Love in you: for you

di J_e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Love in you: for you

 

Prologo

 

Papà, papà, mi racconti la tua storia?”

Vegeta sbuffò mentre la piccola Bra gli prendeva la mano e lo trascinava sul divano. Quella era la centesima volta che gli faceva sempre la stessa richiesta e lui non capiva cosa ci trovasse di divertente la piccola nel sentire le sue vecchie e passate battaglie. Cosa gli era saltato in mente, poi, a lui, la prima volta che le aveva raccontato la sua prima battaglia. Quando aveva finito il suo primo racconto aveva visto accendersi negli occhi della bambina una scintilla di interesse e si era sentito chiedere di raccontare ancora e poi ancora. Quando aveva terminato ogni racconto Bra gli aveva chiesto di riprende da capo e poi aveva iniziato a chiedergli le battaglie che più l'avevano interessata. Tra queste per chissà quale misterioso motivo c'era sempre quella del suo scontro contro Broly e di come era stato sconfitto da Kakaroth e successivamente dai suoi figli. Vegeta non capiva l'interesse della piccola a quelle storie che Bulma gli aveva detto dovessero sembrare tragiche per una bambina della sua età, ma lei continuava a chiedergli di raccontare e lui, per quanto tentasse di sottrarsi a quel compito “gravoso”, finiva sempre con l'accontentarla.

E così fu anche quel pomeriggio, Bra lo fece sedere sul divano e gli si arrampicò sulle ginocchia appoggiando la testolina blu di bimba sul torace.

Mi racconti?”

Vegeta si schiarì la voce e abbandonò definitivamente l'idea di andarsi ad allenare quel pomeriggio.

Cosa vuoi sentire?”

Bra si morse l'angolo del piccolo labbro facendo trasparire un'espressione buffa e concentrata nel cercare di ricordare tutte le storie che il suo papà gli aveva raccontato e di decidere quale di quelle volesse ancora sentire.

Voglio la storia di Broly, ma non quella su Neo Vegeta, quella qui sulla Terra. Quella del Sole.”

Vegeta la guardò sbuffando.

Sai già come va a finire.”

Bra alzò gli occhioni azzurri sul padre ed esposte il labbro inferiore in un'espressione di supplica.

No, papino, non me la ricordo bene... dai, dai, solo una volta... solo una.”

Il saiyan sbuffò nuovamente circondando il corpo della piccola con un braccio e prendendo a raccontare la storia di quel potente combattente. Del suo odio efferato nei confronti di Kakaroth e di come era stato spedito nel Sole per non tornare mai più.

...la potente onda energetica colpì in pieno il forte guerriero e lo fece volare oltre il cielo, oltre le stelle, dritto nel brillante e bruciante Sole.”

Vegeta terminò il racconto come sempre aveva fatto, non aveva mai cambiato nemmeno una parola sperando che la piccola si stancasse di sentire ripetere sempre le stesse cose, invece lei ci prendeva sempre più gusto e alla fine del racconto iniziava a fargli domande sempre più specifiche.

Ma Broly era davvero tanto forte?”

Sì, è stato l'unico nella storia dei Saiyan nel riuscire a diventare il Super Saiyan Leggendario.”

Di che colore erano i suoi capelli? E i suoi occhi? E dopo la trasformazione? Dai, papà, dimmelo, dimmelo.”

Bra iniziò a saltellare da seduta sulle gambe di un Vegeta spazientito ma che suo malgrado si trovava costretto ad assecondare la sua piccola principessa.

Come ogni saiyan aveva i capelli neri, lunghi fino alle spalle e anche gli occhi erano dello stesso colore. Dopo la trasformazione i capelli gli diventavano molto più lunghi e del colore dell'oro più puro e gli occhi diventavano completamente bianchi, come se non ci fossero pupille.”

Bra a quel punto sorrideva contenta e scendeva dalle gambe del padre per correre nella sua stanzetta e mettersi a colorare e giocare.

 

 

 

 

 

Angolo J_e:

Buongiornoooo, rieccomi con un'idea nuova e spero carina. Da questo prologo non si capisce ancora molto su cosa accadrà ma chi mi conosce come autrice sa che ho una mente alquanto malata(?) e che partorisce roba... ecco... da pazzi ^.^

Bene, ora che mi sono presentata al meglio ( -.- ) vi ringrazio per essere arrivati fino a qui e nel caso voleste lasciarmi un vostro pensiero sarò ben lieta di ascoltarvi... le vostre recensioni mi sono indispensabili per capire se la storia vi piace, naturalmente questa è solo una piccola introduzione e vi assicuro che aggiornerò al più presto sia questa che Il Nuovo Mondo per chi stesse seguendo anche quella mia fan fic ^.^

Un bacione a tutti e buona serata :D

 

 

J_e :D

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

Avrebbe dovuto seguire la lezione, avrebbe dovuto prendere appunti e ascoltare le spiegazioni che la professoressa stava dando sul corretto svolgimento di un'equazione complicata e parecchio al di sopra delle possibilità di tutti quei ragazzi seduti in classe. Sapeva tutto ciò e di fatto Bra aveva aperto quaderno e libro e aveva iniziato a scrivere le prime righe dell'esercizio, ma dopo i primi dieci minuti si era persa nel suo mondo visto che quell'equazione per lei era semplicissima. Era pur sempre la fiera figlia di una delle scienziate più brillanti dell'universo!

Bra appoggiò la testa azzurra alla mano sinistra e prese a disegnare un volto, che ormai conosceva a memoria, sul foglio del quaderno, sotto allo svolgimento dell'equazione.

Era palese che non stesse seguendo ma la prof non ci faceva nemmeno più caso, lei riusciva ad avere ottimi voti anche senza seguire e questo bastava all'insegnante.

Bra delineò in fretta i contorni del volto giovane e gentile che ormai da anni tormentava dolcemente i suoi sogni, quel volto lo conosceva meglio del proprio, sapeva la forma esatta degli occhi scuri, contornati da ciglia lunghe e da sopracciglia folte ma curate. Scese a disegnare il naso proporzionato perfettamente al viso; poi toccò alle labbra, quelle labbra che non riusciva a disegnare se non serie, quelle labbra che avrebbe tanto voluto baciare e sentir scendere sul proprio corpo.

Bra sorrise sospirando a quel pensiero impudico e si guadagnò un'occhiataccia da parte della prof, ma poco le importava, il suo struggimento interiore era troppo elevato per potersi preoccupare di una stupida terrestre che voleva insegnarle nozioni che lei aveva appreso nei primi dodici anni della sua vita. Avrebbe tanto voluto passare di anno ma siccome non era possibile se ne sarebbe rimasta la a disegnare e sospirare quanto voleva.

Mentre disegnava le lunghe ciocche di capelli che contornavano il volto e cadevano un po' sul davanti coprendo appena gli occhi ricominciò a fantasticare e ricordare i dolci sogni che la notte la facevano svegliare sempre mezza sconvolta.

Nei suoi sogni era così che si rivelava quel ragazzo, forse anche uomo saiyan, una vera bellezza su cui perdere la testa. E Bra la testa l'aveva persa e anche da un bel pezzo! Lei sognava da quando era bambina di incontrare quel guerriero, dalla prima volta che lo aveva sentito nominare da suo padre, dalle prime descrizioni che lui le aveva fornito e poi erano arrivati quei sogni; sogni in cui il guerriero la guardava negli occhi apparendo dalla più folta oscurità e le chiedeva di farlo vivere. Ed era proprio quella la parte che più sconvolgeva la ragazza, non capiva se quello fosse solamente un suo desiderio o se, invece, fosse davvero il guerriero che le parlava dall'aldilà.

La campanella dell'ultima ora suonò ridestandola dai suoi pensieri, non si era accorta che la prof aveva lasciato la propria postazione per dirigersi verso di lei e Bra non aveva fatto in tempo a chiudere il quaderno prima che quell'arpia dalla voce stridente e i capelli grigi la raggiungesse e la bloccasse appoggiandosi sulla pagina incriminata e guardandola con sguardo severo.

Signorina Brief, magari le mie lezione la possono annoiare ma non può mancarmi di rispetto in questo modo.”

Bra si trattenne dal saltarle addosso per urlarle che non doveva toccare il suo disegno e cercò di rispondere nella maniera più calma possibile.

Non è mia intenzione mancarle di rispetto, ma come ha detto lei stessa le sue lezioni mi annoiano in quanto queste sono nozioni che conosco già e tutto ciò che lei spiega io lo so applicare da quando avevo dodici anni. Ora, se non le dispiace, dovrei andare a casa.”

Strattonò il quaderno facendo spostare la prof e lo infilò nella cartella Eastpak di jeans. Prese la direzione della porta decisa, per allontanarsi il più possibile da quella scuola noiosa che non faceva altro che farle perdere tempo.

Era molto popolare come ragazza grazie alle sue forme gentili, ereditate dalla madre, e grazie al suo caratterino, che non permetteva a nessuno di metterle i piedi in testa, ereditato dal padre. Ma lei era poco interessata a tutti quei ragazzi che le sbavavano dietro come fossero cani randagi e affamati che vedono un osso passargli davanti. Le ragazze, poi, le trovava tutte così false e vuote, tentavano, sempre senza successo, di assomigliare a lei. Provando ad indossare i suoi stessi abiti, ma lei non aveva misure comuni, la sua costituzione esile tipica delle terrestri si era mescolata con la tonicità saiyan ed il risultato era un corpo asciutto ma tonico e forte.

Mentre Bra scambiava i saluti di rito si diresse alla macchina che la stava aspettando fuori dal cancello della prigione, saltò dentro la decapottabile senza nemmeno aprire la portiera e dopo aver schioccato un sonoro bacio sulla guancia del padre si sistemò una ciocca azzurra sfuggita alla forcina.

Sentì Vegeta borbottare qualcosa che assomigliava molto a un “lo devi proprio fare tutte le volte?” e sorrise vedendolo arrossire. Anche se non lo avrebbe mai ammesso a lui piacevano le attenzioni che gli rivolgeva la figlia e Bra lo sapeva bene.

Papà.”

Vegeta le lanciò un'occhiata, sapendo che quando lo chiamava con quella voce smielata e dolce era perchè doveva fargli una richiesta.

Cosa vuoi?”

Bra fece la faccina più innocente di cui era capace, quella che aveva perfezionato in tutti quegli anni, quella che sapeva saper far crollare il suo burbero padre.

Ti ricordi quando Kakaroth se ne è andato con il Drago Shenron?”

Vegeta aggrottò le sopracciglia a quella richiesta, era quasi impossibile capire cosa passasse nella testa di quella adolescente tanto quanto era impossibile scoprire i pensieri di sua moglie.

Certo che me lo ricordo.”

Quella volta si è portato via anche le Sfere del Drago, giusto?”

Sì.”

Bra si guardò le unghie curate pensando che quella era proprio una bella sfortuna.

Ma, se per ipotesi, qualcuno volesse, che ne so... riportare in vita un morto, come potrebbe fare?”

Vegeta si fermò ad un semaforo, che aveva deciso di diventare rosso proprio nel momento più propizio, e si voltò verso la figlia per guardarla negli occhi, limpidi e azzurri come quelli della madre.

Bra, anche se fossero sulla Terra, le Sfere del Drago non sarebbero utilizzabili. Sei consapevole anche tu di quali potrebbero essere le conseguenze. Riportare in vita i morti non è una cosa possibile e quindi i morti si lasciano nell'aldilà, dov'è giusto che stiano.”

Bra strinse i pugni a quelle parole, lei non si sarebbe arresa così facilmente, però non poteva far trasparire la propria furia, doveva rimanere calma e continuare a discutere amabilmente con Vegeta. Quando il saiyan riprese a circolare, autorizzato dalla luce verde del semaforo, Bra riprese a parlare.

Mettiamo caso che ci sia una persona morta ingiustamente, qualcuno che non ha mai avuto la possibilità di vivere veramente e a cui non sono mai state date delle vere possibilità, non sarebbe giusto riportarla in vita e dargli almeno una chance?”

Vegeta strinse il volante tra le mani, un oscuro pensiero gli aveva attraversato la mente ma non voleva credere che sua figlia stesse escogitando proprio quella resurrezione.

Bra, le tue ipotesi a chi sono dirette?”

La ragazza si accigliò per un momento spalancando gli occhi, ma poi tornò normale, facendo finta di non capire cosa suo padre intendesse.

Sono solo ipotesi.”

Vegeta ringhiò a denti stretti ma si dovette calmare in fretta, stava parlando con la sua principessa.

Le bugie mi fanno incazzare e non sono paziente. Levati dalla testa quel folle di Broly.”

Bra sussultò sentendo suo padre che nominava il suo chiodo fisso.

Tu... come...”

Era rimasta senza parole, per la prima volta non aveva niente da dire. Adesso che sapeva che suo padre era consapevole dei suoi piani si sentiva come se si fosse macchiata di uno dei crimini più gravi dell'universo.

Vegeta sospirò mantenendo il controllo su sé stesso, si sarebbe potuto sfogare più tardi, nella Gravity Room.

Lo so e basta. Bra, quel guerriero era forte ma anche pazzo, completamente. Non ti permetterò mai di fare una tale sciocchezza. Metteresti a repentaglio la vita dell'intero Universo.”

La ragazza sentì montare in lei una furia cieca, quelle frasi erano cattive, troppo cattive e dirette ad una persona che non aveva mai potuto decidere il proprio destino, prima plagiato dal padre e poi preso dalla follia della trasformazione senza nessuno vicino, abbandonato a sé stesso e alla sua pazzia. Bra si sentì terribilmente amareggiata, le lacrime che versava erano di pura rabbia, non ne poteva fare a meno anche se piangere la faceva sentire solo debole.

Tu non capisci.”

Ormai erano arrivati a casa e Vegeta inchiodò per far alzare il volto della figlia per poterla guardare negli occhi mentre pronunciava parole che mai avrebbe voluto rivolgere alla sua principessa.

Prova a compiere un atto così assurdo e ti pentirai di essere nata.”

Bra rimase pietrificata da quelle parole, aveva sentito spesso suo padre minacciare le persone, ma mai quelle minacce erano state dirette verso di lei. Tremò scoppiando a piangere ancora più forte per poi catapultarsi nella sua camera, passando in volo, dalla finestra.

Si accasciò sul letto aggrappandosi al cuscino e sperando di riuscire a prendere sonno il più in fretta possibile. Suo padre l'aveva ferita nel profondo e per un momento aveva avuto anche paura di quel saiyan che di solito amava come solo una figlia può fare. Bra voleva solo entrare nei suoi sogni e incontrare il gentile guerriero che le avrebbe lenito quella profonda ferita che Vegeta le aveva causato nel cuore e nell'anima.

 

 

 

Continua....

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Le braccia forti le strinsero il corpo in uno dei rari abbracci che quel forte guerriero le concedeva. Non per cattiveria ma piuttosto per quell'orgoglio che Bra aveva imparato a conoscere vivendo con il padre. Quello stesso padre che la stava facendo disperare e che persino nei suoi sogni riusciva a farla piangere. Dopo tre notti in cui Broly la vedeva arrivare piangendo, in cui non si era mai avvicinato ma aveva continuato a chiederle sempre la stessa cosa, ora aveva deciso di lasciare quella dura corazza per consolare più da vicino la giovane principessa. Bra, all'inizio, si era sorpresa di quel contatto improvviso ma poi aveva ricambiato la stretta lasciandosi sostenere da quelle braccia forti.

Non capisce... Broly, lui non capisce.”

Il guerriero la prese in braccio, alzandola con molta facilità visto il suo inconsistente peso corporeo, e le accarezzò la testa tentando di calmarla.

Avanti Bra, calmati e dimmi cos'è successo.”

La ragazza nascose il volto nell'incavo del collo di Broly e iniziò a raccontare ciò che era avvenuto tre giorni prima con Vegeta. La loro discussione in macchina e la minaccia che il saiyan le aveva rivolto alla fine.

Da allora non mi ha più rivolto la parola, non mi viene più a prendere a scuola e se provo ad avvicinarmi lui se ne va. La mamma dice che è solo un brutto momento e che passerà in fretta, ma io sto tanto male.”

Broly la mise in piedi e l'osservò davvero per la prima volta dopo tutti quegli anni. Quando era piccola l'unico motivo per cui andava da lei era quello di riuscire a convincerla di riportarlo in vita, ma ora era cresciuta e si trovava nella stessa età in cui avevano fatto concludere la vita di Broly. Il guerriero iniziava a vedere quanto quella ragazza fosse bella e attraente, non aveva le tipiche forme muscolose e forti delle saiyan ma aveva un corpo più esile e arrotondato, forse tipico della razza da cui arrivava la madre di Bra. Aveva due occhioni azzurri tondi e grandi che potevano fulminare all'istante qualsiasi essere di sesso maschile, quegli occhioni che oltre a dolcezza nascondevano una forte seduzione, appartenente ad una donna che ancora doveva sbocciare del tutto. Il seno era cresciuto in due colline dolci, messe ben in evidenza dallo striminzito pezzo di tessuto rosso, molto attillato che permetteva, quasi, di vederne i capezzoli invitanti. Scendendo Broly non poteva non notare la vita stretta seguita dai fianchi tondi e due gambe lunghe e morbide, tra le quali, il saiyan, sarebbe affondato molto volentieri.

Broly scosse il capo a quei pensieri poco casti e molto poco consoni alla situazione, lei era pur sempre una principessa e l'unico ruolo che poteva avere era quello di sua salvatrice. Poi gli avrebbe solo dovuto dedicare la propria vita nel servirla e riverirla, ma se lo avesse riportato in vita lui non avrebbe avuto alcun problema a farle da servo.

Bra, qualsiasi cosa accada sai qual è il tuo compito.”

Solo lei poteva riuscire in quell'ardua impresa, soprattutto ora che le Sfere del Drago erano state portate via da quel maledetto di Kakaroth. I loro destini, per chissà quale motivo, erano stati legati con un doppio nodo da un fato senza pietà. Broly sapeva tutto ciò e conosceva l'esatta procedura che Bra avrebbe dovuto seguire per ridargli la vita, ma gli era stato proibito parlarne: la principessa avrebbe dovuto scoprire da sola come riportare in vita il guerriero.

Bra si morse il labbro inferiore e alzò gli occhi, ancora lucidi, verso quelli di Broly.

Lo so, devo riuscire a ridarti la vita. Ma... le Sfere del Drago non ci sono più e io non so proprio come fare.”

Il guerriero fece un passo in dietro riprendendo le giuste distanze dalla principessa.

Sei una ragazza molto intelligente e sveglia, troverai il modo.”

Bra si sistemò la minigonna rossa, di pelle, prima di tornare a riacquistare il cipiglio deciso che aveva ereditato dal padre.

Sono anni che me lo dici, so che tu sai come devo fare ma per un qualche motivo non me lo vuoi dire. Oppure non me lo puoi dire. Però, se solo mi dessi un piccolissimo indizio, sono sicura che poi saprei costruire da sola il puzzle.”

I misteri l'attraevano, lei era sveglia e trovava sempre il modo per sciogliere la matassa ingarbugliata, senza mai l'aiuto di nessuno. Ma quella volta il mistero stava aleggiando nell'aria da troppo tempo e Bra stava iniziando a perdere la pazienza. Pensava di continuo di come fare per riportare in vita Broly ma non riusciva mai a trovare un inizio, anche chiedendo aiuto al fratello, che non sospettava di niente, non era riuscita a trovare alcuna risposta.

Broly fissò lo sguardo in quello della ragazza pensando a cosa avrebbe potuto dirle, senza però rivelare del tutto il mistero.

Vuoi solo un piccolo indizio?”

Bra annuì, pronta a cogliere ogni segno che avrebbe potuto aiutarla a sbrogliare quella lunga ed estenuante matassa.

La vita delle persone ha un inizio e una fine già scritte. Queste coincidono con la nascita e la morte per vecchiaia. Non posso dirti altro, ora devi arrangiarti, Bra.”

La ragazza iniziò a vedere il volto del guerriero sfocarsi e seppe che la fine del sogno era vicina, non aveva nemmeno il tempo di salutarlo.

 

 

 

 

Gli indizi che le erano statti forniti quella notte erano chiari e semplici: ogni vita finiva solo quando scoccava l'ora delle vecchiaia, ogni morte avvenuta prima di quel momento poteva essere “guarita”. Con o senza le Sfere del Drago Bra avrebbe potuto riportare in vita Broly, però doveva trovare l'interruzione della sua vita e ricongiungerla con la falsa esistenza che lui conduceva nell'aldilà.

Ma come diavolo faccio!

La ragazza era del tutto esasperata, senza un punto di partenza non poteva iniziare e quell'unico indizio non le bastava.

Uscì di corsa dalla scuola decisa a tornare a casa il più in fretta possibile, sarebbe tornata in volo senza perdere tempo, così si sarebbe messa a lavorare su quella storia e forse avrebbe potuto portare a termine la sua impresa.

Appena messo piede in strada si trovò davanti ad una macchina molto conosciuta, al volante un Vegeta terribilmente serio che non le rivolse nemmeno uno sguardo, ma la sua sola presenza serviva a dire “sali in macchina”.

Bra saltò all'interno del veicolo, senza fare o dire niente e il saiyan mise in moto partendo a tutto gas, nella direzione opposta a casa loro.

Bra si accorse da subito che non si stavano dirigendo verso casa, ma non aveva intenzione di cedere per prima, sapeva essere più cocciuta di Vegeta, molto più cocciuta e lui lo sapeva, quindi se non voleva passare la giornata nel più completo silenzio avrebbe fatto bene a parlare per primo.

Vegeta dopo la prima mezzora si rese conto che se non avesse detto qualcosa, Bra non avrebbe mai parlato. Dopotutto era sua figlia e non sua moglie, Bulma si sarebbe messa a parlare dopo dieci minuti mentre Bra... lei era tale e quale a lui, cocciuta e testarda fino alla fine.

Va bene, hai vinto tu, Bra.”

La ragazza gli lanciò un'occhiataccia e sbuffò scostando il solito ciuffo ribelle.

Non voglio vincere, voglio le tue scuse.”

Vegeta trattenne un ringhio tra i denti e accelerò di più, sulla strada dritta.

Io non chiedo scusa.”

Il silenzio tornò sovrano fino a quando il cellulare di Bra non suonò e lei, dopo aver risposto riagganciò in faccia a quell'idiota del fratello.

Trunks ti ha detto tutto! Non ci posso credere, come fa ad essere mio fratello quel...”

Vegeta voltò a destra improvvisamente facendo quasi scivolarsi Bra addosso, che però riuscì a rimettersi a posto ed evitare di crollare in braccio al padre.

Si può sapere dove diavolo mi stai portando? Io ho fame.”

Vegeta voltò a sinistra e lanciò un panino sulle gambe della figlia.

Mangia.”

Bra si mise a sgranocchiare quel veloce e inutile pasto, ancora non le aveva detto dove erano diretti ma conoscendolo non si sarebbe lasciato sfuggire altro.

Non le restava che aspettare di essere arrivata a destinazione e scoprirlo da sé.

 

 

 

Continua...

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

La distesa di acqua che si era trovata davanti era davvero immensa, al lato opposto di quell'enorme lago sembrava, quasi, che la cascata scendesse direttamente dal cielo. Se non fosse stata, solo qualche secondo prima, sopra a tutta quell'acqua ci avrebbe anche potuto credere, però continuava a non capire che diavolo ci stava facendo sul pelo d'acqua di quell'immenso lago. Vegeta le levitava al fianco e rivolgeva lo sguardo verso le acque limpide, cercando chissà cosa.

Bra era rimasta in disparte a fissare l'alta cascata, per lei tutto quello era tempo sprecato e, invece di stare la, avrebbe voluto andare a casa e mettersi a pensare, ancora, al dilemma di Broly e della sua resurrezione.

Papà, voglio andare a casa.”

Vegeta non la degnò nemmeno di uno sguardo e quando lei si sentì ignorata decise che avrebbe potuto fare anche da sé. Prese ad alzarsi in volo, risalendo parallelamente alla cascata e lambendo l'acqua scrosciante con una mano. La sensazione del bagnato freddo sulla mano la fece rilassare e calmare, quella sensazione era davvero piacevole; le sembrava di essere sotto il getto della doccia, mentre si rilassava la sera, chiuse gli occhi per assaporare meglio le sensazioni e il vento fresco che le scompigliava i capelli. Mentre riapriva gli occhi vide un luccichio strano, proveniente da dietro la cascata, che la fece bloccare. Senza nemmeno pensarci attraversò, a gran velocità, la colata d'acqua. Davanti a lei si aprì una grotta buia, illuminata appena da qualcosa di dorato, Bra si avvicinò per capire cosa fosse, e quando la raccolse si ritrovò a stringere tra le mani una specie di cintura dorata che aveva una forma circolare ed era formata da due pezzi distinti, una placca liscia che si allargava sul davanti e su cui era stata incastonata una pietra azzurra, esattamente nel mezzo. Il secondo pezzo era forato da una catena, sempre del medesimo colore che Bra dovette scrostare dalla terra secca che si era accumulata nel corso degli anni. Era davvero una bella cintura, sembrava d'oro ma era troppo leggera per essere fatta di quel materiale. L'osservò meglio cercando di capire di cosa fosse fatta, ma invano, di certo non poteva sapere che quella cintura era composta di materiali alieni, provenienti da una terra duramente bruciata dal sole dove i minerali diventavano molto duri e resistenti, ma anche leggeri e duraturi. Per cui, anche se erano passati parecchi anni, quella cintura era rimasta invariata nel tempo ad aspettare di essere colta da colei, che nel proprio destino, aveva segnata una responsabilità più grande di lei.

Bra allargò gli enormi occhioni azzurri realizzando che non poteva essere qualcosa creato dai terrestri. Uscì di gran lena dalla grotta volando incontro a Vegeta, se ricordava bene Broly era stato ucciso da Gohan e Goten nei pressi di un'enorme lago.

Papà, questa... questa è...”

Vegeta fissò la cintura e per un attimo passò un lampo d'ira nei suoi occhi, era stato lui stesso a portare la figlia in quel posto ma non voleva che fosse lei a trovare qualcosa che apparteneva a quel pazzo di Broly.

Quella è la cintura di Broly.”

Concluse secco e sempre più irritato. Lui stava cercando qualcosa, ma nulla di così grande e imponente.

Questo è l'ultimo posto in cui quel pazzo ha cercato Kakaroth, ha distrutto il paesaggio rischiando di distruggere anche l'intero pianeta. Era davvero molto forte, gli era stato concesso il privilegio di essere il Super Saiyan Leggendario e lui lo aveva sprecato per un'inutile vendetta insensata.”

Si bloccò vedendo la figlia sussultare alle sue parole, come se quel duro commento sulla pazzia del guerriero saiyan e sui suoi errori del passato fosse diretto a lei, anziché ad uno sconosciuto che aveva sentito nominare soltanto nei racconti del padre. Vegeta non si lasciò sfuggire quel particolare, quelle reazioni non erano normali nei confronti di una persona che non aveva mai nemmeno incontrato.

Seguimi.”

Vegeta tornò alla macchina, dovevano tornare a casa prima che Bulma desse in escandescenza e nel frattempo avrebbe potuto parlare – o almeno provare a parlare – con la figlia minore. Bra lo seguì tenendo stretta al petto la cintura, adesso che l'aveva trovata non l'avrebbe più lasciata andare: non poteva. Sentiva che c'era un legame stretto con quell'oggetto, doveva esserci un motivo se era rimasto la per tutto quegli anni e, ormai, era disposta a credere a tutto. Poteva credere al fato, al destino e che la vita dell'anima non era conclusa una volta che il corpo se ne era andato.

Salì in macchina senza nemmeno accorgersene, era come entrata in un trans profondo da cui non riusciva a staccare la mente. Vegeta si accorse anche di quello scomodo particolare e, una volta messa in moto la macchina, strappò la cintura dorata dalle mani della figlia e la portò sul lato della portiera, incastrata tra essa e il proprio sedile.

Bra si lasciò sfuggire un'esclamazione acuta, tornando ad una realtà un po' più nitida e chiara.

Ridammela.”

La voce lagnante e triste mise in guardia, ancora di più, il guerriero.

Spiegami il motivo di questi tuoi comportamenti.”

Bra si afferrò le ginocchia con le braccia, portandosele al petto. Senza quella cintura, stretta a sé, si sentiva esposta, debole e vulnerabile. Erano tutte sensazioni ingiustificate, lei era consapevole di essere una delle persone più forti al mondo e per quello non doveva temere nessuno. Ma quei brividi orribili continuavano a trapassarla e sconvolgerle il corpo.

Lui mi ha chiesto di riportarlo in vita... vuole solo una seconda possibilità perchè nessuno gliene ha mai data nemmeno una.”

Vegeta strinse il volante tra le mani con un po' più forza, doveva stare attento a non romperlo o sarebbero stati guai.

Ti rendi conto di ciò che stai dicendo? Broly è morto.”

Bra girò il capo, lentamente, puntando gli occhioni azzurri e stranamente spaesati in quelli del padre. Vegeta avrebbe voluto poter fare qualcosa, vedere la figlia in quelle condizioni lo faceva incazzare, sapere che Bulma era costantemente preoccupata per Bra e che la ragazza aveva persino chiesto aiuto al fratello, cosa che non avrebbe mai fatto se non fosse stata davvero disperata stava facendo impazzire Vegeta che voleva capire il motivo di tutta quell'ansia.

Lo so, so che è morto... ma lui viene da me, viene nei miei sogni da quando ero bambina e mi chiede di riportarlo in vita. Dice che solo io posso farlo, perchè sono la principessa dei saiyan.”

Vegeta fermò, improvvisamente, la macchina inchiodando, lo avrebbe fatto anche se avesse avuto qualcuno dietro, cosa che per fortunatamente non era così.

Bra, sono solo sogni.”

Non poteva scendere a compromessi con una stupida leggenda, che nemmeno veniva più presa in considerazione dal suo popolo, una parte di leggenda che tutti avevano dimenticato e che solo la famiglia reale continuava a tramandare.

No, papà, tu non capisci... Broly... lui è davvero Broly e la sua anima mi viene a trovare tutte le notti. Viene da me e mi chiede di riportarlo in vita, stanotte mi ha anche dato un indizio... ma io non riesco ad interpretarlo.”

La voce le si incrinò, quella non era sua figlia, Vegeta non la riconosceva più. Tutta quella questione non avrebbe mai dovuto toccarla, Broly era morto da anni e non doveva osare perseguitare in quel modo la sua bambina, la sua piccola principessa.

Se riuscissi ad interpretare quell'indizio ti tranquillizzeresti?”

Teneva la voce bassa, tranquilla, non aveva mai parlato così nemmeno a Bulma. Mai aveva usato toni così gentili con nessuno, ma vedere la sua bambina ridotta in quel modo lo faceva tremare dentro e in un attimo il suo orgoglio veniva messo da parte per lasciare il posto al senso paterno che gli riempiva il cuore di amore e la testa di preoccupazioni.

Bra voltò lo sguardo e afferrò la mano del padre, sembrava fuori di sé, gli occhi persi in un vuoto che solo lei poteva riconoscere e vedere.

Mi vuoi aiutare? Pensavo che mi odiassi dopo quello che ho fatto.”

Gli occhioni azzurri e lucidi, disperati e scossi. Vegeta si sentì attraversare dall'ira e dalla rabbia più antiche. Afferrò con più forza la mano della figlia e se la trascinò in braccio: per la prima volta sentiva la necessità della figlia di essere abbracciata.

Con la bocca tra i capelli turchini sussurrò parole che mai si sarebbe aspettato di dire.

No, bambina mia, non ti odio. Non l'ho mai fatto, sei la mia principessa, la mia unica figlia femmina. Tu e tua madre siete le donne più importanti della mia vita e per voi due darei la vita, farei qualsiasi cosa per proteggervi e rendervi felice.”

Bra si sentì attraversare da tutto il calore dell'abbraccio e di quelle parole che, sapeva, il padre non avrebbe mai più ripetuto. Delle lacrime calde le solcarono il volto e andarono ad assorbirsi sulla maglia del saiyan.

Vegeta la lasciò andare lentamente, voleva andare fino in fondo a quella questione.

Bra, dimmi tutto.”

La ragazza puntò gli occhi in quelli scuri del padre, speranzosa di riuscire, con il suo aiuto, a decifrare il mistero.

Broly ha detto che ogni vita è già scritta e questa ha un inizio e una fine, esse coincidono solo con la nascita e la morte naturale per vecchiaia. In altri casi, mi ha fatto capire che la morte è reversibile.”

Vegeta strinse gli occhi pensando sempre di più a quella stupida leggenda che in quegli ultimi giorni aveva preso a ronzargli per la testa.

Ti ho già detto parte della storia, quella che parla del Super Saiyan Leggendario. Ma non ti ho mai rivelato la seconda parte della leggenda, quella che solo la famiglia reale conosce e che è stata dimenticata dal resto del popolo.”

Fece una pausa, chiedendosi se stava realmente facendo la cosa giusta.

La leggenda parla di un saiyan che scopre di avere dentro una forza spropositata e naturale che non è frutto di nessun allenamento ma solo di una benedizioni che la fortuna o la sfortuna gli ha concesso. Questo saiyan, infatti, è destinato ad impazzire, la sua mente non ha abbastanza controllo sulla propria potenza e sul proprio corpo. Il potente guerriero è destinato ad una misera fine, per quanto sia forte troverà sempre qualcuno che lo annienterà.”

Vegeta prese fiato, arrivava proprio ora la parte più difficoltosa e complicata.

Si dice, anche, che questo guerriero non può trovare la pace dell'anima, in quanto la sua vita non è mai stata vissuta davvero. Per questo, quando sarà nell'aldilà, potrà scegliere una saiyan che lo riporti in vita, e questa saiyan potrà farlo solamente attraverso un unico oggetto.”

Bra spalancò gli occhi a quella notizia, lei l'oggetto lo aveva appena trovato.

La cintura.”

Vegeta annuì serio per poi riportare la figlia al proprio posto e far ripartire la macchina.

E cos'altro dice la leggenda?”

Vegeta strinse gli occhi e si passò una mano tra i capelli.

La leggenda dice che insieme all'oggetto serve il sangue, ma non specifica in che modo esso debba essere usato. Questa è una leggenda molto antica e molti particolari sono stati persi nel tempo, per cui posso darti solo queste poche informazioni.”

Bra distaccò lo sguardo portandolo sul paesaggio che scorreva veloce, al di fuori di quel bolide fatto di lamiera. Doveva trovare una soluzione, doveva a tutti i costi trovarla, anche perchè la leggenda non l'aiutava per niente, anzi, la metteva ancora di più in difficoltà.

 

 

 

 

Io non morirò per te.”

Nessuno ti ha mai chiesto di farlo, principessa.”

… … …

 

 

 

 

Continua....

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Non sarebbe dovuta morire.

Era questa la conclusione a cui Bra era arrivata dopo la breve risposta secca del guerriero. Ma allora come avrebbe fatto a riportarlo in vita?

Dimmi cosa devo fare.”

Era la sua ultima possibilità, poi Bra aveva deciso che avrebbe smesso di pensare ad una soluzione, tutta quella situazione la stava facendo uscire di testa e lo aveva notato anche suo padre. Broly la fissava dall'alto, vedeva la decisione, negli occhi della principessa, ardere come il fuoco alimentato dalla forza di volontà che ella non aveva mai smesso di avere. Voleva davvero aiutarlo e il guerriero iniziò a rendersi conto che, forse, contattando una ragazzina così giovane si era messo in grossi guai. Non aveva mai pensato che potesse nascere qualcosa nel petto della ragazza, anzi, lui credeva di spaventarla, di farla sentire non troppo a proprio agio e che fossero quelli i motivi che la spingeva a volerlo liberare con tanto ardore, per poi non doverselo subire ogni notte. Ma, evidentemente, si sbagliava, quegli occhi non erano spaventati e nemmeno timorosi, erano soltanto gli occhi di chi era deciso a fare una cosa e portarla fino in fondo. Lei che voleva a tutti i costi riportare in vita Broly, lei che ogni notte andava da lui, scegliendo ogni notte di dargli ascolto invece di cacciarlo dai proprio sogni. Broly si era reso conto troppo tardi di ciò che nel cuore della ragazzina iniziava a nascere, poteva vedere il palpitio roseo del giovane cuore di fanciulla. Ed era possibile che anche lui si stesse affezionando a quella giovane donna che possedeva i suoi stessi anni quando aveva smesso di respirare. Certo, potevano anche avere la stessa età, ma Bra era così innocente che Broly non avrebbe mai potuto nemmeno sfiorarla. Se lei fosse riuscita a portarlo in vita lui l'avrebbe servita e riverita come promesso, si sarebbe prostrato ai suoi piedi e l'avrebbe accontentata in ogni suo capriccio, ma mai l'avrebbe anche solo sfiorata, lui non meritava tale onore e nemmeno credeva di volerlo. Il Destino gli aveva concesso una seconda possibilità e lui non la voleva passare a rovinare la vita di una così incantevole creatura.

Ci stai arrivando da sola.”

Broly non poteva parlare, non poteva dire nulla alla principessa. Lei era arrivata a possedere un oggetto che prima gli apparteneva, ora avrebbe solo dovuto scoprire come usare il proprio sangue. Doveva solo andare indietro con la mente, Broly sapeva che lei ne aveva la possibilità, la leggenda lo diceva:

 

colei che avesse dovuto riportare in vita il Super Saiyan Leggendario aveva la facoltà di leggere il tempo fino alle antiche usanze.”

 

 

Quindi Bra avrebbe potuto liberarlo soltanto usando l'istinto, ascoltando sé stessa e lasciando perdere i frivoli ragionamenti su cui la sua giovane mente continuava a macchinare.

Dove sto arrivando? Mi serve un altro indizio, Broly, solo uno.”

Gli occhioni azzurri della ragazza erano puntati imploranti in quelli scuri del saiyan. Lei non avrebbe dovuto pregarlo, lei doveva solo impartirgli ordini, erano quelli i loro ruoli e nemmeno una principessa poteva cambiare le cose.

Non implorarmi Principessa.”

Aveva abbassato il capo, in segno di rispetto, davvero non tollerava che Bra lo trattasse come se fossero sullo stesso livello. Broly non voleva la pietà di nessuno, sapeva di essere dieci gradini al di sotto di lei e che doveva portarle il dovuto rispetto.

Tu dimmi quello che voglio sapere, allora.”

Si stava alterando, tutta quella situazione le sembrava paradossale, lei doveva riportarlo in vita, lui sapeva come fare ma non glielo voleva rivelare. I nervi di Bra erano arrivati al limite e sentirsi redarguire per qualcosa che nemmeno aveva fatto – almeno non esplicitamente – la faceva incazzare ancora di più. Per la prima volta da quando aveva iniziato a sognare il guerriero sentì il forte desiderio di andarsene, di mollarlo la e di tornare a sogni normali, sogni che non ricordava di aver mai fatto senza di lui e la sua costante presenza.

Bra alzò gli occhi per dare un ultimatum all'uomo che aveva difronte ma si trovò da sola, non c'era più nessuno innanzi a lei e il chiarore di quel luogo infinito si stava oscurando lasciando la ragazza nel buio del sonno senza sogni.

 

 

Un tonfo sordo la svegliò dal sonno profondo in cui era caduta, un sonno in cui esisteva solo l'oscurità del buio e in cui non c'erano guerrieri morti che chiedevano di essere resuscitati. Bra si stropicciò gli occhi cercando di capire cosa avesse prodotto il rumore che l'aveva svegliata. Si affacciò oltre il bordo del letto e rimase stupita quando si trovò a raccogliere la cintura dorata con la pietra azzurra nel mezzo. Quella notte era riuscita ad allontanarsi dal luogo candido, aveva fatto svanire Broly come polvere di stelle e aveva, finalmente, riposato in pace.

Tornò a coricarsi sul materasso e strinse la cintura al petto, prima di allora non le era mai capitato di riuscire ad allontanasi dal guerriero, anche se era vero che non l'aveva mai nemmeno desiderato così ardentemente. Sospirò continuando a ripensare alle sue parole, lei aveva tutti i mezzi di cui aveva bisogno per procedere alla resurrezione, doveva solo capire come usare il proprio sangue. Broly le aveva assicurato che non si sarebbe dovuta togliere la vita, ciò l'aveva notevolmente tranquillizzata e prima che suo padre uscisse di testa sarebbe dovuta andare a tranquillizzare anche lui. Proprio in quel momento un allarmato Vegeta, ancora un po' addormentato e notevolmente scocciato fece ingresso nella stanza per controllare che la figlia stesse bene. Bra nel vederlo sorrise e lo invitò a sedersi proprio letto, affianco a lei.

“Papà, ho una bella notizia. Broly mi ha detto che non serve che io muoia per dare la vita a lui.”

Vegeta sbuffò non del tutto soddisfatto di quella “buona notizia” come l'aveva chiamata la figlia. Avrebbe di gran lunga preferito che Bra affermasse di nom volerne sapere più niente del saiyan, ma ovviamente ciò non sarebbe accaduto. La figlia era troppo presa da quel pazzo assassino per potersi rendere conto del pericolo in cui avrebbe messo la Terra se lo avesse riportato in vita.

“Bra...”

La ragazza bloccò il padre ancora prima che le potesse ripetere quanto stava sbagliando e in che rischio stava mettendo la Terra e i suoi abitanti, ormai aveva sentito quella ramanzina così tante volte che se l'era imparata a memoria.

“Lo so, papà, lo so. Secondo te sto sbagliando, ma Broly non è più un pazzo che vuole distruggere qualsiasi cosa gli si pari davanti. Se solo capissi cosa devo fare te lo potrei dimostrare.”

Gli occhi di Bra splendevano speranzosi di un intenso blu, quella luce particolare la conosceva bene visto che la ragazza l'aveva ereditata dalla madre e che tanto tempo addietro quella stessa luce si era accesa negli occhi di Bulma per lui.

“Cosa ti ha detto stanotte?”

Ormai si doveva solo rassegnare, oltre a quella luce Bra aveva ereditato anche una gran testardaggine e una forza di spirito tali che quando si ficcava in testa qualcosa, nessuno riusciva a farle cambiare idea.

Bra aggrottò le sopracciglia a quella domanda, forse se ne era andata troppo presto, non aveva lasciato il tempo al guerriero di darle un altro indizio.

“Nulla... ho scoperto come fare per non sognarlo, mi basta desiderare di andarmene e tutto scompare. Però... non gli ho lasciato il tempo di dirmi nulla.”

Vegeta sbuffò pensando che tutta quella situazione era solo una grossa perdita di tempo. Non sarebbe servito a niente portare in vita un altro sanguinario saiyan, quella razza troppo prepotente e pericolosa era già stata messa a tacere da un Destino crudele quanto lo erano stati loro con le diverse razze dell'Universo.

 

Bra rimase da sola per tutta la giornata, una perfetta domenica in solitudine per raccogliere le idee e cercare di arrivare da qualche parte. Stava prendendo in considerazione di allontanare Broly come aveva fatto quella notte ma non era troppo sicura di volerlo fare realmente. Alla fine dei conti il guerriero le aveva solo chiesto una seconda possibilità, un'opportunità di rivalsa per vivere una vita serena e tranquilla. Bra si affacciò al davanzale della sua stanza e guardò verso l'orizzonte, oltre le case della città, verso i monti Paoz dove sapeva esserci la casa della famiglia di Goku. Scosse il capo pensando a quell'uomo, per la madre un grande amico, per il padre un eterno rivale. Anche ora che era morto ogni volta che veniva nominato Vegeta sembrava ricordare i vecchi rancori e Bra sapeva bene quali sentimenti muovevano in padre, era stato lui stesso a confidarglieli.

La ragazza sospirò guardando verso l'alto, Kakaroth si era portato via le Sette Sfere del Drago complicandole la vita. Lei si sarebbe dovuta affidare ad una vecchia leggenda che nessuno conosceva più e che era anche incompleta.

Si accasciò lungo il muro e prese la cintura al suo fianco, l'aveva appoggiata a terra ed ora le si era seduta vicino.

“Ho tutto qui, mi mancano solo le istruzioni.”

Chiuse gli occhi appoggiando la testa indietro, contro la parete e cercando di liberare la mente. In quei giorni aveva pensato anche troppo, ora era il momento di far prevalere l'istinto.

Non appena anche l'ultimo pensiero venne messo a tacere, Bra si sentì trascinata in un buio profondo animato da strane fiammelle dorate. Le fiammelle danzavano tristi, lentamente e senza mai una sosta in movimenti circolari e aggraziati. Al centro di tutto quel turbinio di luce spenta c'era una fiamma più grande e all'interno si poteva intravvedere una piccola bambina.

Bra si mosse verso quella fiamma stando attenta a non toccarne altre, si avvicinò il più possibile e appoggiò una mano sul fuoco dorato che però non la scottò; un calore improvviso le attraversò il corpo e improvvisamente si ritrovò all'interno di quella fiamma, ora era diventata la piccola bambina e da dietro le pareti impalpabili e dorate vedeva la propria figura allontanarsi.

Stranamente non si sentì in ansia, né si preoccupò di veder andare via il proprio corpo senza di lei. La mente della bambina sapeva tutto, aveva conoscenze infinite che andavano indietro di millenni e Bra ne aveva il completo controllo. Chiuse gli occhi e cercò di capire come usare tutte quelle informazioni finchè non arrivò a vedere un uomo, un unico singolo e bellissimo Saiyan che in un moto di rabbia improvvisa diventava dorato e si trasformava in qualcosa che nessuno aveva mai visto.

Bra capì immediatamente cosa fosse, quella era la nascita del primo Super Saiyan Leggendario, le bastò pensare alla leggenda collegata a quella creatura per vedere le parole impresse nella propria mente, rosse come il sangue e forti come la Morte. Impresse a fuoco e stilate dalle vittime di quel primo pazzo e fortissimo guerriero.

 

Bra aprì improvvisamente gli occhi, si guardò intorno e afferrò la cintura che aveva lasciato andare durante quella visione.

Ora sapeva perfettamente cosa fare.

Presto Broly sarebbe tornato in vita e lei sarebbe stata finalmente libera dal sogno di quel guerriero.

 

 

 

 

 

Angolo J_e:

Non lapidatemi grazie u.u

Sono consapevole che sono passati parecchi mesi dall'ultimo aggiornamento e so di essere imperdonabile ma ho preferito finire prima Il Nuovo Mondo per poi dedicarmi completamente a questa fic.

Ora aggiornerò in maniera regolare quindi fatemi sapere che ne pensate e se vi piace per favore.

Un bacione a tutti,

J_e :D

 

 

PS: sì, lo so, ho degli orari assurdi per aggiornare u.u

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Aveva preparato tutto, da sola, senza dire niente a nessuno; Bra voleva essere sicura che nulla potesse interrompere quel momento delicato.

Dopo quel sogno aveva deciso di tornare alle cascate, dove Broly era morto, e di effettuare la il rito di resurrezione. Si era portata dietro la cintura dal colore dell'oro e un ago: se doveva far cadere delle gocce di sangue le serviva qualcosa per ferirsi.

Si posizionò sopra il bacino d'acqua, al centro, in modo da avare il sole puntato in viso e la cascata alle spalle. Era dal sole che lui se ne era andato ed era da li che sarebbe ritornato, doveva solo trovare la giusta frequenza per afferrarlo e riportarlo sulla Terra. Aveva visto il procedimento esatto in quel sogno strano e credeva di essere in grado di eseguirlo.

Con tutto quello che aveva scoperto sentiva, ancora, la testa pesante, come se ci fosse entrato un macigno. Invece, aveva solo scoperto l'intera storia dei Saiyan, quel popolo dal quale derivava da parte del padre. Possedeva i ricordi di ogni singola battaglia, guerra o strage compiuta dal suo popolo; aveva visto il passato del padre, le sue difficoltà iniziali, il suo modo di essere quando ancora viveva sul pianeta d'origine. Tutte le battaglie di cui lui le aveva parlate erano, ora, ben impresse nella sua mente, come se lei ci fosse stata in prima persona.

Aveva visto anche sbocciare l'amore tra i suoi genitori, aveva seguito la vita del padre, Principe senza popolo, così da vicino che aveva finito per conoscerlo fino in fondo. Per lei non c'erano più segreti sulla razza Saiyan, sui suoi regnanti e su tutto ciò che riguardava quel popolo antico e ormai estinto.

Bra scosse il capo cercando di far tacere tutte quelle nozioni, per il più non la riguardavano, ma c'erano anche alcune informazioni importanti che parlavano di lei e Broly. Anche se non sempre direttamente, visto che una storia del genere si era sempre ripetuta nel passato.

Un guerriero leggendario era impazzito, morto e poi resuscitato grazie al legame che aveva stretto con una giovane principessa guerriera. Bra doveva essere quella principessa e Broly il guerriero pazzo.

La ragazza si concentrò su ciò che doveva fare; chiuse gli occhi e sgombrò la mente da tutto, il viso rivolto al sole veniva riscaldato da quei raggi che le avrebbero donato una vita, mentre lei si sforzava di creare un passaggio tra esso e la propria mente ignorando il rumore dell'acqua scrosciante alle proprie spalle. Era certa di riuscirci, le era stato detto che bastava che usasse il suo Terzo Occhio, quello che solo lei aveva. Con quello poteva vedere cose che i comuni mortali non avrebbero mai immaginato. Bra in un primo momento non aveva realizzato e continuava ad ignorare quel potere nascosto, sapeva solo che in quel momento l'avrebbe dovuto usare.

Si concentrò e improvvisamente, intorno a lei si sprigionò una luce abbagliante e candida, pura come il primo pianto di un neonato. La luce rifletteva perfettamente lo splendore dorato del sole, quei raggi simili presto si unirono formando un passaggio nell'azzurro cielo della Terra.

Bra, dopo un primo momento di incertezza, vide infondo a quel tunnel una figura conosciuta, un uomo alto, muscoloso e con il viso severo. L'ombra si avvicinava quasi con urgenza, come se sapesse che doveva fare in fretta perchè quello non era un passaggio stabile: se Bra si fosse sconcentrata anche solo per un secondo, quel passaggio sarebbe svanito. Ma più si avvicinava e più Bra iniziava a spaventarsi: quello non era il Broly che lei aveva conosciuto, i capelli corvini erano stati sostituiti da una chioma dorata dai riflessi verdastri e gli occhi scuri e caldi avevano lasciato il posto a due pozzi senza colore. Persino la sua fisionomia era completamente cambiata, i muscoli ancora più delineati e potenti, l'aura ancora più forte di quanto lei l'avesse mai percepita.

Per un attimo Bra fu tentata di interrompere quel processo, di rispedire quell'essere da dove era venuto ma poi si ricordò che lei lo aveva conosciuto per quello che era veramente: un ragazzo a cui non era mai stata data una seconda possibilità e che chiedeva solo di essere compreso e aiutato.

Appena la principessa decise che avrebbe portato la propria missione fino alla fine, il guerriero superò il punto in cui le due luci si fondevano e come per incanto, tornò normale. I capelli tornarono scuri e anche gli occhi presero il colore a cui Bra era abituata.

La ragazza sorrise, ancora ferma immobile nell'attesa che Broly oltrepassasse il mondo degli spiriti. La fatica di quell'operazione iniziava a farsi sentire e Bra credette di non riuscire più a resistere, la testa le pulsava e le forze iniziavano a mancarle. Da li a poco non sarebbe più stata in grado di levitare e sarebbe precipitata nel bacino d'acqua sotto di lei e Broly sarebbe stato intrappolato in quella dimensione astratta visto che il processo di resurrezione doveva ancora essere terminato.

Qualsiasi cosa accada non interrompere il processo. Fidati di me, Principessa.

La voce ferma di Broly le risuonò nella testa e Bra decise di dargli retta, per quanto stanca e affaticata fosse mancava ancora un'ultima cosa da fare. Il processo non poteva essere concluso se lei non gli donava una goccia del suo sangue per permettere al corpo di rigenerarsi fisicamente.

Senza aprire gli occhi lasciò andare la cintura che invece di cadere fluttuò davanti a lei, fin sotto le sue mani, come se la ragazza avesse un campo di forza intorno a lei che faceva muovere gli oggetti a suo comando.

Bra si punse un dito con l'ago e una goccia cadde nella cintura di Broly, appena il metallo venne toccato da quella minuscola gocciolina una luce abbagliante riempì l'intero spazio e Bra cadde. Continuando a pensare al guerriero, senza mai distogliere la vista spirituale da lui.

 

Broly attendeva, come sempre, che la Principessa si addormentasse per poterle parlare, ma quella volta si sarebbe dovuto scusare per come si era comportato e per averla fatta arrabbiare. Per un guerriero come lui non era semplice scusarsi, la sola idea lo faceva sentire inferiore, ma Bra era la sua Principessa e senza di lei non poteva tornare in vita.

Mentre i pensieri di orgoglio si sovrapponevano al buon senso uno splendore improvviso lo accecò, sentì il proprio corpo cambiare in quella trasformazione che tanto odiava, si guardò senza capire cosa stesse accadendo e poi realizzò: Bra doveva aver trovato il modo di riportarlo in vita, finalmente ce l'aveva fatta.

Il guerriero sentì attorno a lui un calore bruciante, si guardò attorno senza riuscire a distinguere nulla nello sfolgorante oro che lo circondava, si accorse, però, che davanti a lui si estendeva un lungo passaggio, il suo corpo si mosse in quella direzione senza che lui se ne accorgesse.

In fondo a quel lungo tunnel di luce vide Bra, era pallida e stanca e presto non avrebbe più retto la fatica di quel processo. Doveva essere pronto a scattare non appena avesse avuto un corpo, riempì in fretta la distanza che li separava e quando lei si ferì lui sentì un qualcosa battere nel petto: il suo cuore.

Un battito, due battiti, un respiro.

Un battito, due battiti, un respiro.

Broly riprese a vivere così improvvisamente come era stata improvvisa la sua dipartita, poteva sentire nuovamente l'aria entrare e uscire dai suoi polmoni, percepire il sangue scorrere nelle vene e l'aria passargli sul viso e tra i capelli.

Si concesse solo un secondo per godere di quella vita rinnovata grazie al puro cuore di una Principessa, poi si gettò verso il bacino d'acqua, doveva recuperare Bra o sarebbe morta annegata.

 

La luce abbagliante era scomparsa e il sole era sempre lo stesso, quando Bra aprì gli occhi ne venne accecata ma non sentì nessuno strano legame con quell'astro sfolgorante.

Sollevò il capo cercando di ricordare cos'era accaduto, il suo sguardo vagò sul panorama incrociando improvvisamente quello di un giovane uomo che lei conosceva. Quel suo sogno ricorrente era finalmente divenuto realtà: Broly la fissava mentre a petto nudo e disteso sull'erba verde del prato, si faceva asciugare dal calore del sole.

“Bentornata Principessa.”

Bra mosse un paio di volte le palpebre per essere sicura che quella non fosse una visione, poi si guardò i vestiti rendendosi conto che erano fradici e tutto le tornò in mente.

“Ce l'ho fatta...”

Era un sussurro diretto a sé stesso più che un'affermazione che qualcuno avrebbe dovuto recepire. Si sentì piena di gioia e realizzata per essere riuscita a portare a termine la propria missione.

Broly la guardava sorridendo e quando se ne accorse anche lei gli sorrise.

“Felice di essere tornato in vita?”

Il guerriero annuì rivolgendo uno sguardo verso il cielo.

“Solo ora mi rendo conto di quanto le cose più semplici siano belle. Principessa, non potrò mai ringraziarvi abbastanza.”

Bra si alzò per spostarsi più vicino a lui, ora era reale, lo poteva toccare perchè fatto di carne ed ossa e il suo sangue, in una minima parte era lo stesso che circolava nel corpo della ragazza. Senza rendersene conto sapeva tutto su di lui: quando era nato, cosa gli era successo e come era morto. Lo aveva visto in ogni sua forma e più capiva di conoscerlo e più desiderava avere un contatto.

Fermi immobili su quel letto di erba puntarono entrambi gli sguardi verso l'alto, lui si stava godendo il ritorno alla vita e lei si scervellava per trovare un modo di avvicinarlo di più.

Non gli piaceva il modo con cui Broly pronunciava il suo scaduto titolo nobiliare, sembrava quasi che la considerasse un gradino più sopra di lui e, andando ad intuito, la cosa non le avrebbe facilitato la vita. Almeno non per ciò che lei aveva in mente.

Cercò di non pensare alle fantasie ricorrenti di quando disegnava il suo volto, a quelle belle storie a lieto fine che nella sua testa si dipingevano di rosa e rosso.

La brezza serale la riportò alla realtà: doveva tornare a casa, anzi, dovevano ritornare a casa e lei avrebbe dovuto spiegare al padre tutto ciò che era successo.

“Broly.”

Parlò piano, quasi intimorita nel rovinargli quel bellissimo momento di pace. Lui voltò il capo per nulla infastidito e la guardò invitandola a continuare.

“Dobbiamo andare a casa.”

“D'accordo, non creerò problemi con Vegeta.”

Bra sospirò sollevata mentre si alzavano in volo, sembrava che il guerriero le avesse letto nella mente e non sapeva decidere se ciò la metteva in allarme o meno.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Il ritorno a casa era stato tragico: Vegeta e Trunks erano già pronti ad accogliere Broly nel migliore dei modi. Bra si era dovuta mettere in mezzo tra i tre guerrieri per non far scoppiare una guerra e anche Bulma era dovuta intervenire per tentare di trascinare via il marito.

Alla fine si era tutto risolto ed erano potuti andare a mangiare la squisita cenetta che Bulma aveva preparato.

Bra, sdraiata a letto, stava ripensando al terrore che aveva provato nel vedere il padre e il fratello trasformati in Super Saiyan. Aveva sentito l'aura di Broly crescere sempre di più ed era davvero spaventata all'idea di uno scontro tra quei tre. Quando si era tutto tranquillizzato e si erano seduti a tavola, non erano macate le occhiatacce verso Broly e verso di lei. Bra aveva mangiato pochissimo e quando quella tortura era finita aveva afferrato il suo guerriero e lo aveva trascinato fuori dalla cucina e su per le scale, fino nella sua stanza. Aveva sbattuto la porta e aveva tirato un pugno al muro; non poteva sopportare che la sua famiglia le avesse remato contro e che non le avesse chiesto nulla. Erano riusciti solo a rovinarle la serata e a farla incazzare, sapeva che non avrebbero accettato che Broly vivesse con loro, ma non gli avevano dato nemmeno una possibilità.

Bra si girò su un fianco facendo cadere una mano fuori dal materasso, Broly stava “dormendo” perterra proprio affianco al suo letto e Bra sapeva perfettamente che era ancora sveglia. Anche lui doveva sapere che la ragazza non aveva ancora preso sonno e, infatti, sentì subito la sua voce profonda che richiamava la sua attenzione.

“Vi ho promesso che avrei fatto il bravo e non avrei combattuto contro vostro padre.”

Bra si sporse dal materasso e lo guardò in viso, lui stava fissando il soffitto appena rischiarato dalla luce della luna piena.

“Lo so, e ti sono grata di non averli attaccati prima.”

Broly scosse il capo e spostò lo sguardo su di lei.

“Ogni vostro desiderio per me è un ordine, Principessa. E vi dirò di più, se mai Vegeta o vostro fratello mi attaccassero io non contraccambierei l'attacco.”

La ragazza lo fissò negli occhi scuri, non stava mentendo, era convinto di quello che diceva e lei sentì il cuore battere forte. Quel guerriero avrebbe dato la propria vita per lei e i suoi desideri, per non offenderla o farla soffrire.

“Se non sei tu ad attaccare per primo non hai alcuna colpa. Se uno di loro due ti attacca tu devi difenderti.”

L'ultima cosa che voleva era vedere Broly morire per mano di uno dei suoi famigliari, non era sicura che il guerriero si sapesse trasformare in Super Saiyan e non voleva rischiare di perderlo proprio ora che lo aveva trovato.

Bra si lasciò cadere sul cuscino morbido e si portò una mano al cuore, al solo pensiero di perdere Broly sentiva una fitta tremenda all'altezza di quell'organo vitale. Anche se era tremendamente irrazionale si sentiva persa per quel giovane uomo, voleva averlo tutto per sé senza avere la minima paura di poterlo perdere. Sospirò pesantemente e si portò il braccio sugli occhi.

“Principessa, vi sentite male?”

Bra scosse il capo e solo dopo si ricordò che da la giù Broly non poteva vederla.

“No, sto bene. Tu non hai sonno?”

Sentì Broly ridere sommesamente e si affacciò di nuovo per vedere il suo sorriso. Non si sarebbe aspettata niente di più meraviglioso, il volto da duro si era sciolto in un'espressione giovanile che lo faceva sembrare il ragazzo che era.

“Cosa ci trovi di tanto divertente?”

Broly la guardò con gli occhi di sempre, ma solo leggermente più allegri.

“Dormo da troppo tempo, mi piace rimanere sveglio. Ma voi potete dormire tranquillamente, vi proteggerò io.”

Questa volta toccò a Bra sorridere.

“Cosa troverò dall'altra parte ora che tu sei qui?”

Il silenzio permeò nella stanza per parecchi minuti prima che il rumore delle coperte che venivano spostate e di un corpo che scendeva dal letto riempisse l'atmosfera. Bra scivolò sul futon di Broly e gli si accoccolò vicino, appoggiando la testa sulla sua spalla.

“Broly, posso stare qui con te?”

Il guerriero era rimasto impietrito da quel cambiamento improvviso, non era sicuro che fosse corretto tenerla sul proprio letto. Lei era una Principessa mentre lui era un rifiuto della società, le doveva la vita e doveva servirla per il resto dei suoi giorni per quello, ma non poteva permettersi alcuna debolezza.

“Principessa, scusatemi, ma vado a fare un giro intorno alla casa.”

Bra si scostò mentre lui si alzava e usciva dalla finestra. Alla ragazza non restò altro da fare che chiudere il vetro e rimettersi nel proprio letto. Si sentiva una completa idiota, se non si fosse inventata di scivolare nel suo letto lui ora sarebbe ancora affianco a lei. Si addormentò faticosamente e con mille pensieri per la testa, il sogno della sua vita aveva preso vita e lei si sentiva strana.


 


 

Vegeta percepì l'aura di Broly allontanarsi e decise di seguirlo, Bulma si era addormentata già da diverse ore ma lui non riusciva a prendere sonno. Si infilò una delle tute che usava per gli allenamenti e partì all'inseguimento del guerriero risorto.

Quando l'aveva visto piombare nel suo giardino a seguito della figlia gli era venuto un colpo e non era riuscito a trattenersi nel volerlo attaccare. Già l'idea che fosse tornato sulla Terra lo mandava in escandescienza e se poi se lo ritrovava pure in casa sarebbe uscito di testa.

Si bloccò improvvisamente notando il luogo in cui Broly si era fermato. Erano alle cascate in cui Bra aveva trovato la cintura del guerriero, la stessa cintura che ora Broly aveva attorno alla vita.

Scese dietro al ragazzo che si era seduto sull'erba a guardare il cielo.

“Quali sono le tue vere intenzioni?”

Broly non si girò, né sembrò sorpreso nel sentire la sua voce.

“Voglio solo ringraziare la Principessa per la possibilità che mi ha dato.”

Vegeta guardò l'acqua che precipitava verso il lago, durante la notte sembrava petrolio.

“Se proverai a far del male a Bra io ti farò fuori di nuovo, e questa volta mi assicurerò che tu non possa più tornare.”

Broly scosse il capo e si distesa sull'erba alzando il capo fino a poter guardare il proprio interlocutore.

“Se avessi voluto far del male alla Principessa l'avrei lasciata annegare in quel lago questo pomeriggio. Invece l'ho riportata a casa sana e salva.”

Vegeta si sedette affianco a lui e fissò il panorama davanti a sé, si vedevano i monti Paoz in tutta la loro maestosità.

“Kakaroth è morto già da diversi anni, ma cosa accadrà quando incontrerai il figlio. Sono sicuro che ti ricordi di Goten come rammenti di Tranks.”

“A quel tempo non sapevo controllarmi. Ho promesso alla Principessa che non avrei causato problemi e sono deciso a mantenre questa mia promessa.”

Vegeta non seppe se essere soddisfatto o meno, le intenzioni del guerriero sembravano buone, ora non restava che assicurarsi lui mettesse in pratica tutte quelle belle parole. Si preparò a tornare a casa, dalla sua Bulma e proprio quando i suoi pensieri si fermarono su di lei, rammentò quanto anche lui fosse cambiato nel corso degli anni. Si passò una mano tra i capelli e diede le spalle a Broly mentre prendeva il volo.

Poteva dare una seconda possibilità al ragazzo, poteva farlo senza nessun problema, così come Bulma aveva dato una seconda possibilità a lui, ma al primo passo falso Vegeta lo avrebbe distrutto. Di questo ne era più che certo.


 

Continua...


 

Angolo J_e:

Scusate l'attesa, so che sto aggiornando sempre più lentamente e mi dispiace ma quest'anno ho qualche incombenza in più dovendo affrontare gli esami di maturità. Spero che ci sia ancora qualcuno a cui piaccia questa mia FF e se qualcuno volesse farmi sepere che ne penso gliene sarei molto grata.

Detto ciò. Un bacione e un ringraziamento a tutti quelli che leggono, seguono, recensiscono questa ff.

Buona serata.

J_e :D

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Broly tornò nella stanza prima che la Principessa aprisse gli occhi di zaffiro, splendenti e luccicanti come una pietra preziosa. Le aveva promesso che ci sarebbe stato al suo risveglio e che non l'avrebbe abbandonata. Aveva passato tutta la notte nei pressi della casa, tenendo sotto controllo la sua aura e quella delle persone nei paraggi; nessuno si era avvicinato all'abitazione e nessuno ne era uscito.

Si sedette sulla sedia davanti al letto e restò ad ammirare la bellissima creatura che lo aveva salvato: da tempo aveva capito che non era come le altre Saiyan, era molto magra e slanciata, aveva delle curve piene e i muscoli non erano per nulla delineati. Però sapeva che era molto forte, si percepiva solo dall'energia che sprigionava e poi era una discendente diretta dei sovrani del suo popolo.

Bra era un perfetto incastro di forza e bellezza, nulla poteva superarla e Broly era certo che non esistesse creatura più meravigliosa.

Pensandoci bene, il guerriero si ricordò della madre terrestre della ragazza, in quel momento aveva capito perchè Vegeta aveva avuto dei figli con quella donna. Era bella tanto quanto la figlia anche se notevolmente più grande. Non era per niente forte, invece, era debolissima e Broly si chiese come era riuscita a sopportare un accoppiamento con un Saiyan.

Bra aprì gli occhi e Broly perse il filo dei propri pensieri, quei pozzi d'oceano lo avevano intrappolato e lui rischiava di caderci dentro senza più riuscire a tornare a galla.

“Buongiorno Principessa.”

La ragazza si stropicciò gli occhi e sbadigliò un paio di volte prima di riuscire ad alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza. Gli lanciò un'occhiata di saluto e gli fece capire che doveva restare li ad aspettarla.

Broly cercò in tutti i modi di dominare il proprio corpo, come la sera prima, quando le era finita addosso, sentiva il bisogno impellente di stringerla a sé. Voleva sentire nei palmi la consistenza di quella morbida carne e delle curve generose. Da quando era diventata una femmina matura in lui si erano accesi desideri che non erano minimamente tollerabili. Mai e poi mai avrebbe dovuto toccare la Principessa anche solo con un dito; doveva rispettarla e adorarla senza avvicinarsi troppo.

“Ciao, di prima mattina non parlo se prima non mi sono data una sistemata.”

La ragazza era ricomparsa nella stanza e invece della camicia da notte fucsia indossava un lupetto rosso aderente e dei blu jeans che le fasciavano i fianchi e le sottili gambe.

“Vieni Broly, andiamo a fare colazione.”

Bra scese le scale seguita dal guerriero, improvvisamente si accorse che lui non le aveva risposto e che era rimasto in silenzio per tutto il tempo a fissarla con uno sguardo strano.

La ragazza arrossì quando riconobbe quello sguardo, erano le stesse occhiate che suo padre rivolgeva a sua madre prima di prenderla di peso e di rinchiudersi in camera per uscirne solo dopo alcune ore. Bra scosse il capo dicendosi che non era possibile visto che il guerriero faceva di tutto per starle alla larga.

“Buongiorno mamma.”

Come sempre il sabato mattina c'era solo sua madre in cucina, sicuramente il padre e Trunks se ne erano già andati per passare il week end in qualche landa desolata per allenarsi in vista di inesistenti pericoli catastrofici.

“Buongiorno Bra, Broly.”

Il guerriero sentendosi preso in causa sorrise verso la donna e, imitando Bra, si sedette a tavola.

“Papà e T sono già usciti, mamma?”

Bulma versò le uova strapazzate e il bacon in due piatti e li porse ai due ragazzi, da tempo aveva iniziato a proporre colazioni tipicamente americane. Vivendo insieme a tre Saiyan aveva capito che più i pasti erano nutrienti ed energetici e meno avrebbero richiesto cibo in continuazione.

Si volse nuovamente verso il piano cucina e impostò la macchinetta del caffè, prima di prendere sei arance e spremerle nella centrifuga.

“Sì, lo sai com'è fatto tuo padre. Trunks non si poteva di certo rifiutare.”

Bra scosse il capo pensando che a suo fratello non andava per niente bene perdere un fine settimana per allenarsi.

“Sapevo che stasera sarebbe voluto uscire, forse torneranno prima di domani.”

Bulma si accigliò mentre serviva l'aranciata fresca in due bicchieri e li metteva a tavola.

“Spero che non litighino. Quando sono trasformati perdono facilmente la ragione.”

Broly si girò di scatto verso la donna e per poco non rovesciò la tavola e tutto quello che c'era sopra.

“Mi ero scordato che si sapevano trasformare.”

Si girò verso Bra e lei scosse la testa.

“No, io non ci riesco. O meglio, ci riuscirei se mio padre mi insegnasse come fare.”

Bulma sbuffò: aveva sentito quel discorso almeno un centinaio di volte, decise che era arrivato il momento di andare a lavorare.

“Passate una buona giornata.”

Bra la salutò seguita da Broly ma il loro discorso non fu interrotto.

“Perchè Vegeta non vuole insegnarvi?”

Bra inforcò il bacon con forza e il piatto sotto di esso scricchiolò leggermente.

“Bra, sei una femmina, le femmine devono essere protette non avresti motivo di combattere.”

Broly sorrise all'imitazione grottesca della voce di Vegeta.

“Che sciocchezza, sul nostro pianeta tutte le donne combattevano. Se una femmina riusciva a sconfiggere una maschio lui la sceglieva per l'accoppiamento e...”

Si interruppe velocemente abbassando lo sguardo imbarazzato e arrossendo leggermente. Bra riprese a magiare in silenzio ma la sua mente non voleva starsene zitta.

Non crede che io potrei sconfiggerlo.

“Ho chiesto a Goten se mi insegna a trasformarmi ma lui dice che non ha idea di come fare. Lui si è trasformato ancora prima di imparare a volare, ha detto che gli è venuto naturale. L'unica opzione sarebbe Gohan, ma è sempre preso dal suo lavoro.”

Broly si schiarì la gola mentre un'idea prendeva forma nella sua mente.

“Vi va di lottare contro di me?”

Bra lo guardò allibita, voleva forse assicurarsi di esserle superiore? Però quella situazione poteva rivelarsi utile se lei fosse riuscita a sconfiggerlo.

“Se riuscissi a sconfiggerti cosa accadrebbe?”

Il guerriero si accigliò a quella domanda per nulla innocente. Non credeva che la Principessa potesse desiderare di... al solo pensiero non riusciva a trattenere le proprie voglie e le proprie fantasie perverse.

“Non credo che sarebbe una buona idea, Principessa.”

Bra scattò in piedi rovesciando la sedia, proprio non riusciva a tollerare quel tono servile e accondiscendente. Non voleva uno schiavo e nemmeno un cane da portarsi dietro, doveva mettere da subito le cose in chiaro o sarebbe scoppiata e gli avrebbe fatto male. Anche se lui credeva che lei non fosse abbastanza forte lei sapeva di avere una potenza nascosta che all'occorrenza sarebbe saltata fuori.

“Smettila di chiamarmi Principessa, mi chiamo Bra.”

Aveva urlato e Broly continuava a guardarla con quella reverenza che lei non riusciva proprio a tollerare.

“Broly, non sarò mai la tua padrona. O la smetti di trattarmi come una persona che vale più di quello che è oppure quella è la porta. Ti ho riportato in vita ma non vuol dire che ti voglia tra i piedi.”

Il guerriero si accigliò sconvolto da quelle parole, Bra era stata tremendamente crudele a dirgli quelle cose. Per lui era diventata una ragione di vita ed ora lo stava cacciando.

Si levò in piedi deciso a non umiliarsi oltre e le lanciò un'occhiataccia dall'alto del suo metro e novanta.

“Benissimo, allora addio, Bra.”

Aveva sputato il suo nome in preda alla collera, avrebbe solo voluto schiacciarla contro una parete e dimostrarle quanto la desiderava e quanto avrebbe voluto poter essere al suo livello. Ma non era così, lui non si poteva permettere di averla perchè lei meritava di meglio.

Senza guardarsi alle spalle prese il volo dal giardino della grande casa e sparì nel cielo grigio carico di una promessa di pioggia.

 

I sogni erano vuoti, nessun volto a farle compagnia e anche quando apriva gli occhi era sola. Si sentiva persa, sentiva che le mancava qualcosa, o meglio che le mancava qualcuno; quel qualcuno che ogni notte passava soprao la sua casa. Da quando lo aveva cacciato lui non si era più fatto vedere ma Bra lo sentiva aggirarsi intorno all'abitazione durante la notte, vegliava su di lei come aveva promesso, anche se lei era stata cattiva e non se lo meritava.

Erano passati quattro giorni e nessuno aveva fatto domande, Vegeta sembrava essere a conoscenza già di tutto. Probabilmente aveva avuto una discussione con Broly, Bra non trovava nessun'altra soluzione.

Lei, però, non riusciva ad andare avanti come se andasse tutto bene, sentiva il vuoto nel proprio cuore. Dopo una vita in cui sogni e aspetti una persona è difficile distaccarsi dall'idea di averla al proprio fianco da un giorno all'altro.

“Bra.”

Trunks la chiamava dalla porta che aveva aperto senza prima bussare.

“Bussa prima di entrare.”

“Io ho bussato, ma tu sei sempre tra le nuvole.”

Il ragazzo si accomodò nella stanza andando a sedersi sul letto di Bra,

“Hai visto che tormenta che c'è la fuori?”

Bra si voltò verso la finestra e solo in quel momento notò la bufera di neve che scendeva e il vento forte che sferzava i vetri producendo un suono sinistro.

“Non me ne ero accorta.”

Subito la sua mente si aprì alla ricerca dell'aura del guerriero ma non riuscì a trovarla da nessuna parte.

“Devo andare...”

“No, non vai da nessuna parte.”

Trunks l'afferrò dalla vita facendosela cadere addosso e stringendola tra le braccia, proprio come faceva quando erano piccoli e lei aveva paura dei temporali.

“Broly è in gamba se la caverà.”

Bra aveva gli occhi lucidi e per un attimo desiderò di potersi lasciar andare contro il petto del fratello per trovare un po' di conforto. Ma il corpo contro cui voleva perdersi non era quello, avrebbe voluto avere Broly al proprio fianco.

“Sono stata proprio una stronza.”

Trunks la lasciò andare e si sistemarono meglio sul letto in modo da potersi vedere in viso.

“Sai, papà ha parlato con Broly, più di una volta e credo che abbiano anche combattuto. Però non so cosa si siano detti.”

Bra si lasciò cadere all'indietro contro il muro a cui era affiancato il letto.

“Sai, mi sono arrabbiata con lui perchè non voleva portarmi a letto. Lo so, è immorale e tutto quello che vuoi ma è da una vita che aspetto di averlo qui ed ora non riesco più a trattenermi.”

I pensieri del ragazzo erano leggermente discostati da quelli di Bra, se avesse saputo che Broly metteva le mani e non solo quelle sulla sua sorellina lo sarebbe andato a cercare per farlo fuori.

“Se ti ha respinta vuol dire che ti rispetta.”

Bra scattò in piedi sbuffando e lanciandogli un'occhiataccia.

“Non iniziare anche tu con questa storia.”

Gettò la testa nell'armadio e iniziò a spulciare tra i giubbotti invernali, quando trovò quello bianco e azzurro che usava per andare a sciare lo indossò in tutta fretta e si avvicinò alla finestra.

“T, coprimi, a cena di a mamma che non sto bene.”

Trunks la guardò dubitando che quella fosse la scelta giusta ma non poteva tenerla in casa contro la sua volontà, aveva provato a ragionarci ma Bra era testarda tanto quanto il padre e nessuno poteva far cambiare idea a Vegeta se non era lui a volerlo.

“Va bene. Stai attenta sorellina.”

Bra nemmeno lo sentì, aveva già preso il volo tra la tormenta di neve.

 

 

Continua...

 

 

 

Angolo J_e:

scusate il ritardo vergognoso ma quest'anno ho la maturità e sono presa un po' così u.u

Grazie mille a chi legge e\o recensisce, siete davvero gentilissimi <3

Un bacio,

J_e :D

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

A qualsiasi costo si sarebbe assicurato che la Principessa stesse bene, anche se per farlo avesse dovuto affrontare una tormenta di neve; almeno, quella era l'idea iniziale, ma poi si era dovuto allontanare dalla casa per cercare un riparo in cui non avrebbe rischiato di congelare. Broly si sorprese ad essere diventato così delicato verso le condizioni climatiche, ma dopotutto il suo corpo era nuovo, appena rinato e non poteva già essere abituato agli sbalzi di caldo e freddo.

Volò veloce verso le montagne che vedeva in lontananza, sicuramente la ci sarebbe stata qualche grotta e qualche nascondiglio in cui potersi riparare, in più era relativamente vicino alla casa della Principessa, così, se fosse stata in pericolo lui sarebbe andato immediatamente a salvarla. Teneva sotto controllo la sua forte aura e poteva sentirne le delicate variazioni mentre lei pensava e le sue emozioni cambiavano. Broly si chiese quante di quelle modificazione centrassero con sé e con il modo in cui l'aveva trattata. Non era riuscito a trattenersi dal difendere il proprio orgoglio, impedendo così alla Principessa una qualsiasi forma di avvicinamento.

Il guerriero aveva perfettamente capito cosa passava per la testa della ragazza: per la maggior parte erano gli stessi pensieri che faceva lui, le stesse voglie e gli stessi sentimenti che lui in prima persona provava. Ma lui sapeva, a differenza di lei, che tra loro non ci sarebbe mai potuto essere niente, lei era di sangue nobile; discendente diretta della stirpe più potente di tutti i Saiyan, mentre lui era uno scarto della società, una minaccia gettata via alla nascita e poi distrutta più volte dai suoi stessi simili. Tra loro non ci sarebbe mai potuto essere niente, anche se... No, non ci doveva pensare e basta.

Broly si alzò di quota raggiungendo la parte più alta della montagna che aveva raggiunto, li la neve scendeva ancora più fitta ed era molto difficile riuscire a vedere per più di qualche palmo dal naso. Il guerriero intensificò la propria aura cercando di riscaldarsi e di far sciogliere i fiocchi ghiacciati prima che lo raggiungessero.

Atterrò davanti ad una sporgenza che sembrava incavata nella roccia e camminò fino alla parete rocciosa della vetta, notò subito una rientranza davanti a sé ma si accorse che non era più profonda di un paio di metri. Cercò qualcosa di più profondo e meno freddo ma se voleva stare vicino alla città doveva accontentarsi di quel misero riparo. Si acquattò sotto il basso soffitto e appoggiò la schiena nuda contro la roccia fredda della grotta, era davvero una tortura quel freddo per il suo nuovo corpo. Si guardò intorno senza riuscire a vedere nulla che non fosse neve e roccia, il vento ululò e lo sentì vibrare tra le fronde degli alberi. Un'idea gli balenò nella mente e si affrettò a tornare fuori per raccogliere un po' di legna, quando tornò dentro accatastò i vari rami che aveva strappato alle cime degli alberi e, concentrando la propria energia, gli fece prendere fuoco, illuminando la piccola grotta ed iniziando a riscaldare l'aria circostante.

Broly tornò ad appoggiarsi alla parete e sospirò rilassandosi leggermente, Bra stava bene e adesso anche lui aveva un riparo, l'unica cosa che gli mancava era un po' di sonno. Erano quattro giorni e tre notti che non faceva altro che volare sopra la casa di Bra, seguirla a scuola e poi tornare con lei, senza mai farsi vedere ovviamente. Non si era perso un solo attimo della vita della Principessa e tutto quel viavai gli aveva, anche, fatto perdere il sonno; o meglio, si era imposto di non dormire per poter vegliare su di lei, come faceva quando appariva nei suoi sogni. Ma al contrario di quando era morto, ora la stanchezza si stava facendo sentire e lui la poteva percepire nei muscoli e nelle ossa che si rifiutavano di fare anche solo un altro movimento; nelle palpebre che stavano lottando per serrarsi e nel cervello che gli urlava ripetutamente che era stanco e voleva prendersi una breve vacanza. Così, smosso dalla sicurezza che Bra stava bene e che in una giornata come quella nessuno sarebbe andato ad importunarla, lasciò che il proprio corpo di assopisse e che i sensi si addormentassero in un sonno rigeneratore.

 

Il vento cambiò di intensità come se qualche strana particella portata da lui stesso lo avesse fatto arrabbiare e spinto ad abbattersi contro la montagna, facendo entrare uno sbuffo di neve nella piccola grotta e facendo spegnere il fuoco. Broly si svegliò all'istante quando il vento lo raggiunse e gli bagnò la faccia con la neve che portava.

Il cielo non era mai cambiato durante tutto il giorno, sempre di quel grigio-nero che solo nuvole cariche di neve poteva dare, però Broly, si accorso che quelle stesse nuvole si stavano inscurendo e ne concluse che stesse arrivando la notte, aveva dormito per davvero molto tempo ma almeno ora era riposato e con i sensi all'erta.

Aprì la mente andando a cercare l'aura della Principessa, improvvisamente gli salì il panico che lo fece scattare in piedi e sbattere la testa contro il soffitto, facendolo ricadere seduto. Si massaggiò il capo dandosi dello stupido e riprovò a cercare la ragazza, ancora nulla ed era strano, in casa non c'era ma tutti gli altri membri della famiglia sì, doveva poteva essere andata da sola, con quel tempaccio?

Cercò nei posti che già conosceva: la scuola, il bar dove si fermava con gli amici, il parco dove stava andava a prendere il gelato, ma niente, non c'era da nessuna parte era come svanita nel nulla. Provò ad ampliare la zona di ricerca e si sorprese di scovarla in un angolino remoto dietro di sì, si stava avventurando per i monti Paoz con quella tormenta e la sua aura stava diventando sempre più debole. Scattò fuori dalla grotta schizzando verso il punto in cui sentiva affievolirsi sempre di più l'aura della Principessa. Cosa diavolo ci faceva tra le montagne con quel tempaccio? Probabilmente era andata a cercare lui, ma a che scopo? Doveva saperlo che Broly non era in pericolo, o forse no, forse non sentendolo aveva pensato che gli fosse successo qualcosa. Il guerriero si diede dell'idiota per non essere rientrato in casa invece di allontanarsi così tanto, ci aveva anche pensato ma l'idea che lei lo potesse ributtare fuori lo ripugnava. Il suo orgoglio non avrebbe retto un altro rifiuto del genere, soprattutto non da lei che era la persona più importante della sua insensata vita.

Sfrecciò veloce tra gli alberi innevati mentre sentiva la neve sciogliersi al contatto con la sua aura, aveva una rabbia tale dentro di sé che per poco non gli sembrò di esplodere. Sentì la mente offuscarsi per un attimo e i muscoli farsi più forti, si guardò attorno e tutto era rivestito di una strana tonalità dorata, come se davanti agli occhi avesse delle lenti color dell'oro.

Si costrinse a continuare anche se la sorpresa l'aveva quasi fatto bloccare, si sentiva diverso, la rabbia, la preoccupazione e l'odio erano montati in lui fino a scoppiare facendolo trasformare nel Super Saiyan Leggendario, come ai vecchi tempi. Differentemente da allora, però, aveva la mente lucida e la pazzia non gli stava logorando l'anima.

Aumentò la velocità e scese in picchiata quando fu sicuro di avere la Principessa proprio sotto di sé, come credeva la trovò rannicchiata su un ramo di un albero contro il tronco, con le ginocchia strette al corpo e le spalle scosse dai tremiti. Sembrava vestita con vestiti pesanti, ma nulla poteva contro quella tempesta impetuosa.

Broly le si parò davanti facendola sussultare e si abbassò su di lei per prenderla in braccio e stringerla al petto caldo.

“Cosa ci fai qui?”

La voce del guerriero era severa ma anche preoccupata e dolce. Bra gli circondò il collo con le braccia e si appoggiò alla spalla scoppiando a piangere.

“Ero preoccupata per te, avevo paura che ti potesse succedere qualcosa.”

Broly sentì una stretta al cuore alle parole dalla ragazza, era proprio colpa sua che Bra aveva rischiato la vita.

“Va tutto bene, adesso ci sono io.”

Il guerriero prese il volo proteggendo la testa della ragazza con la propria mano, voleva riportarla a casa ma temeva che il viaggio potesse essere troppo lungo per lei. Decise di tornare nella grotta, riaccendere un fuoco e continuare a stringere a sé Bra mentre si scaldava. Non la lasciò nemmeno per un attimo mentre lei riprendeva colore sulle guance e i suoi capelli si asciugavano. La ragazza si assopì quasi subito e per Broly fu un fantastico momento per poterla ammirare da vicino. Sentiva qualcosa dentro di sé che mai aveva provato in tutta la sua vita, era la prima volta che l'idea di perdere qualcuno lo faceva stare così tanto male. Strinse un po' più forte la ragazza e le baciò la fronte proprio mentre lei riapriva gli occhi. Broly si affrettò a distaccarsi e a guardare altrove mentre Bra si stiracchiava tra le sue braccia e gli si sedeva comoda tra le gambe incrociate.

“Ti sei trasformato.”

Broly annuì senza dire nulla, se ne era accorto fin dal primo momento e stava aspettando di impazzire come era già avvenuto, avrebbe voluto portare la ragazza subito a casa ma finchè non avesse smesso di nevicare non si sarebbe arrischiato a portarla fuori al freddo.

Bra gli accarezzò improvvisamente una guancia e lui trasalì scostandosi, il tocco gentile e delicato della ragazza gli era estraneo e forse, non avrebbe voluto che rimasse tale, perchè poi, ne era sicuro, non avrebbe più smesso di desiderarlo.

Bra lo guardò negli occhi bianchi e non si lasciò scoraggiare da quel primo rifiuto, si erano cercati a vicenda, loro erano destinati a stare insieme e lui non avrebbe potuto cambiare le cose.

“Broly, grazie per avermi salvata.”

Il guerriero sentì la gola secca per l'emozione, aveva ripagato una piccola parte del suo debito che mai sarebbe riuscito ad annullare completamente.

“Ho solo fatto ciò che dovevo.”

La ragazza appoggiò le mani sulle spalle di Broly e avvicinò il viso a quello del ragazzo.

“Ti devo la vita, Broly.”

Senza permettergli di fare nulla Bra appoggiò le proprie labbra su quelle del guerriero iniziando un bacio che lui si trovò a ricambiare. Da prima rimase immobile non capendo bene cosa stesse facendo la ragazza, i baci non erano contemplati dalla sua razza, c'era l'accoppiamento nudo e crudo, ma sapeva che con Bra non si sarebbe mai potuto permettere una cosa del genere.

Iniziando a capire cosa doveva fare, le circondò la vita con le braccia e ricambiò il bacio succhiandole le labbra e lambendole la lingua con la propria.

Cercò di essere il più delicato possibile mentre la stringeva a sé e quando si scostarono l'uno dall'altra per riprendere fiato lui si trovò a fissarla esterrefatto.

“Cos'era questo?”

Bra scoppiò a ridere appoggiandosi al suo petto ampio e muscoloso.

“Era un bacio, Broly.”

“Un bacio? E a cosa serve?”

La ragazza lo fissò per qualche istante cercando di capire se era serio o se la stava solo prendendo in giro. Quando arrivò alla conclusione che Broly non sapesse realmente cosa fosse un bacio non riuscì a resistere dallo scoppiare a ridere.

“Broly, tu mi farai morire.”

Il guerriero non capiva quel suo divertimento, lui quelle cose non le conosceva e non gli sembrava giusto che lei lo prendesse in giro in quel modo.

“Cos'hai da ridere, Bra?”

La ragazza si bloccò e lo guardò accigliata.

“Mi hai chiamato per nome.”

La sorpresa e la gioia erano dipinti sul suo volto e non riuscì a resistere dal baciarlo di nuovo, questa volta semplicemente a stampo.

“Ti piacciono i baci, Broly?”

Il guerriero annuì, anche se non gli era ancora chiara la loro utilità. Bra gli sorrise di nuovo e si abbandonò contro di lui cullata dal suo calore e da qualcosa che iniziava a nascere nel suo petto.

Broly la strinse a sé sperando che quel momento non finisse mai, desiderava poter avere altri baci da parte della Principessa, anche se non aveva capito molto di quello che era successo si sentiva felice e questo gli bastava... per il momento.

 

 

Continua...

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

Gli sguardi si incrociarono, pieni di rancori e preoccupazioni, era tutto terribilmente immobile e immerso in un'atmosfera di pesante nervosismo.

Bra si morse un labbro preoccupata mentre guardava il fratello fronteggiare Broly nel giardino innevato di casa. I due si erano quasi scannati non appena Bra e Broly avevano messo piede all'interno della Capsule Corp. La ragazza aveva provato a farli ragionare, ma sembrava che dovessero risolvere vecchi dissapori e poi, Trunks sembrava fumante di rabbia per il fatto che fossero rimasti da soli e fuori portata per così tanto tempo.

Il ragazzo dai capelli lilla, ora dorati grazie alla trasformazione in Super Saiyan, si avventò con rabbia contro il Super Saiyan Leggendario e iniziò a colpirlo con raffiche di pugni e calci. Broly parava qualsiasi colpo senza mai reagire, molto probabilmente lo avrebbe sfasciato, ora che aveva il pieno possesso della propria forza e delle proprie capacità psichiche.

L'aria era attraversata dal rumore degli schianti dei muscoli e le ossa che si scontravano e delle grida di rabbia dei due guerrieri.

“Cos'hai fatto a mia sorella, bastardo.”

Trunks riuscì a colpire Broly in piena faccia facendolo indietreggiare di pochi metri mentre erano nel cielo azzurro, limpido dopo la tormenta.

“Ragazzino, sei debole.”

Broly aveva scoperto che gli piaceva provocare quel pezzo di idiota, aveva promesso a Bra che non avrebbe mai torto un capello ad uno dei suoi familiari; ma in quel momento non era quella promessa che lo bloccava dal dare una lezione a quel piccolo moscerino. Era troppo divertente guardare Trunks che provava a colpirlo senza riuscirci, parare e schivare i suoi colpi era terribilmente semplice, in più il suo modo di combattere era perfettamente calcolato e facile di indovinare.

“Sei scontato.”

Trunks gli si avventò addosso aumentando di continuo la propria forza e potenza, non poteva credere di essere riuscito – da ragazzino – a far fuori quel bestione. Ora sembrava un'impresa impossibile, era il triplo di lui, anche prima della trasformazione lo superava in altezza ma non in muscolatura. Ora, invece, aveva il corpo di un rinoceronte, possente e forte all'inverosimile.

I muscoli di un suo braccio avevano lo stesso diametro del torace di Trunks, che a confronto era una formica. Nemmeno Goku era mai arrivato ad una simile potenza e sviluppo muscolare.

Da terra la piccola Bra continuava a guardarsi attorno per cercare di capire se ci fosse qualcuno in casa, sapeva perfettamente che Bulma era a lavoro e che niente sarebbe riuscita a distrarla, ma dove diavolo era finito suo padre? Era sempre tra i piedi nei momenti meno opportuni ed ora che serviva non si faceva vivo neanche a pagarlo.

Senza smettere di distogliere lo sguardo dai due guerrieri, Bra cercò l'aura del padre schiudendo la mente e finalmente la trovò dall'altra parte della casa, nella Gravityroom. Senza aspettare oltre si precipitò a chiamarlo, non voleva che quello scontro finisse nel sangue, anche se il fratello si sarebbe meritato una bella lezione, anche solo per il fatto che si era impicciato in affari che non gli riguardavano.

Spalancò in fretta il pannello di comando esterno, che Bulma aveva installato nel caso qualcuno si facesse male e non riuscisse a scollegare il circuito da dentro, digitò la password e disattivò la gravità sentendo immediatamente le proteste del padre. La ragazza non dovette nemmeno fare la fatica di aprire il portellone visto che il Saiyan si era già affacciato scuro in volto per capire chi gli stesse rovinando gli allenamenti.

“Papà, non c'è tempo per le spiegazioni. Broly e Trunks stanno lottando, devi dividerli.”

Vegeta si chiuse la porta alle spalle e guardò scocciato la figlia, senza capire per quale motivo la cose doveva interessargli.

“A Trunks fa bene un po' di allenamento, e poi Broly non è abbastanza forte per...”

“No, papà, non capisci, lui si è trasformato nel Super Saiyan Leggendario.”

L'espressione di Vegeta mutò in un secondo, prima sgranò gli occhi sorpreso e poi li assottigliò concentrandosi sulle energie spirituali intorno alla casa.

“Com'è successo?”

Bra scosse il capo.

“Devi andare a dividerli.”

La ragazza lo afferrò per la mano e quasi le toccò trascinarlo per tutto il corridoio fino all'uscita, dove Vegeta si liberò dalla stretta e volò in cielo frapponendosi tra i due giovani.

“Si può sapere che diavolo state facendo?”

Trunks aveva il fiatone, era livido di rabbia e solo alla vista del padre tornò normale e cercò di darsi un contegno.

“Questo bastardo ha passato tutto il pomeriggio con Bra, chissà dove e chissà che le ha fatto.”

Vegeta spostò lo sguardo su Broly e questo sembrava davvero molto divertito da tutta quella situazione.

“Chiedi a tua figlia Vegeta, non l'ho toccata con nemmeno un dito. Te lo giuro sul mio onore, tuo figlio mi ha attaccato senza motivo.”

Il Principe dei Saiyan annuì facendo cenno ai due di tornare a terra, era geloso della sua principessa, non avrebbe mai tollerato che qualcuno la potesse toccare, ma sapeva anche che si sapeva difendere e Bra sembrava stare benissimo. In più il giuramento di un Saiyan aveva non poco valore, per natura erano più simili agli animali – ne era testimone la coda che Broly ancora aveva – ma quando si trattava di giuramenti erano sinceri fino alla morte.

“Trunks, vieni con me.”

Vegeta lanciò un'occhiataccia al figlio e questo restò allibito nel vedere che il padre credeva con così tanta semplicità alle parole dell'altro ragazzo.

“Come puoi credergli? Sta mentendo.”

Prima che li Principe potesse dire qualcosa Broly si avventò sul collo del ragazzo afferrandolo brutalmente e sollevandolo da terra.

“Come osi accusarmi in questo modo, ho giurato sul mio onore.”

Bra si precipitò afferrando il braccio di Broly e pregandolo di lasciar andare il fratello, ma il guerriero non la sentiva, era cieco dalla rabbia, se fino a quel momento era riuscito a mantenere il controllo, ora non poteva più farlo. Era stato accusato ingiustamente e questo non lo poteva tollerare. Sentiva che qualcosa di oscuro lo stava assalendo, qualcosa che conosceva bene perchè lo aveva già sperimentato in passato. Quella pazzia che lo invadeva e non gli faceva più capire nulla, sentiva la testa racchiusa in una morsa e i sensi presero a vorticare velocemente disorientandolo. La sua mano stringeva sempre di più il collo del ragazzo e né Bra né Vegeta riuscivano a fargli mollare la presa. Improvvisamente, però, un'accecante luce lo colpì in piena faccia e lo fece volare via facendogli mollare la presa su Trunks.

 

 

La tensione era palpabile nella stanza in cui tutti e quattro i componenti della famiglia Brief e Broly erano riuniti, i due ragazzi erano stati rianimati in pochi attimi. Broly si era ripreso in fretta dopo che Vegeta gli aveva lanciato contro una sfera energetica ma per Trunks c'era voluto qualche attimo in più. Era stato molto vicino al soffocare, l'ossigeno aveva smesso di passare per pochi fatali secondi e il ragazzo si sentiva ancora stordito da quel mancamento di nutrimento per il suo cervello.

Bulma era piegata sul proprio figlio per farlo respirare a fondo e gli sorreggeva la testa, piegata tra le ginocchia, da brava madre affettuosa e premurosa.

Bra si era accoccolata vicino a Broly, gli teneva la mano anche se il guerriero – ora nella sua forma normale – continuava a scostarla. Vegeta era l'unico immobile che fissava tutta la scena e cercava di trovare una soluzione a tutto quell'enorme disastro. Aveva capito che Broly aveva rischiato di tornare alla forma delirante della prima volta che lo aveva conosciuto, era riuscito a scorgere nel suo sguardo quella pazzia aleggiare come un male latente ma sempre presente in lui. Il ragazzo aveva bisogno di essere controllato in maniera costante, stava spesso vicino a Bra e Vegeta non voleva che accadesse qualcosa alla figlia, soprattutto se fosse stato qualcosa che si poteva evitare a priori.

“Broly, se impazzisci di nuovo...”

“Fammi fuori.”

Il ragazzo aveva alzato la testa all'istante quando Vegeta aveva parlato e non era riuscito a trattenersi dal concludere la frase. Ora che stava riuscendo a vivere davvero non voleva tornare ad essere uno scimmione impazzito, pericoloso per sé stesso e per gli altri. Soprattutto sarebbe stato un pericolo per Bra, poteva realmente farle del male se non riusciva a riconoscerla ed era evidente che in quei momenti non riusciva a farlo.

Bra sussultò quando i propri timori presero forma nelle parole di Broly, lei non voleva quella conclusione, non ora che finalmente si erano avvicinati tanto. Aveva riportato in vita il guerriero per dargli una seconda possibilità e se la conclusione doveva essere quella tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani. In più ne avrebbe risentito anche il suo grande e giovane cuore.

“Non puoi andartene di nuovo, poi non potrò più...”

Broly si voltò verso la ragazza appoggiandole una mano sulla spalla e stringendo appena, i loro occhi si incontrarono mentre quelli di Bra diventavano lucidi.

“Se impazzirò di nuovo diventerò pericoloso per te Principessa e non voglio farti del male. Mi hai dato un'enorme e fantastica possibilità, ma sappiamo entrambi che non sarà per sempre.”

Bra scosse il capo non volendo ammettere la veridicità di quelle parole, lo aveva visto in sogno solo due notti prima: i Super Saiyan Leggendari non impazzivano quando venivano riportati in vita, almeno, non subito. Tuttavia, erano delle bombe ad orologeria, pronte ad esplodere in un qualsiasi momento. Bra aveva potuto vedere quei guerrieri tornare alle stadio precedente alla morte in pochissime ore, o istanti. Li aveva visti voltarsi contro gli amici e alcuni persino contro la propria Principessa. Bra si era terribilmente spaventata dopo quelle visioni del passato, erano cruente e sanguinarie, proprio come i guerrieri che aveva sognato. Il volto di Broly ora, invece, non lo era per niente; gli occhi scuri erano caldi e pieni di sentimenti, quel ragazzo vecchio dall'aspetto giovane non avrebbe mai fatto del male a nessuno.

“Broly, tu non sei così. Quei guerrieri... per loro era diverso, vivevano ancora sul pianeta Vegeta ed era inevitabile che impazzissero in mezzo a tutto quell'orrore. Non si può rimanere buoni se ciò che ti circonda è cattivo.”

Vegeta sgranò gli occhi e li puntò sulla figlia, lei aveva visto il suo passato, solo in quel momento lo aveva capito, lei aveva visto il passato della razza da cui discendeva per metà. Si costrinse a distogliere i pensieri da quella terribile possibilità e si riscosse cercando di portare a termine quel discorso tanto complicato.

“Broly, Bra, finchè non accadrà nulla non ci sarà motivo di preoccuparsene, per ora è stato solo un episodio scatenato dalla gelosia, ma tu devi essere tenuto sotto controllo e tu, Bra, dovresti cercare di non stargli troppo addosso, non voglio perdere la mia unica figlia femmina.”

La ragazza annuì sapendo che, però, non avrebbe potuto esaudire il desiderio del padre, avrebbe rischiato la propria vita per stare vicino al suo amato, non le importava molto di essere in pericolo, se fosse successo qualcosa anche lui sarebbe morto e lei non voleva continuare una vita senza il suo guerriero.

“Ti sono debitore, Vegeta. Limiterò al massimo le mie trasformazioni e non ti darò alcun motivo per preoccuparti dell'incolumità della tua famiglia.”

Il Principe annuì, soddisfatto dal buon senso del giovane.

Lo sguardo gli scivolò sul proprio figlio e si chiese perchè aveva dato retta a Bulma invece di portarselo su una montagna e fargli vivere i primi suoi anni da vero Saiyan, facendolo combattere ogni giorno per sopravvivere. Magari ora sarebbe stato meno simile ad un terrestre e con un carattere meno da idiota.

“Trunks, tu sei in punizione fino a nuovo ordine. Ti devi presentare tutte le mattine alle quattro davanti alla Gravityroom, qualsiasi ritardo non farà che allungare i tempi di allenamento.”

Il ragazzo alzò il capo sfuggendo alle mani di Bulma e fissò interdetto il padre.

“In punizione per cosa? Sono quasi stato strangolato.”

Vegeta stava per ribattere che non si discuteva quando Bra scattò in piedi andandogli davanti e tirandogli uno schiaffo in pieno volto.

“Visto che non ci arrivi te lo spiego io. Prima non ti sei fatto i fatti tuoi e per questo Broly ora sta rischiando la vita, e poi... bè, e poi sei un cretino. Ogni tanto mi chiedo come possiamo essere fratelli.”

Gli diede le spalle tornando verso il suo guerriero e trascinandolo via, fuori da quella stanza e da quella casa. Voleva stare un po' da sola con lui, le conclusioni a cui erano arrivati non erano state delle più rosee, aveva persino spezzato il cuore a suo fratello, ne era certa, ma se lo meritava visto che per colpa sua anche lei poteva rischiare di trovarsi con il cuore spezzato, se non peggio.

 

 

 

 

Continua....   

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

La neve aveva trasformato tutto in una cartolina di Natale, i tetti innevati e gli alberi spogli ricoperti di quella bianca neve sembravano appena usciti da un film natalizio in cui il finale è scontato e sempre lieto. Peccato però che quello non fosse un film, ma la vita reale, dove non tutto ha un lieto fine e dove una ragazza deve prendersi responsabilità più grandi di sé stessa; ad esempio quella di tramandare ciò che era rimasto di una stirpe estinta, non che pochi ricordi e una storia piena di sangue e battaglie.

Bra iniziava ad essere stanca di sognare sangue e guerre tutte le notti, solo quando riviveva il passato del padre poteva stare leggermente più tranquilla: anche sulla Terra aveva continuato a combattere contro i nemici, ma era stato meno brutale, era tutto meno brutale su quel pianeta azzurro. Per il resto, invece, vedeva solo assassinii, tradimenti, violenze, brutalità e sangue, nei suoi sogni tutto si colorava del sangue alieno a volte verde, altre viola e altre ancora rosso, proprio come quello umano e se nei primi due casi era facile lasciar passare, quando il sangue prendeva quella sfumatura vermiglia era quasi impossibile riuscire ad ignorarlo.

Il più delle volte la ragazza doveva alzarsi di corsa per raggiungere il bagno per colpa dei conati che seguivano quelle terribili visioni, per evitare di rigettare l'anima ogni mattina aveva iniziato a non mangiare a cena, a saltare i pasti e fare molto esercizio per bruciare tutto quello che ingeriva. Tutte cose che non andavano bene a nessuno all'interno della casa, ma nemmeno nessuno sapeva cosa le capitava tutte le volte che si svegliava da quei sogni. Solo Broly ne era a conoscenza, lui che la sorreggeva da dietro e le teneva i capelli alzati dalla faccia, quando finiva aspettava che Bra si sistemasse e poi la stringeva forte riportandola a letto e passando insieme a lei le ultime ore della notte senza dormire, in silenzio in una muta consolazione di cui Bra aveva davvero bisogno.

Era passato un mese da quando quell'inferno di sogni e corse in bagno era iniziato e Bra si era lasciata scivolare addosso tutto quello che non riguardava il passato e Broly, in casa era diventata un fantasma, facendo preoccupare molto Bulma ma ancora di più Vegeta. A scuola andava bene come sempre ma anche gli insegnanti notavano un cambiamento nella ragazza, da sempre solare e attiva era diventata come trasparente: se non facevi attenzione a volte nemmeno la vedevi.

Broly le stava vicino come poteva, non sapeva cosa fare per farla stare meglio e invece di migliorare il loro rapporto si era assestato perchè con lei era impossibile parlare. Sembrava sempre in un altro mondo e di fatto era così, ma lui non intendeva più sopportare la vista di tutto quel dolore.

“Bra, mi ascolti?”

Da mezzora tentava di attirare l'attenzione della Principessa, ma non appena lei posava lo sguardo su di lui subito scivolava via come se niente fosse.

“Cazzo! Bra, dannazione guardami.”

L'aveva afferrata per le spalle mettendosela davanti al viso e finalmente i suoi occhi turchini si erano fissati in quelli d'ebano del saiyan.

“Stai peggiorando sempre di più, dobbiamo parlare con Vegeta.”

Bra si riscosse dal torpore in cui era caduta, lo faceva sempre quando Broly nominava il padre o forse il nome del pianeta scomparso su cui lei passava notte e buona parte del giorno.

“No, non deve sapere.”

“Stai male e non mi piace vederti così.”

Alla fine si era arreso a darle del “tu”, era inutile continuare a fare di testa propria, Bra si arrabbiava sempre quando la chiamava Principessa e le ricordava a che rango appartenesse. Almeno prima si arrabbiava, ora si limitava ad annuire a qualsiasi cosa, anche quelle che prima la infastidivano. Persino ora che lui la stava attaccando volendo fare qualcosa che lei non gli avrebbe mai permesso, Bra stava ferma ed in silenzio. Era davvero assurdo e doveva smettere subito.

“Bra, ti prego, Principessa, di qualcosa.”

“Mi chiamo Bra, non Principessa.”

Stavano facendo un pic-nic dove Broly si era risvegliato, o almeno così il saiyan aveva detto a Bulma per non dover spiegare cosa stava succedendo alla sua bambina.

Bra era seduta davanti a lui con le gambe incrociate, fasciate da un paio di jeans attillati e ricoperta da un piumino rosso che la teneva al caldo. Broly aveva portato una coperta su cui potersi sedere e grazie alla sua aura aveva asciugato un angolo di parco dalla neve e dall'acqua che poi si era formata. Erano all'asciutto e stavano parlando, o almeno lui ci provava. In realtà era tutto inutile, Bra non riusciva a restare concentrata, riusciva solo a captare qualche parole, giusto il tempo di rispondere e poi tornava in un altro pianeta.

“Che sta succedendo qui?”

Entrambi i ragazzi si girarono all'improvviso, la voce di Trunks li aveva sorpresi e il ragazzo era giusto dietro di loro, aveva annullato completamente la sua aura e Broly non lo aveva sentito arrivare, concentrato com'era sulla ragazza.

“Bra non sta bene.”

“Sto bene, sta zitto.”

Trunks si avvicinò sedendosi vicino a Broly, tra loro non scorreva buon sangue, in passato Trunks aveva contribuito ad uccidere Broly e quest'ultimo lo aveva quasi ucciso poche settimane fa, ma in quel momento non potevano andare che d'accordo, l'uno per la sorella e l'altro per la sua Principessa se non per l'unica persona che riusciva a non fargli perdere la testa.

“Bra, che diavolo ti sta succedendo?”

La ragazza scosse il capo, gli occhi assenti e lo sguardo vacuo.

“Trunks, Bra non c'è. È assente, sente solo alcune delle parole che diciamo. Sogna continuamente, ad occhi aperti.”

Il ragazzo dai capelli viola sospirò esausto, voleva aiutare la sorella, voleva che lei tornasse a stare bene ma non sapeva come fare.

“Broly, perchè sta così? Cosa le sta succedendo?”

“Hai mai fatto un sogno in cui non riesci a controllare quello che succede? Come se vedessi tutto molto sfocato e non riuscissi a muoverti?”

Trunks annuì.

“Per lei è così, sempre, non solo nel sogno.”

“Da quanto è in questo stato?”

“Un mese, non vuole che io ne parli con vostro padre e io non posso andare contro il suo volere.”

“Ne stai parlando con me.”

Il saiyan sorrise, per una vota Bra non era stata abbastanza furba da poter evitare questo.

“Più si estranea dalla realtà e meno riesce a pensare lucidamente. Da quando avete litigato non ha mai fatto riferimento a te, quindi non sto facendo niente che lei mi abbia vietato di fare.”

“Vado a parlare con la mamma, credo che lei sappia cosa fare.”

“Trunks.”

La voce debole della ragazza era ancora più assente del solito, persino Trunks che ormai non la sentiva quasi più se ne accorse.

“Dimmi.”

Gli occhi azzurri dei due fratelli si fissarono e quelli della ragazza si inumidirono.

“Papà non deve sapere niente, ti prego.”

Il ragazzo sorrise amaramente e spiccò il volo tornando a casa. Anche Bra e Broly sarebbero dovuti tornare alla Capsule Corp.

Broly prese in braccio la piccola Bra e lei gli cinse automaticamente il collo con le braccia, il saiyan non sentiva nemmeno più il calore del corpo della ragazza, si stava spegnendo e questo lo spaventava più di tutto. Forse non sapeva cosa voleva dire amare, non capiva i film d'amore che davano per la televisione, però capiva che quella ragazza, quella Principessa gli era entrata dentro e vederla stare male lo faceva arrabbiare all'inverosimile.

 

 

Continua...

 

 

Piccolo angolo autrice:

Buonasera ragazze/i, mi spiace di averci messo così tanto ad aggiornare ma ultimamente mi sono successe tante cose (finito scuola, rimasta senza internet, trovato lavoro, perso lavoro...) insomma ho cambiato due ragazzi e mi sono persa un po' di aggiornamenti di un paio di storie.

Sono rimasta assente sul sito e non credo che tornerò attivissima, ma cercherò di aggiornare un po' più spesso, sperando di essere seguita ancora.

Grazie per l'attenzione, buona settimana a tutti.

Baci,

J_e :D

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 

Da qualche tempo vivere le sembrava solo un susseguirsi di immagini sfocate, suoni poco chiari e sogni senza fine, era così che nell'ultimo mese Bra aveva vissuto e anche in quel momento, mentre suo padre la stava squadrando non riusciva a concentrarsi, non riusciva a distaccare la mente dal passato e riportarla al presente. Doveva provare a far vedere che andava tutto bene, doveva far vedere a Vegeta che lei stava bene e che Trunks si era inventato tutto solo perchè era geloso di Broly, solo perchè lo odiava. Nella sua mente erano quelle le sue intenzioni ma il suo viso era completamente spento, gli occhi persi nel vuoto, faceva persino fatica a mettere a fuoco le facce davanti a lei. Sentiva la voce di suo padre dura, stava dicendo qualcosa di importante ma lei non riusciva a capire, per qualche secondo che le sembrò interminabile vide solo una scena del passato in cui un suo antenato uccideva un alieno senza pietà, sperò che quell'essere martoriato sanguinasse verde, invece, all'improvviso tutto diventò rosso, schizzi di sangue vermiglio ricoprirono la sua visuale, il suo antenato così simile a suo padre nell'aspetto rideva maligno alla vista del sangue mentre lei si sentiva male, mentre lei tornava violentemente alla realtà e senza accorgersene vomitava succhi gastrici direttamente sul tappetto del salotto. Sentì Broly sostenerla, come ogni mattina, Vegeta imprecare, sua madre che correva a prendere qualcosa per sistemare la situazione e Trunks che la chiamava cercando di capire se fosse tornata in sè.

All'improvviso Broly sentì Bra tremare, esattamente come nel mezzo della notte, voleva portarla in bagno, voleva proteggerla dell'umiliazione di stare male davanti a tutta la sua famiglia, ma non ce la fece, la sua Principessa iniziò a rimettere ancora prima che lui riuscisse a muoversi. Lui poteva solo sorreggerla, puntando i proprio occhi sulla figura di Vegeta che imprecava e maledicava il suo intero popolo. Lo capiva, anche lui odiava i Sayan, odiava quella razza dedita solo alla violenza, al sangue e alla conquista brutale visto che stava facendo soffrire la sua piccola Principessa. Avrebbe voluto poter fare qualcosa, fare qualsiasi cosa per evitare che lei stesse così male, voleva solo farla tornare come quando l'aveva conosciuta, come quando da piccola gli si era avvicinata e gli aveva chiesto cosa voleva da lei, senza nessuna paura, senza nessun timore, come se sapesse che in fondo lui era buono.

"Vegeta, aiutala, io non so cosa fare. Ti prego."

Vegeta si stupì quando Broly lo implorò di fare qualcosa, aveva messo da parte il suo orgoglio, doveve tenere molto a Bra.

Mentre sua figlia si riprendeva dai conati lui cercava di trovare una soluzione, una soluzione che ancora non conosceva, nessun guerriero era rimasto sano così a lungo dopo la resurrezione nessuna Principessa era rimasta viva così a lungo.

"Purtroppo non ho una soluzione, non ho mai sentito parlare di una cosa simile, credo che lei sia l'unica persona a poter fare qualcosa."

Vegeta sospirò conscio che lei poteva vedere tutto, il problema era che non riusciva più a controllare le visioni, perchè erano troppe, troppo forti e troppo sanguinarie per una ragazza adolescente vissuta da sempre su un pianeta pacifico.

Bulma era tornata con un paio di robot mettendoli a lavoro perchè pulissero il tappetto e riportassero una parvenza di normalità nella stanza.

"Bra, amore mio, riesci a sentirmi?"

La donna le si era inginocchiata davanti appoggiandole una mano sul viso, Bra aveva annuito sempre con gli occhi vacui, ma aveva annuito.

"Ascoltami tesoro, se cerchi di farmi capire esattamente cosa provi, cosa percepisci forse posso aiutarti. Stiamo progettando uno strumento neurologico molto particolare per aiutare chi soffre di insonnia o chi ha bisogno di registrare i propri sogni a scopo terapeutico. Forse potremmo provare a collegarti e vedere se riusciamo a stimolare la tua mente in modo tale da indirizzare i tuoi pensieri e bloccare per un attimo le tue visioni."

Vegeta guardava la sua donna come mai aveva fatto prima, era completamente preso dalla sua voce, era completamente assorto nella sua spiegazione, aveva sempre saputo che la sua Bulma era un genio ma mai avrebbe pensato che potesse risolvere problemi così grandi come guarire la follia.

Tutti si aspettavano che Bra rispondesse e persino lei voleva farlo, avrebbe voluto urlare che sì andava bene, che poteva sottoporla a qualsiasi esperimento, voleva solo smettere di vedere tutto quel sangue. Nonostante ciò non riusciva più a controllare il suo corpo, i suoi pensieri erano partiti per mondi sconosciuti e la sua ragione stava sempre più spofondando inesorabilmente verso oceani di sangue e distruzione. Oceani dai quali non era sicura di riuscire a ritornare.

Broly strinse istintivamente a sè Bra quando vide nei suoi occhi svanire anche l'ultimo brandello di coscienza, voleva urlare, voleva esplodere, voleva distruggere tutto, ma tutto ciò che riuscì a fare fu digrignare i denti e stringere a se la sua Principessa.

"Ti prego Bulma, ti prego, provaci, se continua così la perderemo per sempre."

Bulma si alzò di scatto più decisa che mai, quello non era il momento di lasciarsi andare ai sentimentalismi, aveva una figlia che rischiava il coma irreversibile e un adolescente Sayan più vecchio di lei che rischiava di esplodere e distruggere la Terra.

"Molto bene, allora, mi servirà l'aiuto di tutti, è un esperimento ancora in via di sviluppo e tecnicamente non si potrebbe ancora utilizzare su un essere umano, quindi dobbiamo andare alla sede legale della Capsul Corp. senza che nessuno ci veda - fece una pausa per raccogliere le idee - questo potrebbe essere un buon momento, non ci dovrebbe essere nessuno, se entriamo da una delle finestre nessuno ci noterà e dal mio ufficio potrò disattivare le telecamere della struttura."

Vegeta annuì, nulla di più semplice che portare Bulma a lavoro, lo aveva fatto un sacco di volte. Una volta studiato bene il piano partirono tutti e cinque per la struttura principale della grossa azienda di Bulma, non era sicuro che questo macchinario avrebbe funzionato, ma dovevano almeno tentare.

Una volta dentro Bulma disattivò il sistema di sorveglianza, bloccò tutte le porte e le finestre, in modo tale che nessuno potesse entrare.

Trunks faceva loro strada nei cunicoli infiniti di quel grattacelo fino alle porte dei laboratori, Vegeta doveva ammettere che il ragazzo sembrava più a suo agio in quel colosso di cemento piuttosto che sul campo di battaglia.

Broly continuava a stringere a sè la ragazza inerme, per tutto il tempo non si era mai ripresa, non aveva mai emesso suono, sembrava quasi morta se non fosse stato per il battito del suo cuore e il respiro che gli lambiva il petto nudo.

Bulma stava trafficando con una sedia alla quale erano attaccati cavi e tubi, a Broly non sembrava molto rassicurante quella stanza piena di mettallo, fogli e attrezzi che non conosceva.

"Broly, cortesemente, appoggia Bra a questa sedia."

Il ragazzo era conscio che quella donna sbagliava di rado, era conscio che quella poteva essere l'unica soluzione ma qualcosa dentro di sé lo stava fermando, non sconosceva nulla di quel mondo e la cosa lo spaventava. Cercò tutto il coraggio di cui era in possesso e con calma coprì la distanza che lo separava da quella sedia, ancora con più riluttanza appoggiò Bra su quel pezzo di ferro freddo che sembrava anche poco comodo. Riuscire a staccarsi da lei sembrava impossibile ma alla fine ci riuscì perchè doveva salvarla e quello era l'unico modo.

Appena l'ebbe messa seduta, Bulma iniziò ad attaccarle dei sensori per la pressione e il battito cardiaco, una volta constatato che i valori della figlia fossero nella norma si fece aiutare da Trunks ad abbassare il caschetto e a collegare tutti i cavi necessari per la lettura delle onde cerebrali. Una volta assicuratasi che tutto era in ordine si posizionò davanti al computer e avviò il programma di lettura, ora dovevano solo attendere pazientemente che il programma leggesse le onde cerebrali di Bra e che si settasse sulla stessa frequenza.

"Dannazione, quanto ci vuole, donna!"

Vegeta era sempre più nervoso, voleva prendere a pugni Broly, voleva prendere a pugni sé stesso per non aver fatto nulla per impedire tutto ciò. Com'era possibile che il suo popolo riuscisse a perseguitarlo anche dopo decadi che era scomparso.

Bulma lo stava guardando stizzita, anche lei era in ansia, era anche sua figlia, era anche sua la responabilità ma tutto poteva fare tranne velocizzare quel processo tanto delicato.

"Ci vuole il tempo che ci vuole, Vegeta, sta tranquillo e datti una calmata altrimenti non sarai di nessun aiuto. Inizia a pensare cosa può esserci utile per capire cosa fare, dobbiamo essere veloci a cercare tra le visioni, non so per quanto tempo potrà funzionare questo affare."

Il Sayan scostò lo sguardo da quello della terreste, era ovvio che lei avesse ragione, la sua donna era fantastica e riusciva a manetere il controllo anche in una situazione così complicata, anche quando lui stava per dare di matto. Si concentrò cercando di ricordare quelle storie che i vecchi cercavano di raccontargli quando lui era piccolo e purtroppo non era per niente interessato. Doveva ricordare qualcosa, doveva aiutare sua figlia o non sarebbe stato degno di continuare ad essere suo padre.

"Credo che dovremmo andare indietro di molto, dovremmo tornare a quando eravamo ancora delle scimmie senza senno, all'inizio della nostra storia."

Bulma sospirò, si fidava di lui ma non capiva come potessero essere utili delle scimmie senza ragione.

"Vegeta nei sei proprio sicuro?"

Lui annuì, non ricordava molto, ma la storia della loro evoluzione era strana, molto misteriosa e quasi surreale ed era certo che era li che dovevano andare.

Il computer emise un suono stridulo e all'istante tutti tranne Broly, che continuava a fissare Bra, si precipitarono ad osservare le immagini che uscivano dalla mente della ragazza. Scene di lotta, di atrocità, di violenze, di sangue, Bulma non si sorprese che la figlia stesse impazzendo con tutto quello schifo nella sua mente.

"Allora, abbiamo detto che dobbiamo andare molto indietro, vediamo se riusciamo a guidare i suoi pensieri."

Bulma premette un paio di tasti e dalla macchina uscirono dei rumori sinistri, Broly era poco convinto, ma a quanto sembrava quell'arnese funzionava davvero.

"Dovremmo quasi esserci, ci sono un sacco di scimmie giganti ovunque, Vegeta come capiamo quando siamo arrivati?"

L'uomo non distoglieva di sguardo, lui capiva, vedava quegli scimmioni cambiare e regredire in ogni istante, la testa più piccola, il corpo meno possente, sempre più nudi, sempre più feroci, quelli erano Sayan che non evavno ancora conquistato nulla, quelli erano i suoi antenati in tutta la loro selvaticità.

"Fermati, siamo arrivati, vedi qui? - indicando una parte dello schermo - questo è più grosso, ha il pelo giallo, si guarda intorno come se capisse cosa gli sta succedendo, gli altri, invece sembrano solo delle grosse scimmie arrabbiate."

Bulma sospirò, erano arrivati nel punto cruciale e la macchina sembrava funzionare ancora bene. Permise a quella visione di viaggiare per conto suo e ciò che videre ebbe dell'incredibile.

Bra non percepiva più nulla, vedeva solo scene di sangue e nonostante ciò non aveva nemmeno più la forza di schifarsi e di vomitare, non risuciva più a sentire nulla, non provava più nulla.

All'improvviso però, qualcosa cambiò, le visioni si bloccarono come se qualcuno avesse premuto il tasto pausa del telecomando. Le visioni iniziarono a susseguirsi in maniera velocissima senza che lei riuscisse a vedere nulla e poi di nuovo si bloccarono. Era ancora sul pianeta Vegeta ma era diverso, c'erano un sacco di alberi in più, c'era un'aria più pulita e soprattutto c'erano un sacco di scimmioni che erano poco più grandi di una essere umano adulto, molto alto. Non era mai riuscita ad andare così indietro, suppose che sua madre fosse riuscita a controllare la sua mente, non si sarebbe aspettata nulla di meno dal genio che l'aveva messa al mondo.

Tirò un sospiro di sollievo mentre osservava una scena singolare, uno scimmione dalla pelliccia dorata osservava attentamente i suoi simili dai colori più scuri con una logica strana che quasi non gli apparteneva. Lui sembrava diverso, persino il suo corpo, era più possente, più formato, più alto rispetto agli altri. Bra lo osservava così attentamente che ad un certo punto si accorse che tra le sue immense braccia era nascosta una bambina che in confronto sembrava minuscola. Una bambina che poteva avere non più di cinque anni e che sembrava perfettamente umana, aveva solo la coda da scimmia ma in ogni sua altra parte era umana. Bra le si avvicinò cercando di restare il più concentrata possibile su quella visione. Si alzò in volo davanti allo scimmione dorato per raggiungere la bambina e le si accovaciò vicino, sedendosi sul braccio possente che la sorreggeva. Il suo istinto le diceva di toccarla e così lasciò che la guidasse, la sua mano si alzò e sfiorò appena la fronte della piccola creatura quando quest'ultima alzò lo sguardo su di lei e le sorrise.

"Ciao, ti stavo aspettando."

All'improvviso Bra si ritrovò in un luogo completamente buio, era illuminata solo da sé stessa e dinanzi a lei c'era una ragazza che sembrava il suo stesso riflesso con una veste rossa che sprigionava luce.

"Tu sei me, io sono te, nella storia abbiamo viaggiato in ogni secolo cercando di portare a termine la nostra missione ma fin'ora non ci siamo mai riuscite."

Bra sentiva quella sé stessa parlare ma era come se stesse parlando lei in prima persona. Sentiva dentro di sé una nuova consapevolezza e le parole di quella ragazza non facevano altro che riportarle alla mente una storia triste che non si era mai conclusa.

"Come faccio a dare una fine a tutto questo, dal primo momento, fino ad ora, ho sempre fallito, come potrei ora riuscirci?"

La sé stessa con l'abito rosso le si avvicinò prendendole la mano.

"Tu sei l'unica che può riuscirci perchè non sei pura, la maledizione si spezzerà solo quando i Sayan riusciranno a mescolarsi con un'altra specie, molto diversa da loro, l'opposto, addirittura. Tu sei l'unica nata dall'incrocio tra due specie differenti quindi solo tu potrai portare a termine la missione."

Bra si sentiva trascinare via, indietro, nel suo corpo esanime, forse il macchinario stava smettendo di funzionare.

"Come, come posso fare?"

La ragazza dal vestito rosso sorrise, era uguale a lei anche se aveva dei tratti più marcati e una coda.

"Devi solo spezzare i legami, devi solo eliminare tutto ciò che ha di brutto la nostra razza."

La visione svanì, Bra riaprì gli occhi, dopo tanto tempo risuciva a mettere a fuoco i volti delle persone che amava, era così felice persino nel rivedere quel viso da idiota di suo fratello.

"Bra, come stai? Abbiamo bloccato momentaneamente le tue visioni."

Bulma la osservava con occhio critico, era così calma e pacata, solo Dio sapeva quante parole le avrebbe detto una volta che si fosse sistemato tutto.

"Sto bene, adesso sono lucida, so come fare finire tutto questo, non c'è molto tempo e vi spiegherò tutto una volta spezzato il legame. Broly, devi distruggere la pietra di quella cintura e devi rinunciare ai tuoi poteri."

Broly si avvicinò a lei, si inginocchiò davanti alla sua Principessa abbassando il capo e strappandosi la cintura dalla vita.

"Qualsiasi cosa io debba fare per farvi tornare normale lo farò."

Appogiò la cintura ai piedi di Bra e trasformandosi diede un pugno nel centro della pietra facendola andare in pezzi, distruggendola per sempre. Nell'esatto momento in cui la cintura si ruppe Broly si sentì mancare, barcollò tornando nella sua forma originale.

"Ora cosa devo fare?"

La voce spezzata, gli sembrava di morire di nuovo, ma sapeva che Bra non lo avrebbe mai ucciso.

"Broly, devi rinunciare ai tuoi poteri, devi farti strappare la coda."

Il Sayan sgranò gli occhi, una sensazione di panico lo pervase, sentiva le sue membra già tremare per il dolore che avrebbe provato e per l'impotenza che quella perdita avrebbe causato. Nonostante ciò alzò lo sguardo su Bra e annuì deciso.

"Mi fido di te Principessa, farò qualsiasi cosa."

"Ottimo, Vegeta, puoi cortesemente farlo tu?"

Vegeta non riconosceva sua figlia in quello sguardo ma era la sua voce che gli parlava, era il suo volto che stava guardando ed erano i suoi occhi tornati lucidi che lo stavano implorando, l'unica differenza era che sembrava una vera Principessa.

"Certo, Bulma hai qualcosa per non fargli sentire dolore?"

La donna turchina annuì estraendo dalla tasca una capsula medica completamente rifornita di anestetizzanti e antidolorifici.

"Non so che dosi servano per mettere ko un Sayan, ma penso che il doppio rispetto alla dose umana possa andare bene."

Bulma riempì completamente la siringa con quel liquido trasparente e con calma si avvicinò a Broly per inniettarglielo direttamente nelle vene.

"Potresti sentirti mancare, ti consiglio di stenderti."

Il ragazzo sentì subito una strana sensazione, la sua testa stava diventando leggera, riuscì a malapena ad appoggarsi di fianco sul pavimento che perse completamente i sensi.

 

 

Continua...

 

 

 

Angolo J_e:

Questo sarà uno degli ultimi capitoli di questa storia, purtroppo l'ho lasciata in sospeso per troppo tempo ma spero di riuscire a concluderla in breve e di soddisfare chi ancora vorrà leggerla fino alla fine.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

Aprire gli occhi non era mai stato più faticoso come in quel momento, sentiva ancora le palpebre pesanti, la testa leggera e non riusciva a capire bene da dove provenissero i suoni che aveva attorno. A poco a poco Broly stava tornando alla realtà svegliandosi da un sonno così profondo che era quasi difficile abbandonare, finalmente riuscì ad aprire gli occhi e capì che i rumori che sentiva intorno a lui non erano altro che le voci della famiglia che lo aveva accolto.

Vegeta stava accarezzando amorevolmente la testa blu di Bra che era seduta su uno sgabello alto, preso dalla cucina, probabilmente, erano tornati a casa anche se lui non sapeva come avessero fatto. Piano piano cercò di muovere lo sguardo e si accorse che Bulma lo stava fissando. Broly cercò di farle un cenno per dirle che stava bene ma il suo corpo ancora non voleva rispondergli. La compagna del Principe dai Sayan gli si avvicinò appoggiandogli una mano sui capelli, come a confortarlo.

"Non preoccuparti, tra poco l'effetto dell'anestetico sarà passato."

Broly annuì, questa volta riuscendoci, avrebbe voluto alzarsi, avrebbe voluto abbracciare Bra che sembrava stare bene.

Da quando erano tornati a casa Vegeta non aveva fatto altro che porgere tutte le sue attenzioni nei confronti della figlia, Bra dal canto suo ne era felice però avrebbe voluto anche rimanere da sola, finalmente tutto il caos nella sua testa era svanito e aveva voglia di sentire silenzio e pace anche in torno a sé. Certamente finchè Broly non si fosse ripreso lei sarebbe rimasta li a farsi coccolare dal padre e a raccontargli tutte le cose che aveva visto dei loro antenati. Sembrava che Vegeta conoscesse ben poco dei loro avi, ma Bra non se ne sorprese, dopotutto la loro era una stirpe di gurerrieri non di storici o studiosi.

Finalmente Broly era riuscito a riprendersi, si era messo seduto e con molta fatica aveva alzato la testa, stava controllando che tutti i suoi arti fossero funzionanti e in buono stato quando si ricordò che non aveva più la coda, provò un senso di vuoto, di perdita, di mancanza, come se insieme alla code se ne fosse andata una parte fondamentale di lui. Accantonò quei pensieri, era stata la sua Principessa a chiedergli quel sacrificio e lui era sicuro che non glielo avrebbe mai chiesto se non fosse stato assolutamente necessario.

Appena Broly si riprese tutti i presenti si zittirono attendendo che Bra spiegasse l'accaduto, loro dallo schermo del computer erano solo riusciti a vedere la ragazza toccare la bambina e restare immobile per interminabili secondi.

Bra si schiarì la voce, era chiaro che tutti i presenti attendessero sue spiegazioni, per lei ricordare tutto quello che era successo stava diventando sempre più difficile quindi doveva sbrigarsi a raccontare tutto alla sua famiglia o presto non lo avrebbe più potuto fare.

"Lo scimmione dorato e la bambina che avete visto nella mia visione non erano altro che il primo guerriero Leggendario e la prima Principessa della maledizione. A quei tempi i Sayan erano già in grado di tornare alla forma umana ma per loro era scomodo in quanto non avevano ancora alcuna comodità e preferivano scaldarsi con la propria pelliccia e poter essere sempre al meglio delle proprie forze. La prima Principessa nacque già umana, lei non riusciva a trasformarsi in una scimmia e per questo dopo poco la madre l'abbandonò pensando che comunque non sarebbe sopravvissuta. Lo scimmione dorato decise di proteggerla perchè l'affascinava, gli piaceva molto di più quella bambina che i cuccioli di scimmia confusionari che gli giravano sempre intorno."

Bra fece una pasua, stava arrivando il momento critico e voleva essere sicura di spiegarsi bene.

"Un giorno la tribù decise che quella bambina era un pericolo, che portava debolezza e che doveva essere annientata. Aproffittando dell'assenza del guerriero dorato la presero e la massacrarono mentre lei, che aveva solo cinque anni, non poteva fare altro che urlare, implorare e piangere. Quando il guerriero tornò, impazzì di rabbia, alla vista della sua dolce creatura martoriata, senza riuscire più a controllarsi sprigionò tutta la forza e la potenza di cui era capace e massacrò l'intera tribù senza lasciare nessun superstite. Quando tornò alla ragione si accorse dell'orrore compiuto e lo sconcerto lo fece trasformare in umano, lasciando il proprio corpo vagare senza meta, lasciandosi morire di fame. Quando anche lui espirò l'ultimo respiro la maledizione ebbe inizio, gli animi del guerriero e della bambina non trovavano pace, cercavano altre due persone che al posto loro compissero il loro destino per un finale più felice. Io ho vagato per i secoli, per cercare qualcuno che fosse degno di spezzare la maledizione e alla fine sono giunta su questo pianeta insieme all'ultimo superstite della razza Sayan, Vegeta. Tuo padre non ebbe mai una figlia femmina quindi la leggenda sembrava dover morire con lui, ma quando tu mi diedi alla luce, lo spirito di quella Principessa si impadronì di me, io sono esattamente ciò che serviva per spezzare questa maledizione in quando per metà sono terrestre, in quanto provo sentimenti puri e non ho paura dell'amore. Broly si è ritrovato ad ospitare l'animo sconvolto di un guerriero fortissimo e per questo, come tutti i guerrieri prima di lui, è impazzito. L'unica differenza che per lui è stata la salvezza è che io gli ho insegnato cos'è l'amore, così che lui avesse fatto esattamente ciò che gli chiedevo. Tutte le Principesse prima di me conoscevano il proprio destino, nessuna di loro è riuscita a portarlo a termine perchè nel loro cuore non c'era spazio per l'amore e quando chiedevano ai guerrieri Leggendari di sacrificare il proprio potere loro impazzivano e le uccidevano. Il nostro è un legame che ricorda molto quello dei primi due nostri antenati, anche loro due si amavano, come un padre ama una figlia e come una figlia ama un padre, nonostante ciò hanno accettato il nostro amore, puro e senza inganno e finalmente possono riposare in pace."

Quando Bra smise di parlare, notò che intorno a lei sembravano tutti molto sconvolti, capiva quello stato d'animo ma si sarebbero dovuti abituare all'idea perchè lei non poteva fare nulla per cambiare la realtà.

Broly, che fino a quel momento l'aveva fissata in silenzio, si alzò andandole vicino e prendendole le mani.

"Non capisco perchè hai dovuto portare tu tutto questo fardello, perchè io non ricordo nulla di tutto ciò?"

Lei gli strinse le mani amorevolmente.

"Quando perdevi il controllo non stavi facendo altro che tornare con la mente al ricordo di quella prima volta, solo che era così forte come emozione che non potevi ricordare. Quel primo guerriero era completamente impazzito, più di quanto tu abbia mai potuto provare. Solo io potevo spezzare la maledizione, perchè lo spirito che albergava in me era saggio, calmo, pacato. Tu dovevi solo fidarti, l'hai fatto ed ora siamo entrambi salvi."

I loro occhi si fissavano con un'intensità tale che quasi si erano scordati di avere altre tre persone attorno, almeno finchè Vegeta non tossichiò per attirare la loro attenzione.

"Quindi ora non c'è più pericolo che Broly impazzisca né che tu ti perda di nuovo in visioni del passato?"

Bra scosse il capo, era tutto finito.

"Io continuerò a ricordare molte cose, per sempre, credo, ma a differenza di prima ora posso controllare a mio piacimento le visioni ed i ricordi. Broly non rischia più di impazzire in quanto è stato spezzato il legame che aveva con me, la cintura, e il legame che aveva con il guerriero e i suoi poteri, la coda."

Vegeta annuì, sembrava che tutto fosse finito per il meglio anche questa volta.

"Bene, allora forse è il caso di riprendere le nostre normali vite. Broly dovrà comunque integrarsi nella società, Bra iscrivilo a scuola e portalo con te, non può continuare a vestirsi a metà e non conoscere questo pianeta."

Bra annuì soddisfatta, voleva vivere la sua intera esistenza al fianco di Broly.

Broly dal canto suo non aveva capito molto ma era sicuro che Bra si sarebbe presa cura di lui e tanto gli bastava, ovviamente voleva fare le cose in maniera corretta quindi lasciò andare le mani della Principessa e si avvicinò a Vegeta parandoglisi davanti e inginocchiandosi al suo cospetto.

"Mio Principe ti chiedo umilmente il permesso di poter giacere con tua figlia, prometto di rispettarla e proteggerla, in cambio sarò per sempe un tuo guerriero fedele."

Vegeta, che ormai aveva quasi dimenticato le vecchie tradizioni, rimase quasi sconcertato da quel ritorno alle orgini.

"Alzati Broly, queste cose andavano bene sul nostro pianeta, ma qui non è necessario. Mi basta sapere che la tratterai come merita di essere trattata e per quanto mi riguarda potete prendere le vostre scelte da soli, siete abbastanza maturi."

Broly si alzò, annuendo, rispettava molto il Principe dei Sayan, da quando era tornato in vita lo aveva trattato con rispetto anche se non se lo meritava.

"Non la farò mai soffrire e non permetterò che nessuno le faccia del male."

Bra era sconvolta, stavano parlando di lei come se non fosse presente in quella stanza.

"Sì, grazie mille a tutti e due, ma me la so cavare, non ho bisogno di un cavaliere errante che mi protegga."

Broly tornò al suo fianco, non sapeva se quelle parole fossero un rifiuto o meno, non le comprendeva fino in fondo.

"Ho sbagliato a chiedere a tuo padre il permesso per giacere con te? Pensavo fosse tuo desiderio, se così non è ti chiedo perdono."

La ragazza scosse il capo, sorridendo.

"Broly, se vuoi stare con me lo devi chiedere a me, non a mio padre. Comunque capisco che le tue intenzioni erano nobili e per questo non mi arrabbierò. Certo che voglio stare con te, voglio passare la mia vita al tuo fianco."

Il ragazzo era più felice che mai, la sua Principessa lo aveva accettato nonostante tutto, forse avrebbe dovuto imparare al più presto come comportarsi su quel pianeta e in quell'epoca ma era sicuro che con Bra al suo fianco sarebbe stato tutto molto semplice.

"Bene, allora come ho detto prima, torniamo alle nostre vite. Bulma, spero tu non debba scappare a lavoro perchè è troppo tempo che non ci dedichiamo a noi."

Bulma si avvicinò al compagno di una vita cingendogli il collo e sussurrandogli a pochi millimetri dalle labbra.

"Sono tutta tua, mio Principe."

Vegeta la prese in braccio e a passo spedito la portò nella loro camera da letto.

Broly avrebbe voluto fare la stessa cosa con la sua Principessa ma erano rimasti in tre, Trunks era ancora li, aveva ascoltato tutto in silenzio e sembrava sinceramente sconvolto. Quando prese parola, nessuno nella stanza si sarebbe aspettato quello che disse.

"Per quel che vale, anche a me va bene se state insieme. Broly, perdonami se ti ho giudicato male, invece di ragionare da adulto ho continuato a vederti con gli occhi del bambino che ti ha ucciso ed eri rimasto una minaccia per me. Dopo tutto quello che è successo sono sicuro che sarai un ottimo compagno per mia sorella."

Senza aspettare risposta il ragazzo uscì di casa e prese il volo per i monti Paoz, aveva bisogno di parlare con il suo migliore amico.

Rimasti soli, i due ragazzi, si guardarono con un po' di imbarazzo.

"Broly, quello che ho detto prima è la verità, io ti amo, credo di averti sempre amato, ma solo da quando sono cresciuta ho realizzato cosa fosse questo sentimento."

Broly si trovava in difficoltà, non capiva cosa intendesse, nessuno gli aveva mai spiegato cosa fosse l'amore.

"Bra, io non cpaisco."

Lei gli si avvicinò, sensuale, attraente, pronta a colpire appena lui avesse vacillato.

"Ti batte forte il cuore quando siamo insieme?"

Lui annuì.

"Non fai altro che pensare a me da quando ti svegli a quando non vai a dormire?"

Lui annuì.

"Hai sofferto vedendomi stare male?"

Lui annuì, lei gli aveva messo le braccia intorno al collo, gli fissava le labbra e i loro respiri si intrecciavano.

"Allora tu mi ami, così come io amo te. Presto capirai molto meglio i tuoi sentimenti, devi solo avere pazienza."

Lui annuì di nuovo, il desiderio, la voglia di possederla, non riusciva più a resistere, nonostante sentisse che stava per perdere il controllo riusciva comunque a rimanere lucido ed era la sensazione più bella di sempre.

"Principessa se ti avvicini ancora non risponderò più delle mie azioni."

Lei sorrise, continuando a ridurre lo spazio tra le loro labbra, invece di baciarlo come lui si aspettava, lei gli leccò le labbra in modo sensuale per poi spostarsi verso il suo orecchio e sussurrargli parole tentatrici con alito caldo ed eccitante.

"Che ne dici se ci spostiamo anche noi in camera?"

Broly non resisteva più, la prese tra le sue braccia possenti e si diresse velocemente nella camera della ragazza chiudendo la porta alle sue spalle.

 

 

Continua... (forse)

 

Angolo J_e:

Questo è l'ultimo/penultimo capitolo, fatemi sapere se la storia vi è piaciuta e soprattutto se volete un ultimo capitolo nel quale i due fanno cose a letto o se preferite che la storia si fermi qui.

Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a qui, scusate se ci ho messo così tanto per concludere questo racconto.

Un bacio e alla prossima.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

L’aveva lasciata andare sul letto, lei si stava muovendo felina, come una gatta per invogliarlo a continuare. Lui la fissava dall’alto, ancora incredulo che quella creatura potesse essere finalmente sua. 

“Allora, guerriero, ti decidi a venire qui?”

La voce sensuale di Bra lo fece tremare da capo a piedi. Broly si tolse i pantaloni, unico indumento che lo coprivano, mettendo a nudo la propria nudità per far capire alla ragazza quanto stava gradendo tutto ciò. 

Bra alla vista di quel possente membro si inarcò, portando un dito alle labbra, come per dire che voleva assaggiarlo. 

II guerriero fu subito da lei, iniziò a mordicchiarle il collo, strusciando la sua poderosa erezione contro l’interno coscia della ragazza. Lei ansimava già, quella sarebbe stata la sua prima volta a letto con un uomo e non poteva immaginarsi modo migliore di perdere la verginità. 

Broly continuava a scendere con la bocca sul suo corpo, le leccò i capezzoli, inumidendoli e rendendoli turgidi, poi scese sul ventre piatto della ragazza, assaporandone il sapore e il profumo. Arrivò ben presto al monte di Venere, scese fino alla citoride e iniziò a baciarla e leccarla mentre Bra si contorceva e gli stringeva i capelli tra le sue dita.

Bra non aveva mai provato nulla del genere, un calore molto piacevole le invadeva il corpo partendo da quel piccolo punto su cui stava lavorando il guerriero. Le sembrava di stare al settimo cielo e non vedeva l’ora che lui entrasse dentro di lei per renderla ancora più calda. 

Mentre continuava a prendersi cura di quel bottoncino roseo, Broly iniziò ad accarezzare l’apertura bagnata con un dito, l’idea di poterla penetrare lo eccitava a tal punto che sarebbe potuto venire da un momento all’altro. Con un po’ di pressione infilò il dito nell’apertura di Bra che lanciò un gridolino di approvazione e iniziò a contorcersi ancora di più per il piacere.

La grotta umida e stretta di Bra era una sensazione bellissima per il guerriero, era così su di giri che ad un certo punto non riuscì più a trattenersi, uscì da lei, alzandosi in ginocchio, la prese dai fianchi e la penetrò con un unico e sensuale gesto, sentì una leggera resistenza e capì che lui era stato il primo con cui Bra aveva avuto quel genere di rapporto. La guardò intensamente negli occhi mentre continuava a spingere, lei lo accolse senza problemi, il suo viso era una maschera di godimento, di dolore per quella rottura nemmeno l’ombra. 

Broly iniziò a pompare mentre Bra era sempre più pervasa da quel piacevole calore che cresceva, cresceva, cresceva, finchè non esplose e Bra venne intorno al membro potente del guerriero. A quelli spasmi di godimento anche Broly raggiunse l’apice del piacere inondando la caverna e crollando sulla principessa per stringerla forte a sé. 

Restarono in quella posizione per alcuni minuti, stringendosi forte e coccolandosi. 

“Bra, penso di amarti anche io.”

Bra gli sorrise, era così bello il suo guerriero.

“Lo penso anche io. Fare l’amore con te è stato bellissimo.”

Broly annuì. Finalmente avevano iniziato una vera vita di coppia insieme. 




 

Fine 

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