’ articolo: “Voldemort, va a mangiare gelatine al gusto di cacca all’ inferno”.
 
I coniugi Owen non vivevano da soli, niente affatto! Avevano una figlia molto bella, una bambina nata in Estate: 26 Giugno 1972. Il suo nome era Lynn.
 
Tuttò ebbe inizio il 26 Giugno del 1983: l’ undicesimo compleanno di Lynn.
Il Sole del mezzogiorno splendeva alto nel cielo, mentre la sua luce si scagliava tra i prati di quella campagna.
La bimba, poco distante dall’ ingresso di casa, giocava con un pallone rosa. Era il ritratto della spensieratezza e della genuinità dell’ esser piccoli. Alfons e Margharet ricevevano svariati complimenti per l’ aver messo al mondo un’ erede tanto bella: aveva dei capelli neri, lunghi fino alla schiena e occhi di un blu insolito, tendevano parecchio al viola.
Margharet la stava guardando dalla finestra mentre suo marito scriveva un articolo.
“Tesoro, finalmente la nostra adorata figlia andrà a Hogwartz. Com’ era felice stamattina quando ha letto la sua lettera”,
“vorrei ben dire cara!”, aveva distolto lo sguardo dalla macchina da scrivere (che ovviamente batteva da sola, come avesse vita propria), “ricordo ancora il lontano ‘49 quando divenni studente di quella scuola e conobbi te”. Margharet e Alfons divennero genitori all’ età di trentaquattro anni! Non si sposarono subito.
“Mamma, papà!”, Lynn era rientrata in casa gettandosi tra le calde braccia della madre, “quando andiamo a comprare la bacchetta da...da...”,
“Ollivander”, rise il padre divertito dalla goffaggine e dalla tanta curiosità (naturalissima) dell’ unica figliola.
“Andremo ad Agosto, rimarrà chiuso sia questo mese che il prossimo”,
“capisco, devo aspettare”, non era triste, certo era complicato contenere il proprio euforismo, ma Lynn per natura era una bambina molto paziente.
“Tesoro, più tardi perché non andiamo a fare un giro noi due da sole? Così lasciamo tuo padre con il suo lavoro”,
“ottima idea!”, si intromise l’ uomo, la solitudine lo aiutava nel lavoro.
La bambina non se lo fece ripetere, non vedeva l’ ora di passeggiare un po’.
 
Dopo una camminata durata circa venti minuti, madre e figlia si erano fermate davanti un grande lago.
“Sei stanca?”,
“no mamma. Ho preso da te, amo le passeggiate”, i suoi occhi si erano soffermati sulla limpida distesa d’ acqua illuminata dal sole, “amo questo lago”,
“vengo molte volte qui a riflettere”, il volto di Margharet aveva assunto un’ espressione cupa,
“cosa ti preoccupa mamma?”,
“nulla”, sorrideva distogliendo pensieri tristi che appartenevano a un passato lontano,
“Lynn, a Hogwartz imparerai molti incantesimi. Alcuni però non te li insegnano se non sei tu a richiederli”,
“davvero?”,
“si. Occlumanzia per esempio”,
“Ocllu..che?”,
“Occlumanzia. Chi usa questo incantesimo viene chiamato Legilimant. Io ho voluto impararlo”,
“a cosa serve?”, chiedeva curiosissima,
“io posso entrare nella tua mente e vivere i tuoi ricordi, oppure mostrarti i miei”, in quel momento un sorriso puro e genuino era apparso nel volto della donna, “vorrei fartene vedere uno”,
“d’ accordo”.
Essendo che Lynn approvava, Margharet Rich(cognome da nubile) aveva applicato l’ incantesimo.
 
12 Gennaio 1953.
Una Margharet di quattordici anni aveva chiuso il libro di erbologia ed era uscita dalla biblioteca con passo svelto e silenzioso.
Una ragazza di rara bellezza, capelli neri come quelli della figlia ma differentemente da questa anche gli occhi erano scuri.
Il Sole aveva ceduto il posto all’ imbrunire del cielo. Erano le diciasette.
Un ragazzo con la divisa verde e argento stava davanti il lago nero della scuola.
“Alfonz”, la ragazza si era fermata al suo fianco.
“Ciao Margh”, lo sguardo di quello era vispo, intelligente,
“cosa volevi dirmi?”,
“sai bene cosa voglio dirti. Lo sai da quattro anni ormai!”,
“Al”, un brivido le aveva scosso la schiena, “anche io provo lo stesso, però...”,
“però un serpeverde come me e una grifondoro come te non possono stare insieme”,
“c’ è sempre stata ostilità tra le nostre case, inoltre tu-sai-chi sta diventando sempre più forte e...”,
“ed era una serpe. Come me”,
“la vuoi smettere di interrompermi?”, gli aveva detto con severo cipiglio,
“Margh mi conosci, sai che sono stato smistato a Serpeverde per la mia ambizione e per le mie capacità. Che poi sono queste le richieste della mia casa!
Non ho intenzione di fare il serpeverde medio, colpire i più deboli e fare lo sciocco contro i grifondoro”,
“oh Al”, le guacie bianche della ragazza si erano tinte di rosa. Le era sempre piaciuto, sin dal primo momento.
“Margharet se io e te ci mettessimo insieme le nostre case ci complicheranno la vita”,
“non devi dirlo a me. Ne sono consapevole”,
“i sentimenti che provo per te vanno oltre questo pericolo. Voglio viverti, voglio baciarti. So che non hai mai baciato nessuno, come io non ho mai sfiorato le labbra di alcuna. Voglio essere io il primo per te. Voglio che sia tu la prima e spero l’ ultima ad avere le mie labbra e il mio cuore”.
Non servirono altre parole, si sarebbero rivelate superflue, Margharet Rich si gettò aggressivamente sulla bocca dell’ innamorato, fu un bacio colmo di passione.
 
“Wow mamma”, Lynn era contenta, felice di poter vedere in prima persona il momento in cui tutto ebbe inizio tra i suoi genitori. Stravedeva per il legame che univa coloro che l’ avevano messa al mondo.
“Lynn, Hogwartz ti darà inevitabilmente tante emozioni. Non puoi sfuggirne”. Aveva accarezzato il volto della sua bambina per poi accoglierla tra le braccia.
 

 Note autore: Spero possa piacervi. Purtroppo non posso garantirvi la mia frequenza qui (impegni lavorativi e universitari) :( ma cercherò di metterci tutto me stesso <3
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Compere per la scuola ***


Compere per la scuola
 
Era un mattino di fine Agosto. L’ odore del latte aveva ridestato Lynn dal sonno, i suoi occhi abbufficati si erano soffermati sulla  madre che le porgeva la tazza piena. “Buongiorno cara”,
“ciao mamma”.
Una volta aver finito di gustare il latte fresco, la bambina aveva domandato: “quindi oggi si va a Diagon Alley?”,
“si Lynn. È tempo di comprare la tua bacchetta, l’ abito e il gatto che vuoi portarti a Hogwartz”.
La giovane era legatissima ai gatti, ne amava l’ eleganza e lo sguardo fiero.
All’ età di otto anni ne aveva accudito uno malato che purtroppo era morto dopo soli tre mesi. Margharet e Alfons dovettero inventarsene tante per restituire la gioia alla loro unica erede.
 
In quel moment Alfons era impegnato a scrivere un articolo importante. “Papà, devi prepararti”,
“due minuti ancora amore mio”, non sembrava voler staccarsi da quella macchina da scrivere.
Margharet aveva richiamato l’ attenzione della figlia pogiandole la mano sulla spalla: “lascialo finire altrimenti da questa casa non usciamo più!  Intanto perché non scegli come vestirti? Ti faccio notare che sei ancora in pigiama”.
Entrate nella stanza della ragazzina, Lynn aveva preso dall’ armadio in lego un graziosissimo abito turchese: regalo fatto per il suo decimo compleanno.
“Non l’ ho mai messo”, diceva tenendolo tra le mani,
“allora è arrivato il momento, no?”, già Margharet la immaginava con quel vestito. Visione stupenda. Infatti come aveva previsto, l’ abito calzava Lynn a pennello, le copriva le gambe fino a qualche millimetro sopra le ginocchia.
“Come siamo belle”,
“davvero mi trovi bella?”,
“certo, non c’è dubbio”.
Lynn aveva ricambiato il suo sguardo felice per poi sedersi sul letto. “Sai mamma, spero tanto che un giorno io possa diventare bella come te.
Sei meravigliosa e pensando al ricordo che mi hai mostrato due mesi fa devo proprio dire che a quindici anni eri già stupenda”,
“Lo sarai anche tu. Guarda i tuoi occhi, io non li avevo così. Hai preso da Eugenia, tua nonna paterna”.
“Ei donzelle”, Alfons era apparso nella camera della figlia intento ad abbottonare la camicia bianca, “siete pronte?”.
 
Lynn guardava rapita le stradine e i vari negozi di Diagon Alley.
“Sei impressionata?”, le chiedeva Alfons con quello sguardo vispo che anni addietro conquistò il cuore della moglie.
“Papà, mamma. È tutto così bello. Vorrei visitare ogni posto di questa zona”,
“Oh Lynn”, rispondeva Margharet rivolgendosi poi al marito, “andiamo a vedere se alla ‘Testa di Porco’ c’ è qualche nostro conoscente?”,
“ci sto!”.
Di conoscenti ce n’ erano parecchi e tutti parevano interessati: “Alfons!”, “oddio quello è Owen”, e via dicendo.
Nel giro di pochi istanti una piccola flotta di persone aveva circondato la famiglia Owen o meglio, l’ uomo della famiglia.
Erano impressinati dal coraggio con cui trattava determinati temi nel suo giornale, la sfacciata forza con cui sapeva accusare certi individui.
 
“Ciao Alfons”, un uomo alto dai capelli castani e occhi azzurri, in compagnia della moglie e del figlio della stessa età di Lynn, li aveva raggiunti.
“Chris Khan. Ciao!”, si erano stretti la mano.
Chris Khan aveva lavorato parecchi anni per il giornale di Alfons, tra loro non c’ era mai stato un rapporto ‘direttore-subordinato’, si erano intesi da subito.
Khan alla fine aveva scelto un’ altra strada, dedicandosi alla scrittura di romanzi e di libri di incantesimi.
Chris stava guardando la piccola Lynn: “complimenti, sei bellissima”,
“grazie”, arrossiva,
“quanti anni hai?” ,
“ho unidici anni signore. Sto per iniziare gli studi a Hogwartz”,
“ma è meraviglioso! Hai la stessa età di mio figlio. Avvicinati Stephan”.
Il figlio di Khan si era posto davanti a Lynn. Era timido come lei tanto che le guance gli si erano illuminate di rosso.
Era un ragazzino carinissimo: lunghi capelli castano scuro e gli occhi azzurri come il mare.
“Ciao, io sono Lynn”,
“io sono Stephan, piacere” e le loro mani si erano congiunte.
 
Dopo un’ ora (o poco più), Lynn aveva acquistato una tunica e Saturn, il suo gatto: un ‘Bombay americano’ nero e dai profondi occhi verdi. Restava soltanto la bacchetta!
Quando la streghetta aveva incrociato lo sguardo di Ollivander aveva provato un moto di timore unito a tristezza.
Timore perché il suo sguardo cupo le faceva paura.
Tristezza perché le era sembrato un uomo davvero solo.
“Lynn Owen, sono lieto di fare la tua conoscenza”,
“signor Ollivander, sono felice di essere qui a scegliere la mia bacchetta”,
“oh no piccola aspirante strega, non sari tu a sceglierla”, lei non capiva, “sarà lei a scegliere te”.
Dopo aver sperimentato una serie di bacchette, la giovane Owen ne aveva provata una con nucleo di corde di drago, questa aveva scintillato illuminando tutto il negozio.
“Direi, giovane Lynn Owen, che la bacchetta ti abbia scelto!”. Gli occhi della ragazza scrutavano con meraviglia quell’ asta in lego. Quella bacchetta che avrebbe simboleggiato l’ inizio di tutto.
 
Mancavano pochi giorni all’ inizio della scuola, Lynn li usò tutti per prepararsi, acquistare tutti i libri e i quaderni vari. Era pronta!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Hogwartz: conoscenze, sguardi e smistamento ***


Hogwartz: conoscenze, sguardi e smistamento
 
 
1 settembre 1983.
Il rumore squillante della sveglia aveva interrotto i sogni di Lynn alle  otto e tranta in punto!
Si era messa seduta sul letto mentre lo sguardo si soffermava sulla valigia posta al fianco della porta. Tutto era pronto per andare a Hogwartz!
Aveva trovato Margharet e Alfons in cunica intenti a bere caffé.
“Bambina mia”, la mamma l’ aveva baciata sulla fronte.
Lynn aveva versato del latte sulla tazza azzurra, aveva poi aggiunto una piccola dose di corn flakes.
“Ti senti pronta?”, le aveva chiesto il papà,
“ho un po’ di paura”, lo sguardo si era incupito mentre il cuore bussava follemente nel suo petto,
“perché?”,
“e se non fossi all’ altezza? Se mi rivelassi una pessima strega?”,
“che dici? Ti ricordo che nelle tue vene scorre il sangue mio e della mamma!”, asserriva fiero,
Margharet, che da brava e attenta madre aveva intuito lo stato d’ animo della sua bambina da un solo sguardo, le aveva sfiorato la mano, dicendo: “Lynn, imparerai tanto. Presto ti sentirai adatta, vedrai”. La figliola era torata felice, scordando quella sensazione di insicurezza e timore.
 
Alle undici meno venti la famiglia Owen aveva raggiunto la stazione di King Kross. Lynn stava guardando la murata che li separava dal binario 9 e ¾.
“Mamma, papà, nessuno dei babbani rischia di vederci oltrepassare il binario?”, il padre allora aveva riso intensamente, rispondendole:
“hai tanto da imparare. Il ministero si occupa di tutte queste cose. Questa stazione è ricoperta da tanta magia che si applica nel momento in cui noi maghi dobbiamo oltrepassare questo muro”*.
Detto ciò si apprestarono a oltrepassarlo. L’ Hagwortz express scintillava rosso e nero sul binario. Lynn era meravigliata dalla bellezza di quel treno mentre molti maghi accompagnavano la loro prole verso il maestoso mezzo di trasporto.
“Alfons!”, Chris Khan, insieme alla moglie e al figlio Stephan si erano diretti verso di loro.
“Chris! Dimenticavo che tuo figlio frequenterà lo stesso anno della mia”.
“Ciao”, il bambino aveva salutato Lynn, la quale ne aveva ricambiato saluto ed entusiasmo.
Il tempo era volato via, era tempo di salire a bordo!
Salutati i genitori, i due erano saliti sul treno parlando euforicamente di quello che avrebbero imparato. Entrambi avevano già letto le pagine di qualche libro di testo!
Optarono di prendere posto, in quanto gli altri erano quasi tutti occupati.
Qui avevanto trovato un coetaneo mulatto che guardava oltre il finestrino.
 
Gli occhi di Lynn incrociarono quelli del bambino di colore e aveva avvertito un brivido. L’ espressione di lui era così...intensa.
“Ci pensi Lynn? Sta per iniziare tutto”, Stephan meditava su quello che sarebbe stato il suo futuro come studente,
“si. Certo che ci penso”, anche lei fantasticava sulla stessa cosa.
“Avremmo modo di imparare tante cose”, si era intromesso il terzo.
Lo avevano guardato incuriositi. “Come ti chiami?”, gli chiedeva lei, quello aveva dunque sorriso porgendole le mano,
“Markus... Markus Attah”,
“Lynn Owen”, le loro mani si erano congiunte in una presa morbida. Dopo si era presentato anche a Stephan.
“I tuoi genitori sono maghi?”, la curiosità della fanciullina stava emergendo,
“no. Sono figlio di babbani.
Mio padre è professore di matematica, mia madre insega all’ isituto d’ arte”,
“wow”, era affascinatissima, “deve essere stata una sorpresa scoprire di essere mago”,
“eh già. Chi ci credeva?”,
“deve essere difficile spiegare a chi non è mago di avere un figlio con doti magiche”, diceva Stephan,
“si lo è. Beh lo è stato anche per me”.
 
Quando il cielo ormai era buio, l’ Hogwartz express aveva raggiunto la sua meta.
Il castello si ergeva imponente davanti gli occhi stupefatti di Lynn e degli altri studenti.
Un uomo gigantesco dalla folta chioma scura si era presentato. “Io sono Hagrid, il custode delle chiavi di Hogwartzs”.
Lynn aveva accidentalmente posato lo sguardo su un altro ragazzino che la stava guardando. Era un bambino dalla pelle abbronzata e dagli occhi neri, neri come i suoi capelli. Lei era ingenua, non sapeva di certo che quello la stava desiderando.
La sala grande era immensa e fastosa, Albus Silente era intento nel suo discorso, mentre alunni e professori lo stavano ascoltando interessati.
Era giunto il momento dello smistamento, la professoressa Mc Gonogall aveva chiamato l’ appello, il capello era pronto a segnare le case agli studenti.
“Lynn Owen-Corvonero”,
“Markus Attah-Corvonero”,
“Stephan Khan-Grifondoro”.
Lynn era triste perché Stephan non apparteneva alla sua casa ma questo non avrebbe impedito la loro amcizia. Aveva preso posto al tavolo dei Corvonero, al fianco di Markus.
La professoressa McGonogall aveva chiamato: “Leon Baxter”.
Lynn aveva guardato il ragazzo dirigersi verso l’ insegante. Era lo stesso che poco prima l’ aveva guardata intensamente.
Nel momento stesso in cui il cappello aveva sfiorato la sua chioma scura, aveva urlato: “Serpeverde”. Un ghigno era apparso nel volto di Leon. Non sapeva spiegarsene il motivo, ma a Lynn quel ragazzo non piaceva.
 
*non so se la Rowling lo abbia mai specificato, ma ho cercato di dare una spiegazione al fatto che i babbani facciano caso ai maghi che oltrepassano per andare al bianrio 9 e ¾
 
 
 
 

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