Il vampiro Lestat

di Anonima Italiana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione dell'autrice ***
Capitolo 2: *** Cap I ***
Capitolo 3: *** Cap. II ***
Capitolo 4: *** Cap. III ***
Capitolo 5: *** Cap. IV ***
Capitolo 6: *** 24 anni dopo: considerazioni finali ***



Capitolo 1
*** Prefazione dell'autrice ***


Nel gennaio 1995, quando avevo 15 anni,  andai al cinema a vedere il film “Intervista col vampiro”, di Neil Jordan, con Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Christian Slater e Kirsten Dunst.
Fu un vero e proprio colpo di fulmine: mi innamorai subito della storia e dei personaggi, e pochi giorni dopo la visione del film (che per lungo tempo sarebbe rimasto tra i miei preferiti) scrissi quasi di getto un breve seguito.
Questo prima ancora di sapere che il film era tratto da un romanzo di Anne Rice che era anche il primo di una serie intitolata “Cronache di vampiri”. In seguito lessi anche il libro, ma non mi colpì come il film, al punto che lo ricordo molto meno.
Qualche tempo fa ho ritrovato il quaderno con i miei vecchi racconti di quando ero ragazzina; l’unico completo è, appunto, “Il vampiro Lestat”. Come sempre, sono stata travolta da tanti ricordi ed emozioni legati a quei racconti, a quei personaggi e a quel periodo della mia vita, dove la scrittura e la lettura erano davvero vitali per me, al punto che ancora oggi ricordo perfettamente la grande gioia che provavo nel scriverli.

Ho deciso così di provare a postare anche qui questa mia “opera giovanile” (le virgolette sono d’obbligo,dato che non sono Charlotte Bronte XD), e nonostante mi abbiano consigliato di rimaneggiarla , ho deciso di non farlo e pubblicarla così com’è; una scelta dettata dal fatto che è stata l’unica opera “horror” di cui abbia mai trattato, visto che non è mai stato il mio genere preferito. E ora, dopo tanti, non saprei nemmeno bene come rimaneggiarla in un genere che non pratico e non mi ispira. E’ inoltre una sorta di omaggio a una ragazzina timida e vessata da un’adolescenza non facile, e che tuttavia riusciva a sorridere grazie a una cosa oggi perduta: la speranza. E grazie ovviamente ai suoi amati personaggi e racconti.

Quindi chiunque decida di leggere la storia, tenga sempre presente che è stata scritta a 15 anni, e perdoni i- sicuramente non pochi- errori, incongruenze, sviste e quant’altro.
 
Auguro comunque buona lettura!

 

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Capitolo 2
*** Cap I ***



Era l’alba quando Malloy arrivò a casa.
 
Andò subito nel bagno  e si guardò allo specchio: era pallido e stanco, come le altre volte quando lavorava di notte; ma questa volta era stato diverso.
La notte precedente Malloy era andato sulla 34 Castle Street per intervistare una persona, un giovane un po’ strano e misterioso che durante l’intervista gli aveva confessato di essere un vampiro. E quando il giornalista aveva capito che non era uno scherzo aveva ascoltato la allucinante  storia della sua vita, legata ad un altro vampiro, Lestat, a causa del quale doveva scontare quell’eterna condanna.
Louis però non era cattivo, non gli piaceva fare del male alle persone; e così Malloy se ne era andato sano e salvo, anche se sconvolto. MA mentre tornava a casa era stato assalito dal temibile Lestat, che voleva succhiargli il sangue e ucciderlo, punendolo così per aver scoperto quale terribile segreto lo legava a Louis, ed era riuscito a stento a sfuggire ai suoi canini.
Un rumore lo riscosse dai suoi pensieri, ma subito si tranquillizzò vedendo Louise, la sua fidanzata che lo guardava dalla porta con sguardo un po’ assonnato. Il giovane la salutò e si scusò per averla svegliata; Louise rispose che era già sveglia da un po’ quando lui era arrivato, ma non se ne era nemmeno accorto.


- Stai bene? Mi sembri un po’ strano- gli chiese lei, che aveva notato subito che c’era qualcosa che non andava.

- Sì, perché me lo chiedi? Sono un po’ stanco, d’altronde ho lavorato tutta la notte, e alle 10 devo essere in redazione, quindi non ho neanche molto tempo per riposarmi. Non preoccuparti- le disse dandole un bacio.Ma Louise continuò: - Eppure sembri strano stamattina, addirittura sconvolto. E’ forse successo qualcosa?-

- Beh, a dire la verità sì. Mentre tornavo a casa sono stato aggredito da un teppista, probabilmente un drogato; per fortuna sono riuscito a liberarmene ma sono rimasto un po’ sconvolto, come dici tu.Ma in fondo non è niente di grave-
 

- Allora sarà meglio che ti riposi e ti prepari l’argomento del tuo prossimo articolo- fece la ragazza, e lo lasciò ai suoi pensieri.


Alle 10 Malloy era già in redazione ed era andato dal suo editore, per consegnargli la cassetta sulla quale era registrata l’intervista. Per ora era un semplice cronista, ma avrebbe voluto essere qualcosa di più e sperava nel suo lavoro.
Ma qualche ora dopo l’editore lo chiamò di nuovo nel suo ufficio per parlargli: il giovane si accorse che non era affatto di buon umore, anzi.


- Caro il mio ragazzo, lavori qui da abbastanza tempo per capire che io non amo essere preso in giro- esordì infatti, quasi urlando- Ma come si fa ad inventare una farsa del genere?! Addirittura un vampiro hai ntervistato! La prossima volta ti manderò a intervistare E.T!!-

Malloy si difese dicendo che l’intervista era perfettamente autentica, e lui poteva dimostrarlo.

L’editore rise: - Va bene- disse- allora vedi di dimostrarmelo il prima possibile, altrimenti ti licenzio!-

Il ragazzo quella sera tornò a casa più in ansia che mai. Ma perché non aveva dato ragione al suo capo? Era logico che non ci credesse, come si fa a credere ad uno che dice di essere un vampiro?
E come avrebbe fatto a dimostrare che l’intervista era autentica?
Arrivato a casa ne parlò con Louise e le raccontò tutto quello che era accaduto la notte prima e durante il giorno.


- Io penso che tu sia stato vittima di un brutto scherzo- gli disse la ragazza cercando di consolarlo.

- C’è gente che pur di vedere il proprio nome da qualche parte si inventerebbe di tutto. Il tizio con cui hai parlato ieri non si è preoccupato del fatto che magari nessuno gli avrebbe creduto, e si  inventato quella storia, cercando di renderla veritiera-

- Pensi allora che io sia uno stupido per avergli un po’ creduto?- chiese Malloy un po’ offeso. Louise sorridendo gli rispose che in fondo anche lei, sul momento, avrebbe creduto a quell’abile messinscena; ma ora che si era convinto dello scherzo doveva parlare col suo capo.

Cosa che Malloy fece il giorno seguente, inventando abilmente una scusa: infatti disse che il giorno prima aveva avuro dei problemi extra lavoroe che era di malumore; a sentirsi dire ce il suo lavoro era uno scherzo ci era rimasto male e si era arrabbiato, dicendo cose senza senso.
L’editore gli disse che lo perdonava, perché sapeva che in fondo era un bravo ragazzo, oltre che un bravo cronista, e che non l’avrebbe licenziato solo per un’intervista fatta male; l’uomo aveva però capito che aveva di fronte una persona un po’ ambiziosa egli aveva consigliato di non dare retta a chiunque, se voleva fare carriera.

 (

(fine prima parte)
 

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Capitolo 3
*** Cap. II ***



Da quel giorno era passato qualche mese e ormai Malloy aveva dimenticato l’intervista con il presunto vampiro; la sua vita era tornata normale.
Il lavoro andava bene ed anche la sua storia con Louise; anzi il giovane, dopo averci pensato su molto, aveva anche deciso di fare il grande passo: avrebbe chiesto alla fidanzata di sposarlo. Aveva già comprato l’anello ed ora doveva solo pensare a cosa gli avrebbe detto: infatti non trovava le parole giuste per una cosa così importante, e non voleva emozionarsi troppo al momento decisivo.
Una sera Malloy chiamò Louise per dirle che doveva fermarsi qualche ora in più in redazione perché doveva finire un articolo per il giorno dopo. Mentre il giovane finiva l’articolo gli sembrò di sentire dei passi nella sala (ormai deserta dato che gli altri erano già andati via), ma non si preoccupò: era certamente qualcuno che aveva dimenticato qualcosa ed era tornato a prenderla.
Man mano che il tempo passava però i passi si facevano sempre più vicini e si dirigevano verso di lui; il giovane allora si voltò e rimase folgorato.


- Salve, mio giovane amico, è un po’ di tempo che non ci vediamo- gli disse un uomo giovane ed elegante, anche se la sua eleganza proveniva da tempi antichi.

- Abbastanza perché tu non ti ricordi più di me o da pensare addirittura che io sia uno scherzo, non è vero?- 
Malloy era impietrito dalla paura: non c’era dubbio, era proprio Lestat, il vampiro che tempo prima aveva tentato di ucciderlo. Non era uno scherzo allora, sia Louis che Lestat erano dei veri vampiri. Ma cosa voleva ora Lestat da lui?

-Sarò breve caro ragazzo: come sai non dovresti essere più qua da un bel po’ di tempo; ricordi quella notte, vero? Ma, non so come, sei riuscito a sfuggirmi. Non dovevi farlo, meriti una punizione! Non preoccuparti, a te non farò niente: colpirò solo le persone a te care, così soffrirai di più. Per esempio, potrei cominciare da una certa Louise…-  e così dicendo Lestat se ne andò.

Tornando a casa in auto quella sera Malloy si sentiva disperato e confuso più che mai: pensava infatti a Louise, che quasi sicuramente sarebbe rimasta vittima del malvagio Lestat. Cosa poteva fare per salvarla? Oh, se solo avesse potuto saperlo….! Non si sarebbe sottratto al morso di Lestat quella notte.
Ci pensò su molto, e alla fine decise che era meglio lasciarla. Certo, lei avrebbe sofferto, e forse l’avrebbe anche odiato, e per lui sarebbe stato un sacrificio enorme, ma era meglio così: “almeno”- pensava Malloy- “riuscirò a salvarla, anche se lei non capirà”.
Nei giorni seguenti Malloy fu molto freddo con Louise: le parlava poco , le rispondeva male e non passava più tempo con lei. Alla fine una sera, con il cuore spezzato, le disse distaccatamente che voleva lasciarla perché non l’amava più, anzi si era pienamente stufato di lei.
La ragazza con le lacrime agli occhi tornò a casa dei suoi genitori, ma qualche giorno dopo cominciarono a venirgli dei dubbi sulla sincerità del fidanzato. Louise infatti aveva incontrato un amico di Malloy che le aveva detto di come soffrisse, di come  lui si distraeva  sul lavoro guardando la sua fotografia e di come spesso sospirasse quando si pronunciava il suo nome per caso. Se faceva così voleva dire che era ancora innamorato, perché l’aveva trattata così? La ragazza andò allora da lui per chiedergli delle spiegazioni, e disse che non se ne sarebbe andata se lui non gliele avesse date.
Per Malloy era chiaro che non poteva più fingere di non essere innamorato di lei, ma come poteva fare per salvarla?
A quel punto però ricevette un aiuto insperato…

 
(fine seconda parte)

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Capitolo 4
*** Cap. III ***




Una sera Louise disse a Malloy che davanti a casa loro aveva incontrato un giovane uomo distinto che aveva chiesto di lui e che, non trovandolo, gli aveva dato appuntamento per quella sera al Sukey’s Bar.
Il giornalista si presentò e si trovò davanti a Louis, il vampiro buono e nemico di Lestat, il quale gli spiegò che aveva saputo delle minacce che aveva ricevuto da Lestat e voleva aiutarlo.  Poi tirò fuori un quadretto e lo mostrò al giovane.

 - Vedi- disse- questa era la mia famiglia prima che io diventassi un vampiro. Questa accanto a me è mia moglie Elizabeth, dalla quale discende la tua fidanzata Louise. Ora capisci? Non voglio aiutare solo te, ma anche la mia pronipote, che è in pericolo a causa di Lestat-
Malloy annuì e gli chiese in che modo avesse intenzione di aiutarlo.
 
Louis rispose: -Te lo svelerò più tardi. Ora però devi raccontare tutto alla tua ragazza, se continui a mentirle non risolverai nulla.-
Il giovane si alzò dicendo : - Grazie, amico- e andò subito a casa, dove raccontò subito tutta la verità a Louise. La ragazza si spaventò a morte, ma credette a Malloy solo quando incontrò Louis, che confermò l’intera vicenda.
 
Ma il pericolo era in agguato: la sera dopo infatti Lestat andò a casa dei due giovani e attese che Louise ritornasse dal lavoro, sola, e la rapì potandola poi lontano , nella sua dimora di campagna, in un posto isolato.
Quando Malloy capì ciò che era successo chiese disperato l’aiuto di Louis, il quale disse che probabilmente sapeva dove il cattivo aveva portato la ragazza, e disse che dovevano architettare un piano.

Nel frattempo Louise era prigioniera nella dimora di Lestate voleva fuggire, ma ogni suo tentativo era vano: non conosceva il luogo dove il vampiro l’aveva portata.

- Non agitatevi, madamoiselle, tanto qui nessuno potrà sentirvi. Se conosceste la mia storia, poi, capireste che le mie intenzioni sono buone- le diceva Lestat per metterla a suo “agio”.

- Ma io non so nemmeno chi sei, so solo quello che mi ha raccontato Malloy. Io non c’entro niente e neanche lui, lasciatemi tornare a casa!- supplicò la poverina piangendo.

Ma Lestat cambiò discorso: - Visto che vi annoiate, cercherò di rendervi il soggiorno più piacevole raccontandovi la mia storia.Alla fine del 1500 io ero un bambino normalissimo e vivevo con mia madre, vedova, e il mio patrigno. Eravamo ricchi e facevamo una bella vita. Poi un giorno mia madre morì, secondo i dottori per una malattia che le aveva lasciato strane tracce sul corpo.
Crescendo entrai in disaccordo con il mio patrigno, e un giorno mentre litigavamo lui mi morse; era un vampiro. Ora capivo perché mia madre era morta, ma era tardi per vendicarmi; ora ero un vampiro anche io. Cominciai a provare tanto odio verso il mondo che provavo gusto a uccidere la gente. Ma il tuo fidanzato ha fatto l’errore di sfuggirmi, e questo non è giusto, perché io non l’ho potuto fare. Nessuno deve ribellarsi a Lestat!- concluse con uan sinistra luce negli occhi.

Louise era esterrefatta, ma non disse nulla.

(fine III parte)

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Capitolo 5
*** Cap. IV ***



Nel frattempo Malloy e Louis erano sulle tracce di Lestat, ma procedevano nella loro ricerca con stati d’animo diversi. Il primo infatti era preoccupato per la sorte della sua ragazza e avrebbe voluto accellerare le cose; Louis invece sapeva che non c’era da avere troppa fretta: dovevano agire con calma e sangue freddo.

- Non possiamo agire frettolosamente: il minimo errore potrebbe essere fatale sia per lei che per noi- Louis in quel momento ripensava a quando (circa 200 anni prima) lui e Claudia, la bambina- vampira che lui e Lestat avevano adottato, avevano deciso di sbarazzarsi di lui per vivere liberamente; ma Claudia, ragionando e agendo da bambina, fece tutto troppo in fretta e il tentativo fallì.
Il piano di Louis e Malloy era questo: si sarebbero nascosti nella dimora di Lestat e avrebbero spiato tutte le sue mosse per poi captare il suo punto debole e riuscire a fargli vedere la luce, incenerendolo.

Nel frattempo Louise aveva tentato di fuggire ma era stata sorpresa da Lestat, che infuriato aveva deciso di ucciderla; ma il vampiro non si aspettava che, proprio in quel momento, Louis e Malloy lo aggredissero a sorpresa. Mentre quest’ultimo portava  in salvo la fidanzata (che era svenuta), la lotta tra i due vampiri ebbe inizio.
Mentre combattevano Louis rinfacciò a Lestat tutti i suoi crimini e il male che aveva fatto; Lestat rideva e diceva che lui era il più potente e nessuno doveva ribellarsi a lui. La lotta non finiva più; ma proprio mentre Lestat stava per dare il colpo di grazia al suo avversario dalla finestra cominciarono a balenare i primi raggi di luce del giorno.
Louis corse velocemente a rinchiudersi in una bara posta nella cantina della casa, mentre per Lestat fu la fine: colpito dalla luce, rimase incenerito. Ora tutto era finito: Lestat non avrebbe più fatto del male a nessuno. Ma soprattutto, era finita anche la sua eterna condanna, che lo aveva portato a compiere tanti delitti.

Intanto Malloy  aveva portato Louise lontano dalla dimora di Lestat, ed ora era accanto a lei.
La ragazza, che era svenuta, si riprese e quando vide che non era più nella sua prigione e che accanto a lei c’era il fidanzato si mise a piangere dalla gioia mentre il ragazzo, felice come non mai, la teneva stretta a sé promettendole che non l’avrebbe più lasciata.
Passato il primo momento di emozione, Louise gli chiese di raccontarle come erano riusciti a salvarla, poi si chiese se Louis avesse sconfitto Lestat. Malloy per tranquillizzarla le disse che sicuramente Louis avrebbe avuto la meglio, anche se in cuor suo temeva che ciò non accadesse; man mano che le ore passavano però anche la ragazza cominciò a pensarla come lui. Entrambi sapevano che, se avesse vinto Lestat, per loro non ci sarebbe stato più un futuro.

- Ho qualcosa da darti- disse all’improvviso Malloy e tirò fuori dalla tasca l’anello che aveva preso per lei.

Louise commossa disse: - Certo che questo non è il momento più adatto per regalarmi un anello di fidanzamento…però è romantico lo stesso-

- Pensavo di dartelo già un po’ di tempo fa, ma poi sono successe tante cose…ma il mio amore per te non è cambiato, e ti giuro che se le cose andranno male non ti lascerò da sola, ma cercherò di salvarti anche a costo della mia stessa vita –
Per un po’ i due giovani non parlarono; infatti la paura che quelli fossero gli ultimi momenti che passavano insieme non permetteva loro di dire nulla, non volevano nemmeno pensarci.
Poi Malloy, come se volesse liberarsi da un peso, disse: - Ti chiedo scusa. E’ tutta colpa mia-

- Perché?- chiese stupita Louise.

.- Ho sempre desiderato di essere più di quello che sono. Non volevo rimanere per sempre un semplice cronista, volevo essere qualcosa di più. Lavoravo sempre di più per cercare di diventare qualcuno. E la mia ambizione ci ha portato a tutto questo. Ma non mi spiace tanto per me quanto per te; tu in questa storia non c’entri nulla, sei stata coinvolta per colpa mia. Sarebbe stato meglio se non mi avessi mai incontrato-
La ragazza lo guardò per un istante negli occhi, poi gli disse: - No, non è vero, non è colpa tua. Lestat probabilmente si sarebbe vendicato lo stesso, era la sua natura che lo portava a comportarsi così. E comunque io non ti cambierei con nessun’altro al mondo- aggiunse sorridendo- sono sempre stata felice con te, ed anche adesso che non sappiamo nemmeno cosa ci accadrà sento che se potessi tornare indietro sceglierei ancora te-

Malloy abbracciò ancora più forte la fidanzata e la baciò a lungo. Era felice che lei dicesse così anche se erano in pericolo perché capiva che lo amava davvero.
Nel frattempo si era fatto buio: i due giovani decisero così di andare a vedere chi aveva vinto fra i due vampiri. Quando entrarono nella casa, videro Louis che veniva loro incontro; capirono subito che erano salvi ed esultarono, mentre Louis li guardava accennando un debole sorriso, dopo quasi 200 anni che non sorrideva più. In cuor suo augurava loro tutta la felicità che lui non avrebbe mai potuto avere.

- Ora è tutto finito- disse ai due ragazzi- Potete tornare a casa e riprendere la vostra vita. Lestat non darà più fastidio a nessuno-

.- Tu cosa farai?- gli chiese Louise. La ragazza era grata al suo antenato per aver aiutato lei e il suo ragazzo anche se quasi non li conosceva.

- Io starò qui, questa dimora è a “dimensione di vampiro” , quindi per me è l’abitazione più confortevole. Non mi fa paura la solitudine, e d’altronde sono un vampiro, non potrei mai vivere bene assieme agli uomini- rispose Louis.
Poi disse a Malloy in tono scherzoso: - Ma ricordati che se la mia pronipote verrà a lamentarsi con me perché tu non l’avrai accontentata potrai cominciare a preoccuparti-
Poi i due giovani se ne andarono, mentre Louis rientrato andò nel salone  dove si fermò davanti a ritratto di Claudia , che sarebbe stata la sua unica compagnia.


Quando Malloy e Louise arrivarono a San Francisco era l’alba. L’alba di un nuovo giorno.

FINE
 

Nota dell’autrice: l’attrice nella foto è Bridget Fonda, che all’epoca in cu scrissi la storia avevo scelto come prestavolto per Louise.

 

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Capitolo 6
*** 24 anni dopo: considerazioni finali ***


Eccomi qui, alla fine di questo mio racconto giovanile, con qualche breve considerazione finale.
Innanzitutto grazie a chiunque abbia speso un poco del proprio tempo per leggere la mia storia e a chi ha voluto anche commentarla: i pochi commenti finora ricevuti mi hanno fatto piacere sopratutto perchè lodano il mio modo di scrivere che, ripeto, è ovviamente quello di una 15enne, però mi fa piacere sentire che hanno notato uno stile pulito, scorrevole e senza grandi errori grammaticali. 
Riproponendo la storia, ho pensato: mamma mia che trashata! XD
Qui ci vuole Matteo Fumagalli, assolutamente!

Si notano poi varie cose, sopratutto verso la fine: 1- stanchezza e banalità nei dialoghi : per quanto riguarda la prima ogni tanto ci casco ancora adesso, quando mi stufo a scrivere e pensare un dialogo l'effetto è (appunto) un'accozzaglia di parole che si trascina (come diceva una mia professoressa delle medie). Per quanto riguarda la seconda, è scusabile dato i 15 anni.
2- mancanza di descrizioni: qui è inutile negarlo, è un mio punto debole anche ora. E' che mi annoiano, non riesco a scriverle proprio; e anche quando ci provo, non reisco  rendere bene l'idea che ho in mente. Da migliorare sicuramente;
3- trovate inverosimili anche per un racconto di fantasia: "cooooooosa? Louise e Malloy che dopo essersi salvati tornano indietro perchè voglino vedere chi ha vinto?! davvero l'ho scritto io questo?!". Poco approfondimento di certi passaggi (viene nominata Claudia ma il rapporto con Louis e Lestat non viene approfondito quel tanto che basta a dare la motivazione per renderla tanto indimenticabile da tenere il suo ritratto in casa- Le stesse motivazioni addotte per il comportamento di Claudia, che non mi erano sfuggite nemmeno all'epoca nonostante la giovane età, sono liquidate in due righe frettolose e sbagliate);
4- scene sentimentali/sessuali assenti...e vabbè, di nuovo: avevo 15 anni e zero esperienza. Non che adesso faccia faville, eh...XD
5- se penso che comunque l'ho scritto quasi tutto di getto, comunque, nel complesso non mi sembra malaccio.

E ora- chiuso questo "salto nel passato", dedichiamoci a opere più recenti, e in particolare agli infiniti drammi dei miei amati Riccardo e Anna, alla versione di "Canto di Natale" di Dickens con gli York al posto dei personaggi originali (che spero sarà pronta per Natale 2019!),  a Margaret che reclama prepotentemente una storia tutta sua, alle sorelle Hilda e Flare la cui storia si sta sbozzando, ad Alan e Viola nella loro periferia...(ebbene sì, ho fatto spoiler di storie future in programma  XD)

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