Sopra Le Nuvole, Il Sole

di FoxFire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Envelope ***
Capitolo 2: *** Neighbors ***
Capitolo 3: *** Like WHAT?! ***
Capitolo 4: *** Voldemort ***
Capitolo 5: *** Date ***
Capitolo 6: *** Date - 2 ***
Capitolo 7: *** Confession ***
Capitolo 8: *** Midnight Memories ***
Capitolo 9: *** Preparations ***
Capitolo 10: *** Late summer night ***
Capitolo 11: *** Little beige dress ***
Capitolo 12: *** Intersection ***
Capitolo 13: *** Let's Bet? ***
Capitolo 14: *** Tear ***
Capitolo 15: *** Surprise! ***
Capitolo 16: *** Right Now ***
Capitolo 17: *** Idiots ***
Capitolo 18: *** Decision ***
Capitolo 19: *** True Friends ***
Capitolo 20: *** Fights and Battles ***
Capitolo 21: *** Friends? ***
Capitolo 22: *** Like a Child ***
Capitolo 23: *** What Will Happen? ***



Capitolo 1
*** The Envelope ***




The Envelope


26/08/2016

Nichi's PointOfView
 
Silenzio.
Nell’oscurità di quella stanza.
La luce bianca di quel riflettore.
I miei occhi erano fissi sulla busta rossa che teneva in mano un uomo brizzolato di mezza età col sorriso sul volto da quando era iniziata la gara; cercai di concentrarmi sulle linee di sudore della sua giacca grigio scuro per cercare di non pensare che proprio quell'uomo aveva il potere di cambiare un anno della nostra vita e, di conseguenza, tutti quelli futuri.
Esatto, nostra.
Le mie mani stringevano convulsamente quelle delle due mie migliori amiche: era dal Natale scorso che preparavamo il nostro vincente debutto, otto lunghi ed intensi mesi di sacrifici, risate, pianti e determinazione.
Partecipavamo tutte e tre in squadra insieme: la protagonista era indubbiamente Federica con la sua voce soul che rimbombava nell’aria grazie alla canzone “Warrior” di Demi Lovato. La scelta del brano era più che ovvia, quella canzone rispecchiava perfettamente la vita ed il significato di lottare per ciò che si vuole, come stavamo facendo noi in quel preciso momento.
Giulia, insieme a me la co-protagonista della nostra esibizione, con i suoi disegni che passavano sullo sfondo raccontando silenziosamente la nostra storia, la fatica che abbiamo fatto e la voglia di essere il meglio nelle nostre passioni più grandi.
Ed io, con i passi aggraziati che seguivano perfettamente il ritmo della canzone e la determinazione di chi vuole a tutti i costi cambiare la propria vita.
Erano mesi che passavamo i pomeriggi al parco a provare, mesi che non facevamo che parlare di quel giorno e di quel momento.
Questo concorso si teneva una volta ogni 3 anni nell’immensa Roma, capitale della nostra nazione: la bellissima Italia.
Eravamo molto legate al nostro paese: seppur sempre disastrato in fatto di politica, riusciva ad offrire una cultura talmente ampia che spesso anche la maggior parte degli stessi italiani non riuscivano a cogliere del tutto.
E tra sagre del paese, feste annuali, concerti e chi più ne ha più ne metta, a volte riusciva ad offrire anche grandi possibilità e grandi borse di studio artistiche.
Quella a cui puntavamo proprio noi.
Tre ragazze, ognuna specializzata in un’arte diversa: canto, disegno e ballo.
Tre ragazze che, insieme, si erano messe in gioco mischiando le proprie passioni per creare l’esibizione vincente, o almeno era quello che volevamo ottenere.
Sentivo solo il mio cuore battere.
Tu Tum.
Tu Tum.
Tu Tum.
C’erano più di mille occhi puntati su di noi provenienti dalla platea, ma gli unici che riuscivo a distinguere erano quelli azzurro cielo dei nostri altri due migliori amici, che come sempre erano lì per sostenerci e per farci il tifo.
Chiara, con i suoi occhi da gatta resi tali dalle sue lunghissime ciglia, i quali fanno pensare ad un’anima tormentata che ingannano la realtà: è la persona più leggera e spensierata che io abbia mai conosciuto. Una delle poche caratteristiche esteriori che mi ricordano il suo carattere libero e solare sono forse i suoi lunghi e mossi capelli scuri, soliti poggiarsi sulle spalle in modo elegante; raramente li portava raccolti. Non c’è altro modo di descrivere il suo carattere se non come la regina del divertimento e degli scherzi, insomma, una ragazza che ama la sua vita e prende tutto con il sorriso. Un po’ sensibile e peperina, forse, ed inoltre per niente timida con i ragazzi (eccetto se le fanno perdere del tutto la testa).
E Giovanni alla sua sinistra, l’unica persona che lo chiama ancora così è sua madre: diciamo che è meglio conosciuto come Gio. Un bel ragazzo alto, biondo e sempre disposto a fare qualsiasi cosa per le persone a cui vuole bene. All’apparenza perennemente felice e solare, ma non si possono negare i suoi momenti di debolezza come ogni persona umana ha. È la classica persona che non fa altro che scherzare, anche nei momenti più tristi riesce a strappare un sorriso sul volto della gente, mantenendo comunque un comportamento distinto. Se si vuole passare una serata diversa dal solito, lui è la persona giusta: propone sempre dei “giochi” bizzarri per passare le ore in modi stravaganti, come parlare con l’acqua in bocca fino a che a qualcuno viene da ridere sputando tutto il liquido addosso alla persona di fronte. A raccontarlo in questo modo sembra molto disgustoso, ma avendolo provato, posso affermare che sia molto divertente. Se non sapessi il suo segreto, potrebbe anche arrivare a piacermi.
Alla destra di Chiara c’era una sedia vuota. Non vedendo nessuno ci rimasi un po’ – okay, molto - male, ma quello non era il momento di pensarci troppo, avrà avuto di sicuro un contrattempo con tutti gli allenamenti che era solito frequentare.
Mi girai verso la mia sinistra e vidi la piccola Giuly con una faccia bianca come se stesse per vomitare. Giulia, piccola perché vive in un mondo tutto suo fatto di tempere e fogli bianchi; probabilmente piccola anche per la corporatura molto magra che le donava un fisico pazzesco grazie alla sua altezza di 1,70m, ma nonostante la sua statura provocava negli altri del gruppo un senso di protezione per via del suo carattere estremamente timido con le persone che non conosce. Il suo bel viso era contornato da dei lunghi e lisci capelli di colore castano tendente all’arancino, che vanno a pennello con la forma ovale del suo volto. Nonostante la timidezza iniziale, basta conoscerla meglio ed entrarci in confidenza e per farle dare sfogo alla sua divertente pazzia e vivacità, ma solo se le trasmetti estrema fiducia. Non ha mai avuto un ragazzo, anzi era per lei un argomento quasi intoccabile, non ne voleva sentire né sapere di avere una relazione, al solo pensiero di baciare qualcuno sentiva una stretta allo stomaco. Al contrario di quanto si possa pensare, è una grande amica dell’alcool: la aiuta sempre in discoteca a farla sciogliere e, così, permetterle di sfogarsi e divertirsi.
Mi voltai dopo a destra verso Fede: con i suoi capelli anni ’60 da leonessa, solitamente ricci ma quel giorno piastrati per l'occasione, gli occhi marrone scuro come la sua personalità passionale e a volte anche autodistruttiva. Ha un fisico che non passa certo inosservato, non per l’altezza, ma per quella forma a clessidra che le dà un portamento fiero. Non era grassa, ma non era nemmeno magra, era formosa al punto giusto, con le curve leggermente più accentuate rispetto agli standard di bellezza imposti dalla società. Nonostante le persone le abbiano fatto notare più volte questa cosa con stupidi commenti come “se perdessi giusto quei 5/6 kg saresti perfetta”, lei era in pace con sé stessa e anzi, il suo fisico le piaceva molto. Se dovessi descrivere il suo carattere le prime parole che mi saltano alla testa sono sicuramente timida (ma non troppo), cocciuta e molto - MOLTO -competitiva, si fa mettere difficilmente i piedi in testa da qualcuno. Le piace stare in compagnia e divertirsi, ma non tanto quanto ritagliarsi momenti per stare da sola e dedicarsi a sé stessa, ecco perché la discoteca o qualunque locale o bar affollato non era il suo genere di serata preferita, avrebbe gradito piuttosto un bel film Horror. Non aveva mai avuto problemi con ragazzi, certo, sicuramente non era paragonabile alla scioltezza di Chiara che non trasudava mai un minimo di imbarazzo con nessuno, ma comunque sia se l’era sempre cavata abbastanza bene.
Il mio sguardo si posò sul pavimento e, chiudendo gli occhi, iniziai a ripetermi che anche se non avessi vinto avrei potuto ricominciare comunque una nuova vita.
Non potevo fare a meno di notare quanto eravamo tutte diverse tra noi, ma così unite e legate. Se dovessi confrontarmi con loro, anche per me ci sarebbe una descrizione completamente distaccata da quelle precedenti.
Io, Nicole - Nichi - , ragazza semplice ma complessa, col classico fisico da ballerina pur cenando con pizza e CocaCola almeno due volte a settimana.
I miei capelli mossi e biondo cenere fanno sicuramente contrasto con i miei occhi marrone scuro che troppo spesso attraversavano momenti di Flashback sulla mia infanzia. Una ragazza pronta a tutto per cambiare la sua vita, per cercare di renderla migliore nonostante i soli 17 anni. Non avrei potuto chiedere altro se non allontanarmi con le sole persone che riuscivo ad avere perennemente al mio fianco e a dare estrema fiducia data la mia scarsa autostima, che per troppo tempo ha annebbiato talmente tanto la mia mente da farmi vivere momenti di buio totale che preferisco non ricordare. L’ADHD, di certo, non aiutava. In fondo lo sapevo, che Fede e Giuly stavano partecipando soprattutto per me, e non per loro stesse.
Assurdo. Assurdo come questo aspetto sia così contrario all’altro mio lato, così estroverso, simpatico, sincero, vivace, estremamente altruista e con una voglia matta di uscire e fare casino, insomma, di godermi la vita e divertirmi.
L’uomo al centro del palco aprì la bocca per dire il verdetto.
Ci siamo.
Sembrava che tutto andasse a rallentatore, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo intorno a me, per agitazione, per paura, questo non lo so, ma era un mare di emozione tutte nello stesso momento. Ero chiusa nella mia bolla, quasi convinta di non voler sapere il risultato spaventata dalle conseguenze, e le mie orecchie si rifiutavano di sentire qualsiasi rumore esterno che non fossero i miei pensieri.
Ad un certo punto qualcosa mi distrasse: si sentì un boato e applausi interminabili, Giuly mi saltò addosso, io mi girai verso Fede sconvolta leggendole il labiale:
<< ABBIAMO VINTO! >>.
Sentii una massa di persone schiacciarmi, sintomo che erano arrivati anche gli altri due della nostra compagnia.
Non riuscivo ancora a capire, a realizzare, a credere quello che i miei occhi avevano letto, gli stessi occhi che ora guardavano la mano tesa del nostro presentatore che mi allungava la busta rossa contenente il nostro viaggio, la nostra esperienza, il nostro futuro.
Era ufficiale, saremmo andati tutti insieme a Londra.
<< Un anno in un college Inglese, stare 24 ore su 24 insieme, vivere addirittura nella stessa casa, vi voglio bene ragazze! >> quasi urlò Gio, il più gasato di tutti.
Non mi pentirò mai abbastanza di avergli promesso di venire con noi se avessimo vinto.
<< Ragazzi passeremo un anno tra feste e fighi inglesi, non vedo l’ora! >> continuò Chiara urlando come una matta appena uscita dal manicomio.
Finiti i ringraziamenti e la consegna del premio, tornammo a casa, ancora tutti scossi e increduli per la grande novità.
Se quello era un sogno, non avrebbero dovuto svegliarmi per niente al mondo.
 
***
 
Dopo ore e ore di strada per tornare da Roma a Bergamo, la nostra provincia, scesi dalla macchina dei genitori di Federica dopo averli gentilmente ringraziati e dopo aver salutato la mia migliore amica che, prontamente, corse le scale ed entrò in casa probabilmente per chiamare tutti i suoi parenti e annunciare la nostra vittoria.
Abitavano vicino a me, e mi scocciava parecchio farmi portare a casa, inoltre volevo prendere un po’ d’aria dopo lo stress di quel giorno e decisi di fare l’ultimo pezzo delle strade che ci separavano da sola a piedi.
Era un po’ buio dato che era sera e c’era anche un certo venticello che faceva rabbrividire le mie braccia scoperte nonostante fosse piena estate.
Mentre svoltavo l’angolo, vidi una macchina che conoscevo fin troppo bene davanti ad una casa lì vicina di cui non sapevo chi fossero i proprietari. Non c’era dubbio, la targa era la sua, così come il peluche a forma di coccinella – un regalo che gli feci io come portafortuna - che mi guardava dal vetro posto sopra al baule.
Il punto era: cosa ci faceva lui lì?
Mi avvicinai di più e mi si gelò il sangue nelle vene.
Non poteva essere.
Non volevo crederci.
Non lui.
Il mio Leonardo era appiccicato a una bionda ossigenata più svestita che vestita, stavamo insieme da un anno e nove mesi e di sicuro non mi sarei aspettata una cosa del genere.
Pensai allora alla sedia vuota tra il pubblico e ai messaggi non risposti di quel pomeriggio.
Non potevo immaginare che mancava per dare sfogo alle sue voglie, avevo creduto per tutto il tempo che non fosse riuscito a prendere il treno in orario con Chiara e Gio e non lo biasimavo, al contrario avrei capito perfettamente che per lui aspettare il treno successivo e fare Bergamo-Roma da solo fosse troppo, tutto mi aspettavo ma non questo.
Non da lui. Non dalla persona che mi sussurrava “Ti amo” nelle orecchie ogni giorno, non da chi conosceva il mio passato, i miei traumi e i miei segreti più profondi.
Sentivo il vomito spingere per uscire e il cuore cadere a pezzi come vetri rotti.
Lei stava toccando quelle spalle che erano mie, quelle labbra che baciavo io, e guardava quegli occhi che di solito guardavano me.
Non ebbi neanche il coraggio di sussurrare qualche parola, non riuscivo nemmeno a controllare le mie emozioni, in quel momento non era possibile descrivere il mio stato d’animo. Una visione ormai passata si ripresentò nei miei occhi, la stessa identica scena a cui stavo assistendo però con i due protagonisti diversi.
Con un groppo in gola mi girai e corsi come mai in tutta la mia vita, ma questo non servì a non farmi sentire le voci nella mia testa. Il mio corpo sembrava muoversi automaticamente, guidato solo dal bisogno di allontanarmi da quella scena che aveva distrutto la mia fiducia e il mio cuore. La strada si stendeva davanti a me come un lungo corridoio buio, e la mia mente era un caos di pensieri dolorosi.
Le lacrime mi offuscavano la vista, ma non riuscivo a smettere di correre. Il vento freddo accarezzava il mio volto, ma dentro di me ardeva un fuoco di rabbia e tristezza. Il peso dell'inganno mi schiacciava, e il dolore si faceva sempre più insopportabile ad ogni passo.
Arrivai a casa, ma non volevo affrontare la realtà. Non potevo immaginare come avrei potuto confrontarmi con Leonardo faccia a faccia, il ragazzo che credevo di conoscere così bene. Il silenzio dentro casa era pesante, ma preferii restare nella mia bolla emotiva, incapace di affrontare la verità.
Le ore passate sul mio letto, impassibile senza nemmeno più riuscire a piangere, sembravano giorni.
Finchè, con l’ennesimo -ma ultimo- sospiro di quel giorno, tornai in me.
Non potevo permettere a qualcuno di distruggermi, non di nuovo.
Decisi che non avrei permesso a questa ferita di definire il mio futuro.
La rabbia e la tristezza si trasformarono in determinazione. Decisi di prendere il controllo della mia vita, di lasciare il passato alle spalle e di concentrarmi su ciò che realmente contava per me. Avevo un'opportunità unica davanti a me: un anno a Londra con il mio gruppo, inseguendo ognuno i nostri sogni e creando nuovi ricordi.
La vita ci metteva sempre alla prova, ma ero pronta a dimostrare che potevo superare qualsiasi ostacolo.
E così, mentre dentro di me il cuore ancora sanguinava, iniziai a scrivere il prologo di un nuovo capitolo della mia vita, uno in cui avrei imparato a guarire e a crescere, a trovare la forza nelle difficoltà e a sorridere nonostante il passato. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma con le persone giuste al mio fianco, sapevo di poter affrontare qualsiasi cosa.
La storia di Nichi, la mia storia, stava per prendere una svolta inaspettata, e con coraggio affrontai il futuro, pronta a scrivere il mio stesso destino.


01/09/2016
Fede's PointOfView.
 
<< Muovi il culo o facciamo tardi. >>.
Eravamo a casa di Nichi, o meglio, la casa di sua sorella dove lei abitava.
Le sbraitavo contro perché l’aereo sarebbe partito in poco meno di due ore e mezza e non aveva ancora finito di fare la sua valigia.
Per fortuna mio padre aveva provveduto a fare a tutti noi il Check-in online, risparmiandoci un sacco di tempo che avremmo altrimenti perso in aeroporto.
Erano giorni che era depressa, ma non voleva farmelo notare; naturalmente era per quel bastardo e se lei non mi avesse ripetuto più e più volte di non fare niente si sarebbe già ritrovato alto come il tappo di una bottiglia, non che ci volesse molto a ridurlo così data la sua “altezza”.
Quel brutto animale schifoso… ma la mia rivincita l’avevo già presa: mi ero imbucata negli spogliatoi del palazzetto durante gli allenamenti di calcio della scuola di Leonardo e, senza farmi vedere da nessuno, misi del colorante fucsia nel suo shampoo per capelli.
Non dissi niente a Nichi perché sapevo che non avrebbe approvato, ma non potete immaginare la mia soddisfazione quando il giorno prima, mentre andavo a casa di Chiara, lo incontrai e notai che teneva il cappuccio attaccato alla testa come se fosse cucito.
Non capisco come quella ragazza possa essere sempre così pacifista, io l’avrei già strangolato davanti alla faccia sconvolta di quella troietta, ma si sa, gli opposti si attraggono, sarà per questo che siamo così unite.
Il mio telefono iniziò a vibrare: era Gio.
Risposi rassicurandolo che saremmo arrivate da lì a poco e mi incamminai verso la macchina per caricare le valige.
Eravamo terribilmente in ritardo.
<< Dai, dai, daiiiii >> continuavamo a urlare a mio papà in macchina.
Ero sicura che non gli sarei mancata per niente.
Nemmeno il tempo di far fermare la macchina che ci eravamo già catapultate fuori per correre freneticamente e raggiungere i nostri amici.
La gente ci guardava molto male, probabilmente per tutto il casino che stavamo facendo, ma non avevo tempo di mettermi a litigare con chiunque.
Maledetta Nichi e il suo perenne ritardo.
Raggiungemmo gli altri e se gli sguardi che ci avevano lanciato potessero uccidere, saremmo già ridotte in polvere, imbarcammo appena in tempo per partire verso la nostra nuova vita.
Sì, di nuova vita si trattava, perché avremmo vissuto in un college frequentando corsi specifici per le nostre passioni, a parte Chiara e Gio che li avrebbero scelti una volta arrivati tra più di 20 proposte assurde come archeologia o astrofisica applicata, ma dubito che qualcuno dei due, dati i voti scarseggianti a scuola, li avrebbero scelti.
Avevo sempre avuto una sorta di pseudo fissa per Londra, amavo l’idea di tutti quegli artisti messi insieme, di tutti quei ragazzi che vanno lì pieni di speranze e sogni.
E lo sapete quale era la parte migliore di tutta la storia?
Che io, come le altre, sarei stata una di quelle.

 
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NUOVO SPAZIO AUTRICE

Mi presento, sono Nicole, una ragazza di 25 anni.
Questa storia iniziai a scriverla nel 2014 con quella che all'ora era la mia migliore amica, Fede.
Le nostre strade, purtroppo o per fortuna, si sono divise.
Ero molto legata a questa storia, ecco perchè solo ad oggi nel 2024 trovo il coraggio di riprenderla in mano e di volerla finire, anche se da sola.
Sto iniziando a sistemare i primi capitoli, alcuni verranno aggiunti interamente scritti da me.
Gli altri resteranno gli stessi, ma li migliorerò in fatto lessicale e di errori ortografici, sperando non me ne sfugga neanche uno.
Rispetterò comunque la trama decisa nel 2014, insomma mi dedicherò solo a completare la storia.
Ci tengo a presisare che all'epoca eravamo piccole, delle 15enni super invasate degli 1D, e chiaramente dalla trama della storia si può ben capire.
È puramente una FanFiction adolescenziale, piena di clichè, soprattutto i primi capitoli.
Posso confermare che pian piano saranno molto più profondi, e cercherò di renderli (per quanto possibile) qualcosa di più serio.
Nonostante ciò, ci tengo a precisare che, appunto, rimane una FanFiction adolescenziale che  può essere una comfort zone per quelle ragazze adulte ma rimastre sognatrici eterne (come me, seppur sia grande mi fa sempre sorridere leggere questa tipologia di storie). 
Sono 5 storie di 5 ragazzi diversi, sarà molto complicato, ma mi metterò d'impegno e spero potrà arrivare a piacervi.
Vi chiedo quindi, per cortesia, di lasciare una recensione di tanto in tanto per capire se questa storia può ancora piacere, dato che sono successe tante cose in questi anni, tra cui la rottura degli 1D.
Spero comunque ci sia qualcuno che la potrà apprezzare, anche se sarà una sola persona, mi impegnerò a scriverla per lei.
In ricordo di quello che c'era nel 2014, ho deciso di lasciare i vecchi spazi autrice scritti con Federica, ovviamente solo fino al 18esimo capitolo (eccetto quelli nuovi che aggiungerò da sola nel mezzo di questi 18).
Questo capitolo è breve, ma non fatevi ingannare: i prossimi, chi più chi meno, saranno molto lunghi.
Se non siete amanti delle storie con capitoli tanto lunghi questa, purtroppo, non è la vostra!
Ci tengo a specificarlo in modo da darvi meglio delle idee.
Ci tengo anche a dire di leggere sempre fino in fondo e di andare oltre lo spazio autrice, in quanto in ogni capitolo saranno caricate le immagini dei protagonisti con i loro look descritti nel capitolo.
Se siete quel genere di ragazze che preferisce immaginarselo, passate pure oltre senza scorrere fino alle immagini.
Cercherò nel limite del possibile di caricare le immagini dei prestavolto veri e propri, ma qual'ora non fosse possibile (nella storia saranno presenti dei capitoli dove ci saranno outfit bizzarri) vi chiederò di portare pazienza e di accontentarvi del singolo vestito con accanto la foto del prestavolto in questione.
Grazie davvero e vi auguro una buona lettura!
 
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SPAZIO AUTRICI          
Hei belle bimbe :)
Dunque siamo Nichi & Fede, questa è la nostra nuova FanFiction.
Come inizio non è un granchè, non è lungo e sembra non centrare niente coi nostri amatissimi 5 ragazzi, ma vi assicuriamo che la vera storia inizierà
nei prossimi capitoli, questo era indispensabile almeno per iniziare...
Sarebbe carino e ci farebbe molto piacere se anche tu che stai leggendo lasciassi una piccola recensione per sapere cosa potremmo migliorare :)
Abbiamo creato il Trailer Youtube della nostra soria, eccovi il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk 
 

Un grosso bacione, Ciaoo
Nichi & Fede


 Nichi, come prestavolto abbiamo scelto Bridgit Mendler
 Fede, come prestavolto abbiamo scelto Demi Lovato
 Giuly, come prestavolto abbiamo scelto Debby Ryan
 Chiara, come prestavolto abbiamo scelto Miranda Kerr
 Gio, come prestavolto abbiamo scelto Mitch Hewer


 

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Capitolo 2
*** Neighbors ***



Neighbors


01/09/2016

Fede’s Pov.
 
Scendemmo dall’aereo e rimanemmo dentro l’aeroporto per un po’ di tempo; come sempre i bagagli ci mettevano secoli per arrivare.
<< Si può sapere dove cazzo è? >> urlò Gio spazientito, era l’unico a cui mancava ancora la valigia.
Un buon inizio, insomma.
Perdemmo tempo sedendoci sul nastro trasportatore sghignazzando tra di noi fino a quando le guardie dell’aeroporto vennero giustamente a rimproverarci.
Fortunatamente, da lì a poco, arrivò anche l’ultima valigia.
Una volta raggiunto l’esterno, precisamente la postazione di Taxi e Pullman, vedemmo un signore in giacca e cravatta che teneva in mano un cartello con scritto “CAMPUS GREEN HILL”, una volta accertato che stesse aspettando davvero noi salimmo sul pullman parcheggiato lì accanto.
Raggiungemmo i posti dietro, quelli al fondo del pullman essendo gli unici da cinque; ovviamente nel mezzo erano presenti altri ragazzi che evidentemente frequentavano il nostro stesso College, ma nessuno di loro fu così gentile da degnarci un saluto.
Piuttosto, appena incrociavano i nostri occhi, spostavano i loro immediatamente altrove con una faccia, oserei dire, quasi disgustata.
Io e i miei amici ci lanciammo uno sguardo fugace, stranito, prima di sederci.
Io mi buttai letteralmente sopra Gio prendendo il posto vicino al finestrino, gli diedi un bacio sulla guancia e mi appoggiai sulla sua spalla addormentandomi.
<< ARRIVATI! >> urlò Chiara svegliandomi e facendomi battere la testa contro il vetro del finestrino.
Vaffanculo, che male.
Il paesaggio era a dir poco meraviglioso: una cancellata scura laccata d’oro opaco divideva la strada del pullman da una distesa verde immenso; dalla mia posizione riuscivo a vedere alcune case di un colore chiaro poste a file ordinate.
Mi alzai seguendo gli altri, scesi prendendo la valigia enorme che mi ero portata:
<< Gio, non è che fai il cavaliere e la porti tu? >> gli dissi ridendo e sfoderando la mia migliore espressione supplicante.
Però non doveva essere uscita meravigliosamente perché lui mi guardò e rispose:
<< No! >>.
Gli feci la linguaccia mettendo il broncio, mi avvicinai all’immenso cancello di ferro con le enormi lettere “G. H.” in oro.
Era chiara la scelta del nome del College: si intravedeva, dietro svariate collinette verdi ben curate, con l’erba ordinatamente tagliata e molto profumata, una gigantesca struttura in stile rinascimentale: quella era sicuramente la nostra futura scuola.
Una signora era stretta in un completo femminile formato da una gonna al ginocchio e una giacca perfettamente tagliata di un blu notte intenso; era ferma davanti al cancello impassibile e sembrava una carceraria, ma al contrario ci fece un sorriso che risultò più caldo di quanto potessi pensare.
Mi soffermai a guardare il colore dei suoi capelli stretti in uno chignon, erano di una sfumatura grigia particolare che davano al viso segnato dalle rughe un’aria vissuta.
Dopo alcuni istanti di silenzio parlò:
<< Benvenuti ragazzi, io sono Camille e questo di fronte a voi è il College, esso è formato da piccole villette a schiera per una media di 4-5 ragazzi ad appartamento. Siamo lieti di avervi con noi e ancora complimenti per il concorso: solo i migliori vincono. Comunque, torniamo a noi: come penso già sappiate questo è un istituto con una direzione prevalentemente artistica pur mantenendo molte delle materie base che già studiavate. Ecco a voi il vostro orario, le lezioni iniziano tra qualche giorno quindi spero riusciate ad ambientarvi in questo tempo, ma tranquilli! Abbiamo già provveduto ad avvertire i vostri compagni che alloggiano nella casa accanto alla vostra: si occuperanno di farvi ambientare per le prime settimane. Se avete bisogno di aiuti per orari scolastici, per trovare le aule o per ambientarvi all’esterno del campus, loro saranno a vostra completa disposizione! Infine, questa è una mappa della struttura, spero possa esservi utile. >>
Appena finì il discorso ci sorrise chiedendo se avevamo domande, ma alla nostra risposta negativa si dileguò lasciandoci soli.
Ci prendemmo tutti sotto braccio e iniziammo a correre come dei matti. Ad un certo punto Nichi urlò:
<< MA DOVE DOBBIAMO ANDARE?! >>
Gio, aprendo la mappa, spiegò:
<< Deve essere l’undicesima di questa via >>.
Le case erano tutte uguali: si sviluppavano su due piani ed i colori variavano dal bianco all’azzurro alternate.
Il biondo si fermò di colpo e gli andai addosso.
Imprecai come uno scaricatore di porto visto che mi era arrivata la valigia sul piede, ma quando alzai gli occhi e mi resi conto che eravamo arrivati davanti al nostro appartamento, mi ammutolii immediatamente sfoggiando un enorme sorriso pieno d’emozione.
Aprimmo la porta e iniziai a guardare l’atrio: niente di speciale, anzi, era piccolino per cinque ragazzi, ma in quel momento per me era il paradiso.
Un divano rosso in pelle era posizionato davanti alla televisione e due poltrone del medesimo colore erano poste ai lati del divano, una alla sua destra e l’altra alla sua sinistra.
Una porta situata poco dopo l’entrata sulla destra presentava una cucina e, invece, a sinistra dell’entrata proprio di fronte alla cucina, si intravedevano le scale che portavano alle camere da letto poste al piano di sopra. C’erano sei porte su un unico corridoio. Entrammo tutti nella prima stanza, ma dato che era troppo piccola mi addentrai nella seconda.
Io e Gio ci guardammo con aria di sfida correndo verso il letto, sentivo una musica apocalittica di sottofondo nella mia mente, ci lanciammo sul letto e volavamo in aria come delle rondini obese, ma visto che Gio stava per arrivare prima di me gli tirai una gomitata facendolo cadere per terra.
Sorrisi soddisfatta dandogli un bacio sulla guancia e uscii visto che non avevo la minima intenzione di passare la prima giornata chiusa in camera.
<< VADO! >> urlai a tutti senza dare ulteriori spiegazioni, erano abituati alle mie uscite in solitaria.
Mi addentai in un viale alberato di una bellezza incredibile: le foglie erano di un colore rosa magico e il sole si infiltrava tra esse illuminando il cammino.
Non avevo portato la mappa, ma non credevo di perdermi o comunque, se fosse stato necessario, avrei chiamato o chiesto a qualcuno: vidi molte persone godersi il pomeriggio e alcune di loro guardarmi di soppiatto.
Arrivai in una zona piena di negozietti di ogni genere: sportivi, alimentari e infine la mia attenzione si posizionò su una vetrina con la scritta “La Musica è un’Arte”.
Entrai curiosa.
Le pareti erano rosse e tappezzate di poster di band che avevano fatto la storia: Metallica, Nirvana, Queen…
C’erano tre file di banconi pieni zeppi di CD divisi per anni e generi; non c’era molta gente.
Mi ritagliai un po’ di tempo per esplorare con calma.
Io adoro qualsiasi tipo di musica, è stata sempre la mia medicina preferita e da brava cantante mi piaceva sperimentare i generi più disperati.
All’angolo destro c’erano un sacco di chitarre di tutti i tipi: elettriche, acustiche, classiche, e lì accanto era posizionato un bellissimo pianoforte a coda di un nero talmente lucido da riuscire addirittura a specchiarmi.
Mi avvicinai osservando il mio riflesso, i capelli mi cadevano disordinati sulle spalle e avevo gli occhi che mi brillavano di una luce splendente fatta di speranza, gioia e voglia di mettermi alla prova.
Ad un tratto vidi nel riflesso qualcuno dietro di me.
Presa di soprassalto, rimanendo rivolta verso il pianoforte inciampai nello sgabello, rischiando di finire col sedere per terra.
Non successe, afferrò il mio braccio per sorreggermi e farmi rimettere in equilibrio velocemente.
Aveva delle braccia muscolose, non particolarmente abbronzate, le maniche erano bianche, segno che aveva una maglietta chiara.
Un odore forte e maschile mi pervase le narici e io non riuscii a non chiudere gli occhi immaginando la persona dietro di me.
<< Tutto bene? >> sentii sussurrarmi vicino all’orecchio… mi resi conto che era già troppo tempo che mi trovavo in quella posizione.
Mi liberai velocemente dalla stretta e mi girai verso di lui, probabilmente rossa come un peperone.
<< Mi dispiace averti spaventata >> disse il ragazzo
<< Ci credo, stavo per avere un collasso >> risposi io con fare teatrale.
Aveva un sorriso meraviglioso… e non solo quello: lui era proprio bellissimo.
Alto almeno quindici centimetri più di me ed un fisico niente male.
I pantaloni attillati gli fasciavano perfettamente le gambe magre, il viso sembrava appartenere ad un angelo: un paio di occhi verdi, dei bellissimi capelli ricci e uno sguardo fiero e gelido puntato nel mio.
<< Mi scuso umilmente >> disse inchinandosi, mantenendo il mio gioco
<< Io sono Harry >> continuò porgendomi la mano.
<< Fede >> risposi ricambiando il sorriso
<< Come minimo dovresti offrirti di comprarmi un CD >> continuai ridendo, quel ragazzo era troppo WOW.
<< L’idea mi piace! >> rispose facendo uno sguardo tra il serio e il malizioso.
Mi prese a braccetto e mi girò verso i CD:
<< Ogni cosa che vuole >>
<< Ma dai, stavo ovviamente scherzando! >> replicai cercando di convincerlo a non comprarmi niente
<< Metallica, Aretha Franklin, Rihanna, hai tutta la scelta del mondo! Daiii… >> disse facendo il labbruccio tremolante.
“Smettila che te le stacco a morsi quelle labbra…” pensai indistintamente, e ammetto che dovetti tirare fuori quel poco di auto controllo rimastomi per non dare voce ai miei pensieri.
<< Ti faccio contento solo se tu ne prendi un altro e te lo pago io, almeno non mi dimentichi >>
<< Ok, ci sto! >>.
Prendemmo entrambi lo stesso CD di Stevie Wonder e, dopo aver visto l’orario sul grande orologio sopra la cassa, salutai Harry e decisi di tornare a casa.
Uscii dal negozio, ma mentre canticchiavo qualche nota di Superstation mi si avvicinò e mi bloccò per un polso.
Mi girai di scatto finendogli ancora appiccicata al petto, ora lo faceva apposta però a rendermi impacciata.
<< Scusa >> disse senza staccarsi, anzi serrando le mani dietro la mia schiena.
“Respira e mantieni un comportamento decoroso” cercavo di autoconvincermi con poco risultato.
Continuavo a perdermi in quelle iridi verdi che erano, effettivamente, troppo vicine alle mie.
<< Domani ti va di passare a prendere un gelato? Ti faccio fare il giro del campus >>
<< SÌ! >> risposi cercando di non urlare, con un tentativo che si rivelò inutile.
Si staccò, prese il borsone da calcio poggiato poco dietro di lui e si incamminò lungo la sua strada senza nemmeno salutare, non prima di avermi lasciato un ultimo sorriso.
Mia cugina diceva sempre: “se si gira quando se ne va è TUO!”
Attendevo speranzosa.
Inspira, espira; inspira, espira.
Con un movimento perfetto si girò e mi fece l’occhiolino per poi rigirarsi e andare via.
<< MA SIAMO TUTTI PAZZI? >> dissi ad alta voce arrossendo e mettendo le mani in faccia.
<< QUI. SIAMO. TUTTI. MATTI. >>.
 
***
 
Nel frattempo…
 
*** 
 
Giuly’s Pov.
 
Uscii di casa.
Non riuscivo a capire cosa passasse per la testa dei miei amici, erano tutti agitati e spazientiti. Chiara mi cacciò fuori di casa chissà per quale motivo e le altre due erano in giro chissà dove. Probabilmente voleva stare da sola con Gio, lo sapevamo tutti che era cotta di lui, Gio compreso.
Mi incamminai in un viale pieno di alberi alti e maestosi con le foglie di quel rosa che si vede solo in estate, erano sicuramente peschi.
Avevo voglia di disegnare e immortalare il grande evento, non c’era niente di più surreale che ritrovarsi in Inghilterra con i tuoi migliori amici a studiare arte senza nessuno adulto a cui dare conto.
Mi ritrovai in quello che capii essere un parco e mi guardai attorno.
A sinistra vidi una coppietta che si scambiava effusioni sotto a un pino; tolsi immediatamente lo sguardo imbarazzata.
Mi girai dall’altra parte e notai una panchina dalla quale si aveva una visione completa del parco: mi sedetti, presi il mio blocco da disegno dalla borsa e iniziai a cercare qualcosa da dipingere.
Sentii delle voci ridere e una ancora più potente urlare.
I ragazzi ed il calcio, sempre la stessa storia… non riescono a correre stando zitti.
Quello che urlava era sicuramente l’allenatore, un uomo basso e grassoccio con un colorito chiaro che faceva a pugni con il rosso del viso dato il suo urlare incessante, quest’ultimo puntava il dito contro due ragazzi che cercavano di tirarsi giù i pantaloni a vicenda: uno riccio con una strana cosa in testa simile ad uno straccio stava tirando giù i pantaloni ad un altro ragazzo con dei capelli castani che indossava una maglietta blu, la quale gli metteva in risalto gli occhi azzurri.
Dall’altra parte c’era in terra un ragazzo biondo che aveva la risata contagiosa ed accanto a lui un altro ancora che sembrava uscito da una rivista, ma di sicuro non era inglese data la sua pelle leggermente più scura.
Infine i miei occhi caddero su un ragazzo con la palla incastrata sotto il piede.
Sembrava un angelo caduto dal cielo: i suoi capelli castani sembravano attirare il sole.
Ecco cosa, o meglio chi, dovevo disegnare.
Amavo fare ritratti, disegnare le forme del corpo con tutti i particolari, pensavo ogni volta a quanto la natura fosse stata brava a creare degli esseri pieni di caratteristiche come noi esseri umani, e ritrarne uno su un semplice foglio bianco mi faceva sentire appagata e soddisfatta. Iniziai da quel viso spigoloso e seguii con i suoi occhi penetranti. Disegnai quelle spalle larghe e le braccia toniche, cercando di immortalare la forma del muscolo contratto del polpaccio e in pieno della mia ispirazione creativa feci partire un paio di ali argentee dalle scapole, ma appena finii il disegno, sentii un urlo nella mia direzione:
<< PALLAAAAA! >>
Alzai gli occhi per guardare… ma era troppo tardi.
Mi arrivò in piena faccia come un proiettile un pallone da calcio bianco a chiazze nere, ma fortunatamente non mi colpì il naso bensì la fronte.
Faceva decisamente male, e sentivo più caldo sulla fronte che sul resto del viso, sintomo che il punto colpito si era arrossato, probabilmente mi sarebbe uscito un enorme bernoccolo.
<< Va tutto bene? Tu devi essere Giulia… vero? Mi dispiace per la pallonata… >> sentii sussurrare una voce maschile col fiatone.
“EH?!” pensai inconsciamente. Come faceva a sapere il mio nome? E soprattutto, chi mi stava parlando?
Come nei più probabili cliché americani, alzai lo sguardo e vidi il mio angelo.
Non avevo la forza di rispondere quindi annuii, decisi di non fare domande.
Mi girava ancora leggermente la testa per il colpo appena subito, ma questo non aveva importanza al momento, il ragazzo in piedi di fronte a me aveva un aspetto da togliere il fiato, mi sentivo talmente imbarazzata.
Se solo fossi stata meno timida e introversa avrei provato sicuramente a presentarmi.
Molte volte mi maledicevo per il mio carattere, cercavo in più e più modi di cambiare ma senza mai riuscirci e ciò mi rendeva triste facendomi chiudere ancora e ancora in me stessa.
I suoi occhi brillavano con la luce del sole, i capelli erano sbarazzini e ondeggiavano per il leggero venticello londinese.
Abbozzai inconsciamente un sorriso al pensiero di quanto fosse bello, ma mi pentii subito dopo, chissà che idea si era fatto di me dopo avermi vista sorridere… magari pensava che ero innamorata di lui e non volevo assolutamente che pensasse una cosa del genere. Probabilmente ero solo troppo paranoica ed esagerata, non dovevo e non potevo pensare sempre ai giudizi delle persone; mi rallegrai dopo questa riflessione scacciando la brutta teoria che mi ero appena fatta e mi concentrai sul fatto che, per una volta, avessi fatto bene a sorridere.
Vidi il suo sguardo posarsi su qualcosa a terra.
Lo seguii e capii cosa stava guardando.
Sbiancai e diventai subito dopo rossa di colpo… era il disegno.
Sorrise, prese la palla, mi fece l’occhiolino e se ne andò, come se nulla fosse successo.
Presi la borsa e scappai a casa senza guardarmi indietro per la vergogna, ma lo ringraziai mentalmente per non averne proferito parola, sarebbe stato ancora più spiacevole di quanto la situazione non fosse già.
 


Nichi’s Pov.
 
Nella mia testa c’era una perenne guerra nell’ultima settimana tra la gioia e la tristezza.
Non avevo ancora deciso qual era l’emozione che sovrastava l’altra, insomma, dovevo sentirmi felice?
Certo, lo ero da impazzire.
Dopo anni di sacrifici e tanta determinazione avevo vinto l’opportunità più bella che potesse capitarmi nella vita, almeno fino ad allora, e dopo quella di aver trovato dei veri amici.
Ma non potevo negare di essere altrettanto delusa, amareggiata, arrabbiata, ferita, umiliata e soprattutto stupida.
Come avevo fatto a non accorgermi della persona falsa che fino a poco tempo prima era stata al mio fianco da un anno e nove mesi?
E pensare che ero sempre stata quel genere di persona che capisce gli altri al volo, e che distingue a pelle le persone sincere da quelle bugiarde.
Ma mi convinsi che potevo sentirmi tutto meno che stupida, non avevo colpa di niente, probabilmente ero accecata dall’amore.
Durante queste mie strane pause riflessive e senza senso, perché dentro di me lo sapevo benissimo di dover lasciar perdere la questione Leonardo e pensare solo alla mia nuova vita, stavo passeggiando per il cortile del vicinato.
Non so spiegarmi il perché, ma stare attorno alla natura mi dava un senso di sollievo, la luce calda che mi baciava le guance mi faceva sentire amata e protetta, un raggio di serenità in un mondo complicato.
Era raro vedere un giorno così splendente e caldo nella solita nuvolosa Londra, almeno così sapevo per sentito dire.
Le lacrime sul viso scendevano inconsciamente a goccioloni dai miei occhi mentre ero intenta a guardare le vecchie foto mie e di Leonardo.
Quella al mare, o quella sul divano di casa mia dopo la festa di Halloween.
Allora sì che ero stupida.
Ma basta, dovevo dimenticarlo.
E come dovevo dimenticarmi di lui, dovevo dimenticarmi di tutti i maschi.
Certo, come se fosse possibile.
Non volevo e non era una soluzione plausibile vivere da sola per il resto della vita: il fatto che si fosse comportato da pezzente nei miei confronti non significava che tutti i ragazzi del mondo dovevano per forza essere come lui.
Declinai il pensiero di togliermi ogni possibile conoscenza maschile, però una cosa la dovevo a me stessa: non dovevo più farmi prendere in giro da loro; e basta tradimenti, non credo di poterne sopportare ancora.
Sembrava che la mia vita fosse un cerchio e che il tradimento si doveva a tutti i costi insinuare facendo cadere ogni mia difesa.
Era il momento di concentrarmi su quella cosa per cui avevo lavorato 15 anni: la danza. Ballare mi faceva sentire libera e felice, era un'arte che riusciva a toccare le corde più profonde della mia anima.
Non avrei saputo definire il né perché, né l'emozione che provavo danzando.
Prima di salire sul palco inizia la tremarella, i brividi di freddo, tremano le gambe e tutto il riscaldamento diventa vano.
Poi sali sul palco, ti posizioni, luci spente... si vedono solo delle teste in penombra, ma sai che guarderanno tutti te, quindi non puoi che lasciar perdere le paure, non pensare a nulla se non a divertirti e a seguire la musica.
D'improvviso i faretti colorati si accendono e ti fissano.
E ti accorgi che i piedi vanno da soli e piano piano le braccia li seguono per finire con tutto il corpo avvolto dalle note di una musica inebriante.
Salti, giri, ribaltate, rovesciate, spaccate... ogni movimento era una risposta alle emozioni che pulsavano dentro di me.
La musica sfuma...
E ti accorgi che è finita troppo presto, e che vorresti vivere su quel palco e ballare per tutta la tua vita.
La danza fa crescere, fa piangere, fa ridere; È una filosofia di vita, è sfida, è amicizia, è amore, è passionalità, emozione, sentimento.
Per me è tutto, e ti dà tutto.
Insomma, una volta che si inizia non si smette più.
Danzare mi faceva scatenare e liberare da ogni mio pensiero, era la valvola di sfogo più potente che potessi avere e non potevo chiederne una migliore.
Sentii ad un tratto una forte pressione contro la mia spalla e caddi per terra di sedere con un tonfo sordo.
Ripresami dallo shock iniziale mi resi conto che una mano era tesa davanti a me per aiutarmi, ma non la presi non sapendo chi fosse.
<< Ti sei fatta male? >> dietro il braccio teso vidi paio di gambe magre, strette in un paio di pantaloni beige, alzai ancora lo sguardo notando una maglietta azzurra a mezze maniche attaccata al petto per il sudore che delineava degli addominali appena accennati ma visibili. Puntai lo sguardo ancora un po’ più in su scoprendo degli occhi azzurri con delle cromature all’interno leggermente più scure dell’iride.
Ed i capelli, biondi come il grano, ma con una leggera ricrescita castana visibile solo da un occhio attento.
Nell’insieme era davvero un ragazzo bellissimo, sicuramente non aveva tratti inglesi.
Gli presi frettolosamente la mano e mi aiutò a rialzarmi da terra, così lo ringraziai e rispondendo:
<< Grazie mille, nono, è tutto apposto non preoccuparti! >>
<< Scusami non ti avevo vista. Ero impegnato a litigare con la mia ragazza al telefono, mi dispiace >> aveva il braccio sbucciato, in terra accanto a lui c’era uno skateboard rotto esattamente a metà probabilmente per il fatto che mi fosse caduto addosso, e intravidi anche la sacca con sopra scritto “FOOTBALL” poggiata a terra.
<< La colpa è mia, scusami tu. Non si dovrebbe guardare il telefono mentre si è in strada, sono io che non ti ho visto >> risposi sincera
Mi sorrise.
<< Facciamo che la colpa è di tutti e due. Piacere Niall >> disse, riporgendomi la mano con la quale mi aveva alzata
<< Piacere mio, Nichi >> continuai
<< Nikki? >> ripeté lui con la pronuncia un pochino sbagliata, sicuramente per un inglese non era facile comprendere l’accento italiano. Scossi leggermente la testa, scandendo poi meglio le parole:
<< Ni-chi! Il mio nome è Nicole, ma tutti mi chiamano Nichi! >> il suo viso si sfumò di rosso sulle guance alla mia correzione.
<< Aaah! Ora è chiaro, Nichi! Allora, Nichi, cosa ci fa questa ragazza tutta sola a piangere per strada? >> domandò con un tono un po’ più intimo, le sue guance rimasero colorate per altri interminabili secondi.
Arrossii timidamente a mia volta e diedi forma ad un lieve sorriso, fino a che mi concentrai sulle sue parole: mi aveva vista piangere.
L’appena visibile rossore per la timidezza si trasformò in un bordeaux di vergogna.
Odiavo l’idea che le persone che mi vedessero piangere ed odiavo ancora di più il fatto che mi potessero vedere col trucco sbavato; non potevo scegliere giorno peggiore per mettere la matita nera.
Il pianto per me era un fatto personale, un momento di assoluta privacy in cui potevo sfogarmi e schiarirmi le idee.
Ma ormai non ci potevo fare niente, non che fosse chissà quale tragedia.
Dopo questi attimi di pensieri gli risposi:
<< Nulla! È tutto ok, stavo solo pensando >> sorrisi e brevemente mi ricomposi.
<< Ti sei fatto male? Ti sta sanguinando il braccio! >> continuai dopo aver spostato lo sguardo sul sangue che lentamente colava sulla pelle
<< Oh, neanche me ne ero accorto. In ogni caso non fa male >>
<< Fatti dare una mano, sta sanguinando parecchio ed essendo caduto sull’asfalto potrebbe esserti entrato qualche sassolino… c’è una fontana? >>
Mi indicò un punto non troppo lontano e subito dopo mi portò ad una piccola fontana nella via adiacente a quella in cui ci trovavamo.
<< Dove abiti? >> mi azzardai a chiedere mentre con un fazzoletto di carta bagnato cercai di pulire la ferita. Il braccio che avevo appena toccato si riempì di pelle d’oca, che fosse per l’acqua fredda della fontana?
<< Qui in questa via del college, con altri quattro ragazzi. Ultima casa della via. Tu invece? Sei nuova? Non ti ho mai vista prima. Ma poi come sai questa cosa dei sassi? >> disse chinandosi a bere e levandosi la maglietta fradicia subito dopo.
Finsi di guardare da un’altra parte per non metterlo, o mettermi, in imbarazzo.
<< Sì, ho vinto la borsa di studio di un concorso creativo con due mie amiche. Con noi sono venuti pure altri due nostri amici. Alloggiamo lì, nella casa accanto alla tua. Per quanto riguarda i sassi, semplicemente a scuola abbiamo fatto un corso sulla sicurezza >> risi, pensavo fosse ovvio.
<< Fantastico! Allora siete voi i nuovi studenti italiani! Non avevo collegato prima, non ti avevo riconosciuta! Ad ogni modo, avrò modo di conoscerti meglio >> disse quasi urlando entusiasta e diventando subito dopo rosso in faccia, non badai molto al fatto che sapeva già che saremmo dovuti arrivare. E poi, riconosciuta? In che senso? Io non lo avevo mai visto! Mi strinsi inconsciamente nelle spalle, per scacciare i miei pensieri.
Per un momento riflessi sul fatto che però dovevo lasciar perdere, ero lì per la danza e inoltre mi ero appena ripromessa di non cascare più in sotterfugi amorosi.
Ma infondo stavo solo fantasticando, non mi aveva detto nulla di male, mi aveva anche detto che stava parlando al telefono con la sua ragazza.
Nessun invito a uscire e nessuna voce maliziosa, era un semplice modo per darmi il benvenuto, e avere degli amici in più che male poteva farmi?!
<< Sì, diventeremo ottimi amici, ne sono sicura. Adesso però devo proprio andare. Ci vediamo! >>
<< Anche io, sono in ritardissimo per calcio! Ciao! >> mi salutò lasciandomi anche un informale un bacio sulla guancia al quale rabbrividii, senza capire bene il perché, prima di mettersi a correre nella direzione opposta alla mia.
Effettivamente era un ragazzo davvero bello, e a primo impatto mi fece un bell’effetto.
<< Ehi, il tuo Skateboard rotto! >> gli feci notare, ma era già troppo lontano per potermi sentire.
Raccolsi i pezzi e continuai il mio giro di esplorazione per il Campus.
Nel visitare il tutto, arrivai senza volerlo al negozio di articoli sportivi, decisi di entrare per chiedere se lo Skateboard fosse riparabile in qualche modo.
Ovviamente la risposta fu negativa, ma notai che era pieno di Skateboard di modelli tutti uguali e standard.
Non ebbi difficoltà a trovare la tavola uguale a quella rotta di Niall, e trovai incredibile come nessuna costasse meno di 150£, quella del biondo addirittura 350£. Doveva essere di ottima fattura.
Sospirai, avrei voluto comprarglielo per poterglielo restituire intatto, ma di certo non potevo permettermi quella cifra già al mio primo giorno d’arrivo. I risparmi servivano per spese e per gli extra, come le uscite. Un modo per restituirglielo, prima o poi, lo avrei trovato.
Mi incamminai subito dopo verso casa, sentendo l’urgente bisogno di farmi una doccia fredda.

 
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SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze, ho cercato di sistemare anche questo capitolo.
Seppur sembri tutti avventato (cosa che effettivamente potrà essere, essendo appunto una FF adolescenziale) giuro che c'è una spiegazione a tutto!
Tutto ha un senso e non è messo lì a caso, non bisogna trarre conclusioni affrettate!
Nel vecchio spazio autrici troverete cose apparentemente senza senso: i capitoli erano disposti in modo diverso per cui non dovete badare a ciò che leggete lì!
Fatemi sapere cosa ne pensate, o se trovate errori.
Vi piacciono le descrizioni o dovrei aggiungerne altre? Sto cercando il più possibile di tirare fuori i pensieri e gli stati d'animo dei protagonisti, e se non li vedete nei capitoli stessi probabilmente sono descritti in quelli dopo.
I nostri, anzi ormai i miei, capitoli sono sempre stati molto lunghi, e per cercare di non renderli troppo mattoni che già lo sono abbastanza cerco di dare un limite e di descrivere le cose magari nel capitolo dopo, come se le protgoniste pensassero alla serata precedente, per esempio, e nel ripensare raccontano le loro emozioni.
Vorrei tanto sapere se vi piace in modo da avere la motivazione di continuare e di sistemare le parti che non vi piacciono.
Non dovete per forza recensire, non mi interessa avere numeri alti, basta davvero anche solo un messaggio privato.
La scrittura mi ha sempre appassionata ma non sono mai stata una grande scrittrice, ci sto davvero mettendo tutto l'impegno che ho, e vorrei capire se lo sto facendo bene o meno, tutto qua!
Grazie mille e vi lascio al vecchio spazio autrici e vi ricordo le foto outfit a fine capitolo :)
 
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SPAZIO AUTRICI                          


Eccoci tornate, col nostro secondo capitolo.
Dunque, in questo capitolo si parla dell'incontro dei nostri 5 boy con i 5 protagonisti della storia.
Allora, in realtà le protagoniste sono tre: Nichi, Fede e Giuly.
Chiara e Gio sono loro migliori amici, ma saranno comunque sempre presenti nella storia, sono diciamo dei co-protagonisti.
Volevamo iniziare a spiegare una cosa prima del miniriassunto del caipitolo.
Dunque, ragazze, in 2 o 3 ci avete detto che dovevamo mettere nomi inglesi.
Ok, è il vostro parere, ma vi ricordo che Nichi Gio Fede Chiara e Giuly
sono ITALIANI e hanno vinto un concorso per un prestigioso college di Londra;
quindi, si presume, che dato che sono Italiani, abbiano anche nomi Italiani.
Ok che in Italia danno nomi stranieri a volte, ma se questi sono i nostri nomi ragazze non ci possiamo fare niente ahaha.
Passiamo oltre.
Qualcuna ci ha anche detto che si sono appena conosciuti e qua sta andando tutto di fretta.
Ecco, in realtà, non è proprio così, si scoprirà nel 4° capitolo il perchè i ragazzi hanno
voluto fare il gioco della bottiglia, ma non vi anticipiamo niente, sta a voi leggere o no.
Detto questo speriamo tanto di avervi incuriosito e che ci lasciate delle recensioni, poisitve critiche o neutre che siano,
in modo da capire cosa migliorare, fateci sapere se la storia vi piace.
Abbiamo messo il Trailer della nostra storia in Youtube, ecco il link:

 http://youtu.be/nTEubql5afk

Alla prossima, bacioniii
- Nichi & Fede.

 

Ecco come, nel 2014, ci eravamo immaginate il campus. Tutt'ora mi piace immaginarlo così!


 

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Capitolo 3
*** Like WHAT?! ***




Like WHAT?!

01.09.2016

-Subito dopo il capitolo precedente-

Nichi’s Pov:

Arrivai nel giardino d’ingresso del nostro appartamento e vidi Giuly correre verso casa completamente rossa, sembrava sconvolta.
Non ebbi tempo di chiederle cosa fosse successo che sentimmo delle risate uscire dalla casa: entrammo curiose.
Il salotto era vuoto, ci guardammo complici ed entrammo in cucina.
Fede era seduta scompostamente con le gambe incrociate sul tavolo ed una birra in mano mentre rideva.
Gio imprecava contro il forno dal quale usciva puzza di bruciato, e Chiara, con la stessa bottiglia di Fede, stava sputando la birra per quanto rideva.
Presi una bottiglia pure io e me ne andai in giardino ridendo, eravamo proprio una gabbia di matti.
Mi sedetti sul dondolo a bere quando arrivò all’improvviso un gavettone d’acqua dalla staccionata e lo schivai per un pelo.
<< Ma che… ma cosa? Eh?! >>
<< Scusa, ma riesci a finire una frase? >> subito dopo queste parole pronunciate da una voce nuova ma che già ricordavo, vidi spuntare una testa bionda dalla staccionata.
Urlammo all’unisono:
<< TU! >> e scoppiammo a ridere.
Il sole tramontava dietro di noi, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa. Quel momento diventò magico grazie ad un suono stridulo proveniente dalla finestra aperta: un gatto, apparentemente randagio, che aveva deciso di unirsi al nostro circo improvvisato. Amavo i gatti.
<< Sono i miei amici che giocano con l’acqua, sembrano appena usciti dall’asilo >> spiegò ridendo.
Ad un tratto si sentì un urlo da dentro casa mia seguito dalle risate, lo guardai leggermente imbarazzata dal casino dei miei coinquilini:
<< Ti capisco, i miei di amici stanno bruciando la cena >>
<< Perché non venite da noi a mangiare?! Credo che abbiate bisogno di ambientarvi un po’, se volete potete venire e iniziare a conoscere noi, ci farebbe piacere! In realtà ci è anche stato ordinato da Camille, ma ti assicuro che siamo felici di potervi fare da guida! >>
<< Non dirmi che cucinerai tu! >> replicai vaga e sarcastica, in quel momento capii come faceva a sapere dell’arrivo di cinque ragazzi italiani come mi aveva accennato qualche ora prima.
<< Ordineremo una pizza, tranquilla >>.
Sentimmo un rumore di un piatto che si ruppe proveniente, di nuovo,  dalla mia cucina
<< È meglio che vada >> dissi
<< Alle otto da me >> urlò
<< Ma non ho detto di sì, magari i miei amici sono a disagio… >> risposi rimanendo sull’uscio della porta
<< Alle otto da me. >> ripeté deciso.
Mi arresi e feci segno di sì chiudendomi la porta alle spalle.
Appena entrai in cucina mi accolse una scena che mi fece sbarrare gli occhi: Giuly che puliva per terra, Chiara che rideva e Fede presa come un sacco di patate sulle spalle di Gio che faceva finta di buttarla nella spazzatura.
<< Andatevi a cambiare, stasera si mangia dai vicini >> annunciai
Fede mi guardò scettica e rispose:
 << Non me la racconti giusta sorella! Tra quanto dovremmo essere lì? >>
<< Tra un’ora >>
Alle mie parole la mora scese dalle braccia di Gio urlando:
<< TIRATEVI ASSIEME CHE ABBIAMO POCHISSIMO TEMPO, ALLE OTTO MENO CINQUE IN SALOTTO, CHI È IN RITARDO LO MENO >>.
 
***
 
07:55 pm.
 
Scesi in soggiorno e vidi tutti già pronti che mi aspettavano sul divano, come al solito ero sempre l’ultima.
Notai che tutti avevamo avuto la stessa idea di vestirci abbastanza bene, né troppo eleganti, né troppo semplici, insomma, il giusto per un invito a cena per conoscere i vicini.
Io, infatti, avevo deciso di indossare una maglietta nera semplice a maniche lunghe che però veniva valorizzata da una bella gonna bianca a righe fini e nere.
Notai che chiara era il mio esatto opposto: indossava una camicetta bianca senza maniche abbinata ad una gonna nera in pelle, coordinata ad una borsa a tracolla.
Mi stupii di vedere che anche Fede aveva optato per una gonna: ne indossava una leopardata che le arrivava a metà ginocchio.
Strano, non era proprio da lei, ma sicuramente voleva dare una prima bella impressione.
Stava molto bene, aveva abbinato una maglietta bianca con le sue solite collane pendenti e sopra aveva una giacca rossa molto casual.
Guardai Giuly, come pensavo non aveva voluto osare troppo.
Mise dei semplici pantaloncini ed un maglione, ma quel color ocra delineato da fine linee nere dei pantaloni e quei punti luce sul suo maglione faceva risultare il suo look tutto fuor che banale, era veramente bella.
Per finire c’era Gio, che sul suo fisico una semplice maglietta bianca a mezze maniche ed un paio di pantaloni verdone militare faceva sembrare il suo outfit appartenente ad un modello. Dopo aver salutato gli altri e averci scambiato due parole sul nostro nervosismo per la cena, uscimmo di casa e Fede mi si avvicinò:
<< Anche io ho incontrato un ragazzo oggi >>
<< E com’è? Figo? >> le chiesi dandole una leggera gomitata
<< Da diventare idiote, ed ora voglio proprio vedere questo vicino di casa di cui mi hai parlato te invece, così mandiamo la foto a Leonardo eh >>
Risi falsamente guardando in basso e, una volta arrivati, Gio costretto da tutte noi vergognose alzò gli occhi al cielo e suonò il campanello.
Tutte le cose per noi scomode le facevamo fare a lui, era troppo divertente.
Aprì un ragazzo senza maglia con i capelli ricci bagnati che lasciavano cadere goccioline sulle spalle larghe, ad un tratto sentii Fede ridere come poche volte.
Il ragazzo rimase perplesso, ma quando la vide scoppiò a ridere pure lui.
Tutti li guardarono senza capire cosa stesse succedendo.
Niall apparve da dietro la porta con una maglietta color panna ed i jeans neri, lo salutai con la mano e ci invitò ad entrare.
Arrivarono altri due ragazzi, uno con gli occhi azzurri ed uno con la pelle ambrata.
Niall mi sorrise:
<< Allora, Nichi, loro sono Zayn >> indicando alla sua sinistra il ragazzo con lo sguardo da capogiro.
<< Louis >>, era quello con gli occhi azzurri che a giudicare dai vestiti doveva essere quello che aveva tirato la bomba d’acqua: aveva una maglia con sopra la scritta “FOREVER YOUNG”.
Si girò verso il ragazzo riccio (ancora perso a scambiarsi occhiate complici con Fede) e gli tirò un semplice coppino sul collo dicendo:
<< Questo è Harry >>
<< Aiah >> disse l’altro piegandosi
<< Me la pagherai >> e si misero a ridere.
A quel punto ricambiai le presentazioni:
<< Piacere ragazzi, io sono Nichi, questa accanto a me è Fede >> dissi cercando di farla tornare coi piedi per terra, dato che continuava a fissare imperterrita Harry.
Louis mi interruppe:
<< Vatti a mettere una maglia scostumato. E poi cosa bolle in pentola tra voi due? >> chiese guardando Fede ed Harry.
La mora diventò rossa abbassando lo sguardo imbarazzata.
<< È la ragazza del negozio >> rispose Harry.
Ecco chi era il ragazzo di cui mi aveva accennato prima Fede.
Pensai tra me e me che aveva proprio ragione, era davvero un gran bel ragazzo.
Aveva degli addominali un po’ più scolpiti di quelli di Niall dal quale si vedevano alcuni tatuaggi senza un apparente senso, ma nel complesso quel tipo può far girare la testa.
Finii di presentare anche gli altri miei amici ed andammo, su loro invito, in cucina.
Mentre gli altri erano assorti a parlare, Niall mi si avvicinò:
<< Come va? >> domandò con un meraviglioso sorriso.
<< Bene, ma non ne manca uno? >> risposi ricordandomi che erano in cinque.
In quel preciso istante si aprì la porta ed uscì un ragazzo davvero molto carino.
Mi ritrovai nuovamente a pensare “sono entrata in un film Americano o cosa?” Erano tutti delle bombe atomiche pronte a scoppiare.
Vidi Fede, Gio e quello che si doveva chiamare Louis girarsi, invece Chiara e Giuly, che stavano parlando con il ragazzo moro, Zayn, sembravano non essersene accorte fino a quando Giuly non si voltò, allora una vampata rosso fuoco le partì dalla punta dei capelli fino al resto del corpo.
Il ragazzo appena arrivato le sorrise e Niall disse:
<< Questo è Liam, ma vedo che già conosci qualcuno, o sbaglio? >> continuò guardando Liam e Giuly che divampò ancora di più e abbassò lo sguardo.
Deve centrarsi con quello che era successo il pomeriggio.
<< Cosa succede? >> chiese Chiara
<< Abbiamo già avuto modo di incontrarci oggi pomeriggio, ti fa ancora male? >>
Giuly sembrava che stesse per vomitare: aprì la bocca ma il suono non usciva.
Fede le tirò un calcio nello stinco e finalmente le sembrò di svegliarsi.
<< Nonononono >> rispose scuotendo le mani cercando di uscire da quella situazione imbarazzante, a salvarla fu Harry che tornò in cucina coi capelli asciutti e una camicia bianca sorridendo a Fede che sostenne lo sguardo.
Suonò il campanello e Zayn andò ad aprire.
Mentre si allontanava notai una cosa molto carina… aveva un bel culo… mi girai verso Fede che stava parlando con Harry e, dal suo occhiolino rivolto a me, capii che pure lei lo aveva notato. Scoppiammo a ridere quasi nello stesso momento, mentre Zayn entrò ed iniziammo a mangiare.
 
 
***
 

<< Non puoi dire che i Queen erano meglio dei Beatles! >> disse Louis agitando una patatina in maniera pericolosa.
<< Ma Freddy Mercury era un genio! >> urlò Fede buttando la bottiglia sul tavolo.
Harry accanto a lei disse:
<< Vedi che con lei non si vince amico >>.
Fede lo guardò di traverso e poi scoppiarono a ridere.
In quella stanza i rumori più frequenti erano le risate.
Zayn e Liam parlavano con Chiara e Giuly di non so che cosa, quest’ultima che ogni volta che alzava lo sguardo lo riabbassava timida.
Gio seduto accanto a Fede, ascoltava ancora le discussioni avvincenti di Fede e Louis:
<< Non puoi dire che il vampiro è meglio del licantropo! >>
<< Ma lui ha le occhiaie e poi la ama! >>
<< Ma l’altro è un lupooo! >>.
Pensai che Twilight aveva altamente rotto le scatole, a forza di guardarlo Fede e Chiara me l’avevano fatto odiare.
Io ero seduta accanto a Niall e, mentre mi rubò una fetta di pizza dal piatto, iniziammo a parlare del più e del meno. La tavolata animata forniva il sottofondo perfetto per una conversazione rilassante.
<< Allora, come vi siete conosciuti? Eravate già amici o vi siete ritrovati casualmente qui tutti insieme?>> chiesi, curiosa di scoprire come il gruppo di Niall si fosse formato.
<< Solo io e Harry ci conosciamo dall’asilo. Sai io sono Irlandese, ma mi sono trasferito a Londra proprio all’inizio dell’asilo. Il rapporto con gli altri invece si è formato qui, in questa casa. Siamo stati fortunati ad andare tutti molto d’accordo fin da subito! Voi invece? Si vede che siete molto uniti >> disse puntando le iridi blu sul resto della mia compagnia, per poi riconcentrarsi su di me
<< Noi ci conosciamo da davvero tanti anni, veniamo tutti dallo stesso paesino. Gio è quello che conosco da più tempo, eravamo in classe insieme in prima elementare, ma pensa che lo abbiamo scoperto solo dopo svariati anni. È una luuunga storia quella su come è nata la nostra amicizia! Magari un giorno ve la spiegheremo! >> risposi divertita dai miei stessi ricordi
<< Hai un pezzo di mozzarella qui sulla… >> non finì la frase, pulì la mia guancia con un tovagliolo mentre i nostri sguardi si incrociarono imbarazzati, dato che ci conoscevamo appena
<< Grazie… >> mi limitai a dire, prima di concentrarmi di nuovo sul mio piatto di pizza.
<< Giochiamo al gioco della bottiglia?! Siamo tutti giovani single, divertiamoci un po’ >> ne uscì ad un certo punto Louis, guardando Harry
<< Io ci sto! >> rispose infatti Harry con un sorrisetto che lasciava intendere le sue intenzioni.
Giuly arrossì, tanto per cambiare, e abbassò la testa.
L’unica che acconsentì subito fu Chiara, ma d’altra parte lei era la classica ragazza senza un minimo d’imbarazzo.
Io e Fede ci guardammo e lei diede voci ai nostri identici pensieri:
<< Ma… è un gioco stupido, neanche alle medie giocavamo >>
Così Louis la stuzzicò:
<< Hai troppa paura? Non sai baciare? >>
Fede tirò fuori il suo sguardo da sfida, tutti scoppiammo a ridere mentre lei rispose:
<< Andiamo a giocare >> prendendo la bottiglia vuota di Coca Cola sul tavolo.
Harry e Louis si guardarono un’altra volta con sguardo complice… ero fin troppo sicura che questa cosa fosse in programma fin dall’inizio, ma Fede quando vedeva una sfida diventava troppo idiota, non poteva rinunciarci, odiava assolutamente perdere.
Io non avevo proprio voglia, mi sentivo in imbarazzo, guardai Giuly e capii che anche lei avrebbe preferito trovarsi da qualunque altra parte piuttosto che lì.
Mi guardò e io, sconsolata, le feci segno di sì con la testa.
Non volevamo apparire come le puritane della situazione o essere viste di cattivo occhio da tutto il Campus se loro avessero raccontato chissà quale cosa sul nostro conto per dei stupidi baci di un gioco inutile, infondo gli inglesi erano imprevedibili e la loro accoglienza a partire dal Pullman non era stata delle migliori.
Ci sedemmo arrese, io vicino a Fede e Chiara.
La prima a girare la bottiglia fu Fede.
Passò Niall, passò Liam, passò Gio e si fermò su… Louis!
Si guardarono per un momento, Fede si alzò senza lasciar trapassare un minimo di imbarazzo e Louis, dopo aver guardato per l’ennesima volta Harry, fece un sorrisetto malizioso.
Si alzò, le mise una mano dietro al collo e si baciarono.
Un:
<< UUUUH >> partì dalla folla.
Il bacio durò qualche secondo in più del previsto: visto che Louis non voleva lasciarla andare, lei gli tirò un morso.
<< Ma Aiah! >> urlò staccandosi, Fede gli fece la linguaccia e lui rispose con:
<< Ragazza cattiva >>.
La bottiglia la prese Liam, la fece girare facendo guizzare i suoi muscoli: passò Gio, passò Louis, passò Harry, passò Zayn (che gli fece l’occhiolino) e si fermò su: GIULIA, che casualità!
Dal sorrisetto sulla sua faccia, si poteva intuire che Liam avesse programmato tutto per fare il tiro perfetto.
Giuly diventò rossa ed infine sbiancò.
Sapevo esattamente il suo timore verso il genere maschile.
Liam si alzò e le fece un sorriso per incoraggiarla che avrebbe fatto sciogliere un iceberg:
<< Tranquilla, non farò niente che tu non voglia >>.
Giuly lo raggiunse tremante e con la bocca semi aperta per lo shock.
Lui chiuse gli occhi mentre Giuly li tenne sbarrati come se avesse visto un fantasma.
Liam probabilmente capì il disagio della nostra amica, si poteva dedurre anche dalla frase che le aveva detto.
Non fu un vero bacio: durò giusto mezzo secondo di un bacio a stampo, glielo lasciò quasi totalmente sulla guancia, sfiorandole a malapena l’angolo delle labbra.
Finì tutto in un batter d’occhio, Liam si staccò e si sedette, mentre Giuly rimase in piedi non accorgendosi che era già tutto finito.
Tutti la guardarono e lei, capendo di aver fatto una figuraccia, scappò in bagno.
Gio si alzò e andò a soccorrere la povera Cenerentola, sapevo benissimo perché l’aveva fatto. Sarebbe stato troppo imbarazzante baciare una di noi, e sicuramente non poteva baciare uno di loro.
Liam passò la bottiglia a Niall.
<< Ma che fai? >> replicò il biondo in un mix tra lo sconvolto, l’imbarazzato e il divertito. Evidentemente, non voleva immischiarsi nemmeno lui in questo gioco così inutile.
<< Dai Ni, ne hai bisogno! >> continuò Harry. Che volevano dire?
Niall sospirò, si mordeva le labbra come per concentrarsi ed io rimasi imbambolata a guardarle: erano così rosee e delicate.
Fede mi tirò una gomitata, guardai in basso e vidi la bottiglia puntata verso di me.
Fissai intensamente l’arnese di plastica, non capendo esattamente come prendere la cosa. Non ero solita baciare sconosciuti, né mi divertiva l’idea. Certo, se proprio avessi dovuto scegliere fra tutti loro, sicuramente avrei scelto lui, ma solo perché avevo avuto modo di parlargli molto più rispetto agli altri del suo gruppo.
Sospirai e mi alzai camminando verso di lui, forse una distrazione da Leonardo potevo anche prendermela. Effettivamente, Niall era davvero molto bello.
Lo guardai negli occhi per pochi istanti.
Ringraziai il cielo che l’irlandese si comportò come Liam: le nostre labbra si sfiorarono appena all’angolo della bocca, non fu un vero e proprio bacio. Nessuno dei due, comunque, voleva fare il primo passo di staccarsi. Io ero semplicemente lì immobile, con un leggero sorriso accettato, sentivo il suo respiro sulla mia guancia.
Si spostò ancora si qualche millimetro con le labbra, lasciando un bacio comunque interrotto a mezz’aria.
<< Chiamo Barbara! >> urlò Louis ridacchiando, richiamando la nostra attenzione
Niall si distaccò lentamente da me e, senza guardarmi, tornò a sedersi.
<< Chi è Barbara? >> schizzò Fede
<< La mia ragazza >> rispose Niall facendomi un sorriso colpevole.
Mi ero completamente dimenticata del fatto che avesse una ragazza.
Mi sentivo tremendamente in colpa per il fatto appena accaduto, anche se sapevo che era lui il ragazzo fidanzato ed era lui a dover dire di no.
Ma dall’altra parte io ero una vera e propria complice di un atto di tradimento (ancora? BASTA!), e non c’era niente di peggio che potessi volere nella mia vita.
Non era stato un vero bacio, ma lo sarebbe stato se Louis non lo avesse interrotto?
Non mi aspettavo questo tipo di comportamento, speravo ci fosse dietro una spiegazione, sicuramente sarei andata a parlargli, ma non era il caso lì davanti a tutti.
Harry prese la bottiglia distraendomi dalla mia mente, guardò bene Fede e poi la fece girare: passò Zayn, passò il posto vuoto di Giuly e si fermò su: Chiara.
Fede mi tirò un’altra gomitata.
Ero sicura volesse essere lei la ragazza su cui la bottiglia si sarebbe dovuta fermare.
Harry si alzò dicendo:
 << Come here, baby >>
Si avvicinarono, Harry la baciò facendole fare il casquè.
Quando si staccarono Harry si passò una mano sulla bocca facendo un occhiolino a Chiara e scompigliandosi i ricci ribelli, di tutta risposta lei rise divertita, ma si vedeva che era stato insignificante. Uno dei suoi tanti baci come in discoteca.
Fede prese e mi passò la bottiglia.
<< Sei cogliona? >> le sussurrai mentre tratteneva le lacrime dal ridere.
Una volta tornati a casa l’avrei seriamente ammazzata, la guardai tremendamente male mentre lei se la rideva sotto i baffi, niente birra per una settimana a quella ragazza.
Feci un sospiro e tirai.
Si stava per fermare su Niall, ma si spostò di un centimetro puntando Liam.
Infondo, pensai fosse meglio così.
Liam si alzò e mi baciò esattamente come fece con Giuly, si vedeva che era un bravo ragazzo e con la testa apposto.
Nonostante ciò, quelle due iridi blu del ragazzo seduto di fronte a me non si persero neanche un secondo di quella scena.
Tornai a sedermi, quel mezzo bacio non mi trasmise nulla, e a giudicare dal suo sorriso innocente capii che anche per lui valeva lo stesso.
La bottiglia successivamente la prese Zayn.
Non era uno che parlava tanto, però aveva un fascino che riusciva a sovrastare tutti gli altri con quell’atteggiamento da “bad boy’’ che lo rendeva sia insopportabile che adorabile.
Passò Chiara, passò me e si fermò su Fede.
Ecco, lui era il tipico ragazzo che avrebbe potuto farle perdere la testa.
Si alzò, le mise una mano dietro il collo, si avvicinarono l’un l’altro con una lentezza che fece perdere il respiro pure a me e, finalmente, si baciarono.
Partì come un bacio leggero ma diventò pian piano sempre più passionale.
Spostai lo sguardo su Harry e vidi i suoi lineamenti sempre così delicati indurirsi.
Arrivò Gio, in quel momento i due si staccarono continuando però a guardarsi.
<< È meglio andare >> affermò Gio seguito da Giuly.
Evidentemente erano stanchi, così come me; gli fui mentalmente grata per il loro arrivo.
Nella stanza regnava un silenzio imbarazzante e la situazione iniziava a scocciarmi; così mi alzai seguita a ruota dalle mie amiche e prendemmo le nostre cose.
<< Grazie davvero Niall per averci invitati, e grazie anche a tutti voi per la splendida serata! Appena ci saremo ambientati un po’ ricambieremo il favore invitandovi a cena >> ringraziai sinceramente io, seguita dalla mia compagnia che annuì d’accordo alle mie parole.
<< Grazie a voi per essere venuti, ci ha fatto molto piacere, siete dei ragazzi simpatici! Tutti al Campus pensavano che arrivassero delle persone con la puzza sotto il naso, si sa, i soliti loghi comuni, ma ci siamo ricreduti! >> rispose Niall.
Ridemmo su questa frase, prima di partire non pensavamo affatto di essere visti di malocchio, ma potevamo benissimo aspettarcelo, in fondo eravamo “quelli nuovi” e il comportamento di alcuni studenti lo avevano confermato.
Salutammo nuovamente tutti a turno con un bacio sulla guancia e ci avviammo verso casa. Una volta arrivati, dopo essere entrati, ci guardammo tutti negli occhi e scoppiammo a ridere.
Presi a braccetto Giuly e dissi << È stata una lunga giornata, andiamo a dormire >>.
 


02/09/2016

Nichi’s Pov.
 
Mi svegliai di soprassalto sentendo una musica assordante, mi girai e vidi la sveglia segnare le 07:30 a.m., decisamente troppo presto essendo che la scuola non era ancora iniziata.
Decisi di alzarmi, appena mi specchiai notai di avere una faccia stile Crudelia Demon.
La sera precedente era stata abbastanza strana e per certi versi pesante, anche se nel complesso ci eravamo divertiti molto.
Ancora non riuscivo a togliermi dalla testa il mezzo bacio di Niall. 
Era fidanzato, eppure avevo avuto l’impressione che non aspettasse altro che quello, come se avesse avuto voglia di farlo perché lo avrebbe reso felice e, in un certo senso, era quello che provavo io. 
Era stato solo un semplicissimo mezzo bacio, ma al solo pensiero avevo ancora le farfalle nello stomaco. 
Allo stesso tempo, non riuscivo a capire come avesse potuto tradire la sua ragazza, non sembrava affatto quel genere di persona, ed ero pronta più che mai a parlargli di quello che era successo. 
Dovevo dirgli che se non lo avesse ammesso lui alla sua ragazza, lo avrei fatto io. 
Non era giusto che mi intromettessi, ma non era giusto nemmeno quello che avevamo fatto ed io ero pronta a prendermi tutte le mie responsabilità.
Entrai nella camera di Fede e vidi Gio e Chiara saltare sul letto mentre Fede li colpiva col cuscino.
Dietro di me spuntò Giuly col suo pigiamino con su le mucche, ci guardammo e ci buttammo pure noi sul letto. 
Avevo bisogno di distrarmi.
Fede urlava:
<< BASTABASTABASTABASTABASTA. Andiamo a fare colazione fuori che ho fame! >> e tutti rispondemmo felici all’unisono:
<< SIIIIII >>.
Iniziammo a prepararci.
*musichetta di sfida stile cowboy*.
Ci siamo.
Un bagno.
Cinque ragazzi.
Un corridoio.
VIA!
Tutti stavamo correndo come degli impediti. 
Feci uno sgambetto a Chiara che, inciampandosi, andò contro Giuly.
E due erano fuori.
Gio mi provò a spingermi ma riuscii ad evitarlo e il poveretto finì spiaccicato al muro.
Ed ecco che io e Fede ci aggiudicammo il bagno.
Feci una doccia velocissima tanto per sciacquare il corpo mentre Fede si lavava i denti.
Uscii e ci scambiammo i ruoli.
Avevamo appena finito di truccarci quando aprimmo la porta e trovammo Gio seduto con la faccia da cane bastonato che confessò:
<< Si sono aggiudicate il bagno di sotto. Tutte e quattro state attente, sono assetato di vendetta! >>
Io e Fede scoppiammo a ridere e gli tirammo una guancia per uno urlando:
<< CUCCIOLOOO >>.
Ci trovammo con Chiara e Giuly nel salotto a parlottare mentre aspettavamo Gio che finalmente, dopo una decina di minuti, arrivò.
Non indossava niente di eclatante, giusto una t-shirt bianca a strisce gialle fluorescenti, una felpa grigia per coprirsi dal leggero venticello e dei jeans neri.
Chiara, al contrario, volle osare un po’ e decise di mettere degli shorts piuttosto corti a vita alta abbinati ad un body nero a maniche lunghe che le fasciava perfettamente le forme.
Anche Fede era vestita molto bene, portava nei jeans lunghi neri con due strappi all’altezza delle ginocchia, una maglietta bianca e una giacca dello stesso colore dei jeans. Questo completo, seppur apparentemente semplice, le dava un’aria molto strong.
Non capivo perché lei e Gio ebbero avuto la strana idea di coprirsi con felpa o giacca, dal momento in cui fuori faceva un caldo terribile seppur tirava vento.
Infatti io decisi di mettere una semplice maglietta bianca tutta di pizzo, mettere il reggiseno nero non era stata una delle idee migliori che potessi avere dal momento che si vedeva sotto, ma non mi importava. 
Ero a Londra, per una volta non sarei stata giudicata anche se volevo mettere in mostra le mie forme, al contrario di quanto sarebbe avvenuto in Italia. 
Per rendere il tutto più sobrio, dato che la parte sopra era già abbastanza appariscente, misi un paio di jeans lunghi.
Giuly, al contrario di noi tutte, si vestì in modo normalissimo con dei semplici jeans neri ed una maglietta rossa e bianca. 
Non era solita mettere jeans, per lei erano troppo attillati e non voleva che i ragazzi si facessero strane idee sul suo corpo, ma stavolta ero sicura che li aveva messi per fare colpo su un certo ragazzo castano dagli occhi altrettanto scuri. 
Nella sua semplicità, riusciva comunque a far risaltare quel look che le stava tanto bene.
Uscimmo di casa e andammo in un bar del campus che si trovava vicino alla scuola, una volta entrati ci sedemmo in un tavolino imboscato in fondo al locale.
Fede che sapeva già cosa ordinare giocava al telefono, Giuly e Chiara guardavano il menù mentre io e Gio ci divertivamo a fare foto a Fede che si mordeva la lingua per la concentrazione.
Dopo un’attesa interminabile dove nel frattempo avevamo ordinato, arrivò la cameriera con la nostra colazione.
Presi un cappuccio con brioche alla marmellata, Fede un succo alla pesca con una brioche al cioccolato, Chiara un cappuccio al cacao e un krapfen alla crema, Giuly un the freddo al limone e Gio, che si doveva sempre far distinguere, un gelato al cioccolato.
Ad un tratto, mentre Fede stava per mettere in bocca la sua brioches, qualcuno gliela rubò dalle mani.
<< Ma che cazz? >> disse lei non capendo e subito dopo guardandosi intorno.
Spuntò da dietro Louis che se la mangiò.
<< Mi hai rubato la brioche! >>
<< Giura?! >>
<< Fanculo. >> fu il loro scambio di battute.
Da dietro arrivò tutto il resto della compagnia.
I miei occhi si persero nel sorriso di Niall, pregai mentalmente che quel ragazzo si sedesse accanto a me ed i miei desideri furono esauditi. 
Subito dopo, mi ricordai di dovergli parlare e la mia espressione da felice diventò seria, quasi cupa.
I nostri sguardi si incontrarono per qualche secondo, mi salutò con un sorriso accogliente e subito fui pronta a ricambiare, dimenticando già di essere arrabbiata.
Sarà stata quell’aria simpatica ma allo stesso tempo molto attraente che mi spingeva a volerlo conoscere sempre più a fondo.
Era passato solo un giorno dall’incontro con i nostri simpatici e nuovi amici, ma grazie all’armonia che si era già creata quella sera tra tutti noi mi sembrava di conoscerli già da una vita, il loro comportamento scherzoso e per nulla imbarazzato nei nostri confronti, come Louis che rubò la brioche a Fede, aiutava ancora di più.
Harry si sedette vicino a Fede e le diede dei pizzicotti sulle guance mentre lei gli faceva il labbruccio.
Liam si mise vicino a Giuly, che non si fidava ad alzare lo sguardo, ma lui le prese il mento, le sussurrò qualcosa nell’orecchio e le diede un bacio sulla guancia.
Avevo grandi dubbi sulla sua capacità di respirare in quel momento.
Facemmo colazione tutti insieme.
Dopo una buona mezz’oretta passata a fare gli stupidi tra risate, battute e barzellette che non facevano ridere a nessuno raccontate ovviamente da Louis, decidemmo di tornare a casa.
Nessuno parlò di ciò che successe la sera prima riguardo al gioco della bottiglia, rimanemmo tutti lontano dall’argomento.
Effettivamente, sembrava che a loro non importasse affatto di quel gioco, probabilmente per loro era normale giocarci ancora a quell’età.
Fu per questo che anche noi decidemmo di non dargli importanza, archiviando l’accaduto come un pazzo ricordo del nostro primo giorno al College.
Appena poco fuori dal bar mi accorsi di aver dimenticato la borsa, così feci segno agli altri di andare a casa che li avrei raggiunti e tornai indietro.
Una volta raggiunto l’atrio di ingresso del locale, vidi Styles con aria da “sono-tutto-io-ragazze-guardatemi” appoggiato allo stipite della porta che giocava con la mia borsa tra le dita.
Lo guardai male:
<< Se ti piaceva così tanto te l’avrei potuta prestare, bastava chiedere >> ironizzai.
Si staccò dal muro e mi restituì la borsa:
<< In realtà volevo parlarti, l’ho tenuta apposta in modo che tornassi indietro >> precisò serio guardandomi negli occhi mentre con una mano grande almeno quanto la sua faccia si passava i ricci all’indietro della nuca.
<< Dimmi tutto >> ero abbastanza curiosa
<< M-mi dai il numero di Fede? E… vorrei una mano con lei… >> mi confidò sincero, non potei fare a meno di sorridere
<< Ti do il numero, ma non credo che tu abbia bisogno di me per far cadere le ragazze ai tuoi piedi >> risposi, mentre scrivevo il numero di Fede sul suo telefono che mi aveva allungato mentre mi chiedeva il numero
Sorrise:
<< Fede è strana >>.
Lo guardai storto.
<< Nono, ma in senso positivo >> disse vedendo la mia espressione
<< Buon per te. >> replicai con finta faccia arrabbiata riporgendogli il telefono
<< Cosa dovrei fare per conquistarla? Hai dei consigli? >>
<< Sii te stesso, metti la maglietta bianca: a lei piace che si vedano i tuoi tatuaggi, non fare troppo il romantico e prendila sempre alla sprovvista, deve sentirsi disorientata. In ogni caso ti ho segnato anche il mio numero, se ti serve aiuto saprai come contattarmi >>
<< Grazie mille, ti devo un favore >> disse facendomi l’occhiolino e girandosi per tornare dai suoi amici ma si fermò di scatto un secondo dopo:
<< Quindi ti ha parlato di me eh? Le piacciono i miei tatuaggi? >> sorrise beffardo
<< Io non ti ho detto niente >> risposi facendo spallucce e alzando le braccia per discolparmi.
Mi fece l’occhiolino con uno sguardo molto malizioso, ci salutammo ed io raggiunsi gli altri, li trovai seduti su una panchina a aspettarmi.
Fede subito mi sgridò:
<< Cosa hai fatto in tutto questo tempo? >>
<< Sono andata in bagno >> mentii, e ci incamminammo verso casa.

 
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SPAZIO AUTRICE


Questo era un unico capitolo insieme al precedente, ho preferito dividerlo dato che prima era veramente TROPPO lungo!
Succede una follia, lo so, ma il tutto verrà spiegato nei prossimi capitoli!
Vi ricordo le immagini degli outfit a fine capitolo!
Baci, Nichi
 
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SPAZIO AUTRICI
                          


Eccoci tornate, col nostro secondo capitolo.
Dunque, in questo capitolo si parla dell'incontro dei nostri 5 boy con i 5 protagonisti della storia.
Allora, in realtà le protagoniste sono tre: Nichi, Fede e Giuly.
Chiara e Gio sono loro migliori amici, ma saranno comunque sempre presenti nella storia, sono diciamo dei co-protagonisti.
Volevamo iniziare a spiegare una cosa prima del miniriassunto del caipitolo.
Dunque, ragazze, in 2 o 3 ci avete detto che dovevamo mettere nomi inglesi.
Ok, è il vostro parere, ma vi ricordo che Nichi Gio Fede Chiara e Giuly
sono ITALIANI e hanno vinto un concorso per un prestigioso college di Londra;
quindi, si presume, che dato che sono Italiani, abbiano anche nomi Italiani.
Ok che in Italia danno nomi stranieri a volte, ma se questi sono i nostri nomi ragazze non ci possiamo fare niente ahaha.
Passiamo oltre.
Qualcuna ci ha anche detto che si sono appena conosciuti e qua sta andando tutto di fretta.
Ecco, in realtà, non è proprio così, si scoprirà nel 4° capitolo il perchè i ragazzi hanno
voluto fare il gioco della bottiglia, ma non vi anticipiamo niente, sta a voi leggere o no.
Detto questo speriamo tanto di avervi incuriosito e che ci lasciate delle recensioni, poisitve critiche o neutre che siano,
in modo da capire cosa migliorare, fateci sapere se la storia vi piace.
Abbiamo messo il Trailer della nostra storia in Youtube, ecco il link:

 http://youtu.be/nTEubql5afk

Alla prossima, bacioniii
- Nichi & Fede.
  Nichi la sera e a colazione
  Fede la sera e a colazione
  Giuly la sera e a colazione
  Chiara la sera e a colazione
  Gio la sera e a colazione
 

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Capitolo 4
*** Voldemort ***




Voldemort

06/09/2016

Gio’s Pov.

Era passata quasi una settimana dal nostro arrivo in Inghilterra, sei giorni precisamente. 
Nonostante ciò, dopo la prima sera esuberante, non avvenne null’altro che valesse la pena raccontare.
Passammo quei giorni principalmente in casa a disfare i bagagli, sistemare gli armadi e abbellire un po’ il salotto con foto e qualche souvenir portato dall’Italia.
Ovviamente, nei momenti liberi ci trovavamo la maggior parte del tempo con i nostri vicini, tra chiacchierate in giardino e qualche merenda insieme in entrambi gli appartamenti.
Nessuno dei due gruppi aveva molto altro da fare e, fortunatamente, eravamo molto in sintonia.
Ci trovammo pure una sera seduti sul dondolo tra qualche birra al limone e giochi in scatola, per poi finire a canticchiare al chiaro di luna, erano le classiche serate malinconiche di fine estate.
Non potevo fare a meno di notare come le mie bimbe, come le chiamavo io, si trasformavano completamente in loro presenza.
Io ero sempre stato l’unica figura maschile delle loro amicizie, Leonardo a parte, ma lui non lo consideravo nemmeno: non faceva parte del nostro gruppetto, usciva poco e niente con noi.
Analizzavo tutti loro, i loro sguardi, i loro modi di fare, le espressioni involontarie che lasciavano trapassare sul volto.
Gli occhi di Niall, ogni volta che si trovavano nei paraggi di Nichi, sembravano cercare qualcosa di indefinibile, qualcosa che solo lei poteva offrire.  Era come se il suo sguardo fosse un faro, costantemente puntato verso di lei, in un tentativo instancabile di catturare la sua attenzione.
D'altra parte, Nichi, con la sua naturale dolcezza e la bellezza discreta, sembrava ignara dell'interesse di Niall. Quando finalmente si accorgeva dei suoi sguardi intensi, il rossore tingeva le sue guance, rivelando un timido turbamento. Era ancora scossa per quella testa di merda di Leonardo, ed ero sicuro che ogni attenzione da parte del genere maschile non fosse affatto gradita, da parte di nessuno. O meglio, da parte di nessuno eccetto Niall. Lei si trovava bene con lui, e si stava affezionando, ma non voleva ammetterlo.
Un angolo dei miei pensieri era riservato poi a Giuly e al suo cuore sensibile.
Giuly non riusciva a nascondere la sua timidezza quando Liam le si avvicinava o le rivolgeva la parola. Le sue risposte diventavano brevi e il suo sorriso, seppur timido, rivelava un calore interiore che solo Liam sembrava essere in grado di suscitare.
Chiara, invece, aveva la capacità straordinaria di creare connessioni sincere con tutte le persone intorno a lei. Era come un faro di allegria che illuminava la vita degli altri, sempre pronta a condividere risate, confidenze e momenti di gioia.
Abbracciava tutti, e i nostri vicini non pensarono mai male di quella situazione.
Tutti, ormai, l’avevano conosciuta semplicemente come un’amica molto estroversa, espansiva e affettuosa. Faceva battute sconce, anche direttamente a loro, ma sapevano perfettamente che scherzava. Non regnava malizia nei suoi rapporti, e lei fu felice di potersi sentire sé stessa senza essere giudicata dalla nuova compagnia.
Era esattamente la copia femminile di Louis Tomlinson.
Zayn, invece, non riuscivo a capirlo. Sembrava così estraneo al gruppo: sempre in silenzio, sempre uno sguardo troppo lungo, sempre troppe pause riflessive. Lasciava parlare stando solo nel più profondo ascolto.
Fede, invece, era quasi diventata ossessionata da Harry: due caratteri così uguali e così incompatibili allo stesso tempo, dato che nessuno dei due avrebbe mai abbassato la cresta all’altro.
-
Quella mattina mi feci accompagnare dai nostri vicini a fare la spesa, un’uscita interamente maschile (o quasi).
Mi spiegarono che per la prima grande spesa era meglio che fossi istruito: c’erano determinati sconti in precisi giorni che ci avrebbero fatto risparmiare molti soldi.
<< Allora Gio, come gestisci la gelosia verso le tue “bimbe” da parte delle altre ragazze? La tua fidanzata sarà gelosissima di loro!>> domandò Louis mentre svuotavamo il carrello della spesa
<< Ragazze? Pff. >> ironizzai alzando un sopracciglio, ero sicuro che se ne erano accorti tutti e quella era solo una domanda per avere una mia conferma. 
Rimasi comunque vago facendo cadere il discorso.
<< Piuttosto lo chiederei a Niall e al suo Orologio Locman della collezione Montecristo con movimento OISA 1937 a carica manuale… mmh vediamo: cassa di 42 mm in Oro 18KT e ansa da 26 mm, quadrante avorio con numeri romani stampanti e vetro zaffiro con trattamento anti-riflesso. Dico bene? Come fai a sapere se le ragazze ti vogliono per davvero o per i soldi? Quell’orologio vale 19.800$ >> dire che rimasero esterrefatti era dire poco, si guardarono di soppiatto non proferendo parola.
<< Tranquillo, lo so che quello che indossi è un fake perché quello vero, che vale così tanto, sarà chiuso in qualche cassaforte. I ricchi fanno così! Suvvia, non fate tutti quella faccia sconvolta. Sono appassionato di moda: vestiti, accessori, gioielli, scarpe… non esiste qualcosa che io non sappia. Ogni collezione di ogni anno di ogni Brand più lussuoso che possa esserci sulla faccia della terra. Chiedete e vi sarà dato. Tra qualche anno voi indosserete la mia collezione perché io diventerò un famoso stilista, l’ho nel DNA! >> spiegai quindi.
<< Sei l’unico del tuo gruppetto che ha fatto caso a ciò. Ora sai che sono ricco. Come faremo a sapere che non andrai a raccontarlo alle altre e passerete del tempo con noi solo per approfittarvi? >>
<< Amico, lo avrei già fatto. Posso assicurarti che sono le ragazze più semplici e umili che abbia mai conosciuto, o non starei con loro. Ma poi dico, hai visto come si vestono? Voglio bene a tutte, ma per carità! Solo Chiara ha un minimo di gusto. Fidati, non si accorgerebbero della differenza tra un Casio e un Rolex, parlare con loro dei tuoi soldi e dei potenziali vestiti che potresti comprarti sarebbe inutile, insoddisfacente e umiliante per me! Stai tranquillo >>
<< Ehy Gio, stavo solo scherzando! >> ridacchiò Niall
<< Lo so, lo so >>
<< Beh Gio, comunque non hai tutti i torti… >> si intromise Louis
<< Da quando siamo al Campus ci avranno provato con lui almeno una 40ina di ragazze, anche dopo essersi fidanzato… proprio con una di quelle tra l’altro >>
<< Louis, ne abbiamo discusso miliardi di volte. Barbara non era una di quelle >>
<< Niall, ti vogliamo bene… ma non ti chiedi come mai nonostante gli innumerevoli tira e molla e le infinite litigate torna sempre con te? Soprattutto dopo i tuoi costosi regali? Noi vogliamo solo evitare di farti stare male ulteriormente >> continuò Liam in maniera totalmente pacata.
Non ero a conoscenza della sua situazione, ma da quello che potevo intuire sembrava che i suoi amici cercassero in tutti i modi di fargli aprire gli occhi su questa Barbara.
<< Ragazzi, vi prego, basta. Ora non è più un problema, no? Discorso chiuso! >> nessuno osò replicare, il discorso cadde con Liam che cambiò argomento
<< E sia! Andiamo a casa, dobbiamo cucinare il pranzo >>.
Durante il tragitto, Harry mi si affiancò e mi trattenne qualche passo più indietro rispetto agli per sussurrarmi alcune domande su Fede.
Dovevo essere sincero, quel ragazzo mi puzzava parecchio.
Troppo strano, troppo frettoloso, troppo malizioso.
“È mai stata fidanzata o è una di quelle disperate perché non trova nessuno?” 
“È facile che si innamori di qualcuno?”
“Quanto potrebbe volerci per conquistarla?”
“Scusami se ne parlo a te, ma tra maschi su queste cose ci si intende meglio”
Risposi sempre vagamente, trovandole domande veramente fuori luogo. 
Cercai comunque di non farmi paranoie infondate, le nostre abitudini e tradizioni erano molto diverse, magari per loro erano argomenti normali. 
Oltre al fatto che, di norma, era un ragazzo solare e simpatico.
<< Nichi invece è a casa oggi? >>
<< Con quante di loro ci vuoi provare? Non ti sei accorto che non sono sciacquette? Solo Chiara se ne ha voglia, ma in senso buono. Che si diverta pure! >> risposi sincero
<< No, Nichi è solo mia amica. Mi sta dando consigli utili in questi giorni e vorrei parlare ancora con lei. Anche se la conosco da poco sembra capirmi molto bene >>
<< Oh sì, è il suo potere. Lei è la nostra saggia del gruppo. Qualunque cosa tu abbia fatto o qualunque reato tu abbia commesso, lei manterrà il segreto e ti dirà la sua opinione senza giudicare. Sarebbe capace di aiutare pure un Serial Killer. Diciamo che è la nostra psicologa, e ci credo! Con tutto quello che ha passato… >> mi fermai, stavo realmente andando troppo oltre. 
Uno dei miei più grandi difetti era non riuscire a tenere la bocca chiusa: vivevo di gossip, moda e gelato.

***

Erano ormai le 15.00 del pomeriggio, mi alzai dal divano dopo aver ripensato alle scene della mattina quando sentii un lieve rumore proveniente dalla portafinestra che dava al nostro giardino. 
Curioso, mi avvicinai silenziosamente affacciandomi, scoprendo Nichi ed Harry seduti sul dondolo.
Come non detto.
Avrei voluto tanto uscire all’aria aperta e godermi l’ultimo sole estivo che filtrava tra le foglie degli alberi, ma loro non dovevano assolutamente sapere della mia presenza.
Cercai di aprire appena la finestra senza far rumore rimanendo nascosto dietro la tenda, avrei pagato quattrini pur di ficcanasare sul loro discorso che scoprii essere su Fede.
Harry sembrava nervoso e impacciato, come se avesse qualcosa di importante da chiedere alla mia amica.
Con un sospiro, si decise a parlare:
<< Sai, Nichi, ho un problema con Fede. So che è la tua mia migliore amica e a pelle finalmente posso ammettere che mi piace molto, ma non so come fare per conquistarla. Non voglio rovinare la nostra amicizia che si è appena creata e mettere in imbarazzo il nostro nuovo gruppetto >> la voce arrivava leggera e sfumata, dovetti appoggiare l’orecchio al vetro per poter sentire meglio.
Vidi Nichi annuire, ascoltando attentamente. 
Era evidente che Harry avesse bisogno di aiuto per capire come agire nei confronti di Fede, e lei si sentiva in dovere di aiutarlo, come sempre.
 << Certo, capisco. Fede è una persona molto speciale e comprendo anche il tuo timore di rovinare tutto, dato che comunque abitiamo accanto. Ma sai, a volte è necessario prendere dei rischi per ottenere ciò che si desidera. Perché non le parli direttamente dei tuoi sentimenti? Forse è un po’ presto e azzardato, ma si vede che avete complicità >> Harry sembrò riflettere sulla proposta di Nichi, scuotendo la testa
<< Non so se ne sarei capace, Nichi. Non voglio rovinare tutto. Preferisco rimanere come siamo ora >>
<< Capisco la tua paura, ma se non ci provi non saprai mai cosa potrebbe succedere. Pensa alla situazione in modo positivo: se Fede corrisponde ai tuoi sentimenti, la tua amicizia potrebbe diventare ancora più forte di prima. E se non corrisponde, almeno avrai la certezza di averci provato. Magari esci prima con lei qualche volta, ti posso assicurare che un invito a uscire può farti capire più di quanto possa fare io >>.
Ascoltavo attentamente la conversazione, sentendomi sempre più coinvolto. 
Sapevo benissimo che Fede aveva un debole per Harry, ero quindi contento per la mia migliore amica.
Dopo qualche minuto di riflessione, Harry sembrò prendere una decisione:
<< Hai ragione Nichi, le chiederò di uscire. Dobbiamo ancora farvi vedere tutto il Campus, prendo l’occasione e mi offro come guida per Fede >> rispose convinto.
Il telefono di Nichi suonò con un trillo inconfondibile di una notifica Whatsapp.
Sentii solo il più tombale dei silenzi da un momento all’atro, ma non riuscivo a capirne il motivo.
Intravedevo Harry che osservava Nichi leggere il messaggio.
<< Hai freddo? Stai tremando >> ma nessuna risposta venne da parte della mia amica.
Dopo quasi un minuto di zero reazione, Harry si piegò per osservare meglio la bionda:
<< Ehy, ti sei incantata? >>
<< Voldemort… un Horcrux in meno… >> pensai di aver sentito.
No, non era possibile.
Avevo sicuramente capito male.
<< Che? Voldemort? Che stai dicendo? >> chiese il riccio ancora più confuso, confermandomi di aver però sentito bene
<< Voldemort… >> ripeté la mia amica annuendo e alzando lo sguardo nei confronti del riccio, sicuramente la stava prendendo per pazza
<< Vuoi… vedere Harry Potter? Non capisco… >>
<< Voldemort! >> continuò la mia amica, ma il tono della sua voce sembrava stranamente allegro rispetto al solito mood di quando si affrontava quell’argomento.
Lei allungò lo schermo del telefono verso Harry, che si incupì di punto in bianco dopo aver letto il messaggio
<< Nichi, mi dispiace… condoglianze, mi dispiace veramente tantissimo per tuo nonno, ti sono vicino… >> rispose subito Harry accogliendola immediatamente in un sincero abbraccio.
In quel momento capii tutto. 
Oh Harry, se solo sapessi…
<< No Harry! Non hai… non hai capito niente! >> continuò con un risolino isterico, staccandosi dall’abbraccio e urlando entusiasta
<< Voldemort! Voldemort Harry! VOLDEMORT HA UN HORCRUX IN MENO! >> rispose lei, sembrava davvero pazza di gioia:
<< È morto! È morto Harry! È morto mio nonno! È MORTO MIO NONNO! È MORTO HARRY, PER DAVVERO! >> scoppiò in un pianto di gioia, abbracciando un Harry più confuso che mai, che non riusciva a capire le allusioni al nome di uno dei più cattivi Fantasy conosciuti, nè la gioia di un momento che dovrebbe essere così tragico per una normale persona. 
Ma Nichi non conosceva la normalità.
Non potevo non essere con lei in quel momento.
Mandai a puttane la mia incognita, irrompendo in giardino e abbracciandola forte:
<< Gio, l’ha perso! Ha perso un Horcrux! Gio, Voldemort è più debole… >> singhiozzò non riuscendo a trattenere le lacrime, e io con lei
<< Lo stai sconfiggendo Nichi, lo stai sconfiggendo del tutto... >> la rassicurai accarezzandole i capelli
<< Harry scusami… devo andare dalle altre, e devo... devo chiamare mia sorella! Sì! Immediatamente! >> Nichi andò a salutarlo, abbracciandolo nuovamente non riuscendo a smettere di piangere dalla gioia
<< Ehm... non preoccuparti! Io sono… felice? Per te? >> chiese nuovamente non riuscendo a capire nulla, lo sguardo sottile e un flebile sorriso che non voleva sembrare inopportuno
<< Sì Harry! Sei felice per me! Siamo felici! Ciao, scusa ancora! >> continuò Nichi tirandomi per un braccio dentro casa veloce come un fulmine, saltellando e girando su sè stessa continuando a fissare il telefono per leggere e rileggere all’infinito quel messaggio.
 
 
Nichi’s Pov
 
07/09/2016
 
Passai la sera precedente a ridere, ridere e ridere ancora con le mie amiche (e Gio).
Volevo solo distrarmi, solo non pensare a nulla, solo godermi il momento.
Misi la musica a palla nel nostro salottino, non avevo bisogno di alcool, bastava la compagnia giusta.
Ero così euforica che non riuscivo a smettere di saltellare ovunque, a urlare di gioia, di liberazione, di sollievo.
Le altre, con me, ballavano saltavano e urlavano.
Il mio cuore non riusciva a calmarsi, batteva all’impazzata dal pomeriggio e non dava segno di volersi regolarizzare.
Ero pazza?
Forse sì.
O forse ero solo umana.
Non riuscii a dormire, rimasi in piedi tutta la notte a sorridere inconsciamente tra me e me, ma sapevo in cuor mio che quello era solo l’effetto della novità.
Avrei avuto il mio crollo momentaneo, prima o poi.
E arrivò infatti la mattina successiva.
Non era un crollo di tristezza, né di dispiacere. Era un crollo di rabbia.
Quando il nervoso prendeva il sopravvento, partiva dalle mie iridi un pianto incontrollato.
Un pianto di odio, rancore, di una collera talmente forte da diventare inaccettabile.
Non avrei mai perdonato quel dolore così lancinante che mi aveva sfregiata per anni.
Con la sua morte, inevitabilmente mi tornò in mente tutto.
Tutto il buio e l’oblio causato da lui.
Tutto passava liscio nella mia testa: era così nitido da sembrare un film, o meglio da essere inghiottita da un VR ed essere presente in tempo reale nei miei stessi ricordi passati.
Erano anni che li avevo volontariamente cestinati nel posto più remoto del mio subconscio.
Mi alzai e corsi in strada, ancora in pigiama.
Erano le 05.30 di mattina, nessuno avrebbe potuto vedermi.
Piangevo, isterica.
<< fai schifo >> sussurravo tra me e me, dopo un evento spaventoso che passava nei miei occhi
<< FAI SCHIFO >> urlai dando un calcio alla cassetta delle lettere, fuori di me dal disgusto.
<< COME HAI POTUTO, FAI SCHIFO. TI ODIO. TI ODIOOO >> misi le mani nei capelli, tirandomeli nervosamente, non riuscendo a smettere di piangere
<< BRUCIA ALL’INFERNO, MERDA >> urlai di nuovo, ad un altro ricordo.
Il pianto era talmente intenso che facevo fatica a respirare:
<< Io ci godo, CI GODO. Peccato solo che tu non abbia sofferto abbastanza >> continuai rassegnandomi e accasciandomi sulle ginocchia, gli occhi rossi e spenti, le occhiaie nere e gonfie per la notte insonne.
<< Nichi? >> un sussurro veniva dalla finestra semi aperta dei nostri vicini.
Era Harry. Non sembrava sorpreso di vedermi così. Non disse nulla, non fece domande, rispettò il mio rancore.
<>
<< Torna a casa, riposati a letto >> si limitò a dire, comprensivo
Scossi la testa, non avevo le forze per camminare; in quel momento non mi importava di nulla.
Harry mi indicò il dondolo del giardino, a pochi metri dalla cassetta della posta.
<< Per favore! >>.
Non risposi, mi trascinai svogliatamente fino al dondolo per accontentarlo.
Mentre chiudevo lentamente le palpebre, vidi Harry -che mi aveva raggiunto- appoggiarmi accuratamente due coperte in pile.
Un attimo dopo, sparì.
Caddi finalmente in un sonno ristoratore, sapendo che quell’episodio si sarebbe concluso con quel mio sfogo atteso per anni.

 
 

___________________________
SPAZIO AUTRICE
 
   
Ciao a tutt@!
Questo capitolo non esisteva nel 2014, è stato aggiunto da me.
Per quanto per noi fosse una FF, la maggior parte delle cose narrate riguarda proprio fatti personali della nostra ex-comitiva ormai sciolta.
Vi farà sapere che io sono ancora molto legata a Gio!
Gio sarà il testimone di Chiara, che si sposerà quest'anno!
Io Chiara e Giuly, invece, non abbiamo più rapporto (nemmeno loro due).
Non abbiamo litigato, se le incontro le saluto molto volentieri, semplicemente crescendo ci siamo distaccate!
Idem Federica con loro e con Gio non ha più rapporto.
Detto ciò, che probabilmente non interessa a nessuno, ho voluto inserire questa cosa più profonda all'interno della storia.
Chiaramente, molti dei fatti descritti, sono un grandissimo rigonfiamento!
Per dare più enfasi e drama alla FF, diciamo.
Ma sicuramente tutto tratto da cose reali, personali.
Mi dispiace per il mio pov. (Nichi).
Avrei voluto scriverlo meglio, ma, come porete immaginare, non ce l'ho fatta.
È una cosa talmente stretta che scriverla nero su bianco mi è impossibile.
Potevo sicuramente fare di meglio.
Al prossimo capitolo!
Baci, Nichi
    

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Capitolo 5
*** Date ***



 

Date


12/09/2016
 
Fede’s Pov.
 
Ero appoggiata al letto che leggevo un libro di Dickens, per la precisione Oliver Twist, quando qualcosa sopra la pancia cominciò a vibrare.
Tolsi il libro e mi ricordai di aver appoggiato lì il telefono. 
Che grande scocciatura, ero perfettamente immersa nel racconto fantastico, amavo la letteratura.
Un numero sconosciuto illuminava lo schermo, così aprii il messaggio:
 
“Mi devi un gelato XxHazza”
 
Era strano, non ci eravamo mai sentiti prima, seppur Nichi dopo un po' di giorni mi confessò di avergli lasciato il mio numero al nostro secondo giorno d'arrivo.
 
A: Harry
“Se è per questo mi avevi promesso che mi avresti fatto fare il giro del campus, eppure in due settimane ancora non mi hai portato! XxFede”
 
Il mio cellulare vibrò di nuovo poco dopo:
 
Da: Harry
“Tra mezz’ora sono da te XxHarry”
 
A: Harry
“Ok XxFede”
 
Mezz’ora, rilessi. 
Mezz’ora?! 
Non sarei mai e poi mai riuscita a prepararmi in tempo, dovevo e volevo essere presentabile, quel ragazzo lo era anche con un sacchetto dell’umido al posto dei vestiti ed io non volevo di certo essere da meno.
Mi fiondai fuori dalla camera e corsi alla velocità della luce in bagno.
<< Che succede? >> chiese Giuly
<< Guarda gli ultimi messaggi nel mio telefono >> urlai chiudendomi la porta alle spalle.
Aprii la doccia e mi lavai velocemente.
Mi guardai allo specchio una volta finita e iniziai a truccarmi: una base omogenea, un po’ di terra, ombretto, matita, mascara e lucidalabbra neutro.
“Ok. Mantieni la calma” pensai.
Certo, non era un appuntamento, ma non si poteva negare che fosse ci fosse una certa complicità tra noi; perché non sfruttarla?
Mi lasciai cadere sconsolata con le mani sul viso, era raro che diventassi isterica per un ragazzo e lui, sotto questo punto di vista, era pericoloso.
Andai in camera e buttai sottosopra l’armadio urlando:
<< NICHI, GIO, GIULY, CHIARA VENITE >>
Spuntarono quattro teste dalla porta dopo circa due minuti e si catapultarono tutti sul letto.
<< Esco con Styles, che metto? >>
<< Qualcosa di colorato >> propose Giuly, da lei non potevo aspettarmi altra risposta
<< Qualcosa di scollato >> continuò Chiara facendo spallucce, come se fosse la cosa più ovvia e scontata del mondo e che non ci fossero altre opzioni
<< E secondo te Nichi? >>
<< Per me puoi mettere quello che vuoi, tanto è pazzo di te >> scherzò con un occhiolino
<< Non sei d’aiuto, io direi di uscire in mutande allora >>
<< Non credo si lamenterà >> disse Gio ridendo di gusto della sua stessa battuta.
Tirai un urletto di esasperazione, l’unica volta in cui dovevano essere davvero utili per una cosa seria dovevano per forza mettersi a fare i cretini.
Nichi si alzò e andò ad aprire l’armadio prendendo un look abbastanza moderno: degli shorts, una maglietta corta rosina con dei motivi bianchi e giacca giallo senape, quando notai che in mano aveva anche delle calze a rete da mettere sotto gli shorts.
<< Brava, grazie, ma io quelle calze non le metto >> dissi ovviamente
<< Senti Federica, se non vuoi un cactus nel culo stai zitta e le metti >> contestò Chiara, seguita dal consenso di Nichi che annuiva. 
Alzai gli occhi al cielo e mi arresi:
<< Va bene, va bene. Ora tutti fuori che mi devo cambiare >>
<< Siete delle galline >> disse Gio
<< Ti ho sentito >>
<< Lo so >> replicò scoppiando a ridere.
Mi vestii ed ebbi appena il tempo di darmi un’occhiata allo specchio che suonarono alla porta.
Mi catapultai di sotto. 
Ero un misto tra l’emozionata e il felice, non sapevo ancora bene che carattere avesse, ma dal poco che avevo conosciuto potevo affermare che era intrigane. 
Aprii la porta e lo vidi: i capelli scompigliati sotto un cappello, gli occhi verdi e un sorriso che avrebbe potuto spaccare le pietre.
Aveva una bellissima maglietta bianca che lasciava intravedere i tatuaggi e dei pantaloncini neri aderenti. 
Una cosa era certa, il ragazzo aveva molto stile.
Uscii e mi chiusi la porta alle spalle.
<< Ciao >> salutai dandogli un bacio sulla guancia
<< Ehy! Stai benissimo! >>
<< Grazie. Allora, dove mi porti? >>
<< Iniziamo col parco >>.
Arrivammo in una manciata di minuti, nel frattempo parlammo di cose insensate e del più e del meno facendoci due risate. 
Si sedette sull’altalena.
<< Vieni in braccio a me >> propose ridendo, sapeva benissimo che non avrei accettato
<< No >>
<< Dai! >> continuò fingendosi sconsolato
<< No. >>
Si alzò e mi guardò con finta aria arrabbiata. 
“Cazzo” mi trovai a pensare.
Iniziò a rincorrermi e io a scappare, ma con le sue gambe fin troppo lunghe mi prese nel giro di pochi secondi e iniziò a farmi il solletico. 
Sentivo il suo cuore battere veloce e l’alito caldo sfiorarmi sul collo, anche il mio cuore batteva fortissimo. 
Per fortuna avevamo corso e poteva pensare che mi battesse così forte per lo sforzo, ma non era la realtà. 
Mi batteva per l’emozione, mi sentivo in imbarazzo ma allo stesso tempo a mio agio. 
Quel ragazzo mi avrebbe fatto perdere la testa, si vedeva che ci stava provando e non poco.
<< Dopo questa corsetta direi di andare a prendere un gelato >> disse
<< Sono d’accordo, dico, guardami. Ho bisogno di energie. >> risposi ridendo.
Mi prese la mano sorridendomi, iniziai a correre mentre me lo trascinavo dietro, anche se non avevo la minima idea di dove andare, alla fine mi guidò lui.
Arrivammo sfiniti davanti alla gelateria e scoppiammo a ridere.
Pochi minuti dopo vidi in lontananza arrivare una bionda cenere che conoscevo come le mie tasche, il punto era che non era da sola. 
La squadrai e lei subito appena mi vide arrossì, rise sotto i baffi e mi fece linguacce ed occhiolini a gogò mentre guardava Niall che, fortunatamente, non la stava osservando. 
Era il suo modo per dirmi “guarda con che figo sono uscita, alla faccia di Leonardo”. 
Le risposi ridendo e finalmente arrivarono da me ed Harry, al che, vedendoci insieme, la mia amica mi tirò un altro occhiolino.
Ci abbracciammo tutti e dopo esserci presi un gelato ognuno andò per la sua strada, loro insieme ed io con Harry, a casa mi sarei fatta raccontare tutto.
Quest’ultimo mi portò in un posto stupendo: una parte del parco un po’ isolata dove c’era uno splendido salice piangente, non ne avevo mai visto uno così grande. 
Era pieno di rami che scendevano delicatamente sull’erba e di un verde smeraldo che riempiva di gioia.
Prese alcuni di essi, sollevandoli di almeno mezzo metro da terra mentre con la destra mi fece segno di seguirlo: al di sotto dei rami, imboscata vicino al tronco, vidi una piccola casetta di legno formata da legni intrecciati.
Era davvero bellissima.
<< Questa è la mia casetta, qui non ci viene mai nessuno. Ho richiesto le chiavi appunto per questo motivo e stranamente me le hanno concesse, è bastato dire che mi serviva un luogo per ampliare la mia arte, qua al campus i professori ci tengono molto e non hanno esitato ad accontentarmi>>
<< È bellissima, io starei qui giorni interi con dei libri e un po’ di musica >>
<< Ora puoi venire quando vuoi >> disse sorridendomi e allungandomi quello che doveva essere una copia della chiave, la stava togliendo da un portachiavi nero.
<< Davvero? >> domandai sorpresa, cioè, perché proprio io? Lo conoscevo a malapena
<< Certo, questo posto ha bisogno di un tocco femminile >>
<< Ne sono lusingata >> ci sorridemmo e mi si illuminò il volto. 
Non mi erano mai piaciute le romanticherie, ma lui aveva un non so che di distruttivo. 
Era dolce e malizioso allo stesso tempo.
Entrammo definitivamente nella casetta e vidi che c’era davvero bisogno di un tocco femminile, ma era comunque carina: un piccolo divano di pelle posto dietro ad un tavolino di vetro della stessa altezza del divano, una chitarra poggiata sulle pareti, qualche mensola piena di libri, una televisione appesa sul muro e una scatola di pizza vuota.
Ci sedemmo sul divano e accese una candela posta sopra al tavolino, prese poi la chitarra ed iniziò a strimpellare qualche nota. 
Lo vedevo illuminato dalla luce tremolante della candela, con quelle mani grandi che si intrecciavano perfettamente tra le corde della chitarra.
Si accorse che lo stavo fissando, così gli rubai il cappello facendogli la linguaccia per distrarlo. 
Finimmo per parlare ancora di noi: mi raccontò della sua famiglia, di sua madre e sua sorella; io gli raccontai qualcosa di me, della mia non attitudine per lo sport e del mio amore per qualunque tipo di arte. 
Guardai l’orario.
<< Ma Harry, non dovevi andare a consegnare quel progetto di fisica di cui mi hai parlato oggi pomeriggio al professore? Per il recupero estivo pre-lezioni! >> domandai notando che l’orologio puntava le 16.00
<< Oh, sì è vero… mi dispiace che sia già arrivata l’ora di andare >> rispose con una faccia che sembrava triste, ma non so come mai mi diede l’impressione di essere falsa.
Si avvicinò pericolosamente mantenendo quella strana espressione desolata, c’era qualcosa che non andava.
<< Ti hanno mai detto che sei bellissima? >>.
<< G-grazie… >> mi sbilanciai di poco all’indietro non capendo le sue intenzioni, mi alzai velocemente dal divano facendo finta di nulla per avviarmi all’uscita seguita da lui, uscimmo fuori incamminandoci verso casa. 
Mi accompagnò fino di fronte alla mia porta.
<< Allora ciao! Grazie per il giro >> dissi alquanto imbarazzata dalla situazione.
<< Ciao... >> rispose semplicemente.
E mentre mi alzavo sulla punta dei piedi per dargli un bacio sulla guancia, si girò.
Le nostre labbra si incontrarono per un nano secondo che però mi fece quasi cadere a terra dall’elettricità di quel “bacio”.
Se ne andò come se niente fosse, con il sorriso di chi non ha colpa.
Mi girai ed entrai in casa gravemente scossa.
 
***
 
Passai un’ora del pomeriggio a ripensare a quella scena. 
Perché lo aveva fatto? 
Ok, sembrava esserci complicità, ma lo conoscevo da così poco tempo, era tutto così strano. 
Non potevo negare che non mi era per niente dispiaciuto quel gesto, anzi, ma mi sembrava comunque fin troppo forzato. 
Non sapevo nemmeno io cosa pensare, non capivo se mi avesse preso per la prima ragazza qualunque da portare a letto o se voleva qualcosa di serio. 
Il fatto che mi avesse chiesto di uscire e mi avesse dato le chiavi della sua casetta sembrava un vero gesto di corteggiamento, ma allora perché baciarmi subito alla prima uscita? 
Certo, non era stato proprio un bacio, ci eravamo a dire poco sfiorati, ma la cosa mi turbava comunque. 
Non c’era bisogno di forzarlo così tanto, ed ero sicura che se mi fosse lasciata andare un soffio di più ne avrebbe approfittato per baciarmi veramente. 
Ero felice, ma fin troppo confusa.
Mi stavo annoiando lì sola in camera a rimuginare in continuazione sul fatto accaduto, così decisi di fare un giro per i negozi: presi la borsa con un po’ di soldi e uscii.
Attraversai il viale alberato che portava alla piccola piazzetta e iniziai a passeggiare guardandomi intorno.
Mi era sempre piaciuto stare sola, ho sempre avuto come un bisogno fisico di isolarmi per pensare alla mia vita, a cosa volevo fare, a pensare e/o pianificare il mio futuro, e, perché no, farmi anche qualche film mentale. 
Infondo, avevo pur sempre 17 anni.
Questi incontri con me stessa erano mediamente lunghi un paio d’ore ore, nelle quali riuscivo ad ascoltarmi e capirmi.
Uno dei miei pensieri in quel momento era, ancora, Harry: fossette carine, occhi verdi e un gran chiacchierone.
Così diverso dai ragazzi che mi sono sempre piaciuti, quelli che venivano definiti dai miei amici “casi umani disperati”, con la faccia di chi era appena uscito da un centro di recupero.
Ho sempre desiderato un amore come quello dei libri che tanto amo, distruttivo, quello che sembra che ti esca dalle budella per il dolore o per la felicità, quell’amore per il quale vale la pena morire.
“My hands, your hands, tied up like two ships…”
Sentivo questa melodia nuova per me provenire dal negozio di dischi, aprii ed entrai curiosa.
Come la prima volta non vidi molta gente, cercai il punto da dove proveniva la musica.
Lì, dove c’era il piano forte, vidi una persona intenta a suonarlo. 
Le sue spalle, di solito rigide erano rilassate, mentre le sue dita leggere si muovevano tra i tasti del pianoforte. 
Gli occhi gli donavano un’aria così angelica che avrei picchiato chiunque avesse spezzato quella magia.
Mi avvicinai il più silenziosamente possibile e rimasi a guardarlo estasiata. 
Era veramente bravissimo, sicuramente aveva studiato molto per arrivare ad un livello simile.
Si fermò e aprì la bocca vedendomi, così gli feci un sorriso per tranquillizzarlo che ricambiò.
<< Fede >>
<< Zayn >>
<< Sappiamo i nostri nomi, che cosa carina >> disse sorridendo
<< Ok che il mio inglese non è dei migliori, però un nome credo di saperlo ricordare >> risposi tenendogli il gioco
<< Sei veramente molto bravo >>
<< Grazie! Sai suonare il piano? >> mi chiese
<< No, ma mi sarebbe sempre piaciuto imparare. Canto fin da quando sono piccola ma non ho mai avuto tempo o soldi per imparare a suonare strumenti >>
<< Sarò il tuo insegnante! Dai vieni >>
<< Nono, tranquillo >>
<< Dai vieni, niente no, su! >> insistette facendomi spazio accanto a lui. 
Non appena mi sedetti sentii il calore del suo corpo, indossava una semplice maglietta nera.
Prese le mie mani nelle sue e le poggiò delicatamente sul pianoforte, erano grandi ma niente in confronto a quelle di Harry.
Da così vicino riuscivo a sentire il suo profumo: odorava di sigarette, ma non mi dava fastidio. 
Iniziammo la lezione mentre parlammo del più e del meno e mi stupii della sua grande interiorità; gli piaceva leggere e gli piacevano molti libri che avevano fatto un po’ la storia della mia cultura letteraria. 
Strimpellammo ancora un paio di note, ma vedendo la mia scarsa capacità gli chiesi di smettere per quel giorno. 
Suonò allora lui facendomi ascoltare varie canzoni e arrivammo addirittura a cantare “Teenager dream” di Katy Perry, fu molto divertente. 
La sua voce delicata si accoppiava perfettamente alla mia potente e black.
Era così diverso dal roco di Harry che era molto simile al mio. 
Dopo un po’ di altre canzoni rock anni 80/90 decisi di tornare a casa, ero molto stanca.
<< Sono le 18:00, è tardi, è meglio andare >> ammisi sincera
<< Sì certo, hai ragione Fede. Quando sarà la prossima lezione? >>
<< Quando vuoi, alla fine sei tu l’insegnante >> risposi con un sorriso a 32 denti
<< Va bene, va bene. Tanto i nostri numeri ormai li abbiamo >>
Ci sorridemmo e ci preparammo per incamminarci verso casa.
Mentre stavamo passeggiando, mi spinse sotto il viale alberato.
<< Questa me la paghi! >> ironizzai facendogli il solletico per ripicca, ma appena capii che non gli faceva niente iniziai a correre vedendo che voleva ripagarmi con la stessa moneta. 
Mi rincorse e mi prese; iniziai a urlare come un’assatanata: NON SOPPORTAVO IL SOLLETICO.
Mi lasciò andare e mi passai una mano per togliermi le lacrime dagli occhi. 
Probabilmente in quel momento assomigliavo a un panda ed era solo colpa sua. 
Alla fine, dopo ancora qualche battuta, tornammo veramente a casa.
<< Allora ciao >> mi salutò
<< Ciao! >> ricambiai salutandolo con la mano e sorridendo.
Entrai in casa. 
Era davvero molto gentile e simpatico!


 
___________________
SPAZIO AUTRICE


Ciao a tutt@!
Ho diviso il capitolo in due parti, perchè era veramente troppo lungo!
Ovviamente, ci tengo a ripeterlo, la banalità della FF nasce dal fatto che era iniziata nel 2014, quando io e Fede eravamo due ragazzine!
Nonostante ciò, ogni vincenda ha un motivo preciso per cui è stata inserita, e viene spiegato sempre a distanza di 1-2 capitoli!
Vi lascio al prossimo, nonchè il continuo di questo.
Mi raccomando, passate prima in fondo alla pagina per vedere la foto dell'outfit.
Ciau!
Nichi




 
 Fede per l'uscita con Harry

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Capitolo 6
*** Date - 2 ***




Date - 2

 
12/09/2016

Contemporaneamente al capitolo precedente

Nichi’s Pov.
 
Sentii Fede chiamarmi mentre ero tranquillamente sul divano ad ascoltare “Wake me up when september ends” dei Green Day. 
Il suo urlo mi fece togliere le cuffie dalle orecchie. 
“Bah, che rompiballe” pensai ridendo tra me e me.
<< NICHI, GIO, GIULY, CHIARA VENITE >>
<< CHE VUOI?! >> replicai seccata, era il mio momento relax
<< MUOVITI E BASTA >> urlò ancora più forte. 
Salii senza replicare parola per vedere il motivo di tanta agitazione: scoprii che era in panico perché non sapeva cosa mettersi per uscire con Harry. 
Sempre la solita. 
Sorrisi ripensando a quel pomeriggio di qualche giorno prima, alla fine Harry aveva già deciso di chiederle di uscire. 
Non le rivelai comunque niente, in fondo era meglio così. 
Dopo un po’ di prese in giro, scesi nuovamente per stare tranquilla, ma stavolta decisi di andare nel mio amato dondolo in giardino in modo da isolarmi e non farmi disturbare più da nessuno.
La musica riprese a fare eco nelle mie orecchie, stavolta sulle note di “Boulevard of broken dreams”, sempre dei Green Day. 
Mi piaceva molto il loro stile.
Non passò neanche un minuto nel quale cercai di rilassarmi che dal telefono si bloccò la musica quando mi arrivò un messaggio:

“La prossima volta evita una maglietta praticamente trasparente o prenderanno Niall per pedofilo XxHazza”.

Allegate c'erano due foto: una dove Niall a colazione il secondo giorno era intento a guardare, o meglio fissare, le mie tette data la maglietta trasparente mentre io gli stavo parlando di non so che, nell'altra c'era Harry che mi faceva l'occhiolino mentre sorrideva. 
Styles dopo l'episodio "Voldemort" cercò la mia compagnia più di quanto lo fecero tutti gli altri nostri vicini; voleva assicurarsi che stessi bene.
Effettivamente, non sapevo nemmeno se lo avesse raccontato ai suoi coinquilini, ma speravo vivamente di no dato che ero sicurissima mi avesse preso per una pazza psicopatica.
In fondo, non avrebbe avuto così tanto torto.
In quei giorni mi chiedeva sempre di vederci, ci ritrovavamo spesso a passeggiare anche solo per una decina di minuti facendo avanti e indietro dalla nostra via chiacchierando del più e del meno per poi tornare ognuno alla propria vita.
Adoravo la sua compagnia, ma non gli spiegai comunque nulla e lui non si azzardò mai a fare domande.
Ebbi però come l'impressione che dopo avermi vista in quel momento di ordinaria follia, (o meglio così poteva pensare chi non conosceva la situazione) instaurò una sorta di preoccupazione e compassione nei miei confronti.
Mi affrettai a rispondere:

A: Harry
“Sei proprio stupido, Harry”.

Da: Harry
“Finalmente mi sono deciso: porto Fede a fare il giro del Campus. Grazie per i tuoi numerosi consigli, indosso una maglietta bianca!”

A: Harry
“Trattamela bene! Buon’uscita” risposi infine bloccando successivamente il telefono.
Ero felice per Fede, Harry sembrava così carino e gentile.
Sorrisi per loro tra me e me quando ad un certo punto vidi un sasso volare dalla staccionata accanto e finire in terra nel mio giardino. 
Seguendo la traiettoria del sasso, mi cadde alla fine lo sguardo su un foglietto fermato dal posacenere posto sul tavolino che svolazzava a causa del leggero vento. 
Da buona curiosona e ficcanaso, mi alzai subito per vedere cosa fosse, sicuramente nessuno di noi l’aveva messo lì.
“Girati ©”, c’era scritto.
<< Mah, sarà Harry, meglio che lo porti a Fede >> pensai ad alta voce come a mio solito continuando a fissare il biglietto.
<< Sicura? >> la voce calda di un ragazzo mi prese completamente alla sprovvista facendomi saltare in aria per lo spavento.
<< Niall! >> sbottai girandomi di scatto con una mano al cuore cercando di riprendermi dal mini infarto che mi fece perdere circa 150 anni di vita, si era “nascosto” dietro di me. Evidentemente, aveva scavalcato la staccionata senza che me ne accorgessi mentre leggevo.
<< Ciao piccola >> mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia
<< Che ci fai qui, “Piccolo”? >> risposi per stare al gioco, sottolineando in tono stupido l’ultima parola
<< Volevo vederti, Piccola >>
<< E come hai fatto ad entrare, Piccolo? >> lo sapevo benissimo, ma non avevo domande di riserva
<< La staccionata non è molto alta da scavalcare, ma forse non lo puoi capire perché sei… Piccola! >>
<< Non sono piccola >>
<< Sì che lo sei, sei bassa >>
<< No >>
<< Sì. >>
<< No. >>
<< Sì. >>
<< Ah sì? Bene! >> lo spinsi leggermente, presi la ricorsa e con un Demi-pliè, un Grand Jeté (ovvero un salto in spaccata) ed atterrando su un altro Demi-pliè, scavalcai perfettamente la staccionata finendo nel loro cortile.
Aveva una faccia molto incredula, era troppo sconvolto. 
Eppure dal mio punto di vista non mi ero neanche sforzata, era una cosa che mi usciva naturale.
<< Sorpreso? >>
<< O-okay, adesso mi dici come cazzo hai fatto! >>
<< Eeh… è talento questo >> risposi scherzando, poi, notando una cosa alquanto buffa, continuai la conversazione:
<< Uuuh ma cosa abbiamo qui? Carini questi boxer pieni di orsacchiotti! >> lo presi in giro mentre gli sventolavo davanti i boxer tenendoli solamente con l’indice e il pollice della destra
<< Sono di Louis >>
<< Oddio, che schifo! >> risposi automaticamente lasciandoli cadere di scatto.
Rise di gusto:
<< Se fossero stati miei non ti avrebbero fatto schifo quindi, eh?! >> mi provocò con un sorrisetto malizioso.
In quel preciso istante diventai un pomodoro, non sapevo proprio come rispondere, così feci quello che mi riusciva meglio in queste situazioni e cambiai argomento:
<< Ehm… Certo che siete proprio dei disordinati, guarda qui! Lattine di CocaCola, bottiglie di birra e residui di cartone di pizza ovunque. E questi soldi messi qui in terra? Dovete avere più cura del vostro giardino >> la mia intenzione di cambiare discorso era pienamente riuscita.
<< Sennò come ti offrirei il gelato?! >>
<< Che gelato? >> sbarrai gli occhi, facendo finta di non capire
<< Quello che andiamo a prendere ora. Forza, prendi i soldi che hai trovato lì in terra e torna qui che andiamo >>
<< ADESSO? No, mi prendi alla sprovvista. Direi che non è il caso… >> risposi sinceramente
<< Non pensare male, non ti sto chiedendo di uscire per un appuntamento. I professori sanno che per ora avete conosciuto solo noi e ci hanno raccomandato di farvi ambientare e farvi girare il campus. Lo sai già, la responsabile Camille ce lo ha anche ordinato! Harry infatti oggi porta Fede a fare un giro. Di Giuly sappiamo entrambi che se ne occuperà Liam. Tra te Chiara e Gio, sei quella con cui ho parlato di più per ora! Andiamo? >> tagliò conto cercando di tranquillizzarmi.
Rimasi un attimo titubante, ma pensai che forse era l’occasione adatta per chiarire la questione del mezzo bacio, ormai erano quasi due settimane che volevo parlargliene, ma c'erano sempre di mezzo tutti gli altri. 
Lo dovevo a me stessa, alla mia dignità e al rispetto che dovevo avere verso la sua fidanzata che io neanche conoscevo.
<< D’accordo, ma fammi cambiare >>
<< Negativo, sei una donna. Ci metteresti troppo >>
<< No! Indosso gli stessi vestiti di stamattina e preferisco cambiarmi >>
<< E va bene, ma hai un tempo massimo di 15 minuti >>
<< Agli ordini capo! >> risposi entrando velocemente in casa
Corsi di sopra in preda al panico e mi buttai nell’armadio. 
Insomma, non era di certo un’uscita, ma ero in condizioni impresentabili: capelli arruffati, trucco leggermente sbavato dato che era della mattina e avevo bisogno di rinfrescarmi la faccia in via del discorso che avrei dovuto affrontare.
<< Questo… No meglio quest’altro… No ma forse… >> pensai, nuovamente, ad alta voce. 
Non volevo niente di impegnativo ovviamente, ma mi sembrava tutto inadeguato.
<< Nichi che succede? >> sentii dalla porta, probabilmente mi aveva sentito parlare tra me e me
<< Chiara capiti al momento giusto: aiutami. Sceglimi qualcosa da mettere che devo uscire con Niall a mangiare il gelato, io mi vado a sistemare il trucco >>
Adoravo i gusti di Chiara in fatto di moda.
Mi precipitai in bagno e mi truccai velocemente con matita e mascara come mio solito, non esageravo mai tranne le occasioni in cui andavamo a ballare o alle feste, per il resto preferivo rimanere semplice. 
Infine pettinai meglio i capelli.
Tornai in camera e trovai un completo niente male ad accogliermi: degli shorts colore beige ricamati, una canottiera bianca con delle greche in pizzo all’altezza della vita, ed una giacca smanicata verde militare. 
Ci abbinai io una semplice borsa a tracolla e fui pronta per uscire.
Corsi dalle scale sapendo di averci messo più del previsto e trovai Niall che mi aspettava con un sorriso smagliante:
<< Wow, stai benissimo! >>
<< Grazie mille >> risposi sincera
<< Andiamo? >>
<< Certo >>
Mi prese sottobraccio, al contatto con quelle braccia meravigliosamente muscolose rabbrividii.
Ci incamminammo e iniziammo a fare gli stupidi.
Passammo davanti a una vetrina e urlai:
<< Guarda che carini che siamo, sembriamo Stanlio e Olio >> dissi ridendo dato che il vetro del negozio deformava le nostre figure
<< Capisco che te sei Stanlio perché sei tanto bassa, ma io non sono così grasso come Olio dai! >> rispose divertito, poi continuò:
<< Foto foto! dai dai dai! Devi avere un ricordo del tuo primo giro del campus! Facciamo il set da quattro con Retrica >> disse infine con voce effemminata alla quale scoppiammo a ridere entrambi.
<< No dai, per carità! È imbarazzante! >>
<< Zitta. Allora la sequenza è: facce stupide, ci guardiamo, mi dai un bacio sulla guancia, ti do un bacio sulla guancia. Pronta? >>
<< No aspetta qual… >>
<< Troppo tardi fai una faccia stupidaaa >> urlò quando il countdown della fotocamera era arrivato all’1.
Ok, cominciavo seriamente a credere che quel ragazzo avesse dei seri problemi mentali. 
Ma dovevo ammettere che con lui non ci si annoiava mai!
Guardammo la foto, era stupenda.
Sembravamo una coppia di fidanzatini, e questo pensiero mi fece tornare con la testa sulle spalle decisa ad affrontare l’argomento, ma avrei aspettato il momento giusto.
<< Questa me la invii >> dissi riguardando la foto
<< Te la mando subito. Andiamo a mangiare sto gelato? >>
<< Con piacere >> ci prendemmo nuovamente a braccetto e andammo in gelateria saltellando allegramente stile Heidi.
C’erano Fede ed Harry in fila, quindi, dopo occhiate furbe e linguacce a Fede facendo illusioni ironiche su Niall che lei colse, andammo a salutarli.
<< Fede >>
<< Nichi >>
<< Harry >>
<< Niall >>
<< ABBRACCIO DI GRUPPOOO >> Urlarono quei due matti stritolando me e Fede, che prese il gelato con Harry, e poco dopo ci salutarono e andarono.
Niall voleva a tutti i costi offrirmi il gelato, ma mi rifiutai assolutamente porgendo la mia parte di soldi al gelataio, che un po’ titubante li accettò.
Girammo per tutto il parco parlando del più e del meno dopo essermi subita la ramanzina per il fatto del gelato. 
Mentre chiacchieravamo inaspettatamente mi fece una domanda:
<< Ma tu ce l’hai il ragazzo? >> gli fui mentalmente grata in quanto non avevo bisogno di tirare fuori io l’argomento e avrei potuto approfittarne:
<< Mmh… ti ricordi il giorno che ti ho incontrato? Nel quale mi hai chiesto perché stessi piangendo? >>
<< Come potrei dimenticarlo >> rispose serio guardando verso il sole
<< Beh… un po’ di giorni prima, la sera in cui vinsi il concorso creativo, vidi il mio ex ragazzo Leonardo baciarsi con una ragazza bionda della quale non ho la più pallida idea di chi sia. Non gli dissi niente, non andai là a fare scenate a loro. Semplicemente non mi feci più sentire, e penso che ormai abbai capito che sia finita. Anche perché nemmeno lui mi ha mai più cercata. Semplicemente di punto in bianco dal giorno dell’esibizione è sparito. Insomma, sì, è più che finita >> dissi cercando di trattenere le lacrime. 
Era passato poco tempo e la ferita era ancora fresca, non tanto il fatto che Leonardo mi mancasse, anzi, quando subisco un torto così grave non riesco a fare altro che provare disprezzo, era più il fatto di essere stata usata e presa in giro.
<< Tipico ragazzo puttaniere, mi dispiace >> rispose. 
“Ma da che pulpito?” mi ritrovai subito a pensare.
<< Non preoccuparti, è finita e basta. Tu invece? Come va con Barbara? Vorrei chiarire un attimo una cosa a proposito di ciò se non ti dispiace… >>
<< Vuoi sapere perché ti ho quasi baciata, vero? >> ammise subito
<< Sì… hai appena detto puttaniere nei confronti del mio ex, ma sei stato il primo che stava per tradirla… non importa se era per un gioco o se è stato solo un mezzo bacino veloce a stampo. A pelle sinceramente non ti facevo un ragazzo così! >> spiegai sincera, ero sicura del fatto che nonostante le mie parole un po’ forti non si sarebbe offeso, anche perché avevo detto solo la verità.
<< Io infatti non sono un ragazzo così, Nichi. Sono la persona più sincera del mondo, non tradirei mai così come non perdonerei mai un tradimento. È una cosa che non concepisco >> dalla sua espressione non potevo fare altro che credergli, ma ancora non riuscivo a capire
<< Sì, ma >> cercai di continuare
<< Non l’ho tradita. La sera prima che noi ci incontrammo lei decise di lasciarmi. Sono mesi che non andiamo più d’accordo, litigate su litigate. Vero, abbiamo sempre fatto tira e molla, ma quella sera mi disse che era definitivo, che non voleva più saperne niente di me, che i suoi sentimenti nei miei confronti erano passati perché dopo così tanto tempo insieme si era stancata. Il giorno che ti ho incontrata ero al telefono con lei: mi ha chiamato per dirmi che quella sera sarebbe uscita con un ragazzo del Campus, Owen, voleva dirmelo per correttezza dopo così tanto tempo insieme e soprattutto perché lo conosco, fa calcio con me e voleva evitare brutte situazioni. Mi ha detto di non rimuginare su di noi, che potevamo restare amici, mi ha ripetuto nuovamente che questa volta non sarebbe tornata indietro e mi ha detto di andare a divertirmi anche io quella sera in modo da non stare a pensare a lei perché non c’era nessuna speranza. Ammetto che non ti avrei mai e poi mai baciata se non fosse stato per il gioco, era passato solamente un giorno non ero pronto a farmi una nuova vita come diceva lei, ma essendo un semplice gioco e un po’ per il fatto che dovevo distrarmi, l’ho fatto >>
<< Capisco, alla fine hai fatto bene. Non c’è stato nessun tradimento allora, menomale, volevo costringerti a dirglielo altrimenti lo avrei fatto io >> gli confidai
<< Sei una ragazza fin troppo sincera. Alla fine a te non ne sarebbe tornato in tasca nulla, anzi. Ed è un complimento! >> mi disse arrossendo guardandomi negli occhi
<< Solo una cosa non mi torna. Perché quel giorno dopo il nostro scontro mi hai detto che eri al telefono con “la tua ragazza”? E perché la sera stessa durante il gioco quando Fede ha chiesto chi fosse Barbara, hai risposto di nuovo “la mia ragazza”? >>
<< Mettiti nei miei panni, non avevo la minima idea di chi fossi e ho risposto velocemente per spiegarti come mai non ti ho vista camminare. Idem durante il gioco non mi sembrava il caso davanti ai tuoi amici conosciuti da un’ora spiegare per filo e per segno la mia situazione sentimentale. Ho risposto per abitudine con la cosa più vicina alla realtà >>.
Effettivamente, non aveva tutti i torti. 
<< Va bene, mettiamoci una pietra sopra allora >>
<< Non ho finito. Credo che tu ti meriti tutta la sincerità del mondo, ecco perché voglio confessarti questa cosa. Non pensavo che quel mezzo bacio potesse piacermi, ti ho a malapena sfiorata. Anzi, pensavo di non riuscire neanche a dartelo. Appena ti sei avvicinata ho sentito un’elettricità che non so spiegare, avevo proprio voglia di baciarti, sono sincero. E anche se è stato più un bacio volante che altro, mi è piaciuto più di quanto potessi immaginare tant’è che se Louis non avesse parlato, probabilmente mi sarei spinto oltre >> disse imbarazzatissimo. 
Stavo per ricambiare ammettendogli che avevo provato la sua stessa sensazione riguardo al bacio, ma mi precedette un’altra volta:
<< Stamattina però, dopo due settimane, mi ha richiamato Barbara. Mi ha chiesto di tornare di nuovo insieme spiegandomi che era stato uno sbaglio, che voleva provare a starmi lontana per vedere come sarebbe andata ma che non era riuscita e continuava a pensarmi nonostante fosse stata con un altro. Abbiamo discusso ancora, le ho detto che non poteva continuare a giocare coi miei sentimenti e che non ero un giocattolo da usare quando le serve e poi mettermi nel dimenticatoio quando non le servo più. Ma appena mi scoppiò a piangere in faccia non ho saputo resistere. Mi mancava, abbiamo avuto una storia di tre anni e non riuscivo in una settimana a buttare tutto all’aria e sono tornato con lei >> concluse guardandomi per cercare una mia reazione
<< Sono felice per te >> risposi sorridendo, anche se dovevo ammettere che quello era uno dei sorrisi più falsi che io abbia mai sfoggiato. 
Non capivo come mai, quella ragazza non la conoscevo nemmeno, ma mi turbava l’idea che fosse la ragazza di Niall dopo quello che era successo e per il modo in cui si era comportata con lui. 
Eppure non mi doveva interessare, lo conoscevo appena e già mi facevo paranoie mentali.
D'altronde sono fatta così, come si suole dire, le ragazze dagli occhi marroni si innamorano in fretta di una persona.
Ovvio, non ero innamorata, era per far intendere il concetto. 
Forse non lo volevo ammettere nemmeno a me stessa, ma credo che quel ragazzo iniziasse ad interessarmi. 
Come il mio solito stavo correndo troppo, ma io sono fatta così, capisco se una persona riesce a prendermi o meno e mi bastavano pochi giorni per cadere di nuovo nelle braccia pericolose di cupido, soprattutto dopo la rivelazione che mi ha fatto sul nostro bacio.
<< E lei sa del bacio? >> era giusto che lo sapesse
<< Sì, gliel’ho detto. Sicuramente non ne è stata felice, ma non ci ha dato peso per il fatto che era stata lei a spingermi a farlo, e per il fatto che non era partito da me ma da un gioco. Le ho ammesso anche che mi hai colpito e che mi è piaciuto, ma mi zittì subito. Sa anche che oggi sarei stato in giro con te per farti vedere il Campus e le dissi comunque che non siamo tornati insieme come prima ma che ci avremmo riprovato e basta, e di non provare nemmeno a essere contraria al fatto di uscire con te dato che mi era stato chiesto dai professori e che anche se tornavo con lei sicuramente non sarebbe stato lo stesso dopo come mi ha trattato. Se ci saranno altre litigate come le ultime sarò io a finirla, ma al contrario suo io non ritornerò, e lei lo sa bene >> e così concluse il discorso.
Senza neanche accorgerci, arrivammo ad un laghetto del parco dove prendemmo del pane per le anatre dal contenitore apposito per darlo. 
Gli raccontai così della mia passione per qualunque tipo di animale eccetto gli insetti, quando mi confessò di non sopportare i gatti. 
Mi stupii non capendo come si potessero odiare i gatti dal momento in cui era il mio animale preferito in assoluto e ogni qual volta ne vedevo uno dovevo fermarmi e avvicinarlo a me per coccolarlo.
Era assurdo come in quel Campus fosse tutto così preciso, perfino al laghetto c’era un guardiano di sorveglianza.
<< Dai, giochiamo a nascondino! >> proposi poi scoppiando a ridere, non avendo altri argomenti da affrontare momentaneamente
<< Ma… siamo solo in due… e abbiamo 17 anni >>
<< Paura di perdere, eh? >> lo istigai
<< Forza conta, tanto non mi trovi >> si alzò allora
<< Vedremo >>.
Iniziai a contare e senza farmi vedere tirai fuori dalla borsa lo specchietto per spiare dove si sarebbe nascosto. 
Si era messo in un cespuglio.
<< 28. 29. 30. VIA! >> corsi subito nella sua direzione senza aspettare un nano secondo e aprii il cespuglio
<< Cucù >> urlai: era sdraiato dentro
<< Come hai fatto a trovarmi così in fretta? >> chiese stupito
<< Esiste una cosa chiamata specchietto che le donne tengono sempre in borsa >> risposi agitando lo specchietto davanti alla sua faccia prendendolo in giro
<< Maledetta, vieni qui! >> mi tirò per una mano facendomi cadere nel cespuglio, ma più che nel cespuglio finii spiaccicata su di lui. 
I nostri corpi erano appiccicati. 
La mia testa era appoggiata sul suo petto, mi misi a ridere ma lui prese ad attorcigliarmi le dita tra i capelli e diventai subito seria, incredula. 
Mi abbracciò stringendomi di più a sé, potevo sentire il suo cuore che batteva all’impazzata, come il mio del resto. 
Ero agitata, non capivo niente in quel preciso momento e neanche volevo capirlo, avrei solo voluto che il tempo si fermasse in quell’istante. 
Rimanemmo abbracciati a guardarci in silenzio per qualche secondo fino a quando il cespuglio si aprì e sbucò la testa infuriata del proprietario del laghetto. 
Scappammo continuando a ridere. 
Guardai l’orologio, erano le 16:45.
<< Niall è tardissimo, non dovevi vederti con Louis per calcetto? >>
<< Cazzo! È vero! Ma non è giusto che ti lasci da sola, ti accompagno prima >>
<< Non se ne parla. Vai da Louis tranquillo e digli pure che è colpa mia se sei in ritardo >>
<< Ma… >>
<< Vai, mi arrangio, ormai la strada l’ho imparata e anche se fosse il Campus non è così grande da perdermi dentro >>
<< Sei un tesoro, grazie mille a domani! >>
<< A domani! >> risposi.
Mi diede un bacio sulla guancia e corse via dietro di me, dal vicolo alberato in cui eravamo.
Dovevo ammettere che mi faceva un po’ inquietudine quella stradina tutta buia a causa delle nuvole che avevano iniziato a coprire copiosamente il sole. 
Ad un tratto, mentre ero assorta tra i miei pensieri, qualcuno mi prese alle spalle e mi puntò qualcosa al collo urlando minaccioso:
<< DAMMI I SOLDI O TI AMMAZZO >>.
Cacciai all’istante un urlo così forte che ero sicura mi avrebbe sentito tutto il Campus. 
Ero in preda al panico. 
Non sapevo che fare. 
Così…
<< MA AIAH! SEI MATTA?! COSA MI MORDI, SCHIFOSA! >> urlò.
Mi girai sentendo questa voce fin troppo familiare.
<< Harry ma sei scemo o sei deficiente? No, fammi capire! Ma come può saltarti in mente una cosa così malata? Mi hai fatto prendere un colpo, COGLIONE! >> sputai subito dopo tra una voce mischiata da paura e divertimento, dovevo ammetterlo: appena lo vidi mi venne da ridere a oltranza ma cercai di trattenermi.
<< AHAHAH e tu mi hai morso invece! >> rispose divertito sfoggiando le sue splendide fossette.
Presi il rametto che mi aveva puntato al collo spacciandolo per un coltello e glielo tirai in testa.
<< Mi sembra il minimo, STUPIDO! >>
<< Dai, stai calma. Era uno scherzo più che innocuo. Comunque scherzi a parte, è il momento di ricambiarti il favore >>
<< Wait. Non dovresti essere con Fede? >>
<< Dovevo vedermi con un docente per consegnare un compito di recupero estivo, eravamo insieme fino a quarantacinque minuti fa! >>
<< E come è andata l’uscita? >>
<< Alla fine l’ho baciata >>
<< COSA? Ma sei fuori di testa? Ma sai corteggiare una ragazza? Vi conoscete solo da due settimane, cosa ti salta in mente? >>
<< Anche noi due ci conosciamo da due settimane, eppure ti prendi la confidenza di insultarmi. Non mi fraintendere, mi diverte molto, preferisco un’amica così spontanea. Ma è per farti capire che anche con lei ho avuto feeling. E poi fidati di me, avevo le mie ragioni. Vuoi che ti ricambi il favore o no? >> cambiò argomento improvvisamente, decisi di lasciar cadere lì argomento Fede, me ne avrebbe parlato meglio lei
<< Ok, sentiamo >> dissi titubante mentre iniziammo a camminare
<< Mentre tornavo dall’uscita con Fede, ho visto ancora te e Niall in giro per il laghetto >>
<< E quindi? >>
<< Se magari mi fai finire… >>
<< Scusa >> non capivo proprio dove voleva arrivare a parare
<< Ecco, insomma… Ti piace Niall? >>
<< Harry, ma come ti viene in mente? Lo conosco da poco! Ammetto che è molto dolce, forse un po’ ingenuo, ma è un ragazzo con un forte fascino e basta poco ad un ragazzo per colpirmi. Sono fatta così. Non posso assolutamente dire che mi piace, ma non posso negare che mi sia del tutto indifferente… insomma sono single e lui è molto bello, ma nulla di più, è pure fidanzato >>
<< Lascialo stare >>
<< Scusami? Perché mi dici così? Non ho fatto niente, lo sai anche tu >> risposi un attimo turbata, mi sembrava quasi un’accusa
<< Nichi, non ti conosco da molto, ma mi hai aiutato e mi aiuti tuttora con Fede e poi mi stai simpatica... >>
<< Vai al punto. >>
<< Ti sta solo prendendo in giro. Sei una persona pura e davvero sincera. Non devi illuderti e non devi farti illudere, non te lo meriti. Ti sembrerà strano che venga a parlarti male del mio migliore amico, ma non posso negare che vederti quel giorno mi ha riempito di una tristezza assoluta. Non so cosa hai passato, ma di sicuro qualunque cosa fosse non deve essere stato affatto facile. E dopo aver visto una scena del genere non posso restare indifferente, se posso nel mio piccolo vorrei evitare di farti soffrire, Niall capirà. Inoltre, io e gli altri non sopportiamo più Barbara, e sopportiamo ancor meno che lui si faccia prendere in giro da quella oca. E dato che sono mesi che ci ricasca, voglio solo avvertirti di non farti troppe illusioni perché tanto tornerà sempre da lei >>
<< Ma Harry... Lui... >> stavo per raccontargli quello che era accaduto al laghetto, di ciò che mi aveva raccontato su Barbara e che era stato completamente sincero, ma soprattutto di come si era comportato con me nel cespuglio
<< NICHI. Stop. L’hai detto anche te: ha già la ragazza. Devi stare attenta a Niall, ti vuole solo usare anche se non se ne rende conto e non lo fa con cattiveria. Non riesce ad aprire gli occhi. Lo fa per non pensare a lei. Se non volesse usarti, non ti cercherebbe dato che sta con Barbara. Non può e non si deve permettere di tenere il piede in due scarpe, soprattutto con te che sei così trasparente. È uno dei miei migliori amici, ma te ti meriti in mio appoggio in questa cosa come tu lo dai a me. Davvero, stai attenta! >> finì facendomi pensare che le sue parole non erano del tutto così sbagliate. 
Con barbara ci era tornato, non era un fatto inesistente.
Da dietro si sentì una voce:
<< Ehi Harry, o meglio stronzo, a chi deve stare attenta?! >>
Harry si girò sorpreso e dalle labbra gli uscì flebilmente:
<< N-Niall… >>.

 
____________________
SPAZIO AUTRICE


Ecco il continuo del capitolo precedente!
Uh, suspence...
Purtroppo, come una polla, ho perso il vecchi ospazio autrici, mi dispiace!
Vi lascio all'immagine - outfit.
Bacioni XX
Nichi



 

 

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Capitolo 7
*** Confession ***



Confession
 

14/09/2016

Fede’s Pov.

Ci svegliammo tutti più o meno nello stesso momento, la causa era solo una: l’inizio della scuola.
Sentii Gio bussare alla mia porta e gridarmi:
<< Sei sveglia? Stiamo scendendo tutti, veloce! >>.
Notai già di prima mattina che eravamo tutti agitatissimi, scesi e mi sedetti con gli altri tenendo gli occhi ancora semichiusi per il sonno.
Erano passati solo pochi minuti e Chiara continuava a girare il cucchiaio nel suo latte e Nesquik, io ero ormai al terzo caffè, Nichi si stava mangiando un panino col salame (tanto per cambiare, quella ragazza affogava il nervosismo nel cibo ed aveva comunque un fisico straordinario), Giuly continuava a strapparsi le unghie a morsi e Gio fissava un punto vuoto nel silenzio più assoluto.
Insomma avevamo un po’ paura… un po’ tanta paura.
O per noi era l’inizio, o era la fine.
O meglio, era l’inizio della fine.
Anche i nostri vicini di casa ci confermarono che la maggior parte degli studenti aveva dei brutti pregiudizi nei nostri confronti.
Salimmo nelle camere e iniziammo a prepararci.
Nichi aveva qualcosa di strano nel suo umore, e figuriamoci, la conoscevo troppo bene; di sicuro non era solo il primo giorno di scuola la motivazione.
Si stava comportando in modo troppo confuso: ogni qual volta che mi guardava le sorridevo e abbassava immediatamente lo sguardo facendo finta di niente, per non parlare del fatto che si inciampò per due volte di seguito salendo le scale perché immersa nei suoi pensieri. Sicuramente le avrei parlato, ma non era quello in momento giusto.
Mi concentrai su quello che in quel momento importava davvero: ci saremmo iniziati a divertire.
Lezioni inglesi, posti inglesi, PERSONE INGLESI!
Ah no, quello non era un punto a favore a quanto pare.
Indossai la divisa, era carina calcolando che io odiavo le divise.
Le trovavo stupide e prive di personalità, insomma, in una scuola d’arte ci toglievano la possibilità di esprimerci e vestirci a modo nostro?
Fortunatamente, Chiara mi spiegò che non era obbligatoria, ma per il primo giorno l’avrebbero messa tutti per scattare una foto da appendere nell’atrio, come erano soliti fare.
La divisa era formata da una semplice camicia bianca, una gonnellina a mio parere troppo corta (sopra al ginocchio), una cravatta rossiccia e una giacca nera col logo dell’istituto.
Mi guardai allo specchio continuando ad abbassarmi la gonna.
“Ora la brucio!” mi venne spontaneo pensare, non ero abituata e rivolevo indietro i miei amati e soprattutto comodi pantaloni.
<< MUOVETEVI >> urlò Gio.
L’unica cosa figa di quella divisa erano le scarpe con il tacchetto; niente di speciale, ma mi facevano sembrare fottutamente professionale.
Ero ancora davanti allo specchio, presi la borsa, un bel respiro e scesi.
Gio litigava con la cravatta ed era a dir poco esilarante.
Giulia era bianca come un cadavere, nulla di strano, ormai era abitudine.
Nichi mi si affiancò e per la prima volta in quella mattina sostenne il mio sguardo e mi sorrise:
<< LET’S GO! >.
Ci prendemmo tutti e cinque a braccetto e ci incamminammo per l’istituto.
Ed eccolo davanti a noi.
Il college, imponente nella sua maestosità, si stagliava contro il cielo con un'imponenza quasi fiabesca. Le sue pareti, dipinte con un bianco candido che sembrava risplendere sotto il sole, emanavano un senso di purezza e grandezza. Gli accenti di azzurro pastello, delicatamente sparsi lungo le cornici delle finestre e sui dettagli architettonici, aggiungevano un tocco di eleganza e raffinatezza alla struttura.
Le torri vittoriane, slanciate e ornate con dettagli intricati, si alzavano verso il cielo con il cemento un pochino rovinato, testimoni silenziosi del passare del tempo. Ogni dettaglio architettonico, dalle finestre ad arco alle guglie affusolate, era eseguito con precisione millimetrica, creando un'opera d'arte architettonica che lasciava senza fiato, ed infatti Giuly sembrò senza parole.
Il cortile centrale, circondato da edifici imponenti e alberi secolari, era un'esplosione di colori e forme. I vialetti lastricati di ciottoli si snodavano tra aiuole curate con cura, dove fiori dai colori vivaci sbocciavano in splendida allegria. Le fontane, con le loro acque scintillanti, aggiungevano un tocco di freschezza e movimento all'ambiente, mentre gli studenti si affrettavano da una parte all'altra, creando un'atmosfera vibrante e vivace.
Ogni angolo, ogni dettaglio, era un'ode alla grandezza dell'arte e della creatività umana, un luogo dove la magnificenza della natura si fondeva con la genialità dell'ingegno umano. E mentre ci avvicinavamo, non potevo che rimanere incantata a mia volta di fronte alla magnificenza di quella visione, consapevole che proprio lì dentro avrei intrapreso un viaggio che mi avrebbe cambiata per sempre.
Il giardinetto era colmo di diversi gruppetti di ragazzi, chi più grande e chi invece del primo anno.
Non avevo mai creduto alle storie sulla scuola tipica inglese o americana con i gruppi che si odiavano a vicenda, le cheerleader antipatiche pronte a farti passare l’inferno e i ragazzi del club sportivo che erano al vertice della popolarità. E forse, anzi decisamente, mi ero sempre sbagliata. Sarà perché in Italia non avevamo questo genere di problemi, e non me ne era mai importato molto.
Girai lo sguardo e mi staccai dagli altri, eravamo ancora tutti a braccetto e stava diventando imbarazzante: ci guardavano tutti. Notandolo anche loro, si staccarono e si ricomposero.
Vidi i nostri vicini con delle ragazze che riuscivano a far sembrare sconcia una semplice divisa scolastica, doveva essere piuttosto difficile.
Una di loro aveva una cascata di capelli ricci e la gonna, che dovrebbe normalmente arrivare alle ginocchia, le scopriva metà coscia. Sicuramente l’aveva fatta accorciare.
Era anche quasi sdraiata su Harry mentre lo abbracciava dietro al collo, quest’ultimo appena mi vide prese a fissarmi con uno sguardo da pesce lesso.
“FAI L’ IMPASSIBILE, NON INFILARLE UN PALO IN CULO FACENDOLA ROTEARE MENTRE INSEGUI HARRY PER IL CORTILE. NO. CALMA FEDE!” mi ritrovai a pensare.
Quella visione mi dava davvero fastidio contando il fatto che in così poco si era creata tra noi due una vera intesa mentale, o, almeno, da parte mia sicuramente. E poi, che cazzo, mi aveva baciata!  
Niall sorrise a Nichi, ma lei abbassò lo sguardo senza nemmeno salutare né lui né gli altri.
Era davvero successo qualcosa allora, e dal suo comportamento capii che non era nulla di bello.
Niall vedendo il comportamento di Nichi girò subito lo sguardo; sussurrò qualcosa a Harry, ma in modo molto freddo e distaccato.
Gli fece cenno con la testa di guardare la mia amica, Harry la guardò e subito dopo puntò ancora lo sguardo verso Niall, irrigidendosi un po’.
Nichi nel frattempo non si accorse di niente.
Louis a quanto pare non era tanto entusiasta della compagnia con cui era inizialmente dato che era intendo a giocare con la PSP, che spense appena ci vede venendoci incontro e salutandoci tutti con un abbraccio, tranne Gio con il quale si scambiò una stretta di mano.
Zayn, con la sua solita aria da “io sono figo e voi no”, fumava una sigaretta attento ai discorsi di Liam, che però smise di parlare e venne verso di noi seguito dal Pakistano, schioccò un bacio sulla guancia a tutti, Gio compreso, infatti tutti li guardarono male e solo dopo qualche secondo capirono della figuraccia appena fatta e scoppiarono a ridere.
Giuly al suo bacio era già instabile, la vidi sbilanciarsi all’indietro e reggersi sulla spalla di Chiara per evitare di cadere.
Mi immagino nella sua povera testolina pensieri del tipo “oddio che figura di merda. Perché sempre a me?!” ma ormai anche i nostri vicini si erano abituati e non ci fecero caso.
Zayn si limitò a salutarci normalmente, fu molto gentile però in quanto al suono della campanella ci accompagnò in segreteria, dove ci dividemmo per cercare le nostre classi.
Avevo matematica, ero felice di ciò, sono sempre stata molto intelligente nelle materie scientifiche, era sempre una sfida riuscire a risolvere i problemi e grazie al mio intelletto mi sentivo realizzata una volta risolti.
Salutai i miei amici e presi a cercare la mia classe.
Erano almeno cinque minuti che giravo tra i corridoi, ma della mia aula non c’era l’ombra. Chiusi gli occhi, respirai e feci un gridolino esasperato.
<< Se stai cercando di calmarti, non credo tu ci stia riuscendo tanto bene >>.
Mi girai e vidi il mio salvatore appoggiato su uno degli armadietti, con la sua aria da “badboy”, che mi stava guardando con un meraviglioso sorriso.
<< Un aiutino sarebbe gradito, Zayn >> gli dissi mostrandogli il mio orario scolastico.
Si avvicinò ridendo e scuotendo la testa divertito mentre facevo la finta offesa.
Nel momento in cui si affiancò a me, sentii il suo profumo così pungente di “One Milion” mischiato al solito odore di tabacco.
Aveva un profilo spigoloso, reso ancora più aggressivo dall’accenno di barbetta, le labbra screpolate e le ciglia nere e lunghe.
Rendendosi conto del mio sguardo mi sorrise e mi porse il braccio come fanno i vecchietti, così gli sorrisi e camminammo.
<< Tadannn! >> disse facendo un gesto teatrale, gli diedi un pugno amichevole sul braccio ed entrai in aula sedendomi in fondo.
Dopo un’ora, dove non avevo fatto altro che guardare fuori dalla finestra dato che l’argomento delle equazioni irrazionali lo sapevo a memoria, mi precipitai fuori dall’aula per cercare la prossima classe.
Arrivai per mia fortuna senza perdermi esageratamente.
Guardai l’interno dell’aula alla ricerca di un posto e vidi nuovamente Zayn togliere la cartella dal banco e farmi segno di sedermi; le ragazze della classe non mi uccisero con lo sguardo, ma mi disintegrarono direttamente:
<< Non mi sono persa stavolta, hai visto che brava? >> iniziai un discorso guardandolo orgogliosa
<< Che brava, ero già pronto a venirti a cercare >>
<< Ti stavi preoccupando? >> lo provocai allora.
Mi sorrise e prima che potesse parlare arrivò la professoressa.
Ci alzammo in piedi per il saluto e iniziò la lezione.
Sentii qualcosa che mi fece solletico, così saltai in aria dalla sedia facendo girare tutti, mentre quel coglione vicino a me continuava a ridere completamente sdraiato sul banco nascondendosi dagli occhi della prof che, quindi, mi credette impazzita.
“ORA LO MENO” pensai guardandolo con finta arrabbiatura:
<< Vaffanculo! >> gli sussurrai cercando di stare attenta a non farmi sentire.
Quel ragazzo era impossibile, passava la lezione a disegnare ma appena la professoressa gli chiedeva qualcosa rispondeva sempre perfettamente.
Vidi il disegno: ero io con il fumo che mi usciva dalle orecchie mentre cercavo di leggere la cartina messa al contrario. Risi e gli scrissi un messaggio:
“Il disegno lo voglio io XxFede”
“No, e stai attenta alla lezione XxZ”
“Parla quello che disegna invece di ascoltare. E poi non fare il figo solo perché puoi scrivere la Z di Zorro quando firmi XxFede”
“Non ha senso quello che hai detto XxZ”
“Invece sì XxF”
Suonò infine la campanella e ci alzammo.
<< Ci vediamo domani alle 15:00 per le lezioni di piano! >> mi informò lui
<< Wow, grazie mille! >> ringraziai
Uscii e andai all’ingresso ad aspettare gli altri; quella scuola era peggio di Hogwarts.
 
****

Stesso giorno

Nichi’s Pov.
 
Suonò la campanella di fine lezione e sistemai le mie cose con calma, non avevo la minima intenzione di fare in fretta e furia.
Era da due giorni che rimandavo quello che dovevo fare pur sapendo che a Fede glielo avrei dovuto dire; lei ha sempre preferito la verità in faccia anche quando faceva male, però sapevo perfettamente che questa volta non l’avrebbe presa affatto bene.
 
*Flashback - 12/09/2016*

<< Ehi Harry, o meglio stronzo, a chi deve stare attenta?! >>
Harry si girò sorpreso e dalle labbra gli uscì flebilmente:
<< N-Niall… >>. 
Il biondo non mi degnava minimamente di uno sguardo, Styles aveva l’espressione di un assassino.
Regnava un silenzio tombale, si parlavano con gli occhi e facevano finta che io non ci fossi, ma io ero lì, e loro lo sapevano bene.
<< Ragazzi, per favore, non litigate per questa sciocchezza >> ruppi il silenzio, quella situazione era a dire poco snervante e volevo finirla il prima possibile
<< SCIOCCHEZZA?! Parla lui poi, non sono io quello che finge… Perché non gli racconti della scommessa? >> mi rispose Niall isterico, gli occhi chiusi per la rabbia e una vena appena visibile sul collo
<< NIALL! >> urlò di risposta Harry con gli occhi fuori dalle orbite.
<< No amico, ora tiriamo fuori tutte le carte in tavola. Nichi, sai chi è Rebecca? Mora, capelli ricci e cheerleader? >>
<< No… >> risposi ancora più confusa, spostando lo sguardo dall’uno all’altro innumerevoli volte.
<< Te lo dico io chi è: una ragazza di quelle oche che pensano solo a passare avventure con i ragazzi, sempre pronte a screditare chi non ritengono alla loro altezza come le ragazze timide o secchione per non parlare di quelle un po’ in carne. Insomma, la tipica ragazza del club “popolare” di cui, non so con quale coraggio, fa parte anche Harry >>
<< Ah, sembra proprio la descrizione di Barbara! >> urlò il riccio
<< Non fai ridere, Harry. Una settimana prima che voi arrivaste, Harry e noi altri siamo stati convocati in segreteria per guardare chi sarebbe arrivato quest’anno per farvi poi da guida. Io e gli altri non eravamo ancora arrivati al Campus, andò quindi solo Harry portandosi dietro questa Rebecca. Per questo io non ti ho riconosciuta il primo giorno che ti ho vista, noi altri non sapevamo ancora che aspetto avevate, avevamo visto solo la foto profilo sgranata e non il video, quindi solo Harry vi avrebbe riconosciuto. Lui e Rebecca hanno visto la vostra esibizione sul computer e i vostri profili personali, quindi hanno fatto una scommessa: Harry era convinto di riuscire a farsi Fede entro la fine del mese ritenendola, guardandola dal video, la classica ragazza sfigata e insicura che sognava di fidanzarsi con quello figo. Una volta che arrivammo tutti a casa, ce lo raccontò tutto fiero sotto lo sguardo disgustato di tutti meno che di Louis, ma sai come è fatto lui, fa lo sciocco. Eccoti spiegato il gioco della bottiglia che noi avevamo assolutamente chiesto di non fare e al quale fortunatamente Fede non ha dovuto baciarlo. Questo è Harry! >> disse infine guardandolo e indicandolo con le braccia.
<< Ah sì, Niall? E Barbara? E l’aborto di quello che doveva essere vostro figlio? Le promesse sul futuro, l’anello che le hai regalato e la casa già pronta in cui dovevate andare a vivere nel caso aveste deciso di tenere il bambino? Questo a Nichi non lo racconti vero? Ti ho raccontato cosa ha appena subito e tu hai il coraggio di ill- >>
<< HARRY! Gliel’hai detto?! >> lo interruppi, ma sembrò non sentirmi perché continuò il suo discorso dopo un nano secondo
<< Di illudere l’unica ragazza che ti è stata vicino senza un tornaconto personale dato che non sa nemmeno che sei ricco sfondato, perché tutte qui lo sanno e fanno le gatte morte con te per questo motivo, Barbara compresa! Torni con Barbara, ma nel raccontarlo a Nichi screditi la vostra storia dicendo che non era e non sarà come prima, come per darle una speranza. Sai, ti ho sentito prima mentre le parlavi al laghetto, ma ti ho sentito anche fuori casa quando rimettendoti insieme a Barbara le hai detto che la vostra casa era ancora lì ad aspettarvi, mancava solo di finire la scuola. Niall, cazzo, ma ti rendi conto che illudi una ragazza che ha appena perso il nonno ed è felice di ciò?! Non hai un minimo di compassione per capire che ha sicuramente un trauma riaperto e che tu invece stai solo cercando di distrarti da Barbara? Non puoi usare Nichi come distrazione! E questo va oltre Nichi, è da tempo che cerchiamo di farti capire che quell’oca ti usa e basta, ma abbiamo visto come sei in sintonia con lei. Lascia Barbara e prova a conoscere chi se lo merita di più. Te lo abbiamo detto tutti, apri il cervello per favore! >> sputò Harry con tanta arroganza, facendo cadere delle lacrime dagli occhi di Niall.
Ero sconvolta.
<< Così sei ricco, eh? A quanto pare ricco solo di soldi, nient’altro. “avevo voglia di baciarti, mi è piaciuto, non mi sei indifferente” e l’abbraccio nel cespuglio mentre giocavi coi miei capelli… dopo aver detto alla tua ragazza che non vedi l’ora di andare a convivere… ma cosa ti ho fatto Niall? Dopo che ti ho pure raccontato di Leonardo? Che schifo. >> sputai senza rivolgere lo sguardo a nessuno dei due, mi misi a piangere silenziosamente dal nervoso per Federica e per le prese in giro del ragazzo che -forse- iniziava a piacermi.
<< È quello che cerco di fargli capi- >>
<< Tu Harry stai zitto. Avvicinati a Federica un’altra volta e ti posso giurare che ti ritroverai le palle al posto delle tonsille. E la colpa è tutta mia che indirettamente sono stata complice della tua schifezza. Cretina io a pensare che ti stessi veramente legando a me come amico… >> accorgendosi dei miei singhiozzi, Harry fece dei passi per venirmi incontro, ma mi girai e mi diressi il più lontano possibile da loro correndo con tutta la forza che riuscivo ad avere in quel momento.
 
*Fine Flashback*
 
Per quanto cercavo di rimandarlo, il momento era arrivato, dovevo dirglielo.
Arrivai all’atrio vicino alla mensa e vidi tutti i miei amici insieme a parlare:
<< Ragazzi iniziate ad andare, devo dire una cosa a Fede >> dissi con una faccia così seria che nessuno protestò
<< Lo sapevo che nascondevi qualcosa >>
<< Devo farti un discorso difficile. E non mi interrompere fino a quando non avrò terminato >>
Gli raccontai tutto quello che fece Harry: della scommessa, di Rebecca, di come l’avevano entrambi presa in giro, del gioco della bottiglia, del presunto flirt che stava avendo con lei e del perché le diede quel bacio strano.
Vidi passare sul suo viso sgomento, rabbia, frustrazione, non riuscivo a reggere quel suo sguardo che neanche sapevo bene come descrivere.
Non pianse, nè fece intendere di essere triste.
Solo nera di collera, come era solita essere quando veniva presa in giro da qualcuno, e non potevo che darle tutta la mia ragione e il mio sostegno.
Sapevo benissimo che gliel’avrebbe fatta pagare.
L’abbracciai, mi diede una forte stretta che io sapevo significasse “grazie” e mi diede un bacio sulla guancia, cosa che non eravamo mai solite fare.
<< Hai portato il rossetto? >> mi chiese, lo sapevo che avrebbe fatto qualcosa
<< Perché? >>
<< Ho un’idea >>
Senza fargli ulteriori domande cercai un rossetto nello zaino.
Gliene porsi due, uno rosso sgargiante (ancora nuovo perché troppo appariscente per me) e uno viola scuro, il mio solito per quando andavo in discoteca.
<< Dammi quello rosso troia >> risi alla sua affermazione e ci incamminammo verso la mensa.
Fede si mise il rossetto ma non volevo chiedere spiegazioni, siamo sinceri, mi faceva paura.
Entrammo nella stanza e vidi Gio e le altre che ci aspettavano in un tavolo ad un angolo, andai verso di loro ma lei cambiò direzione, io mi fermai in mezzo alla sala a guardarla.
Si stava avvicinando alla grande vetrata dove c’era un tavolo rotondo, lì erano seduti Niall, Zayn, Louis, Liam ed Harry con alcune cheerleader, una di quelle, dalla descrizione di Niall, doveva essere Rebecca.
Vidi Fede puntare al riccio, lui la guardò e prima che potesse salutarla lei, senza un minimo di imbarazzo ma anzi con tanta rabbia in corpo si fermò di scatto, si abbassò e lo baciò con tanto di lingua in bella vista, un << OOOOOOH>> generale riempì la stanza.
Io ero sconvolta… ma che intenzione aveva quella?!
Si staccò e si avvicinò al suo orecchio, urlò in modo da poter essere sentita da tutti:
<< Voglio metà dei soldi della scommessa tra te e Rebecca, GRAZIE! >>.
Tutti, evidentemente al corrente di questa benedetta scommessa, scoppiarono a ridere.
Lui divenne rosso e Niall si ingozzò con un pezzo di pane, mentre Liam stava ridendo troppo per fare qualunque cosa.
Harry era sconvolto, non muoveva un muscolo e la sua faccia non tradiva alcuna espressione. Fede prese la bottiglietta di Cocacola dal suo vassoio, l’aprì e gliela versò interamente sui capelli.
Lui sembrò svegliarsi e lei gliela sbatté in faccia ormai vuota e dalle labbra di Fede uscì un:
<< VAFFANCULO! >> talmente forte che anche le signore della mensa la guardarono stupite.
Si girò, mi sorrise, mi fece un cenno e ci accomodammo con i nostri amici nel tavolo.
Appena ci sedemmo scoppiò una sonora risata da parte di tutti così gli raccontammo la storia e dopo un coro di:
<< “Oh” “No.” “Stronzo!” >> potemmo iniziare a mangiare, ma mi sentivo troppo osservata per i miei gusti.
Si avvicinò una ragazza col sorriso stampato in faccia, sembrava simpatica.
Aveva i capelli lisci, scuri, e doveva avere all’incirca la nostra età.
<< Ciao! Io sono Josephine, ma chiamatemi pure Josie >>
<< Ciao! >> rispondemmo noi, presentandoci poi uno alla volta con anche la classica stretta di mano.
<< Siediti pure >> le dissi facendo spazio sul tavolo.
<< Grazie. Sei nel mio stesso corso di educazione fisica, vero?>> chiese rivolta a Giuly, che abbassò il viso.
Non me ne ero accorta inizialmente, ma le era spuntato un gran bernoccolo sulla testa.
<< Che hai fatto? >> domandai indicando il bernoccolo
<< Diciamo che è stata colpa di Payne e dei suoi addominali >> rispose Josephine ridendo.
La ragazza mi piaceva.
Continuò:
<< Sei stata grande! Un perfetto primo giorno di scuola! >> disse a Fede che scoppiò ancora a ridere.
<< Sono venuta per farti i miei complimenti, davvero. Più della metà delle persone di questo istituto sono per i miei gusti senza cervello. Ho sentito tante voci su di voi, la maggior parte brutte, ma mi sono assolutamente ricreduta. Spero di potervi conoscere meglio! Voi andate al ballo? >> ringraziammo e non avemmo il tempo di parlarne d’altro poiché era già finita la pausa pranzo.
Stavo camminando con Josie nei corridoi, scoprimmo di avere la stessa lezione: economia. Sinonimo - per me - di suicidio mentale.
Il suo look mi ricordava tanto quello di Giuly.
Anche il suo modo di fare era identico: all’apparenza forse un po’ troppo timida, ma scommetto che conoscendola sarebbe diventata una nostra ottima amica.
Mentre ci guardavamo in giro per cercare la nostra aula, precisamente la 228, vidi una chioma bionda fissarmi mentre parlava con una ragazza girata di spalle.
Era Niall, e la ragazza era sicuramente Barbara, non l’avevo mai vista prima.
Lui aveva un sorriso davvero meraviglioso, si sposava perfettamente con i suoi fottutissimi occhi azzurri.
Spinsi Josy dentro lo sgabuzzino dei bidelli e, socchiudendo la porta, le feci segno di non fiatare.
Dovevo sentire il discorso tra i due.
Dovevo per forza, dopo ciò che successe due sere prima.
<< Che lezione hai adesso? >> gli chiese la ragazza tenendo le mani nel colletto della maglia del biondo
<< Scienze >>
<< Devi per forza andare? >> domandò lei facendogli il labbruccio
<< Ma il mio regalino di ritorno insieme quando arriva? >>
<< Presto >>
<< Wow! Cos’è? Cos’è? Una borsa? Delle scarpe? Dimmi daiii! >>
Mi stava venendo il voltastomaco.
Perché non si ha un bazooka quando serve?
Sentivo i nervi al massimo, repressi l’istinto di andare a tirare uno schiaffo a entrambi e mi concentrai nuovamente a osservarli.
Lui le diede un bacio sul naso e lei fece un risolino, si presero per mano e si allontanarono.
Mi lasciai cadere sconfortata lungo la porta.
Barbara era bellissima, sembrava una modella: aveva un viso angelico, degli occhi azzurri sgargianti e dei lunghi capelli castani.
Non c’entrava niente con me, sembrava provenire da tutt’altro pianeta per quanto fosse bella.
<< Niall e Barbara stanno insieme da una vita, ma gira voce che abbiano visto il biondo con un’altra l’altro ieri >> mi raccontò Josie
<< La ragazza ero io >> mi guardò sconvolta e io le sorrisi.
<< Tutti i più fighi vi prendete, ci manca solo Liam e siete apposto >>
Risi e mi alzai.
<< A dire il vero credo che tra Giuly e lui ci sia un’intesa >>
<< Ah già, Payne e i suoi addominali. Ti pareva! >> rispose ironica.
Scoppiai a ridere pure io e ci dirigemmo in classe.
 
***

Stesso giorno

Giuly’s Pov.
 
Andai negli spogliatoi e subito mi pentii di aver scelto quella materia: educazione fisica. Avevano ragione le altre a dire che sarebbe stato un inferno, solo a Gio poteva piacere.
Quanto mai gli diedi ascolto.
Mi cambiai e misi una tuta rosa raccogliendo i capelli in una coda e uscii dagli spogliatoi dirigendomi verso il campo di atletica.
Era un enorme spazio all’aperto con la pista di gomma che girava intorno al campo di pallavolo, a quello di calcio con l’erba sintetica e a quello di football (tutti e tre vicini); le cheerleader si allenavano in un angolino e vidi che fissavano tutte qualcuno ridendo e sussurrandosi qualcosa alle orecchie.
Seguii il loro sguardo e stavano guardando… NO. Non poteva essere.
Rallentai la mia corsa, ma prima o poi gli sarei passata sicuramente davanti.
Concentrai le pupille sul pavimento, ormai ero accanto a lui: “non mi cagare, non mi cagare, non mi cagare!” pensai tra me e me.
Sentii un picchiettio sulla spalla destra, non fermai la mia corsa ma girai la testa indietro vedendo Liam che mi guardava sorridendo, lo salutai con la mano.
Era tutto gocciolante: aveva dei pantaloni della tuta attillati e una maglietta grigia a maniche corte impregnata di sudore che seguiva la forma dei muscoli.
SBAM! 
Porca troia!
Alzai la testa sfregandomela e mi resi conto di essere andata a sbattere contro la scaletta di ferro dell’arbitro, stupido Liam e il tuo sexappeal.
Dovevi per forza salutarmi?
Sentii tutti ridere.
Che figura di merda, un’altra volta.
La mano di Liam prese la mia e mi sorrise portandomi negli spogliatoi sotto direzione del coach.
<< Grazie >> dissi abbassando lo sguardo una volta entrati, mentre mi tamponava con un dischetto di cotone bagnato di disinfettante.
<< E di cosa?! >> rispose sempre sorridendomi.
<< Di essere qui con me e di non avere riso. So di essere maldestra, non lo faccio apposta. Sembra che tu sia il mio angelo custode >> risposi ridendo e pensando al disegno
<< Chiamami e mi precipiterò da te! >> esclamò medicandomi
<< Comunque il disegno era bellissimo >>
<< Era solo uno schizzo >>
<< Se ti serve un modello io sono disponibile >>
<< Lo terrò a mente >> risposi ridendo.
Dai, non era così male, affatto.
Il problema era che quando ero vicino a lui non riuscivo neanche a camminare talmente ero imbarazzata, Fede diceva che avevo avuto un colpo di fulmine e io ero completamente d’accordo con lei.
<< Non vai fuori? >> chiesi quando vidi che si sedette vicino a me
<< Non ne ho la minima voglia >> spiegò posando il disinfettante e guardandomi poi dritto negli occhi.
Parlammo per una mezzoretta di noi e delle nostre vite, fino a quando non arrivò il professore ad urlare e a obbligarci ad andare a giocare a pallavolo.
Finita la partita, andai negli spogliatoi e sentii nei discorsi delle altre ragazze solo parole in tono cattivo del tipo “Liam e Quella Nuova”. Ma pensavano davvero che non capissi l’inglese? Non capivo se lo facessero apposta, o se pensavano davvero di non essere capite.
Mi vestii e scappai dagli altri per raccontargli le novità e per uscire da quella situazione alquanto imbarazzante, ripensando per tutto il tempo agli occhi dolci del ragazzo a cui mi ero involontariamente affezionata.

________________
SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze, anche questo capitolo è stato sistemato, che ne pensate?
Forse è un po' un mattone, ma ve l'avevo premesso che i capitoli erano lunghi!
Spero possiate comunque apprezzare!
Vi lascio al vecchio spazio autrici e alle immagini!
Buona serata, baci
Nichi.
 
______________________
                                                                                                                                                                                                   SPAZIO AUTRICI                
 
 Hola belle bimbeeeeeeeeee
Ci scusiamo per il'enormissimo (?) ritardo che abbiamo fatto.
L'abbiamo già detto, scuola di merda, febbre di merda, Fede che va in vacanza a Malta.
Allora, ecco spiegato il perchè del gioco della bottiglia e degli inviti da parte di Harry per Fede.
Sempre il solito scemuuu.
Duuunque, in questo capitolo ci sono un pò di colpi di scena tra i due gruppetti.
Nel prossimo la gelosia e la dolcezza prenderanno il sopravvento ma sssh zitte mute con l'acqua in bocca stiamo.
Sta a voi se leggere o no.
E' bello lasciare la suspance ahahah ok basta.
Se vi piace fateci sapere attraverso una recensione, accettiamo consigli e critiche :)
Abbiamo creato il Trailer della nostra storia e l'abbiamo messo in Youtube, eccovi il link:
 
http://youtu.be/nTEubql5afk

Hola Pelle Pimpe 
Baciiii
Nichi & Fede
 
 La divisa
 Josephine, ovvero Josie. Come prestavolto abbiamo scelto India Eisley
 Barbara, ragazza di Niall. Come prestavolto abbiamo scelto Barbara Palvin.

 

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Capitolo 8
*** Midnight Memories ***




Midnight Memories


21/09/2016

Gio’s Pov.
 
Quella appena passata era stata una settimana fin troppo movimentata per i miei gusti.
Tra Fede e Nichi non sapevo chi fosse più di cattivo umore, nonostante ormai erano trascorsi diversi giorni dall'episodio avvenuto in mensa.
Tutte le mie amiche cercarono di evitare categoricamente ogni contatto con i nostri vicini di casa.
Già, anche Nichi ci raccontò di Niall e dei suoi dubbi esistenziali.
Io, a differenza delle mie bimbe, passai due pomeriggi a parlare con i nostri vicini in giardino.
Volevo giusto provare a dare una seconda possibilità, tutti sbagliano nella vita.
Harry e Niall avevano fatto pace: il biondo capì il punto di vista del riccio e di tutti i suoi altri coinquilini, alla fine Harry voleva solo salvaguardare Nichi.
Mi chiesero più volte informazioni riguardo al suo delirio “Voldemort”, ma ovviamente non dissi nulla.
Perfino Louis si ammutolì quando lo guardai in cagnesco: ridacchiava per la scena surreale.
Styles si scusò infinite volte con me, chiedendomi di riportare il tutto a Fede.
Ovviamente, lei non ne voleva sapere nulla.
Per il resto, a scuola la mattina Louis, Liam e Zayn ci raggiungevano prima dell’orario per passare un po’ di tempo con noi, loro si erano dimostrati maturi e sinceri.
Ma il tempo passava, il ballo di inizio anno si avvicinava e avevo anche io i miei problemi con Chiara, che mi voleva chiedere a tutti i costi di andarci con lei, ma non potevo scappare per sempre, una volta per tutte mi decisi: le avrei detto la verità.
Sono gay, credevo fosse abbastanza chiaro, ma evidentemente…
Non credo di essere mai stato più in difficoltà, voglio dire, loro sono le mie migliori amiche da sempre, ma solo Fede e Nichi sanno di questo mio segreto, anche se Giuly lo aveva sicuramente capito.
Chiara era innamorata di me e non avevo intenzione di rovinare la nostra amicizia, per me lei era troppo importante, forse la più importante tra tutte loro.
Avevamo troppe affinità e insieme ci divertivamo come due bambini spensierati, non volevo perdere niente di tutto ciò.
Era per questo che non avevo ancora trovato il coraggio di fare Coming Out.
Arrivammo a casa dopo un'altra giornata faticosa di scuola.
Fede si chiuse subito in camera e Nichi uscì in giardino mettendosi le cuffie all’orecchio. Guardai Giuly, cercando di farle capire che dovevo restare da solo con Chiara.
Fortunatamente capì subito e salì anche lei in camera sua a studiare.
Presi la mano della mora e ci sedemmo sul divano, il suo sguardo allegro si spense appena vide il mio.
Il cuore mi batteva così forte che avrei giurato che l'intero mondo potesse sentirlo. Avevo pianificato questo momento centinaia di volte nella mia testa, ma ora che stavo per farlo, tutto sembrava così reale, così incredibilmente reale. Chiara, la mia migliore amica, seduta di fronte a me, con quegli occhi azzurri fissi nei miei e fin troppo seri rispetto al normale. Sapevo che quello che stavo per dire avrebbe potuto cambiato tutto.
Mi schiarii la gola, inghiottii poca saliva a fatica cercando le parole giuste, quelle che avrebbero espresso tutto ciò che provavo, tutto ciò che ero:
<< Devo dirti una cosa. È importante e soprattutto difficile per me da dire, ma... devo dirtelo. Non posso più tenerlo dentro. Chiara, siamo amici da una vita… ti ricordi le estati passate al parco a giocare coi gavettoni, quella volta che abbiamo salvato Fede dalla prigione, o quando abbiamo camminato dei kilometri solo per portare la pizza a Nichi? Ti voglio bene più di quanto ne abbia mai voluto ad una mia amica, noi due abbiamo un’intesa pazzesca e sappiamo prenderci, conosci ogni lato del mio carattere, ogni sfumatura del mio passato. Ma ti è sfuggita una cosa. Sono gay, sì. Ora non mi guardare con quella faccia, si capiva dai… aspettavo solo il momento migliore per dirtelo… Lo so che provi qualcosa per me, ma non voglio perderti per questo. Per favore rispondimi subito e non lasciare un silenzio tombale e imbarazzante >> confessai tutto d’un fiato.
La fissavo cercando di capire cosa le passasse per la testa.
Era immobile a guardare un punto fisso della televisione spenta.
Cominciò ad un certo punto a ridere come se non ci fosse un domani, tenendosi la pancia e facendo cadere lacrime dai suoi occhioni azzurri.
Non sapevo cosa fare, non capivo se era un buon segno o se pensava fosse uno scherzo.
Capii che era tutto apposto quando lei si ricompose e mi abbracciò, un abbraccio caldo e confortante.
Iniziai a piangere; non so per quale assurdo motivo ma piansi, di liberazione magari, era come se un macigno fosse stato tolto dalla mia testa e dal mio cuore.
Ci guardammo e scoppiammo a ridere, le passai l’indice sotto l’occhio togliendole le lacrime e le diedi un bacio in fronte, avevo recuperato la mia migliore amica.
<< Gio...>> la sua voce era appena un sussurro spezzato dall'emozione
<< Perché non me l'hai detto prima? >>
A quella domanda la paura mi serrava il petto, costringendomi a respirare a fatica, ma sapevo di non poter tornare indietro. Dovevo affrontare questa tempesta, anche se il vento soffiava violento e minacciava di spazzarmi via.
<< Perché... perché avevo paura >> confessai, i miei occhi imploranti fissi nei suoi
<< Paura di perderti, di distruggere tutto quello che avevamo. Ma non potevo più nasconderlo, non potevo più vivere nella menzogna. Sei la mia migliore amica, e ti prego, per favore, non cambiare… >>
<< Non dire sciocchezze Gio, è OVVIO che non cambierà assolutamente nulla, anzi! Ma quanto sono stata stupida! Come ho fatto a non capirlo? Dimmi che saremo come quelli dei film dove mi aiuterai a scegliere i vestiti, mi darai consigli sconci e parleremo di cazzi insieme! >> chiese sognante con la sua solita finezza di uno scaricatore di porto
<< NO. >> ovviamente, l’avrei invece fatto.
Ora sì che la giornata diventava molto più luminosa.
<< Ragazza stasera festeggiamo! >> urlai per la casa rivolto a Chiara, tirando finalmente fuori il lato più femminile di me che potessi avere.
Uscimmo in giardino per raggiungere Nichi a darle la notizia del mio Coming Out (di cui lei era già a conoscenza), salimmo di sopra e dopo averlo detto anche alle altre, andammo a prepararci per la serata.
Dopo essermi vestito tornai ancora da Nichi, dovevo tirare su di morale le mie amiche e capire bene cosa le turbava ancora.
Entrai nella sua camera, si stava vestendo:
<< Ehy bionda >>
<< Ehy biondo >>
<< Ti va di raccontarmi che succede? >>
<< Non succede niente >>
<< Dai non prendermi in giro, ti conosco bene. Ormai è passata più di una settimana, cosa ti urta ancora?  >>
Lei si arrese e si sedette sul letto accanto a me, sapeva di non aver scelta.
<< In questi giorni ho riflettuto e credo davvero che mi piaccia Niall. Credevo di piacergli anche io, poi l’ho visto con la sua ragazza. Continuo a sentire nella mia testa le cose assurde che mi ha confessato Harry sull’aborto e sulla loro casa. Dovevi vedere come guardava Barbara, eppure mi disse che la sera del gioco della bottiglia non vedeva l'ora di baciarmi, e che con lei ci avrebbe solo riprovato ma non era una cosa seria quanto prima. Non ci capisco più niente. >> sputò tutto d’un fiato abbassando lo sguardo.
L’abbracciai, strofinandole la schiena per tranquillizzarla, appena si staccò le sorrisi.
<< Io so solo una cosa: tu non gli sei indifferente. Lo vedo come ti guarda, come ti ha guardata tutto questo tempo da quando siamo arrivati. Tu non te ne sei mai accorta, ma io sì. Sarà solo confuso, dagli tempo. E comunque il vestito blu è più bello! >>
Lei sorrise e si rituffò nell’armadio per prenderlo mentre io andai da Fede, sarebbe stata sicuramente un osso duro. Bussai e sentii un:
<< VIENI >>.
Quando entrai vidi la terza guerra mondiale: vestiti buttati da ogni parte, scarpe sulle finestre, trucchi in terra; quella ragazza aveva dei gravi problemi mentali.
Cercai di entrare facendo slalom tra i vestiti, rischiando più volte di spaccarmi la testa.
<< Fede… >> ma lei non mi calcolava, allora la bloccai dalle spalle e le urlai:
<< FEDEEEEEEE >> sembrò risvegliarsi.
Dallo shock mi urlò:
<< CHE VUOI? >> semplicemente l’abbracciai, lei dopo un attimo di freddezza mi strinse.
<< Dimmi allora, come stai? >>
<< A parte il fatto che mi sento umiliata, bene! >>
<< Dai, la sua faccia è stata impagabile! avrei voluto fare un video. Ormai è successo seppur è stata una cosa oscena, quanto tempo ci vuoi rimuginare sopra? Devi smetterla di pensarci e andare avanti, proprio tu ti metti a star male per un coglione del genere? Non è da te! Quando mai hai fatto così? TORNA AD ESSERE CAZZUTA! >>
Lei scoppiò a ridere e mi sbatté fuori dicendo che doveva vestirsi.
Io nel corridoio urlai:
<< Bimbe chi non è giù tra mezzora sta a casa! >>
Giuly uscì con la testa dalla porta mi fece una linguaccia, io felice andai a lavarmi i denti.
Eravamo un gran bel gruppo.
 
 ***

Stesso giorno
 
Chiara’s Pov.
 
Mi guardai allo specchio: non ero così male dai, anche se non mi ero messa niente di esagerato.
Conclusi l’outfit di quel vestito nero senza maniche (decorato giusto con dei punti luce al collo) con degli stivaletti, anche questi neri.
Ero ancora un po’ scossa per quello che era successo il pomeriggio, ma alla fine dovevo aspettarmelo. Più che altro mi sentivo un po’ stupida, insomma, l’avevano capito tutti tranne me. E io che pensavo che Gio mi evitasse perché gli piaceva un’altra, o al massimo - ora che so la verità - un altro.
Eravamo amici da una vita, ancora prima che si formasse il nostro gruppo e non sarebbe stata di certo quella mia stupida cotta platonica che avrebbe concluso la nostra amicizia, anzi, ora che sapevo la verità ero decisa più che mai a stargli ancora più vicino.
Quella sera volevo e dovevo divertirmi.
Gio aveva chiamato anche Josie che aveva deciso di portare anche una sua amica, Grace, per andare in un posto fuori Londra vicino al mare dove si ritrovavano sempre a far festa tutti gli studenti del campus.
Scesi per andare in salotto e vidi tutti già pronti, comprese Josie e la sua amica che a quanto pare erano arrivate senza che io le sentissi, strano: di solito l’ultima era sempre Nichi.
Era stata una strana settimana tra la sclerata di Fede, la gelosia di Nichi verso Barbara (perché anche se non lo ammetteva, si vedeva) e soprattutto dopo la confessione di Gio di oggi e infatti, a parte l’ultimo super attivo, le mie due migliori amiche avevano una faccia svogliata. Suonarono alla porta, in quel momento Fede andò ad aprirla e ci incamminammo tutti verso il taxi.
Chiacchierammo allegramente, Grace dopo essersi presentata e dopo aver insistito per farsi chiamare Gre, tirò fuori il discorso di ciò che era successo molti giorni prima a pranzo.
Fede, per quanto cercasse di divertirsi, si vedeva che voleva restare a casa: già odiava le discoteche e in più era anche stanca.
Pensai che Grace fosse proprio stupida: cosa ci voleva a capire che era un argomento da evitare?
Dopo un po’ di strada arrivammo in un club non tanto grande con la scritta “XX Century”.
Anche se erano già le nove di sera il sole non era ancora calato del tutto, era stranissimo come se ne andasse davvero tardi. Il mare era proprio accanto al locale, ma era quasi deserto.
Dopo essere entrate, notammo subito un gruppo di tavolini con i divanetti e ci sedemmo per ordinare da bere.
Non mi ero ancora abituata allo sguardo di tutti addosso, e questo solo perché noi eravamo “quelli nuovi” e “quelli italiani”.
Vidi un paio di ragazzi carini ballare, quindi trascinai in pista tutti gli altri per scatenarci e goderci la serata!
 
***

Stesso giorno

Fede’s Pov.
 
Ormai dovevo cercare di non pensare a quello che era successo essendo passato del tempo, ma proprio non ci riuscivo.  Mi sentivo strana, usata, anzi mi sentivo come se dopo quella sclerata non mi fossero rimaste più energie.
Ero stanca, odiavo le discoteche, la musica mi faceva cagare e quello non era ballare, ma strusciarsi.
Avevo provato in quei giorni la terapia “trucco, musica e gelato”, ma a quanto pare non aveva funzionato abbastanza.
Mi sentivo come se mi avessero privato di tutti gli organi interni.
Dall’altra però ero felice per il mio migliore amico per quello che era riuscito a fare: finalmente tutti sapevano la verità! Era già da molto che io e Nichi gli consigliavamo di confessarlo, ma lui insisteva nel dire che non era mai il momento giusto.
Chiusi gli occhi.
Sentivo la musica rimbombare e la gente che urlava, ma era tutto così strano da sembrare quasi a rallentatore, come se nulla fosse importante; l’unica cosa che sentivo era il dolore dei miei piedi.
Avevo finalmente trovato una situazione di pace totale, la gente accanto probabilmente vedendomi immobile ad occhi chiusi credeva fossi pazza e totalmente fuori di testa, ma di alcol ancora non avevo toccato neanche una goccia.
Sentii due mani poggiarsi sulla mia schiena e aprii gli occhi di scatto, mi guardai intorno e notai che i miei amici erano andati.
Mi chiesi il perché mi avessero lasciato sola, ma lo capii quando mi girai e vidi due occhioni neri. Zayn.
<< Eri bellissima: sembrava che stessi sognando, o che fossi in un mondo tutto tuo >>
Sorrisi, quel ragazzo era fantastico, divertente, artistico, insomma era perfetto.
<< Odio questi posti >>
<< Anche io. Ti va di venire con me? >>
<< Solo se mi prometti che non mi farai del male >> risposi scherzando
<< Ci proverò >> sorrise, mi fece l’occhiolino e mi prese per mano.
Uscimmo dalla discoteca facendo spazio tra la folla, raggiungendo poi la porta di vetro che dava sulla spiaggia: era lì che mi voleva portare.
Era l’ora del tramonto: il cielo era di un colorino rossastro che sfumava pian piano all’arancione, creando un vero e proprio caleidoscopio di colori; il sole era una palla enorme che sembrava quasi essere inghiottita dal mare, quel mare con delle leggere onde che sembravano cullare i pesci.
La schiuma era poca e leggiera, solo alcuni centimetri di bollicine bianche e candide che raccoglievano con sé alcune pietre e conchiglie, riportandole subito dopo nel bagnasciuga.
Mi fermai un attimo e tolsi le scarpe, lui mi sorrise, ci sedemmo su una sdraio per poi coricarci dopo pochi istanti.
<< Cos’hai lì? >>
<< Questo? >> risposi indicando la macchia nera che si intravedeva dal mio vestito oro che si era alzato mentre ero sdraiata
<< È solo un tatuaggio >> continuai spostando il vestito un po’ più in su e scoprendo la scritta. Si mise a leggere:
<< “Sopra le nuvole, il sole” … Figo, mi piace! >>
<< Ce l’ha anche Nichi, è il mantra della nostra vita, una luuunga storia >>
Mentre ci guardammo negli occhi, lui fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord. Poggiò la testa sopra la mia pancia e restammo sdraiati a guardare il mare.
<< Fede… >> interruppe dopo parecchi minuti il silenzio
<< Sì? >>
<< Ti va di venire al ballo con me? >>
<< Pensavo che Zayn Malik avesse già un’accompagnatrice >> risposi ridendo
<< Aspettavo te >>
<< Certo, certo >>
<< Non mi hai risposto >>
<< E non risponderò, vedrai il giorno stesso se avrò accettato l’invito o meno >> replicai per stuzzicarlo
<< Sei impossibile >>
<< Grazie del complimento! >> risposi facendo una linguaccia
Gli sorrisi e mi scoppiò un fremito per il vento che veniva dal mare, lui si tolse la felpa e la posò sulle mie spalle.
Il suo sguardo cambiò subito, sentivo il suo respiro pesante, il mio non era da meno.
Sentivo l’aria schiacciarci, portandoci più vicini. Guardò le mie labbra, mentre io non riuscivo a staccare gli occhi da lui.
Lo sentivo: sarebbe successo, ed in quel momento non avrei desiderato altro che lui e il suo bacio, i brividi percorrevano le mie braccia ed ero consapevole che non fossero provocati soltanto dall’aria pungente.
Era un’attesa irritante e straziante, una lentezza da film, ma ormai le nostre labbra si stavano per sfiorare.
In quel momento suonò il mio cellulare, rompendo l’atmosfera; ci guardammo imbarazzati e sorridemmo lievemente.
Ero davvero in un film o cosa porca puttana?
Mi prese il telefono e parlò, era Liam.
Sentii tutta la telefonata: Louis era totalmente fuori e dovevano tornare a casa.
<< Mi sa che dobbiamo andare, scusami >> si alzò tendendomi la mano
<< Tranquillo >> la presi, mi alzai togliendomi la sabbia dal vestito e infine ci incamminammo verso le macchine.
 
***

Stesso giorno

Nichi’s Pov.
 
Discoteca, ma siamo seri?
Amavo ballare, ma non mi sembrava proprio la serata adatta.
In realtà, tutti i giorni e tutte le sere appena passate non mi sembravano adatte a far niente. Avevo solo voglia di stare chiusa in camera tutto il giorno con le mie cuffiette, peccato solo che non mi fosse possibile.
Avevo intravisto Niall a scuola diverse volte e ogni volta che mi salutava sorridente, spegneva subito l'entusiasmo vedendomi ricambiare solamente con un cenno di testa, senza traccia di gioia e sorrisi, ma anzi tanta velocità nelle mie gambe per evitarlo il più possibile. 
Eppure anche se cercavo di evitarlo dal vivo, nella mia testa c'era solo ed unicamente lui.
Così bello e così affine a me.
Sapevo che era il prototipo del mio ragazzo ideale, in meno di un mese di scuola mi aveva già fatto perdere la testa. Ero così nervosa che mi veniva da vomitare per lo stress.
Infondo, forse, andare a ballare era l’unica cosa che potesse calmarmi, nonostante la mia non voglia. Mi guardai meglio allo specchio: il vestito blu che Gio si ostinava a consigliarmi di mettere ogni santa volta non era abbastanza.
Volevo di più.
Per una volta in vita mia, dopo tante prese in giro e la mia autostima pari a -2000 dovevo e volevo sentirmi bella.
Dopo aver visto Barbara ero ossessionata dal volermi migliorare, lei era perfetta.
Così magra, così alta, così bella.
Paragonata a lei sembravo un troll, non capivo come Niall si potesse essere “affezionato”, se così si può dire, a me.
E dopo che me lo aveva confessato, volevo migliorare, per avere anche solo una speranza di essere carina: non per lui, ma più per me stessa.
Entrai nella camera di Chiara:
<< Chiara, stasera voglio essere bella. Mi devi aiutare. >> lei mi guardò storto
<< Hai la febbre? >>
<< Chiara, ma dico, hai visto Barbara? Sono stanca! Sono stata bullizzata per anni per il mio aspetto. Per una sera voglio che mi presti un vestito che sai benissimo che io non indosserei mai di mia iniziativa! Per favooore >> la pregai facendo il labbruccio.
Al suo sorriso mi sollevai fortemente d’animo, sapevo che mi avrebbe resa quella che non ero per una volta.
Ero solita mettere vestiti che non mi valorizzavano, truccarmi con solo matita e mascara, e andare in giro con felpone XL da maschio che mi coprivano metà del corpo, nonostante fossi una XS da donna.
Prese un vestito che DAVVERO non avrei mai indossato in vita mia: la parola chiave era paillette. Aveva due spalline molto sottili, e tutto il vestito - molto corto - era formato da piccole pailletes di quell’oro/rosa veramente carino. Non lo trovavo comunque un vestito troppo osè: non aveva nessuna scollatura e non mostrava niente. Mi porse un paio di tacchi a punta color nude e degli orecchini piccoli a cerchio, argento.
Prese primer, fondotinta, terra, eyeliner e rossetto rosso, e per la prima volta in vita mia mi truccò decentemente.  
Feci comunque una coda per stare comoda: ok che volevo uscire dalla mia comfort-zone, ma non volevo comunque esagerare o mi sarei sentita a disagio per tutta la serata.
Mi ammirai allo specchio con una grinta che in me non avevo mai avuto, mi sentivo finalmente carina.
Ci guardammo soddisfatte facendoci dei selfie e successivamente scendemmo dagli altri. Federica aveva avuto la mia stessa idea: indossava un vestito corto oro super sexy, voleva di sicuro far ricredere Harry.
Anche Giuly osò più del suo solito standard: indossava una maglietta corta bordeaux con una cerniera nel mezzo in pendant con la gonna dello stesso colore.
L’unico che non esagerò fu Gio, che con una normale camicia azzurra appena sbottonata risultava lo stesso come sempre un gran gnocco.
Arrivate le altre due ragazze, andammo in discoteca.
 
***
 
Era un po’ che avevo perso di vista Fede, ma non mi preoccupavo: sapeva badare a sè stessa.
Vidi un ragazzo carino fissarmi, ma che dico carino era per-fect: aveva delle gambe lunghe e magre fasciate da un paio di pantaloni beige e una maglietta azzurra a maniche corte.
Gli sorrisi e abbassai lo sguardo imbarazzata, quando lo rialzai lo vidi ancora guardarmi con dei bellissimi occhi blu.
Non capivo bene cosa stesse succedendo, ero abbastanza ubriaca, quella sera ne avevo bisogno.
Dissi agli altri che sarei andata a prendere da bere e, come speravo, sentii dei passi seguirmi. Ordinai un po’ d’acqua al barista, mi rise in faccia ma non mi interessava, non avevo nessuna intenzione di vomitare quella sera ed ero già fin troppo brilla, anche se mi avrebbe aiutato a dimenticare la scena delle settimane precedenti che continuava ad affiorarmi in testa secondo dopo secondo.
<< La stessa cosa per me >> seguì una voce dietro di me.
Mi girai e sorrisi: anche da vicino era bellissimo.
Nella mia testa non capivo un cazzo, sarà per questo che ve la narro così.
<< Ciao piacere, io sono Nicholas, detto Nicho >>
<< Hey, io Nicole detta Nichi ahaha >> sapevo di star ridendo in modo grottesco, ma non mi interessava.
Non aveva quella bellezza da farti sciogliere le ginocchia, ma era carino nella sua semplicità, niente bicipiti enormi, tatuaggi o occhi maliziosi, solo un faccino tenero e un fantastico sorriso.
<< Ti va di ballare? >> mi chiese scuotendomi dai miei pensieri.
<< Certo! >>.
Mi prese la mano portandomi in mezzo alla pista, iniziammo a parlare nonostante il casino. Aveva un anno in più di noi, veniva dal nostro stesso college, mi aveva già vista a scuola e aspettava il momento giusto per venirmi a parlare.
Mi prese le mani e mi fece fare una giravolta ma dopo pochi secondi successe una cosa stranissima: Harry si avvicinò incredibilmente a noi ballando in modo alquanto goffo, scuotendo le mani e il corpo in un modo... insomma... imbarazzante, così come lo era l’espressione della sua faccia.
Il liquido che teneva stretto si rovesciò interamente addosso a Nicholas, che arrossì all’istante.
Vedendo l’imponente figura di Harry che lo fulminava con le sue iridi verde scuro, in quel momento doveva aver eliminato ogni pensiero di vendetta: siamo sinceri, contro Harry non avrebbe avuto possibilità.
Si scusò girandosi per andare in bagno quando qualcuno, mentre guardavo Harry imbestialita che se la rideva sotto i baffi, mi prese il polso girandomi.
Mi inchiodai subito vedendo lui davanti a me, la sua maglietta bianca a mezze maniche scopriva i bellissimi e delineati muscoli delle braccia.
Vedendo che lo squadravo tenendo gli occhi stretti per metterlo a fuoco sorrise.
<< Niall? >> chiesi strizzando ancora di più gli occhi, tenendomi la testa con le mani.
Mi girava forte e forse bere l’acqua non aveva aiutato ma solo peggiorato la situazione.
<< Piccola… Ti va di ballare? >>
Riuscii solo ad annuire ed arrossire ancor di più (sempre fosse possibile) per il soprannome in cui mi aveva chiamata, proprio come il pomeriggio in cui mi aveva invitato a prendere un gelato.
<< Perché mi eviti Nicole? >>
<< Non m devi chiamare Nicole >> risposi mangiando le parole
<< E con te non ci devo parlare, e nemmeno con Harry >>
<< Possiamo chiarire una volta per tutte per favore? >>
<< Non capisco niente Niall. Mi gira tanto la testa. Lo sai che ho un gatto che si chiama Lilo? Ha 14 anni! Lo amo tanto! >> continuai sparando cavolate, non di proposito.
<< Ne parleremo quando starai meglio, a giudicare da come sei messa domani neanche ti ricorderai di aver ballato con me >> rispose con una voce che sembrava malinconica.
Iniziammo a ballare e scoprii che non era per niente bravo, anzi era totalmente negato, ma non mi interessava: per me rimaneva bellissimo.
Ormai ballavo solo ad occhi chiusi, ero arrivata al limite di non capire più niente, e quando arrivavo a quel punto nessuno sarebbe riuscito a fermarmi, era la parte dove mi divertivo di più e davo sfogo a tutta la mia stupidità ed esuberanza.
Sentii qualcuno da dietro spingermi distrattamente mentre ballava, persi un po’ l’equilibrio a causa dei tacchi - e dell’alcol - e sentii due possenti braccia stringersi attorno me. Alzai lo sguardo e vidi il biondino sorridermi e sorreggermi soddisfatto, mentre mi prendeva in giro per lo stato in cui ero messa:
<< Sei troppo ubriaca >>
<< SSSSH >> sussurrai imitando il verso portandomi l’indice alla bocca.
Mi sistemai in piedi e ripresi a ballare, quando lui strinse le sue braccia dietro al mio collo.
Il suo battito stava accelerando, il suo respiro si appesantiva ogni secondo, vidi il suo sguardo diventare più intenso, aveva le labbra socchiuse.
Si avvicinò ancor di più, sentivo che il mio cuore stava per scoppiare, respiravamo l’uno il respiro caldo dell’altro. Eravamo a pochi millimetri di distanza, i nostri nasi si sfioravano, le nostre labbra stavano per unirsi.
<< COME HAI POTUTO? >> urlò qualcuno dietro di noi, cercai di restare stabile e mi girai verso quella vocina stridula.
L’avevo vista solo una volta, ma non ebbi dubbi nel riconoscerla. Mi si gelò il sangue nelle vene.
<< B-Barbara… non ci siamo… non è come credi! >> disse il ragazzo mentre lei scappava via.
Mi guardò con un ultimo gesto disperato prima di correre dietro alla sua Cenerentola lasciandomi lì, sola, interdetta.
Incredula e senza più dignità, uscii a prendere una boccata d’aria. Strinsi le mani così forte alla ringhiera a cui ero appoggiata che le nocche diventarono bianche e un pezzo di rame si infilò nel palmo della mia mano, ma nemmeno ne sentivo il dolore. Era scappato. Mi aveva chiesto di chiarire, mi stava per baciare e poi se n’era andato. Sentivo ancora l’adrenalina di quell’avvicinamento.
Ero frustrata, volevo che Niall la smettesse di giocare, ma allo stesso tempo avevo paura di un suo allontanamento. Non avrei voluto perderlo nemmeno solo come amico, con lui c’era sempre una risata di mezzo, avevamo la stessa ironia e ci facevano divertire le stesse stupidaggini da boomer per i quali gli altri ci prendevano in giro. E adesso ne ero proprio sicura: ero cotta di Niall James Horan.
Una mano con un anello a forma di teschio mi passò una bottiglia di birra; non avevo nessun dubbio su chi fosse stato, solo lui poteva mettere un gioiello così. Accettai la bottiglia, rimangiando i pensieri di prima, avevo bisogno di altro alcol.
<< Harry >> Mi sedetti accanto alla ringhiera, e lui con me
<< Nicole >>
<< Sai che odio quando mi chiami così >> dissi sbiascicando
<< Scusa… bella serata insomma. Ma… che hai fatto alla mano? Ti sanguina, andiamo in bagno devi sciacquarla >>
<< Con te non ci dovrei parlare >> lo ignorai completamente, mentre guardavo il sangue colare sulle maniche del vestito, lo avrei lavato prima che Chiara lo avesse saputo.
<< Mi dispiace, ok? Ho fatto la mia scommessa, ma era PRIMA di conoscerla. Adesso mi piace, e ho mandato tutto a puttane >>
<< Fammi capire, voi inglesi giocate a caso prima sì, poi no, poi sì, poi no con le ragazze? È questo il modo in cui vi comportate? Te e il tuo Niall del cazzo. Vi odio. No non è vero. Lascia stare, non ascoltarmi non capisco niente, comunque non è tutto perduto >> nemmeno io sapevo bene cosa stessi dicendo
<< Cioè? >>
<< Scusati. Un semplice scusa sincero e un regalo possono sistemare tutto! >> urlai convinta guardandolo mentre prendeva in considerazione la cosa passandosi una mano nei capelli, intanto applaudii del mio stesso discorso e feci anche un urletto di incoraggiamento.
<< Passami subito la birra che ti ho dato, basta bere Nichi >> la presi e la finii tutta d’un fiato poi lo guardai ridendo come una pazza.
Sembrava un bambolotto, mi veniva voglia di fare come le nonne: di prendergli la guancia e fratturargliela a forza di pizzicotti e facendo Pucci Pucci Pucci.
<< Spero comunque che ciò che hai detto possa avverarsi… vedo che tu invece non hai più bisogno di me con Niall >>
<< Certo, come no. Se n’è andato a rincorrere la tro.. hem, volevo dire, Barbara >> risposi seccata e calcando l’ultima parola in modo offensivo.
<< Sarà, ma allora perché mi ha promesso un mese di colazione a letto se avessi versato da bere sulla camicia di quel ragazzo con cui stavi ballando? >>
<< E allora perché quando mi stava per baciare e l'oca l'ha chiamato al suo servizio, lui come un cane ammaestrato l'ha rincorsa? >> risposi cattiva.
Brutto figlio di puttana di un irlandese, cioè questo scherza con i miei sentimenti e con quelli della sua ragazza e io non posso nemmeno ballare con chi voglio… CHE. NERVOSO.
<< E TU L’HAI PURE AIUTATO PER DAVVERO! Harry ma sei dalla mia o dalla sua parte? Che ti frega se ballo con qualcuno? Magari trovo un ragazzo che non sia un pezzo di merda come voi! >>
<< Nichi, Niall non lo è e tu lo sai. Deve solo capire i suoi sentimenti. E non voglio che balli col primo che capita, tu sei mia amica a te ci tengo e so che Niall è un bravo ragazzo, degli altri non so niente e quindi devo proteggerti >>
<< Ma zitto, PARACULO! >> iniziai a sbattere i piedi per terra tirando urletti nervosi, stavo per picchiare chiunque si fosse trovasse davanti a me quando il telefono di Harry squillò.
<< Sì ok, arriviamo >>
<< Che succede? >> chiesi appena attaccò la chiamata lasciandomi andare di peso sulla sua spalla
<< Louis è completamente ubriaco e conviene andare a casa prima che faccia casini >>
<< Ma mi sono appena appoggiata a te, dai, fammi dormire 5 minuti >>
<< Nichi, dobbiamo andare >>
<< Ok, vengo con te >>
<< E con chi altro se no scusa? >> concluse infine ridendo.
Cercai di ingoiare l’ultimo sorso di birra, rendendomi conto che era vuota e ricordandomi che l’avevo già finita. Mi allungò una mano per tirarmi su alzando gli occhi al cielo e lo seguii, da sola non ce l’avrei sicuramente fatta. Percorremmo la strada esterna per i parcheggi pur di non entrare in tutto quel casino che si trovava all’interno. Attraversammo un piccolo parco ed arrivammo nell’enorme piazzale fatto di sabbia, dove macchine di ogni tipo erano ferme. Vidi dei ragazzi parlare, subito mi resi conto che erano Louis appoggiato a Liam e Giuly; sembrava completamente andato. A destra vidi Fede e Zayn che si stavano avvicinando, lui con la mano nelle sue spalle, lei che aveva la sua felpa. Per qualche assurdo motivo stava tenendo le scarpe in mano mentre continuava a parlare col moro, vidi Harry accanto a me irrigidirsi. Ci avvicinammo e buttammo Louis di peso in macchina, scoppiammo tutti a ridere, l’unico della combriccola che mancava era Niall, ma non mi preoccupai.
<< Direi serata movimentata eh?! >> interruppe il silenzio Liam
<< Io ho trovato l’accompagnatrice per il ballo >> rispose Zayn stringendo la presa sul fianco di Fede.
Harry sgranò gli occhi come se avesse visto sua madre cadere dalle scale.
<< Beh, alcuni si sono divertiti più di altri >> esclamò seccato entrando in macchina e sbattendo la portiera.
Ci guardammo tutti confusi, ma io sapevo perfettamente il perché della sua reazione. Sta di fatto che quel ragazzo non ne faceva una giusta.
<< È meglio andare prima che questo mi vomiti in macchina, voi come tornate a casa? >>
<< Ho già chiamato un taxi >> disse Gio, come sempre il nostro eroe, ed io fui contenta che la serata si fosse finalmente conclusa.
 

 
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SPAZIO AUTRICE

Buonasera ragazze.
Premetto che questo capitolo, in origine non era così corto.
Era questa parte, più tutto il capitolo successivo che tra poco pubblicherò, e ho deciso di dividerlo in due perchè era effettivamente troppo lungo.
Insomma, erano 19 pagine di World, mi rendo conto sia esagerato.
Per questo il vecchio spazio autrice non ci sarà, in questo capitolo, è pubblicato nel prossimo che appunto in origine doveva essere integrato a questo.
Ok, sto facendo confusione. Prima di lasciarvi alle immagini 2 cose: mi rendo conto che questo capitolo, per il contenuto che ha, dovrebbe essere scritto molto meglio e avere più descrizioni, invece è pieno di sole azioni.
A mia discolpa posso dire che è stato un periodo pieno, e ora che ho avuto tempo di guardarlo e correggerlo sto scoppiando di mal di testa e non mi sono impegnata a scriverlo in modo approfondito, ma provvederò più avanti, prima vorrei lascaire spazio anche ai capitoli successivi.
Secondo, la parte di Nichi è scritta così malandata apposta, volevo far capire che fosse ubriaca marcia, spero vi sia arrivato il concetto.
Bene, vi lascio le immagini e vado a postare il resto del capitolo.
Grazie per la vostra attenzione, vi lascio alle immagini
A presto
Xoxo Nichi

 
 Grace, l'amica di Josephine, come prestavolto abbiamo scelto Lucy Hale
 Nicholas, il ragazzo della discoteca, come prestavolto abbiamo scelto Sterling Knight
 Chiara in discoteca
 Fede in discoteca
 Giuly in discoteca
 Gio in discoteca
 Nichi in discoteca

 

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Capitolo 9
*** Preparations ***


 


Preparations

 
22/09/2016

Giuly’s Pov.
 
Un rumore assordante mi svegliò dalla mia dormita profonda. Stupida sveglia. Allungai di malavoglia il braccio per spegnerla. Quel suono era stranamente troppo assordante rispetto alle altre volte, o forse lo sembrava a causa del mio mal di testa provocato dalla serata precedente. Non avevo mai amato alla follia le discoteche, anzi addirittura mi scocciava andarci, ma una volta dentro bastava una canzone ritmata per farmi scatenare in pista.
E poi diciamocelo, una cosa tira l’altra e tra il dire e il fare c’è di mezzo… l’alcol.
Naturalmente non mi ero ubriacata, ero giusto un po’ brilla, quel giusto da avermi fatto venire un terribile mal di testa. Era stata una serata divertente, ricordo di aver ballato i balli di gruppo con Louis mentre gli altri ci facevano video imbarazzanti per prenderci in giro, o ancora di aver fatto il trenino in pista e di essermi inciampata parecchie volte. Il ricordo più bello però fu quando il DJ mise la canzone “Perfect” di Ed Shreeran e tutti noi ci stringemmo in un abbraccio di gruppo per cantarla a squarciagola e Liam in quell’abbraccio era vicino a me, si avvicinò e mi diede anche un bacio sulla guancia. Risi ripensando a tutto ciò, presi un’aspirina e mi affrettai, alle 8:00 avrei avuto lezione. Scesi in salotto e salutai a gran voce, ma in casa non c’era anima viva.
Trovai solo un foglietto in sala che lasciava scritto:
“Giulietta;
  Nichi;
  ragno;
  urla;
  scopa rotta…
  Ti spieghiamo dopo ciaooooooo”
Ok, non ne volevo sapere niente.
Mi cambiai velocemente e dato che i miei capelli erano tutti scompigliati, passai la piastra col mio panino al burro e marmellata in bocca, da sempre la mia colazione preferita. Entrai in cucina per prendere le chiavi e vidi veramente una scopa rotta… bah. 7:50, ero in orario.
Uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle e mi incamminai verso scuola assolta dai miei pensieri, o forse dovrei dire dal mio unico pensiero. Liam. Non potevo fare altro che pensare a lui, così bello, così dolce, simpatico, premuroso, goffo e pasticcione. Anzi quella pasticciona ero io, però non potevo farci niente perché quando si avvicinava sentivo di non avere più aria nel corpo: il cuore iniziava a battermi all’impazzata e la bocca diventava d’un tratto secchissima, iniziavo a sentire solo il battito del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie, e quando proprio non mi aspettavo di vederlo le mie gambe sembravano diventare poltiglia e dovevo usare il poco autocontrollo che ho per cercare di non cadere a terra.
Non riuscivo però a capire se voleva essere gentile con me solo come amico o qualcosa di più ed io non mi azzardavo a chiedere, anche se la sera prima avevo visto le occhiate gelide e glaciali che mandava a chiunque ci provava con me. Era troppo tenero. Ero ormai arrivata al grande edificio azzurro e bianco quando la campanella suonò: filosofia mi aspettava. Arrivata in classe presi posto ai primi banchi vicino a Grace, l’amica di Josephine, anche se la sera prima non mi aveva dato una buona impressione. Non mi sembrava molto simpatica, e bisognava essere proprio stupide per tirare fuori l’argomento “Harry” con Fede dopo quello che le era successo. Chiara mi confessò di aver pensato la stessa cosa ed io non potevo che essere d’accordo con lei. Non appena iniziò la lezione iniziammo a chiacchierare, nè io nè lei amavamo quella materia. Parlavamo allegramente del ballo che ci sarebbe stato di lì a poco. Mi spiegò che ci sarebbe andata col suo ragazzo, Logan, ma alla sua domanda:
<< E tu? >>
LIAM.
Quel nome entrò come un camion nella mia mente, mi sarebbe davvero piaciuto andarci con lui.
Nella mia testa si fece spazio la sua immagine con addosso uno smoking; le spalle larghe strette nella camicia bianca e le gambe magre fasciate perfettamente da uno strato leggero di stoffa nera.
Il respiro stava già iniziando ad accelerare quando qualcuno alla porta bloccò i miei pensieri.
Non ci potevo credere. Parli del diavolo e spuntano le corna.
Teneva le mani nascoste dietro la schiena, come fanno i vecchietti che si mettono a fissare i cantieri e lo trovai molto buffo, ma il suo viso era comunque più bello che mai.
<< Buongiorno Payne, ti serve qualcosa di urgente? >> chiese la professoressa divertita cercando di guardare cosa il castano nascondeva dietro la schiena.
<< Vorrei parlare con G-Giulia… può uscire un attimo dalla classe? >> rispose indicandomi timidamente con un cenno di testa a cui io avvampai mentre Gre mi dava un colpetto col ginocchio.
Se quando l’avevo visto il mio respiro si era fermato, ora stava andando in tachicardia.
La professoressa spostò lo sguardo da me a Liam divertita ed io stavo impazzendo.
Quella era pazza, lo era sempre stata, non a caso la sua classe era piena di colori e lei aveva anche un bonsai che si portava sempre in giro per migliorare il suo karma.
Quando la prof. decise di spiccare parola rimasi sconvolta dalle sillabe che le uscirono dalla bocca:
<< Non c’è niente che tu non possa dire qua davanti a tutti >>
<< Ma >>
<< Niente ma, Liam, stai disturbando la mia lezione. O fai veloce o esci >>
<< Scusi professoressa. Volevo chiederle se voleva venire al ballo con me >> disse poi guardandomi.
Sbam.
Sentivo che in quel momento sarei potuta morire, un cazzo di fastidioso fischio persuadeva le mie orecchie, la bocca mi si aprì ma non riuscii ad emettere suono.
L’unico rumore che c’era era un “Oooh” che si alzava nella classe, quando la professoressa intervenne
<< Beh tutto qui? Glielo dici così? >>
Quella pazza stava godendo a mettermi in imbarazzo. Sarei voluta andarle davanti e strangolarla come Homer Simpson faceva con suo figlio Bart.
“Prendo quel bonsai e glielo ficco in bocca.” pensai subito.
Io lo fissavo.
Lui mi fissava.
La classe CI fissava.
La prof. rideva.
Quella situazione era a dir poco snervante, non sapevo come uscirne, volevo parlare ma ero paralizzata.
Si decise ad interrompere il silenzio entrando nella classe ed andando verso la cattedra.
“Ecco, cosa vuole fare ora?!” pensai ancora, era già abbastanza imbarazzante così.
Salì in piedi sulla cattedra, rischiando di far cadere anche il bonsai, per poi abbassarsi in ginocchio e portare in avanti le mani da dietro la schiena, tenevano in mano un mazzo di rose rosse e viole.
<< Hem hem. Giuly: le rose sono rosse, le viole sono blu, la mia accompagnatrice al ballo vuoi essere tu? >>
E la classe scoppiò in una rumorosa risata, ma non per prendere in giro, era una risata vera e liberatoria, forse per il silenzio di prima.
<< Così va meglio professoressa? >> chiese girandosi a guardarla
<< Perfetto direi >>
E mentre loro chiacchieravano allegramente io ero in panico. Dovevo rispondere. Io. Con il mio carattere estremamente riservato e timido. Lì. Davanti a tutti. Davanti a Gre che mi guardava complice, davanti alla prof., davanti a Liam.
Scoppiai in una risatina nervosa, quelle di quando non sai cosa fare ed esce quasi isterica.
E “ridevo” abbassando la testa per nascondermi, tanto che andai a sbatterla contro il tavolo.
Risate. Solo sane e rumorose risate echeggiavano nell’aula mentre io passavo dal rosso al viola al giallo al verde per l’imbarazzo. Avrei potuto far concorrenza a un camaleonte, davvero.
Se quel ragazzo aveva avuto il coraggio di fare una cosa del genere, doveva essere ricambiato in un modo migliore rispetto a una risata isterica in faccia.
Lui si stava avvicinando a me, voleva una risposta, ed il mio interminabile silenzio lo stava massacrando; potevo accorgermene dall’espressione preoccupata che prese il sopravvento sul suo volto.
Allora presi un respiro profondo, mi morsi il labbro, guardai in basso e annuii.
Tutti si misero ad applaudire e Liam scese dalla cattedra venendo vicino a me dandomi il mazzo di fiori e facendo un meraviglioso sorriso.
Si porse verso il mio orecchio e abbassando tanto la voce sussurrò:
<< Ti passo a prendere alle 20:00 >>
Si fermò apposta facendo un caldo respiro che mi fece venire la pelle d’oca e continuò
<< Vestiti di rosa >>.
Si alzò, fece un inchino alla prof. ed uscì.
Io feci un sospiro di sollievo, mi sentivo troppo in imbarazzo ed il mio autocontrollo era ai minimi storici. Incrociai le braccia e ci infilai la testa mentre tutti scoppiarono a ridere, ancora, e Gre mi accarezzò mentre feci un mugolio esasperato. In quel momento la campanella suonò.
<< Giulia muoviti o finisce la pizza alla mensa e Nichi da di matto, poi quello che ci perde sono sempre io, non capisco perché debba picchiare sempre me poi succed… >>
<< ARRIVO GIO BASTA HO CAPITO >> .
Spunta un secondo in classe e già rompe. Andai con Gio in mensa prendendolo a braccetto e ripensando alla sena di prima sorridendo involontariamente. Provai ad immaginarmi già con un vestito rosa a ballare abbracciata a Liam, e arrossii subito dopo. Arrivati in mensa aprii la bocca di stucco quando vidi Chiara con già 8 fette di pizza sul piatto che litigava con la cuoca che non gliene voleva dare altre.
<< CHE PALLEEEE >> sbottò tornando al tavolo con le braccia incrociate e una faccia che minacciava di morte.
<< Chiara… hai 8 cazzo di fette! >> le fece notare Gio
<< Embhè?! >>
<< Sono come dire… TANTE?! >>
<< La senti tu Nichi se gli porto solo 4 fette per pranzo? >>
<< Ok hai ragione, anche io sarei spaventato >>
Ridemmo alle spalle della nostra amica e mangiammo tutti insieme.

***

Stesso giorno 

Nichi’s Pov.
 
La mattina successiva alla discoteca decisi di rimanere a casa, per un pelo la notte seguente evitai di vomitare e al mio risveglio la testa ancora mi girava, per non parlare del fatto che ero così giù di morale che avrei evitato volentieri di vedere qualsiasi essere umano che non fosse Harry, per qualche assurdo motivo. Avrei dovuto odiarlo per quello che aveva fatto alla mia migliore amica, ma tra noi si era stretta un’amicizia così complice che sentivo di volermi aprire solo con lui in quel momento, specialmente dopo la sera prima. Impegnai la mia mattinata in un film comico proprio adatto a me in quel momento: “Single ma non troppo”, l’attrice Rebel Wilson la trovavo fantastica e con lei sullo schermo non potevo fare a meno di ridere. Nonostante ciò, controllai più volte il cellulare. Mi aspettavo quanto meno un messaggio da parte sua, anche solo di chiarimento, mi sembrava più che normale e rispettoso. Niall invece non aveva fatto altro che evitarmi come i codardi. Dovevo ammettere che da una parte ne ero grata, sarebbe stato imbarazzante. Questa volta sapevo di non essere nel torto, è stato un suo gesto; sapeva perfettamente che ero ubriaca e che non avevo le capacità di intendere le cose in modo giusto e razionale. Forse è stata questa la cosa che mi ha distrutto di più, mi ha usata dato che non sarei riuscita a reagire, e ne stava per approfittare bellamente. Decisi di non rimuginarci troppo sopra, la testa mi faceva ancora male e avevo solo bisogno di sonno ed acqua. Erano ormai le 15.00 (3.00 p.m.), gli altri erano tornati da un pezzo portandomi anche qualche fetta di pizza per pranzo, gesto che apprezzai molto, non avevo nessuna intenzione di mettermi a cucinare. Ci preparammo per uscire a fare compere per il ballo e dovevo ammettere che ero agitata. Sembrava che le ragazze non aspettassero altro, stavano tutto il giorno a parlare tra di loro; invece i ragazzi cercavano a tutti i costi di essere accettati dalle ragazze, chi con richieste faccia a faccia, chi con bigliettini, chi come Harry a cui bastava un’occhiata per far svenire chiunque. Ma la cosa invece assurda, era stata l’iniziativa dei docenti. Essendo una scuola artistica, hanno messo in palio crediti extra per i 10 studenti che avrebbero davvero sfoggiato la vena più bizzarra nelle proposte, tanto che alcuni studenti osavano addirittura con cartelloni, radio scolastica, striscioni con l’aereo nel cielo e chi più ne ha più ne metta. E anche le ragazze più coraggiose buttavano all’aria gli stereotipi facendo le proprie proposte fantasiose. Stan, un ragazzo del 5° anno, aveva addirittura imbrattato la parete più nascosta dell’istituto con un graffito, e la parte allucinante stava nel fatto che nessun professore si era arrabbiato ma, anzi, complimentato! Sicuramente Liam era stato originale da come ce lo ha raccontato Giuly, ma non penso sarebbe entrato nella top 10 studenti a cui spettavano i crediti.
Fede era su di giri, Zayn mi piaceva perché è un gran bel figo, ma era l’unico del gruppo ad essere ancora tanto chiuso; un lato positivo era che mi sembra meno stronzo di Harry e a differenza sua non credo l’avrebbe mai fatta soffrire.
Un’altra differenza era anche che Harry aveva dei gravi problemi mentali: il minuto prima è tutto un “lei mi piace veramente” e il minuto dopo se ne esce con quelle cazzate di lanciare frecciatine e mettere il broncio a tutti. Si vedeva che era geloso, che carino, ma non era comunque quello il modo di comportarsi.
Cercavo di tenere la mente occupata ancora, ma era inevitabile e continuava a venirmi in mente la scena del giorno precedente. Mi sentivo una merda, lui sen era andato da lei, per lei. Non so cosa mi aspettassi, ma sicuramente non questo. Mi era capitato di mi immaginare il nostro primo bacio quando fantasticavo tra me e me, e nella mia mente era stato così semplice, nessuno dei due si sarebbe aspettato che succedesse così, di colpo. E forse era un stato un bene che Barbara ci avesse interrotto prima che accadesse.
Passai davanti alla camera di Giuly e la vidi sdraiata per terra mentre perfezionava il disegno di Liam. Lei e Payne erano perfetti per stare insieme, sembravano usciti da una favola, speravo solo che al ballo andasse tutto bene: conoscendo Giuly, sarebbe potuta svenire in pista tra le braccia di Liam da un momento all’altro. Da quando era tornata a casa aveva iniziato a parlare come se non ci fosse un domani, nessuno sarebbe riuscito a spegnerla ed infine, dopo averci fatto una descrizione dettagliata dei capelli di Liam, si era chiusa in camera a disegnare.
Questo è quello che succede quando metti degli artisti tutti insieme, non sai mai quello che potrebbe accadere.
Scesi in salotto e mi sedetti sul divano con Gio, noi non avevamo segreti e infatti capì subito il mio strano stato d’animo. Mi mise un braccio dietro al collo e mi tirò vicino a sè abbracciandomi. Fede comparve dalla scala e si unì al nostro abbraccio a cipolla. Ne avevamo passate tante ma alla fine ne uscivamo sempre più forti di prima. Chiara fece finta di commuoversi vedendo il nostro abbraccio e scoppiammo tutti a ridere.
Qualcuno suonò alla porta, ci staccammo e Chiara andò ad aprire. Sulla soglia spuntarono le due testoline di Josephine e Grace pronte per far compere. Fede e Giuly, che ci aveva appena raggiunti, urlarono:
<< SHOPPING >> e notai con la coda dell’occhio Gio che si metteva le mani nei capelli solo al pensiero di cosa gli sarebbe aspettato.
Cinque ragazze, un ballo, un centro commerciale ed un pomeriggio libero, questo sì che doveva far paura. Salimmo sul taxi diretti ai negozi, chiacchierando per tutto il tempo e sparlando della pazza professoressa di filosofia, eravamo tutte d’accordo sul fatto che probabilmente, Liam avesse chiesto il suo aiuto per la realizzazione della proposta, e per quello lei era stata al gioco tutto il tempo.
Arrivammo alla struttura incredibilmente alta sei piani del centro commerciale, entrammo e ci trovammo davanti un’enorme scala mobile. Sui lati c’erano delle gigantesche vetrine, alcune contenenti libri, altre scarpe ed altre ancora vestiti. Iniziammo ad entrare nel primo negozio.
Io iniziai a guardare le felpe, mentre Fede e Chiara facevano le cretine con un vestito striminzito e pieno di brillantini. Le ragazze inglesi nel negozio continuavano a guardarle male quindi io Josie e Gre ci scambiammo uno sguardo d’intesa per poi scoppiare a ridere.
Uscimmo dal negozio di fretta ed entrammo subito in quello accanto, che guardammo velocemente perché era più un negozio sportivo, quelli pieni di scarpe da tennis e bellocci che non perdono mai occasione di mostrare la loro virilità. Salimmo le scale mobili ed andammo nel reparto dedicato interamente ai vestiti. La parte sinistra era piena di marche low cost; invece quella destra era dedicata alle marche più costose. Vedemmo qualche ragazzo della scuola, ma era naturale dato che era il centro commerciale più vicino al campus. Entrammo nel primo negozio a sinistra, ma non c’era niente di speciale, erano tutti troppo bomboniera, con troppe piume e troppi brillantini. Josephine e Grace trovarono però due vestiti carini, uno bordeaux con lo scollo a V e spalline sottili, molto lungo ma allo stesso tempo fine e leggero, che risaltava la carnagione di Josie; ed un altro color prugna molto semplice per Gre, era senza spalline e aderiva perfettamente al suo corpo, tranne la parte finale in cui la fine della gonna diventava poco più ampia.
Anche Gio prese un completo niente male: dei pantaloni e una giacca nera che abbinò ad una semplice maglietta grigia. Niente di particolare, ma gli donava moltissimo.
Lì di fianco c’era un negozio dedicato esclusivamente a vestiti per cerimonie e balli scolastici.
Andammo a curiosare e ci inoltrammo nelle corsie del negozio. Non potevo fare altro che perdermi in quel paradiso.
Gli scaffali erano pieni di vestiti divisi per colore, alcuni erano lunghi, molti altri più corti, alcuni con lo strascico, altri con un irresistibile corpetto a cuore.
Mi sentivo come catapultata nel paese di Alice e per una volta non pensavo ai i miei fiduciosi e comodi leggings.
Dovevo essere sincera: quanto mi sarebbe piaciuto andare con Niall.
La mia mente iniziò a vagare, vedevo il biondino con uno smoking che mi tendeva la mano, eravamo in una bellissima sala da ballo, mi diedi un’occhiata, indossavo un bellissimo vestito lungo blu notte con il corpetto fatto di fasce di tessuto che si sovrapponevano, la gonna del vestito era lunga e anch’essa molto leggera, formata da semplice tulle che cadeva lungo le gambe facendosi man mano più ampio. Era bellissimo. Continuai a sognare: mi avvicinai a Niall che mi teneva la mano, portandomi al centro della sala, vuota. Guardai le nostre mani intrecciate e sorrisi, lui mi prese delicatamente tra le mani il mio viso io e lo portò vicino al suo per baciarlo… e successe. In modo spontaneo, naturale, ma pieno di voglia. Era appunto così che mi immaginavo il nostro primo bacio, se mai ci fosse stata occasione di averlo.
Sentii un dolore lancinante alla testa, mi guardai in giro e mi resi conto di essere ancora dentro il negozio. Come avevo potuto immaginarmi tutto? Sembrava così reale, quando l’unica cosa reale era lo scaffale dove andai a sbattere nel bel mezzo del mio sogno ad occhi aperti. Soffrivo di disturbo dell’attenzione, l’ADHD, e ciò mi portava spesso a distrarmi ed allontanarmi dalla realtà, immergendomi nei miei pensieri che diventavano così fitti da esternarmi dall’ambiente esterno, sia visivo che uditivo. Sospirai sconsolata e iniziai a cercare gli altri, ma mi fermai di colpo posando lo sguardo sulla sezione azzurra del negozio, spalancando completamente la bocca. L’avevo trovato. Non avevo mai visto un vestito così bello in vita mia e non c’era altro che avrei voluto indossare quella sera. Non era lo stesso vestito che mi ero immaginata, ovviamente. Sarebbe stato pressoché impossibile, la buona notizia era che era ancora più bello. Il corpetto era stupendo, con una scollatura a cuore e senza spalline. Il tessuto era semi trasparente sulla parte stretta che avvolgeva la pancia. Scendeva poi ampio, con uno spacco sulla gonna che non risultava assolutamente volgare, essendo comunque il vestito molto pomposo. Era tutto decorato con fiorellini sul corpetto e farfalle lungo tutta la gonna. Il colore era di un azzurro cielo stupendo, e sul mio biondo doveva starci bene.
Era proprio un vestito da cenerentola, sicuramente un vestito che mai avrei indossato in vita mia, se non in quell’unica occasione dove era tutto così formale.
Gli passai dolcemente una mano sopra.
Fede mi osservò per tutto il tempo, sorrise prendendo il vestito spingendomi nei camerini per provarlo, dandomi una poderosa pacca nel culo che fece ridere tutte e due.
<< Non lo posso comprare Fede >>
<< Vuoi una sberla? >>
<< È un abito bellissimo, ma siamo sinceri, non è adatto a me! Farei ridere, suvvia. È troppo fine ed elegante, chiunque mi vedrà con questo addosso mi prenderà in giro, sono tutti abituati a vedermi come un maschiaccio. E soprattutto non sono stata invitata da nessuno, non ci dovrei neanche venire al ballo >> si avvicinò e mi puntò lo sguardo dritto negli occhi, pensavo in una reazione arrogante per farmi svegliare fuori, ma mi stupii di vedere il contrario:
<< Senti Nichi, non sei più alle medie né tantomeno alle superiori. Non sei nemmeno in Italia, siamo a Londra per fare una nuova esperienza e vivercela al 100%, che siano momenti di tristezza o di gioia. Lasciati il passato alle spalle. Per anni hai sofferto credendo alle parole di tutti quelli che ti prendevano in giro perché nella vita non avevano di meglio da fare. Eri un bersaglio facile: una ragazza insicura e ai tempi troppo debole per tenergli testa. Col tempo sei cambiata, hai iniziato a farti rispettare, ma con ciò non concludi niente se prima non impari a rispettare te stessa. Sei una ragazza veramente bellissima e con un carattere invidiabile, perciò, per una volta, vuoi deciderti ad osare e fregartene del parere altrui? È troppo elegante per una come te da felpe e scarpe DC? Dimostra il contrario. E nel caso ti iniziassero a prendere in giro fregatene e viviti la serata col vestito più bello che tu abbia potuto desiderare. Non hai nessuno a cui dedicarlo? Mettilo per te stessa. Mostra questo lato di te e sarai più bella che mai >>.
Ascoltandola le lacrime mi rigarono le guance, non sapevo cosa dire, semplicemente mi tuffai in un abbraccio pensando che forse non aveva tutti i torti, dovevo quanto meno provarlo. Era solo un vestito.
<< Grazie >> e prendendo il vestito che mi stava passando, andai nel camerino a provarlo.
Mi guardai allo specchio e intravidi sotto un paio di unghie laccate rosse (Fede) passarmi un paio di scarpe argento brillantinate, con un tacco non troppo vertiginoso. Le misi e mi sentii come nel mio pseudo-sogno, il vestito si alzò di qualche cm e arrivò raso raso a terra. Mancherebbe solo un bellissimo irlandese con gli occhi azzurri. Non ebbi il coraggio di uscire, volevo tenerlo per me, quindi mi cambiai, sospirai, e infine uscii.
Vidi Gio, Fede, Grace e Josie aspettare che si aprissero gli altri due camerini, finché uscirono in tutta la loro bellezza Giuly e Chiara.
La prima era stupenda, anche se non avrei mai messo quell’ abito rosa spento così aderente, con il corpetto stretto da una cintura di brillantini e la gonna di tulle, ma a lei donava moltissimo.
L’altra invece aveva un vestito che le fasciava perfettamente il corpo, era rosso o con una fascia di strass sul il corpetto che partiva da un’unica spalla, arrivando anche questo ai piedi.
Sapevo che era ancora scossa per quello che era successo con Gio, me credo che con quel vestito non avrebbe avuto problemi a trovare qualcun altro.
Gio si mise due dita in bocca strappando un fischio che fece scoppiare noi ragazze in una risata divertita.
<< Siete Per- Fet- Te >>dice Fede facendo schioccare le dita a ritmo.
Prese un paio di scarpe argento per Chiara e gliele diede, poi invece un altro paio un po’ più basso per Giuly, che la ringraziò con lo sguardo per averle prese più basse, sappiamo tutti che con un paio più alte sarebbe potuta cadere ed uccidersi. Avevano una fascetta che stringeva la caviglia. Andammo a pagare i nostri vestiti ed uscimmo dal negozio.
<< Ora manchi solo tu >> dissi a Fede prendendola a braccetto.
<< Non voglio, sai che i vestiti non fanno per me >>
<< Anche io ho rinunciato ai miei felponi, e poi non puoi andare in pantaloncini al ballo, specialmente dopo il discorso che mi hai fatto >>
<< Che palle, dai>>
<< No cara, non esiste che predichi bene e razzoli male, ora ne cerchiamo uno e stai anche zitta! >> dissi facendo una linguaccia.
Mi fermai un attimo guardandomi in giro e scorgendo il negozio preferito di Fede, “Prada”, suggerii:
<< Entriamo a dare un’occhiata >> non se lo fece ripetere due volte che si era già catapultata nel negozio. Iniziò a toccare tutto ciò che era di pelle, molte volte cade nel prevedibile.
Alzai gli occhi e rimasi senza fiato nel vedere un bellissimo vestito lungo beige.
Cioè WOW.
Non rientrava sicuramente nel suo genere, ma sapevo benissimo che le sarebbe piaciuto.
Chiesi alla commessa di darmelo, poggiandolo subito poi nelle mani di Fede, che cercò di dire qualcosa, ma la spinsi nel camerino.
Mentre aspettavo, sentii una risata familiare… fin troppo familiare. Niall.
“Adesso sento anche la sua voce, dovrò andare da uno psicologo” pensai, ma quando mi girai vidi lui e la combriccola fuori dal negozio. Mi sarebbe piaciuto tanto sapere che cazzo aveva da ridere.
Sentii Fede che già iniziava a lamentarsi, allora mi venne una brillante idea.
Uscii di corsa dal negozio.
<< Venite ma state zitti >>
<< Ciao anche a te >> disse Lou guardandomi male mentre gli facevo segno di chiudersi il forno, mentre Niall fece finta di ignorarmi.
Li feci sedere nelle poltrone di pelle rossa davanti ai camerini.
Fede e i vestiti bonbon non sono mai andati d’accordo, ma quel vestito era spettacolare e con tutti quei ragazzi davanti non poteva dire di no.
Guardai i due che mi interessavano, Zayn era appoggiato allo stand e Harry era seduto sul divanetto che parlava a bassa voce con Louis seduto sul bracciolo.
<< No Nichi non mi sta bene poi è anche... >>
Fede uscì senza finire la frase, si sentì solo l’urlo di Louis sbattuto giù dal bracciolo da una manata di Harry.
La sua faccia quando era uscita era impagabile, la mano gli era partita all’indietro senza neanche rendersene conto, la bocca era ancora aperta e la chiuse dopo circa 15 secondi, gli occhi erano più scuri.
Si girò verso Zayn e gli lanciò uno sguardo da “adesso ti faccio realmente fuori”.
Zayn fortunatamente non lo notò, non riusciva a togliere gli occhi da Fede.
Forse era l’unica volta nel suo sguardo dove non vidi indifferenza, aveva un sorriso vittorioso, anche se non riuscivo ancora bene a leggergli le emozioni.
<< Ma che cazzo?! TU! >> disse Fede indicandomi mentre cercavo un posto dove scappare, ringrazio il cielo che Gio e Niall fecero segno di andare da loro che mi avrebbero nascosto. Un momento, Niall? Feci finta di non pensarci.
<< NON TI NASCONDERE >> disse venendomi incontro
<< Stai stra bene! >> si intromise Chiara, ma Fede era troppo occupata a pensare ad un modo per uccidermi.
<< Se non lo avessi fatto non lo avresti preso trovando mille scuse >>
<< Infatti non lo prendo >>
<< No, perché? Stai da Dio >> disse Louis sincero
<< Perché sembro un’idiota >> rispose seccata Fede girandosi, con un tono di voce ovvio
Louis si strofinò la mano nel bernoccolo e aggiunse:
<< Sembri tante cose, ma di sicuro non ridicola >>
Fede spalancò la bocca per replicare ma si fermò e si guardò subito poi allo specchio.
Colsi l’occasione per dire:
<< Chi vuole che lo prenda? >>
Tutti alzarono le mani, Zayn sempre con il sorriso, Liam che prima ha guardato Giuly come per chiederle il permesso, Niall alt.. non voglio guardarlo, Louis con una mano dietro la testa ancora per il dolore ed una in alto.
Harry era imbambolato a guardare qualcosa.
<< Credo che anche ad Harry vada bene dato che ti fissa le tette >> disse Chiara maliziosa
Fede arrossì di botto e abbassò lo sguardo, ma sbiancò da lì a poco guardando l’etichetta.
<< Comunque non posso prenderlo, costa 1400 £ e non ho tutti questi soldi, quindi mi dispiace per i vostri ormoni maschili in subbuglio ma verrò coi miei pantaloni e un top >>
Disse entrando nel camerino. Rimasi senza parole, per lei quel vestito era troppo perfetto.
Fede uscì dal camerino e la seguimmo fuori dal negozio; stavo camminando proprio davanti a Zayn e a Fede con accanto a me Harry.
<< Comunque stai benissimo anche così >> le disse il pakistano portando il braccio sulle spalle della mia amica, non potevo fare a meno di guardare Harry che all’apparenza poteva sembrare normale, ma dai suoi occhi capivo che era incazzato nero.
Davanti a me c’erano gli amabili Liam e Giuly che conversavano, fin quando Giuly non gli mostrò il vestito e Liam le diede un bacio sulla guancia. “No Liam non farlo che poi sviene la poveretta” pensai, come credo fecero tutti. Dietro invece sentivo Louis e gli altri scherzare.
Erano solo le cinque di pomeriggio, ma tornammo a casa per prepararci per il ballo nonostante sarebbe stato alle 23.
Sinceramente a quel punto stavo prendendo la decisione di non andare al ballo in considerazione, ma ci ripensai subito dopo, non posso dargliela vinta nemmeno per un milione di euro. Dovevo fargli vedere che ero forte e non mi aveva ferito, anche se non mi aveva parlato per tutto il giorno e aveva cercato di evitarmi il più possibile. E poi diciamocelo, ormai avevo comprato il vestito.
Prendemmo il taxi ed arrivammo a casa.
 
***

Sospirai per la centesima volta quel giorno e vidi tutte con una specie di pappetta verde in faccia che ascoltavano la musica per aspettare che si asciugasse quel coso.
La presi pure io me la misi sul viso cercando di pensare ad altro, non ero abituata alle beauty routine ma volevo distrarmi. Erano passati ormai 20 minuti e dopo aver tolto e sciacquato per bene la maschera e aver messo una crema idratante, era tempo delle unghie.
Decisi di mettere uno smalto della stessa tonalità di indaco del vestito, mentre qualcuno suonò il campanello della porta. Fede si alzò e andò ad aprire: era l’unica che aveva lasciato lo smalto rosso di quel pomeriggio che le donava e di conseguenza non doveva aspettare che si asciugasse. La vidi aprire la porta e fissare l’uscio con un’espressione confusa per poi abbassarsi e prendere una scatola da terra.
<< Non guardatemi tutti, ne so quanto voi >> disse appoggiandola al tavolo ed aprendola.
Rimanemmo tutti senza parole nel vedere le mani di Fede tremare prendendo un tessuto beige.
<< Ma è il vestito! >> disse Chiara, molto stupita.
Fede tolse anche un paio di scarpe nere con la base rossa.
La sua faccia sbiancò mentre le guardava:
<< COSA?! Sono Lou-Lou-Louboutin?! >> chiese retorica sussurrando incredula.
Capii tutto in quel momento: ecco perché nel salutarci mi aveva chiesto il suo numero di scarpe, e io non capendolo gli diedi scherzosamente del feticista.
Prese il bigliettino e scoppiò a ridere nel leggere:
“Mi dispiace. Non ti fisserò più le tette, o meglio non lo farò senza la tua approvazione
                                                                                                      -H-’’
 
 
_______________________
SPAZIO AUTRICE      
 
  

Ciao!
Ricordo a chi può sembrare una storia un po' strana o bizzarra, che è comunque una storia d'amore ma anche comica, lo avevamo (e lo ribadisco oggi) messo anche nella descrizione della storia.
Ogni cosa che vi sembra troppo strana e surreale verrà spiegata nei prossimi capitoli!
Sembreranno forzature? Può essere, ma ripeto, eravamo piccole e io mi sto occupando solo di finirla, lasciando comunque la trama decisa 10 anni fa.
Preferisco non mettere le immagini dei vestiti per lasciarvi la sorpresa al prossimo capitolo!
Sono molto belli!
A presto, vi lascio al vecchio spazio autrici.
Buona giornata!
Baci, Nichi
 
 
___________________________
SPAZIO AUTRICI        

Ciao ragazze :)
allora, volevamo innanzitutto scusarci per il ritardo.
scusateci se sono circa due mesi che non siamo attive, ma è estate per tutti.
allora passiamo al capitolo.
ci è voluto un sacco per inventarlo e trascriverlo tutto,
ma secondo noi è essenziale.
nel 4° capitolo abbiamo avuto solo 2 recensioni, come mai? :(
ci tenevamo un sacco a quel capitolo, vabbè.
oh ragazzuole il prossimo capitolo parla del ballo *-*
seguiteci per scoprire tutte le novità del gruppo.
Abbiamo creato il trailer della nostra storia, potete trovarlo in Youtube, ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk

 Baciii.
-Nichi & Fede

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Capitolo 10
*** Late summer night ***




Late summer night


22/09/2016

Sera - Pre ballo

Nichi’s Pov.
 
Eravamo tutti pronti sull’uscio della porta di casa ad aspettare che Liam venisse a prendere Giuly. Credo che, invece, Zayn e Fede si dovessero trovare direttamente a scuola. Le due erano agitatissime: Giuly continuava a mangiarsi le unghie correndo per casa, ecco perché avevamo deciso di aspettare l’arrivo di Liam per uscire… doveva calmarsi, era solo un ballo, non poteva anche in questa occasione comportarsi da pazza isterica. Già era imprevedibile normalmente, figuriamoci quando è così agitata, ecco perché decidemmo di stare col lei cercando, inutilmente, di tranquillizzarla. Fede invece continuava a camminare nervosa avanti e indietro per il salotto, facendo venire il mal di testa a chiunque la guardasse. Le sue scarpe erano qualcosa di favoloso, le donavano tantissimo, nonostante credessi che con il color ocra non fossero il miglior abbinamento.
Finalmente suonò il campanello, Giuly sbiancò subito respirando fortissimo, sembrava fuori di testa. Chiara andò ad aprire la porta ed un bellissimo e sgargiante Liam in smoking spuntò sorridendo. Appena i due misero piede fuori casa per andare al ballo e accostarono la porta alle spalle, scoppiò da parte di tutti noi rimasti in casa una risata assordante, ma nessuno sentì quella di Fede che, stranamente, era lì zitta e impassibile.
Per rassicurarla Gio le poggiò un braccio dietro la spalla:
<< Adesso preoccupiamoci di quest’altra principessa >>
Lei appoggiò la testa sul suo petto e disse:
<< Io sto a casa >>
Così intervenne Chiara, che con grande femminilità e buon’educazione rispose
<< COL CAZZO! >> prendendola a braccetto e trascinandola fuori casa.
<< INFATTI! Mi hai obbligato a prendere questo vestito da Cenerentola e il minimo è che tu soffra insieme a me >> mi aggiunsi io, prendendola in giro amichevolmente.
Uscimmo infine tutti e Gio chiuse la porta a chiave.
“Al massimo sono io quella che deve rimanere a casa” pensai tra me e me, in modo che nessuno potesse sentirmi, con un sorriso amaro in faccia.
Il ballo si teneva a scuola, nella parte esterna dove c’erano i campi da pallavolo a da calcio, in cui momentaneamente gli attrezzi come le reti e le porte furono rimosse per lasciare spazio a noi giovani.
Arrivammo davanti al cancello dell’istituto, e, con un po’ di terrore nel corpo, varcai l’ingresso. Il giardino era stato addobbato per ospitare tutti: in un enorme gazebo era stato montato sui due campi, all’interno si trovava la band ed il banco con gli analcolici, oltre a un sacco di sedie sparse qua e là allora, luci stroboscopiche ed altre colorate, per finire l’opera con una strobo sfera nel centro del soffitto del gazebo. Non poteva di certo mancare una parte artistica in una scuola come la nostra, ecco perché in tutte le pareti erano appesi disegni e dipinti dei ragazzi del corso di arte, pensai fosse davvero una bella idea.
Ci avvicinammo subito al banco analcolici per prendere qualcosa ed iniziare finalmente la serata, ma Fede fu fermata da qualcuno che le mise le mani sugli occhi:
<< Chi è? >>
<< Rob >> rispose Fede ridendo
<< Sbagliato >>
Ed ecco che il bellissimo ZaynsonofigoMalik le scoprì gli occhi sorridendo in tutto il suo fascino, erano così… strani, insieme.
Lui indossava un completo quasi azzurro, così perfetto per il suo corpo asciutto e tonico. La sua carnagione scura stava benissimo con quella tonalità di azzurro ed il tutto era coordinato dati i capelli spettinati con cui, alzati senza il solito ciuffo chilometrico, dava l’impressione del perfetto Principe Azzurro.
Fede invece era l’opposto; con quel vestito beige ed i tacchi opposti e scuri trasmetteva potenza.
Il vestito spiccava sugli altri: molti erano blu elettrico, altri rosa, la maggior parte bordeaux, ma a quanto pare era l’unica con un vestito così.
<< Sei venuta alla fine >>
<< Non potevo darti un due di picche >> disse lei facendogli l’occhiolino, prima di disperdersi mano per mano col suo cavaliere e salutandoci per augurarci una buona serata. Era giusto così, doveva stare con lui, come Liam doveva stare con Giuly da solo, anche se lei ero sicura preferisse starci intorno per non creare casini e sentirsi al sicuro.
Guardai Chiara e con un cenno di testa e uno sguardo a sinistra, le feci capire che dovevamo lasciare Giuly e Liam da soli, era il momento che la ragazza prendesse coraggio e iniziasse a crescere, in modo positivo intendo.
<< Liam, perché non porti Giuly a vedere i dipinti appesi? Magari ce n’è uno suo >> disse Chiara facendo un gesto con le mani a Liam per fargli capire che volevamo aiutarlo, lui capì al volo e infatti prima che Giuly potesse rispondere disse:
<< Bellissima idea, adiamo Giuly, sono sicuro che un tuo disegno ci sarà, hai molto talento >> incamminandosi verso i quadri e mimando col labiale un “Grazie” a Chiara.
Giuly si girò guardandoci impaurita mentre Liam la trascinava per mano, noi la salutammo facendo una linguaccia e lei ricambiò alzano gli occhi al cielo, sicuramente a casa le avremmo sentite su.
Guardando quanto fossero carini mi ritrovai senza volere, o meglio volendo, (dipende dai punti di vista), a cercare con lo sguardo Niall, ma di lui non c’era ancora nessuna traccia.
Ci incamminammo tutti in mezzo alla pista ed iniziammo a ballare le canzoni ritmate in sottofondo. Voltai nuovamente lo sguardo in giro e vidi molte coppiette che ballavano e solo pochissimi gruppi come il nostro.
Ad un tratto riconobbi la testolina bionda di Nicholas, il ragazzo della discoteca; ballava con una ragazza molto carina, magra e con lunghissimi capelli rossi. Non rimasi assolutamente dispiaciuta, anzi, spontaneamente gli sorrisi felice per lui. Quando si accorse di me mi salutò con la mano, ricambiai il saluto e gli feci sincera un pollice in su riferito alla bellissima ragazza che era riuscito a conquistare, lui avvampò facendo diventare tutte le guance rosse, mi misi a ridere e decisi di lasciarlo in pace e fargli godere la serata.
Continuai a ballare con Chiara e Gio, dato che alla fine al ballo ero andata con loro non avendo l’accompagnatore, e dopo qualche canzone sentii i miei piedi urlare dal dolore, così andai nuovamente al tavolo delle bevande cercando una sedia libera.

***
Ballo
 
Giuly’s Pov.
 
Uscimmo di casa io e Liam: ero un fascio di nervi. Poi lui era così bello con quel completo scuro quasi grigio. I capelli cortissimi mettevano in risalto i suoi occhioni color nocciola. E quel sorriso, oh quel sorriso non credo che possa essere descritto con le parole di un dizionario, ma in quanto artista coi colori lo definirei così:
Giallo, giallo perché era luminoso come il sole;
Rosso, rosso perché trasudava sensualità maschile;
Arancione, arancione perché è il colore delle cose naturali più belle, come le tigri o il tramonto.
Stavo ancora pensando tra me e me quando:
<< Hey >> sentii Liam che mi portava via dai miei pensieri. Mi girai e sorrisi
<< Sei bellissima >> mi confessò sincero
<< Ma quindi ti piace questa graduazione di rosa? Perché non sapevo se era meglio rosa salmone o se preferivi un rosa shocking… >>
Mi mise un dito sulle labbra e subito mi zittii diventando di un potente rosso fuoco in ogni parte del corpo. Possibile che fossi così cretina da non rispondere un semplice “grazie”?
Lui se ne accorse e sorrise staccando il dito dalle mie labbra.
Continuammo a camminare, mi sentivo ancora un po’ traballante, ma non tanto quanto poco dopo, che sentii un lieve sfiorare di mani sulla mia pelle, allora li si che stavo direttamente cadendo a terra, fortunatamente, col pensiero.
Le sue dita sfioravano volutamente le mie, toccando la mia mano sempre di più finché, visto che non sentì alcuna resistenza da parte mia, la strinse alla sua.
Era calda e soffice ed era così grande che quasi nascondeva la mia. Ero veramente cotta di lui e poteva immaginarlo bene. Questo peggiorava ancora le cose. Ma non potevo chiedere altro in quel momento, se non volere di più, volevo stargli il più vicina possibile, abbracciarlo, e magari, perché no, baciarlo. Per sempre. Anche se, col mio carattere, era un sogno ben lontano dalla realtà.
Arrivati a scuola subito prendemmo da bere, ma fui delusa quando scoprii che non c’era traccia di alcool da nessuna parte che mi avrebbe fatto molto comodo in quel momento. Con una scusa i miei amici cercarono di far allontanare me e Liam da soli, e riuscendoci, li maledissi il più possibile, ne avrei sicuramente combinata una delle mie e non ci sarebbe stato nessuno a sostenermi. Ma so perché lo avevano fatto, infatti in fondo non li biasimai. Arrivammo finalmente ai quadri che sembravano lontano chilometri e chilometri dai miei amici, quando alla fine lo spazio che ci distanziava erano sì e no 10 metri. Fui onorata notando addirittura 4 miei disegni appesi, tutti gioiosi e pieni di colore.
<< Complimenti Giuly, come li descriveresti? >> chiese Liam curioso con lo sguardo attento mentre scrutava i miei dipinti
<< Oh, questi li ho fatti in un batter d’occhio, guarda! Il primo è un cerchio semplicissimo, questi ghirigori attorno tutti diversi rappresentano le diverse fasi della vita, infatti, è un cerchio della vita tutto colorato, volevo trasmettere speranza. Questo è un semplice Yin e Yang con colori complementari rosso e verde, volendo rappresentare al posto del bene e del male la speranza e l’amore, concentrandomi solo sulle cose belle e volendo lasciare un pensiero positivo e collegare la speranza di cercare sempre un amore folle e infinito, credo sia un po’ il sogno del cassetto di tutti. E poi guarda questo: è una casa nera ed una pioggia formata dai colori del tramonto, un contrasto molto grande, all’apparenza cupo e triste, ma volevo mandare il significato di essere forti e combattere contro i nostri demoni perché c’è sempre una seconda scelta per brillare >> raccontai tutta d’un fiato senza rendermene conto
<< Wow Giuly, è il discorso più lungo che io ti abbia sentito fare da quando ti conosco, quando parli dell’arte non sei poi così timida >> ed io avvampai
<< Beh, l’arte fa parte di me ed è la parte più esuberante e estroversa che io abbia, tramite l’arte riesco a raccontarmi per questo non mi è difficile spiegarla senza impallarmi >>
<< E questo? Il quarto? Non me lo spieghi? Sono veramente tutti interessanti ma questo mi sembra tanto diverso >> a questa domanda spalancai gli occhi volendomi trovare da tutt’altra parte piuttosto che davanti a quel dannato disegno
<< Cosa sono? Alieni? >>
<< Ehm… una specie >>
<< Perché proprio 10? >>
<< Vedi, mi imbarazza molto dirlo… Questi sono mostriciattoli ed ognuno di loro rappresenta il mio gruppo ed il tuo, che ormai sta diventando sempre di più “nostro” in quanto più unito. Ognuno ha un colore diverso e rispecchia le nostre personalità. Sono mostriciattoli perché in fondo tutte le persone hanno qualcosa di non umano, come qualche pensiero o hobby fuori dal comune. Vedi, tutti i disegni sono collegati: il cerchio della vita fa parte della mia crescita fino ad oggi, lo Yin e Yang di speranza e amore è il mio sogno nel cassetto, la casa nera sono io che devo cercare di togliermi quel colore timido e impacciato e dare sfogo al mio vero io interiore con tutti non solo con i miei amici, ecco perché accanto ci siete anche voi; voi mi state aiutando, sto riuscendo ad aprirmi e posso essere me stessa. Voi siete i primi veri amici che ho oltre ai miei. Ho sempre avuto solo loro 4 >>
<< Sei veramente un’artista sorprendente Giuly, hai tanta fantasia e io so benissimo che sei una ragazza d’oro nonostante la casa nera che ti porti come scudo >> disse dandomi un bacio sulla guancia al quale arrossii
<< E dimmi, io sono questo? >> chiese indicandomi un mostriciattolo alto e viola
<< Beh, sì, è il tuo colore preferito >> spiegai ridendo.
Dopo qualche altro scambio di battute lo trascinai ed entrammo in pista a ballare, iniziavo già a sentirmi più sicura di me.
Anche Liam sembrò capire il mio cambiamento, perché iniziammo a parlare ancora e a ridere, e per una volta accanto a lui non sembravo una terribile idiota.
 
***

Ballo

Fede’s Pov.
 
Non vedevo niente ma sentivo una risata familiare che mi soffiò sul collo portandomi inevitabili brividi.
<< Chi è? >> mi chiese una voce camuffata
<< Rob >>
<< Sbagliato >> disse la persona togliendomi le mani dagli occhi e facendosi finalmente vedere.
Così bello da togliere il fiato, riuscii a malapena a chiudere la bocca.
Le gambe sode e magre, la giacca gli cadeva in modo perfetto sopra le spalle, quel sorriso dolce che faceva brillare il resto del viso, ma appena girai lo sguardo altrove sentii lo stomaco risalirmi in gola di botto.
Harry scese dalla macchina e io non potevo fare altro che sentirmi inadeguata a vedere tanta bellezza. Sembrava un angelo, rimasi sconvolta da quanto era perfetto, così spensierato. I capelli ricci lasciati a loro stessi che lo facevano sembrare un modello di chissà quale rivista erotica famosa.
Le spalle così diverse da quelle di Zayn, strette, quelle di Harry erano molto muscolose e chiuse in una giacca nera. Sentivo il bisogno di lanciarmi dentro le sue braccia, nascondermi dal mondo e vivere lì, cullata dal suo profumo che ho sentito per pochissimi istanti la prima volta che ci siamo visti, eppure sembravano fottutamente indispensabili per farmi andare avanti a vivere.
Se ora come ora mi mettessi a correre tra le sue braccia la gente mi prenderebbe per pazza; mi sarei tolta le scarpe: amavo il fatto che essendo una nana gli sarei arrivata al livello del cuore e lo avrei guardato da sotto concentrandomi sulla sua mascella squadrata, le ciglia lunghe e le fossette da bambino. E pensare che quel ragazzo mi aveva regalato il vestito che indossavo per andare al ballo con un altro mi faceva stare male.
Zayn mi mise un braccio sulla spalla riportandomi alla realtà e ci incamminammo dentro il giardino, ma feci il grande errore di guardare dietro e sentire un dolore all’altezza del petto mentre vedevo che dall’auto di Harry stava uscendo una delle ragazze più belle che io avessi mai visto.
Mi voltai verso Zayn e iniziai a parlare di cose banali, fino a quando non mi chiese del vestito. Avrei dovuto dirgli di Harry, pensavo lo sapesse, però ero convinta che se glielo avessi detto avrebbe perso di valore, quindi decisi di rimanere sul vago:
<< Un regalo >>
Mi guardò torvo ma poi lasciò cadere l’argomento.
Iniziammo a ballare come la sera prima in discoteca, con la differenza che questa volta mi stavo divertendo.
Il dj decise di passare la prima serata con canzoni ritmate e io mi misi a cantarle a squarciagola insieme a Zayn, convinti del fatto che tanto col volume delle casse nessuno sarebbe riuscito a sentirci.
Eravamo vicinissimi, riuscivo a sentire il suo profumo e quel retrogusto di fumo che mi sapeva di proibito, mi sorrise e ricambiai, ma in quel momento una voce mi fece girare:
<< Ragazzi e ragazze buona serata! Spero che vi stiate divertendo, ma adesso vogliamo fare un piccolo gioco tradizionale: dunque dopo il countdown le ragazze dovranno ballare la prossima canzone con la prima persona che toccherà loro il braccio senza potersi rifiutare! Ah, mi raccomando, vietato il vostro accompagnatore! Dovrà essere qualcun altro. >> spiegò la capa della serata: la pazza professoressa di filosofia con la sua voce da oca. Che cosa stupida, non che mi importasse di avere qualcuno bello, ma con Zayn stavo bene, e poi figuriamoci, sarei restata sola, cioè chi mai avrebbe voluto ballare con me: quella strana, quella nuova e quella italiana vista male da tutti. Mettendola così, lì a scuola c’erano un sacco di pregiudizi, ed io e i miei amici ancora non ci eravamo abituati al 100%. Solo qualche giorno prima, passando per la mensa, qualcuno mi urlò:
<< PIZZAAA >> non potei fare a meno di rispondere:
<< VEDI CHE IN ITALIA C’È PURE LA MAFIA, IO STAREI ATTENTA AD APRIRE LA BOCCA >> intanto si sentì Nichi che fece una figura di merda urlando:
<< Dove dove?! la voglio anch’io! Non l’ho vista prima! >>
<< Nichi ci stanno prendendo in giro >> le fece notare Chiara
<< Ah. Ci provino un'altra volta che gli arriva una scarpa in bocca. Non si scherza con la pizza! >> urlò abbastanza forte per essere volutamente sentita.
Eppure, mentre ripensavo a tutto ciò, sentii una mano sulla spalla. Credevo di avere urtato per sbaglio qualcuno, ma quando vidi le sue fossette non potei fare a meno di sorridere.
<< Credo che tu abbia sbagliato persona >>
<< Sei più alta con queste scarpe >>
<< Almeno non mi darai della nana >>
<< Devi ballare con me >>
<< Non so ballare i lenti… >>
<< Vorrà dire che ti insegno adesso >>
Disse tirandomi verso di lui, appena mi poggiò le mani sulla schiena rimasi senza fiato da quella vicinanza, ma cercai di non farglielo notare.
<< Grazie per il vestito e le scarpe, ti saranno costate una fortuna >> ringraziai cercando di smorzare l’attenzione dal mio pessimo modo di ballare.
<< Te lo dovevo, e poi chi mi avrebbe pulito la casetta di legno sennò? >> disse ridendo, così sforzai un sorriso striminzito, che a quanto pare non era uscito benissimo dato che mi disse:
<< Sei bellissima >>
Il suo tono smorzò il mio respiro, ma poi scoppiai a ridere: la risata che mi partì dalla gola sembrava poco più che un rantolo.
<< Che c’è? Cosa ho detto? >> chiese sembrando non capire la mia reazione.
Feci cenno con la testa verso la ragazza che ballava vicino a noi con (stavolta il vero) Rob, giocatore di basket del mio corso di matematica, popolare in tutta la scuola e con centinaia di ragazze ai piedi… beh si era figo eh, non le biasimavo affatto.
Continuai a fissare la ragazza per qualche secondo e subito dopo la mia autostima crollava da quello che in quel momento poteva essere uno 0 a un -100.
Guardarla con quelle gambe magre, il vestito viola attillato e brillantinato da vera reginetta del ballo, i capelli biondi che cadevano lisci sulle spalle così gracili, era talmente tanto alta che anche senza tacchi sarebbe arrivata minimo al naso di Harry, mentre io non gli arrivavo nemmeno alla spalla.
Quest’ultimo sembrava capire i miei pensieri, così domandò:
<< Sei gelosa di Taylor? >> lo squadrai con gli occhi torvi mentre lui rideva, così feci una smorfia ironica avvicinando la testa nell’incavo del suo collo e mi nascosi tra i suoi capelli.
<< La bellezza è negli occhi di chi guarda >> mi soffiò vicino all’orecchio, e proprio in quel momento, la canzone finì.
Aprii la bocca per dire qualcosa ma si staccò e una mano da dietro mi fece voltare, Zayn.
<< Te la lascio >> disse Harry perdendosi poi in mezzo alla folla.
 
***

Ballo

Chiara’s Pov.
 
Sentivo le gambe cedermi, così informai Gio della mia stanchezza e decisi di avvicinarmi al bagno per rinfrescarmi lasciandolo al bancone a prendere da bere. Entrai nell’istituto per cercare il bagno quando sentii un rumore assordante provenire dall’aula di matematica. Mi avvicinai cauta alla porta di vetro e cercai di capire quale fosse stata la causa di quel frastuono, vidi un movimento e a quel punto decisi di aprire la porta e guardare dentro.
Avevo aperto solo uno spiraglio quando sentii un altro rumore ed a quel punto la spalancai del tutto.
La scena era a dir poco inverosimile: Louis seduto per terra con in mano un cacciavite che guardava una sedia ribaltata con un’espressione assorta. Non riuscii a non ridere e lui si girò preoccupato verso di me, ma quando capì che ero io la sua espressione si calmò visibilmente.
<< Che stai facendo? >> chiesi curiosa togliendomi i trampoli dai piedi.
<< Chiudi la porta e te lo spiego >> rispose felice e sorridente, come un bambino.
Chiusi la porta e poggiai le scarpe sul primo banco.
<< Allora? >> ero proprio curiosa di saperne di più
<< Sto organizzando uno scherzo, devo svitare la sedia in modo tale che non si distrugga fino a quando qualcuno non si sieda >>
<< Dovresti fare meno rumore se non vuoi essere scoperto >>
<< Allora fallo te signorina-so-tutto-io >> disse ridendo e lanciandomi il cacciavite.
Mi misi in ginocchio e osservai la sedia trovando subito la vite giusta e indicandogliela.
Ecco a cosa serviva avere un fratello più grande a cui piaceva fare scherzi idioti insieme alla sorellina più piccola.
Vide la vite e subito si mise all’opera prendendomi il cacciavite dalle mani.
In pochi secondi lo scherzo era pronto per la mattina successiva.
<< Sicura che regge? >>
<< Certo, guarda che stai parlando con la maga degli scherzi, tanto domani siamo insieme a matematica e vedremo chi aveva ragione >> risposi con aria soddisfatta e rimettendomi le scarpe.
Mi diede la mano per aiutarmi a recuperare l’equilibrio, gli sorrisi e insieme uscimmo dall’edificio cercando di fare il meno rumore possibile.
Raggiungemmo Gio, che ci fece un cenno con la testa volto a guardare Niall e Barbara che parlavano davanti ad un albero, alla base c’era una panchina di legno.
Macché parlare, quello era tutto tranne che parlare. Lei sembrava fuori di sé, continuava a gesticolare, eravamo abbastanza lontani e non riuscivo a vedere bene la sua faccia, ma di sicuro non era felice.
Niall parlò ancora e provò a fermarla prendendole il polso, lei lo scansò con passo veloce e se ne andò verso l’uscita. Lo vidi fare un passo verso di lei per seguirla e poi passarsi una mano nei capelli scompigliandoli e sedersi sulla panchina alla base del tronco nella parte buia, sparendo dalla mia vista.
<< Dovrei andare da lui… >> ci disse Louis abbastanza preoccupato, era strano vederlo così con dei… sentimenti.
<< Veniamo con te? >>
<< Sì, un po’ di compagnia gli farà bene! >> iniziammo a incamminarci verso l’irlandese, ma ci fermammo di colpo quando vidimo una figura biondo cenere raggiungere l’albero con passo lento e all’apparenza avendo paura di avvicinarsi. Sorridemmo, Niall era in buone mani, tornammo quindi a ballare tra di noi. Quello era l’inconfondibile vestito azzurro cielo della nostra migliore amica.

***

Ballo

Nichi’s Pov.
 
La testa iniziava a farmi male a causa di tutta quella musica frastornante, decisi di uscire dal gazebo e prendere una boccata d’aria facendo un giro per il prato. Non si vedeva nulla, il cielo era completamente buio e i lampioni erano spenti per cercare di risparmiare l’energia elettrica che era tutta concentrata nella struttura appena montata per l’occasione.
<< Vieni, s-se vuoi >> sentii ad un certo punto da qualcuno seduto sotto l’albero a cui ero vicina
<< Chi sei? >> chiesi, non riuscendo a distinguere bene la voce per il martellante mal di testa che mia assillava
<< Niall >> la sua voce era triste ed io persi la capacità di stare su quei tacchi per colpa del tremore alle gambe.
Chiusi gli occhi, respirai e mi tolsi le scarpe sedendomi dall’altra parte della panchina in legno, l’opposto a dove era Niall, e rimasi anch’io nell’ombra.
Nessuno dei due si decideva a rompere il silenzio. Presi a giocare con un filo d’erba, mentre lui fissava il cielo con un’espressione assorta.
<< Bella festa >> disse infine interrompendo quel silenzio fin troppo stressante, senza staccare lo sguardo dal cielo.
<< Accettabile… per non dire uno schifo totale >> replicai iniziando a guardare le stelle come lui e cercando di capire cosa gli passasse per la testa.
<< Vieni, non ti mangio Nichi >>
<< Non ne sarei tanto sicura conoscendoti >>
<< Parla quella che si prende 8 fette di pizza e ne vuole ancora >>.
Sospirai. Non volevo essere invadente, ma era più forte di me; così feci la domanda che tanto mi interessava:
<< Non sei al ballo con Barbara? >>
<< È finita >>
Rimasi sconcertata dalla sua risposta perché volevo più dettagli, ma avevo già fatto abbastanza l’impicciona. Poi mi ricordai della serata precedente:
<< È colpa della sera in discoteca? Pensa che tu mi abbia baciato? >>
<< No. L’ho lasciata adesso >>
<< E allora perché se in discoteca ci stavi ancora insieme hai pensato bene di provare a baciarmi? >>
<< Non so come dirti che io non tradirei mai la mia ragazza, te l’ho già ripetuto. Mi aveva lasciato lei ieri, in modo identico alla volta precedente. Oggi è tornata da me insistendo per andare al ballo insieme >>
<< Perché mi stavi per baciare Niall? >> dissi alzando la voce, seccata
<< Non sono la tua bambolina da usare quando vuoi per dimenticarti della tua ex. Sono una persona, molto fragile per giunta, e ho dei sentimenti anche io. Non mi merito di essere il rimpiego di nessuno >> sputai in tono talmente cattivo e tremolante a causa del magone che si girò a guardarmi preoccupato:
<< Nichi io… >>
<< Nichi io COSA?! Non iniziare con le scuse! Sapevi benissimo che ero ubriaca e te ne sei approfittato. Non mi stavi per baciare per tua volontà, l’hai fatto per distrarti da lei, tanto che l’hai rincorsa non appena ha iniziato a frignare, come una principessina che deve essere sempre rincorsa quando in realtà è lei la prima ad averti fatto del male. Mi hai lasciata lì, ubriaca, sola, interdetta, in mezzo allo sguardo accusatorio di tutti. A scuola ora sono la puttana che vi ha fatto lasciare, già ero giudicata male prima, figurati adesso per una colpa che neppure ho, anzi! Sono stata io quella ferita e usata da te. Infondo, non sei stato tanto diverso da Harry >> urlai infine, trasformando quello che all’inizio era un magone in un pianto isterico alzandomi per andarmene prima che mi prendesse per un polso
<< Ti prego >> disse con una voce talmente flebile da essere difficile da sentire, con le guance rigate dalle lacrime che prima non avevo notato per colpa dello sguardo puntato a terra che non osava alzare
<< Per favore, non andartene >>.
A quella visione tanto triste non potei fare altro che mangiarmi l’orgoglio e sedermi per lui, aveva bisogno di aiuto. Infondo, aveva appena chiuso una relazione durata anni, ed io non gli facilitavo le cose.
<< Solo perché con le lacrime sembri sincero >> mi arresi, rispondendo comunque con riluttanza
<< Dopo la scenata della discoteca, abbiamo chiarito. Ha chiesto il solito regalo. E poco fa, come se nulla fosse, ha ricominciato con la stessa tarantella: “non so se sono felice” “forse ho dei dubbi” “magari dovrei conoscere altri ragazzi” “Gli altri ragazzi che mi hanno invitata stanno ancora aspettando che balli con loro”. Non le ho fatto dire una frase di più. Mi ero ripromesso che alla prossima l’avrei lasciata io, e così ho fatto. E io, a differenza sua, non tornerò sui miei passi solo per avere il regalino. È finita. Lei non se lo aspettava, pensava sarei rimasto come sempre. Dovrei essere felice, triste o sollevato? >>
<< Hai il diritto di sentirti come vuoi >> risposi io tanto sincera quanto seccata
<< Allora mi sento confuso >> disse guardandomi per la prima volta negli occhi.
Erano tanto lucidi e io sentii una stretta al cuore. Era come quando da piccola andavo al fiume e infilavo un dito nell’acqua, rimanevo lì a fissare le increspature, di come l’immagine si rovinava e di come sembrava tutto sbagliato. In quel momento sentivo la stessa cosa: come se ci fosse qualcosa di sbagliato, ma di perfetto nell’accoppiata dei suoi occhi azzurri e la lucidità delle lacrime che non volevano più uscire.
<< Ti vedo solo adesso, sei veramente bellissima. Non potevi scegliere vestito migliore, sembra essere stato cucito apposta per te… Tu mi stai facendo impazzire Nicole >>
<< Lo sai che non voglio essere chiamata Nicole >> ma di scatto, senza che potesse replicare, lo abbracciai e lui mi strinse a sé in una morsa ferrea come se io fossi il suo salvagente e lui stesse per crollare.
Sentivo il suo cuore battere a ritmo con il mio, il suo fiato che mi riscaldava il collo scosso da brividi.
Ci staccammo e mi fece sdraiare sull’erba accanto a lui, con il suo braccio attorno alla mia spalla.
<< Non succederà mai più. Questa volta è finita. Lo è per davvero. E lo è per dare spazio ad un nuovo inizio. È la mia promessa per te, per scusarmi di come mi sono comportato nei tuoi confronti. Te lo prometto >> disse convinto lasciandomi un bacio sulla guancia più vicino alla bocca di quanto doveva essere.
Passammo allora la serata a guardare le stelle, mentre la musica rimbombava nel capanno e le ore che procedevano veloci, come un sogno in una notte di fine estate.


 
________________________
SPAZIO AUTRICE 
     

Dunque, ho aggiornato questo capitolo.
SCORRETE FINO IN FONDO PER I VESTITI DEL BALLO, SONO BELLISSIMI!
Vedo che le visualizzazioni aumento, simbolo che c'è ancora qualche directioner sopravvissuta che apprezza ancora le FF su di loro!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Vi lascio al vecchio spazio autrice con la speranza che qualcuno mi lasci una recensione o un messaggio in provato per darmi qualche consiglio!
Grazie mille e buona serata a tutt@ :*
Nichi!

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                                      SPAZIO AUTRICI   
  

Ciao J
Dunque, siamo arrivate finalmente al ballo.
Zayn e Fede sono proprio carini, ma anche Harry non scherza.
Peccato che sia andato al ballo con Taylor, vabbè.
Giuly e Liam non ne parliamo che sono l’amore in persona.
Chiara Gio e Nichi avevano deciso di andare al ballo insieme
Ma alla fine è andata bene quasi a tutti più o meno.
Infatti Chiara ha stretto più amicizia con Louis
E Nichi ha finalmente parlato con Niall dopo giorni che si evitavano.
Vogliamo spiegare che dato che era inizio settembre e le vacanze
Erano ormai finite, abbiamo messo notte di fine estate
Perché ormai c’era la scuola ecc.
Ultimissima cosuccia.
Dovete assolutamente leggere una storia bellissima.
La scrittrice è Hazza19, autrice di
“Love Almost Impossible”
E del sequel
“Love Almost Impossible 2”
Vi lascio il link, passate perchè è davvero molto bella.
Love Almost Impossible: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2205129&i=1
&
Love Almost Impossible 2: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2366265&i=1
 Miraccomando, recensite facendoci sapere come vi sembra la nostra storia, vi lascio il link del nostro trailer di youtube
https://www.youtube.com/watch?v=-xbe2u3XYmk
 A presto, Bacioni
-Nichi & Fede.

 Taylor, l'accompagnatrice di Harry al ballo. Come prestavolto abbiamo scelto Taylor Swifr
 Grace al ballo
 Josephine al ballo
 Zayn al ballo
  Liam al ballo
 Louis al ballo
  Harry al ballo
  Niall al ballo
 Gio al ballo
 Giuly al ballo
 Chiara al ballo
 Fede al ballo
 Nichi al ballo

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Capitolo 11
*** Little beige dress ***




Little Beige Dress
 
Chiara’ s Pov.
 
La sveglia che suonava squillante mi portò via dal sonno. Stavo facendo un sogno buffissimo: eravamo io e Louis diretti nell’aula del preside accompagnati dalla professoressa furibonda per l’accaduto. La cosa più sconcertante è che da lì a poco sarebbe potuta accadere, e questo mi spaventava, di certo non volevo finire dal preside già al primo mese di scuola, ma al pensiero che mi sarei pisciata sotto dal ridere con Louis non mi fece poi così tanta paura. Presi le mie babbucce calde con la faccia di Topolino e mi incamminai in cucina.
Gli altri erano già in piedi, sentii solo la voce di Nichi che minacciava gli altri di rubargli il pranzo alla mensa. Sinceramente non capivo che minaccia fosse dato che il cibo qui in Inghilterra non era dei migliori, le avrei ceduto volentieri il mio ma sarei rimasta con la fame addosso per tutto il giorno.
Decisi di scendere e capire il motivo di questo teatrino:
<< Ma dai voglio metterla in Instagraaam >> urlò la mia amica sconsolata
<< Nichi sembriamo dei fantasmi per piacere, un’altra volta >>
<< Hei, che succede ragazzi? >> mi decisi a chiedere
<< Buongiorno anche a te, comunque Nichi insiste per fare una foto tutti insieme adesso per metterla in Instagram >> mi rispose Giuly
<< Nichi, ora siamo 4 contro una, siamo appena svegli e sembriamo dei mostri, perché vuoi fare quest’idiozia? Ci sono già un sacco di foto con noi cinque tutti insieme >>
<< Si ma in nessuna si vedono le nostre ciabatte tutte diverse dai voglio farla >>
<< Tu sei malata di quel blog, ma adesso ci sto! >> risposi ridendo
<< CHIARA >> si girarono gli altri tre con una faccia minacciante di morte
<< Eddai pure io voglio fare vedere le mie pantofoline a Topolino, insomma, con tutto quello che le ho pagate mi sembra il minimo che la gente le possa ammirare >>
<< Ok, anche le mie mucchine sono d’accordo, solo ed esclusivamente se fai la foto alle nostre ciabatte senza prenderci la faccia >> confessò Giuly.
<< E va bene! Dai, tutti qui >>
Gio e Fede alzarono gli occhi al cielo, ma tanto non avevano scelta quindi si rassegnarono.
Dopo aver accontentato Nichi, salii in camera a cambiarmi, andai in bagno a sistemarmi e farmi una doccia veloce, e dopo essermi lavata i denti e aver passato un lieve velo di trucco, scesi per andare a scuola con gli altri.
Appena entrai nell’edificio, salutai i miei amici e andai verso la mia aula di matematica, pronta ad iniziare questo corso che nel mio orario non c’era ancora stato.
Stavo per mettermi ai primi banchi, in matematica avevo bisogno di stare attenta e non perdermi i passaggi o le F nelle verifiche non sarebbero mancati, ma ad un tratto sentii bisbigliare un:
<< Hei PSSSS >>
Mi voltai scorsi Louis che mi aveva tenuto il posto nei banchi in fondo, posti all’angolo dell’aula.
<< Lou non posso, ho problemi in matematica >> sussurrai sottovoce con faccia sconsolata
<< Dai solo per questa volta, ti sei forse dimenticata del… ceh, del nostro “segreto”? Capiscimi! >>
<< Hai ragione, arrivo >> mi arresi infine.
Appena mi sedetti in parte a lui, mi strinse un braccio intorno alle spalle, portandomi la testa più vicino alla sua per potermi sussurrare:
<< Allora, non dovranno beccarci o saremo morti >>
<< E perché dovrebbero beccarci? Voglio dire, siamo in 26 in classe, come mai dovrebbero sospettare proprio di noi?! >>
<< Evidentemente non conosci i motivi per cui mi hanno bocciato due volte di seguito… >>
<< E cioè? >>
<< Logico, sono famoso a scuola perché mi diverto a fare scherzi, e questa volta tu sei anche mia complice >>
<< No! io mi sposto allora! >> cercai di liberarmi dal casino in cui mi ero cacciata.
Feci per alzarmi quando in quell’esatto momento entrò la prof.
Uccisi Louis con lo sguardo mentre lui rideva soddisfatto.
<< Per lo meno ti mostrerò che avevo ragione >> cercai di vedere il lato positivo della situazione
<< Come vuoi Chiarina, ma sappi che così la colpa diventa principalmente tua >>
<< Uffa in che cose mi intrometti! E poi non chiamarmi Chiarina. >>
<< Ok, Chiarina >>.
Gli avrei voluto tirare seriamente una manata.
La prof. appoggiò il registro alla cattedra, e dopo aver preso il libro dalla borsa, si diresse verso la sedia.
<< Ci siamo, Chica >>
<< Hai già cambiato soprannome? >>
<< Si Chica è più bello, comunque guarda >>
<< Maria vergine sacra >> fu l’unica cosa che riuscii a dire guardando in alto.
Sinceramente mi sentivo un po’ in colpa dato che la poveretta era bassa, grassottella e, a vista, su di età; ma dovevo ammettere che ero comunque impaziente che si sedesse.
Ed ecco che… SBATABAMMM.
Io e Louis, come il resto della classe, scoppiammo a ridere come due bambini, una di quelle risate che ci fece venire le lacrime agli occhi.
Nella classe si sentiva solo un grande:
<< AHAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA >> che non voleva sapere di aver fine.
Solo quando la povera donna si alzò e prese in mano il registro ci zittimmo tutti.
Eppure non stava scrivendo, stava scorrendo il dito leggendo chissà cosa su un foglio.
<< TOMLINSON >> urlò
<< Si professoressa? >> disse lui per niente spaventato, anzi con un sorriso beffardo di chi non ha colpe dipinto sul volto
<< Ci mancava che ti avessi in classe anche quest’anno, mi avevano assicurato che non ti avrebbero messo con me! >>
<< Ma come, non le sono mancato prof.? >> disse lui facendo il faccino triste mentre la classe sogghignava in sottofondo.
<< Forza alzati, ti porto dal tuo caro e vecchio amico preside >>
<< Veramente sono una complice >> dissi senza sapere che cazzo mi passava nella mente in quel momento e strizzando l’occhiolino a Louis, in effetti quel che è giusto è giusto e se doveva finire in punizione lui, ci sarei dovuta andare pure io.
Sotto lo sguardo stupito di tutti, quello di Louis per primo, la professoressa continuò:
<< Come signorina? >>
<< Beh, l’ho aiutato anche io >>
<< Forza si alzi, vi porto tutti e due filati dal preside >>
Ci alzammo e Louis mi sussurrò:
<< Ma che fai? Sei impazzita?! >>
<< Tranquillo, è giusto così, e poi non ci punirà vedrai >>
<< Che hai in mente? >>
<< Sono un’ottima attrice e faccio compassione, mi inventerò qualcosa al momento >>
Seguimmo la professoressa che era incazzata nera, in effetti, come biasimarla?!
Dopo aver bussato la porta una voce maschile si fece sentire:
<< Avanti >>
<< Signor preside, Mr. Tomlinson ha combinato un’altra delle sue, e questa volta non da solo, provveda lei >> detto questo, se ne andò come se nulla fosse.
<< Sedetevi >> disse in tono tanto autoritario quanto svogliato
Prese un sorso di caffè dalla sua tazza bianca con la foto di quelli che dovevano essere i suoi due figli e continuò:
<< Dunque, prima di sentire la storia, me lo sarei aspettato da Mr. Tomlinson, ma lei signorina, hem... il nome?
<< Chiara, signore >>
<< Mrs Chiara >>
<< Solo Chiara, grazie >>
<< Come vuole, Chiara, dunque, perché? No anzi, spiegatemi prima l’accaduto >>
Io e Louis ci guardammo complici, e mentre lui stava per dire tutta la verità, lo anticipai io
<< È tutta colpa mia signore >> Louis sgranò gli occhi
<< Abbiamo manomesso la sedia della povera professoressa ed è caduta >>
<< Ma quanti anni avete? Cosa vi è saltato per la testa? Lo sapete che è tanto grave che dovrei sospendervi? >>
<< Vede, in Italia c’è una tradizione cattivissima, una specie di gioco. Quando una persona perde al gioco “nomi cose animali” deve fare uno scherzo al professore che ha alla prima ora, questo perché chi non è riuscito ad inserire le parole significa che non ha un vocabolario ampio, e si dà la colpa alla scuola. È un gioco nato negli anni ’70, come lei sicuramente saprà in Italia la scuola funziona molto male e negli anni tra gli studenti che giocano a questo gioco è nata questa tradizione per far cambiare il metodo di apprendimento, cosa che infatti con gli anni sta cambiando >> una cavolata più assurda di questa non sarei potuta inventarmela
<< Io non ho mai sentito una cosa del genere! E perché l’avete fatto in due? Ma soprattutto non credo che due adolescenti giochino a “nomi cose città” >>
<< Dunque, signore, che mi sia data della bugiarda non lo accetto. Chiami pure i miei compaesani, e se avrò ragione pretendo delle scuse, non so come funzioni qua, ma da noi sicuramente le accuse infondate non esistono. E poi, ha dei figli lei? >> continuai con finta arroganza
<< Che insolenza! Parlare della mia vita non ti salverà signorina! >>
<< Ma no, si fidi che non ha ancora capito, risponda solo alla mia domanda >>
<< Si ho due bellissimi bambini, maschio e femmina >>
<< Capita mai che i suoi bambini si mettano d’accordo per spartirsi la colpa a metà quando fanno insieme qualcosa che può fare arrabbiare lei e sua moglie? >>
<< Sempre, ma dove vuole arrivare >>
<< Dunque, stavamo giocando a quel gioco con la mia cuginetta di 8 anni via Skype, ma dato che era piccola e non potevamo farla perdere, abbiamo finto di perdere e di non trovare le parole. Non era giusto però rompere le mie tradizioni e non era giusto neanche che solo uno di noi due svolgesse la penitenza, dato che abbiamo perso entrambi >>
<< Che cosa stupida >>
<< Signore, mi scusi, ma lei direbbe mai a uno dei suoi figli che i giochi che fanno sono stupidi? >>
<< Certo che no, sono bambini >>
<< E secondo lei avrei dovuto farlo con la mia piccola cuginetta, che aveva anche la febbre? >>
<< No, ma >>
<< E lei ha il diritto di interrompere le mie tradizioni? >>
<< Certo che no, ma >>
<< Sono qua da solo un mese e già vengo presa di mira da tutti solo perché italiana, mi escludono, mi urlano che sono mafiosa e tutti i peggiori insulti riguardanti i luoghi comuni, sono qua maltrattata dai vostri studenti e lei si arrabbia perché io ho solo praticato una mia tradizione? Perché contro i suoi studenti che maltrattano me e i miei amici non die niente ma se io tengo fede a una tradizione devo essere sospesa? Siete razzisti? E cosa direbbe se io nel giorno del ringraziamento lanciassi il vostro tradizionale tacchino dalla finestra dicendo che è stupido mangiarlo? >>
<< Ha ragione signorina, le tradizioni sono tradizioni, non perdete altro tempo e chi vi infastidisce verrà severamente ripreso, mi dispiace che vi siate sentiti maltrattati e prenderò conseguenze, mi scuso ancora, arrivederci >>
<< Grazie e buona giornata. >> finii alzandomi e fingendomi offesa.
Dopo esserci alzati e usciti andammo in cortile a ridere come non mai:
<< AHAHAHAHAHAH la mia cuginetta con la febbre? Le mie tradizioni? Lancio il tacchino dalla finestra? Ma come ti vengono certe idee >>
<< Te l’ho detto che ho un fratello maggiore amante degli scherzi, sono la regina delle scuse e un’attrice fantastica >>
<< Ti ingaggerò per le prossime volte, ti giuro FE-NO-ME-NA-LE. Anche quando l’hai attaccato sugli altri studenti, hai colpito un punto basso. Perché come corso artistico non scegli teatro? Sei portata! >>
<< Vedrai ci divertiremo quest’anno Lou! Teatro dici? Non ci avevo mai pensato >> mi fece veramente riflettere, non avevo mai preso in considerazione questa strada, eppure dovevo ammettere ero davvero portata, e lo ero fin da bambina. Avevo ancora tempo di scegliere il corso artistico in quanto nessuno era iniziato, e grazie a Louis mi si aprì un mondo, lo ringraziai mentalmente mentre passammo il resto dell’ora sulle panchine a chiacchierare allegramente.
 
***
 
Due ore dopo
 
***
 
Stavo raggiungendo gli altri nella mensa, appena passai per andare al mio tavolo Louis mi salutò alzando la mano, risposi con un occhiolino e successivamente mi sedetti con gli altri:
<< Come mai quest’aria felice? >>
<< Niente, mi sono divertita e ho fatto un giretto dal preside >>
<< SCUSA?! >> la faccia di Gio era epica
<< Segreto >>
<< Ah ho capito centra il belloccio Louis eh? >> chiese Gio complice facendomi l’occhiolino
<< Mavvà >>
<< Non negare, ti ho visto ieri al ballo che correvi con lui mentre ti faceva segno di stare in silenzio >>
<< Pensa a mangiare prima che Nichi ti rubi quello che c’è sul piatto >> risposi
<< HEI >> mi guardò Nichi sconcertata
<< Scusa bella! >> conclusi iniziando a mangiare.
La scuola finalmente finì e ci recammo a casa.
 
Fede’s Pov.
 
Ero sdraiata sul letto di camera mia intenta a finire di sistemare gli appunti di filosofia; era la sesta volta che rileggevo la medesima frase senza riuscire ad andare avanti o a capirne almeno il senso. Continuavo a ripensare con ossessione alla sera prima. Zayn mi faceva sentire apprezzata e al sicuro. La serata era stata piacevole, mi ero divertita a ballare con lui: come me non era un gran ballerino e perciò non avevo paura di sembrare una stupida.
Ci eravamo sentiti per messaggio quella mattina e incrociati un paio di volte nei corridoi.
La parte della serata che più mi dava il tormento non era quella, ma il ballo con Harry.
Avevo nella mia mente una serie di immagini e sensazioni che si ripetevano a random ogni volta che cercavo di pensare ad altro. Le sue mani forti che mi tenevano strette a sé con una strana dolcezza ma con tanta decisione, mi facevano venire i brividi.
Continuavo a sentire la morbidezza dei suoi ricci che mi avevano solleticato il viso quando mi ero nascosta nell’incavo del suo collo. Era straziante il pensiero di quel ragazzo, mi faceva impazzire. Con Zayn mi sentivo al sicuro e protetta dal mondo, c’era anche una certa chimica e non potevo dire che fosse brutto; ma con Harry era tutta un’altra cosa.
Era come se, quando si avvicinava, ogni cellula del mio corpo fosse allerta, rispondesse a una sorta di richiamo che mi mandava in fibrillazione. Con il riccio mi sentivo come in una perenne corsa campestre dove uno di noi era sicuro di battere l’altro, questa cosa mi eccitava da morire, sentivo il brivido della sfida nell’aria, ma questo portava a dover dimostrare qualcosa quando c’era lui nei paraggi.
Se con Zayn mi sentivo felice, con Harry mi sentivo viva ed ero sicura che da lì a poco sarei dovuta andare al manicomio per tutte le contraddizioni che regnavano nella mia testa.
Mi resi conto che mi stavo solo prendendo in giro con quel libro di filosofia ancora aperto, quindi lo chiusi con un colpo secco e decisi di andare a farmi una doccia.
Sentivo il calore sulla mia pelle e finalmente mi sentivo più calma, in quella casa regnava un silenzio tombale ed era a dir poco inquietante.
Scrissi un messaggio a Greta per vedere se era libera; visto che Ale aveva già messo in chiaro che doveva studiare quel pomeriggio.
Avevo un asciugamano legato addosso quando sentii il telefono trillare, lo sbloccai e vidi il messaggio di Gre che mostrava una sua foto con Logan e subito dopo un messaggio che lasciava scritto
“Non posso uscire, mi spiace”
Sorrisi e risposi
“Fate i bravi!”.
Avevo comunque voglia di uscire quindi misi un cardigan nero sopra a un paio di jeans; mi truccai, feci una storia per instagram e uscii di casa.
Il sole non era molto presente per colpa delle nuvole, ma comunque c’era bel tempo quindi decisi di non mettere gli occhiali da sole.
Iniziai a camminare per il viale alberato e poco dopo mi ritrovai nell’unico posto dove non sarei dovuta andare per pensare, ma era anche l’unico in cui volevo essere. Mi feci spazio tra i rami del salice piangente, spinsi la porta e venni investita dalla voce di Harry che cantava.
Non osai muovermi perché ero curiosa di sentire e almeno potevo fissarlo senza sembrare una psicopatica.
Aveva una maglietta bianca che lasciava intravedere i tatuaggi e segnava perfettamente la curva delle sue spalle larghe.
Teneva gli occhi chiusi mentre cantava quella canzone, che non conoscevo, probabilmente era una sua creazione recente dati tutti i fogli stropicciati per terra:
“I wanna see the way you move for me baby
I wanna see the way you move for me baby
I wanna see the way you move for me
Little beige dress who you doin' it for?
Little beige dress I can't take anymore
It's not right, it's not right, it's not right you know” 
In quel momento lui aprì gli occhi e io sorrisi.
<< Hey >> disse sistemando il casino che aveva combinato a terra
<< Hey >> risposi sedendomi sul divano
<< Che fai? >> chiesi per rompere il ghiaccio
<< Niente di particolare, stavo buttando giù qualche idea per una canzone >>
<< Allora ti lascio in pace >> Dissi alzandomi
<< No, ti prego resta >> supplicò prendendomi per il polso e guardandomi con quei bellissimi occhioni verdi.
Allora annuii e mi sedetti accanto a lui incrociando le gambe e appoggiando la schiena sulla spalliera posizionando le braccia dietro la testa.
Lui sorrise e finì di sistemare gli ultimi fogli rimasti in giro.
<< Vuoi una mano con la canzone? >>
<< No tranquilla >>
<< Ok… di cosa parla? >>
<< Di una bella ragazza con un vestito beige >>
<< Interessante >>
Dissi ridendo, ma ad un tratto un pensiero si illuminò nella mia mente.
La notte avevo un vestito beige, vabbè però chissà quante ragazze con un vestito di quel colore avrà visto in tutta la sua vita.
Cercai di non fargli notare il monologo che in quel momento stavo mentalmente facendo.
Continuava a fissarmi cercando di captare ogni mio cambiamento di espressione quando si stravaccò accanto a me e prese il portatile.
<< Ti va un film? >>
<< Genere? >> chiesi
<< Porno, che domande >>
<< Coglione >> gli lanciai una manata sul collo
<< Beh, ci ho provato, non potevo non chiedertelo >> disse sorridendo e guardandomi malizioso.
Alla fine optammo per un film d’azione, con del romantico allo stesso tempo.
Verso metà film però il mio respiro si bloccò perché sentii il suo braccio fare pressione sulla mia spalla. Naturalmente non persi l’occasione di appoggiarmi con la testa sull’incavo della sua spalla. Come era strano quello che stava succedendo. Sembrava che quando eravamo dentro questa casetta il mondo esterno fosse solo uno stupido ricordo, non importava chi fosse lui o chi fossi io. Eravamo semplicemente nell’ ormai nostro piccolo rifugio; isolati dalla cattiveria, dall’invidia e dalle insicurezze. Sentivo il suo cuore battere velocemente e non riuscii a seguire il resto del film mentre nella mia testa si ripetevano le altre strofe della canzone che avevo letto prima che Harry mi strappasse il foglio dalle mani.
“Little beige dress just walked into the room
Makin' heads turn can't stop looking at you
It's so right, it's so right, it's so right you know”.
 
Nichi’s Pov.
 
Ero in camera mia quando decisi di allenarmi, le lezioni di danza qui al college erano abbastanza dure ed io ancora non ero al livello delle altre. Lo sapevo perché nonostante il corso non fosse ancora iniziato, spiai tutte quelle che dovevano essere le mie nuove compagne di squadra su Instagram e YouTube, e non feci altro che deprimermi e maledirmi per non aver iniziato prima e aver accantonato per ben un mese la mia passione che avrei dovuto invece coltivare. Infondo, ero qui per questo.
Misi un paio di pantaloni grigi di tuta larghi della Adidas felpa leggere grigia rosa e bianca sempre firmata Adidas e decisi di uscire in giardino dove avrei avuto più spazio per muovermi.
Scesi le scale di corsa e uscii dalla porta di vetro che portava fuori.
Vidi Chiara vestita con una semplice canottiera stretta e smanicata dentro a degli skinny jeans attillatissimi e in parte a lei Louis. Erano seduti sul dondolo a ridere e scherzare e capii perché Chiara aveva messo in mostra le sue forme, era sicuramente colpa del moro.
<< Hey >> dissero in coro quando si accorsero della mia presenza, così risposi al saluto:
<< Ciao ragazzi! Ero venuta fuori per allenarmi, ma torno dentro >> dissi girandomi e prendendo la maniglia della porta
<< Allenarti chi? Tu? Ma fammi il piacere >> mi stuzzicò Louis
Mi girai con una faccia furente e risposi di tono:
<< Cos’è? Una sfida? >> chiesi allungandogli il braccio
<< Secondo te? >> ribatté lui.
Mi avvicinai e mi strinse forte la mano.
Ci sdraiammo per terra e iniziammo a fare esercizi su esercizi e mi resi conto che non era proprio un rammollito, ma cercavo di stargli dietro il più possibile. Negli addominali vinsi io, ma pensandoci adesso credo mi abbia lasciato vincere apposta. Passammo comunque molto tempo tra risate e chiacchiere, non so chi faceva più ridere tra Louis e Chiara, erano veramente dei pagliacci. Stavo tirando dei pugni al braccio di Lou quando uscirono Liam e Giuly dalla porta.
Ci guardarono malissimo così feci vedere i miei super muscoli quasi inesistenti a Liam che fece finta di avere paura.
<< Sta sera cenano da noi >> se ne uscì Giuly, che indossava una camicetta scollata bianca decorata da bottoni neri e un paio di shorts rossi, notai che teneva la mano intrecciata a Liam.
Sorrisi vedendo quella scena così dolce, ma decisi subito di farmi una doccia dato che puzzavo come una capra. Salii le scale di corsa e passai davanti alla camera di Fede, ma non c’era.
Decisi di scriverle un messaggio:
A: Fede
“Dove sei?’’
Intanto che aspettavo gli altri decisi di farmi una doccia, mi asciugai poi i capelli raccogliendoli in una treccia laterale a lisca di pesce, misi una camicetta sbottonata color corallo, degli shorts e scesi in salotto, notando subito che Gio non perse troppo tempo e si vestì con una semplicissima e banale felpa bianca a strisce sottili rosse sopra a una canottiera grigia.
Vidi tutti seduti davanti al tavolo ad aspettare le pizze; diedi una rapida occhiata al telefono ma Fede non aveva ancora risposto. Decisi di non pensarci troppo, conoscendola era a fare un giro.
Mi sedetti al tavolo e le conversazioni si spensero per salutarmi, io ricambiai e riiniziarono tutti a parlare. Vidi Zayn guardarsi in giro per poi fissarmi, sapevo cosa stava cercando, o perlomeno chi, ma non ci fu bisogno che dissi niente perché Niall mi precedette:
<< Ma Fede? >>
<< Le ho scritto prima ma non mi ha ancora risposto, conoscendola starà girovagando come al solito >>
Però poi fui io a notare qualcos’altro:
<< Harry? >>
<< Anche io gli ho scritto prima ma nemmeno lui ha risposto, a volte sparisce per giornate intere >> rispose sempre Niall.
In quel momento suonò il campanello, andai ad aprire seguita dal biondino.
Aprii al fattorino, ma quando stavo per prendere il portafoglio dalla tasca la mano di Niall mi fermò, mentre con l’altra diede i soldi al ragazzo.
Gli sorrisi e ricambiò, presi le scatole ma erano seriamente troppe. Non vedevo niente e stavo per cadere, ma fortunatamente ne prese la metà liberandomi la vista ed andammo in cucina.
Togliemmo le pizze dalle scatole e le poggiammo sui piatti:
<< Non dovevi pagare te, sei un ospite >> lo ripresi
<< Appunto, ci avete invitato ed il minimo per ringraziare è offrirvi una pizza >>
<< Ma non funziona così! Siamo noi ad avervi invitato quindi noi la dobbiamo pagare; come avete fatto voi la prima sera in cui ci avete ospitato! >>
<< Quante storie per una pizza da 5£, lasciati offrire qualcosa, voglio farmi perdonare >>
<< Beh, con la pizza sei sulla strada giusta >> gli risposi schioccandogli un affettuoso bacio sulla guancia, al quale lo vidi arrossire.
Raggiungemmo gli altri portando le pizze in soggiorno per mangiare guardando gli EMA.
Visto che il divano non era abbastanza grande per ospitare tutti, Louis Chiara e Gio si sedettero per terra sul tappeto mentre Zayn sulla poltrona; invece io Niall Giuly e Liam ci sedemmo sul divano proprio davanti alla pizza.
Sorrisi a Niall, ma era troppo impegnato a leccarsi le labbra per poi prendere due pezzi di pizza e passarne uno a me.
Subito Louis lo stuzzicò:
<< Deve piacerti davvero tanto se condividi il cibo con lei >> Niall arrossì e lanciò un cuscino in testa al ragazzo che lo aveva appena preso in giro:
<< Zitto Lou >>
Louis gli fece l’occhiolino e si cimentò in un’idiota imitazione di Beyoncé.
Prese una fetta di pizza alla bufala da usare come microfono ed iniziò a ballare sotto le risate di tutti, ma quando iniziò a muovere la pizza un pezzo di pomodoro volò per la stanza andando direttamente sui miei capelli.
Niall, dopo aver visto la scena e la mia espressione quando mi resi conto di quello che era accaduto,  iniziò a ridere come se non ci fosse un domani diventando completamente rosso e accovacciandosi sulle gambe per prendere aria.
Io mi alzai fintamente infuriata cercando di uccidere quel grande figlio di buona donna di un Tomlinson: scavalcai il tavolino ed iniziai a rincorrerlo mentre tutti si pisciavano addosso dalle risate. Avevo le gambe che mi facevano un male tremendo per gli esercizi del pomeriggio.
Iniziò a salire le scale quando sentii Niall ridere ancora più forte, allora Louis si mise ad urlare come uno stupido. Si rinchiuse in bagno e sentii Niall che saliva le scale mentre stava iniziando a riprendere fiato cercando di trattenere un’ulteriore risata.
<< Tre, due, uno… >> disse sussurrando mentre all’uno spalancammo la porta e cercammo di tenerlo fermo, ma era fin troppo agile e ci scappò ancora; lo seguimmo al piano di sotto.
Zayn lo bloccò per un braccio e Liam per l’altro. Sembrava un bambino in trappola.
Diedi una rapida occhiata al soggiorno, gli occhi di Chiara Giuly e Gio erano fissati su di noi con le lacrime agli occhi per le troppe risate, infine il mio sguardo cadde per l’ennesima volta quella sera sull’irlandese. I suoi pozzi azzurri si specchiarono nei miei, e mi sentii cadere. Era ancora un po’ arrossato per la corsa e la risata, ma non c’era niente di più bello al mondo.
Mi avvicinai verso Louis urlandogli:
<< Finalmente ti ho in pungo! >> ma prima che potessi fare altro, in quel momento sentimmo la porta aprirsi ed entrò Fede seguita da un ragazzo alto moro e coi capelli ricci.
Quello era Harry e Zayn lo capì subito.
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SPAZIO AUTRICI
Ciao ragazze, orario un po' così per pubblicare, ma sono a casa ora quindi fa niente.
Spero la storia vi stia piacendo, non ho molto da dire.
Cerco e cercherò sempre di migliorare continuamente, spero lo notiate.
Vi lascio al vecchio spazio autrice.
Ah, lo so perfettamente che la canzone dice Little BLACK dress e non beige, ma il vestito di Fede era beige, quindi l'ho adattato.
Quando l'avevamo fatta io e Fede nel 2014 avevamo scelto un abito nero, ecco perchè avevamo aggiunto il pezzo della canzone, ma mi dispiaceva toglierlo cos' l'ho riadattato storpiando solo il colore.
Spero capiate che sia in buona fede.
Buon vecchio spazio autrice, buone immagini e buona serata!! A presto.
Bacio, Nichi.
 
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SPAZIO AUTRICI        
Hei :)
Eccoci tornate col settimo capitolo.
Dunque quello che succede a scuola tra Chiara Louis e il preside è inverosimile, ma a noi piaceva così.
Infondo questa scenetta rappresenta le loro anime pazze e spensierate.
Per il resto niente di che.
Harry si vede con Fede e gli altri cenano insieme.
Nichi e Niall si sono riappacificati.
Per ora tutto tranquillo.
Vi aspettiamo col prossimo capitolo!
Fate un salto in questa FanFiction perchè è stupenda!
Si chiama "Just A Little Bit Of Your Heart" ed è si _SassyQueen_

Questo è il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2792922&i=1

Vi lascio anche il link del nostro video Trailer di Youtube:
  
http://youtu.be/nTEubql5afk

Alla prossima, Bacioni
-Nichi & Fede

 
 Ecco le ciabatte dei nostri 5 protagonisti, in ordine sono di: Nichi, Chiara, Giuly, Fede e Gio
Nichi con la tuta di allenamento
 Fede e l'Instastories
 Chiara con Louis e a cena
 Giuly con Liam e a cena
 Gio a cena
 Nichi a cena

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Capitolo 12
*** Intersection ***




Intersection
 

Fede’s Pov.
 
Aprii la porta in un colpo secco continuando a ridere per la battuta idiota del riccio accanto a me; inciampai e rischiai quasi di cadere, ma appoggiai una mano alla maniglia e riuscii a non finire con la faccia spiaccicata per terra. Alzai lo sguardo e vidi che in casa sembrava fosse esplosa una bomba o che si fosse svolto una qualche specie di pizza party. Notai Liam che teneva un braccio di Louis, e Zayn, quest’ultimo che lasciò andare l’altro braccio dell’amico fissandomi con sguardo deluso.
Aprii la bocca per parlare e spiegare la situazione ma Louis subito mi precedette e disse:
<< Dove eravate voi due? >> muovendo una crosta di pizza cercando di sembrare spaventoso.
Harry subito rispose ed io rimasi sconvolta dalle parole che uscirono dalle sue labbra sottili, ma cercai di non darlo a vedere:
<< Io ero al bar con degli amici del college vicino al nostro, siamo andati in giro alla ricerca di belle ragazze e nel ritorno io e lei ci siamo incontrati qua sul vialetto >>.
Mi sentii cadere e rischiai davvero di perdere l’equilibrio ma mi mossi rapidamente riuscendo non far notare niente agli altri. Quelle parole mi ferirono nel profondo, ma alla fine capivo perché le aveva dette: la prima ragione era Zayn. Lui non ci ha provato ancora direttamente con me, però il suo sguardo appena ero entrata mi aveva scartavetrato l’intestino.
<< E chi c’era, sentiamo? >> chiese il pakistano dal ciuffo perfetto.
<< Vuoi nome cognome e codice fiscale? >> rispose Harry avvicinandosi pericolosamente a Zayn. Io prontamente mi incamminai in avanti superando Harry e cercai di cambiare argomento.
<< Ma questo casino? >> chiesi indicando quello che una volta era il nostro soggiorno.
<< Io di certo non lo pulisco! >> continuai facendo una risata pù finta che vera per cercare di smorzare la tensione. In quel momento non riuscivo più a vedere il tavolino per la quantità abnorme di pizza poggiata sopra, i cuscini dei divani erano stati lanciati da qualche parte e c’era un pezzo di mozzarella attaccato allo schermo del televisore. Niall prese subito la palla al balzo e continuò il mio discorso, anche se a primo impatto non sembrava che Zayn ed Harry gli stessero dando retta:
<< È colpa di Louis che è un coglione e si è messo a ballare sporcando oltretutto i capelli di questa povera bimba indifesa >> spiegò, Nichi gli fece la linguaccia e la situazione sembrò scongelarsi quando Chiara si buttò sul divano alzando il volume della televisione.
<< Continuiamo la serata >> esortò mettendosi un pezzo di pizza tra i denti.
Tutti iniziarono a tranquillizzarsi e a sedersi, io sorrisi ai due ragazzi davanti a me che presero posto sul tappeto con gli altri.
Dopo qualche minuto mi alzai per andare in cucina a prendere da bere ed una testolina bionda inaspettatamente mi seguì.
<< Riesco a prendere una bottiglia di acqua da sola, Niall >> dissi ironicamente.
<< Non si sa mai. Sei stata con Harry tutto il pomeriggio, vero? >> continuò lui.
A quelle parole buttai inconsciamente per terra la bottiglia che tenevo in mano, era una bottiglia di vetro che per fortuna non si ruppe, ma provocò un frastuono enorme.
In pochi secondi tutti fiondarono in cucina per cercare di capire il motivo del rumore.
Il primo che si precipitò fu Harry, credo a causa delle sue gambe lunghe, subito dopo arrivò Zayn con Liam, mentre gli altri arrivarono qualche secondo dopo.
Avevo ancora una faccia sconvolta quando Niall si abbassò a prendere la bottiglia mimandomi un “tranquilla” con le labbra e le guance leggermente arrossate, forse a causa della mia reazione. Mi obbligai a deglutire e feci un sorriso agli altri che continuavano a guardare la scena. L’acqua aveva coperto il pavimento perché il tappo non era stato incastrato bene, così io e Nichi, che fece segno a Niall di lasciarci da sole, rimanemmo a sistemare tutto il casino che avevo fatto.
<< Che hai fatto tutto il pomeriggio? >> ruppe lei il silenzio iniziando ad asciugare per terra.
Presi a mia volta una pezza ed iniziai a sistemare.
<< Niente, ho girovagato un po’ in giro senza meta >> sospirai, odiavo mentirle
<< Capito >>
<< Tu invece? Ho visto che c’è anche Niall >> alle mie parole sospirò ed io le lasciai riordinare i pensieri senza metterle fretta
<< Non so. Ho paura adesso. E quello che mi tormenta di più è il sentirmi in colpa perché l’ha lasciata >> io la guardai perplessa
<< Non guardarmi così, stavano insieme da una vita poi arrivo io e bum, si mollano. Insomma, non è facile. Ho anche tutta la scuola contro a darmi della poco di buono >> disse continuando a pulire.
La capivo benissimo, eravamo in una scuola nuova e non voleva essere bollata da subito come una troia o ruba fidanzati, cosa che per altro non era assolutamente vera sapendo come erano andate realmente le cose. Finimmo di pulire e tornammo in soggiorno; con mia grande sorpresa vidi tutto apposto, i ragazzi avevano dissotterrato il tavolino, sistemato i cuscini e pulito il televisore. Erano tutti seduti a guardare un film, Niall si girò e ci fece segno di sederci, Nichi lo raggiunse in un batter d’occhio ma io mi misi per terra accanto a Louis, a debita distanza sia da Harry che da Zayn.
 
***
 
Mi svegliai ed in quel momento sentii un lieve suono provenire dal mio telefono, ma il mio cervello non era ancora abbastanza sveglio per collaborare. Nella casa regnava uno strano ed insolito silenzio, segno che erano ancora tutti a letto. Beh, infondo cosa ci si può aspettare la mattina del sabato dato che non c’è scuola?! Decisi di fare quello sforzo sovrannaturale di muovere il braccio e prendere il telefono. Lo avvicinai al viso e mi stropicciai gli occhi cercando di mettere a fuoco l’immagine; erano le 08:30 di mattina e la causa del suono era dovuta ad una notifica di Instagram. L’aprii e mi girai con la pancia in giù col mento appoggiato al cuscino: ero stata taggata in una foto, quando guardai meglio capii che era stata scattata al ballo. Risi vedendo il mio sguardo arrabbiato, per qualche battuta del moro sul mio modo di “ballare”; andai nella pagina del fotografo della scuola e mi misi a far scorrere le immagini. Notai un'altra foto e guardandola meglio mi accorsi che eravamo io ed Harry, lui aveva una mano stretta sulla mia vita mentre io ero nascosta nell’incavo della sua spalla e lui teneva gli occhi chiusi. Bloccai il telefono e lo lanciai dall’altra parte del letto, presi il cuscino e soffocai un urlo esasperato. Non capivo il motivo per cui mi smuoveva così tanto lo stomaco una sola fottutissima foto ed era davvero frustrante. Decisi di andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee. Presi dei jeans chiari strappati alle ginocchia e ci abbinai una semplice maglietta a strisce bianche e nere. Non avevo intenzione di truccarmi, non ero per niente dell’umore, volevo solo uscire il prima possibile e stare all’aria aperta tra me e me. Presi dell’acqua che sarebbe stata la mia colazione dato il mio stomaco chiuso, una borsa con degli spicci e mi avviai alla porta di casa. Scrissi un biglietto e lo lasciai sul tavolo della in caso gli altri si fossero svegliati prima del mio ritorno, successivamente scappai fuori. Il clima era fresco, il sole non era molto forte perché coperto da un leggero strato di nuvole.
Iniziai a camminare e i miei pensieri iniziarono a uscire a valanga, ma nessuno di essi aveva un collegamento con l’altro. Mi tenni alla larga da molti luoghi incriminati, come la casetta o il negozio di musica, mi trovai allora in una parte che ancora non avevo esaminato del campus.
C’era un laghetto con alcune canne di bambù nell’acqua; era tutto molto rilassante quindi decisi di sdraiarmi per terra a pancia in giù con la testa tra i pugni delle mani che si reggevano agli avambracci, le mie gambe facevano su e giù in corrispondenza.
Vidi una papera nuotare allegramente per il laghetto e mi misi ad osservare i suoi colori molto lucenti, belli e così simili a quelli che Zayn aveva usato per il disegno…
Mi sfregai le mani sulla faccia mentre feci un altro urlo esasperato, uno dei tanti da quando mi ero svegliata.
<< Posso aiutarti? >> sussurrò una voce alle mie spalle, subito mi girai per vedere chi fosse quella persona.
<< Niall >> dissi io appena riuscii a mettere a fuoco l’immagine davanti ai miei occhi, mi misi seduta.
<< Ciao >> rispose sedendosi accanto a me, poi continuò:
<< Cos’hai? >>
Stavo combattendo mentalmente con me stessa per evitare di dirgli “sto diventando pazza” o meglio “ma i cazzi tuoi?!”, ma optai per una risposta più simpatica:
<< Pensieri >>
<< Scommetto che questi “pensieri” abbiano due nomi >> disse con tranquillità senza nessuna nota di ironia o di giudizio.
<< Come hai fatto a capirlo? >> chiesi cercando di cambiare argomento girando la testa verso di lui, non c’era bisogno di altre spiegazioni.
<< Ho guardato i tuoi occhi mentre Harry parlava: ti stavo osservando e ho visto la tua espressione cambiare radicalmente >>.
Lo fissai di nuovo e sospirai. Successivamente continuai il discorso, mi piaceva parlare con lui perché accettava i miei silenzi, mi lasciava spazio per pensare e non mi giudicava.
<< Mi sento come in un incrocio, dove non so da che parte girarmi e non so neanche se le strade sono aperte >>
<< Dai tempo al tempo; che senso ha pensarci così tanto?! Sei una bella ragazza e tu non hai nessun obbligo su di loro >>
<< Grazie >> risposi sorridendo e arrossendo un po’ per la semplicità con la quale mi aveva fatto quel complimento.
Ci alzammo ed iniziammo poi a tirare sassolini nel lago, lui mi insegnò il modo per farli saltare, solo che ero proprio negata. Pensai alla conversazione tra me e Nichi della serata precedente e decisi di fare la spia per captare qualche informazione.
Tirai un ultimo sasso nell’acqua ed iniziai:
<< Invece ora parliamo dei tuoi problemi, se ne hai voglia >>
Lui sorrise, tirò un sasso e guardammo la traiettoria che aveva fatto, poi parlò:
<< Con Barbara sono stato insieme una vita essendo dei ragazzi comunque giovani, tra un mese erano 3 anni della nostra relazione, è strano adesso essere libero, mi devo ancora abituare >>
<< La vita da single è tutta baldoria e feste >> risposi ridendo e strizzandogli l’occhiolino, lo contagiai nella mia risata.
<< Era un po’ che litigavamo, non passava un giorno senza incomprensioni o sofferenze >>
<< Quindi non centra niente una certa biondina? >>
Lui abbassò lo sguardo e divenne rosso di colpo, era troppo dolce, aveva un viso da angelo ed inoltre era una brava persona, equilibrata e serena.
<< Non posso dire che non centri niente tra noi, siamo sinceri o sbaglio? >> disse guardandomi sorridendo, probabilmente pensando a lei, si sedette ed io accanto a lui.
<< Però non è lei la causa della nostra rottura, diciamo che lei mi ha solo fatto aprire ancora di più gli occhi sulla mia relazione. Non avevo pensato ad altre oltre che a Barbara nemmeno quando eravamo in crisi, ma da quando lei è arrivata l’ho sentita vicina e ho visto quello che era la mia ex relazione per quella che era. Avevo finalmente aperto gli occhi, per quanto sarebbe stato difficile non aveva senso andare avanti a litigare con lei che mi lasciava, andava con altri ragazzi e tornava chiedendomi perdono. Non era possibile continuare così e finalmente l’ho accettato, sarà meglio sia per me che per Barbara >> continuò guardando in basso assumendo una faccia triste. In quel momento feci una stranissima cosa per me, la quale era rara, ma sentivo che in quel momento lo dovevo fare. Mi allungai e lo abbracciai, mi strinse a sé e rimanemmo per un po’ in quella posizione, non per molto, ma il giusto per scambiarci le nostre ansie l’uno nell’altra. Era bello e molto facile parlare ad una persona esterna da tutti quei casini. Passammo ancora cinque minuti a parlare di cose semplici per poi tornare a casa. Da quel giorno avevo capito che io e Niall avremmo stretto una fantastica amicizia.
 
Giuly’s Pov.
 
Adoravo i weekend. Due fantastici giorni amati da tutti gli studenti e considerati “sacri” dato che la scuola era chiusa. E poi qui era ancora meglio: avevamo altri cinque nuovi e pazzi amici con cui divertirci. Inoltre, a differenza dell’Italia, avevamo la possibilità di andare al mare in dieci minuti, di rifugiarci nella discoteca sulla spiaggia con lo sconto per gli studenti, e avevamo a disposizione centri commerciali enormi pieni zeppi di negozi di ogni genere e comodissimi in quanto appartenevano al campus. La varietà di scelta su cosa fare era immensa, ma c’era soltanto una cosa che volevo. Liam. Passare il mio tempo con Liam. Non mi ero mai interessata ai maschi, in Italia erano tutti brutti ma soprattutto antipatici.
Inoltre per colpa di un certo “Riccardo Moioli” mi sono rovinata l’infanzia; alle elementari continuava a prendermi in giro perché ero l’unica della classe con gli occhiali. Essendo presa di mira man mano passava il tempo per motivi sempre diversi come l’altezza o le lentiggini, mi ero chiusa in me stessa ed ero diventata completamente timida. Non riuscivo ad aprirmi con le altre persone, così mi abbandonavo nella mia solitudine. I suoi amici, poi, stavano al gioco ed inventavano inutili canzoncine che non facevano nemmeno ridere del tipo:
“ Quattrocchi
   Quattrocchi
   Non ci vedi senza occhiali
   Quattrocchi
   Quattrocchi
   È l’amica dei maiali”.
Se non fosse stato per Chiara, Nichi, Fede e Gio; sarei rimasta completamente sola.
Pensare che in così poco tempo un ragazzo bellissimo si sia accorto di me, è così strano. Una situazione del tutto nuova che lui però rendeva piacevole e perfetta allo stesso tempo. Liam era un ragazzo diverso dagli altri. Così timido all’apparenza, ma pazzo e scatenato quando è con i suoi amici. E poi è dolce, gli si legge la sincerità negli occhi; anche se sembra che si diverta a mettermi in imbarazzo. Finito il mio monologo interiore su Liam mentre facevo colazione guardando “Spongebob” (se Nichi avesse saputo che andava in onda, sarebbe corsa a vederlo), decisi di andare in giardino e di disegnare la facciata della casa per avere un ricordo del luogo in cui è nata l’amicizia tra tutti noi. Misi una camicetta scollata a righe verticali bianche e azzurre, dei pantaloni neri con una cintura, presi la tavola da disegno, i pastelli acquerellabili ed uscii. Appena mi sedetti nell’erba, sentii un rumore nel giardino della casa accanto, e dopo un:
<< MERDA! >>
sbucò una testolina castana con i capelli sparati in aria e due occhioni azzurri insieme ad un'altra col ciuffo chilometrico e occhi color ambrato.
<< Louis, Zayn! Ciao ragazzi! che combinate? >> chiesi, contenta di vederli
<< Giuly! Vogliamo fare uno scherzo a Niall ora che non è in casa, e abbiamo fatto un macello >> speigò Louis.
Sorrisi, mi alzai ed andai nella loro direzione.
<< Che volete fare? >>
<< Semplice, metteremo qui una pizza, e appena l’innamorato la vedrà, correrà qui per prenderla e inciamperà nel filo trasparente che stiamo cercando di mettere, per finire finirà con la faccia spiaccicata nel pomodoro >>
<< Voi non siete normali. Ma perché “l’innamorato”? >>
<< Louis intendeva innamorato della pizza, vero Lou?! >> tentò Zayn cercando di parare il culo al biondo.
<< Si certo, della pizza… >> lo interruppi.
<< Dai Zayn, non è stupida, sa anche lei a chi mi riferivo. Al posto di sparare cazzate, entra in casa a prendere altro nastro biadesivo >>
<< E va bene; comunque siete impossibili! Cercavo solo di salvare la testa al piccolo irlandese >> spiegò Zayn
<< Dai dai salvare! >> lo canzonai io prima che scomparisse dentro casa ridendo.
Il silenzio che si era creato tra me e Louis, che stava sistemando la sedia, era rilassante, ma non riuscivo più a trattenermi:
<< Louis… >>
<< Dimmi piccina >> disse con fare da femmina
<< Ecco… Liam? Dorme? >>
<< Oh, l’altro innamorato dici, eh? >> rispose facendomi un occhiolino
Diventai completamente rossa.
<< Si dorme, si sveglierà tra un’ora conoscendolo. Te lo chiamo? >>
<< Nonono, per carità! >>
<< Perché? Lo vuoi svegliate te? >> e subito dopo scoppiò a ridere senza motivo.
<< Cosa ridi? >>
<< Stavo solo immaginando la tua faccia di quando saresti salita per svegliarlo e lo avresti visto in boxer e senza maglietta >>
Da rossa passai a viola.
<< Louis William Tomlinson! >>
<< Sto scherzando, è in pigiama. Anzi fammi un piacere, vai a chiamarlo così mi dà una mano >>
<< C’è Zayn >>
<< Non basta >>
<< Ti aiuto io >>
<< No, tu dovrai fare il palo e avvertirci appena arriva Niall >>
<< Ma… >>
<< Ma niente. Vallo a chiamare… Per favoooore >> chiese supplicante con tanto di labbruccio
<< E va bene. Mi assicuri che è vestito almeno? >>
<< Parola di Lou! Se sta dormendo è logico no? >>
<< E va bene, a dopo bambo >>
<< A dopo Miss Payne >>
Lo fucilai con gli occhi prima di scavalcare la staccionata ed entrare nella loro casa, lasciandomi la sua risata alle spalle.
Salii le scale e cercai la camera di Liam. Entrai nella prima che aveva la porta socchiusa. Non c’era nessuno, la chiusi mentre fissavo la porta dove c’era scritto il nome “Zayn” che prima non avevo notato.
<< BU! >> sentii dietro le mie spalle
<< Oddio che colpo >> mi voltai con una mano al petto
<< Hei Harry, mi hai fatto prendere un infarto >>
<< Ciao piccola Giuly. Scusa. Comunque, che ci fai qui? >>
<< Cercavo la camera di Liam, Louis mi ha detto di chiamarlo >>
<< Entiendo señorita. Ultima porta in fondo >>
<< Grazie >>
<< Figurati! Senti, c’è Nichi in casa? >> non capii bene il perché la cercava, ma risposti comunque:
<< Si, vai a svegliarla che è il suo turno per andare a fare la spesa >>
<< Va bene, la accompagno almeno. A dopo Giuliettina >>
<< A dopo >>
Mi schioccò un bacio sulla guancia che ricambiai, si girò e se ne andò col suo passo da “Io sono figo e voi no”. Percorsi il corridoio e mi trovai di fronte alla sua camera col cuore che mi batteva a mille. Sentii una voce da dentro, sintomo che era già sveglio, pensai che fosse meglio così. Stava cantando; aveva una voce forte e melodiosa, avrei voluto starlo a sentire in eterno, ma mi ricordai che dovevo mandarlo da Louis, quindi bussai:
<< Liam, sono Giuly… posso? >> chiesi titubante
<< Entra >>
Aprii la porta e maledissi mentalmente sia Louis che me stessa per essere stata così stupida ad avergli creduto. I suoi addominali erano qualcosa di fantastico, come i pettorali perfettamente scolpiti che già una volta avevo avuto la fortuna di poter ammirare. Le sue braccia toniche e muscolose mostravano alcuni dei suoi fantastici tatuaggi. Indossava un paio di boxer neri di marca “Calvin Klein” e stava cercando i vestiti nell’armadio. Ero ALTAMENTE imbarazzata.
<< Scusa non volevo! >> dissi aprendo subito la porta per uscire e lasciarlo nella sua privacy, ma continuando a guardarlo negli occhi. Si avvicinò a me con un’andatura lenta, lasciandomi il tempo di osservarlo, dalle gambe snelle al movimento pendolante delle braccia. Stavo davvero per morire.
<< Ti ho detto io di entrare! >>
<< S-scusami Liam… Louis mi aveva detto che dormivi e di venirti a svegliare, non volevo disturbarti. Me ne vado almeno ti prepari. A dopo! >> continuai convinta e facendo finta di non averlo sentito per uscire da quella situazione per me non reggibile. Questa volta mi girai di scatto verso la porta afferrando nuovamente in fretta la maniglia.
<< Aspetta! >>
A quella parola mi fermai, lasciando la maniglia ma stando però girata verso la porta per uscire il prima possibile, se mi fossi voltata a guardarlo sarebbe stata la fine. Due mani da dietro mi accarezzarono il viso, scesero facendo appena pressione sul reggiseno sotto la mia camicetta e si fermarono sulla mia pancia stringendomi infine in un forte e caloroso abbraccio. La sua testa si avvicinò alla mia talmente tanto che sentivo il suo respiro sulla guancia. Chiusi gli occhi e appoggiai inconsciamente le mie piccole mani sulle sue grandi braccia e la mia bocca si sollevò in un sorriso. Le sue labbra mi stamparono un bacio più vicino alla bocca che alla guancia, subito rabbrividii trattenendo il respiro. Sentii il suo piccolo (o forse meglio dire grande) amichetto che piano piano premeva sempre di più sui miei shorts. E lo ammetto: non mi dispiaceva, ma ero in un fuoco di imbarazzo. Restammo così per altri cinque interminabili secondi, fino a quando non mi girò verso di lui. Le sue dita sollevarono il mio mento alzando il viso verso di lui, si avvicinò pericolosamente tanto e mi lasciò un altro bacio, questa volta a metà bocca. Dentro di me speravo in un bacio effettivo, e dopo questo fatto sapevo di sentirmi pronta, ma ancora non era quella l’occasione, quindi lo ringraziai mentalmente per non avermelo dato. Si staccò e lo guardai estasiata, nessuno proferiva parola. Decisi allora di abbracciarlo, mi avvinghiai a lui talmente forte da farlo cadere sul letto con me completamente sopra di lui, e little Payn premeva sui miei pantaloncini sempre di più, sempre più forte, quasi pregando di uscire. Lui non trasudava un minimo imbarazzo, al contrario sembrava soddisfatto, mentre io ero completamente bordeaux.
<< Wow, sei felice di vedermi Giuly? >> chiese scherzosamente
<< A giudicare dai tuoi boxer sei te ad essere felice di vedere me >> risposi a tono, cercando per la prima volta in vita mia di tenere testa a qualcuno, cosa riuscita dato il suo sguardo che diventò malizioso
<< Ti sei svegliata vogliosa? Non ti ho mai sentito parlare così >>
<< LIAM! >> urlai completamente imbarazzata ma allo stesso tempo divertita
<< È meglio che vada o mi daranno per dispersa! E poi gli altri aspettano anche te! >> dissi sedendomi sopra di lui per poi alzarmi, ma mi bloccò:
<< Un attimo! >> sussurrò dolcemente riportandomi sdraiata a lui.
Mi diede un bacio in fronte, uno sulla guancia sinistra, uno su quella destra e, quando pensavo che me lo stesse finalmente dato in bocca, me lo diede sul naso. Rimasi un po’ delusa, ma non troppo, era meglio così per come ero fatta. Non avevo mai baciato nessuno e avevo paura di fare una figura pessima.
<< Ecco, ora puoi andare >> continuò poi spostandomi una ciocca di capelli che mi erano caduti sul viso.
Con lentezza si alzò ed io con lui.
Mi voltai, gli sorrisi, gli stampai a mia volta un solo e veloce bacio sulla guancia, per poi andare alla porta, uscire e scappare immediatamente giù in giardino con le guance che sembravano lava incandescente. Uscii di fuori chiudendomi la porta alle spalle appoggiandomi e tirai un sospiro con lo sguardo rivolto a terra cercando di riprendere conoscenza. Senza che me ne accorgessi, Louis e Zayn erano lì a fissarmi, appena alzai lo sguardo incontrando il loro, scoppiarono a ridere come due bambini con tanto di lacrime agli occhi.
<< Maledetto… Grrrr >> ero isterica volevo ucciderlo.
<< La tua faccia è epica >> disse Louis tenendosi la pancia per le troppe risate
<< Vaffanculo! A tutti e due! >> aggiunsi scoppiando a ridere
<< Hei! Io cosa c’entro? >> intervenne Zayn
<< Al posto di ringraziarmi >> continuò Louis.
Risposi semplicemente con una linguaccia e dissi ai due dementi che andavo a fare il palo:
<< Dunque, quando arriva urlo “CIAO NIALL” almeno sentite, poi lo abbraccio per fargli perdere tempo >>
<< Perfetto >>
Mi avviai davanti alla loro porta di casa e aspettai l’arrivo di Niall giocando a “Hay Day”.
Era mezzogiorno circa e vidi Niall che stava tornando a casa. Era molto lontano da me, ma lo salutai comunque almeno Lou e Zayn avevano il tempo di entrare e portare fuori la pizza.
<< CIAO NIAAAAALL >>
La testa del biondo si alzò nella mia direzione. Affrettò il passo e poco dopo mi piombò davanti.
<< Hei Giuly >> Lo abbracciai.
<< Come mai sei così felice oggi? >>
<< Niente, pensavo a quanto sarà felice Nichi appena ti vedrà >> Niall divenne paonazzo; Ok: se Nichi venisse a sapere che ho detto questa cosa come minimo mi avrebbe fucilato.
Dopo poco mi sorrise.
<< Ah, dimenticavo: Louis e Zayn ti aspettano in giardino, hanno ordinato la pizza >> gli riferii
Lo accompagnai e sul tavolo c’erano Louis, Zayn, Liam (che mi fece l’occhiolino) ed Harry (che nel frattempo era tornato) seduti a mangiare, tutti che cercavano di tenere un’espressione seria, anche se era difficile.
Appena il biondo vide la sua pizza corse verso il tavolo urlando come un cretino:
<< PIZZAAAAA >> seguito da un urlo mentre inciampò nella trappola, e dopo pochi istanti si ritrovò la faccia spiaccicata nel sugo.
Tutti scoppiarono a ridere me compresa, Harry addirittura si ingozzò.
<< Andate. Tutti. A. Cagare >> mimò con fare teatrale scandendo lentamente ogni parola con la faccia completamente sporca. Inutile dire che ci furono altre risate, era impossibile prenderlo seriamente. Salutai quei cinque dementi e tornai a casa.
 
Nichi’s Pov.
 
Stavo dormendo e sentii qualcosa lanciarsi sul mio letto; non aprii gli occhi, pensavo stessi sognando.
<< Hei Nichi… svegliati bad girl! >>.
Appena realizzai di essere sveglia, spalancai gli occhi non capendo chi cazzo fosse.
Vidi Harry sdraiato accanto a me che mi sorrideva, mi alzai di scatto levando le coperte
<< Ma che cazzo?! >> Lui scoppiò a ridere vedendo la mia reazione, ma io ancora non capivo come mai fosse sul mio letto:
<< Cosa ci fai qui cretino? >>
<< Dovevo svegliarti, Giuly ha detto che devi fare la spesa e mi sono proposto di accompagnarti. Ora spiegami: in che cazzo di posizione dormi? Sembravi una scimmia >> disse ridendo. Gli lanciai il cuscino.
<< Dai coglione esci che mi cambio >> mi alzai e lo spinsi verso la porta.
<< Non è meglio che stia dentro a controllare mentre ti cambi? Magari entrano degli alieni dalla finestra ed io devo difenderti! >>.
Alzai un sopracciglio e gli chiusi la porta in faccia.
Dopo una decina di minuti in cui mi ero cambiata mettendo una semplice maglietta a mezze maniche bianca maculata, un paio di jeans neri ed un cardigan bianco, lavata faccia e denti, e truccata, uscimmo di casa a braccetto. Quella scena mi ricordava un sacco le vecchiette pettegole del paese in cui vivevo, scoppiai a ridere.
<< Che c’è? >>
<< Niente, pensavo a un ricordo in Italia. Dai dimmi >> risposi
<< Dirti cosa? >> chiese facendo il finto tonto
<< Quello che mi vuoi dire riguardo a Fede >>
<< Scusa ma cosa ti fa pensare che io debba parlarti di lei? >>
<< Sono una femmina quindi lo so >> lo interruppi
<< Ok… >> si morse il labbro
<< Allora? Sto attendendo >>
<< E ma è difficile, sono pur sempre un maschio e poi mi metti ansia e fretta >>
<< Ho capito tutto, sei innamorato, già si sapeva >>
<< Non è vero >>
<< Sìsì, certo. Comunque a parti gli scherzi non sai se continuare a frequentarla o no perché tu sei popolare a scuola, ti vedi con campioni del calcio e cheerleader, mentre lei, non essendo “famosa” ma anzi presa di mira perché italiana, potrebbe rovinarti l’esistenza a scuola >>
<< Si ma poi >>
<< Poi ti dà fastidio che Fede ti tenga testa quando tu potresti avere anche la bidella volendo >>
<< Che cazzo sei? Una veggente? >>
<< Sono semplicemente tua amica, ti leggo le emozioni negli occhi >>
<< Sai, ho tante amiche, ma nessuna sa tutte queste cose. Neanche se lo immaginano che potrebbe piacermi una ragazza come lei. Non che mi piaccia >>
<< Come no. In ogni caso io non sono una delle tante tue “amiche” che di amiche hanno solo il nome. Ho la capacità di leggere i sentimenti delle persone! E poi scusami ma voglio proprio vedere che amiche hai! >> dissi prendendolo in giro
Mi tirò una gomitata e continuò a parlare:
<< Come fai? >>
<< Sono cresciuta in una famiglia piena di problemi, ho vissuto le cose prima che le vivessero gli altri, so come si sente la gente perché gli stessi sentimenti li ho provati io. Mi basta uno sguardo per comprendere cosa ti frulla nel cervello baby. Bando alle ciance, stavamo parlando di te non di me, vai avanti >>
<< Io non ti capisco Nichi >>
<< Cioè? >> chiesi entrando nel supermarket
<< Perché vuoi aiutarmi? Mi sei stata vicina sin da subito, sei l’unica che riesce a capirmi; neanche i ragazzi riescono la maggior parte delle volte. Eppure io sto “giocando” con la tua migliore amica, e tu cerchi ancora di aiutarmi. Perché? >>
<< Perché so che sei un bravo ragazzo e farai la cosa giusta >> misi tre bottiglie d’acqua nel carrello e continuai:
<< Pensaci: cosa faresti se ti dicessero che i tuoi amici tipo, che ne so, prendi come esempio Niall >>
<< Un nome a caso insomma >> rispose ridendo mentre mi passava i pacchi di pasta >>
<< Zitto e lasciami finire >> commentai ridendo
<< Dicevo, metti che ti vengono a dire di non frequentare più Niall perché di punto in bianco è diventato “sfigato”. Cosa faresti? >>
<< Li manderei a cagare. Niall è il mio migliore amico e se non gli va a genio sono cazzi loro, non romperei mai la nostra amicizia, siamo amici dall’asilo >>
<< Esatto. Te l’ho detto, so che sei un bravo ragazzo e so anche che farai la scelta giusta. E nel caso contrario ti sarò comunque vicina. So come ci si sente a non avere nessuno ma essere contro tutti. Ormai sei mio amico quindi comunque andrà sarò sempre con te >>
<< Sei la migliore >> disse schioccandomi un bacio sulla guancia
<< Lo so lo so, ma niente baci in pubblico >> risposi spintonandolo e facendogli la linguaccia.
Uscimmo dal supermercato dopo aver pagato e continuammo il discorso:
<< Si però non fare la preziosa adesso >>
<< Gne gne gne >>
<< E comunque non me la scampi signorina >>
<< Eh?!  >>
<< È il tuo turno >>
<< No ma io >>
<< No ma io niente. Ora parli te a proposito del mio caro e vecchio amico Niall >>
<< Cosa dovrei dire scusa? >>
<< Senti, io non ho le tue capacità psichiche, quindi smettila di girarci intorno e racconta >>
<< E va bene. Cosa vuoi sapere? >> domandai guardando in basso
<< Quando vi mettete insieme? >>
<< HARRY! >>
<< Che c’è?! >> rispose facendo il finto innocente con quelle sue maledettissime adorabili fossette
<< Quanto sei idiota! >>
<< No dai, provo a fare il serio, ti piace? >>
<< Pensavo fosse abbastanza palese… >>
<< Allora perché non vi mettete insieme? >>
<< Le cose non accadono in 3 secondi Harry. Magari a lui neanche piaccio, e anche se fosse si è appena lasciato non inizierebbe mai una relazione con me, e poi lui è ancora innamorato Barbara penso, anzi, ne sono convinta >> continuai sconfortata
<< Nichi, sono più di nove mesi che vanno avanti a litigare, e dove lei lo tratta da straccio, non gli piace più fidati >> continuò, sta volta serio, guardando dritto davanti a sé.
<< Si ma anche se fosse non è che se non gli piace più lei vuol dire che gli piaccio io, semplicemente gli sto simpatica credo >>
<< Invece sì >>
<< Ma smettila >>
<< Te lo garantisco al 110% >>
<< E io ti garantisco che pure Fede è cotta di te >> cercai di cambiare discorso
<< Davvero? >> chiese stupito guardandomi negli occhi, dai quali intravedevo una luce di speranza
<< Eh già. Perché sto stupore? Non te lo aspettavi? >>
<< No, o meglio, non dopo quello che ho fatto >> abbassò la testa, sicuramente provava ancora dei sensi di colpa
<< Ti ha già perdonato fidati. Piuttosto che fine avevate fatto ieri voi due insieme soli soletti? >>
<< Ci siamo incontrati in strada >>
<< Ok, cercherò di far finta di crederci >> gli feci l’occhiolino
<< Non è strano? >> chiese
<< Che cosa? >>
<< Siamo tipo un incrocio: io amico tuo, tu se la migliore amica di Fede, a me piace Fede, a te piace Niall e io e Niall siamo migliori amici >>
<< È vero. E comunque io sono la tua migliore amica, solo che non vuoi ammetterlo >> risposi facendogli una linguaccia
<< Ma senti che presuntuosa! Tu tra tutte sei quella meno sopportabile! >> disse spingendomi scherzosamente
<< Però cerchi sempre me! >> lo ripresi ancora.
un vento fortissimo soffiò inaspettatamente e mi scompigliò tutti i capelli, facendomeli andare sull'intera faccia
<< Questo stile ti dona Nichi, fatti fare una foto >>
<< Vero che sono bellissima? >> ironizzai mettendomi subito dopo in posa togliendo ancge il cardigan e portandolo ai polsi
<< Con questa foto conquisterai Niall! >>
<< Vai a cagare! Guai a te se la vede qualcuno! >>
<< Va bene, va bene >>.
Nel frattempo, eravamo arrivati a casa.
<< Nichi io vado perché dobbiamo fare uno scherzo al tuo amore platonico >>
<< Eh? Non si farà male, vero? >>
<< Tranquilla Cenerentola >>
<< Uff… Va bene >>
<< A dopo Nichi >>
<< A dopo Harry >>
Lo abbracciai velocemente e stampai un bacio veloce sulla sua guancia morbida, ricambiò il gesto ed entrò in casa. Entrai nel mio giardino e salii in camera, volevo affacciarmi al balcone per vedere cosa volevamo fare al mio biondino. Vidi Niall andare in giardino con Giuly, poi corse verso al tavolo vedendo che c’era la pizza ma inciampò in qualcosa e finì col muso spiaccicato nella pizza. Mi misi a ridere tra me e me, “quanto sono cretini, povero cucciolo” pensai, era totalmente adorabile. Raggiunsi Giuly in salotto, ormai tornata dalla casa dei vicini, la salutai e le chiesi cosa ci faceva di là; dopo avermi spiegato che era complice dello scherzo e aver fatto due risate insieme, andammo in cucina a cucinare il pranzo.


 
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SPAZIO AUTRICE

Ehi, buonasera, eccomi ancora! Cerco sempre di essere puntuale, ma con l'università mi è difficile e faccio il meglio che posso.
Non ho nulla da dirvi, spero vi stia piacendo e se c'è qualche vecchia lettrice spero che noti dei miglioramenti!
Vi lascio al vecchio spazio autrice, alle immagini e vi auguro una buona serata!
A presto, Nichi
 
 
 
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SPAZIO AUTRICI                              
Ciaooo belle bimbe.
Abbiamo ritardato un pò, ma è riniziata la scuola, capiteci.
Dunque dunque dunque, in questo capitolo vediamo la scena "sexy hot" di Liam e Giuly ahahaha non proprio ma vabbè :')
Come si può vedere, si sono creati degli incroci.
Niall Nichi / Fede Harry
Nichi Harry/ Fede Niall
Fede Nichi/ Niall Harry
Questi quattro ragazzi sono uno innamorato di un altra che è amica del  migliore amico dell'altro il quale...
Ok lasciamo perdere si è capito il concetto ahahah
Speriamo vi piaccia :)
Prima di andare vorremmo che leggeste:

Abbiamo il trailer di youtube ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk
 
Possiamo consigliarti una storia di _SassyQueen_ : “Just A Little Bit Of Your Heart”
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2792922&i=1
 
Pure questa di AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
 
E per finire un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SORRIDI E SE NON RIESCI A TROVARE UNA RAGIONE, FALLO PER ME” (Non è sugli One Direction ma su degli Youtubers Inglesi famosi e su un gruppo, i Magcon, è bellissima!)
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1
 
Fateci sapere cosa ne pensate del capitolo attraverso una recensione :)
E Ringraziamo tutti quelli che la Seguono, la Ricordano e la Preferiscono, anche chi recensisce e pure i lettori silenzioni :)
Non ci abbiamo mai pensato di ringraziarvi, ma c'è sempre una prima volta per tutto ;)
Detto questo vi lasciamo alle immagini
Bacioni, a presto
Nichi & Fede

 
 Fede
 Giuly

 
 Nichi e la foto
 Liam e la sua figaggine *-*
 

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Capitolo 13
*** Let's Bet? ***




Let's Bet?
 
Nichi’s Pov.
 
Ero comodamente seduta sul dondolo con il libro di matematica poggiato sulle gambe; presi delle ciocche di capelli ed iniziai a farmi delle piccole e malriuscite trecce per avere una buona visuale di lettura per cercare di studiare in santa pace, nfatti, ero anche completamente struccata. La giornata non era brutta: il cielo era coperto da uno strato di nuvole che però lasciava spazio al sole di infiltrarsi e illuminare tutto. Indossavo una delle mie enormi felpe, non sicuramente delle migliori dato che era di un celeste sbiadito a causa della vecchiaia dell’indumento, e dei leggings neri; niente di troppo appariscente, giusto qualcosa di leggero per stare comoda in casa. Guardai di nuovo il libro. Iniziai a leggere ad alta voce la teoria sui limiti, a causa del mio disturbo dell’attenzione leggere ad alta voce era l’unica soluzione che potevo permettermi per riuscire a studiare qualcosa:  
<< In matematica, il concetto di limite serve a descrivere l'andamento di una funzione all'avvicinarsi del suo argomento a un dato valore (limite di una funzione) oppure l'andamento di una successione al crescere illimitato dell'indice (limite di una successione) >>
Cercai di capire cosa avessi appena letto, ma per me imparare la matematica era un po’ come provare a parlare arabo: una cosa impossibile. Cercai quanto meno di ripetere nella mente la frase per impararla a memoria, così chiusi gli occhi per concentrarmi.
 
***
 
<< Ti vedo solo adesso, sei a dir poco bellissima. Non ho mai visto un vestito così bello, e tanto meno una ragazza portarlo con la tua grazia. Tu mi stai facendo impazzire Nicole >>
<< Lo sai che non voglio essere chiamata Nicole >> ma di scatto, senza che potesse replicare, lo abbracciai e lui mi strinse a sé in una morsa ferrea come se io fossi il suo salvagente e lui stesse per crollare.
Sentivo il suo cuore battere a ritmo con il mio, il suo fiato che mi riscaldava il collo scosso da brividi. Ci staccammo e mi fece sdraiare sull’erba accanto a lui, con il suo braccio attorno alla mia spalla.
<< Non succederà mai più. Questa volta è finita. Lo è per davvero. E lo è per dare spazio ad un nuovo inizio. È la mia promessa per te, per scusarmi di come mi sono comportato nei tuoi confronti. Te lo prometto >> disse convinto lasciandomi un bacio sulla guancia più vicino alla bocca di quanto doveva essere; speravo davvero che le allusioni sul nuovo inizio potessero centrare con me, ma il quel momento non mi importava più di tanto.
Passammo allora la serata a guardare le stelle, mentre la musica rimbombava nel capanno e le ore che procedevano veloci, come un sogno in una notte di fine estate.

 
***
 
<< Cazzo, è successo di nuovo! >> pensai come sempre ad alta voce. L’ADHD era tanto bello quanto una catastrofe, insomma, rivivere quei momenti era qualcosa di magico, ma quando la mente partiva da sola era impossibile fermarla e cercare di concentrarmi di nuovo, ormai ci ero abituata ma se volevo restare al college dovevo impegnarmi e avere tutte le materie con una media decente. Erano stati chiari fin da subito: non avrebbero accettato ragazzi a gratis per vederli fare i loro porci comodi, pretendevano impegno e sicuramente non avevano tutti i torti.
Pensai ancora alla scena di prima, a quelle ore al ballo passate abbracciata a Niall dopo che mi fece la sua promessa:
<< Non vuoi entrare? Ci saranno dentro tutti i tuoi amici >> gli proposi, sperando in un no come risposta
<< Ci abito insieme, vederli un’ora in più al ballo sicuramente non mi cambia. E comunque preferisco stare qui con te >>
Arrossii senza che lui potesse accorgersene a causa del buio.
<< Mi ci vedresti mai come tuo possibile fidanzato? >> chiese spiazzandomi di punto in bianco
<< Come? >>
<< Hai capito, piuttosto dimmi che non vuoi rispondere o nella peggiore delle ipotesi dimmi anche di no, infondo tu sei quella sempre sincera >>
<< Non è che non voglio rispondere, ma ti sembra una domanda da farmi in questo momento? Voi maschi a volte siete proprio stupidi >> lo sgridai ridendo
<< Hai paura di un no? >> continuai io stuzzicandolo
<< Io ti vedrei come la mia fidanzata >> confessò (cambiando discorso)
 con una tale sincerità e spensieratezza spostandosi sul fianco verso di me, probabilmente stanco di guardare le stelle
<< Perché? >> chiesi curiosa, girandomi a mia volta verso di lui
<< Non lo so. Sei bella, semplice, simpatica e molto sensibile. Mi ci vedo molto con te, ti sento simile a me. Penso che tu rispecchi il modello di ragazza ideale per me>> confessò iniziando giocare con i miei ricci intrecciandoci le dita dentro
<< Non la conosco di persona, ma a occhio mi sembra una descrizione esattamente opposta a come è fatta Barbara >>
<< Quindi per te lei è brutta, difficile, antipatica e anaffettiva? >> chiese lui quasi divertito
<< No, ma che vai a pensare? Intendevo che lei non è bella, ma è figa. Lei non è semplice, lei cerca di essere di più. E non è sensibile, è forte. Una come me la sbranerebbe viva >>
<< E per il “simpatica”? >>
<< Beh, è logico che mi stia sul cazzo >>
<< Perché sei gelosa? >>
<< Non ti darò mai questa soddisfazione >>
<< Lo vedremo più avanti >> chiuse infine il discorso tirandosi a me e mettendosi col corpo sopra al mio, tenendosi però con i gomiti a terra per non fare peso su di me.
<< Sei bellissima, non riesco a smettere di guardarti con questo vestito >> mi sussurrò piegandosi al mio orecchio, lasciandomi poi un delicato bacio sulla guancia
<< Anche tu se lo devo proprio ammettere non sei niente male, questa sera sei un figurino, non è che ti puoi vestire sempre così? >> chiesi prendendolo in giro
<< Te riesci sempre a rovinare l’atmosfera eh? >> non risposi, feci passare qualche minuto di silenzio guardandolo negli occhi e sorridendo.
<< Niall… >>
<< Sì? >>
<< Io non solo ti vedrei come il mio fidanzato, ma lo vorrei proprio, e sì, sono gelosa di lei. Come hai detto tu, alla fine io sono quella sincera >>
<< La tua descrizione non era sbagliata, come ti vedo io è l’esatto opposto di Barbara, hai ragione te >>
<< E perché stavi con lei se cerchi una persona opposta? >>
<< Perché l’ho capito solo quando sei arrivata tu nella mia vita >> disse infine, chiudendo ogni discorso stringendomi in un abbraccio e tanti baci sul viso per il resto della serata, ma fortunatamente le nostre labbra quella sera non si incontrarono mai. Stava iniziando qualcosa di serio, e quel bacio così unico e magico sarebbe stato in un momento più adatto.
 
***
 
Chiusi il libro di scatto sbuffando: non avevo nessuna voglia di studiare, al massimo ci avrei riprovato prima di andare a letto. Non riuscivo a pensare ad altro, alle emozioni che mi trasmetteva, alle farfalle che avevo quando ero al suo fianco e che mi tornavano solo a pensare a quegli episodi. Niall mi aveva rubato il cuore, ma ancora non mi potevo fidare al 100% dopo i tira e molla che ha fatto con Barbara. In quel momento la porta della sala si aprì e spuntò Fede che mi riportò nel mondo reale; aveva i capelli arruffati legati in un cucù e indossava una maglietta grigia e nera a maniche corte che anche lei usava solo per stare in casa, notai infatti che come me era struccata: probabilmente entrambe avevamo avuto la stessa idea di studiare per tutto il pomeriggio, idea che io ovviamente avevo ormai accantonato del tutto. Mi sorrise e si sedette accanto a me. Appoggiai la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi, la cosa che mi piaceva era che dopo tutto quello che sarebbe potuto succedere, lei ci sarebbe stata; una figura costante nella mia vita senza necessariamente dare un nome “migliore amica” secondo me è riduttivo e inutile, anche se alla fine il concetto della nostra amicizia è proprio quello, ma bastava solo sapere che io c’ero per lei e lei c’era per me; ecco cosa era davvero importante.
<< Dove sono gli altri? >> chiese ad un certo punto
<< Se ne sono andati >>
<< Ma perché tutta sta tenerezza nel rispondermi? >> disse ridendo per il mio modo di fare svogliato, le feci la linguaccia.
In quell’istante arrivò Greta che a quanto fare si era messa d’accordo per vedersi con Fede, la salutammo lasciandole il posto sul dondolo:
<< Allora come va col tuo boy? >> chiese Fede iniziando la discussione.
Gre però si girò con aria sconsolata e rispose:
<< Così così, cioè, il problema è che… boh abbiamo caratteri troppo diversi e litighiamo spesso >>
Credo abbia ragione, per quanto poco conosca Logan, sembra un ragazzo molto timido e introverso, l’esatto opposto di Gre.
<< Si sono d’accordo, cioè non ha senso andare avanti se continuate a litigare >> le confessai sincera io
<< Mi sa che hai detto la stessa cosa ad un certo biondino >> disse Fede ridendo, le tirai una gomitata nelle costole e Gre la rimproverò:
<< Sei una stronza >> disse naturalmente non in modo offensivo, ridemmo tutte e tre.
Continuammo a ridere fin quando non sentimmo un urlo seccato dall’altra parte della staccionata:
<< Ma tutto sto baccano? OCHE! >> una testa bionda e una mora spuntarono dalla staccionata, e subito dopo si videro le due sagome per intero.
<< Se fate sempre così, diventa violazione della proprietà privata >>
<< Ciao anche a te Fede >> disse il moro ridendo
<< Zayn, Niall >>
I due scavalcarono senza neanche chiedere il permesso, presero due sedie dal tavolino e si misero di fronte a noi facendo due sorrisi stupendi.
Zayn aveva una camicia a quadri rossa aperta dalla quale si intravedeva una maglietta bianca, le maniche erano rivoltate sulle braccia toniche e questo lasciava scoperti i suoi tatuaggi.
Niall invece aveva una maglietta del Milan, una squadra italiana dai colori rosso e nero, con sotto dei pantaloncini sempre da calcio, cioè non faceva così caldo da mettere quei pantaloncini, ma capiamolo, lui è pur sempre quel demente di Niall Horan insomma.
Mi ritrovai a ridere come una stupida dei miei stessi pensieri con gli altri che mi guardavano male. Ad un certo punto, mi resi conto della situazione, mi lanciai in piedi e urlai:
<< Ma tu! Tu hai la maglietta del MILAN! Oddio io non ci posso credere! Ma sei serio? Ma chi te l’ha data? Conosci il Milan? Ma siamo in Inghilterra! Va beh è vero che è famoso in tutto il mondo >>
<< Ma ti fermi un attimo macchinetta? E poi… C-cosa c’è di male scusa? >> chiese il ragazzo, abbastanza rosso in faccia
<< È una "Ultras" sfegatata del Milan, appena vede qualcosa di rosso e nero impazzisce, scusala >> mi precedette Fede
<< So parlare anche da sola eh >> risposi ridendo
<< Eri troppo impegnata a fissare la maglietta >> scoppiò a ridere Fede
<< Di chi è? >> chiesi riportando lo sguardo su Niall
<< È mia, porta il mio cognome e il numero 10 >> rispose fiero
<< Ce l’ho uguale con Nichi 18, poi ho quella di Mexes, De Jong, El Shaarawy, Kaka, poi ho tre felpe, le scarpe, l’ombrello, i pupazzi >> dissi super gasata
<< Si Nichi, ok, abbiamo capito >> Zayn spezzò il mio discorso
<< Ma non ho finito >>
<< Basta Nichi! >> si intromise pure Gre.
Alzai gli occhi al cielo ma vedendo Niall sorridermi, ricambiai il sorriso.
<< Facciamo qualcosa? >> chiese Zayn appoggiandosi allo schienale della sedia
<< Trivial Pursuit >> disse Fede alzandosi alla velocità della luce per prendere la scatola del gioco in tavola dentro casa.
Ci guardammo e scoppiammo a ridere, quella ragazza aveva bisogno di imparare ad essere meno competitiva, un giorno eravamo ad una festa e volevamo fare la gara a chi beveva più birra senza vomitare, dico solo che ha dormito a casa mia e prima di arrivare alla macchina ci abbiamo messo quarantacinque minuti.
La mora uscì con in mano la scatola tutta felice ed io non potei fare altro che sorridere di conseguenza, tanto qualunque ribellione sarebbe stata inutile.
Ci sedemmo tutti al tavolino che si trovava in giardino ed iniziammo a giocare.
Niall prima di iniziare stabilì le regole:
<< Chi perde offre la cena, giochiamo maschi contro femmine >>
Noi accettammo ed iniziammo a tirare il dado.
 


***
 
Due ore più tardi
 
***
 
<< Chi è stato il primo imperatore romano? >> chiese Fede facendomi l’occhiolino.
Niall sembrava abbastanza sicuro della risposta, si appoggiò con le mani alla spalliera della sedia e disse incrociando poi le braccia dietro alla testa:
<< Giulio Cesare >>
Noi saltammo sulla sedia e ci mettemmo a ridere facendogli vedere la risposta, lui diventò tutto rosso e si sbilanciò cadendo all’indietro provocando una risata ancora più rumorosa.
Mi precipitai subito ad aiutarlo mentre Gre era ancora appoggiata alla spalla di Fede cercando di riprendere fiato.
<< Va bene ok, avete vinto voi >> disse Zayn dopo aver smesso di ridere.
Niall si alzò dolorante e poi scoppiò anche lui contagiando di nuovo tutti.
Quando smettemmo per la medesima volta di ridere, sembravamo appena usciti dalla lavatrice: con le guance rosse, il respiro pesante e gli occhi lucidi.
<< Vi veniamo a prendere alle 7:30 p.m. >> disse Zayn prima di rientrare a casa con Niall.
Greta ci salutò e tornò a casa a prepararsi e dopo averla salutata, salimmo pure noi ognuna nelle nostre rispettive camere.
 
Chiara’s Pov.
 
Erano circa le quattro del pomeriggio. Nel frattempo avevo sistemato la cucina dopo pranzo e fatto le polveri in salotto, il sabato era il mio turno. Un’oretta prima era venuta Gre a casa nostra per portare il libro di psicologia a Giuly che lo aveva dimenticato a lezione, poi una chiacchiera tira l’altra ed eccola lì di fuori a spettegolare con Fede e Nichi sul dondolo. Ero un po’ stanca dopo aver pulito tutto, quindi optai per distendermi sul letto di camera mia con lo stereo acceso che faceva rimbombare dell’aria un CD di Laura Pausini, la mia cantante italiana preferita. Dopo alcuni minuti, caddi in un sonno profondo, risvegliandomi solo un’ora e mezza più in là con il suono di una risata maschile. A farci caso, era sicuramente quella di Niall. Mi affacciai sul balcone e notai la presenza di due ragazzi, dopo averli messi bene a fuoco notai che erano Zayn e Nial. Dato che era sabato, la sera sicuramente saremmo usciti o comunque avremmo fatto qualcosa, decisi di fare una doccia. Quando finii erano le 6.00 p.m., Fede e Nichi erano corse su in camera veloci come “BitBit” e proprio non capivo il motivo di tutta sta fretta:
<< Nichi? Fede? Tutto Ok? >>
<< Sisi! Abbiamo solo un’ora e mezza di tempo per prepararci, stasera usciamo con Niall e Zayn! >>
<< Quindi non venite con noi? >>
Una testolina bionda spuntò dalla porta:
<< Chiara? Pronto? Ho detto NIALL >>
<< E ZAYN >> si unì la testa della mora
<< Ok ragazze, ho capito il concetto, divertitevi >> risposi ridendo, avevano la mia più totale approvazione
<< Anche voi, a dopo >> rispose Nichi
Scesi in salotto con il turbante ancora in testa:
<< Gio Giuly, Nichi e Fede non escono con noi >>
Erano seduti sul divano a guardare dei cartoni animati di cui non sapevo neanche il nome.
<< AHA! Te l’ho detto che correvano per quello! Sgancia i miei 5$ adesso >> urlò Giuly contenta
<< Che palle! Toh! >> Le rispose Gio.
Quei due scommettevano sempre su ogni minima cosa, anche la più stupida.
Solitamente vinceva Giuly, solo rare volte Gio; penso che da quando ci conosciamo le avrà sborsato almeno 200€ totali, come minimo.
<< Cosa dite di fare stasera? >>
<< Gelato come ai vecchi tempi? >> propose Gio
<< Si! Alla cannella! Da quanto non lo prendo! >> sorrise Giuly guardandomi speranzosa.
<< E gelato sia >>  confermai io.
Andai ad asciugare i capelli ed intanto che eravamo in casa misi una tuta comoda. Passai il resto del tempo sul letto, annoiata decisi di mettermi a farmi delle foto: non aggiornavo da parecchio il mio profilo Instagram, a dire il vero da quando ero arrivata non misi nemmeno una foto sul nuovo posto che avrebbe fatto invidia a tutte le mie conoscenze italiane. All’ennesimo selfie, decisi di controllarle e sceglierne una decente da pubblicare.
<< Questa no >> dissi a bassa voce tra me e me eliminandola,
<< Questa nemmeno, questa… Oddio ma che è sto brufolo? Cancello subito >> continuai, finché ad un certo punto mi apparve sullo schermo un messaggio di Louis. Non capii, non mi aveva mai scritto prima d’ora:
 
Da: Louis
“Ehi Chiara, fai qualcosa stasera? Ti va uno scherzo alla Profe?”
 
Pensai che fosse proprio stupido, dopo quello che era capitato non avevo alcuna intenzione di mettermi un’altra volta nei pasticci:
 
A: Louis
“Sì, vado a mangiare il gelato e STO LONTANO DAI GUAI! Non tentarmi più ;)”
Risposi dopo qualche minuto, cercando una frase per non apparire troppo stupida

Si erano ormai fatte le 19:30. Il campanello suonò, Giuly andò ad aprire e Gre con una maglietta color grigio topo e rosa, abbastanza lunga da trasformarsi in un vestito grazie anche ad una cintura alla vita, fece il suo ingresso in casa. Pochi minuti più tardi scesero Fede e Nichi. Erano anch’esse stupende. Fede indossava dei pantaloni bianchi a zampa di elefante ed un top con corto dello stesso colore che lasciava intravedere l’ombelico e delle scarpe con poco tacco che le facevano cadere perfettamente i pantaloni, il look era completato da dei capelli bellissimi cadenti ad onde sulle spalle. Nichi, invece, era vestita con dei colori quasi gotici ma che le risaltavano l’incarnato chiaro: indossava un top corto nero di velluto ed una gonna verdone con delle tasche laterali, sempre in velluto, il tutto era reso più bello da un paio di fantastici stivali alti neri che la slanciavano risaltando le sue gambe magre.
<< Hei Gre, sei stupenda! Ti sei messa addirittura un vestito per cercare di rubarmi il biondino? >> la salutò Nichi scherzando e andando verso la ragazza.
<< Non credo che con questo top corto e molto sexy che ti risalta le tette faccia caso a me, seriamente ragazze siete tutte e due a dir poco mozzafiato >> rispose facendo l’occhiolino ad entrambe, riferendosi anche a Fede.
<< State attente tutte e tre a non essere stuprate! >>
<< Grazie Gio, la tua positività ci rassicura un sacco >> rispose Fede ridacchiando
<< Sto scherzando, siete bellissime. Divertitevi >>
A quel punto fu la volta di Giuly:
<< Oh, come crescono le mie bambine >> disse con fare teatrale mimando di asciugarsi le finte lacrime agli occhi.
Scoppiammo tutti a ridere.
Io semplicemente andai davanti a loro e dopo averle abbracciate sussurrai:
<< Fateli cadere ai vostri piedi >>.
Finita la serie di saluti uscirono.
<< Dai ragazzi, a cambiarsi! Ho fame di gelato! >>
<< Giuly… Nessuno ha “fame di gelato”, al massimo ha voglia >> disse Gio scoppiando a ridere
<< E qui ti sbagli, io ho FAME. DI. GELATO. >>
<< Sei peggio di Nichi >> Gio alzò gli occhi al cielo esasperato
<< Ne sei proprio sicuro? >> chiesi io alzando un sopracciglio incredula, come se avesse detto chissà cosa
<< No hai ragione, peggio di Nichi no, però ci si avvicina >> dopo aver riso, salimmo tutti e tre a cambiarci.
Optai per degli shorts neri di pelle ed un maglioncino verde, ma dato che era molto leggero decisi di mettere sopra un cappotto lungo nero e lasciarlo aperto. Giuly al contrario voleva stare più comoda possibile, infatti scelse una felpa bordeaux dei Blink 182 e dei pantaloni a quadri grigi. Gio, invece, mise una felpa nera con delle linee confuse bianche, sembrava tanto Jack Frost, con dei semplici jeans blu. Una volta pronti uscimmo finalmente di casa. Ci dirigemmo alla gelateria che si trovava vicino al parco. La fila era mediamente lunga quindi ci avremmo tenuto un po’. Più avanti rispetto a noi, c’erano due testoline facilmente riconoscibili anche se viste di schiena: Liam e Louis. Li chiamammo e ci fecero passare avanti con loro. Liam non staccava neanche per un secondo lo sguardo dalla piccola Giuly.
<< Cosa ci fate qui? >> chiese Gio per iniziare una conversazione
<< Zayn e Niall uscivano con due ragazze, Harry invece con amici di scuola, quindi a noi ci andava un gelato. Come mai Nichi e Fede non sono qui? >> si affrettò a rispondere Louis
<< Sono le ragazze che uscivano con Zayn e Niall >> rispose Gio ridendo.
<< Beh come ho fatto a non pensarci, tante volte mi viene da darmi del ritardato da solo >> concluse Louis.
Prendemmo tutti quanti il gelato e uscimmo dalla gelateria artigianale.
Liam chiese il permesso a me e a Gio di rubarci Giuly per quella serata, dopo aver acconsentito si dileguarono a fare un giro per il parco.
<< LOUIS! >> urlai ad un certo punto
<< Che c’è? >>
<< Guarda! La Prof. Di matematica! >> indicai un punto preciso nella fila della gelateria
<< Oddio è vero. Guarda come è vestita, sembra il Pulcino Pio! >>
<< Più che al Pulcino Pio assomiglia ad una palla da Bowling gialla gigante >> risposi ridendo
<< Dai facciamole uno scherzo! >>
<< No, ti ho già detto di no! Ma sei matto? >> chiesi sbarrando gli occhi
<< Si sono matto, ora facciamole lo scherzo >>
<< Tanto Gio non è d’accordo, vero Gio? >>.
Louis mi zittì indicandomi il parco, dove c’era Gio che parlava con un gruppo di amici, probabilmente suoi compagni di classe.
<< GIOVANNI! >>
<< Scusa Chiara, ci vediamo dopo, vai a fare un giro con Louis. Ciaoooo >> urlò allontanandosi dal parco.
Quando mi voltai vidi un Louis con una faccia pregante, occhi dolci e labbruccio che chiedeva pietà. Guardai un ultima volta la Prof. ed infine cedetti:
<< E va bene >>
<< Sììì, che bello! >>
<< Bambinone >>
<< Bambinone ma bello, figo, intelligente, figo, simpatico, figo, divertente, figo… Ho già detto figo? Dai sono il ragazzo perfetto ammettilo >>
<< Certo certo >> sbuffai con gli occhi al cielo
<< Seguiamola! >>
Mi prese di scatto per mano iniziando a correre in direzione della Profe. Stranamente sentii un brivido percorrermi su per il braccio. La seguimmo in silenzio stando attenti a non farci scoprire, tutto il tempo eravamo mano nella mano e questo pensiero mi rendeva felice, senza neanche saperne il motivo. Ci fermammo in un punto dietro ad un bidone, mentre la donna entrava in quella che doveva essere la sua casa.
Appena chiuse la porta ci accovacciammo con la schiena appoggiata al cassonetto.
<< Allora? Vi andava davvero un gelato o l’hai fatto apposta sapendo che avremmo incontrato la Prof? >> chiesi spazientita
<< Forse entrambi. Dai ci annoiavamo e abbiamo pensato di raggiungervi per stare in compagnia >>
<< Stare in compagnia significa far andare Liam con Giuly da soli e farmi ritrovare con te per fare uno scherzo? >>
<< Te sai solo lamentarti o sai anche divertirti? >> chiese per provocarmi
<< Sei il solito. Allora? Che facciamo? >>
<< Vai a suonare al campanello poi scappi qui a nasconderti >>
<< No tu sei fuori di cervello proprio completamente, ma poi che scherzo è? >> risposi ridendo ma stando attenta a non fare troppo rumore.
<< E va bene inizio io >> rispose alzando gli occhi al cielo.
Si alzò convinto facendomi l’occhiolino, andò di fronte alla porta e suonò, scappando subito poi al nostro rifugio. Il bidone non era molto grande per coprire tutti e due, quindi si strinse a me mettendomi un braccio dietro alla spalla per restringere ancora di più lo spazio tra di noi.
La porta si aprì e la vecchia professoressa uscì di casa.
<< Si? >> silenzio.
<< Chi c’è? >> ancora silenzio.
Richiuse la porta e rientrò in casa, partì una risata abbastanza rumorosa ma ci zittimmo subito dopo.
<< Dai, vai tu ora >> disse quasi come se fosse un ordine.
<< No. >>
<< Sei impossibile! >>
Si rialzò e rifece le stesse azioni correndo più veloce di prima per tornare indietro.
Stessa situazione: stessi corpi appiccicati, stessa donna che chiedeva chi fosse con aria scocciata, stessa porta che si chiuse.
<< Prova! >>
<< E va bene, solo una volta però! >> mi lasciai convincere.
Mi alzai, suonai e corsi come una cretina fino al bidone. Sta volta la donna era proprio spazientita, appena uscì di casa sentimmo dei passi girovagare intorno. Probabilmente stava cercando il colpevole, ed io avevo paura. Guardai Louis con occhi tremanti, come se gli stessi chiedendo in silenzio “E se ci scopre? Non voglio essere espulsa!” ma potevo vedere nei suoi che mi stava rispondendo “Tranquilla, andrà tutto bene ” ed il suo sorriso mi rassicurò molto.
Louis mi strinse ancora di più a sé; la donna era vicina. Il moro si guardò in torno, prese una manciata di sassi e la lanciò all’indietro con molta forza per mandarli il più lontano possibile.
I passi cambiarono traiettoria tornando all’indietro e facendosi sempre più lontani. Lo guardai sorridendo grata e gli diedi spontaneamente un bacio sulla guancia in modo affettuoso. Mi prese il volto con una mano, fissandomi negli occhi; erano azzurri tanto quanto i miei se non di più. La sua mano mi riscaldava la guancia ed era una sensazione stupenda. I nostri volti si stavano avvicinando piano piano, il suo naso sfiorava il mio, i suoi occhi erano ormai chiusi come i miei e le nostre labbra erano a un soffio di distanza.
<< KEVIIIIIIIIIIIIIIIN >> un urlo maschile suonò nell’aria rompendo il nostro momento.
I passi si riavvicinarono, Louis tirò altri sassi e appena il rumore dei tacchi si allontanò ancora scappammo mano nella mano via da quella zona, fortunatamente senza essere scoperti.
Ci fermammo alla panchina del parco:
<< Che cazzo era? >> chiesi sconvolta con ancora il respiro affannato per la corsa
<< Il mio cellulare >> disse lui scoppiando a ridere
<< Ma che cazzo? “Keviiiiiin”?! >> risposi ridendo
<< Lunga storia >> sfoggiò un altro sorriso.
<< Non si era interrotto qualcosa? >> continuò poi avvicinandosi a me con lo sguardo malizioso e un sorriso di chi non ha colpe.
Non riuscii neanche a rispondere, rimasi imbambolata a fissarlo cercando di capire le sue intenzioni, anche se nella mia testa in realtà erano ben chiare. Due ombre si avvicinarono a noi:
<< Ciao Giuly, ciao Liam >> salutammo io e Louis, che mi guardò facendomi l’occhiolino con fare innocente
<< Chiara, Gio ha detto di tornare perché lui non ha le chiavi >> mi disse Giuly
<< Va bene, andiamo >> risposi un po’ contrariata, non avevo per nulla voglia di tornare a casa. Mentre salutò Louis, io salutai Liam, poi scambiammo i ruoli per poi avviarci verso casa.
Nel momento in cui salutai Lou, mi guardò con uno sguardo d’intesa, sempre sorridendo, di mia risposta ammiccai uno sguardo malizioso facendogli l’occhiolino, insomma, ero pure sempre Chiara, la ragazza aperta e disinvolta soprattutto con i ragazzi belli come Louis.  

Nichi’s Pov.
 
Finalmente riuscimmo ad uscire di casa ed in quel momento le figure slanciate dei due ragazzi spuntarono davanti al vialetto, ci avvicinammo.
<< Niall, Zayn >> dissi dando un bacio sulla guancia ad ognuno, così come le altre.
Zayn mise un braccio sulla spalla di Fede ed andarono un po’ vanti parlottando in maniera scherzosa; Niall mi guardò mi fece l’occhiolino e prese a braccetto me e Gre.
<< Andiamo ragazze >>.
Salimmo nella macchina di Zayn, una Range Rover nera, Fede si mise a correre e si sedette davanti facendo la linguaccia a Niall che sbuffando, si sedette dietro con noi:
<< Dai Niall, ti ho fatto solo un piacere >> scherzò Fede indicandomi con un cenno della testa
<< Ha ragione, non vedi che si è messa apposta questa maglietta che le risalta le tette solo per te? >>
<< GRE! Niall non è vero! >> replicai guardandolo imbarazzata. Ma che le passa per la testa a quella ragazza? Insomma, se l’avesse fatto qualcuno della mia compagnia era un conto, ci avrei scherzato sopra, ma lei la conoscevo a malapena e la sua totale confidenza come se la conoscessi da anni mi imbarazzava, anche perché Niall poteva pensare fosse vero detto da un’estranea, se l’avesse detto uno dei nostri amici avrebbe benissimo saputo che stava scherzando per prendermi in giro. Ovviamente la maglietta l’avevo messa per quello, ma non doveva per forza venirlo a sapere. Avrei preso più distanze possibili da quella ragazza, non era vista di buon occhio da nessuno a parte Fede e riuscivo a capire benissimo il punto di vista delle altre mie amiche.
<< Lo so Nichi, tranquilla >> rispose lui subito per togliermi da quel momento di imbarazzo
<< Ma stai comunque molto bene >> aggiunse poi, sussurrandomi all’orecchio in modo che nessuno lo potesse sentire. Gli sorrisi e mi prese la mano, un brivido pervase il mio braccio fino ad arrivare alla schiena e credo proprio che lui se ne rese conto.
Dopo nemmeno cinque minuti di viaggio ci trovammo in mezzo al centro sociale del paese; Zayn parcheggiò la macchina e successivamente scendemmo.
La serata era abbastanza fresca, ma senza arrivare ad avere freddo pur essendo in gonna.
<< Dove stiamo andando? >> chiesi
<< Lì! >> rispose Zayn indicando una pizzeria dall’altra parte della piazza.
Una volta entrati, ci sedemmo ed iniziammo ad ordinare: Fede prese una margherita seguita da Zayn che non le toglieva gli occhi di dosso; continuavano a parlare di non so quale canzone che al ragazzo non convinceva.
Io presi un’americana, Gre e Niall fecero la mia stessa scelta.
<< Vi avverto che mangio un sacco, non scandalizzatevi e non prendetemi in giro >> dissi attirando l’attenzione
<< Confermo al 101% >> si intromise subito Fede
<< Mai quanto me baby >> rispose Niall battendosi le mani nello stomaco
<< Posso sorprenderti >> risposi con uno sguardo di sfida
<< Bah >>
<< Fede digli qual è il mio record dato che fa il maestrino >> dissi con fare fiero e sicuro di me guardandolo storto
<< 2 minuti e 16 secondi >> rispose sbuffando e alzando gli occhi al cielo, sarà la milionesima volta che lo ripeteva alla gente. Zayn quasi si ingozzò mentre beveva l’acqua.
<< Tsk, sai che roba >>
<< Facciamo una sfida allora >> proposi allora fissandolo negli occhi
<< Ok >> tutti scoppiarono a ridere e nel frattempo continuammo a parlare del più e del meno.
Quando arrivarono le pizze, Fede fece il countdown così io e Niall iniziammo la sfida. Nessuno mi poteva battere in una gara di cibo, forse solo Niall. Mi mancava solamente una fetta ma Gre disse:
<< Fine! >>
Guardai il piatto di Niall e aveva finito prima di me, sbuffai molto infastidita. Non avevo mai perso, misi il broncio e incrociai le braccia così Niall mi diede un bacio sulla guancia. Quelle labbra morbide che mi sfioravano la pelle mi fecero avvampare, Niall, accortosi della mia reazione, arrossì a sua volta ed io mi sentii meno in imbarazzo rispetto a prima. Aspettammo che gli altri finissero di mangiare mentre Fede raccontava di quella volta in Italia in cui eravamo usciti tutti insieme per prendere un gelato durante una festa di paese dedicata alla squadra Atalanta (squadra calcistica bergamasca) ed un signore di mezza alquanto ubriaco era venuto a darci fastidio alzando le braccia sopra le nostre teste e facendole oscillare stile zombie senza dire neanche una parola, così il Gio gli urlò:
<< BU! >> A quel punto il tipo ci guardò male e se ne andò.
Niall scoppiò a ridere così rumorosamente che l’intera sala si girò a guardarci; Gre, che stava bevendo l’acqua, la sputò sul tavolo e da lì partì una risata così potente che l’intera sala si unì ad una sghignazzata incontrollata, addirittura il cuoco uscì dalla cucina per vedere cosa stava succedendo ed anche lui iniziò a ridere senza motivo.
 
***
 
Eravamo appena usciti dalla pizzeria, che strana serata. Passammo davanti ad un bar molto carino: aveva un enorme tavolo da “Air-Hockey”, le luci erano scarse e non si riusciva a vedere il fondo. Decidemmo di entrare per continuare la nostra serata e la prima cosa che notai era un enorme tavolo di biliardo il legno con le stecche lucide posizionato al centro della sala; subito dietro c’era un separé sempre di legno scuro dove alle spalle c’erano tutti i tipi di bevande esistenti al mondo, alcoliche e non.
I due baristi ci salutarono e notai che uno di loro era Nico che mi sorrise:
<< Ciao Nichi >> mi salutò caldamente
<< Hey Nico >> ricambiai sorridente.
Niall si mise subito dietro di me ed ordinò non so cosa ma di sicuro era alcolico. Un ragazzo venne vicino a noi salutando Zayn e ordinando a sua volta uno strano liquido blu.
Gre, curiosa, chiese:
<< Cosa è? >>
<< È un miscuglio di… non lo so, lo vuoi provare? Tranquilla non ti drogo >> rispose sorridendo l’amico di Zayn e lei subito dopo, un po’ titubante, accettò.
<< Buono >> disse dopo un piccolo sorso.
<< Nash >> continuò il moro presentandosi a tutti noi, che ricambiammo.
<< Giochiamo a biliardo? >> chiese Fede indicando il tavolo
<< Sai giocare? >> ribattè Nash
<< Sì, mi ha insegnato mio padre >>
<< Vuoi giocare? >> continuò lui
Nella mia mente pensai: “Ma sei stupido? Ti ha appena chiesto di giocare”, che buffo ragazzo.
<< Certo >> replicò Fede.
Ci mettemmo tutti intorno al biliardo. Zayn si tolse la giacca di pelle con un movimento lento e notai il suo sguardo non staccarsi da Fede intenta a fare finta di guardarsi le unghie.
<< Come si fa? >> domandò Gre, Nash si affrettò a rispondere:
<< Ti faccio vedere >>.
Le si mise dietro e poggiò una mano sul suo fianco, Gre diventò rossa fino alla punta dei capelli castani, ma lui fece finta di non notarlo. Le spiegò cosa doveva fare con dei movimenti e adesso capisco qual era il problema tra lei e Logan perché quest’ultimo non l’aveva mai guardata come Nash, non perché non l’amasse ma forse perché era troppo timido, fatto sta che Nash le si era parecchio avvicinato. Voltai lo sguardo e notai invece un’altra cosa, Niall mi stava fissando imbambolato da tipo cinque minuti, così gli sorrisi e lui ricambiò avvicinandosi. Iniziammo la partita ed ero fermamente convinta che noi non potevamo andare in giro una volta che sia una senza fare casino; molte persone del locale si girarono a guardarci per colpa delle urla e degli insulti per prenderci in giro a vicenda che cacciavamo fuori di tanto in tanto. Nico finito il suo turno venne un po’ a giocare con noi e non posso dire di non essere stata contenta nel vedere tutte le occhiatacce di Niall nei suoi confronti.
<< Venite di là, ci sono anche dei miei amici, mi avranno dato per disperso >> ci invitò Nash.
Ci avvicinammo all’ala dietro il separé: lì la luce era un po’ più presente, ma solo in quantità minima.
<< Hey amico dov… >> sentimmo una voce spiccare parola ma senza finire la frase.
Mi avvicinai cercando di vedere chi fosse e signore e signori era niente meno che Harry Styles.
Accanto a lui c’era Taylor con un pantaloncino di jeans chiaro con due strisce nere ai lati ed un maglione semplice color panna. Vidi la faccia di Harry ferma immobile e mi girai capendo subito il perché: in quel momento era spuntata Fede dietro Zayn.
<< Sei andato a prendere da bere e spunti con queste bellezze? >> disse ad un certo punto un ragazzo seduto al tavolo
<< Ciao Cam >> disse Zayn
<< Hey moro, non mi riferivo mica a te >> rispose questo Cam, ridemmo tutti.
Harry non si perse neanche un attimo di quello scambio di battute. Aveva una maglietta blu scuro a maniche lunghe che gli fasciava il corpo lasciando comunque vedere la forma dei muscoli. I ragazzi del tavolo si strinsero per farci posto.
<< Chi è la biondina? >> chiese uno di loro indicandomi, ma che modi erano?
<< Nicole >> rispose Niall prima di me avvicinandomi a sé con fare protettivo. Stavo per scoppiare di euforia. Ci sedemmo comunque al tavolo e vedevo lo sguardo di Harry non lasciare Fede neanche per sbaglio, sembrava le stesse facendo una radiografia.
<< Io sono Jack >> disse in ragazzo che prima mi aveva parlato, subito sentii Niall irrigidirsi mentre gli strinsi la mano come per rassicurarlo.
<< Invece tu? >> disse un ragazzo con i capelli scuri e dei penetranti occhi neri, simili a quelli di Fede.
<< Fede >> rispose lei stringendogli la mano ma cercando di non guardare alla sua sinistra dove un riccio dagli occhi verdi non smetteva di osservare la situazione.
Dopo una decina di minuti dove era evidente che tutti ci trovavamo a disagio, Zayn fece un segno con la testa a Niall e subito dopo disse:
<< Dovremmo andare >>.
Acconsentii subito seguita da Fede e poi uscimmo dal locale. Dalla vetrina scorgevo Harry, aveva le mani serrate in un bicchiere di vetro che per la troppa pressione si ruppe, versando il contenuto addosso ad una Taylor urlante e sconsolata, non potei fare a meno di sorridere soddisfatta.
 
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 SPAZIO AUTRICE       
Buonasera a tutte!
Ecco questo capitolo nuovamente migliorato (o si spera).
L'unica cosa che devo dirvi del capitolo è che, come avrete notato, entrano nuovi personaggi.
Questi ragazzi sono alcuni dei componenti dei Magcon, un gruppo (ex) viner americano dove ognuno ora ha scelto la sua strada chi cantanti chi youtuber ecc. ma restao sempre tutti molto amici. Per ovvie ragioni i prestavolto sono loro e i nomi nella storia li abbiamo lasciati uguali alla realtà!
Una sola cosa riguardo alle immagini poi non vi disturbo più: non ho trovato Niall da davanti che indossava la maglietta quindi ne ho messa una dove comunque si vede la scritta Horan 10, non è un grande problema e comunque la foto c'è per lo meno! Unica cosa le dimensioni sono tanto sformate, mi spiace! Si capiscono comunque dai!
Non ho altro da aggiungere, spero che vi stia piacendo.
Alla prossima!
Un bacio, Nichi.


 
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SPAZIO AUTRICI  
                  
Ciao ragazze, eccoci tornate con nono capitolo.
Putroppo posteremo più raramente perchè la scuola si fa sentire.
Non ho molto tempo per fare la descrizione del capitolo, sarò mooolto breve.
Dunque l'amicizia tra i ragazzi si rafforza ogni giorno di più.
Riuscirà a rimanere tale?
Lo scoprirete nella prossima puntata.
No ok aparte gli scherzi, vedrete in seguito :)
Per chi non sapesse il significato del titolo è "Scomemttiamo?" per ovvi motivi ahaha.
Ah ci teniamo a dirvi che la parte dell'ubriaco in cui il Gio urla "BU" e il record di Nichi che mangia la pizza in 2 minuti e 16 secondi
e che ha tutte quelle cose del Milan, sono vere!
Per non parlare del fatto che giochiamo a Trivial Pursuit.
Per chi se lo stesse ancora chiedendo, dato che non l'abbiamo mai specificato, il Gio non è davvero Gay nella realtà, infatti 
quando ha saputo che lo mettevamo gay ha protestato a tutto andare ahahaha.
Ora vi lascio alle immagini, ma prima:

Abbiamo creato il Trailer della storia in Youtube, se vi va passate e iscrivetevi al nostro canale, pubblicheremo al più presto altri video, intanto ecco il link del Trailer :

http://youtu.be/nTEubql5afk
 
Posso consigliarti pure una storia di _SassyQueen_ : “Just A Little Bit Of Your Heart”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2792922&i=1
 
Pure questa di AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
 
E per finire un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SORRIDI E SE NON RIESCI A TROVARE UNA RAGIONE, FALLO PER ME” (Non è sugli One Direction ma su degli Youtubers Inglesi famosi e su un gruppo, i Magcon, è bellissima!)
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Ci farebbe piacere che recensiate questo capitolo :)
Per cui grazie in anticipo a chi lo farà e grazie a tutte quelle che leggeranno la storia.
Un ultimissima cosa: ci siamo rese conto che la differenza tra i primi capitoli e gli utlimi è abnorme, quindi
abbiamo deciso di riscrivere i primi capitoli con più stile, appena avremo un secondo di tempo, potreste passare a rileggerli se vi va :)
A presto, 
Un bacione
- Nichi & Fede


 
 Fede a casa
 Nichi a casa

 Ecco Niall, ribadisco che da davanti mentre la indossa non l'ho trovata, mi spiace!
 Chiara la sera
 Giuly la sera
 Gio la sera
 Gre la sera
 Nash, il ragazzo che si è presentato a Gre. Come prestavolto abbiamo scelto Nash Grier
 Cam, migliore amico di Nash. Come prestavolto abbiamo scelto Cameron Dallas

 Taylor al pub
 Fede la sera
 Jack G., il ragazzo che si è presentato a Fede. Come prestavolto abbiamo scelto Jack Gilinsky
 Nichi la sera

 Jack J., il ragazzo che si è presentato a Nichi. Come prestavolto abbiamo scelto Jack Johnson
 

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Capitolo 14
*** Tear ***




Tear
 

Fede’s Pov.
 
<< Harry, che stai facendo? >>
<< Voglio ballare con te, ti va? >>
<< Ma no! Siamo in un pub e qua ci sono Niall, Zayn, Nichi, Gre e i tuoi strani amici, e soprattutto Taylor! >>
<< Fa niente, saliamo in piedi sul tavolo e balliamo come al ballo scolastico >> disse Harry trascinandomi in piedi sul quel tavolo traballante
<< Harry ci guardano tutti! E poi magari non ci regge! >>
<< Non preoccuparti di questo, se cadrai sarai tra le mie braccia >> concluse Harry stringendomi forte a sé.
“'CAUSE BABY YOU'RE A FIIIREWOOORK
COME ON SHOW 'EM WHAAAT YOUR WOOORTH 
MAKE 'EM GO "OH…”
Non appena mi resi conto che era la sveglia, mi ripresi dal sonno e mi alzai seduta sul letto. Adoravo Katy Perry, ma forse a quell’ora non era il buongiorno più sperato. Era molto presto, precisamente le 6:45, ma mi ero fissata che quella mattina avrei dovuto studiare. Già, avrei dovuto, ma appena mi resi conto di essere finalmente lucida mi accorsi di avere un gran mal di testa. Che sogno strano avevo appena fatto, eppure così sentito e voluto. Al contrario, sentivo ancora lo sguardo bruciante di Harry della sera prima al pub, avevo realmente paura di prendere fuoco. Mi alzai dal letto, avevo voglia di fare qualcosa, più che altro ne sentivo la necessità perché stando ferma l’adrenalina prendeva il sopravvento trasformandosi in pensieri ed era quello di cui non avevo per niente bisogno. Nella serata precedente era stato tutto divertente: la pizza, il biliardo, la gentilezza di Zayn e poi sbam; arriva Harry Styles con accanto Taylor a rovinare tutto. Ricordo bene che appena arrivai a casa mi buttai sul letto lanciando i vestiti per la camera facendola diventare un vero e proprio casino. Presi la maglietta che avevo buttato a terra coi pantaloni e dopo averli piegati ordinatamente e appoggiati sulla sedia, tirai fuori il cambio dall’armadio ed andai in bagno a farmi una doccia.
Uscii e mi guardai allo specchio osservando il mio riflesso: non riesco a capire come Harry o Zayn possano anche solo… non so, boh.
I miei occhi non sono niente di speciale, certo sono scuri e anche molto, ma non ho né le fossette di Harry, né gli zigomi di Zayn, ma una faccia un po’ tondeggiante con le guance che arrossiscono facilmente. Sorrisi perché comunque ero felice, ciò che mi stava capitando era così assurdo per non poter sorridere. Dovevo mantenere la calma, non era successo ancora niente di preciso in realtà, quindi avrei aspettato e agito poi di conseguenza. Presi una maglia nera a maniche corte, gli abbinai un paio di jeans neri, un cardigan beige e degli stivali alti. Scesi nel soggiorno e vidi sul tavolo della cucina i miei occhiali da sole insieme alle mie collane pendenti, probabilmente una delle mie amiche li aveva presi in prestito. Indossai tutto e uscii di casa per poi guardare l’ora: erano le 7:00; da quando ero in Inghilterra mi stava venendo la fissa per le passeggiate mattutine, ma più che altro la mia era una ricerca di tranquillità per stare sola con i miei pensieri. Sono sempre stata una ragazza che non ama la folla ma preferisce stare sola, ho bisogno del mio spazio e di avere la possibilità di stare per conto mio.
Decisi di andare al solito bar e prendere un cappuccino da portare via e una volta uscita presi a gironzolare. Come era successo più volte, mi trovai davanti alla casetta: la luce era scarsa per colpa dell’orario, ma si riusciva comunque a vedere. Presi le chiavi e dopo due girate aprii la porta. Era completamente deserta ma non mi stupii, presi un libro tra quelli che si trovavano lì, tanto per curiosare. Appena lessi il titolo mi stupii: “Il grande Gatsby”. Sicuramente glielo avranno dato a scuola, dubito di vedere lui come un lettore accanito. Lo presi tra le mani, mi sdraiai su quell’enorme divano ed iniziai a leggere. Mi persi in quelle pagine fino a che le mie palpebre non diventarono pesanti ed il respiro rallentò. Sentii un leggero rumore e rabbrividii di freddo, sentivo il libro sotto le costole ma ero troppo stanca per muovermi e spostarlo. Proprio in quel momento in cui venni presa tra le braccia di Morfeo sentii qualcosa di morbido e caldo che veniva poggiato sopra di me.
 
***
 
Aprii gli occhi quando sentii una musichetta vicino a me, mi stiracchiai e sbadigliai.
Non avevo più il libro che mi faceva male, ma in compenso sentii la mia testa poggiata su qualcosa.
<< Cazzo >> sentii una voce roca imprecare e subito il suono si fermò.
Mi strofinai gli occhi e li aprii trovandomi Harry che cercava di spegnere il telefono.
<< Oh >> mi alzai e lui mi guardò con un’aria che sembrava un po’ triste.
Mi resi conto che mi aveva messo una coperta addosso e mi aveva fatto poggiare la testa sulle sue gambe. Gli sorrisi nel vedere quei gesti carini che aveva fatto per me.
<< Non volevo che ti svegliassi >> disse sfregandosi il collo imbarazzato
<< Tranquillo >> dissi sistemandomi i capelli con le mani.
<< Da quanto sei qua? >> chiesi sorridendo e continuando a sistemarmi i capelli con più frenesia. Lui rise e mi tolse le mani dai capelli sistemandoli lui stesso con le sue giganti.
<< Non molto >> rispose togliendo le mani dalla mia testa e scoppiando a ridere, gli feci una linguaccia e lo spinsi ridendo a mia volta.
<< Sei così pacifica quando dormi, poi torni insopportabile >>
Io alzai le sopracciglia contrariata e lui fece il labbruccio, mi misi a ridere. Era una situazione così assurda per me, io e lui a ridere come dei semplici amici. Si spostò i capelli dalla fronte e smise di ridere guardandomi complice.
<< Quel libro? >> domandai indicandolo, lui lo guardò e lo prese in mano aprendolo e sfogliandolo con una strana attenzione.
<< Non che io stia insinuando che Harry Styles legga libri >> continuai stuzzicandolo.
Lui spalancò gli occhi per un secondo, ma poi si riprese subito e mi guardò abbassando lo sguardo con uno strano sorrisetto:
<< È per scuola >>
<< Capito, io lo adoro, l’ho letto 4 volte >>
<< Cambiare libro no? >> sorrise e alzò lo sguardo
<< Allora segui il corso di letteratura di Fiz? >> continuò
<< Sì, è simpatico quel tipo, ha l’aria di un poeta distrutto >>
<< Sì, e gli piacciono le ragazzine… >> rispose con sguardo malizioso
<< Ma smettila >> lo spintonai
<< Sei solo invidioso >> aggiunsi dopo
<< E di cosa sentiamo?! >> disse appoggiando la schiena alla spalliera del divano, lasciandomi una visuale perfetta del suo corpo.
<< Perché… è un artista >>
<< Embè? Anche io lo sono. So cantare, suonare e ballare >>
<< La sicurezza fotte >> lo ripresi io guardandolo negli occhi, a quel punto si alzò e mi tese le mani.
Lo guardai contrariata dandogli uno schiaffetto sulle dita per farlo smettere.
<< Ti dimostro che sono il migliore >>
<< No, grazie >>
<< Zayn non ti ha insegnato ad usare il piano? Se può lui perché io no? Ti insegno a ballare i lenti >> appena pronunciò quella frase, la sua faccia fece comparire un’espressione arrabbiata alla quale non potetti sottrarmi, così afferrai la sua mano e mi alzai.
<< Allora, per prima cosa sei bassa >> disse accennando un sorriso
<< Iniziamo bene >> risposi alzando gli occhi al cielo, continuando
<< E comunque sono 1.65 >>
<< Non te la prendere, te l’ho detto per dirti la frase che non mi hai lasciato finire: togliti le scarpe e sali sui miei piedi come fanno i bambini con i loro papà >>.
Lo guardai male, era una cosa umiliante che non avrei mai fatto nemmeno sotto tortura.
<< Dai non fare la bambina >>
<< La bambina? Io? >>
<< Sì, tu >>
<< Idiota >>
<< Irritante >> fu alla fine della parola che mi prese per le gambe e mi tirò per terra, fortunatamente caddi sul divano. Quando mi ripresi dallo shock mi resi conto che quel deficiente mi aveva tolto le scarpe e le aveva messe sopra una mensola.
<< E questo cosa vorrebbe dire?! >> chiesi spazientita alzandomi in piedi sul divano
<< Vuol dire che se rivuoi indietro le scarpe devi fare quello che ti dico io >> sbuffai e scesi per terra
<< Alla prima occasione ti ucciderò, sappilo >>
Lui rise mentre mi diede la mano.
Nel momento in cui le nostre mani si unirono una scossa di adrenalina mi persuase, gli feci una smorfia e salii sulle sue scarpe. Gli arrivavo al livello del naso e se avessi guardato davanti a me, avrei visto le sue labbra a pochi millimetri. In quel momento il suo sguardo si fece intenso, i miei occhi erano dritti nei suoi e nessuno dei due aveva intenzione di rompere il contatto visivo. Sentii la sua mano fare pressione sulla mia schiena, portando il mio petto ancora più vicino al suo. Poco dopo iniziò a muoversi portando avanti la sua gamba destra e causando quindi l’indietreggiamento della mia sinistra e viceversa. Mi sentivo cadere, ma portai le braccia dietro al suo collo per reggermi meglio. Ero talmente concentrata che mi morsi il labbro inferiore senza neanche accorgermene e avevo iniziato a fissare i nostri piedi. Harry si fermò, il suo respiro con lui, poi riprese diventando più pesante. Alzai gli occhi e mi persi nelle sue iridi verdi tanto intense da far male. Ruppe il contatto visivo per portare lo sguardo sulle mie labbra, piano piano avvicinandosi. Eravamo così vicini che il suo respiro si mischiava al mio, il suo cuore batteva all’impazzata e il mio, al contrario, sembrava si fosse fermato e avesse smesso di battere. In quell’istante sentimmo l’inconfondibile suoneria del telefono di Harry. Inspirai l’aria, come fece lui, scesi dai suoi piedi e lo vidi avvicinarsi al divano per poi prendere il telefono.
A quel punto rispose:
<< Ciao… Lo so… Ma… Ok… Sì, ma… Va bene, arrivo… Ho detto arrivo cazzo Taylor!... Ok… Ciao >>
Si girò a guardarmi, con un groppo in gola gli dissi:
<< Va da lei, non farla aspettare >>.
Lui abbassò lo sguardo e fece un sospiro. Sentivo i miei occhi pizzicare. Si alzò dal divano dirigendosi verso la mensola, prese le mie scarpe e le lasciò cadere sul pavimento. Senza neanche girarsi indietro uscì dalla mia visuale. Mi sedetti su divano lasciando cadere la testa all’indietro e liberai l’unica lacrima che risiedeva solitaria nel miei occhi.
 
Guliy's Pov.
 
Ero sdraiata a pancia in su nel letto quando rumore familiare mi svegliò dalla mia tranquillità, stavo preparando un disegno per il corso avanzato di arte. Era troppo bello lì: avevano le tele grandi e ogni settimana, rispetto all'argomento, c'era un soggetto da ritrarre. Stranamente però la professoressa per quella lezione ci aveva lasciato carta bianca, potevamo fare ciò che più ci ispirava, da una foglia ad un puntino. Io però ero a zero idee perché non mi sentivo ispirata da niente e la mia testa non faceva altro che pensare a Liam, a cosa stesse facendo, a come si vestiva, a che cibi mangiava, e questo non aiutava per niente la mia situazione.
Mi alzai dal letto avvicinandomi al comodino dov'era riposto il telefono, Lo sbloccai e vidi un messaggio. Appena lessi il mittente le mani mi iniziarono a tremare e repressi l'istinto di urlare:
 
Da Liam: 
Hai qualcosa da fare stasera?
Xx Liam
 
Subito gli risposi:
No, perché?
Xx Giuly
 
Se Chiara avesse letto la mia risposta, mi avrebbe sicuramente dato una martellata in testa facendomi un lunghissimo discorso sul potere femminile e sul fatto che dovevo farmi apprezzare e soprattutto aspettare, ma al diavolo, quello è Liam Payne. La sua risposta non tardò ad arrivare:
 
Da Liam:
Adesso sei impegnata con me, tieniti pronta per le 19, ti porto fuori :)
Xx Liam
 
Erano già le 17 e dovevo ancora farmi la doccia e prepararmi, mi lanciai verso l'armadio cercando qualcosa da mettere e il compito d'arte andò a farsi fottere insieme alla mia calma. Mi buttai sotto la doccia lavandomi anche capelli, avevo l'agitazione a mille ma non sapevo neanche il perché, sentivo solo che non sarei riuscita ad arrivare a fine serata tutta intera. Insomma, fino ad allora non eravamo mai proprio usciti insieme ufficialmente, certo, i nostri momenti da soli li avevamo avuto, ma mai una vera e propria uscita. Chiusi gli occhi cercando di respirare a fondo passandomi le mani nei capelli bagnati e lasciando cadere il sapone nello scarico. Uscii, mi coprii con l'asciugamano e iniziai a spazzolarmi capelli, mentre con l'altra mano tenevo il phon. A quel punto tornai in camera, presi un paio di jeans classici, vidi poi una camicia a quadri rossi e neri, e aggiunsi delle All Star nere. Guardai il completo che avevo appoggiato sul letto e dopo averlo osservato meglio presi tutto e buttai in terra, al diavolo, era un’uscita con Liam Payne. Cercai qualcosa di elegante e anche provocante, decisi quindi di mettere una gonna nera corta in pelle con una cerniera in centro e ci abbinai una canottiera con scollo a cuore con dei bottoncini elegante al centro. Misi anche una giacchetta verde a maniche corte e fui subito pronta per andare da Chiara e chiederle di struccarmi in fretta:
<< Chiara Liam mi ha chiesto di uscire! >>
<< Ma è fantastico! Mi raccomando, usate il preservativo >>
<< Chiara, è solo un’uscita a cena… >>
<< Che può finire nella camera da letto >>
<< Magari un’altra volta, ora dato che è tardi truccami ti prego, voglio essere un po’ accattivante. Ma dici che poi è troppo? Ho già una canottiera un po’ scollata >>
<< Taci e fatti truccare, non ne capisci proprio niente di ragazzi! >> concluse la mia amica prendendo palette e pennelli. Dopo un trucco Smokey tendente al grigio ed un rossetto nude che mi rendeva le labbra ancora più carnose, ringraziai chiara e scesi in salotto, ormai era quasi ora. Fede entrò in casa, la salutai raggiante raccontandole la novità, ma fece un sorriso un po’ tirato prima di salire in camera senza pronunciare parola se non un:
<< Sono felice per te >>
Non ci diedi peso ed andai in cucina, tutti erano impegnati a cucinare così guardai l’orario: le 18.50.
<< Dove vorresti andare? >> disse Gio guardandomi come una mamma protettiva, io risi e gli diedi un bacio sulla guancia.
<< Esco con Liam >>
<< A casa presto >>
<< Ma Fede? Ho sentito la porta aprirsi >> ci interruppe Nichi guardando verso la mia direzione.
 << È salita in camera >>.
Pochi minuti dopo suonò il citofono, tirai un sospiro, salutai tutti ed uscii. Subito vidi un Liam bellissimo e sorridente. Il tempo non era dei migliori ma non faceva freddo, anche se avrei potuto essere un po’ più prudente e portarmi una giacca. Lo abbracciai e lui mi strinse a se; profumava di una fragranza leggera e delicata che adoravo, mi staccai dopo qualche istante e iniziammo a camminare.
<< Dove andiamo? >>
<< In centro >> rispose mentre mi aprì la portiera della macchina.
Lo guardai male, ma non gli chiesi più niente. Dopo neanche 10 minuti parcheggiò la macchina ed entrammo in un ristorante. Rimasi stupita dal locale, aveva tantissimi tavoli tutti separati l’uno dall’altro da un separé. I tavoli in questione erano circolari e a due posti, su ognuno era posta una candela che rendeva l’ambiente molto romantico. Un uomo pelato in giacca e cravatta si avvicinò a Liam, mi sentivo così estranea in quel posto. Ci accomodammo in un tavolo all’esterno; mi sedetti guardando il bel ragazzo davanti a me.
<< Me lo potevi dire, mi sarei vestita meglio >>
<< Stai scherzando? Per poco non mi veniva un infarto quando ti ho vista >> disse sorridendomi e puntando poi lo sguardo sul menù.
<< Non ho idea di cosa ci sia scritto, quindi prendo quello che prendi tu >> dissi poco dopo.
Detto questo misi un dito nella cera della candela iniziando a giocarci come una bambina, Liam rise ed io con lui.
<< Sei unica >>
A quelle parole non potei fare a meno di abbassare lo sguardo imbarazzata. Mangiammo una pietanza strana e mi stupii nel vedere che era molto buona. Per tutta la serata ridemmo molto e continuammo a fare i cretini, seppur il locale era molto silenzioso e sofisticato. Dopo numerosi riscontri sul fatto che Liam non volesse fare pagare a me la mia cena, ma al contrario si era ostinato sul dovermela offrire, uscimmo dal ristorante; mi prese per mano ed iniziammo a passeggiare.
<< Raccontami qualcosa in più su di te >> aprì il discorso mentre camminavamo per una piazza dalla quali si vedeva lo scorrere del Tamigi.
<< Cosa non sai ancora? >> risposi arrossendo, e non sapendo che altro aggiungere fermammo la conversazione. Arrivammo davanti al parlamento ed io rimasi stupita da quella bellezza architettonica, era a dir poco imponente. Vidi davanti ai cancelli dei signori con degli specie di gatti in testa e non riuscii a non scoppiare a ridere per quei buffi cappelli di pelo. Liam, non capendo, mi guardò male, così gli indicai i signori in tenuta rossa.
<< Hei! Sono un simbolo di Londra >> disse lui
<< Allora siete ridotti male se avere dei procioni in testa è simbolo di vanto >> a queste mie parole mi spinse leggermente unendosi poi alla mia risata. Ormai il sole era calato ed era una bella atmosfera quella che si era creata. Mi appoggiai al ponte ispirando la leggera brezza. Mi sentivo un po’ come Rose di “Titanic” ed alzai le braccia come nel film. Come se Liam mi avesse letto nella mente, sentii due mani grandi e forti appoggiarsi ai miei fianchi.
<< Speravo che tu lo facessi >> dissi timidamente
<< È da una vita che volevo farlo >> continuai.
<< Davvero? >> chiese
<< Sì, ma perché sei così distante? >> replicai io
Liam senza aspettare un secondo di troppo si avvicinò completamente a me e mi fu chiaro perché prima era rimasto lontano. Sentivo la sua presenza dietro di me, appoggiò senza vergogna il suo mento sulla mia spalla e mi trovai pregante di avere maggior contatto. Arrossii dei miei stessi pensieri, ma indietreggiai facendo pressione su di lui. Chiusi gli occhi e sentii Liam ridere; dovevo sembrare stupida in quel momento, ma non mi importava, sapevo che anche lui voleva lo stesso.
<< Adoro i tuoi occhiali, perché metti sempre le lenti? >> disse ad un certo punto voltandomi e sfiorando le mie guance.
<< Io li odio >> risposi sospirando, poi continuai:
<< Perché per anni mi hanno chiamata quattrocchi, i bambini non volevano giocare con me perché dicevano che ero brutta e se stavano troppo tempo con me avrebbero dovuto mettere gli occhiali pure loro, so che ora è una scemenza, ma la mia infanzia non è stata delle migliori. Ero sempre esclusa e senza amici, e… >> feci una risata che però assomigliava di più ad un grugnito.
<< E? >>
<< E successivamente si tramutò in un vero inferno. Sono stata bullizzata sia verbalmente che non, ma le volte in cui mi picchiarono fortunatamente furono molto poche >> Liam portò il mio viso di fronte al suo. Sentivo dentro di me una vecchia ferita riaprirsi, abbassai lo sguardo per non far vedere al bel ragazzo davanti a me la mia improvvisa tristezza. Una lacrima scese dal mio occhio destro superando il naso e scendendo in una traiettoria retta, bagnando tutti i millimetri di pelle che incontrava. Sentii due dita fare pressione sul mio mento, alzai lo sguardo incrociando il suo preoccupato, passò il pollice sul mio labbro inferiore prendendo l’ultima lacrima che mi era scappata. Gli sorrisi e lui ricambiò.
<< Ecco cosa aspettavo >> lo guardai non capendo ciò che intendeva dire.
<< Ti ricordi poco fa quando ti ho chiesto di raccontarmi un po’ di te? Cose che ancora non sapevo? >> lo guardai annuendo non continuando però a capire il senso di quelle parole.
<< Volevo che tu ti aprissi finalmente con me del tutto, prima di fare questo >>
Si avvicinò ancora di più al mio viso facendo sfiorare i nostri nasi. Sentivo il suo respiro caldo più vicino di quanto non lo fosse mai stato. Guardai le sue labbra piene e rosee, poi spostai o sguardo su per il suo viso e mi persi a guardare le sue ciglia. Infine chiusi gli occhi. Finalmente le nostre labbra si scontrarono, tanto per cambiare rischiai di cadere a quel contatto meraviglioso. Non aspettavo altro, era il mio desiderio da ormai parecchie settimane e finalmente si stava avverando. Stavo baciando per la prima volta un ragazzo, e non un ragazzo qualunque, ma il mio Liam, il mio amato, fantastico e tenero Liam. Spostò la mano dal mento alla guancia accarezzandomi in maniera dolce mentre continuava a baciarmi con passione. Il mio stomaco era un putiferio, avevo i nervi tesi e la voglia di vivermi quel momento a pieno. Le sue labbra morbide continuavano a premere sopra le mie, sentii una leggera pressione, così schiusi le labbra per permettere l’accesso alla sua lingua. Quel bacio durò per un’eternità, ma non avevo nessuna intenzione di staccarmi. Lui si separò per riprendere fiato, mi resi conto di essere rossissima, lui mi sorrise e si inginocchiò. Lo guardai male facendogli segno di alzarsi, un artista di strada che passava di lì con la chitarra in mano si fermò a guardare la scena sorridente. Liam si mise a ridere vedendo come muovevo le mani convulsamente per farlo alzare.
<< Vuoi essere la mia ragazza? >>
Io saltai letteralmente in aria a quella domanda facendo un passo indietro con entrambe le mani davanti alla bocca. Lui, spaventato, si alzò non sapendo come interpretare la mia reazione. D’impulso senza pensare a niente mi misi a correre saltandogli poi in braccio mentre cercavo di urlare il meno forte possibile, lui si sbilanciò appena stringendomi poi fortemente a sé quando era sicuro di rimanere in equilibrio, anche se temevo una sua caduta. Gli sorrisi e gli diedi un veloce bacio a stampo, poi un altro e un altro ancora. L’artista di strada esultò battendo le mani e facendo un fischio, lo guardammo sorridente mentre ci dedicò una canzone con un significato stupendo e perfetto per noi due: “I’m Yours”, se non sbaglio di Jason Mraz. Gli lanciai il fiore che avevo come spilla nei capelli e mi sorrise. Dal mio gesto divertito Liam pronunciò, per la seconda volta:
<< Sei unica >> baciandomi una volta per tutte per poi lanciare una moneta al ragazzo e portandomi di nuovo a casa.
 
Nichi’s Pov.

Che palle il lunedì mattina. Penso che tutte le persone al mondo lo odino: dopo due giorni liberi chi ha voglia di ricominciare la routine della settimana? Andai in bagno a fare una doccia lavando accuratamente anche i capelli, tornai in camera dopo aver passato il phon e scelsi i vestiti per andare a scuola: una maglietta blu con disegnato un tizio che mangiava fish and chips, dei leggings neri e una delle mie felpone; scelsi quella grigia. Vedendo le nuvole copiose che c’erano quella mattina, la mia voglia di vestirmi bene era andata a farsi fottere insieme a quella di andare a scuola. Anzi, quella non c’era praticamente mai.  Scesi e trovai, a mia sorpresa, la colazione pronta; ringraziai mentalmente gli altri: probabilmente erano usciti a far colazione fuori e non volevano svegliarmi. Tornai a prepararmi: lavai i denti, mi truccai, feci la cartella e mi incamminai verso l’uscita. Non appena aprii la porta di casa, sentii dei tuoni lontani, sarebbe sicuramente arrivato un temporale. Presi quindi un cappello, una giacca nera da mettere sopra la felpa e gli occhiali da sole che mi avrebbero protetto senza farmi colare il mascara in modo da sembrare un panda nel caso la pioggia arrivasse. Decisi di andare con una bicicletta che la scuola dava in dotazione: avevo una paura folle dei fulmini e con la bicicletta avrei fatto sicuramente più in fretta a tornare a casa.
 
***
 
Eravamo alla terza ora di lezione, una cosa insopportabile: avevo matematica, uno dei miei punti debole. In compenso la mattina era iniziata bene: colazione pronta al mio risveglio, in orario a scuola e lezione in banco con Niall. Già! Avevamo l’ora di matematica in comune e appena entrai in classe vidi il biondo all’ultimo banco fare segno di andargli in parte. Solitamente al suo fianco si sedeva Barbara, ma ora si era spostata nel banco avanti al nostro. Passai tutta a fissarlo come un’ebete, sperando che non se ne accorgesse, ma tanto anche se se ne fosse accorto tra noi si era creata una certa intimità che non mi avrebbe fatto sentire a disagio. Ripensavo a sabato sera, a quando quel Jack mi chiese il nome e lui mi prese tra le sue braccia protettive con fare geloso. Che carino. Il mio sguardo incantato si risvegliò quando la Prof. mise sul banco il mio test d’ingresso, ormai mi ero anche dimenticata di averlo fatto. Lo guardai un attimo e dopo aver visto il voto sbuffai scocciata alzando gli occhi al cielo.
F. Bene. “Mi faccio già riconoscere nella nuova scuola” pensai. Mi lasciai andare svogliata sullo schienale della sedia lasciando penzolare le mie braccia a terra con fare sconsolato.
<< Com’è andata? >> sussurrò una voce in parte a me
<< A+ con le lodi guarda, come vuoi che sia andata? Non vedi che sono incazzata? >> risposi d’impulso “ma sono cogliona?! SÌ” pensai subito dopo. Il poveretto mi guardava mortificato mordendosi il labbro inferiore, gesto che solitamente faceva quando era nervoso.
<< Scusami Niall, non farci caso quando rispondo così. Perdo la testa quando non riesco in una cosa, per esempio matematica >>
<< Tranquilla ti capisco, io ho preso F – (meno) >>  rispose ridendo
<< Capirai, io F >> risi a mia volta
<< Mi batti sempre in tutto, che palle! >>
<< Ma se hai vinto tu nella gara della pizza >>
<< Sì, ma solo in quello sono bravo >>
“No tesoro, non solo in quello. Vorrei ricordarti che coi tuoi baci mi stavi facendo quasi svenire”. Dovetti autocontrollarmi per riuscire a tenere nella mia mente quelle parole che stavano quasi per uscire dalla mia bocca.
<< Fidati, sei bravo in tanto altro! >> mi limitai a rispondere, con un sorriso sulle labbra.
<< Rebeccaaaa quanto hai preso tesoro? >> quasi urlò Barbara, la ex di Niall, la sua voce era fin troppo riconoscibile
<< C +, tu? >>
<< A - >> disse con un tono di vanto puntando subito dopo lo sguardo nel mio con aria che sembrava quasi di sfida.
<< Tranquilla, non si capisce che lo fai apposta, ma va, come dire >> sussurrai tra me e me ironica. Niall mi sentì, però non disse niente ed abbassò lo sguardo, alla fine era giusto così: si erano lasciati da poco, mica poteva dirle qualcosa, anche se mi sarebbe realmente piaciuto. Ormai la lezione era finita; prima di uscire dall’aula la professoressa disse che il pomeriggio ci sarebbe stato il recupero obbligatorio per tutti quelli che avevano preso un voto insufficiente. Bene, altre due ore insopportabili che portavano via il tempo dai miei allenamenti di danza, il corso accademico non era ancora iniziato, ma non volevo certo farmi trovare impreparata come in matematica. Perlomeno erano altre due ore passate con Niall e quello sarebbe stato moto positivo, Barbara prima di uscire mi guardò ancora male, sembrava che le avessi ucciso il gatto. Prima della fine delle lezioni mancavano ancora due ore di francese, che passarono davvero in fretta. Amavo il francese e me la cavavo abbastanza bene, il motivo non lo sapevo nemmeno io ma quella lingua mi affascinava come poche, cioè era dolce e delicata ma anche d’effetto. Suonò la campanella ed andai in mensa. Gli altri erano già seduti tutti insieme, l’unico che mancava era Harry il quale era seduto più in là in un tavolo con la compagnia presente con lui sabato sera, e accanto a lui non poteva mancare Taylor, ma Harry non sembrava tanto interessato alla discussione, anzi aveva lo sguardo fisso sul suo piatto quasi intatto. Appena mi vide mi salutò con la mano ed io risposi capendo che qualcosa non quadrava, ma gli avrei parlato dopo. Poggiai la cartella al tavolo della mia compagnia e senza neanche salutare andai a prendere da mangiare. Presi due piatti, come mio solito una porzione non mi bastava.
<< Signorina, il bis è dopo >> disse la signora grassottella che c’era a servire dietro al bancone della mensa
<< Il secondo piatto è per una mia amica che è in bagno, mi ha gentilmente chiesto di prenderne un po’ anche per lei per paura che quando sarebbe tornata avrebbe trovato già tutto finito >>
<< Ah ok, prendi pure >> rispose cortese
Potevano anche darmi l’oscar ora. Tornai sorridente con i miei due piatti di cotoletta e patatine fritte.
<< Non cambierai mai >> disse Zayn, probabilmente ricollegandosi all’episodio raccontato in pizzeria. Gli feci una linguaccia.
<< Perché? >> chiese Louis, era sempre il più ficcanaso di tutti
<< Sono tutti e due miei piatti >> risposi ovvia
Liam mi guardò malissimo, manco fossi un alieno.
<< Perché mi guardi così? >> chiesi ridendo
<< No niente. Solo che ora è confermato che sei perfetta per Niall, state solo attenti a non andare in bancarotta per spese troppo grandi di cibo >>
La mia faccia passò dal normale rosa pallido a viola! Non tanto per la quantità di cibo che mangiavo e mi faceva sembrare ridicola agli occhi degli altri, ma per la frase che aveva detto riferendosi al biondo. Lui, al contrario, sorrise senza neanche un minimo di imbarazzo guardando prima Liam e poi puntando i suoi pozzi blu nei miei color pece, cosa che mi rassicurò molto. Finimmo di mangiare, naturalmente i primi a finire fummo io e Niall, nonostante i due piatti a nostra disposizione, perché, anche lui, aveva avuto la mia identica idea di prendersi due porzioni.
Gli altri dovevano tornare a casa, io e il biondino decidemmo di rimanere direttamente a scuola per le lezioni di recupero. Mentre accompagnavamo gli altri al cancello, sentii da dietro uno spintone proveniente da una spallata:
<< Ops, scusami, come sono sbadata! >> disse la ragazza con tono sarcastico e con un ghigno soddisfatto
<< Non è ora di crescere, Barbara?! >> mi difese Louis sotto la risata di tutti soprattutto quella di Fede che gli diede pure un 5 per poi farmi un occhiolino al quale risi, al che se ne andò irritata senza rispondere. Dopo aver salutato tutti e dopo squallide battute di Louis del tipo “Non fatelo nei bagni perché non è igienico” oppure “Mi raccomando, se entra un professore proponetegli una cosa a tre almeno non vi sospende”, tornammo dentro l’edificio.
La lezione sarebbe iniziata dopo un’ora.
<< Che facciamo? >> chiesi
<< Giochiamo a Quiz duello >>
<< Nono, sono negata >>
<< Almeno ho una ragione per batterti in qualcosa >>
<< Non fare come Fede per piacere >> risposi ridendo
<< Dai inizio io >>
Finimmo la partita 8 a 5 per me.
<< Avevi detto che eri negata >> disse scocciato
<< Capita >> risposi ridendo.
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi mi guardò negli occhi con un po’ di imbarazzo visibile sulle sue guance e mi chiese:
<< Cosa fai più tardi? >>
<< Sono in giardino ad allenarmi per danza. Vuoi venire? >>
<< Credo che tu abbia visto che non sono molto bravo in questo genere di cose >>
<< Intendevo dopo >>
<< Va bene dai, almeno ripassiamo matematica >> rispose ridendo come se avesse sentito chissà quale barzelletta. Nella seguente mezz’ora passammo il tempo a prendere in giro lo strano bidello che puliva i corridoi, sembravamo due dementi, ma non potevamo fare a meno di commentare i suoi movimenti buffi e quelle orrende scarpe da infermiere. Purtroppo suonò la campanella ed entrammo in aula. Quelle maledettissime equazioni parametriche di secondo grado non volevano entrarmi in testa, quanto odiavo la matematica, davvero.
<< Horan, alla lavagna >> ordinò la professoressa.
Ecco, il prossimo turno sarebbe toccato a me, stavo già andando in panico con le mie paranoie mentali sulla figura di merda che avrei fatto di lì a poco. Per fortuna, quando il biondino tornò al posto accanto al mio, il cellulare della professoressa squillò; quando finì di parlare era già ora di ritornare a casa. Ringraziai il signore e ci avviammo subito fuori dall’aula.
<< Ma dove stai andando? L’uscita è da quella parte >>
<< Niall so dove è l’uscita, non sono ancora così ritardata, sto andando nell’uscita del retro perché sono qua in bici >>
<< In bici? >>
<< Stava per venire un temporale e dato che ho paura dei fulmini l’ho presa per evitare di prendere l’acqua e tornare a casa il più veloce possibile >>
<< Paura dei fulmini? Ma non avevi 17 anni? >> mi perculò ridendo
<< Ridi ridi, guarda come piove, prenditi tutta l’acqua vediamo se ridi ancora! >> lo istigai allora a mia volta
<< Cazzo non ho l’ombrello! >> esclamò portandosi le mani alla fronte mentre osservava la pioggia scendere.
<< Non è cheeee >> iniziò a chiedere guardandomi
<< No! Vai da solo dato che mi prendevi in giro! >>
<< E chi ti protegge dai fulmini se mentre torni a casa ti colpiscono? >>
<< Sai che prendendomi in giro ancora non migliori la situazione, vero? >>
<< Ti offro una pizza >>
<< Andata! >> risposi subito, anche se non me la sarei mai fatta pagare da lui, però era una scusa per doverlo vedere e cenare con lui.  
Tornammo a casa con la bicicletta in due: lui la guidava da in piedi mentre io ero seduta sulla sella, fortunatamente il campus era davvero vicino. Arrivammo fuori da casa mia abbastanza bagnati; non potei fare a meno di ridere nel vedere quello stupido imitare la professoressa che lo sgridava quando aveva sbagliato il segno nell’equazione.
<< Fatti fare una foto, hai stile con quei capelli bagnati >> disse Niall prima di tornare a casa
<< Hai visto? >> risposi mettendomi in posa
<< A dopo biondo >> salutai dandogli un bacio sulla guancia
<< A dopo piccola >> ricambiò lui. Stringendomi anche in un abbraccio. Era da tanto che non usava quel soprannome e sentii il mio stomaco contorcersi, non solo per l’affermazione, ma anche per lo sguardo serio e profondo che l’aveva accompagnata. Misi un top nero e dei pantaloni della tuta da allenamento e spostai le poltrone del salotto per allenarmi lì dato che la pioggia non voleva smettere di scendere. Asciugai veloce i capelli e feci due trecce per stare comoda, poi presi la mia Nikon per fare foto istantanee per fare una foto al mio fisico. Le foto, che si stampavano subito, le mettevo in un quadernone ad anelli per tenere documentato tutti i miglioramenti e peggioramenti in modo da confrontarle di volta in volta e capire come allenarmi. Scattai la foto e mi misi in salotto. Feci un paio di esercizi di riscaldamento; avevo rubato lo stereo a Fede sperando che non sarebbe venuta a saperlo. Ero concentrata a tenere stabile il mio ponte quando dei capelli mi sfiorarono la schiena scoperta. Mi tirai subito in piedi.
<< Ma che cavolo stai facendo? >>
<< È divertente passare sotto i ponti, lo facevo sempre da piccolo con mio fratello >>
Io scoppiai a ridere seguita a ruota da lui.
<< Che ci fai già qua? >> chiesi
<< Mi annoiavo e volevo farti compagnia mentre ti allenavi >>
<< Mi allenerò un altro giorno, di solito devo farlo per minimo 2 ore >>
<< Se vuoi torno dopo >>
<< No! >> quasi urlai facendo una figuraccia
<< Da quando hai il piercing all’ombelico? >>
<< Circa 2 anni >>
<< Beh, sul tuo fisico sta molto bene, a proposito, hai un fisico pazzesco >>
<< Niall! >> lo ripresi, stavo morendo dalla vergogna
<< Che c’è? È la verita! >>
<< Grazie, ma cambiamo discorso che è meglio. Andiamo in camera mia, ti va? >> proposi
<< Va bene, scommetto che sarà un caos totale >>
<< Gne gne >> fu la mia risposta.
Salimmo le scale ma quel dispettoso mi fece uno sgambetto e io mi tenni al corrimano per non cadere e uccidermi, tutta rossa mi girai con uno sguardo furente e lui scoppiò a ridere.
<< Sei impossibile Horan >> gli risposi scuotendo la testa arrendendomi alla sua risata
<< Non fare la permalosa >>
<< E tu non fare il coglione >> replicai ridendo e rigirandomi di scatto con fare teatrale. Appena entrammo in camera mia sgranò gli occhi.
<< Cosa c’è ora? >>  
<< Sei proprio ossessionata eh?! >>
<< Aaah, intendi il lenzuolo del Milan? >>
<< Esatto >> scoppiò poi a ridere.
Mi avvicinai alla mensola per cercare il libro di matematica che avevo sistemato appena ero arrivata a casa. Si sedette sul letto e si guardò un po’ intorno, puntando infine lo sguardo sul comodino.
<< Belle foto, eri carina anche da piccola >>
<< Grazie >> risposi facendo una linguaccia
Presi il libro e mi avvicinai. Notai che teneva in mano una cornice d’argento con all’interno una vecchia fotografia.
<< Questi sono tuo padre e tua madre? >> chiese. Era una foto con due adulti e una piccola bambina. Appena la vidi abbassai lo sguardo cosa che Niall non fece a meno di notare. Mi sentivo una demente a reagire così per una stupida domanda come quella, ma non riuscii a dire niente nè tanto meno ad alzare lo sguardo sul bellissimo ragazzo che mi fissava non riuscendo a capire i pensieri che scorrevano nella mia mente. A quel punto non disse niente, capendo probabilmente che qualcosa non andava, allargò solo le sue braccia tirandomi a sè io appoggiai il viso al suo petto cercando di regolarizzare il mio respiro con la mano di Niall che mi strofinava nervosamente la schiena cercando di darmi conforto
<< Che succede? Non volevo Nichi, mi dispiace >> Ma non risposi. 
Come il mio solito in queste situazioni mi isolai dal mondo esterno, chiudendomi solo nei mostri dentro la mia mente. Il mio respiro si fece sempre più lento, sempre più debole, non vedevo niente se non dei grandi Déjà Vu, le mie manu tremavano seguite da tutto il corpo: di nuovo un fatsidioso attacco di panico. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, sapevo solo di avere un gran magone e non riuscii a trattere le lacrime, da lontano sentii solo: 
<< NICOLE? NICOLE TUTTO BENE? RISPONDIMI >> insieme a qualcuno che mi scuoteva le spalle, ma il mio sguardo era aperto e fisso sul vuoto.


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SPAZIO AUTRICE      
  
Ehi, eccomi ancora con questo capitolo sistemato!
Non ho niente in particolare da dire se non che la foto di Nichi che si allena ovviamente non è Bridgit Mendler, ma una sua non l'ho trovata!
Spero vi stia piacendo, finalmente Giuly e Liam si fidanzano, non sono carini?
A presto col prossimo capitolo che sistemerò in settimana, vi lascio al vecchio spazio autrice e alle foto che come sempre troverete in fondo a tutto, un abbraccio!
Nichi.

 
 
 
 
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SPAZIO AUTRICI                           
Ciao ragazze :)
Prima di commentare il capitolo mi scuso per aver postato così in ritardo, ma mi si era
rotto il computer ed era dal meccanico.
come seconda cosa voglio dirvi che adesso passerò a leggere le storie a cui avevo detto, nel caso non passassi mandatemi un messaggio che passerò.
Detto questo passiamo al capitolo.
Dunque il titolo, lacrima, è comune a tutti e tre i Pov.
Stiamo cercando di trovarne sempre uno che centri con tutti da ora in poi perchè ci sembra più carino.
Beh niente da dire, Harry preferisce Taylor a Fede un altra volta.
Giuly finalmente si fidanza con Liam Awww *-* Sono l'amore di coppia davvero.
Nichi passa un pò di tempo con Niall rivelando un piccolo dettaglio su quella foto...
Per capirlo meglio vi consiglio di rileggere almeno il primo capitolo, lo abbiamo ristruturato aggiungendo alcune parti.
Pure il secondo lo abbiamo migliorato!
Scusate ancora il ritardo, vi lasciamo alle immagini, ma prima:

abbiamo creato il Trailer della nostra storia: http://youtu.be/nTEubql5afk 


Posso consigliarti pure una storia di _SassyQueen_ : “Just A Little Bit Of Your Heart”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2792922&i=1
 
Pure questa di AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
 
E per finire un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SORRIDI E SE NON RIESCI A TROVARE UNA RAGIONE, FALLO PER ME” (Non è sugli One Direction ma su degli Youtubers Inglesi famosi e su un gruppo, i Magcon, è bellissima!)
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Un bacio
- Nichi & Fede


 
 Fede domenica mattina
 Giuly domenica sera
 Nichi lunedì mattina
 Nichi che si allena

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Capitolo 15
*** Surprise! ***




Surprise!



Fede’s Pov.
 
Mi stavo guardando allo specchio osservando i vestiti che avevo scelto per l'appuntamento con Zayn. Quella mattina mi aveva mandato un messaggio con scritto se volevamo uscire, ed io non avevo aspettato neanche un secondo ad inviare una risposta affermativa, avevo bisogno di distrazioni. Misi un normale paio di jean, una semplicissima maglietta grigia con un disegno e delle scritte e visto che il tempo non era dei migliori mi coprii ulteriormente con una giacca rossa. Non volevo sembrare una che ci tenesse troppo e non era un vero e proprio appuntamento (almeno credo), ecco perché optai per vestirmi normalmente. Mi truccai leggermente con una sottile linea di eye-liner nero ed un velo di lucidalabbra per dare un minimo di colore alla bocca. Presi un respiro decisa a godermi l'uscita. Suonarono alla porta ed io uscii, in casa non c'era più nessuno tranne Chiara e Gio che guardavano la televisione italiana tramite Mediaset Play, la Smart TV del nostro appartamento era una vera figata.
Chiara mi fece l'occhiolino e Gio mi raccomandò di fare la brava, così io spinsi la maniglia della porta venendo investita dalla fresca brezza del primo autunno. Uscii vedendo il bel moro sorridermi, ricambiai con un bacio sulla guancia.
<< Ciao >>
<< Hey bambolina >>
Lo guardai male e poi ci incamminammo uscendo dal cancello del campus.
<< Allora dove mi porti? >>
<< Ad una mostra, è di un tipo francese, mi avevi detto che ti piace questo genere di cose >>
<< È perfetto! >> risposi contenta della proposta.
Abbassai lo sguardo sul marciapiede, mentre camminavamo per le vie di Londra. Parlammo un po' nel frattempo che eravamo seduti ad aspettare il tram nella metro, di lì a poco arrivò una bellissima bimba con gli occhi azzurri e capelli biondi. Appena vide Zayn gli saltò al collo riempiendolo di baci sulla guancia, lui la strinse scompigliandole i boccoli chiari:
<< Cassie, come va? >>
Lei si staccò dal collo e gli sorrise
<< Sto bene, tu Zayn? E lei chi è la tua ragazza? Che bella che sei! >> disse infine rivolgendosi a me. Lui le sorrise, io abbassai lo sguardo imbarazzata e non sicura di quello che avrei dovuto dire.
<< Hai proprio ragione! La mamma? >> mi salvò Zayn.
La bambina si girò indicando una donna sulla trentina d'anni vestita casual che ci guardava sorridendo. Quest'ultima poi si alzò facendo segno alla bimba di seguirla per uscire dal tunnel della metro.
<< Ciao Zayn a presto! >> rispose la bambina prima di anare via, salutando anche me con la mano.
<< Che carina >>
<< È la mia vicina di casa, quando sto dai miei >> spiegò Zayn.
Non facemmo più parola di quello che la bimba aveva detto ed io ne fui sollevata. Salimmo sul tram che appena arrivato e subito qualche fermata dopo scendemmo e ci trovammo in una strada poco trafficata, Zayn mi fece segno indicando un grande manifesto dove segnalava l'ingresso della mostra. Entriamo all'interno della grande porta in vetro con i bordi oro. L'atrio era illuminato da un lampadario che riempiva la stanza di diversi colori rendendo il tutto molto più artistico. La prima sala era abbastanza scura ed i quadri erano stati fatti con pitture al neon, passammo un po' di tempo ad osservare e commentare ogni opera presente; mi stavo divertendo come una bambina in un negozio di caramelle. Ad un tratto mi fermai davanti ad un'opera che mi aveva lasciato senza parole: una base nera riempita da linee rosse gialle le quali formavano la figura di un uomo e di una donna. Lui che guardava in basso verso di lei, si sfioravano le dita e le braccia di lui strette intorno al suo fianco. Era tutto così surreale: lo sfondo così nero da fare paura veniva smorzato dei due ragazzi dall'aria piena d'amore. Zayn era vicino a me mentre osservava interessato la scena, poi mi si avvicinò e mi strinse la mano nella sua; non lo scansai, anzi sempre quella posizione continuammo il nostro giro. Dopo esserci goduti la mostra d'arte per più di un’ora, uscimmo e mi portò al London Eye, purtroppo non salimmo data la mia fobia per le altezze, che mi confessò avere pure lui. Andammo quindi ad Hyde Park a fare una passeggiata, notai ancora di più che Zayn era molto intelligente ed intuitivo pur non essendo uno di molte parole. Aveva un forte odore di fumo, ma non accese mai una sigaretta in mia presenza. L'aria si stava facendo sentire, così accolsi volentieri la sua proposta di fare merenda in un bar lì vicino, per riscaldarci dal gelo con un tipico The inglese. L'interno era molto carino, pieno di tavolini accompagnati da divanetti in cui sedersi in compagnia. Mi stupii di vedere che prese il The con il latte, così iniziammo a discutere su questa questione:
<< Dai provalo >> disse avvicinandomi la tazza
<< No, è disgustoso >> risposi allontanandola
<< Se non l’hai mai provato come fai a dirlo? >>
<< Nessuno a parte voi inglesi vorrebbe provare acqua aromatizzata per via del the mischiato con latte caldo! >>
<< Almeno provala, non fare la bambina! >>
<< Che palle, passa! >> mi arresi poco dopo. Era una tazzona bianca con inciso il nome del bar, con un po’ di coraggio la portai alle labbra e deglutii un picolissimo sorso:
<< Mamma mia, mi sale il vomito se ne bevo un altro goccio >>
<< Sei proprio esagerata, è buonissima, è questione di abitudine! >> stavo per replicare ma pochi istanti dopo il suo telefono squillò.
Si guardò per un attimo la tasca, ma si rigirò subito dopo nella mia direzione.
<< Rispondi >>
<< Preferisco parlare con te, chiunque altro può aspettare >>
<< Potrebbe essere importante >>
Sbuffando lo prese, lesse il nome per poi appoggiare il telefono sul tavolo mettendo il viva voce. Io mi trovai stranita dal suo gesto, ma mi sorrise facendomi ridere di seguito.
<< Liam. >>
<< Zayn. Sei fuori con Fede? >>
<< Si, perché? >>
<< Niente di importante, mi serve sapere se tornate per cena >>
Mi guardò chiedendomi con gli occhi una risposta ed io alzai le spalle non sapendo cosa dire.
<< Non lo sappiamo Bro >>
<< Dai abbiamo una notizia io e Giuly, vi aspettiamo da noi >>
<< Ok, ciao >>
<< A dopo >>
Tornò a dare l'attenzione a me dopo aver riposto il telefono nella tasca anteriore.
<< Ti dispiace? >>
<< N,o figurati >> Ci alzammo ed andammo alla cassa.
<< Pago io >> disse, feci il labbruccio, sorrise abbassando lo sguardo e pagò ugualmente ignorando la mia ostinazione sul fatto che avevo pure io il portafoglio. Uscimmo tornando alla metro, ad un tratto sentii una pressione sulla borsa, come se qualcuno la stesse tirando, mi girai e vidi un signore abbastanza anziano e visibilmente molto ubriaco che stava tirando il manico. Zayn se ne accorse e strattonò la borsa in modo che altro individuo la lasciasse.
Quando però lo stesso mi prese il polso, lui mi spinse dietro di sé guardando l'altro signore.
Rimasi immobile a guardare la scena di come il moro incutesse timore e di come i suoi occhi color miele fossero intriganti. Lo colpii leggermente alla spalla e guardò prima me e poi ancora una volta il signore. Quando quest'ultimo si allontanò scoppiammo in una rumorosa risata tanto che tutti si girarono a guardarci, al che ci zittimmo subito incatenando però i nostri sguardi tanto divertiti quanto complici. Ci girammo e salimmo sul tram che era appena arrivato; mentre eravamo seduti appoggiai la testa sul suo petto ascoltando il suo battito ancora leggermente accelerato per scontro e venendo inondata dal profumo di tabacco.
Alzai lo sguardo quando mi strinse di più a sé, sorridendomi nella maniera più brillante e sincera che io abbia mai visto.
 

Nichi’s Pov.
 
Sentii solo:
<< NICOLE? NICOLE TUTTO BENE? RISPONDIMI >> insieme a qualcuno che mi scuoteva le spalle, ma il mio sguardo era aperto e fisso sul vuoto. Io sentivo come se non ci fosse ossigeno, continuavo a cercare di respirare. Provai a ricordarmi cosa dovevo fare in questi casi come mi diceva la psicologa: “siediti in terra se non vedi niente, respira forte e pensa alle cose più semplici alle quali sei legata: inizia dal tuo profumo preferito, concentrati su quello poi pensa al tuo gatto, e dopo aver pensato al tuo gatto fai vagare i tuoi pensieri a tutto quello che può venirti in mente che sia una foglia o un luna-park finché non capisci di essere tornata alla realtà” Seguii tutti i passaggi uno ad uno, e pian piano riaprii gli occhi. Era da tanto che non mi capitava, e quando succedeva era come se il cervello si bloccasse e i pensieri si ammassavano nella testa. Avevo una strana sensazione, come se il mio cuore potesse esplodere da un momento all'altro per quanto velocemente batteva.
<< Hey, ti prego >> disse qualcuno accovacciato davanti a me ed io iniziai a rendermi conto di dove mi trovavo. Stavo usando tutte le mie forze per rimanere attaccata alla realtà, continuavo a ripetermi che non c'era niente che mi potesse fare ancora male o qualcosa di cui aver paura. Sentii due mani forti stringermi, ed un respiro si stava facendo pesante sul mio collo. Il cuore di Niall batteva velocemente tanto quanto il mio. Iniziai a tranquillizzarmi, mi concentrai sul respiro obbligandomi di regolarizzarlo. Appena sentii di potermi muovere, pressai la mano sugli occhi umidi cercando di riprendermi. Provai a parlare per spiegare la mia reazione, ero sicura che lui mi stesse prendendo per una pazza psicopatica, ma ancora non riuscivo ad emettere suono. Mi liberai dalla sua stretta alzandomi e passandomi una mano tra i capelli. Lui alzò lo sguardo chiaro verso di me, pieno di dubbi, ed io mi sentivo affondare, e soprattutto mi sentivo umiliata da me stessa. Erano anni che non mi capitava, perché doveva succedere proprio con lui?! Mi girai cercando di scappare da una stanza che stava diventando troppo stretta, con troppa vergogna all’interno. Poco prima di uscire senti una presa ferrea sul mio polso, non potei fare altro che chiudere gli occhi e respirare a fondo. La presa non diminuì finché non mi girai, fu solo allora che mi lasciò, ed il mio sguardo si bloccò sulle mattonelle della stanza.
<< Nicole stai bene? >> mi chiese passandomi una mano sul viso, sospirando chiusi gli occhi beandomi di quel tocco.
<< Non mi chiamare Nicole, lo sai che non mi piace… Scusa per quello che è successo Niall, non è colpa tua, non è niente di grave. Mi è venuto un attacco di panico per questo mi hai visto così, non sono impazzita dal nulla. In ogni caso non mi va di parlarne ora e spero che tu mi possa capire, comunque sì lei è mia mamma! Ma quello non è mio padre. Quando sarà il momento ti spiegherò meglio >> risposi con gli occhi completamente lucidi, ed ancora qualche lacrima cadde infrangendosi sulla maglia di Niall il quale mi lasciò un bacio sulla nuca e mi strinse a lui con più convinzione di prima.
<< Quando sarai pronta io sono qua per te >> concluse infine riprendendo il mio braccio e con forza mi tirò verso di sé. Sbattei la guancia sul suo petto, sorridendo inconsciamente, e mi strinse in un abbraccio con un’energia che mi lasciò stupita. Mi fece stendere sul letto accanto a lui e continuando a stringermi in un meraviglioso abbraccio così rilassante che mi fece addormentare tra le sue braccia.
 
***
 
<< Nichi… Ehi piccola… >> sentii mentre sognavo una scena del film-anime “La forma della voce”. Mi svegliai notando che Niall mi stava chiamando coccolandomi i capelli.
<< Non volevo svegliarti, ma ti suona il telefono! >> Niall me lo passò staccandosi, io mi schiarii la voce sorridendo al bel biondo che aveva le guance arrossate.
<< Greta? >>
<< Nichi Nichi Nichi vieni con me in un posto! >> risuonò dall'altra parte della cornetta
<< Quando? >>
<< ORA! >>
<< Ora? Ma sono già le 18! Dove? >>
<< Tranquilla stiamo via massimo 2 ore! Poi te lo dico >>
<< Boh, non so... >> risposi non avendone per niente voglia
Vidi il ragazzo di fronte a me farmi segno di risponderle di si, quindi accettai chiudendo poi la chiamata.
<< Vai, almeno pensi ad altro >> spiegò dandomi un bacio sulla guancia e uscendo con me dalla casa.
<< Avrei preferito stare con te >> ammisi guardando in basso
<< Io ci sono quando vuoi piccola >> disse abbracciandomi
<< Ma ora hai bisogno di uscire con un’amica e svagarti >>
<< Non è che sia poi così mia amica, avrà chiamato me solo perché Fede non c’è >>
<< Prova a conoscerla meglio >> mi convinse infine Niall.
Uscii e mi avviai verso la casa di Gre che mi aveva detto essere nella schiera più vicino alla scuola, l’esatto opposto della nostra; appena arrivai vicino al portone la vidi ferma ad aspettarmi. Aveva indosso un paio di pantaloncini azzurri ed una maglietta corta nera coperta da un cardigan rosso, continuava muovere convulsamente le mani ed appena mi vide mi corse incontro stritolandomi. La salutai e lei si staccò iniziando a camminare:
<< Cosa è successo? >> chiesi riferendomi alla chiamata.
<< Allora… Ti ricordi il ragazzo dell'altra sera? Quello quegli occhi azzurri e capelli mori? Non so come, ma ha avuto il mio numero, abbiamo iniziato parlare e così mi chiesto se volevo andare a vederlo alla sua partita >>
<< No, ma aspetta! >> strillai fermandomi in mezzo alla strada di punto in bianco.
<< Stiamo andando alla sua partita? Ma guarda come sono vestita! E Logan? >>
Lei si girò guardandomi un po' triste, poi iniziò parlare:
<< Non va più, non riesco più ad essere allegra quando lo vedo o gelosa o una qualsiasi altra emozione >>
Decisi di non chiederle più niente, non mi andava che il suo umore ne risentisse.
Arrivammo al parco nelle zone destinate ai campi sportivi e ne vedi uno molto strano l'apparenza:
<< Ma che sport fa? >> le chiesi, visto che non avevo idea di cosa fosse quel posto.
<< Football americano >> mi rispose prendendo posto alla prima fila delle scalinate vicino ad un gruppo di ragazzi. Uno si sedette accanto me ed appena si girò lo riconobbi: era uno dei ragazzi che avevo visto con Harry quel sabato sera nel locale, girando lo sguardo vidi pure gli altri.
<< Ciao! >> mi dissero loro, un po' imbarazzata risposi nello stesso modo.
Quello seduto accanto a me mi pareva che si chiamasse Jack, non sembrava molto alto ed aveva i capelli biondi, ma differenza di Niall si vedeva che erano naturali.
A quel punto un gruppo di ragazzi vestiti con delle divise entrarono in campo ed un boato esplose dalla folla.
<< Grier!! >> urlò il ragazzo vicino a me, ed uno di quelli in campo si avvicinò alle scalinate togliendo il casco…. Subito capii che era Nash.
<< Ciao Gre >> lei sorrise ricambiando il saluto e subito dopo lui salutò anche noi.
Il suo allenatore urlò qualcosa di incomprensibile al mondo e dovette tornare dagli altri.
Con quelle divise facevano seriamente ridere ed io mi dovetti mordere le labbra più di una volta per trattenermi, inoltre camminavano con un'andatura ciondolante che li faceva sembrare dei mini lottatori di sumo. La partita iniziò ed io non ci stavo capendo una mazza, urlavo quando gli altri urlavano mi arrabbiavo quando gli altri facevano lo stesso, tanto per non sembrare stupida. Jack, quello biondo, mi passò un sacchetto di popcorn giganti, gli sorrisi riconoscente iniziando mangiarli. Mi continuò a prendere in giro per tutto il tempo perché avevo fame e infilavo pugni di manciate in bocca. 
<< Sembra che non mangi da anni >> al che io risi pulendo le mani in un fazzoletto.
La partita finì in un’ora con la vittoria della squadra di Nash, quest'ultimo si avvicinò a noi che nel frattempo eravamo scesi nella piazzetta. Ci venne incontro scuotendo i capelli sudati passando la mano tra essi. Diede un bacio sulla guancia a ciascuno di noi ma mi accorsi quando lo diede a Gre la presa si era fatta più salda ed il bacio era più vicino alle labbra di quanto sarebbe dovuto essere. Un ragazzo poco più basso di lui si avvicinò dandogli una pacca sulla spalla.
<< Bravo fratellone >>.
In quel momento notai la somiglianza tra i due: i capelli simili e gli occhi dello stesso azzurro ammaliante. Dopo uno scambio di battute il secondo se ne andò lasciandoci da soli. 
<< Venite con noi a festeggiare? >> domandò Nash rivolgendosi con un sorriso abnorme verso di noi.
<< Io non posso >> risposi subito, non avrei mai accettato sarebbe stata una situazione troppo imbarazzante ed il mio umore non era dei migliori, Gre mi guardò con gli occhi spalancati.
<< Tu invece? >> chiese lui fissandola speranzoso e mordendosi nervosamente le labbra aspettando una risposta. La ragazza in parte a me mi guardò non sapendo come rispondere, la capivo, in fondo aveva ancora un ragazzo e fin quando c'ero anch'io la sua coscienza era pulita, ma in quel momento quella scelta aveva più valore di quanto avrebbe potuto sembrare.
<< Ti prego >> riprese lui facendo tremare il carnoso labbro inferiore.
<< Ok >> cedette infine con un'espressione meno allegra di quella che avrebbe dovuto avere.
A quel punto guardai l'ora, decisi di tornare a casa. Salutai tutti e mi diressi verso la strada.
Appena entrai nella nostra casetta trovai Giuly che era stranamente agitata, ma non riuscivo a capire il perché:
<< Dai muoviti che stasera andiamo dei ragazzi >>
<< Sì, aspetta che mi cambio, Fede? >>
<< Ci raggiunge la >>
Io annuii andando in camera per cambiarmi, non misi niente di troppo appariscente, giusto dei jeans neri attillati e una maglietta giallo senape di ciniglia a mezze maniche. Decisi di non mettere niente sopra, tanto eravamo in casa. Scesi in salotto trovando Gio e Giuly che parlavano, lei continuava a muovere le mani convulsamente, non era una cosa normale e di sicuro nascondeva qualcosa. Però non mi preoccupai: conoscendola me lo avrebbe detto dopo nemmeno mezz'ora. Ci avviammo per il vialetto, il cielo era leggermente oscurato e le luci della casa dei ragazzi risplendevano. Entrai nel cancellino e la porta si spalancò mostrando Harry, che molto probabilmente ci aveva sentito arrivare. A quel punto sentii una risata conosciuta, spostai lo sguardo dietro alla spalla del ricciolo, vedendo come previsto Fede.
Non era sola; al suo fianco c'era uno Zayn molto più solare di quanto lo avessi mai visto.
Posai di nuovo lo sguardo su Harry e vidi subito i suoi pugni chiudersi e le labbra così strette da sembrare quasi invisibili. Io suoi occhi si tesero ed entrò in casa lasciando la porta aperta per fare entrare anche noi. Non sapevo se era più bello il fatto che Harry fosse geloso o il fatto che comunque lei gli desse filo da torcere. Fede ed Harry insieme sarebbero una bomba nucleare, cioè perfetta e piena di energia, fino a quando non esplode ed a quel punto porta solo distruzione morte. Comunque entrai in cucina seguita da tutti, la tavola era già apparecchiata e c'era qualcosa in forno. Mi abbassai per vedere cosa c'era a cuocere, quando spostai lo sguardo notai che in cucina eravamo rimasti solo io ed il signor fossette.
<< Chi ha cucinato? >> chiesi guardandolo dritto negli occhi, aveva le braccia tese sul mobile, i muscoli delle spalle erano ben visibili da sopra la maglietta per quanta forza stava scaricando sul tavolo.
Gli occhi erano fissi sul salotto, mi alzai per vedere meglio e vidi la mia amica assorta a fare qualcosa sul cellulare, Zayn era seduto accanto a lei con un braccio dietro la sua spalla. A quel punto si avvicinò al suo orecchio per dirle qualcosa. Lei sorrise abbassando lo sguardo e poggiando la testa sulla sua spalla. Ripresi a guardare il ragazzo tatuato davanti a me, pure lui distolse lo sguardo dal salotto guardandomi.
<< Ho cucinato io >>
<< Sai cucinare? >>
<< Ti sorprende? >> disse con meno animo di quello che avrebbe usato di solito.
<< Sì ed infatti non ci credo, secondo me ha cucinato Liam e tu ti stai prendendo il merito >>
<< Allora la prossima volta ti cucinerò qualche bella ricetta >> mentre stavamo ridendo entrò Niall con la faccia rossa, segno che aveva appena smesso di ridere come suo solito.
<< Ma questa famosa “riunione familiare” inizia o che? >> Harry era decisamente spazientito rispetto al solito. Niall lo guardò come capendo ed infatti non disse niente riguardo al suo tono poco simpatico.
<< Liam ha un annuncio! >> rispose quindi semplicemente il biondo
<< Di che tipo? >>
<< Non ne ho idea, ha detto che lo avremmo saputo a tempo debito >> il forno trillò e tutti entrarono in cucina per mangiare. Tutti si sedettero e Fede era in mezzo tra Zayn e Niall, che a sua volta era accanto a me. Il ricciolino era posizionato di fronte a Fede, avevo già capito che la serata non sarebbe stata facile.
<< Chi ha cucinato? >> chiese Fede con la stessa mia domanda iniziando a mangiare
<< Io >> rispose Harry senza alzare lo sguardo dal piatto, a quel punto presi la parola per rompere il ghiaccio, anche perché questa notizia iniziava ad incuriosirmi parecchio.
<< Ma questa grande notizia? >>
Vidi che Liam guardò Giuly ed in quel momento capii tutto, come lei era nervosa, lui che la guardava con gli occhi che brillavano, e come le loro mani erano intrecciate sotto il tavolo nascoste agli occhi degli altri.
<< Allora volevo solo dire una cosa, non credo che vi stupisca perché lei è bellissima, dolce, pazza, una delle persone più speciali che abbia mai conosciuto… Cioè ripeto… Allora oh senza tanti giri di parole perché non ne sono capace: io e Giuly siamo fidanzati >>
La sua espressione era così felice che anche Harry non riuscì a non sorridere, Louis si mise a fischiare e Fede ed Hazza (Harry aveva dei soprannomi strani) urlarono nello stesso momento:
<< Bacio! >>.
Si guardarono, lei gli sorrise molto timida. Iniziò allora un coretto di sottofondo, Liam poggiò le mani sulle guance della ragazza di fronte a lui baciandola davanti a tutti. Quando si staccarono Giuly, rossissima, nascose il viso nel suo petto, così la strinse ridendo seguito tutti noi. Dopo quella confessione la serata passò molto più tranquillamente, ricademmo sull'argomento più volte, Giuly cercava sempre di cambiare discorso, riuscendoci quasi sempre tra l’altro. Dopo aver sistemato decidemmo di vedere un film, ci lanciammo tutti sul divano, ma Chiara rimase in piedi perché non c'era posto. Louis la prese e la fece sedere sulle sue gambe. Io rimasi schiacciata tra il poggia braccio ed Harry, mi alzai e mi sedetti sulla poltrona per stare più comoda. Niall prese posto in terra sotto la mia poltrona, sorridendomi appena prima di sedersi sul tappeto con le gambe incrociate. La mia idea era di usare la sua testa come appoggia piedi, ma non penso che sarebbe stato d’accordo.  Liam fece come me sedendosi sull'altra, però portando con sé Giuly che si sedette sulle sue gambe ed appoggiò la testa al suo petto, così lui le dedicò un bacio sulla guancia. Vidi Fede ed Harry con una faccia disgustata, non riuscii a non ridere guardando le loro espressioni.
<< Che film guardiamo? >> chiese Gio guardando la bacheca dove c'erano i DVD dei ragazzi. 
<< Non d'amore >> dissero sempre i due contemporaneamente.
Si guardarono per un secondo con uno sguardo che non saprei descrivere, l'aria si era fatta di colpo irrespirabile. Distolse lo sguardo lui per primo portandolo sulle sue mani e lei con aria afflitta guardò il tappeto.
<< Guardiamo The Maze Runner, abbiamo già avuto la nostra dose di romanticismo per oggi e noi volevamo vederlo ma in Italia non è ancora uscito, vi va? >> proposi io
<< Bella idea! >> detto questo Liam si alzò e mise il DVD nel registratore senza aspettare le risposte degli altri, ma a quanto pare andava bene a tutti. Il film inizio e già dalle prime scene iniziai a sentirmi inquietata, era tutto nero con luci e voci intimidatorie, non sopportavo questo genere di cose, mi facevano paura. Spostai lo sguardo dallo schermo verso gli altri con gli occhi chiusi stringendo con le dita i capelli di Niall quando sentii un urlo provenire dal televisore. Se il film fosse stato horror o comunque sarebbe continuato così, avrei giurato di tornarmene a casa. Giuly era nascosta dietro Liam forse perché aveva paura pure lei, Chiara e Louis si stavano ingozzando di patatine senza staccare gli occhi dallo schermo.
Seduta in mezzo fra Harry e Zayn c'era Fede, sembravano tre soldatini: avevano la schiena dritta e occhi fissi sul televisore. Circa a metà della proiezione, sentii Niall muoversi più volte, probabilmente era scomodo a stare lì in terra. Mi sedetti accanto a lui e gli sussurrai all'orecchio per non disturbare gli altri:
<< Vieni sulla poltrona, c'è spazio >>
<< Nono tranquilla >>
<< Niall, non mordo mica sai? >> mi guardò un'ultima volta come per chiedere ancora il permesso, gli annuii e gli feci spazio sulla poltrona. Indicai di guardare Chiara e Louis, sembravano così carini insieme. Lei era seduta sulle sue ginocchia, mangiavano patatine da un'enorme ciotola blu, notai che si sfiorarono le mani e si guardarono tra di loro sorridendosi a vicenda. Louis sembrava perso nei suoi occhi dal modo in cui la guardava, anche Niall sembrò accorgersene che tra i due c'era feeling dato che mi guardò e compimmo un segno d'intesa con la testa, per poi ridere sottovoce e continuare a spiarli per un’altra decina di minuti, poi tornammo concentrati sul film. Quella ragazza non me la raccontava giusta comunque, avrei chiesto ovviamente spiegazioni sul suo essere così dolce con Lou. Appena il film finì salutammo il più velocemente possibile dato l'orario fin troppo avanzato, ma appena ci trovammo nel cortile della loro casa la porta si riaprì nuovamente lasciando uscire Zayn.
<< Vado comprare le sigarette al distributore >> disse lui vedendo l'espressione stranita di Fede. Allora le si avvicinò mettendo le mani in tasca. Vidi una luce spegnersi velocemente, così alzai lo sguardo vedendo Harry in piedi dietro la porta finestra con lo sguardo dritto sui due per non perdersi neanche una loro mossa.  Poi guardo me, aveva l'aria triste, gli feci un sorriso leggero ma lui scosse la testa chiuse di scatto la tenda andando via. Camminai più velocemente per sentire quello che si dicevano poi due:
<< Mi sono divertito >> Zayn la stava guardando negli occhi, la sua voce era ferma.
Lei lo guardò a sua volta e sorridendo gli rispose:
<< Anche io, grazie >>.
Eravamo arrivati davanti a casa e lui le cacciò un bacio sulla guancia, poi si allontanò.
Fede volse però lo sguardo alla casa di in parte alla nostra prima di chiudere la porta.
 
_________________________
SPAZIO AUTRICE

Eccomi ancora!
Aggiornerò molto meno in quanto sto frequentando uno stage per scuola e sono via dalle 7 di mattina alle 19 di sera.
Spero comunque che sarete pazienti e continuerete a seguire la mia storia aggiornata!
Spero vi stia piacendo, vi lascio al vecchio spazio autrici e alle immagini!
Bacio e buona serata,
Nichi.

 
 

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SPAZIO AUTRICI                                 


Ciaoo :)
Eccoci qui finalmente con l'undicesimo capitolo, scusate l'enorme ritardo!!
Siamo veramente tirate con la scuola.
Non faremo molti giri di parole come al solito, spieghiamo solo che "Surprise" è per l'annuncio di Liam e Giuly!
Scusate in anticipo per eventuali errori di battiura, ma ho scritto tutto tramite il telefono e mentre ero a scuola, vi prego di farmeli notare se li vedete in modo da correggerli!
Beh niente, finalmente il canale Youtube è attivo, ed oltre al Trailer della storia:
 
http://youtu.be/nTEubql5afk

Abbiamo già messo altri video :)
Ci farebbe un grande piacere se passaste anche voi :)
Ecco il link del nostro canale:
 
https://www.youtube.com/channel/UCbXq9eQQ5frFfO3CYJMp9pQ

E niente, vi lascio alle immagini, Buona serata :)
Bacione
Vostre
-FoxFire
-Nichi & Fede ;)

 
 Fede all'uscita con Zayn
 Gre alla partita
 Nichi la sera

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Capitolo 16
*** Right Now ***




Right Now


Chiara’s Pov.
 
Mi svegliai stiracchiandomi, avevo così tanto sonno che avrei potuto dormire per giorni, ma decisi di alzarmi comunque (non che avessi altra scelta). Quella mattina, la prima lezione della giornata l’avevo con Louis e saremmo andati a fare colazione insieme dopo che me l’aveva proposto 2 giorni prima quando Liam e Giuly avevano dato il loro splendido annuncio. Dovevo ammettere che ero davvero felice per la mia migliore amica, così diversa per non dire il contrario di me. Era la prima volta che si interessava ad un ragazzo, e in così poco tempo era riuscita a trovarne uno solare, simpatico, molto bello ed estremamente dolce e premuroso nei suoi confronti. Aprii l’armadio sommersa nei miei pensieri e mentre sceglievo se legarmi i capelli o meno, presi un paio di pantaloncini bianchi ed una canotta color indaco, quella mattinata sembrava particolarmente calda. Mi osservai allo specchio: avevo due occhiaie molto visibili sotto gli occhi, ma non volevo comunque truccarmi troppo. Misi una singola passata di fondotinta ed una sottile riga di matita nera, in modo da rendere più intendo l’azzurro dei miei occhi. Sorrisi allo specchio facendo vedere quelle fossette che mi si formarono sulle guance, tutti da quando ero piccola continuavano a ripetere come fossero dolci, ma io non ci trovavo niente di particolare. Ogni tanto io e Gio ci toccavamo le guance a vicenda litigando per chi le avesse più morbide, risi pensando a quanto eravamo stupidi e sciolsi i capelli dalla coda decidendo finalmente come portarli. Andai al piano inferiore notando che non c’era nessuno, quel giorno io entravo un’ora dopo rispetto agli altri. Sentii bussare alla porta ed andai ad aprire. Vidi un paio di capelli scuri accompagnati da due occhi oceano, indossava una maglietta semplice e dei pantaloni che arrivavano sopra la caviglia. Presi la cartella e, chiudendo la porta dietro di me, lo seguii. Sentivo il suo sguardo attento scrutarmi e mi sentii stranamente impacciata. Era strana quella sensazione, non mi ero mai sentita a disagio con un ragazzo.
Ero da sempre stata una ragazza da comitiva e l’unico ragazzo per il quale sia mai stata presa mentalmente era Gio, ma se ci ripenso bene ora, era solo una fissazione: non ho mai avuto cose del tipo farfalle nello stomaco, fare sogni ad occhi aperti su di lui o pensare a lui prima di dormire. Niente di tutto questo. Invece con Louis era tutto diverso: quegli occhi che avevo bisogno di vedere, qualche battutina che adoravo ed i messaggi la sera dove mi faceva vedere il suo coniglietto di peluche. Iniziammo a camminare verso il bar dove eravamo soliti fare colazione in compagnia, spinsi la porta ed entrai sedendomi sul divanetto, Louis si lanciò schiacciandomi e facendomi malissimo alle gambe, nonostante ciò non riuscii a fare a meno di ridere. Rotolando si sedette composto accanto a me, aveva tutta la faccia rossa per lo sforzo e le risate. Si avvicinò verso di noi una ragazza magrissima dagli occhi verdi, guardava Lou come se volesse mangiarlo ed io non riuscii a non provare una morsa di gelosia allo stomaco:
<< Ciao Lou! >>
<< Kelly >> rispose lui squadrandola dalla testa ai piedi, mi mossi sul divanetto intervenendo:
<< Io prendo una cioccolata, grazie >> la ragazza mi guardò male, ma prese l’ordine senza dire una parola.
<< Io invece un cappuccino >> a quel punto se ne andò non prima di aver lanciato un lungo sguardo verso il moro accanto a me.
<< Ti sei svegliata di cattivo umore? >> mi sussurrò Louis
<< Eh? >> feci finta di non capire
<< Beh, non le hai parlato nel migliore dei modi >>
<< Lei mi ha guardato male e io tratto le persone nello stesso modo in cui mi trattano loro, sono sempre stata così ormai mi conosci >> risposi ridendo
<< Questa volta sembrava più gelosia >> continuò Louis
<< Gelosia? Di te? Ma figuriamoci… Quanto sei egocentrico >>
<< Sìsì, tanto lo so che sei ai miei piedi >>
<< Credici >> conclusi io prima di iniziare a bere la cioccolata che mi era appena stata portata
<< Non ho voglia di andare a scuola >> dissi finita la colazione buttando la testa sul tavolino del bar.
<< Allora non andiamoci >> rispose scambiandomi uno sguardo complice.
<< Cosa mi proponi? >>
<< Ti porto in un posto >> si alzò prendendomi per mano e trascinandomi verso la porta correndo all’esterno.
<< IL CONTO >> urlò Kelly alla cassa
<< Te li porto domani i soldi Kelly! >> replicò lui chiudendo la porta del bar verso di noi.
Arrivammo al parcheggio della scuola, Lou tirò fuori dalla tasca le chiavi della macchina, risi al solo pensiero di vederlo guidare.
<< Vedi, questa è la fortuna di essere più grande degli altri: io ho la macchina. La MIA macchina, non una fornita dalla scuola >>
<< Ok, ma non voglio morire giovane >>
<< Capitan Louis ha tutto sotto controllo >>
Alzai un sopracciglio prima di salire in macchina, era la stessa che avevo vista la sera in discoteca, molto spaziosa e di un nero lucido. Accesi la radio e partimmo per una meta a me sconosciuta. Dopo aver stonato tutte le nuove hit britanniche, arrivammo ad una spiaggia, la stessa della sera in cui andammo a ballare tutti insieme.
<< Che ci facciamo qui? >>
<< Il bagno >>
<< COSA?! >> mi fece l’occhiolino trascinandomi verso la riva.
<< Non se ne parla proprio >>
<< Non fare la puritana >> in quel momento si tolse la maglietta ed io non riuscii ad alzare lo sguardo. Lo sentii avvicinarsi a me:
<< Allora facciamo una cosa; prendi le chiavi della macchina che nel portabagagli ci sono dei vestiti di mia sorella: mettili e buttati con quelli >>
<< No, fa niente >> risposi, non ero sicuramente una di quelle che si facevano problemi, anzi, a me piaceva molto mettermi in mostra, ma dovevo ammettere che questa volta provavo davvero molto imbarazzo, cosa mai successa. Alzai lo sguardo e vidi che anche i suoi pantaloni avevano fatto la fine della maglietta. Ingoiai la saliva silenziosamente e sfilai la maglietta dalla testa, la spiaggia era deserta data la stagione non ideale per i bagni al mare. Le mie mani tremavano quando cercai di slacciare il bottone dai jeans. Diedi un’occhiata al bel ragazzo davanti a me e notai che mi stava osservando con uno sguardo perso e le labbra semiaperte.
Lasciai cadere i vestiti sulla sabbia seguendo Louis vicino all’acqua, mi fermai ad osservarlo: le gambe magrissime erano di un colore pallido, i boxer neri si aderivano perfettamente al suo corpo che dovetti togliere lo sguardo e posarlo sulle onde del mare non appena mi accorsi che le mie guance stavano andando a fuoco. Sentii uno schizzo d’acqua bagnarmi il corpo e non potei trattenermi dall’urlare come una bambina isterica: l’acqua era davvero gelida
<< TU! >> urlai puntandogli un dito contro, rise ed iniziò a correre.
Iniziai a seguirlo, si sentivano solo le nostre urla in quel luogo deserto, mi dimenticai della situazione in cui ci trovavamo, di chi poteva vederci, di ogni cosa tranne che di noi due.
Inciampò su un sasso finendo completamente nell’acqua, si resse con le mani alla sabbia bagnata del fondo. Lo guardai dall’alto mentre rideva come un matto intanto che i suoi capelli si bagnavano:
<< Mi piace questa angolazione >> pronunciò girando la testa, arrossii facendogli la linguaccia alzando gli occhi al cielo e poi mi guardai per essere sicura di non avere niente fuori posto. Le mie gambe erano abbastanza abbronzate, il mio corpo non era sicuramente paragonabile a quello di alcune modelle londinesi che si vedevano in televisione, ma semplicemente quello di una normale diciassettenne abbastanza magra e non troppo bassa. L’unica cosa di cui andavo veramente fiera era la mia terza abbondante di reggiseno che sul mio corpo risaltava molto, ma in quel momento mi sentivo per la prima volta strana ad essere coperta soltanto da quel materiale grigio del mio intimo in pizzo. Louis si alzò di scatto venendomi incontro, fu allora che sentii il mio cuore battere sempre più velocemente ad ogni passo che faceva; ad un certo punto, mentre si trovava veramente troppo vicino a me, mi prese il braccio ed insieme ci ritrovammo in una delle onde del Canale della Manica.
Uscii dall’acqua prendendo aria ridendo e tremando. Non vidi Louis salire ed iniziai quindi a guardare nell’acqua, ma a mia disdetta era troppo scura per riuscire a vedere qualcosa. Erano passati molti secondi quando qualcosa prese le mie gambe, ritrovandomi dopo seduta sulle spalle di Louis.
<< COGLIONE. Mi sono spaventata, mi stava per venire un infarto >> dissi dandogli un pugno in testa mentre mi teneva sollevata. Mi lanciò in acqua senza nemmeno avvertirmi, iniziai a tossire perché bevvi un po’ ed il bel ragazzo mi venne accanto. Mentre mi ripeteva di respirare piano, mi passò una mano fra i capelli e non appena tornai col respiro regolare mi accorsi della situazione che si era creata: le mie gambe erano chiuse intorno al suo bacino stretto, una sua mano era aggrappata alla mia schiena, mentre con l’altra portava le mie braccia a stringere il suo collo. Non sentivo più il freddo insistente ma al contrario sentivo il calore del suo corpo appiccicato al mio mentre il suo viso era sempre più vicino, tanto che fece incontrare le nostre fronti spiaccicando le sue iridi chiare davanti alle mie. Riuscivo a sentire il calore del suo fiato scaldarmi il viso. Chiusi gli occhi e, non appena le sue labbra toccarono le mie, ebbi la certezza che quel ragazzo mi avrebbe fatta del tutto impazzire.
 
 
Nichi’s Pov.
 
Finalmente il giorno che avevo tanto atteso si era deciso ad arrivare. Oggi, dopo più di un mese d’attesa, iniziava il corso accademico di danza. La “Green Hill” era una delle pochissime scuole che proponeva come corso artistico quello della danza, oltre naturalmente agli altri corsi già esistenti in altre scuole come canto, recitazione o pittura.
La possibilità di poter lavorare ed imparare con un’insegnante laureata nella più prestigiosa accademia di Londra, la “Royal Accademi Of Dance”, era per me una fortuna inestimabile, avrei potuto migliorare ed apprendere molto di più rispetto a quanto avrei potuto fare in Italia. Sinceramente ero emozionata: solo l’idea di incontrare Darcy Bussel mi metteva molta ansia. Ed ancora di più il fatto che avrebbe dovuto giudicarmi, speravo almeno di dare un’idea plausibile di me dato che le altre ragazze studiavano lì da molto più tempo. Con tutti questi pensieri l’ansia si era trasformata in angoscia, o forse era di più paranoia, sta di fatto che ero molto nervosa. Presi tremante la maniglia dell’aula 206, una delle più grande dell’istituto. Appena entrai notai all’interno un enorme specchio da cui sporgeva una classica sbarra di danza bianca, un po’ consumata date le increspature marroni della ruggine. Il pavimento era cerato, bianco e molto liscio; faceva contrasto con le pareti azzurre. In un angolo erano appesi dentro dei quadri di vetro molti tutù con le foto d Darcy Bussel mentre li indossava nei suoi balletti. Sul pavimento erano sedute due ragazze a chiacchierare allegramente, salutai cordialmente presentandomi e mi diressi verso i camerini nascosti in una porta presente nella sala. Quel giorno avrei avuto la lezione di hip hop, estrassi dalla borsa dei pantaloni grigi della tuta ed una maglietta grigio sbiadito, feci una coda alta lasciando giù dei ciuffetti davanti e conclusi l’opera con delle Nike Air Force 1 bianche e stringhe nere ultra rovinate a causa dell’intenso uso ed una giacca giallo fluo che si adottava allo stile della danza. Scambiai quattro chiacchiere con le due ragazze presenti in aula, si chiamavano Nela ed Heather. Nela doveva avere origini marocchine o di qualche etnia simile data la sua pelle mulatta ed i lunghissimi capelli neri. Aveva un portamento impeccabile, la sua schiena sembrava quasi più dritta della sbarra, il suo fisico era a dir poco magrissimo e quel brillantino al naso ed il cappello della Obey si addicevano perfettamente al look per la lezione di hip hop. Heather, invece, era leggermente in carne, con dei capelli biondi chiarissimi, quasi bianchi (sicuramente tinti) e delle ciocche blu scuro, aveva anche un piercing al sopracciglio.
Sembravano simpatiche e all’apparenza un po’ peperine dato che stavano sparlando del “look bimbaminchia”, a loro parole, di una ragazza del primo anno. Dopo una decina di minuti passati a farmi un interrogatorio sui ragazzi italiani e su come cucinare la pizza, la porta si spalancò mostrandomi un volto già noto ai miei occhi.
<< Jack?! >> se non ricordavo male, aveva lo stesso nome dell’altro Jack, quello biondo che mi offrì i popcorn alla partita:
<< Si? >> si girò per vedere chi lo stava chiamando
<< Ah ciao! Sei la ragazza che c’era sabato sera al locale e alla partita, vero? >>
<< Esatto, cosa ci fai qui? >>
<< Frequento il corso di hip hop insieme a Jack Johnson >>
<< Davvero? In che sezione? >>
<< Livello avanzato da quest’anno >>
<< Allora siamo nello stesso corso! >> sorrisi, sembrava simpatico, mi sarebbe piaciuto farci amicizia.
<< Ahhh, un’altra ballerina prodigio allora, benvenuta! >>
<< Non proprio: io e Federica, la ragazza che era con me sabato sera, abbiamo vinto insieme ad un’altra nostra amica un concorso creativo in Italia, ed ora eccoci qui per approfondire i nostri studi individualmente >> risposi alzandomi e andando verso di lui per parlare più tranquillamente, iniziava a scocciarmi il modo in cui mi guardavano Nela ed Heather e non volevo che sentissero tutto
<< Ah ma siete voi quelle nuove italiane allora, ma non dovevate essere cinque?! >>
<< Si, potevamo portare altre due persone con noi >>
<< Capisco >>
La porta si aprì interrompendo la nostra conversazione, entrò dalla porta Jack Johnson con una tuta da allenamento.
<< Wè Bro! >>
<< J >>
Si scambiarono una specie di stretta di mano, a quanto pare erano molto amici.
<< No ragazzi, io finirò per impazzire a distinguervi con i nomi. Jack, oh non tu, quello moro, qual è il tuo cognome? >>
<< Gilinsky >> rispose ridendo inevitabilmente date le mie gesticolazioni per cercare di concentrarmi.
<< Bene, tu sarai Gili. Mentre tu biondino sarai Jacky! >> risposi scompigliandogli i capelli.
Faceva tenerezza, era alto quanto me.
<< No no e no! Non se ne parla! Trova un altro soprannome. >>
<< Jhonny? >>
<< Cosa centra Jhonny ora? >>
<< Boh, Johnson quindi Jhonny >> risposi facendo spallucce
<< Ma non ti va bene Jack? >>
<< No perché se vi chiamo vi girate tutti e due >>
<< Vada per Jhonny >> rispose roteando gli occhi.
 
 
***
 
 
La lezione era iniziata da mezz’oretta circa e mi stupii di vedere quanto fossero bravi i Jacks. Darcy sembrava a dir poco una dea del ballo, i suoi movimenti erano perfetti in ogni momento, era severa e pretenziosa, ma molto brava a spiegare come correggere gli errori. Le altre allieve del corso erano di gran lunga migliori di me, questo già si sapeva, ma vederlo con i miei stessi occhi mi demoralizzava. Non avevo dedicato abbastanza tempo agli allenamenti, avrei dovuto impegnarmi di più; alla fine ero a Londra per quello.
 
 
***
 
 
Ormai la lezione era finita, così andai a parlare con la mia insegnante, come ci eravamo già accordate, per fare il punto della situazione.
<< Mi scusi… Miss? >>
<< Chiamami pure Darcy, sono la tua insegnante ora non c’è bisogno di lusingamenti >> rispose con un sorriso mentre toglieva il CD dallo stereo.
<< Allora, Nicole, giusto? >>
<< Si, meglio Nichi se non le dispiace… >>
<< Dammi pure del tu. Dunque, ti ho osservata molto oggi, ovviamente non sei da livello medio, però credo che ti sia accorta anche tu che non raggiungi pienamente il livello avanzato degli altri, ma questo lo sapevamo già da quando ti abbiamo visto nei video >>
<< Si, ne sono consapevole >>
<< Sei qui per apprendere perché secondo noi hai un ottimo potenziale o non saresti qui, questo era scontato, non potevi certo arrivare qui istruita come le mie alunne. Mentre ballavi ho notato che eri piuttosto tesa, prima di tutto cerca di essere più sciolta e rilassata: in questo modo i movimenti risulteranno più fluidi. Seconda cosa, la tenuta delle gambe è ottima per non dire impeccabile, neanche le altre mie alunne l’hanno così salda, ma non mai abbastanza presa nelle braccia e dovresti rafforzarle un po’. Per ultimo ho notato che fai fatica a ruotare le gambe di lato è sicuramente a causa delle tue ginocchia storte, me lo confermi? >>
<< Purtroppo si, ruotano verso l’interno >>
<< Ho visto che riesci ad alzare perfettamente le gambe negli slanci, prova a tenere i piedi più uniti e non aprirli troppo così ti risulterà più facile girare le gambe all’ampiezza giusta! Sono piccoli consigli, ma ti faranno migliorare decisamente. Mi raccomando: allenati! >>
<< Grazie mille, mi allenerò sicuramente! Posso rimanere qui? >>
<< Purtroppo devo chiudere per riportare le chiavi, non è permesso lasciarle agli allievi. La palestra è aperta e inoltre c’è lo stereo, lo specchio e tutto il resto necessario >>
<< Grazie tante. A giovedì >> salutai prima di dirigermi in palestra.
L’idea in sé non mi soddisfava perché avrei dovuto allenarmi con maschi che sudavano sotto i pesi ed avrei provato imbarazzo sapendo che sicuramente mi avrebbero guardata. Però alla fine decisi di fregarmene, a casa sicuramente non avrei avuto tutti gli attrezzi necessari. Entrai nella palestra, con mia sorpresa vidi solamente sette ragazzi all’interno e tre di loro dopo neanche un paio di minuti uscirono. Tolsi la giacca ed iniziai ad allenarmi, per lo meno senza la giacca sembravo vestita normale. La mia pace durò ben poco dato che sentii la porta aprirsi nuovamente; non mi girai però: rimasi concentrata a reggermi in verticale come mi aveva suggerito la mia insegnante per far prendere forza alle braccia.
Vidi un ricciolino che mi sorrideva capovolto data la mia posizione al contrario con la testa in giù:
<< Hey Harry >> salutai per prima
<< Ciao scimmia >>
<< Tutto bene? >>
<< In realtà ti dovrei parlare, però insomma, è inquietante se resti così >>
<< Mi sto allenando, Harrei >>
<< Si ma piuttosto fai i pesi. Non chiamarmi Harrei >>
<< Ok, Harrei >> risi di gusto mentre guardavo la sua faccia scocciata.
Scesi dalla verticale, andai a prendere dei pesi ed iniziai a tirarli su e giù col braccio: sembravo uno di quei lottatori professionisti.
<< Mi spieghi che cazzo stai facendo? >>
<< I pesi >>
<< No dai giura? Non ci ero arrivato. Grazie al cazzo. >> disse sarcastico
<< Devo prendere forza alle braccia per alcune figure di hip hop >> spiegai
<< Allora fai così, vieni qui >>.
Mi alzai ed andai verso di lui.
<< Prendi questa >> era una specie di tubo di metallo arrugginito.
Lo presi guardando male il ragazzo di fronte a me non capendo dove voleva arrivare, effettivamente pesava parecchio.
<< Alzalo sopra la testa e tienilo >>
<< No, poi sembro un babbuino appeso ad un ramo >>
<< Tu fallo e basta, è un esercizio migliore della verticale fidati >>
Alzai quell’arnese sopra la testa strizzando gli occhi per la sua pesantezza.
<< HARRY COS’ERA QUELLA LUCE?! >> chiesi aprendo di scatto gli occhi
<< Bella faccia Nichi, ho come l’impressione che questa foto finirà su qualche Social >> scoppiò poi a ridere.
<< CRETINO! Sai, non credo proprio che ci andrà, ameno che tu voglia che tutta la scuola venga a sapere che dormi con il pigiama di Bugs Bunny >>
<< Guarda che non è di Bugs Bunny ma di Daffy Duck, non è che se è un altro dei Looney Tunes lo puoi chiamare Bugs Bunny solo perché l’ultimo è più famoso. No ma aspetta un momento zio di quel cane COME CAZZO FAI A SAPERLO?? >>
<< Ma io ho solo sparato qualcosa a caso. Bene bene, ora ne ho la conferma però >> dissi scoppiando a ridere non riuscendo più a fermarmi
<< Vai a fare in culo. Troia. >>
<< Dai, cosa volevi raccontarmi? >> chiesi tornando seria
Si sedette sui materassini blu, così mi misi accanto a lui continuando con i miei pesi normalmente.
<< Ho un problema >>
<< Questo “problema” è per caso alto, moro e con gli occhi ambrati? >>
<< Ci sarà una volta in cui non indovinerai? Comunque, più o meno… vedi, Zayn è uno dei miei migliori amici, però boh, sembra quasi che ci voglia provare con Fede… >>
<< No ma ti svegli?! “sembra quasi”?! Tesoro bello, lui ci sta provando alla grande. E poi scusa, a te che interessa. Preferisci quella Taylor… >>
<< Nichi sai benissimo che Fede non mi è indifferente e che sono consapevole anche io stesso che Taylor fa un po’ la popolare di turno >>
<< Io sì che lo so, sono tutti gli altri a non saperlo, soprattutto Fede. Se davvero non ti è indifferente come dici, inizia a dimostrarlo. Cazzo Harry, hai 17 anni, non sei più alla scuola secondaria dove tutti i bambini di 12-13 anni fanno i fighi per trovarsi gli amici. È ora che inizi a prendere in mano la tua vita e a fare le decisioni giuste per te stesso, non quelle che ti rendono popolare. Chi se ne frega della tua reputazione a scuola, tra due anni non vedrai nemmeno più il “club popolari”, mentre i tuoi veri amici resteranno per sempre. È questo che tu non riesci a distinguere >>
<< Ma io lo so questo, è solo che… boh; non so come la prenderebbe Fede >>
<< La prenderebbe benissimo >>
<< Non ne sono sicuro… amerebbe mai uno sbaglio? >>
<< Se quello sbaglio ha le fossette, i riccioli e due grandi occhi verdi, sono sicura che lo amerebbe più di ogni altra cosa al mondo >>
Vidi i suoi occhi illuminarsi di speranza alle mie parole, un leggero sorriso comparve sulle sue labbra prima di fissarmi come un bambino in cerca di un ovetto Kinder:
<< E cosa devo fare io quindi? >>
<< Invitala ad uscire >> risposi pensando fosse scontato
<< Ma ci ho litigato prima a lezione di letteratura… >>
<< Invitala ad uscire >> replicai
<< Ma se… >>
<< Ma se niente. Invitala. Ad. uscire. >> risposi scandendo convinta le parole sperando fosse l’ultima volta
<< … Ci provo? >>
<< No non ci provi. LO FAI >>
<< Nichi sei una vera amica >> disse Harry dandomi un affettuoso abbraccio che non mi sarei mai aspettata
<< Perciò togliti sti pantaloni della tuta perché quei 4 ragazzi ti stanno fissando il culo e sono geloso. E lo sarebbe pure Niall. Giri sempre con le felpe che ti coprono e ora che devi allenarti ti scopri così? >>
<< HARRY! >>
<< Che vuoi? Sì, sono geloso. Non voglio che qualcuno che non sia Niall ci provi con te. E non voglio che diventi amica di qualcun altro. >>
<< Ma io ho già molti amici >>
<< Sì ma non sono come me, lo sai che abbiamo un legame diverso >> mi stupii delle sue parole. Insomma, era chiaro che il nostro legame era diverso da quello che potevo avere per dire con Liam o Louis, ma non capivo perché me lo stesse dicendo
<< Sì ma questo lo so Harry, ovvio che con te parlo di cose più profonde e con loro no, non ci ho legato in questo modo seppur li reputo amici importanti >> risposi quindi per capire dove voleva arrivare
<< Sì, ma sai perché? >>
<< Perché te mi chiedi consigli e loro no quindi con te parlo di cose più profonde? >>
<< Sì, ma c’è un motivo del perché li chiedo a te e ad altre amiche no >>
<< Perché sai che capisco bene le emozioni degli altri e ti do consigli giusti? >> avevo capito dove voleva arrivare, ma volevo che me lo dicesse lui solo per metterlo in imbarazzo
<< Sì, ma anche perché mi hai dato modo di fidarmi di te più delle altre amiche che ho già. Quindi, hai capito no? >>
<< Mmmh, no! >>
<< Bugiarda te hai capito benissimo cosa voglio dire, i migliori amici si capiscono al volo è impossibile che non ci sei arrivata, lo stai facendo solo perché te lo vuoi sentir dire dato che sai che è una cosa che mi imbarazza! >> continuò gesticolando con un’espressione arrabbiata.
Scoppiai quindi a ridere:
<< Harry l’hai detto e nemmeno te ne sei accorto. “I migliori amici si capiscono al volo” mamma mia, ci voleva tanto? >> sgranò gli occhi, evidentemente non si era davvero accorto che gli era sfuggita quella frase
<< Beh, sì. Te l’ho detto, contenta? >>
<< Fammi capire, volevi ammettere come ti avevo detto quando eravamo andati a far la spesa che sono la tua migliore amica ma avevi vergogna a dirmelo e non sapevi se per me valeva lo stesso? >>
<< Sì. E smettila di indovinare tutto hai rotto le palle >> continuò sempre infastidito
<< Bene, allora dimmelo te, hai 17 anni puoi dirmelo da solo >>
<< No tanto lo sai già >>
<< Un po’ di riconoscenza no? Hai vergogna di far sapere a tutti che mi reputi la tua migliore amica? >> lo stuzzicai, sapevo che non era così, a differenza di come faceva con gli altri miei amici italiani, con me parlava e mi salutava anche se era in presenza del “club popolare”
<< Ma cosa stai dicendo? Non farmi incazzare. Lo sai che non è così. E va bene: Nichi per me tu sei la mia migliore amica che non ho mai avuto e ti voglio un bene infinito, insomma, ti va che sia io il tuo migliore amico? >>
<< Certo Harrei! Anche io ti voglio bene. Hai fatto stra ridere sembrava quasi una proposta di fidanzamento. Guarda te comunque, 15 minuti per dirmi una cosa così semplice e ti sei pure inventato che quei ragazzi mi guardavano il culo ed eri geloso solo per introdurre l’argomento, che idiota >>
<< Nicole quella parte era vera, vatti a cambiare >> disse facendo lo sguardo più serio
<< Come no. E non mi chiamare Nicole >> risposi alzandomi e mettendomi di fronte a lui continuando a fare i pesi dando quindi la visuale della mia schiena a quei 4 ragazzi
<< Lo fai apposta? Girati! >>
<< No! Mi sto allenando! >>
<< NICOLE! >> disse alzandosi, stavolta veramente seccato
<< Dai rincorrimi allora! >> dissi ad alta voce mentre mi allontanavo svelta
<< La smetti? Ci stanno guardando tutti! >> rispose lui che intanto mi stava seguendo
<< “Oh sono Harry ed ho vergogna che le persone mi vedono mentre faccio una scenata di gelosia” >> dissi così forte da essere sentita dai ragazzi, che infatti iniziarono a ridere
<< Non è divertente! Basta. >> sussurrò Harry guardando i ragazzi e poi me con gli occhi fuori dalle orbite mentre vagava ancora per la stanza
<< Fai ciiiiis >> gli dissi mentre tirai fuori il cellulare scattando una foto della sua buffa espressione piena di vergogna
<< DAMMI QUEL TELEFONO >> urlò infine rincorrendomi fin fuori dalla palestra.
La nostra amicizia aveva raggiunto un legame così splendido in così poco tempo, e non potevo essere più felice di aver trovato finalmente il mio primo vero migliore amico, insomma, Gio non contava era come se fosse una ragazza, ma ero sicura che io ed Harry ci saremmo per sempre stati l’uno per l’altra, qualsiasi cosa sarebbe accaduta.
 

Fede’s Pov.
 
 
Posai il libro sul comodino e presi un respiro profondo. Le mani mi tremavano ed il mio respiro era irregolare. Appoggiai le mani alla scrivania cercando di calmare i nervi che rischiavano di farmi crollare. A quel punto aprii lo specchio guardando la mia immagine riflessa: le guance arrossate e due occhi spalancati, presi il kit di emergenza di Nichi. La mia migliore amica mi avrebbe ucciso se l’avesse saputo. Erano farmaci talmente potenti che andavano usati solo in casi specifici e solo sotto induzione medica, ma in quel momento non mi importava. Aprii tremante la scatola e ne presi una. Quella pillola lunga e blu mi dava tranquillità solo a guardarla; la inghiottii senza neanche prendere un goccio d’acqua. Chiusi gli occhi e respirai un’ultima volta ripensando a quello che mi era successo.
 
*Flashback*
 
Ero seduta nella seconda fila, con le gambe incrociate e girate verso il banco dietro dove un alterato Rob parlava di come era finita l’ultima partita. Dovevamo svolgere l’ultima ora della giornata e stavo aspettando il professore di letteratura, quel giorno avremmo parlato del “Ritratto di Dorian Grey” ed io mi ero preparata a dovere. Vidi la porta aprirsi ed alzai lo sguardo aspettandomi di vedere il corpo magro coperto dalla solita camicia azzurra, ma rimasi impietrita dalla figura che non mi sarei aspettata entrare. Si passò la mano sui capelli indomabili scompigliandoseli mentre faceva passare lo sguardo per ogni centimetro dell’aula.
Appena i suoi occhi incontrarono i miei, sorrise mostrando quelle bellissime fossette e dopo qualche passo Harry fu accanto a me. Si sedette e lo guardai con un sopracciglio alzato.
<< Non avevi detto che non ti piaceva questo corso? >> chiesi continuando a fissarlo mentre si stravaccò sulla sedia.
Mi guardò negli occhi come sapeva fare solo lui per poi rispondermi:
<< Ho solo detto che al Professore piacciono le ragazzine, io non lo sono quindi non c’è nessun problema >> risi sbuffando, e lui con me.
La porta si riaprì facendo entrare il Professor Fix, le gambe lunghe e la pelle abbronzata si vedevano da sotto i vestiti. I capelli erano rasati e rendevano gli occhi marroni sempre più espressivi. Appena tolse la giacca i muscoli tonici accompagnarono i movimenti. In quel momento mi girai verso Harry che fissava la ragazza davanti a noi mentre era intenta ad osservare ogni movimento del Prof tanto che di lì a poco le sarebbe caduta pure la bava. La guardai disgustata ed Harry fece lo stesso; appena ci fummo accorti della cosa, scoppiammo a ridere facendoci fissare da tutti i ragazzi presenti in classe. Il giovane Professore corrucciò le sopracciglia avvicinandosi alla cattedra ed iniziando a parlare.
<< Direi di iniziare analizzando il protagonista, che ne dite ragazzi? >>
Nessuno alzò la mani, così decisi di prendere io l’iniziativa:
<< Credo che Dorian sia un personaggio molto complicato poiché ha un’interiorità molto distinta >> mentre stavo per terminare la frase il mio insopportabile compagno di banco mi interruppe
<< Io credo sia solo uno stupido buffone senza alcuna ampiezza d’anima >> lo guardai male controbattendo:
<< E perché mai? Dai sentiamo >>
<< Perché non è abbastanza forte, fa tutto quello solo per piacere alle persone >>
<< Parli tu poi >>
<< Cosa vorresti dire? >>
<< Sei il primo che fa le cose o non le fa per essere giudicato positivamente dagli altri >> ci guardammo per quelle che sembravano ore, mentre la classe cadde in un profondo silenzio. Il professore cambiò allora personaggio, non prima però di aver detto:
<< Sarà un anno interessante quello che abbiamo davanti, benvenuto signor Styles >>.
Finita la lezione Harry non mi degnò di uno sguardo, era troppo intento a fissare una pagina bianca. Uscii dall’istituto il più velocemente possibile, ero da sola per tornare a casa ed il cielo era grigio e cupo. Mentre iniziai ad incamminarmi, scoppiò un tuono ed iniziò a piovere violentemente. Avevo sempre avuto paura dei temporali, da piccola mia madre mi cantava una canzoncina e mi ripeteva di respirare intensamente. L’ansia non era mai stata il mio punto di forza; quando le cose non erano sotto il mio controllo, mi sentivo come se i polmoni fossero bloccati e il cuore mi battesse all’impazzata. Il fulmine che cade subito dopo sicuramente non migliorava la situazione, iniziai a correre pur di arrivare a casa il più velocemente possibile. Avevo la vista appannata a causa dell'intensità della pioggia e gli schizzi mi avevano inzuppato la testa anche se avevo l'ombrello. Vidi due fari avvicinarsi ed io non sapevo cosa pensare, fatto sta che la luce si fece sempre più grossa fino a che non mi passò sfiancandomi l'ombrello e lanciando una quantità enorme di acqua. Senti essa entrarmi dentro il naso e iniziai a tossire convulsamente cercando di prendere aria. Chiusi gli occhi concentrandomi sul respiro e sentii i battiti piano piano diminuire, poco dopo li riaprii vedendo la porta di casa.
 
***
 
Fissai la mia immagine allo specchio sistemandomi i capelli. Il mio telefono squillò nello stesso momento in cui suonò il citofono, lasciai il telefono sul tavolo della cucina ed andai ad aprire.
Erano gli altri, mi feci da parte lasciandoli entrare anche se bagnarono tutto il pavimento e subito Giuli andò nella sua camera per poi lanciarsi sotto la doccia. Non era mai stata molto brava a gestire il freddo e quella era la prima volta che vedevamo una vera pioggia londinese. Tornai in cucina e finalmente guardai il telefono:
 
Da: Harry
“Stasera esci con me, non accetto un no baby!”
 
Guardai il nome e risucchiai un respiro. Sentii una mano toccarmi la spalla, Nichi mi disse:
<< Non vorrai mica farlo aspettare! >>
<< Ma hai visto in che modo me lo ha “chiesto”?! è... >>
<< Un coglione, si lo so, ma tanto ci esci comunque oppure stasera dormi in giardino >> replicò
<< Ipotesi interessante >> mi diede una pacca salendo al piano di sopra per asciugarsi capelli.
Andai in sala e mi sedetti sul tavolo pensierosa, buttai lo sguardo fuori dalla porta finestra, la pioggia cadeva forte, ma non mi fece la stessa inquietudine di quando ero fuori. Pensai alla pillola che avevo preso pochi minuti prima. Avevo sempre sofferto di ansia, la mia mania di vittoria e la mia ossessione di avere il controllo su tutto, ogni tanto di generava ed allora rubavo quelle pastiglie blu della mia migliore amica; il medico me le aveva sempre proibite dicendo che non si usavano per certi tipi di problemi, ma me ne sono sempre fregata, tanto non ne abusavo e mi capitava di prenderla molto molto molto raramente. Guardai verso la casa accanto e vidi una figura in piedi davanti alla finestra. Mi avvicinai alla porta finestra e vidi le gambe magre dentro dei pantaloncini da basket, il petto era scoperto lasciando in mostra i suoi tatuaggi. La farfalla era quella che più attirava la mia attenzione, forse per le linee nette e spigolose. La tenda tirata lasciava intravedere la stanza, mi sorrise vedendo che lo stavo fissando, facendo notare quelle delle fossette da angelo. Fece segno di guardare il cellulare ed io ridendo lo feci:
 
Da: Harry
“Non fare la stronza! XxH”
 
Mi passai una mano tra i capelli alzai lo sguardo guardandolo e gli sposi:
 
A: Harry
“Tu chiedilo in maniera più gentile e potrei prendere in considerazione la situazione XxFede”
 
Lo guardai leggere il messaggio, aveva la testa abbassata e i capelli cadevano in avanti coprendo la visuale. Poi tornò su di me, si morse il labbro e tornò a digitare:
 
Da: Harry
“Allora bellissima rossa, le piacerebbe uscire con me di grazia?! potrebbe anche iniziare a starmi simpatico Dorian ❤️”
 
Risi poi sapendo che mi stava osservando, appoggiai il telefonino sul tavolo; tenni lo sguardo basso e presi bicchiere d'acqua, tornai davanti alla finestra col bicchiere alla bocca mascherando le risate per la sua faccia irritata. Presi allora una sedia e la posizionai davanti alla porta finestra rigirando il cellulare nelle mani, infine mi sedetti accavallando le gambe.
Digitai:
 
A: Harry
“Iniziamo bene, non sai neanche di che colore sono i miei capelli. Comunque, che programma mi proponi?”
 
Si passò una mano sul viso, ed anche da quella distanza riusciva a togliermi il fiato. Avevo fatto tutto quel giochetto anche solo per cercare una risposta decente da inviargli.
 
Da: Harry
“Tu inizia a dirmi si ;)”
 
A: Harry
“Non saprei. P.S.: quello smile non si usa dai tempi delle medie. Poi sono io la sfigata!”
 
Risposi per stuzzicarlo, sapevo di star toccando un punto debole per lui. Vidi Harry continuare a digitare al telefono, ma non mi arrivava una risposta da circa 5 minuti, non riuscivo proprio a capire. Ad un certo punto vidi Nichi correre come un’assatanata giù per le scale, si nascose per qualche assurdo motivo sotto il tavolo e di punto in bianco urlò:
<< MA CHE CAZZO STAI FACENDO? Perché cazzo Harry mi ha scritto per messaggio che è inutile chiederti di uscire perché gli dici di no? Dopo che ho passato mezz’ora a sopportarlo poi! >> capii allora il perché digitava senza mai arrivarmi una risposta, così risposi
<< Ma io non gli ho detto di no! L’ho solo stuzzicato facendo una battuta su uno smile, leggi! >> risposi passandogli il telefono sotto al tavolo, capii che si era nascosta per non farsi vedere da Harry. Nichi lesse attentamente la risposta, scrisse immediatamente un messaggio a Hazza con il contenuto a me sconosciuto nonostante le mie pretese di volerlo leggere, e subito dopo, a detta di Nichi che teneva ancora il mio telefono, Harry mi rispose:

Da: Harry
“Ti prometto che ti divertirai!”
 
<< Non lasciargli troppe convinzioni, va beh tanto rispondo io ho io il tuo telefono >> disse, facendomi poi vedere la risposta:

A: Harry
“Oookey”


<< Oookey? Che razza di risposta dovrebbe essere? >> chiesi alla mia amica che mi restituì il telefono
<< Zitta e ringraziami >> disse Nichi tornando in camera sua.
Alzai lo sguardo: Harry mi fece l'occhiolino e poi si girò, qualcuno era entrato in camera sua. Effettivamente la risposta di Nichi, per quanto fosse assurda, andava bene. Mi alzai andando al piano di sopra per prepararmi. Aprii l'armadio pensando a cosa mettere, valutai se chiamare gli altri o meno, ma alla fine decisi di non farlo. Non riuscivo a non sorridere, era una cosa strana: sentivo lo stomaco pesante ma fuori ero così leggera. Guardai ancora una volta l'armadio e vidi qualcosa di interessante: la tutina bianca con un motivo a fiori gialli attirò subito la mia attenzione. Mi ricordai di avere due orecchini a cerchio giganti che si sarebbero abbinati perfettamente. Decisi di farmi una doccia rilassante, entrai nell'acqua velocemente mi diedi una pulita. Uscii con un asciugamano avvolto intorno al corpo e vidi Nichi seduta sul letto.
Mi sorrise e guardò il vestito che avevo scelto:
<< Come è? Adatto? >> chiesi
<< Perfetto >> stavo per farmi la treccia per dare un senso a quei capelli, ma Nichi mi fermò:
<< Falli lisci, dai >> io feci no con la testa e lei andò a prendere la piastra minacciando di chiamare Chiara. Sarei sembrata troppo strana: lui sta sempre vicino alla ragazza con capelli liscissimi e biondi, poi ci sono io che li ho mossi e neri, ma alla fine Nichi mi convinse a piastrarli lo stesso. Infondo, per quanto assurdo sia, lo conosceva meglio lei di me e decisi di ascoltare la sua osservazione. Mi vestii intanto che la bionda scese al piano di sotto ad avvertire gli altri che quella sera non ci sarei stata. Mi misi la tutina, ma non sapevo cosa metterci sopra visto che il tempo non era dei migliori. Spostai una piccola borsa a tracolla e notai sul fondo dell'armadio una giacca nera. L'avevo anche dimenticata, me l'aveva regalata mia nonna per Natale. Non la misi subito ma la cacciai nella borsa per evenienza dato che fuori era spuntato un sole splendente, cosa che non riuscivo per niente a capire dato il minaccioso temporale di qualche ora prima. Feci una coda alta nonostante ormai avevo piastrato i capelli disobbedendo alla mia amica. Scesi al piano di sotto e vidi che erano le 18:30 e di lì a poco sarebbe arrivato, mi continuavo a torturare le mani però gli altri fecero finta di niente. Giuli era da Liam e Chiara era tornata da poco. Diceva di essere stata a fare uno strano corso, ma la cosa mi puzzava, per quanto ne sapevo non aveva ancora iniziato il suo. Gio, invece, era steso sul divano a giocare con qualche stupido gioco sul telefono. Nichi spuntò proprio in quel momento, aveva una felpa larga come era solita fare prima di arrivare in Inghilterra. Mi fece l'occhiolino ed io le feci una linguaccia che fece eliminare un bel po' di ansia. Il citofono suonò. Mentre io stavo per aprire la porta, Nichi si posizionò davanti facendo al posto mio. Lui la guardò male, forse aspettandosi me al posto suo, ma poi l’abbracciò forte dandole anche un bacio sulla guancia. Giurai di aver sentito che le sussurrasse “grazie”. Appena mi vide sorrise come poche volte lo ebbi visto fare ed io non potei che seguirlo. Gio spostò il telefono dalla visuale per vedere chi fosse, ed appena lo vide, sulla sua faccia si formò un sorriso strano; dopo aver guardato me tornò alla sua occupazione. Io stranita decisi di dare un taglio a quella imbarazzante situazione. Lo presi per un braccio ed uscii nel portico.
<< fate i bravi >> sentimmo urlare da qualcuno all'interno.
Lo guardai per intero dato che il momento prima non avevo avuto modo di farlo: era una delle cose più belle che io ebbi mai visto prima, aveva soliti pantaloni neri stretti e sopra indossava una maglietta ed un maglione grigi che lasciavano comunque intravedere le ali degli uccelli che aveva sul petto. A completare l'opera fu un giubbotto verde bottiglia, che da quel momento sarebbe stato il vestito più bello nell'armadio di Harry secondo i miei gusti. Rendeva i suoi occhi più accesi e brillanti che mai e lo vidi squadrarmi anche lui mentre con una mano si toccava i capelli. Ad un certo punto, con molta visibile timidezza, mi prese a braccetto.
<< Sembriamo dei vecchietti >> disse mentre camminavamo
<< Scusa, ma sei te che mi hai preso a braccetto >> gli feci notare avvicinandomi ancora di più a lui
<< Questa è la bellezza di Londra, i ragazzi corteggiano in modo strano >>
<< Ora non fare l'uomo vissuto >> lo spinsi un attimo, lui scappò lasciandomi indietro da sola.
Spalancai la bocca urlando: 
<< Non fare lo stronzo >>
<< Sei buffa >>
<< Vaffanculo >>
<< Ed imprechi troppo, sta male su una donna >>
<< Stylesssss! >>
<< Sì, è il mio cognome >> continuò a punzecchiarmi.
Incrociai le braccia facendo il labbruccio. Si avvicinò chinandosi facendo in modo di avere il viso allo stesso mio livello. Sentivo il cuore in gola e le parole erano strozzate dentro di me, senza trovar modo di uscire. Per togliermi da quella situazione scappai come aveva fatto lui poco prima. Mentre giocavamo come due bambini, una vecchietta ci passò accanto sorridendo e parlando con sua figlia la quale sorrise e ci guardò curiosa. Guardai Hazza sempre fermo sul marciapiede con i ricci che iniziavano ad incollarsi alla fronte. Mi sorrise ed iniziò a correre ancora. Scappai e non sentendo più i suoi passi mi girai e lo vidi sotto una tettoia di un locale. Lo guardai male non capendo e lui mi fece segno di seguirlo. Entrammo in quello strano locale, corrugai le sopracciglia e mi parlò all'orecchio:
<< Questo posto scommetto che ti piacerà >>
Mi prese per il polso tirandomi ed io non riuscii a non ridere. Un ragazzo dai capelli rossicci era davanti alla cassa del locale, avrà avuto non molto più di vent'anni. Sorrise ad Harry che ancora non accennava a mollare la presa su di me.
<< Ehi amico >> salutò Harry
<< Bro >> rispose il cassiere, poi guardandomi continuò
<< Fede >>
<< Ed >> lessi a questo punto ad alta voce il nome sul cartellino della maglia del ragazzo, ma ancora non mi era chiaro come lui sapesse il mio. Harry chiese un tavolo per due ed il ragazzo ci accompagnò subito ad uno di quelli rotondi all'angolo. Girando lo sguardo notai che c'era un'enorme biblioteca sul muro laterale e l'insegna al neon fuori diceva “Cafè Letterario” avevo sempre sognato di vederne uno, ed Harry lo aveva intuito dalla sua espressione compiaciuta. Mi sedetti al tavolo davanti al riccio, il quale non aveva la minima intenzione di cancellare quel sorrisetto dalla faccia.
<< Wow, dove l'hai trovato questo posto? >> domandai cercando di intavolare una conversazione
<< Mi ha portato mia madre la prima volta quando ero molto piccolo, le piaceva portarmi in questi pub pieni di gente schizzata che raccontava poesie >>
<< Io adoro questi posti, si respira arte in ogni angolo. È come se la reprimessero per farla esplodere poi qui >>
<< Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto >>
<< Perché sono schizzata?! >> alzai le sopracciglia cercando di mantenere un'espressione risoluta, che il mio sorriso rovinava
<< No, perché sei diversa >>
<< Tutti dicono di essere diversi, ma poi si comportano esattamente come tutti gli altri >> affermai eliminando ogni traccia di sorriso dal mio viso; la conversazione stava prendendo una piega molto più pesante di quanto mi sarei aspettata, ma ero curiosa di sapere come avrebbe reagito alla mia istigazione. Lui senza staccare il contatto visivo disse:
<< Tu no, tu sei sincera con te stessa, non fa mai niente per omologarti, ma senza cadere nell'esagerazione sei sempre te stessa in qualunque momento, e non siamo tutti così >>.
In quel momento arrivò un uomo sulla quarantina d’anni con gli occhiali appoggiati sul naso ed una camicia azzurra con una giacca nera nella quale tasca era posizionato un fiore bianco.
<< Harry, da quanto tempo! >> disse dandogli una pacca sulla spalla 
<< Simon che piacere vederti, ma questo look?! >> Harry lo guardò sogghignando ed indicando la rosa bianca 
<< quando si è appena sposati, si fa di tutto per la persona che si ama. Comunque non mi presenti questa signorina? >>
<< Simon, lei e Fede, Fede, lui è Simon >>
<< Sei italiana? Io amo l'Italia ci vado sempre in vacanza >>
<< Abito ad un'ora da Milano >>risposi, ma Harry poi blocco la nostra discussione:
<< Va bene, se avete finito... >> 
<< È stato un piacere conoscerti >>
<< Anche per me >> il riccio lo bloccò per la manica allungando il braccio e prendendo il fiore dalla tasca, poi me lo porse.
<< Sta meglio in mano tua che addosso a lui >> io abbassai lo sguardo, era strano come riuscisse comunque ad essere dolce, questo comportamento mi destabilizzava. Non riuscivo mai a prevedere quale sarebbe stata la sua prossima mossa. In quel momento arrivarono le pizze che avevamo ordinato al cassiere e iniziammo a mangiare, non sapevo cosa dire, non ero abituata ad essere dolce in generale figuriamoci con lui. Il ragazzo con i capelli rossi che avevo visto all'inizio salì sul palco iniziando a parlare:
<< Ciao ragazzi, allora, voglio farvi sentire la mia nuova canzone >> Harry mise due dita tra le labbra fischiando e di scoppiai a ridere girandomi verso il parco.
<< Sono Ed, dedico questa canzone mio amico riccio lì seduto, adoro i tuoi capelli sappilo! >> Harry si passò una mano tra i ricci facendo l'occhiolino a Ed.
A quel punto iniziò cantare ed Harry mi prese per mano facendomi alzare avvicinandosi al palco, mi guardai in giro vedendo che tutti stavano facendo lo stesso. Mi sorrise ed io non riuscii che a fare lo stesso, avevo sempre desiderato andare in un posto del genere e non potevo credere che fosse stato Harry a portarmici. La gente ballava senza pensarci troppo e saliva a caso sul palco a cantare mentre tutti applaudivano, mi sentivo realmente a casa.

"Will your mouth still remember the taste of my love
Will your eyes still smile from your cheecks
"

Senti Harry fare pressione sul mio fianco avvicinandomi a lui, continuando però a guardare il palco.

"And I'm thinking 'bout how people fall in lovemysterious ways
Maybe just the touch of a hand
Oh me I fall in love with you every single day 
And I just wanna tell you I am
"

Mi prese il mento con le dita sussurrandomi all'orecchio le altre strofe della canzone:

"So honey now
Take me into your loving arms 
Kiss me under the light of a thousand stars
Place your head on my beating heart
I'm thinking out loud
"

Prese la mia mano facendomi fare una giravolta posando poi entrambe le mani sui miei fianchi

"Maybe we found love right where we are"

Si avvicinò al mio viso ed io smisi di respirare, le sue mani andarono sul mio collo, toccò poi l'elastico e lo fece scivolare via. Passò le lunghe dita tra i miei capelli districandoli e avvicinandosi all'orecchio mi disse:
<< Come sono belli così lisci. Molto meglio così >>.
 ___________________________________
SPAZIO AUTRICE
        
Hey ragazze, eccomi di nuovo.
Ci ho messo un po' a sistemare questo capitolo in quanto molto lungo a differenza del mio tempo libero molto corto.
Rispetto a quello precedente, ho aggiunto un po' di dialoghi, mi piaceva di più così, alla fine è comunque una storia col sottofondo comico.
Spero vi piaccia, è difficle stare dietro a così tanti personaggi con caratteri diversi da sola, per cui vi chiedo un po' di pieta e, qualcosa aveste delle accortezze da farmi, non esitate a farmelo sapere. Mi piace sempre migliorare.
Vi lascio come al solito al vecchio spazio autrice seguito dalle immagini!
Un bacione,
- Nichi.
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SPAZIO AUTRICI      

Heila ragazzuole c:
Eccoci qui con nuovo capitolo, speriamo vi piaccia :)
Eh si, Chiara  & Louis si sono baciati, per la gioia di Anna ahaha, l'abbiamo messo apposta per te ;)
Approposito, passate a leggere le sue storie, sono bellissime:

AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
e anche "Do you wanna dance with me?", ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2889042&i=1

un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SMILE AND IF YOU CAN'T FIND A REASON TO DO, DO IT FOR ME"
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Ed anche "TWO WORLDS COLLIDE" scritta da Gre di ToInfinityAndBeyond___ & da me, Fede di FoxFire:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2952914&i=1

Di questa storia, abbiamo creato il Trailer che potete trovare sul nostro canale YouTube:

https://www.youtube.com/channel/UCbXq9eQQ5frFfO3CYJMp9pQ
Ecco il link del Trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=j70Orat4VGU

Ed infine abbiamo il trailer della nostra storia, ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk
Vi lasciamo alle immagini, ciao un bacione.
Vostre
-FoxFire
-Nichi&Fede

 
 Chiara con Louis al mare
 Nichi ad hip hop
 Fede che esce con Harry
 

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Capitolo 17
*** Idiots ***




Idiots
 

Fede's Pov.
 
Mentre Nichi provava a sistemarmi capelli, io guardavo Chiara che cercava di allacciarsi il cappotto. Il costume che aveva scelto le stava davvero molto bene anche se era molto semplice. Si travestì da assassina: aveva un cappotto azzurro con due tasche grandi ai lati, vari bottoni neri attaccati, una cintura con l’aggancio anch’esso nero e dei guanti dello stesso color pece. Il coltello super lungo e affilato rendeva benissimo l’idea del suo costume, avrebbe fatto paura anche a me. Ma la parte più bella erano i suoi tacchi alti turchesi che le rendevano molto attraente. Ci aveva raccontato cosa era successo con Louis e lo strano luccichio dei suoi occhi era la prova che a quel ragazzo si era molto affezionata, non era uno dei suoi soliti “una botta e via”. Gio la spinse un po' per prendere spazio nella visuale dello specchio; doveva sistemarsi la cintura marrone del suo vestito verde di Robin Hood:
<< Cavolo Gio, sei identico sia a Robin Hood del cartone che a Sean Maguire che interpreta proprio Robin Hood nella serie “Once upon a time”, pazzesco! >> notò subito Chiara, dovevo ammettere che aveva assolutamente ragione, era identico
<< Ovvio ragazze, le cose o si fanno bene o non si fanno >> fu la sua risposta.
Nichi dietro di me era stupenda: la gonna di tulle del suo tutù nero non copriva un solo centimetro delle sue gambe magre e quel corpetto con i punti luce argento e le piume sullo scollo la rendevano estremamente sexy, sembrava davvero una ragazza americana coi vestiti striminziti nella sera di Halloween, con la differenza che su di lei non risultava volgare:
<< Nichi ma ti devo dire tutto? Tira più su quella gonna! >> la riprese Gio muovendo convulsamente le mani, sembrava uno di quegli stilisti super gay e pieno di stile
<< Smettila! Non vedi che è già alta? È pur sempre un tutù a ruota! Se lo tiro più su mi si vede tutto >>
<< Appunto! Non esci di casa se non lo tieni così >> rispose Gio alzandogli la gonna del tutù sotto il disappunto di Nichi
<< Ecco, così è perfetta! Scoperta ma coperta! >> approvò lui stesso, aveva alzato la gonna in modo che si vedessero metà dei glutei
<< Tanto quando non mi vedi la tirerò giù >>
<< Oh amo, non mi rompere, ti ho detto che va bene così >> concluse infine, con il consenso di tutte noi altre.
Io invece avevo optato per qualcosa di meno elegante, decisi di travestirmi da Lara Croft grazie ad un top corto nero, degli shorts dello stesso colore, due pistole alle mani, delle fondine per le pistole attaccate alle cosce ed una coda altissima coi capelli molto tirati, Nichi me la stava facendo perfetta e ormai erano 15 minuti che si sbizzarriva con lacca e forcine.
Giulia era rinchiusa in camera da tutto il pomeriggio, non aveva voluto dirci il vestito che aveva comprato ed io ero molto curiosa di sapere cosa avesse in mente.
<< Finito >> Disse Nichi togliendo quell'arnese di tortura chiamato pettine dai miei capelli e posandolo sul tavolo. Mi guardai allo specchio, e mentre davo un'ultima sistemata al fard, Giuly scese dalle scale. Inutile dire che rimasi a bocca aperta. Gio fischiò e lei arrossì fermandosi a metà strada, era bellissima, il suo fisico asciutto era perfettamente adatto a quella tuta. Continuò a scendere dalle scale in modo titubante:
<< Come sto? >>
<< Sei uno schianto >> disse Chiara facendole l'occhiolino
<< Liam ti muore davanti se ti vede >>
<< Sì, ok, basta >> bloccò lei i nostri elogi
<< Non l'ho scelto io questo costume, ma Liam >>
<< Ci credo >> la canzonai e lei, sbuffando, andò in cucina.
La casa dove si sarebbe svolta la festa, per quanto ne sapevo, si trovava vicino al college, anche se ovviamente era fuori dal campus. Non era un’iniziativa della scuola, fu Nash ad organizzare tutto in una villa privata che apparteneva ai suoi, era stato proprio lui infatti ad invitarci di persona. Oltre a noi ci sarebbero state tutti gli altri ragazzi di 4°. Quel ragazzo doveva avere un bel po' di soldi per organizzare una festa di quella portata, non chiese neanche un dollaro a nessuno. Il taxi sarebbe arrivato a momenti, quindi iniziai a prendere il giubbotto e, appena arrivato, ci accingemmo a prenderlo. Giuly aveva un giubbotto ridicolo che puzzava di cammello, credevo che lo usasse per cercare di sviare l'attenzione dalla tutina attillata, ma in casa non avrebbe sicuramente potuto tenerlo col caldo che ci sarebbe stato. Diedi l'indirizzo del conducente e partimmo.
<< Andate ad una festa? >> ci chiese il signore pelato alla guida del mezzo guardandoci dallo specchietto frontale.
<< Sì, perché? >> 
<< Sono ore che accompagno ragazzini vestiti in modo strano in quella via > non ci guardammo scoppiando a ridere
<< Voi però siete i più simpatici, siete i primi ad aver fatto anche un solo sorriso >> modestamente... fermò la macchina dicendo: 
<< Fate i bravi >> così scendemmo velocemente salutando lo strano taxista. La casa mi lasciò senza fiato. Era nei dintorni di Londra, perché comunque in centro una casa di quelle dimensioni non ci sarebbe stata; aveva un giardino sul davanti pieno di alberi ed era stata addobbata come una casa abbandonata apposta per l’evento:
<< Chiara, devi assolutamente metterti davanti e fare una foto, sembra la casa di un delitto >>
<< Non me lo ripetere due volte, ho bisogno di foto fighe per Instagram >> disse la mia amica mettendosi subito in posa, infondo era una grande esibizionista.
Suonammo al citofono ed il cancello si aprì in un istante. Passammo il piccolo viale ornato da piccoli sassolini fino a raggiungere una grande scalinata in cemento; la porta era in legno bianco e dalle finestre si vedeva già la gente ballare. Sulla destra scorsi una piscina e mi ritrovai a pensare al perché era piena di acqua il 31 di ottobre col freddo che faceva. La porta si aprì e vedemmo Nash tutto sorridente farci segno di entrare; era vestito da pirata.
Ci diede un bacio sulla guancia ad ognuno:
<< Ciao Gio, hey ragazze, come va? >>
<< Bene tu? >> rispose Nichi
<< Tutto apposto grazie, i giubbini li potete dare ad Oscar, sarà qui tutta la sera >> ringraziamo e lasciammo i capi al maggiordomo.
Quel signore avrà avuto una sessantina di anni, era alto con i capelli leggermente brizzolati. Aveva una faccia simpatica e sembrava essere nato con lo smoking da come gli stava perfetto. Giuly era titubante nel togliere il giubbotto, ma subito arrivò in suo soccorso Mr. Payne con un sorriso splendente ed un bellissimo costume da Batman.
<< Ciao, finalmente sei arrivata. Togli sto giubbino! >>
<< Hey Liam, stai bene così! >> mi intromisi subito per aiutare la mia amica che stava andando in panico
<< Anche tu >> mi rispose sincero.
<< Vi posso rubare Catwoman? >>
<< Solo se la riporti prima di mezzanotte >> rispose Chiara tirando fuori il coltello e puntandolo al petto scolpito di Liam. Lui mise le mani avanti e dopo aver riso prese il braccio della piccola Catwoman portandola con sé tra la folla. Andai nella sala da dove proveniva la musica. Era una stanza enorme con un divano ed un camino, che però era spento, dove vi erano ragazzi a scambiarsi effusioni. Non riuscivo a distinguere nessuno tra la folla. L'unica persona che mi interessava sembrava sparita e cercai di rendermi ancora più alta di quanto già facevano gli stivali che comunque avevano un tacco alla base. Avevo bisogno di trovare Harry e di dirgli tutto, avrei inghiottito il mio orgoglio e mi sarei lanciata sperando che quella testa di rapa spuntasse almeno da qualche parte.
<< Andiamo a ballare? >> domandarono gli altri
<< Voi andate >> mi guardarono strano, ma poi entrarono tra la folla senza fare ulteriori domande.
Le luci erano basse; rendevano difficile vedere qualcosa. Le scarpe mi facevano male ma continuavo ad essere ferrea nella mia ricerca. La stanza puzzava di sudore, la gente continuava a spingermi da una parte all'altra, alzai lo sguardo e vidi una figura snella guardarmi. Sorrisi, sembrava che lui spuntasse sempre quando ne avevo più bisogno. Era vestito da sé stesso e non c'era cosa più bella. Zayn era appoggiato alla porta finestra e mi sorrideva, quindi ricambiai. Aveva un bicchiere di qualcosa in mano, lo alzò verso di me come si fa alle feste quando si brinda in segno di saluto e successivamente uscì fuori in giardino. La mia testa cambiò pensieri sentendo una canzone particolare, diversa rispetto a quelle house che avevano messo fino a quel momento. Mi ci vollero pochi secondi prima di riuscire a capire dove l'avevo già sentita:
“I wanna see the way...”
Non l'avevo capita subito perché la prima volta che l'avevo sentita era solo con una chitarra acustica e la voce roca di Harry. La differenza si trovava nei cori di sottofondo e nella base molto più strutturata. In quel momento lo vidi finalmente avanzare per la sala e, con passo veloce, gli andai dietro. Sembrava che la gente si fosse compattata ed io non riuscivo più a distinguere quella capigliatura riccia. Arrivai in cucina, la quale affacciava al giardino:
<< Da quant'è che non stavamo insieme! >> disse una voce acuta e a me fin troppo familiare.
Mi girai per poter confermare il mio presentimento, ed infatti fu così. Come mi aspettavo entrò dalla portafinestra Rebecca, ma il problema era la persona che entrò dopo di lei.
Aveva solo un paio di denti finti e delle lenti colorate marroni per formare il suo “costume” da vampiro. Il suo sguardo tagliente mi fece letteralmente gelare il sangue.
<< Tu? >> disse ad un certo punto la mora dai capelli ricci guardandomi
<< Si, io?! >> risposi tenendole il gioco con la sua stessa voce da rincoglionita
<< Pff, chi ti ha invitata? >> quanto se la credeva, “forse è il caso di essere un po' meno snob e di accendere di più il cervello signorina” mi trovai a pensare
<< Nash >> risposi a lei ma guardando lui, non capivo perché non voleva incrociare i miei occhi
<< Harry >> decisi di andare direttamente al sodo non riuscendo più a sopportare quella situazione di tensione.
<< L'hai sentita? Dai Harry parlale >> si intromise nuovamente facendo finta di trattenere una risata.
<< Mi dispiace ma non vuole risponderti come vedi >> trattenni a malapena l'istinto di tirarle i capelli e sbatterla contro il ripiano della cucina. Lui le afferrò il polso trascinandola verso la porta mentre lei lo guardava mordendosi un labbro. Le mie gambe rimasero inchiodate al pavimento, non riuscivo per l'ennesima volta a capire cosa stava succedendo. Ero confusa e mi sentivo un peso allo stomaco così grande che facevo fatica a reggermi in piedi. Non potevo permettere che quella storia finisse in quel modo, meritavo una spiegazione e me l'avrebbe data, che lui volesse o meno. Lo seguii nell'altra stanza, un ragazzo gli si era avvicinato:
<< Tieni Haz, questo è il CD della canzone che mi hai dato >> detto questo se ne andò, osservai tutta la scena successiva. Harry lo diede a Rebecca che subito salterellò euforica.
<< Harry grazie! Ma è una canzone? >> lui annuì
<< E l'hai scritta per me? Come si chiama? >>
<< “Little beige dress” >> le rispose con indifferenza ed uno sguardo perplesso, non guardandola nemmeno in faccia
<< Ma io non mi vesto di beige >> rispose lei facendo comunque spallucce.
La rabbia e la tristezza presero il sopravvento in me, per quanto mi cercavo di autoconvincere di una risposta negativa speravo seriamente che non l'avesse davvero scritta per lei. A quanto pare mi ero solo illusa per tutto il tempo. La forza mi stava abbandonando, ma ero abbastanza testarda da voler andare fino in fondo. Mi avvicinai e poggiai la mano sul braccio di Harry, si girò prima rimanendo sorpreso, poi il suo sguardo tornò imperturbabile. Mi continuò a guardare alzando un sopracciglio e sbuffando, come se gli avessi fatto chissà quale torto:
<< Che succede? >> gli chiesi con una voce più sottile di quanto avrei voluto
<< Cosa vuoi da me? >>
<< Io... >> indietreggiai senza finire la frase a causa del suo tono accusatorio.
Tutta la stanza smise di fare qualunque cosa è si fermò a guardarci, perfino la musica si abbassò e io mi guardai i giro completamente spaesata con gli occhi di tutti puntati addosso:
<< Tu cosa? Tu mi hai solo preso per il culo, ecco cosa hai fatto! >> 
<< Io? IO? Questa voglio proprio sentirla! >> ritrovai la voce proprio in quel momento, non so se per esasperazione o disperazione, ma ci ritrovammo entrambi ad urlare. Vidi Nichi raggiungerci a corse in quel momento e piazzarsi in parte a me irremovibile, con uno sguardo furioso.
<< Sì! Tu cazzo! Pensavi di poterti fare tutti e due? Lui nei giorni pari ed io nei giorni dispari? Eh? Sai cosa ti dico Rebecca? >> disse poi guardando la castana
<< Ti sei sbagliata, lei non è una sfigata. Lei è una TROIA. >>.
Indietreggiai prendendo una storia al piede destro, per poco non finii per terra.
<< Chi Harry? Chi?! >> Risposi nuovamente in tono ironico, facendo riferimento alla ragazza in parte a lui. Si tirò i capelli all'indietro venendo verso di me:
<< Non sei nemmeno intelligente, farti due persone che vivono nella stessa casa. Oh, chissà, forse non siamo gli unici dato che sei uscita pure con Niall al parco >> in quel momento tutto diventò più chiaro e l'unica cosa che riuscii a fare fu ridere.
<< Ma ce la fai Harry? Credi davvero che siano usciti per farsi? Non farmi ridere >> mi difese subito la mia amica tenendo comunque un tono scherzoso e amichevole per far ragionare Harry
<< Stanne fuori, non sei nessuno per intrometterti >>
<< Ricordati che la “nessuno” è l’unica che ti è stata accanto come una vera amica nonostante quello che hai fatto ed è quella che fino a 10 minuti fa chiamavi migliore amica. Se non sono nessuno per te non significhi che non lo sia per Fede, quindi io per lei mi intrometto quando voglio ti è chiaro? >> rispose così lei per poi guardarmi, darmi un abbraccio ed andare via talmente arrabbiata come poche volte l’avevo vista. Poi parlai io:
<< Sei un vero idiota >> avevo una tonalità di voce così dura e controllata che la frase assunse un tono assoluto. Lui non parlò ed io mi girai con passo fermo uscendo fuori dalla stanza per recarmi nel giardino, non si meritava alcuna spiegazione.
 
*** SOME MINUTES BEFORE ***
 
Nichi’s Pov.
Eravamo appena arrivati alla festa, la casa era pazzesca e strabordava di gente e di sudore. Dopo aver salutato Giuly e Liam, anche Fede decise di fare un giro da sola. Restammo così solo in 3, ma nessuno di noi era intenzionato a fare baldoria quella sera, ci sedemmo infatti tranquilli su un divanetto per stare tra di noi: era da tanto che non passavo una serata solo con Chiara e Gio, di solito in Italia era consuetudine per noi trovarci a casa mia il martedì a guardare qualche film della Disney, mentre Fede e Giuly andavano a nuoto, e quella sera era proprio un martedì.
<< Che facciamo? >> chiesi ad un certo punto
<< Non è che ci sia molto da fare Nichi >> risi, Gio aveva ragione
<< Non vi sembra così assurdo tutto quello che è successo da quando siamo qua? >> domandai io per intavolare una chiacchierata, ma il mio obiettivo era un altro e volevo affrontare un problema che secondo me si era creato nel tempo
<< Ovvio, la nostra vita è cambiata radicalmente, non sembra neanche reale. Per lo meno è cambiata in meglio, no? >> rispose Gio, notando che il mio sguardo si intristì un po’
<< Sì, anche io la penso così >> confermò Chiara
<< Anche io mi trovo veramente bene e mi sto divertendo… ma non vi sembra che le cose siano un po’ cambiate? >>
<< In che senso? >>
<< Beh Chiara, secondo me ci stiamo un po’ allontanando >> mi guardò corrugando la fronte
<< Fammi spiegare meglio: è logico che il nostro rapporto di fiducia e di amicizia non è cambiato, ma ora che viviamo pure tutti insieme che di fatto era il nostro sogno, al posto di unirci di più ci stiamo un po’ perdendo… insomma non usciamo più come prima, ognuno esce per i cavoli propri. E le poche volte che usciamo tutti insieme o ci sono anche i ragazzi o li incontriamo in giro e ci perdiamo di vista dividendoci. Io per prima lo faccio, lo ammetto, però mi dispiace un po’! mi mancano le nostre serate all’italiana tutti insieme >> ammisi cercando un loro sguardo di risposta, ma rimasero zitti per qualche secondo guardandosi tra di loro
<< Ne abbiamo parlato io e Chiara giusto qualche giorno fa. Pensiamo le tue stesse cose. Insomma, oggi sarebbe stata una serata Disney! Devo ammettere che l’Italia mi manca parecchio >> rispose Gio, ero sicura che anche loro lo avevano notato
<< E perché non me l’avete detto? Si può sempre risolvere voglio dire, non è che abbiamo litigato. Domani ne parliamo anche a Fede e Giuly, che ne dite? Ora però godiamoci la serata, siamo vestiti benissimo e siamo qua ad annoiarci come degli zombie… non è da noi! Se ci stanno sul cazzo gli altri facciamo festa tra di noi come abbiamo sempre fatto e cerchiamo i nostri vicini di casa! >> dissi convinta alzandomi in piedi per trascinarli a ballare, i miei amici mi mancavano davvero.
Neanche il tempo di alzarci che misero su una delle nostre canzoni preferite della discoteca:
<< I GOT A HANGOVER, WHOOOAAA! I'VE BEEN DRINKING TOO MUCH FOR SUUUREEE >> urlammo all’unisono io e i miei amici a squarciagola saltando abbracciati tra di noi, mentre Gio sculettava come non mai
<< Wuuuuhu! Questa canzone spacca! >> sentimmo dietro di noi, ci girammo tutti a guardare con gli occhi spalancati
<< Niall? >> chiese Gio
<< Ehy vi state divertendo? Io sì! STRA BELLO! Come dice sempre Nichi. Voi italiani parlate in modo un po’ strano sapete? >> continuò Niall, notai che aveva un bicchiere con un liquido completamente trasparente, sicuramente quel drink era molto forte
<< Niall sei ubriaco? >> lo perculai ridendo e girandomi verso i miei amici per ridere con loro, ma li notai già dall’altra parte della stanza che mi salutavano con la mano. Da ragazzi fine quale ero, gli alzai il dito medio anche se nella mia testa li ringraziai per avermi lasciata sola con lui.
<< Sono solo un po’ brillo, ma capisco tutto! Ma come cazzo ti sei vestita? Non ti dovevi vestire da sposa cadavere e spaventare tutti quanti? >> alzai gli occhi al cielo
<< Parli te! Il tuo vestito da folletto? Che cazzo ci fai vestito da mucca? >>
<< Così puoi mungermi >> spalancai gli occhi
<< NIALL! Dammi quel drink va >> dissi prendendoglielo dalle mani per poi berne un sorso, era tequila liscia e faceva veramente schifo, ci credo che era già mezzo ubriaco
<< Dai era solo una battuta >> disse poi dandomi un bacio sulla guancia, puzzava terribilmente di alcol
<< Io mi sono vestito da mucca perché quello da folletto era ridicolo. Alla fine è un pigiama, non ho dovuto comprarlo perché lo avevo già e optai per questo. Tu perché ti sei vestita così? Facevi prima a venire nuda, no? >> continuò dopo
<< Mi prendevi in giro e pensavo che avessi ragione e di fare brutta figura, per cui per non essere lo zimbello di tutti mi sono vestita da ballerina, anche io non ho dovuto comprare nulla. Ho cercato tra i miei tutù da saggio e credo che questo sia abbastanza da Halloween americano, no? >>
<< Lo è troppo. Ti escono tutte le tette e ti si vede pure metà culo sotto alla gonna! Tirala un po’ più su ancora non so io! >>
<< Dai, è un costume originale, ho anche le scarpette incluse! >> risposi alzandomi sulle punte delle mie favolose scarpette nere in gesso. A quel punto mi prese per mano e mi fece fare una piroetta, mi sentivo come nello schiaccianoci, io ed il mio principe che mi faceva ballare
<< Posso dirti una cosa? Però non ti arrabbiare! Hai le gambe troppo magre guarda quanto spazio c’è tra di loro >>
<< Niall, ti prego basta con questa storia. Non mi arrabbio solo perché sei fuori, però non ne parlare più, ok? >> risposi dopo che il bel ragazzo riuscì a smorzare l’atmosfera
<< Tranquilla, così sei stra figa poi! >> rispose dandomi una pacca sul culo
<< Ma sei impazzito? Che ti prende? >> chiesi scioccata ma allo stesso tempo divertita
<< Eh mamma mia, sono un maschio e te sei mezza nuda, cosa devo fare? Ti ho solo dato una sberletta innocua >>
<< Lasciamo perdere >> risposi scuotendo la testa e ridendo
<< Ma guardatela, sembra rimasta all’età di 5 anni >> sentii da lontano, ma con una voce molto chiara e riconoscibile
<< Qualche problema, Barbara? >> le rispose Chiara venendo verso di noi, seguita da Gio. La mia amica, col suo carattere forte e sicura della sua bellezza, era l’unica che davvero le avrebbe saputo tenere testa
<< Uh ma che carine, sono arrivati gli amichetti a sostenerla! >> rispose Barbara ridendo, alcuni ragazzi si fermarono ad osservare la scena sussurrandosi nelle orecchie
<< Ma te non sai rifarti una vita? Io me la sto rifacendo molto meglio senza di te! >> si intromise Niall, non potevo essere più soddisfatta nel vedere Barbara appiattire lo sguardo e diventare rossa di rabbia stringendo i denti. Lei si guardò un po’ intorno e prese il microfono:
<< Ehy ragazzi! La nostra nuova arrivata e nostra stretta amica Nicole ha deciso di vestirsi da ballerina perché fa danza! Che originale, vero? >> disse sotto la risata di tutti che mi fissavano, ma che problemi aveva?
<< Dato che sei così egocentrica e ti vanti tanto della tua disciplina artistica, perché non ci mostri un balletto qua davanti a tutti? >> disse poi venendo verso di me e trascinandomi per un braccio in mezzo alla sala. Mi trovai da sola con uno spazio a forma di cerchio circondata dal resto degli invitati. Non mi ero mai sentita più umiliata di così. Riuscii solo a rimanere ferma immobile. Notai i miei amici, Liam Louis e Niall compresi, raggiungermi ma misi davanti una mano per bloccarli, e gli feci segno di tornare indietro. Era ora di reagire. Non pensavo potesse accadere ancora un episodio di bullismo psicologico, avevo 17 anni. Ed era tutto così ridicolo. La rabbia di colpo mi passò e nella mia mente spuntò chiaro quello che dovevo fare, iniziando dal ridere rumorosamente, era così ridicola quella situazione! Andai da Barbara, le strappai il microfono dalle mani e tornai al centro della stanza per parlare a gran voce a tutti:
<< Allora carissima Barbara, andiamo per punti, ti va? Punto 1: “amica” ci chiami quelle anatre starnazzanti ritardate che girano con te. A 17 anni fate ancora distinzioni tra “club popolare” e “persone sfigate”, ma che problemi avete? Hai la figa d’oro? Ti rispondo io: no. Ma anche se l’avessi, sarebbe comunque una figa che tutte le altre ragazze hanno, solo con un colore diverso, ma sai l’uso è sempre lo stesso. Sei bella quanto vuoi, ma se poi hai un cervello con un q.i. inferiore a quello di una gallina, che per tua informazione va da 5 a 10 e quello di una persona normale varia sulle 100, non te ne fai niente del tuo aspetto esteriore. Punto 2: mi sono vestita da ballerina perché avevo già il costume e non ho dovuto comprarlo, quindi? Ho ucciso qualcuno? Non mi pare proprio. Sai, stare qua mi costa e anche parecchio, scusa se non chiedo i soldi alla mia mammina per comprarmi un ridicolo costume da mettere una volta all’anno ma ne metto uno che ho già. E comunque sono l’unica vestita così, per lo meno io ho un po’ di originalità, a differenza di te e delle tue amiche vestite tutte allo stesso modo con quel ridicolo costume da coniglietto come le 13enni P.S.: ti fa le tette cadenti, quelle poche che hai. Punto 3: credi che siamo in uno di quei film americani dove la troietta di turno vuol far fare una figura di merda alla ragazza sfigata davanti a tutti i compagni di scuola che poi ridono e di conseguenza lei se ne va piangendo? Hai scambiato questa festa per un set cinematografico? Se vuoi gli studi di Hollywood sono a qualche ora da qua, magari ti ci accompagno un giorno, così puoi realizzare il tuo sogno. Davvero credevi che mi sarei fatta umiliare da te? Ma chi sei? Fly down che la figura di merda la sto facendo fare io a te. Se ce l’hai con me solo perché Niall mi si è avvicinato, riguardati e capiscila che devi avercela solo con te stessa. Sei ridicola. Sei stata te a lasciarlo dopo averlo trattato di merda per mesi ed essere andata a letto con altri ragazzi per poi tornare a chiedergli di fare pace, ma che vuoi dalla mia vita? Se lo volevi così tanto ci stavi più attenta e non lo trattavi come uno straccio, sai, alle persone si porta rispetto per ottenere lo stesso, non te l’hanno mai insegnato? È logico che lui vada a cercare altrove, ti aspettavi che stesse lì come un cane a subire tutto? Per cui piantala di attaccare me, io non centro niente. Punto 4, e con questo finisco, volevi un balletto? Beccati questa spaccata, sappi che questa posizione sarà molto utile quando finirò a letto col tuo ex ragazzo, magari impari due volte prima di prendere per il culo me e la mia disciplina artistica >> dissi poi cadendo senza sforzi su una spaccata perfetta, sotto lo sguardo stupefatto di tutti. Finalmente mi ero tolta dalle scarpe un sassolino che era dentro da fin troppo tempo. Ero riuscita a reagire, a non bloccarmi e a farmi valere. Avevo girato la situazione portandola a mio favore e non potevo essere più fiera di me stessa. La sensazione di essere ricoperta da applausi, risate e fischi era qualcosa di impagabile, mi alzai senza nemmeno guardarla anche se avrei troppo voluto vedere la sua faccia, e tornai dai miei amici mentre tutti i ragazzi della festa mi elogiavano mentre passavo. E lì mi sentii finalmente viva.
 
 

Chiara's Pov.
 
Ero seduta sul divano nero di pelle che era stato spostato di lato da un paio di ragazzi per liberare la pista. Una coppietta si stava baciando molto appassionatamente alla mia destra. Erano tutti seduti con me: Gio che cercava di trattenere Nichi che sarebbe tornata da Harry e sicuramente non con buone intenzioni. Giuly era seduta accanto a Liam, stava parlando con Niall. Fede se ne era andata in giardino ed ero in pensiero per lei, ma aveva già fatto intendere di non volere nessuno attorno. La gente continuava a parlare di quello che era successo, la musica era bassa e l'aria irrespirabile. Un ragazzo probabilmente già fin troppo ubriaco cadde proprio in parte a me, ero stufa ed avevo perso la pazienza, mi alzai scocciata.
<< Dove vai? >> chiese Gio guardandomi
<< Vado a prendere un po' d'acqua, questa festa sta diventando insopportabile >> risposi entrando in cucina.
Harry era in piedi vicino allo stereo a parlare, o meglio, ad ascoltare Rebecca. Una rabbia mi prese così forte che feci un passo convinta verso di loro quando qualcuno fermò il mio braccio. Mi girai velocemente, ma quando lo vidi rilassai i muscoli. Louis era vestito da Peter Pan e faceva morire dal ridere. Dopo il bacio ci eravamo visti pochissime volte e non ne avevamo mai parlato. Questo aveva aumentato tutti i miei dubbi: il primo giorno ero stata entusiasta, ma piano piano avevo iniziato ad agitarmi. Ci eravamo sentiti più di una volta, ma lui non ne aveva mai accennato ed io avevo paura di cosa avesse pensato. Credeva che fossi una poco di buono? Una ragazza facile? O non gli era piaciuto?
<< Lascialo stare >> disse guardandomi serio
<< Ma hai visto cosa ha fatto? >> risposi strattonando il braccio dalla sua presa.
<< Lo so, ma non credo che tu abbia voglia di creare ancora più casino >>
<< I problemi si devono affrontare >> dissi lanciando anche una frecciatine, lui fece per aprire bocca quando la porta finestra sbatté facendo tremare tutto il vetro, per un secondo ebbi paura che si stesse rompendo. Ci girammo tutti vedendo Zayn entrare furioso. Non era il normale ragazzo che avevo conosciuto, era sempre stato tranquillo e con un'andatura sciolta. La vena sul collo era così gonfia che riuscivo bene a distinguerla anche da lontano. Aveva le spalle tese mentre faceva vagare lo sguardo tra tutte le persone presenti, poi si bloccò e si diresse nell'angolo opposto della sala. Si fermò di fronte ad Harry il quale lo guardò alzando un sopracciglio. Vidi il moro alzare le braccia spingendo il suo amico verso lo stereo, quest'ultimo si scontrò contro la cassa spegnendo la musica ed attirando ancora di più l'attenzione. Harry spalancò la bocca e Liam con passo svelto si ritrovò vicino ai due aiutando il riccio ad alzarsi. Harry si scrollò di dosso l'amico avvicinandosi poi pericolosamente a Zayn:
<< Qual è il tuo problema? >>
<< Tu! Tu sei il problema! Sei un tale idiota >>
<< Cosa vuoi? Sei qui a difendere la tua damigella “ferita”? >>
Zayn fece un altro passo verso Harry e Liam chiuse una mano nella giacca di pelle dell'amico con gli occhi dorati.
<< Non voglio picchiarlo tranquillo >> a queste parole Liam lo lasciò andare.
<< Sei il più grande imbecille che io abbia mai incontrato. Lo sapevi che ieri ci eravamo visti alla fontana ed abbiamo parlato? O quantomeno non potevi chiedere spiegazioni se pensavi che lei dopo essere uscita con te fosse uscita pure con me per limonarmi? Ma che problemi hai nel cervello? Lei pure spaventata dalla mia possibile reazione ha chiesto di vedermi solo per dirmi che con me non poteva andare avanti con me, e che ha deciso di dare fiducia a te dopo quello che comunque era successo. E tu cosa fai? Mandi tutto a fare in culo ancora ed ancora. Mi dispiace di averti dato fiducia, di pensare che tu saresti potuto cambiare dopo quell'inutile scommessa su un'innocente ragazza che neanche conoscevi. E invece no, fai sempre la stessa merda >>.
Non riuscivo a guardare il suo viso, ma solo il tono della sua voce mi riempiva di brividi. Lo sguardo di Harry era però eloquente, aveva gli occhi lucidi; per quanto cercasse di rimanere impassibile, ogni parola di Zayn lo feriva profondamente, un taglio dopo l'altro che avrebbe fatto fatica a rimarginarsi nel tempo.
<< Vi ho visti >> rispose semplicemente, con la voce meno ferma rispetto al ragazzo che aveva davanti.
<< Cosa? Harry hai visto cosa? Il massimo che c'è stato era un abbraccio di conforto più come fratelli che altro, ma tu come al solito ne trai le conclusioni senza chiedere o parlare >>
<< Non credevo ce ne fosse bisogno >>
<< È questo il problema, è che tu non credi mai che niente sia necessario, per te conti solo te e basta >> detto questo si girò.
La folla si allargò mentre Zayn, seguito dallo sguardo di tutti, aprì nuovamente la porta finestra e tornò in giardino.
 
 
Fede's Pov.
 
Ero lì fuori da sola nel giardino, le scarpe le avevo già tolte ed abbandonate in un angolo. Nichi mi aveva bloccata per un braccio mentre stavo cercando di uscire, ma mi girai chiedendo a lei e agli altri di essere lasciata sola e così fecero. In quel momento mi sentivo vuota, sola e distrutta. Camminavo avanti ed indietro da più di mezz'ora, ma nonostante ciò non riuscivo a fermarmi. Non poteva essere finita in quel modo. Ero stata una tale stupida. Mi tremavano le mani così tanto che mi spaventai. Sentivo freddo perché nella mia fuga non avevo preso il giubbotto, non avevo comunque la forza di rientrare e preferivo prendermi una polmonite se fosse stato necessario per tenermi lontano da quel salotto. Presi la sigaretta che avevo scroccato a dei ragazzi e la portai alla bocca. Subito il tabacco mi entrò in gola perforandomi i polmoni, ma in quel momento poco mi importava. Le lacrime mi uscirono e mi ritrovai a singhiozzare seduta nel l'erba. Mi passai una mano sugli occhi cercando di darmi un po' di dignità, non potevo cadere in quel modo. Sentii come una presenza vicino a me, appena alzai lo sguardo mi ritrovai a sorridere, era incredibile come lui spuntasse sempre nel momento più opportuno:
<< Hai visto la bella scenetta? >> gli chiesi portando nuovamente la sigaretta verso la bocca facendo un altro tiro. Me la prese dalle mani e con un lento movimento la portò alle sue labbra leggermente screpolate. Mi ritrovai a fissarlo: le labbra carnose, la leggera barbetta e quegli occhi ambrati perfetti. Buttò fuori il fumo e guardandomi parlò:
<< Non sapevo fumassi >>
<< Non mi piace essere dipendente dalle cose, ma in questo momento ne sentivo il bisogno >>
<< Capisco... Come stai? >> lo guardai e stringendo le labbra alzai le spalle.
Aveva un'espressione rigida ed uno sguardo fisso verso la luna. Essa si rifletteva sul suo profilo; avrei voluto fargli una foto in quel momento.
<< Sono una cretina >> ammisi guardando come lui il cielo
<< No, non lo sei >>
<< Lo dici per farmi sentire meglio, e per questo mi sento ancora di più una stupida >> lui sospirò e si girò verso di me con un'espressione dura e ferma.
<< No, l'unico cretino qui è lui che non fa altro che mandare tutto a puttane. Gli ho dato fiducia un'altra volta e come al solito l'ha sprecata. Adesso ti voglio chiedere una cosa. Vuoi darmi un'altra occasione, quella a cui ieri ho rinunciato? Non sacrificherò tutto per quel coglione >> lo guardai con le labbra spalancate.
Non poteva averlo veramente detto, non dopo tutta questa messa in scena. Lui mi guardava ed io lo guardavo. Sapevo di avere un aspetto orribile, col trucco sbavato ed il rossetto distrutto, i miei occhi ancora spalancati per la sorpresa. Alzò la mano e mi accarezzò la guancia. Il calore di quella mano era tutto ciò che sentivo, sorrise nel vedere che non gli opponevo resistenza. Il mio battito accelerò quando chinò la testa ed avvicinandosi posò le labbra sulle mie. Ero a dir poco sbalordita, ma stranamente sollevata. In quel momento tutto sembrava scomparire, perdeva di senso e di sostanza. Si staccò rimanendo così vicino che i nostri respiri affannati si fondevano:
<< Anche meglio della prima volta >>
<< Te lo ricordi? >>
<< Certo, anzi continuavo a pensare a come sarebbe stato un secondo bacio con te, se mai ci fosse stato. È proprio grazie a quella sera che ho capito che tu, ragazza che nemmeno conoscevo, mi avresti cambiato la vita >> risi leggermente.
<< Lo prendo per un sì? >> chiese sorridendo e toccandomi i capelli.
Misi una mano sulla sua spalla magra e l'altra sulla sua guancia, facendo toccare le nostre labbra per l'ultima volta in quella sera.
 
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SPAZIO AUTRICE    
Ehy ragazze, come noterete (sepre che qualcuna mi segua), sto aggiornando molto più spesso, quasi ogni giorno!
Qua a stage molte volte ho dei momenti morti dove non ho niente da fare, per cui mi diverto a sistemare i capitoli!
Manca poco e poi dal 20esimo capitolo finalmente si ricomincierà a pubblicare capitoli nuovi!
Spero che vi stia piacendo, anche questa volta ho aggiunto molte scene.
Che ne pensate di Fede e Zayn? La preferite con Harry?
E cosa ne pensate di Nichi che finalmente ha trovato il coraggio di reagire? Avreste fatto lo stesso o è stata cattiva?
Beh, la protagonista alla fine sono io. Poso dire che un tempo sarei stata zitta, ma in questi anni sono cresciuta e maturata molto.
Il personaggio sono io, quindi è giusto che si svegli e reagisca!
Ultima cosa.
Come avevo scritto nel primo capitolo nelle informazioni generali, a volte avrei dovuto postare immagini dove non sono i prestavolto per questioni di vestiti che i prestavolto non hanno mai indossato, questo capitolo è uno di questi.
Giuly per sta votla non sarà Debby Ryan, ma almeno potrete vedere il costume effettivo che ha.
Stessa cosa vale per Nichi, ma dato che non aveva la mascherina come catwoman, sono riuscita a fare un fotomontaggio!
Uscito di merda, ma pur sempre un fotomontaggio ahaha.
Sopratutto il secondo è orribile e sembra Barbara D'urso (ma vi assicuro che ho usato una fodo di Bridgit Mendler, ma cos' si vede l'altezza del tutù!
Appena avrò un po' di tempo cercherò di farli meglio e di sistemarle.
Serve solo per farvi capire il vestito!
Noterete che Gio da questo capitolo in poi sembrerà molto più grande rispetto a come era nel trailer e nelle prime foto.
Beh, è così!
L'attore è sempre lo stesso, ma è cambiato drasticamente in 10 anni, per cui ora lo vedrete moro e con i capelli diversi, pazienza, è bello uguale!
Vi lascio ora al vecchio spazio autrici e alle immagini (i costumi sono veramente fighi!!) dato che mi sono dilungata troppo.
Bacione, Nichi!
 
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SPAZIO AUTRICI  
     
 
Ciao ragazze, eccoci di nuovo qui, stranamente presto rispetto al solito!
Come potete vedere questo capitolo è tutto un casino.
E si, Fede e Zayn si sono ufficialmente messi insieme, come qualcuno sperava e come qualcun'altro non voleva.
Che dire di questa nuova coppia?
Boh, dovrete leggerlo se vi va ahaha, diciamo solo che non sarà facile, ma non aggiungiamo altri spoiler :)
Ci farebbe piacere ricevere nuove recensioni, magari da voi lettrici silenziose, per avere altri pareri sulla storia, su come procede, se avete consigli o qualsiasi altra cosa!
Non stiamo chiedendo tanto, dai :)
Abbiamo creato il Trailer Youtube della nostra soria, eccovi il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk 
Stavolta, rispetto al solito, vi lasciamo subito alle immagini.
Vi chiediamo scusa in anticipo se per Nichi, Giuly e Gio non abbiamo trovato i prestavolto con gli appositi vestiti, quindi ci siamo arrangiate creando dei collage, speriamo possiate apprezzarli comunque.
Un bacione, a presto
-FoxFire
-Nichi&Fede

 Liam
 La nostra falsa Giuly
 Louis
 Chiara e la casa di Nash sullo sfondo
 Gio
 Harry
 Zayn
 Fede
 Barbara
 Niall ubriaco
 Nichi/Barbara D'urso e il fotomontaggio osceno, ma per lo meno si capisce quanto Gio ha alzato il tutù e come è riuscito Niall a darle una sberla sul culo!

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Capitolo 18
*** Decision ***




Decision



Giuly’s Pov.
 
Finalmente era venerdì pomeriggio: il weekend era ufficialmente iniziato. Ero sdraiata sul divano con Liam. La mia testa era appoggiata comodamente sulle gambe toniche del mio ragazzo; sì, il mio ragazzo! Ero ancora incapace di pensare che davvero mi fossi fidanzata. Lo guardavo dal basso: i suoi lineamenti spigolosi, la mascella squadrata, gli occhi marroni; tutto di lui mi faceva impazzire e l’insieme mi mandava direttamente al manicomio.
<< Ti va di andare al centro commerciale? >> ruppe ad un certo punto il silenzio
<< Sì che bella idea! Però mi compri il gelato >> risposi scherzando
<< Ok, ma scegliamo anche il vestito per la festa in maschera di Halloween, ormai è domani e non abbiamo nemmeno idea di cosa prendere >>
<< Prima il gelato >> replicai ridendo.
Mi alzai di fretta andando dritta verso la porta, non ero vestita elegante ma abbastanza sportiva: giusto una felpa rosina corta comoda che copriva una maglietta più lunga bianca e dei jeans appena strappati sopra al ginocchio. Liam dietro di me scoppiò a ridere e si alzò in tutta la sua bellezza, mi obbligai a girare lo sguardo. Ci incamminammo verso il centro commerciale più vicino mentre mi diede un bacio a stampo al quale divenni paonazza. Adoravo anche questo aspetto di lui: non mi forzava e non faceva nessuna battuta sul mio essere così nervosa perennemente. Mi prese la mano ed io gliela strinsi volentieri guardando in alto verso di lui ricambiando il bacio che i diede pochi secondo prima. 
Lo sapeva bene che non ero solita prendere io l’iniziativa, e questo mi faceva vergognare; ecco perchè, sempre con le mani intrecciate, si strinse a me strofinando il naso sul mio collo e lasciandomi un bacio nell’orecchio che mi fece a dir poco rabbrividire. Riuscivo a sentire il suo calore sulla mia pelle ed un brivido percorse la mia schiena fino ad arrivare alle braccia in cui comparve la pelle d’oca. Io risi, sia perché mi faceva il solletico sia perché ero così felice che il mio cuore scoppiava di gioia. Arrivammo al centro commerciale e vedemmo un negozio di giochi e videogame che era anche pieno di vestiti in maschera, ce ne erano di tutti i tipi: da quelli più spaventosi a quelli più divertenti.
<< Guarda questo>> disse indicandone uno da zucca ed io risi pensanso a me stessa vestita così.

Mi aggirai dentro il negozio, non ero mai stata una grande appassionata di videogame, ma riuscii a riconoscere tutti i personaggi dei videogiochi con cui giocavo da bambina col Nintendo Ds. Guardai ad un certo punto Liam e lo vidi col telefono puntato nella mia direzione:
<< Liam che stai facendo? Toglilo subito! >> imprecai a bassa voce per non fare scenate in pubblico
<< No. Voglio mettere una storia su Snapchat, voglio far invidiare tutti >>
<< Quanto sei scemo, sono anche uscita di merda >> mi limitai a rispondere, ma quando notai che mi guardò male cessai la conversazione, tanto non l’avrebbe eliminata.
Guardandomi intorno trovai un costume perfetto per lui, sapevo che amava i supereroi e quello lì in particolare; glielo indicai e vidi i suoi occhi luccicare:

<< Lo metterò solo se tu sarai la mia Catwoman >>
<< Nonono >> accanto al costume di Batman c’era quello di Catwoman e non lo avrei mai messo. Per nessuna ragione al mondo. Era troppo, troppo. Una tutina aderente di pelle nera con una coda alla fine, una mascherina e delle orecchie su un cerchietto. No. Lui però si mise in ginocchio facendomi il labbruccio.
<< Ti prego, ti prego, ti pregooo >>
<< Liam, ALZATI SUBITO! Ti stanno guardando tutti! >> 
risposi subito afferrandolo per un braccio, ma a causa della mia esile forza contro i suoi muscoli non riuscii a spostarlo di un misero millimetro
<< Mi alzo solo se lo prendi >>
<< Mi conosci, non puoi davvero pensare che io sarei in grado di andare in giro con quel coso. Oltre a vergognarmi, non so usare i tacchi. E poi mi parlerebbero tutti dietro >>
<< Almeno provalo, fallo per me, voglio solo vedere come ti sta >> riflessi un attimo, ma non seppi resistere al suo labbruccio in fuori.
Mi avviai verso il camerino per provare almeno la taglia. Tanto non lo avrei comprato. Giusto? Giusto. Abbassai la cerniera laterale della tuta, tolsi il reggiseno anche se non mi sentivo a mio agio ma era una tuta da portare così, e infine la indossai. La chiusi e contai fino a tre prima di guardarmi allo specchio:
1,
2,
3.
Aprii gli occhi e capii che con quella cosa non sarei potuta uscire, si vedeva ogni curva del mio corpo. Stiamo scherzando? Io mi vergognavo anche di uscire con i leggings, come avrei fatto a indossare quell'indumento?! Non volevo farmi vedere da Liam così, rischiavo che potesse cambiare idea su di me: magari vedendomi con un vestito così stretto avrebbe capito che le mie curve non gli piacciono e vuole un altro tipo di ragazza. Mi vergognavo tanto; il mio lato B era super evidente, ma ero italiana, non era di certo piccolo come quello delle modelle inglesi. Oltre a quello anche il mio seno era l’unica cosa che da davanti si notava, mi avrebbero preso tutti in giro perché quello delle ragazze britanniche era piccolo e raffinato, io al contrario rischiavo di risultare veramente volgare. Ci pensai un attimo: i maschi avrebbero davvero pensato questo al posto di apprezzare? Effettivamente dubitavo che si sarebbero lamentati, ma così era peggio ancora, non volevo che mi fissassero tutti. Mentre ero immersa nei miei pensieri la tenda si aprì di scatto prima che potessi accorgermene:
<< Sei bellissima >>
<< Nonono, ma guarda sembro, cioè dai >>
<< Io vedo solo una ragazza bellissima con un costume bellissimo >> non risposi, avvampai e guardai il pavimento con più interesse
<< Lo prenderai? >>
<< No Liam, io… >> Liam, prima che potessi finire la frase, entrò nel camerino e chiuse la tenda per poter parlare tra di noi in tranquillità
<< Ma perché no? >>
<< Ma perché guardami! Guarda il mio fisico, non va bene >>
<< Non va bene? >> continuò fissando per tutto il tempo le mie tette, anche se feci finta di non accorgermene
<< Tu mi stai dicendo che questo fisico magrissimo ma con delle curve perfette, un seno abbondante ed un culo pazzesco non va bene? >> diventai bordeaux per i termini che aveva usato, anche se non mi diedero alcun fastidio
<< Liam! Ho vergogna... >>
<< Io no. Non ho vergogna di avere una fidanzata mozzafiato, anzi, sarò geloso che gli altri guarderanno il tuo fisico perfetto perché è inevitabile che lo faranno. Ma sai quanto riderò quando rosicheranno a vedermi in parte a te? E potrò testare con i miei occhi di essere fortunato del fatto che tra tanti tu hai voluto proprio me. Cavolo, ancora non ci posso credere! il campus è pieno di ragazzi bellissimi e molti fanno addirittura i modelli, e te hai scelto me. Non ho niente di straordinario: capelli scuri e occhi marroni. 
Nessun segno particolare, nessun colore speciale, e te mi hai voluto comunque. Tu hai deciso di far felice me ed io ancora non ci credo. Non potrei essere più entusiasta di farmi vedere accanto a te in tutto il tuo splendore >> sentendo le sue parole mi stupii veramente. Rimasi semplicemente allibita. Come poteva Liam pensare queste cose su sé stesso? Come poteva avere una così bassa autostima? Io del campus avevo occhi solo ed unicamente lui e per me era più bello di tutti i modelli della scuola che, a dire la verità, neanche avevo notato ci fossero:
<< È così irreale quello che hai detto. Sono io che penso quelle cose. Tra tutte le ragazze che ci sono hai scelto me e mi sembra impossibile. Perché pensi queste cose brutte su di te? Io ho avuto occhi per te dal primo giorno che ti ho visto, solo per te. Avevi la fila di ragazze eppure hai voluto me, quella da un'altezza media e con un carattere bizzarro, ultra timido e super impacciato. Non riesco ancora a spiegarmelo >>
<< Come? Sei te che avevi la fila di ragazzi, non io >> rispose
<< Ma cosa stai dicendo? È impossibile che non hai mai sentito i commenti delle ragazze mentre ti alleni a torso nudo. E io non ho mai avuto nessuna fila proprio, nessun ragazzo è nemmeno mai venuto a parlarmi a differenza di come le ragazze fanno con te >>
<< Le ho sentite ma non mi è mai interessato niente di quelle, sono solo delle oche. Ma quindi te sei davvero convinta che nessun ragazzo ti abbia notato? Dovresti passare anche solo 10 minuti nello spogliatoio maschile per sentire i commenti sui pantaloncini che ti risaltano il culo e sulle tue tette. Tutti i maschi parlano di te, Nichi, Chiara e Fede. Tutti. Perché avete un fisico così divello da questi standard inglesi, ma non in peggio. E tra tutte voi i commenti più assidui li fanno su di te, mentre tremo di rabbia e di paura di perderti >>
<< Non ci credo. Il mio fisico non ha niente rispetto alle altre ragazze. Hai detto bene, sono anche italiana, quindi so perfettamente che non è bello come quello delle ragazze londinesi. 
Tutte le ragazze della scuola ci sparlano dietro dicendo che ci mettiamo in mostra apposta quando non è vero, e sicuramente i ragazzi penseranno lo stesso >>  
<< Ok, questa storia che ti vedi brutta deve finire, non volevo arrivare a questo ma ti devi rendere conto di quello che sei e di che effetto fai >> disse convinto.

Subito mi prese le braccia e iniziò a fissarmi intensamente. Fece scorrere le sue mani sul tessuto della mia tutina, mi scostò i capelli. Mi strinse in un abbraccio molto stretto, i nostri corpi erano incredibilmente attaccati, molto più di quanto non lo fossero le altre volte in cui ci abbracciavamo. Spostò la testa e iniziò a baciarmi il collo, fu un bacio delicato che poi si intensificò tanto che sentii la sua lingua leccarmi il punto appena baciato e poi soffiare dell’aria fredda sul bagnato che mi fece provare una strana, inspiegabile, ma bellissima, sensazione:
<< Ti ho dato solo un abbraccio e un bacio sul collo. Solo questo ho fatto. E guarda cosa mi è successo >> continuò sbottonandosi i pantaloni e tirando giù la cerniera. Diventai nuovamente bordeaux. Si calò di pochissimo i pantaloni, il giusto per far vedere solo le mutande, ma era evidente che la sua intenzione non era di farmi vedere di che colore erano i suoi boxer.
<< Liam… non dovevi sentirti costretto a fare una cosa così imbarazzante >> dissi, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo intimo bianco che faceva intravedere tutta la sua eccitazione che solo un paio di volte avevo sentito, inevitabilmente sentii una vampata di calore su tutto il corpo
<< Io con te sono me stesso al 100%, non sono in imbarazzo, anzi. Voglio che tu capisca che effetto hai su di me. A parole non lo capisci, sei troppo insicura e testarda, se non te lo avessi fatto vedere saresti andata avanti mesi a credere che tu non mi piacessi fino in fondo >>
<< Beh… sono io ad essere in imbarazzo >>
<< Scusami Giuly, non voglio che pensi male >> disse prendendo le estremità dei pantaloni per tirarseli su, ma inaspettatamente gli bloccai le mani
<< Non penserò mai male di te Liam, lo sai. E, seppur mi maledirò con me stessa per quello che sto per dire, voglio che tu sappia che questa visione mi piace davvero, per non dire che mi eccita. È per questo che sono in imbarazzo, non per il tuo gesto, lo sono di me stessa ma in modo positivo >> confessai, dovevo sembrargli una bambina alle prime esperienze, ma effettivamente era così e non potevo che essere impacciata
<< Mi piace questo tuo istinto che ti prende a volte, sai? E non sentirti imbarazzata con me, non voglio. Insomma, guarda quello che ho fatto io >> aveva ragione, infondo eravamo fidanzati e non volevo che lui continuasse a pensare cose del tipo “non sono niente di che”, perché aveva un certo effetto su di me a livello ormonale che nemmeno io sapevo descrivere
<< Pensi di essere il solo a cui succedono queste cose solo perché sei un maschio? >>
<< In che senso? >> l’emozione stava prendendo il sopravvento, la visione di quell’angelo così bello in boxer mi stava facendo impazzire
<< Scusami per quello che sto per fare, ma voglio che anche tu capisca l’effetto che hai su di me >> risposi allora.

Allungai tremante la mano verso di lui, con un mare d’imbarazzo appoggiai la mano su suoi boxer e feci una leggera pressione. Non feci niente di eclatante, ma capii che il mio tocco gli fece effetto quando sentii la sua presenza muoversi involontariamente dentro al suo intimo, a quella sensazione strizzai gli occhi:
<< Hai visto? >> chiesi
<< Visto cosa? >> girò la domanda, ansimando.
Guardai appena sotto il mio collo: i capezzoli erano diventati duri per la sensazione che Liam provocava in me e si vedevano da sotto la tutina di pelle. Lui seguì il mio sguardo e capì. Gli presi le mani e le appoggiai sopra al mio seno. Non glielo avevo ammesso, ma era anche un test perché volevo capire se potevo fidarmi ancora più di quanto già non mi fidassi. Le sue mani non si mossero, non cercò di palparmi e non si spinse oltre, ma restò fermo con lo sguardo fisso su di me respirando a fatica. Sapevo di potermi fidare, mi conosceva così bene che sapeva di non mettermi a mio agio se ne avesse approfittato per, volgarmente parlando, strizzarmi le tette. Mi portò il massimo del rispetto come speravo facesse. 
Decisi allora di fare io la prima mossa: misi le mie mani sopra le sue grandi che ancora erano appoggiate al mio petto e le chiusi forte premendo sulla tutina. Liam si accorse che i miei capezzoli erano diventati ancora più turgidi di quanto non lo fossero già, la sua faccia era così incredula. Mi gettai completamente nelle sue labbra, cercando la sua lingua. Era il primo vero bacio che ci eravamo scambiati, ed il primo mio vero bacio in generale, prima erano sempre e solo stati baci a stampo. Non avevo mai baciato nessuno e non credevo di sapere come si facesse. Gli morsi infatti per sbaglio la lingua, senza farlo apposta, e cercai di staccarmi per andarmi a nascondere dalla vergogna, ma lui mi tenne stretta a sé non permettendomi di fuggire. Appena ci staccammo mi lanciai nel suo petto non riuscendo a sostenere il suo sguardo. Ero talmente imbarazzata. Liam mi accarezzò i capelli e rise, ma non rise come per prendermi in giro; rise e basta. Prese il mio viso tra le sue mani enormi, ero certa di avere una faccia da ebete in quel momento. Fece scivolare il suo naso sul mio ed io sorrisi.
<< Proviamo un’altra volta? >> annui e le sue labbra toccarono nuovamente le mie. Questa volta cercai di non commettere errori,

Mi guardò iniziando a spostare le mani pensando che non mi trovassi a mio agio come al solito, ma gli feci cenno di no con la testa e gliele rimisi sopra al mio petto, dove volevo che restassero. Capendo che quello era il primo nostro momento intimo da fidanzati, si sedette sullo sgabello del camerino, e mi invitò a sedermi sopra di lui, cosa che accettai subito e senza esitare. Continuammo a baciarci senza secondi fini, ma non era uno dei nostri soliti baci, era un bacio passionale e pieno di voglia da entrambe le parti. D’istinto misi nuovamente le mani sopra i suoi boxer facendo molta più pressione di quella che ebbi fatto prima, e la sua presenza si fece sempre più grande e sempre più dura, riuscivo a sentire che premeva ogni secondo di più implorando di uscire da quel tessuto che si era fatto troppo stretto, mentre il mio fidanzato ansimava. A sua volta lui prese a muovere le mani sul mio seno, le strinse piano piano provocando in me un’avvampata di calore che avvertii soprattutto nelle mie parti intime. Mi staccai da lui interrompendo il nostro lungo bacio, guardandolo pieno di attrazione:
<< Giuly non esagerare, 
lo sai che non mi permetterei mai di oltrepassare il limite senza il tuo consenso, ma capiscimi, sono pur sempre un maschio. Non ce la faccio ad andare avanti così. Mi stai facendo impazzire  >> confessò col respiro rotto. Mi misi a ridere, dopotutto aveva ragione
<< Hai ragione amore mio, adesso mi tolgo >> 
dissi inconsciamente alzandomi, ma mi bloccò subito dopo per il polso facendomi risedere sopra di lui
<< Mi hai chiamato amore mio? >> disse con gli occhi che stavano diventando lucidi
<< Scusami se non te l'ho mai detto. 
Non pensare che per me non sia lo stesso. Non l’ho detto prima perché avevo paura che fosse troppo presto e mi prendessi per pazzo, ma è da tempo ormai che il mio sentimento è andato oltre a una semplice infatuazione. Giulia, amore mio, io ti amo. >> disse sorprendendomi, non mi aspettavo nulla del genere, ma non c’era altro al mondo che avrei voluto sentire in quell’istante. Aveva saputo rendere quel momento così intimo anche così romantico, come avrei sempre voluto che fosse. Ero sempre più sicura che quel ragazzo era nato per stare con me, e io non potevo chiedere niente di meglio al mondo. Era riuscito ad esaudire il mio desiderio senza neanche saperlo.
<< Anche io ti amo Liam. Sono follemente innamorata di te, e non l'ho detto prima per lo stesso motivo. Ma questa volta mi è uscito inconsciamente >> conclusi dandogli un ultimo bacio sulle labbra.
<< Sarai la mia Catwoman? Per piacere >>
<< E va bene. Ma sia chiaro che quella frusta non la prendo >> dissi infine indicando l’armese che vendevano insieme al costume.
Lui rise e mi diede un bacio sulle labbra, ma questa volta fece più pressione ed io misi le mani al suo collo.
<< Vedendo questo tuo lato la frusta potrebbe tornarci utile >> riprese scherzosamente per smorzare l’atmosfera, infondo dovevamo uscire dal camerino. Fu così che tornai la stessa di sempre ed avvampai a quella sua proposta. Chissà cosa aveva pensato di quel momento, chissà se dentro di sé non pensava che fossi una totale imbranata e non ci sapevo fare per niente. U
scire dal camerino per farmi rivestire, gli diedi uno spintone per sgridarlo della battuta
<< Comunque spiegami lo “scusami per quello che sto per fare”. Dovrei scusarti? Al massimo ti devo ringraziare. E la mano sui boxer puoi metterla quando vuoi senza chiedere il permesso, non mi lamento tranquilla. Già che ci sei puoi anche metterla dentro farò questo sforzo >> disse facendo un sorriso furbetto e uno sguardo furbo non appena lo raggiunsi
<< LIAM! >> gli urlai per la vergogna, ma sapevo che non c’era malizia nelle sue parole
<< Andiamo a prenderci un gelato! >> finii il discorso per restare tutto il resto del tempo chiusa nei miei pensieri degli attimi appena condivisi, che per me erano i primi e che non potrò dimenticare mai nella vita.


Fede’s Pov.
 
Sdraiata sul letto, vagavo per Youtube in cerca di qualche nuova canzone da provare. I capelli erano un aggroviglio indefinito e continuavano ad andarmi sul viso, così presi un elastico. Mentre mi guardai allo specchio tenendo con le mani i capelli e in bocca l’elastico, sentii suonare il telefono e mi lanciai, letteralmente, a prenderlo. Dopo l’uscita con Harry non c’eravamo più sentiti ed io speravo sempre in un cenno da parte sua, perché io non avevo alcuna intenzione di farmi avanti per prima, non spettava a me. Era raro che qualcuno riuscisse a rendermi così impaziente e questo non faceva altro che aumentare il mio nervosismo. Appena lessi il nome sbiancai e lo stomaco mi si ribaltò: Zayn. Avrei dovuto parlare con lui di tutta la faccenda. Ero convinta di dover parlare chiaro con quel ragazzo, perché dopo tutto era un po’ che andava avanti quella storia e non volevo che si allargasse sfuggendomi dalle mani. Stare con Zayn mi piaceva tanto e mi divertivo un sacco quando eravamo solo noi due, riusciva a farmi dimenticare di ogni problema che si presentasse davanti. Il problema però non era lui, ma il suo compagno, quell’idiota dai capelli ricci che mi aveva già creato non pochi casini. Non riuscivo a metterli tutti e due sullo stesso piano, era come se appartenessero a due pianeti completamente diversi; uno era Giove e l’altro Saturno, io mi sentivo un misero satellite che non sapeva intorno a quale orbita girare.
 
Da: Zayn
“Ti va di vederci oggi?”
 
Chiusi velocemente il messaggio, gli avrei risposto quando avrei avuto le idee più chiare. Avevo bisogno però di una mano del consiglio di qualcuno interno nei ragazzi per sapere realmente cosa fare. L’unica persona a che mi avrebbe dato un consiglio disinteressato era Niall, quindi cercai il suo numero nella rubrica e lo chiamai:
<< Pronto? >> rispose pochi secondi dopo
<< Niall >>
<< Hey Fede >>
<< Che fai? >>
<< Niente, perché? >>
<< Ti va di fare un giro?>>
<< Certo dai, al bar tra mezz’ora, sono già in giro quindi non passo di lì >>
<< Ok grazie, a dopo >>. 
Mi cambiai dato che ero in pigiama. Misi una semplice canottiera verde acqua e dei leggings neri. Andai al piano inferiore dove Giuly e Liam erano intenti a guardare la televisione, mi fermai alla fine delle scale osservandoli. Erano così belli e pacifici, lui le accarezzava i capelli e lei lo guardava parlandogli a raffica di non so quale argomento; ero abbastanza sicura che non la stesse ascoltando da come teneva lo sguardo sui suoi capelli. La scena però rimaneva dolcissima, lei con i suoi occhialoni e le mani sporche di tempere era stranissima vicino a lui con i capelli perfettamente tirati indietro e la camicia a quadri senza una grinza. Guardai l’ora e vidi che era tardi, così andai alla porta.
<< Hei Fede >>
<< Ciao ragazzi >>
<< Dove vai? >> mi chiese Giuly ed io risposi rimanendo vaga
<< Qua in giro, voi ragazzi cosa avete intenzione di fare? >>
<< Andiamo al centro commerciale per prendere i vestiti per la festa in maschera di domani, siamo in ritardo >>
Mi ero completamente dimenticata della festa, in quei giorni avevo la testa completamente da un’altra parte.
<< Allora buono shopping >>
<< Buona passeggiata >>
Uscii dalla porta ed il gelo invernale si fece sentire, mi concentrai suoi miei pensieri e notai che, per quanto si dicesse che gli inglesi non sapessero divertirsi, organizzavano così tante feste che perdevo il conto. Non avevo neanche tutta quella voglia di andarci, avrei dovuto affrontare troppe facce e l’unica cosa di cui avevo voglia era rinchiudermi in camera a mangiare patatine davanti alla televisione. Arrivai al bar e voltando lo sguardo non lo notai tra le persone, allora mi misi in fila per ordinare qualcosa, appena arrivò il mio turno qualcuno mi parlò sopra coprendo il suono della mia voce:
<< Prende un thè verde >> mi girai con le sopracciglia aggrottate.
<< Bevi troppo caffè, poi è naturale che sei sempre così agitata >> risi tirandogli una sberla sul braccio
<< Guarda che teina e caffeina sono la stessa cosa >>
<< Sì, ma nel thè verde la caffeina è al minimo rispetto a quello normale >>
Prendemmo l’ordinazione ed andammo a fare un giro, fermandoci al lago del parchetto.
<< Sono uscita con Harry ieri >> iniziai quindi il discorso
<< l’avevo intuito >> gli chiesi spiegazioni con lo sguardo.
Lui sorrise e poi parlò:
<< Ieri appena è tornato, Louis gli ha dato una pacca sulla spalla e gli ha sussurrato qualcosa all’ orecchio. Avevo sentito solo che parlava di una mora. Poi è stato di buon umore tutta la serata, ha anche chiesto a Liam come andava con Giulia. Solo tu potevi provocare questa reazione >> guardai per terra sentendo la fitta allo stomaco diventare più ferrea.
<< Non credi che sia arrivato il momento di parlare con Zayn? >>
<< Era quello che ti volevo chiedere… Ma cosa gli dovrei dire? >> mi passai una mano nervosamente tra i capelli. Lui me la tolse e mi sorrise come il solito.
<< Parti dall’inizio, raccontagli tutto e vedrai che capirà >>
<< Non lo so >>
<< Glielo devi dire. Lo devi anche a te stessa, se decidi di dare la possibilità ad uno devi escludere l’altro e il tuo sorriso mi fa capire che il tuo cuore ha già deciso >>
<< E se avessi paura del mio cuore? >> la frase mi scivolò dalla bocca senza che riuscissi a fermarla. Sembravo una bambina di sei anni che non voleva andare a letto perché aveva paura che sotto si nascondesse un mostro a tre teste.
<< È normale avere paura e in più noi siamo artisti, come tali abbiamo il problema di dare tutti noi stessi in quello che facciamo, senza risparmiare nemmeno una goccia della nostra essenza. Per questo non posso assicurati che andrà bene, ma posso dirti che sarà un’esperienza meravigliosa nella sua assurdità. Perché è questo che è l’amore. Tutti sono d’accordo nel dire che è una delle magie più allucinanti che la vita ci propone, quindi io adesso ti faccio un'altra domanda. Sei abbastanza coraggiosa da rinunciarvici? Io non me lo perderei per niente al mondo, per quanto possa essere bastardo a volte >>.
Rimasi ferma attonita a fissare il bicchiere bollente tra le mie mani, le dita erano bloccate come qualunque parte del mio corpo. Non sapevo cosa risponde, avrei avuto il coraggio di mollare tutto? Avevo sempre pensato di essere una vigliacca a non prendere una decisione, invece Niall era riuscito a ribaltare le carte in tavola lasciandomi sconvolta e senza difese. La risposta però mi apparse davanti agli occhi chiara come non lo era mai stata tanto che salutai Niall di fretta dandogli un veloce bacio sulla guancia e ringraziandolo. Avevo capito cosa dovevo fare. Mi girai ancora una volta e lo vidi guardandomi sorridente con in mano il bicchiere di thè che io non avevo neanche toccato.
 
***
 
Ero ferma davanti alla fontana e continuavo a passarmi la mano tra i capelli tirando un po’ più del normale. Stavo impazzendo ed ero fermamente convinta che quella situazione doveva finire, anche se sarei stata molto più contenta se nessuno avrebbe sofferto. Le mie unghie oramai erano un ricordo lontano, ma non mi importava. Continuavo a ripetermi nella mente le frasi che avrei detto quando, con la sua andatura sciolta, Zayn sarebbe arrivato. Mi sedetti sul bordo della fontana sentendo gli schizzi bagnarmi la maglietta.
<< Fede? >> alzai di scatto gli occhi e mi sciolsi. Quel momento era arrivato.
Zayn era lì in perfetto orario bello come una statua romana, mi sorrideva con e labbra rosee. Gli occhi erano più luminosi di quelli di Harry e per una volta non fui davvero così sicura della decisione che avevo deciso di prendere. Appena si accorse che non gli rispondevo si sedette accanto a me poggiando la mano sulla mia gamba. Non disse niente si limitò a stingermi con una presa ferrea.
<< Ieri sono uscita con Harry >> dissi senza tanti giri di parole.
Lo vidi muoversi vicino a me, ma non disse nulla, allora continuai:
<< Non so con che diritto io ti sto facendo questo discorso e nemmeno il motivo per il quale continuo a parlare, ma sento che devo essere sincera con te >> anche in quel momento non parlò e io respinsi il desiderio di vomitare tutto il mio pranzo. Però stinsi i denti e continuai:
<< Ti ricordi la prima volta che sono venuta a mangiare con voi? Avevo incontrato Harry quel pomeriggio e mi aveva stesa con i suoi modi gentili e quel tocco di ironia. Poi però era successa la cosa della scommessa ed io non sapevo cosa pensare, l’unica cosa di cui ero certa è che mi aveva ferita profondamente. Sei arrivato tu con i tuoi silenzi ed il tuo fascino nascosto e mi sono lasciata andare, mi piaceva il modo in cui mi facevi sentire. Io poi sono uscita con Harry ed è stato come se mi avesse preso per un braccio trascinandomi di nuovo giù. Adesso non so cosa pensare. O forse lo so e per tutto il tempo ho avuto paura a crederci >> avevo lo sguardo fisso sulle mie mani rosse per quanto continuavo a stringerle fra loro. Lui tolse la mano dalla mia gamba lasciandola scivolare, ma non parlò.
<< Ok, scusa, mi dispiace, dimentica quello che ho detto >> mi alzai con l’intento di scappare. Ero stata una tale stupida a dirglielo, non aveva importanza infondo, cosa gliene fregava a lui di una come me, probabilmente neanche gli piacevo e stavo solo facendo una figura di merda.
Sentii una presa sul polso, ma non riuscii a girarmi.
<< Non scappare, ti prego >> chiusi gli occhi respirando profondamente. Il suo tono di voce mi aveva squarciato lo sterno, quella sua perenne compostezza e quello strano accento mischiati alla sua sempre più forte presa sul mio braccio mi diede il coraggio di guardarlo. Mi fece segno con la testa di sedermi ancora accanto a lui:
<< Sei sempre così sincera >> mugugnò passandosi una mano sulla faccia, aveva lo sguardo fisso sull’asfalto e la schiena curva.
<< Come sono stato così stupido, si vedeva dall’inizio, era palese, ma volevo non crederci. Però lui è uno dei miei migliori amici e voglio dargli fiducia, questa situazione non può andare avanti così ed io ti facilito la scelta. Mi è piaciuto uscire con te, non sai dai quanto tempo avevo voglia di trovare qualcuno con cui condividere le piccole cose, ma a quanto pare non sei tu >>
Non sapevo cosa dire e mi sentivo un verme. Avrei voluto solo uccidermi e sotterrarmi. Sapevo che non si aspettava una mia risposta, ma mi sentivo in dovere di dire qualcosa. Lui però mi precedette ed io gli fui grata. Si alzò allargando le braccia davanti a me come per chiedere un abbraccio che anche io necessitavo. Mi alzai e lo abbracciai, lui mi strinse forte a sé. Il suo odore pungente di tabacco mi si insinuò nella pelle ed io mi sentii stranamente a casa.
<< Mi sarebbe piaciuto avere un’opportunità >> mi sussurro nell’orecchio lasciandomi un bacio vicino al collo prima di lasciarmi ed allontanarsi con gli occhi colmi di tristezza.
 
 
Nichi’s Pov.
 

Faceva un certo freddo e dovevo ammettere che l'idea di indossare i pantaloncini corti per andare ad allenarmi non era poi così tanto buona, seppur ero coperta sopra con una lunga felpa nera. Ero andata a correre nella zona del parco, tanto per tenermi un po' in forma. Stoppai “Summer paradise” dei Simple Plan dall'Ipod ed entrai in gelateria: sì, dovevo tenermi in forma, ma io volevo il gelato. Come gusti scelsi biscotto lotus e cioccolato; erano davvero squisiti. Uscii ringraziando la simpatica gelataia ed iniziai a gustarmi il gelato, perché anche se il tempo non era dei migliori, non potevo farne a meno. La giornata era soleggiata, le nuvole erano sparse e bianche nel cielo azzurro, ma il vento era così forte da far muovere tutti i rami anche degli alberi più resistenti e massicci. Mentre camminavo sulla strada di ritorno a casa, notai una figura a me conosciuta fissare il laghetto, per poi alzarsi qualche secondo dopo. La sua persona snella mi apparve nella visuale e non riuscii a fare a meno di fermarmi. Raggiunsi l'irlandese e da dietro gli coprii entrambi gli occhi con la mano libera:
<< Cucù >> dissi poi liberando la presa per farlo voltare
<< Ciao Nichi, cosa ci fai qui? >> rispose sorridendo, intanto ci incamminammo senza meta
<< Ero andata a correre un po' >>
<< E quel gelato? >>
<< Eh, mi era venuta fame >> continuai ridendo seguita da lui
<< Certo che tu la coerenza non ce l'hai, vai ad allenarti e poi ti mangi il gelato, con questo freddo poi! >> notai che stringeva tra le mani un thè ancora fumante.
<< Simpatico insomma >>
<< Dai dammene un po' >>
<< Sei un pozzo senza fine Horan >> replicai esasperata
<< Almeno ti riduco le calorie >>
<< Lo so che devo dimagrire, ma dirlo in faccia ad una donna forse non è la migliore delle ipotesi, lo sai? >> risposi
<< No scusa, te sei qua a correre perché vuoi dimagrire? Ma ti sei vista? Sei impazzita? >>
<< Voglio solo perdere 3-4 kg >> dissi tranquillamente, ma Niall si piazzò di fronte a me ed io non riuscivo a comprendere il suo gesto
<< Senti Nicole non ti azzardare. Pesi 45 kg, non provare a voler perdere un solo grammo rispetto ad ora, mi hai capito? >> obiettò con un tono più alto di quello che era solito usare
<< Ma cos’è sta mania che tutti volete chiamarmi Nicole? E poi ne peso 46.5, e mi serve per danza, cosa ti salta in testa di risponderi così? >>
<< Piuttosto smetti di fare danza >>
<< Piuttosto smetti di cantare >> risposi.
Come se avessi mai potuto lasciar perdere la mia più grande passione, come per lui lo era il canto:
<< Chi ti ha detto che canto? Non lo sa nessuno a parte i ragazzi, nemmeno Barbara lo sapeva. È stato Harry? >>
<< No, passo le sere ad ascoltarti cantare con la finestra aperta. Anche se la tua è chiusa, ti sento benissimo. Pensavo ti fossi accorto che ti spiassi ogni sera prima di dormire, ormai sono 2 mesi che lo faccio. A proposito: bella la tua nuova canzone, ha un testo molto profondo >> confessai sincera, arrossendo subito poi. Lui si imbarazzò talmente tanto che mi prese il gelato dalle mani per poi mangiarne un po’, evidentemente non sapeva cosa rispondere:
<< Non faceva mica freddo per mangiare il gelato? >> continuai quindi io cambiando argomento
<< Ho cambiato idea >> 
<< E va bene >> mi arresi.
Senza neanche accorgermene eravamo già arrivati all'uscita del parco.
<< Dai, questa parte mangiala con me >> propose Niall
<< Meglio se lo finisci, effettivamente sono venuta per allenarmi e sono ancora caduta nella tentazione del cibo >>
<< Nicole in che senso tentazione? C’è qualcosa che mi devi dire? >> chiese tornando serio probabilmente cercando parole nascoste nella mia frase, ma evitai subito l’argomento, era totalmente fuori strada
<< No, semplicemente come ti ho già detto, devo dimagrire per danza >>
<< Posso sapere se te l’ha detto la tua insegnante? >>
<< Sì, me l’ha detto lei >> mentii
<< Perfetto, vorrà dire che glielo andremo a chiedere ora dato che è esattamente lì davanti alla fontana >> disse aumentando la velocità dei passi per raggiungere Darcey
<< NO ASPETTA! FERMATI! >> urlai d’istinto in preda al panico fermandolo per un braccio, non poteva certo andare a dirglielo, la Bussell si sarebbe arrabbiata se avesse saputo delle mie intenzioni senza prima aver chiesto un consulto professionale
<< Va bene non me l’ha detto lei, scusami, ma non andare a parlare ti scongiuro >>
<< Come ti è venuto in mente di metterti a dieta se non ne hai bisogno senza chiedere nemmeno se andasse bene? Sei già magrissima non puoi prendere queste decisioni senza aver consultato nessuno >> ancora non capii questa sua reazione esagerata
<< Le altre sono così magre e così slanciate ed io non sono al loro livello. Perdendo un po’ di kg sulle cosce potrei alzare la gamba ancora più di quanto lo faccia adesso, a quanto pare è l’unica cosa che mi riesce bene >> spiegai quindi per fargli comprendere
<< Le altre sono anche 20 cm più alte di te, come fai a non capire che sei troppo magra e che non va bene quello che stai facendo? Mangia questo gelato o vado da Darcey >> continuò con un'espressione veramente riflessiva
<< Facciamo metà, per favore, fallo per me. Non capisco cosa vai a pensare, ho la situazione sotto controllo te lo giuro. Te ne accorgeresti se no, ti stai facendo solo delle paranoie >> supplicai
<< Ti tengo d’occhio, ma ora mangia questo gelato >> disse portandolo verso di me.
Lo presi tra le mani e poggiai le labbra sulla mia metà, mi alzai sulle punte e avvicinai il gelato anche a Niall, mangiandolo così nello stesso momento con me come una coppietta carina. Dopo aver preso la sua parte, prese nuovamente il gelato e mi diede, senza che potessi aspettarmelo, un lungo caldo ed affettuoso bacio sulla guancia.
<< Se succede qualcosa con me puoi parlare, ok? Non volevo usare questo tono poco fa, scusami Nichi >>
<< Non è niente, ma davvero non preoccuparti. Non andare a pensare a strane cose che non stanno né in cielo né in terra. Volevo solo smagrire le gambe per quel motivo e basta >>
<< Non posso non preoccuparmi, ho paura di quello che stai facendo >>
<< Non ne capisco il motivo Niall, come lo fanno le body builder non capisco perché non posso farlo io >> risposi nuovamente convinta che avesse inteso male la mia decisione
<< Come faccio a spiegartelo, non voglio metterti pressione. Ma forse è giusto che te ne parli Nichi >> disse poi, sedendosi su una panchina e facendomi segno di seguirlo.
<< Cosa succede? >> chiesi spazientita, quella situazione iniziava ad irritarmi
<< Il pomeriggio in cui mi hai fatto salire in camera tua, mentre ti sei addormentata sono rimasto tutto il tempo sul letto abbracciato a te per starti vicino >> disse arrossendo, ed io di conseguenza
<< Ma vagando con lo sguardo per la camera notai una foto di te e gli altri tuoi amici che mi lasciò sbigottito >>
<< Sì, ma ne ho tante, quale? >>
<< Quella dove eravate sul prato in riva ad un fiume in costume... ne indossavi uno blu >> disse, e a quella frase sbarrai gli occhi. Non avevo messo sul ripiano quella foto. Non l’avevo neanche portata con me dall’Italia. Era impossibile. Ma mi ricordai subito dopo che Chiara l'appoggiò sulla mia mensola per fare le polveri in camera sua, probabilmente l'aveva dimenticata lì, ma mi sembrava troppo strano lo sapeva che non la volevo vedere, l'aveva portata nuovamente da lei per forza
<< Non capisco di cosa tu stia parlando >> finsi infine, convinta che era impossibile che fosse rimasta in camera mia
<< Sai bene di cosa sto parlando >>
<< Io non ho portato con me quella foto, né tantomeno l’ho messa in camera mia. Quindi non so di cosa stai parlando >> continuai, tradendomi con le mie stesse parole
<< Se hai capito che foto è evidentemente sai bene a cosa mi riferisco >> rispose insistente
<< Sai Niall, non credo siano affari tuoi >> dissi infine con una tale cattiveria che non mi apparteneva, ma non aveva il diritto di comportarsi così
<< Credo invece che siano affari miei >> replicò poi, voltandomi con forza la faccia per guardarlo. Non aveva mai osato comportarsi così
<< Mia cugina è morta a causa di una grave anoressia. E ora vedere te che vuoi dimagrire quando sei già troppo magra e dopo aver visto il tuo passato non posso fare finta di niente. Quindi sì, per quanto possa essere un argomento che non ti piaccia, sono affari miei. Da quando ti è venuta in mente sta cosa di voler dimagrire per danza? Ho bisogno di saperlo >> chiese senza lasciar passare alcuna espressione
<< Madonna Niall. Tu non sai proprio niente del mio passato, come fai a dire di conoscerlo? Non ero anoressica, non lo sono mai stata. Né tantomeno bulimica. Non capisco cosa parli senza di sapere le situazioni >> non potevo credere che volesse aver ragione senz neanche chiedermi niente in merito
<< Se non eri ammalata, ti stavi ammalando >> continuò a contrario mio con una tale tranquillità e fermezza che mi fece perdere ulteriormente la pazienza
<< Ho detto di no >> dissi alzandomi per andare a casa mia, non capivo come potesse permettersi
<< Fermati >> urlò alzandosi per raggiungermi
<< So che è un problema grave e che hai i tuoi tempi per poterlo affrontare, ma mi sto solo preoccupando per te >>
<< Senti Niall, mi dispiace davvero per tua cugina, ma come ti ho già detto non avevo nessun disturbo alimentare, non so che altro dirti. Dovresti prima chiedere al posto di aggredirmi così >>
<< Nichi, ti si vedevano le tutte le ossa del bacino. Oltre che la gabbia toracica e le ossa di tutto il resto del corpo. Per non parlare del tuo viso così scavato. Quasi non ti riconoscevo e mi si è stretto il cuore nel vederti in quelle condizioni >>
<< Ma davvero vuoi avere ragione te? Avevo solo perso qualche kg, basta. Ti ho già detto che non ero malata >>
<< Quando te la sentirai di affrontare questo discorso io ci sono, ma non voglio che dimagrisci ancora. Se continuerai con questa folle idea andrò a parlare con Darcey a costo di farmi odiare da te per il resto della vita. La salute è più importante, ricordatelo >>
<< Niall sei ritardato sì o sì? NON. AVEVO. DISTURBI. ALIMENTARI. >> urlai infine facendo scendere delle lacrime dai miei occhi, come faceva a non capirlo?
<< Senti finiamola qui ok? Non voglio litigare >> continuò lui con assoluta calma e comprensione
<< Dai, torna a sederti con me e facciamo due chiacchiere del più e del meno mentre ti tranquillizzi, ti va? >> continuò poi
<< No, mi va di tranquillizzarmi in camera mia >>
<< Come vuoi, ma vengo con te ovunque tu vorrai andare >>
<< Voglio stare da sola. Come fai a non capire quello che hai detto? >>
<< Perdonami, mi sarò sbagliato, non ti volevo offendere >> disse poi con un tono talmente falso che mi fece arrabbiare ulteriormente.
<< Mi scusi? Non voglio litigare con te >> insistette
<< Vedi che sei anche strafottente? Voglio stare da sola Niall, per piacere >>
<< Io non sono andato dalla tua insegnante sotto la tua supplica. Ora sono io a supplicarti di passare un po’ di tempo con me. Per favore, ne ho bisogno, voglio assicurarmi di risolvere questa faccenda e metterci una pietra sopra, non mi piace litigare dai >> continuò, semi-ricattandomi. Non potei che accettare e tornare a sedermi in parte a lui, restandogli comunque distante e con le braccia incrociate. Ripensai però bene al mio comportamento, a quanto ero stata sgarbata e cafona. Lui non lo poteva sapere, era logico che si fosse preoccupato. Lo avrei fatto anche io al posto suo. Quella foto lasciava intendere conclusioni sbagliate, chiunque l'avesse vista avrebbe pensato ad un'anoressia. Ma per il modo in cui si era comportato decisi di non spiegargli comunque niente, mi limitai solo a scusarmi:
<< Scusami Niall, ho esagerato, non volevo litigare con te. Ma detesto quando le persone credono di avere ragione su cose che posso sapere solo io senza prima magari chiedere >> 
<< Scusami te, ti dovrei credere. Ma sappi che non mi posso levare questo dubbio dalla testa, e che se te ne parlerò in futuro è solo a fin di bene. Parliamo di altro? >> chiese, allargando le spalle in cerca di un abbraccio
<< Va bene >> mi convinsi infine, sprofondando con la faccia nel suo petto mentre lui mi accarezzava i capelli.
Il suono del cellulare che segnalava un messaggio in arrivo interruppe il silenzio momentaneo che si era creato.
 
Da: Harry
“Devo parlarti, o forse ringraziarti, o forse tutti e due, booooh ciao scema grazie di tutto ti voglio bene XxIlRicciolino”
 
Ero sempre più convinta che quel ragazzo avesse dei seri problemi mentali. Niall, probabilmente vedendo che avevo fatto una faccia strana a causa del messaggio, mi chiese:
<< Tutto bene? >>
<< Sì, è Harry che fa il demente, ha detto che mi vuole vedere >>
<< Per cosa? >> chiese con un tono di voce diverso dal solito, cercando pure di guardarmi il telefono per leggere
<< Non per quello ce pensi tu >> risposi facendogli una linguaccia, tornando serena
<< Credo che sia per l'uscita con Fede >> continuai poi
<< Probabile, prima ero al parchetto appunto perché Fede mi ha voluto vedere e mi stava parlando della loro uscita >>
<< Ah sì? >> domandai, un po’ stupita
<< Sì >>
<< Capito >> mi limitai a rispondere, alzando involontariamente le spalle
<< Sei gelosa della tua migliore amica? >> chiese per stuzzicarmi
<< E tu del tuo migliore amico? >> replicai punzecchiandolo
<< No, non mi dà alcun fastidio >>
<< Lo vedo, Niall >>
<< A proposito, ti sei divertita ieri in palestra con la tuta aderente? >>
<< Ah quindi hai parlato con lui? E tu invece ti sei divertito a uscire con Fede e condividere con lei la merenda? >> sollecitai indicando il bicchiere del thè che ormai era diventato freddo. Non rispose e mi strinse solo di più a sé, alzandosi poi per raggiungere casa. Pensai per qualche istante alla situazione, per poi esclamare ridendo:
<< Ma ti immagini quei due come una coppia? >>
<< Oddio, meglio non immaginarselo >> iniziò a ridere facendo diventare quelle sue adorabili guance rosse.
<< Una che è testarda come le pietre e l'altro orgoglioso fino al midollo, se ne vedrebbero sicuramente delle belle >> continuai quindi, felice di aver riacquistato la nostra solita armonia
<< Per non parlare di quello che potrebbero combinare! Pensa che Harry l'anno scorso ha rotto l'anta della finestra perché non riusciva ad aprirla, e gli imprecò contro convinto che l'anta potesse sentirlo >>
<< Che demente... Ma credo che Fede lo superi: era nel parcheggio di un centro commerciale ed è entrata in una macchina scambiandola per quella di sua sorella, ma quando si accorse che al volante c'era un'altra persona ha urlato al conducente di uscire dandogli una sberla e dicendogli che non doveva permettersi di rubarle la macchina >> mi bloccai piegandomi dal ridere ripensando a quella scena che in realtà avevo vissuto io e Niall iniziò anche lui, diventò così rosso che ebbi paura. Sembrava non respirasse ma dopo parlò asciugandosi con la mano libera gli occhi, e poi continuando a bere il suo thè.
<< È pazza >>
<< Beh, in realtà l'ho fatto io questo, ma volevo cercare qualcosa per prenderla in giro >> confessai ridendo
<< Te non sei normale Nichi >>
<< Stiamo prendendo in giro i nostri migliori amici, ma se sono scemi non è colpa nostra >> 
<< Hai ragione, hai ragione. Pronta per la festa di domani? >> chiese spostando lo sguardo sui miei occhi marroni cambiando argomento.
<< Certo, da cosa ti travestirai tu? >> non ero pronta per niente, ma almeno il vestito lo avevo scelto
<< Ho un vestito fantastico, te lo devo far vedere, tanto ormai siamo quasi a casa... tu piuttosto come ti concerai? >>
<< Sarò una sposa cadavere! Ho le parigine al ginocchio con il sangue disegnato e un fiocco rosso su entrambe, una minigonna sempre col sangue disegnato e il fiocco, una maglietta bianca e il velo ancora col sangue >>
<< Guarda che ok che è Halloween, ma nessuno si traveste davvero per fare paura. Si usano vestiti come di carnevale, e poi con tutto quel sangue potresti far svenire qualcuno >>
<< Non fare il cretino, voglio proprio vedere il tuo costume guarda! Poi vedremo chi sembrerà più coglione >>
<< Come vuole lei signorina, almeno io non avrò una minigonna >> mi fece la linguaccia, ma vidi comunque il suo sguardo farsi più serio.
<< È per caso un problema? >>
<< No, ma va, l’ho detto solo perché a me non piacciono sulle ragazze, trovo più belli gli shorts >>
<< Sì, come no. Va beh, troverò qualcuno che sappia apprezzare una ragazza con la minigonna >>
<< Sarò io ad apprezzarla ok? Basta >> disse veramente serio.
<< Ma hai detto che non ti piacciono! >> risposi per stuzzicarlo ancora
<< Me la farò piacere >>
<< Non è che l’hai detto perché sei geloso? >>
<< No >>
<< Peccato, a me piacciono i ragazzi gelosi >>
<< Hai finito di provocarmi? Sono geloso lo sai bene. Ovvio che mi piacciono le minigonne. Adesso basta! >> concluse dandomi un bacio sulla fronte, decisi di non andare oltre.
Eravamo arrivati a casa, aprì la porta e salimmo le scale:
<< Okay, aspetta qui fuori dalla porta della mia camera che mi cambio… a meno che tu non voglia entrare >> propose entrando in camera e fissandomi con uno sguardo provocatorio, gli chiusi la porta senza rispondere per ridere subito dopo. Dopo qualche minuto sentii un:
<< Entra, ma tieni gli occhi chiusi >>.
Così feci, ma quando li aprii lo trovai con un vestito da folletto tutto verde con dei bottoni bianchi, un paio di scarpe ridicole rosse ed un cappello a punta. Non riuscii a trattenermi dall'ennesima risata, quel ragazzo faceva morire, non poteva realmente essersi vestito il quel modo. Avevo le lacrime agli occhi:
<< No ma sei serio? Dimmi che mi stai prendendo in giro, ti prego >>
<< Hey, che hai contro i folletti?! >>
<< Sei cretino Niall >>
<< Non insultare i folletti, la mia patria ne va fiera >> gli diedi un colpetto al collo e lui scoppiò a ridere.
<< Dai, mi cambio e ti accompagno a casa >> disse chiudendo la porta e girando la chiave per poi toglierla mentre ero ancora in camera
<< Dammi subito la chiave e fammi uscire! >> gli dissi
<< Lo so che vuoi stare qua tanto >>
<< Niall!!! >> protestai cercando di rubargli la chiave dalle mani fallendo miseramente, era troppo alto per una nana come me
<< Tranquilla, ci metterò poco >>
Mi sedetti sulla sedia girevole girata dal lato opposto a lui, ero veramente imbarazzata. Qualche secondo dopo Niall ruotò la mia sedia e fui costretta a portare lo sguardo sul ragazzo che era davanti a me senza maglietta e con i pantaloni. Non riuscii a distogliere lo sguardo dalle sue braccia toniche e dai suoi addominali lievemente scolpiti, per non parlare dell'estastico bianco con la scritta
Tommy Hilfiger” che si intravedeva dai jeans neri che indossava. Dovetti deglutire per restare poi a bocca aperta.
<< Tutto bene? Ti sei incantata? Volevo solo chiederti quale tra queste due magliette mi sarebbe stata meglio con questi pantaloni >> disse poi facendomi vedere una maglietta rossa nella mano destra ed una bianca nella mano sinistra
<< N
on mi sono incantata, stavo solo notando che ti piace la marca Tommy Hilfiger come a me. E poi non è vero che volevi un mio parere, l’hai fatto apposta >>
<< Fatto apposta cosa? >> chiese, facendo il finto tonto, così decisi di non dargli quella soddisfazione a cui ambiva
<< Niente, ti sta meglio quella bianca, il colore si addice di più a quei pantaloni >> risposi seria, notando il suo sguardo di disappunto
<< Tanto lo so che ti ho fatto un bel regalo >> disse infilandosi la maglietta facendo guizzare i suoi muscoli e, ancora una volta, dovetti deglutire per poi mordermi il labbro, ma poi tornai alla realtà
<< Guarda te che egocentrico e presuntuoso >>
<< Sai che ho ragione>> 
<< Ti ho detto di no >>
<< E allora perchè mi fissavi il pacco? >>
<< Ma te sei fuori di testa! Non ho fatto niente del genere >>
<< E allora come sai di che marca sono i miei boxer? >> chiese infine, prendendomi alla sprovvista
<< Ho solo... Niente semplicemente spno bassa e quando mi hai girato la mia testa era all'altezza dei tuoi pantaloni quindi ho letto l'elastico perchè era la prima cosa che ho visto >> mentii convinta di aver trovato una scusa accettabile
<< Farò finta di crederci >>
<< Pensala come vuoi >> risposi infine, facendo la finta offesa
<< Hey, stavo solo scherzando >> 
concluse abbassandosi al mio livello per darmi un bacio sulla guancia
<< Ti accompagno a casa >>.
Una volta arrivati fuori dal mio portone lo salutai e quando aprii il mio appartamento, gli diedi un bacio sulla guancia che ricambiò e mi strinse poi in un abbraccio:
<< A domani Nichi, buonanotte per dopo, sogni d'oro. Scusami per aver insistito prima >> gli sorrisi
<< Buonanotte, non c’è nessun problema, è già acqua passata. Ti voglio bene Niall >>
<< Anche io piccola >> rispose prima di darmi un ultimo bacio e un lungo abbraccio, per avviarsi poi verso la sua casa.
Gli lanciai un ultima occhiata mentre lo vedevo dileguarsi, prima di chiudersi la porta alle spalle mi fece l’occhiolino. Io sorrisi fissando per ancora qualche secondo la sua porta chiusa. A quel punto chiusi la mia ed andai a cenare con gli altri.
 

 
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SPAZIO AUTRICE

Beh, ciao ragazze, ho aggiornato piuttosto in fretta, spero vi faccia piacere!
Dunque, questo capitolo era veramente microscopico e ho aggiunto davvero davvero davvero tante parti.
Vi ricordo come sempre che se non vi arrivano le emozioni, probabilmente saranno nel capitolo successivo dove le protagoniste ripensando alle scene lo spiegheranno. So che può non piacere fatta in questo modo, ma le ragioni sono 2: la prima i capitoli diventerebbero davvero troppo lunghi, e già lo sono. La seconda, non sono brava nel fatto delle emozioni, mi piace di più narrare e lasciarle immaginare, ma sono consapevole che sono importanti quindi mi prendo un po' di tempo in più per ragionarci meglio. Comunque, spero che la scena di Liam e Giuly vi sia piaciuta. Insomma, alla fine la storia è a rating arancione e ancora non avevamo inserito niente (ai tempi) pensando di metterlo molto più avanti, ma rivalutandolo direi che ci sta. Se è a rating arancione ci devono essere varie parti, non solo 2/3. Spero che le descrizioni siano ciare, è la prima volta che provo a scrivere in questo modo, e so di avere ancora tanto da imparare, ma magari apprezzate comunque! Magari proverò a migliorarla ancora più avanti.
Spero di poter migliorare anche sotto vostri consigli, per cui, se avete qualche osservazione, fatevi avanti!
Vi lascio al vecchio spazio autrici e alle immagini che come sempre trovate in fondo!
Buona continuazione, a presto!
Baci, Nichi.
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SPAZIO AUTRICI    
 

Ciao :) Eccoci col nuovo capitolo!
Innanzitutto buon anno a tutte!
Speriamo in un 2015 pieno di allegria e di gioia per tutte :)
Dunque, in questo capitolo Fede decide di aprirsi con Niall e di parlare con Zayn.
Come andrà avanti secondo voi? 
Si scommesse pareri di ogni tipo ahaha.
Dunque dunque dunque, ci sarà una festa in maschera eh?! Mmmmh vi anticipiamo che se ne vedranno delle belle.
O forse brutte.
Dipende da come la prendete voi ;)
Abbiamo gia parlato troppo, quindi detto questo ecco il solito rituale:
 passate a leggere le sue storie, sono bellissime:

AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
e anche "Do you wanna dance with me?", ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2889042&i=1

un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SMILE AND IF YOU CAN'T FIND A REASON TO DO, DO IT FOR ME"
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Ed anche "TWO WORLDS COLLIDE" scritta da Gre di ToInfinityAndBeyond___ & da me, Fede di FoxFire:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2952914&i=1

Di questa storia, abbiamo creato il Trailer che potete trovare sul nostro canale Youtube:

https://www.youtube.com/channel/UCbXq9eQQ5frFfO3CYJMp9pQ
Ecco il link del Trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=j70Orat4VGU

Ed infine abbiamo il trailer della nostra storia, ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk
Vi lasciamo alle immagini, ciao un bacione.
Vostre
-FoxFire
-Nichi&Fede

 
 Giuly e lo snapchat alla ricerca dei costumi per la festa Fede che esce per sfogarsi con Niall
 Nichi a casa di Niall, che prima era andata ad allenarsi

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Capitolo 19
*** True Friends ***




True Friends


Fede's Pov.
 
Ero sdraiata sul letto con i piedi appoggiati sul cuscino indossando una semplice canottiera grigia e dei comodi leggings. La pancia poggiava sul materasso e, facendo pressione sui gomiti, mi tenevo in equilibrio guardando la televisione. Erano passata una settimana dall'ultima volta che avevo visto Harry alla festa, a lezione di letteratura quella mattina non si era presentato ed io ne ero enormemente contenta. L'umiliazione ancora bruciava, non riuscivo a liberarmi dalla sensazione che mi opprimeva lo stomaco. Zayn vicino a me rubò una patatina dal pacchetto che tenevo in mano, tutti a scuola non facevano altro che parlare di quello che era successo, a differenza nostra che non ne avevamo mai fatto parola. Quando ero con lui tutto si fermava ed entravano nel nostro piccolo mondo; sapevo che c'era stato un confronto tra i due, ma decisi di non voler sapere i dettagli perché non era andata bene. Vedevo che ogni volta che anche solo qualcuno lo accennava, lui si irrigidiva ed io non volevo più pensarci. Il film era noioso ed io mi ero stancata, quindi presi il pacco di patatine proprio mentre lui avvicinò la mano, mi guardò male e come risposta ricevette una linguaccia da parte mia. Mi guardò e fece passare la lingua sulle sue labbra rosee.
<< Posso avere da mangiare? >> io scossi il capo
<< E perché? >> alzai le spalle e lui sorrise per poi portare le mani grandi sui fianchi.
Si avvicinò portando la bocca vicino alla mia, il suo alito sapeva di tabacco in maniera così pesante che sembrava stesse fumando una sigaretta proprio in quel momento. Le labbra erano screpolate a causa del freddo ed io mi ritrovai col respiro irregolare. Era dalla sera della festa che non c'era più stato un bacio tra noi, avevamo fatto un tacito accordo di andarci piano; non volevamo forzare niente. Iniziò a muovere le mani ed io a ridere come una matta in manicomio: non potevo credere che mi stesse facendo il solletico. Non riuscivo a respirare e sapevo di avere un aspetto orribile, però non mi interessava perché quando ero in sua compagnia la cosa importante era vivere ogni momento con lui, il resto passava in secondo piano. Mi bloccò le mani quando cercai di fermarlo, portandomele sopra la testa. Visto che cercavo ancora di scappare dalla sua morsa, si alzò sedendosi sulle mie gambe per bloccare il materasso. Quando la fece finita iniziai finalmente a riprendere fiato e lui con me. Avevamo tutti e due la faccia rossa per le risate ed i capelli scompigliati, ma eravamo allegri. Si avvicinò al mio viso stampandomi un bacio sulle labbra, era diverso però da quelli precedenti, questo era dolce, calmo. Ogni istante era sempre più intenso, quasi in un crescendo, a differenza degli altri veloci ed impulsivi che duravano pochi attimi per poi lasciarti comunque senza fiato. Si staccò e si tenne con un gomito vicino a me, io sorrisi imbarazzata. Era strana tutta questa dolcezza, diciamo che non ero abituata. Mi accarezzò la guancia e subito dopo mi si sdraiò accanto. In quel momento, al contrario di quello che avevo pensato fino ad ora, sentii il bisogno di chiudere tutto il casino con Harry, volevo sapere cosa era capitato e come mai nessuno ne parlava.
<< Ti va di parlare di quello che è successo? >> alle mie parole si alzò, rimanendo comunque seduto con me, feci lo stesso facendo toccare le nostre ginocchia.
<< No, non mi va; però ok, prima o poi avremmo dovuto farlo comunque >> mi rispose sistemandomi i capelli dietro l'orecchio.
<< Allora, ero fuori nel giardino quando ho visto un movimento veloce: eri tu che correvi, Fede. Ho visto Jack G. e gli ho chiesto cosa fosse successo, non gli feci nemmeno finire la frase che mi sono catapultato dentro. Appena l'ho riconosciuto non c'ho più visto e l'ho spinto >> lo guardai male, spaventata un po' per quello che aveva appena raccontato, accorgendosi della mia espressione continuò il discorso:
<< Tranquilla, non siamo arrivati alle mani >>
<< Ok, ho sentito quello che dovevo sentire, non c'è bisogno che tu vada avanti >>
<< Sicura? >> annuii.
<< E se spegnessimo sto film? >> chiesi avvicinandomi al computer, lo spensi ritornando poi dal bel ragazzo.
<< Ti ricordi quando ti avevo promesso le lezioni di piano? >>
<< Si certo, me le devi ancora >>
<< Va bene, ma ci vorrà molto signorina >> lo guardai male:
<< Non ero un caso così disperato dai >> 
<< Nooooo, ma va, come dire >> rispose lui in tono ironico
<< Smettila... Io solo LA M I G L I O R E >> continuai sillabando l’ultima parola
<< Su questo non c'erano dubbi >>
<< Lecca culo >> risposi dandogli un bacio leggero sulle labbra rosee.
<< Prepariamo la cena? >>
<< Io non so cucinare >> rispose alzandosi e seguendomi al piano inferiore
<< Nemmeno io, ci arrangeremo >>
 
***
 
<< Assaggia >> mi disse porgendomi un boccone di pasta e avvicinandomi la forchetta alle labbra.
Sorrisi ed assaggiai. Era pronta, così gli feci segno di buttare l'acqua. Mentre era al lavandino mi misi dietro di lui dandogli un affettuoso bacio sul collo. Si girò all'improvviso bloccandomi i fianchi e stampandomi un buffetto sulla fronte. Zayn mi faceva stare così bene, in tranquillità con me stessa. Ma dovevo ammetterlo a me stessa: ogni secondo in cui la mia mente era libera il mio pensiero andava dritto verso a quell’insopportabile, opportunista, stronzo e cafone di Harry. Decisi di pensare subito ad altro, dovevo dimenticarlo a tutti i costi:
<< Attento che brucia il ragù >>
<< Non si brucia perché sono un cuoco perfetto >>
<< Si certo >>.
La porta si aprì e spuntarono Nichi e Chiara.
<< Che odorino >> disse la bionda avvicinandosi ai fornelli, noi due ci staccammo velocemente
<< Hai cucinato tu, vero Zayn? Perché Fede è negata >> si intromise Gio entrando in cucina ed iniziando ad apparecchiare. Gli tirai uno spintone e poi lo aiutai. Appena fu pronto iniziammo a mangiare, il bel pakistano si mise accanto a me, non aveva molta voglia di tornare a casa ed a me piaceva averlo tra i piedi, era in sintonia anche con tutti gli altri che lo preferivano di gran lunga ad Harry, tranne Nichi. Ma credo che dopo settimana scorsa abbia cambiato idea pure lei.
Gli altri fecero un applauso giocoso agli chef e noi ci guardammo ammiccando per poi scoppiare a ridere. Finito di mangiare sparecchiammo e Zayn mi diede una mano.
<< Io vado >> disse una volta finito posando l'asciugamano che aveva usato per pulire i piatti, il mio sguardo andò verso la porta finestra dalla quale si vedeva la camera di Harry.
Tolsi lo sguardo immediatamente. Zayn si diresse verso il soggiorno, gli altri erano già tutti nella propria camera, cosa strana dato l'orario. Sicuramente lo avevano fatto per lasciarci un po' di privacy. Prese la giacca di pelle indossandola, mi stupii di come riuscisse ad uscire anche a novembre senza un giubbotto pesante dato il freddo insistente di Londra. Tuttavia mi piaceva quel suo essere intoccabile, sembrava che nemmeno il freddo potesse scalfirlo.
Mi guardò ed io alzandomi sulle punte mi avvicinai alla sua bocca, lasciando sfiorare nuovamente le nostre labbra.
<< Buonanotte >>
<< Notte honey >> uscì e chiuse la porta.
Sentii un rumore dietro di me e mi girai trovandomi Chiara sulle scale, le sorrisi 
<< Siete carini >>
<< Più o meno >> risposi imbarazzata.
Lei scese le scale entrando in cucina ed io la seguii. Prese due bicchieri, versandoci dell'acqua naturale, mi sedetti sul tavolo mentre lei si appoggiò al marmo:
<< Tu che mi racconti? >> le chiesi, era un po' che non parlavo con la mia amica
<< Niente >>
<< Come niente? Col castano?! >> lei poggiò il bicchiere guardando per terra
<< Sinceramente non lo so >> si fermò guardandomi e vidi i suoi occhi velati di preoccupazione e tristezza, poi continuò:
<< Dopo quello che è successo alla spiaggia ci siamo visti di sfuggita e non abbiamo mai parlato di quello che è successo >> si fermò ancora, ma questa volta intervenni io:
<< Per cosa sei così spaventata? Per il fatto che lui non pensi al bacio? >>
<< Un po' per quello ed un po' perché ho paura che non gli piaccia io, o che non gli sia piaciuto il bacio, o che abbia commesso uno sbaglio perché non voleva realmente una cosa seria ma togliersi semplicemente uno sfizio, sai che odio essere oggetto delle persone, solo loro possono essere oggetti miei >> scesi con una spinta dal tavolo e mi avvicinai a lei. Capitava sempre così: lei si faceva governare dall'istinto per poi pentirsene e venire logorata dai rimorsi. Allargai le braccia e lei asciugandosi gli occhi si lanciò tra esse. I capelli mi solleticavano il viso, ma la strinsi lo stesso a me e quando si fu calmata si staccò sorridendomi:
<< Grazie >>
<< E di che? Dai prendi le patatine e lanciamoci sul divano a vedere la saga di “Twilight” >>
 
 
 
Nichi's PointOfView
 
Era sabato. Come sempre il sabato mattina, dato che io non avevo lezione, mi recavo al supermercato del campus per fare la spesa, ormai era abitudine. Il tempo che passai da sola per compiere il tragitto, lo avevo trascorso facendo il punto della situazione complicata in cui ci eravamo cacciati tutti, o meglio quasi tutti.
Giuly e Liam: credo che tra loro non ci siano problemi, sembrava filare tutto liscio. Liam non si preoccupava del carattere alle volte fin troppo timido della mia amica ed ero sicura che presto Giuly si sarebbe sciolta del tutto.
Entrai nel supermercato.
Su Gio non avevo molto da dire, sapeva badare a sé stesso ed anche se aveva un orientamento sessuale diverso rispetto alla maggior parte degli studenti della “Green Hill”, ero piuttosto sicura che al momento non volesse nessun uomo ai suoi piedi, a differenza di molti altri omosessuali giovani che farebbero di tutto per avere un ragazzo alla loro età.
Per quanto riguarda Chiara ero fortemente convinta che si stesse prendendo una cotta per Louis. Quando mi ha parlato del bacio al mare, aveva gli occhi illuminati di gioia e l'energia entusiasta che aveva in corpo mi aveva contagiata. Ero davvero felice per lei, dopo la scottata che aveva preso con Gio non si era persa d'animo neanche per un solo minuto. Speravo vivamente che Louis considerasse l'occasione che si trovava davanti.
Misi lo zucchero di canna per il caffè nel carrello e continuai passando al punto cruciale: Fede.
Per qualche strano motivo la sua relazione mi stava particolarmente a cuore. Ormai sapevo che stava con Zayn, quel ragazzo era un sogno! Occhi perfetti, fisico asciutto ma a cui non mancavano bicipiti scolpiti ed una grande forza muscolare. Per quanto fossi sicura che lui era davvero preso dalla mia amica riccia, non potevo dire lo stesso sul suo conto. Poteva negare quanto voleva, ma i suoi occhi confermavano i miei pensieri, aveva preso una decisione troppo affrettata; forse a causa della rabbia che le ribolliva in corpo quella sera. Zayn era tutto quello che cercava nel suo prototipo di “ragazzo perfetto”. Tutto ma non Harry.
Non potevo credere a quello che era successo, a cosa le aveva detto. Inutile dire che quel ragazzo aveva perso tutto il rispetto che provavo nei suoi confronti, l'unica cosa che avrebbe ricevuto ora da parte mia, sarebbe stato uno schiaffo. Come al solito mi ero persa fin troppo nei miei pensieri senza accorgermi di essere già arrivata alla fine della lista, presi il portafoglio ed andai a pagare. Continuavo inevitabilmente a pensare alla festa di Halloween, quella sera non vedevo l’ora di andare da Harry a raccontargli cosa ero riuscita a fare e per prendere per il culo Barbara insieme a lui, era l’unico che sarebbe riuscito a farmi ridere di gusto. E ad un certo punto andai da lui, ma solo per ritrovarmi una scena raccapricciante. Lui che umilia me, la sua migliore amica, davanti a tutti. Ma peggio ancora che umilia la mia migliore amica, per me una persona intoccabile. Lei veniva prima di me stessa, per quanto le parole di Harry mi fecero male, non era niente in confronto a come aveva trattato Fede. Uscii dal negozio; l'ebrezza che girava tra gli alberi mi fece correre un brivido lungo le braccia pur avendo su una felpa verdina abbastanza pesante a proteggermi e dei leggings felpati all’interno, perché anche quel giorno non avevo per niente voglia di perdere tempo a cercare vestiti decenti e corsi ai ripari con uno dei miei look da stracciona. Posai il contenuto del carrello dentro quattro borse di plastica rigida e, mentre stavo per afferrare l'ultima rimasta in terra, una mano mi anticipò:
<< Ti aiuto io >>.
Stavo per alzarmi dalla schiena ingobbita per ringraziare, ma appena riconobbi il suono di quella voce profonda e purtroppo molto familiare mi bloccai trasformando il mio sorriso in una smorfia disgustata, spalancando subito gli occhi che rimasero fissi al porta-carrelli. Lui lo sapeva bene che il sabato era il mio turno.
<< Ce la faccio da sola, vattene. >> dissi prendendo l'ultima borsa per avviarmi verso casa senza concedergli uno sguardo
<< Sono troppe, lascia che ti dia una mano o finirai per farle cadere in terra >> cercò di non demordere.
Alzai i miei occhi ed incontrai finalmente le sue iridi verdi che si incupirono vedendo la mia espressione, lasciando a lui un volto stupito per la mia rabbia:
<< Harry. Ho detto vattene. Non voglio che tu mi rivolga ancora una sola sillaba o continuo io da dove si è fermato Zayn >> risposi, sempre più incazzata man mano che i secondi passavano.
<< No >>
<< Me ne vado io >> scrollai le spalle e mi voltai ancora più irritata, se fossi rimasta lì non mi sarei trattenuta dal tirargli un ceffone in pieno volto
<< Nichi no, fermati >> una mano mi trattenne una spalla, facendomi poi girare nella sua direzione.
Il braccio mi partì quasi inconsciamente, la mia mano si aprì lasciando un forte segno sulla sua guancia destra, la forma delle cinque dita aperte era ben evidente e rossastra. La sua mano andò a toccare delicatamente la pelle segnata mentre i suoi occhi mi scrutavano con aria di disperazione e incredulità, probabilmente per il mio gesto così irrispettoso, ma se lo aspettava e non osò dirmi niente a riguardo.
<< Non azzardarti più a toccarmi, non voglio più avere a che fare con te. Mica non ero nessuno? Mica non dovevo intromettermi? E allora perché sei qui se io non mi devo intromettere? Lasciami fuori da questa vicenda e non parlarmi mai più, evidentemente non ti è chiara la parola “migliore amica”. E questo è il meno Harry, stammi bene a sentire perché saranno le ultime parole che ti dedicherò, così mi tolgo pure questo problema. Hai distrutto i sentimenti di una delle persone più importanti della mia vita; puoi farmi tutto, ma chi mi tocca Fede può considerarsi sparito dalla mia vita >> gli urlai contro con un’incredibile rabbia nel corpo, tanto che diventai rossa per lo sforzo
<< Scusa... Io... Io non so più cosa dire, mi dispiace ok? Ho frainteso tutto, non credevo che avessero solo parlato, li ho visti abbracciati ed ho perso il controllo, non ho più ragionato. Scusami. >>
<< Non mi interessa, tu hai umiliato la mia migliore amica di fronte a tutto il college, ma no, non ti bastava farla passare per una poco di buono dicendo che probabilmente si era fatta perfino Niall, le hai pure urlato “troia” in faccia, davanti a tutti. Davanti alle stesse persone che ci prendono di mira da quando siamo arrivate. Davanti a quelli che non vedevano l’ora di vedere come sarebbe andata a finire la scommessa, per prenderla in giro una volta che tu la lasciavi perdere. Davanti a me. E tutto questo perché non sai nemmeno chiedere “scusa Fede ma sono turbato perché ti ho visto con Zayn, puoi spiegarmi? Magari ho frainteso e voglio esserne sicuro”. O potevi semplicemente chiederlo a ME. Ma evidentemente sono così importante per te che ti vengo in mente solo quando ne hai bisogno. Io me ne vado non ho voglia di perdere altro tempo con te, pensavo fossi diverso, ma lo sei solo a parole >> risposi poi, girandomi con uno sguardo pieno di disgusto
<< Ti prego non farlo. Tu mi avevi assicurato che mi saresti stata vicina in ogni occasione, ormai non mi parla più nessuno e in casa non mi salutano nemmeno. Neanche Niall che di solito evitava di tenere il broncio a qualcuno degli altri quatto per evitare discussioni non ne vuole sapere niente. L'unica persona a cui voglio bene che mi parla ancora è Gemma, mia sorella. In te ho trovato un'amica diversa dalle altre, una vera amica di cui posso fidarmi, con cui posso sfogarmi senza paura di essere giudicato, e a cui posso chiedere consigli. Ho perso tutti, non abbandonarmi pure te ti scongiuro! Proprio tu mi avevi spiegato di quanto ti era stato difficile combattere da sola contro il mondo, me lo avevi promesso che mi saresti stata accanto, ti prego Nichi >> mi guardò disperato con gli occhi verdi che di solito esprimevano forza ed anche un pizzico di malizia, in quel momento trasmettevano solo disperazione e paura. Ripresi un attimo l'autocontrollo mentre ascoltavo il suo discorso:
<< Dovevi pensarci prima di comportarti come un idiota >>e mi voltai, di nuovo, sempre coerente ai miei pensieri ed irremovibile, anche se con meno insicurezza. Le sue parole erano un colpo al cuore, aveva ragione. Io lo sapevo come ci si sentiva, sarei davvero stata in grado di abbandonare una persona e fargli passare quello che ho passato io? Avevo giurato a me stessa di non augurare una cosa simile neanche al mio peggior nemico. Ma non dovevo cedere. Stavolta mi incamminai davvero verso casa con lo sguardo rivolto a terra, pieno di dubbi. Ma nemmeno a tre passi compiuti mi fermai restando nella mia posizione e con lo sguardo a terra dispiaciuto mentre dei singhiozzi facevano eco dietro di me. Non potevo credere che stesse realmente piangendo, che le lacrime stessero prendendo il sopravvento su di lui. Sentii poi il rumore delle sue ginocchia che toccavano l'asfalto del parcheggio e dall'ombra riuscivo a vedere le sue mani andare a coprire le guance. E tutto tornò nei miei occhi un'altra volta. Tutti quegli sguardi accusatori, quelle dita puntate contro di me, ancora ed ancora. Le urla, gli schiaffi, la quasi invisibile cicatrice sopra al mio sopracciglio. Ero sempre stata sola, sola contro il mondo. Ma una persona fu pronta a salvarmi: Fede, la mia ancora. Mi aveva insegnato a rialzarmi, che dopo le sconfitte arrivavano le vittorie più belle. Che c'è sempre un sole pronto a risplendere sopra le nuvole, non dovevo dimenticarlo, il nostro tatuaggio serviva a quello. E qualcuno lo doveva insegnare a lui, non poteva essere lasciato cadere da solo. Ripensai al discorso che il ragazzo mi aveva appena fatto. Non volevo e non potevo, perché lui si fidava di me, io gli avevo dato modo di fidarsi, non potevo essere proprio io a tradirlo. Non importa se si tratta solo di amici, essere lasciati soli è brutto in ogni caso, per le più piccole o le più gravi cose, nessuno in nessuna situazione deve essere mai solo. Una lacrima rigò il mio viso al pensiero di quei ricordi, mi girai e tornai nella sua direzione. La vidi seduto sulla panchina con i capelli indomabili che gli cadevano davanti non lasciando intravedere il suo viso, aveva la schiena curva che si muoveva velocemente su e giù guidata dagli spasmi, il rumore del naso che tirava su per il troppo pianto. Mi misi in ginocchio davanti a Lui e lo abbracciai scostandogli i ricci da viso e guardando quei pozzi verdi che in quel momento erano rossi e lucidi:
<< La vera conoscenza è sapere i limiti della propria ignoranza >> sussurrai guardandolo poi negli occhi.
Fu allora che un sorriso spuntò sul suo volto e mi strinse ancora a sé, lasciandomi uno schiocco sulla fronte.
<< Non ti deluderò, davvero, non ti deluderò mai. Non lasciarmi mai Nichi, ti prego. E ti dimostrerò quanto tu abbia fatto per me e quanto tu sia così importante, non te l’ho dimostrato nel migliore dei modi. Prima di scusarmi per Fede, voglio scusarmi per quello che ti ho detto>> affermò poi serio e con un cenno convinto
<< Quello è il meno, sono più arrabbiata per quello che hai fatto a lei >>
<< No non è il meno, te per me sei importante quanto lei se non di più. Le ragazze passano, gli amici restano. Magari non è nemmeno quella giusta per me >>
<< Harry... Non so se sia il momento più adatto e non so nemmeno come dirtelo... Quella sera Zayn ha chiesto a Fede di diventare la sua ragazza, e lei ha accettato >> a queste parole la tristezza lo catturò di nuovo, facendogli portare lo sguardo a terra. Non mi guardò per qualche secondo che mi fecero mancare il respiro.
<< Non ne sono molto felice, ma non li biasimo. Spero solo che Fede possa ricevere il meglio >>
<< Se due persone sono destinate a stare insieme, prima o poi si rincontrano sempre, ricordalo! >>.
Lui annuii poco convinto, si alzò e con un sorriso tirato mi accompagnò a casa.
 
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SPAZIO AUTRICE    

 
Eccomi qua di nuovo!
Non ho molto da dire, questo è un capitolo di passaggio come potrete notare, anche se pieno di sentimenti!
Cerco di mettere sempre cose forti o inteessanti anche nei capitoli di passaggio e spero di riuscirvi!
Non ho accorgimenti particolari da fare, solo che non mi funziona tinypic per cui in questo momento non riesco a caricarvi le immagini, ma riproverò più tardi o nei giorni seguenti, per cui vi lascio subito al vecchio spazio autrici così mi rimetto al lavoro per sistemarvi anche il capitolo seguente!
Un abbraccio,
Baci -Nichi.
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SPAZIO AUTRICI


CIAO RAGAZZE, SIAMO MOOOOOLTO DI FRETTA!
Iniziamo scusandoci per l'enorme ritardo e per un capitolo corto che non meritava tutto questo tempo, ma in questo mese io (Nichi) ho
avuto lo stage, tornavo alle 8.00 a casa e non mi sembrava il caso di mettermi a scrivere, datoc he dovevo anche studiare per recuperare diritto ed economia.
Non vi interesserà ma ho recuperato diritto yeaaah, manca solo una!
Dunque ragazze, vi lasciamo subito alle foto e al link del Trailer, domani rientro e sistemo tutto e metto le pubblicità, promesso!
Un bacio, ecco il Trailer della nostra FanFiction:
https://www.youtube.com/watch?v=nTEubql5afk
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Capitolo 20
*** Fights and Battles ***




Fights and Battles



Giuly's Pov.
 
Ero a scuola e non vedevo l'ora suonasse la campanella; Liam mi aveva promesso di portarmi a fare un giro e non vedevo l’ora. Mi ero vestita anche decentemente per l'occasione: dei jeans neri che non ero solita usare, un top corto nero a pois bianchi ed un bellissimo cardigan lungo rosa cipria, era proprio nel mio stile e mi piaceva tantissimo, anche se la maggior parte delle ragazze non si sarebbe mai sognata di metterlo. Ero sicura che Liam volesse evadere dalla sua casa, diceva che il clima era irrespirabile. Mi aveva raccontato che a cena non parlavano, più volte mi spiegò che si era creata una spaccatura interna al gruppo. Louis cercava di far svagare Harry o comunque lo teneva sotto controllo perché avevano paura potesse fare qualcosa di stupido da quando aveva scoperto che Zayn si era fidanzato con Fede. Il mio ragazzo invece era sempre stato più amico di Zayn, e quest'ultimo non rivolgeva più neanche uno sguardo ad Harry. Niall, poverino, si trovava in mezzo ed era quello che cercava in tutti modi di tranquillizzare la situazione con qualche battuta, ma stava rinunciando anche lui visto che erano tutti irremovibili. Ero contenta di essere lo svago di Liam: erano tutti così stressati per la chiusura dei voti, le ultime verifiche o le questioni di cuore. Ringrazio Dio ogni giorno per avermi dato qualcuno come quel bellissimo castano dagli occhi color nocciola che sapesse come farmi tranquillizzare. La campanella suonò ed io, sistemando i libri, iniziai ad uscire; poco prima che varcassi la porta la professoressa mi chiamo, così mi avvicinai nuovamente alla cattedra:
<< Giulia, volevo chiederti una cosa! >>
<< Mi dica tutto >>
<< Ti piacerebbe fare un dipinto da appendere all'aula? >>
<< Davvero? Lo sta chiedendo proprio a me? >>
<< Sì! Sono molti anni che accettiamo ragazzi che vincono la borsa di studio, ed è tradizione che se c'è qualcuno che frequenta il corso di pittura, ne faccia uno da appendere >>
<< Wow, grazie mille dell'opportunità >>
<< Prego. Stai tranquilla non ti preoccupare, sono curiosa di vedere cosa inventerai >>
Uscii dall'aula quasi saltellando, Liam era appoggiato al muro ed io mi fermai a guardarlo come una stupida. Non mi aveva visto, così lo circondai con le braccia, quando poi si accorse della mia presenza mi sorrise. Mi staccai e mi prese la mano mentre camminavamo per andare all'uscita:
<< Ti vedo allegra >>
<< Lo sono! La signora Buru mi ha chiesto di fare un dipinto da appendere nell'aula! >>
<< Che bravo il mio amore >> rispose lui ridendo, io mi bloccai un attimo, non ci eravamo più chiamati in quel modo dal giorno in cui siamo andati a comprare i costumi per Halloween. Avevo paura di espormi. Come avrei fatto a dirglielo se solo il pensiero mi faceva sudare le mani e tremare le ginocchia perché era collegato a quel pomeriggio?
<< Dove mi porti? >>
<< Non so, ti va di fare un giro sul Tamigi? >>
<< Dici sul serio? >> chiesi un po’ stupita
<< Certo >> si avvicinò dandomi un bacio in fronte con una leggerezza e tenerezza assurda.
Gli era cresciuta un po' di barba che mi fece pizzicare, ma era un “dolore” bellissimo.
Prendemmo la metro ed arrivammo sulla sponda sinistra del fiume, ci fermammo in un chioschetto a prendere da mangiare. L'aria era fredda ma accettabile, avevo però le guance rosse per via del vento. Adoravo andare in giro per la città con lui perché non faceva altro che spiegarmi dove ci trovassimo, o darmi delle informazioni sulla storia di Londra... mi sentivo la sua piccola allieva. Ci avviciniamo ad un punto dove c'erano delle barche, più che barche erano piccoli battelli:
<< Facciamo un giro sopra? >> chiesi con gli occhi pieni di speranza come una bambina che non aspettava altro
<< Tutto quello che vuole signorina >>
<< Grazie Liam! >> risposi saltandogli al collo.
Ci avviciniamo ad un ragazzo più o meno della nostra età e prendemmo i biglietti. Ci avviammo verso la barca: era a due livelli, quello inferiore tutto chiuso ma con un terrazzino e  quello superiore con i vetri per godersi il paesaggio. Liam entrò con un salto senza nessun problema, a differenza mia che tentennai avendo paura di cadere in acqua. Così mi allungò la mano ed appena mi avvicinai mise le mani sui miei fianchi e mi fece salire sulla nave.
<< Dove stiamo? >>
<< Dentro ti prego, ho troppo freddo >>
<< Allora saliamo al piano più alto >> mi prese la mano sorridendo e guidandomi verso i posti dove ci sedemmo una volta raggiunti. La barca sarebbe partita solo mezz'ora dopo, eravamo capitati lì troppo in anticipo.
<< A cosa pensi? >> gli chiesi notando il suo sguardo perso e pensieroso
<< A quanto sei bella >> arrossii appoggiando la testa sulla sua spalla e lui, circondandomi col suo braccio, mi strinse più vicino a sé. Sapevo che quello era il momento giusto per dire quelle due importanti parole, ma non potevo, non riuscivo, anche guardarlo mi era difficile dopo quella volta. Credo che capì il mio cambio di atteggiamento che era diventato teso, infatti fiondò le labbra tra i miei capelli schioccandomi un bacio sulla nuca, facendo in modo che quel suo profumo mi inebriasse totalmente. Lo guardai, i suoi occhioni marroni mi fissavano sorridendo, feci lo stesso puntando poi il mio sguardo sulle sue labbra. Mi avvicinai facendole toccare leggermente contro le sue e, come la prima volta, il mio stomaco era su di giri. Era lui, lui mi faceva stare bene, per quanto potessi essere in imbarazzo in certi momenti non interessava perché ero convinta che mi piacesse davvero. Continuai a guardare il fiume che in quel momento stava passando con tutto il paesaggio di Londra. Liam non perse occasione di raccontarmi, con il suo modo di parlare veloce, moltissime storie su quel luogo.
<< Liam >>
<< Sì? >>.
Non riuscivo a pensare con la mente lucida, il mio battito cardiaco andava così veloce senza nessuna speranza di  poterlo regolarizzare. Stavo sudando freddo.
<< Ti amo. >> confessai con un filo di voce, rendendomi subito conto dopo che non c’era niente di così strano o anormale, dato che ce lo eravamo anche già detti 
<< Anche io >> rispose semplicemente.
Alzai lo sguardo verso di lui, vidi che mi sorrideva. Gli diedi un bacio e lui stringendomi a sé fece in modo che tutte le mie paure scomparissero definitivamente.
 
Nichi’s Pov.
 
Venerdì. Io odiavo il venerdì. Già di prima mattina avevo scoperto che avrei passato una giornata di merda. Solo una parola: ciclo. Come se non dovesse bastare quella cazzutissima scuola aveva avuto la “brillante” idea di scambiare le ore di lezione del corso a cui ero iscritta. A dicembre. Chi cazzo cambia l'orario scolastico a dicembre?! E cosa mi aspettava? Due fottute ore schifose di diritto aziendale attaccate, oltre alle altre due di motoria, ecco perché per stare comoda misi dei leggings neri, una maglietta nera con la scritta New York bianca, e una felpa con la cerniera, nera anche quest’ultima. Tutto nero come il mio umore. Per giunta la strana professoressa Digregorys non migliorava certo la situazione con i suoi richiami striduli per tentare, inutilmente, di farmi seguire la lezione sui contratti. Come potevo fare attenzione? Le ultime due settimane erano state così piene di emozioni che non potevo non ripensare a tutto quello che era successo. Finalmente mi ero chiarita con Harry e questa volta ero sicura che non mi avrebbe più deluso, non dopo averlo visto in quelle condizioni. Ma quello a cui pensavo sempre era una soddisfazione ancora più grande: aver umiliato Barbara davanti a tutti. Sono sempre stata una persona che porta un assoluto rispetto per chi ha di fronte, pur di non inciampare in inutili litigi o di far arrabbiare le persone, mi facevo ogni volta mettere i piedi in testa, anche quando avevo ragione. Ed io avevo quasi sempre ragione. Ho sempre preferito sprofondare, stare male io e deprimermi da sola per poi pensare che ero io quella sbagliata. Ma ormai avevo capito che quel metodo non funzionava più: perché dovevo essere umiliata e starmene anche zitta? Non avrei mai risolto niente nella vita, sarei sempre stata la stupida che rincorreva gli altri. E non aveva alcun senso. Mi ero altamente stancata. Dovevo reagire ed andare avanti a testa alta. Se fossi stata lì ad essere derisa da tutti le avrei solo dato una soddisfazione, era quello che voleva. In quel momento l’unica cosa che pensai fu “Vuoi che ridano di te vedendo che stai male e vedendoti in difficoltà? Reagisci per poi passarle davanti e fatti vedere sorridere, solo così ti prendi la tua rivincita” ed era vero, ci ero riuscita. Capii finalmente che il rispetto va dato a chi te lo dà per primo, chi ero, Gesù sempre disposto a perdonare? Non credo proprio. Passavo per una maleducata? Per una stronza? Per quella cattiva che l’ha ferita? Ben le stava, la prossima volta ci pensava 3 volte, da quel giorno della mia vita ci sarebbe stato solo un “dare per ricevere” non “dare e farti prendere per il culo”. Vidi Niall parecchie volte dopo Halloween, ma non ne proferimmo parola, se non qualche battuta su tutto il mio discorso soprattutto sull’ultima frase, ma niente di più. Anche se aveva ammesso di essersi divertito e che avevo fatto bene. Tornai alla realtà: le mie sventure non erano finite; alla mensa avevano servito un pollo asciuttissimo, ma dato che quelle sfortune non bastavano, ci ho trovai dentro un lunghissimo capello grigio. CHE SCHIFO. Basta, quella giornata era da dimenticare. Arrivai finalmente in casa, ma era vuota, solo io tornavo prima il venerdì; allungai la mano nella cartella per prendere le chiavi e dopo qualche secondo passato alla ricerca di esse, mi ricordai di non aver detto agli altri del mio cambiamento degli orari scolastici e le chiavi le avevo lasciate a Gio come al solito. Alzai gli occhi al cielo prendendo il telefono, l’aria invernale stava penetrando dentro il tessuto della felpa procurandomi dei brividi. Appena sbloccai il cellulare mi resi conto del perché quella giornata era no. Venerdì 13. Per una persona superstiziosa come lo ero io, è naturale che accadano questo genere di cose nel fatidico venerdì 13, anzi, era già bello che ancora non mi fossi rotta il collo. Chiamai il numero di casa dei nostri vicini per vedere se erano lì e per potermi accampare da loro nell'attesa che miei migliori amici arrivassero. Non che la cosa mi dispiacesse, ma non tirava grande aria in quella casa quindi avrei di gran lunga preferito stare nella mia cameretta sdraiata nel letto a lamentarmi di quanto facesse schifo avere il ciclo e, di conseguenza, di quanto facesse schifo la vita. Anche se non la pensavo realmente così.
Mi rispose Louis, nemmeno mi fece finire la frase che apri la porta riagganciando il telefono.
<< Mi spieghi perché cazzo devi urlare? >>
<< Scusa Lou, è una giornata di merda >> risposi sospirando
<< Dai entra >> si spostò per lasciarmi entrare e successivamente chiuse la porta.
Mi stupii nel vedere che tutti i ragazzi erano in casa, ma nonostante ciò, in essa regnava un fastidioso silenzio tombale. Harry fece spuntare la testa dalla porta della cucina ed appena mi vide sorrise. Notai Zayn seduto sul divano con un'espressione seccata ed Harry, vedendolo, aggrottò le sopracciglia facendo bruciare di rabbia le sue iridi verdi smeraldo. Già iniziava male. Alzai gli occhi al cielo ed andai a sedermi nella poltrona:
<< Ciao eh! >> cercai di dire ad alta voce per avviare un discorso, dato che nessuno si prese il disturbo di salutarmi
<< We >> fu la “risposta” di Zayn, che non osò guardarmi in faccia. Ero sicura che mi odiasse per il fatto che ero molto amica di Harry, ma non mi interessava, nel mio cuore sapevo cosa era giusto e non avrei mai voltato le spalle a Fede.
Liam invece non si degnò nemmeno di parlare, si limitò a fare un cenno con la testa tenendo gli occhi fissi verso il televisore. Avevo l’impressione che il mio modo di sbloccare il ghiaccio non era dei migliori.
Solo allora mi accorsi che mancava Niall, ma qualche secondo dopo lo vidi scendere dalle scale. Fortunatamente, almeno lui, sembrava allegro, quelle guance allargate grazie al sorriso lo confermarono. Era bellissimo come sempre. Si fermò a salutarmi con un affettuoso buffetto sulla guancia prima di andare a sedersi anche lui.
<< Louis scusa, mi passeresti uno straccio che ho le mani bagnate? Sono al solito posto nel cassetto del mobile >> la voce era di Harry ed era la prima parola che sentii dentro quella casa oltre al “we” di Zayn. Louis andò nella direzione del mobile e lo aprì tirando fuori un pezzo di stoffa piegato, si avvicinò poi alla cucina:
<< E lo fai anche? >> chiese Zayn con una faccia sconvolta. Non prometteva niente di buono
<< Ha solo chiesto uno straccio, perché non dovrei portarglielo? >> chiese allora Louis con un tono un po’ più acido del normale
<< Scherzi vero? >> si intromise a quel punto Liam dando ragione al pakistano vicino a lui
<< Ragazzi... >> li ammonii subito per evitare un'evidente discussione in arrivo, non volevo essere in mezzo erano affari loro.
<< Se volete esco io a prenderlo così bagno tutto il pavimento, poi però lo pulite voi. E comunque non stavo parlando con te Zayn, né tantomeno con te Liam, quindi evitate grazie >> Harry uscì dalla sua postazione attirando l'attenzione di tutti.
Zayn allora, senza neanche girarsi, accolse la provocazione:
<< Meglio, perché hai già parlato abbastanza qualche sabato fa >>
<< Avrei fatto meglio ad agire che a parlare in effetti >> il tono di Harry si alzò ancora.
Prese lo straccio portato da Louis che aveva in mano sbattendolo sul lavello della cucina. La situazione stava degenerando:
<< Ragazzi! >> ripetei per farli smettere, senza successo
<< Agisci adesso allora >> gli rispose Liam alzandosi dal divano per difendere l'amico, non avevo mai visto Liam prendere una posizione così plateale in una disputa. Sapevamo tutti che la sua amicizia con Zayn era più forte di quella con gli altri, ma mi sembrò esagerato:
<< Hey fermi, Liam siediti >> fu il turno di Niall, che pareva preoccupato per la piega che stava prendendo questa situazione ed io gli fui grata per aver parlato
<< Lui ha iniziato ed adesso la finiamo invece >> si difese il castano avanzando ancora verso Harry. Si metteva male:
<< L'unica cosa a finire qui sarai tu, e ti garantisco che finirai male >> disse allora Harry guardando negli occhi quello che fino a poco tempo prima era uno dei suoi migliori amici. Da lì le voci non si distinsero più, ognuno parlava, anzi urlava per conto suo e le parole che uscivano dalla bocca di ognuno di essi erano incomprensibili. Niall era davanti Zayn che dopo l’ultima frase di Harry si era alzato con fare minaccioso. Liam parlava con Niall senza però aiutarlo a tenere fermo l’amico. Louis invece aveva le mani posizionate sulle spalle di Harry e cercava in ogni modo di tenere l’attenzione dell’amico su di sè e non sul pakistano che bruciava di rabbia. Non potevo crederci di stare vedendo davvero una cosa di quel genere, non poteva essere andato tutto a puttane in così poco tempo. Erano adulti e non più bambini dell’asilo, dovevano iniziare a comportarsi come tali e affrontare una volta per tutte il discorso. Il mio nervoso era salito talmente tanto da farmi perdere completamente la pazienza:
<< BASTA. MI AVERE ROTTO. >> mi alzai sbattendo un piede e mi misi a strillare talmente forte che mi potevano aver sentito anche nell'oltretomba. Tutti tacquero girandosi a guardarmi. Con espressione minacciosa li squadrai uno, loro mi guardavano in silenzio. Niall mi ringraziò con gli occhi e ciò mi caricò ancora di più.
<< TU, TU, TU, TU E TU. Seduti. Muovetevi >> dissi indicando ognuno dei cinque.
<< Prima di tutto abbassa la voce dato che sei a casa nostra, e in secondo luogo smettila di fare la nervosetta >> disse Liam guardandomi. Ora ero stanca.
<< Senti Payne, evita di metterti contro una ragazza che sta passando la tipica giornata da venerdì 13, e soprattutto evita ancora di più se questa ha il ciclo, perché ti posso giurare che passi l'inferno. Non voglio intromettermi nelle vostre cose, ma guarda caso sono qua e voi vi siete messi a litigare davanti a me, non sto qua ferma come la bella statuina a vedere voi che state arrivando le mani davanti a me. Dato che non lo fate da soli perché siete immaturi, adesso ci sono qua io e affrontate questa questione una volta per tutte, intesi?! >> lo avvertii avvicinandomi con una mano sul fianco agitando l'indice come una mamma quando sgrida il proprio figlio.
<< Come dici tu allora, tanto non serve ma per lo meno la smetti >> al che alzò le mani per la sconfitta, e si sedette sul divano per primo continuando a guardare Harry.
<< Liam smetti di fare il bambino >> lo rimproverò Louis.
Notai inevitabilmente il modo in cui si disposero a “squadre”: Liam e Zayn a sinistra e Louis ed Harry a destra.
Sembrava una partita di ping pong, ma lo scopo era tirare la pallina nell’occhio dell’avversario. Quindi fulminai con lo sguardo il biondo restante che fissandomi in preda al panico per la mia reazione rispose:
<< Io mi astengo >> e si mise nel mezzo.
Presi una sedia e mi sedetti di fronte a loro, scrutandoli attentamente uno ad uno.
<< Parlate CON CALMA >> dissi marcando le ultime due parole. Tutti e cinque, un’altra volta, iniziarono a fare un discorso per conto loro parlando però a me come se ognuno di loro volesse farmi notare che aveva ragione
<< ALT. Uno per volta, al massimo alzate la mano come si fa alle elementari dato che non siete in grado di conversare normalmente >> mi intromisi nuovamente, sarcastica.
Non volevo ammetterlo, ma mi stavo divertendo un sacco a fare la maestrina della situazione:
<< Si, Liam? >>
<< Perché gli hai portato lo straccio? >> chiese rivolgendosi a Louis.
<< Ma stai scherzando? Sono due settimane che nessuno si parla, quest'atmosfera mi ha rotto le palle, non sono abituato a tutto ciò. Siamo un gruppo di amici non dobbiamo comportarci così. E poi dai, mi ha chiesto uno straccio non di portargli il messia sceso in terra >> rispose il castano per discolparsi
<< Zayn, puoi parlare >> li interruppi io dato che quest'ultimo aveva alzato la mano fissandomi intensamente per avere la parola.
<< Volevo solo correggere Louis: non siamo più un gruppo di amici. Harry non fa più parte del gruppo >> non guardò Harry neanche un secondo, mentre invece il ragazzo dagli occhi verdi aveva lo sguardo fisso su di lui.
<< Harry ora puoi rispondere >>
<< Grazie Nichi. Scusa Zayn, ma dove siamo? All'asilo? Credi che dicendomi che non faccio più parte del gruppo io vada a piangere nell'angolino? Ma per favore, conosco altra gente oltre a voi comunque ed io ho solo chiesto un piacere ad un amico, non a te, a no scusa ad un coinquilino dato che ora “non faccio più parte del gruppo” >> il suo sguardo era così penetrante che bruciava la pelle.
<< Tranquillo riccio, per me è tutto risolto invece, amici come prima >> lo rassicurò Louis con un sorriso e dandogli una pacca sulla spalla, vidi Harry prendere un sospiro di sollievo e bloccai l’impulso di sorridere, sapevo quanto contava per lui l’appoggio di Louis.
<< Cioè sei dalla sua parte? >> chiese Liam stupito.
<< Sì, questa storia è andata veramente troppo oltre per i miei gusti. Non approvo ciò che ha fatto, ma adesso basta. Il problema lo doveva risolvere con Fede non con Zayn, anzi dovrebbe ringraziarlo perché se lui non avesse frainteso Zayn non sarebbe fidanzato >> rispose Louis, le sue parole potevano risultare molto cattive, ma in fondo aveva solo detto la verità. Zayn poteva essersi arrabbiato per l’umiliazione che Harry aveva fatto a quella che ora era la sua ragazza, ma al tempo non aveva diritto di farne una questione personale. C'era una persona che seguiva discorsi fermandosi a riflettere, ero proprio curiosa di sapere anche la sua opinione:
<< Niall, tu cosa ne pensi? >> chiesi quindi
<< Io sono dalla parte di tutti e di nessuno. Credo che Louis non debba essere incolpato di niente. Ognuno prende le proprie scelte con la propria testa, se a lui di questa storia non interessa più niente è giusto così perché la scelta è sua. Inoltre, parliamoci chiaro: Harry a noi non ha fatto niente, Louis ha ragione il fatto successo riguarda lui e Federica, noi dobbiamo starne fuori. Io penso che la questione si potrebbe chiudere semplicemente con delle scuse di Harry a Zayn per aver dato della mala donna alla sua ragazza e basta, per il resto è tutto apposto >> annuii pienamente d'accordo con il suo discorso, rivolgendo poi lo sguardo verso il moro dagli occhi color miele nella speranza di una sua risposta affermativa, che dopo aver sentito le parole di Louis sembrava stesse riflettendo.
<< Non è solo questo >> rispose però Zayn senza guardarlo. Harry allora intervenne, ma non lo fermai.
<< Cosa vuoi ancora? Che ti regali il fegato? Mi hai preso tutto ed io non posso fare altro che chiedere scusa, sono giorni che non faccio altro che scusarmi e tu non vuoi neanche ascoltarmi >>
Si alzò in piedi e Zayn con lui. Avevano bisogno di sfogarsi:
<< Non è quello. È che potevi avere tutto e lo hai buttato via ed adesso tocca a me rincollare i pezzi, non si tratta di me o di te, ma di lei >> aveva il respiro irregolare.
<< Ma a te cosa interessa se potevo averla e ho mandato tutto all’aria? Al posto di esserne felice ti incazzi pure? E poi non è così fragile come credi >> disse Harry mantenendo lo sguardo
<< Harry hai sempre avuto tutto e ci hai sputato sopra: avevi i soldi, la bellezza, la simpatia e le ragazze, io ho mi sono fatto il culo per essere dove sono ora. All’inizio dicevo “wow quello è uno figo”, ma poi ho capito tutta la realtà. Sei un senza palle e lo sei sempre stato, scappi alla prima opportunità e venderesti la testa di tua madre per la popolarità >> le parole gli uscirono tutte di getto così velocemente che ci furono diversi secondi di silenzio dopo che finì di parlare. Non riuscivo a credere a quello che era successo.
<< Sono contento che tu abbia detto tutto quello che pensi di me, e mi stupisco proprio da che pulpito ti permetti di dire certe cose >> rispose allora Harry, gli occhi si fecero subito rossi, ma la mascella contratta ed i pugni serrati non mostravano segni di cedimento.
<< Tu te la sei sempre tirata perché “io sono bello, io ho sofferto, io sono poetico, io disegno” e stronzate varie, sai qual è la novità? Tutti soffriamo e solo perché non andiamo a piangere dalla mamma non vuol dire che non ce ne frega niente. Io sono senza palle e tu sei senza sostanza. Non sai cosa è il pericolo, l’amore lo conosci solo nei libri, sei manipolabile e Fede con te non durerebbe una settimana perché sei noioso. Quindi, al posto di giudicare me, rifletti su te stesso perché dalle parole di prima ho sentito solo un “sono invidioso” e se non fai niente per cambiare non è di certo colpa mia >> le parole del riccio uscirono anch’esse con una velocità immensa. Qui nessuno parlò più.
<< Credo che questa discussione sia chiusa >> si limitò a dire Zayn con voce ferma. Vidi però anche le sue mani tremare. Avevo gli occhi che bruciavano, si quella scena era commovente, sentivo di stare vivendo un momento intimo loro e che io non avrei dovuto farne parte. Un’amicizia di anni si stava concludendo e sicuramente non solo per una ragazza, c’erano tante parole non dette negli anni tra loro.
<< Perfetto >> concluse Harry guardando Zayn.
Quest’ ultimo però lo ripeté rendendo tutto ancora più pesante:
<< Perfetto. >> il pakistano allora si girò andando in camera e Liam, dopo aver dato una veloce occhiata a tutti, lo segui. Harry allora si sedette sul divano:
<< Mi dispiace averti deluso, a quanto pare non sono capace di mantenere le promesse >> disse Harry rivolgendosi a me per il discorso che avevamo fatto al supermarket e guardando per terra con le mani unite tremanti. Io non riuscii ad aprire bocca, mi limitai a fissare il tappeto. Vidi una lacrima cadere dall’ occhio di Harry ed infrangersi lentamente per terra. Si asciugò gli occhi velocemente e si alzò:
<< Vado a fare un giro >>
Louis lo seguì, Harry fece per dire qualcosa, ma il ragazzo dagli occhi azzurri lo precedette:
<< Non ti lascio solo fratello >> Harry sorrise e Louis anche, dandogli una pacca sulla spalla ed infine uscirono insieme, aveva bisogno di distrarsi.
<< Mi dispiace, ci ho provato. Per lo meno ora sanno come stanno le cose tra loro >> dissi io a Niall davanti a me. Lui si passò una mano tra i capelli biondi ed alzò lo sguardo, aveva gli occhi rossi pure lui:
<< Non è certo colpa tua, sei fin troppo paziente. Prima o poi finirà tutto questo, vedrai >> mi rassicurò. Io lo guardai negli occhi e lui nei miei. Sorrisi, prima di sentire dall'esterno i miei amici tornare. Notai che Niall aveva voglia di stare solo, forse per pensare tranquillamente
<< Ho capito, vuoi stare solo in questo momento. Ti lascio i tuoi spazi ma ti vengo a trovare più tardi, ok? Non accetto un no >> risposi alzandomi dalla sedia per dargli un abbraccio
<< Grazie >> rispose semplicemente.
Mi incamminai verso la porta per tornare a casa. Voltai lo sguardo un’ultima volta vedendolo ancora lì seduto con le mani sul viso, e finalmente usci.
<< Il prossimo venerdì 13 mi devo attrezzare prima con i portafortuna >> sussurrai tra me e me straziata da quella giornata.

 
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SPAZIO AUTRICE


Ehy, eccomi tornata!
Questo capitolo era pronto da un po' ma mi sono sempre dimenticata di pubblicarlo. In realtà anche gli altri 2 sono pronti.
Aggiornerò in questi giorni, intanto devo iniziare a preparare finalmente il capitolo 20!
Per cui intanto che preparo quello non aggiornerò, mi devo portare avanti per averne sempre uno pronto e non far passare mesi prima di aggiornare come facevamo ai tempi io e Federica.
Noterete che i capitoli saranno peggiorati, beh è vero. non ho idee o ispirazione, per cui non mi sto impegnando abbastanza.
Io scrivo comunque e nel caso li migliorerò in seguito come ho fatto con questi.
Anche per me è molto difficile gestire la storia da sola essendo che devo trattare 5 pov diversi.
In 2 era già più facile, pazienza.
Vi lascio al vecchio spazio autrici e alle immagini!
Un bacio, Nichi.
 
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SPAZIO AUTRICI
 
            
 
Buona sera ragazze :)
Aggiorniamo (stranamente) presto perchè io (Nichi) parto per andare a San Marino, olè.
Anche questo capitolo come il precedente non è molto lungo, ma è abbastanza ricco di significato per quanto riguarda la seconsa parte.
La situazione a quanto pare diventa sempre più tesa... Si risolverà?
Boh, lo scoprirete continuando a leggere :)
Vi consiglio care ragazze di passare a leggere le sue storie, sono bellissime:

AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1

e "Do you wanna dance with me?", ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2889042&i=1

un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SMILE AND IF YOU CAN'T FIND A REASON TO DO, DO IT FOR ME"
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Ed anche "TWO WORLDS COLLIDE" scritta da Gre di ToInfinityAndBeyond___ & da me, Fede di FoxFire:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2952914&i=1

Di questa storia, abbiamo creato il Trailer che potete trovare sul nostro canale Youtube (link del canale):

https://www.youtube.com/channel/UCbXq9eQQ5frFfO3CYJMp9pQ

Ecco il link del Trailer di "TWO WORLDS COLLIDE":
https://www.youtube.com/watch?v=j70Orat4VGU

Ed infine abbiamo il trailer della nostra storia "Sopra Le Nuvole, Il Sole" , ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk
Speriamo davvero in una vostra recensione, soprattutto da parte di ragazze nuove
in modo da sapere se la storia vi piace o cosa poter cambiare/migliorare.
Se avete consigli sono davvero ben accetti!
Ringraziamo intanto le persone che la leggono  recensiscono ogni volta!
Grazie mille!
Ed un grazie anche a chi la legge soltanto, fa piacere trovare le visualizzazioni che salgono ogni giorno :)
Vi lasciamo alle immagini, ciao un bacione.
Vostre
-FoxFire
-Nichi&Fede
 Giuly con Liam sul battello
 Nichi

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Capitolo 21
*** Friends? ***




Friends?

 

Chiara's Pov.

Erano le 5.30 di mattina e non mi stupii affatto dell'orribile riflesso che lo specchio stava sfoggiando. Un'altra notte insonne, la terza nell'ultimo periodo. Decisi di scendere e fare colazione dato che il sonno era andato a farsi fottere, anche se i ripetuti sbadigli comunicavano altro. Non avevo voglia di parlare con gli altri o con qualunque elemento del genere umano, quindi feci in fretta, volevo stare un po’ da sola. Uscii di casa senza preoccuparmi del mio aspetto trasandato senza trucco o dei capelli osceni: li legai infatti in un improponibile cucù sopra la testa, vestendomi solo con dei jeans, una magliettina a caso ed un cardigan grigio con motivi strani bianchi a farmi da coperta, sembravo quasi una nonna. Andai a fare un giro al parco, dovevo schiarirmi un po’ le idee. Mi misi sulla panchina rivolta verso il lago, quei piccoli anatroccoli che seguivano la loro mamma entrando in acqua mi fecero una tale tenerezza da farmi tornare per un momento il buon umore. Cosa mi stava succedendo? Non avevo mai visto nessun ragazzo come mio potenziale fidanzato a parte Gio. Ero sempre stata dell’idea che a quest’età l’unica cosa che avrei dovuto fare era divertirmi il più possibile, fare diverse esperienze per poi racchiuderle, confrontarle e capire cosa avrei veramente voluto per il mio futuro mettendo solo all’ora la testa a posto. Le altre non mi avevano mai giudicato per questa mia scelta anzi, per noi il sesso non è mai stato un tabù, eravamo tutte dell’idea che ognuna era libera di fare quello che voleva con il proprio corpo, che fosse una foto osé o una scopata per divertimento. Loro nonostante i loro pensieri non si erano mai sentite di farlo, io sì, e mi era sempre andato bene. Ma adesso, adesso ero proprio sicura: Louis mi piaceva. Non facevo altro che pensarlo, all’inizio credevo fosse solo un’infatuazione dal momento che era uno dei più bei ragazzi ed ero convinta si trattasse solo di una forte attrazione fisica. Ma non era così. Louis aveva un certo fascino anche nel carattere, così diverso da quelli che facevano di tutto per venire a letto con me. A me era sempre piaciuto questo: essere cercata, essere io a dare questa possibilità, amavo che erano gli altri a corrermi dietro e non io la ragazzina innamorata a fare di tutto per attirare l’uomo verso di sé. Ero io quella forte. Non potevo essere io l’oggetto. Ma Louis, Louis era così diverso dai morti di figa. Sapeva tenermi testa, sapeva ignorarmi al punto tale da farmi impazzire, sapeva prendermi nel modo giusto facendomi sempre scappare una risata, ma mantenendo quell’alone di mistero e di malizia. Ero io quella a corrergli dietro, e questo mi faceva innervosire. Ma non potevo farne a meno. Con lui stavo bene e non potevo negarlo a me stessa. Avevo una lotta così complicata dentro me stessa che ne stavo uscendo matta, Louis non mi cercava per un chiarimento, faceva due o tre battute e poi si comportava come se niente fosse successo, straziandomi internamente. Neanche dopo la mia frecciatina alla festa di Halloween parlò. Forse per lui era stato solo uno sfizio da togliersi, per capire che con me oltre quel bacio non voleva andare oltre. E se questo era il suo pensiero, sarei stata male per molto tempo. Ma conoscendomi, nessun ragazzo valeva le mie lacrime, me ne sarei fatta una ragione tornando alla mia vita di sempre, ma era arrivato il momento di chiarirsi. Erano già le 7.15, decidi di andare al bar a prendermi un cappuccino d’asporto per poi andare a scuola e aspettare le 8.00 per iniziare le lezioni.
Arrivai velocemente all’edificio dopo aver preso il mio cappuccio al cacao e posai i libri nell’ armadietto senza perdermi in chiacchiere con le persone che già erano lì: non ero proprio dell’umore adatto. Entrai in classe dirigendomi al solito posto sul fondo dell'aula, ma il banco accanto a Louis era già occupato da Jason, repressi l'idea di ammazzarlo ed andai a sedermi al primo banco, che cazzo ci faceva già lì a quell’ora proprio quando dovevo parlare a Louis? E perché Louis era già a scuola? La giornata andava di male in peggio, ma forse era meglio non essergli vicino e parlare con calma fuori dalla scuola. Nonostante l'aula fosse praticamente vuota, dato che eravamo parecchio in anticipo, decisi di sedermi avanti perché i miei voti ultimamente erano calati molto. Non sapevo nemmeno io il perché, ma la voglia di fare qualsiasi cosa anche la più semplice era svanita completamente; in più, rispetto agli altri, non ero mai stata così pratica con l’inglese quindi era tutto davvero molto difficile per me. La stanchezza si stava facendo sentire così poggiai la testa sul banco e la nascosi tra le braccia per non far passare la luce. Sentii il rumore della sedia accanto alla mia spostarsi ma non mi preoccupai di alzare la testa per vedere chi fosse, di sicuro non avrei iniziato una conversazione.
<< Come mai tutta sta stanchezza? Cos'hai fatto ieri notte signorina? Non me la racconti giusta! >> riconobbi la voce del castano. Le mie labbra si alzarono in un sorriso, le guance si colorarono, non era possibile che con una semplice frase avesse già fatto scomparire molto del mio mal umore.
<< Non sono riuscita a dormire tutto qui >> risposi senza alzare la testa
<< Va bene, torniamo ai nostri posti dai >> fece allora lui indietreggiando con la sedia.
<< C'è Jason al mio posto, preferisco stare qui >>
<< Si era seduto intanto che non c'era nessuno per fare due parole, andiamo ora prima che arrivino gli altri >> continuò lui ed io mi morsi il labbro ed alzai la testa. Dovevo stare ferma nella mia posizione:
<< Fa niente sto qui, vorrei seguire la lezione per una volta >> sapevo di starmi comportando da acida, ma ero confusa dal suo comportamento, stressata ed in più non avevo dormito. Louis perse un attimo la calma lasciando un sospiro dietro di sé:
<< Cosa c'è che non va? Cosa ti ho fatto? È da tempo che cerchi di evitarmi e se solo mi dicessi cosa ti dà fastidio forse potrei anche chiederti scusa >>
“Ah io? Sai, mi baci e poi non ne parli più” pensai, ma non potevo dirglielo lì. Mi misi le mani sulle tempie guardando il banco:
<< Non hai fatto niente >> lui allora con uno strano impeto mi mise una mano sul braccio obbligandomi a guardarlo.
<< No cara questa storia non finisce così, tu adesso vieni con me e parliamo >> la sua voce era seria e ferma, come per autoconvincersi di ciò che aveva appena detto. Mi tirò fino ai banchi in fondo, non aveva senso tirala ancora lunga e poi tutti ci stava guardando, mi sedetti sbuffando e lanciando letteralmente la cartella in terra. Cercai di nascondere il viso slegando il cucù e mettendo tutti i capelli sul lato destro della mia persona, formando una barriera immaginaria tra noi due e appoggiandomi al banco.
<< Allora? Parli? >> mi spinse il braccio facendomi cadere la testa ed io lo guardai. Mi fermai un attimo a riflettere. “E se glielo dicessi?” nella mia mente c'erano solo queste parole. Cosa ci avrei perso?  Niente, assolutamente niente. Avrei potuto solo guadagnarci: se avessi parlato la situazione si sarebbe potuta aggiustare con un confronto. E se non si fosse aggiustata non sarebbe cambiato niente e i rapporti sarebbero rimasti come quelli degli ultimi tempi. Alla fine sono io, voglio dire, dove è finita la ragazza che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno?  È solo Louis, una persona come un'altra, quindi perché dovrei avere paura di dirglielo?
<< Potevi semplicemente dirmelo che bacio da schifo, tutto qua >> lasciai uscire le parole senza nemmeno pensare a cosa dire, ma lo guardai negli occhi questa volta.
<< COSA?! >> la sua faccia era sconvolta, dovevo averlo colto fortemente alla sprovvista, aveva le sopracciglia aggrottate e gli occhi chiari fissi su di me. Non riuscii a non arrossire. 
<< Non fare l'ingenuo adesso, non mi sarei offesa se me lo avessi detto, tranquillo >> la situazione stava degenerando ed io mi sentivo altamente in imbarazzo
<< Chiara ma cosa stai dicendo? Non capisco dove vuoi arrivare... Perché mi dici così? Non ho mai pensato una cosa del genere, ma come ti saltano in mente certe cose poi?! >> continuò sbattendo le mani sul tavolo per attirare il mio sguardo che vagava ovunque tranne che su di lui. I pochi ragazzi in classe ci guardarono.
<< Avanti Lou, da quando mi hai baciata il nostro rapporto è cambiato, non sei più come prima, tenevi fin troppo le distanze.  Non abbiamo mai parlato di quel bacio, come se non ci fosse mai stato. Ma non è così. È successo e, almeno per me, è stato significativo. Se credevi che fossi una ragazza facile da baciare solo quando hai voglia ti sbagliavi di grosso, non è così, non sono così. I fatti sono due: o non te ne importa niente, o bacio troppo male, non lo so, ma comunque sia mi hai mandato in una confusione totale. Ecco perché cerco di evitarti. Non mi va di soffrire, per un ragazzo soprattutto, sono Chiara la ragazza solare e spontanea non mi va di cambiare personalità! >> conclusi guardandolo negli occhi quando pronunciai l'ultima frase. Mi ci era voluto tutto l’autocontrollo che possedevo ed ero sicura di aver sbagliato qualcosa nel mio inglese, ma non mi importava. Dal suo sguardo sapevo che aveva capito. Si grattò un attimo la nuca perplesso per le mie parole; appena mi guardò negli occhi abbozzò un sorriso imbarazzato, come se volesse spiegarmi che avevo frainteso tutto:
<< Io non ne ho mai parlato perché credevo che ti avesse dato fastidio. La tua faccia quando mi staccai era come “bleah”: la tipica faccia da “che cazzo fai?!” In quel momento volevo sprofondare, credevo di avere fatto una cazzata e pensavo di averne la conferma quando subito dopo hai serrato la bocca come se avessi voluto tenere per te tutti gli insulti che mi spettavano per evitare di litigare o di mettermi in imbarazzo. Ecco perché all'inizio mantenevo le distanze, avevo paura che fossi arrabbiata. Ma evidentemente non riuscivo a starti lontano, mi mancavi soprattutto come amica ed ho cercato di riavvicinarmi, poi però sei stata tu ad evitarmi. Mi dispiace… >>.
Io scoppiai a ridere. Brava cretina! Subito a farmi diecimila paranoie per il niente e la cosa più fastidiosa era che aveva pure ragione. La mia faccia dopo quel fottutissimo bacio non doveva essere delle migliori: la bocca spalancata, gli occhi a palla per lo stupore, il mio silenzio tombale. Sì, ero una deficiente:
<< La colpa è mia. Non ero arrabbiata, anzi, ero euforica. Avevo fatto quella faccia semplicemente perché non me lo aspettavo, ma in quel momento non avrei potuto chiedere una cosa migliore. Scusami, non volevo farti fraintendere... Amici come prima? >> sapevo che quell’ultima parola non era la migliore che potesse uscirmi, ma avevo realmente bisogno di lui.
<< Va bene, stipuliamo questo accordo con un bacio >> disse tornando al suo solito sguardo malizioso. Mi misi a ridere per la sua sfacciataggine priva di imbarazzo dopo un momento del genere e gli diedi un affettuoso bacio sulla guancia. Tutti gli altri in classe fecero finta di fare altro.
<< Non era quello che intendevo, ma mi accontento >> concluse facendomi l'occhiolino.
Ricambiò il bacio facendolo durare qualche secondo di troppo e rendendolo più intenso del mio, il solo contatto delle sue labbra sulla mia guancia mi fece rabbrividire. Lo guardai con la coda dell’occhio e lui guardò me. Entrò la professoressa ed iniziammo la lezione.
 
Fede's Pov.
 
Ero ferma a fissare le paperelle del laghetto. Una sigaretta stretta tra le mani e lo sguardo vago. Una figura mi si affiancò ed io mi girai lentamente verso di lui:
<< Ciao Niall >> gli sorrisi leggermente e lui ricambiò. Guardò la sigaretta e poi parlò:
<< Devi smetterla con quello schifo >> lo fissai in silenzio ed alzandomi gli feci segno di camminare; avevo voglia di fare due passi
<< La situazione fa schifo non le sigarette. E guarda che anche la tua fiamma fuma >> risposi mantenendo lo sguardo sui sassi del vialetto.
<< Per essere una ragazza fidanzata non sembri molto felice. E con Nichi ne parlerò poi, grazie per avermelo detto >> rispose venendomi accanto e facendo sbattere i nostri gomiti.
<< Zayn è perfetto è il contorno che fa schifo >> lui tacque qualche secondo per poi sospirare tornare a parlare
<< Vuol dire che la tua storia non è abbastanza forte >> io mi fermai nel mezzo della strada guardandolo.
Il vento gli smuoveva i capelli biondi, Le guance erano arrossate dal freddo e la sua espressione non era arrabbiata, ma paziente e lievemente paterna.
<< Non sei d'accordo con la mia scelta, vero? >> lui guardò per terra e poi di nuovo me, mi fece segno di continuare a camminare e titubante accettai.
<< No, ma comunque sia non è una mia decisione. Tralasciando questo, volevo solo dire che ora stai con Zayn e devi concentrarti su di lui non su tutto quello che c'è intorno >> mi sorrise ed io non potei fare altrimenti, la sua allegria era fin troppo contagiosa
<< Come se fosse facile, non voglio essere io la causa della rottura di un'amicizia che esiste da anni >>
<< Tutto si aggiusterà se tu dimostrerai a Zayn di tenerci a lui. Non potrà perdonare Harry fino quando si sentirà la ruota di scorta per te >> io rimasi ferma un attimo a fissare il cielo grigio di Londra. Era davvero così semplice?  Forse no, ma ci avrei provato, per lui, per me ed anche per Harry. Non sarei stata io la causa dei problemi tra di loro, dovevano fare pace ed io li avrei spinti a farlo.
<< Vedrò cosa posso fare >> conclusi appena arrivammo alla gelateria.
<< Lo sai di essere l’unica persona al mondo a mangiare il gelato a dicembre? >> dissi e lui rise leggermente arrossendo, sia per il freddo sia perché in gelateria c'era davvero solo lui.
<< Grazie al cielo esisti tu Niall, se no questo posto andrebbe rovina >> parlò un uomo sulla quarantina d'anni pelato e con degli enormi occhiali poggiati sul naso aquilino. Indossava un grembiule bianco che rendeva la scena molto esilarante.
<< Solito gusto? >> chiese il signore strano mentre il biondo annuiva con gli occhi luccicanti.
<< Vuoi un gelato pure tu bella signorina? >>
<< No, grazie >> lui storse il naso con un'espressione corrucciata. In quel momento la porta si aprì ed entrò con mia sorpresa Nichi, aveva le guance arrossate ed il cappuccio tirato sulla testa per coprirsi le orecchie.
<< Ehi ciao… >> Disse lei abbassandosi il cappuccio.
<< Ciao Nic, già finite le lezioni? >> Chiesi alla mia migliore amica non capendo il perché non era a lezione di “storia della danza”.
<< La prof era malata e allora ci hanno fatto uscire prima e volevo un gelato >> rispose ridendo e guardando Niall mangiare il suo.
<< Questa ragazza è perfetta per te Niall! >> disse l'uomo dietro al bancone, i due guardarono in terra per l'imbarazzo ed io mi morsi l'interno delle guance per non ridere.
<< Che gusto vuoi biondina? >> continuò poi il tizio inquietante.
Prima però di prendere le cialde mi lanciò uno sguardo di disgusto, come se fossi io quella strana che non vuole il gelato con meno cinque gradi all’esterno. Vidi Niall guardare Nichi che fissava il tipo che metteva il gelato del cono e pensai che non ci fosse niente di più dolce.
<< Grazie mille, wow me ne hai messo tanto! Grazie davvero >> rispose Nichi piena di gratitudine prendendo il gelato e porgendogli i soldi, ma l'uomo scosse la testa.
<< Te lo offre la casa... Niall non fartela scappare, altro che quell'acida della tua ex, questa è perfetta >> il biondo avvampò e Nichi di conseguenza. Questa volta non riuscii a trattenere una risata, in quel momento pensai che fosse il momento giusto per lasciarli soli.
<< Ragazzi io vado >> mi avvicinai mettendo le mani sulle spalle di ognuno dei due. Niall mi guardò velocemente, ancora leggermente rosso, ed alzò un sopracciglio.
<< Dove vai? >>
<< Devo uscire con Zayn >> gli sorrisi e lui capì che mi riferivo al discorso che avevamo fatto prima.
Diedi un bacio sulla guancia a ciascuno e feci l'occhiolino a Nichi che mi spinse leggermente. Uscii dal locale andando verso la casa dei ragazzi. Mi girai indietro sentendo la porta della gelateria riaprirsi, probabilmente stavano andando a fare un giro, li vidi parlare animatamente, Niall con lo sguardo radioso e lei con un sorriso enorme. Il ragazzo si chinò e gli assaggiò il gelato, stessa cosa fece lei dopo. Mi sembrava strano vederla così dolce, non era nel suo carattere. Mi girai con un sorriso per la scena e mi avvicinai verso casa.
 
***
 
Ero davanti al cancello della loro villetta ed aspettavo che Zayn uscisse dalla casa. Durante quel tempo avevo organizzato una sorpresa particolare per il mio ragazzo. Buttai la sigaretta in terra pestandola ed in quel momento uscì il moro. Mi sorrise sistemandosi la giacca di pelle sulle spalle. Si avvicinò e poggiò una mano sulla mia guancia. Fece arrotolare la mia ciocca di capelli tra le sue dita magre, si avvicinò lasciandomi un bacio a stampo, ma non lo dilungai per molto perché stare così vicino alla loro casa mi imbarazzava. Alzai lo sguardo per un microsecondo: la camera di Harry aveva le luci spente. Lo tirai per un braccio e mi sorrise guardandomi. Presi le chiavi dalla tasca del giubbotto e mi guardò con un sopracciglio alzato, io scossi la testa:
<< Perché tutti sti segreti oggi? >> mi chiese ridendo.
<< Volevo solo vederti >>
<< Va bene >> sorrise, mi prese la mano e mi tirò verso di lui
<< Ora però voglio un bacio decente >> avevo le mani sul suo petto, indossava un maglione nero, il busto era stretto; era dimagrito molto.
Mi alzai sulle punte, lui chiuse gli occhi ed io feci toccare i nostri nasi. Dopo lo baciai ed il bel moro mi strinse a sé. Gli misi le mani al collo facendo diventare il bacio più intenso. Aveva le labbra screpolate e odorava di fumo. Ci staccammo e gli sorrisi, ma lui non mi fece allontanare:
<< Che c'è? >> gli chiesi, mi diede un bacio nella fronte e poi mi lasciò.
<< Vieni >> continuai sentendo il suo silenzio.
Chiusi la mano sul suo polso e lo trascinai con me. Arrivammo davanti all'entrata del negozio di musica. Lui guardo l'insegna con un sopracciglio alzato, io gli sorrisi ad aprii la porta. Le luci erano spente e c'era odore di chiuso.
<< Dove hai preso le chiavi? >> mi chiese appoggiandosi al pianoforte.
<< Ho le mie conoscenze... Ho rubato le chiavi al custode >> mi misi a ridere sedendomi sullo sgabello dello strumento.
<< Che brava la mia ragazza >> e dopo un attimo di pausa continuò 
<< Perché siamo qui? >>
<< Perché qui è stato dove abbiamo davvero parlato per la prima volta e dove mi hai promesso le lezioni di piano, avevo voglia di tornarci >> lui mi venne vicino facendo correre distrattamente le dita sui tasti
<< Me lo ricordo sai? >> disse e continuò
<< Eri così bella e poi adoravo come ti si illuminavano gli occhi per qualunque cosa >> io mi avvicinai al suo petto e lui mi strinse a sé. Alzai la testa e incrociai i miei occhi con i suoi oro. Due pezzi di oro persi in mezzo a chili di bronzo:
<< Mi dai un bacio? >> mi chiese. Io mi avvicinai e lo accontentai.
<< Non dovevi insegnarmi a suonarlo? >> gli domandai, lui mi accarezzò sorridendo. Aveva le mani sudate, ma non davano fastidio.
<< Non sei una brava alunna >> portai il labbro in fuori.
<< Non è vero, sei tu che non sei un bravo insegnante >>
<< Tu mi distrai >>
<< Un bravo professore non si fa distrarre >> a quel punto suonò il suo telefono rompendo l'atmosfera. Lo guardò e vide che era Liam, lo avvertì di tornare a casa per cena. Ci alzammo ed uscimmo. Mi accompagnò a casa e se ne andò, non prima di avermi dato un dolce bacio sulla fronte:
<< Grazie per oggi, ti adoro >> concluse poi baciandomi un ultima volta e avviandosi nella casa accanto.
Era stato tutto così strano, così freddo. Tanto freddo che per la centesima volta se fossi davvero felice.


 
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ANGOLO AUTRICI          
   
 
Ciao ragazze, eccoci tornate.
Un'altra volta in ritardo, non cambieremo mai!
Allora, non staremo qui a fare un poema su Zayn.
Lui fa parte degli One Direction, continueremo la FanFiction e faremo finta che nulla sia successo, anche perchè
le cose sembrano essersi già aggiustate e molto probabilmente, anzi quasi certamente, lui tornerà.
E che sia così o no, la FanFiction andrà avanti con lui dentro.
Quindi per quelle sensibilissime che solo a leggere il nome viene l'istinto suicida, vi consigliamo di non leggerla più.
Detto questo, speriamo che il capitolo vi sia piaciuto, dal prossimo in poi si animeranno di più le vicende, quindi se siete curiose vi invitiamo a leggere :)
Ultimamente le recensioni sono calate davvero molto, quindi se la storia non vi sta piacendo potreste scrivercelo, anche solo nei messaggi normali, tanto per capire cosa ha che non va.
Ci teniamo davvero tanto a questa storia, quindi per favore, più ci dite in dove migliorare più siamo felici, assolutamente nessun'offesa!
Detto questo, vi consiglio di leggere questa storia (su Zayn)
"Do you wanna dance with me?", ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2889042&i=1
Ed infine abbiamo il trailer della nostra storia "Sopra Le Nuvole, Il Sole" , ecco il link:
http://youtu.be/nTEubql5afk
Vi lasciamo alle immagini, a presto, un bacione
-FoxFire
-Nichi&Fede


 Chiara
 

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Capitolo 22
*** Like a Child ***


Like a Child


Nichi's Pov.

Trovare Niall e Fede in gelateria mi stupì un po'. Insomma: me lo sarei aspettata dal biondo, ma Fede non ci sarebbe andata nemmeno d'estate. Sono felice però, credo che possa nascere una bella amicizia tra i due. Gioverebbe a tutti: lei almeno si sarebbe distratta dato che ultimamente era molto stressata; io sapevo che era per i suoi sentimenti, ma lei non voleva ammetterlo né a me né a sé stessa.
<< Non sei venuta l’altro giorno a casa mia >> parlò attirando la mia attenzione, sapevo che me lo avrebbe chiesto prima o poi
<< Scusa Niall, sono mortificata. Dovevo risolvere un problema che si era creato con i miei amici e ne abbiamo parlato quella sera; abbiamo deciso poi di passare la serata tra noi con i telefoni spenti per goderci il momento. Mi spiace non essere riuscita ad avvertirti >> mi giustificai, ma ero convinta che stare coi miei amici in quel momento era più importante, infatti eravamo riusciti a risolvere il problema che avevamo affrontato alla festa di Halloween
<< Non ti preoccupare, sapevo che avresti avuto le tue ragioni >> rispose lui, ed io stoppai la conversazione.
<< Che hai? Ti vedo pensierosa >> mi chiese guardandomi dopo qualche minuto di silenzio tombale, decisi di dirgli a verità
<< Niente, pensavo a te e a Fede... vedo che hai una bella sintonia con lei, parlate spesso assieme >> lui mi guardò cercando di capire cosa mi passasse per la testa
<< Sì, è simpatica… mi piace confrontarmi con lei >> le sue guance si sfumarono leggermente di rosso
<< Ho notato >>
<< Sei gelosa? >> lo fissai ridendo per quello che stava pensando. Non sarei mai stata gelosa di Fede, è la mia migliore amica.
<< Assolutamente no, a dire il vero sono felice. Non sono mica te che sei geloso di Harry >>
<< Felice? >> il suo sguardo si fece dubbioso, il viso era rivolto verso le nuvole che oscuravano il sole lasciando passare solo qualche filo di luce. Non osava guardarmi in faccia.
<< Sì, voglio dire, credo che in questo momento abbia bisogno di qualcuno con cui potersi sfogare. Certo, io sono la sua migliore amica, ma parlare con me e parlare con un maschio è differente. E Gio... Beh non è la stessa cosa, lui non può capire come ragionano gli altri maschi su questo tipo di argomenti. Sono sicura che starebbe zitto e le darebbe ragione. Quindi sono contenta che abbia trovato qualcuno con cui poter parlare, vi vedrei bene come migliori amici >> confessai cercando di fargli capire il mio punto di vista
<< Beh, in effetti la vedo stressata negli ultimi giorni. Gliel'ho detto che non sono d'accordo con la scelta che ha fatto, e pure lei non lo è, solo che non lo riesce ancora a capirlo >>
<< È esattamente quello che le ho detto, ma alla fine non possiamo accusarla di una scelta che spetta solo a lei >>
<< Anche questo è vero >> confermò con un sorriso.
Ci fu nuovamente qualche minuto di silenzio. Mi soffermai a guardare l'atmosfera di Londra: la nebbia che rendeva il paesaggio biancastro, le nuvole che promettevano l'arrivo di una nevicata e l'aria fredda che faceva arrossare le guance. Infondo mancava meno di un mese a Natale.
<< Non vedo l'ora che inizino le vacanze >> dissi per avviare un discorso più leggero.
<< Sì infatti. Quando partite voi? >> 
<< Io probabilmente mi fermerò qui: mia sorella è via, non saprei da chi stare. E mi scoccerebbe stare da Fede o dagli altri per due settimane intere. Anche gli altri probabilmente si fermeranno >>
<< E... non puoi stare da tua mamma? >> chiese con voce leggera come se avesse paura di parlare
<< Sono andata a vivere con mia sorella e il suo ragazzo, non mi va di stare a casa di mia mamma seppur con lei ho un bellissimo rapporto, ma è una storia lunga >> si limitò ad annuire, sapeva che non mi andava di parlarne ed ero grata del fatto che sapeva trovare un limite al momento giusto
<< Inoltre Chiara sta passando un brutto periodo: ha sempre la testa altrove e l'ho vista piangere più volte. Forse non dovrei dirtelo, però è triste per il rapporto che si è creato ora tra lei e Louis… Tu ne sai qualcosa? >> continuai
<< No, è un po' che non parlo con i ragazzi di questi argomenti >>
<< Conosco Chiara e credo che prima o poi esploderà ed andrà a parlarci; comunque sia per ora a scuola è un disastro. Dovrà fare i corsi di recupero vacanzieri. Ed ora che ci penso pure io dovrei farli per matematica se non la tiro su; pensa che Gio li avrà di motoria molto probabilmente >>
<< Non ci credo >> scoppiò in una risata tanto contagiosa da coinvolgermi
<< E voi quando partite invece? >> chiesi curiosa
<< Zayn tra una settimana, io e gli altri restiamo >>
<< Come mai? Non vedevi l'ora di tornare in Irlanda se non sbaglio >> in quel momento cercai di nascondere la felicità nel sapere che sarebbe rimasto.
<< I miei genitori vanno da mio zio George perché non sta molto bene… Non mi piace molto l'idea di passare due settimane in ospedale. E poi pure io dovrei avere i corsi di matematica e Louis anche. Harry ha semplicemente detto che vuole restare qui almeno ci fa compagnia perché a casa si annoierebbe e credo che Giuly abbia già detto a Liam che anche lei si sarebbe fermata ed il ragazzo ha deciso di fermarsi per lei, o almeno suppongo >>
<< Sarebbe una bella idea passare il Natale tutti quanti assieme >>
<< Vuoi scherzare?! Gli altri poi cosa mangiano se ci siamo noi due a divorare tutto? >> rispose allora girandosi verso di me
<< Molto semplicemente… si inculano >> lui scoppiò a ridere ancora più forte fermandosi dal camminare e piegandosi in due.
<< Cosa c'è da ridere così tanto? >> chiesi guardandolo contorcersi e non capendo, allora si alzò con le guance ancora rosse e gli occhi lucidi.
<< Il modo in cui l'hai detto, come se fosse una cosa scontata >>
<< Ma io credevo che fosse veramente scontata >> dissi arrossendo
<< Hai ragione, hai ragione. Però è una bella idea >> concordò guardandomi negli occhi ed io mi sciolsi.
<< Ovvio, ma ti immagini? In nove seduti attorno al tavolo per cercare di capire come si taglia un tacchino, noi due che ci ustioneremo la lingua perché mangeremo le cose anche se saranno bollenti, all'arrivo dei regali dovrò per forza mettere qualcuno in imbarazzo con un regalo idiota. È da fare! >>
<< Ci sto, e voglio aggiungermi per la cosa del regalo idiota. Dai, sappiamo già i bersagli, io lo faccio a Fede e tu ad Harry >>
<< Con tutto il rispetto, Niall, credo che Fede capisca che l'idea di farle un regalo sconcio sia mia, nessuno se lo aspetterebbe da te... E poi io ad Harry? Mi ammazza >>
<< Ma dai così sarà più divertente >> mi disse spingendomi quando dissi che nessuno penserebbe a lui come una persona da fare regali sconci. 
<< Va bene, andremo insieme a comprarli almeno io ti aiuto per il tuo e tu per il mio >> mi allungò la mano ed io la strinsi
<< Perfetto. E tu invece? Che regalo vuoi? >>
<< Io non voglio nessun regalo >> risposi sincera
<< Dite tutte così, se me lo dicessi eviterei di comprarti qualcosa che magari poi non ti piacerà >> disse con grande semplicità.
<< No davvero, non mi serve niente. E poi a me non piacciono i regali >>
<< A tutti piacciono i regali, ma va bene se non vuoi dirmelo mi arrangerò da solo >> 
<< Non c'è n'è bisogno. Non mi piacciono davvero, anzi è una cosa che odio. Tu piuttosto cosa vorresti? >> chiesi per cercare di togliere la conversazione da me
<< Non iniziare adesso, non provare nemmeno a farmi un regalo >>
<< Tanto te l'ho già preso, era per vedere se ci avevo azzeccato >>
<< Ma tu le vuoi prendere, cosa ti salta in mente? >> mi spinse giocando ed io gli diedi una botta sulla spalla.
<< Pure tu vuoi farmelo quindi non rompere >>
<< E questo tono? Non con me eh >> il suo volto prese una finta espressione seria
<< Prova a prendermi se ci riesci >>
<< Non vorrai sul serio correre con questo freddo >>
<< Nah, ci rinuncio, se proprio devo mi farò sottomettere ma di correre non ne ho voglia >> risposi dopo aver guardato un gruppo di ragazzi avvicinarsi, sarebbe stato imbarazzante mettermi a correre davanti a tutti
<< Detta così sembra un’altra cosa però >> rispose facendo uno sguardo malizioso. Io feci una faccia sconvolta ma divertita allo stesso tempo
<< Credevo che il perverso fosse Harry, cosa mi combini? >>
<< Sono pur sempre un maschio >> rispose arrossendo ed alzando le spalle.
<< Questo non lo metto in dubbio >> finii sorridendogli. Eravamo arrivati a casa ormai.
<< La situazione si è calmata tra i ragazzi? >> feci cenno con la testa alla loro casa
<< Non proprio, ancora non si parlano. Odio tutto ciò perché non siamo più gli stessi di prima, nemmeno noi altri parliamo. Saranno una decina di giorni che non faccio un discorso con Louis o Liam, è veramente ridicolo non si riesce proprio a respirare >>
<< Vuoi stare da me per il momento? Gli altri sono fuori, ci ordiniamo una pizza per merenda se vuoi, credo che tanto le pizzerie siano aperte anche se sono le 16.00 >>
<< Non posso dire di no alla pizza >> rispose subito dopo aver dato un’occhiata veloce al suo appartamento.
<< Concordo >>
<< Finirai per farmi ingrassare “Nic” >>
<< Ma non dire boiate, e da quando mi chiami Nic? >> risi andando verso la casa e prendendo le chiavi
<< Ho sentito Fede oggi, è carino come soprannome >>
<< Già, ma ormai sono tarchiata Nichi, solo Fede lo usa ancora a volte >>
<< Da oggi allora ci sarò pure io >> continuò ostinato.
<< A me non piace >>
<< A me sì >>
<< Come vuoi >> cedetti roteando gli occhi al cielo
<< Come vuoi la pizza? >> chiesi a questo punto
<< Prendo quella che prendi tu >> si sedette sul divano incrociando le braccia dietro la testa.
<< Sembra di essere tornati all'asilo Horan >>
<< È bello essere bambini, niente problemi, pochi pensieri e ore passate a giocare con l'Xbox o la Playstation >> chiuse gli occhi ed io mi persi a guardare i muscoli sulle sue braccia flettersi.
<< In effetti… >> andai ad ordinare le pizze e tornai in salotto.
<< Così ti piace l'Xbox eh? >> mi sedetti accanto a lui
<< A qualunque maschio piacciono certe cose Nichi >>
<< Avevi anche la Nintendo DS? In Italia era super gettonata >>
<< Certo, vivevo di quel coso io >> così mi venne un’idea
<< Scommetti che ti batto a Pokemon? >> lo istigai
<< È praticamente impossibile che una ragazza giochi a Pokemon >>
<< Scegli, Rubino Smeraldo o Zaffiro? >> proposi avvicinandomi al mobile per prendere dal cassetto il mio Nintendo e quello di Giuly, lo portavamo sempre con noi
<< Se proprio ci tieni Rubino, perché? >>
<< Tieni il DS di Giuly, la Lega è già stata vinta ed in questo modo possiamo connetterci e sfidarci >>
<< È uno scherzo >> affermò guardandomi cercando di capire l’inganno
<< Non volevi tornare bambino? >>
<< Forse non ti è chiaro che non mi batterai nemmeno tra dieci anni, ero così fissato che passavo pomeriggi interi sotto le urla di mia mamma che doveva togliermelo a forza >>
<< E allora di cosa hai paura? >> alla mia provocazione mi strappò il Nintendo dalle mani.
Passammo una buona mezz'oretta a fare gli idioti, se la cavava abbastanza però: infatti eravamo ad un punteggio pari.
<< Hai solo una mossa per sconfiggermi e il tuo Pokemon è paralizzato, te l'ho detto che non mi avresti battuto >>
<< Solo perché non ho ancora messo in campo la mia arma vincente, volevo tenerla per il gran finale e dato che tu hai finito i colpi possibili ora ti distruggerò >>
<< Non vedi? Non riesci con una sola mossa >> le sue affermazioni convinte mi facevano abbastanza ridere, povero illuso
<< Vallo dire al mio Exploud di liv. 152 >>
<< È impossibile avere un Pokemon a quei livelli, il massimo è 100 lo sanno tutti >>
<< Non se scarichi dei trucchi su una scheda a parte e la colleghi con il cavo mettendo alcuni codici dell'action replay... Mmmh, vediamo, ti anniento con il fulmine o faccio un bel terremoto? Vada per il terremoto dai >> la musica di fine incontro suonò e naturalmente ero la vincitrice come ad ogni partita contro chiunque.
<< Ma porco cane c'è qualcosa che tu non sappia fare? >> domandò appoggiando la testa allo schienale.
<< Batterti in una gara di pizza, a proposito credo che sia arrivata ho sentito la moto >> grazie al mio intuito andai a pagare il fattorino e tornai di là con lui
<< I soldi Nichi >>
<< Non se ne parla nemmeno, mettili via >> prese le scatole dalle mie braccia e le poggiò sul tavolino.
<< Certo certo... Ma gli altri? >>
<< Tornano per le 18.30 >> iniziai a mangiare
<< Sai giocare ad altri videogiochi? >>
<< Quante cose non sai di me Niall… io sono una gamer, una mezza otaku e una cosplayer. Quando vuoi giochiamo a qualcosa ti va? >>
<< Non ci posso credere, ma te quante passioni hai? Come fai a seguirle tutte? >>
<< Non sono tutte… comunque non c’è un modo, quando mi va di fare una cosa la faccio e la metto prima di fare altro >>
<< Fai bene! Comunque, cambiando argomento, questa sera ci andate in discoteca? >>
<< C'è una serata? >> sinceramente, dopo il ballo non mi ero minimamente interessata agli eventi di quel periodo. Con tutto quello che era successo, le feste erano l’ultimo dei miei pensieri
<< Sì, la fanno nella solita discoteca in occasione delle vacanze che si stanno avvicinando >>
<< Potrei proporlo agli altri… Ma voi andate? >> sapevo già la risposta, ma senza Niall non so se sarei andata
<< Mmmh… Teoricamente sì, ma non più come gruppo. Harry ogni volta che ha la minima occasione di uscire la sfrutta pur di non stare in quel contesto così soffocante, infatti andrà con l’altro suo gruppo della scuola. Zayn e Liam ho origliato che vanno, quindi lo avranno sicuramente chiesto a Fede e Giuly. Probabilmente farò compagnia a Louis o gli tocca andare da solo, sai che io sono neutro in questa situazione >>
<< Capisco, allora ne parlerò con gli altri, non credo ci saranno problemi quindi molto probabilmente verremo con voi >>.
Lui annuì infilandosi un’altra fetta di pizza in bocca e tirando leggermente il formaggio che era rimasto attaccato. Presi un fazzoletto pulendo il pomodoro dalla sua guancia, lui subito arrossì ed anche io di conseguenza.
<< D'accordo... mettiamo un film? >> chiese cercando di smorzare la tensione.
<< Tutto ma non horror, non li riesco a vedere >>
<< Sono solo film Nichi, ci sono qui io poi >>
<< Un giorno ne vedrò uno prometto, ma adesso proprio no >>
<< Mettiamo “Come ti spaccio la famiglia”? Ci tiriamo su di morale >>
<< Ci sta >> mi alzai per prendere il telecomando ed aprire Netflix.
<< Come mai hai così paura degli horror? >> adoravo il fatto che mi faceva sempre un sacco di domande, come se gli interessasse della mia vita.
<< Storia lunga e abbastanza ridicola, quando guarderò un horror te lo dirò e ti farò sentire in colpa per avermelo fatto guardare >>
<< Molto simpatica >> mi buttai sul divano accanto a lui, molto più vicino di quanto ero prima, ma lui non sembrò accorgersene.
<< Modestamente >> iniziammo a guardare il film.
Le sue risate erano qualcosa di dolcissimo, con le guance tutte arrossate sembrava un bambolotto e veniva voglia di stritolarle. Da lì decisi che avremmo visto più spesso dei film comici insieme. Passammo circa metà del film a conversare, ma non potevamo farne a meno. Lui era così bello e così speciale, stare accanto a lui era paragonabile a sentirsi in paradiso. Ero davvero presa da lui, non facevo altro che pensarlo e ammirarlo. Niall, accorgendosi che lo stavo fissando da 10 minuti, iniziò a prendermi in giro:
<< Vuoi una foto? >>
<< No grazie, diventerei ceca guardandoti >>
<< Lo so, lo sanno tutti che si diventa cechi masturbandosi troppo >>
<< Ma vai a cagare, al massimo è il contrario >>
<< Può essere sai? >>
<< Sicuro Niall >>
<< Guarda che è un complimento >>
<< Non ne voglio sapere niente, grazie! >>
<< Dai sto scherzando, ma… vieni qua, no? >>
<< Qua dove? Sono accanto a te… >> non rispose facendo una smorfia e fissando il film, mi misi di conseguenza a fare lo stesso
<< Lo fai apposta? >>
<< No Niall, non ho capito davvero >>
<< Guarda te, doveva piacermi una rincoglionita! >> disse ridendo mettendomi un braccio intorno alle spalle e spingendomi addosso a lui, ero praticamente sdraiata sulle sue gambe
<< DA CHE PULPITO! >> gli urlai tirandogli una sberla in testa
<< Con te non si può mai scherzare >> rispose tornando serio e prendendo ad accarezzarmi i capelli e le guance, stavo letteralmente impazzendo ed ero sicura di potermi addormentare sotto il suo tocco così delicato
<< Poverino anche te, per tua informazione io sono la ragazza più simpatica del mondo >>
<< Secondo Mister Ironia? >>
<< No, ho una medaglia con questo titolo, me l’hanno regalata i bambini che tenevo al centro ricreativo estivo. Sai, ero la loro animatrice preferita >>
<< Quanto li hai pagati? >>
<< Vai a cagare >> risposi fissandolo male
<< Dopo piccola, ora non mi scappa >> sorrisi inconsciamente per il soprannome
<< Buon per te >> risposi tirandomi su per dargli un abbraccio affettuoso. Lo strinsi a me con forza, ma sentii le sue mani prendermi il viso e girarlo nella sua direzione. Ci fissammo intensamente per qualche secondo, senza respiri, senza parole, senza tutto il resto. In quel momento eravamo solo io e lui. Solo noi. Quelli che in realtà erano pochi secondi, davano l’impressione di essere attimi interminabili, sembrava che il tempo si fosse fermato perennemente perdendosi nel nostro sguardo. Nessuno osava parlare, nessuno osava spostarsi. E fu in quel momento che realizzai davvero quanto il mio sentimento fosse diventato forte e troppo incontenibile. Era così: Niall era il mio pensiero felice. Ma per avere il pieno valore della felicità, serviva qualcuno con cui condividerla. Per me era lui, ma io lo ero per Niall? Era la mia paura più grande. Forse era troppo presto, forse non ne avevamo parlato abbastanza. Ed io non ero così stupida da rischiare e mandare tutto a puttane. Sorrisi a Niall interrompendo per la prima volta il nostro contatto visivo. Ma subito dopo mi costrinsi a rialzare gli occhi incredula:
 
<< Pay attention, I hope that you listen
'Cause I let my guard down
Right now I'm completely defenceless…
For your eyes only, I'll show you my heart
For when you're lonely and forget who you are
I'm missing half of me when we're apart
Now you know me, for your eyes only.

For your eyes only >>.
 

Giuly's Pov.
 
Eravamo tutti in casa buttati sul divano mangiando patatine e guardando la televisione. Nessuno quella sera aveva voglia di cucinare quindi avevamo deciso all’unanimità di cenare con quello che viene comunemente chiamato junk food. Ero seduta sulla poltrona laterale: Nichi, Chiara e Gio erano sul divano e stavano litigando per l’ultima patatina. Fede invece era nell’altra poltrona totalmente indifferente alla situazione, stava infatti messaggiando al telefono. Io e gli altri avevamo intuito che ancora non le era passata l’ansia per tutta la situazione creata, ma avevamo capito che era meglio lasciarla sola così avrebbe trovato il modo di superarlo. Mi alzai ed andai in cucina per prendere un altro pacco di patatine e lo lanciai agli altri. Loro smisero di litigare per un attimo guardandomi e scoppiando a ridere; approfittando della situazione Fede da dietro rubò l’ultima patatina. Loro la guardarono furibondi e lei alzò le spalle:
<< È questione di principio, quella era la mia patatina >> urlò Nichi.
Tutti scoppiammo a ridere e lei prese una grande manciata del nuovo pacchetto infilandoselo in bocca. Fede si abbassò dandole un bacio sulla guancia e lei la guardò male. A quel punto qualcuno suonò alla porta e tutti ci girammo: non aspettavamo nessuna visita ed eravamo molto curiosi; Gio si alzò e andò ad aprire. Era Greta. Aveva i cappelli lunghi scompigliati e gli occhi rossi, tutti le andammo vicino preoccupati:
<< Cosa è successo? >> chiese Chiara mettendole una mano sulla spalla
<< Scusate se vi sto disturbando >> rispose lei con tutte le guance rosse
<< Ma non dirlo nemmeno per scherzo, vieni >> la rassicurò Gio facendole segno di sedersi.
Tutti la guardammo per capire cosa fosse successo, era leggermente imbarazzante:
<< Non fissatemi così… ho lasciato Logan >>.
Ci fu uno strano silenzio nella stanza, tutti sapevamo che sarebbe successo prima o poi, ma io speravo che questo momento sarebbe stato il più lontano possibile. Lui non lo conoscevo molto, ma mi stava simpatico e sembrava un bravo ragazzo.
<< Ti vuoi unire alla nostra serata? Mangiamo schifezze davanti alla televisione >> le propose allora Nichi. Lei sorrise annuendo. Tornammo tutti alle nostre posizioni, quando però il campanello suonò di nuovo. Fede si avviò per aprire dato che era l’unica che ancora non si era seduta, così si girò di scatto tornando verso la porta sbuffando:
<< Perché la gente deve perennemente rompere le palle? >> urlò lei per farsi sentire da fuori la porta.
<< Se disturbo passo dopo >> disse un ragazzo dagli occhi azzurri poco più alto di lei: era Jack Johnson.
<< Ciao Jack, no lasciala stare è stanca perché ha dovuto camminare dal divano alla porta poveretta >> si intromise Nichi ridendo, lei era l’unica a conoscerlo meglio, ci aveva raccontato di frequentare il corso di Hip Hop con lui ed il suo omonimo e si erano rivelati molto simpatici. Fede la guardò e le fece la linguaccia, scoppiammo tutti a ridere.
<< Sono passato per portarti il CD di danza >> disse con le guance piuttosto arrossate per l’attenzione di tutta questa gente rivolta verso di lui. Poi ci guardò con un sopracciglio alzato:
<< Perché siete vestiti così? Non venite sta sera? >> chiese probabilmente vedendo i nostri look casalinghi
<< Dove? >> domandò Chiara alzandosi dal divano.
Non avevo voglia di uscire quella sera, sembrava che gli inglesi non aspettassero altro che un modo per andare in qualche discoteca ed a me che non piacevamo mi sembrava una grande perdita di tempo
<< C’è una serata particolare alla discoteca sulla spiaggia perché si stanno avvicinando le vacanze >>
<< È vero, me lo aveva chiesto Niall prima, ma mi sono dimenticata di dirvelo >> confermò Nichi. Noi ci guardammo per un attimo.
<< Io devo andare, comunque al massimo ci vediamo sta sera >> continuò dando un bacio alla bionda sulla guancia dato che conosceva solo lei ed uscì velocemente, mi stava simpatico quel ragazzo un po’ impacciato e timido, mi rivedevo in lui. Appena richiuse la porta esplose la conversazione nella stanza. Gio e Fede (seppur lei sapesse che Zayn sarebbe andato) non volevano uscire, io dal canto mio ero già d’accordo con Liam e sarei andata, anche Nichi e Chiara insistevano ad andare:
<< Per piacere ho già detto a Niall che ve lo avrei proposto, non fate gli stronzi >> implorò la mia amica con le mani a preghiera; se si fissa su una cosa non puoi farle cambiare idea nemmeno a prenderla a sprangate sui denti
<< Decide Greta visto che è nostra ospite >> consigliò Gio e tutti noi fissammo trepidanti la ragazza davanti a noi. Lei alzò la testa, sorrise leggermente e si mise in piedi.
<< Usciamo, non voglio stare a casa a pensare a quanto sono stata stronza con Logan… quindi distraiamoci >> Fede si buttò con l’aria sconfitta sul divano allargando le braccia. Nichi scoppiò a ridere e si buttò accanto a lei facendole il solletico.
<< Okok, ma a casa prima di mezzanotte, domani si va a scuola >> disse la mora puntando il dito verso gli altri. Tutti ridemmo e Chiara la rassicurò:
<< Sì mamma >>.
Salii al piano superiore per mettermi qualcosa addosso. Greta era in camera con Nichi per cercare qualcosa anche per lei ed io mi trovai a sbuffare nuovamente, non avevo voglia di uscire. Le discoteche erano belle solo con l’alcol, ma il giorno dopo avevo la verifica di filosofia e sicuramente ubriacarmi non sarebbe stata una buona idea.
Presi un paio di leggings e una maglietta a maniche lunghe semplice, non ci tenevo ad attirare troppo l’attenzione.
Poggiai gli occhiali sul naso e sciolsi i capelli che caddero sulle spalle, una passata leggera di mascara ed uscii dalla porta entrando in quella della bionda da dove si sentiva un forte rumore.
Nichi era sommersa da una valanga di vestiti per terra, Chiara si stava guardando allo specchio con un semplice vestito nero che però le donava molto.
Mi sentivo fuori luogo, ma poi vidi Fede che aveva solo un paio di pantaloni neri attillati ed una maglietta a maniche corte.
Non ero l’unica che non voleva dare nell'occhio.
Mi sedetti vicino a lei che mi sorrise, poi ci girammo verso le altre, Nichi aveva un paio di pantaloncini con le calze ed una camicia rossa, invece Greta indossava un bel vestito azzurro.
Stava benissimo, sembrava stare superando velocemente quello che era successo con Logan, ma alla fine era lei che lo aveva lasciato.
Io non sarei mai riuscita a lasciare il mio ragazzo, e di sicuro con Liam non sarebbe finita.
Giovanni si era messo una semplice camicia azzurra e dei pantaloni blu, ma stava benissimo.
Uscimmo di casa andando alla ricerca di un taxi, ma d’un tratto Nichi si fermò all’uscio della porta rientrando immediatamente in casa:
<< Iniziate ad andare, vi raggiungo dopo perché vengo con Niall un po’ più tardi… Mi ha scritto che va da solo dopo, così gli faccio compagnia nell’andata >>.
Nessuno obiettò, sorridemmo alla nostra amica e ci dirigemmo verso la discoteca.

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Capitolo 23
*** What Will Happen? ***




What Will Happen?


Capitolo precedente - Stesso pomeriggio, Nichi e Niall

Nichi's Pov

<< Pay attention, I hope that you listen
'Cause I let my guard down
Right now I'm completely defenceless…
For your eyes only, I'll show you my heart
For when you're lonely and forget who you are
I'm missing half of me when we're apart
Now you know me, for your eyes only.

For your eyes only >>.


La voce dolce di Niall riempiva la stanza con un calore ipnotico, intrecciandosi nel profondo della mia anima. Mentre cantava, non potevo fare a meno di restare incantata dall'emozione sincera che echeggiava nella sua voce, dal modo in cui ogni parola sembrava risuonare con le profondità del suo essere.
Per un istante, tutto il resto svanì, eravamo solo io e Niall, persi nella musica e nell'intimità condivisa del momento.
Le ultime note svanirono nell'aria, ma la sensazione di calore che mi aveva travolto rimaneva viva.
Guardai Niall, ancora incredula del fatto che avesse cantato davanti a me, per me.
Mi aveva confessato quanto fosse privata e personale la sua passione, tanto che nemmeno Barbara l’aveva mai saputo.
Le mie iridi erano fisse nelle sue, cercavo di capire se avesse provato qualcosa di simile, se avesse sentito quel legame invisibile che sembrava essersi creato tra di noi attraverso la musica. Il suo sguardo era sereno, i suoi occhi riflettevano solo la pace e la soddisfazione di aver condiviso la sua nuova canzone con me.
Ci scambiammo un sorriso complice, un tacito riconoscimento di quanto fosse stato speciale quel momento per entrambi.
Poi, lentamente, il mondo esterno riprese a filtrare nella stanza, riportandoci alla realtà per volontà di Niall:
<< Cosa succederà quando te ne andrai, Nichi? >>.
Vuoto.
Rimasi semplicemente senza parole di fronte alla sua domanda, con gli occhi sbarrati come un pesce lesso, non sapendo cosa rispondere all'improvviso argomento mai affrontato e così lontano dal momento magico che era appena avvenuto.
Tutto mi aspettavo meno che questa domanda.
Era come se una tempesta emotiva stesse improvvisamente turbando le acque tranquille della nostra intimità.
Sentivo il cuore battere forte nel petto mentre cercavo disperatamente di trovare le parole giuste da dire, le cercavo perché non le sapevo nemmeno io, nè tantomeno riuscivo a trovarle.
Il silenzio si prolungò, pesante e denso, mentre il tumulto dei miei pensieri continuava a crescere:
<< Io… non lo so >> fu l’unica cosa che riuscii finalmente a balbettare, le parole uscivano a fatica dalle mie labbra
<< Non ho mai pensato a cosa succederà quando me ne andrò. Non voglio nemmeno immaginare un futuro che non sia qua al college. Non ho avuto nemmeno il tempo di metabolizzare di essere arrivata… come posso già pensare a cosa succederà quando dovrò andare via? >>
<< Non siamo all’ultimo anno, potresti tornare l’anno prossimo… >> rispose tranquillo, come se fosse una proposta
<< Niall, lo sai che io, anzi tutti noi, siamo qui solo grazie a una borsa di studio. Non potrò mai permettermi il prossimo anno qua. E anche se trovassi un modo per permettermelo, non sarei in grado di venire qua da sola senza gli altri… >>
<< Lo sai che ci sarei io qui con te >> rispose pacatamente, alzandomi il mento per costringermi a guardarlo negli occhi
<< Io… lo so, ma non posso affidarmi solo a questo. Non posso sapere come andrà a finire. Se tornerai da Barbara, o se- >> non mi fece continuare la frase
<< Non tornerò da lei. >>
<< Capisco, ma la questione è più grande di tutto ciò… potremmo semplicemente capire di non andare d’accordo col passare del tempo, o anche solo potrei trovarmi con dei coinquilini con cui sto male. Cerca di capirmi. E ripeto, anche se fossero problemi sorvolabili io per ora non me lo posso permettere >>
<< Nichi, Harry ti ha detto che sono ricco. Non ti ha detto quanto. Chiedilo a Gio… anche lui lo sa. Io pagherò l’iscrizione al college a tutti quanti voi >>
<< Niall, non fare lo sciocco >> tagliai corto
<< Non se ne parla, non se ne discute, non è minimamente una cosa da prendere in considerazione. Non esiste e non voglio ripetertelo, punto. >> dissi talmente seria che, stranamente, non osò obiettare
<< Piccola… io non so cosa ci riserverà il futuro… >> continuò Niall, con la sua voce morbida
<< Ma in questo momento so che non vorrei condividere il mio futuro con nessun altro che non sia tu. >> continuava a guardarmi, osservare ogni millimetro del mio viso, ma non sembrava affatto felice seppur la sua frase fosse pressappoco una dichiarazione d’amore.
Qualcosa non andava.
Provai a sorridere per le dolci parole, ma subito lasciò il mio mento che ancora sorreggeva, riportando a sé il braccio destro. Sospirò:
<< E per questo motivo io sento di dover fare un passo indietro. Io non voglio soffrire. Ma soprattutto, io non voglio che tu soffra. Non posso permettere che tu stia male per qualcosa. Non posso permetterti di cadere nel buio se dovesse nascere qualcosa di serio tra noi, dovendolo interrompere quando te ne andrai. Per cui te lo richiedo, permettimi di pagarti il college >> sentivo gli occhi pizzicare, con le lacrime incastrate tra le ciglia, troppo orgogliose per voler scendere e ammettere che il suo discorso non era sbagliato, e in cuor mio lo sapevo bene, solamente non ci avevo mai pensato.
<< No Niall, non ti permetterò di pagarmi il college, mi dispiace. Verso i miei amici sei libero di comportarti come meglio credi, ma io non permetterò che tu lo faccia a me >>
<< Sono anche i miei amici, ormai. No?! >>
<< Sì, e infatti sei libero di fare quello che vuoi verso di loro! Ma non verso di me >>
<< Tu capisci che non possiamo andare avanti allora, vero? >>
<< Andare avanti? Non abbiamo nemmeno mai iniziato >> cercai di dire in battuta, per smorzare la tristezza di entrambi. Ero sempre stata in grado di comprendere le situazioni, infatti non potevo biasimarlo. Non ero arrabbiata con lui
<< Scema, lo sai cosa intendo… >> anche i suoi occhi assunsero un colorito rosso, la voce iniziava a tremargli, ma nonostante avesse ragione non ero ancora pronta ad accettarne la fine prima ancora di un inizio:
<< Lo so. E tu sai anche che sono una ragazza forte. Ho i miei momenti di debolezza e li hai visti, ma hai visto anche che so sempre rialzarmi in poco tempo. Non devi preoccuparti per come potrò stare io >>
<< Nichi. Cerca di capirmi, per favore. Io non so cosa hai passato, ma so che non è stato niente di buono. So che mi hai detto che devo starne fuori e che sono totalmente fuori strada, ma mettiti nei miei panni. Io sono convinto che tu abbia dei problemi irrisolti, soprattutto legati al cibo. Non posso permettere che tu cada nuovamente in una malattia alimentare a causa mia >> sospirai, di nuovo.
Io non avevo mai permesso a Niall di conoscermi, e forse era arrivato il momento di mostrare una piccola parte dei miei mostri interiori:
<< Niall, per l’ultima volta, non ho mai sofferto di disturbi alimentari. Non posso fartene una colpa se insisti, capisco la tua preoccupazione e il tuo punto di vista. Sono anche disposta ad aprirmi, ma tu non hai idea della vergogna che provo a confessarti il mio passato. Per cui te lo chiedo: vuoi veramente una risposta riguardo a quelle foto? Dopo che la saprai, cambierai il modo di rapportarti con me, io lo so. Per cui, ne sei sicuro? >> Niall mi osservò a lungo senza lasciar passare nessuna espressione durante tutto il mio monologo
<< Ti giuro che non ci sarà cosa che possa farmi cambiare idea su di te o sul pensiero che ho riguardo alla tua persona >> era serio, molto serio
<< Se sei pronta, sono qui per ascoltarti >> mi lasciò una carezza sulla guancia, raccogliendo le lacrime che finalmente si erano decise a scendere.
Sospirai, un’ultima volta.
<< Hai ragione Niall, io ero malata. Ma non di anoressia, né di nessun altro disturbo alimentare come credi. Io per due anni ho sofferto di una terribile depressione endogena. La depressione endogena è l’ultimo “livello” della malattia, il più grave. Nelle donne, ha un’incidenza addirittura doppia rispetto al genere maschile. Ero in stato over depressivo, in poche parole. Ora ho 17 anni, e sono guarita da due: a 15 anni. Non so se sai cosa comporta la depressione, ma tra le ripercussioni c’è, come nel mio caso, la mancanza di appetito. Ho passato a letto mesi. Senza lavarmi, senza mangiare, senza dormire, senza parlare se non quando obbligatoriamente necessario. Non sono uscita dall’ospedale psichiatrico per un anno di fila, nemmeno per andare a danza. Con gli anti-depressivi avevo giorni di “up” in cui riuscivo ad alzarmi dal letto, mangiare qualcosina e mettermi a ballare per conto mio nella sala svago dell’istituto.
Per il resto, si può dire che fossi un vegetale.
Chiaramente non sono stati due anni così, la depressione va a “fasi”.
All’inizio della malattia, nei primi mesi del primo anno, uscivo così come nell’ultimo periodo: gli ultimi mesi del secondo anno, sono tornata a fare qualcosa. Come passare un pomeriggio con i miei amici al fiume, ecco spiegata la foto che hai visto.
La fase peggiore dove proprio non mi alzavo dal letto è durata un anno intero. Mangiavo poco e niente e non mi alzavo per fare attività, per questo ero pelle e ossa.
Non erano problemi legati al rapporto con il mio corpo. Ma dopo due anni così, puoi capire tu stesso che sembravo una ragazza anoressica.
Gli altri venivano a trovarmi quasi tutti i giorni nella clinica psichiatrica in cui ero ricoverata, trovandosi porte chiuse in faccia, o semplicemente una me con lo sguardo nel vuoto, senza emettere una parola per ore, con loro pazienti che non mi hanno lasciato un minuto nel periodo peggiore.
Lei è Voldemort, Niall. Voldemort è il nome della mia malattia, della mia depressione.
Un modo stupido trovato con gli altri quando, mentre ne stavo uscendo, volevamo ridere sopra l’argomento, perché sai come sono fatta: devo per forza fare autoironia e black humor su tutto.
Voldemort perché era colei che non doveva essere nominata col suo vero nome dato che mi vergognavo, Voldemort perché sono 7 i motivi principali che l’hanno causata, i miei 7 Horcrux che dovevo sconfiggere per uscire dall’oblio. L’ottavo, come il protagonista Harry Potter, ero io stessa senza saperlo.
E ho iniziato a sconfiggerli, alcuni, battendo la mia malattia.
Ad oggi sono guarita, completamente. Possono capitarmi attacchi di panico o momenti di debolezza, ma non hanno nulla a che vedere con ciò. Ho piena consapevolezza di me stessa e so che non cadrò mai più in una cosa simile, qualunque cosa mi dovesse capitare io non mollerò mai più. >> mi fermai un momento, avevo bisogno di schiarire le idee prima di continuare. Volevo anche solo capire cosa stesse passando per la testa dell’irlandese di fronte a me. Il suo sguardo era spento, cupo, triste. Gli stavo facendo pena.
<< Tuo nonno era… era uno di questi Horcrux… >> disse ragionando tra sé e sé guardandosi le proprie ginocchia, non riuscendo a guardarmi negli occhi. Non rise di niente, e ciò mi fece piacere. Seppur fosse un modo “stupido” di affrontare quell’argomento, sapeva benissimo che di stupido non c’era niente.
<< Due anni di malattia… guarita a 15… avevi solo 13 anni quando ci sei entrata… Eri una bambina… cosa-cosa ti ha fatto? >> calcolava ad alta voce, ragionando con sé stesso. Niall mi prese la mano, incapace ancora di sorreggere il mio sguardo. Gliela strinsi forte:
<< A me niente, mia sorella l’ha fermato poco prima. Avevo solo due anni quando è successo, ma 13 quando ho scoperto la storia. E scoprirlo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Aver scoperto questo mi ha distrutta. Gli altri problemi riuscivo ancora a sostenerli, debolmente, ma ci riuscivo. Questo, però, non l’ho sopportato. >> la testa di Niall scattò nella mia direzione, non riuscivo a capire se fosse più preoccupato per aver realizzato di aver pensato giusto, o se fosse più sollevato per il fatto che non era capitato a me
<< Mia sorella l’ha fermato perché l’ha fatto a lei, quando era lei una bambina. A lei e a mia cugina. Loro sono le vittime di mio nonno. Per quanto riguarda me, eravamo nella casa al mare, in Puglia. Era da un po’ che mia sorella non mi vedeva in nessuna zona della casa. Si è affacciata in tempo alla finestra, mi ha visto nell’orto con lui. Lui era… lui era lì con di fronte a me con le mani appoggiate alla cintura e mia sorella ha capito subito cosa stava per succedere. Era il giorno del mio compleanno. È corsa fuori buttandosi dal balcone e trascinandomi dentro casa >> Niall era impassibile, non sapeva come reagire, cosa dire. La mano gli tremava, mi guardava ma era uno sguardo vuoto, costantemente pensieroso, nel suo mondo:
<< Io… io non capisco Nicole… perché eravate con lui al mare se quando tua sorella era più piccola le ha fatto… perché lo vedevate ancora? I vostri genitori non… non sto capendo niente >> paziente, accolsi le normalissime incomprensioni
<< La mia storia è veramente lunga, Niall. Non me la sento di dirti tutto oggi, ma è giusto che tu capisca almeno questo. Mia sorella, innanzitutto, ha 13 anni in più di me. Siamo sorelle solo da parte di padre. Mio padre era sposato con una donna -  Sabrina -, la mamma di Chiara (già, si chiama come una delle mie più care amiche!). Chiara, quindi, è mia sorella da parte di padre. Quando mia sorella era piccola, mio padre e sua mamma divorziarono. Dopo qualche anno, mio padre conobbe mia mamma, si fidanzarono e nacqui io. Non si sono mai sposati. Quando io avevo 4 anni, anche loro si lasciarono. Questo è per farti capire che io e mia sorella non abbiamo mai vissuto insieme: lei viveva con sua mamma e io con la mia. Mio papà è un uomo particolare. Non so cosa abbia passato nella sua vita, ma sicuramente era tutto meno che un padre. Non era presente e, quando era costretto ad essere presente, lo faceva controvoglia, sia con me che con mia sorella. Con lei soprattutto. Ora, la cugina che ti ho nominato prima a cui successe la stessa cosa di mia sorella, era una bambina con dei problemi di cognizione, non so esattamente quali, se autismo o demenza o cosa, non lo so perché non l’ho mai conosciuta e non sono mai entrata a fondo della questione nemmeno io, mi faceva troppo male. Lei aveva la stessa età di mia sorella, erano alle elementari ed erano in classe insieme. Raccontò la violenza subita ai suoi genitori, ovvero i miei zii, che le credettero e fecero denuncia contro mio nonno paterno, trovandosi TUTTA la famiglia contro: mia nonna, gli altri zii, i cugini, mia sorella in primis… Nessuno le credeva, dicevano che era una bambina con problemi e non doveva essere ascoltata, si inventava le cose a causa dei suoi disturbi cerebrali, dicevano che mio nonno non avrebbe mai fatto una cosa del genere data la buona persona che era. I suoi genitori, sentendo le versioni che non potevano essere così specifiche e dettagliate per una bambina, le credettero comunque, portando avanti la causa davanti a un giudice di un tribunale. Era impossibile che si inventasse tanti dettagli a quell’età, quando non sapeva nemmeno cosa fosse il sesso. Mio nonno fu comunque assolto completamente con la scusa che mia cugina non era capace di intendere e di volere. I miei zii si trasferirono con mia cugina senza mai più farsi sentire, tagliando fuori completamente tutta la famiglia di mio padre. Io ho scoperto a 13 anni di avere questi zii e questa cugina, perché non li ho mai conosciuti e non sapevo niente di questa storia. Due anni dopo questo casino, mia sorella era andata a dormire dai miei nonni e lei si… lei si è svegliata con lui che… con lui lì davanti che… >> iniziai quindi a piangere copiosamente, mia sorella era la persona più importante della mia vita dopo mia mamma
<< Non devi dire niente >> disse svelto Niall, fui sollevata continuando subito la storia per passare oltre
<< E mia sorella era spaventata, aveva capito che mia cugina, seppur non fosse completamente capace di intendere e di volere, non era comunque una pazza, non si era inventata niente. Ma tutta la famiglia avrebbe riservato lo stesso trattamento a mia sorella. Lei prese comunque coraggio, lo disse solamente a mio padre. Tutt’oggi sua mamma, come la mia, non sanno cosa le è successo. Mio padre le disse semplicemente di non azzardarsi a dire mai più sciocchezze del genere, di stare zitta e di non fiatare con nessuno. Fine. Non le chiese nulla, non la rassicurò, non mosse un dito in aiuto della sua stessa figlia. Mia sorella non disse niente a nessuno, mai. Si tenne dentro tutto per anni. Veniva in vacanza in famiglia, mi portava a trovare i nonni qualsiasi volta che glielo chiedevo, perché quando i miei genitori si sono separati mio padre non mi portava. Io lo chiedevo a lei e lei lì, in quella stessa casa, sorrideva come se niente le fosse accaduto, lo faceva per me, per vedermi felice di andare a trovare i nonni. Le ho indirettamente causato un dolore che non mi perdonerò mai. La volta in cui mi portò via eravamo nella casa al mare dei miei nonni, tutti insieme con altri cugini. I miei nonni vengono dal sud Italia, e hanno una casa grande al mare dove ci ritrovavamo ogni anno per le vacanze. E, dato che nessuno sapeva niente eccetto mio padre, nessuno si preoccupò di non farci mai vedere più mio nonno. Negli anni successivi i casini in quella famiglia si complicarono. Chiara lavorava per mio padre, ma veniva trattata come una schiava. Insulti, minacce, offese davanti ai clienti che più volte le chiesero se avesse bisogno di aiuto. In lacrime un giorno gli chiese “papà cosa ti ho fatto? Perché mi tratti così? Perché non mi vuoi bene?” la sua risposta? “smettila di piangere che non ho voglia di palle”. Da quel giorno mio padre e mia sorella non si sono mai più rivisti. Mia sorella tentò, anni dopo, di approcciare di nuovo con lui, invitandolo alla sua laurea. Lui non si è presentato, non le ha scritto nemmeno un messaggio per chiedere come fosse andata o delle semplici congratulazioni. Da quel momento, mia sorella chiuse definitivamente quello pseudo-rapporto con mio padre, e di conseguenza con tutta la sua famiglia. Non mi portò più dai nonni, non chiamò più nessuno perché non le importava di nulla. Io scoprii tutto perché, dopo anni che non vedevo la mia famiglia paterna (dato che mio padre non mi veniva a trovare e non mi portava da loro), fui invitata a caso da mio zio a una festa a sorpresa per la nonna. Andai, ma quando chiesi a mia sorella di venire disse che non ci pensava assolutamente. Nello stesso anno, ci fu la festa a sorpresa per mio nonno. Anche lì andai, e anche lì lei non mi fece nemmeno finire la frase per l’invito. Io pensavo che fosse perché era arrabbiata con mio padre, e che non voleva rischiare di vederlo alla festa. Dopo la festa, la chiamai per farle presente che papà non era venuto perché non è da feste a sorpresa, e che quindi le volte dopo avrebbe potuto unirsi. Quando si è lasciata sfuggire che una festa a sorpresa per celebrare quella merda di mio nonno non ci pensava proprio, capii che qualcosa non andava. Ho insistito finché non mi ha raccontato tutto ciò che era successo. Di mia cugina, dell’udienza, di cosa ha passato lei e di come ha salvato me. Appena ho realizzato che una delle persone più importanti della mia vita ha dovuto soffrire in quel modo, non ho retto. Ma, quando realizzai che a causa mia lei aveva dovuto rivedere il nonno a casa per portarmi a trovarlo, da lì è iniziato il mio vero tracollo. L’avevo ammazzata interiormente, ancora. Senza volerlo, ma l’ho fatto >> non aggiunsi altro, sfinita dal racconto. I dettagli dietro alla mia storia erano miliardi, tanti e tanti piccoli altri pezzi, ma quel quadro generale doveva bastare per fargli capire a grandi linee la mia situazione. Il mio silenzio si prolungò, facendo intendere a Niall che non volevo andare oltre, non in quel pomeriggio.
Nonostante ciò, non osava parlare, non fiatava, mi fissava con quello sguardo perso, sbigottito. Sicuramente sapeva che c’era qualcosa di grosso sotto il mio passato, ma non immaginava quanto. Quella era solo una minima parte di tutta la mia vita, e non osò chiedere cosa altro successe per ridurmi in quello stato, anche se già solo questa storia poteva bastare.
Io lo capivo, non c’era niente da dire in quella situazione. Qualunque parola sarebbe stata vana, inutile.
<< Io Niall mi sono rialzata. Sempre. Tu non devi provare pena o tristezza per me. Il passato è passato, ora ho una nuova vita e un nuovo futuro davanti. Ho vissuto le peggio cose, questa è sicuramente la peggiore. Ma sono forte, io sono una Grifondoro: sono una leonessa e devo ruggire. Federica me lo ha insegnato: sopra le nuove, c’è sempre il sole >> continuai quindi a parlare io, gli mostrai perfino il mio tatuaggio nascosto
<< E questo non lo dimenticherò mai più. Io ora splendo nella mia nuova vita, e continuerò a farlo Niall. Non potrà essere una storia d’amore o qualcos’altro a buttarmi giù. Non sarebbe niente in confronto a ciò che ho vissuto. Vedi con Leonardo, non sono ricaduta nell’oblio. Io non sono più così! Sono cresciuta e so ragionare e reagire con più razionalità! Ero solo una bambina quando mi sono ritrovata ad affrontare tutto, la storia di mio nonno e le altre sei cose gravi che mi sono successe, non potevo sopportarlo. Ma ora ho la piena consapevolezza di me stessa e di chi sono. >>
<< Perché ti stai giustificando? >>
<< Perché il bullismo, Niall, è uno degli altri Horcrux. E passare il periodo peggiore della mia vita in cui nessuno sapeva che mostri stavo affrontando, sentendomi dire che lo facevo solo per attirare attenzioni, per non andare a scuola, per fare la vittima e che fossi troppo esagerata, che era tutta una montatura inventata mentre in realtà me ne stavo a casa tranquilla e non in una clinica psichiatrica ti lascia il segno anche quello. A scuola, dove venivo già di mio bullizzata per il mio aspetto, pensavano tutti che mi fossi ritirata per fare la vittima. Non sapevano niente, e quella era la strada più facile per darmi la colpa. Anche il bullismo verbale è bullismo. Psicologico. E molte volte fa anche più male. Ricordo più le parole gravi che mi sono state dette rispetto alle mazzate che ho preso. Quindi sì, mi viene spontaneo giustificarmi >>
<< Lo sai che non devi. Non con me, almeno >>
<< Lo so, non devo con nessuno. Ma per abitudine mi viene inconsciamente di farlo >>
<< Quindi… queste non sono le uniche cose che ti sono successe? C’è dell’altro? Come fa una ragazzina così piccola, in piena pre-adolescenza, a poter affrontare anche solo una di queste? Come è possibile sopravvivere a 7 tutte insieme? Non posso immaginare quanta forza devi aver avuto >>
<< Non l’ho avuta Niall. Per questo sono crollata ammalandomi >>
<< L’hai avuta per rialzarti! E non tutti lo avrebbero fatto! Non avrebbero affrontato anche solo una parte dei tuoi problemi… Io non so se voglio sapere cos’altro hai subito, perché ne uscirei pazzo io solo a sentirlo. Potrei uccidere qualcuno se solo sento di un altro torto nei tuoi confronti >>
<< Tranquillo, direi che per oggi basta così, non penso di riuscire ad affrontare altri argomenti >> gli sorrisi debolmente, esausta, gli occhi ancora arrossati e il cuore che sembrava entrato in tachicardia da quanto veloce batteva.
<< Ti chiedo solo, per favore, di trattarmi come mi hai sempre trattato. Non ti devo né far pena, né far tristezza né niente. Io sono la persona che hai conosciuto in questi mesi e dovrai trattarmi come hai fatto fino ad adesso, il nostro rapporto non deve cambiare >>
<< Non cambierà, te lo prometto. Ma te lo devo richiedere adesso. Cosa succederà quando te ne andrai, Nichi? >> sul volto aveva un sorriso amaro, prese ad accarezzarmi una ciocca di capelli, gli occhi socchiusi e tristi.
E lì, in quel preciso momento guardandolo, capii che per noi un futuro non c’era.
Lui non voleva soffrire.
Lui non voleva far soffrire me.
Lui non voleva vedere la mia sofferenza futura data dalla distanza e di conseguenza soffrire altrettanto pensando di esserne la causa.
Non voleva affezionarsi più del dovuto, sapendo che la possibilità di non rivederci era grande. O comunque di poterci vedere molto, molto poco una volta che sarei tornata in Italia.
E io non potevo biasimarlo, perché nell’istante esatto in cui me lo chiese la prima volta quel giorno, avevo avuto il suo stesso pensiero.
IO non volevo soffrire.
IO non volevo farlo soffrire.
IO non volevo vedere la sua sofferenza futura data dalla distanza e di conseguenza soffrire altrettanto pensando di esserne la causa.
Nessuno dei due voleva diventare il male per l’altro.
E quella era la scelta giusta, terribilmente cattiva, ma giusta per tutelarci più avanti.
<< Succederà che ci sentiremo e continueremo ad essere amici, se tu vorrai. Se avrai bisogno di consigli, se vorrai semplicemente fare quattro chiacchiere, se vorrai lamentarti di matematica sarò lì per te >> dissi scherzosamente, cercando di trattenere altre lacrime.
Capì che avevo capito.
<< Fino a quando troverai qualcuno con cui potrai davvero essere felice, che prenderà finalmente il mio posto >> gli diedi una gomitata, ammiccando. Non ero sarcastica, lo pensavo davvero. Niall era un bravo ragazzo, e avrebbe trovato una brava ragazza che lo avrebbe amato per la persona che era. E glielo auguravo per davvero, da persona matura.
<< Quando incontri la purezza in una persona, non sarà mai più sostituibile. Voglio solo che tu lo sappia. Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore, e anche se saremo lontani, anche se ognuno andrà avanti con la sua vita, anche se non potrò mai averti voglio almeno non perderti come persona, come amica. Anche io ci sarò sempre per te >> non mi diede il tempo di rispondere, mi trascinò a sé stringendomi in un abbraccio che non voleva avere fine.
quando il respiro di entrambi tornò regolare, ci staccammo continuando a guardarci in silenzio, gli occhi puntati verso il basso.
Il silenzio aveva parlato al posto nostro, quella decisione taciturna l’avevamo presa insieme nello stesso momento e, seppur facesse male ad entrambi, dovevamo farcene una ragione. E pensare che fino a poco prima avevo finalmente immaginato il nostro primo bacio, dopo la fine della sua canzone. Quel bacio mancato si era trasformato in un addio di una storia mai iniziata. Ma in quel momento, andava bene così. Il voler bene a una persona, rispettarla e amarla andava ben oltre al semplice rapporto ufficiale. E noi, ambivamo proprio a quello.
Niall sospirò:
<< Beh, stasera so che c’è una festa in discoteca, dovrei andare con Liam e Zayn. Che ne dici? Vieni? Magari ci distraiamo un po’ >>
<< Lo proporrò agli altri, ma non posso prometterti niente! >> e in quel momento, i miei amici entrarono in casa.
<< Beh… si è fatto tardi, meglio se torno a casa. Devo controllare la situazione >> mi salutò Niall, come se niente fosse, come se non avessimo avuto la conversazione più profonda di sempre, e gli fui tremendamente grata per questo
<< Certo! Ciao Niall, grazie per la compagnia! >> feci altrettanto, salutandolo con un sorriso sincero. Non avrei mai spiegato agli altri cos’era successo.
Chiuse così la porta del nostro appartamento, dopo aver salutato tutti con la mano.


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SPAZIO AUTRICE

Questo capitolo è pronto da mesi, non sono mai riuscita a pubblicarlo.
Oggi ne trovo la forza.
Come accennato negli spazi autrice precedenti, la storia è gonfiata, ma i fatti sono ispirati a vicende personali veramente accadute.
Proprio per questo, sinceramente, non avrei molte parole da dirvi, spero possiate rispettare il mio silenzio per questo capitolo.
Grazie di cuore,
Nicole

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