Universal Wars II

di ghostmaker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Segreti ***
Capitolo 2: *** Speranze e conflitti ***
Capitolo 3: *** Adunata ***
Capitolo 4: *** L'urlo ***
Capitolo 5: *** Il ritorno del Re ***



Capitolo 1
*** Segreti ***


UNIVERSAL WARS - SERIE II





1° Capitolo – Segreti



Nei due mesi successivi alla fine della guerra lo Stato Maggiore della Federazione Terrestre aveva iniziato un nuovo dislocamento del proprio personale: molti soldati provenienti da zone di battaglia ricevettero nuovi ordini, nuovi posti di assegnazione e nuove mansioni. Nella base militare del nord Europa Unito tre amici stavano parlando dopo aver ricevuto le novità.
«Accidenti mio amico, ti hanno imbarcato sulla nuova astronave da guerra».
«Sì Fabrix, il Lunar I. Uscirà dai bacini di carenaggio domani» rispose Durin. «So che anche a te non è andata male; sei il nuovo capo pattuglia dei caccia su Marte».
«In effetti, hanno capito di cosa sono capace» disse Fabrix pavoneggiandosi.
«Ehi amici,» interruppe Solomon, «ho ricevuto anche io l'ordine di partenza. Nuovo radarista sulla base di Giove. Non vedo l'ora, lì c'è anche Mavelix».
«Chissà quella vecchia canaglia come si sta divertendo con le Gioviane» disse Fabrix facendo ridere gli amici.
Nel frattempo sulla Base Lunare, il nuovo comandante delle forze armate aeree si stava presentando alla truppa.
«So che sapete benissimo chi sono e quindi conoscete le mie priorità: pretendo che i miei uomini si facciano onore, che siano ubbidienti agli ordini e che siano sempre pronti alla battaglia in qualunque momento. La Prometeus è stata mandata in pensione ma per me c’è ancora tempo!»
Anche al Centro di Sicurezza Mondiale sulla Terra altri soldati stavano per iniziare una nuova avventura.
«Amico mio è ora di andare, destinazione Astronave Lunar I».
«Un poco mi dispiace non vedere più il tuo brutto muso Billy,» disse Brawler all’amico, «a me hanno dato il posto sulla Base Lunare».
«Ci rivedremo di sicuro ma vorrei che fosse qui anche Betta. Sai qualcosa?»
«Purtroppo non l'ho potuta sentire ma so che sta bene. Pare che rimarrà sulla Terra per continuare gli studi con quel Priore» rispose Brawler pensieroso.

In un piccolo eremo su un monte il priore del Primo Sole osservava Betta mentre entrava in una trace indotta. Le prese una mano e chiese: Dimmi, cosa vedi?»
«Un luogo pieno di luce, fa freddo: lei è prigioniera, lei è in carne ed ossa, lei soffre perché è sola. Aiutatela... aiutatela!»

Dopo mesi di ricerche il capitano pirata Andrew aveva quasi perso la speranza di ritrovare i ladri che gli avevano rubato la sua astronave. «Quei maledetti! Abbiamo setacciato tutti i pianeti repubblicani e di loro neppure l'ombra, dove diavolo saranno finiti! Spero che non siano morti in mezzo a qualche battaglia perché se mi hanno rovinato l’astronave, li uccido!»
Schyry interruppe le farneticazioni di Andrew. «Capitano, ricevo un messaggio in bassa frequenza di un’astronave ma non capisco cosa stiano dicendo».
«Non diamo nell'occhio, spostati dai loro radar».
«Lo farei volentieri ma c'è un altro problema; l'astronave non c'è sul radar».
Andrew e Demon si misero a cercare l’astronave fantasma guardando dai finestrini quando si sentì il rumore di un colpo leggero alla fiancata dell’Aurora. Un’astronave Repubblicana era comparsa all'improvviso e solo con freddezza Schyry evitò un contatto fatale. Hartigan si asciugò il sudore dalla fronte mentre disse: «Proprio per un pelo; da dove diavolo è saltata fuori?»
Demon rispose alla domanda. «Questa è una porta nello spazio che non dovrebbe esistere».

Intanto, in un luogo sconosciuto l’equipaggio di un’altra nave sta discutendo.
«Ormai sono tre giorni che facciamo avanti indietro tra queste distorsioni spaziali, ma si può sapere, dove cavolo stiamo andando?» chiedeva El Barbo al compagno.
«Se lo sapevo, non stavo qui tutto questo tempo non credi?»
«Ubri, non so, forse sei un pilota di ultima categoria; anzi, prima di tutto sei sicuro di essere un pilota?»
Mentre i due litigavano Ubas osservava lo spazio deformarsi per l'ennesima volta, ma notava qualcosa che non aveva mai visto prima; un punto bianco in fondo alla distorsione, troppo lontano dalla rotta che l’astronave stava percorrendo e, senza dire nulla, invertì la direzione di marcia dei motori così repentinamente che lo scossone fece sobbalzare gli altri due uomini che dovettero smettere di litigare.
L’astronave sembrava deformarsi per riuscire ad attraversare quel piccolo varco ma ne uscì indenne trovandosi, infine, su un pianeta.
Ubri esclamò: «Ma che diavolo di pianeta è questo?»
«Non ne ho la più pallida idea ma pare che l’atmosfera sia di ossigeno puro» disse Ubas incuriosito dai dati rilevati dal computer di bordo.
El Barbo non perse tempo per burlarsi di Ubri. «Tu non scendere, te c'hai i polmoni di catrame!»
«Falla finita deficiente e scendiamo a vedere».
I tre scesero dall'astronave e mentre cercavano di capire dove fossero, un essere deforme si parò davanti ai loro occhi. «Benvenuti, venite, venite, il Re di Mordor sarà felice di avere una nuova visita dalla Repubblica».
I tre ergastolani non dissero a quell’essere che non erano della Repubblica e lo seguirono fino a un grande palazzo e lì, un uomo, li accolse festeggiante e sorridente.
«Bentornati amici delle Repubbliche, tanti giorni sono passati dall’ultima visita. Vedo che siete nuovi quindi mi presento: sono Geno, Re di Mordor».
Il Re, dopo un inchino, chiese: «Che cosa desiderate questa volta signori della Repubblica».
Ubri, El Barbo e Ubas rimasero in silenzio alla domanda. Scambiati per altri, e non sapendo cosa dire sorrisero, ma all’improvviso nell’atmosfera di Mordor apparve un’altra astronave.
«Guardi capitano; non è l’Arcadia quella?», domandò Hartigan.
«Per la miseria! Schyry atterra subito!» urlò Andrew.
Il mercantile Aurora atterrò vicino all'Arcadia; i suoi occupanti, appena scesi dalle scalette, furono ricevuti dall’essere deforme e anch’essi furono portati nel castello.
Re Geno esclamò: «Altri della Repubblica, che giornata stupenda».
Andrew senza pensarci estrasse un pugnale e si lanciò contro i tre ergastolani, ma fu fermato da Geno che, parandosi davanti a Ubas, disse: «Sento che c'è tensione tra voi amici. Ditemi dunque, cosa posso fare per voi nuovi arrivati?»
«Semplicemente voglio indietro la nostra astronave che questi tre hanno rubato» rispose più furente che mai Andrew.
Re Geno si sorprese: «Oh, non si fanno queste cose, amici».
«In verità è colpa loro se siamo qui, soprattutto sua», disse Ubas indicando Demon che, impaurito, si nascose dietro Schyry.
«Lui ci doveva portare al sicuro e invece ci ha tradito!»
Gli animi si stavano scaldando, ma improvvisamente, tutti si bloccarono immobili come delle statue. Geno passò vicino a ognuno dicendo: «Quindi capisco che nessuno di voi è della Repubblica e allora mi domando cosa cercate sul mio pianeta».
Ognuno di loro raccontò i fatti che li riguardavano, spiegarono della guerra e di come fossero giunti su Mordor e Geno, dopo aver ascoltato ogni cosa, disse: «Siete stati onesti ed è una cosa importante per me e il mio popolo. Ci avete anche fatto scoprire che la Repubblica sfrutta la Porta Celeste per scopi militari; la porta che unisce l'Universo conosciuto con quello sconosciuto. V’insegnerò come tornare nel vostro mondo e in cambio dovrete raccontare che esiste questo spazio sconosciuto e garantire a chi incontrerete che la Repubblica non potrà più usare il varco che abbiamo concesso. La Dea Solare vi proteggerà quando avviserete la Federazione Terrestre. Voi siate amici e tutto andrà bene».
Gli uomini furono liberi di tornare alle astronavi e ascoltarono le parole di Geno unendosi come gruppo sotto la guida di Andrew. «Voi avete protetto l’Arcadia, anche se l’avevate rapita; Demon, l’Aurora ormai è inservibile quindi potrai restare con noi se lo vuoi e non più sotto costrizione; se siete d’accordo di vivere questa nuova avventura io sarò felice di essere il vostro comandate», furono le parole di Andrew che Geno accolse con piacere.
L’Arcadia, riempita con il carico trafugato dall’Aurora, s’innalzò nel cielo mentre il pianeta iniziò a deformarsi, l’ossigeno lasciò il posto all’anidride carbonica, il castello diventò un globo di luce e anche Geno prese la forma del suo dipendente. Egli si rivolse al popolo. «Mio popolo, glorifichiamo la Dea Solare. Lei mi parla e dice che toccherà anche a noi entrare in azione, ma lei sarà sempre vicina per proteggerci».


L’Arcadia entrò nello spazio deformato e questa volta ne uscì in pochi minuti ritrovandosi davanti a sé il pianeta Mercurio.
«Capo, adesso che si fa’?» chiese Schyry.
«Siamo nel pianeta neutrale, non dovremmo avere problemi» rispose Ubri.
I pirati si guardarono in faccia perché i tre ergastolani, mentre raccontavano le loro peripezie a Geno, avevano menzionato in soli tre giorni il lasso di tempo trascorso prima del loro arrivo su Mordor.
Hartigan chiese: «Ma voi, dove siete stati negli ultimi mesi?»
«Mesi? Giorni» rispose Ubas
«Signori, per le spiegazioni avremo tempo» disse Andrew. «Ora prepariamoci a dargli filo da torcere. Ubri, ho bisogno di uno ai cannoni, lo fai tu?»
«Sì, sono pronto!»
«Forza pirati! Distruggiamo tutto ciò che ci si mette davanti!»
L'Arcadia accese i propulsori, virò intorno alla stazione di controllo di Mercurio, puntò direttamente alla postazione radar e la distrusse senza fatica.
«Stanno uscendo dei caccia Repubblicani, cosa ci fanno qui su Mercurio?» chiese El Barbo ancora confuso.
«Ne parliamo dopo. Hartigan dirigiti direttamente nella Zona Blu e colpiamo i servizi di comunicazione» disse Andrew gasato da questo attaccò diretto.
«Sarà un divertimento» esclamò Schyry.
Demon mettendosi le mani sulla testa disse: «Speriamo». Ogni persona sull’Arcadia lo guardò in malo modo ed El Barbo lo spinse sulla sedia facendogli il segno di stare in silenzio.
L'Arcadia sfrecciò tra le sezioni della Zona Blu e Ubri centrava tutti gli obiettivi mentre i colpi dei caccia repubblicani s’infrangevano sugli scudi protettivi della nave pirata.  Hartigan, compiute le manovre di attacco, si diresse verso lo spazio esterno calcolando la rotta per venere ma due astronavi della Repubblica tentarono di frenare la manovra e quindi inseguirono l’Arcadia.

Su Pentium, pianeta della Repubblica Autonoma intanto...
«Come sarebbe a dire che la Porta Celeste è scomparsa?»
«Ministro Manola, una delle nostre astronavi stava per raggiungere la distorsione spaziale quando è scomparsa» rispose Lesnar.
«Questo non è possibile; Re Geno era il nostro unico alleato per tentare la conquista dell'impero e adesso ci ha tagliati fuori. Lesnar, raggiungi Mercurio e avvisa Hiei di tenere bene gli occhi aperti e di controllare attentamente ogni astronave proveniente dal Varco. Jakall, tu invece vai su Urano, fai sparire le prove della Porta Celeste; l'Impero non dovrà mai sapere che c'era la possibilità di attaccarli usando quel metodo. Kherkan è convinto che ci fosse un’altra porta nel Varco Beronz e dovrà continuare a crederlo; gli diremo che come era apparso così è svanito.»

Sulla stazione spaziale lunare il presidente Williamson, stava tenendo a battesimo la nuova astronave.
«E' un onore battezzare la Lunar I che darà lustro, negli anni in futuro, a tutta la flotta Federale. Sono anche felice che Douglas, il nostro miglior capitano, sia il primo comandante di questo gioiello tecnologico».
Terminata la cerimonia, Williamson convocò Douglas. «Ci siamo; le nostre spie hanno trovato quello che cercavamo e ora sappiamo che la Repubblica Autonoma aveva trovato un altra apertura nel “Varco Beronz”. Questo è il motivo per cui chiesero fortemente Urano che è tanto lontano da loro».
«Che cosa avete previsto di fare?» chiese Douglas.
«Per ora non ci possiamo muovere perché in gioco c'è anche la vita della Regina Lia e se siamo avventati perderemo un forte alleato. Il primo obiettivo sarà di liberare Sukrit da Giove e per questo ti ho convocato. Sarà una missione segreta e i dettagli li conosceremo solo noi due. Troppe volte hanno intercettato le nostre spie».
«Il mio problema signor presidente è che siamo senza armamenti».
«La destinazione del Lunar I è conosciuta; trasportare nella nostra stazione di Giove nuovo personale quindi niente armi a bordo. In realtà, quando il gruppo di assalto tornerà da Urano, s’incaricherà di liberare Sukrit».
«Sarà una vera impresa» rispose Douglas pensieroso.
«Mi ascolti bene Douglas, ho altro da dirle!»










N.d.A.
Inizia la seconda serie di Universal Wars, quindi se volete leggere la prima questo è il link:
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3828029&i=1



Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.

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Capitolo 2
*** Speranze e conflitti ***


2° Capitolo – Speranze e conflitti



Una piccola astronave, con a bordo un gruppo d’assalto della Federazione, era riuscita a fuggire da Urano anche se la loro missione, ancora una volta, era stata interrotta dai soldati repubblicani confermando che le spie, della Repubblica o dell’impero, fossero dislocate all’interno dei centri nevralgici dei comandi militari. La navetta non era ancora in salvo e nei pressi di Saturno fu nuovamente attaccata.
«Date potenza a questi motori, maledizione!» urlò Mavelix.
«Capitano, sul radar anche dei caccia imperiali davanti a noi», disse Solomon.
«Vediamo se la tecnologia che abbiamo recuperato su Urano funziona ancora e ci libera da questi insetti. Rotta verso la colonia penale di Giove».
Nella missione Mavelix aveva scoperto la verità sull’incidente di Deserticos che scatenò la guerra. Il pianeta era stato distrutto dalla Weapon X ma tutta la popolazione era stata trasferita in precedenza da qualche parte. La missione delle spie era scoprire dove l'Impero avesse nascosto la gente e Mavelix aveva risolto il mistero scoprendo che le persone erano state trasferite su Iceworld e nascoste nelle catacombe di ghiaccio.

Anche nei pressi della base lunare era in corso un inseguimento, ma questa volta erano i piloti della Federazione Terrestre all'inseguimento di un vascello pirata con il compito di catturare l’astronave. Durin e i suoi uomini uscirono dalla base, raggiunsero lo spazio aperto e colpirono i nemici prima che potessero attivare l’occultamento radar obbligandoli così a rimanere visibile. Durin era pronto a portare a casa la preda quando il vascello pirata esplose auto distruggendosi.
I piloti della Federazione rientrarono alla Base Luna proprio mentre il Lunar I si alzava in volo per dirigersi verso Giove. Durin, raggiunta la sala comando, fece il suo rapporto al comandante Douglas che, stranamente, non era a bordo del Lunar I partito da qualche minuto.
«Durin tenetevi in allerta perché ho l’impressione che quel vascello pirata fosse soltanto un esca e che la vera battaglia si scatenerà molto presto».
«Comandante, posso chiederle perché lei è rimasto qui?».
«Puoi chiederlo ma purtroppo non posso risponderti anche se mi fido ciecamente di te sono ordini diretti di Williamson.»

L’Arcadia, proseguendo la sua fuga, raggiunse Venere. Ubas si mise in contatto con il centro operativo del pianeta. «Siamo una nave mercantile e siamo inseguiti dalle astronavi Repubblicane. Temiamo che vogliano appropriarsi del nostro carico».
«Stazione operativa di Venere. Vi abbiamo mandato i nostri intercettori, siete pregati di seguirli se volete essere scortati».
Il piano di Demon era semplice anche se pericoloso: raggiungere un pianeta della federazione per costringere le astronavi della Repubblica a fermarsi per evitare un conflitto. Andrew aveva accettato il piano sapendo che l’Arcadia sarebbe stata riconosciuta e i suoi occupanti arrestati con l’obiettivo di parlare con il presidente della Federazione Terrestre in modo da portargli il messaggio di Re Geno.

In quei minuti la scienziata Martina Dubois stava facendo una nuova rivelazione al presidente Hogan. «Prevedo che la sorte di Idargos sarà la stessa di Deserticos e che decideranno di utilizzare la Weapon X per accelerarne i tempi. Solo ora comprendo perché l’Impero ha scatenato la guerra: la conquista di nuovi territori per la sopravvivenza Kilrathi».
«E quindi, secondo il suo ragionamento, la Repubblica ha affiancato l’Impero per togliere di mezzo il Regno non solo per…»
«Esatto signor presidente. Per poter invadere la Federazione aiutati dall’Impero stesso».
Un addetto alla sicurezza della Zona Blu entrò nella sala. «Signor presidente, i pirati di Andrew e l’Arcadia sono nostri prigionieri!»
«Le chiedo di attendermi signorina Dubois, continueremo questa discussione più tardi. Voglio proprio vedere di nuovo la faccia di quel pirata.»
Il presidente Hogan s’incamminò verso le celle detentive quando l'allarme della base iniziò a suonare, così dovette cambiare repentinamente direzione per raggiungere la sala controllo e, appena entrato, un soldato disse: «Signor Presidente, astronavi della Repubblica in avvicinamento».
«Che cosa vogliono fare? Alzate immediatamente gli scudi anti bombe e mandate fuori i nostri caccia!»
La Base militare entrò in assetto di guerra, tutti i mezzi disponibili si schierarono a difesa del pianeta mentre Hogan cercò, ancora inutilmente, di mettersi in contattato con la Terra.
La battaglia infuriò in pochi minuti mentre al livello detentivo una guardia fece uscire dalla cella Demon togliendoli subito dopo le manette. L’uomo, ora libero, si voltò verso i suoi compagni sorridendo.
Schyry chiese alla guardia: «Come mai lo liberate?»
«Ordini superiori. Il comandante Demon ha fornito ogni spiegazione durante l’interrogatorio e quindi non è accusato dei vostri crimini considerando che è stato sempre vostro prigioniero.»
Hartigan urlò: «Bastardo, che fandonie hai raccontato a questi?»
«Tutta quanta la verità».
Andrew rincarò la dose. «Brutta serpe, ecco perché il tuo piano prevedeva di raggiungere Mercurio e poi Venere. Sapevi che qui ti avrebbero rilasciato dicendo che eri stato tu a progettare l’attacco alla Repubblica. Non hai parlato anche del messaggio che stiamo portando vero?»
Demon non rispose ma si allontanò fischiettando, raggiunse la sala per interrogatori, dove ad attenderlo c’era un uomo mascherato.
«Hai fatto un buon lavoro dopo il nostro incontro. L'Impero te ne sarà grato» poi, togliendosi la maschera, aggiunse in modo sarcastico: «Oh, che stupido errore, ti ho fatto vedere il mio viso» e subito dopo sparò un colpo mortale a Demon.
Rimessosi la maschera, l’uomo si avvicinò alla cella dei pirati per piazzare una micro bomba prima di allontanarsi definitivamente dal centro detentivo. Salito su una piccola navetta, l’uomo mascherato si mise in comunicazione con il Primo Ministro della Repubblica Autonoma Manola. «Ho risolto il problema di Hiei. La nave pirata è stata presa, il mio informatore non potrà più parlare e i pirati moriranno fra qualche minuto, però il problema più grave rimane: Geno ha chiuso definitivamente il secondo “Varco Spaziale”.

La piccola astronave comandata da Mavelix aveva raggiunto Giove e grazie all’aiuto di Kaplan si era trasferita, senza essere scoperta, sulla colonia penale. La nuova missione di Mavelix era entrare nella colonia e liberare il prigioniero più illustre del defunto Regno Sayan. Le celle si aprirono è l’uomo seduto sulla branda, disse: «Che cosa sta succedendo? Che cosa volete? Chi siete?»
«Duca Sukrit, sono il comandante dei reparti d’assalto della Federazione e siamo qui per portarla in salvo. Sappiamo che la Repubblica è intenzionata a distruggere questa Colonia per togliere di mezzo l’ultimo rappresentate ufficiale dei Sayan non ancora assoggettato all’impero Kilrathi.»
«Sia come dite, vi seguirò ma desidero essere lasciato sul pianeta o sulla colonia più lontani dalla  Federazione. Non ho dimenticato niente» rispose Sukrit mostrando apertamente l’antipatia per chi non si era schierato contro i suoi nemici.
«Di questo non deve preoccuparsi, prima la proteggeremo fino a Giove, dove Kaplan le fornirà nuovi abiti e nuovo equipaggiamento quindi con una navetta vi scorteremo su Urano dove si è formata una piccola resistenza di ribelli Sayan che attende il suo generale per compiere la vendetta da tutti voi agognata».
Sukrit, sorpreso da quella rivelazione, accettò l’aiuto del comandate Mavelix, lo segui su Giove, salutò l’amico Kaplan e partì immediatamente verso Urano mentre sugli schermi radar apparve la Lunar I.

L’imperatore, seduto sul trono di Saturno, stava comunicando con Sarto attraverso il mega schermo. «Tieni pronte le tue armate, stiamo per iniziare il trasferimento del personale di Deserticos».
«Mio signore» disse Sarto, «ritiene saggio smobilitare ora? Le spie Federali non sono state tutte catturate.»
«Ormai non ha più importanza e noi dobbiamo sfruttare ancora l’alleanza con la Repubblica fino alla fine nonostante avessero intenzione di tradirci».
Kherkan si alzò dal trono e raggiunse le stanze della Regina Lia tenendo in mano una grossa cartina politica dell’Universo. Lia era seduta sul suo letto mentre riguardava, con le lacrime agli occhi, delle vecchie immagini del figlio perso durante la guerra e delle sue fotografie con Williamson. La loro storia durò fino a quando lui scelse di continuare la carriera militare mentre lei tornò su Urano dove, poco dopo, sposò Re Jena dalla cui unione nacque Ilian. Lia, sentendo i passi inequivocabili di Kherkan, nascose ogni foto e attese che la porta si aprisse.
«Guarda mia Regina che bel regalo ti faccio» disse Kherkan mettendo la cartina sul letto. «Guarda il mio Impero; non pensi, anche tu, che debba essere ampliato?»
«Credi che m’importi quello che dici o che fai?»
«Dovresti mia cara, dopotutto sei la moglie dell’imperatore e in futuro la madre del mio successore. Non vuoi lasciargli un bel posto dove vivere?» rispose Kherkan.
La regina si alzò in piedi e furente cercò di schiaffeggiare Kherkan che le bloccò la mano. Lei, ancora più adirata, esclamò: «Piuttosto che darti un erede, preferisco uccidermi con le mie stesse mai.»
Kherkan sorrise. «Ora che i Sayan non esistono più credi che la tua morte cambi qualcosa per me? Povera sciocca. Tu sei già servita ai miei scopi tenendo il tuo spasimante e la sua Federazione lontana quanto mi bastava per prepararmi alla nuova guerra.»
L’imperatore prese dalla tasca un comunicatore e disse: «Date il via all’attacco!»

Nei pressi di Giove due astronavi imperiali, apparse dal nulla, simultaneamente aprirono il fuoco contro il Lunar I che esplose tagliandosi a metà. L’esplosione fu vista sul pianeta e Kaplan prese contatto con il comandante degli attaccanti. «State iniziando una guerra contro la Federazione senza annuncio formale e i Patti Trilaterali vi proibiscono questo tipo di azione terroristica!»
La risposta giunse da Cain. «Console, nessuno sta attaccando il pianeta ma è proprio  l'astronave Federale che, in una zona neutrale, è ampiamente armata. Avremmo dovuto aspettare di essere colpiti per primi?»
«A bordo c’era personale per la stazione geologica» replicò Kaplan.
«I loro cannoni erano puntati contro la mia astronave e forse sono stato precipitoso nel decidere. Vorrei indire una riunione di sicurezza per risolvere la questione e quindi chiedo il permesso di atterrare nella Zona Blu.»
«Permesso accordato». Kaplan chiuse la comunicazione, attivò il segnale di pericolo e corse verso l'hangar dove, ad attenderlo, c’era la navetta consolare. Salito a bordo, accese il comunicatore generale della base. «A tutto il personale ordino di lasciate i propri posti e di fuggire; l'Impero sta iniziando l'invasione!»

Sulla terra Williamson era a colloquio con il Priore Angler e Betta che si apprestava a tornare in servizio come addetta alle comunicazioni al palazzo di sicurezza dopo aver raccontato ciò che la ritrovata memoria aveva portato a galla.
La ragazza uscì e Williamson commentò: «Quindi sono stati i Repubblicani ad attaccare la Stazione Orbitante, e non pirati o il regno o come pensavo io, addirittura l’impero. Immaginavo fosse un inganno ma sentendolo dire da un testimone è ancora più pazzesco! Sarebbe stato un attacco perfetto se il loro pilota non fosse finito all’interno della sala comandi della stazione ed è un miracolo che Betta si sia salvata da quell’incendio insieme a un terzo dell’intero personale.»
«Vorrei esporle un secondo argomento signor presidente» disse Angler. «La ragazza sente vividamente la voce della Dea Solare ed io sono certo che sia viva davvero.»
Williamson sorrise. «Io capisco la vostra dottrina ma...»
Angler lo interruppe mostrandosi determinato. «Non ci sono dei “ma” presidente: la Dea Solare esiste e grazie a Betta so dove si trova. Devo andarla a prendere, mi aiuti, la prego, mi fornisca una navetta per raggiungerla.»
«Angler, non condivido la vostra dottrina ma lei si è sempre comportato correttamente con noi e quindi le fornirò l’aiuto che chiede.»
Betta entrò nella sala. «Ci sono interferenze nelle comunicazioni con tutte le nostre stazioni stanziate su ogni pianeta della Federazione.»
Williamson scattò in piedi, accese un monitor indipendente sul quale apparve Douglas. «Comandante inizi la procedura Alphabeta».
«Ricevuto signor Presidente. Ordini per me?»
«Come previsto non possiamo collegarci e quindi ipotizzo che sia stata distrutta. Per ora rimani in silenzio radio fino a che non sarò io a mettermi in contatto.»
Williamson chiuse la comunicazione e guardò Angler. «Vada all’hangar 11 con questo foglio e le consegneranno la navetta. Spero che nessuno incroci il suo viaggio perché ora sta per scoppiare una nuova guerra e nessuno è al sicuro.»
«La Dea Solare veglierà sul mio cammino e pregherò che segua anche voi.»










Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.

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Capitolo 3
*** Adunata ***


3° Capitolo – Adunata



Una nuova guerra era già iniziata con il tentativo di spazzare via la Base Luna vicino alla Terra, con l’invasione di Giove e la distruzione del Lunar I e infine con l’attacco diretto a Venere e Marte ma due avvenimenti sconvolsero l’universo. Sarto, utilizzando la Weapon X spazzò via Idargos, il più importante per il suo Impero mentre il ghiacciato Iceworld, ultimo dei tre pianeti Kilrathi, si era spostato dalla propria posizione naturale raggiungendo Plutone.

Proprio sul più piccolo dei pianeti del Sistema Solare il console Redward ricevette un messaggio dell’imperatore. «Caro Redward, come Kilrathi devo darti la spiegazione per ciò che sta accadendo in queste ore. Come saprai anche tu, i nostri pianeti erano morenti perché si stavano allontanando ancora di più dal Sole, ma non sapevi che i nostri scienziati hanno lavorato per creare un motore così gigantesco da far muovere Iceworld. Persi Deserticos e Idargos la nostra sopravvivenza era affidabile solo alla nostra forza militare ed è per questo che abbiamo invaso e distrutto il Regno Sayan.
Redward ascoltava in silenzio ma con crescente malessere perché, pur essendo un Kilrathi, aveva sempre lavorato per la pace tra i mondi e pensava che, nella sua funzione, avesse potesse trovare una soluzione pacifica ai problemi dell’Impero.
Kherkan continuò. «Detto questo la tua mansione da oggi, cambia da console a Gerarca di Plutone.»
La comunicazione finì e Redward, avvilito, si lascio andare sulla sedia.

L’Impero iniziava a mostrare la sua vera faccia. I gerarchi presero possesso di Giove con Cain, di Saturno con l’imperatore stesso, di Nettuno con Sarto e di Plutone insediando Redward mentre su Iceworld rimase la popolazione civile proveniente dai due pianeti esplosi. La Repubblica Autonoma custodiva ancora l’avamposto di Urano ma Kherkan si apprestava a dare un colpo di cannone anche ai suoi alleati.

La situazione su Venere era ormai al punto di non ritorno. Tutte le astronavi della flotta di Lesnar erano attorno al pianeta cercando di penetrare la barriera anti bombe mentre i mezzi terrestri repubblicani erano già sul pianeta. Gli scontri tra le varie forze in campo avvenivano in ogni zona del pianeta e, all’improvviso, ci fu un anche esplosione nella zona detentiva.
In un piccolo hangar secondario della città degli uomini si aggiravano furtivi alla ricerca della loro astronave.
Andrew, avendo visto in precedenza in azione Ubas, disse: «A volte avere degli ergastolani nella ciurma fa davvero bene.»
«Come scassino io le porte non c'è nessuno. Per fortuna siamo usciti prima che esplodesse tutto.»
Schyry indicò l’Arcadia, l’aveva trovata. Il gruppo si avvicinò all’astronave e videro qualcuno stava armeggiando vicino all'astronave ed era proprio la guardia carceraria che aveva liberato Demon che, notato l’arrivo dei pirati, scappò velocemente su una navicella.
Ubas disse indicando la navetta in volo: «Deve essere stato quello a tentare di toglierci di mezzo e chissà cosa ha combinato alla nostra Arcadia.»
Hartigan rise. «Sentito capitano? Questa pulce già chiama “nostra” l’Arcadia.»
«Potrei dire anche "mia" perché ve l’ho rubata sotto il naso» rispose Ubas.
«Finite voi due di fare i bambocci e tutti insieme cerchiamo se c’è qualche regalo indesiderato lasciato da quell’uomo» esclamò Andrew.
Passarono solo due minuti. «Guardate qui, aveva messo delle bombe a orologeria che non avremmo mai rilevato senza cercare», disse Ubri mostrando gli oggetti. «Maledetto; lo prenderò e lo scorticherò vivo» disse furente Schyry.
Andrew urlò con impeto: «Lasciamo stare queste vendette e cerchiamo ancora possibili ordigni perché non credo che si sia limitato a uno solo!»
Nella sala centrale Hogan stava preparando la propria fuga dopo essere riuscito a mandare via indenne la signoria Dubois. «Segnalate alle forze di terra la ritirata, le nostre ultime astronavi trasporto saranno protette dai caccia e dalle poche astronavi militari rimaneste, non possiamo attendere oltre. Segnalate in codice a tutti la direzione da prendere.»

Anche su Marte l’invasione stava iniziando. Sarto raggiunse il pianeta e con il suo squadrone della morte entrò nella città stato senza trovare resistenza perché il presidente Thomen, conscio di avere poche forze a disposizione, aveva ordinato a tutti i reparti militari di raggrupparsi nella parte più a sud del pianeta per permettere la fuga alle astronavi civili con la protezione dei caccia guidati da Fabrix. Un missile colpì il centro di raccolta, dove il presidente marziano era insediato per guidare le operazioni di ritirata.

Sulla Terra il blocco delle comunicazioni così prolungato voleva dire soltanto guerra imminente. «E' inutile tentare ancora» disse Williamson, «diamo l’allarme generale anche alla Base Luna e iniziamo il decollo delle astronavi da guerra.» Infine si voltò verso Betta. «Lei si diriga immediatamente su Base Luna e si presenti al cospetto del comandante Douglas. Voglio che l’intero personale sia pronto per la difesa.»

Ignari di tutto il gruppo di assaltatori di Mavelix aveva raggiunto Urano e, atterrato su uno dei satelliti, impugnò il fucile dicendo: «Ci siamo signori, ora è il momento della lotta. Il duca Sukrit deve raggiungere i suoi uomini a tutti i costi.»
«La ringrazio per avermi portato fino a qui e le faccio una promessa: quando avremo raggiunto le navi fedeli al Regno Sayan, contraccambierò il favore proteggendola fino alla partenza e poi distruggerò ogni Kilrathi vendicando la morte del nostro adorato Principe Ilian» disse Sukrit stringendo la mano al soldato.
Il gruppo scese dalla navetta e si trovò subito sotto il fuoco delle milizie repubblicane ma non indietreggiarono di un passo conquistando le posizioni nemiche con la forza di mille uomini nonostante fossero meno di cinquanta quindi giunsero in loro aiuto i ribelli Sayan guidate da Kaplan, arrivato sul pianeta dopo la fuga da Giove.
Kaplan raggiunse Sukrit e s’inchinò davanti al Duca. «Finalmente siete arrivato anche voi e il popolo vi seguirà fino alla nostra vittoria».
«La situazione non è delle migliori a quanto vedo; non abbiamo molte astronavi e quelle rimaste sono arrugginite, possiamo solo cercare di sovvertire il governo Repubblicano su questo pianeta, ma quando la notizia arriverà a Manola, saremo nei guai» disse Sukrit osservando le forze a disposizione.
«Sappiamo che le forze imperiali dislocate su Nettuno sono state trasferite per iniziare una battaglia su Marte mentre Manola e le sue astronavi soggiornano ancora su Saturno» rispose Kaplan con vigore e senza temere la risposta del duca.
«Ti sono grato Kaplan per ciò che hai fatto in mia assenza e perdona se il mio rigore militare ti ha mancato di rispetto».
«Mi scuso per l’intromissione signori ma vorrei avere informazioni prima di rientrare a casa» disse Mavelix preoccupato.
«Ha ragione comandante e purtroppo non ho belle notizie da darle. Come avevamo pensato l’impero ha distrutto subito il Lunar I prima di invadere Giove e continuiamo a intercettare le trasmissioni tra Repubblica e Impero inerenti agli attacchi che sono in atto sia su Marte sia su Venere. Per ora soltanto la Terra può essere un posto sicuro su cui tornare» rispose sconsolato Kaplan.
«In questo caso la mia missione si conclude qui. Devo rientrare più velocemente possibile per essere di aiuto nelle operazioni difensive.»
Sukrit fece il saluto militare a Mavelix. «La promessa di un Sayan è legge quindi muoveremo tutto ciò che abbiamo per proteggere la vostra fuga.»
Mavelix contraccambiò il saluto, strinse la mano a Kaplan e salì sulla sua navetta pronta alla partenza con destinazione Terra.»

Su Saturno l’imperatore Kherkan, gongolando per le prime vittorie, stava parlando a Manola. «Mia bella, noi sappiamo cosa volevate fare ma non c’importa, Noi vi perdoniamo perché capiamo le vostre scelte, però, d’ora in poi non commettete più gli stessi errori perché Noi non saremo ancora così indulgenti.»
Manola stipulò un nuovo accordo entrando nel letto dell’Imperatore mentre Lia, attraverso dei monitor privati assisteva disgusta alla scena.

L'Arcadia comandata da Andrew, sfuggita miracolosamente dalla battaglia su Venere e dai due attentati subiti, lasciò l'orbita del pianeta abbattendo i pochi caccia che la inseguivano mentre il grosso delle truppe Repubblicane atterrava per completare l’opera d’invasione.
Andrew mostrava ugualmente insofferenza. «L'abbiamo scampata bella ciurma ma non mi sento ancora al sicuro, torniamo a casa e vediamo cosa succede nello spazio, direzione Colonia X21.»
«Io ho come l'impressione che qualcuno ci stia seguendo», disse El Barbo guardando fuori da uno degli oblò.
«Hartigan, faremo rotta verso la Collina così eviteremo di incappare in qualche astronave diretta verso la Terra» comandò Andrew.
Il gruppo di fuggiaschi era riuscito a individuare gli ordigni che la guardia carceraria aveva installato sulla loro astronave, però non si erano accorti di un dispositivo tracciante che segnalava la loro posizione, ma soprattutto non sapevano che la loro casa, la Colonia X21, proprio in quel momento era sotto attacco.

Un astronave da guerra Repubblicana si bloccò davanti alla Colonia, i suoi cannoni iniziarono a sparare e la piccola stazione orbitante si disintegrò causando la morte di migliaia di persone. Sul monitor dell'astronave apparve Manola. «Complimenti signor mascherato, avete fatto ancora un bel lavoro. Ora è il momento di chiudere i conti se desideri davvero diventare il presidente della futura Repubblica Terrestre».
L’uomo che ascoltava si tolse la maschera. «Williamson è stato un folle ed è ora che lasci il suo posto», disse Thomen. Era lui il traditore; il presidente di Marte non era morto colpito dal missile lanciato su Marte, ma aveva lasciato sul pianeta rosso un suo clone perfetto. Sulla Terra speravano che, ancora in salvo, si stesse organizzando per contrattaccare invece era stato lui, con le sue spie nella Federazione, a sabotare ogni operazione difensiva su Venere e sullo stesso Marte!

Un’ora dopo l’Arcadia raggiunse la zona in cui avrebbe dovuto trovare la Colonia, ma scoprirono la tragedia che si era consumata. Gli uomini osservarono lo schermo in silenzio mentre mostrava i grandi ammassi metallici della loro casa fluttuare nello spazio.
Andrew, atterrito, disse: «Non abbiamo più niente da fare qui, andiamo sulla Terra, consegniamo al presidente il messaggio di Re Geno e speriamo di non fare brutti incontri»
Schyry, nervosamente rispose: «Non possiamo andare via, qualcuno si sarà salvato, dobbiamo approntare soccorsi e…»
Andrew interruppe l’amico appoggiandogli una mano sulla spalla. «Andiamo amico mio e vendichiamo tutti gli amici che abbiamo perso oggi.»
Sia i pirati, sia i tre ergastolani, con le lacrime agli occhi salutarono i caduti della Colonia X21 quindi, accesi di nuovo i motori, l’Arcadia riprese il suo viaggio.

Sulla Base Luna, Douglas, pensieroso, ascoltava un suo attendente mentre gli elencava il personale specializzato giunto con la prima navetta dalla Terra quindi il resto dei soldati che giungevano da ogni parte dell'Universo.
Nell’hangar erano arrivati i caccia di Fabrix e Durin accolse l’amico. «Avrei preferito rivederti per una vacanza sulle spiagge marziane.»
«Chissà che cosa ne faranno quelli della repubblica di quegli splendidi posti» rispose Fabrix cercando di fare un sorriso.
Pochi istanti dopo scese da una delle navette di salvataggio proveniente da Giove il loro amico Solomon che, incrociandoli in un corridoio, disse: «Ero sicuro di trovarvi entrambi ancora vivi, siete due ossi duri da abbattere.»
Durin rispose «Noi eravamo preoccupati per te che non sai neanche guidare una bicicletta.» Risero per pochi istanti poi il loro viso tornò cupo.
La navetta di salvataggio di Venere raggiunse il secondo hangar e da quella scese la scienziata Martina Dubois che fu portata immediatamente nella sala comando mentre sulla seconda navetta proveniente dalla Terra scesero il comandante medico Fabian Franco e Betta. Ad accoglierli, ma soprattutto la ragazza, c’erano Brawler e Billy.
«Comandante Fabian Franco, la stanno attendendo nel centro medico per controllare le modifiche apportate all’impianto secondo le vostre indicazioni» disse Brawler.
«Grazie, rimanete pure qui un altro poco con la vostra amica, conosco la strada» rispose il comandante mentre iniziava già ad incamminarsi.
Brawler e Billy abbracciarono Betta. «Piano ragazzi, sono guarita ma sono ancora una donna deboluccia.»
Billy rise. «Deboluccia? Tu riusciresti a battere in forza bruta un qualsiasi soldato su quest’astronave!»
«In effetti, noi due abbiamo anche pensato che hai finto la perdita della memoria per farti delle vacanze extra.»
Anche questi tre amici si erano ritrovati dopo molto tempo soltanto per una guerra che nessuno voleva scoppiasse ma che ora avrebbero dovuto affrontare con tutte le loro forze.
Douglas, ascoltati i nomi, chiese al suo attendente: «Notizie di Mavelix?»
«No signore, i contatti al di fuori della zona degli asteroidi di Marte è impossibile da ripristinare. Per ora sappiamo solo che il comandante e i suoi uomini sono fuggiti per tempo da Giove con il duca Sukrit» rispose sconsolato il giovane soldato.










Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.

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Capitolo 4
*** L'urlo ***


4° Capitolo – L’Urlo



Il primo quadrante del Sistema Solare, gestito dalla Federazione Terrestre, stava capitolando, vicino a Urano un manipolo di uomini continuava a combattere strenuamente per la libertà mentre vicino a Plutone, una piccola navetta della Federazione stava per oltrepassare il confine. Su questo velivolo Angler era in preghiera quando sentì la voce della Dea Solare e, aprendo gli occhi gli apparve per la prima volta davvero. Lei, Mickie, sorrise e poi scomparve di nuovo. «Siete più vicina, vi raggiungerò e vi salverò a costo della mia stessa vita e prego che la vostra voce giunga anche su questo pianeta.»
L’addetto radar dell’ex centro consolare disse a Redward, nuovo gerarca Kilrathi: «Signore, una piccola navetta della Federazione sta tentando di oltrepassare la zona di confine, dobbiamo abbatterla?»
«Aprite un canale di trasmissione e… no… non fate nulla, che passi.»
«Signore gli ordini imperiali sono precisi!»
Redward urlò: «Sono al comando e gli ordini li do’ io. Devo ripeterli?»
Angler ringraziò la Dea Solare per avergli permesso un passaggio sicuro e lanciò la sua navetta a tutta velocità verso Iceworld.

I ribelli del Regno Sayan, guidati da Sukrit e Kaplan, iniziarono a sferrare degli attacchi alle installazioni Repubblicane. Sukrit comandava le operazioni. «Squadra Delta, convergete al centro informazioni mentre la squadra Gamma inizi a manomettere i centri di collegamento».
Sukrit aveva progettato di togliere ai nemici la possibilità di chiedere aiuto al di fuori della zona di battaglia, ma la missione era davvero difficile da realizzare perché, pur bendisposte, le forze ribelli erano in numero inferiore ai soldati messi in campo dalla Repubblica. Nel frattempo, dall'altra parte del pianeta, Kaplan organizzava gli attacchi alle installazioni militari. «Dobbiamo entrare in quella base di manutenzione e distruggere tutti le attrezzature di scorta».
Un soldato esclamò: «Signore, la nostra avanguardia ci ha segnalato che un’astronave imperiale si sta muovendo da Nettuno verso la nostra direzione».
«Completiamo la missione e se Sukrit riuscirà a portare a termine la propria, non dovremo temere niente».
Il gruppo armato di Sukrit sfondò la difesa del centro comunicazioni, raggiunse la sala di comando e il Duca in persona appose gli ordigni esplosivi. L’esplosione avvenne in sincronia con quella causata dal gruppo di Kaplan.
I soldati Sayan esultarono ma all’improvviso sulle loro teste apparve uno stormo impressionante di astronavi imperiali. Sia Sukrit sia Kaplan, senza cedere alla disperazione, ordinarono ai loro uomini di trovare un riparo sicuro.

Su Saturno, intanto, l’imperatore sorrideva parlando alla sua ospite. «Era semplice immaginare che i ribelli attaccassero Urano dopo le informazioni che abbiamo ricevuto e Sarto sarà già arrivato in zona e spazzerà via questi poveri illusi».
Manola rispose al sorriso di Kherkan ma senza dimenticare il motivo della sua presenza sul pianeta. «Dobbiamo iniziare a pensare come riorganizzare l’Universo dopo la distruzione della Federazione. A noi basta acquisire i pianeti del primo quadrante che è vicino al “Varco Beronz”».
«Tu continui a fare richieste» urlò Kherkan, «e questo atteggiamento indisponente Ci irrita. Non esistono accordi, Noi siamo l’unico Imperatore e decideremo Noi cosa regalare a chi mi è sempre stato fedele.»
Manola stava per dire qualcosa ma Kherkan, dopo essersi seduto sul trono, continuò il suo discorso. «Oggi voi siete gli ultimo tra i fedeli, dopo che avete progettato di attaccarci alle spalle. Tu non avrai davvero pensato che ammaliandoci la vostra posizione fosse migliorata? Noi diciamo che con l'annessione di Mercurio potrete tenere anche Venere e sperate che Noi non decidiamo di cambiare idea nuovamente!»
Manola dovette abbassare lo sguardo capendo che tirando troppo la corda con l'Imperatore avrebbe rischiato di perdere tutto, anche la sua Repubblica, infatti, Urano era già stato proclamato nuovo pianeta imperiale.

Sulla Base Luna l’allerta era molto alta quando sbucò dall’iperspazio una piccola navetta. «Scusate per l’attesa!» disse Mavelix.
Rispose direttamente Douglas sorridendo. «Siete gli ultimi. La prossima volta svegliatevi presto alla mattina.»
«Ha ragione comandante» disse divertito Mavelix mentre la sua navetta atterrava nell’hangar principale.
Il divertimento durò solo quegli istanti perché Solomon disse: «Comandante, astronavi Repubblicane in avvicinamento.»
«Eccoli, ci siamo. Betta comunica l’ordine R2D2».
La ragazza chiamò Durin. «Capitano, autorizzazione R2D2».
Tutti i caccia della Base Luna si levarono in volo seguiti da una delle novità tecnologiche della Federazione: il Freedom Fly. Si trattava di un mezzo aereo più grosso di un caccia, ma allo stesso tempo più piccolo, più manovrabile e più veloce di un’astronave, ma che allo steso tempo ne manteneva la potenza di fuoco. Il Freedom Fly aveva in dotazione una nuova tecnologia motoristica, le “onde moventi”, applicata congiuntamente ai cannoni che ne avrebbero sviluppata la potenza anche a livello di fuoco, in grado addirittura di spezzare in due una grande astronave nemica con un singolo colpo. Sul Freedom Flight il capitano Durin esclamò ridendo: «Metteteli fuori gioco e cercate di portare le chiappe a casa!»
«Finalmente posso usare questi cannoni» esclamò Brawler felice dell’occasione.
L’astronave Repubblicana rispose con l’invio di caccia bombardieri che tentarono di colpire la Base Luna, ma trovarono una difesa impenetrabile. Douglas aveva già alzato lo scudo difensivo, anch’esso modificato con la nuova tecnologia così, i repubblicani tentarono la carta dell’invasione terrestre facendo atterrare dei mezzi cingolati, ma anche in questo caso il comandante terrestre aveva una sorpresa per i nemici.
Betta confermò l’ordine di Douglas. «Comandante, autorizzazione D3BO».
I mezzi corazzati terrestri si misero in moto guidati dal Freedom Car, altra novità della Federazione. Un cingolato con funzioni non solo di combattimento terrestre ma anche predisposto a essere un incursore speciale. Mavelix era appena arrivato alla Base Luna ma prontissimo alla battaglia e disse: «Billy, mi hanno raccontato che sei l’ingegnere motoristico più in gamba della Federazione e affido a te la nostra potenza di movimento.»
«Ricevuto comandante. Vedrà che spettacolo quest’aggeggio!»
Mavelix si avvicinò a Fabrix. «Ora tocca a te amico far muovere l’aggeggio.»
«Non si preoccupi signore, porterò l’aggeggio fino alla zona d'atterraggio di quei maledetti senza che nessuno ci faccia un graffio durante il tragitto» rispose Fabrix eccitato da queste prime manovre in battaglia.
Il Freedom Car, seguito dal resto dei mezzi corazzati, si buttò nella battaglia e Douglas, dall’interno della base, compiaciuto per le azioni dei suoi uomini, si apprestava alla terza fase difensiva. «Signori della sala comando, è il momento di mettere il bavaglio a quelle astronavi!»
Lo schermo protettivo iniziò a restringere il proprio campo concentrandosi sulla Base Luna mentre una serie di cannoni, anch’essi dotati del sistema a “onde moventi”, si alzarono puntando verso le astronavi repubblicane. Completate le manovre di preparazione, lo scudo spaziale concesse un’apertura nella propria linea difensiva per permettere ai cannoni di sprigionare la loro potenza di fuoco e subito dopo i primi colpi andarono a segno disintegrando delle astronavi nemiche.

Nel centro di comando sulla Terra giunsero le prime notizie degli scontri sulla Luna e Williamson, in attesa di un attacco diretto al pianeta, si sorprese quando giunse una comunicazione da una piccola astronave.
«Sono il Presidente di Venere a bordo di un vascello pirata che mi ha salvato da un attacco diretto al mio convoglio. Chiedo il permesso di atterraggio».
«Hogan, grazie al cielo siete vivo» rispose all’inizio Williamson ma poi, dopo qualche istante, aggiunse preoccupato: «Purtroppo non posso acconsentire alla tua richiesta. Capisci anche tu che potresti essere prigioniero dei pirati ed io porterei sulla Terra un altro pericoloso nemico.»
Nella comunicazione s’intromise Andrew. «Sono il comandante dell’Arcadia e nativo della Colonia X21. Fino a pochi giorni fa’ avrei dubitato anch’io della buona fede di un acerrimo nemico ma oggi la mia ciurma ed io non ci presentiamo come pirati ma come sopravvissuti alla distruzione del mio paese e desiderosi di sconfiggere chi, senza alcuna pietà, ha ucciso migliaia di vite innocenti. Inoltre sono ambasciatore per conto di…»
La comunicazione s’interruppe improvvisamente e Williamson si stupì perché la linea da cui parlavano era criptata da un codice segreto sviluppato soltanto per il quartiere generale militare della Federazione Terrestre, ma non dovette attendere molto per avere conferma dei suoi timori perché apparve in video Thomen.
«Dovevi ascoltarmi quando ti dissi di unire la Federazione all'Impero ma Hogan e te mi avete sempre tenuto in disparte nelle decisioni importanti della Federazione con la scusa della votazione maggioritaria. Voi eravate al sicuro, protetti da Mercurio, mentre io mi trovavo tra Giove e la miriade di stazioni orbitanti da cui partivano gli assalti di questi pirati che ora parlano di vite innocenti spezzate ma che prima non si facevano scrupoli a colpire la mia città nella quale ho perso mia moglie. Kherkan e Manola sapevano che non avreste mosso un dito e voi siete gli unici responsabili per la distruzione del Regno Sayan. Ora ne pagherete le conseguenze perdendo anche la Terra che, dopo la guerra, avrà un presidente vero e potente con me al comando».
Thomen stava parlando quando dei colpi sferrati dall’Arcadia, raggiunsero la sua astronave. I pirati erano all’attacco.
«Schyry, metti in funzione i motori laterali, andiamo all'abbordaggio» ordinò Andrew ma Hogan gli chiese di attendere. «Non ora, la cosa importante in questo momento è il messaggio che portate a Williamson.»
Tutti gli uomini della ciurma dissero la loro su come agire, ma Andrew non aveva tempo di fare una consultazione e prese la sua decisione.
«Hogan ha ragione, cerchiamo di allontanarci.»
Hartigan iniziò delle azioni evasive mentre Ubri, appostato nelle torrette, colpiva i caccia nemici. Ubas propose un’idea pericolosa. «La fuga è accettabile ma se non riduciamo la mole di fuoco che ci stanno riversando contro dall’astronave non ne usciremo vivi ugualmente. Dobbiamo colpire i loro cannoni principali».
Andrew guardò Hogan che rispose con un cenno di assenso quindi ordinò: «Bene, puntiamo dritti al loro muso e sganciamo delle bombe sulla cannoniera poi li aggiriamo e filiamo via verso la Terra.»
L’azione fu precisa e perfetta ma all’improvviso apparve una nuova astronave repubblicana che colpì in pieno i motori dell’Arcadia.

Il Priore Angler aveva raggiunto il pianeta Kilrathi e atterrò su Iceworld. Incurante del gelo eterno si diresse verso una grotta dove, con sommo stupore, trovò un letto criogenico sul quale era sdraiato un uomo che conosceva bene. Angler, nella ricerca della Dea Solare, non si aspettava di trovare un'altra persona e in lui crebbe il dubbio di essersi sbagliato ma la sua mente si liberò del pensiero quando la Dea Mickie fece sentire la sua presenza. Il Priore, attirato da quel dolce suono, scese una scalinata e davanti a lui trovò ciò che cercava: anche la Dea Solare era sdraiata su un letto criogenico ma anche imprigionata dietro un muro di cristallo. Angler toccò il muro e all’improvviso ogni apparecchio elettronico che il Priore portava con sé iniziò a causare dei problemi come se stessero subendo un’interferenza proveniente dall’esterno poi, come una deflagrazione improvvisa, l’urlo della Dea si propagò nell’intero universo. Angler disse ad alta voce: «Questo urlo è terribile ma allo stesso tempo soave, fa piangere il cuore dalla dolcezza che emana ma atterrisce le menti prive d’amore. Io sono scosso perché tu sei qui davanti a me Dea Mickie ma prigioniera tra i ghiacci e dunque chi sta propagando la tua parola con così tanta forza? Che sia davvero lei la tua reincarnazione perfetta che riporterà pace nell’universo?»

Sukrit e Kaplan, nello stesso istante, ricevettero dai propri ufficiali addetti ai radar e alle comunicazioni un rapporto particolare. Una strana interferenza elettromagnetica, mai vista prima di quel momento, stava distorcendo lo spazio come se cercasse di inghiottirlo. Entrambi non capirono bene le parole dei loro sottoposti e, senza parlare, sperarono che questa nuova scoperta potesse essere un aiuto nella lotta, anche se il timore che fosse qualche altro strano marchingegno dell’Impero Kilrathi li attanagliava.

Su Saturno, invece, Kherkan si alzò in piedi urlando. «Questa voce, questo caldo insopportabile, non può essere lei!»
L’imperatore era in preda ad un panico irrefrenabile; sentiva nella sua testa un urlo fortissimo provenire non solo da qualche luogo in questo presente, ma anche dal passato e stento i suoi pretoriani riuscivano a tenerlo fermo mentre si contorceva dal dolore. La Regina Lia osservava quell’uomo con disprezzo perché anche lei aveva sentito quell’urlo ma come una gioia intensa.

In un luogo lontano, dove poche persone avevano potuto mettere piede, Re Geno e il suo popolo di Mordor si manifestarono nella loro forma originale e, tutti insieme, si legarono tenendosi la mano per formare una catena vivente. L’urlo della Dea stava dando conferma delle profezie scritte nei libri sacri e il popolo di Mordor fremeva mentre il loro Re esclamava: «La Dea Solare Mickie si è destata dal lungo sonno.»










Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).

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Capitolo 5
*** Il ritorno del Re ***


5° capitolo – Il ritorno del Re



L’urlo della Dea si propagò in quasi tutto l’universo tranne che sulla Base Luna, dove solo Betta ne aveva subito l’effetto. Il medico, Fabian Franco, raggiunse la sala comando e vide la ragazza appoggiata al suo sedile, immobile, gli occhi fissi che guardavano verso l’esterno della base e con la bocca spalancata, come se fosse stata lei a urlare.
Istanti prima la battaglia nello spazio vicino alla Luna era al culmine. Thomen, il traditore, stava per disintegrare l’Arcadia e tutti i suoi occupanti e invece fu l’astronave repubblicana a esplodere, in conseguenza alle interferenze magnetiche propagatesi improvvisamente. Thomen era riuscito a fuggire dalle fiamme che sconquassavano la sua astronave, mentre l’equipaggio dell'Arcadia, oramai pronto alla morte, rimase attonito davanti a quella scena apocalittica.
Solo qualche ora più tardi Betta si ristabilì dalla catatonia. «Non so cosa dire dottore, ho avuto come la sensazione che qualcosa entrasse nel mio cervello ma in modo amorevole e che una forma di vita abbia voluto utilizzare il mio corpo per uno scopo importante e, da quel momento, non ricordo altro».
Douglas, tenendole la mano, disse: «L'importante mia cara ragazza è che tu stia bene e quando ti sentirai in grado di riprendere il tuo posto basterà dirlo al dottore e ti accoglieremo in sala comando con gioia».

Su Urano la distorsione spaziale aveva spazzato via molte delle astronavi repubblicane così Sukrit e Kaplan sfruttarono quest’occasione insperata per lasciare il pianeta dirigendosi verso il loro vero obiettivo: Nettuno.

Su Mercurio, dopo l’urlo, ogni installazione predisposta per la conversione della luce solare in energia termica esplose e Hiei, in preda al panico, si mise in contatto con il Primo Ministro Repubblicano. «Manola… aiutatemi! Sono stato un console fedele… aiutatemi vi prego... la luce ci sta raggiungendo... sento delle voci... no... lasciatemi... troppo calore…»

Nella sala attigua a dove Kherkan era preda del dolore, Manola cercava di avere altre informazioni da Hiei ma tutto taceva. Anche lei si preoccupò al punto da comunicare un ordine all’apparenza insensato. «Messaggio a tutte le astronavi in territori ostili; cessate le operazioni di guerra e tornate sui pianeti della repubblica, ogni altra missione deve cessare immediatamente.»
«Ministro, non abbiamo più comunicazioni dai pianeti repubblicani, sembrano spariti in un buco nero» disse Lesnar.
«Anche le mie astronavi non hanno più segnali dalla patria e il ponte di collegamento con Mercurio si è interrotto. Ho mandato una spedizione in avanscoperta e l’ultimo rapporto che ho ricevuto da loro diceva che sul pianeta stava bruciato tutto» disse allarmato Jakall.
Manola ascoltò con crescente preoccupazione le rivelazioni dei ministri e decise di sfruttare il momento per lasciare Saturno così ordinò ai suoi attendenti: «Preparate subito la mia astronave e se e quando l’imperatore dovesse destarsi e chiedesse di me, ditegli che ho deciso di fare un’ispezione a sorpresa agli equipaggi della mia flotta per testare che l’efficienza non sia diminuita durante quest’attesa in orbita.»

Kherkan all’improvviso smise di gridare ma era ancora scosso. «Quella voce, lei si è destata e Noi siamo in pericolo» poi rivolgendo lo sguardo verso Lia disse: «Anche tu l'hai sentita vero? Inutile mentirmi, ti si legge negli occhi che quella strega ti ha dato pace e speranza. Scopriamo subito se il sorriso che hai sulle labbra ti rimarrà anche adesso!»
L’imperatore fece un cenno con la mano e un pretoriano mise delle manette ai polsi della regina. «Chiudila nella roccaforte, voglio che non veda nessuno e non parli con nessuno fino a quando lo deciderò io» ordinò Kherkan.
Il pretoriano portò via la Regina che non oppose resistenza e Kherkan attivò una comunicazione attraverso il monitor. «Cain, porta tutti i mezzi d'assalto su Iceworld e contattami quando sarete giunti sul pianeta. In quel momento ti fornirò gli ordini.»
Uno degli attendenti di Manola si avvicinò all’imperatore e gli raccontò la falsa motivazione della partenza del Primo Ministro Repubblicano. Kherkan non disse niente ma il suo sguardo non prometteva niente di buono.

Angler aveva completato la sua missione senza essere riuscito a estrarre dal ghiaccio il corpo della Dea, ma stava portando con sé l’uomo che aveva trovato sul pianeta ghiacciato prima di vedere la Dea Mickie. Il Priore ottenne il permesso di atterrare su Plutone e insieme all’uomo, che indossava una tunica da sacerdote, furono portati nella sala conferenza, dove Redward li accolse.«Priore Angler, anche io come tutti gli altri adepti del Primo Sole ho sentitolo l'urlo della Dea. Lei è viva?»
«Purtroppo no, il suo corpo giace nei ghiacci di Iceworld, però il suo spirito vive e si è manifestato in una giovane donna che ho conosciuto sulla Terra.»
«Questo non è un posto sicuro per lei Priore, mi hanno comunicato che le astronavi di Cain sosteranno su Plutone prima di andare a Iceworld» disse preoccupato Redward. «Questo significa che Kherkan sapeva che nei ghiacci era sepolta la Dea!»
L’uomo che seguiva Angler fece un gesto di stizza all’affermazione del Priore e Redward chiese per la prima volta allo sconosciuto: «Chi siete voi?».
L’uomo abbassò il cappuccio svelando il suo volto e Redward rimase sorpreso nello scoprire chi si celasse sotto quella veste.

Superato il pericolo, i militari presenti sulla Base Luna si ritrovarono nel centro ricreativo nel quale erano presenti anche i pirati dell’Arcadia. Questo incontro scaldò subito gli animi.
«Appena vedete una donna, esce il vostro essere pirati» stava urlando Durin mentre il suo avversario, Hartigan, rispondeva a tono. «Cosa avresti da dire sui pirati? Se rimarrete vivi, lo dovrete soltanto a noi. La signorina Martina è una bella donna e se ci sta, a te non deve importare.»
Dalle parole alla rissa passò un istante. Da una parte i ragazzi della flotta terrestre e dall'altra l'equipaggio dell'Arcadia mentre, la persona contesa, sbuffava nel vedere degli uomini fare a cazzotti senza neanche aver chiesto a lei cosa volesse.
La scienziata, raggiunto il limite di sopportazione, urlò: «Fatela finita tutti! Avete gli ormoni in esplosione? Vediamo se con una doccia gelata vi calmate tutti» poi, con un semplice gesto, fece scattare l’allarme antincendio che attivandosi riverso litri di acqua su tutte le persone presenti nella sala. D’incanto, tutti smisero di prendersi a pugni e iniziarono a ridere tra loro come se niente fosse successo. Purtroppo per loro l’attivazione dell’allarme aveva attirato l’attenzione di Douglas che mostrò, sul grande monitor della sala, il suo viso per nulla contento. «Quando avrete smesso di farvi la doccia vi voglio TUTTI alle vostre postazioni. E quando dico TUTTI intendo proprio TUTTI compreso l'equipaggio dell'Arcadia che si deve recare immediatamente nella zona manutenzione dei mezzi d'attacco per riceve i loro ordini.»
Douglas, nella sala comando, spense il monitor, guardò un soldato fermatosi ad ascoltare e disse ridendo: «Beata gioventù. Anch’io mi sarei fatto la doccia con loro.»

Il gruppo di ribelli Sayan guidato dal Duca Sukrit e dal console Kaplan, a bordo di due astronavi, si stava dirigendo verso Nettuno quando si ritrovarono alle costole le astronavi imperiali di Sarto. Ancora una volta i Sayan si trovavano in difficoltà per la disparità di forze ma questa volta non c’erano vie di scampo. Sukrit non ebbe esitazioni del comunicare la sua scelta. «Fedele popolo Sayan, non siamo in grado di vincere questa guerra, ma vinceremo la battaglia portando con noi tutte le astronavi del gerarca imperiale. Preparate la Weapon X recuperata su Urano!»
Sarto si apprestava a infliggere il colpo finale ai nemici quando apparve una navetta della Federazione e da essa giunse a tutti la voce di Angler. «Gerarca, abbandoni la battaglia o morirà.»
Sarto rise rispondendo: «Ah, è lei Priore. Non crederà di impressionarmi con le sue previsioni del futuro, anzi, le chiedo di togliersi dai piedi se non vuole fare la stessa fine di quei cani Sayan.»
L’uomo che indossava ancora il cappuccio rispose a Sarto: «Dovresti ascoltare le parole di un uomo di fede come Angler!»
La voce dell'uomo fu sentita anche sulle astronavi Sayan, dove i due comandanti gridarono all’unisono: «Il principe Ilian!»
Il principe, ancora vivo, spinse un bottone sul pannello di comando della navetta attivando un dispositivo che Williamson aveva fatto montare sulla navetta affidata ad Angler. Due cannoncini con la potenza a “onde moventi” spararono una serie di colpi contro l’ammiraglia imperiale comandata da Sarto che esplose in pochi istanti mentre il resto delle astronavi imperiali fuggì dopo aver visto la potenza di fuoco della navetta della Federazione Terrestre.

Nel frattempo sulla Terra era giunta una navetta proveniente da Base Luna e i suoi occupanti, Hogan e Andrew erano stati portati dal presidente.
Andrew andò subito il punto. «Le ho portato un messaggio da un mondo lontano.»
Williamson lesse il messaggio consegnato da Andrew e poi informò sia il pirata sia Hogan del contenuto.
«Re Geno ci ha annunciato il suo ritorno nell’Universo visibile per adempiere alle scritture sacre del suo popolo. Nello specifico i testi sacri dicono che la Dea Solare parlerà a tutti e che il Re tornerà per riprendere tutti i suoi figli e tutte le cose create.»

La battaglia nei pressi della Base Luna era stata un successo ma Douglas sapeva che bisognava tenere alta la tensione così organizzò un’esercitazione generale.
Il Freedom Fly testava il volo radente e l’attacco diretto utilizzando dei missili di superficie per abbattere alcuni ostacoli. Durin aveva il pieno controllo del mezzo, con il nuovissimo tipo di radar Solomon individuava i bersagli nascosti che poi Brawler abbatteva senza difficoltà.
In un'altra zona era impegnato il Freedom Car nei test di movimento accelerato con contrattacco verso bersagli mobili e, anche qui, tutto procedette nei modi prestabiliti grazie alle manovre di Fabrix e alla continua calibrazione del motore, eseguite in modo manuale da Billy.
Douglas osservava le azioni dei suoi uomini con crescente soddisfazione quando Betta lo distolse dai suoi pensieri.«Comandante, c’è un messaggio criptato in arrivo dalla Terra . Non posso crederci. Ci confermano che le rocce uscite nelle ultime ore dal “Varco Beronz”, dopo attente analisi, sono ammassi espulsi dall’esplosione di tutti e tre i pianeti della Repubblica Autonoma. Inoltre le rilevazioni a lungo raggio hanno consentito di scoprire che su Mercurio è avvenuta un’enorme catastrofe e che ora il pianeta appare completamente arso dal calore solare, sul quale appaiono anche migliaia crateri causati da più esplosioni.»
Douglas si rivolse a Martina, presente in sala comando. «Signorina Dubois, sta leggendo i dati, cosa ne ricava lei?»
«In base hai dati che hanno analizzato al centro scientifico sulla Terra sono d’accordo sulle valutazioni espresse e, personalmente, non ho la minima idea di cosa possa essere successo in quelle zone.»
Douglas pensò alle vite umane scomparse ma allo steso tempo, da soldato, pensò alla situazione critica in cui era sprofondata la Repubblica; fatto che dava un grosso vantaggio per la forze della Federazione Terrestre impegnate nella guerra.

Nel frattempo, nell’hangar principale della base, un piccolo gruppetto di persone si era riunito davanti alle astronavi. Schyry disse: «Sentite gente, io mi sto stufando qui, perché non rubiamo qualche mezzo e ce ne andiamo?»
«Bella idea, e voi tre che fate?» rispose Hartigan guardando gli altri compari.
«Io mi trovo bene qui, là fuori ci potrebbero essere le truppe nemiche pronte a colpirci al minimo movimento. Non ci sono luoghi tranquilli per noi» disse Ubri.
El Barbo annuì. «Anch’io preferisco starmene qui e protetto dalla flotta della Federazione» e poi, guardandosi attorno, disse: «tu Ubas... Ubas?»
Ubas, senza ascoltare la discussione degli altri, si era diretto verso un mezzo Federale e con crescente impazienza lo mise in moto. Si trattava di una stranissima e piccola astronave da battaglia. Ubas scese dal mezzo e raggiunse i compagni indicando loro la sua scelta e questi lo seguirono senza fiatare. L’astronave sfrecciò via dall’hangar senza richiedere permesso e, naturalmente, nel centro di comando si accorse di tutto.
Betta aprì la comunicazione. «Freedom Shuttle... Freedom Shuttle... Non avete ricevuto ordine di uscire, rientrate immediatamente alla Base Luna.
«Bellezza, siamo stufi di farvi da camerieri, torniamo a vagabondare nello spazio perché noi siamo Pirati!» urlò Hartigan come risposta.
«Betta, attiva dalla tua postazione il codice Transformer» ordinò Douglas con molta calma.
La ragazza inserì nel computer una sequenza numerica quindi schiacciò il pulsante azzurro posto alla sua destra e improvvisamente il Freedom Shuttle si trasformò da astronave a robot da combattimento, attivò i retrorazzi tornando da solo sulla Luna per poi fermarsi in posizione d’attesa davanti alla Base Luna. Gli occupanti, senza sapere come comportarsi, rimasero fermi ai loro posti sapendo che sarebbero stati arrestati per il furto.
Douglas, pur mostrando calma, era preoccupato che qualcuno avesse potuto vedere questa novità in azione prima di un combattimento.

Nello stesso istante, su Marte, il nuovo ministro della repubblica Thomen parlava con un essere a lui sconosciuto.
«Chi siete? State invadendo lo spazio repubblicano di Marte.»
«Mordor è qui per riprendersi ciò che è suo» rispose Re Geno.



THE END???










N.d.A.
Con questo capitolo si chiude la seconda serie di “Universal Wars”. A fine maggio inizierò a pubblicare la terza serie formata da tre puntate.





Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.

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