Supernatural

di Keyra96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


12 Agosto 1998

La casa era avvolta nel buio, quando la piccola Charlie rientrò quel martedì sera.

- Mamma sono a casa! – disse, mentre si richiudeva la porta d'ingresso alle spalle e premeva l'interruttore della luce. La ragazzina rimase interdetta quando non ebbe risposta e la luce non si accendeva. Ripremette due volte l'interruttore ma niente.

- Mamma? - chiamò di nuovo, restando immobile davanti l'entrata. Il silenzio che avvolgeva la casa era inquietante e le sembrava che l'ambiante fosse più freddo del solito. Un rumore proveniente dalla cucina la fece sobbalzare. Lentamente si mosse in direzione della stanza, recuperando la mazza da baseball che la madre teneva in un angolo.

- Mamma sei tu? – domandò con voce flebile e tremante, mentre teneva sollevata la mazza pronta a colpire chiunque. Il suono di rantoli sommessi provenne dalla cucina. La quattordicenne giunta davanti alla porta bianca, la spinse con una mano aprendola. Quello che si udì dopo, fu l'urlo agghiacciante della ragazzina, mentre osservava i corpi di sua madre riverso a terra, in un enorme pozza di sangue.

13 Agosto 1998

La pancetta sfrigolava nella padella e l'odore di uova fritte riempiva la cucina, quando il telefono iniziò a squillare alle 09.30 di quel mercoledì mattina. Bobby cercò di ignorarlo continuando a rigirare la pancetta con una forchetta mentre con la mano sinistra si portava alla bocca una bottiglia di Firestone Walker Bravo appena stappata. Lo squillo cessò e Bobby tirò un sospiro di sollievo, mentre metteva la pancetta nel piatto accanto alle uova e si sedeva al tavolo, continuando a sorseggiare la sua adorata birra, ma purtroppo quell'aggeggio infernale ricominciò a suonare facendo imprecare l'uomo.

- Chi diavolo mi rompe a quest'ora del mattino? – rispose burbero, non appena alzò la cornetta.

- Parlo con il signor Robert Singer? – la voce vellutata di una donna, distorta dal telefono, gli riecheggiò nell'orecchio.

- Dipende da chi lo cerca! – disse lui, cercando di nascondere la curiosità.

- Mi chiamo Miranda Clapton, la chiamo da Seattle, sono degli Assistenti sociali. Ho bisogno di incontrarla urgentemente signor Singer! –

- Che diavolo vogliono gli assistenti sociali da me? – domandò più a sé stesso che alla donna. Ciò che la signorina Clapton disse pochi istanti dopo, gelò l'uomo sul posto. Bobby chiuse la telefonata all'istante, restando immobile davanti alla cornetta del telefono, era come paralizzato. Sul volto un'espressione di sconvolgimento. Dopo quello che parve il minuto più lungo della sua vita, si avviò velocemente a recuperare il suo cappotto e le chiavi dell'auto, sbattendo violentemente la porta dietro di sé.

16 Agosto 1998

- Era ora! – disse Bobby mentre apriva la porta d'ingresso e fulminava con lo sguardo l'uomo davanti a sé che gli stava sorridendo.

- Scusami Bobby, abbiamo avuto qualche problemino a Jacksonville, niente che non potessimo risolvere, ma comunque ci ha rallentato un po' ! – cercò di giustificarsi John Winchester. Sapeva quanto irascibile fosse il suo amico, soprattutto negli ultimi giorni. Le voci di due ragazzi arrivarono alle spalle dei due uomini.

- Ehi voi due, piantatela di litigare e scaricate la vostra roba! – John richiamò all'ordine i suoi due figli, Sam e Dean, che come al solito stavano discutendo su chissà che cosa.

- Ѐ Dean quello che rompe, io mi stavo solo facendo gli affari miei. Ciao Bobby! – salutò il piccolo dei Winchester.

- Sei tu che mi stai fra i piedi! Bobby! – rispose il maggiore tirando uno scappellotto al fratello, che prontamente lo spintonò.

- Vi ho detto di smetterla! – li separò John prendendogli per il coletto delle loro giacche.

- Lei dov'è? – domandò, rivolgendo la sua attenzione a Bobby che era rimasto per tutto quel tempo ad osservare la scena in silenzio.

- Ѐ di là, seduta sul divano a guardarsi intorno con lo sguardo terrorizzato! – rispose burbero, come sempre tra l'altro.

- Ѐ carina? – domandò Dean con fare malizioso.

- Ah ma smettila! – lo riprese il padre, ammonendolo con lo sguardo. ­– Su entriamo! – disse poi, seguendo Bobby all'interno della casa. I quattro uomini svoltarono a sinistra entrando nel disordinato salotto, dove su uno dei vecchi divani era seduta una ragazzina di appena quattordici anni, che come aveva detto Bobby si guardava intorno terrorizzata.

- Ciao! – la salutò cordiale John, restando però a debita distanza.

- Porca miseria Bobby per essere tua figlia è veramente carina! – si lasciò sfuggire Dean, beccandosi un ceffone dietro la nuca da suo padre e degli sguardi ammonitori da tutti i presenti.

- Scusa la sfacciataggine di mio fratello Dean, lui è fatto così! – intervenne Sam, avvicinandosi cautamente alla ragazza.

- Mi chiamo Sam Winchester – si presentò porgendole la mano. La ragazza la osservò e poi portò lo sguardo sul viso di Sam, che le stava sorridendo. Le sembrò a prima vista un ragazzo molto gentile ed educato. Con la mano che le tremava, si allungò a stringere quella del ragazzo davanti a sé.

- Charlie Evans – disse flebilmente.

- Sta tranquilla siamo qui solo per aiutarti! – Sam allargò il suo sorriso, infondendo in Charlie uno strano senso di sicurezza, del quale lei in quel momento aveva un disperato bisogno.

- Andrà tutto bene! – le disse dolcemente e lei annuì impercettibilmente, ignara del fatto che la sua normale vita aveva preso una svolta totalmente tetra e sovrannaturale.

 

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Angolo autrice

Salve gente questo è il prologo della mia storia su Supernatural, spero che possa piacere a qualcuno in modo tale da proseguire con le pubblicazioni. Chiedo scusa in anticipo per quanto riguarda gli aggiornamenti, spero di essere costante in quanto mi sto portando avanti con la storia in modo tale di avere i capitoli sempre pronti, ma chiedo venia se non sarà così perché abbiate pietà di me ma mi sto per laureare ed ho un botto di roba da fare, gli ultimi esami da dare e la tesi da scrivere. Questa storia è un po' come il mio hobby per staccare la spina, quindi spero vivamente che possa piacere a qualcuno.

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Erano passati sette anni dall'incontro con Bobby ed i Winchester. Charlie aveva fatto fatica all'inizio a comprendere tutta la situazione. Per quattordici anni aveva creduto che suo padre naturale fosse morto in un incidente stradale, o per meglio dire era quello che sua madre Grace le aveva fatto credere. Dopo la sua morte, Charlie aveva scoperto tutta la verità: su chi fossero realmente sua madre e suo padre, su come si erano conosciuti e su come una birra di troppo aveva portato alla sua nascita. Bobby non era propriamente il padre amorevole che si era immaginata. Era, la maggior parte delle volte, burbero nelle risposte e si faceva spesso gli affari suoi, ma certamente era meglio la convivenza con lui, che passare la vita in un orfanotrofio. Nonostante la vita che l'uomo conducesse, aveva cercato di garantirle la normalità. Se Charlie faceva qualche domanda sul suo lavoro, Bobby cercava di deviare il discorso quanto più possibile, non voleva che sua figlia fosse coinvolta più di quanto già non lo fosse in quel mondo oscuro. Le aveva solo insegnato le cose basilari per potersi difendere: tipo mettere delle strisce di sale a porte e finestre quando era sola in casa, o portarsi sempre dietro una boccetta di acqua benedetta. Tuttavia si era lasciato un po' prendere la mano quando le aveva insegnato a maneggiare pistole e coltelli. Per tirarla su si era fatto dare qualche consiglio dal suo amico John, il più delle volte sbagliato, ma Charlie non gli aveva mai fatto pesare nulla, anzi dal giorno in cui era arrivata aveva cercato il più possibile di essere indipendente. Pur essendo in un'età difficile non gli aveva mai dato grattacapi, era piuttosto tranquilla come adolescente. Nessun capriccio, niente festini, né post sbornia, né tanto meno ragazzi che gli giravano per casa, a parte i figli di John con i quale sembrava che Charlie andasse abbastanza d'accordo, soprattutto con il minore e di questo Bobby se ne era accorto. Tutto sommato era andata bene ad entrambi. Adesso Charlie era cresciuta e come ogni ragazza della sua età era andata al college. Quando se n'era andata Bobby aveva sentito una specie di vuoto farsi spazio dentro di lui, si era sentito triste e si era scoperto impaziente nell'attendere una sua telefonata. Cosa che la ragazza faceva quasi tutti i giorni. Tuttavia quel giorno non aveva ancora chiamato e la cosa lo stava preoccupando un po'. Qualcuno bussò alla porta facendolo sobbalzare. Posò i fogli sulla sua vecchia scrivania ricoperta di antichi libri e si diresse all'ingresso, dove trovò ad attenderlo i due figli di John.

- E voi cosa diavolo ci fate qui? – disse aprendo la porta.

- Ciao Bobby come stai? Noi bene, grazie per averlo chiesto! – lo canzonò Dean con il suo solito fare da sbruffone, mentre superava l'uomo ed entrava in casa dirigendosi al frigorifero, prendendosi una birra e cominciando a sorseggiarla.

- Prego, fa come se fossi a casa tua! – lo rimbeccò Bobby ironico, cercando di mascherare la sensazione di felicità che aveva provato quando gli aveva visti. Poi si volto verso Sam che era rimasto sull'arco della porta del soggiorno, come a non voler entrare senza permesso.

- E tu non dovresti essere a Stanford ragazzo? – domandò curioso e allo stesso tempo preoccupato. Sam sollevò le spalle, cercando di troncare il discorso. Stanford non era una cosa di cui aveva piacere di parlare.

- Bobby hai per caso sentito papà ultimamente? – intervenne Dean, vedendo il disagio del fratello.

- No, in realtà è più di un mese che non ho sue notizie! È per caso successo qualcosa? – disse andandosi a prendere anche lui una birra e porgendone un'altra a Sam.

- Ci siamo separati per una caccia e da allora non ho più avuto sue notizie! Da quel che ne so è sulle tracce della cosa che ha ucciso la mamma! – rispose il maggiore.

- E anche noi! Dobbiamo trovarla ad ogni costo! – aggiunse Sam, provando a trattenere la rabbia.

- C'è qualcosa che non so? – domandò Bobby squadrando Sam.

- Pare che la stessa cosa abbia ucciso la sua fidanzata! – disse Dean, indicando con il capo il fratello, che stringeva troppo forte la bottiglia di birra.

- Ho bisogno d'aria – Sam posò la bottiglia sulla scrivania e poi si diresse fuori sbattendo dietro di sé la porta di casa, lasciando i due interdetti nel salotto. Il telefono cominciò a squillare, facendoli sobbalzare, Bobby frettoloso si avvicinò alla cornetta per rispondere, facendo sorridere Dean.

- Bobby? – rispose Charlie dall'altro capo, l'uomo sorrise appena sentendo la voce della figlia.

- Sì, sono io, come va lì? -  disse l'uomo allontanandosi dalla visuale di Dean, che si stava gongolando nel vederlo un po' più affettuoso del solito.

- Hai letto il giornale? – domandò Charlie, con tono preoccupato.

- No perché? –

- Un ragazzo del college è stato brutalmente mutilato la scorsa notte! Credo si tratti di uno dei tuoi casi Bobby! – riferì la ragazza un tantino inqueta.

- Perché secondo te? –

- Le circostanze sono strane e in più sul giornale c'è scritto che l'unico testimone della vicenda ha affermato che l'assassino fosse invisibile! - 

- Pensi dunque che possa trattarsi di qualcosa di sovrannaturale? – le domandò l'uomo interessandosi alla vicenda.

- Credo che tu debba venire a fare un salto qui, giusto per essere sicuri. Io non ho la tua esperienza! – rispose lei.

- No, non voglio che tu faccia nulla, tieniti lontana da questa vicenda, domattina sarò lì! – si affrettò a dire. L'ultima cosa che voleva e che sua figlia, che non aveva mai cacciato, si cimentasse in una missione suicida. Chiuse la telefonata e tornò in soggiorno dove Sam era rientrato e stava discutendo, come sempre, con il fratello.

- Smettetela di blaterare idioti e preparate la macchina, abbiamo un caso da risolvere! – disse recuperando la sacca da viaggio che teneva nel ripostiglio.

- Un caso? Ma dovremmo cercare papà! - disse Sam.

- Voi fate che diavolo volete, ma mia figlia ha bisogno di me per cui, chiudete a chiave la porta quando ve ne andate! – ribatté dirigendosi alla porta ed uscendo di casa, andando a sistemare la sua auto.

Dean guardò il fratello alzando le sopracciglia. Sam sbuffò ma poi annuì.

- E va bene andiamo! – rispose, dirigendo a passo svelto verso l'Impala parcheggiata nel vialetto di Bobby.

- Ehi, tu indicaci la strada che noi ti seguiamo! – urlò Dean a Bobby prima di sedersi in auto e mettersi in moto.

- Ma lo hai sentito? "Mia figlia ha bisogno di me!" – Dean provò ad imitare la voce del vecchio burbero, cercando di scatenare l'ilarità del fratello, ma Sam rimase con il broncio a fissare la strada davanti a sé.

- Sam io penso che papà non voglia essere trovato, per cui, via quel broncio e cerchiamo di concentrarci sul caso, lo hai sentito Bobby. E poi è anche una buona occasione per rivedere Charlie, che è dal diploma che non vediamo. Chissà se si è fatta più carina?! – si domandò Dean.

- Tu non la vedi dal diploma! – bofonchiò Sam sottovoce, voltando lo sguardo sul finestrino alla sua destra. A differenza di suo fratello Dean, lui Charlie l'aveva rivista poco più di un anno prima e le cose non erano andate propriamente bene. Mentre fissava il paesaggio del Dakota del Sud scorrere davanti ai suoi occhi, Sam ripercorse con i ricordi quel giorno quando si rincontrarono.
***
Aveva ricevuto un messaggio da Charlie all'incirca un'ora prima. La ragazza gli aveva scritto che era a Stanford per dare un'occhiata al college e che voleva vederlo per fargli un saluto, così si erano dati appuntamento ad un pub poco distante dall'università. Lui e Charlie erano andati d'accordo fin da subito, era stato il primo di cui la ragazza si era fidato ed avevano stretto una bella amicizia. Sam cercava di distrarla da quel mondo oscuro che pian piano Charlie stava imparando a conoscere, voleva che almeno lei fra tutti loro avesse una parvenza di vita normale e a dirla tutta, quando erano assieme anche lui si sentiva un po' normale. Quando aprì la porta del pub, incominciò a guardarsi intorno alla sua ricerca. La trovò seduta un po' più appartata degli altri, mentre tamburellava le dita sul tavolo con fare nervoso, ed ogni tanto si sistemava qualche immaginaria ciocca ribelle dei capelli. Sam sorrise spontaneamente vedendola e le si avvicinò di soppiatto, facendola sobbalzare quando le fu accanto. Charlie si alzò di scatto dalla panca dove era seduta e sorrise al ragazzo.

- Ciao Sam! salutò con entusiasmo, forse fin troppo si disse mentalmente, mentre con fare impacciato si alzava sulle punte per salutare il ragazzo molto più alto di lei. Sembrava una bambina al suo fianco.

- Ciao Charlie, non ci si vede da un po'! disse lui, abbassandosi un po' alla sua altezza, contraccambiando il saluto.

- Eh già! rispose lei mentre prendeva di nuovo posto sulla panca di fronte a lui. Una cameriera si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni.

- Cosa vi porto? domandò con un sorriso cordiale.

- Due birre andranno bene!? disse Sam cercando approvazione nello sguardo di Charlie. Aveva sempre visto la ragazza preferire una Cola alla birra.

- Certo! rispose lei, mordendosi il labbro inferiore. 'Mi servirà proprio' pensò tra e . La cameriera sorrise ancora annotando sul taccuino e poi andò via lasciandoli da soli.

- Allora come va? prese parola Sam portando tutta la sua attenzione su di Charlie.

- Solita vita! la ragazza sorrise appena mentre gli rispondeva. Mi è dispiaciuto non vederti il giorno del diploma! disse sperando di non irritare il ragazzo.

- beh io e papà siamo un po' ai ferri corti, per cui non mi sembrava il caso, comunque congratulazioni, se sapevo che saresti venuta, ti avrei preso un pensierino! rispose lui un po' dispiaciuto.

- Non preoccuparti, va bene lo stesso! sorrise impacciata lei, mettendo una mano su quella del ragazzo, ma ritirandola subito dopo come scottata. La cameriera tornò al tavolo con due boccali di birra posandoli davanti a loro e lasciando la ricevuta al centro, per poi andar via. Sam si schiarì la voce prendendo un sorso dal suo calice, gli sembrava che l'aria fosse quasi imbarazzante fra i due, poi cercò di riprendere il discorso.

- Che te ne pare di Stanford, ti sei già fatta un giro? chiese, spostando l'attenzione sul college.

- In realtà sono arrivata questa mattina, per cui non ho ancora avuto modo di visitare il campus! rispose Charlie, sorseggiando anche lei. Il silenzio calò di nuovo fra i due e la ragazza non la smetteva di torturarsi le mani e mordersi il labbro tra un sorso di birra e l'altro. Sam non poté fare a meno di notare il suo nervosismo e iniziò a preoccuparsi.

- Charlie va tutto bene?

- Ecco io... - la voce della ragazza tremò. ' Dannazione sembro una stupida adolescente' si disse mentalmente, poi prese il suo boccale e trangugiò tutto d'un fiato la birra che era rimasta, lasciando Sam sbalordito.

- Ok, allora questa cosa la dirò una volta sola, per cui fa attenzione a ciò che sto per dirti! Charlie puntò un dito contro Sam, sfidandolo con lo sguardo, mentre le guance assumevano il colore rosso della maglietta che indossava sotto il suo giubbotto di pelle nero. Sam la guardò stranito ma fece cenno di con il capo, bevendo un sorso di birra. La ragazza si schiarì la voce prima di parlare.

- Sam tu mi piaci e... venne interrotta dalla voce di un'altra ragazza che si avvicinò al tavolo.

- Finalmente ti ho trovato, perché non mi hai avvisata che eri qui!? una sorridente e slanciata ragazza bionda si era avvicinata al loro tavolo e Sam appena l'aveva vista si era alzato in piedi scoccandole un bacio a fior di labbra. Charlie guardò la scena restando gelata sul posto, mentre un velo di lacrime le stava per coprire gli occhi.

- Charlie ti presento Jessica la mia ragazza! disse Sam voltandosi a guardarla. Jessica dal suo canto allungò una mano per presentarsi.

- Charlie! rispose la bruna stringendo la mano frettolosamente.

- Lei è una vecchia amica di famiglia, è venuta a Stanford per vedere il college e ha pensato di salutarmi! spiegò Sam. La sua voce, arrivava sempre più ovattata alle orecchie di Charlie, mentre anche Jessica le rivolgeva la parola lodando l'università di Stanford, dicendo quanto si sarebbe trovata bene e che se avesse avuto problemi poteva fare affidamento su di loro. Tutto questo mentre si stringeva di più al ragazzo del quale era sempre stata segretamente innamorata, facendola sentire fuori posto e di troppo tra loro due. Sam vide lo sguardo assente della ragazza e le diede un lieve scossone per riportarla alla realtà.

- Va tutto bene? le chiese preoccupato.

- Cosa? lo guardò confusa lei Sì, certo! si riprese poi, chinando lo sguardo per nascondere i suoi occhi lucidi.

- Che stupida, ho dimenticato di avere un impegno, scusatemi! dal portafoglio estrasse una banconota da venti dollari e la lasciò sul tavolo per poi allontanarsi frettolosamente da i due piccioncini ed uscire fuori all'aria fresca della sera che stava calando. Appena fuori dal locale, si sentì meglio, una lacrima sfuggì al suo controllo e le rigò la guancia, ma subito con il dorso della mano se l'asciugò. Poi si voltò alla sua sinistra e si mise a camminare in direzione della sua auto. Doveva andar via di . Stava per fare la fine della stupida confessandosi come un'adolescente idiota. Per fortuna che Sam non aveva sentito o sarebbe stata la fine. Sentì la porta del locale alle sue spalle aprirsi e chiudersi velocemente e poi la voce di Sam che la chiamava. Decise di non fermarsi e far finta di non aver sentito accelerando il passo, ma egli le fu accanto posandogli una mano sulla spalla ed invitandola a girarsi verso di lui. Sam aveva sentito e anche molto bene ma voleva essere sicuro.

- Non abbia finito di parlare prima! le disse con un mezzo sorriso Cosa volevi dirmi?

- Oh, beh era una cosa stupida, figurati che me la sono dimenticata. Adesso devo proprio andare Sam ci sentiamo ok? Buona serata! Charlie si voltò velocemente e pregò con tutta se stessa che Sam non la seguisse e così fu. Sam rimase interdetto sul marciapiede mentre la vedeva svoltare l'angolo e sparire. Da quel giorno non si rividero ne sentirono più.
***

- A che pensi? – Dean interruppe il flusso dei suoi ricordi, abbassando il volume della radio.

- A niente! – cercò di sviare il discorso Sam.

- Oh andiamo Sammy ti conosco, hai qualcosa che ti frulla per la testa! Sono tuo fratello, puoi parlarne con me! – disse Dean, dandogli una pacca sulla spalla.

- Ѐ che non penso che sia una buona idea andare da Charlie! –

- Sam ne abbiamo già parlato, se papà voleva farsi trovare lo avrebbe fatto e... -

- Non c'entra nulla papà! – lo interruppe.

- E allora cosa? – domandò Dean curioso. – Cosa? – insistette.

- Tu non vedi Charlie dal diploma, ma io invece l'ho rivista all'incirca un anno fa, prima che andasse al college! –

- E cosa? Avete fatto sesso? Oh l'ho sempre saputo che sarebbe successo! – lo prese in giro Dean, con fare malizioso.

- Noi non abbiamo fatto sesso, possibile che tu pensi solo a quello? – lo rimproverò indignato. Dean dal canto suo alzò le spalle per niente risentito, per lui il sesso era molto importante e di certo non era pudico come il fratello.

- Allora cosa è successo? – cercò di sembrare serio il maggiore dei Winchester, mentre svoltava all'uscita per l'Eastern Iowa University.

- Lei credo si sia, come dire dichiarata! – rispose Sam imbarazzato, sentendo di tradire in qualche modo Charlie.

- Dichiarata, cioè con i fiori e tutto il resto? – scherzò Dean per abbassare la tensione.

- Ma quanto sei idiota!? – chiese Sam retoricamente, facendo ridere Dean ancora di più.

- E tu che le hai detto? –

- Nulla, in quel momento è arrivata Jessica e l'ho presentata come la mia ragazza. Charlie se n'è andata e da allora non l'ho più vista né sentita! – concluse Sam, portandosi una mano alla testa.

- Wow, che tatto. Una ragazza carina ti si dichiara e tu le presenti la fidanzata? E l'idiota sarei io? – si congratulò Dean. E Sam gli diede mentalmente ragione, avrebbe dovuto parlarle e spiegarle con più delicatezza la situazione piuttosto che sbatterle in faccia la realtà.

- Ti rendi conto che tu le hai spezzato il cuore? – riprese il discorso Dean – Hai spezzato il suo esile cuoricino, calpestato i suoi sentimenti e... -

- Okay ho capito Dean, basta adesso! – alzò la voce Sam cercando di mettere a tacere il fratello.

- Ho sempre saputo che tu le piacevi. Ti guardava con occhi dolci sin dal primo momento e poi Charlie è sempre stata una ragazza abbastanza fragile ed insicura, sempre in disparte, ma con te sembrava diversa e tu l'hai devastata con il tuo modo di fare! – Dean ci stava prendendo gusto a fargli la paternale. Per una volta non era lui quello che aveva sbagliato con una ragazza, ma era stato il grande e sensibile Sam e doveva ammetterlo un po' gli dispiaceva per Charlie, non se lo meritava. Vide l'auto di Bobby fargli cenno di accostare al marciapiede e lui lo seguì a ruota.

- Comunque non ci pensare e comportati naturalmente. È passato più di un anno vedrai che le è passata. Come si dice lontano dagli occhi, lontano dal cuore no? – Disse con il suo sorriso beffardo mentre spegneva il motore dell'Impala e scendeva dall'auto, seguito a ruota da Sammy. Bobby si voltò a guardarli e li raggiunse.

- Tutto bene? – chiese vedendo il volto preoccupato di Sam. Lui gli fece un mezzo sorriso e poi annuì con il capo.

- Bobby? – si sentì chiamare alle spalle l'uomo, dove dal vialetto di una villetta a due piani stava arrivando Charlie. Dean strabuzzò gli occhi a vederla, voltandosi verso Sam.

- Però si è fatta più carina, ci sono problemi se ci provo? – cercò di sfotterlo, ottenendo un'occhiataccia. Della paffuta ragazzina che Dean conosceva era rimasto ben poco. Charlie aveva assunto l'aspetto di una giovane donna, anche se la sua altezza era rimasta più o meno la stessa di quella di quattro anni prima. Aveva un sorriso smagliante mentre si avvicinava a suo padre, dopotutto gli si era molto affezionata. L'abbracciò svelta come sempre e poi guardò alle spalle dell'uomo scorgendo i due Winchester. Il suo cuore perse un battito nel rivedere Sam, ma cercò di non darlo a vedere a nessuno.

- Dean, Sam e voi che ci fate qui? – cercò di apparire un po' entusiasta.

- Oh beh il vecchio orso ci ha chiesto di venire e così... - disse Dean avvicinandosi per stringerla in un abbraccio – ti trovo bene! – aggiunse poi, buttando un fugace sguardo alla scollatura.

- Anche tu, sembri in gran forma! – disse lei sorridendogli per poi voltarsi verso Sam. Per non destare sospetti si avvicinò tentando di abbracciarlo nel modo meno imbarazzante possibile.

- Non dovresti essere a Stanford? – gli chiese seria. Lui chinò il capo scuotendo la testa.

- C'è un caso per noi qui? – provò a cambiare argomento. Dean fece segno a Charlie di troncare e questa annuì impercettibilmente, cercando di rispondere alla domanda del minore dei Winchester.

- Credo di sì, voglio dire siete voi gli esperti del campo, mi è sembrata una cosa che potesse interessarvi – provò a giustificarsi. Si sentiva un'imbranata. E se quel caso fosse stato un semplice caso di omicidio, avrebbe fatto la figura dell'idiota, di nuovo.

- Okay allora daremo un'occhiata! – Dean le fece l'occhiolino sorridendole beffardo.

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


 

Charlie e Bobby erano andati a prendersi un caffè in un bar vicino al campus mentre Sam e Dean investigavano sul caso. Bobby voleva che la figlia fosse il più lontana possibile dalla faccenda, ma in qualche modo Charlie voleva rendersi utile. Ogni volta che aveva provato a persuadere il padre a portarla con sé, questi glielo negava sempre, ed ora che il caso era lì nel suo campus, sotto il suo naso, non se lo sarebbe fatto sfuggire. Infondo Bobby qualcosa gliel'aveva insegnata e in più le affidava sempre il ruolo delle ricerche, quando si trattava di cacciare. Questa volta lo voleva provare sul serio, cosa significare essere un cacciatore del sovrannaturale e ci sarebbe riuscita.

- Voglio cacciare anche io questa volta! – disse tutto d'un fiato, guardando il padre. Bobby rimase bloccato con la tazza del caffè a mezz'aria. Nei sei anni che Charlie aveva vissuto con lui, non c'era mai stata una volta in cui la ragazza avesse avuto bisogno di una ramanzina, ma adesso Bobby aveva letteralmente voglia di urlargli addosso che fosse completamente impazzita.

- Ti ha dato di volta il cervello?! – disse con tutta la calma possibile, sbattendo con un po' più di forza, però, la tazza del caffè sul tavolo, attirando l'attenzione degli altri clienti.

- Non ne ho mai avuto modo e ti confesso che ne sono sempre stata affascinata, sono sempre stata alla larga da questo modo –

- E ci resterai! – le puntò un dito contro – Mi sono spaccato la schiena per darti una vita normale, ti ho fatta studiare e ti pago la retta del college per tenerti lontana da questa vita ed è così che tu mi ripaghi dopo tutto quello che ho fatto per te? Non ti darò il mio consenso, affinché tu ti rovini la vita, esattamente come ho fatto io! – la rabbia si era impossessata di lui, la vena sul collo aveva preso a pulsagli e il volto era diventato rosso per via del nervosismo.

- Bobby io... -

- Sono tuo padre signorina ed ho ancora potere decisionale su di te ebbene che tu lo impari! – sbatté una mano sul tavolo facendo voltare ancora una volta i clienti verso di lui.

- Che diavolo avete da guardare, non avete mai discusso con vostra figlia? Fatevi gli affari vostri! – sbraitò contro gli altri consumatori della tavola calda, tornando poi a guardare la figlia.

- Non correrò nessun pericolo, ci sarai tu con me e Sam e Dean, è solo per provare. Per tutti questi anni mi sono sentita esclusa da questa parte della tua vita e vorrei non dovermi più sentire così. Ho quasi ventidue anni, credo di essere in grado di decidere da sola per la mia vita! – gli rispose lei con la calma, prendendogli il dorso della mano e stringendola forte. Bobby la guardò. In quegli occhi chiari riconobbe tutta la forza e la determinazione di sua madre Grace quando ancora cacciava e riconobbe la sua stessa testardaggine. Bobby sospirò chinando il capo quando il telefono squillò e lo distrasse dal darle una risposta. Dall'altro capo del cellulare c'era Dean che gli chiedeva d'incontrarsi. Chiuse la telefonata dandosi appuntamento alla biblioteca del campus.

- Fa sì che io non debba pentirmene! – disse alla figlia alzandosi dal tavolo e lasciandovi sopra qualche dollaro mentre, assieme ad una Charlie sprizzante di felicità si dirigevano fuori dal bar per incontrare i Winchester.

***

Bobby lasciò Charlie all'entrata della biblioteca, dicendole che aveva bisogno di riposare un po', le disse di raggiungere i ragazzi e di non fare nessun passo azzardato finché lui non sarebbe tornato. Charlie acconsentì per non irritarlo ancora di più, sapeva quanto costava a Bobby quella decisione. Si voltò verso l'entrata della biblioteca e prese un profondo respiro prima di entrare e cercare con lo sguardo i due fratelli, li scorse seduti ad una scrivania intenti a sfogliare vari fascicoli. Charlie si avvicinò scostando la sedia accanto a Dean attirando l'attenzione dei due ragazzi.

- Dov'è Bobby? – domandò il maggiore guardandosi intorno.

- Non viene, ha detto che aveva bisogno di riposarsi e che avremmo dovuto fare le nostre ricerche senza di lui! –

- Le nostre ricerche? Perché le nostre? – chiese Dean

- Lavoro anche io al caso con voi! – rispose Charlie dando un'occhiata ai fascicoli – Allora di cosa si tratta, perché tutti questi fascicoli? – domandò.

- Tu non puoi lavorare al caso con noi, non lo hai mai fatto! – disse Dean togliendole il fascicolo dalle mani.

- Razza di idiota quando chiamavi per avere le informazioni ero io che te le procuravo assieme a mio padre, per cui dammi qua e fammi lavorare! – lo rimproverò brusca lei riprendendosi il fascicolo.

- Da quando sei più simile a Bobby e meno tu? Che fine ha fatto la ragazzina dolce e timida? – le chiese quasi terrorizzato.

- Le persone cambiano continuamente Dean. Semplicemente ci si adatta alle circostanze! Ora volete dirmi cosa avete scoperto? -  Li guardò entrambi aspettando la risposta.

- Crediamo si tratti della leggenda dell'Uomo Uncino! – disse Dean dopo aver sbuffato. Le spiegò le loro ipotesi e il perché di quei fascicoli. Dopo di che, se li divisero e cominciarono a cercare qualcuno che corrispondesse all'identità dell'uomo uncino.

Sam fissò Charlie concentrata nella lettura. Dean aveva ragione, che fine aveva fatto la ragazza che entrambi conoscevano? Non sapeva come, ma era in qualche modo convinto di c'entrare qualcosa con il cambiamento della ragazza.

Erano passate delle ore ed avevano controllato più di 50 fascicoli, Bobby era ancora al motel a riposarsi. Dean si portò una mano agli occhi stanchi, mentre Charlie sbadigliò stiracchiandosi gambe e braccia.

- Qui c'è bisogno di un caffè. Vado a prenderne uno, voi volete qualcosa? – domandò Dean.

- Per me nulla! – rispose Sam troppo concentrato a leggere.

- Un caffè andrà benissimo! – rispose Charlie, sbattendo più volte le palpebre e tornando a leggere. Dean annuì e si allontanò lasciando i due ragazzi nel più completo silenzio. Charlie continuava a strizzarsi gli occhi, mentre Sam la guardava di sottecchi. Aveva quasi paura di parlarle, temeva di infastidirla in qualche modo.

- Va tutto bene? – disse poi, notando quanto la ragazza si massaggiasse gli occhi.

- Ho dimenticato gli occhiali in stanza e dopo un po' che li sforzo, li occhi tendono a farmi male! – rispose lei strizzandoseli per l'ennesima volta.

- Puoi fare una pausa se vuoi! – le propose.

- No, abbiamo del lavoro da fare e l'unica cosa di cui ho bisogno è quel caffè! – disse Charlie, non incontrando nemmeno per un istante lo sguardo di Sam. Le costava ammetterlo, ma rivederlo aveva leggermente riaperto quella ferita nel suo cuore.

- Come ti vanno le cose qui? – chiese Sam, provando a fare un po' di conversazione, evitando di ripiombare in un imbarazzante silenzio.

- Tutto nella norma! – rispose Charlie con un'alzata di spalle continuando a leggere. Sam annuì capendo che la ragazza non aveva molta voglia di fare conversazione, così tornó a concentrarsi sui suoi fascicoli. Charlie alzò di poco lo sguardo, fissando il suo profilo. I capelli gli si erano allungati un po', aveva la frangetta sugli occhi che gli copriva lo sguardo. Sul viso un leggero strato di barbetta. Charlie non poté fare a meno di pensare che fosse ancora più bello di come lo ricordava.

- Bobby mi ha detto di Jessica! – si lasciò sfuggire senza pensare. Lo sguardo di Sam scattò nella sua direzione e per la prima volta da quando si erano rivisti, i loro occhi s'incrociarono. Questa volta era lui quello che non voleva rispondere.

- Mi dispiace! – disse lei rammaricata. – So bene cosa si prova a ... - e la sua voce scemò, chinò il capo sui fascicoli, rendendosi conto di quanto l'aria si fosse fatta pesante. Sam si alzò prendendo il suo fascicolo in mano e spostandosi alle spalle di Charlie.

- Mi sono stancato di restare seduto! – disse solamente, riprendendo le ricerche. Dean arrivò poco dopo con i due caffè e una ciambella fra le mani.

- Trovato qualcosa? – domandò ai due, che declinarono con il capo. Lui annuì sedendosi e porgendo il caffè a Charlie, ricominciando a leggere i suoi documenti.

- Ehi, state a sentire? – richiamò la loro attenzione Sam – 1862, il pastore Jacob Carbs, viene arrestato per omicidio. Sembrava che odiasse il quartiere a luci rosse al punto tale che una sera uccise tredici prostitute. – cominciò a leggere mentre Charlie e Dean lo affiancavano per vedere il fascicolo.

- Alcune delle vittime furono trovate a letto tra le lenzuola grondanti di sangue, altre invece appese a testa in giù tra i rami degli alberi! –

- Mio Dio! – si lasciò sfuggire Charlie, mentre Dean prendeva uno dei fogli raffigurante l'immagine del pastore.

- Guardate l'arma dell'omicidio! – disse Dean, mostrando l'immagine e ricominciando a leggere.

- Il pastore aveva perso una mano in un incidente e portava al suo posto un uncino d'argento! –

- Sapete dove è accaduto? – riprese parola Sam.  – Esattamente dove è stato ucciso quello studente! – disse guardando i due. Charlie annuì con il capo capendo cosa volesse significare.

- Ottimo lavoro Sherlock! – Dean diede una pacca sulla spalla del fratello – Ora diamoci da fare! – recuperò la sua roba seguito da Sam e Charlie.

- Aspettate devo avvisare Bobby, se faccio solo un passo senza dirgli nulla mi uccide! –

- Charlie grazie per l'aiuto ma è meglio se proseguiamo da soli! – la bloccò Sam.

- Cosa? Ma... -

- Davvero questa vita non fa per te! Ascolta il mio consiglio e quello di Bobby stanne fuori! – disse ancora per poi voltarsi e lasciarla lì furente di rabbia e rimorso.

- E sono due? – disse Dean fuori dalla biblioteca.

- Cosa? – chiese Sam ignaro.

- Le volte in cui le hai spezzato il cuore! –

***

Dean e Sam si trovavano sul retro della casa dove avevano appena trovato un altro cadavere. Questa volta si trattava della coinquilina di Lory, la testimone del primo omicidio. Sam si arrampicò su per il balcone per riuscire ad entrare senza farsi vedere, fu seguito a ruota da Dean, che gli piombò addosso una volta che furono nella casa.

- Ehi sta calmo! – se lo scrollò di dosso il minore.

- Io sono calmo, sta calmo tu! – bisbigliò Dean per non farsi sentire. Si guardarono intorno ritrovandosi nella cambia armadio di una delle camere delle studentesse. Quando aprirono la porta, trovarono nella stanza Charlie, che stava dando un'occhiata in giro.

- E tu che ci fai qui? – le chiese curioso Dean. Charlie si girò sorpresa di vederli sbucare dall'armadio.

- Ci abito! – disse sprezzante dandogli le spalle, i due fratelli si guardarono sollevando contemporaneamente le sopracciglia.

- Non ti avevamo detto di starne fuori? – la riprese Sam facendola voltare.

- Si dia il caso che sia maggiorenne e tra l'altro voi non siete i miei genitori, per cui fatevi gli affari vostri. Indagherò da sola! – gli diede ulteriormente le spalle, ricominciando a guardarsi in giro.

- Ehi Sherlock, almeno la parete l'hai guardata? – le chiese Dean sfottendola.

- Credi che sia idiota come voi? – rispose continuando a fotografare la scena del crimine. Dean rimase interdetto non sapendo cosa rispondere, mentre Sam si avvicinò un po' di più alla scritta incisa sulla parete.

- 'Sei contenta di non aver acceso la luce!' – citò notando il marchio sotto di essa.

- Ѐ sicuramente l'Uomo Uncino! – disse Charlie, incrociando le braccia al petto.

- Già, ed è sicuramente uno spettro, sentite l'odore? – disse picchiettandosi l'indice sul naso mentre si avvicinava alla finestra. I due ragazzi annuirono con faccia disgustata.

- Dove l'ho già visto quel simbolo? – pensò ad alta voce Sam, corrucciando lo sguardo sul marchio inciso.

- Ѐ lo stesso simbolo presente sull'uncino del pastore! – gli ricordò Charlie. I due la guardarono stupefatti.

- Che c'è? Ho la memoria fotografica! – rispose con un'alzata di spalle, uscendo poi dalla stanza seguita a ruota dai due ragazzi. Bobby li attendeva appoggiato all'Impala, quando li vide arrivare.

- Scoperto qualcosa? –

- Sì!  - disse Charlie, mentre Sam recuperava dall'auto il fascicolo del pastore Carbs.

- Si tratta sicuramente di quel pastore! – disse facendo notare ai tre il simbolo presente sull'uncino, che combaciava con quello sulla parete della stanza di Lory e Taylor.

- Troviamo la sua tomba e bruciamola, così tu potrai tornare a studiare e noi a fare le nostre vite! – disse Bobby risolutivo. Non voleva ammettere che sua figlia se la stesse cavando bene, infondo ce lo aveva nel sangue, ma era fermamente convinto che non avrebbe dovuto intraprendere quella strada.

- Non così in fretta! – disse Sam, che leggeva i documenti. – Dopo l'esecuzione, il corpo del pastore Jacob Carbs fu sepolto in una tomba anonima! – lesse Sam, sbuffando poi.

- Perfetto ed ora che si fa? – domandò Charlie con tono ironico.

- Almeno sappiamo chi è il fantasma, ma non sappiamo quale motivo ha per uccidere! – disse Sam mentre tutti e quattro prendevano posto nell'auto. Dean lesse un biglietto lasciato sul cofano dell'auto e poi guardò il fratello.

- Io credo proprio che ci sia! E forse la tua amica Lory ne sa qualcosa! – disse salendo in auto.

Dopo altre ricerche condotte da Bobby i ragazzi erano arrivati alla conclusione che il colpevole fosse il reverendo Sorrenson che predicava contro l'immortalità, ovvero il padre di Lory, la ragazza coinvolta nei due omicidi. Sam e Charlie avevano il compito di tenere d'occhio la ragazza, mentre Dean e Bobby avrebbero cercato la tomba del pastore Carbs e ne avrebbero bruciato i resti.

Sam e Charlie erano seduti sotto casa di Lory e la stavano sentendo discutere con il padre, fra i due la tensione si tagliava con un dito. Dalla biblioteca non si erano ancora parlati.

- Mi dispiace di essere stato duro con te ieri! – spezzò il silenzio Sam, spostando l'attenzione dalla finestra di casa Sorrenson a Charlie.

- Voglio solo che tu non viva la nostra stessa vita Charlie. Hai la possibilità di essere felice e normale e la stai buttando al vento. Non sai quanto pagherei per avere la tua stessa opportunità, a me è stata strappata via! – ripensò a Jessica e quando assieme a lei aveva pensato di ricominciare a vivere come un ragazzo della sua età.

- Una vita felice e normale?  Ma ti rendi conto di cosa dici? Sam a quattordici anni ho trovato il cadavere di mia madre sgozzato sul pavimento della cucina, credi che questo sia normale. L'assassino non è mai stato trovato ed entrambi sappiamo che non è qualcuno di umano. Io non mi sono mai sentita normale. Ho sempre cercato il mio posto nel mondo e ieri mentre facevamo quelle ricerche, adesso mentre sto lavorando a questo caso, mi sento 'normale' come dici tu. Credo che infondo la mia vita fosse sempre stata destinata ad essere così. Io voglio essere una cacciatrice come voi, voglio trovare chi ha ucciso mia madre, voglio trovare il mio posto in questa dannatissima vita e non più passare i miei giorni a sentirmi fuori posto ed esclusa! – disse tutto d'un fiato stringendo i pugni. Sam la guardò senza sapere cosa rispondere, quando il telefono di Charlie cominciò a squillare, lesse il mittente e si allontanò, bofonchiando un 'torno subito', notando che Lory era uscita di casa.

- Ti ho visto dalla finestra! -  disse la giovane avvicinandosi a Sam. Da quando era arrivato gli aveva praticamente messo gli occhi addosso.

- Che ci fai qui? – chiese con un mezzo sorriso.

- Stavo tenendo d'occhio questo posto! – rispose senza pensarci più di tanto. Charlie aveva finito di parlare al telefono e stava ritornando da Sam, quando si accorse che Lory le si era seduta accanto, così decise di restare nascosta ad ascoltare la loro conversazione. Le costava ammetterlo ma le dava fastidio come quella ragazza fissava Sam.

- Sei un ragazzo dolce! – le sentì dire e vide Sam chinare il capo imbarazzato – E forse dovresti stare alla larga da me il più possibile! –

- Perché dici questo? – le chiese lui.

- Le persone che mi circondano continuano misteriosamente a morire! – rispose.

- Immagino quello che provi! – disse lui e un moto di rabbia investì Charlie. Perché con lei aveva evitato il discorso? Mentre con una sconosciuta che gli faceva gli occhi dolci si stava confidando?

- Nessuno ormai vuole più parlarmi, tu sei l'unico. Lo sceriffo sospetta addirittura di me! E sai che mi dice mio padre? Prega, abbi fede, ma che cosa ne sa lui della fede? – Lory si sfogò con Sam e lui l'ascoltò in silenzio, proprio come aveva fatto sette anni prima con una Charlie terrorizzata seduta sul vecchio divano di Bobby.

- Vi ho visti litigare prima! –

- Sta frequentando una donna sposata, l'ho scoperto da poco. Lei viene addirittura a messa con suo marito e io conosco i suoi figli. Come osa parlarmi di fede, religione e di moralità! –  disse indignata. 'Hai capito al reverendo!' si ritrovò a pensare Charlie, sollevando le sopracciglia per niente sconvolta.

- Tutti quanti hanno il diritto di fare quello che vogliono per essere felici, ma lui per tutta la vita mi ha insegnato che era immorale e che se avessi fatto qualcosa di male sarei stata punita, adesso non so più che cosa pensare! – I due restarono a fissarsi per un po' e poi Lory abbracciò Sam, facendo irrigidire ancora di più Charlie che li stava osservando da dietro un cespuglio. Sam ricambiò l'abbraccio, poi Lory gli passò le mani fra i capelli e molto lentamente scostò il viso dalla sua spalla portandolo all'altezza di quello di Sam, chinò il capo e lo baciò, venendo ricambiata. A Charlie le si mozzò il respiro e gli occhi le si velarono di lacrime. Dopo tutto quel tempo, dopo tutto quello che aveva fatto per dimenticarlo lei era ancora innamorata di Sam e quel bacio che lui stava ricambiando le stava distruggendo quel che le rimaneva del cuore. Poi lui si scostò, allontanando delicatamente la ragazza.

- Lory, io non posso, mi dispiace! – la supplicò con lo sguardo.

- C'è forse qualcun'altra? – gli domandò curiosa lei. Sam non le rispose e il loro discorso fu interrotto dal reverendo uscito in giardino a richiamare la figlia. Alle spalle dell'uomo comparve lo spettro del pastore Carbs, che gli conficcò l'uncino nella spalla e lo trascinò dentro casa chiudendo la porta. Charlie uscì dal suo nascondiglio seguendo Sam che era corso dentro la casa.

- Ѐ così che la tieni d'occhio, ficcandole la lingua in bocca! - lo rimproverò, non curandosi della presenza della ragazza alle sue spalle. Sam la guardò innervosito dalla sua affermazione. 'Okay forse ho esagerato!' pensò lei.

- Vattene via da qui! – le disse sentendo poi le urla del reverendo dal piano di sopra.

- Neanche per sogno! – rispose lei, estraendo dalla sua borsa il fucile caricato a sale e seguendolo su per le scale. Infondo al corridoio i due videro il reverendo venire trascinato in una stanza, che anche questa si chiuse. Sam corse in contro buttandola giù. Quando i due entrarono nella stanza il reverendo Sorrenson era riverso a terra e sopra di lui lo spirito del pastore Carbs. Sam e Charlie spararono contemporaneamente e lo spettro si dissolse in una nuvola di fumo. Lory entrò correndo nella stanza, dopo aver udito gli spari, e spintonando Charlie si gettò a capofitto su suo padre. I due cacciatori si guardarono e mentre Charlie fissava il reverendo e la figlia, un'idea le balenò in testa. Come poteva lo spettro essere ancora lì, se suo padre l'aveva avvisata poco prima di aver trovato la tomba e averne bruciati i resti, si ritrovò a chiedersi. 'Che abbiano sbagliato tomba?' domandò corrucciando lo sguardo sui due. Le cose non quadravano per niente. Sam estrasse il telefono dalla giacca e compose il 911, facendo arrivare un'ambulanza per il reverendo. Dopo che Lory e il padre furono portati in ospedale, Sam decise di seguirli e si diede appuntamento lì con Dean e Bobby.

- Poteva essere pericoloso per te! – disse rivolgendosi a Charlie, dopo che lo sceriffo se ne fu andato e ritornando a fissare Lory ed il reverendo da dietro un vetro.

- Ma non lo è stato! – rispose semplicemente lei. Sam si voltò pronto a farle una specie di paternale, su quanto si stesse comportando da bambina, quando Dean e Bobby li raggiunsero.

- Cosa diavolo è successo? – domandò burbero il più vecchio dei quattro.

- Stavamo parlando, quando il reverendo si è affacciato per chiamare Lory ed è comparso quel tipo! – spiegò Sam ed alla frase "stavamo parlando" Charlie si fece sfuggire uno sbuffo ironico, incrociando le braccia al petto.

- Cosa? – le chiese Dean curioso.

- No, nulla! – rispose Charlie alzando le spalle, ottenendo un'occhiataccia da parte del minore dei Winchester.

- Questo non può essere possibile. Abbiamo bruciato i resti! – ritornò sulla questione Bobby.

- E invece vi posso garantire che è così! –

- Quindi o abbiamo sbagliato i resti da bruciare, oppure abbiamo sbagliato le teorie sul reverendo! – disse Dean, corrugando lo sguardo.

- Certamente sono sbagliate le teorie sul reverendo! – prese parola Charlie, che fino a quel momento si era tenuta in disparte. I tre uomini si voltarono a guardarla, chi curioso, chi scettico nel sapere il suo parere.

- Voglio dire non avrebbe senso che si attacchi da solo, no!? – domandò retoricamente.

- Quindi cosa pensi possa essere successo? – le chiese Bobby, curioso di come sua figlia si stesse muovendo.

- Io credo che sia Lory a evocare quel tipo! – azzardò ottenendo l'ennesima occhiataccia da Sam.

- Non volontariamente, ovviamente! – aggiunse dopo, cercando di giustificare la sua teoria. – Prima che il reverendo venisse attaccato, voi due stavate parlando. E lei ha uscito fuori il discorso di suo padre e di quanto fosse immorale il suo comportamento, frequentando una donna sposata! – si avvicinò a Sam provando a farlo ragionare.

- E allora? – chiese Dean.

- Era sconvolta! – disse Sam incominciando a valutare fondata la teoria di Charlie – Lui le ha sempre insegnato che se fai qualcosa di male, poi verrai punito! – commentò Sam.

- Quindi, siccome lei sta vivendo un conflitto interiore... - iniziò Dean, cercando di seguire il filo del discorso.

- Lo spirito si è impossessato di lei, agendo contro chi pecca! – concluse Bobby, sbalordito di quanto il discorso della figlia filasse.

- Esatto! – dissero in coro Sam e Charlie, guardandosi poi imbarazzati. Sam si schiarì la voce, riprendendo il discorso.

- Rich l'aveva baciata, Taylor la voleva più disinibita e suo padre ha una relazione! – elencò i vari punti.

- Allora è meglio non farla arrabbiare! – scherzò Dean, non ottenendo alcuna risposta.

- La teoria è giusta, ma non quadra con il fatto che noi abbiamo bruciato i resti! – disse Bobby dubbioso.

- Avete tralasciato qualcosa forse? – domandò Sam. I due ci pensarono su, e subito Dean negò con il capo.

- Abbiamo bruciato tutto! – rispose sicuro Bobby.

- Anche l'uncino? – chiese Charlie e lo sguardo dei due uomini s'illuminò.

- Era parte del suo corpo! – disse Sam

- Trae potere anche da esso! – rifletté Bobby. – Ma nella tomba non c'era! – asserì.

- Quindi dobbiamo cercarlo e se lo troviamo... - lasciò la frase in sospeso Sam, lasciandone intendere la fine.

- Ce lo leviamo di torno! – concluse Dean, con un sorrisetto beffardo.

- Sì, ma dove potrebbe essere? – domandò Charlie.

- Credo dovremmo ritornare in biblioteca! – affermò Sam, scambiandosi uno sguardo d'intesa con il fratello.

***

- Credo di aver trovato qualcosa! – Dean spezzò il silenzio che avvolgeva i quattro cacciatori, immersi con il naso nei vecchi documenti.

- Questo è il registro del penitenziario dove era detenuto il pastore Carbs – spiegò iniziando a leggere – Dopo l'esecuzione, tutti gli effetti personali dovranno essere consegnati alla chiesa di Santa Barnaba! –

- Ѐ quella del padre di Lory! – disse Charlie.

- Ora si spiega tutto! Ecco perché tutti i parroci sono stati perseguitati negli ultimi duecento anni! - affermò Bobby.

- Ma se l'uncino è in chiesa, qualcuno deve pur averlo visto, è pur sempre un uncino d'argento insanguinato! – commentò Sam, facendo sorgere il suo stesso dubbio anche agli altri tre.

- Sicuramente lo hanno fatto fondere! Non potevano lasciarlo lì in bella vista! – espresse il suo pensiero Charlie.

- Andiamo in chiesa! – disse Dean, chiudendo il registro che aveva davanti e recuperando la sua roba.

I quattro aspettarono la sera prima di agire, per evitare di essere visti. A nulla erano servite le parole di Sam e Bobby per persuadere Charlie a seguirli. Senza di lei, loro non sarebbero stati lì, quella era la sua caccia, continuava ripetere la ragazza.

- Se ti succede qualcosa, io ti uccido! – la minacciò Bobby, mentre scendevano dall'auto e si dirigevano all'entrata della chiesa assieme ai Winchester.

- Okay signori, non corriamo rischi! – disse Dean – fondiamo tutto quello che troviamo in argento! –

- Va bene allora dividiamoci! – propose Sam. - Io e Bobby cerchiamo in casa. Tu e Charlie invece vi occuperete della chiesa! – I tre annuirono.

- Tenete gli occhi aperti! – li consigliò Dean.

- Anche voi! – lo rimbeccò Bobby, più che una premura sembrava una minaccia, pensò Dean, mentre dava una pacca sulla spalla a Charlie e la invitava a seguirlo. I due raccolsero tutto quello che trovarono, calici, sottobicchieri, vassoi, piatti e chi più ne ha più ne metta. Dean buttò del sale ne fuoco prima di iniziare a bruciare i vari oggetti che Charlie gli passava.

- Allora ti stai divertendo? – le domandò ironico.

- Non anche tu per favore! – rispose lei con aria sofferente.

- Ehi, dico solo che sei grande abbastanza per scegliere cosa fare della tua vita. Hai dimostrato di avere ottime capacità, ma se fossi in te e avessi realmente la possibilità di scegliere, valuterei tutti i pregi ed i difetti di questa situazione. Non biasimo Bobby per il suo comportamento, questa vita è una merda e se avessi una figlia anche io proverei di tutto per persuaderla a percorre i miei stessi passi, ma come ho detto la vita è la tua. Solo fa attenzione a non spezzargli il cuore! Lui non te lo dirà mai, ma ti adora te lo dico io! – le fece un sorriso sghembo prima di ritornare a bruciare l'argenteria. Charlie rimase a fissarlo, con un mezzo sorriso sul volto. Dean era il primo che non le dava addosso, il primo che le diceva che ce la poteva fare, che la invitava a riflettere con calma e che non le imponeva un'unica opzione. Dalle scale alle sue spalle, provennero i passi di Bobby e Sam che la ridestarono dal suo stato di trans.

- Abbiamo preso anche gli oggetti placcati! – disse Sam superandola e dando la sacca a Dean.

- Avete fatto bene! – rispose, iniziando a bruciare anche gli oggetti recuperati da Sam e Bobby, quest'ultimo mise una mano sulla spalla della figlia, notando il suo sguardo perso.

- Va tutto bene? – le chiese, cercando di non farsi sentire. Charlie annuì, provando a tranquillizzarlo.

Dalle tavole di legno del pavimento di sopra cadde della polvere e un rumore di passi fece irrigidire tutti e quattro.

- Continua a bruciare quella roba, noi andiamo di sopra a controllare! – ordinò Bobby alla figlia, mentre assieme ai due ragazzi si dirigeva verso la navata della chiesa. Charlie sbuffò ma obbedì al padre e riprese a fondere gli oggetti. Quando furono di sopra, i tre cacciatori notarono Lory seduta ad una delle tante panche mentre piangeva. Bobby e Dean abbassarono le armi e tornarono di sotto ad aiutare Charlie, mentre Sam si avvicinò alla ragazza.

- Cosa è successo? Dov'è Sam? – domandò Charlie, vedendo i due andarle in contro.

- Ѐ di sopra con Lory! – spiegò Dean aiutandola.

- Ah! – rispose Charlie semplicemente. Il suo sguardo si fece cupo, ma cercò di concentrarsi su quello che stava facendo. Doveva obbligatoriamente rinunciare a Sam. Bobby si accorse del cambiamento della figlia, ma non disse nulla. A chiunque era capitato di soffrire un po' per amore e forse questa cosa poteva contribuire a distrarla dalla caccia e a ritornare alla sua vita normale. Intanto di sopra Sam provava a persuadere Lory dal darsi la colpa di quello che era accaduto, quando un rumore gli fece capire che non erano più soli. Prese per mano la ragazza e provò a raggiungere gli altri di sotto, quando l'Uomo Uncino li attaccò. Di sotto sentirono i rumori di vetri rotti e le grida di Lory, così Charlie corse a vedere cosa stava succedendo.

- Aspetta! – cercò di fermala Bobby seguendola. Per proteggere Lory, Sam fu arpionato al braccio dal fantasma.

- Sam! – gridò Charlie attirando l'attenzione dello spettro, per poi sparagli un colpo dritto in faccia, facendolo scomparire.

- Stai bene? – domandò preoccupata, avvicinandosi al ragazzo e osservandogli il braccio. Sam continuava a digrignare i denti dal dolore, quando Lory venne sbattuta a terra e trascinata dal fantasma all'interno dello studio del padre. Sam le corse incontro ma il fantasma lo scaraventò contro la parete, atterrandolo. Charlie e Bobby iniziarono a sparare colpi contro il pastore Carbs, facendolo scomparire ancora. Alle loro spalle si sentirono i passi frettolosi di Dean.

- Pensavo avessimo fuso tutto! – disse Sam voltandosi a guardare Lory alle sue spalle, completamente terrorizzata. Charlie, voleva avvicinarsi a lui, per controllare il suo braccio, ma frenò il suo istinto.

- Anche io! – rispose Dean, guardandosi in giro.

- Allora perché diavolo è ancora qui!? – chiese Bobby furioso.

- Avremo dimenticato qualcosa! – asserì Dean. Tutti e quattro si guardarono in giro, quado gli occhi di Charlie si fermarono sulla catenina al collo di Lory.

- La sua collana! – disse indicandola agli altri.

- Lory, chi ti ha dato quella catenina? – domandò Sam.

- Me l'ha regalata mio padre! – rispose la ragazza, terrorizzata.

- E lui dove l'ha presa? – chiese Dean impaziente.

- Non lo so ha detto che era un cimelio ereditato dalla parrocchia! –

- Ѐ d'argento? – chiese dolorante Sam.

- Sì! – annuì lei sconvolta. Sam gliela strappò dal collo, nell'esatto momento in cui il rumore di graffi sul muro riempiva la stanza. Di fatti lo spettro, aveva iniziato a grattare sul muro con il suo uncino, rimanendo però invisibile agli occhi dei presenti. Dean lanciò il fucile a Sam, mentre questi gli diede la catenina di Lory. Il maggiore dei Winchester corse in cantina, per andare a bruciare la collana, mentre i tre cacciatori al piano di sopra, sparavano colpi in direzione dei segni sul muro. L'Uomo Uncino, scaraventò Bobby e Charlie contro il muro, facendo sbattere a quest'ultima la testa contro uno spigolo e disarmò Sam. Era pronto ad uccidere Lory e il cacciatore, quando il suo uncino incominciò a fondersi e la sua figura iniziò a prendere fuoco, svanendo nel nulla una volta per sempre. Finalmente era finita. Dean ritornato in sagrestia,   diede una mano a Charlie a rialzarsi e Sam fece lo stesso con Lory, assicurandosi che entrambe stessero bene.

- Grazie per l'interessamento! – ironizzò Bobby, tirandosi su da solo. – La mia povera schiena! – borbottò massaggiandosela e poi tutti e cinque uscirono fuori attendendo l'arrivo dell'ambulanza e della polizia. Dean fu interrogato dallo sceriffo, del tutto scettico sul racconto del ragazzo dell'Uomo Uncino, mentre Sam e Charlie venivano controllati dai paramedici. Nessuno dei due si guardava negli occhi. Sam non le aveva rivolto la parola, nemmeno per sapere come stava e questo a Charlie l'aveva ferita per l'ennesima volta. Lo vedeva con lo sguardo cercare Lory, così una volta che i paramedici ebbero finito con lei, si alzò ringraziandoli e si allontanò, nell'esatto momento in cui Lory si stava avvicinando all'ambulanza. Sam la guardò allontanarsi, ma non disse nulla, seppur avrebbe voluto dirle che era stata coraggiosa, rimase in silenzio e spostò la sua attenzione su di Lory che gli stava sorridendo. Bobby vide tutta la scena da lontano, ma nemmeno lui osò avvicinarsi. Di sicuro Charlie aveva bisogno di restare da sola e lui non avrebbe saputo bene cosa dirgli in quel momento. Così la guardò imboccare la strada di casa, sperando che questo dolore l'avrebbe definitivamente allontanata dalla caccia. Era egoista da parte sua, ma ad una cotta si può sopravvivere, alla caccia non proprio. L'uomo si avvicinò a Dean ed assieme osservarono Sam mentre diceva addio a Lory, un po' Bobby avrebbe voluto prenderlo a pugni per essere la causa delle sofferenze di sua figlia, ma alla fine al cuore non si comanda, non si può decidere di chi innamorarsi. Dopo essersi scambiati un saluto Sam raggiunse i due uomini, non voltandosi indietro.

- Vuoi restare qui? – gli chiese Dean, e lui negò con il capo.

- Bene allora andiamo! – disse Bobby raggiungendo la sua auto.

- Passiamo a salutare Charlie e poi ce ne andiamo! – lo avvertì Dean.

- Se è andata via credo che non voglia essere salutata! – dichiarò Sam.

- Io credo che è te che non voglia salutare, ma io non ho fatto nulla, per cui ci vado. E penso che dovresti venire con me e scusarti per come l'hai trattata! – disse il fratello. – Sbraitandole addosso o sminuendo il suo lavoro non le farai cambiare idea, la farai solo soffrire di più! – espresse il suo parere mentre saliva in auto e si dirigeva alla confraternita di Charlie, seguito da Bobby. Sam rimase in silenzio, non riuscendo ad ammettere ad alta voce che Dean aveva ancora una volta ragione. Dopo qualche minuto, le due auto accostarono davanti alla casa, dove aspettarono che Charlie si facesse viva, ma della ragazza nulla. Bobby scese dall'auto avvicinandosi al finestrino di Sam.

- Credo che adesso lei abbia bisogno di un po' di tempo! – disse l'uomo guardando i due dispiaciuto, soprattutto Sam. I due ragazzi annuirono e Sam fece cenno con il capo a Dean di partire quando la voce di Charlie li bloccò. Bobby si voltò a guardarla andargli incontro, mentre Dean spegneva il motore dell'Impala e si apprestava a scendere dall'auto seguito a ruota dal fratello.  Charlie, si trascinava dietro un borsone ed una valigia e si fermò a qualche metro di distanza dai tre.

- Beh? Non ditemi che dopo tutto ve ne sareste andati senza salutare!? – chiese retorica assottigliando gli occhi. I tre, si guardarono senza saper cosa rispondere.

- Allora? Me le devo trascinare da sola le valige o qualcuno di voi tre mi viene a dare una mano? – disse mollando il borsone per terra e portandosi le mani a pugno sui fianchi, aspettando una risposta.

- Okay ho capito, faccio da sola! Che razza di uomini! – borbottò recuperando la sua roba e dirigendosi verso l'Impala del '67, sotto lo sguardo stupito dei tre che non osavano dire nulla - Di grazia potresti per lo meno aprirmi il cofano? – sbraitò irritata contro Dean, che guardò Bobby. In quel momento non sapeva se aver paura dell'uomo o della figlia, in questo i due erano molto simili.

- Che diavolo stai facendo? – le chiese il padre, cercando di mantenere la calma.

- Ho preso la mia decisione Bobby. Io voglio cacciare e seguirò i ragazzi alla ricerca della cosa che ha ucciso la mamma! – rispose seria e senza giri di parole.

- La botta in testa ti ha ammattita per caso? – iniziò a sbraitare l'uomo.

- Salviamoci finché siamo in tempo? – sussurrò Dean a denti stretti, all'orecchio di Sam.

- Charlie, Bobby ha ragione cerca di capire... - provò a farla ragionare Sam.

- Tu sta zitto! – lo ammutolì. Poi chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, prima di lasciare a terra le sue valigie ed avvicinarsi a Bobby. Il suo sguardo parve più ammorbidito, mentre i suoi occhi chiari incontravano quelli furenti e preoccupati dell'uomo.

- Bobby, no! Papà! – si corresse e Bobby ebbe un sussultò a quella parola. Era la prima volta in sette anni che gliela sentiva pronunciare e non avrebbe mai pensato che Charlie lo facesse. – Ieri sera mi sono sentita viva per la prima volta. Il mio corpo si muoveva da solo e la mia mente sapeva esattamente cosa fare. Non voglio frequentare il college, io voglio cacciare. Voglio essere padrona di decidere della mia vita. So che questa cosa ti farà infuriare, ma cerca di capire che per tutto questo tempo io mi sono sentita fuori posto, tranne ieri sera. È questo che voglio fare e lo farò anche senza il tuo consenso, ma mi renderesti tutto più facile se decidessi di appoggiare la mia scelta! – disse tutto d'un fiato, lasciando stupiti tutti i presenti. Gli occhi di Bobby si fecero lucidi e provò con tutto sé stesso a reprimere le lacrime, poi chinò il capo e sospirò. Non poteva far nulla contro quella determinazione che la contraddistingueva. Era tutta sua madre. Con tutta la calma del mondo si voltò verso i Winchester e gli puntò un dito contro.

- Voi due, vedete di tenerla a bada e se scopro che le succede qualcosa io vi ammazzo senza mezzi termini! – li minacciò.

- Ma... - provarono ad obiettare entrambi, lasciando poi cadere il discorso.

- E tu, vedi di non stragli troppo tra i piedi e non cacciarti nei guai o ammazzo anche te! – disse, nell'esatto momento in cui la ragazza gli si gettò al collo ringraziandolo.

- Sarai fiero di me! – gli sussurrò all'orecchio.

- Lo sono già! – bisbigliò lui.

- Molto commovente, ma dobbiamo rimetterci in marcia! – disse Dean interrompendo i due. Poi si avvicinò al cofano della sua adorata auto e l'aprì caricando i bagagli di Charlie e richiudendolo. La ragazza incontrò lo sguardo di Sam, per nulla contento della sua decisione, ma fece finta di nulla, salendo poi nei sedili posteriori di quella vecchia auto. Quando anche i Winchester furono in auto, diedero un colpo di clacson a Bobby che era sul ciglio della strada e li guardava andare via, sperando con tutto se stesso di non aver commesso il più grande errore della sua vita.

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Angolo autrice
Chiedo scusa per la lunghezza del capitolo, ma non potevo fare diversamente, questo è un modo per introdurre la storia, i prossimi capitoli vi prometto di farli un tantino più corti

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