Ranma ritorna in Cina

di Akane_Tendo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giorno del diploma ***
Capitolo 2: *** Festeggiamenti in casa Tendo ***
Capitolo 3: *** Mei Tai ***
Capitolo 4: *** Combattimento ***
Capitolo 5: *** Arrivederci ***



Capitolo 1
*** Il giorno del diploma ***


Aggiornamento 16/12/2020 Ho deciso di rileggere le mie vecchie storie e partedo da questa sistemarle un po', aggiungere dettagli e regalare un vero finale.

Salve a tutti, questa è una FF un po' diversa rispetto alle altre, questa volta ho provato a renderla più lunga e magari con più momenti interessanti rispetto alle mie classiche OneShot, genere che continuo ad adorare. 
Spero che vi piaccia come esperimento, penso di pubblicare ogni settimana un capitolo.
Grazie a chi vorrà seguire e commentare.

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 «Ranma sveglia è tardi» annunciò Akane con i suoi soliti modi bruschi entrando in camera del ragazzo, come ogni mattina alle sette in punto aveva il compito di tirare fuori dal futon quel pigrone del suo fidanzato.
A quanto pareva quella mattina doveva essere caduto in un sonno profondo e non voleva saperne di alzarsi, ma era il giorno del diploma e non era il caso di tardare oltre.
«Dai Ranma, oggi è l’ultimo giorno, non voglio fare tardi!» decise quindi di andare ad aprire le finestre, sicuramente la luce del sole lo avrebbe infastidito e si sarebbe svegliato urlando, ma nulla. Ottenne solo un mugolio infastidito come risposta.  Indispettita si avvicinò al futon per calciare il suo cuscino, lui era li con la sua espressione ebete, doveva dormire proprio serenamente ma come poteva in un giorno come questo, così importante, «che stupido».

Gli si accovacciò vicino e iniziò a punzecchiarlo sulle guance «sveglia, sveglia, dai, sveglia» mormorava come una cantilena senza troppa convinzione «se continui così ti lascio a casa e non ti diplomerai» aggiunse continuando a toccare il volto di Ranma. All’improvviso le venne un’idea decise di spaventarlo nel sonno prima di passare alla secchiata d’acqua, la quale avrebbe fatto perdere ancora più tempo per asciugarsi, ma ormai erano quasi al limite del ritardo, si accovacciò vicino all’orecchio e bisbigliò «Ranma lo sai che oggi ci diplomiamo? Da domani probabilmente ci costringeranno a sposarci» niente nessuna risposta, si aspettava un balzo terrorizzato ed invece non fece una piega, si limitò a bisbigliare il suo nome e a sorridere mormorando qualcosa che non riuscì a cogliere.
Aprì improvvisamente gli occhi come se avesse avvertito solo allora la presenza di Akane e vedendo la fidanzata vicino a lui  sobbalzò rosso in volto «Certo che per essere, a tuo dire, il miglior artista marziale al mondo hai impiegato un po’ e percepire la mia presenza eppure sto cercando di svegliarti da un po’. Alzati che è tardi!»  concluse ma Ranma era ancora li che la fissava inebetito dal sonno «Tranquillo non so leggere il pensiero anche se mentre dormivi beatamente pronunciavi il mio nome» lo fissò di sottecchi «Maniaco» ed uscì dalla stanza con Ranma che urlava «N-non sognerei mai un maschiaccio privo di sex-appeal come te!» ottenendo come reazione una lampada in testa «No, non è per nulla carina»

A scuola gli studenti attendevano con ansia la cerimonia, tutti riuniti in classe  ci si salutava rivangando bei momenti vissuti insieme, chi annunciava che sarebbe partito subito per un nuovo percorso di studi, chi avrebbe iniziato a lavorare e chi avrebbe viaggiato.

«Quindi Yuka oggi ci salutiamo, vero?» «Si Akane, da domani parto per l’università e non so quando avrò il tempo per ritornare a casa, su Sayuri non piangere ci scriveremo!» «C-certo lo so, ma sono comunque triste e tu Akane cosa farai da domani?» «Beh sai io ho il doujo da portare avanti, pensavo di iniziare un viaggio di allenamento, ma non ho ancora deciso niente» rispose vaga Akane effettivamente erano giorni che rifletteva su cosa avrebbe fatto una volta finita la scuola, riteneva che fosse troppo presto per pensare al matrimonio, dovevano ancora sistemare il loro rapporto e allo stesso tempo voleva comunque portare avanti il suo sogno di erede di scuola indiscriminata e magari avventurarsi per cercare nuovi dojo dove apprendere nuove tecniche, il suo pensiero fu interrotto da Ranma che aveva sentito le ragazze parlare «Ma quale viaggio, un’imbranata come te si perderebbe dopo due giorni e con le tue scarse abilità in cucina moriresti di fame entro tre» «Certo che tu non riesci proprio a farti gli affari tuoi» rispose a tono Akane colpendolo in testa, le amiche sorrisero «Voi andate sempre così d’accordo che sono sicura che vi sposerete presto, Akane, mi raccomando ricordati di invitarmi!» esordì Sayuri «Ma cosa dici Sayuri, noi non andiamo affatto d’accordo e certamente non ho intenzione di sposarmi con uno come lui che sa solo trattarmi male» Ranma decise di non rispondere e di tornare dai suoi amici che lo chiamavano per delle foto di gruppo.
Nonostante tutto quello che avevano passato non riuscivano a chiarire il loro rapporto ed a renderlo più sereno per entrambi, si insultavano perché non erano capaci di parlare sinceramente e finivano per ferirsi.

Arrivò il momento della cerimonia era una splendida giornata di sole e tutti gli studenti erano in cortile per sentire il discorso del preside e quello dei capoclasse, nonostante le stranezze di quel preside gli studenti erano sinceramente affezionati al Furinkan ed ai suoi professori, ne avevano vissute tante ed erano commossi da quell’ultimo saluto. Il preside augurava a tutti un futuro radioso, pieno di soddisfazioni e una vita felice, il capoclasse ringraziò il corpo docenti come da tradizione ed invitò i suoi compagni a credere nei propri sogni, a vivere per una vita di soddisfazioni e a guardare il futuro con ottimismo, le ragazze si commossero e alla fine della cerimonia si abbracciarono giurandosi che non si sarebbero perse di vista.
Finita la cerimonia gli studenti tornarono dai propri familiari che avevano assistito dalle file di dietro e si diede il via al consueto festeggiamento, alle foto di rito con sfondo l’istituto superiore Furinkan, luogo di studio ma soprattutto di avventure e divertimento.

A vedersi così tutti insieme pronti per la foto, lei con suo padre e le sue sorelle e Ranma con i propri genitori, Akane pensò che erano proprio una bella famiglia rumorosa, ma dove c’era molta gioia nonostante tutto. Nabiki era riuscita a convincere Ranma e Akane a farsi fotografare con i propri diplomi uno accanto all’altra, sembravano una vera coppia, una di quelle che riguardando la foto tra tanti anni avrebbero spiegato ai propri nipoti di quante ne avevano passate per arrivare a quel giorno e di come erano felici come coppia nonostante tutto. Al pensiero Akane arrossì restando a fissare il padre che piangeva commosso e il signor Genma che lo derideva per essere troppo sentimentale.

«A cosa stai pensando?» chiese Ranma al suo fianco ancora in divisa scolastica, Akane trasalì «A niente …» «Sicura? Sei rossa, non è che hai la febbre?» disse toccandole la fronte, il tocco della mano di lui le diede una piacevole sensazione di calore che la fece avvampare ancora di più «Sto bene, tu piuttosto, indossi ancora con la divisa del Furinkan? Non pensavo l’avessi conservata, non l’hai mai messa … ti sta bene direi» sorrise «Beh si ecco, mia madre ci teneva, quindi …» «Hai fatto bene, la vedo molto felice oggi»

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Capitolo 2
*** Festeggiamenti in casa Tendo ***


Era tempo di festeggiamenti e per cena Kasumi e Nodoka non si erano risparmiate, avevano deciso di organizzare una grande festa nella palestra dove erano invitati tutti gli amici, una pessima idea secondo i due festeggiati che già presagivano il disastro imminente e l’addio alla pace che ormai regnava da qualche tempo.

«Trovo ridicolo doversi vestire bene per una festa nel doujo, in fin dei conti è come se fosse in casa» «Dai Ranma oggi è un giorno importante, fa felice tua mamma e indossa qualcosa di carino.» insistette Nodoka agitando un completo con colletto alla coreana «Non lo sai cara che quella che indossa è la casacca preferita da Akane » si intromise Genma cercando di far dispetto al figlio «M-ma che dici, non è per questo che la indosso! La casacca bianca piace anche a me, non significa nulla!» rispose subito sulla difensiva «Che carino volersi vestire per far piacere alla propria fidanzata» sorrise Nodoka divertita dalla faccia sempre più imbarazzata del figlio.

I primi ospiti non tardarono ad arrivare, portando con sé cibo e bevande, proprio come per la vigilia di Natale ormai era consuetudine riunirsi per le grandi occasioni per passare la serata tra giochi e divertimenti vari.
Aprirono come sempre le ragazze con il karaoke, Yuka e Sayuri erano classiche esibirsi in coppia, anche Shanpoo cantò una canzone d’amore in cinese dedicandola a Ranma, il quale si limitò a scuotere la testa e ad evitare l’attacco di gelosia di Mousse, il quale non tardò ad arrivare, carico della disperazione del ragazzo che proprio non si sapeva rassegnare al rifiuto costante dell’amazzone.
Al karaoke partecipò anche Akane, convinta da Kasumi, con un’antica melodia che le aveva insegnato la madre e che le era rimasta dentro, Ranma conosceva quella canzone, molto spesso dopo una litigata o una giornata particolarmente dura sentiva Akane cantarla dalla sua stanza, a bassa voce mentre ormai era a letto, come una ninna nanna che serviva a rasserenarla, l’aveva sentita nonostante la cantasse a bisbigliandola da fuori la sua finestra indeciso se entrare in camera per chiederle scusa. Akane aveva proprio una bella voce doveva ammetterlo, si esibiva intimorita e tenendosi stretta al microfono, facendosi piccola piccola con il suo vestito fiorato.

L’ esibizione finì tra gli applausi e i volti commossi di Kasumi e Nodoka, ma venne subito trascinata dalle compagne di classe a cantare tutte insieme una nuova canzone questa volta più allegra. Ranma la osservava dal suo tavolino diviso con i suoi compagni di classe che come al solito si lasciavano andare ad apprezzamenti sulle amiche che per l’occasione erano tutte eleganti e truccate.
Ora che ci faceva caso anche Akane aveva messo un po’ di trucco, le guance rosate e un filo di rossetto rosa le davano un’aria diversa, più adulta.

Finirono di esibirsi e tutte paonazze tornarono ai tavoli «Akane siediti qui» chiamava Sayuri dall’alto capo del tavolo, ma improvvisamente si sentì tirare la gonna verso il basso e si ritrovò seduta sul cuscino accanto a Ranma «tieni, bevi un po’» e senza aggiungere altro le passò una bevanda che aveva preso per lei, la ragazza sorrise, per tutto il tempo si era chiesta come mai Ranma fosse seduto in quella maniera strana, con le gambe larghe ad occupare tanto spazio e come mai avesse negato a Shanpoo e Ukyo il posto tra lui e Daisuke, troppo piccolo per chiunque non volesse stare appiccicato, ma adesso che si era seduto composto lo spazio c’era, tanto quanto bastava per stare comodi, vicini da potersi sfiorare ma non troppo da farlo in maniera evidente.

Era sempre così nei suoi riguardi, gentile ma in maniera quasi prepotente, non riusciva a dirle semplicemente di sedersi vicino a lui, no, doveva tirarla, obbligarla per poi voltarsi dall’altra parte mentre faceva scivolare con discrezione nella sua direzione la bevanda per lei ma qualora fosse stato scoperto avrebbe negato anche di aver visto quel bicchiere.
Ormai Akane era abituata a quei suoi gesti spontanei ma pieni di timidezza, si era resa conto che nonostante i suoi limiti ed insicurezze era lei la persona matura della coppia, così senza farsi vedere dagli altri toccò con la punta delle dita il ginocchio di lui e sussurrò un felice «grazie», ottenendo come reazione il volto arrossato di lui.

La serata proseguì tra cibo e musica, giochi da tavolo e scene comiche offerte da Sasuke poi fu il turno di Gosunkugi che con l’intento di voler fare un rito di buon auspicio per i presenti finì con incendiare la tenda, prontamente spenta dal signor Saotome.
Kuno che in preda a qualche bicchiere di sakè di troppo iniziò un concerto di musica popolare dedicato alla “deliziosa Akane Tendo” con i suoi migliori auguri, farneticando su come adesso fosse pronta a diventare sua moglie.

Fu poi il momento dei saluti da domani sarebbe stato tutto diverso per tutti, anche per Ukyo, la quale intervenne facendo un annuncio, l’indomani stesso sarebbe partita  per un viaggio, rimanere a Nerima non aveva senso se era solo per mandare avanti il negozio, nel suo futuro c’era una lunga carriera come cuoca di okonomiyaki e non poteva fermarsi dal momento che Ranma vedeva in lei solo un’amica e nulla più.

Quando l’ultimo ospite andò via venne il momento delle pulizie, Nodoka e Kasumi si occuparono della cucina, ancora sottosopra, mentre Akane e Ranma si occuparono della palestra, un lavoro lungo ma abbastanza semplice, si trattava solo di riporre le decorazioni, i tavoli e buttare tutto il resto, per fortuna gli ospiti non erano molto disordinati e quando anche l’ultimo piattino fu cestinato i due si avviarono verso i cassonetti li vicino.

Illuminati solo dai lampioni e dal cielo stellato estivo i due procedevano lentamente e in silenzio verso casa.
«Ti sei divertita?» «Certo, è sempre bello passare del tempo con i nostri amici,mi rende un po’ triste sapere che da domani non ci vedremo più tutti i giorni …» rispose malinconica «non fare la solita piagnucolona» «Io non faccio la piagnucolona» disse iniziando ad alterarsi ma si bloccò vedendo l’espressione di Ranma, la stava fissando, le stava fissando le labbra
«Hai messo il rossetto?» borbottò passando un dito sulle labbra di lei per levarlo «ehi ahi! Che fai? Mi rovini il trucco!» cercò di dimenarsi per cercare di farlo smettere «Il rossetto non sta bene ai maschiacci come te e poi come faccio a …»  «come fai a fare cosa?» lo interruppe Akane con le guance rosse di imbarazzo cosa che di rimando fece arrossire anche Ranma resosi conto di quello che stava dicendo ad alta voce e non nella sua testa.
«N-niente» si scostò velocemente e affrettò il passo «ehi tu!» protestò la ragazza iniziando a seguirlo quando ad un tratto Ranma fece uno scatto indietro nella sua direzione e la trascinò via giusto in tempo per vedere cadere dall’alto un oggetto che atterrando in maniera violenta li vicino a loro alzò un polverone carico di detriti derivati dall’asfalto che si frantumava per l’impatto.

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Capitolo 3
*** Mei Tai ***


La polvere cominciò a posarsi rivelando la forma dell’oggetto, era un’ ancora, una grossa ancora di metallo era appena piovuta dal cielo.
«Ni-Hao RanmaKun» una voce rivelò la presenza di una persona che in mezzo alla nube si confondeva con la forma dello strano arnese.
I due si avvicinarono incuriositi, la voce non era quella di una delle amazzoni ma a Ranma pareva familiare.

«Cosa c’è non mi riconosci? Sono passati solo pochi anni!» «Mei Tai?» rispose incerto il ragazzo  «Ce ne hai messo di tempo eh!» rise la ragazzina da lunghi capelli neri abilmente intrecciati, vestita con una salopette di jeans chiaro e una giacca kimono azzurra mentre saltava giù dall’inusuale attrezzo che si trascinava dietro.

«Mei Tai che ci fai qui?» azzardò il ragazzo «Suppongo un’altra delle tue fidanzate, questa volta l’hai scelta più giovane eh» punzecchiò Akane portando al petto le braccia conserte.
«Tu devi essere la figlia di Soun Tendo, la futura sposa di RanmaKun» disse con voce atona la ragazza mentre guardava con occhi di fuoco la giovane
«Mi chiamo Akane Tendo erede della scuola di lotta indiscriminate Tendo» «Piacere di conoscerti, sono Mei Tai figlia della lunga dinastia Tai, da generazioni trasportatori marittimi e abili nella lotta delle onde. Sono qui per mantenere una promessa fatta tre anni fa!»
«Ma quale promess-» le parole gli morirono in bocca quando improvvisamente Ranma ricordò tutto.
«Tre anni fa in uno dei trasporti dalla Cina al Giappone la mia famiglia ha ospitato a bordo un giovane ragazzo e suo padre, che hanno ben ripagato il viaggio aiutandoci nelle operazioni di carico e scarico del materiale, Ranma mi ha insegnato come fare il lavoro per il quale sono nata al meglio delle mie forze. Per tanto avevo giurato che quando fossi stata abbastanza grande da ereditare la mia prima nave, l’avrei trovato e aiutato a rifuggire dal giuramento che lo vincolava in questa città ad una sconosciuta e l’avrei accompagnato in Cina per sciogliere la sua maledizione, quindi Akane Tendo, fatti da parte!»

«Effettivamente mi sono sempre chiesta come tu fossi tornato dalla Cina dopo la trasformazione …» «Non te l’avevo mai detto?» «Direi proprio di no. Mei Tai se questa è una sfida io l’accetto, ma adesso sarai stanca, hai fatto un viaggio molto lungo ed è mio piacere ospitarti da noi questa notte, quindi entriamo ti preparerò una stanza e domani ne riparleremo» presa dall’inaspettata gentilezza della sua rivale Mei Tai decise di accettare, senza però abbassare la guardia.
 
La notte era lunga ma di certo non portava consiglio ad Akane che decise di scendere in palestra per rilassarsi, così come faceva ogni volta che si presentava un nuovo problema al doujo.
Ed ecco la fonte costante dei suoi turbamenti notturni, Ranma era già li seduto in meditazione, come se avessero un accordo non scritto, ogni volta che capitavano in queste situazioni per caso o forse no, si ritrovavano nel cuore della notte a parlarne.
«Certo che in Cina fai furore tra le donzelle» esordì sedendosi «Ma che dici, io non centro nulla, ha fatto tutto lei.  Tornare dalla Cina da donna e con un enorme panda non era semplice soprattutto se a causa di quel taccagno di mio padre avremmo dovuto farcela a nuoto! Mi sono pagato il passaggio lavorando duramente, Mei Tai era una ragazzina e chiedendo a mio padre di rimanere per sempre con loro le fu risposto che eravamo di ritorno in Giappone perché ero promesso sposo … beh a te a quanto pare, ma all’epoca dei fatti io non ne sapevo nulla ed ero molto seccato, per questo le ho fatto quella promessa, per poter tornare in Cina e tornare un uomo normale» «Come al solito non perdi occasione per curare i tuoi interessi» «Così mi offendi» restarono un po’ in silenzio ascoltando solo il loro respiro, poi Akane riprese «Beh però penso che questa volta dovresti accettare. Per te è un’occasione importante, Mei Tai è stata così di parola da cercarti per tutta Tokyo pur di portarti con sé e tu in fin dei conti vuoi ancora tornare in Cina, quindi perché no? Poi è molto carina e sembra anche molto forte» disse fissandosi le punte dei piedi, in fin dei conti era a causa sua se Ranma non era ancora tornato ad essere un uomo normale, aveva sprecato l’acqua delle sorgenti per riportarla in vita e durante il tentativo di matrimonio aveva perso l’acqua inviata dal guardiano delle fonti per colpa di Happosai.
«Quindi vuoi che me ne vada, è così?» «Non ho detto questo, ho solo detto che beh ecco dovresti prendere in considerazione la sua proposta, non voglio che tu debba rinunciare un’altra volta a sciogliere la maledizione a causa mia» concluse sottovoce.

Era questo quindi? Akane si sentiva in colpa  «Sei una stupida Akane»  «Forse» «Quindi non accetterai la sfida?» «Certo che si, come erede della scuola Tendo non mi tiro indietro di fronte a nessun avversario, dovresti saperlo!» e per aumentare l’enfasi sferrò un pugno in direzione del ragazzo, il quale lo bloccò con facilità e trattene la sua mano, ogni volta se ne stupiva, era la stessa mano con la quale lo picchiava per svariati motivi ogni giorno eppure era così  morbida al tatto, la portò vicino al volto come se sentisse l’esigenza di percepire il calore di lei, chiuse gli occhi abbassò le spalle come svuotato di tutti i pensieri, si sentiva così solo con lei, poteva immaginare che quello fosse l’amore di cui tutti parlavano eppure perché era così difficile.
«Ehi Akane» «Che c’è?» «Niente»

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Capitolo 4
*** Combattimento ***


«Quindi sei venuta sin qui per mantenere la promessa fatta a Ranma tre anni fa, interessante» pensò Nabiki mentre facevano colazione con la nuova ospite.
«Saotome tu non ne sapevi niente?!»  Soun strattonava il grosso panda che rispondeva con un cartellone di legno con su scritto – Questa volta io non centro niente.
«In pratica vuoi sfidare Akane per capire se è davvero adatta ad essere la moglie di Ranma e se dovesse perdere a quel punto subentreresti tu come sua futura moglie in cambio di una vita in giro per la Cina e il Giappone dove Ranma potrà allenarsi, sfidare i rappresentanti dei dojo locali e viaggiare. Beh mi sembra una bella vita, certo per quanto riguarda noi dovremmo trovare un nuovo erede, quindi facendo due calcoli su quanto abbiamo speso in questi tre anni per cibarli, direi che ci dovrai pagare una mora.» replicò cinica Nabiki «Ma Nabiki cosa dici» intervenne Kasumi

«Sono pronta anche a ripagarvi se è per la libertà di Ranmakun» rispose seria Mei Tai  «e poi non mi pare che vadano molto d’accordo, sono qui da meno di ventiquattrore e li ho sentiti litigare per ogni cosa, oltre che mi sembra di aver capito che Akane non è capace di cucinare e questo è un male se consideriamo che un artista marziale ha bisogno di energie per i suoi allenamenti.»
«Beh piccola Mei non sempre un rapporto si può basare sull’interesse dei singoli e ti posso assicurare che loro due vanno molto d’accordo» sorrise conciliante Nodoka
 
«Ti ho già detto che questa storia è una cavolata, non c’è bisogno di battersi» insisteva Ranma seguendo per l’isolato la fidanzata intenta come ogni mattina ad allenarsi correndo con canotta e calzoncini corti. «Non ho accettato la sfida per te, te l’ho già detto, secondo me dovresti partire e andare in Cina, tanto prima o poi lo farai comunque, quindi meglio adesso che hai a disposizione una nave»
«Ma di che stai parlando?» il ragazzo si fermò ed Akane tornò indietro continuando a saltellare sul posto «Come di cosa? Beh anche se l’accordo dei nostri genitori andasse avanti, si dico, sposandoci sai, tu comunque un giorno andrai via. Farai proprio come ha fatto tuo padre, partirai per un viaggio di allenamento con il tuo erede, no?» rimase per un attimo in silenzio e smise di saltellare, Ranma aveva assunto una strana espressione «Finirai per sparire in chissà quale foresta e in quale villaggio di allenamento dove magari ti dimenticherai di me ed io finirò per aspettarti in eterno o inizierò a cercarti per ucciderti qualora il tuo erede non dovesse essere abbastanza virile da ereditare il dojo»
«Smettila» Rispose secco fissando Akane negli occhi «io non sono come mio padre e tu non sei come mia madre. Non ho nessuna intenzione di vivere come un vagabondo trascinando nostro figlio dal caldo al freddo senza un tetto sotto cui vivere e lontano dalla propria madre. Io non andrò da nessuna parte e anche se dovessi decidere di andare ad allenarmi tu beh ecco, verresti con me, anche tu sei un’artista marziale, erede della scuola Tendo, non vorrai diventare una mollacciona?» Akane non rispose, iniziò a ridere e riprese a correre «Ehi dove vai e perché ridi?» riprese ad inseguirla lei si voltò a guardarlo «hai detto nostro figlio» e riprese a correre rientrando al dojo.

Ormai era fatta, purtroppo Mei Tai non si lasciò convincere ed attendeva trepidante l’ora dell’incontro,luogo di sfida ovviamente la palestra Tendo e ad assistere in veste ufficiale Soun e Genma oltre che a Ranma premio in palio dell’incontro.
«RanmaKun sei felice? Mei Tai oggi ti libererà da quella promessa con la famiglia Tendo e potrai finalmente venire con me in Cina dove tornerai un uomo normale!» disse carica di entusiasmo la ragazza «si, ecco Mei, io non vedo motivo di questo combattimento, io non sono costretto a rimanere qui, non mi trattengono contro la mia volontà, deve esserci un malinteso» provò nuovamente ad intromettersi
«Ma fino a quando la situazione non sarà chiarita dovrai comunque sposare Akane per volere di tuo padre, Mei ti libererà da questa situazione!»
«Ehi chi ha detto che voglio sposarlo?!» si intromise Akane entrando in palestra «È inammissibile che tu dica una cosa del genere e continui ad essere la futura sposa del mio RanmaKun!» replicò Mei Tai sempre più incredula e arrabbiata
L’incontro ebbe inizio e dopo i rituali di saluto tra le due combattenti e senza attendere un secondo dopo l’inizio Mei si lanciò contro Akane con grande rapidità, ma Akane non fu colta impreparata, iniziò a parare senza alcuna difficoltà tutti i colpi, i quali nonostante la velocità con il quale veniva sferrati non risultavano troppo forti, in fin dei conti la sua avversaria non era niente di più che una ragazzina di quindici anni e per quanto potesse essere forte Akane era comunque più resistente di lei.
«Ranma deve essere libero di andare in Cina per tornare un uomo normale!» continuò l’avversaria incalzando i colpi sempre più pressanti
«Ti sbagli Mei, Ranma deve essere libero di fare quello che vuole, ti sei mai chiesta se in tutti questi anni lui abbia imparato a convivere con la sua parte femminile, se sia davvero infelice o vuoi che venga con te perché se spezzasse la maledizione ti piacerebbe ancora di più?»
«Quindi mi stai dicendo che a te non interessa che sia costretto a diventare donna?» colpì Akane lanciando la sua grossa ancora, la ragazza la schivò ma una delle punte le graffiò il volto ed un rivolo di sangue colò per la guancia.
Ranma trasalì e si irrigidì, vedere Akane ferita anche dopo Jusenkyo era per lui uno shock, inoltre trovava quell’incontro del tutto inutile, lui aveva fatto la sua scelta tanto tempo prima, i suoi pensieri furono interrotti dalla contromossa di Akane, la quale riprese a colpire l’avversaria senza troppa forza, in fondo era più piccola di lei e non voleva farle davvero male.
«Dico solo che per me Ranma è sempre Ranma, anche quando ha più seno di me, la vita e i fianchi più stretti» rispose con un calcio che fece inciampare Mei Tai «Quindi mi stai dicendo che lo ami più di me?» rispose rialzandosi agilmente
«Questi sono affari miei, non devo dire a te cosa provo per lui!» sferrò così l’ultimo colpo, una tecnica segreta della scuola Tendo, la piccola Mei ormai non aveva più scampo era con le spalle al muro Akane l’aveva bloccata e si preparò all’ultima mossa «Tecnica modificata del Panda» e con un rapido movimento cinse Mei in un abbraccio sollevandola da terra, inutile agitarsi, la forza erculea di Akane non le permetteva di muoversi, decise quindi di arrendersi «Non mi hai mai presa sul serio, non è giusto!» provò a protestare la ragazza ancora stretta nell’abbraccio dell’avversaria «Piccola Mei se lo ami tanto, va da lui e dillo, non è costretto a rimanere qui contro la sua volontà» così discendo liberò la ragazza dall’abbraccio e le sorrise.

L’incontro si concluse senza ulteriori problemi, Akane aveva vinto in maniera bizzarra, senza però far male alla sua avversaria, tipico della fidanzata si ritrovò a constatare Ranma che le si avvicinò per valutare il taglio sulla guancia
«Poco più su e potevi farti davvero del male» «Non è niente, adesso lo medico e al massimo passerò dal dottor Tofu per vedere se è necessario mettere dei punti» minimizzò fingendosi seccata della sua preoccupazione eccessiva, decise di tornare a casa lasciando i due da soli.
 «Mi dispiace Ranma ti ho deluso, avrei dovuto allenarmi di più» «Mei…» «Si, lo so, ho capito, non sei obbligato a rimanere qui, ma non vuoi venire con me» piagnucolò la ragazza ripetendo quello che Ranma le avrebbe risposto, decise che l’umiliazione era troppa così prese l’ancora e fuggì lasciando il ragazzo interdetto, possibile che ogni volta era sempre la stessa storia e finiva sempre per ferire qualcuno senza volerlo.

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Capitolo 5
*** Arrivederci ***


Akane si era recata da Tofu per far controllare il taglio, non era molto profondo per cui fu necessario solo del disinfettante e un cerotto per lasciare il tempo alla ferita di cicatrizzare evitando delle infezioni, all’uscita dallo studio trovò Ranma che era appena arrivato e che evidentemente la stava cercando «Hai già fatto?» «Si, te l’avevo detto, era solo un graffio passerà tra qualche giorno, hai parlato con Mei?» «Non c’era molto da dire, è corsa via quasi subito dopo, le passerà»

Presero a camminare in direzione di casa, ormai era quasi ora di cena e si sarebbero preoccupati se non fosse rientrata in tempo, nonostante questo non si affrettarono, camminarono in silenzio con il solo rumore dei loro passi «Certo che il dottor Tofu rimane un bel tipo pazzo, sono felice che finalmente si sia deciso a chiedere la mano di Kasumi nonostante perda il senno quando è in sua compagnia» «Saranno una bella famiglia direi, si abituerà una volta sposati ad averla sempre in casa e prima o poi smetterà di distruggere tutto quello che tocca» Akane rise nonostante il cerotto sulla guancia le tirasse stava cercando di abituarsi al fastidio che le dava.

«Ti fa male?» «Non direi, mi da solo un po’ di fastidio il cerotto, una volta a casa lo leverò, mi tira» rispose toccandosi il cerotto che le occupava metà guancia «Non dire sciocchezze, se si dovesse infettare ti resterebbe il segno, smettila di toccarti» le abbassò la mano irritato da quel gesto e la trattenne, adesso camminavano mano nella mano, in silenzio.

«Akane senti …» «uhm che c’è?» «Non devi sentirti in colpa, non è a causa tua se non sono tornato alle sorgenti maledette, ecco solo questo …» «Eppure è così» mormorò e gli occhi le si riempirono di lacrime
«Hai detto più volte che per te non è un problema la mia trasformazione, sei forse una bugiarda? Non ti va più bene questo fidanzato strambo che ti è capitato?» «Stupido» «Forse, però non piangere mocciosa, beh si ecco, così si bagnerà il cerotto » si guardarono intensamente, i volti imbarazzati.

Erano soli in quella serata estiva, il sole stava tramontando le loro ombre erano sempre più vicine e anche loro. Ranma accarezzò il volto di Akane «Ti faccio male?» lei scosse leggermente il capo e tornò a guardarlo, il ragazzo prese finalmente il coraggio necessario e avvicinò sempre di più il suo volto, Akane imbarazzata chiuse gli occhi ancora imperlati di lacrime. La distanza ormai era quasi colmata, i loro respiri si confondevano.

«Ranma-Kun!» furono bruscamente interrotti dalla voce carica di rabbia della ragazzina cinese, la quale corse verso di loro agitando l’ancora. Ranma si parò dinnanzi ad Akane per proteggerla, quella situazione era ridicola e andava conclusa. Mei Tai affondò un paio di colpi e messo il suo amato con le spalle al muro si fermò.
Adesso il suo volto era triste «sono felice se tu sei felice Ranma-Kun e sembra proprio che Akane sia quella giusta» sorrise mettendo l’ancora al suo posto sulla schiena, poi si voltò verso la ragazza «Akane mi hai battuta e so accettare una sconfitta, non proverò a farti del male ne a portartelo via»

«Se ci tieni è tutto tuo, Ranma è un immaturo che pensa solo agli allenamenti ed a mangiare, non esprime un minimo di apprezzamento e apre la bocca solo per insultare» «Ehi tu…» si intromise contrariato il ragazzo Mei Tai rise e decise che era arrivato il momento di salutarli.
Nonostante i suoi sentimenti fossero nobili era ormai evidente che Ranma avesse fatto la sua scelta da tanto tempo e non era il caso di insistere oltre «Se un giorno doveste cambiare idea, vi aspetto entrambi, mi farebbe comunque piacere darvi un passaggio al campo di Jusenkyo» detto questo si congedò con la promessa di tornare a trovarli quando anche lei avrebbe trovato la persona giusta.

Imbarazzati i due guardarono Mei allontanarsi e decisero che era il momento di rincasare.
«Esattamente quante altre fidanzate hai in giro per il mondo Saotome?» «Non è colpa mia» «Eppure ci ritroviamo in questa situazione sempre per colpa tua mi pare» «Che c’è vuoi litigare?» Akane sorrise e lui fece lo stesso
«Bel tipetto quella Mei Tai, sicuro che non vuoi andare con lei?» «Direi proprio di no ho già una fidanzata violenta, non me ne serve un’altra» «Stupido» rispose fintamente indispettita mentre rientravano mano nella mano.

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