Ultima destinazione, stupro

di QueensOfFandom94
(/viewuser.php?uid=1088154)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La vittima ***
Capitolo 2: *** Indagini ***



Capitolo 1
*** La vittima ***



- Dov'è Carisi?- fece Amanda cercando il collega per la stanza, notando la sua assenza, al suo arrivo in ufficio.
Fu Finn a rispondere.
- Ha chiamato per dire che arriva più tardi oggi.- fece il poliziotto - ha detto che doveva passare a trovare una persona che non sente da un paio di giorni.-
Amanda drizzò subito le orecchie.
- Ah....- fece Amanda cercando di indagare - ti... ti ha detto di chi si tratta?-
- Gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto, ma ha detto che se la sbrigava da solo.... forse aveva solo nostalgia di una fidanzata di cui non ci ha parlato... ma perchè ti interessa tanto?-
- No... è che se ha bisogno di aiuto mi piacerebbe poter fare qualcosa per lui.... per me e Jess c'è sempre stato...- fece Amanda.
Fin la guardò con un sorrisetto.
- Già, tipo quando viene a cena da te per preparare da mangiare ed aiutarti ad occuparti di Jess... insomma a fare il fidanzato amorevole e premuroso e il padre attento.- fece Fin - mi meraviglia che dopo aver messo a dormire Jess, non utilizziate le energie in modo più proficuo che guardare reality e soap opera.-
Amanda divenne rossa come un pomodoro maturo.
- Ma che dici....?-
- Solo quello che qui hanno notato tutti all'infuori di te. Quel ragazzo è pazzo di te. E anche se lo neghi a te stessa, anche tu sei pazza di lui.- fece Fin - e sai una cosa? Non potresti trovare di meglio: è una brava persona, ti vuole bene e vuole anche molto bene a Jess... insomma, con una persona del genere, vinci alla lotteria.
Però ti consiglio di sbrigarti.-
- Come?- fece Amanda.
- Per certi versi, si può dire che quel ragazzo è un santo, ma tieni presente che è pur sempre un essere umano.- fece Fin - e gli umani prima o poi si stancano di aspettare. E aspettare, in questo mestiere è un lusso che non ci possiamo concedere.... pensaci.-
Amanda sospirò sedendosi.
Fin aveva ragione.
C'erano lussi che un poliziotto non poteva permettersi.
Aspettare, procrastinare, fare progetti, erano i lussi che non si potevano permettere. Nel loro lavoro, avevano un'unica certezza. Che ogni giorno era buono per non rientrare più a casa e finire su un tavolino d'acciaio per un paio di notti per poi finire nel posto dove tutti prima o poi erano destinati a finire.
E tra quei lussi c'era anche quello di non potersi innamorare di un collega.
Sarebbe stato troppo triste pensare che solo la sera precedente erano raggomitolati sul letto, a guardare un film sorseggiando vino o impegnati a farsi le coccole post-sesso progettando di prendersi qualche giorno di ferie non godute e andare assieme da qualche parte a godersi un po' di pace e tranquillità come tutte le persone e le coppie normali.... e al tramonto del giorno successivo uno dei due non era più nel mondo dei vivi.
E la cosa che la spaventava di più, oltre al pensiero di poter perdere qualcuno che amava da impazzire, era di poterlo perdere e di non poterlo salvare.
In fondo.... stavano bene anche così.
Perchè rischiare di rovinare un'amicizia a cui tenevano entrambi?
In fin dei conti, esistevano anche casi di persone che erano felici ed innamorate l'una dell'altra fino a quando non decidevano di ufficializzare la cosa.
Poi da lì, prima o poi tutto andava a sfacelo.
...
...
...
- Lucy?- fece Sonny bussando alla porta dell'appartamento - Sono io, Sonny, volevo sapere se stai bene...- e qui notò che la porta di casa era aperta.
La spinse lentamente ed entrò.
Percorse il corridoio dell'ingresso e si ritrovò in salotto.
Fu allora che la vide.
- Ehy....- fece Sonny con gli occhi vitrei per il terrore e l'angoscia.
Lucille era accucciata per terra, in posizione fetale, scalza e con la pianta di entrambi i piedi coperti di polvere, graffi e tagli.
- Ti senti bene....?- fece Sonny sfiorandole il collo. Vedendo che non si muoveva la prese tra le braccia.... e quasi ebbe un infarto.
La ragazza aveva la camicetta aperta, e il volto era coperto di lacrime e lividi violacei, il mascara che colava...
Istintivamente, prese il cellulare.
- Sono il detective Sonny Carisi, matricola n° 0188. Ho bisogno di un'ambulanza al numero 58 della 27esima strada, interno 4B.- e nel dir così mise giù - Lucy? Ho chiamato l'ambulanza, tra poco arriva l'ambulanza.... starai bene....-
- No....- fece la ragazza tra i singhiozzi - mi hanno violentata....-
Sonny si raggelò nel sentire quelle poche parole, morte nel momento stesso in cui vennero pronunciate.
Lucille continuava a piangere, e il detective Carisi non potè fare altro se non abbracciarla e cercare come poteva di calmarla.
...
...
...
- Ci hai fatto prendere un colpo.- fece Amanda quando lei ed Olivia l'ebbero raggiunto in ospedale. Quando l'ospedale  li aveva chiamati avvisando che il detective Carisi era da loro, avevano subito temuto che gli fosse accaduto qualcosa.
- Dillo a me....- fece Carisi - io sto bene.... è Lucille ad essersela vista brutta....-
- La conosci quindi?- fece Olivia.
- Frequentiamo i corsi serali alla Fordham University.- fece Sonny - E' una degli studenti migliori, infatti è quella a cui chiedono spesso gli appunti, e la sua assenza si fa sentire. Di tanto in tanto ceniamo assieme alla mensa, studiamo assieme... non si vedeva in facoltà da due giorni, così sono andato a casa sua per assicurarmi che stesse bene... e l'ho trovata per terra, mezza nuda, in lacrime.... ho chiamato l'ambulanza e mi ha detto di essere stata stuprata...-
- Ti ha detto chi è stato?- fece Amanda.
Sonny dissentì.
- Era sconvolta, non ho voluto infierire.- fece Sonny.
La loro conversazione venne interrotta dall'arrivo del medico.
- Dottore... come sta?- fece Sonny.
- Aveva ragione. Lucille ha avuto rapporti non consensuali: Graffi nell' interno della coscia sinistra, lacerazioni multiple, trauma anale e vaginale, ematoma diffuso nell'interno coscia destra... ci sono tracce di fluidi organici, abbiamo spedito il kit stupro al laboratorio... l'ha portata qui appena in tempo. Si stava lasciando morire d'inedia.-
- Come prego?- fece Olivia.
- Le ferite sono vecchie di due giorni.- fece il medico - ed io credo che subito dopo lo stupro, abbia smesso sia di mangiare che bere. Un altro giorno in quelle condizioni e sarebbe morta disidratata.-
- Quindi quel figlio di puttana l'ha quasi uccisa...- fece Carisi stringendo il pugno.
- E' in grado di parlare, rispondere a qualche domanda?- fece Amanda.
- E' sedata.- fece il medico - le faremo sapere appena si sveglia.-
...
...
...
- Io non riesco a crederci...- fece Carisi meditabondo. Non avrebbe mai pensato che un giorno, sulla lavagna dell'Unità Vittime Speciali avrebbe visto anche la foto di una persona che conosceva... anzi, non era più sicuro nemmeno di quello. La foto che raffigurava Lucille, immortalava una giovane ventenne dagli occhi castani che sprizzavano gioia e voglia di fare, i capelli castani acconcirati in una treccia che le ricadeva sul lato sinistro del petto... ora era irriconoscibile... la foto accanto ritraeva la stessa ragazza, ma con il volto tumefatto e rigato dalle lacrime, i capelli arruffati, e gli occhi riflettevano solo dolore e sofferenza... quasi rassegnazione ad un destino infame - sembrava così impaurita.... e mi guardava come se volesse che l'aiutassi ma allo stesso tempo implorava che non le facessi del male...-
- E' comprensibile...- fece Amanda - era appena stata stuprata, aveva perso la coscienza del tempo...-
- A proposito, tu hai idea di chi potrebbe averle fatto questo?- fece Olivia - hai detto che siete compagni di corso...siete amici...-
Carisi annuì.
- Sì. Lucy è una mia amica, sai come sono le università, se non fai fronte comune con qualcuno, dalla burocrazia non esci vivo.- fece Sonny - ma non parla con molte persone, anzi, di solito se ne sta in disparte.... non ha molti amici, ma se è per questo nemmeno nemici.-
- Però parliamo di ragazza introversa, timida e forse insicura.- fece Amanda - la vittima preferita di molti predatori.-
- Sei sicuro di non aver notato qualcosa, magari a lezione?- fece Fin - che so, qualcuno che le ronzava troppo attorno, ti ha confidato di aver avuto delle attenzioni poco piacevoli...?-
Carisi fece cenno di no.
- No. Parla quasi solo con me, tranne quando qualcuno le chiede gli appunti.... ha sempre detto che io ero l'unico a cui sia mai importato qualcosa di lei e che agli altri non importava di cosa pensava o cosa voleva....- fece Carisi - si era fidata di me. E io l'ho delusa.-
Amanda gli poggiò una mano sulla spalla.
- Non è colpa tua. Non potevi prevederlo.- fece Amanda.
- No, ma posso prendere quello che l'ha ridotta così ed assicurarmi che non veda più la luce del sole.- in quel momento il cellulare di Olivia squillò.
- Pronto? Grazie dottore... arriviamo.- e attaccò - Lucille è sveglia.-
- Vado io a parlarle.- fece Sonny prendendo la giacca.
- Sì, è meglio.- fece Olivia - ti conosce, si fida di te, è più facile che si confidi con un amico che con la polizia.-
...
...
...
Prima di andare in ospedale, Sonny fece una sosta in un ristorante cinese per comprare da mangiare e da bere.
Quando entrò nella camera in cui era ricoverata Lucille, vide la ragazza seduta sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto.
Si riscosse solo quando lo vide.
- E tu cosa fai qui....?-
- Faccio visita ad un'amica.- fece Sonny - Il dottore ha detto che puoi mangiare quello che vuoi.- fece Carisi mettendo sul comodino un sacchetto che conteneva una bottiglietta e una vaschetta di alluminio - spaghetti con verdure e gamberetti, e il tuo amato thè al limone.-
- Non ho fame...- fece Lucille con un sibilo.
- Lo capisco.... ma dovresti sforzarti.- fece Sonny - sono due giorni che non mangi e bevi...-
- Due giorni....?- fece Lucille - sono già passate 48 ore....?-
Carisi annuì.
- Ascolta... so che sei sotto shock, e che vorresti solo dimenticare quello che è successo... ma dovresti dirmi chi è stato a farti questo.- fece il detective.
- Dobbiamo proprio parlarne? Adesso?-
- Mi rendo conto che non è facile... ma se potessi dirmi com'è andata, chi è quell'animale, posso assicurarmi che non lo rifaccia.-
La ragazza si fece sfuggire una risatina sarcastica - Certo. E poi? Al processo diranno che l'ho provocato io, che me la sono cercata e nel giro di poche ore sarà libero.-
Sonny l'abbracciò forte - Ti giuro che non succederà. All'Unità Vittime Speciali, dagli addetti al Pubblico Ministero siamo tutti dalla parte della vittima. Aiutaci. Collabora con noi.-
La ragazza annuì.
- Avevo ricevuto una mail da un professore...- fece Lucy - Mi aveva scritto che era molto interessato ad un mio progetto, e che voleva discutere con me della possibilità di farne un articolo di ricerca.... e ti giuro, ero così felice che avrei voluto mettermi a gridare.... e che voleva parlarmi a riguardo... mi ha dato un appuntamento per la sera stessa.-
- E tu ci sei andata.-
- Sì... lo so cosa pensi. Che sono una stupida, che avrei dovuto chiamarti, che avrei dovuto capirlo...- fece Lucy in stato di shock.
- No invece.- fece Sonny - non importa il motivo per cui eri lì, se c'eri andata per discutere di lavoro o per parlare del tempo. Nessuno ha il diritto di farti una cosa simile se non lo vuoi.-
Il racconto continò - Sono andata a casa sua.... all'inizio andava tutto bene... poi ha detto che non si sentiva bene, e mi ha chiesto di prendergli le vitamine.... mentre ero di spalle mi sono sentita afferrare da dietro... ha cercato di baciarmi e mi ha spinto contro il muro....gli ho detto di no.....-
- Ma lui non ti ha ascoltato.- fece Sonny tremando di rabbia.
- No.- fece Lucy asciugandosi gli occhi - Ho cercato di scappare, ma mi ha raggiunta all'ingresso, mi ha afferrato per i capelli e trascinata in camera da letto... mi ha preso a schiaffi, a pugni.... poi mi ha buttato sul letto e mi ha violentata.- fece scoppiando a piangere - due volte.-
- Cosa....?-
Lucy annuì piangendo - Quando è uscito da me la prima volta ho sospirato di sollievo, credevo che fosse finita, invece mi ha fatto girare e mi ha sodomizzata...-
- Probabilmente voleva evitare il rischio che tu potessi rimanere incinta.- ipotizzò Carisi.
- Ho provato a ribellarmi, a scappare, ma non ci sono riuscita.... non riuscivo nemmeno a gridare.... volevo solo che finisse tutto in fretta, e ho pensato di essere altrove.... quando finalmente ha finito di fare i suoi comodi mi ha detto di prendere le mie cose e di sparire... e io l'ho fatto.... ho camminato fino a casa mia e mi sono buttata per terra, a piangere.... poi sei arrivato tu.-
Sonny le carezzò i capelli, fraternamente, con la mano che tremava per la rabbia. Aveva questo strano dono il detective Carisi... quando le vittime ripetevano quello che avevano dovuto subire senza poter reagire, vedeva la scena davanti a lui, come se stesse guardando un film, senza poter intervenire. Ma stavolta era peggio.
La vittima era una ragazzina che aveva poco più di vent'anni, che lui conosceva molto bene, di cui era amico, e alla quale si era affezionato quasi fosse suo fratello maggiore.... e non l'aveva protetta.
Non l'aveva salvata dal mostro cattivo.
Però poteva punirlo.
- Va bene...- fece a fatica il poliziotto - adesso c'è un'ultima cosa che devo chiederti: il nome di chi ti ha fatto questo.-
- Oh no....- fece Lucy - per favore non farmelo dire.... ha detto che se lo vado a dire in giro, se lo denuncio, mi rovina e non potrò più fare l'avvocato....-
- No, non lascerò che accada, credimi.- fece Carisi - e poi parliamoci chiaro: è lui che ti ha stuprata, è lui che ha commesso un reato, e sarà lui a finire con la carriera rovinata, non tu.-
Lucy ci pensò per un attimo prima di decidersi - E' il professor Matthew Cole... quello che tiene il corso di diritto di famiglia.-
- Va bene... adesso cerca di mangiare qualcosa e di riposarti un po'. Ti giuro che non la passerà liscia.-
E poteva giurarlo.
Fosse stata l'ultima cosa che faceva in vita sua, avrebbe preso quel figlio di puttana e i conti li avrebbe fatti prima con lui che con Barba, il tribunale e la giuria.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Indagini ***


Dopo che Carisi ebbe chiamato Olivia per raccontarle cos'era successo, lei si precipitò ad informare Barba.
- Quindi.... la vittima è un'amica di Carisi.- fece Barba.
Olivia annuì.
- Sì, era passato a farle un saluto e l'ha trovata sul pavfrcimento.- fece Olivia - l'ha portata subito in ospedale, e appena si è svegliata dall'anestesia gli ha raccontato tutto. 
Lucille dice che dopo aver ricevuto una mail da un professore che voleva parlare con lei di un progetto, le ha chiesto di raggiungerlo e lui l'ha violentata.-
- E come si chiama questo delinquente?- fece Barba.
- Matthew Cole, insegna diritto di famiglia alla Fordham.- fece Olivia.
Che per certi versi poteva anche passare per il classico bigotto ipocrita, credente del vecchio modo di pensare che l'uomo dovesse sovrastare la donna e che questa non avesse diritto di rispondergli o opporsi.
- Uno dei più stimati esperti di diritto di famiglia dello stato.- fece Barba.
- Rispettabile un corno. Questo è uno che va in giro a parlare della sacralità della famiglia, del matrimonio, della fedeltà e stupra una ragazzina di vent'anni, minacciandola di ritorsioni se apre bocca.- fece Olivia - deve andare in prigione. E' un pericolo per ogni donna del campus.- 
- Dimentichi un particolare.- fece Barba - Parliamo di un professore e di una sua studentessa. La difesa dirà che è andata a letto con lui per avere dei benefici.-
- Benefici? Quella poverina era talmente sconvolta che per quasi due giorni si è accoccolata sul pavimento senza mangiare ne bere, ha rischiato di morire disidratata.- 
- E per loro non sarà pertinente al caso.- fece Barba - nessuno le ha puntato contro una pistola dicendole che doveva smettere di alimentarsi. 
Diranno che non è colpa dell'imputato se lei ha scelto di suicidarsi.- 
- Certo che è sua: l'ha stuprata due volte, l'ha minacciata, e come se nulla fosse dopo che ha finito di fare i suoi comodi le ha detto di andarsene a casa.- fece Olivia- chiunque si sarebbe lasciato andare in quel modo.... quanto minimo è induzione al suicidio.- 
- Cioè un reato minore.- fece Barba - ma hai ragione. Deve essere punito per quello che ha fatto.-
...
...
....
Fin e Amanda, subito dopo aver raccolto la deposizione di Lucille, si diressero alla Fordham e chiesero subito del professor Cole.
Era un uomo distinto,aveva cinquantatre anni, media statura, occhi grigi e chiari protetti dagli occhiali da vista, capelli corti biondi con qualche traccia di grigiume, costituzione robusta.
- Che cosa posso fare per la polizia di New York?- chiese il docente con aria imperscrutabile.
Amanda gli mostrò la foto di Lucille - La conosce?- 
- Certo.- fece l'uomo mantenendo un atteggiamento calmo e composto - Lucille Brown. Una delle mie migliori studentesse.... oggi però non si è vista... non si è messa nei guai, vero?-
- Ha detto che l'ha violentata.- fece Finn cercando di non spaccargli la faccia.
Cole spalancò gli occhi - State scherzando mi auguro.- 
- No.- fece Amanda cercando di non cancellargli quel sorrisetto dalla faccia con un diretto ben assestato - La ragazza era piena di lividi, la faccia tumefatta, ferite compatibili con uno stupro e un principio di disidratazione. Si è cacciato in un brutto guaio.-
- E prima che possa dire non so chi possa averle fatto questo, probabilmente è sotto shock, non so perchè mi stia accusando, sappia che abbiamo il DNA dell'aggressore.- fece Finn sventolando una busta - e un mandato per il suo.-
Cole sospirò.
- Ok, lo ammetto. Ho fatto sesso con lei, ma era consenziente.- 
- Ah, ma davvero?- fece Amanda sarcastica - e allora perchè è in ospedale, conciata da far paura, e dice che l'ha stuprata e sodomizzata?-
-Ok, sentite.- fece il professore - è venuta qui, dicendomi che non si sentiva pronta per il mio esame ma che non poteva rischiare di ridarlo, e mi ha chiesto aiuto... voi capite, vero.- 
- Abbiamo la mail che lei le ha scritto.- fece Finn - ci risparmi le scuse.- 
- Sì, è vero, le ho scritto per parlare di lavoro e quando abbiamo finito le ho offerto un caffè, e lei mi ha detto che il mio corso le creava problemi e temeva di non passare l'esame. Mi ha fatto delle avances... mi rendo conto che ho violato il codice etico dell'università, ma non dico di no ad una bella donna.-
- E perchè allora Lucille dice che non voleva e che è stato lei ad aggredirla?- fece Amanda. 
- Probabilmente si è resa conto di aver fatto una sciocchezza e non vuole ammettere con amici e familiari di essersi comportata come una...- 
- Bada a come parla.- fece Finn - la ragazza presenta lesioni compatibili con un'aggressione, ha i vestiti strappati e ha rischiato di morire disidratata. Stiamo parlando di stupro di primo grado e tentato omicidio di secondo grado.-
- Se è solo per questo, la ragazza ha anche dei problemi a distinguere il bene dal male.- fece il professore - sapete che è stata mandata in analisi per la sua poca, per non dire inesistente, capacità di rispettare l'autorità e di distinguere insulti da critiche costruttive?- e nel dir così passò loro una cartellina verde con su scritto '' LUCILLE BROWN'' - Chissà cosa le dice la testa in questo momento.-
...
...
...
- Ho capito bene?- fece Barba - quel folle insinua che Lucille si sia inventata di essere stata stuprata?-
- Beh, non ha usato proprio queste parole....- fece Amanda - secondo lui Lucy è incapace di capire quando una persona la tratta male per farle del bene e quando invece la tratta male e basta.- 
- E da qui l'insinuazione, abbiamo fatto sesso consensuale, un po' rude, e lei lo ha scambiato per uno stupro.- fece Finn.
- Non crederete davvero a questa balla, vero?- fece Sonny. Aveva ancora nella testa l'immagine di Lucy in posizione fetale sul pavimento, con la camicetta aperta, gli occhi spenti e vuoti, il visto ricoperto di lacrime e make-up rovinato, tremante ed impaurita... impossibile che fosse ridotta così per un parto della sua immaginazione. 
- Non è la prima e nemmeno sarà l'ultima volta che uno stupratore cerca di incolpare la sua vittima o di sminuire l'accaduto.- fece Olivia - ma se è vero che è stata in analisi, la difesa userà questo contro di lei.- 
- Sentite, io ci parlo con lei, va bene?- fece Carisi passandosi una mano sulla faccia- e vi assicuro che  non è una mitomane visionaria. Quando apre bocca sa di cosa parla e se dice di essere stata violentata, vuol dire che è vero.- 
- E noi ci crediamo, Carisi.- fece Amanda poggiandogli una mano sulla spalla.
- Ma sai perfettamente che nei casi come questi conta solo la credibilità della vittima: e un trascorso psichiatrico, non è d'aiuto.-
- Tecnicamente...- fece Finn - la tua amica non è mai stata in cura da uno psichiatra, in compenso ha avuto parecchi colloqui con la psicologa della scuola, al liceo dove si è diplomata. Perciò i casi sono due.... o dietro la facciata da studentessa modello, responsabile e diligente c'è qualcosa che non sappiamo  o andava lì perchè voleva parlare di qualcosa che non riusciva più a sopportare ma che non poteva condividere.-
- Andate a parlare con questa psicologa.- fece Barba - scoprite se è vero o no che Lucille ha problemi di contatto con la realtà.- 
...
...
...
Un quarto d'ora dopo, Rollins e Olivia erano alla Fairfield Academy, il liceo da dove, due anni prima era uscita Lucille Brown, la loro vittima e chiesero subito della psicologa della scuola. La dottoressa Abigail Armon. Una donna di quarantasette anni non era molto alta, il viso era pulito dal trucco, i capelli color cioccolata ( tintura per capelli, senza dubbio) le arrivavano sino alle spalle, vestita con un tailleur viola, scarpe e calze coordinati con il vestito.
Rivolse un largo sorriso ai presenti, appena entrò, mettendo così in risalto i denti leggermente sporgenti, per poi rabbuiarsi al sentire nominare Lucille Brown. 
- Oddio...- fece la donna, più esasperata che preoccupata - speravo di non sentir più parlare di lei.- 
- Quindi la conosce molto bene?- fece Olivia.
- E' difficile scordarsi una che ti piomba in ufficio una volta a settimana, a frignare su quanto sia ingiusta la sua vita, e dire che tutti pensino che sia un'incapace che non combinerà mai niente di buono nella vita.... ogni volta che quella porta si apriva, stavo per per avere un crollo emotivo.-
- Può spiegarsi meglio?- fece Amanda guardando male la psicologa.
- Sentite, so che è brutto dirlo ma... quella ragazza non ha la minima idea di cosa voglia dire avere un problema.- fece la psicologa - una volta a settimana veniva qui, a piangere, dicendo che suo padre non la considerava, che la sua stima andava tutta al fratello maggiore solo perchè la pensavano allo stesso modo su tutto, che le scaricavano addosso colpe non sue e che sua madre non diceva o faceva mai nulla per difenderla.- 
- Quindi era vittima di violenza psicologica.- fece Olivia. Una forma di violenza che non lasciava segni visibili sulla vittima, ma che minava in maniera irreversibile l'autostima di chi ne era vittima e persino le sue facoltà di giudizio.
- Ma per favore.-fece la Armon - dopo il primo mese in queste condizioni, stavo per suggerire agli insegnanti di agire con discrezione per cercare di aiutarla... e loro hanno detto che a vedere i Brown, sembravano la classica famiglia felice della publicità.
Ho concluso quindi che Lucille si stesse solo sfogando per delle scaramucce avute in famiglia.... l'ho lasciata parlare.- 
- Cioè mi faccia capire....- fece Olivia - veniva qui una volta a settimana a dirle sempre le stesse cose, sulle stesse persone e lei non ha mai pensato di approfondire il problema?- 
- Senta, questa è una scuola con cinquemila iscritti, e l'adolescenza è il periodo più delicato dello sviluppo umano..... vedo ragazzi vittime di bullismo, sia dentro che fuori dall'ambiente scolastico, ragazzi disabili con forti difficoltà nell'inserirsi ed ad affrontare i loro handicap, ragazzi alle prese con il divorzio dei genitori.... non posso metterli in secondo piano per una ragazzina che frigna perchè le hanno negato un giocattolo nuovo.- 
Amanda stava seriamente pensando di appendere al muro quella pseudo-psicologa e riempirla di pugni - Quindi mi faccia indovinare.... se Lucille le avesse detto che qualcuno l'aveva molestata o aveva abusato di lei.... non le avrebbe creduto.-
- Conoscendola, prima avrebbe accusato qualcuno di stupro e nemmeno un'ora dopo ci sarebbe uscita assieme.- nel dir così la psicologa guardò l'orologio - ora se volete scusarmi, ho un colloquio con uno studente.-
- Che il cielo lo aiuti.- commentò acidamente Amanda.
...
...
...
Le due donne tornarono al distretto, furiose, per informare Barba del loro colloquio con la signorina Armon.
- Per motivi professionali ha preso appunti anche dai colloqui con Lucile...- fece Amanda - ma ha scritto che Lucille Brown non ha contatto con la realtà, che non distingue le critiche costruttive dagli insulti e dalle offese verbali.... ecco da dove ha preso l'idea Cole.- 
- Ho sempre pensato che psichiatri e psicologi dovessero stare fuori dalle aule di tribunale.- fece Barba - e avevo ragione. Ma questa tizia non dovrebbe entrarci a prescindere.... non è certo la prima volta che una vittima di abusi confida il suo calvario a qualcuno, magari un'estraneo o che per qualche motivo non può riferire all'abusante che la sua vittima parla, e poi si comporta come se nulla fosse.
- Quindi questo la rende una vittima credibile?- fece Amanda.
- Il mondo è pieno di persone che si credono superiori ad altre e quando incontrano una persona più forte e intelligente di loro, provano a buttarla giù.- fece Barba - di solito usano le botte e la violenza fisica, ma quelli furbi usano le parole. Nessun tribunale condannerebbe qualcuno per quello che gli esce dalla bocca.- 
- Uno dei motivi principali per cui in certi casi odio il primo emendamento.- fece Olivia. 
- Sicuramente le parole fanno molto più male delle botte e sentirsi ripetere gli stessi insulti ogni giorno per anni è una forma di violenza ancora più ripugnante.... ma è anche più difficile da provare.- fece Barba. 
- Quindi....- fece Olivia - la difesa potrà dire che Lucille Brown non è una testimone attendibile perchè la legge non può punire chi sminuisce psicologicamente una persona, e le darà addosso perchè non è mai riuscita a ribellarsi concretamente a degli abusi, e Cole se la caverà?- 
- Ci servirebbe almeno un testimone che possa dichiarare che era davvero vittima di abusi.- fece Barba.
Più facile dirsi che farsi.
Le vittime di abusi verbali o fisici erano quasi sempre accomunate da una forma di sindrome di Stoccolma: tendevano a proteggere i loro aguzzini per istinto di sopravvivenza, tendevano a minimizzare la cosa quando qualcuno provava a sbattere loro in faccia la verità, a giustificare.... e i rari casi in cui buttavano fuori almeno una parte dell'inferno che vivevano nelle mura domestiche era con perfetti sconosciuti che non avrebbe mai avuto tempo o modo di informare l'abusante che la sua vittima non osservava il silenzio, per la troppa paura che il loro aguzzino lo venisse a sapere e raddoppiasse il carico.
Le possibilità, quindi, che Lucille avesse confidato ciò a qualcuno... un amico, un parente lontano, un vicino, erano drammaticamente vicine allo zero. 
E considerata la scarsa attenzione ricevuta dalla psicologa a cui si era rivolta, per cercare forse non la soluzione a tutti i suoi problemi, ma almeno dei consigli di sopravvivenza, forse nemmeno con degli sconosciuti sul bus si era confidata.
- Qualcuno però avrà notato qualcosa.- fece Amanda - facciamoci un giro nel quartiere e vediamo se qualcuno ha mai visto o sentito qualcosa.-
...
...
...
Nel frattempo, Sonny Carisi era tornato da Lucille. Per il medici, la ragazza poteva tornare a casa. Unica raccomandazione, bere ad intervalli regolari e ricordarsi di mangiare, di tanto in tanto. A parte questo, per loro poteva essere dimessa e Sonny la riaccompagnò a casa.
Erano rimasti in silenzio per quasi tutto il tragitto.
Sonny  guardava la strada per guidare, ed ogni tanto si voltava verso il sedile del passeggero di fianco a lui, per assicurarsi di come stesse Lucy.
La ragazza si era abbandonata sul sedile, con uno sguardo perso nel vuoto, il segno delle lacrime ormai secco sulla pelle assieme al mascara che si era rovinato.... come se fosse quello il problema principale.
Non appena arrivarono a destinazione, la ragazza andò a  raggomitolarsi sul divano mentre stringeva un cuscino a forma di cagnolino che aveva trovato sul divano.
- Ti preparo qualcosa di buono da mangiare.- fece Sonny.
Andò ad armeggiare in cucina e per un breve attimo ebbe il sospetto che Lucy si fosse addormentata.
La ragazza non sospirava.
Non piangeva.
Non singhiozzava.
Non sospirava.
Praticamente era come essere in casa da soli.
L'uomo tornò dopo una ventina di minuti con una tazza su cui era disegnata una faccina sorridente e un pezzo di crostata alla frutta.
Dal contenitore si levava un profumo dolcissimo e si poteva intravedere della panna macchiata da della polvere di cacao.
- Ecco qua....- fece poggiando la tazza sul tavolino da caffè davanti a lei- un cioccolato così non lo hai mai assaggiato.-
- Non ho voglia di mangiare.- fece Lucille.
- Però hai fame.- fece Sonny - cerca di sforzarti un po'... hai passato quasi due giorni e mezzo senza assumere nulla di solido... e hai rischiato la disidratazione... devi recuperare le forze.-
- Per cosa?- fece Lucille - se mi mantengo in forze, sono lucida, e se sono lucida la mia mente va a quella notte da incubo....
- Ascolta...- fece Sonny sfiorandole una mano, con cautela, quasi avesse avuto paura di spaventarla - non è colpa tua, va bene?-
- Ne sei sicuro?- fece Lucy - Mi ha dato un appuntamento a casa sua, di sera, e io ci sono andata.... dovevo aspettarmelo.... ma ero così felice al pensiero che qualcuno apprezzasse il mio lavoro, che volesse farmi un complimento che non riuscivo a pensare ad altro... Dio, che stupida sono stata....- 
- No, questo non dirlo nemmeno per scherzo, ok?- fece Sonny - Tu non hai colpe. Puoi essere stata ingenua, questo sì, ma non esiste una sola valida ragione al mondo che giustifica una cosa del genere. No significa no. Puoi non averlo detto a voce forse. Ma le azioni contano più delle parole.-
Aveva sentito spesso delle vittime dire di come il terrore le aveva talmente paralizzate da non riuscire a muoversi o parlare... e molti stupratori e avvocati della difesa avevano usato quelle reazioni fisiologiche e quasi sempre involontarie per confondere le idee sia alla vittima che alla giuria, per far credere loro che in realtà desideravano quel rapporto.
Ma c'erano altri modi per dire '' No'': mostrarsi insicuri, dubbiosi, un consenso non esplicito, l'incapacità di poterlo dare perchè temporeanamente incapace di capire cosa voleva realmente....
- E per quel che mi riguarda.... per me potresti anche esserci stata, all'inizio, ma se poi decidi che non te la senti, puoi tirarti indietro e senza dare troppe spiegazioni. Tutto quello che succede dopo è stupro.- 
- Io non ero pronta...- fece Lucy tra le lacrime - non me l'ero immaginata così la mia prima volta.... pensavo che avrei incontrato una persona speciale, che ci saremmo innamorati....- e invece, la sua prima volta era stata piena di dolore, lacrime, paura, suppliche... quelle urla e quel ricordo l'avrebbero accompagnata per tutta la vita.
- Io non posso dirti che passerà.... il dolore non si supera. Non svanisce... e Dio mi è testimone, farei qualunque cosa per tornare indietro e risparmiarti questo calvario... il passato non si può cambiare, ma ti do la mia parola.... pagherà per quello che ti ha fatto.
La ragazza in risposta si avvicinò per abbracciarlo, ed una volta che ebbe circondato e stretto l'addome del suo unico vero amico, scoppiò in lacrime, di nuovo.
Davanti a quel dolore così vivo, profondo e lacerante per chiunque potesse vederlo, Sonny non potè trattenersi dal ricambiare quell'abbraccio.
E la cosa peggiore era che non aveva idea di come fare per alleggerirlo.
Senza sapere che le stava già alleviando il dolore. Per la ragazza pareva un sogno trovarsi con qualcuno che la faceva sentire tranquilla, che l'aveva tenuta stretta a se per darle un po' di conforto e calore umano e che aveva tentato di allentare la morsa che le stava stringendo il cuore fino a farlo sanguinare.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3833105