Psiko-Docha

di Manga92Writer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due opzioni, una sola scelta ***
Capitolo 2: *** Non ci siamo mai incontrati prima d'ora? ***
Capitolo 3: *** Festa a sorpresa ***
Capitolo 4: *** Ma tu ci credi alle coincidenze? ***
Capitolo 5: *** En?gmi ***
Capitolo 6: *** Manipolatore o manipolato? ***
Capitolo 7: *** Equilibri traballanti ***
Capitolo 8: *** Addio ***



Capitolo 1
*** Due opzioni, una sola scelta ***


 DUE OPZIONI, UNA SOLA SCELTA

- Cosa significa che non te ne importa?
- Che quegli insegnanti non capiscono nulla papà
- E quindi accetteresti un misero 18? Senza provare a ridare l'esame?
- Non me ne importa nè di questa stupida scuola, nè dell'esame nè di nient'altro.
- Heric l'università è un'istruzione importante, è ciò che formerà il tuo futuro da lavoratore.
- Ho bisogno di riflettere, non sono così certo che questa sia la mia strada.
Uscì di casa chiudendo la porta alle spalle. Lui è Heric, ragazzo di 25 anni con grossi problemi a scuola, senza una chiara idea di come vorrebbe costruire il proprio futuro. Lui ama i soldi, la bella vita e spendere il proprio tempo dietro agli studi gli sembra uno spreco.
La situazione lavorativa per i ragazzi come lui è disagiata in Giappone, con stipendi ben al di sotto della media nazionale, per cui decise di lavorare in un settore tanto redditizio quanto pericoloso, ma lui non era certo il tipo da spaventarsi dietro a qualche rischio:
- Sono 80 a pezzo.
- Sei diventato caro, ragazzo.
- È la roba migliore che puoi trovare qui a Tokyo uomo. Pura all'80 percento.
Esatto: uno spacciatore! Aveva iniziato a spacciare cocaina da un po' di tempo, essendo la droga più redditizia sul mercato. Lui vendeva ma non si drogava, voleva tenere tutti i soldi per sè.
- Allora che fai la compri o no?
- Voglio darti fiducia ragazzo, dammene 3 pezzi.
- Fanno 240.
*sirene*
- Cavolo la polizia! Vattene!
- Fermati ragazzo, vieni qua subito!
Heric venne inseguito da 3 agenti in corsa, colto sul fatto nel momento dello spaccio. Quel giorno pioveva a dirotto, sarebbe riuscito a seminarli se non fosse che scivolò su una pozzanghera, battendo forte la testa che gli causò uno svenimento. Rimase nel mondo dei sogni fin quando una secchiata di acqua gelida non lo inondò
*ciaaaaffff*
- O cavolo! Sto annegando!
- No non stai annegando! Ti trovi in guai più seri ragazzo.
Era l'agente di polizia. Si trovavano in questura. Il giovane era ammanettato e di fianco sedeva l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto che fosse venuta a conoscenza del suo losco lavoro:
- E così te ne sei fregato dell'esame per andare in strada a vendere questa porcheria qua, figliolo!
- Quella porcheria lì come la chiami, mi fa guadagnare ben di più di ciò che potrei mai andare a fare una volta uscito da quella stupida università a cui tieni soltanto te, caro papà.
- Ragazzo - intervenne il commissario - la tua fedina penale è pulita, non avevi precedenti prima di oggi, per cui ti dò due chance.. o finisci in gabbia, oppure vai a fare un percorso psicologico intensivo, con tanto di prove di frequenza, fino a quando la terapeuta non avrà stabilito che tu ti sarai rimesso in sesto. Conosciamo la persona che fa al caso tuo..è una neolaureata che ha dimostrato già un notevole potenziale e una notevole dimestichezza nel suo campo. Penso che farà bene sia a lei per maturare più esperienza, sia a te ragazzo, per farti tornare sulla buona strada.
- Perchè mi guarda con quel fare interrogativo agente? Mi pone giù due scelte, ben consapevole che alla fine sarà una soltanto quella che potrò prendere.
Il commissario mise sul tavolo un paio di manette e un biglietto da visita.
- Scegli ragazzo.
- Spero che almeno su questo saremo d'accordo, figliolo.
Con fare seccato Heric afferrò il biglietto da visita, "decidendo" così per il percorso psicoterapeutico.
- Sana Kurata? Ma è davvero così che si chiama questa persona o è un gioco demente di parole che mi dice che questa persona è Sana perchè si è Kurata?
- Se provi a fare ancora dello spirito ragazzo, il campo di scelta si ridurrà a una sola opzione e il biglietto da visita non è presente in essa.
Heric accettò il percorso psicologico.
- Bene, le sedute verranno costantemente monitorate dalla polizia, nel senso che se dovessi mancare ad una di esse, la nostra terapeuta Kurata ci informerà di ciò e a quel punto per te sarebbero guai seri. Tra due ore devi essere già da lei in studio per il primo appuntamento.
*fuori dalla questura*
- Non sembri così arrabbiato per il fatto che mi abbiano beccato con la cocaina addosso, papà
- Sono più che altro deluso figliolo, ma per fortuna capisco pure che sei in un periodo difficile e certe scelte sbagliate è facile commetterle. Il fatto che tu sia stato beccato a vendere droga non cambia la fiducia che io ripongo nelle tue qualità e so che riuscirai a trovare la tua buona strada. Solo che in questo momento hai bisogno di farti aiutare da qualcuno, vuoi che ti accompagni alla seduta?
- No grazie ci vado da solo, ci vediamo stasera a casa.
- Non fare bravate Heric mi raccomando, non deludere la mia fiducia.
E si allontanarono ognuno per la propria strada 

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Capitolo 2
*** Non ci siamo mai incontrati prima d'ora? ***


NON CI SIAMO MAI INCONTRATI PRIMA D'ORA?

Heric camminava verso lo studio psicoterapeutico, finchè si accorse che era in grande anticipo, per cui decise di chiamare un suo amico per ingannare il tempo.
- Terence, sto sotto casa tua, scendi?
- A dire il vero mi sto preparando per la tesi di laurea però non preoccuparti amico, scendo subito, aspettami.
In pochi minuti fu fuori dal suo palazzo, pronto ad accogliere il suo amico:
- Heric, qual buon vento?
- Del cavolo, una bufera, lasciamo perdere và. Ho solo voglia di farmi una bevuta, vieni con me?
- Ma sì dai, tanto avevo quasi finito. Rilassarmi un po' mi potrà fare solo che bene.
Si fermarono a un negozio di alimentari e acquistarono un paio di bottiglie di vino.
- Due addirittura Heric? Ma non starai mica diventando un alcolista? È questo che volevi dirmi?
- Per il momento no, ho solo bisogno di chiudere il cervello, è un brutto momento in generale, ma non mi va di parlarne.
- Io so qual è il tuo problema Heric, hai bisogno di una ragazza, di trovare l'amore, ognuno di noi ne ha bisogno e tu sei da solo da troppo tempo ormai. Tu sei un tipo particolare e per questo hai bisogno di una persona particolare al tuo fianco. Conoscevo una ragazza che per te sarebbe stata una possibile anima gemella per come siete fatti, andavamo pure nella stessa scuola ma è incredibile come non vi siate mai riusciti a incontrare.
- Parli di quella ragazza che recitava col sogno di diventare un'attrice? Sì certo, proprio il mio tipo. Chissà come mai non provo alcun rimpianto nel non averla mai incontrata.
- Ormai ho perso i contatti con lei, non so che fine abbia fatto, ma sono certo che voi due sareste stati la coppia più bella del mondo.
- Parlando di cose più plausibili, che facciamo questo Sabato?
- Niente mi sa amico mio, starò tutto il tempo sui libri a finire la mia tesi, anzi mi sa che ora devo proprio salutarti che l'alcool sta facendo effetto e non vorrei tornare a casa ubriaco. Ti saluto Heric, mi raccomando non ubriacarti ahaha.
- Ahah caro Terence, per come io reggo l'alcool potrei perfino andare in Italia e competere con un Veneto.
Heric non si rese conto che il tempo era volato stando con Terence. Si sarebbe dovuto sbrigare o avrebbe fatto tardi alla sua prima seduta. Finì velocemente il vino rimanente e si rimise in marcia verso lo studio.
- Troppo velocemente diamine, mi gira la testa, c'ho i solfiti al posto dei neuroni.
*davanti allo studio terapeutico*
- E così è questo il posto. Va bene dai facciamo sta seduta, sarà di certo una rottura di scatole, ma è sicuramente meglio che stare in carcere a raccogliere saponette dalla doccia.
Varcò la porta e si trovò immerso in una stanza soave, una poltrona e un divano che stavano posizionati l'uno di fronte all'altro. Pareti bianche, una vasca per i pesci, quella stanza era come una dimensione a parte immersa nella tranquillità nel bel mezzo del caos di Tokyo.
- Ayama vero? Arrivo subito.
Si udì una voce femminile provenire da una porta chiusa.
- Buongiorno scusami ero al bagno, piacere io sono Sana Kurata e sarò la tua psicoterapeuta.
Fisico atletico, capelli rossi, molto kurata (pardon il gioco di parole), una ragazza molto attraente.
- Ma sei giovane, avrai la mia età - esclamò stupefatto il ragazzo.
- Meglio, così ci confronteremo tra simili - e sorrise - prego accomodati -
Sana prese posto sulla poltrona mentre Heric si sedette palesemente scocciato sul divano di fronte a lei.
- Ahah già che sbuffi Ayama?
- Chiamami Heric e comunque sì, non mi va molto di fare questo percorso. Sono qui solo perchè non avevo altre scelte.
- Va bene Heric e come mai sei qui?
- Spaccio di droga, gli agenti mi hanno trovato la cocaina addosso.
- E cosa ti ha spinto a spacciare?
- I soldi, il rispetto, il sogno di voler uscire da un futuro senza scopi e di guadagnare così tanto da poter investire un giorno quei soldi in un qualcosa di costruttivo per il mio avvenire.
- Solo spaccio o la assumi?
- Vendo e basta, conosco che dipendenze dà quella sostanza, non voglio finire a bruciarmi i soldi che mi sono guadagnato per tirarmela su dal naso a mia volta, è roba per i tossici quella.
- Parlavi di rispetto, puoi essere più specifico?
- Essere rispettato, invidiato, essere visto come quello che ce l'ha fatta e che può permettersi ciò che vuole.
- Una specie di riconoscenza a livello personale ne deduco. Per questo vorrei chiederti Heric, a casa come ti trovi?
- Mia madre non c'è più, è morta dandomi alla luce, mentre con mio padre ho un rapporto strano.
- Caspita che storia, non si sente spesso di un ragazzo a cui è morta la mamma partorendolo. Molti anni fa, quando frequentavo ancora le scuole elementari e medie, i miei vecchi amici mi parlavano di una persona con una storia simile alla tua. Inoltre la sorella di questo ragazzino era arrabbiatissima con lui perchè credeva fosse colpa sua il decesso della madre.
*un attimo di silenzio*
- Interessante, perchè persino io ho una sorella che interpretò questa situazione allo stesso modo. Solo che finalmente pare l'abbia superata, almeno credo.
La dottoressa si lasciò sfuggire un sorriso.
- Che c'è di così divertente?
- Non lo so è buffo, ma scusami noi due non ci siamo mai incontrati prima d'ora?
- Non credo dottoressa, io mi ricordo molto bene le facce delle persone con cui ho avuto a che fare e la sua mi è completamente nuova.  

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Capitolo 3
*** Festa a sorpresa ***


FESTA A SORPRESA

- Buono il sushi papà
- Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto, è sempre stato come una droga per te.
*silenzio imbarazzante*
- Ops, mi sa che ho fatto una battuta fuori luogo, perdonami ragazzo.
- Un po' fuori luogo lo era, ma non c'è nessun problema.
- Voglio rimediare, aspettami qui.
Il signor Ayama si allontanò da tavola per qualche istante, tornando con in mano una videocassetta.
- Voglio riguardare assieme a te i momenti della tua vita, che ho opportunamente filmato durante la tua crescita, sarà un modo interessante per legare ulteriormente il rapporto tra padre e figlio.
- Madonna oh a te il sake fa un brutto effetto, devi smettere di berlo.
Il padre aveva già iniziato la riproduzione del filmato, mentre con le lacrime agli occhi ricordava nostalgico tutti i momenti in cui Heric compariva nel video. Nel frattempo il ragazzo si era preparato per uscire.
- Io vado, buona visione.
- Di già? Ma è appena iniziato e..
Troppo tardi. Heric era già uscito di casa lasciando suo padre da solo in salotto col filmato del suo pargolo. In quel momento tra le registrazioni del figlio ne comparve una apparentemente fuori luogo:
- BENTORNATI A EVVIVA L'ALLEGRIA, SONO QUI CON GERARD..
*per strada*
- Pronto? Dimmi!
- Oi Heric ciao, alla fine ho deciso che stasera non studio, al diavolo i libri. Sto facendo una festa a casa, ci stanno un po' di persone, vieni?
- Oh sì, tempismo perfetto, una festa è quello che mi ci vuole.
In quel momento sfrecciò di fianco al biondino un bolide tutto modificato in stile Fast and Furious, che gli richiamò alla mente dei ricordi non proprio belli.
- Quella macchina, devo averla, è tutto ciò che voglio dalla vita: rispetto, soldi, lusso...
Inevitabilmente questo obiettivo gli fece tornare in mente il mondo dello spaccio, in cui certi zeri si sarebbero potuti fare piuttosto velocemente, assumendosene i rischi conseguenti.
- Devo liberare la testa da queste cose, meglio se mi dirigo da Terence alla svelta.
*a casa di Terence*
- Ueilà ben arrivato amico mio, mia madre non c'è e io sono sbronzo da fare schifo -
disse impugnando in mano una bottiglia di Vodka.
- Passamela va là - e iniziò a bere a sua volta.
Ci saranno state una quindicina di persone a casa di Terence, molte delle quali vecchie conoscenze di scuola. Erano tutti palesemente alticci.
- Heric, Margareth è single ed è ubriaca fradicia, sta già ballando in mutande e reggiseno sul mio divano, tra poco si spoglia del tutto vedrai.
- Ciao Heric è tanto che non ci si vede.
La sorellina di Terence si avvicinò al biondino alquanto vogliosa.
- Ciaoo, mamma mia che ricordi, non ti vedo dalla volta in cui eri convinta che dall'uovo che avevi preso al supermercato sarebbe nato un pulcino. Vedo che sei cresciuta, hai finito anche di credere a Babbo Natale?
- Spiritoso - gli disse dandogli contemporaneamente un buffetto sulla guancia.
Heric se ne rese conto. Non era certo che si trattasse dell'alcool o meno, ma comunque provò ad allertare il fratello: - Senti Terence ho come la vaga sensazione che tua sorella voglia portarmi a letto
- Ma sii amico che problema c'è, le lenzuola sono pulite, il cuscino è comodo, diamoci tutti alla pazza gioia - palesemente ubriaco.
- Scusami?? Cioè davvero non te ne frega nulla che potrei in questo momento andare con tua sorella a letto e..
La ragazza già lo aveva preso per mano e condotto in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle.
- Stai zitto e baciami.
Furono le ultime parole tra Heric e la sorella del suo caro amico prima che si fece mattino.
*la mattina*
Heric si accorse di essere nudo assieme alla sorella di Terence nello stesso letto. Lei era nuda a sua volta.
- Cazzo lo abbiamo fatto davvero.
- Buongiorno, sì tesoro e mi hai fatto godere tantissimo, complimenti.
- Questa cosa non dovrà mai più ripetersi e nessuno dovrà mai venirlo a sapere. Aspettami qua che vado a vedere com'è la situazione in salotto.
Dopo essersi rivestiti, andarono a sincerarsi delle condizioni dei loro amici/fratelli. Dormivano come ghiri, tranne Terence che si svegliò proprio in quel momento, svaccato sul divano assieme ad Alissa.
- Buongiorno Heric, buongiorno Eny, cavolo ho la testa che mi pare il Vesuvio mentre sta eruttando. Accendi un po' di televisione Heric, io intanto preparo la colazione.
- A quest'ora ci stanno solo i cartoni per i bambini Terence. Io Heidi in botta d'alcool non me lo guardo te lo dico prima. Come se non bastasse ora ci stanno pure le pubblicità per bambini, che scatole.
- ECCOCI A UN NUOVO EPISODIO DI EVVIVA L'ALLEGRIAA
- Oh mio Dio Heric te lo ricordi questo? - disse Terence stupefatto, balzando dalla cucina alla televisione in meno di un secondo, con un fare molto nostalgico.
- Si mamma mia, non la sopportavo questa pubblicità, quella ragazzina era insopportabile tanto quanto il tipo coi denti da castoro che la accompagnava.
- Io invece ero innamorato di quella ragazzina quando eravamo piccolini. Mi aveva regalato dei cioccolatini a San Valentino e io avevo frainteso tutto. Mi spezzò il cuore.
- Madonna ancora piangi?
- È stato il mio primo amore non corrisposto, non si può dimenticare facilmente. Oh Sana! Chissà dove sei finita. Manchi tantissimo.
- Sana? È questo il suo nome?
- Mi chiedo dove diavolo vivevi in quegli anni Heric, era ovunque, in tv, chiunque la conosceva.
- Ho sempre cercato di evitare gli esibizionisti lo sai.
- Comunque sì, si chiamava Sana quella ragazzina, come mai?
- No niente, così, è che non mi suona così nuovo. Comunque è un nome che non mi dispiace.

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Capitolo 4
*** Ma tu ci credi alle coincidenze? ***


MA TU CI CREDI ALLE COINCIDENZE?

Trascorso il fine settimana e dopo aver sbollito i fumi dell'alcool, il nostro protagonista si trova in camera sua con la testa colma di pensieri, tra cui un enigma che sta prendendo vita in lui e al quale non riesce a darsi una spiegazione logica:
- Praticamente nello stesso momento io finisco da una psicoterapeuta che ha lo stesso nome di una bambina che io non conosco e che Terence mi ha detto che sarebbe potuta essere la mia anima gemella. Non credo che stiamo parlando della stessa persona perchè insomma, un'attrice e una psicologa, sono gli opposti. Eppure è una strana coincidenza. Sarà meglio che mi muova, tra poco ho un'altra seduta ed è meglio che vada se non voglio finire in una cella lurida.
Dopo essersi vestito, si apprestò ad uscire di casa non prima di aver incrociato sua sorella:
- Buongiorno Nelly, volevo chiederti, tu ci credi alle coincidenze?
- Che strana domanda da te fratellino, comunque se parliamo di esseri umani ho smesso di credere all'eventualità che l'universo decida il momento più opportuno per far incontrare due persone destinate a stare insieme. Cavolate. Favole buone per quando si è adolescenti. Una volta cresciuti si dà sempre meno peso al significato delle coincidenze.
- Bè sono contento, noto con piacere che la vediamo allo stesso modo. Buon sangue non mente. Ciao sorellona, buona giornata.
*per strada*
Appena voltato l'angolo, una macchina accostò di fianco a Heric.
- Ayama, ci vediamo più tardi al vecchio magazzino, mi è arrivata una spedizione dalla Colombia che ci farà diventare ricchi sfondati. Ti aspetto.
Heric non ebbe nemmeno il tempo per accennare a un'obiezione che l'auto scomparve. Probabilmente si trattava del suo capo.
- Va bene, a questo ci penso dopo. Sono in ritardo per la seduta.
*in studio*
- Scusa il ritardo Kurata, ho fatto il prima possibile
- Non preoccuparti, non ti farò finire in prigione per così poco. Che situazione, ci siamo conosciuti da qualche giorno e già la tua vita dipende da me.
- Eh già, da qualche giorno..
- Allora com'è andata questa settimana Heric? Raccontami.
- Più o meno le solite cose, stavo riflettendo sul discorso delle coincidenze..
- Sono curiosa, in che senso?
- È possibile che l'universo decida che certi avvenimenti debbano accadere a determinate persone in precisi momenti?
- Caspita, che riflessione, non me l'aspettavo da uno spacciatore di strada - disse scherzando ed Heric capì le non cattive intenzioni di quella frase.
- Come la vedi, Kurata?
- Bè posso dirti che l'universo a volte ci mette davanti a certi percorsi che noi riteniamo essere la vera strada nostra che ci appartiene, fino a quando qualche banale imprevisto può mettere in discussione tutto ciò in cui hai creduto e farti ricominciare da capo. Sta a noi scegliere se accettare la situazione per quello che è oppure se rimpiangere un passato che non potrà più tornare indietro.
- Quindi se un giorno io dovessi scoprire di far parte di una persona che però apparteneva ad un passato remoto, dovrei lasciare perdere secondo te?
- Dovrei sapere prima qualcosa di più su questa persona, ti va di parlarmene?
- No, al momento no, sono abbastanza confuso su questa storia e mi sembra molto prematuro affrontarla adesso. *momento di pausa*
- Mi piacciono molto i tuoi capelli Kurata, quel rosso è naturale?
- Sì, anni fa ce li avevo più rosso acceso e per parecchio tempo li ho tenuti legati con due trecce che cadevano lungo le guance, prima di lasciarli sciolti come li vedi tu ora.
- Ahahah che coincidenza! Ho visto l'altro giorno in tv uno spot vecchissimo di una bambina che si chiama esattamente come te e che aveva la stessa pettinatura che mi hai descritto, non è che in passato sei stata un'attrice? - Ahah che simpatico. Avevo delle potenzialità per diventare attrice, mi sarebbe anche piaciuto molti anni fa, ma poi ho trovato la mia strada che è quella della psicologia.
- Si infatti, per un attimo mi sono fatto il viaggio mentale che tu e quella bimba foste la stessa persona, ma poi ripensandoci non vedo proprio cosa c'entri il mondo dello spettacolo con la psicoterapia. Parliamo di acqua e fuoco a confronto.
- Eh già eheh, che strano viaggio che ti sei fatto Heric, comunque come va con la faccenda della droga?
- Cavolo! Così di getto cambi l'argomento? Ohi mi hai spiazzato Kurata, comunque bene, me ne sto tenendo alla larga.
- Allora posso dare delle buone notizie in centrale, direi che siamo sulla buona strada.
- Altrimenti mi dovrai venire a trovare in prigione e le sedute dovremmo farle attraverso un vetro. Sarebbe molto poco professionale non credi?
- Ahah hai ragione, allora ci vediamo alla prossima, che dici?
- Va bene, è stato un piacere Kurata. Una buona giornata.
*per strada*
- Ci voglio andare fino in fondo a questa faccenda.
Heric prese il telefono e cominciò a cercare informazioni su internet riguardo un vecchio programma per bambini di nome..?
- Pronto Terence ciao, ascolta come si chiamava quel programma di quella bimba che ti scaricò a San Valentino?
- Mamma mia che tatto Heric, se dovessi mai vedermi sporgente su un balcone al decimo piano intento a suicidarmi non venire mai a provare a rincuorarmi ti supplico. Comunque si chiama Evv....pronto? Heric sei ancora in linea?
Tu-tu-tu-tu-tu-tu  

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Capitolo 5
*** En?gmi ***


EN?GMI

- Pronto chi parla?
- Oh ciao Terence, sono il papà di Heric, a quest'ora dovrebbe essere già tornato a casa e mi chiedevo se fosse da te, dal momento che il suo telefono ha la segreteria.
- No signore da me non c'è, tra parentesi l'ho sentito qualche ora fa al cellulare ma ad un certo punto il collegamento si è interrotto. Ho provato a richiamarlo diverse volte ma come ha detto lei, il suo telefono è in segreteria. La sento molto preoccupata, vedrà che andrà tutto bene, Heric non è di certo uno sprovveduto.
- È che come ben saprai è un momento particolare, mi potrai capire
- Mmh, no, non capisco, che momento sarebbe?
- Oh, pensavo che Heric ti avesse aggiornato sulle novità in corso. A quanto pare mi sono sbagliato. Bè grazie comunque Terence, fammi sapere se hai notizie su mio figio. Ciao buona serata.
*in un'altra zona della città*
- Allora me lo dici che cazzo stai facendo da una psicologa affiliata agli sbirri? Vuoi cercare di fregarci ragazzo?
- Ma che cavolo vuoi? Te l'ho detto! Non ho avuto scelte, altrimenti ora sarei al gabbio, ma a lei non ho raccontato nulla riguardo alla nostra organizzazione.
- Nostra? Come possiamo fidarci di te Ayama, ora che sei a stretto contatto con un collegamento che porta agli sbirri. Quelle persone lì sono strizza cervelli. Chi mi assicura che a un certo punto non inizierai a cantare? - disse un uomo puntando una pistola sotto al mento di Heric.
- Mi dispiace Ayama, se ci tieni alla pelle l'unica garanzia che puoi darmi è quella che tu torni a vendere la coca in strada per noi. Soltanto essendone direttamente coinvolto possiamo essere sicuri che terrai la bocca chiusa.
E così il ragazzo si trovò nuovamente davanti a una scelta che ai fatti gli avrebbe consentito soltanto un'opzione.
- È un ricatto di merda, però ci tengo alla mia vita. Fammi vedere la merce, facciamo alla svelta.
*porta che sbatte*
- Sono tornato, scusa il ritardo, avevo il telefono morto e non ho potuto chiamarti.
- Oh Heric finalmente, ma dove sei stato?
- In giro, volevo starmene per i fatti miei a riflettere.
- BENTORNATI A EVVIVA L'ALLEGRIAA
- Ah e quindi è così che si chiama questo programma! Me lo stavo chiedendo giusto oggi! Ma si può sapere perchè continui a guardare questi filmati vecchi papà?
- Sono un tipo nostalgico figliolo lo sai, comunque la bimba di quel programma l'ho sempre ammirata, era speciale. Lo sai che una volta venne a parlarmi del fatto che non mi stavo comportando bene nei tuoi confronti e di cambiare atteggiamento verso di te, ignorandoti di meno? Andava ancora alle elementari in quegli anni ma aveva grinta da vendere.
- Aspetta, che storia è questa?
- È così fratellone - intervenne Nelly - qualcuno anni fa raccontò a quella ragazzina della situazione che stavamo vivendo in famiglia e del brutto rapporto andatosi a creare a causa della scomparsa di mamma e lei, senza conoscerci direttamente, decise di darci una mano, mandando in onda persino uno spezzone di un filmato con Alissya, dove recitarono una situazione analoga alla nostra. Quel filmato mi fece riflettere molto. Se abbiamo ritrovato la pace in famiglia lo dobbiamo a te, Sana Kurata!
- Sana Kurata hai detto? È così che si chiama? E ora che fine ha fatto? Lo sapete?
- Un mistero, dopo le scuole medie scomparve dai riflettori, dalla televisione, evaporò nel nulla. C'è chi dice che abbia fallito come attrice e chi pensa addirittura a opzioni peggiori.
- Magari è finita a fare la strizza cervelli, chi lo sa eheh - disse Heric con una punta di ironia.
Il ragazzo cominciava a rendersi conto di essere in mezzo a un puzzle da completare, più si arrendeva al fatto di credere che fossero solo coincidenze e più queste ultime tornavano a farsi sentire più forti che mai. Se ne andò in camera a riflettere, ormai sempre più desideroso di sciogliere l'enigma:
- Ma se davvero loro due sono la stessa persona, come mai in seduta non mi ha detto niente? Le coincidenze sono davvero tante, eppure ancora non mi capacito di come una persona estroversa, stravagante ed esibizionista di natura, possa così incredibilmente cambiare rotta e andare a specializzarsi in un settore come quello della psicologia, che richiede caratteristiche di personalità completamente opposte. Che rottura! Ho voglia di incontrarla e mi tocca aspettare la prossima seduta. Ci dormo su che è meglio. Buona notte.

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Capitolo 6
*** Manipolatore o manipolato? ***


MANIPOLATORE O MANIPOLATO?

- Con questa fanno 1000 tondi.
- Complimenti ragazzo, hai la merce più buona di tutta Tokyo, ci facciamo una botta insieme?
- Mi spiace amico, io questa roba la vendo e basta, lascio a te il divertimento. Ci vediamo.
Heric si trovava a spacciare in un altro quartiere di Tokyo, avendo ritenuto che non sarebbe stata una buona mossa tornare a vendere nello stesso posto in cui poco tempo prima fu beccato.
- Cavolo quanti soldi che mi fa fare questa meraviglia. Solo che sono ingabbiato. Non posso sfoggiare il lusso standomene a casa mia, darebbe troppo nell'occhio. Non mi resta che una cosa da fare.
*a casa Ayama*
- Vuoi andare a vivere da solo? Sei sicuro figliolo?
- Sì, mi hanno assunto in un ristorante verso il centro. Pagano anche bene. Penso sia arrivato il momento. È nei miei progetti questo cambiamento.
- Bè ne parleremo meglio figliolo, che programmi hai per oggi?
- Devo uscire che mi vedo con Terence, penso che sia in crisi d'ansia per la tesi di laurea e abbia voglia di sfogarsi. *al parco*
- Oh meno male che sei arrivato! Mi sto mangiando le mani da solo dal nervoso!
- Calmati Terence, hai studiato! Vedrai che ce la farai!
- Non è così Heric! Mi tremano le gambe, ho come l'impressione di avere dei vuoti di memoria incolmabili.
Cavolo! Era proprio disperato. Non accennava a darsi una calmata. Il biondino decise così di aiutare il suo amico sfruttando la situazione a suo favore.
- Senti Terence, perchè non vai a farti un paio di sedute da una psicologa in vista dell'esame? Sono sicuro che ti aiuterebbe a gestire l'ansia.
- Sai che non è una brutta idea? Ci tengo a fare bella figura, ma non saprei proprio a chi rivolgermi.
- Io a dire il vero una persona la conosco - e gli allungò il biglietto da visita.
- Sana Kurata? Ma che coincidenza Heric! Si chiama come la bambina vip di cui mi ero innamorato alle elementari.
- Eh già, ma tu guarda proprio che coincidenza Terence! Io se fossi in te ci andrei solo per scoprire se si tratta della stessa persona, tu che puoi almeno, dal momento che la conoscevi.
- Ahah ti immagini Heric? Sarebbe troppo assurdo, una bambina vivace come lei ed estroversa che finisce a fare la psicoterapeuta. Avrebbe meno senso che mettere Gerard in una pubblicità di un dentifricio. Ma chi ti ha dato sto biglietto da visita? Com'è che hai a che fare con gli psicologi?
- Ah no, l'ho trovato oggi sul tavolo della sala in casa, forse sarà di mio padre non lo so.
- Telefono subito per prendere un appuntamento.
*dopo la telefonata*
- Heric incredibile! Mi ha dato appuntamento tra un'ora perchè un suo paziente ha appena disdetto la seduta. Ora vado. Più tardi ti faccio sapere come va. Grazie mille amico mio.
- Mi raccomando non scordare i dettagli. Ciao e buona fortuna.
Che manipolatore questo Heric, il quale intanto si era recato in università per vendere un po' della sua merce. Aver fallito come studente in quella struttura non significa che non possa trarne altri tipi di vantaggi.
- È inutile che si vestano per bene, che vogliano fare i figli di buona famiglia: ai ragazzi piace sballarsi, agli universitari la droga piace e la mia del resto è talmente di qualità che me la comprerebbero pure i Cartelli messicani. Cavolo! Le 18.30? Tra 15 minuti ho la seduta da Sana! Devo sbrigarmi! Voglio assolutamente passare come il ragazzo diligente che si sta impegnando nel percorso, in modo tale da levarmi gli sbirri di dosso.
*davanti allo studio*
Si accinse a bussare quando sentì non una, bensì due voci familiari provenire da dietro la porta:
- Ma è Terence! Che ci fa ancora qui? Avrebbe dovuto aver finito da un pezzo ormai. È meglio se mi nascondo.
- Allora grazie Sana, alla prossima, è stato un piacere rincontrarti e non preoccuparti per quella storia dei cioccolatini, ormai è acqua passata.
- Bè lo spero bene Terence, saranno passati quasi 20 anni da allora ahahha. Ciao stai tranquillo, vedrai che l'esame andrà bene.
La dottoressa chiuse la porta, Heric aspettò che Terence si fosse sufficientemente allontanato, per poi entrare in studio a sua volta.
- Buonasera dottoressa!
- Ciao Ayama! Che bravo, sei sempre puntuale alle sedute.
- Ci tengo a rimediare ai miei errori. Hai avuto tanto lavoro oggi?
- Mah! Più che altro ho avuto una sorpresa inaspettata. È passata a trovarmi una persona di cui erano anni che ormai avevo perso i contatti e mi ha fatto molto piacere rivederla.
Heric riusciva a rimanere impassibile ma dentro di sè sorrideva con quel classico ghigno di chi già sa cosa sia accaduto, di chi ha già anticipato le mosse dell'altro, di chi sta perfettamente manipolando una situazione a suo favore.
- Dai sono felice, andavate a scuola insieme?
- Non eravamo nella stessa sezione, però sì frequentavamo lo stesso istituto. Tra l'altro ti ricordi di quel ragazzino di cui ti ho parlato qualche seduta fa, Ayama? Quello che ebbe una storia analoga alla tua in famiglia?
- Certo, come potrei scordarmelo..
- La persona che è appena stata in seduta da me lo conosce bene e mi ha detto che se io e questo ragazzino ci fossimo incontrati, saremmo stati la coppia più bella del mondo per via delle nostre caratteristiche molto diverse e simili tra loro contemporaneamente.
- Dai che bello! Magari un giorno riuscirete ad incontrarvi proprio grazie a questo tuo ex conoscente con cui hai riallacciato i contatti.
- Sì ma non mi interessa questa persona misteriosa.Come ti ho detto l'altra volta riguardo a ciò che penso sulle leggi dell'universo e sulle persone destinate a stare insieme, il passato è passato. A maggior ragione se al tempo fu così incredibile che noi, pur frequentando la stessa scuola, non siamo mai riusciti a incontrarci, significa che era questo il destino migliore. Non ho il minimo interesse per questo ragazzo, sebbene il mio paziente che è stato qui prima di te abbia insistito con il voler farmelo conoscere.
*silenzio profondo*
Heric era rimasto senza parole, non si aspettava minimamente un'uscita simile da parte della psicologa. Era convinto di avere in mano le pedine della scacchiera, ma a quanto pare iniziò a rendersi conto che la persona che si trovava davanti era molto abile a sua volta a giocare.
- Dottoressa io non mi sento particolarmente bene, mi gira la testa e vorrei andare a casa.
- Mi dispiace, non preoccuparti, il benessere dei miei pazienti prima di qualsiasi altra cosa. Ti sei guadagnato fiducia sufficiente per far sì che io ti creda, Ayama!
- Allora arrivederci, ci vediamo alla prossima.
Se ne andò impassibile come sempre, ma al suo interno era sconvolto. Si ripeteva tra di sè:
- Perchè?? Perchè dovrebbe darmi così fastidio quella frase di Sana? Alla fine lei non sa che io sono quella persona di cui Terence le ha parlato, non vorrei che abbia capito il mio gioco e lo stia rigirando, oppure semplicemente sono io che mi sto facendo dei film strani! Cristo sto diventando pazzo di questa strizza cervelli! Mi rimane una cosa sola da fare!
- Pronto? Oh ciao Heric! Avevi ragione, è stato molto utile parlare con un professionista. Mi sento meglio ora. Grazie. - Sono molto contento ma dimmi, allora è lei o no?
- In che senso? Non ti seguo.
- Dai scemo, è la stessa persona che pensavi che fosse?
- Ah! Ora ho capito scusa eheh, no comunque non c'entra nulla con la bambina che conoscevo alle elementari.
Heric spiazzato nuovamente:
- Scusami? Puoi ripetere?
- Non sono la stessa persona, si chiamano solo nello stesso modo, ma d'altronde non è così inusuale trovare persone diverse con nomi uguali ma..Heric stai bene? Ti sento strano.
- No no tutto a posto, ora vado scusa ho una chiamata sotto.
Pensava che con questa telefonata avrebbe finalmente risolto tutti i suoi dubbi e invece:
- Che diamine sta succedendo! L'ho visto coi miei occhi uscire da quello studio e raccontarle la storia dei cioccolatini! È palese che si conoscano! E poi Sana me lo ha confermato, mentre Terence sostiene il contrario. Qualcuno qua sta mentendo spudoratamente, ma perchè? A quale scopo? Questo gioco non mi piace. Ne verrò a capo! Nessuno mi manipola!     

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Capitolo 7
*** Equilibri traballanti ***


EQUILIBRI TRABALLANTI

- Prego avanti, si accomodi. Mi auguro si senta a suo agio.
- Eheh una seduta tra colleghi non l'ho mai fatta, è la prima volta che mi capita, mi sento un po' strana.
- Posso capirla signorina Kurata.
- Mi dia tranquillamente del "tu" dottoressa e mi chiami Sana senza alcun tipo di problema.
- Perfetto Sana. Vedo che anche tu sei una psicoterapeuta, che cosa ti ha spinto a venire qua in seduta da me?
- Bè, in realtà è successo tutto così all'improvviso. Fino a qualche mese fa la mia vita era perfetta, fino a quando non ho avuto come paziente un ragazzo molto particolare che mi ha causato qualche problema.
- Problema di che tipo?
- Penso emotivo prevalentemente. Quando l'ho visto varcare la porta del mio studio per la prima volta mi sono affiorati alla mente tantissimi ricordi. Questo ragazzo lo conoscevo e non lo conoscevo. Frequentavamo la stessa scuola, sia alle elementari che alle medie. Io in quegli anni là ero una persona molto diversa se paragonata a quello che sono diventata ora. Interagivo con tutti, socialmente ero espansiva ma con lui, con lui non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi per dirgli un banale "ciao".
- Ne sai anche il motivo?
- Bè, era diverso dagli altri ragazzini, era un bullo, ricattava gli insegnanti, un po' mi metteva paura ma allo stesso tempo ero attratta da quel fascino da teppista non curante delle regole e delle conseguenze a cui certi comportamenti avrebbero potuto portare. Non mi sono mai fatta avanti e l'ho sempre rimpianto. E ora che è entrato in qualche modo nella mia vita sta facendo tremare molti equilibri che mi sono costruita negli anni.
- Sei fidanzata Sana?
- Sì, da molto tempo con un attore di fama mondiale, il suo nome è Kamura, meglio conosciuto come Charles. Ci eravamo conosciuti sul set quando eravamo ragazzini e piano piano abbiamo iniziato a frequentarci per poi metterci insieme.
- Aspetta, quindi eri un'attrice? Sto per caso parlando con la stessa Sana Kurata che fece impazzire tutti i bambini di una ventina di anni fa con le sue pubblicità e i suoi film?
- Esattamente, sono proprio io.
- Caspita, che onore per me averti nel mio studio. Ancora mi ricordo de "La Casa nel Bosco" con Charles. È stato uno dei miei film preferiti. Ma posso chiederti come mai hai abbandonato quel tipo di carriera e ti sei dedicata a tutt'altro?
- Sinceramente? Non l'ho mai capito fino appunto a qualche mese fa. Il terremoto che sta facendo saltare tutto quanto nella mia vita si chiama Heric Ayama. Io sapevo che lui mi detestava. Odiava gli esibizionisti. A un certo punto della mia carriera da attrice ho iniziato a sentirmi in colpa ogni volta che mi vedevo su di un teleschermo perchè il mio pensiero andava verso Heric, sapendo che anche lui avrebbe visto la mia immagine in tv e che l'avrebbe scocciato. Lo so tutto questo non ha senso. Non ha senso sentire la propria vita traballare per una persona che fondamentalmente non avevo mai incontrato prima che si presentasse nel mio studio, ma è quello che mi sta succedendo e sto perdendo il controllo della situazione. Quando all'ultima seduta gli ho detto che io non ero la stessa Sana che lui conosceva sui teleschermi mi sono sentita uno schifo per avergli mentito, ma dall'altra parte ho anche un ruolo professionale da mantenere.
- Tutto ciò ha portato anche conseguenze sulla tua vita privata Sana?
- Può dirlo forte dottoressa. Tra me e Charles sta andando sempre peggio il rapporto da quando ho rivisto Heric e tutto ciò mi fa paura. Non so davvero cosa fare.

*fuori dallo studio, altrove*

- Oi ciao non ti aspettavo, entra pure Heric.
- Ciao Terence, che fai di bello?
- Mi stavo rilassando che ho appena finito di studiare. Vuoi una birra?
- Volentieri.
Heric scrutava il suo amico mentre gli dava le spalle, diretto al frigorifero per prendere l'alcolico, per studiare la mossa migliore da fare così da venire a capo di questa situazione.
- Ecco, tieni amico. Volevi dirmi qualcosa?
- Sì ecco forse tu non lo sai ma la sera della festa a casa tua, sono andato a letto con tua sorella.
- Ah...
- Io ho cercato di avvertirti ma tu sembravi non curante della cosa.
- Potevi dirmelo in un modo più carino e più soft ma d'altronde ti conosco, te e il tatto emotivo state su galassie lontane anni luce. Tranquillo Heric, siamo persone mature, poi io ti conosco e sinceramente preferirei che Eny abbia un rapporto con te piuttosto che con qualcuno di cui ignoro l'esistenza.
- Mi piace davvero tua sorella, ma ho come paura che sia una specie di rimpiazzo e non vorrei comportarmi da stronzo con lei.
- Un rimpiazzo hai detto? E di chi, si può sapere?
- Della terapeuta, di un film che mi sono fatto nella mente e che tu mi hai distrutto l'altro giorno.
- Io cosa?
- Senza volerlo ho iniziato a vedere Sana in quegli spot pubblicitari di quando era più ragazzina, ho scoperto che lei è la persona che salvò la mia situazione familiare senza nessun secondo fine. Nessuno fece mai qualcosa di simile per me. Ed essendo ormai certo che quella Sana e la mia psicologa fossero la stessa persona, pensavo davvero di aver trovato finalmente la persona che mi avrebbe potuto completare. Quando poi tu l'altro giorno mi hai detto che l'una non c'entra nulla con l'altra mi è crollato il mondo addosso e ora sono un po' in depressione. Stavo quasi per cominciare a credere nelle leggi universali di cui mi hai parlato: che se due persone devono essere destinate a stare insieme, allora l'universo troverà un modo per farle incontrare. E la cosa mi ha fatto male perchè tu - e alzò gli occhi verso il suo amico - tu non mi mentiresti mai su cosa simili. Sei il mio migliore amico.

*profondo silenzio*

Un silenzio che sembrava un'eternità. I due ragazzi si fissavano nelle palle degli occhi, fino a quando non decise proprio Heric di ricominciare a parlare:
- Non è così forse? Non capisco come mai ci stia mettendo tanto a rispondermi. Sembra una domanda così banale.

*dalla dottoressa*

- Credo poi che Heric abbia deciso di indagare di più sulla situazione mandando in seduta un suo amico che io conoscevo molto bene. E io ho dovuto costringerlo a non rivelare ad Ayama nulla per non far sì che questa situazione si complicasse ulteriormente. Ho chiesto a un mio paziente di mentire al suo migliore amico a cui penso di voler un bene dell'anima - e qui Sana scoppiò a piangere a causa delle troppe emozioni e della complessità della situazione.
La dottoressa la fissava, lasciandole il suo tempo per elaborare al meglio il sentimento e lo sfogo che ne conseguì. Una volta asciugatasi le lacrime la nostra protagonista proseguì:
- E ora non so, non so davvero cosa fare, non posso nemmeno dirgli di non venire più perchè il suo percorso non è terminato e non posso mentire alla polizia. Non so davvero cosa fare dottoressa la prego mi aiuti!

*da Terence*

- Aspetta un secondo Heric, tu non mi avevi detto che stavi frequantando quella psicologa.
- Questo che cosa dovrebbe significare? Non ho voluto parlartene perchè si trattava di una cosa personale e non me la sentivo.
- Cerchiamo di arrivare al punto: tutto questo discorso per che cosa?
- Aspetta un secondo che mi sta suonando il telefono.
Heric prese la chiamata e durante la conversazione il suo sguardo cambiò: diventò incredulo, come se avesse appena ricevuto una notizia che non si stesse aspettando. La telefonata non durò molto e dopo che riattaccò:
- Tutto bene Heric? Hai una faccia..
- Guarda Terence, per rispondere alla tua domanda precedente ti dico che mi fido di te e so che sei una persona sincera e che non mi diresti mai bugie, soprattutto su faccende così delicate. Per quanto riguarda il resto questa conversazione non avrebbe avuto più comunque alcun senso, dal momento che a quanto pare ho appena scoperto che il mio percorso con la dottoressa Kurata si è appena concluso. Ti saluto. Ciao alla prossima e buona serata......amico..  

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Capitolo 8
*** Addio ***


ADDIO

- Ciao a tutti - con fare palesemente scocciato
- Oh bentornato Heric, ho saputo che ti hanno cambiato la psicologa, che è successo?
- Ah bene! Lo sai anche te, me lo chiedo pure io cosa sia successo. Al diavolo! - tirando un calcio al mobile.
- Oh! Vedi di darti una calmata! Non è mica la fine del mondo!
- Stai zitta Nelly, tu non sai nulla - ed uscì di casa sbattendo la porta alle sue spalle.
*per strada*
Heric non si dava pace, voleva venire a capo di questa situazione e si mise a correre verso lo studio di Sana per poterci parlare a quattr'occhi:
- Cos'è non ti piace più questo gioco Kurata? Che fai, lasci così? Eh no! Non prima almeno di avermi dato qualche spiegazione!
Correva come un dannato, prese la metropolitana e in meno di mezz'ora raggiunse lo studio psicoterapeutico, però:
- Maledizione è chiuso! È già andata via!
Poi buttò uno sguardo in strada e la vide sul punto di salire in auto per mettersi in marcia. Era lei, non si sarebbe mai potuto sbagliare. Con un balzo si rimise a correre cercando di raggiungerla prima che mettesse in moto la macchina, ma non fece in tempo:
- Maledizione!! Troppo lento!
Fortunatamente per Heric si trovava in un viale molto trafficato sul quale passavano parecchi taxi e di fatti decise di prenderne uno.
- Segua quella macchina per cortesia! Non la perda di vista.
- Pagamento anticipato grazie!
- Ma da quando in qua? Non sa nemmeno dove dobbiamo andare e vuole già i soldi?
- Ragazzo, non hai minimamente idea di quanta gente abbia caricato e che poi sia scappata una volta giunta a destinazione senza retribuirmi il costo del viaggio. Queste sono le mie regole, o ti va bene così oppure scendi.
Heric non aveva soldi con sè, ma aveva dell'altro. Prese una pallina bianca dalla tasca e la porse al tassista:
- È pura al 90 per cento quasi, ti dò questa e anche il mio numero qualora volessi ricontattarmi per averne altra. Ti piacerà, vedrai. Ormai sapeva riconoscere le facce di chi faceva uso di quella roba e di chi no e infatti non si sbagliò sul tassista:
- Affare fatto ragazzo!
Iniziò l' "inseguimento". A quanto pare la nostra attrice/psicologa non abitava particolarmente vicino al suo luogo di lavoro anzi, uscirono addirittura dalla città per recarsi in una zona di campagna. Tra semafori, incroci e rotatorie varie il viaggio durò quasi mezz'ora. Heric e il tassista vennero condotti verso un casolare isolato dalla civiltà/inciviltà (a seconda dei punti di vista) e immerso nella natura, tanto che per non dare troppo nell'occhio, il biondo decise saggiamente di far fermare il taxi un centinaio di metri prima della casa per poter proseguire a piedi.
- Adesso mi darai un bel po' di spiegazioni Sana Kurata - continuava a ripetersi nella sua testa mentre si dirigeva a passo spedito verso la casa.
*vruuum*
- Ehi scusa stai cercando qualcuno in particolare?
Un auto si accostò a Heric, il conducente abbassò il finestrino e da dietro il vetro oscurato comparve un ragazzo dall'età pressochè identica a quella di Ayama.
- In che senso?
- Nel senso che sei appena entrato in una proprietà privata e si dà il caso che questa sia la mia proprietà. C'è un motivo particolare per cui ti trovi qui?
Questo imprevisto non se l'aspettava e il nostro protagonista dovette improvvisare una scusa per non destare troppi sospetti:
- No guarda stavo facendo una passeggiata e non sapevo che questa fosse la tua proprietà, ti chiedo scusa non era mia intenzione disturbarti.
- Tranquillo, mi sembri un tipo a posto, ti inviterei volentieri a casa mia a prendere qualcosa da bere ma purtroppo non sono in un bel momento con la mia fidanzata, che tra l'altro mi sta aspettando. Ora devo proprio andare. Buona serata amico.
Vabè il piano era fallito, non gli restava che tornare a casa con l'amarezza. Non si fece mancare nulla per il tragitto di ritorno: piedi, autobus, metropolitana e fu così che dopo quasi 2 ore rientrò alla base:
- A ri-eccomi.
- Ciao Heric, spero che ti sia calmato un po' standotene all'aria aperta.
- Insomma, che state guardando alla televisione?
- Un film di vecchia data che non mi stancherò mai di rivedere fratellino. Te la ricordi "La casa nel bosco"?
- Il nome mi dice qualcosa, ma non penso di averlo mai visto.
- Santo cielo fratellino! Ma dove hai vissuto in tutti questi anni? È il film di maggiore successo di Sana quando ancora frequentavate la stessa scuola, ma è possibile che tu non l'abbia mai visto? E poi c'è anche lui guarda!
- Lui chi, Nelly?
- Ma è ovvio! Sto parlando di Charles! - rispose la sorella con le pupille degli occhi che si trasformarono in un paio di cuoricini. Incuriosito si avvicinò allo schermo per vedere di chi sua sorella stesse parlando e una volta notato il volto di questo Charles si rese conto che era estremamente simile al ragazzo che lo aveva appena rimproverato di essere entrato nella sua proprietà:
- Ah si? Ma davvero? Cos'è anche questa un'altra coincidenza? Ma pensate che io sia scemo? - dirigendosi come una furia in camera sua.
- Ma chi? Ma che cavolo gli ha preso? Ma siamo sicuri che questa psicologa gli abbia fatto bene papà? Tuo figlio ho come l'impressione che stia delirando.
- Oh Sana sei bellissima, mi sarebbe piaciuto pensare a un'idea di matrimonio tra te e Heric - disse il padre con le lacrime al volto, nostalgico come sempre.
- Ti pareva! Delira pure lui! Tale padre e tale figlio, ma non figlia per fortuna!
*in camera di Heric*
- Mi sono veramente rotto di tutto. Mi sono rotto di questa vita, di mio padre, di mia sorella, del mio amico che mi mente ma soprattutto di inseguire una ragazza che sta cercando di evitarmi e tutto questo per cosa? Per cercare di farmi dire a voce una verità che è già palese! Ma andateve tutti al diavolo davvero.
Calarono le tenebre, la notte passò rapida e il mattino non tardò ad arrivare. La sveglia in camera di Heric continuava a suonare senza che si fermasse, provocando un baccano infernale per tutta la casa: - Oh ti decidi a spegnerla? Non la sopporto più! - urlò Nelly. Dall'altra parte non ricevette alcuna risposta, mentre la sveglia non fermava il chiasso che stava emettendo!
- Heric ma che cavolo! Come fai a dormire con questo frastuono? Svegliati e spegni quello stupido allarme - entrando in camera del fratello, ma davanti a lei si presentò uno scenario del tutto inaspettato.
- Ma che diamine! È sparito!
Heric in camera non c'era. Certo sarebbe stato facile pensare all'idea che avesse deciso di uscire di casa in anticipo se non che:
- Armadio vuoto, cassetto vuoto, vestiti spariti e questo cosa sarebbe?
Nelly trovò sul letto di suo fratello un bigliettino con una scritta inequivocabile al suo interno: "ADDIO"
- Papà abbiamo un grosso problema, vieni qua subito, è urgentissimo!!


Spazio autore:
Ciao a tutti, spero che la storia sia di vostro gradimento e vi stia piacendo. Noto dal mio profilo privato che ricevo diverse visite ai miei capitoli ma senza recensioni. Il vostro parere è importante. Mi piacerebbe che lasciate un commento sia esso positivo o negativo, giusto per avere un'idea se la trama vi sta prendendo o meno. Grazie a tutti, soprattutto a chi commenterà. Un bacione grande. Manga92Writer  

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