Christine

di Frida89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Nuovo Inizio ***
Capitolo 2: *** Lo Zio George E Mimi ***
Capitolo 3: *** Un amico in più ***
Capitolo 4: *** Quiete Dopo La Tempesta ***
Capitolo 5: *** IT'S BEEN A HARD DAY'S NIGHT (PARTE 1) ***
Capitolo 6: *** IT'S BEEN A HARD DAY'S NIGHT (PARTE 2) ***
Capitolo 7: *** ENGAGED ***



Capitolo 1
*** Un Nuovo Inizio ***


UN NUOVO INIZIO

 

 

 

Ciao! Sono il narratore di questa storia e sono incaricato di guidarti e di raccontarti, o meglio narrarti, nei minimi dettagli i fatti bene o male accaduti.

Ovviamente quella pigrona di una narratrice si è scordata di descrivervi la fantastica protagonista di questa storia: il suo nome è Christine (forse lo avevate già capito);

nata in Italia, da un padre calzolaio e una madre casalinga, decide di seguire il suo sogno e fare uno scambio culturale con l'Inghilterra, come se non bastasse il lungo viaggio in aereo si ritrova ad abitare in una città, chiamata Liverpool , piena di gentaccia "poco ospitale". E' il 1956, Chris (così si fa chiamare) ha 15 anni; è alta quasi un metro e ottanta, è abbastanza in carne, lungo le sue spalle cadono lunghi capelli castani, mossi al punto giusto che spesso raccoglie in un mezzociuffo, nel suo viso ci sono due occhioni di uno smeraldo vivo, sotto di loro c'è un nasone pieno di puntini simili a lentiggini (in realtà sono solo punti neri è lei che si ostina a chiamarle lentiggini); andando sempre più in basso al viso troviamo una bocca molto piccola rosata e carnosa che, pultroppo, non ha mai sfiorato un labbro maschile, chissà magari in futuro.

Lei è sempre stata la più alta, la più imbranata, la più secchiona, la più solitaria, la più romantica, ma soprattutto quest'ultimo: lei sognava baci sotto le stelle, lettere d'amore, serenate sotto la finestra...Ironia della sorte non ha visto mai l'ombra di nessuno pronto a rubarle il cuore. Eppure era abbastanza carina e simpatica non sapeva cosa non andasse in lei sperava che almeno i ragazzi inglesi la avrebbero apprezzata.

Alcune delle sue compagne di scuola, prima della partenza, gli avavevano detto che li i ragazzi erano super carini, alcuni si fanno chiamare "teddy boy" e vanno in giro con il colletto rialzato quindi si riconoscono subito.

Quindi, eccola lì, davanti alla porta di casa della sua famiglia provvisoria;

aveva cercato di rendersi più carina possibile: stava indossando una camicia bianca imboccata dentro ad una gonnellina nera a ruota che gli arrivava sopra il ginocchio per colpa della sua altezza.

Impaurita come non mai, si avvicinò ancora di più alla porta di un bianco candido, si sistemò con ansia i capelli dietro agli orecchi, tirò indietro la saliva offerta dalle ghiandole della bocca, (mi sento un telecronista) bussò tre volte alla porta con le nocche della mano e attese che qualcuno le aprisse.

Dopo un attimo di pura ansia aprì una signora, già in sù di età con un rossetto rosso fuoco e un vestito blu notte

-che cosa c'è?! Non dirmi che mi vuoi vendere qualcosa?!!- disse la sognora con un tono altamante spazientito; Chris con il cuore a mille cercò, con il suo inglese "perfetto", di dirle cosa ci faceva sul portico di casa sua -sono la ragazza dello scambio con l'italia, ospitandomi qui finche non sarò maggiorenne, mi permettete di intraprendere gli studi...- la signora la fermò subito

-basta hai parlato anche troppo, ho già capito...vieni- gli fece cenno di entrare; la casa era in uno stile molto semplice, sulla sua destra c'era un comò con sopra un sacco di fotografie di un bambino, su tutto il corridoio si stendeva un magnifico tappeto verde, la nostra protagonista, incuriosita, si ferma davanti a un arco che faceva comunicare l'ingresso con il salottino, aveva sentito canticchiare ed era emozionatissima di sapere da chi proveniva quella voce,

-piacere di conoscerti! Io mi ciamo Mimi Smith, mi scuso per come averti risposto; ma, purtroppo, devo urgentemente uscire di casa per una commisione; per fortuna c'è mio nipote John che ti spiegherà tutto, stai attenta a lui è un po' "vivace"- disse la signora e dopo una risata forzata. Senza troppi pensieri salutò la signora, posò il suo valigione accanto al comò, prima di arrivare dal ragazzo, si sistemò i capelli, si tirò leggermente sù la gonna, soltanto un pochino,

fece un respirone e si incamminò verso il salotto.

Mentre varcava l'arco vide davanti a lei un divanetto con sopra un ragazzone con la faccia coperta dal giornale, lei nel puro disagio cercò di attirare l'attenzione -ehm... salve- lui smise di canticchiare, abbassò il

giornale e alzò un sopracciglio Chris voleva sprofondare, adorava i ragazzi

che muovevano il sopracciglio li trovava interessanti (non chiedetemi perchè), il ragazzo fece un sorriso malizioso, che a lei non piacque per niente, si incamminò verso di lei, gli strinse dolcemente la mano per poi portarla alla bocca e su quella flebile mano di lei ci schioccò un magnifico, incantevole bacio.

Lei arrossì, si sentì proprio calda

-piacere di conoscerti, come ti chiami dolcezza?- disse lui; Chris spalancò gli occhi- dolcezza io? Sei messo male con le donne se chiami me dolcezza!!- si sentì fiera di ciò che aveva detto, lo aveva proprio sottomesso;

lui accennò un sorriso e disse:

-non mi pento mai di ciò che dico- accompagnò questa magnifica frase un un occhiolino

-comunque io sono John, John Whinston Lennon...e tu saresti?-

-Christine! Mi chiamo Christine Rossi, chiamami Chris- esclamò cercando di essere più sicura di sè possibile, e dopo un sorrisetto chiese:

-ehm...posso sapere dove è la mia camera?-

-certo ti accompagno, Chris- disse lui, andando avanti e portandogli la valigia.

In effetti John si era preparato tutta la presentazione prima che arrivasse per far sembrare che fosse un bravo ragazzo perchè, cavolo, le donne italiane erano così sognate dai suoi amici e lui sinceramante non capivo cosa ci trovavano di bello, ma...appena visto gli occhi di Christine, quel verde, con quel musetto da cerbiatto,voleva trovare assolutamente il modo per incantarla.

Lui era un tipetto niente male con dei ricciolini castani in cima alla testa lasciati selvaggi, mentre ai lati pettinati con la brillantina; per l'avvenimento si era messo una camicia a quadri con il primo bottone lasciato aperto.

Abitava da solo con sua zia Mimi e con suo zio George.

Intanto Chris, nel mentre saliva la scale e attraversava il corridoio del piano di sopra, guidata da John, continuava a tenere d'occhio qualunque cosa faceva evitando così delle figuraccie (tipiche di lei); John gli sembrava così un bravo ragazzo, non poteva permettersi di fare una figuraccia davanti a lui, assolutamente.

Ogni volta che saliva un gradino le assi di legno scricchiolavano e le ricordavano molto quelle di casa sua; infatti la sua vecchia casa era tutta

pericolante per colpa della sua vecchiaia, pensò lei la nostagia, che fino ad ora non si era fatta vedere è apparsa come le bollette a fine mese, quelle che i suoi genitori non riuscivano

sempre a pagare, eppure aveva sempre i vestiti stirati, tante cose da mangiare e, soprattutto, tanta istruzione; Chris non capiva mai come facevano ad avere tutti questi privilegi, ma era ancora troppo giovane per capire.

Arrivati davanti alla porta della sua nuova camera, John le aprì la porta -madame- disse in tono ironico- la sua reggia!-

Lei stette al gioco: fece un inchino, varcò l'uscio della porta e sgranò gli occhi . In effetti non era proprio un reggia, come grandezza assomogliava di più ad una catapecchia, ma non era male: in fondo c'era una finestra con delle tendine color carne, (se quello si può chiamare colore) alla sua destra c'era un letto da una piazza e mezzo, in ferro battuto e con sopra una trapuntina ricamata un po' ingiallita, mentre alla sua sinistra un mastodontico armadio in legno scuro, risalente probabilmente all'età della pietra e con accanto ad esso una scrivania con alcuni fogliacci sopra. Sì infatti non era male, era molto peggio.

-dai non fare così!-disse john, alla vista della bocca incurvata di lei

-dopo un po' ci si abitua te lo assicuro- passò la valigia a Chris che fino ad ora, a parte per presentarsi, era rimasta zitta; lui si avvicinò e gli sussurrò -se hai bisogno sono nella stanza accanto eh!- sorrise e chiuse la porta.

pensò lei, buttandosi sul letto, che tra l'altro fece rumore terribile!, e continuò a fissare il soffitto, (sì esatto, come i gatti) stesa comodamente sul letto.

Dopo qualche minuto della sua vita speso inutilmente; decise di alzarsi dal letto e cominciare a disfare le valigie, una cosa molto importante notò: i suoi vestiti non c'erano! Bè, sicuramente non potevano essere andati a fare un giro in centro. Non sapeva come fare, pensò un attimo e decise che il giorno dopo sarebbe andata con qualcuno (ancora da lei ingnoto di chi sia) a comprarsi qualche cosa, magari era la volta buona per vestirsi alla moda; mise i libri sul tavolo: lunedì doveva cominciare subito ad andare a scuola, era contentissima di iniziare i nuovi corsi di disegno della Liverpool College of Art, non ringrazierà mai abbastanza i suoi genitori per avegli fatto intraprendere gli studi all'estero.

 

angolo autrice

Ehi! Ragazzi è da un po' che non ci si sente!

Sono io, la scrittrice e in questo spazio (che ci sarà ad ogni fine di un capitolo) commenterò il lavoro del narratore insieme a voi;

innanzitutto mi scuso se questo capitolo è breve, glielo dicevo al narratore di fare più descrizioni ma lui dice che se faccio come dico io il racconto perde la "scorrevolezza"; vabbè.

il Narratore mi ha detto che devo parlare il meno possibile del prossimo capitolo (uffi); comunque...avete visto quella Chris! Non l'abbiamo ancora conosciuta tanto, anche perchè non ha parlato molto, soprattutto con quel Lennon, ma il modo con cui si è lasciata trasportare da lui mi piace,

chissà se nascerà qualcosa tra loro.
passo e chiudo!

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Capitolo 2
*** Lo Zio George E Mimi ***


Erano le undici e mezza quando Mimi tornò a casa con un signore, più o meno della sua stessa età. - Questa è l'ultima volta George!! - sbraitò Mimi puntando il dito davanti al viso dell'uomo con ancora una bottiglia di birra in mano. Il trambusto in salotto fece sparire il pensiero degli abiti di Chris, facendola rinvenire su quanto si fosse fatto tardi. < Ma in questa casa non si cena neanche?! > . Tutta sconsolata riuscì a trovare nella tasca interna della valigia una vestaglia tutta sgualcita; cercò di infilarsela (per un minimo di decenza), quando a un certo punto sentì cigolare la porta. - Che fai spii?! - Shhhhh! Vieni con me - Ma io.. Non fece a tempo a finire la frase che l'ombra la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla porta. Era John nella sua "tenuta da notte". - John. - Cosa? Oh, scusa, mi ero dimenticato che non sei abituata. - Disse con aria molto tranquilla, mentre Chris stava completamente friggendo davanti alla vista di John in mutande. - Ehm.. Come mai mi hai chiamato? - Cosa? Ah, sì, giusto ci stiamo perdendo lo spettacolo! - Le bisbigliò all'orecchio. - Seguimi! Scesero le scale velocemente, fino ad arrivare in corridoio dove si accostarono di soppiatto all'arco del salotto. - Cavolo, non hai più vent'anni!! - Mi stavo solo un po' divertendo! Mentre quei due si scannavano, John e Chris se la ridevano come pazzi. Non aveva mai incontrato un ragazzo che la facesse sentire così a suo agio (questa ragazza prima di venire qui era proprio messa male!). Si sentiva tranquilla e libera di parlare proprio come si fa tra amici. - Oh oh! La cosa si fa seria, Mimi ha attaccato con il discorso dell'alcool, ce ne sarà per un po'. Finito il lungo discorso di Mimi, a Chris sorse una domanda, che pose a lui. - Ma chi è quell'uomo e perchè sta litigando con tua zia? - ... - Ehi, ci sei? John non connetteva più, stava guardando il pavimento con uno sguardo assente. Chris non sapeva cosa fare. E se in qualche modo lo avesse messo in imbarazzo? In preda al panico cominciò ad annaspare davanti alla sua faccia con le mani, quando a un certo punto vide spuntare un piccolo sorrisetto (aiuto). - WAAAAAH!! Veloce come un gatto, le saltò addosso. Quasi provocò un infarto alla povera vittima (mi sorprendo che sia ancora viva). - Ma sei impazzito?! - AHAHAH! Con ancora il corpo di John sopra di lei e il cuore in gola, notò che improvvisamente la confusione di prima si era placata e che stavano tutti guardando loro due: - John posso sapere... Che cosa accipicchia stai facendo?! - Sbraitò Mimi. Lui, scostandosi e mettendosi da parte, cambiò subito discorso e attaccò bottone con l'uomo misterioso. Quando notò che la zia iniziava a essere spazientita si alzò da terra, aiutando anche Christine. - Zio George lei è Christine Rossi, la ragazza dello scambio con l'Italia. - Quale scamb.. Ahia!! Mimi aveva immediatamente pestato il povero piede del presunto zio, cominciando a bisbigliargli qualcosa nell'orecchio. Chris cercava risposta in John, ma anche lui non risultava molto consapevole. - Wow... Ehm... Benvenuta a Liverpool Christine! - Grazie. - Io sono George, se vuoi puoi chiamarmi, come fa John, Zio George. Spero ti troverai bene con questo piccolo bricconcello come amico. - Disse un po' incerto, dando una pacca sulla spalla del ragazzo. - Molto bene, adesso tutti a nanna! Domani si prospetta una giornata difficile per tutti! E dopo questa frase finale di Mimi, si diressero tutti nelle loro stanze, si salutarono dandosi la buona notte e si addormentarono tutti tranquilli, tranne Chris, che aveva ancora un dubbio che gli danzava in testa. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ehilá popolo come và? Eccoci tornati con un nuovo capitolo molto piú misterioso, mi scuso per la lunghezza e per non aver fatto descrizioni troppo dettagliate. Ringrazio chi recensirá la storia e anche chi la leggerá soltanto. Un bacione grande ad Athelye che mia ha supportato (per non dire sopportato!) E che grazie a me la sua pazienza è salita di evoluzione come i pokemon! Un abbraccio strinto a tutti!

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Capitolo 3
*** Un amico in più ***


Il cielo grigio di Liverpool illuminava la stanza, il leggero venticello settembrino faceva svolazzare leggermente le tendine della finestra.

L'aria affascinante e incantevole avrebbe conquistato chiunque, persino l'Innominato di Manzoni. Quando la nostra protagonista si svegliò, non si sentì molto in vena di proseguire la giornata, così stette sul letto per un po' a sonnecchiare. Verso le sette e mezzo si degnò di alzarsi, lasciando il letto in disordine (sembrava che ci fosse scoppiata una bomba dentro, altro che disordine!) e si avviò assonnata verso il cosiddetto bagno, trovato per la targhetta sulla porta.

Si guardò allo specchio, assistendo a una frequenza di sbadigli olimpionici e cominciò a domare quell'ammasso di nodi sulla sua testa e, visto che la piega qualche giorno fa non aveva resistito "all'impatto", decise di raccogliere i capelli in una coda leggermente cotonata; poi prese spazzolino, mascara e dentifricio, gentilmente depositati in bagno probabilmente da Mimi, e si mise a lavoro.

Un quarto d'ora più tardi, verso le 7:45, si rese conto di essere in ritardo e corse in cucina inciampando per le scale. Rialzata dal tonfo in terra, si avviò un po' più cautamente in cucina.

Lì c'erano Mimi, che sorseggiava tranquillamente il suo the, e John, che guardò la ragazza trattenendo a stento le lacrime e mordendosi all'interno le guance per evitare di crepare del ridere.

- Buongiorno a tutti

- Buongiorno Christine, desideri qualcosa per colazione?

- Ehm... In realtà stavo pensando di andare già via. Sa, è il primo giorno di scuola non volevo arrivare tardi.

- Oh tranquilla! Vai alla stessa scuola di John, quindi se hai bisogno di qualcosa puoi chiedere a lui.

Disse mentre John annuiva con mezzo croissant in bocca.

 

Christine come narratore

Per volere di Mimi dovetti aspettare che John avesse finito di mangiare, per poi incamminarmi con lui verso la meta.

All'inizio del tragitto lui non parlò molto con me, se ne stava in silenzio con le mani in tasca. Ad un certo punto, notai una cosa in lui: aveva il colletto rialzato della camicia. Valutai molto quel particolare.

Mi sentivo a mio agio con lui, siccome non faceva troppe storie.

Aspettai che in qualche modo fra di noi si sciogliesse il ghiaccio, fino a quando un gruppo di ragazzoni dall'altra parte della strada attraversò velocemente e saltò addosso a John.

- Ehi! Ehi! Come va Lennon?

- Risparmiati il "come va?", Shotton! Devo presentarvi una persona...

Io, che fino a quel momento ero stata in disparte, venni presa per un braccio da John e trascinata nel mezzo al gruppo di avvoltoi.

- Questo bocconcino! Viene direttamente dell'Italia e, anche se per alcuni di voi è troppo alta, è davvero graziosa, non pensate?

- J-Joh-n?! - Cominciai a dire balbettando. - Cosa cazzo stai dicendo!

Riuscivo a percepire la maliziosità nel gruppo.

- Stai calma tesoro, ci penso dopo a te.

- Eheheh, l'italiana ti sei preso! - Esclamò un ragazzo biondo che rispondeva al nome di Pete Shotton. - Da dove vieni?

- Toscana.

Risposi io, tentando di essere risoluta, trattenendo la rabbia e cercando di parlare con John, che mi aveva lasciata in quella situazione.

- Ma quindi sei fidanzata con John?

- No! Noi non siamo fidanzati!

- Preferisci i ragazzi inglesi o italiani?

- Beh.. Non saprei...

- Hai qualche Italiana da farci conoscere?

- Non lo so..

- Sei proprio da fare lo sai.

- Ma..!

Iniziavo a non farcela più, tutte quelle domande su domande, e pure troppo sfacciate! Ad un certo punto mi affiancò John.

- Ok, adesso basta domande.

Disse, cercando di mettere la mano più in basso possibile. Sentii un appiglio sul fondo schiena, saltai per il tocco improvviso e guardai il viso malizioso di John. Non resistetti a rovinare la sua espressione, così gli tirai un pugno talmente forte da farlo barcollare.

Da quell'istante tutto mi sembrò a rallentatore alcuni che ridevano altri che insultavano e John, quello stronzo di John, si teneva il naso con una mano e mi guardava con aria interrogativa.

Presi la cartellina e corsi via.

 

John come narratore

Non resistetti al pensiero di toccarla, mi divertiva vedere come si sarebbe comportata quando era a disagio. Non so perché, ma a vederla arrossire tutta la mia attenzione cadde su di lei. Certo, non mi aspettavo così tanta forza in una ragazza. Mi lasciò molto spiazzato.

Mi sentii rifiutato, ed era una bruttissima sensazione. Ovviamente, con i miei amici cercai di fare l'indifferente, ma Chris mi aveva non solo colpito forte il naso ma anche il cuore.

 

Narratore principale

Chris corse fino ad un isolato più in avanti, dove vide molti ragazzi e ragazze con il gilet della scuola. Dopo aver preso fiato, cominciò ad assumere una camminata più lenta.

Arrivata alla scuola, fu accompagnata da un professore, che scoprì dopo insegnare storia dell'arte nella classe.

- Buongiorno a tutti ragazzi. - Disse il professore ai ragazzi. - Oggi con noi abbiamo una nuova compagna. Si chiama Christine Rossi. Come avrete capito dal cognome, è italiana, quindi mi raccomando di farla sentire a casa!

Dopo la lezione, al suono della campanella tutte le ragazze si precipitarono verso di lei, fingendosi immediatamente amiche solo per sapere qualsiasi cosa su di lei.

Con la coda nell'occhio, Christine notò un ragazzo molto magro intento a disegnare qualcosa su un blocchetto da disegno. Rimase affascinata dall’impegno che sembrava metterci.

Dopo lezioni su lezioni, finì la giornata e uscì soddisfatta. Si fermò su una panchina per leggere tranquillamente un buon libro quando una presenza si sedette accanto a lei.

- Ciao, sei quella nuova?

Era lui, il ragazzo che per tutti i cambi dell'ora era rimasto in classe a disegnare.

- Esatto, piacere di conoscerti. Mi chiamo Christine Rossi.

- Stuart Sutcliffe.

Disse stringendo la sua mano. Era un ragazzo più o meno alto quanto lei, molto magro, con degli occhiali neri e la sciarpa al collo. L’aspetto le sembrava quello di un intellettuale.

- Allora, come ti sembra per ora Liverpool?

- Non ho visto molto per ora, sono arrivata solo ieri.

- Ahi noi!

Guardò il terreno per un istante, poi si alzò in piedi e, porgendomi la mano, parlò.

- Vieni, ti porto a fare un giro!

- Con piacere!

Stuart sembrò molto sorpreso che la ragazza avesse subito detto sì. Le fece fare un giro per tutta Liverpool, le fece mangiare fish and chips, la portò al porto e le consigliò dei negozi per comprare dei vestiti. Si divertirono molto insieme. Chris lo trovava simpaticissimo.

Dopo vari giri, si sedettero su una panchina con vista sul porto e si misero a chiacchierare per un po'.

- Ma come mai hai dovuto comprare tutti i vestiti?

- Perché, idiota come sono, me li sono scordati tutti a casa.

Dopo sane risate e divertimenti, Stuart se ne uscì con una domanda.

- Ehi, ci sei mai andata in una sala da ballo?

- Beh, a ballare non me la cavo male, ma ci andavo raramente in Italia..

- Che ne diresti di venire stasera con me ed un mio amico ad un fantastico club qui vicino?

- Ma domani dobbiamo andare a scuola..

- Dai, non faremo tardi! Entro l'una di notte ti riporto a casa, promesso.

Chris non sapeva cosa fare. Conosceva quel ragazzo solo da poche ore, e non avrebbe dovuto fidarsi, soprattutto dopo l'episodio con John, ma per quella volta andò d'istinto. Doveva pur divertirsi una volta ogni tanto, no?

- Ok, ci sto!

- Perfetto, ti passo a prendere io dove abiti?

- Menlove Avenue, numero 251.

- ok! uhm.. che strano mi sembra di aver già sentito questo indirizzo.

- Posso sapere chi verrà con noi? - Chiese Chris, molto curiosa.

- È un ragazzo che fa la nostra stessa scuola.

- Come si chiama?

- John Lennon.

 

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Capitolo 4
*** Quiete Dopo La Tempesta ***


QUIETE DOPO LA TEMPESTA

 

Chris rimase basita e, dopo che le parole, come un treno, ebbero attraversato la sue orecchie, pregò, pregò tanto (penso di non averla vista così tanto devota a Dio). Sentiva puzza di fumo, un fumo denso e soffocante, un fumo dannosissimo per la sua dignità, o almeno per quella che le era rimasta.

- Come hai detto scusa?

Chiese in tono disperato, nemmeno fosse morto qualcuno.

- John Winston Lennon. È un ragazzo di un anno più di noi. Penso che abiti nella tua stessa via – Sbam!, un colpo al cuore – Oh, guarda è proprio laggiù, sta corteggiando la sua solita pollastra. Ehi John!

John salutò la pollastra e corse verso Stuart, facendo finta di non vedere Christine, che invece stava cercando di immergersi nella siepe (neanche avesse quattro anni, che immatura!)

- Ehi Stu, – Disse molto tranquillo John con il naso leggermente rosso per un po' di sangue secco sulle narici (Bleah!) – Come va?

- Molto bene, tu non sei esattamente nella tua forma migliore.. Che è successo al tuo naso?

Intanto, dentro la ragazza stava squillando a tutto volume un campanello d’allarme: cercò di tirarsi indietro il più possibile, ma la fatidica risposta arrivò ugualmente.

- Chiedi alla tua nuova compagna, eh, Chris?! Che cosa è successo al mio naso?

- Ma quindi vi conoscete? Non sarai mica la ragazza che ospit...

-Sì, sono la ragazza ospitata da John, e mi sono appena ricordata di avere un impegno stasera, mi spiace tanto ma non posso venire! Ci vediamo a scuola.

- Ma...

- Chris! Me lo avevi promesso!

Ormai era troppo lontana per sentire la lamentele di Sutcliffe. Era soddisfatta, ma anche scossa internamente per l'accaduto, quel figlio di puttana stava per rovinarle la reputazione. Che cosa avrebbe pensato di lei, una ragazza che picchia un ragazzo?

Per lei non c'era niente di male, ma Liverpool non era ancora pronta (per ora). Però, per adesso, anche la seconda battaglia l'aveva vinta.

Canticchiando, leggiadra e felice come una farfalla, aprì la porta e corse in camera sua percorrendo le scale con qualche piroetta qua e là.

Più tardi arrivò John incazzato nero, sbatté la porta e urlò.

-Ehi! Dove cazzo sei?! Non si fa così, eh!

Chris che, nell’assenza di Mimi, si stava strafogando di tutto quello che c'era in frigo, dopo il rumore della porta che sbatteva, cominciò a tremare come una foglia (che coniglio!). Uffa, ma chi cavolo me lo ha fatto fare di venire qui.. Ora questo mi ammazza.

Milioni di pensieri si accatastarono nella sua testa, fino a quando John la trovò. La agguantò e la strattonò fino in salotto.

- Cosa hai pensavi di fare?! Guarda come mi hai ridotto! Sembro un soldato che sta aspettando che una crocerossina lo medichi! E poi con Stu?! L’hai fatto stare male, sei proprio una stro...

- CHE COOOSAA??? Stronza a me?! Ma come osi! Se non fosse stato per te che non hai tenuto le mani a posto non sarebbe successo niente!! L'unico che la prossima volta dovrebbe pensare a cosa fare sei tu, John Lennon!

Le parole uscirono dalla sua bocca, aspettavano da tanto tempo. Quella parola aveva fatto uscire la seconda Chris, quella molto più simile a John, che, per vari motivi, era stata sempre dentro senza dare noia a nessuno.

Girò i tacchi (anche se indossava ballerine) e se ne andò in camera sua sbattendo la porta e lasciando John stupito dalla risposta. Come ho detto prima, in casa non c'era Mimi, quindi non cenò nemmeno quella sera.

 

John come narratore

Mi sentii in colpa. Non pensavo facesse tante storie. Di solito le donne italiane...

Ma basta con tutti questi stereotipi! Mi avevano solo confuso la testa, cazzo! Prima pensavo fossa una ragazza sensibile, ma dalle sue reazioni non sembrava fosse poi così tanto dolce, che fosse lunatica?

Non lo so, l'unica cosa certa era che mi dovevo scusare.

Mi avvicinai alla sua porta e bussai.

- Ehi, ascolta.. Mi dispiace. Sì, ok, ho sbagliato, contenta?!

Sentii aprire la porta e, essendomici appoggiato, cascai con un tonfo a terra.

- Niente di rotto?

- No sto bene. – Dissi, mentre mi aiutava a rialzarmi. – A parte il naso.

Lei sorrise con un sorriso vero, puro, il più bello di tutti.

- Vieni, che te lo aggiusto.

Andammo in bagno e Christine mi pulì con fazzolettino il naso, anche se sembrava imbranata, era molto leggera nei movimenti.

- Adesso sì che la similitudine soldato - crocerossina va a pennello. Ah, poi stasera vieni? Almeno puoi conoscere un po' di persone. Ti accompagno io.

- Ma non faremo mai in tempo!

- Invece sì, vieni.

La portai in camera sua e rovistai tra i sacchetti dei negozi. Sapevo che Stuart aveva gusto e, infatti, ciò che trovai non mi deluse.

- Ecco qua!

 

Christine come narratore

Tirò fuori uno dei vestitini che avevo comprato nel pomeriggio.

- Mettitelo, su.

Me lo lanciò addosso e, prima che potessi accorgermene, scappò fuori da camera mia. Chiusi la porta perché fosse a prova da sguardi indiscreti e indossai il vestito. Non mi stava male, pur avendo lo stesso problema con l'altezza e con la fredda stagione invernale.

Era di un verde scuro con uno scollo a cuore molto contenuto, con maniche corte e spalle scoperte. La gonna era molto svolazzante e arrivava appena sopra il ginocchio.

Mi misi le scarpe in fretta e uscii dalla camera. Lì mi stava aspettando John.

- Tieni.

Mi porse un cerchietto, rubato a Mimi come farebbe un tenero bambino con la sua prima cotta.

- Oh, grazie!

Lo infilai subito, cotonando leggermente i capelli sulla nuca. Nel frattempo, John mi guardava sulla soglia del bagno, appoggiato allo stipite della porta con un ghigno sul viso. Dopo una spruzzata di lacca e aver infilato il cappotto, partimmo verso il club.

- Come si chiama il club, John?

- Cavern. Facevano musica jazz, finché non si esibì lì un gruppo rock di qui, i “Rori Storm and the Hurricanes.

- Oh.

- Sai che sarai una calamita di offese per le donne con quel vestito?

- Oh, non importa! Se non lo sarò per l'altezza, lo sarò per il vestito.

John sorrise pensando un po' a quello che avevo detto.

- Su, coraggio ora, verso il Cavern!

 

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Capitolo 5
*** IT'S BEEN A HARD DAY'S NIGHT (PARTE 1) ***


Capitolo 5

 

IT'S BEEN A HARD DAY'S NIGHT (PARTE 1)

 

Sorvolato l'ultimo isolato con l'autobus la musica si stava facendo sentire, diventando come quella di sottofondo di un film. John la aveva fatta accomodare accanto al finestrino e non perchè lei soffriva di nausea, soltanto per guardare il magnifico sorriso di una bambina tutta eccitata per la meta che si avvicina sempre di più. "Christine la fanciulla" osservava dal finestrino appannato il ragazzi che in coppia scorrevano come schizzi per formare un cartone animato, le luci soffuse dei lampioni e i led delle insegne davano un aria molto da disegno impressionistico

-ehi! Dobbiamo scendere... disincantati!

Chris distolse lo sguardo -Eh? Cosa? Oh giusto- si girò alla spregevole persona che aveva distrutto la scena...ah no aspetta era John.

Scese dal autobus con un piccolo saltello fregandosi della gonna e mentre john era quasi entrato lo prese per un braccio e lo spostò a lato

-Aspetta!

-Uh...qui qualcuno vuole divertirsi!

Disse John con un sorriso e poggiando le mani sui fianchi

-No! No! Non intendevo questo

-ah...- Mugolò John scostandosi leggermente -Che cosa allora?

-mi devo preparare psicofisicamente non sono mai entrata in un Club inglese e, almeno che non spunti Adriano Celentano...

-Ehi chi è Adriano Celentano??!

Chris sorrise il modo in cui John lo aveva chiamato intensificò molto l'accento inglese, rendendo la frase molto buffa e simpatica

-E' un cantante italiano, intendevo dire che sono un bersaglio per le offese! E se non conoscessi le canzoni? E se mi attorciglio mentre parlo? E se...

-Ehi! Ehi! Ehi!- esclamò in preda al panico John mettendo le mani avanti- Tranquilla tesoro non stiamo andando in guerra! Lo conosci Elvis?

-Bhè sì...

-E allora sei perfetta e se qualche pollastrella ti guarda dall'alto in basso mangiagli la pappa in capo e fammela conoscere, e ora andiamo che Stu ci aspetta dentro.

 

Christine come narratrice

 

all'inizio cercai di mantenere lo sguardo solo sul collo di John, mi ero preparata tutto lo schema di gioco: sorridere, bere, sedersi e tenere il tempo con il piede. Purtroppo ripensandoci, con quei due, che sarebbe stato praticamente impossibile.

Ad un tratto mi sentii spinta dentro dal flusso delle persone, con tutte quelle teste persi completamente di vista John fino a quando vidi sventolare alcune mani vicino al bancone del bar < yey! Nuove amicizie!>.

Nuotai tra la folla beccando qualche occhiata da dei ragazzi riuscii ad arrivare a destinazione sana e salva

-Ehi! Ciao non pensavo tu venissi!

-Finalmente una faccia che conosco, Stuart.

dissi abbracciandolo

-ordini qualcosa?

-ehm.. non so..

-non dirmi che non hai mai bevuto??

-no! No! Certo che ho bevoto, a volte, prendo una pepsi cola!

John che finora era stato in silezio con il suo bel bicchiere di Birra in mano stava ridendo come un matto e Stuart con le mani fra i capelli ordinò

-una pespi cola per la signorina!

-Ti va se scegliamo una canzone?- disse John asciugandosi le lacrime -Hai spicci?

-mmh! sì- fra un po' mi strozzavo con la pepsi

-andiamo, tu vieni Stu?

-no resto qui..

-come vuoi

ci incamminammo verso il jukebox quando da dietro qualcuno fischiò. Mi fermai di punto in bianco bloccando il passaggio anche a John che capì subito la situazione al mio sguardo e subitò si voltò verso quel ragazzo

-hey Pete, rompi di già il cazzo, sono solo le dieci di sera

-che fai Lennon hai cambiato stile? Non ti piacevano le bionde?

-e se anche fosse??!

John era andato subito in faccia a questo certo Pete < neanche fosse la mia guardia del corpo, so badare a me stessa!! > pensai,

-Ok, ok qui la situazione sta scappando di mano è solo un fischio John -Cercai di dividerli e cambiai subito discorso -Come ti chiami ragazzo?

-Pete Best, tu tesoro?

-Christine Rossi

esclamai con un occhiolino, mi piaceva come ragazzo ma non capii come sia riuscita a fare quella scemenza dell'occhiolino, una buona volta che mi espongo.

Rimanemmo per qualche secondo a guardarci negli occhi come se parlassimo com una specie di codice degli sguardi finchè John, stufo, mi tirò leggermente la gonna facendo cennò di andare

-oh sì giusto- mi svegliai dall mio momento di trance -bhè, è stato bello conoscerti Pete, ci vediamo!

 

John come narratore

 

Ci mancava solo Best oggi, non capisco perchè era così tranquilla con lui, oggi con me sembrava un coniglietto posseduto da satana in persona magari provava qualcosa per Pete, impossibile di già al primo sguardo??!

< ehi John! Stai pensando troppo, ricordi la regola act naturally >

pensai, che pensiero da coglioni.

-allora che cosa scegliamo?- Dissi in fretta a Chris- hai qualche preferenza?

-perchè sei andato subito addosso a quel ragazzo??

-perchè mi dà noia il suo atteggiamento, tutto qui

-mmmh qui la cosa mi puzza

-dai smettila ti ho fatto una domanda

cercai di cambiare discorso

-preferenze? Non so... un po' di Elvis

-ok, molto ragionevole da parte tua, vediamo se indovini questa

-ahah, d'accordo

mi appoggiai al jukebox osservando Chris che cercava di capire la canzone già da prima che fosse partita

 

Well, it's one for the money
Two for the show
Three to get ready
Now go, cat, go

But don't you
Step on my blue suede shoes
Well you can do anything
But stay off of my blue suede shoes

-Aspetta... ma questa è Blue Suede Shoes!!

-Complimenti! Adesso ti resta solo che ballare

-no, no! Tu sei completamente fuori!

-che fai ti vergogni?

-E' solo che...

-E dai non lo senti il ritmo del rock and roll, non c'è bisogno di imparare i passi, basta seguire il tempo!

Imitai Elvis con movimenti pelvici facendola ridere, la presi per le mani e cercai di farla andare a tempo

 

Well, you can do anything
But stay off of my blue suede shoes

Let's go, cat!

La girai su se stessa mentre lei faceva alcuni saltelli

-ma cosa dici guarda che ci sai fare!

cominciai a cantare sottovoce sotto la musica

-You can burn my house
Steal my car
Drink my liquor
From an old fruit jar
Well do anything that you want to do
But uh-uh, honey lay off of my shoes

And don't you
Step on my blue suede shoes
Well, you can do anything
But stay off of my blue suede shoes

Rock it
Yeah

-ahahah anche tu non sei male a cantare!

Narratore pricipale

Si divertirono come pazzi, tra salti, su e giù e piroette Chris non dava neanche il tempo a John di riposarsi un attimo. Dopo cinque canzoni e un lento, bagnati fradici decisero di fare una pausa e raggiunsero Stuert al bancone

-Meno male che non eri capace- esclamò John con il fiatone -ti va un po' di birra offro io anche per Stuart

-no ragazzi forse è meglio che vada a casa, sono stanco e devo assolutamente finire un disegno che avevo cominciato oggi

-ma è solo mezzanotte! E poi...

-Dai si è fatto tardi, - la interruppe Chris -dobbiamo andare anche noi, Mimi sarà in pensiero e poi guarda in che condizioni siamo!

-allora vi aspetto.

-e che cazzo dai!!

-su via smettila, io intanto vado in bagno mi faccio trovare qui tra un minuto, aspettatemi fuori eh!- Prese il giacchetto e la borsa ma prima di andare diede un lieve bacio sulla guancia a John -grazie.

Disse, e si incamminò verso il bagno un po' oscillante, forse per quella mezza birra che prese.

-Uhuh, qui qualcuno sta arrossendo

-ma che dici!- disse John dando un piccolo pugno sulla spalla dell'amico -non ho mica dieci anni!

-secondo me dovresti seguirla in bagno

-ma sei matto?!! quella lì se gli metto le mani addosso mi tira due schiaffi da farli diventare dispari!

-pensaci...

insistette stuart.

Chris come narratrice

Forse ero stata un po' sfacciata con quel bacio ma mi sentivo talmente esausta da non riuscire neanche a rimuginare su quello che avevo fatto. Presi un pezzetto di carta e cominciai a pulire il mascara che si era sbavato attorno agli occhi Era un operazione difficilissima con quella misera luce data da una piccolissima lampadina.

Ad un certo punto sentii la porta cigolare ma non badai a chi fosse entrato, quando un certo punto venni spinta al muro ma solo quando cominciò a baciarmi capii chi era

-Angolo autrice-
sì lo so, non sono per niente affidabile: dicevo che avrei messo l'angolo autrice in ogni capitolo e che avrei aggiornato ogni settimana, però questo capitolo è più lungo! (contrattatrice che non sono altro) spero che vi piaccia e mi raccomando recensite che per ora nessuno si è degnato!
with love from Frida.
 

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Capitolo 6
*** IT'S BEEN A HARD DAY'S NIGHT (PARTE 2) ***


Angolo Autrice:
Ci vogliamo a mettere a discutere dell'enorme ritardo? Ma sì dai, tanto a sto punto.
Chiedo umilmente scusa per l'enorme ritardo che da una settimana si è trasformato in un mese e mezzo *si frusta con i lacci delle scarpe*, prometto che durante l'estate (non vedo l'ora che arrivi) sarò più attiva, anche perchè ho in mente di pubblicare anche qualche os;
comunque... siamo arrivati a più di 100 visite!! di solito questa cosa non si festeggia ma per me è un bel traguardo, grazie per chi legge la mia storia, pur essendo un po' bruttarella, ma parliamo del capitolo, in effetti ci ho messo un bel po' a elaborarlo sapete è la prima volta che descrivo un bacio e non solo per me evidentemente, la nostra piccola Christine sta crescendo! Spero che tutte le riflessioni dei personaggi siano capibili e senza dilungarmi troppo vi lascio alla lettura.


 

Capitolo 6

IT'S BEEN A HARD DAY'S NIGHT (parte 2)


 

Christine come narratore

In quella stanza faceva più freddo di quanto pensassi. L'atmosfera era imbarazzante. Dopotutto, che cosa provereste voi stando schiacciate tra un muro e un ragazzo conosciuto poche ore fa? Imbarazzo. un grande imbarazzo. Ero solo un'adolescente, niente di più. Mi sentivo inadatta a quel genere di cose, troppo giovane; ma continuai ugualmente dando il meglio di me.

Ad un tratto lui si staccò e mi guardò un attimo negli occhi, Tutto il mondo mi parve fermarsi: aveva una bellezza diversa da altri molto singolare, molto timida. Avevo una specie di ammirazione ma per niente paragonabile ad amore. Anche io lo stavo fissando. Bastò un secondo per ricominciare quella giostra di emozioni. Le lingue si esploravano, si cercavano, si coccolavano e abbracciavano. era un bacio, forse dolce? Non seppi definirlo.

La mia agitazione era svanita. Sentivo soltanto che dovevo andare avanti, senza fermarmi. Lui mi accarezzò i capelli. Non riuscivamo più a staccarci; chiusi gli occhi.


 

John come narratore

Guardai l'orologio, dove cazzo era finita?

-Senti John, io devo andare per forza non posso stare qui un minuto di più ho un sacco di cose da fare a casa ci vediamo domani

-Sì certo, sempre che non mi tocchi dormire qua a sto punto, vai dai ciao Stu a domani

lo salutai e aspettai qualche minuto tanto per far aumentare di più la mia rabbia cercai di entrare tra l'immensa folla, quando finalmente ero dentro mi sorse in testa un dubbio: e se ne fosse andata via con qualcun'altro? Impossibile me l'avrebbe detto, spero di trovarla in bagno, non ho voglia di girare tutto il locale per cercarla, poi con il senso di orientamento che mi ritrovo; non riesco a trovare una persona in una casa, figuriamoci un un locale affollato.

Assorto nei miei pensieri, arrivai fino alla porta del bagno non bussai neanche; tanto peggio di così non poteva andare, a casa Mimi mi lancierà direttamente una sedia quando torneremo a casa...tutta colpa di sta tizia con, probabilmente, vari problemi di stitichezza.

Appena aprii la porta mi fermai di soprassalto.


 

Narratore Principale

Chris sentì il rumore della porta aprirsi e si staccò dalla presa di Pete che gli stringeva molto aggressivamente le braccia, in effetti forse era il momento di farla finita: la cosa stava diventando troppo spinta e a lei la cosa non piaceva per niente. Immaginava il primo bacio come un momento magico...e lo era stato, fino a che la realtà arrivò come un treno: non esiste l'anima gemella e neanche il principe azzurro, tutte quelle cose che ti aspetti siano meravigliose, magiche alla fine non sono altro che uno scambio di saliva con una specie di maniaco che non conosci neanche. Una nota di delusione apparse in Chris, la delusione di un sogno che aveva da una vita. Si girò per vedere chi era entrata (o entrato) nel bagno e si immobilizzò:

-Ehi! Che ti prende?- Domandò stranito, il ragazzo che la teneva tra le sue braccia -Su coraggio!!

la strattonò leggermente ma Chris non si muoveva, anzi lo spostò leggermente mentre John, preso dall'ansia di diventare un baccalà, cercò di intervenire in qualche modo:

-Scusate se ho rovinato un momento molto importante per la storia di un adolescente, ma purtroppo devo portare via la tua amata visto che si sta facendo tardi e non vorrei che la mamma di Pete si arrabbiasse troppo

-Ahahah, John!! chiudi quel becco!

Esclamò divertita la ragazza, adorava come quel ragazzo faceva passare un momento di disagio con una sola frase, afferrò la borsetta e corse zampettando da lui chiudendogli dolcemente la bocca con le dita

-Allora noi andiamo Pete, ci vediamo in giro ok?

-Ma... Christine!! Dove cazzo vai?!

-A casa, e dove sennò?

-Ma se vuoi ti posso accompagnar...

Non fece in tempo a finire la frase che John gli chiuse la porta in faccia.

-Forza, corri! Corri!

Urlò, indicando il bus che stava per partire, afferrò la sua mano e corsero a perdifiato fino alla fermata.

Riuscirono a salire per un pelo e una volta saliti si sedettero affannati sulle sedie

-Sai una cosa?

Christine si girò verso di lui:

-Che cosa?

-Non ti credevo una tipa da bacio nel bagno delle donne

-Cosa credi che in Italia fossi stata una monaca? - attaccò, fingendo di essere un po' offesa -Certo però potevo almeno salutarlo

-Hai già fatto troppo, tanto con tutte le pollastre che gli girano in torno domani ti avrà già dimenticato

-Oh...

-Eh cara mia, ci devi fare l'abitudine sei a Liverpool adesso, non se ne salvano molti

-e chi sarebbero questi ragazzi che si salvano? Tu per caso?

John diventò improvvisamente rosso:

-Ehm...uh guarda! Siamo arrivati

Chris sorpresa, raggiunse John che era già uscito

-Aspettami!

Arrivati a casa cercarono di fare il più piano possibile, per non svegliare Mimi; dopo essersi preparati filarono a letto,

-Chris...-

Prima di chiudere la porta, John, chiamò a sè la ragazza

-Dimmi John

-Mi prometti che, in futuro, se qualcuno ti obbliga a fare qualcosa che non vuoi ti saprai proteggere?

Chris sorrise, ma capì che John non stava scherzando, ma quella specie di ghigno che fece non era un riso, non era una di quelle cose che fai quando un tuo amico fa una battuta. Era una rassicurazione per John, una promessa che sarebbe durata tutta la vita:

-Certo, stai tranquillo- aggiunse - buonanotte John, stasera è stata proprio una dura giornata diurna!

-Eh già! 'notte Christine.

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Capitolo 7
*** ENGAGED ***


Capitolo 7

ENGAGED


 

Martedì 16 settembre 1956

Cari genitori,

Potete crederci o no, ma mi fa proprio strano scrivere in Italiano dopo tre giorni di puro inglese "liverpooliano" dovreste sentire l'accento delle persone è davvero divertente, altro che i vostri amici fiorentini! Comunque per il resto sto proseguendo bene. In classe, pur stando molto attenta, non capisco molto dalla spiegazione ma poi leggendo dal libro si fa tutto più semplice. I voti sono più che sufficenti...apparte una materia sotto: l'amicizia, quella proprio non se ne è vista molto, soprattutto fra le ragazze che sembra abbiano sempre la puzza sotto il naso, bah sarà per il porto. Ah una cosa che forse non ci crederete mai: (Papà dai la lettera a Mamma, per il bene di tutti non leggere questa cosa) ho trovato un ragazzo! Forse non si può ancora chiamare così, un bacio c'è stato, forse non dovevo dirvelo, ma mi sento così adolescente adesso. Prima ho dovuto spacificare "ragazze" perchè appunto sorprendentemente mi sono trovata due amici ragazzi che mi sopportano: il primo è il nipote di Mary, la signora che mi ospita, e abita assieme a me, è molto divertente ma ha uno stile e umorismo tutt'altro diverso dai ragazzi italiani (io sinceramente lo preferisco) si chiama John Lennon. L'altro si chiama Stuart Sutcliffe e, a differenza di John, ha la mia stessa età. Ci siamo conosciuti in classe, è un tipo solitario alla fin fine, un bravo ragazzo. Come ve la passate voi? Spero di sapere vostre notizie al più presto.

Con affetto.

Christine

 

 

-Christine devi andare sennò farai tardi

-Giusto Mimi, scendo subito

Chris posò la penna stilografica sul tavolo e imbustò la lettera. Era veramente fiera di ciò che aveva scritto, mentre scendeva le scale immaginava la sorpresa dei genitori nel trovarsi una busta che viene da liverpool nella posta. Immaginò anche il nonno tutto contento mentre aggiunge i nuovi francobolli nella sua collezione.

- Eccoci qua pronti a partire, ma non fai colazione?- disse preoccupata Mimi- è il pasto più importante della giornata

-si dai lascia perdere, ciao Mimi noi andiamo

John tagliò corto con la zia, prese il braccio di Chris e la trascinò (tanto per cambiare) fuori di casa.

Iniziarono a camminare, fino a quando Chris tirò fuori la busta e si appoggiò alla buca delle lettere per attaccare i francobolli

-E' una lettera per i tuoi genitori?

Chiese il ragazzo molto incuriosito

-Sì, come hai fatto ha intuirlo?

-Con la genialità che mi ritrovo

Chris alzò gli occhi, la modestia di quel ragazzo a volte la sorprendeva. Rimase a guardarlo; non capiva come John stesse sempre con lei quando semplicemente poteva insegnarle la via per andare a scuola e divertirsi con i suoi amici. Eppure era lì, assieme a lei ad attaccare francobolli e fare battute squallide sui postini. Con tutti quei discorsi improvvisamente, nella testa di quella ragazza, venne l'immagine del viso di Pete. Quasi le dispiaceva, stava parlando con John e spunta lui nei suoi pensieri dove ormai era assolta.

John come narratore

Cazzo, ha distolto lo sguardo. Ecco adesso non mi ascolta più ne sono sicuro, come minimo si sta immaginando la sua Italia

-Non ti preoccupare, so che l'Italia è molto più bella ma anche qui ci sono un sacco di cose belle come... come... ok forse la tua nostalgia è giustificata ..

-che cosa? Oh no, no. Io non sto pensando all'Italia

-a chi allora?

Mentre imbucava la lettera sospirò. Probabilmente mi stava prendendo in giro il suo sguardo sembrava quello di un ebete. Stava sicuramente scherzando

-quindi? Me lo vuoi dire o no?

-stavo pensando a Pete, sai il ragazzo di ieri sera

-Ecco lo sapevo, le donne pensano solo a quello...

-A chi? A Pete?

-No. pensano solo al cazzo!

Chris si fece rossa come un peperone:

-John! Ma cosa dici!

Mi tirò un pugno sulla spalla, cominciai a ridere come un matto

-Ehi Ehi! Ok, la smetto.

-Mh e fai bene!

Incrociò le braccia e fece un sorriso malizioso; quella ragazza mi farà impazzire un giorno o l'altro. Nel frattempo metterla in imbarazzo diventerà uno dei miei hobby preferiti.

-Comunque non dirmi che non ci hai mai pensato

-John smettila.

-Eddai, su-

gli feci l'occhiolino mentre lei ritornava al color bordeux.

Christine come narratore

Non pensavo che John potesse arrivare a tanto. Ok, forse sto esagerando è solo una battuta ma se è solo una battuta a farmi mettere in imbarazzo, forse è bene che mi preoccupi; prima di partire per Liverpool sapevo che le persone e soprattutto i giovani sarebbero stati diversi, e John è la prova certa. I ragazzi (e magari anche le ragazze) inglesi non hanno peli sulla lingua. Pur di dire la loro opinione darebbero un pugno a qualcuno, ma se dovessi scegliere fra Italiani o Inglesi probabilmante sceglierei questi ultimi. Dopo aver fatto la linguaccia a John guardai l'orologio.

-Merda John, siamo in ritardo!

Presi la manica della sua camicia e mi accinsi a correre con John dietro che mi seguiva.

Appena arrivati a scuola il mio fidato accompagnatore mi abbandonò per andare a parlare con una ragazza, molto carina secondo me. Quando raggiunsi Stuart, ci dirigemmo assieme in classe. Appena suonata la campanella dell'ultima ora, corsi fuori scuola: non ce la facevo più a stare in classe i professori avevano dato fin troppi compiti da fare. Oltretutto mi aspettava una lunga camminata da sola perchè John e Stu andavano con i loro amici a Blackpool. Decisi di intraprendere la via più lunga. Camminavo molto lentamente per cercare di memorizzare e fotografare nella mia mente tutti gli angoli della via. Poco più tardi trovai una panchina che non fosse occupata, mi sedetti e sospirando cominciai ad osservare il posto; nella strada passavano raramente delle macchine e tranne per quest'ultimo caso il rumore delle foglie dei tigli dominava. Era un bel posticino per stare da sola. Non appena girai l'occhio mi resi conto che dall'altra parte della strada c'era un meraviglioso cancello rosso un po' arrugginito. Mi chiesi cosa ci fosse dietro a quei muri pieni di edera, magari una villa vistosa o un giardino. Sapevo solo di dover assolutamente ritrarre quel cancello rosso.

Stavo tirando fuori dalla cartella dei fogli per disegnare quando un ombra coprì la mia figura:

-Ti chiami Christine, giusto?

Alzai lo sguardo e sorprendentemente chi trovai davanti a me? Pete! Lo sapevo, sapevo che prima o poi mi avrebbe riparlato. Gli sorrisi

-Seriamente non ricordi il nome della ragazza con cui ti sei divertito ieri sera?

Lui arrossì tutto ad un tratto e si grattò la nuca:

-Quindi non ti chiami Christine?

-Sì, mi chiamo Christine

Gli feci cenno di sedersi e lui non esitò. Ripresi a disegnare fingendo di essere indifferente al bel ragazzo che era accanto a me quando proprio lo stesso bel ragazzo cominciò a emettere suoni che il mio cervello si rifiutava di elaborare:

-sai stavo pensando a quello che è successo ieri sera... e mi chiedevo se per te vale qualcosa

smisi improvvisamente di disegnare e mi girai di scatto verso di lui:

-Come scusa?!

-sono troppo affrettato forse? Sai, tu mi piaci e credo di stare bene con te

le parole mi risuonavano nella mente e sentivo il cuore fare la valigie e andarsene via. Non ci potevo credere! Forse sto diventando un po' noiosa a dire sempre questo ma non avevo mai provato quelle emozioni.

-Quindi tu vuoi fidanzarti con me?

-Sì, cioè... credo

-Ascolta Pete...- presa dal panico cercai di spiegargli a malincuore come stavano le cose. Avrei detto subito di sì ma dovevo ascoltare anche la mia coscienza ogni tanto -... mi fa molto piacere sentire che piaccio a qualcuno ma credo che ci voglia un po' di più di un bacio per fidanzarsi

-che cos'è quel "po' di più" per fidanzarmi con te?

Cazzo. Un ragazzo arriva da me disturbando la mia dolce quiete e chiede tutto ad un tratto di fidanzarsi con me, non capita di certo tutti i giorni. Poi pensai come sarà stato difficile per lui dire quelle parole anche se dimostra sempre di essere un ragazzaccio (come daltronde mezza popolazione maschile di questa città)

poi mi venne un idea:

-Ehi perchè non andiamo a mangiare qualcosa domani?

-Ok! A che ora ti vengo a prendere?

-Incontriamoci fuori scuola

ci alzammo e prima di lasciarci mi schioccò un bacio sulla guancia

-Allora a domani Christine

-Ciao




ANGOLO AUTORE
Ehilà! è da un po' che non ci si sente cari miei. mi mancava scrivere e così riparto più forte che mai con questo nuovo capitolo. la storia sta proseguendo bene anche secondo me sta scorrendo troppo lentamente, di questo passo arriveremo a 50 capito (i'm just kidding)
comunque se ce la faccio sto pensando di scrivere una os per il mclennon day: ho una mezza idea in testa.
Quindi, per finire, ringrazio chi legge o chi magari lascia una recenzione e ci vediamo al prossimo capitolo!

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