I wanted you.

di badgirlriri
(/viewuser.php?uid=950658)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Catwoman doesn't wear butterflies ***
Capitolo 2: *** Let you down ***
Capitolo 3: *** Chase and broken ankle ***
Capitolo 4: *** Not gonna help you. ***
Capitolo 5: *** Indovina chi c'è a cena ? ***
Capitolo 6: *** One last dance ***
Capitolo 7: *** Contrattempi ***



Capitolo 1
*** Catwoman doesn't wear butterflies ***


Questo capitolo è puramente introduttivo, perfavore non soffermatevi troppo su questo e andate avanti con la storia, sempre se vi può interessare !


Selina entrò nella stazione di polizia lentamente, contando ogni passo, con quella sua movenza sensuale e leggera che aveva imparato negli anni.
Le sembrava cosi strano, guardandosi intorno tutto le ricordava quando era ancora una ragazza e sperava ancora di potere avere un futuro diverso magari con … Bruce. Lo stesso Bruce che nel momento in cui lei era pronta per qualcosa di serio e duraturo con lei, se ne era andato, proprio come aveva fatto sua madre, e l’aveva lasciata  sola, senza alcuna famiglia, senza nessun amico. 
E adesso osservando un determinato punto della stazione le riveniva alla mente quel bacio che lui le aveva strappato al matrimonio di Lee e Gordon e un senso di malinconia la assaliva senza che lei potesse fare niente. Perché l’aveva abbandonata così ? Pensava davvero che quella stupida lettera d’addio potesse compensare ? E perché tornare dopo dieci anni, insomma dieci anni , e dire solo che lui doveva partire perché era la cosa giusta da fare ? 
Era estremamente arrabbiata con Bruce Wayne e avrebbe fatto di tutto per ottenere la sua vendetta se non fosse per il fatto che non gli voleva nemmeno stare vicino. 
Scosse la testa, non voleva più pensare a lui o al fatto che fosse in città, ed entrò nell’aula interrogatori che gli era stata indicata; sulla destra c’erano tre uomini girati di spalle - meglio, pensò, se la sapeva cavare bene con gli uomini - che parlottavano fra di loro, quasi sembrava complottassero, sulla sinistra, sempre di spalle, c’era un vecchio uomo che sorrideva a una poliziotta. 
<< Ehm, ehm >> 
Selina si schiarì la voce catturando gli sguardi di tutti, odiava quando non le si prestava attenzione. Il commissario Gordon si girò verso di lei e le disse, indicando una sedia
<< Selina, siediti qui perfavore >>
La donna sbuffò annoiata e, dopo aver scacciato lontana la sedia con un calcio, si sedette sul tavolo degli interrogatori. 
A quel punto si rese conto di chi erano gli altri uomini e le venne un colpo. 
Bruce Wayne e il suo maggiordomo le stavano di fronte, osservandola quasi con aria di superiorità. 
<< Cosa diavolo ?! >>
Esclamò la ragazza, rivolta a Gordon.
<< Calmati, Selina . >>
Ella rivolse di nuovo lo sguardo a quell’uomo che a stento riconosceva e le venne l’istinto di sputargli addosso e poi picchiarlo per fargli provare lo stesso dolore che aveva provato lei quando lui l’aveva abbandonato. 
<< Sei qui perché sei una delle sospettate principali di un  furto avvenuto tre sere fa in una gioielleria poco fuori città . >> 
A parlare fu il quarto uomo che Selina capì essere il vecchio collega di Gordon, Bullock, e per quanto sorpresa alla vista di quel quartetto inaspettato si riprese velocemente.  
<< Un furto eh ? E quali sarebbero le vostre prove ? >> << Beh, il modus operandi è quello di una ladra denominata catwoman, che sembra avere proprio le tue sembianze. >>
Selina sorrise, irriverente. 
<< Catwoman, mi piace come nome, ma mi dispiace informarvi che tre sere fa ero, ehm, impegnata a fare altro, e comunque se io dovessi mai compiere un furto nessuno lo verrebbe mai a sapere finche io non lo avessi deciso. >>
Gordon guardò velocemente Bruce Wayne prima di rivolgere a Selina una domanda.
<< Impegnata a fare cosa ? C’è qualcuno che può testimoniare ? >>
Altro sorriso irriverente da parte della donna, che si girò e chiese all’unica altra ragazza presente nella stanza se le potesse prestare il suo lucidalabbra; non attese risposta e lo prese. 
Poi si girò verso il metallo lucido nella stanza  che usò come specchio e si passo uno strato sul labbro superiore e uno sul labbro inferiore. 
<< Le mie labbra sono molto soffici di solito, sapete ? Utilizzo un burrocacao speciale all’olio di argan cosicché non siano mai screpolate e questo ve lo può testimoniare l’uomo con cui ero tre sere fa, in verità potrebbe testimoniare anche su molte altre parti del mio corpo e in maniera estremamente precis- >> 
<< Va bene, grazie >>
La interruppe velocemente il commissario. 
<< In verità >> Volle aggiungere Selina << lo potrebbe testimoniare anche il  qui presente signor Wayne, ma forse è passato così tanto tempo che non se lo ricorda >>
Nella  stanza calò il gelo, gli sguardi passavano da Bruce a Selina in attesa di una risposta; ma Bruce rimase impossibile a fissarla con uno sguardo indecifrabile. 
<< Comunque, per levarci ogni dubbio , la donna che ha fatto il furto ha un tatuaggio nero a forma di farfalla sulla schiena >>
E fu inaspettato. 
Il fatto che Selina Kyle si fosse appena levata la maglia e fosse rimasta con una leggerissima canottiera trasparente fu del tutto inaspettato.
Alfred impallidì e si girò di scatto, Gordon guardò velocemente se ci fosse il tatuaggio mentre Bullock sussurrava qualcosa come “Gesù bambino”. 
Mentre Bruce Wayne rimase ancora impassibile, tant’è che Selina si chiese se fosse davvero lui e non una statua. 
<< Ho controllato, adesso puoi andare, grazie Selina, se avremo bisogno di te  ti ricontatteremo. >>
Ella non si curò nemmeno di rimettersi la maglietta mentre maliziosa pronunciava, uscendo dalla stanza 
<< Sarò sempre a vostra disposizione. >>
Una volta fuori dalla stazione Selina respirò profondamente; il suo piano aveva funzionato e pensare che le era bastato comprare un tatuaggio lavabile. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Let you down ***


Gordon rivolse lo sguardo a Bruce che non si era mosso da quando Selina Kyle era uscita dalla stanza. 

<< Tutto apposto Master Bruce ? >>

Gli chiese Alfred preoccupato. L’uomo si riscosse, come se fosse stato in un sogno fino a quel momento. 

<< Si certo. >> 

Poi guardò il commissario e gli disse

<< Sa che è stata lei vero ? >>

Gordon annuì, pensieroso. 

<< Sa anche che questo vuol dire che lei ci serve per il nostro  piano, giusto ? >> 

Solito gesto. 

<< Bene >> Esordì Alfred  << Come diavolo convinciamo Miss Kyle ad aiutarci ?>>

 

 

*

 

 

 

Selina era furiosa. 

Stava dando da mangiare ai suoi gatti ma aveva la  testa da un’altra parte.

Per quale caspita di motivo lui era lì ? Per quale caspita di motivo era tornato ?

Per quale caspita di motivo aveva ancora un certo effetto su di lei ? E per quale caspita di motivo era rimasto immobile, impassibile davanti a lei ? 

La testa le rimbombava e per di più quella sera avrebbe dovuto compiere un altro furto. 

Odiava tutti in quel momento ma più degli altri odiava lui, e il fatto che dopo dieci anni ancora non ci era passata oltre, ancora ci stava male ed era arrabbiata con lui come il giorno in cui era corsa all’aeroporto, lo stesso giorno in cui aveva provato a scappare anche lei da Gotham, a rincorrerlo, per poi darsi della cretina per aver anche solo pensato di poter raggiungere Bruce Wayne, lo stesso giorno in cui era tornata alla stazione di polizia e aveva cercato Gordon, Alfred o chiunque potesse aiutarla nell’intento, lo stesso giorno in cui si era ritrovata a piangere disperata, come mai aveva fatto,  tra le braccia di  Lee Thompkins. E ancora una volta rivide se stessa dieci anni prima, disperata senza di lui, e arrabbiata nei suoi confronti perché lei era Selina Kyle e Selina Kyle non aveva né avrebbe mai avuto bisogno di un uomo per sentirsi completa; e allora perché si era sentita così persa ? Perché si era sentita come se una parte di  sé le fosse stata strappata via ? 

Doveva smettere di pensarci, erano passati tanti anni e lei era cambiata, era diventata cinica, fredda e opportunista, ma sopratutto del tutto indipendente, aveva imparato a cavarsela da sola, come aveva sempre fatto, aveva imparato a vivere senza Bruce Wayne, a vivere come un gatto solitario. 

E se era vero che i  gatti hanno sette vite, allora a lei ne mancavano sei perché ne aveva appena perso una con il mini infarto che aveva avuto nel vedere Bruce Wayne nel suo salotto ,che la fissava.

 

 

 

*

Bruce stava controllando alcuni file quando Alfred lo raggiunse e lo cominciò a scrutare severo.  

<< Allora, Mister Bruce, vuole dirmi quale è il problema ? >>

Anche se infondo entrambi sapevano quale, o meglio chi fosse il problema. 

<< Nessun problema Alfred, sto solo controllando se - >>
Il maggiordomo aveva chiuso impetuosamente il portatile del ragazzo, e lo guardava stanco.

<< Prima o poi dovrà parlarne con qualcuno.  Lei non è più una ragazzina, come ha potuto guardare con i  suoi stessi occhi, è cresciuta molto da quando se ne è andato, e se devo dare un giudizio personale, in peggio. È tornata la ragazzina ladruncola che era prima di incontrarla, Master Bruce, ma ora è molto più esperta e pericolosa, e temo che tutto questo derivi dalla ferita che lei stesso le ha procurato abbandonandola.  >> 

Il giovane Wayne non aveva fiatato per tutto il discorso, né aveva mutato espressione.

<< Mi dispiace molto per Selina, ma come tu sai bene Alfred c'erano ragioni di livello maggiore per cui dovevo partire. Selina è sempre stata autosufficiente e sono sicura che se la sarà cavata alla grande anche senza di me, anzi probabilmente per lei ero solo un peso e con la mia assenza la sua vera indole è uscita fuori. >>

Se lo chiedeva anche lui perché continuasse a mentire così spudoratamente, ma a quanto sembrava, non riusciva a farne a meno, era una sorta di autoconvincimento personale, una specie  di mantra che continuava a ripetersi per non pensare al dolore che aveva procurato a Selina, che era però sicuramente minore al suo.

Quel giorno, quando aveva preso la decisione di partire, senza di lei, aveva passato tutta la mattina a guardarla giocare con Barbara junior, e aveva pensato a quanto sarebbe stato bello se loro avessero potuto formare, un giorno, una famiglia. 

Poi aveva rivisto Selina a terra senza forze , mentre lui cercava di trattenerla in vita, premendo sulla ferita, aveva visto i suoi genitori morire nel vicolo, “ci saremo sempre per te”, Selina nel letto d’ospedale che aveva appena cercato di suicidarsi, Selina ubriaca e piangente nel club, “ci sarò sempre per te”. 

E non ce l’aveva fatta, non poteva veder morire anche lei, lei che per lui significava tutto, il suo primo bacio, il suo primo amore, no ,  teneva troppo a lei per perderla, e così aveva pensato che per proteggerla fosse necessario andarsene da quella città e da quella donna, che erano state entrambe ferite a causa sua. 

 

 

*

<< Che cavolo ci fai qui ? E come diavolo sei entrato ?>>

Sbottò Selina arrabbiata.  

<< Dalla finestra. >>

<< Oh grandioso. >>

Erano entrambi fermi, uno davanti a l’altro che si scrutavano, avidi di vedere ciò che si erano persi in quegli anni. 

<< Sai cosa ? Non mi interessa per quale motivo sei qui, devi andartene, non voglio che tu passi in casa mia un attimo  di  più, e per la cronaca  prova a rientrare dalla finestra e proverai i miei artigli, letteralmente. >> 

Bruce , per nulla spaventato, avanzò nella sua direzione. 

<<  Mi scuso di nuovo Selina per il modo in cui me ne sono andato, ma adesso mi serve che tu passi  oltre, alla stazione hanno bisogno del tuo aiuto. >>

Selina dovette infilarsi le unghie nella carne pur di non prenderlo a pugni.

<< Torni dopo dieci anni e tutto ciò che hai da dire è che ti dispiace per il modo in cui te ne sei andato ? Brutto bastardo, tu e la tua aria di superiorità del cazzo, non mi interessa niente delle tue scuse, io non ti perdonerò mai, Bruce Wayne. Sei stato sleale e codardo e spero davvero che lascerai di nuovo la città il prima 

possibile. >>

Bruce prese il colpo, per quanto doloroso,  e decise che sarebbe stato meglio tornare un altro giorno, magari dalla porta principale.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chase and broken ankle ***


Stava correndo, correndo a perdifiato, la refurtiva nascosta nel sacchetto, il cuore in gola mentre saltava dall’ennesimo palazzo. 

Come aveva fatto quella sottospecie di uomo-pipistrello, se è questo che voleva apparire con quel ridicolo copricapo, a trovarla e sopratutto a seguirla ? La sua velocità e la sua agilità avevano sempre sbaragliato ogni suo avversario negli ultimi 10 anni, mentre invece l’uomo che la stava seguendo sembrava non si stesse stancando nemmeno più di tanto. 

Si girò per vedere dove fosse finito il suo inseguitore non accorgendosi della fine del palazzo e precipitò nel vuoto, finché non si sentì afferrare per il polso da un’ombra nera. 

<<  Tieniti forte. >> 

Le disse lo sconosciuto. 

Selina ponderò per un secondo cosa fare : farsi sollevare dall’uomo che la stava inseguendo sicuramente per portarla in prigione, se non per ipotesi ancora più losche, o lasciarsi andare e fare un bel volo?  Dopotutto i gatti atterrano sempre su quattro zampe pensò e con uno strattone liberò il suo polso dalla presa dell’altro. Stranamente intravide negli occhi del suo inseguitore qualcosa che assomigliava molto a seria preoccupazione , poi lo vide sparire. 

Atterrò in piedi senza alcuna ferita troppo grave, o così pensava fino a che non provò a fare un passo; la caviglia le cedette e lei lanciò un urlo agonizzante, poi, di nuovo, si sentì afferrare per una spalla.

<<  Lasciati aiutare . >>

Selina si fece prendere dal panico, come diavolo aveva fatto a raggiungerla così velocemente ? Cosa voleva da lei che arrivava addirittura a chiederle di lasciarsi aiutare ? 

La donna lo guardò con disprezzo, non si era mai lasciata aiutare da nessuno negli ultimi 10 anni, non aveva lasciato nemmeno avvicinarsi da qualcuno da quando Bruce se ne era andato, e sicuramente adesso non avrebbe tollerato l’aiuto di un totale sconosciuto che fino a pochi momenti prima le stava correndo dietro. Si sollevò ponendo il peso sulla caviglia sana e diede un sonoro pugno all’uomo di fronte a lei, che indietreggiò di nemmeno due centimetri.

<< Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno >>

E dopo avergli  assestato un altro colpo riprese la fuga.

 

 

*

 

 

Bruce Wayne rientrò nella sua imponente casa, che era stata scrupolosamente ricostruita da Alfred, sbuffando. 

<< Come è andata la missione Master Bruce ? >>

Il maggiordomo gli era comparso davanti all’improvviso e il giovane Wayne, che era totalmente perso nei suoi pensieri, si era leggermente spaventato.

<< Non bene, Alfred >>

Il vecchio uomo lo guardò sedersi sul divano sconfortato. 

<< Non la riconosco più, sai ? Non mi sembra più la Selina di cui ero inn- >> si fermò un attimo, indeciso << amico, di cui io ero amico. Insomma capisco che la causa principale del suo cambiamento sia stato io, capisco che il mio gesto deve averle procurato un dolore enorme, capisco che abbia pensato che l’unica soluzione fosse tornare a fare ciò che sapeva fare meglio ma … >> e qui di nuovo indugiò, alzando gli occhi verso quell’uomo che costituiva l’unica parte rimasta della sua famiglia  .

<< Si è lasciata cadere, Alfred. Ha preferito farsi un volo di non so quanti metri frantumandosi una caviglia piuttosto che accettare un aiuto. Se continuerà in questa direzione finirà per farsi uccidere, io me sono andato per proteggerla, per tenerla in vita , e ora il suo stesso atteggiamento la sta mettendo in pericolo più di quanto io abbia mai fatto >> 

Alfred lo osservò, pensieroso. 

<<  Credo che l’unica soluzione sia farla partecipare al piano, magari vi riavvicinerete e lei tornerà quella di una volta. >>

Bruce sorrise malinconico, guardando le tende delle finestre muoversi per il vento. Le ricordavano così tanto le entrate improvvise di Selina, quando erano ancora bambini, quando erano ancora innocenti, quando lui non l’aveva ancora ferita e lei era ancora innamorata di lui. 

Quanto era stato stupido, come aveva fatto a non capire che lei lo amava ? Era sempre stato convinto che lui fosse quello più preso, non aveva mai notato tutti i piccoli gesti che dimostravano che lei era presa tanto quanto lui. Ma adesso era troppo tardi, adesso lei era diventata completamente cinica e lo odiava con tutte le sue forze, non vedeva un minimo di speranze per loro due. 

<< È  vero Selina ci serve, ma non credo che lei voglia riavvicinarsi a me, anzi probabilmente l’unico modo per farla partecipare al piano è non dirle che ci sono anche io. >>

Poi si alzò e si diresse verso la sua camera da letto. 

 

 

*

 

 

La sua caviglia era dolorante, ma era stato anche solo un miracolo che fosse riuscita a raggiungere casa. 

Come avrebbe fatto ? Non poteva andare in ospedale la notte stessa del furto, sarebbe stato sospettoso, e poi doveva al più presto trovare qualcuno con cui passare la notte, in modo da utilizzarlo la mattina successiva come alibi. 

E così indossò un vestito verde scuro attillato, mise una sottile fascia alla caviglia e poi si infilò i tacchi più bassi che aveva. 

Sarebbe stata una lunga notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Not gonna help you. ***


La mattina successiva, come da copione, Selina si presentò alla centrale di polizia con i tacchi più alti che aveva e la sua solita movenza sensuale, il fatto che stesse soffrendo nascosto sotto un sorriso falso tanto quanto il suo alibi. 

Entrò nella solita aula interrogatori trovandoci le stesse persone di sempre. 

<< Allora a cosa devo il piacere ? >>
Chiese sedendosi sul tavolo, come da abitudine. 

<< C’è stato un altro furto, ieri sera, in un bar in centro. >>

Selina sbuffò, annoiata.

<< La prossima volta che sospettate di me per un furto per favore, mandatemi un email, così evitiamo di sprecare tempo; vi allegherò il mio alibi. >>

Gordon la guardò sospettoso e soffermò lo sguardo sui suoi tacchi. 

<< Ci è stato riferito che la ladra si è ferita la caviglia scappando. >>
La donna scese dal tavolo e si avvicinò al commissario. 

<< Secondo lei, commissario Gordon, una donna che si è appena ferita alla caviglia porta un tacco 12 ? >>

E gli mostrò le décolleté laccate rosse che portava ai piedi. 

<< No, ma mi sembra anche strano che una sospettata si presenti al suo interrogatorio con un tale tacco, a meno che non stia cercando di sviare l’attenzione, o catturare quella di qualcuno. >>

Selina si sciolse in una risata priva di gioia, soffermandosi un attimo su Bruce. 

<< Beh, in effetti il poliziotto che mi ha accompagnato qui la scorsa volta non è male. >>

Gli uomini capirono che non c’era niente da fare, non avrebbe confessato. 

 << Senti Selina, noi abbiamo bisogno del tuo aiuto; c’è una cosa che dobbiamo prendere e le tue capacità ci farebbero comodo, in cambio ci dimenticheremo dei tuoi furti. >>

La donna tornò a sedersi sul tavolo, accigliata.

<< Furti ? Quali furti ? Mi sembra chiaro che non avete nessuna prova contro di me, inoltre ho due alibi per entrambe le sere, e dovreste vedere che alibi… mi sono sempre piaciuti i biondi. >>
E lancio uno sguardo di sfida a Bruce, che si innervosì.

<< Basta Selina, stai dicendo una bugia dopo l’altra e ne sei consapevole.  Cosa pensi di ricavare con questa vita ? Continuando a rubare e a scappare dalla polizia con finti testimoni ? 

Aiutaci, tutti i tuoi crimini, anche quelli solamente presunti, verranno rimossi e tu potrai ricominciare da capo, potrai cambiare strada prima che sia troppo tardi. >>
La donna si alzò nuovamente, chiaramente furiosa nella sua calma esteriore, e andò a fronteggiare l’uomo che le aveva appena parlato.

<< Tu, Bruce Wayne, ritorni dopo dieci anni e pretendi di dirmi quello che devo 

fare ? Torni dopo dieci anni e mi fai la paternale per come ho condotto la mia vita dopo che TU, da codardo e stronzo quale sei, mi hai abbandonata sapendo benissimo che era il mio punto debole, sapendo che ti stavi comportando esattamente come aveva fatto mia madre, sapendo che NON potevo essere abbandonata un’altra volta ! >>
Ogni frase  era accompagnata da un piccolo pugno che però non colpirono minimamente l’uomo. 

<< Non ti devi e non ti puoi permettere di giudicarmi, non dovresti nemmeno rivolgermi la parola dopo quello che hai fatto, dopo essertene andato con una stupidissima  lettera, lasciandomi da sola ! 

Tu sapevi che eri tutto quello rimasto della mia famiglia, sapevi che eri l’unica persona di cui mi fidassi, l’unica che lasciavo che mi aiutasse eppure te ne sei andato lo stesso, senza nemmeno avvertirmi ! >>
Il discorso stava andando così sul personale che Gordon e Alfred si domandarono se non fosse meglio lasciarli da soli. 

<< Volevi che io conducessi un altro tipo di vita ? Benissimo, allora saresti dovuto rimanere o mi avresti dovuto portare con te; ma ora dopo tutto quello che hai fatto tu non hai più nessun diritto su me Bruce Wayne. >>

Il silenzio seguì le parole di Selina, che aveva scambiato la preoccupazione di Bruce con un rimprovero. 

<< Hai ragione, non ho più nessun diritto su di te, e in realtà non l’ho mai avuto. Tu sei sempre rimasta fedele a te stessa, e a dirla tutta anche a me. Capisco che adesso non vuoi avere niente a che fare con me, capisco che tu voglia che io sparisca di nuovo, ma non posso Selina, come ti ho già detto questa volta sono tornato per rimanere, non lascerò Gotham nuovamente ( e avrebbe voluto aggiungere proprio come la prima volta che l’aveva rincontrata su quel tetto ‘’e non lascerò te nuovamente’’ ); ma perfavore, non permettere alla rabbia che provi nei miei confronti di ostruirti la mente, loro >> e indicò Gordon e gli altri presenti nella stanza << hanno davvero bisogno del tuo aiuto, ed io, se ti fa sentire meglio, non sarò nemmeno presente. >>

Selina si soffermò a guardarlo un attimo, indecisa.

<< Sai Bruce, una volta avrei fatto di tutto per te, te l’avevo confessato che per te ci sarei sempre stata, poi te ne sei andato dimostrandomi che eri tu quello che non ci sarebbe stato per me. 

Dieci anni fa non avrei battuto occhio e vi avrei aiutati, ma ora le cose sono cambiate; io non sono più la Selina Kyle che conoscevi, quindi no, non mi interessa aiutarvi, arrangiatevi. >>
E detto questo uscì dalla sala facendo risuonare gli alti tacchi su tutto il pavimento. 

 

 

 

*

 

 

 

Selina lanciò un peluche a forma di orso sul pavimento, con rabbia.

<< Ehi ! Quello è il mio preferito ! >>
Si lamentò la piccola Barbara Lee andando a raccogliere il suo Teddy.

<< Scusa, Barbie. >>

Selina si scusò, chiamandola col suo nomignolo affettuoso e le scompigliò i lunghi capelli biondi. 

<< Che c’è che non va Cat ? >>

La giovane donna si inginocchiò davanti alla sua piccola amica. 

<< E’ tornata una persona Barbie, un mio vecchio amico, dopo tanto tempo, e mi sta chiedendo aiuto, ma io non glielo voglio dare perché quando se ne è andato mi ha fatto molto male. >>
La ragazzina ponderò le parole di Selina, mettendosi una mano sotto il mento. 

<< Ma adesso stai ancora male ? Non sei contenta che sia tornato ? >>

Selina si girò a guardare dalla finestra la pioggia che cadeva lenta. 

<< Non lo so, Barbie… da un lato sono ancora infuriata con lui, ma dall’altro vorrei tanto riuscire a perdonarlo per far si che le cose tornino come prima. >>
La donna si stupì di essere stata così onesta con la bimba; voleva davvero perdonarlo ? Ci sarebbe mai riuscita ? 

Nel frattempo Lee Gordon entrò nella cameretta, portando un bicchiere di succo alla bambina e uno di vino alla donna. 

<< Bianco, come piace a te. >>
 Disse porgendoglielo. Selina sorrise e la ringraziò; Lee era l’unica con cui si confidava, l’unica con cui aveva minimante mantenuto i rapporti. 

<< Come è andata oggi ? Gordon mi ha detto che saresti dovuta andare alla stazione stamani. >>

<< Ci sono stata, mi hanno di nuovo chiesto aiuto e io ho rifiutato. >>
Lee la guardò, preoccupata. 

<< Perché non li aiuti Selina ? Sono sicura che ti daranno qualcosa in cambio. >>
<< Perché niente vale così tanto da farmi collaborare di nuovo con Bruce 

Wayne. >>
Lee sorrise malinconica, aveva capito quale era il punto. 

<< Bruce Wayne eh ? Ce l’hai ancora con lui.  >>
Selina si girò contrariata verso Lee. 

<< Certo che ce l’ho con lui ! Io ce l’avrò sempre con lui !  >>
<< Ed io che pensavo che sareste tornati insieme …. >
<< Quando nevicherà ad Agosto. >>

Poi ricominciò a giocare con Barbara.  Lee sorrise, lei lo sapeva che l’avrebbe perdonato , così come sapeva che l’amava ancora, avevano solo bisogno di una piccola spinta. Uscì dalla stanzetta e chiamò il marito ancora a lavoro.

<< Tesoro, come sta andando ? >>

Dall’altro lato del telefono Gordon le rispose stanco. 

<< Non bene, Selina non vuole collaborare, stiamo cercando un altra via per fare funzionare il piano. >>

<< Ho capito, senti perché non inviti qui Bruce ? Sono sicura che vorrà vedere come è cresciuta la bambina. >>
Lee non sentì niente per qualche minuti poi il marito le rispose. 

<< Ha detto che viene volentieri, fra mezz’ora saremo a casa. >>

Lee sorrise tra sé e sé, e dopo averlo salutato chiuse la chiamata.
<< Selina rimani a cena ?>> 

Le gridò dalla cucina.

<< Se non è un disturbo. >>

Le rispose dall’altra. 

<>

Ed estremamente soddisfatta si mise a cucinare.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Indovina chi c'è a cena ? ***


<< Siamo a casa. >>

Disse Gordon entrando dalla porta, Bruce dietro di lui. Lee corse all’entrata seguita da Selina che teneva per mano la piccola. 

<< Buonasera commissar->> 

Spostò velocemente lo sguardo sulla persona che lo seguiva. 

<< LEE ! >> 

<< Oh Selina mi dispiace tanto, mi sono dimenticata di avvertirti che avremmo avuto altri ospiti, oltre a te, a cena. >>

Gordon scosse il capo divertito. 

<>

Propose andando a baciare prima la figlia, poi la moglie.

<< Oh io mi sposto sicuro >>

Pronunciò Selina dirigendosi verso l’uscita; ma non fece in tempo ad afferrare a maniglia che Bruce la prese per un fianco, girandola verso di sè. 

<< Aspetta. >> 

E il fatto che la ragazza non si mosse sorprese lui almeno quanto lei. Perché si era fermata ? Perché non si stava liberando dalla presa ? Sapeva benissimo come fare, era una delle sue principali abilità sviare. Eppure era rimasta immobile a fissare negli occhi l’uomo davanti a lei, la sua mano posata dolcemente sul fianco. 

<< Dai cat rimani, sennò chi ci gioca alla bambole spie dopo con me ?  >>

Il momento fu interrotto da Barbara, che in quegli anni si era seriamente affezionata a quella donna, anche se aveva quell’aria sempre triste e fredda le raccontava storie divertenti e le piaceva stare con lei.

Selina guardò la bambina poi si scostò con forza dalla presa di Bruce.

<< Solo perché me lo chiedi tu peste. >>

 

 

*

 

 

Stavano mangiando il secondo, pollo arrosto e patate, e Bruce ormai si sentiva osservato da un pò; alzò lo sguardo per incontrare quello curioso e confuso della ragazzina, lo stava fissando da almeno dieci minuti e ancora non aveva capito cosa volesse.

<< E’ lui Cat ? >> 

Selina spostò l’attenzione dal suo piatto e la rivolse alla bambina, smarrita. 

<< E’ lui tuo amico che è tornato e che ti ha fatto tanto male ma che tu vorresti perdonare lo 

stesso ? >>

La donna che nel frattempo aveva avuto la brillante idea di iniziare a bere sputò tutto il contenuto addosso a Gordon, che si trovava di fronte a lei. 

Bruce si girò verso Selina, seduta accanto a lui, e la contemplò sperando che dicesse qualcosa. 

<< No , non è lui. Noi non siamo nemmeno amici. >>
Ed ecco di nuovo la solita fitta che Bruce sentiva ogni volta che Selina parlava di lui in quel modo.

Lo stava torturando, quella mattina alla stazione di polizia vederla così dolorante, sentirla dire quelle parole, l’aveva distrutto. Lui l’aveva sempre amata, e tutto ciò che aveva fatto, l’aveva fatto per proteggerla. Eppure non aveva saputo dimostrarlo, ed ora, sebbene fossero passati 10 anni, lui le si ritrovava seduto accanto e non era capace di farla sentire meglio, di sottrarla da quel dolore che le aveva procurato con la sua assenza. Certo dieci anni erano sicuramente tanti, ma non era passato un singolo giorno in cui Bruce Wayne non avesse pensato a Selina Kyle, che dopotutto rimaneva il suo primo e grande amore. Ad essere sinceri era addirittura tornato una volta, cinque anni addietro, il giorno del suo compleanno, e l’aveva vista festeggiare da sola a casa sua con una singola candelina su un pezzo di torta che sembrava tutto tranne che fresca; gli aveva letteralmente spezzato il cuore, vederla così, da sola e non poter entrare a consolarla, anche se lo avrebbe voluto, avrebbe voluto rompere quella maledetta finestra e stringerla tra le braccia, ma non gli era concesso, sapeva che non era ancora giunto il tempo per tornare e così se ne era semplicemente andato, dopo averle lasciato il suo regalo sul davanzale della finestra. 

<< Okay, qualcuno vuole il dolce ? >>

Chiese Lee per spezzare la tensione che era andata a crearsi. Tutti, tranne la piccola barbara, scossero la testa. 

<< Va bene, allora mentre io sparecchio voi accomodatevi pure in soggiorno. >>

Gordon che vi si stava dirigendo fu fermato dalla moglie.

<< Non tu tesoro, tu vai a prendere il dolce a Barb. >>
E poi gli lanciò un’occhiata che Gordon sembrò capire perché uscì senza fare domande. 

<< Andate ragazzi , io arrivo subito. >>

Disse Lee spingendo letteralmente i due fuori dalla cucina e poi chiudendo la porta. 

Selina si sedette sul divano, imbarazzata. Per quale motivo quel pidochietto aveva dovuto parlare ? Ora lui avrebbe pensato che un giorno forse l’avrebbe perdonato, e invece non era così. 

Ma infondo, ne era sicura ? 

<< Selina, possiamo parlarne ? >>

<< Quante altre volte dovremo parlarne Bruce? Io ti ho già detto tutto quello che ti dovevo dire, per me siamo apposto così. >>
L’uomo la guardò, sconsolato.  

<< Beh per me no , non siamo per niente apposto. Non so più come chiederti scusa Selina, ed è vero che tu hai tutto il diritto di non volere più vedermi ma perfavore ascoltami almeno per questa volta. >>
Selina, dopo aver riflettuto qualche secondo,  fece un piccolo cenno di assenso e Bruce se lo fece bastare. 

<< Quel giorno, sulle scale della GCPD, quando tu mi dicesti che ci saresti sempre stata per me, io ho capito , purtroppo , quale sarebbe stato a lungo andare il tuo destino. Saresti morta per colpa mia, uno dei miei avversarsi ti avrebbe uccisa per arrivare a me e io non potevo permettere che ciò succedesse. Eri già stata messa in pericolo, prima con Cinque e poi con Jeremiah, già due volte eri quasi morta per colpa mia, e quel pomeriggio avevi rischiato di nuovo per me con Bane. 

E’ stata la decisione più dura di tutte, quella di partire, ma l’ho fatto principalmente per te Selina, e lo so che avrei dovuto almeno dirti addio, ma come avrei potuto ? Come avrei potuto andarmene una volta avuta te tra le mie braccia ? Sapevo che non ci sarei più riuscito, sapevo che sarei rimasto e che a causa di questa mia debolezza tu saresti morta. Ma adesso sono tornato e sono forte almeno quanto lo sei tu, adesso ho le capacità per proteggerti e le hai anche tu. 

Quindi ti prego Selina, perdonami. Ho sbagliato e ne sono consapevole, ma non voglio sprecare altro tempo , ne ho già lasciato scappare così tanto. >>
Anche se Bruce non lo poteva notare gli occhi di Selina erano pericolosamente lucidi, l’aveva colpita e doveva trattenersi dalla voglia di saltargli addosso e abbracciarlo.

Ma non poteva, per quanto ci provasse Selina sapeva che niente era più come prima e che lei era irreparabilmente cambiata. L’abbandono di Bruce l’aveva fatta diventare un’altra persona, e avrebbe avuto bisogno di più tempo per elaborare il fatto che lui era davvero tornato e la voleva con sé. Era frastornata ma sapeva cosa doveva fare, si era detta che non avrebbe più lasciato entrare nessuno e così sarebbe stato. 

<< Non posso. >> 

Disse in un sussurrò, una lacrima solitaria che le percorreva la guancia.  

<< Almeno per adesso non posso perdonarti Bruce, anche se volessi mi risulterebbe difficile farlo.

Quando te ne sei andato qualcosa dentro di me si è rotto, e onestamente non so se potrà mai essere ricostruito. >>
Bruce annuì sconsolato, lo sguardo rivolto a terra.

<< Ma so anche, che se c’è qualcuno che può farlo, quello sei tu.  

     E credo che ti lascerò provare. >>
Il giovane Wayne rialzò velocemente lo sguardo da terra, per fissare Selina. Poi si avvicinò e l’abbracciò, e sebbene lei non ricambiasse sapeva che le cose tra loro sarebbero andate nella direzione giusta. Con tempo e pazienzai sarebbe tornata sua.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** One last dance ***


<< Va bene, quindi quale è il piano ? >>
Alle solite Selina quella mattina era entrata dalle porte della GCPD e si era diretta verso l’ufficio di Gordon, sapendo che li avrebbe trovati tutti lì. 

<< Selina >> 

Pronunciò sorpreso il commissario.

 << Non mi ricordo di averti convocata. >>
La donna lo fissò astiosa. 

<< Certo perché se sono qui può essere solamente perché sono sospettata per qualche furto giusto ? >>

Gordon si scusò e le chiese quale fosse allora il motivo della sua visita, Selina lanciò uno sguardo Bruce prima di parlare. 

<< Voglio aiutarvi, qualunque sia il piano. Vi lascerò usare le mie abilità e in cambio esigo il 30% del ricavato.  >>
<< Selina non stiamo andando a derubare una banca. Non ci sarà un ricavato. >>

<< Bene allora voglio l’immunità, da qui fino a quando ne avrò bisogno. >>
Alfred, Gordon e Bruce si appartarono per parlare mentre Selina iniziò a girellare intorno, annoiata.

<< Allora ? >>
Domandò poi spazientita. 

<< Va bene, avrai la tua immunità. >>
Selina lo guardò stupita e poi scoppiò a ridere.

<< Per darmi l’immunità questa cosa che dovete fare deve essere davvero importante. >>

Gli uomini si osservarono, poi fu Bruce a parlare.

<< Riguardo a questo, non possiamo dirti il perché delle azioni che andrai a compiere, né possiamo rivelarti contro chi stiamo agendo. >>
Selina sembrava essere indifferente a quella notizia. 

<< Quindi mi state dicendo che dovrei agire senza sapere perché lo sto facendo e contro chi ? >>
Gli uomini annuirono, spaventati dalla sua possibile reazione, invece Selina ricominciò a ridere. 

<< Ottimo >> aggiunse poi << non ci voglio minimamente entrare in questa storia. E’ la vostra battaglia, non la mia. Sarà come se mi aveste assunto per un lavoro, mi sta bene.  >>
Era tornata seria e a Bruce sembrò ovvio domandarsi quante volte l’aveva già fatto . In quante situazioni pericolose era finita ,in quei dieci anni, senza nemmeno saperlo ? Per quali persone aveva lavorato fino ad adesso ? L’avevano usata ? Si era saputa difendere ? Quante azioni illegali aveva compiuto ?  

Tutte queste domande gli vorticavano in testa, senza risposta, e più che mai si sentì in colpa per averla lasciata sola. 

<< Quindi ? >> Disse Selina riscuotendolo dai suoi pensieri. << Questo piano ? >>

<< Ci sarà un gala questa sera, a casa di uno dei più importanti esponenti della Brial Factory, una azienda che produce vestiario, tu devi intrufolarti e rubare uno dei file che si trova nel computer del proprietario. Il computer dovrebbe essere al primo piano, nel suo studio, terza porta a 

sinistra. >>
Selina annuì senza davvero domandare niente e Bruce scoprì di essere quasi deluso da questa sua assenza di curiosità. 

<< Hai un vestito abbastanza elegante o dobbiamo procurartelo ? >>
Selina sogghignò. 

<< Commissario, crede che sia la prima volta che mi introduco ad un gala ? >>

E Gordon non seppe se essere felice perché aveva già esperienza con i gala o contrariato dal motivo per cui vi si introduceva. 

 

 

 

*

 

 

 

Selina stava sorseggiando uno strano cocktail dal dubbio gusto, stretta nel suo abito nero attillato sopra ma che le scendeva liscio nella parte inferiore, l’enorme spacco che le mostrava tutta la gamba destra.

<< Wow >>

Sussurrò Alfred a Bruce, dall’altro lato della stanza, osservando la donna; lui rispose con un misero ‘’già’’, gli occhi ancora fissi su di lei. 

<< Ma con quei trampoli come farà a correre ? >>
Chiese Gordon indicando i suoi vertiginosi tacchi laccati in bianco. 

<< Ti ricordi il piano ? >>
Le chiese poi il commissario all’auricolare trasparente che aveva nell’orecchio. 

<< Certo che me lo ricordo, sono una professionista. >>
<< Bene, allora dopo questo ballo avviati verso lo studio, noi staremo qui, appena hai fatto avvisaci così usciamo. >>
Selina annuì, sapendo di essere osservata.

<< Mi concede questo ballo ? >>
La donna si girò, sorpresa, un uomo sulla trentina stava davanti a lei e le rivolgeva la mano. Era affascinante e Gordon aveva detto ‘dopo questo ballo’ quindi decise che glielo avrebbe concesso, ignorando completamente l’dea che lo stesse facendo solo perché voleva ingelosire Bruce. 

Lo sconosciuto la condusse nel centro della pista poi pose una mano dietro la sua schiena e l’altra la mise in quella di Selina. 

<< Come ti chiami ? >>

<< Sophie >>

<< Che bel nome. >>

Selina sorrise, un sorriso falso, di circostanza , e continuò a ballare. L’uomo la fece volteggiare ma alla fine del giro le braccia in cui si trovava erano altre.

<< Bruce, cosa diavolo ? >> 

Lui l’avvicinò a sé, stringendola il più vicino possibile al suo petto, notando con piacere che la differenza di altezza non era cambiata, e nemmeno lo era il suo profumo. 

<< Ti stavi distraendo e ho dovuto riportarti sulla dritta via. >>

Selina sbuffò, ma in realtà quel contatto le faceva tanto quanto a lui. 

Le ricordava così tanto quel gala, una quantità di anni prima, quando lui era ancora un piccolo ragazzino spaventato per la morte dei suoi genitori. Le mancava quel Bruce, era tutto più semplice con lui. Selina si lasciò trasportare dai suoi ricordi malinconica, poggiando la testa sul petto di Bruce e sentendo il suo cuore battere più veloce.

Poi la musica terminò, e con essa anche il tempo che le era stato concesso;  svincolò dalla presa e si affrettò discreta verso il primo  piano, lasciando Bruce da solo al centro della pista.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Contrattempi ***


Selina raggiunse lo studio senza alcun problema, ma dopotutto ne era sicura. Si guardò intorno, cercando il computer, che però sembrava non trovarsi in quella stanza. Aprì il primo e il secondo cassetto della scrivania , scoprendoli vuoti, ma al terzo si bloccò : era chiuso a chiave. 

<< Bingo >> 

Sussurrò fra sé e sé, poi sfilò una forcina della suo stretto chignon e la infilò nella serratura, al quarto giro sentì un click e il cassetto si aprì. Selina sorrise soddisfatta e tirò fuori il computer, lo accese e rimase a fissare la schemata che le domandava la password per accedere ai vari file.

La donna si guardò intorno, alla ricerca di un qualche indizio, poi si soffermò su una foto. Un uomo era seduto su una barca, due bambine strette a lui e una bionda super finta alla sua sinistra.   La prese in mano e notò non solo che le due ragazzine erano gemelle, ma anche che sulle loro magliette, rigorosamente rosa, c’erano scritti i nomi tappezzati di paiettes : Rosa e Violette. Che fantasia, pensò Selina, la foto ancora in mano. Inserì i due nomi nello spazio apposito sul computer, - quattro tentativi rimanenti - , Selina imprecò, poi ritornò sulla foto, doveva esserci qualcosa, non avrebbe potuto fallire in quel modo, non in quella missione. Ritornò sulla foto della famigliola felice, poi abbassò lo sguardo su una scritta incisa sulla barca “ Deborah 25”, beh tanto valeva provare. Immise il nome della barca e il computer si sbloccò; Selina rise, sbalordita.

 << Stupidi uomini >>

<< Tutto apposto Selina ? >>

La voce di Gordon all’auricolare la spaventò. 

<< Molto meglio prima che lei mi parlasse nell’orecchio, commissario. Sono riuscita ad entrare nel computer, scarico il file ed esco, come concordato. Nel frattempo gradirei non essere 

disturbata. >>

<< Va bene, allora noi cominciamo ad uscire. Ci vediamo fra dieci minuti nel vicolo dietro 

l’edificio. >>

Gordon non sentì alcuna riposta, ma sapeva che Selina aveva capito. La donna infilò la chiavetta nel computer poi cliccò  ‘download’ sull’unico file della scrivania. Aspettò circa dieci minuti, poi quando comparse l’icona ‘100 % download completato’ estrasse la chiavetta; in quel momento l’uomo che aveva visto nella foto entrò nella stanza. 

Selina ebbe giusto il tempo di aprire la finestra e varcarla prima che l’uomo iniziasse a gridare a qualcuno dietro di lui

<< Prendetela! >>
Selina riuscì ad arrampicarsi sul tetto facilmente , molto felice del suo nuovo acquisto ( i tacchi con lo stiletto adesivo ), ma quando si girò per capire come scendere si rese conto che una decina di uomini si trovavano dietro di lei. Imprecando una seconda volta, iniziò a correre, sperando di depistarli con la sua velocità, e confidando di passare inosservata nell’ombra della notte. 

<< A che punto sei ? Noi ci troviamo nel posto stabilito. >>

Selina saltò da un edificio all’altro, seminando la metà dei suoi inseguitori, poi rispose a Gordon.

<< Sono sul tetto, mi stanno seguendo. Cinque minuti e ci sono. >>

 

 

 

*

 

 

 

<< La stanno seguendo ?! >> 

Bruce era impallidito ed era scattato in avanti, pronto a salire sul tetto per aiutarla, ma fu fermato da Alfred che lo trattenne. 

<< Master Bruce, miss Kyle è perfettamente in grado di cavarsela da sola, le procurerebbe solo fastidio. >>

L’uomo guardò verso l’alto, poi annuì. Non era più come ai vecchi tempi, ora lei non aveva bisogno del suo aiuto, anche se in realtà non ne aveva mai avuto, e quelle poche volte che ne aveva necessitato era stato proprio lui a crearle il problema. 

<< Li ho seminati, ma è meglio cambiare il posto dell’incontro. Lì vicino c’è un bar, apparteneva a lo zio di quello psicopatico di Jerome Valeska, Bruce sa bene quale è. Ci vediamo là fra 10

 minuti. >>

Gordon riferì il messaggio agli altri, Bruce sorrise quasi malinconico all’idea di quel locale, e sorpreso che Selina si ricordasse ancora di una delle tante volte in cui gli aveva salvato la vita. 

Quella volta la ragazza aveva quasi ucciso Jerome, ma lui l’aveva fermata, e in quel momento, dieci anni dopo, si chiedeva se avesse fatto bene. Se Selina l’avesse ucciso a tempo debito lui non avrebbe mai fatto impazzire il fratello, che non avrebbe organizzato il piano per far saltare in aria Gotham e, sopratutto, non le avrebbe sparato. Forse in quel momento le cose sarebbero state diverse, chissà magari sarebbero rimasti insieme, magari si sarebbero fidanzati e Gotham non sarebbe mai stata messa in pericolo. O magari no , magari un altro pazzo avrebbe trovato il modo di distruggere la città e lui l’avrebbe lasciata lo stesso. Non lo poteva sapere, l’importante era che non glielo aveva lasciato fare, e adesso ne stava accettando le conseguenze. 

 

 

 

*

 

 

 

Mezz’ora. 

Era da mezz’ora che Alfred, Gordon e Bruce erano seduti ad un lurido tavolo di quello che era stato trasformato in un diner di pessima qualità, ad aspettare Selina. 

Bruce tamburellava nervosamente le dita sul tavolo, immerso nei suoi pensieri, quando Gordon parlò.

<< All’auricolare non risponde, non so più cosa fare… Ma dove diavolo si è cacciata ? >> 

Bruce vide i volti cupi dei due uomini e volle spezzare la tensione, scherzando.

<< Magari ha preso il file ed è scappata via. >>
<< Non sono io quella che scappa senza salutare, tesoro. >>
I tre uomini si girarono di scatto, Selina Kyle, i capelli completamenti disfatti ma i vestiti ancora intatti, si trovava davanti a loro, sulla faccia un cipiglio severo, probabilmente per l’uscita poco carina di Bruce. 

<< Ma dove eri finita ? Abbiamo cercato di contattarti tutto il tempo ! >>
<< Contrattempi. >>

Disse soltanto, poi s’infilò una mano nella scollatura e ne tirò fuori la chiavetta che lanciò a Gordon; Bruce aveva notato, mentre faceva quel gesto, un graffio che le sanguinava sul braccio destro.  

<< Bene, ora che ho fatto la mia parte ho l’immunità, giusto ? Nessuno mi può arrestare, no ? >>

Gordon annuì, ancora scombussolato.

<< Perfetto, allora per concludere al meglio la serata credo che andrò ad uccidere qualche povero innocente per poi trasferirmi a casa sua. Anzi forse è meglio qualche ricco innocente a questo punto. >>
E dopo aver fatto uno strano gesto di saluto uscì dal bar. 

Gordon si voltò spaventato verso gli altri due. 

<< Stava scherzando vero ? >>

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3835742