Vivere davvero

di SuperCorpKL
(/viewuser.php?uid=1098121)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Reazioni. ***
Capitolo 3: *** Buon compleanno. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


PROLOGO.
La vita riserva ad ognuno di noi un bagaglio, a volte noi lo colmiamo di cose belle, d'amori e abbracci, a volte invece siamo talmente sordi e ciechi che ci lasciamo trascinare dalle avversità del momento riuscendo a stravolgere tutto.

Quello che hai non è mai abbastanza.
Anche quando pensi di aver tutto.
Quindi succede che, giorno dopo giorno, le più grandi cose smettono di essere grandi, che la bellezza non ti meraviglia più e lo straordinario diventa ordinario. Smetti di guardare veramente, stai lì solo a vedere.
Ecco quindi che avere tutto, è proprio come non avere mai avuto niente, perchè ogni cosa diventa insignificante. Minuta. Inesistente. 
L'oceano diventa una goccia, ogni stella diventa una scintilla, il frastuono è solo un lontano rumore.
Quando hai tutto, niente è abbastanza da renderti felice. Cercherai sempre qualcosa in più.

Esco dalla lussuosa villa, sistemo il mio vestito e salgo in macchina richiudendo lo sportello piano.
"Parti pure, Will." 
"Non aspettiamo mister Olsen, signorina?" 
"Non stasera. Mister Olsen ha già con chi tornare a casa." guardai fuori dal finestrino, James intento a ridere insieme ad una donna che ci era stata presentata in occasione della serata di beneficenza.
"Ricordati di cancellare il suo numero dalla mia rubrica."
"D'accordo, signorina."
L'autista mette in moto, partendo e dirigendosi verso casa, sospiro cercando di rilassare i miei muscoli.
La città scorre sotto il mio sguardo attento, il silenzio regna in quella macchina nonostante la presenza di altre due persone. Ho passato la mia vita ad evitare di diventare come lei e proprio come lei mi sto trasformando, una ricca manipolatrice senza un briciolo di sentimenti. I miei progetti erano ben altri. Scuoto la testa cercando di non pensare alla donna che mi ha rovinato la vita.
"Siamo arrivati, signorina." mi informa  la mia assistente.
"Grazie, Jess." 
Senza neanche guardarla e non facendo attenzione alle parole della donna scendo dall'auto.
"Buonanotte." dico chiudendo lo sportello.

La mattina dopo, entro nel mio ufficio e la mia assistente mi si affianca immediatamente.
"Signorina Luthor, sono arrivati dei fiori per lei."
"Mister Olsen?" chiedo.
"Sì, le rose le ha mandate lui mentre quelli li ha mandati la signora Luthor."
"Mia madre?"  chiedo stupita.
"Si, credo che lo abbia fatto perchè la L-Corp si riconferma la più potente azienda di National City."
"Bene, rimandaglieli indietro...anzi rimanda indietro anche questi." indico i fiori di mia madre e quelli di James con espressione disgustata in volto.
"Va bene." dice prendendoli senza aggiungere altro.
"Grazie, Jess."
Con un cenno si congeda e io mi lascio cadere sulla sedia. La nuova assistente è davvero eccellente nel suo lavoro, quella precedente si era licenziata qualche settimana prima per non si sa quale motivo. Non l'ho assunta io, mi è stato presentato il suo curriculum che prontamente ho accantonato nel mio cassetto. Ho lasciato il compito di assumere alla mia migliore amica, Sam, che ha assunto lei perchè più vicina alla nostra età ma in quelle settimane non ho neanche imparato il suo nome perchè l'ho sempre chiamata con il nome della mia vecchia assistente.

"Com'è andata ieri con James?" 
"Male...l'ho lasciato in buona compagnia." 
"L'hai piantato alla festa? Ora i giornalisti faranno articoloni." scuote la testa contrariata.
"Sai quanto me ne importa, Sam? I giornalisti hanno sempre cose da dire su di me!" 
"E di James?"
"Non mi importa neanche di lui, questa sera ho un appuntamento con Maxwell Lord." dico portandomi il calice di vino alle labbra e bevendo un piccolo sorso.
"Lord? Lena, ti prego...quell'uomo è spregevole."
"Ma completamente affascinato da me quindi avrò quello che voglio."
"Porterai la tua assistente con te?"
"Certo, aspetterà in macchina come sempre."
"Perchè trascini quella poveretta ovunque quando non ti serve?"
"Viene pagata per le ore extra."
"Ti ricordo che Jess si è licenziata per questo motivo, aspettare in macchina mentre tu beh...lo sai, non è il massimo."
"La verità è che anche lei voleva beh...tu lo sai." alzo un sopracciglio e lei scuote la testa.
"Non vorrei doverti cercare un'altra assistente."
"Questa Jess non mi sembra che si lamenti come la precedente."
"Lena, almeno il suo nome lo potresti imparare."
"Non ho tempo di imparare tutti i nomi di quelli che lavorano per me."
Lei scuote nuovamente la testa in segno di disappunto. Sam ha davvero tanta pazienza con me e su questo ne sono pienamente consapevole, la nostra amicizia si è consolidata nel corso degli anni, inizialmente non andavamo molto d'accordo e spesso ci siamo trovate a litigare, lei non condivide il mio stile di vita e continua a farmelo notare ma nonostante tutto siamo diventate amiche e spesso mi ritrovo a casa sua a giocare con la sua bambina, l'unico momento di spensieratezza che mi concedo.
"Lei è la tua assistente, il suo dovresti saperlo."
"Lei non se li fa tutti questi problemi, risponde lo stesso ogni volta che la chiamo."
"Solo per non apparire scortese e perchè lavora con una delle donne più potenti della città."
Un leggero colpo di nocche mi fa distrarre.
"Avanti."
"Scusatemi, non volevo interrompervi." dice sistemando i suoi occhiali. "Ma volevo informarla che la macchina è pronta."
"Grazie mille, sempre molto efficente Jess." guardo ironica Sam che puntualmente mi guarda male.
"Devo comunicare qualcosa al suo autista, signorina Luthor?" dice accennando un sorriso.
"Sì, non deve portarmi a casa. Ho un appuntamento con mister Lord."
"Comunico subito."
Annuisco e la guardo uscire dalla porta del mio ufficio.
"Però...ben messa." sogghigno.
"Lena!" mi richiama e io scoppio a ridere.
"Adoro farti arrabbiare." dico alzandomi in piedi e prendendo la mia giacca. 
"Io ti odio." 
"Ma no, non è vero." le schiocco un bacio veloce sulla guancia. "Questa sera puoi andare via prima, non preoccuparti."
"Ci sono dei bilanci che mi aspettano."
"Ti aspettano anche domani mattina, passa del tempo con Ruby."
Annuisce e le auguro una buona serata, esco dal mio ufficio.

Guardo la grande villa di fronte a me e sorrido.
"I ricchi, tutti presuntuosi." dico.
"Come?" chiede lei.
"Sono certa che lo stai pensando." dico voltandomi a guardarla, lei mi guarda stupita quasi sgranando i suoi occhi azzurri, di solito non parlo mai con lei e capisco la sua reazione, si ricompone in fretta drizzandosi sul sedile.
"No...non penso questo." 
"Puoi essere sincera, non mi offendo." la informo. "Ne ho sentite tante sul mio conto, non mi scalfisce più nulla."
"Vuole sapere cosa penso?" 
"Si." chiedo stranamente interessata.
"Penso che sta sprecando tempo con Maxwell Lord, lui è un egocentrico ed egoista. Non investirà neanche un centesimo per la sua causa e di lei non penso che sia una presuntuosa solo che non capisco la mia presenza qui, non che mi stia lamentando per le ore di lavoro però è la sua serata e non credo che lei abbia bisogno di me, la sua assistente."
Innarco un sopracciglio sorpresa e sorrido.
"Pensi che sto perdendo del tempo?"
Annuisce.
"Vediamo se hai ragione, se torno in macchina entro mezz'ora hai ragione tu,ti lascio tutto il prossimo weekend libero se ho ragione io e torno con un assegno tra le mani dovrai stare con me anche per il fine settimana." sorrido con aria di sfida che lei coglie immediatamente.
"Ci sto." dice.
"Perfetto, a dopo." dico lanciandole un'ultima occhiata e scendendo dall'auto.
A noi due Maxwell Lord.


Buonasera, ho pensato di iniziare anche un'altra fan fiction perchè mi sento molto ispirata e una notte ho sognato questa, i personaggi saranno un pochino snaturati, più provocanti e spero che questo vi piaccia. Mi auguro che mi seguiate in entrambe le fict, oggi pubblico questo capitolo e lunedì pubblicherò la storia del nostro presidente. 
Buona lettura e a lunedì! Fatemi sapere cosa ne pensate.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Reazioni. ***


Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce.
(Lev Tolstoj)
 
Dentro di noi vivono luci e ombre. Fanno parte di ciò che siamo, di ciò che non vogliamo essere e di quello che potremmo essere. Rappresentano la lotta tra quello che riconosciamo, che evitiamo, che ammettiamo e che ignoriamo o non vogliamo vedere. E in questo piccolo, ma impegnativo, equilibrio cerchiamo di trascorrere le nostre giornate senza che nessuna delle parti domini la nostra vita.
 
I fatti ci dicono spesso che è difficile raggiungere l’equilibrio tra ciò che sappiamo e ciò che non ammettiamo. Negli ultimi anni il mio equilibrio ha smesso di funzionare e ho iniziato a vivere per la maggior parte del mio tempo nell'ombra, è il destino di tutti i Luthor come ha sottolineato più volte mio fratello. 
 
Mi avvicino al suo orecchio e stringo il lobo tra le mie labbra poi scendo sul suo collo.
 
"Miss Luthor non la facevo così intraprendente." dice ansimando
 
"Davvero?" alzo un sopracciglio e mi stacco per guardarlo negli occhi.
 
"No." dice ridacchiando.
 
"Conoscendoti ti sarai informato su tutto."
 
"Sei qui per chiedermi di diventare un tuo socio, giusto?"
 
Mi allontano da lui e sorrido.
"Giusto."
 
"Perchè? Hai abbastanza soldi per le tue ricerche."
 
"Io punto in alto e ho bisogno di un supporto."
 
"I Luthor che chiedono aiuto, mi stupisce."
 
Scuoto la testa.
 
"Io la chiamo collaborazione, non è aiuto."
 
"Tu non hai bisogno dei miei soldi, tu hai bisogno di me perchè ho dei contatti e hai bisogno dell'approvazione di uno di loro per rendere legali i tuoi esperimenti."
 
"Non sono esperimenti fondati sul nulla, sono ricerche per la cura del cancro e per le malattie cardiache!" ribatto nervosa.
 
"Non sono realizzabili!"
 
"Perchè?" incrocio le braccia e lo guardo male. "Perchè tu hai fallito e pensi che possa farlo pure io?"
 
"Non è questo, io non rischio la mia credibilità per stare dietro a qualcosa di impossibile."
 
"Che codardo!" mi avvicino a lui e lo guardo schifata. "Potremmo salvare migliaia di vite."
 
"Potremmo uccidere migliaia di persone, nessuno sano di mente lo farebbe."
 
"Lo immaginavo! Che idiota." scuoto la testa e prendo la mia giacca. "Farò da sola, ci riuscirò."
 
"Come desideri, Lena." 
Lo guardo male un'ultima volta ed esco da quella casa, non mi lascio intimorire da un no, porterò avanti da sola la mia ricerca dopottutto sono una Luthor e nessuno mi farà mai rinunciare a ciò in cui credo.
Cammino con passo svelto verso la macchina e quando entro dentro sbuffo vistosamente senza guardare la mia assistente, aveva ragione e infondo lo sapevo anche io che non avrei ottenuto niente da quel razza di mezzo uomo. 
Guardo fuori nervosa e non proferisco parola, sento del movimento al mio fianco e mi volto un momento, la bionda sta parlando a bassa voce nell'orecchio del mio autista che annuisce e mette in moto. Il mio sguardo si posa su di lei e alzo un sopracciglio.
 
"Non ho detto di partire." dico neutra.
 
"Lo so però è inutile restare qui, non crede?" mi domanda mostrando un lieve sorriso.
 
"E se io non volessi andare a casa?"
 
"Chi le ha detto che stiamo andando a casa sua?" 
 
"E dove?" chiedo.
 
"Vedrà." dice distogliendo lo sguardo e puntandolo sulla sua agendina dove immagino ci siano tutti i miei impegni.
La guardo ancora per qualche minuto, è davvero una bella ragazza ma questa volta ho premesso a Sam di non fare stupidaggini quindi scuoto la testa e mi volto verso fuori concentrandomi sui palazzi che scorrono davanti i miei occhi.
 
 
"Che ci facciamo qui?" chiedo guardando l'enorme edificio che si presenta davanti a me.
 
"Ho pensato che potrebbe essere il posto ideale per rilassarsi."
 
"Il mio laboratorio?" 
 
"Si, mi sono informata su di lei con la vecchia assistente."
Sono sorpresa e piacevolmente colpita, non mi aspettavo di certo che una ragazza di cui non so neanche il nome e che spesso tratto male mi portasse qui.
 
"E che ti ha detto di preciso? Oltre le cattiverie, ovviamente."
Mi guarda con i suoi occhioni azzurri e scuote la testa sistemandosi gli occhiali.
 
"Nessuna cattiveria cioè...mi ha detto che lei è una persona molto esigente e a volte..."
 
"Dimmi pure, ne ho sentite tante." cerco di sembrare rilassata ma infondo non lo sono, ho sempre odiato il giudizio delle persone ma non me ne sono mai curata veramente e come dice Sam certi commenti me li merito proprio.
 
"Arrogante però tengo a precisare che io...io non penso questo." dice visibilmente in imbarazzo, la ragazza sicura di prima sembra quasi scomparsa davanti al mio sguardo fisso sui suoi occhi.
 
"Va bene." sorrido ironica. "Quindi cosa ti ha detto?"
 
"Quando lei è nervosa preferisce passare il tempo nel suo laboratorio piuttosto che a casa quindi ho pensato che potesse farla stare meglio, so anche che non ama compagnia e infatti ho chiesto di riaccompagnarmi a casa dopo aver lasciato lei qui visto che casa mia è nelle vicinanze."
 
"Capisco."
Annuisco e lei mi guarda cercando di leggere nei miei occhi la mia reazione ma non riuscirà mai a leggere lo stupore che provo perchè so che i miei occhi ormai da tempo non si lasciano più leggere, da nessuno.
 
"Bene...spero di non aver sbagliato, se vuole tornare a casa può..."
 
"No, non ha sbagliato. Hai fatto bene."
Apro la portiera e scendo dall'auto e mi volto verso la bionda.
 
"Se non hai nessun impegno puoi scendere, questa sera non ho voglia di restare da sola."
 
Mi guarda per un momento e sembra riffletterci poi annuisce e scende dalla macchina, io sorrido e le faccio strada.
 
Entriamo e accendo le luci del laboratorio, la bionda al mio fianco spalanca la bocca stupita.
 
"Che c'è?" chiedo divertita.
 
"Enorme." commenta.
 
"Neanche una briciola di quello a Metropolis."
 
"Posso dare un'occhiata in giro?" 
Annuisco e mi avvicino alla mia postazione sedendomi sullo sgabello mentre la mia assistente gironzola facendo attenzione a non toccare nulla, la vedo boccheggiare di fronte ad alcuni elementi e a me vien da ridere, è una scena comica e allo stesso tempo tenera perchè sembra quasi una bambina.
 
"Ti piace?" 
 
"Tantissimo." dice quasi esultando.
 
"Adesso ti faccio vedere una cosa." dico prendendo due beute e posizionandole davanti a me. "Questa è una reazione di base, è da tantissimo che non la faccio però è sempre bella da vedere."
Lei annuisce e mi si avvicina, preparo le due soluzioni necessarie.
"Metti quelle due pasticche dentro la beuta grande e spegni la luce." 
Lei annuisce e fa come le ho detto mentre io posiziono l'imbuto.
"Io verso la soluzione A e tu quella B, mi raccomando dobbiamo essere coordinate."
 
"E se non lo siamo?" chiede quasi spaventata e io rido.
 
"Non esplode nulla, tranquilla."
 
Tira un sospiro di sollievo e io le faccio cenno di inziare, versiamo le soluzioni che appena arrivano sul fondo iniziano a illuminarsi di azzurro.
 
"Che meraviglia." dice guardandomi.
 
"Reazione chemiluminescente." le dico sorridendo. 
 
"Ha un colore stupendo."
 
"Proprio come i tuoi occhi." mi lascio scappare, non sto tentando di sedurla come faccio con tutte o tutti, sono sincera per questo mi blocco un momento e guardo davanti a me poi mi volto verso di lei e sorrido.
 
"Comunque voglio scusarmi." 
 
"Per cosa mi chiede lei."
 
"Jess non è il tuo nome..." 
 
"No, io mi chiamo Kara...Kara Danvers."
 
"Kara." sorrido. "Che bel nome!"
 
"Grazie." dice imbarazzata.
 
"Vieni, Kara." dico alzandomi e accendendo le luci. "Ho altre cose da farti vedere."
 
Lei annuisce e io le sorrido, c'è tanto da farle vedere in questo laboratorio.
 
 
 
 
 
 
 
 
Buongiorno, eccomi qui con il secondo capitolo...che ne pensate? Sembrano affiatate in questo momento...peccato che Lena ha perso la scommessa e non vedremo il loro fine settimana, nessuno delle due prende argomento ahi ahi Lena odia perdere e questo lo sappiamo già, no?  
Buona lettura e a presto.
Vi allego le nostre due bellezze.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Buon compleanno. ***


Tornare a casa quando non c'è nessuno ad aspettarti non è mai bello e spesso preferisco restare nel mio ufficio, mi sono sempre convinta di preferire la solitudine e riesco a conviverci bene per la maggior parte del tempo ma a volte mi ritrovo a pensarci poi mi dico che infondo non si può avere tutto. Ho scelto la carriera, il successo e i soldi piuttosto che un uomo o una donna, una relazione, l'amore...l'amore rende deboli e non posso permettermi di essere debole, i Luthor non sono deboli e non si perdono dietro ai sentimentalismi, non posso perdere tempo.
Tra meno di un'ora sarà il mio compleanno e sarà un giorno come tanti altri, riceverò gli auguri da Sam e Ruby e verrò di certo invitata a casa loro ma rifiuterò come sempre perchè non voglio nessun festeggiamento e sono certa che se mi presentassi a casa loro ci sarebbero eccome, proibisco categoricamente a Sam di comprarmi qualsiasi regalo, l'unico regalo che riceverò sarà da parte di mia madre ma come ogni anno glielo farò rispedire. Non voglio niente da quella donna, mi ha sempre fatto del male e mi ha resa frigida quanto lei. Mi ha sempre negato l'amore che ogni figlia si merita, mi ha tradita e fatta sentire una nullità quindi non saranno i suoi regali costosi a farmi cambiare.
Mi verso del vino e mi accomodo sul divano, sospiro e butto giù velocemente il contenuto e ne verso ancora, finirò la bottiglia e sicuramente mi addormenterò qui per poi svegliarmi intorno alle cinque del mattino, la mia vita è tutto un programma e mi sta bene così. Due colpi di nocche mi distraggono dal mio vino, di solito a quest'ora non dovrebbe esserci più nessuno e ho chiesto anche alla mia assistente di andar via ma quando alzo lo sguardo la vedo aspettare sulla soglia della porta.

"Mi sembra di averti detto di andare a casa." dico bevendo il secondo calice di vino.

"Si, è vero, solo che dovevo finire di sistemare i suoi appuntamenti di domani." 

"Va bene, grazie. Adesso puoi andare."

"Lei non va a casa?" 

"No, preferisco restare qui." dico versandomi ancora del vino.

"Ha intenzione di ubriacarsi?" chiede innarcando un sopracciglio.

"Forse..." sorrido.

"Allora resto qui, con lei." dice entrando nel mio ufficio e si accomoda nella poltroncina.

"Ho detto che puoi andare a casa, ti costringo a fare tardi quasi ogni sera tra feste, impegni e altro." dico agitando le mani, sento il calore inondarmi il petto e credo proprio si tratti del vino ma poco importa perchè bevo anche il terzo calice finendo la bottiglia.

"Non la lascio qui, in queste condizioni." mi dice sicura.

"Non è la prima volta, ho tutto sotto controllo."

"Non credo..." la sento bofocchiare però non ribatto e scuoto la testa.

"Come vuoi tu."

Annuisce, fissa il suo sguardo su di me e appoggiandosi incrocia le braccia. Non andrà via, lo si legge dal suo sguardo.

"Vuoi del vino?" chiedo alzandomi per prendere una seconda bottiglia.

"No, grazie." 

"Bene, più vino per me." ridacchio.
Mi guarda perplessa.

"Che c'è?" chiedo.

"Nulla..."

"Meglio, non voglio problemi anche con te e voglio evitare i commenti da moralisti quindi se ne hai qualcuno quella è la porta." 
Afferro la bottiglia e torno a sedermi.

"Io non sono una moralista e non sono qui per fare commenti, mi assicuro solo che lei stia bene."

"Che assistente premurosa, ieri al laboratorio e oggi resti con me nel mio momento alcolico. Ti darò un aumento, si...credo proprio che avrai un aumento."
L'alcool che mi passa in gola pizzica sempre di più e credo proprio che mi stia facendo effetto.

"Non voglio un aumento." 

"Oh e allora perchè non mi lasci da sola?"

"Perchè sono un essere umano e non amo vedere le persone che conosco stare male." mi dice ovvia.

"Non mi conosci mica." rido. "Sono il tuo capo non una tua amica."

"Conosco le sue abitudini, so che ama il caffè nero, so che odia il salmone ma adora l'aragosta. So che non sopporta il disordine e fa pulire il suo appartamento quasi ogni giorno nonostante lei non ci sta mai, guarda solo notiziari e infatti ha fatto cancellare il resto dei canali dalla sua tv e conosco molte altre cose ma non continuo. Non la conosco sul personale ma quello che so mi basta e mi da la ragione di restare qui."
Resto senza parole a fissarla per qualche minuto e continuo a farlo quando si alza, prende un bicchiere e si siede vicino a me, mi sfila la bottiglia dalle mani e se lo versa.

"Perchè mi guarda così? Ho cambiato idea e ho accettato il bicchiere di vino." mi sorride alzando le spalle. "Ho sbagliato?"

Scuoto la testa.

"No, fai pure."
Nella stanza cade il silenzio ed io mi limito ad osservarla mentre beve, è una bellissima ragazza e la luce che entra nel mio ufficio sembra concentrarsi quasi tutta su di lei e la rende ancora più bella. I suoi occhi sembrano brillare come l'acqua limpida colpita dalla luna e io mi ritrovo a scuotere la testa, poso il calice di vino sul tavolino, il vino è salito fino alla testa e mi fa pensare stupidaggini. Le metafore sono da sentimentalisti e io non lo sono.

"A cosa sta lavorando?" dice indicando i miei progetti sparsi sul tavolino.

"A tutto e nulla." Sospiro. "Mi sembra di vagare a vuoto."

"Se vuole il mio aiuto..."

Scoppio a ridere.

"Non capisci molto di chimica." dico continuando a ridere mentre il suo viso si incupisce e resta silenziosa, mi rendo conto che forse l'ho offesa. "Aspetta...scusami, non volevo essere così...diretta. Sono delle ricerche molto difficili e non credo tu possa aiutarmi su questo però mi aiuti molto con il tuo lavoro, da quando ci sei tu posso lavorare di più a questi progetti e ti ringrazio per questo."

Le vedo fare un mezzo sorriso e annuisce.

"La perdono." 

"Oh grazie." sorrido. "Si accentuano di più i miei difetti da ubriaca."

"Ho notato!" dice facendo una smorfia ed io rido di nuovo, lei innarca un sopracciglio.

"Sei tenera." mi avvicino a lei.

"Ehm...grazie?" dice sgranando leggermente gli occhi quando le nostre gambe si sfiorano.

" E molto bella."

"Io credo che sia arrivato il momento di accompagnarla a casa..." deglutisce e io sorrido, adoro creare queste reazioni.

"Perchè?" chiedo guardandola negli occhi, è in imbarazzo e lo si legge perfettamente negli occhi.

"Lei è ubriaca e non si fa mai nulla di buono quando si è ubriachi."

"Non è vero." mi avvicino e lei si sposta fin quando non si ritrova incatenata perchè il divano è finito, sorrido ancora una volta e mi avvicino al suo viso, le sue pupille si dilatano immediatamente e anche il suo respiro cambia anche se impercettibilmente.

"Signorina Luthor..."

"Mi chiamo Lena." 
Mi sposto in avanti e mi ritrovo a due centimetri dalle sue labbra, lei bloccata, quando sto per rompere la distanza che ci separa balza in avanti scattando in piedi, mi volto a guardarla sorpresa.

"Non sono una sua preda, signorina Luthor e poi lei non vuole questo."

"Chi te lo dice?" dico alzandomi e andandole incontro.

"Non lo vuole, ha bevuto troppo e io domani farò finta di nulla." mette le mani avanti e gesticola nervosamente. "Forse è meglio che io vada a casa."

Un senso di vuoto mi invade il petto, forse per il vino forse per la solitudine che mi ritrovo a provare ad ogni mio compleanno, scuoto la testa.

"Puoi restare? Tra qualche minuto sarà il mio compleanno." è decisamente il vino che mi fa parlare.

"Davvero?" chiede.

"Non lo sapevi? Di solito sai tutto." sorrido voltandomi a guardare l'orologio del mio ufficio.

"Diciamo che mi hanno detto che ama il suo compleanno come un Grinch ama il Natale."

"Grinch?" 

"Gli esseri verdi e brutti che odiano il Natale...oh giusto lei non guarda i film."

"Mi stai paragonando ad un essere verde e brutto?" chiedo fingendomi offesa, ovviamente sono divertita.

"No...no!" Dice sistemandosi gli occhiali. "Ho capito cosa vuole fare, vuole che le dica che lei è una donna bellissima."
Ridacchio.

"Non lo sono?" 

"Lo è e lei lo sa già. Ci sono bellezze soggettive e bellezze oggettive e innagabili, lei è una bellezza innagabile."
Questa ragazza riesce a lasciarmi senza parole, non si perde nelle frivolezze, riesce a dare un significato a quello dice.
Mentre mi perdo dietro i miei pensieri sente le sue labbra poggiarsi sulla mia guancia e piccolo brivido percorre la mia schiena.

"Buon Compleanno, Lena."
 La fisso per qualche minuto poi sorrido.

"Grazie, Kara."
 


Eccomi qui, buongiorno a tutti. Come va? La storia vi piace? Che mi dite delle ragazze? C'è tensione tra le due però qui Kara non si fa travolgere, questa situazione durerà? Non lo so ahahah 
Vi ringrazio sempre per tutto.
Buona lettura e a presto.

Ps: Avete visto la 4x16? Ma che puntata stupenda.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3828474