Caccia all'uomo ( revisited)

di QueensOfFandom94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caccia aperta ***
Capitolo 2: *** Arrivo a Londra ***
Capitolo 3: *** Indagini senza sosta ***
Capitolo 4: *** Un passo avanti ***



Capitolo 1
*** Caccia aperta ***


Salve. Per chi si fosse perso qualche passaggio, sono Meramadia94 e tempo fa ho perduto le credenziali del mio account e quindi ho dovuto aprirne un altro, dove pubblicherò le nuove e i continui di quelle in sospeso.... e anche le revisitazioni.
La mia prima fanfic su Supernatural era ispirata al film '' Io vi troverò'', ma quando mi sono buttata avevo appena conosciuto la serie, quindi non ero al corrente di molti personaggi e rileggendola mi sono resa conto che era un aborto. Quindi ho deciso di riscriverla completamente, salvando però alcune parti che sapevo essere piaciute, dalle recensioni ottenute.
 Per esigenze narrative ho cambiato un paio di dettagli... ad esempio, Dean ha 28 anni e Sam 18... spero che nessuno si senta offeso da questo, ma non riuscivo a combinare bene gli elementi senza questo cambio.
Detto questo... si va in scena.
 
Areoporto di New York.
Da una splendida Impala Chevrolet del '67 scesero due persone. Il primo era un trentenne, con un completo elegante, dal fisico alto e slanciato, capelli biondi, occhi verdi e un lieve accenno di barba.
L'altro era un diciottenne, occhi e capelli castani, abbigliato in jean, camicia azzurra e giacca di pail.
I fratelli Dean e Sam Winchester di Siox Falls.
- Hai il passaporto, il braccialetto per le emergenze e la busta dei medicinali?- fece Dean scaricando il trolley del fratello dal bagagliaio.
Sam sospirò con un sorrisetto.
- Dean. E' la terza volta che me lo chiedi da quando siamo usciti di casa: è tutto dove deve essere, all'infuori del tuo sistema nervoso. Calmati.-
- Lo so, hai ragione, scusami...- fece Dean cercando di sorridere - sto ancora metabolizzando che passerai tre settimane a Londra senza di me.-
- Ti chiederei di venire con me ma sai...- fece Sam con con un'espressione furbetta alludendo tacitamente al terrore che il fratello maggiore provava alla sola idea di dover mettere piede su un aereo.
- Non fare lo spiritoso con me ragazzino.- fece Dean prendendo un cellulare dalla tasca interna della giacca - Prendilo.-
- Ce l'ho già un telefono.- fece Sam.
- Si, ma questo è internazionale. Ecco le regole.- fece Dean - Ci sono tutti i miei contatti in chiamata rapida. Chiamami appena arrivi, quando sei in giro voglio sapere dove e con chi sei, e ogni sera prima di andare a dormire.-
- Si mamma....- fece Sam con un sorriso - altre raccomandazioni?-
- Divertiti.- fece Dean dando un abbraccio al fratellino.
- Ehy. Guarda che tre settimane passano alla svelta.- fece Sam.
- Lo so. Quindi sfruttale al massimo, e se trovi qualche inglesina carina....- fece Dean.
Sam non fece in tempo ( per sua fortuna, a ribattere) perchè il suo amico Brady gli stava facendo cenno di sbrigarsi.
Un ultimo abbraccio, e Sam si avviò verso il cartello '' Partenze''.
Dean però non andò via. Rimase lì, ad aspettare nell'impala, come faceva di solito la mattina quando lo accompagnava a scuola  o al pullman della gita, finchè non lo vide sparire all'orizzonte.
...
...
...
Era strano come certe cose riuscissero a provocare in lui un senso di vuoto. Quando si avvicinava la fine di un film che aveva aspettato per mesi, o di una serie televisiva che lo aveva preso in particolar modo... ma nulla era comparabile al vuoto che sentiva in quel momento.
Il suo migliore amico e compagno di college nonchè ormai accertato futuro Pubblico Ministero, Castiel Novak, intuendo i pensieri dell'amico lo raggiunse a casa, con una bottiglia di Whishy, la marca preferita dell'amico.
- Passeranno in fretta. Sono solo tre settimane.- rincarò Castiel.
- Lo so. Ma sembra che sia già via da un'eternità.- fece Dean - accidenti. E' diventato grande e non me ne sono nemmeno accorto. Mi pare ieri che gli reggevo il sellino della bici per non falo cadere....  adesso invece....-
- Prendila come un allenamento.- fece Castiel - dall'anno prossimo andrà al college, potreste vedervi solo durante le vacanze o qualche altra occasione fortuita... e tu potresti approfittarne.-
- In che senso?-
- Dean, posso capire che per te sia stato complicato tirarlo su da solo dopo la scomparsa dei tuoi... e che da quando... si, insomma, lo sai, gli hai dedicato tutte le tue energie.... ma la verità è che presto sarà pronto a volare da solo. Cogli l'occasione per iniziare a pensare a divertirti un po'.
Che so.... potresti iniziare ad uscire con qualcuno. Le proposte non ti mancano.-
- Mi stai facendo delle avances?- scherzò Dean.
Castiel diventò rosso come un pomodoro maturo - Ma no, era per dire. Insomma.... pensaci. Fallo anche per Sam. Non desidera altro che vederti felice. Con una vita tua, una famiglia tua...-
- Ma io sono felice.- fece Dean.
- Dean, ti prego, non sei mai stato bravo in due cose: a raccontare balle e fingere che non ti importi di qualcosa.- fece Castiel - Senti, stavo pensando di prendermi qualche giorno di ferie e di andare per un po' nella casa dei miei genitori, negli Hamptons... vieni con me.-
- Veramente avrei un caso di cui occuparmi...-
- Può aspettare.- fece Castiel - E' un'occasione che potrebbe non ricapitarti tanto presto.
Pensaci.- fece l'avvocato per poi guardare l'orologio - Scusa, ma ora devo proprio scappare. Tra quarantacinque minuti devo essere in tribunale.
...
...
...
Mentre a Londra era  giorno, a New York si  era fatta notte fonda, ma Dean ancora non riusciva a prendere sonno. Era in poltrona a sorseggiare distrattamente un drink. Con un occhio guardava la tv, con l'altro teneva d'occhio il cellulare, sperando di vedere la chiamata di Sam in arrivo.
Ad un certo punto non resistette più e chiamò l'aereoporto per farsi dire quanto mancava all'arrivo.
'' Il volo 288 è arrivato a Londra,  Areoporto di Hatreow, alle 8.00 a.m ora locale''
Il che voleva dire che Sam era arrivato già da un po', ma non lo aveva ancora chiamato.
'' Iniziamo male Sammy...''- fece Dean selezionando il numero del fratello -'' proprio male''
Ancora Dean non poteva saperlo, ma quella telefonata gli avrebbe sconvolto la vita, più di quanto non lo fosse già.
...
...
...
Nel frattempo, mentre sistemava i vestiti in una delle stanze vuote dell'intero quinto piano del palazzo in cui alloggiavano, Sam era angosciato.
Dopo un volo molto tranquillo, reso ancora più piacevole dalla presenza di una bellissima ragazza, sul metro e sessanta,  bruna, occhi castani.... una studentessa che stava tornando dall'Erasmus a New York.
Avevano fatto amicizia, e lei li aveva invitati ad una festa del campus, per quella sera.
Ma all'arrivo, Sam aveva avuto una bruttissima sorpresa.
- Ma... tuo cugino?- fece Sam notando che l'appartamento era vuoto.
- Lui? Passa l'estate a Madrid, così ne approfitta per conoscere i genitori della sua fidanzata.- fece Brady aprendo il freezer - Oh, e bravo mi primo.... il frigo è vuoto, ma le birre ci sono.- e nel dir così ne offrì una all'amico che lo guardava tra il perplesso, il confuso e l'arrabbiato - che c'è?-
- E me lo domandi pure?- fece Sam - Avevo detto a Dean che sarebbe stato qui.... quando scoprirà che gli ho mentito mi farà fuori.-
- Basterà non dirglielo.-
- Non posso mentirgli.-
- Certo che puoi.- fece Brady - mettiamola così: se tuo fratello ti scopre, discuterete della questione davanti ad un hamburger extra farcito ed una birra.
Mentre SE MIO padre mi scopre... prima mi riporta a casa, e poi mi prende a cinghiate. E poi vedila così. Ti sto facendo un favore, lancio la prima pietra per farti liberare dal controllo ossessivo di tuo fratello.''
Forse Brady aveva ragione.... insomma, da quando erano morti i  loro genitori, Dean gli aveva fatto da padre e da madre, e si, doveva dirlo certe volte era davvero rompiscatole.... tipo quando aveva seguito il pulmino del campeggio per assicurarsi che fosse al sicuro... però era anche vero che non gli aveva mai fatto mancare niente. E negato niente.
A cominciare da quel viaggio. Quell'anno avrebbe compiuto diciotto anni e Dean gli aveva detto di scegliere il regalo. All'inizio non sapeva bene cosa chiedere, poi il suo migliore amico gli aveva riferito di essere stato invitato da suo cugino a passare tre settimane di vacanza a Londra, dicendogli che poteva portare chi voleva.
E la decisione fu presto presa.
E dalla faccia che aveva fatto Dean quando gli aveva detto che avrebbe voluto farsi un viaggio con un amico, come regalo aveva già pensato di battere in ritirata.... ma Dean gli aveva implicitamente dato il permesso dicendo -'' Facciamo così: se riporti bei voti tutto l'anno, io ti accompagno all'aereoporto.''- un permesso implicito, che però urlava '' Sì'' nel momento stesso in cui le parole erano state pronunciate, perchè chiunque lo conosceva lo sapeva.... Samuel William Winchester, Sam per gli amici, non aveva mai avuto problemi di alcun tipo a scuola.
Unica regola, garantirgli che non sarebbero stati abbandonati a loro stessi e la presenza di un adulto.... e si sentiva malissimo all'idea che seppur inconsciamente lo aveva ingannato.
Quando vide '' Dean'' sul display del cellulare si sentì quasi mancare, ma ad ogni modo rispose.
- Ehy Dean...-
- Oh per fortuna hai risposto.- fece Dean ricominciando a respirare - Non ricordi gli accordi? Dovevi chiamarmi appena arrivato.-
- Si...- fece Sam passeggiando avanti e indietro per la stanza - scusa.... in aereoporto c'era un gran casino.-
- Va bene, ho capito.- fece Dean - com'è andato il viaggio?-
- Quello benissimo.... senti, Dean ti dovrei dire una cosa.... promettimi che non ti arrabbi.-
- L'importante è che tu non mi dica che hai messo incinta qualcuna sull'aereo, tutto il resto è superabile..- scherzò Dean.
- Peggio....- fece Sam che nel frattempo era arrossito - Il cugino di Brady è in Spagna. Ti giuro che non lo sapevo.-
- Come in Spagna?- fece Dean spiazzato.
- Lo so, anch'io l'ho appena scoperto.... ti giuro che non lo sapevo...-
- Va bene, calmati. Ti credo.- fece Dean chiedendosi per quale arcano motivo non avesse ancora chiamato i genitori di Brady per rivelare la bravata del figlio. Risposta scontata: non era giusto che anche Sam ci rimettesse per colpa di una bugia non sua. Decise quindi di tacere, almeno fino a quando non fossero tornati, ma poi nulla gli avrebbe impedito di raccontare la verità - Facciamo così: io per ora non dico niente ai genitori di Brady, ma poi... Sammy?-
Sam però non stava ascoltando. Dalla sua finestra aveva una visuale perfetta sul soggiorno e stava assistendo ad una scena terribile.
- C'è qualcuno...- fece Sam. Nel salotto c'erano due uomini che avevano aggredito Brady, il quale ora lottava disperatamente, urlando e scalciando per liberarsi dalla loro presa - Oddio, Dean, hanno preso Brady!-
- Come?- fece Dean iniziando a preoccuparsi - in che senso preso? Sammy, che sta succedendo?!?-
- Dean, l'hanno preso.- fece Sam con voce terrorizzata - l'hanno portato via.-
- Oddio mio... Sam, ascolta, adesso fai esattamente come ti dico ok?- fece Dean - dimmi dove sei adesso.-
- Nella mia camera.... vicino alla finestra.-
- Ti hanno visto?-
- No... ma io vedo loro, credo stiano venendo qui da me...- fece Sam.
- Ok, ascolta.... levati dalla finestra e infilati sotto il letto, nell'armadio, dove preferisci, ma nasconditi.- Sam, per tutta risposta s'infilò sotto il letto, che per fortuna aveva due piazze, quindi mascherava bene il suo metro e novantatre di altezza.
- Ci sono.-
- Perfetto...- fece Dean praparandosi a registrare la telefonata - Adesso devi dirmi se avete detto a qualcuno dove alloggiavate.-
- Sì.... una ragazza, Ruby.- fece Sam.  Dean si affrettò a segnare il nome della ragazza e prenotare un last minute per Londra. - era sull'aereo e ha diviso un taxi con noi....- tremò nel sentire le varie porte che venivano aperte - Dean.... stanno venendo a cercarmi....-
Dean non rispose. Si limitò ad ingoiare. Quasi certamente era questo il loro intento, e quasi certamente PURTROPPO ci sarebbero riusciti, visto che al momento non disponeva del dono dell'obiquità e non poteva andare in quella casa prima a prendere a ceffoni Brady  e poi rompere il culo a quelli che stavano covando l'idea di rapire il suo fratellino... e questo era peggio di una spada conficcata nel cuore, che sembrava essersi calcificata e che ad ogni tentativo di smuoverla l'unica cosa che guadagnava era altro dolore.
- Rimani con me, Sammy...Ora ascoltami... non posso impedirglielo... ma ti verrò a prendere, te lo prometto.-
- Come?- fece Sam coprendosi la mano con la bocca per tossire. Si vedeva che in quella casa non ci viveva nessuno da un po'... una volta aveva sentito dire '' Polvere siamo e polvere ritorneremo''... lui aveva la certezza di essere sopra ad un cadavere in quel momento.
- Sto registrando la telefonata. Quando...- dentro di sè pregò Dio di dargli la forza per dire quello che doveva. Non voleva che accadesse. Ma non poteva impedirlo -quando... quando sarai certo che...
Lascia il telefono ed osserva bene tutti i particolari che riesci a vedere... colore degli occhi, se sono alti, bassi, se hanno qualche tatuaggio... tutto quello che vedi.-
Sam ingoiò nervosamente. Sentiva la preoccupazione del fratello, così palese che gli sembrava di poterla tagliare con un coltello. Tuttavia si sforzò di sembrare ottimista - Non metterla giù dura fratellone. Magari nemmeno si sono accorti che ci sono anch'io.-
Sì, e il cane aveva mangiato i suoi compiti.
I due fratelli smisero di parlare.
Sentivano dei passi che si stavano avvicinando.
Erano loro.
Almeno in quattro, si ora Sam dalla posizione in cui si trovava riusciva a vedere almeno quattro paia di scarpe nere, lucide come specchietti retrovisori.
Erano entrati proprio lì dentro, ed avevano iniziato a parlare tra loro in una lingua che però i due Winchester non capivano.
Sam smise di respirare per l'agitazione.
Magari la scampava, magari non ci sarebbe stato bisogno che il fratello corresse a prenderlo.
Le sue speranze sembravano essersi avverate quando li vide uscire dalla stanza.
Sam tirò un sospiro di sollievo e riprese a respirare - Se ne vanno. Credo di averla...- non finì mai la frase. Si sentì afferrare per le gambe e trascinare fuori da sotto il letto.
I trenta secondi che seguirono furono i peggiori della loro vita.
Sam, per quello che stava per subire.
Dean, che era costretto ad essere il testimone uditivo di quella scena terribile. Non voleva che accadesse.
- Dean! - il grido disperato di Sam lo fece tremare nemmeno lo avessero messo sulla sedia elettrica  - Barba, tatuaggio mano destra, luna e stella, metro e ottanta...- poi per alcuni minuti più nulla.
Solo il silenzio.
Poi, finalmente - Pronto?- fece una voce maschile con accento inglese.
- Non so chi siete, non so cosa volete. Se cercate un riscatto, sappiate che non possiedo denaro...- fece Dean cercando di mantenere un tono deciso - in compenso... posso diventare il vostro peggiore incubo.-
-Chi sei, il fidanzatino?- rise la voce dall'altra parte.
Dean sorrise sarcasticamente - No. Sono il fratello maggiore. Ti offro una via di fuga: lascia andare mio fratello, esci da quella casa, e sparisci. Io mi dimenticherò di te. Non verrò a cercarti e non chiamerò le autorità britanniche.... posso essere più chiaro? Lascia stare mio fratello ed io non ti romperò il culo.-
-Indovino. Se non lo faccio mi vieni a cercare?-
- E qui ti sbagli di grosso, idiota. Io non cerco nessuno. Io caccio. E credimi se ti dico che non ti piacerebbe.-
- In tal caso ti auguro buona fortuna, caro il mio cacciatore.- fece la voce al telefono prima di distruggerlo.
Dean inspirò a fondo.
La caccia era aperta.
Non importava fin dove sarebbe dovuto andare.... quel figlio di puttana era un uomo morto.

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Capitolo 2
*** Arrivo a Londra ***


 
Subito dopo quella telefonata orribile, Dean prese il suo borsone che usava quando doveva fare un appostamento che durava tutta la notte.
Di nuovo aggiunse solo il passaporto.
Non sapeva con chi aveva a che fare e perchè ma una cosa la sapeva. Volava subito a Londra.
Odiava volare, non gli piaceva passare del tempo con i piedi per aria, e aveva sempre paura che l'aereo si schiantasse, ma l'idea di perdere il suo fratellino lo terrorizzava molto di più.
Poi sfrecciò a tutta velocità verso la casa dei suoi ''zii''. Così chiamava Robert Singer e la sua nuova moglie, Jody Mills.
Erano loro che si erano occupati di lui e di Sammy, quando erano bambini.
Erano passati molti anni infatti, da quel maledetto 2 Novembre 1983. All'epoca, vivevano in una bella casa, con un bel giardino e Dean era sul punto di compiere dieci anni, Sam invece aveva solo pochi mesi quando scoppiò un terribile incendio.
In quel terribile rogo, perse la vita la loro madre Mary. Il loro padre tentò di salvarla, ma l'incedio era divampato troppo in fretta, ed in quel momento non ebbe che un pensiero: mettere in salvo i suoi figli.
Secondo il rapporto dei vigili del fuoco, la miccia dell'incendio era un cortocircuito dell'impianto elettrico, che non era a norma.
John Winchester fece causa all'azienza che l'aveva installato, riuscendo a farli condannare per omicidio colposo... ma ormai non provava quasi nessun interesse per la vita, ed era stato sul punto di lasciarsi andare, a rifugiarsi nell'alcool, e l'avrebbe fatto se non fosse stato per i suoi due figli.
Aveva trovato un impiego, ma purtroppo era costretto a passare buona parte del tempo fuori città, la vita del pendolare era stancante, così per comodità aveva preso in affitto una camera in una mezza pensione e aveva affidato i due bambini al suo migliore amico in attesa di mettere a posto le cose, di rimettere in sesto la sua vita...
Solo che alla fine aveva vinto la paura, la rabbia di aver perso sua moglie, il senso di inadeguatezza verso i due bambini.... e un giorno non si presentò al lavoro.
Il suo capo, dopo una settimana di assenza, chiamò Bobby per avere notizie... ma nè lui ne Jody seppero dargli una spiegazione.
Spiegazione che venne riferita dal padrone della pensione in cui John alloggiava. Aveva lasciato i soldi per tutta la durata del pernottamento, preso le sue cose e lasciato un biglietto in cui dichiarava di non essere capace di fare il padre e che era certo che sarebbero stati meglio con un padre presente, senza che qualcuno dovesse spostarli come pacchi da una città all'altra e lasciarli soli in un appartamento per ore, magati con una sedicente babysitter alcolizzata che li lasciava da soli per ore per farsi gli affari suoi.
Da quel momento rimasero veramente soli.
Bobby e sua moglie Jody avevano fatto di tutto per essere dei genitori presenti per i due '' nipotini'', ma il loro unico punto di riferimento erano loro, l'uno per l'altro.
Le cose erano rimaste così, fino a quando Dean non compì diciotto anni. Fino ad allora si era preso cura di Sammy quando Bobby non poteva e lo aveva aiutato in officina.
'' Gli affari vanno bene, e ho preso un socio per l'officina.''- gli aveva detto Bobby -'' posso occuparmi io di lui. Tu adesso pensa all'università. Scegli cosa vuoi fare e pensa anche a te stesso.''
All'inizio si era rifiutato, ma poi si lasciò convincere ed intraprese la carriera universitaria, laureandosi prima in legge e poi fece un concorso per entrare in polizia.
Detective Dean Winchester, sezione omicidi. Quando era andato via di casa, Sam aveva insistito per andare con lui. E non avrebbe potuto esserne più felice.
Come ora non avrebbe potuto essere più disperato.
Per questo aveva bisogno di Bobby e Jody.
Lui aveva aveva una laurea ad Harward in Antropologia, ed aveva girato tutto il mondo, conosceva usi, costumi, e sapeva molte lingue.
Ma come purtroppo capitava spesso, Bobby era solo una delle tante, menti brillanti a cui non era stata data l'occasione di dar prova delle sue capacità, e alla fine aveva dovuto accontentarsi di un lavoro che non aveva nulla a che vedere con gli anni spesi a studiare, mentre Jody era stata  una poliziotta caparbia e testarda fino all'inverosimile ma che dopo aver visto quanto marcio poteva essere il sistema, si era ritirata e lavorava come detective privato.
Solo loro potevano aiutarlo a salvare Sam.
...
...
...
- L'hanno rapito.- fece Dean entrando in casa. Gli aveva aperto Jody, in camicia da notte.
- Che stai dicendo...?- fece Jody che mandò il sonno che ancora aveva addosso a farsi benedire nel sentire che il '' piccolo'' Sammy era stato portato via a forza.
- Dean, calmati e spiegati...- fece Bobby afferrandolo per le braccia.
- Eravamo al telefono....c'erano degli uomini nell'appartamento, e hanno rapito sia lui che il suo amico.
- Oddio...- fece Jody mentre Dean porgeva a Bobby il suo cellulare - ho registrato la telefonata... uno dei rapitori ha parlato, mi serve che tu mi dica tutto quello che sai.-
 Bobby corse subito nel suo '' laboratorio'' dove teneva tutti i suoi libri, l'attrezzatura informatica, e tutto il materiale che aveva raccolto nei suoi viaggi.
Dean era rimasto seduto sul divano, pensieroso.
Jody gli porse un bicchiere d'acqua, per aiutarlo a calmarsi.
- Manda giù.- fece Jody.
- Non ne ho bisogno.- fece Dean - sono calmo. Sto solo pensando a come torturare quei bastardi una volta che avrò messo loro le mani addosso!- aveva una voglia matta di fare del male a qualcuno.
Di prendere a ceffoni Brady per aver trascinato Sam in quella situazione da schifo... quei bastardi per essersi permessi di toccare il suo fratellino... e sì, voleva spaccarsi la testa contro qualcosa.
Perchè era stata colpa sua.
- Ma a che diavolo stavo pensando quando gli ho dato il permesso di trascorrere le vacanze a Londra...- fece Dean - sono stato uno stupido... avrei dovuto farmi dare il numero di quel tizio, per sapere se era vero che...-
- Dean.- fece Jody mettendogli una mano sulla spalla - Non è stata colpa tua. Non potevi sapere cosa sarebbe successo.-
- Ma avrei dovuto.- fece Dean - Quale fratello maggiore che si rispetti lascia che il fratello minore vada in una casa, senza sapere nulla del padrone di casa.... oddio, che stupido....- fece Dean coprendosi la faccia con le mani.
-Ehyeheyehy.- fece Jody - Guardami. Non è colpa tua e lo sai benissimo. Come sai che darti la colpa per quello che è successo non ti farà stare meglio.
A volte purtroppo accadono cose che noi non possiamo controllare.-
- Già, ma per colpa della mia negligenza adesso Sam è in pericolo.-
- Non è vero.- fece Jody - Sarebbe successo comunque. Poteva anche essere sorvegliato ventiquattro ore al giorno, ma se era stato preso di mira.... prima o poi sarebbe avvenuto. In casa, mentre era in giro.... certe cose succedono e basta. E tu non puoi fare nulla per impedirlo...-
- Forse. Ma io riuscirò a riportarlo a casa, a costo di smontare pezzo per pezzo Buckingham Palace e di vendere l'anima al demonio.- fece Dean con uno sguardo che Jody conosceva bene.
Lo sguardo di qualcuno che era disposto a tutto pur di avere quello che voleva. E non era la prima volta che glielo vedeva.
Bobby li raggiunse. Con una faccia che non prometteva niente di buono.
Dean si alzò di scatto.
- Allora?- fece Dean - chi devo cercare?-
Bobby gli mise una mano sulla spalla - Ascolta... forse è meglio se prima ti faccio un tè...-
- Non tempo per la tisana della buonanotte.- fece Dean - riformulo la domanda, chi è il figlio di puttana che ha preso Sam e  che presto avrà il culo rotto?-
- Dean...- fece Bobby - è una cosa grossa, e se prima non ti calmi non sarai d'aiuto a nessuno.-
...
...
...
Alla fine cedette.
Mandò giù il tè verde che lo zio gli aveva preparato tutto d'un fiato, infischiandosi del fatto che fosse bollente e mise la tazzina sul piattino.
- Ok, ora le mie informazioni. Ti assicuro che ora sono molto calmo.-
Tutti e tre sapevano che era una balla colossale, ma il tempo di procrastinare era finito.
- Va bene.- fece Bobby bevendo a sua volta un sorso di tè per calmarsi - Parlano in albanese. Stando all'accento e alla pronuncia possiamo restringere il campo alla città di Tropoja.-
- Ne ho sentito parlare.- fece Jody  - Quel posto è una fabbrica di delinquenti, persino i russi sanno che è meglio non andare a disturbare quella gente.-
- Il tatuaggio che ha descritto Sammy?- fece Dean.
- E' indicativo di un gruppo.- fece Bobby - Non esiste un modo delicato per dirtelo, ragazzo mio...  ho la certezza che si tratti di un gruppo appartenente alla mafia specializzato in traffico di organi e schiavitù sessuale.-
Il cuore di Dean smise di battere in quel momento, sentiva i conati di vomito salire, ed era certo di essere sull'orlo del collasso.
E sarebbe svenuto quasi certamente se Jody  non lo avesse afferrato saldamente per le spalle.
Da quel momento poteva ricostruire da solo... funzionava come una qualunque tratta. Le organizzazioni criminali mandavano una sorta di selezionatore, quasi certamente quella ragazza, Ruby, a cercare vittime proponendo loro lavori ben pagati, vitto e alloggio nei paesi occidentali, una sorta di '' terra promessa'', procuravano alle vittime dei documenti fasulli e appena arrivati... per quei poveri diavoli iniziava un calvario senza fine.
- E' più economico...- fece Dean allentandosi la cravatta cercando di respirare - se te la prendi con qualcuno che già è arrivato per conto suo.... i costi di trasporto e quelli per i documenti sono un bel risparmio....-
Intorno all'aereoporto giravano dei selezionatori... quella Ruby doveva essersi avvicinata a Sam e Brady, un paio di moine, due paroline dolci... non gli era difficile credere che potessero essersi fidati di una bella ragazza, ma quello che non riusciva a credere era che suo fratello fosse finito in un simile inferno.
Avrebbe venduto l'anima al diavolo, cento, mille, diecimila volte se questo gli avesse garantito che poi il suo fratellino sarebbe stato al sicuro.
- C'è altro?- fece Dean.
-  Abbiamo circa  quattro giorni, massimo cinque,  dal momento del rapimento.- fece Bobby.
Dean si alzò di scatto - Ok, io vado a Londra e me lo riprendo.- fece guadagnando l'uscita.
- Dean, aspetta. Cerca di ragionare....- fece Bobby - Non puoi andare a Londra a sventolare il distintivo.-
- No, quello che non posso è permettere che facciano del male a Sam, che lo svendano pezzo per pezzo o che so io... non posso e soprattutto non voglio che se ne occupi un poliziotto che tutto quello che sa fare è rassicurarmi e intanto magari....- fece Dean sull'orlo di una crisi di nervi.
- Ehy.- fece Jody prendendolo per le spalle - Calmati. Respira....-
- Io non ti ho detto di startene buono ad aspettare.- fece Bobby - ma in un simile contesto la forza e la caparbietà sono inutili senza la diplomazia.-
- E quindi?-
- E quindi.... dovrai chiedere alla diplomazia un piccolo favore.-
...
...
...
Il piccolo favore da chiedere era infatti una cortesia che solo Castiel poteva. Infatti, l'avvocato con gli occhi azzurri che faceva sbavare le sue colleghe ( e anche i colleghi) veniva da una famiglia ricca e benestante e di conseguenza conosceva molte persone di rilievo.
Mentre Dean era sulla strada per l'aereoporto telefonò all'amico per raccontargli tutto e chiedergli di intercedere per lui.
'' Ce l'hai ancora quell'amica in Inghilterra che lavora per l'ambasciata americana?''
'' Ovvio''
'' Ottimo. Chiamala e raccontale tutto, e dille di mettersi in contatto con Scotland Yard, di riferire che è una cosa grossa. Se riesco ad avere un pista appena arrivo risparmio tempo''
Castiel aveva accettato, ma nulla avrebbe preparato Dean a quello che sarebbe successo sull'aereo.
Di solito, nelle rare occasioni in cui si faceva convincere a salire su quelle trappole traballanti che lo portavano a stare 3000 metri d'altezza, cercava di ignorare la morsa allo stomaco canticchiando le canzoni dei Metallica per rilassarsi.... ma non era quello a fargli paura in quel momento. In quel momento voleva solo avere la certezza di riavere indietro Sammy.
Nemmeno fare da cuscino per il tizio che si era addormentato di fianco a lui ed essere preso a calci dal marmocchio che sedeva dietro di lui  e sopportare il pianto isterico di un neonato era così male.... ad un certo punto, un'hostess lo scosse dai suoi pensieri e gli disse che poteva trasferirsi in prima classe.
Dean era scioccato ma non si fece troppe domande.... in fin dei conti, aveva bisogno di pensare, ed un posto più tranquillo della turistica non poteva che aiutarlo.... ma non si sarebbe mai aspettato di trovarci Castiel.
- E tu che ci fai qui...?- fece Dean.
- Mi pare ovvio. Vengo con te.- fece Castiel invitandolo a sedersi per poi chiedere ad un'hostess - ci porta due caffè, per favore?-
Dean si sedette - Cass... apprezzo il tuo interessamento, ma devi stare fuori da questa storia ok? Non gioco in casa, non posso avere rinforzi o collaboratori a Londra...-
- Ecco perchè io non ti mollo.- fece Castiel - Come hai appena detto, andiamo in un posto in cui non hai alcuna giuridisdizione, e conoscendoti... ma soprattutto capendo i tuoi motivi... andrai a cacciarti in un mare di guai. Ti servirà un avvocato. E Anna ci coprirà con il consolato.-
- Scusa, ma tu tra un paio di giorni non hai un processo che...-
- Che vada a farsi fottere.- fece Castiel guadagnandosi un'occhiata di sottecchi da Dean e dal passaggero che sedeva nella fila attigua alla loro, entrambi poco abituati a sentire Castiel esprimersi in quel modo.
Il primo perchè da come conosceva Cass lo aveva più volte definito un '' chirichetto'' e '' angioletto'', l'altro perchè non era abituato a sentire gente del suo stesso ''rango'' esprimersi così.
- Di occasioni per fare carriera, sai quante ce ne sono? Tante, e non sono nemmeno certo di volerle.- fece Castiel - ma di famiglia ce n'è una sola. Tu e Sam siete la mia famiglia, e non ho intenzione di perdervi.
Io vengo con te.-
...
...
...
Cas e Dean arrivarono a Londra dopo un volo di almeno dodici ore, all'aereoporto di Heatrow.
Da lì presero un taxi che li portò alla sede londinese di Scotland Yard.
Appena entrati, Dean stoppò un agente per farsi dire chi era che comandava. Il poliziotto li spedì nell'ufficio dell'ispettore capo Victor Henrickesen. Un uomo alto, sui quarant'anni, pelato, barba, dalla pelle scusa e vestito elegantemente.
Appena entrato, Dean tirò fuori il distintivo.
- Oh... Detective Winchester...- fece Victor - Lei dev'essere l'avvocato Novak invece...-
- Ora che abbiamo finito con i salamecchi inutili, potrebbe darmi un 411 sull'indagine che le abbiamo segnalato?- fece Dean.
- Ah, si...- fece Victor - Beh, signori, non c'è molto da dire. Anzi, penso che non ci sia proprio nulla.-
- Cosa vorrebbe dire?- fece l'avvocato Novak.
- Subito dopo essere stato contattato dal funzionario diplomatico Anna Milton ho subito mandato una pattuglia all'indirizzo che mi avete dato.- fece l'ispettore - quando sono arrivati, sembrava che ci fosse appena stata una festa.
I vicini inoltre, si sono lamentati con i miei agenti per disturbo della quiete pubblica.- nel dir così mostrò a Dean e Castiel le foto scattate al soggiorno. Vasi, tavolino da caffè, poltrone, due trolley da viaggio erano rovescati per terra.
C'erano anche due birre rovesciate per terra e qualche sacchetto di patatine e pop-corn.
- Lo stereo era al massimo volume.- fece Victor - fa pensare tutto ad un pomeriggio di ragazzi che fanno baldoria, francamente non mi pare che ci siano gli estremi per...-
- No, mi ascolti.- fece Dean - Uno dei ragazzi che era in quella casa, è mio fratello minore.- fece Dean prendendo il portafoglio per tirar fuori una foto che ritraeva lui e Sammy ad un tavolo della catena di ristoranti Biggerson - erano appena arrivati a Londra... la casa è del cugino di un amico di mio fratello...
Quando mio fratello si è accorto che c'era qualcosa che non andava mi ha chiamato al cellulare e mi ha descritto la situazione in tempo reale.-
- Va bene...- fece il poliziotto - dove possiamo trovare il vero padrone di casa? Vorrei fargli qualche domanda.-
- In Spagna.-
Victor Henrickesen sgranò gli occhi - Mi faccia capire... lei ha mandato suo fratello, da solo, all'estero... senza assicurarsi la supervisione di un adulto? Ma che razza di tutore legale è?-
Dean fece per dirgliene quattro, quando si bloccò. In fin dei conti, c'era del vero in quello che aveva detto quel tizio.
Avrebbe dovuto chiamare i genitori di Brady , per chiedere loro che tipo era il nipote, dato  che '' i ragazzi sarebbero stati da lui'', avrebbe potuto salvare il fratello già diversi mesi prima, si, forse lo avrebbe deluso, forse Sam gli avrebbe tenuto il broncio per una settimana, un mese... ma almeno sarebbe stato a casa, al sicuro, e non avrebbe rischiato di finire fatto a pezzi.
Perciò non preferì parola.
Castiel però aveva molto da dire - Il detective Winchester sapeva che il fratello sarebbe stato sotto la supervisione di un adulto per il suo soggiorno a Londra. Non poteva immaginare che l'amico del fratello si fosse inventato tutto di sana pianta per convincere Sam a seguirlo.
Lo ha saputo solo perchè il fratello glielo ha raccontato al telefono poco prima del fattaccio.-
- Ho capito tutto.- fece l'ispettore - Detective Winchester, non si deve assolutamente preoccupare.-
Dean lo guardò sorridente - Quindi ci aiuterete?-
- Non c'è nessun caso, nessuno rapimento.- fece il poliziotto  con una risata- Probabilmente suo fratello ha temuto che si arrabbiasse per la bugia detta, così ha inscenato il rapimento per evitare la giusta ramanzina.-
- Cosa....?- fece Dean che non riusciva a credere alle sue orecchie. Guardò Castiel, nella speranza che gli dicesse che aveva capito male, che probabilmente si era scolato qualche birra e non se lo ricordava e che quindi capiva fischi per fiaschi... ma l'espressione basita e allo stesso tempo scandalizzata del suo amico non lasciava spazio per equivoci.
- Suvvia, non mi guardi così.- fece l'ispettore - Sono ragazzi. Si divertono così, e quando capiscono di aver esagerato le provano tutte per pararsi il culo.
- No, lei non ha capito.- fece Dean - Mio fratello è stato rapito.-
- Non è certo difficile mettere a soqquadro una casa, e con l'aiuto di un amico... si fidi, tra qualche giorno la chiamerà, le dirà che i '' rapitori lo hanno liberato''...-
Dean si alzò di scatto.
Sentiva che se non se ne andava in fretta da quell'ufficio avrebbe rotto qualcosa. Tipo la testa di quell'ispettore Gadget.
Non si meravigliava affatto che Scotland Yard non fosse mai riuscita a scoprire chi si nascondesse sotto l'identità di '' Jack The Ripper'', se i poliziotti inglesi erano tutti così....
Corse fino alla macchinetta del caffè, con Castiel alle calcagna.
- Dean...- fece l'avvocato che non sapeva da dove iniziare. Aveva contattato Anna, dandole tutti i particolari, perchè la polizia inglese iniziasse già le ricerche ed avere già un solido appiglio...
Invece niente. Quel caso per loro non esisteva. Era solo una bravata di due ragazzi che vistosi scoperti, avevano montato un sequestro per evitare la sgridata ed una punizione una volta riportati a casa.
- Dean, mi dispiace...- fece Cas - pensavo... pensavo che...-
- Non è colpa tua...- fece Dean - L'ho sempre detto io... se vuoi una cosa fatta bene, è sempre meglio pensarci da solo... Sammy mi ha dato l'indirizzo prima di partire... inizierò da lì.-
...
...
...
- Scusi...- s'intromise una ragazza bellissima, di circa ventitre anni, alta, snella, occhi verdi paragonabili e a scheggie di giada, capelli castani, lasciati morbidi sulle spale.
Indossava un elegante tailleur blu.
- Mi scusi, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare...- fece la giovane - Sono il vice ispettore Bela Talbot. L'ho sentita parlare con il capo a proposito di un caso di rapimento... giusto?-
Dean annuì - Sì. Mio fratello ed un suo amico sono stati marcati da una selezionatrice all'aereoporto... sono in pericolo, e non abbiamo molto tempo, ma quell'idiota pensa che si tratti solo di una montatura di due ragazzini spiritosi.-
Bela sorrise sarcastica - Come ha fatto quell'uomo a diventare ispettore è un mistero paragonabile ai cerchi nel grano... ascolti, anch'io penso che le cose non siano facili come quello...- fece la donna indicando con lo sguardo l'ufficio del suo superiore - ritiene. Penso che lei abbia ragione, che la faccenda vada approfondita.-
- Quindi ci aiuterà?- fece Castiel speranzoso.
- Ovvio.- fece Bela sorridendo.
Dean giunse le mani, come se stesse pregando, prima di dire  - Grazie.-
- Si figuri. Tra colleghi...-  sorrise la donna.
...
...
...
Nel frattempo, Sam si trovava in una casa.... o in uno stabilimento abbandonato, non lo sapeva con precisione.... ma sapeva che quel posto puzzava di chiuso, di sudore e sangue rappreso. Non che la cosa lo toccasse più di tanto.
Si sentiva fiacco, debole e stanco, e gli sembrava di dover vomitare anche gli occhi.... si sentiva come quando un compagno di scuola lo aveva convinto a farsi un tiro di sigaretta.... era stato malissimo, ed aveva giurato che non avrebbe più toccato schifezze simili in vita sua.
Tentò comunque mettere a fuoco la vista, per capire dov'era e magari capire se c'era una via di fuga.
Anche se dubitava di riuscirci... sentiva il freddo del metallo delle manette attorno ai polsi... e le sbarre.
Erano stati ingabbiati.
Quando finalmente si riprese un po' vide Brady  ammanettato e seduto vicino a lui.
- Moriremo... vero?- chiese Brady con la voce che tremava e l'impressione di non star troppo bene,
- Non dirlo nemmeno per scherzo.- fece Sam - Se ci volevano uccidere, eravamo già morti... ti pare?- cercava di essere ottimista, di dare una speranza all'amico nel tentativo di proteggerlo contro l'angoscia e di proteggere anche sè stesso magari...
Però i fatti erano chiari: era stata quella Ruby a '' venderli'', per chissà quale ragione, ma di certo non era un sequestro a fini di estorsione... anche se fosse stato così, presto avrebbero capito che ne Sam ne Brady venivano da famiglie ricche, quindi li avrebbero uccisi visto che erano inutili.
E poi.... c'erano un sacco di altri motivi per cui dei perfetti estranei venivano fatti sparire così nel nulla... ma gli veniva da vomitare al solo pensiero.
- E' colpa mia, perdonami...- fece Brady singhiozzando - non dovevo mentire e trascinare anche te in questo guaio...-
Sam si guardò intorno. C'erano altre gabbie piene di uomini, donne, ragazzi.... alcuni stavano in silenzio come già rassegnati, altri piangevano.
Si rivolse ad uno di loro.
- Ehy.- fece Sam.
- Sai dove siamo?-
- Da qualche parte alla periferia di Londra.-
Sam fece per chiedere altro ma vedendo il tremore di Brady provò a calmarlo.
-Mio fratello mi starà già cercando. Ci troverà, vedrai.-
- Non ci riuscirà. Siamo in mezzo al nulla, chissà dove.... cazzo. Io sono morto, tu sei morto, il tuo amico è morto. Tutti siamo morti.- fece l'uomo nell'altra gabbia.
Il pianto, la paura e la disperazione nella stanza aumentarono. Divennero così forti e palesi da poterli tagliare con un coltello.
- Non sei un gran negoziatore vero?-
- Dico solo la verità.- fece il tizio - anche se non mi piace.-
Sam notò che in tutte le gabbie c'erano ciotole con avanzi di cibo. Nella loro c'era del pane ed un paio di mele.
Perciò disse ad alta voce -Per favore, ascoltatemi. Ci portano da mangiare. Si prendono cura di noi. Non so ancora perchè siamo qui e cosa vogliono da noi... ma dobbiamo avere fiducia. Mio fratello è un agente di polizia, e prima di finire qui eravamo al telefono. In questo momento ci starà cercando. Dobbiamo solo resistere fino ad allora.-
Le sue parole calmarono un po' i prigionieri che però iniziarono ad urlare e piangere quando entrò entrò un uomo cheaprì la gabbia dei due ragazzi,  tolse le manette a Brady e lo costrinse ad alzarsi.
- Oddio... che vuoi fare... Sam aiuto, per favore!!!!- strillava mentre veniva portato via.
Sam cercò di fermare il loro aguzzino facendogli uno sgambetto, e lo costrinse a mollare la presa su Brady.
- Va via, presto!-
- Ma Sam...-
- FA COME TI HO DETTO, SCAPPA, VA A CERCARE AIUTO!-
Brady obbedì e corse via.
L'uomo usò un cellulare per dire qualcosa in una lingua che il più giovane dei Winchester non conosceva, prima di tirar fuori una siringa dalla tasca.
- Hai bisogno di una bella camomilla moccioso.-
Sam provò ad allontanarlo scalciando, ma non potè impedire che l'ago gli si piantasse nel collo.
- Shhh...- fece l'uomo con voce suadente - Rilassati.... lasciati andare.-
Sam provò a combattere la droga che ormai scorreva dentro di lui, ma fu tutto inutile.
A poco a poco, il buio lo ingoiò.
'' Dean... aiutami. Ti prego.''

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Capitolo 3
*** Indagini senza sosta ***



Jody Mills gli aveva dato una dritta non trascurabile quando aveva iniziato a lavorare in polizia. Quando si lavorava ad un caso di omicidio o di rapimento, era una perdita di tempo fare ipotesi sui potenziali sospettati. Il fulcro di un caso era la vittima. Perchè era lei  che in qualche modo era responsabile dell'esistenza di quel caso.
Dovevano indagare sulla vittima e ricostruire le sue ultime ore.
Così Dean, assieme all'amico avvocato e alla bella ispettrice Bela Talbot si recò all'appartamento  a Bayswater, e con l'ascensore salirono fino al quinto piano, interamente intestato a Daniel Hoffman, il cugino di Brady.
Controlliamo il resto della casa.- fece Dean dirigendosi verso la camera da letto da cui poteva vedere il soggiorno.
Non fu difficile trovarla. Le porte erano tutte spalancate e in una camera c'erano segni evidenti di lotta.
Pezzi di intonaco, il letto leggermente spostato, uno specchio in pezzi...
'' Dean, c'è qualcosa che non va... oddio, hanno preso Brady... Dean, Dean, l'hanno portato via!''
'' Rimani calmo e segui le mie istruzioni alla lettera. Nasconditi sotto il letto o dove vuoi, basta che non ti vedano.''
- Sammy era qui.- fece Dean guardando i pezzi dello specchio rotto in disordine sul pavimento.
- Come lo sai?- chiese Castiel.
- Gliel'ho detto io... gli ho detto di nascondersi sotto al letto...- rispose il poliziotto.
Ricordava che quando erano bambini, Bobbyo Jody leggevano sempre loro qualcosa prima di metterli a letto... era bravo Bobby a trasformare i resconti dei suoi viaggi, i miti e le leggende dei luoghi che aveva visitato e a trasformarle in racconti per bambini... e ogni tanto c'era una bella dose di mostri, spettri e fantasmi...
Sammy poi si svegliava nel cuore della notte, correva da lui e diceva -'' Dean, ci sono dei mostri sotto il letto.''
A volte riusciva a convincerlo che sotto a letto e dentro l'armadio non c'era nulla di cui aver paura...
Si rendeva conto solo ora di quanta verità vi fosse in una frase detta ad un bambino.
'' Non devi aver paura di streghe e fantasmi.''
Perchè le cose più spaventose non erano quelle che si leggevano nei libri fantasy, nei film dell'orrore e nei cartoni animati per bambini.
Erano attorno a loro, e spesso si nascondevano dietro l'apparenza più insospettabile. Dietro il sorriso di una bella ragazza per esempio.
- Era spaventato Cas.- fece Dean - Voleva farmi credere che non c'era bisogno di agitarsi, che c'erano possibilità che se la sarebbe cavata... ma aveva paura. Lo so, lo capisco quando...-
- Dean.- fece Cas - non ci potevi fare nulla.-
- E' questo che mi fa male.- fece Dean - e potevo impedirlo. Mi sarebbe bastato essere sicuro... avremmo litigato forse, ma...-
- Dean.- fece Castiel prendendolo per le spalle - Ora troviamo una traccia e ci riprendiano Sam. Fai un bel respiro.-
Dean chiuse gli occhi, si rilassò, inspirò ed espirò.
- Va meglio?- chiese Cas.
- Sì... si, sto meglio.-
In quel momento vennero raggiunti dalla vice ispettrice Bela Talbot - Aveva ragione. La casa è troppo disordinata per essere una festa tra adolescenti, ma allo stesso tempo c'è troppo poco in giro che faccia pensare ad una festa.-
- Io non ho mai pensato ad una festa e nemmeno ad una bugia come quella che sostiene il tuo capo.- fece Dean - conosco mio fratello, e ti assicuro che se dice di essere nei guai allora fidati, nei guai c'è eccome.-
- Ed io sono d'accordo con lei.- fece Bela - Henrickesen crede che non ci sia motivo di pensare ad un crimine perchè non sono stati trovati segni di scasso.-
- Quando siamo arrivati la chiave era nella toppa.- fece Castiel - probabilmente l'hanno lasciata fuori quando i ragazzi sono arrivati, poi hanno dimenticato di portarla via...-
-... e i rapitori hanno trovato l'ovile aperto.- concluse Dean. La sua attenzione venne attirata da un frammento di specchio sul pavimento della camera.
Lo prese usando il suo fazzoletto, facendo attenzione a non tagliarsi.
Sul frammento che aveva raccolto c'era una macchia di sangue.
Forse di Sam o forse della persona con cui aveva lottato per cercare di difendersi.
...
...
...
- Detective.- fece Bela uscendo dal laboratorio di analisi - Ci sono buone notizie. Il sangue presente sullo specchio non è di Sam.-
- Oddio, grazie al cielo...- fece Dean sospirando di sollievo.
- Stando ai nostri archivi, appartiene a Fergus Roderick McLeod, conosciuto come Crowley. E' un piccolo capo mafia che si è trasferito qui a Londra da circa un anno. E' un pesce grosso.-
- Sa se questo Crowley ha qualcosa a che fare con un tatuaggio che raffigura la luna e una stella?- chiese Dean.
- Sì.- fece Bela - è la firma del gruppo di appartenenza.... Dio, non so come spiegarglielo....-
- Le risparmio il fiato: traffico di organi e traffico di donne. Rapiscono i turisti dopo averli adescati all'aereoporto, si guadagnano la loro fiducia ed è fatta. A seconda di come giudicano '' la merce'', decidono se metterla in strada o smembrarla pezzo per pezzo. So chi è la selezionatrice. Si chiama Ruby.... Sam e Brady l'hanno conosciuta in aereo.-
- Ha anche altre informazioni? Che so, colore dei capelli, degli occhi, un cognome...- fece Bela.
Dean mise una mano in tasca e ne dirà fuori una macchina fotografica digitale.
- Forse compare in qualche foto.- fece il poliziotto.
Bela la prese in consegna e chiamò un'agente ordinandogli di portare la macchina fotografica al reparto informatico per analizzare tutte le foto in memoria alla ricerca di una ragazza che si trovava nello stesso posto e momento dei due ragazzi scomparsi.
- Ha l'aria stanca...- fece Bela - posso offrirle qualcosa? Tè, caffè, acqua...-
- Un caffè, grazie.-
...
...
...
- A lei.- fece Bela porgendo un bicchierino di plastica da cui si sprigionava un piacevole odore - e comunque... puoi darmi del tu.-
- Grazie.- fece Dean annuendo con un sorriso.
- Ah, figurati...per un caffè.- fece Bela, ricambiando il sorriso - e poi non è nemmeno il migliore della città.-
- No, voglio dire...- fece Dean soffiando sopra il bicchierino per evitare di bruciarsi la lingua - per avermi dato credito... per quello che stai facendo.-
Bela sospirò - Beh... è il minimo.
So che ti sembrerà la solita frase di circostanza preconfenzionata... ma so cosa significa non sapere cosa è accaduto alle persone che si amano più della vita stessa.-
Dean si fece serio - E' la voce dell'esperienza.-
Bela annuì.
- Vent'anni fa, ho perso entrambi i miei genitori in un incidente d'auto. Mio padre era un brillante avvocato, ma suo fratello minore, mio zio, si era messo nei guai. Doveva centinaia di sterline a della gente che non scherzava... e quando ha provato ad uscirne, è stato ammazzato come un cane.-
- E... i tuoi genitori?- chiese il poliziotto con partecipazione.
- Mio padre aveva scoperto tutto, e voleva denunciarli. Ovviamente non glielo hanno permesso... io ero all'asilo, quando al posto dei miei genitori vennero gli assistenti sociali e la polizia. Sono rimasta sola.-
- Allora abbiamo qualcosa in comune.- fece Dean  sospirando tristemente- quando avevo dieci anni, mia madre morì in un incendio a casa nostra...
Mio padre fu costretto a lasciarci da un amico di famiglia e sua moglie, per andare a lavorare. L'unico impiego che aveva trovato era nella città vicina, la vita da pendolare era stancante quindi si era trasferito... aveva detto che sarebbe durata poco. Il tempo di trovare i soldi per un appartamento, una baby sitter...
Poi un giorno sparì. Non andò a lavorare e lasciò un biglietto sulla credenza dicendo che non ce la faceva, che non era in grado di garantirci una vita dignitosa e serena...venimmo adottati dagli amici di papà, ma dopo il compimento della maggiore età mi sono ripreso il cognome...-
 E Sam?- chiese Bela - cosa.... si insomma...-
- Bobby è stato un padre per entrambi, ma lavorava molto, non passava molto tempo a casa... me lo sono cresciuto quasi da solo. Solo che... io non ho avuto il coraggio di dirgli che era andato via. Non volevo che lo odiasse... così gli ho detto che aveva raggiunto la mamma.-
- E.... pensi che crederlo morto sia stato meglio di dirgli che in realtà aveva avuto paura?- fece Bela.
- Se ho fatto bene non lo so.- fece Dean - ma volevo che almeno lui avesse dei bei ricordi dei nostri genitori e che non lo odiasse.
In quel momento sul cellulare della poliziotta arrivò una foto.
- A proposito...- fece Bela  mostrando la foto sul display del cellulare al poliziotto:  foto che raffigurava Brady e Sam sorridenti, ed in mezzo a loro c'era una ragazza di circa vent'anni, alta, snella, capelli neri ed occhi scuri.
Sullo sfondo c'era il cartello '' TAXI''. La fermata dei taxi vicino all'aereoporto.
- Dev'essere la selezionatrice.- fece Bela.
- Bel bocconcino.- commentò Dean.
Questo non faceva che convalidare la sua teoria... più le donne erano belle, più grossi erano i guai.
- Si chiama Ruby Diamonds, è una vecchia conoscenza degli archivi della polizia inglese.- fece Bela - Piccole truffe, spaccio...-
- Ed ora ha fatto il salto di qualità.- fece Dean. Poteva capire perchè Sam e Brady si fossero fidati di lei, tanto da dirle dove avrebbero alloggiato, il numero del piano e dell'appartamento.
Era una bella ragazza con un sorriso angelico, non aveva nulla di malvagio o di malefico negli occhi. Anzi, incarnava alla perfezione la definizione di '' Angelo caduto''.
La persona perfetta per gli adescamenti.
- Come la troviamo?- fece Bela.
- Diamole quello che cerca: merce fresca.- fece Dean.
...
...
...
- Non mi piace per niente questa storia.- fece Castiel nel taxi che lui e Dean avevano preso per andare in aereoporto - e il tuo piano mi piace ancora meno.-
- Lo so, è rischioso.... ma l'unico modo per coglierla con le mani nel sacco è farle credere che ha il controllo della situazione. Me la filo un po', e al momento giusto la metto con le spalle al muro.-
- Sì ma a volte... gli adescatori quando le parole non funzionano ricorrono alle botte o alle armi.- fece Castiel.
- Anch'io sono armato.- fece Dean mostrandogli la pistola nascosta sotto i vestiti - e sono pronto a rischiare: Sam è la cosa che conta di più al mondo per me. E per riaverlo sono disposto a tutto.-
...
...
...
Poco dopo, Dean si sedette ad un tavolino del bar dell'aereoporto accanto alla selzionatrice.
- E' occupato questo posto?- fece Dean con un sorriso.
La ragazza sorrise - Sì... da te... Io sono Ruby.- fece la giovane porgendogli una mano.
- Dean.- fece il poliziotto ricambiando la stretta.
- Sei in vacanza o in viaggio d'affari?- fece la ragazza - in ogni caso conosco un ottimo ristorante... potremmo andarci assieme, se vuoi.-
- Magari potessi.- fece Dean - Sono venuto a Londra per mio fratello.... mi ha chiamato due giorni fa, dicendomi che aveva bisogno di me. E sono saltato sul primo volo.-
- Lasciami indovinare.- fece la ragazza con un sorriso - ti ha chiamato per dirti che ha finito i soldi nella carta e vuoi accertarti che non sia già morto di stenti?-
- Chi, Sammy?
No...  lui non è il tipo. Se la sa cavare. Ma ci sono cose che da solo, non può affrontare... tipo... un demone con la maschera di un angelo.- prima che la ragazza potesse dire qualcosa, le sbattè sotto gli occhi la foto che Jared, Sam e lei si erano scattati in areoporto.
Gli occhi della ragazza divennero grandi come uova sode.
- Sono il detective Dean Winchester, squadra omicidi, New York.- fece il biondo - ed il ragazzo che hai consegnato è mio fratello.-
La ragazza rovesciò il tavolo ed iniziò a scappare.
Dean non si fece cogliere impreparato, ed iniziò a correrle appresso quasi avesse lui stesso il diavolo alle calcagna.
La ragazza cercò salvezza salendo sulla scala anti-incendio di un palazzo....
- FERMA!- fece Dean puntandole contro la pistola - Non muoverti. O giuro, ti uccido.-
E l'avrebbe fatto volentieri. Ma al momento, quella stronza gli serviva viva.
La ragazza si voltò, con le mani in alto.
- Dov'è Sam?- fece Ruby.
- Non lo so.- fece la bruna. S'innervosì quando sentì il poliziotto togliere la sicura alla pistola - Te lo giuro, non lo so davvero.
Io trovo solo i ragazzi.... dico dove possono trovarli... il mio lavoro è tutto qui.-
- Avrai pure un numero, un recapito, un nome.- fece Dean - Facciamo così: tu adesso mi dici tutto quello che sai su questa gente. Ed io non ti aprirò un buco in testa.-
- Non lo farai.- fece Ruby ridendo - Non so perchè... ma non dai l'impressione di essere uno che spara alla gente.-
Dean premette il grilletto. La colpì di striscio ad una gamba e la ragazza crollò a terra urlando, tampondandosi la ferita.
- Come vedi sono un uomo dai mille strati.- fece Dean tenendola sotto tiro - Dammi il cellulare. Me la sbrigo da solo.-
- Se scoprono che li ho traditi sono morta.- fece Ruby. Il suo viso supplicava pietà.
- E se non fai come ti ho detto ti ucciderò io. Come vedi non cambia molto.- fece il poliziotto - e bada, mirerò al fegato. Agonizzeresti almeno venti minuti.-
Ruby infilò una mano nella tasca della giacca. Sembrava una fish del poker.
Dean provò ad avvicinarsi quando...
BANG! BANG! BANG!
La donna cadde a terra. Un colpo allo stomaco, uno alla testa, l'altro alla spalla.
- DEAN!- fece Castiel accorrendo sul luogo della sparatoria con lo sguardo vitreo per la paura - Dean...sei ferito?-
- No.- fece Dean prendendo dalle mani della ragazza ormai morta la fish. Sopra c'era una rosa nera - ma forse ho una pista.-
...
...
...
Poco dopo, l'ispettore Henricksen era furioso.
- Ma si rende conto di quello che ha combinato, Winchester?- fece il poliziotto inglese - Ha agito in solitaria, e per giunta in un caso fuori dalla sua giuridisdizione, causando la morte di una sospettata.-
'' Per lo meno ha capito che è una cosa grossa''
- Ma che pensava di fare, si può sapere?-
- Quello che dovrebbe fare lei: cerco mio fratello.- fece Dean -le ho detto che mio fratello ed un suo amico sono stati marcati da un osservatore all'aereoporto, che sono stati aggrediti in casa e rapiti.... ho sentito mio fratello urlare e scalciare mentre lottava per non farsi portare via e non ho potuto far nulla.... sono venuto qui, mi sono fidato di lei e lei mi ha detto.... non si preoccupi, tra un paio di giorni ci ridiamo sopra.-
Henricksen abbassò il capo - Ha ragione e mi dispiace.... suo.... si, i suoi genitori adottivi ci avevano inviato il file audio della telefonata ma la registrazione è andata perduta... si è smagnetizzata.-
- E io dovrei mettere la vita di mio fratello nelle mani di poliziotti incompetenti che si perdono pure le prove di un rapimento collegato al traffico di esseri umani?- fece Dean sbattendo i palmi sulla scrivania del poliziotto - se lo scordi. Faccio da me.-
- Lei è un poliziotto americano in terra inglese ed è qui in nome dei buoni rapporti internazionali.- fece l'ispettore - non mi costringa a metterla sul primo volo per New York prima dell'appello serale di Pentoville.-
- E stia tranquillo che a casa ci torno.- fece Dean uscendo - ma non senza Sam.-
...
...
...
- Era sul punto di dirmi qualcosa.- fece Dean nella camera di  un albergo economico, una stanza che potessero usare come Quartier Generale, lontano da occhi indiscreti - era l'unica pista che avevo....-
- Però adesso Henrickesen sa che c'è un caso.- fece Castiel - un pesce piccolo che appartiene ad un'organizzazione malavitosa che viene ucciso mentre sta per dare ai poliziotti informazioni sulla vittima di un rapimento.... dire che è solo la bravata di due ragazzini è come cercare di dire che il sole non sorge tutte le mattine.-
- Lo so.... ma io sono preoccupato.- fece Dean - pensi che.... che gli abbiano già fatto qualcosa? Forse mi sono esposto troppo....-
- No, tranquillo.- fece Cas versandogli un po' di caffè - Questa gente ci tiene agli affari. Per ogni persona guadagnano una montagna di soldi. Non credo si concedano il lusso di farne fuori una perchè i parenti fanno domande.-
Come se ciò potesse fermarlo.
 Non avrebbe mai smesso di cercarli. Nessuno poteva fare del male al suo fratellino e sperare di vivere quel tanto a lungo da riuscire a vantarsene.
In ogni caso, avrebbe continuato ad investigare.
- Dean... dovresti riposarti qualche ora.- fece Castiel preoccupato - se vai avanti così crollerai molto presto.-
- Riposerò quando avrò trovato Sam.- fece Dean scolandosi un' altra tazza di caffè - e poi mi hanno detto che ho 96 ore, e l'ho saputo 16 ore fa.-
- Va bene, ora però dammi qua...- fece l'avvocato togliendogli la tazza dalle mani - devi anche mangiare.-
- Non ho fame.-
- Almeno fai uno sforzo.- fece Castiel - vado in un fast food qui vicino e prendo qualche hamburger. Aspettami qui.- fece Castiel uscendo.
Dean aspettò che l'amico si allontanasse per uscire.
Da una ricerca aveva scoperto che quella fish veniva da un locale, il PlayHouse.
Affittò una macchina e si lasciò guidare da GoogleMaps.
...
...
...
Appena arrivato al locale '' PlayHouse'' Dean si appuntò la fish che aveva avuto da Ruby, come se fosse una spilla, in modo che chi sapesse potesse adocchiarlo subito.
La sua strategia funzionò.
Un uomo lo raggiunse e gli fece cenno di seguirlo.
Dean obbedì senza fiatare, e lo seguì dietro una grande tenda rossa.
- Salga le scale. Ultima porta sul lato destro del corridoio.- fece l'uomo per poi lasciarlo solo. Dean percorse il corridoio e subito capì a cosa dava accesso quella fish. Chi l'aveva, era uno degli ''eletti'' degli avventori di quel locale che oltre alla birra, i drink e la musica, in quel locale ci andavano per... divertirsi un po', con qualche prostituta... che però non doveva essere lì. Le ragazze la dentro erano le vittime della tratta delle bianche.
Aveva voglia di uccidere qualcuno, di prendere a pugni qualcuno, ma doveva restare calmo...
Andò nella stanza che gli avevano indicato e quasi minacciò di svenire.
Sul letto a baldacchino, rannicchiata e con addosso solo un baby-doll bianco, c'era una ragazzina che non aveva nemmeno diciotto anni, pelle chiara, occhi castani, capelli biondo scuro e labbra carnose.
'' Oddio...''- fece Dean - Come... come ti chiami?-
- Emma.- fece la ragazza iniziando ad abbassare le spalline.
Era più che evidente cosa si aspettava da lui e si affrettò a fermarla e a togliersi il giaccone per coprirla - No, non c'è bisogno. Io non sono qui per questo.... Dio, ma quanti anni hai?-
- Sedici.- fece Emma.
'' Che razza di schifosi....''
- Ascolta. Sono un poliziotto. Posso aiutarti: ho bisogno che tu mi dia delle informazioni. Subito dopo, schizziamo via da qui a mille all'ora.-
- Va bene.-
Dean tirò fuori la foto che ritraeva Sam, Brady e Ruby.
- Riconosci qualcuno?-
Emma fissò la sagoma di Ruby con rabbia - E' lei che mi ha portato qui.... ero... io ero in gita con la mia classe, mi annoiavo e alla reception dell'albergo mi ha detto che se volevo fare qualcosa di divertente, lei andava ad una festa del campus universitario....-
- E ti ha chiesto se ti andava di aggregarti.-
Emma annuì.
- Era gentile...- fece Emma singhiozzando.
- Lo so. Gli imbroglioni lo sono sempre.- fece Dean - poi?-
- Sono andata a questa festa... lì qualcuno mi ha offerto un drink.... poco dopo ho detto che non mi sentivo bene, e quella donna ha detto che diceva che andava via e mi avrebbe riportato all'hotel.... e invece mi sono svegliata in una gabbia con altre persone...-
- Ascolta, io...- fece Dean - so che hai passato l'inferno in questi giorni... ma io voglio trovare chi ti ha fatto questo e fargli passare la voglia di rifarlo almeno finchè avrà fiato in corpo.- nel dir così tirò indicò Sam nella foto - che sai dirmi di questo ragazzo? Hai avuto modo di vederlo?-
Emma prese la foto per vederla più da vicino.
- Sì... era nella casa...-
- Quale casa?-
- Aveva una porta rossa. Ci tenevano tutti ammanettati lì...- fece Emma - c'era un ragazzo assieme a lui... piangeva...come tutti....
Lui no, non aveva paura, diceva che aveva un fratello che sarebbe andato a prenderlo... che ci stava già cercando...-
Dean sorrise.
Per lo meno, non aveva perso la speranza e la fiducia.
Aveva continuato a fidarsi di lui.
E lui non avrebbe deluso quella fiducia.
- E' mio fratello.- fece Dean - sai dirmi altro? Dove lo hanno portato? E' ancora lì?-
Emma rispose - Non lo so.... ad un certo punto sono arrivati degli uomini che mi hanno portata qui.... hanno detto che ora ero una prostituta e che se non volevo essere ammazzata di botte dovevo....- e qui scoppiò a piangere.
Dean, seppur tremante di odio e di rabbia per quelle bestie, per quello che avevano fatto a quella povera ed innocente creaturina, la attirò a sè lasciando che si sfogasse e cullandola paternamente, carezzandole i capelli.
Dopo alcuni minuti la fissò negli occhi - Mi hai aiutato. Ora io aiuto te.-
- Come?-
- Ti porterò via da qui. Adesso.-
La ragazza lo fissò con gioiosa incredulità e gratitudine. Poi però si spaventò.
- Ma non si può uscire da qui.... ci tengono tutte sotto controllo.... una ragazza ha provato a scappare, l'hanno ripresa e picchiata.-
- E noi faremo in modo che non se ne accorgano....- fece Dean andando nel piccolo bagno privato, per poi salire sul gabinetto - come sospettavo. C'è una botola sul soffitto- e vi entrò per poi uscire subito-.... ok, ascoltami bene.- fece tornando da lei - Devi salire sul water ed entrare nella botola.... ti ritroverai nel sotto tetto e ci sarà una finestrella, larga abbastanza per permetterti di uscire. Esci da lì, e ti ritrovi sul tetto.-
- E poi?-
- Cerca la grondaia e calati leggermente. Se non ti fidi della grondaia, prendi le tende, le lenzuola e le coperte e intrecciale per farne una corda ed usala per calarti. Io ti aspetterò fuori.-
Era spaventata.
Era palese.
- Ehy. Mi rendo conto che hai paura.... e che ti sto chiedendo di fare qualcosa che di solito fa lo stuntman.... ma fuori di qui, sarai di nuovo libera, ti attende una vita piena di gioia e potrai realizzare tutti i tuoi sogni... qual'è la cosa che desideri di più al mondo?-
Emma inspirò velocemente - Voglio tornare da mia madre.... rivederla.-
 - E allora, ti giuro, la rivedrai prestissimo.- fece Dean dandole un bacio sulla fronte sussurrandole -'' Ci vediamo fuori di qui''- e nel dir così uscì dalla stanza percorrendo velocemente tutto il corridoio.
- Ehy signore...- fece l'uomo che lo aveva accompagnato nel privè - Per la consumazione sono.... ouch!- Dean gli mollò prima un calcio in mezzo alle gambe e poi sferrargliene un altro alla gola in modo da non  ucciderlo ma farlo solo svenire.
- Figlio di puttana...- fece Dean fissandolo con odio. Voleva ucciderlo. Solo la vista del suo sangue l'avrebbe calmato almeno un po' - rapisci e rovini la vita di donne e ragazzine innocenti e vuoi anche essere pagato.
Non so se l'inferno esiste, ma spero che si spalanchi sotto di te.- e nel dir così lo chiuse a chiave in un ripostiglio.
Poi uscì, e si mise ad aspettare Emma in auto.
La aspettò per venti minuti. Poi temendo che avesse avuto problemi ad uscire, fece per andarle incontro... e vide la ragazza che zoppicava verso di lui, sofferente ma felice.
- Che è successo?- fece Dean abbrancandola.
- Credo di essermi slogata una caviglia nel salto dalla tettoia....- fece Emma.
Dean sorrise - Bhe....mi pare un prezzo equo....- fece caricandola in auto per poi salire al posto di guida.
- Dove andiamo ora....?- fece Emma minacciando di svenire.
- In un posto sicuro.- fece mettendo in moto per poi partire. Prese il cellulare e chiamò Henricksen - Ispettore? Detective Dean Winchester. Prenda degli agenti e si diriga al locale PlayHouse. Troverà qualcosa di interessante nel privè.-
Fece poi per chiamare Castiel, ma il moro fu più veloce.
- Winchester.-
Dall'altro capo del telefono, il moro sospirò di sollievo -'' Oddio, meno male, che hai risposto.... si può sapere dove ti sei cacciato? Sei sparito, nessun biglietto, nessun messaggio...''
- Ok, calmati angioletto, sto bene.- fece Dean - anzi, sono quasi sicuro di sapere dov'è Sam.... ho una pista d'oro in mano.-
'' Davvero?''- fece Castiel -'' Oh che Dio sia lodato... come ti aiuto?''
- Aspettami all'ambasciata americana, tempo dieci minuti e sono lì. Ah, e di ad Anna di chiamare un medico e di contattare....- nel dir così si rivolse ad Emma - come si chiama la mamma?-
- Lidya...Morrison....- fece Emma con un filo di voce.
- Lidya Morrison. Dille di venire all'ambasciata quanto prima.- fece Dean.
'' C'è qualcuno con te?''
- Ti spiego tutto quando saremo in territorio americano.- fece Dean attaccando.
'' Sam, arrivo. Resisti.''

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Capitolo 4
*** Un passo avanti ***


Poco dopo, Dean giunse all'ambasciata con Emma, ferita e semi svenuta tra le braccia.
Venne accolto da Castiel e dal console Anna Milton.
- Oddio...- fece la diplomatica con i capelli rossi facendo loro strada verso le camere da letto.
- Ma che succede?- fece Castiel mentre Dean la adagiava sul letto, facendo tenendole il busto in alto per evitare che soffocasse nel suo stesso vomito.
- E' una vittima di Crowley. Adescata, drogata, rapita e venduta come prosituta.- fece Dean - ho seguito la traccia che quella stronza figlia di puttana mi ha dato prima di morire.-
- Oddio.... - fece Anna - ma è solo una bambina....-
Dean annuì.
- Si. Ha due anni meno di Sammy... delinquenti figli di puttana.- ringhiò Dean per poi uscire con l'amico avvocato lasciando Emma alle cure del medico, supervisionato da Anna.
...
...
...
Era riuscito a portarlo fino alla sua stanza, l'aveva messo a letto, proprio come se fosse un bambino e gli era stato accanto finchè non si era svegliato.
- Ehy, Dean...- fece Castiel scuotendolo con dolcezza.
- Oddio che ore sono...- fece Dean saltando in piedi. Non si era nemmeno svestito - devo andare a cercare Sam...-
- A proposito- La madre di Emma è appena arrivata da Cardiff. Vorrebbe ringraziarti.-
Per un attimo Dean fu tentato di dire che non aveva tempo.... poi ci ripensò. Non si sarebbe perso per nulla al mondo quello spettacolo.
Quello di una madre a cui restituivano la figlia illesa, sana e salva, con la consapevolezza che ormai quello che avevano vissuto era un brutto e lontano ricordo e il poter dire che quella gente ormai era innocua.
Dio solo sapeva quanto invidiasse Lidya Morrison.
Quando entrò in camera di Emma, la ragazzina era ancora sotto le coperte abbracciata ad una donna a cui somigliava tantissimo, giovane e bella, entrambe in preda ad un pianto liberatorio.
Emma lo salutò e la signora Morrison per tutta risposta lo baciò sulle labbra.
Dean commentò spiazzato.
- Bastava un grazie...-
- Oddio mi scusi.- fece Lydia - ma lei mi ha appena liberata da un incubo.... ancora fatico a crederci....-
- Ma è così.- fece Dean - e finirà ancora meglio, quando chi ha venduto Emma a quelli del PlayHouse non saranno più in condizione di nuocere....
Emma sei certa al cento per cento di non ricordare nulla della casa con la porta rossa?
Che so... un negozio con qualcosa che ti ha colpito, un nome...mi basta anche solo un indizio vago, poi mi arrangio da solo...-
Emma strinse gli occhi, come per cercare di ricordare.
Poi disse - C'era un negozio di tatuaggi, dall'altra parte della strada... l'insegna era una spada nera.-
Dean uscì dalla stanza.
Un negozio di tatuaggi. Non gli serviva sapere altro.
...
...
...
Trovare il negozio, e quindi la casa con la porta rossa non fu difficile. Il difficile era riuscire ad entrare.
Non poteva certo suonare al campanello e dire -'' Ciao, sono il fratello del ragazzo che avete rapito e sono venuto a farvi il culo.''
- Beh, a mali estremi... estremi rimedi.- fece Dean suonando il campanello.
'' Chi è?''
'' Cappuccetto rosso''- avrebbe voluto dire - Sono il cugino di Ruby, mi chiamo Mark Hallandar.-
Ad aprire venne un ragazzo alto, sui trent'anni, capelli ed occhi castani. Sul dorso della mano destra aveva un tatuaggio. Una luna e una stella.
- Posso aiutarla?- fece il ragazzo.
- Lo spero.- fece Dean -
...
...
...
- Quindi....- fece l'uomo versando una tazza di caffè al suo '' ospite''- La tua ragazza sta morendo e avrebbe bisogno di un cuore nuovo... ho capito bene?-
- Sì.- fece Dean.
Non aveva trovato altro modo per entrare senza farsi uccidere al primo colpo,se non quello di farsi passare per un potenziale cliente. E fare il nome dell'adescatrice gli aveva permesso di guadagnarsi la fiducia di quell'idiota.
- Sa, lei è... era... una campionessa dei cento metri.- fece Dean - stava per partire per Pechino per partecipare alle olimpiadi quando il cuore l'ha fregata.
E' stata inserita nella lista, con priorità assoluta... ma non si riesce a trovare un donatore compatibile... ne ho parlato con mia cugina al telefono e mi ha detto che qui potevano aiutarmi.-
- Beh, certo....- fece l'uomo sorseggiando distrattamente il suo caffè - mi rendo conto perfettamente della situazione... ma la invito a tenere presente che non siamo un ente di beneficienza.-
- Certo.- fece Dean - non sarei venuto qui altrimenti. I soldi non sono un problema.-
L'uomo sorrise e compose un numero con il suo cellulare, parlando in uan lingua che Dean non comprendeva, ma era abbastanza certo che fosse qualcosa tipo '' ho un affare sicuro per le mani, vieni qui''.
- Ho appena avvisato il mio datore di lavoro... sta arrivando per discutere i dettagli...- fece l'uomo - intanto direi di fissare un preventivo....-
Dean tirò fuori una pistola e gliela puntò contro.
L'uomo alzò le mani, spaventato.
- Ma cosa...?-
- Oh, scusi, non mi sono ancora presentato.... Detective Dean Winchester, New York, squadra omicidi.- fece il poliziotto.
L'uomo afferrò un coltello e provò a recidergli la giugulare, ma Dean fu più rapido e gli sparò allo stomaco.
Lo sparo, il caos, allertò tutti gli altri presenti nello stabile, che si precipitarono armati per controllare cosa stesse accadendo. Dean sparò a tutti quelli che si avvicinavano, ed in breve si ritrovò da solo, con dei cadaveri.
Almeno fino  a quando il '' capo'' non tornò a casa.
Era un uomo basso, robusto, tarchiato, con un accenno di barba, abito nero.
- Allora? Questo cliente....?- fece entrando nella stanza piena di cadaveri. Allarmato, l'uomo mise mano alla pistola, ma Dean fu più veloce e lo colpì alla testa con il calcio della pistola.
- E ora mi diverto io.-
...
...
...
Dopo averlo trascinato nello scantinato, il luogo più interrato di tutta la casa, lo aveva legato alla sedia con il nastro adesivo.
Aveva cercato in tutta la casa, ma di Sam non c'era nemmeno un segno.
Crowley era l'unico che poteva dirgli dov'era suo fratello, e gli serviva vivo... almeno per il momento.
E glielo avrebbe detto.
Con le buone o con le cattive.
- Buongiorno.- fece Dean quando l'uomo riprese i sensi - Ti ricordi di me? Sono sicuro di sì. Ci siamo parlati al telefono, quando... due giorni fa?- non sapeva dirlo con certezza. Per lui il tempo si era fermato a quando Sam gli aveva telefonato prima per dirgli che era arrivato a destinazione sano e salvo, e poi per chiedergli aiuto.
- Quindi... è vero...- fece Crowley.
- Sono un uomo di parola. Te l'avevo detto che ti avrei trovato.- fece Dean per poi tirar fuori una foto di Sam - Dov'è?-
- Ascolta...- fece Crowley ansimando - Non... non devi prendertela... erano solo affari... non mi ricordo nemmeno la sua faccia...-
Dean lo colpì con tutta la forza che aveva, spaccandogli il setto nasale.
Li odiava. Odiava quella gente che rapiva, massacrava e torturava, condannando alle pene dell'inferno loro e le famiglie delle loro vittime per... poche migliaia di dollari, ma non si ricordava nemmeno un particolare di quelle povere anime.
Lui invece le vittime se le ricordava tutte. Da quando era entrato in polizia non c'era stato un solo caso che gli fosse passato per le mani e che fosse finito nell'archivio come irrisolto.
'' Scusa Sammy, ma non ti permetterò di rovinarmi le statistiche.''
- Io invece mi ricordo tutto.- fece Dean - e sai cosa mi ricordo? Della mia promessa. Ti avevo offerto una chance, ricordi? Lasciaci in pace ed io non verrò a romperti il culo.
Non avevo intenzione di ammazzarti, ma tu mi hai fatto cambiare idea.- fece Dean afferrando delle riviste porno accatastate in un angolo.
Afferrò le pagine e le accartocciò, buttandole tutte attorno alla sedia. Giusto per fargli capire qual'era l'antifona.
- Ragioniamo... ti prego.- supplicò Crowley.
- Devono avertelo detto tante volte...- fece Dean - Che potevate mettervi d'accordo.  E fammi indovinare... '' niente di personale, sono solo affari''. Bene, ora tocca a te stare dall'altra parte della barricata.
Dimmi. Dov'è. Mio. Fratello.-
- Non lo so, te lo giuro.- fece Crowley.
Dean afferrò una tanica di benzina. Svitò il tappo ed iniziò a rovescarla addosso all'inglese. Questi, comprendendo che faceva sul serio, iniziò a spaventarsi seriamente.
- NO, ASPETTA! STAI CALMO!- urlò Crowley - POSSO DARTI UN NOME!-
- Bene.- fece Dean posando la tanica - Ti ascolto.-
- Il ragazzo... l'abbiamo venduto... si chiama Azazel.- fece Crowley - gestisce sottobanco un traffico di organi.
E' in contatto con diverse persone facoltose che vogliono comprare cuore, polmoni, fegato... noi gli procuriamo la merce, la consegnamo ad un intermediario, e ricaviamo il trenta per cento da ogni persona.-
- Dov'è questo tizio?- fece Dean - come lo trovo?-
- Non lo so. La consegna viene effettuata a mezzanotte dello stesso giorno in cui preleviamo la merce.-
- Dove avviene la consegna?- fece Dean.
- Sulla riva del fiume.- fece Crowley - Da lì non so dove finiscono.-
Dean annuì.
- Bene. Ti ringrazio per la tua collaborazione.- fece Dean prendendo l'accendino.
Gli occhi dell'inglese divennero grandi il doppio.
- NONONONONONO... TI GIURO TI HO DETTO TUTTO QUELLO CHE SO, LO GIURO!-
- Oh, ma io ti credo...- fece Dean  con un sorrisetto ironico- Solo che questo non ti salverà.-
E gettò l'accendino sulla benzina, che prese fuoco nell'immediato, ed uscì dalla stanza, chiudendo dietro di sè la porta, mentre l'edificio si riempiva delle urla agonizzanti del mafioso.
...
...
...
Quando la vice ispettrice Bela Talbot tornò a casa ed accese la luce quasi trasalì nel vedere che seduto sul suo divano di pelle c'era il detective Winchester.
- Dean...- sorrise la donna - mi hai spaventata a morte.-
- Suvvia, non esagerare....- fece Dean con un sorrisetto ironico - la fuori ci sono cose molto più spaventose, lo sai.-
- Come... come sei entrato?-
- Ho detto al portiere di essere il tuo fidanzato e di aver perso il mio mazzo di chiavi.-
- Beh...- fece Bela andando verso Dean con aria seducente - se avevi bisogno di distrarti, bastava dirlo.- nel dir così la poliziotta mise le braccia attorno al collo di Dean, iniziando a baciarlo sulle labbra, succhiando il labbro inferiore del poliziotto.
Dean però non rispondeva al bacio.
La allontanò bruscamente.
- Che... che succede?- fece Bela.
- La scorrettezza peggiore che si possa fare ad un collega è mentirgli.- fece Dean quasi apatico - so tutto. So cos'hai fatto.-
- Non capisco di cosa tu stia parlando...- fece Bela sorridendo.
- Ho chiesto ad un amico una ricerca.- fece Dean - e sai qual'è la cosa buffa? Che il tuo numero di previdenza sociale, sia lo stesso di una bambina morta a sei mesi a causa di un'encefalite provocata dal morbillo.-
Bela iniziò a preoccuparsi.
- Così ho iniziato a scavare... tu ti chiami Abigail Duncan, detta Abby. Sei rimasta orfana a quattordici anni, a causa di un misterioso incidente stradale. Forse i freni della macchina erano stati manomessi, ma nessuno ha mai potuto dimostrarlo.-
- Di che mi stai accusando, esattamente?-
- Tanto per cominciare di furto d'identità.- fece Dean - oltre che di omicidio, favoreggiamento, ed associazione a delinquere.-
- Tu sei pazzo.- fece Bela - forse dimentichi che da quando hai messo piede qui, io sono l'unica che ti ha dato credito.-
Dean sorrise ironicamente - Sì, lo ammetto. Davvero una mossa ben congegnata... avevi già messo in giro qualche voce su una festa nell'appartamento. Henrickesen ci ha creduto, e quando gli ho detto di cosa abbiamo parlato al telefono PRIMA del rapimento....
Il tuo capo ci ha creduto, ma io no. E ti sei messa in azione... mi hai avvicinato con la storiella dei tuoi genitori morti per mala giustizia, mi sei stata vicino... lo hai fatto per spillarmi informazioni da passare ai tuoi soci e per mettermi su una falsa pista.-
- Non hai prove di quello che dici.- tentò ancora Bela.
- Basterà guardare i tuoi conti correnti.- fece Dean - ho dato un'occhiata al tuo guardaroba. Solo una di quelle pellicce che hai vale ventimila sterline. Come può una poliziotta permettersi uno stile di vita così? Ti pagano per sviare le indagini, giusto?-
- E va bene.- fece Bela puntandogli contro una pistola - Hai ragione. I miei genitori sono morti in un incidente d'auto. Se lo sono meritato: mio padre mi picchiava ogni volta che aveva la luna storta, e mi ha violentata così tante volte che ho perso il conto.
E mia madre era troppo occupata a salvare alberi, balene ed ogni forma di vita per salvare sua figlia.-
- Perchè non sei andata a denunciarli alla polizia, allora?-
- L'ho fatto.- fece Bela - e mi hanno ignorato. Un po' come hanno fatto con te, quando hai chiesto aiuto per Sam...-
- Così hai manomesso i freni della macchina, l'auto è uscita di strada ed ecco che ti ritrovi sola, libera, e favolosamente ricca.- fece Dean - un bel salto di qualità.-
- Io volevo solo che mio padre la piantasse di riempirmi di botte e che lei pagasse per essere sempre stata a conoscenza del mio calvario e di non aver mai fatto nulla.- fece Bela - i soldi non erano previsti nel pacchetto, ma ho solo chiesto un tributo per le mie sofferenze.-
- Ed Emma, Brady, Sam e chissa quanti altri?- fece Dean furioso - Loro che ti avevano fatto? Perchè ti sei ridotta a fare la talpa?-
- Crowley. Stavo quasi per prenderlo, sai?- fece Bela - Stavo per mettergli le manette, ma lui conosceva il mio segreto.-
- E ti ha fatto un'offerta: se tu avessi mantenuto il silenzio sui suoi affari e coperto quando serviva... lui avrebbe mantenuto il tuo. E perchè si è sentito in dovere di pagarti, visto che ti stava già coprendo?- poi realizzò  - Oddio.... posso dirlo? Hai dei gusti orribili in fatto di uomini.-
- Peccato che tu la pensi così...- fece Bela - perchè quando ti ho visto la prima volta ho subito pensato che avremmo potuto fare sesso selvaggio.-
- Mi spiace deluderti, tesoro, ma non sono il tipo che allaccia storie sul posto di lavoro.... specie con i criminali già occupati.- fece Dean.
 Si sentiva sul punto di vomitare. Aveva avuto a che fare con parecchi criminali, e a volte pure con dei bastardi corrotti in uniforme, ma nessuno di loro era riuscito a disgustarlo tanto quanto Abigail Duncan, meglio nota come Bela Talbot.
- Mi fai schifo.- gli vomitò quasi in faccia.
- Non è gentile da dire ad una signora, sai?- fece Bela.
- Certo. Se ce ne fossero.- fece Dean - hai venduto, fatto uccidere degli innocenti e rovinato chissà quante vite. Tu non sei una persona. Non sei nemmeno un animale.
Sei un demone dell'inferno.-
 Beh, sai com'è tutti dobbiamo morire, prima o poi.- fece la donna - e a ben vedere, tu non farai una fine migliore.- nel dir così gli si avvicinò, gli puntò la pistola contro il cuore ed iniziò a spingere fino  a farlo sbattere contro il muro - ecco cos'è successo: sei venuto a casa mia, volevi conforto, eri distrutto per tuo fratello, ho tentato di aiutarti... ma tu eri troppo sconvolto per ragionare, così ha afferrato la pistola e ti sei sparato.-
- Ma che bella favoletta...- fece Dean - peccato che per te non ci sarà un lieto fine.-
Nel dir così, la porta si spalancò, e sotto gli occhi di una Bela confusa, spaventata, sorpresa e per certi versi arrabbiata, apparvero l'ispettore Capo Victor Henrickesen assieme all'avvocato Nnovak ed un paio di agenti.
I primi due la guardavano con disgusto e disprezzo.
- Ispettrice Bela Talbot.- fece Henrickesen - La dichiaro in arresto per associazione a delinquere.-
Bela riservò a Dean uno sguardo di fuoco, mentre lui le sorrideva.
- Regola numero uno: se vuoi scoprire chi è la talpa e non ci riesci.... prova a pensare a qualcuno che verrebbe volentieri a letto con te.-

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