Niamh O'Neil e le spiagge di Lith

di GattyP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le spiagge di Lith ***
Capitolo 2: *** Foraois Uí Néill ***
Capitolo 3: *** Sull'Espresso ***
Capitolo 4: *** Io e Deirdre ***
Capitolo 5: *** Vita movimentata ***
Capitolo 6: *** Piante e centauri ***
Capitolo 7: *** Annah, Lenny ed una partita di quidditch ***
Capitolo 8: *** Nella Foresta Proibita ***
Capitolo 9: *** Lith ***
Capitolo 10: *** Il ladro di penne magiche / Conclusione ***



Capitolo 1
*** Le spiagge di Lith ***


Capitolo 1

 

Le spiagge di Lith

 

 

Finalmente un pomeriggio libero! Deirdre era uscita con i genitori. Deirdre è mia nipote, nata a metà agosto, un po’ prima dei nove mesi (è voluta venire a festeggiare con la nascita di Patrick, il mio fratellino…. mentre stavamo festeggiando il suo “compimese”, dato che era nato due mesi prima, Lorna ha avuto le doglie e abbiamo avuto così un doppio motivo per festeggiare). Anche i miei erano usciti…! Conan era andato da un amico, Seanna era  a casa di Ginevra, a pranzo dai suoi, e anche Charles aveva un impegno con suo padre. Insomma ero, stranamente, sola

Avevo corso per tutta l’estate, a destra e a manca, tra l’Irlanda (con i miei), l’Italia (con Charles), la Francia (con Seanna e Gilly… abbiamo diritto ad una vacanzina anche noi fanciulle!) e, specialmente negli ultimi giorni, ero sfinita. E ci si era messa anche Deirdre che, piccina com’era, aveva una vocina sfibrante e, quando piangeva, ti entrava nel cervello …  Per fortuna poi si addormentava! (che bei momenti!)

Comunque, come dicevo, avevo intenzione di buttarmi (finalmente) a letto e dormire tutto il pomeriggio (mi ci voleva proprio! Avevo una settimana di sonno arretrato!!!).  Mi stavo quindi dirigendo di sopra, verso la mia camera, quando, improvvisamente, è successo qualcosa di inaspettato: è suonato il telefono! Che bello!!! Ogni volta che suona quel coso babbano, da noi è una gran festa, anche se di solito ci telefona solo Arthur Weasley che vuol parlare con mio padre di qualche strano aggeggio che sta studiando.

- Pronto? Sono Niamh! Chi parla? - ho detto, alzando la cornetta.

- Ciao, Niamh - ha urlato una voce dall’altra parte della cornetta - Sono tua madre! Ci siamo lasciati un quarto d’ora fa… Siamo a casa di Harry e Ginny… Scusa se ti disturbo…

Oh, che bella sorpresa! Mia madre al telefono! Non mi era mai capitato di sentirla!!! Beh, telefonava da casa di Harry Potter, dove ogni tanto si recavano. Sì, aveva il nostro numero anche Harry Potter (gli aveva regalato un telefono proprio il suocero, e un paio di volte anche lui ci aveva chiamato!)

- Ciao, mamma! Che bello sentirti! - le ho detto. Beh, sì, l’avevo lasciata pochi minuti prima, ma mi sa che è una frase che i babbani dicono al telefono… l’avevo visto anche in un film, dove mi aveva portato Charles… Oddio, mi ricordo poco del film, perché c’eravamo messi in fondo e abbiamo cominciato a limonare, però quella frase me la ricordo…

- Niamh… sei in ascolto? - ha chiesto mia madre.

Mi sono subito ripresa. Stavo pensando a Charles che mi…

- Sì, mamma! Certo!  Dimmi pure - urlai nella cornetta.

Beh, forse dovevo manifestare un po’ meno la mia esuberanza… Non è facile parlare in quei cosi babbani! Ti vien voglia di urlare!

- Dovrebbero parlarti Harry e Ginny di una faccenda riservata, senza che ci sia nessuno dei tuoi fratelli, o dei piccoli Potter, in giro… Non so… potresti raggiungerci? Ora, per esempio, se puoi… siamo a casa di Harry…

- Volete che venga? - le ho chiesto. Chissà cosa volevano.

E poi ho aggiunto - Se volete vengo anche subito. Sono completamente libera, oggi pomeriggio!

- Magari, Niamh. Ginny ed Harry sarebbero contenti. Siamo a Grimmauld Place, numero 12… se puoi venire, è questione di una mezzoretta.

- Un attimo e sono da voi.

Ho preso un pizzico di polvere, l’ho gettata tra le fiamme del camino, sono entrata velocemente, gridando la località di destinazione e, un attimo dopo, ero arrivata. Oh, avevano risistemato il salotto i coniugi Potter… molto carino!

- Buongiono, signorina O’Neil - ho sentito subito, appena arrivata - E’ un piacere rivederla!

- Il piacere è tutto mio, Kreacher - gli ho detto. Anche senza vederlo, avevo subito riconosciuto la voce. Era il fedele elfo domestico di Harry, molto bizzarro nell’abbigliamento… portava un grosso ciondolo, che mi avevano detto essere stato del suo primo padrone, il famoso Regulus Black, e una tunica in cui lui stesso aveva cucito lo stemma dei Black e quello dei Potter… Stravedeva, oltre che per tutta la famiglia Potter (tutti gli elfi sono affezionati ai loro padroni, ma Kreacher addirittura li adorava), anche per i miei genitori, e anche per me e i miei fratelli. Sapeva che i miei avevano aiutato il suo padrone a uccidere Voldermort, che aveva a sua volta ucciso il suo primo padrone Regulus Black ed era squisitamente gentile ogni volta che ci vedeva.

- E’ bello rivederti - gli stavo dicendo -  Mi hanno chiamato…

- Niamh! Grazie di essere venuta! - Ho sentito dietro le mie spalle. Mi sono girata e ho visto Ginny ed Harry venire verso di me, seguiti dai miei genitori. Mia mamma portava in braccio il piccolo Patrick. Sì, lo so, il nome è quasi normale. Di solito i miei si sbizzarriscono di più… Io poi mi chiamo Niamh,  sicuramente un nome non comune, e i miei fratelli Seanna, Ryann e Conan; con Patrick (tipico nome irlandese) hanno fatto un’eccezione.

Subito ho abbracciato Ginny ed Harry. Ginny era bellissima: aveva ormai raggiunta la trentina ma aveva un corpo sodo e snello (e anche pieno di forze, da come mi ha stritolato!), legato al suo “passato” di giocatrice di quidditch. In realtà l’ha lasciato non da molto e ora scrive articoli di quidditch per la Gazzetta del Profeta. Quando ero piccola stravedevo per lei e ho ancora il poster delle Holyhead Harpies in camera mia. Peccato che sono negata per il quidditch…

Harry è un bel ragazzo, con un paio di tagli in faccia (uno deve essere recentissimo, dato che mi sembra che non ce l’avesse qualche mese fa!) e la famosa cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Tutti sanno che ha salvato il mondo magico uccidendo quel mago malvagio, quel Voldemort, quando i miei avevano su per giù la mia età. Ed i miei genitori gli hanno dato un piccolo aiuto e c’è tra le nostre famiglie, da allora, una grande amicizia. Ora è capo del Dipartimento Auror ed è molto competente, oltre che gentilissimo. Ha molta stima di me… forse un po’ a torto, perché ogni tanto commetto qualche pasticcio… (ma non ultimamente… le ultime due o tre mie entrate nella sua vita si sono concluse con dei brillanti successi e, stranamente, sono stata importante nel risolvere un paio di casi “rognosi”).

- Grazie, di essere venuta, Niamh - ha ripetuto Ginny.

- Scusaci per il disturbo, Niamh - ha aggiunto Harry - Abbiamo parlato con i tuoi e, anche secondo loro, è opportuno che tu sappia tutto. Ci occorre il tuo aiuto…

Il mio? Harry Potter e Ginny chiedevano il mio aiuto? Ma avevo davanti  due eroi del mondo magico, il “Prescelto”, il “Salvatore del mondo magico” e la sua non meno famosa consorte, famosa non solo per il ruolo da lei ricoperto nella battaglia contro il mago malvagio responsabile dell’ultima guerra magica, ma anche per le sue inenarrabili imprese sul campo di quidditch!

- Dai, vieni in salotto, e mettiamoci comodi… Kreacher, non è che potresti, per favore… - ha detto Ginny

- Certo, padrona, ci penso io.

E, in un baleno, un meraviglioso buffet (quante cose buone! Kreacher sapeva tutto quello che mi piaceva!) era stato allestito nel tavolo del salotto di Grimmauld Place…

 

Ci eravamo sistemati in salotto. Davanti a me stavano Harry e Ginny e vicino mio padre, su una poltrona poco lontano. Mia madre stava invece allattando, poco lontano, Patrick, che è un bambino buonissimo, ma quando ha fame non lo tiene nessuno.

- Devi sapere, Niamh, che tre giorni fa abbiamo incontrato, ad un festa a cui eravamo stati invitati, la Cooman… - mi ha detto Ginny.

Oh, quella vecchia professoressa! L’avevo avuta in prima. E’ una vecchia impostora, ma dicono che, ogni tanto, abbia fatto qualche predizione affidabile. A me però aveva detto un sacco di stupidaggini, come che sarei entrata in un convento babbano a farmi suora (non sono portata!), avrei ottenuto una serie di O in Difesa (mai presa neanche una!), sarebbe morto il mio amico Blacky entro quell’anno (è praticamente immortale, dato che è un corvus glacialis e regredisce ogni venti anni circa allo stato di uovo), mi sarei innamorata del professor Paciock (è un amico di famiglia, un po’ grassoccio, e vi assicuro che non è il mio tipo) e sarei fuggita con lui in Namibia (non so neanche dove sia), avrei partecipato ad un ménage à trois con Teddy Lupin e mia sorella (ho dovuto guardare sul dizionario per capire cosa fosse e… ci mancherebbe solo questo!) e altre stramberie del genere.

- E’ un po’ eccentrica - ha aggiunto Harry - e non sempre affidabile. Quant’ero ragazzino, a me ha pronosticato non so quante volte la morte… una morte atroce in tutti i modi possibili. Ma, in un paio di occasioni è entrata in trance e mi ha fatto vere profezie, che poi si sono avverate… neanche lei le ricorda, dopo averle fatte, ma ti assicuro che si sono avverate… E ha fatto anche quella profezia famosa, quella in base alla quale Voldemort ha ucciso i miei genitori…

Sì, sapevo la storia. Harry ne parlava con apparente serenità, ma sapevo quanto aveva sofferto per non aver avuto i suoi… Per questo, probabilmente, era un padre meraviglioso per i tre figli, per cui stravedeva, e che stravedevano per lui e Ginny. Era una bellissima famiglia.

- E, purtroppo, quando ci ha visto - ha continuato Harry - … sai, noi siamo andati a salutarla… dopo qualche parola si è come sganciata dalla realtà, ha cambiato voce e ci ha fatto un’altra profezia… questa volta riguardante nostro figlio… James.

James, il più grande: quell’anno sarebbe dovuto venire ad Hogwarts. Un ragazzino simpatico, estroverso, buono, ma anche piuttosto vivace. Quando si metteva insieme a mio fratello Conan, bisognava sorvegliarli da vicino, dato che nessuno poteva immaginare cosa avrebbero combinato… Ma che c’entrava James? Ed io?  

- Sì - ha aggiunto Ginny - e ha detto così: Prima della fine dell’anno il primogenito del Prescelto si scontrerà con il nulla. In quel momento rischierà di perdersi per sempre tra le verdi spiagge dell’isola di Lith, se la ragazza irlandese, maestra nel castello, non aiuterà lui, i due e i nascosti.

Ok, non avevo capito quasi niente: tutto sarebbe cominciato quando il nulla avrebbe attaccato James (“il primogenito nel prescelto”). Ma come fa il nulla ad attaccare qualcuno? Io ero chiaramente “la ragazza irlandese, maestra nel castello”: questo era facile. Sono irlandese e, anche in quell’anno scolastico avrei avuto una classe di ragazzini: insegno “Cura delle Creature Magiche” insieme ad Hagrid, anche se devo finire il settimo anno ad Hogwarts… E’una storia un po’ complicata, ma Hagrid ha insistito tantissimo, lamentando presunti (e penso del tutto inesistenti) malanni che gli impediscono di avere tutti i corsi e la McGranitt ha finto volentieri di crederci, assegnandomi di nuovo una prima… Io sono stata contenta perché mi piace insegnare ai ragazzini qualcosa sui simpatici animaletti della Foresta Proibita (per fortuna solo quelli non pericolosi!) e perché sono troppo affezionata al meraviglioso ufficio di cui avevo usufruito l’anno precedente! (insegnerei gratuitamente solo per continuare ad averlo). Io dovevo aiutare “lui, i due e i nascosti”. Boh! Dovevo avere un’espressione molto confusa e perplessa, dato che Harry mi ha fatto un bonario sorriso.

- Sì, lo immagino che ti sembri tutto strano, è molto confuso… - ha detto Harry Potter - Del resto queste profezie sono fatte in questo modo… Il mondo magico non è mai stato semplice. Naturalmente la Cooman non ricorda niente, neanche di averla pronunciata, né può aiutarci a decifrarla. Ma io e Ginny ci siamo un po’ preoccupati… sai… parlava di James e di un suo possibile futuro pericoloso. Anche se, con il tuo intervento, tutto, sembra, dovrebbe sistemarsi…

-  Naturalmente  tu sei “la ragazza irlandese, maestra nel castello”…- ha aggiunto mio padre - La profezia, tutto sommato, potrebbe non essere troppo spaventosa e sembra alludere che, con il tuo intervento diverse persone saranno salvate: James, “i due e i nascosti”. Chi siano poi questi ultimi, non è chiaro…

- Così abbiamo pensato opportuno dirti tutto - ha concluso Ginny - Tra una settimana comincerà il nuovo anno scolastico e… siamo un po’ preoccupati. Puoi dare un’occhiata a James, stargli vicino… e proteggerlo? Noi te ne saremo riconoscenti per sempre!

- Ma certo, Ginny! - le ho subito detto - Magari quella profezia vuol dire tutt’altro, ma io gli starò vicinissimo! E lo controllerò sempre! E farò tutto quello che posso per dargli una mano! Ve lo giuro! E mi faccio anche aiutare dai miei amici a controllarlo, se mi date il permesso di parlare…

- Certo, Niamh, ci fidiamo di te. Puoi  dirlo a chiunque e, soprattutto, parlane con Charles - ha detto Harry - Ma James non sa niente della faccenda, e secondo noi è meglio che non sappia niente. Si preoccuperebbe enormemente, in un momento per lui critico: inizia il suo percorso ad Hogwarts, deve fare nuove amicizie… La profezia sembra si concluda poi felicemente per lui. E non è detto che poi si realizzi… Non si può mai dire, con questo tipo di profezie. Io comunque ho già provveduto ad allertare anche la McGranitt e gli altri amici che sono ad Hogwarts, così che tutti insieme possiamo controllare meglio James, anche se spero che non riusciremo a fargli sentire il nostro fiato sul suo collo… Deve vivere la sua vita…

- Naturalmente - ha aggiunto Ginny - abbiamo appena attivato anche Hermione, che sta facendo indagini sull’isola di Lith… Il nome è abbastanza raro e, anche se esistono località con nomi simili (tra Britannia, Bretagna e Irlanda ci sono una dozzina di isolotti con un nome simile), nessuno sembra apparentemente legata alla magia… Hermione ha promesso di attivare, con molta discrezione un team di magigeografi e magistorici per cercare di scoprire qualcosa di più preciso e, spero, mi darà presto qualche risultato…

E, in quel momento, Kreacher è apparso dicendo: - I padroncini sono appena tornati!

E subito, dietro a lui, sono entrati i tre giovani Potter…

- Ciao, Peter! Ciao, Lily! Ciao, Niamh! - ci hanno detto allegramente tutti e tre, stupiti per la nostra presenza.

- Oh, che bello! C’è anche Patrick! - ha subito detto quel simpatico folletto di Lily Luna Potter, sposandosi velocemente verso la culla. Era proprio carinissima, con una meravigliosa chioma di capelli rossi (proprio come la madre!) ed un carattere estroverso e esuberante.

Poi, dato che la madre le ha indicato di fare silenzio, dato che il piccoletto si era appena addormentato, è corsa tra le mie braccia.  - Sei venuta a trovarci? Se vuoi ti faccio vedere la mia nuova  puffola…

- E’ vero che insegni anche quest’anno? - mi ha detto James, con un bellissimo sorriso, avvicinandosi.

- Sì, e forse sarò proprio la tua insegnante… Dovrei avere una delle due prime in Cura delle Creature Magiche - gli ho detto.

- Figo! - Ha risposto - Ma ti chiamo professoressa, vero? - mi ha detto.

- Certo, James. Come la vuoi chiamare? - E’ intervenuto il padre, in quel punto - Te l’ho già detto. E non prenderti troppe familiarità neanche con Neville… Lui è per te il prof. Paciock, chiaro?

- Ciao, Niamh! - Mi ha detto Albus, che è improvvisamente arrossito (gli ero simpatica!) - Mi saluti Charles… è un po’ che non lo vedo. Devo ridargli il libro che mi ha prestato, quello sulle leggende dei draghi irlandesi… Vado a prendertelo. Mi aiuti per piacere a cercarlo, Kreacher

- Certo, padroncino! - ho sentito dire l’elfo - Penso che lei l’abbia lasciato nello Studio…

Che bella famiglia! Certo che avrei protetto James… al costo di stargli alle costole notte e giorno!

Il mio proposito di fermarmi una mezzoretta andò naturalmente a farsi friggere e dovetti dividermi tra Lily (e la sua cresciuta famiglia di Puffole), Albus (con cui mi misi a giocare a scacchi magici) e James (che voleva avere informazioni “indipendenti” su Hogwarts). Poi, all’ora di cena, ce ne siamo andati, naturalmente con una sporta piena di dolcetti irlandesi che Kreacher ci aveva preparato e aveva voluto darci assolutamente per noi e  per i miei fratelli.

- Ci aggiorniamo presto - ho detto a Ginny, sottovoce - Intanto conta pure su di me!

Ginny mi stritolò fortissimo! Un altro di quegli abbracci e avrei dovuto bere un’intera bottiglia di Ossofast!

E, un attimo dopo, ero a casa, in Irlanda.

 

Ciao a tutti e ben ritrovati (o bene arrivati)!

Niamh è ormai al suo ultimo anno scolastico (2015/2016) ad Hogwarts e deve ora studiare per il M.A.G.O. in Erbologia e Cura delle Creature Magiche; tuttavia, come nell’anno precedente è anche insegnante (in una prima); è inoltre aiutante di Hagrid.

Ci sono naturalmente tutti gli amici (compresi Victoire Weasley e Teddy Lupin), che qui per comodità elenco.

 

Tassorosso:

quarto anno: Annah Montague (sorella di Charles)

settimo anno: Niamh O’Neil (protagonista), Gilly Phrix; Eveline Effervy; Ted Lupin.

 

Grifondoro:

quarto anno: Leonard MacNair

quinto anno: Victoire Weasley, Seanna O’Neil (sorella di Niamh)

 

Corvonero:

settimo anno: Ginevra MacArthur

 

Serpeverde:

quinto  anno: Ryann O’Neil (fratello di Niamh), Lorna Campbell

settimo  anno: Charles Montague (fidanzato di Niamh), Kyle Nott, Ruperta Gandals

 

Coppie (situazione iniziale)

Charles Montague - Niamh O’Neil

Kyle Nott - Ruperta Gandals

Ryann O’Neil - Lorna Campbell

Seanna O’Neil - Ginevra MacArthur (coppia non etero)

Armand Polignac - Victoire Weasley

 

Buona lettura a tutti. S.

P.S. Pubblico, come al solito, il mercoledì di prima mattina.

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Capitolo 2
*** Foraois Uí Néill ***


Capitolo 2.

 

Foraois Uí Néill

 

 

- Sei bravissima, Niamh! - mi ha detto mia cognata. Cioè, tecnicamente non è mia cognata. Lorna Campbell è la compagna, la morosa, la fidanzata… non so come chiamarla… di mio fratello Ryann e i due, pur essendo ancora piccoli (dovevano frequentare quell’anno il quinto anno ad Hogwarts!) aveva avuto la bella idea di fare l’amore senza nessuna precauzione (io almeno sto un po’ più attenta… Oddio, un paio di volte io e Charles non ci siamo ricordati… ma tutto è andato bene!) e così, un paio di settimane prima, a metà agosto, è nata la piccola Deirdre.  

Ma la nostra famiglia è un po’ particolare in campo sentimentale, diciamolo: io sono nata quando i miei avevano sedici anni, o giù di lì (il che spiega perché, quando esco con mia madre, ci scambiano per sorelle).

Comunque, tornando a Lorna e Ryann, c’è stata un po’ di movimento (e anche un po’ di tensione) per tutta l’estate. I miei, tutto sommato, l’hanno presa abbastanza bene. I genitori di Lorna un po’ meno e c’è stato un accenno di scenata, almeno all’inizio… Poi, dato che la situazione ormai era quella e bisognava fare “buon viso a cattivo gioco” (proverbio babbano), si sono arresi e, quando è nata la piccoletta, erano felici, come tutti noi. In effetti la mia nipotina è bellissima! Secondo me, assomiglia tutta a me da piccola, ma Lorna dice che sembra tutta sua madre (a me non sembra).

Le discussione successive, però, hanno riguardato cosa dovessero fare mio fratello e Lorna, ora genitori della piccola Deirdre. Escluso, per il momento, il matrimonio, dato che sono troppo piccoli e non sono neanche in grado di badare a loro stessi (lo faranno eventualmente tra qualche anno), è sembrato a quasi tutti opportuno che continuassero a frequentare la scuola… ma Deirdre? su questo punto c’erano state ampie discussioni tra i genitori di Lorna, i miei e, naturalmente, gli interessati. I genitori di Lorna proponevano di tenere loro la piccola, mentre i due ragazzi avrebbero ripreso normalmente le lezioni (e magari avrebbero rivisto la piccoletta il fine settimana). Ma Lorna e Ryann avevano le idee chiare e avevano coinvolto anche me. Loro volevano tornare ad Hogwarts… con Deirdre!

- Deirdre può andare dal mattino al primo pomeriggio alla sezione nido della scuola materna magica di Hogsmeade - mi ha spiegato mio fratello - Ci lavora un’amica di Lorna e ci hanno assicurato che la prenderanno… ci servirebbero però una cinquantina di galeoni al mese… Poi il pomeriggio la teniamo io e Lorna… e la sera avevamo pensato… a te..

- Sì, Niamh, non vorremmo separarci dalla piccola… se te la senti - mi aveva detto Lorna - potremmo allestire una piccola cameretta insonorizzata in una parte del tuo ufficio e tenerci un paio di letti… Uno piccolo per la tua nipotina e uno più grande per chi starà con lei la notte… Faremo i turni, naturalmente… Hai uno studio bellissimo e grandissimo… e si può anche fare qualche incantesimo estensivo, penso… Così potremo stare con lei, povero piccola! E’ una bambina buonissima, come hai visto, e non ti impegnerà più di tanto, se non la notte. E faremo i turni io e Ryann, o anche, qualche volta, se lo vorrete, tu, Seanna  o Ginevra… o anche Charles, se se la sente…

Seanna è mia sorella e, sicuramente, ci avrebbe dato una mano. Come anche Ginevra, che è la sua ragazza (sì, lo so, non è una cosa molto frequente ad Hogwarts, ma le due si vogliono bene e sono delle brave ragazze, e per noi va bene così, basta che siano felici). Charles invece è il mio moroso che ci avrebbe dato sicuramente una mano, anche se sono sicura che avrebbe trovato modi molto più interessanti di passare la notte, nel mio studio…

- Beh, si potrebbe fare… - ho detto incautamente, presa dall’euforia di avere la piccoletta, per qualche  ora, con me… Cosa sarebbe stato? Un vero piacere!

- Ma certo - ha aggiunto Ryann - E l’amica di Lorna verrebbe a prenderla la mattina per portarla all’asilo magico e ce la riporterà nel pomeriggio, una volta terminate le lezioni, verso le 16.00! E nel pomeriggio ci penseremo naturalmente io e Lorna, che avremo anche l’aiuto dei nostri amici, magari! Poi, dopo cena, la metteremo nel suo lettino, nel tuo studio… Ci potrebbe anche dare una mano a darle un’occhiata, al limite,  il tuo elfo… ci potrebbe avvisare se si svegliasse e verremo subito…

Koryad non è proprio il mio elfo. E’ l’elfo incaricato di tenere in ordine gli studi degli insegnanti. Ed è fantastico: mi sistema il bagno cambiando gli asciugamani tre volte al giorno; elimina ogni granello di polvere dalla libreria; innaffia tutte le mie piante meglio di un cronometro svizzero; cambia l’acqua a Blacky (il mio amico corvus glacialis che mi fa compagnia ad Hogwarts, nel suo comodo trespolo) e lo rifornisce di mangime congelato fresco quattro volte al giorno; mi riempie di manicaretti e leccornie ogni volta che lo chiedo… Insomma, è semplicemente fantastico. Ma non ho idea che esperienza abbiano gli elfi di Hogwarts di bambine di pochi mesi… Non ci sono di solito bambini così piccoli ad Hogwarts!

- E magari  nei fine settimana ci penseranno i miei genitori… o i vostri, se lo vogliono - ha aggiunto Lorna - Naturalmente io seguirò sempre la piccola, in trasferta…

- Abbiamo anche accennato della cosa a mamma e babbo - ha concluso Ryann - E, secondo loro, la McGranitt ci potrebbe dare il permesso, naturalmente se tu sei d’accordo…

Insomma, dopo poche parole mi avevano convinta! Come potevo dire di no? Anzi, mi sono anche offerta di pagare la retta per l’asilo (ho un po’ di risparmi da parte, e poi ho ancora i duemila galeoni che mi ha lasciato il nonno, che, sono sicura, li avrebbe lasciati anche ai miei fratelli, che però non ha potuto conoscere…).

E così abbiamo convinto tutti che la cosa era più che fattibile, facilissima, auspicabile e, magari, ci saremmo anche divertiti un sacco a tenere la piccola Deirdre nella cameretta che avremmo preparata nel mio studio… Insomma, sembrava tutto semplice, una passeggiata.

- Io ti do volentieri una mano, Niamh - ha detto saggiamente Charles - Lo sai che voglio bene alla piccola, ma vedrai che non sarà così semplice come vi immaginate…

E, devo ammettere, in effetti non aveva tutti i torti, ma ancora non lo sapevo. Così, un paio di giorni prima dell’inizio delle lezioni, insieme con mio padre, Seanna e Ryann sono andata al castello per sistemare tutto. I miei avevano già parlato con la McGranitt, che aveva dato loro il consenso (penso che la nostra preside abbia un debole per i miei, dato che sono stati suoi alunni, e soprattutto per mio padre).

Ma il nostro arrivo ad Hogwarts è stato sicuramente originale. I miei genitori, infatti, hanno rivelato a me e ai miei fratelli una specie di “segreto di famiglia”(!)

- Noi O’Neil abbiamo la possibilità di raggiungere Hogwarts anche in un altro modo - ci ha spiegato mio padre - cioè attraverso un portale che sbuca in uno dei bagni di Hogwarts. Fa parte di una antica rete di portali il cui accesso, però, il preside Silente ha bloccato definitivamente, ad esclusione di lui, di me e di vostra madre.

- Allora noi non possiamo utilizzarlo! - ha detto Seanna.

- Ma voi avete il nostro sangue - ha aggiunto mia madre - Non ho idea se lo potranno fare i vostri figli, ma, secondo me, voi tre, e anche Conan (che però è troppo piccolo e anche un po’ troppo incosciente per avere queste informazioni: perciò è meglio non dirgli niente), potete attraversarlo.

Il portale qui vicino e quello presente ad Hogwarts fanno parte  di una antica rete collegata ad un posto isolato, che una volta era chiamato “Bosco degli Inferi”… ma, dato che ormai nessun altro ci può entrare e non ha più niente di inquietante, sarebbe meglio ribattezzarlo...

- Bosco degli O’Neil? - disse mia sorella Seanna.

- Non male… magari in irlandese, cosa dite? - disse mio padre - Foraois Uí Néill

Suonava bene! Avevamo anche una rete di portali privati! Che figata!

- Ma ci può entrare anche Charles? - ho chiesto.

- Secondo me, no - ha detto mo padre - ma si può sempre provare…

E così ci siamo materializzati nei pressi del portale (si trova in una grotta, vicino a casa nostra). I mie fratelli ancora non sanno materializzarsi (e sono stati aiutati dai miei genitori), ma io ho imparato durante l’estate da zia Eliza (non servono esami in Irlanda), che è veramente in gamba. Non mi sono spaccata neanche una volta! Devo però migliorare sulla destinazione, perché tendo a distrarmi e mi ritrovo nei posti più impensati (l’ultima volta, al posto di andare al pub di zia Ely mi sono ritrovata nel camerino di un negozio di costumi, dove io e Charles… ok, questa è un’altra storia…).

Il portale era stato ben dissimulato (quando ci si mettono, i maghi sono bravissimi a rendere ingarbugliate le cose!): si trovava in fondo ad una caverna, al buio, in mezzo alle ragnatele e ai pipistrelli e non si distingueva dalle restanti pareti. Avevamo al collo un simpatico ciondolino (con una pietra di Luna) e abbiamo dovuto anche pronunciare una formuletta in latino. Poi, fatto tutto questo, mio padre è entrato letteralmente dentro la roccia!

- Dai, andiamo anche noi - ho detto ai miei fratelli. E, un attimo dopo, mi sono trovata in un altro luogo.

Foraois Uí Néill! Bello! Eravamo su una collina e, intorno a noi, c’erano diverse costruzioni in pietra… delle specie di dolmen (ma costruiti con più rocce, tenute insieme dalla magia evidentemente, non con enormi massi), che si trovavano tutte intorno alle pendici della collina. Più in lontananza si vedeva una grande foresta, chiusa però, ancora più lontano, da alte colline azzurre. Un bel sole illuminava la scena.

- Qui c’era un palazzo, una volta - ha detto mio padre - Che ho provveduto a far trasferire… Era legato alla magia oscura…

- E dopo l’hai mandato, babbo? - ha chiesto mio fratello.

- In fondo all’Atlantico… così non ci sarà più nessun pericolo… neanche per i pesci, spero…

Io non sottovaluto i miei genitori. Sono grandi maghi e utilizzano anche alcuni oggetti magici di straordinaria potenza. Ma hanno scelto di vivere una vita tranquilla, in Irlanda, borderline tra mondo magico e mondo babbano, poco conosciuti dai più. O, per dirla meglio, sono conosciutissimi (e considerati come facenti parte della famiglia) dai MacDonald (che ci ospitavano nel loro castello  scozzese due o tre volte all’anno) e da altre importanti famiglie magiche inglesi (Potter,  Weasely, Montague in primis, ma sono anche amici di Kingsley, il primo ministro, e di tutti gli insegnanti di Hogwarts), ma quasi sconosciuti alla stampa e al resto del mondo magico: per loro mio padre è un anonimo funzionario del ministero irlandese, mia madre addirittura una bibliotecaria in un piccolo paese babbano.  Ma sono veramente in gamba. E se ora mio padre diceva che si era sbarazzato di un inquietante palazzo pieno di magia oscura, spedendolo negli abissi marini, sapevo che era vero: poteva fare questo e altro.

Per terra c’erano tante pietre… come se fossero altri portali distrutti. Magari un giorno ci avrebbero spiegato tutto i miei. Ora però avevamo una missione da compiere.

- Questo conduce ad Hogwarts - disse mio padre, indicando un portale. Era perfettamente uguale agli altri… io non avrei potuto distinguerlo, ma per fortuna qualcuno aveva provveduto a inserire, a fianco dei portali, dei cartelli in ottone con l’indicazione della destinazione. Toh, la grafia era quella di mia madre. Non c’era da sbagliarsi, lei è fissata con l’ordine e la catalogazione (io un po’ meno!): deformazione da bibliotecaria irlandese!

- Noi l’abbiamo utilizzato diverse volte, anche durante la  Battaglia - ha aggiunto mio padre. (parlava della battaglia famosa, quella contro Voldemort, a cui anche loro avevano partecipato, anche se non ne parlavano spesso) - Dai, andiamo!

- Ma chi ha creato questa rete? - ho chiesto a mio padre.

- Un nostro antenato. Un pessimo soggetto. Ma noi l’abbiamo utilizzata solo a fin di bene. Come, spero, farete anche voi.

E così siamo, in un attimo, passati ad Hogwarts, trovandoci dentro uno dei bagni del castello, al sesto piano! In effetti è molto comodo, dato che è possibile sbucare, in un attimo, dentro Hogwarts (con notevole risparmio di tempo, dato che altrimenti non è possibile materializzarsi nel castello o nelle sue vicinanze e bisogna raggiungerlo, a piedi, da Hogsmeade). Anche se, pensandoci, per altri spostamenti, non c’è un particolare vantaggio, dato che la materializzazione, una semplice passaporta, o anche la metropolvere, hanno la stessa funzione. Però è figo avere accesso ad una magia che altri non possono utilizzare!

Una volta ad Hogwarts,  ho salutato due o tre fantasmi, tra cui il Frate Grasso, contentissimo di vederci. Poi ci siamo imbattuti in  Pix (che stranamente non ci ha tirato niente, ma ha sghignazzato vedendoci… come mai?), nel vecchio Gazza (quanti anni aveva ormai?) e in qualche professore che era già arrivato e ci stava aspettando. Abbiamo poi sistemato il mio studio grazie all’aiuto di Neville (amico di famiglia), che ha provveduto, insieme a mio padre, a fare una bella magia estensiva rinnovabile a lungo termine e ci ha dato una mano a creare, in un angolo dello studio, una bella stanzettina in cui sarebbe stata ospitata la piccola: abbiamo anche portato, con l’aiuto degli elfi, un piccolo letto per Deirdre e un altro (ad una sola piazza… peccato… già immaginavo come utilizzarlo quando non ci fosse stata la piccola… Però anche una sola piazza poteva andare bene, ripensandoci! Anzi…).

Poi io e i gemelli (Seanna e Ryann sono gemelli) siamo anche andati ad Hogsmeade a parlare con Lucy Fitzgerald, l’educatrice-amica di Lorna che avrebbe dovuto tenere la piccola durante la mattinata e il primo pomeriggio (e che sarebbe dovuta venire a prenderla e a riportarla), che naturalmente era contentissima di averla con sé (certo, per cinquanta galeoni al mese! quattro volte il mio stipendio di quell’anno da  insegnante! Avrei preso 12 galeoni e mezzo… ma a me non importavano i soldi, ma presentare qualche simpatico animaletto magico ai ragazzetti e… l’utilizzo del mio fantastico e comodissimo ufficio!!! Che ora, poi, con la nuova stanzetta - e il letto ad una piazza - mi sembrava anche più “invitante”!)

Insomma, dopo una giornata di duro lavoro, eravamo tutti soddisfatti. Tutto stava andando bene. Tutto era perfetto. Cosa sarebbe potuto succedere di male?

 

_______________________________________

 

Il 1 settembre  i miei fratelli (con Lorna e la piccola Deirdre) sarebbero andati, come al solito, con la passaporta, ad Hogsmeade. Io invece, dal giorno prima, ho raggiunto Charles Montague (il mio moroso) a Londra, dato che avevo pensato che sarebbe stato opportuno controllare da subito James Potter. Come sapevo, gli sarebbe successo qualcosa di strano (“attaccato dal nulla”… boh!) e io sarei intervenuta a salvare “lui, i due e i nascosti” (boh!)… Non sapevo però quando, se non prima della fine dell’anno… Tanto valeva stargli alle costole (non troppo però… non doveva accorgersi di niente) fin da subito. E allora, d’accordo con Charles, ho passato la notte a casa sua e poi la mattina siamo andati alla stazione di King’s Cross. Avrei fartto il viaggio con l’Espresso! Ed era la prima volta, dato che, negli anni passati, giungevamo direttamente ad Hogsemeade senza passare per Londra!

La serata è stata molto piacevole: i genitori di Charles sono gentilissimi (mi considerano ormai parte della famiglia) e la compagnia di Annah (la sorella di Charles) è stata piacevolissima. Annah ha già compiuto quattordici anni (deve frequentare il quarto anno ad Hogwarts) ed è diventata una bella ragazza, con una simpatica frangetta bionda, una lunga coda nei capelli e un sorriso gentile e molto dolce. Aveva superato, almeno in parte, la sua timidezza e la sua insicurezza, anche grazie a me. Quando è arrivata ad Hogwarts, le ho dato volentieri una mano ad ambientarsi nella nostra Casa (non che ce ne fosse troppo bisogno, dato che noi Tassi siamo piuttosto ospitali, e poi c’è il Frate Grasso che protegge e consiglia tutti i piccoli… la casa della mitica Tosca, insomma, è fantastica!), fornendole anche alcuni consigli utili (passaggi segreti, modo di entrare in cucina, possibilità di bigiare le interrogazioni, modi per prevenire i compiti a sorpresa di quello stronzo di Whyte, ecc., ma anche come comportarsi con qualche compagna non troppo simpatica o con qualche ragazzino insistente da lei non troppo gradito)… Poi, nell’anno precedente, era anche entrata nella squadra di quidditch dei mitici Tassi, si era perfettamente integrata in quel gruppo (tra l’altro era una bravissima cercatrice!). Io e Charles non avevamo mancato mai ad una sola partita: il capitano poi era Teddy Lupin, il mio carissimo amico (nonché figlioccio di Harry Potter).

- Niamh… vieni in camera mia a darmi un consiglio su quali libri portare? - mi ha detto, una volta finita la cena.

- Certo - le ho subito risposto.

- Vengo anch’io… Se vuoi, posso consigliarti… - è intervenuto Charles.

Al che la sorella, scherzosamente: - No, sono cose da ragazze…

Cosa doveva dirmi? Boh, non so perché, ma tutti tendono a considerarmi affidabile come “consigliere sentimentale”… Forse perché effettivamente non lascio trapelare nessuna confidenza, tant’è che neanche Charles è al corrente di ciò che mi dicono le amiche (sì, va bene, a lui non interesserebbero queste confidenze… effettivamente “sono cose da ragazze”!).

- Scusami, Niamh… Volevo un consiglio… - mi ha detto, una volta arrivati in camera. Era una bella stanza, un po’ più grande della mia (sì, avevo anch’io una camera… quella degli ospiti, ma di fatto la lasciavano per me… I Montague ne avranno dieci! Sono sfacciatamente ricchi! Non che mi dispiaccia…)

- Dimmi, pure, Annah…

- Beh… mi piace un ragazzo… che tu conosci… non è che mi daresti qualche dritta per… conoscerlo meglio… Sai, è un tipo che piace molto alle ragazze della mia età, anche a Liberty Augey, che stravede per lui…

Liberty (nome improponibile… ok, neanche Niamh è comune!) era una sua amica.

- E’ bravissimo a quidditch… e mi è stato molto vicino ultimamente e abbiamo passato un po’ di tempo insieme… Credo di piacergli… e anche lui mi piace…

Beh, chiarissimo. Era innamorata di Teddy, il suo capitano. Beh, certo, era prevedibile. Teddy Lupin è un bel ragazzo, buono come un pezzo di pane, sempre disponibile, molto affabile con le ragazze della sua squadra, che stravedevano per lui. E poi quell’anno era caposcuola (le notizie corrono e già si sapeva che aveva avuto quella carica). Era quasi scontato che anche lei, che aveva ormai quattordici anni, cominciasse a provare qualcosa per qualcuno… Ok, situazione delicata. Teddy è un bellissimo ragazzo, ed è molto “gettonato”, nel senso che molte ragazze si farebbero in quattro per uscire con lui. Il che era riuscito a pochissime. Evelyne Effervy tre anni prima, Corinna McGallow l’anno precedente e nessun’altra per quanto ne sapevo. Io ero, per quanto ne sapevo, l’unica che l’aveva rifiutato (è una storia un po’ complicata, dato che ne ero innamorata anch’io qualche mese prima, ma poi avevo conosciuto Chareles…). E poi piaceva moltissimo alla mia amica Victoire Weasley (un anno più grande di Annah) che però, l’anno precedente, dopo una vana attesa di due-tre anni (lui la considerava una specie di sorella e non pensava a lei da quel punto di vista), se ne era andata a fare gli ultimi mesi a Beauxbatons.  Dalle ultime notizie che avevo ricevuto (via gufo, quell’estate) sapevo che sarebbe tornata ad Hogwarts per il nuovo anno scolastico (evviva! Quando era partita sembrava volesse trasferirsi definitivamente in Francia) e che si era innamorata di un bel ragazzo francese … Quindi, se a Vic non interessava, non c’era niente di male se avessi dato una mano ad Annah… che era praticamente mia parente!

- E’ Lenny… Leonard MacNair…

Evviva! Non avevo capito niente! Ogni tanto mi capitava, in effetti, di prendere qualche grossa cantonata. Il mio sesto senso… o intuito femminile… non so come chiamarlo, qualche volta mi conduceva a fare qualche grosso sbaglio (prima del fidanzamento avevo anche schiaffeggiato davanti a tutti il mio futuro adorabile moroso… ma la lista dei pasticci da me combinati è piuttosto lunga ed è meglio non ricordarla…). Ok. Leonard MacNair… E’ un bravissimo ragazzo della stessa età di Annah, grifondoro, anche lui nella squadra di quidditch di quella Casa (oh… era quindi un futuro avversario di Annah!), gentilissimo (l’anno prima mi aveva aiutato qualche volta con un paio di animaletti malati), molto maturo e anche molto carino: aveva in particolare uno strano, ma meraviglioso paio di occhi chiarissimi…. Occhi chiari come quelli del padre, il prof. MacNair, un tipo molto preciso che adorava i corvus glacialis e che aveva salvato la vita, una volta, al mio fantastico Blacky (noi e i MacNair siamo gli unici possessori di due rarissimi esemplari di corvus glacialis domestici delle Isole Britanniche). E la madre era la famosissima Alicia Spinnet, uno delle migliori giocatrici di quidditch di tutti i tempi (grazie a lei l’Australia aveva vinto il Campionato Mondiale qualche anno prima). La sorella, poi, Maya, era stata una mia alunna l’anno prima ed era una ragazzina adorabile, praticamente perfetta. Insomma, un bravo ragazzo e una bella famiglia. Beh… era un’ottima scelta, secondo me.

- Oh… E’ un bravissimo ragazzo. Sono contenta! E’ una cosa seria? - le ho chiesto.

- Beh, forse sì… lui mi piace, e anch’io a lui, penso… Abbiamo parlato molto… e ci siamo scritti durante l’estate… Ma nessuno lo sa, ancora… del resto ci stiamo solo conoscendo e non abbiamo fatto niente… e non ci siamo neanche baciati… Non stiamo insieme… ancora… tecnicamente… Sai,  siamo in squadre avversarie, tra le quali c’è molta competizione… e ho paura di quello che potrebbero pensare i nostri compagni di squadra… Sai, ci sono quelli che penserebbero che l’intenzione mia o sua è quella di carpire schemi o tattiche di gioco della squadra avversaria…

Il quidditch… Molti lo prendevano come una cosa seria! E’ un gioco! Molti immaginavano fantasiosi complotti orditi dalle squadre avversarie per bloccare qualche giocatore brillante… E una relazione tra due figure di spicco di due squadre antagoniste (tra l’altro probabilmente le migliori del campionato dell’anno precedente) avrebbe dato adito a tanti dubbi… Immaginavo la pressione intorno ai due, se si fosse scoperto che c’era del tenero…

- Degli altri non preoccuparti - le suggerii - Pensa a te stessa. Poi gli altri accetteranno le tue decisioni, sono sicura. In effetti ti piace un  ragazzo veramente in gamba! Secondo me, vi troverete bene insieme!

Comunque qualche altro consiglio potevo darglielo…

- Beh, ora ad Hogwarts lo vedrai spessissimo. Dovresti cercare di passare un po’ di tempo con lui… magari in biblioteca… Ci sono tanti argomenti da affrontare insieme, specialmente se volete costruire qualcosa di solido… E ci sono anche dei posti riservatissimi in cui incontrarsi, dove potersi scambiare qualche bacetto, quando verrà il momento… E se volete, quando non lo uso, nel pomeriggio, ci sarebbe anche il mio ufficio… C’è un simpatico salottino. Faccio un incantesimo d’ingresso alla porta, in modo tale che possiate entrare quando volete e lascio detto a Koryad  di portarvi thé è biscotti ogni volta che vi vede… Lì nessuno vi cercherà…

Oddio, c’era anche la camera della piccola con un letto a disposizione. Ma non erano ancora in quella fase (almeno speravo) e non dovevo quindi preoccuparmi per quello…

- Grazie, Niamh! - mi ha detto Annah, abbracciandomi - Ti voglio bene!  Non vedo l’ora di invitarlo…

- Non domani, però… lascia passare qualche giorno, mi raccomando… - la consigliai.

Oh, che bello. Mia cognata Annah e Lenny! Per me la coppia poteva funzionare benissimo! Tutto si stava sistemando alla perfezione in quell’anno scolastico. Ed, ero sicura, la mia dolcissima cognata e quel bravo ragazzo di Lenny avrebbero avuto una relazione bella, tranquilla, serena, senza particolari problemi…

 

 

Leonard (Lenny) e Maya MacNair, come il loro papà (Bastian) sono personaggi creati dalla fervida fantasia di AdhoMu  (vi consiglio di leggere le sue storie, che sono semplicemente meravigliose) Ad Adho si deve anche la creazione del corvus glacialis cornix, un uccello magico opposto teorico della fenice, praticamente immortale (regredisce ogni vent’anni circa allo stadio di uovo e si autoiberna in un cubetto di ghiaccio), che qui (Blacky) è una specie di simpatico amico/mascotte/animale di compagnia di Niamh (mentre per il resto del mondo magico è un inquietante animale oscuro). Ringrazio naturalmente Adho per avermi permesso di utilizzare tutti questi personaggi e caratterizzazioni.

A mercoledì. S.

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Capitolo 3
*** Sull'Espresso ***


Capitolo 3.

 

Sull’Espresso

 

- Principessa! - sentii dire alle mie spalle - Non hai bagagli?

- Ciao, Kyle! Ciao, Ruperta! I bagagli li portano i miei fratelli, che sono già ad Hogsmeade - ho detto senza neanche voltarmi. Tanto sapevo che erano loro! Chi altro mi avrebbe chiamato in quel modo?

- Mi sei mancata tanto! - mi ha detto Ruperta, abbracciandomi.

- Anche tu! - Le ho detto, ricambiandole la stritolata - Tutto bene a Santorini?

Sapevo che era andata con la sua famiglia, e con Kyle, in Grecia… Mi aveva anticipato qualche avventura tragicomica Charles, che era rimasto in contatto con Kyle durante l’estate. La vacanza era stata bellissima, se non fosse stato il fatto che il mio amico aveva dormito con i sei fratelli di Rup che, a turno, lo tenevano d’occhio! Non poteva neanche dare un bacetto alla mia amica! Per fortuna la famiglia mia e quella di Charles sono meno sospettose (o si sono arrese, probabilmente, dopo i vani tentativi di tenerci separati, i primi anni… e poi né io né il mio moroso, per fortuna, abbiamo sei fratelli!)

- Benissimo! La Grecia è stupenda… Non è vero, amore? - ha detto, rivolto al moroso.

- Certo… e poi eravamo una bella compagnia… molto numerosa! - ha aggiunto.

Io,  Charles e anche Annah (era anche lei con noi) ci siamo messi a ridere. Intanto eravamo ancora nella parte “babbana” della stazione.

- Ecco, Niamh… per il binario 9 e ¾ devi entrare lì - mi ha detto Charles, indicandomi una colonna tra i binari 9 e 10.

- Ma… nessuno se ne accorgerà? - ho chiesto. Tutto intorno c’erano un sacco di babbani. E anche maghi e streghe inglesi, ad essere sincero, che, effettivamente, sparivano dietro la colonna. I maghi inglesi si riconoscono subito, dato che si vestono in modo bizzarro, con degli improbabili accostamenti di colore, soprattutto quando vogliono passare per babbani. A parte i Montague, naturalmente, che però sono avvantaggiati, dato che hanno un bellissimo palazzo a Venezia, dove soggiornano due/tre mesi l’anno, e hanno un gusto maggiore nel vestire… Forse merito dell’Italia… un paese che amo… quanto mi piace Venezia!

- No, nessuno. C’è una magia potenziata permanente che impedisce ai babbani di notare la presenza, in prossimità della colonna, di maghi e streghe - mi ha spiegato pazientemente Charles - Dai, andiamo! - ho detto.

Ho accompagnato Annah che spingeva il carrello (quante cose ha portato! Io avevo mandato ad Hogsmeade, e affidato ai miei fratelli, solo cinque valigie!) e ci siamo gettate praticamente contro la colonna e, un attimo dopo, ero in un altro luogo! Davanti a me c’era l’Espresso e, intorno, decine di maghi e streghe, bambini, ragazzi e loro famiglie, con tanti begli animaletti (rospi, gufi, barbagianni,…), che si salutavano o salivano sul treno!

- Guarda, ecco laggiù i Potter! - mi ha sussurrato Charles.

Gli avevo raccontato tutto. Poi avrei raccontato la storia di James anche a Rup e Kyle, di cui mi fidavo come di me stessa.

- Andiamo a salutarli! - ha detto Charles. E ci siamo diretti verso di loro, seguiti anche da Kyle e Rup, che conoscevano Harry (un po’ meno, penso, Ginny).

- Buongiorno, professoressa O’Neil - ha detto James appena mi ha visto.

Suscitava una gran simpatia, con i suoi modi eleganti e educatissimi. Ma era anche molto vivace, lo sapevo…

- Va bene così, mamma? - ha detto poi, rivolgendosi alla madre, che mi sorrideva lì vicino.

Ci siamo naturalmente abbracciati.

- Hai già preso il posto sul treno, James? - gli ho chiesto.

- No, adesso però vado. Ciao, mamma. Ciao, babbo. Ciao, Albus! Ciao, Lily! - ha detto e, dopo aver dato un bacio ai genitori e  alla sorellina, e uno scherzoso pugno nel petto ad Albus, è subito salito.

Albus intanto parlava con Charles di non so quale libro e, quando ha visto che lo stavo guardando, è diventato tutto rosso; Annah si guardava in giro (cercava qualche sua amica? O si aspettava di vedere Lenny?). Lily Luna frattanto mi si è fiondata al collo e voleva che le promettessi che sarei stata la sua insegnante di lì a tre anni, quando sarebbe toccata a lei andare ad Hogwarts… Ginny intanto parlava gentilmente con Kyle e Rup, mentre Harry guardava dove si fosse posizionato il figlio, sul treno.

Lasciata un attimo Lily Luna, mi sono quindi avvicinato ad Harry e gli ho detto: - Non preoccuparti, sono incollata a lui, qualunque cosa succeda.

- Lo so, Niamh, e ti ringrazio. E, sull’isola di Lith, non ho niente da dirti. Hermione e la sua commissione di magistorici e magigeografi non ha scoperto niente. Ho comunque mandato qualche amico ad indagare in ognuna di quelle isolette con un nome simile… Ma, dai primi gufi che mi sono arrivati, sembra che non ci sia niente di particolare da segnalare…

- Oh, che bello rivedervi! - ho sentito dietro a me. Riconoscevo la voce: era Ted Lupin!

Subito mi ha abbracciato (“Sei sempre più bella, Niamh” ha detto, mentre Charles gli inviava uno sguardo non troppo amichevole). Ha poi abbracciato Annah, chiedendole se era pronta per il campionato di quidditch

- Dobbiamo stare attenti, soprattutto ai Grifondoro - ha poi detto - Farebbero carte false per carpire i nostri segreti! Dobbiamo evitarli e… soprattutto… non rivolgere loro la parola! Sono molto pericolosi!

Oddio, se avesse saputo che c’era del tenero tra mia cognata e il cercatore dei Grifondoro!

Teddy ha poi rivolto un saluto anche a Rup, Kyle e Charles (che continuava a guardarlo perplesso).

Poi si è messo a raccontare della nonna che non era potuta venire per qualche acciacco dell’età.. per fortuna niente di grave, a quanto capivo.

- So che sei Caposcuola, quest’anno - gli ho poi detto - Congratulazioni!

Me l’avevano detto i miei, che avevano saputo della notizia “riservata” dalla McGranitt stessa, un mese prima circa.

- Grazie, Niamh! Beh, sì… Spero che mi darete una mano… Non so quanti guai potrò combinare… - disse, con molta diplomazia.

Teddy era in gamba e, sicuramente, non avrebbe combinato nessun guaio. Quella che faceva i guai ero di solito io.

- Dai, ora andate - ha detto Harry. E ha poi abbracciato Teddy augurandogli di passare un bell’anno ad Hogwarts. Anche Ginny l’ha abbracciato, poi è stata la volta di Albus e Lily (che non voleva lasciarlo e voleva che la portasse in treno con lui. E non voleva staccarsi dal suo collo!).

Che bella famiglia!

- Dovrebbe esserci anche Vic - diceva Ginny - Sarà in ritardo… Tra pochi minuti parte l’Espresso… Le mandiamo un patronus?

Intanto noi siamo saliti e ci siamo subito salutati: Teddy doveva andare in cima al treno a prendere accordi con i Prefetti; Annah è andata in uno scompartimento su un altro vagone con alcuni suoi amici e io, Charles, Kyle e Rup abbiamo cercato uno scompartimento libero.

- Vado a fare un giro e controllo dov’è James - ho sussurrato a Charles - Se vuoi puoi anticipare la storia a Kyle e Rup, altrimenti la racconto poi io…

- Basta che non vai in cima al treno… Ho sentito cosa ti ha detto Teddy… e non mi piace come ti guarda… - mi ha detto.

- Idiota! - gli ho risposto, sorridendo. E’ possibile che fosse ancora un po’ geloso? Quanto sono sciocchi i ragazzi!

Mi sono alzata sui piedi e gli ho dato un leggero bacio. Ma, appena le nostre labbra si sono avvicinate, le nostre lingue si sono cercate e il bacio pudico che mi ero immaginato si è trasformato in un bacio sensuale al massimo. L’avrei… e sentivo che anche lui voleva lo stesso…

- Eh, eh… ragazzi - diceva Kyle intanto - le scene di sesso sono proibite sull’Espresso… Dovreste aspettare almeno di essere ad Hogwarts… però neanche lì sarebbe consentito ad una professoressa sedurre un alunno… io mi sento a disagio…

Ci staccammo ridendo. Poi mi avviai per i corridoi, alla ricerca di James, mentre il treno prendeva velocità.

 

Ok, James si era sistemato in uno scompartimento non lontano dal nostro con alcuni ragazzini e ragazzine di prima. Mi fermai un attimo nel corridoio, e mi accorsi che dentro c’era un po’ di tensione:

- E così sei il figlio del famoso salvatore del mondo magico… - diceva un ragazzetto con un tono di voce canzonatorio.

E il tono non sfuggì a James: - Qualcosa non va?

- Noooo, ci mancherebbe… - ripeteva l’altro con una tono odioso - Posso chiederti l’autografo ora oppure devo inoltrare domanda formale alla preside McGranitt…

Intervenne un’altra vocina: - Quanto sei idiota, Ezer! Cosa ti ha fatto?

- Sta’ zitta, Prewett. Non sopporto i raccomandati… Se tuo padre è stato un granduomo, non è detto che lo sia anche tu, Potter! E tu, Prewett, non intervenire… ah, capisco, fate parte del club dei raccomandati… certo, i Prewett… la famiglia di Molly Weasley, la suocera del celebre Potter… Oggi incontro tutti gli eroi del mondo magico…

- Rimangia quello che hai detto, idiota! - sentii dire da James.

Ero pronta ad intervenire, quando sentii la voce di quella ragazzetta, quella Prewett…

- Tu sei proprio bacato, Ezer! Io, poi, sono solo la figlia di un lontano cugino di Molly Weasley, che neanche ho mai incontrato, non sono famosa e nessuno mi conosce. Mio padre fa il ragioniere e io sono una nata babbana. E sono fiera di esserlo.

- Allora sta’ zitta, babbana! - gli rispose quell’Ezer - Sei patetica, a scodinzolare dietro a questo buffone…

- Io ti mando subito in Infermeria, se non ritiri quello che hai detto, idiota che non sei altro - stava dicendo James Potter.

Contemporaneamente ho sentito che i due si stavano alzando e mi sono decisa di intervenire.

- Ehi, ragazzi, che cosa succede qui? - ho detto, entrando in scena con una faccia feroce. Ok, sono una ragazza dell’ultimo anno, né sembro un’insegnante. Ma lo sono e potevo benissimo intervenire.

- E tu chi sei? Che cosa vuoi? - mi ha detto, arrogantemente un ragazzino cicciottello con uno sguardo aggressivo che teneva la bacchetta sfoderata contro Potter. Evidentemente quell’Ezer.

- Sono un’insegnante - gli ho detto con un perfido sorriso. E poi, con un’espressione più dura - Forse proprio la vostra insegnante di Cura delle Creature magiche… Dovresti avere più rispetto, ragazzino! Se non vuoi finire a pulire cacca di ippogrifo dal primo giorno ad Hogwarts…

A quel punto quell’Ezer ha messo via velocemente la bacchetta e ha cambiato atteggiamento: - Mi scuso, professoressa. Non volevo mancarle di rispetto. Le assicuro che non succederà più.

E poi, mentre gli altri compagni, stupiti, mi guardavano a bocca aperta, disse ad un altro ragazzo: - Dai, McGrove, andiamo a cercarci un altro scompartimento… questo puzza…

E, guardando con uno sguardo carico d’odio James (che glielo ricambiò), quell’Ezer e il suo amico si allontanarono verso la coda del treno.

Erano rimasti in quattro nello scompartimento, che subito si presentarono.

- Ci scusi, professoressa - disse una biondina - Io sono Myriam Prewett. Lui è James Potter e quelli sono Deborah Calobury e John Ruhainiki.

Mi indicò altri due ragazzi, una ragazzina magra, molto agitata, con una gabbia con un bel gufo, su un angolo, e un ragazzo, forse di qualche isola dell’Oceania (o almeno così sembrava), alto e scuro di carnagione, davanti a lei.

- Non volevamo litigare, ma non sempre è facile convivere con tutti, professoressa - disse James Potter. Mi dava del “lei” e mi chiamava “professoressa”: aveva i nervi a posto e non sembrava troppo provato per la litigata con quell’Ezer.

- Quel ragazzo ha attaccato Potter appena saputo chi fosse… - provò a dire Deborah stringendo di più la sua gabbia (bello quel gufo!).

- Certo, non tutti possono essere simpatici - ho detto. - Ma bisogna in ogni caso rispettarsi. Cosa che quel ragazzetto non ha fatto, mi sembra. Spero che cambi atteggiamento e che impari a relazionarsi con gli altri… Ma ora non pensateci e godetevi il viaggio, ragazzi!

E me ne andai. Beh, il nome di Potter era famosissimo. Chissà perché quel ragazzetto, quell’Ezer, aveva avuto una reazione così esagerata… Era stato proprio antipatico!

 

Ho fatto un giro poi negli altri vagoni, incontrando i prefetti e salutando i tanti  amici che vedevo qua e là. Mi sono poi imbattuta anche in Annah, che appena mi ha visto, mi ha fatto un grande sorriso, indicandomi qualcuno con gli occhi. Stava in uno scompartimento con una sua amica (doveva essere quella Liberty), e le due stavano chiacchierando con un paio di ragazzi, uno dei quali mi salutò subito… Gli feci un gran  sorriso: era Leonard (Lenny) Macnair, il fratello di Maya (la mia simpaticissima ex alunna dell’anno precedente), figlio del professore Bastian MacNair e della famosa giocatrice di quidditch Alicia Spinnet. E dalla mamma doveva avere preso le doti sportive, dato che, oltre ad essere particolarmente bello (aveva, come ho già detto, dei particolari occhi chiari, veramente splendidi… ma questi erano dovuti all’eredità paterna), intelligente (era molto bravo in tutte le discipline possibili ed immaginabili) e sensibile (faceva parte del gruppetto di studenti che, ogni tanto, dava una mano a me e ad Hagrid con qualche animaletto malato), era straordinariamente bravo a quidditch: molti davano la squadra di grifondoro favorita nel torneo di quell’anno proprio per la presenza, come cercatore, proprio di Leonard. Ma anche Annah era veramente in gamba, ad essere sincera, come cercatrice: io tifavo per lei… e non solo a quidditch… Sapevo che tra lei e Lenny c’era una forte simpatia, e ne avevo ora la conferma. Da come i due si guardavano, c’era sicuramente qualcosa tra loro… C’era un gioco di sguardi tra i due che… mi sembrava promettente… Gli altri non se ne erano accorti? E la timidezza di Annah l’avrebbe bloccata?

Poco più avanti mi sono fermata un attimo a chiacchierare con Gilly Phrix ed Evelyne Effervy, che stavano socializzando con alcuni nostri compagni, scambiandosi impressioni e informazioni sui luoghi visitati durante le vacanze.

- Ciao, professoressa O’Neil - mi disse simpaticamente Gilly.

Le ragazze corsero ad abbracciarmi e ci scambiammo qualche veloce commento. Avremmo poi avuto il tempo di rivederci (e di spettegolare ben benino) una volta tornati ad Hogwarts (stavamo nella stessa camera!). Salutai tutti e tornai indietro.

Ripassai dopo qualche altro minuto davanti allo scompartimento di James Potter. Andato via quell’Ezer, la tensione si era allentata. I ragazzi stavano chiacchierando del più e del meno e non vedevo nessun pericolo all’orizzonte. Sono comunque rimasta un po’ nel corridoio, fingendo di controllare che tutto fosse a posto nel vagone. Poi sono tornata nello scompartimento in cui avevo lasciato il mio ragazzo e i miei amici e ho trovato con loro… Victoire con il suo nuovo ragazzo!

- Vic! Che bella sorpresa! - le ho detto, stritolandola forte - Quando sei salita?

- Proprio poco prima che il treno partisse! Eravamo in ritardo! Secondo me mia madre inconsciamente voleva boicottare la mia partenza per Hogwarts e sperava che tornassi a Beauxbatons - ha detto scherzando. E poi: - Niamh! Ti presento Armand, il mio ragazzo.

E mi ha indicato un ragazzo che stava anche lui nel nostro scompartimento. Era un bel ragazzo biondo, molto bello, molto distinto… era veramente elegante ma un poì rigido quando si muoveva… sembrava che recitasse una parte… o a me pareva così...

- Je suis enchanté - mi ha detto, prendendomi la mano e baciandola. E poi, rivolto a tutte noi - Oh la la!  In questa carrozza si sono incontrate, évidemment, le tre ragazze più belle de l'Angleterre!

Com’era gentile e galante! Forse un po’ troppo per i miei gusti, ma nell’insieme sembrava  un ottimo ragazzo. Era anche molto carino!

Poi, qualche minuto dopo, mentre Armand chiacchierava con Kyle e Charles di Oguàr (come lui chiamava Hogwarts), io, Rup e Vic siamo uscite nel corridoio per aggiornarci  sulle ultime novità.

- Sì, in Armand, a Beauxbatons, - ci disse Vic - mi sono letteralmente scontrata, in senso letterale… ci siamo scontrati in un corridoio, in un momento in cui ero particolarmente triste… addirittura stavo piangendo perché mi mancavate tutti voi. Lui si è fermato a raccogliere i miei libri e abbiamo parlato… Appartiene ad una nobile famiglia di Guascogna… i Polignac… E’ bello, non è vero? Ed è gentilissimo. Un bravissimo ragazzo. E ci siamo baciati  una settimana dopo… e mi piace tanto… E si è diplomato quest’anno, con il massimo dei voti… Ha ottenuto l’equivalente francese del M.A.G.O., con ottimi voti… ha davanti una brillante carriera…

Aveva quindi tre anni più della mia amica, dato che in Francia le scuole terminano a diciotto anni.. Bel ragazzo, effettivamente. Peccato che avesse qualcosa di indefinibile che… ma forse erano solo mie impressioni…

- Ma cosa ci fa con te qui sull’Espresso? Ti accompagna? - chiese Rup

- No… rimarrà qui con noi tutto l’anno. Farà uno stage a Difesa… E’ una specie di genio in Difesa contro le Arti Oscure e viene a imparare le tecniche inglesi. Fa parte degli scambi culturali tra le maggiori scuole europee… Sai, la politica di fratellanza tra maghi europei proposta dal governo Kingsley…

- Quindi è una specie di insegnante? - ho chiesto.

- No… un ricercatore. Infatti non alloggerà ad Hogwarts ma ad Hogsmeade, anche se verrà quasi tutti i giorni nel castello a studiare e a seguire le lezioni e collaborare con Whyte… Pensa, Niamh! Ce l’avrò in classe! - disse una euforica Vic.

Beh, ero contenta per lei! Aveva trovato un bel ragazzo, di cui sembrava chiaramente innamorata! … Ma perché sentivo che qualcosa non andava?

 

A mercoledì. S.

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Capitolo 4
*** Io e Deirdre ***


Capitolo 4.

 

Io e Deirdre

 

 

L’espresso sferragliava veloce verso Nord. Io, Charles e i nostri amici ci aggiornavamo su quello che avevamo fatto durante l’estate e parlavano dei nostri progetti futuri. Ogni tanto veniva qualcuno a salutarci… Ad un certo punto comparve anche Ginevra, raggiante, che faceva, come prefetto, il giro di ispezione. Era infatti tornata ad Hogwarts, quell’anno e le avevano assegnato anche la carica di  prefetto di Corvonero: era la ragazza di mia sorella e c’eravamo viste tutta l’estate, fino al giorno prima. Tuttavia venne di nuovo ad abbracciarmi. Si vedeva che era molto felice… in effetti tutte le sue paure di non essere accettata erano svanite e l’affetto per mia sorella, che non doveva più nascondere, la rendeva più sicura. Ci promettemmo di uscire tutti insieme il prima possibile ad Hogsmeade, poi lei continuò nel giro di ispezione.

Poi, dopo un’altra ora, arrivammo ad Hogsmeade. Usciti, ritrovammo Ryann, Lorna e Deirdre (addormentata tranquillamente nel passeggino) che ci aspettavano in stazione. Inutile dire che subito tutti gli studenti, tutti i nostri amici e conoscenti, si catapultarono su di loro per salutarli e vedere la piccoletta. Intanto io seguivo lo sguardo James  fino a quando non incontrò Hagrid (che salutai muovendo velocemente le mani, ricevendo un grande  sorriso e un enorme cenno di saluto). Poi, tutti insieme (piccola Deirdre compresa, che ci avrebbe accompagnato a scuola), ci dirigemmo verso i carri. Qualche passo davanti a noi stavano Vic e Armand… Lì vicino c’era Teddy che subito salutò, con un certo imbarazzo Victoire. Lei si fermò e gli presentò il ragazzo. Vidi Ted stringere la mano e scambiare qualche parola. Poi i due si allontanarono e salirono sul carro ridendo e scherzando. Mi girai e vidi Teddy che ancora li fissava. Era possibile che…?  Non è che quell’anno…? Uffa, quanto era complicato l’amore! Per fortuna io avevo Charles, che mi stringeva la mano. Lo guardai e gli sussurrai: - Questa sera, nel mio ufficio… ce la fai? Rimango io con Deirdre, stasera… mi sono offerta volontaria…

- Certo… Ma se la piccola si sveglia?

- Non preoccuparti… E’ un angioletto… Dormirà fino al mattino, senza mai svegliarsi…

 

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Oh, finalmente. Mi era mancata la Sala Grande di Hogwarts! La McGranitt aveva voluto che, almeno quel giorno, andassi al tavolo degli Insegnanti. In effetti non ci stavo quasi mai, dato che di solito mangio nel tavolo dai Tassi o dalle Serpi: la mia situazione ibrida (ancora alunna in due corsi, ma insegnante in una prima, e fidanzata ufficialmente, da tre anni!, con Charles, un bravo ragazzo a cui tutti volevano bene, mi consentiva di muovermi come volevo nella Sala). Fui naturalmente sommersa dai miei ex ragazzi dell’anno precedente (ora in seconda e in terza) che già mi avevano salutato in treno o in stazione, ma ora sembravano molto contenti di rivedermi e mi chiedevano se avrei insegnato loro...

Naturalmente la piccoletta, Dairdre, non era in Sala: era stata messa nel lettino nel mio ufficio dai genitori, a cui avevo dato l’autorizzazione ad entrare quando volevano applicando un incantesimo di riconoscimento alla porta… e avevo già chiesto a Koryad (l’elfo addetto alla pulizia degli studi degli insegnanti) di dare un’occhiata alla piccola (compito che, sono sicura, avrebbe svolto in modo letterale, ponendosi ai piedi del lettino e fissando Deirdre per tutto il tempo) ed avvisarci nel caso in cui si svegliasse.

Nel tavolo dei docenti mi ero ritrovata tra Neville (sempre gentilissimo, che mi parlava di un grosso  problema riguardante il platano picchiatore che avremmo dovuto risolvere quanto prima) e Hagrid (espansivo quanto non mai, addirittura euforico… chissà cosa gli era successo? Non è che stava macchinando qualcosa?). Tra l’altro, Hagrid mi disse che la McGranitt era d’accordo nell’affidarmi la prima grifondoro-serpeverde, nel caso in cui James fosse stato smistato a grifondoro (come tutti immaginavano); mi avrebbe affidato l’altra nel caso in cui fosse stato necessario dare un’occhiata al piccolo Potter in un’altra casa… Anche loro erano a conoscenza della profezia e, mi disse, mi avrebbe dato volentieri una mano in qualunque cosa avessi avuto bisogno.

Abbiamo poi assistito allo smistamento dei piccoletti nelle varie case.  

- Cosa si prova a vedere lo smistamento dal tavolo degli insegnanti? - mi ha chiesto Neville.

E’ vero! L’anno precedente ero ancora nel tavolo dei mitici Tassi e mi avevano fatto la proposta di fare l’insegnante (supplente, per i ragazzetti di prima e seconda) solo qualche giorno dopo l’inizio della scuola.

- Beh, è interessante vedere le cose da un’altra prospettiva, Neville - gli ho detto - Questo vale un po’ per tutto, comunque… Quella dell’anno scorso è stata un’esperienza positiva … Ho compreso perché gli insegnanti si comportano in un certo modo… e anch’io ho eliminato qualche preconcetto… Insomma, sono contenta di essere qui anche quest’anno, e spero che voi tutti  mi aiuterete.

- Siamo contenti anche noi di averti tra i nostri - mi ha detto Neville - Hagrid, Vitious e la Sprite sono tuoi fan, te lo assicuro, e anche chi sembra più scorbutico, in fondo ti stima, ne sono sicuro…

Discorso che alludeva a quello stronzo di Whyte, immagino, ma secondo me non mi sopportava. Non mi aveva neanche salutato (e anch’io, ad essere sincera, avevo fatto finta di non vederlo! Lo odiavo!). Neville voleva evidentemente incoraggiarmi.

Intanto i piccoletti erano entrati tutti insieme e stavano provando ad uno ad uno il Cappello. Mi ritrovai ad applaudire tutti, ma con più calore, insegnante o non insegnante, tutti quelli che entravano nella meravigliosa casa di Tosca…

La Calosbury (la piccoletta che stringeva il gufo nello scompartimento di James Potter) venne smistata a Grifondoro; Jorge Ezer, insieme all’amico Tom McGrove a Serpeverde (immaginavo che sarebbe finita così… Serpeverde e Grifondoro sono sempre in competizione! Che palle!), mentre James Potter, indossato il Cappello tra il tifo indiavolato dei Grifoni (molto euforici, come al solito… sono un po’ troppo esuberanti per i miei gusti!), fu subito indirizzato in quella Casa, che letteralmente esplose dalla gioia. Subito dopo anche Myriam Prewett (la figlia del ragioniere, quella imparentata alla lontana con Molly Weasley) fu smistata a Grifondoro, mentre il loro amico John Ruhainiki (che già immaginavo anche lui in quella casa) fu indirizzato nella casa dei Serpenti.

Ok, avrei avuto la prima Grifondoro-Serpeverde e avrei controllato James con attenzione durante le lezioni. E, nelle altre ore mi avrebbero dato una mano, ne ero sicura, gli altri insegnanti o i miei amici. Seanna si era offerta di non perderlo di vista, senza che se ne accorgesse, quando era dentro la sua Casa, tutte le volte che le fosse stato possibile. Avevamo anche preparato dei braccialetti magici su cui comparivano piccole frasi: sono una mia specialità… me l’aveva insegnata Hermione… Ma ore ne dovevo portare contemporaneamente quattro (era anche un po’ scomodo, a dire il vero!): uno collegato a quello di Charles, altri rispettivamente a Rup (anche lei ne aveva una… era la ma migliore amica!), Lorna e  Seanna. E dovevo stare attenta a non fare confusione, dato che erano quasi uguali… qualche sera prima avevo mandato un messaggio “spinto” a Lorna, credendo che fosse Charles! Per fortuna aveva capito tutto e ci eravamo fatte un sacco di risate…

- Sono contenta di rivedervi tutti - disse quindi la McGranitt, rima che iniziasse il banchetto, nel suo abituale discorso - Io ed il corpo docente vi diamo il benvenuto. Spero che voi tutti possiate passare un tranquillo, sereno e proficuo anno scolastico. E, prima di dare avvio al banchetto, desidero porgere un saluto particolare alcuni ragazzi che vengono dalle scuole magiche di Beauxbatons e Durmstrang…

E qui ha cominciato a presentare quattro o cinque ragazzi che avrebbero frequentato l’anno scolastico da noi… nessun italiano quell’anno… peccato! Avevo imparato un po’ di frasi in quella lingua durante il mio ultimo soggiorno a Venezia, con Charles (“Vorrei un gelato”; “Un cappuccino, grazie”; “Buono”; “E’ veramente meraviglioso”; “Grazie”; “Prego”; “E’bellissimo”; “Facciamo l’amore”… Oddio, quest’ultima, lo specifico, l’avevo detta solo a Charles!)  e volevo fare esercizio con i nuovi alunni (a parte l’ultima frase, ovviamente!).

- Diamo il benvenuto anche a Armand Polignac, che quest’anno frequenterà, come uditore e collaboratore del prof. Whyte, il corso di Difesa.

Subito il moroso di Vic si è alzato dalla tavolata dei Grifondoro, dove si era accomodato. Tutti applaudimmo. Un po’ meno Teddy, vidi, che come caposcuola si aggirava tra i tavoli controllando che tutto fosse in ordine…

- e sono lieta di rivedere qui due nostre bravissime studentesse: Victoire Weasley, che ha brillantemente superato lo stage a Beauxbatons lo scorso anno, e Ginevra MacArthur, ritornata sempre da Beauxbatons ad Hogwarts per quest’ultimo anno scolastico. E’ la vincitrice del Torneo Tremaghi dell’anno scorso… Congratulazioni!

Applausi naturalmente rivolti alle mie amiche. Che bello! C’erano tutti gli amici e le amiche quell’anno! Prometteva di essere un anno tranquillo, sereno, indimenticabile… E quella sera io e Charles…

 

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Mi buttai sul letto, distrutta, tendendo in braccio la piccola Deirdre in versione “folle urlatrice”… Al mio fianco uno sconfortato Charles..

- Piccola, ciao, non mi riconosci più? Sono la zia… Non vuoi dormire? Non hai sonno?

No, non aveva sonno e continuava a strillare come un aquilotto…

- Aspetta, ci provo io - propose Charles.

E, presa la piccoletta in braccio, cominciò a passeggiare per la stanza canticchiando qualcosa… Erano proprio carini. E la piccola piano piano si calmò…

Dopo qualche minuto provò a rimetterla a posto.

- Beh… Si è riaddormentata! Sei stato bravissimo! - gli dissi, avvinghiandomi al suo collo.  Potevamo riprendere da dove avevamo interrotto! Gran comodità avere un letto a disposizione… e avere anche a disposizione il proprio ragazzo…

- Mi sembra un’ottima idea, professoressa O’Neil - disse Charles…

Non so perché ma mi eccitava tantissimo come pronunciava, in quelle occasioni, il mio nome…

- Dai, non perdiamo tempo! Baciami, e poi…

- Uaah! Uaah! Uaah! - sentimmo strillare dall’aquilotta nel suo lettino

- Presto, riprendila in braccio! - urlai a Charles, che, ancor più sconfortato, si mise di nuovo a passeggiare per la stanza con la piccola, canticchiando una nenia scozzese che parlava di qualcuno morto di disperazione e dolore…

- Magari ha fame! Chiamo la madre! -  dissi, mentre Charles continuava a passeggiare. Questa volta non faceva effetto: la piccolotta strillava a più non posso.

Ho provato a contattare Lorna via braccialetto e via patronus… Comparve ben presto il messaggio sul mio braccialetto: - Non posso venire. Whyte non vuole.

Cosa voleva dire? Che quello stronzo di Whyte (che, per Merlino ubriaco!, era direttore di Serpeverde), quel professore mezzo matto che mi aveva tormentato per cinque anni (per fortuna non frequentavo, dall’anno prima, le sue lezioni) non li faceva uscire? Mi avrebbe sentito, il giorno dopo!

Intanto la piccola continuava a mostrarsi nella sua versione “pazza urlatrice”.

- Forse ha fame… - provò Charles.

- Sicuramente hai ragione! Ci penso io! Chiamo Korjad e mi faccio portare un bel biberon di latte…

Provai a chiamare il mio gentilissimo elfo (addetto agli studi degli insegnanti), ma Korjad non  arrivò. In compenso si materializzò una grossa pergamena in cui si spiegava che era proibito disturbare gli elfi domestici dalle 23.00 alle 5.00   in quanto periodo obbligatorio di riposo previsto dall’articolo 5 della legge magica 3 luglio 2015, approvata dietro richiesta della strega di prima classe Hermione Granger, viceministro degli Interni del governo Kingsley. Ci mancava solo questa!!!!

Insomma, la nostra prima romantica notte ad Hogwarts si stava trasformando in un incubo… Per fortuna sarebbe passata un’altra settimana prima che toccasse di nuovo a me…

- Provo ad andare a prendere il latte in cucina, dagli elfi - mi disse Charles passandomi la piccola e rivestendosi velocemente.

Ok. Quella notte la piccoletta non ci avrebbe fatto dormire… immaginavo… e aveva boicottato alla grande il nostro progetto di stare insieme…

 

Ma le cose, nei giorni successivi, andarono… peggio!

Problema numero uno: mio fratello e Lorna non erano autorizzati a rimanere la notte fuori dal loro dormitorio. Me lo disse chiaramente quello stronzo di Whyte (direttore di Serpeverde), con cui litigai il giorno successivo. Aveva infatti proibito, la sera prima, a Lorna di venire da Deirdre (sono sicura che sarebbe riuscita a tranquillizzare subito la piccola, cosa che io e Charles non eravamo riusciti a fare…):

- Quei due sono troppo piccoli per girare per Hogwarts dopo le 23.00. L’idea di trasformare questo castello in un asilo infantile non è stata mia, ma la responsabilità sugli studenti della mia Casa è esclusivamente mia e i due non escono, qualsiasi cosa succeda.

- Ma non si muoveranno per Hogwarts! Uno di loro può dormire nel mio studio! Non c’è nessun pericolo! Così l’uno o l’altro starà vicino alla bambina… che, poverina, ha bisogno del suo babbo o della sua mamma… - gli dissi. Cercavo di commuoverlo, anche  se sarei volentieri passata alle maniere forti e gli avrei fatto volentieri una fattura.

- Mi dispiace… La marmocchia può rimanere a casa dei nonni e i due ragazzi possono vederla nel fine settimana… Vi consiglio di fare così… Non so come non vi sia venuta in mente una soluzione del genere e abbiate voluto trasformare il castello in un asilo per lattanti. E come abbiate convinto la McGranitt. Per me è da folli… E ringrazia che posso fare un’eccezione per il tuo fidanzato, che è maggiorenne… Il regolamento non lo esclude per i maggiorenni, ma specifica che deve essere un’eccezione e tassativamente rifiuta le camerate “miste”… Sai com’è… una volta ci tenevano a separare i ragazzi dalle ragazze… Quindi, a rigor di logica, Charles è autorizzato a rimanere fuori una notte a settimana, nel tuo studio… naturalmente se tu, O’Neil, dormirai nel tuo letto nella Casa di Tassorosso… - disse con un sorriso schifosamente sprezzante (quanto lo odiavo!) - Non vorrei che qualcuno avesse intenzione di trasformare il castello in un luogo di incontri galanti!

Per fortuna Charles mi bloccò in tempo e mi portò via, perché avevo in mente una serie di epiteti irriferibili che, detto tra noi, quello stronzo si meritava tutti! Non so come ho fatto a non lanciargli una maledizione senza perdono! Era proprio stronzo! Mi toglieva anche la possibilità di stare un po’ insieme al mio moroso!

Lo lasciai che continuava a blaterare:  - Il regolamento è molto chiaro e i tuoi fratelli rischiano la sospensione se si allontanano dal Dormitorio. Sono troppo piccoli per girare di notte per Hogwarts!

Che ipocrita! Come se non sapesse quanti  ragazzetti si spostavano, di nascosto, per il castello, nonostante il coprifuoco! Quanto era ottuso! Ed era proprio cattivo!

Purtroppo, però, secondo il regolamento, aveva ragione. Il direttore di ogni Casa era responsabile dei ragazzi a lui affidati e nessuno di questi poteva vagare nei corridoi di Hogwarts, o assentarsi dalla sua Casa dopo le 11.00. Tutta colpa di un vecchio regolamento (risaliva al 1731!), che per fortuna faceva una specie di eccezione per i maggiorenni (e io e Charles ora lo eravamo, anche secondo la legge inglese). Ma quel regolamentaccio non parlava di bambini e loro mamme separate per cavilli burocratici ad Hogwarts! Io avrei fatto almeno un’integrazione! Provai a parlarne alla McGranitt, ma mi disse chiaramente che non poteva fare niente… al massimo lei avrebbe chiuso un occhio, ma senza l’approvazione di Whyte i due non potevano uscire la sera dalla loro Casa.

Problema numero due: come detto, in base ad una recentissima legge, promossa (tanto per cambiare) da Hermione Granger (a cui voglio un sacco di bene… ma quella volta poteva stare zitta!), gli elfi domestici avevano diritti al riposo assoluto dalle undici di sera alle cinque di mattina, come era scritto nella pergamena apparsa nella cameretta la prima notte che avevo passato ad Hogwarts.… Sarebbe stato un lasso di tempo sufficiente, secondo gli esperti del Ministero, per permettere a quelle gentilissime creature di riposarsi dopo il lavoro (neanche troppo intenso, ultimamente! Neanche diciotto ore al giorno!). Insomma, dalle undici e fino all’alba non potevano essere chiamati dai loro padroni! Una nuova legge magica… ma aveva fatto la legge contro di me? Insomma,  la conclusione qual era? Che mi sarei dovuto sorbire quel tesoruccio di Deirdre tutte le notti o quasi… E’ vero… mi potevano dare il cambio Charles, Seanna e Ginevra… ma era stato difficile già convincere la Dingley e Vitious (i responsabili di Grifondoro e di Corvonero) a lasciarle libere una notte a settimana… In definitiva, nessuno mi contestava la possibilità di passare anche tutte le notti nel mio studio (ero pur sempre una professoressa, oltreché una studentessa, per altro, e lo studio mi era stato assegnato a mia completa discrezione), ma non era facile trovare il sostituto… e così, in definitiva, mi ritrovavo a dover restare almeno tre notti a settimana con la piccoletta, naturalmente da sola! Deirdre è adorabile, e le voglio tanto bene! Ci mancherebbe, è la mia adorata bellissima nipotina! Ma come sarei riuscita a sopportare tutte quelle nottate quasi in bianco? Sembrava programmata per svegliarsi verso mezzanotte, quando era con me, e strillare per ore e ore…

E non potevo neanche lamentarmi troppo: Ryann e Lorna mi facevano anche pena. Specialmente Lorna, che “ friggeva” non potendo stare con la figlioletta. E mi toccava anche tranquillizzarla, spiegandole che non c’era, per me, assolutamente nessun problema. E così Deirdre era spesso sulle mie spalle… e su quelle di Blacky, che mi dava volentieri una mano. Il mio corvus, saggiamente, dormiva durante il giorno e, al posto di andarsene, durante la notte, a vagabondare per la campagna scozzese, adesso rimaneva vicino a noi due e mi dava sostegno morale… Solo quello, perché lui è un corvus e non può ninnare la piccolotta. Mi faceva però piacere che mi facesse compagnia…

 

A mercoledì! Buona settimana. S.

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Capitolo 5
*** Vita movimentata ***


Capitolo 5.

 

Vita movimentata

 

 

Non solo le notte erano movimentate (dalla piccola Deirdre), ma anche le mie giornate erano molto intense in quei primi mesi di scuola: conducevo una schizofrenica vita da studentessa-insegnante ad Hogwarts e dovevo dividere il mio tempo tra l’insegnamento di Cura delle Creature Magiche (solo due ore a settimana… tutto sommato, rispetto al resto, “rilassanti”…) e l’impegnativo studio del settimo anno, in cui sia io sia tutti i ragazzi del mio anno avremmo dovuto sostenere gli esami del M.A.G.O.  Senza contare che dovevo vegliare su James Potter, dato che l’enigmatica profezia in qualche modo mi coinvolgeva (ed avevo poi promesso ai genitori di attivarmi immediatamente).

Come studentessa frequentavo solo Cura delle Creature Magiche ed Erbologia.

In Cura (avevo come insegnante il geniale, ma imprevedibile, Rubeus Hagrid), le cose andavano bene… anche troppo: dato che ero una sua collega (avevo, come detto, una prima), Hagrid scaricava parte del lavoro - quello più noioso, spesso - su di me… il che voleva dire lavorare per quattro durante le sue lezioni e anche dopo, dato che mi affibbiava un sacco di compiti relativi a tutti gli animali che radunava intorno alla sua abitazione: aveva abituato infatti mezza fauna della Foresta Proibita a recarsi alla sua capanna la sera per ricevere la loro quotidiana dose di cibo… e indovinate a chi delegava spesso il compito di rifocillarli?

Ogni tanto poi usciva con uno dei suoi consigli riguardanti le lezioni che avrei dovuto impostare con i ragazzetti di prima.

- No, Hagrid! Gli schiopodi non sono “simpatici ed innocui animali magici”! Non li posso far vedere ai ragazzini di prima! - gli ripetevo.

- Ma, Niamh… quelle povere creature saranno molto dispiaciute se non dedichi almeno una lezione a loro - mi diceva il mio collega - Se uno li abitua ad essere accarezzati fin da piccoli, poi crescono meglio…

- Non posso! Domani parliamo dei vermicoli! E poi passo alle coccinelle magiche… Non c’è posto nel programma per quelle bestiac… quegli animaletti…

Insomma, era rimasto sempre lo stesso: era proprio incosciente e voleva che propinassi i suoi pericolosi animali anche ai ragazzini di prima!

Per fortuna avevo Lorna e Ryann (anche loro suoi collaboratori, specialmente nelle occupazioni serali), che mi davano una mano, nel cercare di farlo ragionare, altrimenti da sola probabilmente non ce l’avrei fatta. Bastava che venissero accompagnati da Deirdre e Hagrid dimenticava i suoi insani propositi e letteralmente perdeva la testa per la piccoletta (“Ma che bella bambina! Posso portarla a vedere gli animaletti della Foresta? Ormai dovrebbero farsi vedere…”); poi tutti e quattro andavano a sfamare quelle bestiacce che Hagrid aveva radunato e che tranquillamente alimentava ogni sera. Io li guardavo un po’ preoccupata, dato che lasciare quei famelici mostri a poca distanza da una bimbetta in passeggino non è il massimo. Ma tutto andava sempre bene, per fortuna.

Ma se il contributo di Ryann e Lorna era fondamentale  per tenere a bada Hagrid, c’era una cosa nel loro comportamento che mi preoccupava. I due avevano una voglia matta, in quell’anno, di fare una spedizione nella Foresta Proibita alla ricerca del “magico volatile di Merlino”, il pharomachrus higlandensis, una specie di pappagallo magico le cui piume sono particolarmente indicate… per fare i compiti! Il mondo magico è molto strampalato, delle volte, ma le penne del pharomachrus sono proprio bizzarre! Basta inserirle all’interno di un libro e quelle assorbono tutta la cultura del libro stesso, che poi possono riversare in qualsiasi compito venga assegnato: insomma, senza studiare, si può prendere un’O in qualsiasi disciplina… basta lasciarsi guidare dalla penna che utilizzerà al meglio le conoscenze che ha assorbito! Inoltre, essendo uccelli antichissimi, presenti sulla Terra ben prima della comparsa dell’uomo (almeno secondo Rolf Scamander, che ha dedicato a loro un bell’articolo), la loro magia è di una tipologia che può essere individuata solo con enorme difficoltà e con grandi spese da appositi e complessi magisensori: per questo ne è tassativamente proibito esportazione e commercio, non solo dai centauri (che le utilizzano in svariati modi, anche per le loro micidiali frecce), ma anche dalla severa legislazione magica inglese.

Peccato che si possa utilizzare con un solo libro, altrimenti, avrei preso tutti O nei vari compiti scritti!… Io infatti ne avevo una, che mi aveva regalato, anni prima, proprio Belit e, una volta scopertone l’uso (il mio ragazzo aveva trovato le indicazioni su un vecchio libro in biblioteca), l’avevo conservata come una reliquia, anche se ogni tanto mi era saltata in mente l’idea di utilizzarla e fare un figurone… ad esempio in Storia della Magia, materia che generalmente mi addormentava (quanto la rimpiangevo ora: se l’avessi potuta seguire, che belle dormite mi sarei potuta fare, dato che ero distrutta per le nottate con Deirdre!). Comunque negli anni passati avevo resistito (“meglio lasciarla per un’occasione migliore”) e così, con le sole mie forze, ero riuscito ad arrivare all’ultimo anno e non avevo ancora utilizzato la mia preziosa penna…

Purtroppo ne avevo parlato con Ryann e Lorna, che erano impazziti all’idea di mettere su un’impresa di import-export di penne magiche di pharomachrus, che all’estero erano richiestissime: erano convinti che avrebbero potuto fare una montagna di soldi! Il che magari era anche vero, ma rischiavano due anni di prigione ad Azkaban… se fossero sfuggiti ai centauri, che, generalmente, si divertivano ad infliggere pene draconiane a chiunque trovassero a commettere atti illegali nella loro foresta!. Per fortuna quei due sciagurati avevano avuto la pessima idea di parlarne con Hagrid, che, oltre ad avvisarmi, in quell’occasione (stranissimo, conoscendolo), mi aveva dato una mano, proibendo tassativamente agli sconsiderati miei parenti di inoltrarsi nella Foresta: - Gli studenti non possono entrare. Ci sono troppi animali pericolosi. E poi i centauri non vogliono che si prendano quelle penne! I nidi di pharomachrus si trovano solo nel loro territorio. E hanno trasformato in una specie di portaspilli l’ultimo disgraziato che ha provato a sottrarglieli, infilzandogli non so quante frecce magiche nel fondoschiena... E’ ancora al San Mungo e la faccenda è successa tre anni fa… Non leggete i giornali?

I due sembravano aver desistito, ma dovevo tenerli d’occhio. Non mi fidavo di loro! E facevo bene: una sera, mentre mi davano una mano con gli animali di Hagrid e mi trovavo, dentro un capanno, a sfamare una nidiata di pollastri magici tibetani, ho sentiti mio fratello sussurrare fuori della porta (non si erano accorti che ero lì dentro): - Si possono ottenere anche seicento galeoni per ogni penna!

- Seicento! Ma è fantastico… - confermava Lorna - Con quattro o cinque penne possiamo comprare il cottage nel Devonshire, quello vicino ai miei… E a primavera, nella stagione della muta, si trovano moltissime di quelle penne… un piccolo viaggetto e ci sistemiamo per tutta la vita…

Subito sono saltata fuori, spaventandoli a morte (non si aspettavano che fossi lì e avessi sentito) e, tra l’altro, anche facendo svegliare la piccola Deirdre, che dormiva tranquillamente nel suo magico passeggino. Non dico quello che poi ho detto loro…. e devono ringraziare Deirdre (che non deve sentire certe parole) se mi sono censurata! Si potrà essere più incoscienti? I centauri  non sono tipi con cui si possa scherzare! E’ possibile che debba essere sempre la più responsabile della famiglia?

                                     

Anche in Erbologia le cose erano piuttosto complicate: oltre al “normale” esame dell’anno finale (il cui argomento più semplice era quello di memorizzare migliaia di nomi di piante magiche, con tutte le loro proprietà e caratteristiche), il fatto che ero una “collega” mi dava un surplus di attenzioni da parte di Neville (bravissima persona e amico di famiglia, ma mi sovrastimava!).

Ero riuscito a stento ad evitare di aiutarlo in un suo complesso progetto di  censimento di piante, arbusti ed essenze magiche presenti nel parco di Hogwarts (aveva intenzione di farne poi una pubblicazione… l’ultima era del 1748!), che mi avrebbe costretto (se avessi accettato) a passare i successivi dodici mesi a perlustrare ogni angolo del Parco ad inventariare ogni piccolo stelo d’erba esistente. Non ero riuscito però ad  evitare che mi affibbiasse il compito di pensare  a come  sistemare il  famoso (e pericoloso) Platano Picchiatore… Infatti la pianta era enormemente cresciuta nell’ultimo decennio (alcuni suoi rami toccavano - e rompevano continuamente - le finestre di Hogwarts) e l’anno prima alcuni ragazzini con la mania di esploratori erano stati aggrediti (e avevano passato un paio di mesi al San Mungo) proprio dalla pianta, che ora con i suoi mostruosi rami copriva una parte consistente del lato ovest del parco.

- Vedi, Niamh, se ti viene in mente qualcosa… la McGranitt mi sta facendo pressioni: alcuni vorrebbero eliminarla, ma è una pianta rara e protetta dal mondo magico. Né è possibile bloccarla con la magia, lo sai… Non so come fare, sinceramente… Ti affido il compito...

In realtà mi sopravvalutava. Neanch’io aveva idea come “addomesticare” quella pianta-mostro. Magari, pianta rara o no, si sarebbe potuto darle una bella tagliata… oppure… darle fuoco? Quella piantaccia proprio non mi piaceva!

Paradossalmente mi rilassavo nelle lezioni come insegnante nella mia prima.  Come mi avevano detto, avevo avuto la classe Grifondoro-Serpeverde e i ragazzini erano attenti, diligenti, studiosi. Avevo fatto le prime lezioni utilizzando il mio Blacky (che stava diventando un grande attore e dosava i suoi interventi con un’ottima scelta dei tempi… i corvus glacialis sono fantastici! Non so cosa farei senza il mio Blacky!) e qualche altro simpatico innocuo animaletto che i miei amici centauri (Fidippa e i suoi puledri) continuavano a portarmi. I centauri sono di poche parole e non troppo espansivi, ma capivo che i tre mi volevano bene e il fatto che venissero a trovarmi e a parlare, mi rendeva straordinariamente autorevole agli occhi dei miei ragazzini.  Poi, dopo qualche lezione avrei introdotto lo studio dei vermicoli, di alcuni innocui insetti magici e di qualche simpatica pianta della Foresta (non del Platano, il cui problema dovevo assolutamente cercare di risolvere: non faceva altro che cercare di attaccare i passanti!)

Unico problema come insegnante era quello di tenere lontani James Potter (e la sua amica Myriam Prewett) dai serpeverde Jorge Ezer e Tom McGrove. I quattro non si sopportavano e non perdevano occasione di punzecchiarsi e farsi piccoli dispettucci (com’erano infantili!), come mettere avvincini sui capelli di Myriam o bruciacchiare i vestiti di Ezer… Erano insopportabili, a volte, tant’è che, dopo aver cercato di persuaderli con buoni consigli ad avere un comportamento più collaborativo, ero passata alle maniere forti, e avevo iniziato ad affibbiare una serie di punizioni (che tra l’altro mi alleggerivano il lavoro pomeridiano, dato che Hagrid mi aveva dato di nuovo il compito di sfamare tutta la tribù di animali che dalla Foresta Proibita venivano a casa sua sul far della sera per ricevere un’abbondante razione di cibo…). Penso di essere una Tasso con sfumature Serpeverde (dipenderà dal mio moroso? oppure da un mio antenato, famoso mago oscuro?), dato che affibbiavo ad Ezer e Potter i lavori più schifosi (ad esempio raccogliere la cacca di ippogrifo o pulire le gabbie di tutti gli animali) senza uso della magia, ma solo con degli attrezzi babbani come carriole e vanghe… I due quindi sarebbero dovuti diventare amici, prima o poi, pensavo (almeno per solidarietà contro “il sistema”, rappresentato questa volta da me). Ma in realtà non mi sembrava che si sopportassero: al limite collaboravano per finire velocemente la punizione e ritornavano a guardarsi in cagnesco subito dopo.

- Perché non si possono vedere Ezer e Potter? - ho chiesto una volta a Myriam Prewett (anche lei in punizione, ma mi aiutava a ordinare i raccoglitori nel mio ufficio e, contemporaneamente, parlottava con la piccola Deirdre, per la quale aveva una gran simpatia… quella bambina piaceva a tutti! (Forse perché non l’avevano conosciuta in veste di insonne urlatrice?)

- Non lo so di preciso - mi ha detto la ragazza -  Penso che ce l’abbia con Potter perché ha arrestato il padre, qualche anno fa, per contrabbando di oggetti oscuri… Lui vive con la madre e un paio di fratelli, ma hanno anche difficoltà economiche… E pensa che colpa di tutte le sue difficoltà sia Harry Potter… e non coglie occasione di criticare James, come se volesse vendicare il padre…

Infantile, ho pensato. Harry era il capo del Dipartimento Auror e aveva fatto solo il suo dovere. In realtà Harry era anche il “salvatore del mondo magico” (aveva ucciso quel mago malvagio, quel Voldemort, molti anni prima), ma questo evidentemente a quel ragazzino non importava, se non per prender in giro James… In effetti, essendo spagnolo, probabilmente la sua famiglia non aveva vissuto sulla sua pelle le difficoltà di quel periodo e non capiva quanto era stato importante il suo ruolo, in quell’occasione… Insomma, dal suo punto di vista disprezzava Harry e la sua famiglia, e per questo era odioso nei confronti di James.

- Ma devo anche dire - mi ha aggiunto la Prewett - ad onor del vero, che James gli risponde pan per focaccia e non gliene fa passare una… Un paio di volte anch’io l’ho ripreso, perché mi sembrava molto offensivo. I due non si sopportano, veramente…

Naturalmente ho parlato con James e mi ha promesso che avrebbe cercato di migliorare, cosa che poi non riusciva a fare, perché l’altro continuava a rompergli le scatole e ad insultarlo (magari sottovoce, per paura che io lo sentissi)… Ok, forse non era niente di grave… Semplice antipatia tra studenti. Anche io, qualche anno prima, odiavo cordialmente Charles, Kyle e anche Rup, che ora erano il mio moroso e i miei migliori amici…

Intanto attendevo di capire cosa fosse lo “scontro con il nulla” che doveva dare il via a tutti gli avvenimenti che mi avrebbero visto coinvolta.  Ma non succedeva… nulla! Meglio così!

 

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Ero invece preoccupata per Teddy, che mi sembrava molto nervoso, ultimamente.

Come ho già detto, Victoire Weasley (= Vic) è una ragazza bellissima, per un ottavo Veela, che, dopo aver svolto lo “stage” a Beauxbatons negli ultimi mesi dell’anno precedente e dopo un lungo soggiorno in Francia durante i mesi estivi, era tornata ad Hogswarth e non da sola… Al mattino, immancabilmente, a colazione, il suo bel fidanzato francese l’aspettava fuori dalla Casa di Grifondoro e la accompagnava in Sala Grande dove i due “tubavano” per una mezzoretta, sotto gli occhi, sempre meno neutri di Ted… Il povero Teddy Lupin, da bravo Capoclasse, si aggirava tra i tavoli a controllare che tutto fosse a posto; poi, talvolta, veniva a parlare con me (soprattutto quando Charles non era ancora sceso) e lanciava sguardi sempre più preoccupanti alla coppietta.

- Tutto bene, Teddy? - gli dicevo.

- Certo… - e poi - Quei due sembra che si divertano… Non so cosa ci trovi in quel francese…

Beh, non ci voleva molto a capire che Teddy… era geloso!

Dopo la colazione i due si separavano: Polignac andava nell’aula di Difesa dove lo aspettava il prof. White, che lo stimava molto (il che era un punto a suo sfavore, dato che detesto quell’uomo), mentre Victoire doveva frequentare le lezioni in svariate materie. Inutile dire che, essendo un bel ragazzo, il francese aveva infranto non so quanti cuori di studentesse. Ma lui non vedeva che Victoire, con cui stava sempre e che riempiva di mille attenzioni. E con cui ogni tanto si imboscava nei posti più disparati.... E purtroppo, in questi luoghi appartati, non so come, ogni tanto si imbattevano proprio in Ted, che si mostrava abbastanza infastidito…. e non mi sembrava per il suo atteggiamento “fraterno”, come lui aveva definito il suo rapporto con Victoire fino a qualche mese prima. Insomma, Teddy aveva ripreso i comportamenti “eccessivamente confidenziali” di Vic, in modo sempre più marcato. E una volta, all’ennesimo rimprovero (a cui aveva avuto la bella idea di aggiungere la sottrazione di alcuni punti per Grifondoro per “comportamento non consono”: si stavano baciando!), Vic era andata in escandescenza e gli aveva detto chiaro e tondo di farsi i fatti suoi. Il che poi subito era circolato ad Hogwarts e mi era stato subito riferito… (non è possibile fare qualcosa ad Hogwarts senza che lo sappiano tutti nel giro di qualche ora?).

Insomma le cose per Teddy non andavano troppo bene… e a me dispiaceva che avessero litigato, dato che sono tutti e due miei amici… Avrei dovuto riappacificarli?

In realtà, poi, me l’ha chiesto proprio Ted. Ero nel mio ufficio, uno dei giorni successivo, quando ho sentito bussare.

- Scusami Niamh… Forse non volevo disturbarti, ma avrei bisogno di parlarti - mi ha detto un imbarazzato Teddy.

- Vieni, dentro, dai. - E poi - Aspettami un secondo. Arrivo subito.

Sono andato un attimo a darmi una sistemata ai capelli (comodissima la magia, in questi casi: si riesce ad asciugarli all’istante, mentre i poveri babbani devono impazzire con strani macchinari rumorosi che generano l’aria calda), dato che mi ero appena fatta una doccia, e sono tornato nel salottino.

Teddy stava accarezzando Blacky che, tutto contento, zampettava allegramente sul suo trespolo.

- Gli piaci - gli ho detto. E poi: - Dai, sputa il rospo. Che succede?

Volevo bene a Teddy… Era mio amico ed era un ragazzo molto buono. Ero stata dispiaciuta che avesse rotto i rapporti con Victoire (fino all’anno precedente erano almeno buoni amici, anche se Vic era da sempre innamorata di lui e lui fingeva di non accorgersene).

- Sto male, Niamh! - mi ha detto.

- … Per Victoire? - gli ho suggerito.

Mi ha fatto un breve cenno del capo.

- Non mi piace con quell’insulso francese… Ha qualcosa di strano, qualcosa di losco…

Oddio, io l’avevo visto tante volte e mi era sembrato un ragazzo gradevolissimo, gentile, simpatico e innamorato di Victoire. Un po’ rigido, forse, il che mi lasciava un attimino perplessa, ma non insulso (anzi, aveva stile), né strano, né losco…

- Sì… forse hai ragione a pensarlo… Sono geloso - ha continuato Ted -  Penso continuamente a Vic, a quello che mi ha detto, dagli anni passati ad oggi… a come mi sono comportato… a quanto sono stato cieco… e mi accorgo di essere stato…

- … un idiota - gli completai la frase. Lui assentì.

- Credo di aver capito quant’è importante… ma ora lei… e quel francese…

Non riusciva neanche a pronunciare il nome! Era proprio cotto!

- Beh, vedi, Ted… Ora Victoire ha trovato qualcuno che le vuol bene e a me sembra che sia un bravo ragazzo… - gli ho detto (meglio mettere le cose in chiaro e non dargli false illusioni). E poi:  - Scusami, ma erano anni che ti vedeva in un altro modo, che ti voleva bene non in modo fraterno, e, poveretta, ha cercato di fartelo capire in tante occasioni… e ho cercato anch’io, non so se ti ricordi…

- Lo so, ho sbagliato - mi ha detto Teddy, tristissimo - So di aver sbagliato, non sentivo il desiderio di modificare la mia comoda realtà… Lei era una specie di cuginetta gentile, affettuosa, simpatica, e non volevo pensarla diversamente, forse, oppure sono cambiato, in questi mesi… Comunqu, vederla abbracciata a quel francese… vederla baciare quel maledetto francese… mi ha letteralmente sconvolto… Sì, lo so, che non ho il diritto di riprenderla… ma vorrei tornare almeno suo amico… mi evita…. forse mi odia…

- No, sicuramente non ti odia. Ma forse l’hai delusa… con qualche atteggiamento da “caposcuola perfetto”… non so se ti ricordi… non è che sei entrato nelle sue grazie…

- Potresti parlarle? - mi ha chiesto - Vorrei tanto incontrarla e spiegarmi… non la infastidirò… ma vorrei tornare suo amico… e poi vada come vada… anche se la vuol continuare con quell’insulso francese… posso anche  capirla…

- Certo, Teddy! - gli dissi - Vedrai che riesco a convincerla a parlare con te. E tornerete amici come prima. Ma di Armand Polignac lei è innamorata: non parlare male di lui con Vic… se posso darti un consiglio!

- Promesso. Grazie, Niamh, per tutto… - mi ha detto, triste

Poi mi ha dato un bacio sulla fronte se n’è andato, abbacchiato.

Ok, avrei dovuto organizzare un incontro in un luogo neutro, anche per non suscitare i pettegolezzi di Hogwarts che, per queste cose, è come un piccolo paese, dove tutti si fanno gli affari di tutti… Uffa, quant’è complicata la vita sentimentale ad Hogwarts! Io, per fortuna, avevo Charles e avevo superato questa fase!

 

 

Ok, ora smetto di complicare le cose e comincio a sciogliere, uno dopo l’altro tutti i fili narrativi. Forse ho esagerato. Provo a riassumerli:

1) profezia riguardante James Potter (in cui è in qualche modo coinvolta anche Niamh)

2) simpatia tra Annah Montague  e Lenny McNair (contrastata dall’ambiente del quidditch che ruota loro intorno)

3) reciproca antipatia tra James Potter e Jorge Ezer

4) relazione Victoire-Armand Polignac (e gelosia di Teddy)

5) interesse per penne di volatile magico scozzese (e possibile intervento di quei due sciagurati di Ryann e Lorna)

6) attività di insegnamento di Niamh (e interazione con gli altri insegnanti, in primis il perfido Whyte)

7) facile piccolo compito assegnato a Niamh da Paciock: “sistemare” il platano picchiatore

8) gestione della piccola Deirdre.

Alla prossima (mercoledì). S.

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Capitolo 6
*** Piante e centauri ***


Capitolo 6.

 

Piante e centauri

 

 

Sono un genio. Sapevo come fare per la piantaccia, quel platano malefico che cominciava a diventare un pericolo pubblico (oltre che una rottura di scatole, dato che faceva saltare sette o otto finestre al giorno, sbattendo continuamente i rami su una parete del castello): bastava chiedere a Fidippa! Esistevano altri platani picchiatori nella foresta proibita, ne ero sicura (me l’aveva detto anche Belit, la terribile madre di Fidippa, una volta) e i centauri, sicuramente, avevano un qualche sistema per impedire che crescessero troppo e diventassero pericolosi, dato che loro scorazzavano liberamente per tutta la foresta (non penso che li bruciassero o li facessero a pezzi…)

E così una sera, mentre ero sempre indaffarata con gli animali di Hagrid (era via per tutta la settimana), è arrivata Fidippa: veniva ogni tanto a portarmi qualche simpatica creatura o qualche strana pianta della Foresta, per farli vedere ai miei ragazzini.

- Ciao, Niamh! Tutto bene?

- Ciao, Fidi. Benissimo. E tu?

-  Sei gravida? - mi ha chiesto, al posto di rispondermi, a bruciapelo.

I centauri non hanno peli sulla lingua e parlano senza nessun problema di “accoppiamenti” o “gravidanze”, che per loro sono la cosa più naturale del mondo. Per me un po’ meno. All’inizio diventavo di tutti i colori, poi, pian piano mi ero abituata al loro bizzarro modo di esprimersi. Forse ero un po’ ingrassata ultimamente (mentalmente mi ripromisi di mettermi a dieta), ma sicuramente non ero “gravida”.

- No, Fidippa. Forse un po’ ingrassata.

- Strano… dovresti essere più magra…Ma fai normale attività sessuale? Ti basta Charles? Ti serve forse qualcun altro?

- Sì, mi basta. Sì, facciamo sesso continuamente - le risposi (in realtà non è che lo facevamo spessissimo, dato che ultimamente Deirdre ci boicottava, ma volevo chiudere velocemente il discorso) - e Charles è bravissimo - (questo però era vero!).

Poi cambiai velocemente discorso: - Mi fa piacere vederti! Non hai i ragazzi?

Aveva infatti due “puledri”, Megarian e Ippolita, che talvolta la accompagnavano.

- No. Avevano altre faccende da sbrigare. Cominciano a crescere e sono troppo occupati, ultimamente. Ma ti salutano. Ti ho portato un flos amoris - ha detto indicando una bella margheritina profumata (veramente particolare! Era tutta rossa!) in un vasetto - Fra un po’ sboccerà ed è altamente afrodisiaca. Da tenere in camera prima del prossimo accoppiamento… Ma questo non farlo vedere ai tuoi cuccioli…

Beh, sì, in effetti non era proprio il caso che facessi vedere quel fiore a dei ragazzini di undici anni…. La pianta, effettivamente, aveva un fantastico profumo, e il fiore, chiaramente, non era sbocciato. Cosa avrebbe combinato quando la corolla si fosse dischiusa? Effettivamente faceva venire una certa voglia… o era solo suggestione?

- Grazie, Fidippa. Questo naturalmente me lo tengo per me! - ho detto sorridendo.

- Vorrei però anche farti vedere una cosa. - continuò Fidippa - Casualmente, ho notato qualcosa di strano, non troppo lontano da qui… Puoi seguirmi… E’ questione di pochi minuti…

Ho portato la pianta dentro casa di Hagrid (l’avrei poi ripresa. Era meglio non lasciarla in giro!) e l’ho seguita per qualche decina di metri dentro la Foresta. Poco dopo siamo arrivate in una radura, interamente coperta di strani eleganti anemoni gialli.

- Oh, che bello! Che cosa sono? - gli ho chiesto.

- Caraschi. Nascono in prossimità di imminenti varchi spaziali…

- Varchi spaziali? - ho chiesto. Mai sentito di quelle piante e di “varchi spaziali”…

- Sì… scorciatoie tra luoghi. Si creano talvolta, nella Foresta Proibita, per improvvise anomalie magico-climatiche, e si richiudono nel giro di qualche ora, talvolta di qualche minuto … I caraschi sono un utile segnale per evitare il luogo, dato che nascono solo nei luoghi in cui, a distanza di qualche giorno, o qualche settimana, o al massimo qualche mese, si formeranno improvvisamente i varchi… E sono quindi utilissimi, dati che, così, si possono evitare quei luoghi… altrimenti potresti  rimanere intrappolata nel varco e trovarti in un altro posto, anche a migliaia di chilometri di distanza… Come è successo a Chirone, il nostro mitico antenato, che si è trovato a Ftia, in Grecia, oltre duemila anni fa… Qui si aprirà un varco, nei prossimi mesi, ma sarà molto instabile e, nell’arco di alcuni minuti, si chiuderà per sempre.

- Beh, grazie, Fidippa. Eviterò il luogo. E ne parlerò con la McGranitt e con Hagrid. I ragazzi poi non sono autorizzati ad entrare nella Foresta Proibita, e quindi non ci dovrebbe essere pericoloso per loro. Ma è meglio che tutti siano avvisati…

Poi, prima che se ne andasse, le ho parlato del Platano Picchiatore e del grosso problema che avevamo. La pianta era rara, ma era diventata effettivamente troppo grande e troppo pericolosa.

- Beh, l’unica cosa possibile, quando diventano troppo grandi, è una potio revertendi - mi ha detto.

E, dato che non avevo idea di cosa fosse: - E’ una antica pozione preparata con rari ingredienti magici. Se vuoi ti porto ricetta ed alcuni ingredienti non facilmente rintracciabili. E’ un po’ complicata e ti consiglierei di farla preparare al tuo insegnante di Erbologia o a quello di Pozioni… Si lancia sulla pianta, in una qualsiasi parte, e, in una settimana, la fa regredire allo stadio di pollone, alto un paio di metri, e da lì riprende il suo ciclo vitale. Ti scrivo la composizione precisa (non la ricordo completamente, devo consultare alcuni antichi volumi in linguaggio centauresco), poi  te la porto insieme agli ingredienti e a qualche animaletto da far vedere ai tuoi ragazzi, la prossima volta…

Che fossimo riusciti a trovare il modo di rendere innocua quella piantaccia? Però, una volta  salutata Fidippa, per prima cosa sono andata subito dalla McGranitt a parlarle del varco che si sarebbe creato, prima o poi, nella Foresta Proibita.

- Oh, che bello vederti, professoressa O’Neil! Ho sentito la tua mancanza… - mi ha detto il gargoyle, appena mi ha visto (inquietante quella statua: adesso esprimeva le sue emozioni?) - Devi andare dalla Preside?

- Sì, in effetti - gli ho detto - E’ occupata?

- No, no! Va pure - mi ha risposto. Ed è subito scesa la scala che conduceva nel suo ufficio.

Ho bussato e subito sono stata invitata ad entrare.

- Ciao, Niamh! Tutto bene? - mi ha detto con un grande sorriso.

Qualcuna la trova un po’ acida ed eccessivamente rigida. Ma con me Minerva è sempre stata deliziosa. Mi sa che mio padre le aveva salvato la vita, anni prima (ma non so come sia andata di preciso la cosa) e, comunque, mi aveva preso a benvolere da quando sono arrivata ad Hogwarts…

Subito le ho raccontato tutto quello che mi aveva detto Fidippa dei caraschi e del varco e la McGranitt ha ascoltato con molta attenzione.

Poi, dopo il mio racconto: - Sì, avevo sentito di questa possibilità… piuttosto remota a dire il vero… capita forse una volta ogni secolo e per questo spesso le cronache non ne parlano. Dipende dalla quantità di energia magica presente nella zona di  Hogwarts… non per niente i fondatori hanno deciso di costruire qui la scuola… che provoca queste aberrazioni spaziali. Le informazioni di Fidippa sono effettivamente molto importanti: parlerò con tutti gli insegnanti e proibirò di nuovo espressamente, questa sera, ai ragazzi di avvicinarsi alla Foresta Proibita… Devo ricordarmi di dirlo anche a Hagrid, Whyte e a Polignac, che questa settimana non ci sono… Hagrid, come sai, è stato convocato al Ministero,  Whyte ha chiesto un permesso per un motivi familiari e il nostro bel francese è ad un corso d’aggiornamento nella sua nazione… soprattutto Whyte, che ogni tanto, in qualità di etnografo si reca ogni tanto nella Foresta… i suoi saggi sul mondo dei centauri sono ormai dei classici, lo sai...

Ho avuto per un attimo la fantastica visione di un Whyte risucchiato da un’aberrazione spaziale e spedito in cima alla catena dell’Himlaya o in qualche altro luogo irraggiungibile… Non sarebbe stata una cattiva conclusione dell’avventura!

Sono poi andata a parlare con Neville del Platano. L’ho trovato nelle Serre che cerava di calcolare con dei lunari magici il momento migliore per rinvasare le mandragole e gli ho esposto le informazioni che avevo ricevuto da Fidippa.

- Hai avuto proprio una brillante idea, Niamh! - mi ha detto - Speriamo in questa nuova pozione… Non è possibile convivere più con quel mostro. E te lo dico io che sono un fanatico delle piante… Anche ieri ha colpito la vostra compagna Liberty Augey, di Tassorosso, per fortuna in modo non grave. E la ragazza si trovava prudentemente al  di qua della linea rossa che ho segnato non più di tre settimane fa, che è già inutile… Quella pianta cresce in modo veramente mostruoso…

 

Per fortuna la settimana successiva, sono venuti Fidippa e Megarian (il suo puledro) e mi hanno, come al solito, portato uno strano animaletto da far venere ai miei ragazzini (un bubus noctualis intrepidus, un raro esemplare di rapace magico diurno mutaforma vegetariano che i centauri riescono ad addomesticare) e la ricetta della potio reverendi, trascritta in linguaggio umano.

- Ho anche utilizzato inchiostro babbano… ne avevo un po’ nel villaggio… So che il tuo Blacky è allergico a quello centauresco - mi ha detto Fidippa - E nella borsa ho qualche ingrediente della pozione di non facile  rinvenimento…

L’ho tanto ringraziata (è bello essere amica dei centauri, anche se sono piuttosto silenziosi e scostanti… con me sono gentilissimi).

- Volevo anche avvisarti che qualcuno è penetrato nella nostra area della Foresta - mi ha quindi detto Fidippa - e ha fatto incetta di penne di pharomachrus higlandensis… Mia madre è andata su tutte le furie… se lo trovasse, non invidio chi ha fatto il furto…

- Oddio! Mi dispiace! - le ho subito detto. Che c’entrassero mio fratello e Lorna? Speravo tanto che non fossero così stupidi da entrare nella Foresta…

Appena andati via i centauri, sono corsa a cercare quei due sciagurati che, tutti contenti, stavano portando a spasso la piccola Deirdre nel Parco di Hogwarts. Davanti alla mia faccia perplessa, mi hanno giurato e rigiurato che loro non c’entravano niente.

- Abbiamo abbandonato definitivamente il progetto! - mi ha detto Lorna - Non preoccuparti. Non siamo stati noi ad entrare nella foresta.

- Sì - ha aggiunto Ryann - Però è un peccato… qualche decina di penne…

L’ho fulminato con lo sguardo e non ha avuto il coraggio di continuare la frase. Beh, loro non c’entravano (forse) e per il momento mi bastava.

Sono quindi andata da Neville a cui ho dato tutto il materiale che Fidippa mi aveva dato (formula della pozione e borsa con gli ingredienti). Inutile dire che Neville è stato contentissimo e si è messo, praticamente da subito, al lavoro!

La pozione era straordinariametne complessa e servivano almeno tre settimane per la preparazione. Ma poi, finalmente, l’avremmo gettata su quella mostruosa pianta.

- Bravissima, Niamh! - mi ha detto Neville - Sei veramente in gamba. Non voglio che, ai M.A.G.O. prenda meno di O! Mi raccomando!

In realtà mi sopravvalutava. Io non avevo fatto niente se non far da tramite tra Fidippa (le informazioni sul modo in cui potevamo controllare quella pianta-mostro erano sue) e lui. Ma mi faceva piacere che mi facesse dei complimenti. Che poi Neville ha ampiamente detto a tutti, dato che la sera tutti sapevano quello che avevo fatto (ed erano tutti contenti, dato che quel platano, effettivamente, era proprio pericoloso!)

- Ehi, professoressa O’Neil - mi ha detto, poco prima di cena, Charles. Quando mi chiamava “professoressa” mi piaceva tanto… anche  perché l’avevo associato al fatto che, di solito, dopo, mi faceva qualche proposta interessante… - Stasera tocca a tua sorella con la piccolotta, se non sbaglio… Se non hai altri impegni, potresti raccontarmi per filo e per segno il tuo ultimo successo…

- Hai qualche idea sul luogo in cui potrei raccontartelo? - gli ho chiesto. Tanto sapevo dove voleva andare a parare…

- Stanza delle necessità? - mi ha detto, sottovoce guardandomi negli occhi (quanto erano belli i suoi occhi!). Si è chinato e mi ha dato un leggero morsetto sulla nuca (sistema infallibile per farmi sciogliere! Quanto mi conosceva, quella serpe del mio moroso!) - Sai, può essere trovata solo da chi ne ha assolutamente bisogno. Ed io ne ho assolutamente bisogno… assolutamente…

E mi ha guardato diritto negli occhi. Aveva le pupille dilatate e si vedeva che mi voleva...  Peccato che c’era gente intorno, se no gli sarei saltato subito addosso. In effetti,  ne avevo assolutamente bisogno anch’io… Con Deirdre che riempiva quasi tutte le mie notte e le innumerevoli occupazioni del giorno, neanche ricordavo più da quanto non lo facevamo…

- Ottima idea - gli ho risposto - … Un’ora prima del coprifuoco va bene?… ma non pensare di tornare nella tua casa prima dell’alba… Il racconto che devo fare è molto molto lungo…

La serata si presentava molto promettente… Come mai non erano tutte così le giornate che passavamo ad Hogwarts?

 

A mercoledì! S.

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Capitolo 7
*** Annah, Lenny ed una partita di quidditch ***


Capitolo 7

 

Annah, Lenny e una partita di quidditch

 

Piano piano erano quasi arrivate le feste di Natale. Con qualche novità. Victoire e Teddy si erano rappacificati e parlavano tranquillamente insieme. E Polignac, un vero signore, che non poteva non essersi accorto che il mio amico Ted nutrisse qualcosa più di un’amicizia per la sua ragazza, trattava comunque Teddy con civiltà e con una certa cordialità. Il che non voleva dire che Teddy fosse meno abbacchiato e pensieroso, ogni volta che lo incontravo. Capivo quanto fosse difficile per il mio amico quella situazione. Vic era fantastica: era bella, affascinante, brillante. Il merito non era naturalmente solo della sua antenata Veela, ma soprattutto suo, dato che era una bella e brava ragazza, sempre disposta a dare una mano a tutti. E decine di ragazzi avrebbero dato la mano destra per un appuntamento con lei… ma il suo cuore era ora impegnato dal bel francese… e immaginavo quanto questo pesasse a Teddy che, ora lo sapevo, provava per la Weasley sentimenti né fraterni né platonici. Almeno però la freddezza che c’era stata, fino a qualche settimana prima, tra lui e Victoire, era scomparsa. Ed era già qualcosa.

 

Se era stressante la vita di Teddy, non lo era stata di meno quella di mia cognata, Annah Montague, e di Lenny Mcnair. Che cercavano di stare insieme, quando possibile, per di più di nascosto. I due si piacevano, erano evidente… ma non avevano fatto ancora il primo passo (che ne so, un bacetto….). E  Annah aeva una folle paura che i suoi compagni di quidditch scoprissero che cominciava a nascere qualcosa di importante tra lei e Leonard, che era il cercatore della più accreditata squadra avversaria.

Si vedevano quasi ogni giorno in biblioteca (anche se non se l’erano detto direttamente, avevano praticamente sincronizzati gli orari di apparizione) dove, quando non c’era nessuno (o c’eravamo solo io e Charles), parlavano (sottovoce, dato che l’ambiente non era proprio adatto per lunghe chiacchierate) del più o del meno, di quidditch e animali, di piccole faccende quotidiane, di amici e professori; quando invece c’era qualcuno, la loro “relazione” consisteva solo in sfuggenti occhiate… Certo che, questi ragazzini moderni sono proprio stressanti! Io mi sarei buttata in una bella limonata e avrei risolto tutto in pochi minuti. Loro invece no, andavano con i piedi di piombo…

Teddy Lupin ogni tanto compariva (essere caposcuola comportava anche vigilare su certi luoghi di Hogwarts) ed, essendo anche capitano della squadra di Tassorosso, guardava con malcelata ostilità la presenza di Lenny nei pressi di Annah. Già sospettava subdoli piani di spionaggio.

- Mi raccomando, Annah! - gli aveva detto Teddy, una volta che Leonard si era assentato ed io ero presente in stanza  - Non fidarti di quel Macnair! Non devi parlare con lui: sicuramente è stato mandato da Johnson per conoscere le nostre tattiche. Se qualcuno di loro gira intorno a te, chiama me o gli altri in aiuto… Non importa quanto siano gentile e amichevoli, vogliono solo vincere la Coppa delle Case!... Non fidarti!

Che palle, questo quidditch! Ma Annah, poveretta, era ancora più insicura e non aveva il  coraggio di fare la prima mossa, mentre il povero Leonard continuava a gironzolarle intorno. Dovevo prendere in mano la situazione! Uffa, quanto è complicata fare l’amica/cognata/consigliere sentimentale di qualcuna!

- Venerdì è il complimese di Deirdre - le ho detto un giorno di dicembre - E’ nata quattro mesi fa! E’ ormai una signorina! Facciamo una festicciola, con una buonissima Lemon and Vanilla Curd Cake preparata da Koryad, nel mio studio, naturalmente fino al coprifuoco... Vuoi venire anche tu?

Dato che ne era entusiasta, le ho chiesto allora se mi volesse dare una mano a preparare i festoni, nel pomeriggio (sì, lo so, ci potrebbero pensare Koryad, ma dovevo trovare una scusa! E poi un po’ di sana attività manuale fa sempre bene! I festoni saranno un po’ sgangherati, ma c’è più partecipazione!). Lei naturalmente è stata contenta dell’invito e subito si è dichiarata dispostissima ad aiutarmi. E naturalmente non gli ho detto che, nel frattempo, Charles (che era della partita), aveva fatto la stessa richiesta a Lenny…

Insomma, quella sera, nel mio studio, si sono ritrovati i due ragazzi. Sono rimasti sorpresi dal trovarsi insieme (Annah è diventata tutta rossa), poi, dopo qualche imbarazzo iniziale, abbiamo cominciato a lavorare... Dopo una mezzoretta è arrivato il patronus di Rup, che chiamava me e Charles subito nella Casa di Serpeverde… Naturalmente faceva parte del mio (scopertamente patetico) piano per lasciarli soli…

Beh, dovrebbe aver funzionato! Siamo stati fuori quasi un’oretta e, quando siamo tornati li abbiamo trovati vicinissimi, ancora intenti a fare festoni, ma felici e un po’ imbarazzati dalla nostra apparizione. Annah è diventata rossa un’altra volta. Poi ci siamo lasciati (stava per scattare il coprifuoco) e, prima di andare, mia cognata ha  avuto il tempo di dirmi un veloce “Grazie, Niamh”. Ok, piano piano le cose sembravano andare per il verso giusto…

 

Dopo le vacanze di Natale (oh, che bello… quanto dormite avevo fatto!), eravamo tutti tornati a scuola ed avevamo riprese le normali attività.  Ancora, per quanto riguardava James Potter… “nulla” di rilevante! Mi ero quasi convinta che la profezia della Cooman fosse una di quelle sue abituali stupidaggini, e solo il fatto che avevo dato la mia parola ad Harry e Ginny mi spingeva ancora ad osservare con insistenza ogni piccolo particolare, o ogni cambiamento, nella vita di James. Noia assoluta!

Avevo anche organizzato un discreto servizio di spionaggio, che coinvolgeva un po’ tutti i miei amici o i professori, che tenevano d’occhio, a sua insaputa, il figlio di Harry e mi  informavano su ogni novità. Così ormai sapevo a menadito dove andava (a lezione, in biblioteca, a vedere gli allenamenti di quidditch, a passeggiare in giardino con gli amici o con la Prewett…) e cosa faceva. Sembrava anche che, con quell’Ezer, ora si ignorassero… o almeno non avevo avuto altre informazioni di litigi scoperti tra i due (che, comunque, non si sopportavano: si vedeva lontano un miglio). Durante le mie lezioni, comunque, i due stavano tranquilli (le mie punizioni consistenti nel pulire, senza magia, la stalla degli ippogrifi, avevano evidentemente funzionato!) e non si azzuffavano per un nonnulla, come facevano all’inizio. 

Nel frattempo molte cose si erano sistemate.  Il Platano Picchiatore, in primo luogo, che era stato ridotto, dalla pozione che Fidippa ci aveva consigliato di preparare, ad un pollone alto due rami con dei piccoli rami che vanamente sferzavano l’aria introno…. Era quasi patetico! La McGranitt mi aveva elogiato davanti a tutti e Neville era molto soddisfatto. Per qualche decennio il problema era stato risolto.

Ma la cosa più sorprendente era che io, che sono veramente geniale (modestia a parte), ero riuscita, durante le vacanze di Natale, a pensare ad un metodo infallibile per tranquillizzare Deirdre, che ora mi lasciava dormire! Funzionava! Sono un genio!!! Qual era la soluzione: Polisucco! Ne avevo la scorta nel cassetto. Lei piangeva e voleva essere tranquillizzata… Chi meglio della sua mamma? (poverina, aveva anche ragione! Quel mostro di Whyte non le permetteva di uscire di notte!). Allora io, quando lei si svegliava, mi prendevo la fialetta di Polisucco che avevo bella e preparata (ne avevo una decina nel cassetto!),  aggiungevo un capello di Lorna (me ne ero fatta dare una scorta) e mi trasformavo in sua madre, la prendevo in braccio, la portavo nel mio letto e la piccola si addormentava, tranquilla e felice, quasi subito… Io poi la mettevo nel suo lettino e tornavo a dormire.  Funzionava! E anch’io potevo dormire. Sono o non sono una strega geniale?

 

Velocemente passò anche gennaio e si avvicinava San Valentino, dopo il quale si sarebbe stata la partita-clou dell’anno: Grifondoro-Tassorosso.

Le due squadre erano le favorite, in quell’anno: Grifondoro aveva umiliato Serpeverde (310 a 10), dimostrando una grande superiorità in tutti i ruoli: cacciatori fenomenali, battitori eccezionali, un portiere impareggiabile, ma, soprattutto, uno straordinario cercatore. Si trattava naturalmente di Leonard Macnair, figlio della famosissima giocatrice Alicia Spinnet e, soprattutto, legato da un affetto sempre più importante a mia cognata, Annah Montague.

I due continuavano a vedersi di nascosto. La cosa sembrava stare un po’ stretta a Lenny (che avrebbe voluto, immagino, che tutto si svolgesse alla luce del sole, dato che non c’era niente di male, anzi), ma, a quanto avevamo capito sia io sia Charles, Annah non voleva che i suoi compagni di squadra pensassero qualcosa di subdolo dietro questa relazione. In effetti i miei amici Tassi (e Teddy Lupin in particolare) erano un po’ paranoici, fissati per i complotti (erano alcuni anni che non vincevano la Coppa delle Case e ci tenevano particolarmente) e vedevano come il fumo negli occhi i giocatori della squadra avversaria, tra cui Leonard (che era effettivamente molto bravo). Pensare che la propria cercatrice fosse la fidanzata del cercatore avversario era una cosa che lasciava intravvedere foschi piani per destabilizzare mentalmente e affettivamente una promettente giocatrice dei Tassi e, al solo parlarne, sarebbero impazziti (e avrebbero, con le loro critiche, destabilizzato la povera Annah).

Per fortuna ci stavamo avvicinando alla partita-clou, Tassorosso-Grifondoro, dopo la quale i nostri due “colombi” avrebbero potuto stare un po’ più tranquilli (e avrebbero scandalizzato sicuramente di meno i loro compagni di squadra se si fosse venuto a sapere della loro reciproca simpatia).  La squadra dei Tassi si era già sbarazzata facilmente dei ragazzi di Corvonero, a Novembre (vincendo 200 a 50) e aveva agilmente superato anche Serpeverde (240 a 80), con grande dispiacere di Kyle e Rup che vedevano la loro squadra infilare una delle peggiori serie di prestazioni degli ultimi anni. Insomma ora Tassorosso guidava la classifica con 440 punti contro 310 (ma aveva effettuato una partita in più) e le due squadre si dovevano scontrare… La tensione era altissima, gli allenamenti delle due squadre segreti, gli sfottò tra i tifosi continui, e questo faceva passare in secondo piano San Valentino.

Sapevo (ed ero una delle poche a saperlo) che tra mia “cognata” Annah e Lenny Macnair, il suo avversario nella prossima partita continuava la forte simpatia… si vedevano in biblioteca, si vedevano qualche volta nel mio studio (dove venivano a prendere il the… ah, questi inglesi!), si vedevano ogni tanto, la sera, intorno alla capanna di Hagrid, dato che entrambi ci aiutavano a sfamare l’orda famelica di strani animali magici che Hagrid aveva quasi addomesticato e che venivano a trovarci verso il tramonto…: parlavano tutte le volte che era possibile, si scambiavano tanti sguardi più eloquenti di tante parole e, forse (almeno io lo speravo) ogni tanto si appartavano in qualche angolino per scambiarsi qualche bacetto (sempre che nessuno li vedesse!).  Insomma, la cosa stava diventando seria. Io ero contenta, dato che volevo bene ad Annah e stimavo molto Lenny, che era un ragazzo attivo, ma anche serio, responsabile, molto maturo per la sua età e, cosa che non dispiaceva, molto carino.

Solo che la loro “relazione” (ancora tutta da sviluppare) si stava ora scontrando con la tensione legata all’imminente partita! Entrambe le squadre ponevano mille attenzioni alla segretezza degli allenamenti: Teddy (l’allenatore dei Tassi) aveva voluta che gli allenamenti si svolgessero alle 3.00 di notte per non permettere a nessun Grifondoro di studiare le tattiche di gioco; Johnson (l’allenatore dei Grifoni) aveva addirittura posto una squadra di suoi compagni di casa intorno al campo da gioco, quando la sua squadra si allenava, con il compito di confondere e lanciare fatture orcovolante ai non grifondoro. Insomma, sapere che il cercatore di una delle due squadre se la intendeva con il cercatore dell’altra avrebbe fatto rizzare i capelli in testa, per l’orrore, a metà scuola.

 

Finalmente si avvicinava il giorno di questa benedetta partita. Era stato un incubo, nelle settimane precedenti, con le due squadre pronte a sfottersi da un momento all’altro e a mostrarsi sicuri che avrebbero dato il meglio di sé in quella che sembrava ormai “la partita della vita”. Da giorni tutti i giocatori andavano in giro in gruppo, o scortati dai compagni (avevano paura che gli avversari lanciassero qualche maledizione per ostacolare la piena forma dei giocatori), il che rendeva praticamente impossibile ad Annah e Lenny di avvicinarsi. Il che aveva messo di nuovo in gioco la sottoscritta, che aveva dovuto consegnare (era San Valentino) a Leonard un regalino che gli aveva fatto Annah e a mia cognata quello di Lenny.

- Stiamo bene insieme… - mi disse Leonard - Non vedo l’ora che tutto sia finito e che possiamo vederci alla luce del sole…

 - Vedrai, arriverà presto - lo confortai.

- A me non importa quello che pensano i nostri compagni - aggiunse - Ma Annah la pensa diversamente e rispetto la sua scelta…

Era proprio un ragazzo in gamba. In gamba e molto gentile. Mia cognata aveva avuto fortuna. Ma anche lui perché, a parte una certa insicurezza (che magari, con l’aiuto di Lenny, poteva essere superata), mia cognata era una ragazza bella e dolcissima, una bravissima e bellissima persona. Li vedevo bene insieme! Uffa, questa partita! Quando sarebbe finita?

Finalmente arrivò il 7 marzo 2016, giorno della partita! Io ero stata praticamente costretta dalla McGranitt ad andare nella tribuna dei professori (uffa, che barba queste occasioni!) e non potevo pertanto fare il tifo sfegatato che volevo: dovevo contenermi! Ma ero eccitatissima! Un po’ per la mia squadra, un po’ per Annah che, comunque, sembrava serena, malgrado la responsabilità legata al suo ruolo.

Dalla tribuna degli insegnanti, pertanto, vidi le due squadre entrare e, dopo che i capitani si erano date le mani in segno di reciproca stima e fair-play (che ipocriti! avrebbero eliminato l’avversario in men che non si dica!), la partita finalmente ebbe inizio!

Subito fu avvincentissima, con continui capovolgimenti di fronte e un super-lavoro per i battitori delle due squadre, abilissimi e precisissimi nel cercare di centrare gli avversari con i bolidi… Certo che essere centrati da una palla di più di mezzo chilo, in ferro, lanciata ad un a certa velocità, non doveva essere particolarmente piacevole! I nostri battitori, i gemelli Spinnet, erano sbalorditivi, delle proprie forze umane. Comunque anche Arrison e Green, i battitori di Grifondoro, erano in gamba.

Anche negli altri ruoli (portieri e cacciatori) Tassorosso era leggermente superiore a Grifondoro, il che lasciava sperare in un esito positivo della partita. Ed erano praticamente equivalenti, per abilità e bravura, i due cercatori, cioè i nostri Leonard Macnair e Annah Montague…

Ormai la partita era iniziata da una mezzora buona e la stavamo guidando 80 a 30, quando, improvvisamente, i due cercatori si gettarono sul boccino, improvvisamente apparso in un angolo del campo di quidditch.

Se non che, mentre i due si precipitavano verso il boccino, per prenderlo, fianco a fianco, sforzandosi di superarsi a vicenda, i nostri due battitori, Adrian e George Spinnet, lanciarono due bolidi perfettamente calibrati in direzione di Leonard Macnair. I colpi erano difficilissimi, dato che ad un passo c’era la nostra cercatrice, Annah, ma loro erano superlativi e riuscirono a calcolare, al millimetro praticamente, il punto esatto in cui le due palle avrebbero intercettato Leonard.

Lui le vide troppo tardi, con la coda dell’occhio… riuscì ad evitarne uno, ma l’altro lo colpì in pieno, nel fianco, sbalzandolo dalla scopa… Lo vedemmo precipitare verso terra, mentre ormai Annah era ad un passo dal boccino e dalla vittoria…

Quello che avvenne dopo, lasciò tutti a bocca aperta. Senza pensarci, Annah lasciò fuggire il boccino e punto velocemente in basso, intercettando Leonard che stava precipitando verso terra, dove sarebbe probabilmente caduto malamente… Certo, c’era Vitious pronto a fare un incantesimo rallentante in prossimità del terreno, e il terreno era stato trattato con magia elasticizzante per non provocare troppi danni nell’impatto, ma Annah non ragionò affatto e… riuscì a intercettare Lenny prima della caduta (era ferito abbastanza seriamente da quel dannato bolide). Poi lo depose a terra, mentre l’apposita squadra di emergenza era pronto a portarlo in Infermeria.

Nel  frattempo tutti erano sbalorditi: Annah aveva volontariamente permesso al boccino d’oro di allontanarsi, non pensando alla squadra, ma ad un giocatore avversario, che non era, per giunta, in pericolo di vita…  lo stadio era ammutolito. Una cosa del genere nessuno se la sarebbe aspettata. Si era volontariamente fermata ad aiutare un avversario! Avrebbe potuto vincere la partita! E avremmo praticamente vinto il campionato!

Annah, quando ha visto che Leonard stava bene (relativamente… il bolide lo ha centrato ed è stato portato subito in infermeria, ma almeno aveva ripreso conoscenza), mentre tutti la stavano guardando (silenzio assoluto, intanto), è risalita sulla scopa, ha fatto un giro sul campo e, tra il  silenzio di tutti, ha semplicemente detto (con la voce incrinata dall’emozione): - Voglio bene a Leonard Macnair. Gli voglio molto bene… Mi importa più di lui che del quidditch… tra lui e la squadra, scelgo lui… mi dispiace…

Ok. Molto coraggiosa: Annah era timida, molto timida, e ora sbandierava i suoi sentimenti a tutti. Ci voleva del fegato per fare quello che aveva fatto: rinunciare alla vittoria della sua squadra nella più importante partita del campionato e sbandierarlo davanti a tutti, Tassorosso delusi compresi, che l’avrebbero considerato una specie di tradimento…

Ma… chi se ne fregava del quidditch, ho pensato, e, mentre tutti erano rimasti, per un attimo, in silenzio, pensando a come dovevano comportarsi, io ho cominciato ad applaudire freneticamente! E, per un attimo, ero la sola a battere le mani! Poi, quasi subito, si sono aggiunti tanti altri… Charles, Kyle, Rup e tutti gli amici (per fortuna ne avevo diversi). E tutti i professori… E, dopo qualche secondo, tutto lo stadio uscì in un boato di approvazione! Compresi i Tassi (quanto è bella la nostra Casa! I grifoni, secondo me, non l’avrebbero fatto!) che si erano visti sfuggire la vittoria, ma che avevano capito che tra gli affetti e il successo, beh… sono più importanti i primi…

Annah mi ha guardato, quasi piangendo per la tensione e la gioia… mi ha sorriso e ha pronunciato, a fior di labbra un ringraziamento rivolto a me…  e poi se ne è tornata nel campo, tra i suoi compagni di squadra, che le hanno fatto le feste e l’hanno abbracciata… Compreso un commosso Teddy…. Naturalmente la partita è stata poi ripresa con il sostituto di Macnair (aveva rotto cinque o sei costole e non poteva riprendere) e con quello di Tassorosso, Wilson (Annah era corsa in infermeria, accanto a Lenny). E Wilson, per pura fortuna, ha preso, dopo una decina di minuti, quel maledetto boccino: così la nostra squadra ha vinto (fortunosamente), alla fine, quella partita.

Così siamo diventati praticamente irraggiungibili e abbiamo vinto (finalmente) il Torneo delle Case. Secondo si è classificato Grifondoro, trascinati nell’ultima partita, quella contro Corvonero, da un guarito, superlativo Leonard Macnair. In tribuna, a tifare per Lenny, c’era ora Annah, che finalmente aveva deciso di lasciare tutte le esitazioni alle spalle. Era chiaramente innamorata del bel Macnair… ed era ricambiata, si vedeva benissimo.

Insomma, la conclusione di quelle partite è stata che mia cognata ha trovato un bravo ragazzo, a cui vuole bene e che le vuole bene. Il quidditch, ve lo posso assicurare, è solo un gioco… sono altre le cose importanti nella vita!

 

Ho utilizzato il personaggio di Leonard Macnair (come quelli del padre Bastiana e della sorella Maya, che  ogni tanto compaiono nelle mie storie) per gentile concessione di AdhoMu (autrice di storie meravigliose, che invito tutti a leggere), che naturalmente ringrazio. Dalla prossima puntata (che pubblico sabato 22!) gli eventi cominciano a precipitare, in vista del finale (sono rimasti solo tre capitoli!). A sabato!. S.

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Capitolo 8
*** Nella Foresta Proibita ***


Capitolo 8

 

Nella Foresta Proibita

 

 

Eravamo verso la metà di marzo quando una ragazzina di prima è venuta a cercarmi, mentre stavo uscendo dalla Sala Grande, dove stavo facendo sorveglianza durante l'ora del té (era stata introdotta in via sperimentale quell'anno su proposta di Neville). Io vegliavo sui ragazzi (uffa, i miei doveri di insegnante mi costringevano, ogni tanto, a vigilare, insieme ai prefetti, che tutto fosse a posto durante i pasti o le altre occasioni in cui i ragazzi si concentravano in Sala Grande).

In realtà, più che vigilare, stavo ascoltando Lenny e Annah: i due ora giravano insieme, mano nella mano, ed erano tanto carini! Annah era ancora più bella e aveva superato la sua timidezza, ora, grazie a Leonard. E mi stavano raccontando di uno scherzo che qualcuno aveva fatto a Teddy, facendogli credere che degli Inferi erano stati visti vicino al Lago Oscuro.

- Scusi, prof.ssa O’Neil… la Preside le chiede se può raggiungerla - mi ha detto la ragazzina.

- Certo - ho risposto, e mi sono subito diretta in Presidenza, dopo aver salutato mia cognata e il suo moroso.

Ho salutato il solito Gargoyle e poco dopo ero nel suo ufficio.  Era con due auror che non avevo mia visto (conosco però Harry Potter, Ron Weasley, che saltuariamente dà loro una mano, e anche Dennis Canon!). Avevano un brutto aspetto (anche perché ad un odi essi, un certo Donovan, manca quasi tutto il naso, mentre l’altro, Alison, era pieno di cicatrici) e uno sguardo da duri.

- I due signori ti vogliono fare qualche domanda - mi ha spiegato la McGranitt.

- Certo. Cosa volete? - ho chiesto gentilmente.

- Sappiamo che lei è amica di alcuni centauri - mi ha detto quell’Alison.

- Sì, mi aiutano nelle lezioni, portandomi innocui animaletti e qualche pianta - ho spiegato.

- Qualcuno sta saccheggiando i nidi di pharomachrus higlandensis, per portare via le penne caudali di quei rari uccelli - continuò l’auror Donovan - Il che è proibito. I centauri sono infuriati e minacciano di squartare chiunque trovino nel loro territorio… ma questo non ci importa. Ci importa che le penne non siano immesse nel mercato… La loro magia è irrintracciabile e gli eventuali possessori possono vincere, con una alcune di quelle penne, importanti concorsi magici…

Sì, lo sapevo. Quelle penne permettono, se posizionate per circa un’ora dentro un libro, di memorizzarne tutto il contenuto che, poi, può essere riversato, dalla penna stessa, su carta o pergamena… E’ magia antica non identificabile e solo sofisticatissime e complicatissime tecniche, per altro molto costose, permettono di identificare un compito vergato con quelle penne: è tassativamente proibito usarle, quindi.

- Notizie attendibili ci assicurano che il mercato sta per essere inondato da quelle maledette penne, provenienti dalla Foresta Proibita. Un nostro informatore è sicuro che il carico stia per partire… Parliamo di almeno una ventina di penne, del valore di almeno 12.000 galeoni… - aggiunse Alison.

- E sospettiamo che qualcuno, da Hogwarts, si sia recato nella Foresta senza essere intercettato dai centauri e voglia ora immetterle nel mercato. Qualcuno che conosce la Foresta, gli animali della Foresta e magari alcuni centauri.. - continuò Donovan.

Oddio, mio fratello e Lorna! Li avevo sentiti chiaramente esprimere la loro volontà di prendere quelle penne! E’vero che mi avevano assicurato di aver abbandonato l’idea, ma… potevo fidarmi?

- Lei ha qualche sospetto, prof.ssa O’Neil?

- Naturalmente no! - mentii spudoratamente. Per fortuna ero diventata piuttosto brava in occlumanzia… Harry Potter, dopo la mia ultima avventura, quella in cui avevo permesso di catturare quel killer internazionale, quell’Ignotus, mi aveva spiegato qualche importante tecnica che aveva imparato dai suoi colleghi italiani… Dicono che laggiù tali tecniche siano particolarmente sviluppate.

- Non ho idea di chi possa essere il ladro… - continuai.

- Bene. E questa? - mi disse Alison, indicando… proprio la penna di pharomachrus che, qualche anno prima Fidippa mi aveva regalato (durante il nostro primo incontro) e che, tra l’altro, non avevo mai usato! Faceva però bella mostra sulla mia scrivania. Non pensavo ci fosse niente di male! Ma… come facevano quei due ad averla? Erano entrati nel mio studio!

Diventai una furia! Erano entrati nel mio studio! Mi avevano preso un mio oggetto! Non riuscivo a crederci!

- Ma….. come vi permettete? Non potete entrare nel mio studio!

- Siamo stati autorizzati dalla Preside di guardare quello che a noi sembrava opportuno - disse Alison, con un sorriso di scherno - E forse abbiamo trovato quello che cercavamo…

- Avete trovato un bel niente! - gli dissi, arrabbiatissima - E’ un regalo di un’amica, di qualche anno fa… e non l’ho mai usata, per altro. Potete controllare!

Ero agitatissima. Pensare che qualcuno aveva frugato nel mio studio mi irritava tantissimo. E mi rivolsi alla McGranitt, con una faccia delusa: - Hai dato loro tu il permesso, Minerva?

- Mi dispiace, Niamh! - mi spiegò, mortificata - Stavo ora dicendo che le loro illazioni sono infondate, prima che arrivassi… Sì, ho dato io il permesso… Harry mi ha chiesto di autorizzarli a girare liberamente per il Castello e loro hanno preso la mia autorizzazione alla lettera…  

- E su di lei, professoressa - disse Alison con un sorriso di scherno (e insistendo con il tono sull’ultima parola... che antipatico!) - abbiamo avuto qualche soffiata. Qualcuno ci ha detto dei suoi spostamenti ai margini della Foresta Proibita, o anche all’interno, della sua amicizia con i centauri… Lei ha la competenza  per riconoscere le penne, ne ha anche una nel suo studio…Penso che debba spiegare la faccenda al capo, che arriverà domani... Intanto si consideri incriminata… Secondo me, Whyte ha visto giusto… Abbiamo avuto una denuncia precisa dal suo collega, professoressa…

Ecco chi mi aveva accusata! Quello stronzo di Whyte! Quanto lo odio! Ma questa volta gliela faccio pagare!

Adesso ero proprio incavolata. - Cosa? - gli dissi, arrabbiatissima (era un bel po’ di tempo che non mi arrabbiavo così - Ma voi siete tutti matti! Protesterò e mi chiederete scusa! Siete due…

Per fortuna quell’odioso Alison mi precedette (altrimenti mi avrebbero accusato anche di oltraggio a pubblico funzionario! Avevo in mente un sacco di insulti!): - Poche storie! Lei è incriminata. Chiarirà la sua posizione domattina davanti al capo. Le proibisco di allontanarsi dal Castello e le ordino di non recarsi, assolutamente, nella Foresta Probita, altrimenti questo potrebbe essere considerato un tentativo di confondere le prove!

- Voi siete tutti matti - ho detto loro - Io vado dove mi pare. E voi potete andare…

- E’ meglio che obbedisci, Niamh - mi ha detto precipitosamente la McGranitt. E poi, rivolto ai due auror: - Penso che stiate prendendo un grosso granchio. Ho la massima fiducia nella prof.ssa O’Neil. Protesterò con Harry Potter, a cui riferirò delle vostre discutibili accuse. E non potete, a norme di legge, proibire ad una mia insegnante di andare dove ritiene opportuno

- L’insegnante non può andare nella Foresta Proibita - concluse Donovan. - E se la troviamo nella foresta, un soggiorno ad Azkaban non glielo nega nessuno. Glielo prometto io. Potrete protestare con il capo domani mattina. Fino a domani è alle prese con una rischiosa missione all’estero e non è contattabile, per nessun motivo. Quindi, fino a domani, comando io. E il corpo del delitto ce lo prendiamo noi.

E se ne andarono, dopo aver portato via la mia povera penna. Io friggevo per la rabbia!!! Tutta colpa di Whyte!

- Ora lo crucio! - ho pensato. Ho salutato velocemente la McGranitt e mi sono diretto verso le aule di Difesa, dove, sapevo, avrei incontrato quello stronzo… erano passate da poco le nove e, a quell’ora, non aveva ancora lezione; sapevo però che lui si recava sempre prima in classe a preparare il materiale e ad attendere lì gli alunni.

- Cosa hai, Niamh? - mi ha detto Charles, vedendomi passare come una furia diretta all’ufficio di quel cane.

- Vado a cruciarlo! - gli dissi. Subito mi si accodò, cercando di calmarmi.

Gli raccontai tutto… Mi sono anche messa a piangere, per la rabbia… Come si fa ad essere così cattivi?

- Andiamo a parlare insieme - ha detto Charles. - E… mi dai la tua bacchetta, per qualche minuto?

Evidentemente mi conosceva… Poco dopo eravamo davanti alla porta della sua Aula.

- Sta’ calma e lascia parlare me - ha detto Charles - Mi raccomando, autocontrollo…

Io non gliel’ho promesso. Siamo entrati e, quando ho visto quel cane (era impegnato in un complicato esperimento che lo avrebbe occupato per una mezzora almeno… doveva spostare contemporaneamente le armature e programmarle per qualche idiota esercizio che avrebbe fatto fare agli alunni  e non poteva perdere la concentrazione!), non ce l’ho fatta più. Dovevo sfogarmi!!!!

- Come ti permetti, stronzo, spia, fallito, demente, di denunciarmi alla polizia? Brutto sfigato che non sei altro, fallito, pezzo di merda! Come ti senti a rompere sempre le scatole a me e alla mia famiglia?

Quel cane ha perso evidentemente la concentrazione, ha fatto cadere tutte le armature (ben gli sta! doveva ricominciare da capo!!!) ed è sbiancato; poi ha rivolto la sua bacchetta verso di me, ma, per fortuna, io non l’avevo.. Effettivamente Charles è stato previdente!

- Ma… come ti permetti… - ha provato a biasciare - Ti denuncio alla Pre…

- Denunciami a chi ti pare, brutto sfigato. Tanto ho capito che sbavavi per mia madre e, dato che le facevi schifo, brutto sfigato fallito, ora te la prendi con me e la mia famiglia…

Questa glielo dovevo dire da un sacco di tempo! Lo sapevo che, quando era piccolo, aveva rotto le palle a mio padre e a mia madre per un bel pezzo… Quant’era meschino!

- Dai, andiamo, Niamh - mi diceva Charles. Evidentemente si era fidato troppo del mio autocontrollo… Ma vedere quel cane, e pensare a tutte le cattiverie che aveva detto su di me, e pensare a tutto quello che mi aveva fatto negli anni passati, mi aveva fatto proprio uscire dai gangheri.

- Questa me la paghi, stupida irland… - provava a dire quello stronzo.

Ma mi sottovalutava. Quando sono arrabbiata, riesco ad alzare la voce e a parlare velocissima!

- Mentecatto! Idiota! Sfigato! Frustrato! Fallito! Deficiente! - continuavo io, mentre Charles cercava di portarmi via - Quando mi ridaranno la penna di quella specie di pappagallo, te la metto nel c…

- Vattene, vattene, me la pagherai, altro che M.A.G.O…. - continuava quello - Ti farò espellere da ogni scuola magica… Tu non sai chi sono io…

Alla fine, per fortuna, Charles, quasi di peso, mi ha portato fuori. Quel cane era livido di rabbia ed io ero ancora arrabbiata ma… mi aveva fatto bene insultarlo! Era qualche anno che volevo farlo!

- Quando fai così, mi fai paura… - mi ha detto il mio moroso, con uno sguardo fintamente spaventato.

- Discendo da un famoso mago oscuro, mi ha detto mio padre… - ma mi è venuto da sorridere - Ma non preoccuparti, tu sei l’amore mio…

- Non dici lo stesso al tuo corvus? - mi ha domandato Charles.

- Sì, hai ragione. Allora tu sei il secondo in graduatoria - gli ho detto.

E ci siamo messi a ridere. Cosa farei se non avessi al mio fianco Charles? Ci siamo abbracciati. Vada al diavolo quello stronzo di Whyte… questa però gliela faccio pagare…

 

Riguardo alla faccenda degli Auror, per fortuna tutti, quel giorno, mi mostrarono la loro solidarietà, sia a Cena, in Sala Grande (naturalmente mangiavo tra gli studenti! Volevo stare il più lontano possibile da quella schifosa carogna di Whyte), sia dopo, nel mio ufficio. Io contrabbandiere…. di penne? Ma erano ubriachi? Anche Charles era scandalizzato, ma cercava di calmarmi: - Hanno preso un grosso granchio, Niamh, non arrabbiarti. Domani con Harry ci chiariremo.

Poi, dopo cena, quando Ryann e Lorna mi portarono la piccola Deirdre, li interrogai subito. Prima non avevo potuto parlare loro, dato che c’erano intorno un sacco di persone.

- Noi non siamo mai entrati nella Foresta Proibita - mi ha detto Ryann - O almeno non siamo entrate a prendere quelle penne. Te lo giuro sulla piccola.

Anche Lorna diceva la stessa cosa. E non avevo difficoltà a credere loro. Li conoscevo. Erano dei perfidi serpentelli, ma non mi avrebbero mentito su una cosa del genere. Sospirai, loro due non c’entravano per nulla. Per me il contrabbandiere di penne era Whyte… Ma certo! Mi voleva incastrare per portare a termine il suo schifoso compito… Ma gliel’avrei fatta pagare!

Poco dopo sono venuti, nel mio ufficio, Seanna, Ginevra e metà della Casa Tassorosso. E anche un sacco di amici e amiche delle altre case. Sono poi arrivati anche il Frate Grasso e un paio di altri fantasmi a manifestarmi la loro solidarietà. Non che ne avessi bisogno (era solo un’azione stupida di due auror senza cervello e, il giorno dopo, tutto si sarebbe chiarito con Harry), ma mi ha fatto piacere vedere tanti amici. Poi, piano piano, tutti se ne sono andati ed èrimasto il solo Charles… e naturalmente la piccola Deirdre, che avrebbe passato la notte con me.

- Rimani, questa notte? - gli ho chiesto - Vada a quel paese Whyte e i suoi stupidi divieti! Tanto cercherà di farmela pagare in ogni caso…

- Beh… Non ho mai fatto l’amore con una persona incriminata di contrabbando, una mezza reclusa… potrebbe essere interessante… - mi ha detto sorridendo Charles.

- Che sfacciato! - gli dissi - E mi sa che non lo farai!

Ma l’idea mi piaceva. E poi c’era il mio bel fiore nel vaso in mezzo al tavolo, quello che mi aveva regalato Fidippa, che esalava un magnifico profumo (si era aperto!)… Oddio, erano venuti tutti a trovarmi: Kyle e Rup, Seanna e Ginevra, Ryann e Lorna, Vic e Polignac… Non è che quella notte tutti…? Ma chi se ne fregava! Ora dovevo pensare a me…

 

--------------

 

Tutto perfetto. Meraviglioso. Il fiore effettivamente aveva un potere afrodisiaco. Peccato che la fioritura dura solo una giornata! E Deirdre continuava a dormire. La serata era finita sicuramente meglio di come era iniziata. Abbracciai Charles. Potevo dedicarmi un po’ a giocherellare con…

Improvvisamente un lampo mi ha attraversato la mente. James. Non avevo visto James.

- Scusami, Charles. James… non ho visto James, neanche durante la cena…

- Sì, hai ragione, a cena non c’era…

Ma si interruppe improvvisamente.

- Ha ancora litigato, e questa volta per bene, non so il motivo, con quell’Ezer. Li ho anche separati prima che li vedesse il tuo amico Teddy (che li avrebbe sicuramente puniti), dicendo che li avrei denunciati se li avessi visti scontrarsi in giro - mi confermò Charles - Nel primo pomeriggio… Poi, con le tue avventure, l’accusa inverosimile nei tuoi confronti, la litigata con Whyte e tutto il resto, me ne sono proprio scordato. Ma ho sentito che si sibilavano qualcosa, prima di andarsene, a pensarci bene… forse hanno menzionato la parola “Hagrid”…

Perché dovevano citare Hagrid allontanandosi… Forse si davano appuntamento dietro alla capanna di Hagrid, luogo appartatissimo, adatto… ad un duello di magia?

- Non è che vogliono fare un duello, o qualcosa del genere? - ho chiesto preoccupata. -  Mi venne in mente la profezia. “Deve scontrarsi col nulla”. Si scontrava con Ezer..

Nulla? Non è che Ezer in spagnolo volesse dire… ?

Mi sono subito alzata e ho preso un pezzo di pergamena, scrivendo velocemente il nome “Ezer”. Poi, con la mia bacchetta, ho fatto una semplice incantesimo di traduzione (a moderna Iberica lingua transfero), per vedere se era una parola spagnola… No, per fortuna,  non esisteva quella parola in spagnolo. Respirai. Mi ero sbagliata…

Charles mi aveva seguito ed aveva intuito quello che stavo cercando ed era impallidito. Poi, guardandomi negli occhi:  - Ma se i genitori vengono da Bilbao… parlano il basco, oltre che lo spagnolo… Sono baschi, parlano un’antica lingua della penisola iberica, preindeuropea…

E ha provato a tradurre Ezer dal basco (a lingua euskara transfero)… il termine si è illuminato e, un attimo dopo si è trasformato nella parola “nulla”.

Non poteva essere una coincidenza! La profezia! Dovevo raggiungerli e bloccarli! Erano andati dietro casa di Hagrid?

- Vengo con te - mi ha detto Charles.

- No. Devi rimanere con Deirdre. Non possiamo portarcela dietro. Non preoccuparti per me. Ti mando subito mia sorella, o Ginevra. Poi raggiungimi. Intanto avviso tutti gli insegnanti  - gli dissi, mentre mi vestivo velocemente e, contemporaneamente, mandavo una serie di patronus a tutti i miei colleghi, a parte naturalmente Whyte (“Emergenza. Ci vediamo all’ingresso!”), a Ginevra, Seanna, Kyle e Rup (“Emergenza. Controllate chi manca nella vostra Casa e venite a riferirmelo, subito, all’ingresso).

- E poi sono io quella della profezia - ho detto, più a me stessa che a Charles

- Non puoi andare nella Foresta Proibita, secondo gli Auror - mi disse Charles.

- Ma andassero a… - gli dissi, mentre gli passavo un veloce bacio sulle labbra - Non entrerò nella Foresta. Mi fermerò prima… se possibile. Pensa a Deirdre, per favore…

Mi immaginavo la scena. I ragazzini se ne erano  andati a fare un duello di magia e avevano cercato un luogo dove non potevano essere interrotti. Dietro la casa di Hagrid era perfetto: non erano visibili dal Castello. Io più volte avevo dovuto sgridare ragazzi e ragazzetti che si aggiravano furtivamente dietro la casa del mio amico verso il tramonto. Ma ora era notte! E se fossero entrati nella Foresta Proibita? Dove… mio Dio!... c’era anche quella specie di portale che poteva crearsi e chiudersi da un momento all’altro.  Cominciavo a preoccuparmi!

Mi diressi velocemente verso l’ingresso.

 

Appena arrivata, c’erano quasi tutti gli insegnanti: Vitious, la Sprite, Neville Paciock, Sinistra e la Bertyl (la nuova prof. di divinazione). Li misi al corrente della situazione: “Mancano alcuni ragazzi, penso, dalle loro case e penso che siano nella Foresta Proibita per un duello di magia. E da quelle parti c’è una frattura spaziale… l’ho vista qualche tempo fa con la mia amica centaurina, Fidippa, e ne ho informato la Preside…

Era arrivata anche la McGranitt: - Sì, ma stavo tranquilla, dato che gli studenti non possono andare. Ho avvisato anche Hagrid … Chi manca?

In quel momento sono arrivate, tutti trafelati, Kyle e Seanna che ci hanno comunicato che mancavano in effetti alcuni ragazzini di prima: James, Deborah Calosbury e Myriam Prewett in Grifondoro; Ezer, Ruhainiki e McGrove a Serpeverde.

Perfetto, proprio i miei “polli”. Duello di magia: i due duellanti e due testimoni per ognuno…. Sei idioti!

- Voi restate qui - ha detto Paciock a Seanna e Kyle - Svegliate i prefetti e il Caposcuola. Noi andiamo nella Foresta a cercare quegli incoscienti. Niamh, tu non puoi venire, secondo gli Auror…

- Devi farmi una fattura. Io poi sono citata nella profezia… Ve ne ha parlato Harry… Ezer vuol dire “Nulla” in basco…

- Presto, andiamo! - ha detto la McGranitt, ora veramente spaventata - Ti autorizzo io a venire!

Prima di uscire ho fatto in tempo a dire a Seanna di andare nel mio ufficio, dopo aver avvisato i prefetti e Teddy, a prendersi cura di Deirdre, così da lasciare libero Charles. E poi velocemente siamo andati alla Capanna di Hagrid, dove anche lui era sveglio: i miei patronus sono molto insistenti, quando ci si mettono!

- Andiamo subito alla radura dei fiori - ha detto Hagrid, e ci ha guidato velocemente attraverso la Foresta Proibita. Senza la sua guida non sarei riuscita sicuramente a ritrovare il punto che mi aveva mostrato Fidippa qualche tempo prima. Che incoscienti quei ragazzini, a ficcarsi in quel guaio: inoltrarsi nella Foresta Proibita! Purché non fosse capitato a loro niente di male! Li avrei puniti!!!

Giungemmo dopo pochi minuti alla radura e ci si ghiacciò il sangue… Una luce pulsante si era creata al centro della radura e alcuni ragazzini terrorizzati la stavano guardando

- E sta chiudendosi… - ha aggiunto Vitious - guardate come pulsa…

Una biondina, del gruppetto dei ragazzini di prima si diresse agitata verso di noi: - Si è creata all’improvviso… e ha inglobato la Prewett, Potter e Ezer… Noi non sapevamo cosa fare… Poi si è messa a pulsare

Non avevo troppo tempo per pensare. James e gli altri ragazzini erano dentro. Senza che nessuno potesse fermarmi, mi gettai, letteralmente, dentro il portale e, mentre tutto stava scomparendo, mi accorsi che il portale si chiudeva definitivamente, alle mie spalle.

 

----------------------------------

 

- Professoressa? - sentii chiamare.

Aprii gli occhi. Ero probabilmente svenuta. Mi faceva male la testa: l’avevo battuta. Mi usciva del sangue.

Intorno a me c’erano i tre  ragazzi… Myriam Prewett, agitatissima, e due preoccupati Ezer e Potter. Tutti e tre erano chiaramente spaventati. Né ora pensavano di prendersi in giro o fare idioti duelli di magia. Quante punizione avrei loro dato!!!… se fossimo riusciti a tornare…

- Con voi facciamo i conti quando torniamo ad Hogwarts - ho detto loro. E poi: - Dove siamo?

Eravamo dentro una specie di grotta. Poco lontano sentivo il rumore del mare… un mare in burrasca… eravamo vicino alla spiaggia… la profezia!

- Non ne abbiamo idea - mi ha detto la Prewett - Il portale ci ha attirato qui… Siamo vicini al mare… fuori c’è una tempesta… è notte… è freddo…

- Sarà la spiaggia di quell’isola di Lith… - pensai, rivolta a me stessa. E poi, sempre a me stessa: - Forza, Niamh. Pensa alla conclusione della profezia. Devi salvare i ragazzi.

- Risolveremo tutto domattina, ormai. Ma poi vi aspetta una bella punizione! - dissi, mostrandomi arrabbiata (in realtà ero piuttosto preoccupata, ma non volevo farlo vedere). E poi: - Come vi è venuto in mente di entrare nella Foresta Proibita? Incoscienti!

Dovevo sembrare proprio arrabbiata, perché i tre trasalirono.

- Ce l’ha detto il poltergeist… Pix… Ha detto che lì non ci sarebbero stati insegnanti ad impedire il duello… - disse debolmente Ezer. Era molto abbattuto, come lo era James. I due si sentivano in colpa…

- Siete stati doppiamente idioti! Fidarsi di Pix! - conclusi. Punizione per loro e punizione per il poltergeist, se fossimo tornati ad Hogwarts!

Poi ho continuato: - Ora accendiamo un fuoco e cerchiamo di dormire… Poi, penseremo domattina a cosa fare… Andate intanto a raccogliere legna secca… ce n’è tanta in questa grotta, mi pare… E… avete dei fazzoletti?

Mentre i ragazzi andavano poco lontano a raccogliere la legna (per fortuna effettivamente ce n’era tanta in giro), ho trasfigurato i fazzoletti in alcune coperte… Beh, per fortuna me la cavavo discretamente in Trasfigurazione! Poi, ci siamo accucciati tutti un po’ preoccupati, intorno al fuoco che avevo acceso. Mi faceva ancora male la testa, il pavimento della grotta era duro e freddo, fuori infuriava la tempesta, avevo tanti motivi di preoccupazione… Tuttavia ero proprio distrutta e mi addormentai quasi subito.

 

-2 alla conclusione! A mercoledì!. S.

 

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Capitolo 9
*** Lith ***


Capitolo 9

 

Lith

 

Il giorno dopo, all’alba, uscimmo dalla caverna. La tempesta era terminata ma il mare era ancora agitato e minaccioso. Era l’oceano che circondava la mia isola, o che batteva sulle coste della Scozia, immaginavo: immenso, freddo, vuoto, livido. Eravamo, o così almeno sembrava, in una piccola isola… Forse eravamo proprio in Irlanda? Magari potevamo raggiungere facilmente qualche città vicina. Chi aveva detto che era un’isola? Poteva essere semplicemente un tratto di costa, irlandese o scozzese, disabitato… Provai anche  a smaterializzarmi e capii subito che il luogo era protetto da incantesimi… Non era possibile smaterializzarsi, neanche di poco… Guardai ancora l’acqua, nera, scura, livida… Intorno a noi il vasto e sterminato oceano, grigio, senza nessun segno di imbarcazioni. Ho sentito un brivido percorrermi la schiena. Oddio, eravamo come Robinson Crusue… ma senza nessun tipo di cibo… e io ero responsabile di tre ragazzetti. E adesso?

- Cosa facciamo, professoressa? - mi disse la Prewett.

- Controlliamo dove siamo… Saliamo verso la cima e vediamo se siamo su un’isola o sulla terraferma. - dissi tranquilla. Ma immaginavo che di lì a poco avremmo avuto fame… e sete… e che la situazione sarebbe diventata critica…

Siamo saliti subito sulla collina che si vedeva, al centro dell’isola. Ezer e James sembravano ancora piuttosto abbacchiati e nient’affatto polemici l’uno con l’altro… Sicuramente si stavano preoccupando, come me probabilmente, ma cercavano di non farlo vedere. E si sentivano in colpa.

Arrivati in cima, abbiamo avuto una brutta ed una bella sorpresa. Quella brutta è che il posto in cui ci trovavamo era effettivamente un’isola, interamente circondata dall’oceano. Quella buona (almeno speravo) era che si vedeva, sull’altro capo dell’isola, uscire un filo di fumo da un’abitazione… Evviva, l’isola non era disabitata! Potevamo chiedere aiuto! O almeno così speravo… Potevano essere anche babbani ostili (e strinsi istintivamente la bacchetta) o maghi oscuri (e in quel caso la mia patetica magia non sarebbe servita a niente)…

Beh, dato che saremmo morti altrimenti di fame, non c’erano alternative: dovevamo dirigerci verso quel luogo, controllare chi ci abitasse e, nel caso, chiedere ospitalità.

- Dai, andiamo, ragazzi! - dissi - Ma prima osserviamo da lontano chi abita laggiù… Non facciamoci vedere subito…

- Ho paura, prof - mi disse Myriam. Anche Ezer e Potter erano piuttosto seri, non si prendevano in giro e anzi, sembrava che cercassero di essere civili l’uno con l’altro. Si sentivano in colpa dato che, se non avessero fatto quello stupido duello di magia, ora non saremmo in questa situazione. Avevano insomma un po’ di paura anche loro. Ad essere sincera, avevo paura anch’io, ma non potevo farlo vedere.

Piano piano ci avvicinammo verso la piccola costruzione: sembrava un’antica casa irlandese, con il tetto in paglia e, di fianco,  c’era una bassa torre; si vedevano anche, intorno alla casa, delle basse mura che proteggevano il poggio. Dovevo andare avanti solo io?

Mentre stavamo arrivammo intravvedemmo, una ragazzina, biondissima, uscire dalla casa. Evviva: una bambina! Non sembrava un luogo abitato da maghi oscuri! Provai a chiamarla, ma lei ci guardò, spaventata, e corse subito dentro. La bimbetta strillava qualcosa che non capii e, poco dopo, uscì un uomo, con un forcone in mano… Bella ospitalità!

Era vestito poveramente, con una specie di tunica e pantaloni fatti di una stoffa poverissima. E, cosa che mi colpì subito, aveva uno sguardo cattivo… Avrà avuto una quarantina d’anni, o poco meno.  

- Fermi qui, ragazzi! - dissi - Non avanzate.

Feci un paio di passi, stringendo nervosamente la bacchetta. L’uomo mi guardava e aveva posto davanti a se il forcone… Voleva infilzarmi?

Mi rivolsi all’uomo. - Buongiorno. Mi chiamo Niamh O’Neil. Ci siamo persi. Può aiutarci?

Nessuna risposta. L’uomo guardava la mia bacchetta e sembrava nervoso.

Riprovai: - Buongiorno! Parla inglese?

E, dato che non avevo ricevuto alcuna risposta (l’uomo guardava sempre la bacchetta che stringevo nella mia destra), provai anche in irlandese: - Dia duit ar maidin. An labhraíonn tú Gaeilge? (“Buongiorno. Parla irlandese?”).

 E poi: - Táimid caillte. Teastaíonn cabhair uainn. (“Ci siamo persi. Abbiamo bisogno di aiuto”).

- Siete maghi? - ci chiese, in inglese. Sguardo diffidente, forse anche un po’ spaventato… Aveva paura… di me? Di una ragazza e tre ragazzetti?

- Sì, siamo maghi. Lei… conosce quindi il mondo magico! Io sono una professoressa di Hogwarts, Niamh O’Neil, e questi sono tre miei alunni … Ci siamo persi. Dobbiamo tornare indietro. Ci potete aiutare?

L’uomo ci guardava, diffidente.. Poi si decise a parlare: - Io sono John Green e vivo qui con la mia famiglia… E’ la prima volta che arrivano ospiti sull’isola. Siete maghi, vero?

- Sì, sono un’insegnante di Hogwarts, la scuola dei maghi, e questi sono tre miei alunni… - glielo avevo già detto! Perché continuava a ripetermelo? - E voi?

- No… - Aveva ancora il forcone posto davanti a lui. Se non erano maghi, avrei potuto farglielo saltare via in un attimo. Forse aveva paura della mia bacchetta. La infilai nella giacca e, con le mani liberi, gli feci un sorriso.

Istintivamente mi sorrise anche lui. Poi abbassò quel forcone, lasciandolo tuttavia sempre tra me e lui. E, emettendo la domanda con un filo di voce, mi chiese: - Avete mai partecipato a “cacce al babbano”?

Cacce al babbano? Ebbi un’espressione sconvolta!

- Ma certo che no! - dissi con veemenza - Per chi ci ha preso?

- In effetti siamo fuggiti vent’anni fa… durante una battuta… io e mia moglie… - ci scrutò, poi tolse il forcone, che appoggiò al muro e mi disse: - Le cose saranno cambiate… Ma, volete entrare, intanto?  

Non sembrava ostile. Assentii con la testa, feci un cenno ai ragazzi di stare fermi dove si trovavano e oltrepassai la porta. Era solo una povera casa irlandese, con pochi mobili fatti a mano, un grosso focolare (dove c’era qualcosa che bolliva su un pentolone), un paio di porte che conducevano alle camere. In fondo alla stanza, dietro al tavolo, c’era una donna… Se non aveva una quarantina d’anni ne aveva poco meno e, dietro a lei, due bambini, un maschietto e la femminuccia che avevo visto poco prima, che mi guardavano con l’aria terrorizzata.

- Buongiorno - dissi educatamente - Scusate il disturbo…

Ok. Nessun pericolo. Mi girai e, dalla porta, indicai ai miei ragazzi di raggiungermi. Entrarono tutti e tre salutando rispettosamente. Ok, tutto stava andando bene, sembrava. Ma dov’eravamo finiti?

- Io sono Rebecca - disse la donna - la moglie di John… e questi sono Meghan e Luke. Dai, ragazzi, salutate i nostri ospiti…

I due piccoletti ci guardavano. La bimba mi salutò con la manina. Le sorrisi e anche lei mi fece un piccolo sorriso.

- … Avete fame? - Ci disse Rebecca.

- Un po’… - dissi io.

E così, ci invitarono a colazione… che facemmo appoggiandoci su un paio di panche… qualche pezzo di un pane grigiastro e duro come un mattone con sopra burro caldo. Buonissimo! Avevo una fame! I ragazzi forse più di me (io mi controllavo, almeno!) e divoravano tutto. Jorge e James si erano seduti vicino e non sembravano più preoccupati a mostrarsi una reciproca ostilità, anzi erano gentili l’uno con l’altro… sembravano addirittura amici. Mariah provava a parlare con la bimbetta, Meghan, che ci guardava con due grandi occhioni azzurri…

- Questa è l’isola di Lith, vero?  - chiesi - Dove si trova?

- Al largo della costa irlandese, penso - mi disse John Green - … ma non è presente nelle carte geografiche, è intracciabile, indisegnabile e irraggiungibile, per quanto ne so. Io e mia moglie ci siamo capitati per caso e non possiamo più uscirne.

- Noi dobbiamo tornare a casa - ho detto. - Ci aspettano. Potete spiegarmi come siete arrivati qui?

 Rebecca guardò il marito, poi cominciò: - Vent’anni fa…io e John allora non ci conoscevamo e… sia io sia mio marito facevamo una vita da sbandati… Io vivevo a Bristol, me ne ero andata da casa, vivevo praticamente per le strade e mi drogavo…

- Anche io ero completamente fatto, di solito - aggiunse l’uomo. Non l’avrei detto. Sembravano due tipi a posto. Ma erano passati vent’anni da quei tempi e le persone cambiano…

- E fummo catturati da un gruppo di maghi - continuò Green - Quei pazzi stavano organizzando quella che chiamavano “caccia al babbano”. Ci potarono, insieme ad altri tre o quattro altri ragazzi in un luogo strano, su un colle, con un grande edificio al centro e tante strane porte intorno, fatte con delle pietre conficcate nel terreno e un’architrave sopra, tutte intorno alla collina. Ci hanno detto di scappare verso la foresta… c’era una grande foresta e, lontano, si vedevano delle montagne, che circondavano il luogo. Dissero che sarebbe di lì a poco iniziata la caccia… e noi eravamo la preda... Un ragazzo protestò… lo cruciarono davanti a tutti… Ancora ho davanti agli occhi quelle immagini, anche se in quel momento mi sembrava che tutto fosse un’allucinazione, una di quella di cui ero talvolta preda.

Ero gelata e, come me, i miei ragazzi. Dio mio, quanto eravamo stati malvagi noi maghi. Ma più che i maghi, quanto era stato malvagio quel Voldemort che Harry aveva ucciso, insieme a tutti i suoi seguaci! Sicuramente ricordava fatti avvenuti a quei tempi…

- Ricordo ancora i loro volti - continuò Green - … erano ragazzi della nostra età… e fuggimmo tutti. Mentre quei maghi, una decina, si apprestavano ad ucciderci… per divertimento…

- Anche a me sembrava tutto assurdo - continuò Rebecca - Fuggimmo tutti verso la foresta e ci separammo. I maghi si sono divisi in squadre e  hanno cominciato ad inseguirci.

Ero inorridita. Le ultime “cacce al babbano” erano avvenute al tempo di Voldemort ed era una di quelle azioni di enorme malvagità che i Mangiamorte facevano. E avevo davanti alcune fra le ultime loro vittime. Ed erano evidentemente fuggite. E… avevo paura di dirlo a me stesso… i portali… il bosco… e l’edificio (che non c’era più, dato che mio padre l’aveva eliminato)… quello era il nostro bosco, Foraois Uí Néill, quello che una volta si chiamava “Bosco degli Inferi”… ed ora capivo perché avesse quel nome!

- Rebecca mi ha preso la mano… quella volta neanche la conoscevo … e ci siamo nascosti sul greto di un torrente. Abbiamo visto passare i maghi e siamo tornati indietro, verso quell’edificio… Abbiamo, non so come, avuto l’idea di entrare tra quelle pietre infisse, quelle specie di porte e, subito, siamo sbucati qui… Ho avuto l’idea di distruggere subito il portale… e l’ho fatto, togliendo pietra dopo pietra, sperando che non si potesse riparare, dall’altra parte. E, da quel giorno, viviamo qui… Sono vent’anni che non vediamo anima viva, a parte una vecchia strega, mezza matta, che viveva in questa casa, che ci ha accolti, e che è morta qualche anno fa… Qui sono nati i bambini. Per fortuna c’era questa abitazione, qualche patata e le capre semidomestiche. La vecchia strega si era voluta isolare tanti anni prima, era mezza matta, ma buona… non possiamo lamentarci di lei… ci ha accolto come se fossimo dei figli…Viveva da sola qui in mezzo all’Oceano.

Insomma. Erano una specie di Robinson Crusoe dei tempi moderni. Nel frattempo, mentre parlava, io cercavo di capire come potevamo fare per tornare indietro.

- L’isola è invisibile e introvabile, ci ha detto la vecchia strega. Lei è stata torturata e quasi fatta impazzire da un certo Grindelwalt, che  voleva ucciderla… o qualcun altro l’ha torturata e voleva ucciderla perché legata a quel tipo… I suoi discorsi erano un po’ confusi, poveretta, e non sempre coerenti… Comunque è fuggita in quest’isola, che ha isolato dal mondo esterno con quelle che chiamava “magie impenetrabili”. Poi, qualche anno fa, è morta. Le volevamo bene. Ci ha aiutato a far nascere i bambini… E così siamo prigionieri nell’isola, e non sappiamo come tornare indietro. E abbiamo anche paura di quello che potrebbe aspettarci, di là…

- Beh, ad essere sincera, ormai la società dei maghi vive in pace da vent’anni. Né qualcuno proverebbe a commettere azioni ripugnanti come quella di cui siete stati vittima… Quei tipi della caccia sono scomparsi... E per voi, se tornaste, non dovrebbe esserci alcun pericolo…Vorreste tornare indietro?

- Certo - disse decisa Rebecca - Dobbiamo assicurare un futuro ai nostri figli. Non possiamo lasciarli qui. E noi siamo cambiati, sono passati tanti anni. Eravamo due sbandati, vent’anni fa. Ora non lo siamo più. Non so cosa ritroveremo, ma sarà meglio di questo… se non per noi, almeno per i bambini.

I due piccoli ci guardavano, ora curiosi.

- Il portale! - ho detto - Potremmo  ricostruirlo e riattivarlo e da lì tornare indietro. Il luogo che ha descritto lo conosco: ma è stato disabilitato ai passaggi dal preside Silente, tanti anni fa, che però ha lasciato un’eccezione per me e la mia famiglia. Potrei tornare indietro e chiedere aiuto…

Certo, io sarei potuta tornare indietro, ma senza i ragazzi, che avrei dovuto lasciare (a tempo indefinito?) nell’isola. Ma… un’idea balzana mi venne in testa… un po’ strampalata a dire il vero…erano stati accolti da una strega… e se avesse avuto qualche pozione da parte?

Glielo chiesi subito e, per fortuna, anche se loro non c’erano mai entrati, sapevano che la loro amica conservava tutto in un  baule  magico.

- Delle volte entrava dentro anche lei… Non so come facessi… Forse c’è una stanza dentro - mi disse Green.

Il baule era nella stanza di fianco. Trattenendo il respiro, lo aprii. Si vedeva in effetti una scala e, in basso, un locale. Subito mi calai. Una volta entrata dentro, mi trovai in una grande stanza, dove, sicuramente, erano  anni che nessuno entrava. Tutto era stato lasciato al suo posto e, per fortuna, quella strega era molto ordinata: file di barattoli, ampolle e vasetti vari erano stati collocati a bella vista sugli scaffali, ognuno con un’etichetta avanti che ne spiegava effetti e composizione. Mentalmente benedissi quella vecchia strega e mi riproposi di essere più ordinata (io non lo sono troppo, a dire il vero).

Chiamai Myriam e le dissi di entrare. Poi mi rivolsi a lei: - Vediamo se ha conservato o ha fatto della Polisucco. O almeno se ci sono gli ingredienti per crearla…

Erano centinaia di pozioni ed etichette, scritte in caratteri minuscoli. Passammo tutta la mattinata e il pomeriggio lì dentro: andavamo lentamente per analizzare il contenuto di ogni boccetta o ampolla (qualsiasi etichetta  ci fosse sopra). Mandai a mangiare Myriam e continuai la ricerca. Nel pomeriggio continuammo a esplorare la stanza e leggere le etichette delle pozioni e, ad un certo punto, la vidi… Una quindicina di dosi di Polisucco… non so perché l’avesse preparata, ma era meraviglioso… Forse saremmo riusciti a passare tutti insieme… Avevo trovato, qualche  ora prima, anche una bella pietra di luna, che potevamo frantumare in  tanti pezzetti…

Passammo altro tempo a fare incantesimi per vedere se il contenuto delle boccette era ancora attivo (non volevo avvelenare nessuno!)… Per fortuna sembrava di sì, malgrado il tempo passato…

A sera riunii tutti e spiegai ciò che avevo pensato. Il piano era così bizzarro e strampalato che forse poteva anche riuscire… o almeno era l’unico che mi era venuto in mente. L’alternativa era che  tornassi solo io, ma non sapevo poi come riportare indietro i miei ragazzi, e anche i Green che ora volevano a tutti i costi lasciare quel posto… A parte me e i miei familiari nessuno poteva passare per  quello che una volta era chiamato “Bosco degli Inferi” e, se il mio piano non fosse riuscito, forse i miei tre alunni sarebbero dovuti rimanere per tutta la vita  con i Green a  badare alle capre e a coltivare patate…. brrr! Poveretti…

- Per prima cosa ricomporremo il portale - dissi - sperando che sia ancora attivo quando rimetteremo insieme le pietre. E’ stato abbattuto, ma è formato da pietre magiche e, probabilmente, se ho qualche nozione di ingegneria magica, le pietre, ricollocate nella stessa posizione, dovrebbero riattivarsi. E le pietre saranno lì intorno. E così ricostituiremo il portale…

- Ma ha detto che il luogo non è più raggiungibile, perché disabilitato dai suoi genitori - intervenne  Myriam.

Intelligente quella ragazza. Non le era  sfuggita una parola.

- Sì, ma non questo portale, che non era in piedi quando è stata fatta la fattura, a rigor di logica… Se viene distrutto qui, viene distrutto anche dall’altra parte; se qui viene ricostituito, dovrebbe tornare utilizzabile anche dall’altra parte. E il preside Silente non l’ha chiuso, quando ha escluso tutti gli altri dal passaggio…

- Ma, se ho capito bene, possiamo giungere in quel luogo, ma non possiamo uscire dagli altri portali… Puoi uscire solo tu - disse James.

Mi dava del tu…: ero tornato ad essere la sua amica, non la sua insegnante. Sorrisi.

- Sì, ma noi inganneremo i portali e la fattura fatta da Silente…

- Con la Polisucco? - chiese Myriam.

- Sì… vediamo se riusciamo ad ingannare il portale. Poi passeremo tutti insieme ad Hogwarts. Voi berrete la pozione e diventerete tutti come me… Così potremo ingannare il portale e passare tutti… Tante Niamh… che ne dite?

- E le caprette? - disse la piccola Meghan, la figlia di Rebecca e John - Non possono vivere senza di noi…

- Certo. Penseremo noi alle caprette e agli altri animali. Io posso spostarmi senza problemi e, finché non troviamo una soluzione anche per loro, verrò io, o mando uno dei miei fratelli,  ad occuparci di loro e  a dar loro da mangiare. Intanto però vi porto nel Castello, dove tutti saranno preoccupati per la nostra scomparsa…

Era ormai sera e non aveva senso cercare le pietre e ricostruire il portale durante la notte. Avremmo aspettato il giorno dopo per dare il via al piano.

Andammo quindi a dormire. I nostri ospiti avevano solo quattro letti, ma stringendoci un po’ riuscimmo a smistarci e sistemarci tutti sotto le coperte. Io ero con Myriam e la piccola Meghan  che ad un certo punto si calmò, abbracciandomi, e si addormentò. Invece io dormii poco o niente e, ad un certo punto, mi alzai e uscii. Provai a mandare patronus a tutti quelli che conoscevo, da Charles, ai miei genitori, ai professori, ad Harry Potter dicendo che stavamo bene e che avevo un piano per il ritorno… Non sapevo se fossero giunti, anche perché non mi giunse nessun patronus di ritorno. Provai anche con il mio braccialetto, ma non ricevetti risposta. In realtà Charles, ho poi saputo, dall’altra parte cercava di mettersi in contatto con me, ma la magia non poteva penetrare la barriera magica che era  stata posizionata intorno all’isola e i suoi messaggi di ritorno non mi giunsero. Né loro ricevettero i miei. Li immaginavo (come infatti erano), tutti preoccupati ad Hogwarts: Charles, i mie fratelli, i miei genitori, gli amici, Harry e famiglia, i genitori dei ragazzini, i professori, i miei alunni…

Poi tornai a letto e rimasi sveglia, con gli occhi sbarrati, fino all’alba… Che, finalmente, arrivò.

 

John Green e Rebecca si erano già alzati e stavano governando le capre e preparando la colazione. Ci alzammo poco dopo e, dopo aver fatto velocemente colazione, ci recammo dove era il portale, che giaceva abbattuto a terra. Non sembrava troppo complicato ricomporlo e, per fortuna, la mia intuizione era giusta… le pietre sembravano quasi felici di incastrarsi di nuovo (cosa abbastanza semplice, dato che avevo la bacchetta magica e con un levicorpus potevo spostarle agevolmente). I ragazzi poi mi diedero una mano. Insomma, dopo una mezzoretta di lavoro, l’arco era ricomposto e, effettivamente, pronunciata la formula, potevo entrare ed uscire senza difficoltà: dall’altra parte, come avevo intuito, c’era quel posto che mio padre mi aveva mostrato, Foraois Uí Néill (non voglio più chiamarlo “Bosco degli Inferi”!).

- Tutti pronti, ora? - dissi ai componenti della famiglia Green e ai miei ragazzi. - Cambiatevi ed indossate le casacche, perché aumenterete di dimensioni… dissi ai ragazzi. Poi, diedi a loro le boccette di Polisucco, a cui aggiunsi la punta dei miei capelli, che tagliai con delle forbicine. E, un attimo dopo, sette Niamh stavano davanti a me. Erano tutti euforici, soprattutto i ragazzini, che si guardavano e si tastavano il nuovo corpo (il mio!) e non avevano nessuna remora a guardare sotto i vestiti come erano diventati (e com’ero fatta! Sfacciati! Avrei aumentato la punizione, una volta arrivati ad Hogwarts!).

- Non ci avrei creduto, neanche se me lo avessero detto - disse una Niamh (che doveva esse John). E poi, rivolgendosi alla maree di ragazze identiche che stavano davanti a lui  - Dove sei tu, amore? E voi, ragazzi?

Dissi loro di far presto (non sapevo quanto sarebbe durato l’effetto di quella pozione… erano anni che era stata creata!). Distribuii a tutti gli amuleti con le pietre di luna, da tenere al collo alle mie sosia. Spiegai anche quello che dovevano fare.

- Forza, andiamo. Non sappiamo per quanto durerà l’effetto… la pozione non ha scadenza, ma non si sa mai, è stata preparata anni fa. - dissi rivolto loro - Entrerò per prima. Poi venite tutti, dopo di me.

E così, senza nessun particolare problema io e le mie sosia ci trovammo, all’istante, dentro a Foraois Uí Néill. Emisi un sospiro di sollievo e mi diressi velocemente, sempre con tutto il gruppo, verso l’uscita per Hogwarts.

 

Sbucai dal bagno del sesto piano, in mezzo a tre o quattro ragazzette spaventate.

- Sono una prof! - dissi, come se fosse la cosa più normale del mondo uscire da uno specchio nel bagno delle ragazze. Che cominciarono ad urlare ancora più spaventate e fuggirono via terrorizzate quando videro uscire dallo specchio tutte le mie sosia.

- Forza, andiamo in Presidenza - dissi al mio gruppo.

Per fortuna non incontrammo nessuno lungo i corridoi (forse erano tutti a lezione?) e, appena avvicinatosi, il  brutto Gargoyle mi disse: - Prof.ssa O’Neil. La stanno tutti cercando…

- Di sopra c’è la Preside?

- Sì, è in riunione…

Efficiente il Gargoyle! Come una segretaria!

- Ci fai passare?

- Certo… Ma quente siete!...Prego…

Bussai velocemente ed entrammo. Dentro c’erano i professori, Harry Potter e una decina di Auror, tutti i miei familiari, uno stravolto Charles (secondo me, non aveva dormito durante la notte), Ginny Weasley Potter (preoccupatissima) ed altri adulti che non conoscevo. Se avessero visto sbucare Voldemort in persona non sarebbero stati più stupiti.

Mentre alcune Niamh si gettavano sui loro genitori, abbracciandoli (ho visto Harry Potter e Ginny più stupiti che mai… eppure dovevano averne viste tante!), io cercavo di spiegare la situazione:

- Sono io la vera Niamh! Ci sono i ragazzi che ho trasformato con la Polisucco e anche una famiglia di amici che ci hanno aiutato!!!

Dissi, dopo di che tutti (o quasi) cominciarono ad abbracciarmi, cominciando da Charles: - Niamh, non finirai mai di stupirmi! - mi disse, chiaramente sollevato e felicissimo di rivedermi lì. In effetti tutti avevano avuto paura per i ragazzi e per me, durante la notte.

- Non provare neanche a baciare le mie sosia! - scherzai, stritolandolo forte.

- Ti riconoscerei in mezzo a mille! - mi disse gentilmente. Ma, secondo me, non ci sarebbe riuscito neanche in mezzo a noi otto. Ma non glielo dissi, dato che la sua frase mi era tanto piaciuta…

- Sono stata in pensiero per te. Sei un’incosciente - mi disse.

- Dovevo salvare i miei ragazzi… - gli dissi con tutta la naturalezza del mondo.

Sì, lo so, sono eroica… Ma sapevo anche che tutto sarebbe finito bene. O almeno così diceva la profezia. Ma, siccome tutti mi consideravano un’eroina, era meglio che mi considerassero straordinariamente eroica… Era più figo!

Il resto fu semplice. Con calma spiegammo tutto ai nostri amici.

- Non sapremo mai come ringraziarti, Niamh! - disse Harry Potter, al termine della spiegazione, avvicinandosi.

E Ginny mi stava stritolata con un abbraccio stritolaossa (certo che ne aveva della forza, l’ex “rossa delle Harpyes”!)

Beh, tutto era finito bene. E poi, per fortuna, la Skeeter era ancora in Patagonia, altrimenti, sono sicura, mi avrebbe accusata di aver rapito io i ragazzini o di aver architettato tutto per avere un titolo nella Gazzetta!

Ah, i ragazzini! Mi rivolsi a loro (Oddio, avevano ancora il mio aspetto, ma sapevo dove erano): - E voi tre, siete in punizione! Da domani, fino alla fine dell’anno, pulizia, ogni sera, delle stalle degli Ippogrifi… e senza magia e senza guanti!

I tre… strano a dirsi… sorrisero, come se avessi fatto loro dei complimenti…

 

Ok. James è stato salvato, ma… tutti il resto? Vi aspetto sabato per il gran finale! Ciao a tutti. S.

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Capitolo 10
*** Il ladro di penne magiche / Conclusione ***


Capitolo 10

 

Il ladro di penne magiche

 

 

Il giorno dopo il mio ritorno, dopo cena, ero ancora alla capanna di Hagrid (avevo ripreso ad alimentare la masnada di animali magici che si facevano vedere per cena ed ero anche piuttosto in ritardo…) quando vennero a trovarmi, a capo chino e straordinariamente gentili, i due Auror, Alison e Donovan.

- Ci scusi, prof.ssa O’Neil - mi disse Alison. - Le riportiamo la sua penna. Abbiamo sbagliato su tutta la linea, come ci ha fatto notare il Capo, che ha una grande stima di lei. Lei, naturalmente, non c’entra niente con il contrabbando…

- Sì - disse l’altro - Ci scusi… Del resto abbiamo catturato già il colpevole…

- Sì? - chiesi. Chi diavolo poteva essere?

- Sì, professoressa. Proprio poco fa. E’ il prof. Whyte, il suo collega…

Il prof. Whyte? Quella carogna? Quello stronzo? Me l’ero immaginato! Oh, finalmente, un bel soggiorno ad Azkaban non glielo avrebbe tolto nessuno! Finalmente… Ecco perché mi aveva denunciato! Per creare una falsa pista!

- Sì - disse l’altro - E’ stato preso praticamente con le mani nel sacco. Nel laboratorio, nascoste in un’intercapedine magica, abbiamo trovato alcune penne… solo una parte di quelle che presumibilmente ha raccolto… ma troveremo anche le altre, stia sicura! E i folletti, dalla Gringott, ci hanno detto che due giorni fa ha fatto un grosso versamento… alcune centinaia di galeoni… Sicuramente un anticipo sui proventi del contrabbando… E poi abbiamo un testimone oculare che l’ha visto armeggiare con quelle penne… La preghiamo di perdonarci…

- Certo - dissi loro - Avete fatto solo il vostro dovere….

Mi sentivo straordinariamente generosa e avevo abbandonato il proposito di bistrattarli per come si erano comportati due giorni prima: mi avevano portato una bellissima notizia! Whyte, quello stronzo insopportabile, finalmente sarebbe andato dove si meritava: ad Azkaban! I due se ne andarono, un po’ più sollevati (forse avevano paura di una mia scenata… in effetti quando mi arrabbio tutti hanno un po’ di paura di me… per fortuna la rabbia mi era passata).

E così Whyte era colpevole… l’avrei giurato, malvagio com’era… anche se, a dir il vero, non lo vedevo ad infrangere le regole, piuttosto a volerle applicare fino alla disumanità… Sarei dovuta essere contenta… Finalmente, dopo anni di sofferenze, lo vedevo nella polvere, in carcere… Brutta carogna rapitore di penne magiche!... Cosa non mi quadrava?

Me ne andai subito dalla McGranitt… Dovevo parlarne con qualcuno.

- Ciao, professoressa O’Neil - mi disse il Gargoyle, che provava a sorridere (buffo! Ora aveva un’espressione molto affettuosa. Quella statua era sempre più inquietante!) - Vuoi passare?

- Sì, grazie. Posso?

- Vai pure. C’è anche il salvatore del mondo magico di sopra…

Bussai alla porta e, avuto il permesso, entrai. C’era in effetti Harry. Subito i due si mostrarono contentissimi di vedermi e mi chiesero come stavo.

- Benissimo… - e poi: - Ho saputo che Whyte è stato incriminato. Sei sicuro, Harry? Non so… c’è qualcosa che non mi torna… Whyte è una carogna, ma non lo vedo come colui che infrange una legge, qualsiasi essa sia, anzi, la fa rispettare fino all’eccesso…

- L’ha visto Armand Polignac con un grosso pacco di penne… che stiamo cercando in tutto il castello, dato che non può averle ancora spedite. Lui nega, ma c’è la faccenda del versamento di cinquecento galeoni nella sua cassetta privata alla Gringott. L’ha fatta due giorni fa con il gufo che utilizza abitualmente. E poi lui può andare quando vuole nella Foresta Proibita… è un famoso etnografo e conosce perfettamente i  centauri e le loro abitudini…

- L’altro ieri… a che ora? - ho chiesto. Il cuore mi batteva forte. Il mio sesto senso diceva che qualcosa poteva non tornare…

- Sicuramente in mattinata. Ho tracciato il viaggio del gufo che ha utilizzato - ha risposto Harry - Sai, è possibile controllare la rotta di ogni singolo gufo pubblico registrato, dagli ultimi anni, grazie ad alcune interessanti applicazioni di magia gufica sui cui si è specializzato Rolf Scamander… E lui ha utilizzato un gufo pubblico. E così abbiamo capito che il gufo è partito da Hogwarts alle nove e qualche minuto…

Sono impallidita. Whyte era innocente e Polignac aveva mentito. Probabilmente era lui il colpevole…

- A quell’ora era nel suo studio: mi sono scontrata con lui. C’era anche Charles che può confermare. Ed era occupato in una difficile sistemazione delle armature, che ha dovuto interrompere ed iniziare da capo. Non può averci messo meno di venti minuti… Non può interrompere la sistemazione, conosco la procedura… - ho detto -  Il gufo può averlo mandato chiunque per comprometterlo. Qualcuno che conosce bene le sue abitudini, magari ha imparato anche ad imitare la sua grafia e sa quale gufo utilizza… e che vi ha dato la falsa notizia di averlo visto armeggiare con le penne…

- Polignac! - ha detto Harry - Ma certo! In questi mesi è rimasto con lui e lo conosce perfettamente. Ed ora lo vuole evidentemente  incastrare! Avviso i miei uomini e lo cerchiamo dappertutto!

- Vado ad avvisare Charles e sono con voi… Mi aspetta nel mio studio perché devo dargli il cambio con Deirdre… ma rimarrà un altro po’…

- Non serve il tuo aiuto, Niamh, questa volta! Anzi, ti proibisco di rischiare la vita. Del resto ora ci pensiamo io e i miei uomini… L’importante è che Polignac non sospetti nulla - mi ha detto Harry - Tu vai pure da tua nipote… e rimani con Charles, è un ordine!

Bene, ora ci avrebbe pensato Harry Potter! Salutai lui e la McGranitt e subito dopo sono corsa verso il mio studio, dove sono entrata, senza bussare. Toh, c’era anche Evelyne… che ci faceva?… e Charles stava… litigando con Blacky? Il mio corvus glacialis gli svolazzava intorno e… cercava di beccarlo? Che succedeva?

- Charles? Cosa succede? - gli ho detto.

Lui si è rivolto verso di me, mi ha guardato (che strano sguardo!), ha alzato la bacchetta e…. mi ha schiantato!

 

Charles… no, non era lui, era impossibile… la solita Polisucco… ormai era diventato un incubo, dovrebbero proibirla! Comunque, poco dopo, sono stata reinnervata. Erano passati solo pochi minuti, penso. Ero legata e imbavagliata. Vicino a quello che, sapevo, non era Charles, c’era la mia compagna Evelyne Effervy, in piedi, con uno sguardo cattivo.

- Si è risvegliata, Armand - ha detto al falso Charles, che si è rivolto a me.

- Non preoccuparti. Charles sta bene. E’ stato così stupido da fare entrare Evelyne, che l’ha schiantato… A proposito, la tua stupida amica è sotto Imperius e farà tutto quello che voglio… Il tuo ragazzo è ancora schiantato, di là, in quella specie di cameretta con la vostra marmocchia, e non si riprenderà fino a domani…

La cameretta aveva la porta aperta e si sentiva debolmente vocalizzare la piccola Deirdre, che evidentemente giocava tranquilla con la sua vocina… Non c’era in giro Blacky… Non è che l’avevano…

- Il tuo uccellaccio ora è volato via… In effetti mi ha fatto penare più lui che quell’idiota del tuo ragazzo… Immagino che abbiano capito, vero? Che ci sono io dietro al contrabbando....

Sbarrai gli occhi. Come faceva a saperlo?

- Vuoi una spiegazione, professoressa? - mi ha detto. E sul “professoressa” ha insistito con un tono sarcastico - Ti tolgo il bavaglio, ma non urlare…

- Ma… Armand… perché?... - ho balbettato.

Quella carogna mi ha guardato un attimo.

- Le penne hanno un valore enorme sul mercato - ha continuato -  Sì, i Polignac sono ricchi, ma abbiamo enormi spese… sai com’è… il castello, la villa ai Caraibi e quella in Provenza… e ho anche il vizio del gioco… il denaro esce a fiumi… Perché non approfittare di una buona occasione? Quando ho conosciuta Victoire ho pensato che potevo usarla per avvicinarmi ad Hogwarts… e infatti così è successo… Il fascino da Veela, ti chiederai? E’ sovrastimato… E poi anche mia nonna era una Veela e questo, penso, mi immunizza da un coinvolgimento affettivo maggiore… lei pensa che le voglio bene… certo, è piacevole, ma preferisco ragazze di un altro livello… e un altro stile di vita… o almeno più disponibili… sai, in questi mesi non ho battuto chiodo…

Che volgare! che schifoso! Ma come si permetteva di parlare così di Vic?

Polignac (lo chiamo così, anche se aveva l’aspetto del mio Charles)  si rivolse poi ad Evelyne: - Portale l’Amortentia, svelta!

- E’ di là, vicino alla bambina - disse una spenta Evelyne

- Valla a prendere, stupida, forza! - le disse quel ladro di penne imbroglione.

- Ora tu berrai il filtro e, per ventiquattr’ore, sarai innamorata di me. Troppo complicato un Imperius anche su di te… farlo a quell’idiota della tua amica ha quasi prosciugato le mie energie… e poi l’Amortentia funziona benissimo… e funziona sulla vera identità, non su quella che si assume con la polisucco... Fra un attimo tu sarai follemente innamorata di me, noi due andremo a prendere il pacco di penne che ho nascosto e fuggiremo… Basta che mi accompagni fuori Hogwarts e mi smaterializzerò… Tu sarai il mio passaporto… Nessuno fermerà l’eroica professoressa irlandese e il suo compagno mentre escono da Hogwarts… E poi me ne tornerò in Francia, ricco e soddisfatto… tanto lì è legale commerciare in penne magiche e non c’è estradizione…

- Io non berrò mai l’Amortentia… - gli dissi, con gli occhi sottili. Lo odiavo. Me l’avrebbe pagata. Aveva fatto del male al mio ragazzo!

- Tu la berrai, o io farò qualcosa di molto brutto alla marmocchia… Ne sono capace… - E poi, rivolto a Evelyne che ancora era nell’altra stanza - E porta anche la marmocchia, insieme all’Amortentia, così la convinciamo subito! Svelta!

Evelyne impiegò qualche minuto per tornare. Nel frattempo Polignac, sempre più esaltato, continuava a raccontarmi particolari del suo losco piano: - Harry Potter… quanto lo sopravvalutate! Ha subito creduto alla mia fandonia… E’ stato facilissimo incastrare Whyte. Ho imitato la sua grafia e inviato qualche centinaia di galeoni alla Gringott con il gufo di cui si serve, che ho anche affatturato… Ho poi messo un paio di penne nel suo studio e ho parlato con quel vostro granduomo dicendo di averlo visto armeggiare con un pacco sospetto… Quanto siete idioti voi inglesi… Ma la prudenza non è mai troppa e ti ho visto, da un’avversaspecchio che avevo opportunamente posizionato vicino alla Presidenza, entrare in quella stanza, profondamente preoccupata… non sapevo cosa avessi in mano, ma ho immaginato che avessi capito tutto. Non so come, ma il mio piano perfetto poteva fallire. E allora ho preso in mano la situazione! Sono o non sono un genio?

Poco dopo vidi arrivare Evelyne con in mano la piccola Deirdre e, nell’altra, un bicchiere contenente evidentemente quel filtro d’amore… Che schifo! Io avrei dovuto innamorarmi di quel ladro farabutto pervertito?

- Lascia la marmocchia in quell’angolo - ha detto a Evelyne. E poi: - Sei fortunata… Poi ti oblivererò… Magari, se fai la buona, ti faccio sentire come si comporta un vero uomo, prima di obliverarti. Tanto poi non ricorderai niente…

Che schifo! Cosa potevo fare?

- … Farà subito effetto e mi adorerai, anche se ho l’aspetto di quell’idiota del tuo moroso. E’ tutto calcolato. Sono stato sempre molto bravo a fabbricarla… Mi adorerai… Bevi subito, irlandese!

Che persona cattiva! Era spregevole!!! Avrei voluto cavargli gli occhi.

- Ora, da brava, O’Neil… Bevi tutto, se non vuoi che faccia del male alla tua nipotina marmocchietta… E poi ce ne andiamo subito, con le penne…

Ero stata messa in un angolo. Cosa potevo fare?

- Dai, Evelyne, avvicinati… - le ha detto. E poi, rivolta a me: - E tu non urlare, altrimenti colpisco il mostriciattolo…

Che verme! Evelyne velocemente mi ha messo il bicchiere in mano.

- E non sputarlo… O colpisco la bambina… Non è niente di pericoloso: è amortentia… ti innamorerai di me… ma non preoccuparti, forse non ti toccherò, non sei il mio tipo … hai un bel seno, però… chissà, potremo anche divertirci un po’…

E fece una risata. Che schifoso! Ma non sapevo come fare… Ero finita, pensai!

Ma, mentre stavo per bere, vidi gli occhi di Evelyne. Sembravano rassicurarmi. Sembrava volermi dire  qualcosa di importante… voleva che bevessi, ma non era quella di prima… Era possibile? Accostai le labbra al bicchiere e cominciai, lentamente, a bere. Aveva il sapore di… latte! Quello era il latte di Deirdre!

Altro colpo di scena… Che stava succedendo? Ok, cercai di calmarmi e di guardarlo con occhi diversi… Dovevo fingere di essere innamorata… Che fatica… quanto lo odiavo… mi faceva schifo!

- Ok, dovrebbe avere fatto effetto… - e poi, rivolto, a Evelyne: - Porta di là il mostriciattolo… mi danno fastidio i bambini…

Con un colpo di bacchetta  mi liberò i legacci che mi stringevano mani e gambe. Mi alzai in piedi, davanti a lui. Ok. Sguardo adorante, un bel sorriso. Dovevo sembrare innamorata. Non doveva capire che stavo bleffando, chiusi la mente creando solo immagini d’amore per quel mostro.

Era molto vicino e aveva riposto nella tasca posteriore la bacchetta, dove aveva anche quella di Charles… chi dice che bisogna fare tutto con la magia? Gli sferrai, con quanta  forza  avevo in corpo, un gran calcio nei genitali. E, contemporaneamente, Evelyne si avventava su di lui e gli toglieva le bacchette.

- Stronzo! Idiota! Ti ammazzo! - continuavo a dire, dandogli calci dovunque riuscivo a raggiungerlo!

L’avrei ammazzato, se Evelyne non mi avesse fermato e l’avesse legato e imbavagliato con un colpo di bacchetta (toh, usava quella di Charles!)

- Niamh… Scusami, ma non potevo fare diversamente… mi ha detto. Scusami… amore mio… - e  ha accostato le sue labbra alle mie.

Subito mi sono ritratta. Ero riconoscente a Eveliny, ma non sono lesbica… e poi lei era etero!… ma tutti erano diventati matti?

- Sono Charles - mi ha detto a quel punto Evelyne, sorridendo - Ho bevuto la tua Polisucco.

- Cosa? - le ho detto.

- La tua polisucco… quella che hai nel comodino, quando devi far dormire Deirdre e prendi l’aspetto di sua madre… Sono Charles!

Sì… ho subito realizzato. La polisucco che mi serviva per tranquillizzare Deirdre: mi trasformo nella sua mamma (mia cognata) e subito lei si calma.

Ok, ora stavo cercando di raccapezzarmi: Charles era in realtà Polignac, mentre Evelyne era Charles. Quanto è complicato il mondo magico! Odio la polisucco, qualche volta!

- Mi ha sorpreso, prima, Evelyne. Ero qui ad aspettarti, con Deirdre e lei ha bussato dicendo che aveva un messaggio da parte tua. Le ho aperto la porta e subito mi ha schiantato. Mi sono però risvegliato, poco fa, senza bacchetta, nella cameretta di Deirdre… Il tuo corvus, Blacky, era vicino a me e continuava e becchettarmi… era  entrato dalla finestra, aperta… E becchettandomi mi ha progressivamente sciolto dallo schiantesimo… Io non so quale forza magica possieda il tuo corvus. ma ho sentito un calore progressivamente diffondersi nel mio corpo… Dopo qualche minuto ero in grado di muovermi. Ho mandato un patronus ad Harry… Dovrebbe esser fuori di quella porta. Gli ho detto però di non intervenire, per il momento. Poi ho preso la tua polisucco, quella che tieni nel comodino… Casualmente c’è anche una bacchetta, lì vicino...

Sì, è vero, è una vecchia bacchetta della mia famiglia, di qualche mio antenato…Me l’aveva data mio padre, come “bacchetta di riserva”… non si sa mai.. .ma non l’avevo mai utilizzata (tra l’altro è mal funzionante: è molto vecchia e non mi vuole riconoscere, per giunta, come proprietaria)… ma la tengo in camera, nel cassetto, insieme a tutti gli altri cimeli. Quanto sono prudente!  

-  Quando Evelyne è arrivata, ho provato a schiantarla, e ci sono riuscito, ma penso che questa vecchia bacchetta abbia praticamente esaurito la sua magia… non sono riuscito, ad esempio, ad imbavagliarla - ha continuato Charles - e allora ho avuto l’idea di sostituirmi a lei: le ho strappato  qualche capello, bevuto la polisucco e preso i suoi vestiti… Non sapevo se la bacchetta di tua nonna avrebbe risposto perfettamente alle mie richieste… è molto vecchia… ed Evelyne non aveva la sua. Ho pensato di tornare da voi e aspettare il momento propizio, quando avrebbe abbassato la  guardia… Ho preso un po’ di latte di Deirdre e sono venuto. Ma ero pronto a balzargli  addosso, appena  avesse abbassato la guardia…

Cominciai a baciare Evelyne, cioè Charles! Oddio, baciavo una ragazza, a dire il vero, ma sapevo che era il mio moroso…. Quant’è strana la vita nel mondo magico! E Charles mi aveva salvato la vita! Arrivò poi anche il mio eroe…. Blacky! Subito lo abbracciai e cominciai a fargli tante carezze, mentre lui, dolcissimo, metteva il suo capino nella mia spalla…

Poco dopo facemmo entrare Harry e gli auror… Abbiamo dovuto spiegare un po’… non era chiaro in effetti chi fosse chi…

Evelyne è ritornata in lei, presto. E’ rimasta un po’ perplessa nel trovarsi lì, mezza nuda, senza vestiti, mentre quella che sembrava una sua perfetta sosia si spogliava e si scusava per averla schiantata e svestita... E le abbiamo spiegato tutto. O almeno le abbiamo cercato di spiegare, perché, quando ha capito cosa era successo, è svenuta… Quanto sono suggestionabili le ragazze moderne!

In compenso quello stronzo di Polignac è stato subito portato ad Azkaban e, il mese dopo, condannato per direttissima a dieci anni, non solo per il contrabbando di penne (che sono state trovate), ma anche per rapimento e utilizzo di magia oscura. I centauri lo volevano per loro, dato che ha infranto anche le loro leggi: l’avrebbero squartato e sono sicuro che lo rifaranno, nel caso in cui si presentasse di nuovo nella zona. Ma, per sua fortuna, Kingsley non ha voluto acconsentire ad estradarlo… peccato! I miei amici si sarebbero divertiti!

Abbiamo anche dovuto poi spiegare tutto a Victoire che, poveretta, ha subito una fortissima delusione (voleva bene a quello stronzo di Polignac). Per fortuna  Teddy le è stato vicino e ha pensato a consolarla, almeno in parte… No, non in quel modo. Vic ha avuto una bella batosta e, penso, per un po’ di tempo, non si fiderà più dei ragazzi... Ma Teddy è un suo buon amico e, se insisterà, di qui a qualche tempo potrebbe nascere qualcosa di diverso… forse… Sarebbe anche ora! Sono un po’ stanca dei loro continui inseguimenti in modo alternato!

Io ho avuto tanta paura, questa volta, e devo ringraziare, oltre a Blacky, il mio Charles. Ma l’ho ringraziato, tra di noi, e penso che sia rimasto soddisfatto...  ma è meglio non scendere in particolari…

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Il mese successivo sono andato a trovare i miei amici Green, che se ne andavano da Hogsmeade, dove erano rimasti fino a quel momento. Bisognava preparare il loro ritorno nel mondo babbano e, su loro richiesta, ho insistito con Kinglsey per non far cancellare i loro ricordi: non volevano dimenticare quello che era successo che, bene o male, li ha formati e fatti diventare le belle persone che ora erano. Kingsley si è impegnato a porre il veto a qualsiasi tentativo di obliverazione che volesse somministrare il Ministero. Sono stati inoltre risarciti (con denaro babbano) per quanto avevano sofferto e così possono vivere serenamente in mezzo alla normale società britannica (un po’ scombussolati dalle diavolerie babbane che non conoscevano, tipo il telefono… ora ne hanno un tipo piccolo con immagini che tengono in mano! I babbani non smettono mai di stupirci!). Il mese successivo hanno poi comprato una bella fattoria nel Lake District, dove hanno portato tutte le caprette. Sì, le caprette dell’isola. Ryann si era preso l’impegno, nei giorni successivi, di provvedere a loro. Nel frattempo mio padre, anche lui giunto nell’isola, ha provveduto a distruggerne l’irraggiungibilità e una squadra di Auror ne ha preso possesso poco dopo per conto del Ministero Irlandese. Eravamo in una delle Aran che, da quel giorno, è comparsa in tutte le carte geografiche e nautiche del mondo magico (per i babbani l’isola è sempre invisibile). John Green ci è tornato, ha ripreso quanto pensava opportuno dei suoi ricordi e, naturalmente, ha riportato in Inghilterra anche le fedeli caprette… E l’isola? Una nuova legge del Wizengamot (fatta in accordo con il Parlamento Irlandese.... è stato un compromesso perché entrambi i Paesi rivendicavano la sovranità sull'isola!), voluta sempre da Kingsley, l’ha assegnata a me! E’ diventata una mia proprietà personale per ricompensarmi della mia eroica azione (meno eroica di quello che sembra, dato che sapevo che sarebbe finita bene) e così sono ora la famosa proprietaria della (disabitata) isola di Lith… Tobiah Caramell, poi, sulla Gazzetta, ha riportato un racconto abbastanza  accurato delle mie avventure. Riporto il titolo e il sommario:

 

Encomio a Niamh O’Neil

Giovane eroica insegnante di Hogwarts salva tre ragazzi e una famiglia isolata da decenni nell’introvabile isola di Lith. Tra i solvati il figlio di Harry Potter. E non è finita: nel giorno successivo, insieme con il fidanzato, Charles Montague, fa scoprire un famoso contrabbandiere di oggetti magici proibiti. “Tutti noi dovremmo prendere esempio dal coraggio dei giovani d’oggi”, ha detto il Primo Ministro Kigsley, che ha proposto un encomio solenne per i due giovani. Da oggi Niamh O’ Neil è proprietaria dell’isola di Lith.

 

E, per una volta, la stampa britannica mi riempiva di elogi! Cosa diavolo stava succedendo? Non ci ero abituata!

Ma la cosa sbalorditiva era… il ringraziamento di Whyte.

Mi sono imbattuto in lui il giorno dopo l’ultima avventura. L’avevano appena rilasciato da Azkaban e, appena mi ha visto, si è diretto verso di me.

Ha provato a farmi un sorriso (mai visto un sorriso sul suo volto… e anche questo sembrava una specie di ghigno!) e mi ha detto: - Ti ringrazio, Niamh…

Mi chiamava per nome! Era la prima volta nella sua vita! Mi aveva sempre chiamato “O’Neil”!

- … Non so come sdebitarmi. Mi hai salvato, probabilmente, da un lungo soggiorno ad Azkaban… Mi dispiace di averti accusato… Sono veramente mortificato… Se posso fare qualcosa per te, in futuro…

E mi ha porto la mano. Che io, esterrefatta, gli ho stretto.

- Nessun problema - gli ho detto - E ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho detto… Sai, ero molto arrabbiata…

- Beh… Avevi anche un po’ di ragione…

Oddio. Che stava succedendo? Cos’era questo, un clone di Whyte? Che ne avevano fatto dell’odioso insegnante che conoscevo?

 

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Conclusione.

 

Una nuova avventura

 

Gli esami del M.A.G.O., alla fine di quell’ultimo anno in cui stavamo ad Hogwarts, sono stati una passeggiata, almeno per me.

Io dovevo sostenere solo Creature Magiche ed Erbologia, ed ho ottenuto “Oltre ogni previsione” in entrambe. Va bene, in creature magiche non ho particolari problemi: anzi, il mio curriculum era di tutto rispetto (erano due anni che insegnavo, tra l’altro; e Hagrid mi aveva delegato quasi tutto quello che, di rognoso, si poteva fare) e l’esame si è concluso in una veloce chiacchierata con gli esaminatori venuti dalla Cambridge Magical University (interessati a Blacky soprattutto) che mi hanno anche assegnato anche la magna cum laude.

Nella commissione di Erbologia, invece, oltre al professor Gropius (luminare alla Magical Oxfort University) e al ministro DeSinny, titolare del Ministero dell’Ambiente Magico, c’era proprio il mio “amico” Whyte (ha anche una laurea in erbologia e ricopre l’incarico di consulente del ministero: non so perché, ma hanno ficcato anche lui in quella commissione): le mie referenze erano ottime (Neville aveva elogiato il mio comportamento in quell’anno e mi aveva attribuito tutto il merito della faccenda del platano picchiatore e del riconoscimento dei fiori del portale). Così tutto è andato bene e, su proposta di Whyte (non lo riconoscevo più!) i tre mi hanno proposto la magna cum laude anche in quella disciplina.

Inutile dire che l’esame è andato bene a tutti gli amici: Charles ha fatto il suo solito figurone, come anche Teddy, ma anche Kyle e Rup hanno ottenuto quello che desideravano. Teddy vuole entrare nell’Accademia Auror, mi ha detto, e chiacchiera parecchio con Victoire… ma ancora i due non si sono decisi a mettersi insieme! Uffa, quanto aspettano!

 

- Sono un po’ triste - ho detto a Charles e agli amici la sera degli esami. Eravamo nel mio studio a festeggiare, solo noi quattro… Tanti anni passati a studiare e, adesso, avevamo finito… Cosa avremmo fatto, adesso?

- Noi ci sposiamo! - mi ha detto Rup, con gli occhi illuminati, stringendo la mano a Kyle che, stranamente, sembrava emozionato e non diceva le sue solite battute, Poi rivolto a Charles:  - E accettiamo la tua proposta…

Subito abbiamo fatto loro un sacco di complimenti

- Venezia, allora? - ha chiesto Charles.

Aveva infatti proposto ai due di dare una mano, come osservatori e poi, progressivamente, come responsabili del personale magico che da quella città dirigeva la ditta di import-export dei Montague (hanno un sacco di attività, compresa una ditta che importa manufatti magici dall’oriente e li distribuisce in mezza Europa… non per nulla sono sfacciatamente ricchi!). Me l’aveva già anticipato Charles

- Sono contento! -  continuò Charles -  Così io e Niamh vi possiamo venire a trovare spessissimo, anche passeggiando per le calli veneziane o utilizzando i mezzi babbani, se vogliamo…

Io e Charles a… Venezia? Certo, adoravo quella città…

- Ma voi due ci dovete fare da testimoni! - ha continuato Ruperta, più euforica che mai. Poi, ripensando all’ultima frase di Charles: - E a Venezia, voi…

- Vorrei passare una parte dell’anno, lì - ha aggiunto il mio moroso - lo sapete quanto mi piace… naturalmente con la mia famiglia…

La sua famiglia? Cioè i genitori e la sorella? E io?

Charles era ora serissimo e si è rivolto a me: - Ancora non te l’ho chiesto… Lo sai che non posso vivere senza la mia irlandese preferita… e la vita sarebbe insipida senza di te… Non voglio limitare le tue scelte future… So che pensi all’Università, so che ti faranno delle proposte di insegnamento… me ne ha parlato la McGranitt ieri e so che ti tengono d’occhio anche a Beauxbatons  e a Cork… Ma, se tu lo vuoi, mi faresti un bellissimo regalo se ti lancerai in una di queste avventure con quest’anello al dito e, il più presto possibile, con il cognome Montague aggiunto al tuo bellissimo cognome… Niamh  O’Neil, mi sposeresti?

Kyle e Rup stavano a bocca aperta. Charles aveva preso la mia mano e mi guardava dritto negli occhi. Io lo fissavo come ipnotizzata. Come erano belli i suoi occhi... Contemporaneamente una scatolina si è posata davanti a me… dentro c’era un bellissimo anello, lo sapevo.

Mi sono sciolta in un grande sorriso. Sapevo perfettamente cosa avrei dovuto rispondere.

- Sì… ne sarei tanto felice… - gli ho detto.

 

 

 

E ora i nostri amici hanno bisogno proprio di una vacanza! (e non solo loro!!!) Prima o poi riprenderò con l’ultima storia della saga (mi ero riproposto di arrivare ai “diciannove anni dopo” e al fatidico bacio tra Vic e Teddy): intanto vi ringrazio per avermi seguito. Un enorme ringraziamento e un grosso abbraccio a AdhoMu, Barby_Ettelenie_91 e Carme93, con cui ho piacevolmente chiacchierato in questi mesi e che mi hanno aiutato a individuare qualche errore e incongruenza presente nella storia!

A presto. Buona Estate! S.

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