Universal Wars II di ghostmaker (/viewuser.php?uid=423297)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Segreti ***
Capitolo 2: *** Speranze e conflitti ***
Capitolo 3: *** Adunata ***
Capitolo 4: *** L'urlo ***
Capitolo 5: *** Il ritorno del Re ***
Capitolo 1 *** Segreti ***
UNIVERSAL WARS - SERIE II
1° Capitolo –
Segreti
Nei due mesi successivi alla fine della guerra lo Stato Maggiore della
Federazione Terrestre aveva iniziato un nuovo dislocamento del proprio
personale: molti soldati provenienti da zone di battaglia ricevettero
nuovi ordini, nuovi posti di assegnazione e nuove mansioni. Nella base
militare del nord Europa Unito tre amici stavano parlando dopo aver
ricevuto le novità.
«Accidenti mio amico, ti hanno imbarcato sulla nuova
astronave da guerra».
«Sì Fabrix, il Lunar I. Uscirà dai
bacini di carenaggio domani» rispose Durin. «So che
anche a te non è andata male; sei il nuovo capo pattuglia
dei caccia su Marte».
«In effetti, hanno capito di cosa sono capace»
disse Fabrix pavoneggiandosi.
«Ehi amici,» interruppe Solomon, «ho
ricevuto anche io l'ordine di partenza. Nuovo radarista sulla base di
Giove. Non vedo l'ora, lì c'è anche
Mavelix».
«Chissà quella vecchia canaglia come si sta
divertendo con le Gioviane» disse Fabrix facendo ridere gli
amici.
Nel frattempo sulla Base Lunare, il nuovo comandante delle forze armate
aeree si stava presentando alla truppa.
«So che sapete benissimo chi sono e quindi conoscete le mie
priorità: pretendo che i miei uomini si facciano onore, che
siano ubbidienti agli ordini e che siano sempre pronti alla battaglia
in qualunque momento. La Prometeus è stata mandata in
pensione ma per me c’è ancora tempo!»
Anche al Centro di Sicurezza Mondiale sulla Terra altri soldati stavano
per iniziare una nuova avventura.
«Amico mio è ora di andare, destinazione Astronave
Lunar I».
«Un poco mi dispiace non vedere più il tuo brutto
muso Billy,» disse Brawler all’amico, «a
me hanno dato il posto sulla Base Lunare».
«Ci rivedremo di sicuro ma vorrei che fosse qui anche Betta.
Sai qualcosa?»
«Purtroppo non l'ho potuta sentire ma so che sta bene. Pare
che rimarrà sulla Terra per continuare gli studi con quel
Priore» rispose Brawler pensieroso.
In un piccolo eremo su un monte il priore del Primo Sole osservava
Betta mentre entrava in una trace indotta. Le prese una mano e chiese:
Dimmi, cosa vedi?»
«Un luogo pieno di luce, fa freddo: lei è
prigioniera, lei è in carne ed ossa, lei soffre
perché è sola. Aiutatela... aiutatela!»
Dopo mesi di ricerche il capitano pirata Andrew aveva quasi perso la
speranza di ritrovare i ladri che gli avevano rubato la sua astronave.
«Quei maledetti! Abbiamo setacciato tutti i pianeti
repubblicani e di loro neppure l'ombra, dove diavolo saranno finiti!
Spero che non siano morti in mezzo a qualche battaglia
perché se mi hanno rovinato l’astronave, li
uccido!»
Schyry interruppe le farneticazioni di Andrew. «Capitano,
ricevo un messaggio in bassa frequenza di un’astronave ma non
capisco cosa stiano dicendo».
«Non diamo nell'occhio, spostati dai loro radar».
«Lo farei volentieri ma c'è un altro problema;
l'astronave non c'è sul radar».
Andrew e Demon si misero a cercare l’astronave fantasma
guardando dai finestrini quando si sentì il rumore di un
colpo leggero alla fiancata dell’Aurora.
Un’astronave Repubblicana era comparsa all'improvviso e solo
con freddezza Schyry evitò un contatto fatale. Hartigan si
asciugò il sudore dalla fronte mentre disse:
«Proprio per un pelo; da dove diavolo è saltata
fuori?»
Demon rispose alla domanda. «Questa è una porta
nello spazio che non dovrebbe esistere».
Intanto, in un luogo sconosciuto l’equipaggio di
un’altra nave sta discutendo.
«Ormai sono tre giorni che facciamo avanti indietro tra
queste distorsioni spaziali, ma si può sapere, dove cavolo
stiamo andando?» chiedeva El Barbo al compagno.
«Se lo sapevo, non stavo qui tutto questo tempo non
credi?»
«Ubri, non so, forse sei un pilota di ultima categoria; anzi,
prima di tutto sei sicuro di essere un pilota?»
Mentre i due litigavano Ubas osservava lo spazio deformarsi per
l'ennesima volta, ma notava qualcosa che non aveva mai visto prima; un
punto bianco in fondo alla distorsione, troppo lontano dalla rotta che
l’astronave stava percorrendo e, senza dire nulla,
invertì la direzione di marcia dei motori così
repentinamente che lo scossone fece sobbalzare gli altri due uomini che
dovettero smettere di litigare.
L’astronave sembrava deformarsi per riuscire ad attraversare
quel piccolo varco ma ne uscì indenne trovandosi, infine, su
un pianeta.
Ubri esclamò: «Ma che diavolo di pianeta
è questo?»
«Non ne ho la più pallida idea ma pare che
l’atmosfera sia di ossigeno puro» disse Ubas
incuriosito dai dati rilevati dal computer di bordo.
El Barbo non perse tempo per burlarsi di Ubri. «Tu non
scendere, te c'hai i polmoni di catrame!»
«Falla finita deficiente e scendiamo a vedere».
I tre scesero dall'astronave e mentre cercavano di capire dove fossero,
un essere deforme si parò davanti ai loro occhi.
«Benvenuti, venite, venite, il Re di Mordor sarà
felice di avere una nuova visita dalla Repubblica».
I tre ergastolani non dissero a quell’essere che non erano
della Repubblica e lo seguirono fino a un grande palazzo e
lì, un uomo, li accolse festeggiante e sorridente.
«Bentornati amici delle Repubbliche, tanti giorni sono
passati dall’ultima visita. Vedo che siete nuovi quindi mi
presento: sono Geno, Re di Mordor».
Il Re, dopo un inchino, chiese: «Che cosa desiderate questa
volta signori della Repubblica».
Ubri, El Barbo e Ubas rimasero in silenzio alla domanda. Scambiati per
altri, e non sapendo cosa dire sorrisero, ma all’improvviso
nell’atmosfera di Mordor apparve un’altra astronave.
«Guardi capitano; non è l’Arcadia
quella?», domandò Hartigan.
«Per la miseria! Schyry atterra subito!»
urlò Andrew.
Il mercantile Aurora atterrò vicino all'Arcadia; i suoi
occupanti, appena scesi dalle scalette, furono ricevuti
dall’essere deforme e anch’essi furono portati nel
castello.
Re Geno esclamò: «Altri della Repubblica, che
giornata stupenda».
Andrew senza pensarci estrasse un pugnale e si lanciò contro
i tre ergastolani, ma fu fermato da Geno che, parandosi davanti a Ubas,
disse: «Sento che c'è tensione tra voi amici.
Ditemi dunque, cosa posso fare per voi nuovi arrivati?»
«Semplicemente voglio indietro la nostra astronave che questi
tre hanno rubato» rispose più furente che mai
Andrew.
Re Geno si sorprese: «Oh, non si fanno queste cose,
amici».
«In verità è colpa loro se siamo qui,
soprattutto sua», disse Ubas indicando Demon che, impaurito,
si nascose dietro Schyry.
«Lui ci doveva portare al sicuro e invece ci ha
tradito!»
Gli animi si stavano scaldando, ma improvvisamente, tutti si bloccarono
immobili come delle statue. Geno passò vicino a ognuno
dicendo: «Quindi capisco che nessuno di voi è
della Repubblica e allora mi domando cosa cercate sul mio
pianeta».
Ognuno di loro raccontò i fatti che li riguardavano,
spiegarono della guerra e di come fossero giunti su Mordor e Geno, dopo
aver ascoltato ogni cosa, disse: «Siete stati onesti ed
è una cosa importante per me e il mio popolo. Ci avete anche
fatto scoprire che la Repubblica sfrutta la Porta Celeste per scopi
militari; la porta che unisce l'Universo conosciuto con quello
sconosciuto. V’insegnerò come tornare nel vostro
mondo e in cambio dovrete raccontare che esiste questo spazio
sconosciuto e garantire a chi incontrerete che la Repubblica non
potrà più usare il varco che abbiamo concesso. La
Dea Solare vi proteggerà quando avviserete la Federazione
Terrestre. Voi siate amici e tutto andrà bene».
Gli uomini furono liberi di tornare alle astronavi e ascoltarono le
parole di Geno unendosi come gruppo sotto la guida di Andrew.
«Voi avete protetto l’Arcadia, anche se
l’avevate rapita; Demon, l’Aurora ormai
è inservibile quindi potrai restare con noi se lo vuoi e non
più sotto costrizione; se siete d’accordo di
vivere questa nuova avventura io sarò felice di essere il
vostro comandate», furono le parole di Andrew che Geno
accolse con piacere.
L’Arcadia, riempita con il carico trafugato
dall’Aurora, s’innalzò nel cielo mentre
il pianeta iniziò a deformarsi, l’ossigeno
lasciò il posto all’anidride carbonica, il
castello diventò un globo di luce e anche Geno prese la
forma del suo dipendente. Egli si rivolse al popolo. «Mio
popolo, glorifichiamo la Dea Solare. Lei mi parla e dice che
toccherà anche a noi entrare in azione, ma lei
sarà sempre vicina per proteggerci».
L’Arcadia entrò nello spazio deformato e questa
volta ne uscì in pochi minuti ritrovandosi davanti a
sé il pianeta Mercurio.
«Capo, adesso che si fa’?» chiese Schyry.
«Siamo nel pianeta neutrale, non dovremmo avere
problemi» rispose Ubri.
I pirati si guardarono in faccia perché i tre ergastolani,
mentre raccontavano le loro peripezie a Geno, avevano menzionato in
soli tre giorni il lasso di tempo trascorso prima del loro arrivo su
Mordor.
Hartigan chiese: «Ma voi, dove siete stati negli ultimi
mesi?»
«Mesi? Giorni» rispose Ubas
«Signori, per le spiegazioni avremo tempo» disse
Andrew. «Ora prepariamoci a dargli filo da torcere. Ubri, ho
bisogno di uno ai cannoni, lo fai tu?»
«Sì, sono pronto!»
«Forza pirati! Distruggiamo tutto ciò che ci si
mette davanti!»
L'Arcadia accese i propulsori, virò intorno alla stazione di
controllo di Mercurio, puntò direttamente alla postazione
radar e la distrusse senza fatica.
«Stanno uscendo dei caccia Repubblicani, cosa ci fanno qui su
Mercurio?» chiese El Barbo ancora confuso.
«Ne parliamo dopo. Hartigan dirigiti direttamente nella Zona
Blu e colpiamo i servizi di comunicazione» disse Andrew
gasato da questo attaccò diretto.
«Sarà un divertimento»
esclamò Schyry.
Demon mettendosi le mani sulla testa disse:
«Speriamo». Ogni persona sull’Arcadia lo
guardò in malo modo ed El Barbo lo spinse sulla sedia
facendogli il segno di stare in silenzio.
L'Arcadia sfrecciò tra le sezioni della Zona Blu e Ubri
centrava tutti gli obiettivi mentre i colpi dei caccia repubblicani
s’infrangevano sugli scudi protettivi della nave
pirata. Hartigan, compiute le manovre di attacco, si diresse
verso lo spazio esterno calcolando la rotta per venere ma due astronavi
della Repubblica tentarono di frenare la manovra e quindi inseguirono
l’Arcadia.
Su Pentium, pianeta della Repubblica Autonoma intanto...
«Come sarebbe a dire che la Porta Celeste è
scomparsa?»
«Ministro Manola, una delle nostre astronavi stava per
raggiungere la distorsione spaziale quando è
scomparsa» rispose Lesnar.
«Questo non è possibile; Re Geno era il nostro
unico alleato per tentare la conquista dell'impero e adesso ci ha
tagliati fuori. Lesnar, raggiungi Mercurio e avvisa Hiei di tenere bene
gli occhi aperti e di controllare attentamente ogni astronave
proveniente dal Varco. Jakall, tu invece vai su Urano, fai sparire le
prove della Porta Celeste; l'Impero non dovrà mai sapere che
c'era la possibilità di attaccarli usando quel metodo.
Kherkan è convinto che ci fosse un’altra porta nel
Varco Beronz e dovrà continuare a crederlo; gli diremo che
come era apparso così è svanito.»
Sulla stazione spaziale lunare il presidente Williamson, stava tenendo
a battesimo la nuova astronave.
«E' un onore battezzare la Lunar I che darà
lustro, negli anni in futuro, a tutta la flotta Federale. Sono anche
felice che Douglas, il nostro miglior capitano, sia il primo comandante
di questo gioiello tecnologico».
Terminata la cerimonia, Williamson convocò Douglas.
«Ci siamo; le nostre spie hanno trovato quello che cercavamo
e ora sappiamo che la Repubblica Autonoma aveva trovato un altra
apertura nel “Varco Beronz”. Questo è il
motivo per cui chiesero fortemente Urano che è tanto lontano
da loro».
«Che cosa avete previsto di fare?» chiese Douglas.
«Per ora non ci possiamo muovere perché in gioco
c'è anche la vita della Regina Lia e se siamo avventati
perderemo un forte alleato. Il primo obiettivo sarà di
liberare Sukrit da Giove e per questo ti ho convocato. Sarà
una missione segreta e i dettagli li conosceremo solo noi due. Troppe
volte hanno intercettato le nostre spie».
«Il mio problema signor presidente è che siamo
senza armamenti».
«La destinazione del Lunar I è conosciuta;
trasportare nella nostra stazione di Giove nuovo personale quindi
niente armi a bordo. In realtà, quando il gruppo di assalto
tornerà da Urano, s’incaricherà di
liberare Sukrit».
«Sarà una vera impresa» rispose Douglas
pensieroso.
«Mi ascolti bene Douglas, ho altro da dirle!»
N.d.A.
Inizia la seconda serie di Universal Wars, quindi se volete leggere la
prima questo è il link:
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3828029&i=1
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
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Capitolo 2 *** Speranze e conflitti ***
2° Capitolo – Speranze e conflitti
Una piccola astronave, con a bordo un gruppo d’assalto della
Federazione, era riuscita a fuggire da Urano anche se la loro missione,
ancora una volta, era stata interrotta dai soldati repubblicani
confermando che le spie, della Repubblica o dell’impero,
fossero dislocate all’interno dei centri nevralgici dei
comandi militari. La navetta non era ancora in salvo e nei pressi di
Saturno fu nuovamente attaccata.
«Date potenza a questi motori, maledizione!»
urlò Mavelix.
«Capitano, sul radar anche dei caccia imperiali davanti a
noi», disse Solomon.
«Vediamo se la tecnologia che abbiamo recuperato su Urano
funziona ancora e ci libera da questi insetti. Rotta verso la colonia
penale di Giove».
Nella missione Mavelix aveva scoperto la verità
sull’incidente di Deserticos che scatenò la
guerra. Il pianeta era stato distrutto dalla Weapon X ma tutta la
popolazione era stata trasferita in precedenza da qualche parte. La
missione delle spie era scoprire dove l'Impero avesse nascosto la gente
e Mavelix aveva risolto il mistero scoprendo che le persone erano state
trasferite su Iceworld e nascoste nelle catacombe di ghiaccio.
Anche nei pressi della base lunare era in corso un inseguimento, ma
questa volta erano i piloti della Federazione Terrestre
all'inseguimento di un vascello pirata con il compito di catturare
l’astronave. Durin e i suoi uomini uscirono dalla base,
raggiunsero lo spazio aperto e colpirono i nemici prima che potessero
attivare l’occultamento radar obbligandoli così a
rimanere visibile. Durin era pronto a portare a casa la preda quando il
vascello pirata esplose auto distruggendosi.
I piloti della Federazione rientrarono alla Base Luna proprio mentre il
Lunar I si alzava in volo per dirigersi verso Giove. Durin, raggiunta
la sala comando, fece il suo rapporto al comandante Douglas che,
stranamente, non era a bordo del Lunar I partito da qualche minuto.
«Durin tenetevi in allerta perché ho
l’impressione che quel vascello pirata fosse soltanto un esca
e che la vera battaglia si scatenerà molto presto».
«Comandante, posso chiederle perché lei
è rimasto qui?».
«Puoi chiederlo ma purtroppo non posso risponderti anche se
mi fido ciecamente di te sono ordini diretti di Williamson.»
L’Arcadia, proseguendo la sua fuga, raggiunse Venere. Ubas si
mise in contatto con il centro operativo del pianeta. «Siamo
una nave mercantile e siamo inseguiti dalle astronavi Repubblicane.
Temiamo che vogliano appropriarsi del nostro carico».
«Stazione operativa di Venere. Vi abbiamo mandato i nostri
intercettori, siete pregati di seguirli se volete essere
scortati».
Il piano di Demon era semplice anche se pericoloso: raggiungere un
pianeta della federazione per costringere le astronavi della Repubblica
a fermarsi per evitare un conflitto. Andrew aveva accettato il piano
sapendo che l’Arcadia sarebbe stata riconosciuta e i suoi
occupanti arrestati con l’obiettivo di parlare con il
presidente della Federazione Terrestre in modo da portargli il
messaggio di Re Geno.
In quei minuti la scienziata Martina Dubois stava facendo una nuova
rivelazione al presidente Hogan. «Prevedo che la sorte di
Idargos sarà la stessa di Deserticos e che decideranno di
utilizzare la Weapon X per accelerarne i tempi. Solo ora comprendo
perché l’Impero ha scatenato la guerra: la
conquista di nuovi territori per la sopravvivenza Kilrathi».
«E quindi, secondo il suo ragionamento, la Repubblica ha
affiancato l’Impero per togliere di mezzo il Regno non solo
per…»
«Esatto signor presidente. Per poter invadere la Federazione
aiutati dall’Impero stesso».
Un addetto alla sicurezza della Zona Blu entrò nella sala.
«Signor presidente, i pirati di Andrew e l’Arcadia
sono nostri prigionieri!»
«Le chiedo di attendermi signorina Dubois, continueremo
questa discussione più tardi. Voglio proprio vedere di nuovo
la faccia di quel pirata.»
Il presidente Hogan s’incamminò verso le celle
detentive quando l'allarme della base iniziò a suonare,
così dovette cambiare repentinamente direzione per
raggiungere la sala controllo e, appena entrato, un soldato disse:
«Signor Presidente, astronavi della Repubblica in
avvicinamento».
«Che cosa vogliono fare? Alzate immediatamente gli scudi anti
bombe e mandate fuori i nostri caccia!»
La Base militare entrò in assetto di guerra, tutti i mezzi
disponibili si schierarono a difesa del pianeta mentre Hogan
cercò, ancora inutilmente, di mettersi in contattato con la
Terra.
La battaglia infuriò in pochi minuti mentre al livello
detentivo una guardia fece uscire dalla cella Demon togliendoli subito
dopo le manette. L’uomo, ora libero, si voltò
verso i suoi compagni sorridendo.
Schyry chiese alla guardia: «Come mai lo liberate?»
«Ordini superiori. Il comandante Demon ha fornito ogni
spiegazione durante l’interrogatorio e quindi non
è accusato dei vostri crimini considerando che è
stato sempre vostro prigioniero.»
Hartigan urlò: «Bastardo, che fandonie hai
raccontato a questi?»
«Tutta quanta la verità».
Andrew rincarò la dose. «Brutta serpe, ecco
perché il tuo piano prevedeva di raggiungere Mercurio e poi
Venere. Sapevi che qui ti avrebbero rilasciato dicendo che eri stato tu
a progettare l’attacco alla Repubblica. Non hai parlato anche
del messaggio che stiamo portando vero?»
Demon non rispose ma si allontanò fischiettando, raggiunse
la sala per interrogatori, dove ad attenderlo c’era un uomo
mascherato.
«Hai fatto un buon lavoro dopo il nostro incontro. L'Impero
te ne sarà grato» poi, togliendosi la maschera,
aggiunse in modo sarcastico: «Oh, che stupido errore, ti ho
fatto vedere il mio viso» e subito dopo sparò un
colpo mortale a Demon.
Rimessosi la maschera, l’uomo si avvicinò alla
cella dei pirati per piazzare una micro bomba prima di allontanarsi
definitivamente dal centro detentivo. Salito su una piccola navetta,
l’uomo mascherato si mise in comunicazione con il Primo
Ministro della Repubblica Autonoma Manola. «Ho risolto il
problema di Hiei. La nave pirata è stata presa, il mio
informatore non potrà più parlare e i pirati
moriranno fra qualche minuto, però il problema
più grave rimane: Geno ha chiuso definitivamente il secondo
“Varco Spaziale”.
La piccola astronave comandata da Mavelix aveva raggiunto Giove e
grazie all’aiuto di Kaplan si era trasferita, senza essere
scoperta, sulla colonia penale. La nuova missione di Mavelix era
entrare nella colonia e liberare il prigioniero più illustre
del defunto Regno Sayan. Le celle si aprirono è
l’uomo seduto sulla branda, disse: «Che cosa sta
succedendo? Che cosa volete? Chi siete?»
«Duca Sukrit, sono il comandante dei reparti
d’assalto della Federazione e siamo qui per portarla in
salvo. Sappiamo che la Repubblica è intenzionata a
distruggere questa Colonia per togliere di mezzo l’ultimo
rappresentate ufficiale dei Sayan non ancora assoggettato
all’impero Kilrathi.»
«Sia come dite, vi seguirò ma desidero essere
lasciato sul pianeta o sulla colonia più lontani
dalla Federazione. Non ho dimenticato niente»
rispose Sukrit mostrando apertamente l’antipatia per chi non
si era schierato contro i suoi nemici.
«Di questo non deve preoccuparsi, prima la proteggeremo fino
a Giove, dove Kaplan le fornirà nuovi abiti e nuovo
equipaggiamento quindi con una navetta vi scorteremo su Urano dove si
è formata una piccola resistenza di ribelli Sayan che
attende il suo generale per compiere la vendetta da tutti voi
agognata».
Sukrit, sorpreso da quella rivelazione, accettò
l’aiuto del comandate Mavelix, lo segui su Giove,
salutò l’amico Kaplan e partì
immediatamente verso Urano mentre sugli schermi radar apparve la Lunar
I.
L’imperatore, seduto sul trono di Saturno, stava comunicando
con Sarto attraverso il mega schermo. «Tieni pronte le tue
armate, stiamo per iniziare il trasferimento del personale di
Deserticos».
«Mio signore» disse Sarto, «ritiene
saggio smobilitare ora? Le spie Federali non sono state tutte
catturate.»
«Ormai non ha più importanza e noi dobbiamo
sfruttare ancora l’alleanza con la Repubblica fino alla fine
nonostante avessero intenzione di tradirci».
Kherkan si alzò dal trono e raggiunse le stanze della Regina
Lia tenendo in mano una grossa cartina politica
dell’Universo. Lia era seduta sul suo letto mentre
riguardava, con le lacrime agli occhi, delle vecchie immagini del
figlio perso durante la guerra e delle sue fotografie con Williamson.
La loro storia durò fino a quando lui scelse di continuare
la carriera militare mentre lei tornò su Urano dove, poco
dopo, sposò Re Jena dalla cui unione nacque Ilian. Lia,
sentendo i passi inequivocabili di Kherkan, nascose ogni foto e attese
che la porta si aprisse.
«Guarda mia Regina che bel regalo ti faccio» disse
Kherkan mettendo la cartina sul letto. «Guarda il mio Impero;
non pensi, anche tu, che debba essere ampliato?»
«Credi che m’importi quello che dici o che
fai?»
«Dovresti mia cara, dopotutto sei la moglie
dell’imperatore e in futuro la madre del mio successore. Non
vuoi lasciargli un bel posto dove vivere?» rispose Kherkan.
La regina si alzò in piedi e furente cercò di
schiaffeggiare Kherkan che le bloccò la mano. Lei, ancora
più adirata, esclamò: «Piuttosto che
darti un erede, preferisco uccidermi con le mie stesse mai.»
Kherkan sorrise. «Ora che i Sayan non esistono più
credi che la tua morte cambi qualcosa per me? Povera sciocca. Tu sei
già servita ai miei scopi tenendo il tuo spasimante e la sua
Federazione lontana quanto mi bastava per prepararmi alla nuova
guerra.»
L’imperatore prese dalla tasca un comunicatore e disse:
«Date il via all’attacco!»
Nei pressi di Giove due astronavi imperiali, apparse dal nulla,
simultaneamente aprirono il fuoco contro il Lunar I che esplose
tagliandosi a metà. L’esplosione fu vista sul
pianeta e Kaplan prese contatto con il comandante degli attaccanti.
«State iniziando una guerra contro la Federazione senza
annuncio formale e i Patti Trilaterali vi proibiscono questo tipo di
azione terroristica!»
La risposta giunse da Cain. «Console, nessuno sta attaccando
il pianeta ma è proprio l'astronave Federale che,
in una zona neutrale, è ampiamente armata. Avremmo dovuto
aspettare di essere colpiti per primi?»
«A bordo c’era personale per la stazione
geologica» replicò Kaplan.
«I loro cannoni erano puntati contro la mia astronave e forse
sono stato precipitoso nel decidere. Vorrei indire una riunione di
sicurezza per risolvere la questione e quindi chiedo il permesso di
atterrare nella Zona Blu.»
«Permesso accordato». Kaplan chiuse la
comunicazione, attivò il segnale di pericolo e corse verso
l'hangar dove, ad attenderlo, c’era la navetta consolare.
Salito a bordo, accese il comunicatore generale della base.
«A tutto il personale ordino di lasciate i propri posti e di
fuggire; l'Impero sta iniziando l'invasione!»
Sulla terra Williamson era a colloquio con il Priore Angler e Betta che
si apprestava a tornare in servizio come addetta alle comunicazioni al
palazzo di sicurezza dopo aver raccontato ciò che la
ritrovata memoria aveva portato a galla.
La ragazza uscì e Williamson commentò:
«Quindi sono stati i Repubblicani ad attaccare la Stazione
Orbitante, e non pirati o il regno o come pensavo io, addirittura
l’impero. Immaginavo fosse un inganno ma sentendolo dire da
un testimone è ancora più pazzesco! Sarebbe stato
un attacco perfetto se il loro pilota non fosse finito
all’interno della sala comandi della stazione ed è
un miracolo che Betta si sia salvata da quell’incendio
insieme a un terzo dell’intero personale.»
«Vorrei esporle un secondo argomento signor
presidente» disse Angler. «La ragazza sente
vividamente la voce della Dea Solare ed io sono certo che sia viva
davvero.»
Williamson sorrise. «Io capisco la vostra dottrina
ma...»
Angler lo interruppe mostrandosi determinato. «Non ci sono
dei “ma” presidente: la Dea Solare esiste e grazie
a Betta so dove si trova. Devo andarla a prendere, mi aiuti, la prego,
mi fornisca una navetta per raggiungerla.»
«Angler, non condivido la vostra dottrina ma lei si
è sempre comportato correttamente con noi e quindi le
fornirò l’aiuto che chiede.»
Betta entrò nella sala. «Ci sono interferenze
nelle comunicazioni con tutte le nostre stazioni stanziate su ogni
pianeta della Federazione.»
Williamson scattò in piedi, accese un monitor indipendente
sul quale apparve Douglas. «Comandante inizi la procedura
Alphabeta».
«Ricevuto signor Presidente. Ordini per me?»
«Come previsto non possiamo collegarci e quindi ipotizzo che
sia stata distrutta. Per ora rimani in silenzio radio fino a che non
sarò io a mettermi in contatto.»
Williamson chiuse la comunicazione e guardò Angler.
«Vada all’hangar 11 con questo foglio e le
consegneranno la navetta. Spero che nessuno incroci il suo viaggio
perché ora sta per scoppiare una nuova guerra e nessuno
è al sicuro.»
«La Dea Solare veglierà sul mio cammino e
pregherò che segua anche voi.»
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
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Capitolo 3 *** Adunata ***
3° Capitolo – Adunata
Una nuova guerra era già iniziata con il tentativo di
spazzare via la Base Luna vicino alla Terra, con l’invasione
di Giove e la distruzione del Lunar I e infine con l’attacco
diretto a Venere e Marte ma due avvenimenti sconvolsero
l’universo. Sarto, utilizzando la Weapon X spazzò
via Idargos, il più importante per il suo Impero mentre il
ghiacciato Iceworld, ultimo dei tre pianeti Kilrathi, si era spostato
dalla propria posizione naturale raggiungendo Plutone.
Proprio sul più piccolo dei pianeti del Sistema Solare il
console Redward ricevette un messaggio dell’imperatore.
«Caro Redward, come Kilrathi devo darti la spiegazione per
ciò che sta accadendo in queste ore. Come saprai anche tu, i
nostri pianeti erano morenti perché si stavano allontanando
ancora di più dal Sole, ma non sapevi che i nostri
scienziati hanno lavorato per creare un motore così
gigantesco da far muovere Iceworld. Persi Deserticos e Idargos la
nostra sopravvivenza era affidabile solo alla nostra forza militare ed
è per questo che abbiamo invaso e distrutto il Regno Sayan.
Redward ascoltava in silenzio ma con crescente malessere
perché, pur essendo un Kilrathi, aveva sempre lavorato per
la pace tra i mondi e pensava che, nella sua funzione, avesse potesse
trovare una soluzione pacifica ai problemi dell’Impero.
Kherkan continuò. «Detto questo la tua mansione da
oggi, cambia da console a Gerarca di Plutone.»
La comunicazione finì e Redward, avvilito, si lascio andare
sulla sedia.
L’Impero iniziava a mostrare la sua vera faccia. I gerarchi
presero possesso di Giove con Cain, di Saturno con
l’imperatore stesso, di Nettuno con Sarto e di Plutone
insediando Redward mentre su Iceworld rimase la popolazione civile
proveniente dai due pianeti esplosi. La Repubblica Autonoma custodiva
ancora l’avamposto di Urano ma Kherkan si apprestava a dare
un colpo di cannone anche ai suoi alleati.
La situazione su Venere era ormai al punto di non ritorno. Tutte le
astronavi della flotta di Lesnar erano attorno al pianeta cercando di
penetrare la barriera anti bombe mentre i mezzi terrestri repubblicani
erano già sul pianeta. Gli scontri tra le varie forze in
campo avvenivano in ogni zona del pianeta e, all’improvviso,
ci fu un anche esplosione nella zona detentiva.
In un piccolo hangar secondario della città degli uomini si
aggiravano furtivi alla ricerca della loro astronave.
Andrew, avendo visto in precedenza in azione Ubas, disse: «A
volte avere degli ergastolani nella ciurma fa davvero bene.»
«Come scassino io le porte non c'è nessuno. Per
fortuna siamo usciti prima che esplodesse tutto.»
Schyry indicò l’Arcadia, l’aveva
trovata. Il gruppo si avvicinò all’astronave e
videro qualcuno stava armeggiando vicino all'astronave ed era proprio
la guardia carceraria che aveva liberato Demon che, notato
l’arrivo dei pirati, scappò velocemente su una
navicella.
Ubas disse indicando la navetta in volo: «Deve essere stato
quello a tentare di toglierci di mezzo e chissà cosa ha
combinato alla nostra Arcadia.»
Hartigan rise. «Sentito capitano? Questa pulce già
chiama “nostra” l’Arcadia.»
«Potrei dire anche "mia" perché ve l’ho
rubata sotto il naso» rispose Ubas.
«Finite voi due di fare i bambocci e tutti insieme cerchiamo
se c’è qualche regalo indesiderato lasciato da
quell’uomo» esclamò Andrew.
Passarono solo due minuti. «Guardate qui, aveva messo delle
bombe a orologeria che non avremmo mai rilevato senza
cercare», disse Ubri mostrando gli oggetti.
«Maledetto; lo prenderò e lo
scorticherò vivo» disse furente Schyry.
Andrew urlò con impeto: «Lasciamo stare queste
vendette e cerchiamo ancora possibili ordigni perché non
credo che si sia limitato a uno solo!»
Nella sala centrale Hogan stava preparando la propria fuga dopo essere
riuscito a mandare via indenne la signoria Dubois. «Segnalate
alle forze di terra la ritirata, le nostre ultime astronavi trasporto
saranno protette dai caccia e dalle poche astronavi militari rimaneste,
non possiamo attendere oltre. Segnalate in codice a tutti la direzione
da prendere.»
Anche su Marte l’invasione stava iniziando. Sarto raggiunse
il pianeta e con il suo squadrone della morte entrò nella
città stato senza trovare resistenza perché il
presidente Thomen, conscio di avere poche forze a disposizione, aveva
ordinato a tutti i reparti militari di raggrupparsi nella parte
più a sud del pianeta per permettere la fuga alle astronavi
civili con la protezione dei caccia guidati da Fabrix. Un missile
colpì il centro di raccolta, dove il presidente marziano era
insediato per guidare le operazioni di ritirata.
Sulla Terra il blocco delle comunicazioni così prolungato
voleva dire soltanto guerra imminente. «E' inutile tentare
ancora» disse Williamson, «diamo
l’allarme generale anche alla Base Luna e iniziamo il decollo
delle astronavi da guerra.» Infine si voltò verso
Betta. «Lei si diriga immediatamente su Base Luna e si
presenti al cospetto del comandante Douglas. Voglio che
l’intero personale sia pronto per la difesa.»
Ignari di tutto il gruppo di assaltatori di Mavelix aveva raggiunto
Urano e, atterrato su uno dei satelliti, impugnò il fucile
dicendo: «Ci siamo signori, ora è il momento della
lotta. Il duca Sukrit deve raggiungere i suoi uomini a tutti i
costi.»
«La ringrazio per avermi portato fino a qui e le faccio una
promessa: quando avremo raggiunto le navi fedeli al Regno Sayan,
contraccambierò il favore proteggendola fino alla partenza e
poi distruggerò ogni Kilrathi vendicando la morte del nostro
adorato Principe Ilian» disse Sukrit stringendo la mano al
soldato.
Il gruppo scese dalla navetta e si trovò subito sotto il
fuoco delle milizie repubblicane ma non indietreggiarono di un passo
conquistando le posizioni nemiche con la forza di mille uomini
nonostante fossero meno di cinquanta quindi giunsero in loro aiuto i
ribelli Sayan guidate da Kaplan, arrivato sul pianeta dopo la fuga da
Giove.
Kaplan raggiunse Sukrit e s’inchinò davanti al
Duca. «Finalmente siete arrivato anche voi e il popolo vi
seguirà fino alla nostra vittoria».
«La situazione non è delle migliori a quanto vedo;
non abbiamo molte astronavi e quelle rimaste sono arrugginite, possiamo
solo cercare di sovvertire il governo Repubblicano su questo pianeta,
ma quando la notizia arriverà a Manola, saremo nei
guai» disse Sukrit osservando le forze a disposizione.
«Sappiamo che le forze imperiali dislocate su Nettuno sono
state trasferite per iniziare una battaglia su Marte mentre Manola e le
sue astronavi soggiornano ancora su Saturno» rispose Kaplan
con vigore e senza temere la risposta del duca.
«Ti sono grato Kaplan per ciò che hai fatto in mia
assenza e perdona se il mio rigore militare ti ha mancato di
rispetto».
«Mi scuso per l’intromissione signori ma vorrei
avere informazioni prima di rientrare a casa» disse Mavelix
preoccupato.
«Ha ragione comandante e purtroppo non ho belle notizie da
darle. Come avevamo pensato l’impero ha distrutto subito il
Lunar I prima di invadere Giove e continuiamo a intercettare le
trasmissioni tra Repubblica e Impero inerenti agli attacchi che sono in
atto sia su Marte sia su Venere. Per ora soltanto la Terra
può essere un posto sicuro su cui tornare» rispose
sconsolato Kaplan.
«In questo caso la mia missione si conclude qui. Devo
rientrare più velocemente possibile per essere di aiuto
nelle operazioni difensive.»
Sukrit fece il saluto militare a Mavelix. «La promessa di un
Sayan è legge quindi muoveremo tutto ciò che
abbiamo per proteggere la vostra fuga.»
Mavelix contraccambiò il saluto, strinse la mano a Kaplan e
salì sulla sua navetta pronta alla partenza con destinazione
Terra.»
Su Saturno l’imperatore Kherkan, gongolando per le prime
vittorie, stava parlando a Manola. «Mia bella, noi sappiamo
cosa volevate fare ma non c’importa, Noi vi perdoniamo
perché capiamo le vostre scelte, però,
d’ora in poi non commettete più gli stessi errori
perché Noi non saremo ancora così
indulgenti.»
Manola stipulò un nuovo accordo entrando nel letto
dell’Imperatore mentre Lia, attraverso dei monitor privati
assisteva disgusta alla scena.
L'Arcadia comandata da Andrew, sfuggita miracolosamente dalla battaglia
su Venere e dai due attentati subiti, lasciò l'orbita del
pianeta abbattendo i pochi caccia che la inseguivano mentre il grosso
delle truppe Repubblicane atterrava per completare l’opera
d’invasione.
Andrew mostrava ugualmente insofferenza. «L'abbiamo scampata
bella ciurma ma non mi sento ancora al sicuro, torniamo a casa e
vediamo cosa succede nello spazio, direzione Colonia X21.»
«Io ho come l'impressione che qualcuno ci stia
seguendo», disse El Barbo guardando fuori da uno degli
oblò.
«Hartigan, faremo rotta verso la Collina così
eviteremo di incappare in qualche astronave diretta verso la
Terra» comandò Andrew.
Il gruppo di fuggiaschi era riuscito a individuare gli ordigni che la
guardia carceraria aveva installato sulla loro astronave,
però non si erano accorti di un dispositivo tracciante che
segnalava la loro posizione, ma soprattutto non sapevano che la loro
casa, la Colonia X21, proprio in quel momento era sotto attacco.
Un astronave da guerra Repubblicana si bloccò davanti alla
Colonia, i suoi cannoni iniziarono a sparare e la piccola stazione
orbitante si disintegrò causando la morte di migliaia di
persone. Sul monitor dell'astronave apparve Manola.
«Complimenti signor mascherato, avete fatto ancora un bel
lavoro. Ora è il momento di chiudere i conti se desideri
davvero diventare il presidente della futura Repubblica
Terrestre».
L’uomo che ascoltava si tolse la maschera.
«Williamson è stato un folle ed è ora
che lasci il suo posto», disse Thomen. Era lui il traditore;
il presidente di Marte non era morto colpito dal missile lanciato su
Marte, ma aveva lasciato sul pianeta rosso un suo clone perfetto. Sulla
Terra speravano che, ancora in salvo, si stesse organizzando per
contrattaccare invece era stato lui, con le sue spie nella Federazione,
a sabotare ogni operazione difensiva su Venere e sullo stesso Marte!
Un’ora dopo l’Arcadia raggiunse la zona in cui
avrebbe dovuto trovare la Colonia, ma scoprirono la tragedia che si era
consumata. Gli uomini osservarono lo schermo in silenzio mentre
mostrava i grandi ammassi metallici della loro casa fluttuare nello
spazio.
Andrew, atterrito, disse: «Non abbiamo più niente
da fare qui, andiamo sulla Terra, consegniamo al presidente il
messaggio di Re Geno e speriamo di non fare brutti incontri»
Schyry, nervosamente rispose: «Non possiamo andare via,
qualcuno si sarà salvato, dobbiamo approntare soccorsi
e…»
Andrew interruppe l’amico appoggiandogli una mano sulla
spalla. «Andiamo amico mio e vendichiamo tutti gli amici che
abbiamo perso oggi.»
Sia i pirati, sia i tre ergastolani, con le lacrime agli occhi
salutarono i caduti della Colonia X21 quindi, accesi di nuovo i motori,
l’Arcadia riprese il suo viaggio.
Sulla Base Luna, Douglas, pensieroso, ascoltava un suo attendente
mentre gli elencava il personale specializzato giunto con la prima
navetta dalla Terra quindi il resto dei soldati che giungevano da ogni
parte dell'Universo.
Nell’hangar erano arrivati i caccia di Fabrix e Durin accolse
l’amico. «Avrei preferito rivederti per una vacanza
sulle spiagge marziane.»
«Chissà che cosa ne faranno quelli della
repubblica di quegli splendidi posti» rispose Fabrix cercando
di fare un sorriso.
Pochi istanti dopo scese da una delle navette di salvataggio
proveniente da Giove il loro amico Solomon che, incrociandoli in un
corridoio, disse: «Ero sicuro di trovarvi entrambi ancora
vivi, siete due ossi duri da abbattere.»
Durin rispose «Noi eravamo preoccupati per te che non sai
neanche guidare una bicicletta.» Risero per pochi istanti poi
il loro viso tornò cupo.
La navetta di salvataggio di Venere raggiunse il secondo hangar e da
quella scese la scienziata Martina Dubois che fu portata immediatamente
nella sala comando mentre sulla seconda navetta proveniente dalla Terra
scesero il comandante medico Fabian Franco e Betta. Ad accoglierli, ma
soprattutto la ragazza, c’erano Brawler e Billy.
«Comandante Fabian Franco, la stanno attendendo nel centro
medico per controllare le modifiche apportate all’impianto
secondo le vostre indicazioni» disse Brawler.
«Grazie, rimanete pure qui un altro poco con la vostra amica,
conosco la strada» rispose il comandante mentre iniziava
già ad incamminarsi.
Brawler e Billy abbracciarono Betta. «Piano ragazzi, sono
guarita ma sono ancora una donna deboluccia.»
Billy rise. «Deboluccia? Tu riusciresti a battere in forza
bruta un qualsiasi soldato su quest’astronave!»
«In effetti, noi due abbiamo anche pensato che hai finto la
perdita della memoria per farti delle vacanze extra.»
Anche questi tre amici si erano ritrovati dopo molto tempo soltanto per
una guerra che nessuno voleva scoppiasse ma che ora avrebbero dovuto
affrontare con tutte le loro forze.
Douglas, ascoltati i nomi, chiese al suo attendente: «Notizie
di Mavelix?»
«No signore, i contatti al di fuori della zona degli
asteroidi di Marte è impossibile da ripristinare. Per ora
sappiamo solo che il comandante e i suoi uomini sono fuggiti per tempo
da Giove con il duca Sukrit» rispose sconsolato il giovane
soldato.
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
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Capitolo 4 *** L'urlo ***
4° Capitolo – L’Urlo
Il primo quadrante del Sistema Solare, gestito dalla Federazione
Terrestre, stava capitolando, vicino a Urano un manipolo di uomini
continuava a combattere strenuamente per la libertà mentre
vicino a Plutone, una piccola navetta della Federazione stava per
oltrepassare il confine. Su questo velivolo Angler era in preghiera
quando sentì la voce della Dea Solare e, aprendo gli occhi
gli apparve per la prima volta davvero. Lei, Mickie, sorrise e poi
scomparve di nuovo. «Siete più vicina, vi
raggiungerò e vi salverò a costo della mia stessa
vita e prego che la vostra voce giunga anche su questo
pianeta.»
L’addetto radar dell’ex centro consolare disse a
Redward, nuovo gerarca Kilrathi: «Signore, una piccola
navetta della Federazione sta tentando di oltrepassare la zona di
confine, dobbiamo abbatterla?»
«Aprite un canale di trasmissione e…
no… non fate nulla, che passi.»
«Signore gli ordini imperiali sono precisi!»
Redward urlò: «Sono al comando e gli ordini li
do’ io. Devo ripeterli?»
Angler ringraziò la Dea Solare per avergli permesso un
passaggio sicuro e lanciò la sua navetta a tutta
velocità verso Iceworld.
I ribelli del Regno Sayan, guidati da Sukrit e Kaplan, iniziarono a
sferrare degli attacchi alle installazioni Repubblicane. Sukrit
comandava le operazioni. «Squadra Delta, convergete al centro
informazioni mentre la squadra Gamma inizi a manomettere i centri di
collegamento».
Sukrit aveva progettato di togliere ai nemici la possibilità
di chiedere aiuto al di fuori della zona di battaglia, ma la missione
era davvero difficile da realizzare perché, pur bendisposte,
le forze ribelli erano in numero inferiore ai soldati messi in campo
dalla Repubblica. Nel frattempo, dall'altra parte del pianeta, Kaplan
organizzava gli attacchi alle installazioni militari.
«Dobbiamo entrare in quella base di manutenzione e
distruggere tutti le attrezzature di scorta».
Un soldato esclamò: «Signore, la nostra
avanguardia ci ha segnalato che un’astronave imperiale si sta
muovendo da Nettuno verso la nostra direzione».
«Completiamo la missione e se Sukrit riuscirà a
portare a termine la propria, non dovremo temere niente».
Il gruppo armato di Sukrit sfondò la difesa del centro
comunicazioni, raggiunse la sala di comando e il Duca in persona appose
gli ordigni esplosivi. L’esplosione avvenne in sincronia con
quella causata dal gruppo di Kaplan.
I soldati Sayan esultarono ma all’improvviso sulle loro teste
apparve uno stormo impressionante di astronavi imperiali. Sia Sukrit
sia Kaplan, senza cedere alla disperazione, ordinarono ai loro uomini
di trovare un riparo sicuro.
Su Saturno, intanto, l’imperatore sorrideva parlando alla sua
ospite. «Era semplice immaginare che i ribelli attaccassero
Urano dopo le informazioni che abbiamo ricevuto e Sarto sarà
già arrivato in zona e spazzerà via questi poveri
illusi».
Manola rispose al sorriso di Kherkan ma senza dimenticare il motivo
della sua presenza sul pianeta. «Dobbiamo iniziare a pensare
come riorganizzare l’Universo dopo la distruzione della
Federazione. A noi basta acquisire i pianeti del primo quadrante che
è vicino al “Varco Beronz”».
«Tu continui a fare richieste» urlò
Kherkan, «e questo atteggiamento indisponente Ci irrita. Non
esistono accordi, Noi siamo l’unico Imperatore e decideremo
Noi cosa regalare a chi mi è sempre stato fedele.»
Manola stava per dire qualcosa ma Kherkan, dopo essersi seduto sul
trono, continuò il suo discorso. «Oggi voi siete
gli ultimo tra i fedeli, dopo che avete progettato di attaccarci alle
spalle. Tu non avrai davvero pensato che ammaliandoci la vostra
posizione fosse migliorata? Noi diciamo che con l'annessione di
Mercurio potrete tenere anche Venere e sperate che Noi non decidiamo di
cambiare idea nuovamente!»
Manola dovette abbassare lo sguardo capendo che tirando troppo la corda
con l'Imperatore avrebbe rischiato di perdere tutto, anche la sua
Repubblica, infatti, Urano era già stato proclamato nuovo
pianeta imperiale.
Sulla Base Luna l’allerta era molto alta quando
sbucò dall’iperspazio una piccola navetta.
«Scusate per l’attesa!» disse Mavelix.
Rispose direttamente Douglas sorridendo. «Siete gli ultimi.
La prossima volta svegliatevi presto alla mattina.»
«Ha ragione comandante» disse divertito Mavelix
mentre la sua navetta atterrava nell’hangar principale.
Il divertimento durò solo quegli istanti perché
Solomon disse: «Comandante, astronavi Repubblicane in
avvicinamento.»
«Eccoli, ci siamo. Betta comunica l’ordine
R2D2».
La ragazza chiamò Durin. «Capitano, autorizzazione
R2D2».
Tutti i caccia della Base Luna si levarono in volo seguiti da una delle
novità tecnologiche della Federazione: il Freedom Fly. Si
trattava di un mezzo aereo più grosso di un caccia, ma allo
stesso tempo più piccolo, più manovrabile e
più veloce di un’astronave, ma che allo steso
tempo ne manteneva la potenza di fuoco. Il Freedom Fly aveva in
dotazione una nuova tecnologia motoristica, le “onde
moventi”, applicata congiuntamente ai cannoni che ne
avrebbero sviluppata la potenza anche a livello di fuoco, in grado
addirittura di spezzare in due una grande astronave nemica con un
singolo colpo. Sul Freedom Flight il capitano Durin esclamò
ridendo: «Metteteli fuori gioco e cercate di portare le
chiappe a casa!»
«Finalmente posso usare questi cannoni»
esclamò Brawler felice dell’occasione.
L’astronave Repubblicana rispose con l’invio di
caccia bombardieri che tentarono di colpire la Base Luna, ma trovarono
una difesa impenetrabile. Douglas aveva già alzato lo scudo
difensivo, anch’esso modificato con la nuova tecnologia
così, i repubblicani tentarono la carta
dell’invasione terrestre facendo atterrare dei mezzi
cingolati, ma anche in questo caso il comandante terrestre aveva una
sorpresa per i nemici.
Betta confermò l’ordine di Douglas.
«Comandante, autorizzazione D3BO».
I mezzi corazzati terrestri si misero in moto guidati dal Freedom Car,
altra novità della Federazione. Un cingolato con funzioni
non solo di combattimento terrestre ma anche predisposto a essere un
incursore speciale. Mavelix era appena arrivato alla Base Luna ma
prontissimo alla battaglia e disse: «Billy, mi hanno
raccontato che sei l’ingegnere motoristico più in
gamba della Federazione e affido a te la nostra potenza di
movimento.»
«Ricevuto comandante. Vedrà che spettacolo
quest’aggeggio!»
Mavelix si avvicinò a Fabrix. «Ora tocca a te
amico far muovere l’aggeggio.»
«Non si preoccupi signore, porterò
l’aggeggio fino alla zona d'atterraggio di quei maledetti
senza che nessuno ci faccia un graffio durante il tragitto»
rispose Fabrix eccitato da queste prime manovre in battaglia.
Il Freedom Car, seguito dal resto dei mezzi corazzati, si
buttò nella battaglia e Douglas, dall’interno
della base, compiaciuto per le azioni dei suoi uomini, si apprestava
alla terza fase difensiva. «Signori della sala comando,
è il momento di mettere il bavaglio a quelle
astronavi!»
Lo schermo protettivo iniziò a restringere il proprio campo
concentrandosi sulla Base Luna mentre una serie di cannoni,
anch’essi dotati del sistema a “onde
moventi”, si alzarono puntando verso le astronavi
repubblicane. Completate le manovre di preparazione, lo scudo spaziale
concesse un’apertura nella propria linea difensiva per
permettere ai cannoni di sprigionare la loro potenza di fuoco e subito
dopo i primi colpi andarono a segno disintegrando delle astronavi
nemiche.
Nel centro di comando sulla Terra giunsero le prime notizie degli
scontri sulla Luna e Williamson, in attesa di un attacco diretto al
pianeta, si sorprese quando giunse una comunicazione da una piccola
astronave.
«Sono il Presidente di Venere a bordo di un vascello pirata
che mi ha salvato da un attacco diretto al mio convoglio. Chiedo il
permesso di atterraggio».
«Hogan, grazie al cielo siete vivo» rispose
all’inizio Williamson ma poi, dopo qualche istante, aggiunse
preoccupato: «Purtroppo non posso acconsentire alla tua
richiesta. Capisci anche tu che potresti essere prigioniero dei pirati
ed io porterei sulla Terra un altro pericoloso nemico.»
Nella comunicazione s’intromise Andrew. «Sono il
comandante dell’Arcadia e nativo della Colonia X21. Fino a
pochi giorni fa’ avrei dubitato anch’io della buona
fede di un acerrimo nemico ma oggi la mia ciurma ed io non ci
presentiamo come pirati ma come sopravvissuti alla distruzione del mio
paese e desiderosi di sconfiggere chi, senza alcuna pietà,
ha ucciso migliaia di vite innocenti. Inoltre sono ambasciatore per
conto di…»
La comunicazione s’interruppe improvvisamente e Williamson si
stupì perché la linea da cui parlavano era
criptata da un codice segreto sviluppato soltanto per il quartiere
generale militare della Federazione Terrestre, ma non dovette attendere
molto per avere conferma dei suoi timori perché apparve in
video Thomen.
«Dovevi ascoltarmi quando ti dissi di unire la Federazione
all'Impero ma Hogan e te mi avete sempre tenuto in disparte nelle
decisioni importanti della Federazione con la scusa della votazione
maggioritaria. Voi eravate al sicuro, protetti da Mercurio, mentre io
mi trovavo tra Giove e la miriade di stazioni orbitanti da cui
partivano gli assalti di questi pirati che ora parlano di vite
innocenti spezzate ma che prima non si facevano scrupoli a colpire la
mia città nella quale ho perso mia moglie. Kherkan e Manola
sapevano che non avreste mosso un dito e voi siete gli unici
responsabili per la distruzione del Regno Sayan. Ora ne pagherete le
conseguenze perdendo anche la Terra che, dopo la guerra,
avrà un presidente vero e potente con me al
comando».
Thomen stava parlando quando dei colpi sferrati dall’Arcadia,
raggiunsero la sua astronave. I pirati erano all’attacco.
«Schyry, metti in funzione i motori laterali, andiamo
all'abbordaggio» ordinò Andrew ma Hogan gli chiese
di attendere. «Non ora, la cosa importante in questo momento
è il messaggio che portate a Williamson.»
Tutti gli uomini della ciurma dissero la loro su come agire, ma Andrew
non aveva tempo di fare una consultazione e prese la sua decisione.
«Hogan ha ragione, cerchiamo di allontanarci.»
Hartigan iniziò delle azioni evasive mentre Ubri, appostato
nelle torrette, colpiva i caccia nemici. Ubas propose un’idea
pericolosa. «La fuga è accettabile ma se non
riduciamo la mole di fuoco che ci stanno riversando contro
dall’astronave non ne usciremo vivi ugualmente. Dobbiamo
colpire i loro cannoni principali».
Andrew guardò Hogan che rispose con un cenno di assenso
quindi ordinò: «Bene, puntiamo dritti al loro muso
e sganciamo delle bombe sulla cannoniera poi li aggiriamo e filiamo via
verso la Terra.»
L’azione fu precisa e perfetta ma all’improvviso
apparve una nuova astronave repubblicana che colpì in pieno
i motori dell’Arcadia.
Il Priore Angler aveva raggiunto il pianeta Kilrathi e
atterrò su Iceworld. Incurante del gelo eterno si diresse
verso una grotta dove, con sommo stupore, trovò un letto
criogenico sul quale era sdraiato un uomo che conosceva bene. Angler,
nella ricerca della Dea Solare, non si aspettava di trovare un'altra
persona e in lui crebbe il dubbio di essersi sbagliato ma la sua mente
si liberò del pensiero quando la Dea Mickie fece sentire la
sua presenza. Il Priore, attirato da quel dolce suono, scese una
scalinata e davanti a lui trovò ciò che cercava:
anche la Dea Solare era sdraiata su un letto criogenico ma anche
imprigionata dietro un muro di cristallo. Angler toccò il
muro e all’improvviso ogni apparecchio elettronico che il
Priore portava con sé iniziò a causare dei
problemi come se stessero subendo un’interferenza proveniente
dall’esterno poi, come una deflagrazione improvvisa,
l’urlo della Dea si propagò nell’intero
universo. Angler disse ad alta voce: «Questo urlo
è terribile ma allo stesso tempo soave, fa piangere il cuore
dalla dolcezza che emana ma atterrisce le menti prive
d’amore. Io sono scosso perché tu sei qui davanti
a me Dea Mickie ma prigioniera tra i ghiacci e dunque chi sta
propagando la tua parola con così tanta forza? Che sia
davvero lei la tua reincarnazione perfetta che riporterà
pace nell’universo?»
Sukrit e Kaplan, nello stesso istante, ricevettero dai propri ufficiali
addetti ai radar e alle comunicazioni un rapporto particolare. Una
strana interferenza elettromagnetica, mai vista prima di quel momento,
stava distorcendo lo spazio come se cercasse di inghiottirlo. Entrambi
non capirono bene le parole dei loro sottoposti e, senza parlare,
sperarono che questa nuova scoperta potesse essere un aiuto nella
lotta, anche se il timore che fosse qualche altro strano marchingegno
dell’Impero Kilrathi li attanagliava.
Su Saturno, invece, Kherkan si alzò in piedi urlando.
«Questa voce, questo caldo insopportabile, non può
essere lei!»
L’imperatore era in preda ad un panico irrefrenabile; sentiva
nella sua testa un urlo fortissimo provenire non solo da qualche luogo
in questo presente, ma anche dal passato e stento i suoi pretoriani
riuscivano a tenerlo fermo mentre si contorceva dal dolore. La Regina
Lia osservava quell’uomo con disprezzo perché
anche lei aveva sentito quell’urlo ma come una gioia intensa.
In un luogo lontano, dove poche persone avevano potuto mettere piede,
Re Geno e il suo popolo di Mordor si manifestarono nella loro forma
originale e, tutti insieme, si legarono tenendosi la mano per formare
una catena vivente. L’urlo della Dea stava dando conferma
delle profezie scritte nei libri sacri e il popolo di Mordor fremeva
mentre il loro Re esclamava: «La Dea Solare Mickie si
è destata dal lungo sonno.»
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
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Capitolo 5 *** Il ritorno del Re ***
5° capitolo – Il ritorno del Re
L’urlo della Dea si propagò in quasi tutto
l’universo tranne che sulla Base Luna, dove solo Betta ne
aveva subito l’effetto. Il medico, Fabian Franco, raggiunse
la sala comando e vide la ragazza appoggiata al suo sedile, immobile,
gli occhi fissi che guardavano verso l’esterno della base e
con la bocca spalancata, come se fosse stata lei a urlare.
Istanti prima la battaglia nello spazio vicino alla Luna era al
culmine. Thomen, il traditore, stava per disintegrare
l’Arcadia e tutti i suoi occupanti e invece fu
l’astronave repubblicana a esplodere, in conseguenza alle
interferenze magnetiche propagatesi improvvisamente. Thomen era
riuscito a fuggire dalle fiamme che sconquassavano la sua astronave,
mentre l’equipaggio dell'Arcadia, oramai pronto alla morte,
rimase attonito davanti a quella scena apocalittica.
Solo qualche ora più tardi Betta si ristabilì
dalla catatonia. «Non so cosa dire dottore, ho avuto come la
sensazione che qualcosa entrasse nel mio cervello ma in modo amorevole
e che una forma di vita abbia voluto utilizzare il mio corpo per uno
scopo importante e, da quel momento, non ricordo altro».
Douglas, tenendole la mano, disse: «L'importante mia cara
ragazza è che tu stia bene e quando ti sentirai in grado di
riprendere il tuo posto basterà dirlo al dottore e ti
accoglieremo in sala comando con gioia».
Su Urano la distorsione spaziale aveva spazzato via molte delle
astronavi repubblicane così Sukrit e Kaplan sfruttarono
quest’occasione insperata per lasciare il pianeta dirigendosi
verso il loro vero obiettivo: Nettuno.
Su Mercurio, dopo l’urlo, ogni installazione predisposta per
la conversione della luce solare in energia termica esplose e Hiei, in
preda al panico, si mise in contatto con il Primo Ministro
Repubblicano. «Manola… aiutatemi! Sono stato un
console fedele… aiutatemi vi prego... la luce ci sta
raggiungendo... sento delle voci... no... lasciatemi... troppo
calore…»
Nella sala attigua a dove Kherkan era preda del dolore, Manola cercava
di avere altre informazioni da Hiei ma tutto taceva. Anche lei si
preoccupò al punto da comunicare un ordine
all’apparenza insensato. «Messaggio a tutte le
astronavi in territori ostili; cessate le operazioni di guerra e
tornate sui pianeti della repubblica, ogni altra missione deve cessare
immediatamente.»
«Ministro, non abbiamo più comunicazioni dai
pianeti repubblicani, sembrano spariti in un buco nero» disse
Lesnar.
«Anche le mie astronavi non hanno più segnali
dalla patria e il ponte di collegamento con Mercurio si è
interrotto. Ho mandato una spedizione in avanscoperta e
l’ultimo rapporto che ho ricevuto da loro diceva che sul
pianeta stava bruciato tutto» disse allarmato Jakall.
Manola ascoltò con crescente preoccupazione le rivelazioni
dei ministri e decise di sfruttare il momento per lasciare Saturno
così ordinò ai suoi attendenti:
«Preparate subito la mia astronave e se e quando
l’imperatore dovesse destarsi e chiedesse di me, ditegli che
ho deciso di fare un’ispezione a sorpresa agli equipaggi
della mia flotta per testare che l’efficienza non sia
diminuita durante quest’attesa in orbita.»
Kherkan all’improvviso smise di gridare ma era ancora scosso.
«Quella voce, lei si è destata e Noi siamo in
pericolo» poi rivolgendo lo sguardo verso Lia disse:
«Anche tu l'hai sentita vero? Inutile mentirmi, ti si legge
negli occhi che quella strega ti ha dato pace e speranza. Scopriamo
subito se il sorriso che hai sulle labbra ti rimarrà anche
adesso!»
L’imperatore fece un cenno con la mano e un pretoriano mise
delle manette ai polsi della regina. «Chiudila nella
roccaforte, voglio che non veda nessuno e non parli con nessuno fino a
quando lo deciderò io» ordinò Kherkan.
Il pretoriano portò via la Regina che non oppose resistenza
e Kherkan attivò una comunicazione attraverso il monitor.
«Cain, porta tutti i mezzi d'assalto su Iceworld e contattami
quando sarete giunti sul pianeta. In quel momento ti fornirò
gli ordini.»
Uno degli attendenti di Manola si avvicinò
all’imperatore e gli raccontò la falsa motivazione
della partenza del Primo Ministro Repubblicano. Kherkan non disse
niente ma il suo sguardo non prometteva niente di buono.
Angler aveva completato la sua missione senza essere riuscito a
estrarre dal ghiaccio il corpo della Dea, ma stava portando con
sé l’uomo che aveva trovato sul pianeta ghiacciato
prima di vedere la Dea Mickie. Il Priore ottenne il permesso di
atterrare su Plutone e insieme all’uomo, che indossava una
tunica da sacerdote, furono portati nella sala conferenza, dove Redward
li accolse.«Priore Angler, anche io come tutti gli altri
adepti del Primo Sole ho sentitolo l'urlo della Dea. Lei è
viva?»
«Purtroppo no, il suo corpo giace nei ghiacci di Iceworld,
però il suo spirito vive e si è manifestato in
una giovane donna che ho conosciuto sulla Terra.»
«Questo non è un posto sicuro per lei Priore, mi
hanno comunicato che le astronavi di Cain sosteranno su Plutone prima
di andare a Iceworld» disse preoccupato Redward.
«Questo significa che Kherkan sapeva che nei ghiacci era
sepolta la Dea!»
L’uomo che seguiva Angler fece un gesto di stizza
all’affermazione del Priore e Redward chiese per la prima
volta allo sconosciuto: «Chi siete voi?».
L’uomo abbassò il cappuccio svelando il suo volto
e Redward rimase sorpreso nello scoprire chi si celasse sotto quella
veste.
Superato il pericolo, i militari presenti sulla Base Luna si
ritrovarono nel centro ricreativo nel quale erano presenti anche i
pirati dell’Arcadia. Questo incontro scaldò subito
gli animi.
«Appena vedete una donna, esce il vostro essere
pirati» stava urlando Durin mentre il suo avversario,
Hartigan, rispondeva a tono. «Cosa avresti da dire sui
pirati? Se rimarrete vivi, lo dovrete soltanto a noi. La signorina
Martina è una bella donna e se ci sta, a te non deve
importare.»
Dalle parole alla rissa passò un istante. Da una parte i
ragazzi della flotta terrestre e dall'altra l'equipaggio dell'Arcadia
mentre, la persona contesa, sbuffava nel vedere degli uomini fare a
cazzotti senza neanche aver chiesto a lei cosa volesse.
La scienziata, raggiunto il limite di sopportazione, urlò:
«Fatela finita tutti! Avete gli ormoni in esplosione? Vediamo
se con una doccia gelata vi calmate tutti» poi, con un
semplice gesto, fece scattare l’allarme antincendio che
attivandosi riverso litri di acqua su tutte le persone presenti nella
sala. D’incanto, tutti smisero di prendersi a pugni e
iniziarono a ridere tra loro come se niente fosse successo. Purtroppo
per loro l’attivazione dell’allarme aveva attirato
l’attenzione di Douglas che mostrò, sul grande
monitor della sala, il suo viso per nulla contento. «Quando
avrete smesso di farvi la doccia vi voglio TUTTI alle vostre
postazioni. E quando dico TUTTI intendo proprio TUTTI compreso
l'equipaggio dell'Arcadia che si deve recare immediatamente nella zona
manutenzione dei mezzi d'attacco per riceve i loro ordini.»
Douglas, nella sala comando, spense il monitor, guardò un
soldato fermatosi ad ascoltare e disse ridendo: «Beata
gioventù. Anch’io mi sarei fatto la doccia con
loro.»
Il gruppo di ribelli Sayan guidato dal Duca Sukrit e dal console
Kaplan, a bordo di due astronavi, si stava dirigendo verso Nettuno
quando si ritrovarono alle costole le astronavi imperiali di Sarto.
Ancora una volta i Sayan si trovavano in difficoltà per la
disparità di forze ma questa volta non c’erano vie
di scampo. Sukrit non ebbe esitazioni del comunicare la sua scelta.
«Fedele popolo Sayan, non siamo in grado di vincere questa
guerra, ma vinceremo la battaglia portando con noi tutte le astronavi
del gerarca imperiale. Preparate la Weapon X recuperata su
Urano!»
Sarto si apprestava a infliggere il colpo finale ai nemici quando
apparve una navetta della Federazione e da essa giunse a tutti la voce
di Angler. «Gerarca, abbandoni la battaglia o
morirà.»
Sarto rise rispondendo: «Ah, è lei Priore. Non
crederà di impressionarmi con le sue previsioni del futuro,
anzi, le chiedo di togliersi dai piedi se non vuole fare la stessa fine
di quei cani Sayan.»
L’uomo che indossava ancora il cappuccio rispose a Sarto:
«Dovresti ascoltare le parole di un uomo di fede come
Angler!»
La voce dell'uomo fu sentita anche sulle astronavi Sayan, dove i due
comandanti gridarono all’unisono: «Il principe
Ilian!»
Il principe, ancora vivo, spinse un bottone sul pannello di comando
della navetta attivando un dispositivo che Williamson aveva fatto
montare sulla navetta affidata ad Angler. Due cannoncini con la potenza
a “onde moventi” spararono una serie di colpi
contro l’ammiraglia imperiale comandata da Sarto che esplose
in pochi istanti mentre il resto delle astronavi imperiali
fuggì dopo aver visto la potenza di fuoco della navetta
della Federazione Terrestre.
Nel frattempo sulla Terra era giunta una navetta proveniente da Base
Luna e i suoi occupanti, Hogan e Andrew erano stati portati dal
presidente.
Andrew andò subito il punto. «Le ho portato un
messaggio da un mondo lontano.»
Williamson lesse il messaggio consegnato da Andrew e poi
informò sia il pirata sia Hogan del contenuto.
«Re Geno ci ha annunciato il suo ritorno
nell’Universo visibile per adempiere alle scritture sacre del
suo popolo. Nello specifico i testi sacri dicono che la Dea Solare
parlerà a tutti e che il Re tornerà per
riprendere tutti i suoi figli e tutte le cose create.»
La battaglia nei pressi della Base Luna era stata un successo ma
Douglas sapeva che bisognava tenere alta la tensione così
organizzò un’esercitazione generale.
Il Freedom Fly testava il volo radente e l’attacco diretto
utilizzando dei missili di superficie per abbattere alcuni ostacoli.
Durin aveva il pieno controllo del mezzo, con il nuovissimo tipo di
radar Solomon individuava i bersagli nascosti che poi Brawler abbatteva
senza difficoltà.
In un'altra zona era impegnato il Freedom Car nei test di movimento
accelerato con contrattacco verso bersagli mobili e, anche qui, tutto
procedette nei modi prestabiliti grazie alle manovre di Fabrix e alla
continua calibrazione del motore, eseguite in modo manuale da Billy.
Douglas osservava le azioni dei suoi uomini con crescente soddisfazione
quando Betta lo distolse dai suoi pensieri.«Comandante,
c’è un messaggio criptato in arrivo dalla Terra .
Non posso crederci. Ci confermano che le rocce uscite nelle ultime ore
dal “Varco Beronz”, dopo attente analisi, sono
ammassi espulsi dall’esplosione di tutti e tre i pianeti
della Repubblica Autonoma. Inoltre le rilevazioni a lungo raggio hanno
consentito di scoprire che su Mercurio è avvenuta
un’enorme catastrofe e che ora il pianeta appare
completamente arso dal calore solare, sul quale appaiono anche migliaia
crateri causati da più esplosioni.»
Douglas si rivolse a Martina, presente in sala comando.
«Signorina Dubois, sta leggendo i dati, cosa ne ricava
lei?»
«In base hai dati che hanno analizzato al centro scientifico
sulla Terra sono d’accordo sulle valutazioni espresse e,
personalmente, non ho la minima idea di cosa possa essere successo in
quelle zone.»
Douglas pensò alle vite umane scomparse ma allo steso tempo,
da soldato, pensò alla situazione critica in cui era
sprofondata la Repubblica; fatto che dava un grosso vantaggio per la
forze della Federazione Terrestre impegnate nella guerra.
Nel frattempo, nell’hangar principale della base, un piccolo
gruppetto di persone si era riunito davanti alle astronavi. Schyry
disse: «Sentite gente, io mi sto stufando qui,
perché non rubiamo qualche mezzo e ce ne andiamo?»
«Bella idea, e voi tre che fate?» rispose Hartigan
guardando gli altri compari.
«Io mi trovo bene qui, là fuori ci potrebbero
essere le truppe nemiche pronte a colpirci al minimo movimento. Non ci
sono luoghi tranquilli per noi» disse Ubri.
El Barbo annuì. «Anch’io preferisco
starmene qui e protetto dalla flotta della Federazione» e
poi, guardandosi attorno, disse: «tu Ubas... Ubas?»
Ubas, senza ascoltare la discussione degli altri, si era diretto verso
un mezzo Federale e con crescente impazienza lo mise in moto. Si
trattava di una stranissima e piccola astronave da battaglia. Ubas
scese dal mezzo e raggiunse i compagni indicando loro la sua scelta e
questi lo seguirono senza fiatare. L’astronave
sfrecciò via dall’hangar senza richiedere permesso
e, naturalmente, nel centro di comando si accorse di tutto.
Betta aprì la comunicazione. «Freedom Shuttle...
Freedom Shuttle... Non avete ricevuto ordine di uscire, rientrate
immediatamente alla Base Luna.
«Bellezza, siamo stufi di farvi da camerieri, torniamo a
vagabondare nello spazio perché noi siamo Pirati!»
urlò Hartigan come risposta.
«Betta, attiva dalla tua postazione il codice
Transformer» ordinò Douglas con molta calma.
La ragazza inserì nel computer una sequenza numerica quindi
schiacciò il pulsante azzurro posto alla sua destra e
improvvisamente il Freedom Shuttle si trasformò da astronave
a robot da combattimento, attivò i retrorazzi tornando da
solo sulla Luna per poi fermarsi in posizione d’attesa
davanti alla Base Luna. Gli occupanti, senza sapere come comportarsi,
rimasero fermi ai loro posti sapendo che sarebbero stati arrestati per
il furto.
Douglas, pur mostrando calma, era preoccupato che qualcuno avesse
potuto vedere questa novità in azione prima di un
combattimento.
Nello stesso istante, su Marte, il nuovo ministro della repubblica
Thomen parlava con un essere a lui sconosciuto.
«Chi siete? State invadendo lo spazio repubblicano di
Marte.»
«Mordor è qui per riprendersi ciò che
è suo» rispose Re Geno.
THE END???
N.d.A.
Con questo capitolo si chiude la seconda serie di “Universal
Wars”. A fine maggio inizierò a pubblicare la
terza serie formata da tre puntate.
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio
alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
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