Niamh O'Neil e le spiagge di Lith di GattyP (/viewuser.php?uid=1044091)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le spiagge di Lith ***
Capitolo 2: *** Foraois Uí Néill ***
Capitolo 3: *** Sull'Espresso ***
Capitolo 4: *** Io e Deirdre ***
Capitolo 5: *** Vita movimentata ***
Capitolo 6: *** Piante e centauri ***
Capitolo 7: *** Annah, Lenny ed una partita di quidditch ***
Capitolo 8: *** Nella Foresta Proibita ***
Capitolo 9: *** Lith ***
Capitolo 10: *** Il ladro di penne magiche / Conclusione ***
Capitolo 1 *** Le spiagge di Lith ***
Capitolo 1
Le spiagge di Lith
Finalmente un pomeriggio libero! Deirdre era uscita con i
genitori. Deirdre è mia nipote, nata a metà agosto, un po’ prima dei nove mesi
(è voluta venire a festeggiare con la nascita di Patrick, il mio fratellino….
mentre stavamo festeggiando il suo “compimese”, dato che era nato due mesi
prima, Lorna ha avuto le doglie e abbiamo avuto così un doppio motivo per
festeggiare). Anche i miei erano usciti…! Conan era andato da un amico, Seanna
era a casa di Ginevra, a pranzo dai suoi, e anche Charles aveva un impegno con
suo padre. Insomma ero, stranamente, sola
Avevo corso per tutta l’estate, a destra e a manca, tra l’Irlanda
(con i miei), l’Italia (con Charles), la Francia (con Seanna e Gilly… abbiamo
diritto ad una vacanzina anche noi fanciulle!) e, specialmente negli ultimi
giorni, ero sfinita. E ci si era messa anche Deirdre che, piccina com’era, aveva
una vocina sfibrante e, quando piangeva, ti entrava nel cervello … Per fortuna
poi si addormentava! (che bei momenti!)
Comunque, come dicevo, avevo intenzione di buttarmi (finalmente)
a letto e dormire tutto il pomeriggio (mi ci voleva proprio! Avevo una settimana
di sonno arretrato!!!). Mi stavo quindi dirigendo di sopra, verso la mia
camera, quando, improvvisamente, è successo qualcosa di inaspettato: è suonato
il telefono! Che bello!!! Ogni volta che suona quel coso babbano, da noi è una
gran festa, anche se di solito ci telefona solo Arthur Weasley che vuol parlare
con mio padre di qualche strano aggeggio che sta studiando.
- Pronto? Sono Niamh! Chi parla? - ho detto, alzando la cornetta.
- Ciao, Niamh - ha urlato una voce dall’altra parte della
cornetta - Sono tua madre! Ci siamo lasciati un quarto d’ora fa… Siamo a casa di
Harry e Ginny… Scusa se ti disturbo…
Oh, che bella sorpresa! Mia madre al telefono! Non mi era mai
capitato di sentirla!!! Beh, telefonava da casa di Harry Potter, dove ogni tanto
si recavano. Sì, aveva il nostro numero anche Harry Potter (gli aveva regalato
un telefono proprio il suocero, e un paio di volte anche lui ci aveva chiamato!)
- Ciao, mamma! Che bello sentirti! - le ho detto. Beh, sì,
l’avevo lasciata pochi minuti prima, ma mi sa che è una frase che i babbani
dicono al telefono… l’avevo visto anche in un film, dove mi aveva portato
Charles… Oddio, mi ricordo poco del film, perché c’eravamo messi in fondo e
abbiamo cominciato a limonare, però quella frase me la ricordo…
- Niamh… sei in ascolto? - ha chiesto mia madre.
Mi sono subito ripresa. Stavo pensando a Charles che mi…
- Sì, mamma! Certo! Dimmi pure - urlai nella cornetta.
Beh, forse dovevo manifestare un po’ meno la mia esuberanza… Non
è facile parlare in quei cosi babbani! Ti vien voglia di urlare!
- Dovrebbero parlarti Harry e Ginny di una faccenda riservata,
senza che ci sia nessuno dei tuoi fratelli, o dei piccoli Potter, in giro… Non
so… potresti raggiungerci? Ora, per esempio, se puoi… siamo a casa di Harry…
- Volete che venga? - le ho chiesto. Chissà cosa volevano.
E poi ho aggiunto - Se volete vengo anche subito. Sono
completamente libera, oggi pomeriggio!
- Magari, Niamh. Ginny ed Harry sarebbero contenti. Siamo a
Grimmauld Place, numero 12… se puoi venire, è questione di una mezzoretta.
- Un attimo e sono da voi.
Ho preso un pizzico di polvere, l’ho gettata tra le fiamme del
camino, sono entrata velocemente, gridando la località di destinazione e, un
attimo dopo, ero arrivata. Oh, avevano risistemato il salotto i coniugi Potter…
molto carino!
- Buongiono, signorina O’Neil - ho sentito subito, appena
arrivata - E’ un piacere rivederla!
- Il piacere è tutto mio, Kreacher - gli ho detto. Anche senza
vederlo, avevo subito riconosciuto la voce. Era il fedele elfo domestico di
Harry, molto bizzarro nell’abbigliamento… portava un grosso ciondolo, che mi
avevano detto essere stato del suo primo padrone, il famoso Regulus Black, e una
tunica in cui lui stesso aveva cucito lo stemma dei Black e quello dei Potter…
Stravedeva, oltre che per tutta la famiglia Potter (tutti gli elfi sono
affezionati ai loro padroni, ma Kreacher addirittura li adorava), anche per i
miei genitori, e anche per me e i miei fratelli. Sapeva che i miei avevano
aiutato il suo padrone a uccidere Voldermort, che aveva a sua volta ucciso il
suo primo padrone Regulus Black ed era squisitamente gentile ogni volta che ci
vedeva.
- E’ bello rivederti - gli stavo dicendo - Mi hanno chiamato…
- Niamh! Grazie di essere venuta! - Ho sentito dietro le mie
spalle. Mi sono girata e ho visto Ginny ed Harry venire verso di me, seguiti dai
miei genitori. Mia mamma portava in braccio il piccolo Patrick. Sì, lo so, il
nome è quasi normale. Di solito i miei si sbizzarriscono di più… Io poi mi
chiamo Niamh, sicuramente un nome non comune, e i miei fratelli Seanna, Ryann e
Conan; con Patrick (tipico nome irlandese) hanno fatto un’eccezione.
Subito ho abbracciato Ginny ed Harry. Ginny era bellissima: aveva
ormai raggiunta la trentina ma aveva un corpo sodo e snello (e anche pieno di
forze, da come mi ha stritolato!), legato al suo “passato” di giocatrice di
quidditch. In realtà l’ha lasciato non da molto e ora scrive articoli di
quidditch per la Gazzetta del Profeta. Quando ero piccola stravedevo per lei e
ho ancora il poster delle Holyhead Harpies in camera mia. Peccato che sono
negata per il quidditch…
Harry è un bel ragazzo, con un paio di tagli in faccia (uno deve
essere recentissimo, dato che mi sembra che non ce l’avesse qualche mese fa!) e
la famosa cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Tutti sanno che ha salvato
il mondo magico uccidendo quel mago malvagio, quel Voldemort, quando i miei
avevano su per giù la mia età. Ed i miei genitori gli hanno dato un piccolo
aiuto e c’è tra le nostre famiglie, da allora, una grande amicizia. Ora è capo
del Dipartimento Auror ed è molto competente, oltre che gentilissimo. Ha molta
stima di me… forse un po’ a torto, perché ogni tanto commetto qualche pasticcio…
(ma non ultimamente… le ultime due o tre mie entrate nella sua vita si sono
concluse con dei brillanti successi e, stranamente, sono stata importante nel
risolvere un paio di casi “rognosi”).
- Grazie, di essere venuta, Niamh - ha ripetuto Ginny.
- Scusaci per il disturbo, Niamh - ha aggiunto Harry - Abbiamo
parlato con i tuoi e, anche secondo loro, è opportuno che tu sappia tutto. Ci
occorre il tuo aiuto…
Il mio? Harry Potter e Ginny chiedevano il mio aiuto? Ma avevo
davanti due eroi del mondo magico, il “Prescelto”, il “Salvatore del mondo
magico” e la sua non meno famosa consorte, famosa non solo per il ruolo da lei
ricoperto nella battaglia contro il mago malvagio responsabile dell’ultima
guerra magica, ma anche per le sue inenarrabili imprese sul campo di quidditch!
- Dai, vieni in salotto, e mettiamoci comodi… Kreacher, non è che
potresti, per favore… - ha detto Ginny
- Certo, padrona, ci penso io.
E, in un baleno, un meraviglioso buffet (quante cose buone!
Kreacher sapeva tutto quello che mi piaceva!) era stato allestito nel tavolo del
salotto di Grimmauld Place…
Ci eravamo sistemati in salotto. Davanti a me stavano Harry e
Ginny e vicino mio padre, su una poltrona poco lontano. Mia madre stava invece
allattando, poco lontano, Patrick, che è un bambino buonissimo, ma quando ha
fame non lo tiene nessuno.
- Devi sapere, Niamh, che tre giorni fa abbiamo incontrato, ad un
festa a cui eravamo stati invitati, la Cooman… - mi ha detto Ginny.
Oh, quella vecchia professoressa! L’avevo avuta in prima. E’ una
vecchia impostora, ma dicono che, ogni tanto, abbia fatto qualche predizione
affidabile. A me però aveva detto un sacco di stupidaggini, come che sarei
entrata in un convento babbano a farmi suora (non sono portata!), avrei ottenuto
una serie di O in Difesa (mai presa neanche una!), sarebbe morto il mio amico
Blacky entro quell’anno (è praticamente immortale, dato che è un corvus
glacialis e regredisce ogni venti anni circa allo stato di uovo), mi sarei
innamorata del professor Paciock (è un amico di famiglia, un po’ grassoccio, e
vi assicuro che non è il mio tipo) e sarei fuggita con lui in Namibia (non so
neanche dove sia), avrei partecipato ad un ménage à trois con Teddy Lupin
e mia sorella (ho dovuto guardare sul dizionario per capire cosa fosse e… ci
mancherebbe solo questo!) e altre stramberie del genere.
- E’ un po’ eccentrica - ha aggiunto Harry - e non sempre
affidabile. Quant’ero ragazzino, a me ha pronosticato non so quante volte la
morte… una morte atroce in tutti i modi possibili. Ma, in un paio di occasioni è
entrata in trance e mi ha fatto vere profezie, che poi si sono avverate… neanche
lei le ricorda, dopo averle fatte, ma ti assicuro che si sono avverate… E ha
fatto anche quella profezia famosa, quella in base alla quale Voldemort ha
ucciso i miei genitori…
Sì, sapevo la storia. Harry ne parlava con apparente serenità, ma
sapevo quanto aveva sofferto per non aver avuto i suoi… Per questo,
probabilmente, era un padre meraviglioso per i tre figli, per cui stravedeva, e
che stravedevano per lui e Ginny. Era una bellissima famiglia.
- E, purtroppo, quando ci ha visto - ha continuato Harry - … sai,
noi siamo andati a salutarla… dopo qualche parola si è come sganciata dalla
realtà, ha cambiato voce e ci ha fatto un’altra profezia… questa volta
riguardante nostro figlio… James.
James, il più grande: quell’anno sarebbe dovuto venire ad
Hogwarts. Un ragazzino simpatico, estroverso, buono, ma anche piuttosto vivace.
Quando si metteva insieme a mio fratello Conan, bisognava sorvegliarli da
vicino, dato che nessuno poteva immaginare cosa avrebbero combinato… Ma che
c’entrava James? Ed io?
- Sì - ha aggiunto Ginny - e ha detto così:
Prima della fine dell’anno il primogenito del Prescelto si
scontrerà con il nulla. In quel momento rischierà di perdersi per sempre tra le
verdi spiagge dell’isola di Lith, se la ragazza irlandese, maestra nel castello,
non aiuterà lui, i due e i nascosti.
Ok, non avevo capito quasi niente: tutto sarebbe cominciato
quando il nulla avrebbe attaccato James (“il primogenito nel prescelto”). Ma
come fa il nulla ad attaccare qualcuno? Io ero chiaramente “la ragazza
irlandese, maestra nel castello”: questo era facile. Sono irlandese e, anche in
quell’anno scolastico avrei avuto una classe di ragazzini: insegno “Cura delle
Creature Magiche” insieme ad Hagrid, anche se devo finire il settimo anno ad
Hogwarts… E’una storia un po’ complicata, ma Hagrid ha insistito tantissimo,
lamentando presunti (e penso del tutto inesistenti) malanni che gli impediscono
di avere tutti i corsi e la McGranitt ha finto volentieri di crederci,
assegnandomi di nuovo una prima… Io sono stata contenta perché mi piace
insegnare ai ragazzini qualcosa sui simpatici animaletti della Foresta Proibita
(per fortuna solo quelli non pericolosi!) e perché sono troppo affezionata al
meraviglioso ufficio di cui avevo usufruito l’anno precedente! (insegnerei
gratuitamente solo per continuare ad averlo). Io dovevo aiutare “lui, i due e i
nascosti”. Boh! Dovevo avere un’espressione molto confusa e perplessa, dato che
Harry mi ha fatto un bonario sorriso.
- Sì, lo immagino che ti sembri tutto strano, è molto confuso… -
ha detto Harry Potter - Del resto queste profezie sono fatte in questo modo… Il
mondo magico non è mai stato semplice. Naturalmente la Cooman non ricorda
niente, neanche di averla pronunciata, né può aiutarci a decifrarla. Ma io e
Ginny ci siamo un po’ preoccupati… sai… parlava di James e di un suo possibile
futuro pericoloso. Anche se, con il tuo intervento, tutto, sembra, dovrebbe
sistemarsi…
- Naturalmente tu sei “la ragazza irlandese, maestra nel
castello”…- ha aggiunto mio padre - La profezia, tutto sommato, potrebbe non
essere troppo spaventosa e sembra alludere che, con il tuo intervento diverse
persone saranno salvate: James, “i due e i nascosti”. Chi siano poi questi
ultimi, non è chiaro…
- Così abbiamo pensato opportuno dirti tutto - ha concluso Ginny
- Tra una settimana comincerà il nuovo anno scolastico e… siamo un po’
preoccupati. Puoi dare un’occhiata a James, stargli vicino… e proteggerlo? Noi
te ne saremo riconoscenti per sempre!
- Ma certo, Ginny! - le ho subito detto - Magari quella profezia
vuol dire tutt’altro, ma io gli starò vicinissimo! E lo controllerò sempre! E
farò tutto quello che posso per dargli una mano! Ve lo giuro! E mi faccio anche
aiutare dai miei amici a controllarlo, se mi date il permesso di parlare…
- Certo, Niamh, ci fidiamo di te. Puoi dirlo a chiunque e,
soprattutto, parlane con Charles - ha detto Harry - Ma James non sa niente della
faccenda, e secondo noi è meglio che non sappia niente. Si preoccuperebbe
enormemente, in un momento per lui critico: inizia il suo percorso ad Hogwarts,
deve fare nuove amicizie… La profezia sembra si concluda poi felicemente per
lui. E non è detto che poi si realizzi… Non si può mai dire, con questo tipo di
profezie. Io comunque ho già provveduto ad allertare anche la McGranitt e gli
altri amici che sono ad Hogwarts, così che tutti insieme possiamo controllare
meglio James, anche se spero che non riusciremo a fargli sentire il nostro fiato
sul suo collo… Deve vivere la sua vita…
- Naturalmente - ha aggiunto Ginny - abbiamo appena attivato
anche Hermione, che sta facendo indagini sull’isola di Lith… Il nome è
abbastanza raro e, anche se esistono località con nomi simili (tra Britannia,
Bretagna e Irlanda ci sono una dozzina di isolotti con un nome simile), nessuno
sembra apparentemente legata alla magia… Hermione ha promesso di attivare, con
molta discrezione un team di magigeografi e magistorici per cercare di scoprire
qualcosa di più preciso e, spero, mi darà presto qualche risultato…
E, in quel momento, Kreacher è apparso dicendo: - I padroncini
sono appena tornati!
E subito, dietro a lui, sono entrati i tre giovani Potter…
- Ciao, Peter! Ciao, Lily! Ciao, Niamh! - ci hanno detto
allegramente tutti e tre, stupiti per la nostra presenza.
- Oh, che bello! C’è anche Patrick! - ha subito detto quel
simpatico folletto di Lily Luna Potter, sposandosi velocemente verso la culla.
Era proprio carinissima, con una meravigliosa chioma di capelli rossi (proprio
come la madre!) ed un carattere estroverso e esuberante.
Poi, dato che la madre le ha indicato di fare silenzio, dato che
il piccoletto si era appena addormentato, è corsa tra le mie braccia. - Sei
venuta a trovarci? Se vuoi ti faccio vedere la mia nuova puffola…
- E’ vero che insegni anche quest’anno? - mi ha detto James, con
un bellissimo sorriso, avvicinandosi.
- Sì, e forse sarò proprio la tua insegnante… Dovrei avere una
delle due prime in Cura delle Creature Magiche - gli ho detto.
- Figo! - Ha risposto - Ma ti chiamo professoressa, vero? - mi ha
detto.
- Certo, James. Come la vuoi chiamare? - E’ intervenuto il padre,
in quel punto - Te l’ho già detto. E non prenderti troppe familiarità neanche
con Neville… Lui è per te il prof. Paciock, chiaro?
- Ciao, Niamh! - Mi ha detto Albus, che è improvvisamente
arrossito (gli ero simpatica!) - Mi saluti Charles… è un po’ che non lo vedo.
Devo ridargli il libro che mi ha prestato, quello sulle leggende dei draghi
irlandesi… Vado a prendertelo. Mi aiuti per piacere a cercarlo, Kreacher
- Certo, padroncino! - ho sentito dire l’elfo - Penso che lei
l’abbia lasciato nello Studio…
Che bella famiglia! Certo che avrei protetto James… al costo di
stargli alle costole notte e giorno!
Il mio proposito di fermarmi una mezzoretta andò naturalmente a
farsi friggere e dovetti dividermi tra Lily (e la sua cresciuta famiglia di
Puffole), Albus (con cui mi misi a giocare a scacchi magici) e James (che voleva
avere informazioni “indipendenti” su Hogwarts). Poi, all’ora di cena, ce ne
siamo andati, naturalmente con una sporta piena di dolcetti irlandesi che
Kreacher ci aveva preparato e aveva voluto darci assolutamente per noi e per i
miei fratelli.
- Ci aggiorniamo presto - ho detto a Ginny, sottovoce - Intanto
conta pure su di me!
Ginny mi stritolò fortissimo! Un altro di quegli abbracci e avrei
dovuto bere un’intera bottiglia di Ossofast!
E, un attimo dopo, ero a casa, in Irlanda.
Ciao a tutti e ben ritrovati (o bene arrivati)!
Niamh è ormai al suo ultimo anno scolastico (2015/2016) ad
Hogwarts e deve ora studiare per il M.A.G.O. in Erbologia e Cura delle Creature
Magiche; tuttavia, come nell’anno precedente è anche insegnante (in una prima);
è inoltre aiutante di Hagrid.
Ci sono naturalmente tutti gli amici
(compresi Victoire Weasley e Teddy Lupin), che qui per comodità elenco.
Tassorosso:
quarto anno: Annah Montague (sorella
di Charles)
settimo anno: Niamh O’Neil
(protagonista), Gilly Phrix; Eveline Effervy; Ted Lupin.
Grifondoro:
quarto anno: Leonard MacNair
quinto anno: Victoire Weasley, Seanna
O’Neil (sorella di Niamh)
Corvonero:
settimo anno: Ginevra MacArthur
Serpeverde:
quinto anno: Ryann O’Neil (fratello
di Niamh), Lorna Campbell
settimo anno: Charles Montague
(fidanzato di Niamh), Kyle Nott, Ruperta Gandals
Coppie (situazione iniziale)
Charles Montague - Niamh O’Neil
Kyle Nott - Ruperta Gandals
Ryann O’Neil - Lorna Campbell
Seanna O’Neil - Ginevra MacArthur
(coppia non etero)
Armand Polignac - Victoire Weasley
Buona lettura a tutti. S.
P.S. Pubblico, come al solito, il
mercoledì di prima mattina.
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Capitolo 2 *** Foraois Uí Néill ***
Capitolo 2.
Foraois Uí Néill
- Sei bravissima, Niamh! - mi ha detto mia cognata. Cioè,
tecnicamente non è mia cognata. Lorna Campbell è la compagna, la morosa, la
fidanzata… non so come chiamarla… di mio fratello Ryann e i due, pur essendo
ancora piccoli (dovevano frequentare quell’anno il quinto anno ad Hogwarts!)
aveva avuto la bella idea di fare l’amore senza nessuna precauzione (io almeno
sto un po’ più attenta… Oddio, un paio di volte io e Charles non ci siamo
ricordati… ma tutto è andato bene!) e così, un paio di settimane prima, a metà
agosto, è nata la piccola Deirdre.
Ma la nostra famiglia è un po’ particolare in campo sentimentale,
diciamolo: io sono nata quando i miei avevano sedici anni, o giù di lì (il che
spiega perché, quando esco con mia madre, ci scambiano per sorelle).
Comunque, tornando a Lorna e Ryann, c’è stata un po’ di movimento
(e anche un po’ di tensione) per tutta l’estate. I miei, tutto sommato, l’hanno
presa abbastanza bene. I genitori di Lorna un po’ meno e c’è stato un accenno di
scenata, almeno all’inizio… Poi, dato che la situazione ormai era quella e
bisognava fare “buon viso a cattivo gioco” (proverbio babbano), si sono arresi
e, quando è nata la piccoletta, erano felici, come tutti noi. In effetti la mia
nipotina è bellissima! Secondo me, assomiglia tutta a me da piccola, ma Lorna
dice che sembra tutta sua madre (a me non sembra).
Le discussione successive, però, hanno riguardato cosa dovessero
fare mio fratello e Lorna, ora genitori della piccola Deirdre. Escluso, per il
momento, il matrimonio, dato che sono troppo piccoli e non sono neanche in grado
di badare a loro stessi (lo faranno eventualmente tra qualche anno), è sembrato
a quasi tutti opportuno che continuassero a frequentare la scuola… ma Deirdre?
su questo punto c’erano state ampie discussioni tra i genitori di Lorna, i miei
e, naturalmente, gli interessati. I genitori di Lorna proponevano di tenere loro
la piccola, mentre i due ragazzi avrebbero ripreso normalmente le lezioni (e
magari avrebbero rivisto la piccoletta il fine settimana). Ma Lorna e Ryann
avevano le idee chiare e avevano coinvolto anche me. Loro volevano tornare ad
Hogwarts… con Deirdre!
- Deirdre può andare dal mattino al primo pomeriggio alla sezione
nido della scuola materna magica di Hogsmeade - mi ha spiegato mio fratello - Ci
lavora un’amica di Lorna e ci hanno assicurato che la prenderanno… ci
servirebbero però una cinquantina di galeoni al mese… Poi il pomeriggio la
teniamo io e Lorna… e la sera avevamo pensato… a te..
- Sì, Niamh, non vorremmo separarci dalla piccola… se te la senti
- mi aveva detto Lorna - potremmo allestire una piccola cameretta insonorizzata
in una parte del tuo ufficio e tenerci un paio di letti… Uno piccolo per la tua
nipotina e uno più grande per chi starà con lei la notte… Faremo i turni,
naturalmente… Hai uno studio bellissimo e grandissimo… e si può anche fare
qualche incantesimo estensivo, penso… Così potremo stare con lei, povero
piccola! E’ una bambina buonissima, come hai visto, e non ti impegnerà più di
tanto, se non la notte. E faremo i turni io e Ryann, o anche, qualche volta, se
lo vorrete, tu, Seanna o Ginevra… o anche Charles, se se la sente…
Seanna è mia sorella e, sicuramente, ci avrebbe dato una mano.
Come anche Ginevra, che è la sua ragazza (sì, lo so, non è una cosa molto
frequente ad Hogwarts, ma le due si vogliono bene e sono delle brave ragazze, e
per noi va bene così, basta che siano felici). Charles invece è il mio moroso
che ci avrebbe dato sicuramente una mano, anche se sono sicura che avrebbe
trovato modi molto più interessanti di passare la notte, nel mio studio…
- Beh, si potrebbe fare… - ho detto incautamente, presa
dall’euforia di avere la piccoletta, per qualche ora, con me… Cosa sarebbe
stato? Un vero piacere!
- Ma certo - ha aggiunto Ryann - E l’amica di Lorna verrebbe a
prenderla la mattina per portarla all’asilo magico e ce la riporterà nel
pomeriggio, una volta terminate le lezioni, verso le 16.00! E nel pomeriggio ci
penseremo naturalmente io e Lorna, che avremo anche l’aiuto dei nostri amici,
magari! Poi, dopo cena, la metteremo nel suo lettino, nel tuo studio… Ci
potrebbe anche dare una mano a darle un’occhiata, al limite, il tuo elfo… ci
potrebbe avvisare se si svegliasse e verremo subito…
Koryad non è proprio il mio elfo. E’ l’elfo incaricato di tenere
in ordine gli studi degli insegnanti. Ed è fantastico: mi sistema il bagno
cambiando gli asciugamani tre volte al giorno; elimina ogni granello di polvere
dalla libreria; innaffia tutte le mie piante meglio di un cronometro svizzero;
cambia l’acqua a Blacky (il mio amico corvus glacialis che mi fa
compagnia ad Hogwarts, nel suo comodo trespolo) e lo rifornisce di mangime
congelato fresco quattro volte al giorno; mi riempie di manicaretti e leccornie
ogni volta che lo chiedo… Insomma, è semplicemente fantastico. Ma non ho idea
che esperienza abbiano gli elfi di Hogwarts di bambine di pochi mesi… Non ci
sono di solito bambini così piccoli ad Hogwarts!
- E magari nei fine settimana ci penseranno i miei genitori… o i
vostri, se lo vogliono - ha aggiunto Lorna - Naturalmente io seguirò sempre la
piccola, in trasferta…
- Abbiamo anche accennato della cosa a mamma e babbo - ha
concluso Ryann - E, secondo loro, la McGranitt ci potrebbe dare il permesso,
naturalmente se tu sei d’accordo…
Insomma, dopo poche parole mi avevano convinta! Come potevo dire
di no? Anzi, mi sono anche offerta di pagare la retta per l’asilo (ho un po’ di
risparmi da parte, e poi ho ancora i duemila galeoni che mi ha lasciato il
nonno, che, sono sicura, li avrebbe lasciati anche ai miei fratelli, che però
non ha potuto conoscere…).
E così abbiamo convinto tutti che la cosa era più che fattibile,
facilissima, auspicabile e, magari, ci saremmo anche divertiti un sacco a tenere
la piccola Deirdre nella cameretta che avremmo preparata nel mio studio…
Insomma, sembrava tutto semplice, una passeggiata.
- Io ti do volentieri una mano, Niamh - ha detto saggiamente
Charles - Lo sai che voglio bene alla piccola, ma vedrai che non sarà così
semplice come vi immaginate…
E, devo ammettere, in effetti non aveva tutti i torti, ma ancora
non lo sapevo. Così, un paio di giorni prima dell’inizio delle lezioni, insieme
con mio padre, Seanna e Ryann sono andata al castello per sistemare tutto. I
miei avevano già parlato con la McGranitt, che aveva dato loro il consenso
(penso che la nostra preside abbia un debole per i miei, dato che sono stati
suoi alunni, e soprattutto per mio padre).
Ma il nostro arrivo ad Hogwarts è stato sicuramente originale. I
miei genitori, infatti, hanno rivelato a me e ai miei fratelli una specie di
“segreto di famiglia”(!)
- Noi O’Neil abbiamo la possibilità di raggiungere Hogwarts anche
in un altro modo - ci ha spiegato mio padre - cioè attraverso un portale che
sbuca in uno dei bagni di Hogwarts. Fa parte di una antica rete di portali il
cui accesso, però, il preside Silente ha bloccato definitivamente, ad esclusione
di lui, di me e di vostra madre.
- Allora noi non possiamo utilizzarlo! - ha detto Seanna.
- Ma voi avete il nostro sangue - ha aggiunto mia madre - Non ho
idea se lo potranno fare i vostri figli, ma, secondo me, voi tre, e anche Conan
(che però è troppo piccolo e anche un po’ troppo incosciente per avere queste
informazioni: perciò è meglio non dirgli niente), potete attraversarlo.
Il portale qui vicino e quello presente ad Hogwarts fanno parte
di una antica rete collegata ad un posto isolato, che una volta era chiamato
“Bosco degli Inferi”… ma, dato che ormai nessun altro ci può entrare e non ha
più niente di inquietante, sarebbe meglio ribattezzarlo...
- Bosco degli O’Neil? - disse mia sorella Seanna.
- Non male… magari in irlandese, cosa dite? - disse mio padre -
Foraois Uí Néill
Suonava bene! Avevamo anche una rete di portali privati! Che
figata!
- Ma ci può entrare anche Charles? - ho chiesto.
- Secondo me, no - ha detto mo padre - ma si può sempre provare…
E così ci siamo materializzati nei pressi del portale (si trova
in una grotta, vicino a casa nostra). I mie fratelli ancora non sanno
materializzarsi (e sono stati aiutati dai miei genitori), ma io ho imparato
durante l’estate da zia Eliza (non servono esami in Irlanda), che è veramente in
gamba. Non mi sono spaccata neanche una volta! Devo però migliorare sulla
destinazione, perché tendo a distrarmi e mi ritrovo nei posti più impensati
(l’ultima volta, al posto di andare al pub di zia Ely mi sono ritrovata nel
camerino di un negozio di costumi, dove io e Charles… ok, questa è un’altra
storia…).
Il portale era stato ben dissimulato (quando ci si mettono, i
maghi sono bravissimi a rendere ingarbugliate le cose!): si trovava in fondo ad
una caverna, al buio, in mezzo alle ragnatele e ai pipistrelli e non si
distingueva dalle restanti pareti. Avevamo al collo un simpatico ciondolino (con
una pietra di Luna) e abbiamo dovuto anche pronunciare una formuletta in latino.
Poi, fatto tutto questo, mio padre è entrato letteralmente dentro la roccia!
- Dai, andiamo anche noi - ho detto ai miei fratelli. E, un
attimo dopo, mi sono trovata in un altro luogo.
Foraois Uí Néill! Bello! Eravamo su una
collina e, intorno a noi, c’erano diverse costruzioni in pietra… delle specie di
dolmen (ma costruiti con più rocce, tenute insieme dalla magia evidentemente,
non con enormi massi), che si trovavano tutte intorno alle pendici della
collina. Più in lontananza si vedeva una grande foresta, chiusa però, ancora più
lontano, da alte colline azzurre. Un bel sole illuminava la scena.
- Qui c’era un palazzo, una volta - ha detto mio padre - Che ho
provveduto a far trasferire… Era legato alla magia oscura…
- E dopo l’hai mandato, babbo? - ha chiesto mio fratello.
- In fondo all’Atlantico… così non ci sarà più nessun pericolo…
neanche per i pesci, spero…
Io non sottovaluto i miei genitori. Sono grandi maghi e
utilizzano anche alcuni oggetti magici di straordinaria potenza. Ma hanno scelto
di vivere una vita tranquilla, in Irlanda, borderline tra mondo magico e
mondo babbano, poco conosciuti dai più. O, per dirla meglio, sono
conosciutissimi (e considerati come facenti parte della famiglia) dai MacDonald
(che ci ospitavano nel loro castello scozzese due o tre volte all’anno) e da
altre importanti famiglie magiche inglesi (Potter, Weasely, Montague in primis,
ma sono anche amici di Kingsley, il primo ministro, e di tutti gli
insegnanti di Hogwarts), ma quasi sconosciuti alla stampa e al resto del mondo
magico: per loro mio padre è un anonimo funzionario del ministero irlandese, mia
madre addirittura una bibliotecaria in un piccolo paese babbano. Ma sono
veramente in gamba. E se ora mio padre diceva che si era sbarazzato di un
inquietante palazzo pieno di magia oscura, spedendolo negli abissi marini,
sapevo che era vero: poteva fare questo e altro.
Per terra c’erano tante pietre… come se fossero altri portali
distrutti. Magari un giorno ci avrebbero spiegato tutto i miei. Ora però avevamo
una missione da compiere.
- Questo conduce ad Hogwarts - disse mio padre, indicando un
portale. Era perfettamente uguale agli altri… io non avrei potuto distinguerlo,
ma per fortuna qualcuno aveva provveduto a inserire, a fianco dei portali, dei
cartelli in ottone con l’indicazione della destinazione. Toh, la grafia era
quella di mia madre. Non c’era da sbagliarsi, lei è fissata con l’ordine e la
catalogazione (io un po’ meno!): deformazione da bibliotecaria irlandese!
- Noi l’abbiamo utilizzato diverse volte, anche durante la
Battaglia - ha aggiunto mio padre. (parlava della battaglia famosa, quella
contro Voldemort, a cui anche loro avevano partecipato, anche se non ne
parlavano spesso) - Dai, andiamo!
- Ma chi ha creato questa rete? - ho chiesto a mio padre.
- Un nostro antenato. Un pessimo soggetto. Ma noi l’abbiamo
utilizzata solo a fin di bene. Come, spero, farete anche voi.
E così siamo, in un attimo, passati ad Hogwarts, trovandoci
dentro uno dei bagni del castello, al sesto piano! In effetti è molto comodo,
dato che è possibile sbucare, in un attimo, dentro Hogwarts (con notevole
risparmio di tempo, dato che altrimenti non è possibile materializzarsi nel
castello o nelle sue vicinanze e bisogna raggiungerlo, a piedi, da Hogsmeade).
Anche se, pensandoci, per altri spostamenti, non c’è un particolare vantaggio,
dato che la materializzazione, una semplice passaporta, o anche la metropolvere,
hanno la stessa funzione. Però è figo avere accesso ad una magia che altri non
possono utilizzare!
Una volta ad Hogwarts, ho salutato due o tre fantasmi, tra cui
il Frate Grasso, contentissimo di vederci. Poi ci siamo imbattuti in Pix (che
stranamente non ci ha tirato niente, ma ha sghignazzato vedendoci… come mai?),
nel vecchio Gazza (quanti anni aveva ormai?) e in qualche professore che era già
arrivato e ci stava aspettando. Abbiamo poi sistemato il mio studio grazie
all’aiuto di Neville (amico di famiglia), che ha provveduto, insieme a mio
padre, a fare una bella magia estensiva rinnovabile a lungo termine e ci ha dato
una mano a creare, in un angolo dello studio, una bella stanzettina in cui
sarebbe stata ospitata la piccola: abbiamo anche portato, con l’aiuto degli
elfi, un piccolo letto per Deirdre e un altro (ad una sola piazza… peccato… già
immaginavo come utilizzarlo quando non ci fosse stata la piccola… Però anche una
sola piazza poteva andare bene, ripensandoci! Anzi…).
Poi io e i gemelli (Seanna e Ryann sono gemelli) siamo anche
andati ad Hogsmeade a parlare con Lucy Fitzgerald, l’educatrice-amica di Lorna
che avrebbe dovuto tenere la piccola durante la mattinata e il primo pomeriggio
(e che sarebbe dovuta venire a prenderla e a riportarla), che naturalmente era
contentissima di averla con sé (certo, per cinquanta galeoni al mese! quattro
volte il mio stipendio di quell’anno da insegnante! Avrei preso 12 galeoni e
mezzo… ma a me non importavano i soldi, ma presentare qualche simpatico
animaletto magico ai ragazzetti e… l’utilizzo del mio fantastico e comodissimo
ufficio!!! Che ora, poi, con la nuova stanzetta - e il letto ad una piazza - mi
sembrava anche più “invitante”!)
Insomma, dopo una giornata di duro lavoro, eravamo tutti
soddisfatti. Tutto stava andando bene. Tutto era perfetto. Cosa sarebbe potuto
succedere di male?
_______________________________________
Il 1 settembre i miei fratelli (con Lorna e la
piccola Deirdre) sarebbero andati, come al solito, con la passaporta, ad
Hogsmeade. Io invece, dal giorno prima, ho raggiunto Charles Montague (il mio
moroso) a Londra, dato che avevo pensato che sarebbe stato opportuno controllare
da subito James Potter. Come sapevo, gli sarebbe successo qualcosa di strano
(“attaccato dal nulla”… boh!) e io sarei intervenuta a salvare “lui, i due e i
nascosti” (boh!)… Non sapevo però quando, se non prima della fine dell’anno…
Tanto valeva stargli alle costole (non troppo però… non doveva accorgersi di
niente) fin da subito. E allora, d’accordo con Charles, ho passato la notte a
casa sua e poi la mattina siamo andati alla stazione di King’s Cross. Avrei
fartto il viaggio con l’Espresso! Ed era la prima volta, dato che, negli anni
passati, giungevamo direttamente ad Hogsemeade senza passare per Londra!
La serata è stata molto piacevole: i genitori di Charles sono
gentilissimi (mi considerano ormai parte della famiglia) e la compagnia di Annah
(la sorella di Charles) è stata piacevolissima. Annah ha già compiuto
quattordici anni (deve frequentare il quarto anno ad Hogwarts) ed è diventata
una bella ragazza, con una simpatica frangetta bionda, una lunga coda nei
capelli e un sorriso gentile e molto dolce. Aveva superato, almeno in parte, la
sua timidezza e la sua insicurezza, anche grazie a me. Quando è arrivata ad
Hogwarts, le ho dato volentieri una mano ad ambientarsi nella nostra Casa (non
che ce ne fosse troppo bisogno, dato che noi Tassi siamo piuttosto ospitali, e
poi c’è il Frate Grasso che protegge e consiglia tutti i piccoli… la casa della
mitica Tosca, insomma, è fantastica!), fornendole anche alcuni consigli utili
(passaggi segreti, modo di entrare in cucina, possibilità di bigiare le
interrogazioni, modi per prevenire i compiti a sorpresa di quello stronzo di
Whyte, ecc., ma anche come comportarsi con qualche compagna non troppo simpatica
o con qualche ragazzino insistente da lei non troppo gradito)… Poi, nell’anno
precedente, era anche entrata nella squadra di quidditch dei mitici Tassi, si
era perfettamente integrata in quel gruppo (tra l’altro era una bravissima
cercatrice!). Io e Charles non avevamo mancato mai ad una sola partita: il
capitano poi era Teddy Lupin, il mio carissimo amico (nonché figlioccio di Harry
Potter).
- Niamh… vieni in camera mia a darmi un consiglio su quali libri
portare? - mi ha detto, una volta finita la cena.
- Certo - le ho subito risposto.
- Vengo anch’io… Se vuoi, posso consigliarti… - è intervenuto
Charles.
Al che la sorella, scherzosamente: - No, sono cose da ragazze…
Cosa doveva dirmi? Boh, non so perché, ma tutti tendono a
considerarmi affidabile come “consigliere sentimentale”… Forse perché
effettivamente non lascio trapelare nessuna confidenza, tant’è che neanche
Charles è al corrente di ciò che mi dicono le amiche (sì, va bene, a lui non
interesserebbero queste confidenze… effettivamente “sono cose da ragazze”!).
- Scusami, Niamh… Volevo un consiglio… - mi ha detto, una volta
arrivati in camera. Era una bella stanza, un po’ più grande della mia (sì, avevo
anch’io una camera… quella degli ospiti, ma di fatto la lasciavano per me… I
Montague ne avranno dieci! Sono sfacciatamente ricchi! Non che mi dispiaccia…)
- Dimmi, pure, Annah…
- Beh… mi piace un ragazzo… che tu conosci… non è che mi daresti
qualche dritta per… conoscerlo meglio… Sai, è un tipo che piace molto alle
ragazze della mia età, anche a Liberty Augey, che stravede per lui…
Liberty (nome improponibile… ok, neanche Niamh è comune!) era una
sua amica.
- E’ bravissimo a quidditch… e mi è stato molto vicino
ultimamente e abbiamo passato un po’ di tempo insieme… Credo di piacergli… e
anche lui mi piace…
Beh, chiarissimo. Era innamorata di Teddy, il suo capitano. Beh,
certo, era prevedibile. Teddy Lupin è un bel ragazzo, buono come un pezzo di
pane, sempre disponibile, molto affabile con le ragazze della sua squadra, che
stravedevano per lui. E poi quell’anno era caposcuola (le notizie corrono e già
si sapeva che aveva avuto quella carica). Era quasi scontato che anche lei, che
aveva ormai quattordici anni, cominciasse a provare qualcosa per qualcuno… Ok,
situazione delicata. Teddy è un bellissimo ragazzo, ed è molto “gettonato”, nel
senso che molte ragazze si farebbero in quattro per uscire con lui. Il che era
riuscito a pochissime. Evelyne Effervy tre anni prima, Corinna McGallow l’anno
precedente e nessun’altra per quanto ne sapevo. Io ero, per quanto ne sapevo,
l’unica che l’aveva rifiutato (è una storia un po’ complicata, dato che ne ero
innamorata anch’io qualche mese prima, ma poi avevo conosciuto Chareles…). E poi
piaceva moltissimo alla mia amica Victoire Weasley (un anno più grande di Annah)
che però, l’anno precedente, dopo una vana attesa di due-tre anni (lui la
considerava una specie di sorella e non pensava a lei da quel punto di vista),
se ne era andata a fare gli ultimi mesi a Beauxbatons. Dalle ultime notizie che
avevo ricevuto (via gufo, quell’estate) sapevo che sarebbe tornata ad Hogwarts
per il nuovo anno scolastico (evviva! Quando era partita sembrava volesse
trasferirsi definitivamente in Francia) e che si era innamorata di un bel
ragazzo francese … Quindi, se a Vic non interessava, non c’era niente di male se
avessi dato una mano ad Annah… che era praticamente mia parente!
- E’ Lenny… Leonard MacNair…
Evviva! Non avevo capito niente! Ogni tanto mi capitava, in
effetti, di prendere qualche grossa cantonata. Il mio sesto senso… o intuito
femminile… non so come chiamarlo, qualche volta mi conduceva a fare qualche
grosso sbaglio (prima del fidanzamento avevo anche schiaffeggiato davanti a
tutti il mio futuro adorabile moroso… ma la lista dei pasticci da me combinati è
piuttosto lunga ed è meglio non ricordarla…). Ok. Leonard MacNair… E’ un
bravissimo ragazzo della stessa età di Annah, grifondoro, anche lui nella
squadra di quidditch di quella Casa (oh… era quindi un futuro avversario di
Annah!), gentilissimo (l’anno prima mi aveva aiutato qualche volta con un paio
di animaletti malati), molto maturo e anche molto carino: aveva in particolare
uno strano, ma meraviglioso paio di occhi chiarissimi…. Occhi chiari come quelli
del padre, il prof. MacNair, un tipo molto preciso che adorava i corvus
glacialis e che aveva salvato la vita, una volta, al mio fantastico Blacky
(noi e i MacNair siamo gli unici possessori di due rarissimi esemplari di
corvus glacialis domestici delle Isole Britanniche). E la madre era la
famosissima Alicia Spinnet, uno delle migliori giocatrici di quidditch di tutti
i tempi (grazie a lei l’Australia aveva vinto il Campionato Mondiale qualche
anno prima). La sorella, poi, Maya, era stata una mia alunna l’anno prima ed era
una ragazzina adorabile, praticamente perfetta. Insomma, un bravo ragazzo e una
bella famiglia. Beh… era un’ottima scelta, secondo me.
- Oh… E’ un bravissimo ragazzo. Sono contenta! E’ una cosa seria?
- le ho chiesto.
- Beh, forse sì… lui mi piace, e anch’io a lui, penso… Abbiamo
parlato molto… e ci siamo scritti durante l’estate… Ma nessuno lo sa, ancora…
del resto ci stiamo solo conoscendo e non abbiamo fatto niente… e non ci siamo
neanche baciati… Non stiamo insieme… ancora… tecnicamente… Sai, siamo in
squadre avversarie, tra le quali c’è molta competizione… e ho paura di quello
che potrebbero pensare i nostri compagni di squadra… Sai, ci sono quelli che
penserebbero che l’intenzione mia o sua è quella di carpire schemi o tattiche di
gioco della squadra avversaria…
Il quidditch… Molti lo prendevano come una cosa seria! E’ un
gioco! Molti immaginavano fantasiosi complotti orditi dalle squadre avversarie
per bloccare qualche giocatore brillante… E una relazione tra due figure di
spicco di due squadre antagoniste (tra l’altro probabilmente le migliori del
campionato dell’anno precedente) avrebbe dato adito a tanti dubbi… Immaginavo la
pressione intorno ai due, se si fosse scoperto che c’era del tenero…
- Degli altri non preoccuparti - le suggerii - Pensa a te stessa.
Poi gli altri accetteranno le tue decisioni, sono sicura. In effetti ti piace
un ragazzo veramente in gamba! Secondo me, vi troverete bene insieme!
Comunque qualche altro consiglio potevo darglielo…
- Beh, ora ad Hogwarts lo vedrai spessissimo. Dovresti cercare di
passare un po’ di tempo con lui… magari in biblioteca… Ci sono tanti argomenti
da affrontare insieme, specialmente se volete costruire qualcosa di solido… E ci
sono anche dei posti riservatissimi in cui incontrarsi, dove potersi scambiare
qualche bacetto, quando verrà il momento… E se volete, quando non lo uso, nel
pomeriggio, ci sarebbe anche il mio ufficio… C’è un simpatico salottino. Faccio
un incantesimo d’ingresso alla porta, in modo tale che possiate entrare quando
volete e lascio detto a Koryad di portarvi thé è biscotti ogni volta che vi
vede… Lì nessuno vi cercherà…
Oddio, c’era anche la camera della piccola con un letto a
disposizione. Ma non erano ancora in quella fase (almeno speravo) e non dovevo
quindi preoccuparmi per quello…
- Grazie, Niamh! - mi ha detto Annah, abbracciandomi - Ti voglio
bene! Non vedo l’ora di invitarlo…
- Non domani, però… lascia passare qualche giorno, mi raccomando…
- la consigliai.
Oh, che bello. Mia cognata Annah e Lenny! Per me la coppia poteva
funzionare benissimo! Tutto si stava sistemando alla perfezione in quell’anno
scolastico. Ed, ero sicura, la mia dolcissima cognata e quel bravo ragazzo di
Lenny avrebbero avuto una relazione bella, tranquilla, serena, senza particolari
problemi…
Leonard (Lenny) e Maya MacNair, come il loro papà (Bastian) sono personaggi
creati dalla fervida fantasia di AdhoMu (vi consiglio di leggere le sue storie,
che sono semplicemente meravigliose) Ad Adho si deve anche la creazione del
corvus glacialis cornix, un uccello magico opposto teorico della fenice,
praticamente immortale (regredisce ogni vent’anni circa allo stadio di uovo e si
autoiberna in un cubetto di ghiaccio), che qui (Blacky) è una specie di
simpatico amico/mascotte/animale di compagnia di Niamh (mentre per il resto del
mondo magico è un inquietante animale oscuro). Ringrazio naturalmente Adho per
avermi permesso di utilizzare tutti questi personaggi e caratterizzazioni.
A
mercoledì. S.
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Capitolo 3 *** Sull'Espresso ***
Capitolo 3.
Sull’Espresso
- Principessa! - sentii dire alle mie spalle - Non hai bagagli?
- Ciao, Kyle! Ciao, Ruperta! I bagagli li portano i miei
fratelli, che sono già ad Hogsmeade - ho detto senza neanche voltarmi. Tanto
sapevo che erano loro! Chi altro mi avrebbe chiamato in quel modo?
- Mi sei mancata tanto! - mi ha detto Ruperta, abbracciandomi.
- Anche tu! - Le ho detto, ricambiandole la stritolata - Tutto
bene a Santorini?
Sapevo che era andata con la sua famiglia, e con Kyle, in Grecia…
Mi aveva anticipato qualche avventura tragicomica Charles, che era rimasto in
contatto con Kyle durante l’estate. La vacanza era stata bellissima, se non
fosse stato il fatto che il mio amico aveva dormito con i sei fratelli di Rup
che, a turno, lo tenevano d’occhio! Non poteva neanche dare un bacetto alla mia
amica! Per fortuna la famiglia mia e quella di Charles sono meno sospettose (o
si sono arrese, probabilmente, dopo i vani tentativi di tenerci separati, i
primi anni… e poi né io né il mio moroso, per fortuna, abbiamo sei fratelli!)
- Benissimo! La Grecia è stupenda… Non è vero, amore? - ha detto,
rivolto al moroso.
- Certo… e poi eravamo una bella compagnia… molto numerosa! - ha
aggiunto.
Io, Charles e anche Annah (era anche lei con noi) ci siamo messi
a ridere. Intanto eravamo ancora nella parte “babbana” della stazione.
- Ecco, Niamh… per il binario 9 e ¾ devi entrare lì - mi ha detto
Charles, indicandomi una colonna tra i binari 9 e 10.
- Ma… nessuno se ne accorgerà? - ho chiesto. Tutto intorno
c’erano un sacco di babbani. E anche maghi e streghe inglesi, ad essere sincero,
che, effettivamente, sparivano dietro la colonna. I maghi inglesi si riconoscono
subito, dato che si vestono in modo bizzarro, con degli improbabili accostamenti
di colore, soprattutto quando vogliono passare per babbani. A parte i Montague,
naturalmente, che però sono avvantaggiati, dato che hanno un bellissimo palazzo
a Venezia, dove soggiornano due/tre mesi l’anno, e hanno un gusto maggiore nel
vestire… Forse merito dell’Italia… un paese che amo… quanto mi piace Venezia!
- No, nessuno. C’è una magia potenziata permanente che impedisce
ai babbani di notare la presenza, in prossimità della colonna, di maghi e
streghe - mi ha spiegato pazientemente Charles - Dai, andiamo! - ho detto.
Ho accompagnato Annah che spingeva il carrello (quante cose ha
portato! Io avevo mandato ad Hogsmeade, e affidato ai miei fratelli, solo cinque
valigie!) e ci siamo gettate praticamente contro la colonna e, un attimo dopo,
ero in un altro luogo! Davanti a me c’era l’Espresso e, intorno, decine di maghi
e streghe, bambini, ragazzi e loro famiglie, con tanti begli animaletti (rospi,
gufi, barbagianni,…), che si salutavano o salivano sul treno!
- Guarda, ecco laggiù i Potter! - mi ha sussurrato Charles.
Gli avevo raccontato tutto. Poi avrei raccontato la storia di
James anche a Rup e Kyle, di cui mi fidavo come di me stessa.
- Andiamo a salutarli! - ha detto Charles. E ci siamo diretti
verso di loro, seguiti anche da Kyle e Rup, che conoscevano Harry (un po’ meno,
penso, Ginny).
- Buongiorno, professoressa O’Neil - ha detto James appena mi ha
visto.
Suscitava una gran simpatia, con i suoi modi eleganti e
educatissimi. Ma era anche molto vivace, lo sapevo…
- Va bene così, mamma? - ha detto poi, rivolgendosi alla madre,
che mi sorrideva lì vicino.
Ci siamo naturalmente abbracciati.
- Hai già preso il posto sul treno, James? - gli ho chiesto.
- No, adesso però vado. Ciao, mamma. Ciao, babbo. Ciao, Albus!
Ciao, Lily! - ha detto e, dopo aver dato un bacio ai genitori e alla sorellina,
e uno scherzoso pugno nel petto ad Albus, è subito salito.
Albus intanto parlava con Charles di non so quale libro e, quando
ha visto che lo stavo guardando, è diventato tutto rosso; Annah si guardava in
giro (cercava qualche sua amica? O si aspettava di vedere Lenny?). Lily Luna
frattanto mi si è fiondata al collo e voleva che le promettessi che sarei stata
la sua insegnante di lì a tre anni, quando sarebbe toccata a lei andare ad
Hogwarts… Ginny intanto parlava gentilmente con Kyle e Rup, mentre Harry
guardava dove si fosse posizionato il figlio, sul treno.
Lasciata un attimo Lily Luna, mi sono quindi avvicinato ad Harry
e gli ho detto: - Non preoccuparti, sono incollata a lui, qualunque cosa
succeda.
- Lo so, Niamh, e ti ringrazio. E, sull’isola di Lith, non ho
niente da dirti. Hermione e la sua commissione di magistorici e magigeografi non
ha scoperto niente. Ho comunque mandato qualche amico ad indagare in ognuna di
quelle isolette con un nome simile… Ma, dai primi gufi che mi sono arrivati,
sembra che non ci sia niente di particolare da segnalare…
- Oh, che bello rivedervi! - ho sentito dietro a me. Riconoscevo
la voce: era Ted Lupin!
Subito mi ha abbracciato (“Sei sempre più bella, Niamh” ha detto,
mentre Charles gli inviava uno sguardo non troppo amichevole). Ha poi
abbracciato Annah, chiedendole se era pronta per il campionato di quidditch
- Dobbiamo stare attenti, soprattutto ai Grifondoro - ha poi
detto - Farebbero carte false per carpire i nostri segreti! Dobbiamo evitarli e…
soprattutto… non rivolgere loro la parola! Sono molto pericolosi!
Oddio, se avesse saputo che c’era del tenero tra mia cognata e il
cercatore dei Grifondoro!
Teddy ha poi rivolto un saluto anche a Rup, Kyle e Charles (che
continuava a guardarlo perplesso).
Poi si è messo a raccontare della nonna che non era potuta venire
per qualche acciacco dell’età.. per fortuna niente di grave, a quanto capivo.
- So che sei Caposcuola, quest’anno - gli ho poi detto -
Congratulazioni!
Me l’avevano detto i miei, che avevano saputo della notizia
“riservata” dalla McGranitt stessa, un mese prima circa.
- Grazie, Niamh! Beh, sì… Spero che mi darete una mano… Non so
quanti guai potrò combinare… - disse, con molta diplomazia.
Teddy era in gamba e, sicuramente, non avrebbe combinato nessun
guaio. Quella che faceva i guai ero di solito io.
- Dai, ora andate - ha detto Harry. E ha poi abbracciato Teddy
augurandogli di passare un bell’anno ad Hogwarts. Anche Ginny l’ha abbracciato,
poi è stata la volta di Albus e Lily (che non voleva lasciarlo e voleva che la
portasse in treno con lui. E non voleva staccarsi dal suo collo!).
Che bella famiglia!
- Dovrebbe esserci anche Vic - diceva Ginny - Sarà in ritardo…
Tra pochi minuti parte l’Espresso… Le mandiamo un patronus?
Intanto noi siamo saliti e ci siamo subito salutati: Teddy doveva
andare in cima al treno a prendere accordi con i Prefetti; Annah è andata in uno
scompartimento su un altro vagone con alcuni suoi amici e io, Charles, Kyle e
Rup abbiamo cercato uno scompartimento libero.
- Vado a fare un giro e controllo dov’è James - ho sussurrato a
Charles - Se vuoi puoi anticipare la storia a Kyle e Rup, altrimenti la racconto
poi io…
- Basta che non vai in cima al treno… Ho sentito cosa ti ha detto
Teddy… e non mi piace come ti guarda… - mi ha detto.
- Idiota! - gli ho risposto, sorridendo. E’ possibile che fosse
ancora un po’ geloso? Quanto sono sciocchi i ragazzi!
Mi sono alzata sui piedi e gli ho dato un leggero bacio. Ma,
appena le nostre labbra si sono avvicinate, le nostre lingue si sono cercate e
il bacio pudico che mi ero immaginato si è trasformato in un bacio sensuale al
massimo. L’avrei… e sentivo che anche lui voleva lo stesso…
- Eh, eh… ragazzi - diceva Kyle intanto - le scene di sesso sono
proibite sull’Espresso… Dovreste aspettare almeno di essere ad Hogwarts… però
neanche lì sarebbe consentito ad una professoressa sedurre un alunno… io mi
sento a disagio…
Ci staccammo ridendo. Poi mi avviai per i corridoi, alla ricerca
di James, mentre il treno prendeva velocità.
Ok, James si era sistemato in uno scompartimento non lontano dal
nostro con alcuni ragazzini e ragazzine di prima. Mi fermai un attimo nel
corridoio, e mi accorsi che dentro c’era un po’ di tensione:
- E così sei il figlio del famoso salvatore del mondo magico… -
diceva un ragazzetto con un tono di voce canzonatorio.
E il tono non sfuggì a James: - Qualcosa non va?
- Noooo, ci mancherebbe… - ripeteva l’altro con una tono odioso -
Posso chiederti l’autografo ora oppure devo inoltrare domanda formale alla
preside McGranitt…
Intervenne un’altra vocina: - Quanto sei idiota, Ezer! Cosa ti ha
fatto?
- Sta’ zitta, Prewett. Non sopporto i raccomandati… Se tuo padre
è stato un granduomo, non è detto che lo sia anche tu, Potter! E tu, Prewett,
non intervenire… ah, capisco, fate parte del club dei raccomandati… certo, i
Prewett… la famiglia di Molly Weasley, la suocera del celebre Potter… Oggi
incontro tutti gli eroi del mondo magico…
- Rimangia quello che hai detto, idiota! - sentii dire da James.
Ero pronta ad intervenire, quando sentii la voce di quella
ragazzetta, quella Prewett…
- Tu sei proprio bacato, Ezer! Io, poi, sono solo la figlia di un
lontano cugino di Molly Weasley, che neanche ho mai incontrato, non sono famosa
e nessuno mi conosce. Mio padre fa il ragioniere e io sono una nata babbana. E
sono fiera di esserlo.
- Allora sta’ zitta, babbana! - gli rispose quell’Ezer - Sei
patetica, a scodinzolare dietro a questo buffone…
- Io ti mando subito in Infermeria, se non ritiri quello che hai
detto, idiota che non sei altro - stava dicendo James Potter.
Contemporaneamente ho sentito che i due si stavano alzando e mi
sono decisa di intervenire.
- Ehi, ragazzi, che cosa succede qui? - ho detto, entrando in
scena con una faccia feroce. Ok, sono una ragazza dell’ultimo anno, né sembro
un’insegnante. Ma lo sono e potevo benissimo intervenire.
- E tu chi sei? Che cosa vuoi? - mi ha detto, arrogantemente un
ragazzino cicciottello con uno sguardo aggressivo che teneva la bacchetta
sfoderata contro Potter. Evidentemente quell’Ezer.
- Sono un’insegnante - gli ho detto con un perfido sorriso. E
poi, con un’espressione più dura - Forse proprio la vostra insegnante di Cura
delle Creature magiche… Dovresti avere più rispetto, ragazzino! Se non vuoi
finire a pulire cacca di ippogrifo dal primo giorno ad Hogwarts…
A quel punto quell’Ezer ha messo via velocemente la bacchetta e
ha cambiato atteggiamento: - Mi scuso, professoressa. Non volevo mancarle di
rispetto. Le assicuro che non succederà più.
E poi, mentre gli altri compagni, stupiti, mi guardavano a bocca
aperta, disse ad un altro ragazzo: - Dai, McGrove, andiamo a cercarci un altro
scompartimento… questo puzza…
E, guardando con uno sguardo carico d’odio James (che glielo
ricambiò), quell’Ezer e il suo amico si allontanarono verso la coda del treno.
Erano rimasti in quattro nello scompartimento, che subito si
presentarono.
- Ci scusi, professoressa - disse una biondina - Io sono Myriam
Prewett. Lui è James Potter e quelli sono Deborah Calobury e John Ruhainiki.
Mi indicò altri due ragazzi, una ragazzina magra, molto agitata,
con una gabbia con un bel gufo, su un angolo, e un ragazzo, forse di qualche
isola dell’Oceania (o almeno così sembrava), alto e scuro di carnagione, davanti
a lei.
- Non volevamo litigare, ma non sempre è facile convivere con
tutti, professoressa - disse James Potter. Mi dava del “lei” e mi chiamava
“professoressa”: aveva i nervi a posto e non sembrava troppo provato per la
litigata con quell’Ezer.
- Quel ragazzo ha attaccato Potter appena saputo chi fosse… -
provò a dire Deborah stringendo di più la sua gabbia (bello quel gufo!).
- Certo, non tutti possono essere simpatici - ho detto. - Ma
bisogna in ogni caso rispettarsi. Cosa che quel ragazzetto non ha fatto, mi
sembra. Spero che cambi atteggiamento e che impari a relazionarsi con gli altri…
Ma ora non pensateci e godetevi il viaggio, ragazzi!
E me ne andai. Beh, il nome di Potter era famosissimo. Chissà
perché quel ragazzetto, quell’Ezer, aveva avuto una reazione così esagerata… Era
stato proprio antipatico!
Ho fatto un giro poi negli altri vagoni, incontrando i prefetti e
salutando i tanti amici che vedevo qua e là. Mi sono poi imbattuta anche in
Annah, che appena mi ha visto, mi ha fatto un grande sorriso, indicandomi
qualcuno con gli occhi. Stava in uno scompartimento con una sua amica (doveva
essere quella Liberty), e le due stavano chiacchierando con un paio di ragazzi,
uno dei quali mi salutò subito… Gli feci un gran sorriso: era Leonard (Lenny)
Macnair, il fratello di Maya (la mia simpaticissima ex alunna dell’anno
precedente), figlio del professore Bastian MacNair e della famosa giocatrice di
quidditch Alicia Spinnet. E dalla mamma doveva avere preso le doti sportive,
dato che, oltre ad essere particolarmente bello (aveva, come ho già detto, dei
particolari occhi chiari, veramente splendidi… ma questi erano dovuti
all’eredità paterna), intelligente (era molto bravo in tutte le discipline
possibili ed immaginabili) e sensibile (faceva parte del gruppetto di studenti
che, ogni tanto, dava una mano a me e ad Hagrid con qualche animaletto malato),
era straordinariamente bravo a quidditch: molti davano la squadra di grifondoro
favorita nel torneo di quell’anno proprio per la presenza, come cercatore,
proprio di Leonard. Ma anche Annah era veramente in gamba, ad essere sincera,
come cercatrice: io tifavo per lei… e non solo a quidditch… Sapevo che tra lei e
Lenny c’era una forte simpatia, e ne avevo ora la conferma. Da come i due si
guardavano, c’era sicuramente qualcosa tra loro… C’era un gioco di sguardi tra i
due che… mi sembrava promettente… Gli altri non se ne erano accorti? E la
timidezza di Annah l’avrebbe bloccata?
Poco più avanti mi sono fermata un attimo a chiacchierare con
Gilly Phrix ed Evelyne Effervy, che stavano socializzando con alcuni nostri
compagni, scambiandosi impressioni e informazioni sui luoghi visitati durante le
vacanze.
- Ciao, professoressa O’Neil - mi disse simpaticamente Gilly.
Le ragazze corsero ad abbracciarmi e ci scambiammo qualche veloce
commento. Avremmo poi avuto il tempo di rivederci (e di spettegolare ben benino)
una volta tornati ad Hogwarts (stavamo nella stessa camera!). Salutai tutti e
tornai indietro.
Ripassai dopo qualche altro minuto davanti allo scompartimento di
James Potter. Andato via quell’Ezer, la tensione si era allentata. I ragazzi
stavano chiacchierando del più e del meno e non vedevo nessun pericolo
all’orizzonte. Sono comunque rimasta un po’ nel corridoio, fingendo di
controllare che tutto fosse a posto nel vagone. Poi sono tornata nello
scompartimento in cui avevo lasciato il mio ragazzo e i miei amici e ho trovato
con loro… Victoire con il suo nuovo ragazzo!
- Vic! Che bella sorpresa! - le ho detto, stritolandola forte -
Quando sei salita?
- Proprio poco prima che il treno partisse! Eravamo in ritardo!
Secondo me mia madre inconsciamente voleva boicottare la mia partenza per
Hogwarts e sperava che tornassi a Beauxbatons - ha detto scherzando. E poi: -
Niamh! Ti presento Armand, il mio ragazzo.
E mi ha indicato un ragazzo che stava anche lui nel nostro
scompartimento. Era un bel ragazzo biondo, molto bello, molto distinto… era
veramente elegante ma un poì rigido quando si muoveva… sembrava che recitasse
una parte… o a me pareva così...
- Je suis enchanté - mi ha detto, prendendomi la mano e
baciandola. E poi, rivolto a tutte noi - Oh la la! In questa carrozza si
sono incontrate, évidemment, le tre ragazze più belle de l'Angleterre!
Com’era gentile e galante! Forse un po’ troppo per i miei gusti,
ma nell’insieme sembrava un ottimo ragazzo. Era anche molto carino!
Poi, qualche minuto dopo, mentre Armand chiacchierava con Kyle e
Charles di Oguàr (come lui chiamava Hogwarts), io, Rup e Vic siamo uscite
nel corridoio per aggiornarci sulle ultime novità.
- Sì, in Armand, a Beauxbatons, - ci disse Vic - mi sono
letteralmente scontrata, in senso letterale… ci siamo scontrati in un corridoio,
in un momento in cui ero particolarmente triste… addirittura stavo piangendo
perché mi mancavate tutti voi. Lui si è fermato a raccogliere i miei libri e
abbiamo parlato… Appartiene ad una nobile famiglia di Guascogna… i Polignac… E’
bello, non è vero? Ed è gentilissimo. Un bravissimo ragazzo. E ci siamo baciati
una settimana dopo… e mi piace tanto… E si è diplomato quest’anno, con il
massimo dei voti… Ha ottenuto l’equivalente francese del M.A.G.O., con ottimi
voti… ha davanti una brillante carriera…
Aveva quindi tre anni più della mia amica, dato che in Francia le
scuole terminano a diciotto anni.. Bel ragazzo, effettivamente. Peccato che
avesse qualcosa di indefinibile che… ma forse erano solo mie impressioni…
- Ma cosa ci fa con te qui sull’Espresso? Ti accompagna? - chiese
Rup
- No… rimarrà qui con noi tutto l’anno. Farà uno stage a Difesa…
E’ una specie di genio in Difesa contro le Arti Oscure e viene a imparare le
tecniche inglesi. Fa parte degli scambi culturali tra le maggiori scuole
europee… Sai, la politica di fratellanza tra maghi europei proposta dal governo
Kingsley…
- Quindi è una specie di insegnante? - ho chiesto.
- No… un ricercatore. Infatti non alloggerà ad Hogwarts ma ad
Hogsmeade, anche se verrà quasi tutti i giorni nel castello a studiare e a
seguire le lezioni e collaborare con Whyte… Pensa, Niamh! Ce l’avrò in classe! -
disse una euforica Vic.
Beh, ero contenta per lei! Aveva trovato un bel ragazzo, di cui
sembrava chiaramente innamorata! … Ma perché sentivo che qualcosa non andava?
A mercoledì. S.
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Capitolo 4 *** Io e Deirdre ***
Capitolo 4.
Io e Deirdre
L’espresso sferragliava veloce verso Nord. Io, Charles e i nostri
amici ci aggiornavamo su quello che avevamo fatto durante l’estate e parlavano
dei nostri progetti futuri. Ogni tanto veniva qualcuno a salutarci… Ad un certo
punto comparve anche Ginevra, raggiante, che faceva, come prefetto, il giro di
ispezione. Era infatti tornata ad Hogwarts, quell’anno e le avevano assegnato
anche la carica di prefetto di Corvonero: era la ragazza di mia sorella e
c’eravamo viste tutta l’estate, fino al giorno prima. Tuttavia venne di nuovo ad
abbracciarmi. Si vedeva che era molto felice… in effetti tutte le sue paure di
non essere accettata erano svanite e l’affetto per mia sorella, che non doveva
più nascondere, la rendeva più sicura. Ci promettemmo di uscire tutti insieme il
prima possibile ad Hogsmeade, poi lei continuò nel giro di ispezione.
Poi, dopo un’altra ora, arrivammo ad Hogsmeade. Usciti,
ritrovammo Ryann, Lorna e Deirdre (addormentata tranquillamente nel passeggino)
che ci aspettavano in stazione. Inutile dire che subito tutti gli studenti,
tutti i nostri amici e conoscenti, si catapultarono su di loro per salutarli e
vedere la piccoletta. Intanto io seguivo lo sguardo James fino a quando non
incontrò Hagrid (che salutai muovendo velocemente le mani, ricevendo un grande
sorriso e un enorme cenno di saluto). Poi, tutti insieme (piccola Deirdre
compresa, che ci avrebbe accompagnato a scuola), ci dirigemmo verso i carri.
Qualche passo davanti a noi stavano Vic e Armand… Lì vicino c’era Teddy che
subito salutò, con un certo imbarazzo Victoire. Lei si fermò e gli presentò il
ragazzo. Vidi Ted stringere la mano e scambiare qualche parola. Poi i due si
allontanarono e salirono sul carro ridendo e scherzando. Mi girai e vidi Teddy
che ancora li fissava. Era possibile che…? Non è che quell’anno…? Uffa, quanto
era complicato l’amore! Per fortuna io avevo Charles, che mi stringeva la mano.
Lo guardai e gli sussurrai: - Questa sera, nel mio ufficio… ce la fai? Rimango
io con Deirdre, stasera… mi sono offerta volontaria…
- Certo… Ma se la piccola si sveglia?
- Non preoccuparti… E’ un angioletto… Dormirà fino al mattino,
senza mai svegliarsi…
-----------------------------------------
Oh, finalmente. Mi era mancata la Sala Grande di Hogwarts! La
McGranitt aveva voluto che, almeno quel giorno, andassi al tavolo degli
Insegnanti. In effetti non ci stavo quasi mai, dato che di solito mangio nel
tavolo dai Tassi o dalle Serpi: la mia situazione ibrida (ancora alunna in due
corsi, ma insegnante in una prima, e fidanzata ufficialmente, da tre anni!, con
Charles, un bravo ragazzo a cui tutti volevano bene, mi consentiva di muovermi
come volevo nella Sala). Fui naturalmente sommersa dai miei ex ragazzi dell’anno
precedente (ora in seconda e in terza) che già mi avevano salutato in treno o in
stazione, ma ora sembravano molto contenti di rivedermi e mi chiedevano se avrei
insegnato loro...
Naturalmente la piccoletta, Dairdre, non era in Sala: era stata
messa nel lettino nel mio ufficio dai genitori, a cui avevo dato
l’autorizzazione ad entrare quando volevano applicando un incantesimo di
riconoscimento alla porta… e avevo già chiesto a Koryad (l’elfo addetto alla
pulizia degli studi degli insegnanti) di dare un’occhiata alla piccola (compito
che, sono sicura, avrebbe svolto in modo letterale, ponendosi ai piedi del
lettino e fissando Deirdre per tutto il tempo) ed avvisarci nel caso in cui si
svegliasse.
Nel tavolo dei docenti mi ero ritrovata tra Neville (sempre
gentilissimo, che mi parlava di un grosso problema riguardante il platano
picchiatore che avremmo dovuto risolvere quanto prima) e Hagrid (espansivo
quanto non mai, addirittura euforico… chissà cosa gli era successo? Non è che
stava macchinando qualcosa?). Tra l’altro, Hagrid mi disse che la McGranitt era
d’accordo nell’affidarmi la prima grifondoro-serpeverde, nel caso in cui James
fosse stato smistato a grifondoro (come tutti immaginavano); mi avrebbe affidato
l’altra nel caso in cui fosse stato necessario dare un’occhiata al piccolo
Potter in un’altra casa… Anche loro erano a conoscenza della profezia e, mi
disse, mi avrebbe dato volentieri una mano in qualunque cosa avessi avuto
bisogno.
Abbiamo poi assistito allo smistamento dei piccoletti nelle varie
case.
- Cosa si prova a vedere lo smistamento dal tavolo degli
insegnanti? - mi ha chiesto Neville.
E’ vero! L’anno precedente ero ancora nel tavolo dei mitici Tassi
e mi avevano fatto la proposta di fare l’insegnante (supplente, per i ragazzetti
di prima e seconda) solo qualche giorno dopo l’inizio della scuola.
- Beh, è interessante vedere le cose da un’altra prospettiva,
Neville - gli ho detto - Questo vale un po’ per tutto, comunque… Quella
dell’anno scorso è stata un’esperienza positiva … Ho compreso perché gli
insegnanti si comportano in un certo modo… e anch’io ho eliminato qualche
preconcetto… Insomma, sono contenta di essere qui anche quest’anno, e spero che
voi tutti mi aiuterete.
- Siamo contenti anche noi di averti tra i nostri - mi ha detto
Neville - Hagrid, Vitious e la Sprite sono tuoi fan, te lo assicuro, e anche chi
sembra più scorbutico, in fondo ti stima, ne sono sicuro…
Discorso che alludeva a quello stronzo di Whyte, immagino, ma
secondo me non mi sopportava. Non mi aveva neanche salutato (e anch’io, ad
essere sincera, avevo fatto finta di non vederlo! Lo odiavo!). Neville voleva
evidentemente incoraggiarmi.
Intanto i piccoletti erano entrati tutti insieme e stavano
provando ad uno ad uno il Cappello. Mi ritrovai ad applaudire tutti, ma con più
calore, insegnante o non insegnante, tutti quelli che entravano nella
meravigliosa casa di Tosca…
La Calosbury (la piccoletta che stringeva il gufo nello
scompartimento di James Potter) venne smistata a Grifondoro; Jorge Ezer, insieme
all’amico Tom McGrove a Serpeverde (immaginavo che sarebbe finita così…
Serpeverde e Grifondoro sono sempre in competizione! Che palle!), mentre James
Potter, indossato il Cappello tra il tifo indiavolato dei Grifoni (molto
euforici, come al solito… sono un po’ troppo esuberanti per i miei gusti!), fu
subito indirizzato in quella Casa, che letteralmente esplose dalla gioia. Subito
dopo anche Myriam Prewett (la figlia del ragioniere, quella imparentata alla
lontana con Molly Weasley) fu smistata a Grifondoro, mentre il loro amico John
Ruhainiki (che già immaginavo anche lui in quella casa) fu indirizzato nella
casa dei Serpenti.
Ok, avrei avuto la prima Grifondoro-Serpeverde e avrei
controllato James con attenzione durante le lezioni. E, nelle altre ore mi
avrebbero dato una mano, ne ero sicura, gli altri insegnanti o i miei amici.
Seanna si era offerta di non perderlo di vista, senza che se ne accorgesse,
quando era dentro la sua Casa, tutte le volte che le fosse stato possibile.
Avevamo anche preparato dei braccialetti magici su cui comparivano
piccole frasi: sono una mia specialità… me l’aveva insegnata Hermione… Ma ore ne
dovevo portare contemporaneamente quattro (era anche un po’ scomodo, a dire il
vero!): uno collegato a quello di Charles, altri rispettivamente a Rup (anche
lei ne aveva una… era la ma migliore amica!), Lorna e Seanna. E dovevo stare
attenta a non fare confusione, dato che erano quasi uguali… qualche sera prima
avevo mandato un messaggio “spinto” a Lorna, credendo che fosse Charles! Per
fortuna aveva capito tutto e ci eravamo fatte un sacco di risate…
- Sono contenta di rivedervi tutti - disse quindi la McGranitt,
rima che iniziasse il banchetto, nel suo abituale discorso - Io ed il corpo
docente vi diamo il benvenuto. Spero che voi tutti possiate passare un
tranquillo, sereno e proficuo anno scolastico. E, prima di dare avvio al
banchetto, desidero porgere un saluto particolare alcuni ragazzi che vengono
dalle scuole magiche di Beauxbatons e Durmstrang…
E qui ha cominciato a presentare quattro o cinque ragazzi che
avrebbero frequentato l’anno scolastico da noi… nessun italiano quell’anno…
peccato! Avevo imparato un po’ di frasi in quella lingua durante il mio ultimo
soggiorno a Venezia, con Charles (“Vorrei un gelato”; “Un cappuccino, grazie”;
“Buono”; “E’ veramente meraviglioso”; “Grazie”; “Prego”; “E’bellissimo”;
“Facciamo l’amore”… Oddio, quest’ultima, lo specifico, l’avevo detta solo a
Charles!) e volevo fare esercizio con i nuovi alunni (a parte l’ultima frase,
ovviamente!).
- Diamo il benvenuto anche a Armand Polignac, che quest’anno
frequenterà, come uditore e collaboratore del prof. Whyte, il corso di Difesa.
Subito il moroso di Vic si è alzato dalla tavolata dei Grifondoro,
dove si era accomodato. Tutti applaudimmo. Un po’ meno Teddy, vidi, che come
caposcuola si aggirava tra i tavoli controllando che tutto fosse in ordine…
- e sono lieta di rivedere qui due nostre bravissime studentesse:
Victoire Weasley, che ha brillantemente superato lo stage a Beauxbatons lo
scorso anno, e Ginevra MacArthur, ritornata sempre da Beauxbatons ad Hogwarts
per quest’ultimo anno scolastico. E’ la vincitrice del Torneo Tremaghi dell’anno
scorso… Congratulazioni!
Applausi naturalmente rivolti alle mie amiche. Che bello! C’erano
tutti gli amici e le amiche quell’anno! Prometteva di essere un anno tranquillo,
sereno, indimenticabile… E quella sera io e Charles…
__________________________________________
Mi buttai sul letto, distrutta, tendendo in braccio la piccola
Deirdre in versione “folle urlatrice”… Al mio fianco uno sconfortato Charles..
- Piccola, ciao, non mi riconosci più? Sono la zia… Non vuoi
dormire? Non hai sonno?
No, non aveva sonno e continuava a strillare come un aquilotto…
- Aspetta, ci provo io - propose Charles.
E, presa la piccoletta in braccio, cominciò a passeggiare per la
stanza canticchiando qualcosa… Erano proprio carini. E la piccola piano piano si
calmò…
Dopo qualche minuto provò a rimetterla a posto.
- Beh… Si è riaddormentata! Sei stato bravissimo! - gli dissi,
avvinghiandomi al suo collo. Potevamo riprendere da dove avevamo interrotto!
Gran comodità avere un letto a disposizione… e avere anche a disposizione il
proprio ragazzo…
- Mi sembra un’ottima idea, professoressa O’Neil - disse Charles…
Non so perché ma mi eccitava tantissimo come pronunciava, in
quelle occasioni, il mio nome…
- Dai, non perdiamo tempo! Baciami, e poi…
- Uaah! Uaah! Uaah! - sentimmo strillare dall’aquilotta nel suo
lettino
- Presto, riprendila in braccio! - urlai a Charles, che, ancor
più sconfortato, si mise di nuovo a passeggiare per la stanza con la piccola,
canticchiando una nenia scozzese che parlava di qualcuno morto di disperazione e
dolore…
- Magari ha fame! Chiamo la madre! - dissi, mentre Charles
continuava a passeggiare. Questa volta non faceva effetto: la piccolotta
strillava a più non posso.
Ho provato a contattare Lorna via braccialetto e via patronus…
Comparve ben presto il messaggio sul mio braccialetto: - Non posso venire. Whyte
non vuole.
Cosa voleva dire? Che quello stronzo di Whyte (che, per Merlino
ubriaco!, era direttore di Serpeverde), quel professore mezzo matto che mi aveva
tormentato per cinque anni (per fortuna non frequentavo, dall’anno prima, le sue
lezioni) non li faceva uscire? Mi avrebbe sentito, il giorno dopo!
Intanto la piccola continuava a mostrarsi nella sua versione
“pazza urlatrice”.
- Forse ha fame… - provò Charles.
- Sicuramente hai ragione! Ci penso io! Chiamo Korjad e mi faccio
portare un bel biberon di latte…
Provai a chiamare il mio gentilissimo elfo (addetto agli studi
degli insegnanti), ma Korjad non arrivò. In compenso si materializzò una grossa
pergamena in cui si spiegava che era proibito disturbare gli elfi domestici
dalle 23.00 alle 5.00 in quanto periodo obbligatorio di riposo previsto
dall’articolo 5 della legge magica 3 luglio 2015, approvata dietro richiesta
della strega di prima classe Hermione Granger, viceministro degli Interni del
governo Kingsley. Ci mancava solo questa!!!!
Insomma, la nostra prima romantica notte ad Hogwarts si stava
trasformando in un incubo… Per fortuna sarebbe passata un’altra settimana prima
che toccasse di nuovo a me…
- Provo ad andare a prendere il latte in cucina, dagli elfi - mi
disse Charles passandomi la piccola e rivestendosi velocemente.
Ok. Quella notte la piccoletta non ci avrebbe fatto dormire…
immaginavo… e aveva boicottato alla grande il nostro progetto di stare insieme…
Ma le cose, nei giorni successivi, andarono… peggio!
Problema numero uno: mio fratello e Lorna non erano autorizzati a
rimanere la notte fuori dal loro dormitorio. Me lo disse chiaramente quello
stronzo di Whyte (direttore di Serpeverde), con cui litigai il giorno
successivo. Aveva infatti proibito, la sera prima, a Lorna di venire da Deirdre
(sono sicura che sarebbe riuscita a tranquillizzare subito la piccola, cosa che
io e Charles non eravamo riusciti a fare…):
- Quei due sono troppo piccoli per girare per Hogwarts dopo le
23.00. L’idea di trasformare questo castello in un asilo infantile non è stata
mia, ma la responsabilità sugli studenti della mia Casa è esclusivamente mia e i
due non escono, qualsiasi cosa succeda.
- Ma non si muoveranno per Hogwarts! Uno di loro può dormire nel
mio studio! Non c’è nessun pericolo! Così l’uno o l’altro starà vicino alla
bambina… che, poverina, ha bisogno del suo babbo o della sua mamma… - gli dissi.
Cercavo di commuoverlo, anche se sarei volentieri passata alle maniere forti e
gli avrei fatto volentieri una fattura.
- Mi dispiace… La marmocchia può rimanere a casa dei nonni e i
due ragazzi possono vederla nel fine settimana… Vi consiglio di fare così… Non
so come non vi sia venuta in mente una soluzione del genere e abbiate voluto
trasformare il castello in un asilo per lattanti. E come abbiate convinto la
McGranitt. Per me è da folli… E ringrazia che posso fare un’eccezione per il tuo
fidanzato, che è maggiorenne… Il regolamento non lo esclude per i maggiorenni,
ma specifica che deve essere un’eccezione e tassativamente rifiuta le camerate
“miste”… Sai com’è… una volta ci tenevano a separare i ragazzi dalle ragazze…
Quindi, a rigor di logica, Charles è autorizzato a rimanere fuori una notte a
settimana, nel tuo studio… naturalmente se tu, O’Neil, dormirai nel tuo letto
nella Casa di Tassorosso… - disse con un sorriso schifosamente sprezzante
(quanto lo odiavo!) - Non vorrei che qualcuno avesse intenzione di trasformare
il castello in un luogo di incontri galanti!
Per fortuna Charles mi bloccò in tempo e mi portò via, perché
avevo in mente una serie di epiteti irriferibili che, detto tra noi, quello
stronzo si meritava tutti! Non so come ho fatto a non lanciargli una maledizione
senza perdono! Era proprio stronzo! Mi toglieva anche la possibilità di stare un
po’ insieme al mio moroso!
Lo lasciai che continuava a blaterare: - Il regolamento è molto
chiaro e i tuoi fratelli rischiano la sospensione se si allontanano dal
Dormitorio. Sono troppo piccoli per girare di notte per Hogwarts!
Che ipocrita! Come se non sapesse quanti ragazzetti si
spostavano, di nascosto, per il castello, nonostante il coprifuoco! Quanto era
ottuso! Ed era proprio cattivo!
Purtroppo, però, secondo il regolamento, aveva ragione. Il
direttore di ogni Casa era responsabile dei ragazzi a lui affidati e nessuno di
questi poteva vagare nei corridoi di Hogwarts, o assentarsi dalla sua Casa dopo
le 11.00. Tutta colpa di un vecchio regolamento (risaliva al 1731!), che per
fortuna faceva una specie di eccezione per i maggiorenni (e io e Charles ora lo
eravamo, anche secondo la legge inglese). Ma quel regolamentaccio non parlava di
bambini e loro mamme separate per cavilli burocratici ad Hogwarts! Io avrei
fatto almeno un’integrazione! Provai a parlarne alla McGranitt, ma mi disse
chiaramente che non poteva fare niente… al massimo lei avrebbe chiuso un occhio,
ma senza l’approvazione di Whyte i due non potevano uscire la sera dalla loro
Casa.
Problema numero due: come detto, in base ad una recentissima
legge, promossa (tanto per cambiare) da Hermione Granger (a cui voglio un sacco
di bene… ma quella volta poteva stare zitta!), gli elfi domestici avevano
diritti al riposo assoluto dalle undici di sera alle cinque di mattina, come era
scritto nella pergamena apparsa nella cameretta la prima notte che avevo passato
ad Hogwarts.… Sarebbe stato un lasso di tempo sufficiente, secondo gli esperti
del Ministero, per permettere a quelle gentilissime creature di riposarsi dopo
il lavoro (neanche troppo intenso, ultimamente! Neanche diciotto ore al
giorno!). Insomma, dalle undici e fino all’alba non potevano essere chiamati dai
loro padroni! Una nuova legge magica… ma aveva fatto la legge contro di me?
Insomma, la conclusione qual era? Che mi sarei dovuto sorbire quel tesoruccio
di Deirdre tutte le notti o quasi… E’ vero… mi potevano dare il cambio Charles,
Seanna e Ginevra… ma era stato difficile già convincere la Dingley e Vitious (i
responsabili di Grifondoro e di Corvonero) a lasciarle libere una notte a
settimana… In definitiva, nessuno mi contestava la possibilità di passare anche
tutte le notti nel mio studio (ero pur sempre una professoressa, oltreché una
studentessa, per altro, e lo studio mi era stato assegnato a mia completa
discrezione), ma non era facile trovare il sostituto… e così, in definitiva, mi
ritrovavo a dover restare almeno tre notti a settimana con la piccoletta,
naturalmente da sola! Deirdre è adorabile, e le voglio tanto bene! Ci
mancherebbe, è la mia adorata bellissima nipotina! Ma come sarei riuscita a
sopportare tutte quelle nottate quasi in bianco? Sembrava programmata per
svegliarsi verso mezzanotte, quando era con me, e strillare per ore e ore…
E non potevo neanche lamentarmi troppo: Ryann e Lorna mi facevano
anche pena. Specialmente Lorna, che “ friggeva” non potendo stare con la
figlioletta. E mi toccava anche tranquillizzarla, spiegandole che non c’era, per
me, assolutamente nessun problema. E così Deirdre era spesso sulle mie spalle… e
su quelle di Blacky, che mi dava volentieri una mano. Il mio corvus,
saggiamente, dormiva durante il giorno e, al posto di andarsene, durante la
notte, a vagabondare per la campagna scozzese, adesso rimaneva vicino a noi due
e mi dava sostegno morale… Solo quello, perché lui è un corvus e non può
ninnare la piccolotta. Mi faceva però piacere che mi facesse compagnia…
A mercoledì! Buona settimana. S.
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Capitolo 5 *** Vita movimentata ***
Capitolo 5.
Vita movimentata
Non solo le notte erano movimentate (dalla piccola Deirdre), ma
anche le mie giornate erano molto intense in quei primi mesi di scuola:
conducevo una schizofrenica vita da studentessa-insegnante ad Hogwarts e dovevo
dividere il mio tempo tra l’insegnamento di Cura delle Creature Magiche (solo
due ore a settimana… tutto sommato, rispetto al resto, “rilassanti”…) e
l’impegnativo studio del settimo anno, in cui sia io sia tutti i ragazzi del mio
anno avremmo dovuto sostenere gli esami del M.A.G.O. Senza contare che dovevo
vegliare su James Potter, dato che l’enigmatica profezia in qualche modo mi
coinvolgeva (ed avevo poi promesso ai genitori di attivarmi immediatamente).
Come studentessa frequentavo solo Cura delle Creature Magiche ed
Erbologia.
In Cura (avevo come insegnante il geniale, ma imprevedibile,
Rubeus Hagrid), le cose andavano bene… anche troppo: dato che ero una sua
collega (avevo, come detto, una prima), Hagrid scaricava parte del lavoro -
quello più noioso, spesso - su di me… il che voleva dire lavorare per quattro
durante le sue lezioni e anche dopo, dato che mi affibbiava un sacco di compiti
relativi a tutti gli animali che radunava intorno alla sua abitazione: aveva
abituato infatti mezza fauna della Foresta Proibita a recarsi alla sua capanna
la sera per ricevere la loro quotidiana dose di cibo… e indovinate a chi
delegava spesso il compito di rifocillarli?
Ogni tanto poi usciva con uno dei suoi consigli riguardanti le
lezioni che avrei dovuto impostare con i ragazzetti di prima.
- No, Hagrid! Gli schiopodi non sono “simpatici ed innocui
animali magici”! Non li posso far vedere ai ragazzini di prima! - gli ripetevo.
- Ma, Niamh… quelle povere creature saranno molto dispiaciute se non dedichi almeno
una lezione a loro - mi diceva il mio collega - Se uno li abitua ad essere
accarezzati fin da piccoli, poi crescono meglio…
- Non posso! Domani parliamo dei vermicoli! E poi passo alle
coccinelle magiche… Non c’è posto nel programma per quelle bestiac… quegli
animaletti…
Insomma, era rimasto sempre lo stesso: era proprio incosciente e
voleva che propinassi i suoi pericolosi animali anche ai ragazzini di prima!
Per fortuna avevo Lorna e Ryann (anche loro suoi collaboratori,
specialmente nelle occupazioni serali), che mi davano una mano, nel cercare di
farlo ragionare, altrimenti da sola probabilmente non ce l’avrei fatta. Bastava
che venissero accompagnati da Deirdre e Hagrid dimenticava i suoi insani
propositi e letteralmente perdeva la testa per la piccoletta (“Ma che bella
bambina! Posso portarla a vedere gli animaletti della Foresta? Ormai dovrebbero
farsi vedere…”); poi tutti e quattro andavano a sfamare quelle bestiacce che
Hagrid aveva radunato e che tranquillamente alimentava ogni sera. Io li guardavo
un po’ preoccupata, dato che lasciare quei famelici mostri a poca distanza da
una bimbetta in passeggino non è il massimo. Ma tutto andava sempre bene, per
fortuna.
Ma se il contributo di Ryann e Lorna era fondamentale per tenere
a bada Hagrid, c’era una cosa nel loro comportamento che mi preoccupava. I due
avevano una voglia matta, in quell’anno, di fare una spedizione nella Foresta
Proibita alla ricerca del “magico volatile di Merlino”, il pharomachrus
higlandensis, una specie di pappagallo magico le cui piume sono
particolarmente indicate… per fare i compiti! Il mondo magico è molto
strampalato, delle volte, ma le penne del pharomachrus sono proprio
bizzarre! Basta inserirle all’interno di un libro e quelle assorbono tutta la
cultura del libro stesso, che poi possono riversare in qualsiasi compito venga
assegnato: insomma, senza studiare, si può prendere un’O in qualsiasi
disciplina… basta lasciarsi guidare dalla penna che utilizzerà al meglio le
conoscenze che ha assorbito! Inoltre, essendo uccelli antichissimi, presenti
sulla Terra ben prima della comparsa dell’uomo (almeno secondo Rolf Scamander,
che ha dedicato a loro un bell’articolo), la loro magia è di una tipologia che
può essere individuata solo con enorme difficoltà e con grandi spese da appositi
e complessi magisensori: per questo ne è tassativamente proibito esportazione e
commercio, non solo dai centauri (che le utilizzano in svariati modi, anche per
le loro micidiali frecce), ma anche dalla severa legislazione magica inglese.
Peccato che si possa utilizzare con un solo libro, altrimenti,
avrei preso tutti O nei vari compiti scritti!… Io infatti ne avevo una, che mi
aveva regalato, anni prima, proprio Belit e, una volta scopertone l’uso (il mio
ragazzo aveva trovato le indicazioni su un vecchio libro in biblioteca), l’avevo
conservata come una reliquia, anche se ogni tanto mi era saltata in mente l’idea
di utilizzarla e fare un figurone… ad esempio in Storia della Magia, materia che
generalmente mi addormentava (quanto la rimpiangevo ora: se l’avessi potuta
seguire, che belle dormite mi sarei potuta fare, dato che ero distrutta per le
nottate con Deirdre!). Comunque negli anni passati avevo resistito (“meglio
lasciarla per un’occasione migliore”) e così, con le sole mie forze, ero
riuscito ad arrivare all’ultimo anno e non avevo ancora utilizzato la mia
preziosa penna…
Purtroppo ne avevo parlato con Ryann e Lorna, che erano impazziti
all’idea di mettere su un’impresa di import-export di penne magiche di
pharomachrus, che all’estero erano richiestissime: erano convinti che
avrebbero potuto fare una montagna di soldi! Il che magari era anche vero, ma
rischiavano due anni di prigione ad Azkaban… se fossero sfuggiti ai centauri,
che, generalmente, si divertivano ad infliggere pene draconiane a chiunque
trovassero a commettere atti illegali nella loro foresta!. Per fortuna quei due
sciagurati avevano avuto la pessima idea di parlarne con Hagrid, che, oltre ad
avvisarmi, in quell’occasione (stranissimo, conoscendolo), mi aveva dato una
mano, proibendo tassativamente agli sconsiderati miei parenti di inoltrarsi
nella Foresta: - Gli studenti non possono entrare. Ci sono troppi animali
pericolosi. E poi i centauri non vogliono che si prendano quelle penne! I nidi
di pharomachrus si trovano solo nel loro territorio. E hanno trasformato
in una specie di portaspilli l’ultimo disgraziato che ha provato a
sottrarglieli, infilzandogli non so quante frecce magiche nel fondoschiena... E’
ancora al San Mungo e la faccenda è successa tre anni fa… Non leggete i
giornali?
I due sembravano aver desistito, ma dovevo tenerli d’occhio. Non
mi fidavo di loro! E facevo bene: una sera, mentre mi davano una mano con gli
animali di Hagrid e mi trovavo, dentro un capanno, a sfamare una nidiata di
pollastri magici tibetani, ho sentiti mio fratello sussurrare fuori della porta
(non si erano accorti che ero lì dentro): - Si possono ottenere anche seicento
galeoni per ogni penna!
- Seicento! Ma è fantastico… - confermava Lorna - Con quattro o
cinque penne possiamo comprare il cottage nel Devonshire, quello vicino ai miei…
E a primavera, nella stagione della muta, si trovano moltissime di quelle penne…
un piccolo viaggetto e ci sistemiamo per tutta la vita…
Subito sono saltata fuori, spaventandoli a morte (non si
aspettavano che fossi lì e avessi sentito) e, tra l’altro, anche facendo
svegliare la piccola Deirdre, che dormiva tranquillamente nel suo magico
passeggino. Non dico quello che poi ho detto loro…. e devono ringraziare Deirdre
(che non deve sentire certe parole) se mi sono censurata! Si potrà essere più
incoscienti? I centauri non sono tipi con cui si possa scherzare! E’ possibile
che debba essere sempre la più responsabile della famiglia?
Anche in Erbologia le cose erano piuttosto complicate: oltre al
“normale” esame dell’anno finale (il cui argomento più semplice era quello di
memorizzare migliaia di nomi di piante magiche, con tutte le loro proprietà e
caratteristiche), il fatto che ero una “collega” mi dava un surplus di
attenzioni da parte di Neville (bravissima persona e amico di famiglia, ma mi
sovrastimava!).
Ero riuscito a stento ad evitare di aiutarlo in un suo complesso
progetto di censimento di piante, arbusti ed essenze magiche presenti nel parco
di Hogwarts (aveva intenzione di farne poi una pubblicazione… l’ultima era del
1748!), che mi avrebbe costretto (se avessi accettato) a passare i successivi
dodici mesi a perlustrare ogni angolo del Parco ad inventariare ogni piccolo
stelo d’erba esistente. Non ero riuscito però ad evitare che mi affibbiasse il
compito di pensare a come sistemare il famoso (e pericoloso) Platano
Picchiatore… Infatti la pianta era enormemente cresciuta nell’ultimo decennio
(alcuni suoi rami toccavano - e rompevano continuamente - le finestre di
Hogwarts) e l’anno prima alcuni ragazzini con la mania di esploratori erano
stati aggrediti (e avevano passato un paio di mesi al San Mungo) proprio dalla
pianta, che ora con i suoi mostruosi rami copriva una parte consistente del lato
ovest del parco.
- Vedi, Niamh, se ti viene in mente qualcosa… la McGranitt mi sta
facendo pressioni: alcuni vorrebbero eliminarla, ma è una pianta rara e protetta
dal mondo magico. Né è possibile bloccarla con la magia, lo sai… Non so come
fare, sinceramente… Ti affido il compito...
In realtà mi sopravvalutava. Neanch’io aveva idea come
“addomesticare” quella pianta-mostro. Magari, pianta rara o no, si sarebbe
potuto darle una bella tagliata… oppure… darle fuoco? Quella piantaccia proprio
non mi piaceva!
Paradossalmente mi rilassavo nelle lezioni come insegnante nella
mia prima. Come mi avevano detto, avevo avuto la classe Grifondoro-Serpeverde e
i ragazzini erano attenti, diligenti, studiosi. Avevo fatto le prime lezioni
utilizzando il mio Blacky (che stava diventando un grande attore e dosava i suoi
interventi con un’ottima scelta dei tempi… i corvus glacialis sono
fantastici! Non so cosa farei senza il mio Blacky!) e qualche altro simpatico
innocuo animaletto che i miei amici centauri (Fidippa e i suoi puledri)
continuavano a portarmi. I centauri sono di poche parole e non troppo espansivi,
ma capivo che i tre mi volevano bene e il fatto che venissero a trovarmi e a
parlare, mi rendeva straordinariamente autorevole agli occhi dei miei ragazzini.
Poi, dopo qualche lezione avrei introdotto lo studio dei vermicoli, di alcuni
innocui insetti magici e di qualche simpatica pianta della Foresta (non del
Platano, il cui problema dovevo assolutamente cercare di risolvere: non faceva
altro che cercare di attaccare i passanti!)
Unico problema come insegnante era quello di tenere lontani James
Potter (e la sua amica Myriam Prewett) dai serpeverde Jorge Ezer e Tom McGrove.
I quattro non si sopportavano e non perdevano occasione di punzecchiarsi e farsi
piccoli dispettucci (com’erano infantili!), come mettere avvincini sui capelli
di Myriam o bruciacchiare i vestiti di Ezer… Erano insopportabili, a volte,
tant’è che, dopo aver cercato di persuaderli con buoni consigli ad avere un
comportamento più collaborativo, ero passata alle maniere forti, e avevo
iniziato ad affibbiare una serie di punizioni (che tra l’altro mi alleggerivano
il lavoro pomeridiano, dato che Hagrid mi aveva dato di nuovo il compito di
sfamare tutta la tribù di animali che dalla Foresta Proibita venivano a casa sua
sul far della sera per ricevere un’abbondante razione di cibo…). Penso di essere
una Tasso con sfumature Serpeverde (dipenderà dal mio moroso? oppure da un mio
antenato, famoso mago oscuro?), dato che affibbiavo ad Ezer e Potter i lavori
più schifosi (ad esempio raccogliere la cacca di ippogrifo o pulire le gabbie di
tutti gli animali) senza uso della magia, ma solo con degli attrezzi babbani
come carriole e vanghe… I due quindi sarebbero dovuti diventare amici, prima o
poi, pensavo (almeno per solidarietà contro “il sistema”, rappresentato questa
volta da me). Ma in realtà non mi sembrava che si sopportassero: al limite
collaboravano per finire velocemente la punizione e ritornavano a guardarsi in
cagnesco subito dopo.
- Perché non si possono vedere Ezer e Potter? - ho chiesto una
volta a Myriam Prewett (anche lei in punizione, ma mi aiutava a ordinare i
raccoglitori nel mio ufficio e, contemporaneamente, parlottava con la piccola
Deirdre, per la quale aveva una gran simpatia… quella bambina piaceva a tutti!
(Forse perché non l’avevano conosciuta in veste di insonne urlatrice?)
- Non lo so di preciso - mi ha detto la ragazza - Penso che ce
l’abbia con Potter perché ha arrestato il padre, qualche anno fa, per
contrabbando di oggetti oscuri… Lui vive con la madre e un paio di fratelli, ma
hanno anche difficoltà economiche… E pensa che colpa di tutte le sue difficoltà
sia Harry Potter… e non coglie occasione di criticare James, come se volesse
vendicare il padre…
Infantile, ho pensato. Harry era il capo del Dipartimento Auror e
aveva fatto solo il suo dovere. In realtà Harry era anche il “salvatore del
mondo magico” (aveva ucciso quel mago malvagio, quel Voldemort, molti anni
prima), ma questo evidentemente a quel ragazzino non importava, se non per
prender in giro James… In effetti, essendo spagnolo, probabilmente la sua
famiglia non aveva vissuto sulla sua pelle le difficoltà di quel periodo e non
capiva quanto era stato importante il suo ruolo, in quell’occasione… Insomma,
dal suo punto di vista disprezzava Harry e la sua famiglia, e per questo era
odioso nei confronti di James.
- Ma devo anche dire - mi ha aggiunto la Prewett - ad onor del
vero, che James gli risponde pan per focaccia e non gliene fa passare una… Un
paio di volte anch’io l’ho ripreso, perché mi sembrava molto offensivo. I due
non si sopportano, veramente…
Naturalmente ho parlato con James e mi ha promesso che avrebbe
cercato di migliorare, cosa che poi non riusciva a fare, perché l’altro
continuava a rompergli le scatole e ad insultarlo (magari sottovoce, per paura
che io lo sentissi)… Ok, forse non era niente di grave… Semplice antipatia tra
studenti. Anche io, qualche anno prima, odiavo cordialmente Charles, Kyle e
anche Rup, che ora erano il mio moroso e i miei migliori amici…
Intanto attendevo di capire cosa fosse lo “scontro con il nulla”
che doveva dare il via a tutti gli avvenimenti che mi avrebbero visto
coinvolta. Ma non succedeva… nulla! Meglio così!
-------------------------------------------------
Ero invece preoccupata per Teddy, che mi sembrava molto nervoso,
ultimamente.
Come ho già detto, Victoire Weasley (= Vic) è una ragazza
bellissima, per un ottavo Veela, che, dopo aver svolto lo “stage” a Beauxbatons
negli ultimi mesi dell’anno precedente e dopo un lungo soggiorno in Francia
durante i mesi estivi, era tornata ad Hogswarth e non da sola… Al mattino,
immancabilmente, a colazione, il suo bel fidanzato francese l’aspettava fuori
dalla Casa di Grifondoro e la accompagnava in Sala Grande dove i due “tubavano”
per una mezzoretta, sotto gli occhi, sempre meno neutri di Ted… Il povero Teddy
Lupin, da bravo Capoclasse, si aggirava tra i tavoli a controllare che tutto
fosse a posto; poi, talvolta, veniva a parlare con me (soprattutto quando
Charles non era ancora sceso) e lanciava sguardi sempre più preoccupanti alla
coppietta.
- Tutto bene, Teddy? - gli dicevo.
- Certo… - e poi - Quei due sembra che si divertano… Non so cosa
ci trovi in quel francese…
Beh, non ci voleva molto a capire che Teddy… era geloso!
Dopo la colazione i due si separavano: Polignac andava nell’aula
di Difesa dove lo aspettava il prof. White, che lo stimava molto (il che era un
punto a suo sfavore, dato che detesto quell’uomo), mentre Victoire doveva
frequentare le lezioni in svariate materie. Inutile dire che, essendo un bel
ragazzo, il francese aveva infranto non so quanti cuori di studentesse. Ma lui
non vedeva che Victoire, con cui stava sempre e che riempiva di mille
attenzioni. E con cui ogni tanto si imboscava nei posti più disparati.... E
purtroppo, in questi luoghi appartati, non so come, ogni tanto si imbattevano
proprio in Ted, che si mostrava abbastanza infastidito…. e non mi sembrava per
il suo atteggiamento “fraterno”, come lui aveva definito il suo rapporto con
Victoire fino a qualche mese prima. Insomma, Teddy aveva ripreso i comportamenti
“eccessivamente confidenziali” di Vic, in modo sempre più marcato. E una volta,
all’ennesimo rimprovero (a cui aveva avuto la bella idea di aggiungere la
sottrazione di alcuni punti per Grifondoro per “comportamento non consono”: si
stavano baciando!), Vic era andata in escandescenza e gli aveva detto chiaro e
tondo di farsi i fatti suoi. Il che poi subito era circolato ad Hogwarts e mi
era stato subito riferito… (non è possibile fare qualcosa ad Hogwarts senza che
lo sappiano tutti nel giro di qualche ora?).
Insomma le cose per Teddy non andavano troppo bene… e a me
dispiaceva che avessero litigato, dato che sono tutti e due miei amici… Avrei
dovuto riappacificarli?
In realtà, poi, me l’ha chiesto proprio Ted. Ero nel mio ufficio,
uno dei giorni successivo, quando ho sentito bussare.
- Scusami Niamh… Forse non volevo disturbarti, ma avrei bisogno
di parlarti - mi ha detto un imbarazzato Teddy.
- Vieni, dentro, dai. - E poi - Aspettami un secondo. Arrivo
subito.
Sono andato un attimo a darmi una sistemata ai capelli
(comodissima la magia, in questi casi: si riesce ad asciugarli all’istante,
mentre i poveri babbani devono impazzire con strani macchinari rumorosi che
generano l’aria calda), dato che mi ero appena fatta una doccia, e sono tornato
nel salottino.
Teddy stava accarezzando Blacky che, tutto contento, zampettava
allegramente sul suo trespolo.
- Gli piaci - gli ho detto. E poi: - Dai, sputa il rospo. Che
succede?
Volevo bene a Teddy… Era mio amico ed era un ragazzo molto buono.
Ero stata dispiaciuta che avesse rotto i rapporti con Victoire (fino all’anno
precedente erano almeno buoni amici, anche se Vic era da sempre innamorata di
lui e lui fingeva di non accorgersene).
- Sto male, Niamh! - mi ha detto.
- … Per Victoire? - gli ho suggerito.
Mi ha fatto un breve cenno del capo.
- Non mi piace con quell’insulso francese… Ha qualcosa di strano,
qualcosa di losco…
Oddio, io l’avevo visto tante volte e mi era sembrato un ragazzo
gradevolissimo, gentile, simpatico e innamorato di Victoire. Un po’ rigido,
forse, il che mi lasciava un attimino perplessa, ma non insulso (anzi, aveva
stile), né strano, né losco…
- Sì… forse hai ragione a pensarlo… Sono geloso - ha continuato
Ted - Penso continuamente a Vic, a quello che mi ha detto, dagli anni passati
ad oggi… a come mi sono comportato… a quanto sono stato cieco… e mi accorgo di
essere stato…
- … un idiota - gli completai la frase. Lui assentì.
- Credo di aver capito quant’è importante… ma ora lei… e quel
francese…
Non riusciva neanche a pronunciare il nome! Era proprio cotto!
- Beh, vedi, Ted… Ora Victoire ha trovato qualcuno che le vuol
bene e a me sembra che sia un bravo ragazzo… - gli ho detto (meglio mettere le
cose in chiaro e non dargli false illusioni). E poi: - Scusami, ma erano anni
che ti vedeva in un altro modo, che ti voleva bene non in modo fraterno, e,
poveretta, ha cercato di fartelo capire in tante occasioni… e ho cercato
anch’io, non so se ti ricordi…
- Lo so, ho sbagliato - mi ha detto Teddy, tristissimo - So di
aver sbagliato, non sentivo il desiderio di modificare la mia comoda realtà… Lei
era una specie di cuginetta gentile, affettuosa, simpatica, e non volevo
pensarla diversamente, forse, oppure sono cambiato, in questi mesi… Comunqu,
vederla abbracciata a quel francese… vederla baciare quel maledetto francese… mi
ha letteralmente sconvolto… Sì, lo so, che non ho il diritto di riprenderla… ma
vorrei tornare almeno suo amico… mi evita…. forse mi odia…
- No, sicuramente non ti odia. Ma forse l’hai delusa… con qualche
atteggiamento da “caposcuola perfetto”… non so se ti ricordi… non è che sei
entrato nelle sue grazie…
- Potresti parlarle? - mi ha chiesto - Vorrei tanto incontrarla e
spiegarmi… non la infastidirò… ma vorrei tornare suo amico… e poi vada come
vada… anche se la vuol continuare con quell’insulso francese… posso anche
capirla…
- Certo, Teddy! - gli dissi - Vedrai che riesco a convincerla a
parlare con te. E tornerete amici come prima. Ma di Armand Polignac lei è
innamorata: non parlare male di lui con Vic… se posso darti un consiglio!
- Promesso. Grazie, Niamh, per tutto… - mi ha detto, triste
Poi mi ha dato un bacio sulla fronte se n’è andato, abbacchiato.
Ok, avrei dovuto organizzare un incontro in un luogo neutro,
anche per non suscitare i pettegolezzi di Hogwarts che, per queste cose, è come
un piccolo paese, dove tutti si fanno gli affari di tutti… Uffa, quant’è
complicata la vita sentimentale ad Hogwarts! Io, per fortuna, avevo Charles e
avevo superato questa fase!
Ok, ora smetto di complicare le cose
e comincio a sciogliere, uno dopo l’altro tutti i fili narrativi. Forse ho
esagerato. Provo a riassumerli:
1) profezia riguardante James Potter
(in cui è in qualche modo coinvolta anche Niamh)
2) simpatia tra Annah Montague e
Lenny McNair (contrastata dall’ambiente del quidditch che ruota loro intorno)
3) reciproca antipatia tra James
Potter e Jorge Ezer
4) relazione Victoire-Armand Polignac
(e gelosia di Teddy)
5) interesse per penne di volatile
magico scozzese (e possibile intervento di quei due sciagurati di Ryann e Lorna)
6) attività di insegnamento di Niamh
(e interazione con gli altri insegnanti, in primis il perfido Whyte)
7) facile piccolo compito assegnato a
Niamh da Paciock: “sistemare” il platano picchiatore
8) gestione della piccola Deirdre.
Alla prossima (mercoledì). S.
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Capitolo 6 *** Piante e centauri ***
Capitolo 6.
Piante e centauri
Sono un genio. Sapevo come fare per la piantaccia, quel platano
malefico che cominciava a diventare un pericolo pubblico (oltre che una rottura
di scatole, dato che faceva saltare sette o otto finestre al giorno, sbattendo
continuamente i rami su una parete del castello): bastava chiedere a Fidippa!
Esistevano altri platani picchiatori nella foresta proibita, ne ero sicura (me
l’aveva detto anche Belit, la terribile madre di Fidippa, una volta) e i
centauri, sicuramente, avevano un qualche sistema per impedire che crescessero
troppo e diventassero pericolosi, dato che loro scorazzavano liberamente per
tutta la foresta (non penso che li bruciassero o li facessero a pezzi…)
E così una sera, mentre ero sempre indaffarata con gli animali di
Hagrid (era via per tutta la settimana), è arrivata Fidippa: veniva ogni tanto a
portarmi qualche simpatica creatura o qualche strana pianta della Foresta, per
farli vedere ai miei ragazzini.
- Ciao, Niamh! Tutto bene?
- Ciao, Fidi. Benissimo. E tu?
- Sei gravida? - mi ha chiesto, al posto di rispondermi, a
bruciapelo.
I centauri non hanno peli sulla lingua e parlano senza nessun
problema di “accoppiamenti” o “gravidanze”, che per loro sono la cosa più
naturale del mondo. Per me un po’ meno. All’inizio diventavo di tutti i colori,
poi, pian piano mi ero abituata al loro bizzarro modo di esprimersi. Forse ero
un po’ ingrassata ultimamente (mentalmente mi ripromisi di mettermi a dieta), ma
sicuramente non ero “gravida”.
- No, Fidippa. Forse un po’ ingrassata.
- Strano… dovresti essere più magra…Ma fai normale attività
sessuale? Ti basta Charles? Ti serve forse qualcun altro?
- Sì, mi basta. Sì, facciamo sesso continuamente - le risposi (in
realtà non è che lo facevamo spessissimo, dato che ultimamente Deirdre ci
boicottava, ma volevo chiudere velocemente il discorso) - e Charles è bravissimo
- (questo però era vero!).
Poi cambiai velocemente discorso: - Mi fa piacere vederti! Non
hai i ragazzi?
Aveva infatti due “puledri”, Megarian e Ippolita, che talvolta la
accompagnavano.
- No. Avevano altre faccende da sbrigare. Cominciano a crescere e
sono troppo occupati, ultimamente. Ma ti salutano. Ti ho portato un flos
amoris - ha detto indicando una bella margheritina profumata (veramente
particolare! Era tutta rossa!) in un vasetto - Fra un po’ sboccerà ed è
altamente afrodisiaca. Da tenere in camera prima del prossimo accoppiamento… Ma
questo non farlo vedere ai tuoi cuccioli…
Beh, sì, in effetti non era proprio il caso che facessi vedere
quel fiore a dei ragazzini di undici anni…. La pianta, effettivamente, aveva un
fantastico profumo, e il fiore, chiaramente, non era sbocciato. Cosa avrebbe
combinato quando la corolla si fosse dischiusa? Effettivamente faceva venire una
certa voglia… o era solo suggestione?
- Grazie, Fidippa. Questo naturalmente me lo tengo per me! - ho
detto sorridendo.
- Vorrei però anche farti vedere una cosa. - continuò Fidippa -
Casualmente, ho notato qualcosa di strano, non troppo lontano da qui… Puoi
seguirmi… E’ questione di pochi minuti…
Ho portato la pianta dentro casa di Hagrid (l’avrei poi ripresa.
Era meglio non lasciarla in giro!) e l’ho seguita per qualche decina di metri
dentro la Foresta. Poco dopo siamo arrivate in una radura, interamente coperta
di strani eleganti anemoni gialli.
- Oh, che bello! Che cosa sono? - gli ho chiesto.
- Caraschi. Nascono in prossimità di imminenti varchi spaziali…
- Varchi spaziali? - ho chiesto. Mai sentito di quelle piante e
di “varchi spaziali”…
- Sì… scorciatoie tra luoghi. Si creano talvolta, nella Foresta
Proibita, per improvvise anomalie magico-climatiche, e si richiudono nel giro di
qualche ora, talvolta di qualche minuto … I caraschi sono un utile segnale per
evitare il luogo, dato che nascono solo nei luoghi in cui, a distanza di qualche
giorno, o qualche settimana, o al massimo qualche mese, si formeranno
improvvisamente i varchi… E sono quindi utilissimi, dati che, così, si possono
evitare quei luoghi… altrimenti potresti rimanere intrappolata nel varco e
trovarti in un altro posto, anche a migliaia di chilometri di distanza… Come è
successo a Chirone, il nostro mitico antenato, che si è trovato a Ftia, in
Grecia, oltre duemila anni fa… Qui si aprirà un varco, nei prossimi mesi, ma
sarà molto instabile e, nell’arco di alcuni minuti, si chiuderà per sempre.
- Beh, grazie, Fidippa. Eviterò il luogo. E ne parlerò con la
McGranitt e con Hagrid. I ragazzi poi non sono autorizzati ad entrare nella
Foresta Proibita, e quindi non ci dovrebbe essere pericoloso per loro. Ma è
meglio che tutti siano avvisati…
Poi, prima che se ne andasse, le ho parlato del Platano
Picchiatore e del grosso problema che avevamo. La pianta era rara, ma era
diventata effettivamente troppo grande e troppo pericolosa.
- Beh, l’unica cosa possibile, quando diventano troppo grandi, è
una potio revertendi - mi ha detto.
E, dato che non avevo idea di cosa fosse: - E’ una antica pozione
preparata con rari ingredienti magici. Se vuoi ti porto ricetta ed alcuni
ingredienti non facilmente rintracciabili. E’ un po’ complicata e ti
consiglierei di farla preparare al tuo insegnante di Erbologia o a quello di
Pozioni… Si lancia sulla pianta, in una qualsiasi parte, e, in una settimana, la
fa regredire allo stadio di pollone, alto un paio di metri, e da lì riprende il
suo ciclo vitale. Ti scrivo la composizione precisa (non la ricordo
completamente, devo consultare alcuni antichi volumi in linguaggio centauresco),
poi te la porto insieme agli ingredienti e a qualche animaletto da far vedere
ai tuoi ragazzi, la prossima volta…
Che fossimo riusciti a trovare il modo di rendere innocua quella
piantaccia? Però, una volta salutata Fidippa, per prima cosa sono andata subito
dalla McGranitt a parlarle del varco che si sarebbe creato, prima o poi, nella
Foresta Proibita.
- Oh, che bello vederti, professoressa O’Neil! Ho sentito la tua
mancanza… - mi ha detto il gargoyle, appena mi ha visto (inquietante quella
statua: adesso esprimeva le sue emozioni?) - Devi andare dalla Preside?
- Sì, in effetti - gli ho detto - E’ occupata?
- No, no! Va pure - mi ha risposto. Ed è subito scesa la scala
che conduceva nel suo ufficio.
Ho bussato e subito sono stata invitata ad entrare.
- Ciao, Niamh! Tutto bene? - mi ha detto con un grande sorriso.
Qualcuna la trova un po’ acida ed eccessivamente rigida. Ma con
me Minerva è sempre stata deliziosa. Mi sa che mio padre le aveva salvato la
vita, anni prima (ma non so come sia andata di preciso la cosa) e, comunque, mi
aveva preso a benvolere da quando sono arrivata ad Hogwarts…
Subito le ho raccontato tutto quello che mi aveva detto Fidippa
dei caraschi e del varco e la McGranitt ha ascoltato con molta attenzione.
Poi, dopo il mio racconto: - Sì, avevo sentito di questa
possibilità… piuttosto remota a dire il vero… capita forse una volta ogni secolo
e per questo spesso le cronache non ne parlano. Dipende dalla quantità di
energia magica presente nella zona di Hogwarts… non per niente i fondatori
hanno deciso di costruire qui la scuola… che provoca queste aberrazioni
spaziali. Le informazioni di Fidippa sono effettivamente molto importanti:
parlerò con tutti gli insegnanti e proibirò di nuovo espressamente, questa sera,
ai ragazzi di avvicinarsi alla Foresta Proibita… Devo ricordarmi di dirlo anche
a Hagrid, Whyte e a Polignac, che questa settimana non ci sono… Hagrid, come
sai, è stato convocato al Ministero, Whyte ha chiesto un permesso per un motivi
familiari e il nostro bel francese è ad un corso d’aggiornamento nella sua
nazione… soprattutto Whyte, che ogni tanto, in qualità di
etnografo si reca ogni tanto nella Foresta… i suoi
saggi sul mondo dei centauri sono ormai dei classici, lo sai...
Ho avuto per un attimo la fantastica visione di un Whyte
risucchiato da un’aberrazione spaziale e spedito in cima alla catena
dell’Himlaya o in qualche altro luogo irraggiungibile… Non sarebbe stata una
cattiva conclusione dell’avventura!
Sono poi andata a parlare con Neville del Platano. L’ho trovato
nelle Serre che cerava di calcolare con dei lunari magici il momento migliore
per rinvasare le mandragole e gli ho esposto le informazioni che avevo ricevuto
da Fidippa.
- Hai avuto proprio una brillante idea, Niamh! - mi ha detto -
Speriamo in questa nuova pozione… Non è possibile convivere più con quel mostro.
E te lo dico io che sono un fanatico delle piante… Anche ieri ha colpito la
vostra compagna Liberty Augey, di Tassorosso, per fortuna in modo non grave. E
la ragazza si trovava prudentemente al di qua della linea rossa che ho segnato
non più di tre settimane fa, che è già inutile… Quella pianta cresce in modo
veramente mostruoso…
Per fortuna la settimana successiva, sono venuti Fidippa e
Megarian (il suo puledro) e mi hanno, come al solito, portato uno strano
animaletto da far venere ai miei ragazzini (un bubus noctualis intrepidus,
un raro esemplare di rapace magico diurno mutaforma vegetariano che i centauri
riescono ad addomesticare) e la ricetta della potio reverendi, trascritta
in linguaggio umano.
- Ho anche utilizzato inchiostro babbano… ne avevo un po’ nel
villaggio… So che il tuo Blacky è allergico a quello centauresco - mi ha detto
Fidippa - E nella borsa ho qualche ingrediente della pozione di non facile
rinvenimento…
L’ho tanto ringraziata (è bello essere amica dei centauri, anche
se sono piuttosto silenziosi e scostanti… con me sono gentilissimi).
- Volevo anche avvisarti che qualcuno è penetrato nella nostra
area della Foresta - mi ha quindi detto Fidippa - e ha fatto incetta di penne di
pharomachrus higlandensis… Mia madre è andata su tutte le furie… se lo
trovasse, non invidio chi ha fatto il furto…
- Oddio! Mi dispiace! - le ho subito detto. Che c’entrassero mio
fratello e Lorna? Speravo tanto che non fossero così stupidi da entrare nella
Foresta…
Appena andati via i centauri, sono corsa a cercare quei due
sciagurati che, tutti contenti, stavano portando a spasso la piccola Deirdre nel
Parco di Hogwarts. Davanti alla mia faccia perplessa, mi hanno giurato e
rigiurato che loro non c’entravano niente.
- Abbiamo abbandonato definitivamente il progetto! - mi ha detto
Lorna - Non preoccuparti. Non siamo stati noi ad entrare nella foresta.
- Sì - ha aggiunto Ryann - Però è un peccato… qualche decina di
penne…
L’ho fulminato con lo sguardo e non ha avuto il coraggio di
continuare la frase. Beh, loro non c’entravano (forse) e per il momento mi
bastava.
Sono quindi andata da Neville a cui ho dato tutto il materiale
che Fidippa mi aveva dato (formula della pozione e borsa con gli ingredienti).
Inutile dire che Neville è stato contentissimo e si è messo, praticamente da
subito, al lavoro!
La pozione era straordinariametne complessa e servivano almeno
tre settimane per la preparazione. Ma poi, finalmente, l’avremmo gettata su
quella mostruosa pianta.
- Bravissima, Niamh! - mi ha detto Neville - Sei veramente in
gamba. Non voglio che, ai M.A.G.O. prenda meno di O! Mi raccomando!
In realtà mi sopravvalutava. Io non avevo fatto niente se non far
da tramite tra Fidippa (le informazioni sul modo in cui potevamo controllare
quella pianta-mostro erano sue) e lui. Ma mi faceva piacere che mi facesse dei
complimenti. Che poi Neville ha ampiamente detto a tutti, dato che la sera tutti
sapevano quello che avevo fatto (ed erano tutti contenti, dato che quel platano,
effettivamente, era proprio pericoloso!)
- Ehi, professoressa O’Neil - mi ha detto, poco prima di cena,
Charles. Quando mi chiamava “professoressa” mi piaceva tanto… anche perché
l’avevo associato al fatto che, di solito, dopo, mi faceva qualche proposta
interessante… - Stasera tocca a tua sorella con la piccolotta, se non sbaglio…
Se non hai altri impegni, potresti raccontarmi per filo e per segno il tuo
ultimo successo…
- Hai qualche idea sul luogo in cui potrei raccontartelo? - gli
ho chiesto. Tanto sapevo dove voleva andare a parare…
- Stanza delle necessità? - mi ha detto, sottovoce guardandomi
negli occhi (quanto erano belli i suoi occhi!). Si è chinato e mi ha dato un
leggero morsetto sulla nuca (sistema infallibile per farmi sciogliere! Quanto mi
conosceva, quella serpe del mio moroso!) - Sai, può essere trovata solo da chi
ne ha assolutamente bisogno. Ed io ne ho assolutamente bisogno… assolutamente…
E mi ha guardato diritto negli occhi. Aveva le pupille dilatate e
si vedeva che mi voleva... Peccato che c’era gente intorno, se no gli sarei
saltato subito addosso. In effetti, ne avevo assolutamente bisogno anch’io… Con
Deirdre che riempiva quasi tutte le mie notte e le innumerevoli occupazioni del
giorno, neanche ricordavo più da quanto non lo facevamo…
- Ottima idea - gli ho risposto - … Un’ora prima del coprifuoco
va bene?… ma non pensare di tornare nella tua casa prima dell’alba… Il racconto
che devo fare è molto molto lungo…
La serata si presentava molto promettente… Come mai non erano
tutte così le giornate che passavamo ad Hogwarts?
A mercoledì! S.
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Capitolo 7 *** Annah, Lenny ed una partita di quidditch ***
Capitolo 7
Annah, Lenny e una partita di quidditch
Piano piano erano quasi arrivate le feste di Natale. Con qualche
novità. Victoire e Teddy si erano rappacificati e parlavano tranquillamente
insieme. E Polignac, un vero signore, che non poteva non
essersi accorto che il mio amico Ted nutrisse qualcosa più di un’amicizia per la
sua ragazza, trattava comunque Teddy con civiltà e con una certa cordialità. Il
che non voleva dire che Teddy fosse meno abbacchiato e pensieroso, ogni volta
che lo incontravo. Capivo quanto fosse difficile per il mio amico quella
situazione. Vic era fantastica: era bella, affascinante, brillante. Il merito
non era naturalmente solo della sua antenata Veela, ma soprattutto suo, dato che
era una bella e brava ragazza, sempre disposta a dare una mano a tutti. E decine
di ragazzi avrebbero dato la mano destra per un appuntamento con lei… ma il suo
cuore era ora impegnato dal bel francese… e immaginavo quanto questo pesasse a
Teddy che, ora lo sapevo, provava per la Weasley sentimenti né fraterni né
platonici. Almeno però la freddezza che c’era stata, fino a qualche settimana
prima, tra lui e Victoire, era scomparsa. Ed era già qualcosa.
Se era stressante la vita di Teddy, non lo era stata di meno
quella di mia cognata, Annah Montague, e di Lenny Mcnair. Che cercavano di stare
insieme, quando possibile, per di più di nascosto. I due si piacevano, erano
evidente… ma non avevano fatto ancora il primo passo (che ne so, un bacetto….).
E Annah aeva una folle paura che i suoi compagni di quidditch scoprissero che
cominciava a nascere qualcosa di importante tra lei e Leonard, che era il
cercatore della più accreditata squadra avversaria.
Si vedevano quasi ogni giorno in biblioteca (anche se non se
l’erano detto direttamente, avevano praticamente sincronizzati gli orari di
apparizione) dove, quando non c’era nessuno (o c’eravamo solo io e Charles),
parlavano (sottovoce, dato che l’ambiente non era proprio adatto per lunghe
chiacchierate) del più o del meno, di quidditch e animali, di piccole faccende
quotidiane, di amici e professori; quando invece c’era qualcuno, la loro
“relazione” consisteva solo in sfuggenti occhiate… Certo che, questi ragazzini
moderni sono proprio stressanti! Io mi sarei buttata in una bella limonata e
avrei risolto tutto in pochi minuti. Loro invece no, andavano con i piedi di
piombo…
Teddy Lupin ogni tanto compariva (essere caposcuola comportava
anche vigilare su certi luoghi di Hogwarts) ed, essendo anche capitano della
squadra di Tassorosso, guardava con malcelata ostilità la presenza di Lenny nei
pressi di Annah. Già sospettava subdoli piani di spionaggio.
- Mi raccomando, Annah! - gli aveva detto Teddy, una volta che
Leonard si era assentato ed io ero presente in stanza - Non fidarti di quel
Macnair! Non devi parlare con lui: sicuramente è stato mandato da Johnson per
conoscere le nostre tattiche. Se qualcuno di loro gira intorno a te, chiama me o
gli altri in aiuto… Non importa quanto siano gentile e amichevoli, vogliono solo
vincere la Coppa delle Case!... Non fidarti!
Che palle, questo quidditch! Ma Annah, poveretta, era ancora più
insicura e non aveva il coraggio di fare la prima mossa, mentre il povero
Leonard continuava a gironzolarle intorno. Dovevo prendere in mano la
situazione! Uffa, quanto è complicata fare l’amica/cognata/consigliere
sentimentale di qualcuna!
- Venerdì è il complimese di Deirdre - le ho detto un giorno di
dicembre - E’ nata quattro mesi fa! E’ ormai una signorina! Facciamo una
festicciola, con una buonissima Lemon and Vanilla Curd Cake preparata da
Koryad, nel mio studio, naturalmente fino al coprifuoco... Vuoi venire anche tu?
Dato che ne era entusiasta, le ho chiesto allora se mi volesse
dare una mano a preparare i festoni, nel pomeriggio (sì, lo so, ci potrebbero
pensare Koryad, ma dovevo trovare una scusa! E poi un po’ di sana attività
manuale fa sempre bene! I festoni saranno un po’ sgangherati, ma c’è più
partecipazione!). Lei naturalmente è stata contenta dell’invito e subito si è
dichiarata dispostissima ad aiutarmi. E naturalmente non gli ho detto che, nel
frattempo, Charles (che era della partita), aveva fatto la stessa richiesta a
Lenny…
Insomma, quella sera, nel mio studio, si sono ritrovati i due
ragazzi. Sono rimasti sorpresi dal trovarsi insieme (Annah è diventata tutta
rossa), poi, dopo qualche imbarazzo iniziale, abbiamo cominciato a lavorare...
Dopo una mezzoretta è arrivato il patronus di Rup, che chiamava me e Charles
subito nella Casa di Serpeverde… Naturalmente faceva parte del mio
(scopertamente patetico) piano per lasciarli soli…
Beh, dovrebbe aver funzionato! Siamo stati fuori quasi un’oretta
e, quando siamo tornati li abbiamo trovati vicinissimi, ancora intenti a fare
festoni, ma felici e un po’ imbarazzati dalla nostra apparizione. Annah è
diventata rossa un’altra volta. Poi ci siamo lasciati (stava per scattare il
coprifuoco) e, prima di andare, mia cognata ha avuto il tempo di dirmi un
veloce “Grazie, Niamh”. Ok, piano piano le cose sembravano andare per il verso
giusto…
Dopo le vacanze di Natale (oh, che bello… quanto dormite avevo
fatto!), eravamo tutti tornati a scuola ed avevamo riprese le normali attività.
Ancora, per quanto riguardava James Potter… “nulla” di rilevante! Mi ero quasi
convinta che la profezia della Cooman fosse una di quelle sue abituali
stupidaggini, e solo il fatto che avevo dato la mia parola ad Harry e Ginny mi
spingeva ancora ad osservare con insistenza ogni piccolo particolare, o ogni
cambiamento, nella vita di James. Noia assoluta!
Avevo anche organizzato un discreto servizio di spionaggio, che
coinvolgeva un po’ tutti i miei amici o i professori, che tenevano d’occhio, a
sua insaputa, il figlio di Harry e mi informavano su ogni novità. Così ormai
sapevo a menadito dove andava (a lezione, in biblioteca, a vedere gli
allenamenti di quidditch, a passeggiare in giardino con gli amici o con la
Prewett…) e cosa faceva. Sembrava anche che, con quell’Ezer, ora si ignorassero…
o almeno non avevo avuto altre informazioni di litigi scoperti tra i due (che,
comunque, non si sopportavano: si vedeva lontano un miglio). Durante le mie
lezioni, comunque, i due stavano tranquilli (le mie punizioni consistenti nel
pulire, senza magia, la stalla degli ippogrifi, avevano evidentemente
funzionato!) e non si azzuffavano per un nonnulla, come facevano all’inizio.
Nel frattempo molte cose si erano sistemate. Il Platano
Picchiatore, in primo luogo, che era stato ridotto, dalla pozione che Fidippa ci
aveva consigliato di preparare, ad un pollone alto due rami con dei piccoli rami
che vanamente sferzavano l’aria introno…. Era quasi patetico! La McGranitt mi
aveva elogiato davanti a tutti e Neville era molto soddisfatto. Per qualche
decennio il problema era stato risolto.
Ma la cosa più sorprendente era che io, che sono veramente
geniale (modestia a parte), ero riuscita, durante le vacanze di Natale, a
pensare ad un metodo infallibile per tranquillizzare Deirdre, che ora mi
lasciava dormire! Funzionava! Sono un genio!!! Qual era la soluzione: Polisucco!
Ne avevo la scorta nel cassetto. Lei piangeva e voleva essere tranquillizzata…
Chi meglio della sua mamma? (poverina, aveva anche ragione! Quel mostro di Whyte
non le permetteva di uscire di notte!). Allora io, quando lei si svegliava, mi
prendevo la fialetta di Polisucco che avevo bella e preparata (ne avevo una
decina nel cassetto!), aggiungevo un capello di Lorna (me ne ero fatta dare una
scorta) e mi trasformavo in sua madre, la prendevo in braccio, la portavo nel
mio letto e la piccola si addormentava, tranquilla e felice, quasi subito… Io
poi la mettevo nel suo lettino e tornavo a dormire. Funzionava! E anch’io
potevo dormire. Sono o non sono una strega geniale?
Velocemente passò anche gennaio e si avvicinava San Valentino,
dopo il quale si sarebbe stata la partita-clou dell’anno: Grifondoro-Tassorosso.
Le due squadre erano le favorite, in quell’anno: Grifondoro aveva
umiliato Serpeverde (310 a 10), dimostrando una grande superiorità in tutti i
ruoli: cacciatori fenomenali, battitori eccezionali, un portiere impareggiabile,
ma, soprattutto, uno straordinario cercatore. Si trattava naturalmente di
Leonard Macnair, figlio della famosissima giocatrice Alicia Spinnet e,
soprattutto, legato da un affetto sempre più importante a mia cognata, Annah
Montague.
I due continuavano a vedersi di nascosto. La cosa sembrava stare
un po’ stretta a Lenny (che avrebbe voluto, immagino, che tutto si svolgesse
alla luce del sole, dato che non c’era niente di male, anzi), ma, a quanto
avevamo capito sia io sia Charles, Annah non voleva che i suoi compagni di
squadra pensassero qualcosa di subdolo dietro questa relazione. In effetti i
miei amici Tassi (e Teddy Lupin in particolare) erano un po’ paranoici, fissati
per i complotti (erano alcuni anni che non vincevano la Coppa delle Case e ci
tenevano particolarmente) e vedevano come il fumo negli occhi i giocatori della
squadra avversaria, tra cui Leonard (che era effettivamente molto bravo).
Pensare che la propria cercatrice fosse la fidanzata del cercatore avversario
era una cosa che lasciava intravvedere foschi piani per destabilizzare
mentalmente e affettivamente una promettente giocatrice dei Tassi e, al solo
parlarne, sarebbero impazziti (e avrebbero, con le loro critiche, destabilizzato
la povera Annah).
Per fortuna ci stavamo avvicinando alla partita-clou,
Tassorosso-Grifondoro, dopo la quale i nostri due “colombi” avrebbero potuto
stare un po’ più tranquilli (e avrebbero scandalizzato sicuramente di meno i
loro compagni di squadra se si fosse venuto a sapere della loro reciproca
simpatia). La squadra dei Tassi si era già sbarazzata facilmente dei ragazzi di
Corvonero, a Novembre (vincendo 200 a 50) e aveva agilmente superato anche
Serpeverde (240 a 80), con grande dispiacere di Kyle e Rup che vedevano la loro
squadra infilare una delle peggiori serie di prestazioni degli ultimi anni.
Insomma ora Tassorosso guidava la classifica con 440 punti contro 310 (ma aveva
effettuato una partita in più) e le due squadre si dovevano scontrare… La
tensione era altissima, gli allenamenti delle due squadre segreti, gli sfottò
tra i tifosi continui, e questo faceva passare in secondo piano San Valentino.
Sapevo (ed ero una delle poche a saperlo) che tra mia “cognata”
Annah e Lenny Macnair, il suo avversario nella prossima partita continuava la
forte simpatia… si vedevano in biblioteca, si vedevano qualche volta nel mio
studio (dove venivano a prendere il the… ah, questi inglesi!), si vedevano ogni
tanto, la sera, intorno alla capanna di Hagrid, dato che entrambi ci aiutavano a
sfamare l’orda famelica di strani animali magici che Hagrid aveva quasi
addomesticato e che venivano a trovarci verso il tramonto…: parlavano tutte le
volte che era possibile, si scambiavano tanti sguardi più eloquenti di tante
parole e, forse (almeno io lo speravo) ogni tanto si appartavano in qualche
angolino per scambiarsi qualche bacetto (sempre che nessuno li vedesse!).
Insomma, la cosa stava diventando seria. Io ero contenta, dato che volevo bene
ad Annah e stimavo molto Lenny, che era un ragazzo attivo, ma anche serio,
responsabile, molto maturo per la sua età e, cosa che non dispiaceva, molto
carino.
Solo che la loro “relazione” (ancora tutta da sviluppare) si
stava ora scontrando con la tensione legata all’imminente partita! Entrambe le
squadre ponevano mille attenzioni alla segretezza degli allenamenti: Teddy
(l’allenatore dei Tassi) aveva voluta che gli allenamenti si svolgessero alle
3.00 di notte per non permettere a nessun Grifondoro di studiare le tattiche di
gioco; Johnson (l’allenatore dei Grifoni) aveva addirittura posto una squadra di
suoi compagni di casa intorno al campo da gioco, quando la sua squadra si
allenava, con il compito di confondere e lanciare fatture orcovolante ai non
grifondoro. Insomma, sapere che il cercatore di una delle due squadre se la
intendeva con il cercatore dell’altra avrebbe fatto rizzare i capelli in testa,
per l’orrore, a metà scuola.
Finalmente si avvicinava il giorno di questa benedetta partita.
Era stato un incubo, nelle settimane precedenti, con le due squadre pronte a
sfottersi da un momento all’altro e a mostrarsi sicuri che avrebbero dato il
meglio di sé in quella che sembrava ormai “la partita della vita”. Da giorni
tutti i giocatori andavano in giro in gruppo, o scortati dai compagni (avevano
paura che gli avversari lanciassero qualche maledizione per ostacolare la piena
forma dei giocatori), il che rendeva praticamente impossibile ad Annah e Lenny
di avvicinarsi. Il che aveva messo di nuovo in gioco la sottoscritta, che aveva
dovuto consegnare (era San Valentino) a Leonard un regalino che gli aveva fatto
Annah e a mia cognata quello di Lenny.
- Stiamo bene insieme… - mi disse Leonard - Non vedo l’ora che
tutto sia finito e che possiamo vederci alla luce del sole…
- Vedrai, arriverà presto - lo confortai.
- A me non importa quello che pensano i nostri compagni -
aggiunse - Ma Annah la pensa diversamente e rispetto la sua scelta…
Era proprio un ragazzo in gamba. In gamba e molto gentile. Mia
cognata aveva avuto fortuna. Ma anche lui perché, a parte una certa insicurezza
(che magari, con l’aiuto di Lenny, poteva essere superata), mia cognata era una
ragazza bella e dolcissima, una bravissima e bellissima persona. Li vedevo bene
insieme! Uffa, questa partita! Quando sarebbe finita?
Finalmente arrivò il 7 marzo 2016, giorno della partita! Io ero
stata praticamente costretta dalla McGranitt ad andare nella tribuna dei
professori (uffa, che barba queste occasioni!) e non potevo pertanto fare il
tifo sfegatato che volevo: dovevo contenermi! Ma ero eccitatissima! Un po’ per
la mia squadra, un po’ per Annah che, comunque, sembrava serena, malgrado la
responsabilità legata al suo ruolo.
Dalla tribuna degli insegnanti, pertanto, vidi le due squadre
entrare e, dopo che i capitani si erano date le mani in segno di reciproca stima
e fair-play (che ipocriti! avrebbero eliminato l’avversario in men che non si
dica!), la partita finalmente ebbe inizio!
Subito fu avvincentissima, con continui capovolgimenti di fronte
e un super-lavoro per i battitori delle due squadre, abilissimi e precisissimi
nel cercare di centrare gli avversari con i bolidi… Certo che essere centrati da
una palla di più di mezzo chilo, in ferro, lanciata ad un a certa velocità, non
doveva essere particolarmente piacevole! I nostri battitori, i gemelli Spinnet,
erano sbalorditivi, delle proprie forze umane. Comunque anche Arrison e Green, i
battitori di Grifondoro, erano in gamba.
Anche negli altri ruoli (portieri e cacciatori) Tassorosso era
leggermente superiore a Grifondoro, il che lasciava sperare in un esito positivo
della partita. Ed erano praticamente equivalenti, per abilità e bravura, i due
cercatori, cioè i nostri Leonard Macnair e Annah Montague…
Ormai la partita era iniziata da una mezzora buona e la stavamo
guidando 80 a 30, quando, improvvisamente, i due cercatori si gettarono sul
boccino, improvvisamente apparso in un angolo del campo di quidditch.
Se non che, mentre i due si precipitavano verso il boccino, per
prenderlo, fianco a fianco, sforzandosi di superarsi a vicenda, i nostri due
battitori, Adrian e George Spinnet, lanciarono due bolidi perfettamente
calibrati in direzione di Leonard Macnair. I colpi erano difficilissimi, dato
che ad un passo c’era la nostra cercatrice, Annah, ma loro erano superlativi e
riuscirono a calcolare, al millimetro praticamente, il punto esatto in cui le
due palle avrebbero intercettato Leonard.
Lui le vide troppo tardi, con la coda dell’occhio… riuscì ad
evitarne uno, ma l’altro lo colpì in pieno, nel fianco, sbalzandolo dalla scopa…
Lo vedemmo precipitare verso terra, mentre ormai Annah era ad un passo dal
boccino e dalla vittoria…
Quello che avvenne dopo, lasciò tutti a bocca aperta. Senza
pensarci, Annah lasciò fuggire il boccino e punto velocemente in basso,
intercettando Leonard che stava precipitando verso terra, dove sarebbe
probabilmente caduto malamente… Certo, c’era Vitious pronto a fare un
incantesimo rallentante in prossimità del terreno, e il terreno era stato
trattato con magia elasticizzante per non provocare troppi danni nell’impatto,
ma Annah non ragionò affatto e… riuscì a intercettare Lenny prima della caduta
(era ferito abbastanza seriamente da quel dannato bolide). Poi lo depose a
terra, mentre l’apposita squadra di emergenza era pronto a portarlo in
Infermeria.
Nel frattempo tutti erano sbalorditi: Annah aveva
volontariamente permesso al boccino d’oro di allontanarsi, non pensando alla
squadra, ma ad un giocatore avversario, che non era, per giunta, in pericolo di
vita… lo stadio era ammutolito. Una cosa del genere nessuno se la sarebbe
aspettata. Si era volontariamente fermata ad aiutare un avversario! Avrebbe
potuto vincere la partita! E avremmo praticamente vinto il campionato!
Annah, quando ha visto che Leonard stava bene (relativamente… il
bolide lo ha centrato ed è stato portato subito in infermeria, ma almeno aveva
ripreso conoscenza), mentre tutti la stavano guardando (silenzio assoluto,
intanto), è risalita sulla scopa, ha fatto un giro sul campo e, tra il silenzio
di tutti, ha semplicemente detto (con la voce incrinata dall’emozione): - Voglio
bene a Leonard Macnair. Gli voglio molto bene… Mi importa più di lui che del
quidditch… tra lui e la squadra, scelgo lui… mi dispiace…
Ok. Molto coraggiosa: Annah era timida, molto timida, e ora
sbandierava i suoi sentimenti a tutti. Ci voleva del fegato per fare quello che
aveva fatto: rinunciare alla vittoria della sua squadra nella più importante
partita del campionato e sbandierarlo davanti a tutti, Tassorosso delusi
compresi, che l’avrebbero considerato una specie di tradimento…
Ma… chi se ne fregava del quidditch, ho pensato, e, mentre tutti
erano rimasti, per un attimo, in silenzio, pensando a come dovevano comportarsi,
io ho cominciato ad applaudire freneticamente! E, per un attimo, ero la sola a
battere le mani! Poi, quasi subito, si sono aggiunti tanti altri… Charles, Kyle,
Rup e tutti gli amici (per fortuna ne avevo diversi). E tutti i professori… E,
dopo qualche secondo, tutto lo stadio uscì in un boato di approvazione! Compresi
i Tassi (quanto è bella la nostra Casa! I grifoni, secondo me, non l’avrebbero
fatto!) che si erano visti sfuggire la vittoria, ma che avevano capito che tra
gli affetti e il successo, beh… sono più importanti i primi…
Annah mi ha guardato, quasi piangendo per la tensione e la gioia…
mi ha sorriso e ha pronunciato, a fior di labbra un ringraziamento rivolto a me…
e poi se ne è tornata nel campo, tra i suoi compagni di squadra, che le hanno
fatto le feste e l’hanno abbracciata… Compreso un commosso Teddy…. Naturalmente
la partita è stata poi ripresa con il sostituto di Macnair (aveva rotto cinque o
sei costole e non poteva riprendere) e con quello di Tassorosso, Wilson (Annah
era corsa in infermeria, accanto a Lenny). E Wilson, per pura fortuna, ha preso,
dopo una decina di minuti, quel maledetto boccino: così la nostra squadra ha
vinto (fortunosamente), alla fine, quella partita.
Così siamo diventati praticamente irraggiungibili e abbiamo vinto
(finalmente) il Torneo delle Case. Secondo si è classificato Grifondoro,
trascinati nell’ultima partita, quella contro Corvonero, da un guarito,
superlativo Leonard Macnair. In tribuna, a tifare per Lenny, c’era ora Annah,
che finalmente aveva deciso di lasciare tutte le esitazioni alle spalle. Era
chiaramente innamorata del bel Macnair… ed era ricambiata, si vedeva benissimo.
Insomma, la conclusione di quelle partite è stata che mia cognata
ha trovato un bravo ragazzo, a cui vuole bene e che le vuole bene. Il quidditch,
ve lo posso assicurare, è solo un gioco… sono altre le cose importanti nella
vita!
Ho utilizzato il personaggio di
Leonard Macnair (come quelli del padre Bastiana e della sorella Maya, che ogni
tanto compaiono nelle mie storie) per gentile concessione di AdhoMu (autrice di
storie meravigliose, che invito tutti a leggere), che naturalmente ringrazio.
Dalla prossima puntata (che pubblico sabato 22!) gli eventi cominciano a
precipitare, in vista del finale (sono rimasti solo tre capitoli!). A sabato!.
S.
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Capitolo 8 *** Nella Foresta Proibita ***
Capitolo 8
Nella Foresta Proibita
Eravamo verso la metà di marzo quando una ragazzina di prima è
venuta a cercarmi, mentre stavo uscendo dalla Sala Grande, dove stavo facendo
sorveglianza durante l'ora del té (era stata introdotta in via sperimentale
quell'anno su proposta di Neville). Io vegliavo sui ragazzi (uffa, i miei doveri
di insegnante mi costringevano, ogni tanto, a vigilare, insieme ai prefetti, che
tutto fosse a posto durante i pasti o le altre occasioni in cui i ragazzi si
concentravano in Sala Grande).
In realtà, più che vigilare, stavo ascoltando Lenny e Annah: i
due ora giravano insieme, mano nella mano, ed erano tanto carini! Annah era
ancora più bella e aveva superato la sua timidezza, ora, grazie a Leonard. E mi
stavano raccontando di uno scherzo che qualcuno aveva fatto a Teddy, facendogli
credere che degli Inferi erano stati visti vicino al Lago Oscuro.
- Scusi, prof.ssa O’Neil… la Preside le chiede se può
raggiungerla - mi ha detto la ragazzina.
- Certo - ho risposto, e mi sono subito diretta in Presidenza,
dopo aver salutato mia cognata e il suo moroso.
Ho salutato il solito Gargoyle e poco dopo ero nel suo ufficio.
Era con due auror che non avevo mia visto (conosco però Harry Potter, Ron
Weasley, che saltuariamente dà loro una mano, e anche Dennis Canon!). Avevano un
brutto aspetto (anche perché ad un odi essi, un certo Donovan, manca quasi tutto
il naso, mentre l’altro, Alison, era pieno di cicatrici) e uno sguardo da duri.
- I due signori ti vogliono fare qualche domanda - mi ha spiegato
la McGranitt.
- Certo. Cosa volete? - ho chiesto gentilmente.
- Sappiamo che lei è amica di alcuni centauri - mi ha detto
quell’Alison.
- Sì, mi aiutano nelle lezioni, portandomi innocui animaletti e
qualche pianta - ho spiegato.
- Qualcuno sta saccheggiando i nidi di pharomachrus higlandensis,
per portare via le penne caudali di quei rari uccelli - continuò l’auror Donovan
- Il che è proibito. I centauri sono infuriati e minacciano di squartare
chiunque trovino nel loro territorio… ma questo non ci importa. Ci importa che
le penne non siano immesse nel mercato… La loro magia è irrintracciabile e gli
eventuali possessori possono vincere, con una alcune di quelle penne, importanti
concorsi magici…
Sì, lo sapevo. Quelle penne permettono, se posizionate per circa
un’ora dentro un libro, di memorizzarne tutto il contenuto che, poi, può essere
riversato, dalla penna stessa, su carta o pergamena… E’ magia antica non
identificabile e solo sofisticatissime e complicatissime tecniche, per altro
molto costose, permettono di identificare un compito vergato con quelle penne: è
tassativamente proibito usarle, quindi.
- Notizie attendibili ci assicurano che il mercato sta per essere
inondato da quelle maledette penne, provenienti dalla Foresta Proibita. Un
nostro informatore è sicuro che il carico stia per partire… Parliamo di almeno
una ventina di penne, del valore di almeno 12.000 galeoni… - aggiunse Alison.
- E sospettiamo che qualcuno, da Hogwarts, si sia recato nella
Foresta senza essere intercettato dai centauri e voglia ora immetterle nel
mercato. Qualcuno che conosce la Foresta, gli animali della Foresta e magari
alcuni centauri.. - continuò Donovan.
Oddio, mio fratello e Lorna! Li avevo sentiti chiaramente
esprimere la loro volontà di prendere quelle penne! E’vero che mi avevano
assicurato di aver abbandonato l’idea, ma… potevo fidarmi?
- Lei ha qualche sospetto, prof.ssa O’Neil?
- Naturalmente no! - mentii spudoratamente. Per fortuna ero
diventata piuttosto brava in occlumanzia… Harry Potter, dopo la mia ultima
avventura, quella in cui avevo permesso di catturare quel killer internazionale,
quell’Ignotus, mi aveva spiegato qualche importante tecnica che aveva imparato
dai suoi colleghi italiani… Dicono che laggiù tali tecniche siano
particolarmente sviluppate.
- Non ho idea di chi possa essere il ladro… - continuai.
- Bene. E questa? - mi disse Alison, indicando… proprio la penna
di pharomachrus che, qualche anno prima Fidippa mi aveva regalato (durante il
nostro primo incontro) e che, tra l’altro, non avevo mai usato! Faceva però
bella mostra sulla mia scrivania. Non pensavo ci fosse niente di male! Ma… come
facevano quei due ad averla? Erano entrati nel mio studio!
Diventai una furia! Erano entrati nel mio studio! Mi avevano
preso un mio oggetto! Non riuscivo a crederci!
- Ma….. come vi permettete? Non potete entrare nel mio studio!
- Siamo stati autorizzati dalla Preside di guardare quello che a
noi sembrava opportuno - disse Alison, con un sorriso di scherno - E forse
abbiamo trovato quello che cercavamo…
- Avete trovato un bel niente! - gli dissi, arrabbiatissima - E’
un regalo di un’amica, di qualche anno fa… e non l’ho mai usata, per altro.
Potete controllare!
Ero agitatissima. Pensare che qualcuno aveva frugato nel mio
studio mi irritava tantissimo. E mi rivolsi alla McGranitt, con una faccia
delusa: - Hai dato loro tu il permesso, Minerva?
- Mi dispiace, Niamh! - mi spiegò, mortificata - Stavo ora
dicendo che le loro illazioni sono infondate, prima che arrivassi… Sì, ho dato
io il permesso… Harry mi ha chiesto di autorizzarli a girare liberamente per il
Castello e loro hanno preso la mia autorizzazione alla lettera…
- E su di lei, professoressa - disse Alison con un sorriso di
scherno (e insistendo con il tono sull’ultima parola... che antipatico!) -
abbiamo avuto qualche soffiata. Qualcuno ci ha detto dei suoi spostamenti ai
margini della Foresta Proibita, o anche all’interno, della sua amicizia con i
centauri… Lei ha la competenza per riconoscere le penne, ne ha anche una nel
suo studio…Penso che debba spiegare la faccenda al capo, che arriverà domani...
Intanto si consideri incriminata… Secondo me, Whyte ha visto giusto… Abbiamo
avuto una denuncia precisa dal suo collega, professoressa…
Ecco chi mi aveva accusata! Quello stronzo di Whyte! Quanto lo
odio! Ma questa volta gliela faccio pagare!
Adesso ero proprio incavolata. - Cosa? - gli dissi,
arrabbiatissima (era un bel po’ di tempo che non mi arrabbiavo così - Ma voi
siete tutti matti! Protesterò e mi chiederete scusa! Siete due…
Per fortuna quell’odioso Alison mi precedette (altrimenti mi
avrebbero accusato anche di oltraggio a pubblico funzionario! Avevo in mente un
sacco di insulti!): - Poche storie! Lei è incriminata. Chiarirà la sua posizione
domattina davanti al capo. Le proibisco di allontanarsi dal Castello e le ordino
di non recarsi, assolutamente, nella Foresta Probita, altrimenti questo potrebbe
essere considerato un tentativo di confondere le prove!
- Voi siete tutti matti - ho detto loro - Io vado dove mi pare. E
voi potete andare…
- E’ meglio che obbedisci, Niamh - mi ha detto precipitosamente
la McGranitt. E poi, rivolto ai due auror: - Penso che stiate prendendo un
grosso granchio. Ho la massima fiducia nella prof.ssa O’Neil. Protesterò con
Harry Potter, a cui riferirò delle vostre discutibili accuse. E non potete, a
norme di legge, proibire ad una mia insegnante di andare dove ritiene opportuno
- L’insegnante non può andare nella Foresta Proibita - concluse
Donovan. - E se la troviamo nella foresta, un soggiorno ad Azkaban non glielo
nega nessuno. Glielo prometto io. Potrete protestare con il capo domani mattina.
Fino a domani è alle prese con una rischiosa missione all’estero e non è
contattabile, per nessun motivo. Quindi, fino a domani, comando io. E il corpo
del delitto ce lo prendiamo noi.
E se ne andarono, dopo aver portato via la mia povera penna. Io
friggevo per la rabbia!!! Tutta colpa di Whyte!
- Ora lo crucio! - ho pensato. Ho salutato velocemente la
McGranitt e mi sono diretto verso le aule di Difesa, dove, sapevo, avrei
incontrato quello stronzo… erano passate da poco le nove e, a quell’ora, non
aveva ancora lezione; sapevo però che lui si recava sempre prima in classe a
preparare il materiale e ad attendere lì gli alunni.
- Cosa hai, Niamh? - mi ha detto Charles, vedendomi passare come
una furia diretta all’ufficio di quel cane.
- Vado a cruciarlo! - gli dissi. Subito mi si accodò, cercando di
calmarmi.
Gli raccontai tutto… Mi sono anche messa a piangere, per la
rabbia… Come si fa ad essere così cattivi?
- Andiamo a parlare insieme - ha detto Charles. - E… mi dai la
tua bacchetta, per qualche minuto?
Evidentemente mi conosceva… Poco dopo eravamo davanti alla porta
della sua Aula.
- Sta’ calma e lascia parlare me - ha detto Charles - Mi
raccomando, autocontrollo…
Io non gliel’ho promesso. Siamo entrati e, quando ho visto quel
cane (era impegnato in un complicato esperimento che lo avrebbe occupato per una
mezzora almeno… doveva spostare contemporaneamente le armature e programmarle
per qualche idiota esercizio che avrebbe fatto fare agli alunni e non poteva
perdere la concentrazione!), non ce l’ho fatta più. Dovevo sfogarmi!!!!
- Come ti permetti, stronzo, spia, fallito, demente, di
denunciarmi alla polizia? Brutto sfigato che non sei altro, fallito, pezzo di
merda! Come ti senti a rompere sempre le scatole a me e alla mia famiglia?
Quel cane ha perso evidentemente la concentrazione, ha fatto
cadere tutte le armature (ben gli sta! doveva ricominciare da capo!!!) ed è
sbiancato; poi ha rivolto la sua bacchetta verso di me, ma, per fortuna, io non
l’avevo.. Effettivamente Charles è stato previdente!
- Ma… come ti permetti… - ha provato a biasciare - Ti denuncio
alla Pre…
- Denunciami a chi ti pare, brutto sfigato. Tanto ho capito che
sbavavi per mia madre e, dato che le facevi schifo, brutto sfigato fallito, ora
te la prendi con me e la mia famiglia…
Questa glielo dovevo dire da un sacco di tempo! Lo sapevo che,
quando era piccolo, aveva rotto le palle a mio padre e a mia madre per un bel
pezzo… Quant’era meschino!
- Dai, andiamo, Niamh - mi diceva Charles. Evidentemente si era
fidato troppo del mio autocontrollo… Ma vedere quel cane, e pensare a tutte le
cattiverie che aveva detto su di me, e pensare a tutto quello che mi aveva fatto
negli anni passati, mi aveva fatto proprio uscire dai gangheri.
- Questa me la paghi, stupida irland… - provava a dire quello
stronzo.
Ma mi sottovalutava. Quando sono arrabbiata, riesco ad alzare la
voce e a parlare velocissima!
- Mentecatto! Idiota! Sfigato! Frustrato! Fallito! Deficiente! -
continuavo io, mentre Charles cercava di portarmi via - Quando mi ridaranno la
penna di quella specie di pappagallo, te la metto nel c…
- Vattene, vattene, me la pagherai, altro che M.A.G.O…. -
continuava quello - Ti farò espellere da ogni scuola magica… Tu non sai chi sono
io…
Alla fine, per fortuna, Charles, quasi di peso, mi ha portato
fuori. Quel cane era livido di rabbia ed io ero ancora arrabbiata ma… mi aveva
fatto bene insultarlo! Era qualche anno che volevo farlo!
- Quando fai così, mi fai paura… - mi ha detto il mio moroso, con
uno sguardo fintamente spaventato.
- Discendo da un famoso mago oscuro, mi ha detto mio padre… - ma
mi è venuto da sorridere - Ma non preoccuparti, tu sei l’amore mio…
- Non dici lo stesso al tuo corvus? - mi ha domandato Charles.
- Sì, hai ragione. Allora tu sei il secondo in graduatoria - gli
ho detto.
E ci siamo messi a ridere. Cosa farei se non avessi al mio fianco
Charles? Ci siamo abbracciati. Vada al diavolo quello stronzo di Whyte… questa
però gliela faccio pagare…
Riguardo alla faccenda degli Auror, per fortuna tutti, quel
giorno, mi mostrarono la loro solidarietà, sia a Cena, in Sala Grande
(naturalmente mangiavo tra gli studenti! Volevo stare il più lontano possibile
da quella schifosa carogna di Whyte), sia dopo, nel mio ufficio. Io
contrabbandiere…. di penne? Ma erano ubriachi? Anche Charles era scandalizzato,
ma cercava di calmarmi: - Hanno preso un grosso granchio, Niamh, non
arrabbiarti. Domani con Harry ci chiariremo.
Poi, dopo cena, quando Ryann e Lorna mi portarono la piccola
Deirdre, li interrogai subito. Prima non avevo potuto parlare loro, dato che
c’erano intorno un sacco di persone.
- Noi non siamo mai entrati nella Foresta Proibita - mi ha detto
Ryann - O almeno non siamo entrate a prendere quelle penne. Te lo giuro sulla
piccola.
Anche Lorna diceva la stessa cosa. E non avevo difficoltà a
credere loro. Li conoscevo. Erano dei perfidi serpentelli, ma non mi avrebbero
mentito su una cosa del genere. Sospirai, loro due non c’entravano per nulla.
Per me il contrabbandiere di penne era Whyte… Ma certo! Mi voleva incastrare per
portare a termine il suo schifoso compito… Ma gliel’avrei fatta pagare!
Poco dopo sono venuti, nel mio ufficio, Seanna, Ginevra e metà
della Casa Tassorosso. E anche un sacco di amici e amiche delle altre case. Sono
poi arrivati anche il Frate Grasso e un paio di altri fantasmi a manifestarmi la
loro solidarietà. Non che ne avessi bisogno (era solo un’azione stupida di due
auror senza cervello e, il giorno dopo, tutto si sarebbe chiarito con Harry), ma
mi ha fatto piacere vedere tanti amici. Poi, piano piano, tutti se ne sono
andati ed èrimasto il solo Charles… e naturalmente la piccola Deirdre, che
avrebbe passato la notte con me.
- Rimani, questa notte? - gli ho chiesto - Vada a quel paese
Whyte e i suoi stupidi divieti! Tanto cercherà di farmela pagare in ogni caso…
- Beh… Non ho mai fatto l’amore con una persona incriminata di
contrabbando, una mezza reclusa… potrebbe essere interessante… - mi ha detto
sorridendo Charles.
- Che sfacciato! - gli dissi - E mi sa che non lo farai!
Ma l’idea mi piaceva. E poi c’era il mio bel fiore nel vaso in
mezzo al tavolo, quello che mi aveva regalato Fidippa, che esalava un magnifico
profumo (si era aperto!)… Oddio, erano venuti tutti a trovarmi: Kyle e Rup,
Seanna e Ginevra, Ryann e Lorna, Vic e Polignac… Non è che quella notte tutti…?
Ma chi se ne fregava! Ora dovevo pensare a me…
--------------
Tutto perfetto. Meraviglioso. Il fiore effettivamente aveva un
potere afrodisiaco. Peccato che la fioritura dura solo una giornata! E Deirdre
continuava a dormire. La serata era finita sicuramente meglio di come era
iniziata. Abbracciai Charles. Potevo dedicarmi un po’ a giocherellare con…
Improvvisamente un lampo mi ha attraversato la mente. James. Non
avevo visto James.
- Scusami, Charles. James… non ho visto James, neanche durante la
cena…
- Sì, hai ragione, a cena non c’era…
Ma si interruppe improvvisamente.
- Ha ancora litigato, e questa volta per bene, non so il motivo,
con quell’Ezer. Li ho anche separati prima che li vedesse il tuo amico Teddy
(che li avrebbe sicuramente puniti), dicendo che li avrei denunciati se li
avessi visti scontrarsi in giro - mi confermò Charles - Nel primo pomeriggio…
Poi, con le tue avventure, l’accusa inverosimile nei tuoi confronti, la litigata
con Whyte e tutto il resto, me ne sono proprio scordato. Ma ho sentito che si
sibilavano qualcosa, prima di andarsene, a pensarci bene… forse hanno menzionato
la parola “Hagrid”…
Perché dovevano citare Hagrid allontanandosi… Forse si davano
appuntamento dietro alla capanna di Hagrid, luogo appartatissimo, adatto… ad un
duello di magia?
- Non è che vogliono fare un duello, o qualcosa del genere? - ho
chiesto preoccupata. - Mi venne in mente la profezia. “Deve scontrarsi col
nulla”. Si scontrava con Ezer..
Nulla? Non è che Ezer in spagnolo volesse dire… ?
Mi sono subito alzata e ho preso un pezzo di pergamena, scrivendo
velocemente il nome “Ezer”. Poi, con la mia bacchetta, ho fatto una semplice
incantesimo di traduzione (a moderna Iberica lingua transfero), per
vedere se era una parola spagnola… No, per fortuna, non esisteva quella parola
in spagnolo. Respirai. Mi ero sbagliata…
Charles mi aveva seguito ed aveva intuito quello che stavo
cercando ed era impallidito. Poi, guardandomi negli occhi: - Ma se i genitori
vengono da Bilbao… parlano il basco, oltre che lo spagnolo… Sono baschi, parlano
un’antica lingua della penisola iberica, preindeuropea…
E ha provato a tradurre Ezer dal basco (a lingua euskara
transfero)… il termine si è illuminato e, un attimo dopo si è trasformato
nella parola “nulla”.
Non poteva essere una coincidenza! La profezia! Dovevo
raggiungerli e bloccarli! Erano andati dietro casa di Hagrid?
- Vengo con te - mi ha detto Charles.
- No. Devi rimanere con Deirdre. Non possiamo portarcela dietro.
Non preoccuparti per me. Ti mando subito mia sorella, o Ginevra. Poi
raggiungimi. Intanto avviso tutti gli insegnanti - gli dissi, mentre mi vestivo
velocemente e, contemporaneamente, mandavo una serie di patronus a tutti i miei
colleghi, a parte naturalmente Whyte (“Emergenza. Ci vediamo all’ingresso!”), a
Ginevra, Seanna, Kyle e Rup (“Emergenza. Controllate chi manca nella vostra Casa
e venite a riferirmelo, subito, all’ingresso).
- E poi sono io quella della profezia - ho detto, più a me stessa
che a Charles
- Non puoi andare nella Foresta Proibita, secondo gli Auror - mi
disse Charles.
- Ma andassero a… - gli dissi, mentre gli passavo un veloce bacio
sulle labbra - Non entrerò nella Foresta. Mi fermerò prima… se possibile. Pensa
a Deirdre, per favore…
Mi immaginavo la scena. I ragazzini se ne erano andati a fare un
duello di magia e avevano cercato un luogo dove non potevano essere interrotti.
Dietro la casa di Hagrid era perfetto: non erano visibili dal Castello. Io più
volte avevo dovuto sgridare ragazzi e ragazzetti che si aggiravano furtivamente
dietro la casa del mio amico verso il tramonto. Ma ora era notte! E se fossero
entrati nella Foresta Proibita? Dove… mio Dio!... c’era anche quella specie di
portale che poteva crearsi e chiudersi da un momento all’altro. Cominciavo a
preoccuparmi!
Mi diressi velocemente verso l’ingresso.
Appena arrivata, c’erano quasi tutti gli insegnanti: Vitious, la
Sprite, Neville Paciock, Sinistra e la Bertyl (la nuova prof. di divinazione).
Li misi al corrente della situazione: “Mancano alcuni ragazzi, penso, dalle loro
case e penso che siano nella Foresta Proibita per un duello di magia. E da
quelle parti c’è una frattura spaziale… l’ho vista qualche tempo fa con la mia
amica centaurina, Fidippa, e ne ho informato la Preside…
Era arrivata anche la McGranitt: - Sì, ma stavo tranquilla, dato
che gli studenti non possono andare. Ho avvisato anche Hagrid … Chi manca?
In quel momento sono arrivate, tutti trafelati, Kyle e Seanna che
ci hanno comunicato che mancavano in effetti alcuni ragazzini di prima: James,
Deborah Calosbury e Myriam Prewett in Grifondoro; Ezer, Ruhainiki e McGrove a
Serpeverde.
Perfetto, proprio i miei “polli”. Duello di magia: i due
duellanti e due testimoni per ognuno…. Sei idioti!
- Voi restate qui - ha detto Paciock a Seanna e Kyle - Svegliate
i prefetti e il Caposcuola. Noi andiamo nella Foresta a cercare quegli
incoscienti. Niamh, tu non puoi venire, secondo gli Auror…
- Devi farmi una fattura. Io poi sono citata nella profezia… Ve
ne ha parlato Harry… Ezer vuol dire “Nulla” in basco…
- Presto, andiamo! - ha detto la McGranitt, ora veramente
spaventata - Ti autorizzo io a venire!
Prima di uscire ho fatto in tempo a dire a Seanna di andare nel
mio ufficio, dopo aver avvisato i prefetti e Teddy, a prendersi cura di Deirdre,
così da lasciare libero Charles. E poi velocemente siamo andati alla Capanna di
Hagrid, dove anche lui era sveglio: i miei patronus sono molto insistenti,
quando ci si mettono!
- Andiamo subito alla radura dei fiori - ha detto Hagrid, e ci ha
guidato velocemente attraverso la Foresta Proibita. Senza la sua guida non sarei
riuscita sicuramente a ritrovare il punto che mi aveva mostrato Fidippa qualche
tempo prima. Che incoscienti quei ragazzini, a ficcarsi in quel guaio:
inoltrarsi nella Foresta Proibita! Purché non fosse capitato a loro niente di
male! Li avrei puniti!!!
Giungemmo dopo pochi minuti alla radura e ci si ghiacciò il
sangue… Una luce pulsante si era creata al centro della radura e alcuni
ragazzini terrorizzati la stavano guardando
- E sta chiudendosi… - ha aggiunto Vitious - guardate come pulsa…
Una biondina, del gruppetto dei ragazzini di prima si diresse
agitata verso di noi: - Si è creata all’improvviso… e ha inglobato la Prewett,
Potter e Ezer… Noi non sapevamo cosa fare… Poi si è messa a pulsare
Non avevo troppo tempo per pensare. James e gli altri ragazzini
erano dentro. Senza che nessuno potesse fermarmi, mi gettai, letteralmente,
dentro il portale e, mentre tutto stava scomparendo, mi accorsi che il portale
si chiudeva definitivamente, alle mie spalle.
----------------------------------
- Professoressa? - sentii chiamare.
Aprii gli occhi. Ero probabilmente svenuta. Mi faceva male la
testa: l’avevo battuta. Mi usciva del sangue.
Intorno a me c’erano i tre ragazzi… Myriam Prewett,
agitatissima, e due preoccupati Ezer e Potter. Tutti e tre erano chiaramente
spaventati. Né ora pensavano di prendersi in giro o fare idioti duelli di magia.
Quante punizione avrei loro dato!!!… se fossimo riusciti a tornare…
- Con voi facciamo i conti quando torniamo ad Hogwarts - ho detto
loro. E poi: - Dove siamo?
Eravamo dentro una specie di grotta. Poco lontano sentivo il
rumore del mare… un mare in burrasca… eravamo vicino alla spiaggia… la profezia!
- Non ne abbiamo idea - mi ha detto la Prewett - Il portale ci ha
attirato qui… Siamo vicini al mare… fuori c’è una tempesta… è notte… è freddo…
- Sarà la spiaggia di quell’isola di Lith… - pensai, rivolta a me
stessa. E poi, sempre a me stessa: - Forza, Niamh. Pensa alla conclusione della
profezia. Devi salvare i ragazzi.
- Risolveremo tutto domattina, ormai. Ma poi vi aspetta una bella
punizione! - dissi, mostrandomi arrabbiata (in realtà ero piuttosto preoccupata,
ma non volevo farlo vedere). E poi: - Come vi è venuto in mente di entrare nella
Foresta Proibita? Incoscienti!
Dovevo sembrare proprio arrabbiata, perché i tre trasalirono.
- Ce l’ha detto il poltergeist… Pix… Ha detto che lì non ci
sarebbero stati insegnanti ad impedire il duello… - disse debolmente Ezer. Era
molto abbattuto, come lo era James. I due si sentivano in colpa…
- Siete stati doppiamente idioti! Fidarsi di Pix! - conclusi.
Punizione per loro e punizione per il poltergeist, se fossimo tornati ad
Hogwarts!
Poi ho continuato: - Ora accendiamo un fuoco e cerchiamo di
dormire… Poi, penseremo domattina a cosa fare… Andate intanto a raccogliere
legna secca… ce n’è tanta in questa grotta, mi pare… E… avete dei fazzoletti?
Mentre i ragazzi andavano poco lontano a raccogliere la legna
(per fortuna effettivamente ce n’era tanta in giro), ho trasfigurato i
fazzoletti in alcune coperte… Beh, per fortuna me la cavavo discretamente in
Trasfigurazione! Poi, ci siamo accucciati tutti un po’ preoccupati, intorno al
fuoco che avevo acceso. Mi faceva ancora male la testa, il pavimento della
grotta era duro e freddo, fuori infuriava la tempesta, avevo tanti motivi di
preoccupazione… Tuttavia ero proprio distrutta e mi addormentai quasi subito.
-2 alla conclusione! A mercoledì!. S.
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Capitolo 9 *** Lith ***
Capitolo 9
Lith
Il giorno dopo, all’alba, uscimmo dalla caverna. La tempesta era
terminata ma il mare era ancora agitato e minaccioso. Era l’oceano che
circondava la mia isola, o che batteva sulle coste della Scozia, immaginavo:
immenso, freddo, vuoto, livido. Eravamo, o così almeno sembrava, in una piccola
isola… Forse eravamo proprio in Irlanda? Magari potevamo raggiungere facilmente
qualche città vicina. Chi aveva detto che era un’isola? Poteva essere
semplicemente un tratto di costa, irlandese o scozzese, disabitato… Provai
anche a smaterializzarmi e capii subito che il luogo era protetto da
incantesimi… Non era possibile smaterializzarsi, neanche di poco… Guardai ancora
l’acqua, nera, scura, livida… Intorno a noi il vasto e sterminato oceano,
grigio, senza nessun segno di imbarcazioni. Ho sentito un brivido percorrermi la
schiena. Oddio, eravamo come Robinson Crusue… ma senza nessun tipo di cibo… e io
ero responsabile di tre ragazzetti. E adesso?
- Cosa facciamo, professoressa? - mi disse la Prewett.
- Controlliamo dove siamo… Saliamo verso la cima e vediamo se
siamo su un’isola o sulla terraferma. - dissi tranquilla. Ma immaginavo che di
lì a poco avremmo avuto fame… e sete… e che la situazione sarebbe diventata
critica…
Siamo saliti subito sulla collina che si vedeva, al centro
dell’isola. Ezer e James sembravano ancora piuttosto abbacchiati e nient’affatto
polemici l’uno con l’altro… Sicuramente si stavano preoccupando, come me
probabilmente, ma cercavano di non farlo vedere. E si sentivano in colpa.
Arrivati in cima, abbiamo avuto una brutta ed una bella sorpresa.
Quella brutta è che il posto in cui ci trovavamo era effettivamente un’isola,
interamente circondata dall’oceano. Quella buona (almeno speravo) era che si
vedeva, sull’altro capo dell’isola, uscire un filo di fumo da un’abitazione…
Evviva, l’isola non era disabitata! Potevamo chiedere aiuto! O almeno così
speravo… Potevano essere anche babbani ostili (e strinsi istintivamente la
bacchetta) o maghi oscuri (e in quel caso la mia patetica magia non sarebbe
servita a niente)…
Beh, dato che saremmo morti altrimenti di fame, non c’erano
alternative: dovevamo dirigerci verso quel luogo, controllare chi ci abitasse e,
nel caso, chiedere ospitalità.
- Dai, andiamo, ragazzi! - dissi - Ma prima osserviamo da lontano
chi abita laggiù… Non facciamoci vedere subito…
- Ho paura, prof - mi disse Myriam. Anche Ezer e Potter erano
piuttosto seri, non si prendevano in giro e anzi, sembrava che cercassero di
essere civili l’uno con l’altro. Si sentivano in colpa dato che, se non avessero
fatto quello stupido duello di magia, ora non saremmo in questa situazione.
Avevano insomma un po’ di paura anche loro. Ad essere sincera, avevo paura
anch’io, ma non potevo farlo vedere.
Piano piano ci avvicinammo verso la piccola costruzione: sembrava
un’antica casa irlandese, con il tetto in paglia e, di fianco, c’era una bassa
torre; si vedevano anche, intorno alla casa, delle basse mura che proteggevano
il poggio. Dovevo andare avanti solo io?
Mentre stavamo arrivammo intravvedemmo, una ragazzina,
biondissima, uscire dalla casa. Evviva: una bambina! Non sembrava un luogo
abitato da maghi oscuri! Provai a chiamarla, ma lei ci guardò, spaventata, e
corse subito dentro. La bimbetta strillava qualcosa che non capii e, poco dopo,
uscì un uomo, con un forcone in mano… Bella ospitalità!
Era vestito poveramente, con una specie di tunica e pantaloni
fatti di una stoffa poverissima. E, cosa che mi colpì subito, aveva uno sguardo
cattivo… Avrà avuto una quarantina d’anni, o poco meno.
- Fermi qui, ragazzi! - dissi - Non avanzate.
Feci un paio di passi, stringendo nervosamente la bacchetta.
L’uomo mi guardava e aveva posto davanti a se il forcone… Voleva infilzarmi?
Mi rivolsi all’uomo. - Buongiorno. Mi chiamo Niamh O’Neil. Ci
siamo persi. Può aiutarci?
Nessuna risposta. L’uomo guardava la mia bacchetta e sembrava
nervoso.
Riprovai: - Buongiorno! Parla inglese?
E, dato che non avevo ricevuto alcuna risposta (l’uomo guardava
sempre la bacchetta che stringevo nella mia destra), provai anche in irlandese:
- Dia duit ar maidin. An labhraíonn tú Gaeilge? (“Buongiorno. Parla
irlandese?”).
E poi: - Táimid caillte. Teastaíonn cabhair uainn. (“Ci
siamo persi. Abbiamo bisogno di aiuto”).
- Siete maghi? - ci chiese, in inglese. Sguardo diffidente, forse
anche un po’ spaventato… Aveva paura… di me? Di una ragazza e tre ragazzetti?
- Sì, siamo maghi. Lei… conosce quindi il mondo magico! Io sono
una professoressa di Hogwarts, Niamh O’Neil, e questi sono tre miei alunni … Ci
siamo persi. Dobbiamo tornare indietro. Ci potete aiutare?
L’uomo ci guardava, diffidente.. Poi si decise a parlare: - Io
sono John Green e vivo qui con la mia famiglia… E’ la prima volta che arrivano
ospiti sull’isola. Siete maghi, vero?
- Sì, sono un’insegnante di Hogwarts, la scuola dei maghi, e
questi sono tre miei alunni… - glielo avevo già detto! Perché continuava a
ripetermelo? - E voi?
- No… - Aveva ancora il forcone posto davanti a lui. Se non erano
maghi, avrei potuto farglielo saltare via in un attimo. Forse aveva paura della
mia bacchetta. La infilai nella giacca e, con le mani liberi, gli feci un
sorriso.
Istintivamente mi sorrise anche lui. Poi abbassò quel forcone,
lasciandolo tuttavia sempre tra me e lui. E, emettendo la domanda con un filo di
voce, mi chiese: - Avete mai partecipato a “cacce al babbano”?
Cacce al babbano? Ebbi un’espressione sconvolta!
- Ma certo che no! - dissi con veemenza - Per chi ci ha preso?
- In effetti siamo fuggiti vent’anni fa… durante una battuta… io
e mia moglie… - ci scrutò, poi tolse il forcone, che appoggiò al muro e mi
disse: - Le cose saranno cambiate… Ma, volete entrare, intanto?
Non sembrava ostile. Assentii con la testa, feci un cenno ai
ragazzi di stare fermi dove si trovavano e oltrepassai la porta. Era solo una
povera casa irlandese, con pochi mobili fatti a mano, un grosso focolare (dove
c’era qualcosa che bolliva su un pentolone), un paio di porte che conducevano
alle camere. In fondo alla stanza, dietro al tavolo, c’era una donna… Se non
aveva una quarantina d’anni ne aveva poco meno e, dietro a lei, due bambini, un
maschietto e la femminuccia che avevo visto poco prima, che mi guardavano con
l’aria terrorizzata.
- Buongiorno - dissi educatamente - Scusate il disturbo…
Ok. Nessun pericolo. Mi girai e, dalla porta, indicai ai miei
ragazzi di raggiungermi. Entrarono tutti e tre salutando rispettosamente. Ok,
tutto stava andando bene, sembrava. Ma dov’eravamo finiti?
- Io sono Rebecca - disse la donna - la moglie di John… e questi
sono Meghan e Luke. Dai, ragazzi, salutate i nostri ospiti…
I due piccoletti ci guardavano. La bimba mi salutò con la manina.
Le sorrisi e anche lei mi fece un piccolo sorriso.
- … Avete fame? - Ci disse Rebecca.
- Un po’… - dissi io.
E così, ci invitarono a colazione… che facemmo appoggiandoci su
un paio di panche… qualche pezzo di un pane grigiastro e duro come un mattone
con sopra burro caldo. Buonissimo! Avevo una fame! I ragazzi forse più di me (io
mi controllavo, almeno!) e divoravano tutto. Jorge e James si erano seduti
vicino e non sembravano più preoccupati a mostrarsi una reciproca ostilità, anzi
erano gentili l’uno con l’altro… sembravano addirittura amici. Mariah provava a
parlare con la bimbetta, Meghan, che ci guardava con due grandi occhioni
azzurri…
- Questa è l’isola di Lith, vero? - chiesi - Dove si trova?
- Al largo della costa irlandese, penso - mi disse John Green - …
ma non è presente nelle carte geografiche, è intracciabile, indisegnabile e
irraggiungibile, per quanto ne so. Io e mia moglie ci siamo capitati per caso e
non possiamo più uscirne.
- Noi dobbiamo tornare a casa - ho detto. - Ci aspettano. Potete
spiegarmi come siete arrivati qui?
Rebecca guardò il marito, poi cominciò: - Vent’anni fa…io e John
allora non ci conoscevamo e… sia io sia mio marito facevamo una vita da
sbandati… Io vivevo a Bristol, me ne ero andata da casa, vivevo praticamente per
le strade e mi drogavo…
- Anche io ero completamente fatto, di solito - aggiunse l’uomo.
Non l’avrei detto. Sembravano due tipi a posto. Ma erano passati vent’anni da
quei tempi e le persone cambiano…
- E fummo catturati da un gruppo di maghi - continuò Green - Quei
pazzi stavano organizzando quella che chiamavano “caccia al babbano”. Ci
potarono, insieme ad altri tre o quattro altri ragazzi in un luogo strano, su un
colle, con un grande edificio al centro e tante strane porte intorno, fatte con
delle pietre conficcate nel terreno e un’architrave sopra, tutte intorno alla
collina. Ci hanno detto di scappare verso la foresta… c’era una grande foresta
e, lontano, si vedevano delle montagne, che circondavano il luogo. Dissero che
sarebbe di lì a poco iniziata la caccia… e noi eravamo la preda... Un ragazzo
protestò… lo cruciarono davanti a tutti… Ancora ho davanti agli occhi quelle
immagini, anche se in quel momento mi sembrava che tutto fosse un’allucinazione,
una di quella di cui ero talvolta preda.
Ero gelata e, come me, i miei ragazzi. Dio mio, quanto eravamo
stati malvagi noi maghi. Ma più che i maghi, quanto era stato malvagio quel
Voldemort che Harry aveva ucciso, insieme a tutti i suoi seguaci! Sicuramente
ricordava fatti avvenuti a quei tempi…
- Ricordo ancora i loro volti - continuò Green - … erano ragazzi
della nostra età… e fuggimmo tutti. Mentre quei maghi, una decina, si
apprestavano ad ucciderci… per divertimento…
- Anche a me sembrava tutto assurdo - continuò Rebecca - Fuggimmo
tutti verso la foresta e ci separammo. I maghi si sono divisi in squadre e
hanno cominciato ad inseguirci.
Ero inorridita. Le ultime “cacce al babbano” erano avvenute al
tempo di Voldemort ed era una di quelle azioni di enorme malvagità che i
Mangiamorte facevano. E avevo davanti alcune fra le ultime loro vittime. Ed
erano evidentemente fuggite. E… avevo paura di dirlo a me stesso… i portali… il
bosco… e l’edificio (che non c’era più, dato che mio padre l’aveva eliminato)…
quello era il nostro bosco, Foraois Uí Néill, quello che una volta si
chiamava “Bosco degli Inferi”… ed ora capivo perché avesse quel nome!
- Rebecca mi ha preso la mano… quella volta neanche la conoscevo
… e ci siamo nascosti sul greto di un torrente. Abbiamo visto passare i maghi e
siamo tornati indietro, verso quell’edificio… Abbiamo, non so come, avuto l’idea
di entrare tra quelle pietre infisse, quelle specie di porte e, subito, siamo
sbucati qui… Ho avuto l’idea di distruggere subito il portale… e l’ho fatto,
togliendo pietra dopo pietra, sperando che non si potesse riparare, dall’altra
parte. E, da quel giorno, viviamo qui… Sono vent’anni che non vediamo anima
viva, a parte una vecchia strega, mezza matta, che viveva in questa casa, che ci
ha accolti, e che è morta qualche anno fa… Qui sono nati i bambini. Per fortuna
c’era questa abitazione, qualche patata e le capre semidomestiche. La vecchia
strega si era voluta isolare tanti anni prima, era mezza matta, ma buona… non
possiamo lamentarci di lei… ci ha accolto come se fossimo dei figli…Viveva da
sola qui in mezzo all’Oceano.
Insomma. Erano una specie di Robinson Crusoe dei tempi moderni.
Nel frattempo, mentre parlava, io cercavo di capire come potevamo fare per
tornare indietro.
- L’isola è invisibile e introvabile, ci ha detto la vecchia
strega. Lei è stata torturata e quasi fatta impazzire da un certo Grindelwalt,
che voleva ucciderla… o qualcun altro l’ha torturata e voleva ucciderla perché
legata a quel tipo… I suoi discorsi erano un po’ confusi, poveretta, e non
sempre coerenti… Comunque è fuggita in quest’isola, che ha isolato dal mondo
esterno con quelle che chiamava “magie impenetrabili”. Poi, qualche anno fa, è
morta. Le volevamo bene. Ci ha aiutato a far nascere i bambini… E così siamo
prigionieri nell’isola, e non sappiamo come tornare indietro. E abbiamo anche
paura di quello che potrebbe aspettarci, di là…
- Beh, ad essere sincera, ormai la società dei maghi vive in pace
da vent’anni. Né qualcuno proverebbe a commettere azioni ripugnanti come quella
di cui siete stati vittima… Quei tipi della caccia sono scomparsi... E per voi,
se tornaste, non dovrebbe esserci alcun pericolo…Vorreste tornare indietro?
- Certo - disse decisa Rebecca - Dobbiamo assicurare un futuro ai
nostri figli. Non possiamo lasciarli qui. E noi siamo cambiati, sono passati
tanti anni. Eravamo due sbandati, vent’anni fa. Ora non lo siamo più. Non so
cosa ritroveremo, ma sarà meglio di questo… se non per noi, almeno per i
bambini.
I due piccoli ci guardavano, ora curiosi.
- Il portale! - ho detto - Potremmo ricostruirlo e riattivarlo e
da lì tornare indietro. Il luogo che ha descritto lo conosco: ma è stato
disabilitato ai passaggi dal preside Silente, tanti anni fa, che però ha
lasciato un’eccezione per me e la mia famiglia. Potrei tornare indietro e
chiedere aiuto…
Certo, io sarei potuta tornare indietro, ma senza i ragazzi, che
avrei dovuto lasciare (a tempo indefinito?) nell’isola. Ma… un’idea balzana mi
venne in testa… un po’ strampalata a dire il vero…erano stati accolti da una
strega… e se avesse avuto qualche pozione da parte?
Glielo chiesi subito e, per fortuna, anche se loro non c’erano
mai entrati, sapevano che la loro amica conservava tutto in un baule magico.
- Delle volte entrava dentro anche lei… Non so come facessi…
Forse c’è una stanza dentro - mi disse Green.
Il baule era nella stanza di fianco. Trattenendo il respiro, lo
aprii. Si vedeva in effetti una scala e, in basso, un locale. Subito mi calai.
Una volta entrata dentro, mi trovai in una grande stanza, dove, sicuramente,
erano anni che nessuno entrava. Tutto era stato lasciato al suo posto e, per
fortuna, quella strega era molto ordinata: file di barattoli, ampolle e vasetti
vari erano stati collocati a bella vista sugli scaffali, ognuno con un’etichetta
avanti che ne spiegava effetti e composizione. Mentalmente benedissi quella
vecchia strega e mi riproposi di essere più ordinata (io non lo sono troppo, a
dire il vero).
Chiamai Myriam e le dissi di entrare. Poi mi rivolsi a lei: -
Vediamo se ha conservato o ha fatto della Polisucco. O almeno se ci sono gli
ingredienti per crearla…
Erano centinaia di pozioni ed etichette, scritte in caratteri
minuscoli. Passammo tutta la mattinata e il pomeriggio lì dentro: andavamo
lentamente per analizzare il contenuto di ogni boccetta o ampolla (qualsiasi
etichetta ci fosse sopra). Mandai a mangiare Myriam e continuai la ricerca. Nel
pomeriggio continuammo a esplorare la stanza e leggere le etichette delle
pozioni e, ad un certo punto, la vidi… Una quindicina di dosi di Polisucco… non
so perché l’avesse preparata, ma era meraviglioso… Forse saremmo riusciti a
passare tutti insieme… Avevo trovato, qualche ora prima, anche una bella pietra
di luna, che potevamo frantumare in tanti pezzetti…
Passammo altro tempo a fare incantesimi per vedere se il
contenuto delle boccette era ancora attivo (non volevo avvelenare nessuno!)… Per
fortuna sembrava di sì, malgrado il tempo passato…
A sera riunii tutti e spiegai ciò che avevo pensato. Il piano era
così bizzarro e strampalato che forse poteva anche riuscire… o almeno era
l’unico che mi era venuto in mente. L’alternativa era che tornassi solo io, ma
non sapevo poi come riportare indietro i miei ragazzi, e anche i Green che ora
volevano a tutti i costi lasciare quel posto… A parte me e i miei familiari
nessuno poteva passare per quello che una volta era chiamato “Bosco degli
Inferi” e, se il mio piano non fosse riuscito, forse i miei tre alunni sarebbero
dovuti rimanere per tutta la vita con i Green a badare alle capre e a
coltivare patate…. brrr! Poveretti…
- Per prima cosa ricomporremo il portale - dissi - sperando che
sia ancora attivo quando rimetteremo insieme le pietre. E’ stato abbattuto, ma è
formato da pietre magiche e, probabilmente, se ho qualche nozione di ingegneria
magica, le pietre, ricollocate nella stessa posizione, dovrebbero riattivarsi. E
le pietre saranno lì intorno. E così ricostituiremo il portale…
- Ma ha detto che il luogo non è più raggiungibile, perché
disabilitato dai suoi genitori - intervenne Myriam.
Intelligente quella ragazza. Non le era sfuggita una parola.
- Sì, ma non questo portale, che non era in piedi quando è stata
fatta la fattura, a rigor di logica… Se viene distrutto qui, viene distrutto
anche dall’altra parte; se qui viene ricostituito, dovrebbe tornare utilizzabile
anche dall’altra parte. E il preside Silente non l’ha chiuso, quando ha escluso
tutti gli altri dal passaggio…
- Ma, se ho capito bene, possiamo giungere in quel luogo, ma non
possiamo uscire dagli altri portali… Puoi uscire solo tu - disse James.
Mi dava del tu…: ero tornato ad essere la sua amica, non la sua
insegnante. Sorrisi.
- Sì, ma noi inganneremo i portali e la fattura fatta da Silente…
- Con la Polisucco? - chiese Myriam.
- Sì… vediamo se riusciamo ad ingannare il portale. Poi passeremo
tutti insieme ad Hogwarts. Voi berrete la pozione e diventerete tutti come me…
Così potremo ingannare il portale e passare tutti… Tante Niamh… che ne dite?
- E le caprette? - disse la piccola Meghan, la figlia di Rebecca
e John - Non possono vivere senza di noi…
- Certo. Penseremo noi alle caprette e agli altri animali. Io
posso spostarmi senza problemi e, finché non troviamo una soluzione anche per
loro, verrò io, o mando uno dei miei fratelli, ad occuparci di loro e a dar
loro da mangiare. Intanto però vi porto nel Castello, dove tutti saranno
preoccupati per la nostra scomparsa…
Era ormai sera e non aveva senso cercare le pietre e ricostruire
il portale durante la notte. Avremmo aspettato il giorno dopo per dare il via al
piano.
Andammo quindi a dormire. I nostri ospiti avevano solo quattro
letti, ma stringendoci un po’ riuscimmo a smistarci e sistemarci tutti sotto le
coperte. Io ero con Myriam e la piccola Meghan che ad un certo punto si calmò,
abbracciandomi, e si addormentò. Invece io dormii poco o niente e, ad un certo
punto, mi alzai e uscii. Provai a mandare patronus a tutti quelli che conoscevo,
da Charles, ai miei genitori, ai professori, ad Harry Potter dicendo che stavamo
bene e che avevo un piano per il ritorno… Non sapevo se fossero giunti, anche
perché non mi giunse nessun patronus di ritorno. Provai anche con il mio
braccialetto, ma non ricevetti risposta. In realtà Charles, ho poi saputo,
dall’altra parte cercava di mettersi in contatto con me, ma la magia non poteva
penetrare la barriera magica che era stata posizionata intorno all’isola e i
suoi messaggi di ritorno non mi giunsero. Né loro ricevettero i miei. Li
immaginavo (come infatti erano), tutti preoccupati ad Hogwarts: Charles, i mie
fratelli, i miei genitori, gli amici, Harry e famiglia, i genitori dei
ragazzini, i professori, i miei alunni…
Poi tornai a letto e rimasi sveglia, con gli occhi sbarrati, fino
all’alba… Che, finalmente, arrivò.
John Green e Rebecca si erano già alzati e stavano governando le
capre e preparando la colazione. Ci alzammo poco dopo e, dopo aver fatto
velocemente colazione, ci recammo dove era il portale, che giaceva abbattuto a
terra. Non sembrava troppo complicato ricomporlo e, per fortuna, la mia
intuizione era giusta… le pietre sembravano quasi felici di incastrarsi di nuovo
(cosa abbastanza semplice, dato che avevo la bacchetta magica e con un
levicorpus potevo spostarle agevolmente). I ragazzi poi mi diedero una mano.
Insomma, dopo una mezzoretta di lavoro, l’arco era ricomposto e, effettivamente,
pronunciata la formula, potevo entrare ed uscire senza difficoltà: dall’altra
parte, come avevo intuito, c’era quel posto che mio padre mi aveva mostrato,
Foraois Uí Néill (non voglio più chiamarlo “Bosco degli Inferi”!).
- Tutti pronti, ora? - dissi ai componenti della famiglia Green e
ai miei ragazzi. - Cambiatevi ed indossate le casacche, perché aumenterete di
dimensioni… dissi ai ragazzi. Poi, diedi a loro le boccette di Polisucco, a cui
aggiunsi la punta dei miei capelli, che tagliai con delle forbicine. E, un
attimo dopo, sette Niamh stavano davanti a me. Erano tutti euforici, soprattutto
i ragazzini, che si guardavano e si tastavano il nuovo corpo (il mio!) e non
avevano nessuna remora a guardare sotto i vestiti come erano diventati (e
com’ero fatta! Sfacciati! Avrei aumentato la punizione, una volta arrivati ad
Hogwarts!).
- Non ci avrei creduto, neanche se me lo avessero detto - disse
una Niamh (che doveva esse John). E poi, rivolgendosi alla maree di ragazze
identiche che stavano davanti a lui - Dove sei tu, amore? E voi, ragazzi?
Dissi loro di far presto (non sapevo quanto sarebbe durato
l’effetto di quella pozione… erano anni che era stata creata!). Distribuii a
tutti gli amuleti con le pietre di luna, da tenere al collo alle mie sosia.
Spiegai anche quello che dovevano fare.
- Forza, andiamo. Non sappiamo per quanto durerà l’effetto… la
pozione non ha scadenza, ma non si sa mai, è stata preparata anni fa. - dissi
rivolto loro - Entrerò per prima. Poi venite tutti, dopo di me.
E così, senza nessun particolare problema io e le mie sosia ci
trovammo, all’istante, dentro a Foraois Uí Néill. Emisi un sospiro di
sollievo e mi diressi velocemente, sempre con tutto il gruppo, verso l’uscita
per Hogwarts.
Sbucai dal bagno del sesto piano, in mezzo a tre o quattro
ragazzette spaventate.
- Sono una prof! - dissi, come se fosse la cosa più normale del
mondo uscire da uno specchio nel bagno delle ragazze. Che cominciarono ad urlare
ancora più spaventate e fuggirono via terrorizzate quando videro uscire dallo
specchio tutte le mie sosia.
- Forza, andiamo in Presidenza - dissi al mio gruppo.
Per fortuna non incontrammo nessuno lungo i corridoi (forse erano
tutti a lezione?) e, appena avvicinatosi, il brutto Gargoyle mi disse: -
Prof.ssa O’Neil. La stanno tutti cercando…
- Di sopra c’è la Preside?
- Sì, è in riunione…
Efficiente il Gargoyle! Come una segretaria!
- Ci fai passare?
- Certo… Ma quente siete!...Prego…
Bussai velocemente ed entrammo. Dentro c’erano i professori,
Harry Potter e una decina di Auror, tutti i miei familiari, uno stravolto
Charles (secondo me, non aveva dormito durante la notte), Ginny Weasley Potter
(preoccupatissima) ed altri adulti che non conoscevo. Se avessero visto sbucare
Voldemort in persona non sarebbero stati più stupiti.
Mentre alcune Niamh si gettavano sui loro genitori,
abbracciandoli (ho visto Harry Potter e Ginny più stupiti che mai… eppure
dovevano averne viste tante!), io cercavo di spiegare la situazione:
- Sono io la vera Niamh! Ci sono i ragazzi che ho trasformato con
la Polisucco e anche una famiglia di amici che ci hanno aiutato!!!
Dissi, dopo di che tutti (o quasi) cominciarono ad abbracciarmi,
cominciando da Charles: - Niamh, non finirai mai di stupirmi! - mi disse,
chiaramente sollevato e felicissimo di rivedermi lì. In effetti tutti avevano
avuto paura per i ragazzi e per me, durante la notte.
- Non provare neanche a baciare le mie sosia! - scherzai,
stritolandolo forte.
- Ti riconoscerei in mezzo a mille! - mi disse gentilmente. Ma,
secondo me, non ci sarebbe riuscito neanche in mezzo a noi otto. Ma non glielo
dissi, dato che la sua frase mi era tanto piaciuta…
- Sono stata in pensiero per te. Sei un’incosciente - mi disse.
- Dovevo salvare i miei ragazzi… - gli dissi con tutta la
naturalezza del mondo.
Sì, lo so, sono eroica… Ma sapevo anche che tutto sarebbe finito
bene. O almeno così diceva la profezia. Ma, siccome tutti mi consideravano
un’eroina, era meglio che mi considerassero straordinariamente eroica… Era più
figo!
Il resto fu semplice. Con calma spiegammo tutto ai nostri amici.
- Non sapremo mai come ringraziarti, Niamh! - disse Harry Potter,
al termine della spiegazione, avvicinandosi.
E Ginny mi stava stritolata con un abbraccio stritolaossa (certo
che ne aveva della forza, l’ex “rossa delle Harpyes”!)
Beh, tutto era finito bene. E poi, per fortuna, la Skeeter era
ancora in Patagonia, altrimenti, sono sicura, mi avrebbe accusata di aver rapito
io i ragazzini o di aver architettato tutto per avere un titolo nella Gazzetta!
Ah, i ragazzini! Mi rivolsi a loro (Oddio, avevano ancora il mio
aspetto, ma sapevo dove erano): - E voi tre, siete in punizione! Da domani, fino
alla fine dell’anno, pulizia, ogni sera, delle stalle degli Ippogrifi… e senza
magia e senza guanti!
I tre… strano a dirsi… sorrisero, come se avessi fatto loro dei
complimenti…
Ok. James è stato salvato, ma… tutti
il resto? Vi aspetto sabato per il gran finale! Ciao a tutti. S.
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Capitolo 10 *** Il ladro di penne magiche / Conclusione ***
Capitolo 10
Il ladro di penne magiche
Il giorno dopo il mio ritorno, dopo cena, ero ancora alla capanna
di Hagrid (avevo ripreso ad alimentare la masnada di animali magici che si
facevano vedere per cena ed ero anche piuttosto in ritardo…) quando vennero a
trovarmi, a capo chino e straordinariamente gentili, i due Auror, Alison e
Donovan.
- Ci scusi, prof.ssa O’Neil - mi disse Alison. - Le riportiamo la
sua penna. Abbiamo sbagliato su tutta la linea, come ci ha fatto notare il Capo,
che ha una grande stima di lei. Lei, naturalmente, non c’entra niente con il
contrabbando…
- Sì - disse l’altro - Ci scusi… Del resto abbiamo catturato già
il colpevole…
- Sì? - chiesi. Chi diavolo poteva essere?
- Sì, professoressa. Proprio poco fa. E’ il prof. Whyte, il suo
collega…
Il prof. Whyte? Quella carogna? Quello stronzo? Me l’ero
immaginato! Oh, finalmente, un bel soggiorno ad Azkaban non glielo avrebbe tolto
nessuno! Finalmente… Ecco perché mi aveva denunciato! Per creare una falsa
pista!
- Sì - disse l’altro - E’ stato preso praticamente con le mani
nel sacco. Nel laboratorio, nascoste in un’intercapedine magica, abbiamo trovato
alcune penne… solo una parte di quelle che presumibilmente ha raccolto… ma
troveremo anche le altre, stia sicura! E i folletti, dalla Gringott, ci hanno
detto che due giorni fa ha fatto un grosso versamento… alcune centinaia di
galeoni… Sicuramente un anticipo sui proventi del contrabbando… E poi abbiamo un
testimone oculare che l’ha visto armeggiare con quelle penne… La preghiamo di
perdonarci…
- Certo - dissi loro - Avete fatto solo il vostro dovere….
Mi sentivo straordinariamente generosa e avevo abbandonato il
proposito di bistrattarli per come si erano comportati due giorni prima: mi
avevano portato una bellissima notizia! Whyte, quello stronzo insopportabile,
finalmente sarebbe andato dove si meritava: ad Azkaban! I due se ne andarono, un
po’ più sollevati (forse avevano paura di una mia scenata… in effetti quando mi
arrabbio tutti hanno un po’ di paura di me… per fortuna la rabbia mi era
passata).
E così Whyte era colpevole… l’avrei giurato, malvagio com’era…
anche se, a dir il vero, non lo vedevo ad infrangere le regole, piuttosto a
volerle applicare fino alla disumanità… Sarei dovuta essere contenta…
Finalmente, dopo anni di sofferenze, lo vedevo nella polvere, in carcere… Brutta
carogna rapitore di penne magiche!... Cosa non mi quadrava?
Me ne andai subito dalla McGranitt… Dovevo parlarne con qualcuno.
- Ciao, professoressa O’Neil - mi disse il Gargoyle, che provava
a sorridere (buffo! Ora aveva un’espressione molto affettuosa. Quella statua era
sempre più inquietante!) - Vuoi passare?
- Sì, grazie. Posso?
- Vai pure. C’è anche il salvatore del mondo magico di sopra…
Bussai alla porta e, avuto il permesso, entrai. C’era in effetti
Harry. Subito i due si mostrarono contentissimi di vedermi e mi chiesero come
stavo.
- Benissimo… - e poi: - Ho saputo che Whyte è stato incriminato.
Sei sicuro, Harry? Non so… c’è qualcosa che non mi torna… Whyte è una carogna,
ma non lo vedo come colui che infrange una legge, qualsiasi essa sia, anzi, la
fa rispettare fino all’eccesso…
- L’ha visto Armand Polignac con un grosso pacco di penne… che
stiamo cercando in tutto il castello, dato che non può averle ancora spedite.
Lui nega, ma c’è la faccenda del versamento di cinquecento galeoni nella sua
cassetta privata alla Gringott. L’ha fatta due giorni fa con il gufo che
utilizza abitualmente. E poi lui può andare quando vuole nella Foresta Proibita…
è un famoso etnografo e conosce perfettamente i centauri e le loro abitudini…
- L’altro ieri… a che ora? - ho chiesto. Il cuore mi batteva
forte. Il mio sesto senso diceva che qualcosa poteva non tornare…
- Sicuramente in mattinata. Ho tracciato il viaggio del gufo che
ha utilizzato - ha risposto Harry - Sai, è possibile controllare la rotta di
ogni singolo gufo pubblico registrato, dagli ultimi anni, grazie ad alcune
interessanti applicazioni di magia gufica sui cui si è specializzato Rolf
Scamander… E lui ha utilizzato un gufo pubblico. E così abbiamo capito che il
gufo è partito da Hogwarts alle nove e qualche minuto…
Sono impallidita. Whyte era innocente e Polignac aveva mentito.
Probabilmente era lui il colpevole…
- A quell’ora era nel suo studio: mi sono scontrata con lui.
C’era anche Charles che può confermare. Ed era occupato in una difficile
sistemazione delle armature, che ha dovuto interrompere ed iniziare da capo. Non
può averci messo meno di venti minuti… Non può interrompere la sistemazione,
conosco la procedura… - ho detto - Il gufo può averlo mandato chiunque per
comprometterlo. Qualcuno che conosce bene le sue abitudini, magari ha imparato
anche ad imitare la sua grafia e sa quale gufo utilizza… e che vi ha dato la
falsa notizia di averlo visto armeggiare con le penne…
- Polignac! - ha detto Harry - Ma certo! In questi mesi è rimasto
con lui e lo conosce perfettamente. Ed ora lo vuole evidentemente incastrare!
Avviso i miei uomini e lo cerchiamo dappertutto!
- Vado ad avvisare Charles e sono con voi… Mi aspetta nel mio
studio perché devo dargli il cambio con Deirdre… ma rimarrà un altro po’…
- Non serve il tuo aiuto, Niamh, questa volta! Anzi, ti proibisco
di rischiare la vita. Del resto ora ci pensiamo io e i miei uomini… L’importante
è che Polignac non sospetti nulla - mi ha detto Harry - Tu vai pure da tua
nipote… e rimani con Charles, è un ordine!
Bene, ora ci avrebbe pensato Harry Potter! Salutai lui e la
McGranitt e subito dopo sono corsa verso il mio studio, dove sono entrata, senza
bussare. Toh, c’era anche Evelyne… che ci faceva?… e Charles stava… litigando
con Blacky? Il mio corvus glacialis gli svolazzava intorno e… cercava di
beccarlo? Che succedeva?
- Charles? Cosa succede? - gli ho detto.
Lui si è rivolto verso di me, mi ha guardato (che strano
sguardo!), ha alzato la bacchetta e…. mi ha schiantato!
Charles… no, non era lui, era impossibile… la solita Polisucco…
ormai era diventato un incubo, dovrebbero proibirla! Comunque, poco dopo, sono
stata reinnervata. Erano passati solo pochi minuti, penso. Ero legata e
imbavagliata. Vicino a quello che, sapevo, non era Charles, c’era la mia
compagna Evelyne Effervy, in piedi, con uno sguardo cattivo.
- Si è risvegliata, Armand - ha detto al falso Charles, che si è
rivolto a me.
- Non preoccuparti. Charles sta bene. E’ stato così stupido da
fare entrare Evelyne, che l’ha schiantato… A proposito, la tua stupida amica è
sotto Imperius e farà tutto quello che voglio… Il tuo ragazzo è ancora
schiantato, di là, in quella specie di cameretta con la vostra marmocchia, e non
si riprenderà fino a domani…
La cameretta aveva la porta aperta e si sentiva debolmente
vocalizzare la piccola Deirdre, che evidentemente giocava tranquilla con la sua
vocina… Non c’era in giro Blacky… Non è che l’avevano…
- Il tuo uccellaccio ora è volato via… In effetti mi ha fatto
penare più lui che quell’idiota del tuo ragazzo… Immagino che abbiano capito,
vero? Che ci sono io dietro al contrabbando....
Sbarrai gli occhi. Come faceva a saperlo?
- Vuoi una spiegazione, professoressa? - mi ha detto. E sul
“professoressa” ha insistito con un tono sarcastico - Ti tolgo il bavaglio, ma
non urlare…
- Ma… Armand… perché?... - ho balbettato.
Quella carogna mi ha guardato un attimo.
- Le penne hanno un valore enorme sul mercato - ha continuato -
Sì, i Polignac sono ricchi, ma abbiamo enormi spese… sai com’è… il castello, la
villa ai Caraibi e quella in Provenza… e ho anche il vizio del gioco… il denaro
esce a fiumi… Perché non approfittare di una buona occasione? Quando ho
conosciuta Victoire ho pensato che potevo usarla per avvicinarmi ad Hogwarts… e
infatti così è successo… Il fascino da Veela, ti chiederai? E’ sovrastimato… E
poi anche mia nonna era una Veela e questo, penso, mi immunizza da un
coinvolgimento affettivo maggiore… lei pensa che le voglio bene… certo, è
piacevole, ma preferisco ragazze di un altro livello… e un altro stile di vita…
o almeno più disponibili… sai, in questi mesi non ho battuto chiodo…
Che volgare! che schifoso! Ma come si permetteva di parlare così
di Vic?
Polignac (lo chiamo così, anche se aveva l’aspetto del mio
Charles) si rivolse poi ad Evelyne: - Portale l’Amortentia, svelta!
- E’ di là, vicino alla bambina - disse una spenta Evelyne
- Valla a prendere, stupida, forza! - le disse quel ladro di
penne imbroglione.
- Ora tu berrai il filtro e, per ventiquattr’ore, sarai
innamorata di me. Troppo complicato un Imperius anche su di te… farlo a
quell’idiota della tua amica ha quasi prosciugato le mie energie… e poi
l’Amortentia funziona benissimo… e funziona sulla vera identità, non su quella
che si assume con la polisucco... Fra un attimo tu sarai follemente innamorata
di me, noi due andremo a prendere il pacco di penne che ho nascosto e fuggiremo…
Basta che mi accompagni fuori Hogwarts e mi smaterializzerò… Tu sarai il mio
passaporto… Nessuno fermerà l’eroica professoressa irlandese e il suo compagno
mentre escono da Hogwarts… E poi me ne tornerò in Francia, ricco e soddisfatto…
tanto lì è legale commerciare in penne magiche e non c’è estradizione…
- Io non berrò mai l’Amortentia… - gli dissi, con gli occhi
sottili. Lo odiavo. Me l’avrebbe pagata. Aveva fatto del male al mio ragazzo!
- Tu la berrai, o io farò qualcosa di molto brutto alla
marmocchia… Ne sono capace… - E poi, rivolto a Evelyne che ancora era nell’altra
stanza - E porta anche la marmocchia, insieme all’Amortentia, così la
convinciamo subito! Svelta!
Evelyne impiegò qualche minuto per tornare. Nel frattempo
Polignac, sempre più esaltato, continuava a raccontarmi particolari del suo
losco piano: - Harry Potter… quanto lo sopravvalutate! Ha subito creduto alla
mia fandonia… E’ stato facilissimo incastrare Whyte. Ho imitato la sua grafia e
inviato qualche centinaia di galeoni alla Gringott con il gufo di cui si serve,
che ho anche affatturato… Ho poi messo un paio di penne nel suo studio e ho
parlato con quel vostro granduomo dicendo di averlo visto armeggiare con un
pacco sospetto… Quanto siete idioti voi inglesi… Ma la prudenza non è mai troppa
e ti ho visto, da un’avversaspecchio che avevo opportunamente posizionato vicino
alla Presidenza, entrare in quella stanza, profondamente preoccupata… non sapevo
cosa avessi in mano, ma ho immaginato che avessi capito tutto. Non so come, ma
il mio piano perfetto poteva fallire. E allora ho preso in mano la situazione!
Sono o non sono un genio?
Poco dopo vidi arrivare Evelyne con in mano la piccola Deirdre e,
nell’altra, un bicchiere contenente evidentemente quel filtro d’amore… Che
schifo! Io avrei dovuto innamorarmi di quel ladro farabutto pervertito?
- Lascia la marmocchia in quell’angolo - ha detto a Evelyne. E
poi: - Sei fortunata… Poi ti oblivererò… Magari, se fai la buona, ti faccio
sentire come si comporta un vero uomo, prima di obliverarti. Tanto poi non
ricorderai niente…
Che schifo! Cosa potevo fare?
- … Farà subito effetto e mi adorerai, anche se ho l’aspetto di
quell’idiota del tuo moroso. E’ tutto calcolato. Sono stato sempre molto bravo a
fabbricarla… Mi adorerai… Bevi subito, irlandese!
Che persona cattiva! Era spregevole!!! Avrei voluto cavargli gli
occhi.
- Ora, da brava, O’Neil… Bevi tutto, se non vuoi che faccia del
male alla tua nipotina marmocchietta… E poi ce ne andiamo subito, con le penne…
Ero stata messa in un angolo. Cosa potevo fare?
- Dai, Evelyne, avvicinati… - le ha detto. E poi, rivolta a me: -
E tu non urlare, altrimenti colpisco il mostriciattolo…
Che verme! Evelyne velocemente mi ha messo il bicchiere in mano.
- E non sputarlo… O colpisco la bambina… Non è niente di
pericoloso: è amortentia… ti innamorerai di me… ma non preoccuparti, forse non
ti toccherò, non sei il mio tipo … hai un bel seno, però… chissà, potremo anche
divertirci un po’…
E fece una risata. Che schifoso! Ma non sapevo come fare… Ero
finita, pensai!
Ma, mentre stavo per bere, vidi gli occhi di Evelyne. Sembravano
rassicurarmi. Sembrava volermi dire qualcosa di importante… voleva che bevessi,
ma non era quella di prima… Era possibile? Accostai le labbra al bicchiere e
cominciai, lentamente, a bere. Aveva il sapore di… latte! Quello era il latte di
Deirdre!
Altro colpo di scena… Che stava succedendo? Ok, cercai di
calmarmi e di guardarlo con occhi diversi… Dovevo fingere di essere innamorata…
Che fatica… quanto lo odiavo… mi faceva schifo!
- Ok, dovrebbe avere fatto effetto… - e poi, rivolto, a Evelyne:
- Porta di là il mostriciattolo… mi danno fastidio i bambini…
Con un colpo di bacchetta mi liberò i legacci che mi stringevano
mani e gambe. Mi alzai in piedi, davanti a lui. Ok. Sguardo adorante, un bel
sorriso. Dovevo sembrare innamorata. Non doveva capire che stavo bleffando,
chiusi la mente creando solo immagini d’amore per quel mostro.
Era molto vicino e aveva riposto nella tasca posteriore la
bacchetta, dove aveva anche quella di Charles… chi dice che bisogna fare tutto
con la magia? Gli sferrai, con quanta forza avevo in corpo, un gran calcio nei
genitali. E, contemporaneamente, Evelyne si avventava su di lui e gli toglieva
le bacchette.
- Stronzo! Idiota! Ti ammazzo! - continuavo a dire, dandogli
calci dovunque riuscivo a raggiungerlo!
L’avrei ammazzato, se Evelyne non mi avesse fermato e l’avesse
legato e imbavagliato con un colpo di bacchetta (toh, usava quella di Charles!)
- Niamh… Scusami, ma non potevo fare diversamente… mi ha detto.
Scusami… amore mio… - e ha accostato le sue labbra alle mie.
Subito mi sono ritratta. Ero riconoscente a Eveliny, ma non sono
lesbica… e poi lei era etero!… ma tutti erano diventati matti?
- Sono Charles - mi ha detto a quel punto Evelyne, sorridendo -
Ho bevuto la tua Polisucco.
- Cosa? - le ho detto.
- La tua polisucco… quella che hai nel comodino, quando devi far
dormire Deirdre e prendi l’aspetto di sua madre… Sono Charles!
Sì… ho subito realizzato. La polisucco che mi serviva per
tranquillizzare Deirdre: mi trasformo nella sua mamma (mia cognata) e subito lei
si calma.
Ok, ora stavo cercando di raccapezzarmi: Charles era in realtà
Polignac, mentre Evelyne era Charles. Quanto è complicato il mondo magico! Odio
la polisucco, qualche volta!
- Mi ha sorpreso, prima, Evelyne. Ero qui ad aspettarti, con
Deirdre e lei ha bussato dicendo che aveva un messaggio da parte tua. Le ho
aperto la porta e subito mi ha schiantato. Mi sono però risvegliato, poco fa,
senza bacchetta, nella cameretta di Deirdre… Il tuo corvus, Blacky, era
vicino a me e continuava e becchettarmi… era entrato dalla finestra, aperta… E
becchettandomi mi ha progressivamente sciolto dallo schiantesimo… Io non so
quale forza magica possieda il tuo corvus. ma ho sentito un calore
progressivamente diffondersi nel mio corpo… Dopo qualche minuto ero in grado di
muovermi. Ho mandato un patronus ad Harry… Dovrebbe esser fuori di quella porta.
Gli ho detto però di non intervenire, per il momento. Poi ho preso la tua
polisucco, quella che tieni nel comodino… Casualmente c’è anche una bacchetta,
lì vicino...
Sì, è vero, è una vecchia bacchetta della mia famiglia, di
qualche mio antenato…Me l’aveva data mio padre, come “bacchetta di riserva”… non
si sa mai.. .ma non l’avevo mai utilizzata (tra l’altro è mal funzionante: è
molto vecchia e non mi vuole riconoscere, per giunta, come proprietaria)… ma la
tengo in camera, nel cassetto, insieme a tutti gli altri cimeli. Quanto sono
prudente!
- Quando Evelyne è arrivata, ho provato a schiantarla, e ci sono
riuscito, ma penso che questa vecchia bacchetta abbia praticamente esaurito la
sua magia… non sono riuscito, ad esempio, ad imbavagliarla - ha continuato
Charles - e allora ho avuto l’idea di sostituirmi a lei: le ho strappato
qualche capello, bevuto la polisucco e preso i suoi vestiti… Non sapevo se la
bacchetta di tua nonna avrebbe risposto perfettamente alle mie richieste… è
molto vecchia… ed Evelyne non aveva la sua. Ho pensato di tornare da voi e
aspettare il momento propizio, quando avrebbe abbassato la guardia… Ho preso un
po’ di latte di Deirdre e sono venuto. Ma ero pronto a balzargli addosso,
appena avesse abbassato la guardia…
Cominciai a baciare Evelyne, cioè Charles! Oddio, baciavo una
ragazza, a dire il vero, ma sapevo che era il mio moroso…. Quant’è strana la
vita nel mondo magico! E Charles mi aveva salvato la vita! Arrivò poi anche il
mio eroe…. Blacky! Subito lo abbracciai e cominciai a fargli tante carezze,
mentre lui, dolcissimo, metteva il suo capino nella mia spalla…
Poco dopo facemmo entrare Harry e gli auror… Abbiamo dovuto
spiegare un po’… non era chiaro in effetti chi fosse chi…
Evelyne è ritornata in lei, presto. E’ rimasta un po’ perplessa
nel trovarsi lì, mezza nuda, senza vestiti, mentre quella che sembrava una sua
perfetta sosia si spogliava e si scusava per averla schiantata e svestita... E
le abbiamo spiegato tutto. O almeno le abbiamo cercato di spiegare, perché,
quando ha capito cosa era successo, è svenuta… Quanto sono suggestionabili le
ragazze moderne!
In compenso quello stronzo di Polignac è stato subito portato ad
Azkaban e, il mese dopo, condannato per direttissima a dieci anni, non solo per
il contrabbando di penne (che sono state trovate), ma anche per rapimento e
utilizzo di magia oscura. I centauri lo volevano per loro, dato che ha infranto
anche le loro leggi: l’avrebbero squartato e sono sicuro che lo rifaranno, nel
caso in cui si presentasse di nuovo nella zona. Ma, per sua fortuna, Kingsley
non ha voluto acconsentire ad estradarlo… peccato! I miei amici si sarebbero
divertiti!
Abbiamo anche dovuto poi spiegare tutto a Victoire che,
poveretta, ha subito una fortissima delusione (voleva bene a quello stronzo di
Polignac). Per fortuna Teddy le è stato vicino e ha pensato a consolarla,
almeno in parte… No, non in quel modo. Vic ha avuto una bella batosta e, penso,
per un po’ di tempo, non si fiderà più dei ragazzi... Ma Teddy è un suo buon
amico e, se insisterà, di qui a qualche tempo potrebbe nascere qualcosa di
diverso… forse… Sarebbe anche ora! Sono un po’ stanca dei loro continui
inseguimenti in modo alternato!
Io ho avuto tanta paura, questa volta, e devo ringraziare, oltre
a Blacky, il mio Charles. Ma l’ho ringraziato, tra di noi, e penso che sia
rimasto soddisfatto... ma è meglio non scendere in particolari…
_____________________________
Il mese successivo sono andato a trovare i miei amici Green, che
se ne andavano da Hogsmeade, dove erano rimasti fino a quel momento. Bisognava
preparare il loro ritorno nel mondo babbano e, su loro richiesta, ho insistito
con Kinglsey per non far cancellare i loro ricordi: non volevano dimenticare
quello che era successo che, bene o male, li ha formati e fatti diventare le
belle persone che ora erano. Kingsley si è impegnato a porre il veto a qualsiasi
tentativo di obliverazione che volesse somministrare il Ministero. Sono stati
inoltre risarciti (con denaro babbano) per quanto avevano sofferto e così
possono vivere serenamente in mezzo alla normale società britannica (un po’
scombussolati dalle diavolerie babbane che non conoscevano, tipo il telefono…
ora ne hanno un tipo piccolo con immagini che tengono in mano! I babbani non
smettono mai di stupirci!). Il mese successivo hanno poi comprato una bella
fattoria nel Lake District, dove hanno portato tutte le caprette. Sì, le
caprette dell’isola. Ryann si era preso l’impegno, nei giorni successivi, di
provvedere a loro. Nel frattempo mio padre, anche lui giunto nell’isola, ha
provveduto a distruggerne l’irraggiungibilità e una squadra di Auror ne ha preso
possesso poco dopo per conto del Ministero Irlandese. Eravamo in una delle Aran
che, da quel giorno, è comparsa in tutte le carte geografiche e nautiche del
mondo magico (per i babbani l’isola è sempre invisibile). John Green ci è
tornato, ha ripreso quanto pensava opportuno dei suoi ricordi e, naturalmente,
ha riportato in Inghilterra anche le fedeli caprette… E l’isola? Una nuova legge
del Wizengamot (fatta in accordo con il Parlamento Irlandese.... è stato un compromesso perché entrambi i Paesi rivendicavano la sovranità sull'isola!), voluta sempre da Kingsley, l’ha assegnata a me! E’ diventata una
mia proprietà personale per ricompensarmi della mia eroica azione (meno eroica
di quello che sembra, dato che sapevo che sarebbe finita bene) e così sono ora
la famosa proprietaria della (disabitata) isola di Lith… Tobiah Caramell, poi,
sulla Gazzetta, ha riportato un racconto abbastanza accurato delle mie
avventure. Riporto il titolo e il sommario:
Encomio a Niamh O’Neil
Giovane eroica insegnante di Hogwarts salva tre ragazzi e una
famiglia isolata da decenni nell’introvabile isola di Lith. Tra i solvati il
figlio di Harry Potter. E non è finita: nel giorno successivo, insieme con il
fidanzato, Charles Montague, fa scoprire un famoso contrabbandiere di oggetti
magici proibiti. “Tutti noi dovremmo prendere esempio dal coraggio dei giovani
d’oggi”, ha detto il Primo Ministro Kigsley, che ha proposto un encomio solenne
per i due giovani. Da oggi Niamh O’ Neil è proprietaria dell’isola di Lith.
E, per una volta, la stampa britannica mi riempiva di elogi! Cosa
diavolo stava succedendo? Non ci ero abituata!
Ma la cosa sbalorditiva era… il ringraziamento di Whyte.
Mi sono imbattuto in lui il giorno dopo l’ultima avventura.
L’avevano appena rilasciato da Azkaban e, appena mi ha visto, si è diretto verso
di me.
Ha provato a farmi un sorriso (mai visto un sorriso sul suo
volto… e anche questo sembrava una specie di ghigno!) e mi ha detto: - Ti
ringrazio, Niamh…
Mi chiamava per nome! Era la prima volta nella sua vita! Mi aveva
sempre chiamato “O’Neil”!
- … Non so come sdebitarmi. Mi hai salvato, probabilmente, da un
lungo soggiorno ad Azkaban… Mi dispiace di averti accusato… Sono veramente
mortificato… Se posso fare qualcosa per te, in futuro…
E mi ha porto la mano. Che io, esterrefatta, gli ho stretto.
- Nessun problema - gli ho detto - E ti chiedo scusa per tutto
quello che ti ho detto… Sai, ero molto arrabbiata…
- Beh… Avevi anche un po’ di ragione…
Oddio. Che stava succedendo? Cos’era questo, un clone di Whyte?
Che ne avevano fatto dell’odioso insegnante che conoscevo?
_______________________________________________________________________________
Conclusione.
Una nuova avventura
Gli esami del M.A.G.O., alla fine di quell’ultimo anno in cui
stavamo ad Hogwarts, sono stati una passeggiata, almeno per me.
Io dovevo sostenere solo Creature Magiche ed Erbologia, ed ho
ottenuto “Oltre ogni previsione” in entrambe. Va bene, in creature magiche non
ho particolari problemi: anzi, il mio curriculum era di tutto rispetto (erano
due anni che insegnavo, tra l’altro; e Hagrid mi aveva delegato quasi tutto
quello che, di rognoso, si poteva fare) e l’esame si è concluso in una veloce
chiacchierata con gli esaminatori venuti dalla Cambridge Magical University
(interessati a Blacky soprattutto) che mi hanno anche assegnato anche la
magna cum laude.
Nella commissione di Erbologia, invece, oltre al professor
Gropius (luminare alla Magical Oxfort University) e al ministro DeSinny,
titolare del Ministero dell’Ambiente Magico, c’era proprio il mio “amico” Whyte
(ha anche una laurea in erbologia e ricopre l’incarico di consulente del
ministero: non so perché, ma hanno ficcato anche lui in quella commissione): le
mie referenze erano ottime (Neville aveva elogiato il mio comportamento in
quell’anno e mi aveva attribuito tutto il merito della faccenda del platano
picchiatore e del riconoscimento dei fiori del portale). Così tutto è andato
bene e, su proposta di Whyte (non lo riconoscevo più!) i tre mi hanno proposto
la magna cum laude anche in quella disciplina.
Inutile dire che l’esame è andato bene a tutti gli amici: Charles
ha fatto il suo solito figurone, come anche Teddy, ma anche Kyle e Rup hanno
ottenuto quello che desideravano. Teddy vuole entrare nell’Accademia Auror, mi
ha detto, e chiacchiera parecchio con Victoire… ma ancora i due non si sono
decisi a mettersi insieme! Uffa, quanto aspettano!
- Sono un po’ triste - ho detto a Charles e agli amici la sera
degli esami. Eravamo nel mio studio a festeggiare, solo noi quattro… Tanti anni
passati a studiare e, adesso, avevamo finito… Cosa avremmo fatto, adesso?
- Noi ci sposiamo! - mi ha detto Rup, con gli occhi illuminati,
stringendo la mano a Kyle che, stranamente, sembrava emozionato e non diceva le
sue solite battute, Poi rivolto a Charles: - E accettiamo la tua proposta…
Subito abbiamo fatto loro un sacco di complimenti
- Venezia, allora? - ha chiesto Charles.
Aveva infatti proposto ai due di dare una mano, come osservatori
e poi, progressivamente, come responsabili del personale magico che da quella
città dirigeva la ditta di import-export dei Montague (hanno un sacco di
attività, compresa una ditta che importa manufatti magici dall’oriente e li
distribuisce in mezza Europa… non per nulla sono sfacciatamente ricchi!). Me
l’aveva già anticipato Charles
- Sono contento! - continuò Charles - Così io e Niamh vi
possiamo venire a trovare spessissimo, anche passeggiando per le calli veneziane
o utilizzando i mezzi babbani, se vogliamo…
Io e Charles a… Venezia? Certo, adoravo quella città…
- Ma voi due ci dovete fare da testimoni! - ha continuato Ruperta,
più euforica che mai. Poi, ripensando all’ultima frase di Charles: - E a
Venezia, voi…
- Vorrei passare una parte dell’anno, lì - ha aggiunto il mio
moroso - lo sapete quanto mi piace… naturalmente con la mia famiglia…
La sua famiglia? Cioè i genitori e la sorella? E io?
Charles era ora serissimo e si è rivolto a me: - Ancora non te
l’ho chiesto… Lo sai che non posso vivere senza la mia irlandese preferita… e la
vita sarebbe insipida senza di te… Non voglio limitare le tue scelte future… So
che pensi all’Università, so che ti faranno delle proposte di insegnamento… me
ne ha parlato la McGranitt ieri e so che ti tengono d’occhio anche a Beauxbatons
e a Cork… Ma, se tu lo vuoi, mi faresti un bellissimo regalo se ti lancerai in
una di queste avventure con quest’anello al dito e, il più presto possibile, con
il cognome Montague aggiunto al tuo bellissimo cognome… Niamh O’Neil, mi
sposeresti?
Kyle e Rup stavano a bocca aperta. Charles aveva preso la mia
mano e mi guardava dritto negli occhi. Io lo fissavo come ipnotizzata. Come
erano belli i suoi occhi... Contemporaneamente una scatolina si è posata davanti
a me… dentro c’era un bellissimo anello, lo sapevo.
Mi sono sciolta in un grande sorriso. Sapevo perfettamente cosa
avrei dovuto rispondere.
- Sì… ne sarei tanto felice… - gli ho detto.
E ora i nostri amici hanno bisogno
proprio di una vacanza! (e non solo loro!!!) Prima o poi riprenderò con l’ultima
storia della saga (mi ero riproposto di arrivare ai “diciannove anni dopo” e al
fatidico bacio tra Vic e Teddy): intanto vi ringrazio per avermi seguito. Un
enorme ringraziamento e un grosso abbraccio a AdhoMu, Barby_Ettelenie_91 e
Carme93, con cui ho piacevolmente chiacchierato in questi mesi e che mi hanno
aiutato a individuare qualche errore e incongruenza presente nella storia!
A presto. Buona Estate! S.
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