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Cora era una
dama bianca, o meglio conosciuta come una donna saggia dotata di grandi poteri
spirituali che aveva sempre protetto gli abitanti del pianeta Jody, un piccolo
pianeta dell’universo famoso per le sue acque dai poteri curativi. Cora era una
delle custodi di queste acque, come tutte le donne della sua famiglia prima di
lei.
Un giorno
mentre stava attingendo alle acque curative percepì una forza oscura che stava
arrivando sul pianeta a grande velocità, corse quindi ad avvertire il capo del
villaggio, che ordinò a tutti gli abitanti di nascondersi; l’unica che rimase
allo scoperto ad attendere il pericoloso straniero fu proprio Cora.
Un giovane
principe dai capelli neri si era risvegliato nella sua navicella, ormai il
pianeta Jody era in vista, doveva prepararsi allo sbarco. Certo che quel
viaggio era proprio una bella scocciatura, era appena rientrato da una missione
piuttosto complicata e sperava di poter avere del tempo per potersi riposare,
invece il grande Freezer gli aveva ordinato di recarsi immediatamente sul
pianeta Jody e distruggerlo.
A quanto
pareva l’ambasciatore di quel ridicolo pianeta aveva offeso il grande Freezer e
quindi non era stato sufficiente, per vendicare l’affronto, eliminare quello
sciocco uomo, anche l’intero pianeta andava disintegrato. E quindi ora il
giovane Vegeta si trovava a compiere quella missione fuori programma; sperava
che gli abitanti del pianeta non opponessero troppa resistenza, così forse nel
giro di un paio d’ore li avrebbe eliminati tutti e poi sarebbe potuto ripartire
verso la base immediatamente, per godersi il meritato riposo.
Una volta
sceso dalla navicella percepì che le capanne di quel villaggio erano
completamente disabitate, sentiva nelle vicinanza un’unica aura, anche
piuttosto potente tra l’altro. E infatti poco dopo vide una donna anziana da
lunghi capelli bianchi procedere verso di lui lentamente con l’aiuto di un
bastone.
“Ti prego,
potente straniero, ti imploro di risparmiare il mio popolo. Prendi tutta la
nostra acqua curativa, prendi la mia vita, ma ti prego risparmia gli altri. Io
ho visto nel tuo cuore e nonostante tutte le tenebre che lo attanagliano in
fondo c’è della luce, e tu un giorno proprio grazie a quella piccola luce
sconfiggerai le tenebre” invocò la donna gettandosi ai piedi del giovane
principe.
Vegeta
scoppiò a ridere per tutta risposta; lui nel suo cuore non aveva nessuna luce,
era un guerriero nato ed educato a distruggere la luce, ad essere il più forte
e a non mostrare mai il minimo briciolo di pietà.
“Vecchia non
mi incanti con le tue parole, io ho ricevuto l’ordine di distruggervi ed è esattamente
quello che farò. E inizierò prendendomi la tua patetica vita. Addio…” esordì il
ragazzo.
L’anziana
donna, però, mentre veniva colpita dalla sfera di energia, rivolse un’ultima
supplica ai suoi dei con tutta la forza spirituale che aveva, chiedendo di
risparmiare la sua gente e di mandare quell’oscuro straniero in un luogo dove
potesse redimersi e far brillare la luce già presente nel suo cuore.
La donna
cadde morta ai piedi di Vegeta, ma lui non riuscì a rallegrarsene, perché
improvvisamente sentì tutte le sue forze abbandonarlo e improvvisamente fu
tutto completamente buio.
In quello
stesso momento sul pianeta Terra alla Capsule Corporation era una giornata
piuttosto tranquilla, Bulma era chiusa nel suo
laboratorio a preparare un importantissimo progetto, i ragazzi erano a scuola e
il principe dei sayan si stava allenando nella sua Gravity Room, finchè non percepì
l’arrivo di un’aura potentissima e stranamente simile alla sua.
Vegeta corse
fuori dalla GR e si precipitò nel giardino dove trovò privo di sensi un giovane
a faccia in giù nel prato, ancora prima di guardarlo in viso sapeva con
esattezza che quel giovane era lui. Certo un lui, molto più giovane e
proveniente da un’altra dimensione, ovviamente non aveva idea del perché fosse
lì e come ci fosse arrivato. Lo prese quindi in braccio e lo portò in casa
chiamando Bulma a gran voce.
CAPITOLO 1
Bulma e
Vegeta decisero di sistemare il loro giovane ospite in una delle stanze vuote e
Vegeta fece per legare il ragazzo con delle catene.
“Ma perché
lo leghi? Tu sei sicuramente molto più forte di lui, non credo che ce ne sia
bisogno” disse Bulma guardando con curiosità il
ragazzo che a suo pare doveva avere trai sedici e i diciassette anni.
“Fidati, è
meglio tenerlo legato, mi ricordo perfettamente com’ero quando ero un ragazzo.
Non dobbiamo fidarci di lui per nessun motivo, non so perché sia qui, ma non è
sicuramente per nulla di buono. Dovremo contattare Karoth
per parlarne con il Supremo, forse lui e re Kaio
saranno in grado di rispedirlo da dove è venuto” spiegò Vegeta, mentre
assicurava il giovane se stesso con delle catene al letto.
Il principe
dei sayan fissava il ragazzo, doveva avere circa 17
anni e lui ricordava perfettamente tutte le cose tremende che aveva fatto a
quell’epoca e pensare che ora quella bomba ad orologeria era proprio lì sotto
il suo tetto, così vicino alla sua famiglia gli faceva temere il peggio. Doveva
essere rispedito indietro il prima possibile, e fino ad allora non avrebbe
potuto perderlo di vista nemmeno un momento. Ordinò quindi alla moglie di
chiamare Karoth e di farlo teletrasportare
a casa loro immediatamente.
E così circa
5 minuti più tardi anche Goku stava fissando il giovane Vegeta incatenato al
letto: “Ehm certo che fa strano vedere tu qui e lui lì….chissà
perché è venuto” esclamò Goku.
Vegeta
decise che prima di andare dal Supremo e da re Kaio
doveva avere maggiori informazioni e quindi iniziò a scuotere e chiamare il
ragazzo per farlo svegliare.
Il giovane
principe sentì il suo nome provenire dalla nebbia che avvolgeva la sua mente,
seguendo quella voce iniziò ad aprire gli occhi e davanti a lui vide un volto
che somigliava moltissimo a suo padre, tant’è che lo chiamò a fior di labbra,
ma se allora quello era suo padre significava che lui era morto, che l’aveva
raggiunto all’inferno, come aveva fatto quella strega ad avere la meglio su di
lui? Era convito di averla colpita a morte…
“Vegeta non
sono tuo padre, devi svegliarti subito…” lo chiamò una voce, che effettivamente
non era quella di suo padre, ma era più simile alla sua, anche se più roca.
“Caro forse
potresti essere più gentile, il ragazzo mi pare confuso.” Sentì dire da
un’altra voce femminile piuttosto stridula, doveva appartenere alla donna con i
capelli azzurri che lo fissava con preoccupazione.
Il giovane
principe con uno sforzo riuscì ad uscire dalla nebbia che attanagliava la sua
mente e ormai completamente sveglio stava osservando i tre personaggi che a suo
volta lo fissavano.
C’era la
donna con i capelli azzurri che gli sorrideva e poi c’erano due uomini, percepì
subito che erano due sayan, anche se questo era
praticamente impossibile, perché era lui l’unico sayan
sopravvissuto del pianeta Vegeta, e di questi due individui uno somigliava
terribilmente a lui, anche se più vecchio, ma che stregoneria era mai quella e
fu proprio questo a prendere la parola: ”Quanti anni
hai ragazzo? E cosa ricordi prima di finire qui? Vedi di rispondere a queste
domande con più precisione possibile”
“Chi siete?
E perché sono legato? E perché tu mi assomigli così tanto? Sembra quasi che tu
sia me? E quello con la faccia da sciocco è un sayan?”
chiesi di rimando il giovane principe.
“Ti ho detto
di rispondere alle mie domande!” fece di rimando Vegeta alzando la voce e
facendo sobbalzare Goku.
“E perché
dovrei farlo? Io sono il principe dei sayan e sono io
a pretendere che si risponda alle mie domande.” rispose il ragazzo senza
scomporsi.
Bulma e
Goku nonostante la situazione non riuscirono a trattenere la risata e ciò
provocò in entrambi i Vegeta uno sguardo assassino negli occhi.
Fu proprio Bulma e cercare di appianare le cose:” Certo che voi due vi
assomigliate, siete la stessa persona, lui è il te stesso del futuro e non
sappiamo per quale motivo tu sia arrivato qui nella nostra dimensione. Se può
fornirci qualche dettaglio più preciso potremo cercare il sistema per
rimandarti indietro”.
“E perché
mai dovrei volere tornare indietro? Potrei rimanere qui e conquistare il vostro
ridicolo pianeta. Il potente Freezer sicuramente mi ricompenserebbe!” esclamò
il ragazzo con arroganza.
“Senti,
moccioso, mettiamo subito le cose in chiaro, finchè
tu sarai qui non torcerai un capello a nessun terrestre e soprattutto a nessuno
della mia famiglia, altrimenti io ti distruggerò! E ora rispondi per la
miseria!” gridò Vegeta rosso dalla rabbia; avrebbe voluto avventarsi su quel
giovane arrogante, ma sarebbe stato strano picchiare se stessi e poi sapeva
perfettamente, che il moccioso stava facendo del suo meglio per provocarlo. Lui
stesso avrebbe fatto la medesima cosa, era terribile avere a che fare con se
stessi, ma soprattutto con un se stesso adolescente.
Il giovane
principe si stava divertendo a provocare quel vecchio, ma quel gioco non poteva
durare a lungo e per il momento, e solo per il momento, era lui ad essere in
svantaggio, quindi conveniva fare buon viso a cattivo gioco:” Ho diciassette
anni e stavo per distruggere il pianeta Jody, ma qualcosa deve essere andato
storto!” rispose il ragazzo sbuffando.
“Ehi Vegeta
e tu ti ricordi di quella missione?” chiese Goku.
Vegeta si
mise a riflettere, sì ricordava quella missione, ma in maniera nebulosa, forse
quindi anche lui si era ritrovato nella stessa situazione del ragazzo e la
storia semplicemente si stava ripetendo; avevano sicuramente bisogno di una
forza superiore per chiarire la situazione e risolverla.
Così Vegeta
decise di partire col Karoth per la dimora del
Supremo lasciando Bulma ad occuparsi del giovane se
stesso.
La donna e
il giovane principe per un po’ rimasero in silenzio, ma poi la curiosità del
ragazzo prese il sopravvento e si decise a porre le domande a quella donna:” E
quindi tu chi saresti? La mia donna? E chi è quell’altro sayan?
Come mai è ancora vivo? Io ho conquistato questo pianeta? Avanti parla donna!”
esclamò.
Bulma trovò
divertente l’arroganza del ragazzo, che nonostante fosse legato dava ordini a
cui pretendeva che si obbedisse.
“Ma certo
vostra altezza…io sono tua moglie e abbiamo due figli, ma mi spiace deluderti
non sei a capo di questo pianeta, diciamo che negli anni a causa di alcune
esperienze che vivrai cambierai radicalmente. E Goku, o meglio per te Karoth, questo è il suo nome sayan
era il figlio del comandante Bardak, che è stato
inviato sulla Terra prima che il vostro pianeta esplodesse, e così si è salvato
crescendo come un terrestre.” Spiego Bulma.
“Quindi sono
diventato uno smidollato da vecchio e sono amico di un altro ancora più
smidollato. Ma questo non è possibile, devi essere stata tu a fargli una
maledizione, anche tu devi essere una strega, come quella che ho ucciso poco
fa. Se riuscissi a liberarmi da queste catene ti strapperei il cuore e poi...”
disse il ragazzo, che però venne interrotto da Bulma.
“Non ti ho
fatto nessun incantesimo, anche se diciamo che ho contribuito al tuo
cambiamento. Ma ora basta, sono stanca di stare a sentire le tue minacce, non
sei molto diverso dal tuo doppio più vecchio; ora ti lascerò qui da solo a
calmarti, poi più tardi verrò a controllare come stai. Ciao piccolo principe!”
esclamò la donna, la quale prima di uscire osò dare al giovane un bacio sulla
guancia e questo iniziò a gridare insulti, ma Bulma
uscì dalla stanza ridacchiando.
Il giovane
principe quindi rimase solo nella sua stanza con pensieri molto cupi, doveva
assolutamente liberarsi e poi distruggere e conquistare quel pianeta per
vendicarsi dei suoi carcerieri. Non capiva perché non riuscisse a liberarsi da
quelle catene, dovevano sicuramente essere stregate e a farlo doveva essere
stata quella donna, era certamente una strega.
Nel frattempo
ormai era pomeriggio e una bambina dai capelli turchini era appena ritornata da
scuola, quel giorno aveva deciso di entrare direttamente dalla finestra della
sua camera perché voleva nascondere la nota che le aveva dato la maestra prima
che la trovasse la madre, e quindi piano piano era rientrata dalla finestra
della sua stanza, tanto con un po’ di fortuna sua madre doveva ancora essere in
laboratorio e suo padre della GR.
Una volta
dentro casa però Bra percepì una presenza molto strana, sentiva l’aura del
padre a poca distanza da lei, ma non era esattamente la sua, sembrava un poco
diversa, ma non capiva come; quindi per andare a controllare la bambina lasciò
la sua cameretta e si recò nella stanza da cui proveniva l’aura.
Quando si
riaprì la porta della stanza, il giovane principe stava per gridare a quella
donna scocciatrice di lasciarlo in pace, ma rimase senza fiato quando invece si
trovò davanti una ragazzina di circa 6-7 anni che lo fissava con circospezione.
Doveva essere sua figlia, aveva lo stesso taglio degli occhi e in lei percepiva
la forza sayan, anche se in minima parte, sicuramente
il sangue della terrestre aveva annacquato la forza.
“Ehi
ragazzina perché mi stai fissando?” chiese il giovane.
“Papà sei
tu? Ti ho sentito dall’altra stanza, ma sembri strano.” Disse la bambina
avvicinandosi piano al letto.
E in quella
frase il giovane Vegeta colse la sua occasione, poteva forse ingannare la
mocciosa per farsi liberare. E quindi provò a rassicurarla, dicendole che era
davvero suo padre, ma che a causa di un maleficio era stato trasformato in un
ragazzo più giovane e legato a quel letto, ma che forse lei poteva liberalo.
La bambina
continuava a fissarlo perplessa, in effetti lei sarebbe stata capace di aprire
quelle catene, avevano un lucchetto magnetico e lei possedeva una chiave per
aprirlo, però perché la mamma non aveva liberato papà? Lo chiese direttamente a
quel ragazzo.
Il quale
rispose che la mamma era di sotto che stava cercando una soluzione per farlo
tornare normale e si era dimenticata di liberarlo, ma per fortuna ora la sua
bambina adorata poteva aiutare il suo papà.
E quelle
parole convinsero la bambina, la quale liberò il ragazzo grazie alla sua
chiave.
Una volta
libero il giovane principe valutò se uccidere la ragazzina, sarebbe stato molto
semplice spezzare il suo fragile collo e se fosse stato veloce non avrebbe
nemmeno emesso un suono, però d’altra parte era sempre sangue del suo sangue
anche se mescolato ad una razza inferiori e quindi si limitò a spingerla per
terra e a rompere con una sfera di energia la finestra e a fuggire da quella;
sentendo in lontananza le grida della bambina che invocava la madre.
Nel frattempo
Goku e Vegeta avevano discusso con il Supremo e con re Kaio,
entrambi sapevano della maledizione scagliata da Cora sul giovane Vegeta, ma
non sapevano ancora come annullarla, perché in teoria il ragazzo doveva
redimere la sua anima prima di tornare indietro, comunque avrebbero cercato un
modo per accelerare le cose, ma per il momento il ragazzo andava tenuto sotto
stretta sorveglianza.
Vegeta cercò
a furia di urla e minacce di spostare il giovane se stesso nella dimora del
Supremo, ma quest’ultimo fu irremovibile, a parte l’antipatia reciproca che
scorreva tra Vegeta e Dende, il Supremo cercò di
spiegare al sayan che solo stando in mezzo ai
terresti il ragazzo avrebbe avuto una minima possibilità di redenzione.
Il principe
dei sayan era però molto combattuto, conoscendosi
sapeva che sarebbe stata una battaglia redimere l’anima di quel ragazzo,
accendendo il lui dei sentimenti che non fossero odio, rabbia e distruzione;
quindi durante il ritorno alla Capsule Corporation non disse una parola, era
troppo assorto nei suoi pensieri. Era così assorto che non si era nemmeno
accorto della finestra rotta nella camera del ragazzo, fu Goku ad indicargliela
con un verso strozzato.
I due sayan entrarono proprio da quella finestra temendo il
peggio, ma dentro alla stanza trovarono Bulma che
teneva tra le braccia una Bra piangente, che iniziò a piangere ancora più forte
quando notò l’arrivo del padre.
Vegeta
chiese gridando a sua moglie cosa diavolo fosse successo in quella stanza e Bulma glielo spiegò, cercando di sottolineare che la
bambina non l’aveva fatto apposta, si era fatta ingannare; quel ragazzo aveva
fatto leva proprio sulla sua ingenuità di bambina.
Il principe
dei sayan divenne rosso dalla rabbia e Karoth accorgendosene e temendo che polverizzasse la sua stessa
figlia cercava di calmare l’amico ricordandogli che dopotutto era una bambina,
come la sua piccola Pan e che non l’aveva certamente fatto apposta, e che ora
avrebbero potuto rimediare seguendo l’aura di quel ragazzo.
Vegeta
scocciato dalle scuse di Karoth lo zittì in malomodo e poi si rivolse alla figlia:” Bra smettila
immediatamente di frignare, mi dai sui nervi! Ora papà e Karoth
risolveranno tutto, ma spero che in futuro tu non sia più così ingenua e che ti
tenga alla larga da questa stanza, sono stato chiaro?”
La bambina
si zittì all’istante, il padre non era mai stato tanto duro con lei, la
rimproverava raramente e quindi dispiaciuta di essere scesa nella stima del
padre, corse ad abbracciarlo assicurandogli che non si sarebbe mai più
avvicinata a quel ragazzaccio cattivo e antipatico.
Vegeta
consolò brevemente la figlia e poi la ridiede alle cura della madre, lui e Karoth dovevano cercare il giovane principe e fermarlo
prima che combinasse qualcosa di irreparabile per la Terra e per la sua anima già
sufficientemente compromessa.
Il giovane Vegeta stava sorvolando la Terra ed era
rimasto piacevolmente sorpreso nel notare quanti mari, laghi e boschi erano
presenti su quel pianeta, se fosse riuscito a conquistarlo ne avrebbe ricavato
moltissimi soldi. Certo che forse compiere quell’impresa da solo sarebbe potuto
essere un po’ complicato, anche perché il se stesso di quell’epoca e quel Karoth sicuramente avrebbero cercato di mettergli i bastoni
tra le ruote. Avrebbe avuto bisogno di rinforzi, ma lui detestava chiedere
aiuto, e se poi fosse riuscito a compiere quella missione da solo si sarebbe
coperto di maggiore gloria. Non voleva ammettere a se stesso che in realtà
aveva provato a mettersi in contatto con la base tramite il suo orologio, ma
pareva non funzionare, forse si era rotto durante il viaggio nel tempo.
Decise quindi di iniziare a sgranchirsi i muscoli
dopo essere stato incatenato ad un letto, distruggendo un villaggio di piccole
dimensioni, non voleva trovare un’altra strega pronta a maledirlo.
Iniziò quindi a distruggere con delle sfere di
energia il bosco circostante al villaggio e le capanne, sapeva che presto o
tardi il suo doppio l’avrebbe trovato, ma non veda l’ora di misurarsi pure con
lui; ormai era vecchio e sembrava anche essersi rammollito, quindi pensava di
non avere alcuna difficoltà a sconfiggerlo.
Vegeta e Karoth ci misero
poco a rintracciare il giovane principe, si trovava nei pressi di un villaggio
non molto distante dalla città dell’Ovest, e sicuramente desiderava essere
trovato, ma avrebbe avuto presto quello che si meritava pensò Vegeta.
“Ehm Vegeta e quando lo troveremo cosa hai
esattamente intenzione di fare?” chiese Goku preoccupato dall’espressione di
rabbia negli occhi dell’amico.
“Gli darò una bella lezione, con lui con le buone
non si otterrà mai nulla. Poi lo riporterò a casa e mi assicurerò che le catene
siano così strette da non permettergli di muovere un solo muscolo” spiegò
Vegeta.
“Ma così come farà a diventare buono?” chiese Goku.
“Non deve diventare buono, razza di cretino, deve
semplicemente redimere la sua anima e poi forse Dende
e re Kaio troveranno un modo per mandarlo a casa
prima. Quel ragazzo sono io e so perfettamente cosa ero in grado di fare alla
sua età” rispose Vegeta.
“Ma scusa amico, se quello sei tu, significa che
anche tu hai vissuto la stessa esperienza del ragazzo, ma non ricordi nulla!”
constatò Goku.
“Ma certo, mi pare ovvia la cosa, senza bisogno di
spiegarla..., e il fatto che io ora sia qui dimostra che in qualche modo siamo
riusciti a rispedire il giovane me stesso da dove è venuto senza grandi
mutamenti per il futuro”, rispose Vegeta piuttosto scocciato da quella
conversazione.
Finalmente erano giunti al villaggio e notarono
subito l’incendio che attanagliava il bosco e scorsero il giovane principe
intento ad incendiare alcune capanne.
Il principe dei sayan
gridò verso la sua versione più giovane e più crudele di fermarsi
immediatamente e il ragazzo quando li vide li salutò con un inchino piuttosto
beffardo e disse che si aspettava il loro arrivo molto prima e che ormai quel
gioco lo stava annoiando…il villaggio era disabitato e quindi non c’era affatto
gusto.
Sia Goku che Vegeta tirarono un respiro di sollievo
nel sentire che il villaggio era vuoto, poi fu Vegeta a prendere la parola:”
Coraggio ragazzino ti sei già divertito abbastanza, ora se tornerai indietro
con noi senza fare storie per te le cose potrebbero andare meglio, altrimenti
saremo costretti a darti una bella lezione e a riportarti indietro svenuto.”
Il giovane principe scoppiò a ridere e chiese al suo
doppio se avesse paura a battersi da solo con lui, che se con l’età era
diventato un pivello.
Goku nel sentire quelle parole sbiancò e cercò di
ricordare a Vegeta che quello era lui e che non poteva ucciderlo, ma il
principe dei sayan rispose alle provocazioni del giovane
con una risata e gli disse che sperava di combattere con lui e che meritava
proprio una bella lezione.
Il giovane principe quindi si scagliò sulla sua
versione più anziana, mettendo a segno un paio di colpi, notò subito quanto
fosse lento quel vecchio e decise di approfittarne aumentando la sua velocità.
Vegeta dopo aver gridato a Karoth
di non interferire in alcun modo si lasciò colpire dal ragazzo, voleva valutare
la sua forza e dargli l’illusione di poterlo sconfiggere. E puntualmente il
giovane si mostrò piuttosto arrogante, l’aveva completamente sottovalutato,
aveva deciso di non trasformarsi in super sayan per
sconfiggerlo perché non sarebbe stato un combattimento ad armi pari.
Ormai il ragazzo aveva messo a segno un paio di
colpi e quindi era ora di finire con quella pagliacciata e quindi mentre il suo
giovane doppio gli stava venendo incontro a tutta velocità si scansò e gli
diede un terribile pugno al viso che lo spinse piuttosto lontano.
Il giovane principe rimase un attimo immobile, poi
sorrise maleficamente e disse che allora dopotutto anche da vecchio non era poi
così smidollato e che ciò avrebbe reso ancora più dolce la sua vittoria, non
gli sarebbe piaciuto sconfiggere un avversario completamente inerme.
Vegeta aveva appena colpito il suo doppio e dar un
pugno al giovane se stesso gli aveva fatto provare una sensazione stranissima,
per un breve istante anche lui aveva sentito il dolore di quel colpo. Ma senza
cogliere le continue provocazioni del ragazzo tornò alla carica, del tutto intenzionato
a ferirlo.
Il giovane principe vide la sua versione più anziana
dirigersi verso di lui a tutta velocità, provò a scansarlo, ma non fu
abbastanza rapido e quindi ricevette alcuni colpi piuttosto violenti.
“Ehi Vegeta direi che è abbastanza, dai metti fine a
questo combattimento!” incitò Goku, a cui quella dimostrazione di forza tra i
due Vegeta non piaceva per nulla. Erano entrambi molto cocciuti e smaniosi di
dimostrare quanto fossero forti.
Vegeta prima che il ragazzo potesse rispondere, con
una mossa velocissima gli diede un potentissimo colpo alla nuca che lo fece
precipitare al suolo il giovane.
Il giovane principe stava cadendo e non capiva come
avesse fatto la versione più anziana a colpirlo così violentemente, da dove
veniva tutta quella forza? Era stato tutto così rapido che lui non si era
accorto di nulla, era come se avesse azzerato l’aura.
Vegeta il giovane era caduto al suolo, stava per
perdere conoscenza, ma sentì perfettamente prima di svenire quello che gli
disse la sua versione più anziana:” Sarebbe stato meglio che non opponessi
resistenza alla fine. Sei stato un vero sciocco a pensare di potere avere la
meglio, io ho alle spalle più di vent’anni di allenamenti più di te, moccioso
arrogante.”
Il giovane principe fece per rispondere, ma divenne
tutto nero, era svenuto di nuovo.
“Ehm Vegeta, forse avresti dovuto andarci un po’ più
piano con lui, non era necessario tramortirlo” disse Goku sinceramente
preoccupato osservando da vicino i lividi del ragazzo.
“Con lui ci vogliono le maniere forti. Ora spero che
dopo questa lezione non tenti più la fuga. Ha visto che sono molto più forte di
lui e quindi ora penso di dovrei riuscire a farmi obbedire, almeno dovrebbe
avere un minimo timore nei miei confronti” rispose Vegeta mentre si caricava in
spalla il ragazzo.
Una volta rientrati alla Capsule Corporation la
finestra della stanza del giovane principe era riparata e Bulma
li stava aspettando con un curioso oggetto tra le mani, un bracciale di colore
nero.
Vegeta con poca grazia lasciò cadere il ragazzo sul
letto e chiese alla moglie di passargli le catene, che questa volta avrebbe
stretto ancora di più.
Bulma
rispose che forse le catene non erano più necessarie, aveva appena costruito un
bracciale che bloccava completamente tutta la forza e quindi mettendolo al
giovane lui si sarebbe trasformato in un innocuo ragazzino terrestre più o meno
del tutto gestibile.
Vegeta chiese se il bracciale era davvero sicuro e
la moglie gli assicurò che l’aveva provato poco prima su Trunks
e che era sicuro al 100% e che tra l’altro all’interno aveva inserito un
piccolo localizzatore per trovare il ragazzo in qualunque momento, anche se
avesse azzerato l’aura e un dispositivo per dargli delle scariche elettriche se
fosse diventato pericoloso.
Il bracciale fu quindi assicurato al polso del
ragazzo, che fu comunque incatenato al letto ad una caviglia, ma la catena era
abbastanza lunga da permettergli di girare per la stanza e andare nel bagno
della camera.
A quel punto Goku venne rimandato a casa e Bulma e Vegeta chiudendo a chiave la porta raggiunsero i
loro figli a cui dovevano delle spiegazioni.
Una volta spiegato tutto a ragazzi Vegeta partì con
le minacce:” Come ho già spiegato a Bra, pretendo che voi vi teniate lontani da
quella camera, non dovete mai stare da soli con lui, nemmeno tu Trunks.”
Il ragazzo dai capelli viola sentendosi preso in
causa alzò gli occhi al cielo, non gli piaceva essere considerato un bambino
allo stesso livello di Bra, dopotutto lui ormai aveva 16 anni, ma suo padre si
ricordava ancora di lui solo quando era il momento di rimproverarlo.
Tra l’altro quell’arrivo dal passato era capitato
decisamente a sproposito, pensò Trunks, visto che
proprio quel giorno lui avrebbe dovuto chiedere ai suoi genitori il permesso
per andare ad una festa della squadra di calcio, che si sarebbe tenuta in
spiaggia la sera successiva.
Sapeva che convincere sua madre non sarebbe stato
poi così difficile, ma con suo padre era tutt’altra storia, lui non capiva
affatto i divertimenti terrestri e trovava sempre qualcosa per negargli il
permesso; attaccandosi persino ai suoi voti scolastici. E visto che proprio due
giorni prima aveva preso un’insufficienza in letteratura vedeva ben poche
possibilità di ottenere ciò che desiderava.
Il giovane principe si risvegliò dopo alcune ore
nella camera dove era già stato prigioniero, ma si stupì di non essere legato
al letto, aveva solo una catena assicurata ad una sua caviglia, ridendo di
quella ridicola misura di sicurezza presa nei suoi confronti, cercò di spezzare
la catena con le mani.
Ma appena iniziò a caricarsi di forza notò subito
che c’era qualcosa di sbagliato, la sua forza sembrava come riassorbita e fu a
quel punto che notò il bracciale color metallo che portava al braccio, la sua
forza veniva assorbita da quell’aggeggio.
Ovviamente cercò più volte di togliersi il
bracciale, ma senza successo e quindi si lasciò andare in un grido di rabbia
che provava tutta quanta la sua frustrazione.
“Credo che la nostra giovane altezza si sia
svegliata e credo che sia anche di pessimo umore” commentò con ironia Bulma sentendo il grido di rabbia.
Vegeta annuì e rabbrividì a pensare a quel bracciale
infernale avviluppato attorno al suo polso, doveva essere una sensazione
terribile sentirsi risucchiare la propria forza e non potere fare nulla per
impedirlo.
Si recarono quindi dal giovane che quando li vide
entrare iniziò a gridare verso la loro direzione, chiedendo quale stregoneria
gli avessero mai fatto; fu Bulma a prendere in mano
la situazione e a rispondere: “Quel bracciale che porti al polso è una delle
mie nuove invenzioni, è un assorbitore di forza, più tu provi rabbia, più
cerchi di concentrare la tua forza per fare qualcosa di violento più la tua
forza verrà assorbita dal dispositivo che porti al polso. Diciamo che al
momento sei diventato un normale adolescente terrestre”.
Il giovane Vegeta di tutto quel discorso afferrò
solo alcune parole, terribili parole tra l’altro, ovvero forza assorbita,
normale e adolescente terrestre e quindi iniziò a gridare con tutta la voce che
aveva in corpo che esigeva di essere liberato immediatamente da quella
stregoneria infernale e di rimandarlo a casa, ne aveva abbastanza di tutto
quanto, ma ad un certo punto oltre alla rabbia che gli pervadeva ogni angolo
del corpo, iniziò anche a provare dolore, una scossa elettrica gli stava
attraversando il corpo e fu questo a farlo smettere di gridare.
“Cosa gli ha fatto quel bracciale donna?” chiese il
Vegeta adulto, il quale si era accorto dall’espressione della sua copia più
giovane che gli era appena successo qualcosa di poco piacevole.
“Ho inserito in quel dispositivo una sicurezza in
più, se chi lo indossa supera un certo livello di rabbia, il bracciale inizia a
rilasciare delle scariche elettriche, non sono ovviamente ad un voltaggio
mortale, ma sicuramente dovrebbero bastare per riportare la rabbia ad un
livello accettabile.Dopotutto, tu
Vegeta, se vuoi ha un perfetto autocontrollo, quindi sono sicura che ora che lo
sai non rifarai più l’errore di arrabbiarti così tanto”. Spiegò la scienziata,
la quale ricevette da entrambi i Vegeta uno sguardo di fuoco come risposta.
“Non sono un animale da ammaestrare, troverò il modo
per liberarmi da questa diavoleria e quando accadrà mi vendicherò di ognuno di
voi!” esclamò il ragazzo facendo profondi respiri per contenere la rabbia.
“Oh speriamo per allora di averti rimandato a casa,
con anche un po’ di buone maniere altezza!” ripose Bulma
per niente impressionata dalle minacce del giovane Vegeta.
“Credo che sarà meglio lasciarlo da solo….usa la meditazione, sicuramente ti aiuterà a stare
calmo.” Consigliò Vegeta alla sua giovane copia, il qualche per tutta risposta
si girò dall’altra parte.
Una volta che furono usciti il ragazzo scagliò con
violenza il cuscino contro la parte, aspettandosi di essere colpito dalla scarica
elettrica, ma ciò non accadde, quindi aveva ancora un certo margine di azione
dopotutto, doveva solo capire quale fosse la soglia da non superare e poi aveva
tutta l’intenzione di utilizzare la mediazione, ma non per calmarsi, ma per
trovare la forza spirituale per aprire quella diavoleria; ci sarebbe riuscito a
costo di farsi arrostire dalla scariche elettriche.
“Tu sei pazza donna, si può sapere perché hai
aggiunto le scariche elettriche a quel coso? Non bastava aver lasciato il
ragazzo senza forze? Ora sarà ancora più difficile tenerlo a bada!” esclamò
Vegeta.
“Mi dispiace caro, ma visto che deve vivere qui con
me e i tuoi figli ho dovuto aggiungere qualche precauzione. E comunque volendo
posso disattivare quest’opzione quando voglio dal pannello di controllo se
dovessi ritenere che è il caso di farlo. Ma credo che un po’ di autocontrollo
gli farà sicuramente bene e non lascerà grandi danni” spiegò Bulma schioccando un bacio sulla guancia del marito prima
di tornare al suo laboratorio.
Vegeta guardò Bulma andare
via, non sapeva davvero come reagire, da una parte le dava perfettamente
ragione, lui si conosceva e purtroppo sapeva che quella misura di difesa era
necessaria, non ci si poteva fidare della sua versione adolescente. Dall’altra
parte immaginare se stesso con quell’aggeggio al polso a limitarlo lo faceva
impazzire, avrebbe voluto toglierglielo lui stesso. Ma come si poteva fare a
far redimere il ragazzo per tornare alla sua dimensione?Eppure doveva esserci una soluzione, perché
se lui era lì, e pure lui stesso aveva già vissuto quell’esperienza,
significava che qualcosa era accaduto…ma chissà cosa…
Alcune ora più tardi la famiglia Brief stava
cenando, e Trunks decise che era il momento giusto
per chiedere il permesso per la festa, dopotutto i suoi genitori gli erano
parsi abbastanza tranquilli, più silenziosi del solito magari (soprattutto sua
madre), ma anche suo padre sembrava rilassato, visto che ascoltava la
sciocchezze di scuola di Bra quasi con interesse.
“Mamma, papà io vorrei chiedervi se domani sera
potrei andare, insieme a Goten alla festa della
squadra della scuola. Non torneremo molto tardi, la festa inizierà attorno alle
20… alle 22.30 saremo già di ritorno, lo prometto!” esordì Trunks
interrompendo il racconto di Bra.
A tavola calò il silenzio, i suoi genitori si
guardarono e anche Bra, per una volta rimase in silenzio guardando soprattutto
suo padre, come se stesse aspettando qualcosa. E quel qualcosa non tardò ad
arrivare perché fu proprio suo padre a prendere la parola:” Trunks
la risposta è no, fine della discussione. Vai avanti Bra!”
E Bra con un sorrisetto velenoso, la ragazzina
sapeva perfettamente che il padre avrebbe negato il permesso a Trunks come tutte le volte che chiedeva qualcosa, riprese a
raccontare di quello che era successo a scuola quel giorno.
Ma il ragazzo dai capelli viola non si sarebbe
accontento di un secco no come risposta e quindi con tono insistente chiese il
motivo di quel rifiuto.
Bulma
fece per intervenire, ma Vegeta fu ancora una volta più veloce e gridando
rispose: ”Ti ho detto di no Trunks,
ti ritenevo più intelligente, questo non è certo il momento per partecipare ad
una festa col tuo amico Goten. E poi non credere che non
sia stato informato di quel pessimo voto che hai preso in letteratura. Usa
tutto questo tempo libero che hai per studiare e allenarti e basta con queste
sciocchezze!”
Trunks
lasciò il tavolo senza aspettare che qualcuno lo richiamasse indietro e sbattè la porta della sua camera con tutta la forza che
aveva.
Una volta rimasti soli a tavola, dopo che anche Bra
fu mandata nella sua camera, Bulma chiese a Vegeta se
forse non aveva esagerato, forse si poteva permettere a Trunks
di andare alla festa, dopotutto una brutto voto non era la fine del mondo.
Ma Vegeta le rispose che non aveva affatto esagerato
e quello non era certo il momento di partecipare a delle feste e che lui
pretendeva che il suo erede eccellesse in tutto, anche negli studi e che non ne
voleva più parlare.
Intanto Trunks era nella
sua stanza coi pugni chiusi, non si aspettava una risposta tanto diversa da suo
padre, ma sperava nell’intervento di sua madre, che invece non era arrivato,
forse era più arrabbiato con lei che con lui e quindi decise impulsivamente che
quella sera sarebbe andato a trovare la versione più giovane di suo padre,
sapeva che se fosse stato scoperto i suoi genitori l’avrebbero ucciso, ma non
gli importava, aveva voglia di fare qualcosa di sbagliato, anche perché a fare
il figlio obbediente non ci guadagnava mai niente di niente, lui non era Bra,
solo lei poteva fare qualunque cosa.
Trunks
aspettò che la casa fosse silenziosa e che tutti fossero a letto e poi si
diresse nella camera dove era stato rinchiuso il giovane principe.
Quando entrò nella stanza aspettò ad accendere la
luce, si guardò attorno e notò due occhi che dal letto lo stavano fissando.
“E tu chi diavolo saresti? Ah no, aspetta dalla tua
aura ho già capito, sei mio figlio!” esclamò il giovane Vegeta.
A quel punto Trunks accese
la luce e i due si trovarono a faccia a faccia.
Il giovane principe vide un ragazzo, forse poco più
giovane di lui, con un assurdo colore di capelli, ma sicuramente molto forte,
poteva percepire la sua forza anche senza concentrarsi troppo. Doveva essere un
erede di cui andare orgogliosi, sicuramente meglio della mocciosetta
che aveva già conosciuto.
Trunks,
invece, per un attimo credette di aver davanti suo padre, poi osservando
meglio, notò che era molto più giovane, doveva essere un ragazzo più o meno
della sua età, si stupì vedendo che aveva uno sguardo molto più duro rispetto a
quello del padre, anche il livello di forza era differente, quel ragazzo era
sicuramente meno forte del padre e anche meno forte di lui, anche se questo era
normale, in effetti suo padre si era trasformato in super sayan
da adulto.
“Ehm sì, ciao, io sono Trunks,
tuo figlio!” salutò il ragazzo.
“Sì lo vedo…e io sono tuo padre, quindi figlio
obbedisci e liberami da questa catena e da questo aggeggio!” rispose il giovane
principe.
Tunks
scoppiò a ridere e gli rispose che non era così ingenuo come Bra e a quel punto
anche il giovane Vegeta accenno un piccolo sorrisetto, anche se somigliava più
ad un ghigno malefico notò, preoccupato, il ragazzo dai capelli lilla.
Il giovane principe chiese perciò al suo erede cosa
poteva fare per lui o se era semplicemente venuto scocciarlo.
Trunks
rispose che era semplicemente curioso, e poi rispose che aveva voglia di
trasgredire agli ordini di suo padre che gli aveva proibito categoricamente di
entrare in quella stanza.
Vegeta lo fissò con curiosità, come se non si
aspettasse una risposta simile:” E quindi hai contravvenuto ad un ordine di tuo
padre, ad un mio ordine…e non ci saranno conseguenze? Mio padre sicuramente non
me l’avrebbe fatta passare liscia…”.
“Oh beh nemmeno tu lo farai, ovviamente devi
scoprirlo prima…e poi tu non fai altro che dare ordini, sono stufo di essere il
figlio obbediente che passa sempre in secondo piano. Non so se lo sai, ma tu
preferisci di gran lunga Bra a me.” Rispose Trunks.
Il giovane principe fissò il ragazzo dai capelli
lilla stupito, come era possibile che lui preferisse una mocciosetta
debole e piagnucolona a quel tipo che sembrava decisamente forte…poteva essere
un buon compagno di allenamento. Non riusciva davvero a capire la sua versione
più anziana, ma sicuramente poteva utilizzare il risentimento di quel ragazzo
verso il padre a suo vantaggio.
“Tranquillo, non sarò certo io a farti scoprire…Magari,
visto che mi sembra che abbiamo la stessa età potremmo fare amicizia.” propose
Vegeta facendo l’occhiolino al ragazzo di fronte a lui.
Trunks
fissò la versione giovanile del padre con curiosità, non credeva che suo padre
fosse capace di pronunciare la parola amicizia, forse una volta tanto suo padre
avrebbe potuto apprezzarlo e in quel momento gli venne in mente un’idea
completamente folle anche solo da pensare: avrebbe potuto portare il giovane
Vegeta alla festa il giorno successivo. Dopotutto aveva quel bracciale che gli
assorbiva l’energia e poi lui era molto più forte, quindi avrebbe potuto
tenerlo sotto controllo.
Se i suoi genitori se ne fossero accorti l’avrebbero
fatto a pezzi, anche sua madre, forse soprattutto sua madre, ma se stava
attento forse poteva andare alla festa e fare qualcosa di talmente folle e
temerario da ricordare.
“Ehi senti, domani sera ci sarebbe una festa sulla
spiaggia, lo so che tu non sei affatto il tipo da feste e..”
esordì Trunks, ma fu interrotto da Vegeta.
“E perché non sarei il tipo da feste? Sul vostro
pianeta nelle feste c’è dell’alcol, delle ragazze e delle risse?” chiese
Vegeta, chiedendosi il motivo per cui quel ragazzo voleva portarlo ad una
festa, sicuramente era per fare dispetto al padre e non sarebbe stato certo lui
ad impedirlo, anzi, sarebbe stato divertente vedere il se stesso di quella
dimensione fare a pezzi il suo giovane erede.
Trunks
rimase di sasso, come era possibile che a suo padre piacessero le feste?
Sembrava che lui partecipasse davvero alle feste sul suo pianeta. Sì ecco,
magari era meglio che non finisse in una rissa, ma forse sarebbe stato
divertente:” Sì anche qui le feste sono così…però magari niente risse…!”
rispose il ragazzo dai capelli lilla.
“Oh beh grazie a questo aggeggio che mi ha messo tua
madre sono innocuo, come un agnellino. Ma credo che sarebbe interessante
partecipare ad una vostra festa terrestre. Immagino che ci sarà qualche ragazza
carina no?” chiese il giovane principe.
Trunks
lo assicurò che ci sarebbero state ragazze carine e quindi gli promise che la
sera successiva sarebbe venuto a liberarlo insieme al suo amico Gothen.
Una volta che il ragazzo dai capelli lilla se ne fu
andato, il giovane principe scoppiò a ridere silenziosamente, se davvero quel
ragazzo l’avesse liberato, avrebbe potuto avere l’occasione di fuggire e poi
trovare il modo per tornare sul suo pianeta.
Il giorno seguente Trunks
passò la giornata a rimuginare, quella sera avrebbe fatto la cosa più folle e
pericolosa della sua vita, aveva fatto mentalmente una lista dei pro e dei
contro, ma alla fine ormai aveva dato la sua parola e se si fosse tirato
indietro avrebbe fatto la figura dello sciocco. Sarebbe andato fino in fondo a
quel progetto.
Goten
gli chiese se aveva ottenuto il permesso per andare alla festa e quando gli
rispose che l’aveva ottenuto, l’amico lo fissò incredulo, non se l’aspettava
proprio, aveva deciso di non raccontargli nulla del suo piano, gli chiese solo
di venire una mezz’ora prima della festa con l’aura azzerata per non irritare
suo padre, fu quella la prima scusa che gli venne in mente; fortunatamente il
suo amico non era molto acuto, quindi non gli fece
domande a riguardo della sua richiesta.
A cena Trunks fu piuttosto
silenzioso e Bulma addusse che fosse a causa del
divieto di andare alla festa, certo in quel momento vista la situazione a casa
non era il momento di partecipare a delle feste, però oggi il giovane principe
era stato tranquillo, molto tranquillo, tanto che aveva provato a chiedere a
Vegeta se non fosse il caso di slegarlo e di farlo partecipare alla cena, ma
lui aveva rifiutato, dicendo che non si fidava affatto di quella calma
apparente.
Finita la cena Trunks annunciò che avrebbe passato la serata a studiare,
cosa che suo padre approvò, ma che insospettì Bulma,
dopotutto era sabato sera, tant’è che gli chiese cosa facesse Gothen quella sera.
Il ragazzo rispose che
l’amico sarebbe andato a quella festa, ma si affrettò ad aggiungere che per lui
non era affatto un problema, dopotutto non era così importante partecipare a
quella festa, anzi sarebbe stata noiosa.
Vegeta annuì con
decisione e lo mandò a studiare; una volta rimasti soli Bulma
chiese al marito se non avesse notato qualcosa di strano nel figlio; ovviamente
lui rispose negativamente.
“Certo perché tu non
hai mai avuto un adolescenza normale, ma a me pare che Trunks
ci stia nascondendo qualcosa...” insinuò Bulma.
“Trunks
non farebbe mai qualcosa di stupido, non sarebbe così pazzo da disobbedire ad
un mio ordine. Starà in casa a studiare e se così non fosse ne pagherà le
conseguenze!” rispose Vegeta.
Dopo quelle parole
dette dalla moglie, decise di andare a controllare il giovane se stesso, per
scrupolo ovviamente.
Il giovane principe
stava meditando sul suo letto e non aprì nemmeno gli occhi quando sentì entrare
la versione più anziana di se stesso.
“Stai ancora cercando
di rompere quell’aggeggio tramite la meditazione, sai che non funzionerà vero?
Non ha nulla di spirituale quel coso!” esordì Vegeta.
“Questo coso si trova
attorno al mio polso e non al tuo, quindi visto che non ho molto da fare qui,
almeno provo ad aprirlo con l’unica forza che mi è rimasta...o volete
mettermene anche uno in testa di questi affari per fermare la mia forza
spirituale?” chiese provocatorio il giovane principe.
“Non mi tentare
moccioso, volevo solo assicurarmi che non stessi facendo niente di cui
pentirti” insinuò Vegeta.
“E cosa dovrei fare?
Sono qui da solo, incatenato ad un letto…mi annoio da morire!” esclamò il
giovane principe, temendo che la sua versione adulta avesse già scoperto il
figlio.
Vegeta constatò che in
effetti era vero, forse Trunks poteva anche essere
venuto a visitarlo, ma non avrebbe fatto nulla di più, salutò quindi il ragazzo
con un cenno del capo e poi uscì dalla stanza.
Goten
azzerando l’aura si presentò alla finestra della camera dell’amico, che lo fece
entrare velocemente nella sua stanza e lo salutò sottovoce. Finalmente vedendo
come si comportava in maniera circospetta Trunks, Goten chiese all’amico se davvero aveva il permesso di
partecipare a quella festa.
A quel punto, sempre
sottovoce, Trunks vuotò il sacco con l’amico, il
quale alla fine del racconto era ormai sbiancato: “Amico, ma ti sei sentito?
Sai che se ci scoprono tu verrai spedito in collegio e io pure? Solo che tuo
padre prima ti ridurrà a fette” commentò Goten.
“Lo so che è una
follia, ma voglio dimostrare che sono in grado di tenere d’occhio la versione
giovane e non cambiata di mio padre. E poi azzerando l’aura e mettendo nelle
camere questi simulatori d’aura ci sono delle probabilità di non essere
scoperti” spiegò Trunks.
Goten,
anche se molto riluttante, decise di aiutare l’amico e quindi insieme si
diressero nella stanza del giovane principe che li stava aspettando.
Il figlio di Goku
rimase senza parole nel vedere quel giovane Vegeta che lo fissava con aria di
sufficienza, provò a salutarlo, ma questo per tutta risposta gli disse che
aveva percepito che lui era il figlio di quel tipo strano che era in grado di teletrasportarsi.
Trunks
fece segno a Goten di avvicinarsi alla catena e
insieme, cercando di fare meno rumore possibile, riuscirono a staccarla dal
letto senza spezzarla, ricevendo un’occhiata quasi di ammirazione dal giovane
Vegeta, a cui il ragazzo dai capelli lilla consegnò una busta contenente un
paio di jeans e una maglia della sua taglia. Vegeta indossò tutto, senza fare
commenti e poi finalmente essendo pronti a partire, aprirono la finestra della
stanza e volarono tutti e tre via nella notte.
Ciao
a tutti, non avrei mai creduto dopo anni di tornare qui a scrivere fanfiction, ammetto di aver tenuto d’occhio questo sito
negli anni e un paio di volte mi è anche capitato di aggiornare delle vecchie
storie (e non è detto che non le finisca); poi un giorno, complice una “trasferta”
di lavoro mi è venuta in mente questa storia e ho deciso di provare a scriverla
e se avrei superato almeno i primi 3 capitolo l’avrei pubblicata e così è
stato. Questo capitolo non è lunghissimo, ma prepara ai successivi. Ovviamente
rispetto a quando scrivevo qui anni fa non farò aggiornamenti così frequenti,
ma cercherò di aggiornare almeno una volta ogni due settimane, se poi riesco di
più meglio ancora.
Grazie
a chi ha recensito e a chi ha letto: mi fa piacere di essere riuscita a
cogliere il vostro interesse.
A
presto!
PS.
Il capitolo 4 è già pronto e il 5 in scrittura…
La festa era già
iniziata, c’erano moltissimi ragazzi e ragazze che ballavano e bevevano attorno
ad un falò.
Il giovane principe
rimase affascinato, sul suo pianeta alle feste si beveva fino a svenire per
l’alcol o per le botte ricevuto nelle risse, e qui invece sembrava che tutti si
stessero divertendo e tutto ciò lo incuriosiva. Certo prima o poi avrebbe
trovato il modo per rovinare tutta quell’allegria, ma prima se la sarebbe
goduta un po’, poteva essere divertente fare una nuova esperienza, pensò
sorseggiando un cocktail colorato dal gusto pessimo, ma che sembrava piacere
tanto a tutti quei ragazzi.
Goten
si guardava attorno nervosamente, temeva terribilmente che i loro genitori li
avrebbero scoperti e in ogni angolo gli sembrava di vedere Vegeta (quello
adulto) insieme a sua madre furibonda, Tunks invece
gli pareva così tranquillo, parlava con il giovane principe, lo presentava a
tutti come un cugino di Città del Nord; non capiva come facesse a rimanere così
tranquillo, quando aveva così tanto da rischiare, per fortuna il principe dei sayan sembrava tranquillo, quasi un normale ragazzo.
Trunks
stava mantenendo la calma, sembrava che tutto filasse liscio, la festa non era
male e la versione adolescente del padre, sembrava divertirsi, ed era anche
incredibilmente divertente stare in sua compagnia; aveva anche fermato per
entrambi un paio di ragazze piuttosto carine; sì era strano condividere
quell’esperienza col proprio padre, ma nessuno lo sapeva, come cugino era
perfetto, come compagno era perfetto, molto meglio di Goten.
Il giovane principe
stava ascoltando le chiacchiere vuote di un’ochetta dai capelli verdi, se
avesse avuto le sue piene capacità l’avrebbe anche potuta fare esplodere, ma
visto che non le aveva al momento, stava pensando di chiuderle la bocca con un
bacio, ma proprio in quel momento un tizio insulso aveva osato picchiargli sulla
spalla, chiedendogli a gran voce cosa credeva di fare con la sua ragazza…
Intanto alla Capsule
Corporation Bra si era svegliata per andare in bagno e passando davanti alla
porta del fratello la trovò socchiusa (Goten si era
dimenticato di chiuderla) e trovò la cosa strana perché suo fratello stava
sempre chiuso dentro alla sua cameretta e non le permetteva mai di entrare
perché altrimenti avrebbe messo in disordine i suoi progetti, decise quindi
d’introdursi piano nella camera per curiosare. La bambina trovò la stanza vuota
e quindi corse a svegliare i genitori gridando a gran voce per il corridoio che
il suo fratellone era stato rapito dai ladri.
Nel sentire le grida
dalla bambina Vegeta e Bulma si svegliarono di
soprassalto e trovarono di fronte a loro Bra che continuava ad urlare che Trunks era stato rapito dai ladri.
Bulma
abbracciò la figlia cercando di consolarla, mentre Vegeta si precipitò nella
stanza del figlio e con suo grande sconcerto la trovò vuota…e giusto per
confermare i suoi sospetti visitò anche la stanza del giovane se stesso e la
trovò ovviamente vuota: erano spariti entrambi e lui era stato talmente tanto
sciocco da fidarsi del figlio. Ma perché era stato così stupido da liberarlo,
non riusciva a capire quanto fosse pericoloso portare in giro la versione
adolescente di se stesso? Sarebbe partito immediatamente alla loro caccia e
quando li avrebbe trovati non avrebbe avuto pietà per entrambi.
“Vegeta, dov’è Trunks? Non vuoi dirmi che…” esordì Bulma
che era entrata nella camera con in braccio Bra.
“Sì deve essere andato
a quella festa e oltre ad averci disubbidito si è anche portato dietro Vegeta,
come si può essere così idioti!” gridò Vegeta e così facendo fece piangere la
bambina dallo spavento.
“Dannazione, calmati,
non davanti a Bra. Cara, va tutto bene, papà è solo un pochino arrabbiato con Trunks perché ha disubbidito, ma ora noi risolveremo la
situazione. Ora tu tornerai a letto e domattina quando ti sveglierai sarà tutto
a posto” spiegò Bulma alla figlia, indirizzandola
verso la sua camera da letto.
La bambina però rimase
sulla soglia della camera del fratello fissando il padre incerta e questo con
tono piuttosto sgarbato le chiese cosa aveva da fissare e perché non ubbidiva
alla madre.
“Mi prometti che tu e Trunks farete la pace? E’ tutta colpa di quel ragazzo
antipatico se avete litigato” rispose la ragazzina.
Vegeta fece per
mettersi ad urlare che quel ragazzo antipatico era lui e che non doveva mancare
di rispetto a suo padre, ma poi si ricordò che quella bambina era la sua dolce
Bra, lei era ubbidiente, lei non era come suo fratello, lei non sarebbe stato
così sciocca da portare in giro una bomba ad orologeria in mezzo a dei
terrestri innocenti, solo per il gusto di contrariarlo e farlo impazzire.
Quindi solo per qualche secondo, il principe dei sayan
mise di tenere a bada la rabbia che gli stava montando dentro e assicurò alla
figlia che avrebbe fatto pace con Trunks e tutto
sarebbe andato bene.
Una volta che la figlia
fu tornata a dormire tranquilla, Vegeta disse a Bulma
che sarebbe andato da Karoth e insieme sarebbero
andati a recuperare i ragazzi alla festa.
“Vacci piano con loro
Vegeta, dopotutto sua altezza indossa il braccialetto, quindi non può commettere
grandi danni” disse la donna guardando con apprensione la luce furiosa negli
occhi del marito.
Il principe dei sayan le assicurò che non avrebbe torto un capello a
nessuno dei due, ma intanto che volava a velocità supersonica a casa di Karoth, si chiese come facesse sua moglie a non essere
preoccupata, è vero che il giovane se stesso non aveva la sua abituale forza,
ma aveva il suo cervello, il suo maligno cervello e per combinare azioni
irreparabili, non aveva bisogno di tutta la sua forza, bastava quello. E poi se
proprio doveva essere sincero, non voleva che suo figlio vedesse com’era prima
del suo cambiamento, si vergognava del suo passato. Il Vegeta adolescente
avrebbe potuto raccontare a suo figlio le cose terribili che aveva fatto e a
quel punto avrebbe perso il rispetto e la stima di suo figlio e questo sarebbe
stata la cosa peggiore. Forse lui era troppo severo col suo primogenito, ma
voleva solo che avesse una vita perfetta e che eccellesse in tutto, doveva
avere a tutti i costi una vita migliore della sua.
Ormai era arrivato a
casa di Karoth, la casa era completamente al buio,
quindi iniziò a chiamarlo a gran voce, finchè non
uscì quella gallina di Chichi in vestaglia che gli
chiese come mai stava sbraitando davanti a casa sua a quell’ora della notte.
“Sbraito quanto mi pare
e piace donna, devi chiamare immediatamente quell’impiastro di Karoth, mio figlio è sparito insieme al giovane me stesso e
deve aiutarmi a trovarli immediatamente. Credo che siano andati alla festa
della squadra di calcio, quella alla spiaggia e…” spiegò Vegeta con tono
sgarbato.
“Ma certo la festa
della squadra di calcio, anche Goten voleva
partecipare a quella ridicola festa, ma gli ho detto che non era affatto il
caso, sì subito suo padre gli aveva dato il permesso, ma quando l’ho saputo io,
gliel’ho proibito categoricamente e stasera dopo cena da bravo figlio quale è
si è chiuso in casa a studiare” rispose Chichi,
condannando mentalmente Trunks per il suo pessimo
comportamento, non doveva disubbidire ai genitori, anche perché sarebbe stato
un pessimo esempio pure per il suo Gothen.
Vegeta osservando la
faccia compiaciuta della donna, si concentrò e percepì che l’aura di Gothen non era sicuramente al sicuro nella sua cameretta, e
anzi quella constatazione gli fece capire che anche quel moccioso doveva con
ottime probabilità aver contribuito al piano di Trunks.
“Donna, sei sicura che
il tuo angelico figlioletto sia in camera sua? Perché io ti posso assicurare
che la sua aura non si trova affatto lì!” rispose Vegeta e cercò di non essere
a sua volta troppo compiaciuto quando la donna dopo avergli lanciato uno
sguardo di fuoco si era precipitata in casa chiamando a gran voce il figlio e
il marito.
Ovviamente Goten non era nulla sua stanza e ciò provocò una tremenda
rabbia a Chichi, che si precipitò nella camera a
svegliare il marito scrollandolo con tutta la forza che aveva.
Goku faticosamente aprì
gli occhi e si trovò davanti le facce furibonde di Chichi
e Vegeta e con tono assonnato chiese cosa era successo.
“Te lo dico io cosa è
successo, il nostro piccolo Goten ha disubbidito, non
doveva andare a quella festa ed è andato insieme a Trunks
e hanno anche portato quel terribile giovane Vegeta. E ora tu andrai là e lo
riporterai a casa alla svelta” ordinò Chichi puntando
il dito contro al marito.
Goku si mise a sedere
sul letto e fece notare alla moglie che Vegeta era lì nella loro stanza e
quindi non poteva essere alla festa.
“Ma come fai ad essere
così idiota Karoth? Lei intende l’altro me…” gridò
Vegeta esasperato.
“Ah sì ecco, ora ho
capito. Va bene andremo a riprendere i ragazzi, stai tranquilla Chichina non è successo niente di grave, vedrai” rispose
Goku cercando di alzarsi dal letto.
“E’ già successo
invece, il nostro bambino diventerà un teppista ed è tutta colpa tua, se tu lo
controllassi di più, come fa Vegeta, forse le cose andrebbero meglio. Ci ha
mentito Goku, è andato alla festa nonostante il nostro divieto” piagnucolò Chichi, mentre Goku si vestiva.
“Non ti preoccupare, lo
riporterò a casa sano e salvo; Vegeta andiamo!” esclamò Goku partendo in volo
dalla finestra.
Una volta in volo Goku
confessò a Vegeta che in effetti lui aveva dato il permesso al figlio di andare
alla festa, perché pensava che non sarebbe successo nulla di male, insomma
voleva che suo figlio si divertisse.
Il principe dei sayan gli rispose che i figli non dovevano divertirsi,
andavano controllati e spronati a dare sempre il massimo, soprattutto dal
momento che i loro eredi erano dei sayan dotati di
grandi capacità.
“Urka
Vegeta a me sembra troppo però, sono dei bravi ragazzi e hanno tutti il diritto
di divertirsi, è solo una festa. Non possono allenarsi giorno e notte!” esclamò
Goku nel tentativo di difendere il figlio e Trunks,
che sicuramente avrebbe passato grossi guai col padre.
“Certo, ma cosa ne sai
tu di fare il padre, tu hai abbandonato la tua famiglia per gli allenamenti e
poi dopo che sei tornato sei stato semplicemente un compagno di giochi per Goten” ribattè sgarbatamente
Vegeta.
“Sì forse hai ragione
Vegeta, ma alla fine il figlio che è scappato di casa trascinandosi dietro la
tua copia adolescente è proprio il tuo; il mio si deve essere fatto convincere
dal tuo” disse Goku che era stanco di essere criticato dal principe dei sayan.
“Chiudi il becco,
troviamo i ragazzi e poi ognuno li punirà come meglio crede” chiuse, così, la
discussione Vegeta che non voleva assolutamente essere criticato da Karoth; sapeva benissimo che tutta quella situazione era
stata creata da Trunks e avrebbe tanto voluto
staccargli la testa dal collo, ma dal momento che era il suo erede non poteva,
avrebbe dovuto limitarsi, ma non l’avrebbe certo passata liscia.
Finalmente erano
arrivati alla festa, la musica era assordante ed era pieno di ragazzini
ubriachi che ballavano, anche troppo vicini per i gusti di Vegeta, Goku invece
si guardava attorno interessato, da giovane non aveva certo partecipato a molte
feste e quella gli sembrava davvero divertente, erano tutti così allegri e
affettuosi tra loro…
“Bella festa vero? Ora
spero che avrai capito perché non era il caso di mandare i nostri figli vero Karoth?” chiese Vegeta con tono trionfante, perché sapeva
che la ragione era dalla sua.
Goku fece finta di non
averlo sentito perché non capiva proprio perché Vegeta continuasse a
prendersela tanto.
Il principe dei sayan stava per pretendere una risposta quando in una zona
un po’ lontana da quella ciurmaglia ubriaca notò un gruppetto di ragazzi che
stava facendo a botte incitato da altri ragazzini tutt’attorno e fu certo che i
ragazzi dovevano trovarsi là e sperando che il giovane se stesso non avesse
fatto nulla di brutto si precipitò là.
“Ehi tu capelli a
fiamma, cosa stai facendo con la mia ragazza?” chiese un lurido terrestre a
gran voce appoggiando al giovane principe dei sayan
una mano sudaticcia sulla spalla.
Il giovane Vegeta si
girò verso quel lurido terrestre e sorridendo amabilmente gli rispose che era
stata quella pollastrella ad incollarsi a lui, ma che se la poteva riprendere
perché lui non se ne faceva proprio niente.
Ovviamente il terrestre
aveva voglia di attaccare briga quindi iniziò ad attirare l’attenzione dei suoi
amici, dicendo che c’era un nanetto che voleva fregargli la ragazza.
Nanetto? Quell’insetto
terrestre aveva appena dato a lui del nanetto…quella ridicola festa stava per
diventare una vera festa sayan avrebbe eliminato
quella nullità anche senza le sue capacità.
Il giovane Vegeta
scoppiò a ridere gettando indietro la testa, sentiva il sangue ribollirgli
dentro, ma si ricordò ben presto che quella strega dai capelli turchini aveva
detto che quel dannato bracciale gli avrebbe provocato delle scariche elettriche
se si fosse troppo arrabbiato, ma per fortuna lui aveva già trovato la
soluzione, sarebbe bastato gestire la rabbia e colpire con tranquillità,
avrebbe considerato quella situazione di svantaggio come un allenamento, quello
stupido bracciale non poteva impedire a lui, il principe dei sayan di avere la sua vendetta; sarebbe stato davvero
divertente fare sputare i denti al terrestre, pensò prima di colpirlo in viso
con tutta la forza che aveva.
L’insetto terrestre,
preso alla sprovvista, cadde all’indietro e si mise una mano dalla guancia
ridendo istericamente, il principe dei sayan
faticosamente cercò di far scendere il sangue che gli stava per schizzare al
cervello, non aveva fatto praticamente nessun danno a quel terrestre, quel
braccialetto era marchingegno più potente del previsto, ma lui sarebbe comunque
riuscito a distruggere il terreste anche a costo di farsi friggere il cervello
da quelle scariche elettriche.
Il giovane Vegeta
quindi si buttò a capofitto verso quel tipo dandogli una testata allo stomaco e
questa volta il tizio gridò di dolore e i suoi amici fecero per intervenire per
difendere l’amico, ma sul posto erano arrivati anche Goten
e Trunks attirati dalla confusione.
“Ehi voi fermi. Cosa
sta succedendo?” chiese Trunks gridando.
“Il tuo cuginetto e ha
manco di rispetto a Tony e ora noi gli daremo una bella lezione!” esclamò uno
dei ragazzi.
Goten
fissò preoccupato Trunks, lo sapeva che non avrebbero
mai dovuto venire a quella festa, qui le cose si stavano mettendo molto male,
soprattutto perché loro non potevano usare la loro reale potenza con quei
ragazzi e venire fuori da quella situazione sembrava davvero complicato.
“Oh dai ragazzi, io
sono sicuro che mio cugino non voleva, non è di questa zona magari si è solo
sbagliato e…”Trunks
provò a giustificare il giovane principe, stava per gridare a tutti di
lasciarlo in pace, perché nel pieno delle sue forze avrebbe potuto farli
esplodere, ma non poteva ovviamente. E poi era infastidito dalla occhiate
preoccupate che gli stava lanciando Goten, sapeva
perfettamente anche lui che quello era un bel problema e doveva trovare il modo
per saltarci fuori, magari senza che il braccialetto iniziasse a dar le
scariche elettriche al suo futuro padre.
“Ehi Trunks, perché invece di stare lì impalato non ti metti a
menare le mani con queste sbruffoni, non vorrai certo che ci manchino di
rispetto!” esclamò il giovane Vegeta sputando ai piedi del suo avversario, che
per tutta risposta gli si avventò contro, ma lui agilmente lo schivò.
“Non sarai così pazzo
da dargli retta, vero Tunks? Dovremmo trovare un modo
per portarlo via da qui e scappare alla svelta…” bisbigliò Goten
sempre più preoccupato.
“Chiudi il becco,
aiutiamolo e andiamocene!” rispose Trunks gettandosi
nella mischia.
E fu così che iniziò la
rissa alla festa della squadra di calcio dell’istituto St Julian, il giorno
seguente i ragazzi a scuola avrebbero raccontato che Trunks
Brief e il suo amico Goten si erano gettati in una
rissa per difendere il cugino di uno dei due, anche però sembrava che questo non
avesse poi un gran bisogno di aiuto perché aveva atterrato Tony, il capitano
della squadra, con un calcio ben assestato alle ginocchia.
In realtà non si
sarebbe mai scoperto il vero vincitore della scontro, perché colpo di scena,
era piombato nel bel mezzo della rissa il padre di Trunks
Brief che aveva gridato a tutti di fermarsi, e l’aveva gridato con una voce
così terribile, che effettivamente si era fermata pure l’aria.
Il padre di Trunks era accompagnato da un tizio piuttosto alto, che
somigliava a Goten tra l’altro, e questo stava
fissando tutti in maniera imbarazzata, poi il signor Brief aveva preso suo
figlio e il cugino per un braccio e se n’era andato trascinandosi dietro i due
ragazzi, seguiti a breve distanza da Goten e da quel
tipo strano che salutava tutti con la mano scusandosi per avere interrotto la
festa.
Speriamo che il padre
di Trunks non sia troppo duro con lui, alla fine Tony
e la sua compagnia se l’erano cercata, a tutte le feste cercavano sempre di
attaccare briga.
Vegeta stava trascinando
quel due sciocchi in mezzo a quella bolgia, stringendo soprattutto il braccio
del giovane se stesso, poteva sentire i suoi stessi occhi puntati su di lui, se
la stava godendo un modo quel ragazzo, si era divertito e l’aveva anche
provocato, ora era certo che voleva vedere come avrebbe risolto la situazione.
“Karoth
porta a casa quell’impiastro di tuo figlio e stai certo, moccioso, che tua
madre è già stata informata della tua bravata e ti sta aspettando!” esclamò
Vegeta una volta lontani dalla confusione.
Goten
ingoiò rumorosamente l’aria e cercò lo sguardo del padre il quale annuì
gravemente e poi mettendogli una mano sulla spalla gli disse che era meglio
tornare a casa e una volta salutati i ragazzi i due presero il volo.
Trunks
nell’assistere a quella scena aveva quasi provato invidia per Goten, certo sua madre era severissima e l’avrebbe
rimproverato duramente, ma suo padre non aveva dato in escandescenza davanti a
tutti i suoi compagni di classe, sembrava quasi solidale con lui; e proprio in
quel momento fissò il padre e notò che aveva i fulmini al posto degli occhi e
tra l’altro a lui personalmente non aveva nemmeno detto una parola, mentre il
giovane se stesso sembrava quasi trovare divertente tutta quella situazione,
doveva essere pazzo.
Il giovane principe era
appena stato strappato via da un incontro che stava vincendo, avrebbe voluto
subito gridare alla sua versione più anziana perché non potevano semplicemente
divertirsi a polverizzare quei terrestri, ma tanto sapeva che gli avrebbe
tirato fuori una stupida scusa, la verità era che si era rammollito. Ma ora il
divertimento era un altro, si sarebbe goduto la lite tra padre e figlio; quel Trunks sì non era affatto male, ma si affannava troppo per
compiacerlo, sembrava che volesse piacergli a tutti i costi, una noia in fondo,
chissà magari il Vegeta padre avrebbe mostrato sul suo stesso figlio una
qualche dimostrazione di forza, della vera disciplina sayan.
Tutti i ragionamenti
del giovane principe furono interrotti da uno strattone al braccio, la sua
copia più anziana si era alzata in volo e lo stava trascinando seguito da un Trunks molto triste.
Una volta giunti alla
Capsule Corporation Bulma li stava già aspettando
sulla porta, Trunks si spaventò non sapeva se erano
peggio le occhiatacce di sua madre o quelle di suo padre, lei li stava
guardando con le braccia incrociate avvolta nella sua vestaglia rosa con i
cuori e nonostante quell’abbigliamento sembrava pronta a sbranarlo.
“Uh uhTrunks mi sembra che tu sia nei guai!” trillò il
giovane principe scoppiando a ridere.
“Ehi alla fine non mi
sembrava che ti dispiacesse poi molto essere liberato per venire alla
festa…potresti anche essere più solidale” commentò asciutto Trunks.
“Che carino, davvero
hai creduto che io il principe dei sayan potevo essere
amico o anche solo solidale con un mezzosangue…sei davvero uno sciocco!”
rispose il giovane principe con tono spregiativo.
Suo padre l’aveva
appena chiamato mezzosangue, Trunks non poteva
credere alla sue orecchie, forse quel giovane principe sayan
dava voce ai pensieri più nascosti di suo padre, aveva sentito tutto il
disprezzo nelle sue parole; la vista gli si annebbiò dalla rabbia e fece per
avventarsi contro la versione giovane del padre, ma proprio lui all’ultimo
minuto si mise fra loro e gli diede un potente schiaffo che lo fece cadere di
lato. Trunks sentì subito le grida spaventate di sua
madre, stava per rassicurarla che stava bene, ma incrociò lo sguardo col
giovane sayan, stava ridendo malignamente.
Anche Vegeta si accorse
però che il se stesso del passata stava ridendo, sicuramente aveva ottenuto
quello che desiderava, voleva farli litigare ancora di più e quindi decise di
prenderlo per un braccio e di trascinarlo nella sua camera.
Il giovane Vegeta cercò
di opporre resistenza, voleva assistere alla scena di se stesso che dava una
bella lezione al suo erede, ma alla fine fu buttato dentro alla sua stanza e la
porta si chiuse bruscamente a chiave alle sue spalle.
Una volta chiusa quella
porta Vegeta sospirò, si vergognava moltissimo per quelle tremende parole
pronunciate da se stesso da ragazzo, aveva percepito tutta la rabbia di Trunks e per un attimo stava per affannarsi a spiegargli
che non era affatto il suo pensiero, ma era il pensiero di qualcuno che ormai
non esisteva più da moltissimo tempo, ma lui non era bravo con le parole,
soprattutto quando si trattava di sentimenti. Dal pianoterra poteva sentire la
voce di Bulma che stava consolando suo figlio, che
stava cercando di convincerlo che quelle parole non erano minimamente da tenere
in considerazione, ma lui non si sarebbe nemmeno unito a Bulma
nelle rassicurazioni; suo figlio, il suo erede aveva sbagliato e l’aveva
profondamente deluso e andava punito.
Scese quindi le scale e
chiamò a gran voce Trunks ordinandogli di aspettare
nella sua stanza perché non si doveva nemmeno sognare di passarla liscia per
quello che aveva fatto.
Il figlio iniziò quindi
a salire i gradini lentamente e i loro sguardi s’incrociarono, il ragazzo fece
per dire qualcosa, ma poi si strinse per le spalle e proseguì per la sua
strada.
Vegeta quindi raggiunse
Bulma al pianterreno e la trovò con gli occhi lucidi
che gli chiedeva cosa avesse intenzione di fare e che lo supplicava di non fare
del male al loro bambino.
E fu a quel punto che
il principe dei sayan perse completamente le staffe,
portò di peso la moglie nella gravity room e poi
chiuse la porta, almeno lì poteva gridare in santa pace senza essere sentito da
orecchie indiscrete: “Donna maledizione, non farei mai nulla che possa nuocere
a mio figlio, come devo dirtelo? Fatto sta che ha sbagliato e non può passarla
liscia, non mi interessano le sue ribellioni adolescenziali e mi spiace per
quello che ha detto il me stesso del passato, ma non può essere una scusa per
non correggere Trunks. Sai credo che dovremmo mettere
uno di quegli aggeggi assorbi forza anche a lui…deve capire che esistono dei
limiti da rispettare anche per chi ha dei poteri…”
Bulma
fissava il marito a bocca aperta, per lui era sicuramente un grandissimo
discorso e gli chiese se fosse davvero sicuro di quello che le stava chiedendo.
“Sì dannazione, sono
sicuro, non mi piace affatto quello che sto per fare, ma è necessario. Invece
non so davvero come comportarmi con il giovane me stesso…redimere la sua anima
mi sembra impossibile!” disse Vegeta.
“Oh beh a quello ho
pensato io, sai con la violenza e la prepotenza non si ottiene mai nulla,
soprattutto quando si tratta di te stesso, tu sei forte, ma anche molto
ostinato, quindi credo che un qualche castigo alla maniera terrestre, senza
nessun uso di violenza, possa magari far piegare il capo alla nostra giovane
altezza. Ci penserò io a quello e vedrai che sarò creativa!” rispose Bulma con uno sguardo malizioso e prima che il marito
potesse replicare che lui non era affatto ostinato, Bulma
aggiunse che sarebbe andata subito ad occuparsi di sua altezza e che lui
avrebbe dovuto fare lo stesso con Trunks.
Ah certo a me il
compito più difficile pensò Vegeta, anche se sapeva che spettava solo a lui
quell’ingrato compito, non sapeva nemmeno come gli era venuto in mente di
mettere uno di quei bracciali a suo figlio, ma una volta detto si era convinto
che era la soluzione giusta ed era meglio che lo facesse immediatamente prima
di cambiare idea.
Il giovane principe dei sayan
era seduto sul pavimento della sua stanza-prigione, aveva notato subito le
inferiate alle finestre, ma non si era preoccupato tanto della cosa, prima o
poi avrebbe trovato comunque un nuovo modo per fuggire di nuovo e stavolta, con
un po’ di fortuna, per sempre.
Aveva provato a mettere in allarme tutti i
suoi sensi per percepire la rabbia o semplicemente le urla della sua versione
più anziana, ma niente, solo silenzio, tanto che quasi non si accorse di quando
la porta si aprì piano e si trovò davanti la strega con i capelli turchini.
“Ha mandato te per darmi una bella lezione, mi
hai fatto così debole che persino tu puoi picchiarmi? Ma ti sbagli di grosso,
posso ancora avvolgere le mie mani attorno al tuo collo da gallina e…” attaccò
subito Vegeta.
“Altezza, per favore, non ti mettere sulla difensiva,
la tua linguaccia ha già combinato abbastanza guai, meriteresti una bella
sculacciata, ma non siamo dei barbari e ormai tu sei troppo grandicello, quindi
troveremo qualcosa che non ti faccia perdere troppo la faccia per punirti” lo
interruppe Bulma, che notò subito l’arrossire del
ragazzo.
“Non potreste semplicemente lasciarmi in pace
e magari addirittura liberarmi? Io non sono un moccioso e non sono tuo figlio.
Non farò un bel niente e ora sparisci donna!” ordinò Vegeta indicando la porta.
A Bulma nel sentire
quelle parole stava salendo la rabbia, quel ragazzino era decisamente
arrogante, ma effettivamente anche la versione adulta avrebbe ragionato nello
stesso modo e quindi lei fece la stessa cosa che faceva con quella versione,
cercare di prenderlo in giro e pungerlo sul vivo, infatti scoppiò a ridere e
invece che uscire come le era stato ordinato di fare, si era seduta sulla sedia
di fronte a lui e notò subito l’occhiataccia che le scoccò il ragazzo.
“Principino è meglio che tieni a freno quella
linguaccia altrimenti potrei anche cambiare idea sullo sculacciarti. Sarò
sincera, purtroppo per te, per riuscire a rimandarti indietro da dove sei
venuto dobbiamo trovare un modo per redimere la tua anima, che ovviamente è
terribilmente nera, e quindi tu farai quello che ti dico, altrimenti rimarrai
qui confinato per sempre e questo non ti va vero?” spiegò la donna puntando il
dito verso il giovane principe.
Vegeta stava fumando di rabbia e quasi sentiva
quel maledetto bracciale accendersi, doveva calmarsi, non doveva fare figuracce
davanti a quella maledetta donna, che tra l’altro aveva pure ragione, lui non
voleva stare lì confinato e loro non l’avrebbero mai lasciato andare in giro,
ma se c’era un modo per far tornare tutto come prima forse avrebbe dovuto
provare ad assecondarli. Ma cosa gli avrebbero fatto fare? Lui non era un mocciosetto, era un guerriero dannazione e poi quella
strega aveva il potere di mandarlo su tutte le furie con un solo sguardo,
perché le faceva quell’effetto e perché mai la sua versione più anziana era
stato così pazzo da farne la sua donna? A lui non piaceva affatto, era vecchia,
con quell’assurdo colore di capelli e poi aveva una voce davvero odiosa. E tra
l’altro lo stava fissando ancora con quello sguardo divertito negli occhi, se
avesse avuto i suoi poteri ci avrebbe pensato lui a toglierglielo.
“Redimere la mia anima? Io non ho affatto
un’anima, come ho già detto a qualcuno, ma non ricordo esattamente chi molto
tempo fa, non so come farai donna…!” esclamò Vegeta solo per il gusto di
contraddirla.
“Oh Vegeta caro anche tu hai un’anima e vedrai
che la faremo tornare bianca. E non guardarmi così, vedrai che la tua dignità
di principe ne uscirà perfetta! E ora riposa piccolo caro, hai già avuto
abbastanza emozioni per un po’!” e Bulma salutò il
ragazzo facendogli l’occhiolino e mandandogli una bacio con la punta della
dita, cosa che fece arrossire violentemente il giovane principe.
Vegeta, quello adulto, teneva tra le mani il
bracciale, anche se non era ancora in funzione poteva percepire il potere
malefico che emanava, stava per fare qualcosa di tremendo, ma ormai si era già
ripetuto mille volte che era necessario e l’avrebbe fatto a tutti i costi e
così senza nemmeno prendersi la briga di bussare aprì la porta della camera di Trunks.
Il figlio era in piedi vicino alla finestra
con le braccia incrociate e quando vide entrare il padre fece un passo indietro
finendo contro la finestra.
“Ebbene, perché hai fatto una cosa così
stupida?” chiese Vegeta al figlio, era meglio arrivare dritti al punto.
“E tu perché mi sei venuto a prendere alla
festa? Non potevi aspettarmi furibondo a casa? Domani a scuola non si parlerà
d’altro? Mi hai fatto fare una figuraccia davanti a tutti, mi hai fatto fare la
figura del moccioso!” attaccò a sua volta Trunks.
“Ma ti sei bevuto il cervello? Cosa me ne
importa di quello che pensano quegli insulsi terresti? E poi dopo stasera direi
che sei proprio una bamboccio, da te non mi sarei mai aspettato nulla di così
sciocco” accusò Vegeta il figlio.
“Era tutto sotto controllo, volevo solo
divertirmi un po’ e devo dire che il te da giovane sembrava anche molto più
divertente di te…” cercò di rispondere Trunks, anche
se non era molto convinto delle sue parole, dopotutto l’aveva appena offeso.
“Ah quindi hai fatto tutto questo solo per
provocarmi? Per attirare la mia attenzione? Guarda, lascia stare, non
m’interessano le tue patetiche scuse. Ho deciso che devi imparare che le tue
capacità non sono un dono con cui scherzare e su cui fare sempre affidamento e
quindi voglio che tu indossi il bracciale fatto da tua madre fino al mio nuovo
ordine” gli ordinò Vegeta mostrandogli il bracciale.
Trunks impallidì e deglutì rumorosamente, come poteva suo padre mettergli
qualcosa che avrebbe limitato la sua forza, l’unica cosa di cui era orgoglioso?
“E se mi rifiutassi?” chiese il giovane al
padre, ben consapevole che avrebbe scatenato ancora di più la sua rabbia.
“Io e tua madre siamo d’accordo che questa
sarà la tua punizione, quindi puoi fare l’uomo e accettarlo oppure te lo farò
accettare con la forza. Prendilo e indossalo!” ordinò Vegeta al figlio.
Trunks prese con riluttanza il bracciale dalle mani del padre e se lo
assicurò al braccio e poi scoccò uno sguardo di profondo risentimento al padre.
“Bene. E per ora non ti voglio in mezzo ai
piedi. Ma non credere che sia finita qui, devi riguadagnare la mia fiducia” e
così dicendo Vegeta uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
Una volta rimasto solo Trunks
diede un pugno alla parete aspettando il dolore delle scariche elettriche, ma
non arrivò, si fece solo male alla mano, stava sanguinando, le nocche erano
spelate, rimase a fissarle curioso, un pugno di quel tipo nel pieno delle sue
capacità non gli avrebbe lasciato nemmeno un graffio, ora era davvero solo un
ragazzo normale.
Essere un ragazzo normale significava non
essere più costretto dal padre ad estenuanti allenamenti, a negarsi tutti i
divertimenti, a limitare la sua forza durante le competizioni sportive, non
possedere più grandi poteri significava anche non avere più grandi
responsabilità. Però d’altra parte essere normali significava anche perdere completamente
l’attenzione del padre, essere un insulso terrestre, ma tanto suo padre era
furibondo con lui, loro non riuscivano mai a parlare, lui urlava e ordinava,
non lo ascoltava mai. Per un attimo si era illuso che almeno il Vegeta più
giovane potesse diventare suo amico, ma era stato uno sciocco a crederlo, e ora
se ne rendeva conto. Aveva sbagliato completamente, quel ragazzo era malvagio e
faceva solo quello che gli faceva comodo, non aveva nessun sentimento a parte
il disprezzo per tutto ciò che credeva inferiore tra cui anche il suo stesso
futuro figlio. E ora a causa di quella bravata, davvero sciocca, si era messo
nei guai, in grossissimi guai e sentendosi stringere la gola per la mancanza
d’aria diede un altro pugno contro alla parete, sentì il dolore e il sangue
scorrere dalla mano, ma non pensò affatto al dolore, se lo meritava dopotutto,
suo padre avrebbe dovuto infliggergli del dolore e invece l’aveva ferito di più
con l’indifferenza e il silenzio.
Vegeta si era recato alla gravity
room si era trasformato in super sayan e aveva
iniziato a tirare pugni e calci verso la parete di fronte a lui, era furibondo,
avrebbe voluto prendere il figlio e scrollarlo per chiedergli perché era stato
così sciocco, perché non poteva semplicemente essere come lui, perché non
poteva accettarlo così com’era, sapeva di non essere divertente come Karoth, ma credeva di essere migliore come padre…
Bulma stava guardando dalla finestra della gravity
room e vide il marito sfogare la sua rabbia, capiva la sua frustrazione, ma
sapeva anche che il quel momento non poteva fare nulla per lui, quindi decise
di andare a vedere come stava il figlio.
Quando entrò nella stanza del figlio trovò una
scena terribile, quasi da film dell’orrore, la parte a fianco al letto era
sporca di sangue e così anche le mani di suo figlio.
“Trunks, ma cosa
stai facendo?” gridò Bulma prendendo per le braccia
il figlio.
“Lasciami in pace!” rispose Trunks svincolandosi dalla stretta della madre, la quale
reagì schiaffeggiando il figlio.
Dopo essere stato schiaffeggiato Trunks fissò sua madre, non l’aveva mai colpito, ma grazie
a quello schiaffo era tornato più lucido, Bulma gli
ordinò di non muoversi e andò a prendere la cassetta medica.
Quando tornò dal figlio prese a medicargli le
mani, le sue nocche erano completamente rovinate, lei voleva piangere per il
dolore del figlio, ma sapeva che non era il caso, era orgoglioso come il padre.
“Devono farti molto male le mani, ora che non
hai più le tue doti, dovrai fare attenzione, altrimenti potresti farti molto
male!” lo rimproverò dolcemente Bulma.
“Non mi fanno affatto male!” rispose Trunks anche se in realtà, ora che non era più accecato
dalla rabbia, le mani gli pulsavano terribilmente.
Nel sentire quelle parole dettate
dall’orgoglio, Bulma accennò un sorriso:”Sai è curioso che tu e tuo padre non andiate
d’accordo, ma in questo momento vi stiate sfogando nello stesso modo”.
“Non sono affatto come lui, sono un insulso
terrestre ora e proprio grazie a voi due!” la accusò Trunks.
“Ehi ragazzino, tieni a bada la lingua se non
vuoi un altro schiaffo. Tuo padre ha fatto la cosa giusta. Ci hai delusi ed è
giusto che impari che esistono dei limiti anche per chi ha capacità
straordinarie!” lo rimproverò la madre.
“Voi pretendete e basta da me!” sbottò Trunks alzandosi per mettere distanza dalla madre.
“Certo che pretendiamo da te sei nostro
figlio! E hai anche molto ferito tuo padre, so che ultimamente le cose fra voi
non vanno bene, ma dovrai trovare il modo di risolverle e senza fare altre
sciocchezze” rispose Bulma.
“Sia il giovane che il vecchio Vegeta mi
disprezzano” commentò Trunks.
“Sei mio figlio, sei il ragazzo più
intelligente che conosca, sono certa che riuscirai a sistemare tutto!” rispose Bulma abbracciando il figlio.
“Immagino che però sarò in punizione per un
bel po’!” commentò Trunks cercando di sfruttare il
fatto che la madre si stava ammorbidendo.
“Certo ragazzino. Sei un ragazzo intelligente,
ma io lo sono di più e non m’incanti. Come ho detto alla giovane altezza
troveremo qualcosa che non ti faccia troppo perdere la faccia per punirti!”
rispose Bulma.
“Ma il bracciale non basta?” chiese Trunks
“No, mi dispiace non basta, non questa volta!
E ora cerca di riposare Trunks!” lo salutò la madre
uscendo dalla stanza.
Il giorno seguente
Trunks scese a colazione, nessuno l’aveva chiuso a chiave nella camera, e
soprattutto quella mattina avrebbe dovuto andare a scuola e al solo pensiero si
sentiva male, l’avrebbero preso in giro tutti quanti.
A tavola lo stavano
aspettando i suoi genitori e Bra, era tutto completamente in silenzio, tanto
che salutò tutti quanti con un buongiorno detto quasi a sottovoce e gli
risposero solo sua madre e sua sorella le quali addirittura gli sorrisero.
Suo padre non aveva
nemmeno alzato gli occhi dal piatto, stava mangiando come se nulla fosse, come
se lui nemmeno fosse lì, continuava ad ignorarlo, faceva male, ma non avrebbe
ceduto, si sedette quindi al suo posto e iniziò a mangiare anche lui come se
nulla fosse.
Il moccioso mangiava
tranquillo, come diavolo faceva, anzi come si permetteva, non sembrava nemmeno
pentito, se lui avesse causato tutti quei problemi e avesse al polso
quell’oggetto infernale, non sarebbe certo così tranquillo, avrebbe voluto
levargli a schiaffi quell’espressione tranquilla. E poi cosa si era fatto alle
mani, perché erano bendate, Bulma non gli aveva detto nulla a riguardo,
sicuramente anche lei era complice con lui, dopotutto lo era sempre stata;
aveva sempre viziato Trunks, era sicuramente il suo preferito, come d’altra
parte il moccioso adorava la madre, la rispettava, molto più di quanto
rispettasse lui e l’aveva dimostrato facendo quell’idiozia.
Bra si era alzata da
tavola e salutando il padre con un bacio aveva interrotto i pensieri vorticanti
del padre; e ora che lei era andata via a tavola erano rimasti solo loro tre.
Notando questa cosa
anche Trunks fece per alzarsi, ma Bulma lo fermò:” aspetta un attimo Trunks,
come sai sei in punizione fino al nuovo ordine e quindi dopo la scuola io e tuo
padre vogliamo che tu torni a casa immediatamente. Ovviamente non uscirai se
non per andare a scuola e l’altra tua attività a casa sarà lo studio a parte
alcuni lavoretti che io e tuo padre ti faremo fare”
“Oh beh niente di diverso
dalla mia solita vita, se non che almeno mi risparmio gli allenamenti!”
commentò acidamente Trunks.
“Chiudi il becco
moccioso, non ti voglio sentire parlare. Obbedisci e basta! E ora vai a scuola
alla svelta, senza i tuoi poteri ci metterai più tempo e guai a te se arriverai
in ritardo o porterai a casa brutti voti!” gridò Vegeta puntando il dito verso
la porta, le parole del figlio l’avevano decisamente inquietato.
“Già e devo ringraziare
te e le tue idee se ora non ho le mie capacità. Meno male che mio padre si
prende cura così bene di me!” ribattè Trunks e prima che il padre potesse
replicare scappò svelto dalla cucina.
“Hai sentito cosa ha
detto donna?” gridò Vegeta verso la moglie.
“Sì ho sentito caro.
Siete due zucconi, non riuscite a dialogare, vi state solo provocando a
vicenda!” rispose Bulma continuando a bere il suo caffè, se la situazione non
fosse stata così grave, sarebbe stato quasi divertente vedere il marito rosso
in viso che agitava i pugni.
“Io non sono uno
zuccone, quel moccioso deve portarmi rispetto!” gridò ancora Vegeta.
“Non ci riuscirai certo
gridando e usando la violenza mio caro! E poi hai anche un altro adolescente di
cui occuparti. Povero marito mio, in che brutto guaio ti sei cacciato. Perché
oggi pomeriggio non porti i due teppistelli dai Son, sicuramente potrebbero
rendersi utili nei campi” rispose Bulma.
“Ma non sono dei
contadini, sono dei guerrieri!” esclamò Vegeta.
“Oh no, ora sono due
marmocchi adolescenti in castigo e sicuramente un po’ di lavoro manuale farà
bene ad entrambi!” disse Bulma.
“Cosa è successo alle
mani di Trunks? Pensavi che non le avrei notate?” chiese Vegeta.
“Ha fatto la stessa
cosa che hai fatto tu ieri nella gravity room, ma non avendo più i suoi poteri
si è fatto qualche graffio. Sei adorabile quando ti preoccupi di Trunks. Se
solo lui sapesse quanto davvero ti preoccupi per lui, dovresti davvero
parlargli” disse Bulma guardando il marito negli occhi.
“Non devo affatto
parlargli, e dopo quello che ha fatto non ho proprio nulla da dirgli!” rispose Vegeta
distogliendo lo sguardo dalla moglie.
“Lo sai vero che prima
o poi dovrai perdonarlo e dovrete parlare?” chiese Bulma al marito girato di
spalle, ma non ottenne nessuna risposta, si allontanò dalla cucina.
Certo che lo sapeva che
prima o poi avrebbe dovuto perdonarlo, ma parlargli? E cosa doveva dirgli
esattamente? Lui non era bravo ad esprimere i suoi sentimenti e se suo figlio
non lo capiva erano problemi suoi e quindi per non continuare la discussione
con la moglie lasciò la stanza.
Trunks era alla fermata
dell’autobus, non aveva mai preso un mezzo pubblico in tutta la sua vita,
c’erano un sacco di studenti di vari istituti tra cui anche alcuni del suo.
Temeva moltissimo che qualcuno gli chiedesse qualcosa per la festa di sabato,
ma non fu così, nessuno l’aveva notato.
Salì sull’autobus e
subito si ritrovò schiacciato tra altri due ragazzi, era decisamente scomodo
quel mezzo, nonché molto lento, lui volando avrebbe raggiunto la scuola in
alcuni minuti, mentre quel trabiccolo ci avrebbe impiegato almeno mezz’ora e
poi continuavano a salire ragazzi, c’era pochissima aria. Quanto avrebbe
desiderato volare, ecco una cosa che gli mancava tantissimo delle sue capacità.
Una volta raggiunta la
scuola Trunks si diresse verso la sua aula, era arrivato appena in tempo;
seguire le lezioni quella mattina fu difficile la sua testa era piena di
pensieri: quanto sarebbe durata quella situazione? Sua madre nel giro di un
qualche giorno l’avrebbe perdonato, ma suo padre? E poi il giovane principe?
Per quello che aveva detto voleva dargli una bella lezione, ora dopotutto
sarebbero stati quasi ad armi pari, se ci fosse stata occasione gli avrebbe
fatto rimangiare quello che gli aveva detto.
Era arrivato
l’intervallo e Trunks uscì nel corridoi e senza nemmeno accorgersene fu
circondato da Tony e dalla sua banda.
“Ehi amico papino oggi
ti ha accompagnato a scuola o ti ha permesso di venire da solo?” gli chiese
Tony sghignazzando e additandolo.
“Lasciami in pace
Tony!” rispose Trunks cercando con lo sguardo una via di fuga.
“E perché dovrei?
Altrimenti chiami papino?” lo rimbeccò ancora Tony.
Trunks stava per
gettarsi addosso a quell’individuo spregevole, gli avrebbe fatto sputare i
denti e al diavolo le conseguenze, ma per fortuna apparve Goten che disse a
voce piuttosto alta ai ragazzi di sparire altrimenti avrebbe chiamato gli
insegnanti.
Tony si guardò attorno,
quelle parole avevano attirato l’attenzione di altri ragazzi e valutò che non
era il caso di sporcarsi le mani con un pivello come Trunks Brief e quindi
insieme alla sua banda si ritirò ridendo malignamente.
“Tutto bene amico?”
chiese Goten, notando lo sguardo scuro e i pugni chiusi di Trunks.
“Sì, grazie per averli
mandati via, stavo per ucciderlo, ma non avrei fatto molti danni grazie a
questo” rispose Trunks mostrando a Goten il bracciale.
“Maaa quello è lo
stesso che indossa anche il tuo giovane padre? Come mai l’hanno messo anche a
te?” chiese il ragazzo con sguardo perplesso.
“Idea di mio padre,
quello vecchio, secondo lui ho superato il limite facendo affidamento sulle mie
capacità e quindi secondo lui, non le merito più!” rispose Trunks.
“Ma ti fa male?” chiese
Goten continuando a guardare il bracciale con sospetto.
“No, non fa male, è
solo che se cerco di concentrare la mia aura per creare la forza viene tutta assorbita
dal bracciale” rispose Trunks.
“Caspita amico a te è
andata decisamente peggio che a me. Mia madre era furiosa, mi ha sgridato un
sacco, ha paura che diventi un teppista come al solito; papà cercava di farla ragionare,
ma lei ha sgridato pure lui. Ovviamente sono chiuso in casa fino a nuovo ordine
e a dire il vero dovrei anche stare lontano da te e soprattutto dal tuo giovane
padre. Dice che avete una cattiva influenza su di me!” spiegò Goten
imbarazzato.
“Forse ha ragione!
Comunque beato te che almeno avevi tuo padre dalla tua parte, i miei genitori
erano entrambi furibondi. E oltre al braccialetto, sono anch’io consegnato in
casa e so che comunque non sarà finita qui” ripose Trunks.
“Oh beh era prevedibile
che i nostri genitori s’infuriassero, soprattutto tuo padre e mia madre.
Dobbiamo solo sperare che il giovane Vegeta se ne torni alla svelta da dove è
venuto e poi tu dovresti trovare il modo per chiarirti con tuo padre, questa
guerra tra voi non ha proprio senso” commentò Goten.
“Certo per te è facile,
tuo padre è tuo amico, se tu vuoi fare qualcosa, andare in qualche posto, hai
sempre il permesso; sì tua madre è severa, ma ti vuole bene e poi tuo padre
riesce sempre a convincerla stando dalla tua parte. Io invece devo litigare
ogni giorno con mio padre per qualunque cosa, lui non mi vuole capire, bisogna
fare sempre quello che decide lui, soprattutto io devo fare quello che lui
reputa giusto per me!” ripose Trunks esasperato.
“E tu sei una lagna,
sempre con questa storia che tuo padre è ingiusto e mio padre invece è un mito,
tu non vivi con noi, non sai affatto come vanno le cose!” ripose Goten e senza
aspettare la replica dell’amico si allontanò.
Ecco ora aveva contro
anche Goten, ma perché se l’era presa tanto, era la verità, Goku era divertente
e comprensivo, suo padre invece era esattamente il contrario, lui avrebbe fatto
cambio mille volte.
Una volta tornato a
casa da scuola, ancora con l’autobus, Trunks trovò entrambi i suo padri ad
aspettarlo in salotto, entrambi erano scuri in volto e con le braccia conserte.
“Ah finalmente sei
tornato, ora potremmo andare a fare lavori di servitù come se fossimo dei
soldati di terza classe!” esordì il giovane Vegeta.
“Ma cosa stai dicendo?”
chiese Trunks.
“Chiudete il becco
entrambi; ora andremo dai Son e vi renderete utili nei loro campi e non voglio
sentire nemmeno una lamentela da uno di voi due altrimenti azionerò le scariche
elettriche di quegli aggeggi infernali che portate al braccio!” ordinò il
Vegeta adulto.
“Visto? Cosa ti avevo
detto? Sarà davvero divertente!” sghignazzò con sprezzo il giovane principe.
Trunks fece per
rispondere, ma Vegeta prese entrambi per un braccio e strattonandoli si levò in
volo verso casa Son, mettendo fine alla discussione.
Vegeta decise che era
il momento di visitare il suo giovane doppio; lo trovò seduto sul letto a gambe
incrociate e con gli occhi chiusi, stava meditando.
“Ehi tu basta con la
meditazione, hai del lavoro che ti aspetta!” lo chiamò il Vegeta adulto.
“Lasciami in pace!”
rispose il giovane principe senza nemmeno aprire gli occhi.
“Come osi parlarmi così
stupido moccioso!” esclamò Vegeta scuotendo per le spalle il ragazzo.
“Come osi tu parlarmi
così vecchiaccio!” rispose il giovane fissando l’uomo con un freddo sorrisetto.
Quel ragazzino si stava
prendendo gioco di lui, come osava, lui non ricordava affatto di essere mai
stato così arrogante, sentiva già il prurito alle mani, aveva una gran voglia di
dargli una bella lezione, non tollerava i mocciosi irrispettosi.
“Piccolo mostro
insolente, alzati e seguimi senza fiatare!” gli ordinò Vegeta.
Il giovane principe lo
fissò sempre con sfida, ma alla fine dovendo ammettere a se stesso che era in
svantaggio contro quell’uomo, si alzò dal letto sbuffando.
“Ebbene?” chiese il
ragazzo.
“Appena Trunks tornerà da scuola porterò entrambi dai Son, loro
vivono in una specie di capanna di fango e sassi e hanno dei campi attorno,
lavorerete quella terra, strapperete erbacce e cose simili!” spiegò Vegeta.
“Ti sembra che io sia
un villico? Io sono il principe dei sayan, non mi
sporcherò le mani di terra. E non capisco come tu possa permettere che io mi
abbassi a tanto!” rispose il giovane principe incrociando le braccia.
“Senti, ragazzino,
dobbiamo cercare di redimere quella tua anima marcia e quindi tu strapperai
quelle erbacce o credimi che troverò il modo per obbligarti. E poi da quando
sei qui hai già causato abbastanza problemi a me e alla mia famiglia, è ora che
qualcuno ti rimetta al tuo posto!” disse Vegeta.
“Ma come parli? Io non
sono quello smidollato di tuo figlio, io non ho più un padre da moltissimo
tempo!” ripose il giovane.
“Esatto, allora credo
che sarà la tua occasione per avere ancora un padre, uno furioso se non farai
quello che ti ho appena detto. E comunque mio figlio non è affatto uno
smidollato vedi di tenerlo a mente!” rispose Vegeta prendendo il ragazzo per un
braccio trascinandolo per il corridoio verso l’uscita e cercando anche, a
fatica, di ignorare le lamentele e le provocazioni del giovane.
Una volta che i tre
arrivarono a casa Son ad aspettarli c’erano Goku e Chichi,
quest’ultima aveva il viso scuro e le braccia conserte.
“Ehi Vegeta, non
scherzavi affatto quando dicevi che questo tipo vive in una capanna, ma
d’altronde è decisamente un alloggio adatto ad uno di terza classe…” esordì il
giovane principe guardando attorno disgustato.
“Come ti permetti
brutto maleducato!” lo sgridò Chichi trattenuta da
Goku.
“Su Chichina
non ti arrabbiare, lo sai che vuole solo provocarci!” esclamò Goku.
“Sì ecco bravi,
lasciate perdere. Vi ho portato questi due aiutanti che oggi pomeriggio si
renderanno utili nei vostri campi. Fate fare a loro ciò che volete, lo faranno
senza storie, altrimenti saranno guai!” disse Vegeta.
I due ragazzi furono
portati in un campo con l’ordine di strappare le erbacce, controllati a vista a
distanza da Vegeta e Goku.
“Ehi Trunks, non hai detto una parola da quando siamo partiti.
Non ti stai divertendo a fare il contadino? Ti farà sicuramente apprezzare le
comodità che hai nella vita, per fortuna che sei un ragazzino ricco, che non
deve certo combattere per il cibo o peggio coltivarselo, come questi tizi di
terza classe!” esordì il giovane principe, ma Trunks
continuò imperterrito a strappare erbacce senza dare risposta.
“Ah non vuoi parlare
con me, mi stai tenendo il broncio…davvero divertente. Perché sei arrabbiato
con me? Perchè ti sei messo nei guai con papino? O
forse perché ti ho preso in giro? Oh su…è esattamente quello che pensa tuo
padre, solo che non lo vuole ammettere!” riprovò il giovane Vegeta.
“Stai zitto! Lasciami
in pace!” ripose Trunks.
“Oh ma come sei noioso.
Un mocciosetto noioso che cerca di attirare
l’attenzione di papino, ma sai una cosa? Puoi fare qualunque cosa, ma lui, o
meglio io, non ti considereremo mai come vuoi tu. Sei tempo sprecato!” replicò
il principe.
Tempo sprecato, no lui
non era affatto tempo sprecato; aveva fatto del suo meglio per non cogliere le
provocazioni di quell’odioso ragazzo, era quasi incredibile che suo padre da
giovane fosse stato così loquace. Sapeva di essere controllato a vista da suo
padre, ma il suo sangue sayan stava ribollendo, e
quello il braccialetto non poteva bloccarlo, voleva chiudere la bocca a quel
ragazzo, voleva fargli rimangiare le parole che aveva detto e che l’avevano
tanto ferito, si sarebbe vendicato e al diavolo le conseguenze e fu così che si
gettò contro al giovane principe.
Il giovane Vegeta
quando lo vide arrivargli incontro, non si scansò, anzi sghignazzo e si preparò
a caricare il ragazzo e in un attimo si trovarono in mezzo alla terra
avvinghiati nella lotta.
“Ehi Vegeta stanno
lottando, non dovremmo andare a dividerli?” chiese Goku notando la preoccupante
nuvola di fumo che si stava sollevando nel campo.
“No, fermo, non
interferire! Hanno quei bracciali che li tengono a bada, lascerò che si
sfoghino un po’ prima di dividerli! Non sono una balia comunque!” ripose
Vegeta, ammettendo solo a se stesso, che quello scontro era giusto, non erano
contadini ed era normale che soprattutto la sua versione più giovane si sentisse
frustrato da quel lavoro, così poco adatto al principe che lui era e d’altra
parte suo figlio era furioso con lui sia adulto che da giovane e quindi era
giusto che si sfogasse, con almeno uno dei due.
I due contendenti
stavano lottando, il giovane principe sapeva di non potere esagerare a causa
del bracciale, ma tutto quel lavoro manuale lo stava annoiando terribilmente,
invece con quella lotta si sentiva vivo, si stava divertendo. Quel Trunks aveva le fiamme negli occhi mentre combatteva, ora
riusciva a vedere in lui un vero guerriero sayan.
Trunks
finalmente stava sfogando tutta la rabbia repressa che aveva accumulato in quei
giorni, giorni pessimi, e ora si stavano rotolando per terra come due
ragazzini, come due normali ragazzi terrestri durante una lite; ovviamente il
suo giovane padre si stava difendendo, ma sembrava anche divertito dalla
situazione, a differenza sua che era furibondo, ma gli chiese lo stesso cosa
avesse tanto da sorridere.
“Perché mi sto
divertendo un mondo, lotta e sangue, questa è la mia natura e anche la tua, non
ti senti vivo in questo momento al posto di strappare erbacce?” chiese il
giovane principe schivando un colpo.
“E allora perché mi hai
detto quelle cose?” chiese Trunks mandando a segno un
colpo.
“Tu pensi troppo ragazzino!
Pensa a combattere, non togliermi questo divertimento con delle chiacchiere!”
rispose il giovane principe gettandosi contro a Trunks.
“Ehi principino…al
momento sei solo più vecchio di me di un anno!” rispose Trunks.
“Porta rispetto a tuo
padre!” ribatte il giovane principe scoppiando a ridere, dopo aver fatto una
smorfia severa.
“Urka
Vegeta stanno ridendo, avevi ragione a lasciarli fare!” commentò Goku guardando
con ammirazione Vegeta.
“Certo che avevo
ragione, conosco bene quei mocciosi!” commentò Vegeta, che a quel punto decise
che era giunto il momento di intervenire per richiamare all’ordine i due
ragazzi.
“Ora basta mocciosi, vi
siete chiariti direi, tornate a lavorare oppure aziono quelle scariche elettriche
dei vostri bracciali.” ordinò Vegeta allontanando dal figlio il suo doppio.
“Eh sì, e chissà magari
un giorno potremmo anche chiarirci con te, che ne dici Trunks?”
chiese il giovane Vegeta con un gesto d’intesa nella direzione di Trunks.
Ma prima che Trunks potesse rispondere, Goku lo portò più lontano a
proseguire il lavoro, intimandogli sottovoce di non continuare a provocare suo
padre, il ragazzo si svincolò dalla stretta del sayan,
stava per rispondere, ma notando l’espressione decisa di Karoth
decise di non imbattersi in un'altra discussione e di tornare al suo lavoro.
Tornarono a casa
distrutti e decisamente sporchi, nonché con i lividi del combattimento
imprevisto, tant’è che quando rientrarono Bulma
rimase a bocca aperta e se la prese ovviamente col marito, gli chiese cosa
avesse fatto a quei due poveri ragazzi.
“Donna io non gli ho
fatto proprio nulla, chiedilo a loro, si sono rotolati nel fango come due
mocciosi!” rispose Vegeta lasciando la stanza, ormai ne aveva avuto abbastanza
di ragazzini per quella giornata.
Ciao a
tutti, ci tenevo a salutarvi e a ringraziarvi perché siete davvero in tanti che
seguite questa storia; mi spiace soltanto di non poter aggiornare più spesso,
ma causa lavoro e anche per altre cose di più non riesco a fare purtroppo. Oggi
comunque cercherò di finire di scrivere il capitolo 9.
Una
piccola anticipazione: nel prossimo capitolo vedremo il nostro giovane principe
alle prese con qualcuno di piuttosto altezzoso, tanto quanto lui, vedremo chi
la spunterà alla fine.
“E oggi cosa mai dovrei
fare per espirare le mie orribili colpe?” chiese il giovane principe osservando
dubbioso il sorrisetto sadico di Bulma.
“Oh una sciocchezza
caro, sai oggi Trunks è impegnato, deve fare un mucchio di compiti, e quindi ho
pensato che tu potresti badare a Bra, sai siete partiti col piede sbagliato,
sarebbe un modo carino per ricucire il vostro rapporto!” rispose la donna
trattenendo a stendo una risata osservando l’espressione contrariata del
ragazzo.
“Ehi per chi mi hai
preso, per una balia per caso? Ho già fatto il contadino ieri ed è stata già
abbastanza umiliante, potrei fare mille flessioni o dei sollevamenti, oppure…”
esclamò il giovane principe.
“Eh no altezza, non mi
freghi, ti divertiresti, ti staresti allenando, conosco come ragiona quella tua
testolina diabolica. E poi Bra è abbastanza grande non ti darà molto da fare,
vedrai che starete bene insieme, tu, o meglio l’altro te stesso stravede per
lei” rispose Bulma prendendo sotto braccio il ragazzo e trascinandolo fino alla
stanza della bambina.
La prima cosa che notò
il giovane principe, fu che quella camera era rosa, terribilmente rosa, con
alcune sfumature di lilla qua e là e trovò la cosa alquanto strana e
preoccupante. Prima che il suo pianeta fosse distrutto da quel dannato
asteroide ( nota dell’autrice: il giovane principe non sa
ancora la verità sulla fine del pianeta Vegeta e dei suoi abitanti) da bambino aveva conosciuto alcune ragazzine
sayan, erano guerriere, non erano certo interessate a tutti quei ridicoli
fronzoli. Sicuramente quell’insana passione per i fronzoli doveva derivare
dalla parte terrestre della mocciosa, che terribile spreco, pensò il giovane
principe, quella bambina dopo tutto era sua figlia e poteva essere una grande
guerriera, l’ultima donna guerriera sayan e invece non era altro che una
creaturina debole e piagnucolosa.
Bra stava osservando
con circospezione l’entrata della madre e di quell’odioso ragazzo così identico
al suo caro papà.
“Bra, tesoro, oggi
mammina e papà saranno impegnati e Trunks deve fare un mucchio di compiti e
allora ho pensato che potresti fare tu compagnia al nostro ospite” esordì con
voce allegra Bulma, che fu ricambiata da un’occhiataccia da entrambi i ragazzi.
“Non mi va mamma, devo
fare anch’io un sacco di compiti…perché non lo porti con te in laboratorio?”
rispose sfacciatamente la bambina.
“Sì, Bulma, perché non
mi porti in laboratorio?” chiese di rimando Vegeta con un ghigno malefico.
“Ecco, state già
andando d’accordo nel tentativo di fregarmi, ma è deciso: voi due passerete il
pomeriggio insieme e sono sicura che vi divertirete un mondo. A più tardi...bambini!”
e così dicendo Bulma chiuse la porta, lasciando i due da soli.
Per qualche attimo ci
fu solo silenzio, i due si fissavano con aria circospetta e chiunque da fuori
avesse assistito a quella scena avrebbe notato la chiara parentela tra i due.
“E così ti chiami
Bra…che nome ridicolo…” ruppe il ghiaccio Vegeta e fu, come sperava, ricambiato
da un’occhiata di fuoco da parte della bambina.
“Se mi fai arrabbiare
chiamo subito papà e ti sistema lui!” rispose la bambina trattenendo la rabbia.
“Oh su, non fare la
mocciosa, sei una sayan no? Non sei capace di difenderti da sola?” chiese in
modo provocatorio il giovane principe.
“Certo che ne sono
capace, ma ora non ne ho affatto voglia. Stavo giocando a mettermi lo smalto
alle unghie e ora lo metterò anche a te!” rispose la bambina, sforzandosi di
non cogliere le provocazioni di quel ragazzo maleducato.
La bambina si diresse
verso un armadio, facendo segno a Vegeta di accomodarsi su una seggiolina di
plastica rosa e questo si sedette con riluttanza, sapeva che ribellarsi sarebbe
servito a poco, a causa di quello stupido bracciale potevano controllarlo,
doveva solo trovare un modo per manipolare la mocciosa e poi chissà cosa voleva
dire con mettere lo smalto…
Bra tornò e si sedette
anche lei al tavolo e mostrò al ragazzo una serie di boccetti colorati,
ovviamente erano colori così zuccherosi, dal rosa con i brillantini al lilla
chiaro, la bambina gli chiese quale colore preferisse e lui rispose nessuno
ovviamente.
Nonostante la risposta
fosse stava secca, la bambina non perse la calma, anzi, sapeva che quel ragazzo
antipatico doveva fare tutto quello che diceva lei e quindi scelse un
bellissimo smalto rosa shocking e prese una delle mani del giovane principe tra
le sue.
Vegeta sobbalzò in
seguito a quel contatto, ma non si ritrasse, lasciò che la bambina gli
sporcasse le unghie con quel colore orrendo, voleva chiedere se poi sarebbe
venuto via, ma non voleva fare la figura dello sciocco.
Dopo un po’ la bambina
si stancò di quel gioco, sperava che lui si ribellasse in qualche modo, allora
sì che sarebbe stato più divertente, invece stava fermo lasciandola fare e
guardando fuori dalla finestra distrattamente.
“Ehi che ne dici se
scendiamo in cucina a fare merenda, mi sto annoiando!” esclamò la bambina.
“Finalmente una cosa su
cui sono d’accordo. Andiamo mocciosa!” rispose il ragazzo.
I due si trasferirono
in cucina e iniziarono a svaligiarla e finalmente Vegeta notò qualcosa di sayan
in quella creaturina, mangiava voracemente, finalmente aveva abbandonato le sue
arie da principessina, tant’è che le chiese di allenarsi.
“Io posso allenarmi
solo con papà e Trunks e non prima di aver fatto tutti i miei compiti!” rispose
la bambina, che in realtà avrebbe avuto voglia di allenarsi con lui, perché
dall’aura sentiva che era molto più debole rispetto a suo padre e suo fratello
e quindi avrebbe anche potuto batterlo.
“Sì può sapere che cosa
sono questi compiti che portano via così tanto tempo a te e tuo fratello?”
chiese Vegeta con curiosità e frustrazione perché aveva la necessità di
allenarsi.
“La matematica, il
giapponese, l’inglese…sono tutte cose che studiamo a scuola e poi a casa
dobbiamo allenarci, perché se non portiamo i compiti fatti sono guai a scuola e
a casa. Mamma e papà sono molto severi sulla scuola!” spiegò la bambina prima
di correre a prendere il quaderno.
La scuola…doveva essere
un edificio dove i mocciosi terrestri studiavano, anche lui fino all’anno prima
studiava, aveva un insegnante privato, l’addestramento militare l’aveva fatto
sin da bambino insieme agli altri sayan, perché suo padre desiderava che lui si
misurasse sempre con nuovi avversari e che ne uscisse vincitore, doveva essere
il migliore. Ma stranamente, il re Vegeta, aveva ordinato che suo figlio, il
suo erede, studiasse con un precettore, doveva imparare più lingue possibili e
soprattutto doveva essere preparato nelle scienze tecniche e matematiche.
Al giovane principe
quelle ore con il precettore piacevano, apprendeva tutto molto velocemente,
ovviamente aveva sempre cercato di non manifestare il suo interesse all’insegnante;
quest’ultimo era uno straniero del pianeta Rosso, quel pianeta era noto proprio
per i suoi abitanti piuttosto colti e suo padre ne aveva risparmiati giusto una
decina per utilizzarli per lavori indegni per i sayan.
Il potente Freezer
l’aveva eliminato un anno prima, diceva che l’aveva fatto per motivare di più
il principe sayan nella missione di sottomettere tutto l’universo, il giovane
principe aveva commentato la cosa con un’alzata di spalle, fingendo
indifferenza, non avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con se stesso, che
in realtà gli era dispiaciuto per quell’ometto che per anni gli aveva insegnato
tutto quello che sapeva e lui non gli aveva mai chiesto il suo nome, non gli
era mai interessato.
Bra ritornò di corsa
con un quaderno con gli unicorni e gli disse di seguirla in salotto dove c’era
più luce, e là c’era già Trunks concentrato sui libri.
La sorella si sedette
vicino al fratello e fece segno al giovane principe di sedersi accanto a lei;
una volta seduto Vegeta diede una rapida occhiata al quaderno della bambina:
c’erano segnate delle operazioni da risolvere, delle sciocchezze, nulla che
poteva interessare a lui.
La bambina invece
trovava quel ridicolo compito difficile, e continuava a chiedere aiuto a Vegeta
prima velatamente e poi, visto che il giovane principe si ostinava ad
ignorarla, direttamente: “Ehi se sei capace di risolvere queste operazioni
aiutami così poi potremo uscire fuori; o magari non sei capace?” chiese la
bambina con tono dittatoriale.
Vegeta notò che anche
Trunks aveva smesso di studiare e stava osservando la scena e quindi decise di
mettere in mostra le sue doti matematiche: “certo che ne sono capace, sono dei
calcoli sciocchi, dammi qua!” rispose il giovane principe prendendo
sgarbatamente il quaderno della bambina.
In pochi minuti risolse
i calcoli e restituì il quaderno alla bambina, che fissò i calcoli con sguardo
meravigliato, ma poi cambiò presto espressione e divenne sospettosa e passò il
quaderno al fratello, ordinandogli di controllare se fossero corretti.
Trunks controllò
velocemente, osservando di sottecchi, che Vegeta lo stava osservando con
sguardo compiaciuto e quindi disse:” Sì sono giusti Bra, ma se mamma e papà
scoprono che ti sei fatta aiutare sono guai”.
“Oh su che noia che sei
Trunks, intanto io ho già finito i compiti e posso andare a giocare, e nessuno
saprà mai che non li ho fatti io. E se provi a dire qualcosa a mamma o a papà
troverò il modo per vendicarmi!” disse la ragazzina puntando il dito contro il
fratello.
Quella mocciosa, aveva
una strana e inquietante passione per il rosa, però aveva sicuramente la grinta
dei sayan, era molto più sicura di suo fratello.
“Oh beh non ci vuole
molto a risolvere delle operazioni così semplici, era un compito sciocco!”
esclamò il giovane principe.
“Compiti adatti ad un
bambino, i miei sono sicuramente più complicati!” rispose Trunks rimettendo la
testa sui libri.
Non aveva nemmeno provato a rispondere alla
sorella, aveva cambiato argomento, troncando la discussione; se lui avesse
avuto una sorellina così impertinente l’avrebbe risistemata, pensò Vegeta.
“Vediamo questi compiti
così difficili!” esclamò il giovane principe prendendo il libro del ragazzo.
Si trattava di problemi
di fisica, li sapeva risolvere, erano più complicati di quei ridicoli
calcolini, erano però finalmente interessanti; si mise quindi all’opera,
notando che i due ragazzi lo stavano osservando stupiti.
Una decina di minuti
dopo consegnò il foglio a Trunks con la soluzione dei problemi, il ragazzo li
controllò ed effettivamente i passaggi erano giusti e quindi sbalordito gli
chiese come aveva fatto in così poco tempo, soprattutto perché non sapeva che
lui conoscesse la fisica.
“Credevi di essere solo
tu il sapientone di casa? Da qualcuno dovrai avere preso no? ebbene oltre ad
aver studiato le scienze tecniche, parlo correttamente otto lingue di quelle
più diffuse nell’universo” si vantò il giovane principe.
Trunks e Bra si
guardarono con sguardi stupiti, com’era possibile? Loro padre non aveva mai
manifestato queste doti, anzi stava ben lontano quando loro facevano i compiti.
“Ma è magnifico,
Trunks, finchè lui è qui potrà aiutarci con i nostri compiti e noi così avremo
molto più tempo libero!” sentenziò la bambina entusiasta.
“Oh no mocciosa, non
sono affatto il tuo schiavetto, e poi potrei fare io la spia con i tuoi
genitori e non sarebbero per nulla contenti. E non temo le tue ripicche, sono
già vostro prigioniero dopotutto. E ora muoviti hai detto che avresti
combattuto con me!” disse il giovane principe con tono che non ammetteva
repliche e intanto fissò Trunks, ecco come si doveva fare con una sorella così
capricciosa.
Bra lo fissò a bocca
aperta, nessuno osava trattarla così, se non suo padre, quando esagerava con i
capricci, quel ragazzo antipatico era un avversario al suo livello, era
interessante, e quindi senza replicare si diresse in giardino; e i due furono
seguiti a ruota da Trunks, che non si sarebbe perso il combattimento tra i due
per nulla al mondo.
“Anche oggi dovrò fare
la balia alla mocciosa? Dopotutto per essere una piccola lagna combatte bene,
mi sono divertito con lei ieri pomeriggio!” esordì il giovane principe vedendo
entrare nella sua stanza la sua versione più anziana.
Divertente, per la sua
giovane copia era stato divertente, lui invece era stato terribile, il sangue
gli si era gelato nelle vene quando aveva visto sua figlia che combatteva con
lui, sotto lo sguardo tranquillo di Trunks. Ma perché
i suoi figli non capivano che lui avrebbe potuto farle del male senza alcun
rimorso, quel ragazzo non era se stesso, ma loro non percepivano più alcun
pericolo.
Si era avvicinato
lentamente ai due combattenti e con voce severa aveva richiamato in casa Bra,
dicendole che sua madre non avrebbe approvato che si sporcasse il vestito, era
stata la prima cosa che gli era venuta in mente, e si rese conto subito che era
davvero una cosa stupida, perché il giovane Vegeta era scoppiato a ridere e
aveva fatto un inchino beffardo verso la sua direzione e allora aveva rispedito
nella sua stanza anche lui.
Poi in un momento in
cui nessuno era in circolazione si era avvicinato a Trunks
e l’aveva schiaffeggiato, il ragazzo si era portato la mano alla guancia
indietreggiando, stava per chiedergli il motivo, ma lui l’aveva interrotto,
intimandogli che la prossima volta doveva badare meglio a sua sorella e quindi
gli aveva ordinato di non emettere nemmeno un fiato altrimenti sarebbe stato
peggio per lui. Suo figlio gli aveva scoccato un’occhiata piena di risentimento
e se n’era andato: aveva sbagliato e doveva impararlo, pensava che togliendogli
la forza avrebbe capito e invece non aveva ancora imparato niente da quella
lezione, era davvero testardo.
“Nah
oggi meriti decisamente del risposo, andremo a trovare i genitori di Bulma, abitano in una ridicola fattoria, vedrai sarà
davvero divertente!” rispose Vegeta al ragazzo, che lo fissava perplesso, lui
non sapeva esattamente cosa fosse una fattoria e non capiva nemmeno dove fosse
la fregatura, ma decise di mostrarsi indifferente.
Tutta la famiglia Brief
e il giovane principe salirono a bordo della air car per raggiungere la
famiglia di Bulma e il giovane principe continuava a
ripetere che trovava davvero ridicolo spostarsi con quel mezzo antiquato,
quando si poteva volare, ma nessuno sembrava intenzionato a cogliere la sue
provocazioni; anzi quel Trunks non lo guardava
neppure, si chiese come mai, pensava che ormai si fossero chiariti, ma a dire
il vero non aveva ancora rivolto la parola nemmeno a nessun’altro della
famiglia.
“Ehi Trunks come mai sei così taciturno? Hai preso un brutto
voto in quella tua ridicola scuola?” chiese il giovane principe.
“Lasciami in pace!” rispose
il ragazzo calando il cappello che indossava sugli occhi e immediatamente sentì
la sua versione più anziana borbottare e da lì gli fu tutto chiaro, quei due
dovevano aver litigato di nuovo, che noia, perché continuava a prendersela con Trunks, chissà quando era diventato così cieco da non
riuscire a apprezzare il suo erede, ma forse dopotutto non gli interessava poi
così tanto saperlo, così finse di ascoltare con interesse lo starnazzare di
Bra; quella mocciosa era una femmina strana, non era male come combattente, ma
diceva e faceva un sacco di sciocchezze.
Alla fine arrivarono ad
una villa in mezzo all’aperta campagna, era di un ridicolo colore rosa con il
tetto rosso e c’erano un sacco di animali che scorrazzavano liberi per il
giardino, era decisamente molto peggio della capanna di Karoth.
Una volta smontati
dalla aircar ed entrati nel vialetto, facendo lo
slalom in mezzo a tutti quei ridicoli animali, una strana donna bionda iniziò a
correre nella loro direzione agitando le braccia e facendo versi da sciocca, ma
chi poteva mai essere pensò il giovane principe, ma prima che potesse formulare
delle ipotesi, quella donna lo stava abbracciando! Ma come osava? Sentiva la
rabbia salirgli e il braccialetto stava già iniziando a mandare delle piccole
scosse di avvertimento.
“Mamma insomma, lascia
andare il piccolo Vegeta prima che gli venga un infarto; non è abituato ai tuoi
modi, come quello grande!” esclamò Bulma, trattenendo
a stento una risata nel vedere la faccia paonazza della giovane altezza.
“Oh ma cara non potevo
resistere, è un così bel ragazzo!” trillò la donna lasciando andare Vegeta, che
fece un grande respiro, gli mancava l’aria.
Poi quella donna portò
tutta la famiglia nel retro della casa dove era stato preparato un banchetto in
loro onore e tutti i sayan si fecero sotto senza
tanti complimenti.
Mentre mangiavano
furono raggiunti da un ometto di bassa statura con dei grossi baffi, che si
presentò come il padre di Bulma, e disse di essere
uno scienziato proprio come la figlia, e questo improvvisamente accese
l’interesse del giovane principe, forse se l’avesse preso in ostaggio lui
sarebbe riuscito a rispedirlo a casa senza tutta quella ridicolaggine del
redimere la sua anima, doveva tenerlo d’occhio e trovare il modo per stare da
solo con lui.
Il filo dei suoi piani
fu interrotto dalla voce assordante e stridula di quella donna, che si chiamava
Bunny, la madre di Bulma, e in un attimo se la trovò
appesa al braccio che lo portava in giro per la proprietà presentandogli tutti
gli animali per nome ad uno ad uno, sotto lo sguardo divertito di tutta la
famiglia Brief, e anche di Vegeta, quello grande, come poteva permettere che
gli si mancasse così di rispetto, se avesse avuto i suoi poteri avrebbe
eliminato quella donna e tutti gli animali.
“Cara lascia un po’
respirare il nostro ospite, forse desidera visitare il mio laboratorio insieme
a Trunks!” lo salvò inaspettatamente il padre di Bulma.
Oh sì, certo che lui
desiderava visitare il suo laboratorio, forse era finalmente la sua occasione
per fuggire e lui non sarebbe stato così sciocco da lasciarsela sfuggire, ed
era anche certo che Trunks non si sarebbe messo in
mezzo per impedirgli di fuggire, anzi avrebbe potuto essere un alleato
probabilmente.
I ragazzi seguirono lo
scienziato che fece vedere ad entrambi con orgoglio alcune sue invenzioni,
alcune sembravano anche interessanti, ma con disappunto notò ad alta voce il
giovane principe non c’era nulla che potesse servire per i combattimenti oppure
per conquistare un pianeta.
Lo scienziato si mise a
ridere e rispose che lui non era molto interessato a quel tipo di scienza,
preferiva cosa utili per la gente, non per ferirla; poi tornò a parlare della
nuova air car che aveva progettato che funzionava completamente grazie all’aria
e alla luce solare, che non aveva ancora però brevettato in realtà.
Mentre lo scienziato
continuava a blaterare della macchina il giovane principe bisbigliò a Trunks:”ehi amico che dici se ce
la filiamo con questa bella macchina? Sono stanco di comportarmi bene, sto
morendo di noia!”
Aveva capito che da
quello scienziato non si poteva ricavare nulla di utile, quindi almeno avrebbe
potuto farsi un giro con quel trabiccolo e godere di un po’ di libertà anche se
limitata.
Trunks
lo guardò con fare circospetto, era forse impazzito? Suo padre l’avrebbe ucciso
e non aveva voglia di mettersi nei guai ancora di più, quindi gli rispose che
non ci pensava nemmeno.
“Non ti facevo così
pivello sai, oh beh non importa, lo chiederò a Bra, la mocciosa sì che ha
fegato!” rispose Vegeta con intento provocatorio.
Se avesse fatto una
cosa del genere Bra avrebbe accettato sicuramente e lui sarebbe finito ancora
di più nei guai a causa sua, quindi Trunks gli
rispose di lasciare fuori sua sorella da quella storia e che se voleva davvero
prendere la macchina ci pensava lui.
Il giovane principe
ripose con un sorriso perfido e soddisfatto, finalmente si sarebbe divertito un
po’ dopo tutte quelle smancerie che aveva dovuto sopportare con quella Bunny.
Trunks
ingoiò l’aria e interruppe suo nonno, chiedendogli una cosa su un altro
macchinario, allontanandolo quindi dalla air car e mentre si allontanavano
lanciò uno sguardo piuttosto eloquente al giovane principe, che senza indugiare
saltò a bordo della macchina senza farsi vedere.
Una volta a bordo diede
velocemente un’occhiata ai comandi, non doveva essere difficile metterla in
moto….
“Guarda che se schiacci
quello finiamo indietro contro alla parte, è la retromarcia!” osservò una
bambina che ben conosceva alla sue spalle.
Bra si stava annoiando
con i grandi e quindi li aveva raggiunti, aveva visto il giovane Vegeta salire
sulla macchina del nonno e l’aveva seguito.
“Scendi mocciosa, non è
il momento di giocare!” sibilò Vegeta che però trovava la cosa divertente in
fondo in fondo.
“Io so come si mette in
moto, me l’ha fatto vedere il nonno e quindi se te la vuoi filare hai bisogno
di me” ripose la bambina.
“E sai anche guidarla mocciosetta?” chiese Vegeta.
“Ehi io sono una
bambina non ho la patente, ma tu sei grande puoi guidare tu!” rispose la
ragazzina passando sul sedile anteriore e indicandogli cosa doveva schiacciare
per metterla in moto.
Una volta in moto, non
doveva essere più complicata di una navicella da guidare e quindi il giovane
principe virò verso Trunks, facendo cadere diverse
invenzioni mentre faceva quella manovra; il ragazzo senza indugiare salì
velocemente a bordo e mentre Vegeta rideva gettando indietro la testa i tre
lasciarono il laboratorio, lasciando di sasso in signor Brief.
Trunks
era sul sedile posteriore, si stava per rilassare, quando sbucò la testa della
sorella dal sedile anteriore e al ragazzo venne un colpo.
“Ehi Vegeta non erano
questi gli accordi, ti avrei aiutato se lasciavi fuori mia sorella!” esclamò il
ragazzo furibondo.
“Non avevo voglia di perdermi
tutto il divertimento fratellone!” rispose la bambina.
“EddaiTrunks non fare il pivello, è stata Bra a farmi
vedere come funzionava questo motore così antiquato, non potevo certo lasciarla
a terra, sarà uno spasso vedrai!” rispose Vegeta accelerando e facendo ridere
la ragazzina.
Era morto, suo padre
l’avrebbe divorato, ora quella bravata non era più divertente, soprattutto
perché non aveva la più pallida idea di dove volesse andare il giovane
principe; per il momento stava solo guidando a tutta velocità per le strade di
Città del Sud.
“Ehi Vegeta che ne dici
se ci fermiamo a prendere un gelato?” chiese Bra del tutto emozionata da quella
avventura.
“Bra non abbiamo un
soldo!” rispose Trunks.
“Non ci servono i
soldi, dovremo solo essere veloci ad arraffare la roba!” rispose Vegeta che
voleva godersi quel momento di libertà fino alla fine.
E così il giovane
principe, senza preoccuparsi del regolamento della strada, parcheggiò in doppia
fila e scese insieme a Bra lasciando un Trunks molto
preoccupato in auto.
Qualche attimo dopo i
due uscirono con diversi gelati tra le mani, ne gettarono alcuni a Trunks e ripartirono di gran carriera; il ragazzo sapeva
che quando i genitori l’avrebbero scoperto sarebbero impazziti, ma tanto ormai
la sua vita era segnata.
“E ora dove andiamo
ragazzina?” chiese Vegeta.
“Direi che devi
assolutamente vedere il luna park, sarà uno spasso vedrai!” rispose la bambina
indicandogli la direzione da prendere.
Eccomi,
mi scuso per la lunga attesa, ma l’estate è stata piuttosto impegnativa e
ammetto che avevo perso un po’ la spinta a scrivere, ma farò il possibile per
finire questa storia prometto; penso ancora 2-3 capitoli, ma è per il momento
solo un’idea. Grazie a tutti quelli che mi seguono e che aspettavano il
capitolo, spero vi piaccia.
Intanto alla Capsule
Corporation cosa stava succedendo subito dopo la fuga dei ragazzi?
Il signor Brief guardò
i ragazzi partire con la sua nuova invenzione e pensò che era stato un bello spreco
progettare tutto quel piano di fuga per la sua air car, quando sarebbe stato
più che lieto di farla provare ai ragazzi, avrebbero solo dovuto chiederlo,
pensò stringendosi nelle spalle.
Ma in pochi secondi il
suo povero laboratorio fu travolto da un altro ciclone, ovvero Vegeta che entrò
come una furia seguito a ruota da sua figlia e da sua moglie.
“Cosa diavolo è
successo qui dentro?” chiese Bulma anticipando il
marito.
“Sono fuggiti da quel
buco, riesco a percepire le loro aure. Adesso li vado a riprendere e saranno
guai per tutti, mi sono stancato di questi comportamenti sciocchi da mocciosi
viziati!” gridò Vegeta rosso di rabbia.
“Ohh
poveri bambini, sono sicura che vogliono solo giocare, non ti arrabbiare
Vegeta, sei meno affascinante quanto ti arrabbi!” esclamò Bunny Brief parandosi
davanti al genero, nel tentativo di salvare i suoi nipotini birichini e
quell’affascinante giovane principe.
“Fermo Vegeta, non devi
interferire in nessun modo, questa è la prova che il giovane te deve superare
per riuscire ad acquisire la sua umanità!” tuonò una voce fuori campo, ovvero
la voce di Dende.
“Ma cosa diamine stai
dicendo, lui potrebbe fare una strage di terresti in pochi minuti, e in auto
con lui ci sono pure i miei figli, stupido muso verde!” rispose Vegeta.
“Ti ripeto che non devi
assolutamente interferire, altrimenti il ragazzo rimarrà qui per sempre,
sconvolgendo l’equilibrio spazio temporale. Ma se non ti fidi potrai seguirlo
da lontano insieme al tuo amico Goku, ma ripeto senza fare nulla!” rispose con
fermezza Dende.
“Fai come dice Dende!” esclamò Bulma puntando il
dito verso il marito.
Il principe dei sayan si trovò osservato ansiosamente da tutta la famiglia
Brief e quindi detestando quella situazione rispose con un verso di
disapprovazione e si diresse verso la capanna di Karoth.
“Speriamo che i bambini
non prendano freddo!” commentò la signora Brief dopo la partenza sdegnata del
principe dei sayan.
Vegeta giunse da Karoth in poco tempo e gli spiego frettolosamente la
situazione e l’unico commento di quel demente fu che era meglio fare quello che
diceva Dende.
In poco tempo
localizzarono le auree dei ragazzi in una gelateria di Città del Sud, ed
arrivarono giusto in tempo per vedere il giovane se stesso e la sua principessa
uscire frettolosamente dal locale con diversi gelati tra le mani e partire in
air car in gran carriera.
“Ehm Vegeta, non ti
arrabbiare, ma credo che abbiano appena rubato tutti quei gelati!” commentò
Goku con voce imbarazzata.
“Ah sì, tu credi
davvero Karoth?” rispose stizzito Vegeta entrando nel
negozio, seguito a ruota da Goku.
Una volta dentro
trovarono il negozio devastato ed una giovane commessa nascosta dietro il
bancone letteralmente sconvolta.
“Signorina cosa è
successo?” chiese cortesemente Goku, anticipando l’amico Vegeta che non era
noto per i suoi modi gentili.
“Aiuto, sono appena
stata derubata, sono entrati due ragazzi, o meglio una bambina e un ragazzo e
subito sembravano gentili, mi hanno chiesto alcuni gelati. Ma mentre li stavo
preparando quel ragazzo ha devastato il locale e la bambina ha arraffato tutto
il gelato che poteva e sono fuggiti. Stavo per chiamare la polizia, la bambina
aveva un’aria familiare, devo averla già vista su una qualche rivisita, ma non
ricordo dove” spiegò ancora sconvolta la commessa.
“A quanto ammontano i
danni donna?” chiese gelido Vegeta.
“Oh beh almeno 15000 zeni” rispose di getto la ragazza.
“Eccoti un assegno da
20000 e tu dirai che qui non è entrata nessuna ragazzina a fare questo macello,
siamo intesi?” chiese Vegeta avvicinandosi con sguardo minaccioso alla ragazza,
che guardandolo bene notò una certa somiglianza con il giovane che aveva
distrutto il negozio, quei ragazzini probabilmente erano i figli di quell’uomo.
“Allora mi hai capito
donna?” gridò Vegeta.
“Sì, sono sicura che
questa gentile ragazza ha capito tutto!” esclamò Goku allontanando l’amico
dalla commessa che stava tremando.
“Sì certo ho capito
perfettamente davvero. Sono venuti dei ladri, ma io non li ho visti in faccia!”
rispose la ragazza con un filo di voce.
“Brava, ma per essere
più sicuri sarà meglio eliminare anche quella!” rispose Vegeta colpendo con un
big bang attack la telecamera.
La ragazza gridò
spaventata, ma Vegeta senza scomporsi gettò ai suoi piedi un altro assegno da
5000 zeni per poter riacquistare una nuova
telecamera.
“Ora ce ne andiamo
tranquilla, ma non è che per caso hai ancora un po’ di gelato eh?” chiese
speranzoso Goku.
Prima che Vegeta
potesse rimproverare Karoth la ragazza indicò
tremando alcune vaschette e quindi i due si servirono senza fare complimenti,
dopotutto lui aveva appena comprato tutto quel ridicolo locale.
“Bene, ora noi ce ne
andiamo e ricorda di non parlare con anima viva di quello che è successo,
altrimenti ti farò un’altra visita donna e verrò da solo, senza questo qui!”
esclamò Vegeta uscendo dal locale; non rimase a sentire la risposta della
ragazza, ma era certo di averla spaventata a dovere.
Una volta fuori il
principe dei sayan fece un profondo respiro, era
davvero deluso dalla sua principessa, come era possibile che avesse partecipato
ad una rapina, era decisamente meglio se il muso verde aveva ragione riguardo a
quella prova, era ora che il giovane se stesso togliesse il disturbo, aveva una
pessima influenza su Bra.
“Pare che Trunks non abbia partecipato alla rapina!” commentò Goku
pensieroso.
“Me ne ricorderò quando
sarà il momento di punirlo, anche se credo che abbia semplicemente fatto il
palo!” rispose scocciato Vegeta.
“Non credi di averlo
già punito abbastanza? Sai io non ne so molto di punizioni, di solito a quelle
cose ci pensa la mia Chichi, ma da quando hai
iniziato a punirlo mi sembra che le cose siano peggiorate. Trunks
è un bravo ragazzo in fondo!” disse Goku.
“Ha devastato lo studio
di suo nonno, ha rubato un’auto, ha trascinato la sua sorellina in questa cosa
e sta girando insieme al me stesso del passato che sappiamo benissimo essere
inaffidabile e a dirla tutta questa sarebbe la seconda fuga che fanno insieme,
direi che non l’ho punito a sufficienza!” rispose Vegeta profondamente deluso
dal suo erede.
“E se invece tornassimo
indietro? Tra poco papà ci troverà e credo che mi ucciderà quindi forse è
meglio smettere di fuggire!” esordì Trunks, sperando
di attirare l’attenzione di Bra e del giovane principe che stavano chiacchierando
animatamente.
Sua sorella, smise di
parlare e si girò verso il fratello e gli rispose che lei non aveva nessuna
voglia di tornare indietro o di farsi prendere si stava divertendo un mondo.
“Eddai,
hai sentito tua sorella Trunks, non dovresti avere paura
di tuo padre, lei non ne ha affatto!” commentò il giovane principe guardando la
bambina con ammirazione.
E l’ammirava davvero
infondo: quella piccola femmina era davvero una sayan,
sprezzante e per nulla paurosa, decisamente più divertente del suo futuro
figlio, sempre preoccupato di quello che avrebbe pensato papino.
Bra si stava divertendo
un mondo…certo a lei loro padre non avrebbe fatto niente, non l’avrebbe nemmeno
rimproverata probabilmente, ma lui invece? Per l’ennesima volta suo padre
l’avrebbe guardato con quello sguardo deluso e l’avrebbe disprezzato.
“Ma se vuoi possiamo
accostare e farti scendere, basta che non fai la spia su dove siamo diretti!”
esclamò Bra carica nell’avere l’approvazione di Vegeta.
Sua sorella non capiva
davvero il pericolo che stava correndo, soprattutto se l’avesse lasciata da
sola con sua altezza sarebbe potuto succedere di tutto, è vero che era senza
forza e poteri, ma poteva essere letale comunque e se si fosse anche solo
sbucciata un ginocchio per lui sarebbero stati altri guai, ma tanto ormai aveva
perso l’elenco dei motivi per cui suo padre gli avrebbe staccato la testa dal
collo. Anzi trovava molto strano che non li avesse già raggiunti, forse c’era
sotto qualcosa.
Mentre Trunks faceva queste considerazioni gli altri due stavano
aspettando una risposta e si stavano scambiando sguardi complici.
“No non me ne vado.
Prendi quella strada faremo prima a raggiungere il luna park!” rispose Trunks notando per un breve istante lo sguardo sollevato di
sua sorella.
“Bravo Trunks, ora va molto meglio! Vedrai sarà un vero spasso,
voglio godermi ogni istante che rimarrò su questo pianeta. Dopo aver distrutto
due pianeti in pochi giorni, meritavo proprio un po’ di quella che voi chiamate
una vacanza!” rispose il giovane principe ridendo e gettando indietro la testa.
Bra non aveva dato per
nulla peso a quelle parole, anzi si era unita alla risata di sua altezza, ma
lui invece aveva capito perfettamente, prima di arrivare da loro aveva ucciso
chissà quante persone e non erano le uniche che aveva fatto fuori in tutta la
sua vita, lui non sapeva molto del passato del padre, cioè sapeva a grandi
linee cosa gli era successo sotto il dominio di Freezer, ma suo padre si era
sempre rifiutato di dargli molti dettagli. Quel ragazzo, suo padre, aveva tolto
tantissime vite e riusciva a parlarne con totale tranquillità. Improvvisamente
a Trunks vennero i brividi, avrebbe voluto prendere
sua sorella e fuggire lontano dalla giovane versione paterna, ma non poteva.
Perché era stato così sciocco da provocare suo padre con la prima fuga, se non
l’avesse fatto ora avrebbe avuto almeno i suoi poteri per tenere a bada il
giovane principe e invece era quasi indifeso, aveva ragione suo padre, era uno
sciocco moccioso viziato. Quando l’avrebbe rivisto, prima di farsi uccidere,
gli avrebbe chiesto perdono, non sarebbe servito a molto, ma era la cosa giusta
da fare.
Ormai erano arrivati al
luna park e Trunks sperava con tutto se stesso che
suo padre mettesse fine a quella gita quanto prima, ora aveva davvero paura.
“Finalmente
siamo arrivati!” trillò Bra indicando il cartellone pubblicitario del parco dei
divertimenti.
“Sarà meglio
parcheggiare qui e poi proseguire a piedi, ecco guarda là c’è posto!” esclamò
Trunks preoccupato che sua altezza potesse sfondare con la air car le sbarre
del parco.
Sua giovane
altezza stranamente non discusse e parcheggiò dove gli aveva indicato Trunks,
smontò dall’auto volante lasciando le chiavi inserite nel cruscotto.
“Devi
prendere su le chiavi altrimenti qualcuno potrebbe rubarci la macchina!”
osservò Bra.
“E chissene
importa, questo posto è pieno di macchine, ne prenderemo un’altra…e poi mi
sembra di avere capito che siete dei moccios2i ricchi, quindi non vi serve
affatto quella macchina. Il vecchio sicuramente potrà costruirne un’altra
identica” rispose il giovane principe e Trunks rimase sconvolto nel vedere sua
sorella dargli ragione ridendo, pendeva completamente dalle labbra di quel
farabutto; gli occhi della sua sorellina brillavano di ammirazione mentre lo
guardava, forse aveva ragione suo padre: era Bra a possedere davvero l’animo
della sayan.
Trunks andò
comunque a recuperare le chiavi, forse se avesse riportato a casa l’auto intera
aveva qualche possibilità di non essere più in punizione dopo i suoi vent’anni;
si aspettava quasi di essere preso in giro dagli altri due, ma loro non gli
stavano minimamente prestando attenzione, stavano andando a passo spedito verso
la fila per entrare.
“Ora
dobbiamo stare qui e attendere il nostro turno per entrare” spiegò Bra al
giovane principe.
“Perché mai
dovremmo aspettare come questi sciocchi, che provino a fermarci, seguimi
ragazzina!” rispose Vegeta prendendo la bambina per un braccio e facendosi
largo a spintoni tra la fila.
In un attimo
Trunks li vide sparire tra la folla ed ebbe il sospetto che sua altezza stesse
cercando di seminarlo di proposito, ma non poteva certo permettere che la
sorella rimanesse sola con lui e quindi iniziò anche lui a spintonare per
raggiungerli, ignorando gli insulti e gli spintoni di rimando di chi stava
aspettando pazientemente in fila.
“Al parco
dei divertimenti, ma Trunks è forse impazzito? Basta io intervengo, qui è
davvero troppo pericoloso!” gridò Vegeta rosso in viso davanti all’insegna del
parco.
“Vegeta
calmati, non possiamo intervenire ricordi? È la prova che tu, o meglio l’altro
te, deve superare per tornare nel suo tempo; sono sicuro che andrà tutto bene.
Noi li seguiremo da lontano e intanto potremmo prendere dello zucchero
filato…per nasconderci meglio ovviamente!” esclamò Goku per trattenere l’amico
pronto a fare una strage.
“Stupido
Karoth, tu pensi solo a mangiare, ma questo non è davvero il momento. Io
troverò i miei figli e metterò fine a questa sciocchezza all’istante, non
dovevo fidarmi di quel muso verde!” rispose Vegeta facendosi largo tra la folla
e rispondendo a tono a chiunque osava lamentarsi.
Mentre il
principe dei sayan si faceva largo tra la fila, esattamente come poco prima
aveva fatto la sua giovane versione, notò una testa lilla che cercava di
raggiungere l’ingresso, era sicuramente suo figlio e quindi con un balzo, che
ne aveva ben poco di umano e sordo ai richiami di Karoth riuscì a raggiungerlo
e a prenderlo per un braccio.
Trunks fece
per girarsi per liberarsi dalla presa di quello sconosciuto e si trovò a faccia
a faccia con suo padre che lo fissava con uno sguardo omicida negli occhi;
subito il ragazzo ebbe paura e fece per divincolarsi, ma poi ricordandosi che
aveva tanto invocato l’intervento paterno decise che era molto meglio
affrontare subito la sua ira e quindi lo salutò con fare incerto.
Suo figlio,
il suo erede, fuggito in quella maniera assurda dalla casa dei suoi nonni,
aveva avuto il coraggio di salutarlo, invece che dire le sue preghiere perché
la sua fine era certamente vicina, l’aveva salutato come se nulla fosse, ma
cosa aveva nel cervello? Probabilmente era diventato così sciocco frequentando
il figlio di Karoth, non c’era altra spiegazione.
Sempre
tenendo il figlio ben stretto per un braccio, lo spinse fuori dalla fila, e
scrollandolo e gridando allo stesso tempo, gli chiese cosa pensava di fare e
dove diavolo si erano cacciato Bra e l’altro se stesso.
“Ehm Vegeta
calmati, ci stanno guardando tutti!” sussurrò Goku picchiettando la spalla
dell’amico.
Vegeta,
appunto, si voltò irritato verso la fila e notò che tutti quegli sciocchi terrestri
lo stavano fissando incuriositi e quindi si rivolse a loro con il tono del
comando:” Continuate con la vostra sciocca fila, qui non c’è niente da
guardare!”
Le persone
in fila dopo aver lanciato uno sguardo di solidarietà al povero Trunks
ripresero a far scorrere la coda velocemente.
“Papà mi
hanno seminato e prima che tu mi uccida ti voglio dire che avevi ragione su
tutto, sono stato uno sciocco!” esclamò Trunks il quale notò il cambiamento
repentino di suo padre da rosso furioso a dubbioso.
Infatti il
principe dei sayan lasciò andare bruscamente il figlio e gli chiese che cosa
intendesse dire.
“Ammetto di
averti provocato più volte perché pensavo che tu fossi ingiusto con me e a dire
il vero a volte lo sei davvero, ma aspetta prima di sbranarmi, ho capito che
non avrei dovuto dare tutta quella confidenza al giovane te stesso. E’ che lui
all’inizio era divertente, mi trattava da amico, ma ho capito che quello non
sei tu…tu sei molto severo, ma non faresti mai nulla di male per mettere in
pericolo me, Bra o chiunque altro, lui invece è incontrollabile. Ho capito
perfettamente perché ti sei comportato così con me, mi dispiace papà. E ora lui
è qua in giro da solo con Bra, lei lo sta seguendo in tutto e per tutto, mi
dispiace mi hanno seminato di proposito mentre facevamo la fila” spiegò Trunks
certo che il padre l’avrebbe schiaffeggiato davanti a tutti.
Il suo erede
gli stava dando ragione, per la prima volta nella sua carriera di padre si
sentiva pienamente realizzato, peccato che Karoth non avrebbe mai potuto
provare quella bellissima sensazione di avere ragione; non era nemmeno tanto
stupito dal fatto che Bra trovasse affasciante la sua versione più giovane, lei
univa in se la sfrontatezza sia sayan che quella terrestre di sua madre,
ovviamente non era una giustificazione al suo comportamento, ma lei non era la
sua erede, mentre Trunks lo era e lui pretendeva il meglio da lui in ogni
circostanza; infatti nonostante stesso per dire qualcosa d’incoraggiante al
figlio, si limitò ad annuire col capo e a dirgli che avrebbero discusso in
seguito di quello che ne sarebbe stato di lui e sicuramente ci sarebbe state
delle pessime conseguenze alle sue azioni, poteva starne certo, ma ora era
necessario trovare Bra e mettere fine a quella pagliacciata.
Goku rimase
tutto sommato un po’ deluso dal freddo discorso dell’amico, lui sarebbe corso
ad abbracciare suo figlio e l’avrebbe rassicurato che non gli sarebbe accaduto
nulla di male e che l’avrebbe difeso pure dalle ire di sua madre; non capiva
davvero come facesse ad essere sempre così rigido.
Trunks
riprese a respirare, dopotutto suo padre sembrava meno arrabbiato di quello che
credeva, è probabile che a casa l’avrebbe ucciso, ma ci avrebbe pensato in
seguito e quindi seguì a cuor leggero suo padre e Goku.
Nel frattempo
il giovane principe si era allontanato insieme a Bra di proposito, con quel
Trunks tra i piedi non riusciva affatto a divertirsi come diceva lui, mentre
quella mocciosa pendeva dalla sue labbra e sembrava non avere paura di niente e
nessuno.
Erano saliti
su alcune giostre da mocciosi, come la ruota panoramica e le canoe che
sembravano piacere tanto alla ragazzina, ma che il giovane principe aveva
trovato appena passabili; poi lui però aveva preteso di salire su quelle che si
chiamavano montagne russe, e la mocciosetta aveva detto che a lei sarebbe
piaciuto moltissimo salire su quella giostra, ma era considerata troppo
piccola. Infatti al momento di salire il guardiano li aveva fermati e aveva
provato ad insinuare che Bra non avesse ancora l’età giusta per poter salire su
quella giostra, ma lui non gli aveva dato retta, anzi gli aveva ordinato di
chiudere il becco e scansandolo bruscamente aveva fatto accomodare la bambina
nel seggiolino vicino al suo. La bambina l’aveva guardato con ammirazione e si
era apprestata ad allacciarsi la cintura di sicurezza, cosa che lui aveva
trovato del tutto ridicola visto che erano dei sayan, infatti lui non l’aveva
messa.
Vegeta
quello adulto arrivò giusto in tempo per vedere la sua principessa salire su
quella giostra pericolosa, diverse volte lei gli aveva chiesto il permesso di
salire, ma lui gliel’aveva sempre negato, se le fosse successo qualcosa non se
lo sarebbe mai perdonato e quindi in gran carriera di diresse verso il
sorvegliante gridandogli di spegnere immediatamente la giostra.
Il
sorvegliante, ancora scosso per essere stato spinto da quel ragazzo maleducato
che quasi l’aveva fatto cadere dall’impalcatura, gli rispose che ormai non era
più possibile fermare la giostra e che se sua figlia era salita l’aveva fatto a
suo rischio e pericolo.
Il principe
dei sayan divenne rosso e fece per distruggere lui e quella ridicola giostra,
ma Karoth lo fermò dicendogli che sarebbe stato troppo pericoloso per Bra, e
che era meglio aspettarli all’uscita invece, così non avrebbero potuto
scappare.
Bra non
riusciva a crederci di essere davvero su quella giostra, sì aveva un po’ paura
di tutti quei giri della morte che stavano per fare, ma non avrebbe certo fatto
vedere al giovane principe che aveva paura, anzi forse lui avrebbe avuto paura
semmai.
La giostra
partì lentamente e il giovane principe si voltò a guardare Bra per dirgli che
tutto sommato era proprio una giostra noiosa anche quella, se non che
esattamente in quella frazione di secondo iniziarono i giri della morte e il
giovane principe che non si era allacciato la cintura, si dovette aggrappare
con tutte le forze al seggiolino per non essere sbalzato fuori dalla giostra.
Bra al primo
giro della morte esultò trovandolo divertente, ma già alla seconda evoluzione
prese a sentirsi poco bene, ma era stoicamente decisa a resistere, quindi si
strinse ancora di più nelle cinture di sicurezza, che data la sua corporatura
minuta, erano quasi larghe.
Una volta
finito il giro in giostra i due sayan scesero barcollando leggermente ed
entrambi erano piuttosto pallidi in viso, ma entrambi commentarono la giostra
con un alzata di spalle, definendola non poi così eccezionale; tant’è che il giovane
principe si stava per vantare con la ragazzina di quando con la sua navicella
aveva superato indenne una tempesta di meteoriti, quando però notò la sua
versione più vecchia venire verso di lui con sguardo a dir poco furente.
“Ehi carina
che ne dici se ce la diamo a gambe, non ho ancora voglia di tornare a casa!”
esclamò il giovane Vegeta e senza aspettare la replica di Bra la prese per un
braccio e si allontano velocemente con la folla che usciva dalla giostra.
“Dannazione
mi sono sfuggiti!” gridò Vegeta, ma Karoth gli disse che era meglio così perché
Dende gli aveva appena mandato un messaggio mentale per ricordare a Vegeta che
non era ancora il momento d’intervenire, che la situazione era perfettamente
sotto controllo.
Il principe
dei sayan quasi non sentì quello che stava dicendo Karoth, ma seguito da
quest’ultimo e Trunks si diresse verso la casa degli specchi perché gli era
parso di percepire l’aura di sua figlia.
Bra nel
frattempo non si era accorta di suo padre, aveva giustificato la fuga frettolosa
dalla giostra come un tentativo di seminare suo fratello, che ormai doveva
essere sicuramente sulle sue tracce e tutto sommato a lei la cosa stava bene si
stava divertendo un mondo e poi anche quando sarebbero tornati a casa lei
avrebbe dato la colpa a quei due ragazzi grandi e cattivi e l’avrebbe passata
liscia come sempre.
I due
entrarono, quindi, nella casa degli specchi e iniziarono a girare con poca
convinzione, finchè ad un certo punto sentì chiamare il suo nome dalla voce di
suo padre, come faceva ad essere già lì? Sicuramente doveva averlo avvisato
Trunks.
“Mh temo che
il divertimento sia già finito, accidenti!” commentò Bra preparandosi a
rientrare nel ruolo di brava figlia.
“Oh beh
prima devono prenderci!” rispose il giovane principe ridendo, quella casa degli
specchi era interessante dopotutto la sua immagine era riproiettata dappertutto
e questo sicuramente avrebbe messo in crisi il Vegeta più anziano.
“Dividiamoci
e blocchiamo le uscite, ormai non hanno scampo!” commentò il Vegeta più adulto,
stanco di quei giochetti.
E infatti
alcuni minuti dopo fu Trunks che riuscì a raggiungere per primo la coppia di
fuggitivi:” lascia andare mia sorella immediatamente!” ordinò al giovane
principe.
Il giovane
Vegeta per tutta risposta gettò indietro la testa ridendo e affermò che lui non
stava trattenendo proprio nessuno.
“Bra vieni
qui papà è furioso, siamo nei guai già abbastanza!” la chiamò allora Trunks.
La bambina
osservò per un attimo il giovane principe e poi il fratello indecisa sul da
farsi, ma poi vide in lontananza che stavano per essere raggiunti da Karoth e
da suo padre e quindi preparò le lacrime e si diresse di corsa verso suo padre
chiamandolo a gran voce.
“Mi dispiace
deluderti Vegeta, ma lei sceglierà sempre papà!” esclamò Trunks tenendo sottocchio
il ragazzo temendo un’altra fuga, che però non avvenne.
Bra fu
raggiunta da Goku che la prese prontamente in braccio, mentre Vegeta si
materializzò a fianco alla sua versione più giovane e prendendolo per un
braccio a denti stretti gli ordinò di camminare e se avesse provato a fare un
altro dei suoi scherzi gliel’avrebbe fatta pagare amaramente. Il giovane
principe, quindi, sbuffando sonoramente seguì docilmente la sua versione più
matura fuori dal dedalo di specchi.
Una volta
fuori la bambina si divincolò dalla stretta di Karoth e corse verso il padre e
con la voce più strappalacrime che riuscì a fare esclamò; “Oh papà meno male
che sei arrivato a salvarmi, ho seguito questi due, ma so che non dovevo non lo
farò più lo giuro, ma non pensavo che sarebbero fuggiti così lontano e….”, ma la bambina s’interruppe bruscamente e s’irrigidì
perché vide il suo adorato padre alzare una mano, stava per colpirla pensò con
orrore.
“Ehi non
toccarla, ha perfettamente ragione l’idea è stata mia e di Trunks, solo che lui
alla fine si è tirato indietro come un coniglio e quindi io ho trattenuto Bra
per spassarmela un po’, ero stanco di essere sempre prigioniero!” disse il
giovane principe il quale ammirò come la bambina aveva velocemente cambiato le
carte in tavola per salvarsi, possedeva unagrinta da vera sayan; ma soprattutto lui non voleva che la sua versione
più vecchia le facesse del male, non capiva perché, ma non voleva, preferiva
prendersi lui tutta la colpa, tanto era abituato alle percosse, non sarebbe stato
molto diverso da un combattimento.
Vegeta
quello adulto abbassò il braccio, per un attimo era stato accecato dall’ira
perché sapeva perfettamente che sua figlia stava mentendo spudoratamente e
disapprovava questo comportamento così falso e meschino, ma dall’altra parte
non si sarebbe mai aspettato che la sua versione giovane la difendesse, questo
l’aveva lasciato interdetto, tanto che strinse ancora di più il braccio del
giovane principe e commentò soltanto che poi una volta a casa avrebbero fatto i
conti per tutto quanto.
Mi spiace di essere sparita per qualche tempo, ma mi
faccio perdonare con un capitolo piuttosto lungo, il prossimo o al massimo
quello dopo dovrebbe essere l’ultimo. A presto.
Il viaggio verso la Capsule Corporation fu molto silenzioso,
avevano recuperato la air car del signor Brief e alla guida si mise Vegeta
(quello adulto ovviamente), al suo fianco si posizionò Goku e i tre ragazzi si
sistemarono invece sui sedili posteriori; nessuno osava parlare, Vegeta guidava
rabbiosamente, mentre Goku pensava che non avrebbe voluto essere nei panni di
quei tre ragazzi per nulla al mondo e si sentì anche sollevato che per una
volta Goten non avesse seguito l’amico in questa
avventura, altrimenti Chichi avrebbe ucciso sia lui
che il figlio.
Bra era in mezzo tra i due ragazzi e scoccava ad entrambi
occhiate indagatrici, Trunks era girato verso il
finestrino e aveva un’ espressione piuttosto tesa, mentre l’altro Vegeta
guardava di fronte a sé con sguardo serio, come se si
stesse preparando ad un combattimento pensò la bambina; la quale faticava a capire
tutto quel silenzio, lei non era affatto preoccupata dopotutto, il giovane
Vegeta l’aveva salvata dalle ire di suo padre e sicuramente una volta a casa
avrebbero tutti fatto pace e tutto sarebbe stato dimenticato, pensò con un
sospiro.
Ma la piccola Bra si sbagliava di grosso, appunto una volta
entrati in casa sua madre si fece raccontare da suo padre cosa era successo e
lui le raccontò tutto, anche del negozio dei gelati e con grande disappunto
della bambina fu affidata alla madre la quale la portò nella sua stanza per
fare i conti.
Mentre Bulma trascinava via Bra il
giovane principe senza rivolgersi a nessuno in particolare disse:” Oh beh alla
fine è stato un pomeriggio divertente!”.
E con orrore di Vegeta vide la figlia girarsi verso la sua
versione più giovane per scoccargli un sorriso complice e questo fece perdere
le staffe definitivamente al principe dei sayan,
avrebbe sistemato quel ragazzo odioso, avrebbe trovato il modo di farlo pentire
delle sue azioni, ne avrebbe fatto un esempio per la figlia e non gl’importava
un fico secco se quello era in realtà lui da giovane, meritava decisamente di
essere punito, ma avrebbe dovuto pensare a qualcosa di veramente incisivo;
decise che quindi si sarebbe prima occupato di Trunks
e poi di quel ragazzo impertinente.
Vegeta prese quindi la sua versione più giovane per un
braccio e lo trascinò senza tante cerimonie in un angolo del salotto, lo mise
con la faccia verso il muro e gl’intimò di rimanere lì immobile finchè non fosse tornato e se avesse osato parlare o
muovere un muscolo Karoth aveva l’autorizzazione a
polverizzarlo e poi al resto avrebbe pensato lui al suo ritorno.
Goku che fino a quel momento non aveva detto nulla, anche
perché non aveva nessuna esperienza nel punire i proprio figli quando si comportavano
male, poiché a quelle cose pensava sempre Chichi, si
sentiva molto in imbarazzo in quella situazione e soprattutto non voleva
affatto rimanere da solo con quel ragazzo, perché temeva che non sarebbe certo
rimasto lì buono ad attendere Vegeta, fece quindi per obbiettare, ma lo sguardo
di fuoco dell’amico lo fece desistere e quindi non potè
fare altro che annuire seriamente e accomodarsi sul divano a braccia conserte.
“E tu seguimi!” esclamò Vegeta rivolto al figlio, che fino a
quel momento non aveva mosso nemmeno un muscolo; nel seguire il padre si voltò
per guardare il giovane Vegeta che lo stava guardando con espressione
sogghignate e Trunks quindi non potè
trattenersi dal rispondergli:” Ehi tu direi che hai poco da ridere, sei nei
guai esattamente tanto quanto me!”
“Trunks lascialo perdere, verrà
anche il suo turno!” dissi Vegeta alzando la voce e continuando a camminare.
Il giovane Vegeta rimase piuttosto deluso dal fatto che la
sua provocazione non era stata colta, e iniziò a spostare il suo peso da una gamba
all’altra, era decisamente noioso stare fermi a fissare il muro e solo allora
realizzò che già quella doveva essere una punizione, probabilmente era così che
i genitori di quel pianeta punivano i figli, una vera sciocchezza a suo parere,
avrebbe preferito un combattimento, detestava essere ignorato e infatti fece
per girarsi, ma sentì immediatamente il peso della mano di Karoth
sulla spalla :”Ehi amico, vuoi un consiglio? Resta dove sei, non voglio doverti
tenere fermo finchè non torna Vegeta, ma se provi a
muoverti dovrò farlo, Vegeta è già piuttosto furibondo, non peggiorare le
cose!”.
“Che sciocchezze, cosa potrebbe mai farmi che non mi ha già
fatto fino ad ora?” chiese il ragazzo, ma Goku strinse ancora di più la sua
spalla e gl’intimò di nuovo di non muoversi e di non fare lo sciocco.
Goku temeva che molto presto avrebbe dovuto inseguire il
ragazzo, e usare la forza su di lui, invece stranamente si rimise tranquillo a
fissare il muro per qualche minuto, finchè non si
sentì un rumore piuttosto sordo venire dal piano di sopra e quindi il giovane
principe scoppiò a ridere e Goku gli chiese perché stesse ridendo.
“Oh beh immagino che di sopra in questo momento ci sia una
bella scazzottata, quel Trunks così perfettino avrà
quello che si merita!” ripose il ragazzo.
“Sai non riesco davvero a pensare che tu sia l’adulto che
sei oggi, sai io a volte non sono stato molto presente per i miei figli e
queste cose non m’interessano molto, ma tu, o meglio l’altro te, ci tiene
davvero a queste cose, negli anni cambierai davvero moltissimo credimi!” ripose
Goku che stava facendo di tutto per tenere buono il giovane principe.
“Che noia non fate altro che ripetermelo, io sono il
principe dei sayan, io amo il sangue e la distruzione
e non c’è gabbia che riesca a trattenermi, se ora resto qui è perché a me va
così!” esclamò con orgoglio il ragazzo, che non voleva ammettere di essere in
minoranza in quanto forza e soprattutto era spiazzato dal fatto che non sapeva
cosa aspettarsi dalla sua versione più adulta, suo padre non l’avrebbe certo
punito perché aveva rubato una air car e perché era scappato e perché aveva
rapinato un negozio, per i terresti tutte quelle azioni erano sbagliate, ma non
per i sayan. Anche se però aveva notato l’espressione
in ansia di Bulma quando erano arrivati diventare un
sorriso di sollievo, nessuno lo aveva mai guardato così, nessuno si era mai
preoccupato per lui e nessuno era mai stato felice del suo ritorno, un po’
invidiava quei ragazzi che erano i suoi futuri figli, ma non l’avrebbe ammesso
neanche sotto tortura ovviamente.
“Ehi toglimi una curiosità, perché hai difeso Bra?” chiese
Goku.
“Perché lei mi piace, è interessante, molto più di quel Trunks!” rispose il ragazzo di getto.
“E perché ora ce l’hai tanto con Trunks?”
chiese Goku sempre più curioso.
“Non ce l’ho con Trunks, lo
trovavo più divertente all’inizio, ma ora che cerca di fare colpo su papino lo
trovo noioso!” rispose il ragazzo, il quale non avrebbe ammesso mai che in realtà
invidiava Trunks perché aveva esattamente tutto
quello che avrebbe desiderato lui in un'altra vita.
Vegeta e Trunks erano entrati
nella stanza di quest’ultimo e il ragazzo indietreggiò subito sulla difensiva,
cosa che non passò inosservata al principe dei sayan
e lo fece montare su tutte le furie e quindi con tono molto severo chiamò il
figlio e gli ordinò di avvicinarsi immediatamente, il ragazzo fece alcuni passi
molto titubanti verso di lui e nel giro di pochi secondi, come prevedeva, gli
arrivò un grosso schiaffo in viso che lo fece sbattere contro la libreria provocando
un tonfo sordo.
Trunks era a terra e Vegeta
incombeva sopra di lui con sguardo furente, stava per rialzare il braccio per
colpirlo, ma appena vide il figlio alzare una mano per proteggersi, si bloccò
di colpo, stava esagerando, un padre sayan avrebbe
punito il figlio così, ma non lui, non voleva che suo figlio tremasse davanti a
lui, quindi abbassò la mano e gliela porse per aiutare il figlio ad alzarsi.
Trunks guardò sorpreso quella mano
che gli veniva offerta, ma la prese e si rimise in piedi davanti al padre e gli
disse con un filo di voce che sapeva di meritare quella punizione perché si era
davvero comportato male con lui negli ultimi tempi e non era nemmeno riuscito a
tenere al sicuro Bra come avrebbe voluto, solo che se proprio doveva punirlo così
forse era meglio andare nella GR, altrimenti avrebbero rischiato di distruggere
la camera.
“Trunks dannazione, la devi
smettere di avere paura di me, non ti farei mai del male, sono tuo padre, e sì
il tuo comportamento negli ultimi tempi non è stato dei migliori, ma ecco credo
che anch’io abbia delle colpe nei tuoi confronti. Non fraintendermi, per tutto
quello che hai combinato negli ultimi tempi sarai in castigo per l’eternità,
però forse a volte pretendo troppo da te. Quando non fai lo sciocco sei un
bravo figlio!” disse Vegeta il quale aveva deciso di mettere fine a tutte
quelle provocazioni che c’erano state col figlio negli ultimi tempi.
Trunks rimase incredulo, suo padre
non era mai stato così comprensivo e soprattutto non gli aveva mai rivolto un
complimento decise quindi di scusarsi con lui: ”ti
chiedo ancora scusa papà, ho decisamente esagerato e hai ragione, però ecco
magari stare in castigo per l’eternità non è troppo?”
“Ringrazia solo che
non ti spediamo in collegio moccioso e ora dammi il braccio, ti tolgo
quell’affare!” rispose Vegeta apprezzando però l’impertinenza del figlio una
volta tanto.
Suo padre gli tolse il bracciale che tratteneva la sua forza
e finalmente Trunks si risentì completo, qui giorni
con quell’aggeggio infernale erano stati terribili.
“Bene ora che tutto è chiarito vado ad occuparmi dell’altro
me!” esclamò Vegeta.
“Papà?” lo richiamò Trunks e
Vegeta gli chiese che cosa voleva.
“Ecco, ti volevo solo dire che nonostante tutto anche lui
non è poi così tremendo, quando non si comporta male ovviamente!” disse Trunks con tono conciliante.
“Certo che non è male nemmeno lui, quello sono io dopotutto.
Vedi, io da giovane ho fatto cose terribili come puoi immaginare, ma tutto
quello che c’era attorno a me era terribile e quindi non ho mai provato sensi
di colpa per quello che ho fatto, per me era giusto; ho capito quanto fosse
sbagliato il mio modo di vivere solo da quando sei nato tu” spiegò Vegeta e poi
uscì senza attendere la replica del figlio.
Quando ritornò in sala quasi si stupì di trovare il suo
doppio perfettamente dove l’aveva lasciato e Karoth
tranquillo sul divano intendo a fissare un punto indefinito della stanza.
“Ora è venuto il mio turno di essere pestato?” chiese il
giovane principe.
“Non ti chiederò nemmeno se nel tempo che sei stato qui hai
pensato a tutto quello che hai combinato fino ad ora, perché tanto so già che
non provi il benchè minimo senso di colpa, non puoi
provare senso di colpa lo so, non ne sei ancora capace. Ma vedi, io per
rimandarti da dove sei venuto, devo farti capire che hai sbagliato, devo farti
provare almeno un po’ di senso di colpa e mentre scendevo le scale credo di
aver trovato la soluzione, quindi ora tu e Karoth mi
seguirete!” spiegò Vegeta che effettivamente scendendo le scale gli era venuta
un’idea pensando che da se stesso da ragazzo non avrebbe ricavato nulla se si
fosse comportato come un padre sayan come aveva fatto
fino a quel momento, ma forse come padre terrestre qualcosa poteva ottenere.
I tre entrarono nella GR e Vegeta chiuse accuratamente la
porta a chiave con il codice, cosa che non sfuggì alla sua giovane versione che
quindi si mise a provocarlo per ritardare qualunque cosa avesse in mente di
fargli:” Cosa intendi farmi, mettermi all’angolo anche qui? E’ stato piuttosto
noioso, anche perché avevo solo quello che come compagnia”.
“Non funzionerà questa volta distrarmi con le tue
provocazioni, ricordi? Io sono te quindi so perfettamente come agisci. Karoth siediti su quella panca” ordinò Vegeta. Karoth ubbidì anche se lo fissava con sguardo incerto.
“Hai lasciato qualche
osso intero a Trunks? Abbiamo sentito prima quel
tonfo” chiese il giovane principe che se anche non sapeva cosa stava per
succedergli, sapeva che non gli sarebbe piaciuto affatto, quindi stava
riprovando con tutte le sue forze a ritardarlo il più possibile. Chissà forse
l’avrebbero picchiato entrambi i sayan o forse quel Karoth era ancora lì perché doveva tenerlo fermo o chissà
perché.
“Non ho fatto nulla di tutto quello che stai pensando, ma se
fossi in te ora mi preoccuperei solo per me stesso; perché ora Karoth ti darà una bella lezione, sai cosa succede ai
ragazzini su questo pianeta che superano il limite? Prendono una bella
sculacciata ed è quello che ti sta per succedere, e Karoth
andrà avanti finchè non riuscirai a provare un po’ di
senso di colpa!” spiegò Vegeta che in cambio ricevette le occhiate stralunate e
incredule di entrambi.
“Ehm Vegeta, scusami, ma io non credo sia una buona idea,
sai quello sei tu e io non credo di poterlo fare, non riuscirei più a guardarti
in faccia!” rispose Karoth scattando in piedi rosso
in viso per l’imbarazzo.
“Perché non lo fai tu? E’ troppo comodo farlo fare a quella
terza classe!” provocò il giovane principe.
Vegeta guardò entrambi e decise che sì toccava a lui quella
parte, anche se avrebbe preferito delegarla a Karoth
perché sicuramente per il ragazzo sarebbe stato ancora più umiliante, ma
soprattutto perché anche lui non sapeva se ne era in grado, non aveva mai usato
quei metodi nemmeno sui suoi stessi figli: “e va bene lo farò io stesso!”
esclamò e approfittando dell’effetto sorpresa si affianco al ragazzo
prendendolo saldamente per un braccio.
“Oh ecco bene, io allora vado e vi lascio da soli!” esclamò
Goku e prima che Vegeta potesse trattenerlo si teletrasportò
a casa.
“A quanto pare siamo soli, direi che allora puoi smettere
con la recita, dammi un paio di schiaffi e prometto di rigare dritto e di
fingere tutto questo senso di colpa che ti sta tanto a cuore!” commentò il
giovane principe, sempre più preoccupato della piega che stava prendendo la
situazione.
“Eh no, sono spiacente, ma non funziona affatto così, ora
chiudi il becco e collabora altrimenti sarà peggio per te!” gli ordinò Vegeta
trascinandolo verso la panca; una volta seduto tirò a sé il ragazzo e lo
imprigionò tenendolo fermo con le gambe e senza ascoltare le sue proteste e
senza pensare a quello che stava per fare prese a colpirlo sul posteriore.
Il giovane principe subito gridò per la sorpresa e poi provò
a divincolarsi, ma la stretta di quello più adulto era troppo forte, quindi
provò di nuovo a salvarsi con le provocazioni:” oh beh se questa è la punizione
dei mocciosi terrestri credo che rimarremo qui per un bel po’ di tempo, non mi
stai facendo male affatto. Perché non la smetti ed evitiamo di perdere tempo? E
poi non ti fa strano colpire così te stesso è imbarazzante, oltre che ad essere
inutile, e io non mi pentirò”.
“Ti ho già detto di chiudere il becco, dovresti vergognarti
piuttosto, hai 17 anni e guarda mi tocca trattarti come un qualunque mocciosetto terrestre. Non sei affatto un principe, sei
solo un ragazzino che ha bisogno di una lezione e stai per averla fidati!”
rispose il Vegeta adulto alle provocazioni, stringendolo ancora di più perché
il ragazzo stava scalciando.
Per un po’ entrambi non parlarono e i colpi continuavano a
cadere inesorabili, fu sempre il giovane principe a riprendere la parola:
“quanto durerà questa punizione ridicola? Inizio a stancarmi!”
“Dipende da te, andrà avanti finchè
non capirai perché lo sto facendo!” rispose il Vegeta adulto chiedendosi se
stava agendo nel modo giusto.
“Non succederà mai!” esclamò l’altro con tono battagliero,
anche se iniziava a sentire bruciore, oltre all’imbarazzo per tutta quella
situazione.
“Allora andrò avanti finchè non lo
capirai, abbiamo tanto tempo. Farò in modo che per un po’ avrai difficoltà a
sederti e forse questo dolore ti farà ricordare come comportarti se non ne
vorrai un altro assaggio di questa medicina!” spiegò Vegeta iniziando a temere
che effettivamente il giovane principe non cedesse.
Passarono altri minuti e la situazione era in stallo, Vegeta
aveva provato ad aumentare la potenza dei colpi, ma a parte qualche sussulto il
ragazzo non emetteva nemmeno un fiato, quindi decise di fermarsi un momento per
riprendere fiato e pensare a come agire.
“Ti arrendi finalmente?” chiese il giovane principe con tono
trionfante.
“Dal momento che siamo la stessa persona sai che non mi
arrenderò, ti stavo solo permettendo di riprendere fiato!” rispose Vegeta
riprendendo a colpirlo con molta più forza.
“Forse a te serviva una pausa vecchiaccio!” esclamò il
ragazzo iniziando a sussultare più rumorosamente sotto la pioggia di colpi.
Ci fu silenzio per un'altra manciata di minuti e poi il
giovane principe chiese a voce molto bassa:” e va bene, che cosa devo ammettere
per mettere fine a questa cosa?”
“Non ci sei ancora arrivato? So che sei molto intelligente e
che sai perfettamente cosa devi dire!” rispose Vegeta
rincarando la dose.
“Credo di dovere dire che mi dispiace?” chiese il giovane
principe.
“Per cosa esattamente?” insistette Vegeta felice che il suo metodo
stava funzionando alla fine.
“Per quello che ti pare, basta che la smetti, inizia a
bruciare sai...” disse il ragazzo che ormai stava arrivando allo stremo delle
forze e non voleva arrivare assolutamente ad implorare come un mocciosetto.
“Puoi fare di meglio ragazzino!” gridò Vegeta colpendolo con
ancora più forza.
“E va bene, va bene, mi dispiace per essere scappato, per
aver fregato quell’auto, per aver rapinato il negozio con Bra e per il luna
park, può andare?” chiese il ragazzo che ormai sapeva che non sarebbe resistito
più a lungo; quel metodo terrestre era veramente barbaro, era meglio prendere
un paio di schiaffi che quello, era veramente tremendo.
“E per che altro?” chiese Vegeta.
“Non lo so, c’è altro
ancora?” chiese il ragazzo.
“Sforzati e ci arriverai da te!” rispose Vegeta.
“Per avervi dato dei problemi da quando sono arrivato, per
le fughe, le rispostacce e per tutto quello che ti pare, davvero ho capito, mi
dispiace, prometto che righerò dritto, ma per favore finiamola qui!” esclamò il
ragazzo, che stava implorando anche se non ne aveva nessuna intenzione, ma
ormai era allo stremo.
Vegeta per tutta risposta continuò a colpire il ragazzo il
quale con voce strozzata chiese perché continuasse e l’adulto rispose che
continuava per essere certo che il messaggio gli sarebbe rimasto impresso per
un bel po’ di tempo; poi dopo alcuni minuti smise e gli permise finalmente di
alzarsi.
Il principe scattò in piedi e si portò le mani al posteriore
dolorante che sfregò vigorosamente:” Ehi certo che il tuo braccio per essere un
vecchio è piuttosto forte, ma io sarò meglio di te!”
“Nel futuro anche tu dovrai farlo!” rispose Vegeta.
“Quindi ora arriverà un fascio di luce che mi riporterà da
dove sono venuto?” chiese il ragazzo pensando che quella situazione umiliante
fosse la sua prova finale per tornare nel suo tempo.
Anche Vegeta si aspettava che succedesse qualcosa, ma non
successe nulla e quindi dopo pochi secondi arrivò l’ira del ragazzo:” Io mi
sono prestato a questa cosa umiliante per niente. Come hai osato farlo? Ora
quel tuo figlio perfettino potrà ridere di me e tutto per colpa tua…io ti odio,
non ti perdonerò mai per quello che mi hai fatto, lasciami uscire di qui, devo
stare solo!”.
Vegeta fece per aprire la porta, ma prima che il ragazzo
uscisse lo trattenne per un braccio e notò che sussultò:” Ehi moccioso, ricorda
quello che hai promesso, anche se dici di odiarmi, hai promesso di rigare
dritto, io non dirò a nessuno quello che è successo qui dentro, ma al primo
passo falso lo dirò a Trunks e ti ritroverai ancora
in quella posizione visto che a quanto pare finalmente abbiamo ottenuto
qualcosa”.
Il giovane principe si liberò dalla sua stretta e scappò di
corsa paonazzo in viso verso la sua stanza quasi travolgendo Bulma, che lo sentì sbattere la porta.
La donna si recò nella GR e chiese a Vegeta cosa diavolo
fosse successo in quella stanza e che la giovane altezza le era sembrato
piuttosto sconvolto.
“Ha avuto quello che meritava diciamo, ora credo che righerà
dritto, o almeno spero. Lascialo in pace e lascia in pace anche me donna, sono
stanco di spiegare le mie azioni, ho bisogna di meditare un po’ da solo per
trovare un po’ di pace”.
“Va bene, ti volevo solo dire che ho sistemato Bra, le ho
fatto una bella lavata di capo, ha capito di aver sbagliato!” spiegò Bulma uscendo dalla GR.
Una volta solo Vegeta si diede alla meditazione, l’unica
cosa che riusciva a calmarlo quando era sconvolto, chissà se anche la sua
giovane versione stava facendo la stessa cosa si chiese mentre finalmente
iniziava a rilassarsi.
Il giovane principe, invece, si era buttato sul letto a faccia
in giù, aveva provato a mettersi seduto sul letto, ma il bruciore l’aveva fatto
desistere, si sentiva davvero umiliato, aveva sperato che almeno sarebbe
servito a farlo tornare a casa e invece era ancora lì, era veramente
amareggiato e poi quando iniziarono a scendere le lacrime le scacciò via a
manate; non sarebbe mai più uscito da quella stanza, non avrebbe mai più
guardato l’altro Vegeta in faccia, quanto avrebbe voluto vendicarsi.
“Ehi sua altezza va tutto bene?” chiese Bulma
sedendosi sul letto, ma a distanza dal ragazzo.
“Ehi lasciami in pace, dovete lasciarmi in pace, sono stato
punito come volevate, ora voglio stare solo, o sei venuta qui a ridere di me?”
chiese il ragazzo senza alzare il viso dal cuscino, perché temeva che la donna
potesse vedere le sue lacrime.
“Dai altezza basta fare il principe orgoglioso, non so cosa
è successo in quella stanza tra voi due, ma non ti ho mai visto così sconvolto,
ma come hai detto tu, sei stato punito, quindi è finita non ne parleremo più,
ti prenderai un po’ di tempo per ricomporti e poi scenderai a cena, sarai
sicuramente affamato!” disse Bulma intenerita dal
ragazzo.
“Non scenderò a mangiare con voi, non voglio essere deriso!”
gridò il ragazzo girandosi su un fianco, ma sussultando mentre lo faceva; Bulma quindi intuì da quello cosa poteva essere accaduto in
quella stanza e anche se trovava vagamente la situazione divertente, rimanendo
seria fece una leggera carezza ai capelli del ragazzo.
“Nessuno riderà di te, credimi sia Trunks
che Bra non avranno un bel niente da ridere per un bel po’ di tempo!” spiegò la
donna con tono incoraggiante.
“Che cosa hai fatto a Bra?” chiese il giovane principe.
“Oh che dolce che sei a preoccuparti per lei. Sta bene,
tranquillo, e ora riposa, ti farò chiamare da lei quando la cena sarà pronta!”
rispose Bulma uscendo.
Passarono alcune ore e Trunks
scese in cucina dove trovò sua madre intenta a cucinare: “Oh tesoro capiti
proprio a proposito, perché non porti un analgesico a sua altezza, sai dopo lo
scontro con tuo padre pare che gli sia venuto il mal di testa!” spiegò Bulma al figlio, era l’unica scusa che le era venuta in
mente per non fare perdere la faccia al giovane Vegeta.
“Ma sai cosa è successo tra quei due? E dov’è ora papà?”
chiese Trunks preoccupato dalla strana richiesta
della madre, nemmeno per un secondo aveva creduto alla scusa inventata dalla
madre.
“Oh non so con esattezza, ma sai quei due sono piuttosto
cocciuti e devono avere avuto una scontro non facile, ma non ti preoccupare
stanno bene entrambi”. Disse Bulma porgendo la
pastiglia e un bicchiere d’acqua al figlio, il quale riluttante si diresse
verso la camera del giovane principe.
Una volta arrivato Trunks provò a
bussare, ma nessuna risposta, riprovò allora un’altra volta, ma ancora niente e
quindi provò ad entrare augurandosi che il giovane Vegeta stesse solo dormendo,
ma aveva un bruttissimo presentimento e infatti una volta aperta la porta della
stanza la trovò vuota, o meglio vide un rigonfiamento sotto le coperte, ma una
volta sollevate come aveva immaginato, erano solo abiti appallottolati che dovevano
dare l’impressione ad un osservatore poco attento che lui fosse ancora a
dormire.
A quel punto Trunks si trovò di
fronte ad un bel dilemma, chiamare il padre e mettere ancora più nei guai il
giovane principe, oppure provare ad uscire a cercarlo, ora che aveva il pieno
delle sue facoltà non avrebbe dovuto essere così difficile, ma se avesse preso
quella decisione e suo padre si fosse accorto che erano fuggiti entrambi, le
cose si sarebbero messe male pure per lui, ma d’altra parte era già in punizione
per l’eternità quindi peggio di così non poteva andare, pensò volando fuori
dalla finestra e sperando che suo padre rimasse chiuso nella GR ancora per un
po’.
Il giovane principe era rimasto per un po’ tranquillo nella
sua stanza, ma nel vedere il tempo passare aveva deciso che non aveva nessuna
intenzione di rivedere nessuno della sua futura famiglia, soprattutto il se
stesso del futuro, e quindi senza pensare alle possibili conseguenze era
scappato dalla finestra e aveva iniziato a correre per le vie di città
dell’Ovest, non aveva una meta precisa, voleva solo mettere della distanza tra
lui e quella gente.
Trunks ci mise pochissimo a
trovare l’aura del suo futuro padre e in poco tempo lo raggiunse, era scappato
in riva al mare e la cosa non stupì più di tanto il ragazzo, anche suo padre
quando era molto in collera di allontanava dalla famiglia, rifugiandosi in
posti isolati in prossimità del mare.
“Ehi ma dico sei impazzito?” chiese Trunks
vedendo il giovane principe prendere a calci le onde del mare.
“E così ha mandato te a riprendermi? Oh ma vedo che non hai
più il bracciale, quindi devi davvero aver fatto pace con papino, ma che
bravo!” commentò il giovane principe smettendo di prendere a calci le onde.
“Beh pace non direi, era, o eri, piuttosto furioso e
comunque anche se non sono affari tuoi mi ha dato uno schiaffo e sono in punizione per sempre!” spiegò Trunks
sperando che anche gli raccontasse cosa era accaduto tra loro.
“Mentirei se ti dicessi che sono dispiaciuto per te, non
m’importa affatto!” rispose il giovane principe riprendendo a sfogare la sua
rabbia e frustrazione sulle onde.
“Ehi vuoi un consiglio? Torniamo a casa, abbiamo possibilità
che mio padre non si sia accorto che siamo usciti, era ancora chiuso nella GR
fino a poco fa” spiegò Trunks.
“Ehi vuoi anche tu un consiglio? Vattene e lasciami in
pace!” esclamò il giovane Vegeta.
Trunks sbuffò sonoramente mentre
rimaneva fermo davanti al principe incrociando le braccia, cosa che non passò
inosservata al giovane Vegeta: “Come osi stupido mezzosangue sbuffare così in
mia presenza. Ti ho già detto di andartene altrimenti vedrai!”.
Al che Trunks invece di
prendersela come avrebbe fatto fino al giorno prima rise alle minacce del
giovane principe e gli chiese che cosa avrebbe mai potuto fare visto che ora
lui a differenza di qualcun altro era in possesso di tutte le sue doti fisiche;
e pensava che così avrebbe sistemato una volta per tutte quel ragazzo
arrogante, ma si sbagliava di grosso perché lo stava guardando di rimando con
un sorrisetto malefico.
“Sì è vero io ho ancora questo braccialetto infernale, ma
posso sempre combinare qualche altro guaio senza bisogno della forza e fare in
modo che anche tu ne sia coinvolto e così addio l’approvazione di papino!”
spiegò il giovane Vegeta.
Trunks sentì salire la rabbia,
avrebbe voluto tanto picchiare quel ragazzo odioso, ma capì che era esattamente
quello che voleva, quindi gli ripose che se voleva tanto rimanere lì era libero
di farlo, lui invece sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia e così dicendo gli
voltò le spalle e prese a camminare.
Il giovane principe lo guardò allontanarsi per pochi
istanti, quel Trunks stava osando ignorarlo, gli
aveva voltato le spalle e lui questo non poteva sopportarlo e quindi si
affrettò a raggiungerlo:” Ehi amico te ne stai andando perché sei un coniglio,
temi l’ira di papino!”.
“No non è per quello, mamma sta preparando un ottima cena e
io sto morendo di fame!” ripose Trunks sollevato di
aver trovato il modo per farsi seguire dal giovane principe, il quale
mettendosi le mani in tasca lo seguì senza parlare.
Una volta arrivati alla Capsule Corporation i due ragazzi si
separano, Trunks si diresse in cucina e il giovane
Vegeta invece tornò nella sua stanza, a quanto pareva nessuno si era accorto
della sua assenza.
“Hai riportato a casa sua altezza?” gli chiese sua madre
vedendo il figlio rientrare.
“Ehi ma come facevi a sapere che sarebbe uscito?” chiese Trunks.
“Conosco tuo padre e la sua versione più giovane non è poi
così diversa!” rispose ridendo Bulma.
“Ma papà se n’è accorto?” chiese Trunks
preoccupato.
“Non saprei, ma anche se fosse non credo dirà nulla,
dopotutto quel ragazzo è lui, e quindi sa benissimo com’è fatto!” rispose Bulma.
Arrivò l’ora di cena e Bra andò a chiamare il giovane
principe, entrò senza bussare e lo trovò intento a meditare, tant’è che senza
aprire gli occhi le chiese se non avesse imparato a bussare.
“Mi sono dimenticata, su mamma dice che è pronto e mi ha
detto di dirti di non fare il principe orgoglioso e di unirti a noi per la cena,
altrimenti non avrai niente!” esclamò la bambina puntando il dito verso il
principe.
“E tu non sei arrabbiata con me perché a causa mia i tuoi
genitori ti hanno sgridata?” chiese il giovane principe, che aveva smesso di
meditare.
La bambina lo fissò seria per alcuni secondi e poi gettò
indietro la testa e prese a ridere, dicendo che i suoi genitori l’avrebbero
presto perdonata come sempre, poi fece per uscire dalla stanza, ma si voltò per
verificare se il principe la stava seguendo e vide che era ancora fermo ad
osservarla.
“Eddai non si può sempre restare
arrabbiati, andiamo a mangiare!” rispose la bambina che tornò indietro e
prendendolo per un braccio lo trascinò fuori dalla stanza prima che potesse
protestare.
A tavola c’erano già Bulma e Trunks seduti e i due sorrisero discretamente nel vedere
Bra trascinare il giovane principe, che prese posto a fianco alla bambina, al
tavolo era rimasta solo una sedia vuota ovvero quella del grande Vegeta, che
era esattamente di fonte alla sua giovane versione.
Pochi istanti dopo appunto entrò Vegeta che senza guardare
nessuno in particolare si sedette al suo posto iniziando a mangiare e lo stesso
fecero gli altri.
Per un po’ nessuno osò parlare, la tensione si tagliava con
il coltello, i due Vegeta avevano trovato il modo per non guardarsi mai
direttamente, cosa che fu notata da tutti i commensali.
“Forse non dovrei dirlo, ma oggi abbiamo provato le nuove
montagne russe e devo dire che non ho avuto affatto paura!” ruppe così il
ghiaccio Bra.
“Oh beh hai urlato per tutto il tempo!” rispose il giovane
principe senza alzare li occhi dal piatto.
“E tu quando siamo scesi eri bianchissimo!” rispose la
bambina ridendo e alla sua risata si unirono anche Bulma
e Trunks, gli unici due che non si erano ancora
scomposti erano i due Vegeta.
“Sciocchezze, sono abituato a quei giri della morte, una
volta la mia navicella è finita in mezzo ad un tempesta di meteoriti e me la
sono cavata alla perfezione!” rispose con aria di superiorità il giovane
principe.
“Già per vomitare tutto il pranzo prima di svenire perché a
causa di uno scontro con uno di quei maledetti meteoriti hai battuto la testa”
rispose inaspettatamente il Vegeta adulto fissandolo.
Il giovane principe gli scoccò un occhiataccia di rimando,
era la prima volta che si guardavano direttamente e tutti a tavola erano pronti
allo scontro, che però inaspettatamente non avvenne perché il giovane Vegeta
scoppiò a ridere: ”ehi tu potevi anche stare dalla mia
parte, ci stavo facendo fare un’ottima figura!” e tutta la famiglia compresi i
Vegeta scoppiarono a ridere.
La tensione finalmente si era stemperata e la cena era
proseguita tranquillamente, finchè appena finito il
dolce improvvisamente si materializzò nella sala da pranzo della famiglia Brief
Dende.
“Ehi tu che cosa ci fai qui?” chiese il Vegeta adulto.
“Ho ricevuto l’ordine dai piani superiori di venire a
prendere il giovane Vegeta” rispose Dende con tono
solenne.
“Quindi è tutto finito? Sono perdonato e me ne torno a
casa?” chiese il giovane principe speranzoso.
“Purtroppo no, pare che qui la tua lezione sia finita,
verrai però mandato in un altro tempo dove ti aspetterà un’
altra prova e mi dispiace, ma è tutto quello che so” spiegò Dende sopportando le occhiate infuocate di entrambi i
Vegeta.
“Dove lo porterai, rispondimi!” chiese il Vegeta adulto e
quello giovane rivolto al muso verde gli ordinò di rispondere immediatamente.
Dende non aveva mai potuto
soffrire il principe dei sayan per via dei loro
trascorsi e se fosse dipeso da lui non li avrebbe certo aiutati, ma l’ordine arrivava
da più in alto e quindi era costretto a sopportarli e ad aiutarli: “Mi spiace
non posso dirlo. Ti lascerò del tempo per salutare la tua famiglia, ti
aspetterò qui fuori!”.
Una volta uscito Dende calò il
silenzio, fu Bulma a romperlo abbracciando con
slancio il giovane principe e sorda alle sue proteste disse:” Buon viaggio sua
altezza, comportati bene e ci rivedremo prestissimo vedrai!”.
Una volta che Bulma lo lasciò
andare il giovane principe si rivolse a Bra: “Ehi non essere triste, tu sei
l’ultima ragazza sayan mi aspetto grandi cose da te!”
ed entrambi si sorrisero con sguardo complice.
Poi fu la volta di Trunks:” Anche
tu non sei poi così male, credo che non mi dispiacerà averti come figlio; anche
se non vorrei mai lui come padre!” esclamò il giovane principe provocando la
risata di tutti tranne che di Vegeta ovviamente.
“Bene, direi che i saluti possono bastare, vieni ti
accompagno fuori!” rispose Vegeta prendendo per un braccio la sua giovane
versione.
Oramai erano arrivati alla porta d’ingresso ed era arrivato
anche per loro il momento di salutarsi.
“Vorrei dire che è stato un piacere conoscere il mio futuro
me stesso, ma non lo è stato, faccio davvero fatica a capire perché sei così
diverso da me!” commentò il giovane principe.
“Lo stesso vale per me, sei un ragazzo terribile e crudele,
devi ancora fare tanta strada per capire. Addio moccioso e bada nella tua
prossima prova di rigare dritto, se no sai cosa ti aspetta!” rispose il
principe adulto.
“Ehi non oserai! Ma non dimentichi qualcosa?” chiese il
ragazzo sventolando il braccio con il braccialetto.
“Oh no quello per ora te lo tieni, non stai ancora tornando
a casa, ci rivedremo, non so quando riapparirai nelle nostre vite, ma ci
rivedremo, e ora va!” rispose Vegeta.
“Vai al diavolo!” esclamò il ragazzo uscendo e sbattendo la
porta alle sue spalle.
“Ecco perché non è ancora ora di toglierti quell’aggeggio
ragazzino!” gridò Vegeta riaprendo la porta.
Dende che aveva assistito alla
scena chiese se andava tutto bene e il giovane principe stizzito gli rispose di
farsi gli affari suoi e di portarlo dove doveva perché lui era pronto e non
voleva perdere tempo e scoccando un’altra occhiata risentita verso la sua
versione adulta sparì con Dende, lasciando Vegeta
sulla porta.
Una volta che Bulma e Vegeta
rimasero soli lei gli chiese cosa era successo tra loro al momento dei saluti e
il principe dei sayan rispose infastidito che quel
moccioso non aveva imparato un bel niente da tutto quello che era successo, che
era davvero un ragazzo impossibile.
Bulma non potè
far a meno di trattenere la risata e nel vedere lo sguardo irato del marito gli
rispose: ”caro quello sei tu e quindi lo sai quanto
sei ostinato, a volte non è affatto facile avere a che fare con te, ma vedrai
che alla fine anche lui capirà. Oggi poi si è comportato bene dopo il vostro
incontro, a proposito ora mi vuoi dire che cosa è successo?”
“Fatti gli affari tuoi donna, gli ho promesso che non ne
avrei parlato con nessuno!” le disse Vegeta dando le spalle alla moglie.
“E va bene tieniti pure il tuo segreto. Chissà quando lo
rivedremo, sai non vedo l’ora!” esclamò la donna sdraiandosi a letto.
“Io per niente invece. Spero che sarà tra molto tempo, ho
bisogno di riposo!” rispose Vegeta buttandosi a letto.
E intanto il giovane principe viaggiava nella dimensione
spazio temporale chiedendosi dove sarebbe capitato e che cosa avrebbe dovuto
affrontare per tornare al suo tempo….
Ciao a tutti, spero che stiate
passando bene questa quarantena, volevo solo dirvi che questa volta la fine è
davvero vicina, sto scrivendo l’ultimo capitolo ovvero il 16; quindi questo è
solo un capitolo di passaggio al 15esimo che è sicuramente più succoso. A
presto.
Il giovane Vegeta cadde rovinosamente sull’erba, rimase
coricato per alcuni istanti per assicurarsi di non essersi rotto nessun’osso,
poi lentamente si rialzò e si guardo attorno.
Era notte, ma a causa della forma riconobbe subito
l’edificio a fianco a lui, era la casa del se stesso del futuro, per un attimo
valutò l’idea di fuggire, dopotutto era probabile che nessuno fosse a
conoscenza del suo arrivo, quindi avrebbe potuto tranquillamente filarsela e
andare a divertirsi, poi però pensò a cosa sarebbe potuto succedere se il
Vegeta di quella dimensione si fosse accorto di lui e visto che l’umiliazione
era ancora piuttosto fresca, a malincuore decise di cercare la porta d’ingresso
per segnalare la sua presenza.
Mentre faceva il giro però attorno all’edificio andò a
sbattere contro qualcuno che subito non riconobbe, ma fu invece riconosciuto a
sua volta:” oddio papà scusa, non stava scappando da casa davvero, stavo
prendendo solo una bocca d’aria perché non riuscivo a dormire!” spiegò una voce
di ragazza.
E a quel punto al giovane principe venne il sospetto che
quella ragazza potesse essere Bra notevolmente cresciuta, ma visto che erano
entrambi nell’oscurità decise di rimanere al gioco ancora per un po’: “ehi
ragazzina questa è una scusa veramente patetica, mi aspettavo qualcosa di
meglio dall’ultima ragazza sayan rimasta!”.
“Uffa e va bene torno nella mia camera! Questa volta ero
sicura che non ti saresti accorto di nulla!” rispose la ragazza sbuffando
sonoramente.
“Fortunatamente per te io non sono esattamente tuo padre.
Ehi ciao Bra, per te credo sia passata un po’ di tempo!” esclamò il giovane
principe mettendosi alla luce.
E fu così che Bra si trovò davanti quel ragazzo che era suo
padre da giovane, con cui si era divertita tanto durante la loro fuga prima di
essere beccati, e sorridendo venne anche lei alla luce.
Il giovane principe si trovò davanti ad una ragazza, una
bella ragazza, che doveva avere più o meno la sua età, aveva lunghi capelli
lisci di quell’assurdo colore azzurro, ma per il resto era decisamente degna di
essere una principessa sayan; poi il suo sguardo
cadde sul vestito che indossava la ragazza e non potè
fare a meno di arrossire violentemente, lui non ricordava molto di come si
vestissero le donne sayan, ma sicuramente non così,
l’abito era color rosso fuoco e copriva esattamente i punti giusti sopra e
sotto, lasciando troppa pelle nuda a suo parere, ma dopotutto non conosceva
molto dei costumi dei terresti e non che la cosa lo interessasse
particolarmente, pensò nonostante il fastidio che provava nel vedere così
conciata la sua futura figlia.
“Ehi Bra ora non sei più una mocciosetta,
quanti anni hai adesso?” chiese Vegeta per rompere il silenzio.
“Ho diciassette anni proprio come te! Ma per me sono passati
anni, tu immagino che vieni direttamente dal mio passato!” decretò la ragazza.
“Sì, ci siamo salutati solo da poco tempo. Ora se non ti
dispiace dovrei farmi vedere da tuo padre, vorrà sapere del mio arrivo” disse
il ragazzo osservandola per capire la reazione della giovane, che divenne subito
rossa, ma si ricompose subito e gli si avvicinò.
“Oppure potresti venire a fare un giro con me, sai stavo
andando ad una festa e se non ricordo male a te piacciono le feste” propose la
ragazza parlando sottovoce.
Il giovane principe aveva voglia di divertirsi e sicuramente
con Bra si sarebbe divertito molto di più che con Trunks,
ma dentro di lui sentiva anche una vocina molto lontana che gli diceva che
stava sbagliando, ma ovviamente lui decise d’ignorarla, dopotutto Bra era stata
piuttosto brava a sgattaiolare di casa e quindi avevano buone probabilità di
godersi la festa e tornare prima che gli altri componenti della famiglia si
svegliassero e quindi rispose affermativamente alla ragazza, la quale fece un
grande sorriso e prendendolo per un braccio si allontanarono di soppiatto dalla
Capsule Corporation e lo portò in un garage dove c’erano diversi mezzi
parcheggiati.
“Vuoi andare alla festa con una di queste? Non sai volare?”
chiese il giovane Vegeta.
“Ma certo che so volare, ma se lo facessi tu, o meglio mio
padre potrebbe percepire la mia aura, prendiamo questa moto, è elettrica ed è
piuttosto silenziosa oltre ad essere veloce, magari ti andrebbe anche di
guidarla” propose la ragazza che aveva notato con che interesse il principe
stesse guardando la moto.
“Sì mi va di provarla, forza sali a bordo!” le ordinò il
principe dei sayan, e così i due partirono nella
notte.
La corsa in moto non fu affatto male, quel mezzo anche se
antiquato rispetto alle navicelle che il giovane principe era abituato a
guidare, andava decisamente forte e finalmente si sentì libero, sentiva il
vento tra i capelli e sentiva di poter fare qualunque cosa in quel momento,
mentre sfrecciava con la moto per le strade quasi vuote della Città dell’Ovest.
Arrivarono al luogo della festa, si trattava di un capannone
piuttosto lontano dal centro abitato da cui usciva una musica piuttosto
assordante, nonché pessima pensò Vegeta; non che a lui fosse mai interessata la
musica, però quella era veramente tremenda, ma notò che tutti i ragazzi presenti
non la pensavano così visto che qualcuno stava addirittura ballando fuori dal
locale.
Bra lo prese per mano e lo tirò dentro il locale e il dentro
era quasi peggio che l’esterno se era possibile, era tutto avvolto da una
disgustosa nuvola di fumo, che proveniva da degli strani piccoli oggetti che
tenevano tra le labbra diversi ragazzi presenti, c’era pochissima luce e la
musica dentro era ancora più alta, era impossibile parlare, ma notò che nessuno
dei presenti parlava, erano tutti troppo occupati a bere liquidi colorati
oppure a ballare come dei forsennati, tutti molto vicini.
Bra gli mise in mano un bicchiere dal liquido verde smeraldo
e mimando il gesto di un brindisi con il suo bicchiere dal color rosso fragola
la vide scolarsene tutto il contenuto in una sola volta, mentre il giovane
principe ne bevve solo un sorso, era tremendo come tutto in quel luogo. A lui
non piaceva molto l’alcool, non gli piaceva il gusto, ma soprattutto perché
troppo alcool avrebbe stordito i suoi sensi rendendolo vulnerabile e lui non
poteva mai abbassare la guardia; infatti alle feste alla base aliena aveva
sempre bevuto meno alcool possibile, certo lì la situazione era diversa e
avrebbe anche potuto concedersi di abbassare un po’ il livello di guardia, ma
qualcosa nella sua testa gli suggeriva il contrario.
Vide poi Bra parlare nell’orecchio con un paio di ragazze
piuttosto carine per i canoni terrestri, le quali scambiandosi un sorriso
complice si diressero verso di lui, mentre Bra accennando un piccolo gesto di
saluto si allontanò.
Quelle ragazze gli dissero i loro nomi, ma lui a causa della
musica non riuscì a sentirli, ma non che la cosa avesse poi importanza,
iniziarono a ballare molto vicine a lui e lo convinsero a finire quella bevanda
disgustosa e gliene fecero avere un’altra dal colore violetto, più dolce, ma
decisamente più alcolica.
Quella festa forse non era poi così male pensò il giovane
principe, era meglio di quella a cui aveva partecipato con Trunks,
lì le ragazze sembravano tutte molto disponibili e non c’erano insulsi ragazzi
terrestri che volessero far a botte per le ragazze, quindi Vegeta si rilassò e
scolò il bicchiere che aveva in mano, dopotutto forse si era sbagliato, quei
liquidi colorati non erano così male e quindi ne prese un altro dal colore arancione.
Improvvisamente però iniziò ad avere caldo, aveva appena
finito quel bicchiere e notò che le due ragazze lo stavano osservando con un
sorrisetto complice, forse avevano fatto qualcosa al bicchiere, e quindi provò
a chiederlo, ma la sua voce uscì molto strana, strascicata, e vide le due oche
ridere sguaiatamente e avventarsi addosso a lui, ma in qualche modo le respinse
facendole cadere a terra.
Le due gli dissero qualcosa, sicuramente dal tono piuttosto
acceso, ma a lui non importava, ne aveva abbastanza, non si sentiva bene, aveva
preso anche a girargli la testa e detestava davvero quel fumo, improvvisamente
provò disgusto per tutte quelle persone, per quei corpi accalcati, per il fumo
che avvolgeva tutti, voleva andarsene e l’avrebbe fatto; e quindi nonostante
gli tremassero le gambe, barcollando vistosamente si diresse verso l’uscita,
schivando tutti quegli odiosi terrestri; se avesse avuto i suoi poteri li
avrebbe massacrati tutti pensò.
Una volta fuori dal capanno respirò a pieni polmoni, ma poi
successe la cosa più imbarazzante della sua vita, iniziò a vomitare, si vomitò
addirittura sulle scarpe e sui pantaloni, si vergognò moltissimo perché vide
alcuni ragazzi indicarlo e ridacchiare, li avrebbe strangolati, ma i suoi sensi
erano ancora annebbiati, si sentiva molto debole, probabilmente quelle due oche
l’avevano drogato pensò furibondo.
Decise di allontanarsi da quella festa e quindi sempre
barcollando si avviò per tornare indietro, non si mise nemmeno a cercare la
moto, tanto non sarebbe stato in grado di guidarla.
Per un attimo ebbe paura di stare troppo male, e di non
riuscire a chiamare la sua versione adulta a salvarlo, era davvero faticoso
camminare, si maledisse per aver abbassato la guardia come uno stupido pivello,
ma non sarebbe mai più successo e maledetta quella Bra che l’aveva convinto a
venire in quel posto infernale.
E poi pensò per a Bra, sì era stata lei a metterlo in quella
situazione e appena si fosse sentito meglio si sarebbe vendicato, poteva starne
certa, ma se fosse stata in pericolo? Nell’uscire da quel luogo infernale aveva
visto diverse mocciose prive di sensi, e per un attimo ebbe paura per Bra, era
stranamente preoccupato, anche se non avrebbe dovuto, visto che lui non provava
un bel niente per quella mocciosa, non le doveva proprio un bel niente. Eppure
le sue gambe si girarono di loro spontanea volontà e attingendo alle ultime
forze rimaste e alla sua poca lucidità lo costrinsero a tornare indietro per
cercarla.
Rientrando in quel capannone sentì la nausea salirgli
nuovamente, ma s’impose di controllarla, iniziò a scandagliare il locale, ma
non vedeva Bra da nessuna parte, quindi si addentrò in mezzo a quel gruppo di
ragazzi trattenendo il disgusto, ma passarono diversi minuti prima che
finalmente riuscisse a individuare Bra. Era avvinghiata ad uno di quegli
insulsi terrestri e ballavano tranquillamente, come se attorno a loro non ci
fosse nessuno, Vegeta sentì salirgli la rabbia, ma si ricordò del bracciale e
quindi si trattenne, ma si diresse verso di lei e la prese per un braccio.
Bra di voltò verso di lui e il giovane principe notò subito
lo sguardo assente della ragazza, forse anche lei aveva preso qualcosa, “ehi tu
cerchi rogna? Vattene e lascia in pace la mia ragazza!” disse il terrestre
avvicinandosi all’orecchio del giovane principe e questo vide rosso, come osava
parlare a lui così e come osava toccare Bra, non era degno neanche di respirare
la loro stessa aria e quindi senza pensare alle conseguenze diede un violento
pugno al ragazzo in pieno viso. Attese la scarica elettrica, che arrivò, ma fu
meno violenta del previsto, probabilmente i suoi sensi erano davvero
compromessi da quello che aveva bevuto fino a quel momento, il ragazzo comunque
era a terra e nessuno pareva essersi accorto di lui a parte Bra che gli stava
gridando qualcosa, ma lui a causa della musica non lo sentì e non gl’importava
nemmeno a dire il vero, la prese saldamente per un braccio e la trascinò fuori,
lei provò a fare un po’ di resistenza, ma nemmeno troppa.
Una volta fuori Bra con voce strascicata gli chiese perché
avesse dato un pugno al suo ragazzo, ma prima che il giovane principe potesse
rispondere, vide con orrore la ragazza sedersi per terra e poi lasciarsi cadere
all’indietro; era svenuta e lui non sapeva nemmeno come fare a tornare
indietro.
Trascinò Bra in un luogo tranquillo, lontano dalla folla e
da quella terribile festa e già quello sforzo lasciò sfinito il principe che
continuò a maledirsi per essersi concesso quel divertimento.
Sentì, però, un piccolo trillo provenire dalla borsa della
ragazza, e quindi lui l’aprì e trovò dentro quello che sembrava un oggetto per
comunicare, aveva tasti e uno schermo, doveva solo capire come funzionasse e
per come era messo non era poi così semplice.
Dopo alcuni minuti però facendo scorrere un elenco di nomi
trovò un nome che conosceva ovvero quello di Trunks e
quindi schiacciò un’icona sperando che fosse quella giusta e l’oggetto prese a
fare un rumore strano e ripetitivo, finchè dall’altra
parte la voce di un ragazzo disse “pronto”.
“Ehi spero che tu sia Trunks,
riesci a sentirmi? sono Vegeta e sono ad una festa con Bra, non so cosa è
successo è svenuta, vieni a prenderci immediatamente!” ordinò il giovane
principe.
“Cosa? Ma come? Ma sei quel Vegeta? No no ok lasciamo stare,
arrivò non muovetevi!” rispose la voce dall’altra parte prima di riagganciare.
Trunks aveva sentito il suo
cellulare suonare e si era svegliato di colpo, erano le 3 del mattino, ma
quando sul display vide il nome di Bra rispose temendo fosse successo qualcosa,
sapeva che quella sera sarebbe andata ad una festa e sapeva anche che suo padre
era fermamente contrario.
Ovviamente non si aspettava certo di sentire la voce di
Vegeta dall’altra parte, subito l’aveva scambiata per quella di suo padre, ma
giusto per un secondo, poi aveva capito perfettamente chi fosse il Vegeta che
stava parlando e quindi gli rispose che sarebbe arrivato immediatamente.
Trunks valutò se fosse il caso di
svegliare il padre, ma alla fine decise di lasciare un biglietto, non sapeva
ancora cosa fosse successo a quella festa e suo padre sarebbe stato capace di
fare prima una strage e poi forse le domande. Stava per andare in volo, ma poi
decise che forse era meglio prendere l’auto e nell’entrare nel garage notò
subito che mancava la moto preferita di suo padre, Bra sarebbe stata davvero
nei guai se fosse successo qualcosa a quella moto, pensò il ragazzo partendo
con una air car.
Ci mise quasi venti minuti a raggiungere il luogo della
festa, non si guardò molto attorno, ma seguì l’aura della sorella che riusciva
a percepire poco lontano da lì e appunto la trovò stesa a terra con il giovane
principe seduto a fianco, con un’espressione davvero preoccupata e quindi il
ragazzo si precipitò da loro temendo il peggio, ma quando arrivò vide che la
sorella era solo svenuta.
“Ehi Trunks a che ti servono
quelli? Sei ridicolo!” esclamò il giovane principe indicando i suoi occhiali.
“Per tua informazione mi hai fatto miope e quindi mi
servono. Mi sembra che tu non sia cambiato di una virgola invece!” rispose Trunks mentre prendeva in braccio la sorella.
“Già, in realtà ci siamo salutati solo qualche ora fa per
me!” rispose il giovane principe seguendo Trunks.
Trunks notò subito che il suo
futuro padre aveva un passo malfermo ed era decisamente molto pallido, fece per
commentare, ma lasciò perdere, si ricordava quanto fosse velenoso quel ragazzo
e quello non era certo il momento per mettersi a discutere con lui; gli chiese
piuttosto dove fosse finita la moto e lui rispose che non se lo ricordava e che
non gl’importava nulla della moto, voleva solo tornare a casa e farsi una
doccia.
“Senti, se non porto a casa quella moto, tu, o meglio
l’altro te sarà molto furioso e quindi se non vuoi peggiorare le cose è meglio
trovarla!” esclamò Trunks.
“Oh beh questa volta non è certo colpa mia, è stata lei che
mi ha trascinato qui. E perché tu sembri così calmo? “ chiese
il giovane principe, il quale aveva notato che Trunks
non era così sconvolto dalle condizioni di Bra.
“Diciamo che non è
la prima volta che partecipa a feste di questo tipo, sai negli ultimi anni lei
ecco…beh diciamo che non è mai stata portata per rispettare le regole!” spiegò Trunks il quale non voleva parlare delle liti furiose tra i
suoi genitori e la sorella.
Il giovane principe fece per rispondere, ma poi cambiò idea
e indicò a Trunks dove avevano lasciato la moto,
almeno così sarebbero potuti tornare indietro; la moto venne ridotta ad una
capsula e i tre salirono sulla air car, Bra venne sistemata dietro, mentre il
giovane principe si sedette al posto del passeggero a fianco a Trunks.
Il viaggio fu veloce e silenzioso, arrivati alla Capsule
Corporation entrambi i ragazzi notarono che le luci erano ancora tutte spente,
quindi probabilmente nessuno si era accorto della fuga di Bra e quindi Trunks fece per dirigersi dalla porta sul retro.
“Ehi io non entro dalla porta sul retro come una ladro, sono
una principe e quindi entrerò dall’ingresso principale!” esclamò a voce alta il
giovane principe.
“Così ci scopriranno” osservò Trunks.
“E credi che la cosa per me abbia importanza?” chiese il
giovane principe mentre si attaccava al campanello di casa Brief, prima che Trunks potesse fermarlo; non aveva nessuna intenzione di
fare tutto di nascosto, questa non volta non avrebbe protetto Bra.
Le luci di casa Brief si accesero tutte e due persone di
mezza età aprirono alla porta e il giovane principe rimase di sasso, la donna
era Bulma, era decisamente invecchiata e lui non
ricordava di aver mai visto donne così vecchie sul suo pianeta, i sayan non erano noti per avere una vita così lunga, ma
anche lui era decisamente invecchiato e quei baffi poi? Cosa diavolo erano quei
baffi? Infatti nonostante la situazione non riuscì a trattenersi:” Quei baffi
sono orrendi, toglili subito, mi fai sfigurare!”.
“Ehi fatti gli affari tuoi. Si può sapere che diavolo è
successo?” chiese Vegeta osservano il trio.
“Sono arrivato qualche ora fa, ho incontrato tua figlia che
se la stava svignando ad una festa e mi ha convinto a seguirla, la festa era un
vero schifo, non dovresti permetterle di andare a certe feste sai? Poi penso
abbia esagerato con quei liquidi colorati che bevete voi terrestri e che sono
davvero disgustosi e io ho deciso che era ora di lasciare la festa, poi le è
svenuta e io sono riuscito a contattare Trunks che è
stato così gentile da venirci a riprendere, visto che lui è davvero un ragazzo
perfetto e responsabile, anche se porta degli occhiali ridicoli…..”
spiegò il giovane principe col tutta l’arroganza di cui era capace.
“Sì d’accordo ho capito, Trunks
porta tua sorella in camera e tu invece andrai nella camera degli ospiti, la
tua vecchia stanza, ti farai una doccia perché hai un odore tremendo e poi
parleremo domattina!” ripose Vegeta che poi girando le spalle a tutti se ne
andò furioso, Bra aveva disobbedito ancora, non era più la bambina un po’ biricchina che lui adorava, era una ragazza che non faceva
altro che mettersi nei guai e contraddirlo continuamente e purtroppo vedeva
moltissimo di lui in quella ragazza, aveva sicuramente ereditato la parte
peggiore del carattere sia sua che di Bulma pensò, mentre
andava a sfogarsi nella Gravity Room.
Il giovane principe
entrò nella sua vecchia stanza e senza nemmeno fare la doccia si lasciò cadere
a letto e si addormentò profondamente.
Non sapeva esattamente
quante ore avesse dormito, ma fu svegliato dalla voce acuta di quella dannata
donna:” buongiorno sua altezza, il sole è già alto e la tua controparte non
vede l’ora di parlare con te, quindi ho pensato di portarti la colazione per
prepararti meglio al vostro incontro”.
Bulma appunto tra le
mani aveva un vassoio colmo di cibo, il giovane principe aprì un occhio
attirato dall’idea di mangiare, ma poi sentì improvvisamente salirgli una
strana nausea e quindi si precipitò al bagno dove vomitò per l’ennesima volta.
Quando uscì dal bagno,
quella donna era ancora lì e frustrato si chiese perché non gli aveva
semplicemente lasciato il vassoio, detestava essere visto in quello stato e
sicuramente lei lo sapeva e stava sicuramente godendo della situazione, la
odiava.
“Dai altezza non
mettere il broncio, può succedere di partecipare ad una festa e di esagerare,
nel vassoio troverai anche un paio di pastiglie magiche per il mal di testa!”
spiegò Bulma.
“Non voglio le vostre
droghe terresti, ne ho già avuto abbastanza ieri sera!” esclamò il giovane
Vegeta con disprezzo.
“Su non fare
l’orgoglioso, ti faranno bene. Ora ti lascio il tuo spazio per rimetterti in
sesto, ma non stavo scherzando poco fa, l’altro te stesso ti sta aspettando”
insistette Bulma.
“E va bene, ho capito
donna e ora vattene!” gridò esasperato il giovane principe, sentendo la sua
testa esplodere a causa della sua stessa voce. La donna gli lanciò un’occhiata
divertita e poi finalmente lo lasciò da solo.
Il giovane principe,
allora, si fece una lunga doccia e non si stupì di trovare sul letto degli
abiti puliti, che indossò e poi divorò la colazione, combattendo contro la
nausea, rimase in fine a fissare le pillole, non le voleva prendere, ma gli
faceva davvero male la testa e quindi alla fine decise che era il caso di
prenderle, tanto nessuno lo stava osservando in quel momento.
Decise, poi, che era il
momento di affrontare il se stesso più vecchio, dopotutto questa volta non era
davvero colpa sua e quindi scese le scale e percepì la sua aura verso la
cucina, dove lo trovò intento a bere del caffè.
“Ah eccoti qui
finalmente, mi stavo giusto chiedendo quanto avevi intenzione di farmi
aspettare” commentò il Vegeta più anziano senza alzare gli occhi dalla sua
tazza di caffè.
“Beh anche tu te la
stavi prendendo comoda mi sembra!” rispose a tono il ragazzo.
E ciò fece scattare il
Vegeta adulto che si materializzò di fronte a quello più giovane e prendendolo
per un braccio iniziò a trascinarlo verso la GR e al ragazzo venne un terribile
sospetto:” Ehi tu cosa cavolo vuoi farmi, guarda che questa volta non è affatto
colpa mia, non vorrai punirmi di nuovo!” e così dicendo si aggrappò con tutte
le sue forze ad una colonna.
“Moccioso lascia subito
quella colonna, sei già abbastanza nei guai, non ti salverai distruggendomi la
casa!” gridò Vegeta tirando il ragazzo, che però non mollava la presa, anzi
riuscì a sfuggire inaspettatamente dalla presa di quello più anziano e si
precipitò a perdifiato nel corridoio.
Il più vecchio rimase
un attimo fermo, stupito che il ragazzo fosse riuscito a liberarsi, poi si
lanciò al suo inseguimento e in poco tempo riuscì a placcarlo da dietro, e i
due caddero rovinosamente a terra insieme, facendo un gran trambusto, perché
nella fuga il giovane principe aveva travolto metà della casa.
“Ma si può sapere cosa
sta succedendo?” gridò Bulma che era accorsa verso di loro.
“Lasciaci in pace
questa è una questione tra me e il moccioso!” rispose il Vegeta più anziano
tenendo schiacciato a terra quello più giovane.
“Ehi digli di lasciarmi
andare, sto soffocando!” rispose quello più giovane.
“Sciocchezze, non
dargli retta donna!” commentò il più vecchio.
“Basta, Vegeta lascialo
andare e tu non provare a scappare altrimenti le cose si metteranno male per
entrambi!” gridò Bulma furibonda, il Vegeta più anziano esitò un momento, ma
poi lasciò andare il ragazzo, che stava per fuggire, ma lo sguardo omicida
della donna gli fece cambiare idea, non si fidava di quella, dopotutto era stata
lei ad inventare quello strumento di tortura che era il braccialetto che
portava al polso.
“Bene, ora credo che
potrete parlare tra di voi in modo civile no?” chiese Bulma.
“Dipende da lui!”
dissero insieme i due Vegeta osservandosi con sospetto.
“Siete due zucconi, ma
fate come volete, basta che non fate esplodere la casa, altrimenti saranno guai
per entrambi!” rispose Bulma andandosene, prima di scoppiare a ridere per
l’assurdità della scena a cui aveva appena assistito.
“Mi seguirai ora senza
fare storie?” chiese il Vegeta più anziano.
“E tu hai intenzione di
trattarmi ancora come un moccioso?” chiese circospetto il giovane principe.
“Vedremo!” rispose
l’altro incamminandosi verso la GR e il giovane principe anche se riluttante
decise di seguirlo tanto non poteva fare diversamente.
Una volta chiusa porta
della GR il giovane Vegeta si mise abbastanza lontano da quello vecchio
mettendosi sulla difensiva, cosa che fece scoppiare a ridere quello più
vecchio:” davvero credi di potermi fermare?” chiese continuando a ridere
malignamente.
“Considerato che sei
più vecchio e rammollito forse sì!” rispose il più giovane con tutta
l’arroganza di cui era capace.
“Se non sbaglio nella
tua linea temporale per la tua fuga ti ho punito solo un giorno fa e tu appena
sei arrivato nella mia epoca hai pensato bene di scappare di nuovo e di
partecipare ad una festa e di riportarmi mia figlia priva di sensi o sbaglio?”
chiese il più vecchio con tono accusatorio.
“Ehi è stato tua figlia
a trascinarmi in quel postaccio, sai dovresti controllarla di più, frequenta
insulsi terrestri, e indossa abiti che non mi piacciono e….” disse il giovane
principe, stava cercando di spostare l’attenzione su Bra, ma ovviamente il più
vecchio non si fece imbrogliare:” Senti moccioso quello che fa Bra non è affare
tuo, per ora. Fatto sta che mi hai disubbidito nuovamente e ne pagherai le
conseguenze!” e fece per lanciarsi verso il giovane che si mise sulla
difensiva.
“No, non te lo
permetterò! Se provi ad avvicinarti ti colpirò e non m’importa se questo
dannato bracciale mi farà friggere il cervello, quindi stai indietro. Sai dopo
il nostro precedente scontro ho avuto modo di pensare e voglio sapere come mai
tutte le volte che sono fuggito tu eri così furioso, dopotutto avevo questo
bracciale quindi non potevo certo distruggere questo dannato pianeta!” chiese
il giovane principe e notò che la sua versione più anziana sussultare, come se
non si aspettasse quella domanda e come se non avesse alcuna intenzione di
rispondere e quindi il ragazzo insistette per sapere ovviamente.
Ci fu silenzio per
alcuni istanti e poi finalmente il principe dei sayan si decise ad affrontare
il suo passato:"perchè tu sei un mostro, io so tutto quello che hai fatto,
e tutto quello che ancora farai, io non riesco a guardati senza provare rabbia
e disprezzo, se solo potessi metterei fine alla tua vita senza provare il
minimo rimorso, almeno avrei l’opportunità di salvare tanto sangue innocente
che macchierà le tue mani per sempre!” gridò Vegeta liberandosi finalmente del
peso che aveva sul cuore da anni, lui non era mai riuscito a fare pace col suo
passato e quel ragazzo arrogante era il suo passato in carne e ossa e lui non
poteva sopportarlo di averlo sotto gli occhi e vicino alla sua famiglia.
Il giovane principe
incassò quelle dure parole indietreggiando ancora, faceva davvero fatica a
capire i pensieri della sua versione più vecchia, ma provò comunque a
rispondere:” ehi non ti permetto di parlarmi così vecchio, io sono te e se non
avessi addosso questo stupido bracciale vi sterminerei tutti e conquisterei
questo pianeta per il grande Freezer, io amo il sangue che scorre tra le mie
mani e gli sguardi di terrore che incute il mio arrivo e non vedo l’ora di
tornare al mio tempo. Tu devi davvero aver battuto forte la testa durante uno
scontro, la nostra razza è stata creata per combattere, distruggere e
conquistare! ”.
“Il grande Freezer ti
ucciderà e morirai implorando Karoth di vendicare la nostra gloriosa razza!”
esclamò di getto Vegeta rendendosi conto subito che non avrebbe dovuto dirlo,
infatti vide il ragazzo impallidire.
“Beh se tu sei qui non
sono morto davvero però!” commentò il giovane confuso da quelle parole.
“Voglio farti vedere
una cosa moccioso!” esclamò Vegeta prima di trasformarsi in super sayan davanti
agli occhi sconvolti della sua versione più giovane, fino a quel momento aveva
accuratamente evitato di trasformarsi per non fornire troppi dettagli sul
futuro, ma tanto ormai il danno era fatto.
“Ma io sono il sayan
leggendario? L’ho sempre saputo, mio padre aveva ragione e quindi posso…ma
aspetta quando lo diventerò, come farò, dimmelo immediatamente, devo sapere!”
il giovane principe era un fiume in piena, era più che entusiasta, ormai era
certo che avrebbe potuto avere l’universo tra le mani e distruggere Freezer.
“Mi dispiace deluderti,
non sei il sayan leggendario e non sai quanto mi irriti darti questa notizia,
ma anche Karoth può trasformarsi in super sayan e così anche i suoi figli e mio
figlio…” rispose Vegeta.
“Mio figlio? Quindi
Trunks non mi ha detto nulla per tutto questo tempo? Non me lo sarei mai
aspettato da lui” commentò gelido il ragazzo.
“Per rispondere alle
altre due domande, ti posso solo dire che arriverai allo stadio super sayan e
anzi lo supererai passando per una strada di sofferenze e ci arriverai solo
quando il tuo cuore sarà sereno, ma non pieno di malvagità come pensavo a mio
tempo, ci arriverai quando avrai qualcosa per cui combattere!” spiegò Vegeta.
“Non riesco a capire le
tue parole, io voglio quel potere adesso!” esclamò il ragazzo con impazienza.
“Ed è quello proprio il
motivo per cui non l’avrai adesso!” rispose Vegeta alzando la voce poiché era
infastidito nel rivedersi com’era un tempo, così assetato di potere.
“Pretendo di sapere
altro!” insistette il giovane principe.
“E’ una storia lunga la
mia e quindi anche la tua e non posso rivelarti altro, dovrai farti bastare
quello che hai visto e che probabilmente dimenticherai alla fine di tutta
questa storia. E comunque forse avevi ragione tu prima, dovrei ringraziarti
dopotutto sei stato tu ad avvertire Trunks per riportare a casa Bra!” rispose
Vegeta che voleva disperatamente uscire da quella conversazione così scomoda.
“Esatto, sai stavo per
lasciare quella ridicola festa, poi non so ho sentito da qualche parte una voce
che mi diceva che non potevo andarmene senza Bra e quindi io sono tornato
indietro ecco!” spiegò il ragazzo arrossendo dal momento che aveva appena
dimostrato all’altro se stesso che dopotutto in fondo di qualcuno gl’importava
e infatti lo vide sorridere brevemente, come se stesse approvando.
Vegeta in quel momento
ebbe l’illuminazione su cosa doveva fare per rimandare indietro quel ragazzo, e
quindi facendosi guidare dall’istinto si parò davanti a lui e prima che l’altro
potesse spostarsi gli diede un forte schiaffo che fece cadere a terra il
giovane principe, che gridando gli chiese come mai l’avesse colpito.
“Per ricordati cosa
succederà se farai anche una sola mossa falsa, forza dammi il braccio ti tolgo
quell’aggeggio!” rispose Vegeta e il giovane principe si rialzò e con
riluttanza diede il braccio a quello più vecchio che dopo avergli lanciato
un’occhiata molto minacciosa gli tolse il bracciale che cadde a terra facendo
un suono metallico; i due per un attimo lo fissarono e poi il giovane principe
gridò di rabbia e iniziò a pestarlo fino a ridurlo in tanti piccoli pezzi di
viti e microchip.
“Ehi tanto ho ancora
quello di Trunks!” osservò quello più anziano.
“Non m’importa,
lasciami sfogare contro questo dannato oggetto” rispose il ragazzo.
“Non farmi pentire di
quello che ho fatto moccioso!” esclamò gelido Vegeta prima di lasciare la
Gravity Room.
Il giovane principe una
volta rimasto solo misurò la sua forza appena ritrovata, finalmente si sentiva
tutto intero ed era la sensazione più bella del mondo, se solo avesse trovato
un modo per velocizzare la sua trasformazioni in super sayan sarebbe stato
tutto perfetto, ma da quella conversazione aveva capito che prima di diventarlo
sarebbe dovuto succedere qualcos’altro nel suo futuro. Quindi per il momento
decise di accontentarsi di regolare i conti con Bra e quindi si diresse a passo
spedito verso la sua stanza.
Trovò la ragazza a
testa in giù sul letto che parlava tranquillamente dentro quell’aggeggio che
aveva usato per chiamare Trunks, ma prima che lei potesse reagire in qualche
modo il giovane le strappò il telefono dalle mani e lo scagliò contro la
parete, rompendolo ovviamente.
“Ehi ma come ti
permetti!” sbraitò la ragazza scattando in piedi.
“Sai non sono stupito
che mi hai portato con l’inganno a quella festa, o che mi hai lasciato con
quelle due oche, anzi per questo ti ammiro, ti trovo molto simile a me, però ti
disprezzo anche per come hai potuto concederti a quell’insulso terrestre e
ridurti così, mi aspettavo molto più dall’ultima ragazza sayan rimasta!” disse
il giovane principe.
“Eddai non fare
l’offeso, ci stavamo solo divertendo e magari le cose potrebbero esserci
scappate di mano, ma va tutto bene, siamo qui no? E mamma e papà non erano poi
così arrabbiati, gli passerà presto!” rispose la ragazza.
“No Bra tu non capisci,
io ti ho vista con quel terrestre e perdere i sensi per quei liquidi colorati e
disgustosi, ed è stato davvero uno spettacolo disgustoso, mi vergogno per te, e
se non ci fossi stato io a riportarti a casa? Dopotutto sono io no il cattivo
di questa storia e invece penso di averti salvata, ma cosa farai la prossima
volta?” chiese preoccupato il giovane principe e quelle parole fecero segno nel
cuore di Bra perché vide l’espressione davvero preoccupata di quel ragazzo e la
cosa le diede da pensare, ma non voleva farsi vedere in difficoltà da lui e
quindi gli rispose che non erano affari suoi di come lei gestiva la sua vita e
di pensare alla sua.
“Già hai ragione a me
non dovrebbe importare, ma per qualche strana ragione che non capisco m’importa
e mi fa anche infuriare allo stesso tempo!” esclamò il ragazzo stupendosi dalle
sue stesse parole.
“Certo che t’importa di
me, tu o meglio l’altro te mi adora, sai io sono la tua figlia preferita!”
ripose la ragazza ridendo, con una risata perfida, molto simile alla sua si
trovò a pensare il giovane principe.
“Ehi non è questo il
punto e poi io non adoro proprio nessuno se non me stesso che sia chiaro! Vedi
solo di non sprecarti con inutile terresti, sarebbe un affronto per la nostra
razza e io non posso sopportarlo, e cerca a volte di somigliare a Trunks, sì è
noioso, ma mi sembra a posto!”rispose
il giovane principe imbarazzato; vide Bra annuire con un cenno del capo per poi
sgranare gli occhi, ma prima che potesse chiederle il motivo sentì solo buio
attorno a lui.
Quelle parole avevano colpito Bra e avrebbe
anche voluto rispondergli, ma prima che lo facesse aveva notato una strana luce
azzurra attorno al giovane principe, ma prima che potesse avvertirlo lui era
sparito senza lasciare traccia.
La ragazza andò ad
avvertire i genitori e suo padre provò a cercare l’aura del se stesso da
giovane, ma non la trovò, il ragazzo era tornato a casa davvero finalmente
pensò e chiese alla figlia che cosa gli avesse detto prima di scomparire.
“Ah nulla d’importante,
avevamo un conto in sospeso per ieri sera!” rispose la ragazza che non voleva
dare a vedere quanto le parole del giovane principe le avessero dato da
riflettere.
Vegeta finalmente solo
sospirò e guardando il cielo pensò a quel ragazzo, che era lui, ma allo stesso
tempo ancora non lo era, purtroppo sapeva quanta strada avrebbe dovuto fare e
quanto male avrebbe fatto e avrebbe anche subito, ma dopotutto il passato non
si poteva cambiare, altrimenti anche quello splendido presente sarebbe cambiato
pensò.
Il giovane principe
aprì gli occhi, era a terra sporco di sangue, si chiese cosa fosse successo,
l’ultima cosa che ricordava era lui che liquidava quella strana donna, lei gli
aveva detto qualcosa, ma non ricordava cosa, chissà forse stava solo supplicando
per la sua inutile vita pensò con disprezzo rimettendosi in piedi, per fortuna
era solo e nessuno quindi aveva visto la sua caduta terra.
Fece un giro di
ricognizione in volo sul pianeta e lo trovò completamente deserto, non c’era
nessuna forma di vita, eppure lui non ricordava di avere ucciso nessuno a parte
quella vecchia, chissà forse quel colpo alla testa era più forte del previsto
pensò confuso; il giovane principe non venne mai a sapere che mentre era
lontano per la sua avventura gli abitanti di quel pianeta erano riusciti a
scappare grazie al sacrificio della loro dama bianca.
Quindi il giovane Vegeta vedendo che il
pianeta era davvero deserto si considerò soddisfatto del risultato ottenuto in
così poco tempo, anche se non ricordava tutti i passaggi, ma decise che non
gl’importava affatto. Saltò, allora, sulla sua navicella per tornare alla base:
avrebbe dormito per tutto il viaggio perché inspiegabilmente si sentiva molto
stanco.
Salve a
tutti, e così siamo giunti alla fine di questo delirio letterario durato un
anno, per me è stato un anno molto particolare che sicuramente ricorderò e mi
ha fatto molto piacere riprendere a scrivere, anche se a volte con tempi un
pochino lunghi. Scrivere questo finale non è stato semplice, ma ormai era
tempo. Ringrazio chi ha recensito e se qualcun altro alla luce del finale vuole
dare il suo parere è più che ben accetto. Ringrazio ovviamente anche tutti i
lettori che sono stati davvero tanti. Scriverò ancora? Mah possibile, non so
quando, ma è spero di sì, in realtà avrei anche un paio di idee, ma devo ancora
ragionarci. Vedremo, per ora grazie a tutti e a presto, speriamo!