Wonderland-offsprings

di jarmione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I discendenti ***
Capitolo 2: *** Esplosivo ***
Capitolo 3: *** Cucciolo di...? ***
Capitolo 4: *** Un fastidio reale ***
Capitolo 5: *** Pericolo imminente ***
Capitolo 6: *** Notizie e tasselli ***
Capitolo 7: *** Il futuro di Saggezzolandia ***
Capitolo 8: *** Sperduti ***
Capitolo 9: *** Strategie ***



Capitolo 1
*** I discendenti ***




Ciao a tutti, è la prima storia che pubblico in questo fandome.
La storia è scritta a quattro mani e due cervelli, il mio e quello di LadyJulia senza la quale questa storia non esisterebbe.
Ringrazio chiunque vorrà leggere e chiunque seguirà, io e LadyJulia risponderemo a qualunque vostra domanda o dubbio.
Trama e titolo a cura di LadyJulia!!!!
Grazie a tutti e buona lettura!




"Muoviti scansafatiche! Dobbiamo arrivare prima di loro!"
"Iriza fermati!" Il ragazzo si fermò un attimo, mettendosi le mani alle ginocchia "non riesco a correre come te!"
"Quanto sei noioso" sbuffó Iriza "mica colpa mia se hai voluto seguire le orme di nostro padre e indossare la sottospecie di armatura che indossa anche lui"
"Sta zitta tu, che hai ereditato il testone di nostra madre"
"Dillo ancora una volta e ti getto nella gabbia del Grafobrancio!"
"Perché non è vero? È enorme!"
"È per pensare meglio, mio stupido fratello, devo sempre insegnarti tutto" e proseguì, cercando di non fermarsi per strangolarlo.
Detestava quando qualcuno parlava della sua testa e il fratello non faceva eccezione.
"Se avessi la qualcosa di leggero tipo il tuo vestito anche io correrei veloce"
"Byron!" Esclamò sbalordita lei, guardandolo ad occhi sgranati "vuoi vestirti da donna?!"
"Ma ti pare!!" Sbottò Byron "mi basterebbe vestirmi come quello scemo di Tarriannah, lui sì che sta comodo"
"O dei, un altro idiota in giro per il sottomondo"
Iriza fece una faccia schifata e si inoltrarono attraverso il bosco.
Saggezzolandia era enorme, ma loro conoscevano ogni angolo e ogni buco.
Raggiungere il castello della regina Mirana per loro era uno scherzo.
L'unica pecca era il deserto che avvolgeva il castello dove abitavano i due fratelli.
I loro genitori avevano deciso di isolarsi da tutti, per via del lavoro che faceva il padre.
Seguire il tempo delle persone e mandare avanti le generazioni era difficile e nessuno doveva interferire.
Il deserto era lungo un chilometro, non era molto ma era insidioso e pieno di trappole.
Chiunque ci entrava rischiava grosso.
Eppure a loro non dispiaceva, l'isolamento era meglio.
Iriza poteva dedicarsi agli affari suoi, che non rivelava a nessuno tranne che alla madre, mentre Byron imparava i segreti del tempo assieme al padre.
Ognuno aveva le sue ambizioni e dava il massimo per raggiungerle
Iriza aveva una strana passione, la chimica, grazie a questa sua indole potevano, lei e Byron, rovinare il divertimento degli abitanti di Saggezzolandia.
Erano abili maestri in dispettologia, senza contare che Byron aveva acquisito una caratteristica del padre...vedeva il futuro di tutto e tutti.
La corsa attraverso il bosco fu breve ma pur sempre faticosa, le scorciatoie di Iriza erano sempre tortuose e Byron pensó che lo facesse apposta per vederlo agonizzare con l'armatura.
Avevano passato la sera prima ad escogitare nuovi scherzi da fare e arrivare tardi "all'appuntamento" non era certo il modo migliore per cominciare la giornata.
******
Uno sbuffo, due sbuffi, tre sbuffi.
Affacciata al balcone della sua stanza, Lily osservava l'intera Saggezzolandia che eseguiva i suoi lavori mattutini e sperava in qualche cambiamento.
Le sue giornate erano così monotone.
Sveglia, colazione e studio fino a metà mattinata e poi l'attesa di eventuali ordini da parte della madre, la regina Mirana.
Era una sovrana buona e generosa, ma con lei era anche molto severa e pretendeva sempre il meglio.
Essere la futura erede al trono la costringeva a stare rinchiusa nel castello, poteva uscire solo se scortata.
Avrebbe tanto voluto raggiungere la casa del cappellaio dove c'era il suo migliore amico Tarriannah, bere il the e ballare la deliranza, di cui Tarriannah era campione.
"Che cosa ti turba mia dolce caramellina?"
La voce della madre la fece sobbalzare.
"Madre, mi avete spaventata"
"Non era mia intenzione" con il suo fare frivolo si avvicinò, sorridendo amorevolmente alla figlia "vorresti uscire?"
-oh sì che lo voglio- pensó, ma non lo disse.
Sapeva che sua madre avrebbe cercato di dissuaderla, in quanto sperava si dedicasse allo studio invece che solo al divertimento.
"No madre...stavo solo osservando"
La regina rise "Non puoi mentirmi" Dopotutto glielo si leggeva in faccia "hai lavorato sodo per quasi un mese e ti sei molto impegnata" guardò verso il cielo con sguardo pensieroso.
Lily la guardò speranzosa.
"Penso che ti meriti un regalo...penso che tu possa andare"
"Davvero madre?"
"Ma certo" rispose tranquillamente, per la figlia questo ed altro "oh, fammi una cortesia mentre sei in giro"
"Tutto quello che volete madre"
"Se passi da Alice e so che lo farai, bevi un po di the anche per me"
"Oh madre" rise "lo farò" e inchinandosi, in segno di ringraziamento, corse via uscendo dal castello  e inoltrandosi nel bosco per raggiungere l'abitazione del cappellaio e di Alice.
*****
"Madre! Per favore! Non voglio metterlo!"
"Tarriannah non fare il difficile, tuo padre vuole così" Alice sistemó il colletto della giacca e infine mise un cappello a cilindro, pieno di pizzi e merletti, in testa al ragazzo.
Il tutto era color mattone scuro e metteva in risalto i suoi capelli rossi e spettinati.
"Sembro matto!"
"Oh ma già lo sei" sorrise Alice "ma ti svelo un segreto, tutti i migliori sono matti"
"Ma io voglio fare il capitano della flotta della regina Mirana! Come lo eri tu prima di venire a Sottomondo"
Alice sorrise e alzò un sopracciglio.
Aveva ereditato da lei la passione per il mare, ma Alice ben sapeva il perché voleva proprio quella flotta e non una nave tutta sua.
"Lo fai per Lily vero?"
"Madre!" Esclamò arrossendo.
"Avanti non nasconderlo, te lo si legge negli occhi che lo vuoi per lei"
"Posso andare adesso?" Domandó, sperando che il discorso finisse li.
Alice non volle insistere e lascio che Tarriannah uscisse.
Il ragazzo se ne andò di corsa, era tutto così umiliante e imbarazzante.
Si inoltrò nel bosco raggiungendo una casa su un albero, l'aveva costruita con l'aiuto dello stregatto, Mally e del leprotto marzolino dieci anni prima, quando era solo un bambino.
In effetti chiunque l'avrebbe notato che era stata costruita da loro, era più storta che dritta, ma almeno reggeva e stava in piedi.
Aveva fatto anche la scaletta intrecciando giunchi, per quella di era arrangiato da solo.
Vi salì sopra e attese.
"Taran" un bisbiglio "Taran!"
Il ragazzo si affacciò "Lily! Pensavo che tua madre non ti facesse uscire"
"E invece eccomi" avuto il consenso, Lily salì "stavo venendo a casa tua ma ti ho visto, perciò eccomi"
Si mise in ginocchio sistemando il suo abito, bianco come la neve e come i capelli di lei.
Tarriannah rimaneva abbagliato ogni volta che la vedeva.
Era di una bellezza innata e nessuno avrebbe mai detto che il padre fosse il re di Fandonia, che era si giovane e muscolo ma con una barba incolta e con le treccine.
"Mi sei mancata"
"Anche tu Taran" sorrise dolcemente lei "ma...come ti sei vestito?"
Taran arrossì e si mise una mano dietro al collo con fare imbarazzato "Lascia perdere"
Lily rise "Mi piaci di più"
Il ragazzo ricambió il sorriso e fece apparire da sotto la giacca una tovaglia e delle tazze "The?"

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Capitolo 2
*** Esplosivo ***


Sveglia sveglia mie delizie!...ok scusate ho appena finito la sirenetta 3 XD come va? 
Ringrazio infinitamente la mia super socia e amica LadyJulia, mi ha tanto aiutato e ispirato ed è grazie a lei che esiste la storia perciò ringraziate lei!!!
Buona lettura!!




"Ecco, siamo arrivati tardi"disse Iriza, che già stava andando in escandescenza.
Avevano fatto tardi all'appuntamento di dispetti e scherzi destinati a Tarriannah.
"Ma siamo ancora in tempo" Byron stava già escogitando qualcosa.
"Devo considerarla una battuta?"
"Quello che vuoi" rispose tranquillamente il ragazzo "tu hai abbastanza conoscenza di magia e quindi se versi la polvere sulla trave potresti far crollare tutta la..."non trovava le parole per descrivere quella baracca dove Tarriannah si rifugiava spesso "beh hai capito"
"Se dicevi stamberga, sarebbe stata la volta buona che ti facevo una statua"
"O grazie, lusingato"
Iriza osservò attentamente l'interno.
Tarriannah non era da solo, c'era persino la figlia di Mirana, Lily.
"Sai che ti dico?" Disse la ragazza continuando ad osservare "facciamo esplodere la trave portante, è più divertente"
Non vedeva l'ora di veder cadere quella casetta.
Byron scosse la testa "Pessima idea, non finirà bene"
"Oh smettila! Come sei catastrofico" ed uscì da dietro i cespugli, dove si erano messi per tenere d'occhio Tarriannah.
"Iriza fermati!" Ma non venne ascoltato, come sempre.
Iriza si avvicinò alla trave è una volta vicino, armeggiò con una corsici a dorata che teneva un sacchetto legato alla vita.
Sorrise malignamente e pregustó quel momento.
Lily era sempre stata meglio di lei, il popolo la adorava e amava sua madre, mentre Iriza è la sua famiglia erano considerati meno di zero.
Persino quello stupido di Tarriannah era considerato il migliore.
Inizió a mettere la polvere.
"Ehi!" La voce di Tarriannah la fece fermare "che stai facendo?"
Sentendosi scoperta, Iriza verso tutta la polvere sulla trave e fuggi
"Iriza!" La chiamó, ma lei era già fuggita trascinando il fratello con se
"I gemelli" disse Lily
"Andiamo vieni" scesero dalla casa e una volta giù si accorsero della polvere sulla trave.
Taran si avvicinò e la osservò meglio.
"Lily vattene"
"Cosa?"
"È polvere esplosiva" indietreggió lentamente per poi correre dietro ai cespugli, avevano pochi minuti.
"Dobbiamo dirlo a mia madre"
"Avremmo dovuto bloccarli, così abbiamo le mani legate" Taran sospiró.
Avrebbe perso la casa sull'albero e non poteva fare nulla.
Poteva solo attendere, non c'era modo di fermare la polvere.
Iriza si era spinta troppo oltre.
"Taran!" La voce baldanzosa del cappellaio echeggiò per il bosco figliolo"
"Padre!"
"Oh eccoti!" Lo guardò sorridendo "stiamo organizzando una festa in onore della principessa e...oh salve principessa"
"Padre vattene!" Esclamó uscendo dai cespugli "dovete andarvene di lì!"
"Taran!" Lily gridó e poco dopo si udì un forte scoppio, dovuto alla troppa polvere esplosiva.
La casa cadde nel giro di pochi secondi, in mille pezzi e su Tarriannah, che aveva spinto via il padre prima che rimanesse schiacciato.
"Taran!" Lily si avvicinò e il cappellaio si rialzò immediatamente in piedi.
Emise un grido e corse a spostare le travi, incenerite e piene di polvere.
"Taran!" Chiamó, sperando di ricevere una risposta che non arrivò.
Insieme a Lily spostarono le travi e trovarono Tarriannah steso a terra.
"Taran!" Il cappellaio lo prese fra le sue braccia "figliolo" non ricevette risposta, era svenuto e aveva varie ferite alle braccia e alla testa.
"Chi è stato?"
"I gemelli" rispose Lily "eravamo nella casa a bere the e..."
"Ho capito...vada a casa principessa"
Lily non sapeva cosa fare
"Cappellaio"
"Vada a casa!" Sbottò, guardandola con occhi scuri e pieni di rabbia.
Lily non se lo fece ripetere due volte e corse a casa.
Rientrando, il cappellaio ignoró qualsiasi commento da parte dei suoi amici.
Il leprotto marzolino, lo stregatto e Mally.
"Che è successo?" 
"Tornate a casa" taglio corto, facendo capire che non esistevano parole.
"Tarrant!" Alice, che aveva sentito che le urla dei suoi amici erano finite, uscì per vedere cosa fosse successo.
Quando vide il figlio si mise le mani attorno alla bocca, soffocando un urlo "Tarriannah!"
Il cappellaio ignoró anche lei e la superó, entrando in casa e posando Taran sul letto
"Che è successo?"
"Vattene fuori" tuonó senza guardarla
"Che è successo?" Richiese Alice, mantenendo il più possibile la calma.
"I gemelli" rispose sommessamente il cappellaio "hanno giocato sporco...la polvere era della capocciona...è stata lei!" Sbottò alzandosi di scatto.
"Tarrant!" Alice lo bloccó per le spalle "chiariremo tutto e Taran starà bene"
Il cappellaio sembró ritornare in se è assunse un aria triste e spaventata.
"Morirà?"
"No, non morirà" disse convinta Alice "io farò del mio meglio ma dovrai aiutarmi"
Nonostante tutti quegli anni, il cappellaio aveva ancora il suo lato infantile e tante volte entrava in panico per cose semplici e risolvibili.
Sapeva essere determinato e forte ma allo stesso tempo vulnerabile.
Era un lato del cappellaio che ad Alice piaceva, ma se fosse venuto fuori in circostanze più serie, sarebbe stato grave.
Alice era riuscita a vedere lo stato di Tarriannah e poté constatare che le ferite erano lievi e che era semplicemente svenuto.
Nulla che non si potesse guarire con qualche erba magica del Sottomondo.
 "Tu sei più veloce" gli disse "corri da Mirana e dille quanto accaduto, ad Iracebeth ci penserò io"
"Ma..."
"Cappellaio!" La voce di Alice era risoluta, ma allo stesso tempo dolce "fidati di me"
E senza aggiungere altro, lo trascinò fuori casa e lo osservó correre via, seguito dal Leprotto e da Mally, che era attaccata al giacchino del Leprotto.
Una volta rientrata,Alice prese delle pezze pulite e le bagnó, per poi ripulire le ferite di Tarriannah.
Stavolta i gemelli avevano proprio esagerato, non avevano controllo.
Eppure Alice sapeva che uno dei due vedeva il futuro, perché non ha avvisato la sorella delle possibili conseguenze?
E se lo aveva fatto, perché non l'aveva fermata?
Mentre il cappellaio andava verso il castello, trovó mirana venire verso di lui.
"Ho corso appena ho saputo" disse Mirana facendo fermare il suo cavallo e quello di Lily, che era venuta con lei.
"Mia regina, signora" si inchinò Tarrant "venite con me"
Prese le briglie del cavallo e la condusse alla sua casa.
Alice era ancora lì, intenta a sorvegliare Tarriannah, che non accennava a svegliarsi.
La botta alla testa era stata dura e le ferite anche, ma per fortuna non era nulla di grave.
Dopo anni a Sottomondo, Alice aveva imparato più cose di quanto si aspettasse e poteva dire di conoscere quel luogo come le sue tasche.
"Alice Alice!" Tarrant entró di corsa agitando le braccia "la regina è qui, svelta non farla attendere, è per Taran, per noi, per il the e..."
"Cappellaio!" Esclamò Alice zittendolo "calmati"
"...Sto bene"
"Alice" Mirana entró, seguita da Lily
"Regina Mirana" si inchinó "principessa Lily"
Mirana si avvicinò a Tarriannah e iniziò ad esaminarlo e a fare avanti e indietro tra lui e una sacchetta sul cavallo.
"Stavamo nella casa sull'albero" spiegó Lily "poi abbiamo visto i gemelli che mettevano della polvere sulla trave portante e..."
"E poi è scoppiato tutto" concluse Alice per lei
Lily annuì "Appena ce ne siamo accorti siamo scesi ma è arrivato il cappellaio e per evitare che venisse travolto, Taran si è messo in mezzo"
Caló il silenzio e Alice incroció le mani, osservando Mirana usare unguenti dagli odori cadaverici su Tarriannah.
"Starà bene, gli servirà qualche giorno"
"M...madre" mormorò Taran nel sonno
Alice si avvicinò e gli prese la mano accarezzandogli la fronte.
"Andrò subito a parlare con mia sorella" aggiunse solenne Mirana
"No" la fermò Alice "andrò io, non vi darà ascolto e questa storia deve finire"
Mirana, vedendo la decisone negli occhi di Alice, la lasció andare.
"Sorveglia nostro figlio" disse al cappellaio, sfiorandogli la mano, prima di uscire.
La strada era lunga e dissestata, ma ad Alice non importó.

*******

Iracebeth rise di gusto e a crepapelle "E poi? È esploso tutto?"
"Si" disse fiera Iriza "peccato che sia giunto il cappellaio a disturbare"
"Che vuoi dire?" Domandó Iracebeth, sentendosi infervorare
"Era venuto a chiamarli, ma quei due erano scesi è l'unico ad essere rimasto travolto è quel pagliaccio di Tarriannah" fece una faccia disgustata.
Iracebeth sapeva quanto la sua adorata figlia volesse la disfatta della principessa.
Quella ragazzina era un insolente, aveva tutto e tutto mentre la sua bambina non aveva niente.
"Ma mi vendicherò madre" disse decisa "mi vendicherò e vendicherò anche voi e tutte le angherie che avete subito"
Iracebeth sorrise fiera e bació la fronte di Iriza "Brava la mia bambina"
"Iracebeth!" La voce di Alice echeggiò per tutto il castello oscuro.
Iracebeth sbuffò e si alzò, ordinando alla figlia di tornare in camera sua.
"Alice" salutó con disprezzo quando la donna entró
"Iracebeth, questa storia deve finire!" Rispose Alice, assumendo un tono minaccioso "hai rischiato di uccidere delle persone!"
"Io?" Fece l'innocente "ma se sono qui"
"Lo sai cosa intendo!" Ribattè Alice "la polvere esplosiva è tua e Iriza l'ha presa dalle tue scorte!"
"Non è mio interesse ciò che mia figlia fa o non fa" rispose calma Iracebeth "suo fratello vede il futuro, se c'erano problemi l'avrebbe fermata e se non lo ha fatto significa che va tutto bene"
"È con questo!?" Alice era scandalizzata, possibile che non dava un freno alla figlia? Che dopo tutti questi anni ancora non capiva? 
"Con questo significa che la storia finisce qui è che dei miei bambini ci penso da me" assunse in aria di sfida "non mi servono lezioni da una cappellaia ambulante"
Alice era senza parole, non aveva neanche la forza di ribattere "Non è finita qui Iracebeth" ed uscì.

*******

Iriza, dopo essersi osservata attorno, scese nelle segrete del castello.
Era buio pesto ma a lei non importava, la zona che le interessava era illuminata e si trovava infondo al corridoio, nell'ultima cella.
"Ciccino piccino" disse dolcemente mente apriva la cella.
Un cucciolo di quello che, alla apparenza, sembrava un drago, fece un piccolo ringhio e uscì dall'ombra mostrando il suo volto squamoso.
"Mamma è qui"

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Capitolo 3
*** Cucciolo di...? ***


"Chi è la!?" Esclamò Iriza voltandosi di scatto, dopo aver sentito un rumore metallico.
Il ringhio del mostro fu minaccioso e lei, per tranquillizzarlo, gli fece una carezza.
Ancora un rumore metallico ed infine si udirono dei gemiti di dolore e rumori assordanti di armatura che cadevano.
"Byron!"
Il ragazzo si mise una mano sulla testa.
"Razza di imbecille, che ci fai qui?"
"Hai lasciato aperta la porta delle segrete" rispose lui rimettendosi in piedi "e vorrei farti notare che l'unica copia delle chiavi ce l'ha nostro padre"
Iriza rise di gusto e malignamente allo stesso tempo
"Mio caro e stupido fratello" gli mise una mano sulla spalla "nostro padre è impegnato con il lavoro e tale copia, che tu dici, si trova...anzi, si trovava nel suo scrigno portagioie"
"E...adesso l'hai tu?"
"Ovviamente, altrimenti non sarei qui" poi si voltò verso la cella, dove il mostro si era nascosto all'arrivo di Byron.
"Per tutti gli dei" disse Byron notandolo "dimmi che scherzi"
Iriza scosse la testa, continuando a coccolare il suo mostriciattolo.
"Ma era stato tutto bruciato!"
"Non tutto"
"Nostra madre lo verrà a sapere"
"E allora?" Rispose tranquillamente lei "mi sosterrebbe"
Poi diede un bacio al volo al nostro, si avviò verso l'uscita è chiuse a chiave.
Byron dietro di lei.
"Allevi un cucciolo di ciciarampa e nessuno se ne accorge!"
"Polvere insonorizzante di mammina" si diede dei colpetti leggeri sulla borsetta a tracolla.
"Ma perché?"
"Quella smorfiosa della principessa ha tutto!" Sbottò Iriza "un bel castello, servitori a iosa e soprattutto un sacco di così strani e matti che gli girano attorno e la venerano come una dea"
Assunse in espressione disgustata "fa tanto la santarella ma è la peggiore di tutti e nessuno sembra notarlo"
Byron si mise le mani al volto "E questo cosa centra con un cucciolo di ciciarampa?"
"Dopo che lo avrò addestrato, di struggerò l'intero regno di Saggezzolandia" disse con uno strano sorriso stampato in volto "la regina cadrà e con lei la principessa e noi salire o al potere, prima governerà nostra madre e nostro padre e poi io"
"Perché tu e non io?"
"Io sono la maggiore"
"Siamo gemelli, Iriza"
"Sono più grande di dieci minuti, quindi spetta a me"
"E poi Mirana è nostra zia e Lily nostra cugina!"
"Ma entrambe ci hanno fatto del male!" Ribattè Iriza "nostra zia a nostra madre e la smorfiosa a me!"
Byron non volle discutere oltre, nessuno aveva fatto niente, ma le cose non si mettevano bene.
Se ne andò via, tornando nella sua stanza.
Si stese sul suo letto ed osservó le centinaia di orologi che pendevano dal soffitto.
Aveva seguito le orme del padre e per questo faceva il suo stesso lavoro, ogni ticchettio per lui era un suono melodioso e con l'agevolazione di prevedere il futuro, capiva prima quale si sarebbe fermato.
Ma quel giorno nessuno sembrava voler cedere.
Sbuffó.
Improvvisamente avvertì mal di testa e due secondi dopo ebbe un flash.
Senza accorgersene, si ritrovò steso sul pavimento in pietra della sua stanza.

*******

"Sta bene?" Chiese Alice rientrando in casa.
Mirana sorrise ed annuì, indicando il letto di Taran, che si era svegliato, con la principessa Lily che si prendeva cura di lui "Che ha detto Iracebeth?"
Alice scosse la testa "Niente, sembra non importarle di nulla" sospiró "dice che se il figlio non ha predetto disgrazie significa che Taran starà bene e che non dobbiamo darle fastidio"
"Diciamo che abbiamo avuto fortuna" rispose Mirana "manderò il medico di corte da voi stasera, nel frattempo non fategli fare sforzi"
"Grazie mia regina" si inchinò Tarrant, fin troppo vistosamente "ma...prima di partire gradite una tazza di the?" Alice gli tirò una gomitata e lo zittì.
Mirana sorrise "Ti ringrazio cappellaio, ma sarà un altra volta" guardò Lily "andiamo mia cara"
"Si madre" poi guardò Taran e gli sorrise.
"Torni da me domani?" 
"Fuggito dal terrazzo della mia stanza" ammiccó lei, per poi raggiungere la madre.
Salutarono con un inchino e poi andarono.
"Come ti senti tesoro?" Chiese Alice avvicinandosi al figlio
"Ho mal di testa"
"Quello passa e se così non fosse, diventerai matto come tuo padre"
"Ehi!" Tarrant era dietro di loro "ho perso la mia moltezza ma la ritroverò"
Risero "Adesso riposati, noi siamo qua fuori a preparare i cappelli per la bottega"
Taran annuì e sospiró mettendosi comodo.
Alice e Tarrant uscirono, chiudendo la porta.
Entrambi sospirarono di sollievo.
Il leprotto marzolino e Mally erano in attesa.
"Come sta?" Chiese il ghiro
"Sta bene, domani sarà come nuovo"
"Magari vuole del the! Glielo do io!" La lepre prese una tazza dal nulla e scagliò con forza contro la porta, Alice e Tarrant si abbassarono in tempo "abbasso la capocciona maledetta!"
Mally si batte una mano sulla fronte e scosse la testa in segno di rassegnazione.
La lepre invece continuò a saltare come un matto...cioè quello che era.
Anche Bayard li aveva raggiunti, assieme allo stregatto e ai gemelli Pinchi.
"Possiamo fare qualcosa?" Chiese il cane
"Mi domandavo se servisse qualcosa in particolare per Tarriannah"
"Alla rovescia, IO mi domandavo se servisse qualcosa in particolare a Tarriannah"
I gemelli si misero a litigare su chi aveva pensato cosa.
Nessuno volle discutere e Alice e Tarrant si misero seduti al tavolo imbandito, dove lei iniziò a cucire e sistemare alcuni cappelli e lui a bere the.
Alice, però, non sembrava dello stesso umore degli altri.
Avvertiva qualcosa, come se stesse per scoppiare il finimondo.
"Alice" la chiamò Tarrant "sei qui?"
"Fisicamente si"
"Oh bene allora vuoi unirti a noi?"
Alice sospiró, in effetti aveva bisogno di una tazza di the, non riusciva a concentrarsi sul cappello, che appoggio a terra.
"Tarrant non sento anche tu qualcosa?"
"Che cosa mia cara?"
"Non lo so...il tempo che cambia" disse sopra pensiero.
Tarrant prese dal taschino il suo orologio e stessa cosa fece il leprotto e Mally, che ne aveva uno loro.
"Ticchetta!" Esclamò Mally 
"Ticchetta si" si aggiunse il leprotto, per poi osservare il suo orologio come se fosse qualcosa di mistico "orologio"
"Non te la sei mai cavata bene con il tempo mia cara"
"Il tempo è ignoto, lui ci gestisce, lui sa tutto" commentó lo stregatto, inzuppando un biscotto nel the.
I due gemelli stavano ancora discutendo, mentre Bayard si avvicinò ad Alice e si sedette accanto.
"Che cosa ti turba?"
Alice scosse la testa "Nulla di importante, forse sono matta anche io"
*******

"Byron!" Il tempo entrò nella stanza del figlio di corsa figliolo mi senti"
Byron aprì piano gli occhi "Padre..."
"Meno male ti sei svegliato...SECONDI!" Gridó e poco dopo strani esseri, di metallo e ingranaggi, fecero capolino dalla porta.
"Ha chiamato padrone?"
"Svelti idioti, andante a prendere dell'acqua per mio figlio"
"Subito signore!" Corsero via.
Poi il tempo torno a guardare Byron "Che è successo? Non hai fermato il tempo di Banshee e ho pensato ti fossi distratto"
Tempo di riprendersi e Byron lo guardò negli occhi "Accadrà qualcosa..."
"Che cosa? Perché non l'ho previsto?"
"Iriza...Iriza farà qualcosa di stupido contro nostra zia"
Il tempo rimase in silenzio qualche secondo "Non dirlo a tua madre e nemmeno a Iriza, ci penseremo noi ok?"
Byron annuì "Devo mettere in guardia qualcuno dei bifolchi?"
Il tempo scosse la testa "Attendi mio caro, io sarò a tuo favore" poi, dopo essersi assicurato che stesse bene e che i secondi avessero portato l'acqua, si alzò ed uscì "torniamo al lavoro! Non c'è ME da perdere!"
Byron sospirò e lo guardò uscire.
"Possiamo fare qualcosa padrone Byron?" Chiesero i secondi.
Il ragazzo riflettè "No...per adesso no"

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Capitolo 4
*** Un fastidio reale ***


Scusate l'attesa e il capitolo corto ma di meglio non sono riuscita a fare.
Un super mega grazie sempre a LadyJulia, dai cui è partita l'idea  e ha dato vita a tale storia, guardate le sue storie gente!!!
Ciauuuuu


Durante la notte, pregando che nessuno si accorgesse, Byron legó delle lenzuola assieme e si calò giù dal balcone della sua stanza, che per fortuna era a pochi metri dal terreno.
Una volta assicuratosi di non essere visto, corse lungo le scorciatoie che lui e Iriza avevano scoperto e cercò di raggiungere Saggezzolandia il più veloce possibile.
Gli sembrava di sentire il ticchettio del grande orologio nella sua testa che gli ricordava di fare alla svelta, di non tentennare.
Forse era tutto sbagliato ma era meglio farlo.
Si fermò di colpo, una fitta alla testa.
Vide Iriza sulla torre crollata vicino alla scacchiera gigante.
Un cucciolo enorme di ciciarampa e Tarriannah con la spada bigralace che cercava di difendersi e salvare la principessa Lily.
Stava diventando troppo assurdo quella storia e sua sorella stava esagerando.
I loro genitori si erano isolati a causa del lavoro del padre e non per esilio o altro, non per disprezzo e non per paura.
Il loro padre aveva lasciato la torre nella pendola per poter stare con la loro madre in un posto più luminoso e meno claustrofobico.
Aumentó la corsa.

******

Taran se ne stava steso sul suo letto a forma di cilindro, che suo padre gli aveva costruito apposta per insegnarli cosa avrebbe dovuto fare.
Tutta la famiglia di suo padre discendeva dai più famosi cappellai di Saggezzolandia, mentre lui sapeva a malapena tagliare un foglio con le forbici.
Sua madre era una grande condottiera di navi che gestiva la flotta reale e faceva cappelli con suo padre, che era un famoso cappellaio e organizzatore di feste ed eventi reale.
Lui invece era il disonore della famiglia, non sapeva fare nessuna di quelle cose.
Non voleva diventare un cappellaio e soprattutto non voleva diventare lo zimbello di Saggezzolandia a causa dei gemelli.
Lo avevano preso di mira e non sapeva neanche perché.
Per fortuna aveva la sua Lily, la sua cara dolce e buffissima Lily, piena gioia, di gentilezza e moltezza.
-Moltezza? Ma scherziamo? Sto pensando come mio padre!-
Scosse la testa, avvertendo un lieve male a causa della botta presa per l'esplosione.
Quanto avrebbe voluto averla li.
Sorrise e chiuse gli occhi immaginandosi un Pic nic in un prato con lei, mano nella mano e...magari finalmente un bacio e...
Tic...tic...tic
Qualcosa colpiva la finestra della sua stanza e non risultava essere la pioggia, ma solo qualcosa di fastidioso che aveva interrotto il suo sogno ad occhi aperti.
Si alzò e si guardò fuori.
Vide la figura affannata di Byron che gli faceva cenno di scendere.
Si sentì subito infervorare e, senza pensarci due volte, scese senza farsi sentire in giardino fino al limitare della foresta, dove Byron attendeva.
"Tu!" Lo additi Taran "lordume, melmoso, non moltuoso, viscidume di..."
"E basta!" Sbottò l'altro "sembri tuo padre!"
Tarriannah sembró riprendersi.
"Senza offesa ma basta lui come matto del villaggio, non iniziare anche te"
"Non dire altro contro mio padre schifidume di..."
"Tarriannah!" Sbottò per farlo smettere.
Taran si calmò e lo guardò "Che cosa vuoi Byron?"
"Solo metterti in guardia"
"E devo crederci?"
"Senti, non voglio litigare" si portò le mani in faccia e poi se le passò fra i capelli "ho detto a mia sorella di non usare la polvere esplosiva o avrebbe danneggiato qualcuno ma non mi ascoltato e l'ho sempre avvisata di tutto"
"Anche quella volta in cui mi avete riempito le mutande di cimici?"
Byron arrossì "Te lo ricordi ancora?"
"Avevo sette anni, mi ricordo molto bene" rispose "anche lì l'hai avvisata?"
"Ehm...lì è stata una mia idea"
"Ho avuto piaghe per quasi un mese! Brutto schifidume, melmostoso..."
"Taran sta zitto!" Lo zittì Byron mettendogli una mano sulla bocca.
Attese qualche istante "ti sei calmato?"
"Sto bene" si ricompose "allora, cosa vuoi?"
"Mia sorella sta allevando un cucciolo di ciciarampa"
Silenzio tombale, solo i grilli della notte facevano da sottofondo.
"Non me la bevo"
"Te lo giuro, vuole usarlo contro la regina Bianca e contro di te"
"I miei genitori e la regina hanno distrutto la valle dei ciciarampa molto tempo fa, non esistono più cuccioli di ciciarampa"
"Uno di loro ha fatto in tempo a deporre l'uovo fuori dalla valle e Iriza lo ha trovato portandolo al nostro castello"
"Me ne torno a dormire" Taran si voltò e si avviò verso casa.
"Non sto scherzando!" Ribattè Byron, ma sapeva che per colpa sua e della sorella non sarebbe mai stato preso sul serio "la cova dura quasi dieci anni a causa della loro dura corazza che si forma solo con gli anni, è stato mio padre a stabilirlo!"
"Se tuo padre ha stabilito ciò dovrebbe anche sapere della nuova vita" puntualizzò Taran "ma non lo sa ergo non esiste questo cucciolo di ciciarampa"
"Per il mio padre e quelli prima di lui, ma mi vuoi ascoltare!?"
"Taran!" La voce di Alice echeggiò per la zona "Taran dove sei"
"Madre" si avvicinò a lei
"Che stai facendo qua fuori? Torna in casa fa freddo" 
"Si madre" lanciò uno sguardo al volo verso la foresta e poi rientró.
Alice lo seguì ma prima si voltò e intravide la figura di Byron che si addentrava sempre di più nella foresta.
Che ci faceva lì?
Al primo momento volle seguirlo ma trattenne il suo istinto infantile e rientró anche lei in casa.
Sicuramente era lì per prenderlo in giro e questo ad Alice non andava giù e se invece non era così voleva scoprire perché.
Magari era venuto per scusarsi, lei ben sapeva quanto Byron fosse diverso da sua sorella.
Il carattere del ragazzo era più simile a quello del tempo e Alice si era trovata bene con il tempo.
Sali in camera di Taran e chiuse la porta.
"Che cosa voleva?"
"Chi?"
Alice incroció le braccia e lo guardò dritta negli occhi "Taran..."
"Niente madre" rispose "dare fastidio tutto qui"
"Beh, io voglio le esatte parole"
Tarriannah sbuffò "Voleva mettermi in guardia da Iriza, ha in mente un piano diabolico in cui fa parte un ciciarampa" Alice si accigliò "te lo detto, voleva solo dare fastidio" si sdraiò a letto "buona notte madre"
"B...buonanotte Taran" non volle discutere oltre ed uscì tornando nella sua stanza, dove il cappellaio attendeva.
"Ebbene? Che succede?"
Alice si mise sul letto e fisso davanti a se senza un preciso fine.
"Alice?"
"Secondo te le coincidenze esistono?"
"Tutto accade per un motivo ma...allo stesso tempo sono coincidenze perciò si esistono le coincidenze"
"Ho ancora quella sensazione...."
"Sensazione?" Domandò il cappellaio "quale sensazione? hai per caso voglia di the? Di un dolcetto?" Si tolse il cappello da notte e fece apparire un piccolo pasticcino con un lampone sopra "pasticcino!"
Alice, che di solito lo avrebbe fermato e rimproverato, non fece nulla.
Per non sprecarlo, Tarrant lo mangiò di gusto.
"Ho come qualcosa che mi lega" si portò una mano allo stomaco "non saprei definirla"
Tarrant si portò entrambe le mani al volto "Non sarai...non ti gonfierai!"
"Tarrant!" Esclamò esasperata.
Va bene non rispondere ma aveva sentito tutto
"Me lo hai fatto credere"
"Non credere è meglio"
"Senti, se ne vuoi parlare sono qui ma...ora voglio la mia Alice e non una musona stile capocciona"
Alice si lasciò sfuggire una risata, immaginandosi Iracebeth con il musone.
"Visto? Ti ho fatto ridere!"
"Sei sleale!"
"Abbasso la capocciona maledetta!"
Alice rinunció e si sdraiò, avvolgendosi fra le sue braccia.

****

Il giorno dopo, Alice si svegliò molto presto.
Il cappellaio dormiva ancora profondamente, russando come un trombone, stessa cosa Tarriannah.
Si vestì al volo e, soprattutto aver dato un bacio sulla guancia a Tarrant, uscì.
"Alice" Bayard, assieme alla moglie e ai cuccioli ormai cresciuti, stava girando per sgranchirsi le gambe.
Quel cane era molto mattutino e sorvegliava la zona in maniera impeccabile.
"Ciao Bayard" lo superò 
"Dove stai andando così presto?"
"Alla valle dei ciciarampa"
Bayard si fermò "Nessuno va lì da anni" disse "è proibito"
"Infrangerò le regole"
Bayard si guardò con la moglie, che annuì, poi segui Alice.
"Sei sicura di quello che fai?"
"Voglio solo vedere una cosa" rispose "sarà questione di poco"
"Cosa vuoi cercare? Magari posso esserti di aiuto"
"Nulla in particolare...semplice...curiosità" si portò una mano allo stomaco.
Ancora quella sensazione spiacevole. 

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Capitolo 5
*** Pericolo imminente ***


Quando raggiunsero la valle dei ciciarampa, trovarono tutto completamente carbonizzato.
C'erano scheletri ovunque e ogni tanto si trovavano unghie e artigli in giro.
Sembrava tutto a posto, tutto come lo avevano lasciato il giorno della bruciatura.
Alice non capiva, perché Byron aveva detto a Taran che c'era una minaccia con tanto di ciciarampa?
Era anche vero che un uovo di ciciarampa si schiudeva dopo dieci anni circa, ma era comunque strano.
I bambini erano piccoli quando avevano bruciato tutto, possibile che uno di loro fosse riuscito a deporre l'uovo in tempo?
"È uno spettacolo orribile" commenti Bayard osservando quello scenario di devastazione "era da tempo che non vedevo una cosa simile"
"Già anche io" rispose distrattamente "continua a non piacermi..."
"C'è qualcosa che posso fare?"
Alice rimase in silenzio, non capiva perché ma sentiva che Byron non mentiva.
Forse il ciciarampa era una scusa ma qualcosa sarebbe accaduta.
"Corri dalla regina bianca, dille che prima i poi accadrà qualcosa e di tenersi pronta"
"E...e se dovesse chiedermi perché?"
"Dille che lo scoprirò"
Bayard non si fece domande e corse via, in direzione del castello.
Alice giró ancora un po' nella valle, poi si incamminò in direzione del castello di Iracebeth.
Voleva parlare con Byron, sapere cosa aveva visto e cosa aveva intenzione di fare.
Magari avrebbe parlato con il tempo, si era sempre mostrato disponibile con lei.
Poco fuori dalla valle, dove l'erba era verde e rigogliosa, non vide dove metteva i piedi e ne mise uno dentro qualcosa di liquido.
Rabbrividì e abbassó lo sguardo per guardare cosa aveva colpito.
Due secondi dopo tossiva e si reggeva ad un albero, la mano davanti alla bocca e che cercava di soffocare i conati.
Aveva affondato il piede dentro ad un guscio enorme ancora pieno di liquido amniotico.
Aveva visto cose ben più schifose, quella era la prima volta che reagiva così.
Chiuse gli occhi e trattenne il fiato, cercando di non pensarci.
Appena riuscì nuovamente a respirare, indietreggió.
Un uovo al di fuori della valle.
Byron aveva ragione.
Lasció perdere il castello dì Iracebeth e corse verso casa.
Sentiva le gambe pesanti ma riuscì ad arrivare lo stesso.
Vide il cappellaio che era appena uscito.
"Tarrant!" Corse verso di lui.
Il cappellaio, appena la vide, sgranò gli occhi stupito e le sorrise "Alice, mia diletta, come mai corri?"
"Tarrant...sta per succedere qualcosa...è importante" disse con il fiatone.
Tarrant gioì "Oh lo so, stiamo giusto per prendere il the e non c'è nulla di più importante del the, giusto ragazzi?" Chiese rivolto a Mally, al leprotto, i gemelli e lo stregatto.
Tutti annuirono a ed esultarono, lanciandosi dolci e posate addosso.
"Prendi un pasticcino!" Il leprotto né lanció uno a Mally, che lo schivò, poi prese la tazza osservandola curioso "tazza"
"Cappellaio sono seria"
"Anche io mio cara" la superó raggiungendo gli altri.
Alice rimase senza parole, la stavano prendendo in giro.
Appena il cappellaio si sedette a tavola con gli altri, non ci vide più.
Si avvicinò anche lei, il caos era tale da farsi sentire per l'intera Saggezzolandia, ma la sua rabbia era arrivata alle stelle.
Va bene vivere in un mondo di matti ma c'era un limite a tutto.
Sbattè la mano sulla tavola e la fece tremare a tal punto che tutti si zittirono e la guardarono spaventati.
"Ditemi che scherzate..." Disse "sta per accadere qualcosa di grave e voi urlate, bisticciate e bevete il the!?"
Tarrant ebbe la decenza di non rispondere, non aveva mai visto la sua Alice così infuriata.
Mally si girò dall'altra parte e fece finta di nulla e lo stregatto evaporò.
Tariannah, svegliato dal vociare dei suoi amici, uscì di corsa appena sentì silenzio.
"Mamma..."
Alice lo ignorò e continuò a guardare gli altri "non sapete fare altro?"
"Ma...noi..." Il leprotto tentò di parlare ma venne zittito da un coppino in testa da parte di uno dei gemelli.
"Qui sta accadendo qualcosa di serio s voi giocate e basta!" Continuó "invece che ascoltarmi e metterci al riparo"
"Scusa Alice...qualunque cosa stia accadendo, io sono con te" disse Mally
"Anche noi!" Dissero i gemelli
Alice fece un cenno con la testa ma era ancora furiosa e sapeva che sarebbe bastata una frase fuori posto per farla scattare.
Guardò verso Tarrant, che annuì s rimase zitto.
"Ma io volevo il the!" Il leprotto bevve una tazza al volo e riempì la seconda.
Tutti si voltarono verso di lui, che si tappò la bocca.
"Vuoi il the caro leprotto?" Gli chiese Alice con tono stranamente ed inquietantemente dolce.
Il leprotto ebbe il coraggio di annuire.
Alice si avvicinò a lui e gli accarezzò il testino, poi prese la tazza di the bollente e, senza preavviso, gliela rovesciò in testa.
Il leprotto urló come un disperato, iniziando a correre per tutta la zona.
"Qualcun'altro?" Chiese con tono sempre calmo.
Tutti dissentirono.
"Adesso, con calma, andate dalla regina Mirana, vi raggiungo subito e decidiamo cosa fare" poi guardò in direzione dello stregatto, che stava nascosto ma era ancora lì "tu invece raggiungi il castello di Iracebeth, trova Byron e portalo dalla regina"
Lo stregatto fece apparire gli occhi, ammiccó e se ne andò.
"Mamma...stai bene?" Taran si avvicinò a sua madre e la guardò.
Mai era stata così infuriata.
"Sto bene tesoro"
"È per quello che ti ho detto ieri?"
"Ne parliamo dopo Taran" disse "raggiungi gli altri"
Tarriannah non disse nulla ed obbedì.
Rimasta sola con il cappellaio, Alice tornó seria e lo guardò con le braccia incrociate.
Tarrant tenne lo sguardo basso.
"Ti rendi conto che sei ridicolo?" Disse Alice "ti parlo di una cosa seria e tu ci scherzi sopra"
"Accade di tutto qui" rispose il cappellaio "ci beviamo sopra e passano da soli"
"E ti sembra il modo di risolvere i problemi!?"
"Tu hai sempre bevuto the"
"Sì ma non durante i problemi!" Chiarì lei "se c'è qualcosa tu pensi sempre a divertirti con gli altri e non sei mai dalla mia parte!"
"Io sono sempre con te!"
"Ah davvero? Allora dove eri quando due anni fa mi sono trovata impigliata in una delle trappole dei gemelli per ben dodici ore? A bere the" silenzio "e quando è nato Taran? Non eri lì con me, eri a bere il the e non ti sei degnato di venire da me fino a che non l'ho avuto fra le braccia!"
A quel punto, Tarrant si alzò e la guardò con occhi minacciosi "Non sei diversa da me Alice" disse "hai accettato me e sei matta quanto me, non per niente se ti offro il the lo accetti"
"The the e ancora the! Sempre e solo the!" Sbottò Alice "sai cosa me ne faccio del tuo the?" Ci fu silenzio e la mano di Alice afferrò un lembo della tovaglia.
"Non oserai..."
"Oh sì...io oso" e con un colpo secco tirò via la tovaglia, facendo cadere piatti, tazzine è tutto ciò che stava sopra, compreso il the.
Il cappellaio gridó e tentò di fermarla, mentre lei scaraventó a terra i superstiti rimasti sul tavolo.
Poi, una volta che il tavolo fu sgombro, si guardò la mano sinistra, dove luccicava l'anello di matrimonio.
Se lo tolse e lo posò sopra di esso "Perdonami Tarrant, non ne posso più" e se ne andò raggiungendo gli altri e lasciando il cappellaio in ginocchio sul prato.

****
"Lasciami! Lasciami!" Si dimenò Byron mentre lo stregatto sorvolava il castello della regina e arrivò alla balconata centrale, dove tutti lo attendevano "lasciami andare stupido gatto a vapore"
"Come vuoi" lo lascio andare, facendolo cadere a terra.
Lily, per quanto lo trovasse antipatico, fu l'unica ad aiutarlo "Tutto bene?"
"Si...grazie Lily"
Lei annuì e tornò al suo posto vicino alla madre.
"Dov'è Alice?" Domandò la regina
"Eccomi" Alice arrivó e si mise vicino a Tarriannah.
Byron era confuso e si sentì in panico
"Vi giuro che oggi non ho fatto ancora nulla"
Mirana sorrise a quella frase, sapeva che Byron era buono e che seguiva solo la sorella.
Byron guardò Taran "Non è per le cimici vero?"
Lui scosse la testa
"Dimmi che non hai detto niente"
Taran assunse un aria di sfida "La vendetta va servita fredda" disse "ma se vuoi provvedo subito"
"Taran per favore!" lo rimproverò Alice, che si fece avanti e mise una mano sulla spalla di Byron "so che ieri hai parlato di un pericolo imminente" disse "abbiamo bisogno di sapere esattamente di che si tratta in modo da prevenire ogni danno"
Byron si sentì ribollire dalla paura lo stomaco.
"Ecco...mia..sorella ha trovato...un cucciolo di ciciarampa e..."
"COSA!?" Dissero in coro quasi tutti, tanto che il leprotto iniziò a correre terrorizzato.
Alice noto che la sua testa ancora fumava e sentì un senso di colpa incredibile.
"Ignorali" disse Lily avvicinandosi a sua volta "com'è possibile?"
"Avevamo bruciato tutto" commentó Mirana.
"Ma io l'ho visto"
"All'alba ho fatto un giro di perlustrazione" si intromise Alice "ho trovato un uovo schiuso da poco fuori dalla valle, c'era ancora del liquido amniotico"
Taran, che si era pentito di non avergli creduto, lo guardò "E che intenzioni ha?"
"Non lo so di preciso, ma ha a che fare con te e Lily"
I due ragazzi si guardarono, stessa cosa Mirana e Alice.
"Penserò io a tutto" disse la regina "Lily, mia zanzarina, accompagna Byron nelle cucine e prendete pure i dolcetti che troverete sul tavolo, penserò io a farti tornare a casa mia caro e a parlare con tua madre"
"Molte grazie zia" chinò il capo e seguì Lily
"Taran tu vieni" chiese Lily 
"Vai tesoro" acconsentì Alice e Taran li segui.
Alice sospiró, Byron era tutto il contrario della sorella "Come può una donna come Iracebeth aver avuto un figlio così?" 
"Avrà preso dal tempo" commentó facendo cenno ad Alice di seguirla.
Entrarono nel castello e raggiunsero il laboratorio.
"Ho notato che non hai l'anello e che il cappellaio non c'era"
"È una storia lunga" taglió corto lei e Mirana, infatti, non chiese altro, anche se aveva intuito.
"L'amore è una forza maggiore, nessuno la può controllare, va e viene" iniziò ad armeggiare con delle fiale e degli ingredienti, infine porse un bicchiere colmo ad Alice.
Annusò l'odore acre che proveniva da quel liquido e fece una faccia disgustata, poi ebbe un flash.
"Ma...questo odore..."
Mirana sorrise
"No...è impossibile"
"Non penso proprio" la guardò molto attentamente da testa a piedi "si confermo, sai come funziona, su su"
Alice sentì un groppo alla gola.
Tutto ma non quello.
Lo bevve d'un fiato e attese, infine il suo corpo si illuminò per qualche secondo.

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Capitolo 6
*** Notizie e tasselli ***


Ciao! La volta scorsa ho dimenticato i ringraziamenti! Perdonoooo.
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono e chi legge silenziosamente.
In particolare LadyJulia, senza la quale questa storia non avrebbe vita e non esisterebbe.
Buona lettura ciauuuuuu



"Stai bene? Sembri agitato" disse Lily rivolta a Byron.
Quella sua confessione l'avevo messo nei guai.
Sapeva che sua sorella lo avrebbe ucciso se avesse fiatato e dal momento che lo aveva fatto, si sentiva già il cappio al collo.
Suo padre era così impegnato che se fosse scoppiata una guerra lui non se ne sarebbe accorto.
Se avesse, invece, parlato con sua madre avrebbe ottenuto una carezza, un dolcetto e nient'altro, lei avrebbe appoggiato Iriza.
Era diventato dello stesso colore dei capelli di Lily.
"Per me pensa a quale morte andrà incontro grazie ad Iriza" scherzó Tarriannah
"Taran!"
"No Lily, lo stolto ha ragione"
"Che ti dicevo?" Disse fiero Taran, sorvolando sulla parola stolto.
Lily gli lanció un occhiataccia e poi riguardó Byron
"Se mia sorella sa che ho parlato mi farà a pezzi...oddio, già vedo la mia testa rugosa e in miniatura sulla sua parete accanto alle altre" si passò le mani fra la faccia e i capelli.
"Tua sorella ha teste rugose in miniatura!?"chiese schifato Taran 
"Non mi ci far pensare" prese un dolcetto e lo mangió con foga "voglio morire...ma non così"
"Se vuoi ci penso io" Taran gemette a causa di una gomitata ricevuta da Lily.
"Sta tranquillo, mia madre ti proteggerà" lo rassicurò la principessa "penserà lei e la mamma di Taran a sistemare tutto"
Byron annuì, anche se si sentiva sempre meno rassicurato.
"Forse è meglio se vado" si alzò "non voglio recare altro disturbo"
"Byron..."
"Ci si vede Lily" sorrise e poi guardò Taran "smilzo"
"Testa d'uovo" ennesima gomitata da parte di Lily.
Quando Byron uscì, sospirarono e raggiunsero gli altri sul terrazzo.
La lepre, Mally e i gemelli erano intenti a discutere a voce alta e fare guerre fra di loro per prepararsi a qualsiasi attacco, mentre Bayard osservava verso la porta del castello.
"Bayard" Lily si avvicinò al segugio e lo accarezzó "mia madre dov'è"
"Con Alice lì dentro e..."non fece in tempo a finire la frase che Mirana e Alice spuntarono dalla porta del castello.
Mirana sfoggiava un enorme sorriso e Alice in aria cupa.
"Noi siamo pronti Alice!" Esclamò Mally sfoderando il suo ago che fungeva da spada ed esultando "abbasso le capoccione maledette!"
Tutti si unirono al coro, tranne Bayard.
"Che succede mia cara?"
Alice non rispose e alle sue spalle apparve lo stregatto
"Alice non è pronta per il lieto evento" disse con voce calma "bisogna essere matti per esultare per certe cose vero? In un momento come questo"
Bayard non ci mise molto a collegare, mentre gli altri ci stavano ancora ragionando.
"Madre" Taran si avvicinò "intendete dire che..." Lanciò uno sguardo veloce al ventre di Alice e poi incrocio i suoi occhi, restando senza parole.
Lily era felice per Taran, anche a lei non sarebbe dispiaciuto un fratello o una sorella.
"Congratulazioni!" Anche Mally aveva finalmente capito.
I gemelli si guardarono e, anche se non ci erano ancora arrivati del tutto, si avvicinarono "complimenti!"
"Non ho capito" il leprotto era confuso e rimase in disparte.
Fu inondata dai complimenti ed infine decise di tornare a casa.
Taran fece cenno a Lily che si sarebbero rivisti e segui la madre con i suoi amici.
"Vi sentite bene madre?" Chiese vedendo la faccia da funerale di Alice "avete l'aria stanca e triste"
"Sto bene caro" rispose con un lieve abbozzo di sorriso.
Non era pronta ad affrontare il cappellaio, che sicuramente era intento a piangere sulla tavola distrutta.
Aveva esagerato, lo sapeva bene, ma il cappellaio era difficile.
A lei sembrava di avere un altro figlio a cui badare e adesso che era davvero in arrivo aveva bisogno di molto più aiuto.
Non avrebbe dato tutto il peso a Taran.
Venne ridestata dalle urla dei suoi amici, che avevano visto la tavola disfatta e le tazze rotte a terra.
Il cappellaio era seduto sui gradini di casa, in silenzio e con lo sguardo basso.
"Ma che è successo qui?" Chiese Taran, mentre tuttigli altri si radunavano attorno alle tazze e le osservavano con aria disperata.
Alice non rispose e si avviò verso casa ignorando il cappellaio, che aveva fra le mani l'anello di Alice.
Entró e chiuse la porta andando a sdraiarsi sul letto con gli occhi verso il soffitto.
Che cosa avrebbe fatto? Sapeva di aver esagerato e doveva chiedere scusa ma allo stesso tempo non aveva voglia di farlo.
Non voleva vedere il cappellaio, non per il momento.
Si portò le mani al ventre e sospiró.
Un nuovo arrivo, non cercato e non desiderato.
Non aveva intenzione di avere altri figli e non si capacitava del perché fosse successo, ormai capitava così di rado che il cappellaio la toccasse da non avere neanche più il desiderio.
Che fosse stata l'ultima volta che era successo? Circa un mese prima?
Non lo sapeva neanche lei e la cosa che l'aveva lasciata senza fiato era il colore della luce che l'aveva avvolta poco prima.
Era argento...argento era il colore opposto all'oro...oro era il colore uscito con Taran.
Taran era maschio e l'opposto di maschio era femmina.
Le cose non potevano andare peggio.
"Osservare il soffitto mi è sempre piaciuto" la voce del cappellaio irruppe nella stanza "l'altro giorno ci ho visto un coniglio rosa con le orecchie lunghe come i tuoi capelli" ridacchió ma torno subito serio vedendo che la moglie non reagiva.
Si avvicinò a lei e si sedette sul letto.
"Ehi Alice" mormorò "ti va una tazza di the?"
Alice fremette.
La stava prendendo in giro?
Gli lanció un occhiataccia così furiosa che Tarrant sussultó
"Che ho detto?"
"Che hai detto?" Ripetè Alice "mi prendi in giro Tarrant?"
"No perché?"
"Pensi che prima scherzavo? Basta questo the! Non risolve i problemi e mai li risolverà!"
Tarrant abbassó lo sguardo
"Non risolverai niente Tarrant!" Quasi urlava nel parlare "non risolverai i tuoi problemi e nemmeno quelli in cui cacci me hai capito?"
"Ma io non ti caccio nei guai" il suo tono infantile faceva irritare di più Alice
"A no?"
"No non mi sembra"
"Allora pensa all'ultima volta che mi hai toccata e poi ne riparliamo" si alzó dal letto e scese in giardino, dove i suoi amici stavano sistemando tutto assieme a Taran.
Il cappellaio non capì e la segui, sotto lo sguardo dei ragazzi.
"Alice!"
"Lasciami in pace Tarrant"
"Madre che succede?" Intervenne Tarriannah, non sapendo come mai litigassero così.
Alice andò un po' più avanti e si fermò, mentre Tarrant osservava il figlio.
"Niente"
"Come niente!? State litigando!"
"Incomprensioni...meno male che ho te" sorrise al figlio e allungó le mani verso le sue spalle "tu mi capisci, sarai grande e diventerai grande" disse "sarai un bravo cappellaio"
Taran rabbrividì e fece un passo indietro
"Un cappellaio?"
"Si!"
"...E...cosa ci fa credere che voglio fare il cappellaio?"
Il cappellaio si immobilizzó "È la tradizione, ogni discendente della famiglia Hightopp diventa cappellaio"
"Ma io non voglio farlo!"
"Oh si che lo farai"
"Ma anche no!" Ribattè "io non sono come voi e non intendo diventarlo, vi siete fatto un idea sbagliata"
"Taran..."
"Perdonatemi padre, io non sono come voi" indietreggió ancora e se ne andò in casa.
Alice, a quel punto, capì parecchie cose.
Capì il perché, diciassette anni prima, il cappellaio le aveva chiesto di avere figli.
Non perché lo volesse ma perché aveva necessità di un discendente.
Allora, anche la bambina che aspettava era per lo stesso motivo, l'avrebbe fatta diventare cappellaia...anche se non era stata cercata.
"Come hai potuto"
"Alice!"
"Stammi lontano Tarrant!"
"Dimmi cosa ti ho fatto!"
"Arrivaci da solo"
"Non lo so!"
"ASPETTO UN BAMBINO!"
Per un attimo ci fu silenzio e poi, la prima cosa che si udì furono le urla isteriche del leprotto, che correva tenendosi le orecchie e si strappava i peli disperato.
Aveva appena realizzato quello di cui tutti parlavano dal castello.
Nessuno sembrava badarci.
"Che cosa?"
"Mi hai sentito bene...ed è femmina"
"Davvero?"
Chi tace acconsente.
Tarrant fece uno strano verso e cadde a terra svenuto.
Ci fu un vociare unico e tutti si riunirono attorno a lui.
"Cappellaio svegliati!" Gridó Mally strattonandolo per la manica.
Lo stregatto apparve dietro a Tarrant "Ci penso io" lentamente prese il cilindro sulla testa di Tarrant.
Sentendo un vuoto sopra di se, il cappellaio si risvegliò.
"Il mio cappello!" Lo stregatto glielo rimise in testa "oh meno male" poi guardò Alice tornando serio
"Stai bene?" Chiesero tutti e lui annuì
"Alice..." la guardò negli occhi "è vero?"
Alice annuì "Si...si è vero"
Un altro gemito e Tarrant sveni di nuovo.

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Capitolo 7
*** Il futuro di Saggezzolandia ***


Un super mega grazie a LadyJulia!!! E consiglio vivamente a tutti di leggere anche le sue storie ❤️


Una settimana dopo erano di nuovo punto e a capo.
Ormai tra Alice e il Cappellaio sembrava essere sparita la fiamma che li univa e nessuno osava dire una parola in merito a tale argomento.
Aveva portato pazienza anche fin troppo e persino Iracebeth, che ne era venuta a conoscenza, si chiese come avesse fatto a sopportare quell'ammasso di bestie da circo, cappellaio compreso.
Eppure nessuno vedeva Alice affranta o altro, forse perchè era ancora troppo arrabbiata...o forse perchè finalmente poteva respirare.
Vedeva Sottomondo con occhi diversi, con gli stessi occhi della sua prima volta, quando era solo una bambina spensierata che pensava solo a sognare.
Ed era in quel frangente che tutti si accorsero che Tarriannah aveva preso molto da lei, tranne l'aspetto fisico, lì era un perfetto Hightopp.
Lui era l'unico che Alice non intendeva mollare, era solo per lui che ancora condivideva il tetto con Tarrant.
Il cappellaio, invece, era strano.
Non che non lo fosse mai stato, ma era cambiato e nessuno riusciva a capirlo.
Quando era da solo aveva l'aria depressa e stanca, sembrava uno che voleva buttarsi dalla torre più alta del castello della regina.
Quando stava con Alice, invece, faceva di tutto per rallegrarla e farle capire che ci teneva ancora a lei e alla bambina che portava in grembo, anche se Alice lo ignorava come si fa con le dondolibellule fastidiose.
Ci erano voluti due giorni per fargli realizzare che diventava ancora padre e in quei giorni non faceva altro che fabbricare cappelli da donna in miniatura pronti per questa bambina, che ancora non aveva realizzato la sua esistenza.
Tutti lo definirono completamente partito, così da non struggersi nel cercare qualche definizione del carattere.
Per quanto riguardava Iriza, non c'erano novità.
Byron li teneva informati solamente su come coccolava il suo animaletto domestico e di novità su imminenti attacchi non ne aveva.
Tempo aveva troppo da fare per badare ai ragazzi, istruiva Byron ma fare il padre riusciva ben poco, mentre Iracebeth, che fingeva di non capire, sembrava molto attaccata alla figlia e dopo ogni loro conversazione, Byron notava che Iriza scendeva subito dal cucciolo di Ciciarampa.
Lo aveva riferito a sua zia ma nessuno si muoveva.
Un giorno, però, Byron corse subito a casa di Taran e lo obbligò a scendere.
Era notte fonda.
“Che cappello vuoi a quest'ora?” disse mezzo addormentato e cercando di sembrare un duro.
“Devi venire con me, svelto!”
“Ma è notte!”
“Muoviti!” lo prese per la manica del pigiama e lo trascinò per tutta la foresta fino al suo castello.
Taran si bloccò all'ingresso
“Io non ci entro lì! Vuoi scherzare?”
Byron sbuffò, sapendo quali erano le voci che circolavano sul castello di sua madre.
“Non mi dirai che credi alle storie dei fantasmi e delle armature che sparano frecce velenose a chiunque entri tranne a noi”
“Perchè non è vero?”
Byron rise di gusto
“Certo che no!” rispose aprendo il portone ed entrando.
Taran lo seguì, in punta di piedi, immaginandosi la sua vita fino a quel  momento e la reazione dei genitori se lo avessero trovato morto e pieno di sangue.
“Attento al tappeto!” esclamò Byron “risucchia gli estranei!”
dalla paura, Taran si mise in braccio ad un armatura lì vicino
“E le armature rilasciano veleno soporifero” Byron ghignava tra se e se.
Adorava prenderlo in giro e vedere le sue reazioni.
Si chiese come facesse sua sorella a non divertirsi nel prenderlo in giro, lei amava fare del male e fare scherzi dove qualcuno si feriva.
Lui non ci trovava gusto in quello.
Non avendo capito lo scherzo, Taran camminò esattamente sul pavimento tra le armature e il tappeto.
Seguì Byron fino ad una porta.
“Adesso andiamo nelle segrete”
“Cosa?!” incrociò le braccia “stavolta non ci casco!”
“Muoviti cappellaio!” lo trascinò dentro
“Non sono un cappellaio!” ribattè “non sono come mio padre” aggiunse in un sussurro.
Lo portò sempre più giù fino a che non si iniziarono a vedere delle celle.
C'era silenzio...troppo silenzio.
“Guarda” Byron indicò una cella.
Dentro c'era il cucciolo di ciciarampa, che cresceva ogni giorno di più.
“Per tutti i cappelli cappellosi” Taran fece un passo indietro “non ne avevo mai visto uno”
il ciciarampa se ne stava in un angolo, li osservava e li studiava.
“Nemmeno io” rispose Byron “ma guarda, non prova neanche ad attaccare”
“E' solo un cucciolo aspetta che diventi grande”
“Frena smilzo e ascolta” si rivolse al cucciolo e lo guardò dritto negli occhi “ti ho fatto una promessa...intendo mantenerla”
Taran alzò gli occhi al cielo e borbottò tra se e se “Ecco, pure con gli animali parla”
“Ripetimi ciò che mi hai spiegato stamattina”
“Io devo solo stare zitto, parlo con un ghiro, con un gatto vaporizzante e con una lepre sciroccata”
“La vuoi smettere smilzo!?” lo zitti Byron, odiando quel continuo borbottio.
Taran sbuffò e attese.
Il ciciarampa si avvicinò lentamente e guardò Taran.
“Tu sei il cappellaio?”
Taran evitò di dire tutto quello che gli passava per la mente e si limitò ad annuire.
“Tu farai una brutta fine” disse con un tono che lasciava intendere che stesse dicendo una profezia “arriverò, arriverò presto” continuò “arriverò e distruggerò tutto ciò che mi verrà chiesto di distruggere”
Taran indietreggiò “Presto, tutta Saggezzolandia sarà immersa nel rosso delle fiamme infernali della mia specie, arriveranno, arriveremo tutti”
detto questo, il ciciarampa si accucciò nuovamente nell'angolo e si mise a dormire.
Taran era impietrito e senza parole.
“Mi serve il tuo aiuto” aggiunse Byron rivolto al ragazzo “devi aiutarmi a fermare Iriza”
Taran scosse la testa “E' impossibile...devo avvertire gli altri!” 
“No fermo!” fece per seguirlo ma entrambi vennero bloccati dalla figura di Iriza, che li guardava dall'ultimo gradino delle scale.
“Proprio tu, Byron, mi tradisci e ti allei con questo idiota?”
“Iriza devi fermarti, non finirà bene e tu lo sai”
“Smettila!” sbottò lei “me la pagherai fratellino, non finisce qui!” frugò sotto la veste estraendo un sacchetto “e per evitare altri impedimenti, mi assicurerò che nessuno dei due si metta più in mezzo” e dal sacchetto prese della polvere, o meglio sabbia, dorata.
“Oh per tutti i tempi, Iriza ferma!” provò a fermare la sorella, ma venne preso in pieno volto dalla polvere e così anche Taran.
Quando entrambi riuscirono ad aprire nuovamente gli occhi, si accorsero di essere sperduti in quello che, all'apparenza, assomigliava ad un deserto.
“IRIZA!”
*******************
“Taran!” Alice si svegliò di scatto, respirando a malapena e sentendo solo una forte nausea.
“Cosa? Chi è? Abbasso la capocciona maledetta!” Anche il cappellaio si era svegliato e notò Alice “Alice?”
“E' successo qualcosa...Qualcosa non va...Taran!” si alzò di scatto e corse nella stanza del figlio...trovandola vuota.
Si portò le mani alla bocca e sgranò gli occhi uscendo di corsa, seguita dal cappellaio, che non capiva.
“Taran!” chiamò a gran voce “Taran!” si voltò verso il cappellaio “è sparito”
Tarrant corse in casa e ne uscì due secondi esatti dopo vestito “Adrò a cercarlo”
“Tarrant” lo fermò Alice, indecisa se fermarlo o assecondarlo.
Si limitò a guardarlo negli occhi e basta, quegli di cui era ancora innamorata.
Il cappellaio si voltò “Non temere mia dolce dondolibellula” gli disse “tornerò con nostro figlio e tornerò da te e la nostra piccina!” esclamò tutto baldanzoso, per poi darle un bacio sulla fronte e inoltrarsi nella foresta.
Alice ebbe un tuffo al cuore appena lo vide sparire e sentì la nausea trasformarsi in ben altro.
Corse in casa, prima che fosse tardi.

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Capitolo 8
*** Sperduti ***


Non so come scusarmi per l’incresciosa assenza su questa storia…chiedo perdono in mille lingue (se sapessi parlare almeno bene la mia lingua madre…italiano)
Ad ogni modo, avevamo lasciato i nostri protagonisti così:
Iriza (figlia di Iracebeth) ha spedito il gemello Byron e Tarriannah (figlio di Alice e Tarrant) nel deserto e abbiamo lasciato Alice in conflitto con Tarrant e con la nuova vita appena scoperta.
Ce la faranno i nostri eroi a sistemare i loro problemi? Boh, dipende da chi scrive muahah.
 
NB: Vi ricordo che questa storia è un’idea di Alice_Rabbit_Hole (ex LadyJulia) e che, se non fosse per lei, non esisterebbe la storia. Un consiglio…leggete le sue, sono F-A-V-O-L-O-S-E
 
Buona lettura!
 
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“Dannazione!” sbottò Byron, tirando un calcio alla sabbia rovente che si levò in aria e finì addosso a Taran.
“Ehi! Sta attento!” esclamò infastidito il rosso, pulendosi il pigiama “Piuttosto, che facciamo?”
Byron era infuriato e questo fece preoccupare Taran ancor più del fatto che si trovavano in mezzo ad un deserto.
Conosceva quel ragazzo e sua sorella da anni e mai lo aveva visto così arrabbiato e fuori di sé come in quel momento.
Iriza aveva giocato sporco e non solo con Tarriannah, come già era abituata a fare; stavolta lo aveva fatto anche con suo fratello e questo non andava giù al povero ragazzo.
Emise un sospiro, simile più ad uno sbuffo, per calmare i nervi.
Chiuse gli occhi alcuni istanti e poi si voltò, guardando prima verso il cielo e poi verso Taran.
“Credo che siamo a Fandonia”
Taran sgranò gli occhi “Com’è possibile?” domandò con sguardo incredulo “Fandonia si trova circa venti cilindri da casa mia e, se dove viviamo noi è notte, come può essere giorno qui?”
Byron gli lanciò un’occhiata in tralice “Sei serio, smilzo? Mi vuoi dire che tua madre, così colta e studiosa, non ti ha mai detto che ogni regno ha un orario differente?”
Taran si irrigidì “Mi ha spiegato che da dove viene lei esiste una cosa chiamata, fuso orario, ma non credevo esistesse anche qui”
Byron si portò una mano sulla fronte “Adesso capisco perché mia sorella adora tormentarti più di quanti ami farlo a Lily.”
“Adesso capisco perché ti detesto.” Sbuffò Taran di rimando, slacciandosi il primo bottone del pigiama e asciugandosi la fronte “Fa un caldo cappelloso, ma tu come fai a resistere con quella cosa addosso?”
“Credimi, ho caldo anche io, solo che non mi lamento come fai tu.” Fece appena in tempo a vedere Tarriannah che gli lanciava uno sguardo fulminante, poi chiuse nuovamente gli occhi “Non riesco a vedere niente, nemmeno il futuro o altro” aggiunse con tono irritato
“Com’è possibile?” si stupì Taran “Sei il figlio del tempo!”
“Beh, a quanto pare non ho ereditato ogni suo singolo potere!” Byron si calmò e si osservò attorno “Non possiamo stare qui in mezzo, dobbiamo andarcene prima che il sole raggiunga lo zenit”
“Sì, è meglio.” Confermò Taran, riflettendo “Se non ricordo male, Lily mi ha riferito che suo padre è il re di Fandonia, se davvero ci troviamo in questo regno e riusciamo ad orientarci, forse potremmo raggiungere il castello del sovrano e farci aiutare”
“Anche se detesto ammetterlo…” Byron deglutì e si sforzò di parlare “…hai ragione tu, smilzo”
Entrambi osservarono il cielo.
“Ok… non so come si fa.” ammise Tarriannah “Non ho preso da mia madre il senso dell’orientamento”
“Mi chiedo cosa tu possa aver preso da lei” borbottò Byron.
“Con questo che cappello intendi?”
“Assolutamente niente.” Poi guardò ai piedi di Taran “Attento allo scorpione”
Taran cacciò un grido ed iniziò a saltellare; terrorizzato all’idea di calpestarne uno.
Byron ridacchiò, poi puntò il dito verso l’alto “Il sole sorge ad Est e tramonta ad Ovest…” con il braccio disegnò un arco che andava dalla sua destra alla sua sinistra “…se non ricordo male ho visto tra le mappe di mia madre quella di fandonia ed il castello dovrebbe trovarsi a Nord…” spostò il braccio, sempre con il dito puntato, davanti a sé “…per di là!” ed iniziò a camminare.
Taran, una volta assicuratosi che lo scorpione non c’era, sbuffò per il caldo “Speriamo non sia tanta strada” e lo seguì, saltellando di tanto in tanto per paura di finire con il piede sopra ad uno scorpione
 
*****
 
“Taran!” la voce del cappellaio si poteva udire a chilometri di distanza in quanto purtroppo non era in grado di tenerla più bassa “Taran, dove sei?” uno strano sorriso stampato in volto “Basta giocare, non mi sembra l’orario più adatto”
Poco distante da lui, si udì uno sbadiglio e da una nube comparve lo Stregatto “Quanti strepiti, è il cappellaio che sta venendo qui.” Commentò “E dove credi di andare vestito così?” chiese alludendo alla lunga camicia e dal cappello da notte che indossava.
“Oh!” il cappellaio sgranò gli occhi e sorrise alla volta del gatto, ignorando volutamente la domanda “Cara palla di pelo pelosa, stavolta sei capitato al cappello giusto!”
Lo Stregatto sorrise furbamente “In che cosa posso aiutarti?”
“Sto cercando mio figlio.” spiegò il cappellaio “Pare che sia uscito e sia andato a trovare la nostra amata principessina, ma non riesco a trovarlo”
Il gatto iniziò a roteare su se stesso, apparendo e scomparendo in continuazione per far irritare il cappellaio.
“L’ultima volta che l’ho visto…” si spostò davanti al volto di Tarrant e si mise a testa in giù “…stava correndo in direzione del castello del Tempo con il figlio della capocciona”
Lo sguardo del cappellaio variò da sorridente a serio…quasi furioso.
“Quella capocciona…” mormorò fra sé e sé “lo sapevo che c’era di mezzo Lei! Quella sudicia, schifiltosa, non moltuosa, razza di mappamondo ambulante!”
Con un gesto veloce della mano, si strappò la camicia da notte e si ritrovò già vestito dei suoi soliti abiti.
Poi mise una mano dietro alla schiena e fece apparire il suo amato cappello, che mise subito in testa sopra quello da notte.
“Adesso mi sentirà!” disse, incamminandosi a passo deciso verso il castello del Tempo.
Lo Stregatto rimase di stucco “Dormi sempre con i vestiti addosso?” chiese, anche se Tarrant non lo avrebbe mai udito.
Sospirò e sorrise, mostrando tutta la sua dentatura.
Infine iniziò a svanire lentamente finché non rimasero che gli occhi e la bocca, i quali sparirono subito dopo.
 
*******
 
Byron e Taran camminarono a lungo, anche se sembrava loro un’eternità.
Persino il figlio del Tempo, abituato a controllare ogni singolo istante, non era in grado di quantificare quanto lasso fosse passato dall’inizio della camminata a quel momento.
Il sole batteva forte sulle loro teste tanto che Byron si era tolto l’armatura pesante ed era rimasto con il petto nudo.
Stessa cosa aveva fatto Taran, togliendosi la parte sopra del pigiama.
Sapevano che era sconveniente e poco educato mostrare il proprio corpo a persone esterne alla famiglia o personale addetto alle cure dell’individuo, ma a nessuno dei due importava.
Non adesso.
Taran, invece che lasciare delle impronte nella sabbia, stava lasciando delle lunghe strisciate; faticava ad alzare le gambe e ormai camminava ad occhi chiusi.
I suoi capelli, solitamente scarmigliati e simili ad un cespuglio di bacche ambulante, erano bassi e bagnati di sudore.
Il respiro si era fatto affannoso e, a causa del caldo, si era messo persino a cantare canzoncine stupide come quelle che cantava il padre durante le bevute di the.
“Vedi di tacere, cappellino” lo ammonì Byron “un’altra nota e la mia armatura finirà dritta sulla tua testa”
Taran non fece alcuna faccia e non provò nemmeno a rispondere “Sono stanco…voglio una tazza di the…”
Come faceva a pensare al the in quel momento lo sapeva solo lui, Byron non si fece troppe domande.
“Resisti, smilzo” lo incoraggiò, anche se non riusciva a nascondere il fiato corto “resisti”
“Non ne posso più!” biascicò il rosso di rimando “La capoccione due non poteva farci finire nel regno Indorato? Proprio nel deserto di Fandonia?”
“Nel regno Indorato ci sono le paludi zanzarose.” spiegò Byron “Una puntura e sei morto entro dieci minuti”
Taran si fermò un istante, sembrava sul punto di mettersi a fare scenate. Ma non accadde.
Tutto ciò che riuscì a dire fu “Ho ancora voglia della tazza di the”
Byron sbuffò e osservò davanti a se, nella speranza di vedere la fine del deserto; Iriza doveva averli spediti esattamente al centro di quella landa desolata.
Socchiuse gli occhi e si mise una mano davanti alla fronte per farsi un po’ di ombra e vedere meglio.
In lontananza intravide qualcosa di nero e argento che si avvicinava.
“Smilzo…lo vedi anche tu?” domandò fermandosi e indicando davanti a se.
Tarriannah lo imitò ed osservò il punto indicato; qualcosa si stava avvicinando e stava facendo polvere.
“Sì lo vedo!” fece un profondo respiro ed iniziò ad agitare le braccia “Ehi! Siamo qui!”
Byron fece lo stesso “Ehi! Siamo qua!”
Pochi istanti dopo udirono una voce, proveniente dal punto nero, che gridava “C’è qualcuno! Presto venite!”
I due ragazzi smisero di agitare le braccia e tentarono di raggiungerli; ma faceva caldo…troppo caldo.
Taran non riusciva più a camminare.
“Byron…non ce la faccio più…” un altro passo e poi cadde a terra svenuto.
“Smilzo!” tentò di soccorrerlo “Avanti, smilzo, svegliati” tentò di scuoterlo “Taran, rispondimi!”
Ma il rosso non si mosse.
Byron, per quanto stanco e allo stremo delle forze, si voltò verso quello che si rivelò essere un gruppo di soldati “Ehi! Fate presto!”
Poi tornò a guardare Taran “Resisti, capellone, tra poco saremo salvi.” sospirò e si lasciò cadere a terra accanto a Taran “Iriza me la pagherà…me la pagherà molto cara”

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Capitolo 9
*** Strategie ***


Rieccomi di nuovo!
Come vedete ho deciso di riprendere questa storia e intendo finirla.
Ribadisco che il merito va tutto ad Alice_Rabbit_Hole!!! Lei ha avuto l’idea e lei mi ha permesso di pubblicarla (ovviamente lei è la capa in testa…giusto mon amour???)
Buona lettura a tutti e grazie a chiunque voglia leggere e grazie a chi ha voluto riprendere la storia dopo tutto questo tempo.
 
 
Tarrant corse a perdi fiato fino al castello di Iracebeth e Tempo; il suo sguardo era serio e non lasciava trasparire la minima pazzia.
Spalancò le porte del palazzo, senza attendere alcun tipo di invito. Raggiunse la sala del trono che, in confronto a quella della regina Mirana, era vuota e priva di ogni tipo di luce e ornamenti.
“Capocciona!” urlò “Melmostosa, schifiltosa, razza di pustolosa e poco moltuosa capocciona maledetta!” sputò questi insulti con tutto il fiato che aveva in gola “Esci fuori!”
Invece che udire il passo veloce e ticchettoso di Iracebeth, udì quello pesante e ferroso del signore del Tempo seguito da quello del suo fedele maggiordomo Wilkins.
“Quanto caos!” disse Tempo, avvicinandosi a grandi passi “Non è me di fare caos! Chi osa disturbare?” poi si accorse della presenza del cappellaio “Oh…sei solo tu”
Tarrant sembrò stupirsi di quella frase e cambiò di colpo espressione “Se non lo fossi vorrei esserlo”
“Che cosa vuoi, cappellaio?” domandò Tempo in tono spazientito “Non ho me da perdere”
“Sarà difficile che ti perdi!” sorrise il cappellaio “sai meglio di me che nella vita non si PERDE tempo” iniziò a ridacchiare, anche se la battuta gli era venuta malissimo.
Tempo sbuffò “Ti concedo un minuto di me stesso per dirmi quello che hai da chiedere altrimenti sparisci, sciroccato”
“Molto bene.” Il cappellaio si ricompose, per quanto possibile “cercavo mio figlio, so che è venuto qui con il tuo”
Tempo sembrò riflettere “Non vedo Byron da ieri sera…” commentò “…dovrò verificare.” Si voltò e si allontanò “va a casa, matto” intimò Tempo “ho delle faccende da sbrigare, ti comunicherò tutto più tardi”
Il cappellaio fece pe ribattere, ma Tempo era già scomparso.
Tarrant sospirò e tirò fuori dalla giacca l’orologio da taschino; sorrise “E’ tempo di una tazza di the!” con questo pensiero in testa, uscì dal castello saltellando allegramente.
Tempo lo udì uscire e sospirò rassegnato; non sarebbe mai cambiato quel cappellaio.
Si addentrò nei bui corridoi del castello e raggiunse una stanza la cui insegna diceva –Sottomondo–
Al suo interno vi erano le mappe animate di tutto il Sottomondo, di ogni regno che esso conteneva.
Al centro della stanza vi era una colonna in pietra dorata con una sfera di cristallo posta sulla cima.
“Mostrami mio figlio” deglutì, sperando di non vedere qualcosa di strano.
Anche se era il Tempo in persona, non poteva sapere come vivevano i suoi figli ed il loro tempo in quanto avevano da se i suoi poteri; solo che Byron li aveva sviluppati…Iriza no.
Lei aveva preferito la chimica.
La sfera si illuminò di una luce potentissima ed infine un raggio di essa si puntò contro una della mappe. Quella di Fandonia.
All’interno della sfera, nel frattempo, si era creata l’immagine di Byron: lo vide in un corridoio, appoggiato al muro vicino alla finestra.
“Il castello del re di Fandonia…” si avvolse il mantello sulle spalle ed uscì dalla stanza “WILKIIIINS!”
“Zi padrone?” rispose la voce di Wilkins, che era esattamente accanto lui già da prima.
“Smettila di girovagare e trova Iriza!” ordinò “quando tornerò voglio che me la fai trovare nella sala del trono!”
“Zubito zignore!” esclamò il robottino, mettendosi subito all’opera.
 
*****
 
Taran lanciò un grido spaventato e spalancò gli occhi, facendo un balzo e trovandosi aggrappato…alle tende bianche di un enorme letto a baldacchino.
In quel preciso istante, si spalancò la porta della stanza in cui si trovava; entrò Byron.
Al primo momento aveva lo sguardo allarmato, poi scoppiò a ridacchiare “Ben svegliato, smilzo”
Taran, ancora appeso alle tende “Ho sognato che tuo padre annullava l’ora del the…nessuno può abolire l’ora del the!” poi si guardò attorno spaventato “Dove cappello mi trovo!?”
Byron sbuffò “Scendi giù, razza di idiota, nessuno abolirà l’ora del the…per ora”
Taran tentò di calmarsi e scese giù.
Una volta a terra, si accorse di indossare una lunga camicia da notte maschile bianca, ed un cappello da notte.
Emise un altro grido “Che cappello sto indossando!?” sgranò gli occhi “sembrò mio padre!” si portò le mani al volto “ditemi che non sono diventato bianco come lui!”
All’improvviso ricevette una manata sulla testa “Datti un contegno, rosso.” Disse Byron facendolo smettere “Ringrazia di essere ancora vivo.” poi si avvicinò al letto e prese una pigna di indumenti “Mettiteli e poi esci.”
Taran guardò gli abiti che Byron gli aveva passato; erano splendidi.
Tendevano al blu ed erano molto simili a quelli che sua madre aveva indossato quando era comandante della flotta marina del suo mondo.
Accanto alla sponda del letto vi erano persino degli stivali.
Byron sorrise appena ed uscì dalla stanza; una volta fuori, trovò ad attenderlo un uomo.
Questi era alto e possente, aveva i capelli castani raccolti in una coda e la barba lunga con le treccine.
Un sorriso era stampato sul suo volto “Il tuo amico si è svegliato?”
Byron sospirò, Taran non era suo amico e forse non lo sarebbe mai stato.
Non disse nulla e si limitò ad annuire “Si sta cambiando, Vostra Altezza”
“Molto bene!” annuì il re “tu ti senti bene?”
“Si, signore” rispose Byron “grazie per averci aiutato”
“Dovere, mio caro ragazzo, dovere” sorrise il re “dopo tutto, siamo parenti”
“Già…” Byron sospirò; il re era lo sposo della regina Mirana e padre di Lily, il che faceva di lui suo zio.
“Qualcosa ti turba, mio caro?” domandò il re di Fandonia in tono preoccupato.
Byron annuì “Vi ho spiegato la situazione che si sta creando nel nostro regno e…” esitò un istante, poi riprese “…vorrei poter aiutare, ma non so come fare”
“Troveremo una soluzione, mio giovane Byron”
Prima che il giovane ragazzo potesse rispondere, la porta della stanza di Taran si aprì ed uscì quest’ultimo; i vestiti gli calzavano a pennello e gli davano un tocco di classe.
Sembrava meno matto del solito.
“Wow…peccato i capelli” commentò Byron, ricevendo una piccola spallata dal re “Ehm, volevo dire…stai molto bene, ti donano davvero” disse con un sorriso…un sorriso sincero.
“Che cambiamento…tempestivo” ghignò Taran, rivolgendosi poi al re “siete stato voi a fornirmi questi abiti?” l’uomo annuì “Vi ringrazio cappellosamente, signore” Anche se non era tra i ragazzi più svegli del sottomondo, Taran sapeva di trovarsi al cospetto del re di Fandonia e, per tale motivo, fece un profondo inchino.
“Ti prego…” mormorò Byron imbarazzato “esibizionista”
Taran lo fulminò con lo sguardo.
“Mio giovane ragazzo…” intervenne il re, facendolo rialzare e mettendo le sue enormi mani sulle spalle magre del rosso “…non servono tutte queste frivolose frivolezze.” Disse sorridendo divertito “Qual è il tuo nome? Non credo proprio che sia –smilzo– o –rosso– giusto?”
Taran ebbe l’istinto di ammazzare Byron, ma si trattenne e si concentrò sul fatto che si trovava alla presenza di un re.
“Tarriannah Hightopp, Vostra altezza”
Il re riflette “Hightopp…sei il figlio della paladina e del cappellaio Hightopp, vero?” Taran annuì “mi sembrava che il tuo volto fosse familiare”
“La tua faccia è inconfondibile, smilzo” ridacchiò Byron, ricevendo un’altra spallata.
“Mio nipote mi ha spiegato cosa sta per accadere nel vostro regno.” Disse il re “la situazione è grave, io stesso ero presente il giorno Incendioso, dovevo proteggere la mia famiglia e tutti i sottomondiani del regno Marmorea…” sospirò, avviandosi lungo il corridoio verso la sala del trono “…non mi dimenticherò mai quello spettacolo orripilante”
“Vostra Altezza…” Taran si avvicinò al re “…dobbiamo impedire che si scateni una guerra”
“Io stesso ho visto cosa accadrà.” Intervenne Byron “Iriza non si rende conto delle conseguenze, lei vuole solo seguire nostra madre e ridurre il regno di Marmorea ad una landa desolata e non credo che si fermerà qui”
“Radunerò immediatamente ogni soldato del mio regno e lo metterò a disposizione del vostro.” Sentenziò il re “io stesso mi metterò in prima fila per sventare questo massacro”
“Signore…” si intromise Taran “Vostra Cappellitudine, avrei un favore da chiedervi” il re annuì ma gli fece capire che poteva chiedere quello che voleva non appena avessero raggiunto la sala del trono.
“Cappellitudine? Sei serio, smilzo?” domandò Byron.
“Porto i miei rispetti a tuo zio, razza di temperino” rispose Taran.
Byron lo guardo in tralice “Ti renderai conto, vero, che non ci azzecca un cappello di niente con il tempo?”
“Oh lo so, ma lo trovo comunque divertente”
“L’hai detto con lo stesso tono che usa tuo padre quando parla del the” rabbrividì Byron.
“In effetti, non ci starebbe male una tazza di the in questo momento”
Byron lo guardò facendo uno sguardo disgustato “Sto meditando di chiedere a mio padre di abolirla davvero l’ora del the”
“Non oserai…”
“Oh sì che oserei.” Poi lo spinse avanti, “muoviti, lumaca bavosa”
Entrarono nella sala del trono; ampia e maestosa quanto quella della regina Mirana.
Il re di Fandonia si sedette e fece avvicinare i due giovani.
“Cosa vuoi chiedermi, giovane Tarriannah”
Taran prese un profondo respiro; non sapeva come chiederlo.
Aveva riflettuto a lungo durante la sua “passeggiata” nel deserto ed era giunto ad una decisione.
“Vorrei poter portare la mia famiglia in salvo, prima che scoppi la guerra”
“E alla mia non ci pensi?” domandò Byron scioccato “Anche i miei sono in pericolo!”
“Byron!” tuonò il re di Fandonia “Ora basta! Voglio sentire che cosa ha da dirmi questo ragazzo!”
Byron sbuffò “Si, signore” lanciò un’occhiata fulminante a Taran e lo lasciò parlare.
“Non sono mai stato cappelloso per Iriza…anzi, non gli sono mai piaciuto.” Spiegò Taran “stessa cosa vale per Lily e Iriza attaccherà soprattutto per lei.” Deglutì “Io sono uno dei tanti bersagli, ma in particolare verrà presa di mira mia madre e…”
“Vorresti mettere in salvo lei” domandò il re con un sorriso. Già sapeva che cosa voleva chiedergli.
Taran annuì “Mia madre…ecco…non è sola, sono in due.” Aggiunse “Non voglio che la vita non ancora nata non…non nasca proprio.”
Byron sgranò gli occhi; non si sarebbe mai aspettato un simile discorso dal figlio del cappellaio.
L’aveva sempre considerato un codardo, un vigliacco. Taran si stava dimostrando tutto il contrario, mentre lui si stava comportando come un egoista.
Era lui il vigliacco, non Taran.
Il re posò una mano sulla spalla di Taran “Sei un giovane molto coraggioso, Tarriannah Hightopp.” Disse “Un po’ matto, certo, ma coraggioso e con un grande cuore.”
Le guance di Taran divennero dello stesso colore dei suoi capelli e, se fosse stato possibile, anche di più.
Il re si rivolse poi a Byron “Ti affido il compito di comunicarci ogni movimento di tua sorella, le sue intenzioni, le sue idee, ma soprattutto di avvisarci quando intende attaccare”
“Lo farò, signore”
“Chiamami zio!” ordinò il re “Ricordati che siamo parenti”
Byron sorrise e annuì.
“Molto bene.” Proseguì il re “Le mie guardie vi accompagneranno fino al portale che divide il mio regno da quello di Marmorea…” mentre parlava erano entrate due guardie dal naso molto lungo ed il volto molto sottile e giallo.
Assomigliavano a dei limoni con corpo e gambe.
A Byron venne da ridere, ma cercò di trattenersi.
“…Fate buon viaggio, miei cari figlioli.” Concluse il re “Raggiungerò il vostro regno non appena avrò finito alcune questioni”
I due ragazzi acconsentirono e seguirono le guardie, che li scortarono fuori dal castello e all’interno della foresta.
Nel frattempo, fuori, il sole stava tramontando.
 
*****
 
Alice si addentrò nella foresta con passo veloce, si sentiva malissimo ma doveva cercare Taran.
Voleva tentare al castello di Mirana, ma la sensazione provata appena sveglia non prometteva nulla di buono.
Stava albeggiando e neanche Tarrant era tornato.
Si fermò e riprese fiato; quella situazione non le piaceva e, in fondo, non le era mancata neanche un po’.
Quando decise di riprendere il cammino, udì la voce di Tarrant che si avvicinava.
Stava…cantando, era allegro.
“Quando in volo te ne vai, pipistrello cosa fai?” si avvicinò ad Alice saltellando e sorridendo “Alice! Mia cara, che gioia vederti”
Alice lo guardò ad occhi sgranati “Che è successo? Perché canti? E dov’è Tarriannah?!”
“Non temere, mia dolce dondolibellula, ho parlato con il signore del Tempo e mi ha detto che ci penserà lui a trovarlo”
 Alice spalancò la bocca ed il suo sguardo divenne scioccato “Tu…hai chiesto al Tempo di trovare NOSTRO figlio?”
“Certo!” rispose Tarrant come se fosse una cosa ovvia “Ho saputo che Taran si era diretto lì e quindi ci sono andato, ho parlato con il Tempo e lui mi ha detto che si sarebbe informato su dove fosse Taran, ma non temere, Alice, sta bene! Altrimenti me lo avrebbe detto se gli era successo qualcosa…non ti pare?”
Alice avvertì uno strano impulso…un impulso a cui cedette.
 
SCIAF!
 
Il suono echeggiò per tutta la foresta tanto che alcuni coriattoli, un incrocio strano di corvi con la coda di scoiattolo, volarono via gracchiando e squittendo tutto insieme.
Tarrant si portò una mano sulla guancia offesa e guardò Alice spaventato e incredulo; non l’aveva mai vista così arrabbia e mai lo aveva colpito.
“Non voglio…mai più…rivederti.” Sibilò Alice, superandolo; ma qualcosa la bloccò.
Tarrant le aveva afferrato il polso.
“Ti conviene lasciarmi, Tarrant Hightopp” il suo tono era ancora basso, ma minacciava di alzarsi entro breve.
Tarrant stava cercando le giuste parole ma non le trovò. Si limitava guardare la moglie dritta negli occhi.
Il suo sguardo era velato di tristezza.
Alice spostò il braccio e, una volta libera, riprese il cammino verso il castello di Mirana.
Quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

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