A un respiro da te

di ohmykjin3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** 1. Kafka sulla spiaggia ***
Capitolo 4: *** 2. Nel segno della pecora ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Entro frettolosamente in casa, chiudendomi la porta alle spalle con un tonfo. Come se ció che mi perseguita, possa trovare ostacolo alla vista di una porta chiusa. Ma purtroppo per certe cose non esistono barriere. 
Appoggio lo zaino a terra e mi dirigo in cucina. Percepisco subito l'odore di ramen istantaneo che avvolge tutta casa. Ormai sono abituato ai pranzi veloci di mamma e a me va più che bene. Notando la mia presenza, spegne l'acqua del rubinetto e si volta con tanto di sorriso sulle labbra rosse. Lo vedo, è più stanca del solito, tutta colpa dei turni folli dell'ospedale in cui lavora. 
-Tutto bene oggi a scuola Jungkook? - 


Non capisci di essere una nullità? Perchè non fai un favore a tutti quanti e ti ammazzi?


Il ricordo della voce di Changkyun mi graffia la mente e i timpani. Per quanto lui possa odiarmi, io non riesco a farlo. Non ce la faccio. Nel bene o nel male è l'unica cosa che ancora mi resta di lui. 

-Si, tutto bene- rispondo placido. Odio mentirle e dubito di avere tutte queste capacità per passare inosservato, ma lei sembra non farci caso. Non posso raccontarle la verità, non riuscirei a sopportare il suo sguardo colmo di tristezza e la sua compassione. L'ultima cosa che voglio è che si preoccupi per me. E tantomeno non voglio che pensi che le sedute non facciano effetto, comportando così un enorme spreco di soldi per lei e papà. 

Il fatto è che mi manca. Mi manca ogni giorno, come un buco nello stomaco che blocca l'aria nei polmoni. Tutto è crollato da quando non c'è più, io sono crollato; nonostante faccia di tutto per non renderlo così palese. 
Il terrore di essere solo, il disgusto che mi pervade ogni mattina sapendo che io sto ancora respirando e lui no. 

Jimin, Jimin perchè l'hai fatto?

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Capitolo 3
*** 1. Kafka sulla spiaggia ***


-Ti ricordi dell'appuntamento di oggi, vero Kookie?- mi domanda mia madre dall'altra parte della sala.
-Certo- come potrei scordarlo? Ormai è un anno, che ogni giovedì sono impegnato con Seokjin, il mio psichiatra. A dire il vero ero convinto che mi avrebbe guarito, che avrebbe migliorato la situazione. Ma a distanza di così tanto tempo dopo la morte di Jimin, ero convinto che sarei riuscito a superarla almeno in parte.
Jimin si è suicidato il ventotto novembre del duemiladiciasette.
Era un bella giornata di sole, nonostante il vento freddo dell'autunno. Mi ricordo ancora il lampo dei suoi capelli arancioni, accompagnato al suo saluto allegro prima di separarci, ognuno diretto a casa propria.
Quella fu l'ultima volta che lo vidi da vivo. Lo trovarono impiccato al centro della sua camera, il giorno stesso. Il giorno in cui ebbero inizio i miei incubi. Non mi lasció niente, non una lettera, un messaggio, nulla che potesse darmi una risposta. Niente nel suo comportamento sembrava presagire il folle e disperato gesto che avrebbe compiuto di lì a poco. Nemmeno io, il suo migliore amico, mi ero accorto di qualcosa.
 
Mi odiai per tantissimo tempo, incolpandomi, che sì, avrei dovuto accorgermene, avrei dovuto salvarlo da sé stesso.
-Vuoi che Yoongi ti dia un passaggio?- mamma mi strappa un attimo dai miei pensieri e mi riporta alla realtà.
-Vado da solo, stai tranquilla- le rispondo con un sorriso.
-Esco ora, ho voglia di stare un po' fuori- aggiungo. Afferro il telefono, lo zaino per metterci le chiavi e un libro ed esco di casa. Lo studio di Seokjin non è molto lontano da casa, perció decido di incamminarmi senza fretta. Il tempo di questi primi giorni di ottobre è bello, il sole regge ancora e non fa ancora troppo freddo da mettersi una giacca pesante. Le strade di Incheon a quest'ora del pomeriggio non sono troppo affollate e il traffico scorre velocemente. Cammino per una decina di minuti fino a quando non raggiungo un parco che sta proprio di fronte allo studio psichiatrico. Mi è sempre piaciuto, è piccolo, riservato, con qualche panchina sparsa e scivoli e altalene per i bambini. Mi siedo sulla prima panchina che vedo e tiro fuori il libro, manca ancora un'oretta all'appuntamento perció non ho fretta.
Leggo per un po', fino a quando non decido di godermi il sole per qualche attimo, appoggio il libro accanto a me e volgo il viso verso la luce.
-"Kafka sulla spiaggia", ottimo libro- devo essermi appisolato perchè non l'ho sentito arrivare. Sbatto le palpebre e mi ritrovo davanti un ragazzo. È bellissimo, giurerei di non aver mai visto un essere del genere, tanto da chiedermi se è reale.
Devo essermi imbambolato perchè lo sconosciuto continua -Hai davvero buon gusto- e mi sorride timidamente alzando un angolo della bocca.
Mi risveglio dal mio stato di trance e mi rendo conto che sta aspettando una risposta. -Oh si, Murakami è uno dei miei scrittori preferiti- è la prima cosa che mi viene in mente e lui sembra notarlo da come gli ridono gli occhi.
-Ti dispiace se mi siedo qui con te? Sto aspettando una persona- per tutta risposta annuisco e mi scosto di lato per fargli posto. Si avvicina, aggraziato e silenzioso e si siede. Indossa una normalissima felpa nera e dei jeans chiari, non sembra particolarmente in tiro, ma nonostante ció è di una bellezza mozzafiato.
-Mi chiamo Taehyung- la sua voce è profonda e scura, densa come il miele, un piacere per l'udito.
-Jungkook- i capelli color castano chiaro gli ricadono sulla fronte quando si volta verso di me.
-Sei sicuro che non è un problema se sto qui?- scuoto la testa.
-Non sei uno di molte parole vero?- non me lo sta chiedendo con cattiveria, sulla faccia ha disegnato un mezzo sorrisetto che a dirla tutta mi sta facendo sciogliere sulla panchina.
-Preferisco ascoltare- gli dico tranquillo, stringendomi nelle spalle.
-È una qualità che non hanno tutti- punta il suo sguardo nel mio e mi sorride di nuovo.
-Tae!- sento una voce in lontananza, ed entrambi ci giriamo verso la fonte del suono. Un ragazzo sta trotterellando nella nostra direzione, con tanto di braccio alzato per farsi vedere dal suo amico.
-Ecco la persona che stavo aspettando- detto ció si alza e si sistema la felpa sui fianchi.
-Quando avrai finito quel libro fammelo sapere- lo guardo con aria interrogativa, come potrei mai farglielo sapere?
-Oh giusto! Io abito proprio laggiù- indica a destra del parco, seguo la direzione del suo dito e vedo un palazzo dall'altra parte della strada, -Sono sicuro che ci rivedremo presto- aggiunge. Detto questo mi scocca un ultimo sorriso, tutto particolare, quadrato e luminoso, proprio come lui e si allontana verso il suo amico lasciandomi solo.
 
Chi sei Taehyung?
 
 

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Capitolo 4
*** 2. Nel segno della pecora ***


Questa sera stessa, dopo aver cenato, mi ritrovo fuori dalla porta della camera di mio fratello.
Busso piano e dopo aver ricevuto il via libera entro e richiudo la porta dietro di me. Yoongi è steso sul letto, una zazzera di capelli neri che si confonde con le lenzuola.
-Ehi kookie- mi saluta. La camera di Yoongi non è molto grande, a lato si trova il letto disfatto, coperto di vestiti, esattamente come la scrivania piena di libri e cd. A contrario suo, sono molto più ordinato. L'ordine mi aiuta a mantenere il controllo.
-Oggi ho conosciuto un ragazzo- esordisco così. Non avevo pianificato di farlo, ma le parole mi sono letteralmente uscite di bocca. Yoongi mi guarda sorpreso, sollevando le sopracciglia e scoccandomi uno sguardo a metà fra il malizioso e il divertito. Alza il busto rivolgendomi tutta la sua attenzione. Lui sa della mia omosessualità, perció questa mia uscita non lo lascia indifferente. Ho scoperto di essere gay lo scorso settembre, quando per la prima volta mi decisi a baciare una ragazza che frequentavo, e tutte le mie aspettative crollarono insieme alla mia eterosessualità.
-Non è come pensi- ci tengo subito a correggerlo, prima che si faccia strane idee.
-Diresti che è un pazzo- mi squadra tentando di capire cosa sto dicendo.
-Non pazzo in quel senso, ma uno che sbuca dal nulla, ti parla di libri, si siede accanto a te e poi se ne va esattamente come è arrivato non ti sembra strano? - chiedo.
-Di libri? -
-Stavo leggendo "Kafka sulla spiaggia", in attesa dell'appuntamento con Jin-
-Direi che hai attirato la sua attenzione- il suo tono di voce è serio, non mi sta deridendo, motivo per cui io adoro mio fratello. So di poter contare su di lui per ogni cosa.
-Era bellissimo Yoongs- me lo lascio sfuggire e mi rendo conto di star parlando come una ragazzina, ma proprio non posso farne a meno. Mi tornano in mente il suo sorriso così particolare e la sua bellissima voce.
-Kookie, ma dimmi, non ti sarai mica preso una cotta per uno sconosciuto?-
-No Yoongs, mi ha solo...- incespico, tentando di trovare le parole adatte -...colpito-.
-Beh kookie... se puoi cogliere l'occasione di farti un amico, perchè non provarci?-
Dopo aver confessato la mia incredibile avventura a Yoongi hyung, ritorno in camera. Sono distrutto, la seduta di oggi è stata molto più intensa del previsto e ho solo una gran voglia di dormire.
Non è colpa tua, Jungkook. Non è colpa tua.
Il libro che ho sul comodino peró mi frena. Improvvisamente mi è venuta una gran voglia di finirlo.
Hai buon gusto
Comincio a sfogliare le pagine e mi abbandono alla lettura.
Mi sveglio controvoglia, la luce che penetra dalla finestra mi sta accecando e la sveglia non mi dà tregua. Mi alzo, mi preparo per un'altra giornata di scuola, e solo dopo aver preparato lo zaino, mi rendo conto che effettivamente ho finito il libro. Dovrei dirlo a Taehyung, ma non so come fare.
~
Appena metto piede dentro scuola, il mio umore da nero, diventa ancora più scuro. C'è un tripudio di studenti che corrono in ogni direzione, ognuno verso la propria aula. Ogni cosa qui mi ricorda Jimin. Dagli armadietti, ai corridoi in cui adoravamo sfrecciare durante la pausa, le aule. Ma se da una parte mi ricorda Jimin, dall'altra c'è chi invece mi perseguita. Non riesco neanche a formulare quest'ultimo pensiero che mi sento prendere di forza e vengo sbattuto prepotentemente al muro. Changkyun punta il suo sguardo infuocato su di me. È rabbia, è disgusto, quello nei miei confronti. Oggi mi va bene, non è insieme a Shownu e Minhyuk. Mi odia e lo avverto con ogni fibra del mio essere.
-Ancora qui eh? Proprio non ce la fai- Changkyun lascia in sospeso la frase ma io so a cosa si sta riferendo.
Proprio non ce la fai a morire.
Quello che ora mi sta schiacciando al muro è il fratellastro di Jimin. Il padre di quest'ultimo si risposó con la madre di Jimin poco più di un anno fa. Changkyun adorava il mio migliore amico, contro ogni aspettativa sembravano andare d'amore e d'accordo come due veri fratelli. Questo non fa che aumentare le mie domande sul perchè mi odia così tanto.
-Lasciami- patetico, sono davvero patetico.
-E perchè dovrei?- sulle labbra gli sboccia un sorrisetto cattivo.
-Signorino Im, signorino Jeon! Subito in classe!-
Vedo l'insegnante Lee camminare verso di noi.
Probabilmente mi ha appena salvato la vita.
-Arriviamo subito- risponde Changkyun. Allenta la presa, ma prima di lasciarmi andare del tutto sussurra qualcosa al mio orecchio.
-Pensa a quello che ho detto- e se ne va.
La verità è che se potessi prenderei volentieri il posto di Jimin. Lui si meritava di vivere molto più di me. Se potessi lo farei. Ma sono un codardo.
~
In questo preciso istante mi sento un idiota. È da cinque minuti che non faccio altro che fare avanti e indietro per la strada. Sono sotto casa sua. Sotto casa di Taehyung. O almeno quello che penso sia il palazzo in cui abita.
È strano. Una volta arrivato a casa dopo le lezioni, mi è salita questa irrisestibile voglia di parlargli. Sarà che mi sento incredibilmente solo. Non ho nessuno con cui parlare, se non mio fratello. E l'unico amico che avevo, ora non c'è più. Al pensiero una fitta mi travolge cuore e mente, ma cerco di scacciarla.
Solo a ripetere nella mia testa l'incontro di ieri, mi sembra un sogno. Totalmente irreale e assurdo, tanto da chiedermi ma è successo davvero?
Giunto sotto all'edificio, mi resi conto che io non ero a conoscenza del cognome di quel ragazzo. E se anche lo avessi saputo? Sarei stato abbastanza coraggioso da suonare il campanello?

Ehi si, sono Jungkook, il ragazzo di ieri, ho finito il libro e volevo dirtelo.

Idiota. Sono solo un idiota.


-Jungkook?- impegnato a maledirmi, sobbalzo quando sento la sua voce profonda. Diventerà un'abitudine il fatto che io non mi accorga mai della sua presenza? Mi giro istantaneamente e mi maledico di nuovo. Se è possibile è ancora più bello di ieri. I capelli scuri gli coprono gli occhi castani. La sua pelle ambrata è in netto contrasto con il maglioncino bianco che indossa. Sembra quasi un bambino, tenero e indifeso.
Penserà che sono un pazzo maniaco.
-Ti ho visto dalla finestra e ho voluto accertarmi che fossi veramente tu, quindi sono sceso- mi parla sorridendo e questo mi calma un po'. Non sembra irritato dal mio comportamento.
-Beh si e-ecco, io passavo di qua... insomma, si- balbetto come un ragazzino e sento subito le guance rosse. Non fare la figura dello stupido.
-Hai finito il libro?- mi sgama immediatamente, quindi tanto vale confessarsi.
-In realtà si, stanotte-
-È stato di tuo gradimento?-
-L'ho adorato- rispondo sincero. Sembra contento del mio responso. Tutto a un tratto si illumina e mi scocca uno sguardo curioso e pieno di aspettative.
-Jungkook, ti andrebbe di aiutarmi a fare una cosa?-

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