Non smettere mai di sognare!

di Nosense0
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo: Dimmi, era questa la vita che sognavi da bambina? ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Il treno ha fischiato ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: "So chi eri stamattina quando mi sono alzata, da allora credo di essere cambiata diverse volte" ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo: Dimmi, era questa la vita che sognavi da bambina? ***


Sono oramai ad un passo dalla realizzazione del sogno dei miei: che prenda una laurea in una materia scientifica, cosa che mi consente la vita stabile economicamente che loro non hanno mai avuto. Ho scelto Chimica, poichè non è tra le laure più difficili nè nei test d'ingresso e nè come esami ed al contempo garantisce comunque lavori molto ben pagati. L'altra opzione era biologia, ma ho letto che la richiesta lavorativa era minore. Personalmente, avrei preferito una materia umanistica, lettere o filosofia, il mio desiderio era quello di diventare una scrittrice, oppure di fare pasticceria artistica, ma la vita non è un sogno, sarebbe pura follia scegliere strada simile, naturalmente non è questa la ragione per cui sono preoccupata, è la notizia appena giuntami: per completare i cfu necessari ho solo due scelte: fare tutoraggio o tirocinio. 'Cosa c'è di strano?' penserete. Inefetti nulla, tutto ok per le persone normali, peccato che non lo sono affatto ed ho un carattere estremamente timido che mi mette in seria agitazione. Mi sto sforzando di ripetermi che ho superato sfide peggiori per giungere fin qui, eppure, non riesco a convincermi che non è questa la cosa peggiore. Mentre sbuffo, prendo il telefono e mi metto a girare sui social, poi il mio occhio si sofferma su una notizia: si parla di Willy Wonka. Leggo l'articolo con la speranza di novità positive rispetto a questo personaggio che tanto ammiro, ma non è così: un suo ultimo prodotto è risultato dannoso, per cui, rischia di non vendere più se non trova un chimico che gli analizzi tutti i dolci e garantisca la bontà del prodotto. I problemi sono due: data la fama di cui gode, nessuno accetterebbe mai di mettere piede nella sua fabbrica ed il cioccolatiere essendo terribilmente diffidente nei confronti delle persone non farebbe mai accostare persona alcuna. Addirittura, ha cacciato brutalmente quel bambino, Charlie, e la sua famiglia, poichè aveva iniziato a nutrire sospetti e non lo riteneva più così idoneo allo spirito necessario per gestire una fabbrica di tale portata. Il tutto dopo che gli giunse notizia che suo padre, con cui si era finalmente riconciliato fosse morto. È stato il dolore che ha accentuato i suoi problemi psichici e per la medesima ragione è successo anche ciò che ho appena letto e vi sono lunghi perieodi in cui non esce nulla dalla sua fabbrica. Stare da solo gli farà ancora più male, mi sembra di percepire la sua sofferenza e vorrei tanto abbracciarlo ed aiutarlo, ma non posso farlo e comunque, non ne sarei mai in grado di tendergli una mano dato che neppure io sono sana. La fabbrica ed il suo proprietario mi hanno accompagnato fin dall'infanzia; avevo solo otto anni quando aprì un negozio ed io avrei voluto trascorrerci ore, assaggiando tutti i suoi dolci strabilianti e stando in sua compagnia. Iniziai a coltivare l'aspirazione di approfondire quel campo, Wonka Shop era il luogo dei sogni, sembrava che ogni cosa potesse divenire realtà e volevo poter dare vita anche io a tutto quello, un giorno. Ero già singolare: i cartoni ed i giocattoli mi lasciavano indifferente, mentre amavo udire le notizie del signor Wonka, perdermi nei sogni ispiratimi dal luogo in cui lavorava, coloravano ogni giornata, anche i momenti di tristezza; non scorazzavo in giro ovunque, come i miei coetanei, causando danni che facevano innervosire un pò troppo il cioccolatiere, ma me ne stavo in un angolino in silenzio limitandomi a scegliere i dolci e guardarlo da lontano, a causa della mia timidezza e della mia maturità precoce. Per questo, egli, mi rivolgeva spesso degli sguardi incuriositi, poi, un giorno mia madre gli disse che lo ammiravo molto e mi ringraziò dandomi dei dolci gratis e da allora, mi sorrise e salutò sempre quando mi vedeva. La grande fabbrica la apri a soli 20 anni, asistii alla cerimonia di apertura con grande piacere ed iniziai a sognare di vistarla un giorno e che qualche familiare lavorasse lì. Tuttavia, presto la vita distrusse la me bambina e la chiusura della fabbrica di Willy Wonka, sancì il distacco definitivo da quella che ero. Lo scordai, passando perieodi molto neri e difficili, tuttavia li superai ed avevo 19 anni quando iniziò a diffondersi la notizia dei biglietti d'oro, la mia prima sessione di esami era alle porte, quando risentii il nome della persona che aveva caratterizzato la mia infanzia. Una strana senzazione si fece largo nel mio petto, ripercorsi quei momenti belli passati, oramai lontani e sentii tutta la distanza con quella che ero allora. Eppure, finalmente sentivo di capirlo sul serio ed ero in grado di dare un senso alla mia ammirazione per lui: era una persona con una vita dura, era solo al mondo e le spie lo avevano costretto ad abbandonare ciò che aveva realizzato con tanta fatica; anche prima che il mondo rovinasse ogni cosa, in certi momenti il suo squardo era troppo tetro ed i suoi rimproveri troppo forti, non aveva mai goduto di un'esistenza rosea, al contrario dei dolci a cui dava vita, eppure aveva lottato con le unghie e con i denti per quello in cui credeva, dava vita ai suoi sogni e diffondeva gioia nonostante la sua vita ne fosse privo. Lo pensai sempre più spesso e la senzazione che si agitava nel mio petto non l'avevo mai provata prima di allora e più le giornate passavano e più i miei pensieri si riempivano di lui. Alla fine, passai il mio primo esame a pieni voti e questo coincise con la data in cui accolse Charlie e la sua famiglia alla fabbrica, iniziai ad informarmi su di lui come ora e a provare pulsioni totalmente diverse nei suoi confronti e per nulla adatte ad una bambina com'ero quando lo avevo conosciuto per la primissima volta, ebbene si, lo ametto:da allora ho una cotta per lui. È spesso diventato il mio rifugio dalla realtà, insieme alle mie mille fantasie su di lui, spesso, mi sono fermata un pò troppo a lungo ai cancelli della sua fabbrica, desiderando scavalcarli, raggiungerlo e stare con lui per sempre fuggendo da tutto e da tutti. Fino ad un certo punto la storia del signor Wonka sembrava andare a gonfie vele, poi sono iniziati i problemi, ed eccoco qui ora, alla notizia che determinerà la fine definitiva stavolta. È sconvolgente come continuino a crearsi parallelismi con la mia vita e quella del cioccolatiere: allo stesso modo di cui la chiusura della fabbrica di cioccolato sancì la fine dei miei sogni, questo fallimento sta sancendo l'addio definitivo alla me che sognavo di essere, a tutti i sogni che affollavano la mia mente. Ma ora non è il momento di pensarci, devo concentrarmi sul mio futuro, valutare l'opzione migliore per ottenere quanto mi serve per laurearmi. Così, prendo il telefono e contatto i miei per chiedergli consigli e mi indirizzano verso il tirocinio, dunque inizio a compilare il modulo e fare tutto ciò che occorre per accettare di fare l'attività finale della mia carriera universitaria. Compio tutto, totalmente ignara di quello che stava per succedere, della brezza che avrebbe cambiato direzione alla barca su cui stavo viaggiando.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Il treno ha fischiato ***


Secondo capitolo: "Il treno ha fischiato!" Sono in treno, diretta verso la segreteria, devo consegnare i moduli per il tirocinio. Il mio telefono mi annuncia che c'è un nuovo messaggio su Whatsapp, è sul gruppo dell'Università, sono gli ultimi messaggi che leggerò, dopo lo abbandonerò e la mia strada e quella dei miei colleghi si dividerà per sempre. Non sono triste, non ho mai legato con loro, dunque, non mi va di fare finta all'ultimo che mi mancheranno. "Come faccio a non sentire neppure un pò nostalgia di loro e dell'Università? Non lo so, ma è così, per me è solo un posto dove sono andata tutte le mattine per inerzia ed ho lottato fino a sfinirmi per non deludere i miei, cercare di non dargli dispiaceri. Ho preso voti anche alti alla fin fine e sono stata etichettata come una secchiona che se la tira, ovviamente, non hanno idea di ciò che ho passato, non sanno nulla della mia storia e come mi sento e mi sono sentita. E no, neppure l'etichetta di figlia perfetta affibiatami in famiglia mi si confà: semplicemente ho distrutto tutte le imperfezioni a loro scomode ed indesiderate, piegandomi al loro volere, ignorando costantemente la mia insoddisfazione e questo solo per me stessa, al fine di preservare l'unico legame che posseggo nella mia vita, mi ci aggrappo con le unghie e con i denti nonostante non vi è nè vicinanza,nè appoggio reciprovo è ne intesa e si regga su delle bugie che ho messo in piedi giorno dopo giorno. Clicco sul link che hanno mandato sul gruppo Whatsapp, annoiata, ma i miei occhi si sgranano all'istante quando vedo di cosa si tratta: c'è la possibilità di ottenere i crediti necessari alla laurea recandosi alla fabbrica di Willy e facendo le analisi ai dolci, inoltre, se si fa bene il lavoro si otterrà una piccola somma di denato. Sarà un opzione molto dibattuta,dunque si devono inserire i propri dati e tra due giorni sarà sorteggiato un vincitore. Provo un misto di invidia e gelosia al pensiero che altre persone andranno lì e passeranno del tempo a tu per tu con lui ed un po' ne ho il diritto visto che sono l'unica a comprenderlo sul serio e ad amarlo in ogni sua sfumatura, mentre gli altri non fanno che criticarlo su ogni fronte e sono interessati solo alla fama e ai soldi. Però, sarebbe inutile partecipare, tanto non vincerei mai comunque ed una cosa è la teoria, una molto diversa è la pratica, non so se sarei mai in grado di fare quanto detto, anche se, essendo il mio futuro lavoro dovrò imparare, però oramai ho già pronto tutto l'occorente per la richiesta di tirocinio, avrò modo di accrescere lì le mie capacità; stare a contatto con la persona ed il luogo dei miei sogni non mi farebbe bene visto che sto per dire definitivamente addio a tutto ciò. Ho solo un dubbio: se la penso così, perchè sto compilando lo spazio apposito, perchè ho cliccato invio? [Due giorni dopo] Sono nell'aula magna universitaria, tra milioni di persone e stiamo attendendo il nome dello studente che ha la possibilità di ottenere cfu esaminando i dolci di Willy Wonka. Sono seduta infondo alla sala e sto battendo il piede per terra, mentre non so cosa provo. Improvvisamente sento una voce chiamarmi, mi giro e mi trovo davanti Irene, l'unica con cui ogni tanto ho scambiato qualche chiacchiera durante i corsi e le sessioni. La saluto, lei ricambia, per poi sedersi vicino a me. "Anche tu hai dato il tuo nome?" le domando retoricamente "Si ... insomma, lo sai, ho problemi economici ed avere una piccola somma di denaro,prima che trovi un buon posto, mi servirebbe" annuisco, non ci avevo pensato "Tu perchè hai fatto la richiesta?" mi chiede di rimando. Non so cosa asserire, non le ho mai raccontato di me ed in ogni caso, non so neppure io perchè l'ho fatto "È un ottimo modo di passare dalla teoria alla pratica e poi, insomma, chi rifiuterebbe del denaro?" lei asserisce:"Già, i soldi fanno gola a tutti, non so chi abbia detto che non fanno la felicità, uno stupido, o un uomo ricco per tenere a bada i poveri" faccio un mugolio di assenso "Però, scusa, spero di vincere io, ne ho davvero bisogno" dice. Le do ragione ed intanto ignoro il nodo che mi si forma nello stomaco. "Zitti tutti" qualcuno é entrato nella sala e piomba il silenzio. Stanno per annunciare il vincitore, ci siamo. "Avevamo intenzione di fare personalmente il sorteggio, ma il Signor. Wonka ha voluto occuparsene personalmente" una serie di sguardi indignati e preoccupati si formano sulla maggior parte dei presenti. Già, le raccomandazioni, una cosa che annulla totalmente le mie possibilità di essere scelta, mi alzo e faccio per andarmene, inutile rimanere qui ulteriormente "abbiamo dovuto mettere una scatola con la lista dei vostri nomi e lui ce ne ha resistituito solo uno" tirò la maniglia ed apro la porta, poi odo il mio nome e resto pietrificata. "Chi è? Si faccia avanti!" non riesco a muovermi, mentre coloro che mi conoscono mi fissano. La domanda viene ripetuta ed alla quarta volta riesco a rispondere io, agitando in alto la mano. Avanzo verso il lato opposto della sala mentre i mormorii usuali si levano da ogni parte. Mi viene ripetuto cosa dovrò fare, mentre mi sento totalmente estraniata. "Inizierai da domani, alle 10, ok?" ci metto un pò a metabolizzare le ultime parole, dunque ad annuire. Un attimo, andrò alla fabbrica di Willy Wonka, fermi tutti, mi stanno dicendo che la visiterò finalmente e staró a tu per tu con lui. Non riesco a contenere la gioia che sto provando e faccio un gesto totalmente inusuale per me: faccio dei saltelli di gioia mentre esclamo:"Evviva, andrò alla fabbrica di Cioccolato più grandiosa dall'Universo! Urrà!" agitó ritmicamente le braccia in segno di gioia per poi concludere con il titolo di una novella di Luigi Pirandello:"Il treno ha fischiato" quello che intendo dire é che mi sento euforica e fuori di testa all'esatto modo del protagonista di quel racconto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: "So chi eri stamattina quando mi sono alzata, da allora credo di essere cambiata diverse volte" ***


Sono le 9 e 58 e sono davanti ai cancelli della fabbrica, come molte alte volte nella mia vita solo che ora è diverso: tra due minuti precisamente, varcherò i cancelli e ci sono giornalisti ovunque che mi filmano e continuano a fare domande ed io mi muovo avanti ed indietro freneticamente sfuggendogli ed ignorandoli. Ancora non ci credo a quello che sta per accadere, mi sento come in un sogno, sono estraniata dalla realtà e questo sentimento permane anche quando penso al litigio con i miei genitori: fecero un mucchio di storie quando raccontai di essere stata sorteggiata, dissero che avrei perso tempo, che dovevo pensare al mio futuro e questa era solo una distrazione. Ho provato a spiegargli che fosse qualcosa di propedeutico per la laurea, ma hanno ribattuto che il tirocinio era un metodo migliore e pronunciato le testuali parole:"Non è molto saggio andare nella fabbrica di un pazzo squilibrato" ecco come lo consideravano, ho ammutolito, altrimenti avrei iniziato ad urlare ed insultare in maniera incontrollata. Piansi molto, tra le quattro mura della mia camera, con la testa sul cuscino sentendomi sbagliata, in colpa per la scelta compiuta, stupida; mi autorimproverai fortemente, mi sentii male per aver deluso i miei genitori, spaventata che non mi avrebbero mai più parlato e sarei stata cacciata di casa ed infine fui ferita ed arrabbiata perchè ho sentito il mio cuore battere forte dopo tanto tanto tempo quando ho saputo della vincita e loro non sono riusciti ad appoggiarmi nemmeno un pò, mai nella vita si sono fermati ad ascoltarmi davvero, non hanno mai teso un mano verso la vera me, fornito un pò di coraggio ai miei sogni ed a quella me bambina che ero stata. Leggo l'orario sul telefono: 9 e 59, manca un minuto ma continuo a sentirmi distaccata dalla realtà, mentre il profumo meraviglioso del cioccolato entra nei miei polmoni, era lo stesso anche quando ero bambina, quando per la prima volta Willy Wonka fece andare le macchine ed i giorni a seguire, era lo stesso quando le ciminiere presero a funzionare benchè i cancelli restassero sempre chiusi, quando quei cinque bambini vi entrarono per il concorso dei biglietti d'oro, quando fece entrare Charlie e la sua famiglia, quando morì il padre, quando li cacciò e persino ora. È qualcosa che è rimasto costante con il tempo, come questa fabbrica che ha sempre un aspetto nuovo di zecco. Io sono mutata mille volte in questi dieci anni ed il fatto che lo scenario è sempre il medesimo mi rilassa ed al contempo mi mette malinconia poichè fa risaltare tutti i cambiamenti che ho attraversato. Delle volte fingo di essere ancora quella bambina, piena di sogni ed aspirazioni, poi ritorno alla realtà e sento come un rumore di vetri rotti e sprofondo in quella che è diventata ora la mia vita: grigia e spenta. Ed allora, desidero forte scavalcare i cancelli, entrare, stringere Willy Wonka, vivere con lui e lasciarmi il mondo alle spalle, restare tra mille colori, odori sapori che rendono il mondo un bel posto, per di più accanto alla persona per cui ho una cotta e che ammiro. Guardo l'ora: 9:00, ci siamo. Sento un cigolio, i cancelli si stanno aprendo, trasalisco, poi entro e li vedo richiudersi alle mie spalle, facendo indietreggiare a forza tutti i giornalisti che erano avanzati per entrare di seguito a me. Cammino verso la struttura a passo lento e regolare, mi avvicino e salgo le scale. Vedo la porta schiudersi lentamente, titubante la spingo per entrare chiedendo 'permesso', mi guardò intorno mentre un caldo soffocante mi avvolge, poi d'improvviso sento la porta sbattere, mi volto di scatto e vedo Willy Wonka. È proprio davanti a me e mi perdo nel suo vestito rosso/viola, nel suo enorme capello a cilindro del medesimo colore, nei capelli lischi castani ed a caschetto, fisso le sue labbra sottili e bellissime, il suo naso e soprattutto i suoi occhi, quei bellissimi occhi viola penetranti che fin da piccola mi hanno affascinato. Continuo a fissarlo mentre il cuore mi sta esplodendo in petto, sudo freddo e sento una strana senzazione agitarsi nello stomaco. È dannatamente stupendo, non riesco a staccargli gli occhi di dosso, l'attrazzione mi avvampa come una fiamma ed è accompagnata da determinate voglie. D'improvviso la sua voce mi distoglie dai miei pensieri:"Ehi, dorme in piedi? È la quinta volta che le ripeto le medesime parole e lei continua a fissarmi senza rispondere" mi scuso farfugliando:"Scusi, mi ero ... ehm, distratta ... ripeta per favore!" mi sforzo di ascoltare le sue parole e non imbambolarmi di nuovo "Non ho intenzione di avere ospiti tra i piedi, potenziali spie, dunque fingeremo che tu venga ad analizzare i dolci, ma in realtà non metterai mai più piede qui. Non ti ho sorteggiata, ho cercato ogni nome presente sulla lista su internet e quando mi sono imbattuta in te, vedendo le foto di quando eri bambina mi sei tornata in mente: venivi sempre nel mio negozio, ma eri tranquilla, non hai mai proferito una parola di troppo o compiuto una monelleria, sei decisamente la persona meno fastidiosa, che può sbrigare come ho detto questa facenda" provai un tuffo al cuore, poi l'usuale rumore di vetri rotti che rimbombava in me ogni volta che ero ferita. Non so quanto avevo ricominciato a provare emozioni, probabilmente vedendolo, ma non ne sono certa, so solo che ho voglia di piangere. "Ehm ... in realtà, temo non sia possibile ... vogliono controllare le mie analisi, che ... porti un pezzo di campione per ... ecco farlo analizzare ad altri e vedere se ho commesso errori" ho la voce tremolante e quella acuta e furiosa del Signor Wonka mi fa sobbalzare e scendere le lacrime "Mi sta dicendo che dobbiamo davvero fare questa pagliacciata?? Per cosa??? Per un tizio che stava male di suo ed ha dato la colpa ai miei dolci? Sono indignato, io ho da fare!! Questo è un complotto, un complotto per rubare le mie ricette, io ho buttato il sangue e voi li vorreste spacciare per vostri così, senza il minimo sforzo??? Io non lo accetto, non lo accetto!!" provo dispiacere per lo stato in cui è: ha il volto contratto e sta perdendo il controllo, non sopporto di vederlo in questo stato ma non riesco a muovermi dal muro, sono soffocata da catene invisibili. Ad un certo punto riesco a dire qualcosa:"Io ... no, non ... ho queste intenzioni ... l'ho sempre ammirata!" "Certo, non avete fatto che idolatrarmi ed ora mi rivolgete insulti di ogni tipo per una sciocchezza! Ero l'idolo ed ora mi trattatate come fossi il loro peggior nemico! Le spie si pronunciavano i miei migliori operai e poi mi rubavano le ricette! mi...?" si bloccò di colpo ed io asserii:"No, io non... io ... sono dispiaciuta per ... la notizia recente ... mi sento triste al pensiero che lei ... possa chiudere la fabbrica" sbloccai il telefono e gli mostrai le numerose foto di lui in mio possesso, le ultime erano praticamente di ieri notizia. Come mi è saltato in mente di mostrargli queste immaggini? Sono troppo personali, traspaiono i miei sentimenti e parti intime di me, spero si soffermi solo sulla sua figura, invece no, ovviamente ne esamina attentamente molte, prima di dire:"Ok faccia alla svelta, ma la tengo d'occhio, si ricordi. Intanto, si tolga pure il giubbino" faccio quanto ha detto e poi mi accingo a disporre il materiale chimico su un tavolino poco distante dall'ingresso, mentre il cioccolatiere tira fuori una caramella dalla tasca e me la poerge per esaminarla. È alla fragola, ho mangiate tante volte questo gusto e sento il lsapore in bocca mentre inizio ad eseguire l'operazione. Cerco di essere precisa e meticolosa ma sono distratta ed inoltre tremo, già sono goffa ed impacciata di mio, poi avere davanti a me Willy Wonka peggiora solo le cose e spesso sbaglio e mi tocca subire le critiche di lui:"Hmpf... questa sarebbe la famosa precisione chimica? Assurdo e poi vengono a criticare me" "Ha sbagliato ancora? Non ho tutta la giornata, se non è in grado di farlo si liquidi subito, non ho tempo da perdere!" "È sicura di essere una che si sta per laureare? Sembra che non sa dove mettere le mani" "Un'altro errore, non sbagli le analisi, non ho intenzione di chiudere i battenti per colpa sua" e simili. Finchè il coro è spezzato da una mosca bianca:"Ha la testa tra le nuvole, sembra divorata da emozioni, queste caratterstiche mi fanno capire che lei non è una chimica, come le parole che ha scritto sulle foto che mi ha mostrato" mi blocco ed iniziò a fissarlo per cercare di intendere dove vuole andare a parare "lei è una sognatrice, non si avvicina nemmeno alla fredda razionalità scientifica. I suoi occhi vagano e resta imbambolata di tanto in tanto, mentre uno scienziato è rigido e fermo e non si distoglie nemmeno un secondo dal suo operato. Inoltre, non percepisco alcuna energia, non è travolta dalla passione, non mette nulla in quello che fa, ergo, non è questa la facoltà che voleva scegliere" fa una pausa poi assume un'espressione sprezzante:"Siete tutti uguali: reputare il cicolattiere e l'artista lavori stupidi ed indecorosi ed intanto siete morti, vivete senza vivere. Cancellate i colori e rifutate la reale essenza della vita. Non fraintenda, anche lo scienzato è un lavoro importante ma è necessario palpitare mentre lo si fa sentire dentro di se lo spirito del lavoro, altrimenti per quanto possiate arrivare in alto sarete sempre bassi e deplorevoli. Non mi aspetto che mi ascolti, rida pure, si contanni ad una vita di infelicità mentre io creo sogni, diffondo energia vitale e coloro la realtà" non ribatto, come per tutte le parole offensive che mi ha rivolto ma non mi sento come se mi stesse pugnalando stavolta, bensì come se stesse esplodendo un tornado di senzazioni nel mio petto e calando la nebbia e nella mente. Proseguo l'analisi come non fossi più nel mio corpo fino alla fine in cui annuncio di aver terminato e lui afferma:"Bene, ora si tolga dai piedi" balbetto"Ehm ...dovremmo accordarci per ... il prossimo incontro" "Già non è l'ultimo. Allora dopodomani, alle 15, ora vada" mi rimetto il giubbotto ed obbedisco.

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