In memoria di James

di udeis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le ragioni di Peter ***
Capitolo 2: *** Impronte di anime trapassate ***
Capitolo 3: *** Non era un bel pensiero ***
Capitolo 4: *** Cicciobomba ***
Capitolo 5: *** Il dono della luna piena ***
Capitolo 6: *** Il treno per Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Le ragioni di Peter ***


Le ragioni di Peter
 
Se James si fosse trovato sull’orlo di un precipizio, sarebbe saltato dall’altra parte senza esitare, poi sarebbe tornato indietro per aiutarti ad attraversare. A quel punto Peter sarebbe saltato anche se gli fosse sembrato impossibile: la paura di perdere la stima che Ramoso, chissà come, riponeva in lui era molto più grande di quella di cadere nel burrone.
Peter s’infila in quella guerra per lo stesso motivo, senza riflettere, con la convinzione infantile che sarebbe andato tutto bene, alla fine, perché con James va sempre così: salti dall’altra parte del precipizio e poi ci ridi su.
 
Ora, a Codaliscia sembra che quel salto sia stato un azzardo troppo grosso, e inizia a pensare –n’è quasi convinto, in realtà -che la sponda opposta che dovrebbe accoglierli alla fine del volo possa pericolosamente somigliare ai Campi Elisi. Non ha idea di come sia riuscito a sopravvivere fino a quel momento ed ha paura che, a chiederselo troppo apertamente, la Fortuna possa smettere di favorirlo.
 
Adesso, Felpato e Lunastorta sfoderano zanne e artigli, ferendosi a vicenda, sempre sull’orlo di una rottura irreparabile: Peter non riesce a fermarli, -lo spaventavano- e la sua squittente mediazione non è di alcun aiuto.
Anche Ramoso, la luce che ha illuminato tutta la sua adolescenza, si fa pian piano pieno di ombre, ma le nasconde dietro a un sorriso accecante che ancora lo rassicura.
 
Tu Sai Chi, dicono le voci, vuole vendicarsi di chiunque lo abbia mai sfidato e i Potter, ovviamente, sono sulla lista.
Li avrebbe presi uno per uno, lui, Sirius, Remus e avrebbero pagato per James, morendo in modo atroce, rinnegando persino i Malandrini.
L’idea gli torce le viscere quando ci pensa, perché – è dolorosamente chiaro- questa volta Ramoso non li aiuterà: sembra essersi perso in un mondo parallelo al loro in cui parlare d’ideali e futuro ha ancora un qualche senso.
Mentre James è ancora in volo, ma si pensa già dall’altra parte, Codaliscia sente di essersi schiantato da un pezzo.
 
Peter non vuole morire: è una certezza lugubre che gli ribolle nelle vene e trova conferma nella litania sempre uguale degli officianti e nei volti di pietra degli amici. Persino il profumo soffocante delle corone di fiori e il peso di tutte le bare che Peter ha sostenuto negli ultimi tempi, glielo gridano ossessivamente: “Mettiti in salvo, prima di diventare un eroe morto”.
 
Alla fine, il Signore Oscuro trionferà e, anche se Silente lo nega, Peter non riesce a farsi ingannare dalla retorica quando la realtà gli parla così chiaramente; teme che, questa volta, tocchi a lui aiutare Black, Lupin e Potter ad attraversare il precipizio nella giusta direzione. Non importa, però, cosa dovrà sacrificare, non importa chi dovrà uccidere, non importano nemmeno gli ideali infantili e ostinati degli altri Malandrini: proverà a trattare con il diavolo in persona pur di salvarli.
James continua a ripeterlo da quando si sono conosciuti: “Se siamo insieme, tutto il resto non conta” e a Codaliscia, di vincere, non interessa più.






Note: questa storia partecipa al contest "Citazioni in cerca di autore (Oscar Edition)" indetto da RosmaryEFP, sul forum di EFP. Di seguito vi lascio lo specchietto della storia. Di solito scrivo storie molto brevi con molta facilità, ma questa volta restare nelle 500 parole è stato davvero difficile. Per quanto riguarda le altre Flash della raccolta: sono, purttroppo ancora in revisione, visto che i termini per pubblicare le storie del concorso erano, inizialmente, fissati al 20 aprile (ma poi siamo stati velocissimi a consegnare gli Oscar), perciò se riesco pubblicherò già dalla prossima settimana, altrimenti tra due.
Nick autore sul forum e su EFP: udeis
Prompt scelto: Non dobbiamo per forza lottare possiamo anche arrenderci e vivere da vinti.
Personaggio o coppia scelto/a: Peter Minus
Titolo/i: Le ragioni di Peter
Genere/i: guerra, angst.
Avvertimento/i: missing moment
Nota/e:
Contesto/i: Prima guerra magica
Rating: Verde
Note d’Autore: Sirius nel terzo libro, afferma che Peter collabora con Tu Sai Chi da ben prima della profezia e che diventare il custode segreto dei Potter gli abbia solo dato una opportunità in più di servire meglio il suo nuovo signore. Codaliscia questo non l’ha mai negato, però non sono state neanche mai spiegate a dovere le ragioni del suo tradimento. Ho immaginato che, malgrado abbia scelto di cambiare lato principalmente per paura, non abbia tradito fino in fondo i Malandrini. Pensava che fossero degli illusi che si rifiutavano di vedere la realtà, forse, ma voleva comunque Il suo è un ragionamento uguale e contrario a quello che ha fatto Piton, ma che, ovviamente, con Voldemort non ha speranza di funzionare. Di questo, però, Peter se ne accorgerà troppo tardi: la mia storia si ferma, infatti, al momento in cui lui sceglie di tradire/tradisce. Quando scrivo che Tu Sai Chi vuole vendicarsi dei Potter, mi riferisco al fatto che loro, come i Paciock l’hanno “tre volte sfidato” e Voldemort non è sicuramente una persona in grado di passare sopra a questo genere di offese, profezia o non profezia.

 

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Capitolo 2
*** Impronte di anime trapassate ***


Prompt: “I sognatori hanno quella capacità tutta loro di creare la vita persino agli Inferi.”
 
Impronte di anime trapassate

James faceva sempre cose impossibili, così a Remus non era sembrato strano vederlo affacciarsi dagli occhi di Lily, in quella lunga folle notte alla Stamberga.
L’amico aveva fronteggiato la furia del lupo e quella si era placata: da belva assetata di sangue, il professore era tornato l’uomo gentile stanco di guerra che sentiva di essere.
 
Ma c’era James dietro gli occhi di Lily e gli chiedeva ancora una volta di fidarsi e credere nell’impossibile: come poteva tirarsi indietro? Se si può trovare un modo per correre con un lupo mannaro sotto la luna piena, allora si può trovare un modo per risparmiare l’amico diventato traditore; per questo Remus non aveva avuto scelta.
I sognatori hanno quella capacità tutta loro di creare la vita persino agli Inferi e cos’erano loro quattro se non i fantasmi di un passato troppo breve che si rincontravano per miracolo grazie alla bravata di tre adolescenti? Perfino la Stamberga, illuminata dal baluginio delle bacchette, non sembrava un posto per vivi, ma il rifugio di anime trapassate, in attesa.
Udì con chiarezza le risate spettrali dei Malandrini echeggiare beffarde tra le pareti spoglie dei suoi ricordi, mentre la vita ruggiva in lui, improvvisa, spazzando via gli anni in cui era stato poco più che un fantasma.
 
Dunque c’era James, quella notte, là con loro, Remus avrebbe potuto giurarlo: era nei capelli spettinati, nelle ginocchia ossute, nel coraggio, perfino nel Patronus, lo vedeva guizzare negli occhi di Lily per salvarli ancora una volta da loro stessi. Ma c’era anche il piccolo confuso e impaurito Harry che sembrava essere così bisognoso di affetto da ricordare dolorosamente Lunastorta.
E c’era James negli occhi del professore, quando aveva teso la mano in segno di pace, perdono, cura.

 

 

Note: i prompt vengono dal concorso Citazioni in cerca di autore (Oscar Edition) di Rosmary e li inserirò sempre all'inizio del capitolo, visto che tutte le storie della raccolta si basano su di essi. Grazie per aver letto, fatemi pure sapere cosa ne pensate e se ci sono errori.  Per quanto riguarda la serialità della pubblicazione cercherò di tenermi sulla settimana/ quindici giorni, revisioni e vita permettendo. EDIT. Non lo faccio mai: per me le storie pubblicate sono intoccabili, ma questa volta ho aggiunto una frase alla storia perchè dopo secoli di mal di testa sono riuscita a risolvere d'un tratto il punto che non mi convinceva. Non potevo ignorare questa illuminazione.

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Capitolo 3
*** Non era un bel pensiero ***


Prompt: “I sognatori hanno quella capacità tutta loro di creare la vita persino agli Inferi.”


Non era un bel pensiero
 
Non era un bel pensiero, James, o non lo era più, per questo ci pensava ad ogni risveglio.
Non era mai sicuro che fosse davvero mattina perché non c’erano finestre -e anche la luce sembrava essere assorbita da loro, a volte-.
O forse stava solo impazzendo.
 
Ci pensava, ogni volta, appena aperti gli occhi, al sorriso di James: quando era nato Harry era abbagliante; ma non era un bel pensiero, non più.
 
La notte era indicibile, senza uscita. Sulla notte non aveva controllo alcuno ed era tutto là. Terribile. Non era sicuro che fosse davvero notte però, perché non c’erano finestre -e il buio sembrava provenire da loro, a volte-.
O forse stava solo impazzendo.
 
Così ci pensava, al sorriso di James quando si era sposato –era inumano riuscire a sorridere così a lungo-; ma non era un bel pensiero, non più.
 
I dissennatori, tornavano a ondate, a volte, e allora non riusciva a tenere lontani i ricordi di chi era un tempo: si rimescolavano confusi e lo trascinavano con i loro artigli gelidi in un luogo in cui non c’era mai stata gioia.
Era giusto così e a ricordarglielo c’era il pensiero di James e il suo sorriso euforico quando arrivava la Luna piena.
 
Era bella la Luna, anche se c’erano il terrore di artigli e denti e uno sguardo sconfitto che baluginavano a intermittenza nella sua memoria.
C’era anche qualcos’altro a cui Sirius non doveva, non voleva, pensare, qualcosa che aveva a che fare con odio e morte e una promessa tradita: un ricordo che lo perseguitava nei momenti peggiori.
 
Non era un bel pensiero, James, ma neanche brutto, forse.
Allontanava i dissennatori, -forse era indigesto anche a loro- e allora questo pensiero non bello, ma neanche così brutto, meno degli altri, forse, lo pensava spesso, lo pensava volentieri, lo pensava ossessivamente.
Forse stava solo impazzendo, ma finchè, finchè avrebbe avuto quel pensiero, sapeva che avrebbe potuto vivere.
 
Doveva vivere per ricordare la lieve incrinatura che aveva scalfito il sorriso di James quando gli aveva proposto la sua ultima idea geniale. Doveva imprimersela nella mente: non può lasciare che diventi un’ombra come un’altra.
 
Ci pensa, ci deve pensare tutte le sere- non è così sicuro che siano sere - prima di buttarsi volontariamente e di testa nella voragine dei suoi incubi: è quello che si merita, il sorriso dell’amico che non c’è più per colpa sua.


 
 
 


Note: qui il protagonista è, ovviamente, Sirius e il racconto è ambientato durante la sua prigionia. Ho cercato di rendere con la mia scrittura la difficoltà a fare pensieri lineari e ragionamenti complessi di chi è sottoposto alle amorevoli cure dei dissennatori, ma non sono molto sicura del risultato. Di sicuro, anche se nel terzo libro, ci viene detto che Sirius è un prigioniero perfettamente lucido, non credo che in tredici anni lo sia stato sempre o comunque non con la stessa intensità, ma fatemi sapere cosa ne pensate: questa storia è un enorme esperimento per me.

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Capitolo 4
*** Cicciobomba ***


Prompt: "I sognatori hanno quella capacità tutta loro di creare la vita persino agli Inferi.”

Cicciobomba

Peter era goffo e grasso, Peter era lento e non sapeva fare bene le magie. Peter aveva quasi cavato l’occhio di un compagno con la bacchetta a trasfigurazione. Peter era ansioso e spaventato e continuava a perdersi per i corridoi, la scopa di Peter non si era neanche mossa alle lezioni di volo. Peter non parlava mai con nessuno e faceva colazione da solo, in fretta, perché ci aveva messo ore a trovare la sala grande, Peter riceveva molti dolci da casa e cercava l’amore in fondo all’incarto, la compagnia nello zucchero. Peter aveva sempre le briciole attorno alla bocca, il colletto al contrario e i polsini sporchi d’inchiostro. Peter non riusciva mai a intervenire nelle conversazioni perché andavano tutti troppo veloci, Peter sapeva benissimo come sgattaiolare lontano dalla scena, convincendosi di aver bisogno di un po’ di silenzio. Peter prendeva appunti incompleti con una grafia tonda come quella dei bambini piccoli e infilava la lingua tra i denti quando si concentrava. Peter era di bassa statura e le sue mani erano corte e tozze. Peter non ricordava i nomi, ma gli piaceva parlare con i quadri, conosceva tutte le abitudini delle armature e non dimenticava mai una parola d’ordine, una volta sentita; Peter odiava i gatti e cercava di tenersi il più lontano possibile da Mrs Purr, ma non ci riusciva spesso.
Peter non veniva mai chiamato per nome: preferivano cicciobomba, imbranato, perdente, cagasotto, idiota. A Peter non veniva mai rivolto un gesto amichevole, ma veniva spintonato nei corridoi e nemmeno allora aveva la forza di comportarsi come un vero Grifondoro: lo sguardo basso, le unghie morse, il panico in ogni gesto.

Poi James quel compagno di casa della sua stessa età, ma così in gamba da conquistare anche il rispetto dai ragazzi più grandi, così luminoso come Peter non avrebbe mai nemmeno potuto sognare di essere, l’aveva notato.
Non sapeva proprio cosa avesse visto e come avesse fatto ad andare oltre il grasso delle apparenze, ma l’aveva invitato al suo tavolo, in biblioteca, e avevano fatto i compiti insieme. Per la prima volta gli era sembrato di non essere poi così stupido, ma se fosse potuto essere sempre così felice davvero non gli sarebbe importato niente di continuare a non capire la trasfigurazione.
Era stato l’inizio di qualcosa di magnifico, di una vita scolastica come aveva osato sperare solo nei suoi sogni più folli e illusi: non se ne capacitava mai di essere stato così fortunato da far parte di quella luce.
Con il tempo, Peter era diventato per tutti Minus, per qualcuno Peter e per pochi Codaliscia, poi, era diventato tante altre cose- gentile, timido, veloce, astuto, goloso- ma non era mai stato più un ciccobomba perdente.
 

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Capitolo 5
*** Il dono della luna piena ***


Prompt: "Non dobbiamo per forza lottare possiamo anche arrenderci e vivere da vinti"
Il dono della luna piena

Remus lottava ogni mese contro la sua natura: contro la trasformazione, contro l’istinto di mordere, contro l’istinto di dilaniare e fare a pezzi, contro quello di braccare la preda.
Combatteva senza risparmiarsi anche contro l’olfatto più sviluppato, contro l’udito più acuto e i riflessi più pronti, perché non voleva accettare nessuna parte del mostro che era e accoglierne una era cedere alla belva.
Durante la luna piena duellava con sé stesso e si graffiava e si mordeva, esplicitando quel conflitto ancestrale tra bestia e uomo: non poteva vincere e non poteva arrendersi. Altrimenti non avrebbe più potuto raccontarsi, durante il mese, la storiella di essere un mago come gli altri e un ragazzo come tanti.
Poi, James gli aveva offerto la luna piena su un piatto d’argento e Remus aveva smesso di lottare e aveva accettato il suo dono perché non aveva avuto cuore di deludere l’illusione del suo sconsiderato migliore amico.
 
 
Non era stato così male, alla fine: la belva, a conoscerla, si faceva ammansire, la bestia amava avere dei pari, il lupo amava correre nella fredda notte scozzese.
 
Vivere da vinto significava avere delle notti lunghissime e esaltanti una volta al mese: l’aria fredda della notte che ti taglia il fiato, il terreno umido e duro sotto le zampe, l’odore di acqua, erba e bosco così intensi da ubriacare i sensi. Significava l’adrenalina della caccia, senza paura di ferire, significava lotta senza massacro, significava libertà senza la schiavitù dagli istinti del lupo.
Significava anche schivare un incantesimo di un Serpeverde proprio all’ultimo secondo, salvare la boccetta di inchiostro della Evans prima che cadesse a terra, sapere appena sveglio cosa ci sarebbe stato per colazione, individuare il nascondiglio segreto delle cioccorane di Peter, usando solo l’olfatto, sentire suggerimenti appena sussurrati e i passi del custode un attimo prima degli altri.
 
Assomigliava alla felicità.

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Capitolo 6
*** Il treno per Hogwarts ***


promt: "non dobbiamo per forza lottare possiamo anche arrenderci e vivere da vinti".

Il treno per Hogwarts
 
Mentre saliva su quel treno con un sorriso temerario, aveva paura: un leone con il cuore di un coniglio che percorreva un sentiero di mattonelle gialle, già deciso da qualcun’altro.
Non sapeva come -e se- raggranellare il coraggio per fare ciò che davvero voleva e così affrontava la sorte con un ghigno sul viso e la rassegnazione di un condannato a morte.
Era un desiderio piccolo, il suo, la fiammella di una candela nel buio di una cantina piena di spifferi, eppure per realizzarlo avrebbe dovuto avere la forza di un gigante.
Sirius era forte: sapeva correre più veloce di tutti i bambini che conosceva, sapeva controllare la sua magia anche senza bacchetta e non piangeva mai, ma un gigante non avrebbe ancora potuto batterlo. Al terzo anno, era sicuro che ci sarebbe riuscito, ma per allora sarebbe stato troppo tardi.
 
La grande strega, sua madre, lo terrorizzava: sapeva essere terribile quando si arrabbiava e non era passato giorno che non gli avesse ripetuto cosa succedeva a un Black che tradiva il suo sangue. Sirius non era mai stato altro che il primogenito di un’importante casata purosangue e non osava rinnegare le sue origini, se significava rinunciare all’unica casa che avesse mai conosciuto. Che fine avrebbe fatto altrimenti? Dove sarebbe vissuto durante l’estate?
 
Si vergognava di questi pensieri e ne aveva paura, però aveva deciso di nascondere ogni cosa dietro un volto di granito, come un vero purosangue. Fino alla decisione del capello lui sarebbe rimasto il piccolo patetico ribelle di casa Black: non avrebbe lasciato a nessuno la soddisfazione di vederlo fragile e in ginocchio, di vederlo sconfitto. 
 
Poi aveva incontrato James e non aveva vissuto da vinto mai più.



Note: vorrei specificare solo che Sirius, in questa storia ha undici anni, quindi è ancora un bambino quindi penso sia abbastanza naturale che abbia paura di abbandonare e di tradire la sua famiglia, anche se già non corre buon sangue, quella è l'unica realtà che conosce, quindi in un certo senso si sente destinato, malgrado tutto a Serpeverde.
La raccolta finisce qui e ringrazio tutti coloro hanno seguito e letto questo mio esperimento: mi farebbe molto piacere sapere che cosa ne pensiate.

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