Time To Love

di Mei91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorni (prima parte) ***
Capitolo 3: *** Ritorni (seconda parte) ***
Capitolo 4: *** scoperte ***
Capitolo 5: *** Ricerca ***
Capitolo 6: *** UNIONI ***
Capitolo 7: *** The end ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 

PROLOGO

 

Konoha era finalmente tornata la città fiorente e rigogliosa che era stata prima della guerra. Sakura non ricordava da quanto tempo non vedeva il villaggio così in pace e in armonia. Probabilmente l’ultima volta che aveva respirato un aria così allegra e spensierata risaliva al tempo in cui aveva dodici anni e la sua più grande preoccupazione era stata superare gli esami per diventare Chunin.

La guerra, sebbene l’avessero vinta, aveva minato la serenità di tutti i villaggi e in particolar mondo quella di Konoha, ma per fortuna, dopo cinque anni da allora, tutto sembrava essere tornato alla normalità.

Certo, molte cose erano cambiate, erano cresciuti, maturati, e ognuno di loro aveva alle spalle un bagaglio d’esperienza e traumi emotivi non da poco, ma nonostante tutto si erano ripresi.

I cambiamenti, però, non riguardavano solo i villaggi, ma anche lei, o meglio loro, ovvero: lei, Naruto e Sasuke.

Dopo la guerra, Sasuke era stato imprigionato, ma grazie all’intervento del sesto Hokage, e alla buona parola di Naruto: eroe di Konoha, era stato liberato con la condizione che non avrebbe creato più alcun problema. Lui, in seguito, aveva deciso di intraprendere un viaggio di redenzione con la promessa fatta sia a lei che a Naruto di tornare da loro tre anni dopo.

Hinata, invece, aveva deciso di rinunciare ad essere un ninja e sorprendendo tutti, in particolare Naruto, aveva deciso di abbandonare Konoha per inseguire il suo vero sogno cioè: quello di diventare una cantante.

Nessuno a Konoha si sarebbe mai immaginato che il sogno della discendente del clan Hyuuga, era quello di salire sul palcoscenico ed esibirsi.  Timida per com’era Hinata, tutti avevano dato per scontato che seguisse le orme della propria famiglia, ma la guerra aveva smosso anche il carattere timido e remissivo di Hinata, la quale le aveva fatto prendere il coraggio a due mani per dire al padre di voler fare la cantante. Lo shock più grande fu, però, il fatto che Hinata trovò anche il coraggio di lasciare Naruto.

Sakura lo sapeva bene: quella era stata la scelta più dura e difficile di tutta la vita dell’ormai ex ninja. Amava con ogni fibra del suo corpo Naruto, questa era una verità inconfutabile, ma sapeva anche che il sogno del suo unico vero amore era quello di diventare Hokage e, non gli poteva certo chiedere di seguila e abbandonare ciò per cui Naruto aveva lottato duramente per tutta la sua vita.  Sconfortata, ma cosciente del fatto che se si ama qualcuno devi lasciarlo libero, come aveva fatto lei con Sasuke, aveva deciso di separarsi da lui, di lasciarlo, a malincuore, ma lo aveva fatto.

Naruto c’era rimasto male ma l’aveva capita e aveva accettato la scelta di Hinata con il sorriso e gli occhi lucidi, comprendendo bene cosa significasse avere un sogno nel cassetto e desiderare con tutto se stessi di poterlo realizzare. Probabilmente non era mai stato realmente innamorato di lei, le voleva un mondo di bene, questo sì, ma forse non era mai stato vero amore, così l’aveva lasciata andare senza nemmeno dirle di volerla seguire. Probabilmente il suo sogno di diventare Hokage era più forte di quello di decidere di mollare tutto per seguire la donna amata, ma per fortuna questo non glielo disse.  Sakura però lo conosceva e lei sapeva.

Da quel giorno, dalla partenza di Sasuke e da quella di Hinata erano passati cinque anni e di entrambi non avevano notizie.

Sasuke non aveva mantenuto la sua promessa. Aveva detto, cinque anni prima, che sarebbe mancato dal villaggio per soli tre anni, ma ne erano passati il doppio e di lui non si avevano notizie, se non qualche falco mandato di tanto in tanto per far sapere loro che era ancora vivo.

Così, l’anno precedente, Sakura, aveva deciso di mettere fine alle sue sofferenze, e aveva deciso di dimenticarsi o per lo meno di provarci, di lui.

In seguito, aveva cominciato a guardare Naruto con occhi diversi, non che prima non lo avesse fatto, ma accecata per com’era dal suo sentimento per Sasuke, non si era resa conto di quanto in realtà il biondo fosse maturato.  Aveva preso ad osservarlo con occhio discreto, e aveva notato che era sempre disponibile ad aiutare il prossimo e a spendersi sempre, nonostante tutto. Aveva notato anche che in fondo ai suoi occhi aveva una tristezza malcelata e che la osservava di nascosto, credendo che, lei non se ne accorgesse. Naruto c’era sempre per lei, qualsiasi cosa avesse bisogno, lui c’era.

 Spesso l’aiutava anche in ospedale, scoprendo in lui un prezioso alleato anche in campo medico. Era in grado di alleviare le sofferenze dei pazienti ricoverati in ospedale o di quelli che da lì a breve avrebbero dovuto subire un intervento delicato. La sua allegria metteva serenità e tranquillità dentro i pazienti. Certo, non poteva fare gran che in abito medico/scientifico, ma a livello umano faceva moltissimo.  Naruto di certo non avrebbe saputo dove mettere mano come medico o durante alcuni interventi delicati, ma interveniva in modo diverso, sulla psiche dei medici, facendo il tifo per loro e soprattutto per lei, incoraggiandola a dare il massimo e sulla emotività e la psiche di quelle persone che erano spaventate da eventuali esiti di un intervento. Lui era sempre lì a darle man forte, e a dirle che c’è la poteva fare, e prontamente ogni intervento effettuato con lui al fianco, andava alla grande. Inoltre era impegnato spesso con le missioni di livello S, e quando era libero, era dedito ad aiutare Kakashi, l’Hokage, nelle sue mansioni. Naruto era diventato un esempio da seguire, un modello.

 Fiero, diligente, studioso, e un figo da paura, tanto che molte delle ragazze del villaggio che da piccolo lo prendevano in giro, adesso gli morivano dietro come tante piccole oche.

Sakura però se ne era accorta, Naruto aveva occhi solo per lei, soprattutto e specialmente da quando Hinata se ne era andata. Lei, aveva cominciato a provare per lui qualcosa di più che una semplice amicizia e ciò non era dovuto all’assenza di Sasuke, ma il sentimento che provava per Naruto era più che vero, autentico. Forse a spingerla a fare i conti con questi sentimenti era stata proprio la partenza di Hinata.  Così, lei non preoccupandosi di poter fare del male a un amica interessandosi al ragazzo di cui l’amica era interessata, aveva aperto gli occhi, scoprendo di provare per Naruto, un attrazione senza pari. Così una sera, dopo averlo invitato a cena a casa sua e aver preparato il ramen, suo piatto preferito, aveva preso il coraggio e gli aveva confessato i suoi sentimenti.

In un primo momento Naruto si era arrabbiato, credendo che lei gli si stesse confessando per cercare di sopperire alla mancanza di Sasuke e se ne era andato da casa sua sbattendo la porta infuriato.

Naruto da quel giorno aveva preso a non parlarle più, a cercare di evitarla e se per caso si incontravano, lui voltava strada. Così, stufa, Sakura aveva preso a rincorrerlo per tutta la città e quando finalmente l’aveva acciuffato e successivamente riempito di pugni, gli spiegò che lei amava follemente Sasuke, che lo amava con ogni fibra del suo corpo, ma gli spiegò anche che amava allo stesso identico modo lui e che se un giorno Sasuke fosse tornato, le dispiaceva, ma non avrebbe scelto perché li avrebbe voluti entrambi. Gli disse anche, però, che Sasuke non aveva mantenuto la promessa fatta a loro.

Erano passati cinque anni e di lui nemmeno l’ombra e lei era stanca di aspettare, si sentiva ferita profondamente da Sasuke. Lo amava, questo sì, ma non era più capace di soffrire. Da un periodo a quella parte, aveva cominciato a percepire segni di cedimento del suo cuore a causa della troppa sofferenza. Aveva bisogno di far riposare il suo cuore nel cuore di una persona che amava profondamente e l’unico che amava a pari merito con Sasuke era lui: Naruto Uzumaki.

Gli spiegò e gli disse che aveva bisogno di lui come l’aria che respirava, che con lui si sentiva al sicuro, che quando lui era con lei si sentiva amata, protetta, capita e che mai al mondo si sarebbe voluta separare da lui perché ne andava della propria vita. Lo amava così tanto che il solo pensare a lui le mandava il cuore in gola, i battiti le acceleravano, il respiro le si mozzava e quando poi lo vedeva arrossiva peggio di una dodicenne, ma che non gli importava di farsi vedere in imbarazzo da lui, rossa come un peperone, anzi, le faceva piacere il fatto che da quei segnali, che lei gli aveva appena spiegato, lui potesse capire quanto in realtà lo amasse.  Gli disse questo e molto, moltissimo altro, tanto che a fine monologo Naruto era con le lacrime agli occhi e annuì accettando i suoi sentimenti e prima di unire le sue labbra a quelle di lei, le sussurrò.

“Se un giorno Sasuke tornerà e ti vorrà per se…”

“Non permetterti a dirmi che mi lascerai!” aveva urlato lei e quando lo vide sorridere e scuotere la testa in segno di negazione e sospirò, continuò ad ascoltarlo.

“Se tornerà, che farai?” le aveva chiesto Naruto.

“Dovrà farsi piacere il fatto che sto con te, e se vorrà stare con me… dovrà …”

Naruto arrossì.

“Sakura, io…io…penso di essere bisex sai, amo Sasuke esattamente come amo te. No, come un fratello ma…” aveva esordito Naruto a capo chino, le guance rosse e con un’espressione colpevole in volto.

Il sorriso che dopo quella frase le era spuntato sul viso aveva imbarazzato Naruto.

“Lo avevo immaginato sai?  E’ per questo che non ti sei sconvolto più di tanto quando Hinata ti ha lasciato? Nessuno fa tutto quello che hai fatti tu per me e per Sasuke se non si prova un sentimento assai più forte dell’amicizia e poi tanto meglio per me. Data la situazione, vorrà dire che il ghiacciolo Uchiha, se tornerà e vorrà stare con noi, dovrà prenderci entrambi perché Naruto, se Sasuke mi mettesse difronte la scelta di scegliere tra te e lui, io sceglierei te. Tu per me ci sei sempre stato, lui…lasciamo perdere perché è un caso disperato.” aveva esordito Sakura facendo una risatina innervosita come a mascherare il fatto che, se in quel momento Sasuke fosse stato davanti a loro, non avrebbe esitato un secondo a prenderlo a pugni. Entrambi si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.

Non succederà mai, orgoglioso per com’è non s’abbasserà mai a dirci che ci vuole bene!” “Avevano esclamato insieme per poi sospirare affranti. Infine Naruto, le aveva sollevato il viso, l’aveva afferrata per la vita facendola aderire al suo possente corpo a quello di lei e l’aveva baciata con passione. Il bacio durò a lungo e quando alla fine Naruto si staccò da lei lasciandola felice, ansante ed eccitata, le aveva sussurrato in un orecchio.

Ti amo mio piccolo fiore di ciliegio!”

Lei aveva sorriso ed era diventata di mille tonalità di rosso, poi si era stretta a lui sussurrandogli sul petto.

Ti amo mia volpe!”

In quel frangente aveva sentito il cuore di Naruto mancare un battito e come delle fusa provenire dall’interno del corpo dell’amato. Sakura aveva riso di cuore e aveva strofinato il nasino sul petto del biondo, poi e si era rivolta alla pancia di Naruto, dove vi era il marchio di Kurama e aveva esordito dichiarando.

“Si, amo anche te Kurama, sei il mio volpacchiotto.”

Quella fu la frase che fece scoppiare Naruto in un fiume di lacrime ed aggrapparsi a lei come se fosse la sua ancora. Sakura quella notte lo aveva fatto dormire a casa sua, portandolo nel suo letto e abbracciandolo stretto tutta la notte.  Per Naruto il fatto che lei avesse amasse anche Kurama era stato il regalo più bello di tutta la sua vita.

“Convinceremo Sasuke a stare con noi, quando e se tornerà, te lo prometto Naruto! Meriti di avere la tua famiglia al tuo fianco! Parola di Sakura.” gli aveva sussurrato al orecchio dell’Uzumaki che adesso dormiva beatamente e con un meraviglioso sorriso sul volto, poi alla fine anche lei era crollata.

 

 

Sakura aprì gli occhi lentamente strofinandoli con il dorso della mano, poi si voltò di lato trovando il compagno beatamente addormentato.

Sorrise per poi guardare fuori dalla finestra.

Era ottobre, Il 10 Ottobre per l’esattezza e lei non vedeva l’ora che fosse quella sera.

Aveva deciso di donarsi a lui. Stavano insieme ormai da un anno e Naruto non aveva osato alzare un dito su di lei. Sapeva che la rispettava con ogni fibra del suo corpo e che attendeva il momento in cui lei fosse stata pronta e quale miglior regalo poteva fare al suo amato, se non se stessa?

Lentamente Sakura si chinò su Naruto e depositò le proprie labbra su quelle di lui.

“Sakura…”

“Shh, amore, dormi pure. E’ ancora presto. Io devo andare in ospedale, ma volevo farti gli auguri di buon compleanno prima di andare!” sussurrò Sakura con un sorriso.

Naruto aprì un occhio azzurro assonnato e le sorrise di cuore per poi sfregare il naso contro il suo collo facendola rabbrividire.

“Grazie piccola.”

Sakura sussultò. La sua voce, soprattutto ancora impastata dal sonno le faceva correre migliaia di brividi lungo tutta la colonna vertebrale, tanto da costringerla quasi a fare le fusa.  Istintivamente Sakura si mise a cavalcioni su di lui, gli circondo la vita con le braccia e seppellì il viso nell’incavo del suo collo e sfregò il nasino congelato contro di esso facendo rabbrividire il povero Uzumaki che gemette.

“Se fai così, mi spieghi come ti resisto? Sakura che c’è?” le chiese Naruto.

“Io Ti amo con ogni fibra del mio corpo. Non ci posso fare nulla. Ti amo, ti adoro e ti voglio Naruto Uzumaki, ma cavolo devo andare in ospedale!” sbottò la rosa gemendo di disappunto per poi sollevarsi e sedersi sul bacino dell’amato che adesso aveva aperto del tutto gli occhi e la guardava con amore immenso.

“Vai, prima che nonna Tsunade ti faccia a fettine!”

“Oh Kami!”

La rosa stampò l’ennesimo bacio sulle labbra di Naruto per poi richiudersi in bagno. Il biondo ridacchiò, poi sbadigliò e tornò a dormire, dopotutto erano solo le cinque di mattina.

 

 

 

A circa sei ore di distanza da Konoha, una figura con un mantello nero si avvicinava al villaggio e quando vide che il falco che aveva mandato era tornato indietro senza aver consegnato il messaggio, la figura sbottò.

“Dico, ma che mi servi a fare?”

 

Il falco s’agito, e la figura usò il suo potere sul falco, per poi ghignare.

“Sul serio? Ma davvero? Ti ha ignorato? Questa me la pagherai Sakura!” ridacchiò divertita la figura.

 

To be continued

Angolo Autrice.

Buona sera, buon giorno popolo di Efp, eccomi qua sono ritornata, anche se un po’ scoraggiata. Questa storia è una cosa del tutto nuova per me, perché è la prima volta che mi voglio cimentare con una Threesome SasuSakuNaru, ma ho deciso di mettermi alla prova e spero di ricevere qualche vostro parere perché ultimamente con la scrittura sono parecchio scoraggiata.

Voglio dedicare questo capitolo della mia storia a un’amica speciale Meryl Watase.  Grazie di cuore per esserci, cara.

Spero comunque che questo primo capitolo vi possa aver incuriosito e ringrazio già d’ora chiunque la leggerà e che troverà un minuto del suo tempo per farmi sapere. E’ la prima volta che mi lancio in una Threesome e spero di non far pena.

Grazie davvero di cuore e alla prossima

Un grosso Kiss

ps. Se tutto va bene il prossimo aggiornamento avverrà Sabato prossimo

Mei

 

 

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Capitolo 2
*** Ritorni (prima parte) ***


 

 

RITORNI (PARTE 1)

 

Tutto era cambiato.

A mano a mano che Sasuke si avvicinava a Konoha, notava come ogni cosa aveva ben poco di come ricordava. Quei tre anni di assenza avevano portato un cambiamento, oltre che in lui in tutto quello che gli stava attorno. Persino la montagna degli hokage era cambiata e ilo faccione di Naruto faceva la sua comparsa come il più fresco dei monumenti. Nonostante tutto Konoha gli fosse mancata, non poteva negare a sé stesso che il timore più grande lo aveva all’ idea di dover incontrare Sakura e Naruto, le due persone che più si avvicinavamo a lui a una famiglia, le due persone, che adesso finalmente poteva ammettere, credeva di amare. Certo, c’era rimasto abbastanza male nel notare che il falco che aveva mandato a Sakura e Naruto per avvisarli del suo imminente ritorno era stato ampiamente ignorato, ma non era certo il tipo di persona che si arrendeva per così poco o davanti a degli ostacoli.

Lui era Sasuke Uchiha, l’ultimo sopravvissuto del prestigioso clan Uchiha, ex nukenin, ex idiota, o almeno lo sperava.

Konoha si era modernizzata e probabilmente si era anche espansa, ma al momento non gli interessava poi molto di quanto la città fosse cambiata o si fosse evoluta, la sua priorità era arrivare in centro città, al palazzo dell’hokage e parlare con Naruto, poi all’ ospedale e parlare con Sakura. ­

Ed ora, dopo essere entrato a Konoha, subito le occhiate curiose dei cittadini, saluti e bentornato dei suoi vecchi amici quali, Ino e Sai a passeggio dove lui sorreggeva lei, quasi impossibilitata a camminare a causa dello stato di gravidanza, o Lee che era diventata la copia sputata del maestro Gai solo molto più rompiballe, o il maestro Kakashi che si era limitato a sorridergli e a chinare la testa in segno di saluto, si era ritrovato davanti la porta del settimo Hokage dentro il palazzo degli Hokage e dopo cinque minuti buoni di attesa, aveva spalancato la porta per trovarsi davanti be…il nulla!

Naruto non c’era!

Naruto finalmente si era liberato, e come suo solito adorava andare a prendere Sakura a lavoro, l’idea di avere qualcuno che era felice di vederlo, qualcuno da poter chiamare casa, qualcuno con cui sfogarsi e liberare le proprie pene o i propri timori, gli davano una senso di calma e pace interiore che non aveva mai creduto di riuscire a provare, però era anche vero che dentro di se c’era un buco, un buco nero e profondo dovuto all’assenza di una altra persona a lui cara, un'altra persona che riusciva a comprendere alla perfezione il suo passato, che sapeva che cosa significasse essere soli, un'altra persona che sapeva, oltre a Sakura, chi era lui veramente e cosa aveva dovuto subire nella sua vita per giungere a punto in cui si trovava adesso.

Sospirando si fermò davanti l’ospedale e quando vide Tsunade gli sorrise caldamente.

“Ciao Naruto, ormai conosci la strada, non c’è bisogno che ti dica nulla, vero?”

Naruto ridacchiò per poi portarsi una mano tra i capelli grattandosi la nuca.

“No, nonna Tsunade, non c’è bisogno che dici altro. Oggi se non sbaglio dovrebbe essere in terapia intensiva?”

“Pediatria!”

“Si, quello, Pediatria!”

Tsunade scoppiò a ridere causando un leggero rossore sulla carnagione scura del biondo.

“Sei il solito Naruto, non cambi mai! Sbadato come sempre!”

“Mi scusi, sa…la stanchezza!” borbottò.

“SI, La stanchezza, io direi più l’ormone. Io vado, mi raccomando Naruto siate prudenti!” sbottò allusiva Tsunade.

“Maestra!!! Sono l’Hokage!” urlò il biondo sgranando gli occhi all'iverosimile e non sapendo come comportarsi davanti a Tsunade. Da quando era diventato Hokage sentiva sopra di se una certa pesantezza. Ovvero il dover essere d'esempio ma non sapeva se continuare a essere se stesso o costringersi a un pò di maggiore serietà

“Sei un marmocchio, ecco cosa sei! Buona Notte Naruto, non mi distrarre troppo Sakura, sai bene che oggi ha il turno di notte!” dichiarò l’ex quinto Hokage prima di sparire dalla vista di Naruto lasciandolo lì, all’ ingresso dell’ospedale, rosso come un peperone.

 

 

Angolo Autrice

Buon salve popolo di efp, qui è la vostra Mei che vi parla. Si, lo so, sono stata assente si può dire un anno, ma come dire, al momento sono successi tanti cambiamenti nella mia vita e non ho avuto più molto tempo da dedicare a efp o alla scrittura di fanfiction., Chiedo venia se questo capitolo è piccolino e di passaggio ma mi serviva come chiamiamolo “sblocco” dopo un anno che non mettevo mano a questa storia, mi serviva un intro, mi serviva un intermezzo meno serio, ecco! Spero che nonostante tutto il capitolo non vi abbia deluso e noi ci risentiamo presto, spero ovviamente non fra un anno (scherzo! Cercherò di essere più puntuale, tempo e impegni permettendo.)

Concludo ringraziando tutte quelle persone che seguono questa storia, e che nonostante tutto non anno perso le speranze nel vedere presto qualche mio aggiornamento, come detto precedentemente questa per me è la prima volta che mi cimento in una threesome e ovviamente spero di non deludere nessuno. Ringrazio anche tutte quelle persone che hanno speso un minuto di tempo per me per lasciarmi una recensione e /o per mettere questa storia tra le preferite e le ricordate. Grazie di cuore davvero. Mi sa che ci devo riprendere lamano a scrivere…

Be, concludo qui, alla prossima e un bacione grande

Vostra Mei.”

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Capitolo 3
*** Ritorni (seconda parte) ***


 

Naruto si stava trattenendo dal non correre dentro l’ospedale per raggiungere al più presto quell’ unica donna che oramai gli aveva ghermito il cuore e aveva tessuto la sua affascinante ragnatela attorno a lui legandolo a se come una larva. Non che la cosa gli dispiacesse tutt’altro, ma di tanto in tanto Naruto si trovava a pensare che cosa avrebbe fatto se un giorno o l’altro lei lo avesse lasciato.

Non riusciva ancora a crederci che Sakura lo amasse, che lo ricambiasse, ma nonostante questa certezza  temeva di essere il ripiego di Sasuke, il vero amore di Sakura.

Tre anni orsono codesta persona aveva deciso di partire  e lasciare Konoha, villaggio che di già lo aveva perdonato, per un viaggio di redenzione e ancora non si decideva a tornare.

Era strano il suo modo di pensare: da una parte desiderava che Sasuke tornasse, che si scusasse nuovamente con loro per la sua assenza e che il vecchio team sette tornasse alla sua antica gloria, unione e splendore, ma dall’altra parte, non sempre, qualche volta, nella parte più intima e segreta di sé, Naruto si trovava a desiderare nell’ arrivo di una missiva da parte di Sasuke che gli diceva che non avrebbe mai più fatto ritorno a Konoha e quando capitavano questi pensieri, poi si sentiva in colpa, triste per giorni tanto da ammalarsi a volte di febbre e /o a volte di sintomi che Sakura, la sua donna, non sapeva spiegare come problematiche mediche e inoltre lei sapeva bene che per quanto strano, lui, portatore di Kurama non si ammalava mai e quindi finiva spesso per spaventarla a morte costringendola a stare sveglia notti e notti alla ricerca dì una cura per la sua malattia immaginaria.

Finalmente raggiunse la stanza dove percepiva il chakra della sua donna e ciò che vide gli fece sorridere l’anima. Sakura stava visitando e lo faceva con una dolcezza e un amore così profondo che Naruto sentì una stretta al cuore e per un secondo dentro di se, nacque l’insano, almeno per il momento, di renderla madre. Si appoggiò con la spalla destra allo stipite della porta e restò li, ad osservarla ridacchiare davanti i capricci di quei tre marmocchi e ad auscultare i loro cuoricini esortandoli, tra una risatina e l’altra a stare zitti. Sakura era una donna speciale portata per i combattimenti ma anche per le cure, non solo mediche. Sin da piccola  è sempre stata la culla in cui lui e Sasuke si rifugiavano, il collante che, nonostante le loro divergenze, li teneva uniti aiutandoli a capirsi l’un l’altro. Sakura era quel tipo di persona che difficilmente non lascia la sua impronta, non entra nel cuore. Lei era una persona completa e il solo ricordo che spesso lui e quel teme di Sasuke erano stati fonte di grande sofferenza per lei, lo rattristavano molto ed era inutile cercare di nasconderlo, Sakura se ne accorgeva sempre.   

“L’hokage! L’hokage!” urlò l’unica bambina presente nella stanza mentre le tenere guanciotte le si coloravano di rosso.

“ Tsk!” borbottò il bambino nel letto a destra della stanza.

“ Baka Kei, perché sei sempre così altezzoso, non lo vedi che fai piangere Mineko Chan! Lo sai che l’hokage è il suo idolo!” sbottò l’atro bambino sul letto alla sinistra della stanza.

Naruto si ritrovò a ridacchiare mentre piano si staccava dallo stipetto della porta e con passo fermo entrò dentro la stanza non staccando gli occhi da Sakura che nel frattempo si era spostata per guardarlo e aveva un dolce sorriso sul volto mentre lo guardava di sott’occhi.

“Ehilà Bambini! Come va la guarigione?”

“B…b….Bene Signor Hokage!”

“ Io guarirò presto e proteggerò tutti quanti, soprattutto Mineko chan!” esclamò il bambino dai capelli scuri e gli occhi azzurri. Il più vivace del gruppo.

“ Tsk, Sempre se non ti farai ammazzare prima,  Shin-baka!” esclamò gelido il bambino dai capelli chiari e gli occhi color cioccolato.

“S…Smettetela di litigare Kai Kun, Shin  Chan! “ Balbettò la bambina dai capelli rossi e gli occhi verdi. “C’è l’.. L’Hokage, portate rispetto!”

Naruto guardava la scena incredulo e non appena Sakura lo affiancò poggiando le sue esili spalle che nascondevano una forza incredibili, sul suo braccio muscoloso rilassandosi, spostò lo sguardo su di lei come a chiedere spiegazioni. Sakura rise.

“Naruto, ti presento il nuovo team 7 dell’accademia ninja i quali hanno ben pensato di fare di testa loro e sfidare in un combattimento i ninja della classe superiore venendo conciati per le feste o peggio se non fosse intervenuto Shikamaru…”

“E’ tutta colpa di quel Teme di Kai. Pomposo e arrogante, ha fatto piangere per l’ ennesima volta Mineko Chan e io mi sono distratto, altrimenti a quest’ ora qua  ci starebbero i nostri nemici!”

“Nemici, che parolone! Erano solo ninja di un'altra classe un po’ più allenati di voi!” borbottò divertita Sakura.

“Tsk, donne! Frignone e patetiche!”

Mineko scoppiò a piangere e Shin ringhiò.

“Ripeti un po’, rospo!” ringhiò Shin ma fu frenato dalla risata di cuore che uscì dal petto di Naruto seguito a ruota da Sakura.

“Ti ricorda qualcuno o qualcosa questa scena, Naru Kun?” chiese Sakura divertita asciugandosi una lacrima che le era sfuggita da un occhio.

“Si!” rise ancora Naruto.

Sakura scosse la testa, poi si rivolse ai tre bambini.

“Torno subito, devo parlare con l’hokage. Shin, Kai, non ammazzatevi in mia assenza!”

 

Naruto seguì la sua donna che, dopo aver fatto le dovute raccomandazioni, si era diretta, Naruto lo sapeva bene e ghignò soddisfatto, verso la sala relax del personale medico e quindi sul letto che spesso usavano chi era di turno in ospedale.

“Non dovresti mentire Sakura, sappiamo bene che non tornerai subito da quei bambini!”

“Ho di meglio da fare che pensare a separare poppanti litigiosi!” rise Sakura. Naruto l’assecondò e allungando il passo l’affiancò.

“E sentiamo, cos’hai di meglio da fare?”

“uhm, visitare il paziente della stanza due, stilare il rapporto, compilare le cartelle cliniche …”

“Sakura!” Protestò l’Hokage. Spesso, nonostante fosse l’Hokage, non capiva quando Sakura parlasse sul serio o scherzasse. Certo, non sempre, ma quando Sakura decideva di fare la misteriosa, lui doveva sudare sette camicie per capire che cosa volesse.

Sakura sbuffò e si fermò di scatto davanti la sala relax costringendo Naruto a una frenata d’emergenza per non finirle addosso. Sakura si voltò di scatto verso Naruto, gli mise le mani sulle spalle, si alzò in punta di piedi e unì le sue labbra a quelle di lui, poi con impeto lo spinse con le spalle contro la porta della sala relax e prese ad accarezzarlo teneramente, dolcemente, con passione, amore e dedizione, almeno fino a quando la porta della sala relax non si aprì facendo cadere Naruto a terra di schiena e Sakura sopra di lui in una posizione non propriamente casta.

“Ho forse interrotto qualcosa?” esclamò una voce che i due conoscevano molto bene. Fredda, controllata, inespressiva.

Due paia di occhi, uno verde e l’altro blu sprofondarono in un oceano nero pece che li fece sbiancare.

“Sa…Sas..Sasuke!” balbettarono Naruto e Sakura.

“Dobe! Sakura!” esordì Sasuke in quello che, nel solito modo Uchiha, doveva essere un saluto.

 To be continued

Ed eccomi di nuovo qua ragazzi. Lo so che il capitolo è piccolino ma per ora non ho proprio tempo di scrivere ma mi mancava troppo questa storia e ho deciso di pubblicare lo stesso questo capitolo.

Fatemi sapere che ne pensate e prometto che cercherò di aggiornare il prima possibile.

Grazie di cuore a tutti

Alla prossima

Mei

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Capitolo 4
*** scoperte ***


Il tempo si era fermato e per un secondo Naruto temette che la sua mente gli aveva giocato un brutto scherzo confondendo l’uomo dentro la stanza con Sasuke, ma quando percepì il respiro di Sakura, stesa sopra di lui, mozzarsi e i batti del suo cuore, poco prima accelerato ed emozionato a causa sua, in quel momento rallentare e perdere ben più di un battito,  capì che Sasuke era reale e che in quel momento si trovava proprio davanti a loro o meglio sopra di loro e li guardava con la sua solita aria fredda e insensibile e con un sopracciglio alzato.

Non seppe perché, ma anche il suo cuore, come quello di Sakura alla vista del teme aveva perso parecchi colpi subendo una smorzata da record che lo fece, per la prima volta in vita sua, sbiancare e annaspare in cerca di quell’ aria che al momento pareva terribilmente rarefatta. Era strano per lui non riuscire a reagire davanti a Sasuke e ancora più strano era il fatto di non riuscire a proferire parola, la sola cosa che fece fu quella di stringere maggiormente al proprio petto Sakura che nel frattempo aveva preso a tremare come una foglia e aveva nascosto il viso umido di lacrime, Naruto ne era certo, nell’incavo del suo collo e le piccole e esili spalle che nascondevano una forza disumana, si muovevano in modo convulso, come se Sakura stesse lottando contro il disperato bisogno di singhiozzare.

Con lo sguardo Naruto seguì i movimenti di Sasuke che aveva preso a camminare lento verso la porta percorrendo tutta la lunghezza del suo corpo con passi piccoli e controllati, alla fine si fermò davanti la porta per poi girarsi verso di lui e con la punta del piede dargli dei calcetti al polpaccio destro come ad esortarlo a piegare le gambe affinchè lui potesse chiudere la porta.

Così fece.

Non appena Naruto ritirò le gambe costringendo Sakura a divaricare le sue mettendola a cavalcioni sui propri fianchi e mettendo in contatto i loro bacini scatenando in lui una sorta di gemito. Naruto sapeva, percepiva che al momento non poteva lasciare Sakura, non si sarebbe retta sulle sue stesse gambe, così si mise seduto per terra lasciando che Sakura portasse le gambe dietro la schiena e le incrociasse sul suo bacino, poi la sentì muovere le braccia e portare una mano alla base della sua nuca per infilare poi le dita nei suoi capelli.

Naruto la conosceva e sapeva bene che quel gesto da parte di Sakura significava che aveva bisogno di lui, di sentirsi parte integrante di una coppia e quel gesto a Naruto non dispiacque affatto anzì lo rassicurò per certi versi. Non appena si mise in piedi, tenendo Sakura sempre tra le braccia ancorata a lui come una ventosa, finalmente prestò attenzione a Sasuke che nel frattempo aveva chiuso la porta e aveva poggiato le schiena contro la porta e i braccio sinistro, o meglio il polso sinistro, l’unico che gli era rimasto dopo il loro scontro di cinque anni prima, poggiato sull’elsa della sua spada che portava al fianco.

Sasuke lo squadrò da capo a piedi quando vide che Naruto poggiava una mano alla base della nuca di Sakura esortandola a scostare il viso dal suo collo.

“Piccola…” La chiamò Naruto.

Sakura non gli rispose anzi fu come se si stringesse maggiormente a lui .

“Sakura, staccati un attimo! Dobbiamo pa…”

“Voglio andare a casa Naruto…” Sussurrò pianissimo la rosa.

“Ok, tesoro, vai a casa. Io sarò qui a …”

“Voglio che vieni a casa con me Naruto…”

“Sakura, sei sempre la solita piagnucolona!” dichiarò freddo Sasuke facendo sussultare e irrigidire la rosa per poi beccarsi un occhiataccia di fuoco da parte di Naruto. Poi sospirando si staccò dalla porta e si avvicinò a Naruto dove con movenze quasi invisibili staccò Sakura da Naruto poggiandola a terra e costringendola a guardarlo in faccia.

“Tu non vai da nessuna parte! Dobbiamo parlare!” ordinò serio L’Uchiha puntando il suo occhio nero in quello verde di Sakura, infine spostò lo sguardo verso Naruto.

“Abbiamo un problema con il villaggio del tuono!”

“Cosa? Come? Dove…Ah, si che problema?” balbettò Naruto venendo colto di sorpresa. Non si aspettava di certo che il loro primo argomento di conversazione dopo quattro anni di assenza, fossero problemi con i villaggi confinanti.

“Tomoe non è disposto ad accettare l’alleanza con Konoha. Mi ha fatto riferire che non dovrei essere io a negoziare trattati di pace, ma l’hokaghe e la potenza medica del villaggio!”

“E questo significa?” chiese piano Naruto.

“Che se vuoi la pace, dovrai andare tu in persona al villaggio del tuono a parlare con il Kage, mentre Sakura dovrebbe andare a parlare con il primario dell’ ospedale. Io, e questo era il mio compito, quello che ho potuto assolvere, ho già conferito con la potenza militare del villaggio, ma posso sempre farvi da scorta. Questo è tutto!”

“Potevi inviare una missiva e ti avremmo raggiunto!” esclamò Naruto.

“L’ho fatto, la signorina Haruno l’ha ampiamente ignorata!”

Sakura s’irrigidì mentre Naruto e Sasuke puntarono lo sguardo incredulo su di lei.

“Ma come…”                                                                                              

“Quando?” balbettò Sakura.

“il 10 ottobre!” dichiarò Sasuke.

“Sakura, perché hai ignorato un messaggio di Sasuke?” chiese Naruto.

“Non…non l’ho ignorato, solo quel giorno non ho ispezionato il cielo. Ero impegnata.”

“A fare che? A prendertela comoda!” sbottò Sasuke per poi voltarsi verso Naruto che aveva abbassato la testa colpevole.

“No, ad amarmi. Era il mio compleanno!” sussurrò infine Naruto.

Sasuke sussultò incredulo mentre Sakura strinse la mano di Naruto e poggiò il mento sulla sua spalla socchiudendo gli occhi.

“Voi due…” iniziò Sasuke per poi zittirsi. “Devo andare!”

Dopo quelle parole Sasuke scomparve nel nulla mentre Sakura si accasciò a terra in un mare di lacrime.

 

To be continued

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Capitolo 5
*** Ricerca ***


 

 

 

 

 

 

 

 

RICERCA

 

 

 

 

 

 

Erano passati tre giorni dall’ arrivo inaspettato di Sasuke e Naruto e Sakura non avevano idea di cosa dire o cosa fare con l’Uchiha.

Lo avevano cercato per mari e per monti trascurando e tralasciando tutti i loro impegni. Sakura, infatti, aveva delegato Ino e la vecchia Tsunade a dirigere l’ospedale in sua assenza, mentre Naruto, che purtroppo non poteva delegare molte delle sue mansioni agli altri, aveva dovuto supplicare Kakashi di riprendere per un periodo lui le mansioni di Hokage.

La sola certezza che entrambi avevano era che si amavano, che volevano essere felici e che volevano esserlo con Sasuke nelle loro vite. Non volevano di certo che le loro scelte o il loro amore avrebbe allontanato per sempre Sasuke da Konoha ma o peggio, da loro. Non avrebbero mai voluto ignorarlo ma anche loro avevano una vita, difficile e stracolma, piena di impegni, ma pur sempre una vita e anche loro desideravano in qualche modo rilassarsi, prendersela comoda e se ciò poteva includere anche l’Uchiha la loro felicità sarebbe stata al completo. Però, Sasuke era tornato inaspettatamente e li aveva colti in fragrante e in una posizione equivocabile, anche se di equivoco non c’era nulla, loro, Naruto e Sakura, non avrebbero mai voluto mettere Sasuke a conoscenza della loro relazione in quel modo. Naruto se ne era accorto, in un certo senso lo avevano ferito. Anche se Sasuke era tornato e purtroppo non lo aveva fatto per loro, Naruto aveva capito che il loro tenersi nascosti a lui, non avendogli inviato nemmeno un messaggio che lo informava della bella o brutta notizia, lo aveva turbato. Così facendo lui era tornato solo perché Sakura aveva avuto l’ardire di ignorare il cielo e lui aveva colto questo atteggiamento come una sorta di sfida non aspettandosi di dover affrontare, cosa che l’Uchiha non aveva fatto perché se l’era data a gambe, la loro relazione.

Se Naruto non agiva come ninja e come Hokage, avrebbero avuto non pochi problemi con il villaggio della nuvola ed ecco che adesso quella missione era una priorità. Dentro i loro cuori Sakura e Naruto sapevano che però anche la missione Sasuke Uchiha era una priorità, forse quella missione che valeva l’etichetta: questione di vita o di morte. Lui per loro era la priorità assoluta e adesso che non avevano la minima idea di dove si fosse cacciato e l’ansia e la paura di perderlo di nuovo li stava divorando. Nonostante questo, e nonostante la sbadataggine e l’omissione che avevano sulle loro teste, non avevano nessuna intenzione di sentirsi in colpa per la loro relazione, per il loro amore, o per essersi presi la libertà di non scrutare il cielo proprio nel giorno del compleanno di Naruto. Era pur vero che la situazione era abbastanza complicata se ciò aveva costretto l’Uchiha a fare ritorno a Konoha, chi erano loro per non prestare il loro aiuto all’ Uchiha.

«Lo hai trovato?» chiese Sakura con il respiro affannoso dopo essersi ritrovata con Naruto alle porte di Konoha.

L’Uzumaki scosse la testa in segno di negazione, gli occhi provati e un dolore sordo al petto che gli dava una certezza.

«Pensi sia ormai lontano? »

«No Sakura! È a Konoha. Lo sento ma ho come l’impressione che non voglia farsi trovare»

«E invece noi lo troveremo! »

Naruto ghignò maligno.

«Sono o non sono l’Hokage? Nessuno sfugge alle mie grinfie, nemmeno Sasuke! »

Sakura sorrise e annuì. Naruto portò due dita alla bocca e fischiò richiamando una raccolta.

Sakura si strinse al fidanzato poggiando la testa sul petto dell’amato e avvolgendogli le braccia attorno alla vita, in attesa.

«Hokage! Non siamo cani!» esclamò Shikamaru.

Naruto inarcò un sopracciglio per poi guardare Kiba e Akamaru.

«Niente convenevoli. Sai, Shikamaru, Temari, Ino, Choji, Ten Ten, Kiba e Akamaru. Nuova missione. Trovatemi Sasuke Uchiha. All’ istante! »

Shikamaru inarcò un sopracciglio.

«Naruto mi spieghi come pretendi che partiamo alla ricerca dell’Uchiha senza prima prepararci. Ci saranno giorni di viaggio e …»

«Sasuke è a Konoha, solo che non vuole farsi trovare» sbuffò Naruto.

«Come non vuole farsi trovare? E come mai è a Konoha? Perché non è venuto da te o da Sakura se è a Konoha?» chiese Ino.

«Storia lunga a voi serve solo sapere che dovete trovarmi l’Uchiha e portarlo da me. »

«Tu batterai la fiacca?» chiese Kiba appoggiandosi ad Akamaru.

«No, io e Sakura abbiamo da fare al quartiere Uchiha. Deve esserci qualcosa lì che mi ha fatto intuire dove quell’ idiota si è nascosto, ma ho bisogno che Konoha stessa sia sotto sorveglianza nel qual caso appena lo becco lui pensi di darsela nuovamente a gambe. »

«Ma perché Sasuke è tornato?» chiese Sai.

Sakura si irrigidì tra le braccia di Naruto e quest’ultimo le carezzò un braccio per tranquillizzarla.

«Abbiamo una nuova missione da svolgere. Me lo ha detto lui tre giorni fa! »

«Ma se vi siete già visti e ti ha spiegato tutto, per quale motivo dobbiamo cercarlo?» chiese ancora Sai.   «Lui non ci serve!» concluse.

Sakura annaspò e sgranò gli occhi fino all’inverosimile, poi rigida urlò

«Lui ci servirà sempre!  »

«Calma piccola!» sussurrò Naruto stringendola a sé con maggiore forza.

«Cos’è Sakura, vuoi mollare l’Hokage per correre nuovamente dietro all’Uchiha?» chiese Ino che si avvicinò a Sai e gli strinse dolcemente la mano. Sta volta a irrigidirsi fu Naruto e Sakura, che aveva ancora la testa poggiata al petto dell’amato, sentì il cuore di Naruto perdere un battito e istintivamente lo strinse maggiormente per tranquillizzarlo. Nella voce di Ino non c’era ne cattiveria ne vendetta, la sua era semplice curiosità ma nonostante questo non poté evitare a un pizzico di rabbia corrergli lungo tutto il corpo nei confronti dell’amica.

«Va bene Naruto, sei l’Hokage e i tuoi ordini non si dovrebbero discutere, ma oltre a questo siamo anche tuoi amici e un pizzico di preoccupazione ce l’abbiamo anche noi. Non per Konoha ma per i tuo cuore e quello di Sakura. Sappiamo cos’è per voi l’Uchiha, vorremmo solo proteggervi.» spiegò Temari.

Naruto e Sakura si sorrisero.

«Grazie» sussurrarono entrambi alla bionda che in quel periodo viveva a Konoha e a casa di Shikamaru.

«Ok, va bene, allora quando ci rivediamo per gli aggiornamenti? »

«Se lo trovate, all’istante lo portate da me. Se lo trovo ci aggiorniamo tra tre giorni per capire il da farsi nella missione. Sasuke mi deve spiegare ancora un po’ di cose, tipo se in questa missione bisognano più ninja o solo il team 7 basti.» spiegò Naruto.

«Io?» balbettò Sai guardano Ino.

«Tranquillo se non sarà difficile potrai restare a Konoha. Ah Ino, Sai, Auguri!» ridacchiò Naruto. Sakura spostò la testa dal petto di Naruto per guardarlo negli occhi con sguardo interrogativo. Naruto ridacchiò.

«Io? Cosa…come?» balbettò rossa Ino. Sai sorrise stringendo la mano di Ino «Grazie Naruto»

«Che cosa? Ma che succede? Mi spiegate? Perché gli auguri?» chiese Sakura dubbiosa.

Naruto scoppiò a ridere e si allontanò da Sakura per poi parlarle divertito.

«Che razza di medico sei me lo spieghi? Controlla la tua amica e poi mi dici. »

Sakura inarcò un sopracciglio poi capì che Naruto voleva che sondasse il chakra di Ino. Con passo lento si avvicinò a lei.

«Eh…no! Sakura…ehm…sto bene. Ecco…io»

«Naruto vuole che ti controlli. Stai male? Se stai male me lo devi dire così troviamo una cura e…»

«No!» indietreggiò nascondendosi dietro Sai.

«Ino, non è mica un segreto!» esclamò Sai.

«Quella è capace di diventare una piovra se lo scopre Sai! »

«Piovra? Io? »

«Si, tu! »

«Piovra a chi, Ino-pig! »

«Non chiamarmi Ino pig, fronte spaziosa! »

«Tu dimmi cos’hai! »

«Dico ma se se ne è accorto Naruto …» sospirò Ino

«Non ho Kurama io! »

«Non ho usato Kurama tesoro, ma se la guardi è evidente.» rise Naruto. Sakura inarcò un sopracciglio fermandosi dal saltellare poi squadrò l’amica dalla testa ai piedi. Da un po’ di mesi aveva smesso di mettersi addosso quei vestiti striminziti e aveva optato per dei leggies delle casacche morbide che la coprivano sin sotto il sedere, ma in quel momento Ino se ne stava stretta Sai e le sue vesti, a causa del corpo di lui stretto al suo, aderivano al corpo come una seconda pelle e un rigonfiamento al ventre la fece sbiancare e poi diventare rossa come un peperone.

«Sei incinta?»  Sussurrò la rosa.

Ino sospirò poi annuì piano.

«Sei incinta?» chiese di nuovo Sakura con il tono di voce più alto.

Ino annuì di nuovo.

«Sei Incinta!» urlò Sakura esplodendo per poi correre dall’amica afferrarla per un braccio e costringendola a staccarsi da Sai e a saltare con lei.

«Waaa perché non me lo hai detto? Cos’è maschietto? Femminuccia? Di quanti mesi sei? Che sensazione da…appena nasce ne prendo dominio. Mio nipote! Tutto mio e guai a chi me lo tocca!» esclamò Sakura riprendendo a saltare con l’amica che stava cominciando ad avere un colorito verdognolo.

«Sakuraaaa! Lasciami! Per i Kami, non farmi saltare. Se vuoi spupazzare qualcosa fattene uno tu! Questo è mio figlio! Lasciami! Che ti avevo detto Sai! »

Sai sospirò ma non nascose un sorriso.

A quell’ultima frase però Sakura si era zittita di botto diventando bordeaux e con lei anche Naruto aveva smesso di ridere diventando rosso. Sakura la lasciò andare e Ino si ricompose.

«Comunque è maschio e sono di cinque mesi. Che sensazione da? Fai un figlio e lo saprai da te! Bah.»  Disse la bionda sistemandosi i vestiti mentre Sai sorrideva e la raggiunse per metterle una mano intorno la vita gonfia.

Ino si accorse dell’espressione affranta di Sakura e sospirò.

«Non te l’ho detto perché sei sempre super impegnata e quando hai un minuto libero è giusto che lo passi con Naruto. In ospedale siamo in reparti diversi e in questi mesi ci siamo viste poco. Non volevo non dirtelo solo che poi i mesi passavano e la cosa si faceva sempre più difficile. Inoltre so quanto per te è importante avere un figlio, non volevo ferirti…» poi spostò lo sguardo su Naruto «Ne mettere pressioni all’Hokage. »

«Io…» ansimò Naruto rossissimo. Sakura annuì.

«Noi non siamo pronti per questo passo Ino…» sussurrò piano Sakura guardando adorante Naruto che aveva chinato il capo imbarazzato.

«Ci credo state insieme solo da un anno!» dichiarò la bionda poi annuì. «Però Tesoro, lo conosci da una vita, io un pensierino ce lo farei!» ridacchiando poi guardò Naruto «Tu vedi di darti da fare neh. Non voglio che il mio marmocchio cresca solo. »

Naruto annaspò e Sakura sbiancò.

«No…noi…non è possibile ora e…» balbettò Sakura.

«Va bene, puoi spupazzarti il mio se poi mi prometti che io ne spupazzerò uno tuo!» sbottò Ino interrompendo lo balbettio dell’amica e Sakura scoppiò a ridere per poi annuire con le lacrime agli occhi.

«Mi spiegate come siamo finiti a parlare di poppanti quando avevamo una missione da svolgere» sbottò Shikamaru ripristinando la serietà.

«Giusto! A lavoro.  A fra tre giorni se non ci sono novità. Ino riguardati. Sakura, andiamo?» concluse Naruto riprendendosi dallo shock e appena la rosa annuì e lo raggiunse si avviarono verso l’interno di Konoha.

 

Sasuke Uchiha si era rifugiato nei meandri del quartiere Uchiha, ovviamente non a casa sua perché molto probabilmente Naruto intuendolo ancora a Konoha è lì che lo avrebbe cercato. L’ Uzumaki infatti in quei tre giorni aveva fatto più volte capolino nel quartiere Uchiha e per fortuna lui era sempre riuscito ad evitare che si incontrassero. Aveva pure messo a soqquadro casa sua, anche se era disabitata era sempre un luogo sacro per lui e in un primo momento fu tentato di rivelarsi in quei giorni e di rompergli l’osso del collo. Come si permetteva a disonorare quella dimora ma alla fine era riuscito a trattenersi. Quel loro maledetto legame gli consentiva di percepirsi ovunque e in ogni dove. Col senno di poi, Sasuke, aveva capito come facesse Naruto a trovarlo ogni volta quando era un traditore. In quel momento, però, era lui a sentirsi tradito e doveva ammettere che non era una bella sensazione.

Apprendere, e di presenza anche, l’unione sentimentale di Sakura e Naruto gli faceva male. Non che non fosse contento per loro e che finalmente i suoi due legami più importanti erano felici, ma dannazione erano suoi.

Quella costatazione lo fece sussultare ogni volta. Non credeva di essere così possessivo e soprattutto non nei loro confronti.

Saperli felici senza di lui, faceva dannatamente male. Per certi versi doveva aspettarselo.

 Sakura non lo avrebbe aspettato in eterno e il bisogno d’amore che aveva Naruto era così profondo che era riuscito a sentirlo anche lui. Ma era anche vero il fatto che voleva essere lui il riposo dei suoi legami, voleva renderli felici, ma non era per niente bravo ad esternare i propri sentimenti.

Li amava e questo loro lo sapevano eppure lo avevano escluso, chiuso fuori dalle loro vite.

Amava Sakura per le sue debolezze, ovvero lui, ma la amava ancora di più per i suoi pregi, per la sua dolcezza, per il suo coraggio, per la capacità innata che aveva di far stare bene le persone quando le stavano vicino.

Amava Naruto per quella sua forza che nonostante il dolore possedeva. Lo amava per la sua allegria, per la sua vivacità, e per la capacità che aveva di legare le persone a se. Lo amava per la sua profondità, per la sua essenza, per tutto quello che lui era, e amava anche quel Kurama che si portava dentro perché senza di lui il suo Naruto sarebbe morto e la consapevolezza che estraendogli quel demone lui moriva lo terrorizzava a morte e glielo faceva amare ancora di più e questo amore lo feriva.

Naruto era il suo balsamo e Sakura il suo riposo. Quelle erano le due persone che più amava al mondo e non voleva e non poteva scegliere.

Sapeva che se si fosse avvicinato a Sakura con intenzione di dividerla da Naruto avrebbe rovinato il suo rapporto con Naruto e se si fosse avvicinato in modo ancora più intimo a Naruto, con intenzione di separarlo da Sakura avrebbe rovinato quel flebile legame che lo univa a Sakura perché lei lo aveva amato e lui non si voleva costringere a scegliere. Forse l’unica soluzione che rimaneva era quella di sparire per sempre dalle loro vite, ma se pensava a quell’ eventualità, dopo la battaglia fatta con Naruto, dopo la quarta guerra mondiale, quell’idea lo terrorizzava e lo feriva al contempo. Non aveva più le forze e nemmeno la voglia di separarsi da loro e se tre giorni fa era tornato a Konoha semplicemente perché si era sentito sfidato ora avrebbe voluto restarci per creare una famiglia con i suoi legami, ma loro adesso erano una coppia e lui odia essere il terzo incomodo, lo aveva sempre odiato e con il passare del tempo quella sensazione di solitudine era peggiorata. Aveva bisogno di Naruto e Sakura e fino a quando non li aveva visti insieme nemmeno se ne era reso conto.

Era per questo che aveva offerto il suo aiuto a Naruto per quella missione anche se lui aveva già parlato con la milizia della nuvola. Non aveva le forze di separarsi una seconda volta dalla propria famiglia ed era per quello che dopo aver scoperto che Sakura e Naruto stavano insieme non aveva lasciato Konoha e si era rifugia nel quartiere Uchiha.

Sotto sotto sperava che quei due lo avrebbero trovato.

Erano tre giorni che se ne stava nella vecchia casa diroccata che un tempo era stata di sua zia, distante da villa Uchiha ma nemmeno troppo. Tre giorni che non mangiava e a fargli compagni solo una brocca d’acqua che aveva racimolato quella mattina a Konoha sotto mentite spoglie. L’acqua purtroppo era necessaria a vivere ma dopo quello che aveva scoperto l’idea di mettere anche una briciola dentro il suo stomaco gli faceva venire la nausea. Quello che in quel momento voleva, la sola cosa che voleva davvero erano Sakura e Naruto. Solo loro potevano alleviare le pene e la sofferenza muta, la sensazione di abbandono che covava dentro.

Non di nuovo. Non voleva soffrire le pene dell’inferno una seconda volta.

Che cosa poteva fare?

«Credevi davvero che non ti avremmo trovato? »

Quella voce lo fece sussultare e voltare di scatto la testa verso la finestra della vecchia casa. Una chioma bionda e un paio di occhi azzurri se ne stava in piedi sulla finestra e lo fissava serio, mentre una chioma rosa un paio di occhi lucidi verdi se ne stava con il sedere poggiato al davanzale della finestra e la testa poggiata allo stipite e lo guarda cauta.

«Che importanza ha quello che credo, Naruto. »

«Perché sei scappato via?» chiese la voce di Sakura timidamente.

«Ero di troppo» sospirò Sasuke chiudendo gli occhi per non guardarli.

 Risplendevano.

Sakura e Naruto si guardarono poi si sorrisero a vicenda.

«No Sasuke, tu non lo sei mai!» sussurrarono insieme facendogli sgranare gli occhi all’ inverosimile.

To be continue.

 

Allora ragazzi eccomi qua dopo secoli d’assenza, spero che questa storia possa piacervi perché ho bisogno di voi. Sto passando un periodo molto brutto e spero che condividere con voi possa migliorare le mie giornate. Anche l’ispirazione ha deciso di abbandonarmi, quindi vi chiedo fatemi sapere com’è il capitolo e se volete che in un modo o nell’ altro continui la storia

Grazie in anticipo.

Un Kiss

Mei

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Capitolo 6
*** UNIONI ***


 

 

 

UNIONI

 

Sasuke rimase completamente senza parole nell’ udire quelle parole. Parole che aveva desiderato così tanto che nemmeno si era reso conto di quanto avessero alleggerito la sofferenza sorda che si era creata dentro di lui da quando aveva appreso il rapporto che Naruto e Sakura avevano.

Senza tanti preamboli, l’Uchiha si alzò da terra ed erigersi in tutta la sua altezza nella speranza, probabilmente vana, di non far capire ai due amici quanto in realtà si sentisse debole ma anche sollevato in quel momento.

Sospirando e con movenze eleganti Sakura balzò dentro la casa seguita a ruota da Naruto, poi si avvicinò a Sasuke e poggiando una mando sulla sua spalla gli sorrise.

«Bentornato, scemo!» sussurrò la rosa beccandosi un occhiataccia da parte di Sasuke.

Sasuke fece per protestare ma prontamente e senza che quasi se ne rendesse conto si ritrovò con le spalle al muro e la mano di Naruto sulla bocca.

«Non contraddirla o ne facciamo le spese entrambi…shhh!» sussurrò Naruto guardando con la coda dell’occhio una Sakura che sbatteva le palpebre e la mano che poco prima era poggiata sulla spalla di Sasuke ferma a mezz’aria.

«Come prego?» ringhiò Sakura stringendo successivamente la mano a pugno nel tentativo di placare la propria rabbia. «Naruto, ripetilo se hai il coraggio!» urlò la rosa.

«Edda Sakura, lo sai che ho ragione e se tu ti arrabbi finisce che radi al suolo il centro storico di Konoha per non mettere in conto che qui ci sono i pochi ricordi della famiglia di Sasuke.  Devo proteggere la città io, sono l’Hokage! »

Sasuke e Sakura sussultarono e guardarono increduli Naruto. Da quando quel baka era diventato così saggio? Aveva cercato di contenere la rabbia di Sakura per preservare la città di Konoha dalla sua furia, preservare il centro storico, avere cura dei ricordi di Sasuke e salvarsi il culo al contempo.

Sakura si calmò all’istante e osservò il fidanzato con amore immenso. Naruto era davvero cresciuto e il semplice fatto che oltre a salvarsi il culo dalla sua furia aveva pensato a proteggere la città e i luoghi dove il loro Sasuke aveva vissuto felice da bambino, luoghi che non potevano essere ricostruiti senza intaccare i sentimenti, lo rendevano davvero unico per lei. Non capiva come aveva fatto fino all’ anno precedente e non accorgersi mai di Naruto e ad avere occhi solo per Sasuke. Si sentiva così stupida e infantile a volte. Lei era cresciuta con una famiglia che l’amava e la venerava e non poteva sapere che cosa significava crescere senza amore e senza genitori ma nonostante tutto sapeva che Naruto e Sasuke erano venuti su talmente bene e forti da renderla quasi invidiosa. Quasi, perché non si augurava e non augurava mai a nessuno di passare tutte le sofferenze che in passato avevano caratterizzato le vite di Sasuke e Naruto.

«Uhm»

«Dai, Sakura non fare quella faccia. Se te lo avessi lasciato fare ti saresti dannata a causa delle conseguenze. Ti prometto che potrai prendermi a pugni quando saremo a casa!» esordì Naruto. Gli occhi di Sakura si illuminarono.

«Prometti? Davvero? »

«Ohi, ohi. Ehm… sì, ma promettimi che mi lascerai qualche osso sano!» ridacchiò nervosamente Naruto

«Se proprio devo» dichiarò ma poi lo guardò e Naruto comprese che non lo avrebbe toccato con un dito a casa se non per fare quattro salti tra le lenzuola. Naruto si avvicinò piano a Sakura e la baciò teneramente. Ormai non aveva più motivo di nascondersi visto che Sasuke aveva scoperto tutto.

«Desiderate che vi lasci soli!» sbottò gelido Sasuke e Naruto si staccò di scatto da Sakura che però non gli lasciò nemmeno il tempo di allontanarsi che se lo strinse di nuovo addosso, poi maliziosamente sussurrò.

«Preferirei che ti unissi a noi! »

Naruto e Sasuke annasparono. 

Naruto osservò Sakura con occhi increduli ma riconoscenti e carichi d’amore mentre per poco Sasuke non si soffocava con la sua stessa saliva.

«Che diavolo stai dicendo!» esclamò Sasuke incredulo spostando lo sguardo prima da Sakura poi a Naruto. Quest’ultimo aveva seppellito il viso nell’incavo del collo della rosa. Non sapeva perché ma in quel momento Sasuke si stava immaginando Naruto rosso come un peperone e ferito per la proposta di Sakura. Non aveva idea di come stesse reagendo in realtà perché gli dava le spalle e continuava ad avere il viso nascosto. Sakura dal canto suo aveva preso a muove piano la mano che aveva poggiato sulla schiena del biondo, coccolandolo e stringendolo mentre gli occhi verdi erano fissi in quelli di Sasuke in attesa di una risposta. In quegli anni d’assenza da Konoha Sakura era cambiata e a quanto pareva anche il suo imbarazzo facile nei suoi confronti era andato a farsi benedire.

Sakura aveva adottato la filosofia di vita: se vuoi una cosa prenditela e in quel momento lei voleva lui e Naruto, insieme. Glielo leggeva negli occhi.

Sasuke sospirò e fece per parlare e tentare di far capire alla rosa che non era proprio il massimo dire di desiderare un altro uomo davanti il proprio fidanzato, ma in quel momento Naruto decise di voltarsi verso di lui e nei suoi occhi c’era lo stesso amore e lo stesso desiderio per lui che c’era in quelli di Sakura. Sasuke si ritrovò a sussultare e a indietreggiare sbattendo nuovamente contro quel muro che a quanto pareva quel giorno era destinato ad essere il suo sostegno.

«Che …cosa? »

«Noi ti amiamo Sasuke, non abbiamo mai smesso di farlo!» sussurrò piano Naruto, poi Sakura annuì con vigore.

Sakura sospirò.

«Vedi, io ho sempre avuto i paraocchi nei confronti di Naruto. Ho sempre ignorato i veri sentimenti che mi legavano a lui perché legata e convinta che una donna possa avere solo un uomo nella sua vita. Bè, per me con è così. Io nella mia vita voglio, anzi no, pretendo due uomini e quegli uomini siete tu e Naruto, Sasuke.>>

«Naruto…»

«La penso come lei. Perché devo scegliere chi amare se vi amo entrambi! Quale legge ci impone di amare solo una persona. Nessuna. Ho provato a stare con una persona che non fosse Sakura o che non fossi tu. È’ stato un disastro.» concluse piano Naruto.

«Anche io. Ho provato a dimenticare l’amore profondo che provavo per i membri del team 7, perché dovevano essere solo compagni di team e ho provato ad uscire con qualche ragazzo del Villagio…e…»

«C’è stato un tentato stupro, un tentato omicidio, un feticista …un coglione che voleva solo prenderla per il culo, un…un…» ringhiò Naruto. Sakura ridacchiò.

«Suvvia, tranquillo non è successo nulla. Sono qui! »

«Certo, perché sono sempre arrivato in tempo a spezzare le gambe a quelli…quelli…»

«So difendermi, Naruto!» ridacchiò Sakura.

«Lo so, ma…»

«Comunque, quello che voglio dire è che Sasuke, ne abbiamo passate tante e nessuno di noi sta bene separato dell’altro. Negalo se hai il coraggio!» concluse Sakura.

Sasuke si arrese, chiuse gli occhi e sospirò per poi scuotere la testa in segno di negazione. Anche lui non stava per niente bene lontano dai suoi legami. Istintivamente si trovò a sorridere, staccarsi dal muro e fare qualche passo verso di loro deciso a mandare al diavolo l’immagine di freddo e scontroso che si era creato fino a quel momento.

«Anche io non sto bene senza di voi»

«Allora stai con noi!» esclamarono la rosa e il biondo con un sorriso enorme. Anche Sasuke sorrise e infine chiuse gli occhi annuendo. Naruto e Sakura si buttarono addosso a lui facendolo cadere a terra e stringendolo in una abbraccio compulsivo. Per la prima volta in vita sua, Sasuke ricambiò e un pensiero gli attraversò la mente.

Finalmente sono a casa.

 

To be continue

 Eccomi qua con un nuovo aggiornamento. Ragazzi ho bisogno del vostro aiuto, sono tentata di cancellare questa storia. Non ho idea di come sta venendo. Vorrei sapere se vi piace, se volete che provi a continuarla.

Ringrazio chi mi risponderà e a chi deciderà di dedicarmi un minutino del suo tempo e di lasciarmi una recensione.

Grazie in anticipo a tutti. Un grosso Kiss

Mei.

 

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Capitolo 7
*** The end ***


 

 

 

 

Dopo un tempo che parve quasi infinito, Sakura sollevò la testa dal petto di Sasuke. Erano rimasti tutti e tre stesi a terra in quella casa vecchia e cadente, abbracciati a respirare l’uno il profumo dell’altro. Presa da un istinto che non credeva di possedere, la rosa lanciò un’occhiata al fidanzato conclamato e Naruto annuì lanciandole un sorriso mesto, poi Sakura poggiò le sue labbra con fare delicato e soffice su quelle di Sasuke.

L’ Uchiha annaspò e sgranò gli occhi incredulo per poi spostare lo sguardo su Naruto, come a cercare nel volto dell’amico un disappunto che però non trovò. Negli occhi del biondo lesse solo un’emozione e una felicità che da tempo non provava ma anche un bisogno di lui che gli toccò l’anima.

«Smettila! Non preoccuparti Teme, sto bene!» sussurrò Naruto.

Sasuke si voltò piano verso Sakura e vide che la rosa lo guardava come se stesse aspettando qualcosa. Entrambi i suoi migliori amici attendevano da lui un gesto, un qualcosa che facesse loro capire che quello che stavano facendo andava bene. Sasuke leggeva negli occhi dei sui amici una trepidazione senza eguali.

Sasuke, dopo un tempo che parve quasi infinito, annuì.

Insieme a quelli che da quel giorno poteva definire i suoi amanti, passò la migliore notte della sua vita.

Sasuke aprì gli occhi e tentò di alzarsi. Si era addormentato sul pavimento di legno e sentiva addosso un peso che non riusciva a riconoscere, un peso nuovo ma piacevole al contempo. Abbassando la testa notò una testa rosa e una bionda che dormivano placidamente sul suo petto. Non aveva idea di come tutti e tre avessero fatto ad addormentarsi senza nemmeno accorgersene, ma forse quella perdita di conoscenza era dovuta al fatto che finalmente ognuno di loro, dopo anni, aveva trovato la propria casa, il proprio riposo l’uno tra le braccia dell’altro.

Sasuke si trovò a sorridere mestamente notando come Naruto aveva arpionato con una mano il braccio di Sakura e se lo stringeva al petto. Dal canto suo Sakura aveva infilato la gamba sinistra sotto quella di Sasuke e l’aveva attorcigliato come un serpente fa con la sua preda, mentre la gamba destra se ne stava mollemente poggiata sul sedere di Naruto. Entrambi non facevano altro che stringersi a lui colti da brividi di freddo. Sasuke spostò lo sguardo fuori dalla vecchia finestra dove ore prima Naruto e Sakura lo avevano trovato e scoprì che ormai era sera inoltrata.

Quanto avevano dormito?

Era stufo di starsene con la schiena a terra, cominciava a stare scomodo.

«Svegliatevi!» borbottò Sasuke muovendosi appena e ricevendo dei grugni di disapprovazione dai due restanti membri del team 7.  L’Uchiha si mosse con un po’ più impeto riuscendo a liberare, sebbene con non poche difficoltà, la spalla arpionata da Naruto.

«Ti vuoi togliere testa quadra! Pesi!» ringhiò Sasuke togliendosi di dosso l’Uzumaki con non molta eleganza.

«Uhm… ma che? Che modi Teme!» borbottò assonnato Naruto sfregandosi un occhio e notando invece come l’Uchiha aveva stretto a sé Sakura, che ancora dormiva su di lui, con l’altro braccio.

«Lei non te la togli di dosso!» ringhiò Naruto.

«Lei è capace di sfracellarmi il cranio con un pugno!»

«Ah, perché io no?» sbottò Naruto.

«No, tu no!» ghignò l’Uchiha.

«Stronzo!»

«Volete stare zitti o spacco il cranio a entrambi!» sbottò la rosa aprendo gli occhi con fare stizzito.

Naruto ridacchiò e sorrise a Sakura che gli rispose di rimando.

«Sempre gentile Sakura-chan!»

 

 

 

the end

 

 

eccoci alla fine della storia. che ve ne pare fatemi sapere

ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa storia e in particolare super sare per la pazienza divina che ha con me.

un bacione e alla prossima

Mei.

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