Until the End

di mychemicalove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Presentimento ***
Capitolo 3: *** Paradiso e Inferno ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


                                                                                                                       
Lunedì 22 ottobre 2019
Il mio primo anno alla Visual Arts di New York, non penso di essere pronta. Eppure questo giorno l’ho atteso per 10 anni. Ci sono voluti tre anni di duro lavoro da cameriera sottopagata in un lurido fast food e un trasloco di un’intera estate dalla mia casa nativa a Belleville (New Jersey) alla Grande Mela per realizzare il mio sogno da illustratrice. Tuttavia sono assorta dai mille pensieri negativi: e se non riuscirò ad ambientarmi? E se non riesco a far coincidere gli orari di lavoro alla Double Donuts (un bar café della periferia di New York) con quelle di lezione? E se questo corso si rivelasse una delusione? Non posso permettermi di buttare al cesso 1500 dollari per l’affitto di casa e una borsa di studio di 10.000 dollari. La sveglia delle 6.10 riuscì a scacciare questi pensieri per farmi realizzare il poco tempo che avevo per prepararmi. Mi alzai dal letto e corsi in bagno, avevo giusto 10 minuti per sciacquarmi la faccia, lavarmi i denti, truccarmi (fondotinta,mascara, correttore per coprirmi le borse sotto gli occhi e un po’ di blush, giusto per non sembrare cadaverica più di quanto lo sia in realtà)e piastrare i miei lunghi capelli marrone scuro. Mi diressi in camera da letto, aprii l’armadio per decidere cosa mettere, c’era di tutto e di più: magliette di rock/metal band, jeans strappati di ogni tonalità di nero e blu, giacche eleganti e casual  e infine le mie preziose camice di flanella a quadretti. Di queste ne avevo 10 di differenti colori, erano il mio marchio personale, le mettevo da quando avevo 12 anni e per me sono quasi come una seconda pelle. Proprio in quel momento entrò in camera mia Chelsey, la mia coinquilina. Quando mi sono trasferita qui, Chelsey mi ha accolto a braccia aperte e fin da subito siamo diventate grandi amiche, ormai non la vedo più come un’estranea con cui condividere un tetto ma bensì la mia migliore amica. Ha 6 anni in più di me e e amiamo entrambe il cibo italiano, la musica metal e infine l’arte, difatti lei lavora part time al Solomon Guggenheim Museum dal lunedì fino al venerdì. “Allora Al sei nervosa?” mi domandò Chelsey. Lei lo sapeva benissimo che lo ero, difatti bastò un’occhiataccia finta e un mezzo sorriso come mia risposta. “Oh avanti, vedrai andrà benissimo, non sai quanto ti invidio...quanto mi piacerebbe ritornare lì, sono stati i 5 anni più belli e cazzuti di tutta la mia vita!!! E credimi lo saranno pure per te” concluse con un occhialino. Feci un respiro profondo:”Chels lo so che devo stare calma, ma sai come sono fatta, mi preoccupo di tutto e sono una pessimista di prima categoria.” dissi mentre sceglievo il mio outfit: jeans blu strappati nelle ginocchia, maglietta dei Motorhead, camicia a quadretti rossa e le mie vecchie converse nere. Chelsey scosse la testa in disappunto:” Beh io credo in te Alice Emily Reinwood!! Ora devo andare al lavoro, sono già in ritardo di 5 minuti, allora come sto?”. A quella domanda spostai il mio sguardo su di lei: i lunghi capelli biondi erano legati in un sobrio chignon, il trucco era leggero o come lo definirebbe Chelsey stessa “nude”, l’unica esagerazione concessa era il rossetto mat bordeaux, il suo outfit era composto da una giacca nera elegante, una camicia bianca infilata dentro la gonna aderente che accentuava le sue curve femminili e infine le sue amate louboutin nere. Chelsey era proprio una bellissima donna, non a caso aveva una fila di uomini ai suoi piedi, eppure nessuno di essi riusciva a stare dietro al suo carattere forte e indipendente. Era proprio una forza della natura. “Stai benissimo ma sto soffrendo per te…Dio Chelsey come diavolo fai a indossare quelle trappole per orsi che chiami scarpe?!” risposi ridendo. Per me quelle scarpe sono una vera e propria agonia, li metto solo per le feste e massimo con 10 cm di tacco. Chelsey sbuffo:”Sai come si dice, chi bella vuole apparire un po’ deve soffrire. Adesso vado buona fortuna piccola!!” concluse dandomi uno dei suoi soliti abbracci calorosi. Mi vestì velocemente e presi la mia tracolla e finalmente mi diressi verso la metro, in 5 minuti sarei arrivata a destinazione. Alle 8.00 in punto arrivai di fronte l’enorme edificio, era antico e moderno allo stesso tempo. Improvvisamente sentii le mie gambe tremare, Dio mio come sono fifona, ok basta è giunta l’ora di entrare. Raccolsi un poco di coraggio e cominciai a salire le scale verso l’entrata, era l’ora di un nuova avventura.
Angolo delucidazioni: Ciao a tutti questa è la mia prima fanfiction, scusatemi dunque per eventuali errori ortografici. L'immagine in alto è la copertina della storia realizzata da me con photoshop (è da poco che lo utilizzo). Beh che dire spero che alcuni di voi leggeranno la mia storia,inoltre per opinioni o critiche costruttive non esitate a commentare :) buona giornata o serata a tutti!!!
 

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Capitolo 2
*** Presentimento ***


Appena entrai notai com’era sofisticato quell’ambiente: vi erano quadri appesi di differenti artisti, nella parete vicino alla mia destra c’era un’opera di Monet, nei vari angoli dell’atrio vi erano busti di autori classici e moderni. La luce soffusa al punto giusto dell’immenso lampadario di cristallo creava quei giochi di luce e ombre perfette a risaltare le statue. Non so perché ma già mi sentivo al sicuro. Mi avvicinai alla segreteria e chiesi informazioni sul mio orario. Dalle 8.10 alle 11.10 avevo disegno, successivamente avevo una pausa di un’ora per poi riprendere dalle 13.10 fino 16.10 grafica digitale. Il resto della giornata l’avrei passata andando a lavoro, fortunatamente Bill (il mio titolare) era d’accordo sul farmi lavorare part time dopo l’orario di lezione. Dopo le delucidazioni da parte della segreteria iniziai a camminare per i lunghi corridoi che si stavano riempiendo sempre di più di gente. In tre minuti esatti arrivò uno tsunami di persone intente a correre e spingersi l’uno all’altro per cercare la propria aula. Sembrava uno zoo. Cerco di muovermi e farmi spazio tra la folla quando all’improvviso un ragazzo mi spinge facendomi cadere rovinosamente per terra. Non faccio nemmeno in tempo a urlargli quattro parole che sparì insieme alla folla. Improvvisamente ci fu un silenzio tombale, rimasi l’unica persona presente in quel dannato corridoio. “è incredibile, sono qua da 4 minuti e già mi ritrovo con il culo per terra, si prospetta un anno interessante.” Esortai alzandomi raccogliendo la mia tracolla. Dopo diversi giri trovai l’aula di disegno, bussai alla porta ed entrai. “Beh non è un primo giorno di università se non c’è la solita ritardataria. Lei è la signorina?” domandò schifato il professore di disegno. Era un uomo sulla sessantina con un cespuglio grigio al posto dei capelli, una barba folta e  degli occhiali perfettamente lucidi e puliti. Il suo outfit era impeccabile: camicia bianca, pantaloni beige e mocassini, insomma con quella frase, la sua espressione e questi dettagli sul vestiario si poteva già intuire che persona meticolosa era, forse fin troppo. “Mi scusi del ritardo,sono Alice Emily Reinwood ho avuto un contrattempo…” dissi tutto d’un fiato. L’uomo davanti a me si limitò ad indicare un banco vuoto continuando a squadrarmi dalla testa ai piedi. Mi sedetti senza dire nulla. Cominciò a spiegare le basi del disegno, la storia e il suo programma didattico. Avremmo cominciato dall’anatomia, in quanto era un argomento tosto che ci farà impiegare tutto il primo semestre. Finalmente scoccò la pausa e potei dirigermi verso la mensa. Presi da mangiare e mi sedetti su un tavolo libero. Non sono la classica ragazza da compagnia, in queste situazioni preferisco stare sola piuttosto che obbligare me stessa a far amicizia, inoltre non ero nell’umore giusto. Stavo per addentare il mio panino quando all’improvviso fui interrotta da un colpo di tosse proveniente affianco a me. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo dai capelli neri e con un ciuffo caratteristico che copriva in modo non troppo esagerato i suoi occhi verdi, aveva due piercing, uno sul naso e il secondo sul labbro inferiore, spostai il mio sguardo sul suo collo,in seguito sulle sue braccia e sulle sue mani coperte da tatuaggi, così tanti che non ebbi tempo sufficiente per osservarli bene. “Scusa se ti disturbo, ma mi chiedevo se io e i miei amici potevamo sederci qui, la maggior parte dei tavoli sono occupati.” Mi disse con un sorriso smagliante. Per un attimo rimasi a guardarlo, era proprio carino, risposi con un “certo” e si mise a sedere dinanzi a me. “Non ti ho mai visto qui, sei una matricola?” mi disse. “Sì” risposi, egli continuò presentandosi.”Ci avrei scommesso, hai una faccia troppo pulita per essere una del quinto anno come me…Comunque mi chiamo Frank Iero “, “Io sono Alice Emily Reinwood” risposi. “Emily? Come mai questo secondo nome?” domandò Frank con curiosità. “Mia madre è un’appassionata del romanzo Cime tempestose di Emily Bronte” risposi, “Forte!” esortò il ragazzo con stupore. All’improvviso Frank si alzò di scatto e mosse le braccia velocemente:” Ohii sono qua”, mi girai per vedere chi erano le persone che avevano catturato l’attenzione del ragazzo. Un gruppo di 4 ragazzi si stava avvicinando al mio tavolo, in quel preciso istante riconobbi un volto familiare. Il ragazzo con i capelli neri arruffati, dagli occhi verdi tristi e la pelle pallida era colui che mi fece cadere per terra qualche ora prima. Sentii il sangue ribollire dentro di me. “Finalmente siete arrivati! Oggi pranzeremo in compagnia di una matricola Alice” disse Frank. “Molto piacere il mio nome è Ray” si presentò il ragazzo dai capelli ricci stile afro, continuò:”Questo è Bob, Mikey e suo fratello Gerard”. Gerard ecco come si chiamava, il mio sguardo incrociò il suo quando esortò con:” Ehi sei tu la ragazza che mi ha spinto nel corridoio” rimasi pietrificata.”Io ti avrei spinto?! casomai è il contrario visto che mi sono ritrovata con il culo per terra!!” risposi con un tono più alto e acido di quanto mi aspettassi. Gerard rimase sbalordito, stava per dire qualcosa quando Frank cambiò discorso parlando del più e del meno. Iniziammo a mangiare e a conversare tra di noi, tutti tranne Gerard che se ne stava beatamente seduto con uno sguardo poco interessato. “Allora Alice per caso il nostro Frank ti ha detto che abbiamo una band?” domandò Bob con tono soddisfatto. “Una band? Voi?” risposi interessata, “Sì suoniamo rock, io e Ray suoniamo la chitarra, Mikey il basso, Bob la batteria e infine il nostro frontman Gerard” disse Frank. Spostai lo sguardo verso Gerard ma ancora una volta era perso nei suoi pensieri…”Mi piacerebbe sentirvi” esortai, “Davvero? Beh già abbiamo intenzione di incidere un album, abbiamo anche un manager e suoniamo in locali importanti. Se ti va domani sera suoniamo all’Arlene’s Grocery, è un pub molto famoso, ci farebbe un sacco piacere se venissi, porta anche qualche amico mi raccomando” disse Bob. Sorrisi, la loro compagnia non mi dispiaceva affatto,anzi. Finita la pausa ci dirigemmo nel corridoio quando Mikey mi consegnò un cd dove c’era qualche canzone della loro band, giusto per non arrivare impreparata per la serata di domani. Ringraziai e mi avviai verso l’aula di grafica digitale quando mi sentii afferrare il braccio. Mi voltai di scatto ed era Gerard. Finalmente questa volta mi guardò dritto nei miei occhi mormorando un rapido scusa. Non ebbi tempo di controbattere che già era corso via per raggiungere gli altri. Mi sa che è proprio un suo vizio scappare, non so perché ma questa cosa mi fece ridere. Andai dentro l’aula pronta per affrontare altre ore di lezione. Mi sedetti accanto un ragazzo dai capelli biondi e occhi azzurri che mi sorrise appena fui accanto a lui. “Ciao mi chiamo David” mi disse sorridendo, ricambiai il saluto presentandomi. Il professore arrivò in aula, finalmente un tipo giovane e con la voglia di scherzare. Iniziò a parlare della storia della grafica digitale e dei vari programmi che utilizzeremo durante la sua materia. Finita la lezione mi diressi in corridoio con David. “Allora come ti è sembrata questa giornata?” mi domandò, “Beh interessante, i professori sono preparati e gentili beh a parte il prof Stuart di disegno…”, “Ah sì, beh in effetti ti ha fatto fare una figuraccia” rise David. E io che speravo che nessuno l’avesse notato…Ci salutammo e mi diressi verso la metropolitana, speravo di vedere Frank e gli altri ma di loro non ci fu nemmeno l’ombra.
                                                                                                                                                                                              
Arrivai al lavoro con 10 minuti di anticipo, andai direttamente a cambiarmi. Alle 20.30 finii il mio turno, salutai Bill e mi diressi a casa. Trovai Chelsey già struccata e con gli abiti da casa.”Ehilà amica com’è andata?” mi domandò… “Bene…” restai vaga. Andai in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e il volantino della pizzeria quando Chelsey si piazzò davanti a me. “Allora? Guarda che non me ne vado da qui se non mi racconti tutto nei minimi particolari” disse con un tono di sfida. Chelsey era fatta così, adorava provocare le persone, inoltre grazie al suo carattere determinato riusciva a ottenere tutto ciò che voleva, difatti mi ritrovai a raccontarle tutto, dalla caduta alla figuraccia con il professore, dall’incontro di David e di Gerard e i suoi amici…già Gerard. Chelsey notò il mio sguardo pensieroso quando gli raccontai di lui. Le mostrai il cd e decidemmo di ascoltarlo insieme mentre aspettavamo la pizza. Iniziammo ad ascoltare la prima canzone Honey, This Mirror Isn't Big Enough for the Two of Us  a detta di Mikey era il loro “cavallo di battaglia”. Io e Chelsey siamo rimaste sbalordite, era a dir poco stupenda:il testo, il riff e infine la sua voce. La sua voce era potente ma poi calma e così via.  Infine ascoltammo Demolition Lovers. La sua voce era ormai dentro di me, non riuscivo a smettere di ascoltare il suo timbro malinconico, grezzo ma dolce allo stesso tempo.  Era come una ninna nanna, un sortilegio o una droga per me.
 
 
And as we're falling down
And in this pool of blood
And as we're touching hands
And as we're falling down
And in this pool of blood
And as we're falling down
I'll see your eyes
And in this pool of blood
I'll meet your eyes
I mean this forever
 
Non so perché ma quando sentii quelle parole ebbi una stretta allo stomaco e avvertì uno strano e contorto presentimento: questa canzone segna la mia fine. Non so precisamente di cosa, se la fine della mia quiete o della mia vita ordinaria. Ma di una cosa sono certa: da quel momento in poi tutto cambierà.
 
Angolo delucidazioni: Buon salve dopo un mese ritorno con questo capitolo, finalmente la nostra protagonista ha incontrato Gerard e gli altri. Il Gerard che descrivo è quello della Bullets/Revenge era, come sappiamo non era un buon periodo per lui...La canzone Demolition Lovers (che è la mia preferita di quell’album) gioca un grande ruolo in questa storia, difatti fa sorgere uno strano presentimento ad Alice: nulla sarà più come prima dopo l’incontro con Gerard. Tutto cambierà, bisogna vedere se in meglio o in peggio, restate connessi per sapere lo svolgersi della situazione. Alla prossima :)
 
 

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Capitolo 3
*** Paradiso e Inferno ***


Ore 4.30 am

Mi sono svegliata di soprassalto, questa è la seconda volta. Per quanto cerchi di scacciare via quel sogno lo faccio nuovamente non appena chiudo gli occhi. Occhi...sono loro il problema,l'origine del mio tormento e della mia insonnia. Il soggetto è sempre lo stesso:gli occhi, i SUOI occhi. Carichi di quel "verde speranza" ma che di speranza non hanno niente se non solo tristezza e dolore. Mi fissano ininterrottamente. Poi il nulla, l'oscurità e infine mi sveglio con il cuore a mille e un nodo in gola. È ufficiale: quel ragazzo mi ha fatto un sortilegio. Di solito non credo a queste cose, ma a questo punto non c'è altra spiegazione...giusto? Rimango a rimuginare su quel sogno per ore fino a quando la sveglia delle 6 mi fa risvegliare dai miei pensieri. Inizia dunque la mia solita routine. "Buongiorno Al, allora per stasera come siamo rimaste?" mi domandò una Chelsey dinanzi alla porta di camera mia, ancora in pigiama e assonata. "Alle 20.30 stacco da lavoro, alle 21.00 dovrei essere a casa, il tempo di prepararmi e direi che alle 22.00 possiamo già avviarci al pub" risposi. Chelsey si avvicinò con il suo solito sguardo provocatore, rimane a fissarmi per due minuti fin quando decide di parlarmi:" Mi raccomando fatti bella se vuoi fare colpo sul tuo Gerard" concluse con un occhiolino. Inutile dire che diventai paonazza in viso e con i pugni ben stretti gridai:"Ma che cosa stai dicendo?! Io ci vado solo per ascoltare buona musica, non per rimorchiare come fai tu!! Di lui non mi interessa nulla." Chelsey roteò gli occhi:"Va bene...Comunque sia mi devi presentare quel chitarrista carino di cui tanto mi hai parlato..." Sorrisi. Ero certa che Chelsey avrebbe fatto buona impressione su Frank, la sua bellezza e il suo carisma giocavano a suo favore. A differenza mia...La salutai augurandole una buona giornata, scesi le scale e mi avviai verso la metropolitana. Arrivata in accademia spostai il mio sguardo verso alcuni studenti che stavano entrando. Ma lui non c'era. Mi rassegnai, stavo per entrare quando all'improvviso mi sento una mano sulla spalla, mi giro sperando che sia lui...David era rimasto immobile con un sorriso raggiante.Nascosi il mio dispiacere e sorrisi di ricambio. "Stavi aspettando qualcuno?" mi domandò sorridendo. L'aveva notato..."Ehm nono" risposi agitando le mani, Dio mio ma quanto posso essere ridicola. David si limitò a sorridere,cosa che stava facendo per almeno 10 minuti.Il che era abbastanza irritante. Entrammo insieme e ci dirigemmo verso l'aula di Storia dell'arte moderna. La giornata scorreva tranquillamente, lezione dopo lezione, ma non riuscivo a concentrarmi. Il pensiero era fisso su di lui. Arrivò l'ora di pranzo, insieme a David andammo in mensa, ancora una volta cercai i ragazzi tra la folla, ma nulla. Non è il mio giorno fortunato. David mi fece cenno di un tavolo vuoto, iniziammo a mangiare quando finalmente il mio sguardo si incrociò con quello di Frank, Ray,Bob e Mikey. Gerard non c'era. "Ehilà matricola" mi salutò Ray. Sorrisi:"Ciao ragazzi. Comunque chiamarmi con il mio nome non è un crimine Ray" risposi ridendo. I ragazzi risero e si sedettero al nostro tavolo. Iniziarono a parlare con David che non appena seppe della band iniziò ad entusiasmarsi. Sembrava un bambino in un negozio di caramelle."Allora Alice per stasera ci sei?" mi domandò Bob, "Certo porto anche la mia migliore amica, a Frank piacerà di sicuro" risposi facendo l'occhiolino al ragazzo dal ciuffo sbarazzino, quest'ultimo si limitò a sorridere imbarazzato. "Ehi David che ne dici di venire anche tu?" domandò Mikey. David non aspettava altro, il suo volto si illuminò di entusiasmo. Sì, proprio come un bambino in un negozio di caramelle, questa figura retorica era proprio adatta a lui. Fissai Frank accanto a me. Volevo chiedergli dov'era Gerard ma non appena stavo per domandarglielo egli disse a bassa voce:"Gerard oggi non c'è, non si sentiva molto bene... Ma non ti preoccupare, lo vedrai stasera" Rimasi spiazzata, non sapevo cosa dire...possibile che lui si sia accorto di un mio possibile interessamento? Erano le 13.10 e io avevo l'ultima lezione della mia giornata, ovvero illustrazione. "L' illustrazione è una rappresentazione visiva che può avere la forma di un disegno, un dipinto o una fotografia. Oggi viene usata in editoria per accompagnare un testo scritto o per ornarlo visivamente, ma può essere anche decorativa o usata in pubblicità e come base per storyboard di film e..." all'improvviso la porta dell'aula si apre, il professor Bolton interrompe la sua spiegazione. Un ragazzo entra in aula avvicinandosi al docente con fare amichevole. Tuttavia ero troppo lontana per vedere bene il suo volto, ma la sua voce familiare riecheggiava nelle mie orecchie: "Mi scusi per l'interruzione professor Bolton, dovrei parlargli...". Il professore sorrise per la prima volta dopo un'ora di lezione:"Signor Way non mi disturba affatto. Ragazzi questo è Gerard Way il mio alunno preferito, ha vinto numerosi concorsi e quest'anno sta scrivendo il suo primo fumetto con l'importante casa editrice Dark Horse Comics. Dimmi pure caro". Cercai di raddrizzare le orecchie per captare la conversazione privata, ma il chiasso dei miei colleghi non mi ha permesso ciò. Gerard salutò il professore, si girò per andarsene quando si fermò un attimo e spostò il suo sguardo verso il mio. Ci siamo guardati per un minuto che sembrava un'eternità. I suoi occhi verdi velati normalmente dalla tristezza stavolta avevano una luce diversa, ma dopo poco egli distolse lo sguardo per poi andarsene definitivamente. Senza pensarci mi ritrovai in piedi e gli sguardi dei miei colleghi su di me. "Sì signorina?" domandò il mio professore. La sua domanda mi risvegliò, rendendomi conto della situazione. "Ehm niente volevo sapere se questa materia prevede la possibilità di partecipare a dei concorsi per noi del primo anno" chiesi velocemente, sperando che questa domanda potesse in qualche modo giustificare il mio comportamento. "Certamente, sono felice che lei mi abbia posto questa domanda, proprio quest'anno ci sarà un concorso con la Image Comics riguardante...". Tirai un sospiro di sollievo, me la sono cavata. Finita la lezione mi recai fuori dall'accademia, salutai David e iniziai a incamminarmi quando sentii un rumore di passi dietro di me. Mi girai ma non c'era nessuno, forse era semplice soggezione, mi incamminai di nuovo questa volta velocemente. I rumori dei passi dietro di me si fecero sempre più presenti quando ebbi il coraggio di girarmi. Dinanzi a me vidi Gerard e finalmente ebbi modo di osservare con attenzione il suo aspetto: i capelli nero corvino erano sempre più trasandati, le occhiaie marcate, la sua pelle marmorea era messa in risalto con i vestiti neri che indossava (una maglietta nera degli Iron Maiden, jeans neri e le Dr Martens). La sua mano destra teneva nervosamente la sigaretta ormai finita. "Alice ciao..." mormorò Gerard tirando l'ultimo boccone di fumo prima di buttare per terra il mozzicone di sigaretta. L'osservai con uno sguardo accusatorio :"Sai mi hai fatto perdere almeno 7 anni di vita, la prossima volta invece di seguirmi di soppiatto enuncia la tua presenza con un semplice saluto" dissi. Egli spostò lo sguardo nervosamente a destra e a sinistra per poi tornare a guardarmi dritto negli occhi. Dio ci potrei annegare in quel verde. Nessuno dei due ebbe la voglia di spezzare quel dolce silenzio che si era creato. Tuttavia egli continuò:"Scusa se non mi sono fatto vedere in mensa, avevo altro da fare...Frank mi ha confermato che ci sei stasera". "Sì porto una mia amica..." Lo sguardo di Gerard si fece severo:"Ci sarà anche quel David?" Rimasi spiazzata, come sapeva di David? Che i ragazzi gli avessero detto qualcosa? E poi come mai quel tono strano, era per caso geloso? "Scusa ma come sai di David? Comunque è solo un mio collega..." mi giustificai. "Vi vedo spesso insieme, comunque non mi interessa, era solo semplice curiosità" disse spostando il suo sguardo in un punto all'orizzonte. "Non ti interessa eppure mi hai chiesto se c'è anche lui...inoltre ci vedi spesso insieme sta a significare che tu mi segui come hai fatto ora, giusto?" sentenziai con tono acido. Gerard sospirò:"Senti mi dispiace...non era mia intenzione di spiarti, è che non so come devo fare con te..." sono sempre più confusa, cosa vorrà mai dire stavo per chiederglielo quando lui continuò:"Ora devo andare a provare con gli altri, ci vediamo stasera Alice." E iniziò a camminare nel lato opposto, lasciandomi sbigottita. Non so come devo fare con te... Queste parole rimbombano nella mia testa mentre stavo preparando il cappuccino per un cliente. "Alice il tavolo 2 aspetta l'ordinazione" mi ricorda Bob, annuisco prendendo un vassoio. Finito il mio turno mi preparo per andare a casa quando ricevo un messaggio da Chelsey:

Al sono già pronta a casa, vieni presto così decidiamo cosa metterai stasera per il concerto.

PS: Non vedo l'ora di conoscere il bel chitarrista ;)

"Chels sono a casa" dissi chiudendo la porta alle mie spalle. In quel momento entrò in soggiorno Chelsey: i suoi lunghi capelli biondi sono stati arricciati con attenzione, sulle palpebre vi era presente un ombretto nero sfumato con uno argentato glitterato, mascara e una lunga linea di eyeliner che completa il trucco occhi. Sulle labbra indossava un rossetto nude. Il suo outfit era composto da un abito nero aderente in ecopelle e scarpe con il tacco da 12 cm. Chels era sempre così impeccabile, adesso ho paura di come mi potrebbe conciare sapendo la sua fissazione per gli abiti provocanti. "Vai a farti la doccia e per il resto ci penso io" disse Chelsey spingendomi in bagno. L'acqua scorre sulla mia pelle è incredibile come un semplice bagno abbia il potere di rigenerarmi dopo una giornata pesante. Esco dalla doccia e vado in camera dove Chelsey mi aspetta. Sul letto vi sono due tipi di abiti: un semplice abito nero in pizzo a maniche lunghe e dei tacchi neri e un top intrecciato nero con la schiena scoperta, una gonna jeans corta e le vans old skool. Chels cerca sempre di conciliare i nostri stili diversi: lei quello elegante e il mio casual. "Sai stavolta io opterei per il primo..." disse speranzosa la mia amica. Guardai ancora una volta il primo outfit, ma Chelsey lo sapeva che non era nel mio stile. Difatti lei senza dire nulla mette via il primo outfit e mi lascia il secondo nel letto. "Va bene però il trucco deve essere bello carico!!!" disse la bionda chiudendo la porta della mia stanza. Mi vestii velocemente, andai in bagno dove mi aspettava Chelsey con la sua enorme pochette di trucchi: mi mise il correttore,fondotinta, ombretto marroncino sfumato con quello arancione,mascara, eyeliner e infine un rossetto rosso mat. Di solito non mi trucco così tanto ma Chelsey ha fatto un ottimo lavoro. Per completare il tutto liscio i miei lunghi capelli marroni. "Mi sa che noi due stasera faremo colpo" disse soddisfatta Chelsey. Siamo fuori dal pub mentre aspettiamo David, dopo 10 minuti arriva vestito in modo elegante, forse fin troppo. "Ciao Alice, Dio mio sei stupenda!!" disse il ragazzo facendomi fare una giravolta. Dopo i convenevoli decidiamo di entrare dentro al locale già pieno di gente. Ci facciamo spazio tra la folla, sul palco ancora non c'era nessuno. Finalmente riesco a vedere Ray che si avvicina verso di noi. "Alice ciao!!! Ma come siamo belle stasera, David amico mio come va? Lei deve essere Chelsey, Alice mi ha parlato molto di te" disse Ray. Il ragazzo dai capelli ricci ci porta nel backstage per incontrare gli altri. Tutti erano lì ad aspettarci, tranne Gerard. Dopo i saluti faccio "da spalla" alla mia amica Chelsey con Frank, quest'ultimo non riesce a toglierle gli occhi da addosso. Mentre stavo parlando con David e Mikey entra Gerard già alticcio. Mormora un ciao e si avvicina a me, sento l'odore dell'alcool mischiato al suo profumo di vaniglia entrarmi nelle narici. Vederlo in quello stato mi fa incazzare ma non posso negare la sua bellezza. "Alice sei qui con lui, come immaginavo" sbiascicò il ragazzo tenendo la birra in mano. David sorrise imbarazzato mentre io lo scrutavo con sguardo severo. "Ok campione questa la dai a me" disse Frank prendendogli la birra, continuò:" è ora di andare sul palco". "Sentite mi dispiace che l'avete visto in questo stato, ma l'alcool prima di un'esibizione lo calma..." disse a bassa voce Bob. Io, David e Chelsey annuimmo e ci spostammo fuori in prima fila davanti il palco. "Alice tutto bene?" mi domanda Chelsey preoccupata, faccio finta di nulla annuendo e cambiando discorso:"Allora come ti è sembrato Frank?" "A dir poco stupendo!!!" disse lei sorridendo. Finalmente il concerto iniziò, la prima canzone che suonarono era Honey, This Mirror Isn't Big Enough for the Two of Us, quella che io e Chels abbiamo ascoltato ieri sera. Il pubblico era in delirio, tutti che ballavano e cantavano, era stupendo. Mikey e Ray erano così seri ma sapevo che dentro di loro si stavano divertendo, Bob era una vera e propria forza della natura, Frank era un giocherellone, non faceva altro che correre da una parte all'altra del palco stuzzicando Gerard. Gerard...da ubriaco la sua voce era ancora più rauca e magnifica del normale, nonostante si mangiasse alcune parole. Continuarono a suonare per due ore nonostante l'esibizione dovesse durare solo un'ora, le persone non smettevano di volere il bis. Era fatta, avevano conquistato il cuore e le orecchie del pubblico. Finita l'esibizione i ragazzi scesero dal palco ringraziando e salutando il pubblico. "Allora vi è piaciuto?"domandò Ray tutto sudato, "Scherzi?! Certo che ci è piaciuto!!! Dio mio siete stati grandi!!" rispose David. Io e Chels sorridemmo. "Avanti andiamo a bere qualcosa" disse Bob. Ci dirigemmo nell'angolo pub, Chelsey e Frank non smisero di parlare e ridere, erano proprio carini insieme. Ordinai un Cuba libre quando Gerard si piazzò dietro di me. "Alice..." disse con respiro affannoso, "Gerard..." dissi con un filo di voce. "Ti devo parlare..." disse prendendomi il polso, subito Chelsey si avvicinò con Frank. Il suo sguardo era molto diffidente nei confronti di Gerard:"Va tutto bene qui?" domandò la mia migliore amica. Io annuì e prima di andarmene con lui le dissi a bassa voce:"Non ti preoccupare arrivo subito", Frank guardò preoccupato il suo amico, era proprio ridotto male. Io e Gerard ci allontanammo dagli altri e andammo davanti all'ingresso. Eravamo uno davanti all'altro ma nessuno osava proferire parola. "Che succede Gerard?" domandai preoccupata. Non parlava da almeno 10 minuti, si limitava solo ad osservarmi con uno sguardo deluso. "Mi dispiace ma non ci riesco." Sentenziò il ragazzo con lo sguardo abbassato stringendo i pugni. Cercai di avere un contatto visivo con lui, allungai la mia mano sul suo volto e finalmente incrociai il suo sguardo. Quel verde... "A fare cosa?" dissi, ancora egli non osava parlare. "Gerard a fare cosa?" domandai questa volta scandendo le parole. All'improvviso egli bloccò con le sue braccia il mio corpo, ritrovandomi con le spalle attaccate al muro. Non me l'aspettai, stavo per dire qualcosa quando egli si avvicinò al mio viso così tanto che mancavano pochi centimetri affinché le sue labbra si appoggiassero sulle mie. "Non ce la faccio a vederti con lui." Soffiò quelle parole sulle mie labbra. Le mie gambe iniziarono a tremare, era troppo vicino. "Lui è solo un amico, lo sai..." dissi con le lacrime agli occhi. Egli rimase a guardarmi per poi sfiorare le mie labbra con la sua mano. La mia fronte e la sua erano attaccate, eravamo entrambi sfiniti dalle emozioni. Può il cuore cedere dalle troppe sensazioni? Non ho mai provato una cosa simile, doveva saperlo. Mi fiondai sulla sua bocca, eliminando quei pochi centimetri che ci dividevano. Egli alzò le spalle colto di sorpresa. Era un bacio appassionato, istintivo. Un bacio che esprimeva l'esigenza di essere vicino all'altro. Un bacio che sapeva di lacrime, alcool e sudore. Un mix letale per me. Egli circondò le sue braccia intorno la mia vita stringendomi sempre di più. "Ragazzi sentite io..." David ci colse di sorpresa, subito mi staccai da Gerard quest'ultimo barcollando si allontana. David a denti stretti disse:"Scusate l'interruzione, volevo semplicemente avvisarvi che me ne sto andando. Grazie per la serata."Gerard lo guardò con disprezzo, mentre David mi guardava con delusione, si diresse verso l'uscita. Io e Gerard restammo in silenzio, cercavo il suo sguardo senza risultati. Si ricompose e incominciò ad andare dagli altri. "Aspetta Gerard!!" dissi prendendogli il braccio con le lacrime agli occhi. Egli strattonò via la mia mano, si girò:"Non succederà mai più" disse con tono gelido. Ritornò dagli altri lasciandomi sola. Sfinita scivolai giù per terra piangendo, incredula per ciò che era successo. Un minuto prima mi ritrovo in paradiso e un minuto dopo  all'inferno, ecco cosa significa stare con Gerard.

 

Angolo delucidazioni: Ciao a tutti oggi avevo voglia di scrivere un altro capitolo di questa fanfiction, diciamo che adesso siamo andati dritto al sodo ahahah però niente a me le cose semplici non piacciono, meglio mettere un po' di dramma. Chissà come andrà a finire, il nostro Gerard è molto combattuto a causa di David che a detta di Alice è solo un amico, ma quest'ultimo lo è davvero? Ahhh l'amore... 

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