Moonlight

di Lilifyt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


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Moonlight

 

Una tempesta si abbatteva feroce sull'isola di Selene. Terribili lampi squarciavano e fendevano l'aria, costringendo tutti gli abitanti a chiudersi forzatamente nelle proprie abitazioni e a non uscirne per nessun motivo. Era notte inoltrata e solo in una delle tante casupole adagiate sugli alberi si accese improvvisamente una luce. Vi provenivano urla strazianti e questo spinse i vicini ad affacciarsi preoccupati. Qualcuno chiamò un medico e il capo villaggio. Le nascite erano ricorrenze molto importanti per il popolo della Luna.

Una giovane donna fu trasportata d'urgenza vicino alla Fonte della vita. La luce dorata del grande fiume illuminava a giorno tutta la sala.

I medici aiutarono a spogliare velocemente la partoriente, completamente bagnata sia di sudore sia di pioggia. Perdeva sangue. Troppo sangue.

Coloro che la soccorrevano si guardarono preoccupati, mentre l’assistevano per l'immersione nelle splendenti acque. Il marito, nel frattempo, era arrivato. I lunghi capelli dorati aderivano perfettamente al suo corpo. La sua attenzione era tutta centrata sulla donna.

Quando della giovane non si vide più neanche un candido capello, tutti gli occhi si alzarono in simultanea verso il foro presente al centro della stanza, che lasciava ampia visione del cielo, attendendo con ansia l'esito.

Ma non appena le nuvole si diradarono, la volta celeste apparve spenta di ogni suo colore.

"NO!" proruppe la voce dell’uomo e subito, senza spogliarsi delle sue vesti, si tuffò nel torrente alla ricerca dell'amata.

Il capo villaggio si guardava intorno allarmato, non sapendo cosa fare. I minuti passavano e i due innamorati immersi ancora non facevano ritorno.

La spenta notte incombeva minacciosa sull'isola, quando finalmente una chioma bionda fece il suo ritorno dagli abissi. Stringeva in braccio un bambino con i capelli corvini, marchio indelebile della sua natura. Della giovane donna non se ne ebbe più alcuna traccia.

 

 


 

 

Passarono diversi anni e il figlio dell'eclissi crebbe nel sospetto generale. Per un popolo adorante l'astro bianco, era inevitabile guardare con preoccupazione quel bimbo nato senza di esso. I suoi capelli scuri ricordavano continuamente l'assenza di benedizione, ma a Baekhyun, questo era il suo nome, sembrava non importare. Passava spensierato le sue giornate, come un qualunque bambino di otto anni, tra un gioco nel bosco e la lettura di un libro.

Gli capitava spesso di sentirsi solo. Pochi suoi coetanei gli si avvicinavano, timorosi della sua particolarità e del suo gelo. Infatti, il corvino sembrava possedere una temperatura corporea costantemente sotto la norma. Inizialmente tutti se ne erano allarmati, ma quando si accorsero che era una condizione permanente, se ne fecero una ragione.

Lui e suo padre si erano ritirati dalla città poco dopo la sua nascita ed ora vivevano a terra, in una lieta baita nei campi, nei pressi del mare. Verso est si estendeva una fitta foresta, con alberi talmente alti da non vederne la cima. Era sempre buio al suo interno. Kyungsoo e Luhan non facevano altro che raccontare a Baekhyun un sacco di storie su quel posto. Erano gli unici due bambini che si erano fatti ammaliare da quel fanciullo allegro e particolare tanto da farci amicizia. Erano diversi in tutto: Kyungsoo era una Luna Calante, simbolo di saggezza e rinnovo, e aveva i capelli neri con una larga ciocca bianca sulla destra. Luhan, invece, era una Luna Piena, simbolo di estrema benevolenza e fonte di mille capacità, caratterizzato dalla chioma completamente bianca. Quando i tre erano in compagnia, si divertivano un mondo a fare il bagno nella distesa azzurra che si trovava vicino casa del corvino, oppure a curiosare nella grande libreria nell’albero maestro. Altre volte ancora si attardavano nei pressi del ruscello dorato e ne contemplavano l’incredibile fauna. C’erano tantissime varietà di farfalle notturne iridescenti e lucciole a perdita d’occhio. Quando il buio calava le dature si aprivano e risplendevano del loro rosso acceso, e lo stesso avveniva per la nicotiana e la bella di notte. I tronchi degli alberi, illuminati dai raggi lunari, si riempivano di magici ghirigori d’argento e la natura intera sembrava cantare una soave melodia alla dea delle candide luci. Era in quei momenti che i piccini adoravano raccontarsi storie. Alcune erano fantasiose e parlavano di luoghi lontani, altre si rifacevano a miti o avvenimenti realmente accaduti, altre volte ancora si soffermavano invece a fantasticare sulla cupa selva che neanche al calar del sole s’illuminava.

“Oggi Jisoo mi ha raccontato una leggenda” esordì una sera Luhan, mentre erano sdraiati a contemplare la volta celeste. Gli altri due si girarono incuriositi.

“Dice che la foresta è dimora di un Senza Benedizione, come te, Baek. Egli, però, voleva a tutti i costi impadronirsi della luce della Dea per poter essere un Luna Piena. Così si inoltrò nella foresta più luminosa e sacra e cercò di assorbirne tutto il potere. Quando la Luna lo venne a sapere lo trasformò in un Buco nero che-”

“Cos’è un Buco nero?” chiese curioso Baekhyun, inclinando dolcemente di lato la testa e guardando il suo amico Soo, certo che lui avrebbe risposto senz’arroganza.

“Sono chiamati anche Mangiatori di luce” spiegò lui dopo poco, sistemandosi i tondi occhiali sul naso. “Sono creature deformi che per vivere devono cibarsi di luce, ma al contempo non possono essere esposti a questa perché ne rimarrebbero bruciati. È una delle peggiori punizioni che gli dei amanti abbiano mai congeniato” concluse, per poi riconcentrarsi sul compagno dai capelli bianchi.

“Già” proseguì Luhan, fintamente scocciato dall’interruzione. “Da allora si dice che vaghi ancora nella foresta e che tormenti le anime di chi vi si addentra, succhiando fino all’ultima goccia di Benedizione che la sua vittima possiede” concluse con lo sguardo luccicante, non di certo a causa dei piccoli esserini luminosi che gli volteggiavano intorno. Era fatto così: adorava le storie inquietanti e raccontarle gli faceva salire l’adrenalina a mille. Amava ancor di più vedere lo sguardo preoccupato di Kyungsoo e quello incerto di Baekhyun.

“Se stai pensando di entrare veramente nella Foresta dell’ombra, sei un pazzo. Sai perfettamente che ci è proibito! E poi è buio pesto!” protestò vivamente Soo a quello sguardo birichino dell’amico, voltandosi verso il corvino in cerca di sostegno.

“Avanti Baek! Tu non hai nulla da perdere! Non hai la Benedizione e inoltre il Buco nero era come te. Magari puoi stringere amicizia con lui” provò a persuadere quest’ultimo la Luna Piena, ma Baekhyun seguitava a guardarlo in modo torvo, le iridi celesti che sembravano ardere di luce propria.

“Non credo sia un buon piano, Lulù. Magari se ti fai venire in mente qualcosa che possa funzionare meglio, ci penserò di nuovo su” concluse, ricevendo uno sguardo rassegnato dall’avventuriero scoraggiato.

“Siete due noiosi!” protestò poco dopo, suscitando un sorriso dai suoi compagni. All’improvviso, però, le risate cessarono. In lontananza echeggiò un forte ululato in prossimità del bosco e una scura figura si avvicinò a passo svelto verso il fiume dorato.

I tre amici si nascosero immediatamente nell’erba alta e cercarono di fare meno rumore possibile. Quella che si rivelò essere una grande bestia si avvicinò all’acqua e ne bevve una grande quantità. Rivoli luccicanti gli scivolavano dalle grandi fauci, mentre il suo corpo si riempiva di antichi simboli opalescenti. I bambini la guardavano a bocca aperta, estasiati. Sebbene non fosse cosa insolita che gli abitanti della radura reagissero in maniera spettacolare al dono della Dea, vedere che una bestia dalle fattezze orripilanti come quella si decorasse di luce, aveva stupito oltre ogni modo la piccola compagnia. Erano talmente concentrati sull’enorme animale che Luhan non s’accorse di star indietreggiando finché non pestò accidentalmente un bastoncino, il quale ovviamente emise un sonoro rumore alla rottura. La belva si girò di scatto e, accortasi dei curiosi spettatori, ringhiò feroce verso di loro.

Baekhyun ebbe solo il tempo di avvertire gli altri di scappare, che la fiera gli si avventò contro. I restanti due cercarono di correre in suo aiuto, ma il corvino ad uno urlò di andare a chiamare i soccorsi e all’altro di trovare un ramo per scacciarlo.

Inchiodato a terra, il Senza Benedizione cercò in tutti i modi proteggere il volto dai lunghi artigli, ma con una sola zampata il grande animale ruppe tutte le sue difese e gli procurò una profonda ferita sul labbro. Il dolore si fece sentire quasi subito e le lacrime pizzicarono gli occhi del bambino, mentre iniziava a rassegnarsi alla forza nettamente superiore del suo avversario. Quando questo levò nuovamente le grinfie per calarle su di lui, Baekhyun cercò nuovamente di difendersi come potette, le mani sul viso e le braccia intorno alle spalle, aspettando che il colpo fosse inferto. Ma non arrivò mai.

Aprì lentamente gli occhi e rimase scioccato da quello che vide: la fiera aveva sì sferrato la sua zampa ma, non appena aveva sfiorato le sue pallide manine, si era trasformata in una solida scultura di ghiaccio.

In quel momento arrivò Luhan con un bastone, ma rimase stupefatto da quello che l’amico aveva compiuto. Il potere congelante non rientrava nelle facoltà del popolo della Luna.

“Baek, ma cosa…” rimase ancora un po’ interdetto, ma quando vide che il Senza Benedizione faticava a liberarsi dalla presa del mostro, gli si fece più appresso e lo tirò su con tutte le forze che aveva. Il corvino non ebbe neanche il tempo di dare le adeguate giustificazioni –non che le avesse- che tornò anche Kyungsoo con il gran sacerdote e il capo villaggio, nonché padre di Luhan, più qualche abitante del paese limitrofo. Alla vista della statua congelata, un lungo silenzio si instaurò tra i presenti. Il capo villaggio si avvicinò a Baekhyun per costatarne le condizioni e avvertirlo di consultare lo sciamano per la ferita sulla bocca, mentre il gran sacerdote si accostò alla bestia. Passò una mano sul suo dorso e riaccese le mille striature argentee che prima al ruscello avevano decorato il suo manto. Mormorò una strana litania e poi si rivolse alla Luna. La statua cominciò a sgretolarsi in piccoli frammenti luminosi, che si alzavano in cielo trasportati da una strana brezza. A terra rimase solo una zanna di ghiaccio, la quale emetteva una flebile luce azzurrognola. Il gran sacerdote la prese e la porse all’uccisore della creatura, poi sussurrò qualcosa al padre della Luna Piena.

“Capisco” sussurrò questo infine, guardando con sguardo indecifrabile il Senza Benedizione. Nel frattempo un mormorio bizzarro aveva conquistato l’aria e strani commenti si erano fatti vivi:

“Il Senza Benedizione porta nient’altro che sciagura”

“E’ solo un bambino, ma è riuscito a uccidere una nemesi dei boschi tutto da solo”

“Che altri poteri oscuri possederà?”

“Hai visto che occhi azzurri e pelle diafana ha? Totalmente diversi dai nostri!”

“Ho sentito dire che ha ucciso sua madre durante il parto”.

Baekhyun aveva abbassato umiliato il capo. Voleva andarsene da lì. Per sua fortuna arrivò suo padre. Parlò brevemente con le due autorità presenti e promise di ridiscuterne approfonditamente il giorno seguente. Prese con sé il corvino e lo portò via da quella calca, mentre questo faceva un rapido saluto ai suoi due amici.

Il loro viaggio verso casa fu costellato di tutto meno che di parole. Giunti nella grande distesa che precede e oscura la loro abitazione, il piccolo parlò tristemente: “Papà, perché dicono che ho ucciso la mamma?”

Suo padre non rispose, si limitò a guardare il cielo. Infine si inginocchiò e prese tra le mani il volto del figlio, asciugandogli il sangue secco dal mento e rabbrividendo alla gelida pelle del bambino.

“Ascoltami bene, Baekhyun” esordì, guardandolo fisso negli occhi. “Ti diranno che la tua è una maledizione, che sei un mostro, un matricida. Quello che conta è che tu non cominci mai a pensare seriamente che tu possa essere una di queste cose. È vero che la Dea non ha voluto farti carico dei suoi poteri, ma questo non significa che tu non sia ben voluto. Tu sarai diverso dagli altri per tante cose, i tuoi strani poteri ne sono la prova, ma non devi mai, MAI, pensare di essere indesiderato. Io ti voglio bene. Tua-” trattenne a stento un singhiozzo “tua madre ti amava con tutta se stessa. Il giorno che abbiamo saputo che saresti arrivato è stato il primo giorno più bello della mia e delle nostre vite. Il primo perché ogni giorno con te è sempre più bello del precedente. Nonostante tutto tu, Baek, sei un bambino allegro che non si è mai preoccupato della sua natura e mai lo dovrà fare. Me lo prometti? Mi prometti che lascerai che loro dicano quello che vogliono e che non gli darai conto?”

Il corvino aveva capito poco del discorso del padre, ma il messaggio gli era comunque arrivato forte e chiaro. Con un grande sorriso sulle labbra sfregiate e una ritrovata energia, Baekhyun annuì vigorosamente con il capo.

 

 


 

 

Molti cicli lunari si susseguirono e ben presto il giovane Senza Benedizione divenne un adolescente scaltro e sornione, dalla battuta facile e sfrontatezza da vendere. Da qualche anno, il padre gli aveva concesso di frequentare liberamente il paese e di imparare qualche arte magica che potesse limitare e controllare il suo potere. In poco tempo apprese l’arte della levitazione: se ne andava in giro svolazzando per tutto il villaggio, facendo tante marachelle insieme ai suoi inseparabili compagni. Inoltre, la zanna della nemesi dei boschi era diventata una pratica collana che utilizzava come catalizzatore. Aveva dimostrato da subito grandi capacità magiche e per questo gli riuscì facile e intuitivo convogliare il suo potere in un unico punto, la collana, e poi da lì rilasciarlo. Ormai discorreva con il suo insegnate come se fossero di pari grado, lasciando sempre di stucco tutti. Aveva acquisito anche un’eccellente abilità con l’arco, arma prediletta dalla sua gente perché donata dalla dea stessa ai suoi devoti.

Gli altri abitanti si erano abituati alla presenza del corvino, seppure qualcuno covava ancora delle incertezze sulla sua figura. Tra i suoi coetanei era guardato con gran sospetto e diffidenza, ma lui aveva i suoi amici e questo gli bastava.

All’età di quindici anni, però, si verificarono alcuni avvenimenti che lo cambiarono per sempre.

Venne a sapere, infatti, di una strana usanza di cui aveva sentito parlare raramente, abitando fuori dal centro, e che lo aveva incuriosito parecchio.

Poco lontano dalle bianche spiagge di Selene sorgevano altri popoli e tra questi uno in particolare era legato indissolubilmente al popolo della dea Luna: il popolo del Sole. Nativi della non molto distante terra di Elios, il popolo del Sole adorava l’omonimo dio, strettamente legato alla dea del bianco astro. Leggenda voleva che i due fossero acerrimi nemici e così anche i regni da loro governati. Nessuno dei due aveva mai incontrato l’altro e mai si erano parlati, ma i loro predecessori si affrontavano da tempo immemore per motivi che ormai tutti avevano dimenticato. Un giorno il Sole, iracondo per una sconfitta in battaglia, decise di mettere fine a tradimento a quella continua lotta. Si intrufolò negli appartamenti della Luna e si nascose, attendendo il momento opportuno per poterla uccidere. Quando vide la sua ombra avvicinarsi al suo nascondiglio, il dio alzò il pugnale che teneva stretto in grembo, pronto al colpo, ma qualcosa lo fermò. La Luna cominciò a cantare. Il Sole ne rimase talmente affascinato da innamorarsene solo dalla voce. Vinto dalla curiosità di vedere come fosse fatta quella dolce creatura, uscì dal suo nascondiglio, trovandosi davanti la gloriosa bellezza della Luna, non facendo altro che perdere ancora di più la testa per lei. La dea, dal canto suo, dopo lo spavento iniziale, iniziò a discorrere con l’intruso, ammirandone l’accortezza e l’intelligenza. Poco dopo se ne innamorò a sua volta. Quando entrambi si resero conto dei loro reciproci sentimenti, decisero di comune accordo di porre fine alla superflua guerra e fare in modo che anche i loro due popoli smettessero di odiarsi. Per evitare per sempre un qualsivoglia conflitto, gli dei concatenarono i destini delle due etnie, rendendoli inscindibili: ogni dimorante di Elios era destinato ad un ed uno solo dimorante di Selene, per l’eternità. Così facendo, i due dei diedero inizio a una lunga tradizione che si perpetrava ancora dopo lungo tempo.

Questa storia venne raccontata a Baekhyun e i suoi amici dal bibliotecario, che abitava nel grande albero maestro, sede per altro della stessa libreria, in occasione di un arrivo prossimo di una presunta delegazione di Elios a Selene. L’anziano bibliotecario aveva detto di non sapere la ragione di quella visita e ai fanciulli importò ben poco, troppo presi dalla nuova scoperta.

“Come si incontrano le due anime destinate?” chiese curioso Kyungsoo, rinforcando gli occhialoni sul naso. L’uomo più grande, un Gibbosa Crescente, caratterizzato dai capelli per due terzi bianchi e per il rimanente un terzo neri verso sinistra e un’innata memoria, prese un profondo respiro e si accarezzò la folta e lunga barba grigia. “E’ un rituale molto particolare a cui solo i partecipanti e pochi altri possono assistere. Ricordo ancora come se fosse ieri quando vi ho partecipato” si perse in lontani ricordi l’anziano. I ragazzi gli si strinsero attorno, Luhan sedendosi a mezz’aria vicino alla testa dell’uomo, Kyungsoo spalmandosi sul banco dove erano riuniti e Baekhyun saltandoci a sedere sopra e togliendosi faretra e arco per stare più comodo.

“Si dispongono di spalle i discendenti del Sole da un lato della Fonte della vita, in ordine casuale. Poi entrano bendati i discendenti della Luna. Ora… non so ben descrivervi quello che avviene dopo. E’ come se…” lasciò a mezz’aria la frase e prolungando l’ammirazione e la curiosità dei suoi spettatori “come se ci fosse qualcosa che attira, qualcosa che spinge a camminare fino a farti posizionare perfettamente davanti a un Benedetto dal Sole. Allora vengono rimosse le bende e ai due futuri amanti è concesso di vedersi per la prima volta. Poi-”

“Mastro libraio! È richiesta urgentemente la tua presenza nella sala dorata” entrò defilato un sacerdote dai lunghi capelli bianchi. Un Luna Piena. Solo i Luna Piena avevano l’onore di farsi portatori della voce della dea.

“Arrivo subito” lo rassicurò il Gibbosa Crescente, per poi voltarsi desolato verso i ragazzini che lo guardavano tristi. “E’ lì che hai incontrato tua moglie?” chiese Baekhyun, mentre l’uomo raccoglieva il necessario per poi andarsene. A quella domanda si fermò e guardò tristemente il Senza Benedizione: “Già”

“Wow” esclamò sorpreso Luhan. “E state insieme da allora?” chiese il Luna Piena.

“E’ morta qualche anno fa” disse tristemente il bibliotecario, mentre sorrideva mesto e si voltava a prendere la sua mantella, essendo arrivato da qualche settimana il vento freddo dell’ovest, che aveva imbiancato di candida neve le prima verdi praterie di Selene. Kyungsoo e Baekhyun tirarono chi uno scappellotto e chi una gomitata all’amico indelicato, per poi riportare l’attenzione al Gibbosa Crescente che aveva ripreso a parlare: “Questa è la doppia faccia dell’essere legati a qualcuno per l’eternità: una volta che lo perdi, l’hai perso per sempre” sussurrò mesto. Infine salutò allegramente i baldi fanciulli e uscì dall’immensa libreria.

Alla sera, quando i tre si separarono, Baekhyun si attardò tra i bianchi campi a pensare alla strana tradizione. Si interrogò a lungo su come dovesse essere stare per sempre con una persona, esserne legati indissolubilmente. Si risolse che era un amore molto superficiale, quello che nasceva solo per pura predestinazione. E se la persona con cui fosse capitato non gli fosse piaciuta? E se si fossero trovati in disaccordo su tutto?

Il Senza Benedizione scosse la testa, amareggiato. No, quel tipo di legame non faceva per lui. Eppure…

Eppure non poteva fare a meno di fantasticare su quella particolare leggenda. L’essere destinato a qualcuno lo affascinava e intrigava, e poi questo fantomatico popolo del Sole gli era proprio entrato in testa. Non riusciva a non domandarsi costantemente che tipo di aspetto avessero. Anche il loro colore di capelli cambiava in base a quale fase lunare corrispondeva la loro nascita? Erano bassi? Alti? Deformi? Parlavano la loro lingua? Avevano i loro stessi poteri? Magari erano abili addestratori di magiche creature. Forse cavalcavano le nemesi dei boschi. E i loro occhi? Se erano progenie dell’astro rosso, certamente avevano dei poteri infuocati. Che lanciassero raggi dalle orbite? O magari erano degli esseri brutti e tarchiati.

Il corvino rabbrividì, ma poi si sciolse in una solare risata, mentre si alzava in aria per percorrere gli ultimi metri che lo separavano dalla sua abitazione, danzando con le lucciole e ansioso di conoscere quella famosa delegazione in arrivo.

Varcando la porta, subito un profumino speziato gli solleticò il naso e il sorriso del canuto padre lo accolse. “Ecco qua il mio ragazzo preferito! Giornata proficua quella di oggi?” gli chiese raggiante, per poi servire due piatti di zuppa bollente sulla tavola imbandita. Il ragazzo si tolse le armi di dosso e la mantella e poi si accomodò felicemente per la cena. Padre e figlio chiacchierarono del più e del meno sulla lunga giornata trascorsa. Giunto il momento di sparecchiare, Baekhyun si offrì di aiutare il genitore, ma nel trasportare le stoviglie inciampò su qualcosa e riuscì a evitare di capitombolare al suolo solo perché si ricordò di saper volare. Per una persona sbadata come lui, era una mano santa conoscere quell’arte.

L’operazione aveva comunque fatto spostare dell’aria, che era andata a disturbare un foglio che prima si trovava su di un mobile antistante la cucina e che ora giaceva a terra. Lo raccolse, mentre con l’altra mano teneva le scodelle in bilico, e rimase stregato da ciò che vi era disegnato sopra. Era una donna bellissima: accesi occhi gialli e lineamenti delicati. Pelle olivastra e lunghi e incantevoli capelli bianchi. Una Luna Piena.

Il corvino rimase per un tempo imprecisato a contemplare quel pezzo di carta, tanto che suo padre gli fu accanto per accertarsi che stesse bene. Quando però vide quello che il ragazzo stringeva, si irrigidì sul posto. “Quella è tua madre” gli rispose prima ancora che il giovane ponesse la domanda. “Il disegno l’ho fatto io. Molto tempo fa. Era incinta di te e lo avevamo appena scoperto” continuò con malinconia, prendendo i piatti dalle mani del figlio e portandoli in cucina.

Baekhyun osservò suo padre e poi tornò sul ritratto. Aveva sempre saputo che i suoi genitori si amavano molto e quella era solo l’ennesima prova. Ad un tratto una strana considerazione si fece largo nella sua mente. Se sua madre era una Luna piena e il rituale per la scelta del partner esisteva da molto tempo, questo significava…

“Tu sei un discendente del Sole!” fu velocemente accanto a suo padre, entusiasta. L’uomo si girò di scatto a quell’affermazione, guardando a occhi spalancati il ragazzo. “C-Cosa?” balbettò sconnessamente. Baekhyun parve non farci caso. “Il vecchio mastro libraio ci ha raccontato della leggenda e della cerimonia! Wow! Non avevo mai realizzato che tu non eri di qui. Non hai mai fatto nulla di insolito rispetto agli altri abitanti e i tuoi capelli- MA CERTO I TUOI CAPELLI. Pensavo fosse solo una mia impressione, ma i tuoi non erano bianchi, ma biondi! Così come quelli del panettiere e della signora della frutta. E anche dei contadini. Cavolo, come ho fatto a non accorgermene prima!” sproloquiava il corvino, mentre il padre aveva posato tutte le vettovaglie a loro posto e ora guardava grave il figlio.

“Baekhyun” lo richiamò all’ordine. Questi si zittì, ma il suo sguardo scintillava di curiosità e di eccitazione. Non andava affatto bene. “Non te ne sei mai accorto, perché man mano che viviamo sotto un altro dio tendiamo a uniformarci a lui. Così succede per il popolo del Sole nella terra della Luna e ugualmente accade al popolo della Luna nella terra del Sole” gli spiegò brevemente il riscoperto ex abitante di Elios, mantenendo un tono indecifrabile. “Una volta che il rituale di riconoscimento termina, le coppie devono decidere dove stabilirsi promettendo di abbandonare totalmente la terra da cui provengono in caso di trasferimento”. Le labbra dell’eclissi si aprirono a formare una piccola o.

“Perciò tu hai abbandonato la tua terra per vivere qui con la mamma?” chiese poco dopo.

“Già” fu la laconica risposta che ricevette.

“E non fu difficile lasciare tutto per venire qui? Quando parteciperò al rituale non so davvero cosa-” il giovane non ebbe tempo di continuare la frase che rapido il padre si girò verso di lui e gli afferrò saldamente le spalle. “Tu non parteciperai al rituale, né incontrerai mai un Benedetto del sole che non sia già abitante di qui, sono stato chiaro?” sibilò minaccioso, con uno sguardo di fuoco. In fin dei conti forse Baekhyun non si era del tutto sbagliato sui poteri dell’altro popolo.

“P-Perché?” riuscì a chiedere debolmente il corvino, guardando con delusione l’uomo che gli si trovava davanti.

“Perché te lo dico io!” si impose ancora suo padre, rinvigorendo di più la sua presa, che iniziava a farsi dolorosa. “Non voglio che tu provi che cosa significa perdere la persona amata. Si crea come una voragine che ti inghiotte a poco a poco e non ti lascia vivere. E poi…” l’uomo sembrava voler dire qualcos’altro, ma all’ultimo rinunciò all’impresa.

“E poi?” domandò esitante Baekhyun. Alla reticenza del genitore, una lampadina si accese nella mente del fanciullo: “E non vuoi che io me ne vada, lasciandoti”. Il padre continuava a non rispondere, ma ormai il corvino era sempre più radicato nella sua idea e si liberò velocemente dalle braccia che lo tenevano fermo. “Sai che qui non sono ben voluto e sei convinto che ti lascerò. Ma padre vedi io non-” cercava di rassicurare il suo tutore, ma questo lo interruppe bruscamente. “Tu non sai cosa si prova! Anche io dicevo le stesse identiche cose, ma alla fine eccomi qui! Tu non lo sai Baekhyun e ti assicuro che non lo proverai mai. Nessuno dovrebbe soffrire in maniera così logorante. Hai avuto abbastanza disgrazie per una vita sola” anche se inizialmente aveva urlato, la sua voce si chetò e si ridusse a un sussurrò implorante “non meriti di soffrire ancora”.

Nel corvino quelle parole accesero qualcosa. Una rabbia che neanche lui sapeva di avere.

“Mi consideri una disgrazia allora” sussurrò velenoso.

“No, no, no, NO, non è quello che sto dicendo” si mise una mano sulla fronte l’uomo.

“E invece è proprio quello che stai insinuando” ribollì il Senza Benedizione, mentre si scagliava contro il genitore in ripetuti spintoni. “Mi hai sempre detto di non considerarmi un mostro, di essere come tutti gli altri, ma in fondo non ci credevi neanche tu” continuò con gli improperi, mentre suo padre non diceva niente. “Io sono solo un errore mal riuscito” aggiunse in successione.

“Basta!” ringhiò il genitore, intimandogli di finirla lì.

“Mia madre ha preferito morire che crescermi!” non arrestò le grida il giovane.

“HO DETTO BASTA!” urlò a quel punto l’ex abitante di Elios, lasciandosi sfuggire uno schiaffo che colorò subito di rosso vivo la diafana pelle di suo figlio. Non appena la sua mano entrò in contatto con l’epidermide perennemente gelata di Baekhyun, però, l’uomo si sentì immediatamente in colpa per il suo gesto.

Il fanciullo si era zittito bruscamente e aveva gli occhi coperti dai capelli neri. Senza aggiungere altro, lesto si precipitò fuori dalla porta. All’esterno infuriava una tempesta di neve.

Nulla più importava. Corse, e quando si accorse che i suoi stivali, troppo leggeri, si erano intrisi completamente d’acqua, iniziò a volicchiare, per quanto il vento glielo permettesse. Sentiva suo padre chiamarlo e tentare di raggiungerlo. Corse e volò ancora più veloce. Non prestava neanche più attenzione a dove stava andando. I suoi occhi guardavano, ma non vedevano. La sua mente era da tutt’altra parte.

Ritornò in sé solo quando l’unico rumore udibile fu il ruggito del vento e il silenzio della neve. Alzò lo sguardo sopra di sé e la sola cosa che riconobbe furono i tronchi alti e neri della Foresta dell’ombra che lo circondavano per intero e a perdita d’occhio. Rabbrividì. Era talmente buio da non riuscire a distinguere dove finissero gli alberi ed iniziasse il cielo torbido. Si ricordò di alcuni trucchi di magia che aveva imparato e prese tra le mani la sua fidata collana. “Lumen” sussurrò vicino alla zanna della nemesi dei boschi, che si illuminò di una luce azzurrognola che rischiarò la nebbiolina circostante. E ora? Baekhyun era completamente smarrito. Aveva risolto solo uno dei suoi principali problemi, ma adesso come faceva a tornare indietro?

Mentre si girava intorno nel panico più totale, una forza sconosciuta si impossessò dei suoi piedi. Cominciò a muoversi in una direzione ben precisa, non sapendo cosa vi avrebbe trovato, né cosa lo stesse spingendo a proseguire. Sentiva solo un gran bisogno di andare. Dopo svariati minuti di camminata nella neve alta e vergine, giunse in una piccola spianata, dove al centro torreggiava una roccia dalle dimensioni notevoli.  Vi si avvicinò guardingo e vi si sedette sopra. Certo, forse non era il luogo ideale per stazionare, dal momento che da quella posizione era piuttosto esposto ad eventuali attacchi di belve, ma in quel momento gli interessava poco. Non appena si appoggiò sul freddo masso, tutte le sue membra cedettero per la stanchezza. Un senso di vuoto lo pervase e le lacrime gli sgorgarono insolenti dai dotti. Nitide, scesero giù sulle guance cristallizzandosi al contatto sia della gelida notte sia per la pelle glaciale del corvino stesso. Si sentì investito da una valanga di emozioni che non riusciva più a gestire. Pianse tutto ciò che aveva dentro ed era rimasto inespresso per lungo tempo. I suoi gemiti si levarono alti, rischiando seriamente di farsi scoprire da qualche bestia selvaggia. Chissà, magari il Buco nero esisteva davvero e lui lo stava attirando dritto verso di sé.

Che venga, che mi prosciughi, che mi liberi finalmente da questo maledetto peso! Pensava, mentre il suo singhiozzo si prolungava disperato.

Avvertiva ormai il viso ricoperto di rivoli ghiacciati, quando sentì qualcosa muoversi nella buia foresta.

“Chi c’è?” urlò a pieni polmoni, la voce rotta dal burrascoso pianto. Nessuno rispose. Rimanendo in allerta, Baekhyun si alzò in piedi e guardò con maggiore accuratezza il luogo da dove veniva il rumore incriminato. Poco dopo, si udì un tonfo e passi concitati che si avvicinavano a lui. Qualche secondo e la sagoma di un uomo sbucò dalla fitta e buia vegetazione, intimandogli di scappare. Sporgendo la testa, il corvino non ebbe alcuna difficoltà a riconoscere la sagoma di una nemesi del bosco. Odiava quegli animali!

Diede tempo allo sconosciuto di ripararsi sull’altura e poi sussurrò “Defensio” al suo catalizzatore, che non aveva ancora smesso di emanare luce. Immediatamente, una cupola iridescente si materializzò intorno alla grande roccia e bloccò, con incredibile tempismo, l’avanzata della terribile fiera. Questa continuava a ringhiare a muoversi guardinga intorno alla protezione. Ogni tanto provava a penetrarla, ma otteneva solo il misero effetto di rimbalzare indietro con il muso dolorante.

Dopo essersi assicurato che la loro difesa fosse solida, il corvino si rivolse verso la figura avvolta in un mantello che aveva fatto il suo brusco ingresso e che ora si teneva l’ansante petto con una mano, nel tentativo disperato di riprendere fiato. “Glacies” sussurrò ancora il Senza Benedizione e, prima che il nuovo arrivato potesse dire qualunque cosa, si ritrovò una sfera luminosa tra le mani del suo ‘salvatore’ pronta a esplodergli in faccia.

“Ehi, calma, non c’è bisogno di essere così aggressivi” cercò di allontanarsi il più possibile l’incappucciato.

“Chi sei e come sei giunto qui?” gli chiese glaciale il corvino, continuando a puntargli il suo colpo di ghiaccio davanti agli occhi.

Il misterioso sconosciuto si decise finalmente a togliersi il cappuccio che gli oscurava completamente il viso. Quello che c’era sotto lasciò il Senza Benedizione completamente senza parole. Davanti a lui stazionava un ragazzo, più alto di uno o due centimetri, i lineamenti paffuti ed al tempo stesso delineati, tipici di un adolescente, e la carnagione bronzea. Dovevano avere su per giù la stessa età, dunque. Ma ciò che lasciò veramente sbalordito l’abitante dell’isola di Selene furono tre tratti in particolare: la chioma arancio e due splendidi occhi ambra erano peculiari, certamente, ma niente attrasse Baekhyun quanto due buffissime orecchie a sventola leggermente a punta. Si imbambolò a fissarle e, quando lo strano ragazzo se ne accorse, arrossì vistosamente, coprendosele. “EHI!” protestò infatti. A disagio, il corvino bofonchiò una scusa veloce, per poi ripetere nuovamente la sua domanda, questa volta con più curiosità che severità nella voce.

“Mi chiamo Chanyeol e, come puoi facilmente intuire dai miei capelli e dai miei occhi, non sono di qui” si presentò velocemente, accomodandosi meglio sul loro riparo d’emergenza, mentre l’animale che lo inseguiva non accennava a cedere.

“Davvero?” obiettò spiritoso Baekhyun “Con quelle orecchie ti avevo scambiato per un troll”.

Quel presunto Chanyeol si girò indispettito verso l’altro e lo guardò allibito, allargando gli occhi già enormi in una smorfia comica, tanto da strappare un sorrisino al più basso.

“Comunque, intendevo dire: come sei giunto nella Foresta dell’ombra, Chanyeol? Non te l’hanno forse detto che è un luogo molto pericoloso?” gli chiese più pacatamente il Senza Benedizione, che si sedette a fianco dello straniero.

“Sono approdato verso sera su queste coste ed io e i miei compagni eravamo in esplorazione per farci un’idea del posto. Ci siamo messi a dare la caccia a un cervo, ma con il buio ho sbagliato a prendere la mira e la freccia è finita in questa foresta. Poco dopo è scoppiata la tormenta, quindi avevo rinunciato all’idea di andare a recuperarla, ma i miei amici non hanno fatto altro che ridere di me quando siamo tornati dal resto della delegazione. Così, qualche ora più tardi, sono sgattaiolato fuori da una delle casupole in alto e mi sono avventurato a riprendere questo maledetto affare” sbatté a terra il dardo rosso Chanyeol, attirando l’attenzione del grande animale su di sé. Il corvino sentì chiaramente il ragazzo rabbrividire.

“Appena mi sono addentrato in questa selva, ho subito avuto la sensazione che gli alberi si chiudessero dietro il mio passaggio e, recuperata l’incriminata, mi sono guardato intorno e non sapevo più come uscirne. Ho seguito i miei piedi e ad un tratto ho sentito il tuo pianto. Sai sei diverso dai tuoi conterranei, mi hai spaventato!” cercò di buttarla sul ridere il rossastro, ma ben presto si accorse di aver sortito l’effetto opposto. “Sì, lo so. Me ne rendo spesso conto” aveva infatti sussurrato Baekhyun, torturandosi le mani e inclinando il capo, lasciando che i fiocchi che si erano depositati sul suo capo scivolassero giù. Il più alto si pentì della sua osservazione e cercò di risollevare il morale all’altro, domandandosi comunque per quale assurdo motivo ci tenesse tanto a non far demoralizzare lo sconosciuto.

“Anche io tra i miei simili sono un pesce fuor d’acqua” cercò di ottenere la sua attenzione, riuscendoci velocemente. “So che è difficile crederlo per via del mio formidabile aspetto” si pavoneggiò poi, facendo alzare gli occhi al cielo al corvino, che però infine si lasciò sfuggire un risolino. “Ma anche io sono un po’ particolare” terminò, guardando a lungo l’altro.

“In che modo?” gli chiese curioso il Senza Benedizione, appoggiandosi con il gomito sul ginocchio e la guancia sulla mano. Il ragazzo dagli occhi ambrati si fece più vicino a lui e lo guardò nei suoi cerulei, dicendo: “Perché io so fare questo” e subito una vampata di calore si sprigionò dalla sua mano e sciolse parte della neve ai loro piedi. Baekhyun fece un notevole balzo indietro, portandosi un braccio davanti al volto per coprirsi dal calore. “Ops, forse ho esagerato” si grattò la nuca imbarazzato il rosso. Il corvino lo guardò stupito, tornando alla sua posizione originale esclamando solo un entusiasta “Wow!”

“Che altro sai fare? Sei un abitante di Elios, vero?” gli domandò esaltato, squadrandolo tutto emozionato. Chanyeol si rimpettì un po’, raddrizzandosi a sedere e non riuscendo a staccare lo sguardo da quell’esserino dall’apparenza eterea. Non aveva avuto il cuore di dirgli che era giunto in quello spiazzo prima di lui e, non appena si era accorto della sua presenza, si era nascosto dietro il primo albero disponibile per osservarlo, colpito dal contrasto creato da quella pelle così chiara e quella chioma così scura. Quando era scoppiato in lacrime, si era dovuto dare un forte pizzico sul braccio per impedirsi di correre da lui a consolarlo. Aveva sentito un moto interiore che lo supplicava di raggiungere quel ragazzo affranto e si era quasi spaventato dall’intensità di ciò che provava. Quando un alto gemito aveva lasciato la bocca dell’estraneo, la sua ragione stava per cedere, così decise che era giunto il momento di allontanarsi il più possibile. Aveva corso per qualche metro, ma era buio pesto e non riusciva a vedere niente. Come era prevedibile aspettarsi, era caduto, inciampando in qualcosa. Neanche a farlo apposta, quel qualcosa non era una semplice radice, come aveva precedentemente pensato il ragazzo, ma un animale di grandi dimensioni e dai denti aguzzi. In fin dei conti doveva molto a quell’essere. Grazie a lui ora poteva scorgere gli occhi più magnetici che avesse mai visto.

“Sì, vengo da Elios. Faccio parte della delegazione appena giunta. Mio padre è uno dei gran sacerdoti, per questo sono qui. Piuttosto, tu come ti chiami?” chiese, volendo scoprire di più sul piccolo sconosciuto.

“Baekhyun. Ora però non cambiare argomento, cosa sai fare oltre lanciare lingue di fuoco?” rispose sbrigativo il Senza Benedizione, troppo incuriosito dai poteri del rosso per voler sentir parlare d’altro.

“Ehm…” ci pensò su il più alto. “Vedi, ho i capelli molto più sul rosso dei miei compagni e una temperatura corporea più elevata, segno della mia ‘Benedizione’” calcò l’ultima parola l’abitante di Elios, sbattendo sovrappensiero la freccia, che ancora aveva in mano, sulla roccia.

Baekhyun fece una smorfia contrariata. “Dovresti essere grato della tua Benedizione” mormorò e infine aggiunse un: “Darei qualunque cosa per averla”.

“Oh fidati, non vorresti” scosse con forza la testa Chanyeol.

“Perché?”

“Perché è una condanna!” tornarono a guardarsi i due. “Tutti hanno alte aspettative su di me. Credono che io possa diventare un grande mentore e capo, solo perché sono nato Brillamento*. Inoltre la mia pelle incandescente non mi permette di toccare nessuno e devo costantemente portare i guanti per evitare di ustionare le persone che mi sono intorno”.

Il corvino si accorse solo in quel momento che le grandi mani dell’altro erano guantate. Ci pensò un po’ su. Alla fine l’assenza di benedizione e la presenza di questa si stava rivelando una cosa negativa su entrambe i fronti. Timidamente allungò il braccio e prese le dita coperte del più alto tra le sue, cercando di rimuovere lentamente la loro protezione.

“Sei impazzito? Ti ho appena detto che rischio di farti male!” ritrasse prontamente l’arto il rosso, guardando allarmato il più basso. Ma questo non demorse, riprese con sé la mano e la denudò del tutto. La osservò sul retro e sul fronte, dove al centro vi era una piccola e circolare cicatrice, liscia e uniforme, come quelle causate dalle scottature. Senza paura avvicinò il suo indice al palmo, sotto lo sguardo esitante di Chanyeol, che nel frattempo tentò un altro paio di volte di fuggire alla presa. Tentativi tutti sventati dal lesto corvino, che ormai era vicino allo sfiorare l’epidermide bronzea. Non appena le due pelli vennero a contatto, una fortissima scossa elettrica inondò i due corpi, costringendoli ad allontanarsi immediatamente.

“C-Cosa è stato?” chiese sconvolto il giovane abitante di Selene, che era stato sbalzato dal suo posto e ora giaceva sulla fredda neve.

Il rosso, che si era già rialzato, si stringeva la mano con cui aveva raggiunto l’altro e teneva lo sguardo basso, i capelli ad oscurargli il volto. “Te l’avevo detto di non toccarmi. Chi mi tocca si fa solo del male” mormorò a voce molto bassa.

Baekhyun fece un gesto annoiato e lo rassicurò: “Piantala di darti le arie del ‘Bello e dannato’. Io ho una temperatura molto bassa. Non congelo nessuno con un semplice tocco solo perché mi sono esercitato molto e so controllare il mio potere. Avevo pensato che le nostre due abilità magari avrebbero potuto bilanciarsi e quindi che non sarebbe successo niente. Errore mio, perdonami” e unì a queste parole un tenero sorriso. L’abitante di Elios arrossì vistosamente e si costrinse a guardare altrove.

“Forse non era così male come piano” si ritrovò a dire il rossiccio, per poi guardarsi intorno e notare che finalmente la bestia sembrava averli lasciati in pace. “Per caso sai mica come si esce da questo posto lugubre?” interrogò il più basso. Il corvino scosse sconsolato la testa: “Mi spiace, ma a noi ci hanno sempre vietato di entrare qui. Non saprei davvero come venirne fuori”.

Chanyeol drizzò meglio le sue paraboliche ed elfiche orecchie. “Se vi è vietato, tu che ci fai qui? Non hai esattamente l’aspetto di qualcuno che infrange le regole” osservò con un ghigno birichino lo straniero, mentre notava con divertimento il cipiglio offeso dell’abitante del posto. Quest’ultimo si grattò la nuca imbarazzato e infine rispose con un semplice “E’ una lunga storia”, girandosi poi dalla parte opposta.

“Beh” esclamò il più alto con rinnovata energia, “abbiamo tempo da vendere, dal momento che non sappiamo come venire via da qui. Che ne dici se ci liberiamo di questa tua barriera per cominciare? Quella cosa non si vede più da nessuna parte” propose. Baekhyun annuì e sussurrò un flebile “Solvens”. Subito la copertura si dissolse in tanti piccoli frammenti di luce giallognola, dal soffitto fino al terreno. Una calotta di neve fresca, che si era formata sulla sommità della protezione durante tutto il periodo della chiacchierata, si riversò sui due ignari ragazzi, che si ritrovarono completamente ricoperti di bianco. Si guardarono per un breve istante con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa, ma ben presto si sciolsero in una liberatoria risata, che entrambi provvidero a nascondere dietro una mano per evitare di fare troppo rumore. Chanyeol osservava l’altro con delle sensazioni strane che non sapeva spiegarsi. Era imbarazzato e impacciato e non poteva negare una certa attrazione per quel sorriso perfetto e luminoso. Lo stesso avvertiva il corvino quando sentiva quella voce profonda, forse un po’ troppo per un ragazzo tanto giovane, e vedendo quella goffaggine che lo rendeva estremamente buffo.

Dopo essersi liberati dalla coltre di soffice neve, i due si misero in viaggio per cercare un’effettiva uscita da quel labirinto oscuro e pieno di irti rami. Stranamente la foresta non faceva più paura e non sembrava più così buia. Baekhyun dubitava che la zanna di nemesi avesse aumentato la sua potenza, ma l’ambiente a loro circostante sembrava davvero risplendere di una luce nuova e più forte. Apprese tante cose dal rossiccio sull’altro popolo. Per esempio, loro non potevano volare e questo spiegava come mai a Selene ci fossero le scale per raggiungere le abitazioni sugli alti rami, anche se il popolo della Luna aveva questa capacità. Inoltre loro erano più dediti alla spada che all’arco, alla retorica piuttosto che all’alchimia, al gioco invece che allo studio, alla musica rispetto al canto. Era affascinante sentire Chanyeol parlare con quel suo vocione profondo ed entrambi non seppero mai come improvvisamente il dedalo di alberi giunse a termine.

“Guarda! Ce l’abbiamo fatta!” aveva esclamato il più alto dei due, afferrando la mano dell’altro, sovrappensiero, e portandolo finalmente nella pianura. Il corvino rimase attonito. Quel tocco non aveva nulla di normale. Brividi si erano diramati da quel punto di congiunzione e per la sorpresa Baekhyun non aveva trattenuto i suoi poteri. Ma non accadde nulla. L’arancio rimase in pelle ed ossa senza trasformarsi in una statua ghiacciata. Il suo piano in fondo aveva funzionato!

Sbucarono nella radura coperta di neve, la tormenta ormai finita, e solo allora il dimorante di Elios si rese conto di quello che aveva fatto. Aveva toccato qualcuno senza guanto. E questo non aveva preso letteralmente fuoco. O almeno, solo le guance del corvino sembravano stessero per ardere da un momento all’altro. Inoltre la sua carnagione chiara metteva ancora più in risalto quel cambiamento di colore. Il ramato non poté non accorgersi di uno strano movimento all’altezza dello stomaco. Un’ansia non ben definita, unita con qualcos’altro d’indefinito. Era come se un animale si agitasse nella sua pancia. Che avesse mangiato qualcosa di strano a cena?

“Ops, mi dispiace!” si scusò velocemente, lasciando andare celere la mano al più basso. “Figurati” sbiascicò un ancora imbarazzatissimo Senza Benedizione. “Ti sei fatto male?” gli chiese il Brillamento, senza guardarlo in volto. “Oh no, sto benone, grazie!” rispose. All’orizzonte, la luna stava cominciando a calare, segno che la notte aveva iniziato il suo decorso.

“Credo sia meglio che io vada” concesse finalmente uno sguardo all’abitante del luogo Chanyeol, accortosi dell’ora tarda. Improvvisamente una strana malinconia avvolse entrambi: si erano resi conto che stavano per lasciarsi. E ancora quelle sensazioni, così sbagliate per un estraneo. Perché? Cosa mai gli stava accadendo?

Purtroppo per quanto indesiderata da ambe le parti, una separazione era necessaria. Chissà se si sarebbero mai rivisti. “Alla prossima allora” si stava congedando con un sorriso Baekhyun, quando si sentì preso per un braccio e trattenuto dal più alto. “Possiamo rivederci? Domani, al porto alle lucerne. Prima che io parta” gli propose di slancio, senza ben riflettere né sul significato che sulle sue intenzioni. Voleva rivedere Baekhyun e solo la speranza che domani si sarebbero rincontrati poteva convincerlo a lasciare andare il più basso in quel momento. Il corvino rimase palesemente stupito dalla richiesta, ma involontariamente sorrise e annuì con convinzione. Fu così che si salutarono.

Il Brillamento si diresse verso il paese che si intravedeva al limitar dell’orizzonte, mentre invece il Senza Benedizione, accortosi di essere sbucato in una zona diversa del bosco rispetto a quella da cui era entrato, si mise in cammino per raggiungere la sua abitazione, costeggiando la foresta per orientarsi. Fu quando si accostò alla strada per casa che vide un agglomerato di persone intorno all’ingresso della selva, intento a parlottare e a guardare al suo interno. Si avvicinò a passo svelto con il cuore in gola ed una brutta sensazione che proprio non voleva lasciarlo. Giunse dagli altri abitanti e ricevette sguardi colmi di preoccupazione mista a rabbia.

“Tu sei qui?” gli chiese velenoso uno dei suoi conterranei, additandolo e fissandolo sbigottito. “Cosa succede?” chiese con apprensione il corvino, cercando in tutti modi di captare qualunque cosa potesse aiutarlo a risolvere il mistero.

Il capo villaggio prese in mano la situazione e gli si avvicinò con fare severo e indecifrabile. Aveva un insolito gelo negli occhi, oltre che un velo di tristezza. “Sei scomparso da molte ore ed eravamo tutti impazziti per la preoccupazione” cominciò a delucidare, anche se Baekhyun dubitava fortemente che tutte le persone lì provassero davvero apprensione per lui. “Tuo padre ti ha visto entrare nella foresta e non tornare, per questo è venuto a cercare aiuto da noi. I tuoi amici non si sa bene come sono riusciti ad origliare la conversazione e sono corsi qui a cercarti” continuò. A quelle parole, il Senza Benedizione alzò gli occhi e cercò in lungo e largo i suoi compagni, non trovandoli. O almeno, li trovò solo quando spostò lo sguardo verso il basso, notando subito un ragazzo riverso a terra e coperto di ferite. Trattenne a stento un conato: era Kyungsoo. Lo raggiunse e non riuscì a non piangere nel vedere il corpo segnato da graffi più o meno profondi su braccia, gambe, collo. Anche il volto era segnato da tagli orizzontali sulle guance. Con immenso terrore il corvino appoggiò l’orecchio sul petto dell’amico: il cuore batteva ancora. Solo dopo quella scoperta, si concesse di respirare di nuovo, seppure ancora molti interrogativi rimanevano irrisolti nella sua mente. “Dov’è Luhan?” domandò al padre di questo, i quali occhi si strinsero per un buon minuto. “Ancora non l’abbiamo trovato” rispose laconicamente, guardando verso l’oscuro dedalo di tronchi. “E-e mio padre?” interrogò ancora, non lasciando che i suoi pensieri processassero l’idea che il Luna Piena fosse disperso. “E’ ancora nel bosco. Quando ha saputo che questi due incoscienti si erano buttati al tuo inseguimento, si è precipitato anche lui all’ interno. È riuscito a portare qui Kyungsoo dopo una buona mezz’ora, ma dopo essere rientrato per cercare mio figlio, non è ancora tornato” raccontò il capo villaggio, irrequieto sui suoi stessi piedi.

“Perché nessuno è andato con lui per dargli una mano? Perché siete tutti qui a guardarmi in modo truce, invece di essere lì con lui?!” alzò il tono di voce con rabbia Baekhyun, rivolgendosi al suo attonito pubblico che non faceva altro che osservarlo con disprezzo. Dalla schiera si fece avanti una donna dai capelli biondi, certamente un’ex-abitante di Elios. “Non tutti siamo spregiudicati come tuo padre. È estremamente pericoloso lì dentro e c’è un motivo specifico se c’è il divieto assoluto di entrarvi. Lui ha avuto i suoi motivi per farlo, ma questo non implica che non sia rischioso. Guarda com’è ridotto questa Luna Calante. Piuttosto, è strano che tu ne sia uscito illeso. Che razza di magia hai-” ma fu interrotta al rumore di fronde vicino al limitar della Foresta dell’ombra. Tutti si misero in guardia, ma quello che ne uscì fu tutt’altro che spaventoso. Più o meno.

“LUHAN!” urlò di liberazione suo padre, correndo ad abbracciarlo, mentre il ragazzo cercò immediatamente lo sguardo del corvino. Questi gli chiese tacitamente cosa stessa accadendo, ma Luhan sembrava faticare parecchio a rispondere. Solo quando fu sciolto dalla stretta del genitore, si girò verso Baekhyun con sguardo basso e fuggiasco. Anche lui aveva evidenti ferite ed era ricoperto di macchie di sangue, ma non sembrava grave. Che il sangue non fosse il suo?

“Luhan ma cosa ti è successo, stai bene?” gli domandò il Senza Benedizione, che si allarmò ancora di più davanti alla reticenza dell’amico. “Luhan?” riprovò, ottenendo solo il far divenire lucidi gli occhi dell’interpellato. “Baek, m-mi dispiace” farfugliava tra un ansito e l’altro “Mi d-dispiace così tanto!”.

“Cosa? Dov’è mio padre?” cercò di venirne a capo Baekhyun, il cui cuore voleva a tutti i costi scappare fuori dal petto. Non ottenne una risposta, ma in compenso il compagno gli indicò con il mingherlino braccio l’interno della boscaglia.

Una quiete surreale conquistò il corpo del corvino. Lasciò cadere ogni questione e corse, corse e corse di nuovo nel bosco.

Ne uscì quando le prime luci dell’alba irradiavano gradualmente la volta celeste. La luce vinceva nuovamente sulle tenebre. La dea Luna lasciava posto a suo marito Sole e Baekhyun riemerse da quel groviglio infernale di rami. I reduci della lunga attesa lo guardavano con aspettativa, ma già da un primo sguardo ottennero ciò che volevano sapere.

Il figlio dell’eclissi stringeva forte un pezzo di carta ingiallita tra le diafane dita. Il ritratto di sua madre.

Era rimasto orfano. Ora era veramente solo.


 




*Brillamento: è un evento solare estremamente violento, in cui viene emessa una grande quantità di energia in un tempo brevissimo. Questo fenomeno ha delle conseguenze immediate sulla Terra, come interruzioni delle trasmissioni radio, tempeste magnetiche, seguite da aurore boreali.

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Salve a tutti!

Questa è la prima parte di una mia idea nata per essere una one shot e poi divenuta un capitolo fiume… come mio solito. Chi mi conosce per ‘Overdose’, la mia altra storia, non può che rimanere perplesso nel vedere quanto questo piccolo racconto sia completamente diverso. Spero tanto che vi piaccia e possa piacere, anche perché ci sono particolarmente legata. È un vero e proprio esperimento, anche per le tematiche trattate, ma che si vedranno e capiranno meglio soprattutto nella seconda parte. Come tradizione, anche questa volta il titolo è una canzone degli Exo, che capita proprio a fagiulo, come si dice dalle mie parti. Avrei davvero tanto da dire su ‘Moonlight’, ma penso di farlo alla fine della seconda parte, così da essere più chiaro a tutti. L’ottavo capitolo di ‘Overdose’ è stato messo in stand by per un po’, a causa della stesura di questa storia, ma adesso è stato ripreso ed è a più di metà. Mi spiace sempre moltissimo farvi aspettare tanto, ma ho troppe cose da fare e poco tempo, soprattutto se mi vengono lampi di ispirazione come questo che non posso non seguire.

Sono veramente curiosa di sapere cosa ne pensate. Non è la solita one shot con scena di sesso e tutta incentrata sulla coppia principale –o meglio sì, lo è, ma in modo differente-, ma più un racconto fantasy con spunti di riflessione. O almeno questo è il mio intento. Mi domando spesso se ciò che scrivo è di qualche utilità al mio lettore, quindi per questa volta, senza pretesa alcuna, ho voluto provare a fare qualcosa in più. Ma ripeto, sto solo affrettando il discorso (la storia non è stata scritta per essere divisa, quindi questo mi fa intrippare un po’ il cervello…), tutto questo succederà nella parte seconda, che conto di pubblicare la prossima settimana. Molto dipende anche dal supporto che dimostrerete.

Se siete giunti fino a qui, i miei complimenti. Sono molto logorroica, eh? Mi piace non smentirmi mai.

Spero di sentirvi numerosi nei commenti e noi ci sentiamo prossimamente,

Lilifyt <3




 


 

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Capitolo 2
*** Parte II ***


Parte II


Fu così che il giovane Senza Benedizione si allontanò da tutto e da tutti. Ai suoi amici fu severamente vietato di frequentarlo, soprattutto dopo l’accaduto nella foresta. Inizialmente sia Luhan che Kyungsoo avevano ben trasgredito l’immeritata restrizione, ma Baekhyun non era dello stesso avviso. Pian piano iniziò ad allontanarli ed evitarli, sentendosi responsabile dei mali causati e temendo di essere un pericolo per loro, tanto che gli stessi alla fine rinunciarono all’impresa. Era come se il gelo che aveva da sempre contraddistinto il corvino si fosse infine appropriato completamente di lui. I suoi atteggiamenti erano apatici e risoluti, così come i suoi modi. Nei suoi cerulei occhi era sceso un velo di consapevolezza ed era diventato tutto ciò che gli altri temevano diventasse: un portatore di morte senza sentimenti.

Aveva lasciato la tranquilla casetta dove abitava con il padre e si era ritirato a vivere su un alto albero limitrofo alla grande e scura foresta. Da lì aveva il compito di controllare la fauna che entrava ed usciva, per evitare che bestie pericolose si avventassero sui cittadini. Abbatteva molta selvaggina ogni giorno e per questo riceveva un cospicuo compenso. Evitava di andare nel centro abitato perché le occhiate di sdegno lo infastidivano e non frequentava più il mastro libraio perché temeva di scoprire altre cose sul suo conto che non gli sarebbero piaciute.

Passava così le sue giornate, in compagnia della sua celeste faretra e in completa solitudine.

Quando raggiunse l’età dei vent’anni cominciò a trasformarsi quasi in una leggenda, un individuo mitologico, di quelle su cui i genitori mettono in guardia i figli. La creatura che viveva al limitar del bosco. La sua intera immagine contribuiva a renderlo un essere etereo: i tratti fanciulleschi erano del tutto spariti, per lasciare il posto a un volto androgeno e spigoloso. Il corpo si era asciugato e la sua siluette si era slanciata, per quanto non poteva vantare una grande altezza. Vederlo avvolto nei tipici abiti scuri del popolo della Luna, non poteva che portare a storie fantastiche sul suo conto.

Dopo un rigido inverno era finalmente giunta la primavera nell’isola di Selene e tutti i suoi abitanti erano in fermento. Recandosi al mercato per vendere il suo bottino, Baekhyun non faceva altro che vedere gente affaccendata in ogni dove e che non faceva altro che rassettare e decorare ogni angolo del paese con ghirlande di fiori lunari e varietà mai viste. “Come mai tanta agitazione?” aveva chiesto alla vecchia commerciante che non disdegnava mai di parlare con nessuno, nemmeno con un figlio dell’eclissi.

“Ah, ogni lustro la stessa storia! Addobbano tutto, festeggiano, si spreca un sacco di cibo e poi non se ne fa niente. L’unica cosa positiva è il guadagno. Non sai quanti bei soldi si fanno con tutti i banchetti che questi fanatici fanno” commentò l’anziana, per poi stabilire alla ben e meglio un prezzo più o meno equo per la selvaggina del Senza Benedizione. “Ecco a te caro! Siamo in periodo di festa per cui sarò più larga di maniche. Del resto, parteciperai anche tu a quella sottospecie di rituale di accoppiamento vero? Dovresti essere nell’età giusta ormai” osservò allungandogli il sacchetto con le sonanti monete.

Baekhyun scosse severamente il capo: “Non ne ho la minima intenzione. Non fa per me” rispose laconicamente. La signora lo guardò a lungo, ma non commentò niente, limitandosi ad allungargli sottobanco qualche erba speciale per gli incantesimi, per poi tornare alle sue normali mansioni.

Il corvino si guardò un po’ intorno. Il clima era finalmente tiepido e al sole tirava una piacevole brezza. Il tempo ideale per una piccola passeggiata. Ormai spesso si limitava ad arrivare ai banconi all’inizio del villaggio per poi tornare velocemente indietro, ma quel giorno si sentiva più sentimentale del solito.  Vagò senza una reale meta per un po’, perso nei suoi pensieri. Guardava spaesato le sferiche case sull’estremità dei rami, mentre osservava migliaia di abitanti svolazzare qui e lì, tutti presi dai loro compiti. Qualche bambino dai capelli chiari giocava e qualche Luna Nuova si divertiva a rincorrere i suoi simili dai capelli grigi. Il figlio dell’eclissi aveva imparato a riconoscerli sin da piccolo. Anche i Luna Nuova avevano i cappelli più scuri degl’altri abitanti, ma non erano neri come i suoi, bensì più chiari, tendenti al grigio, segno che in loro era ugualmente presente la Benedizione.

Più si addentrava verso il centro, più notava delle persone in abiti arancio e rossi. Alcuni indossavano lunghe mantelle, altri semplici giacche. Non erano chiaramente di lì. Improvvisamente Baekhyun fu assalito da lontani ricordi, come se per lungo tempo avesse scordato qualcosa e soltanto in quel momento la sua mente fosse riuscita a recuperare quanto perduto. Il ricordo di una chioma mossa e rossastra. Un paio di occhi ambra, caldi e avvolgenti. Un sorriso ampio e buffo. Due peculiari orecchie a sventola. Chanyeol.

Il corvino si portò una mano al petto non appena sentì una forte fitta al cuore. Come aveva fatto a dimenticarlo per così tanto tempo? Come aveva fatto a non pensare più a lui?

In realtà non era più di tanto un mistero come era accaduto. Dopo la scoperta della morte del padre era rimasto sprangato in casa per giorni e subito dopo si era chiuso in se stesso.

L’appuntamento. Solo in quel momento il Senza Benedizione si rese conto che forse il Brillamento l’aveva aspettato speranzoso al porto e lui non si era presentato. Perché ora si sentiva in colpa? Perché ora aveva un insano desiderio di rivedere quelle paraboliche orecchie e quel calore che in vent’anni nessuno era stato in grado di dargli?

Scosse velocemente la testa e si avvolse nel proprio mantello, assicurandosi di aver ben calato il cappuccio sui suoi capelli, volendo a tutti i costi evitare che qualcuno potesse infastidirlo.

“Attenzione!” sentì urlare alla sua destra, ma non fece in tempo a scansarsi che una grossa lucerna di cartone gli piovve dall’alto. Meno male che era leggera, altrimenti ci sarebbe davvero rimasto secco. Strano modo di andarsene all’altro mondo, in ogni caso.

“Stai bene?” gli chiese una voce sopra di lui, mentre sentiva che il peso che l’aveva investito veniva tolto. Aprì piano gli occhi e si ritrovò davanti una figura incappucciata come lui, che gli tendeva cortesemente una mano. L’afferrò senza pensarci, rimanendo però colpito dal fatto che qualcuno indossasse ancora i guanti, nonostante ormai la temperatura fosse decisamente più calda.

“Mi dispiace tanto per l’inconveniente. Stavamo appendendo queste lanterne, ma a quanto pare Sehun non sa fare più cose contemporaneamente come parlare e tenere un filo” aveva urlato l’incappucciato a un abitante di Elios che si stava precipitando dalle scale per recuperare la decorazione perduta.

“Non è colpa mia se mi distrai con le tue inutili chiacchiere” ribadì questo una volta a terra. Era molto più alto di Baekhyun ed aveva una muscolatura decisamente ben delineata. I capelli erano di un bel biodo miele e gli occhi bruni. Una vera calamita per gli sguardi. Il corvino si riebbe dopo qualche minuto e si accorse che lo strano individuo incappucciato ancora non aveva lasciato la presa sulla sua mano, rendendo decisamente imbarazzante quel momento. “Ops, scusami” tentò di rimediare lo straniero non appena notò l’incongruenza, girandosi a guardare il povero malcapitato.

Baekhyun trattenne il fiato. Non appena gli sguardi si incrociarono, uno strano brivido gli percorse le interiora. Anche l’altro doveva aver provato qualcosa di simile, perché allargò i già grandi occhi e si imbambolò palesemente a fissarlo. Un colpo di tosse di quel presunto Sehun fu una mano santa per risvegliarsi da quella situazione. “Perdonami” sussurrò l’abitante di Elios che, solo ora il Senza Benedizione se ne accorgeva, era ancora più alto del biondo che li stava guardando in modo indecifrabile.

“Non continuare a scusarti, non è successo nulla” mormorò l’abitante del posto, trovando molto interessanti i suoi palmi. “Beh, buon lavoro” disse defilato, deviando ogni tentativo dello sconosciuto di fermarlo. Una volta che fu fuori dalla piazzetta dove era avvenuto l‘incontro, sentì una grossa risata che probabilmente apparteneva a Sehun ed un forte tonfo. Verosimilmente l’imbacuccato si era vendicato. Non riuscì a sopprimere un sorriso. Chissà chi era il misterioso sconosciuto. C’era qualcosa in lui che non gli tornava ed era veramente dispiaciuto che la stoffa in quel momento gli avesse oscurato il volto e quindi non fosse riuscito a vederlo bene.

Perso nelle sue riflessioni, non si accorse che i suoi piedi l’avevano portato davanti ad un albero che lui conosceva molto bene, simbolo della sua infanzia e dei giorni felici. L’albero maestro, sede della grande biblioteca. Valutò a lungo se varcarne l’ingresso o meno, ma si sentiva particolarmente nostalgico quel giorno, quindi ruppe ogni sua ritrosia. Scelse deliberatamente di prendere le scale e non svolazzare, per rendere ancora più importante quel momento. Si diede dello scemo almeno una trentina di volte per far suonare tutto così romantico, ma sentiva davvero che tutto quello fosse una riscoperta significativa. Una volta giunto nell’ampia sala che ospitava innumerevoli tomi rilegati, per poco la vista non gli si offuscò di lacrime. Era tutto esattamente come se lo ricordava. La stessa atmosfera calma e pacata, lo stesso odore di carta, lo stesso contrasto fra moto e quiete, tra persone che leggono e persone che riordinano. In perfetta sintonia. Era tutto incantevolmente magico.

Baekhyun non poté fare a meno di togliersi la mantella e svolazzare qua e là alla ricerca di qualcosa da vedere. Anche l’ordine dei libri era rimasto invariato. Si perse letteralmente nella sezione “Alchimia”. Era sempre stata la sua materia preferita e molto probabilmente spese almeno un’ora buona a sfogliare volumi su volumi prima di trovare qualcosa che ancora non aveva letto. Appena lo trovò, scese e si accomodò su uno dei lunghi tavoli da studio lì presenti.

Non seppe dire quanto tempo passò a contemplare le varie discipline, ma tornò in sé solo quando le prime luci cominciavano ad accendersi. Non aveva sentito né i crampi della fame né le gambe intorpidirsi, ma improvvisamente tutte quelle sensazioni gli piombarono velocemente addosso. Occhieggiò ciò che lo circondava, mentre si stiracchiava teneramente, e si accorse di essere rimasto uno degli ultimi ancora presenti. Dopo un lungo sbadiglio decise che per quel giorno aveva studiato abbastanza, ma che la sua lettura valeva la pena di essere continuata. Si avvicinò con il libro sotto il braccio al bancone del bibliotecario, chiedendosi se quel ruolo fosse ricoperto sempre dall’anziano Gibbosa Crescente. Evidentemente no.

“Salve, come posso- Baek” lo accolse un frastornato Kyungsoo. Era davvero molto che non si vedevano e il corvino faticava a guardarlo in volto. Le svariate cicatrici erano ancora ben visibili sul suo corpo. Le braccia e il collo ne erano devastati. Il suo sorriso però rendeva la sua figura estremamente mite e in contrasto con gli sfregi che la deturpavano. “Quanto tempo Soo” mormorò solo. Il ragazzo davanti a lui lo guardava preoccupato, ma non disse più nulla per un lungo momento.

“Vedo che continui ad amare l’alchimia. Ho sempre pensato fossi davvero portato per tutte le arti magiche, ma in questa ricordo che eri un vero maestro” osservò la Luna Calante, volendo a un certo punto rompere quel silenzio. Era curioso vedere il Senza Benedizione in giro, dal momento che per lungo tempo era completamente sparito, quindi non poteva perdere un’occasione simile.

“Vedi ancora Luhan?” gli chiese debolmente il figlio dell’eclissi non osando ancora sbirciare l’altro, ma vedendo comunque come la sua postura si fosse raggelata nel sentire quel nome.

“E’ complicato” disse dopo un po’, finendo di registrare il prelievo del libro alchemico. “Diciamo che dopo che tu ci hai allontanati, il nostro rapporto non è più stato lo stesso. Sì, ci vediamo e ci vogliamo bene, ma non è più la stessa cosa. Noi eravamo un trio perfetto, ma senza un componente non abbiamo funzionato come duo. Inoltre sai com’è fatto Luhan. Non ha preso esattamente bene il tuo allontanamento” gli spiegò, cercando in tutti i modi un contatto visivo con l’amico perduto.

“Ho dovuto farlo” mormorò flebilmente Baekhyun, azzardando un’occhiata al ragazzo occhialuto. Anche lui era decisamente cresciuto, eppure conservava dei tratti tondeggianti che l’avrebbero accompagnato per sempre. Era ancora il dolce Soo che ricordava. “Io ti capisco” si sciolse in un tenero sorriso il Luna Calante, che sorprese molto l’altro. “Ci ho impiegato diverso tempo e molte mie risorse, ma alla fine ho capito che la tua sia solo paura di farci del male. Purtroppo però Luhan ha tutti i difetti della Luna Piena, compresa la testardaggine e l’orgoglio. Ti voleva molto bene e perderti ha significato molto per lui” concluse infine Kyungsoo, con uno sguardo mesto. Tirò un gran sospiro e poi si rimboccò le maniche per mettere tutto in ordine e chiudere per quella giornata. “Ci sarai domani sera per il rituale?” chiese poco dopo al corvino.

Il Senza Benedizione scosse con forza la testa: “No, non fa per me”. Il ragazzo con le cicatrici rise, facendo accigliare l’altro. “Scusami Baek, ma non ti credo. Ricordo perfettamente il tuo volto quando il mastro libraio ci ha raccontato questa storia e mi ricordo anche che sei un curioso di prima categoria. Una volta non ti saresti perso una ricorrenza simile per nulla al mondo!” ribatté il Luna Calante, guardandolo interrogativo, aspettando evidentemente una sua conferma o smentita.

“Mi spiace, Soo, ma davvero non ci sarò. La sera della morte di mio padre ho litigato con lui proprio per questo, quindi non me la sento minimamente di partecipare. Non credo neanche che gli altri abitanti mi vogliano alla celebrazione. E poi non penso che ci sia un’anima gemella adatta a un Senza Benedizione” si strinse nelle spalle, avviandosi a lasciare la sala.

“Gli altri non hanno potere per imporsi e non farti partecipare. Per quanto riguarda la tua anima gemella, mai dire mai nella vita, dovresti averlo imparato. Dicono che anche tra gli abitanti di Elios sia nata un’eccezione. Fossi in te verrei quanto meno a vedere di che si tratta” tentò in extremis di allettarlo l’ex-amico.

“Non ti facevo così ottimista, Soo” mormorò con un sorriso Baekhyun, per poi rilasciare un forte sospiro. “Mi piacerebbe molto credere che gli altri mi accetterebbero, ma sappiamo entrambi che non sarà così” e sul silenzio prolungato dell’altro uscì, svolazzando tra le luminarie del villaggio addobbato.

Sulla via del ritorno verso casa, non poté impedirsi di ripensare ai bei vecchi tempi, quando i suoi amici costituivano il suo mondo. Aveva sempre saputo che Luhan aveva un bel caratterino, ma aveva dato per scontato che sia lui che Kyungsoo si fossero presto dimenticati di lui. E invece ancora era presente nelle loro vite e addirittura senza lui non erano più loro. Questo particolare aveva lasciato basito il giovane Senza Benedizione. Era ancora perso nelle sue riflessioni quando da lontano, verso i campi, si levarono delle urla concitate e strani rumori di esplosioni. Volò più veloce e in poco tempo arrivò al limitar del bosco, dall’altra parte rispetto alla sua casa. Lavoratori della terra, donne e bambini correvano da tutte le parti il più lontano possibile, mentre un manipolo di cinque combattenti si destreggiavano con un’alta figura che emanava nubi nerastre. Un Buco nero. Per anni ne aveva sentito parlare e recentemente molti pastori lamentavano che il loro bestiame fosse stato prosciugato, ma mai il corvino si sarebbe immaginato che un giorno si sarebbe trovato davanti ad un essere simile.

Era rimasto imbambolato a una decina di metri dallo scontro, ma, non appena vide uno dei tentacoli tenebrosi del mostro avventarsi su una famigliola indifesa, si riebbe. Riuscì a portarsi davanti ai civili e, prima che l’ombra li colpisse, liberò il suo potere congelante. La nera nebbia si trasformò in una solida scultura che velocemente si ruppe in molti pezzi, facendo gemere di dolore il corpo d’appartenenza. Gli altri combattenti si girarono subito curiosi verso di lui e una nota conoscenza non tardò a rendersi conto di chi fosse l’artefice del lamento. “Baekhyun?” si sentì chiamare e in men che non si dica un Luna Piena smilzo, dai muscoli appena accennati e dai tratti del volto delicati gli fu davanti con aria contrita. Baekhyun trattenne il fiato. Quello sì che era un incontro che avrebbe tanto voluto rimandare.

“Ehi, Luhan. Quanto tempo…” sussurrò appena, ma un rumore in direzione dell’Esiliato lo fece voltare velocemente. “Situazione strana per rincontrarc-” il corvino non fece in tempo a finire la frase, che un colpo gli arrivò dritto su una gota e lo fece capitombolare a terra. La cosa scioccante? L’attacco non era partito dal Buco Nero, ma dal Luna Piena, che ora si massaggiava le doloranti e sanguinolente nocche. “Sei completamente impazzito?” gli chiese uno sconvolto Baekhyun, mentre rilasciava il suo potere freddo sulla parte lesa e guardava il vecchio amico avvicinarsi a lui con sguardo imperscrutabile. “Questo era per averci fottutamente abbandonato!” lo rialzò, prendendolo da un braccio e portandolo in posizione eretta. Il Senza Benedizione non sapeva veramente cosa controbattere. Delle scuse sarebbero sembrate vacue di significato in quella circostanza e delle giustificazioni avrebbero solo peggiorato l’umore del figlio del capo villaggio. In suo soccorso arrivò un altro tentacolo nero del mostro che si avvolse sulla vita di Luhan, ma che Baekhyun frantumò in un attimo. I due si guardarono brevemente negli occhi e ciò parve bastare. Partirono entrambi verso quell’ammasso informi di tenebre e cominciarono a bombardarlo di tutti i colpi che avevano a disposizione: i combattenti lanciavano incantesimi e fendenti con le loro lame, mentre il corvino sferrava tutti gli artifici magici di cui era a conoscenza, ma niente apparve efficace. Solo le ombre più esterne sembravano vulnerabili, ma più la matassa si faceva intricata e più era difficile che gli attacchi sortissero effetto.

La situazione era arrivata a un punto di stallo, se non critica, per il popolo della Luna: tre degli uomini erano a terra, fortunatamente solo gravemente feriti e non morti, ma l’esiliato ancora si stagliava su di loro con i suoi lamenti strazianti. Era come se l’anima dentro di lui patisse ogni genere di orrore e che volesse far sperimentare la sensazione a coloro che gli si avventavano contro.

Baekhyun cercava di pensare il più velocemente possibile e lo stesso sembrava stesse facendo Luhan, ma nessuno dei due riusciva a trovare una soluzione. Nuovamente, una ramificazione oscura si levò contro il figlio dell’eclissi, ma questo, stanco per la forte sollecitazione alla magia, invece di colpirlo nuovamente indietreggiò di parecchie braccia. Quando fu vicino a una delle abitazioni, che nella fretta e il fuggi fuggi era andata a fuoco, successe una cosa inaudita. Il tentacolo provò ad avvicinarsi, ma ne rimase completamente bruciato. Ancora sorpreso per la recente scoperta, la mente del corvino cercava in tutti i modi di sfruttarla a loro vantaggio. Infine, un’idea piuttosto folle ma non impossibile si presentò alle sue porte. Fece voce al Luna Piena di resistere e che sarebbe tornato in fretta, poi corse a perdifiato verso il paese. Appena varcato l’ingresso si alzò il cappuccio per evitare di essere riconosciuto, temendo cioè che qualcuno, sapendo che fosse lui, non gli avesse dato retta, e si mise a chiamare aiuto a gran voce. Il primo che gli prestò subito soccorso caso volle che fu proprio Kyungsoo. “Baek che succede?” gli chiese preoccupato. Baekhyun scosse il capo: “Non c’è tempo. Ho urgentemente bisogno di qualcosa che emetta luce. Tanta, moltissima luce!” gli rispose. L’altro parve rifletterci un attimo, ma infine si illuminò e scomparve tra i viottoli della cittadella. Per sua fortuna, il Senza Benedizione non dovette aspettare più di tanto con i nervi a fior di pelle, perché il Luna Calante fu presto di ritorno con una figura incappucciata al suo seguito. “Soo, ma cosa…” lo guardò confuso il corvino, ma Kyungsoo spinse soltanto in avanti il suo accompagnatore, mormorando: “Lui è ciò di cui hai bisogno”. Il figlio dell’eclissi fissò per qualche secondo il compagno d’infanzia e poi spostò lo sguardo sullo sconosciuto. Uno strano brivido gli percorse le interiora: era lo stesso ragazzo delle decorazioni di quella mattina. Anche l’altro sembrava averlo riconosciuto, ma prima che potesse dire qualunque cosa, il corvino lo trascinò fuori dal centro abitato, fidandosi cecamente del consiglio di Soo. Era sempre stato geniale ed era sicuro che non l’avrebbe deluso ora.

Giunsero in fretta sul luogo dello scontro e Baekhyun si prodigò su poche spiegazioni di quanto stava accadendo. “Mi stai dicendo che hai bisogno di una fonte di luce?” lo interpellò, cercando di fare il punto, l’abitante di Elios. “Esatto. Non chiedermi perché tu dovresti essere d’aiuto, ma sono piuttosto sicuro che Kyungsoo raramente si sbagli” chiarì il più basso, aspettando che l’altro facesse qualcosa, qualunque cosa, ma che la facesse in fretta. “Beh” si grattò il retro del collo dubbioso lo straniero, togliendosi poi un guanto “so fare questo”. Un fascio di fiamme divampò dal palmo della sua mano e un gruppo di ombre, che si era fatta vicino ai due, si dissolse in un attimo. Un urlo straziante si levò nella notte.

Il Senza Benedizione era completamente ammutolito. Emetteva vampate di fuoco? Ma allora…

Il grido di aiuto di Luhan lo destò dalle sue distrazioni. Scattò in avanti e lo sconosciuto gli fu subito dietro. Raggiunsero in poche mosse la bestia che si dimenava e in altrettante poche trovarono un piano per la disfatta del mostro. In realtà era bastato solamente un gesto: si erano semplicemente guardati, nel buio della notte, in un legame improvvisamente comparso. Il più basso schivò velocemente le ombre della massa davanti a lui, distruggendo quelle che riusciva, mentre il più alto gli era alle spalle, pronto a colpire. Non appena furono abbastanza vicini a quello che sembrava il nucleo pulsante delle tenebre, Baekhyun si fece da parte e si protesse dietro l’alta figura, che aveva nel frattempo rilasciato tutta la sua esplosione di fuoco sull’Esiliato. L’oscurità che si avvolgeva concentricamente si distrusse in poco tempo e rivelò una sagoma vagamente umana, ma pallida come la luna. Il corvino non perse tempo e, non appena il compagno gli lasciò campo libero, spiccò il volo e si insinuò nel varco appena creato. Una sorta di lama di ghiaccio si cristallizzò sulla sua mano, sul suo avambraccio. Senza pensarci troppo, l’affondò nel petto dell’informe creatura, di cui finalmente il figlio dell’eclissi riusciva a riconoscere i tratti. Tutto il corpo era scarno e scheletrico ed ogni estremità era allungata e appuntita. Il volto era rugoso e le palpebre sembravano cucite tra loro, dalle orecchie colava una sostanza nerastra, che sembrava essersi ormai seccata. Solo la bocca sembrava essere animata e pronunciava rumori lugubri e agghiaccianti. Quando l’arma era già per metà nel suo corpo, il Buco Nero diede i primi segni di insofferenza. La voce smise di uscire e una strana increspatura aveva conquistato il suo viso: sembrava l’ombra di un sorriso.

La lama concluse la sua avanzata e finalmente le membra dell’Esiliato sembrarono rilassarsi ed il corvino, per qualche motivo a lui sconosciuto, si ritrovò ad accoglierlo tra le proprie braccia e adagiarlo delicatamente sul terreno, nel buio che ancora li avvolgeva. Quando infine estrasse l’arma, tutte le tentacolari ombre si rinchiusero in se stesse. Poi si allargarono, esplodendo. Infine si ristrinsero, implodendo.

Sotto gli occhi preoccupati e confusi dello straniero, Baekhyun si alzò da terra, stringendo forte qualcosa al petto. Si avvicinò all’abitante di Elios, che si limitava a guardarlo muto, e gli adagiò qualcosa nel palmo ancora guantato: era un piccolo ciondolo raffigurante un quarto di luna nera. “Questa è tua, te la sei guadagnata” gli disse il Senza Benedizione, facendo poi per incamminarsi verso casa, stanco della giornata e scosso per la recente uccisione. Era assurdo pensarlo, ma quando aveva trafitto quell’essere aveva sentito anche lui un dolore lancinante al petto. Forse questo significava che lui aveva molto in comune con quel mostro. Oppure semplicemente era uno degli effetti collaterali di combattere un Buco Nero. In ogni caso, sentiva l’impellente bisogno di coricarsi e dormire per almeno un paio di ore. Ma fermarlo fu un evento a cui mai in vita sua avrebbe pensato di poter assistere: dalla folla di cittadini che stavano tornando alle loro abitazioni, si levò un applauso. Prima debole, poi sempre più forte e convincente, l’ovazione si fece sentire a lungo ed era rivolta solamente ai due salvatori incappucciati. Anche il Luna Piena, che si stringeva dolorante un braccio, si prodigò a fare apprezzamenti all’ormai ritrovato amico e gli fu subito accanto per avvolgerlo in un abbraccio. “Sapevo che ce l’avresti fatta. Non ho dubitato di te neanche per un minuto” fece il disinvolto Luhan, ricevendo una sonora gomitata dal corvino che se la rideva sotto i baffi. Il figlio dell’eclissi fece appena in tempo a girarsi verso lo sconosciuto per ringraziarlo, che subito la moltitudine che lo osannava lo aveva circondato e lo tempestava di commenti e complimenti. Mai Baekhyun si era sentito così. Era perfino in imbarazzo tanto non sapeva come reagire a quella svolta. Improvvisamente, un unico coro si levò dalla ressa, che a gran voce affermava: “Sarai non solo il benvenuto, ma l’ospite d’onore domani al rituale”. Gli occhi cerulei si spalancarono, attoniti. Era combattuto, lacerato. Sentiva forte il desiderio inesaudito del padre di vederlo salvo dal dolore di un’esistenza legata all’eterno, ma dall’altra sentiva una forza strana che aveva voce di donna e che lo spingeva a partecipare ed accontentare tutte quelle persone, che per una volta gli stavano offrendo qualcosa e non richiedendo. Con fare incerto abbassò affermativamente il capo. I conterranei esplosero in altre urla di gioia.

 


 

 

Il giorno dopo, l’unico pensiero che attanagliò la mente fresca di Baekhyun fu che fosse tutto un sogno. Lui che passeggia nel villaggio, Kyungsoo, Luhan, il Buco Nero, la folla, lo straniero…

Questo pensiero lo fece balzare a sedere e sbattere la testa sul soffitto basso della sua camera. Dolorante, si trascinò davanti al primo specchio disponibile dei tanti della sua piccola dimora. Li teneva lì come monito della sua diversità. Inaspettatamente si rese conto di quanto suonasse patetico. Era sempre stato lui, in quegli anni, a sottolineare la sua differenza, ad aver allontanato tutti. Alla fine non solo si era convinto di essere dannoso, ma aveva persuaso anche gli altri che già nutrivano poca simpatia nei suoi confronti.

Si specchiò ed ebbe la conferma che il giorno prima non era stato un miraggio: un livido viola troneggiava sul suo zigomo sinistro. A quell’immagine non ce la fece più e rise di gusto, da solo, spezzando la quiete mattutina della sua abitazione a tradizione silenziosa. Com’era possibile che una sola giornata potesse averlo cambiato così tanto? Com’era possibile che solo ventiquattro misere ore avessero sgretolato lavoro e credenze di anni?

Prese un po’ di impasto di boswellia, che preparava lui stesso, e ne depositò un’abbondante quantità sulla sua guancia, in prossimità della macchia livida. Poche ore e sarebbe sparito tutto, lo sapeva. Afferrò qualche dolce nella sua piccola ma fornita –specialmente di zuccheri-, dispensa e si accomodò sullo stretto terrazzamento davanti all’ingresso della sua casa, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Stanco dei continui pensieri che volevano abitare la sua testa, si mise a sfogliare il libro preso il dì prima dalla biblioteca. Quando staccò gli occhi dalle datate pagine, il sole già cominciava il suo declino e nei campi non c’era neanche più un lavoratore. Il rituale. Il pensiero di quest’ultimo conquistò totalmente la mente del bassino, che aveva cercato di spingere questa riflessione in un angolino isolato. Aveva detto che vi avrebbe partecipato, ma non se ne sentiva veramente in vena. Quella gente non lo aveva mai voluto e il corvino faticava enormemente a credere che le cose potessero cambiare in così poco.

E mentre Baekhyun rifletteva sul da farsi, una figura si accostava lentamente e con fare impacciato alla base della sua casupola. Quando il corvino se ne accorse, trattenne a stento un sorriso sorpreso: in qualche modo aveva riconosciuto l’incappucciato. Svelto, raccolse anche lui il suo mantello e planò verso il basso, attento ad atterrare dietro lo sconosciuto. “E tu che ci fai qui?” gli chiese, sfiorandogli delicatamente il braccio. Il ragazzo, che il giorno prima aveva sprizzato fiamme, fece un salto non indifferente. Si portò addirittura una mano al cuore e spalancò gli occhi. Baekhyun trattenne una risata. “Ehi! A dire la verità stavo cercando proprio te” gli disse l’abitante di Elios con allegria. “Ieri sei stato grandioso e non ho avuto modo di dirtelo perché sei stato assalito dalla folla, così… dopo aver chiesto un po’ in giro, mi è stato detto che abitavi vicino alla foresta, ma mi sono reso conto troppo tardi che forse quest’indicazione era fin troppo vaga. Ma, ehm, perché anche tu indossi il cappuccio?” chiese, dopo il suo imbarazzato monologo, il ragazzo alto almeno una ventina di centimetri in più del Senza Benedizione. Quest’ultimo ridacchiò un po’ nel constatare quanto la giustificazione dell’altro suonasse campata in aria, ma alla fine scelse per rivolgere un piccolo risolino all’interlocutore: “E tu? Perché indossi il mantello? Io per prenderti in giro!” esclamò giocoso. L’abitante di Elios si tinse di rosso acceso e fece un’espressione di puro sbigottimento. “C-cos- EHI!” strillò infatti, facendo sciogliere il più basso in una giubilante risata. “Comunque, l’ho fatto affinché mi riconoscessi. Ha funzionato, a quanto pare” stette al gioco infine lo straniero, roteando gli occhi e rimanendo ammaliato dalla dolce melodia prodotta dal figlio dell’eclissi.

“Sì, direi di sì” lo guardò curioso il corvino. “Beh, già che sei qui, ti va di fare un giro? Scommetto che non hai mai visto niente al di fuori della città!” lo sfidò il più basso. “Diciamo che hai ragione. Fai strada, ti seguo!” confermò lo sconosciuto con un abbagliante sorriso.

I due si incamminarono per la lunga distesa di Selene, ammirando il magnifico paesaggio che si presentava ai loro occhi. Un vento leggero sferzava la tenera erba e il mare si era tinto di blu. Anche la terribile Foresta oscura sembrava avvolta da una placida tranquillità, immagine ossimoro della sua solita realtà. Caldi raggi arancioni bagnavano di luce dolce il cielo e le terrene creazioni, mentre un principio di luna faceva capolino dall’alto della volta. Spensierati animali giocavano allegri nei campi, incuranti di tutto e di tutti, mentre il ritmico rumore del ruscello splendente accompagnava ogni ciarla dei conoscenti. Chiacchierarono del più e del meno, trovandosi incredibilmente in armonia. Baekhyun si sentiva leggero dopo tanto, troppo tempo. La presenza dell’altro lo rassicurava e le labbra erano perennemente increspate all’insù, situazione che dalla morte del padre non aveva più riprovato. Si chiedeva cosa ci fosse di particolare in quel ragazzo dal sorriso immenso che gli donasse tanta pace.

Si sedettero in prossimità di un grande albero nodoso, che dava direttamente sul lucente fiumiciattolo. Un silenzio pacato avvolse entrambe i ragazzi, mentre si godevano il tepore della bella stagione. Rimasero così, in contemplazione per un tempo indefinito e solo l’inizio della discesa del sole nel lungo mare li fece ridestare. “Sai, penso sia ora di andare” mormorò lo straniero, non muovendo però un muscolo. “Già” rispose anche lui statico l’altro. Il più alto infine si fece coraggio e spostò la sua mano dagli occhi, protezione che aveva adottato per la troppa luce. “Questa tranquillità mi ricorda incredibilmente Elios. La radura da noi è più verde, ma da voi è più rigogliosa. È veramente un bel posto. Voglio anche io un ruscello luccicoso!” protestò con un broncio lo sconosciuto, che costrinse il corvino ad aprire un occhio e sorridere alla smorfia del compagno. “Ci sono un sacco di leggende a suo carico, ognuna con una versione della storia differente. Chi dice che siano le lacrime della dea, chi che rappresenti il sangue dei soldati caduti, chi la manifestazione terrena di un bene divino. Ad ogni modo, è davvero magnifico. Quando vengo qui è come trovare l’unione con se stessi” confessò Baekhyun, parlando senza freni. Evento insolito. Scosse la testa e sollevò il busto. “Non so davvero cosa sto dicendo!” si scusò con un mesto riso. “Oh ma mi piace ascoltarti. È molto interessante scoprire cose nuove sul tuo popolo e p-poi…” si interruppe bruscamente l’abitante di Elios, attirando lo sguardo curioso del corvino. “Mi piace il suono della tua voce” si lasciò infine andare rosso il più alto. Il Senza Benedizione lo guardò curioso e leggermente a disagio. Quell’incappucciato era pur sempre un perfetto sconosciuto. “Ci sarai al rituale?” gli domandò poi quest’ultimo, non rivolgendogli neanche un’occhiata.

“No, non penso” scosse la testa Baekhyun, facendo voltare di scatto l’altro. “Perché?” gli chiese infatti, allarmato. Il figlio dell’eclissi si strinse nelle spalle e con sguardo vago fissò il cielo. “Non credo nel rituale” mormorò e, avendo ormai catturato l’interesse dell’incappucciato, continuò. “Non credo nella predestinazione e non credo che questa mi possa portare alle felicità. La trovo una gabbia e una misera giustificazione. Una trappola perché annulla completamente il tuo libero arbitrio. Non sei responsabile della scelta del tuo compagno di vita, ma succube di una preferenza più grande che non ti prende in considerazione come singola realtà, ma come parte di un disegno maggiore. Ti annulla come individuo e ti fa apparire insignificante. Lo penso come una scusa perché può essere usato come giustifica di molti comportamenti. Per esempio, una mancata risolutezza da parte dei suoi partecipanti, poiché questi delegano alla predestinazione tutto il lavoro. Mancata emancipazione, mancata autonomia, mancato discernimento. È tutta una vita che mi fanno e mi faccio pesare la mia diversità e sarebbe troppo semplice credere che un banale rituale d’accoppiamento barbarico possa regalarmi qualcosa per cui ho dovuto combattere per tutta un’esistenza. Da un lato suonerebbe assurdo, dall’altro getterebbe all’aria anni e anni di sudati tentativi. E poi l’essere destinato a qualcuno non mi fa pensare a questo amore come puro, limpido e cristallino. Sembra campato in aria e privo di fondamento, basato unicamente sull’aspetto fisico e privo di coinvolgimento. Credo profondamente che l’amore deve essere l’incastro perfetto di due corpi e due anime, complementari, ma non diverse. Passione carnale e spirituale. Non solo è un’idea utopistica, ma anche e soprattutto irrealizzabile” spiegò con tono chiaro e risoluto Baekhyun, mentre il fresco vento gli scompigliava gentilmente i capelli baciati dalla luce. Ormai era diventato un’irresistibile calamita per gli avari occhi del più alto, che lo studiava a fondo e cercava di far suo ed elaborare quanto aveva detto.

“E se nel rituale non ci fosse solo un effimero accoppiamento casuale?” rifletté ad alta voce lo sconosciuto, ottenendo lo sguardo curioso del più basso. “Voglio dire… se quello che avviene nel rituale non fosse solo un abbinamento fatto alla bell’e meglio, ma un riconoscimento di anime? Da noi esiste la credenza che il popolo di Selene e quello di Elios contengono anime scisse in due, che vivono unicamente per ricongiungersi. In qualche modo questo si incastona anche con la ben più nota leggenda, ma sinceramente ritengo più affascinante questa riflessione. Ammetto che il tuo ragionamento è sensato e logicamente corretto, ma se quello che tu prendi in considerazione non fosse il tutto? La tua è una visione prettamente materialistica, guardi solo agli effetti, ma non alle cause. Io non credevo all’amore al primo sguardo o all’essere legato solo e soltanto ad una persona nella mia vita. Era qualcosa che avevo sempre pensato mi andasse stretto. Poi mi sono innamorato” e a quelle parole, il corvino spalancò la bocca. Si era innamorato? “Allora è possibile spezzare il rito!”

Il più alto scosse la testa. “No, non credo sia possibile. Mi sono innamorato di un abitante di Selene. Sono quasi del tutto convinto che sarà la persona a cui sono destinato. In sua presenza, mi sono sentito per la prima volta completo. Una sensazione talmente appagante che avrei voluto provarla per sempre. Ammetto che, però, l’averti incontrato cambia un po’ le carte in tavola” si grattò la testa imbarazzato l’abitante di Elios. “Come mai?” gli chiese lesto Baekhyun. “Perché con te sento qualcosa di affine a quell’emozione. Non con la tessa intensità, ma in maniera molto simile” gli rivolse uno sguardo penetrante il più alto, che imporporò le gote del Senza Benedizione. Si fissarono per quelli che ad entrambi sembrarono anni. Al corvino nacque una strana sensazione alla bocca dello stomaco e non riuscì ad impedirsi di provare una vaga nostalgia di qualcosa. I suoi astrusi pensieri si chetarono vedendo lo straniero alzarsi in piedi e pulirsi con qualche manata le scombinate vesti, per poi rivolgere verso di lui una mano in simbolo di sostegno. L’abitante di Selene l’afferrò con decisione e si levò sulle sue gambe, particolarmente assente. “Beh, mi ha fatto piacere rivederti. Ti accompagnerei a casa, ma ho utilizzato tutto il mio tempo a disposizione qui al sole e ora sono immensamente in ritardo” si scusò il più alto con imbarazzo. “Non ti preoccupare, so la strada e so difendermi!” lo rassicurò il corvino. Con un ultimo significativo scambio muto di occhiate e di pensieri, il figlio dell’eclissi spiccò il volo e, senza mai voltarsi indietro, si diresse verso la sua abitazione.

Il tramonto era ormai alle porte quando la casupola sull’albero entrò nel suo campo visivo. Improvvisamente, non aveva alcuna voglia di tornarsene nelle mura domestiche. La sua mente era totalmente presa da altro e sentiva il bisogno di fare, cosa però non riusciva a capire. Decise di dirigersi in paese. Lì sicuramente si sarebbe distratto e avrebbe trovato qualcosa che sopperisse alla sua mancanza, alla sua smania interiore. Una volta giunto a destinazione, notò con stupore che l’intero villaggio era in festa. Intere comunità si riunivano in sontuosi e festosi banchetti, mentre lanterne di varie dimensioni illuminavano ogni ambiente. Abitanti di Elios e di Selene allegramente si abbracciavano e brindavano a un futuro prossimo. Famiglie divise dal mare si rincontravano e felicemente si aggiornavano sull’andamento delle corrispettive vite. Mai Baekhyun avrebbe immaginato una cosa simile. Era tutto talmente surreale che, quando si sentì toccato e trascinato, non poté impedirsi un urletto e un salto non indifferente. “Ma dov’eri? Sono almeno dieci minuti che ti cerchiamo! Sta per cominciare e tu non sei neanche pronto!” lo rimproverò quello che si rivelò essere Kyungsoo. “Cosa? Ma di che parli?” cercava di rallentarlo nel frattempo il Senza Benedizione. “Come di cosa? Il rituale, rimbambito! Io e Luhan abbiamo passato tutto il giorno a cercare un abito che ti possa andare bene, quindi non ti lamentare. I nostri sono stati cuciti mesi addietro, ma ti posso assicurare che il tuo sarà il più bello di tutt-” ma il Luna Calante fu interrotto dalla brusca frenata del corvino al suo fianco. “Io non voglio partecipare!” esclamò risoluto, ma non guardando l’altro negli occhi.

“Non vuoi o non puoi?” gli chiese scocciato Soo, che ormai ne aveva piene le tasche di sentire quella frase dalle labbra dell’amico. “Che intendi?” rimase stupito Baekhyun, non capendo a cosa alludesse l’amico. “Sei tu che non vuoi partecipare o non puoi farlo perché ti senti ancora mortalmente in colpa per quello che è successo a tuo padre?” chiarì il ragazzo con la ciocca di capelli bianca, mentre il compagno guardava ostinatamente il terreno. “Baek, non penso di poter capire cosa hai passato, ma è ora di andare avanti. Questa è la tua opportunità di rifarti una vita, probabilmente una migliore. Non puoi buttarla via così. Sono sicuro più della mia stessa mano che esista qualcuno a cui tu ti possa legare per sempre e che ti aspetta. Baekhyun ti prego, se non vuoi farlo per me e per Luhan, che non attendiamo nient’altro che la tua felicità, allora fallo per te stesso” lo supplicò con occhi ricolmi di lacrime Kyungsoo. Il corvino era mortalmente indeciso: infrangere tutte le sue promesse e ricominciare o continuare la sua misera vita. Come era successo in precedenza, i suoi piedi trovarono da soli la strada, che alla sua mente era ancora incerta e imprecisata. Il Luna Calante faticò addirittura a stargli dietro per quanto aveva preso a camminare veloce. Per alcuni tratti addirittura volava.

Giunsero alle porte dell’enorme padiglione che conteneva la Fonte della vita, la sala dove si sarebbe svolto il rito. C’erano un sacco di giovani ragazzi agghindati che fremevano di agitazione e non facevano altro che lustrarsi le vesti e controllarsi i capelli. Luhan li vide arrivare e fu subito addosso al Senza Benedizione, spogliandolo alla mercé degli sguardi curiosi. Gli infilò un paio di pantaloni celeste scuro e un paio di calzari blu notte. Dello stesso colore degli stivali, poi, gli porse una camicia forse un po’ troppo ampia, poiché lasciava intravedere la nitida pelle del collo e l’elegante linea delle clavicole. Le maniche della blusa erano larghe, ma strette intorno all’esile polso, mentre sulla lunghezza il tessuto era aperto, unito solo in alcuni punti. Sui capelli scuri, i due amici adagiarono una coroncina di sottilissima filigrana intarsiata con delicatissimi lillà argento con il centro dorato. Con il disappunto e la confusione di Baekhyun, Kyungsoo gli stese una pasta strana sul bordo degli occhi e una gelatina fredda sulle labbra.

“Giusto in tempo!” giubilò la Luna Piena, allontanandosi di qualche passo per ammirare il suo lavoro. “Si poteva fare di meglio, ma sei passabile” constatò infine, facendo al perplesso amico un incoraggiante occhiolino. Al corvino fu offerto un piccolo specchio e, non appena vi vide il proprio riflesso, rimase senza parole. “S-Sono io?” chiese allibito. “Certo! Non sai quanto tempo Luhan ci abbia speso su quella camicia. Trattala bene!” sorrisero i due compagni. Gli occhi del Senza Benedizione si inumidirono e si butto fra le braccia dei suoi ritrovati amici, che lo accolsero seppur molto sorpresi. “Non so perché abbiate fatto questo per me. Nonostante io abbia tradito la vostra fiducia e la vostra amicizia, voi siete ancora qui ad aiutarmi. Non vi merito” mormorò, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. “Oh no, signorino. Quello che non ti meriti è innanzitutto essere infelice, quello che io non mi merito invece è veder sfumato tutto il mio duro lavoro con il tuo pianto” riprese subito la strana pastura nerastra Luhan, togliendo la vecchia sbavata e ristendendo un nuovo strato. “Ma se l’ho truccato io!” protestò Kyungsoo, che ricevette solo un gesto annoiato dal Luna Piena. “Solo perché avevo le mani occupate! Oh guarda! Stanno per cominciare” sfuggì alle grinfie del Luna Calante il figlio del capo villaggio, facendo scoppiare Baekhyun a ridere.

Il tramonto orami era cominciato e il sole sembrava essere più grande del solito. I vari fanciulli si misero in fila e attesero il loro turno per entrare nell’anticamera che precedeva la Fonte della vita. Gli furono date le ultime disposizioni e poi furono bendati con una larga e scura benda, che impediva ad ogni forma di luce di passare. “Mettete una mano sulla spalla del compagno che vi sta davanti e non lasciatela finché non vi sarà detto di farlo. A quel punto sentirete qualcosa che vi spinge a camminare. Fatelo. Non temete di incontrare ostacoli o di andare nella direzione sbagliata, non sarà così. E non spaventatevi se quella sensazione dovesse finire, vuol dire che avete raggiunto la vostra destinazione” ripeté nuovamente una voce autoritaria alle spalle del gruppo, che Baekhyun non poté identificare. Il suo stomaco era in subbuglio per colpa dell’ansia e, quando la fila cominciò a muoversi, le sue mani iniziarono a sudare. Sentì tutti fermarsi ad attendere qualcosa, per poi ricominciare a camminare poco dopo. Evidentemente avevano aperto il portone della sala, perché l’aria si fece più ampia e più buia. Quando si fermarono nuovamente, gli fu detto che erano liberi di muoversi. E il figlio dell’eclissi voleva farlo. Voleva tanto muoversi e andarsene. Muoversi e trovare la sua anima gemella. Ma in quel momento non sentiva assolutamente nulla. I suoi pensieri erano un guazzabuglio di idee sconnesse che faticavano a schiarirsi.

Cosa ci faccio qui?

Come si esce?

Cosa ho fatto?

Perché non provo nulla?

Continuava a chiedersi in preda al panico. Dopo svariati minuti, gli parve di avvertire qualche cosa. Un’energia strana lo stava sospingendo in avanti e quella famigliare forza, che lo aveva condotto in quella stanza quel giorno, si presentò di nuovo a guidarlo. E fu allora che Baekhyun non ebbe più paura. Fu allora che non ebbe più dubbi e sorrise. Da solo, come un ebete, ma sorrise perché per la prima volta nella sua vita sentiva di appartenere a qualcosa e sentiva di dover fare qualcosa senza chiedersi il perché.

Vagò per quello che gli sembrò essere un tempo infinito, ma alla fine quella spinta finì, facendolo fermare.

“Bene!” urlò la stessa voce di prima. “Figli della Luna, toglietevi le bende!” tuonò ancora.

Il Senza Benedizione si sentì bloccato nuovamente. Avvertiva movimento accanto a lui, ma non trovava il coraggio di fare nulla. Di nuovo quell’energia lo spinse a sciogliere il nodo dietro la testa e a calare la benda. Aprendo gli occhi, la prima cosa che notò fu che si trovava sul limitar della sponda della sorgente del fiume dorato. Un passo in più e si sarebbe fatto un bel bagno. Poi non poté non osservare con ammirazione la stupenda sala dove si trovava: era circolare e immensa. Non aveva pavimentazione, ma un tenero prato di erba scura, inondato di splendide lucciole. Di giorno la fonte di luce primaria doveva essere il grande foro al centro della cupola finemente decorata, mentre di notte tutta l’illuminazione era data dal bellissimo torrente luccicante, che mandava ipnotici zampilli luminosi. Come ultima cosa, l’occhio di solito vigile del corvino vide una schiera di figure coperte con un mantello rosso sull’altra riva del ruscello. Affianco a lui, i suoi conterranei erano schierati rivolti verso gli strani individui e attendevano che qualcosa accadesse.

“Figli del Sole, voltatevi e toglietevi i cappucci!”

Gli abitanti di Elios fecero quanto gli era stato chiesto e solo allora Baekhyun prestò la giusta attenzione a colui che gli stava davanti. Era molto alto. Non ci volle molto che il corvino riconobbe la figura davanti a sé: lo sconosciuto incappucciato. Un inconsapevole sorriso si stese sulle sue labbra. Lo sapeva. Se lo sentiva. Se l’era sempre sentito che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, fuori dal comune. Ma qualcosa non gli tornava: perché il suddetto ragazzo lo guardava con aria così scioccata?

Il Senza Benedizione entrò nuovamente nel pallone. L’altro amava qualcuno. Glielo aveva detto. Questa era l’ennesima prova che la predestinazione non esisteva e che quel rituale era una menzogna. Ma tutti i suoi pensieri negativi furono spazzati via da un bellissimo sorriso del ragazzo di fronte a lui, il quale finalmente si calò il mantello, rivelandosi per la prima volta. E Baekhyun rimase senza parole. I capelli aranciati, gli occhi ambra, pelle dorata. Due buffissime orecchie a sventola leggermente a punta. Gli occhi del corvino si velarono, mentre pronunciava un flebile “Chanyeol”.

Certo. Come aveva fatto a non riconoscerlo? Come aveva fatto a non identificare subito la natura delle sue emozioni? Perché era stato cieco fino a quel punto?

Certamente anche il fisico dell’altro era cambiato, più robusto e più alto, ma quei tratti così caratteristici non avrebbe mai potuto scordarli.

Vide l’abitante di Elios perdersi nei suoi occhi e sentì un immenso senso di quiete che mai gli era appartenuto. Si sentiva completo. Si sentiva nuovo. Si sentiva se stesso, per la prima volta.

Sentì la solita voce ordinare qualcos’altro, ma il suo cervello si rifiutò di processare il senso di quelle parole. Si spaventò un poco quando vide Chanyeol cominciare a spogliarsi lentamente, ma si rincuorò quando si accorse che tutti sull’altra sponda lo stavano facendo. Il ramato non smetteva di guardarlo nel mentre si sfilava i robusti stivali. Mentre ipnoticamente toglieva le calze. Mentre sensualmente si liberava della camicia gialla, rivelando un suggestivo petto statuario. Continuando quella concatenazione di occhi, il più alto cominciò ad immergersi nelle acque lucenti. Quando il liquido ormai gli lambiva l’addome, l’abitante di Elios si tuffò completamente. Ne riemerse dopo pochi minuti, ritrovandosi a pochi passi dalla sua anima complementare. Uscendo dall’acqua, tutte le gocce a contatto con la sua pelle evaporarono, lasciandolo asciutto. Solo i capelli erano ancora attaccati alla sua fronte. Era talmente magnifico e surreale che Baekhyun si chiese se fosse veramente lo stesso ragazzino allampanato che aveva incontrato anni orsono. Quando Chanyeol inciampò in un sassolino e gli capitombolò inevitabilmente addosso, tra le risate concluse che sì, quello non poteva che essere lo stesso impacciato ragazzo. “Perdonami, davvero scusa, non volevo, è solo ch-” cercò in tutti i modi di giustificarsi, ma ormai il corvino era piegato in due a sufficienza per non prestargli il minimo ascolto. “Ehi! Non è divertente! Avrei potuto farti del male!” continuava a protestare. Il Senza Benedizione si mise di nuovo dritto, asciugandosi anche una lacrima, e guardò con un tenero sorriso la ritrovata conoscenza, che non poté impedirsi di arrossire. Il gran sacerdote esclamò qualche formula incomprensibile, mentre alcuni semplici sacerdoti distribuivano il vestiario agli abitanti di Elios. Fu chiesto a tutte le neo-formate coppie di prendersi entrambe le mani e guardarsi negli occhi, mentre pronunciavano strane parole. Una sorta di ringraziamento. Per un folle momento, al figlio dell’eclissi parve di partecipare a un matrimonio. Scacciò velocemente quell’idea. Aveva appena (ri)conossciuto il suo promesso, non voleva di certo correre troppo. Non appena le formule di commiato furono finite, alcuni tra gli abbinamenti si baciarono, altri si abbracciarono. Baekhyun e Chanyeol erano già sufficientemente imbarazzati da non voler spingersi ancora oltre. Si presero solo per mano, liberi da qualunque barriera, ed uscirono nella fresca sera dell’isola di Selene.

Corsero per qualche metro, fino a ritrovarsi nuovamente lungo quel tratto di fiume su cui si erano stesi il pomeriggio. La flora era colorata di un’emozionante luce argento, mentre migliaia di lucciole danzavano disegnando in aria cerchi luminosi. I due si sedettero sulla riva del bellissimo fiumiciattolo e ne contemplarono l’affascinante colore. “Alla fine sei venuto al rituale, Baekhyun” osservò il ramato, incantato dal bel profilo delineato dell’altro, che ora poteva ammirare in tutta la sua bellezza grazie all’assenza di ogni tessuto. Il trucco creava strani contrasti con quella pelle di natura così chiara e metteva ancora più in risalto gli occhi celesti. Era così bello ed etereo che Chanyeol credé veramente di essere al fianco di un dio. “Sì, inizialmente non era quello il piano” lo risvegliò dai suoi sogni il corvino, girandosi poi a guardarlo. “Ma alla fine ho sentito qualcosa che mi ha impedito di rinunciare” terminò con un ampio e tenero sorriso, che sciolse ogni singola sinapsi del cervello del più alto, il quale impiegò più del previsto a rispondere. “Sono contento che tu non l’abbia fatto. Che tu non abbia rinunciato intendo” si affrettò ad aggiungere, imbarazzato. “Allora…” l’abitante di Elios si sentì improvvisamente a disagio nel piccolo silenzio creato e per questo scandagliò la sua mente alla ricerca di qualcosa su cui parlare. “Soddisfatto delle scelta che il destino ti ha fatto?” gli chiese infine, segretamente curioso di sentire la risposta. “Troppo alto e imbranato. Avrei preferito qualcuno di più silenzioso! E poi perché durante il rituale vi siete spogliati tutti? Cos’è volete lanciare una moda nudista?” lo prese in giro Baekhyun, che ricevette una gomitata amichevole su di un fianco. “E’ il nostro battesimo. Voi nascete direttamente nelle acque sacre, ma noi dobbiamo aspettare il rituale per farlo” spiegò semplicisticamente il ramato. “Ma non avevi detto di essere innamorato?” non poté impedirsi di domandare il corvino tornando serio. Aveva questo dubbio in testa sin da quando avevano lasciato la sala del rito. A proposito, chissà come era andata a Kyungsoo? E a Luhan? Era stato talmente preso da Chanyeol da aver scordato tutto e tutti.

“Sì, b-beh” borbottava sconnessamente il più alto, arrossendo vistosamente. “Quella persona sei sempre stata tu” confessò il ramato, guardando i due pozzi azzurri che lo fissavano sgranati. “C-cosa?” gli chiesero infatti a disagio. “Da quel nostro incontro nella foresta, mi sei entrato qui, Baekhyun” si indicò il petto il ragazzo dagli occhi miele. “Quando non ti sei presentato al porto, mi hai gettato nella disperazione più totale. Ti ho pensato per anni e ho sperato con tutto me stesso di poterti rivedere, e nel frattempo ho cominciato ad elaborare cosa fosse quella sensazione che mi aveva oppresso in tua presenza. Non mi era mai successo prima, quindi suppongo che quello che io provo da allora sia… qualcosa di forte, insomma. Non mi sento di chiamarlo amore e non pronuncerò parole di cui ancora non apprendo appieno il significato, rischiando solamente di svuotarle di esso, ma di una cosa sono sicuro: io sono legato a te. Quando sono con te, sento di poter fare di tutto e finalmente capisco perché e come fanno gli abitanti dei nostri popoli a trasferirsi e a lasciare indietro tutto” pronunciò qualunque cosa gli passasse per la testa Chanyeol, lasciando a bocca aperta il povero Baekhyun. Quest’ultimo, dopo lo sbigottimento iniziale, si sciolse in una calorosa risata che mai aveva lasciato le sue labbra da quando aveva scelto di rimanere da solo. Una risata così bella e così melodiosa, che il più alto non riuscì nemmeno lontanamente ad offendersi per una reazione simile. “Credo di capire cosa intendi” farfugliò quando si fu calmato il Senza Benedizione. “Penso anch’io di essermi innamorato, quel giorno nella foresta” concluse, mostrando i denti in un devastante sorriso che vinse ogni ragione del ramato, il quale si sporse verso l’altro, gli afferrò saldamente il viso e fece quello per cui sentiva di essere nato. Lo baciò.

Fu un bacio descrivibile solo con un aggettivo: magico. Le loro labbra si incastonarono perfettamente e il loro contatto generò tante piccole scintille dietro le palpebre di entrambi. Per i primi minuti nessuno osò fare niente. Non per paura, né per timore, ma semplicemente perché si stavano godendo quella sensazione così appagante. Fu Baekhyun a chiedere l’accesso alla bocca del ramato, che glielo concesse volentieri, ansioso di voler scoprire ogni piccola parte del corpo dell’amato. Quando le lingue si incontrarono, fu una festa di ormoni per quei due giovani amanti, che intrapresero una lotta selvaggia a chi voleva e riusciva a prendere più terreno. Inutile cercare di decretare un vincitore. Ogni volta che uno dei due otteneva un vantaggio, arrivava l’altro alla ribalta. Si staccarono ansanti, ma con gli occhi talmente carichi di endorfine che sembravano essere scuri anziché chiari. Si aggredirono nuovamente e con più vigore, arrivando chissà come a rotolare sulla tenera ed umida erba serale. Quando Chanyeol, che sovrastava il corvino, scese a scoprire con la bocca la sua dolce epidermide, il Senza Benedizione si accorse che in quel momento le lucciole avevano aumentato la loro intensità e sembravano essersi disposte intorno a loro, così da poter debolmente illuminare i loro corpi avviluppati. Bottone dopo bottone, la splendida camicia tessuta da Luhan fu tolta dal bel corpo del figlio dell’eclissi, che guardava con timore e fiducia l’incantevole amante, aiutandolo con la sua blusa. Si ritrovarono a scoprirsi con tenere carezze, curiose e bramanti, attenzioni che nessuno dei due pensava di desiderare finché non fu l’altro a dargliele. Il caldo di Chanyeol ed il freddo di Baekhyun si unirono in un vortice di scintille che irradiava ogni loro movimento. Un’unione talmente inscindibile, che entrambi sapevano che mai si sarebbero divisi. E per la prima volta, questo non spaventò il corvino. Per la prima volta, tutto ciò che voleva era rimanere incollato ad una persona. Quella stessa persona che in quel momento gli stava facendo provare una tempesta di emozioni che lo travolgeva e lo trascinava come in balia delle onde. Si separarono ancora brevemente, ma, incapaci di sciogliersi veramente, i due si strinsero ancora una volta in un impetuoso bacio, impedendosi così di vedere quello che stava accadendo. Una luce argentea, infatti, aveva avvolto il corpo del Senza Benedizione.

Appena si fu ripreso, Chanyeol sbarrò gli occhi e indietreggiò leggermente spaventato. Baekhyun brillava. Il suo corpo si stava lentamente alzando in aria, vorticando su sé stesso, mentre tutte le lucciole seguivano il suo corso. Gli zampilli del fiume luminoso seguirono la scia degli insetti e la fauna tutta si affacciò a vedere quanto stava avvenendo. Anche la collana con la mezza luna, regalatagli dal corvino il giorno prima, iniziò a irradiare una luce azzurrognola. L’abitante di Elios ebbe appena il tempo di alzarsi in piedi, che il corpo di Baekhyun improvvisamente cadde, atterrandogli fortunatamente fra le braccia. Quando l’accecante luce cessò, al suo posto lasciò un Senza Benedizione piuttosto diverso da come era precedentemente: la pelle diafana continuava a persistere, ma i capelli non erano più scuri. Erano rossi. Di un rosso acceso, vivo, come quello del fuoco che arde e devasta. Non appena i suoi occhi si schiusero, il più alto si ritrovò sbalordito nell’osservare che l’iride era talmente celeste da sembrare a tratti bianca.

“Chanyeol, cos’è successo?” domandò Baekhyun strofinandosi le palpebre e notando l’espressione confusa dell’amato, che però non gli rispose. Anzi, si ostinava a fissare qualcosa davanti a lui. Quando il più basso voltò il capo, si trovò davanti due splendenti luci, una bianca e una gialla. Lentamente, le due sfere presero una forma, quanto più simile a sembianze umane.

“Padre? M-madre?” si sorprese l'abitante di Selene nell’osservare i volti che si plasmarono proprio sotto i suoi occhi. Era tanto terrorizzato, quanto pieno di gioia.

“Oh piccolo Baekhyun, ci spiace aver preso queste forme, ma sono quelle più affine alla tua mente. Io sono Selene, dea della Luna, e lui è mio marito Elios, dio del Sole. Per noi è un onore conoscerti nella tua vera forma. Era da tanto che aspettavamo questo momento” lo guardò con voce autorevole, ma carica di commozione la luce argentea. Il rosso era rimasto privo di qualunque parola. Si girò verso il ramato, ma anche lui sembrava ammutolito. Solo allora si rese conto di essere ancora semi nudo tra le braccia di Chanyeol, che lo mise velocemente giù, aiutandolo anche con la camicia. “Cosa sta succedendo?” non poté impedirsi di ripetere ancora il più basso, notando il radicale cambio di look grazie ad uno specchietto fornito dalla dea stessa.

“Baekhyun, finalmente sei rinato sotto la tua vera forma. Sai come nascono le eclissi?” interrogò soavemente il suo fedele la bellissima dea.

“No, signora”

“Bene. Esse si verificano quando tra la luna e il sole si interpone questo pianeta, che io e mio marito abbiamo generato dal nostro amore. Quindi queste non sono altro che nostre figlie, simboli supremi della nostra unione. Quando ti sei unito alla tua anima prediletta, Chanyeol il Brillamento, la tua vera natura si è finalmente rivelata. Benvenuto al mondo, Baekhyun l’Eclisse” chinò leggermente il capo l’incantevole Selene e dietro di lei suo marito ripeté il gesto. Tutti gli animali che si erano radunati a vedere quanto accadeva, fecero una genuflessione al piccolo ragazzo, che si guardava intorno disorientato.

“E-E adesso?” riuscì a mormorare solo. Il dio del Sole si fece avanti e avvolse il braccio sulle spalle dell’amata. “Adesso andate e vivete. Il mondo è la vostra casa e non siete più legati a noi. Prendete l’imbarcazione che trovate al porto e cominciate la vostra vita insieme” annunciò con voce solenne, che però lasciò spazio solo ad un piccolo sorriso. Improvvisamente, le due immagini si iniziarono a spezzettare e ad essere portate via dal vento. “Addio Chanyeol. Addio Baekhyun, siate sempre pieni della nostra Benedizione” li salutò la coppia, prima di svanire completamente.

I due giovani amanti si guardarono per un sol folle istante. Con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, si presero per mano e corsero verso il molo. Trovarono una piccola barchetta in legno dagli splendidi intarsi. Rappresentavano un sole che incontra la luna. Chanyeol con un balzo ci fu sopra e subito sporse una mano per aiutare il più basso.

Baekhyun era dubbioso. Terribilmente. Stava forse per lasciare tutto e tutti? Voleva davvero abbandonare la terra del padre e dove era cresciuto? I suoi da poco ritrovati amici? La gente che non l’aveva mai voluto?

Guardò la mano del suo amato, poi il suo volto. Un sorriso mozzafiato e uno sguardo carico di aspettativa per il futuro illuminavano il suo viso. E allora non tentennò più. Tutto ciò di cui aveva bisogno era lì e lo stava chiamando a sé. Luhan e Kyungsoo erano con la loro persona speciale e molto probabilmente forse uno sarebbe rimasto a Selene e l’altro si sarebbe trasferito a Elios. Loro stavano scegliendo autonomamente il loro futuro ed era il momento che anche l’Eclisse lo facesse. Afferrò saldamente il braccio del ramato, si issò anche lui nella barca e con animo quieto e sereno, tra le braccia del suo predestinato, partì alla volta di terre lontane. Ovunque le dolci acque l’avrebbero sospinti.

Forse Baekhyun non credeva alla predestinazione. Forse Baekhyun non credeva al rituale. Ma di una cosa era sicuro, quello che sentiva per quel ragazzo dalle orecchie buffe era profondo e radicato. Ogni volta che il fato li ha fatti incontrare, un piccolo tassello dei loro sentimenti si andava a posizionare, finché, con la loro unione, ogni cosa era finalmente andata al suo posto a formare un quadro completo e ben complesso.

Forse Baekhyun non credeva alla predestinazione. Forse Baekhyun non credeva nemmeno nel rituale. Ma Baekhyun credeva in Chanyeol.

E ai fini della nostra storia, questa è l’unica cosa che davvero conta.

 



Ed eccoci alla fine di questa fin troppo lunga Oneshot.

Ci tengo a precisare che non pensavo veramente che la scoperta che l’essere incappucciato fosse Chanyeol costituisse un colpo di scena, perché penso che sia facilmente intuibile, ma l’importante era che quel tonto di Baekhyun non ci arrivasse, altrimenti addio finale. E a proposito, il cambio di colore del piccolo Eclissi, è dovuta proprio alla colorazione delle eclissi nella vita reale che non è nera, ma bensì rossa, fatto che mi mandò non poco in crisi quando dovetti crearmi virtualmente l’immagine dei due protagonisti. Spero che vi sia piaciuto questo, come colpo di scena.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno lasciato un commento e hanno aggiunto questa storia tra i preferiti, ricordati, seguiti. Siete stati fonte di supporto davvero importante e non finirò mai di ringraziarvi. Non avendo occasioni future per farlo, ringrazio già in anticipo tutti coloro che si faranno sentire sotto questo capitolo finale, che spero siano in tanti. Soprattutto ci tenevo a fare un appello ai futuri lettori che leggeranno questa storia dopo tanto tempo dalla sua chiusura, affinché non siano passivi e che anzi, se volessero lasciare un loro pensiero, non esitassero assolutamente.

Detto questo, da questo punto in poi volevo darvi qualche informazione su questa storia, se non foste interessati, vi saluto e ringrazio nuovamente per l’attenzione.

Per i coraggiosi che invece si vogliono avventurare un po’ di più, beh direi che una piccola spiegazione di background su come è nata l’idea per questa OS è d’obbligo.

Sono un’appassionata sfegatata di mitologia, in particolare quella greca e latina, forse anche un po’ questo mi ha spinto a un tipo di studio classico. Già, forse questo è un motivo non sufficiente, ma sono sicura abbia influito sulla mia scelta. Fatto sta, che circa a metà febbraio, mentre ero nel pieno di un mega ripassone per un’imminente interrogazione di greco, sono folgorata da una costatazione piuttosto dolorosa: non avevo la più pallida idea di come si dicesse ‘luna’ in greco. Ci tengo a precisare che il programma dell’interrogazione non aveva nulla a che fare con questo. Fatta la doverosa ricerca online, sono rimasta colpita da come ci sia una differenza di genere tra gli astri luna, detta appunto Selene, e il sole, detto Elios. Da qui la mia mente ha svagato, pensando innanzi tutto alla predestinazione delle anime, poi al rituale, all’ambientazione e soltanto infine alla ‘maledizione’ di Baekhyun, che però si è rivelato essere uno dei temi fondanti. Quindi sì, ho una mente che lavora davvero in modo strano. Sia Elios che Selene sono figure mitologiche nelle leggende greche che hanno due storie slegate, ma io per esigenze di trama le ho accorpate, dal momento che, nella mia storia, le due divinità non appartengono a nessun pantheon.

Sulla predestinazione delle anime vorrei aprire una –grande- parentesi: Baekhyun nel testo dice la sua e la sua posizione è estremamente negativa. Diciamo che è su per giù quello che sinceramente penso anche io su questo tema, magari reso più cinico dalle circostanze, ma non ci si allontana molto. Diciamo che ho voluto provare a creare un’antitesi, facendola dire a Chanyeol, ma io stessa non sono convinta della sua confutazione, in quanto strettamente legata al contesto di ‘Moonlight’, che quindi funziona in questo ambito, ma non traslitterabile altrove. La mia domanda è: voi che ne pensate? Esiste la famigerata ‘anima gemella’ o è soltanto un’invenzione fin troppo romantica? O forse una scusa per non agire mai? O avete un’idea ancora diversa, che sarei ben lieta di ascoltare.

Penso di aver detto abbastanza. Ringrazio di cuore la mia beta @JungJikookmin, nonostante il suo proverbiale ritardo nella correzione. Spero davvero che ‘Moonlight’ vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qualcosa. Sinceramente, quando ho cominciato a scrivere non avevo un finale preciso nella mente (come mi succede fin troppo spesso), quindi ho trovato trecento modi per far avanzare le cose e rendere queste una storia molto più lunga, ma poi avrebbe perso di senso e completezza. Nonostante questo, non escludo del tutto la possibilità, un giorno, di rimetterci mano e farla diventare qualcosa di più. Ma per il momento, penso che mi concentrerò sul finire ‘Overdose’ che mi sta veramente succhiando tutte l’energie.

Grazie ancora di tutto, spero di sentirvi presto.

Vostra,

Lilifyt <3

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