sorry (FERMA E DA RISCRIVERE)

di pokepony10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vorrei fosse lete, ma è solo alcool ***
Capitolo 2: *** Il tuo calore sulle mie ferite ***
Capitolo 3: *** Che gli attori entrino in scena ***
Capitolo 4: *** Da incubo a realtà ***
Capitolo 5: *** La lupa perde il pelo ma non il vizio ***
Capitolo 6: *** Prime esperienze ***



Capitolo 1
*** vorrei fosse lete, ma è solo alcool ***


POV Bianca

 

Dopo il nostro addio in stazione non riuscì piu a mettere da parte i sentimenti. Girai le spalle ai binari e con passo lento mi allontanai pensando a ciò che avevo combinato. Il passo si fece più rapido quasi come se volessi fuggire da quella realtà che avevo creato e che ora mi inseguiva prepotente. La mia mente era bombardata da una voce assillante -hai sbagliato, hai sbagliato, hai sbagliato!- mi rimproveravo con le lacrime agli occhi. Non feci nemmeno caso a chi avevo intorno, spingevo e schivavo i volti sconosciuti che mi squadravano incuriositi. C'era chi mi rivolgeva occhiatacce di fastidio ed altri invece mi fissavano impietositi per tutta la tristezza che, per la prima volta, lasciai trapelare dal mio sguardo.

 

Distrutta iniziai a pensare che forse la cosa migliore fosse dimenticare, dimenticare tutto come solo io sapevo fare: bere. Era raro che affogassi i dispiaceri di una simile portata nell'alcool, ma era tutto così insopportabile che dimenticare sarebbe stata forse la soluzione migliore per sopravvivere a tutta l'oscurità che stava tornando dentro di me. Passai per un supermercato e comprai una bottiglia di vodka, il più forte che potevo trovare, pagai e tornando a casa iniziai a fare qualche sorso.

 

Forse ero davvero molto disperata, in quei 5 minuti dal supermercato a casa mia ero già a buon punto della bottiglia. Con uno strano senso di confusione aprì la porta di casa e da li iniziarono le visioni. Non mi succedeva mai di avere visioni, ma lo vedevo, Alexey era li, sul mio divano che riposava, sapevo che non era vero, ma lui era li. Mi avvicinai a lui e cercai di scuoterlo ma non appena tentai di toccarlo la mia mano gli passò oltre, come se lui fosse stato un fantasma.

 

Confusa mi allontanai con ancora la bottiglia in mano e mi scontrai con lo specchio. Mi girai di scatto e fissai il mio volto distrutto dalle lacrime -hey… perché piangi Bianca? Non temere io sono qui per te…- iniziò a parlare la sagoma alzandosi dal divano

-perché mi fai questo? Perché Bianca mi fai questo?- chiesi allo specchio

-io non faccio nulla, ciò che vedi, ciò che senti, è tutto frutto del tuo volere… tu non puoi vivere senza di lui…-

-io non ho bisogno di nessuno… me la sono cavata da sola da sempre… senza di lui potrò sopravvivere lo stesso…-

-perché sopravvivere se puoi vivere? Perchè soffrire se puoi stare meglio? Perché allontanarlo se puoi stringerlo a te?- mi chiese lo specchio creando una scena di me e lui stretti l'uno all'altra tra le coperte

-smettila…-

-no… finchè tu sarai anche minimamente sobria io ti dirò tutto questo-

-allora fottiti specchio- dissi scolandomi il resto del vodka nella bottiglia. Mi scese tutto così velocemente che sembrò acqua e all'improvviso un bruciore mi invase il petto.

 

Lasciai cadere la bottiglia a terra e senza nemmeno avere il tempo di ragionare tutto ciò che avevo buttato giù mi sembrò risalire all'improvviso. Aprì l'acqua del lavabo della cucina e iniziai a buttare fuori tutto. Avevo aperto così tanto l'acqua che iniziò a colare anche fuori e tutto ciò fu una trappola mortale che mi ero costruita senza nemmeno saperlo.

 

Quando chiusi l'acqua per prendere un attimo di pace mi allontanai confusa dal lavabo e con l'acqua sotto i piedi scivolai per terra. Nel buio e nella confusione cercai di alzarmi, ma non appena posai le mani per terra sentì qalcosa di affilato sotto le mani tagliarmi -che cazzo è stato?- chiesi alzandomi di colpo. Sarei dovuta essere più cauta, colpì con la testa sullo spigolo del tavolo, anche se tondo il marmo fa male. Mi lasciai cadere dolorante mentre i pezzi di vetro continuarono a incidere sulla mia pelle.

 

Mi guardai confusa in giro ma riuscì solo a vedere la luce del bagno. Mi trascinai dolorante verso la porta ma con la paura e le mani sporche di sangue mi fermai senza avere nemmeno la forza di reagire. Mi guardai disperata intorno e vidi solo Alexey che mi fissava armato di coltello -uccidimi… vederti senza poterti stringere non ne vale la pena- pensai crollando.

 

La testa mi faceva ancora un gran male, ma riuscì almeno ad aprire gli occhi. Quando la vista si abituò alla luce io vidi solo il soffitto, poi sentì qualcosa stringermi la mano -stai bene?- chiese una voce familiare

-s… sei davvero tu?- chiesi girando lo sguardo per vedere Alexey che mi stringeva a se

-a quanto pare… ma non importa… tu come stai? Ho visto così tanto sangue in giro… mi sono sentito morire dentro… ti prego dimmi che stai bene-

-Alexey…- dissi asciugando le sue lacrime -sto molto meglio…- dissi alzandomi. Quando mi avvicinai al bagno vidi nello specchio qualcosa che mi lasciò sorpresa -i… i miei capelli… me li hai lavati per caso?- chiesi vedendoli più chiari

-avevi una ferita, e il resto del sangue…-

-q… quindi mi hai spogliata per mettermi anche il piggiama…- dissi guardandomi

-n… non potevo lasciarti con i vestiti sporchi nel letto…-

-quindi mi hai vista senza vestiti…-

-n… non esattamente…-

-cosa diamine hai fatto quando ero incosciente?- chiesi girandomi infastidita verso di lui

-nulla, te lo assicuro, ti ho solo lavata, asciugata, messa il pigiama e ti ho lasciata riposare. Che razza di persona credi che io sia che approfitto di una ragazza ferita e ubriaca?-

-qualcuno che non sa controllare i suoi istinti-

-neanche tu lo sai fare, eppure io non mi lamento-

-per te è una fortuna se almeno una donna ti vuole-

-non mi vuole una donna, mi vuoi tu, non una qualunque. Ora sarai stanca e confusa, eppure tu hai detto chiaro e tondo che mi ami- rispose avvicinandosi a me. Le sue mani che mi accarezzavano le braccia, i suoi occhi che sicuri mi fissavano, le sue labbra che si avvicinarono alle mie mi sorpresero e mi fecero sentire come completa. Senza pensarci lo baciai -ama ciò che io odio… ti prego…- pensai sbottonando i primi bottoni del pigiama.

 

ANGOLO DELLO SCRITTORE

Buonsalve gente, qui è pokepony10 che scrive e vi do il benvenuto nel mio angolo dello scrittore.

Siamo all'ultimo (forse) titolo di questa serie e sono emozionata di presentare finalmente questa coppia senza più gente fastidiosa in mezzo a distruggere i loro momenti insieme. Si sono detti ti amo, sono tornati a vivere insieme e sembrano essere piuttosto confidenti tra loro, che finalmente nasca qualcosa? Si, mi sembra anche ora, dopo mille peripezie se sti due non li metto insieme qualcuno viene sotto casa a protestare.

Spero vi godiate questa storia perché finalmente la ship si concede una possibilità e lo adoro.

Buona lettura ;D

Pokepony10

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Capitolo 2
*** Il tuo calore sulle mie ferite ***


POV Alexey
 
I suoi occhioni neri si chiusero all'improvviso mentre l'alcool ebbe la meglio sul suo corpo oramai a pezzi. -Bianca…- pensai prendendola in braccio, non era nemmeno pesante quanto immaginassi, anzi era magra, tanto da sentire qualche suo osso sotto mano. La portai in bagno e mettendola sdraiata in vasca le tolsi i vestiti oramai rovinati e la lasciai in intimo. Gli abiti che potevo riparare li misi da parte, ma quelli a pezzi li gettai. Bianca rimase senza sensi nella vasca, io aprì l'acqua tiepida e lasciai che scorresse sulle sue ferite. Con la torcia del telefono iniziai a guardare nelle ferite, mentre con una pinzetta iniziai a cercare i frammenti di vetro che potevano essere rimasti nella pelle. Ero pronto a medicare tutto, ma una luce rossa le partì dal petto ed avvolgendo il resto del corpo rigenerò lentamente le ferite -i suoi poteri… vero- dissi accarezzandole la pelle che si richiudeva. Era liscia e morbida, probabilmente non mi era mai capitato di poterla toccare così direttamente. L'acqua che le scorreva addosso e il suo calore mi fecero sentire così attratto da lei che non ho resistito -tanto basta non dirle nulla… occhio non vede cuore non duole…- pensai salendo di più con le mani. Lei non mi permetteva mai di avvicinarmi alei, o forse avevo troppa paura per prendere iniziativa, ma ora lei era lì e non poteva dire nulla. Con le mani le accarezzai il volto mentre lasciai scorrere l'acqua per pulire le tracce di sangue -sei così bella…- dissi accarezzandole la testa per poi notare del sangue tra le mani -ti sei ferita anche qui?- chiesi passando l'acqua con del sapone tra i suoi capelli. Con il rosso del sangue anche del colore più scuro l'asciò i suoi capelli. Forse fu perché mi incuriosì, ma continuai a strofinare delicatamente fino a non vedere più colore nell'acqua.
 
 
Nonostante l'avessi mossa lei non aprì gli occhi. La presi in braccio e nonostante fosse tutta bagnata la misi sulle mie gambe per poi passare un asciugamano addosso. Per le parti più intime e l'intino usai il phon assicurandomi di non lasciarla umida per evitare un raffreddore. Da sotto al suo cuscino presi il pigiama e quando glielo misi addosso la lasciai riposare a letto.
 
Rimasi a fissarla tutto il tempo, non riuscivo a credere quando fosse bello accarezzare la sue pelle o passare le mani tra i suoi capelli -devo farcela… devo andare oltre le mie stupide paure- pensai guardandola riposare. Rimasi seduto accanto a lei per molto tempo, probabbilmente mi ero addormentato sulla sedia. Quando aprì gli occhi lei si stava agitando e dopo un po’ la vidi guardarmi. Confusa lei si alzò ed andò in bagno. Vedere i suoi capelli schiariti, quasi un castano molto scuro devono averla spaventata, per non parlare del pigiama, ma con un po’ di sforzo riuscì a calmarla. La strinsi a me baciandola, nella mia mente risuonava solo ciò che aveva detto in stazione, sentirla dire che mi ama è la cosa migliore che mi sia mai capitata. Sentire il calore del suo corpo e le sue labbra mentre la baciavo mi diedero un pizzico di coraggio in più rispetto a quello che solitamente avevo poi all'improvviso il panico.
 
-cosa fai?- le chiesi vedendo con la coda dell'occhio che si stava sbottonando il piggiama
-v… vorrei farti vedere una cosa-
-n… non c'è bisogno, davvero non preoccupartene- dissi allontanandomi per poi inciampare sul letto
-ma io lo voglio fare…-
-io ti assicuro che non ho bisogno di vedere nulla- dissi vedendo che si toglieva la parte di sopra del pigiama
-t.. Ti prego…- iniziò lei avvicinandosi a me
-ti prego io, non fare nulla-
-io pensavo mi volessi conoscere meglio…-
-ti posso conoscere anche solo parlando-
-io ho bisogno che tu veda…-
-ne hai proprio bisogno?- chiesi rosso in volto mentre lei iniziò ad abbassare il reggiseno. Solo in quel istante mi resi conto di quanto lei ne sentisse il bisogno.
 
-cosa sono quei segni Bianca?- chiesi avvicinando la mano al suo petto
-è ciò che volevo che tu guardassi…- disse togliendo il reggiseno. Rimasi sconvolto dalla vista -cazzo Bianca sei stupida o cosa? Che persona sana di mente si incide sul petto?- dissi vedendo le cicatrici che aveva
-ti prego… non odiarmi anche tu… basto io…- iniziò stringendosi il petto
-come potrei mai odiarti? Vieni qui- dissi stringendola a me -dimmi che hai qualcosa per queste cicatrici…-
-si… una crema…-
-valla a prendere- dissi lasciandola andare. Dopo un po’ tornò da me con un tubo di pomata -eccola- disse porgendomela
-bhe mettitela, e visto che ci sei… potresti anche coprirti? È imbarazzante il fatto che non riesca a fare altro che guardare quei segni, poi sembra che faccio altro e mi cacci di nuovo da casa- dissi dandole i vestiti
-m… mi farebbe piacere se fossi tu a… a metterla… -
-e perché?-
-sembra che tu riesca ad essere più dolce di me con il mio corpo…- disse con i lacrimoni
-va bene, se ci tieni…- dissi prendendo la pomata e mettendone un po’ sulla mano -ferma che la metto giusto giusto sui segni così non mi dai dei calci tra i denti- dissi passando la crema sulle cicatrici. Bianca non parlava, mi osservava con gli occhi sognanti -cosa pensi?- le chiesi togliendo le mani, ma lei mi fermo baciandomi -mi piace… n.. Non è che potresti continuare?- chiese sprofondando col volto sul mio petto.
 
POV Bianca
 
Non avrei mai davvero immaginato di riuscire a mostrare a qualcuno le ferite che mi porto dietro, cicatrici cosi profonde che ogni volta che le vedo sento di nuovo il male che mi sono procurata. Tutti hanno un momento buio, tutti cedono alle proprie paure quando non c'è nessuno capace di prenderci per mano e trascinarci in salvo.
 
Tolte le mani dal pigiama mostrai con un certo imbarazzo ad Alexey le cicatrici e con mia sorpresa lui mi richiamò, e in fondo mi piacque saper che almeno lui ci teneva a me, forse e anche per questo che gli chiesi di mettermi la pomata.
 
Le sue mani calde che percorrevano le ferite,  i suoi occhi concentrati e arrabbiati per un gesto simile, le sue guance rosse, il tutto mi fece desiderare che quel momento non finisse mai. -p… potresti continuare?- chiesi imbarazzata
-cioè?-
-b… bhe e piacevole… in fin dei conti e una parte sensibile…-
-e io che dovrei fare?- chiese imbarazzato
-lasciati semplicemente andare…-risposi baciandolo, in un primo momento si irrigidì per poi sciogliersi quando lo gli accarezzai una mano
-n.. Non lamentarti se non me la cavo ok?- disse imbarazzato
-si impara con l'esperienza- risposi dandogli un bacio sul collo. Forse mi sono lasciata andare un po’ troppo perche dopo poco mi ritrovai seduta si di lui mentre lui rimase steso sul letto a lasciarsi baciare -p… posso?- chiese avvicinando la mano alla spalla
-finalmente prendi iniziativa- dissi avvicinando la sua mano al mio petto.
 
Senti come un fuoco invadermi, le sue mani calde neutralizzavano il fresco della stanza, e non avrei mai immaginato che senza nessuna esperienza sarebbe stato davvero in grado di infiammare il mio desiderio.
 
Sarei rimasta per tanto con lui a stuzzicarlo, ma un dannato telefono iniziò a squillare imperterrito.  -R... Rispondi dai-
-no, sono riuscita a cacciare del coraggio, non mi tiro piu indietro-
-e se fosse importante? Vedi almeno chi è-
-sei proprio insistente…- dissi prendendo il telefono
-chi è?- chiese Alexey
-Rossella-
-mia zia ?-
-già…- risposi accettando la chiamata.
 

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Capitolo 3
*** Che gli attori entrino in scena ***




POV Alexey

I suoi occhioni neri mi convinsero a lasciarmi andare un po’, ma nonostante la spinta di coraggio, quando mi ritrovai al dunque rimasi pietrificato, ma lascia fare a lei. Era così dolce e delicata che lentamente mi sentì a mio agio e il piacere delle sue labbra sul mio corpo mi rilassarono. Aveva gli occhi socchiusi e con dolcezza mi solleticava il collo con i suoi capelli -perché sto qui a non fare niente? Mi sembra diretto il messaggio, lei mi vuole, io la voglio, allora perché non riesco a muovermi?- pensai agitato ma lei si fermò fissandomi con un sorriso -devo farcela, farcela per lei- pensai alzando timido una mano, il resto lo fece lei. Il calore e la morbidezza del suo seno mi rilassarono e le paure iniziarono a sciogliersi con il calore di Bianca tra le mie braccia.
Mi stavo abituando al suo respiro affannato e al suo sguardo così vicino al mio volto, ma un telefono spezzò il silenzio che ci abbracciava. Preoccupato e forse imbarazzato la invitai a rispondere, ciò che poi sentì congelò il sangue nelle mie vene e il calore che mi aveva passato dolcemente Bianca si trasformò in un atroce ricordo quando sentì la telefonata.

-pronto? Si, sono io… è qui con me… stiamo a Lipona… ah, domani? Non è forse troppo poco preavviso?.. Ah e per questo, va bene, ma il giorno dopo vi voglio fuori dalle palle… bene, quanti siete?... Quattro? Perché?.. Ah viene anche Sabrina, capisco, vi troverò una sistemazione… ciao- fu tutto ciò che sentì della telefonata, Bianca abbassò il braccio e con uno sguardo vuoto mi fissò -vengono da noi- disse con uno sguardo preoccupato
-tutti? A.. Anche Sabrina?- chiesi preoccupato
-già- disse. Non so perché ma i miei occhi si riempirono di lacrime -hey Alexey…- disse stringendomi a se, la testa sul suo petto mi fece sentire piccolo e al sicuro, forse con lei con me mi sarei sentito abbastanza forte da affrontare le mie paure –c’è qualcosa che devi raccontarmi?-
-preferirei di no…- dissi stringendomi. Il suo cuore batteva forte mentre con un sorriso mi accarezzava la testa -va bene, non insito- disse dandomi un bacio in fronte.
Rimasi con lei per qualche minuto quando poi mi calmai staccandomi dal suo petto -f…forse è il caso che ti rivesti- dissi asciugandomi il volto
-in realtà sto pensando che avremo bisogno di aiuto… ma non so da chi…-
-Trisha?-
-ci ho litigato…-
-io no.. Dammi il numero- dissi prendendo il cellulare.
Dopo un pò la ragazza rispose -e tu chi saresti?-
-hey sono Alexey-
-ah e un piacere sentirti di nuovo, come và?-
-ho bisogno di una mano, sai recitare no?-
-ovviamente, che parte devo fare?-
-lo decidiamo insieme, vieni domai al porto di Lipona-
-ah, partiamo?-
-Bianca mi sta facendo vedere una cartina… ah andiamo a Prica, proprio una bella isola-
-perché non parla lei?-
-non lo so…-
-ne parliamo domani… godetevi la giornata- rispose chiudendo la telefonata.
-bhe domani partiamo insieme, che facciamo ora?- chiesi
-ci prepariamo, mi sembra ovvio- rispose togliendosi i pantaloni del pigiama
-hey! C… che fai?-
-vado in doccia-
-b.. Bhe perché ti spogli qui?-
-dopo quello che è successo dubito che faccia scalpore che tu mi veda in intimo… ma forse ti devo delle scuse… non tutti siamo pronti a certe cose e forse sono stata troppo diretta prima, non voglio che tu ti senta a disagio a fare qualcosa… la prossima volta agirò solo io, dovremmo ricominciare più piano forse ti ho fatto fare un passo troppo grande-
-Bianca… ti prego di non fare così… non tirare il sasso per poi togliere la mano…- dissi avvicinandomi a lei -questo è già un inizio, non sei stata tanto diretta e mi ha fatto piacere essere in grado di vederti sorridere… lascia che faccia io dei passi, voglio imparare- dissi stringendola a me
-se ci tieni… io sto in doccia, prepara un menù che possa piacere ai tuoi e controlla se abbiamo gli ingredienti in casa, quello che manca lo andiamo a comprare, oggi spenderemo un po’ dei soldi che ho messo da parte per… sostenerti- disse andando in bagno.
Mentre lei rimase in bagno io mi occupai di cercare delle ricette ottime per cucinare per i miei parenti, ma conoscendo i loro gusti sarebbe stato dispendioso e impossibile per la rarità degli ingredienti. Mi sedetti sul divano confuso quando intravidi in cucina un libro sullo scaffale. Lo presi e iniziai a leggere alcune ricette scritte a mano sull'agenda -queste dovrebbero essere delle ricette tipiche di Lipona- pensai sfogliando le pagine ricche di disegni e appunti. Rimasi a leggere per un po’ poi sentì qualcuno abbracciarmi da dietro. Non sò cosa sia successo ma di scatto mi girai con un colpo carico -spaventato?- chiese Bianca bloccandomi la mano
-giusto un po’… questa è tua?- chiesi
-ah si, quando si sta da soli si trovano degli hobby, questo è uno dei meno riusciti-
-a me sembra che tu abbaia sperimentato abbastanza-
-il giusto per scocciarmene- rispose andando all'armadio -ma se hai scelto delle ricette da lì assicurati che abbiamo il necessario- concluse.
Mentre lei si preparò io feci una lista della spesa -finito?- chiese legandosi i capelli
-si, ora vado io in bagno, sceglimi qualcosa di carino nel frattempo-
-ma io ho dei pessimi gusti in vestiti- rispose
-a me sembri bellissima…- dissi guardandola in tuta sportiva
-anche tu hai dei pessimi gusti allora- disse sorridendo.
Uscito dal bagno Bianca mi fece trovare un jeans e una camicia vicino a due valige -non credo rimarremo per così tanto tempo-
-andiamo a Prica, non rinuncio a un fine settimana sulla spiaggia a giocare a carte in riva al mare, è un peccato avere una villa senza godersela- disse mettendo dei vestiti in valigia
-villa? Tu hai una villa?-
-lunga storia, storia di cui non ho voglia di parlare ora-
-bhe… ciascuno ha i propri segreti, andiamo a fare la spesa?-
-va bene, certo che ti sta proprio bne la camicia sai?- chiese dandomi un bacio sul collo per poi avviarsi all'uscita.

POV Bianca

Gli incontri indesiderati non sono una novità, sono parte della vita e il rapporto interpersonale nella società, ma a tutti capitano e quella telefonata fu l’invito per l’incontro indesiderato di Alexey. Non fu necessario dire qualcosa, Alexey aveva già capito che il fine settimana sarebbe stato un inferno.
Ci preparammo e organizzammo l’incontro con Trisha, poi uscimmo per andare a fare la spesa, le ricette che aveva scelto Alexey erano tipiche di Lipona, rustici e primi piatti quindi dovevamo comperare pasta e il condimento.
-hey Bianca guarda cosa ho trovato- disse Alexey portando una siringa per dolci
-perché me la mostri?-
-ho visto la tua ricetta sui muffin, non mi sfugge nulla-
-non è il caso dai-
-bhe in teoria si avvicina il mio compleanno…-
-vuoi che organizzi una festa?-
-non e che abbiamo molti amici qui…-
-quindi vuoi un muffin-
-perché no? Non ti chiedo una torta, giusto un dolcetto-
-capisco… va bene ci penso io- dissi prendendo il necessario per un’infornata di circa 20 muffin. Il resto della spesa la facemmo in diversi negozi, poi comprato qualche panino per pranzo aspettammo che aprissero i negozi di vestiti. L'impressione che dovevamo fare era quella di ragazzi di un certo spicco, se volevo essere padrona in casa mia, dovevo indossare gli abiti di una donna sicura di se nonostante le mie paure.
Arrivati in un negozio mi buttai subito nel reparto più elegante. -come mi sta?- chiesi ad Alexey uscendo dal camerino, il primo vestito che avevo trovato era molto bello, nero, stretto in vita e con un incrocio dietro le spalle -ti sta bene, dovresti vestirti più spesso così… a te piace?-
-mi sta bene… visto che ho trovato il mio vestito per quando verranno i tuoi ho bisogno di un vestiario per un mio progetto, potresti darmi la tua opinione?- chiesi rientrando in camerino
-se ci tieni- disse.
Dopo un po’ usci con lunghi stivali di pelle nera, jeans scuri attillati, una maglia bianca nei pantaloni e un giubbino di pelle nera -allora?-
-direi che stai piuttosto bene, ho solo una domanda… perché?-
-la villa a Prica dove stiamo andando è un luogo… particolare-
-cosa vuol dire particolare?-
-bhe è un luogo che ho usato per alcuni filmini hard-
-tu cosa hai fatto? C… cioè ci sono video di te che fai…-
-no razza di idiota, ti sembro così sfacciata da mettere il mio culo su internet? No, hai visto le ferite sul mio petto, non potrei farmi vedere così dal mondo intero-
-quindi cosa dovresti fare?-
-i tuoi se ne andranno la mattina dopo, orario in cui arriveranno dei clienti. Vorrebbero festeggiare il loro anniversario con un ricordino un po’ spinto…-
-e tu che dovresti fare?-
--assicurarmi che vada tutto bene, la mi assistente non c'è quindi non può controllare che tutto fili per il verso giusto, la gente potrebbe rubare attrezzature, distruggere vetri, letti, mobili, lampade. Sono riusciti ad alla gare il bagno alcuni, c'è bisogno che qualcuno segua le riprese, faccia il montaggio e metta a proprio agio i clienti. Manderei Trisha, ma lei è la nostra stella del nudo, non potrei metterla a seguire questo particolare caso-
-particolare caso?-
-già, da noi non vengono solo persone che si vogliono divertire e basta, spesso ho a che fare con clienti con dei problemi di coppia, non sono un medico, ma mi sono informata molto sulla perdita di desiderio nelle coppie. Tutti quelli che vengono alla bsh hanno storie da raccontare, c'è chi racconta prima, chi dopo e chi durante il loro soggiorno, io cerco di aiutare chi non ha il coraggio di parlarne con un medico o vorrebbe risolverla in modo più privato, senza implicare medici e farmaci-
-e funziona?-
-a volte si a volte no-
-e la gente? si fida di te?-
-firmano un contratto, io rispetto la privaci e non parlo di nulla, loro ripagano i danni se fanno qualcosa. Quello che accade in quella casa, rimane in quella casa- conclusi cambiandomi.
Comprati i vestiti ci facemmo anche una passeggiata sul lungomare, non immaginavo di riuscire a passare del tempo con lui senza fare qualche cazzata. -hey Bianca! Guarda che bello il faro laggiù…- disse Alexey fermandomi
-domani mattina lo vedrai più da vicino, torniamo a casa, cena e a nanna- dissi avviandomi alla fermata del bus.
Arrivati a casa preparai due cotolette di pollo con patatine fritte, poi lasciai Alexey riposare mentre sistemai i piatti. Mentre lui era immerso nel sonno io andai a preparare una valigia con vestiti e altre cose, poi presi da un cassetto una pistola e la misi tra i vestiti -me la pagherà…- pensai chiudendo la valigia.

La notte passò tranquilla, ci svegliammo e vestiti e puliti uscimmo per andare al faro a prendere un traghetto.
-da quanto tempo, Bianca- disse Trisha vedendomi da lontano
-già… sai che dobbiamo parlare?-
-no, non ho molto da dire. Sono arrivata sulla terra per ordine di Tanato, degli umani mi offrono delle ricchezze per fare la stessa missione affidata da Tanato e io l'ho accettata, è un accordo stipulato prima di incontrarvi-
-e gli attacchi alla tenda?-
-uno era causa mia, altri era un potere fuori controllo, il sigillo potenzia il potere di un demone e io non ho saputo controllare il potere. Se io sono qui significa che ho disubbidito al mio capo per voi, Tanato mi taglierà la testa se scopre che anche io sono una ribelle, e lo sto facendo per voi-
-davvero? Cosa me lo conferma?-
-Iris mi ha mandato una lettera di benvenuto tra voi ribelli, mi sembra una prova evidente- disse salendo sul traghetto
-io vado con lei, ci vediamo sopra- disse Alexey andando.
Vedere la busta perlata di Iris mi confuse le idee -se davvero ha tradito Tanato, cosa abbiamo di più da offrirle dell'amore della sua vita e del potere assoluto?- mi chiesi salendo anche io.

Il mare mosso dallo scafo era meraviglioso, mi attirava la schiuma che ci lasciavamo alle spalle, la brezza che mi accarezzava la pelle, il suono dei gabbiani che ci seguivano. -scusa per prima, ma mi infastidisce che sei così diffidente-
-hai cercato di uccidermi-
-anche lui… ma so che i vostri rapporti sono piuttosto intimi-
-te l'ha detto lui?-
-l'ho capito da sola, era molto imbarazzato quado ho chiesto di voi-
-non pensare a nulla di particolare, mi ha solo aiutato con delle ferite-
-quella che hai sulla pancia? Ironico che ti fai curare da chi ti ha accoltellata-
-le persone cambiano… ho tradito te, ho cambiato città e mi sono messa a fare tre lavori per lui, nonostante quella coltellata non ho smesso di sacrificarmi per lui… e pensare che all'inizio ero così cattiva on lui…-
-hai cercato le attenzioni in modo sbagliato e poi anche io mi incazzerei a vedere un'altra donna rubarmi l'uomo in meno di una settimana-
-lei ha rubato a me diciotto anni della mia vita… il ragazzo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso-
-a proposito di ragazzi… arriva. Vi lascio soli- disse Trisha allontanandosi.

Prica si stava avvicinando sempre di più e davanti a quell’isola comparire all'orizzonte rimasi fissa nei miei pensieri. -è un bel panorama- disse Alexey avvicinandosi
-già…- dissi stringendomi a lui immersa nei miei pensieri.

2 ANNI PRIMA
-benvenuti all'edizione serale del tg. Oggi a Prica è stato consumato un feroce omicidio ai danni di due ricchi imprenditori dell'isola. Il movente iniziale di furto finito male è stato eliminato dalla polizia per mancanza di mobili e oggetti fuori posto. L'assassino, o gli assassini sono a piede libero, armati e pericolosi. Ulteriori aggiornamenti verranno forniti in corso della serata…- solo questo ascoltai quella sera dalla stanza di papà, la tristezza non l'avrei mai vista scomparire dai suoi occhi.

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Capitolo 4
*** Da incubo a realtà ***


POV Alexey
 
Mi fidavo di Bianca, lei era forte, sicura di se e capace, ma non poteva sapere tutto ciò che stava per succedere. La accompagnai a fare la spesa, passammo insieme la serata e poi crollai nel sonno. Quando sentivo nominare quel nome ogni parte di me tremava, se bianca aveva avuto Sasha a rubarle l'anima, io avevo Sabrina.
 
Non so di preciso cosa io abbia sognato, ma ero in un bagno e con me c'era anche Sabrina, lei si avvicinò a me ma non appena mi mise una mano sulla spalla un proiettile le  trapassò il petto. Il pavimento iniziò a riempirsi d'acqua, lei era li per terra agonizzante di dolore e l'acqua iniziò ad avvolgerla con forza, ad entrarle in bocca e io non facevo nulla, ansi, sentivo come un senso di piacere mentre la affogavo nell'acqua del water e il suo sangue.
 
Ero immobile e all'improvviso una voce che mi chiamava mi distrasse
-Alex… tornerò… e tu sarai mio- disse Sabrina e poi si ritrovò un proiettile in mezzo agli occhi morendo con un sorriso sul viso.
 
Quando mi svegliai sentì il mio volto bagnato, asciugai le lacrime e mi alzai per andare in bagno. Mi preparai in fretta e furia ma uscito dalla doccia mi trovai sullo specchio una lettera firmata Iris
 
Per proteggere te e l'elemento della conoscenza, la cerchia dei diamanti ha cambiato forma al libro, il tuo telefono diventerà il nuovo libro, qualunque telefono tu toccherai sarà il libro, e solo gli eletti potranno leggerlo. I tuoi sogni sono pericolosi quando agitano così tanto il libro, cosa ha turbato tanto il tuo animo da sovrascrivere il destino?
 

Preoccupato stracciai la lettera e la scaricai nella tazza, Bianca non avrebbe mai scoperto ciò che avevo sognato, speravo solo di non aver davvero preannunciato quel disastro.
 
Pronti per partire ci avviammo verso il traghetto, io lasciai del tempo alle due ragazze e nel frattempo cercai delle informazioni nel nuovo libro della conoscenza. Sul mio schermo vi era una nuova icona, la schiacciai e uno schermo nero comparve dopo qualche secondo.
 
-chi cerca di aprire il libro della conoscenza?- chiese il telefono
-tu parli?-
-ah… Alexey… il mio nuovo custode… cosa vuoi sapere?-
-chi sono gli eletti di cui parlava Iris?-
-gli eletti sono coloro che hanno conservato il libro della coscienza. Alcuni di loro hanno persino avuto il potere di sovrascrivere le mie informazioni, qualcuno che sa più di me su quel argomento-
-io?-
-sei solo un umano… io non posso leggere le mie stesse pagine, sono come un corpo senza occhi per guardarsi, percepisco ciò che sono, ma non so quali parole sono incise nelle mie pagine-
-e la cerchia dei diamanti? Iris ne ha fatto riferimento-
-questo è qualcosa che io non so… chi ne sa più di me, non è stato abbastanza degno da poter scrivere nelle mie pagine, mi dispiace ragazzo…-
-capito…- dissi spegnendo lo schermo per poi andare da bianca.
 
L'orizzonte era stupendo, le onde brillavano sotto al sole mentre i gabbiani giravano attorno al traghetto, ma non era il mare la cosa più belle, era Bianca, stretta a me con un'espressione calma che non avevo mai visto -non posso turbare la sua felicità con le mie preoccupazioni… affronterò il problema da solo- pensai.
 
Arrivati a terra Bianca ci condusse in una villetta immersa nel verde -quanto è grande?- chiese Trisha
-una cucina, una sala da pranzo, un soggiorno con maxischermo, cantina per i vini, studio e biblioteca, sala giochi, quattro stanze da letto, lavanderia e tre bagni. In più nel giardino c'è una piccola serra e una piscinetta- rispose
-ma è gigante!- risposi
-si, ma non credete che sia tutto grande, cantina e studio sono piccoli come la lavanderia, la piscina è per massimo 4 persone, la serra è per piantine che non superino il metro di altezza e  le altre stanze sono leggermente in disuso. Useremo solo qualche letto, cucina, sala da pranzo e un bagno, dobbiamo pulire entro domani mattina- rispose entrando.
 
Aveva ragione a dire che serviva una pulita, i mobili erano coperti di polvere e il pavimento coperto da tappetti non del tutto puliti, il resto sembrava bello nonostante sporco. Decise le stanze Bianca ci lasciò a pulire in pace controllandoci ogni tanto. A me toccarono una stanza da letto e il bagno. La stanza da letto mi sembrò una passeggiata, era coperto da una plastica quindi la polvere non aveva toccato il materasso -sarà facile- pensai alzando la plastica, ma rimasi impietrito. L'imbottitura del materasso era squarciata e sporca di sangue oramai secco -Bianca…- la chiamai, lei rimase impietrita davanti alla porta, poi mi prese per il polso e li cacciò dalla stanza
-parti dal bagno, io troverò un'altra stanza- disse chiudendo la porta a chiave
-devi dirmi qualcosa?-
-no, capitano cose simili in casa di ricchi, pensa a pulire piuttosto che farti i fatti miei- disse allontanandosi.
 
Non poteva darmi un compito peggiore. Aperta la porta del bagno una specie di flash mi invase la testa e riconobbi il posto
-il sogno… è qui che è successo…- iniziai a pensare agitato, più mi agitavo e più sentivo un ronzio nelle orecchie, come il suono dell'acqua del water quando lo scarico scorre sempre, solo che non succedeva, l'acqua era spenta da molto in quella casa, ma sentivo il suono dell'acqua invadermi la mente -cosa sta succedendo?- mi chiesi. In quel momento il telefono iniziò a vibrare
-calmati ragazzo! Mi scombini tutte le pagine-
-non capisco cosa stia succedendo-
-oh no, non un altro eletto con le visioni, ti prego-
-non ho visioni stupido telefono, ho paure, tante paure ben fondate. Ho un potenziale che non so controllare e ho una persona che odio che vedrò entro 24 ore, ho paura di perdere il controllo-
-chiedi aiuto alla ragazza della collana-
-ha altri problemi, non posso rovinare i suoi piani per una mia stupida paura-
-così stupida da influenzare me… parlale-
-ho detto no!- risposi lanciando il cellulare. Di corsa vennero da me le ragazze.
 
-Alexey, tutto bene?-
-si Bianca, non temere, hai dei guanti per pulire meglio?-
-si… tieni… se serve qualcosa sono in cucina- disse andandosene
-non sai mentire- disse Trisha
-e che dovrei dirle?-
-che il libro sta dando segni di cambiamento, e non parlo della sua forma- disse
-tu come fai a saperlo?-
-sono stati i diamanti a cambiarlo- rispose mostrandomi una spilla con un diamante
-sei un diamante?-
-per il momento no ancora, sono solo uno swarovski, se voglio entrare nella cerchi devo meritarmi l'approvazione del capo-
-chi?-
-non lo so…- disse guardando fuori la finestra -ma ho l'impressione che non avrei nemmeno dovuto dirti dei diamanti- disse schivando una freccia che le passò di striscio tra i capelli.
 
POV Luna
 
La notte è sempre il momento preferito di tutti, perché si sogna, ci si riposa dalle fatiche del giorno, ci si ama nel silenzio delle tenebre o si trappa via la vita nascosti nelle ombre. Tutto ciò io l'ho visto sulla Terra, condannata a vedere le atrocità che l'uomo fa alla sua stessa razza, ma allo stesso tempo mi ritenevo fortunata a poter vegliare sulle loro vite.
 
-Luna, il tuo protetto si agita nel suo lettino- disse Iris affacciandosi dalle nuvole
-che vorresti dire?-
-che con lui trema, e con lui anche il libro della conoscenza- disse
-un altro eletto capace di scrivere?-
-e chi lo sa… se si vede in giro un libro come quello sarà un pericolo, dobbiamo trasformarlo-
-ma non bastiamo solo noi…-
-chiamiamo qualche altro diamante- disse Iris scrivendo una lettera per poi farla scomparire.
 
Dalle nuvole sotto i suoi piedi comparvero delle figure incappucciate
-ologrammi… non avete tempo per una riunione con me?- chiese la messaggera
-abbiamo altro da fare, sia sull'Olimpo che nell'Ade, se vogliamo controllare le loro volontà dobbiamo infiltrarci abbastanza in fondo nei due regni, solo così Zeus e Ade si piegheranno al nostro cospetto- disse una sagoma più alta di altre
-si capo… ma nel frattempo ho bisogno di autorizzazioni per cambiare la forma al libro, forse Alexey è uno di quelli che può scrivere il libro, non voglio rischi ne per lui ne per il libro-
-concesso Iris, fallo- disse sparendo con le altre figure.
 
-non hai fatto valere la tua opinione Luna… perché?- chiese
-non ritengo di avere abbastanza potere imprigionata in questa Luna-
-bhe tu sei uno dei diamanti importanti, non sottovalutare il tuo potere…- disse caricando una freccia che scagliò contro il libro.
 
-che dobbiamo fare ora?- chiesi
-ci serve uno swarovski-
-non sono a conoscenza di questo tuo intento vero?-
-ciascun diamante ha la sua categoria, le risorse sulla terra sono nostre, e Trisha è l'ideale-
-che missione le vuoi dare?-
-impedire il cambiamento delle pagine del libro, anche a costo di usare la forza. Lei è dedita alla causa quanto noi, solo che conosce i dettagli che vogliamo noi- disse Iris
-non è mentire?-
-quando ci fideremo di lei e sarà un vero diamante saprà la verità, ma per ora deve impedire i cambiamenti, Alexey è pericoloso, bisogna fermarlo, a qualunque costo-. Disse Iris scomparendo in un lampo di luce.
 
Essere imprigionata sulla Luna mi impediva di essere d'aiuto come avrei sempre voluto, ma almeno mi permetteva di aiutare Alexey e la sua amata -dal sogno che ha fatto… ho paura che le cose non andranno bene in queste giornate a Prica- pensai guardando i ragazzi partire col traghetto. Mi mancava poter toccare l'acqua del mare, poter poggiare i piedi sulla terra, poter stare tra le braccia di Ombra -cosa dovrei fare quassù da sola? E lui? Come starà? Perché non ho notizie?- iniziai a chiedermi
-no agitarti Luna, Ombra sta bene, l'Ade sta sprofondando nella confusione e senza Trisha, Tanato non terrà a bada i suoi uomini-
-ma chi si ribella muore…-
-troveremo una soluzione, te lo prometto, tornerai da lui-
-grazie…-
-questo è il mio dovere nei vostri confronti- rispose affacciandosi dalle nuvole.
 
-cosa guardi?- chiesi
-Trisha, le ho dato una spilla, se davvero è dalla nostra parte obbedirà, a prescindere dall'ordine-
-come fai a fidarti di lei?-
-i diamanti hanno un motivo per lottare… lei ha ancora molto da dare, come te, ma mentre tu hai la speranza di baciare di nuovo il tuo demone, lei lo vedrà lentamente morire-
-e questo che c'entra?-
-dice di vedere nei suoi occhi la sofferenza, vuole essere colei che metterà fine alle sue torture e sa che l'unico modo per farlo è essere un diamante-
-capisco… quindi anche lei è mossa dall'amore-
-a quanto pare- rispose Iris caricando l'arco
-hey! Che fai?-
-do un avvertimento alla ragazza… mi sono dimenticata di dirle di non parlare dei diamanti-
-è inutile, Alexey già sa, il libro della conoscenza gli ha detto qualcosa-
-il libro non può sapere!-
-sa solo che esistiamo, non temere, ma il rischio ora è che il ragazzo faccia molte ricerche e se scopre qualcosa e se davvero può scrivere sul libro, tutti coloro che hanno un collegamento col libro sapranno di noi-
-un motivo in più per risolvere le cose no?- disse Iris puntando l'arco contro Alexey
-fermati! Se pazza?-
-perché non lo facciamo? Bianca saprebbe gestire il libro, lasciamo a lei il ruolo e sbarazziamoci di lui-
-hai dei sentimenti Iris?-
-no! Lo sai bene che non ne ho, per questo sono un diamante e per questo ho il potere esecutivo più di te e altri. Voi pensate col cuore!-
-e tu con le armi, per questo cupido non ti ha mai voluta!-
-non parlare di lui…- disse puntando l'arco verso la Luna
-fallo! Forse riuscirò ad uscire da questo posto del cazzo!- risposi, ma i miei occhi furono presi da altro.
 
Mentre lasciai Iris colpire la mia prigione vidi Alexey pulire il bagno, mentre nessuno sentiva nulla io lo sentivo, sentivo il suo sangue venire pompato troppo velocemente -ha paura? Che sia quello il bagno che ha sognato?- pensai fermando una freccia di Iris -guarda laggiù, Alexey sta tremando dentro, ho paura che il suo brutto sogno presto diventerà realtà- dissi. Iris smise all'istante di colpire e si mise seduta
-allora dobbiamo aspettare, se ha davvero cambiato il libro della conoscenza il suo sogno diventerà realtà-
-e gli lasciamo uccidere qualcuno?-
-ha fatto a pezzi mostri mitologici e ha accoltellato la sua bulla, credo che affogare quella bastarda di Sabrina gli servirà a stare meglio-
-tu cosa ne sai?-
-ho l'impressione che una delle ombre più grandi che lo fanno tremare sia proprio quella ragazza- disse Iris sdraiandosi -svegliami quando c'è qualcosa di interessante- concluse chiudendo gli occhi.
 
Di per se la sera passò tranquilla, una pizza per cena, qualche risata davanti alla televisione e poi ciascuno nella propria camera a dormire. Credevo che andasse tutto bene, ma qualcosa di diverso iniziò ad avvolgere Alexey. Vidi nel suo sogno un'ombra avvolgerlo e trascinarlo dal letto in cui dormiva per portarlo a tavola. Era seduto e con lui c'erano due donne, un uomo, Trisha, Bianca e un'altra ragazza che lo fissava senza dar con a nulla. Alexey sembrò reagire in modo nervoso a quello sguardo e poi scappò in bagno. Quando buttai un occhio verso lo specchio lo vidi diverso, più piccolo, come se fosse un ragazzino delle medie. Quando guardai alexey lui era diventato come il riflesso, lo vidi sedersi sulla tazza preso da un attacco di panico, stavo per avvicinarmi, ma la porta si aprì facendo entrare una ragazza simile a quella della tavola ma con qualche anno di meno, ma probabbilmete aveva almeno una ventina d'anni, la vidi con un sorriso spavaldo avvicinarsi al ragazzo per poi prenderlo per le spalle -ti prego… smettila di farmi questo Sabrian- disse il ragazzo con le lacrime
-dovresti ringraziarmi ragazzino, non avrai mai una donna nella tua vita se non me, tuo padre è uno stronzo che non ti ha mai voluto e tua madre non ti sta tirando fuori da questa situazione, l'unica che ti ama davvero sono io- gli disse nell'orecchio, lui ammutolì e lei lo bacio con una prepotenza disgustosa. Neanche il tempo di sbattere gli occhi che il ragazzo tornò alla sua età come anche la ragazza, lui la staccò di dosso e si fece scappare un urlo di aiuto. Non ci volle molto che Bianca entrò armata di pistola -non lo avrai mai, io sono stata la prima a possederlo e lo sarò per sempre- disse Sabrina ma Bianca le sparò una pallottola in petto. Vidi il suo sguardo incrociare il mio per farmi cenno, a quel punto sentì i miei poteri tornare e l'acqua dai rubinetti uscire per poi attaccare la ragazza, quando la bloccai ricambiai il cenno a Bianca che sparò un secondo colpo in mezzo gli occhi.
 
Subito dopo lo sparo vidi Alexey svegliarsi preso dalla paura mentre Bianca entrò in stanza con un cornetto e un cappuccino.
 
POV Bianca
 
Tornare nella vecchia casa dei miei prozii fu qualcosa di bello quanto spaventoso, non ricordavo molto della casa, almeno non delle stanze che non usavo per la Black House, assegnai delle stanze a tutti, per far trovare la casa in ordine ai parenti di Alexey. Misi il ragazzo a sistemare una stanza da letto dimenticandomi di quale fosse la stanza in cui zio e zia fossero morti. Quando vidi la macchia di sangue cacciai Alexey dalla stanza e decisi di sistemarla io. I miei parenti erano morti con tre coltellate l'uno, si diceva che gli aggressori avevano sbagliato villa, ma la nostra era l'unica su quella strada, non avevano sbagliato, sapevo che miravano a loro, altri dicevano furto, ma nessun oggetto è stato mosso, altri si sono inventati storie assurde, ma nessuno ha pensato che forse miravano a loro per via di un'intervista anticamorra lasciata a dei giornali, o forse avevano paura di ipotizzare che le brutte facce di Lipona potessero colpire anche Prica, ma anche altre citta come Sipa, Nasie, Caluc o altre, la malavita era ovunque, all'epoca e anche gli anni a seguire, ma per mia sfortuna non era cambiato nemmeno il silenzio, sempre più assordante, più complice di eventi come quelli della mia famiglia.
 
Preparata il letto uscì dalla stanza e andai da Alexey, lui però non volle nulla, giusto dei guanti e poi rimase solo con Trisha. Mentre sistemavo in giro notai il telefono di Alexey vibrare -e chi sarà mai?- pensai vedendo le anteprime del messaggio -"sto tornando da te cucciolotto, spero che tu sia maturato come si deve, non mi dispiacerebbe riuscire ad andare al sodo stavolta"- questo lessi, seguito da una banana e una pesca. Il numero non era memorizzato, e per mia sfortuna non mi feci nemmeno i fatti miei
-scusa, ma forse hai sbagliato persona- scrissi da parte di Alexey
-ma se sono anni che giochi con me, peccato che le occasioni di incontrarsi siano così poche… ma almeno sono intense- rispose. Forse presa dalla rabbia o simili iniziai a stringere il telefono tra le mani e per sbaglio premetti qualcosa.
 
-io sono il libro della conoscenza, sono felce che tu mi consulti di nuovo Alexe… hey! Tu non sei il ragazzo-
-da cosa l'hai capito?- chiesi ironica
-dalla tua impronta… eppure mi sembri familiare… tu sei quella psicopatica che conservava una parte della dea Shans?-
-hai delle nozioni poco aggiornate di me-
-bhe Shans non ha più scritto su di te… comunque, visto che sei stata uno dei custodi delle mie pagine ed in più ora custodisci il coraggio e la forza, dimmi cosa ti serve dall'elemento della saggezza-
-chi cazzo è sta ragazza?-
-modera il tuo linguaggio… humm… non lo so, ma è comparsa da poco in un sogno di Alexey-
-racconta-
-quello che so è poco, frammenti, so che i due si trovavano in bagno, da soli e poi bho, sarà successo qualcosa-
-non è d'aiuto, dimmi almeno il nome-
-questo non lo so proprio, mi dispiace-
-che libro inutile!-
-io so solo le cose più importanti, non i pettegolezzi tra voi ragazzi, se sapessi i fatti di tutti voi sarebbe davvero un cumolo immenso di pagine a cui dare fuoco-
-parli troppo-
-e tu non concludi nulla, chiedi a lui chi diamine è questa qui-
-e lui mi dirà la verità?-
-e io che ne so? Sono un libro che conserva il passato e aspetta che il futuro venga scritto, non sono una sfera di cristallo- rispose per poi chiudersi offeso.
 
Per quanto avrei voluto chiedere ad Alexey qualcosa, ma mi limitai a buttare un occhio alla sua immagine di profilo, un volto familiare, ma non ricordavo di preciso di chi fosse. Quando vidi Alexey arrivare in stanza eliminai al volo gli ultimi messaggi e mi allontanai imbarazzata. Passai il resto della giornata a pensare cosa fosse successo tra lui e lei, era bella, con un bel corpo, abbastanza da farmi venire il dubbio. -che davvero lui abbia avuto una storia con lei? E ha ancora una storia? Che io sia solo un passatempo per lui? Che lui alla fine abbia solo finto di non saper fare nulla solo per andare oltre le mie difese? E se io non fossi abbastanza?- iniziai a pensare
-cavolo quanta agitazione Bianca? A cosa pensi?- chiese Trisha portandomi una pizza
-nulla…-
-io sento gelosia nel tuo cuore-
-io sento che dovresti farti i cazzi tuoi-
-qualcosa che davvero ti fa arrabbiare… è stato Alexey? Vuoi che lo picchi per te?-
-no… se qualcuno lo deve fare… lo farò io- dissi conficcando il coltello della pizza.
 
Dopo che ci eravamo riavvicinati io e Alexey avrei voluto dargli una possibilità dormendo insieme, ma dopo quei messaggi e tutte le idee che mi riempirono la mente, non gli avrei permesso nemmeno di avvicinare una mano a me, non senza la certezza di non essere uno stupido gioco. Passai la notte in piedi, ogni volta che riuscivo a chiudere gli occhi mi ritrovavo alexey con quella ragazza a fare le cose più strane che nella mia esperienza alla Black House mi era capitato di vedere.
 
-non riesci a dormire?- chiese Trisha avvicinandosi alla stanza
-già…-
-vorrei dire che sei arrabbiata, ma sento dentro di te un certo fuocherello… che hai sognato?-
-è un fuocherello sbagliato-
-perché non racconti?-
-non riderai?-
-sono tua amica, ne ho viste di cose stupide e sono certa che la tua non sia al livello di altre-
-va bene… ho sbirciato nel telefono di Alexey e ci ho trovato una chat ambigua con una tizia… bella, con un fisico mozzafiato e un sorrisetto tutto pepe…-
-sarà bella quanto vuoi, ma a me nessuno mi batte ragazza, vero?-
-il tuo ego ha bisogno di essere cibato?-
-già-
-bhe si è vero, messa a confronto tu sei meglio, ma non è quella la questione… io mi sono fidata di Alexey e ora ho il dubbio che sia successo qualcosa con quella lì, di non essere perfetta come lei o anche brava…-
-brava? Come fai a sapere che è brava?-
-B.. Bhe non riesco a smettere di sognarlo…- dissi imbarazzata. Lei si zittì e poi si mise a ridere
-povera Bianca, sei gelosa, gelosa e non solo- disse con un certo tono malizioso
-è solo una coincidenza- risposi
-davvero? Per caso non vorresti prendere il posto di quella ragazza nei tuoi sogni? Pensaci, sfogare tutto ciò che hai dentro e provare ciò che i nostri clienti pagano per provare. Questa è la Black House Bianca, ciò che succede qui rimane in questa casa se ti vergogni di doverne parlare tornata a casa, ma per questo periodo, prendi quel ragazzo e fagli fare il tour più eccitante di questa casa, so che in fondo è ciò che vuoi…- mi disse nell'orecchio. Sapeva che avevo dei punti deboli, e si divertiva a stuzzicarmi
-smettila dai…-
-io posso smettere, ma l'importante è che non smetti di pensarci tu… sono certa che troverai pace se ti dedichi 5 minuti per capire cosa vuoi davvero-
-shhhh va via- le dissi sprofondando imbarazzata nella coperta. Lei non disse altro, ma ridacchiando uscì chiudendosi la porta alle spalle.
 
Passai i minuti successivi a liberare la mente da tutti i pensieri su quei due e provai a concentrarmi su di me. Ne uscì un documentario sulla signorina White magnifico.
 
Passata la notte in tranquillità mi svegliai per le 10, andai a prepararmi e poi portai la colazione a letto ad Alexey, ma non appena entrai sentì il ragazzo bisbigliare un nome che mi fece rabbrividire -Sabrina? Sta nominando davvero quella schifosa ragazza?- pensai scuotendolo. Quando lo vidi aprire gli occhi lui si getto tra le mie braccia, credendo volesse baciarmi mi partì una spinta e solo dopo notai le lacrime che aveva lasciato sul cuscino, voleva solo una spalla su cui piangere e io non gliela diedi per degli stupidi sospetti.
 
-scusa Bianca... La prossima volta ti avviserò... Grazie per la colazione- disse abbassando la testa. Io senza dire nulla mi allontanai e andai in cucina. - allora? Hai riflettuto?-
-ho pensato alle mie possibilità, e credo di stare bene nei panni di White-
-wow, da gelosa a dominatrice, un passo simile non me lo aspettavo-
-non è dominare, è consigliare. Il mio personaggio è più di una semplice ragazza facilotta-
-lo so... Si preoccupa di aiutare a tirar fuori la versione integrale di chiunque le faccia compagnia sotto le coperte, la dottoressa dell'amore- disse con un occhiolino. Aspettano Alexey e quando si sedette al tavolo esposti il piano. - dunque... Io sarò la padrona di casa, tu limitati a non parlare Alexey e tu Trisha... La mia cameriera, puoi farlo?-
-ah è per questo che c'era quel vestitino tutto pepe sul mio letto? Non è che è una scusa per una cosa a tre? - chiese ridendo, io reagì con un sorriso, Alexey rimase impassibile.
 
Trisha era meravigliosa con quel abito, una gonna e una camicetta, semplice ma essendo vestiti miei su di lei stavano più stretti, i bottoni sul petto non si chiudevano mentre la gonna le stava anche corta -sono leggermente... Scoperta- commentò lei
-per mia sfortuna questi sono i vestiti a disposizione- risposi.
 
Diedi ordine a Trisha di iniziare a cucinare mentre verso mezzogiorno e mezzo bussarono alla porta i parenti. Erano 4 persone, due donne di mezz'età, un uomo di circa 60 anni e una ragazza. I miei occhi si spalancarono, quel volto, quel corpo, quello sguardo, lei era la stessa donna che aveva scritto ad Alexey -Bianca... Vuoi rimanere sulla soglia o ci mostri la casa?- chiese -la voce...- pensai riconoscendola -andiamo Sabrina- dissi entrando dopo di lei.
 
Gli ospiti si sedettero a tavola aspettando il pranzo, io mi sedetti a capotavola con Alexey ad un lato e la zia venuta senza compagnia da un altro. Notai in Alexey un certo nervosismo quando proprio di fronte a lui si sedette Sabrina. -bhe Bianca, suppongo tu sia curiosa di sapere perchè siamo qui- iniziò la donna al mio fianco
-mi sembra legittimo chiedermelo-
-infatti lo è. Mi rendo conto di averti causato parecchi pasticci per via di Alex, ma vorrei chiederti di tenerlo con te per un altro po’ di tempo. Desidero che finisca gli studi al più presto e in un ambiente che gli mostri come ci si comporta con persone di paese nel caso lui ne debba incontrare-
-mi stai chiedendo di insegnargli a fare lo snob come tutti voi?-
-più che altro a rispettare le regole. Noto che con te è molto più disciplinato che con noi, gli stai dando un buon esempio- continuò la signora
-per essere una ladra squattrinata, figlia di due scarti della società e una poco di buono sei un buon esempio- disse Sabrina lanciandomi un'occhiataccia -se solo Alex venisse con me… gli insegnerei più io in una notte che lei in dieci anni- continuò la ragazza lanciando poi uno sguardo ad Alexey.
 
Pur essendo una persona particolarmente istintiva sapevo recitare piuttosto bene -Sabrina, mi dispiace deludere le tue aspettative ma ho l'impressione di avergli insegnato già tutto ciò che hai da offrire, molto meglio di come avresti fatto tu. Alex sta imparando molto, gli sto insegnando le basi di una vita semplice ma allo stesso tempo dedita al lavoro e alla valorizzazione delle proprie capacità… a proposito, TRISHA; PORTA PURE A TAVOLA- dissi. La ragazza entrò a testa alta con i piatti in mano. Decorati in modo semplice ed elegante, mise le pietanze a tavola e rimase in attesa di ordini.
 
-Trisha è l'esempio perfetto di come le persone possono cambiare, da ragazza dedita alla criminalità, lavora come camerira privata per diverse ville, sono tutti orgogliosi della sua efficienza-
-è solo un mercenario, lavora per chi la paga di più-
-chiedo scusa se dico la mia, ma la signorina White mi ha aiutata davvero a trovare la mia strada, credevo di poter avere solo un destino sotto i ponti, ma lei ha visto il mio talento e l'ha messo in luce- intervenne Trisha
-bhe non solo quello ha messo in luce- disse l'uomo seduto al fianco di Alexey -certo che sei più furbo di quello che ricordo ragazzo, mentre una donna ti mantiene l'altra si inginocchia davanti a te-
-non so di cosa parli- rispose Alexey serio
-mo fai il finto tonto, poi la notte voglio vedere che le combini a sta qua-
-Trisha, torna in cucina, penso che sia il caso di tenerti lontana da simili diffamazioni- disse il ragazzo
-Alexey posso cavamela da sola, lo sai che tipo di persona sono…- iniziò Trisha
-ho detto vai in cucina! Non lo ripeterò più- ordinò battendo il pugno sul tavolo. Sia io che trisha ammutolimmo, lei andò in cucina ed io lo fissai sorpresa -non credi di esagerare?- chiesi a bassa voce
-no, non sto esagerando, piuttosto voglio sapere perché i miei parenti sono qui, e vorrei una spiegazione sintetizzata e senza giri di parole- disse fissando la zia al mio fianco
-bhe se la vuoi mettere così… ho bisogno che rimani con lei ancora per un po’, fino alla fine dell'anno scolastico. Stiamo progettando di trasferirci in un altro paese quest'estate, ma non possiamo pensare anche ad Alexey, ti pagheremo il doppio Bianca se vuoi, sappiamo quanto Alex sia un peso-
-no- risposi
-cioè?- chiese la donna
-non voglio i vostri soldi, io ed Alex abbiamo sviluppato un rapporto piuttosto stretto e con il mio impegno lavorativo posso permettere una vita dignitosa ad entrambi. All'inizio ho accettato i soldi per comodità e forse per non ammettere che ci tenevo molto a lui, ma ora le cose sono cambiate, ci siamo lasciati gli errori alle spalle e ci siamo perdonati tutto. Vi ho accolti volentieri qui anche per un altro motivo, volevo presentarmi alla sua famiglia come la sua fidanzata, lui rimarrà con me anche dopo gli esami, finche lui mi vorrà ovviamente- dissi con una serietà mai avuta prima. Lo sguardo di tutti era sconvolto, soprattutto alexey che mi guardava confuso
-sono felice per te, ma non posso permetterti di tenerlo più del tempo richiesto, ci trasferiamo in Inghilterra per un motivo, lì c'è una vecchia amica di mia sorella, ha qualche anno in più ad Alex, ma ciò che importa è il denaro che ci porta, mi dispiace cara, ma tu sarai solo la ragazza di prova, insegnagli a soddisfare una donna così sarà già pronto per la prima notte con la sua futura compagna- disse la donna bevendo un sorso di vino.
 
Io non dissi nulla, Alexey lo fece per me -per chi cazzo ci avete presi? Per le marionette che potete manovrare a vostro piacimento? Bhe non è così, io amo questa ragazza e farò di tutto per rimanere al suo fianco finche mi vorrà-
-bhe finchè non vedrò un anello al suo dito Alex, tu sposerai Clara, è un'inglesina davvero carina, fidati-
-me ne sbatto le palle, voi girate attorno a me come avvoltoi in cerca di un modo per fare del fallimento di mio padre la vostra ricchezza!- disse Alexey alzandosi furioso
-tuo padre ha scelto questo per te, dopo la sua morte noi abbiamo semplicemente seguito il progetto che lui aveva per te, non vorrai deludere le sue aspettative, vero?- disse la donna mantenendo il tono continuamente calmo, faceva paura.
 
Alexey non disse più nulla, si limitò ad andare in bagno -ah povero cuginetto mio… è il caso che vada a consolarlo- disse Sabrina allontanandosi dal tavolo
-siete dei bugiardi- dissi quando Sabrina girò l'angolo
-che vorresti dire?- chiese la zia che non aveva ancora parlato
-questo non è il progetto del padre, questo è il vostro progetto-
-bhe non hai prove, a meno che i morti non ti parlino- disse tornando al suo pasto. Chiamai Trisha per portare il secondo ma neanche il tempo di mettere la forchetta nel piatto che un urlo strano, come quando qualcuno cerca di tappare la bocca a qualcuno, uscì dal bagno.

ANGOLO DELLO SCRITTORE
Buonsalve gente, qui è pokepony10 che scrive e vi do il benvenuto in un nuovo angolo dello scrittore!
da qui partono i capitoli che preferisco di Sorry e non vedo l'ora di scrivere. 
ora che è estate posso buttare i libri di scuola e dedicarmi alle mie passioni tra cui la scrittura, spero di trovare lettori attivi su questa piattaforma almeno in un periodo così libero come l'estate, non smetterò di ripeterlo, ma senza un'opinione da coloro ch usufruiscono del mio operato non posso evolvermi ne in ambito di trama, ne in ambito di scrittura vera e propria. 
so che in una società presa dalla freneticità delle cose sia difficile riuscire a trovare qualcuno che voglia spendere qualche minuto per dare un'opinione, ma ritengo che se avete trovato tempo per leggere, vuol dire che lo potreste avere anche per scrivere dieci parole per dare un'opinione o qualche consiglio.
grazie per l'attenzione e felice inizio dell'estate.

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Capitolo 5
*** La lupa perde il pelo ma non il vizio ***


POV Alexey
 
Quando Trisha mi lasciò solo in bagno mi concentrai a pensare al mio sogno, il bagno era lo stesso, mancava solo il corpo sanguinante di Sabrina -è stato solo un brutto sogno, calmati Alexey- mi dissi guardandomi allo specchio ma non vedevo altro che paura nel mio sguardo. Fu proprio con quella paura che andai a dormire. Lo sguardo di Sabrina era uno di quelli che più mi facevano rabbrividire, era una ragazza forte all'epoca del nostro ultimo incontro, crescendo non poteva di certo aver perso la salda presa al collo che aveva.
 
Quando mi svegliai ero davvero confuso, dopo tutti gli incubi fatti su mia cugina desideravo solo stringere a me un volto amico, ma Bianca con freddezza mi respinse dandomi la colazione senza più dire altro -che avrò fatto ora? Perché prima dice una cosa e poi ne fa un'altra? - pensai bevendo il cappuccino. Pronto per affrontare la mattinata andai dalle ragazze, decidemmo i ruoli ed io non ebbi nemmeno voce in capitolo, perché mai l'avrei dovuta avere? In fondo Bianca e Trisha erano davvero complici e delle ottime attrici per di più.
 
Aspettammo i miei zii in cucina mentre Trisha si destreggiava ad usare i suoi poteri per cucinare, era una ragazza dura e a volte fredda, ma sembrava appassionata della buona cucina, anzi ci criticava pure per aver scelto male alcuni prodotti. Prima delle 13 qualcuno bussò alla porta, Bianca accolse  le due zie, lo zio e mia cugina. Era cambiata molto, nonostante io avessi alcune sue foto sul telefono, da vicino era ancora più impressionante. Non era maturata fino ai 20 anni e all'improvviso in qualche anno era diventata una lusinga per gli occhi. Ero sempre stato oggettivo, dire che una persona che schifo è bella non significava che non mi facesse più schifo solo perché è bella, anzi, i belli sanno essere più crudeli di coloro che conoscono ed accettano i propri difetti. Sabrina era quel tipo di persona, aveva un'autostima sempre alta, una parlantina che ti entrava in testa e ti manipolava e un sorriso che se ad altri faceva piacere a me mi raccapricciava. Si dice che sono i ricordi che più rimangono nella mente di qualcuno ad essere la base per il rapporto con l'altra persona, bhe del mio rapporto con Sabrina non c'era troppo da dire, e non avrei mai detto nulla infatti.
 
Di per se avrei voluto che il pranzo fosse calmo e senza spiacevoli scontri, ma nessuno ottiene mai ciò che vuole, mia zia Sonia passò gran parte del tempo a cercare un accordo con bianca mentre mio zio non fece che fare allusioni alla povera Trisha che nonostante fosse una ragazza sfacciata si sentì a disagio. Tra tutte le parole che sono uscite a tavola solo quelle di Bianca mi rimasero davvero dentro. All'improvviso senza nemmeno parlarne con me si è presentata come la mia fidanzata, ma più che la verità quella sembrava solo una recita riuscita bene, se doveva convincere Sonia a non trascinarmi con loro in Inghilterra allora avrebbe mentito senza problemi su di noi. Confuso e piuttosto nervoso decisi di allontanarmi da tavola per andare a rinfrescarmi i pensieri in bagno.
 
Lo specchio mi mostrò non più lo sguardo spaventato di un ragazzo, gli occhi incazzati di un giovane uomo, non mi ero mai considerato tale, ma dopo essere riuscito a dire la verità in faccia a quei palloni gonfiati della mia famiglia mi fece sentire più grande di quello che ero sempre stato. Rimasi in bagno a guardare l'acqua che scorreva immerso nei miei pensieri -bhe non credo sia positivo spendere tutta quell'acqua Alex- disse Sabrina affacciandosi alla porta
-che vuoi tu?-
-volevo solo assicurarmi che stessi bene e nel caso aiutarti- disse entrando
-il tuo aiuto non è desiderato, esci da qui- dissi chiudendo l'acqua
-sai… tu ricordi molto lo zio…- disse chiudendo la porta alle sue spalle
-quale zio?-
-tuo padre, anche lui era così sicuro di se… crescendo sei davvero diventato un piccolo uomo- disse avvicinandosi a me con la sua pericolosa lentezza e sguardo
-che vai cercando?-
-voglio solo sollevarti da tutto questo stress, lo sento il tuo corpo rigido… forse la tua ragazza ha mentito, non hai ancora avuto qualcuna che sappia come trattarti- disse avvolgendo le braccia al mio collo. Era davvero cambiata, era più dolce, non pretendeva, non usava più la forza come in passato, per la prima volta mi resi conto del fatto che i suoi occhi avevano una macchia dorata tra il marrone.
 
-sei gentile ad offrirti… ma vorrei tornare a pranzare- dissi staccandomela di dosso
-io ho provato ad essere gentile…- disse afferrandomi il polso con tutta la sua forza
-io ho provato a credere alla tua buona fede… ma a quanto pare non sei cambiata-
-preferisci la ragazza che ti ha torturato per quattro anni?-
-ascoltami bene- dissi prendendola per il colletto della camicia -Bianca è cento volte meglio rispetto a te che hai soggiogato un povero ragazzino per i tuoi malati desideri-
-saresti stato il ragazzino più felice del mondo se solo avessi continuato ad insistere un po’, non sapevi prima cosa ti perdevi e non lo sai ora… lascia che ti apra gli occhi, saremo soddisfatti entrambi…- disse baciandomi. Io cercai di ribellarmi ma ne uscì solo un urlo interrotto dal suo bacio. Nonostante io cercassi di tirarmi indietro lei mi stringeva forte dietro al collo, sui nervi, più mi allontanavo e più lei stringeva i nervi sotto i polpastrelli.
 
Cercando di divincolarmi riuscì a chiedere aiuto e dopo poco la porta si spalancò, vi era Bianca sulla soglia con una pistola in mano -che cazzo sta succedendo?- chiese, poi vide Sabrina strusciarsi addosso a me e abbassò l'arma
-che c'è? Delusa? Gli uomini sono così, basta qualche taglia in più che si scordano anche dell'amore della loro vita. Non fartene un cruccio, quando avrò finito te lo lascerò anche- disse Sabrina dandomi un bacio sul collo
-non l'ho chiesto a te… Alex, potresti dirmi che cazzo succede?- chiese, io non riuscì a dire nulla, ne a buttare per aria Sabrina, ne dare spiegazioni a Bianca
-hehe sono così brava che è rimasto senza parole…- disse Sabrina con sguardo malizioso
-va bene, non voglio spiegazioni, vi pianto una pallottola in fronte ad entrambi se non vi staccate- disse bianca puntandoci la pistola contro
-non hai il coraggio di premere il grilletto- disse Sabrina
-non è questione di coraggio, è questione che non ci tengo a dovermi sbarazzare dei vostri cadaveri-disse avvicinandosi a Sabrina -farai un pisolino molto lungo- disse mettendo la pistola sul petto
-Bianca che fai?! Sei impazzita?-
-lasciala fare, se è questo il modo in cui vuole vendicarsi del fatto che io sono davvero l'unica in grado di soddisfarti, l'invidia è davvero una brutta bestia-
-la mia vendetta non è ucciderti, è immobilizzarti per il tempo necessario per mostrarti quanto tu non sia speciale- disse Bianca sparando. Sabrina si inrigidì e cadde a terra -taiser Sabrina, sei ancora cosciente ma non puoi muoverti, durerà il tempo necessario per farti venire voglia di scappare da qui- disse Bianca mettendo la ragazza in un angolo per poi chiudere la porta.
 
Ero spaventato e sorpreso, forse anche preoccupato per Sabrina
-cosa hai in mente Bianca?-
-qualcosa che a quanto pare neanche ti da fastidio- disse prendendomi per la camicia e poi baciandomi. Io rimasi sorpreso, sentivo il suo calore vicino al mio corpo, ma per la prima volta stavo avendo paura per qualcun'altra che non fosse Sabrina. I modi di Bianca erano molto simili a quelli della vecchia Sabrina, non lasciava che io assecondassi, faceva tutto lei, stava prendendo la sua rivincita marchiando il mio corpo con la sua passione.
Sentivo la sua bocca percorrermi tutto il collo mentre con dei piccoli morsi mi lasciava una scia addosso -perché fai tutto ciò?- le chiesi con un filo di voce
-se tu permetti a una come lei di averti, il minimo che posso fare è fare meglio di lei ciò che fa lei- disse spingendomi ancora un po’ contro il muro -ne ho conosciute di passioni maschili, la tua? Essere messo alle strette? Essere umiliato? Ne conosco così tante che posso fare cento volte meglio di lei qualunque cosa- disse tenendomi alle strette
-perché fai con tanta rabbia ciò che prima facevi solo per amore?- le chiesi toccandomi i segni doloranti
-e tu perché guardavi con amore qualcuno che merita solo odio?- disse girandosi verso Sabrina che si stava trascinando verso la porta.
 
-è questo il problema? Perché mi hai visto che baciavo Sabrina?- chiesi
-ho letto dei messaggi… sembravano piuttosto intimi…-
-che diamine hai letto?- chiesi prendendola per le spalle
-ha letto che avrei terminato il nostro gioco- disse Sabrina con un filo di voce
-fanculo Sabrina, e anche a te Bianca. È possibile che sia circondato da pazze? Io non volevo altro che amore ed invece mi ritrovo in questo cesso con una pervertita sotto shock e la versione di Bianca che non avrei mai voluto vedere-
-Alexey…- disse Bianca avvicinandosi a me
-non avvicinarti, quale persona sana di mente cerca di mangiarmi il collo? Siete due malate -
-ringrazia il cielo che tu abbia chi ti vuole Alex, c'è gente che pagherebbe per una come me- disse Sabrina
-bhe non me ne frega, fuori dai coglioni Sabrina, hai già combinato parecchi guai- dissi, lei se ne andò ma prima lanciò una frecciatina a Bianca -ti consiglio di non andare sotto la cintura, il soldatino da quel che ricordo ha davvero dei problemi a stare agli attenti- disse allontanandosi.
 
Quelle parole mi lasciarono di sasso, il silenzio invase la stanza e imbarazzato quanto sconcertato mi sedetti sulla tazza. -bhe ora conosci il mio segreto-
-ora capisco perché nonostante i miei tentativi con te, tu non reagivi come avrei sperato… vuoi parlarne?-
-ti sembra che ne ho voglia?-
-hai ragione… allora lascia che parli io…- disse chiudendo la porta a chiave -non mi interessa ciò che ti ha fatto, se ciò che dice è vero o no, permettimi solo di aiutarti…- disse togliendosi il vestito di dosso per rimanere in intimo.
-cosa vorresti fare? Hai sentito Sabrina, ho i miei problemi- dissi a testa bassa
-bhe io voglio aiutarti… ma lascerò a te il comando, ho paura di averti traumatizzato più di lei prima… non sapevo di tutto ciò e sinceramente con tanta teoria e nessuna pratica concreta non so nemmeno come assecondarti-
-perché lo fai? Per pietà? Perché credi che altrimenti non ti vorrò?-
-nessuna delle due… hai ragione a dire che ciò che faccio solitamente lo faccio con amore… permettimi solo di essere il petto su cui piangere e la donna che ti possa rendere felice… per quello che sono in grado di fare almeno…- disse avvicinandosi timida a me
-sei così dolce quado sei timida…- dissi afferrandole una mano per poi tirarla un po’ a me. Lei non disse nulla, rimase a fissarmi in silenzio negli occhi mentre si sedette sulle mie gambe -si vedono ancora i segni dei tuoi tagli…- dissi abbassando un po’ il reggiseno
-bhe dopo così poco tempo non possono di certo scomparire cicatrici simili-
-già… le cicatrici hanno bisogno di tempo e di amore per guarire…- dissi poggiando il volto sul suo petto. Mi sentì al sicuro, il suo cuore che batteva veloce, le sue mani che mi accarezzavano i capelli e il calore che emanava, tutto fu così dolce che senza nemmeno rendermene conto mi lasciai andare ad un pianto liberatorio tra le sue braccia.
 
POV Bianca
 
Sentito l'urlo mi allontanai dalla tavola -Alexey… e se fosse nei guai?- pensai prendendo da un cassetto la mia vecchia pistola
-non vorrai fare una cazzata simile, vero?- chiese Trisha fermandomi
-e che dovrei fare?-
-tieni, l'ho presa ad un poliziotto, usala bene- disse dandomi una pistola con colpi da teaser
-se stanno facendo qualcosa li ammazzo- dissi
-non sempre la prima impressione è la giusta- disse tornando in cucina.
 
Spalancata la porta del bagno mi ritrovai davanti l'unica cosa che non avrei mai voluto vedere, Alexey con quella bastarda di Sabrina, prima fui presa dal dispiacere, poi la freddezza che provavo per Alexey tornò a dominare, in quel momento avrei sparato ad entrambi, ma forse sarei stata in grado di farla pagare a Sabrina con le sue stesse armi. Preso alla sprovvista Alexey lasciai andare un po’ del mio lato represso e imitando Sabrina riuscì non solo a far innervosire lei, ma anche a punire Alexey, forse con una punizione troppo pesante per un equivoco.
 
Dopo uno scontro coi due Sabrina dolorante se ne uscì dal bagno lasciando me e Alexey davanti ad uno scrigno di pandora spalancato in un solo secondo. Solo in quel momento mi resi conto perché nonostante io avessi avuto diverse occasioni per stimolare le sue passioni, lui non abbia mai reagito se non con uno sguardo di confusione o imbarazzo. Alcuni mi avrebbero detto di andarmene, di uscire e abbandonare un ipotetico futuro con lui, ma non volevo, sentivo di poterlo aiutare, di poter superare con lui quel piccolo problema, sempre se era un problema che potessi risolvere senza il bisogno di qualche esperto. Come Alexey si era, anche se non volontariamente, messo a nudo, decisi di farlo simbolicamente io, mi tolsi il mio abito nero e con l'intimo addosso mi avvicinai ad Alexey, in fin dei conti sembrò felice del mio gesto, mi tirò a se e io senza oppormi mi sedetti addosso a lui, da lì lui divenne un ragazzo di cristallo, fragile e trasparente, le sue lacrime scivolarono sulle mie cicatrici del petto e per un momento mi resi conto di come fossimo simili, entrambi a pezzi e ricostruiti sul momento, solo che mentre io mostravo le crepe fuori lui le conservava dentro nascondendo con il sorriso.
 
-ho bisogno di questo Bianca… di stare bene, ma non posso, lì fuori c'è chi di me vuole fare un guscio vuoto-
-non mi interessa- lo fermai io -pensa a ciò che c'è qui dentro, a noi, io sono qui e qui nessuno ti farà nulla… lasciati andare- dissi, lui non disse nulla, si asciugò le lacrime e poi con una certa goffaggine mi baciò. Quel gesto così improvviso e così dolce mi rese felice, tanto da non riuscire più a trattenere ciò che avevo dentro. Lo strinsi a me e lo continuai a baciare mentre accompagnai una sua mano al mio petto -desidero che tu ti senta a tuo agio con me, forse è solo questione di ansia la tua- gli dissi
-bhe io non so nemmeno cosa faccio bene e cosa no-
-ti insegnerò io, almeno metteremo in pratica ciò che conosco, insieme…-
-grazie… ma non sei costretta…-
-è qualcosa che desidero io, se ciò che ho detto a tavola è vero… essere fidanzati include anche questo, fidarsi al punto di dare tutto ciò che si ha all'altro perché si sa che l'altro ne avrà cura-
-bhe mi farebbe piacere stare con te, ma non c'è l'anello-
-ma mica c'è bisogno-
-se voglio che loro ci lascino davvero in pace… si-
-bhe fino a quel momento…ti andrebbe di fare una prova? Vedere se una relazione tra noi possa andare bene prima di spendere soldi per convincere loro…-
-mi insegnerai ad essere un bravo fidanzato?-
-hahaha sono certa che mi insegnerai più tu Alexey- dissi dandogli un bacetto sulla fronte
-bhe visto che dobbiamo sperimentare…- disse tirando il bacino verso di se -voglio che mi aiuti con il mio problema-
-volentieri… ma ho bisogno di sapere cosa sia successo- dissi, lui fece un sospiro senza dire nulla
-tutto ciò che dirai rimarrà tra di noi, te lo prometto-
-promesso promesso?- chiese
-si..- risposi baciandolo. Era appena iniziata quella storia, ed era iniziata con la mia ennesima bugia.

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Capitolo 6
*** Prime esperienze ***


POV Luna

Le storie di inganni e di tradimenti sono quelle maggiormente amate e preseti tra gli umani, e come biasimarli? Il coraggio di essere fedeli a se stessi è davvero difficile da trovare, soprattutto se l'istinto ti consiglia di tradire te e chi ami solo per uno scopo più grande, che nessuno capirà tranne te. 

È sulla base di questa ideologia che il pranzo organizzato da Bianca e compagnia, sarebbe stato un inizio inevitabile della distruzione dell'umanità, ma partiamo dall'inizio.

A seguito dell'organizzazione maniacale di Bianca, i tre si prepararono ad accogliere i parenti di Alexey, gente davero scortese. Lo zio aveva tradito la moglie con la sua segretaria, anzi, le sue segretarie, ogni mese la cambiava, così da non far insospettire la moglie, ma quando 5 donne incazzate bussarono alla sua porta, la zia di Alexey esplose dalla gelosia. 

Vorrei dire povera donna, povera perché dopo la scenata di gelosia al marito, l'uomo le fece fare un divertente viaggio in ospedale accompagnando il tutto dalla oramai strausata scusa delle scale. Io mi chiedo, come può una persona cadere dalle scale e non avere i lividi da nessuna parte se non in faccia? ma forse sono io che dubito troppo della bontà di un uomo di quel genere. 

Ho detto prima che avrei desiderato dire povera donna, ma non lo dirò, la zia silenziosa di Alexey ne combinava di peggiori alle spalle del marito, Sabrina, la loro dolce figliola non è altro che la figlia dell'idraulico e non del caro zietto ubriacone. Visto che l'ho nominata, Sabrina è un'altra brutta faccia che non merita nemmeno un briciolo di ammirazione, il perché lo sentì dire dalla stessa bocca di Alexey.

Quando iniziò il pranzo sembrò essere tutto sotto controllo, Trisha in cucina, Bianca a parlare ed Alexey muto come un pesce, ma non tutti i progetti vengono rispettati, Bianca non riuscì a farsi valere ed Alexey esplose rivoltandosi contro la famiglia per poi chiudersi in bagno. La scena era identica la sogno, lui in bagno, Sabrina che entrò e Bianca con la pistola in mano. -Iris! Sta per succedere! Il sogno sta per realizzarsi!- urlai io, ma lei zitta e assonnata mi zittì con un gesto
-sta tranquilla, c'è Trisha, saprà gestire la situazione-
-gestire una catastrofe simile?-
-esagerata, catastrofe mi sembra troppo, calmati su che non c'è bisogno di agitarsi- mi disse indicando la pistola di Bianca, quando la vidi sparare mi sentì sollevata nel vedere che non rimasero macchie di sangue in giro. Iris aveva ragione, Trisha aveva risolto tutto, scambiare la pistola sarebbe servito a tenere tutto sotto controllo. 

Di per se la situazione si sviluppò in maniera diversa dal solito, immaginavo che si sarebbero picchiate Sabrina e Bianca, ma la seconda ebbe l'idea geniale di torturare Sabrina con la sua stessa medicina, avere tra le sue braccia l'unico uomo che l'ignobile cugina non aveva mai avuto la possibilità di avere. Presa dal rancore a dalla rabbia, Sabrina si trascinò fuori lasciando a Bianca ed Alexey il tempo di chiarirsi.

Ho sempre pensato che in luoghi intimi come il bagno ciascuno riuscisse ad esprimere ciò che di più spaventoso ha dentro, e l'abbraccio di Bianca fu ciò che spinse Alexey a parlare. 

-bhe ciò che è successo tra me e Sabrina credo tu lo possa immaginare- iniziò Alexey col volto poggiato sul petto di Bianca
-le persone immaginano tante cose, ma nessuno può saperne più di chi l'ha vissuto sulla propria pelle- rispose cliccando il cerchio rosso sul registratore del cellulare
-bhe qualche anno fa io vivevo coi miei parenti paterni. Dopo la morte di mio padre io mi sono trasferito da loro e condividevo la stanza con Sabrina, almeno la condividevo quando lei era in città e non in giro per lavoro. Un giorno lei tornò leggermente brilla a casa, credo almeno che fosse brilla e iniziò a farneticare cose che riguardavano un ragazzo che l'aveva l'asciata e poi all'improvviso mentre o la consolavo, lei mi baciò. Io cercai di respingerla, ma lei era più forte e iniziò a cercare da me le attenzioni che il suo ragazzo le dava all'epoca…- iniziò lui con gli occhi pieni di lacrime
-non vorrei sembrare un po’ sfacciata, ma potrei di preciso sapere cosa ti ha fatto?-
-mi baciò e poi mi bloccò sul divano col suo peso, iniziò a spogliarmi con una violenza che non avevo ancora visto e poi mise mano nel mio intimo…-
-e…- cercò Bianca di estrapolare altri dettagli
-e.. E…- iniziò lui pietrificandosi, sapevo che Bianca stava tirando troppo la corda, ma non potevo agire
-Alexey, dimmelo e potrò aiutarti- 
-non riesco… non trovo le parole giuste per descrivere una cosa semplice come quella, ma così spaventosa secondo il mio ricordo, è come se ora tu avessi una quattordicina di anni ed io ti prendessi e ti mettessi mano dove non vuoi, come ti sentiresti?-
-altamente oltraggiata…-
-bhe è come mi sento io, ogni secondo che lei mi guarda io mi sento oltraggiato, prima nel corpo e poi nella mente-
-e bhe… posso aiutarti io in qualche modo?- chiese Bianca sculettando un po’ mentre era sulle sue gambe
-cosa cerchi di fare?-
-di capire se posso aiutarti nell'unico modo che conosco…- disse lei togliendosi il reggiseno
-cioè?- chiese lui diventando timido
-bhe l'eccitazione è una meccanica spontanea, Sabrina ha detto che hai difficoltà a rimanere in uno stato, non ad entrarci- disse Bianca cercando in tutti i modi di aizzare il desiderio di alexey che la osservò piuttosto confuso.

-non per qualcosa Bianca, ma al momento non ci sono reazioni, scusa, ma è piuttosto imbarazzante la cosa- disse lui 
-o forse sono io che non sono abbastanza…- disse vestendosi per poi andare alla porta
-hey che fai?- chiese Alexey prendendola per il polso
-bhe io non sono il tipo di ragazza che può emozionare un ragazzo, non ho il fisico, ne l'esperienza, quindi ti lascio ad una vera bomba sexy, non hai idea di quanto Trisha sia bella sotto quei vestiti- disse Bianca mostrando una foto ad Alexey di Trisha in intimo. 

Credevo anche io che un demone come lei fosse la scelta più giusta, ma a volte il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce, così disse Pascal almeno. Vidi Alexey prendere Bianca per il polso e fare no con la testa -perché non vuoi il suo aiuto? Lei è più esperta e sono certa che terrà per se le tue informazioni- disse Bianca
-lei non mi vuole ed io non voglio lei. C'è qualcosa che tu stai trascurando, qui non si parla solo di una meccanica fisica ed ormonale, stai trascurando i sentimenti, Trisha è perdutamente innamorata di tanato, nonostante lui sia un mostro, non puoi obbligare lei a fare qualcosa che ti sei proposta tu di fare. Io ti ho chiesto aiuto, il come, lo stai decidendo tu, quindi se sei sicura dell'efficacia di qualcosa, falla, ma qui dentro non potrà entrare nessuno se non tu- disse il ragazzo serio
-bhe io ci ho provato, ma niente…-
-non è esattamente vero…- iniziò il ragazzo imbarazzato. Erano così ingenui, presi dalla situazione che non si resero conto che solo a qualche metro fuori la porta qualcosa di terribile stava accadendo.

POV Alexey

Lascia a Bianca la possibilità di provare ad aiutarmi, ma i suoi metodi forse erano troppo diretti, per aiutarmi forse sarebbe dovuto accadere tutt'altro. Dopo qualche minuto di tentativo Bianca si preparò per andarsene, mi infastidì tanto, ma non potevo certo dirglielo. Mi mise davanti una foto di Trisha sperando che ameno con lei avrei reagito, ma fu inutile. Bianca era davvero stupida a volte, credeva di poter risolvere tutto in maniera distaccata, di considerare le persone macchine senza emozioni, paure e preferenze, pensava di conoscere le linee generali dei due sessi e di poter risolvere le cose in maniera generale, ma si sbagliava. -che stupida, come può pensare di aiutarmi facendomi mettere mano addosso da una come Trisha?- pensai rifiutando la proposta di Bianca, io tenevo conto di ben altro che solo il corpo e la finalità delle cose, io pensavo ai sentimenti e ai desideri delle persone coinvolte, se voleva aiutarmi doveva farlo lei, non altri. In fondo volevo che fosse lei l'unica ad aiutarmi, Trisha era bella, ma se dovevo scegliere a chi permettere di spaccare le barrire che mi ero creato, quella persona doveva essere la stessa che mi faceva battere il cuore all'impazzata, per la quale io avrei dato via tutto, doveva essere bianca anche a costo di fare una figura orribile.

Al mio rifiuto Bianca si sedette per terra e rimase in silenzio a fissarmi -cosa guardi?- chiesi
-guardo il tuo pantalone sperando in un qualche movimento-
-rendi la cosa più imbarazzante, è possibile che tu non abbia la minima idea di che effetto fai quando non dai conto ai sentimenti degli altri?-
-bhe dubito cambi particolarmente, se io mi girassi dall'altro lato tu non avresti sicuramente delle reazioni- rispose cacciando dal mobile del bagno una bottiglietta di liquore
-a proposito di alcool, tu non bevi più- dissi togliendole la bottiglia di mano 
-hey! È mia-
-bhe se devi stare con me tu non bevi, non ti fa bene-
-il nostro è solo un esperimento, non una relazione vera propria quindi dammi quella bottiglia-
-bhe puoi sperimentare l'astinenza insieme alla relazione e poi… per te forse non sarà qualcosa di serio, ma per me lo è- le dissi posando la bottiglia
-io non volevo dire che non è seria per me… mi dispiace…- disse lei sospirando 
-non sembrava- risposi, ma bianca non mi asciò il tempo di dire nulla, mi prese e mi baciò
-io voglio che tutto ciò funzioni, credimi…- disse
-anche io… ma non so quanto tu voglia sperimentare di una relazione, tanto quanto non so io quanto possa farti sperimentare…- dissi abbassando la testa
-tutto… basta che sia con te- rispose lei prendedomi una mano per poi portarsela sul fianco -io non sarò più diretta, sapevo che a molti piaceva, ma forse con te è il caso di andare con calma, voglio aspettare che tu ti senta pronto, ma sappi che io sarò qui ad aspettarti- disse Bianca baciandomi di nuovo. 

Il suo calore era avvolgente, e le sue mani delicate, nonostante io non potessi esprimere al meglio quanto lei fosse bella, potevo dimostrarlo lasciandomi un po’ andare. Le alzai la gonna del vestito e le poggia le mani sulla schiena, sentire sotto mano il suo calore e la sua morbidezza era qualcosa di piacevole e lei sembrava leggera tra le mie braccia, completamente abbandonata ad ogni mio movimento. Se facevo un passo di lato lei mi seguiva immersa nei miei occhi, era davvero diversa da ciò che mostrava fuori da quella stanza, più dolce.

Non so di preciso cosa mi sia preso ma mi sono sentito così a mio agio che le ho tolto quel dannato vestito di dosso e l'ho stretta a me -cosa fai?- mi chiese
-nulla, volevo risentire come era abbracciarti sentendo direttamente il calore della tua pelle, è bellissimo sai?- le dissi
-mi sento… bene con te… pensi sia normale?- mi chiese
-se tu ti senti normale allora lo è…-
-io mi sento… vera-
-allora tutto questo è vero… non un semplice esperimento- le dissi stringendola a me, mai mi sarei spettato che quel timido sorriso si sarebbe trasformato in lacrime sul mio petto. 

-Bianca hey… tutto bne?-
-fin troppo…-
-allora perché piangi?-
-perché non mi aspettavo di trovare qualcuno così dolce con me…-
-tutti meritano amore, anche chi non crede di meritarlo- dissi accarezzandole la testa. Era delicata come una bambina, ma allo stesso tempo aveva il suo fascino quell'innocenza che esprimeva con i suoi occhioni pieni di lacrime
-n… non mi guardare… non sono bella quando piango…-
-bhe… a me non interessa- dissi baciandola, il sapore dolce delle sue labbra si mischiò con il salato delle sue lacrime, ma era piacevole, per me e per lei. Che sia stata quella vicinanza o il fato che eravamo entrambi nella versione più vera di entrambi, ma dopo averla baciata non riuscì a fermarmi dal riempirla di baci ovunque, sulle guance rosse, sul collo chiarissimo e sul petto ferito. Reagiva in modo dolce e sorpreso, più lei reagiva e più io continuavo, ci misi un po’ a capire che quella Bianca che mi stringeva a se era una Bianca che aveva smesso di piangere da un po’.

-Perché mi guardi così?- chiesi vedendola con la punta della lingua che faceva capolino dalle labbra
-b… bhe è piacevole… molto- disse tirandomi a se. Non aveva perso la sua forza, tanto che mi fece scivolare, le caddi addosso riuscendo però a non schiacciarla. Mi resi conto che c'era parecchia acqua per terra, ma Bianca non gli diede peso, mi tirò sopra di se e mi baciò presa dall'emozione -come mai tutta questa energia?-
-si chiama desiderio… se tu stuzzichi qualcuno dovresti aspettarti che quel qualcuno agisca così…- disse dandomi anche lei un bacio sul collo.

Era una sensazione bellissima, sentire il respiro affannato di bainca sulla mia pelle era qualcosa di meraviglioso, ma quella meraviglia si spezzò nel modo più brusco che io abbia mai conosciuto, con due potenti e spaventosi colpi di sparo.

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