Vegeta passato presente e futuro

di Angelo Azzurro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


VEGETA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

INTRODUZIONE

Cora era una dama bianca, o meglio conosciuta come una donna saggia dotata di grandi poteri spirituali che aveva sempre protetto gli abitanti del pianeta Jody, un piccolo pianeta dell’universo famoso per le sue acque dai poteri curativi. Cora era una delle custodi di queste acque, come tutte le donne della sua famiglia prima di lei.

Un giorno mentre stava attingendo alle acque curative percepì una forza oscura che stava arrivando sul pianeta a grande velocità, corse quindi ad avvertire il capo del villaggio, che ordinò a tutti gli abitanti di nascondersi; l’unica che rimase allo scoperto ad attendere il pericoloso straniero fu proprio Cora.

Un giovane principe dai capelli neri si era risvegliato nella sua navicella, ormai il pianeta Jody era in vista, doveva prepararsi allo sbarco. Certo che quel viaggio era proprio una bella scocciatura, era appena rientrato da una missione piuttosto complicata e sperava di poter avere del tempo per potersi riposare, invece il grande Freezer gli aveva ordinato di recarsi immediatamente sul pianeta Jody e distruggerlo.

A quanto pareva l’ambasciatore di quel ridicolo pianeta aveva offeso il grande Freezer e quindi non era stato sufficiente, per vendicare l’affronto, eliminare quello sciocco uomo, anche l’intero pianeta andava disintegrato. E quindi ora il giovane Vegeta si trovava a compiere quella missione fuori programma; sperava che gli abitanti del pianeta non opponessero troppa resistenza, così forse nel giro di un paio d’ore li avrebbe eliminati tutti e poi sarebbe potuto ripartire verso la base immediatamente, per godersi il meritato riposo.

Una volta sceso dalla navicella percepì che le capanne di quel villaggio erano completamente disabitate, sentiva nelle vicinanza un’unica aura, anche piuttosto potente tra l’altro. E infatti poco dopo vide una donna anziana da lunghi capelli bianchi procedere verso di lui lentamente con l’aiuto di un bastone.

“Ti prego, potente straniero, ti imploro di risparmiare il mio popolo. Prendi tutta la nostra acqua curativa, prendi la mia vita, ma ti prego risparmia gli altri. Io ho visto nel tuo cuore e nonostante tutte le tenebre che lo attanagliano in fondo c’è della luce, e tu un giorno proprio grazie a quella piccola luce sconfiggerai le tenebre” invocò la donna gettandosi ai piedi del giovane principe.

Vegeta scoppiò a ridere per tutta risposta; lui nel suo cuore non aveva nessuna luce, era un guerriero nato ed educato a distruggere la luce, ad essere il più forte e a non mostrare mai il minimo briciolo di pietà.

“Vecchia non mi incanti con le tue parole, io ho ricevuto l’ordine di distruggervi ed è esattamente quello che farò. E inizierò prendendomi la tua patetica vita. Addio…” esordì il ragazzo.

L’anziana donna, però, mentre veniva colpita dalla sfera di energia, rivolse un’ultima supplica ai suoi dei con tutta la forza spirituale che aveva, chiedendo di risparmiare la sua gente e di mandare quell’oscuro straniero in un luogo dove potesse redimersi e far brillare la luce già presente nel suo cuore.

La donna cadde morta ai piedi di Vegeta, ma lui non riuscì a rallegrarsene, perché improvvisamente sentì tutte le sue forze abbandonarlo e improvvisamente fu tutto completamente buio.

In quello stesso momento sul pianeta Terra alla Capsule Corporation era una giornata piuttosto tranquilla, Bulma era chiusa nel suo laboratorio a preparare un importantissimo progetto, i ragazzi erano a scuola e il principe dei sayan si stava allenando nella sua Gravity Room, finchè non percepì l’arrivo di un’aura potentissima e stranamente simile alla sua.

Vegeta corse fuori dalla GR e si precipitò nel giardino dove trovò privo di sensi un giovane a faccia in giù nel prato, ancora prima di guardarlo in viso sapeva con esattezza che quel giovane era lui. Certo un lui, molto più giovane e proveniente da un’altra dimensione, ovviamente non aveva idea del perché fosse lì e come ci fosse arrivato. Lo prese quindi in braccio e lo portò in casa chiamando Bulma a gran voce.

CAPITOLO 1

Bulma e Vegeta decisero di sistemare il loro giovane ospite in una delle stanze vuote e Vegeta fece per legare il ragazzo con delle catene.

“Ma perché lo leghi? Tu sei sicuramente molto più forte di lui, non credo che ce ne sia bisogno” disse Bulma guardando con curiosità il ragazzo che a suo pare doveva avere trai sedici e i diciassette anni.

“Fidati, è meglio tenerlo legato, mi ricordo perfettamente com’ero quando ero un ragazzo. Non dobbiamo fidarci di lui per nessun motivo, non so perché sia qui, ma non è sicuramente per nulla di buono. Dovremo contattare Karoth per parlarne con il Supremo, forse lui e re Kaio saranno in grado di rispedirlo da dove è venuto” spiegò Vegeta, mentre assicurava il giovane se stesso con delle catene al letto.

Il principe dei sayan fissava il ragazzo, doveva avere circa 17 anni e lui ricordava perfettamente tutte le cose tremende che aveva fatto a quell’epoca e pensare che ora quella bomba ad orologeria era proprio lì sotto il suo tetto, così vicino alla sua famiglia gli faceva temere il peggio. Doveva essere rispedito indietro il prima possibile, e fino ad allora non avrebbe potuto perderlo di vista nemmeno un momento. Ordinò quindi alla moglie di chiamare Karoth e di farlo teletrasportare a casa loro immediatamente.

E così circa 5 minuti più tardi anche Goku stava fissando il giovane Vegeta incatenato al letto: “Ehm certo che fa strano vedere tu qui e lui lì….chissà perché è venuto” esclamò Goku.

Vegeta decise che prima di andare dal Supremo e da re Kaio doveva avere maggiori informazioni e quindi iniziò a scuotere e chiamare il ragazzo per farlo svegliare.

Il giovane principe sentì il suo nome provenire dalla nebbia che avvolgeva la sua mente, seguendo quella voce iniziò ad aprire gli occhi e davanti a lui vide un volto che somigliava moltissimo a suo padre, tant’è che lo chiamò a fior di labbra, ma se allora quello era suo padre significava che lui era morto, che l’aveva raggiunto all’inferno, come aveva fatto quella strega ad avere la meglio su di lui? Era convito di averla colpita a morte…

“Vegeta non sono tuo padre, devi svegliarti subito…” lo chiamò una voce, che effettivamente non era quella di suo padre, ma era più simile alla sua, anche se più roca.

“Caro forse potresti essere più gentile, il ragazzo mi pare confuso.” Sentì dire da un’altra voce femminile piuttosto stridula, doveva appartenere alla donna con i capelli azzurri che lo fissava con preoccupazione.

Il giovane principe con uno sforzo riuscì ad uscire dalla nebbia che attanagliava la sua mente e ormai completamente sveglio stava osservando i tre personaggi che a suo volta lo fissavano.

C’era la donna con i capelli azzurri che gli sorrideva e poi c’erano due uomini, percepì subito che erano due sayan, anche se questo era praticamente impossibile, perché era lui l’unico sayan sopravvissuto del pianeta Vegeta, e di questi due individui uno somigliava terribilmente a lui, anche se più vecchio, ma che stregoneria era mai quella e fu proprio questo a prendere la parola: ”Quanti anni hai ragazzo? E cosa ricordi prima di finire qui? Vedi di rispondere a queste domande con più precisione possibile”

“Chi siete? E perché sono legato? E perché tu mi assomigli così tanto? Sembra quasi che tu sia me? E quello con la faccia da sciocco è un sayan?” chiesi di rimando il giovane principe.

“Ti ho detto di rispondere alle mie domande!” fece di rimando Vegeta alzando la voce e facendo sobbalzare Goku.

“E perché dovrei farlo? Io sono il principe dei sayan e sono io a pretendere che si risponda alle mie domande.” rispose il ragazzo senza scomporsi.

Bulma e Goku nonostante la situazione non riuscirono a trattenere la risata e ciò provocò in entrambi i Vegeta uno sguardo assassino negli occhi.

Fu proprio Bulma e cercare di appianare le cose:” Certo che voi due vi assomigliate, siete la stessa persona, lui è il te stesso del futuro e non sappiamo per quale motivo tu sia arrivato qui nella nostra dimensione. Se può fornirci qualche dettaglio più preciso potremo cercare il sistema per rimandarti indietro”.

“E perché mai dovrei volere tornare indietro? Potrei rimanere qui e conquistare il vostro ridicolo pianeta. Il potente Freezer sicuramente mi ricompenserebbe!” esclamò il ragazzo con arroganza.

“Senti, moccioso, mettiamo subito le cose in chiaro, finchè tu sarai qui non torcerai un capello a nessun terrestre e soprattutto a nessuno della mia famiglia, altrimenti io ti distruggerò! E ora rispondi per la miseria!” gridò Vegeta rosso dalla rabbia; avrebbe voluto avventarsi su quel giovane arrogante, ma sarebbe stato strano picchiare se stessi e poi sapeva perfettamente, che il moccioso stava facendo del suo meglio per provocarlo. Lui stesso avrebbe fatto la medesima cosa, era terribile avere a che fare con se stessi, ma soprattutto con un se stesso adolescente.

Il giovane principe si stava divertendo a provocare quel vecchio, ma quel gioco non poteva durare a lungo e per il momento, e solo per il momento, era lui ad essere in svantaggio, quindi conveniva fare buon viso a cattivo gioco:” Ho diciassette anni e stavo per distruggere il pianeta Jody, ma qualcosa deve essere andato storto!” rispose il ragazzo sbuffando.

“Ehi Vegeta e tu ti ricordi di quella missione?” chiese Goku.

Vegeta si mise a riflettere, sì ricordava quella missione, ma in maniera nebulosa, forse quindi anche lui si era ritrovato nella stessa situazione del ragazzo e la storia semplicemente si stava ripetendo; avevano sicuramente bisogno di una forza superiore per chiarire la situazione e risolverla.

Così Vegeta decise di partire col Karoth per la dimora del Supremo lasciando Bulma ad occuparsi del giovane se stesso.

La donna e il giovane principe per un po’ rimasero in silenzio, ma poi la curiosità del ragazzo prese il sopravvento e si decise a porre le domande a quella donna:” E quindi tu chi saresti? La mia donna? E chi è quell’altro sayan? Come mai è ancora vivo? Io ho conquistato questo pianeta? Avanti parla donna!” esclamò.

Bulma trovò divertente l’arroganza del ragazzo, che nonostante fosse legato dava ordini a cui pretendeva che si obbedisse.

“Ma certo vostra altezza…io sono tua moglie e abbiamo due figli, ma mi spiace deluderti non sei a capo di questo pianeta, diciamo che negli anni a causa di alcune esperienze che vivrai cambierai radicalmente. E Goku, o meglio per te Karoth, questo è il suo nome sayan era il figlio del comandante Bardak, che è stato inviato sulla Terra prima che il vostro pianeta esplodesse, e così si è salvato crescendo come un terrestre.” Spiego Bulma.

“Quindi sono diventato uno smidollato da vecchio e sono amico di un altro ancora più smidollato. Ma questo non è possibile, devi essere stata tu a fargli una maledizione, anche tu devi essere una strega, come quella che ho ucciso poco fa. Se riuscissi a liberarmi da queste catene ti strapperei il cuore e poi...” disse il ragazzo, che però venne interrotto da Bulma.

“Non ti ho fatto nessun incantesimo, anche se diciamo che ho contribuito al tuo cambiamento. Ma ora basta, sono stanca di stare a sentire le tue minacce, non sei molto diverso dal tuo doppio più vecchio; ora ti lascerò qui da solo a calmarti, poi più tardi verrò a controllare come stai. Ciao piccolo principe!” esclamò la donna, la quale prima di uscire osò dare al giovane un bacio sulla guancia e questo iniziò a gridare insulti, ma Bulma uscì dalla stanza ridacchiando.

Il giovane principe quindi rimase solo nella sua stanza con pensieri molto cupi, doveva assolutamente liberarsi e poi distruggere e conquistare quel pianeta per vendicarsi dei suoi carcerieri. Non capiva perché non riuscisse a liberarsi da quelle catene, dovevano sicuramente essere stregate e a farlo doveva essere stata quella donna, era certamente una strega.

Nel frattempo ormai era pomeriggio e una bambina dai capelli turchini era appena ritornata da scuola, quel giorno aveva deciso di entrare direttamente dalla finestra della sua camera perché voleva nascondere la nota che le aveva dato la maestra prima che la trovasse la madre, e quindi piano piano era rientrata dalla finestra della sua stanza, tanto con un po’ di fortuna sua madre doveva ancora essere in laboratorio e suo padre della GR.

Una volta dentro casa però Bra percepì una presenza molto strana, sentiva l’aura del padre a poca distanza da lei, ma non era esattamente la sua, sembrava un poco diversa, ma non capiva come; quindi per andare a controllare la bambina lasciò la sua cameretta e si recò nella stanza da cui proveniva l’aura.

Quando si riaprì la porta della stanza, il giovane principe stava per gridare a quella donna scocciatrice di lasciarlo in pace, ma rimase senza fiato quando invece si trovò davanti una ragazzina di circa 6-7 anni che lo fissava con circospezione. Doveva essere sua figlia, aveva lo stesso taglio degli occhi e in lei percepiva la forza sayan, anche se in minima parte, sicuramente il sangue della terrestre aveva annacquato la forza.

“Ehi ragazzina perché mi stai fissando?” chiese il giovane.

“Papà sei tu? Ti ho sentito dall’altra stanza, ma sembri strano.” Disse la bambina avvicinandosi piano al letto.

E in quella frase il giovane Vegeta colse la sua occasione, poteva forse ingannare la mocciosa per farsi liberare. E quindi provò a rassicurarla, dicendole che era davvero suo padre, ma che a causa di un maleficio era stato trasformato in un ragazzo più giovane e legato a quel letto, ma che forse lei poteva liberalo.

La bambina continuava a fissarlo perplessa, in effetti lei sarebbe stata capace di aprire quelle catene, avevano un lucchetto magnetico e lei possedeva una chiave per aprirlo, però perché la mamma non aveva liberato papà? Lo chiese direttamente a quel ragazzo.

Il quale rispose che la mamma era di sotto che stava cercando una soluzione per farlo tornare normale e si era dimenticata di liberarlo, ma per fortuna ora la sua bambina adorata poteva aiutare il suo papà.

E quelle parole convinsero la bambina, la quale liberò il ragazzo grazie alla sua chiave.

Una volta libero il giovane principe valutò se uccidere la ragazzina, sarebbe stato molto semplice spezzare il suo fragile collo e se fosse stato veloce non avrebbe nemmeno emesso un suono, però d’altra parte era sempre sangue del suo sangue anche se mescolato ad una razza inferiori e quindi si limitò a spingerla per terra e a rompere con una sfera di energia la finestra e a fuggire da quella; sentendo in lontananza le grida della bambina che invocava la madre.

Nel frattempo Goku e Vegeta avevano discusso con il Supremo e con re Kaio, entrambi sapevano della maledizione scagliata da Cora sul giovane Vegeta, ma non sapevano ancora come annullarla, perché in teoria il ragazzo doveva redimere la sua anima prima di tornare indietro, comunque avrebbero cercato un modo per accelerare le cose, ma per il momento il ragazzo andava tenuto sotto stretta sorveglianza.

Vegeta cercò a furia di urla e minacce di spostare il giovane se stesso nella dimora del Supremo, ma quest’ultimo fu irremovibile, a parte l’antipatia reciproca che scorreva tra Vegeta e Dende, il Supremo cercò di spiegare al sayan che solo stando in mezzo ai terresti il ragazzo avrebbe avuto una minima possibilità di redenzione.

Il principe dei sayan era però molto combattuto, conoscendosi sapeva che sarebbe stata una battaglia redimere l’anima di quel ragazzo, accendendo il lui dei sentimenti che non fossero odio, rabbia e distruzione; quindi durante il ritorno alla Capsule Corporation non disse una parola, era troppo assorto nei suoi pensieri. Era così assorto che non si era nemmeno accorto della finestra rotta nella camera del ragazzo, fu Goku ad indicargliela con un verso strozzato.

I due sayan entrarono proprio da quella finestra temendo il peggio, ma dentro alla stanza trovarono Bulma che teneva tra le braccia una Bra piangente, che iniziò a piangere ancora più forte quando notò l’arrivo del padre.

Vegeta chiese gridando a sua moglie cosa diavolo fosse successo in quella stanza e Bulma glielo spiegò, cercando di sottolineare che la bambina non l’aveva fatto apposta, si era fatta ingannare; quel ragazzo aveva fatto leva proprio sulla sua ingenuità di bambina.

Il principe dei sayan divenne rosso dalla rabbia e Karoth accorgendosene e temendo che polverizzasse la sua stessa figlia cercava di calmare l’amico ricordandogli che dopotutto era una bambina, come la sua piccola Pan e che non l’aveva certamente fatto apposta, e che ora avrebbero potuto rimediare seguendo l’aura di quel ragazzo.

Vegeta scocciato dalle scuse di Karoth lo zittì in malomodo e poi si rivolse alla figlia:” Bra smettila immediatamente di frignare, mi dai sui nervi! Ora papà e Karoth risolveranno tutto, ma spero che in futuro tu non sia più così ingenua e che ti tenga alla larga da questa stanza, sono stato chiaro?”

La bambina si zittì all’istante, il padre non era mai stato tanto duro con lei, la rimproverava raramente e quindi dispiaciuta di essere scesa nella stima del padre, corse ad abbracciarlo assicurandogli che non si sarebbe mai più avvicinata a quel ragazzaccio cattivo e antipatico.

Vegeta consolò brevemente la figlia e poi la ridiede alle cura della madre, lui e Karoth dovevano cercare il giovane principe e fermarlo prima che combinasse qualcosa di irreparabile per la Terra e per la sua anima già sufficientemente compromessa.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Il giovane Vegeta stava sorvolando la Terra ed era rimasto piacevolmente sorpreso nel notare quanti mari, laghi e boschi erano presenti su quel pianeta, se fosse riuscito a conquistarlo ne avrebbe ricavato moltissimi soldi. Certo che forse compiere quell’impresa da solo sarebbe potuto essere un po’ complicato, anche perché il se stesso di quell’epoca e quel Karoth sicuramente avrebbero cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Avrebbe avuto bisogno di rinforzi, ma lui detestava chiedere aiuto, e se poi fosse riuscito a compiere quella missione da solo si sarebbe coperto di maggiore gloria. Non voleva ammettere a se stesso che in realtà aveva provato a mettersi in contatto con la base tramite il suo orologio, ma pareva non funzionare, forse si era rotto durante il viaggio nel tempo.

Decise quindi di iniziare a sgranchirsi i muscoli dopo essere stato incatenato ad un letto, distruggendo un villaggio di piccole dimensioni, non voleva trovare un’altra strega pronta a maledirlo.

Iniziò quindi a distruggere con delle sfere di energia il bosco circostante al villaggio e le capanne, sapeva che presto o tardi il suo doppio l’avrebbe trovato, ma non veda l’ora di misurarsi pure con lui; ormai era vecchio e sembrava anche essersi rammollito, quindi pensava di non avere alcuna difficoltà a sconfiggerlo.

Vegeta e Karoth ci misero poco a rintracciare il giovane principe, si trovava nei pressi di un villaggio non molto distante dalla città dell’Ovest, e sicuramente desiderava essere trovato, ma avrebbe avuto presto quello che si meritava pensò Vegeta.

“Ehm Vegeta e quando lo troveremo cosa hai esattamente intenzione di fare?” chiese Goku preoccupato dall’espressione di rabbia negli occhi dell’amico.

“Gli darò una bella lezione, con lui con le buone non si otterrà mai nulla. Poi lo riporterò a casa e mi assicurerò che le catene siano così strette da non permettergli di muovere un solo muscolo” spiegò Vegeta.

“Ma così come farà a diventare buono?” chiese Goku.

“Non deve diventare buono, razza di cretino, deve semplicemente redimere la sua anima e poi forse Dende e re Kaio troveranno un modo per mandarlo a casa prima. Quel ragazzo sono io e so perfettamente cosa ero in grado di fare alla sua età” rispose Vegeta.

“Ma scusa amico, se quello sei tu, significa che anche tu hai vissuto la stessa esperienza del ragazzo, ma non ricordi nulla!” constatò Goku.

“Ma certo, mi pare ovvia la cosa, senza bisogno di spiegarla..., e il fatto che io ora sia qui dimostra che in qualche modo siamo riusciti a rispedire il giovane me stesso da dove è venuto senza grandi mutamenti per il futuro”, rispose Vegeta piuttosto scocciato da quella conversazione.

Finalmente erano giunti al villaggio e notarono subito l’incendio che attanagliava il bosco e scorsero il giovane principe intento ad incendiare alcune capanne.

Il principe dei sayan gridò verso la sua versione più giovane e più crudele di fermarsi immediatamente e il ragazzo quando li vide li salutò con un inchino piuttosto beffardo e disse che si aspettava il loro arrivo molto prima e che ormai quel gioco lo stava annoiando…il villaggio era disabitato e quindi non c’era affatto gusto.

Sia Goku che Vegeta tirarono un respiro di sollievo nel sentire che il villaggio era vuoto, poi fu Vegeta a prendere la parola:” Coraggio ragazzino ti sei già divertito abbastanza, ora se tornerai indietro con noi senza fare storie per te le cose potrebbero andare meglio, altrimenti saremo costretti a darti una bella lezione e a riportarti indietro svenuto.”

Il giovane principe scoppiò a ridere e chiese al suo doppio se avesse paura a battersi da solo con lui, che se con l’età era diventato un pivello.

Goku nel sentire quelle parole sbiancò e cercò di ricordare a Vegeta che quello era lui e che non poteva ucciderlo, ma il principe dei sayan rispose alle provocazioni del giovane con una risata e gli disse che sperava di combattere con lui e che meritava proprio una bella lezione.

Il giovane principe quindi si scagliò sulla sua versione più anziana, mettendo a segno un paio di colpi, notò subito quanto fosse lento quel vecchio e decise di approfittarne aumentando la sua velocità.

Vegeta dopo aver gridato a Karoth di non interferire in alcun modo si lasciò colpire dal ragazzo, voleva valutare la sua forza e dargli l’illusione di poterlo sconfiggere. E puntualmente il giovane si mostrò piuttosto arrogante, l’aveva completamente sottovalutato, aveva deciso di non trasformarsi in super sayan per sconfiggerlo perché non sarebbe stato un combattimento ad armi pari.

Ormai il ragazzo aveva messo a segno un paio di colpi e quindi era ora di finire con quella pagliacciata e quindi mentre il suo giovane doppio gli stava venendo incontro a tutta velocità si scansò e gli diede un terribile pugno al viso che lo spinse piuttosto lontano.

Il giovane principe rimase un attimo immobile, poi sorrise maleficamente e disse che allora dopotutto anche da vecchio non era poi così smidollato e che ciò avrebbe reso ancora più dolce la sua vittoria, non gli sarebbe piaciuto sconfiggere un avversario completamente inerme.

Vegeta aveva appena colpito il suo doppio e dar un pugno al giovane se stesso gli aveva fatto provare una sensazione stranissima, per un breve istante anche lui aveva sentito il dolore di quel colpo. Ma senza cogliere le continue provocazioni del ragazzo tornò alla carica, del tutto intenzionato a ferirlo.

Il giovane principe vide la sua versione più anziana dirigersi verso di lui a tutta velocità, provò a scansarlo, ma non fu abbastanza rapido e quindi ricevette alcuni colpi piuttosto violenti.

“Ehi Vegeta direi che è abbastanza, dai metti fine a questo combattimento!” incitò Goku, a cui quella dimostrazione di forza tra i due Vegeta non piaceva per nulla. Erano entrambi molto cocciuti e smaniosi di dimostrare quanto fossero forti.

Vegeta prima che il ragazzo potesse rispondere, con una mossa velocissima gli diede un potentissimo colpo alla nuca che lo fece precipitare al suolo il giovane.

Il giovane principe stava cadendo e non capiva come avesse fatto la versione più anziana a colpirlo così violentemente, da dove veniva tutta quella forza? Era stato tutto così rapido che lui non si era accorto di nulla, era come se avesse azzerato l’aura.

Vegeta il giovane era caduto al suolo, stava per perdere conoscenza, ma sentì perfettamente prima di svenire quello che gli disse la sua versione più anziana:” Sarebbe stato meglio che non opponessi resistenza alla fine. Sei stato un vero sciocco a pensare di potere avere la meglio, io ho alle spalle più di vent’anni di allenamenti più di te, moccioso arrogante.”

Il giovane principe fece per rispondere, ma divenne tutto nero, era svenuto di nuovo.

“Ehm Vegeta, forse avresti dovuto andarci un po’ più piano con lui, non era necessario tramortirlo” disse Goku sinceramente preoccupato osservando da vicino i lividi del ragazzo.

“Con lui ci vogliono le maniere forti. Ora spero che dopo questa lezione non tenti più la fuga. Ha visto che sono molto più forte di lui e quindi ora penso di dovrei riuscire a farmi obbedire, almeno dovrebbe avere un minimo timore nei miei confronti” rispose Vegeta mentre si caricava in spalla il ragazzo.

Una volta rientrati alla Capsule Corporation la finestra della stanza del giovane principe era riparata e Bulma li stava aspettando con un curioso oggetto tra le mani, un bracciale di colore nero.

Vegeta con poca grazia lasciò cadere il ragazzo sul letto e chiese alla moglie di passargli le catene, che questa volta avrebbe stretto ancora di più.

Bulma rispose che forse le catene non erano più necessarie, aveva appena costruito un bracciale che bloccava completamente tutta la forza e quindi mettendolo al giovane lui si sarebbe trasformato in un innocuo ragazzino terrestre più o meno del tutto gestibile.

Vegeta chiese se il bracciale era davvero sicuro e la moglie gli assicurò che l’aveva provato poco prima su Trunks e che era sicuro al 100% e che tra l’altro all’interno aveva inserito un piccolo localizzatore per trovare il ragazzo in qualunque momento, anche se avesse azzerato l’aura e un dispositivo per dargli delle scariche elettriche se fosse diventato pericoloso.

Il bracciale fu quindi assicurato al polso del ragazzo, che fu comunque incatenato al letto ad una caviglia, ma la catena era abbastanza lunga da permettergli di girare per la stanza e andare nel bagno della camera.

A quel punto Goku venne rimandato a casa e Bulma e Vegeta chiudendo a chiave la porta raggiunsero i loro figli a cui dovevano delle spiegazioni.

Una volta spiegato tutto a ragazzi Vegeta partì con le minacce:” Come ho già spiegato a Bra, pretendo che voi vi teniate lontani da quella camera, non dovete mai stare da soli con lui, nemmeno tu Trunks.”

Il ragazzo dai capelli viola sentendosi preso in causa alzò gli occhi al cielo, non gli piaceva essere considerato un bambino allo stesso livello di Bra, dopotutto lui ormai aveva 16 anni, ma suo padre si ricordava ancora di lui solo quando era il momento di rimproverarlo.

Tra l’altro quell’arrivo dal passato era capitato decisamente a sproposito, pensò Trunks, visto che proprio quel giorno lui avrebbe dovuto chiedere ai suoi genitori il permesso per andare ad una festa della squadra di calcio, che si sarebbe tenuta in spiaggia la sera successiva.

Sapeva che convincere sua madre non sarebbe stato poi così difficile, ma con suo padre era tutt’altra storia, lui non capiva affatto i divertimenti terrestri e trovava sempre qualcosa per negargli il permesso; attaccandosi persino ai suoi voti scolastici. E visto che proprio due giorni prima aveva preso un’insufficienza in letteratura vedeva ben poche possibilità di ottenere ciò che desiderava.

Il giovane principe si risvegliò dopo alcune ore nella camera dove era già stato prigioniero, ma si stupì di non essere legato al letto, aveva solo una catena assicurata ad una sua caviglia, ridendo di quella ridicola misura di sicurezza presa nei suoi confronti, cercò di spezzare la catena con le mani.

Ma appena iniziò a caricarsi di forza notò subito che c’era qualcosa di sbagliato, la sua forza sembrava come riassorbita e fu a quel punto che notò il bracciale color metallo che portava al braccio, la sua forza veniva assorbita da quell’aggeggio.

Ovviamente cercò più volte di togliersi il bracciale, ma senza successo e quindi si lasciò andare in un grido di rabbia che provava tutta quanta la sua frustrazione.

“Credo che la nostra giovane altezza si sia svegliata e credo che sia anche di pessimo umore” commentò con ironia Bulma sentendo il grido di rabbia.

Vegeta annuì e rabbrividì a pensare a quel bracciale infernale avviluppato attorno al suo polso, doveva essere una sensazione terribile sentirsi risucchiare la propria forza e non potere fare nulla per impedirlo.

Si recarono quindi dal giovane che quando li vide entrare iniziò a gridare verso la loro direzione, chiedendo quale stregoneria gli avessero mai fatto; fu Bulma a prendere in mano la situazione e a rispondere: “Quel bracciale che porti al polso è una delle mie nuove invenzioni, è un assorbitore di forza, più tu provi rabbia, più cerchi di concentrare la tua forza per fare qualcosa di violento più la tua forza verrà assorbita dal dispositivo che porti al polso. Diciamo che al momento sei diventato un normale adolescente terrestre”.

Il giovane Vegeta di tutto quel discorso afferrò solo alcune parole, terribili parole tra l’altro, ovvero forza assorbita, normale e adolescente terrestre e quindi iniziò a gridare con tutta la voce che aveva in corpo che esigeva di essere liberato immediatamente da quella stregoneria infernale e di rimandarlo a casa, ne aveva abbastanza di tutto quanto, ma ad un certo punto oltre alla rabbia che gli pervadeva ogni angolo del corpo, iniziò anche a provare dolore, una scossa elettrica gli stava attraversando il corpo e fu questo a farlo smettere di gridare.

“Cosa gli ha fatto quel bracciale donna?” chiese il Vegeta adulto, il quale si era accorto dall’espressione della sua copia più giovane che gli era appena successo qualcosa di poco piacevole.

“Ho inserito in quel dispositivo una sicurezza in più, se chi lo indossa supera un certo livello di rabbia, il bracciale inizia a rilasciare delle scariche elettriche, non sono ovviamente ad un voltaggio mortale, ma sicuramente dovrebbero bastare per riportare la rabbia ad un livello accettabile.  Dopotutto, tu Vegeta, se vuoi ha un perfetto autocontrollo, quindi sono sicura che ora che lo sai non rifarai più l’errore di arrabbiarti così tanto”. Spiegò la scienziata, la quale ricevette da entrambi i Vegeta uno sguardo di fuoco come risposta.

“Non sono un animale da ammaestrare, troverò il modo per liberarmi da questa diavoleria e quando accadrà mi vendicherò di ognuno di voi!” esclamò il ragazzo facendo profondi respiri per contenere la rabbia.

“Oh speriamo per allora di averti rimandato a casa, con anche un po’ di buone maniere altezza!” ripose Bulma per niente impressionata dalle minacce del giovane Vegeta.

“Credo che sarà meglio lasciarlo da solo….usa la meditazione, sicuramente ti aiuterà a stare calmo.” Consigliò Vegeta alla sua giovane copia, il qualche per tutta risposta si girò dall’altra parte.

Una volta che furono usciti il ragazzo scagliò con violenza il cuscino contro la parte, aspettandosi di essere colpito dalla scarica elettrica, ma ciò non accadde, quindi aveva ancora un certo margine di azione dopotutto, doveva solo capire quale fosse la soglia da non superare e poi aveva tutta l’intenzione di utilizzare la mediazione, ma non per calmarsi, ma per trovare la forza spirituale per aprire quella diavoleria; ci sarebbe riuscito a costo di farsi arrostire dalla scariche elettriche.

“Tu sei pazza donna, si può sapere perché hai aggiunto le scariche elettriche a quel coso? Non bastava aver lasciato il ragazzo senza forze? Ora sarà ancora più difficile tenerlo a bada!” esclamò Vegeta.

“Mi dispiace caro, ma visto che deve vivere qui con me e i tuoi figli ho dovuto aggiungere qualche precauzione. E comunque volendo posso disattivare quest’opzione quando voglio dal pannello di controllo se dovessi ritenere che è il caso di farlo. Ma credo che un po’ di autocontrollo gli farà sicuramente bene e non lascerà grandi danni” spiegò Bulma schioccando un bacio sulla guancia del marito prima di tornare al suo laboratorio.

Vegeta guardò Bulma andare via, non sapeva davvero come reagire, da una parte le dava perfettamente ragione, lui si conosceva e purtroppo sapeva che quella misura di difesa era necessaria, non ci si poteva fidare della sua versione adolescente. Dall’altra parte immaginare se stesso con quell’aggeggio al polso a limitarlo lo faceva impazzire, avrebbe voluto toglierglielo lui stesso. Ma come si poteva fare a far redimere il ragazzo per tornare alla sua dimensione?  Eppure doveva esserci una soluzione, perché se lui era lì, e pure lui stesso aveva già vissuto quell’esperienza, significava che qualcosa era accaduto…ma chissà cosa…

Alcune ora più tardi la famiglia Brief stava cenando, e Trunks decise che era il momento giusto per chiedere il permesso per la festa, dopotutto i suoi genitori gli erano parsi abbastanza tranquilli, più silenziosi del solito magari (soprattutto sua madre), ma anche suo padre sembrava rilassato, visto che ascoltava la sciocchezze di scuola di Bra quasi con interesse.

“Mamma, papà io vorrei chiedervi se domani sera potrei andare, insieme a Goten alla festa della squadra della scuola. Non torneremo molto tardi, la festa inizierà attorno alle 20… alle 22.30 saremo già di ritorno, lo prometto!” esordì Trunks interrompendo il racconto di Bra.

A tavola calò il silenzio, i suoi genitori si guardarono e anche Bra, per una volta rimase in silenzio guardando soprattutto suo padre, come se stesse aspettando qualcosa. E quel qualcosa non tardò ad arrivare perché fu proprio suo padre a prendere la parola:” Trunks la risposta è no, fine della discussione. Vai avanti Bra!”

E Bra con un sorrisetto velenoso, la ragazzina sapeva perfettamente che il padre avrebbe negato il permesso a Trunks come tutte le volte che chiedeva qualcosa, riprese a raccontare di quello che era successo a scuola quel giorno.

Ma il ragazzo dai capelli viola non si sarebbe accontento di un secco no come risposta e quindi con tono insistente chiese il motivo di quel rifiuto.

Bulma fece per intervenire, ma Vegeta fu ancora una volta più veloce e gridando rispose: ”Ti ho detto di no Trunks, ti ritenevo più intelligente, questo non è certo il momento per partecipare ad una festa col tuo amico Goten. E poi non credere che non sia stato informato di quel pessimo voto che hai preso in letteratura. Usa tutto questo tempo libero che hai per studiare e allenarti e basta con queste sciocchezze!”

Trunks lasciò il tavolo senza aspettare che qualcuno lo richiamasse indietro e sbattè la porta della sua camera con tutta la forza che aveva.

Una volta rimasti soli a tavola, dopo che anche Bra fu mandata nella sua camera, Bulma chiese a Vegeta se forse non aveva esagerato, forse si poteva permettere a Trunks di andare alla festa, dopotutto una brutto voto non era la fine del mondo.

Ma Vegeta le rispose che non aveva affatto esagerato e quello non era certo il momento di partecipare a delle feste e che lui pretendeva che il suo erede eccellesse in tutto, anche negli studi e che non ne voleva più parlare.

Intanto Trunks era nella sua stanza coi pugni chiusi, non si aspettava una risposta tanto diversa da suo padre, ma sperava nell’intervento di sua madre, che invece non era arrivato, forse era più arrabbiato con lei che con lui e quindi decise impulsivamente che quella sera sarebbe andato a trovare la versione più giovane di suo padre, sapeva che se fosse stato scoperto i suoi genitori l’avrebbero ucciso, ma non gli importava, aveva voglia di fare qualcosa di sbagliato, anche perché a fare il figlio obbediente non ci guadagnava mai niente di niente, lui non era Bra, solo lei poteva fare qualunque cosa.

 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Trunks aspettò che la casa fosse silenziosa e che tutti fossero a letto e poi si diresse nella camera dove era stato rinchiuso il giovane principe.

Quando entrò nella stanza aspettò ad accendere la luce, si guardò attorno e notò due occhi che dal letto lo stavano fissando.

“E tu chi diavolo saresti? Ah no, aspetta dalla tua aura ho già capito, sei mio figlio!” esclamò il giovane Vegeta.

A quel punto Trunks accese la luce e i due si trovarono a faccia a faccia.

Il giovane principe vide un ragazzo, forse poco più giovane di lui, con un assurdo colore di capelli, ma sicuramente molto forte, poteva percepire la sua forza anche senza concentrarsi troppo. Doveva essere un erede di cui andare orgogliosi, sicuramente meglio della mocciosetta che aveva già conosciuto.

Trunks, invece, per un attimo credette di aver davanti suo padre, poi osservando meglio, notò che era molto più giovane, doveva essere un ragazzo più o meno della sua età, si stupì vedendo che aveva uno sguardo molto più duro rispetto a quello del padre, anche il livello di forza era differente, quel ragazzo era sicuramente meno forte del padre e anche meno forte di lui, anche se questo era normale, in effetti suo padre si era trasformato in super sayan da adulto.

“Ehm sì, ciao, io sono Trunks, tuo figlio!” salutò il ragazzo.

“Sì lo vedo…e io sono tuo padre, quindi figlio obbedisci e liberami da questa catena e da questo aggeggio!” rispose il giovane principe.

Tunks scoppiò a ridere e gli rispose che non era così ingenuo come Bra e a quel punto anche il giovane Vegeta accenno un piccolo sorrisetto, anche se somigliava più ad un ghigno malefico notò, preoccupato, il ragazzo dai capelli lilla.

Il giovane principe chiese perciò al suo erede cosa poteva fare per lui o se era semplicemente venuto scocciarlo.

Trunks rispose che era semplicemente curioso, e poi rispose che aveva voglia di trasgredire agli ordini di suo padre che gli aveva proibito categoricamente di entrare in quella stanza.

Vegeta lo fissò con curiosità, come se non si aspettasse una risposta simile:” E quindi hai contravvenuto ad un ordine di tuo padre, ad un mio ordine…e non ci saranno conseguenze? Mio padre sicuramente non me l’avrebbe fatta passare liscia…”.

“Oh beh nemmeno tu lo farai, ovviamente devi scoprirlo prima…e poi tu non fai altro che dare ordini, sono stufo di essere il figlio obbediente che passa sempre in secondo piano. Non so se lo sai, ma tu preferisci di gran lunga Bra a me.” Rispose Trunks.

Il giovane principe fissò il ragazzo dai capelli lilla stupito, come era possibile che lui preferisse una mocciosetta debole e piagnucolona a quel tipo che sembrava decisamente forte…poteva essere un buon compagno di allenamento. Non riusciva davvero a capire la sua versione più anziana, ma sicuramente poteva utilizzare il risentimento di quel ragazzo verso il padre a suo vantaggio.

“Tranquillo, non sarò certo io a farti scoprire…Magari, visto che mi sembra che abbiamo la stessa età potremmo fare amicizia.” propose Vegeta facendo l’occhiolino al ragazzo di fronte a lui.

Trunks fissò la versione giovanile del padre con curiosità, non credeva che suo padre fosse capace di pronunciare la parola amicizia, forse una volta tanto suo padre avrebbe potuto apprezzarlo e in quel momento gli venne in mente un’idea completamente folle anche solo da pensare: avrebbe potuto portare il giovane Vegeta alla festa il giorno successivo. Dopotutto aveva quel bracciale che gli assorbiva l’energia e poi lui era molto più forte, quindi avrebbe potuto tenerlo sotto controllo.

Se i suoi genitori se ne fossero accorti l’avrebbero fatto a pezzi, anche sua madre, forse soprattutto sua madre, ma se stava attento forse poteva andare alla festa e fare qualcosa di talmente folle e temerario da ricordare.

“Ehi senti, domani sera ci sarebbe una festa sulla spiaggia, lo so che tu non sei affatto il tipo da feste e..” esordì Trunks, ma fu interrotto da Vegeta.

“E perché non sarei il tipo da feste? Sul vostro pianeta nelle feste c’è dell’alcol, delle ragazze e delle risse?” chiese Vegeta, chiedendosi il motivo per cui quel ragazzo voleva portarlo ad una festa, sicuramente era per fare dispetto al padre e non sarebbe stato certo lui ad impedirlo, anzi, sarebbe stato divertente vedere il se stesso di quella dimensione fare a pezzi il suo giovane erede.

Trunks rimase di sasso, come era possibile che a suo padre piacessero le feste? Sembrava che lui partecipasse davvero alle feste sul suo pianeta. Sì ecco, magari era meglio che non finisse in una rissa, ma forse sarebbe stato divertente:” Sì anche qui le feste sono così…però magari niente risse…!” rispose il ragazzo dai capelli lilla.

“Oh beh grazie a questo aggeggio che mi ha messo tua madre sono innocuo, come un agnellino. Ma credo che sarebbe interessante partecipare ad una vostra festa terrestre. Immagino che ci sarà qualche ragazza carina no?” chiese il giovane principe.

Trunks lo assicurò che ci sarebbero state ragazze carine e quindi gli promise che la sera successiva sarebbe venuto a liberarlo insieme al suo amico Gothen.

Una volta che il ragazzo dai capelli lilla se ne fu andato, il giovane principe scoppiò a ridere silenziosamente, se davvero quel ragazzo l’avesse liberato, avrebbe potuto avere l’occasione di fuggire e poi trovare il modo per tornare sul suo pianeta.

Il giorno seguente Trunks passò la giornata a rimuginare, quella sera avrebbe fatto la cosa più folle e pericolosa della sua vita, aveva fatto mentalmente una lista dei pro e dei contro, ma alla fine ormai aveva dato la sua parola e se si fosse tirato indietro avrebbe fatto la figura dello sciocco. Sarebbe andato fino in fondo a quel progetto.

Goten gli chiese se aveva ottenuto il permesso per andare alla festa e quando gli rispose che l’aveva ottenuto, l’amico lo fissò incredulo, non se l’aspettava proprio, aveva deciso di non raccontargli nulla del suo piano, gli chiese solo di venire una mezz’ora prima della festa con l’aura azzerata per non irritare suo padre, fu quella la prima scusa che gli venne in mente; fortunatamente il suo amico non era molto acuto, quindi non gli fece domande a riguardo della sua richiesta.

A cena Trunks fu piuttosto silenzioso e Bulma addusse che fosse a causa del divieto di andare alla festa, certo in quel momento vista la situazione a casa non era il momento di partecipare a delle feste, però oggi il giovane principe era stato tranquillo, molto tranquillo, tanto che aveva provato a chiedere a Vegeta se non fosse il caso di slegarlo e di farlo partecipare alla cena, ma lui aveva rifiutato, dicendo che non si fidava affatto di quella calma apparente.

Finita la cena Trunks annunciò che avrebbe passato la serata a studiare, cosa che suo padre approvò, ma che insospettì Bulma, dopotutto era sabato sera, tant’è che gli chiese cosa facesse Gothen quella sera.

Il ragazzo rispose che l’amico sarebbe andato a quella festa, ma si affrettò ad aggiungere che per lui non era affatto un problema, dopotutto non era così importante partecipare a quella festa, anzi sarebbe stata noiosa.

Vegeta annuì con decisione e lo mandò a studiare; una volta rimasti soli Bulma chiese al marito se non avesse notato qualcosa di strano nel figlio; ovviamente lui rispose negativamente.

“Certo perché tu non hai mai avuto un adolescenza normale, ma a me pare che Trunks ci stia nascondendo qualcosa...” insinuò Bulma.

Trunks non farebbe mai qualcosa di stupido, non sarebbe così pazzo da disobbedire ad un mio ordine. Starà in casa a studiare e se così non fosse ne pagherà le conseguenze!” rispose Vegeta.

Dopo quelle parole dette dalla moglie, decise di andare a controllare il giovane se stesso, per scrupolo ovviamente.

Il giovane principe stava meditando sul suo letto e non aprì nemmeno gli occhi quando sentì entrare la versione più anziana di se stesso.

“Stai ancora cercando di rompere quell’aggeggio tramite la meditazione, sai che non funzionerà vero? Non ha nulla di spirituale quel coso!” esordì Vegeta.

“Questo coso si trova attorno al mio polso e non al tuo, quindi visto che non ho molto da fare qui, almeno provo ad aprirlo con l’unica forza che mi è rimasta...o volete mettermene anche uno in testa di questi affari per fermare la mia forza spirituale?” chiese provocatorio il giovane principe.

“Non mi tentare moccioso, volevo solo assicurarmi che non stessi facendo niente di cui pentirti” insinuò Vegeta.

“E cosa dovrei fare? Sono qui da solo, incatenato ad un letto…mi annoio da morire!” esclamò il giovane principe, temendo che la sua versione adulta avesse già scoperto il figlio.

Vegeta constatò che in effetti era vero, forse Trunks poteva anche essere venuto a visitarlo, ma non avrebbe fatto nulla di più, salutò quindi il ragazzo con un cenno del capo e poi uscì dalla stanza.

Goten azzerando l’aura si presentò alla finestra della camera dell’amico, che lo fece entrare velocemente nella sua stanza e lo salutò sottovoce. Finalmente vedendo come si comportava in maniera circospetta Trunks, Goten chiese all’amico se davvero aveva il permesso di partecipare a quella festa.

A quel punto, sempre sottovoce, Trunks vuotò il sacco con l’amico, il quale alla fine del racconto era ormai sbiancato: “Amico, ma ti sei sentito? Sai che se ci scoprono tu verrai spedito in collegio e io pure? Solo che tuo padre prima ti ridurrà a fette” commentò Goten.

“Lo so che è una follia, ma voglio dimostrare che sono in grado di tenere d’occhio la versione giovane e non cambiata di mio padre. E poi azzerando l’aura e mettendo nelle camere questi simulatori d’aura ci sono delle probabilità di non essere scoperti” spiegò Trunks.

Goten, anche se molto riluttante, decise di aiutare l’amico e quindi insieme si diressero nella stanza del giovane principe che li stava aspettando.

Il figlio di Goku rimase senza parole nel vedere quel giovane Vegeta che lo fissava con aria di sufficienza, provò a salutarlo, ma questo per tutta risposta gli disse che aveva percepito che lui era il figlio di quel tipo strano che era in grado di teletrasportarsi.

Trunks fece segno a Goten di avvicinarsi alla catena e insieme, cercando di fare meno rumore possibile, riuscirono a staccarla dal letto senza spezzarla, ricevendo un’occhiata quasi di ammirazione dal giovane Vegeta, a cui il ragazzo dai capelli lilla consegnò una busta contenente un paio di jeans e una maglia della sua taglia. Vegeta indossò tutto, senza fare commenti e poi finalmente essendo pronti a partire, aprirono la finestra della stanza e volarono tutti e tre via nella notte.

Ciao a tutti, non avrei mai creduto dopo anni di tornare qui a scrivere fanfiction, ammetto di aver tenuto d’occhio questo sito negli anni e un paio di volte mi è anche capitato di aggiornare delle vecchie storie (e non è detto che non le finisca); poi un giorno, complice una “trasferta” di lavoro mi è venuta in mente questa storia e ho deciso di provare a scriverla e se avrei superato almeno i primi 3 capitolo l’avrei pubblicata e così è stato. Questo capitolo non è lunghissimo, ma prepara ai successivi. Ovviamente rispetto a quando scrivevo qui anni fa non farò aggiornamenti così frequenti, ma cercherò di aggiornare almeno una volta ogni due settimane, se poi riesco di più meglio ancora.

Grazie a chi ha recensito e a chi ha letto: mi fa piacere di essere riuscita a cogliere il vostro interesse.

A presto!

PS. Il capitolo 4 è già pronto e il 5 in scrittura…

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

La festa era già iniziata, c’erano moltissimi ragazzi e ragazze che ballavano e bevevano attorno ad un falò.

Il giovane principe rimase affascinato, sul suo pianeta alle feste si beveva fino a svenire per l’alcol o per le botte ricevuto nelle risse, e qui invece sembrava che tutti si stessero divertendo e tutto ciò lo incuriosiva. Certo prima o poi avrebbe trovato il modo per rovinare tutta quell’allegria, ma prima se la sarebbe goduta un po’, poteva essere divertente fare una nuova esperienza, pensò sorseggiando un cocktail colorato dal gusto pessimo, ma che sembrava piacere tanto a tutti quei ragazzi.

Goten si guardava attorno nervosamente, temeva terribilmente che i loro genitori li avrebbero scoperti e in ogni angolo gli sembrava di vedere Vegeta (quello adulto) insieme a sua madre furibonda, Tunks invece gli pareva così tranquillo, parlava con il giovane principe, lo presentava a tutti come un cugino di Città del Nord; non capiva come facesse a rimanere così tranquillo, quando aveva così tanto da rischiare, per fortuna il principe dei sayan sembrava tranquillo, quasi un normale ragazzo.

Trunks stava mantenendo la calma, sembrava che tutto filasse liscio, la festa non era male e la versione adolescente del padre, sembrava divertirsi, ed era anche incredibilmente divertente stare in sua compagnia; aveva anche fermato per entrambi un paio di ragazze piuttosto carine; sì era strano condividere quell’esperienza col proprio padre, ma nessuno lo sapeva, come cugino era perfetto, come compagno era perfetto, molto meglio di Goten.

Il giovane principe stava ascoltando le chiacchiere vuote di un’ochetta dai capelli verdi, se avesse avuto le sue piene capacità l’avrebbe anche potuta fare esplodere, ma visto che non le aveva al momento, stava pensando di chiuderle la bocca con un bacio, ma proprio in quel momento un tizio insulso aveva osato picchiargli sulla spalla, chiedendogli a gran voce cosa credeva di fare con la sua ragazza…

Intanto alla Capsule Corporation Bra si era svegliata per andare in bagno e passando davanti alla porta del fratello la trovò socchiusa (Goten si era dimenticato di chiuderla) e trovò la cosa strana perché suo fratello stava sempre chiuso dentro alla sua cameretta e non le permetteva mai di entrare perché altrimenti avrebbe messo in disordine i suoi progetti, decise quindi d’introdursi piano nella camera per curiosare. La bambina trovò la stanza vuota e quindi corse a svegliare i genitori gridando a gran voce per il corridoio che il suo fratellone era stato rapito dai ladri.

Nel sentire le grida dalla bambina Vegeta e Bulma si svegliarono di soprassalto e trovarono di fronte a loro Bra che continuava ad urlare che Trunks era stato rapito dai ladri.

Bulma abbracciò la figlia cercando di consolarla, mentre Vegeta si precipitò nella stanza del figlio e con suo grande sconcerto la trovò vuota…e giusto per confermare i suoi sospetti visitò anche la stanza del giovane se stesso e la trovò ovviamente vuota: erano spariti entrambi e lui era stato talmente tanto sciocco da fidarsi del figlio. Ma perché era stato così stupido da liberarlo, non riusciva a capire quanto fosse pericoloso portare in giro la versione adolescente di se stesso? Sarebbe partito immediatamente alla loro caccia e quando li avrebbe trovati non avrebbe avuto pietà per entrambi.

“Vegeta, dov’è Trunks? Non vuoi dirmi che…” esordì Bulma che era entrata nella camera con in braccio Bra.

“Sì deve essere andato a quella festa e oltre ad averci disubbidito si è anche portato dietro Vegeta, come si può essere così idioti!” gridò Vegeta e così facendo fece piangere la bambina dallo spavento.

“Dannazione, calmati, non davanti a Bra. Cara, va tutto bene, papà è solo un pochino arrabbiato con Trunks perché ha disubbidito, ma ora noi risolveremo la situazione. Ora tu tornerai a letto e domattina quando ti sveglierai sarà tutto a posto” spiegò Bulma alla figlia, indirizzandola verso la sua camera da letto.

La bambina però rimase sulla soglia della camera del fratello fissando il padre incerta e questo con tono piuttosto sgarbato le chiese cosa aveva da fissare e perché non ubbidiva alla madre.

“Mi prometti che tu e Trunks farete la pace? E’ tutta colpa di quel ragazzo antipatico se avete litigato” rispose la ragazzina.

Vegeta fece per mettersi ad urlare che quel ragazzo antipatico era lui e che non doveva mancare di rispetto a suo padre, ma poi si ricordò che quella bambina era la sua dolce Bra, lei era ubbidiente, lei non era come suo fratello, lei non sarebbe stato così sciocca da portare in giro una bomba ad orologeria in mezzo a dei terrestri innocenti, solo per il gusto di contrariarlo e farlo impazzire. Quindi solo per qualche secondo, il principe dei sayan mise di tenere a bada la rabbia che gli stava montando dentro e assicurò alla figlia che avrebbe fatto pace con Trunks e tutto sarebbe andato bene.

Una volta che la figlia fu tornata a dormire tranquilla, Vegeta disse a Bulma che sarebbe andato da Karoth e insieme sarebbero andati a recuperare i ragazzi alla festa.

“Vacci piano con loro Vegeta, dopotutto sua altezza indossa il braccialetto, quindi non può commettere grandi danni” disse la donna guardando con apprensione la luce furiosa negli occhi del marito.

Il principe dei sayan le assicurò che non avrebbe torto un capello a nessuno dei due, ma intanto che volava a velocità supersonica a casa di Karoth, si chiese come facesse sua moglie a non essere preoccupata, è vero che il giovane se stesso non aveva la sua abituale forza, ma aveva il suo cervello, il suo maligno cervello e per combinare azioni irreparabili, non aveva bisogno di tutta la sua forza, bastava quello. E poi se proprio doveva essere sincero, non voleva che suo figlio vedesse com’era prima del suo cambiamento, si vergognava del suo passato. Il Vegeta adolescente avrebbe potuto raccontare a suo figlio le cose terribili che aveva fatto e a quel punto avrebbe perso il rispetto e la stima di suo figlio e questo sarebbe stata la cosa peggiore. Forse lui era troppo severo col suo primogenito, ma voleva solo che avesse una vita perfetta e che eccellesse in tutto, doveva avere a tutti i costi una vita migliore della sua.

Ormai era arrivato a casa di Karoth, la casa era completamente al buio, quindi iniziò a chiamarlo a gran voce, finchè non uscì quella gallina di Chichi in vestaglia che gli chiese come mai stava sbraitando davanti a casa sua a quell’ora della notte.

“Sbraito quanto mi pare e piace donna, devi chiamare immediatamente quell’impiastro di Karoth, mio figlio è sparito insieme al giovane me stesso e deve aiutarmi a trovarli immediatamente. Credo che siano andati alla festa della squadra di calcio, quella alla spiaggia e…” spiegò Vegeta con tono sgarbato.

“Ma certo la festa della squadra di calcio, anche Goten voleva partecipare a quella ridicola festa, ma gli ho detto che non era affatto il caso, sì subito suo padre gli aveva dato il permesso, ma quando l’ho saputo io, gliel’ho proibito categoricamente e stasera dopo cena da bravo figlio quale è si è chiuso in casa a studiare” rispose Chichi, condannando mentalmente Trunks per il suo pessimo comportamento, non doveva disubbidire ai genitori, anche perché sarebbe stato un pessimo esempio pure per il suo Gothen.

Vegeta osservando la faccia compiaciuta della donna, si concentrò e percepì che l’aura di Gothen non era sicuramente al sicuro nella sua cameretta, e anzi quella constatazione gli fece capire che anche quel moccioso doveva con ottime probabilità aver contribuito al piano di Trunks.

“Donna, sei sicura che il tuo angelico figlioletto sia in camera sua? Perché io ti posso assicurare che la sua aura non si trova affatto lì!” rispose Vegeta e cercò di non essere a sua volta troppo compiaciuto quando la donna dopo avergli lanciato uno sguardo di fuoco si era precipitata in casa chiamando a gran voce il figlio e il marito.

Ovviamente Goten non era nulla sua stanza e ciò provocò una tremenda rabbia a Chichi, che si precipitò nella camera a svegliare il marito scrollandolo con tutta la forza che aveva.

Goku faticosamente aprì gli occhi e si trovò davanti le facce furibonde di Chichi e Vegeta e con tono assonnato chiese cosa era successo.

“Te lo dico io cosa è successo, il nostro piccolo Goten ha disubbidito, non doveva andare a quella festa ed è andato insieme a Trunks e hanno anche portato quel terribile giovane Vegeta. E ora tu andrai là e lo riporterai a casa alla svelta” ordinò Chichi puntando il dito contro al marito.

Goku si mise a sedere sul letto e fece notare alla moglie che Vegeta era lì nella loro stanza e quindi non poteva essere alla festa.

“Ma come fai ad essere così idiota Karoth? Lei intende l’altro me…” gridò Vegeta esasperato.

“Ah sì ecco, ora ho capito. Va bene andremo a riprendere i ragazzi, stai tranquilla Chichina non è successo niente di grave, vedrai” rispose Goku cercando di alzarsi dal letto.

“E’ già successo invece, il nostro bambino diventerà un teppista ed è tutta colpa tua, se tu lo controllassi di più, come fa Vegeta, forse le cose andrebbero meglio. Ci ha mentito Goku, è andato alla festa nonostante il nostro divieto” piagnucolò Chichi, mentre Goku si vestiva.

“Non ti preoccupare, lo riporterò a casa sano e salvo; Vegeta andiamo!” esclamò Goku partendo in volo dalla finestra.

Una volta in volo Goku confessò a Vegeta che in effetti lui aveva dato il permesso al figlio di andare alla festa, perché pensava che non sarebbe successo nulla di male, insomma voleva che suo figlio si divertisse.

Il principe dei sayan gli rispose che i figli non dovevano divertirsi, andavano controllati e spronati a dare sempre il massimo, soprattutto dal momento che i loro eredi erano dei sayan dotati di grandi capacità.

Urka Vegeta a me sembra troppo però, sono dei bravi ragazzi e hanno tutti il diritto di divertirsi, è solo una festa. Non possono allenarsi giorno e notte!” esclamò Goku nel tentativo di difendere il figlio e Trunks, che sicuramente avrebbe passato grossi guai col padre.

“Certo, ma cosa ne sai tu di fare il padre, tu hai abbandonato la tua famiglia per gli allenamenti e poi dopo che sei tornato sei stato semplicemente un compagno di giochi per Gotenribattè sgarbatamente Vegeta.

“Sì forse hai ragione Vegeta, ma alla fine il figlio che è scappato di casa trascinandosi dietro la tua copia adolescente è proprio il tuo; il mio si deve essere fatto convincere dal tuo” disse Goku che era stanco di essere criticato dal principe dei sayan.

“Chiudi il becco, troviamo i ragazzi e poi ognuno li punirà come meglio crede” chiuse, così, la discussione Vegeta che non voleva assolutamente essere criticato da Karoth; sapeva benissimo che tutta quella situazione era stata creata da Trunks e avrebbe tanto voluto staccargli la testa dal collo, ma dal momento che era il suo erede non poteva, avrebbe dovuto limitarsi, ma non l’avrebbe certo passata liscia.

Finalmente erano arrivati alla festa, la musica era assordante ed era pieno di ragazzini ubriachi che ballavano, anche troppo vicini per i gusti di Vegeta, Goku invece si guardava attorno interessato, da giovane non aveva certo partecipato a molte feste e quella gli sembrava davvero divertente, erano tutti così allegri e affettuosi tra loro…

“Bella festa vero? Ora spero che avrai capito perché non era il caso di mandare i nostri figli vero Karoth?” chiese Vegeta con tono trionfante, perché sapeva che la ragione era dalla sua.

Goku fece finta di non averlo sentito perché non capiva proprio perché Vegeta continuasse a prendersela tanto.

Il principe dei sayan stava per pretendere una risposta quando in una zona un po’ lontana da quella ciurmaglia ubriaca notò un gruppetto di ragazzi che stava facendo a botte incitato da altri ragazzini tutt’attorno e fu certo che i ragazzi dovevano trovarsi là e sperando che il giovane se stesso non avesse fatto nulla di brutto si precipitò là.

 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

“Ehi tu capelli a fiamma, cosa stai facendo con la mia ragazza?” chiese un lurido terrestre a gran voce appoggiando al giovane principe dei sayan una mano sudaticcia sulla spalla.

Il giovane Vegeta si girò verso quel lurido terrestre e sorridendo amabilmente gli rispose che era stata quella pollastrella ad incollarsi a lui, ma che se la poteva riprendere perché lui non se ne faceva proprio niente.

Ovviamente il terrestre aveva voglia di attaccare briga quindi iniziò ad attirare l’attenzione dei suoi amici, dicendo che c’era un nanetto che voleva fregargli la ragazza.

Nanetto? Quell’insetto terrestre aveva appena dato a lui del nanetto…quella ridicola festa stava per diventare una vera festa sayan avrebbe eliminato quella nullità anche senza le sue capacità.

Il giovane Vegeta scoppiò a ridere gettando indietro la testa, sentiva il sangue ribollirgli dentro, ma si ricordò ben presto che quella strega dai capelli turchini aveva detto che quel dannato bracciale gli avrebbe provocato delle scariche elettriche se si fosse troppo arrabbiato, ma per fortuna lui aveva già trovato la soluzione, sarebbe bastato gestire la rabbia e colpire con tranquillità, avrebbe considerato quella situazione di svantaggio come un allenamento, quello stupido bracciale non poteva impedire a lui, il principe dei sayan di avere la sua vendetta; sarebbe stato davvero divertente fare sputare i denti al terrestre, pensò prima di colpirlo in viso con tutta la forza che aveva.

L’insetto terrestre, preso alla sprovvista, cadde all’indietro e si mise una mano dalla guancia ridendo istericamente, il principe dei sayan faticosamente cercò di far scendere il sangue che gli stava per schizzare al cervello, non aveva fatto praticamente nessun danno a quel terrestre, quel braccialetto era marchingegno più potente del previsto, ma lui sarebbe comunque riuscito a distruggere il terreste anche a costo di farsi friggere il cervello da quelle scariche elettriche.

Il giovane Vegeta quindi si buttò a capofitto verso quel tipo dandogli una testata allo stomaco e questa volta il tizio gridò di dolore e i suoi amici fecero per intervenire per difendere l’amico, ma sul posto erano arrivati anche Goten e Trunks attirati dalla confusione.

“Ehi voi fermi. Cosa sta succedendo?” chiese Trunks gridando.

“Il tuo cuginetto e ha manco di rispetto a Tony e ora noi gli daremo una bella lezione!” esclamò uno dei ragazzi.

Goten fissò preoccupato Trunks, lo sapeva che non avrebbero mai dovuto venire a quella festa, qui le cose si stavano mettendo molto male, soprattutto perché loro non potevano usare la loro reale potenza con quei ragazzi e venire fuori da quella situazione sembrava davvero complicato.

“Oh dai ragazzi, io sono sicuro che mio cugino non voleva, non è di questa zona magari si è solo sbagliato e…”  Trunks provò a giustificare il giovane principe, stava per gridare a tutti di lasciarlo in pace, perché nel pieno delle sue forze avrebbe potuto farli esplodere, ma non poteva ovviamente. E poi era infastidito dalla occhiate preoccupate che gli stava lanciando Goten, sapeva perfettamente anche lui che quello era un bel problema e doveva trovare il modo per saltarci fuori, magari senza che il braccialetto iniziasse a dar le scariche elettriche al suo futuro padre.

“Ehi Trunks, perché invece di stare lì impalato non ti metti a menare le mani con queste sbruffoni, non vorrai certo che ci manchino di rispetto!” esclamò il giovane Vegeta sputando ai piedi del suo avversario, che per tutta risposta gli si avventò contro, ma lui agilmente lo schivò.

“Non sarai così pazzo da dargli retta, vero Tunks? Dovremmo trovare un modo per portarlo via da qui e scappare alla svelta…” bisbigliò Goten sempre più preoccupato.

“Chiudi il becco, aiutiamolo e andiamocene!” rispose Trunks gettandosi nella mischia.

E fu così che iniziò la rissa alla festa della squadra di calcio dell’istituto St Julian, il giorno seguente i ragazzi a scuola avrebbero raccontato che Trunks Brief e il suo amico Goten si erano gettati in una rissa per difendere il cugino di uno dei due, anche però sembrava che questo non avesse poi un gran bisogno di aiuto perché aveva atterrato Tony, il capitano della squadra, con un calcio ben assestato alle ginocchia.

In realtà non si sarebbe mai scoperto il vero vincitore della scontro, perché colpo di scena, era piombato nel bel mezzo della rissa il padre di Trunks Brief che aveva gridato a tutti di fermarsi, e l’aveva gridato con una voce così terribile, che effettivamente si era fermata pure l’aria.

Il padre di Trunks era accompagnato da un tizio piuttosto alto, che somigliava a Goten tra l’altro, e questo stava fissando tutti in maniera imbarazzata, poi il signor Brief aveva preso suo figlio e il cugino per un braccio e se n’era andato trascinandosi dietro i due ragazzi, seguiti a breve distanza da Goten e da quel tipo strano che salutava tutti con la mano scusandosi per avere interrotto la festa.

Speriamo che il padre di Trunks non sia troppo duro con lui, alla fine Tony e la sua compagnia se l’erano cercata, a tutte le feste cercavano sempre di attaccare briga.

Vegeta stava trascinando quel due sciocchi in mezzo a quella bolgia, stringendo soprattutto il braccio del giovane se stesso, poteva sentire i suoi stessi occhi puntati su di lui, se la stava godendo un modo quel ragazzo, si era divertito e l’aveva anche provocato, ora era certo che voleva vedere come avrebbe risolto la situazione.

Karoth porta a casa quell’impiastro di tuo figlio e stai certo, moccioso, che tua madre è già stata informata della tua bravata e ti sta aspettando!” esclamò Vegeta una volta lontani dalla confusione.

Goten ingoiò rumorosamente l’aria e cercò lo sguardo del padre il quale annuì gravemente e poi mettendogli una mano sulla spalla gli disse che era meglio tornare a casa e una volta salutati i ragazzi i due presero il volo.

Trunks nell’assistere a quella scena aveva quasi provato invidia per Goten, certo sua madre era severissima e l’avrebbe rimproverato duramente, ma suo padre non aveva dato in escandescenza davanti a tutti i suoi compagni di classe, sembrava quasi solidale con lui; e proprio in quel momento fissò il padre e notò che aveva i fulmini al posto degli occhi e tra l’altro a lui personalmente non aveva nemmeno detto una parola, mentre il giovane se stesso sembrava quasi trovare divertente tutta quella situazione, doveva essere pazzo.

Il giovane principe era appena stato strappato via da un incontro che stava vincendo, avrebbe voluto subito gridare alla sua versione più anziana perché non potevano semplicemente divertirsi a polverizzare quei terrestri, ma tanto sapeva che gli avrebbe tirato fuori una stupida scusa, la verità era che si era rammollito. Ma ora il divertimento era un altro, si sarebbe goduto la lite tra padre e figlio; quel Trunks sì non era affatto male, ma si affannava troppo per compiacerlo, sembrava che volesse piacergli a tutti i costi, una noia in fondo, chissà magari il Vegeta padre avrebbe mostrato sul suo stesso figlio una qualche dimostrazione di forza, della vera disciplina sayan.

Tutti i ragionamenti del giovane principe furono interrotti da uno strattone al braccio, la sua copia più anziana si era alzata in volo e lo stava trascinando seguito da un Trunks molto triste.

Una volta giunti alla Capsule Corporation Bulma li stava già aspettando sulla porta, Trunks si spaventò non sapeva se erano peggio le occhiatacce di sua madre o quelle di suo padre, lei li stava guardando con le braccia incrociate avvolta nella sua vestaglia rosa con i cuori e nonostante quell’abbigliamento sembrava pronta a sbranarlo.

“Uh uh Trunks mi sembra che tu sia nei guai!” trillò il giovane principe scoppiando a ridere.

“Ehi alla fine non mi sembrava che ti dispiacesse poi molto essere liberato per venire alla festa…potresti anche essere più solidale” commentò asciutto Trunks.

“Che carino, davvero hai creduto che io il principe dei sayan potevo essere amico o anche solo solidale con un mezzosangue…sei davvero uno sciocco!” rispose il giovane principe con tono spregiativo.

Suo padre l’aveva appena chiamato mezzosangue, Trunks non poteva credere alla sue orecchie, forse quel giovane principe sayan dava voce ai pensieri più nascosti di suo padre, aveva sentito tutto il disprezzo nelle sue parole; la vista gli si annebbiò dalla rabbia e fece per avventarsi contro la versione giovane del padre, ma proprio lui all’ultimo minuto si mise fra loro e gli diede un potente schiaffo che lo fece cadere di lato. Trunks sentì subito le grida spaventate di sua madre, stava per rassicurarla che stava bene, ma incrociò lo sguardo col giovane sayan, stava ridendo malignamente.

Anche Vegeta si accorse però che il se stesso del passata stava ridendo, sicuramente aveva ottenuto quello che desiderava, voleva farli litigare ancora di più e quindi decise di prenderlo per un braccio e di trascinarlo nella sua camera.

Il giovane Vegeta cercò di opporre resistenza, voleva assistere alla scena di se stesso che dava una bella lezione al suo erede, ma alla fine fu buttato dentro alla sua stanza e la porta si chiuse bruscamente a chiave alle sue spalle.

Una volta chiusa quella porta Vegeta sospirò, si vergognava moltissimo per quelle tremende parole pronunciate da se stesso da ragazzo, aveva percepito tutta la rabbia di Trunks e per un attimo stava per affannarsi a spiegargli che non era affatto il suo pensiero, ma era il pensiero di qualcuno che ormai non esisteva più da moltissimo tempo, ma lui non era bravo con le parole, soprattutto quando si trattava di sentimenti. Dal pianoterra poteva sentire la voce di Bulma che stava consolando suo figlio, che stava cercando di convincerlo che quelle parole non erano minimamente da tenere in considerazione, ma lui non si sarebbe nemmeno unito a Bulma nelle rassicurazioni; suo figlio, il suo erede aveva sbagliato e l’aveva profondamente deluso e andava punito.

Scese quindi le scale e chiamò a gran voce Trunks ordinandogli di aspettare nella sua stanza perché non si doveva nemmeno sognare di passarla liscia per quello che aveva fatto.

Il figlio iniziò quindi a salire i gradini lentamente e i loro sguardi s’incrociarono, il ragazzo fece per dire qualcosa, ma poi si strinse per le spalle e proseguì per la sua strada.

Vegeta quindi raggiunse Bulma al pianterreno e la trovò con gli occhi lucidi che gli chiedeva cosa avesse intenzione di fare e che lo supplicava di non fare del male al loro bambino.

E fu a quel punto che il principe dei sayan perse completamente le staffe, portò di peso la moglie nella gravity room e poi chiuse la porta, almeno lì poteva gridare in santa pace senza essere sentito da orecchie indiscrete: “Donna maledizione, non farei mai nulla che possa nuocere a mio figlio, come devo dirtelo? Fatto sta che ha sbagliato e non può passarla liscia, non mi interessano le sue ribellioni adolescenziali e mi spiace per quello che ha detto il me stesso del passato, ma non può essere una scusa per non correggere Trunks. Sai credo che dovremmo mettere uno di quegli aggeggi assorbi forza anche a lui…deve capire che esistono dei limiti da rispettare anche per chi ha dei poteri…”

Bulma fissava il marito a bocca aperta, per lui era sicuramente un grandissimo discorso e gli chiese se fosse davvero sicuro di quello che le stava chiedendo.

“Sì dannazione, sono sicuro, non mi piace affatto quello che sto per fare, ma è necessario. Invece non so davvero come comportarmi con il giovane me stesso…redimere la sua anima mi sembra impossibile!” disse Vegeta.

“Oh beh a quello ho pensato io, sai con la violenza e la prepotenza non si ottiene mai nulla, soprattutto quando si tratta di te stesso, tu sei forte, ma anche molto ostinato, quindi credo che un qualche castigo alla maniera terrestre, senza nessun uso di violenza, possa magari far piegare il capo alla nostra giovane altezza. Ci penserò io a quello e vedrai che sarò creativa!” rispose Bulma con uno sguardo malizioso e prima che il marito potesse replicare che lui non era affatto ostinato, Bulma aggiunse che sarebbe andata subito ad occuparsi di sua altezza e che lui avrebbe dovuto fare lo stesso con Trunks.

Ah certo a me il compito più difficile pensò Vegeta, anche se sapeva che spettava solo a lui quell’ingrato compito, non sapeva nemmeno come gli era venuto in mente di mettere uno di quei bracciali a suo figlio, ma una volta detto si era convinto che era la soluzione giusta ed era meglio che lo facesse immediatamente prima di cambiare idea.

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Il giovane principe dei sayan era seduto sul pavimento della sua stanza-prigione, aveva notato subito le inferiate alle finestre, ma non si era preoccupato tanto della cosa, prima o poi avrebbe trovato comunque un nuovo modo per fuggire di nuovo e stavolta, con un po’ di fortuna, per sempre.

Aveva provato a mettere in allarme tutti i suoi sensi per percepire la rabbia o semplicemente le urla della sua versione più anziana, ma niente, solo silenzio, tanto che quasi non si accorse di quando la porta si aprì piano e si trovò davanti la strega con i capelli turchini.

“Ha mandato te per darmi una bella lezione, mi hai fatto così debole che persino tu puoi picchiarmi? Ma ti sbagli di grosso, posso ancora avvolgere le mie mani attorno al tuo collo da gallina e…” attaccò subito Vegeta.

“Altezza, per favore, non ti mettere sulla difensiva, la tua linguaccia ha già combinato abbastanza guai, meriteresti una bella sculacciata, ma non siamo dei barbari e ormai tu sei troppo grandicello, quindi troveremo qualcosa che non ti faccia perdere troppo la faccia per punirti” lo interruppe Bulma, che notò subito l’arrossire del ragazzo.

“Non potreste semplicemente lasciarmi in pace e magari addirittura liberarmi? Io non sono un moccioso e non sono tuo figlio. Non farò un bel niente e ora sparisci donna!” ordinò Vegeta indicando la porta.

A Bulma nel sentire quelle parole stava salendo la rabbia, quel ragazzino era decisamente arrogante, ma effettivamente anche la versione adulta avrebbe ragionato nello stesso modo e quindi lei fece la stessa cosa che faceva con quella versione, cercare di prenderlo in giro e pungerlo sul vivo, infatti scoppiò a ridere e invece che uscire come le era stato ordinato di fare, si era seduta sulla sedia di fronte a lui e notò subito l’occhiataccia che le scoccò il ragazzo.

“Principino è meglio che tieni a freno quella linguaccia altrimenti potrei anche cambiare idea sullo sculacciarti. Sarò sincera, purtroppo per te, per riuscire a rimandarti indietro da dove sei venuto dobbiamo trovare un modo per redimere la tua anima, che ovviamente è terribilmente nera, e quindi tu farai quello che ti dico, altrimenti rimarrai qui confinato per sempre e questo non ti va vero?” spiegò la donna puntando il dito verso il giovane principe.

Vegeta stava fumando di rabbia e quasi sentiva quel maledetto bracciale accendersi, doveva calmarsi, non doveva fare figuracce davanti a quella maledetta donna, che tra l’altro aveva pure ragione, lui non voleva stare lì confinato e loro non l’avrebbero mai lasciato andare in giro, ma se c’era un modo per far tornare tutto come prima forse avrebbe dovuto provare ad assecondarli. Ma cosa gli avrebbero fatto fare? Lui non era un mocciosetto, era un guerriero dannazione e poi quella strega aveva il potere di mandarlo su tutte le furie con un solo sguardo, perché le faceva quell’effetto e perché mai la sua versione più anziana era stato così pazzo da farne la sua donna? A lui non piaceva affatto, era vecchia, con quell’assurdo colore di capelli e poi aveva una voce davvero odiosa. E tra l’altro lo stava fissando ancora con quello sguardo divertito negli occhi, se avesse avuto i suoi poteri ci avrebbe pensato lui a toglierglielo.

“Redimere la mia anima? Io non ho affatto un’anima, come ho già detto a qualcuno, ma non ricordo esattamente chi molto tempo fa, non so come farai donna…!” esclamò Vegeta solo per il gusto di contraddirla.

“Oh Vegeta caro anche tu hai un’anima e vedrai che la faremo tornare bianca. E non guardarmi così, vedrai che la tua dignità di principe ne uscirà perfetta! E ora riposa piccolo caro, hai già avuto abbastanza emozioni per un po’!” e Bulma salutò il ragazzo facendogli l’occhiolino e mandandogli una bacio con la punta della dita, cosa che fece arrossire violentemente il giovane principe.

 

Vegeta, quello adulto, teneva tra le mani il bracciale, anche se non era ancora in funzione poteva percepire il potere malefico che emanava, stava per fare qualcosa di tremendo, ma ormai si era già ripetuto mille volte che era necessario e l’avrebbe fatto a tutti i costi e così senza nemmeno prendersi la briga di bussare aprì la porta della camera di Trunks.

Il figlio era in piedi vicino alla finestra con le braccia incrociate e quando vide entrare il padre fece un passo indietro finendo contro la finestra.

“Ebbene, perché hai fatto una cosa così stupida?” chiese Vegeta al figlio, era meglio arrivare dritti al punto.

“E tu perché mi sei venuto a prendere alla festa? Non potevi aspettarmi furibondo a casa? Domani a scuola non si parlerà d’altro? Mi hai fatto fare una figuraccia davanti a tutti, mi hai fatto fare la figura del moccioso!” attaccò a sua volta Trunks.

“Ma ti sei bevuto il cervello? Cosa me ne importa di quello che pensano quegli insulsi terresti? E poi dopo stasera direi che sei proprio una bamboccio, da te non mi sarei mai aspettato nulla di così sciocco” accusò Vegeta il figlio.

“Era tutto sotto controllo, volevo solo divertirmi un po’ e devo dire che il te da giovane sembrava anche molto più divertente di te…” cercò di rispondere Trunks, anche se non era molto convinto delle sue parole, dopotutto l’aveva appena offeso.

“Ah quindi hai fatto tutto questo solo per provocarmi? Per attirare la mia attenzione? Guarda, lascia stare, non m’interessano le tue patetiche scuse. Ho deciso che devi imparare che le tue capacità non sono un dono con cui scherzare e su cui fare sempre affidamento e quindi voglio che tu indossi il bracciale fatto da tua madre fino al mio nuovo ordine” gli ordinò Vegeta mostrandogli il bracciale.

Trunks impallidì e deglutì rumorosamente, come poteva suo padre mettergli qualcosa che avrebbe limitato la sua forza, l’unica cosa di cui era orgoglioso?

“E se mi rifiutassi?” chiese il giovane al padre, ben consapevole che avrebbe scatenato ancora di più la sua rabbia.

“Io e tua madre siamo d’accordo che questa sarà la tua punizione, quindi puoi fare l’uomo e accettarlo oppure te lo farò accettare con la forza. Prendilo e indossalo!” ordinò Vegeta al figlio.

Trunks prese con riluttanza il bracciale dalle mani del padre e se lo assicurò al braccio e poi scoccò uno sguardo di profondo risentimento al padre.

“Bene. E per ora non ti voglio in mezzo ai piedi. Ma non credere che sia finita qui, devi riguadagnare la mia fiducia” e così dicendo Vegeta uscì chiudendo la porta alle sue spalle.

Una volta rimasto solo Trunks diede un pugno alla parete aspettando il dolore delle scariche elettriche, ma non arrivò, si fece solo male alla mano, stava sanguinando, le nocche erano spelate, rimase a fissarle curioso, un pugno di quel tipo nel pieno delle sue capacità non gli avrebbe lasciato nemmeno un graffio, ora era davvero solo un ragazzo normale.

Essere un ragazzo normale significava non essere più costretto dal padre ad estenuanti allenamenti, a negarsi tutti i divertimenti, a limitare la sua forza durante le competizioni sportive, non possedere più grandi poteri significava anche non avere più grandi responsabilità. Però d’altra parte essere normali significava anche perdere completamente l’attenzione del padre, essere un insulso terrestre, ma tanto suo padre era furibondo con lui, loro non riuscivano mai a parlare, lui urlava e ordinava, non lo ascoltava mai. Per un attimo si era illuso che almeno il Vegeta più giovane potesse diventare suo amico, ma era stato uno sciocco a crederlo, e ora se ne rendeva conto. Aveva sbagliato completamente, quel ragazzo era malvagio e faceva solo quello che gli faceva comodo, non aveva nessun sentimento a parte il disprezzo per tutto ciò che credeva inferiore tra cui anche il suo stesso futuro figlio. E ora a causa di quella bravata, davvero sciocca, si era messo nei guai, in grossissimi guai e sentendosi stringere la gola per la mancanza d’aria diede un altro pugno contro alla parete, sentì il dolore e il sangue scorrere dalla mano, ma non pensò affatto al dolore, se lo meritava dopotutto, suo padre avrebbe dovuto infliggergli del dolore e invece l’aveva ferito di più con l’indifferenza e il silenzio.

Vegeta si era recato alla gravity room si era trasformato in super sayan e aveva iniziato a tirare pugni e calci verso la parete di fronte a lui, era furibondo, avrebbe voluto prendere il figlio e scrollarlo per chiedergli perché era stato così sciocco, perché non poteva semplicemente essere come lui, perché non poteva accettarlo così com’era, sapeva di non essere divertente come Karoth, ma credeva di essere migliore come padre…

Bulma stava guardando dalla finestra della gravity room e vide il marito sfogare la sua rabbia, capiva la sua frustrazione, ma sapeva anche che il quel momento non poteva fare nulla per lui, quindi decise di andare a vedere come stava il figlio.

Quando entrò nella stanza del figlio trovò una scena terribile, quasi da film dell’orrore, la parte a fianco al letto era sporca di sangue e così anche le mani di suo figlio.

Trunks, ma cosa stai facendo?” gridò Bulma prendendo per le braccia il figlio.

“Lasciami in pace!” rispose Trunks svincolandosi dalla stretta della madre, la quale reagì schiaffeggiando il figlio.

Dopo essere stato schiaffeggiato Trunks fissò sua madre, non l’aveva mai colpito, ma grazie a quello schiaffo era tornato più lucido, Bulma gli ordinò di non muoversi e andò a prendere la cassetta medica.

Quando tornò dal figlio prese a medicargli le mani, le sue nocche erano completamente rovinate, lei voleva piangere per il dolore del figlio, ma sapeva che non era il caso, era orgoglioso come il padre.

“Devono farti molto male le mani, ora che non hai più le tue doti, dovrai fare attenzione, altrimenti potresti farti molto male!” lo rimproverò dolcemente Bulma.

“Non mi fanno affatto male!” rispose Trunks anche se in realtà, ora che non era più accecato dalla rabbia, le mani gli pulsavano terribilmente.

Nel sentire quelle parole dettate dall’orgoglio, Bulma accennò un sorriso:”Sai è curioso che tu e tuo padre non andiate d’accordo, ma in questo momento vi stiate sfogando nello stesso modo”.

“Non sono affatto come lui, sono un insulso terrestre ora e proprio grazie a voi due!” la accusò Trunks.

“Ehi ragazzino, tieni a bada la lingua se non vuoi un altro schiaffo. Tuo padre ha fatto la cosa giusta. Ci hai delusi ed è giusto che impari che esistono dei limiti anche per chi ha capacità straordinarie!” lo rimproverò la madre.

“Voi pretendete e basta da me!” sbottò Trunks alzandosi per mettere distanza dalla madre.

“Certo che pretendiamo da te sei nostro figlio! E hai anche molto ferito tuo padre, so che ultimamente le cose fra voi non vanno bene, ma dovrai trovare il modo di risolverle e senza fare altre sciocchezze” rispose Bulma.

“Sia il giovane che il vecchio Vegeta mi disprezzano” commentò Trunks.

“Sei mio figlio, sei il ragazzo più intelligente che conosca, sono certa che riuscirai a sistemare tutto!” rispose Bulma abbracciando il figlio.

“Immagino che però sarò in punizione per un bel po’!” commentò Trunks cercando di sfruttare il fatto che la madre si stava ammorbidendo.

“Certo ragazzino. Sei un ragazzo intelligente, ma io lo sono di più e non m’incanti. Come ho detto alla giovane altezza troveremo qualcosa che non ti faccia troppo perdere la faccia per punirti!” rispose Bulma.

“Ma il bracciale non basta?” chiese Trunks

“No, mi dispiace non basta, non questa volta! E ora cerca di riposare Trunks!” lo salutò la madre uscendo dalla stanza.

 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

Il giorno seguente Trunks scese a colazione, nessuno l’aveva chiuso a chiave nella camera, e soprattutto quella mattina avrebbe dovuto andare a scuola e al solo pensiero si sentiva male, l’avrebbero preso in giro tutti quanti.

A tavola lo stavano aspettando i suoi genitori e Bra, era tutto completamente in silenzio, tanto che salutò tutti quanti con un buongiorno detto quasi a sottovoce e gli risposero solo sua madre e sua sorella le quali addirittura gli sorrisero.

Suo padre non aveva nemmeno alzato gli occhi dal piatto, stava mangiando come se nulla fosse, come se lui nemmeno fosse lì, continuava ad ignorarlo, faceva male, ma non avrebbe ceduto, si sedette quindi al suo posto e iniziò a mangiare anche lui come se nulla fosse.

Il moccioso mangiava tranquillo, come diavolo faceva, anzi come si permetteva, non sembrava nemmeno pentito, se lui avesse causato tutti quei problemi e avesse al polso quell’oggetto infernale, non sarebbe certo così tranquillo, avrebbe voluto levargli a schiaffi quell’espressione tranquilla. E poi cosa si era fatto alle mani, perché erano bendate, Bulma non gli aveva detto nulla a riguardo, sicuramente anche lei era complice con lui, dopotutto lo era sempre stata; aveva sempre viziato Trunks, era sicuramente il suo preferito, come d’altra parte il moccioso adorava la madre, la rispettava, molto più di quanto rispettasse lui e l’aveva dimostrato facendo quell’idiozia.

Bra si era alzata da tavola e salutando il padre con un bacio aveva interrotto i pensieri vorticanti del padre; e ora che lei era andata via a tavola erano rimasti solo loro tre.

Notando questa cosa anche Trunks fece per alzarsi, ma Bulma lo fermò:” aspetta un attimo Trunks, come sai sei in punizione fino al nuovo ordine e quindi dopo la scuola io e tuo padre vogliamo che tu torni a casa immediatamente. Ovviamente non uscirai se non per andare a scuola e l’altra tua attività a casa sarà lo studio a parte alcuni lavoretti che io e tuo padre ti faremo fare”

“Oh beh niente di diverso dalla mia solita vita, se non che almeno mi risparmio gli allenamenti!” commentò acidamente Trunks.

“Chiudi il becco moccioso, non ti voglio sentire parlare. Obbedisci e basta! E ora vai a scuola alla svelta, senza i tuoi poteri ci metterai più tempo e guai a te se arriverai in ritardo o porterai a casa brutti voti!” gridò Vegeta puntando il dito verso la porta, le parole del figlio l’avevano decisamente inquietato.

“Già e devo ringraziare te e le tue idee se ora non ho le mie capacità. Meno male che mio padre si prende cura così bene di me!” ribattè Trunks e prima che il padre potesse replicare scappò svelto dalla cucina.

“Hai sentito cosa ha detto donna?” gridò Vegeta verso la moglie.

“Sì ho sentito caro. Siete due zucconi, non riuscite a dialogare, vi state solo provocando a vicenda!” rispose Bulma continuando a bere il suo caffè, se la situazione non fosse stata così grave, sarebbe stato quasi divertente vedere il marito rosso in viso che agitava i pugni.

“Io non sono uno zuccone, quel moccioso deve portarmi rispetto!” gridò ancora Vegeta.

“Non ci riuscirai certo gridando e usando la violenza mio caro! E poi hai anche un altro adolescente di cui occuparti. Povero marito mio, in che brutto guaio ti sei cacciato. Perché oggi pomeriggio non porti i due teppistelli dai Son, sicuramente potrebbero rendersi utili nei campi” rispose Bulma.

“Ma non sono dei contadini, sono dei guerrieri!” esclamò Vegeta.

“Oh no, ora sono due marmocchi adolescenti in castigo e sicuramente un po’ di lavoro manuale farà bene ad entrambi!” disse Bulma.

“Cosa è successo alle mani di Trunks? Pensavi che non le avrei notate?” chiese Vegeta.

“Ha fatto la stessa cosa che hai fatto tu ieri nella gravity room, ma non avendo più i suoi poteri si è fatto qualche graffio. Sei adorabile quando ti preoccupi di Trunks. Se solo lui sapesse quanto davvero ti preoccupi per lui, dovresti davvero parlargli” disse Bulma guardando il marito negli occhi.

“Non devo affatto parlargli, e dopo quello che ha fatto non ho proprio nulla da dirgli!” rispose Vegeta distogliendo lo sguardo dalla moglie.

“Lo sai vero che prima o poi dovrai perdonarlo e dovrete parlare?” chiese Bulma al marito girato di spalle, ma non ottenne nessuna risposta, si allontanò dalla cucina.

Certo che lo sapeva che prima o poi avrebbe dovuto perdonarlo, ma parlargli? E cosa doveva dirgli esattamente? Lui non era bravo ad esprimere i suoi sentimenti e se suo figlio non lo capiva erano problemi suoi e quindi per non continuare la discussione con la moglie lasciò la stanza.

Trunks era alla fermata dell’autobus, non aveva mai preso un mezzo pubblico in tutta la sua vita, c’erano un sacco di studenti di vari istituti tra cui anche alcuni del suo. Temeva moltissimo che qualcuno gli chiedesse qualcosa per la festa di sabato, ma non fu così, nessuno l’aveva notato.

Salì sull’autobus e subito si ritrovò schiacciato tra altri due ragazzi, era decisamente scomodo quel mezzo, nonché molto lento, lui volando avrebbe raggiunto la scuola in alcuni minuti, mentre quel trabiccolo ci avrebbe impiegato almeno mezz’ora e poi continuavano a salire ragazzi, c’era pochissima aria. Quanto avrebbe desiderato volare, ecco una cosa che gli mancava tantissimo delle sue capacità.

Una volta raggiunta la scuola Trunks si diresse verso la sua aula, era arrivato appena in tempo; seguire le lezioni quella mattina fu difficile la sua testa era piena di pensieri: quanto sarebbe durata quella situazione? Sua madre nel giro di un qualche giorno l’avrebbe perdonato, ma suo padre? E poi il giovane principe? Per quello che aveva detto voleva dargli una bella lezione, ora dopotutto sarebbero stati quasi ad armi pari, se ci fosse stata occasione gli avrebbe fatto rimangiare quello che gli aveva detto.

Era arrivato l’intervallo e Trunks uscì nel corridoi e senza nemmeno accorgersene fu circondato da Tony e dalla sua banda.

“Ehi amico papino oggi ti ha accompagnato a scuola o ti ha permesso di venire da solo?” gli chiese Tony sghignazzando e additandolo.

“Lasciami in pace Tony!” rispose Trunks cercando con lo sguardo una via di fuga.

“E perché dovrei? Altrimenti chiami papino?” lo rimbeccò ancora Tony.

Trunks stava per gettarsi addosso a quell’individuo spregevole, gli avrebbe fatto sputare i denti e al diavolo le conseguenze, ma per fortuna apparve Goten che disse a voce piuttosto alta ai ragazzi di sparire altrimenti avrebbe chiamato gli insegnanti.

Tony si guardò attorno, quelle parole avevano attirato l’attenzione di altri ragazzi e valutò che non era il caso di sporcarsi le mani con un pivello come Trunks Brief e quindi insieme alla sua banda si ritirò ridendo malignamente.

“Tutto bene amico?” chiese Goten, notando lo sguardo scuro e i pugni chiusi di Trunks.

“Sì, grazie per averli mandati via, stavo per ucciderlo, ma non avrei fatto molti danni grazie a questo” rispose Trunks mostrando a Goten il bracciale.

“Maaa quello è lo stesso che indossa anche il tuo giovane padre? Come mai l’hanno messo anche a te?” chiese il ragazzo con sguardo perplesso.

“Idea di mio padre, quello vecchio, secondo lui ho superato il limite facendo affidamento sulle mie capacità e quindi secondo lui, non le merito più!” rispose Trunks.

“Ma ti fa male?” chiese Goten continuando a guardare il bracciale con sospetto.

“No, non fa male, è solo che se cerco di concentrare la mia aura per creare la forza viene tutta assorbita dal bracciale” rispose Trunks.

“Caspita amico a te è andata decisamente peggio che a me. Mia madre era furiosa, mi ha sgridato un sacco, ha paura che diventi un teppista come al solito; papà cercava di farla ragionare, ma lei ha sgridato pure lui. Ovviamente sono chiuso in casa fino a nuovo ordine e a dire il vero dovrei anche stare lontano da te e soprattutto dal tuo giovane padre. Dice che avete una cattiva influenza su di me!” spiegò Goten imbarazzato.

“Forse ha ragione! Comunque beato te che almeno avevi tuo padre dalla tua parte, i miei genitori erano entrambi furibondi. E oltre al braccialetto, sono anch’io consegnato in casa e so che comunque non sarà finita qui” ripose Trunks.

“Oh beh era prevedibile che i nostri genitori s’infuriassero, soprattutto tuo padre e mia madre. Dobbiamo solo sperare che il giovane Vegeta se ne torni alla svelta da dove è venuto e poi tu dovresti trovare il modo per chiarirti con tuo padre, questa guerra tra voi non ha proprio senso” commentò Goten.

“Certo per te è facile, tuo padre è tuo amico, se tu vuoi fare qualcosa, andare in qualche posto, hai sempre il permesso; sì tua madre è severa, ma ti vuole bene e poi tuo padre riesce sempre a convincerla stando dalla tua parte. Io invece devo litigare ogni giorno con mio padre per qualunque cosa, lui non mi vuole capire, bisogna fare sempre quello che decide lui, soprattutto io devo fare quello che lui reputa giusto per me!” ripose Trunks esasperato.

“E tu sei una lagna, sempre con questa storia che tuo padre è ingiusto e mio padre invece è un mito, tu non vivi con noi, non sai affatto come vanno le cose!” ripose Goten e senza aspettare la replica dell’amico si allontanò.

Ecco ora aveva contro anche Goten, ma perché se l’era presa tanto, era la verità, Goku era divertente e comprensivo, suo padre invece era esattamente il contrario, lui avrebbe fatto cambio mille volte.

Una volta tornato a casa da scuola, ancora con l’autobus, Trunks trovò entrambi i suo padri ad aspettarlo in salotto, entrambi erano scuri in volto e con le braccia conserte.

“Ah finalmente sei tornato, ora potremmo andare a fare lavori di servitù come se fossimo dei soldati di terza classe!” esordì il giovane Vegeta.

“Ma cosa stai dicendo?” chiese Trunks.

“Chiudete il becco entrambi; ora andremo dai Son e vi renderete utili nei loro campi e non voglio sentire nemmeno una lamentela da uno di voi due altrimenti azionerò le scariche elettriche di quegli aggeggi infernali che portate al braccio!” ordinò il Vegeta adulto.

“Visto? Cosa ti avevo detto? Sarà davvero divertente!” sghignazzò con sprezzo il giovane principe.

Trunks fece per rispondere, ma Vegeta prese entrambi per un braccio e strattonandoli si levò in volo verso casa Son, mettendo fine alla discussione.

 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

POCO PRIMA DEL RITORNO DI TRUNKS DA SCUOLA:

Vegeta decise che era il momento di visitare il suo giovane doppio; lo trovò seduto sul letto a gambe incrociate e con gli occhi chiusi, stava meditando.

“Ehi tu basta con la meditazione, hai del lavoro che ti aspetta!” lo chiamò il Vegeta adulto.

“Lasciami in pace!” rispose il giovane principe senza nemmeno aprire gli occhi.

“Come osi parlarmi così stupido moccioso!” esclamò Vegeta scuotendo per le spalle il ragazzo.

“Come osi tu parlarmi così vecchiaccio!” rispose il giovane fissando l’uomo con un freddo sorrisetto.

Quel ragazzino si stava prendendo gioco di lui, come osava, lui non ricordava affatto di essere mai stato così arrogante, sentiva già il prurito alle mani, aveva una gran voglia di dargli una bella lezione, non tollerava i mocciosi irrispettosi.

“Piccolo mostro insolente, alzati e seguimi senza fiatare!” gli ordinò Vegeta.

Il giovane principe lo fissò sempre con sfida, ma alla fine dovendo ammettere a se stesso che era in svantaggio contro quell’uomo, si alzò dal letto sbuffando.

“Ebbene?” chiese il ragazzo.

“Appena Trunks tornerà da scuola porterò entrambi dai Son, loro vivono in una specie di capanna di fango e sassi e hanno dei campi attorno, lavorerete quella terra, strapperete erbacce e cose simili!” spiegò Vegeta.

“Ti sembra che io sia un villico? Io sono il principe dei sayan, non mi sporcherò le mani di terra. E non capisco come tu possa permettere che io mi abbassi a tanto!” rispose il giovane principe incrociando le braccia.

“Senti, ragazzino, dobbiamo cercare di redimere quella tua anima marcia e quindi tu strapperai quelle erbacce o credimi che troverò il modo per obbligarti. E poi da quando sei qui hai già causato abbastanza problemi a me e alla mia famiglia, è ora che qualcuno ti rimetta al tuo posto!” disse Vegeta.

“Ma come parli? Io non sono quello smidollato di tuo figlio, io non ho più un padre da moltissimo tempo!” ripose il giovane.

“Esatto, allora credo che sarà la tua occasione per avere ancora un padre, uno furioso se non farai quello che ti ho appena detto. E comunque mio figlio non è affatto uno smidollato vedi di tenerlo a mente!” rispose Vegeta prendendo il ragazzo per un braccio trascinandolo per il corridoio verso l’uscita e cercando anche, a fatica, di ignorare le lamentele e le provocazioni del giovane.

 

Una volta che i tre arrivarono a casa Son ad aspettarli c’erano Goku e Chichi, quest’ultima aveva il viso scuro e le braccia conserte.

“Ehi Vegeta, non scherzavi affatto quando dicevi che questo tipo vive in una capanna, ma d’altronde è decisamente un alloggio adatto ad uno di terza classe…” esordì il giovane principe guardando attorno disgustato.

“Come ti permetti brutto maleducato!” lo sgridò Chichi trattenuta da Goku.

“Su Chichina non ti arrabbiare, lo sai che vuole solo provocarci!” esclamò Goku.

“Sì ecco bravi, lasciate perdere. Vi ho portato questi due aiutanti che oggi pomeriggio si renderanno utili nei vostri campi. Fate fare a loro ciò che volete, lo faranno senza storie, altrimenti saranno guai!” disse Vegeta.

I due ragazzi furono portati in un campo con l’ordine di strappare le erbacce, controllati a vista a distanza da Vegeta e Goku.

“Ehi Trunks, non hai detto una parola da quando siamo partiti. Non ti stai divertendo a fare il contadino? Ti farà sicuramente apprezzare le comodità che hai nella vita, per fortuna che sei un ragazzino ricco, che non deve certo combattere per il cibo o peggio coltivarselo, come questi tizi di terza classe!” esordì il giovane principe, ma Trunks continuò imperterrito a strappare erbacce senza dare risposta.

“Ah non vuoi parlare con me, mi stai tenendo il broncio…davvero divertente. Perché sei arrabbiato con me? Perchè ti sei messo nei guai con papino? O forse perché ti ho preso in giro? Oh su…è esattamente quello che pensa tuo padre, solo che non lo vuole ammettere!” riprovò il giovane Vegeta.

“Stai zitto! Lasciami in pace!” ripose Trunks.

“Oh ma come sei noioso. Un mocciosetto noioso che cerca di attirare l’attenzione di papino, ma sai una cosa? Puoi fare qualunque cosa, ma lui, o meglio io, non ti considereremo mai come vuoi tu. Sei tempo sprecato!” replicò il principe.

Tempo sprecato, no lui non era affatto tempo sprecato; aveva fatto del suo meglio per non cogliere le provocazioni di quell’odioso ragazzo, era quasi incredibile che suo padre da giovane fosse stato così loquace. Sapeva di essere controllato a vista da suo padre, ma il suo sangue sayan stava ribollendo, e quello il braccialetto non poteva bloccarlo, voleva chiudere la bocca a quel ragazzo, voleva fargli rimangiare le parole che aveva detto e che l’avevano tanto ferito, si sarebbe vendicato e al diavolo le conseguenze e fu così che si gettò contro al giovane principe.

Il giovane Vegeta quando lo vide arrivargli incontro, non si scansò, anzi sghignazzo e si preparò a caricare il ragazzo e in un attimo si trovarono in mezzo alla terra avvinghiati nella lotta.

“Ehi Vegeta stanno lottando, non dovremmo andare a dividerli?” chiese Goku notando la preoccupante nuvola di fumo che si stava sollevando nel campo.

“No, fermo, non interferire! Hanno quei bracciali che li tengono a bada, lascerò che si sfoghino un po’ prima di dividerli! Non sono una balia comunque!” ripose Vegeta, ammettendo solo a se stesso, che quello scontro era giusto, non erano contadini ed era normale che soprattutto la sua versione più giovane si sentisse frustrato da quel lavoro, così poco adatto al principe che lui era e d’altra parte suo figlio era furioso con lui sia adulto che da giovane e quindi era giusto che si sfogasse, con almeno uno dei due.

I due contendenti stavano lottando, il giovane principe sapeva di non potere esagerare a causa del bracciale, ma tutto quel lavoro manuale lo stava annoiando terribilmente, invece con quella lotta si sentiva vivo, si stava divertendo. Quel Trunks aveva le fiamme negli occhi mentre combatteva, ora riusciva a vedere in lui un vero guerriero sayan.

Trunks finalmente stava sfogando tutta la rabbia repressa che aveva accumulato in quei giorni, giorni pessimi, e ora si stavano rotolando per terra come due ragazzini, come due normali ragazzi terrestri durante una lite; ovviamente il suo giovane padre si stava difendendo, ma sembrava anche divertito dalla situazione, a differenza sua che era furibondo, ma gli chiese lo stesso cosa avesse tanto da sorridere.

“Perché mi sto divertendo un mondo, lotta e sangue, questa è la mia natura e anche la tua, non ti senti vivo in questo momento al posto di strappare erbacce?” chiese il giovane principe schivando un colpo.

“E allora perché mi hai detto quelle cose?” chiese Trunks mandando a segno un colpo.

“Tu pensi troppo ragazzino! Pensa a combattere, non togliermi questo divertimento con delle chiacchiere!” rispose il giovane principe gettandosi contro a Trunks.

“Ehi principino…al momento sei solo più vecchio di me di un anno!” rispose Trunks.

“Porta rispetto a tuo padre!” ribatte il giovane principe scoppiando a ridere, dopo aver fatto una smorfia severa.

Urka Vegeta stanno ridendo, avevi ragione a lasciarli fare!” commentò Goku guardando con ammirazione Vegeta.

“Certo che avevo ragione, conosco bene quei mocciosi!” commentò Vegeta, che a quel punto decise che era giunto il momento di intervenire per richiamare all’ordine i due ragazzi.

“Ora basta mocciosi, vi siete chiariti direi, tornate a lavorare oppure aziono quelle scariche elettriche dei vostri bracciali.” ordinò Vegeta allontanando dal figlio il suo doppio.

“Eh sì, e chissà magari un giorno potremmo anche chiarirci con te, che ne dici Trunks?” chiese il giovane Vegeta con un gesto d’intesa nella direzione di Trunks.

Ma prima che Trunks potesse rispondere, Goku lo portò più lontano a proseguire il lavoro, intimandogli sottovoce di non continuare a provocare suo padre, il ragazzo si svincolò dalla stretta del sayan, stava per rispondere, ma notando l’espressione decisa di Karoth decise di non imbattersi in un'altra discussione e di tornare al suo lavoro.

Tornarono a casa distrutti e decisamente sporchi, nonché con i lividi del combattimento imprevisto, tant’è che quando rientrarono Bulma rimase a bocca aperta e se la prese ovviamente col marito, gli chiese cosa avesse fatto a quei due poveri ragazzi.

“Donna io non gli ho fatto proprio nulla, chiedilo a loro, si sono rotolati nel fango come due mocciosi!” rispose Vegeta lasciando la stanza, ormai ne aveva avuto abbastanza di ragazzini per quella giornata.

Ciao a tutti, ci tenevo a salutarvi e a ringraziarvi perché siete davvero in tanti che seguite questa storia; mi spiace soltanto di non poter aggiornare più spesso, ma causa lavoro e anche per altre cose di più non riesco a fare purtroppo. Oggi comunque cercherò di finire di scrivere il capitolo 9.

Una piccola anticipazione: nel prossimo capitolo vedremo il nostro giovane principe alle prese con qualcuno di piuttosto altezzoso, tanto quanto lui, vedremo chi la spunterà alla fine.

Buona lettura e a presto.

 

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

“E oggi cosa mai dovrei fare per espirare le mie orribili colpe?” chiese il giovane principe osservando dubbioso il sorrisetto sadico di Bulma.

“Oh una sciocchezza caro, sai oggi Trunks è impegnato, deve fare un mucchio di compiti, e quindi ho pensato che tu potresti badare a Bra, sai siete partiti col piede sbagliato, sarebbe un modo carino per ricucire il vostro rapporto!” rispose la donna trattenendo a stendo una risata osservando l’espressione contrariata del ragazzo.

“Ehi per chi mi hai preso, per una balia per caso? Ho già fatto il contadino ieri ed è stata già abbastanza umiliante, potrei fare mille flessioni o dei sollevamenti, oppure…” esclamò il giovane principe.

“Eh no altezza, non mi freghi, ti divertiresti, ti staresti allenando, conosco come ragiona quella tua testolina diabolica. E poi Bra è abbastanza grande non ti darà molto da fare, vedrai che starete bene insieme, tu, o meglio l’altro te stesso stravede per lei” rispose Bulma prendendo sotto braccio il ragazzo e trascinandolo fino alla stanza della bambina.

La prima cosa che notò il giovane principe, fu che quella camera era rosa, terribilmente rosa, con alcune sfumature di lilla qua e là e trovò la cosa alquanto strana e preoccupante. Prima che il suo pianeta fosse distrutto da quel dannato asteroide ( nota dell’autrice: il giovane principe non sa ancora la verità sulla fine del pianeta Vegeta e dei suoi abitanti)  da bambino aveva conosciuto alcune ragazzine sayan, erano guerriere, non erano certo interessate a tutti quei ridicoli fronzoli. Sicuramente quell’insana passione per i fronzoli doveva derivare dalla parte terrestre della mocciosa, che terribile spreco, pensò il giovane principe, quella bambina dopo tutto era sua figlia e poteva essere una grande guerriera, l’ultima donna guerriera sayan e invece non era altro che una creaturina debole e piagnucolosa.

Bra stava osservando con circospezione l’entrata della madre e di quell’odioso ragazzo così identico al suo caro papà.

“Bra, tesoro, oggi mammina e papà saranno impegnati e Trunks deve fare un mucchio di compiti e allora ho pensato che potresti fare tu compagnia al nostro ospite” esordì con voce allegra Bulma, che fu ricambiata da un’occhiataccia da entrambi i ragazzi.

“Non mi va mamma, devo fare anch’io un sacco di compiti…perché non lo porti con te in laboratorio?” rispose sfacciatamente la bambina.

“Sì, Bulma, perché non mi porti in laboratorio?” chiese di rimando Vegeta con un ghigno malefico.

“Ecco, state già andando d’accordo nel tentativo di fregarmi, ma è deciso: voi due passerete il pomeriggio insieme e sono sicura che vi divertirete un mondo. A più tardi...bambini!” e così dicendo Bulma chiuse la porta, lasciando i due da soli.

Per qualche attimo ci fu solo silenzio, i due si fissavano con aria circospetta e chiunque da fuori avesse assistito a quella scena avrebbe notato la chiara parentela tra i due.

“E così ti chiami Bra…che nome ridicolo…” ruppe il ghiaccio Vegeta e fu, come sperava, ricambiato da un’occhiata di fuoco da parte della bambina.

“Se mi fai arrabbiare chiamo subito papà e ti sistema lui!” rispose la bambina trattenendo la rabbia.

“Oh su, non fare la mocciosa, sei una sayan no? Non sei capace di difenderti da sola?” chiese in modo provocatorio il giovane principe.

“Certo che ne sono capace, ma ora non ne ho affatto voglia. Stavo giocando a mettermi lo smalto alle unghie e ora lo metterò anche a te!” rispose la bambina, sforzandosi di non cogliere le provocazioni di quel ragazzo maleducato.

La bambina si diresse verso un armadio, facendo segno a Vegeta di accomodarsi su una seggiolina di plastica rosa e questo si sedette con riluttanza, sapeva che ribellarsi sarebbe servito a poco, a causa di quello stupido bracciale potevano controllarlo, doveva solo trovare un modo per manipolare la mocciosa e poi chissà cosa voleva dire con mettere lo smalto…

Bra tornò e si sedette anche lei al tavolo e mostrò al ragazzo una serie di boccetti colorati, ovviamente erano colori così zuccherosi, dal rosa con i brillantini al lilla chiaro, la bambina gli chiese quale colore preferisse e lui rispose nessuno ovviamente.

Nonostante la risposta fosse stava secca, la bambina non perse la calma, anzi, sapeva che quel ragazzo antipatico doveva fare tutto quello che diceva lei e quindi scelse un bellissimo smalto rosa shocking e prese una delle mani del giovane principe tra le sue.

Vegeta sobbalzò in seguito a quel contatto, ma non si ritrasse, lasciò che la bambina gli sporcasse le unghie con quel colore orrendo, voleva chiedere se poi sarebbe venuto via, ma non voleva fare la figura dello sciocco.

Dopo un po’ la bambina si stancò di quel gioco, sperava che lui si ribellasse in qualche modo, allora sì che sarebbe stato più divertente, invece stava fermo lasciandola fare e guardando fuori dalla finestra distrattamente.

“Ehi che ne dici se scendiamo in cucina a fare merenda, mi sto annoiando!” esclamò la bambina.

“Finalmente una cosa su cui sono d’accordo. Andiamo mocciosa!” rispose il ragazzo.

I due si trasferirono in cucina e iniziarono a svaligiarla e finalmente Vegeta notò qualcosa di sayan in quella creaturina, mangiava voracemente, finalmente aveva abbandonato le sue arie da principessina, tant’è che le chiese di allenarsi.

“Io posso allenarmi solo con papà e Trunks e non prima di aver fatto tutti i miei compiti!” rispose la bambina, che in realtà avrebbe avuto voglia di allenarsi con lui, perché dall’aura sentiva che era molto più debole rispetto a suo padre e suo fratello e quindi avrebbe anche potuto batterlo.

“Sì può sapere che cosa sono questi compiti che portano via così tanto tempo a te e tuo fratello?” chiese Vegeta con curiosità e frustrazione perché aveva la necessità di allenarsi.

“La matematica, il giapponese, l’inglese…sono tutte cose che studiamo a scuola e poi a casa dobbiamo allenarci, perché se non portiamo i compiti fatti sono guai a scuola e a casa. Mamma e papà sono molto severi sulla scuola!” spiegò la bambina prima di correre a prendere il quaderno.

La scuola…doveva essere un edificio dove i mocciosi terrestri studiavano, anche lui fino all’anno prima studiava, aveva un insegnante privato, l’addestramento militare l’aveva fatto sin da bambino insieme agli altri sayan, perché suo padre desiderava che lui si misurasse sempre con nuovi avversari e che ne uscisse vincitore, doveva essere il migliore. Ma stranamente, il re Vegeta, aveva ordinato che suo figlio, il suo erede, studiasse con un precettore, doveva imparare più lingue possibili e soprattutto doveva essere preparato nelle scienze tecniche e matematiche.

Al giovane principe quelle ore con il precettore piacevano, apprendeva tutto molto velocemente, ovviamente aveva sempre cercato di non manifestare il suo interesse all’insegnante; quest’ultimo era uno straniero del pianeta Rosso, quel pianeta era noto proprio per i suoi abitanti piuttosto colti e suo padre ne aveva risparmiati giusto una decina per utilizzarli per lavori indegni per i sayan.

Il potente Freezer l’aveva eliminato un anno prima, diceva che l’aveva fatto per motivare di più il principe sayan nella missione di sottomettere tutto l’universo, il giovane principe aveva commentato la cosa con un’alzata di spalle, fingendo indifferenza, non avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con se stesso, che in realtà gli era dispiaciuto per quell’ometto che per anni gli aveva insegnato tutto quello che sapeva e lui non gli aveva mai chiesto il suo nome, non gli era mai interessato.

Bra ritornò di corsa con un quaderno con gli unicorni e gli disse di seguirla in salotto dove c’era più luce, e là c’era già Trunks concentrato sui libri.

La sorella si sedette vicino al fratello e fece segno al giovane principe di sedersi accanto a lei; una volta seduto Vegeta diede una rapida occhiata al quaderno della bambina: c’erano segnate delle operazioni da risolvere, delle sciocchezze, nulla che poteva interessare a lui.

La bambina invece trovava quel ridicolo compito difficile, e continuava a chiedere aiuto a Vegeta prima velatamente e poi, visto che il giovane principe si ostinava ad ignorarla, direttamente: “Ehi se sei capace di risolvere queste operazioni aiutami così poi potremo uscire fuori; o magari non sei capace?” chiese la bambina con tono dittatoriale.

Vegeta notò che anche Trunks aveva smesso di studiare e stava osservando la scena e quindi decise di mettere in mostra le sue doti matematiche: “certo che ne sono capace, sono dei calcoli sciocchi, dammi qua!” rispose il giovane principe prendendo sgarbatamente il quaderno della bambina.

In pochi minuti risolse i calcoli e restituì il quaderno alla bambina, che fissò i calcoli con sguardo meravigliato, ma poi cambiò presto espressione e divenne sospettosa e passò il quaderno al fratello, ordinandogli di controllare se fossero corretti.

Trunks controllò velocemente, osservando di sottecchi, che Vegeta lo stava osservando con sguardo compiaciuto e quindi disse:” Sì sono giusti Bra, ma se mamma e papà scoprono che ti sei fatta aiutare sono guai”.

“Oh su che noia che sei Trunks, intanto io ho già finito i compiti e posso andare a giocare, e nessuno saprà mai che non li ho fatti io. E se provi a dire qualcosa a mamma o a papà troverò il modo per vendicarmi!” disse la ragazzina puntando il dito contro il fratello.

Quella mocciosa, aveva una strana e inquietante passione per il rosa, però aveva sicuramente la grinta dei sayan, era molto più sicura di suo fratello.

“Oh beh non ci vuole molto a risolvere delle operazioni così semplici, era un compito sciocco!” esclamò il giovane principe.

“Compiti adatti ad un bambino, i miei sono sicuramente più complicati!” rispose Trunks rimettendo la testa sui libri.

 Non aveva nemmeno provato a rispondere alla sorella, aveva cambiato argomento, troncando la discussione; se lui avesse avuto una sorellina così impertinente l’avrebbe risistemata, pensò Vegeta.

“Vediamo questi compiti così difficili!” esclamò il giovane principe prendendo il libro del ragazzo.

Si trattava di problemi di fisica, li sapeva risolvere, erano più complicati di quei ridicoli calcolini, erano però finalmente interessanti; si mise quindi all’opera, notando che i due ragazzi lo stavano osservando stupiti.

Una decina di minuti dopo consegnò il foglio a Trunks con la soluzione dei problemi, il ragazzo li controllò ed effettivamente i passaggi erano giusti e quindi sbalordito gli chiese come aveva fatto in così poco tempo, soprattutto perché non sapeva che lui conoscesse la fisica.

“Credevi di essere solo tu il sapientone di casa? Da qualcuno dovrai avere preso no? ebbene oltre ad aver studiato le scienze tecniche, parlo correttamente otto lingue di quelle più diffuse nell’universo” si vantò il giovane principe.

Trunks e Bra si guardarono con sguardi stupiti, com’era possibile? Loro padre non aveva mai manifestato queste doti, anzi stava ben lontano quando loro facevano i compiti.

“Ma è magnifico, Trunks, finchè lui è qui potrà aiutarci con i nostri compiti e noi così avremo molto più tempo libero!” sentenziò la bambina entusiasta.

“Oh no mocciosa, non sono affatto il tuo schiavetto, e poi potrei fare io la spia con i tuoi genitori e non sarebbero per nulla contenti. E non temo le tue ripicche, sono già vostro prigioniero dopotutto. E ora muoviti hai detto che avresti combattuto con me!” disse il giovane principe con tono che non ammetteva repliche e intanto fissò Trunks, ecco come si doveva fare con una sorella così capricciosa.

Bra lo fissò a bocca aperta, nessuno osava trattarla così, se non suo padre, quando esagerava con i capricci, quel ragazzo antipatico era un avversario al suo livello, era interessante, e quindi senza replicare si diresse in giardino; e i due furono seguiti a ruota da Trunks, che non si sarebbe perso il combattimento tra i due per nulla al mondo.

 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


CAPITOLO DIECI

“Anche oggi dovrò fare la balia alla mocciosa? Dopotutto per essere una piccola lagna combatte bene, mi sono divertito con lei ieri pomeriggio!” esordì il giovane principe vedendo entrare nella sua stanza la sua versione più anziana.

Divertente, per la sua giovane copia era stato divertente, lui invece era stato terribile, il sangue gli si era gelato nelle vene quando aveva visto sua figlia che combatteva con lui, sotto lo sguardo tranquillo di Trunks. Ma perché i suoi figli non capivano che lui avrebbe potuto farle del male senza alcun rimorso, quel ragazzo non era se stesso, ma loro non percepivano più alcun pericolo.

Si era avvicinato lentamente ai due combattenti e con voce severa aveva richiamato in casa Bra, dicendole che sua madre non avrebbe approvato che si sporcasse il vestito, era stata la prima cosa che gli era venuta in mente, e si rese conto subito che era davvero una cosa stupida, perché il giovane Vegeta era scoppiato a ridere e aveva fatto un inchino beffardo verso la sua direzione e allora aveva rispedito nella sua stanza anche lui.

Poi in un momento in cui nessuno era in circolazione si era avvicinato a Trunks e l’aveva schiaffeggiato, il ragazzo si era portato la mano alla guancia indietreggiando, stava per chiedergli il motivo, ma lui l’aveva interrotto, intimandogli che la prossima volta doveva badare meglio a sua sorella e quindi gli aveva ordinato di non emettere nemmeno un fiato altrimenti sarebbe stato peggio per lui. Suo figlio gli aveva scoccato un’occhiata piena di risentimento e se n’era andato: aveva sbagliato e doveva impararlo, pensava che togliendogli la forza avrebbe capito e invece non aveva ancora imparato niente da quella lezione, era davvero testardo.

Nah oggi meriti decisamente del risposo, andremo a trovare i genitori di Bulma, abitano in una ridicola fattoria, vedrai sarà davvero divertente!” rispose Vegeta al ragazzo, che lo fissava perplesso, lui non sapeva esattamente cosa fosse una fattoria e non capiva nemmeno dove fosse la fregatura, ma decise di mostrarsi indifferente.

Tutta la famiglia Brief e il giovane principe salirono a bordo della air car per raggiungere la famiglia di Bulma e il giovane principe continuava a ripetere che trovava davvero ridicolo spostarsi con quel mezzo antiquato, quando si poteva volare, ma nessuno sembrava intenzionato a cogliere la sue provocazioni; anzi quel Trunks non lo guardava neppure, si chiese come mai, pensava che ormai si fossero chiariti, ma a dire il vero non aveva ancora rivolto la parola nemmeno a nessun’altro della famiglia.

“Ehi Trunks come mai sei così taciturno? Hai preso un brutto voto in quella tua ridicola scuola?” chiese il giovane principe.

“Lasciami in pace!” rispose il ragazzo calando il cappello che indossava sugli occhi e immediatamente sentì la sua versione più anziana borbottare e da lì gli fu tutto chiaro, quei due dovevano aver litigato di nuovo, che noia, perché continuava a prendersela con Trunks, chissà quando era diventato così cieco da non riuscire a apprezzare il suo erede, ma forse dopotutto non gli interessava poi così tanto saperlo, così finse di ascoltare con interesse lo starnazzare di Bra; quella mocciosa era una femmina strana, non era male come combattente, ma diceva e faceva un sacco di sciocchezze.

Alla fine arrivarono ad una villa in mezzo all’aperta campagna, era di un ridicolo colore rosa con il tetto rosso e c’erano un sacco di animali che scorrazzavano liberi per il giardino, era decisamente molto peggio della capanna di Karoth.

Una volta smontati dalla aircar ed entrati nel vialetto, facendo lo slalom in mezzo a tutti quei ridicoli animali, una strana donna bionda iniziò a correre nella loro direzione agitando le braccia e facendo versi da sciocca, ma chi poteva mai essere pensò il giovane principe, ma prima che potesse formulare delle ipotesi, quella donna lo stava abbracciando! Ma come osava? Sentiva la rabbia salirgli e il braccialetto stava già iniziando a mandare delle piccole scosse di avvertimento.

“Mamma insomma, lascia andare il piccolo Vegeta prima che gli venga un infarto; non è abituato ai tuoi modi, come quello grande!” esclamò Bulma, trattenendo a stento una risata nel vedere la faccia paonazza della giovane altezza.

“Oh ma cara non potevo resistere, è un così bel ragazzo!” trillò la donna lasciando andare Vegeta, che fece un grande respiro, gli mancava l’aria.

Poi quella donna portò tutta la famiglia nel retro della casa dove era stato preparato un banchetto in loro onore e tutti i sayan si fecero sotto senza tanti complimenti.

Mentre mangiavano furono raggiunti da un ometto di bassa statura con dei grossi baffi, che si presentò come il padre di Bulma, e disse di essere uno scienziato proprio come la figlia, e questo improvvisamente accese l’interesse del giovane principe, forse se l’avesse preso in ostaggio lui sarebbe riuscito a rispedirlo a casa senza tutta quella ridicolaggine del redimere la sua anima, doveva tenerlo d’occhio e trovare il modo per stare da solo con lui.

Il filo dei suoi piani fu interrotto dalla voce assordante e stridula di quella donna, che si chiamava Bunny, la madre di Bulma, e in un attimo se la trovò appesa al braccio che lo portava in giro per la proprietà presentandogli tutti gli animali per nome ad uno ad uno, sotto lo sguardo divertito di tutta la famiglia Brief, e anche di Vegeta, quello grande, come poteva permettere che gli si mancasse così di rispetto, se avesse avuto i suoi poteri avrebbe eliminato quella donna e tutti gli animali.

“Cara lascia un po’ respirare il nostro ospite, forse desidera visitare il mio laboratorio insieme a Trunks!” lo salvò inaspettatamente il padre di Bulma.

Oh sì, certo che lui desiderava visitare il suo laboratorio, forse era finalmente la sua occasione per fuggire e lui non sarebbe stato così sciocco da lasciarsela sfuggire, ed era anche certo che Trunks non si sarebbe messo in mezzo per impedirgli di fuggire, anzi avrebbe potuto essere un alleato probabilmente.

I ragazzi seguirono lo scienziato che fece vedere ad entrambi con orgoglio alcune sue invenzioni, alcune sembravano anche interessanti, ma con disappunto notò ad alta voce il giovane principe non c’era nulla che potesse servire per i combattimenti oppure per conquistare un pianeta.

Lo scienziato si mise a ridere e rispose che lui non era molto interessato a quel tipo di scienza, preferiva cosa utili per la gente, non per ferirla; poi tornò a parlare della nuova air car che aveva progettato che funzionava completamente grazie all’aria e alla luce solare, che non aveva ancora però brevettato in realtà.

Mentre lo scienziato continuava a blaterare della macchina il giovane principe bisbigliò a Trunks:”ehi amico che dici se ce la filiamo con questa bella macchina? Sono stanco di comportarmi bene, sto morendo di noia!”

Aveva capito che da quello scienziato non si poteva ricavare nulla di utile, quindi almeno avrebbe potuto farsi un giro con quel trabiccolo e godere di un po’ di libertà anche se limitata.

Trunks lo guardò con fare circospetto, era forse impazzito? Suo padre l’avrebbe ucciso e non aveva voglia di mettersi nei guai ancora di più, quindi gli rispose che non ci pensava nemmeno.

“Non ti facevo così pivello sai, oh beh non importa, lo chiederò a Bra, la mocciosa sì che ha fegato!” rispose Vegeta con intento provocatorio.

Se avesse fatto una cosa del genere Bra avrebbe accettato sicuramente e lui sarebbe finito ancora di più nei guai a causa sua, quindi Trunks gli rispose di lasciare fuori sua sorella da quella storia e che se voleva davvero prendere la macchina ci pensava lui.

Il giovane principe ripose con un sorriso perfido e soddisfatto, finalmente si sarebbe divertito un po’ dopo tutte quelle smancerie che aveva dovuto sopportare con quella Bunny.

Trunks ingoiò l’aria e interruppe suo nonno, chiedendogli una cosa su un altro macchinario, allontanandolo quindi dalla air car e mentre si allontanavano lanciò uno sguardo piuttosto eloquente al giovane principe, che senza indugiare saltò a bordo della macchina senza farsi vedere.

Una volta a bordo diede velocemente un’occhiata ai comandi, non doveva essere difficile metterla in moto….

“Guarda che se schiacci quello finiamo indietro contro alla parte, è la retromarcia!” osservò una bambina che ben conosceva alla sue spalle.

Bra si stava annoiando con i grandi e quindi li aveva raggiunti, aveva visto il giovane Vegeta salire sulla macchina del nonno e l’aveva seguito.

“Scendi mocciosa, non è il momento di giocare!” sibilò Vegeta che però trovava la cosa divertente in fondo in fondo.

“Io so come si mette in moto, me l’ha fatto vedere il nonno e quindi se te la vuoi filare hai bisogno di me” ripose la bambina.

“E sai anche guidarla mocciosetta?” chiese Vegeta.

“Ehi io sono una bambina non ho la patente, ma tu sei grande puoi guidare tu!” rispose la ragazzina passando sul sedile anteriore e indicandogli cosa doveva schiacciare per metterla in moto.

Una volta in moto, non doveva essere più complicata di una navicella da guidare e quindi il giovane principe virò verso Trunks, facendo cadere diverse invenzioni mentre faceva quella manovra; il ragazzo senza indugiare salì velocemente a bordo e mentre Vegeta rideva gettando indietro la testa i tre lasciarono il laboratorio, lasciando di sasso in signor Brief.

Trunks era sul sedile posteriore, si stava per rilassare, quando sbucò la testa della sorella dal sedile anteriore e al ragazzo venne un colpo.

“Ehi Vegeta non erano questi gli accordi, ti avrei aiutato se lasciavi fuori mia sorella!” esclamò il ragazzo furibondo.

“Non avevo voglia di perdermi tutto il divertimento fratellone!” rispose la bambina.

Eddai Trunks non fare il pivello, è stata Bra a farmi vedere come funzionava questo motore così antiquato, non potevo certo lasciarla a terra, sarà uno spasso vedrai!” rispose Vegeta accelerando e facendo ridere la ragazzina.

Era morto, suo padre l’avrebbe divorato, ora quella bravata non era più divertente, soprattutto perché non aveva la più pallida idea di dove volesse andare il giovane principe; per il momento stava solo guidando a tutta velocità per le strade di Città del Sud.

“Ehi Vegeta che ne dici se ci fermiamo a prendere un gelato?” chiese Bra del tutto emozionata da quella avventura.

“Bra non abbiamo un soldo!” rispose Trunks.

“Non ci servono i soldi, dovremo solo essere veloci ad arraffare la roba!” rispose Vegeta che voleva godersi quel momento di libertà fino alla fine.

E così il giovane principe, senza preoccuparsi del regolamento della strada, parcheggiò in doppia fila e scese insieme a Bra lasciando un Trunks molto preoccupato in auto.

Qualche attimo dopo i due uscirono con diversi gelati tra le mani, ne gettarono alcuni a Trunks e ripartirono di gran carriera; il ragazzo sapeva che quando i genitori l’avrebbero scoperto sarebbero impazziti, ma tanto ormai la sua vita era segnata.

“E ora dove andiamo ragazzina?” chiese Vegeta.

“Direi che devi assolutamente vedere il luna park, sarà uno spasso vedrai!” rispose la bambina indicandogli la direzione da prendere.

Eccomi, mi scuso per la lunga attesa, ma l’estate è stata piuttosto impegnativa e ammetto che avevo perso un po’ la spinta a scrivere, ma farò il possibile per finire questa storia prometto; penso ancora 2-3 capitoli, ma è per il momento solo un’idea. Grazie a tutti quelli che mi seguono e che aspettavano il capitolo, spero vi piaccia.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

Intanto alla Capsule Corporation cosa stava succedendo subito dopo la fuga dei ragazzi?

Il signor Brief guardò i ragazzi partire con la sua nuova invenzione e pensò che era stato un bello spreco progettare tutto quel piano di fuga per la sua air car, quando sarebbe stato più che lieto di farla provare ai ragazzi, avrebbero solo dovuto chiederlo, pensò stringendosi nelle spalle.

Ma in pochi secondi il suo povero laboratorio fu travolto da un altro ciclone, ovvero Vegeta che entrò come una furia seguito a ruota da sua figlia e da sua moglie.

“Cosa diavolo è successo qui dentro?” chiese Bulma anticipando il marito.

“Sono fuggiti da quel buco, riesco a percepire le loro aure. Adesso li vado a riprendere e saranno guai per tutti, mi sono stancato di questi comportamenti sciocchi da mocciosi viziati!” gridò Vegeta rosso di rabbia.

Ohh poveri bambini, sono sicura che vogliono solo giocare, non ti arrabbiare Vegeta, sei meno affascinante quanto ti arrabbi!” esclamò Bunny Brief parandosi davanti al genero, nel tentativo di salvare i suoi nipotini birichini e quell’affascinante giovane principe.

“Fermo Vegeta, non devi interferire in nessun modo, questa è la prova che il giovane te deve superare per riuscire ad acquisire la sua umanità!” tuonò una voce fuori campo, ovvero la voce di Dende.

“Ma cosa diamine stai dicendo, lui potrebbe fare una strage di terresti in pochi minuti, e in auto con lui ci sono pure i miei figli, stupido muso verde!” rispose Vegeta.

“Ti ripeto che non devi assolutamente interferire, altrimenti il ragazzo rimarrà qui per sempre, sconvolgendo l’equilibrio spazio temporale. Ma se non ti fidi potrai seguirlo da lontano insieme al tuo amico Goku, ma ripeto senza fare nulla!” rispose con fermezza Dende.

“Fai come dice Dende!” esclamò Bulma puntando il dito verso il marito.

Il principe dei sayan si trovò osservato ansiosamente da tutta la famiglia Brief e quindi detestando quella situazione rispose con un verso di disapprovazione e si diresse verso la capanna di Karoth.

“Speriamo che i bambini non prendano freddo!” commentò la signora Brief dopo la partenza sdegnata del principe dei sayan.

Vegeta giunse da Karoth in poco tempo e gli spiego frettolosamente la situazione e l’unico commento di quel demente fu che era meglio fare quello che diceva Dende.

In poco tempo localizzarono le auree dei ragazzi in una gelateria di Città del Sud, ed arrivarono giusto in tempo per vedere il giovane se stesso e la sua principessa uscire frettolosamente dal locale con diversi gelati tra le mani e partire in air car in gran carriera.

“Ehm Vegeta, non ti arrabbiare, ma credo che abbiano appena rubato tutti quei gelati!” commentò Goku con voce imbarazzata.

“Ah sì, tu credi davvero Karoth?” rispose stizzito Vegeta entrando nel negozio, seguito a ruota da Goku.

Una volta dentro trovarono il negozio devastato ed una giovane commessa nascosta dietro il bancone letteralmente sconvolta.

“Signorina cosa è successo?” chiese cortesemente Goku, anticipando l’amico Vegeta che non era noto per i suoi modi gentili.

“Aiuto, sono appena stata derubata, sono entrati due ragazzi, o meglio una bambina e un ragazzo e subito sembravano gentili, mi hanno chiesto alcuni gelati. Ma mentre li stavo preparando quel ragazzo ha devastato il locale e la bambina ha arraffato tutto il gelato che poteva e sono fuggiti. Stavo per chiamare la polizia, la bambina aveva un’aria familiare, devo averla già vista su una qualche rivisita, ma non ricordo dove” spiegò ancora sconvolta la commessa.

“A quanto ammontano i danni donna?” chiese gelido Vegeta.

“Oh beh almeno 15000 zeni” rispose di getto la ragazza.

“Eccoti un assegno da 20000 e tu dirai che qui non è entrata nessuna ragazzina a fare questo macello, siamo intesi?” chiese Vegeta avvicinandosi con sguardo minaccioso alla ragazza, che guardandolo bene notò una certa somiglianza con il giovane che aveva distrutto il negozio, quei ragazzini probabilmente erano i figli di quell’uomo.

“Allora mi hai capito donna?” gridò Vegeta.

“Sì, sono sicura che questa gentile ragazza ha capito tutto!” esclamò Goku allontanando l’amico dalla commessa che stava tremando.

“Sì certo ho capito perfettamente davvero. Sono venuti dei ladri, ma io non li ho visti in faccia!” rispose la ragazza con un filo di voce.

“Brava, ma per essere più sicuri sarà meglio eliminare anche quella!” rispose Vegeta colpendo con un big bang attack la telecamera.

La ragazza gridò spaventata, ma Vegeta senza scomporsi gettò ai suoi piedi un altro assegno da 5000 zeni per poter riacquistare una nuova telecamera.

“Ora ce ne andiamo tranquilla, ma non è che per caso hai ancora un po’ di gelato eh?” chiese speranzoso Goku.

Prima che Vegeta potesse rimproverare Karoth la ragazza indicò tremando alcune vaschette e quindi i due si servirono senza fare complimenti, dopotutto lui aveva appena comprato tutto quel ridicolo locale.

“Bene, ora noi ce ne andiamo e ricorda di non parlare con anima viva di quello che è successo, altrimenti ti farò un’altra visita donna e verrò da solo, senza questo qui!” esclamò Vegeta uscendo dal locale; non rimase a sentire la risposta della ragazza, ma era certo di averla spaventata a dovere.

Una volta fuori il principe dei sayan fece un profondo respiro, era davvero deluso dalla sua principessa, come era possibile che avesse partecipato ad una rapina, era decisamente meglio se il muso verde aveva ragione riguardo a quella prova, era ora che il giovane se stesso togliesse il disturbo, aveva una pessima influenza su Bra.

“Pare che Trunks non abbia partecipato alla rapina!” commentò Goku pensieroso.

“Me ne ricorderò quando sarà il momento di punirlo, anche se credo che abbia semplicemente fatto il palo!” rispose scocciato Vegeta.

“Non credi di averlo già punito abbastanza? Sai io non ne so molto di punizioni, di solito a quelle cose ci pensa la mia Chichi, ma da quando hai iniziato a punirlo mi sembra che le cose siano peggiorate. Trunks è un bravo ragazzo in fondo!” disse Goku.

“Ha devastato lo studio di suo nonno, ha rubato un’auto, ha trascinato la sua sorellina in questa cosa e sta girando insieme al me stesso del passato che sappiamo benissimo essere inaffidabile e a dirla tutta questa sarebbe la seconda fuga che fanno insieme, direi che non l’ho punito a sufficienza!” rispose Vegeta profondamente deluso dal suo erede.

 

“E se invece tornassimo indietro? Tra poco papà ci troverà e credo che mi ucciderà quindi forse è meglio smettere di fuggire!” esordì Trunks, sperando di attirare l’attenzione di Bra e del giovane principe che stavano chiacchierando animatamente.

Sua sorella, smise di parlare e si girò verso il fratello e gli rispose che lei non aveva nessuna voglia di tornare indietro o di farsi prendere si stava divertendo un mondo.

Eddai, hai sentito tua sorella Trunks, non dovresti avere paura di tuo padre, lei non ne ha affatto!” commentò il giovane principe guardando la bambina con ammirazione.

E l’ammirava davvero infondo: quella piccola femmina era davvero una sayan, sprezzante e per nulla paurosa, decisamente più divertente del suo futuro figlio, sempre preoccupato di quello che avrebbe pensato papino.

Bra si stava divertendo un mondo…certo a lei loro padre non avrebbe fatto niente, non l’avrebbe nemmeno rimproverata probabilmente, ma lui invece? Per l’ennesima volta suo padre l’avrebbe guardato con quello sguardo deluso e l’avrebbe disprezzato.

“Ma se vuoi possiamo accostare e farti scendere, basta che non fai la spia su dove siamo diretti!” esclamò Bra carica nell’avere l’approvazione di Vegeta.

Sua sorella non capiva davvero il pericolo che stava correndo, soprattutto se l’avesse lasciata da sola con sua altezza sarebbe potuto succedere di tutto, è vero che era senza forza e poteri, ma poteva essere letale comunque e se si fosse anche solo sbucciata un ginocchio per lui sarebbero stati altri guai, ma tanto ormai aveva perso l’elenco dei motivi per cui suo padre gli avrebbe staccato la testa dal collo. Anzi trovava molto strano che non li avesse già raggiunti, forse c’era sotto qualcosa.

Mentre Trunks faceva queste considerazioni gli altri due stavano aspettando una risposta e si stavano scambiando sguardi complici.

“No non me ne vado. Prendi quella strada faremo prima a raggiungere il luna park!” rispose Trunks notando per un breve istante lo sguardo sollevato di sua sorella.

“Bravo Trunks, ora va molto meglio! Vedrai sarà un vero spasso, voglio godermi ogni istante che rimarrò su questo pianeta. Dopo aver distrutto due pianeti in pochi giorni, meritavo proprio un po’ di quella che voi chiamate una vacanza!” rispose il giovane principe ridendo e gettando indietro la testa.

Bra non aveva dato per nulla peso a quelle parole, anzi si era unita alla risata di sua altezza, ma lui invece aveva capito perfettamente, prima di arrivare da loro aveva ucciso chissà quante persone e non erano le uniche che aveva fatto fuori in tutta la sua vita, lui non sapeva molto del passato del padre, cioè sapeva a grandi linee cosa gli era successo sotto il dominio di Freezer, ma suo padre si era sempre rifiutato di dargli molti dettagli. Quel ragazzo, suo padre, aveva tolto tantissime vite e riusciva a parlarne con totale tranquillità. Improvvisamente a Trunks vennero i brividi, avrebbe voluto prendere sua sorella e fuggire lontano dalla giovane versione paterna, ma non poteva. Perché era stato così sciocco da provocare suo padre con la prima fuga, se non l’avesse fatto ora avrebbe avuto almeno i suoi poteri per tenere a bada il giovane principe e invece era quasi indifeso, aveva ragione suo padre, era uno sciocco moccioso viziato. Quando l’avrebbe rivisto, prima di farsi uccidere, gli avrebbe chiesto perdono, non sarebbe servito a molto, ma era la cosa giusta da fare.

Ormai erano arrivati al luna park e Trunks sperava con tutto se stesso che suo padre mettesse fine a quella gita quanto prima, ora aveva davvero paura.

 

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


CAPITOLO DODICI

“Finalmente siamo arrivati!” trillò Bra indicando il cartellone pubblicitario del parco dei divertimenti.

“Sarà meglio parcheggiare qui e poi proseguire a piedi, ecco guarda là c’è posto!” esclamò Trunks preoccupato che sua altezza potesse sfondare con la air car le sbarre del parco.

Sua giovane altezza stranamente non discusse e parcheggiò dove gli aveva indicato Trunks, smontò dall’auto volante lasciando le chiavi inserite nel cruscotto.

“Devi prendere su le chiavi altrimenti qualcuno potrebbe rubarci la macchina!” osservò Bra.

“E chissene importa, questo posto è pieno di macchine, ne prenderemo un’altra…e poi mi sembra di avere capito che siete dei moccios2i ricchi, quindi non vi serve affatto quella macchina. Il vecchio sicuramente potrà costruirne un’altra identica” rispose il giovane principe e Trunks rimase sconvolto nel vedere sua sorella dargli ragione ridendo, pendeva completamente dalle labbra di quel farabutto; gli occhi della sua sorellina brillavano di ammirazione mentre lo guardava, forse aveva ragione suo padre: era Bra a possedere davvero l’animo della sayan.

Trunks andò comunque a recuperare le chiavi, forse se avesse riportato a casa l’auto intera aveva qualche possibilità di non essere più in punizione dopo i suoi vent’anni; si aspettava quasi di essere preso in giro dagli altri due, ma loro non gli stavano minimamente prestando attenzione, stavano andando a passo spedito verso la fila per entrare.

“Ora dobbiamo stare qui e attendere il nostro turno per entrare” spiegò Bra al giovane principe.

“Perché mai dovremmo aspettare come questi sciocchi, che provino a fermarci, seguimi ragazzina!” rispose Vegeta prendendo la bambina per un braccio e facendosi largo a spintoni tra la fila.

In un attimo Trunks li vide sparire tra la folla ed ebbe il sospetto che sua altezza stesse cercando di seminarlo di proposito, ma non poteva certo permettere che la sorella rimanesse sola con lui e quindi iniziò anche lui a spintonare per raggiungerli, ignorando gli insulti e gli spintoni di rimando di chi stava aspettando pazientemente in fila.

“Al parco dei divertimenti, ma Trunks è forse impazzito? Basta io intervengo, qui è davvero troppo pericoloso!” gridò Vegeta rosso in viso davanti all’insegna del parco.

“Vegeta calmati, non possiamo intervenire ricordi? È la prova che tu, o meglio l’altro te, deve superare per tornare nel suo tempo; sono sicuro che andrà tutto bene. Noi li seguiremo da lontano e intanto potremmo prendere dello zucchero filato…per nasconderci meglio ovviamente!” esclamò Goku per trattenere l’amico pronto a fare una strage.

“Stupido Karoth, tu pensi solo a mangiare, ma questo non è davvero il momento. Io troverò i miei figli e metterò fine a questa sciocchezza all’istante, non dovevo fidarmi di quel muso verde!” rispose Vegeta facendosi largo tra la folla e rispondendo a tono a chiunque osava lamentarsi.

Mentre il principe dei sayan si faceva largo tra la fila, esattamente come poco prima aveva fatto la sua giovane versione, notò una testa lilla che cercava di raggiungere l’ingresso, era sicuramente suo figlio e quindi con un balzo, che ne aveva ben poco di umano e sordo ai richiami di Karoth riuscì a raggiungerlo e a prenderlo per un braccio.

Trunks fece per girarsi per liberarsi dalla presa di quello sconosciuto e si trovò a faccia a faccia con suo padre che lo fissava con uno sguardo omicida negli occhi; subito il ragazzo ebbe paura e fece per divincolarsi, ma poi ricordandosi che aveva tanto invocato l’intervento paterno decise che era molto meglio affrontare subito la sua ira e quindi lo salutò con fare incerto.

Suo figlio, il suo erede, fuggito in quella maniera assurda dalla casa dei suoi nonni, aveva avuto il coraggio di salutarlo, invece che dire le sue preghiere perché la sua fine era certamente vicina, l’aveva salutato come se nulla fosse, ma cosa aveva nel cervello? Probabilmente era diventato così sciocco frequentando il figlio di Karoth, non c’era altra spiegazione.

Sempre tenendo il figlio ben stretto per un braccio, lo spinse fuori dalla fila, e scrollandolo e gridando allo stesso tempo, gli chiese cosa pensava di fare e dove diavolo si erano cacciato Bra e l’altro se stesso.

“Ehm Vegeta calmati, ci stanno guardando tutti!” sussurrò Goku picchiettando la spalla dell’amico.

Vegeta, appunto, si voltò irritato verso la fila e notò che tutti quegli sciocchi terrestri lo stavano fissando incuriositi e quindi si rivolse a loro con il tono del comando:” Continuate con la vostra sciocca fila, qui non c’è niente da guardare!”

Le persone in fila dopo aver lanciato uno sguardo di solidarietà al povero Trunks ripresero a far scorrere la coda velocemente.

“Papà mi hanno seminato e prima che tu mi uccida ti voglio dire che avevi ragione su tutto, sono stato uno sciocco!” esclamò Trunks il quale notò il cambiamento repentino di suo padre da rosso furioso a dubbioso.

Infatti il principe dei sayan lasciò andare bruscamente il figlio e gli chiese che cosa intendesse dire.

“Ammetto di averti provocato più volte perché pensavo che tu fossi ingiusto con me e a dire il vero a volte lo sei davvero, ma aspetta prima di sbranarmi, ho capito che non avrei dovuto dare tutta quella confidenza al giovane te stesso. E’ che lui all’inizio era divertente, mi trattava da amico, ma ho capito che quello non sei tu…tu sei molto severo, ma non faresti mai nulla di male per mettere in pericolo me, Bra o chiunque altro, lui invece è incontrollabile. Ho capito perfettamente perché ti sei comportato così con me, mi dispiace papà. E ora lui è qua in giro da solo con Bra, lei lo sta seguendo in tutto e per tutto, mi dispiace mi hanno seminato di proposito mentre facevamo la fila” spiegò Trunks certo che il padre l’avrebbe schiaffeggiato davanti a tutti.

Il suo erede gli stava dando ragione, per la prima volta nella sua carriera di padre si sentiva pienamente realizzato, peccato che Karoth non avrebbe mai potuto provare quella bellissima sensazione di avere ragione; non era nemmeno tanto stupito dal fatto che Bra trovasse affasciante la sua versione più giovane, lei univa in se la sfrontatezza sia sayan che quella terrestre di sua madre, ovviamente non era una giustificazione al suo comportamento, ma lei non era la sua erede, mentre Trunks lo era e lui pretendeva il meglio da lui in ogni circostanza; infatti nonostante stesso per dire qualcosa d’incoraggiante al figlio, si limitò ad annuire col capo e a dirgli che avrebbero discusso in seguito di quello che ne sarebbe stato di lui e sicuramente ci sarebbe state delle pessime conseguenze alle sue azioni, poteva starne certo, ma ora era necessario trovare Bra e mettere fine a quella pagliacciata.

Goku rimase tutto sommato un po’ deluso dal freddo discorso dell’amico, lui sarebbe corso ad abbracciare suo figlio e l’avrebbe rassicurato che non gli sarebbe accaduto nulla di male e che l’avrebbe difeso pure dalle ire di sua madre; non capiva davvero come facesse ad essere sempre così rigido.

Trunks riprese a respirare, dopotutto suo padre sembrava meno arrabbiato di quello che credeva, è probabile che a casa l’avrebbe ucciso, ma ci avrebbe pensato in seguito e quindi seguì a cuor leggero suo padre e Goku.

 

Nel frattempo il giovane principe si era allontanato insieme a Bra di proposito, con quel Trunks tra i piedi non riusciva affatto a divertirsi come diceva lui, mentre quella mocciosa pendeva dalla sue labbra e sembrava non avere paura di niente e nessuno.

Erano saliti su alcune giostre da mocciosi, come la ruota panoramica e le canoe che sembravano piacere tanto alla ragazzina, ma che il giovane principe aveva trovato appena passabili; poi lui però aveva preteso di salire su quelle che si chiamavano montagne russe, e la mocciosetta aveva detto che a lei sarebbe piaciuto moltissimo salire su quella giostra, ma era considerata troppo piccola. Infatti al momento di salire il guardiano li aveva fermati e aveva provato ad insinuare che Bra non avesse ancora l’età giusta per poter salire su quella giostra, ma lui non gli aveva dato retta, anzi gli aveva ordinato di chiudere il becco e scansandolo bruscamente aveva fatto accomodare la bambina nel seggiolino vicino al suo. La bambina l’aveva guardato con ammirazione e si era apprestata ad allacciarsi la cintura di sicurezza, cosa che lui aveva trovato del tutto ridicola visto che erano dei sayan, infatti lui non l’aveva messa.

Vegeta quello adulto arrivò giusto in tempo per vedere la sua principessa salire su quella giostra pericolosa, diverse volte lei gli aveva chiesto il permesso di salire, ma lui gliel’aveva sempre negato, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato e quindi in gran carriera di diresse verso il sorvegliante gridandogli di spegnere immediatamente la giostra.

Il sorvegliante, ancora scosso per essere stato spinto da quel ragazzo maleducato che quasi l’aveva fatto cadere dall’impalcatura, gli rispose che ormai non era più possibile fermare la giostra e che se sua figlia era salita l’aveva fatto a suo rischio e pericolo.

Il principe dei sayan divenne rosso e fece per distruggere lui e quella ridicola giostra, ma Karoth lo fermò dicendogli che sarebbe stato troppo pericoloso per Bra, e che era meglio aspettarli all’uscita invece, così non avrebbero potuto scappare.

Bra non riusciva a crederci di essere davvero su quella giostra, sì aveva un po’ paura di tutti quei giri della morte che stavano per fare, ma non avrebbe certo fatto vedere al giovane principe che aveva paura, anzi forse lui avrebbe avuto paura semmai.

La giostra partì lentamente e il giovane principe si voltò a guardare Bra per dirgli che tutto sommato era proprio una giostra noiosa anche quella, se non che esattamente in quella frazione di secondo iniziarono i giri della morte e il giovane principe che non si era allacciato la cintura, si dovette aggrappare con tutte le forze al seggiolino per non essere sbalzato fuori dalla giostra.

Bra al primo giro della morte esultò trovandolo divertente, ma già alla seconda evoluzione prese a sentirsi poco bene, ma era stoicamente decisa a resistere, quindi si strinse ancora di più nelle cinture di sicurezza, che data la sua corporatura minuta, erano quasi larghe.

Una volta finito il giro in giostra i due sayan scesero barcollando leggermente ed entrambi erano piuttosto pallidi in viso, ma entrambi commentarono la giostra con un alzata di spalle, definendola non poi così eccezionale; tant’è che il giovane principe si stava per vantare con la ragazzina di quando con la sua navicella aveva superato indenne una tempesta di meteoriti, quando però notò la sua versione più vecchia venire verso di lui con sguardo a dir poco furente.

“Ehi carina che ne dici se ce la diamo a gambe, non ho ancora voglia di tornare a casa!” esclamò il giovane Vegeta e senza aspettare la replica di Bra la prese per un braccio e si allontano velocemente con la folla che usciva dalla giostra.

“Dannazione mi sono sfuggiti!” gridò Vegeta, ma Karoth gli disse che era meglio così perché Dende gli aveva appena mandato un messaggio mentale per ricordare a Vegeta che non era ancora il momento d’intervenire, che la situazione era perfettamente sotto controllo.

Il principe dei sayan quasi non sentì quello che stava dicendo Karoth, ma seguito da quest’ultimo e Trunks si diresse verso la casa degli specchi perché gli era parso di percepire l’aura di sua figlia.

Bra nel frattempo non si era accorta di suo padre, aveva giustificato la fuga frettolosa dalla giostra come un tentativo di seminare suo fratello, che ormai doveva essere sicuramente sulle sue tracce e tutto sommato a lei la cosa stava bene si stava divertendo un mondo e poi anche quando sarebbero tornati a casa lei avrebbe dato la colpa a quei due ragazzi grandi e cattivi e l’avrebbe passata liscia come sempre.

I due entrarono, quindi, nella casa degli specchi e iniziarono a girare con poca convinzione, finchè ad un certo punto sentì chiamare il suo nome dalla voce di suo padre, come faceva ad essere già lì? Sicuramente doveva averlo avvisato Trunks.

“Mh temo che il divertimento sia già finito, accidenti!” commentò Bra preparandosi a rientrare nel ruolo di brava figlia.

“Oh beh prima devono prenderci!” rispose il giovane principe ridendo, quella casa degli specchi era interessante dopotutto la sua immagine era riproiettata dappertutto e questo sicuramente avrebbe messo in crisi il Vegeta più anziano.

“Dividiamoci e blocchiamo le uscite, ormai non hanno scampo!” commentò il Vegeta più adulto, stanco di quei giochetti.

E infatti alcuni minuti dopo fu Trunks che riuscì a raggiungere per primo la coppia di fuggitivi:” lascia andare mia sorella immediatamente!” ordinò al giovane principe.

Il giovane Vegeta per tutta risposta gettò indietro la testa ridendo e affermò che lui non stava trattenendo proprio nessuno.

“Bra vieni qui papà è furioso, siamo nei guai già abbastanza!” la chiamò allora Trunks.

La bambina osservò per un attimo il giovane principe e poi il fratello indecisa sul da farsi, ma poi vide in lontananza che stavano per essere raggiunti da Karoth e da suo padre e quindi preparò le lacrime e si diresse di corsa verso suo padre chiamandolo a gran voce.

“Mi dispiace deluderti Vegeta, ma lei sceglierà sempre papà!” esclamò Trunks tenendo sottocchio il ragazzo temendo un’altra fuga, che però non avvenne.

Bra fu raggiunta da Goku che la prese prontamente in braccio, mentre Vegeta si materializzò a fianco alla sua versione più giovane e prendendolo per un braccio a denti stretti gli ordinò di camminare e se avesse provato a fare un altro dei suoi scherzi gliel’avrebbe fatta pagare amaramente. Il giovane principe, quindi, sbuffando sonoramente seguì docilmente la sua versione più matura fuori dal dedalo di specchi.

Una volta fuori la bambina si divincolò dalla stretta di Karoth e corse verso il padre e con la voce più strappalacrime che riuscì a fare esclamò; “Oh papà meno male che sei arrivato a salvarmi, ho seguito questi due, ma so che non dovevo non lo farò più lo giuro, ma non pensavo che sarebbero fuggiti così lontano e….”, ma la bambina s’interruppe bruscamente e s’irrigidì perché vide il suo adorato padre alzare una mano, stava per colpirla pensò con orrore.

“Ehi non toccarla, ha perfettamente ragione l’idea è stata mia e di Trunks, solo che lui alla fine si è tirato indietro come un coniglio e quindi io ho trattenuto Bra per spassarmela un po’, ero stanco di essere sempre prigioniero!” disse il giovane principe il quale ammirò come la bambina aveva velocemente cambiato le carte in tavola per salvarsi, possedeva una  grinta da vera sayan; ma soprattutto lui non voleva che la sua versione più vecchia le facesse del male, non capiva perché, ma non voleva, preferiva prendersi lui tutta la colpa, tanto era abituato alle percosse, non sarebbe stato molto diverso da un combattimento.

Vegeta quello adulto abbassò il braccio, per un attimo era stato accecato dall’ira perché sapeva perfettamente che sua figlia stava mentendo spudoratamente e disapprovava questo comportamento così falso e meschino, ma dall’altra parte non si sarebbe mai aspettato che la sua versione giovane la difendesse, questo l’aveva lasciato interdetto, tanto che strinse ancora di più il braccio del giovane principe e commentò soltanto che poi una volta a casa avrebbero fatto i conti per tutto quanto.

 

Mi spiace di essere sparita per qualche tempo, ma mi faccio perdonare con un capitolo piuttosto lungo, il prossimo o al massimo quello dopo dovrebbe essere l’ultimo. A presto.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


CAPITOLO TREDICI

 

Il viaggio verso la Capsule Corporation fu molto silenzioso, avevano recuperato la air car del signor Brief e alla guida si mise Vegeta (quello adulto ovviamente), al suo fianco si posizionò Goku e i tre ragazzi si sistemarono invece sui sedili posteriori; nessuno osava parlare, Vegeta guidava rabbiosamente, mentre Goku pensava che non avrebbe voluto essere nei panni di quei tre ragazzi per nulla al mondo e si sentì anche sollevato che per una volta Goten non avesse seguito l’amico in questa avventura, altrimenti Chichi avrebbe ucciso sia lui che il figlio.

Bra era in mezzo tra i due ragazzi e scoccava ad entrambi occhiate indagatrici, Trunks era girato verso il finestrino e aveva un’ espressione piuttosto tesa, mentre l’altro Vegeta guardava di fronte a sé con sguardo serio, come se si stesse preparando ad un combattimento pensò la bambina; la quale faticava a capire tutto quel silenzio, lei non era affatto preoccupata dopotutto, il giovane Vegeta l’aveva salvata dalle ire di suo padre e sicuramente una volta a casa avrebbero tutti fatto pace e tutto sarebbe stato dimenticato, pensò con un sospiro.

Ma la piccola Bra si sbagliava di grosso, appunto una volta entrati in casa sua madre si fece raccontare da suo padre cosa era successo e lui le raccontò tutto, anche del negozio dei gelati e con grande disappunto della bambina fu affidata alla madre la quale la portò nella sua stanza per fare i conti.

Mentre Bulma trascinava via Bra il giovane principe senza rivolgersi a nessuno in particolare disse:” Oh beh alla fine è stato un pomeriggio divertente!”.

E con orrore di Vegeta vide la figlia girarsi verso la sua versione più giovane per scoccargli un sorriso complice e questo fece perdere le staffe definitivamente al principe dei sayan, avrebbe sistemato quel ragazzo odioso, avrebbe trovato il modo di farlo pentire delle sue azioni, ne avrebbe fatto un esempio per la figlia e non gl’importava un fico secco se quello era in realtà lui da giovane, meritava decisamente di essere punito, ma avrebbe dovuto pensare a qualcosa di veramente incisivo; decise che quindi si sarebbe prima occupato di Trunks e poi di quel ragazzo impertinente.

Vegeta prese quindi la sua versione più giovane per un braccio e lo trascinò senza tante cerimonie in un angolo del salotto, lo mise con la faccia verso il muro e gl’intimò di rimanere lì immobile finchè non fosse tornato e se avesse osato parlare o muovere un muscolo Karoth aveva l’autorizzazione a polverizzarlo e poi al resto avrebbe pensato lui al suo ritorno.

Goku che fino a quel momento non aveva detto nulla, anche perché non aveva nessuna esperienza nel punire i proprio figli quando si comportavano male, poiché a quelle cose pensava sempre Chichi, si sentiva molto in imbarazzo in quella situazione e soprattutto non voleva affatto rimanere da solo con quel ragazzo, perché temeva che non sarebbe certo rimasto lì buono ad attendere Vegeta, fece quindi per obbiettare, ma lo sguardo di fuoco dell’amico lo fece desistere e quindi non potè fare altro che annuire seriamente e accomodarsi sul divano a braccia conserte.

“E tu seguimi!” esclamò Vegeta rivolto al figlio, che fino a quel momento non aveva mosso nemmeno un muscolo; nel seguire il padre si voltò per guardare il giovane Vegeta che lo stava guardando con espressione sogghignate e Trunks quindi non potè trattenersi dal rispondergli:” Ehi tu direi che hai poco da ridere, sei nei guai esattamente tanto quanto me!”

Trunks lascialo perdere, verrà anche il suo turno!” dissi Vegeta alzando la voce e continuando a camminare.

Il giovane Vegeta rimase piuttosto deluso dal fatto che la sua provocazione non era stata colta, e iniziò a spostare il suo peso da una gamba all’altra, era decisamente noioso stare fermi a fissare il muro e solo allora realizzò che già quella doveva essere una punizione, probabilmente era così che i genitori di quel pianeta punivano i figli, una vera sciocchezza a suo parere, avrebbe preferito un combattimento, detestava essere ignorato e infatti fece per girarsi, ma sentì immediatamente il peso della mano di Karoth sulla spalla :”Ehi amico, vuoi un consiglio? Resta dove sei, non voglio doverti tenere fermo finchè non torna Vegeta, ma se provi a muoverti dovrò farlo, Vegeta è già piuttosto furibondo, non peggiorare le cose!”.

“Che sciocchezze, cosa potrebbe mai farmi che non mi ha già fatto fino ad ora?” chiese il ragazzo, ma Goku strinse ancora di più la sua spalla e gl’intimò di nuovo di non muoversi e di non fare lo sciocco.

Goku temeva che molto presto avrebbe dovuto inseguire il ragazzo, e usare la forza su di lui, invece stranamente si rimise tranquillo a fissare il muro per qualche minuto, finchè non si sentì un rumore piuttosto sordo venire dal piano di sopra e quindi il giovane principe scoppiò a ridere e Goku gli chiese perché stesse ridendo.

“Oh beh immagino che di sopra in questo momento ci sia una bella scazzottata, quel Trunks così perfettino avrà quello che si merita!” ripose il ragazzo.

“Sai non riesco davvero a pensare che tu sia l’adulto che sei oggi, sai io a volte non sono stato molto presente per i miei figli e queste cose non m’interessano molto, ma tu, o meglio l’altro te, ci tiene davvero a queste cose, negli anni cambierai davvero moltissimo credimi!” ripose Goku che stava facendo di tutto per tenere buono il giovane principe.

“Che noia non fate altro che ripetermelo, io sono il principe dei sayan, io amo il sangue e la distruzione e non c’è gabbia che riesca a trattenermi, se ora resto qui è perché a me va così!” esclamò con orgoglio il ragazzo, che non voleva ammettere di essere in minoranza in quanto forza e soprattutto era spiazzato dal fatto che non sapeva cosa aspettarsi dalla sua versione più adulta, suo padre non l’avrebbe certo punito perché aveva rubato una air car e perché era scappato e perché aveva rapinato un negozio, per i terresti tutte quelle azioni erano sbagliate, ma non per i sayan. Anche se però aveva notato l’espressione in ansia di Bulma quando erano arrivati diventare un sorriso di sollievo, nessuno lo aveva mai guardato così, nessuno si era mai preoccupato per lui e nessuno era mai stato felice del suo ritorno, un po’ invidiava quei ragazzi che erano i suoi futuri figli, ma non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura ovviamente.

“Ehi toglimi una curiosità, perché hai difeso Bra?” chiese Goku.

“Perché lei mi piace, è interessante, molto più di quel Trunks!” rispose il ragazzo di getto.

“E perché ora ce l’hai tanto con Trunks?” chiese Goku sempre più curioso.

“Non ce l’ho con Trunks, lo trovavo più divertente all’inizio, ma ora che cerca di fare colpo su papino lo trovo noioso!” rispose il ragazzo, il quale non avrebbe ammesso mai che in realtà invidiava Trunks perché aveva esattamente tutto quello che avrebbe desiderato lui in un'altra vita.

 

Vegeta e Trunks erano entrati nella stanza di quest’ultimo e il ragazzo indietreggiò subito sulla difensiva, cosa che non passò inosservata al principe dei sayan e lo fece montare su tutte le furie e quindi con tono molto severo chiamò il figlio e gli ordinò di avvicinarsi immediatamente, il ragazzo fece alcuni passi molto titubanti verso di lui e nel giro di pochi secondi, come prevedeva, gli arrivò un grosso schiaffo in viso che lo fece sbattere contro la libreria provocando un tonfo sordo.

Trunks era a terra e Vegeta incombeva sopra di lui con sguardo furente, stava per rialzare il braccio per colpirlo, ma appena vide il figlio alzare una mano per proteggersi, si bloccò di colpo, stava esagerando, un padre sayan avrebbe punito il figlio così, ma non lui, non voleva che suo figlio tremasse davanti a lui, quindi abbassò la mano e gliela porse per aiutare il figlio ad alzarsi.

Trunks guardò sorpreso quella mano che gli veniva offerta, ma la prese e si rimise in piedi davanti al padre e gli disse con un filo di voce che sapeva di meritare quella punizione perché si era davvero comportato male con lui negli ultimi tempi e non era nemmeno riuscito a tenere al sicuro Bra come avrebbe voluto, solo che se proprio doveva punirlo così forse era meglio andare nella GR, altrimenti avrebbero rischiato di distruggere la camera.

Trunks dannazione, la devi smettere di avere paura di me, non ti farei mai del male, sono tuo padre, e sì il tuo comportamento negli ultimi tempi non è stato dei migliori, ma ecco credo che anch’io abbia delle colpe nei tuoi confronti. Non fraintendermi, per tutto quello che hai combinato negli ultimi tempi sarai in castigo per l’eternità, però forse a volte pretendo troppo da te. Quando non fai lo sciocco sei un bravo figlio!” disse Vegeta il quale aveva deciso di mettere fine a tutte quelle provocazioni che c’erano state col figlio negli ultimi tempi.

Trunks rimase incredulo, suo padre non era mai stato così comprensivo e soprattutto non gli aveva mai rivolto un complimento decise quindi di scusarsi con lui: ”ti chiedo ancora scusa papà, ho decisamente esagerato e hai ragione, però ecco magari stare in castigo per l’eternità non è troppo?”

 “Ringrazia solo che non ti spediamo in collegio moccioso e ora dammi il braccio, ti tolgo quell’affare!” rispose Vegeta apprezzando però l’impertinenza del figlio una volta tanto.

Suo padre gli tolse il bracciale che tratteneva la sua forza e finalmente Trunks si risentì completo, qui giorni con quell’aggeggio infernale erano stati terribili.

“Bene ora che tutto è chiarito vado ad occuparmi dell’altro me!” esclamò Vegeta.

“Papà?” lo richiamò Trunks e Vegeta gli chiese che cosa voleva.

“Ecco, ti volevo solo dire che nonostante tutto anche lui non è poi così tremendo, quando non si comporta male ovviamente!” disse Trunks con tono conciliante.

“Certo che non è male nemmeno lui, quello sono io dopotutto. Vedi, io da giovane ho fatto cose terribili come puoi immaginare, ma tutto quello che c’era attorno a me era terribile e quindi non ho mai provato sensi di colpa per quello che ho fatto, per me era giusto; ho capito quanto fosse sbagliato il mio modo di vivere solo da quando sei nato tu” spiegò Vegeta e poi uscì senza attendere la replica del figlio.

Quando ritornò in sala quasi si stupì di trovare il suo doppio perfettamente dove l’aveva lasciato e Karoth tranquillo sul divano intendo a fissare un punto indefinito della stanza.

“Ora è venuto il mio turno di essere pestato?” chiese il giovane principe.

“Non ti chiederò nemmeno se nel tempo che sei stato qui hai pensato a tutto quello che hai combinato fino ad ora, perché tanto so già che non provi il benchè minimo senso di colpa, non puoi provare senso di colpa lo so, non ne sei ancora capace. Ma vedi, io per rimandarti da dove sei venuto, devo farti capire che hai sbagliato, devo farti provare almeno un po’ di senso di colpa e mentre scendevo le scale credo di aver trovato la soluzione, quindi ora tu e Karoth mi seguirete!” spiegò Vegeta che effettivamente scendendo le scale gli era venuta un’idea pensando che da se stesso da ragazzo non avrebbe ricavato nulla se si fosse comportato come un padre sayan come aveva fatto fino a quel momento, ma forse come padre terrestre qualcosa poteva ottenere.

I tre entrarono nella GR e Vegeta chiuse accuratamente la porta a chiave con il codice, cosa che non sfuggì alla sua giovane versione che quindi si mise a provocarlo per ritardare qualunque cosa avesse in mente di fargli:” Cosa intendi farmi, mettermi all’angolo anche qui? E’ stato piuttosto noioso, anche perché avevo solo quello che come compagnia”.

“Non funzionerà questa volta distrarmi con le tue provocazioni, ricordi? Io sono te quindi so perfettamente come agisci. Karoth siediti su quella panca” ordinò Vegeta. Karoth ubbidì anche se lo fissava con sguardo incerto.

 “Hai lasciato qualche osso intero a Trunks? Abbiamo sentito prima quel tonfo” chiese il giovane principe che se anche non sapeva cosa stava per succedergli, sapeva che non gli sarebbe piaciuto affatto, quindi stava riprovando con tutte le sue forze a ritardarlo il più possibile. Chissà forse l’avrebbero picchiato entrambi i sayan o forse quel Karoth era ancora lì perché doveva tenerlo fermo o chissà perché.

“Non ho fatto nulla di tutto quello che stai pensando, ma se fossi in te ora mi preoccuperei solo per me stesso; perché ora Karoth ti darà una bella lezione, sai cosa succede ai ragazzini su questo pianeta che superano il limite? Prendono una bella sculacciata ed è quello che ti sta per succedere, e Karoth andrà avanti finchè non riuscirai a provare un po’ di senso di colpa!” spiegò Vegeta che in cambio ricevette le occhiate stralunate e incredule di entrambi.

“Ehm Vegeta, scusami, ma io non credo sia una buona idea, sai quello sei tu e io non credo di poterlo fare, non riuscirei più a guardarti in faccia!” rispose Karoth scattando in piedi rosso in viso per l’imbarazzo.

“Perché non lo fai tu? E’ troppo comodo farlo fare a quella terza classe!” provocò il giovane principe.

Vegeta guardò entrambi e decise che sì toccava a lui quella parte, anche se avrebbe preferito delegarla a Karoth perché sicuramente per il ragazzo sarebbe stato ancora più umiliante, ma soprattutto perché anche lui non sapeva se ne era in grado, non aveva mai usato quei metodi nemmeno sui suoi stessi figli: “e va bene lo farò io stesso!” esclamò e approfittando dell’effetto sorpresa si affianco al ragazzo prendendolo saldamente per un braccio.

“Oh ecco bene, io allora vado e vi lascio da soli!” esclamò Goku e prima che Vegeta potesse trattenerlo si teletrasportò a casa.

“A quanto pare siamo soli, direi che allora puoi smettere con la recita, dammi un paio di schiaffi e prometto di rigare dritto e di fingere tutto questo senso di colpa che ti sta tanto a cuore!” commentò il giovane principe, sempre più preoccupato della piega che stava prendendo la situazione.

“Eh no, sono spiacente, ma non funziona affatto così, ora chiudi il becco e collabora altrimenti sarà peggio per te!” gli ordinò Vegeta trascinandolo verso la panca; una volta seduto tirò a sé il ragazzo e lo imprigionò tenendolo fermo con le gambe e senza ascoltare le sue proteste e senza pensare a quello che stava per fare prese a colpirlo sul posteriore.

Il giovane principe subito gridò per la sorpresa e poi provò a divincolarsi, ma la stretta di quello più adulto era troppo forte, quindi provò di nuovo a salvarsi con le provocazioni:” oh beh se questa è la punizione dei mocciosi terrestri credo che rimarremo qui per un bel po’ di tempo, non mi stai facendo male affatto. Perché non la smetti ed evitiamo di perdere tempo? E poi non ti fa strano colpire così te stesso è imbarazzante, oltre che ad essere inutile, e io non mi pentirò”.

“Ti ho già detto di chiudere il becco, dovresti vergognarti piuttosto, hai 17 anni e guarda mi tocca trattarti come un qualunque mocciosetto terrestre. Non sei affatto un principe, sei solo un ragazzino che ha bisogno di una lezione e stai per averla fidati!” rispose il Vegeta adulto alle provocazioni, stringendolo ancora di più perché il ragazzo stava scalciando.

Per un po’ entrambi non parlarono e i colpi continuavano a cadere inesorabili, fu sempre il giovane principe a riprendere la parola: “quanto durerà questa punizione ridicola? Inizio a stancarmi!”

“Dipende da te, andrà avanti finchè non capirai perché lo sto facendo!” rispose il Vegeta adulto chiedendosi se stava agendo nel modo giusto.

“Non succederà mai!” esclamò l’altro con tono battagliero, anche se iniziava a sentire bruciore, oltre all’imbarazzo per tutta quella situazione.

“Allora andrò avanti finchè non lo capirai, abbiamo tanto tempo. Farò in modo che per un po’ avrai difficoltà a sederti e forse questo dolore ti farà ricordare come comportarti se non ne vorrai un altro assaggio di questa medicina!” spiegò Vegeta iniziando a temere che effettivamente il giovane principe non cedesse.

Passarono altri minuti e la situazione era in stallo, Vegeta aveva provato ad aumentare la potenza dei colpi, ma a parte qualche sussulto il ragazzo non emetteva nemmeno un fiato, quindi decise di fermarsi un momento per riprendere fiato e pensare a come agire.

“Ti arrendi finalmente?” chiese il giovane principe con tono trionfante.

“Dal momento che siamo la stessa persona sai che non mi arrenderò, ti stavo solo permettendo di riprendere fiato!” rispose Vegeta riprendendo a colpirlo con molta più forza.

“Forse a te serviva una pausa vecchiaccio!” esclamò il ragazzo iniziando a sussultare più rumorosamente sotto la pioggia di colpi.

Ci fu silenzio per un'altra manciata di minuti e poi il giovane principe chiese a voce molto bassa:” e va bene, che cosa devo ammettere per mettere fine a questa cosa?”

“Non ci sei ancora arrivato? So che sei molto intelligente e che sai perfettamente cosa devi dire!” rispose Vegeta rincarando la dose.

“Credo di dovere dire che mi dispiace?” chiese il giovane principe.

“Per cosa esattamente?” insistette Vegeta felice che il suo metodo stava funzionando alla fine.

“Per quello che ti pare, basta che la smetti, inizia a bruciare sai...” disse il ragazzo che ormai stava arrivando allo stremo delle forze e non voleva arrivare assolutamente ad implorare come un mocciosetto.

“Puoi fare di meglio ragazzino!” gridò Vegeta colpendolo con ancora più forza.

“E va bene, va bene, mi dispiace per essere scappato, per aver fregato quell’auto, per aver rapinato il negozio con Bra e per il luna park, può andare?” chiese il ragazzo che ormai sapeva che non sarebbe resistito più a lungo; quel metodo terrestre era veramente barbaro, era meglio prendere un paio di schiaffi che quello, era veramente tremendo.

“E per che altro?” chiese Vegeta.

 “Non lo so, c’è altro ancora?” chiese il ragazzo.

“Sforzati e ci arriverai da te!” rispose Vegeta.

“Per avervi dato dei problemi da quando sono arrivato, per le fughe, le rispostacce e per tutto quello che ti pare, davvero ho capito, mi dispiace, prometto che righerò dritto, ma per favore finiamola qui!” esclamò il ragazzo, che stava implorando anche se non ne aveva nessuna intenzione, ma ormai era allo stremo.

Vegeta per tutta risposta continuò a colpire il ragazzo il quale con voce strozzata chiese perché continuasse e l’adulto rispose che continuava per essere certo che il messaggio gli sarebbe rimasto impresso per un bel po’ di tempo; poi dopo alcuni minuti smise e gli permise finalmente di alzarsi.

Il principe scattò in piedi e si portò le mani al posteriore dolorante che sfregò vigorosamente:” Ehi certo che il tuo braccio per essere un vecchio è piuttosto forte, ma io sarò meglio di te!”

“Nel futuro anche tu dovrai farlo!” rispose Vegeta.

“Quindi ora arriverà un fascio di luce che mi riporterà da dove sono venuto?” chiese il ragazzo pensando che quella situazione umiliante fosse la sua prova finale per tornare nel suo tempo.

Anche Vegeta si aspettava che succedesse qualcosa, ma non successe nulla e quindi dopo pochi secondi arrivò l’ira del ragazzo:” Io mi sono prestato a questa cosa umiliante per niente. Come hai osato farlo? Ora quel tuo figlio perfettino potrà ridere di me e tutto per colpa tua…io ti odio, non ti perdonerò mai per quello che mi hai fatto, lasciami uscire di qui, devo stare solo!”.

Vegeta fece per aprire la porta, ma prima che il ragazzo uscisse lo trattenne per un braccio e notò che sussultò:” Ehi moccioso, ricorda quello che hai promesso, anche se dici di odiarmi, hai promesso di rigare dritto, io non dirò a nessuno quello che è successo qui dentro, ma al primo passo falso lo dirò a Trunks e ti ritroverai ancora in quella posizione visto che a quanto pare finalmente abbiamo ottenuto qualcosa”.

Il giovane principe si liberò dalla sua stretta e scappò di corsa paonazzo in viso verso la sua stanza quasi travolgendo Bulma, che lo sentì sbattere la porta.

La donna si recò nella GR e chiese a Vegeta cosa diavolo fosse successo in quella stanza e che la giovane altezza le era sembrato piuttosto sconvolto.

“Ha avuto quello che meritava diciamo, ora credo che righerà dritto, o almeno spero. Lascialo in pace e lascia in pace anche me donna, sono stanco di spiegare le mie azioni, ho bisogna di meditare un po’ da solo per trovare un po’ di pace”.

“Va bene, ti volevo solo dire che ho sistemato Bra, le ho fatto una bella lavata di capo, ha capito di aver sbagliato!” spiegò Bulma uscendo dalla GR.

Una volta solo Vegeta si diede alla meditazione, l’unica cosa che riusciva a calmarlo quando era sconvolto, chissà se anche la sua giovane versione stava facendo la stessa cosa si chiese mentre finalmente iniziava a rilassarsi.

Il giovane principe, invece, si era buttato sul letto a faccia in giù, aveva provato a mettersi seduto sul letto, ma il bruciore l’aveva fatto desistere, si sentiva davvero umiliato, aveva sperato che almeno sarebbe servito a farlo tornare a casa e invece era ancora lì, era veramente amareggiato e poi quando iniziarono a scendere le lacrime le scacciò via a manate; non sarebbe mai più uscito da quella stanza, non avrebbe mai più guardato l’altro Vegeta in faccia, quanto avrebbe voluto vendicarsi.

“Ehi sua altezza va tutto bene?” chiese Bulma sedendosi sul letto, ma a distanza dal ragazzo.

“Ehi lasciami in pace, dovete lasciarmi in pace, sono stato punito come volevate, ora voglio stare solo, o sei venuta qui a ridere di me?” chiese il ragazzo senza alzare il viso dal cuscino, perché temeva che la donna potesse vedere le sue lacrime.

“Dai altezza basta fare il principe orgoglioso, non so cosa è successo in quella stanza tra voi due, ma non ti ho mai visto così sconvolto, ma come hai detto tu, sei stato punito, quindi è finita non ne parleremo più, ti prenderai un po’ di tempo per ricomporti e poi scenderai a cena, sarai sicuramente affamato!” disse Bulma intenerita dal ragazzo.

“Non scenderò a mangiare con voi, non voglio essere deriso!” gridò il ragazzo girandosi su un fianco, ma sussultando mentre lo faceva; Bulma quindi intuì da quello cosa poteva essere accaduto in quella stanza e anche se trovava vagamente la situazione divertente, rimanendo seria fece una leggera carezza ai capelli del ragazzo.

“Nessuno riderà di te, credimi sia Trunks che Bra non avranno un bel niente da ridere per un bel po’ di tempo!” spiegò la donna con tono incoraggiante.

“Che cosa hai fatto a Bra?” chiese il giovane principe.

“Oh che dolce che sei a preoccuparti per lei. Sta bene, tranquillo, e ora riposa, ti farò chiamare da lei quando la cena sarà pronta!” rispose Bulma uscendo.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


CAPITOLO 14

Passarono alcune ore e Trunks scese in cucina dove trovò sua madre intenta a cucinare: “Oh tesoro capiti proprio a proposito, perché non porti un analgesico a sua altezza, sai dopo lo scontro con tuo padre pare che gli sia venuto il mal di testa!” spiegò Bulma al figlio, era l’unica scusa che le era venuta in mente per non fare perdere la faccia al giovane Vegeta.

“Ma sai cosa è successo tra quei due? E dov’è ora papà?” chiese Trunks preoccupato dalla strana richiesta della madre, nemmeno per un secondo aveva creduto alla scusa inventata dalla madre.

“Oh non so con esattezza, ma sai quei due sono piuttosto cocciuti e devono avere avuto una scontro non facile, ma non ti preoccupare stanno bene entrambi”. Disse Bulma porgendo la pastiglia e un bicchiere d’acqua al figlio, il quale riluttante si diresse verso la camera del giovane principe.

Una volta arrivato Trunks provò a bussare, ma nessuna risposta, riprovò allora un’altra volta, ma ancora niente e quindi provò ad entrare augurandosi che il giovane Vegeta stesse solo dormendo, ma aveva un bruttissimo presentimento e infatti una volta aperta la porta della stanza la trovò vuota, o meglio vide un rigonfiamento sotto le coperte, ma una volta sollevate come aveva immaginato, erano solo abiti appallottolati che dovevano dare l’impressione ad un osservatore poco attento che lui fosse ancora a dormire.

A quel punto Trunks si trovò di fronte ad un bel dilemma, chiamare il padre e mettere ancora più nei guai il giovane principe, oppure provare ad uscire a cercarlo, ora che aveva il pieno delle sue facoltà non avrebbe dovuto essere così difficile, ma se avesse preso quella decisione e suo padre si fosse accorto che erano fuggiti entrambi, le cose si sarebbero messe male pure per lui, ma d’altra parte era già in punizione per l’eternità quindi peggio di così non poteva andare, pensò volando fuori dalla finestra e sperando che suo padre rimasse chiuso nella GR ancora per un po’.

Il giovane principe era rimasto per un po’ tranquillo nella sua stanza, ma nel vedere il tempo passare aveva deciso che non aveva nessuna intenzione di rivedere nessuno della sua futura famiglia, soprattutto il se stesso del futuro, e quindi senza pensare alle possibili conseguenze era scappato dalla finestra e aveva iniziato a correre per le vie di città dell’Ovest, non aveva una meta precisa, voleva solo mettere della distanza tra lui e quella gente.

Trunks ci mise pochissimo a trovare l’aura del suo futuro padre e in poco tempo lo raggiunse, era scappato in riva al mare e la cosa non stupì più di tanto il ragazzo, anche suo padre quando era molto in collera di allontanava dalla famiglia, rifugiandosi in posti isolati in prossimità del mare.

“Ehi ma dico sei impazzito?” chiese Trunks vedendo il giovane principe prendere a calci le onde del mare.

“E così ha mandato te a riprendermi? Oh ma vedo che non hai più il bracciale, quindi devi davvero aver fatto pace con papino, ma che bravo!” commentò il giovane principe smettendo di prendere a calci le onde.

“Beh pace non direi, era, o eri, piuttosto furioso e comunque anche se non sono affari tuoi mi ha dato uno schiaffo e sono in punizione per sempre!” spiegò Trunks sperando che anche gli raccontasse cosa era accaduto tra loro.

“Mentirei se ti dicessi che sono dispiaciuto per te, non m’importa affatto!” rispose il giovane principe riprendendo a sfogare la sua rabbia e frustrazione sulle onde.

“Ehi vuoi un consiglio? Torniamo a casa, abbiamo possibilità che mio padre non si sia accorto che siamo usciti, era ancora chiuso nella GR fino a poco fa” spiegò Trunks.

“Ehi vuoi anche tu un consiglio? Vattene e lasciami in pace!” esclamò il giovane Vegeta.

Trunks sbuffò sonoramente mentre rimaneva fermo davanti al principe incrociando le braccia, cosa che non passò inosservata al giovane Vegeta: “Come osi stupido mezzosangue sbuffare così in mia presenza. Ti ho già detto di andartene altrimenti vedrai!”.

Al che Trunks invece di prendersela come avrebbe fatto fino al giorno prima rise alle minacce del giovane principe e gli chiese che cosa avrebbe mai potuto fare visto che ora lui a differenza di qualcun altro era in possesso di tutte le sue doti fisiche; e pensava che così avrebbe sistemato una volta per tutte quel ragazzo arrogante, ma si sbagliava di grosso perché lo stava guardando di rimando con un sorrisetto malefico.

“Sì è vero io ho ancora questo braccialetto infernale, ma posso sempre combinare qualche altro guaio senza bisogno della forza e fare in modo che anche tu ne sia coinvolto e così addio l’approvazione di papino!” spiegò il giovane Vegeta.

Trunks sentì salire la rabbia, avrebbe voluto tanto picchiare quel ragazzo odioso, ma capì che era esattamente quello che voleva, quindi gli ripose che se voleva tanto rimanere lì era libero di farlo, lui invece sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia e così dicendo gli voltò le spalle e prese a camminare.

Il giovane principe lo guardò allontanarsi per pochi istanti, quel Trunks stava osando ignorarlo, gli aveva voltato le spalle e lui questo non poteva sopportarlo e quindi si affrettò a raggiungerlo:” Ehi amico te ne stai andando perché sei un coniglio, temi l’ira di papino!”.

“No non è per quello, mamma sta preparando un ottima cena e io sto morendo di fame!” ripose Trunks sollevato di aver trovato il modo per farsi seguire dal giovane principe, il quale mettendosi le mani in tasca lo seguì senza parlare.

Una volta arrivati alla Capsule Corporation i due ragazzi si separano, Trunks si diresse in cucina e il giovane Vegeta invece tornò nella sua stanza, a quanto pareva nessuno si era accorto della sua assenza.

“Hai riportato a casa sua altezza?” gli chiese sua madre vedendo il figlio rientrare.

“Ehi ma come facevi a sapere che sarebbe uscito?” chiese Trunks.

“Conosco tuo padre e la sua versione più giovane non è poi così diversa!” rispose ridendo Bulma.

“Ma papà se n’è accorto?” chiese Trunks preoccupato.

“Non saprei, ma anche se fosse non credo dirà nulla, dopotutto quel ragazzo è lui, e quindi sa benissimo com’è fatto!” rispose Bulma.

Arrivò l’ora di cena e Bra andò a chiamare il giovane principe, entrò senza bussare e lo trovò intento a meditare, tant’è che senza aprire gli occhi le chiese se non avesse imparato a bussare.

“Mi sono dimenticata, su mamma dice che è pronto e mi ha detto di dirti di non fare il principe orgoglioso e di unirti a noi per la cena, altrimenti non avrai niente!” esclamò la bambina puntando il dito verso il principe.

“E tu non sei arrabbiata con me perché a causa mia i tuoi genitori ti hanno sgridata?” chiese il giovane principe, che aveva smesso di meditare.

La bambina lo fissò seria per alcuni secondi e poi gettò indietro la testa e prese a ridere, dicendo che i suoi genitori l’avrebbero presto perdonata come sempre, poi fece per uscire dalla stanza, ma si voltò per verificare se il principe la stava seguendo e vide che era ancora fermo ad osservarla.

Eddai non si può sempre restare arrabbiati, andiamo a mangiare!” rispose la bambina che tornò indietro e prendendolo per un braccio lo trascinò fuori dalla stanza prima che potesse protestare.

A tavola c’erano già Bulma e Trunks seduti e i due sorrisero discretamente nel vedere Bra trascinare il giovane principe, che prese posto a fianco alla bambina, al tavolo era rimasta solo una sedia vuota ovvero quella del grande Vegeta, che era esattamente di fonte alla sua giovane versione.

Pochi istanti dopo appunto entrò Vegeta che senza guardare nessuno in particolare si sedette al suo posto iniziando a mangiare e lo stesso fecero gli altri.

Per un po’ nessuno osò parlare, la tensione si tagliava con il coltello, i due Vegeta avevano trovato il modo per non guardarsi mai direttamente, cosa che fu notata da tutti i commensali.

“Forse non dovrei dirlo, ma oggi abbiamo provato le nuove montagne russe e devo dire che non ho avuto affatto paura!” ruppe così il ghiaccio Bra.

“Oh beh hai urlato per tutto il tempo!” rispose il giovane principe senza alzare li occhi dal piatto.

“E tu quando siamo scesi eri bianchissimo!” rispose la bambina ridendo e alla sua risata si unirono anche Bulma e Trunks, gli unici due che non si erano ancora scomposti erano i due Vegeta.

“Sciocchezze, sono abituato a quei giri della morte, una volta la mia navicella è finita in mezzo ad un tempesta di meteoriti e me la sono cavata alla perfezione!” rispose con aria di superiorità il giovane principe.

“Già per vomitare tutto il pranzo prima di svenire perché a causa di uno scontro con uno di quei maledetti meteoriti hai battuto la testa” rispose inaspettatamente il Vegeta adulto fissandolo.

Il giovane principe gli scoccò un occhiataccia di rimando, era la prima volta che si guardavano direttamente e tutti a tavola erano pronti allo scontro, che però inaspettatamente non avvenne perché il giovane Vegeta scoppiò a ridere: ”ehi tu potevi anche stare dalla mia parte, ci stavo facendo fare un’ottima figura!” e tutta la famiglia compresi i Vegeta scoppiarono a ridere.

La tensione finalmente si era stemperata e la cena era proseguita tranquillamente, finchè appena finito il dolce improvvisamente si materializzò nella sala da pranzo della famiglia Brief Dende.

“Ehi tu che cosa ci fai qui?” chiese il Vegeta adulto.

“Ho ricevuto l’ordine dai piani superiori di venire a prendere il giovane Vegeta” rispose Dende con tono solenne.

“Quindi è tutto finito? Sono perdonato e me ne torno a casa?” chiese il giovane principe speranzoso.

“Purtroppo no, pare che qui la tua lezione sia finita, verrai però mandato in un altro tempo dove ti aspetterà un’ altra prova e mi dispiace, ma è tutto quello che so” spiegò Dende sopportando le occhiate infuocate di entrambi i Vegeta.

“Dove lo porterai, rispondimi!” chiese il Vegeta adulto e quello giovane rivolto al muso verde gli ordinò di rispondere immediatamente.

Dende non aveva mai potuto soffrire il principe dei sayan per via dei loro trascorsi e se fosse dipeso da lui non li avrebbe certo aiutati, ma l’ordine arrivava da più in alto e quindi era costretto a sopportarli e ad aiutarli: “Mi spiace non posso dirlo. Ti lascerò del tempo per salutare la tua famiglia, ti aspetterò qui fuori!”.

Una volta uscito Dende calò il silenzio, fu Bulma a romperlo abbracciando con slancio il giovane principe e sorda alle sue proteste disse:” Buon viaggio sua altezza, comportati bene e ci rivedremo prestissimo vedrai!”.

Una volta che Bulma lo lasciò andare il giovane principe si rivolse a Bra: “Ehi non essere triste, tu sei l’ultima ragazza sayan mi aspetto grandi cose da te!” ed entrambi si sorrisero con sguardo complice.

Poi fu la volta di Trunks:” Anche tu non sei poi così male, credo che non mi dispiacerà averti come figlio; anche se non vorrei mai lui come padre!” esclamò il giovane principe provocando la risata di tutti tranne che di Vegeta ovviamente.

“Bene, direi che i saluti possono bastare, vieni ti accompagno fuori!” rispose Vegeta prendendo per un braccio la sua giovane versione.

Oramai erano arrivati alla porta d’ingresso ed era arrivato anche per loro il momento di salutarsi.

“Vorrei dire che è stato un piacere conoscere il mio futuro me stesso, ma non lo è stato, faccio davvero fatica a capire perché sei così diverso da me!” commentò il giovane principe.

“Lo stesso vale per me, sei un ragazzo terribile e crudele, devi ancora fare tanta strada per capire. Addio moccioso e bada nella tua prossima prova di rigare dritto, se no sai cosa ti aspetta!” rispose il principe adulto.

“Ehi non oserai! Ma non dimentichi qualcosa?” chiese il ragazzo sventolando il braccio con il braccialetto.

“Oh no quello per ora te lo tieni, non stai ancora tornando a casa, ci rivedremo, non so quando riapparirai nelle nostre vite, ma ci rivedremo, e ora va!” rispose Vegeta.

“Vai al diavolo!” esclamò il ragazzo uscendo e sbattendo la porta alle sue spalle.

“Ecco perché non è ancora ora di toglierti quell’aggeggio ragazzino!” gridò Vegeta riaprendo la porta.

Dende che aveva assistito alla scena chiese se andava tutto bene e il giovane principe stizzito gli rispose di farsi gli affari suoi e di portarlo dove doveva perché lui era pronto e non voleva perdere tempo e scoccando un’altra occhiata risentita verso la sua versione adulta sparì con Dende, lasciando Vegeta sulla porta.

Una volta che Bulma e Vegeta rimasero soli lei gli chiese cosa era successo tra loro al momento dei saluti e il principe dei sayan rispose infastidito che quel moccioso non aveva imparato un bel niente da tutto quello che era successo, che era davvero un ragazzo impossibile.

Bulma non potè far a meno di trattenere la risata e nel vedere lo sguardo irato del marito gli rispose: ”caro quello sei tu e quindi lo sai quanto sei ostinato, a volte non è affatto facile avere a che fare con te, ma vedrai che alla fine anche lui capirà. Oggi poi si è comportato bene dopo il vostro incontro, a proposito ora mi vuoi dire che cosa è successo?”

“Fatti gli affari tuoi donna, gli ho promesso che non ne avrei parlato con nessuno!” le disse Vegeta dando le spalle alla moglie.

“E va bene tieniti pure il tuo segreto. Chissà quando lo rivedremo, sai non vedo l’ora!” esclamò la donna sdraiandosi a letto.

“Io per niente invece. Spero che sarà tra molto tempo, ho bisogno di riposo!” rispose Vegeta buttandosi a letto.

E intanto il giovane principe viaggiava nella dimensione spazio temporale chiedendosi dove sarebbe capitato e che cosa avrebbe dovuto affrontare per tornare al suo tempo….

Ciao a tutti, spero che stiate passando bene questa quarantena, volevo solo dirvi che questa volta la fine è davvero vicina, sto scrivendo l’ultimo capitolo ovvero il 16; quindi questo è solo un capitolo di passaggio al 15esimo che è sicuramente più succoso. A presto.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

Il giovane Vegeta cadde rovinosamente sull’erba, rimase coricato per alcuni istanti per assicurarsi di non essersi rotto nessun’osso, poi lentamente si rialzò e si guardo attorno.

Era notte, ma a causa della forma riconobbe subito l’edificio a fianco a lui, era la casa del se stesso del futuro, per un attimo valutò l’idea di fuggire, dopotutto era probabile che nessuno fosse a conoscenza del suo arrivo, quindi avrebbe potuto tranquillamente filarsela e andare a divertirsi, poi però pensò a cosa sarebbe potuto succedere se il Vegeta di quella dimensione si fosse accorto di lui e visto che l’umiliazione era ancora piuttosto fresca, a malincuore decise di cercare la porta d’ingresso per segnalare la sua presenza.

Mentre faceva il giro però attorno all’edificio andò a sbattere contro qualcuno che subito non riconobbe, ma fu invece riconosciuto a sua volta:” oddio papà scusa, non stava scappando da casa davvero, stavo prendendo solo una bocca d’aria perché non riuscivo a dormire!” spiegò una voce di ragazza.

E a quel punto al giovane principe venne il sospetto che quella ragazza potesse essere Bra notevolmente cresciuta, ma visto che erano entrambi nell’oscurità decise di rimanere al gioco ancora per un po’: “ehi ragazzina questa è una scusa veramente patetica, mi aspettavo qualcosa di meglio dall’ultima ragazza sayan rimasta!”.

“Uffa e va bene torno nella mia camera! Questa volta ero sicura che non ti saresti accorto di nulla!” rispose la ragazza sbuffando sonoramente.

“Fortunatamente per te io non sono esattamente tuo padre. Ehi ciao Bra, per te credo sia passata un po’ di tempo!” esclamò il giovane principe mettendosi alla luce.

E fu così che Bra si trovò davanti quel ragazzo che era suo padre da giovane, con cui si era divertita tanto durante la loro fuga prima di essere beccati, e sorridendo venne anche lei alla luce.

Il giovane principe si trovò davanti ad una ragazza, una bella ragazza, che doveva avere più o meno la sua età, aveva lunghi capelli lisci di quell’assurdo colore azzurro, ma per il resto era decisamente degna di essere una principessa sayan; poi il suo sguardo cadde sul vestito che indossava la ragazza e non potè fare a meno di arrossire violentemente, lui non ricordava molto di come si vestissero le donne sayan, ma sicuramente non così, l’abito era color rosso fuoco e copriva esattamente i punti giusti sopra e sotto, lasciando troppa pelle nuda a suo parere, ma dopotutto non conosceva molto dei costumi dei terresti e non che la cosa lo interessasse particolarmente, pensò nonostante il fastidio che provava nel vedere così conciata la sua futura figlia.

“Ehi Bra ora non sei più una mocciosetta, quanti anni hai adesso?” chiese Vegeta per rompere il silenzio.

“Ho diciassette anni proprio come te! Ma per me sono passati anni, tu immagino che vieni direttamente dal mio passato!” decretò la ragazza.

“Sì, ci siamo salutati solo da poco tempo. Ora se non ti dispiace dovrei farmi vedere da tuo padre, vorrà sapere del mio arrivo” disse il ragazzo osservandola per capire la reazione della giovane, che divenne subito rossa, ma si ricompose subito e gli si avvicinò.

“Oppure potresti venire a fare un giro con me, sai stavo andando ad una festa e se non ricordo male a te piacciono le feste” propose la ragazza parlando sottovoce.

Il giovane principe aveva voglia di divertirsi e sicuramente con Bra si sarebbe divertito molto di più che con Trunks, ma dentro di lui sentiva anche una vocina molto lontana che gli diceva che stava sbagliando, ma ovviamente lui decise d’ignorarla, dopotutto Bra era stata piuttosto brava a sgattaiolare di casa e quindi avevano buone probabilità di godersi la festa e tornare prima che gli altri componenti della famiglia si svegliassero e quindi rispose affermativamente alla ragazza, la quale fece un grande sorriso e prendendolo per un braccio si allontanarono di soppiatto dalla Capsule Corporation e lo portò in un garage dove c’erano diversi mezzi parcheggiati.

“Vuoi andare alla festa con una di queste? Non sai volare?” chiese il giovane Vegeta.

“Ma certo che so volare, ma se lo facessi tu, o meglio mio padre potrebbe percepire la mia aura, prendiamo questa moto, è elettrica ed è piuttosto silenziosa oltre ad essere veloce, magari ti andrebbe anche di guidarla” propose la ragazza che aveva notato con che interesse il principe stesse guardando la moto.

“Sì mi va di provarla, forza sali a bordo!” le ordinò il principe dei sayan, e così i due partirono nella notte.

La corsa in moto non fu affatto male, quel mezzo anche se antiquato rispetto alle navicelle che il giovane principe era abituato a guidare, andava decisamente forte e finalmente si sentì libero, sentiva il vento tra i capelli e sentiva di poter fare qualunque cosa in quel momento, mentre sfrecciava con la moto per le strade quasi vuote della Città dell’Ovest.

Arrivarono al luogo della festa, si trattava di un capannone piuttosto lontano dal centro abitato da cui usciva una musica piuttosto assordante, nonché pessima pensò Vegeta; non che a lui fosse mai interessata la musica, però quella era veramente tremenda, ma notò che tutti i ragazzi presenti non la pensavano così visto che qualcuno stava addirittura ballando fuori dal locale.

Bra lo prese per mano e lo tirò dentro il locale e il dentro era quasi peggio che l’esterno se era possibile, era tutto avvolto da una disgustosa nuvola di fumo, che proveniva da degli strani piccoli oggetti che tenevano tra le labbra diversi ragazzi presenti, c’era pochissima luce e la musica dentro era ancora più alta, era impossibile parlare, ma notò che nessuno dei presenti parlava, erano tutti troppo occupati a bere liquidi colorati oppure a ballare come dei forsennati, tutti molto vicini.

Bra gli mise in mano un bicchiere dal liquido verde smeraldo e mimando il gesto di un brindisi con il suo bicchiere dal color rosso fragola la vide scolarsene tutto il contenuto in una sola volta, mentre il giovane principe ne bevve solo un sorso, era tremendo come tutto in quel luogo. A lui non piaceva molto l’alcool, non gli piaceva il gusto, ma soprattutto perché troppo alcool avrebbe stordito i suoi sensi rendendolo vulnerabile e lui non poteva mai abbassare la guardia; infatti alle feste alla base aliena aveva sempre bevuto meno alcool possibile, certo lì la situazione era diversa e avrebbe anche potuto concedersi di abbassare un po’ il livello di guardia, ma qualcosa nella sua testa gli suggeriva il contrario.

Vide poi Bra parlare nell’orecchio con un paio di ragazze piuttosto carine per i canoni terrestri, le quali scambiandosi un sorriso complice si diressero verso di lui, mentre Bra accennando un piccolo gesto di saluto si allontanò.

Quelle ragazze gli dissero i loro nomi, ma lui a causa della musica non riuscì a sentirli, ma non che la cosa avesse poi importanza, iniziarono a ballare molto vicine a lui e lo convinsero a finire quella bevanda disgustosa e gliene fecero avere un’altra dal colore violetto, più dolce, ma decisamente più alcolica.

Quella festa forse non era poi così male pensò il giovane principe, era meglio di quella a cui aveva partecipato con Trunks, lì le ragazze sembravano tutte molto disponibili e non c’erano insulsi ragazzi terrestri che volessero far a botte per le ragazze, quindi Vegeta si rilassò e scolò il bicchiere che aveva in mano, dopotutto forse si era sbagliato, quei liquidi colorati non erano così male e quindi ne prese un altro dal colore arancione.

Improvvisamente però iniziò ad avere caldo, aveva appena finito quel bicchiere e notò che le due ragazze lo stavano osservando con un sorrisetto complice, forse avevano fatto qualcosa al bicchiere, e quindi provò a chiederlo, ma la sua voce uscì molto strana, strascicata, e vide le due oche ridere sguaiatamente e avventarsi addosso a lui, ma in qualche modo le respinse facendole cadere a terra.

Le due gli dissero qualcosa, sicuramente dal tono piuttosto acceso, ma a lui non importava, ne aveva abbastanza, non si sentiva bene, aveva preso anche a girargli la testa e detestava davvero quel fumo, improvvisamente provò disgusto per tutte quelle persone, per quei corpi accalcati, per il fumo che avvolgeva tutti, voleva andarsene e l’avrebbe fatto; e quindi nonostante gli tremassero le gambe, barcollando vistosamente si diresse verso l’uscita, schivando tutti quegli odiosi terrestri; se avesse avuto i suoi poteri li avrebbe massacrati tutti pensò.

Una volta fuori dal capanno respirò a pieni polmoni, ma poi successe la cosa più imbarazzante della sua vita, iniziò a vomitare, si vomitò addirittura sulle scarpe e sui pantaloni, si vergognò moltissimo perché vide alcuni ragazzi indicarlo e ridacchiare, li avrebbe strangolati, ma i suoi sensi erano ancora annebbiati, si sentiva molto debole, probabilmente quelle due oche l’avevano drogato pensò furibondo.

Decise di allontanarsi da quella festa e quindi sempre barcollando si avviò per tornare indietro, non si mise nemmeno a cercare la moto, tanto non sarebbe stato in grado di guidarla.

Per un attimo ebbe paura di stare troppo male, e di non riuscire a chiamare la sua versione adulta a salvarlo, era davvero faticoso camminare, si maledisse per aver abbassato la guardia come uno stupido pivello, ma non sarebbe mai più successo e maledetta quella Bra che l’aveva convinto a venire in quel posto infernale.

E poi pensò per a Bra, sì era stata lei a metterlo in quella situazione e appena si fosse sentito meglio si sarebbe vendicato, poteva starne certa, ma se fosse stata in pericolo? Nell’uscire da quel luogo infernale aveva visto diverse mocciose prive di sensi, e per un attimo ebbe paura per Bra, era stranamente preoccupato, anche se non avrebbe dovuto, visto che lui non provava un bel niente per quella mocciosa, non le doveva proprio un bel niente. Eppure le sue gambe si girarono di loro spontanea volontà e attingendo alle ultime forze rimaste e alla sua poca lucidità lo costrinsero a tornare indietro per cercarla.

Rientrando in quel capannone sentì la nausea salirgli nuovamente, ma s’impose di controllarla, iniziò a scandagliare il locale, ma non vedeva Bra da nessuna parte, quindi si addentrò in mezzo a quel gruppo di ragazzi trattenendo il disgusto, ma passarono diversi minuti prima che finalmente riuscisse a individuare Bra. Era avvinghiata ad uno di quegli insulsi terrestri e ballavano tranquillamente, come se attorno a loro non ci fosse nessuno, Vegeta sentì salirgli la rabbia, ma si ricordò del bracciale e quindi si trattenne, ma si diresse verso di lei e la prese per un braccio.

Bra di voltò verso di lui e il giovane principe notò subito lo sguardo assente della ragazza, forse anche lei aveva preso qualcosa, “ehi tu cerchi rogna? Vattene e lascia in pace la mia ragazza!” disse il terrestre avvicinandosi all’orecchio del giovane principe e questo vide rosso, come osava parlare a lui così e come osava toccare Bra, non era degno neanche di respirare la loro stessa aria e quindi senza pensare alle conseguenze diede un violento pugno al ragazzo in pieno viso. Attese la scarica elettrica, che arrivò, ma fu meno violenta del previsto, probabilmente i suoi sensi erano davvero compromessi da quello che aveva bevuto fino a quel momento, il ragazzo comunque era a terra e nessuno pareva essersi accorto di lui a parte Bra che gli stava gridando qualcosa, ma lui a causa della musica non lo sentì e non gl’importava nemmeno a dire il vero, la prese saldamente per un braccio e la trascinò fuori, lei provò a fare un po’ di resistenza, ma nemmeno troppa.

Una volta fuori Bra con voce strascicata gli chiese perché avesse dato un pugno al suo ragazzo, ma prima che il giovane principe potesse rispondere, vide con orrore la ragazza sedersi per terra e poi lasciarsi cadere all’indietro; era svenuta e lui non sapeva nemmeno come fare a tornare indietro.

Trascinò Bra in un luogo tranquillo, lontano dalla folla e da quella terribile festa e già quello sforzo lasciò sfinito il principe che continuò a maledirsi per essersi concesso quel divertimento.

Sentì, però, un piccolo trillo provenire dalla borsa della ragazza, e quindi lui l’aprì e trovò dentro quello che sembrava un oggetto per comunicare, aveva tasti e uno schermo, doveva solo capire come funzionasse e per come era messo non era poi così semplice.

Dopo alcuni minuti però facendo scorrere un elenco di nomi trovò un nome che conosceva ovvero quello di Trunks e quindi schiacciò un’icona sperando che fosse quella giusta e l’oggetto prese a fare un rumore strano e ripetitivo, finchè dall’altra parte la voce di un ragazzo disse “pronto”.

“Ehi spero che tu sia Trunks, riesci a sentirmi? sono Vegeta e sono ad una festa con Bra, non so cosa è successo è svenuta, vieni a prenderci immediatamente!” ordinò il giovane principe.

“Cosa? Ma come? Ma sei quel Vegeta? No no ok lasciamo stare, arrivò non muovetevi!” rispose la voce dall’altra parte prima di riagganciare.

Trunks aveva sentito il suo cellulare suonare e si era svegliato di colpo, erano le 3 del mattino, ma quando sul display vide il nome di Bra rispose temendo fosse successo qualcosa, sapeva che quella sera sarebbe andata ad una festa e sapeva anche che suo padre era fermamente contrario.

Ovviamente non si aspettava certo di sentire la voce di Vegeta dall’altra parte, subito l’aveva scambiata per quella di suo padre, ma giusto per un secondo, poi aveva capito perfettamente chi fosse il Vegeta che stava parlando e quindi gli rispose che sarebbe arrivato immediatamente.

Trunks valutò se fosse il caso di svegliare il padre, ma alla fine decise di lasciare un biglietto, non sapeva ancora cosa fosse successo a quella festa e suo padre sarebbe stato capace di fare prima una strage e poi forse le domande. Stava per andare in volo, ma poi decise che forse era meglio prendere l’auto e nell’entrare nel garage notò subito che mancava la moto preferita di suo padre, Bra sarebbe stata davvero nei guai se fosse successo qualcosa a quella moto, pensò il ragazzo partendo con una air car.

Ci mise quasi venti minuti a raggiungere il luogo della festa, non si guardò molto attorno, ma seguì l’aura della sorella che riusciva a percepire poco lontano da lì e appunto la trovò stesa a terra con il giovane principe seduto a fianco, con un’espressione davvero preoccupata e quindi il ragazzo si precipitò da loro temendo il peggio, ma quando arrivò vide che la sorella era solo svenuta.

“Ehi Trunks a che ti servono quelli? Sei ridicolo!” esclamò il giovane principe indicando i suoi occhiali.

“Per tua informazione mi hai fatto miope e quindi mi servono. Mi sembra che tu non sia cambiato di una virgola invece!” rispose Trunks mentre prendeva in braccio la sorella.

“Già, in realtà ci siamo salutati solo qualche ora fa per me!” rispose il giovane principe seguendo Trunks.

Trunks notò subito che il suo futuro padre aveva un passo malfermo ed era decisamente molto pallido, fece per commentare, ma lasciò perdere, si ricordava quanto fosse velenoso quel ragazzo e quello non era certo il momento per mettersi a discutere con lui; gli chiese piuttosto dove fosse finita la moto e lui rispose che non se lo ricordava e che non gl’importava nulla della moto, voleva solo tornare a casa e farsi una doccia.

“Senti, se non porto a casa quella moto, tu, o meglio l’altro te sarà molto furioso e quindi se non vuoi peggiorare le cose è meglio trovarla!” esclamò Trunks.

“Oh beh questa volta non è certo colpa mia, è stata lei che mi ha trascinato qui. E perché tu sembri così calmo? “ chiese il giovane principe, il quale aveva notato che Trunks non era così sconvolto dalle condizioni di Bra.

   “Diciamo che non è la prima volta che partecipa a feste di questo tipo, sai negli ultimi anni lei ecco…beh diciamo che non è mai stata portata per rispettare le regole!” spiegò Trunks il quale non voleva parlare delle liti furiose tra i suoi genitori e la sorella.

Il giovane principe fece per rispondere, ma poi cambiò idea e indicò a Trunks dove avevano lasciato la moto, almeno così sarebbero potuti tornare indietro; la moto venne ridotta ad una capsula e i tre salirono sulla air car, Bra venne sistemata dietro, mentre il giovane principe si sedette al posto del passeggero a fianco a Trunks.

Il viaggio fu veloce e silenzioso, arrivati alla Capsule Corporation entrambi i ragazzi notarono che le luci erano ancora tutte spente, quindi probabilmente nessuno si era accorto della fuga di Bra e quindi Trunks fece per dirigersi dalla porta sul retro.

“Ehi io non entro dalla porta sul retro come una ladro, sono una principe e quindi entrerò dall’ingresso principale!” esclamò a voce alta il giovane principe.

“Così ci scopriranno” osservò Trunks.

“E credi che la cosa per me abbia importanza?” chiese il giovane principe mentre si attaccava al campanello di casa Brief, prima che Trunks potesse fermarlo; non aveva nessuna intenzione di fare tutto di nascosto, questa non volta non avrebbe protetto Bra.

Le luci di casa Brief si accesero tutte e due persone di mezza età aprirono alla porta e il giovane principe rimase di sasso, la donna era Bulma, era decisamente invecchiata e lui non ricordava di aver mai visto donne così vecchie sul suo pianeta, i sayan non erano noti per avere una vita così lunga, ma anche lui era decisamente invecchiato e quei baffi poi? Cosa diavolo erano quei baffi? Infatti nonostante la situazione non riuscì a trattenersi:” Quei baffi sono orrendi, toglili subito, mi fai sfigurare!”.

“Ehi fatti gli affari tuoi. Si può sapere che diavolo è successo?” chiese Vegeta osservano il trio.

“Sono arrivato qualche ora fa, ho incontrato tua figlia che se la stava svignando ad una festa e mi ha convinto a seguirla, la festa era un vero schifo, non dovresti permetterle di andare a certe feste sai? Poi penso abbia esagerato con quei liquidi colorati che bevete voi terrestri e che sono davvero disgustosi e io ho deciso che era ora di lasciare la festa, poi le è svenuta e io sono riuscito a contattare Trunks che è stato così gentile da venirci a riprendere, visto che lui è davvero un ragazzo perfetto e responsabile, anche se porta degli occhiali ridicoli…..” spiegò il giovane principe col tutta l’arroganza di cui era capace.

“Sì d’accordo ho capito, Trunks porta tua sorella in camera e tu invece andrai nella camera degli ospiti, la tua vecchia stanza, ti farai una doccia perché hai un odore tremendo e poi parleremo domattina!” ripose Vegeta che poi girando le spalle a tutti se ne andò furioso, Bra aveva disobbedito ancora, non era più la bambina un po’ biricchina che lui adorava, era una ragazza che non faceva altro che mettersi nei guai e contraddirlo continuamente e purtroppo vedeva moltissimo di lui in quella ragazza, aveva sicuramente ereditato la parte peggiore del carattere sia sua che di Bulma pensò, mentre andava a sfogarsi nella Gravity Room.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


CAPITOLO 16 (ULTIMO CAPITOLO)

Il giovane principe entrò nella sua vecchia stanza e senza nemmeno fare la doccia si lasciò cadere a letto e si addormentò profondamente.

Non sapeva esattamente quante ore avesse dormito, ma fu svegliato dalla voce acuta di quella dannata donna:” buongiorno sua altezza, il sole è già alto e la tua controparte non vede l’ora di parlare con te, quindi ho pensato di portarti la colazione per prepararti meglio al vostro incontro”.

Bulma appunto tra le mani aveva un vassoio colmo di cibo, il giovane principe aprì un occhio attirato dall’idea di mangiare, ma poi sentì improvvisamente salirgli una strana nausea e quindi si precipitò al bagno dove vomitò per l’ennesima volta.

Quando uscì dal bagno, quella donna era ancora lì e frustrato si chiese perché non gli aveva semplicemente lasciato il vassoio, detestava essere visto in quello stato e sicuramente lei lo sapeva e stava sicuramente godendo della situazione, la odiava.

“Dai altezza non mettere il broncio, può succedere di partecipare ad una festa e di esagerare, nel vassoio troverai anche un paio di pastiglie magiche per il mal di testa!” spiegò Bulma.

“Non voglio le vostre droghe terresti, ne ho già avuto abbastanza ieri sera!” esclamò il giovane Vegeta con disprezzo.

“Su non fare l’orgoglioso, ti faranno bene. Ora ti lascio il tuo spazio per rimetterti in sesto, ma non stavo scherzando poco fa, l’altro te stesso ti sta aspettando” insistette Bulma.

“E va bene, ho capito donna e ora vattene!” gridò esasperato il giovane principe, sentendo la sua testa esplodere a causa della sua stessa voce. La donna gli lanciò un’occhiata divertita e poi finalmente lo lasciò da solo.

Il giovane principe, allora, si fece una lunga doccia e non si stupì di trovare sul letto degli abiti puliti, che indossò e poi divorò la colazione, combattendo contro la nausea, rimase in fine a fissare le pillole, non le voleva prendere, ma gli faceva davvero male la testa e quindi alla fine decise che era il caso di prenderle, tanto nessuno lo stava osservando in quel momento.

Decise, poi, che era il momento di affrontare il se stesso più vecchio, dopotutto questa volta non era davvero colpa sua e quindi scese le scale e percepì la sua aura verso la cucina, dove lo trovò intento a bere del caffè.

“Ah eccoti qui finalmente, mi stavo giusto chiedendo quanto avevi intenzione di farmi aspettare” commentò il Vegeta più anziano senza alzare gli occhi dalla sua tazza di caffè.

“Beh anche tu te la stavi prendendo comoda mi sembra!” rispose a tono il ragazzo.

E ciò fece scattare il Vegeta adulto che si materializzò di fronte a quello più giovane e prendendolo per un braccio iniziò a trascinarlo verso la GR e al ragazzo venne un terribile sospetto:” Ehi tu cosa cavolo vuoi farmi, guarda che questa volta non è affatto colpa mia, non vorrai punirmi di nuovo!” e così dicendo si aggrappò con tutte le sue forze ad una colonna.

“Moccioso lascia subito quella colonna, sei già abbastanza nei guai, non ti salverai distruggendomi la casa!” gridò Vegeta tirando il ragazzo, che però non mollava la presa, anzi riuscì a sfuggire inaspettatamente dalla presa di quello più anziano e si precipitò a perdifiato nel corridoio.

Il più vecchio rimase un attimo fermo, stupito che il ragazzo fosse riuscito a liberarsi, poi si lanciò al suo inseguimento e in poco tempo riuscì a placcarlo da dietro, e i due caddero rovinosamente a terra insieme, facendo un gran trambusto, perché nella fuga il giovane principe aveva travolto metà della casa.

“Ma si può sapere cosa sta succedendo?” gridò Bulma che era accorsa verso di loro.

“Lasciaci in pace questa è una questione tra me e il moccioso!” rispose il Vegeta più anziano tenendo schiacciato a terra quello più giovane.

“Ehi digli di lasciarmi andare, sto soffocando!” rispose quello più giovane.

“Sciocchezze, non dargli retta donna!” commentò il più vecchio.

“Basta, Vegeta lascialo andare e tu non provare a scappare altrimenti le cose si metteranno male per entrambi!” gridò Bulma furibonda, il Vegeta più anziano esitò un momento, ma poi lasciò andare il ragazzo, che stava per fuggire, ma lo sguardo omicida della donna gli fece cambiare idea, non si fidava di quella, dopotutto era stata lei ad inventare quello strumento di tortura che era il braccialetto che portava al polso.

“Bene, ora credo che potrete parlare tra di voi in modo civile no?” chiese Bulma.

“Dipende da lui!” dissero insieme i due Vegeta osservandosi con sospetto.

“Siete due zucconi, ma fate come volete, basta che non fate esplodere la casa, altrimenti saranno guai per entrambi!” rispose Bulma andandosene, prima di scoppiare a ridere per l’assurdità della scena a cui aveva appena assistito.

“Mi seguirai ora senza fare storie?” chiese il Vegeta più anziano.

“E tu hai intenzione di trattarmi ancora come un moccioso?” chiese circospetto il giovane principe.

“Vedremo!” rispose l’altro incamminandosi verso la GR e il giovane principe anche se riluttante decise di seguirlo tanto non poteva fare diversamente.

Una volta chiusa porta della GR il giovane Vegeta si mise abbastanza lontano da quello vecchio mettendosi sulla difensiva, cosa che fece scoppiare a ridere quello più vecchio:” davvero credi di potermi fermare?” chiese continuando a ridere malignamente.

“Considerato che sei più vecchio e rammollito forse sì!” rispose il più giovane con tutta l’arroganza di cui era capace.

“Se non sbaglio nella tua linea temporale per la tua fuga ti ho punito solo un giorno fa e tu appena sei arrivato nella mia epoca hai pensato bene di scappare di nuovo e di partecipare ad una festa e di riportarmi mia figlia priva di sensi o sbaglio?” chiese il più vecchio con tono accusatorio.

“Ehi è stato tua figlia a trascinarmi in quel postaccio, sai dovresti controllarla di più, frequenta insulsi terrestri, e indossa abiti che non mi piacciono e….” disse il giovane principe, stava cercando di spostare l’attenzione su Bra, ma ovviamente il più vecchio non si fece imbrogliare:” Senti moccioso quello che fa Bra non è affare tuo, per ora. Fatto sta che mi hai disubbidito nuovamente e ne pagherai le conseguenze!” e fece per lanciarsi verso il giovane che si mise sulla difensiva.

“No, non te lo permetterò! Se provi ad avvicinarti ti colpirò e non m’importa se questo dannato bracciale mi farà friggere il cervello, quindi stai indietro. Sai dopo il nostro precedente scontro ho avuto modo di pensare e voglio sapere come mai tutte le volte che sono fuggito tu eri così furioso, dopotutto avevo questo bracciale quindi non potevo certo distruggere questo dannato pianeta!” chiese il giovane principe e notò che la sua versione più anziana sussultare, come se non si aspettasse quella domanda e come se non avesse alcuna intenzione di rispondere e quindi il ragazzo insistette per sapere ovviamente.

Ci fu silenzio per alcuni istanti e poi finalmente il principe dei sayan si decise ad affrontare il suo passato:"perchè tu sei un mostro, io so tutto quello che hai fatto, e tutto quello che ancora farai, io non riesco a guardati senza provare rabbia e disprezzo, se solo potessi metterei fine alla tua vita senza provare il minimo rimorso, almeno avrei l’opportunità di salvare tanto sangue innocente che macchierà le tue mani per sempre!” gridò Vegeta liberandosi finalmente del peso che aveva sul cuore da anni, lui non era mai riuscito a fare pace col suo passato e quel ragazzo arrogante era il suo passato in carne e ossa e lui non poteva sopportarlo di averlo sotto gli occhi e vicino alla sua famiglia.

Il giovane principe incassò quelle dure parole indietreggiando ancora, faceva davvero fatica a capire i pensieri della sua versione più vecchia, ma provò comunque a rispondere:” ehi non ti permetto di parlarmi così vecchio, io sono te e se non avessi addosso questo stupido bracciale vi sterminerei tutti e conquisterei questo pianeta per il grande Freezer, io amo il sangue che scorre tra le mie mani e gli sguardi di terrore che incute il mio arrivo e non vedo l’ora di tornare al mio tempo. Tu devi davvero aver battuto forte la testa durante uno scontro, la nostra razza è stata creata per combattere, distruggere e conquistare! ”.

“Il grande Freezer ti ucciderà e morirai implorando Karoth di vendicare la nostra gloriosa razza!” esclamò di getto Vegeta rendendosi conto subito che non avrebbe dovuto dirlo, infatti vide il ragazzo impallidire.

“Beh se tu sei qui non sono morto davvero però!” commentò il giovane confuso da quelle parole.

“Voglio farti vedere una cosa moccioso!” esclamò Vegeta prima di trasformarsi in super sayan davanti agli occhi sconvolti della sua versione più giovane, fino a quel momento aveva accuratamente evitato di trasformarsi per non fornire troppi dettagli sul futuro, ma tanto ormai il danno era fatto.

“Ma io sono il sayan leggendario? L’ho sempre saputo, mio padre aveva ragione e quindi posso…ma aspetta quando lo diventerò, come farò, dimmelo immediatamente, devo sapere!” il giovane principe era un fiume in piena, era più che entusiasta, ormai era certo che avrebbe potuto avere l’universo tra le mani e distruggere Freezer.

“Mi dispiace deluderti, non sei il sayan leggendario e non sai quanto mi irriti darti questa notizia, ma anche Karoth può trasformarsi in super sayan e così anche i suoi figli e mio figlio…” rispose Vegeta.

“Mio figlio? Quindi Trunks non mi ha detto nulla per tutto questo tempo? Non me lo sarei mai aspettato da lui” commentò gelido il ragazzo.

“Per rispondere alle altre due domande, ti posso solo dire che arriverai allo stadio super sayan e anzi lo supererai passando per una strada di sofferenze e ci arriverai solo quando il tuo cuore sarà sereno, ma non pieno di malvagità come pensavo a mio tempo, ci arriverai quando avrai qualcosa per cui combattere!” spiegò Vegeta.

“Non riesco a capire le tue parole, io voglio quel potere adesso!” esclamò il ragazzo con impazienza.

“Ed è quello proprio il motivo per cui non l’avrai adesso!” rispose Vegeta alzando la voce poiché era infastidito nel rivedersi com’era un tempo, così assetato di potere.

“Pretendo di sapere altro!” insistette il giovane principe.

“E’ una storia lunga la mia e quindi anche la tua e non posso rivelarti altro, dovrai farti bastare quello che hai visto e che probabilmente dimenticherai alla fine di tutta questa storia. E comunque forse avevi ragione tu prima, dovrei ringraziarti dopotutto sei stato tu ad avvertire Trunks per riportare a casa Bra!” rispose Vegeta che voleva disperatamente uscire da quella conversazione così scomoda.

“Esatto, sai stavo per lasciare quella ridicola festa, poi non so ho sentito da qualche parte una voce che mi diceva che non potevo andarmene senza Bra e quindi io sono tornato indietro ecco!” spiegò il ragazzo arrossendo dal momento che aveva appena dimostrato all’altro se stesso che dopotutto in fondo di qualcuno gl’importava e infatti lo vide sorridere brevemente, come se stesse approvando.

Vegeta in quel momento ebbe l’illuminazione su cosa doveva fare per rimandare indietro quel ragazzo, e quindi facendosi guidare dall’istinto si parò davanti a lui e prima che l’altro potesse spostarsi gli diede un forte schiaffo che fece cadere a terra il giovane principe, che gridando gli chiese come mai l’avesse colpito.

“Per ricordati cosa succederà se farai anche una sola mossa falsa, forza dammi il braccio ti tolgo quell’aggeggio!” rispose Vegeta e il giovane principe si rialzò e con riluttanza diede il braccio a quello più vecchio che dopo avergli lanciato un’occhiata molto minacciosa gli tolse il bracciale che cadde a terra facendo un suono metallico; i due per un attimo lo fissarono e poi il giovane principe gridò di rabbia e iniziò a pestarlo fino a ridurlo in tanti piccoli pezzi di viti e microchip.

“Ehi tanto ho ancora quello di Trunks!” osservò quello più anziano.

“Non m’importa, lasciami sfogare contro questo dannato oggetto” rispose il ragazzo.

“Non farmi pentire di quello che ho fatto moccioso!” esclamò gelido Vegeta prima di lasciare la Gravity Room.

Il giovane principe una volta rimasto solo misurò la sua forza appena ritrovata, finalmente si sentiva tutto intero ed era la sensazione più bella del mondo, se solo avesse trovato un modo per velocizzare la sua trasformazioni in super sayan sarebbe stato tutto perfetto, ma da quella conversazione aveva capito che prima di diventarlo sarebbe dovuto succedere qualcos’altro nel suo futuro. Quindi per il momento decise di accontentarsi di regolare i conti con Bra e quindi si diresse a passo spedito verso la sua stanza.

Trovò la ragazza a testa in giù sul letto che parlava tranquillamente dentro quell’aggeggio che aveva usato per chiamare Trunks, ma prima che lei potesse reagire in qualche modo il giovane le strappò il telefono dalle mani e lo scagliò contro la parete, rompendolo ovviamente.

“Ehi ma come ti permetti!” sbraitò la ragazza scattando in piedi.

“Sai non sono stupito che mi hai portato con l’inganno a quella festa, o che mi hai lasciato con quelle due oche, anzi per questo ti ammiro, ti trovo molto simile a me, però ti disprezzo anche per come hai potuto concederti a quell’insulso terrestre e ridurti così, mi aspettavo molto più dall’ultima ragazza sayan rimasta!” disse il giovane principe.

“Eddai non fare l’offeso, ci stavamo solo divertendo e magari le cose potrebbero esserci scappate di mano, ma va tutto bene, siamo qui no? E mamma e papà non erano poi così arrabbiati, gli passerà presto!” rispose la ragazza.

“No Bra tu non capisci, io ti ho vista con quel terrestre e perdere i sensi per quei liquidi colorati e disgustosi, ed è stato davvero uno spettacolo disgustoso, mi vergogno per te, e se non ci fossi stato io a riportarti a casa? Dopotutto sono io no il cattivo di questa storia e invece penso di averti salvata, ma cosa farai la prossima volta?” chiese preoccupato il giovane principe e quelle parole fecero segno nel cuore di Bra perché vide l’espressione davvero preoccupata di quel ragazzo e la cosa le diede da pensare, ma non voleva farsi vedere in difficoltà da lui e quindi gli rispose che non erano affari suoi di come lei gestiva la sua vita e di pensare alla sua.

“Già hai ragione a me non dovrebbe importare, ma per qualche strana ragione che non capisco m’importa e mi fa anche infuriare allo stesso tempo!” esclamò il ragazzo stupendosi dalle sue stesse parole.

“Certo che t’importa di me, tu o meglio l’altro te mi adora, sai io sono la tua figlia preferita!” ripose la ragazza ridendo, con una risata perfida, molto simile alla sua si trovò a pensare il giovane principe.

“Ehi non è questo il punto e poi io non adoro proprio nessuno se non me stesso che sia chiaro! Vedi solo di non sprecarti con inutile terresti, sarebbe un affronto per la nostra razza e io non posso sopportarlo, e cerca a volte di somigliare a Trunks, sì è noioso, ma mi sembra a posto!”  rispose il giovane principe imbarazzato; vide Bra annuire con un cenno del capo per poi sgranare gli occhi, ma prima che potesse chiederle il motivo sentì solo buio attorno a lui.

 Quelle parole avevano colpito Bra e avrebbe anche voluto rispondergli, ma prima che lo facesse aveva notato una strana luce azzurra attorno al giovane principe, ma prima che potesse avvertirlo lui era sparito senza lasciare traccia.

La ragazza andò ad avvertire i genitori e suo padre provò a cercare l’aura del se stesso da giovane, ma non la trovò, il ragazzo era tornato a casa davvero finalmente pensò e chiese alla figlia che cosa gli avesse detto prima di scomparire.

“Ah nulla d’importante, avevamo un conto in sospeso per ieri sera!” rispose la ragazza che non voleva dare a vedere quanto le parole del giovane principe le avessero dato da riflettere.

Vegeta finalmente solo sospirò e guardando il cielo pensò a quel ragazzo, che era lui, ma allo stesso tempo ancora non lo era, purtroppo sapeva quanta strada avrebbe dovuto fare e quanto male avrebbe fatto e avrebbe anche subito, ma dopotutto il passato non si poteva cambiare, altrimenti anche quello splendido presente sarebbe cambiato pensò.

 

Il giovane principe aprì gli occhi, era a terra sporco di sangue, si chiese cosa fosse successo, l’ultima cosa che ricordava era lui che liquidava quella strana donna, lei gli aveva detto qualcosa, ma non ricordava cosa, chissà forse stava solo supplicando per la sua inutile vita pensò con disprezzo rimettendosi in piedi, per fortuna era solo e nessuno quindi aveva visto la sua caduta terra.

Fece un giro di ricognizione in volo sul pianeta e lo trovò completamente deserto, non c’era nessuna forma di vita, eppure lui non ricordava di avere ucciso nessuno a parte quella vecchia, chissà forse quel colpo alla testa era più forte del previsto pensò confuso; il giovane principe non venne mai a sapere che mentre era lontano per la sua avventura gli abitanti di quel pianeta erano riusciti a scappare grazie al sacrificio della loro dama bianca.

 Quindi il giovane Vegeta vedendo che il pianeta era davvero deserto si considerò soddisfatto del risultato ottenuto in così poco tempo, anche se non ricordava tutti i passaggi, ma decise che non gl’importava affatto. Saltò, allora, sulla sua navicella per tornare alla base: avrebbe dormito per tutto il viaggio perché inspiegabilmente si sentiva molto stanco.

 

Salve a tutti, e così siamo giunti alla fine di questo delirio letterario durato un anno, per me è stato un anno molto particolare che sicuramente ricorderò e mi ha fatto molto piacere riprendere a scrivere, anche se a volte con tempi un pochino lunghi. Scrivere questo finale non è stato semplice, ma ormai era tempo. Ringrazio chi ha recensito e se qualcun altro alla luce del finale vuole dare il suo parere è più che ben accetto. Ringrazio ovviamente anche tutti i lettori che sono stati davvero tanti. Scriverò ancora? Mah possibile, non so quando, ma è spero di sì, in realtà avrei anche un paio di idee, ma devo ancora ragionarci. Vedremo, per ora grazie a tutti e a presto, speriamo! 

 

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