Io, Lui e il nostro Amore

di alimastro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trama ***
Capitolo 2: *** L'anno rinizia ***
Capitolo 3: *** Un invito speciale ***
Capitolo 4: *** Sguardi che si incrociano ***
Capitolo 5: *** Innamorata dell’impassibile ***
Capitolo 6: *** Sorpresa inaspettata ***
Capitolo 7: *** Il piano ***
Capitolo 8: *** Buon anno ***
Capitolo 9: *** Avada Kedavra ***
Capitolo 10: *** Non te lo permetto ***
Capitolo 11: *** Agguato al ballo ***
Capitolo 12: *** Sangue del mio sangue ***
Capitolo 13: *** Giovane morte ***
Capitolo 14: *** È un si ***
Capitolo 15: *** La prima volta ***
Capitolo 16: *** Amortentia ***
Capitolo 17: *** La profezia ***
Capitolo 18: *** Non aspettarti chi ti aspetti ***
Capitolo 19: *** Perché proprio tu ***
Capitolo 20: *** Non ce la faccio ***
Capitolo 21: *** La pietra della resurrezione ***
Capitolo 22: *** Tranquillità precaria ***
Capitolo 23: *** Aspra guerra ***
Capitolo 24: *** La scelta giusta ***



Capitolo 1
*** Trama ***






 

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Capitolo 2
*** L'anno rinizia ***


L'anno rinizia
-Hermione- 
"Ron, Harry! Che bello rivedervi! Vedo che mi avete scritto molto tutti e due quest'estate!" Scoppiammo tutti in una risata fragorosa e andammo a cena. La sala era sempre maestosa con quel soffitto stellato che non era mai cambiato in 7 anni. Silente ci fece i complimenti e diede il via allo smistamento nelle case, dopodiché con due battiti di mano comparve l'immenso banchetto e anche qualche bottiglia dì champagne per quelli dell'ultimo anno.
Notai che Draco Malfoy mi stava fissando ormai da tutta la cena così decisi di alzarmi bruscamente e andarmene senza avvisare Ron ed Harry.

~Sala comune dei Serpeverde~ 
-Draco-
Certo che quest'anno la Granger non scherza! Come posso dire a quei due idioti di Tiger e Goyle che provo qualcosa per la Granger. Se smetto di prenderla in giro sospetteranno qualcosa ma dopo tutto quello che ha passato sarà stufa delle mie offese.
Credo che smetterò andando per gradi, facendo in modo di non dare nell'occhio.

~Sala comune dei Grifondoro~
-Ron-
"Ehi Harry... Hai notato Malfoy che fissava Hermione a cena? L'ha guardata per tutto il tempo! Si, é vero che quest'anno é ancora più bella, ma non crederai mica che Malfoy si sia innamorato di lei dato che la offende sempre!"

-Harry-
"Non ci ho fatto caso Ron... Ma non penso che uno come lui si possa innamorare della nostra Hermione. Se la prende sempre in giro non vedo perché da un giorno all'altro debba cadere ai piedi di Hermione."

-Ron-
" Hai ragione... Forse mi sono sbagliato, andiamo a dormire Harry."

~Camera di Hermione-Ginny-Padma-Lavanda~
-Hermione-
Mi sento strana. Perché Malfoy mi ha fissata per tutta la cena? É un mangiamorte... Gli avranno affidato qualche compito? Deve tenermi d'occhio? É cattivò e mi prende sempre in giro ma quando fisso con rabbia i suoi occhi color grigio delle tenebre mi sciolgo totalmente... Ma non lo do a vedere.

-Ginny e le compagne di stanza-
"Hermy ama Malfoy, Hermy lo ama!"

-Hermione-
"Piantatela oche! Non dite scemenze!"
Poi scoppiammo tutte a ridere rumorosamente tanto che secondo me ha sentito anche il dormitorio di Serpeverde!!

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Capitolo 3
*** Un invito speciale ***


É mattina e sento l'aria che mi penetra il corpo trapassando le coperte. Ginny aveva il brutto vizio di aprire la finestra per sbrandarci ma era comunque la mia migliore amica! Ci vestimmo e andammo a fare colazione in sala grande e notai sempre due occhi grigio tempesta che mi fissavano di continuo anche oggi. Mi dava così fastidio sapere che mi guardava e il fatto di non poterlo guardare solo perché avevo paura! Decisi di girarmi verso di lui e ritornò a parlare con Zabini facendo finta di niente. Terminammo la colazione e uscii da sola dalla sala grande, ma venni bloccata da Malfoy che mi prese per un polso "A che gioco stai giocando Granger?!" Io lo guardai stupita e, un po' sciolta dal modo strano in cui mi scrutava da capo a piedi, gli risposi " Lasciami Malfoy. Non vedi che mi fai male? Non abbiamo nulla da dirci noi due!" Mi lascio andare e corsi a lezione di pozioni sennò Piton mi avrebbe dato un tema da scrivere per l'indomani come punizione. -Draco- Mi dava fastidio come reagiva la Granger, ma dopo tutto quello che le avevo detto era ovvio che non volesse parlare con uno come me. Ho anche una brutta reputazione in fatto di ragazze. Ne cambio una ogni due settimane e rigorosamente Serpeverde sennò la gente inizia a sospettare qualcosa su quello che provo! Per carità se mai si dovesse venire a sapere che fin dalla prima volta che i miei occhi hanno incontrato i suoi, quelli color caramello, io ho sentito qualcosa... Crollerebbe il mondo! Mi é sempre piaciuta fin dal primo momento è dato che fra una settimana ci sarà "Porta una ragazza sulla scopa" le chiederò se vorrà venire con me anche se credo di sapere già la risposta. -Hermione- A fine giornata io e Ginny iniziammo a parlare di questa iniziativa presa dalla McGranitt e Ginny mi informò che lei ci sarebbe andata con Harry. Io non sapevo con chi andare perché non avevi intenzione di andarci con Neville visto che già l'anno scorso mi era toccato ballare con lui! Tornammo in camera e sentii un gufo picchiare il suo becco contro il vetro bagnato e ghiacciato. Poverino, chissà da quanto sarà là fuori! Gli presi la lettera legata alla zampina e mi avvolse subito un profumo di menta delizioso. Iniziai a leggere mentre Ginny camminava su e giù per la stanza. " Cara Hermione, so che sai già chi sono o lo sospetti ma non vuoi ammetterlo... Sarei felice di portarti sulla scopa come vuole la McGranitt. Non mi va di fare giri di parole quindi troviamoci nella stanza delle necessità alle sette di stasera per una riposta. Tuo, Anonimo." Ginny mi disse che sapeva già di chi si trattava ma non mi rivelò la sua identità! Erano già le sei e aspettai le sette leggendo un libro. Entrai nella stanza delle necessità e trovai un ragazzo biondo seduto su un divanetto verde davanti a un bellissimo camino in pietra. Purtroppo i miei sospetti si erano avverati: Malfoy mi aveva invitato sulla sua scopa anche se sarebbe stato molto più carino un ballo in maschera. Mi sedetti e aspettai che Malfoy iniziasse a parlarmi e ad insultarmi ma lui mi disse "Granger allora ci hai pensato?" Strano! Era riuscito a formulare una frase senza insultarmi o minacciarmi. Io ovviamente ero decisa a rispondere no. Dopo tutte le cose che mi aveva fatto non potevo accettare come una stupida e pendere dalle sue labbra! Dalla mia bocca uscì un flebile ed insicuro "Si, vengo con te". Nooo! Ma che avevo fatto? Avevo accettato come una stupida e pendevo anche dalle sue labbra. Non si può resistere a due occhi di ghiaccio che di solito sono impassibili ma che davanti al fuoco si riscaldano.

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Capitolo 4
*** Sguardi che si incrociano ***


Uscii dalla stanza delle necessità e trovai Ginny arrampicata su una scala magica, di quelle mobili che vanno dove gli chiedi di andare e strillai "Ginevra Weasley! Come osi spiarmi?!" Nonostante fossi adirata scoppiai a ridere insieme a lei tanto da farla quasi cadere dalla scala! Non mi accorsi però che due occhi tempesta ci stavano fissando e quando i nostri sguardi si incrociarono Malfoy cadde a terra con un tonfo e perse conoscenza. Io e Ginny non facemmo a tempo a sollevarlo che la Parkinson gli corse incontro urlando " Dracuccioooo, cosa ti é successo? Cosa ti hanno fatto la rossa e la mezzosangue? Ti hanno picchiato tanto da farti uscire sangue da un fianco?!" Dopo questa serie di sciocchezze uscite fuori dalla sua bocca io e Ginny tentammo di mandarla via dicendole che non lo avevamo nemmeno sfiorato e che si era ferito cadendo e picchiando il fianco su un gradino in pietra. Chiaramente iniziammo a battibeccare pesantemente finché una flebile voce pronunciò " Her-Mio-Hermione?" Mi avvicinai a Draco velocemente e io e Ginny lo caricammo sulle spalle fino all' infermeria lasciando Pansy Parkinson da sola con la bacchetta sfoderata pronta a lanciare la maledizione cruciatus verso le persone che parlavano al suo bel Dracuccio dal quale ero stata invitata sulla scopa! Pensai alla sua faccia mentre Malfoy la rinnegava per l'ennesima volta e scoppiai a ridere... Ma mi venne in mente Draco che pronunciava flebilmente il mio nome emisi il turbo per portarlo velocemente in infermeria da Madama Chips. -Ginny- " Herm... Vuoi che ti lasci da sola con lui per parlare? Bene allora i-io vado!" Ginny lasciò la stanza con un sorrisetto malizioso pensando alle mie labbra rosee contro quelle gelide di Malfoy e la incenerii con lo sguardo. Aspettai e rimasi a dormire in infermeria pregando Madama Chips di lasciarmi e disse si solo perché Draco era l'unico paziente. Ero immersa nei miei pensieri e sognavo ad occhi aperti il lungo e caldo bacio fra la coraggiosa Grifondoro e lo spavaldo Serpeverde, proprio mentre i suoi splendidi occhi incrociarono i miei e notai un piccolo fremito da parte di Draco. Già, lo avevo chiamato per nome, il suo nome, Draco. Mi ero stancata di chiamarlo Malfoy. Volevo più confidenza, volevo diventare sua amica perché non aveva mai avuto dei veri amici vicini... E poi chissà, magari sarei anche iniziata a piacergli.

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Capitolo 5
*** Innamorata dell’impassibile ***


Cavolo! Devo togliermi questi pensieri dalla testa! Come posso pensare di iniziare a piacergli se lui è un fottutissimo purosangue e io una lurida mezzosangue! Ecco mi ero anche insultata da sola da tanto mi aveva fatta uscire fuori dai gangheri quel ragazzo!
Tutte queste cose mi vennero in mente nel lasso di tempo in cui i nostri occhi si scontrarono e, sensazione più che stupenda direi. Il
 ghiaccio e il calore, la tempesta e il sole, il muschio bianco e la rosa avrebbero potuto creare un' amortentia più che perfetta!
Di nuovo uscivo fuori dai gangheri per quel cavolo di ragazzo. Quel dannato ragazzo malvagio e dallo sguardo gelido e magnetico, ma astuto e ingegnoso. Lo vidi sussultare appena incontró i miei occhi caramellati.
~Draco~
Cavolo se era bella. No ma che dicooo! Probabilmente la botta che presi alla testa mi stordì talmente tanto da riuscire a trovare bella, e non carina, ma bella, una mezzosangue!
Stavo letteralmente impazzendo. Ma alla fine chissenefrega del sangue no? È come se io non fossi amico di Blaise per chè è un ragazzo di colore. Nonostante il colore della sua pelle è il migliore amico che si possa desiderare, un vero amico più che degno e rispettabile, penso io.
Riuscii a riprendermi quando la Granger disse" Tutto bene Malfoy? Hai sbattuto molto forte la testa!"
Mi sembrava così preoccupata per me, almeno il suo tono di voce sembrava esserlo... mi girai su un fianco per tirarmi su e la Granger sussultó nel vedere il mio cuscino totalmente chiazzato di rosso; si precipitó così nei corridoi a gridare aiuto, nella speranza che qualcuno udisse la sua insopportabile ma in fondo dolce voce.
Mi stupivo del suo comportamento. Perché la Granger si preoccupava di un mangiamorte come me? Di un ragazzo antipatico

 e gelido dal destino segnato fin dal suo primo respiro. Qualcosa non quadrava ma mi piaceva quella situazione, quella sua voce stridula ma forte, quei suoi occhi caramellati e quel suo profumo di rosa. Ero impazzito, totalmente impazzito.
Mi ero innamorato della Granger, che in qualche modo sarebbe stata mia.
~Hermione~
"Aiuto! Aiuto! Qui in infermeria c'è bisogno di aiuto!"
Qualche centinaio di studenti uscì in fretta dai propri dormitori e con sguardi assonnati imprecavano verso di me.
Non rendendomi conto dell' infrazione che avevo appena commesso gridai più forte e caddi per lo sforzo. Urlai, urlai ed imprecai mentre le lacrime mi scesero a fiotti sulle guance, creando una specie di mini lago nero sul freddo pavimento.
La professoressa McGrannit corse sconvolta verso di me e, con l'aiuto di un incantesimo, mi sollevó con il professor Vitious che mi portò in infermeria dandomi due giorni di ricovero.
A malapena cosciente del fatto accaduto da pochi istanti, vidi un gruppo di professori radunati a discutere animatamente su di me e su Malfoy. Poi mi accorsi del ragazzo trasportato via su una barella improvvisata.
Spaventata a morte urlai e mi alzai correndo verso di lui e implorando di non portarlo via.

Malfoy mi disse con tono flebile" Tranquilla Granger, lo so che non puoi stare senza di me... ma starai bene."
Nonostante fosse malconcio e sanguinasse violentemente dalla testa, riusciva a scherzare e a me invece "sanguinava" il cuore.
Non volevo rinunciare a Malfoy, non un'altra volta...

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Capitolo 6
*** Sorpresa inaspettata ***


Erano passati tre giorni. Solo tre fottutissimi giorni da quando ero sclerata in corridoio a causa di Malfoy. Non era colpa sua ma, il motivo per cui piansi, imprecai ed urlai come una pazza furiosa in corridoio davanti a centinaia di studenti, fu lui.
 Ormai non seguivo nemmeno le lezioni, cosa che non era da me, la so-tutto-io che non segue le lezioni e che per la prima volta in otto anni non riesce a rispondere a una domanda della McGranitt! Finite le meravigliose due ore di rune antiche, nelle quali mi immergevo totalmente e trovavo pace e serenitá, corsi, mettendo a rischio di incendio i miei polmoni, verso l'ufficio della McGranitt.
"Professoressa, professoressa mi ascolti" iniziai ad urlare da lontano. Si voltarono tantissime facce che mi guardavano con disprezzo, curiosità o semplicemente con non curanza del fatto che la "solita" e noiosa Hermione Granger corresse a perdifiato nel corridoio.
"Professoressa, le devo chiedere delle informazioni importanti che sono questione di vita o di morte!"
~McGranitt~
"Certo signorina Granger, mi segua nel mio ufficio".
Le chiesi di Malfoy, di come stava, perché non rispondeva ai miei gufi, perché era successo ció che accadde. Le chiesi anche come farmi perdonare e come farmi punire per la scenata, più che isterica, svoltasi nel cuore della notte perché causai disturbo a tutto, o almeno la maggior parte, del castello.

 La professoressa non mi rispose e mi disse "Ogni cosa a suo tempo signorina Granger! Si calmi e vedrà che se sarà paziente e prudente verrà accontentata."
Cosa aveva nella testa quella professoressa. A volte me lo chiedevo e questa era una di quelle volte. Non aveva risposto a nessuna delle mie domande, bensì dicendomi che con la pazienza e la prudenza sarei stata accontentata. Cosa diavolo significava? Oltretutto mancavano 4 giorni al "porta una ragazza sulla scopa" e il "mio ragazzo" non c'era. Certo, il mio primo pensiero non era la scopa e tutta la faccenda, ma la sua salute, la salute di Malfoy!
Lo volevo accanto a me, ma non riuscivo a fidarmi completamente di lui, anzi, per niente...
Percarità, come potevo fidarmi di lui, un purosangue che mi ha sempre insultata per sette lunghi anni... anche se ora che ci rifletto su, negli ultimi due anni di scuola, non mi ha più chiamata mezzosangue, ma ero la Granger e insultava solo Harry, Ron e la situazione economica dei Weasley. Non mi piaceva comunque che beffeggiasse i miei migliori amici davanti a me, ma almeno io non ero la solita mezzosangue so-tutto-io.
Pensavo a tutto ció nei pochi secondi in cui la McGranitt mi stava parlando e un becco picchió forte e ripetutamente sul vetro ghiacciato del suo ufficio.
Mi eccitai nel vedere che era il gufo che avevo utilizzato tre giorni prima e, senza badare al discorso della professoressa, mi alzai di scatto e tolsi la lettera legata alla zampina del gufo.

 Granger,
So che sei in pena per me e che mi trovi bello, ma devi stare tranquilla.
Qui al San Mungo mi curano bene e sto guarendo. Mi hanno dato quattro punti di sutura dietro al collo da dove mi usciva sangue quella sera e ora mi sto riprendendo.
La megera mi farà ritornare per portarti sulla MIA scopa e ti ci porteró promesso.
Saluti,
Malfoy
Ecco finalmente la risposta, le risposte a quei tre dannati e malati giorni di attesa.
"Signorina Granger, non potrà salire sulla scopa del signor Malfoy" "Come, perché professoressa?!"
"Questa sarà la sua punizione, l'unica domanda a cui le ho risposto. Buona giornata cara."

Mi fece un occhiolino e corse via. Sapevo benissimo che l'occhiolino voleva dire che non era finita lì e che la mia punizione sarebbe stata una sorta di premio.

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Capitolo 7
*** Il piano ***


~Hermione~
Passarono velocemente quattro giorni e con essi passó anche l'agitazione che continuava a seguirmi come un cane da guardia. E se non si fosse presentato alla "punizione" della McGranitt? E se era tutto uno scherzo stupido? E se non avesse realmente intenzione di portarmi sulla sua scopa?
 Troppe domande mi assillavano e mancavano troppe risposte. Mancavano i pezzi di questo puzzle incompleto ormai da troppo tempo.
A svegliarmi dai miei pensieri contorti e insensati fu Ginny, la quale mi trascinó fuori dal dormitorio per andare in sala grande a fare una sontuosa colazione.
Chiaramente sotto trovammo già Harry: seduto composto, mentre leggeva la gazzetta del profeta per vedere se anche quel giorno fossero state pubblicate solo buffonate; poi c'era Ron, il solito ragazzo che si ingozzava di porridge e pollo accompagnati da tre bicchieri di succo di zucca. Che maiale!
Sentii due occhi magnetici penetrarmi il cervello e quando mi girai di scatto vidi, come previsto, lo sguardo di Malfoy puntato sul mio. Come e perché quella specie di cecchino mi teneva d'occhio? I mangiamorte sono cattivi ma Draco non lo era diventato per scelta, era stato costretto da quel viscido verme di suo padre, che da troppi anni stava ben aggrappato alle sottane del mantello del Signore Oscuro...
Mangiammo e parlammo del più e del meno e poi scattammo verso l'aula di trasfigurazione. Due ore con i Serpeverde. Due ore da passare con quel bellissimo allocco di Malfoy.

 Ecco adesso sono anche impazzita; oltre a parlare da sola attribuisco a Draco degli aggettivi che non sono affatto adatti a lui.
Nel pomeriggio andammo dalla McGranitt e lo vidi comparire dai sotterranei: lui, uscito dall'oscurità, e io sbucata dalla luce soffusa dei corridoi, dal settimo piano al primo con le solite scale pazze. Era vestito con una camicia bianca e una giacca nera sopra. I pantaloni erano neri e non portava la divisa scolastica. L'unica cosa che faceva capire a quale casa appartenesse era la cravatta verde e argento che lo rendeva decisamente completo. Era così slanciato e bello....No, non è vero!
~Draco~
Wow, la Granger era davvero carina e poi sapevo che ormai mi chiamava per nome; me lo aveva detto Blaise! Non sapevo se l'avrei chiamata per nome o per cognome, ma lei era la Granger da qualche tempo ormai, quindi...
Era vestita con la divisa scolastica e nella mano sinistra aveva il libro di rune antiche, che molto probabilmente stava di nuovo rileggendo per impararlo a memoria. Nonostante fosse sempre, o quasi, in divisa scolastica, era comunque molto carina e mi attraeva fisicamente. Il mio cervello, dopo la prima guerra magica, mi disse che non era il caso di continuare a pensare al sangue e così decisi di ignorare mio padre che voleva farmi sposare la Greengrass o peggio ancora: quell'incubo della Parkinson! Così per il momento scampai alla mia triste sorte.
Entrammo nell'ufficio e, nella frazione di secondo in cui si aprì la porta, ci guardammo e l'ambra e il ghiaccio si incontrarono, la rosa e il muschio bianco si unirono, creando un inebriante profumo.
~McGranitt~
"Finalmente ragazzi! Vi aspettavo da dieci minuti!"
Ci rivolse un'occhiata di riguardo un po' imbarazzata.
"Dunque signorina Granger lei è già a conoscenza del fatto che non potrà salire sulla scopa del signor Malfoy semplicemente perché lui dovrebbe stare a riposo o almeno dovrebbe cercare di non prendere troppa aria e mi creda, sulla scopa sfrecciante ne prenderebbe molta!" Disse guardando Draco con uno sguardo di avvertimento. Continuò poi il discorso con aria pacifica "Quindi sono felice di annunciarvi che la professoressa Sprite metterà a disposizione la propria serra che verrà svuotata e addobbata a dovere per questo gran giorno. Ah signorina Granger... mi congratulo con lei per essere riuscita ad abbattere o quasi la rivalità fra queste due case!" Io e Draco la guardammo stupiti e per un nano secondo ci fissammo sorridendo. La professoressa McGranitt aveva in mente un "bel piano" che sicuramente sarebbe riuscita a mettere in atto.

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Capitolo 8
*** Buon anno ***


~Hermione~
Ginny continuava a sbraitare per la stanza: voleva mi vestissi in modo femminile per la mia reclusione nella serra con la serpe, robe da matti!
~Ginny~
"Hermione Jane Granger! Adesso o ti metti un pantalone attillato o ti metti una gonna! Sono stufa dei tuoi pantaloni marroni e neri che metti sempre!"
Era proprio arrabbiata Ginny... allora le chiesi se mi potesse prestare un paio di pantaloni bianchi, quei suoi pantaloni bianchi attillati che mi stavano "benissimo" come diceva lei. Poi misi una maglia con uno scollo a V a righe rosse e bianche che lasciava intravedere lo scollo del seno e sopra misi una felpina nera che mi arrivava in vita.
"Hermione sei perfetta!" Mi disse l'amica con un sorriso che arrivava fino alle orecchie. Ora mi stava truccando con un po' di mascara e con un velo di matita nera per risaltare gli occhi.
Scesi in sala comune e vidi Harry e Ron già pronti per aspettare Ginny e Lavanda che scesero un secondo dopo di me. Ginny aveva dei pantaloni bordeaux e una magliettina nera con una felpa grigia molto carina; mentre lavanda portava dei jeans neri attillati e una maglia, a dir poco scollatissima, a fiori rosa e bianchi che nonostante la volgarità, le donava molto.
 ~Ginny~
"Muoviti Herm, Malfoy ti starà aspettando da un pezzo! Sai com'è sulla puntualità lui..." mi rimproverò e così aumentai il passo, salutando tutti con un bacio sulla guancia e Lavanda con un semplice "ciao".
Ero pensierosa. Pensavo a quello che sarebbe potuto succedere, cose belle o brutte, semplici o complicate. Uscii dal buco del ritratto e alzando lo sguardo vidi una figura slanciata ed elegante appoggiata alla colonna di pietra.
Persi quasi un battito nel vedere Malfoy pettinato benissimo con una splendida camicia di un bianco mai visto prima e i suoi soliti, ma elegantissimi, pantaloni neri che lo slanciavano parecchio.
Lui se ne accorse e disse "Granger non ho tutto il giorno. Già sono venuto a prenderti per essere cordiale, almeno non farmi aspettare!" Disse mettendo su un finto broncio seguito da un ghigno beffardo mentre guardava l'orologio con impazienza. Mi scusai, mi porse il suo braccio e accettai; così ci dirigemmo a braccetto fino alla serra.
Restammo un po' di stucco nel vedere che non eravamo soli nella serra e Draco fece un piccolo "ehm ehm" per far staccare Blaise da

 Daphne, che la stava baciando con foga, come non ci fosse un domani.
C'era della musica e passarono dei drink verso le dieci di sera. Mi sentivo un po' brilla quindi decisi di fermarmi sennò sarei probabilmente svenuta in braccio a Draco...
Ormai si erano rintanati tutti nella serra perché, con il calar della sera, la McGranitt non aveva permesso di volare oltre le nove di sera. Malfoy mi lanciava sguardi che ricambiavo esclusivamente quando lui era voltato, e solo Blaise gli fece notare che ogni tanto lo fissavo. Ginny e Blaise fecero amicizia così come Harry e Daphne e a me sembrava che i "nuovi amici" stessero flirtando... sarà stata una mia impressione, sarà.
Distolsi lo sguardo dalle coppie e mi accorsi di Ron e Lavanda che andarono dietro una tenda, dietro cui si nascondeva una porticina che portava ad una stanza divisa in due, con due letti a baldacchino per pomiciare. "Che schifo!" Pensai indignata.
Draco mi prese per i polsi e mi disse "Granger ormai è quasi mezzanotte e non ci siamo praticamente rivolti la parola! Quindi ora seguimi sulla torre di astronomia." Mi disse mentre mi trascinava via con sé. Fui costretta a corrergli dietro sennò, se non avessi usato le gambe, mi sarei strusciata i pantaloni bianchi per terra e sarebbero diventati neri.

 Arrivammo in una decina di minuti e mi fece cenno di sedermi sulle sue gambe. Un po' imbarazzata arrossii da capo a piedi e mi accomodai timidamente. Si stava così bene sulle sue gambe coperte da quel pantalone così elegante...
-10
"Hermione tu mi piaci"
-9
"A-anche t-tu Draco"
-8
"Mi sei piaciuta dal terzo anno"
-7
"Mi attraevi dal quinto D-Draco"
-6
"Solo che mio padre...la storia del sangue..."
-5
"Se non vuoi capisco..."
-4

 "Voglio. Costi quel che costi"
-3
"Anche io lo voglio"
-2
"Non sai per quanto ti ho aspettato..."
-1
"Anche io Draco."
BUON ANNO🎉
Scoppiarono un mucchio di fuochi d'artificio rossi, verdi, blu e gialli, come le quattro case di Hogwarts e, alla fine dello spettacolo, spumeggiarono in cielo un leone seguito da un cuore perforato da una freccia e un serpente.
Rimasi incantata a quella vista e chiesi a Draco se fosse opera sua, lui fece segno di no con il capo.
Capii che il piano della McGranitt era andato a buon fine.
Ci guardammo e si avvicinó a me iniziando a baciarmi in modo dolce, una virtù che non pensavo potesse appartenere ad un Malfoy.
 
Mi sentivo al settimo cielo, eravamo al settimo cielo. Dopo circa cinque minuti ci staccammo e sorridemmo.
"Buon anno Granger" "Buon anno Malfoy"

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Capitolo 9
*** Avada Kedavra ***


Ormai io e Malfoy ci "frequentiamo" di nascosto tre volte alla settimana nella stanza delle necessità perché, per il freddo gennaio, è il luogo più caldo e più segreto al mondo.
 Siamo felici insieme ma abbiamo paura di farci vedere in giro e di essere scoperti; quindi preferiamo mantenere il segreto all'oscuro da orecchie e da sguardi indiscreti.
Stavamo uscendo dalla stanza delle necessità: per mano, per darci la buona notte e Malfoy si avvicinó a me "pericolosamente" dandomi un leggero bacio sulla fronte.
Mi spiaceva mentire ad Harry e Ron ma, se gli avessi raccontato tutto, l'avrebbero presa malissimo e probabilmente mi avrebbero abbandonata.
L'unica di cui mi potevo fidare ciecamente era Ginny, la mia migliore amica. Era sempre un'ottima ascoltatrice e sapeva dare consigli preziosi nonostante fosse un anno più piccola di me. Ci vuole sempre un amico che ti consoli e che ti faccia ricordare quanto tu valga nei momenti di sconforto, lei era proprio così.
Ci salutammo e ognuno imboccò una strada opposta a quella dell'altro, io verso la luce e lui verso le tenebre, io verso la calda sala comune e lui verso la fredda e grande sala verde delle Serpi.
Due persone totalmente diverse che si completavano l'uno con l'altra. Sembrava che i nostri corpi fossero stati creati apposta per unirsi, prima o poi, in una cosa sola!

 Varcai la soglia della sala comune e ricevetti lo sguardo sincero e ammonitore di Harry, che sicuramente il giorno dopo avrebbe voluto parlare con me, e poi lo sguardo furioso di Ron che magari sospettava qualcosa.
Incontrai infine lo sguardo dolce e premuroso di Ginny che c'era sempre stata per me. Non mi seguì subito in stanza, sennò avrebbe rischiato di destare sospetti fra i due grifoni accasciati sul divano, così aspettó una mezz'ora; giusto per prendermi del tempo per sciacquarmi e per mettermi il pigiama.
~Ron~
"Harry ho paura per Hermione! Ho paura che si stia frequentando con qualcuno di un'altra casa che la possa illudere e ferire! Se solo fosse rimasta con me, io non l'avrei mai fatta soffrire. Avremmo cresciuto un paio di figli insieme e saremmo rimasti uniti per l'eternità!"
~Harry~
"Come la fai tragica Ron! Hogwarts non è ancora finita e poi non puoi negare quello che c'è stato fra voi due... lei ti ha lasciato perché l'hai fatta soffrire! Sarà la milionesima volta che io e Gin te lo ripetiamo!" Ribatté Harry con lo sguardo infuocato.
~Dormitorio femminile~

 ~Ginny~
"Hermione mi racconti tutto ora!"
Già, Ginny era l'unica che sapeva delle mie scappatelle con Malfoy perché mi fidavo di lei.
Iniziai a raccontarle e dopo un po' mi fermai a pensare a quanto fossero assurde quelle cose. Tutto quello che stiamo passando io e Malfoy è assurdo perché io sono una mezzosangue... non mi accorsi di aver pronunciato l'ultima frase ad alta voce e la conseguenza fu una cuscinata sul muso.
"Te l'ho già detto! Smettila di dire queste cavolate che ti fai solo falsi film mentali!" Sbraitò Ginny.
"È solo che ho paura di venire accalappiata da lui finché non svanisce la magia della situazione e poi, di essere sguinzagliata da un momento all'altro senza una spiegazione o per colpa del mio sangue..." Scoppiai in un pianto silenzioso che solo Ginny riusciva ad avvertire, così per quella notte dormì con me e mi consoló.
Il giorno seguente, già alle sei di sera, i corridoi erano vuoti perché era in corso la partita di Quidditch Tassorosso-Grifondoro che tutti, ma proprio tutti, erano andati a vedere! C'eravamo solo io e Draco finalmente nei corridoi per mano, mostrandoci solo ai quadri che ci lanciarono qualche frecciatina e fecero qualche applauso nel vedere una Grifona e una Serpe così uniti.

 Parlavamo del più e del meno e Draco mi disse di iniziare a correre. Senza esitare sfrecciai con lui per mano nei corridoi. Mi fidavo di lui ma non sapevo perché stessimo correndo.
Sentii una voce gelida e pungente gridare" Avada Kedavra" ma l'incantesimo ci mancò e rimbalzó contro lo specchio del bagno delle ragazze. Draco mi tolse appena in tempo dalle grinfie dell'anatema della morte che colpì un corpo alto e robusto dai lunghi capelli biondi ossigenati.
Mi scese una lacrima per aver assistito all'uccisione di un uomo perché, anche se cattivo, era pur sempre un uomo. Draco mi strinse forte a sé e lo ringraziai un'altra volta per avermi salvato la vita.
Mi sentii la spalla umida, bagnata dalle lacrime di un figlio che aveva appena perso il padre.
Un padre che non c'era mai stato per lui, un padre che diceva di essere più garbato e più cortese al figlio, ma che nel suo cuore nero e sporco di peccati era debitore della vita al Signore Oscuro. Lucius Malfoy era pronto a morire pur di uccidere me, la mezzosangue, ma era morto senza aver compiuto la sua missione.
Qualcosa stava cambiando là fuori. Il cielo cambiava, si preparava ad una tempesta tetra che sarebbe durata per l'eternità senza il possedimento dei mezzi più adatti. Il Signore Oscuro andava sconfitto ed Harry doveva essere salvato.

Troppe persone sarebbero morte per Harry ed io ero una di quelle, me lo sentivo.
La missione affidata a Lucius andava compiuta

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Capitolo 10
*** Non te lo permetto ***


Le cose cambiavano e continuavo ad essere ricercata ma in qualche modo mi sentivo protetta da Draco, anche se sapevo che sarei morta prima che lui se ne fosse accorto.
 Mi immaginavo continuamente in quale modo sarei potuta morire e iniziai a correre senza motivo per il corridoio. Alle scale anche oggi piaceva cambiare e, a forza di correre, inciampai e oltrepassai la ringhiera delle scale magiche, restando impaurita a penzoloni.
"Aiuto, aiuto!" Gridavo con forza ma non c'era nessuno nel corridoio del settimo piano. La sala comune di Grifondoro era nello stesso piano ma nell'altra ala del castello e nonostante i miei sforzi, nessuno venne in mio aiuto.
Una mano si staccò dal cornicione e non riuscivo più a resistere molto a lungo così pensai a quanto amavo Draco anche se non sarei riuscita a dirglielo un'ultima volta. Pensai che non avrei mai più baciato le sue magiche labbra! La persona con cui volevo fare l'amore era Draco e sarei morta per colpa mia, per aver iniziato a correre senza motivo, nessuno mi stava inseguendo.
Una piccola ragazza, non 18enne e vergine sarebbe morta inutilmente quel sabato pomeriggio ad Hogwarts, cadendo dalle scale del settimo piano.
Quando ormai non avevo più forze udii dei passi in lontananza e vidi una chioma bionda svoltare l'angolo. Appena mi vide scattó e afferrò la mia mano. Cercai di tirarmi su ma mi tremavano le mani e le gambe, ero come un peso morto da caricare a sacco di patate, ma

 nonostante gli innumerevoli sforzi di Draco sprofondavo sempre più giù, nel baratro buio in cui Hermione Jean Granger sarebbe caduta e atterrata con il sangue che, molto probabilmente, le sarebbe colato dalla testa.
Ormai le lacrime rigavano le mie guance, ma proprio nel momento di buio più totale sentii un'altra mano forte aggiungersi a quella ben stretta di Draco.
Era Neville.
Ormai ero salva e caddi per lo sforzo. Draco mi sollevò e si incamminò per portarmi in infermeria quando... " Non così in fretta Malfoy."
Era Neville a parlare. Cosa voleva dire... non sentendomi più le forze in corpo svenni tra le braccia di Draco e l'ultima cosa che riuscii a intravedere furono le sue iridi grigio ghiaccio.
*NARRATORE*
"Che vuoi Paciock?" Disse Draco con tono sorpreso e con voce rotta. "Oh Malfoy, non ti ha avvisato il tuo paparino? Sono uno di voi, sono un mangiamorte." Neville si alzò la manica sinistra e Draco spalancò la bocca nel vedere il marchio nero muoversi.

 Già era scandaloso vedere il marchio nero addosso a quel ragazzo ma per di più si muoveva. Draco non pensava di vedere il serpente con il teschio muoversi già da febbraio. Sapeva che a fine maggio ci sarebbe stata una guerra ma non era ancora pronto e non voleva far soffrire Hermione.
"Perché Paciock? Perché anche tu?" Disse Draco con una lacrima che gli solcava la guancia. Piangeva per la guerra, perché sarebbe dovuto stare lontano da Hermione e forse avrebbe anche dovuto cancellarle la memoria.
"Lui mi ha promesso che avrebbe lasciato in pace i miei genitori dopo 18 anni di torture e di maledizioni lanciate a causa del loro mutismo. Non sopportavo più di vederli soffrire per proteggere me e il mondo magico. Mi ha chiesto di uccidere Hermione perché è una mezzosangue e perché devo completare la missione iniziata da tuo padre."
"Non la ucciderai Paciock, v-vero? Disse con voce velata e fredda Draco.
"Oh lo sai che non riuscirei, infatti non lo farò. Di ad Hermione che è sempre stata una brava sorella per me e un'ottima confidatrice e che le voglio bene. Ora vado a morire.

 ~Hermione~
Mi risvegliai in infermeria confusa e dolorante. Vidi le sue iridi grigie/azzurre fissarmi e feci un sorriso debole. Non feci in tempo a chiedere che cosa mi fosse successo che il gruppo di professori che discutevano animatamente mi balzarono addosso.
"Hermione cara, vieni pure nel mio ufficio che ti spiego tutto." Disse con tono amorevole ma preoccupato la McGranitt.
Ero appena uscita dal suo ufficio e trovai appoggiato alla solida colonna Draco, in tutto il suo splendore.
Bello più che mai ma visibilmente distrutto dentro.
Aveva dovuto affrontare molti ostacoli in questo periodo ma io ero sempre stata affianco a lui per tirarlo su e per ricordargli quanto valesse.
Sapevo che avesse intenzione di Obliviarmi sulla torre di astronomia a fine maggio perché me lo aveva raccontato Zabini, che in questo periodo mi stava molto vicino.
Avrei fermato Draco appena lui avesse tirato fuori la bacchetta per farlo e mi ero già preparata il discorso da dirgli.
Le persone stavano cambiando oltre al cielo, erano tutte più cupe e più tristi perché erano consapevoli che avrebbero perso molti cari e

molti amici, ma io no. Non avrei perso Draco e lui non avrebbe perso me.
Avremmo lottato insieme, come una coppia, perché siamo una coppia!
Non lo avrei abbandonato.
Iniziai a piangere a dirotto per la notizia di Neville e perché avrei dovuto affrontare la mia prima guerra magica, ma non ero da sola. Avevo i Weasley, i miei amici e il mio ragazzo!
Non sarei mai stata sola, MAI.
Non avrei mai permesso a Draco di fare sciocchezze e di perdermi, di perderlo.
Non poteva privarmi di lui.

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Capitolo 11
*** Agguato al ballo ***


//14 febbraio, San Valentino//

Carissima Hermione,

vorrei poter ballare con te il 14, davanti a tutti. Non mi interessa cosa diranno i nostri "amici".

Blaise approva in generale la storia ma anche il fatto che voglia la tua mano nella mia al ballo. I tuoi amici come la pensano?

Aspetto una risposta, 

Sempre tuo

D.L.M

 

La tenerezza e il linguaggio forbito di quel ragazzo mi sorprendevano ogni volta di più.

Era visto come un mangiamorte incallito da tutti e poi forse ero stata io a cambiarlo, a renderlo meno antipatico, gentile e dolce, almeno con me lo era.

Sapevo che era un mangiamorte pentito e che non avrebbe più fatto del male a nessuno.

A lui bastava che la donna della sua vita lo credesse e questo ci rendeva entrambi molto felici.

 

//14 febbraio, San Valentino//

Non capisco perché tu debba sempre impostare la data del nostro incontro e non quella in cui hai scritto le lettere, così lo faccio anche io.

Mio cavaliere accetto volentieri e le porgo la mia mano, essendo io più che certa di aver riposto fiducia nella persona giusta.

Sii elegante Draco,

Sempre tua

H.J.G

 

Ed ecco la risposta inviata via gufo. Mi piaceva firmarmi con le iniziali del mio nome completo anche se il suo suonava molto più regale del mio.

 

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//Sala grande

13 febbraio//

~Ginny~

"Hermione oggi andiamo a comprare il vestito ok? Cercheremo giorno e notte se necessario ma devo far restare Malfoy a bocca aperta tanto da fargli entrare le mosche dentro!" Disse Ginny con un ghigno beffardo molto simile a quello Made-in-Malfoy.

Scoppiammo in una risata fragorosa che echeggiò in tutta la sala grande.

 

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Eravamo già ad Hogsmeade quando vidi Hermione uscire dal camerino del negozio, nel quale eravamo dentro da due ore, più bella che mai.

Un vestito bianco che le donava molto con un corpetto ricoperto di pagliuzze d'oro e scollo a cuore mettendo in risalto il suo seno. Era stretto in vita, facendo risaltare al punto giusto le forme di Hermione e l'abito arrivava fino al ginocchio con un piccolo strascico in tulle.

 

A trucco e parrucco ci avrei pensato io naturalmente, come al quarto anno, ma quest'anno c'era un accompagnatore speciale per la mia Hermione, non quel solito idiota di mio fratello che era ancora profondamente e perdutamente innamorato di lei...

 

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//14 febbraio//

~Ginny~

Io ed Hermione scendemmo le scale del corridoio per arrivare alla sala grande e ghignai beffardamente nel vedere la mascella di Malfoy mezzo metro più giù del previsto e completamente spalancata. 

 

Io sarei stata accompagnata da Blaise che era il mio ragazzo da due mesi e mezzo circa. Harry sarebbe andato con Cho ed era molto geloso alla vista della mia mano e quella di Zabini unite, io ero puntualmente gelosa nel vedere la sua mano stringere quella di Cho.

Nonostante fossi felicemente fidanzata, io ed Harry ci amavamo profondamente ma eravamo entrambe due Grifondoro troppo orgogliosi per farci avanti e ammetterlo.

 

Hermione, incantevole più che mai, volò letteralmente fra le braccia di Draco e aveva il rossetto rosso con l'ombretto oro, abbinato ai brillantini del corpetto.

Non mancavano un pizzico di eye-liner e un po' di mascara ma era comunque truccata leggera.

I capelli erano acconciati in uno strano ma grazioso e lussuoso chignon.

 

Io indossavo un abito rosso che richiamava il colore dei miei capelli e del mio rossetto ed Hermione mi aveva arricciato i capelli. Anche io avevo l'eye-liner e il mascara con un ombretto grigio-nero.

 

La serata trascorse velocemente tra balli sfrenati e whisky incendiario e finalmente arrivò il momento del lento.

Le attendevano tutti da molto, le note di "Thinking out loud" di Ed Sheeran, suonate dolcemente per le innumerevoli coppiette di Hogwarts.

 

Boom!Bam!Boom! 

Tre scoppi provenienti dal giardino attirarono l'attenzione degli studenti e dei professori e la McGranitt si affrettò a mandare tutti nei propri dormitori tranne i professori e gli studenti del settimo anno, che iniziarono a combattere tutti contro un mangiamorte.

 

~Hermione~

Io e Draco combattemmo per mano senza mai lasciarci, per paura di perderci da un momento all'altro.

Erano stati tutti uccisi o pietrificati tranne i mangiamorte più scaltri e più veloci tra cui Bellatrix Lestrange.

 

"Ti spiace se ti rubo Draco un attimo mia cara mezzosangue? Carino quel vestito." Disse Bellatrix mentre afferrò Draco per un braccio.

Un secondo prima che si smaterializzassero io e Draco ci guardammo e sussurrammo all'unisono un "Ti Amo" pensando che quella fosse una delle ultime che ci saremmo potuti rivedere.

 

Pensai alle sue labbra sulle mie e singhiozzai rumorosamente.

" Lo hanno preso! Hanno preso Draco!" Urlai in preda al panico.

Zabini e Ginny mi portarono dentro sollevandomi perché le gambe mi cedettero per lo sforzo.

 

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~Draco~

Ero stato portato nel covo dei mangiamorte per non so quale motivo. Ero in mezzo alle persone con cui ero "cresciuto" per anni, ero fra le bestie che avevo tradito per stare con lei, la mia mezzosangue.

 

"Draco caro, devi ucciderla, dobbiamo ucciderli tutti." Disse Bellatrix con finta faccia triste.

 

Eravamo rimasti dieci mangiamorte, ma Voldemort li avrebbe triplicati.

 

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Capitolo 12
*** Sangue del mio sangue ***


~Draco~
Voldemort li avrebbe triplicati.
 Per lui non era difficile trovare migliaia di seguaci ricattandoli con la resurrezione dei loro amici o dei loro genitori.
Si dei loro genitori, perché i ragazzini ci cascavano ed erano certi che il Signore Oscuro li avrebbe accontentati, proprio come ne era certo Neville.
"Draco non puoi disobbedire al Signore Oscuro. I tuoi genitori hanno fatto molto per garantirti un futuro fra noi, fra i vincitori!" Esclamò Bellatrix.
"Ma Bella tu non capisci! Come puoi uccidere una persona che odiavi solo perchè tuo padre la odiava? Come puoi uccidere una persona solo perché ha il sangue diverso dal tuo? Le persone, TUTTE, hanno diritto ad avere una vita perché la vita è una cosa rara anche se a noi sembra la quotidianità!" Ero in preda al panico e singhiozzavo come un bambino davanti al Signore Oscuro che ridacchiava e davanti a un altro mangiamorte che mi scrutava con faccia arrabbiata e delusa allo stesso tempo.
Mia madre mi teneva la spalla e il mangiamorte si alzò furioso dalla sedia posta accanto a Voldemort e venne da me.
"Draco più garbato con tua zia! Non hai scelta devi ucciderla per capire che l'amore non esiste, l'amore influenza negativamente la vita e aiuta solo a perdere la testa!"

 "Ma non mi importa se è una mezzosangue. L'ho insultata per sette anni ti rendi conto? L'ho insultata solo perché lui mi ha messo in testa questa stupida idea della razza pura e dei sanguesporco; ma a me lei è piaciuta fin da quando il mio sguardo ha incontrato le sue pozze d'ambra!"
"Come siamo diventati sdolcinato mio caro ragazzo!" Esclamò il Signore Oscuro.
"Tu non sai cosa sia l'amore e lui non ha mai amato nemmeno mia madre!
Lui vuole che io sposi e metta incinta una purosangue, ma come si fa a riprodursi con una persona che si odia o che non si ama!"
"CRUCIO" gridò il mangiamorte. Mi piegai in due dal dolore e urlai come non mai. Per fortuna non c'era Hermione a guardarmi.
Mia madre lo fece smettere e le venne d'istinto gridare "Avada Kedavra" che colpì lui e Bellatrix in pieno perché erano vicinissimi.
Si accasciò a terra accanto a me e urlò dal dolore per aver ucciso d'istinto il suo amico d'infanzia mangiamorte, con il quale erano cresciuti insieme, e la feroce e crudele ma tanto amata sorella che c'era sempre stata per lei.

 Nel momento in cui il Signore Oscuro si alzò per rivolgersi a tutti i mangiamorte rimasti e dirgli di smetterla perché si sarebbero uccisi tutti a vicenda, decisi di smaterializzarmi ad Hogwarts in infermeria con mia mamma.
Madama Chips spaventata offrì cure a tutti e due e mandò Potter a chiamare la McGranitt e Piton per informarli dell'accaduto.
Vidi la mia Hermione raggomitolata su un lettino dell'infermeria che grondava di sudore e aveva ancora gli occhi gonfi a causa delle lacrime versate fino a poco prima. Madama Chips le avrà sicuramente dato un calmante con un sonnifero in dose doppia!
Quando Hermione aprii gli occhi scattó in piedi ma ancora prima di fare un passo cadde a terra pesantemente perché le gambe non la reggevano.
Mi avvicinai a lei subito, non curante dei giramenti di testa e della nausea insormontabile che avevo in quel momento.
"Hermione?! Stai bene? Credevo di non rivederti più!"
Non le raccontai nulla sulla maledizione cruciatus e dell'uccisione dell'amico di mia madre e di zia Bellatrix.
"Draco! Ti amo troppo per perderti! Non avrei resistito senza di te nemmeno un secondo. Guarda come mi ha ridotto l'attesa di riabbracciarti!"

Ci abbracciammo fortissimo sotto gli occhi di mia madre che ci sorrideva amorevolmente.
Lei non aveva pregiudizi sui mezzosangue, era mio padre che mi aveva "torturato" la mente con quegli stupidi e futili ideali sui Babbani, su quanto sporcassero il mondo dei maghi.
Fa male vedere un padre e un amico morire ma lui non era un buon padre. Voleva farmi sposare e riprodurre con una purosangue che sarebbe stata la Parkinson o una delle due Greengrass sicuramente! Non l'ho mai sopportato.
Io ed Hermione siamo uguali. Lei è sangue del mio sangue, mi completa e mi rende felice. Mi rende un mangiamorte felice e mia madre questo lo sa.
Lei vuole solo il mio bene e non un erede purosangue.
La questione con il Signore Oscuro era ancora sospesa ma volevo solo le braccia calde di Hermione in quel momento.
Lei è sangue del mio sangue

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Capitolo 13
*** Giovane morte ***


~Hermione~
Eravamo tornati in forma e avevo chiacchierato con Narcissa per conoscerla meglio.
 Mi scoppiò il cuore di tristezza nel sentire la sua voce spezzata per aver ucciso le persone che amava di più, ma almeno aveva eliminato due temuti servitori del Signore Oscuro.
Mi sentivo triste per i Malfoy ma felice per Harry, a fianco di Voldemort ora c'era solo Greyback con i fratelli Carrow.
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Stavamo andando in sala grande per mano e ci salutammo baciandoci.
Molte persone ancora non credevano alla nostra relazione iniziata ad ottobre. Orami erano cinque mesi. Cinque mesi che, incredibile ma vero, passarono velocemente e felicemente per entrambi (a parte qualche episodio che affrontammo sempre insieme, l'uno accanto all'altro per sorreggerci).
Tin-tin-tin
Era il ticchettio del cucchiaio sul bicchiere della McGranitt.
"Ho un annuncio da farvi ragazzi, i nuovi insegnanti di difesa contro le arti oscure saranno i fratelli Carrow."
Hanno applaudito tutti tranne i Serpeverde che conoscevano a pieno la loro identità.

 Ci avrebbero torturati duramente facendoci esercitare con le maledizioni sugli altri studenti per reclutare novellini per il Signore Oscuro.
Avrebbero osservato i migliori a scagliare le maledizioni e quelli che avrebbero disobbedito sarebbero stati torturati e forse anche uccisi.
Finimmo la colazione e avevamo subito difesa contro le arti oscure. "Buongiorno ragazzi, siamo i fratelli Carrow e oggi vi insegneremo la maledizione Cruciatus per prepararvi alla guerra magica." Dissero in coro.
Erano spaventosi quando parlavano in coro. Erano degli ottimi legilimens e si intendevano fra loro con uno sguardo.
"Disponetevi in fila e sceglieremo due persone su cui esercitarsi." Il più grande faceva incantesimi per silenziare le urla dei ragazzi sennò sarebbe accorsa la McGranitt e li avrebbe scagionati subito e spediti ad Azkaban, mentre la minore spiegava cosa avremmo fatto durante l'anno.
"Benissimo vi eserciterete contro la signorina Weasley e la signorina Granger."
A quelle parole rabbrividii. Io e la mia migliore amica torturate insieme dai propri compagni o migliori amici come Ron ed Harry.

 "No, prendete me. Lasciate Hermione."
"Draco che piacere! Ci eravamo dimenticati di te. Con piacere ti faremo torturare dai tuoi compagni per come ti sei ribellato davanti al Signore Oscuro, ma ti farai torturare insieme a lei."
Disse il Carrow maggiore.
Lui accettó e la Weasley lo ringraziò.
Iniziai a piangere perché non potevo sopportare di vederlo soffrire insieme a me.
"Hermione non potevo sopportare di vederti torturata e sanguinante, così ho risparmiato la tua migliore amica e ho deciso di farmi torturare io; almeno non vedrai il mio corpo saccagnato."
Io dissi" S-si almeno saremo insieme" mentre piangevo.
"Chi si opporrà si unirà a loro. Vogliamo che tutti possano imparare nel modo migliore, vogliamo che siate pronti per questa battaglia." Dissero all'unisono ghignando.
La prima della fila era la Parkinson che colpì Draco. Lo vidi contorcersi dal dolore e sentii urla disumane spezzare il silenzio e la mia anima.

 C'era talmente tanto silenzio che probabilmente tutti sentirono il mio cuore creparsi in preda alla disperazione.
Lodarono la Parkinson per l'ottimo lavoro svolto e il successivo fu Dean Thomas che fu costretto a colpire me, perché i Serpeverde dovevano colpire Draco mentre i Grifondoro dovevano colpire me.
Si unirono a noi anche Harry e Ron perché si rifiutarono di scagliare la cruciatus su di me e i due ghignarono. A quel punto iniziai a singhiozzare rumorosamente non per il dolore fisico al quale, dopo l'incisione di Bellatrix sul mio braccio, ero abituata. Singhiozzavo per i nostri cuori rotti e perché quello era solo l'inizio.
Ginny mi colpì, ma nel suo sguardo leggevo odio e disprezzo nei confronti dei Carrow, e pena e tristezza per me.
"Brava Weasley, potremmo reclutarti come novellina per il Signore Oscuro e magari anche come mangiamorte!"
Urlai "No! Basta! Perché ci fate ciò? Cosa vi abbiamo fatto? Siamo solo dei ragazzi che combattiamo per il bene e per il futuro dei nostri figli!"
"Avada Kedavr... Protego!"

 Un Carrow provò ad uccidermi e Draco lanciò l'incantesimo di protezione senza usare la bacchetta!
"Ma bravo Draco. Ora proteggiamo le mezzosangue? Il Signore Oscuro lo verrà a sapere e non ne sarà felice."
Provarono ad uccidere Draco e Neville si parò davanti morendo per lui.
Mentre i suoi occhi lasciavano la luce Neville urlò "Te lo devo Hermione" e un fascio di luce verde avvolse la stanza facendo cadere il corpo senza vita del ragazzo con un tremendo tonfo e il silenzio avvolse la stanza.
Il silenzio tombale venne interrotto dall'improvviso ingresso di Alastor Moody, detto Malocchio, che pronunciò un sonoro e forte "Avada Kedavra su entrambe i Carrow che caddero a terra insieme guardandosi per un'ultima volta.
Entrò la McGranitt" Ragazzi mio Dio non sapevo! Si sono comportati come una Balbattente Bambocciosa Banda di Babbuini." Una parte della classe emise un piccolo risolino e probabilmente disse quella battuta per farci ricordare il nostro quarto anno mentre ci insegnava a ballare per il Ballo del Ceppo.

"Malfoy, Potter, Weasley... Signorina Granger! Urlò la professoressa.
L'ultima cosa che sentii prima di svenire e prima di essere portata di peso in infermeria fu la mano calda e tremante di Draco che non mi aveva lasciato fin dall'inizio.
Era solo l'inizio.

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Capitolo 14
*** È un si ***


~Sala comune Grifondoro~
~Ron~
"Giuro che Io quello là lo distruggo se..."
"Ronald per l'amor del cielo o la pianti o ti affatturo!" Urlai
"Ma Hermione tu non capisci! Se lui ti fa soffrire io giuro che gli spacco il muso!"
"Ma perché mai dovrebbe farmi soffrire dopo cinque mesi che stiamo insieme Ron!" Sbottai contrariata.
"Ma non pensi magari che ti stia solo usando per portarti dal Signore Oscuro e ucciderti?! Lo sai che vogliono far fuori i mezzosangue?!"
Non ci credevo. Il mio migliore amico aveva pronunciato quella parola quando per anni né lui né Harry l'avevano mai detta sapendo che mi faceva stare male.
"Sei uno stupido! Sono solo una mezzosangue eh? Anche tu con la storia del sangue? Smette uno e comincia l'altro?
Sai che ti dico?! Non sarai mai più il mio migliore amico, MAI!"
 Scappai in camera mia, la camera da prefetti, nella quale trovai Ginny ad aspettarmi con un sorriso che svanì appena mi vide in lacrime.
Le raccontai tutto e scese subito da quell'imbecille. Aveva ragione Draco, è solo un presuntuoso amico di Harry esclusivamente per la fama e non perché tiene agli amici.
A me non tiene perché sono una mezzosangue.
Mi accasciai a terra e mi addormentai ancora con le lacrime agli occhi sul freddo pavimento color mogano.
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Mi svegliai la mattina dopo sul letto perché Ginny mi ci aveva portato e decisi di farmi una doccia fredda per far evadere la discussione dalla testa.
Scesi a fare colazione e mi sedetti vicino ad Harry e Ron era accanto a lui dall'altro fianco, così almeno non lo avrei guardato in faccia!
Raccontai tutto a Draco nelle due ore buche del mattino e lui mi zittì con un dolce bacio che ricambiai subito con un sorriso.
"Seguimi ho una sorpresa per te."

 Mi mise una benda verde per assicurarsi che io non vedessi e mi prese inaspettatamente a spalle fino alla sorpresa.
Lo sentii camminare tre volte su e giù e capii che era la stanza delle necessità.
Mi appoggiò su un comodo divanetto rosso e lui mi si sedette accanto.
Mi tolse la benda e vidi il divanetto davanti al caminetto in pietra con una nostra foto che emanava un piacevole tepore e prima del caminetto c'era un tavolino di vetro.
Poi mi accorsi dell'eleganza dei mobili di quella stanza che era stata arredata veramente con gusto e cura.
C'erano sei porte intorno alla stanza e mi alzai per scoprire cosa si celasse dietro ognuna.
Dietro la prima porta trovai una cucina stupenda dipinta con il verde chiaro e aveva i mobili trasparenti compresi i ripiani, credenza, mensole e argenteria. Era stupenda.
Attorno al tavolo c'erano quattro sedie in pelle verdi e rosse e spalancai la bocca nello scoprire la loro comodità.
Draco mi sorrideva e mi disse che sembravo un bambino a Natale.
Ero felice ma non capivo ancora per chi fossero tutte quelle stanze. Era una casa, ma a chi era destinata?

 Dietro la seconda porta scoprii una scala che portò ad una tavernetta calda, accogliente e spaziosa per le feste e anche lì sorrisi come un'ebete.
Dietro la terza porta c'era la sala da pranzo con un bellissimo tavolo occupato da sei sedie, le stesse della cucina, tre rosse e tre verdi. Aveva una credenza enorme e, oltre ai servizi di piatti e posate completi, la dispensa era piena!
Dietro la quarta porta scoprii una camera per gli ospiti nella quale, ogni volta che fossero arrivati ospiti, i quadri vuoti sarebbero stati occupati dalle loro foto animate per ricordarci di chi era passato da quella casa.
Saltai in braccio a Draco nel sapere quella notizia e ci baciammo con passione.
Dietro la quinta porta c'era un bagno elegantissimo tinto di un verde tenue e rilassante e dalle piastrelle bianche come la barba di Silente. C'era un'enorme vasca da bagno con un davanzale in marmo da cui pendevano due rubinetti che, all' apertura, permettevano di scegliere il bagno schiuma grazie alla magia!
Dietro l'ultima porta c'era una stupenda camera da letto sul verde rilassante e la moquette grigia.

 C'era un grosso letto matrimoniale a baldacchino come quelli di Hogwarts e sopra era posta una scatola.
Decisi di aprirla e subito mi arrivò al naso un inebriante aroma di menta e muschio bianco e poi vidi una lettera scritta con calligrafia elegante e dolce affiancata da una nostra foto.
C'ero io che guardavo un punto fisso mentre Draco mi scoccava un bacio sulla guancia e quindi si vedeva il suo profilo.
La lettera diceva che Narcissa ci dava la sua benedizione per il fidanzamento e vidi Malfoy inginocchiarsi davanti a me.
"Hermione Jean Granger, le va di essere ufficialmente la fidanzata di Draco Lucius Malfoy?"
"Siiiii, ma con la guerra come faremo?"
"Non preoccuparti è il fidanzamento, non siamo ancora sposati e poi ci sarà questa casa a proteggerci dopo la battaglia..."
"Vuoi dirmi che questa meraviglia sarà la nostra casa?" Dissi in preda all'euforia.
Stavo piangendo, ma erano lacrime di gioia per il fidanzamento. Lui non avrebbe dovuto sposare la Parkinson o una delle Greengrass e non avrebbe dovuto farlo con loro...

Volevo la mia prima volta con lui e lui avrebbe avuto me, per sempre.
Avevamo la benedizione e non vedevo l'ora di battermi per affrontare il male affiancata dalla mia metà, dalla mia unica e dolce metà.
Draco mi porse una scatoletta e io la aprii con tutta l'intenzione che avevo.
Dentro c'era un anello con una pietra rossa e una verde. Un rubino e uno smeraldo che simboleggiavano una Grifondoro e un Serpeverde che si amavano all'infinito.
Lo abbracciai e gli saltai in braccio. Ci baciammo come mai prima.
"Ti amo Hermione." "Ti amo Draco."
Era un sì

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Capitolo 15
*** La prima volta ***


~Draco~
"Draco i-io voglio farlo con te, ora."
 "Ma Hermione lo sai che non possiamo, vergine fino al matrimonio..."
"Ma Draco se tua madre ci fa sposare la regola non vale più!"
"Faremo un'eccezione perché mia madre mi ha esplicitamente annunciato che possiamo farlo..."
Mi saltó addosso e la presi in braccio.
Mi sedetti sul letto con lei a cavalcioni su di me e iniziammo a baciarci.
Un bacio che esprimeva l'amore che provavamo, quello che avevamo passato e un bacio misto di paura.
Paura per quello che sarà, che succederà, paura per le persone che perderemo, ma noi non ci perderemo.
Se la perdessi mi ucciderei per lei, per continuare un'altra vita con lei, perché sono certo che lei farebbe lo stesso per me, mi raggiungerebbe e continueremmo a vivere altre mille vite insieme e abbracciati.
Non sono mai stato così sdolcinato in via mia, ma lei mi ha migliorato la vita, mi ha reso una persona felice, una persona che non era destinata a conoscere questo sentimento, ma meglio tardi che mai.

 Tutte quelle idee e quelle leggende sulla sporcizia che i Babbani creavano, come ho potuto farmi influenzare così tanto da mio padre. La mia povera madre lo amava davvero e lo ha amato al prezzo di sopportare i suoi fermi ideali, che avrebbe imposto anche al loro unico figlio, nonché unico erede.
Non poteva sopportare la visione di un figlio che si contorceva dal dolore sotto i suoi occhi, che avevano incontrato molte lacrime e che molte ne incontreranno.
Ribaltai le posizioni e salii sopra di lei puntellandomi sui gomiti per non farle male.
"S-sicura Hermione? Non ti farò male."
"Si, mi sento pronta, voglio fare l'amore con il mio fidanzato." Rispose ansimante.
Le tolsi il mantello e le sfilai la camicetta osservando il suo seno generoso.
Iniziai a palparlo delicatamente e poi con più ritmo mentre le slacciai il reggiseno.
Le baciai le labbra, il collo e i seni, mordicchiandole i capezzoli e lei gemette.

 Sapevo come comportarmi perché non era la prima volta che lo feci. Io ero uno di quelli che le faceva sue una notte e le gettava nella spazzatura facendole sentire delle nullità, ma era la prima volta che facevo l'amore, come era l'amore a fare noi.
Ci slacciammo i pantaloni e restammo in intimo.
La baciai fra le gambe fino a dedicarmi alle cosce.
Lei gemette sempre più forte e quando la penetrai vidi una sua lacrima solcarle il viso a causa del dolore.
Le faceva male, ma le faceva molto piacere. Le regalai il suo primo orgasmo e venimmo insieme.
Quando la penetrai il mondo si fermò,
C'eravamo solo io e lei in quella stanza, solo io e lei al mondo in quel momento.
Chissà quante migliaia di persone stavano facendo l'amore in quell'istante.
Nessuno però lo stava facendo come noi: con passione e felicità, ma anche curiosità di scoprire il corpo dell'altro e di scoprire quanto è piacevole sentirsi il respiro sul collo. La paura di fare l'amore, la paura di amarci ci assaliva, perché era tutto così dannatamente bello, ma così sbagliato.

Due persone che si odiavano dal principio. L'unico modo che avevo per rivolgerle la parola era insultarla, ma solo al quinto anno mi resi conto del danno provocato ad entrambi, ai cuori di entrambi.
Mentre l'amore ci faceva, un bacio lungo e passionale ci travolse nel piacere più totale e infine ci addormentammo l'uno accanto all'altra: io che le cingevo la vita e lei con la testa sulla mia clavicola e con la mano sinistra appoggiata al mio petto.
Non ero mai stato meglio in vita mia. ----------------------------------------------
~Hermione~
Non sapevo cosa dire se non "Wow, è stato fantastico."
Pensavo già alla nostra seconda volta e a tutte quelle che avrebbero seguito. Pensavo al dolore del momento tanto quanto il piacere regalatomi da Draco.
Ora mi dovevo riposare e ci addormentammo l'uno accanto all'altro.
Non ero uno dei suoi soliti scarti da fare suoi per una notte, ero ufficialmente la sua fidanzata.
Ero sua per sempre e questa era stata la mia prima volta.

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Capitolo 16
*** Amortentia ***


~Hermione~
Ci svegliammo la mattina dopo mano nella mano, petto contro petto e fronte contro fronte.
Sentivo il suo respiro caldo sul mio collo. Era regolare e il cuore batteva in perfetta armonia con il respiro caldo ma leggero di Draco.
Mi preparai e, quando uscii dal bagno di casa nostra, lo trovai già pronto e vestito con la borsa dei libri in mano.
Era dannatamente bello come sempre e poi la cravatta verde- argento gli donava molto. Il mantello e i pantaloni neri slanciavano la sua magra figura ed era appoggiato in modo sensuale ad una colonna mentre mi tendeva la mano per scortarmi fino alla sala grande.
Credevo veramente di sognare,
dopo due anni a bramarlo ora era mio. Il mio Draco Lucius Malfoy.
Ci salutammo con un lieve bacio che divenne qualcosa di più quando mi schiacciò fra il muro e il suo corpo.
 Ron ci vide e notai con la coda dell'occhio che accelerò notevolmente il passo mentre si trascinava dietro il povero Harry che gli imprecava addosso.
Ognuno si diresse ai propri tavoli e fui costretta a raccontare tutto a Ginny e ad Harry: perché non ero nel dormitorio, dove e con chi ero e perché non li avevo avvisati della mia assenza.
Ronald non ascoltava e come al solito si ingozzava di pollo e di succo di zucca come un maiale.
Andai a pozioni con Harry mentre Ginny cercò di far ragionare Ron, nella speranza che tutti i suoi neuroni non ci avessero abbandonato definitivamente.
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~Piton~
"Buongiorno, oggi cominceremo la preparazione di una pozione interessante ma complessa, che rivelerà l'identità della persona da cui siete attratti."
Io e Malfoy ci sorridemmo contemporaneamente e Piton fece una smorfia disgustata nel vedere questa scena.

 "Dunque il lavoro sarà svolto a coppie: Parkinson-Weasley Finnegan-Greengrass
Potter-Malfoy
Zabini-Granger ...
..."
"Non voglio discussioni o litigi che possano distruggere la mia classe in tutti i sensi, sennó verranno tolti dei punti a entrambe le case. Buon lavoro e la pozione dovrà essere completata entro tre lezioni."
Bè, mi poteva andare peggio.
Zabini era l'unico Serpeverde generoso e gentile con i Grifondoro e con gli altri studenti, e poi era il migliore amico di Draco che era a conoscenza della nostra strana storia.
Andò tutto bene finché Piton non fece scambiare me con Ron e lì iniziarono i guai.
La Parkinson mi accolse con un ghigno di falsa innocenza e mi strinse la mano come in una specie di tregua, ma non credetti alla sua insignificante stretta di mano.
Non le ero mai stata molto simpatica, non che mi dispiacesse...

 Era sempre stata la regina delle serpi secondo noi Grifondoro, la più cattiva fra tutte, e quella che da sette anni era follemente pazza di Draco.
I suoi neuroni sì che si erano polverizzati...
Ci scambiammo battutine e risolini compiaciuti. Sempre quella faccia da innocente gentile con me, come se ne avesse appena combinata una delle sue...
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Finimmo la pozione tre settimane dopo e il professor Piton ci fece dire quali aromi i nostri nasi percepirono, mettendo tutta la classe in un grande imbarazzo.
Parkinson: "muschio bianco e menta"
Tutti ci girammo verso Malfoy e lui si fece tirare uno schiaffo da Harry per vedere se era vero.
Weasley: "erba tagliata, pergamena e vaniglia" si girarono tutti verso di me che arrossii violentemente mentre Ron mi guardava con faccia sognante e Draco lo fissava con disprezzo e nervosismo.

 Greengrass: "colonia da uomo e dopo barba" era Zabini, allora erano vere le voci che correvano: loro due si sono sempre piaciuti ma non si sono mai dichiarati.
Zabini: "succo di zucca e rosa bianca" ovviamente era Daphne e io sorrisi entusiasta nel vedere i due scambiarsi occhiatine con la coda dell'occhio e sorrisini.
Era incredibile come L'amortentia potesse far nascere almeno un paio di coppie all'anno e far durare le loro relazioni per almeno 5-6 mesi!
Malfoy: "erba tagliata, pergamena e vaniglia, ma dentro ho anche un suo capello professore..."
Piton e gli altri si girarono di scatto verso di me con la bocca aperta e nessuno riuscì a dire nulla ad eccezione di Piton che mi fece i complimenti per la mia "conquista".
Se c'era il capello della persona da cui si era attratti nella propria pozione d'amore voleva dire che si celava una grande storia che sarebbe durata a lungo, se non addirittura infinita.
Ron fremeva dalla rabbia e le sue orecchie iniziarono a diventare rosse, perciò non era un buon segno.

 C'era odore di litigio e di 100 punti in meno per Grifondoro nell'aria.
Zabini gli mise una mano sulla spalla e Ron si girò verso di me facendomi capire quanto odio provasse nei confronti del mio biondino e anche un po' nei miei.
Io non parlavo più molto con lui, dopo avermi chiamata "mezzosangue" per me è caduto molto in basso, anzi è sprofondato sotto terra.
...
Infine Granger: "Menta e muschio bianco"
Pronunciai molto scandite queste parole appoggiando la mano con l'anello datomi da Draco sul tavolo, in modo da farlo vedere per bene a quell'arpia della Parkinson che svenne subito, senza fare in tempo ad insultarmi e io ed Harry ridemmo sotto i baffi perché eravamo gli unici ad aver capito la situazione.
Draco si offrì di accompagnarla in infermeria e io gli lanciai uno sguardo dolce ma intimidatorio, per ricordarsi di non farsi abbindolare dall'arpia al suo risveglio.
Dopotutto mi fidavo di lui e lui si fidava di me.

Un rapporto è basato sulla fiducia,
E noi ci amavamo profondamente, senza vivere costantemente con il timore del tradimento appiccicato addosso, come una gomma da masticare.
Fiducia
Amore

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Capitolo 17
*** La profezia ***


~Hermione~
E oramai eravamo ad aprile e il nostro rapporto dopo l'Amortentia si era rafforzato.
Perché peró nel mio calderone non c'erano i capelli di Draco e nel suo si?
Forse non lo amavo abbastanza? Dopo sei mesi mi facevo ancora queste domande, così decisi di andare a parlarne con il professor Lumacorno, che in quei giorni era tornato ad Hogwarts per buttare via l'Amortentia, per evitare che venisse "avvelenato" qualche ragazzo.
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~Lumacorno~
"A cosa devo questa visita Hermione cara."
"Professore... l'altro giorno sono usciti i risultati dell'amortentia e sia io che Malfoy ci piacciamo, infatti stiamo insieme da sei mesi. Poi peró nella pozione di Draco c'erano i miei capelli, mentre nella mia non c'erano i suoi... Che cosa significa?"
Il professore iniziò a camminare su e giù per quello che l'anno scorso era il suo ufficio, e rovistava fra libri e pozioni.
Lo vedevo nel panico, come se cercasse qualcosa ma non lo trovasse.
 Dopo una decina di minuti in cui aspettai che si calmasse, si sedette e mi versò del the al limone accompagnato da una fetta di torta alla melassa.
Voleva dire che stava per farmi un lungo discorso e sentivo che qualcosa non quadrasse.
"Signorina Granger, lei è la ragazza della profezia, come temevamo io, il professor Piton e la professoressa McGranitt.
Il professor Silente mi ha detto di darti questo durante il tuo settimo anno e credo che sia arrivato il momento. Tieni mia cara..."
Mi diede una scatola argentata che conteneva una pallina animata, come quella di Harry quando siamo andati al Ministero a prenderla durante il quinto anno.
Potevo sentirla solo io e il professor Lumacorno, che capì, si alzò un attimo per andare dall'altra parte del suo enorme e spazioso ufficio.
"La persona destinata alla profezia è qui davanti a me e dopo aver ascoltato non ne parli con nessuno.
Una forza malvagia si impossesserà del corpo di una persona a lei molto cara che tenterà di farle molto male, se non di porre fine alla sua vita.
Stia attenta e faccia il contrario di quello che pensa.

 L'amore è cieco, non aspetti chi lei aspetta, non si aspetti chi lei si aspetta"
Non potevo raccontarlo a nessuno ma tanto i professori erano già a conoscenza del contenuto della profezia.
Il problema ora era Draco. Non potevo parlargliene, glielo dirò solo quando sarò in un costante pericolo di vita o prima di morire, era una promessa che mi ero fatta.
Avevo tutto il mese di aprile e qualche giorno di maggio per scoprire chi avrebbe, a breve, potuto impossessarsi del corpo di chi e avevo un mese per prepararmi alle situazioni di pericolo.
Era una profezia legata all'amore.
La persona a me più cara in quel momento era Draco. Qualcuno si sarebbe impossessato del suo corpo, una forza oscura, probabilmente anche il Signore Oscuro stesso pur di uccidermi.
Lui era l'unico. Si sarebbero impossessati di lui per farmi uccidere da lui in modo incosciente, facendo in modo che anche lui si uccidesse per aver provocato tanto male a me quanto ne avevano provocato a lui stesso.
Probabilmente, dopo avermi ucciso per mezzo del suo corpo, lo avrebbero obliviato e lui avrebbe pensato subito che fossi morta per causa sua.

 Non potevo non dirgli della profezia, perché se gliene avessi parlato in punto di morte lo avrebbero obliviato; ma se gliene avessi parlato prima ci sarebbero state gravi conseguenze da parte del ministero perché quando una profezia ti intima di non fare qualcosa, devi rispettarla, altrimenti potresti anche essere ucciso per violazione aggravata delle leggi magiche.
Ora si che la mia vita era un continuo pullulio di nargilli. Ero agitata, triste e arrabbiata.
La mia testa era piena di gorgosprizzi, come diceva Luna.
Avevo un serio problema, uno di quelli irrisolvibili, come il legame fra Harry e Voldemort, uno non poteva sopravvivere se l'altro viveva e si sarebbero uccisi a vicenda.
Anche io e Draco ci saremmo uccisi a vicenda, per mezzo di forze oscure e non per mezzo dei nostri cuori e delle nostre menti.
Ora dovevo usare il mio intelletto da Corvonero e il mio coraggio da Grifondoro, la mia astuzia da Serpeverde e la mia franchezza da Tassorosso.
Sarei morta prima del previsto e prima di avere diciotto anni forse. Mi avrebbe uccisa Draco senza volerlo, sarebbe stato costretto.

La nostra relazione era sbagliata, per questo i pianeti si allineavano tentando in ogni modo di farci separare, anche nel peggiore dei modi.

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Capitolo 18
*** Non aspettarti chi ti aspetti ***


Era passata una settimana ed ero più che certa che Draco mi avrebbe aggredita da un momento all'altro.
Passavo i pomeriggi in biblioteca a cercare una soluzione e a piangere.
L'unica ragazza uccisa dal suo ragazzo, l'unica ragazza alla quale le forze oscure mettevano i bastoni fra le ruote, l'unica ragazza fortunata in amore ma sfortunata nella vita.
Il destino mi voleva e io l'avevo capito. Ero più che pronta a morire.
Ero come al solito in biblioteca dalle quattro del pomeriggio e ormai avevo solo più mezz'ora di tempo per trovare una soluzione a quella dannata profezia che mi tormentava.
In caso non fossi riuscita a trovarla, sarei stata a pronta a morire per Draco, per salvarlo, anche se ero a conoscenza del fatto che lui mi avesse detto di non vivere senza di me.
Ormai stanca e trafelata decisi di rimettere a posto i libri che avevo preso.
Non mi ero accorta peró di un grosso tomo rosso scuro dal titolo "Profezie del secolo" e, la voglia pulsante di leggerlo tutto in dieci minuti, mi assaliva tortuosamente.
 Lo aprii e soffiai via un bel po' di polvere. Era diviso in anni e iniziava dal 1900 fino al 1999, dato che parlava delle profezie del ventesimo secolo. Ero fortunata, perché eravamo nel 1999 e di sicuro non avrei mai più trovato un libro tanto alto quanto affascinante.
Iniziai a sfogliare le pagine che erano divise in anni. Ogni anno aveva 5 pagine e arrivai fino a quest'anno. "1999
1- amortentia insolita"
Ecco era la mia, iniziai a leggerla ed era una delle più complicate da risolvere.
"Rinunciare alla vita della persona che tenterà di uccidervi o rinunciare alla propria vita. Unica soluzione alla profezia."
Scoppiai in lacrime, lacrime amare.
Come potevo uccidere Draco, come potevo uccidere la persona con cui avrei voluto passare il resto della mia vita e l'eternità nel regno dei morti?
Sentii una mano sulla mia spalla, mi alzai e lo abbracciai. Avrei riconosciuto fra mille le sue dita affusolate e la sua mano gelida e pallida.

 Restai dieci minuti a piangere sul suo petto finché non mi tirò su il mento con due dita e pronunciò "legilimens".
Vidi passare tutti i miei ricordi davanti, fin dal primo anno, la pietra filosofale, il basilisco che mi pietrificò, Ronald trascinato da Sirius nella stamberga strillante durante il terzo anno, il ballo del ceppo con Krum, i mangiamorte sconfitti al ministero nella sala delle profezie, il funerale di Silente, il mio primo bacio con Draco, la mia prima volta e tutta la storia della profezia.
Draco uscì dalla mia mente e mi urlò contro "Hermione come hai potuto nascondermelo? Lo sai che mi fido e che ci diciamo tutto!"
"Draco se te lo avessi detto il ministro della magia mi avrebbe processata e punita se non uccisa!"
"Uccisa no, sei minorenne e poi non me lo hai detto, l'ho saputo io grazie all'incantesimo" disse infine ghignando.
Lo abbracciai forte quasi da farlo cadere e restammo così per un po', io a cavalcioni su di lui e le sue mani che mi tenevano ben stretta e salda ai suoi addominali scolpiti.
"Comunque io non sono sicuro che si impossesseranno di me. La profezia ha chiaramente detto che la persona che ti farà del male non sarà chi tu ti aspetti e ti ha detto di non aspettarsi chi ti aspetti.

 Ti giuro Hermione che se proveranno ad impossessarsi di me mi ucciderò a costo di far uscire l'oscurità dal mio corpo, per proteggerti."
"No Draco, no! Non devi scherzare è una cosa seria! E se poi sei tu quello che mi fa del male? Io rinuncerò alla mia vita per farti vivere, e lo sai."
"Hermione lo sai bene che ti renderebbero le cose più facili. Se ti uccido uccideranno anche me."
"Se ti uccidi Draco uccideranno anche me, se ti uccido mi ucciderò, lo sai che non cambierebbe nulla.
Riesco a tenerti testa Malfoy."
"È per questo che ti amo Granger"
Ci baciammo poco castamente dietro uno scaffale in fondo alla biblioteca dove nessuno ci avrebbe visto, e quando finimmo mi porse la mano.
Accettai e gli offrii la mano con il suo anello e sorrise in modo spontaneo e naturale, non uno di quei suoi soliti ghigni.
Questo era un sorriso degno di Draco Malfoy e ricambiai il sorriso con un luccichio negli occhi che solo lui sapeva cosa volesse dire.

Andammo al lago nero e restammo lì una mezz'ora, saltando la cena.
Eravamo lontano da tutto e da tutti, solo io, lui e il nostro amore che non faceva da terzo incomodo.
"Draco ho paura"
"La paura è un'emozione forte che ti aiuta a capire come comportarti. Io ne ho avuta talmente tanta che ho imparato ad affrontarla e ti insegnerò come fare.
C'è Draco che ti protegge."
"Grazie ti amo." "Anche io Granger."

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Capitolo 19
*** Perché proprio tu ***


~Hermione~
Ci salutammo e andammo a cena. Ognuno seduto ai propri tavoli, scambiandosi occhiatine e sorrisini, aveva un presentimento.
Anche Ginny se ne accorse e mi chiese di parlargliene.
Entrambe avevamo notato qualcosa di strano nell'aria, come se una persona mi stesse osservando da lontano e io non mi accorgessi della sua presenza carnale.
Vidi che anche Draco si guardava in giro con fare sospetto, come se stesse aspettando il momento buono per scoprire qualcuno a combinare qualcosa, come se fosse pronto a difendermi dalle preoccupazioni, dalle paure, dalle cattive tentazioni, dai malintenzionati; un po' come farebbe un padre con una figlia. Lui era il mio eroe e io ero la principessa tanto amata da difendere.
Ron non disse nulla e continuava ad ascoltare e ad annuire, ingozzandosi come al solito e biascicando qualche parola a bocca piena; mentre Harry era sbiancato nel vedere Ginny parlare fin troppo allegramente con Dean Thomas. Era geloso e gli piaceva molto Ginny ma era troppo orgoglioso per fare il primo passo.
Decisi di tornare in sala comune da sola, mentre i miei amici erano ancora in sala grande a chiacchierare del più e del meno.
 Mi sentii afferrare per un polso e pensavo fosse Draco così mi girai "Dra...Ron?"
Era Ron. Era strano, come se fosse diverso.
"Devo parlarti Hermione, andiamo in un'aula vuota"
Speravo che volesse scusarsi e chiarire con me, così lo seguii e Ron iniziò ad insonorizzare l'aula pronunciando un impercettibile "muffliato."
"Hermione, volevo scusarmi per ciò che è successo qualche settimana fa...davvero non so cosa dire i-io..."
In quel momento gli diventarono gli occhi rossi e gli esplose qualche capillare sotto le occhiaie. Qualcosa era cambiato in lui.
Solo poco dopo mi venne in mente della profezia; di lì a poco si sarebbe avverata. Sarei morta per lasciar vivere Draco, per farlo sposare con una purosangue...
"Lurida mezzosangue che sporchi il nostro mondo...Come osi toccarmi?"
Una lacrima mi rigò la guancia.
"La profezia si sta per avverare, ti ricordi di zia Bella?"
Le sue parole echeggiarono nel vuoto. Era Bellatrix, la sua anima vagava indisturbata ed era talmente potente da potersi permettere il lusso di impadronirsi del corpo degli altri per vivere ancora qualche volta la vita terrena.

 "Se non fosse stato per mia sorella, ti avrei potuta uccidere dal vivo e prima avrei anche potuto torturarti, ma mi sono sacrificata anche io per far avverare la profezia. Non vedevo l'ora di poterti uccidere o di farti soffrire talmente tanto da ucciderti lentamente, andando per gradi."
Aveva un tono malefico, mi chiedevo come avesse fatto a diventare così cattiva.
"Credevi davvero che Dracuccio sarebbe venuto ad ucciderti? Non aspettarti mai quello che ti aspetti, fai l'opposto di quello che credi di fare sciocca ragazzina."
Vidi la mano di Ron alzarsi e scagliare, per mezzo della sua voce maschile, un "CRUCIO"
Urlai come non mai, mi raggomitolai a terra e mi chiusi in una pallina, come per proteggermi, mi aveva colpito lo stomaco e ora il dolore si diramava dallo stomaco al cuore e fino al cervello, e dallo stomaco alle gambe fino alla punta dei piedi.
Mi rialzai e dissi "Sono pronta a morire per salvarlo, per salvarli. Lascia Ron e Draco e prendi me." Dissi con tono smorzato e rotto. La ferita del mio cuore che si era rimarginata si era riaperta e ora sgorgava sangue più che mai.

Vidi Ron ritornare normale e lo abbracciai fortissimo, per paura di perderlo naturalmente.
Un abbraccio che diceva tutto, un abbraccio di scuse e di perdono.
Sentii una lama trafiggermi la schiena, nel vero senso della parola e caddi a terra. Sentii la risata di Bellatrix echeggiare nella stanza e svanire in un turbinio che diventò tutto nero, poi "AVADA KEDAVRA"
Avvertii Ron cadere, ma non aprivo gli occhi, non riuscivo.
Mi sollevarono le braccia di Draco e mi sentii protetta.
Avevo perso un amico, il mio migliore amico, ma non avevo perso Draco.
La profezia era stata compiuta, risolta.
Aveva ferito me e ucciso Ron e di lì a poco sarei morta sotto lo sguardo distrutto di Draco.
Svenni totalmente e piansi, senza aprire gli occhi.

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Capitolo 20
*** Non ce la faccio ***


~Draco~
Era distesa lì, sul letto dell'infermeria agonizzante. Madama Chips l'aveva fatta risvegliare e lei continuava a dirmi che sarebbe morta di lì a pochi minuti.
Mi sfrattarono dell'infermeria e con lei rimasero il professor Piton e il professor Lumacorno, i quali cercarono di far rimarginare la profondissima ferita di Hermione che partiva dalla spina dorsale fino alle costole.
Per poco il coltello non le aveva trapassato il corpo.
 Era da sei ore di fila che sentivo pronunciare formule mai viste né sentite sui libri di pozioni.
Probabilmente erano le formule del libro del principe mezzosangue appartenete a Piton, in quanto egli era il principe mezzosangue.
Sentire la voce di Lumacorno dirmi di ritornare al mio dormitorio per la sua sicurezza e per non traumatizzarmi non era bello.
Lei non sarebbe morta, lei ce l'avrebbe fatta e io l'avrei riabbracciata prima di quanto credessi.
Non era possibile. Forse sarebbe stato meglio se si fosse impossessata del mio corpo e non di Weasley.
Certo lui era sempre un traditore del suo sangue, ma mi dispiaceva vedere un ragazzo morire innocentemente per colpa di mia zia. Anche da morta riusciva ancora ad incutere timore e lei sarebbe sempre stata un ricordo vivente nelle menti di tutti.
L'era di Bellatrix Lestrange non era ancora finita. Era nata per uccidere, era nata per la cattiveria e per "lucidare le unghie dei piedi" al Signore Oscuro.
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Ero tornato nel mio dormitorio e non riuscivo a smettere di pensare a cosa stesse passando Hermione, ma se le avessi letto la mente probabilmente sarebbe morta, le avrei dato il colpo di grazia.

 Decisi di tornare da lei, se fosse morta almeno sarei riuscito a dirle che non mi sarei mai più sposato e che le avrei lasciato l'anello nella tomba.
Sarei andato ogni giorno al cimitero. Ormai mi stavo rassegnando all'idea di non rivederla più perché nessuno sarebbe riuscito a sopravvivere a una coltellata simile.
Il suo corpo era stato quasi spezzato in due da un pugnale. Mia zia l'aveva uccisa per mezzo di un ragazzo innocente. Due morti, due famiglie addolorate e due giovani vite spezzate.
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La trovai lì, la McGranitt le teneva la mano e se ne andò appena mi vide, chiudendo la mano di Hermione, come se avesse lasciato qualcosa dentro.
"H-Hermione non lasciarmi"
Era da un giorno che era in agonia, stava soffrendo e so per certo che stava cercando di restare in vita il più a lungo possibile per salutarmi come si deve.
L'unica cosa che non cambia mai di una persona sono gli occhi. Pozze d'ambra mi fissavano con amore per l'ultima volta, poi sorrise

lievemente e disse "Draco vivi la tua vita anche senza di me. Grazie a te ho potuto salutarti per bene. Sappi che ti amerò sempre."
La vidi respirare a fatica così le presi la mano e le dissi "Non sposerò nessun altra, sei tu mia moglie e tieni l'anello con te. Verrò a trovarti ogni giorno. Promettimi che mi manderai qualche segnale.
Ti amo e perdonami"
"Non ce n'è bisogno. Ti amo anche io."
Dopodiché esalò l'ultimo respiro, ci guardammo per un ultima volta e sorridemmo.
Se ne andò.
Urlai e aumentai la stretta della sua mano, come se potessi in qualche modo riportarla in vita.
Poco dopo arrivarono Harry e Ginny in lacrime che mi portarono via a forza, trascinandomi letteralmente fuori dell'infermeria, mentre i professori guardavano la scena inorriditi dal mio comportamento.
Era morta. Ero morto.

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Capitolo 21
*** La pietra della resurrezione ***


Vuoto
Vuoto
E ancora vuoto
Ero morto dentro. Capii che era valsa la pena scoprire cosa vuol dire la parola Amore, emozioni e sentimenti, non un qualsiasi invaghimento, non una ragazza da farti una notte e da sguinzagliare al mattino.
Ero conosciuto come donnaiolo di professione a causa della mia ottima reputazione a letto. Una ragazza per ogni notte. Facevo così solo perché erano ragazze facili che cadevano ai miei piedi e perché non trovavo quella giusta, quella ragazza vera che mi facesse impazzire.
Hermione.
Era mia, è mia e l'ho persa.
Me l'ha fatta desiderare e ora il destino me la toglie, senza lasciarmi nulla di lei se non il ricordo amaro di non averla sposata.
Baggianate per i "duri" come me.
Per i mangiamorte l'amore non esisteva. Erano padri di famiglia solo per avere eredi purosangue e per mandare avanti la generazione, per mantenere alto l'onore e il cognome.
 Secondo mio padre avevo disonorato la famiglia dei Malfoy. Ma, se questo era il prezzo da pagare per tentare di farmi capire i miei sbagli, era giusto averlo pagato. Ero riuscito a capire il significato di amore e sarei sempre rimasto fedele a quelle pozze d'ambra.
Avrei potuto godermela un po' di più. Era dal quinto anno che ero follemente innamorato ma ero troppo orgoglioso per ammetterlo, come un Grifondoro.
Lei mi aveva confessato di piacergli dal sesto anno ma, con la storia del sangue non aveva nemmeno tentato, anche se aveva spesso notato quante volte mi avesse sorpreso a fissarla.
Mi distolsi dai miei pensieri quando vidi 8 ragazzi portare la bara di Ronald chiusa, perché lo avevamo già salutato come si doveva e, una specie di culla, in cui c'era riposta Hermione, coperta da un velo di tulle bianco.
"Siamo qui oggi riuniti per celebrare i funerali di due ragazzi che erano migliori amici e che avrebbero sicuramente contribuito a salvare il mondo magico..."
Potter, io, i Weasley e i Grifondoro eravamo in prima, seconda, terza e quarta fila e le altre case erano dalla quinta in poi.

 Potter accennò un piccolo sorriso e io ricambiai, per Hermione. ----------------------------------------------
"Vorrei infine permettere a tutti di salutare la signorina Granger"
Si formò una lunga fila di persone pronte a stringerle la mano, ad accarezzarla o a darle un bacio sulla guancia per l'ultima volta. Aspettai che tutti si posizionassero per essere l'ultimo, l'ultimo ragazzo a salutarla, a baciarla.
Come vorrei che fosse qui con me -5
Come vorrei stringerle la mano -4
Come vorrei accarezzarle la guancia -3
Come vorrei baciarla
-2
Come vorrei vedere il suo sorriso allargarsi alla mia vista -1
Come vorrei averla qui
Toccava a me

 Con il cuore infranto mi avvicinai e sentivo gli sguardi di tutti fissarmi.
Mi girai verso di loro vedendo gli sguardi comprensivi dei miei amici, che avevano smesso di prendermi in giro.
Era così piccola lì, in quella culla.
Era così fragile e pallida.
Mi chinai, le lasciai un leggero bacio sulle labbra e tutti applaudirono.
Scoppiai in lacrime e la fissai
"Stanno applaudendo a te, a noi, al tuo coraggio di morire, al tuo triste destino amore"
La McGranitt concluse i funerali lasciando ancora lì i corpi per il resto della giornata in attesa delle famiglie.
Andai al lago nero, il posto migliore per pensare, il suo posto, il nostro posto.
Vita strappata troppo presto Spezzata a metà da un pugnale Spezzata a metà da mia zia.
Sentivo ancora il suo tocco, la sua voce. Ero matto, matto da legare.

 Come può una persona farti ricordare così tanto di lei!
La sua voce era ancora vivida nei miei ricordi, talmente vivida che mi sembrava di averla dietro di me.
----------------------------------------------
"Signorina Granger finalmente! Cominciavo seriamente a preoccuparmi! Bentornata fra noi."
"Professoressa grazie. Grazie alla pietra della resurrezione sono ancora viva. È merito suo. Sa dirmi dov'è Draco?"
"Oh certo cara va da lui. La profezia era stata distrutta per metà, perché era morto il vostro aggressore ma anche voi... Ora invece è compiuta perché con la pietra della resurrezione è morto il signor Weasley... Mi spiace per la sua grande perdita. È al lago nero."
"Grazie di tutto." Dissi in lacrime ----------------------------------------------
Sentivo dei passi sempre più vicini, passi familiari, passi leggeri, passi da cerbiatta.

Ero ufficialmente impazzito. Avrei dato la vita pur di sfiorare ancora la sua pelle, anche solo per una volta.
"D-Draco"
Sentivo anche la sua dolce voce. Mi ricordavo ancora come uscisse bene il mio nome pronunciato da lei.
"D-Draco"
Mi girai la vidi.
Più bella di sempre, senza ferite aperte se non nel cuore. Ci avrei pensato io a rimarginarla, a curarla.
Mi saltó in braccio e ci baciammo poco castamente davanti al sole, che iniziava a calare sul lago nero.
Mi raccontò tutto e ringraziai la McGranitt con la mente, anche se dopo saremmo andati a ringraziarla insieme, per mano.
"Ma allora il destino non ci vuole separati, non ci vuole morti!" "No Draco, le profezie non mentono, è un amore infinito."

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Capitolo 22
*** Tranquillità precaria ***


~Hermione~
La profezia era compiuta, la guerra stava per iniziare e il nostro amore si era consolidato.
Draco era meno geloso e questo mi piaceva; non potevo andare a parlare con qualcuno che lui mi seguiva come un bimbo con la mamma e mi prendeva la mano, ricordando a tutti che ero la sua ragazza.
Lo faceva per evitare il rischio di perdermi e direi che lo abbiamo percorso già troppe volte!
Avremmo affrontato questa guerra insieme ma prima ci sarebbero stati gli esami finali: i M.A.G.O.
Io volevo diventare un animagus, mentre Draco un auror, ma essendo un mangiamorte era un po' difficile.
Lui dopotutto si era pentito, la speranza di diventare auror era ancora lontana ma non sarebbe finito ad azkaban o con la testa mozzata perché non aveva ancora ucciso nessuno.
Era un ragazzo troppo giovane per stare nella cerchia ristretta del Signore Oscuro e la prova era stata dimostrata quando si era smaterializzato ad Hogwarts con sua madre perché era appena stato cruciato.
 A pensare queste cose mi venne un nodo allo stomaco e un nodo alla gola.
Eravamo stati cruciati insieme e per me era come morire vederlo soffrire.
Non avrei mai pensato che potessero fare del male anche a quelli dalla loro parte, è come se io cruciassi Ginny o Harry e Ron perché non hanno ascoltato i capi dell'Ordine della Fenice!
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~Draco~
Mattina.
Panico.
Panico per gli esami.
Ero totalmente in panico.
Hermione mi aveva aiutato tanto con lo studio ma ero comunque in ansia da esami.
Oggi avevamo l'esame di pozioni e quello di rune antiche, la mia materia preferita e quella che odiavo di più in assoluto.
~Sala Grande~
La vidi, incantevole come sempre. Sorriso smagliante, occhi da cerbiatta, fisico perfetto e una persona splendida.
La persona che tutti volevano come amica e confidatrice era la mia ragazza.

 La persona che avrei sempre voluto accanto era con me. Nemmeno la guerra ci avrebbe separati.
...
"Piantala di fissarla o ti si annebbierà la vista e tieni la bocca chiusa sennò ti entrano le mosche dentro." Mugugnò Blaise mentre si abbuffava di pollo come Weasley.
Quei due avevano molto in comune, li avevo sempre visti bene come amici. Magari avrebbero potuto conoscersi quando sarei andato ad Hogsmeade per fine anno con lei, Potter e la Weasley.
Non amavo molto le uscite a quattro perché amavo sorprendere Hermione, solo io e lei. Trovava sempre il modo per farmi delle sorprese diverse ogni volta e io ricambiavo il favore.
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~Hermione~
Lo vidi, incantevole come sempre.
Sorriso perfetto a trentadue denti, fisico perfetto, occhi di ghiaccio e la persona che mi serviva per sopravvivere. Non l'invaghimento del momento, la persona con cui sarei stata per sempre.
Mi sarei sposata con lui e la guerra non ci avrebbe sfiorati, ero stata presa dalla morte per ben un giorno e ce l'avevo fatta grazie alla professoressa.

 Non ero in panico per gli esami, come invece era Draco in quel momento. Quando era preoccupato lo notavo subito perché iniziava a grattarsi sotto l'occhio e si guardava intorno nervosamente.
I nostri sguardi si incrociarono per un momento e contemporaneamente ci sorridemmo, un sorriso immenso, un sorriso d'amore, un sorriso che diceva che non ci saremmo mai separati, nemmeno dopo la morte.
Chi lo avrebbe mai detto: la Granger con Malfoy, mezzosangue e purosangue, genitori buoni Babbani che non si ricordavano della figlia per l'incantesimo, fattogli nonostante non fosse partita per gli Horcrux perché ci aveva già pensato Silente, genitori purosangue rigorosi e rispettosi che strisciavano ai piedi del Signore Oscuro.
Due animi diversi in tutto e per tutto. Le uniche cose che avevamo in comune erano la bravura in pozioni, il carattere nascosto, l'orgoglio, i pregiudizi che ci facevamo sulle persone e l'amore reciproco che ci legava incredibilmente.
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"Potete iniziare il vostro esame. Avete due ore e mezza di tempo da ora. Se sento una mosca fiatare o se vedo qualcuno copiare l'esame verrà annullato. Io e il professor Lumacorno controlleremo gli

 imbroglioni che verrano severamente puniti anche con la bocciatura.
Buon esame"
Ok Hermione, stai calma. Non avevo motivo di agitarmi perché sapevo tutto il libro a memoria e iniziai a compilare il test con velocità e frenesia, come se avessi fretta di andarmene.
Un grosso pendolo andava su e giù per la stanza senza emettere alcun rumore. C'era un silenzio snervante e pungente. Avevo un presentimento di non riuscita degli esami.
Oggi era il dieci maggio e iniziavano ufficialmente gli esami di fine anno.
Alla fine degli esami ci sarebbe stata una festa per quelli del settimo anno dai Serpeverde e ci sarebbe stata musica, cibo e tanto alcool. Non mi ero mai sbronzata, volevo provare e poi ci sarebbe stato Draco a sollevarmi se fossi caduta dai tacchi.
Consegnai per prima il mio test e il professor Piton mi fece una smorfia, una specie di sorrisetto, di approvazione. Draco consegnò subito dopo di me e uscimmo insieme per mano.

 Varcammo la soglia della porta quando dalla finestra vedemmo Voldemort con un migliaio di mangiamorte e di seguaci ricattati per ottenere la morte a loro insaputa.
Notai che in cortile i professori, gli alunni del sesto anno e i signori Weasley con tutto l'Ordine della Fenice facevano incantesimi di protezione che stavano creando una possente barriera intorno alla scuola che si chiuse appena in tempo prima che i cattivi facessero il loro ingresso fra i buoni.
Probabilmente i M.A.G.O. non sarebbero stati conclusi quell'anno e, entro quella stessa sera, sarebbe iniziata ufficialmente la seconda guerra magica.
Noi, la nuova generazione, eravamo la speranza e la salvezza del nostro mondo.
Io e Draco ci guardammo e ci baciammo.
Durante la guerra non ci saremmo potuti baciare molto spesso.
L'era oscura e l'era del buio non sarebbero mai arrivate. Avremmo sconfitto le forze del male e poi, erano entrate nell'Ordine dieci persone nuove, tra cui Draco.

Eravamo pronti a morire l'uno per l'altra se non insieme. Non ci avrebbero neanche sfiorato, avrebbero solo dovuto provarci.
Era una situazione di tranquillità precaria.
Il male osservava ciò che facevano tutti per studiare i movimenti del nemico e apprendere le sue mosse.
Il bene osservava il male da vicino per chiedersi come avrebbe affrontato quella guerra.
Facemmo l'amore un'ultima volta mentre lui e i suoi seguaci iniziarono a bombardare la nostra barriera difensiva, alla quale contribuimmo anche io e Draco.
Tranquillità precaria

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Capitolo 23
*** Aspra guerra ***


//12 maggio 1999//
Guerra.
L'inizio per qualcuno.
Il nostro inizio.
La fine per molti.
La fine dei brutali, ma la fine anche dei buoni. Dopo la guerra bisognava restare neutrali. Poteva essere sbagliato schierarsi da una delle due parti o mettere il piede in due scarpe.
 Erano passati due giorni dalla creazione della barriera. Non avrebbe retto ancora a lungo.
Io facevo un incantesimo ampliante alla mia borsetta a tracolla per metterci dentro medicine, una tenda in caso di bisogno, dei vestiti di ricambio, dell'acqua e un po' di cibo, la mappa del malandrino e il mantello dell'invisibilità.
Draco mi guardava sorridendo e io mi girai un po' arrabbiata. Come faceva a ridere con la guerra e la morte alle porte!
"Rido perché mi piaci quando ti innervosisci Granger."
"Quando non mi arrabbio non ti piaccio?" Dissi con finto tono deluso.
"Mi piaci anche in altri casi..." Ribattè sorridendo compiaciuto. "Sei un maiale!" Gli dissi a due millimetri di distanza.
Mi cinse i fianchi e ci appiattimmo contro il muro della mia stanza, che di lì a poco sarebbe stata polvere. Dischiusi le mie labbra e lasciai campo libero alle nostre lingue che erano felici nel rincontrarsi di nuovo. Baciava da dio... cavolo se baciava da dio!
Ci staccammo, impugnammo le bacchette e ci guardammo intensamente, come per scoprire cosa si celasse dietro l'altro.

 Cercavo di capirlo in quel momento e ancora mi chiedevo come ci ero riuscita per tutto l'anno scolastico. Due persone così difficili che scoprono di essere accomunate da un marchio diverso ma uguale.
Eravamo intenti a far esplodere le nostre iridi a forza di sbranarci con gli occhi a vicenda, quando sentimmo un fortissimo scricchiolio. La barriera si stava rompendo dopo tutta la notte che lui e i suoi seguaci l'avevano bombardata di incantesimi e pietre.
L'esercito di guerrieri in pietra della McGranitt entrò in azione e mise al tappeto cento seguaci oscuri.
Ne restavano ancora mille circa. Loro erano di più, ma non contavano i numeri, contava la potenza di ogni bacchetta e da quanto animo ci mettesse una persona nello scagliare un incantesimo. Contava il sentimento che ognuno mettesse nel compiere le proprie azioni.
Uscimmo tutti allo scoperto.
Quelli che scappavano vennero uccisi per primi e noi due ci ritrovammo una quindicina di mangiamorte addosso.
Eravamo schiena contro schiena con le mani allacciate e le schiene che si toccavano.
Eravamo bravi in incantesimi e, mentre quelli dal terzo anno in su distraevano i cattivi, quelli del primo e del secondo anno vennero mandati tutti in una stanza con un professore.

 Li mettemmo tutti al tappeto. Eravamo un'ottima squadra, ci sorridemmo e mentre correvamo continuammo a schiantare persone.
Da un sottoscala vedemmo Harry "parlare" con Voldemort mentre le loro bacchette si allacciarono nel loro famoso contatto rosso- verde che nessuno aveva mai visto, eccetto i presenti nel cimitero al quarto anno.
Uscimmo allo scoperto quando, indietreggiando, non ci accorgemmo di Nagini.
Cademmo e ci stringemmo perché sarebbe stata la nostra fine. Eravamo stretti più che mai, con gli occhi chiusi e ci sussurrammo un impercettibile "ti amo"; il serpente ormai mostrava le sue lunghe zanne e aveva la bocca spalancata come un forno quando percepii il cappello magico sotto di me e lo tirai fuori. Da esso uscì la spada di Godrick Grifondoro e spuntò il fantasma di Neville che tagliò la testa al serpente.
Draco aprì gli occhi perché non aveva sentito il veleno scorrere nelle sue vene, vide il mio sorriso e mi baciò. Ringraziammo Neville e lui disse che eravamo ancora troppo giovani per morire e che avremmo avuto una vita futura insieme; tanto bella quanto duratura. A quel

 pensiero mi sollevai ma venni destata dal "mio" Paradiso quando il contatto tra le bacchette di Harry e Voldemort si interruppe.
Sia Harry che il Signore Oscuro urlavano e si contorcevano dal dolore perché Neville aveva ucciso l'ultimo Horcrux: il serpente. Ora uno dei due doveva morire e in quel momento Voldemort sparì, alzando con sé una nube di polvere nera che assunse le sembianze di un piccolo vortice scuro.
"Harry Ppotterr ahhh, vieni stanotte nella foresta proibita per morire davanti a me e smettila di sacrificare le vite dei tuoi amici per scampare alla morte qualche ora prima del previsto.
Ti aspettiamo calorosamente, non fare il Vvigliaccoo."
Era Voldemort a parlare. Quattro ragazze si erano messe ad urlare dal nulla perché era entrato nella loro mente. Mi dava così fastidio quella voce che mi tappai le orecchie, contorcendomi dal dolore che la sua voce provocava. Quel tono stridulo che io e pochi altri percepivamo, ci faceva stare male e Draco mi tenne per le spalle per non farmi cadere.
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Trovammo Piton in fin di vita e raccolsi la sua lacrima in una fialetta che avrei dovuto dare ad Harry. Doveva andare nell'ufficio di Silente e aprire il pensatoio, il ricordo di Piton gli sarebbe stato utile.

Questo fu ciò che mi disse il professore. Era stato morso da Nagini poco prima che noi lo uccidessimo e morì da colui che è morto per amore.
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Eravamo tutti in cortile pronti ad aspettare Harry e, quando vedemmo Hagrid portarlo in braccio, scoppiarono pianti e urla, tra cui quelle di Ginny, la sua ragazza.
"Harry Ppotter è morto!"
Tra la folla dei seguaci si destarono risate e ghigni malefici.

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Capitolo 24
*** La scelta giusta ***


Tra la folla si destarono risate e ghigni.
"Ora, chi di voi si vuole unire a me? Così non morirete come i vostri amici."
Neville avanzò e risero tutti. "Beh mi aspettavo qualcosa di meglio che uno zoppo fantasma, ma mi accontenterò."
"Non voglio unirmi a voi. Voglio solo dirvi che Harry Potter è morto da guerriero. Quante persone muoiono in un giorno? Lui è uno dei
 tanti, lui è il bambino che è sopravvissuto ma è uno dei tanti morti qui ad Hogwarts. Resterà sempre nei nostri cuori il grande Harry perché è morto da combattente."
"Grazie caro Neville per averci deliziato con queste magiche parole... Chi si vuole unire a noi?"
La voce di Narcissa echeggiò nel vuoto "Draco, avanti Draco."
Si girò a guardarmi e guardò anche qualche membro dell'Ordine e poi si incamminò verso la sua amata madre.
"Bravo caro, vieni con noi." Il Signore Oscuro lo abbracciò, disegnandogli sulla schiena una sorta di croce col pollice, quasi a volerlo "benedire" e andò verso sua madre, che gli mise una mano sulla spalla per incoraggiarlo.
"Non sono morto." Harry si alzò dalle braccia di Hagrid e Voldemort urlò mentre gli scagliava incantesimi verdi che si infrangevano sulle ultime colonne rimaste in piedi.
Ricominciammo tutti a combattere e notai la famiglia Malfoy scappare con Draco mentre si smaterializzarono al Malfoy Manor. Lui ci avrebbe raggiunto dopo all'Ordine della Fenice per passare dalla nostra parte.

 Continuammo a combattere fino a che Harry e Voldemort si lanciarono nel vuoto azzuffandosi. Atterrarono e recuperarono le bacchette a carponi.
Io e Luna li guardavamo abbracciate sperando che Harry potesse avere la meglio.
Si allacciarono di nuovo nel loro contatto rosso-verde e stava vincendo Harry. Quando si staccarono Voldemort cadde a terra stremato e Harry, che gli stava schiacciando la faccia con entrambe le mani, lo disintegrò.
Voldemort ormai era solo una nuvola di polvere che non avrebbe mai più causato danni al mondo magico.
Eravamo al sicuro e dopo esserci abbracciati corremmo da Harry che aveva in mano la bacchetta di Sambuco appartenuta a Silente per qualche tempo.
"Ora cosa te ne farai di quella Harry?" Chiese Luna indicando la bacchetta.
"Per non causare problemi credo che la romperò." Fece una pausa, la spezzò in due, la gettò nel vuoto e ci guardò. Poi riprese "Non ci serve il potere, ci servono amicizia e amore e direi che tutti lo abbiamo trovato."

 Luna e Seamus si abbracciarono e anche Ginny ed Harry; con ancora le lacrime agli occhi ci smaterializzammo alla casa di Sirius, che era la tana per l'Ordine della Fenice.
Trovammo Molly e Arthur piangere per Fred. Il suo corpo pallido era steso sul divano con le mani in grembo e il sangue seccato sulla testa.
Ci sedemmo sul tappeto e restammo così per una buona mezz'ora a pregare per lui e anche per George, che era distrutto per la perdita del gemello.
Eravamo a tavola quando comparvero Malfoy con sua madre a braccetto e tutti ci zittimmo.
Andarono entrambi a baciare le mani di Fred e fecero le condoglianze ai Weasley.
Questa guerra aveva distrutto un sacco di famiglie, addirittura anche qualche famiglia intera, come quella dei Parkinson, la figlia morta ad Hogwarts e i genitori uccisi dal ministero per aver giurato fedeltà al Signore Oscuro ormai neutralizzato.
Draco e Narcissa erano al sicuro perché erano stati costretti da quel verme di Lucius a giurare fedeltà e quindi non erano stati ritenuti colpevoli, fortunatamente.

 Ci sedemmo a tavola e, nonostante qualche pianto di George e della signora Weasley, il pasto trascorse veloce e abbastanza allegro.
Erano morti anche Malocchio, quando ci eravamo camuffati da Harry, Remus e Tonks, che avevano affidato loro figlio a Ginny ed Harry che se ne sarebbero presi cura con amore, e poi ci aveva lasciato il professor Piton, morto per amore e Fred, morto da innocente.
Troppi innocenti ci avevano lasciato. Troppe ingiustizie erano state compiute.
A fine pasto Seamus si alzò da tavola insieme ad Harry e Draco e si inginocchiarono davanti a Luna, Ginny e me.
"Luna Lovegood" "Ginevra Weasley" "Hermione Granger"
Avevamo tutte le lacrime agli occhi
"Vorresti essere mia moglie?"
"Vorresti diventare mia moglie?"
"Sarei onorato se diventassi mia moglie."

I genitori ci guardarono felici e sorridenti e comparve il fantasma di Ron che con un sorriso disse "Sempre il solito, Malfoy."
Ridemmo tutti di gusto e tutte e tre rispondemmo "SÌ!"
Salutammo gli altri e dissi a Ginny e Luna che sarei presto andata a trovarle.
Draco ed io ci smaterializzano a Malfoy Manor, pronti per sposarci due mesi dopo insieme a Ginny e Luna con i rispettivi mariti.
FINE DELLA FAVOLA

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