Andare avanti

di arndigothia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** // ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** // ***


Andare avanti*
- Devo tornare indietro, vero?
- Dipende da te.
- Posso scegliere?
- Ah, certo. Sei a King's Cross, no? Credo che se decidessi di non tornare, potresti... diciamo... prendere un treno.
- E dove mi porterebbe?
- Avanti.
*
Harry cominciò a pensare. Pensò a Luna, a Neville, a Fred che era morto, a Lupin, a Tonks, a Ron e Hermione, ma soprattutto pensò a Ginny. Durante tutta la conversazione con Silente, in quella stazione senza spazio né tempo, non aveva avuto bisogno di pensare a nulla, ma ora che il momento di decidere era così vicino, tutti i suoi pensieri, i suoi bisogni, erano apparsi dal nulla, come dal nulla erano apparsi i vestiti che aveva desiderato. E con i pensieri tornò il dolore, di coloro che aveva perso e di coloro che non voleva perdere, e dovette scegliere. Aveva fatto abbastanza per il mondo magico? In fondo, aveva sacrificato se stesso per la salvezza tutti, era andato incontro alla morte, e aveva visto i suoi genitori. Quindi c'era qualcos'altro dopo? Avanti? Un mondo in cui avrebbe potuto rivederli? Perché se così fosse stato, allora un giorno avrebbe rivisto anche tutti i suoi amici, avrebbe rivisto Ron, Hermione, Ginny... Ma l'avrebbero perdonato? Per non essere tornato, per averli obbligati a combattere una guerra senza speranza? Era lui la speranza, quella di cui il suo mondo aveva bisogno per combattere. Cosa sarebbe successo se non fosse tornato? Ma in fondo, loro non l'avrebbero mai saputo, e sarebbero stati felici di vederlo, dopo. Ma quanto avrebbe dovuto aspettare? Non lo sapeva, perché si accorse di non riuscire a capire come trascorreva il tempo lì. Quanto era passato? Ore? Minuti? Anni? Perciò forse aspettarli non sarebbe stato così brutto. E in fondo, avrebbe rivisto Sirius, avrebbe rivisto, anzi conosciuto, i suoi genitori. E loro? Avrebbero perdonato, avrebbero capito?
Silente intanto continuava a sorridere, osservandolo con quegli occhi azzurri come se gli stesse leggendo l'anima, come se sapesse quello che stava pensando. E anche a lui, quante cose aveva bisogno di chiedere! A quell'uomo, che con tutti i segreti e le cose taciute, aveva rappresentato per lui qualcosa di strano, più di una semplice guida. Si era affezionato a quel Professore un po' strampalato, che gli chiedeva sempre troppo e non gli dava mai nulla in cambio. Ma ora era lì, gli aveva svelato tutti i suoi segreti, gli aveva donato quella parte di sé che in vita gli aveva tenuto nascosto, per un bene superiore.
Fu così che, mentre ancora stava decidendosi sul da farsi, del fumo bianco cominciò a spuntare dal camino di una locomotiva rossa, e seppe, come solo in quel luogo si poteva sapere, che dentro di lui aveva già deciso. Silente capì, e senza smettere di sorridergli benevolmente, gli offrì il braccio e, insieme, salirono su quel treno.

Era strano, identico all'Espresso per Hogwarts, ma vuoto. Nessun baule, nessun ragazzino timido ed emozionato, nessun ragazzo che cercava un conoscente, nessun bambino con i capelli rossi farsi coraggio e chiedere posto nello scompartimento in cui era seduto quello che sarebbe diventato il suo migliore amico. Ma così come quel ricordo tornò alla mente, da lì scomparve senza poter più farvi ritorno. Ed Harry proseguì nel suo cammino, cercando qualcosa ma senza sapere cosa. Finché non lo trovò, lo scompartimento in cui al terzo anno aveva conosciuto i Dissennatori, e dove al quinto anno si era seduto con Ginny, Neville e Luna...
E appena ricordò, perse quel pezzo del suo passato per sempre, mentre il treno cominciava a muoversi.
Harry rimase stupito, ma non sapeva più per cosa; era come se avesse dimenticato qualcosa sul binario, la stessa fastidiosa sensazione.
- Harry... - cominciò Silente. - Credo che tu stia cominciando ad assaporare ciò che vuol dire 'andare avanti'. Durante questo viaggio, ti lascerai tutto alle spalle, ogni cosa che potrebbe legarti alla vita, verrà lasciata indietro appena i tuoi pensieri si poseranno su di essa. Bada bene però, poiché non verrà cancellata. Quindi, se un giorno volessi fare un viaggio di ritorno, diciamo, per le vacanze di Natale, ritroveresti tutto il tuo passato. Perciò starò in silenzio, come un garbato accompagnatore, e ti lascerò godere in tranquillità dei momenti del tuo passato. - detto questo, Silente venne improvvisamente attratto da un uccellino che volava fuori dal vagone.
Calde lacrime gli si formarono agli angoli degli occhi, e un fiume di ricordi lo attraversò, per poi abbandonarlo.
Il torneo Tremaghi, la morte di Cedric, l'anno passato alla ricerca degli Horcrux, Grimmauld Place, la Pietra Filosofale, la Camera dei Segreti... Poi pensò a Sirius, a suo padre, a sua madre e inevitabilmente i pensieri andarono a Piton, ma questa volta i ricordi non scomparvero. Così pensò alle parole di Silente, e nemmeno queste lo abbandonarono.
- Ehm... Professore?
- Dimmi, Harry.
- Mi chiedevo come mai i ricordi che ho di mia madre e mio padre continuano a esserci...
- Perché stai per incontrarli. - rispose Silente. - Come ti ho detto, lasci indietro il tuo passato, ciò che eri in vita. Tua madre, tuo padre, Sirius e coloro che sono morti, adesso, sono il tuo presente. Capirai quando arriveremo. E non è - continuò Silente quando vide che Harry stava per ribattere. - Per nasconderti qualcos'altro. Le più profonde leggi della magia imperano in questi luoghi - e così dicendo fece un vago gesto con la mano indicando il paesaggio fuori dal finestrino. - Ed è scritto che chiunque vada avanti debba scegliere da solo, libero da qualunque costrizione. Ovviamente, in condizioni normali, saresti stato da solo a quel binario, ma poiché Voldemort ha giocato così sconsideratamente con le leggi che governano questi luoghi, e che tu, fino a poco fa, accoglievi in te parte di lui, per te è stata fatta un eccezione. - concluse sorridendo.
Harry accettò quelle parole, e tornò a immergersi nei propri pensieri. Le lacrime gli cadevano dagli occhi, ognuna portando con sé un ricordo. Dentro di sé, Harry decise di conservare i ricordi più belli alla fine. Ma giunto quasi verso la fine del viaggio, fu costretto dall'istinto a ricordare il primo viaggio fatto su quel treno in compagnia di colui che sarebbe diventato il suo migliore amico, suo fratello, il compagno di tante avventure. E così dimenticò Ron, e anche quella volta ad Halloween, il primo anno, quando insieme salvarono una compagna ignara del troll che girava libero nel castello. E così dimenticò Hermione. Decise di non pensare più a nulla, di conservare per sempre il ricordo più caro, ma il sole che stava tramontando all'orizzonte era rosso fuoco, lo stesso colore che gli correva incontro e lo abbracciava, felice, prima che Harry baciasse quelle labbra morbide. E così, dimenticò Ginny.
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*Dialogo preso da Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo "King's Cross", di J.K. Rowling.

Questa è la mia prima FF, spero vi piaccia. Ho sempre adorato il mistero che la Rowling ha creato attorno alla morte, e così ho voluto affrontarlo. Se leggerò abbastanza recensioni, ho in mente di terminare la storia, che per ora mi piaceva finisse così xD.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Andare avanti - cap 2Era ormai sera quando quello strano e vuoto Espresso per Hogwarts arrivò a destinazione, ma Harry non riconosceva quel luogo, che non era nemmeno lontanamente simile alla stazione di Hogsmeade. Anzi, per la verità non era nemmeno simile a una stazione.
Intanto la notte era scesa, e l'unico modo per uscire da quello strano posto era avviarsi lungo il sentiero che da lì si perdeva nel buio, perciò Harry si avviò. Era come se avesse dimenticato qualcosa, ma non riuscì a capire cosa finché una voce non disse:
- Se ti stai chiedendo dove siamo, Harry, riconoscerai facilmente la tua vecchia casa - e Silente gli strizzò l'occhio.
Così Harry capì che sentiva di aver dimenticato il suo professore scendendo dal treno, ma più ci pensava e meno riusciva a ricordare quando era sceso da quel treno. Piuttosto si era ritrovato in quella specie di stazione appena aveva cominciato a chiedersi dove si trovasse. Harry, comunque, tornando alle parole del Preside, si guardò intorno, finché non vide la sua vecchia casa, ma non quella di Privet Drive, bensì la casa della sua infanzia rubata, quella di Godric's Hollow, ed era intera. Anzi, al suo interno splendevano anche delle luci.
- Devo andare, Harry, mio caro ragazzo - disse il professore guardandolo con gli occhi lucidi, colmi di gioia. - Ho degli affari da sbrigare, ma capirai più avanti.
Sorrise, e si Smaterializzò, così  Harry non restò altro che avvicinarsi a quella casa che tanto aveva sognato, e scoprire cos'era a rendere tanto felice Silente.
Lo capì, riuscendo a stento a trattenere le lacrime, quando guardò attraverso la finestra del salotto e vide i suoi genitori ballare come li aveva visti tante volte fare nella foto che gli aveva regalato Hagrid, e anche se aveva perso questo ricordo, gli rimase comunque una strana sensazione di nostalgia. E di gioia, perché adesso i suoi genitori erano lì, poteva vederli! Non erano solo immagini che lo affiancavano nello Specchio delle Brame, non erano ricordi di incantesimi scaturiti dalla bacchetta di Voldemort ed erano più di ciò che aveva portato tra i vivi la Pietra della Resurrezione. Erano lì, ed erano reali, veri... vivi. Harry non capiva, ma si perse negli occhi verdi di sua madre che lo avevano appena scorto, e non gli importò più di nulla.
I suoi genitori, vedendolo, corsero immediatamente fuori ad abbracciarlo, e mentre suo padre lo stringeva a sé, felice, Harry vide Lily, sua madre, guardarlo con l'amore che aveva sempre desiderato e rimpianto di aver perso. In quegli occhi c'erano tutte le cose che non si erano mai detti e che adesso avevano tutto il tempo i dirsi, tutta l'eternità... o forse no? Perché Harry li trovava cambiati dalla foto che aveva di quando loro avevano circa ventì'anni. Li trovava più... vecchi, anche se faticava anche solo a pensarlo. C'erano delle rughe sulla fronte di sua padre, come se gli ultimi 17 anni li avesse vissuti. Ma per ora abbandonò questi pensieri, era così felice di averli per sé che avrebbe avuto tutto il tempo di chiedere spiegazioni.
- Harry, forza, vieni dentro! Dobbiamo chiamare Sirius! E Remus e Ninfadora! Sono arrivati da poco, lo sai, e credo che saranno felicissimi di vederti! - Disse James, stringendo le spalle del ragazzo, mentre Lily con una mano prese quella di Harry e con l'altra si asciugò le lacrime di gioia.
- Andiamo, Lily, non sei mai rimasta così tanto senza parole! - Scherzò ancora James, anche se i suoi occhi erano lucidi come quelli della moglie.
- Aaah James! Ma devi sempre aprire quella tua ridicola bocca?!? Fammi godere almeno un momento di pace con mio figliio! - rispose Lily, baciando sulla fronte Harry, e la dolcezza con cui aveva detto quell'ultima parola fecero comparire sul viso di James un enorme sorriso, mentre Harry, felice come non mai, abbracciò sua madre, ridendo e piangendo di gioia. Anche Lily sorrise guardando il marito mentre abbracciava il figlio che gli era stato così a lungo negato, mentre James, in silenzio, entrò in casa. Erano tutti in salotto da neanche un minuto che arrivò Sirius, entrando senza nemmeno bussare.
- Sirius! - Urlò Harry, e andò ad abbracciarlo. Poi arrivarono anche Remus e Tonks, e anche Fred, che quando arrivò fece nascere in Harry una strana sensazione di vuoto, come se mancasse qualcosa alla sua completa felicità. Ma tutto passò talmente in fretta da non essere nemmeno preso in considerazione. La gioia era così grande che Harry si sarebbe dato dello stupido se avesse esitato anche solo un secondo prima di prendere quel treno soltanto per... Già, perché aveva esitato? Ma la domanda morì tra i suoi pensieri appena l'aveva formulata.
Quella serata passò molto in fretta, o forse molto lentamente dato lo strano scorrere del tempo in quel luogo, ma si era fatto molto tardi e Harry si ritrovò nel letto. Si addormentò subito, ancora sorridente, finché degli strani sogni non vennero a disurbare la sua notte.
Sognò un uomo dalla faccia di serpente, gli occhi rossi come il fuoco, uscire da una foresta, trionfante, con un vero serpente strisciargli a fianco, e tanti uomini vestiti di nero che lo seguivano. Sognò un castello, enorme e antico, dal quale uscivano delle persone e che urlavano qualcosa contro quell'uomo. Sognò un ragazzo con i capelli rossi che veniva spinto dinnanzi a quell'uomo, e mentre quell'uomo gli parlava, un lampo di luce verde colpì il serpente. Sognò quell'uomo urlare di rabbia e lanciare lontano il ragazzo con un incantesimo. Sognò tanti lampi colorati scaturire dalle bacchette delle persone su quel prato, e sognò tanti morti. Sognò un gigante cercare di colpire quell'uomo vestito di nero, e sognò quell'uomo muovere la bacchetta e colpire il gigante. Sognò l'urlo di un altro gigante, più piccolo del primo, mentre andava incontro a quell'uomo, per poi accasciarsi a terra. Sognò che una donna dai capelli neri e le palpebre pesanti essere colpita mentre rideva. Sognò quell'uomo urlare di nuovo e colpire con un raggio di luce verde la donna dai capelli rossi che aveva colpito quella dalle palpebre pesanti, e dopo averla colpita lanciarla lontano. Sognò che in quell'attimo di rabbia e distrazione l'uomo vestito di nero veniva colpito da un raggio di luce verde scagliato da una ragazzina dai capelli rossi, in lacrime. Sognò che l'uomo vestiva di nero cadere a terra, e quelli che lo seguivano gridare e lanciare furiosamente maledizioni. Sognò ancora tanti morti.
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I personaggi di questa FF appartengono a J.K. Rowling

Ringrazio i 3 che mi hanno recensito, i 3 che hanno aggiunto questa FF tra i preferiti e i 2 che la stanno seguendo. Un ringraziamento speciale a White_Moon92, a cui dedico questo capitolo.  La storia non è ancora completa, ma la pubblicherò il prima possibile se questo capitolo piacerà ^^
A presto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Cap 3Sognò la fine della battaglia, la pace, il dolore e le tante cerimonie. Sognò un mondo nuovo, in cui lui veniva ricordato. Sognò ancora quella ragazza dai capelli rossi, sola. Sognò le persone sopravvissute alla guerra, e sognò il passare degli anni. Sognò l'età segnare i volti, e nuove vite venire al mondo. Sognò, ma non seppe per quanto tempo. Ore? Giorni? O forse anni? Quanto era passato da quando si era addormentato?
Quando si svegliò, non ricordava niente del sogno, né del viaggio in treno che aveva fatto partendo da quella strana King's Cross in cui da tempo una creaturina raggrinzita aveva smesso di respirare, esanime. Quando si svegliò, non ricordava assolutamente nulla.

Erano passati quasi 10 anni, e Harry era emozionato per il suo primo anno a Hogwarts. Sua madre continuava a raccomandarsi con lui di fare il bravo e di non cacciarsi nei guai, ma a Harry interessavano molto di più le storie che il suo padrino, Sirius, gli raccontava quando Lily non poteva sentire, con James che a sua volta ricordava al suo amico particolari che gli erano potuti sfuggire. Il piccolo Harry era uguale a suo padre, a parte gli occhi. Aveva gli occhi di sua madre.

Il primo settembre Harry, James, Lily, Sirius, Tonks e Remus, che lì insegnava Difesa Contro le Arti Oscure, si ritrovarono tutti a King's Cross per salutare il futuro Grifondoro, come amava chiamarlo James. Mancavano pochi minuti alle 11 e, finiti i saluti, Harry era comunque a disagio, come se stesse aspettando qualcuno che tardava ad arrivare. Questo finché non vide una grande famiglia dai capelli rossi passeggiare sul binario 9 e 3/4. Non li conosceva, ma avevano tutti un aria familiare. Quella che doveva essere la madre, con le guance un po' arrossate dalla fretta. Il padre, con una calvizie accennata e gli occhiali storti sul naso. Uno dei figli maggiori, con una delle spille da prefetto di cui gli aveva parlato Lily e già la divisa di Hogwarts indosso. Due gemelli, identici e sorridenti. Il più piccolo dei maschi, con un po' di sporco sul naso e l'aria spaesata. E quella che doveva essere la più piccola, quasi della stessa età di Harry. Una ragazzina dagli occhi nocciola, umidi dal dispiacere di dover lasciare i suoi fratelli ma forti, e determinati. Harry ebbe un tuffo al cuore, senza sapere il perché, quando lei incrociò lo sguardo con il suo.

Scoccarono le 11, e Harry salutava con la mano i suoi genitori, Sirius e Tonks affacciato al finestrino del suo scompartimento vuoto.
- E salutami Mocciosus! - urlò James. - Ehm... volevo dire il professor Piton! - aggiunse sotto lo sguardo di rimprovero della moglie mentre Sirius dal binario e Harry dal treno ridevano. Dopo un po' Harry cominciò a guardare fuori dal finestrino mentre fantasticava su Hogwarts.
- Quel posto è occupato? - chiese il figlio più giovane della famiglia dai capelli rossi. - Il treno è pieno zeppo... - Harry scosse la testa e il ragazzo si sedette.
- Io sono Ron, Ron Weasley - disse poco dopo.
- Io sono Harry, Harry Potter - rispose Harry.
- Tanto piacere - disse il rosso con un sorriso.
- Piacere mio - sorrise di rimando.

Mentre parlavano, tra un boccone dei dolci che Harry aveva comprato e l'altro, entrò una ragazza dai folti capelli crespi.
- Avete visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l'ha perso - disse ai due.
- No, ci dispiace - risposero.
- Comunque fareste meglio a indossare le divise, dovremmo arrivare fra poco - continuò la ragazza, e se ne andò.

Quando il treno si fermò, una foll di ragazzi si spintonava per scendere sul binario, al buio. In lontananza, si vedeva una luce ondeggiare e una voce gridò:
- Primo anno! Primo anno da questa parte! -
Harry e Ron si avvicinarono insieme a molti altri studenti.
- Ciao, Hagrid - fece Harry.
- Hey Harry! Come stanno i tuoi? - chiese.
- Bene, grazie - rispose il ragazzo.
Poi si avviarono tutti verso la riva del lago, dove li attendevano numerose barchette. Una volta arrivati al castello, che aveva superato ogni più rosea aspettativa di Harry, li accolse una donna dal cipiglio severo, che si presentò come la professoressa McGranitt.

- Granger, Hermione - chiamò la professoressa durante lo smistamento. - Grifondoro! - urlò alla sala il cappello parlante.
...
- Paciock, Neville.
- Grifondoro!
- Potter, Harry.
- Grifondoro!
...
- Weasley, Ronald.
- Grifondoro!
...

Infine, terminata la cerimonia dello Smistamento, Silente si alzò dal tavolo dei professori per prendere la parola, con un sorriso radioso sulle labbra.
- Benvenuti! - disse. - Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: pigna, pizzicotto, manicotto, tigre. Grazie!
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I personaggi di questa FF e alcuni suoi dialoghi appartengono interamente a J.K. Rowling.

Con questo dovrebbe concludersi la mia prima FF, spero che vi sia piaciuta ^^
Ringrazio tutti coloro che l'hanno aggiunta tra le preferite o le seguite, e soprattutto coloro che hanno recensito. Non sapete quant'è bello per uno scrittore vedere i commenti dei lettori sul proprio lavoro. Devo dire sinceramente che è la parte più bella di tutto. Quindi, a presto!

Un ringraziamento speciale a: babibabi, white_moon92, cavallinobianco91,Haura, bianchimarsi. ^^

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