Sensations

di LadyBlueSky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Al volo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.
 
Ci sono volte in cui le azioni di altri ti rovinano la vita; ce ne sono altre in cui, diversamente, te la trasformano in qualcosa di miracoloso.
Il primo a rompere il fragile equilibrio su cui avevano giocato a fare i funamboli dall’inizio della loro missione come Protettori di Parigi era stato Chat Noir. In una tipica serata da Eroi, sconfitto il super cattivo di turno e purificata l’akuma, aveva rubato un bacio ad una sconcertata Ladybug, spinto da chissà cosa – probabilmente solo dagli ormoni adolescenziali.
Uno sguardo furioso prima e cinque dita tatuate sulla guancia dopo aveva capito di aver fatto la cazzata più grande della sua vita. Aveva passato i successivi giorni a rimuginarci arrovellandosi il cervello, procurandosi dei fastidiosi quarti d’ora d’emicrania; aveva passato le successive notti trasformato cercando – braccando – la supereroina a pois saltando da un tetto all’altro, rischiando per lo più una bronchite data la pioggia che pareva non dare tregua. Lo sconforto che lo aveva colpito e i sensi di colpa che gli rodevano dentro non gli lasciavano pace, né come Adrien né come Chat Noir.
Il secondo imputato in quel teatrino era stato Papillon – chi altri! – pochi giorni dopo il primo evento.
Erano usciti in gruppo per un gelato – come Adrien avesse ottenuto il permesso dal padre sarebbe rimasto un mistero probabilmente – e finalmente il sole si era fatto rivedere.
Quattro chiacchiere, un paio di risate e un gelato rimasto a metà dopo e l’ennesimo super cattivo aveva dovuto palesarsi, rompendo le uova nel paniere un po’ a tutti.
Ripensando a quel giorno, a quel preciso momento, Marinette ancora non è in grado di descriverne gli eventi logici. Ricorda solo il panico, e la consapevolezza di doversi trasformare quanto prima; ricorda l’attacco indirizzato ad Adrien, e come il corpo fosse scattato prima del cervello; ricorda il colpo avvertito che l’aveva sbilanciata, l’essere rotolata sull’asfalto con il biondo e solo dopo il dolore che l’aveva raggiunta.
“Marinette!” Il terrore nella voce di Adrien, insieme al suo scuoterla.
“Sto bene…” Il suo sussurro spezzato.
L’aveva trascinata al sicuro, il ragazzo, appoggiandola ad un muretto e rimanendo inginocchiatole davanti; sentiva il suo respiro pesante, sforzato, e vedeva il sangue che la macchiava ormai all’altezza della spalla sinistra. Qualcosa, davanti a quella scena, sembrò spezzarsi dentro di lui; l’angoscia che gli strinse la gola lo fece boccheggiare terrorizzato.
“Hai bisogno di aiuto.” Una frase fatta, ovvia, banale anche, ma il suo cervello non riusciva ad articolare alcun pensiero intelligente.
“Sto bene.” La forza nella voce della ragazza, che tuttavia non riusciva a mascherare il dolore sordo che la pervadeva.
Sapevano entrambi di doversi allontanare, o quantomeno di dover allontanare l’altro. Parigi era nel caos; i suoi abitanti nel panico. Servivano Ladybug e Chat Noir. Ma come poteva Marinette sperare di riuscire a combattere in quelle condizioni? Come poteva Adrien lasciarla lì, abbandonarla, fosse anche solo per fare il proprio dovere?
“Vai a cercare aiuto.”
“Vado a cercare aiuto.”
Lo dissero in contemporanea, e se la situazione non fosse stata così straniante e grottesca sicuramente si sarebbero accorti che c’era qualcosa di profondamente famigliare nel loro comprendersi. Ma non c’era tempo. Dovevano separarsi, allontanarsi, e poi andare a compiere il proprio dovere di Eroi.
Adrien si allontanò con l’angoscia che non gli dava pace; Marinette litigò con Tikki quasi forzando poi la trasformazione. Non c’era tempo.
Si ritrovarono in altre vesti sul campo di battaglia. Una cercando di minimizzare mentalmente il dolore, l’altro con i pensieri rivolti da tutt’altra parte; entrambi con la pressante consapevolezza di quanto successo tra loro, e della sottile barriera che ora pareva dividerli.
Parecchi salti, un Lucky Charm legato ad un Cataclisma e l’akuma volò libera nel cielo, nuovamente bianca. Ladybug s’impose di non crollare; il suo Miraculous risplendette in alto e ogni cosa tornò al proprio posto, anche la sua spalla ferita, facendola sospirare quando finalmente il dolore l’abbandonò. Si voltò verso Chat Noir ma lui non le diede tempo.
“Devo andare.”
“Cosa…”
“Marinette è stata ferita. Devo tornare da lei.”
Fu quello il momento in cui tutto si collegò, in cui le tessere del puzzle si incastrano alla perfezione; ogni tassello andò al proprio posto, e il quadro fu finalmente completo. Il cervello di Ladybug registrò con rapidità e freddezza ogni cosa, e il sorriso mesto e un po’ triste che le disegnò le labbra non sfuggì al suo collega – solo in seguito Marinette si sarebbe chiesta come aveva fatto a rimanere così lucida; solo in seguito si sarebbe accorta che la sua reazione non sarebbe mai riuscita a spiegarsela.
“Che stupida!” La sua esclamazione bloccò Chat Noir, già pronto a spiccare il salto con il bastone ben stretto in pugno. Si voltò a guardarla stranito.
“Cosa…”
“Sono proprio la più stupida persona sulla terra. Proprio io che ho sempre affermato di amarti così tanto non sono stata in grado di riconoscerti. Sono da biasimare, vero, Adrien?”
Era lui, era sempre stato lui. Ora o sapeva – forse in realtà lo aveva sempre saputo, solo che si era comportata come una bambina e si era rifiutata di guardare.
Chat Noir si pietrificò sul posto, gli occhi spalancati e il fiato mozzato in gola.
“Ladybug…”
“Marinette sta bene: l’ho portata via io, e il Lucky Charm ha in ogni caso sistemato ogni cosa.” E con un sorriso che il ragazzo non avrebbe saputo descrivere si voltò pronta ad andarsene.
“Aspetta!” Cosa le avrebbe chiesto? Cosa avrebbe voluto sapere? Quindi alla fine era sempre stato lui il ragazzo del quale la sua collega era innamorata? Era stato il rivale di sé stesso? “Dimmi chi sei.” La pregò con voce supplice, non del tutto convinto di volerlo davvero sapere. In qualche modo, ancora più del bacio che le aveva rubato, era stata l’ammissione di lei a spezzare quel qualcosa tra di loro.
“Non posso farlo.”
“Perché? Il patto ormai è spezzato. L’hai spezzato tu. Perché non vuoi…”
“Se io ti dicessi chi sono tutto questo perderebbe ogni valore.”
“Allora…”
“Se vuoi sapere chi sono dovrai riconoscermi.” Così come lei aveva riconosciuto lui. Si voltò nuovamente, ma nuovamente Chat Noir la richiamò.
“Ladybug. Dimmi almeno… Ti conosco? Ti conosco davvero?”
“Sì.”
“Ci siamo parlati?”
“Sì.” E con quell’ultima affermazione positiva la ragazza lanciò il suo yo-yo e sparì rapidamente dalla vista del giovane, lasciandolo con un sacco di domande a frullargli nella testa.
Più tardi Marinette si sarebbe scusata con Tikki per aver fatto quanto non le era dato fare, per essere stata proprio lei a infrangere il patto dell’anonimato; più tardi la piccola kwami avrebbe sorriso serena, comprendendo quanto si era agitato e ancora si agitava nell’animo della sua protetta.
Più tardi Plagg si sarebbe accorto che avrebbe dato qualsiasi cosa, anche tutto il Camembert del mondo, purché quella piaga del suo Portatore smettesse di asfissiarlo; più tardi Adrien avrebbe portato la pazienza del suo kwami rasoterra, almeno fino a quando questi non sarebbe esploso parecchio infastidito.
“Ma sei scemo? Davvero ancora non ci arrivi?”
“A cosa?” La confusione sul volto del giovane.
“Sei senza speranze.” Plagg ne aveva conosciuti di Portatori tonti, ma quello attuale riusciva a battere tutti i record. “Se io ti dicessi chi è quale valore avrebbe? Se non riesci a riconoscere la persona di cui dici di essere innamorato come puoi professare i tuoi sentimenti per lei?”
E Adrien, finalmente, tacque.
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’Autrice:
Mamma mia in cosa mi sto imbarcando! Una storia che era presente nella mia testa già da diverso tempo, e nel mio computer da altrettanto.
Una semplice raccolta di one-shot, tutte legate tra di loro, che racchiudono momenti e sensazioni (passate e presenti).
Marinette e Adrien dominano; Tikki e Plagg fanno un po’ gli spettatori e un po’ intervengono; gli altri personaggi un po’ fanno le spalle comiche e un po’ danno una “spintarella” significativa.
Ho inserito l’opzione OOC per precauzione, ma poi mi sono accorta che, effettivamente, diversi comportamenti dei nostri due prosciutti preferiti si disallineano da quelli a cui siamo abituati nella serie. Quella SPOILER è solo precauzionale per chi non ha ancora visto la seconda stagione.
Credo di aver detto tutto. Alla prossima.
 
LadyBlueSky

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Capitolo 2
*** 1. Al volo ***


1. Al volo.

 

Il giorno dopo, alzandosi dal letto, Marinette si sentiva ancora frastornata dalla sequenza di eventi accaduti e dalla fastidiosa sensazione che le faceva formicolare la spalla. Sapeva che la ferita era scomparsa, guarita dal suo stesso potere; sapeva anche che Tikki aveva ragione quando le diceva che era tutto psicosomatico, solamente un brutto scherzo del suo cervello così confuso. Detto questo, di andare a scuola e trovarsi faccia a faccia con Adrien, la ragazza non aveva assolutamente voglia. Gli aveva lanciato una sorta di sfida, il giorno prima, e conosceva abbastanza bene Chat Noir da sapere che, fosse stato anche solo per orgoglio, l’avrebbe accettata. Il problema era che forse, sotto sotto, l’idea di essere scoperta la terrorizzava.

 

Il giorno dopo, alzandosi dal letto, Adrien si sentiva addosso cento anni di più e anche cento chili di più. Gli eventi accaduti gli avevano letteralmente tolto il sonno, ed oltre ad aver capito che come detective faceva proprio schifo gli avevano regalato due occhiaie spaventose e una sonnolenza che lo faceva assomigliare più ad uno zombie che ad un modello. Sarebbe stato felice suo padre!

La sfida lanciatagli da Ladybug aveva deciso di accettarla, ma questo non gli aveva tolto la sottile ma pressante sensazione di paura mista a eccitazione. Tantomeno gli aveva dato spunto alcuno su un punto di partenza. Plagg, alle sue spalle, non poté che chiedersi quanto imbecilli si poteva essere.

 

Quando la campanella suonò decretando l’inizio delle lezioni Marinette la ringraziò in silenzio: ancora un terzo grado di Alya e sarebbe scattata.

Quando la campanella suonò decretando l’inizio delle lezioni Adrien la ringraziò in silenzio: ancora un terzo grado di Nino e sarebbe esploso.

Erano arrivati a scuola quasi in contemporanea, una con lo sguardo perso chissà dove e l’altro con l’aria afflitta di chi si sta avviando al patibolo. Alya, da brava giornalista ficcanaso, aveva fatto uno più uno e iniziato un interrogatorio degno dei servizi segreti alla sua migliore amica; Nino, poco lontano da loro, aveva fatto lo stesso con Adrien.

“Non ho dormito bene stanotte.” Lo dissero in contemporanea agli amici, inconsapevoli, ma l’udito dei loro kwami era più fine del loro, ed entrambi non poterono che ridacchiare.

Salendo le scale, la voglia ai minimi storici, Marinette non fece caso alla ressa di studenti che, invece di camminare come tutti, correvano spintonandosi; quando la gomitata di uno di loro la raggiunse non era pronta, e il suo già precario equilibrio si arrese definitivamente facendola sbilanciare indietro. Il suo cervello elaborò il dolore che ne sarebbe seguito prima ancora che lei toccasse il duro e freddo pavimento. Pavimento che, però, non sfiorò nemmeno.

Adrien aveva avuto sì e no un nanosecondo per accorgersi di quanto stava accadendo, ma nella frazione di secondo che servì al suo cervello per elaborare la sequenza il suo corpo era già scattato, repentino, come spinto da una molla. Un attimo prima stava chiedendo silenziosamente pietà a Nino per l’interrogatorio, quello dopo Marinette stava cadendo indietro; quello ancora successivo era addosso a lui, schiacciata contro il suo petto con la schiena, una sua mano a stringerle la vita e l’altra saldamente ancorata al passamano per sorreggere entrambi.

Il primo brivido che li colse fu violento, ma ancora sopportabile. Il secondo, quando lei si voltò e i loro occhi s’incrociarono e scontrarono, tolse quasi loro il fiato.

Adrien rinsaldò la presa sulla vita di lei senza nemmeno essere conscio delle proprie azioni, la mente lontana, persa nel ricordo di un evento accaduto nemmeno tanto tempo prima quando, dopo quello che poteva solo che definirsi un salto della fede giù da un grattacielo per sfuggire al suo autista akumizzato, Ladybug lo aveva salvato dal trasformarsi in una brodaglia sull’asfalto. Il quel preciso istante i loro sguardi si erano allacciati – quello di lei fiero, sicuro; quello di lui sorpreso, sconcertato – e il mondo era parso fermarsi.

Ora, con Marinette tra le proprie braccia e i suoi occhi così vicini, il ragazzo provò la medesima sensazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’Autrice:

CoffCoff… Ehm… Ok, ci ho messo qualcosa come 3 mesi ad aggiornare praticamente. In caso ve lo stiate chiedendo sì, sappiate che me ne vergogno un sacco. Purtroppo con il lavoro e l’università il tempo per aggiornare regolarmente purtroppo il più delle volte manca (diciamo pure che il tempo sta giocando a nascondino con me xD). Detto questo ora sono un paio di giorni in ferie, quindi conto di riuscire a editare decentemente quanto già scritto per avere almeno tutto pronto e poter usare quei dieci minuti di aria quantomeno per postare (incrocio le dita!).

Scuse e giustificazioni a parte (ops) iniziamo ad entrare nel vivo delle “Sensazioni”. Il nostro prosciutto biondo preferito è e rimane un prosciutto, ma forse qualcosa piano piano inizia ad entrargli in quella bella testolina dorata; Marinette esita, si preoccupa, non dorme e si sbatterebbe anche la testa sul primo muro a portata se solo servisse davvero a qualcosa; Alya e Nino fanno la parte degli agenti della CIA in quanto a interrogatorio; Tikki e Plagg per il momento si tengono a distanza, dato che quanto avevano da dire l’hanno detto del prologo. Inutile: trovo questo nutrito gruppo di personaggi così variegato estremamente divertente.

Incrocio le dita e spero che la mia intenzione di essere un po’ più regolare nell’aggiornare vada a buon fine, vita quotidiana permettendo ovvio.

Mi ritaglio quest’ultimo angolino per ringraziare di cuore MadameMilly e Princess_Shiho per i commenti che mi avete lasciato. Vi ringrazio di cuore e mi scuso se non sono riuscita a rispondervi personalmente come invece mi sarebbe piaciuto. Grazie davvero!

Alla prossima.

 

LadyBlueSky

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