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di Sherry93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 1

Le montagne erano perennemente innevate, le fissavo assorta dal balcone della mia camera a Skyhold. Quelle montagne che avevano osservato silenziose la mia crescita, le mie gioie e i miei dolori in quegli anni contro Corypheus e in questi ultimi tre assistito alla mia disperazione che si era tramutata in rabbia. Rabbia contro me stessa per non essere riuscita a fare di più e contro l’unico uomo che avrei mai amato in vita mia. Era già passato parecchio tempo, ma i miei sentimenti non mutavano, non guarivano, avevo provato, inutilmente. Mi mancava, anche se sapevo ormai chi era e cosa voleva fare, sarei stata sempre sua, nella mia breve vita da mortale.

-Yen dobbiamo andare- disse Cassandra, a quelle parole sussultai riscuotendomi dai miei pensieri e mi girai verso di lei, mi guardava preoccupata, anche se ormai cercava di nascondere quel suo stato d’animo nei miei confronti, come io celavo il mio dolore che era sempre in agguato nel mio cuore.

Abbozzai un sorriso -Tutto pronto quindi? È finita- risposi forse sollevata, non lo sapevo neanche io, forse avevo lasciato andare le poche persone che mi sarebbero rimaste vicino, ma era ora di fare il mio gioco, con le mie regole. Non sarei rimasta ferma ad aspettarlo. Un’aria gelida mi investii, istintivamente posai una mano sul moncherino, che mi dette una fitta, facendomi fare una smorfia di dolore.

-Yen stai bene?- si avvicinò allarmata

-Sì bene, meglio muoversi, probabilmente nevicherà ancora- o piovuto se fossimo stati a valle, i dolori che ogni tanto si rifacevano sentire ci azzeccavano sempre.

Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo. Poteva essere potente in modo inimmaginabile il Temibile Lupo, avevo visto i suoi poteri in azione, ma non poteva nascondermi il suo vero essere. "Avevo dei piani" la risposta che avevo ottenuto quando gli avevo chiesto cosa avrebbe fatto con gli Dei malvagi. Conoscendolo l'unico piano possibile sarebbe stato ucciderli uno alla volta e per uccidere un Dio ce ne vuole un altro, mi credeva tanto ingenua? Ci deve essere un altro modo per far si che il nostro mondo e l’Oblio coesistano senza fare una strage. Dovevo trovarlo, possibilmente uscendone anche vivi.

Ora però avevo un’altra priorità. A causa dell'Ancora che stava per uccidermi, Solas mi aveva reciso il braccio per non farmi morire e gliene ero grata, non so che magia avesse usato, ma era stato indolore. La mia carriera di assassina era però finita, cosa avrei potuto fare con un braccio solo? Dovevo riaverne uno nuovo e l'unica soluzione possibile l’aveva suggerita Dorian. Andava fatto anche se significava rischiare la vita, non era una magia facile e anche se il mago aveva cercato di rassicurarmi, mi aveva posto davanti i rischi. Mi fido ciecamente di lui e comunque ora che Solas mi ha abbandonato per la terza volta, cosa ho da perdere? Ero stanca, speravo che Leliana trovasse anche una minima traccia su di lui, ma le davo poche speranze, più tempo passava e più si allontanava da me, ma non mi sarei mai arresa.

Controllavo le borse agganciate alla sella. Passai con la mano sul collo del cavallo affondando le dita nella criniera, guardai verso la scalinata che portava nel salone principale della fortezza. Mi aspettavo ancora di vederlo nella biblioteca e nella stanza circolare posta subito sotto, dove i suoi affreschi erano rimasti immutati, e mi portavano alla mente solo i ricordi in cui glieli avevo visti fare. Quando restavo volentieri a fargli compagnia, ed a studiare la sua schiena che mi piaceva avere sotto le mani quando ci abbracciavamo. Avrei ancora voluto vederlo scendere le scale deciso, come aveva fatto innumerevoli volte, dandomi l’impressione che si trovasse in un posto che conosceva da una vita. Ed era così, era sempre stato così, ma non si era fidato. Sospirai e chiusi gli occhi per un attimo, allontanando quei pensieri con forza. Mi guardai intorno un’ultima volta, ormai Skyhold era deserta, piano piano tutti se ne erano tornati alle loro vite, mancavamo solo noi due.

I sussurri che mi tenevano compagnia da quando avevo bevuto dal Pozzo del Dolore, intervennero con la solita voce roca. Rimbombandomi nella testa con la loro saggezza non richiesta. Ormai li avevo accettati e da un brusio incomprensibile erano diventati tutto sommato chiari. Parlavano sempre in elfico  Tarasyl'an” . Sì, questo lo sapevo, Skyhold la fortezza che stavo per abbandonare veniva anche chiamata ‘il luogo che custodisce il cielo’. Sarà perché era in cima ad una montagna, talmente in alto che si aveva l’impressione che lo toccasse. In questo caso avrebbe custodito anche i miei ricordi, non potevo andare avanti come avevo fatto nell’ultimo periodo.

-Ti aiuto?- domandò Cassandra con i suoi occhi color nocciola puntati su di me e i capelli neri tagliati sempre corti, non si era mai fatta convincere a lasciarli crescere.

-No, grazie. Vorrei almeno continuare a salire a cavallo da sola- scherzai, con quelle parole infilai un piede nella staffa e tenendo le redini mi aggrappai alla sella, con una decisa spinta mi detti lo slancio. Ormai ci avevo preso l’abitudine, le prime volte l’equilibrio non aveva voluto collaborare, cercando sempre di aggrapparmi con una mano che non avevo più. Questa non era l’unica cosa che mi metteva in difficoltà, ma per fortuna, avevo perso il braccio sinistro e non il destro, se no imparare anche semplicemente a mangiare o scrivere sarebbe stato un bel problema.

Era giunto il momento di andare nel Tevinter. Mi misi in viaggio con Cassandra che restò volentieri al mio fianco, visto che fino a qualche giorno prima aveva svolto il suo compito di Mano Destra della nuova Divina della Chiesa di Andraste, ma aveva detto che sentiva il bisogno di un cambio d'aria, non la sopportava e non avrebbe continuato quel lavoro per nulla al mondo. Infatti Vivienne, la prima maga ad essere diventata Divina, aveva un carattere difficile da sopportare, neanche io amavo averla troppo intorno. Almeno avrei avuto compagnia e qualcuno con cui parlare, siamo sempre andate d'accordo ed ero felice che almeno lei, la mia amica mi fosse rimasta accanto. Gli altri una volta sciolta l'Inquisizione erano tornati alle loro vite e anche se mi dispiaceva, ero contenta per loro. Sarebbero ritornati operativi se avessi avuto bisogno e questo mi rincuorava.

-Allora, dimmi, ne sei convinta? Assolutamente certa? Rasenta la pazzia e lo sai- disse Cassandra preoccupata.

-Lo so, ma se non fossi tanto pazza, credi che mi sarei innamorata di un Dio? Ne abbiamo già parlato, andrò in fondo a questa storia che vi piaccia o no, e non starò ad aspettare Solas che scateni l'inferno per morire. Se devo rischiare di morire almeno lo farò a modo mio-

-Come vuoi, magari se muori si rifarà vivo...-

Ridacchiai -Cassandra Pentaghast che fa dell'umorismo... devo proprio essere messa male... scriverò a Varric che la sua influenza su di te si fa sentire-  conclusi provocatoria

In risposta fece uno dei suoi sbuffi disgustati -Per carità che Andraste me ne scampi! Non scrivergli nulla, se no ti ci faccio andare a piedi da Dorian!-

-Va bene! Va bene!- risi non riuscendo a trattenermi, beccandomi così un’occhiataccia.

Fu un viaggio lungo, passarono parecchie settimane e più ci avvicinavamo al Tevinter più venivo guardata male, come un essere inferiore, da quando ero diventata l'Inquisitore non mi capitava ormai da parecchio, e nasconderne il fastidio veniva difficile. Per fortuna c'era Cassandra, almeno passavo per la sua schiava e nessuno osava importunarmi, ci mancava soltanto che perdessi la pazienza spaccando la faccia a qualcuno. Avevo già abbastanza problemi.

-Non dovrebbe mancare molto ormai, non ne posso più, ho la schiena a pezzi- accompagnò quelle parole mettendosi una mano su un fianco massaggiandoselo. Avevamo passato le giornate a cavallo tenendo un’andatura normale, ma a tutto c’era un limite. Eravamo sfinite.

-Anche io, sicuramente siamo quasi arrivati, l’attenzione che mi porgono non è per nulla amichevole- meno male che avevo tolto i Vallaslin, se no è come se avessi avuto un cartello sulla schiena con scritto “Guardatemi”. Chiusi gli occhi e sospirai, maledizione, dovevo pensare proprio a quello? Sono un’idiota! Non voglio ricordare! Non ora!

Arrivati sul confine, come da istruzioni, ci fermammo vicino ad una locanda abbastanza distaccata dalle prime case che costeggiavano la strada principale che portava al centro della piccola città. Legammo i cavalli all’esterno ed entrammo guardando attentamente gli avventori, dovevamo cercare un uomo con un fazzoletto rosso legato al polso, ma per adesso non si vedeva.

-Sediamoci, riposiamoci un po’, dubito che siamo già arrivate e ho fame- proferì Cassandra -Prendi un tavolo, io ordino qualcosa per entrambe- aggiunse, annuii con un cenno del capo e puntai al primo tavolo libero in un angolo, il più defilato possibile. Presi posto ed ebbi un po’ di sollievo, misi il braccio sul tavolo e posai la testa. Tempo qualche minuto e udii dei passi, alzai il viso pensando fosse la Cercatrice, ma mi ritrovai davanti un uomo piuttosto massiccio armato di spada che mi squadrò attentamente.

-Elfa, hai visto il cartello fuori o non sai neanche leggere?- disse borioso, continuava ad osservarmi con uno sguardo lascivo. Non avevo notato nessun cartello, ma immagino cosa ci fosse scritto.

Prima che potessi rispondere, una mano gli comparve sulla spalla -Qualcosa non va?- disse seria Cassandra

-Gli elfi non possono entrare qua dentro-

-È con me, quindi fuori dai piedi- il tono avvertiva che era meglio fare come diceva, ma sarebbe stato troppo bello -Non può comunque stare qua o ve ne andate o potreste pagare perché me ne stia zitto-

Sospirai e fissai Cassandra, doveva crederci proprio fesse. Presi da una tasca una moneta d’oro e la posai sul tavolo, allungò la mano per prenderla, ma velocemente estrassi il pugnale che portavo in vita conficcandoglielo nella mano, bloccandolo così al tavolo. Urlò di dolore -Puttana!- cercò di difendersi con il braccio libero, ma la Cercatrice glielo bloccò dietro la schiena.

Sembrava che nessuno facesse caso a noi, mi alzai e tirai un forte pugno in viso a quell’idiota. La mia amica approfittò dell’attimo di smarrimento dell’uomo e con un movimento fluido gli fece schiantare la testa sul tavolo. Tolsi il pugnale decisa dalla mano e scivolò sul pavimento tramortito, mi ripresi la moneta. Ci spostammo come niente fosse ad un altro tavolo libero, notai l’oste sogghignare.

-Potremmo mai stare tranquille?- domandai sconsolata

Sbuffò -Ho perso le speranze, comunque tra poco si mangia-

-Bene, qualcosa mi dice che abbiamo fatto un favore all’oste-

Ci sedemmo e continuammo a cercare il nostro contatto. Speravo non ci fossero stati imprevisti. Poco dopo arrivò una cameriera con le pietanze, l’oste portò dei boccali di birra -Questo lo offre la casa, per averci risolto un problema- disse contento

Sorrisi -È stato un piacere, suppongo rovinasse gli affari-

-Infatti, non nego ci siano posti dove voi elfi non possiate entrare, ma la mia locanda non è tra quelle e i furbi ogni tanto saltano fuori, soprattutto essendo sul confine-

-La ringraziamo- concluse Cassandra

-Se vi serve qualcosa, chiedete pure- e se ne andò

Mangiammo tranquillamente

-Pensavo, Solas saprà che lo  segui- affermò seria

Bevvi e la guardai da sopra il bordo del boccale -Sarei meravigliata del contrario-

-Quindi hai già in mente qualcosa? Devi trovare un modo di passare in vantaggio-

-Non ancora e poi mi serve un braccio, mi sono stancata di farmi aiutare anche per fare le cose più semplici-

Restò in silenzio -A parte il braccio, ne vale la pena?-

La osservai -Non riesco ad andare avanti Cassandra… - bevvi un po’ di birra, amara come la mia vita -Da quando mi ha lasciato senza un motivo, avrei dovuto odiarlo, invece quando me lo sono ritrovato davanti, il solo vedere che era vivo…- strinsi più forte il manico del boccale nervosa -Gli farò cambiare idea. Devo, non potrei fargli del male…-

Posò una mano sulla mia stringendola -Quando lo trovi se non lo ammazzi prima tu, lo farò io-

Sorrisi -Grazie, amica mia-

La Cercatrice alzò lo sguardo spostando la sua attenzione -Ci siamo-

-È arrivato?- in risposta fece un cenno con il viso e mi voltai leggermente, un individuo incappucciato con un fazzoletto rosso sul polso. Feci per muovermi, ma Cassandra mi bloccò.

-Faccio io- la guardai contrariata -Non te la prendere, ma ho già notato un paio di persone che aspettano una tua mossa per darti fastidio- sbuffai seccata -Tutto tuo-

Si alzò e aspettai, poco dopo ritornò con il nostro contatto che prese una sedia e si mise tra noi due. Era una donna umana.

-Benvenute in Tevinter, mi chiamo Aryal. Per raggiungere il nostro amico comune ci vorranno ancora due giorni a cavallo-

-Io sono Yen, lei è Cassandra. Andiamo allora, prima arriviamo meglio è-

-Non volete riposare? So che siete in viaggio da parecchio, è un bel pezzo di strada dal Ferelden a qui-

-Grazie, ma proprio perché siamo in viaggio da settimane, vogliamo fare il più presto possibile-

-Come volete, andiamo. Faremo solo una pausa a metà destinazione, per far riposare noi e i cavalli- disse Aryal

Altri due giorni, che con la nostra guida passarono tranquillamente, con alcune accortezze ci mimetizzammo tra la gente del luogo. Giunti a destinazione Aryal, si congedò, lasciandoci a degli altri sottoposti di Dorian e venimmo scortate in degli appartamenti molto lussuosi. Ci venne detto che il Magister,  era impegnato e di metterci a nostro agio. Il mago occupava quella carica da quando era morto suo padre, creando non poca confusione quando ne aveva l'occasione.

Ne approfittai per fare un bagno, era da settimane che non ne facevo uno come si deve. Riempii la vasca e mi immersi, sentendo i muscoli rilassarsi dandomi sollievo. Chiusi gli occhi e volente o no, come mi capitava spesso, i pensieri mi portarono da lui. Maledizione, mi veniva sempre in mente, il suo viso, il suo sorriso, i suoi bellissimi occhi grigi che non mi sarei mai stancata di guardare, le sue labbra...basta! Sono stanca di questo dolore che ho al cuore, è come se mi avessero spezzato l'anima! Basta! Delle lacrime mi rigarono il viso, me lo lavai e uscii dalla vasca, l'acqua ormai era già fredda. Mi guardai allo specchio, passai la mano tra i capelli neri lunghi fino alle spalle, prima o poi li avrei tagliati, purtroppo mi mettevano in difficoltà. Le mie iride color ametista mi fissavano, lasciai scorrere lo sguardo sul corpo e contemplai la cicatrice sul moncherino, erano delle linee chiare che si diramavano come i rami di un albero, partivano dal punto dove una volta c’era il gomito fino alla spalla. Altri segni evidenti, con tutte le battaglie in cui ero stata coinvolta, non ce n’erano, grazie sempre a lui, sempre pronto ad aiutarmi ed a guarire le ferite che mi erano state inferte. Non avrei mai pensato che la più dolorosa e inguaribile me la infierisse proprio lui, è una tortura, spero di andare avanti più di quanto ne sia capace, non posso fermarmi né per me, né per lui. E se lo trovo, quando lo trovo, Dio o no lo picchio! Questi ultimi pensieri mi fecero distendere le labbra in un sorriso, ti picchio, dovessi trovarti anche solo per questo. Con un leggero sorriso sul volto mi rivestii, andava decisamente meglio, e Dorian era arrivato.

-Amica mia! Bellissima come sempre vedo! E benvenuta anche alla nostra Cercatrice preferita- gli occhi brillavano di gioia, sembrava secoli che non ci vedevamo di persona. Avevamo parlato più volte attraverso il cristallo magico che mi aveva regalato, ma così era tutta un'altra cosa.

-Dorian, sarai pure un Magister, ma non ti trovo piacevolmente cambiato- affermai con un sorriso

-Per cambiare me, penso non gli basteranno mille anni, andar bene... comunque parlando di cose serie, sei convinta? Non sarà una passeggiata, te l'ho già detto, ma hai il mio completo supporto-

-Me lo domandi come se avessi alternative Dorian, il braccio mi serve, dovessi farlo anche solo per riempirlo di schiaffi, non ho ripensamenti!-

-Adesso ti riconosco, amica mia, quindi prima di dilungarci in discorsi noiosi, mettiamoci a tavola, ne abbiamo tutti bisogno, vedo-

Mangiammo, bevemmo e scherzammo come quando eravamo compagni a Skyhold, anche Cassandra si rilassò, per poi ritirarsi in camera per prima. Dorian rimase con me a fissare il fuoco del camino per qualche minuto e disse -Quindi, tra un paio di giorni cominciamo, so che sei curiosa, ma ti prego di non uscire, non vorrei che qualcuno ti importunasse, so che te la sai cavare, ma devi arrivare in forma per il grande giorno-

Lo osservai e fu una di quelle poche volte che lo vidi serio e preoccupato -Dorian, ho piena fiducia in te, lo sai e non intendo morire prima di averlo picchiato per bene- abbozzai un sorriso, che lui non ricambiò rimanendo serio -Fa ancora così male? Se mi ritrovo davanti quel bastardo che ti sta facendo soffrire, lo incenerisco!-

Guardai assorta il fuoco che scoppiettava -Non ha mai smesso di fare male. Ti ringrazio per il pensiero, ma l'onore di incenerirlo spetta a me-

Sorrise -Se lo dici tu... per me finirete a letto- provocò malizioso

Sentii le guance scaldarsi -Dorian!- esclamai imbarazzata

Si alzò e scappò fuori dalla porta -Buonanotte!-

Sospirai divertita, a letto? Accidenti Dorian, non farmi ripensare a questo desiderio che mi affligge da quando lo conosco, non eravamo arrivati mai fino a quel punto e non posso negare che sia frustrante. Il mio spirito era comunque sempre legato al suo, volevo lui e basta, non volevo farmi toccare da altri.








Vhenan: letteralmente significa "cuore". Viene usato come termine di apprezzamento tra amanti.

Vallaslin: scrittura di sangue. L'arte del tatuaggio adoperata da alcuni elfi (Dalish) per mostrare l'adorazione di un particolare Dio del loro Pantheon.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Nei due giorni di attesa recuperai le energie perse nel lungo viaggio, Dorian mi spiegò nei dettagli cosa avrebbe fatto di preciso. Era un incantesimo complicato, che avrebbe richiesto molto potere, dal mio DNA avrebbe ricostruito ossa, legamenti, muscoli, nervi e pelle. L’operazione sarebbe durata parecchio, infatti non sarebbe stato da solo ad assistermi, ma aveva coinvolto un’amica fidata, che faceva parte del Magisterium con cui aveva formato il gruppo dei Lucerni per riscattare l’onore del Tevinter.

-Quindi è lei l’Inquisitore di cui mi parli sempre, è un onore finalmente conoscerla-

-Lei è Maevaris Tilani, un Magister come me- la presentò Dorian

-L’onore è mio, ma chiamami pure Yen. Mi metto nelle vostre mani-

Tilani sorrise -Faremo tutto il possibile, per riaverla tra noi-

-Bhe, dimmi cosa devo fare- cercavo di rimanere tranquilla, ma iniziavo ad essere un po’ nervosa.

-Andiamo nella tua camera e siediti sul letto, abbiamo già sistemato l’occorrente- rispose Dorian, sentivo fisso il suo sguardo preoccupato sulla schiena. Feci quanto mi aveva detto, accomodandomi, mi ritrovai tra le mani un bicchiere con una sostanza azzurra, sembrava Lyrium liquido.

-Per curiosità, questo sarebbe…?- domandai

-Bevilo e poi sdraiati, ti farà perdere i sensi oltre a non sentire dolore ed a evitare infezioni, la ferita va riaperta…come ti avevo già detto in passato Solas ha fatto un ottimo lavoro, ha evitato che l’Ancora ti uccidesse, ma che lo facesse anche il tuo stesso corpo. Il braccio è stato suturato con la magia alla perfezione. Da quello che mi hai raccontato ha fatto tutto in pochi minuti, ha distrutto il marchio  ed evitato che provassi dolore oltre al morire dissanguata…ci vuole una quantità di mana impressionante per fare tutto da soli. Sarò sincero, l’operazione che stiamo per fare ora verrebbe più semplice e veloce a lui che a noi, visto che ha conoscenze superiori a quelle di cui siamo al corrente- spiegò serio, notai anche un lieve nervosismo che stava cercando di nascondermi.

Non posso più tirarmi indietro, non posso continuare ad aspettare, non ho tempo. Sospirai

-Io continuo a volerlo fare, sai il perché, non posso arrendermi così, apprezzo tantissimo l’aiuto che mi stai dando, ma ora io lo chiedo a te, vuoi andare fino in fondo?- notai Tilani, seguire attentamente la nostra conversazione

-Certo che lo farò! Non intendo abbandonarti, ti ho proposto io questa cosa e voglio che ritorni a uccidere gente con la stessa agilità di prima, poi se servirà anche a picchiare quel bastardo, tanto meglio!-

Abbozzai un sorriso e mi tolsi la maglia, rimanendo solo con i pantaloni  e la fasciatura che copriva il seno -Bene, ho lasciato istruzioni a Cassandra nel caso…-

-Non dirlo neanche!- venni interrotta dall’allarmismo di Dorian

-Lo dirò invece, ho scritto qualcosa a voi e una lettera in particolare per Solas, basterà farla trovare alle sue spie. Siamo stati attenti, sa che sono in Tevinter, ma non sa cosa stiamo per fare, sia che vada bene o male, grazie a tutti- fissai Tilani che mi fece un cenno del capo in risposta, e mi si avvicinò -Posso?- chiese indicando il braccio che avrebbe dovuto subire la ricostruzione, assentii con un cenno del viso. Lo toccò guardando affascinata le cicatrici -È straordinario, l’ha già detto Dorian, ma è stato usato un incantesimo di guarigione notevole- infuse nel moncherino del potere sondandolo e divenne ancora più sorpresa -Questo…Solas, giusto? Deve tenere moltissimo a te-

Ero un po’ imbarazzata -Da che cosa lo deduci?- chiesi curiosa

Sorrise -Bhe, ti spiego, si sutura per fermare il sangue, ed è quello che ha fatto lui, ma buona parte dei nervi e muscoli viene distrutta, ma lui qui ha fatto in modo che potessi ricevere l’intervento che stiamo per fare ora. C’è un sigillo latente che ha protetto ogni componente del braccio, la ferita quando andremo a riaprirla non sembrerà vecchia di un anno, ma come se l’avessi appena subita. È una magia che si usa massimo per qualche ora, per esempio per spostarti dal campo di battaglia in una tenda. Qui è applicato da un anno, io o Dorian non siamo in grado di fare una cosa del genere-

-Capisco, allora almeno per questo vi faciliterà il lavoro?-

-Sì, non dobbiamo revitalizzare nulla, che poi dopo un anno sarebbe stato alquanto difficile un esito positivo- la fissai sorpresa per poi abbassare lo sguardo. Mi stai proteggendo ancora? Stupido orgoglioso! Mi si offuscò la vista per delle lacrime che trattenni e ricacciai indietro -Grazie, per aver chiarito Tilani-

Bevvi quel liquido color del cielo…un senso di nausea prese il sopravvento, mi sdraiai -Potevi avvisarmi che era disgustoso!- mi lamentai, udii Dorian ridere, ma come se fosse molto lontano, stava facendo effetto, divenne tutto completamente buio.

Una fitta atroce proveniva dalla spalla, penso fosse da quelle parti, volevo urlare, ma non ne avevo le forze, il cuore sembrava stesse per esplodere, di nuovo un senso di nausea, avrei vomitato dal dolore se fosse stato possibile, percepivo un bruciore intenso, non udivo nulla, le orecchie fischiavano, ritornò di nuovo tutto buio. Avevo sempre dolore, la spalla o il braccio, quello che era, pulsava, era quasi insopportabile, sembrava incandescente e diavolo se faceva male! Tenevo gli occhi chiusi e udivo delle voci, non capivo una parola, faceva freddo, avevo i brividi e la nausea, si fece di nuovo tutto buio. Silenzio, aprii gli occhi, non c'era nessuno, mi sentivo strana, confusa, esausta, mi colpii un tremendo mal di testa, di nuovo più nulla. Ripresi i sensi, mi sentivo normale, stavo bene? Ero ancora confusa, l’effetto era identico a quando mi ero presa la sbronza con Bull, mi sentivo normale, ma da schifo. Un tiepido calore sulla mano, voltai il viso per capire, accanto a me Cassandra che me la teneva tra la sue, le strinsi le mani sollevata, ero viva. Era finita anche questa. Si svegliò immediatamente e di colpo mi abbracciò

-Sei viva! Sei di nuovo tra noi!- esclamò con gioia

-Sono anche io felice di rivederti Cassandra-

Aveva le lacrime agli occhi, evento più unico che raro -Che giorno è?- le domandai

-L'operazione è durata due giorni, non so come mai, ma Dorian e la sua amica sembravano sconvolti, ma alla fine è andato tutto bene. I giorni successivi hai avuto una febbre molto alta, abbiamo rischiato di perderti, ma ti sei ripresa. È passata una settimana, grazie ad Andraste sei viva, se...se...- non finì la frase e si coprì il viso con una mano -Potrò finalmente bruciare quelle lettere che mi hai lasciato!- concluse con soddisfazione scaricando la tensione che l’accompagnava da giorni.

-Cassandra, grazie- risposi con un sorriso -Dorian?-

-Dovrebbe arrivare tra poco, passa due se non tre volte al giorno per controllarti, e per sua fortuna sei sveglia, se no lo ammazzavo!-

Sorrisi e mi guardai intorno, alzai il braccio sinistro, lo guardai, toccai e piegai le dita, sembrava funzionare tutto correttamente ed era identico al mio vero braccio. Ci sarebbe voluto tempo per riprendere confidenza, soprattutto a tenere un pugnale.

Mi alzai un po' -Aspetta! Sei ancora debole!- esclamò evidentemente allarmata, come se da un momento all’altro mi fossi rotta come un calice di vetro

-Tranquilla Cassandra, voglio solo mettermi più comoda, per adesso di alzarmi non se ne parla- la rassicurai, mi sentivo bene, ma sfinita. Il mio corpo stava ancora subendo le conseguenze dell’operazione. Entrò nella stanza Dorian, e il suo sguardo si illuminò di gioia e sollievo

-Lo sapevo che sei resistente!-

-Meno male che lo sapevi tu Dorian!- sorrisi -Quindi, Cassandra mi ha fatto il resoconto di questa settimana e mi chiedo, perché eravate sconvolti? Cosa è successo?-

Dorian mi guardò titubante, prese una sedia e si mise di fianco al mio letto.

-Allora amica mia, diciamo che è successa una cosa, che non mi sarei mai aspettato in tutta la mia vita-

Iniziò a raccontarmi di come quando avessero quasi finito e la stanza fosse intrisa di una concentrazione magica così elevata, che il mio sangue ha cominciato a reagire, non so bene come spiegarlo, ma Dorian ha detto che probabilmente il mio sangue antico si è risvegliato. La cosa sbalorditiva però non è stata più di tanto questa, ma che il mio potere sopito, sembra infinito, ho un energia magica terrificante che farebbe invidia a qualunque Magister.

-È strano quello che ti è successo, se fossi stata una maga fin dalla nascita da bambina al tuo clan se ne sarebbero accorti…i tuoi genitori…?-

Lo interruppi -Ho dei genitori adottivi, Dorian, non ho mai conosciuto i miei genitori biologici, quindi tutto sarebbe possibile, ma come hai detto tu non si sarebbero risvegliati in età adulta-

Sospirò -Bhe, è inutile discuterne ora. Quindi riposati il più possibile, quando sarai di nuovo in forma, metterò al tuo servizio il mio tempo libero, non oso immaginare che facce farebbero tutti quegli idioti dei miei colleghi, se venissero a sapere che il Magister Dorian Pavus ha come allieva, uno di quegli elfi che disprezzano tanto-

-Sarò onorata di imparare dal migliore a controllare questo potere, ma prima vorrei imparare a fare le cose più semplici con questo nuovo braccio-

Sorrise -Certo, ci sentiamo tra po', riposati-

-Ah Dorian…- lo richiamai e si voltò -Tilani ha detto che c’era un sigillo, Solas ha sentito che è stato spezzato?-

-No, non rimane un collegamento con chi l’ha lanciato, se non lo viene a sapere dalle sue spie, non sa ancora del braccio e come sai qui non può entrare nessuno a parte me-

-Bene, ringrazia ancora Tilani da parte mia-

I giorni passavano lenti, le mie condizioni miglioravano. Finalmente potei abbandonare il letto e camminare un po', un bel bagno e mi sentivo come nuova, iniziai ad esercitarmi a tenere in mano il pugnale. La mano funzionava divinamente, dovevo abituarmi a sentirla come mia e non come un corpo estraneo, ma per quello ci voleva tempo.

Tiravo giù vari libri dagli scaffali a caso, leggendo quello che trovavo mi capitarono tra le mani manoscritti sull'Oblio, argomentati in modo assai contrario e diverso di come lo avevo conosciuto con Solas.

Solas, almeno una volta al giorno pensavo a lui, spero che stia bene e che non stia architettando qualche altra pazzia, almeno se lo deve fare lo voglio ritrovare prima. Mi manca, mi manca terribilmente. Sfogliai le pagine, ritrovandomi davanti un disegno di un demone dell’orgoglio, restai a fissarlo e mi si parò davanti il ricordo del viso di Solas furioso e poi profondamente afflitto. Saggezza. Lui sta resistendo anche senza il tuo aiuto, sono sicura che gli sei stata di supporto e conforto per molti anni. Quel giorno avrei tanto voluto riuscire a salvarti, solo per lui, magari mi avrebbe mostrato ancora quel sorriso che adoravo, invece mi hai fatto scoprire il suo odio e la sua ira. Alla fine non lo avevo fermato. Io non mi sarei fermata. Era stata vendetta, giustizia o entrambe?

Cominciai con Dorian ad esercitarmi nei primi incantesimi, all'inizio non fu facile prendere confidenza con tutto quel potere. I sussurri del pozzo del dolore mi stavano aiutando come mai avevano fatto prima e per la gioia di Dorian imparavo in fretta, molto in fretta.

Ero seduta su una poltrona di fronte al camino -Cassandra, qualche traccia? Qualunque cosa, che mi permetta di trovarlo, Leliana non ha trovato nulla? Lui può sparire così, ma non penso che gli elfi che ha al suo servizio possano fare lo stesso facilmente!- avevo detto quelle parole rassegnata, mi stavo deprimendo, non andava bene, mi sembrava di perdere tempo, ne avevo già lasciato passare fin troppo. Tra lo scioglimento dell’Inquisizione, la ripresa delle nostre vite perché sembrasse tutto normale e l’infiltrazione delle nostre spie, che era stata tutt’altro che semplice senza più alleanze ufficiali, è già passato un anno! Mi alzai e guardai fuori dalla finestra, arrabbiata, continuavo a essere arrabbiata. Perché? Perché non mi aveva portato con lui? Era una mia scelta e volevo aiutarlo a portare quel peso, non voglio che affronti tutto questo da solo! Stupido orgoglioso! Perché mi vuoi proteggere fino a sparire dalla mia vita? Pensi davvero che riuscirei a dimenticarti?

-Vado in giardino ad esercitarmi, rischio di far esplodere qualcosa…- mi diressi verso la porta come una furia.

-Yen...mi dispiace...- rispose triste

Mi voltai verso di lei -Non è colpa vostra Cassandra, so che state facendo il possibile, perdona questi miei sfoghi- presi i pugnali, il mantello e mi misi il cappuccio, avevo cambiato idea, avevo bisogno di camminare, dovevo trovare un posto dove stare da sola, volevo provare più seriamente il potere che mi sentivo scorrere nelle vene. Ne sentivo il bisogno, era come cercare di domare un drago e i sussurri incitavano questa mia sete di sapienza. Dorian faceva molto per me, ma i sussurri mi stavano insegnando a conoscere appieno questo potere, più imparavo più ormai li capivo perfettamente. Mi capitava, anche senza accorgermene di rispondere nell'Antica Lingua, stavo cambiando.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche



CAPITOLO 3

In strada cercai di non farmi notare, non volevo guai. Mi diressi fuori città, osservai le distese di campi che arrivavano fino al limitare del bosco, scorsi qualche contadino. Abbandonai la strada maestra raggiungendo il fiume, lo seguii e cominciai ad inoltrarmi nella foresta, finché non rimasi finalmente sola. Circondata dagli alberi e sola. Da quanto tempo non mi capitava? Sembrano passati secoli da quando era una cosa perfettamente normale e abitudinaria quando ero al clan.

Aprii il palmo della mano di fronte a me e concentrai il mana, dando vita a una fiammella. Restai ad osservarla, non avrei mai immaginato di poter un giorno fare una cosa del genere. La cosa sconvolgente è che mi veniva naturale come respirare, come se lo avessi sempre fatto.

All’improvviso udii dei rami spezzarsi, chiusi a pugno la mano, annullando la magia e mi voltai.

Mi ritrovai davanti una ragazzina di dieci anni, capelli biondi e iridi azzurre, che mi guardava allarmata, aveva il fiatone, ed era visibilmente spaventata. Altri rami, urla di uomini, stava per scappare via, ma la presi per un braccio tirandola dietro la mia schiena come per nasconderla, le sue piccole mani si aggrapparono alla mantella. Poco dopo la fonte del rumore precedente ci raggiunse. Degli uomini umani furiosi mi posarono gli occhi addosso e sorrisero

-L’abbiamo trovata!- urlò uno dei due, ne vidi comparire poco dopo altri, li osservai, erano armati. In quattro per dare la caccia ad una bambina? Li studiai, spada, pugnali, arco e ancora una spada. Dovevo proteggerla ma se mi muovevo, l’avrei lasciata scoperta, che fare?

-Dacci la mocciosa!- ringhiò uno

-Mi chiedo perché mai tutto questo per una semplice bambina- risposi pacata

Un altro ridacchiò -Una donna?-

-Togliti il cappuccio bellezza!-

Il più vicino si fece avanti velocemente, sentii la bambina stringermi ancora più forte, estrassi un pugnale e puntai alla testa, l’uomo lo schivò per un soffio e si fece indietro, una linea di sangue gli comparve sulla guancia.

-Bastarda…- si passò una mano su di essa per poi fissare il sangue che gli era restato sulla mano, si fece cupo per poi fissarmi minaccioso. Stava per rifarsi in avanti, ma un suo compagno lo bloccò

-Ci penso io, mi piacciono quando sono così aggressive- e mi guardò attentamente -Penso proprio che mi divertirò quando ti avrò preso-

Decisi di attirare l’attenzione su di me, se erano schiavisti, un adulto doveva valere più di una bambina. Sfilai il mantello lentamente, mi guardarono profondamente compiaciuti, mi inginocchiai e coprii la bambina con la mantella fissandola in viso con un sorriso accennato, era terrorizzata

-Chiudi gli occhi e copriti le orecchie, va bene? Promettimelo- sussurrai, annuì con un cenno del viso

-Che fortuna ragazzi, è pure un elfa! Ed è uno schianto! Dopo ci divertiremo un sacco e ne faremo anche un guadagno-

-A te toccherà per ultimo, visto che ti sei fatto scappare la mocciosa da sotto il naso-

Erano disgustosi, mi stavo per alzare, ma la bambina mi trattenne con una mano dalla manica

-No…ti faranno del male…come alla mamma…- gli occhi le si riempirono di lacrime e tremava. La mamma? Quei bastardi hanno…una rabbia enorme emerse -No, non lo faranno piccola, tu fai quanto ti ho detto, andrà tutto bene, promesso-

Mi alzai e li fissai fredda, con odio e disprezzo

Risero -Guardate che occhi ragazzi, crede di far paura!-

-Hanno sempre tutte quella faccia prima, poi invece urlano chiedendo pietà-

Estrassi anche il secondo pugnale, sarei stata veloce, molto veloce. Erano anche disposti perfettamente, mi stavano sottovalutando e le gole erano tutte scoperte. Morti che camminano.

Mi celai nelle ombre e mi spostai velocemente su di loro, passai la lama da uno all’altro. Un fiotto di sangue sgorgò dalle gole, inondando il terreno, i corpi caddero a peso morto sul loro stesso sangue. L’unica cosa rimasta, un’espressione di sorpresa sui loro volti. Pulii le lame sui loro vestiti per poi rinfoderale. Mi voltai verso la piccola elfa che stava facendo quanto le avevo detto, mi avvicinai coprendole gli occhi con una mano, si irrigidì impaurita.

-Vieni, tra poco toglierò la mano- dissi dolcemente, la spinsi lontano da quel lago di sangue, fino al limitare del bosco. Mi inginocchiai di nuovo alla sua altezza posandole le mani sulle spalle -Puoi aprirli ora- mi osservò attentamente e poi si guardò intorno -Quegli uomini…- disse esitante

-Non torneranno più- almeno aveva smesso di tremare -Da’len, i tuoi genitori?- non avrei voluto chiedere, ma non potevo lasciarla lì.

Abbassò lo sguardo afflitta, non rispondendo -Non sai dove andare, vero?-

Annuì con un cenno del viso. Le tolsi la mantella, era troppo lunga e avrebbe rischiato di inciampare.

-Facciamo così, la vedi la strada?- e la indicai, annuì di nuovo e abbozzai un sorriso

-Da quella parte entri in città e vai alla casa che ti descrivo, lì sarai al sicuro-

-Da sola? Ma…- rispose spaventata, l’avrei accompagnata, ma non potevo tornare, non per quello che avevo in mente.

-Non ti preoccupare, ce la farai, anche prima sei stata bravissima!- la incoraggiai

Abbozzò un sorriso, presi da una delle tasche una moneta di rame e la strinsi nella mano, con un piccolo incantesimo incisi sul metallo il simbolo dell’Inquisizione

-Una volta che sarai arrivata, chiedi di Dorian e Cassandra e dagli questa moneta, dì loro ‘non cercatemi e prendevi cura di questa bambina’-

Annuì di nuovo, ma le feci ripetere più volte quello che le avevo detto, poi la osservai allontanarsi finché non sparì alla mia vista, sospirai, ero un po’ preoccupata…non le avevo neanche chiesto come si chiama…

Tenni la mantella piegata sul braccio e feci la strada a ritroso, mettendo più distanza possibile tra me ed i cadaveri di quelle bestie. Una idea strana mi era venuta in mente, più che strana, pazza. Voleva giocare a nascondersi? Voleva sparire? Bene, ma non mi avrebbe controllato, così da sentirsi meno in colpa, così da vedere che ero viva e stavo bene. Questo non sapere cosa sta facendo e dov'è, mi sta uccidendo lentamente, è ora di dare un taglio al passato.

Posai il mantello a terra, presi un pugnale e lo lavai nel fiume, lo portai poi ai capelli, tagliandomeli. Li avevo fatti crescere fino alle spalle in questi tre anni, ritornai così al mio vecchio stile da cacciatrice Dalish, in combattimento erano più funzionali. Con una magia cambiai il colore degli occhi e dei capelli. Da viola a grigi, e da neri ad un biondo chiarissimo. Mi osservai nel riflesso del fiume che scorreva tranquillo, bene, difficilmente sarei stata riconosciuta per l'aspetto. Indossai il mantello e mi incamminai sempre più in profondità nella foresta, sapevo che non molto lontano ci sarebbe stata la prossima città, ci eravamo passati con Aryal all’andata. Avrei tenuto i pugnali, non potevo separarmene, ma avrei ripreso in mano l'arco, avevo dovuto imparare per forza quando ero ancora al clan, ero un po' arrugginita, ma mi sarei adattata.

Yen, non potevo continuare ad usare il mio nome, troppo particolare e insolito, un nome comune sarebbe stato perfetto. Sospirai, comune? Sorrisi, no non potevo avere un nome comune, non faceva per me.

Giochiamo un po' Solas, giochiamo Temibile Lupo, ti avrei trovato fosse stata l'unica e l’ultima cosa che avrei fatto in vita mia. Fen suonava bene, richiamava il suo nome, Fen'harel.

Il mio nome, il mio passato, sarei scomparsa da tutti, ho fatto la mia mossa e non intendo perdere. Non sarebbe finita così tra noi due, non te lo permetto.

Verso sera cominciai ad intravedere le luci della città, era già tardi e cercai una locanda per la notte. La gente iniziava a rientrare in casa, mi diressi verso il quartiere degli elfi, 'Locanda Povis' non era messa benissimo, ma piuttosto che dormire per strada o nel bosco, non erano clementi le temperature in quel periodo dell'anno. Entrai, una semplice locanda, qualche bevitore abitudinario, mi avvicinai al bancone.

-Avete una camera?-

Venni osservata dall'oste -Certo, qualcosa da mangiare?-

Sorrisi -Perché no? Cosa propone il cuoco stasera?-

Sospirò e si rilassò, abbassando la guardia -Stasera mia moglie, ha fatto una zuppa di radice elfica-

Presi posto su uno sgabello e posai due monete d'argento sul bancone -Non vedo l'ora-

Poco dopo, mi fu servita una minestra, il profumo era invitante, l’assaggiai. Non era male, avevo mangiato di peggio quando restavamo  accampati e le scorte stavano finendo.

-Non sei di queste parti vero?- domandò una voce maschile alle mie spalle

-Devo rispondere?- non dirmi che è un problema in arrivo…

Una figura si sedette su uno sgabello affianco a me, lo osservai con la coda dell’occhio, capelli castani e iride ambrate, che sfacciatamente continuavano ad osservarmi, lo ignorai.

-Quindi sei da sola? Non è pericoloso?- domandò innocentemente

-Posso assicurarti che l’unico che potrebbe trovarsi in pericolo sei tu- risposi tranquillamente

Ridacchiò, finii di mangiare e mi venne indicata la camera, mi affacciai ad un corridoio e lo percorsi per qualche metro. Venni bloccata da un braccio e mi voltai seccata, ritrovandomi l’elfo di prima.

-Cosa posso fare per te?- domandai infastidita

Si avvicinò ad un palmo dal mio viso -Secondo te?-

Idiota, li trovo tutti io o ce ne sono in giro troppi. Gli posai una mano sul petto spingendolo con forza indietro e sfilando decisa il braccio dalla sua presa -Trova qualcun’altra- e mi voltai dirigendomi a letto. Mi sorpassò bloccandomi la strada, lo fissai infastidita -Hai capito cosa ho detto? Togliti di torno- gli passai di fianco, ma venni spinta contro al muro. Sospirai, perdendo la pazienza, ero stanca e odiavo tutta quella confidenza. Si chinò tentando di baciarmi, in risposta gli tirai una testata, urlò sorpreso lasciandomi andare. Si affacciò l’oste preoccupato e guardando severo il ragazzo -Tu fuori da qui! Quante volte te lo devo dire?- poi si rivolse a me -Mi dispiace, io…- lo interruppi -Fa nulla, ma tenetemelo lontano- e lo fissai minacciosa, si stava tenendo la mano sul naso, notai qualche rivolo di sangue.

Finalmente raggiusi la camera, squallida, ma pulita, era già qualcosa. Mi stesi e mi passai una mano sulla fronte. Non amavo quel colpo, anche se era stato il più efficace in quel momento. Chiusi gli occhi  e più velocemente del previsto mi addormentai.

Una foresta, ma che sorpresa…la conoscevo o almeno avevo imparato a riconoscere quel luogo, continuando a sognarlo nell’ultimo anno. Osservai i dintorni e vidi quello che mi aspettavo, un lupo, parecchio grande, con un folto manto nero e innumerevoli occhi rossi, intelligenti e tristi. Le prime volte, avevo sempre cercato di raggiungerlo, con il solo risultato che spariva alla mia vista, quindi alla fine avevo imparato a mantenere le distanze, visto che era quello che voleva. Gli parlavo, ma naturalmente non ricevevo mai risposta, si limitava ad osservarmi.

Provai di nuovo ad avvicinarmi e per mia sorpresa, rimaneva dov’era, mi passai una mano tra i capelli. Stupido, ora che non sapevi dove fossi, ti preoccupi?

-Non riesci a lasciarmi andare, ma lo dovrei fare io?- distolse i suoi occhi da me, incredibile riesce a farmi arrabbiare anche nei sogni! Non avevo mai provato ad usare i miei poteri in un sogno, non ero Solas, lasciai perdere, prima di fare qualche danno. Visto che non si allontanava, mi sedetti accanto a lui e mi sdraiai.

-Tanto non dirai niente come al tuo solito e io non ho nulla da dirti, svegliami dopo, non vorrei dormire troppo- si girò verso di me, guardandomi divertito, lo ignorai.

Mi svegliai, stava sorgendo il sole, maledetto è prestissimo! Cercai di dormire ancora un po’, senza successo. Scesi e chiesi informazioni -Chi è il migliore a costruire archi?-

L’oste mi guardò incuriosito -Amos è il migliore, come li fa lui non li fa nessuno, hanno una potenza sbalorditiva- mi feci indicare dove si trovava, uscì e mi avviai. Quella zona era povera, vedere la mia gente costretta a servire un popolo che si riteneva superiore, mi irritava, non che nei campi Dalish si vivesse meglio, una vita basata su leggende distorte nel corso dei secoli. Trovai la bottega, entrai e notai un elfo intento a levigare del legno.

-Ho bisogno di un arco, Amos?- alzò lo sguardo, non rispose e continuò a lavorare, appoggiò gli attrezzi e mi osservò, era un elfo di età ormai avanzata, ma i suoi occhi erano vigili e attenti.

-Un arco dici? Vedo degli ottimi pugnali o non sarebbe meglio un bastone da mago?- trattenni la sorpresa e sorrisi, quell'elfo era più di quello che dimostrava.

-Perché un bastone da mago? Nel Tevinter gli elfi non possono praticare la magia, non mi serve- mi studiava con attenzione.

 -Il mio istinto mi dice che stai cercando un’arma particolare, non un semplice arco, da’len. Un arma che è in grado di far scoppiare una guerra o una ribellione, sbaglio?-

Lo ascoltavo attenta, chi era? Mi avvicinai e mi appoggiai ad uno stipite.

-Per adesso mi limiterei a cambiare la mia vita, hahren- risposi, senza sbilanciarmi, non volevo far notare l’agitazione che mi stava assalendo

Ridacchiò -Cambiare la propria vita è un inizio, soprattutto per una ragazza giovane- si alzò e si spostò nell'altra stanza, ritornò poco dopo con un arco particolare, stupita lo osservai, dove l'ha preso? Ho visto solo una volta quegli archi ed era al Tempio di Mythal. Me lo porse e lo presi, sapevo già essere ottimo.

-Un arco eccezionale, i miei complimenti, lo prendo-

Sorrise -Mi sembri una ragazza talentuosa, l'arco te lo regalo. Se vuoi cambiare la tua vita, andrei fuori città, vicino alle rovine elfiche, dovrai stare attenta però-

Stavano armando gli elfi? Non so se era destino o fortuna, Leliana non aveva trovato nulla da un anno, e io in un giorno forse avevo trovato una pista?

-Ti ringrazio, mi domando come tu faccia a vivere se regali oggetti così preziosi...-

Abbozzò un sorriso -Ormai sono vecchio, ho già tutto quello di cui ho bisogno-

-Dareth shiral- uscii in strada, ero agitata. Rovine elfiche prossima tappa.

 

 

 

 

 

 

Dareth shiral: addio
Hahren: anziano, termine usato come forma di rispetto dai giovani
Da’len: bambino/a

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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CAPITOLO 4

Un silenzio innaturale, il cinguettio degli uccelli era assente. Andai al centro delle rovine come una sprovveduta, mi avrebbero visto bene. Una freccia venne scoccata ai miei piedi, osservai i dintorni. Bene, bene, elfi con archi come il mio, avrei dovuto risalire dai bassi fondi per arrivare in cima fino a lui.

-Chi ti manda?- li esaminai, sembravano dei banditi -Amos- risposi, erano in cinque, neanche troppi, un paio erano rimasti nascosti, ma non sprovveduti.

Mi osservarono dalla testa ai piedi -Mi ha detto di venire qua se volevo cambiare la mia vita-

Sorrisero -Dipende cosa intendi per cambiamento...-

-Me lo domandavo anche io in effetti, ma vi ascolto, sarei interessata- molto più interessata di quanto possiate immaginare, la cacciatrice che è in me, era eccitata, dopo un anno provavo ancora quel piacevole brivido che la mia preda non fosse così lontana come sembrava. La fiamma della speranza dentro di me, che tendeva giorno dopo giorno a morire, aveva avuto un guizzo di vitalità.

 -Siamo un gruppo molto più esteso e siamo stanchi di fare da schiavi agli umani, ti sto proponendo di combattere per la libertà-

Continuai a fare l'ingenua -Spero davvero che siate più di sette, se no la vedo difficile-

L'elfo mi guardò sorpreso -Hai già avuto modo di combattere, suppongo-

-Ho avuto le mie guerre personali- fece un cenno ai due elfi nel bosco che uscirono.

-Perfetto, vedi quella statua di lupo? C'è un pulsante premilo e buona fortuna- sorrisi, ero sulla strada giusta.

Il gruppo di elfi sparì nel bosco, mi avvicinai alla statua e premetti il pulsante, si spostò di lato, scale, avevo già visto un anno fa un meccanismo del genere, scesi e percorsi il corridoio, altre scale, mi trovai infine davanti un Eluvian, chissà magari l'avrei trovato prima di quanto pensassi, lo attraversai.

Delle sentinelle con gli archi puntati, ottimo, mi si avvicinò un elfo, trattenni lo stupore, Abelas!? Sperai che non mi riconoscesse, istintivamente abbassai lo sguardo. Con tutte le persone che esistono a questo mondo, dovevo incontrare quello che avrebbe potuto mettere fine prematuramente al mio piano?  Mi osservò -Una nuova recluta, bene, prima però non possiamo rischiare che tu sia una spia, verrai controllata- fece cenno di seguirlo. Meno male che non mi vedeva da tre anni! E con questo travestimento non ha dubbi! Ero sollevata, anche se non so se sarebbe durata. Mi rivenne in mente l’ultima volta che l’avevo incontrato al tempio di Mythal e Solas come gli aveva parlato, si era riferito a lui come “lethallin”, “amico mio” come avevo potuto essere così cieca? Si conoscevano.

Mi guardai in giro, edifici tutto sommato in buono stato, molti elfi che andavano e venivano, tutti occupati a quanto pare.

-Entra qua e cambiati, lascia i tuoi effetti personali sul tavolo- indicava una porta, entrai senza fare domande e la richiuse alle mie spalle. Un ripiano, con sopra un’armatura elfica e in un angolo un paravento.

Mi cambiai come richiesto, speriamo che come controllo non facciano nulla di strano o peggio magico, se Abelas mi riconosce non so come andrà a finire, sono già a buon punto, se anche mi avesse scoperto, sapevo che Solas si sarebbe fatto vivo, ma perché non continuare "il gioco" finché potevo? Mi avrebbe avuto sotto il suo naso, ma intanto avrebbe provato quello che mi sta facendo passare da tre anni! Altro che sogni!!

Misi sul tavolo i miei pochi averi e i pugnali. Era molto comoda l'armatura, non impediva affatto i movimenti, sembrava anche molto resistente, assomigliava alla sua, ma senza pelliccia naturalmente. Bussarono alla porta -Avanti- un elfo vestito uguale a me -Seguimi- detti uno sguardo alle mie cose sul tavolo -Non ti preoccupare le riavrai indietro- uscii dalla stanza.

Fui condotta attraverso un corridoio e mi indicò un’altra porta, mi avvicinai, il battito del cuore aumentò, sono nervosa? Ho affrontato di peggio, cosa vuoi che succeda? Forza Yen, vediamo se siamo bravi quanto lui ad ingannare, devo solo mentire dove necessario, respirai profondamente ed entrai. Una stanza simile alla precedente, con una sedia ed un tavolo di fronte, era particolarmente buia, l’unica fonte di luce proveniva da delle candele poste sull’unico ripiano disponibile, assomigliava alla sala degli interrogatori tanto cara a Leliana.

Un paio di elfi seduti ed un terzo in piedi in un angolo, che ad un occhio non attento sarebbe sfuggito. Con un gesto mi indicarono la sedia.

-Piacere di conoscerti- feci un cenno con la testa -Quindi come ti chiami? E come mai ti trovi qui?- mi concentrai e mi misi sul viso un sorriso, non dovevo sembrare più nervosa del dovuto -Il mio nome è Fen, il perché mi trovo qui dovreste già saperlo- entrambi sorrisero -Solo Fen?-

Sospirai -Già, non ho altri nomi da esporre- non potevo dire di provenire dal clan Lavellan, l’Inquisitore proveniva dagli stessi Dalish, sarebbe stato difficile, se non impossibile far credere che non la conoscessi, preferivo non inventarmi una provenienza a caso, avrei rischiato di mettermi in trappola da sola. Non ci furono espressioni sorprese, magari non ero l’unica a rispondere così, c’è chi scappava dal proprio passato…in un certo senso lo stavo facendo anche io, sarebbe stata una reazione normale. Invece, visto che iniziavo a dubitare di essere sana di mente, stavo andando incontro a parte del mio passato, al più doloroso di tutti, a quello stupido orgoglioso che era diventato la mia ragione di vita. È il mio vhenan, lo sarebbe sempre stato, lo sapevo. Dubito sarei mai riuscita a chiamare qualcun altro in quel modo intimo, o a farmi chiamare così da un'altra bocca, da un’altra voce che non fosse la sua.

-Come ti avranno già accennato vogliamo liberare gli elfi dalla schiavitù imposta dal Tevinter, e come immagini per fare una cosa del genere ci servono molte persone- li osservai, l'unico che mi stava rivolgendo la parola, era tranquillo, gli altri due mi guardavano come se dovessi fare un passo falso da un momento all'altro. Quello nell'angolo, stava nascosto nelle ombre, si notava soltanto il profilo della sua figura e il cappuccio calato sul viso, mi si insinuò un senso di inquietudine.

-Infatti questa situazione da voi descritta è insopportabile e vorrei aiutare per riporvi rimedio-

-Ne siamo felici, ma prima raccontarci un po' di te, da dove vieni? Cosa facevi?- bene si inizia

-Provengo dai Liberi Confini e ho viaggiato parecchio, sono stata nel Ferelden e Orlais, mi è capitato di combattere per guadagnarmi da vivere-

Erano sorpresi -Per essere così giovane hai già viaggiato parecchio!-

Sorrisi -Già, non mi piace stare troppo tempo nello stesso luogo, adoro scoprire cose nuove- in parte era vero, anche se forse avrei fatto a meno di demoni, prole oscura, complotti, insomma cose fuori dal normale, anche se ormai la mia definizione di normale discostava parecchio da qualunque altra persona, e dopo tutto quello che avevo passato in così poco tempo, non mi sarebbe dispiaciuta un po' di tranquillità, ma dubito che con Solas ce ne sarebbe stata molta prevista per il futuro.

-Abbiamo notato che hai dei pugnali, come mai stavi cercando un arco? Ammetterai che è un po' strana la cosa-

-Può sembrare insolito, ma visto che i soldi iniziavano a scarseggiare, mi serviva qualcosa di più pratico per cacciare, con i pugnali non è il massimo, spenderei più energie del necessario- replicai

-Concordo con te. Invece con i demoni hai esperienza?- mi scappò un'espressione sconsolata, è passato un anno dall'ultima volta, ma mi davano ancora la nausea.

-Per mia sfortuna sì, ho esperienza anche con loro. Tutto sommato li dovrei ringraziare, mi hanno permesso di conoscere persone molto interessanti, ho avuto modo di stare nell'Inquisizione- provai a rischiare un poco, si fecero più interessati

-Nell'Inquisizione? Allora avrai avuto modo di conoscere l'Inquisitore e i suoi alleati!- domanda trabocchetto?

-Io? No, ero nell'esercito, guidato dal capitano Cullen, ho visto l'Inquisitore e i suoi compagni solo da lontano, sono felice che fosse un elfa a guidarci...peccato che abbia sciolto tutto, mi ci trovavo bene, ho sentito delle voci che stia cercando qualcuno, ma non saprei altro- li studiai con attenzione, l'elfo nell'angolo cambiò appoggio e intervenne

-Signorina Fen ha un esperienza di tutto rispetto, oltre ad un nome particolare se posso aggiungere, continueremo a tenerla d'occhio, come può capire. Appena uscirà dalla stanza troverà qualcuno che le spiegherà le sue mansioni e le farà vedere i suoi alloggi- a quanto pare Abelas assisteva agli interrogatori, sorrisi compiaciuta, se l’avevo scampata con lui, non avrei dovuto temere nessun altro in quel luogo -Già, me lo dicono tutti, vi ringrazio-

Stavo per alzarmi, ma mi si mise di fronte scrutandomi, velocemente allungò una mano verso il mio viso, vedevo sprigionarsi una magia. Mi ritrassi facendo scorrere la sedia sul pavimento, non dovevo reagire, non con i miei poteri almeno, cosa voleva fare?

Lo fissai attenta -Cosa sta facendo?- domandai nervosa

Rimase serio -Un ulteriore controllo…ha dei buoni riflessi-

Se non li avessi sarei già morta- risposi sinceramente

-Ha detto di essere stata nell’Inquisizione, quindi avrà conosciuto anche dei maghi-

-Certo, ma preferirei sapere cosa vuole fare prima-

-Un incantesimo per vedere se qualcuno vi sta tracciando, questo luogo non deve essere scoperto-

Lo osservai, rifiutare ulteriormente non sarebbe una mossa saggia, non voglio farlo insospettire oltre -Va bene- e mi riavvicinai. Portò la mano di fronte al mio viso, il suo mana scorreva intorno al mio corpo. I sussurri presero il sopravvento, non li potevo controllare “Banal Nadas  cercai di rimanere impassibile, non so se con quello che stava facendo poteva avvertirli, era pur sempre anche lui legato a Mythal come lo sono io.  Poco dopo concluse, ma mi osservava confuso.

-Ha incontrato qualche mago recentemente?-

Lo fissai allibita, non capivo…perché quella domanda? -Sì, c’è qualcosa che non va?- non aveva senso mentire

-Può andare- rispose serio e pacato.

Mi mossi assorta e uscii dalla stanza, seguendo un elfo che mi aspettava -Banal Nadas, niente è inevitabile- sussurrai, aveva evitato la mia domanda…che in quel momento mi abbiano protetto? Non hanno permesso ad Abelas di scrutare quello che non doveva? Quindi aveva fatto qualcosa di più o di differente rispetto a quello che mi ha detto?

Comunque la parte difficile è andata, ora dovrò discretamente prendere informazioni e se questa sarà la mia vita nei prossimi mesi che ben venga, non è tanto diversa da quella precedente, dovrò impegnarmi a salire di grado così da iniziare poi la caccia vera e propria.

-Qua è dove dormirai, hai delle compagne di stanza, lascia giù le tue cose e seguimi, dobbiamo vedere a che livello sei con le armi-

Due letti a castello, una camera semplicissima, con l'essenziale, sistemai i miei averi su un posto libero e andai verso la prossima prova.

 

 

Lethallin: sostantivo riferito a qualcuno di famiglia (di sesso maschile)


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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CAPITOLO 5

Un campo abbastanza ampio, tutti che si esercitavano, da una parte chi tirava con l’arco, altri con spada e scudo, istruttori che sbraitavano ordini e rimproveri, una nuova guerra è alle porte.

Mi venne incontro un elfo -Fen, sarò il tuo comandante, che arma preferisci?-

Tirai fuori le lame con il solito movimento veloce -Bene, lei come te usa i pugnali, combattete cercando di non farvi male, devi solo farmi vedere quello che sai fare-

Io avrei dovuto solo far vedere quello che so fare, va bene, allora perché la mia avversaria aveva uno sguardo tanto minaccioso? Non ho ancora fatto nulla e qualcuno già mi odia, benissimo.

Studiai l'elfa, capelli castani come anche gli occhi, sembrava più giovane di me, non era alle prime armi guardandola, ma non penso avesse molta esperienza, troppo rigida, se avesse dovuto cambiare modalità di attacco con solo qualche secondo a disposizione non ce l'avrebbe fatta, contro un umano, contro un demone non ci sarebbe stata partita. E se il mio intuito non sbaglia, perde le staffe in fretta, non proprio l'ideale quando si fa l'assassino.

Puntiamo su questa sua debolezza. Mi posizionai di lato, facendo finta di non prestare attenzione, di solito avrei rigirato il pugnale nella mano sinistra con la lama verso il mio corpo, la usavo per parare eventuali fendenti, ma non mi fidavo ancora, non avevo appreso abbastanza dimestichezza con il braccio nuovo, volevo evitare una figuraccia facendolo cadere, e pensare che in passato eseguivo il movimento durante un combattimento con entrambe le lame se necessario, passando in modo fluido da attacco a difesa. A causa di questa mancanza momentanea, mi ero affidata più del dovuto ai miei nuovi poteri, che non avevo intenzione di usare anche se mi veniva tremendamente naturale. Una volta capito le basi e a gestire il flusso di mana, era stato come imparare a camminare, non mi ero più fermata, e i sussurri che erano sempre vigili correggevano e insegnavano con pazienza. Parlare l’Antica Lingua non era mai stato così facile, una strana nostalgia tranquillizzava il mio spirito alla musicalità delle parole.

-Da’len, se rimani così rigida dubito mi sfiorerai minimamente- la provocai, si bloccò e innervosì maggiormente, come mi aspettavo -È un consiglio nulla di più-

Partì all'attacco, posizione non proprio esatta e non così veloce come vuol far credere. Ha ancora molto su cui lavorare. Mi celai nelle ombre, portandomi alle sue spalle con passo leggero e veloce, era disorientata, agganciai un piede ad una sua caviglia e tirai con forza, cadde in ginocchio, le posai la punta della lama sul collo. Era immobile e teneva lungo i fianchi i pugnali, per poi lasciarli cadere. Udii il comandante applaudire, ritirai il pugnale e offrii la mano all'elfa, che la rifiutò e corse via. La guardai perplessa, era proprio una bambina.

Mi voltai verso il comandate -I miei complimenti, in pochi secondi avevi già capito cosa fare con il tuo avversario! Non ti preoccupare, tornerà è fatta così, avrai modo di conoscerla. Comunque hai molta esperienza, si vede, sia dai tuoi movimenti che da come usi i pugnali, sai perfettamente quello che fai e cosa importante agisci secondo un piano, cosa che non vogliono capire e si buttano alla sbaraglio, per un assassino è inaccettabile!-

Mi divertii ad osservarlo, mi ricordò un po' Cullen -Concordo con lei, essere così impulsivi non la aiuterà, deve mettere da parte l'orgoglio e avere più fiducia in se stessa, ma suppongo che ci siamo passati tutti. Quando capirà che non le dovrà importare nulla che la sua preda, sarà pronta- rinfoderai i pugnali.

Mi studiava pensieroso -Bene, unisciti pure agli altri, trovare qualcuno con le tue abilità è raro,  se ti rivelerai degna di fiducia in seguito ti verranno assegnati degli incarichi- sorrisi e feci un cenno di assenso. Vediamo un po’ questi altri, oltre alla ragazza che era scappata, il gruppo era formato da un’altra donna e un uomo. I due parlavano e ogni tanto mi lanciavano uno sguardo.

Li raggiunsi -Piacere di conoscervi, il mio nome è Fen-

Mi rispose l’elfo moro e con occhi ambrati -Tu dovresti essere una recluta? Non mi inganni, hai fatto vedere un barlume delle tue abilità-

-Ian non ti rendere già antipatico- replicò l’elfa, due splendidi occhi azzurri e una chioma rossa fiammante -Il piacere è nostro, io sono Shani, invece la ragazza che hai affrontato è Nala, dovrebbe tornare tra poco ed è la più inesperta, ma ha delle buone potenzialità-

Un bel gruppo assortito -Mi dispiace, ma ho reagito d’istinto-

-Già sei pericolosa, hai fatto solo i movimenti strettamente necessari, sicura di non essere un vero lupo?- ricevette un occhiataccia da Shani -Hai fatto quello che dovevi, non ti preoccupare per lei, ritornerà con il suo solito sorriso-

Fissai Ian -Un vero lupo dici? Perché non Fen’harel?- lo guardai con sfida e un sorriso beffardo

Gli si dipinse sul viso un’espressione perplessa -Ti insulti da sola?-

Ridacchiai -Insultarmi? No, penso di non trovarlo come tale da quando ho smesso di essere una bambina, anzi essendo un’assassina l’ingannare è diventato il mio mestiere, quale soprannome migliore?-

Venimmo interrotti -Ora basta chiacchierare, continuate ad allenarvi- esclamò il comandante. Passai da una prova all’altra, esercizi che avrei potuto fare ad occhi chiusi, ripetuti fino alla nausea ad Haven con Leliana e Cassandra, un ripasso non può far male, ma diavolo se mi stavo annoiando, sperai di fare al più presto qualcosa di differente. I miei nuovi compagni erano sbalorditi, ma non chiedevano, vedevo un misto di curiosità e ammirazione, non ero nuova a quel tipo di attenzioni, ma cercavo di ignorare lo stupore che non aveva travolto solo loro.

-Sei…bhe…come fai?- chiese Shani, stavamo facendo degli scontri corpo a corpo e per loro sfortuna, anticipavo senza sforzo varie tattiche e movimenti

-Buone insegnanti e la guerra se sopravvivi insegna molte cose- risposi tranquilla

-Guerra?- domandò Ian attento, abbozzai un sorriso -Avere una vita tranquilla non è nei miei programmi purtroppo- solo una pazza sarebbe corsa dietro un Dio elfico e sempre una pazza avrebbe raccolto una sfera che l’aveva quasi mandata al Creatore in più di un’occasione. La parola ‘tranquillità’ non sapevo più cosa fosse, in poco tempo era stata sostituita dalla parola ‘caos’ riconducibile a stress perenne. Altri esercizi

-Sei brava, ma noto una gran punto debole, sei impacciata con la mano sinistra- affermò Ian

Lo saresti anche tu se non fosse il tuo braccio originale! Avrei voluto rispondere, invece -Lo so, ma non molto tempo fa, mi sono fatta male e non ho ancora recuperato completamente-

Mi guardò perplesso -La mano? Non vedo…- lo interruppi -L’intero braccio, ma se permetti non ne voglio parlare- mettendo fine alla discussione.

Arrivò la sera e il tempo di riposare, ci stavamo cambiando -Quindi non abbiamo più avuto modo di parlare, da dove vieni?- la osservai, Shani era l’unica che in tutta la giornata non mi aveva guardato diffidente, sembrava una ragazza simpatica, Nala infine era ritornata con il suo sorriso, però per tutto il giorno mi aveva guardato in modo truce, si era già messa a letto, per evitare qualsiasi contatto.

-Liberi Confini, però ho viaggiato molto ed eccomi qui, tu invece? Se non sbaglio hai un accento del Ferelden-

Sorrise compiaciuta -Sì esatto, più precisamente Crestwood, pensavo che ormai non si sentisse più questo mio accento, hai un buon orecchio-

La guardai incuriosita -Crestwood? Ci sono passata, avete avuto un problema con la prole oscura anni fa, se non erro-

-Sì esatto, per fortuna è intervenuta l’Inquisizione da quel che ho saputo, io me ne sono andata poco prima del loro intervento e mi sono ritrovata qui-

Tolsi la giaccia in pelle e poi la maglia, rimanendo solo con la fasciatura sul seno, percepii Shani fissarmi, mi rivolsi verso di lei, stava osservando il braccio con la cicatrice, rialzò lo sguardo verso il mio imbarazzata -Scusa…è che…- conclusi -Fa impressione?- era abbastanza estesa infatti

-A parte quello…deve aver fatto un male tremendo, cosa ti è successo…? Se me lo vuoi dire naturalmente…-

Stetti un po’ in silenzio. Non sapevo che inventarmi, decisi di restare vaga -Pensavo che sarei morta, ci sono andata vicino per ben tre volte a causa di questa ferita…ed è stata in parte sia una benedizione, che una maledizione. Se non l’avessi, non sarei neanche qui-

-Quindi non sei finita qui per caso, come la maggior parte di noi?- domandò attenta

Restai in silenzio continuando a svestirmi, mi sedetti sul letto -Che io sia qui è un caso, ma sono dove dovrei essere- non avrei potuto essere più criptica, potevo fare concorrenza a Solas se andavo avanti così. La osservai, era perplessa -Va bene…mi arrendo, non so che significato nascosto ci sia dietro quelle parole, ma mi terrò felicemente i miei dubbi- rispose sorridendo

Abbozzai un sorriso e decisi di cambiare discorso, magari avrebbe saputo dirmi qualcosa di più

-Ti trovi qui da molto?-

Si sdraiò -Ho viaggiato parecchio anche io, ormai però sono ferma qua da quasi un anno, volendo avrei già potuto salire di grado, ma ho rifiutato, non mi piace dare ordini. Da come ti guardava il comandante ti avverto che ti sta tenendo d’occhio, quindi se è quello che vuoi non dovresti avere problemi, tempo qualche mese se non meno e comincerai a sbraitare a destra e manca come fa lui- ridacchiò

-Chissà, tutto sommato ci ho fatto l’abitudine, ho dovuto dare diversi ordini in passato. Non capisco ancora una cosa però, chi comanda qua? Va bene liberare gli elfi dalla schiavitù, ma di più non hanno detto- risposi sinceramente

Sospirò e mi guardò -So che ci sono altre strutture come la nostra, ed una base principale, ma non ci sono mai stata. Qua gli ordini li da l’elfo che ti ha accolto davanti allo specchio, si chiama Abelas, a sua volta so che riceve gli ordini da un elfo che mi è capitato di vedere solo un paio di volte. Ha un’aurea strana e porta un’armatura come le nostre, ma con una stola da lupo…devo essere sincera è inquietante, ha uno sguardo particolarmente freddo e distaccato-

Trattenni un sorriso, Solas e i suoi sguardi micidiali, me ne ero beccato uno l’ultima volta che ho iniziato a urlagli contro. Quando pensa sempre di aver ragione è irritante, ma avevo imparato  a tenere testa a questo suo orgoglio smisurato, arrivando ad avere dei confronti piuttosto interessanti -Capisco, quindi non passa da parecchio?-

Mi guardò incuriosita -Perché ti interessa?-

Ridacchiai -È un segreto di stato? Voglio solo sapere da chi prendo ordini, tutto qua-

-È da un po’ che non passa, quindi se hai fortuna potrai placare la tua curiosità- sbadigliò -Sarà meglio dormire o domani sarà un disastro-

-Giusto, buonanotte- e mi misi comoda, se sarò altrettanto fortunata come lo sono stata fino adesso, dovrei trovarmelo davanti, da quel che ho notato oggi, ci sono molti soldati e reclute, ma le figure di comando scarseggiano, un ulteriore punto a mio favore.

 

Un’altra volta la stessa foresta, avrebbe continuato così per sempre? Almeno cambiasse luogo, sta diventando monotono. Era vicino ad un piccolo lago e fissava lo specchio d’acqua. Un lago? Aspetta, da quando c’è?  Alzai lo sguardo, due enormi statue di halla. Riaffiorarono sentimenti che avevo imparato a dimenticare, un senso di abbandono e dolore mi si diffuse nel petto, li trasformai in rabbia. Mi sta prendendo in giro? -Ti stai divertendo?- esclamai sprezzante, non si voltava, continuava a fissare il lago, ma che sta facendo? Mi avvicinai e mi specchiai a mia volta, non vidi la mia immagine, ma un lupo con un mantello candito come la neve, sorpresa feci un passo indietro, persi l’equilibrio e caddi -Ahi!- che botta, anche i dolori fisici erano alquanto reali…

Lo osservai pensierosa -Perché qui? Perché quel lupo? Cosa vuoi dirmi?- un mugolio provenne da lui, ero perplessa -Grazie, chiarissimo, magari prendere la tua forma normale potrebbe aiutare, o hai paura di me o non so di te stesso?- rispose con un rantolo profondo -Bene, queste chiacchierate sono illuminanti, ma vorrei dormire normalmente qualche volta, se non ti dispiace, sto cacciando, sai com’è non vorrei fare passi falsi- mi guardò serio -Devi rendere sempre tutto complicato, per che cosa? Perché non vuoi farti aiutare? E pensare che mi fido di te anche dopo tutto quello che mi stai facendo passare, ora vattene- non lo guardavo, ma sentivo i suoi occhi che mi osservavano intensamente. I battiti del mio cuore aumentarono, lo sfidai fissandolo dolcemente e anche se era nella sua forma da Temibile Lupo, dopo un anno ci stavamo di nuovo fissando negli occhi. Quella connessione mi mancava come tutto il resto. Sembravano dei piccoli rubini, stai mantenendo questa forma per non toccarmi, vero? Perché io vorrei farlo, ma ho paura che se tentassi, non mi faresti più visita…al diavolo! So chi voglio e lo sai anche tu, se no non continueresti con questi sogni, ma iniziano a non bastarmi più. Mi chinai lentamente, per poi posare un bacio sul dorso del naso, rimasi immobile. Il suo profumo non era cambiato, chiusi a pugno le mani imponendomi di non abbracciarlo. Non si muoveva neanche lui, mi staccai e gli rivolsi uno sguardo afflitto, non riuscii a frenare le parole che mi vennero alle labbra -Mi manchi…vhenan-

Vidi riflesse negli occhi diverse emozioni, tristezza, desiderio, amore, finché non abbassò il muso, confuso. Sembrava di nuovo dire ‘non posso’. Il sogno si dissolse.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 6

Passò in fretta un mese, ormai affiancavo il comandante negli allenamenti, mi venne ordinato di occuparmi direttamente delle nuove reclute da sola per impartire le basi. Certe volte era stressante, ripetere continuamente le stesse cose mi logorava, non ero fatta per insegnare, anche se stavo dando tutta me stessa e avevo acquisito molto rispetto dalle spie che preparavo.

Con i miei compagni ormai andavo d’accordo, anche Nala mi aveva preso in simpatia da quando mi ero impegnata a farle da istruttore personale, stando anche oltre l’orario consentito, prendendo più volte dei sonori rimproveri. Ian è l’unico che continuava a trattarmi in modo antipatico, non avevo ancora capito se era fatto così o gli avevo fatto qualcosa, mi limitavo ad ignorarlo quando possibile

-Comandante Fen’harel elargitemi uno dei vostri preziosi consigli-

Lo osservai e sospirai -Ian se non vuoi ritrovarti a pulire i bagni per il resto del mese, taci e fai il tuo lavoro- dissi spazientita, udii Shani sghignazzare poco lontano, sorrisi.

Presi delle scatole con dentro varie armi, andavano riposte, mi si avvicinò Ian -Dai a me, le porto io- abbozzai un sorriso -Non serve, grazie. Se vuoi c’è quello- e indicai con un cenno del capo un sacco, senza farselo ripetere lo prese e mi affiancò. Restammo in silenzio, notai che ogni tanto mi osservava, non era la prima volta che lo faceva, ma non capivo il perché, il mio incantesimo su occhi e capelli reggeva bene, controllavo quando potevo -Ho qualcosa in faccia?- domandai

-No, perché?- rispose nervoso

-Nulla, dovresti imparare ad essere più discreto-

Era perplesso e seccato -Non so a cosa ti riferisci- rimasi in silenzio, non avevo voglia di discutere. Appoggiai la cassa su un tavolo e riposi un paio di guanti che avevo preso quella mattina per non tagliarmi, maneggiavo sempre parecchie lame di varie forme e peso.

-Andrebbero lucidate, qualcuna deve essere anche affilata. Sai se c’è qualche recluta libera?-

-No, non ne ho idea…- rispose con poco interesse

Lo guardai -Ian non puoi ancora rilassarti, e queste cose vanno fatte se non vogliamo ritrovarci in difficoltà-

Era seccato -Lo so, lo so, non chi credi di avere a che fare? Sei l’unica qua che sta prendendo seriamente questa roba, per quel che mi riguarda mi basta avere un tetto sopra la testa e del cibo-

-Questa roba, come la chiami tu, ci farà sopravvivere e se non ce ne si prende cura morirai prima del previsto. Ora vai a cercare qualcuno che se ne occupi- risposi infastidita per quel modo superficiale di fare. Mi osservò attentamente per poi sospirare e andare a fare quanto gli avevo richiesto.

Ritornai indietro e passai vicino a Nala, era migliorata, ma… -Ferma, ferma-

Mi guardò sconsolata -Oh…cosa c’è ora?-

Le presi una mano che stringeva il pugnale e la feci spostare nella posizione corretta che avrebbe sempre dovuto tenere -Così, perché se io mi muovo in questo modo…- e lentamente le mostrai un movimento -Sei…- mi interruppe sbuffando -Morta! Ho capito, ho capito…ma non mi viene!-

Sorrisi -Devi perdere assolutamente questa abitudine sbagliata, se non vuoi morire. Non vuoi morire, vero?-

Sbuffò di nuovo -Me ne stai facendo venire voglia! C’è sempre qualcosa che non va! E a te sembra venire tutto naturale!-

-In effetti sei bravissima, anche rispetto al comandante…è lui che dovrebbe prendere lezioni da te- sussurrò Shani per non farsi sentire

-Io…bhe…sono stata addestrata fin da bambina e ho combattuto tanto…veramente molto, oltre ad aver avuto due amiche che mi hanno aiutato a perfezionarmi, sono molto severe, molto più di quanto faccia io con te Nala-

-Quindi dovrei ritenermi fortunata? Fammi un esempio!- rispose arrogante

Sospirai -Ora io ti ho solo corretto giusto?- annuì con un cenno del viso, detti uno sguardo alla distesa di prato che si estendeva a perdita d’occhio intorno a noi e alla base -Bene, visto che hai sbagliato e non è la prima volta che ti correggo, ora mi farai dieci giri della base di corsa il più in fretta possibile. Una volta finito, ritornerai qua e ti lascerò esercitare. Se domani noto ancora gli stessi errori, mi farai venti giri. Continueremo così finché non lo farai in modo corretto- dissi seria.

Mi rivolse un’espressione scioccata -Stai dicendo sul serio?!- esclamò contrariata

Sorrisi -Serissima, e ora muoviti, se no diventeranno da subito venti- precisai. Rimaneva a fissarmi pietrificata, per quel mio cambio di comportamento nei suoi confronti. Shani la spinse un po’ facendogli capire che doveva muoversi.

-Nala, stanno per diventare venti…- ripetei, mi guardò atterrita e alla fine si allontanò di corsa

-A te quanti giri ti toccavano?- chiese Shani curiosa

La guardai divertita, quanti ne avevo fatti ad Haven? -Ti assicuro, è meglio non saperlo, le prime lezioni sono state devastanti- ed al clan ero la migliore, ma soprattutto Leliana, visto che avevo talento da vendere, mi aveva massacrato. Passavo le notti a sentire i muscoli doloranti facendo fatica a dormire. I risultati però erano stati ottimi, ero migliorata sia nella tecnica, che fisicamente, non che ne avessi bisogno in quel senso, ma il tutto era diventato più tonico. La cosa non era sfuggita a Solas che anche se cercava di far finta di nulla, il suo sguardo scivolava su di me più che volentieri, per dirmi poi senza esitazione che proclamava che ero graziosa e che non era mai stato in dubbio che lo fossi. Maledetto, senza rendermene conto mi ero innamorata di lui. Non che io non lo osservassi, anzi l’avevo visto più volte esercitarsi con la magia, ma anche nei movimenti con il bastone e come un’idiota mi imbambolavo a fissarlo, sperando che quella maglia da apostata che portava sempre sparisse, per poi essere beccata da lui in flagrante e in tutta risposta mi mostrava quel suo sorriso arrogante che adoravo.

-A cosa stai pensando di piacevole? Sei arrossita- disse Shani maliziosa

Mi bloccai presa alla sprovvista -No…non pensavo a niente…- con tono per nulla convinto, ridacchiò -Non mi inganni, a chi pensavi? Hai fatto un’espressione bellissima- ero in difficoltà ed imbarazzata -No…a nessuno…-

Mi passò un braccio sulle spalle tirandomi verso di lei -Dai chi è? Non ti ho mai vista in crisi come adesso- sfuggii alla sua presa e alzai le mani -Ecco…è una lunga storia…e…non ne voglio parlare…-

Sorrise -Come vuoi, ma scoprirò chi ti fa andare così su di giri- rispose provocatoria, abbozzai un sorriso e notai Ian poco lontano che aveva seguito tutto il discorso senza proferire parola, lo ignorai, mi ci mancavano solo altre domande da parte sua.

-Fen, vieni qua un attimo- mi chiamò il comandante, salvandomi da quella situazione scomoda, non volevo parlare del mio lupo ora e con persone che ancora non conoscevo bene -Ditemi- venni osservata molto seriamente

-Hai dimostrato molto spirito di iniziativa e sembri nata per comandare, quindi avrai una promozione, affiancherai il nostro capo spia che come sai stanzia alla base principale, quindi tra qualche giorno ti faremo sapere quando dovrai partire- fui sorpresa ed entusiasta, affiancare il capo spia? Avrei avuto delle informazioni di prima mano di cosa sta combinando il mio lupo dallo sguardo perennemente triste. Sorrisi compiaciuta -Accetto volentieri, grazie per la fiducia accordatami-

-Per oggi hai finito, ti lascio il pomeriggio libero per preparare le tue cose-

Ringraziai con un cenno del capo e me ne andai a esplorare un po’ i dintorni, in un mese non ero riuscita a vedere quasi nulla. Non che ci fosse chissà che cosa, prati e foreste, con qualche rovina, ma veniva difficile restare per conto proprio.

-Fen!- infatti, sospirai e mi voltai, sorrisi vedendo che erano Nala e Shani -L’abbiamo saputo!-

-Quindi te ne vai?- chiese tristemente Nala, da quando mi si era affezionata così tanto?

Le misi una mano sulla spalla -Purtroppo sì, ma non è detto che non ci rivedremo, quindi vedi di migliorare ancora perché ti metterò alla prova- le feci l’occhiolino, sorrise

-Su con la vita! Nala! Dovremmo essere contente per lei e invece così le fai venire i sensi di colpa!-

Ridacchiai -Bhe, ancora per qualche giorno dovremmo restare insieme non me ne vado subito-

-Quindi dove ti mandano?- mi voltai, Ian -Tu dovresti essere contento non mi avrai più tra i piedi-

Mi osservò in modo diverso dal solito e se ne andò senza commentare -Che gli prende?-

Nala e Shani si scambiarono un sorrisetto complice -Che c’è?- venni trascinata via, ma che succede? Ce né sempre una! Ci fermammo vicino ad un albero solitario fuori dal campo -Non dirmi che non te ne sei accorta?-

Guardai Shani smarrita -Di che stai parlando?-

-Davvero non hai notato che piaci ad Ian?- intervenne Nala con voce incredula

Rimasi basita -Che?! Voi due mi state prendendo in giro!- ridacchiarono divertite -Non è divertente, mi spiace per lui, ma i miei sentimenti non corrispondono-

-Perché non ti piace? O c’è già qualcun altro?- domandò Nala con evidente interesse

Oh dio mio…perché mi sono cacciata in questi discorsi? -Ehm…bhe…io sono già innamorata di qualcun altro, che per la precisione non si trova…- la mia attenzione fu attirata da un riflesso dorato. Due elfi poco lontano, li conoscevo entrambi, soprattutto uno.

Seguirono il mio sguardo -Sei proprio fortunata, ti ho detto che era da parecchio che non passava, quella è la persona da cui tutti prendiamo gli ordini-  un brivido mi passò lungo la schiena, udii male quelle ultime parole, il battito del cuore era salito vertiginosamente, avevo il cervello in panne. Accidenti a lui e a quell’armatura scintillante! Mi appoggiai all’albero in modo da tenerlo d’occhio, ma così da non essere vista che lo fissavo. Un anno…un anno che non lo vedevo, che non udivo la sua voce, che non lo toccavo…che non lo assaporavo. Un anno durato un’eternità e ora era a pochi passi da me, avrei potuto con un semplice slancio attaccarlo. Pessima idea, anche se qualcosa dentro di me reclamava vendetta. Prima l’avrei riempito di schiaffi, dopo avrei parlato! Stavano resuscitando emozioni molto contrastanti, da una parte l’avrei ucciso, dall’altra l’avrei baciato. Shani notò purtroppo il mio comportamento insolito -Nala non è che andresti a prendere dell’acqua? Abbiamo corso per tutta la mattina-

La fissò sorpresa -Perché devo andare io?! Ho appena finito di correre!- domandò scocciata

La guardò seriamente -Perché sei la più giovane tra di noi e poi cosa ti costa farci questo favore?-

-Va bene! Va bene! Vado!- esclamò sconsolata, la guardammo allontanarsi, poi si rivolse a me

-So che non sono affari miei, ma non serve un genio per capire che probabilmente stavi parlando di lui, sembra che ti abbiano appena fulminato! È al capo che pensavi prima, vero?-

Feci un lieve sorriso, la guardai con occhi sia tristi che felici. Quel maledetto ‘non posso, mi dispiace’ mi aveva distrutta, ma altrettanto testarda, ciò che provavo non era cambiato minimamente in quegli anni, anzi sembrava rafforzarsi con il tempo. Il desiderio che provavo, non accennava a diminuire, mi bastava uno sguardo da quegli occhi che avrebbero dovuto essere illegali, per non capire più nulla.

-Perdonami, ma non ne voglio parlare-  avevo esagerato ad osservarlo, stava per vedermi, mi nascosi dietro l’albero allarmata, non volevo farmi scoprire, mi sarei rivelata alle mie condizioni. Poco dopo lo vidi ritornare al campo sempre accompagnato da Abelas.

Sospirai profondamente per calmarmi -Shani, non dovrei chiedertelo, ma mi serve un favore, sai dove alloggia?-  l’avevo trovato, era inutile rimandare ulteriormente. L’avrei preso comunque di sorpresa e tanto mi bastava, avrebbe ceduto o avrei messo la parola fine a questa tortura che andava avanti da troppo tempo.

Sorrise compiaciuta -Nessun problema ho parecchi favori da riscuotere, entro sera saprai dove dorme-

-Ti ringrazio, ti dovrò un grosso favore-

-Ma va…è un regalo, sbaglio o comunque andrà a finire non ci vedremo più?- le rivolsi un’espressione afflitta alla domanda che mi porse, aveva evidentemente intuito che la mia presenza in quel luogo non era un caso, e l’aveva ricollegata alle domande che le avevo posto in questo periodo passato insieme. È molto acuta, infatti avevo dovuto stare attenta a non rivelare troppo del mio passato, mi strinse una spalla -Nala finalmente! Dove sei andata a prenderla l’acqua!- ridacchiai un po’ meno triste.

 

Era già mezzanotte, Nala e Shani dormivano, io restavo stesa a letto, non mi ero cambiata. Udii dei passi all’esterno e un fruscio mi avvertii che era stato fatto passare qualcosa sotto alla porta. Mi alzai e presi il foglio, avrei potuto usare un piccolo incantesimo per farmi luce, ma preferii non rischiare e mi avvicinai alla finestra, dove la luce della luna entrava senza difficoltà.

Soggetto: biblioteca

Ala ovest, secondo piano, quarta porta a destra 

Sorrisi, era proprio da lui stare in biblioteca fino a quell’ora. Riflettei un attimo, abbiamo una biblioteca? Mi avevano schiavizzato in quel mese e ogni sera non vedevo l’ora di mettermi a letto. Mi avviai silenziosamente, non avevo bisogno di nascondermi per ora, venni salutata da qualche ronda di passaggio

-Fen che ci fai in giro a quest’ora?-

-Cosa vuoi che faccia? Lavoro! Devo andare, se no chi lo sente il comandante- ridemmo entrambi

-Sì hai ragione, è terribile quando si arrabbia, buon lavoro-

Finsi di andare verso gli alloggi del comandante, per poi girare in una via molto stretta tra due edifici, sarei passata esternamente rispetto alla via principale, non mi avrebbe notato nessuno, era una sera perfetta, la luna già da parecchio era stata coperta dalle nuvole, l’ideale per celarsi nelle ombre. Un’altra ronda, rimasi nascosta nel vicolo lasciandola passare. Non andavo spesso in questa parte del campo, non ne ho mai avuto il motivo o il pretesto, c’erano gli alloggi maschili. Raggiunsi l’ala ovest, ed entrai con passo felino, ma deciso nell’edificio, mi guardai intorno, era identico agli alloggi femminili, non facevo il minimo rumore, arrivai al secondo piano e trovai la stanza, porta chiusa naturalmente. Tirai fuori gli attrezzi del mestiere e tempo un minuto ero dentro, richiusi a chiave la porta, non doveva avere il minimo dubbio. Con un pizzico di magia accesi le candele, un gran bel letto, una scrivania con libri e pergamene sparse ovunque, una poltrona con su delle vesti, dietro ad un paravento una vasca. Avrei fatto volentieri un bel bagno, presi i vestiti dalla poltrona e stupidamente li portai al viso, da quanto tempo non lo avevo così vicino da sentire il suo profumo? A parte nell’ultimo sogno…ma non era la stessa cosa, molto simile, ma assolutamente non identica. Chiusi gli occhi, mi venne in mente quando su quel balcone l’avevo trattenuto e mi aveva baciato con tanta passione che mi sarei sciolta come la neve al sole, se fosse stato possibile. Eravamo arrivati quasi a perdere il controllo, quando come al suo solito si era trattenuto e poi aveva detto di amarmi, non ero mai stata così felice. Riposi gli abiti sul letto, allontanando quei pensieri. Mi sedetti sulla poltrona e spensi le candele, ora bastava aspettare.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Visto che questo capitolo è un po' più corto degli altri (come se di solito fossero lunghi XD) ho deciso di pubblicarlo subito insieme al precedente.
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche




CAPITOLO 7

Osservavo la luce della luna riflettersi sul pavimento e su i vari oggetti che ne venivano illuminati. Fissai il letto, si trattava bene, ci si starebbe comodamente in due. Rivolsi la mia attenzione alla scrivania con le pile di libri, era sempre stato un po’ disordinato, quella a Skyhold era messa uguale se non peggio, sembrava che svuotasse un quarto della biblioteca al piano superiore ogni volta. Spesso mi ero ritrovata sfinita sul divano nella rotonda con lui accanto che leggeva argomenti di ogni tipo, dalle cose più banali, alle più complicate, finché il sonno non prendeva il sopravvento. Sorrisi a quel ricordo, una volta mi ero svegliata stesa del tutto su di lui, con la testa sul suo petto, i nostri corpi aderivano perfettamente e costatai piacevolmente che non gli ero indifferente, anche se continuava a trattenersi dall’osare qualcosa di più dei semplici baci. Avevo sfruttato quel momento prendendomela comoda, anche se dubito stesse dormendo. Ridacchiai per poi sospirare profondamente, avrei fatto i conti prima del previsto, questa volta non avevo il braccio che mi stava facendo impazzire, uno schiaffo bene assestato ci sarebbe stato tutto e senza rimorso per avermi lasciato davanti a quell'Eluvian!

Finalmente udii dei passi provenire dal corridoio, si avvicinavano sempre di più, la serratura della porta scattò, entrò senza tanti preamboli e accese le luci. Lo colse uno sguardo sgomento, che grande soddisfazione, sorrisi e con un semplice movimento della mano, annullai la magia su capelli e occhi. Rimanemmo in silenzio. Lo osservai, identico ad un anno fa, stava benissimo con quell'armatura dorata e la stola di lupo, gli conferiva un’aurea di rispetto e potenza, completando la figura del Dio di cui emanava l’essenza, quella parte di lui che non aveva più bisogno di celare e che conoscevo così poco.  

Sospirai -Devo essere sincera, visto che Leliana non ti trovava, pensavo sarebbe stato più difficile, ho avuto più fortuna del previsto- mantenni per adesso un tono calmo.  Mi guardò sorpreso, per la magia che avevo fatto e disapprovava la mia presenza, non che fosse inaspettata questa sua reazione, ma lui era arrabbiato!? Eseguii un gesto, un’onda d'urto lo spinse con forza contro il muro. Era esterrefatto, non se l'aspettava -Come...?- non gli lasciai finire la frase, gliene rivolsi un’altra, questa volta la annullò senza sforzo. Mi avvicinai fino a guardarlo in faccia, ero furibonda.

-Tu sei arrabbiato? Tu?! Tu che per tre volte mi hai lasciato, che per tre volte non ti sei fidato di me? E continui a non fidarti! E io come una stupida sono arrivata fino qui, continuando a essere innamorata di te e voglio solo te!-

Mi rivolse un’espressione afflitta, non c’era più traccia del sentimento precedente. Non mi importava, con tutta la forza che avevo gli tirai  uno schiaffo, rimase interdetto a fissarmi -Questo è per avermi abbandonato davanti a quel maledetto Eluvian! Ora che almeno ho avuto questa soddisfazione, me ne andrò! Vuoi fare da solo? Vuoi starmi lontano? Bene! Continua a mentirti e a lottare da solo! Tanto sono solo una stupida Dalish che non vale nulla in confronto a un Dio!-

Lo superai dirigendomi verso la porta, ma mi passò un braccio sulla vita e uno più in alto vicino al viso, bloccandomi e tirandomi verso il suo petto. Provai a liberarmi, senza successo. Istintivamente avrei potuto tirargli una gomitata in un fianco, ma repressi quell’idea. Non riesco…non riesco a fargli del male -Lasciami...lasciami andare, non hai fatto altro da quando ti ho conosciuto, anche se avevi detto di non volermi perdere...- dissi con un filo di voce.

Mi strinse di più a sé, mi vennero le lacrime agli occhi, le trattenni e urlai -Stupido orgoglioso! Lasciami!!- mi girai di scatto verso di lui con l’intento di spingerlo via, ma mise entrambe le mani sui fianchi bloccandomi e prese possesso della mia bocca. Cercai di staccarmi, ma mi tirò più verso di sé insinuandosi con la lingua e accarezzandomi il palato, mi si annebbiò la mente -Smettila...- sussurrai contro le sue labbra. Non aveva senso, nessun senso! Dopo tutto questo tempo mi vuole ancora, ma mi allontana da lui! Le lacrime mi rigarono il viso, mi baciò ancora più dolcemente. Cedetti. Sentire dopo tutto quel tempo il suo sapore e il suo respiro, mi faceva impazzire! Gli misi le mani sul viso e lo tirai  più verso di me. Ci staccammo senza fiato, i miei amati occhi grigi ardevano di desiderio, appoggiò la sua fronte alla mia, averlo così vicino, dissolse la rabbia che per un attimo aveva preso il sopravvento.

-Ir  abelas, perdonami ti prego- mi allontanai un poco per guardarlo. Spostò le mani dalla mia vita e lo vidi armeggiare con velocità e perizia con i guanti dell’armatura, togliendo anche la maglia metallica sottostante, facendo cadere a terra il tutto senza riguardo. Accarezzò poi il mio viso asciugandomi le lacrime, notai con la coda dell’occhio una cicatrice su tutto il dorso della mano destra, non c’era mai stata e non era molto vecchia…cosa gli era successo? -Non dire mai più che sei una stupida Dalish, sei unica e la cosa più importante che io abbia a questo mondo- tutte le difese che avevo alzato erano svanite, sentii le guance scaldarsi per quella rivelazione. Lo fissai e gli posai un bacio leggero, un bacio senza fretta su quelle labbra calde e morbide. Seppellii l’istinto di approfondire quel contatto, ne sentivo il bisogno, ma mi trattenni. Abbassai lo sguardo -Stupido...- mi strinse a lui affondando una mano tra i miei capelli e facendomi appoggiare il viso contro la sua spalla, sulla pelliccia morbida. Adoravo quel suo fare protettivo e quei baci così possessivi…non era cambiato, potevano chiamarlo Temibile Lupo, ma era sempre il mio Solas.

Sospirò e mi guardò preoccupato -Non voglio che porti questo mio peso...tutto quello che è successo è colpa mia.  Solo mia e io devo rimediare, non voglio rischiare che ti venga fatto del male o che cerchino di ucciderti- i suoi occhi di solito sempre di un grigio chiaro, ora si erano adombrati, tristi -Preferisco che tu mi stia lontano... - disse quelle ultime parole con voce spezzata. Abbassò  lo sguardo.

No. Non puoi farti una cosa simile, non puoi continuare a punirti in eterno e io non ho tutto il tempo che hai tu, non posso continuare questo tira e molla all’infinito, non me lo posso permettere, non te lo posso permettere -Solas, var lath vir suledin- risposi risoluta, mi guardò addolorato -Devi! Non voglio...- gli misi una mano sul viso -Ma voglio io! Anche se questo dovesse portarmi alla morte, voglio stare con te!- negò con un cenno del capo  e si separò da me. Una fitta mi trafisse il cuore, per quel gesto. Perché? Perché vuoi restare da solo?

-Non posso farti sprecare la tua vita, hai uno spirito unico e raro, a causa dei miei errori non puoi buttare via la tua vita- la voce era incrinata, trasparì un velo di paura.

Lo fissai ferita, era così sicuro di se stesso che voleva decidere per me? Come aveva fatto l’ultima volta? È assurdo! Preferisce perdermi davvero in questo modo?

-È la mia vita! Quindi mi stai dicendo che preferiresti  vedermi tra le braccia di un altro, ma viva? È questo vuoi? Che diventi di un altro?- mi tremava la voce, non rispose. Non hai il coraggio di affermarlo?

-Credi davvero che possa dimenticarti e continuare come se non ci fossimo mai incontrati?- non proferiva parola. Rispondimi maledizione! Ero in collera -Avrei dovuto dare retta a Cole! Cancellare questi sentimenti che provo per te! Cancellarti come se non fossi mai esistito! È quello che vuoi, vero?-

Stavo esitando alla fine, quella volta non ne ebbi il coraggio, ma dovevo farlo. Non mi posso tirare indietro ora, non posso continuare così, non posso continuare a sperare e non posso costringerlo a fidarsi se non lo vuole fare.  Posso solo mettere la parola fine che lui non ha il coraggio di pronunciare, so che se costretto lo farà e sarà troppo orgoglioso per poi ritornare sui suoi passi. Avrei perso questa battaglia, e se sarei sopravvissuta in un modo o nell’altro, poi dovrò pensare alla guerra, la sola idea mi è inconcepibile.  

-Dimmi quello che non mi hai detto quella sera! Dimmi che non mi ami!! Dillo!- lo provocai con una sicurezza che non avevo, ero a pezzi, chiedergli una cosa del genere è l’ultima che avrei voluto fare. Strinse i pugni con forza, le nocche erano bianche e mi guardò addolorato -Non ti amo, non più, come potrei amare una Dalish- affermò con tono inespressivo. Ebbi quasi un mancamento come se le forze mi venissero meno. Il battito del cuore accelerò  ed un dolore devastante nacque nel petto. Stava negando completamente quello che provava per me. L’ira prese il sopravvento -Bene...Fen'harel continua a portare questo nome con orgoglio, te lo meriti, sai ingannare perfino te stesso- mi voltai e me ne andai, il più possibile lontano da lui.




Ir abelas: scusa
Var lath vir suledin: non rinuncerò a te





E lo so, la prima versione di questo incontro era molto stile disney all'inizio XD ma fin troppo irrealistica anche per me, alla fine è andata peggiorando fino a questo punto. Dalla sua prima comparsa come vi sembra Solas? E' lui non è lui?
Ho sofferto un po' a scrivere la scena, ma questa volta l'abbiamo mollato noi *evento straordinario*
Al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 8

Uscii all’esterno e non mi importava dove, ma dovevo allontanarmi. Tirai su il cappuccio e puntai verso il fitto bosco, mi sentivo male, a pezzi, quella disperazione che avevo celato con fatica in questi anni mi sta sovrastando di nuovo. Mi addentrai il più possibile tra gli alberi, finché fossi sicura di non essere vista o udita. Un masso, mi sedetti e presi la testa tra le mani, urlai di dolore -Che sia maledetto il giorno che ti ho incontrato!! Maledizione!! Perché? Perché? Aaaaarrrggghhh!!!- gli occhi mi si riempirono di lacrime che mi rigarono il viso.

-Avrei preferito morire quel giorno, dovevo morire!- quella piccola speranza a cui mi ero aggrappata, si sta sgretolando come il mio cuore…dimenticarlo…fa male, seppellire questi sentimenti cosa mi costerà? Cosa mi è costato in questi anni? Continuo ad arrancare, mi rifiuto di andare avanti così, ma come posso fare?  Le lacrime sembrano non volersi fermare, urlai di nuovo come se potesse portarmi sollievo invano. Ho messo una fine, ma la forza per un nuovo inizio non ce l’ho.

Mi risvegliai a terra, seduta, contro al masso, avvicinai le gambe al petto e appoggiai la testa. Ora cosa faccio? Non intendo ritornare da Cassandra, ne ho abbastanza dell'Inquisizione...qualunque cosa me lo avrebbe ricordato...ritornare al clan? No, come avrei potuto ritornare alla vita di prima? Prima di tutto questo, prima di... non so cosa fare, è da anni che evito questi pensieri, poter dire basta…poterli cancellare…Cole sicuramente mi avrebbe dato volentieri una mano, ma avrei cancellato anche una parte di me stessa…a cui non penso riuscirò mai a rinunciare. Soffocarli, seppellirli, nasconderli come se non fossero mai esistiti, far finta di dimenticarli…questa disperazione mi sta dilaniando il cuore, come ho potuto pensare che l’avrei salvato da se stesso, quando lui per primo non vuole. Guardai il cielo, stava per sorgere il sole, sospirai. Le altre volte aveva fatto male, ma non così. Un fastidioso nodo alla gola mi impediva di respirare, mentre un dolore immane mi costringeva a singhiozzare, sentii di nuovo le guance bagnarsi di lacrime.

I sussurri “Distruggere le sue difese" risposi -No, sono stanca, se quello che prova per me non è sufficiente a fargli abbassare le difese, a fidarsi...basta...che faccia quel che vuole, che distrugga questo mondo, non mi interessa...non mi interessa più nulla! Che si faccia ammazzare, visto che è l'unica cosa che sembra importargli!-

Mi alzai e vagai senza una destinazione, ero gelata. Antiche rovine, una statua da lupo, la fissai, doveva essere una maledizione. Un sussurro “Che il Temibile Lupo possa sbranarvi siamo ironici? Neanche tanto. Ero già stata presa e sbranata più volte. Una torcia di Velfuoco, la accesi, verde come l’Ancora, da un mondo dimenticato, perduto e cambiato, non si torna indietro, non si può. Che tristezza, il suo mondo è cambiato, ma lui stesso non intende farlo, il suo orgoglio lo porterà alla morte e non posso fare altro che guardare o decidere di dargli il colpo di grazia. Ingannare il Dio degli inganni, anche se ne avessi il potere, non intendo farlo, non ora.  Avvicinai una mano al fuoco come per toccarlo, avrebbe fatto meno male di quello che sto passando.

Delle dita si chiusero sul polso bloccandomi. Alzai lo sguardo, mi rivolse un’espressione afflitta. Mi liberai dalla stretta con forza, allontanandomi, strinse una mano sulla mia spalla. Basta.

Sfuggii al suo tocco, che mi provocò una fitta al cuore. Lo guardai come non avevo mai osato fare. Ora basta! Allungai una mano contro di lui, come avvertimento di mantenere le distanze -Io ho fatto la mia scelta e tu hai fatto la tua. Vattene. Prova ancora a toccarmi e Dio o no te ne pentirai!-

Abbassò lo sguardo con rammarico -Perdonami-

Il mio corpo si bloccò involontariamente, non riuscivo a muovere un muscolo, che diavolo sta succedendo? Accidenti che sia…i sussurri Sei una creatura di Mythal adesso, qualunque cosa farai, che tu lo voglia o meno, sarà in suo nome.”

Ma lui non è Mythal!? Niente non riesco a fare nulla! Questa me la paga! Mi si mise di fronte e potei di nuovo muovermi, ero furiosa, lo spinsi via e mi allontanai da lui.

-Vattene! Vai a farti ammazzare! Sei stato chiarissimo! Tornerò al clan e sposerò l'elfo che mi era stato promesso!- mi bloccò per le spalle e mi fissò negli occhi, era addolorato -Vhenan...- un’altra fitta di dolore al cuore. Non osare chiamarmi più così!  Urlai -Banal  vhenan!- lo spinsi con tutta la forza che avevo lontano da me, ersi un campo elettrico tra noi due -Non si torna indietro! Non l’hai ancora capito?- esclamai sprezzante. Passò un leggero bagliore nei suoi occhi, entrò nella magia attiva posta tra noi, la vidi disintegrarsi.

-Dorian è bravo, ma non così bravo- disse triste

Sospirai, mi voltai e mi incamminai a caso, lo guardai con la coda dell’occhio, mi seguiva.

-Vattene, dovresti avere da fare no? Hai in programma un genocidio, non farci aspettare-

-Ne abbiamo già parlato- era controllato come al suo solito, mi innervosii ancora di più

-No, hai parlato e deciso tutto tu, stupido orgoglioso, arrogante che non sei altro-

-Grazie- rispose pacato

Sospirai spazientita -Prego, Sera avrebbe saputo fare di meglio, non sai quanto-

-Con epiteti che entrambi non osiamo pronunciare- affermò deciso

-Non mettermi alla prova. Sparisci, le altre volte non hai avuto difficoltà a farlo- dissi ancora più arrabbiata al ricordo

-Più di quanto immagini-

Mi voltai, era serio. Stai tenendo a bada il tuo orgoglio? -Ho notato- mi avvicinai alterata e gli tirai un altro schiaffo, era esterrefatto -Quest…- E un altro, era basito, vedevo riflesso negli occhi una lotta interiore, tra il rimanere fermo e il reagire. Non si muoveva.

-Questi erano per quella sera e per quando sei sparito la prima volta. Ora puoi continuare a non fidarti, ma se serve ti picchierò ancora, sempre se rimarrò viva abbastanza a lungo grazie ai tuoi piani-

Ripresi a camminare, mi prudevano le mani, lo picchierei ancora! Rabbia repressa da tre anni, una liberazione! Sentivo che mi seguiva, lo osservai, aveva una guancia molto rossa, teneva le braccia ancorate alla schiena e si guardava i piedi. Notai solo in quel momento che si era cambiato, non aveva più l’armatura scintillante, ma una versione più leggera. La corazza dorata era stata tolta completamente, come anche la pelliccia di lupo.

 -Dove stiamo andando?-

-Io lontano da te, per sempre. Tu fai come vuoi, ma non c’è bisogno che te lo dica, lo fai sempre, dovresti essere contento finalmente, non ti cercherò più- un’altra fitta al cuore a quelle parole che non avrei mai voluto arrivare a pronunciare, repressi di nuovo quei sentimenti negativi, devo mantenere il controllo. Una sua mano mi prese il braccio facendomi voltare, per poi bloccarmi dalle spalle, stingendole.

-Non dovevo dirti che non ti amo, non potrebbe essere vero neanche se passassero mille anni...- mi irrigidii sorpresa, il cuore ebbe un sussulto di gioia, ma non volevo guardarlo in viso, avrei ceduto di nuovo, è come un inganno. -Hai ragione, mi stavo ingannando...il solo pensare che un altro possa toccarti o giacere con te, mi fa infuriare- fece scivolare le mani accarezzandomi le braccia fino alla vita e mi tirò verso di lui, facendo combaciare i nostri fianchi. -Mi basta guardarti perché abbia questa reazione. È da quando mi hai baciato in quel sogno tre anni fa, che ti desidero, che voglio baciarti  ovunque, fino a farti urlare il mio nome-

Lo guardai sorpresa, sentivo il sangue rimbombarmi nelle orecchie e le guance scaldarsi. Stava davvero mettendo a tacere il suo orgoglio? Dovevo mantenere la calma. -Come potrei mai crederti, avevi già detto di amarmi, ma non hai intenzione di trovare altre strade, vuoi la via più breve, anche se sai che farai una strage, ma dopo tutto non è la tua gente. Per te è solo un’altra guerra da vincere, avevi detto che ci consideravi persone, ma da quello che vuoi fare non si direbbe- affermai con voce tremante.

-Troverò un altro modo…cambierò i miei piani…ma non ho intenzione di rimangiarmi quello che ti dissi-

-Per orgoglio?- risposi seria, mi guardò altrettanto serio -No, perché è la verità-

Lo fissai basita -Se non ti sta bene, vai ora- mi lasciò andare, ero frastornata ed esterrefatta. Il cuore batteva all’impazzata, la mente era confusa, gli presi la mano destra fra le mie, con il pollice seguii le linee delle cicatrici -Cosa hai fatto?- sospirò -Nulla…- lo fissai con insistenza -Questo non è nulla e non te la sei curata visto che è rimasta la cicatrice, cosa hai fatto?- mi guardò divertito -L’ultima volta che ci siamo visti in sogno, mi sono svegliato, vestito con l’armatura e mi sono guardato allo specchio…- aspettai una conclusione che non arrivò.

-E…?- lo incitai

-E l’ho rotto- disse semplicemente

Rimasi sorpresa -Hai rotto lo specchio? Ti volevi spaccare una mano!?- continuai ad accarezzargliela -Perché? Sei uno stupido!- che diavolo gli era saltato in mente?

-Perché mi sono odiato per quello che ti stavo facendo passare e il non poterti stare accanto-

A quella rivelazione mi si scaldò il cuore -Promettimi che non mi allontanerai più da te, qualunque cosa ci aspetti il futuro- un lampo di gioia passò negli occhi grigi e accennò un sorriso, mi fissava ipnotizzato. -Promettilo- mi alzò il viso con l’altra mano, mi fissò negli occhi -Te lo prometto, vhenan- gli fissai le labbra e lo riguardai negli occhi -Dimmi che mi ami-

-Ti amo-

-Ancora-

-Ar lath, ma vhenan- scese sul collo e iniziò a baciarmi e mordermi, bruciavano, mi abbandonai volentieri ad essi. Poi prese possesso della mia bocca, mi persi nel suo sapore e nel suo respiro che bramavo ormai da troppo tempo e che non avrei mai potuto dimenticare. Restammo abbracciati e iniziò ad accarezzarmi la schiena per scaldarmi. Stare tra le sue braccia e sentire il suo calore mi faceva sentire bene come non mi capitava da tempo, mi strinsi di più a lui.

-Prova ancora a farmi una cosa del genere che ti uccido-

-Non ne dubito- sorrisi, accoccolandomi di più contro di lui

Si staccò da me e mi prese per mano -Vieni-

Ci incamminammo verso la base, una volta raggiunta venivo guardata con curiosità dagli altri elfi. Rientrammo nell’ala ovest e facendo le scale mi portò nella sua camera. I guanti dell’armatura che aveva lasciato cadere a terra qualche ora prima, non c’erano più.

-Questa sarà la tua stanza, per adesso, mi sposto abbastanza spesso, come ormai saprai questo è solo un distaccamento della base principale-

-Già, è stato un mese interessante e tutto sommato divertente, una cosa l’ho capita, l’insegnamento non è il mio forte, anche se il comandante è convinto del contrario, lo trovo particolarmente logorante. Ho già la mia stanza non serve che mi cedi la tua-

Sorrise  -Non voglio discutere su questo vhenan, rilassati e fai una bella dormita-

Decisi di provocarlo, tenni le braccia dietro la schiena e mi feci vicino, sussurrai -E tu dove dormi?- gli fissai le labbra. Sorrise, si spostò con il viso sul mio collo e mi baciò insistendo in un punto lasciandomi il segno. Ero euforica, da quando era così possessivo? Mi aveva fatto appena vedere questo suo lato in passato, quante altre cose mi avrà nascosto? Sarebbe stato un piacere scoprirlo.

Sorrisi compiaciuta -Non è una risposta questa-

I suoi occhi ardevano -Oggi vhenan sarò impegnato e penso che Cassandra e gli altri saranno preoccupati per la tua fuga, andrei con te da loro domani- ero sorpresa -Sistemo un po' di cose e possiamo andare- e preoccupata, non sapevo che reazione avrebbero potuto avere -Lo sai che rischi di essere attaccato nei modi più svariati vero?-

Era divertito -Certo, infatti arriverei per sera, anche per non avere dell'attenzione indesiderata in strada. Spero che Cassandra non sarà troppo aggressiva...-

Risi -Non ci conterei, vhenan-

Mi guardò il braccio, lo alzai e lo esaminò -Dorian ha fatto un ottimo lavoro, vedo, dovrò ringraziarlo-

-Io devo ringraziare te per il sigillo che hai messo- se non fosse stato per quella premura, dubito avrei ancora entrambe le mani

-Non ringraziarmi, farei qualunque cosa per il tuo bene-

Sentii le guance scaldarsi e mi fissò serio negli occhi -Il potere che senti...riesci a controllarlo? Sono rimasto sorpreso, la facilità con cui mi hai colpito e la barriera elettrica non sono da principiante. Sei così potente che non hai bisogno del bastone da mago...-

-Ne è rimasto stupito anche Dorian, i sussurri del pozzo del dolore hanno fatto il resto, li sento e capisco perfettamente, continuano a insegnarmi cose nuove, ogni giorno, infatti mi ritrovo spesso senza accorgermene a parlare nell'Antica Lingua, è stato un problema in questo mese-

Lo osservai era pensieroso, mi prese la mano e se la portò al viso permettendomi così di toccarlo.

-Ora provo a fare una cosa, devo capire...non ti succederà nulla- annuii con un cenno del capo, gli si illuminarono gli occhi. Avrei dovuto abituarmi a quel trucco, era un po’ inquietante. Iniziai a sentirmi elettrizzata. I sussurri intervennero “Cambiare”, Solas si bloccò e ritornò normale, aveva lo sguardo perso, mi preoccupai -Ti senti bene?-

-Perdonami, non è nulla- mi baciò su una guancia -Ci vediamo domani mattina-

Se ne stava per andare, ma lo fermai prendendolo per mano -Solas, troveremo un modo per non distruggere questo mondo per rimediare a quello che hai dovuto fare, lo sai anche tu che togliendo il Velo, non tornerà mai tutto come era prima, come te lo ricordi, bisogna andare avanti- mi fu difficile pronunciare quelle parole. Mi strinse la mano, abbassò il volto, chiuse gli occhi e sospirò, continuai  ad osservarlo, rifletteva.

-Lo so vhenan, se ci sarà un modo lo troveremo, ma quello che ti ho detto un anno fa è la verità e non intendo tornare su i miei passi, se sarà necessario e non troveremo alternative distruggerò questo mondo- non mi guardava, come l'ultima volta, si vergognava di questa decisione?

Mi vennero in mente le parole di un anno fa ‘Avrei preferito che tu non vedessi ciò che sono diventato’ lo guardai dolcemente -Lo sai bene che non ti considero un mostro, lo stai facendo perché devi rimediare, so che non uccideresti mai della gente innocente- mi fissò negli occhi grato.

-Ma la fretta, come hai visto non è mai la soluzione, anche se ci ha fatto incontrare- lo avevo tirato verso di me, gli sorrisi -Quindi, per favore, smettila prima di tutto di fare quelle stupide distinzioni tra la tua gente e la mia come fa Abelas- mi fissò sorpreso e fece un lieve sorriso.

-Troviamo il modo di riportare questo mondo senza il Velo, senza fare una strage, sarà una cosa lunga o sbaglio?- mi mise una mano sul viso accarezzandomi, chiusi gli occhi e mi abbandonai ad essa -Già, lunga e difficile, ma molto più piacevole con il tuo aiuto, tu cambi tutto- emozionata lo guardai negli occhi e sorrisi -Sei sempre il solito adulatore- mi guardò divertito e si appoggiò con la fronte alla mia -Solas?-

-Sì?- gli posai un lieve bacio sulle labbra -Resta-

Sorrise  -Ci vediamo domani vhenan- mi baciò con passione e uscì dalla stanza.





Vhenan: letteralmente significa "cuore". Viene usato come termine di apprezzamento tra amanti
Ar lath, ma vhenan: ti amo, cuore mio
Banal vhenan: non sono il tuo cuore

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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CAPITOLO 9

Mi stavo sistemando quando bussarono, doveva essere lui -Vieni pure, sono quasi pronta-

La porta si aprì e me lo ritrovai davanti, lo esaminai, non aveva più gli abiti del giorno precedente, ma una maglia da apostata nera con dei ricami particolari e uno smanicato con cappuccio blu, il suo inseparabile zaino ed era stanco, mi avvicinai a lui e gli toccai il viso -Hai dormito un po'?- chiesi severa. Sorrise, mi prese la mano e ne baciò il palmo, feci un mezzo sorriso -Tu hai dormito bene?- mi lasciò andare la mano -Benissimo, devi prendere qualcosa?-

Sorrise -No, ho già tutto quello che mi serve, andiamo?- intanto stavo mettendo le mie cose, che avevo recuperato poco prima dalla stanza in comune con le ragazze, in una sacca. Avrei voluto salutarle, ma sapevo che avrei destato una valanga di domande, soprattutto se Solas si presentava al mio fianco. Quindi le avevo abilmente evitate. Spero un giorno di rivederle, non desideravo lasciarle così in malo modo. -Hai ancora quello zaino?- era così trasandato che aspettavo che cadesse a pezzi. Era perplesso -Perché? Cosa ha che non va?-

Ridacchiai -Nulla, nulla, ti manca solo il bastone da mago e sei a posto-  

Mi guardò divertito -Non è un problema, ne rimedio subito uno- si stava voltando per uscire, ma lo presi sottobraccio -Andiamo, povero mago eretico- scherzai.

Ripassammo attraverso l’Eluvian e partimmo dalle rovine elfiche del mese precedente, a piedi saremmo arrivati verso sera. 

-Sei molto brava con la magia, per essere poco tempo che la pratichi e dubito sia solo merito dei sussurri, vorrei insegnarti altro-

Ero emozionata per il complimento -Va benissimo, vhenan- sorrisi e lui fece lo stesso, mi prese per mano.

-Riguardo al discorso di ieri, sto cercando un’altra sfera, togliere il Velo senza è troppo complicato, sono potente, ma il Focus amplifica i miei poteri. Crearlo è stato devastante per il mio corpo, più di quanto potessi immaginare. Se non fossi immortale invece di dormire sarei sicuramente morto-

Lo guardai preoccupata -Mi stai dicendo che per toglierlo rischieresti ancora?-

Abbozzò un sorriso -No vhenan, togliere il Velo non sarà il problema principale, ma è quello che ne uscirà che mi preoccupa-

Rimasi in silenzio e lo osservai attentamente, avevo avuto un anno intero per pensare al suo essere un Dio, immortale, una condizione dell’essere elfi, quando non c’era ancora il Velo. Non ne avevamo mai parlato, non ce ne era stato il tempo o l’occasione. Anche se prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento. Distolsi lo sguardo da lui prima di dover dare spiegazioni. Non l’ho ancora accettata completamente la mia condizione mortale, ma ogni giorno in sua compagnia è il più bel regalo che possa farmi, pensavo di non rivederlo mai più e questo mi basta, mi deve bastare.

-Sei troppo silenziosa, tutto a posto?- mi destai dai miei pensieri, presa alla sprovvista da quella domanda, non risposi.

Mi guardò dubbioso -Mi ricordi qualcuno…mi hai sempre ricordato un’elfa che mi era capitato di incontrare al mio tempo. Quando pensava un leggero strato di mana l’avvolgeva, ora che hai la magia fai la stessa identica cosa-

Ero perplessa -Non me ne sono mai resa conto…- mi studiava attento, lo vedevo riflettere -E questo vuol dire…?-

Rimaneva in silenzio e sospirò -Non è una cosa che si può imparare, io stesso non lo so fare- ero ancora più confusa e lui non sembrava voler approfondire la questione, lasciai perdere.

Per mezzogiorno ci fermammo a mangiare, avevamo scorto una radura e ci eravamo accomodati ai piedi di un albero -Tu in questo anno cosa hai fatto? Io penso ti averti raccontato le cose principali durante i tuoi sogni e le spie suppongo abbiano fatto il resto-

Sorrise -Cosa ho fatto… nulla di eccezionale, sto cercando di far cambiare le cose qui nel Tevinter per gli elfi, assumo nuovi agenti, diramo ordini, cerco un'altra sfera e in tutto questo c’è qualcosa che mi sfugge. Mythal aveva in mente qualcosa, l’ha già pianificato da tempo e ha tirato le fila dove doveva, su questo non ho dubbi. Insomma nulla di così diverso da quello che facevi tu come Inquisitore-

Ero pensierosa, niente di eccezionale, certo, non lo avrei ritenuto tanto normale in passato.

-Ah giusto, leggevo volentieri i rapporti che mi portavano su di te, anche quello di un mese fa dove mi informavano che gli eri sparita da sotto il naso- mi fissò in viso -E pensavo a te tutti i giorni, anche se avrei dovuto dimenticarti, ma la cosa mi è sempre risultata impossibile-

Lo guardai dolcemente -È inutile che mi fai questi apprezzamenti ora, dovevi pensarci prima- naturalmente mi facevano piacere, ma perdonarlo, anche se l’ha fatto a fin di bene, mi risulta ancora difficile, o almeno, avrei fatto in modo che la pensasse così. Sapevo di avergliela data vinta già il giorno prima e quegli schiaffi avevano soddisfatto la mia indole vendicativa.

-Dovrò recuperare i tre anni in cui non ci siamo visti in qualche modo- sorrise sarcastico, mi limitai a ricambiare il sorriso -Mi sa che dovrai impegnarti di più-

Arrivammo in prossimità della città, ma il sole non era ancora tramontato del tutto, ci fermammo vicino al fiume -Spiegami, come puoi essere una maga, ora?-

Ero divertita per la domanda posta così all’improvviso, scommetto che è da ieri che ci sta riflettendo -Veramente dovresti essere tu a darmi una spiegazione- divenne pensieroso, continuai -Dorian mi ha detto che è successo durante l’operazione al braccio, il mio sangue ha reagito alla loro magia, non saprei dirti altro, solo che li sento come se fossero stati sempre una parte di me, ma rimasta nascosta-

-Per rivelarsi al momento opportuno a quanto pare…-

Lo osservai, serio e lo sguardo fisso davanti a sé, stava parlando più con se stesso che con me -Ed è un male?-

Sorrise -Assolutamente no, vhenan, ma non mi è mai capitata una cosa del genere, sei sempre una continua sorpresa, in un modo o nell’altro non smetti mai di stupirmi- mi guardò dolcemente, sorrisi -Non mi pare che tu a quanto sorprese sia da meno-

Mi rivolse un’espressione colpevole, ridacchiai, lo presi per mano e gli posai un bacio sulla guancia.

-Andiamo, ma vhenan- e lo guidai per la città fin dove alloggiavo con Cassandra.

Entrammo, la stanza principale non era cambiata, il camino acceso con di fronte un paio di poltrone, poco distante il divano e il tavolo che usavamo per pranzare. La Cercatrice era seduta vicino al fuoco, appena ci sentì saltò su come un soldato e ci venne incontro, mi vide e il volto le si illuminò di gioia, appena notò Solas, la sua espressione passò da sorpresa a rabbia in modo comico, per fortuna non aveva la spada.

-Cosa diavolo ci fa questo brutto...essere qui? Si diverte a spezzarti il cuore?- si rivolse a Solas con uno sguardo assassino e lo prese con forza dal bavero, lui non oppose resistenza -Cosa ci fai qui?- richiese minacciosa. Intervenni -Ti prego Cassandra lascialo, ci siamo già chiariti- mi guardò infuriata, lo spinse lontano da sé, e se ne andò in camera sbattendo la porta. Poteva andarci peggio, penso…

-Domani mi farà una ramanzina infinita… non hai reagito, perché?-

Sospirò e rispose -Perché quel pugno che voleva tirarmi, me lo sarei meritato, penso si sia trattenuta solo perché sei intervenuta tu, se fosse stata armata sarebbe stato un problema- intanto si era seduto sulla poltrona. Lo guardai perplessa, dopo anni che stavamo insieme aveva ancora delle riserve, potevo capire i dubbi che lo frenavano prima, non mi aveva detto di essere il Temibile Lupo, ma ora?

-Cosa stai facendo? Non vorrai dormire sulla poltrona? Non fare lo stupido- mi guardò e poi fissò il fuoco, si alzò di scatto e mi prese in braccio. Non me l'aspettavo. Gli strinsi le braccia intorno al collo per sostenermi e lo fissai negli occhi, ardenti di desiderio come non li avevo mai visti, il battito del cuore aumentò. Sorrisi, ti sei deciso finalmente?

Gli sfiorai le labbra con le mie -Quel divano mi sembra comodo, ma andrei nella mia stanza- indicai una porta, ridacchiò divertito, ci spostammo in camera e mi mise sul letto. Si impossessò della mia bocca, passando le mani sul mio corpo, accarezzandomi insinuandosi sotto gli abiti. Ci staccammo senza fiato, iniziò a svestirsi con impazienza, lo imitai rimanendo solo con la biancheria.

Emozionata e ipnotizzata mi presi tutto il tempo per osservargli la schiena e il petto, fino a studiarlo maliziosa al centro della sua virilità, ancora coperta dai pantaloni, ma ben evidente pulsante di desiderio. Una fitta fece capolino nel mio basso ventre, la voglia di averlo dentro di me aumentava a ogni minuto. Sorrise studiandomi con occhi ardenti, mi si scaldarono le guance e distolsi lo sguardo. Il cuore era impazzito, lo sentivo rimbombarmi nelle orecchie. Si sedette al mio fianco e cominciò a baciarmi minuziosamente il collo, bruciavano e dei piacevoli formicolii scivolavano lungo la schiena, infiammandomi di più.

-Ma'arlath- mi voltai, trovandolo vicinissimo al mio viso, lo baciai dolcemente accarezzandogli il palato, rispose con foga divorandomi la bocca. Mi spinsi contro di lui e prendendomi dai fianchi  ci spostammo al centro del letto. Gli ultimi indumenti scivolarono via. Mi fissò rapito -Sei bellissima- un lieve senso di imbarazzo si stava insinuando nella mia mente, ma lo feci tacere. Era la prima volta che mi vedeva senza nulla addosso, e più importante era la prima volta che vedevo lui nudo. Mi  godetti la vista di tutto quello che tra poco sarebbe diventato mio. Iniziò a baciarmi scendendo sempre più giù. Quelle coccole di baci roventi e le sue mani calde mi fecero perdere la ragione. Sentire il suo profumo, il suo sapore era inebriante. Accarezzare le sue spalle e il suo petto mi faceva impazzire. Ero perduta. Fremetti ed ebbi dei gemiti -Solas…- volevo che mi prendesse. Incatenò i nostri sguardi, era la prima volta che lo vedevo così, ogni maschera anche la più semplice era scomparsa, dischiusi le gambe invitandolo a continuare, allungò un braccio sotto alla vita cingendomi e avvicinando il nostro desiderio. Mi baciò teneramente, mi sfuggii un gemito contro le sue labbra. Spostai la bocca fino ad  afferrarlo delicatamente, ma saldamente al lobo e lo leccai, gemette e rabbrividì -Così perdo il controllo- sussurrò.

Ridacchiai e lo accarezzai sul petto lentamente sempre più giù, fremette -Non vedo l’ora…- proferii con voce suadente.

-Vhenan…- rispose con voce roca. Mi alzò i fianchi ed entrò lentamente in me. Quella dolce irruzione mi fece sfuggire un lamento. Diavolo. Ero tra il dolore e il piacere. Mi aggrappai alle sue spalle. Si bloccò preoccupato -Stai bene?-

Lo baciai fiduciosa -Continua vhenan, sto bene- posò le mani sui miei fianchi per accompagnarne i movimenti. Gemetti sotto le sue spinte lente e controllate, mi osservava attento, la mia rassicurazione non era servita a molto, ma quella premura mi fece abbandonare completamente a lui.  Trovammo presto una sintonia, ogni affondo diventò più veloce e forte con  scariche di piacere che non avevo mai provato prima. Con le gambe lo strinsi di più contro di me. Affondò la lingua tra le mie labbra. Inarcai la schiena spingendo i fianchi verso di lui. Non vidi più nulla.

Ritornai cosciente. Passai un braccio sulla sua vita come lui stava facendo con me. Mi si avvinghiò contro ansimando parole dell'Antica Lingua, dolci quanto melodiose. Pelle contro pelle, non si capiva dove finivo io e iniziava lui. La pressione divenne ancora una volta alle stelle e il piacere a lungo desiderato si impossessò di entrambi.

Rimase sopra di me abbracciandomi e guardandomi dolcemente, sorrise, contraccambiai e lo baciai con passione. Si spostò al mio fianco, misi la testa nell'incavo della sua spalla, lo strinsi contro di me. Dopo un breve riposo la notte risuonò di nuovo dei nostri gemiti.

Mi svegliai accoccolandomi contro di lui e godendomi il calore del suo corpo

-Buongiorno, ma vhenan- disse dolcemente

Lo guardai in quegli occhi che mi facevano impazzire, gli diedi un fugace bacio sulle labbra e sorrisi -Sicuro che sia buongiorno? Mi sa che è buon pomeriggio e Cassandra sarà dietro a quella porta con la sua spada-

Rise -Qualcosa mi dice che supponi giusto, ma spero di sbagliarmi-

Feci scorrere la mano sul suo petto accarezzandolo sempre più giù, la bloccò con la sua. Sorrisi divertita e rigirai il viso posandogli un bacio sulla spalla. Inspirai il suo profumo, il mio e di quella nottata frenetica e fantastica, non potevamo recuperare i quattro anni persi, ma indubbiamente ci avevamo provato. Lo esaminai, un viso affilato, con quell'adorabile fossetta sul mento che invitava a baciarla e i miei occhi grigi tanto amati che erano tempestati di macchioline d’argento che a seconda della luce si illuminavano. È diverso da qualunque elfo abbia mai incontrato, si vede che siamo di ere differenti. -Hai un buon profumo- in risposta affondò il viso nei miei capelli -Mmm…tu di più, sai di cuoio- ridacchiai -E tu di carta, non mi sorprende-

Le labbra gli si distesero in un sorriso, si mosse mettendosi sopra di me -Pensavo che dovessimo alzarci- dissi divertita, avvicinò le labbra alle mie affondando con la lingua, gemetti, mi stava rivenendo voglia di lui, lo volevo sempre di più. Gli mordicchiai il labbro inferiore e con più naturalezza di quanto mi aspettassi lo avevo accolto tra le mie gambe, i nostri desideri si toccavano, ma si stava trattenendo. Lo strinsi avvolgendogli i fianchi con le gambe fino alla schiena. Ci staccammo senza fiato, mi fissò negli occhi e sorrise -Non ne avrò mai abbastanza di te- gli posai le mani sul viso -E allora fammi sentire quanto mi vuoi- mi strofinai contro di lui, stavo impazzendo. Senza farselo ripetere entrò in me deciso, lasciandoci travolgere dalla passione. Si abbandonò sopra di me e lo baciai su una guancia -Ar lath-

Sorrise -Ti amo anche io e anche per me è come se fosse stata la prima volta questa notte, non ho mai provato una cosa del genere-

-Perché non lo facevi da parecchio?-

Ridacchiò, si alzò appoggiandosi sui gomiti e fissandomi dolcemente -No, perché quello che ho fatto con te non è sesso, tu assorbi tutto quello che ti faccio e me lo rimandi indietro amplificato, sbocciato in qualcosa di ancora più abbagliante e inebriante- ero emozionata per quelle parole

-Abbiamo fatto l’amore?- infatti chiamarlo semplicemente sesso, sarebbe stato diminutivo, mi sentivo magnificamente anche solo stargli accanto. Sorrise mostrandomi un’espressione di immensa gioia, se non lo fossi già stata mi sarei innamorata ancora di lui. Mi posò un bacio fugace sulle labbra -Una confortevole mancanza di coscienza, il piacere nel dormire indisturbati, la scoperta di questo meraviglioso sentimento con la bellissima donna che ho tra le braccia. Credo proprio che sia amore e non pensavo l’avrei mai provato in vita mia- mi baciò di nuovo, una lunga, rilassata esplorazione che mi fece arricciare le dita dei piedi. -Se non fosse stato amore non ci saremmo mancati e cercati così tanto, ma vhenan- affermai. Abbozzò un sorriso, mise il viso nell’incavo del mio collo posando dei baci, per poi scostarsi e di controvoglia mi alzai. Non mi sembrava ancora vero di averlo avuto sopra e dentro di me. Per quanto tempo lo avevo desiderato senza che ci concedessimo l’uno all’altra? Non potevo fare a meno della sua presenza prima, ora era impossibile, avrei fatto qualunque cosa per stargli accanto.

-Vado a lavarmi e farò vedere a Cassandra che sono viva. Usa pure il mio bagno, qualcosa mi dice che se resto in questa stanza ancora un po' ne uscirei stasera- sorrise divertito, e mi guardò recuperare le mie cose.

-Nell'armadio dovresti trovare qualcosa che ti vada bene-

Uscii. Stranamente non vedevo Cassandra da nessuna parte. Andai nella sua stanza.

Ero immersa nell'acqua calda, quando la sentii rientrare.

-Vedo che ti sei finalmente fatta viva, potevi lasciarlo dormire sul divano però- la voce era alquanto seccata.

 

 

 

Ma'arlath: amore mio

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 10

Presi un po’ di acqua a coppa tra le mani e sospirai, non mi dispiaceva che si preoccupasse, era diventata come una sorella maggiore in quegli anni di avventure.

-Cassandra, lasciarlo sul divano dopo quattro anni che ci conosciamo mi sembra un tantino estremo, lui comunque non ha colpe, l'ho incitato io, se no l'avresti sì trovato sul divano, sa controllarsi fin troppo-

Silenzio, alzai le mani bagnandomi il viso, la udii sospirare -Yen lo perdoni troppo facilmente, non può passarla liscia-

Sorrisi e osservai le gocce cadere -Vero, ma sai quello che vuole fare, non voleva mettermi in mezzo per proteggermi. Penso che Mythal sia stata uccisa proprio a causa sua-

Sospirò ancora -Va bene, ma se ti fa soffrire di nuovo non ci sarò solo io, ma anche tutti gli altri e allora si che si ragiona! Il vantaggio è lecito, è un Dio- sentire una cosa del genere da Cassandra mi fece molto piacere -Grazie, ma non penso ce ne sarà bisogno, che ore sono?-

-Le 15, c'è qualcosa sul tavolo da mangiare quando hai finito-

Mi guardò torva -Cosa diavolo ti è saltato in mente di sparire così! Senza dire nulla! Ci siamo spaventati da morire! Pensavamo ti fosse successo qualcosa e non c’era nessuna traccia!-

Feci un breve sorriso -Perdonami, ma non potevo continuare a stare con le mani in mano e l’unico modo era fare qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato, soprattutto lui, non volevo rischiare che le sue spie mi ritrovassero, ho dovuto prendere una decisione drastica- sbuffò offesa. -Cassandra, scusa, ma se avessi accennato qualcosa a qualunque di voi, so che in modo o nell’altro lo avrebbe scoperto, mi fido di tutti voi e soprattutto di te- non mi guardava, sospirai sconsolata.

-Cosa hai fatto in questo mese?-

Sorrisi -Quel giorno ho cambiato aspetto, ho raggiunto l’altra città e ho trovato un contatto per puro caso. Vuole liberare gli elfi dalla schiavitù e li sta armando, i nostri interessi coincidono-

Mi ascoltava attenta -Ma non vuole togliere il Velo?-

-Anche, ma…-

-Siete due pazzi, ma come si dice? Chi si somiglia si piglia!-

Ridacchiai -Comunque mi sono ritrovata in una delle sue basi, stavo per prendere una promozione alla fine, ma me lo sono ritrovato davanti ed è finita bene, anche se…-

Mi guardò allarmata -Cosa? Ti ha fatto ancora piangere?- 

Esitai -Ehm… bhe… più o meno, ma te l’ho detto ci siamo chiariti ed ora è qua-

Era arrabbiata -Io quello un giorno o l’altro lo ammazzo…-

Cavolo -Cassandra, calmati è tutto a posto adesso, davvero…-

Sospirò profondamente -Ho capito, ma lo terrò d’occhio- sorrisi -Ti aspetto di là-

-Ah… aspetta, la bambina?- me ne ero completamente dimenticata!

Si voltò di nuovo verso di me e sorrise -Sta bene, Dorian l’ha affidata ad una coppia di suoi servitori che sono stati felici di accoglierla, visto che non possono averne di propri-

Ero sollevata -Bene, sono contenta, è così carina poi- la vidi avvicinarsi dubbiosa e mi posò un mano sul viso facendomelo voltare, fissandomi il collo -Cosa…?- proferì con un filo di voce

-Che c’è Cassandra?- la vidi arrossire e mi lasciò andare -Nulla!- borbottò  -Cassandra!?- ed uscì senza ascoltarmi, ma che gli è preso?

Uscii dalla vasca e mi sistemai, per poi guardarmi allo specchio sul punto che aveva causato quel comportamento strano della Cercatrice. Una macchia scura, il segno di un bacio, gli posai sopra un dito solleticandomi la pelle e scoppiai a ridere.

Andai nell'altra stanza, vidi al tavolo il mio lupo che mangiava e discuteva con Cassandra, i toni erano normali. Sorrisi a Solas che ricambiò con lo sguardo e mi sedetti, in compenso la Cercatrice se ne andò a chiamare Dorian.

-Tutto bene?-

Mi rispose con un sorriso -Perfettamente, mi ha fatto sapere che se dovessi farti soffrire ancora, mi ritroverò i migliori elementi dell'Inquisizione con l'intento di uccidermi, è confortante la lealtà che ti dimostrano, sono contento-

Sorrisi divertita -Una dichiarazione di guerra in piena regola fatta da Cassandra è pericolosa-

-Lo so- ridemmo. Ritornava Cassandra accompagnata da Dorian, che guardò Solas malissimo.

-Brutto bastardo che non sei altro! Spero tu sia tornato per rimanere! Perché se la fai soffrire ancora ti incenerisco! Fosse l'ultima cosa che faccio!-

Solas lo guardò serio -Sono tornato e intendo rimanere, o comunque se dovrò andarmene, Yen verrà con me-

Dorian continuava a guardarlo minaccioso, non che Cassandra avesse uno sguardo tanto diverso.

Mi alzai andando incontro a Dorian e lo abbracciai -Non ti preoccupare Dorian, è tutto a posto adesso- mi rivolse un espressione felice -Lo spero, ma non mi fido- sorrisi -Dopo Cassandra ti spiegherà tutto quanto-

Rimise la sua attenzione su Solas -Quindi, spiegati-

-Ti volevo ringraziare per il braccio di Yen e per averle insegnato ad usare i suoi poteri-

-È bravissima, ha un talento naturale, ha imparato tutto molto velocemente ed ha una potenza incredibile-

-Che abbia un talento naturale non ne dubito, Dorian, ma come hai detto tu ha una potenza sconfinata, potrei dire pari se non superiore alla mia. Le tue magie arrivano a certi livelli, bada non perché non ne saresti in grado, ma perché non hai potere sufficiente. Quindi ti ringrazio, ma da qui in poi faccio io, penso di avere abbastanza esperienza ormai-

Dorian lo guardò incuriosito e chiese -Come vuoi, nessun problema, ma ho una richiesta, posso stare a guardare? Così evitate anche di divagare, non si sa mai-

Solas lo guardò divertito -Certo, i miei insegnamenti sono nell'Antica Lingua però, non capirai le parole mi spiace-

-Pazienza, farò da terzo incomodo, ma lei come farà a capire?-

Risposi -Avendo bevuto dal pozzo del dolore non ho problemi-

Sorrise -Benissimo, cominciamo?-

-C'è un giardino Dorian? Uno spazio aperto? Se qualcosa va storto è meglio essere fuori, te lo assicuro- ridacchiò divertito.

-Perché ridi?-

-Vedi vhenan, per farti un esempio, ti ricordi a Skyhold il muro di cinta esterno distrutto? Quello era stato un mio errore di calcolo, diciamo... quando ero giovane- lo guardai sbalordita

-Non ti preoccupare non farai danni-

Iniziammo e fu anche divertente, Solas spiegava molto bene, i sussurri aiutavano, ma erano strani rispetto al solito, avevano iniziato a ripetere insistentemente “È giunto tempo di cambiare" non capivo, cambiare cosa? Ne dovevo parlare con Solas, quando avremmo fatto una pausa.

Che diventava difficile quando vedi nel tuo insegnate tanto entusiasmo, non lo avevo mai visto così, era una gioia per gli occhi e per il cuore, parlavamo solo nell’Antica Lingua che apprezzavo sempre di più, ci stava avvicinando più di quanto non lo fossimo mai stati, ero sempre più innamorata di lui.

Secondo Solas ero un portento e detto da lui è diverso che sentirlo da Dorian, sapendo quanto fosse rigido e severo non pensavo avrei ottenuto tutta questa approvazione.

Stavo imparando velocemente, facevo magie complicate con estrema facilità ed a Solas brillavano gli occhi, in tutti i sensi, avevo notato che a seconda della quantità di mana richiesto, quel bagliore negli occhi aveva diverse intensità.

-Solas…- abbassai lo sguardo esitante, mi fissò incuriosito -No nulla, lascia perdere…-

Mi osservò attento -Cosa? Dimmi-

-Davvero, nulla- si avvicinò ad un palmo da me alzandomi il viso e costringendomi a guardarlo negli occhi, era perplesso -Che succede, vhenan?-

Sorrisi, ma sapeva che potere avesse su di me quell’unica parola, pronunciata da lui? Ogni volta sentivo il cuore scaldarsi e un irrefrenabile voglia di baciarlo, quindi gli presi il viso tra le mani e lo tirai verso me.

-Ehi! Ehi! Ehi! Mi allontano un attimo e fate baldoria?- esclamò Dorian.

Ridacchiai contro le labbra di Solas e approfondii il bacio, contraccambiata da lui con fare possessivo. Furbacchione, ti piace farlo indispettire eh? Ignorammo quel richiamo.

-Non fate finta di non capire! Che la lingua comune la sapete ancora, anche se non fate che parlare nell’Antica Lingua!- esclamò scocciato

Ci staccammo senza fiato e sorrisi -Non essere così fiscale Dorian!-

-Non è questo, come se non ti conoscessi, quando non c’era ti imbambolavi pensando a lui e non ascoltavi un tubo di ciò che ti spiegavo. Ora che ce l’hai qui a portata di mano cosa pensi di combinare se non finire direttamente in camera?-

Ridacchiai divertita, riguardai Solas che mi fissava ipnotizzato e sorrideva -Ti imbambolavi?-

-Già, ma ho scoperto che è anche un metodo efficacie per ignorare gli spasimanti, non che lo facessi di proposito con Dorian…-

-Spasimanti?- era decisamente attento -Te ne importa qualcosa? Davvero?- mi guardò sorpreso.

-La volete smettere che non vi capisco? Solas riprenditi!-

Mi fissava e continuava ad ignorarlo -Ho capito! Faccio una pausa!-

-Tu sei sparito, ma il mio ruolo da Inquisitore soprattutto dopo Corypheus ha richiesto la mia presenza a vari eventi… e non avere un accompagnatore ufficiale ha sortito tale effetto…-

Era perplesso -Anche se sono un elfa, esatto- abbassò le sguardo afflitto -Mi dispiace…- ora ero io che non capivo -Di cosa?- mise una mano sul mio viso -Di averti lasciato da sola…-

Lo fissai negli occhi -Era necessario, non potevi continuare ad aiutarmi, anche se non l’hai fatto proprio in modo carino, ho dovuto imparare ad affrontare quel mondo da sola, doveva andare così- risposi con decisione -Non posso negare che abbia fatto male però…-

Mi guardò con rammarico, esitava -Avevi anche gli…-

-Altri?- conclusi la frase -Gli altri sono gli altri e mi hanno aiutato, ma quando avevo bisogno di un sostegno tu non c’eri e ho imparato a cavarmela da sola, ed è stato meglio così, non sarei arrivata al punto di cercarti fino a voler sparire, tagliando ogni legame se necessario- quando avevo bisogno di un consiglio lui c’era sempre, una volta che se né andato, ho dovuto camminare solo con le mie forze. Era un pensiero ingenuo sperare che ci sarebbe stato sempre per me.

Perfino Josephine che mi aveva insegnato “Il Gioco” si era congratulata per quanto fossi diventata abile a conversare senza dare delle vere risposte e a volgere il discorso in mio favore se necessario. Ero arrivata al punto di trovarlo anche divertente, ottenendo un certo rispetto dalla nobiltà orlesiana. Dovevo riversare la disperazione e il dolore che provavo da qualche parte.

La mia maschera da Inquisitore si era fortificata ulteriormente, dovevo proteggere il mio vero io, dovevo, per non crollare sotto il peso delle responsabilità di avere tra le mani altre vite. Ho dovuto adattarmi in fretta, due anni dopo aver scoperto il suo segreto, avevo compreso in parte cosa stava passando, ma cavolo se aveva fatto male. Come hai potuto sopportare per tutti questi anni, un peso del genere da solo?

Gli occhi si erano adombrati tristi, stava per allontanarsi, ma lo trattenni, mi guardò -Sapevo che ti avrei fatto soffrire, ma avevo preso una scelta quella sera, non potevo abbandonare la mia… gli elfi del mio tempo e vedere ancora una volta qualcuno o peggio la persona che amo, mettersi al servizio di un Evanuris. È stato tremendo, quel pozzo maledetto è sopravvissuto anche con il Velo e ce ne sono in giro altri, il prezzo da pagare è sempre lo stesso. Perdonami per quello che ti ho fatto… sei cambiata-

Sospirai -In meglio spero- lo fissai curiosa -Sorridi di meno-

-Tu invece hai ricominciato a farlo più spesso da quando stiamo insieme, mi sembra equilibrata la situazione-

Accennò un sorriso -Anche il tuo sguardo è diverso, studi la persona che hai davanti con molta più attenzione di quanto ti vedevo fare in passato…-

-Come fai tu…-

Sorpreso riabbassò lo sguardo triste -Come potevo dirti di essere il grande avversario protagonista della mitologia della tua gente? Non mi sono fidato, è vero, ma il solo pensare che mi guardassi come un mostro…- sospirò e rialzò il viso fissandomi dolcemente -Anche dopo aver ucciso la Viddasala, mi hai sorpreso come al tuo solito, non hai agito come mi aspettassi alla fine, non hai avuto paura di me, anzi ti sei messa a litigare. Lasciarti ferita e indifesa in quel luogo… mi ha ucciso- 

Sorrisi lievemente e lo abbracciai, mi strinse a sé -Solas, ar lath- mi appoggiai a lui facendo combaciare i nostri corpi.

-Cosa mi volevi chiedere prima?-

-Nulla-

-Ehi, qua il Dio degli Inganni sono io-

Ridacchiai, gli posai una mano sul viso e lo osservai -Perché ti si illuminano gli occhi quando fai una magia?-

Sorrise -Tutto qua? Ottima domanda. Un mago fa fluire il suo potere attraverso un bastone di solito, giusto? Il cristallo si illumina per via della concentrazione del mana. Non avendo bisogno del bastone, che anzi verrebbe distrutto dal troppo potere, viene riflesso dagli occhi. Noi stessi siamo degli ottimi conduttori, solo che far fluire all’esterno la magia correttamente senza un aiuto come un bastone, non è così semplice-

-Capisco, quindi anche io…- finì la frase -Ti si illuminano gli occhi? Sì lievemente, ma lo fanno-

-Oh bhe, abbiamo l’effetto sorpresa, è un po’ inquietante se non te lo aspetti poi…-

-Ti faccio paura?- lo guardai sorpresa -Che domande sono?- era perplesso, gli presi il viso tra le mani e lo baciai -Fai per forza un po’ paura- non gli diedi il tempo di rispondere catturandogli di nuovo la bocca -Sai com’è non è una cosa che si vede tutti i giorni- sorrise -I sussurri stanno continuando a ripetermi…- mi interruppe -È  giunto tempo di cambiare, lo so, ci devo pensare su, poi ti spiegherò cosa vogliono- ero stupita -Come fai a saperlo?-

Mi guardò dolcemente -Ti spiegherò anche questo, ma non ora-

Quella sera, dopo cena avevo sconfitto tutti a Grazia Malevola, stranamente Solas che vinceva scaltramente, messo in difficoltà solo da me, aveva perso più del solito, lo vedevo assente, perché?  Mi avviai verso la camera, era già parecchio tardi.

Solas rimase sulla poltrona vicino al camino pensieroso.




Evanuris: potenti maghi elfici che si elevarono allo stato di Dei.
Solas, ar lath: Solas, ti amo

Naturalmente la spiegazione del bagliore negli occhi me la sono inventata di sana pianta, ma mi pare possa avere un senso
Vi auguro Buon Natale! Passate delle buone feste :D

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 11

Mi svegliai e tenendo gli occhi chiusi feci scorrere una mano da parte a me sul materasso, sentendo solo le lenzuola fredde e vuote. Aprii gli occhi e girai il viso, la parte di Solas era ancora intatta. Non era venuto a letto. Mi alzai e cambiai, uscii per la colazione. Lo ritrovai sulla poltrona, dove lo avevo lasciato la sera precedente, qualunque cosa stesse pensando lo doveva aver sfinito, dormiva ancora, in una posizione alquanto scomoda. Mi avvicinai e posai le mie labbra sulle sue, da un leggero bacio, divenne più profondo. Le sue mani si posarono sulla mia vita tirandomi verso di lui, mi accomodai sulle sue gambe.

-Non mi sembrava di averti messo in punizione ieri sera, mi hai lasciato anche vincere a carte!- scherzai

Sorrise -Chi ha detto che ti ho lasciato vincere?- disse arrogante

Gli posai una mano sul viso accarezzandolo -Perché tu non mi lasci vincere facilmente, o mi massacri senza pietà- risposi sinceramente e mi andava bene così, lo trovavo divertente soprattutto quando cercavo di distrarlo. Ridacchiò -Impari in fretta, se non faccio sul serio non servirebbe, e dove starebbe il mio divertimento?-

-Ah… adesso è il tuo divertimento?- posai un bacio fugace -Non hai mai giocato a Grazia Malevola con me a Skyhold… per sentirmi dire da Thom poi che lo lasciavi in mutande!-

Rise -E mi ha insegnato lui le regole, è come ‘Il Gioco’ degli orlesiani, ma più semplice e rilassante, soprattutto se ho davanti una bellissima donna che cerca di distrarmi con allusioni interessanti-

Sorrisi -Chi ha detto che debbano rimanere allusioni? Mantengo le promesse- lo provocai

Affondò una mano nei miei capelli e mi tirò verso di lui baciandomi con passione. Riprendemmo fiato, ho la mente annebbiata, cavolo, mi fa sempre questo effetto. Rimasi con la fronte appoggiata alla sua per schiarirmi le idee.

-Non sarebbe stato meglio venire a letto? Mi stai divorando e avrai un mal di schiena terribile-

Sorrise malizioso -Mmm… adoro il tuo spirito indomabile- mise il viso nell’incavo del mio collo e mi assaporò più volte lentamente. Dio… si è completamente lasciato andare ormai, amo la sua parte calma, fredda, distaccata e riflessiva, ma impazzisco per questa passione che mostra solo a me. -Il mio spirito è stato domato da un altro recentemente…- mormorai confusa per le coccole che mi stava facendo -Non il tuo spirito, il tuo corpo. Il mio spirito si è sottomesso al tuo più che volentieri- sorrisi -Sei un adulatore…- in risposta ricevetti un bacio più insistente degli altri, ridacchiai, si scostò e mi guardò divertito -Avrò modo ancora di mettere in imbarazzo Cassandra- e gli detti un bacio fugace per poi ritornare seria.

-A cosa stavi pensando? A quello che mi hanno detto i sussurri?-

-Già, ma prima di approfondire il discorso, facciamo colazione, vhenan-

Dopo aver mangiato, iniziò a spiegare.

-Quando me ne sono andato, subito dopo che avevi sconfitto Corypheus, mi sono recato da Mythal, dovevo recuperare il mio potere perduto. Tu l'hai incontrata, o almeno quello che rimane di lei, un frammento in quella donna Flemeth-

Come dimenticarla? Mi aveva ordinato di bloccare Morrigan e poco dopo avevo avuto il piacere di incontrare il suo drago.

Fissava la tavola serio -Ero disperato, lei alla fine è entrata dentro di me. Quel frammento mi sta dicendo le stesse cose che hanno iniziato a dire a te i sussurri del pozzo, da mesi però me le sento ripetere in continuazione, e sono combattuto- mi rivolse un’espressione preoccupata.

Ecco perché… -Allora è per questo che l’altro giorno sei riuscito a bloccarmi!- esclamai sorpresa

-Esatto, anche se avrei preferito non farlo, odio che tu abbia quei marchi e che ti possa controllare, anche se è stato il modo più sicuro senza rischiare di farti del male…-

Stava per aggiungere qualcosa -E…?- mi guardò lievemente seccato -Nulla di importante…-

Lo osservai incuriosita -E no! Ora parli, ma vhenan!- sbuffò e distolse lo sguardo da me divertito

-E quando l’ho fatto, Mythal ha aggiunto ‘Anche a Fen’harel sono tornati comodi infine’ non cambierà mai…-

-Quindi lei… bhe, prova tutto quello che fai tu?-

Era divertito -Se ti stai riferendo all’altra notte, diciamo che si è fatta gli è affari suoi, può decidere se essere presente o meno-

Sentii le guance scaldarsi, quella  prima notte favolosa… sorrise, per poi diventare attento, stava pensando o ascoltando?

-Che stai…?-

Mi guardò -Mi sta dicendo che magari è la volta buona…- sbuffò infastidito

Ero confusa -Di cosa?-

-Mi spiace vhenan, ma questo rimarrà un segreto- mi rivolse un sorrisetto

Ma… -Non cambi mai eh?- risposi seccata

Ridacchiò -È una cosa tra me e lei, nulla di importante, davvero-

Si rifece serio -Comunque, le cose stanno per cambiare, per me, ma soprattutto per te. Mythal deve rinascere, e lo vuole fare insieme a te, hai le qualità per diventare la nuova Mythal come lo era diventata lei a suo tempo, rappresenti l'amore e la giustizia in tutte le sue forme- aveva uno sguardo nostalgico.

-Mi stai dicendo che diventerei un Dio come te? Ma... perdonami è assurdo...- esterrefatta è dire poco, che?! Ma sta scherzando?!

Sorrise ancora di più  -Perché? Posso capire lo shock, ma io non ci vedo nulla di così strano. Sarò sincero, ne sarei felice, diventeresti immortale. La cosa che più mi fa paura è vedere il tuo corpo invecchiare e io rimanere tale e quale come se non fosse mai passato un giorno. Pensare soltanto che potresti smettere di esistere, mi uccide- quelle parole mi colpirono e mi fecero un piacere immenso. -Come prezzo da pagare, comincerai a portare il peso del destino del nostro popolo, ciò comporta una conoscenza sconfinata e quando toglierò il Velo verrai presa di mira dagli Evanuris e questo mi turba- la sua voce aveva un tono afflitto.

Lo fissavo sconcertata, mi guardò e sorrise dolcemente -Hai un’espressione bellissima-

Mi coprii il viso con le mani, sta scherzando vero? Non è possibile! Assurdo. Completamente assurdo! Che diavolo sta succedendo? Io Mythal? Un Dio? E immortale!!

Sospirai per calmarmi, i sussurri “Il cuore di Fen’harel è cambiato” cosa vuoi?

Un sentimento scomparso da tempo nell’Antico Popolo” parla chiaro “Amore, giustizia ti guideranno, cancellati da avidità e tradimento furono” sospirai profondamente “Sei pronta

Perché io? “Le tue azioni e il tuo cuore hanno deciso per te. Il sangue non mente.”  Sangue? Cosa…

-Non sei costretta ad accettare se non vuoi, posso capire che sia… strano- lo guardai, potergli stare affianco per l’eternità, il cuore si scaldò “Hai fatto la tua scelta direi di sì.

Gli presi una mano e la strinsi tra le mie, sorrisi lievemente -Perché vhenan, non è stato sempre così? Non è per questo che hai cercato di starmi lontano? Centra con Mythal vero? Loro l'hanno uccisa perché eravate legati?- mi rivolse un’espressione sorpresa e sorrise triste.

-Non legati come lo siamo noi, ma vhenan, era come una madre per me, mi ha insegnato buona parte delle cose che conosco. Ricordo ancora quando ho sfondato il muro esterno a Skyhold...-

Risposi -L'errore di calcolo?-

Sorrise divertito -Chiamiamolo errore di calcolo, sono dovuto fuggire per un mese, se no mi avrebbe fatto la pelle- rise

-Dovevi essere un tipo scalmanato da giovane-

-Bhe, ogni giorno me ne inventavo una nuova, povera, non la invidio ripensandoci adesso. Se loro dovessero anche solo toccarti con un dito vhenan, non so come potrei reagire- mi guardò serio, risposi altrettanto seriamente -La stessa cosa vale per me, ma'arlath-

-Ne sono sicuro, ma il problema nel tuo caso, non è il potere magico che disponi, ma l'esperienza. Mythal colmerà questa tua mancanza, ma non c'è esperienza come vivere le cose in prima persona, ne sono l'esempio vivente- abbassò lo sguardo turbato.

Odiavo vederlo così, mi alzai continuando a tenergli la mano e mi sedetti tra le sue braccia, appoggiai la testa nell'incavo del suo collo, passò una braccio sulla mia vita e mi strinse a lui. Restammo così per un po' finché non arrivò con il suo puntuale tempismo il terzo incomodo.

-Buongiorno, i piccioncini tubano anche a quest'ora? Non è un po' presto?- rise e noi facemmo lo stesso, mi alzai  -Stavo pensando, ci prendiamo una pausa oggi? Ho bisogno di staccare da tutte queste lezioni, che sono belle eh, ma mi si fonde il cervello se continuiamo a questo ritmo-

-Se il tuo ragazzo è d'accordo, perché no? Non ti preoccupare vi lascio da soli, anche se l’attività non dovesse svolgersi in camera da letto- rispose malizioso

Mi si infiammarono le guance -Vado in bagno- perché deve sempre pensare a quello? Non che io non ci pensi, ma… come potrei non pensarci? Udii Solas che gli diceva con tono allegro -Ti diverti proprio un sacco-

-Certo, devo avere anche io uno svago-  mi chiusi la porta alla spalle.

Immersi le mani in una bacinella con dell’acqua fredda e mi lavai il viso. Accidenti a Dorian e alle sue battute, prima o poi un bello scherzo con Sera ci stava tutto. Mi spostai alla finestra e osservai il giardino dove mi esercitavo, tutto sommato era ancora intero, a parte qualche ramo bruciato. Ripensavo al muro esterno di Skyhold, che diavolo di magia aveva usato?

La porta si aprì, voltai il viso, Solas. Si avvicinò e mi abbracciò da dietro per poi baciarmi sul collo.

-Quindi vhenan, che si fa? Non che il suggerimento di Dorian mi dispiaccia...- rimasi un po' sorpresa, il mio lupo ogni tanto caccia allora. Sorrisi e mi girai verso di lui mettendogli la braccia al collo -Non dispiacerebbe neanche a me, però stavo pensando, quando mi hai lasciato la prima volta, volevi portarmi da qualche parte, ma non siamo andati fino in fondo, sarei curiosa-

-Mi sembra un’ottima proposta, è un po' lontano, ma passando per un paio di Eluvian dovremmo fare in fretta- lo baciai e ci staccammo senza fiato, non ne avrei mai avuto abbastanza di lui. Prendemmo il necessario.

Avvisammo Cassandra che entro sera avremmo fatto ritorno -State attenti e niente pazzie, anche se a voi due non so quanto serva dirlo- e lanciò uno sguardo cupo a Solas, per poi fissarmi dove avevo previsto, arrossì leggermente e negò sconsolata con la testa. Sorrisi divertita.

Una volta usciti dissi -Cassandra è preoccupante, sembra mia madre... capisco che mi vuole bene, ma ti batte se va avanti così Solas-

-Grazie- rispose facendo finta di essersela presa. Ridacchiai.

Ci ritrovammo in una grotta chiusa, Solas appoggiò il palmo della mano sulla nuda pietra e questa si dissolse. Mi prese per mano, quella complicità che sentivo mi rendeva euforica, una volta usciti il silenzio era rotto solo dagli uccelli e movimenti di altri animali. Almeno per quel giorno saremmo stati liberi e normali, per quanto potevamo esserlo. Seguendo la strada sterrata, giungemmo infine alla statua di lupo ed entrammo nella grotta posta alle sue spalle, la percorremmo fino ad arrivare al piccolo lago con i due halla dove mi aveva tolto i Vallaslin. Solas mi spiegò che qui liberava gli elfi che riuscivano a fuggire, molti dei quali poi rimanevano con lui come compagni contro i falsi Dei.

-Ar lasa mala revas- ripetei quelle parole che mi erano rimaste impresse nella mente, come la sua espressione di gioia, quando avevo acconsentito nel cancellarli e ipnotizzato dopo

-Sei bellissima- rispose, come seguendo il filo dei miei pensieri, abbozzai un sorriso, preferirei non ricordare quello che successe dopo

-Concordo- lo guardai esterrefatta -Ora leggi anche nel pensiero?-

Ridacchiò -Potrei, ma non serve, la tua espressione dice tutto… stavo rivivendo anche io il momento, piacevole prima e… bhe…-

-Doloroso…-

-Penso che sia diminutivo come aggettivo… non avrei voluto avere il coraggio per separarmi da te-

-Già… anche se non so ancora se ha fatto più male quello o non sapere il perché di quella decisione…- sospirai, lasciamo perdere… non ha senso…

Lo guardai, rimaneva in silenzio abbattuto, gli strinsi la mano -Ma ghilana Fen’harel- lo provocai e si destò dai suoi pensieri, mi fissò deciso trascinandomi lontano da quel luogo di ricordi.

Iniziò a raccontarmi aneddoti sulla sua giovinezza, e rimanevo colpita da come fosse monello il mio vhenan a quei tempi, mi sarebbe piaciuto vederlo. Ci stavamo conoscendo ancora più in profondità, cosa che negli anni passati il suo segreto gli proibiva di fare.

Arrivammo infine nel pomeriggio vicino a delle enormi cascate, alcuni edifici ormai distrutti, in un angolo un’altra statua a forma di lupo -Che combinavi qui?-

Sorrise -Qua stavano le persone e famiglie in fuga, chi non si univa a me, poteva fermarsi in questo luogo quanto voleva, erano sotto la mia protezione. C'erano molti bambini più o meno piccoli, i genitori li facevano scappare per primi, e in seguito li raggiungevano, anche se purtroppo non sempre tutto andava secondo i piani, gli orfani non mancavano- gli strinsi la mano -Una volta adulti molti di loro decisero di unirsi a me, diventavano sempre di più, e iniziarono i guai. Ma preferirei non parlarne, alla fine tutto si ricongiunge a quello che sai già-

Mi strinsi a lui facendo passare un braccio sulla sua schiena e mi abbracciò, non potei evitare la domanda, era rimasta in sospeso dalla mattina presto -Vhenan, penso sia proprio ora del cambiamento, non trovi?- mi fissò negli occhi e sorrise, però esitava -Ne sei sicura? Condannarti a questo per…- alzai una mano e lo afferrai dal bavero della maglia da apostata, lo tirai giù alla mia altezza, catturandogli la bocca con un bacio, zittendolo -Certe volte parli troppo, lo sai?- sorrise -Fallo-

I suoi occhi si illuminarono, mi baciò con molta dolcezza, percepii qualcosa passare in me, niente di così strano. -Bhe… non…- mi bloccai, il senso di benessere stava svanendo. Il cuore impazzì, le gambe cedettero, il cervello non intendeva collaborare, non ero in grado di reagire, ero solo consapevole della presenza del calore che emanava il corpo di Solas che mi strinse più forte sostenendomi. La vista si fece appannata, infine non vidi più nulla.

Che diavolo? Era completamente buio. Guardai in basso, verso i miei piedi, li vedevo, mi vedevo, scoprendo però che il braccio sinistro era ancora mancante, le cicatrici emanavano una tenue luce verde. Mi osservai meglio, i miei vestiti? Perfetto, non so che succede e  sono pure nuda! Avvertii una presenza che interruppe i miei ragionamenti e mi voltai, un drago!? Feci qualche passo indietro spaventata, si illuminò di una luce bianca cambiando forma, mi ritrovai davanti un elfa bellissima, occhi di un verde smeraldo e una chioma bionda. Mi osservava attenta e mi rivolse un sorriso gentile -Non avere paura, non intendo farti nulla- decisi di avvicinarmi, Solas si fidava di lei, no? Mi riguardai titubante, iniziavo a sentirmi a disagio. L’elfa ridacchiò -Da’len, siamo in un sogno, usa la tua volontà e avrai dei vestiti- mi concentrai, immaginando cosa avevo messo quella mattina. Comparvero i miei abiti, sospirai sollevata, ma la manica del braccio sinistro continuava ad essere vuota e penzolante, come lo era stata per mesi. Vedendo le mie perplessità, la bionda continuò -Hai riparato il tuo corpo, ma il tuo spirito rimarrà mutilato, l’Ancora è permanente finché avrai vita- inspirai nervosa, non avevo mai voluto quel potere, anche se ormai sembrava una parte di me, sopito e inerte. L’unica cosa positiva che mi aveva portato erano degli amici e Solas. Sì, tutto sommato un buon prezzo da pagare. -Tu sei Mythal? O meglio, il Dio che rappresenti come Solas?-

Sorrise -Fen’harel è diverso da quello che sono io, da quello che sono gli Evanuris, due nomi, due volti, due vite. Per questo ritenuto dapprima inferiore, poi temuto e rispettato, fino a insinuare vari dubbi, divenuto un Dio, ma in modo differente. Non ci vediamo da un po’, come ti dissi l’ultima volta sono contenta che qualcuno del mio popolo abbia bevuto dal pozzo, e che sia proprio tu-

E che sia proprio io? Che cosa significa? -Mi stavi aspettando?- chiesi basita

-Quello che ha fatto Fen’harel è stato necessario, anche se le conseguenze impreviste da lui, la rabbia che provò lo rese cieco. Invece il suo orgoglio lo rende in parte prevedibile vero?-

Non sapevo che rispondere, anche se dovevo ammettere che era vero -Al tempo ho messo le basi per l’avvenire e durante i secoli in cui si è trovato nell’Uthenera, ho fatto in modo che ti incontrasse, per fortuna lo conosco bene. La vendetta mi ha spinto a non arrendermi- ero perplessa, si spiegò -È parte della mia natura. Non è ancora finita con i falsi Dei, l’inevitabile è stato solo posticipato-

Non riuscii a frenare le parole -Banal nadas- dissi decisa

Ridacchiò -No, ma da’len, lo potrai posticipare, ma non in eterno, questo mondo e l’Oblio dovranno ricongiungersi, perché ognuno a modo proprio sta morendo. L’uno non può vivere ed esistere senza l’altro. Non è solo per la mia vendetta che Solas vuole toglierlo, ma perché tutto morirà se non fa qualcosa-

-In poche parole dobbiamo decidere di che morte morire? Gli Evanuris o il tempo?-

-Dovete decidere se combattere o lasciarvi morire- disse seria -Cosa preferisci?-

-Ho combattuto per Solas, lo farò anche per questo mondo- risposi convinta

Sorrise e chinò leggermente il viso in segno di assenso -Onori l’Antico Popolo. In questi anni ti ho osservato da’len e sono fiera che non ti sia arresa con lui, non può fare tutto da solo, è sempre stato arrogante quel ragazzino!-

Ridacchiai, mi guardò confusa -Scusa, è che Solas mi ha detto che è scappato una volta perché ha distrutto la cinta esterna a Skyhold e che lo avresti ammazzato, ora comprendo il perché- sorrise compiaciuta

Aggiunsi -Hai detto un Dio differente?-

-Diventato un Dio non per scelta, ma elevato a tale da chi prima lo riteneva poco superiore ad uno schiavo, tu per prima dovresti capirlo-

Rimasi basita -Corypheus…-

-Da semplice elfa Dalish a Inquisitore, anche se involontariamente ti ha dato il tuo potere e non mi riferisco all’Ancora-

-E questo potere che ho ora?- non mi era ancora chiaro, non ero mai stata una maga. Come era possibile?

Mi guardò attentamente -Il sangue non mente, troverai da sola la risposta a questa domanda-

Volevo sapere altro, ma con un cenno mi impose il silenzio -Immortale, non si cambia mai e ci si aspetta che anche il resto faccia lo stesso, non lo si accetta fino ad arrivare a volere sempre più potere perché diventi reale. Fen’harel l’ha imparato a sue spese, tu dal principio sei differente, sai che è necessario e delle volte inevitabile. È giunto tempo di cambiare. Sono felice che vi siate trovati ed è ora tempo per me di lasciarlo nelle tue mani-

-Aspetta, ma prima cosa intendevi con ‘speriamo che sia la volta buona’?- questo lo dovevo sapere

Sorrise divertita -Che abbia messo la testa a posto, ma direi che stavolta è così-

Che? Non so se mi era del tutto chiaro…

-Ora diventerai me, o meglio, l’essenza del Dio che rappresento, la mia anima ha la forma di un drago, ma tu sei un lupo come lui, lo comprenderai ancora meglio, sostenetevi a vicenda e tutto andrà per il verso giusto-

-Facendo ciò morirai, giusto? Solas…-

Mi guardò dolcemente come una madre e sorrise triste -Solas lo sa, ma cos’è la morte? Sono stata morta per millenni. Il mio spirito, quello che ero veramente, è stato ucciso, molto prima del mio corpo. Ma da’len, svegliati-

Aprii gli occhi, guardavo il cielo a cui si sostituì il viso di Solas spaventato e preoccupato.

-Yen come ti senti?- mi misi seduta passandomi una mano sul viso e poi provai ad alzarmi, vidi tutto sfocato, mi colpii un senso di vertigini e nausea, barcollai -Troppo in fretta, ma vhenan! Stai seduta- lo sentii prendermi e farmi sedere su di lui, appoggiai la schiena al suo petto e mi avvolse la vita con le braccia.

-Cosa mi succede?- ero un po’ spaventata -I tuoi sensi sono più sensibili e ora subisci la presenza del Velo come è successo a me, ti passerà, ma devi stare tranquilla- ora dovevo concentrarmi nel non vomitare, possibilmente. Solas mise il volto sulla mia spalla, sorrisi

-Per quanto sono stata…-  le sue labbra morbide e calde sul collo -Un’ora circa, cominciavo a preoccuparmi-

-Non mentire, la tua faccia dice il contrario, ti sei spaventato da subito- un altro bacio -Era una gran bella donna-

-Già- continuava a baciarmi, doveva essersi proprio spaventato da morire

-Mi ha detto che la devi smettere di fare tutto da solo e che sei un arrogante ragazzino- ridacchiò, stringendomi di più -Ah e che sei prevedibile, concordo anche su questo-

-Ehi! Vi siete messe d’accordo?- risi -Come va?- iniziavo a sentirmi meglio, il senso di confusione e nausea si stava attenuando -Meglio, ma non va ancora come dovrebbe, sai che dobbiamo tornare prima che faccia buio da Cassandra, se no ci uccide entrambi vero?-

-Tu non corri pericoli, sarà me che ammazzerà, ma finché non ti senti bene non ci muoviamo-

-Hai messo la testa a posto?- insinuai

Mi strinse nervoso -Avete parlato di quello?-

Ridacchiai -Non ti preoccupare, non mi ha detto altro, quindi?-

Sospirò rilassandosi e mi posò altri baci roventi sul collo -Decisamente-

Iniziai a vederci di nuovo bene, stava per arrivare la sera -Solas dobbiamo andare- due dita mi presero il mento, voltandomi il viso verso il suo, prese possesso della mia bocca -Restiamo qui, con i miei poteri non abbiamo nulla da temere, neanche il freddo-

-Per quello non penso servano i poteri- ridacchiò, mi sta venendo ancora sonno, non devo dormire…

Avevo la forma del lupo con il folto mantello bianco che avevo visto riflesso nel lago, vicino a me Solas nella sua forma da Temibile Lupo. Ero contenta di essere al suo fianco, ma non abbiamo il tempo di riposare ora. Devo svegliarmi.

Ripresi conoscenza, un piacevole calore su tutta la schiena, voltai il viso e sorrisi, si era addormentato anche lui, teneva la testa appoggiata sulla mia spalla. Adesso stavo bene, ma era ormai già quasi completamente buio, gli posai un bacio sulla guancia -Vhenan, è ora di andare- aprì gli occhi assonnati, sorrise -Adesso come ti senti?-

-Sto bene, grazie ma vhenan, andiamo- ci alzammo e mi avvicinai allo specchio d’acqua dove si riversava la cascata, mi lavai il viso e bevvi un po’ d’acqua. Andava decisamente meglio. Una mano grande e calda mi si posò sulla schiena -Tutto a posto?- richiese, sorrisi. In risposta lo spruzzai con l’acqua -Ehi!!- ridacchiò e mi allontanai un poco, posai una mano sul tronco di un albero e fissai sorpresa lo spettacolo che mi si parò davanti. Tantissime lucciole che danzavano nel bosco e che si riflettevano sull’acqua. Mi prese per mano -Speravo ci fossero ancora- disse dolcemente, rivolsi la mia attenzione verso di lui, sorrideva sereno.

Arrivammo a casa, doveva già essere mezzanotte, Cassandra fulminò Solas con uno sguardo terribile e se ne andò in camera. Riprendemmo a respirare. Dopo aver cenato andai a letto, mi sentivo stanca e il giorno dopo Solas avrebbe ricominciato senza riserve, mi addormentati quasi subito. Il risveglio fu dolce, ero tra le braccia di Solas come ormai tutte le mattine. Dormiva ancora, mi alzai lentamente non volevo svegliarlo. Lo osservai, il viso era completamente rilassato con un accenno di un sorriso. Mi sistemai prima che altri pensieri prendessero il sopravvento. Stavo facendo colazione con Cassandra, quando Solas ci raggiunse, poco dopo arrivò anche Dorian. Le lezioni ricominciavano, come al solito eravamo in giardino ed era diverso, non facevo nessuna fatica a capire quello che mi spiegava, anzi lo sapevo già con mia sorpresa e glielo dissi entusiasta.

Sorrise compiaciuto -Bene, allora ormai sai tutto quello che ti serve, le lezioni sono concluse-

-Dobbiamo festeggiare! Faccio preparare qualcosa di speciale per stasera!- esclamò Dorian e se ne andò veloce verso l’edificio. Rivolsi la mia attenzione su Solas che osservava divertito la schiena del mago del Tevinter allontanarsi. Sentendo il mio sguardo si girò verso di me curioso per quell’interesse, ci fissammo negli occhi, finché non cedetti e risi.



Ar lasa mala revas: ti dono la libertà
Ma ghilana Fen'Harel: guidami Temibile Lupo

Banal nadas: niente è inevitabile

Buon anno!!! Ditemi che ne pensate, scontato? Si era capito? Non fate i timidi, mi fa piacere sapere cosa ne pensate, sia in negativo che positivo.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 12

Stavo passando una settimana tranquilla. Leggevo seduta su una poltrona, quando mi passò davanti Solas, irrequieto, continuai ad osservarlo, andava avanti e indietro nervoso. In questi giorni c’era stato sempre un via e vai di spie, con comunicazioni e lettere, parecchie lettere. Ora rivedevo lui nella situazione in cui mi ero ritrovata io quando ero l’Inquisitore, le parti si erano invertite a quanto pare. Chiusi il libro, mi alzai e lo presi per mano fermandolo, aveva un’espressione preoccupata -Che succede?- mi tirò verso il divano e mi fece sedere sopra di lui, era diventata un’abitudine

-Vhenan, purtroppo devo andarmene per qualche settimana-

Un peso mi si posò sul cuore -Posso sapere il perché?-

-Certo, i miei agenti hanno trovato la sfera che stavo cercando, se funziona e ci sono buone probabilità, è ora di iniziare-

Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato -E naturalmente devo stare qua ad aspettarti, vero?-

Mi rivolse uno sguardo colpevole. Sarebbe stato inutile discuterne, sospirai e abbozzai un sorriso per tranquillizzarlo, mi strinsi a lui e avvicinai le mie labbra alle sue -Vedi di tornare presto, se no penso che morirò di noia- sorrise mi diede un leggero bacio e appoggiai la mia fronte alla sua -Stai attento- ero tesa, dovevo di nuovo separarmi da lui, la cosa non mi faceva per nulla piacere e chissà quando sarebbe tornato. -Cercherò di fare in fretta- rispose

Sarebbe partito all’alba del giorno seguente. Quella notte fu complice dei nostri baci, delle nostre carezze, dei nostri sospiri e gemiti. Un movimento mi destò dal sonno soddisfatto in cui ero caduta, in modo istintivo strinsi il braccio a Solas. Le sue labbra si posarono sulle mie -Ti contatterò nella Dissolvenza- presi possesso della sua bocca e aprii gli occhi, vedevo solo il profilo del suo viso, il sole non era ancora sorto -Stai attento- appoggiò la fronte alla mia -Dormi vhenan- lasciai la presa e affondai nel cuscino, una candela venne accesa e lo vidi alzarsi, lasciai che il sonno prendesse il sopravvento. Era mattina inoltrata e lui non c'era, lo sapevo, ma ricominciare a dormire da sola non sarebbe stato facile. Notai sul cuscino il suo pendente, non se ne separava mai, me lo aveva lasciato in custodia. Mi vestii e lo indossai, me lo rigirai nelle mani passando le dita sui denti della mandibola, un poco mi tranquillizzava, avrei dovuto resistere e avere pazienza, i giorni sarebbero trascorsi lentamente.

Passavano le settimane e Dorian cercava di distrarmi, ma ero nervosa, era da parecchio che non si faceva sentire attraverso i sogni, speravo fosse solo troppo occupato. Fissavo il fuoco, seduta sulla poltrona con un libro aperto appoggiato sulle gambe -Tutto bene?- domandò Cassandra vista la mia aria assorta -Sì, sono solo annoiata-

-E preoccupata- aggiunse la Cercatrice -È un Dio! Potrebbe distruggere un esercito da solo! Dovresti saperlo meglio di me-

Sorrisi triste, lo sapevo eccome, mi era capitato un anno prima di vedere almeno una trentina di qunari trasformati in pietra -Mi dispiace, è più forte di me-

-Scendiamo in giardino, da quant'è che non usi i pugnali? Magia e magia, scommetto che non sai più come uccidere qualcuno!-

La guardai con sfida -Ma davvero? Vediamo subito-

Sorrise compiaciuta -Sarà meglio, perché se lo viene a sapere Leliana, non oso immaginare cosa possa farti-

Combattei con Cassandra finché non fui sfinita, almeno mi concentravo su altro. Feci qualche errore solo con il braccio sinistro, che non sentivo completamente ancora come mio, dovevo abituarlo in fretta a quei movimenti. Mi sembrava di essere ritornata in quei giorni dove dovevo distrarmi o fare qualunque cosa per non pensare a lui. Mi sfinivo, perché i pensieri che allontanavo di giorno, alla notte ritornavano in agguato e andare a letto esausta aiutava. Sempre che prepotentemente non rientrasse nella mia vita con quei suoi sogni, facendomi sapere che lui c’era ancora per me. Era però diventata un’arma a doppio taglio, un’esperienza sia piacevole che dolorosa, ero arrivata al punto di non sapere se volevo che continuasse o la smettesse una volta per tutte.

Spero stia bene, non riesco a non preoccuparmi anche se so che è potente, mi manca.  Guardai il pugnale nella mia mano, con un movimento veloce lo lanciai con forza verso un bersaglio posto davanti a me. Metà della lama sprofondò nel panello di legno, quasi al centro. Sospirai profondamente, alla mia età sbaglio ancora una cosa del genere…

-Siamo carenti eh? Abbiamo riposato sugli allori- quella voce, mi voltai, Leliana? Abbozzai un sorriso -Cosa ci fai qui?-

-E disattenta, sono qui già da un po’, non mi hai notato- rispose con la sua solita calma e freddezza -Non è sparito senza dirti nulla stavolta, questa mancanza di concentrazione non è giustificata-

Un lieve spostamento d’aria, bloccai l’individuo a terra con un incantesimo, urlò.

-Ciao Nami, tutto a posto?- l’elfa agli ordini di Leliana mi guardò felice, ma anche esterrefatta non avendo capito cosa avevo fatto, si alzò togliendosi la polvere dagli abiti -Leliana, questi agguati iniziano ad essere monotoni- la sfidai con un sorriso stampato in faccia

Sorrise -È un buon allenamento, anche per loro. Vedo che hai fatto progressi in altro- mi studiò attenta

Ridacchiai -Nami un favore, vedi quella cesta?- annuì con un cenno -Bene, prendi un pugnale e lanciamelo come se volessi uccidermi-

Era confusa, guardò esitante me e poi Leliana -Ma…-

-Fallo, per favore- non era per nulla convinta, intervenne Leliana -Nami non è una richiesta, ma un ordine- proferì fredda. Abbassò il capo in segno di ubbidienza, si allontanò prendendo un pugnale dalla cesta e lo lanciò.

Sentii scorrere il mana nelle vene, risvegliando quella parte di me che non accettavo ancora. Lo pietrificai a mezzaria quando fu ad un palmo dal mio viso e lo presi al volo prima che cadesse a terra. Nami aveva gli occhi sgranati, abbozzai un sorriso, non volevo che avesse paura di me. Lanciai quello che ormai era un pezzo di pietra a Leliana. Era esterrefatta -Interessante-

-Vero? Hai già parlato con Cassandra suppongo-

-Naturalmente, cosa hai intenzione di fare?-

La studiai -Allearmi con lui, troveremo un altro modo-

-So dei sentimenti che vi legano, se questo altro modo non esistesse?-

Sapevo dove stava andando a parare e risposi seria -Non ho intenzione di eliminare nessuno dei due mondi, se è questo che ti preoccupa- non volevo distruggere una realtà per riportarne un’altra, neanche l’Oblio però avrebbe dovuto subirne le conseguenze

-Tu no, ma lui?- chiusi gli occhi. Lui? Non lo so ancora… ed io? Rabbrividii al solo pensiero di dovermi schierare, mi incupii. Strinsi nella mano l’impugnatura della lama nervosa e concentrai la mia attenzione sul bersaglio -A lui ci penso io- lanciai il secondo pugnale con forza. Centro. Mi allontanai, stava calando la sera. Non rispose e non volevo parlarne oltre.

Mi stesi a letto, Leliana sarebbe rimasta per adesso, voleva parlare direttamente con Solas. Alzai davanti al viso il suo pendente osservandolo assorta. “Tu no, ma lui?” lo strinsi fino a farmi male, chi voglio prendere in giro? Mi sto ingannando. Saprei perfettamente da che parte schierarmi. Le guance mi si rigarono di lacrime, chiusi gli occhi scacciandole e mi rigirai su un fianco addormentandomi.

 

Le enormi cascate dove ero stata con Solas, mi guardai intorno, vidi lo specchio d’acqua, le rovine degli edifici, le lucciole che mi avevano sorpreso con la loro danza e la statua di lupo. Dove sei vhenan? I battiti del cuore erano aumentati come una bambina a cui si fa un regalo. Con la coda dell’occhio notai un movimento e mi voltai. Eccolo. Con la sua armatura scintillante, sembrava sfinito, sorrise. Gli corsi incontro emozionata e lo abbracciai stretto, neanche avesse cercato di sfuggirmi, mi accolse tra le sue braccia stringendomi. -Stai bene?- chiesi in ansia.

Prese il mio viso tra le mani, baciandomi intensamente, contraccambiai quella foga facendomi strada nella sua bocca accarezzandogli il palato, altrettanto lui mi stava divorando affamato. Ci staccammo per forza per riprendere fiato -Sto bene vhenan, sono solo stanco, prima che torni da te ci vorrà ancora un po'. Ho recuperato la sfera e sembra funzionare, era protetta da magie molto potenti-

-Meno male, mi manchi lo sai?- lo accarezzai in viso, abbozzò un sorriso, chiuse gli occhi e si abbandonò alla mia mano

-Tu stai bene?- a quella domanda risposi con uno slancio prendendo possesso della sua bocca. Mi mancava tremendamente, e non vederlo seduto sulla solita poltrona a leggere assorto o stringerlo contro di me nel nostro letto, mi provocava un vuoto enorme. Un vuoto che solo lui poteva riempire. Il dolore della sua assenza che avevo provato in passato, non è paragonabile a quello che provavo ora che anche i nostri corpi e spiriti si erano uniti -Starò meglio quando sarai tornato-

Mi fissò con occhi ardenti, il desiderio che aveva per me era evidente, anche io stavo provando la stessa cosa. Stavamo andando in astinenza. Sorrisi -No, furbacchione, non mi sembra il caso-

Sorrise divertito -Non so a cosa ti riferisci…-

Ridacchiai -No? Ma che peccato, io invece sì…-lo provocai e mi allontanai voltandogli le spalle, un suo braccio mi passò sulla vita e delle labbra roventi sul collo. Risi e alzai una mano posandogliela sul viso, accarezzandolo. Mossi la testa all’indietro appoggiandomi completamente a lui lasciandogli più spazio per quei baci di puro fuoco che avrei voluto sentire anche da altre parti. Rigirai il viso verso il suo che era impegnato in quel piacevole assalto e decisa con le labbra gli afferrai il lobo dell’orecchio, leccandolo. Reagì baciandomi e mordendomi insistentemente in un unico punto. Una scarica elettrica mi percorse fino al centro della mia femminilità e un lieve lamento di apprezzamento si sprigionò da entrambi. Mi strinse di più contro il suo petto e sentii il suo desiderio contro il sedere. Adoravo dargli piacere e avrei voluto soddisfare la mia e sua voglia, ma ci bloccammo ansimanti, non potevamo andare oltre, non in un sogno. Ascoltammo i battiti dei nostri cuori che si calmavano come il nostro respiro. Si irrigidì e lo guardai, sembrava stesse ascoltando qualcosa -Maledizione, devo andare. Se non è qualcosa di serio, lo uccido Abelas questa volta, non ti preoccupare, ci rivediamo la prossima volta, da svegli però- con una mano spostò il mio viso verso il suo baciandomi, sparì e le cascate si dissolsero. Mi svegliai nel mio letto, era l'alba, sospirai e strinsi il pendente.

Passarono altre settimane, leggevo, mi esercitavo con la magia e Dorian era entusiasta, nei duelli simulati lo sconfiggevo senza grandi difficoltà e povero lui si impegnava al massimo. Anche con Cassandra avevo il mio da fare, ora il braccio sinistro non mi dava più problemi, ero anche diventa più agile, inconsapevolmente stavo combinando magia e combattimento. Me lo fece notare Leliana che sbalordita non riusciva a seguirmi, anche i colpi che davo erano potenti e letali in modo inimmaginabile. Su consiglio di Dorian incanalai alcune magie di attacco nei pugnali, provai l'effetto su un manichino. Fu devastante, con un solo fendente lo lacerai a metà, rimanemmo sbalorditi. A causa della violenza del colpo le lame si creparono, diventando inutilizzabili.

Dorian fece forgiare dei pugnali con dei materiali speciali, incanalavano la magia senza problemi, erano quasi indistruttibili e affilati a doppio taglio, ornati da delle rune che non avevo mai visto.

-Dorian c’è lo zampino di Dagna vero?-

Ridacchiò -Si nota così tanto? Non è che li ha firmati?-

Sorrisi divertita -È come se lo avesse fatto, riconoscerei un lavoro del genere tra mille-

Li provai su una quercia secolare in giardino, un paio di fendenti e iniziò a inclinarsi, era come se avessi tagliato del burro, non avevo percepito la minima resistenza.

-Oh… sicura di essere la Dea dell’amore e non della guerra?- scherzò Dorian

-Non della guerra, ma della vendetta sì… spero che non dovrò mai combattere per questo motivo-

-Lo spero anche io, per chiunque avrà il coraggio di farti arrivare a tanto sarà un suicidio-

Dovevo parlarne con Solas.

 

Era notte, non riuscivo a dormire e leggevo sulla poltrona posta davanti al camino ormai morente, le braci si stavano spegnendo. Cassandra era andata a letto già da un pezzo.

Dei rumori provenienti dalla serratura della porta d'entrata attirarono la mia attenzione. Si aprì e mi ritrovai davanti il mio lupo, sfinito, ma vivo. Mi alzai immediatamente e lo abbracciai, trattenne un gemito di dolore. Lo esaminai preoccupata con una magia veloce, due costole fratturate e pieno di lividi, lo fissai seria in viso pronta con un rimprovero. Mi guardò come un bambino che aveva partecipato a una lotta ed era tornato vincitore.

-Vieni in camera vhenan, subito e togliti i vestiti- la mia voce non ammetteva repliche e lo capì immediatamente. Si sedette sul letto con un altro lamento di dolore, iniziò a spogliarsi. Lo aiutai con la maglia, le costole gli dovevano fare un male tremendo. Iniziai a curargli quest'ultime, per fortuna non era grave, solo doloroso, che diavolo gli era successo? Passai anche alle altre parti del corpo, i lividi sparivano al passaggio delle mie mani. Durante queste mie cure sentivo costantemente il suo sguardo sul viso. -Sei impazzito? Perché non ti sei curato?-

-Perché il mana che mi è rimasto a disposizione è poco, ho preferito mantenermi in piedi e tornare il più in fretta possibile da te e sto tenendo stabile la sfera. Ha assorbito gran parte del potere che mi era rimasto dopo aver contenuto l’esplosione- indicò una sacca poco distante, la osservai con diffidenza e apprensione, mi accarezzò il viso e sorrise -Non ti preoccupare, purtroppo il Focus reagisce in questo modo per liberarne il potere-

Ero perplessa -Cercando di ammazzarti? Confortante-

Ridacchiò -È una sorta di protezione di cui è munito. Senza Velo avrei fermato il tutto con un semplice movimento di una mano-

-Quindi mi devo ritenere fortunata per essere rimasta tutta intera, qualche anno fa-

Mi studiava pensieroso -Non so perché abbia reagito così quella volta, è come se ti avesse riconosciuto e si sia attivato un comando, imprimendoti l’Ancora sulla mano, ma come?-

-Mythal?- era l’unica che mi veniva in mente, negò sconsolato con la testa -Non esistevi ancora, neanche lei avrebbe potuto fare una cosa del genere…-

Una volta finito si stese sul letto e chiuse gli occhi, avrei voluto fargli altre domande, ma era meglio se riposava prima. Tempo cinque minuti dormiva profondamente, a parte per la biancheria era nudo, osservai il petto e le spalle larghe, fino al ventre, mi obbligai a prendere le lenzuola e lo coprì. Era appena tornato esausto e ferito e la mia mente aveva delle fantasie, grandioso. Recuperai il mio libro, mi misi accanto a lui e lessi, finché non mi addormentai anche io.

Aprii gli occhi, era ancora buio. Doveva essersi svegliato mentre dormivo e aver cambiato posizione, visto che ero tra le sue braccia, il problema non era tanto quello, ma avrei voluto sapere dove erano finiti i miei vestiti! Lo guardai, dormiva profondamente e mi teneva stretta. Mi stava facendo vedere questa parte di lui che trovai intrigante, lo strinsi sentendo che era eccitato. La voglia non mi mancava, cominciai ad accarezzarlo e lo svegliai, lo desideravo, dopo tre mesi che a malapena ci eravamo visti in sogno.

Un fascio di luce fece capolino sul viso svegliandomi, mi girai per evitarlo e aprii gli occhi. Solas continuava a dormire, doveva averne passate tante se non si alzava all'alba come al solito, era sempre stato mattiniero. Gli accarezzai il viso e gli posai un bacio sulla guancia, mi sentivo rinata, mi era mancato da morire. Mi sistemai, lasciandolo riposare e uscii dalla camera, trovai Cassandra seduta a tavola che sfogliava delle lettere -Solas è tornato vero? Quando c'è ti alzi sempre presto- sorrise e feci altrettanto

-Che ore sono? È tornato stanotte, ferito non gravemente per fortuna, ma è tornato- risposi entusiasta

-Sono le undici, devi decidere se fare colazione o aspettare il pranzo-

Poco dopo arrivò anche Solas, molto più in forma di quando lo aveva visto la sera precedente.

Gli parlai del combattimento combinando magia e pugnali, ne fu sorpreso e molto compiaciuto, era la soluzione che mi si adattava meglio, secondo lui -Non mi è nuova come abilità, ma non diffusa, bisogna saper controllare perfettamente il mana e soprattutto essere altrettanto abili con le armi, di solito non sono due specializzazioni che vanno d’accordo, nei combattimenti veloci saresti senza dubbio più letale di me-

Sorrisi soddisfatta -Con la sfera che è successo?-

Si fece serio -Era protetta bene, molto bene, si trovava nel tempio di Falon’Din che era diventato uno dei peggiori. Comunque come per il tempio di Mythal abbiamo seguito il rituale e ci siamo poi ritrovati davanti altri elfi simili a noi, mi hanno riconosciuto come Fen'harel e a causa dei Vallaslin non hanno potuto sottrarsi all'ultimo ordine che avevano ricevuto. Uccidermi. È stato un massacro, qualcuno sono riuscito a bloccarlo e a liberarlo e si è unito a noi- il suo sguardo era pieno di dolore, gli presi una mano tra le mie, sospirò -Per arrivare al Focus ho dovuto pensarci da solo, intorno erano state poste barriere magiche potenti e letali, come quelle che ti ho insegnato vhenan, è facile crearle, come sai, distruggerle senza morire il contrario. Alla fine ce l'ho fatta senza troppi danni-

Lo guardai pensierosa, ero contenta che ci fosse questa fiducia tra noi -Quando mi hai contattato nel sogno, perché ce l'avevi con Abelas?-

Mi guardò divertito -Nulla d’importante, è un buon consigliere fidato, ma quando si fissa diventa terribile, non è mai stato d'accordo che in questi mesi ti stessi vicino. In compenso quando gli ho ricordato che sei la nuova Mythal pensavo gli sarebbe venuto un colpo- ridacchiò -Ti ricordo che lui, come le altre sentinelle del tempio, sono sotto la tua influenza e sono i primi insieme a me che hanno sentito la sua rinascita-

Non avevo ancora preso in considerazione questo aspetto, ora erano sotto il mio comando -Bhe, Abelas e gli altri non hanno nulla da temere da me, non intendo imporgli nessun ordine, né ora né mai. Anzi Solas non potresti togliere loro i Vallaslin?-

Mi guardò compiaciuto -Gliel'ho proposto, ma per adesso non sembrano volersi separare da quello che sono stati, hanno sempre vissuto sotto Mythal per millenni, sarà il rispetto che provano ancora per lei che non riescono completamente ad andare avanti ed accettare questo mondo nato come mio errore- disse con rammarico

-Non un così grande errore se ora siamo qui insieme, vhenan- risposi dolcemente

Abbozzò un sorriso -Infatti ho avuto la fortuna di incontrarti, se no dubito sarei qui in questo momento-

Gli strinsi la mano -Da quello che mi ha detto Mythal, la fortuna centra poco, non so in che modo, ma è stata lei a volere che ti incontrassi e a bere dal Pozzo del Dolore-

Sorpreso per quel particolare che non avevo ancora condiviso, ridacchiò e sospirò -Quella donna era tremenda e dubito sia finita qui- si alzò tenendomi per mano e con un cenno alla Cercatrice ci spostammo nella nostra stanza e parlammo, aveva la sfera e ora? -Solas quasi dimenticavo, tieni il tuo pendente- era sempre stato strano quell'oggetto, aveva la forma di una mandibola di lupo e attorno a sé un'aurea misteriosa come il suo proprietario.

-Preferisco che lo tenga tu, attraverso di lui sento come stai e mi tranquillizza-

-Come vuoi, rassicura anche me, soprattutto se non ci sei- dissi dolcemente

Sorrise e mi tirò verso di lui prendendomi per i fianchi -Ora hai il Focus, che farai?-

Mi guardò pensieroso -Toglierò il Velo, ma lo farò lentamente, molto lentamente, questo dovrebbe contenere i danni di entrambi i mondi e permettere all'Oblio di ritornare a essere quello che era, sto ancora valutando le probabili conseguenze però-

-E i falsi Dei? Non dirmi che hai dei piani perché chiamo Cassandra. La risposta che mi diedi quel giorno mi fece capire solo che ti vuoi sacrificare, vuoi ucciderli uno alla volta o sbaglio?- lo fissai seria e preoccupata. Mise una mano sul mio viso accarezzandomi, mi guardava dolcemente.

-Il piano un anno fa era rimasto quello, adesso è leggermente cambiato, non sono più da solo, insieme a te dovrebbe rivelarsi più semplice eliminarli-

Ero sorpresa, mi voleva con sé per fare una cosa pericolosa -Ti senti bene? Non è che hai preso un colpo in testa? Mi vuoi veramente con te?- risposi divertita

-Mai stato meglio e più serio, ad Elvhenan con il potere e le capacità di cui disponi, saresti stata considerata un Dio come me, non potrò mai fare a meno di preoccuparmi, ma non posso non riconoscerti come mia pari. Sono orgoglioso di te- quelle parole mi resero euforica, gli presi il viso tra le mani e lo baciai con passione.

Bussarono alla porta e ci separammo.  Leliana entrò e posò gli occhi su Solas studiandolo attentamente e freddamente, lui ricambiò l’attenzione -Cosa hai intenzione di fare?-

-Trovare un altro modo-

Continuava a fissarlo -Se non ci fosse?-

-Lo troverò- rispose serio

-Non c’è bisogno di mentire ancora Solas, alla fine dipenderà tutto se sarai disposto a pagare il prezzo richiesto, e non mi sei mai sembrato esitante su questo punto-

-Lo sono ora, per quanto possa essere sorprendente-

-Non mi fido, lo sai e dubito lo farò mai, l’unica di cui hai la piena fiducia ce l’hai affianco, vedi di non deludere almeno lei- si congedò con un cenno del capo e uscì.

Lo fissai, il volto era inespressivo, gli presi una mano, la strinse e mi accarezzò il dorso con il pollice -Scusami, vado a prendere un po’ d’aria- lasciò andare la mia mano, andandosene dalla stanza.

Restai assorta a fissare la porta, l’istinto mi diceva di seguirlo, ma dopo quella constatazione aveva bisogno di pensare, mi era sembrato turbato. Sapevo che se non fosse stato per me avrebbe abbattuto il Velo, un anno prima me lo aveva detto chiaramente, gli avevo insegnato a vederci come persone… Siamo così tanto diversi dal mondo prima del Velo?





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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 13

Leggeva e beveva the, lo fissavo, ma non prestava attenzione, perché è preoccupato? E molto anche se beve the, lo odia -Vhenan…- lo chiamai, rimaneva però immobile nella stessa posizione, sospirai -Vhenan…- nulla da fare, completamente andato e non sta leggendo, è su quella pagina da almeno mezzora! Mi alzai e mi avvicinai, portandogli via il libro, mi rivolse un’espressione confusa, mi abbassai alla sua stessa altezza puntandomi con le braccia sui braccioli della poltrona e fissandolo negli occhi -Cosa succede?-

Mi fissò le labbra e tentò di baciarmi, lo evitai, sorrisi -Non cambiare discorso, allora?-

Sospirò -Nulla- lo guardai incredula, nulla, certo -Va bene, come vuoi, non ti disturbare a venire a letto, mettiti comodo su quella poltrona- mi allontanai. Che faccia stupita, mi trattenni dal ridere.

-Vhenan!- mi prese da una mano facendomi voltare verso di lui -Quindi?- mi circondò la vita con le braccia e si chinò infilando il viso nell’incavo del collo baciandomi, chiusi gli occhi gustandomi quelle coccole, sorrisi -Dai, dimmi cosa c’è, stai tentando di distrarmi?- sentii il suo respiro vicino all’orecchio, afferrò il lobo con le labbra morbide e lo leccò, avvertii un piacevole formicolio. Stavo per cedere e assecondarlo, ma lo allontanai un po’ mettendogli le mani sul petto e lo guardai seria -Solas…-

-Non posso avere voglia di baciarti?- sorrise sarcastico, le iride grigie esaminavano le mie labbra, per poi incatenarsi ai miei occhi entusiasta. Dio quanto mi piace? Con quelle meravigliose lentiggini… -Io invece ho voglia di fare l’amore con te, ma si vede che preferisci la poltrona- lo sfidai, non cedendo all’effetto che mi stava facendo.

Sospirò e mi guardò sconsolato -Va bene, sono solo vecchi ricordi che ritornano, visto che dobbiamo recarci a Skyhold, te ne avrei parlato molto presto- ero confusa -Ricordi di una Skyhold molto più giovane come me. Non mi riferisco a quello che è successo qualche anno fa, vhenan-

Oh… non mi aspettavo quel genere di risposta, avendolo visto tanto serio -Tutto qua? Sicuro?-

-Sicuro- mi accarezzò il viso, si avvicinò con le sue labbra alla mie -Ma serennas-

Sorrisi -Di cosa?- mi sfiorò con un bacio che non arrivò -Che ti preoccupi per me- mi catturò la bocca con foga, mi dischiuse le labbra e si insinuò con la lingua accarezzandomi il palato, cancellando ogni pensiero. Le mani si stavano facendo spazio tra i vestiti, il tocco caldo mi infiammò, insinuai una mano sotto quella maglia beige che raramente abbandonava, accarezzai il ventre piatto seguendo il bordo dei pantaloni. Continuò a mordermi la pelle, ogni lieve rossore aumentava la voglia che avevo di lui. Non resistei oltre e affondai una mano sulla sua virilità, immediatamente si impossessò delle mie labbra, soffocando nella mia bocca il gemito che ne era scaturito a quel gradito contatto. Ci staccammo riprendendo fiato, continuai ad accarezzarlo, incatenò gli occhi ai miei, offuscati dalla passione e dal desiderio che tratteneva a stento. Mi afferrò dai fianchi e venni spinta sulla poltrona che avevo occupato poco prima. Avevo un urgente bisogno di togliermi i pantaloni e dal quel che vedevo di fronte a me, anche lui non resisteva più. Per fortuna eravamo soli quella sera, me li slacciai e li feci scivolare sul pavimento, guardai anche lui fare altrettanto, restando ogni volta piacevolmente compiaciuta. Senza indugio si sfilò anche la parte superiore per poi aiutarmi a fare lo stesso. Allargai le gambe appoggiandole ai braccioli della poltrona, non attese oltre a quell’invito. Entrò in me con impeto afferrandomi il sedere e spingendo più a fondo. Un urlo di sorpresa e piacere per quell’assalto lasciò le mie labbra, seguirono altri lamenti da entrambi, i fianchi pompavano con una cadenza forte e inarrestabile. Mi stava piacendo da impazzire. In un momento di lucidità riuscii a capire cosa stava mormorando al mio orecchio -Mia… Yen… mia…- il mio nome e quell’unica parola mi fecero perdere il controllo, aggrappandomi a lui con forza. Il ritmo stava rallentando con affondi lunghi e profondi, lo ritrovai a fissarmi estasiato e con dolcezza. La pressione stava diventando ancora troppa e con una forte spinta si lasciò andare sopra e dentro di me.

-Sono stato impaziente… ir abelas…- mormorò con voce roca, ancora carica del picco di piacere che avevamo raggiunto. Restava appoggiato a me, gli accarezzai la schiena e ridacchiai -Ti stai scusando perché mi hai fatto godere? Ricomincerei già da capo, amore mio- e gli lasciai un bacio sulla spalla. Si scostò un po’ da me, mostrandomi un sorrisetto -Mi sto scusando perché mi sono comportato come un ragazzino- mi baciò lievemente -Con te mi capita molto più spesso di quanto sarei disposto ad ammettere, vhenan-

-Mmm…- posai entrambe le mani sul suo petto accarezzandolo -La sai una cosa?- e continuai a toccarlo -Magari tra poco potremmo anche rifarlo… sul tavolo…- si chinò di nuovo baciandomi lentamente -… e mi piacerebbe di nuovo sentirti dire che sono tua- posò la fronte contro la mia -Io sono tutto tuo…- leccai e mordicchiai le sue labbra -Sei mio…- cavolo… avevamo appena finito e lo volevo ancora, ero pronta per ricominciare. Serrò la presa sulla mia vita -Il tavolo hai detto?-

 

Mi misi comoda sul suo petto, alla fine eravamo in qualche modo arrivati al letto-Cosa dobbiamo andare fare a Skyhold?-

-Pensavo ci fossi già arrivata- 

-Mmm… non ho avuto modo di pensare molto- replicai

Ridacchiò e mi baciò sulla fronte -Togliamo il Velo, è il posto più adatto, dopotutto è dove l’ho messo- mi sollevai un poco e lo osservai -Stavi pensando a questo?-

-Esatto- lo guardai curiosa -Perdonami preferirei non raccontare ora, forse un giorno te lo farò vedere-

Sorrisi comprensiva, qualunque cosa fosse successa non voleva ancora condividerla -Capisco, ir abelas-

-Tel abelas-

-Quando partiamo?- sospirò -All’alba, va bene?-

-Va bene… Solas?-

-Sì?-

-Porta i pennelli e il resto, voglio vedere la rotonda finita-

Mi strinse e con un movimento veloce mi si mise sopra -Davvero?-

Sorrisi divertita -Non te l’ho mai detto? Mi piacciono quegli affreschi, sei molto bravo- gli si illuminò il viso di gioia e mi baciò dolcemente.

 

Era già quasi passato un anno da quando avevo messo piede in quel luogo l’ultima volta. Non era cambiato molto, le ristrutturazioni che avevamo fatto reggevano bene, si era solo formato uno spesso strato di polvere, mi guardai in torno nostalgica. Ci posizionammo nella rotonda, gli affreschi non avevano subito cambiamenti, sembravano aspettare solo qualcuno che li ammirasse -Quindi finisci il dipinto e poi pensiamo al Velo?-

-Stavo pensando, non sono più convinto della bozza che avevo fatto, non ha più valore- mi sedetti sulla scrivania, una volta perennemente sommersa dai libri -Cosa hai mente?-

-Sorpresa- ridacchiai e lo osservai lavorare -Non hai bisogno di una mano?-

-Magari dopo, per spostare l’impalcatura- ma sentilo, sbuffai, si diverte proprio.

Lui Fen’harel, il Temibile Lupo, anche se me l’avesse detto gli avrei creduto? Non lo so nemmeno io, ma tutti abbiamo una parte nascosta e la sua è unica, non è mai stato designato come completamente buono o cattivo. È l’unico Dio che ha camminato tra gli Evanuris e i Dimenticati, che non si è confinato nell’Oblio o negli Abissi, che ha camminato tra il popolo ed è rimasto con il popolo facendo da guida e non ergendosi sopra agli altri come i suoi simili. Un giorno mi farai vedere cosa è successo vero?

Ed io? Dovrei essere Mythal? Sarà così, ma non posso non pensare che sia assurdo, una Dea di amore, giustizia e vendetta. Forse sull’amore, ma sulla giustizia? Ho dovuto prendere delle decisioni in passato, e ho dovuto fare da giustizia, un ruolo che non ho mai amato particolarmente. Vendetta, è un sentimento pericoloso, non ho avuto modo di provare per mia fortuna, ma il modo in cui trasforma Solas… se dovessero fargli del male, con questi poteri, non oso immaginare fin dove potrei spingermi. Proprio io che non ho mai preso molto in considerazione gli antichi Dei, ora sono uno di loro?

Follia pura.

-Vhenan- mi riscossi dai miei pensieri e trovai i miei occhi grigi vicinissimi, balzai all’indietro -Che… che c’è?- mi guardò perplesso -Cosa pensavi?-

-Nulla di importante, riflettevo sugli ultimi avvenimenti. Ti devo aiutare con l’impalcatura?-

Sorrise -Sicura? Ti ho chiamata tre volte-

Sorrisi dolcemente -Mi avevi detto che per togliere il Velo saresti entrato nell’Oblio, ma ora siamo qua, che piani hai?- mi guardò serio -Non ho…- la porta si aprì da sola, almeno sembrò così. Ci voltammo entrambi, un fragoroso rumore spezzò il silenzio, come se qualcuno avesse fatto cadere una sedia. Rimanemmo fermi, sussurrai -Hai mandato qualcuno dei tuoi?-

Negò con la testa -Per quello che mi hanno riferito, non c’è nessuno ora e dei tuoi?-

Sorrisi -Che io sappia no, ma sono nella tua stessa situazione- indicai le scale e salimmo nella biblioteca, ormai vuota, erano rimasti solo gli scaffali. Per poi spostarci sopra la sala del trono, dove era solita stare Vivienne. Sfoderai i pugnali, non volevo rischiare anche se difficilmente avremmo trovato qualcuno che fosse in grado di farci qualcosa. Intravidi una figura incappucciata e la porta della forgia chiudersi, non proprio il posto ideale per nascondersi, nessuna via di fuga, sempre che non sia una sorta di trappola, e sempre che sia da solo.

-A me sembrava uno dei tuoi, quelle armature sono troppo scintillanti per fare la spia-

Ridacchiò -Dici? Sarà meglio che la cambi anche io allora- iniziammo a spostarci verso l’intruso

Sorrisi sarcastica -No, tu puoi tenerla così- mi guardò incuriosito -Perché?- mi portai un dito sulle labbra, eravamo arrivati di fronte alla porta, con una magia la feci spalancare, non si vedeva nessuno. Solas creò una barriera su entrambi e varcammo la soglia, con la coda dell’occhio vidi due figure veloci, non fecero in tempo a toccarci, furono schiantati contro al muro e impossibilitati a muoversi dal mio lupo, nei cui occhi balenava una tenue luce, non richiedeva un particolare sforzo a quanto pare, serio e attento, stava cacciando.

Le armature sono elfiche, avevo visto giusto -Fatevi riconoscere, non doveva esserci nessuno qui- rinfoderai i pugnali, mi avvicinai e tolsi loro i cappucci, Nala ed Ian?!

-Lasciali Solas, li conosco- mi sa che è stata Nala a fare tutto quel baccano, i due mi guardavano confusi e il mio mago perplesso -Come vuoi- ricaddero a terra.

Sorrisi e li osservai, li mandavano in missione ora -Felice di rivedervi, Nala, Ian- continuavano a essere confusi. La ragazza mi osservò bene, disse esitante -Fen? Sei tu?- assentii con un cenno della testa, prima che potessi reagire mi abbracciò di colpo -Mi sei mancata! Sei sparita nel nulla!- ricambiai l’abbraccio -Perdonami, è complicato da spiegare, il mio nome è Yen-

Aveva il volto illuminato di felicità  -Ma perché ora sei mora e hai gli occhi viola?- 

Sorrisi divertita -È il mio vero aspetto, mi spiace avervi ingannato, ma cercavo qualcuno-

-Stai molto meglio così!- ridacchiai davanti a quegli occhi spalancati dallo stupore ed entusiasti

-Concordo- mugugnò il mio mago, lo guardai di sottecchi. Ian ci osservava perplesso e lanciava occhiate cupe a Solas -Suggerirei di rientrare, si gela- ci spostammo nella sala del trono.

-Perché siete qui? Mi era stato riferito che non era in programma alcuna ronda per questa settimana- disse Solas

Rispose Ian -Con tutto il rispetto, non sappiamo chi sei e ho il dovere di rispondere solo ad un mio superiore-

Solas sospirò spazientito e mi guardò in cerca di aiuto -Ian, io vi sono superiore di grado, quindi vi rivolgo la stessa domanda- decisamente non poteva dire di essere il capo o peggio Fen’harel.

Lanciò un’occhiata esitante ad entrambi -Va bene… ci è stato ordinato di passare a vedere se è tutto a posto e se trovavamo degli individui sospetti con una certa sfera, ma non so bene a cosa si riferissero, ci è stato mostrato un disegno e basta- che diavolo succede? Guardai il mio lupo, sembrava una statua, aveva uno sguardo perso e rifletteva -Chi ha dato l’ordine? Abelas?-

-Abelas è stato mandato alla base principale- intervenne Solas

Ian lo guardò sorpreso -Come lo sai?- domandò con tono sconcertato e accusatorio

Serio gli rivolse uno dei suoi sguardi micidiali che non ammetteva contraddizioni -Non sei tenuto a saperlo. Tornate alla base principale e riferite ciò ad Abelas, solo a lui. E rimanete lì, vi verrà assegnato un altro incarico- concluse

-Non prendiamo ordini da te!- rispose il moro alterato, non capivo, sembrava più scontroso del solito e guardava Solas con astio

-Allora se ti fa sentire meglio, fai finta che te l’abbia dato Yen-

A quelle parole d’un tratto si celò nelle ombre. Maledizione alla sua testa bacata! Sentii un leggero spostamento d’aria a cui seguì un tonfo con un urlo di dolore alle mie spalle, mi voltai, era stato immobilizzato di nuovo. Intimai a Nala di stare ferma con un movimento della mano. Solas sospirò e si voltò lentamente, ancorando le braccia alla schiena. Gli posai una mano sul braccio, lo lasciò andare -Ian non fare idiozie, per il tuo bene fate quanto vi ha detto, vi potete fidare, se non di lui, di me- mi osservò contrariato e si rivolse con rabbia e sfida a Solas, -Va bene, non ho scelta comunque-

-No una scelta ci sarebbe, per riferire un messaggio basta un uomo solo- proferì il mio lupo freddo e distaccato. Ian lo guardò sorpreso e abbassò la testa, io in compenso gli lanciai un’occhiataccia. Solas si rivolse a me -Ti aspetto di là- non hai esagerato?

-Va bene- lo guardammo rientrare nella rotonda.

-Chi è quel bastardo?- replicò Ian rabbioso

Lasciai correre, sospirai ed ignorai la domanda -I miei insegnamenti non sembra ti siano entrati in testa, se avesse voluto ora saresti morto- lo sgridai -Studiare l’avversario ricordi? E mantenere il sangue freddo… come stai?-

Si massaggiava la spalla e riprese da terra i pugnali che aveva lasciato cadere -Tutto sommato bene-

Mi voltai verso Nala -Tu? Tutto a posto?- era sorpresa e perplessa -Sì certo, ma chi è? Mi sembra di averlo già visto…- per fortuna non aveva l’armatura dorata, a quanto pare veniva riconosciuto per quello. Evitai ancora la domanda -Bene, allora vi conviene andare, siete passati dallo specchio vero?-

Intervenne Ian -È un mago, giusto? Non mi piace, soprattutto come ti guarda- rimasi basita, avevo notato un tono sprezzante? Penso proprio che mi sentirò dire la stessa cosa da Solas dopo -Nala, come sta Shani?- cambiai argomento, non dovevo spiegazioni, non ad Ian che mi rivolgeva uno sguardo che solo il mio lupo poteva rivolgermi. Desiderio.

Sorrise -Sta bene, sarà contenta quando verrà a sapere che ti ho incontrato-

-Bene, vedrò di far spostare anche lei alla base principale. Ora dovrei andare e anche voi, non è escluso che ci rivedremo presto- Nala mi abbracciò di nuovo, Ian continuava a guardarmi confuso

-State attenti- li osservai allontanarsi verso il giardino. Ritornai alla rotonda, era inginocchiato e mischiava i colori, mi appoggiai alla scrivania e lo fissai -Non hai esagerato?- si alzò e continuò a guardare la bozza sul muro

-Questo è un altro motivo per cui non avrei voluto averti vicino…- rimasi in silenzio -Devo farmi rispettare, soprattutto dalle teste calde come lui e quello è un modo diretto ed efficace. Sto organizzando una guerra, mi ci manca solo l’insubordinazione, lo sai meglio di me-

Sospirai -Lo so, quindi non mi volevi vicino perché non vuoi far vedere che sai essere anche autoritario? Lo hai fatto notare poche volte, ma avevo in parte visto questa tuo modo di fare, soprattutto quando ti arrabbi o non sei d’accordo, anche se hai cercato di celarlo il più possibile-

Si voltò verso di me, con un mezzo sorriso -Si nota quando mi arrabbio? Lo terrò a mente, potrebbe sempre tornare utile per migliorare- mi si avvicinò e si appoggiò da parte a me sulla scrivania -Comunque non mi piace l’attenzione che ti porge quel ragazzino-

Ecco lo sapevo. Ragazzino? Trattenni un sorriso divertito per quella definizione data ad un uomo adulto -Mmm… non dirmi che sei geloso?-

-Mi fido ciecamente di te e quello che ti ho fatto passare in questi tre anni, è prova di ulteriore fiducia, però mi da fastidio- disse un po’ seccato

Sorrisi compiaciuta, è proprio un adulatore -Per il Focus? Chi sa che ce l’hai?-

Sospirò pensieroso -Ottima domanda, sono pochissimi che sanno che lo cercavo e ancora meno che ora è in mio possesso. Abelas avvierà un’indagine interna e vedremo chi è questo nuovo nemico-

-Fammi sapere se ti serve qualche appoggio, Leliana e i ragazzi ne sarebbero entusiasti- aggiunsi

-Certo- rimanemmo entrambi pensierosi in silenzio.

-Quindi? Finiamo questo affresco?- sorrise -Con piacere-

Passai le restanti ore ad osservarlo, finché non fu finito -Come ti sembra?- sorrisi, ero commossa.

Al centro due lupi, uno nero e l’altro bianco, guardavano entrambi verso l’alto dove era posta la sfera da cui partivano diversi raggi verso il Velo. Ma la cosa importante erano le code dei lupi, si stringevano. Non era più da solo.

Mi avvicinai e gli feci passare un braccio dietro alla schiena per abbracciarlo, stringendomi a lui -Decisamente il migliore, senza togliere niente agli altri- contraccambiò l’abbraccio. -Prima che ci interrompessero, non dovresti farlo dall’Oblio per il Velo?-

-Se lo volessi distruggere sì, ma ho intenzione solo di assottigliarlo poco a poco, così vedremo anche gli effetti che avrà su questo mondo e l’Oblio, spero sarà meno traumatico per tutti- 

Ci posizionammo nel cortile esterno, mi allontanai da lui come richiesto, tirò fuori la sfera dalla sacca in cui l’aveva riposta. Iniziò a lievitare e ad essere circondata da una barriera verde. La alzò sopra la propria testa e mormorò qualcosa, gli occhi si illuminarono. Partì un fulmine che si conficcò e diffuse nel Velo che tremò e si illuminò per qualche secondo, continuando a essere solcato da scariche elettriche verdi. Solas cadde in ginocchio e corsi da lui sostenendolo, intorno si erano formate sul lastricato delle bruciature nere causate dalla magia. Il Focus era rotolato poco distante, smettendo di emettere potere.

-Solas! Solas!- maledizione!! È svenuto! O almeno, spero sia solo svenuto!

Iniziò a scendere qualche goccia di pioggia. Magnifico! Lanciai una barriera, ci manca solo di bagnarsi completamente. Lo feci stendere appoggiandogli la testa sulle mie gambe e aspettai. Facevo fatica a respirare, ero in ansia, lo osservavo e gli accarezzavo il viso. Prima o poi mi verrà un infarto! Dai, ma vhenan, svegliati! Ti prego! Gli occhi mi si riempirono di lacrime, li chiusi, e mi scivolarono sulle guance. Cavolo! Cavolo!

-Mi sembra eccessivo piangere- li riaprii e lo trovai a fissarmi con quegli occhi magnifici. Abbozzai un sorriso -Idiota- perché mi devi sempre spaventare? Sorrise anche lui -Una domanda, perché io dovrei tenere l’armatura scintillante?-

Lo guardai perplessa, cioè ora? Ridacchiai -Perché ti sta benissimo ma’arlath-

Era sorpreso -Mi sembra un buon motivo-

-Direi di sì-





Ma serennas: grazie

Tel abelas: non scusarti

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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CAPITOLO 14

Stavamo cenando e Solas era perso nei suoi pensieri, da un po’ non mi rivolgeva la parola e si era bloccato a fissare il proprio piatto assorto. Si accorse che lo stavo guardando e abbozzò un sorriso -Scusa, stavo pensando come procedere. È giunto il momento di spostarsi alla base principale, manco da troppo tempo e Abelas mi chiede quando avrò finito le vacanze- ridacchiò. Sorrisi compiaciuta, avrei visto volentieri la base -Verrò dovunque con te, Solas. Magari riuscirò a vedere anche Nala e gli altri-

Era curioso -E la testa calda?-

Sorrisi divertita per quella domanda  -Anche lui-

Si lasciò andare sulla sedia sconsolato -La mia pazienza non è infinita-

-Basterà stargli lontano-

Mi guardò serio -È lui che non ti starà lontano- rispose seccato.

Ridacchiai, mi alzai e gli sedetti in braccio, mettendo le braccia intorno al suo collo. Lo fissai negli occhi -Il Temibile Lupo è geloso?- mi abbracciò la vita -Ho detto che mi fido di te, è di lui che non mi fido- sbuffò -Sono troppo vecchio per questi giochetti, purtroppo a quelli come lui va fatto capire qual è il loro posto-

Iniziai a giocare con il collo alto della sua maglia, infilando un dito nel bordo e seguendolo pigramente -Sembri essere esperto, devi aver avuto il tuo bel da fare da giovane- lo provocai e mi rivolse un sorrisetto. Si alzò tenendomi in braccio -Ehi, non rispondi?-

-Sono vecchio, devo andare a letto presto-

-Solas?- mi guardò -Ti amo- gli si scaldò lo sguardo -Anche io- sorrisi -Dove mi stai portando?-

-A concretizzare quello che hai detto-

 

Partimmo la mattina successiva. Indossai l'armatura elfica che mi era stata data nel mese in cui mi nascondevo dal mio lupo e ci congedammo da Dorian. Dissi a Cassandra di farmi avere notizie su avvenimenti strani, visto che il Velo era meno efficace ora e non saremmo tornati, non tanto presto. Attraversammo parecchi specchi, era un labirinto -Come fai? Mi sarei già persa!-

Ridacchiò -Non per nulla gli Eluvian sono miei-

Passammo l’ultimo, ci trovammo davanti delle sentinelle, che si rilassarono dopo aver riconosciuto Solas. Poco più avanti un tempio proprio dedicato a Fen'harel, l’esterno era delimitato da varie colonne, statue con lupi con il muso rivolti verso il cielo, sulle pareti vari mosaici. Era stato attrezzato per qualsiasi evenienza, molte tende, una forgia, decisamente più grande della piccola base dove ero stata per un mese. Il terreno su cui era disposto il tutto, rimaneva sospeso in aria, sopra ad una valle enorme.

Ogni volta che lo notavano, veniva salutato con profondo rispetto e con sorrisi sinceri, un elfo gli si avvicinò informandolo che procedeva tutto senza problemi. Io invece venivo osservata con curiosità, soprattutto da quando avevo abbassato il cappuccio. Solas vedendomi un po' a disagio mi prese per mano, la cosa non migliorò la situazione, anzi ora sentivo anche sguardi ostili, ma cercai di ignorarli.

Entrammo in una stanza ampia, con un tavolo enorme al centro pieno di carte e mappe, doveva essere la sala da guerra. In un angolo c'era un elfo seduto, che appena ci vide si alzò e ci venne incontro, Abelas, era da mesi che non lo vedevo. Appena mi notò assunse un’espressione preoccupata, non gli andavo proprio a genio. Ci salutò  con un cenno del capo e si rivolse a Solas -Dopo, quando hai tempo, ti devo parlare- e se andò.

-Non mi sopporta proprio...-

-Se ne farà una ragione, ti ha visto e deve credere per forza che sei Mythal, non può negare quello che sente-

-Qualche traccia degli individui che vogliono la tua sfera?- la reticenza di Abelas era l’ultimo dei nostri problemi

-Stiamo tenendo sotto sorveglianza i comandanti presenti alla base dove ti sei ritrovata, voglio vedere dove mi portano, purtroppo sembra ne sia corrotto più di uno- rispose serio

-Corrotti o tenuti sotto controllo in qualche modo?-

-Quando li abbiamo arruolati era tutto normale…- lo interruppi -Anche io ero in regola-

Sorrise -Infatti, comunque sembrano senzienti e stiamo aspettando il momento buono-

-Qualche idea su chi ci sia dietro?-

Rifletté -Quelli che conoscevano l’esistenza del Focus sono tutti morti da millenni ormai, ma quando l’aveva Corypheus è stato visto da molti-

Ero pensierosa -Giusto da millenni, ma…- è un’idea stupida o assurda, non so neanche se sia fattibile

-Ma cosa vhenan?- domandò attento e curioso

-Forse è un’idiozia, ma un demone o uno spirito potrebbe usarlo? O comunque manipolare qualcuno perché glielo porti, non lo so… se i falsi Dei restano ancora fuori combattimento per adesso… c’è qualcuno a cui gioverebbe il loro ritorno o il caos in generale?-

Mi guardò perplesso, abbassai lo sguardo -Lo so, è una stupidaggine- dissi sconsolata

Le sue dita mi si posarono sul mento, alzandomi il viso e sorrise -Non del tutto, farò controllare e spero che quello che mi è venuto in mente non si riveli tale- lo guardai confusa -Preferisco tenere questa considerazione per me, ci devo pensare su anche io- sorrisi -Come vuoi-

Uscimmo dalla stanza e mi guidò di nuovo prendendomi per mano, percepii altra ostilità, interessante, mi fece entrare in una camera.

-Da quella parte se hai bisogno c'è il bagno, non vorrei lasciarti da sola, ma devo controllare un po' di cose-

Sorrisi -Non ti preoccupare, esplorerò un po' in giro, cercando di non fare guai- sorrise divertito, mi diede un bacio sulla guancia ed uscì.

Avevo notato che quando era nei panni del Temibile Lupo, era ancora più attraente, anche il tono di voce cambiava e infondeva rispetto. Mi guardai attorno, tolsi la corazza dell'armatura indossando delle vesti più leggere ed uscii a curiosare, l'atmosfera era simile a Skyhold, gente che aveva parecchio da fare, chi curava, cucinava, forgiava. Poco distanti comandanti che urlavano sui soldati che tiravano con l’arco o si esercitavano con la spada. Mi appoggiai ad un parapetto e guardai di sotto, foreste ed un lago enorme di un azzurro elettrico, non sarebbe stato male esplorare, mi piaceva stare in mezzo alla natura.

Passi alle spalle, mi voltai, tre elfe, non hanno perso tempo, vedo. Gli sguardi ostili di prima erano sicuramente provenienti da loro. Era ridicolo, non mi capitava da quando ero una ragazzina, mantenni la pazienza e cercai di essere amichevole -Posso fare qualcosa per voi?- chiesi

Rispose una delle tre -Ti abbiamo vista arrivare con Fen'harel, sembrate in confidenza, chi sei?-

Situazione assurda, non usavano neanche il suo nome, avrei potuto presentarmi come Mythal, tanto per divertirmi a vedere le facce sorprese, non mi sembrava il caso però, risposi sinceramente alla fine, cercando di tenere un tono normale -Mi chiamo Yen e sono la compagna di Solas-

Le espressioni erano comunque uno spasso, sembrava che fossero state folgorate, ci misero un minuto buono a riprendersi -Come puoi essere la sua compagna? Sei una sh’amlen e lui un Dio! Non potrebbe mai guardare una come te!-

Ok, mi sembrava davvero di essere tornata ad avere quindici anni al campo Dalish, che provocazione scadente, ma quanti anni avevano? Sospirai, non mi andava di litigare, non su una cosa così frivola poi -Le cose che vi piacciano o no stanno così, che ci crediate o no, non mi interessa. Ora suppongo che abbiate dei compiti a voi assegnati- avevo resuscitato la mia maschera da Inquisitore, seria, lo sguardo tagliente e il tono da comando. Stavano per controbattere, quando arrivò proprio in quel momento Shani.

-Che diavolo ci fate qui voi tre!? Tornate immediatamente hai vostri posti! Visto che non sapete obbedire agli ordini, non farete pause oggi!- ringhiò scocciata verso le ragazze. Si irrigidirono, per poi allontanarsi velocemente. Si rivolse verso di me, osservandomi perplessa -Fen? O Yen? Come ti devo chiamare?- c’era del lieve risentimento nella voce.

Le sorrisi -Mi perdoni? Non potevo dirti nulla, suppongo che Nala e Ian te l’abbiano raccontato, comunque sono Yen-

Mi si avvicinò, appoggiandosi al parapetto e guardando giù -Se ti trovo qui suppongo sia finita bene con il capo- sorrise divertita -Qualche notizia interessante per questo povero soldato annoiato a morte da Nala che continua a parlare di te come se fossi resuscitata e Ian che è diventato più scorbutico del solito, borbottando insulti su un certo mago-

-Andiamo bene- ridacchiai

-E lo dici a me? Da quel che ho capito: il mago che ha messo in ginocchio Ian, è il tuo compagno nonché il nostro capo- e allora perché… -Non mi guardare così! Ho cercato di spiegarlo a quella testa di legno, ma dovrai parlare chiaro con lui per farlo smettere-

Avevo ripensato a quello che le ragazze mi avevano detto sui sentimenti che Ian prova per me, ma speravo fosse una cotta passeggera, non che dopo mesi che non lo vedevo gli interessassi ancora a tal punto da sfidare il mio lupo. Io non gli avevo dato nessuna speranza nei miei confronti dopotutto e non mi era neanche mai balenato per la mente di vederlo in modo diverso da un amico -Lo farò, per il suo bene più che altro, non vorrei che Solas perda la pazienza, visto che Ian sembra fatto apposta-

Mi osservava e sembrava esitare -Qua al campo principale lo chiamano Fen’harel… è solo un soprannome o… è assurdo!-

Già, chissà se avrei reagito anche io così in passato?

-No, non è un soprannome. Lui è Fen’harel e le storie Dalish che si raccontano su di lui sono sbagliate, se è questo che ti preoccupa, magari quando abbiamo tempo entrambe ti posso dire qualcosa- mi guardò confusa e scettica -È un mago molto potente e sì, è immortale-

Colpita e affondata -Che!? Ora sei tu che mi prendi in giro!-

Ridacchiai -No, non lo farei mai- avrei scelto un altro giorno per dirle che sono Mythal, uno shock alla volta -Quindi quanti anni ha?-

-Non gliel’ho mai chiesto, ma poco mi importa visto che di aspetto rimane sempre così- era sbalordita -A parte per queste cose, è una persona normalissima-

-Per quali standard scusa?- domandò incredula. Ridacchiai -Bhe, per i miei per esempio, in questi anni ho visto tante di quelle cose strane che è difficile stupirmi-

Mi osservava incuriosita -Una cosa alla volta, incomincia a metabolizzare quello che ti ho appena detto, sono storie molte lunghe le mie-

Sorrise -Concordo, adesso devo andare, sta arrivando il tuo lupo poi- ridacchiai.

Si allontanò e osservai Solas che si avvicinava con le mani ancorate dietro alla schiena e come al solito assorto nei suoi pensieri. Mi si fermò di fronte -Novità?-

-Non sapevo avessi delle fan- mi rivolse un’espressione persa -Delle fan?-

-Già- gli accarezzai la stola la lupo -Questa armatura ti rende particolarmente affascinante-

Sorrise -Ora chi è che è gelosa?-

-Gelosa dici? Neanche un po’, con tutta la fatica che ho fatto io per convincerti a stare insieme, dubito esista qualcuna altrettanto pazza-

Mi guardò dolcemente e si avvicinò ad un palmo dal viso -Mi perdonerai mai?-

Sorrisi divertita e gli posai un bacio fiducioso senza fretta -Chissà…- e riappoggiai le labbra alle sue, rise. -Tutto a posto?-

-Per adesso sembrerebbe di sì-

 -Anche il Velo?-

-Stiamo vedendo un po’ come va, ma si mantiene stabile, niente demoni o alterazione di qualche tipo per adesso. I manufatti elfici che abbiamo attivato anni fa stanno svolgendo bene il loro lavoro, rendendo più elastico il Velo, non rischiamo che vada in frantumi, visto che diventerà sempre più fragile e la sua resistenza tenderà a cedere sempre di più-

Sospirai sollevata -Siamo solo all’inizio… quando lo assottiglierai ancora facendomi venire un infarto?-

Mi accarezzò il viso -Qualche mese, non so ancora, ma come hai detto tu niente fretta, non voglio fare errori stavolta-

Con la coda dell’occhio vidi un soldato aspettare poco lontano imbarazzato -Ti stanno aspettando- si girò e sbuffò -Va bene, ci vediamo dopo-

Mi sentii osservata e vidi Ian guardarmi sconsolato andandosene poi in fretta.

Sospirai, parlargli eh? Decisi di incamminarmi e curiosare ancora un po’ in giro, è proprio enorme questo posto, spero di non perdermi. Percorsi tutto il perimetro del tempio e mi appoggiai ad un altro parapetto, la vallata continuava ad espandersi, formata da un’enorme foresta, le montagne in lontananza piene di neve.

-Quindi le cose stanno così?- domandò una voce maschile alle mie spalle, mi voltai -Proprio così Ian, mi dispiace-

Era amareggiato, scattò in avanti. Non me l’aspettavo. Presa completamente alla sprovvista. Non riuscii ad evitarlo, sbattendo con il sedere contro il parapetto. Le tenaglie del disgusto mi afferrarono lo stomaco. No!!! Mi irrigidii e furiosa lo spinsi via, tirandogli uno schiaffo -Pensi di cambiare qualcosa così?!- replicai sprezzante, mi strofinai la bocca sul braccio disgustata. Lo uccido.

-Non capisco come tu possa preferire un mago, un mostro che ha tradito la nostra gente per il suo torna conto- non riuscii a trattenere una risata cinica, mi guardò allarmato e io con disprezzo, sibilai -Non sai minimamente di cosa parli, ti consideravo migliore di così, ma purtroppo mi sono sbagliata-

La vendetta per avermi toccato prese il sopravvento, sentivo ancora le sue mani sulle spalle con cui mi aveva tenuta ferma e il suo respiro. Un brivido di ribrezzo mi percosse e istintivamente eseguii un movimento con la mano verso di lui, crollò in ginocchio come se gli fossero stati messi dei pesi, mi rivolse un’espressione spaventata, sorpresa e inorridita.

-Esatto, sono anche io una maga o un mostro come preferisci, stammi lontano e prega che Fen’harel non lo scopra, se non vuoi essere sbranato- dissi fredda, annullai l’incantesimo e mi allontanai.

 

Era già il terzo bicchiere di sidro, ma quella orribile sensazione mi rimaneva addosso. Per mia fortuna avevo trovato l’area che era stata adibita a taverna, qualcuno mi toccò la spalla, alzai il viso. Shani.

-Serviti, offro io- e svuotai il bicchiere, un aroma dolce mi pervase la gola, ma non c’era nulla da fare, il ricordo e ancora peggio quello che avevo provato non scomparivano. -A quanto pare non so giudicare le persone finché non è troppo tardi- restava ad ascoltare -Se non vuoi più avere a che fare con me, fai pure-

-Ti sei chiarita con Ian, bene, decisamente ora ti starà alla larga- affermò calma

Sorrisi soddisfatta -Perfetto, perché se ripenso a quello che ha fatto o detto e me lo ritrovo davanti, potrei fare qualcosa di cui poi mi pentirò-

-Cosa ha fatto?- la guardai afflitta, ma ancora in ira -Mi ha baciato con la forza, oltre ad avere insultato Solas e la mia natura- avrei preferito non spiegare, volevo dimenticare il più in fretta possibile.

-Capisco… è proprio un’idiota, tutto sommato gli è andata di lusso anche la seconda volta-

Ero confusa -Seconda volta?-

Sorrise -Far arrabbiare due maghi in poco tempo e avere ancora tutti i pezzi al loro posto, è fortuna- sfoggiai un sorrisetto.

Stavo per versarmi ancora da bere, ma mi fermai e spinsi la bottiglia a Shani, non avevo mai bevuto per ubriacarmi e non inizierò ora, ed essendo tutto sommato resistente all’alcool altro che una bottiglia di sidro. Sarebbe servito quell’intruglio che mi aveva fatto bere Bull, dopo solo tre bicchieri ero andata completamente, infatti avevo vaghi ricordi di Sera e sull’appendere a testa in giù qualcuno, ma poi il nulla. Comunque l’ideale dopo che Solas mi aveva lasciato, ma un tantino estremo per questa situazione. La soluzione per cancellare questa disgustosa sensazione è una sola.

-Me l’avresti detto prima o poi?-

Ridacchiai -Te l’ho detto che ho molto da raccontare, ma ci sarei arrivata. Quel bastardo l’ha scoperto nel modo peggiore e ben gli sta-

-Hai intenzione di dirlo a Fen’harel?-

Risposi seria -Se lo volessi vedere morto, sì-

Mi rivolse un’espressione preoccupata -Arriverebbe a tanto?-

-Sì, arriverebbe a tanto e ci metterebbe un secondo, te lo posso assicurare- quel suo fare tranquillo ingannava sempre tutti, ma sapeva essere spietato come pochi, soprattutto se doveva proteggere le persone a cui teneva.

Si fece seria -Andiamo a prendere un po’ d’aria, non si respira qui-

In effetti ero lì da ore, mi alzai e la seguii, ci fermammo vicino a una colonna, mi appoggiò le mani sulle spalle -Stai bene?- le feci un mezzo sorriso -Bene, ma delusa tutto qui-

-Quindi sei una maga eh? E pensare che quella volta stava piovendo e quel maledetto fuoco non voleva saperne di accendersi e tu allora hai fatto qualcosa, vero?- ricordai il freddo patito, ci avevano mandato ad esplorare i dintorni e cercare risorse, avevamo provato per parecchio senza successo, la legna era troppo umida, poi una volta che si era distratta avevo dato un aiutino al fuoco. La abbracciai di colpo, rimase rigida per la sorpresa, ma poi contraccambiò -Grazie- mi strinse di più -E di cosa? Chiamami ogni volta che c’è da insultarlo- ridacchiai

-Così però divento davvero geloso- ci staccammo sorprese, era appoggiato ad una colonna e ci guardava sorridendo, mi si scaldò il cuore e cominciai subito a sentirmi un po’ meglio, lo volevo accarezzare e baciare. Shani mi fece l’occhiolino -Ci vediamo domani- e si allontanò.

-Come è andata og…- gli saltai addosso baciandolo con foga, ci staccammo senza fiato. -C’è qualcosa che non va?- rimasi sorpresa e sorrisi dolcemente, ma come fai a leggermi dentro?

-Tutto bene, mi sei mancato e ho voglia di baciarti- gli catturai di nuovo la bocca approfondendo il bacio. Solo tu puoi toccarmi, sono solo tua.

-Vhenan così mi fai impazzire- sorrisi e lo strinsi appoggiando la testa sulla sua spalla, ricambiò l’abbraccio -Tutto bene?-

-Sì tutto bene, perché me lo chiedi ancora?- mi guardò con un leggero sorriso sul volto -Perché hai uno sguardo diverso dal solito e anche la tua voce non ha la stessa allegria- mi baciò di nuovo -E sai di sidro, tu non bevi spesso- ridacchiai, mi conosci così bene?

-Sono solo stanca e non potevo non bere in compagnia, no?- sembrava convinto, almeno spero -Ti sei cambiato?- portava la tunica da apostata beige e sopra uno smanicato con cappuccio di un rosso scarlatto -L’armatura ora di sera inizia a pesare e vorrei stare tranquillo anche io, senza che ogni volta mi vengano a cercare-

-Perché senza armatura non ti trovano?- scherzai, ridacchiò -Certo, ma così sanno che voglio essere lasciato stare- mi strinse di più a sé e si irrigidì, lo guardai in viso, ora attento e severo. Non avevo bisogno di voltarmi, intuii chi aveva visto, Ian. Gli misi una mano sul viso -Guardami- si abbandonò ad essa e incatenò lo sguardo al mio, sorrisi, feci scivolare la mano sulla nuca e lo tirai verso di me baciandolo con passione, lui lo approfondì con fare possessivo. Ci staccammo senza fiato -Se né andato?- mi fissava ipnotizzato. Sorrisi -Se mi guardi così sei tu che mi fai impazzire- avvicinò di nuovo le sue labbra morbide e calde alle mie -Mmm… davvero?-

D’un tratto la magia fu interrotta da fischi e applausi, ci voltammo e l’imbarazzo prese il sopravvento, le guance mi si scaldarono, si era riunito un piccolo gruppo di elfi.

-A quanto pare abbiamo dato spettacolo- era controllato come al solito e gli occhi brillavano emozionati, questa sua compostezza aumentava la mia ammirazione nei suoi confronti e mi dava un’infinita sicurezza ­-Oh bhe, sono a corto di pettegolezzi, domani lo saprà già tutta la base-

Lo guardai con finto rimprovero, gli afferrai la mano trascinandolo fino in camera. Lo spinsi decisa sul letto e lo sovrastai a cavalcioni, ridacchiò divertito -Come siamo aggressive- gli accarezzai il viso passando il pollice sulle labbra, guardandolo dolcemente e con desiderio crescente di entrambi, mi sdraiai su di lui appoggiando il seno al suo petto e cominciai a baciarlo lentamente sul collo assaporando ogni centimetro della sua pelle e scendendo sempre più giù fin dove permetteva lo scollo della maglia. Gemette. Mi bloccò i fianchi e spinse il mio centro contro al suo, per poi invertire velocemente le posizioni. I vestiti scivolarono via, mi fissò con occhi ardenti di desiderio.

-Ara las mir lath bellanaris1- mi emozionai ancora di più e mi sistemai meglio sotto di lui, invitandolo a continuare -Bellanaris emma sa’lath2- sorrise di gioia, adoravo vederlo sorridere, mi si scaldò il cuore. Mi baciò con foga facendomi sua.





1 Ti darò il mio amore per l’eternità
2 Per sempre mio unico amore
Bellanaris: per sempre/per l’eternità
Sh’amlen: umano *in quel contesto l'ho usato come insulto*

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo più lungo del solito, ma era un peccato dividerlo xD Buona lettura!
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche




15

Annoiata mi rifugiai in biblioteca, avrei dovuto discutere con Solas per darmi qualche occupazione, se no sarei morta davvero di noia o avrei finito i libri.

Mi avventurai tra gli scaffali tirando giù qualche volume più o meno spesso, il luogo era impregnato dell’odore di carta, polvere e di vecchio, ogni libro era intatto e in perfette condizioni, gli scaffali che li contenevano intarsiati finemente, il silenzio dava maggiore misticità e importanza a quel posto che aveva superato le ere indenne. Come ogni parte del tempio era decorato da mosaici raffiguranti per le maggior parte Fen’harel, ma sporadicamente in segno di rispetto anche Mythal, proseguì finché non arrivai al limitare di un’area chiusa, sbirciai al di là del divisorio, notai libri molto vecchi e particolari.

Si avvicinò un elfo -Qui può entrare solo Fen’harel- lo osservai, può entrare solo Solas?

Da quel che ho visto è perché sono nell’Antica Lingua e anche l’elfo che ho davanti è altrettanto antico, vediamo se…

-Ar melana dirthavaren. Revas vir anaris1-

Sgranò gli occhi incredulo, balbettò -Come fai a…- sorrisi aspettando la vera risposta, disse esitante -Amae lethalas2- abbassò il volto

-Ma serennas, hahren- Si fece da parte e varcai la soglia. Vediamo un po’ cosa trovo.

Decisamente interessante, stanno riempiendo parecchi vuoti che ho su Arlathan e sulla storia elfica in generale. La guerra non viene nominata, si elogiano gli Evanuris. Vediamo se trovo altro. La mattinata e buona parte del pomeriggio trascorse senza che me ne accorgessi.

-Ecco dove sei!- alzai il volto, lasciai il libro sul tavolo e mi stiracchiai indolenzita, ero stata seduta per troppo tempo, ora la fame si faceva sentire e avevo bisogno di aria.

-Meno male che sono io quello che leggo troppo- sorrise divertito -Che ci fai qua? Di solito questa parte…- lo interruppi -È riservata a te, me l’hanno detto, ma era un peccato non leggere tutti questi libri interessati-

Si appoggiò alla scrivania -Interessanti eh? Già lo pensavo anche io una volta-

Lo studiai perplessa -Una volta? Bhe decisamente sono disseminati di censure-

Ridacchiò -Esatto, ma come hai fatto a passare?- mi osservò da capo a piedi, scherzai

-Con il mio fascino-

Sorrise -Ma davvero? Vhenan?-

Ridacchiai -Non ti preoccupare fa il suo lavoro diligentemente, ho notato che è un elfo uguale a te, diciamo e ho detto una cosa che solo uno come lui poteva sapere- era curioso

Ripetei -Ar-melana dirthavaren. Revas vir-anaris1- mi guardò sorpreso -Oh, quello…come al solito la tua intelligenza ti fa onore, e ha risposto correttamente?- assentii con la testa

-Già, come dimenticare…- si era perso nei suoi pensieri ricordando eventi che in questi libri non avrei mai trovato.

Mi alzai e lo accarezzai in viso, riscuotendolo dal suo passato, sorrisi -Tu hai già mangiato?-

-Non proprio, un pezzo di pane di corsa, andiamo- mi prese per mano guidandomi fino in taverna.

-Non c’è nessun incarico vacante? Anche qualcosa da fare finché non trovi qualcuno, sempre se non vuoi farmi morire di noia- ridacchiò -Chiederò ad Abelas è lui che si occupa di queste cose-

-Scusate, ma non ho potuto non sentire, starei cercando qualcuno che mi accompagni per esplorare la vallata, visto che sono tutti occupati in altri compiti, ma non ho intenzione di compiere il mio da sola, sarebbe da incoscienti-

Mi alzai e abbracciai Shani dalle spalle -Per me va benissimo, Solas?- studiò entrambe, soffermandosi su di me, lievemente preoccupato, sospirò -Va bene, ma non state via troppo e state attente, anche se la vallata dovrebbe essere sicura-

-Bene, allora partiamo domani mattina- stava per andare, ma la trattenni -Nala?-

-È stata messa di pattuglia allo specchio-

-Allo specchio? Nala? Mi immagino che fila di lamentele avrà quanto torna-

-Già, quindi scapperei per qualche giorno- ci fissammo un attimo e scoppiammo a ridere

-Hai ragione, quindi a domani mattina- la guardai allontanarsi

-Sono contento che hai trovato qualcuno con cui parlare oltre a me- mi osservava con un sorriso stampato in faccia, -E tu?-

-Io?-

-Hai trovato qualcuno con cui parlare oltre a me?-

Mi guardò pensieroso –Bhe, Abelas è una buona compagnia-

-Spero che parliate di altro a parte distruzione del Velo, rivolta degli elfi del Tevinter e altri piani fuori dall’ordinario- era divertito -Oh sì, per esempio di te- lo guardai incuriosita -Di me?-

-Già, dell’effetto che hai su di me-

-E scommetto che ad Abelas non piace neanche un po’ questo effetto, non fa che evitarmi, lo vedevo più alla base quando non sapeva chi fossi che adesso-

Ridacchiò -È fatto così- sorrisi divertita -Se lo dici tu-

Era l’alba, mi vestii e presi il necessario mettendo il tutto in una borsa e agganciando i pugnali nei foderi, Solas indugiava ancora a letto. Mi chinai su di lui -Figurati se stai ancora dormendo, non mi inganni- comparve un sorriso sul volto e aprì gli occhi -Non mi saluti? Pazienza- stavo per ritirami su, quando mi tirò verso di lui e mi abbracciò -Stai attenta-

Sorrisi -Sto andando a fare un giro, non vado mica in guerra- lo baciai, continuava a guardarmi preoccupato -Riuscirai a stare da solo per qualche giorno, senza fare disastri vero?-

-Non lo so ci devo pensare-

Tirai fuori dallo scollo dell’armatura il suo pendente -Ho questo e senti come sto, no? Non fare il cupo e fatalista mentre sono via-

Ridacchiò -Agli ordini, ma vhenan- sorrisi e lo baciai ancora.

Uscii dalla stanza e andai da Shani che mi aspettava all’Eluvian -Preso tutto? Salutato il tuo lupo?- sorrisi divertita -Bene andiamo-

Con gli Eluvian raggiungemmo la vallata, guardai in su scorgendo la base principale, siamo decisamente in alto. Nella foresta sembrava tutto tranquillo, la luce del sole filtrava tra le foglie degli alberi creando un gioco di luce piacevole e strano, ci incamminammo.

-Quindi che cerchiamo?-

-Più che cercare qualcosa, è una ronda, vediamo se notiamo qualcosa di strano e poi riferiamo-

-Come al solito-

-Già, andiamo fino al lago? Dalla base sembrava un ottimo posto per accamparsi, ma non pare anche a te che abbia un colore strano?-

-Strano? Perché? Bhe è la prima volta che vedo un colore  così intenso, ma magari è solo l’effetto del sole e l’altezza da cui l’abbiamo osservato fino adesso-

-Mmm…può darsi- ridacchiai -Non ti vedo convinta-

-No infatti, ma mi conosci, devo controllare di persona. Ci vorrà parecchio, mi racconti qualcosa? Com’è essere innamorata di un Dio?-

Riflettei, prima volta che qualcuno mi poneva la domanda -Complicato-

Sorrise -Complicato? Come sei eloquente, come l’hai conosciuto? Non penso che si trovino tipi come lui  a caso-

Ridacchiai -Decisamente, non è stato un caso-

-Mi vuoi far morire di curiosità?-

-Va bene, dopo tutto cominciano da lì i miei casini-

-Cioè la prima volta che lo vedi ti aveva già messo nei guai?-

-Sì, ma non lo sapevo, quello l’ho scoperto due anni dopo che lo conoscevo, ma c’è in mezzo una valanga di problemi- rimase in silenzio incoraggiandomi a continuare

-Dimmi cosa penseresti di lui, se lo vedessi vestito da eretico, con un bastone da mago, mantenendo costantemente la sua facciata riservata, facendo il sapientone e non nascondendo il suo disprezzo nei confronti dei Dalish-

Mi rivolse un espressione perplessa -Che accoppiata di caratteristiche vincente, proprio simpatico…ma tu non sei Dalish-

-Io lo definii strano e non lo avevo preso molto in considerazione, visto che poi sembrava ci tenesse particolarmente a mantenere le distanze all’inizio, ma poi ho cominciato a scalfire quella sua corazza impenetrabile, dove continuava a celarsi, per vedere come reagiva, per mia sorpresa l’ha fatto in modo inaspettatamente piacevole e visto che sa un sacco di cose, ogni volta era buona per parlare. Comunque, qualche anno fa ero una Dalish, anche se non sono mai stata particolarmente legata al clan, non vedevo l’ora di andarmene, avere un padre molto tradizionalista non ha aiutato a farmi piacere la nostra cultura. Vivere in un contesto chiuso come un clan lo trovavo frustrante, sapevo che esistevano altre realtà e il solo pensare che avrei passato la mia intera vita in quel piccolo mondo, non ha fatto altro che far aumentare la mia voglia di scappare. Ho sempre voluto imparare tutto quello che potevo e il clan mi limitava-

-Capisco, bhe un modo di pensare completamente diverso da quello che si potrebbe aspettare da un Dalish, non hai i Vallaslin, sei un assassina con un abilità fuori dal comune e usi pure la magia, il tuo Guardiano non ti ha scelto per prendere il suo posto?-

-Tu mi descrivi come sono adesso, sono cambiata, ho dovuto farlo se no probabilmente non sarei qui, in quanto ai Vallaslin li avevo e riguardo la magia fa parte dei problemi che ho affrontato in questi anni, non sono mai stata una maga allora. La mia testardaggine che veniva sempre criticata, mi ha fatto superare diversi ostacoli-

Rumore di zoccoli, un’ombra mi passò molto vicino, trattenni il respiro per la sorpresa, la evitai per un soffio, che?

Vidi sparire velocemente nella boscaglia un halla bianco, osservai i dintorni, un halla? Da solo? Si muovono in branco di solito, stava scappando, ma da cosa? Restai vigile ad ascoltare.

Nulla, nessun rumore sospetto o insolito.

-Tutto bene? Che gli è preso? Di solito scappano, ma non così disperatamente da venirti addosso-

-Già, senti nulla?- negò con il capo -Andiamo-

Proseguimmo in silenzio più vigili di prima, finalmente si scorgeva il lago e il sole era già alto.

-E fin qui ci siamo! Monto la tenda-

Mi avvicinai allo specchio d’acqua che si estendeva a perdita d’occhio e rimasi basita.

-Shani! Vieni! Shani!- mi corse in contro, l’espressione valeva più di mille parole

-Come è possibile?- non lo sapevo, ma non mi piaceva, porta sempre e solo guai.

Ne percorsi il perimetro, vene di lyrium blu si ramificavano su tutto il fondale che scendeva vertiginosamente. Così in superficie? Mi rabbuiai.

-Shani per il nostro bene spero non esista un entrata terrestre nei dintorni per le Vie Profonde-

Mi guardò preoccupata -Prole oscura?- annuii con un cenno, si potrà bere quest’acqua? I miei dubbi furono fugati da un gruppetto di halla poco distante. Speriamo, ci mancano soltanto effetti indesiderati.

Aiutai Shani a montare la tenda, lasciammo giù le nostre cose e riprendemmo l’esplorazione, halla, montoni e orsi dai segni lasciati su un tronco. Avevamo deciso di seguire la sponda del lago, sarebbe stato più facile tornare, per ora niente di insolito.

-Stavi dicendo prima?-

-Dove ero arrivata?-

-Che sei testarda- ridacchiai -Giusto, allora sai che qualche anno fa c’è stato il Conclave?-

Assentì -Come dimenticarlo? Se ne parla ancora-

-Io per mia fortuna e altri miei coetanei, siamo stati scelti per andare a sentire che decisione avrebbero preso. Poi c’è stata l’esplosione e il varco nel Velo, no? Ed era stato detto che dall’Oblio era uscita un’elfa, mandata da Andraste? Giusto?-

-Sì certo, so la storia, dove vuoi…oh non dirmi che…-

Sorrisi -Chi pensi che fosse quell’elfa?-  

Si era fermata e mi guardava esterrefatta -Tu sei…tu sei l’Inquisitore!?-

Da quasi due anni nessuno mi chiamava più così, mi dispiaceva? No, ho fatto quello che era necessario, quando doveva essere fatto. Anche se avrei sempre trovato qualcuno che avrebbe usato quel titolo, un simbolo di speranza, amato, rispettato, temuto e odiato. In parte una condanna.

Un peso, che stavo cominciando a non sopportare più. Non era nella mia natura stare al centro dell’attenzione, ma avevo imparato a conviverci. Sparivo spesso in giro per Skyhold, in posti poco accessibili per restare da sola e pensare a tutto quello che mi stava capitando.

Josephine aveva rinunciato a reperirmi, arrendendosi a parlarmi di politica quando le facevo visita. Leliana e Cassandra sapevano che mi sarei fatta viva io, non saltavo mai gli allenamenti. Cullen aveva anche lui rinunciato a provare a cercarmi, e mi spiace dirlo, ma mi bastavano le spiegazioni di tattiche militari al tavolo da guerra. Avevo notato un paio di volte che mi fissava, ma l’avevo ignorato, era un brav’uomo e un ottimo comandante, ma avevo già a che fare con le mie insicurezze, non ne cercavo altre, anche se quando aveva avuto bisogno di parlare l’avevo aiutato volentieri con un consiglio.

Cole era l’unico che mi trovava sempre, facendomi compagnia con le sue frasi criptiche. Poi era stato il turno di Solas, anche se sospettavo che Cole lo aiutasse, sapevo che andavano molto d’accordo. Prima come amico e poi come compagno, mi ero senza accorgermene aggrappata a lui, trovando conforto e una sorta di protezione per tutti i problemi con cui stavo avendo a che fare. In seguito ero stata felice di poter fare anche io qualcosa per lui quando me l’aveva chiesto. Ci perdevamo spesso a parlare di quello che stava succedendo, volevo saperne di più sul suo conto, ma avevo capito che preferiva cambiare discorso, quindi non chiedevo mai. Alla fine lo provocavo per vedere quella parte fantastica che teneva sempre nascosta e che mostrava solo a me in quei pochi momenti in cui riuscivamo a stare da soli.

Ora ironia della sorte, rappresentavo una divinità, più potere e più responsabilità di quante ne avessi mai avute prima. La parte di me stessa, che non avrebbe preso il sopravvento sul mio vero essere, avrei aiutato Solas a fare lo stesso, non deve diventare solo Fen’harel, lui prima di tutto sarà sempre e solo Solas.

Sorrisi e mi inchinai scherzosamente -Al tuo servizio, ma non sono più l’Inquisitore, preferisco non essere chiamata così, se non è necessario-

-Continuerai a farmi rivelazioni così sconvolgenti in questi giorni?-

La osservai divertita -Più o meno- le feci l’occhiolino -Dai continuiamo-

-E com’è essere l’Inquisitore?-

-Oh all’inizio è stato emozionante, poi è diventato sempre più pericoloso e stressante, per fortuna non ero sola- ma le mie mani si sono irrimediabilmente sporcate di sangue

-Ti riferisci a Fen’harel?-

-Lui è stato una piacevole sorpresa, ma avevo altri compagni, senza di loro non ce l’avrei fatta e anche un grazie immenso lo devo all’esercito, mi hanno sempre seguito senza esitare-

Guardai il cielo, il sole ormai era già abbondantemente oltre lo zenit

-Ci fermiamo a mangiare? Meritiamo una pausa-

Presi posto contro un albero, Shani mi si mise da parte, chiusi gli occhi cercando di rilassare le spalle e sospirai -Yen- mi porgeva parte delle scorte, sorrisi -Grazie- osservai la superficie dell’acqua -Ritornando al tuo lupo, come hai fatto ad interessarti a lui? C’è da come l’hai descritto prima, meglio perderlo che trovarlo- risi di gusto, mi andò quasi di traverso il cibo. Tossii.

-Te l’ho detto che mi piace imparare cose nuove no? È stata una fonte immensa di informazioni, soprattutto sull’Oblio. Bhe, tra una spiegazione e l’altra ho cominciato a filtrare con lui e lui l’ha fatto con me, li infilava abilmente nel discorso quando meno me lo aspettavo e soprattutto non erano stupidi e niente ci ho preso gusto-

-Poi?- la guardai divertita -Siamo curiose eh? Pausa, continuo dopo-

-Fai la misteriosa?- ridacchiai -Non ti aspettare momenti piccanti-

-L’ho detto io, chi te l’ha fatto fare- disse sconsolata

Risi -Va bene, gli ho detto che volevo conoscerlo meglio, mi sono ritrovata in un sogno ad Haven, che ormai era già stata distrutta da Corypheus e mi ha spiegato cosa è successo intanto che ero fuori combattimento a causa del marchio-

-Ok, lo vuoi conoscere meglio e dormite? Molto entusiasmante-

-Eravamo in un sogno, fammi continuare, alla fine dice che quando ho chiuso il primo squarcio ha sentito il mondo intero cambiare e che è stato importante per lui. Io quindi l’ho provocato ammettendo che allora ha provato qualcosa. Se ne è uscito con ‘tu cambi tutto’-

-E tu ti sei sciolta, che romantico-

-Più che sciolta, gli sono saltata addosso senza tanti scrupoli, mi stavo pentendo quando è lui che ha preso l’iniziativa molto passionalmente-

-Quindi più simile a come lo vedo adesso?-

-Sì esatto, ha cominciato a togliere parte delle sue maschere ed ero al settimo cielo-

Era stata un’esperienza bellissima, non solo per il bacio che non so bene cosa mi era preso, ma quel complimento mi aveva invitato a rischiare, quelle parole dette con tanta sincerità mi avevano spiazzato e il cuore era impazzito. Quando poi aveva risposto al mio bacio, bloccandomi per la vita e ribaciandomi con più intensità di quanto avessi fatto io, sorridendo dolcemente, per poi baciarmi una seconda volta, capii che mi desiderava quanto io volevo lui, anche se fino a quel momento l’aveva nascosto talmente bene che scoprirlo in quel modo era stata una completa sorpresa, ero perduta.

Il sapere che eravamo nell’Oblio era stata un esperienza del tutto nuova e aveva reso il tutto ancora più emozionante. Non mi ero resa conto che non l’avrei più lasciato andare.

Mi alzai e scrutai i dintorni -Continuiamo?- è tutto tranquillo, perché allora sono inquieta?

Avevamo fatto pochi passi quando un ruggito spezzò il silenzio, seguito subito dopo da un rumore costante di un forte battito d’ali. Si unirono ad essi un rumore di rami spezzati e urla.

-Cavolo…torniamo indietro! Presto!- esclamai nervosa, avrei riconosciuto quei suoni ovunque. Devo avere qualcosa che non va!

Ci spostammo il più velocemente possibile lontano dalla fonte del rumore, e ci posizionammo dietro ad un grande albero, nascondendoci. Subito dopo un drago comparve in cielo e atterrò sul lago.

Non è possibile! Stava sopra alla superficie trasparente come se fosse solida! Il drago sbuffava aria gelida dalle narici, e apriva la bocca mostrando una lunga fila di zanne infuriato, le scaglie spesse erano di un blu scuro e le vene della bestia rilucevano della stessa luce del lyrium, un azzurro elettrico. Le grandi ali erano state racchiuse contro il corpo. Gli occhi spietati erano di un bianco argentato.

Era imponente come tutti i draghi che mi era capitato di affrontare, ma mai nessuno di un colore così particolare.

Vidi uscire dalla foresta, affaticati, sudati e sporchi di sangue per delle evidenti ferite, dei nani e un qunari. In compenso il drago sembrava illeso rispetto a loro, oltre che infastidito e annoiato, probabilmente non era la prima volta che si ripeteva la stessa scena.

-Maraas kata!- urlò il qunari con rabbia

-Piantala di parlare in qunat! Non si capisce un cazzo!- esclamò furibondo un nano

Il qunari sbuffò seccato -Non possiamo continuare così! Non finiremo mai sto maledetto lavoro se arriva sempre al lago!-

-Come se non lo sapessi! Lo dicevo che sto piano di merda faceva acqua da tutte le parti, ma non mi avete voluto ascoltare!- replicò un altro nano

Il drago sbuffò dell’aria fredda verso di loro.

-Lo abbiamo affrontato così tante volte che anche quella maledetta bestia ci prende per il culo!-

-Forza ragazzi andiamocene, non serve a nulla rimanere, se attaccasse ci farebbe fuori tutti- non l’avevo notata, era stata un’elfa a parlare. Pericolosa più del drago, come avevo fatto a non vederla?

Osservai il lago, sembrava in simbiosi con la bestia e il chiarore proveniente dal lyrium pulsava emettendo più o meno luce. Nascondeva qualche segreto, infatti i mercenari non si erano avvicinati più di tanto, affascinate e pericoloso al tempo stesso.

Una volta che se n’erano andati, il drago rivolse la sua attenzione verso di noi, fissandoci costantemente con quegli occhi glaciali.

-Ci ha sentite!?- la voce di Shani era incrinata. Mi spostai lentamente allo scoperto, osservandolo, era tranquillo anche se attento, ero stata troppo ottimista a pensare che non ci avrebbe scoperto, con i sensi sviluppati che si ritrova. Nervosa, ecco come mi sentivo, non volevo combattere e non lo facevo volentieri con quelle bestie che infondevano rispetto e potenza.

-Shani è il tuo primo drago?- si spostò di fianco a me, visibilmente in ansia -Tu che dici?-

Ridacchiai -Cosa hai da ridere!?- la voce era seccata

-Nulla, scusami. Ho una buona notizia da darti, per mia esperienza non sembra che voglia cenare con noi, solo mi sembra curioso-

-Spero tu abbia ragione-

-Un consiglio però, allontanati da me lentamente e senza voltarti, non vorrei che ti scambiasse per una preda in fuga-

-Vuoi affrontarlo da sola!? Sei impazzita!?- disse evidentemente spaventata

-Affrontarlo? No, farò solo quattro chiacchere- mi guardò confusa, incredula e impaurita

-Shani ti fidi di me?- assentì con il capo -Bene, fai quanto ti ho detto, per favore-

Mi avvicinai al perimetro del lago e lo osservai, mi chinai a prendere un sasso e lo lanciai nello specchio d’acqua, oltre che ad affondare, sfrigolò visibilmente sciogliendosi.

Andiamo bene, sembra che quel drago abbia qualche potere su quest’acqua. Intanto la bestia si era girata completamente verso di me, guardandomi. Lo studiai attenta, non attaccava e aveva smesso di ringhiare, era molto incuriosito, che fosse sorpreso perché non lo attaccavo o perché sentiva il mio potere? Aveva uno sguardo profondamente intelligente, ero sorpresa.

Per la migliore delle ipotesi è sempre un liquido, dovrebbe ghiacciare, lui stesso sbuffa aria fredda, che usi il suo potere per stare sul lago? Scopriamolo.

Appoggiai un piede sulla superficie ghiacciandola, molto bene, mi incamminai verso di lui lentamente, ma decisa. Gli occhi del drago si spalancarono per lo stupore ed emise un ringhio sommesso.

Continuai finché non sbuffò verso di me dell’aria ghiacciata. Lo osservai, decisa a non mostrare l’agitazione che mi attanagliava il petto, mantenni la calma, facendomi coraggio. Se era una sfida l’avrei accetta. Una pazzia? Indubbiamente, ma sentivo anche una profonda connessione, più antica e misteriosa di quanto riuscivo a capire . Non potevo e non volevo tirarmi indietro,  pretendevo rispetto, non sapevo neanche io il perché, lo volevo e basta.

Porsi verso di lui la mano e ricambiai con più forza, un vento freddo e forte lo costrinse ad arretrare. Girò la grande testa triangolare fissandomi intensamente. Per sicurezza attivai una barriera su me stessa. Balzò verso di me estinguendo la distanza in un attimo, mi ritrovai ad un palmo dalla sua bocca aperta, rivolgendomi un gran ruggito, vidi una lunga fila di denti affilati. Non indietreggiai, anche se l’istinto urlava disperato il contrario. Scappa!!!

Rilasciai senza volere lo strato di mana a cui aveva accennato Solas, tempo addietro. Venne accompagnato da una lieve onda d’urto. Ebbe un effetto immediato e ben diverso da quanto ricordassi. Era più potente e minacciosa. Reclamava rispetto ed ubbidienza, senza possibilità di tirarsi indietro.

Lo fissai con sfida, potevo permettermelo, la tensione era palpabile, e il drago non era più convinto come all’inizio,  mi osservava attento e stupito, fece qualche passo indietro e spiccò il volo, aumentai la superficie ghiacciata per non cadere. Se ne stava andando.

Sospirai profondamente, avevo il cuore che tra poco mi sarebbe scoppiato nel petto, le gambe cominciarono a tremare per la tensione, raggiunsi la sicura terra stordita. Shani uscì dalla boscaglia, era visibilmente esterrefatta e preoccupata -Tutto a posto? Come diavolo hai fatto?!-

Non lo sapevo con certezza neanche io, appoggiai le mani sulle ginocchia, cercando di recuperare il controllo -Sto bene, quelle erano le quattro chiacchere-

Mi guardò perplessa e sconcertata -Tornerà?-

Guardai il cielo -Non lo so. Ritorniamo alla tenda, abbiamo bisogno di stare tranquille-

Giungemmo infine a destinazione, stava calando il sole, sul percorso avevamo raccolto qualche ramo per il fuoco e accesi un falò. Mi stesi accanto ad esso e chiusi gli occhi, meno male che la vallata doveva essere tranquilla, attiro guai come il miele con gli orsi. Ridacchiai.

-Stai bene?- la guardai e sorrisi  -Sì sto bene, non è la prima volta che affronto un drago, anche se non così-

Mai visto un esemplare come quello, non è una semplice bestia, ha testato il mio coraggio, lanciandomi una sfida e stupito è scappato perdendo quel confronto. L’avrei rivisto presto, ne sono sicura, ma non mi preoccupava tanto lui, quanto i mercenari che avevo visto, soprattutto l’elfa.

-Fame?- mi misi seduta e mi servii -Tu tutto a posto?-

Sorrise -Sì certo- restammo in silenzio, la osservai, ora era indubbiamente calma, questa piccola avventura fuori dall’ordinario l’avrebbe però segnata -Scusa, è colpa mia, attiro sempre una montagna di guai-

Era incredula -Non dire idiozie, ti scusi per che cosa? Perché un drago ha deciso che voleva sfidarti?- ridacchiò e sorrisi grata a quell’amica così comprensiva.

-Quindi, forza, raccontami altro sono curiosa di sapere come hai fatto a diventare così potente-

Mi sdraiai e fissai le fronde degli alberi -Allora, finito il sogno sono corsa da lui emozionata come non mai, arriva a scusarsi per quel che ha fatto e rimango delusa pensando di aver frainteso i suoi sentimenti, mi risponde solo che ci deve pensare e che potrebbero nascere dei problemi, replico che correrò il rischio se lo vorrà fare anche lui e accetta-

-Concordo con la tua versione, è strano e brindo alla tua tenacia- ridacchiai divertita.

Si era fatto ormai buio, si sentivano solo il canto dei grilli, qualche uccello notturno e il crepitio del fuoco.

-Dopo un’avventura particolarmente stressante, per la precisione ci siamo ritrovati nell’Oblio…-

-Come nell’Oblio? Siete entrati…?- esclamò sconcertata

-Sì, esatto per salvarci la vita, con il marchio ho aperto uno squarcio nel Velo e ci siamo ritrovati nell’Oblio, per la precisione nel regno del demone della paura che era in combutta con Corypheus. L’abbiamo scampata per un pelo…ma abbiamo perso il custode grigio Stroud, si è sacrificato permettendoci la fuga. Tutto questo casino è stato compiuto dai Custodi Grigi manipolati indirettamente da Corypheus-

-Mi è arrivata voce che li hai esiliati-

Una decisione di cui non andavo fiera, ma quello che avevano fatto era stato abominevole.

-Non ho trovato soluzione, ormai erano imperdonabili, sono arrivati ad usare la magia del sangue pensando che fosse la soluzione per risolvere i flagelli- e tutto quello che avevo passato un attimo prima, non era andato a loro favore, ero incavolata nera e scossa per aver di nuovo ingannato la morte ed aver condannato un'altra persona al mio posto.

Vidi Shani bere -Abbiamo acqua sufficiente?-

Sorrise -Certo, te l’ho detto che quel lago aveva un colore strano-

-Giusto, ma sei proprio sicura di non volere una promozione? C’è bisogno di gente come te-

Mi guardò pensierosa -Ci penserò, ma non prometto nulla, lo sai che non mi piace comandare-

-Va bene, ma pensaci- tentai, anche se non so se sarebbe servito.

-Dai continua, voglio sentire qualche altro comportamento strano del tuo lupo, prima di dormire-

-Vediamo, dopo questa avventura orribile, che mi sarei risparmiata volentieri, un giorno vado da Solas e mi chiede se può parlarmi, quindi ci spostiamo sul balcone della mia camera-

-Finalmente siete arrivati in camera- ridacchiò maliziosa, le sorrisi divertita e sospirai

-Comincia a chiedermi se il marchio mi ha cambiato in qualche modo, gli chiedo se secondo lui me ne sarei accorta, replica che in effetti non avrei potuto percepire i cambiamenti. Poi si complimenta per la mia astuzia e saggezza, e gli chiedo di arrivare al punto-

-E meno male, se no stavamo qua fino a domani mattina…- risi allegramente

-Mi confessa che non ha dimenticato quel bacio. Rimasi in parte sorpresa e dentro di me esultavo, fissandolo negli occhi mi avvicino ad un palmo da lui e sussurro un ‘bene’, ci osserviamo e lo invito a farsi avanti, ma nega con la testa e si allontana. Lo blocco da un braccio, chiedendogli di non andarsene-

Quel modo diretto nell’esprimere i suoi sentimenti mi aveva colpita ancora una volta. Sorpresa con me stessa, mi stavo fidando completamente, provando per la prima volta delle sensazioni e dei sentimenti del tutto nuovi con lui. Volevo sentire ancora il suo profumo, il suo sapore e il suo calore. In quel momento non avevo ragionato sul perché se ne stava andando contro il desiderio che vedevo ardere nei suoi occhi. Capii solo di amarlo e non volevo che si allontanasse da me.

-Non dirmi che finisce male…-

-Risponde che probabilmente ce ne saremmo pentiti entrambi, ma che perdermi sarebbe…e qua non ha finito la frase, mi ha stretto a se in modo possessivo e mi ha baciato con una passione che ho ricambiato volentieri, stavamo perdendo il controllo quando si è staccato da me e incatenando i suoi occhi ai miei, ha detto ‘ar lath, ma vhenan’-

Mi si era scaldato il cuore a quelle parole pronunciate in quella lingua poco conosciuta anche dagli stessi dalish, che suonavano ormai vuote. Lui invece gli aveva dato un peso del tutto diverso, come faceva sempre con molte altre cose, insegnandomi ogni giorno a vedere con occhi diversi. Ero in estasi e il cervello in panne, il calore del suo corpo mi infondeva una sicurezza che non avevo mai provato prima.

-Benissimo e siete passati a cose più interessanti vero?-

-Ero emozionatissima, si è allontanato ed è uscito dalla camera, sono rimasta stordita e insieme un po’ delusa-

-Ok, fammi capire avevate il letto a due passi e lui se né andato?-

Ci eravamo baciati con tale foga che volevo che continuasse, ma si era allontanato da me così velocemente che mi aveva spiazzato.

-Lo so, te l’ho detto che sono rimasta delusa, ma preferivo non affrettare le cose se a lui stava bene così-

-C’è…c’è…è meglio che sto zitta…-

-Lo sai anche tu che è raro sentire quelle parole dette nell’Antica Lingua e non le ha pronunciate a caso, ma perché è quello che prova per me dal profondo del cuore, avrebbe potuto dirle nelle lingua comune, ma ha scelto esattamente quelle parole, ero la donna più felice del mondo in quel momento, e dopotutto non ci conoscevamo ancora così bene da fare quel passo-

Era stato solo il secondo bacio, ma entrambi volevamo già di più, anche in seguito lui continuava a controllarsi e non capivo il perché.

-Di la verità, tendi sempre a perdonarlo vero?-

La guardai basita -Si nota così tanto? Sei già la seconda persona che me lo dice-

-Sì, si vede eccome, ma posso capire, penso…-

Sorrisi -Dai dormiamo, ho messo una barriera intorno, possiamo stare tranquille-

-Notte- la vidi stendersi e coprirsi con delle pelli

-Buonanotte- guardai le braci, tra poco avrei avuto una chiacchierata con lui, si sarebbe sicuramente fatto vedere, sarà rimasto nervoso tutto il giorno. Che faccio? Gli racconto del drago e dei mercenari? Così si preoccupa ancora di più e ci ordina di tornare. Sospirai cercando di rilassarmi.

Mi ritrovai nella nostra camera, lo vidi seduto sul letto, sorrise, si alzò e passò le braccia intorno alla mia vita, mi strinsi a lui, non lo vedevo solo da quella mattina, ma mi era mancato come se mi avessero portato via una parte di me stessa, mi abbandonai contro di lui e al calore del suo corpo.

-Come è andata oggi?- sentii il suo respirò sul collo e cominciò a baciarmi

-Mi sto domandando come abbiamo fatto a non vederci per tre anni, se dopo un solo giorno siamo così-

Ridacchiò e continuò a coccolarmi, poi mi fissò negli occhi, adoravo i suoi di quel grigio magnifico, avrei potuto stare ore a guardarli senza stancarmi, feci scivolare le mani dal suo petto intorno al suo collo, accarezzandolo e tirandolo verso di me, lo baciai su quelle labbra morbide e calde, lentamente gustandomi il suo sapore. Appoggiai il viso sulla sua spalla e lo tenni stretto.

Era meglio parlargliene, non mi piace nascondergli le cose, si fida unicamente di me, non voglio venire meno a questo sentimento che ci lega e che ho conquistato con fatica.

-La vallata doveva essere tranquilla…direi che non è proprio così pacifica-

Mi strinse di più e divenne serio -Cosa è successo?-

-Mantieni la calma, è stato tutto normale finché un drago non ci è volato sopra la testa con alle calcagna un gruppo di mercenari. Sai il lago? Si è posato su di esso come se fosse una superficie solida-

-Mi preoccupano più i mercenari che…-

-Il drago, la penso uguale, ma loro non ci hanno visto per adesso e c’è un’elfa che deve essere molto pericolosa, è riuscita a non farsi notare da me, sai quanto sia difficile sfuggirmi- amavo particolarmente cacciare, lo trovavo soddisfacente e piacevole, durante gli scontri ero solita eliminare io stessa chi si celava nelle ombre.

Mi guardò divertito -Lo so bene- sorrisi -Comunque, nel lago è presente del lyrium blu e deve essere collegato direttamente con le Vie Profonde. Il drago è strano, sembra abbia un legame con esso rendendo l’acqua corrosiva e…bhe…ci ho fatto quattro chiacchere-

Sospirò sconsolato e mi rivolse un espressione apprensiva -Cosa intendi?-

-Che mi ha sfidato e ho accettato, penso che tornerà, è un esemplare particolare e intelligente-

-Non vorrai…- lo guardai dolcemente e gli accarezzai il viso -È un mio dovere ormai, non posso ignorare quello che provo, un guardiano manca da troppo, lo sai e sento che ne è degno-

-Capisco, come hai intenzione di agire con i mercenari?-

-Vorrei non averci a che fare, ma so che sarà impossibile e preferirei non ucciderli, si stanno solo guadagnando da vivere dopo tutto, potrei arrivare ad un accordo, sentirò qual è la somma pattuita per la bestia-

-Sempre se accetteranno…-

Sospirai -Spero lo faranno-

Mi catturò la bocca accarezzandomi il palato -Stai attenta, se no…-

-Se intervieni tu fai una strage-

Appoggiò la fronte alla mia,  percepivo sopita l’aurea del Temibile Lupo.






1_Ar-melana dirthavaren. Revas vir-anaris: frase che nel Dlc Trapasser un Inquisitore che ha bevuto dal pozzo dice alle sentinelle spirituali richiamate da Fen'harel, è una sorta di password che viene richiesta quando si incontrano. In rete si trova una traduzione approssimativa di quello che dovrebbe significare. "Ora faccio adempire la promessa. Sei libero di andare sul Sentiero di Anaris." Anaris è uno dei Dimenticati che viene citato in una storia del codex, quindi non ha molto senso, è strana come frase, di mio deduco che abbia però un doppio significato come il nome di Solas(orgoglio) o quello di Abelas(dolore) che però è ancora sconosciuto.

2_Amae lethalas: è la conseguente risposta, data dalle sentinelle spirituali alla frase precedente. Anche qui la traduzione corretta non esiste, si deduce sia un "benvenuto" o "potresti passare". Ad ogni modo sta riconoscendo il tuo diritto di essere lì e di essere un amico.

Maraas kata!: "Nulla è perduto!"
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


16

Mi alzai indolenzita, mi mancava il mio letto, lo ammetto. Sarebbe stata una bella giornata, in cielo non era presente neanche una nuvola, presi qualche ramo nei dintorni e riaccesi il falò.

Shani si stava destando -Ho dormito troppo?-

Sorrisi -Ma va, mi sono appena svegliata anche io, facciamo con calma, non abbiamo fretta- consumammo la colazione -Aspettiamo che si alzi di più il sole, c’è un umidità pazzesca-

Vedevo la superficie del lago solcata da una coltre di nebbia, rimasi in silenzio, preferivo non parlare alla mattina così presto, fissai le braci e mi concentrai sul crepitio del fuoco.

Prima di tutto, devo trovare il drago, dei mercenari me ne sarei occupata in seguito.

Dubito di avere molto tempo, se è da parecchio che gli danno la caccia sapranno dove trovarlo, io so che gli piace il lago…potrei richiamarlo? Il lyrium è vivo, canta, ma solo alcuni nani lo sentono, se lo sentisse anche il drago? La soluzione più semplice sarebbe aspettare che mi ritrovi, ma non ho tempo.

Non mi fido a contrattare prima con quella banda, devo poter dettare io le regole e giocare d’anticipo. L’elfa comanda e non a caso, purtroppo non l’ho vista bene.

La nebbia si era alzata, sospirai, proviamo, basterà una quantità irrilevante di questo potere che mi sono ritrovata tra le mani. Mi avvicinai al lago, mi chinai e appoggiai una mano a terra, infusi una scarica di mana che raggiunse il lyrium. Cominciò a emettere più o meno luce come il giorno precedente, pulsava ed era vivo. Ora aspettiamo.

-Cosa hai fatto?-

-Se funziona, sto chiamando il drago-

-Cosa!? Perché?-

-Shani, avrei voluto andare in ordine con la storia che ti sto raccontando, ma capisco che questa circostanza abbia bisogno di ulteriori spiegazioni. Mi hai domandato da dove provenga il mio potere, quello è stato risvegliato solo quasi un anno fa, ma ho imparato ad usarlo non solo grazie a Solas, ma perché avevo un collegamento con Mythal-

-Cosa centra ora Mythal?-

-Concordi con me che se esiste Fen’harel anche per gli altri Dei valga lo stesso?-

-Non ci avevo ancora pensato, a dir la verità…-

Sorrisi -Nelle leggende dalish non si racconta che Mythal fu uccisa dagli altri Evanuris, ma un frammento di lei è sopravvissuto nel tempo, fino ad arrivare da me-

-Scusami, non capisco e quindi?-

-Quello che ti sto per dire voglio che rimanga tra noi, non dirai nulla neanche a Nala, finché non sarà necessario, voglio che non si sappia, mi dai la tua parola?-

-Va bene, lo sai che ti puoi fidare- rispose rassicurante

-Ho avuto una chiacchierata con Mythal e facendola breve mi ha passato il testimone-

Cominciai a sentire un forte battito d’ali, aveva funzionato.

-Io ora sono Mythal-

Silenzio. Bhe non che mi aspettassi molto di diverso. Io stessa non lo accetto ancora completamente. Un ruggito si diffuse nel cielo.

-Shani come è sempre stata raffigurata Mythal?-

Il drago si posò di schianto sul lago, creando delle onde

-Un drago…ma cosa ti serve? Nel senso cosa fai ora!?- esclamò allarmata

-L’ultimo guardiano al servizio di Mythal è morto tre anni fa, aiutandomi contro Corypheus, è necessario un sostituto- indicai la bestia davanti a noi -Lui ne è degno, diventerà una sorta di mia guardia personale, se accetterà, ma ci sono buone probabilità, come hai notato ieri mi ha dimostrato già del rispetto-

-E ora…-

-Ora avrò un’altra chiacchierata, non serve combattere percepisce la quantità di potere di cui dispongo, non mi sfiderà più del necessario, sa anche lui che non ne uscirebbe vivo- solo una volta avevo provato ad usare più mana del solito, sorpresa non ne trovavo il limite, Solas mi aveva bloccato scioccato. Mi spiegò che la presenza del Velo limitava i nostri poteri, senza aveva confessato che probabilmente la riserva che avevo disponibile sarebbe almeno raddoppiata…non sapevamo come fosse possibile, questo però dava più di una speranza contro i falsi Dei.

Mi rivolse un espressione stupita e apprensiva, le sorrisi fiduciosa -Non ti preoccupare-

Camminai sulla superficie del lago raggiungendolo, ringhiava sommessamente, allungai una mano verso di lui porgendogli il palmo aperto, le iridi si strinsero e gli occhi si spalancarono, mi sbuffò una folata di aria fredda. Fai il timido? Voltò la grande testa triangolare e rivolse la sua attenzione altrove, seguii il suo sguardo. Non andava bene, l’hanno seguito di nuovo probabilmente, e non ci avrebbero messo molto a raggiungerci. Lo avvolsi con un leggero strato di mana, per infondergli fiducia, sbuffò dalle narici e mi squadrò attentamente, abbassò il grande muso verso la mia mano aperta, toccandola. Era caldo, le scaglie ruvide e spesse, sorrisi compiaciuta per tanta fiducia e rispetto che mi stava dimostrando, il mio cuore palpitava emozionato.

-Atish'all Vir Abelasan-

Sentii fluire il mana, sul drago comparvero dei marchi che partivano dal muso fino a ramificarsi su tutto il corpo, disegnando un grande albero, dei Vallaslin. Percepivo ora il battito del suo cuore, lo scorrere impetuoso del suo sangue nelle vene, il suo potere, le forti e possenti zampe, un legame profondo ci aveva unito. Ero onorata. Il solo pensare che una cosa del genere potesse essere fatta a delle persone mi disgustava, arrivare anche a sentire i loro pensieri contro la loro volontà era orrendo, capii in quel momento più profondamente cosa aveva spinto Solas ad agire, oltre che essere uno schiavo, il Vallaslin era una condanna e un umiliazione insieme.

-Mythal'enaste- pronunciai concludendo il rituale

Rialzò il muso e rivolse la sua attenzione verso la foresta, ringhiò sommessamente e scoprì leggermente le zanne. Il marchio era scomparso, ritornai sulla terra ferma, un attimo dopo il solito rumore di rami spezzati annunciò i mercenari.

La loro attenzione era rivolta tutta sul drago, fino a quando

-Ragazzi non siate scortesi abbiamo degli ospiti- parlò l’elfa, la osservai, aveva un’armatura da mago e un bastone di buona fattura, il viso era contornato da capelli biondo platino e gli occhi scuri ci osservavano vigili e attenti. Magia di un buon livello per una semplice mercenaria, ecco perché sa celarsi così bene. Mi limitai a sorridere e ad ancorare le braccia dietro alla schiena.

Un leggero spostamento d’aria, mi inquietò, bloccai l’individuo a terra con un incantesimo, un urlo di dolore spezzò il silenzio, restai con gli occhi sull’elfa che celò la sua sorpresa a confronto dei suoi compagni.

Detti un ordine al drago mentalmente "Puoi andare ora, ti chiamerò quando necessario" ringhiò rivolgendomi la sua attenzione "Mi fai un gran onore a preoccuparti, ma ora va" sbuffò visibilmente irritato e spiccò il volo.

-Ehi! Ehi! Se ne sta andando!- esclamò un nano

L’elfa non muoveva un muscolo, continuammo ad osservarci -Visto che ora ho la vostra attenzione, vi offrirei il prezzo che vi hanno pattuito per lasciare stare quel drago-

Rimasero sorpresi, l’elfa mi rivolse un sorriso sprezzante -Perché dovremmo accettare una proposta simile?-

-Perché potrebbe essere l’incarico più semplice che abbiate mai ricevuto nella vostra vita?-

-Non mi fido, capiti qui a caso e ci offri dei soldi? E sei molto pericolosa-

Sorrisi -Ordinerei al tuo compagno di ritornare al vostro fianco, così che lo possa lasciar andare-

-Tareg!!!- annullai l’incantesimo, il nano scappò velocemente lontano da noi

-Quindi cosa volete fare? Accettate?-

-Vuoi farmi credere che ci pagherai davvero cento corone per lasciar stare quella bestia? Abbiamo una certa fama perché rispettiamo sempre i contratti, non ci gioverebbe tornare senza il drago, come posso accettare?-

-Inventatevi quello che volete, pensateci, ci ritroverete qui-

-Se non accettassimo?- rispose arrogante

-È una vostra scelta, ma non posso permettervi di infastidire il drago, anche se lui mi pare lo trovi divertente- risposi seria

Mi guardò indignata -Mi stai prendendo in giro?- vidi il cristallo nel bastone illuminarsi

Sospirai -Non oserei mai, espongo i fatti-

Esplosero dal bastone più sfere di ghiaccio, perché deve sempre finire così? Alzai una barriera, si infransero. Gli altri compagni cominciarono a muoversi, velocemente attivai un sigillo, si bloccarono paralizzati dalla magia senza via di scampo, ora erano spaventati.

Una presenza alle spalle, istintivamente mi abbassai, evitando la lama del bastone da mago che sibilò a pochi centimetri dalla mia testa. Sotto di me un sigillo di fuoco, non me ne preoccupai, come mi aveva insegnato Solas lo disintegrai. In passato avrei dovuto per forza saltare via, o comunque non stare mai ferma così a lungo da dare tale opportunità, mi era bastata una dolorosa volta, che se non fosse stato per Solas ora avrei delle cicatrici. Intanto rimasi inginocchiata facendo perno su una gamba girandomi, con l’altra cercai di colpirla per farle perdere l’equilibrio. Esterrefatta barcollò all’indietro evitando il colpo, ma non avevo finito. Porsi una mano verso di lei, reagendo al mio gesto alzò una barriera, non male. Mi celai nelle ombre, ma restai dov’ero. Nervosa cominciò a guardarsi intorno, una freccia si infranse sulla sua barriera, Shani aveva risposto. L’elfa si rivolse verso di lei con rabbia, non gliene lasciai il tempo, ora basta, pietrificai il bastone, lo lasciò andare esterrefatta e spaventata, si infranse a terra.

La bloccai, paralizzandola. Ritornai visibile, sgranò gli occhi guardandomi terrorizzata.

-Chi diavolo sei tu?!- la voce era incrinata

-Ripropongo la domanda cosa avete intenzione di fare?-

Per la prima volta abbassò lo sguardo, amaramente rispose -Accettiamo-

-Bene, Shani riferisci a Solas, ti aspetteremo qui- mi guardò esitante -Yen…-

-Non ti preoccupare vai pure, per domani dovresti tornare- la guardai raccogliere le sue cose e sparire nella vegetazione.

-Ora tu mi farai l’onore di rimanere qua con me, i tuoi compagni possono tornare domani a riprenderti insieme ai soldi- annullai il sigillo che li bloccava

Mi guardò furiosa -Fate quanto dice!- vidi la combriccola nervosa e agitata -Ma Míriel…-

-Ora!!!-urlò alterata, li guardai allontanarsi, bene non avevo ancora ammazzato nessuno, ma quanta pazienza, tolsi anche il sigillo sull’elfa.

Le passai di fianco e mi sedetti, continuava a stare in piedi -Non abbiamo fatto le presentazioni, io sono Yen- mi guardò minacciosa, le feci cenno di accomodarsi -Ora fai la gentile?-

-Non prendiamoci in giro per favore, hai voluto testare cosa sapessi fare e ne ha pagato caro il tuo bastone, sono stata fin troppo gentile-

Si sedette distante da me contro un albero -Ti chiami Míriel, giusto?- non rispose

Oh, bhe…fissai il fuoco, avrei preferito non mostrare la mia natura, se fosse stato per il drago li avrebbe fatti fuori lui stesso in quell’istante senza tante cerimonie, si era divertito con loro come passatempo, è proprio un predatore. Se va a finire tutto bene sarò contenta.

Osservai ancora la mia compagna, sembrava un topo in trappola.

Mi sdraiai -Ci vorrà parecchio, ti conviene rilassarti, non farò nulla se manterrete i patti-

-Cosa diavolo sei tu?- domandò sempre con il solito tono arrogante

Sorrisi -Qualcosa che finita questa avventura non rivedrai più-

Era già pomeriggio inoltrato, udii un ruggito, mi alzai mettendomi seduta, che succede?

-Non è che i tuoi compagni stanno facendo stupidaggini, vero?-

Sbuffò irritata -Non lo escludo, non è un gruppo molto equilibrato, se pensavi che tenendomi qua sarebbe stata una garanzia, mi spiace, ma non funziona così-

-Quindi potrei anche ucciderti, che non cambierebbe nulla?-

Mi guardò allarmata e distolse lo sguardo -Allora penso che per te valga lo stesso?-

-Mi sono ritrovata con loro per riuscire a sopravvivere, ma nulla di personale-

-Il patto includeva anche loro però…- sospirai sconsolata, maledizione…maledizione!!

Sibilai -Dirthara ma-

Mi fissò tesa -Cosa hai…?- non servirono parole, urla non troppo distanti ruppero il silenzio, si sentiva ancora il ruggito del drago. Odiavo dover fare così, queste decisioni orribili non finiranno mai, lo so bene, soprattutto per quello che sono ora.

Míriel si alzò in piedi di scatto, mi rivolse un espressione terrorizzata -Tu puoi stare tranquilla stai mantenendo i patti e non scherzavo quando dicevo che il drago con voi stava solo giocando-

 

 

 

 

 

Atish'all Vir Abelasan: percorri la via del pozzo del dolore

Mythal'enaste: hai il favore di Mythal

Dirthara ma: possiate imparare, usato come una maledizione



Spero che il breve combattimento sia chiaro, prima volta che ne scrivo uno, capitolo un po' diverso dal solito come la nostra Yen ;) Alla prossima! :)

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

17

Un’altra notte all’addiaccio, non avevo dormito molto, come la mia nuova compagna. Un leggero mal di testa mi dava il tormento, accesi il falò e bevvi dell’acqua. Míriel mi guardava attentamente, sorrisi, richiusi la borraccia e gliela lanciai -Non vorrai morire di sete- dopo una prima esitazione, bevve anche lei.

-Quindi ora che sei sola, cosa farai?-

Richiuse la borraccia e mi guardò pensierosa -Con i soldi che mi darai, comincerei a procurarmi un buon bastone, poi vedrò…-

-Capisco, sei brava, non comprendo come tu abbia fatto a finire con quella banda-

Ridacchiò -Mi stai prendendo in giro? Se io sono brava, tu cosa saresti?-

La guardai attentamente, non saprei come definirmi, anche se la trovo una definizione arrogante, un Dio è l’unica risposta che mi viene in mente.

-Diciamo molto brava-

La sentii borbottare “molto brava” sorrisi divertita, sarebbe stato un peccato rischiare che finisse a fare qualcosa come ancora il mercenario, ha del talento è innegabile. Tentare non nuoce.

-Faccio parte di un organizzazione che vuole liberare gli elfi dalla schiavitù, potrebbe interessarti?-

-Ora mi offri un lavoro?-

-Più che un lavoro, un posto dove stare e non ti troverai da sola, ma avrai dei compiti da svolgere naturalmente-

Era perplessa -Ci penserò-

-Bene-

Cercai nella borsa e presi un libro, mi misi comoda e lessi, la mia compagna aveva appoggiato il viso sulle gambe e sembrava dormire. Non dovrebbe tardare molto a tornare Shani. Passarono diverse ore, ma non ci rivolgemmo più la parola.

Udimmo del movimento nella vegetazione, ci alzammo vedendo spuntare dalla boscaglia Shani che mi sorrise e Solas preoccupato, a cui gli si illuminarono gli occhi di gioia quando mi vide. Sorrisi ad entrambi, guardai Míriel, era rimasta basita. Sospirai, Solas e la sua armatura.

Shani lanciò un sacchetto a Míriel che lo prese al volo. Solas la studiava -Gli altri?-

-Non hanno mantenuto i patti-

-Capisco- replicò serio

-Quindi Míriel, cosa hai deciso?-  Shani e Solas mi lanciarono occhiate confuse

La vidi osservare velocemente Solas e poi posare lo sguardo su di me -Non saprei comunque dove andare, accetto-

Sorrisi -Bene, Shani portala alla base, qui ci penso io, ci vediamo dopo-

-Come vuoi- fece cenno a Míriel di seguirla e le osservammo avviarsi.

Mi voltai avvicinandomi al lago per poi appoggiarmi ad un albero. Solas mi affiancò.

-È andata male?-

-Sembrava stesse andando bene, ma è finita così- risposi seria

-Non è colpa tua-

Sospirai -Lo so, la stupidità non ha confini-

-Ci si può fidare?-

Abbozzai un sorriso -Penso di sì, meglio che stia con noi, è brava, non vorrei ritrovarmela davanti e farle del male, sarebbe un peccato che sprechi il suo talento-

-Direi che ti ha fatto una buona impressione, almeno non è dalish-

Ridacchiai -Oh, su, non sono tutti come li hai incontrati tu-

-Intendi ottusi e che pensano di avere la verità assoluta? Cosa vuoi che sia…tutta questa arroganza-

-Da che pulpito viene la predica-

Sorrise divertito -Io riconosco i miei errori e imparo più che volentieri- rispose orgoglioso

-Giusto, se no non sarei qui…anzi, ti saresti fatto odiare-

-Non hai fatto anche tu la stessa cosa? Decisamente non saremmo in buoni rapporti-

-No, infatti, probabilmente il Velo non sarebbe ancora al suo posto, sbaglio?-

Rimase in silenzio pensieroso, per poi fissarmi serio -No, non sbagli-

Si spostò sul perimetro del lago osservandolo -Affascinante-

Sorrisi -Vero? Il drago lo è ancora di più-

-Immagino-

-Nessuna teoria del perché sia così in superficie?-

-Magari una spaccatura creata da qualche evento naturale…- si voltò verso di me avvicinandosi e bloccandomi contro l’albero -Ma ora non mi interessa-

Ridacchiai -Ma davvero?- sentivo il suo profumo, ero già elettrizzata, mi fissò negli occhi

-Quanti giorni è che non ci vediamo e che mi hai fatto stare in ansia?-

Sorrisi divertita -Siamo pari, come credi che mi sia sentita quando sei sparito per tre mesi a recuperare quella tua sfera?-

Sorrise -Siamo vendicative?-

-Solas?- mi guardò attento -Parli troppo- ridacchiò e si avvicinò catturandomi la bocca, lo tirai più verso di me, approfondendo il bacio e gustandocelo lentamente, ci staccammo senza fiato e ridacchiai, mi guardò interrogativo -Sei un rubacuori- era confuso -L’elfa di prima, hai fatto colpo-

-Ah sì? Non ho notato nulla, ma ho occhi solo per te e poi è colpa dell’armatura-

Gli accarezzai la stola da lupo -Adulatore. Colpa dell’armatura?- appoggiò la sua fronte alla mia

-Non avresti dovuto metterla…dovrai aspettare…-

Ridacchiò e sussurrò -Puoi sempre aiutarmi a toglierla-

Misi una mano sul suo viso -Mmm…non tentarmi- si spostò sul mio collo e cominciò a baciarmi, feci scivolare la mano sulla sua nuca incoraggiandolo a continuare -Mi sei…- trattenni un gemito

-Mancato- bruciavano, risalì lentamente fino al viso per poi baciarmi con foga.

Sospirai cercando di calmarmi e guardai i miei occhi grigi -Dobbiamo andare-

-Anche se tardiamo un po’ non succede nulla-

Sorrisi divertita, lo provocai -Mi è mancato anche il nostro letto-

-Visto? A essere l’Inquisitore sei diventata viziata- ridacchiai -L’Inquisitore o Mythal?-

-Non sono ormai la stessa persona?- domandò serio

-Sì sono ormai la stessa persona, ma io sono io e tu sei tu, non sei solo Fen’harel-

Mi guardò con occhi pieni d’amore e desiderio -Grazie ma’arlath- sorrisi dolcemente e gli accarezzai il viso -Ar lath, ma vhenan- sorrise e mi baciò con tenerezza.

Raggiungemmo l’Eluvian, una volta arrivati mi guardai intorno -Qualcosa da riferire?-

Lo vidi pensieroso, troppo -Qualche demone ha cominciato a fare la sua comparsa, ma nulla di serio, sono stati eliminati- lo osservai attentamente -C’è qualcosa che non va?- spero sia solo una mia impressione, negai con un cenno della testa -Nulla, scusami, vado a farmi un bagno, ne ho bisogno-

-Va bene, ci vediamo dopo-

Mi avviai verso la nostra camera, sembrava tutto normale, forse sono solo io che dopo questi tre giorni sono tesa.

Mi immersi nell’acqua calda, i muscoli si distesero e scaldarono, dandomi sollievo. I vestiti appena tolti oltre che sporchi erano impregnati dell’umidità di quei tre giorni di campeggio. Non amavo dormire all’aria aperta, o faceva troppo caldo come alle Distese Sibilanti, ritrovandomi poi sabbia ovunque per le settimane seguenti. O troppo freddo e se pioveva come a Crestwood finivamo impantanati nel fango per la nostra gioia e quelle delle cavalcature che arrancavano.  

Quell’espressione…quando l’ho già vista? È stato un attimo, ma l’ha dissimulata talmente bene che quasi mi è sfuggita, un barlume di tristezza, preoccupazione e rabbia…non rabbia, odio. Si è mosso qualcosa di più che dei semplici demoni. Cosa stai omettendo, mio Dio degli Inganni? Quando fa così mi innervosisce, cosa non vuoi che sappia? Mi vuoi proteggere da cosa?

Potrei sempre chiedere ad Abelas, ma dubito mi dirà qualcosa, gli è leale come pochi e sicuramente gli ha ordinato di non dirmi nulla. Aspettiamo.

Uscii dalla vasca, e mi guardai allo specchio, quante cose sono cambiate e cambieranno ancora?

Un leggero bagliore mi passò nelle iridi viola, perché deve fare così con me? Non si fida ancora a tal punto? Un fitta di dolore mi trafisse il cuore. Repressi quei sentimenti. Stupido orgoglioso. Mi rivestii e mi sedetti sul letto finendo per sdraiarmi, chiusi gli occhi. Perché fai così? Perché?

Un lupo candito come la neve, mi sono addormentata senza accorgermene, rimasi ferma, mi trovavo vicino al lago di lyrium, continuai ad osservarlo, percepii una presenza, mi voltai, una figura nera informe, sembrava uno sciame di mosche, il ronzio era assordante, si abbatté contro di me.

Mi svegliai di soprassalto, affannata, il cuore batteva all’impazzata, che cosa era? Cercai di calmarmi, una sensazione opprimente si era impadronita di me, sospirai profondamente. Era solo un sogno…no, i semplici sogni non esistono più, non con lui, non per quello che sono ora…dovrei…

Entrò nella stanza Solas e mi fissò in viso, la sua espressione diventò preoccupata -Che succede?- lo osservai un attimo, dovrei parlarne con lui, ma…mi alzai e andai alla finestra -Dimmelo tu-

Udii i suoi passi avvicinarsi alle mie spalle -Io?-

Sospirai -C’è qualcosa che dovresti dirmi?- silenzio, troppo, stava pensando

-Nulla di cui tu debba essere messa al corrente, vhenan- mi alterai un poco, mi imposi la calma, voltandomi e passandogli di fianco

-Non fare Fen’harel con me-

Uscii e mi diressi in biblioteca, salutai con un cenno Shani e Nala, mi sarei fermata, ma non mi andava di parlare. Entrai, era vuota come la maggior parte delle volte, presi posto nella parte riservata, il solito elfo mi salutò, chinando il capo rispettoso, a parte Shani era l’unico che era stato informato della mia natura.

Cercai tra i libri, non so nemmeno io bene cosa, alla fine mi sedetti sulla poltrona e sfogliai le pagine senza vederle.

Uno sciame di mosche, perché sento che dovrei conoscere la risposta?

La porta scattò, non mi voltai, poteva essere solo una persona. Udii dei passi avvicinarsi e uno sguardo fissarmi -Perché credi che ti stia nascondendo qualcosa?-

Risposi sempre fissando le pagine e sfogliandole -Perché ti conosco, credi davvero che non sappia ancora riconoscere la differenza tra i due, anche se è quasi impercettibile?- si avvicinò ancora di più ed entrò nel mio campo visivo per poi inginocchiarsi -So che dopo quello che ti ho fatto, fidarsi di me è difficile…-

Quelle parole mi offesero, lo fissai negli occhi piccata -Mi sono sempre fidata di te, anche se non avrei dovuto, anche quando per raggiungerti attraverso quegli Eluvian maledetti avevo tutti contro nel volerti salvare, con quello che aveva detto la Viddasala! L’unico che non si è mai fidato completamente di me, sei tu e lo stai facendo ancora- riabbassai lo sguardo sul libro.

Appoggiò una mano sul mio ginocchio, il tono di voce era costernato -Questo è vero, ma non è una questione di fiducia, è che non voglio che tu ci vada di mezzo se lo posso evitare-

Sospirai -Ci sono sempre stata dentro dalla testa ai piedi, da quando ho avuto l’Ancora e non mi sono mai tirata indietro, neanche quando ho scoperto chi eri e cosa volevi fare, questo l’avresti sempre voluto tu…-

-Vhenan…-

-Non mi chiamare così, se vuoi sempre rimanere colui che caccia da solo-

Si alterò -Ti amo! Come potrei mai metterti in pericolo?-

Lo fissai -Dirmi come stanno le cose e parlarne assieme non significa necessariamente che debba combattere!-

-Come posso credere che quando ci sarà da combattere non lo voglia fare anche tu al mio fianco?-

Gli occhi si velarono di paura. Mi si scaldò il cuore, gli presi il viso tra le mani, incatenai lo sguardo al suo.

-Solas non potrai proteggermi sempre, come non potrò farlo io con te purtroppo…mi so difendere, sono l’Inquisitore, hai visto in prima persona cosa ho affrontato, e ora sono Mythal, affronterò anche questo, ma sempre con il tuo aiuto. Non pensare neanche per un secondo che ti lascerò da solo-

Un rammarico profondo gli si dipinse sul volto, si alzò allontanandosi da me e avviandosi verso la porta. Una sensazione di vuoto mi prese all’improvviso.

Mi alzai di scatto e gli interruppi il passaggio, lo guardai in volto, gli occhi erano velati di lacrime, il cuore mi si fermò, gli presi il viso e lo tirai verso di me -Ma’arlath hai mai pianto per lei? Non ti trattenere, non puoi continuare a farlo, non puoi continuare a darti la colpa-

-No, non ne ho avuto mai il tempo, ma non vorrei farlo un giorno per te- la voce tremava

-Sempre se non sarò io a farlo per te o nelle migliore delle ipotesi ci sarà qualcuno che lo farà per noi-

Passò le braccia intorno alla vita stringendomi forte contro di lui e nascose il viso nell’incavo del mio collo, delle lacrime mi bagnarono, lo accarezzai dolcemente, da quanti anni le trattenevi?

-Nelle migliore delle ipotesi? Che allegria…- sorrisi commossa, mi feci più vicino

-Sono stanco di combattere, stanco di non poter avere una vita normale…vorrei poter dire basta, ma è una mia responsabilità da quando mi hanno affibbiato quel nome, da quando ho deciso di intraprendere questa lotta, avrei voluto averti già al mio fianco allora vhenan-

-E avrei condiviso completamente quello che stavi facendo, ho marchiato il drago, pensare che venisse fatto a delle persone è orrendo. Ora è una nostra responsabilità, te l’ho detto non ti lascio da solo-

-Non volevo costringerti a questa vita, ti ho condannato a percorrere il Din'anshiral-

-Accetterei qualunque vita per stare con te, non posso vivere senza sentire la tua voce che mi dice che mi ama, vedere il tuo sorriso, i miei occhi grigi che ardono di desiderio, sentire le tue braccia che mi stringono e mi proteggono…cosa vuoi che sia percorrere il Din’anshiral, quando ho te-

Sospirò profondamente e cominciò ad accarezzarmi la schiena, ti stai appoggiando a me, mi stai dando la tua completa fiducia, non pensavo l’avresti mai fatto, deve costare parecchio al tuo orgoglio, lo strinsi, grazie ma vhenan’ara.

-Possiamo sempre sognare una vita tranquilla, con una bella casa e…bhe…- si scostò e mi fissò negli occhi, va già meglio, non ti sei mai confidato con nessuno vero? Sei troppo orgoglioso, asciugai le lacrime che gli erano rimaste sul viso -E?-

Le guance mi si scaldarono, distolsi lo sguardo -E cosa vhenan?- 

Negai con la testa -Nulla, non è il momento di pensarci…-

Mi alzò il viso con una mano -Cosa, ma vhenan?- accidenti a te, che non ci arrivi da solo! Non ci avrà neanche mai pensato! Sospirai, gli posai un bacio sulle labbra fiducioso e mi persi nei suoi occhi grigi -E…secondo me, saresti un ottimo papà- era sorpreso, sorrisi, no non ci aveva ancora pensato -Vhenan, sei…?-

Ridacchiai divertita -No non ancora, ma vhenan- lo vidi rilassarsi, mi strinse e prese possesso della mia bocca, dischiudendomi le labbra e accarezzandomi il palato -E tu saresti una mamma meravigliosa, stiamo decisamente sognando ora- appoggiò la sua fronte alla mia,  sorrisi emozionata -Questi sogni sono più belli dei soliti non pensi?- mi posò un altro bacio sulle labbra, il suo sapore era inebriante -Sarebbe il più bel sogno che potrei mai fare in vita mia-

 

 

 

 

Vhenan’ara: letteralmente desiderio del cuore

Din’anshiral: viaggio verso la fine/la morte

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

18

Guardavo le persone andare e venire, come al mio solito non avevo granché da fare.

Mi si avvicinò una spia e mi porse delle lettere -Mia signora, da Usignolo e dama Penthagast- lo ringraziai con un cenno del capo. Le avrei lette dopo, preferivo stare da sola quando leggevo la corrispondenza.

-Hai lo sguardo perso, tutto a posto? Qualche settimana fa sembrava che stessi per uccidere qualcuno, lo stesso il tuo lupo, avete litigato?-

Le sorrisi -Sì Shani avevamo litigato, grazie per avermi ricordato che ci dobbiamo chiarire su un punto, il discorso alla fine è divagato-

-Contenta per te, ma dimmi, non ti da fastidio?-

La guardai confusa -Cosa?- indicò Solas e Míriel che lo avvicinava appena poteva, non li avevo neanche notati -La verità? No, anzi spero per lei che le passi presto, Solas anche se in modo educato può essere terribile, sai il detto feriscono le parole più che la spada? Ecco per lui è perfetto-

Era perplessa -Non avevo continuato la mia storia vero? Bhe, sappi che sono passata da una felicità mai provata prima a una completa disperazione perché mi ha lasciato, aveva voluto separarsi e…-

-Cosa!!??- esclamò troppo forte, alcuni elfi ci guardarono -E non sapevo neanche il perché, quello l’ho scoperto dopo. I due anni più lunghi della mia vita, ogni volta che la mente non era occupata pensavo a lui ed era straziante-

Non me l’aspettavo, come ricevere un pugno nello stomaco. Tradita, mi ero fidata fino ad un attimo prima, pensavo che fossi io il problema, non capivo. Non comprendeva Cole che si era intromesso percependo la sofferenza di entrambi. Nessuna spiegazione valida…evitava la causa principale, fin quando persi la pazienza e arrivai a dirgli perché stavo ancora perdendo il mio tempo con lui. La sua voce si era incrinata come la maschera con cui cercava di proteggersi da me. Lo evitavo, ma quelle poche volte che ci ritrovammo a fissarci di nuovo, nei miei amati occhi grigi non vedevo scomparso il sentimento che anche io continuavo dolorosamente a provare. Non sapevo cosa fare, non avevo più frecce al mio arco e la sofferenza mi toglieva la forza per cercarne altre.

Era rimasta esterrefatta -Ti sei pietrificata?- ridacchiai, stava per dire qualcosa, ma con un cenno la bloccai -Vedi la sua espressione ora?- annuì con la testa -Serio e...distaccato?-

Sorrisi -Esatto, ti faccio vedere una cosa, tu resta qui e continua ad osservarlo-

Mi avvicinai a loro -Míriel come sta andando in questi giorni?-

-Bene, tutto a posto, grazie- si rigirò a guardare Solas che però non la degnava più di uno sguardo e mi fissava, gli si era dipinto sul volto un sorriso e gli occhi ardevano.

Míriel presa alla sprovvista e a disagio, disse esitante -Ora…devo andare…mi stanno aspettando- scappò via.

Udii Shani ridere -Che gli prende alla tua amica?- la guardava incuriosito, mi voltai stava ridendo come una pazza, sorrisi -Non lo so- mi girai di nuovo verso di lui -Dopo chiariamo la discussione dell’altro giorno, non pensare di averla scampata-

Mi rivolse un espressione sconsolata -E io che ci speravo…-  si chinò e mi baciò fugacemente

-Questo non ti salverà, a dopo- ridacchiò.

Ritornai da Shani -Dimmi la verità volevi farmi morire?- sorrisi divertita

-Ora però mi devi spiegare se ti guarda così, perché ti ha lasciato-

-Vieni, spostiamoci- andammo vicino ad un parapetto per restare da sole, mi appoggiai ad esso guardando la vallata -Ho sventato l’invasione dei qunari, è stato un massacro, non so quante volte ho pensato di morire in combattimento. Ho attraversato molti Eluvian riscoprendo edifici di un mondo ormai distrutto e dimenticato-

Rimaneva in silenzio prestando attenzione. Ogni battaglia vinta quel giorno era stata devastante.

-Il marchio che ci aveva salvato da Corypheus stava degenerando, mi stava uccidendo, anche se fino alla fine è stato utile, per sopravvivere e portarmi ancora una volta da lui-

Ogni indizio trovato sulla sua natura mi aveva ferita più di quanto pensavo, non perché fosse Fen’harel che era colui che secondo le leggende dalish aveva tradito il nostro popolo separandoci dagli Dei, non me ne importava nulla in quel momento. Ero stata ingannata, la fiducia che avevo in lui non era mai stata ricambiata. Quello che provava per me era mai stato reale?

Questa domanda rimaneva sospesa tra un combattimento e l’altro nella mia mente, in agguato. Il mio cuore e la mia anima avrebbero potuto cedere da un momento all’altro, dovevo andare avanti e sentirlo direttamente da lui, dopotutto non so come, ma mi fidavo ancora. Non avrei permesso alla Viddasala di toccarlo.

Come potevo sentire ancora il cuore sussultare di gioia con solo il suono della sua voce, quel cuore che vedendo la qunari attaccarlo alle spalle si era fermato per la paura di perderlo. Sorpresa per quello che aveva appena fatto mi ero avvicinata lentamente. Alla fine nella mia mente c’era solo lui, come era sempre stato in quei due lunghi anni. Pronunciai dopo tutto quel tempo di nuovo il suo nome, come una supplica che fosse reale. Si era voltato e incredula l’avevo osservato, avrei voluto avvicinarmi fino a toccarlo, ma l’Ancora aveva fatto sentire di nuovo la sua presenza mettendomi in ginocchio e ricordandomi il dolore di quella fiducia che non c’era mai stata.

Dopo il suo intervento, il male lancinante al braccio si era sopito, ma non la paura che sentivo, no non di lui, di quello che avrebbe potuto dirmi. Mi rialzai e fissai i miei amati occhi grigi, era diverso, non solo nell’aspetto, emanava un rispetto differente, mostrava un portamento che aveva sempre celato, un sarcasmo che avevo appena intravisto in passato. Avevo solo una domanda in quel momento, a cui trovai risposta dopo quella stupida maledizione dalish. Vedevo dolore, lo stesso identico dolore che avevo scorto nel suo sguardo adombrato da tale sentimento due anni prima.

Vidi l’unica essenziale verità che non avevo compreso, ma che in quel momento era stata di vitale importanza.

Qualunque cosa ci riservi il futuro, sappi che la nostra relazione è stata reale

Fui sovrastata da diverse emozioni, non avrei mai immaginato di poterle provare tutte insieme, rabbia, tristezza, gioia e amore. Come aveva potuto non dirmelo? Più volte mi aveva detto che ero diversa dagli altri, che gli avevo dimostrato una saggezza che pensava fosse scomparsa, per poi con una sola decisione, rimangiarsi tutto quanto. Probabilmente se non fossi stata così scossa l’avrei già picchiato allora, mi limitai a sfogare la rabbia per quella fiducia mancata urlandogli contro e si era pure arrabbiato! Arrogante e orgoglioso fino all’ultimo, mostrandomi ancora il Solas di cui mi ero innamorata e che non riusciva a celarmi, ma che trapelava da quella sua nuova maschera che in quel momento non avevo la forza di spezzare.

-L’ho trovato e mi ha detto che era Fen’harel, ero furiosa perché non si era confidato con me. Mi ha spiegato cosa aveva intenzione di fare e che il marchio era suo, che se tutto sarebbe andato secondo il suo piano non sarebbe mai stato sulla mia mano. Non mi importava, io lo amavo ancora, gli ho risposto che lo volevo aiutare, desideravo stare con lui. Mi ha salvato la vita recedendomi il braccio, dicendomi che non mi avrebbe mai dimenticato e mi ha abbandonato per la terza volta-

Quel ricordo mi faceva ancora un po’ male -Quando mi hai incontrato lo stavo cercando-

La vidi sospirare e incrociare le braccia al petto, era seria -Non ti invidio, solo una domanda, ne è valsa la pena?-

Abbozzai un sorriso -Mi stai chiedendo se rifarei tutto dall’inizio alla fine? Sì, lo farei- risposi decisa

Ridacchiò, la guardai confusa -Fatti dire una cosa, sei pazza o sei proprio Mythal-

Sorrisi divertita -Entrambe?-

-Entrambe, forse troppo pazza però, soprattutto con quel drago- risi di gusto

-Vado, che noto da qua Nala che sta mettendo a soqquadro la tenda per non so quale oscuro motivo-

La salutai con un cenno del capo.

La mia attenzione fu attirata da delle voci -Non se ne parla, ne abbiano già discusso Abelas-

Li osservai, Solas irritato, con Abelas che manteneva il suo fare pacato -Lo sai meglio di me che è l’unica soluzione, è la sola che può farlo, se non facciamo qualcosa sarà troppo tardi-

Fissava il vuoto davanti a sé, irato e nervoso. Rivolse ad Abelas una espressione seccata.

-Non se ne parla, piuttosto vado io-

-E so che lo faresti, peccato che tu non possa farlo da solo- aggiunse serio -Pensaci, sai che non si può fare diversamente-

Altri guai in arrivo, magnifico, mi avvicinai a loro mantenendo un basso profilo, venni notata troppo tardi da entrambi. Abelas mi guardò deciso, ma abbassò lo sguardo umile, con un cenno se ne andò. Che succede? Non ho fatto nulla.

Solas sorrise alla mia espressione sconcertata -Che gli prende?- rimase in silenzio studiandomi attentamente -Una volta ti ho detto che intorno a te hai uno strato di mana vero?- assentii con un cenno della testa -E che avevi incontrato un’elfa che faceva la stessa cosa, ma cosa centra?-

Allungò una mano e mi accarezzò i capelli prendendone una ciocca tra le dita -Li stai facendo ricrescere?- stava evitando la domanda, lo osservai perplessa, gli presi la mano portandomela al viso e abbandonandomi ad essa -Vhenan?- mi guardò dolcemente -Non so come sia possibile, ma assomigli ad Andruil, i tuoi occhi color ametista sono identici ai suoi e lo strato di mana, anche se lo fai inconsapevolmente, è un modo per indurre rispetto e ubbidienza. Abelas anche se ha uno spirito forte ha abbassato lo sguardo per quello. Solo chi ha la tua stessa quantità di potere può guardarti negli occhi. Una qualità che spesso identificava gli Evanuris, uno in particolare, Elgar'Nan-

Mi irrigidii -Cosa!?- passò l’altra mano sulla mia vita tirandomi verso di lui e posò un bacio leggero sulle mie labbra -Non ti preoccupare, non è nulla di negativo, solo una qualità molto rara, utile soprattutto su un campo di battaglia- scese sul mio collo baciandomi, lo lasciai fare, per poi affondare il viso tra i miei capelli -Rilassati, ti posso assicurare che non è nulla di grave-

Lo abbracciai e posai il viso sulla sua spalla, sospirai profondamente -Cosa dovrei fare?- divenne teso e mi strinse -Nulla ma’arlath-

Cominciai ad accarezzagli la schiena -Solas? Ne abbiamo discusso l’ultima volta-

Mi posò un bacio sulla tempia, avvertivo apprensione e paura, lo strinsi e lo fissai in viso seria

-Parliamone stasera, va bene?- sorrisi -Come vuoi, ma vedi di non evitare l’argomento, furbacchione- sorrise divertito e si chinò con il viso vicino al mio –bhe, non ci sarà bisogno di parlarne proprio subito…-

Abbassai il tono di voce in modo suadente -Facciamo che me ne parli…- mi avvicinai al suo orecchio sussurrando -E poi mi fai tua-  ridacchiò -Questo è un ricatto- gli afferrai il lobo con le labbra e lo leccai, fremette -Vhenan…- lo baciai sulla guancia e sorrisi, gli occhi ardevano, lo allontanai da me mettendogli le mani sul petto -Per tua sfortuna ti aspettano- indicai un messaggero, sospirò profondamente sconsolato e si avvicinò ad esso.

 

Ero stesa a letto, Solas non era ancora rientrato, lo avevo intravisto poco prima discutere ancora con Abelas.

Presi le lettere che mi erano state consegnate quella mattina. Aprii quella di Cassandra.

Ciao Yen, spero che tu stia bene, non mi dilungherò molto, come sai non amo scrivere rispetto a qualcuno di nostra conoscenza.

Qualche demone minore ha fatto la sua comparsa ma nulla di preoccupante.

Il problema è un altro, con l’indebolimento del Velo sono aumentate le possessioni da parte dei maghi, c’è confusione. Con Dorian stiamo cercando di contenere la situazione(lui sta bene)con dei sigilli contro la possessione.

Facci sapere cosa ne pensa Solas, anche se Dorian mi dice che probabilmente se l’aspettava e ne è già a conoscenza, non dubitiamo che abbia spie ovunque.

Cassandra

P.s. speriamo al più presto di fare una rimpatriata con gli altri, fammi sapere quando tornate.

P.s.s.  Varric sta per pubblicare un nuovo seguito di Spade e Scudi! Ti avevo prestato il primo, poi non mi hai fatto sapere più nulla

Lessi perplessa l’ultimo Post Scriptum, ricordavo di essere arrivata fino a metà volume e cominciavo a capire perché non avesse molto successo, solo Cassandra poteva ritenerlo romantico.

Rivedere gli altri sarebbe stato bello, per Solas un po’ meno, ma spero di evitare una situazione troppo tesa. Mi sarebbe piaciuto rivedere anche Cole, ma era tornato nell’Oblio, magari Solas avrebbe saputo come contattarlo.

Per quello che stava succedendo dovevo consultarmi con lui, dopo gli avrei fatto leggere la lettera.

Aprii quella di Leliana.

Yen volevo comunicarti che stiamo tenendo sotto controllo gli agenti elfici fuori in missione, come concordato. Qualcuno di loro ha attività sospette, come già sapevamo sembrano consapevoli di quello che fanno. Stiamo ancora risalendo alla fonte, non sono degli sciocchi.

Ci sono state delle apparizioni di demoni, anche se di poca rilevanza, che però hanno creato agitazione tra la popolazione di Orlais e Felderen, che sta già cominciando parlare, attendiamo la reazioni dei nobili.

Per quanto riguarda la rivoluzione degli elfi, ormai non manca molto, lo scontento è ben visibile, la rete si sta chiudendo sugli obiettivi, manca solo il consenso di Solas e si può cominciare. Devo congratularmi con lui, il nome che porta è pienamente meritato.

Sperando che tu stia bene,

Leliana

P.s. Cassandra ha in programma una rimpatriata, dirò a Josephine di far portare parecchia birra per distrarre l’attenzione da Solas, non mi sembra il caso di creare confusione.

Già, la birra sarebbe stata essenziale. Sospirai, per il resto dovevamo discuterne.

Si aprì la porta, entrò sfinito, ma mi sorrise. Sparì in bagno e udii scorrere l’acqua, un sacco di cose di cui parlare e troppo poco tempo per noi, appoggiai le lettere sul comodino, gliele avrei fatte vedere domani, era già tardi, mi dispiaceva tenerlo ancora sveglio e parlarne nell’Oblio non mi sembrava il caso. Riesce sempre a scamparla, mi passai una mano fra i capelli che dopo mesi mi arrivavano quasi alle spalle ormai, mi accoccolai sotto le coperte, mettendomi su un fianco. Domani avrei dovuto passare in biblioteca, avevo udito per caso Abelas dare degli ordini quella sera e forse avevo intuito cosa  preoccupava il mio lupo.

Lo sentii infilarsi sotto le coperte, poco dopo un braccio mi cinse la vita e dei baci roventi si posarono sul collo, sorrisi, il suo respiro sull’orecchio, sussurrò -Non mi avevi promesso qualcosa?-

Furbacchione -Sì, di non lasciarti da solo- un altro bacio -Oltre a quello, ma vhenan?-

-Prima parla, se no dormi, sei stravolto- sospirò -Mmm…un bacio della buonanotte?-

Ridacchiai, se avessi accettato sapevo come sarebbe andata a finire, non avrei ceduto

-Vhenan, dormi-

Mise il viso nell’incavo del mio collo -Ci serve un giorno di pausa-

-Mi sembra un’ottima idea, non puoi continuare a questo ritmo. Leliana si congratula per come hai disposto per la rivoluzione, mi piacerebbe sapere come, ma ora dormi, vhenan-

-Leliana che si congratula con me?- rispose incredulo -Già..- sentivo il calore del suo corpo contro al mio, poi più nulla.

Ero nella mia forma da lupo con il mantello bianco, il luogo era molto buio e freddo, non vedevo altro a parte il lastricato di pietra su cui appoggiavo le zampe, percepii un ronzio familiare che si faceva sempre più assordante, ringhiai, poi una voce dura e profonda

-Gli Dei non esistono. Esistono solo soggetti e oggetti, attori e ruoli. Chi aspira a dominare sugli altri ne ottiene il diritto non per natura, ma tramite le proprie azioni.

Io sono Geldauran, e mi oppongo a chiunque voglia impormi la sua volontà. Che l’arco di Andruil si spezzi, che il fuoco di June si spenga. Che si facciano dedicare dei templi, che attirino i fedeli con le loro promesse. Quando l’orgoglio li consumerà, io, Dimenticato, reclamerò il potere e sarò libero di esercitarlo appieno-

Una sensazione opprimente mi pervase, rabbrividii cominciando a sentire le tenaglie della paura prendere il sopravvento, come può indurmi questi sentimenti? Ringhiai di nuovo. Una figura nera più grande della mia si mise tra noi ringhiando anch’essa, un’aurea spaventosa l’avvolgeva, innumerevoli occhi rossi ardevano di odio, Fen’harel. Lo osservai basita sentendomi al sicuro, non l’avevo mai visto così.

-Tu Dimenticato, rimarrai tale, così era stato deciso, le catene dell’Abisso resteranno per l’eternità- rispose con voce dura e sprezzante.

Aprii gli occhi e incontrai i suoi pieni di apprensione, ero madida di sudore. Mi tirò a sé stringendomi forte -Stai bene?- ricambiai l’abbraccio, il calore del suo corpo mi faceva sentire meglio.

-Solas voglio la verità- mi posò un bacio sulla fronte -L’avrai, vhenan-

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


19

Mi svegliai, il sole era già alto, osservai Solas che sembrava dormire ancora, ma dal respiro capii che era già sveglio. Mi stringeva contro di lui, a quanto pare ha deciso di prendersi il giorno libero. Questa notte con un incantesimo mi aveva aiutato a riprendere sonno, per poi vegliare su di me, infatti non ho fatto nessun sogno, neanche alcuni incubi che dopo anni mi tormentano ancora. Uno ricorrente era quello dove avevo deciso che il custode grigio Stroud sarebbe rimasto nell’Oblio, per fortuna grazie ad alcuni insegnamenti di Solas ho imparato a gestirli e non mi sveglio più di soprassalto. Mi sarebbe piaciuto rimanere in questa tranquillità per sempre.

Geldauran, mai sentito o letto qualcosa su di lui, ma dopotutto è un Dimenticato, non ne so nulla su di loro…le catene dell’Abisso, che significa? Sospirai, ci penserò dopo quando me lo spiegherà.

Gli posai una mano sul viso accarezzandolo, sorrise -Dormito bene?- in risposta lo baciai teneramente -Fai vacanza?-

Aprì gli occhi e fissò i miei -Come hai detto tu ne ho bisogno, almeno per oggi, mi riposo- avvicinò le sue labbra alle mie baciandomi dolcemente, contraccambiai e gli posai una mano sul petto accarezzandolo, non potevo negare di desiderarlo. Approfondì il bacio divorandomi la bocca, gemetti, si era insinuato sotto la vestaglia accarezzandomi fino al mio centro, continuò a coccolarmi e persi il controllo. Mi osservava con occhi ardenti -Solas vieni…-

-Non ancora- si spostò con il viso tra le mie gambe, il piacere mi pervase.

Si mise sopra di me e mi baciò facendomi sentire il mio sapore, gli strinsi i fianchi con le gambe ed entrò in me -Anche se è il tuo posto, non te lo meriteresti- sfoggiò un sorrisetto e mi spinse con forza contro il cuscino prendendo possesso della mia bocca con lingua affamata, mi alzò le mani sopra la testa bloccandole. Con il ritmo giusto affondò di più dentro di me. Cercai di liberare le mani con poca insistenza, lo volevo abbracciare. Ci fissammo negli occhi e il volto di Solas si accese in un sorriso famelico, spinse ancora e ancora, sempre più forte, ormai non ero più in grado di pensare. Il silenzio era rotto dai nostri gemiti. Continuò finché non ebbe esaurito tutte le energie che aveva, strascinando entrambi in una passione incontrollabile.

Lasciò andare le mie mani e riabbassai le braccia, stringendolo e accarezzandolo, rimase sopra di me con la testa sulla mia spalla. Chiusi gli occhi e mi gustai il calore del suo corpo sopra al mio.

Era da parecchio che crollavamo a letto stanchi, troppo esausti per qualsiasi cosa. Averlo ogni volta così vicino è meraviglioso, cominciava decisamente a mancarmi.

Si mosse e dei baci roventi si posarono sulla spalla, poi sulla clavicola per salire fino alla mandibola, sorrisi a quelle piacevoli coccole, mise il viso nell’incavo del mio collo, inclinai la testa per appoggiarmi alla sua.

Mi destai dal sonno che aveva preso il sopravvento, rigirandomi nel letto lo vidi in piedi, vestito, che parlava con la porta socchiusa con Abelas, non lo vedevo, ma riconobbi la voce, continuai a guardarlo, finché non la richiuse e mi rivolse un sorriso che ricambiai, si fece vicino e mi posò un bacio leggero sulle labbra -Ti ho svegliato?-

-Bhe…penso sia anche ora di alzarsi-

-Mmm…nessuno ci vieta il contrario-

Ridacchiai -Te l’ho detto non fare il furbacchione- allungai una mano e presi le lettere dal comodino frapponendole tra di  noi -Buona lettura e intanto che mi lavo pensa bene cosa mi devi spiegare di tutta questa faccenda, che penso stia peggiorando in fretta se Abelas è venuto a disturbarti-

Mi misi seduta e lo vidi studiare torvo le lettere, stavo per alzarmi, ma mi bloccò con le braccia dalla vita, lo guardai interrogativa -Una cosa alla volta, le lettere possono aspettare, ti devo delle spiegazioni- si fece più vicino e appoggiai la schiena contro al suo petto. Mise il viso sulla mia spalla era serio.

-Allora sai che stiamo cercando chi vuole la sfera, bhe le piste che abbiamo seguito portano ad un vicolo cieco-

-Leliana me l’ha detto-

-Bene, ma la traccia si ferma perché i contatti non continuano più fisicamente. Quando siamo arrivati qua, mi avevi detto se non centrassero degli spiriti e ti risposi che mi era venuto in mente qualcosa, quell’idea si è rivelata concreta. Ho chiesto a degli spiriti amici miei di controllare. Questo ci porta a Geldauran-

Rimasi in silenzio

-Geldauran era uno dei maghi che ha perso la guerra di cui ti avevo accennato. Come potere può considerarsi un Evanuris, tutti i Dimenticati posso considerarsi tali per potenza. Perdendo la guerra, l’anima fu separata dai corpi che non furono messi nell’Uthenera, dove il corpo si mantiene intatto, ma sono stati tenuti  in vita solo come spirito, impedendogli di morire, condannandoli a una sofferenza eterna. Vennero incatenati negli Abissi, rendendoli completamente inoffensivi. A causa del Velo la magia in questo mondo si è indebolita parecchio, le catene che lo tenevano stanno cominciando a cedere, anche perché chi le aveva messe è morta-

Divenni un po’ nervosa, avevo capito dove stava andando a parare

-Mythal aveva messo le catene a Geldauran, vero?-

Sospirò profondamente stringendomi -E solo tu può rinnovarle di nuovo, se no l’avrei già fatto io, anche solo come spirito può essere molto pericoloso, può comunque usare la sua magia, anche se non ha la stessa potenza-

-Perché non li hanno uccisi e basta?- come protrarre i problemi all’infinito

-Non si possono uccidere facilmente, perché allora non umiliarli e sfruttarli mettendo in risalto la potenza degli Evanuris?-

Eh già…evviva l’egocentrismo, tanto poi i disastri li sistema sempre qualcun altro, noi.

-Capisco- mi guardò dubbioso -Tutto qua, capisco?-

Sorrisi -Cosa vuoi che ti dica, se lo devo fare lo farò, mi pare che abbiamo già abbastanza guai senza anche lui o sbaglio?-

-Andremo insieme- accarezzai le sue mani che mi stringevano -Questo mi sembrava scontato, non amo particolarmente le Vie Profonde, troppo buio, prole oscura ovunque, non proprio una vacanza da quel che ricordo, poi non saprei neanche dove devo andare, non sono altrettanto vecchia come qualcuno di mia conoscenza-

Ridacchiò e mi baciò sul collo, sorrisi divertita -Adoro stare tra le tue braccia, ma dovrei proprio andare in bagno-

-Agli ordini, ma vhenan- mi lasciò.

Una volta pronta lo ritrovai seduto sul letto che fissava le lettere -Hai letto Spade e Scudi di Varric?- mi sedetti al suo fianco

-Fino a metà volume, poi non ce l’ho fatta più, penso che ormai li scriva solo per Cassandra- ridacchiò -Ecco pensavo di essere l’unico a pensarla uguale-

Lo guardai dubbiosa -L’hai letto?-

Era divertito -Quando te lo vedi arrivare in faccia lanciato da Dorian è d’obbligo, decisamente sono molto meglio le altre sue opere-

Ero sorpresa -Pensavo non leggessi cose del genere…- stava per rispondere, ma lo bloccai -Mi correggo, tu leggi tutto, su quella scrivania a Skyhold ho visto tanti di quei volumi di cose differenti, che mi domandavo dove trovassi il tempo-

Ridacchiò -Leggo in fretta- sorrisi -Diciamo spaventosamente in fretta, ti volevo sempre con me in missione ed ero sicura che da quello zaino sarebbe uscito un libro sempre diverso-

Rise -Penso di non aver mai camminato e cavalcato tanto in vita mia…-

-Se dovevo soffrire io, toccava anche a te e direi che ho fatto bene- replicai senza pietà, mi mostrò quel suo sorriso arrogante accostandosi al mio orecchio -Il problema non era quello, ma l’averti sempre a portata di vista mi metteva in difficoltà- ridacchiai divertita -Chissà magari facevo apposta…- lo sfidai, continuò a sorridere e incatenò i suoi occhi a miei -Sei tremenda-

-Hai fatto tutto da solo- puntualizzai, sospirò -Ho fatto tutto da solo…comunque essendomi ritrovato in un mondo non mio, ho dovuto recuperare parecchie cose per non sembrare strano o sortire sospetti di qualche tipo-

-Bhe, hai fatto un buon lavoro, visto che sei riuscito ad ingannare Leliana, quello che c’era scritto su di te riguardo il tuo paese dove sei nato era vero?-

Mi guardò pensieroso -Hai letto quelle informazioni?-

Sorrisi -Non solo su di te, ma su tutti, Leliana l’ha ritenuto necessario-

-Tutto quello che ho detto era vero, ho solo…- finii la frase -Omesso quello che potevi-

Abbozzò un sorriso -Già, ormai mi conosci bene-

-Lo spero, visto che ti amo, cuore mio- mi diede un bacio fugace

-Riguardo la rimpatriata, non dico che non mi faccia piacere, ma concordo sulla birra-

Ridacchiai -Soprattutto per Sera, potrebbe volertele suonare. Te le voleva già dare quando mi avevi lasciato e mi aveva ritrovato in taverna non proprio in grandi condizioni…non ricordo cosa le ho detto, tanto per farti capire-

Abbassò lo sguardo -Io mi ero bevuto non so quanti litri di the, c’era Dorian che pensava fossi impazzito, aveva sentito quando ti avevo messo al corrente che lo odiavo e Varric mi aveva chiesto se stavo cercando di annegarmi…più o meno ci aveva azzeccato-

Risi di gusto appoggiandomi contro di lui, fece passare un braccio dietro alla mia schiena stringendomi –Ehi, è così divertente?- cercai di smettere -Sì, perché fai di quelle facce quando lo bevi- mi rivolse un espressione divertita -Per il resto che mi dici?-

Sospirò -Parliamone più tardi ok? Oggi sono in vacanza- sorrisi -Va bene, che facciamo?-

Si alzò e mi tirò contro di lui prendendomi dalle mani, mi fissò negli occhi emozionato

-Voglio portarti a vedere una cosa speciale, un pezzo del mio mondo che non è cambiato, perché per fortuna ben protetto e ha resistito comunque anche con il Velo-

-Cosa stiamo aspettando?- prendendomi per mano  mi trascinò fuori dalla stanza.

Passammo attraverso parecchi Eluvian, giungemmo infine in un castello diroccato, delle Antiche Rovine, pareti distrutte, varie pietre sparse nei dintorni, l’edera ricopriva qualunque cosa fosse rimasta integra, in confronto Skyhold quando lo avevamo occupato era messo molto meglio. Mi portò davanti una parete -Appoggia la mano e infondi il mana- non capivo, ma lo feci.

La parete, ebbe un tremolio e si dissolse, rimasi basita, di fronte a noi un altro specchio.

-Un'unica entrata e un'unica uscita- oltrepassammo la soglia e la parete ritornò al suo posto, percependo che fossimo entrati, con un mezzo inchino e un sorriso, mi invitò ad attraversare l’Eluvian.

Quello che mi si parò davanti agli occhi era meraviglioso, eravamo in una piccola conca, tra il cielo e noi una barriera quasi invisibile. Fiori, migliaia di fiori di ogni tipo colore e forma, più avanti un piccolo lago con un acqua limpidissima, sulla destra una piccola struttura in cristallo, la luce del sole veniva trasformata in un arcobaleno.

-Qui rimane sempre tutto così, la barriera che percepisci in cielo fa in modo che i fiori non appassiscano mai, sono eterni. Questo luogo è stato intriso di magia, qualche anno fa sono tornato qui e ho infuso buona parte del mio potere. Per far vivere tutto questo basta poco, continuerà per altri secoli senza problemi- lo guardai emozionata, gli presi il viso tra le mani tirandolo verso di me e baciandolo teneramente accarezzandogli il palato -Grazie, vhenan è bellissimo-

-Questo luogo era riservato a Mythal, quindi ora è tuo- ero stupita -Ma serennas, è un regalo stupendo, anche la luce del sole è diversa, come anche il profumo, è tutto puro, non è contaminato dall’esterno-

Sorrise triste -Prima era tutto simile a questo luogo…e io l’ho distrutto- abbassò lo sguardo cupo

-Guardami- mi fissò negli occhi, sorrisi -Se non avessi fatto ciò che dovevi, non ci sarebbe stato più neanche questo luogo, ma’arlath- il viso gli si illuminò di gioia, e gli occhi ardevano d’amore, appoggiò la fronte alla mia -Ar lath, ma vhenan-

Mi prese per mano portandomi nella piccola struttura in cristallo, venimmo inondati dai colori

-Vedi quella rosa incisa? Toccala-  posai la mano, si illuminò, i fiori intorno a noi cominciarono a brillare di una luce propria, ero esterrefatta -Come…? È bellissimo!- sorrise compiaciuto, si spostò vicino ad un’altra incisione, una mezza luna, la toccò. Lentamente la luce cominciò a cambiare, poco dopo si scorgeva già il tramonto, che venne sostituito dalla notte con un mare di stelle. I fiori continuavano a brillare, mostrando tutta la loro bellezza, anche lo specchio d’acqua risplendeva, si scorgeva senza difficoltà il fondo di pietre, nel piccolo edificio in cui eravamo c’era una tenue luce blu ora. Non sapevo cosa dire, non avevo mai visto la magia usata in quel modo…insolito, l’avevo sempre impiegata per combattere o curare, ma sentivo tutto così familiare, mi concentrai su quello che stavo provando. Ero euforica, ma non capivo il perché una lieve tristezza si era risvegliata, un dolore che in parte avevo imparato a riconoscere, ma c’era qualcosa di malinconico, qualcosa che era stato perduto e mai più ritrovato, non erano mie quelle sensazioni, ma rimaste in quel luogo come un’ombra. Dovevo avvicinarmi al lago. Osservai attentamente il fondo, sapevo che avrei dovuto trovare qualcosa, non so il perché…

Un riflesso attirò la mia attenzione, immersi la mano nell’acqua e lo presi sul fondo. Un anello d’oro, particolari incisioni lo ornavano, era ancora presente un residuo di magia sull’oggetto, antica come le emozioni che stavo provando, un cambiamento che aveva fatto tremare il cielo. All’interno un nome Elgar'Nanla mano con cui lo tenevo cominciò a tremare, la chiusi a pugno, stingendolo. Percepii Solas alle spalle

-Vhenan…cosa?- era preoccupato, allungai la mano verso di lui -Prendilo e distruggilo, io…non lo posso fare…non ha più valore, non ha potuto farlo allora, ma non posso farlo nemmeno io ora…-

Lo lasciai tra le sue mani, non lo volevo vedere o toccare mai più, rievocava un dolore profondo, una ferita aperta che non si era mai chiusa, tradita da chi invece avrebbe dovuto proteggerti, mutato e cambiato come questo mondo, non era la persona che aveva conosciuto in passato. Ricordi che erano stati sepolti e tramutati in rabbia, per poi diventare vendetta. Delle voci rimbombavano nella mia testa, chiusi gli occhi

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-Sei impazzito? Stai ammazzando la tua stessa gente! Per cosa? Sei già il più potente tra di noi!-

-Se ne vale la pena, che si sacrifichino, sono il loro Dio, se è il sangue quello che serve, me lo devono-

-Elgar'Nan vuoi un'altra guerra? E con chi? Con il tuo stesso popolo?-

Altro odio -Perché no? È quello che sta facendo il tuo protetto, stai dalla sua parte, non negarlo, te lo sarai portato anche a letto, vero? Dea dell’amore- rispose sprezzante

-Ma ti ascolti? L’ho sempre considerato come un figlio e lo sai bene-

-Per essere uno schiavo l’hai sempre considerato troppo, e non intendo perdere contro di lui-

Altro dolore -Hai già perso…non posso accettare ancora quello che tu e gli altri state facendo…toglimelo- allungai la mano verso di lui, fece quanto gli avevo chiesto, senza esitare, il cuore distrutto, a pezzi, altra disperazione stava riaffiorando. La controllai trasformandola in rabbia -Tutto questo per te è stato solo un gioco, non hai mai tenuto veramente a me, tutti questi anni…- lanciai l’anello con forza nell’acqua -Vuoi il potere? Bene, ma non ucciderai la mia gente, dovrai prima eliminarmi- la voce tremava per la collera -Riprenditi anche questo posto, distruggilo come stai facendo con tutto il resto!-

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Delle lacrime mi rigarono le guance, venni presa dalle spalle e girata con forza, ritrovai Solas che mi fissava tremendamente preoccupato, posò le mani sul mio viso asciugandolo, mi riscossi

-Io…scusa…non so cosa sia stato…non lo so…-

Mi tirò verso di lui abbracciandomi -Forse non avrei dovuto portarti qui…infatti Mythal non ci aveva messo più piede-

Quello che avevo provato poco prima stava scomparendo, ma le tracce del suo passaggio mi restavano impresse nella mente, scacciai con forza quei sentimenti -Non dire stupidaggini è bellissimo e sono contenta che tu mi abbia portato in questo luogo…sono…solo riaffiorati dei ricordi non miei…- sospirai -E un bacio sarebbe molto gradito- lo provocai, non volevo rovinare quella bella giornata per una cosa del genere. Abbozzò un sorriso e si chinò prendendo possesso della mia bocca accarezzandomi il palato con la lingua, ci staccammo senza fiato e appoggiò la sua fronte alla mia -Va meglio?-

Distesi le labbra in un sorriso -Meglio e mi ricorda il primo bacio che mi hai dato…com’è che era? Io non ho usato la lingua- ridacchiai, mi baciò fugacemente -Non mi ero controllato per nulla, ho dovuto farlo con quello subito dopo, mi hai sorpreso ed ero troppo euforico avendo sentito che mi corrispondevi, io…non avrei dovuto innamorarmi di te-

-Per fortuna l’hai fatto, è stata una bella sorpresa anche per me, non mi avevi fatto sospettare nulla fino a quel momento, e pensavo di aver fatto una sciocchezza d’impulso- un altro bacio a fior di labbra

-Questo posto era stato un regalo di Elgar’Nan per lei, ora io lo dono a te-

Mi strinsi contro di lui -Ma serennas, vhenan- avrebbe avuto nuovi ricordi quel luogo speciale.

-Ho un’ultima sorpresa- si mise una mano in tasca, mi mostrò il palmo, c’erano due anelli argentati, all’interno incisi i nostri nomi, esternamente nell’Antica Lingua una frase

“Va’esse deireàdh aep epigea, va’esse eigh faidh’ar”

Tradussi -Qualcosa finisce, qualcosa comincia-

-Tu sei il mio nuovo inizio- sentii le guance scaldarsi, il cuore mi rimbombava nelle orecchie, avevo il cervello in panne, che!? Davvero tu…!? Prese l’anello con su il suo nome e me lo infilò all’anulare, emozionata presi la sua mano e feci lo stesso con l’altro anello.

Si illuminarono per un istante di una luce bianca evidenziando le parole scritte su di essi, come a sigillare il gesto appena fatto.

-È stato difficile trovare qualcuno che li sapesse ancora fare, serve un mago artigiano e penso di aver trovato l’ultimo rimasto, è sopravvissuto alle ere come me, sono stato fortunato. Questo metodo veniva usato ai miei tempi per sposarsi, poi come molte altre cose l’usanza è andata perduta. Solo io posso togliere il tuo e viceversa-

-Stavi parlando di questo con Abelas?- sorrise e annuì con un cenno del capo, gli presi il viso tra le mani tirandolo verso di me baciandolo con passione. Non ero mai stata così felice in vita mia, sembrava un sogno, ma era troppo reale perché lo fosse.

 

Anche se era già passato qualche giorno, continuavo a fissare la mano con l’anello in estasi, mi perdevo nei miei pensieri come una sciocca, facevo fatica a stare attenta, pensavo sempre a quel luogo magnifico e a quello che mi aveva detto, sospirai, dai Yen sveglia! Non posso continuare ad imbambolarmi!

-Ah eccoti qui!- alzai lo sguardo Nala e Shani, sorrisi ad entrambe, si bloccarono ad osservarmi attentamente, non capivo -Che c’è?-

Rispose Shani -Sei strana, emani felicità da tutti pori, hai un espressione trasognata-

Nala ridacchiò ed aggiunse -Sei completamente partita-

Sorrisi divertita e mostrai la mano ad entrambe, ci misero un po’ a capire, vidi i loro occhi illuminarsi e farmi dei larghi sorrisi  -Nooo, non ci credo, vi siete sposati?- proferì Shani, annuii con un cenno del viso, fui sommersa dagli abbracci -Piano, piano, mi fate cadere!- ridacchiai

-Voglio vedere la faccia di Míriel quando noterà l’anello di Fen’harel- disse Nala

Sorrisi -Allora ti conviene andare, si sta mettendo all’opera- e la indicai, Nala aveva un espressione perfida sul viso avvicinandosi ad essa, ero perplessa, si diverte così?

-È il suo nuovo passatempo?- mi rivolsi a Shani

-Ha scoperto il suo lato oscuro, che poi volendo vanno anche d’accordo- si voltò ad osservarla e feci lo stesso, in compenso vidi Míriel diventare una statua dallo stupore e allontanarsi afflitta, mi dispiaceva un po’. Nala le si fece vicino -La starà consolando, anche se all’inizio non faceva che essere scontrosa con tutti, è riuscita a farsela amica e ha cercato di farla desistere, spiegandole che state insieme da anni, ma non c’è stato verso…comunque congratulazioni! A quando il primogenito?-

Le guance si scaldarono -Non è proprio il momento di pensare a questo…troppi casini, anche se ne vogliamo-

-Bhe tanto avete tutto il tempo che volete- rispose divertita

Sempre se rimaniamo vivi…era meglio cambiare discorso…

-Domani andrò in missione con Solas, non so quanto staremmo via-

-Fate la Luna di miele?-

Ridacchiai -No, decisamente non andiamo in un bel posto, Vie Profonde-

Si fece seria e si rabbuiò -State attenti, che vi voglio vedere tornare, anche se so che siete micidiali-

Le appoggiai una mano sulla spalla -Pensavo anche io di tornare viva- ridacchiò e abbozzò un sorriso.

Una spia mi si avvicinò velocemente, Charter? Di solito stava al servizio diretto di Leliana.

Mi porse un rotolo, da quanto tempo non ne vedevo uno? Lo presi guardandola confusa.

-È arrivato a noi, come vede è già stato aperto da Leliana, ha detto che potrebbe essere importante e preferibilmente risolto-

-Ti ringrazio- salutò con un cenno del capo e se andò.

Lo aprì e lessi. Chiusi gli occhi e sospirai profondamente -Altri guai?-

-Più o meno…semplicemente la mia vecchia vita che mi richiama-

-Al momento giusto, non vorrai mica non presentare lo sposo ai tuoi genitori-

Abbozzai un sorriso mesto, avevo vissuto al clan, ma non avevo mai sentito di farne parte.

È un clan molto dedito alle tradizioni, devoto in particolar modo alla Dea Andruil, per questo oltre ai pugnali, sapevo usare anche l’arco, si veniva obbligati fin da piccoli, ed ironia della sorte Solas mi dice che ho gli stessi occhi…

Venivo considerata strana dai miei coetanei e lasciata sempre sola, visto che rifiutavo le tradizioni, le conoscevo, ma l’intenzione di metterle in pratica non c’era mai stata, una condizione che avevo imparato ad accettare. Era diventata una prigione, volevo andarmene e imparare cose nuove, un piccolo mondo che si rifiutava di cambiare, piuttosto fuggiva sperando in un futuro migliore. Raggiunta l’età adulta, avevo pensato di scappare, ma l’ordine dalla Guardiana di andare al Conclave, mi aveva anticipato.

-Non mi sembri per nulla entusiasta-

-No infatti, non gli sono mai andata particolarmente a genio, ma diventa Inquisitore e avranno bisogno di te, oltre ad un padre che vuole decidere della tua vita…gli verrà un infarto quando saprà che mi sono sposata con chi ho voluto io e non con chi proponeva lui-

-Un bel ragazzo?-

-La parola ‘idiota’ lo descrive bene-

-Ah già che tu hai gusti particolari- ridacchiò, la guardai divertita.

-Parlando di gusti, ecco in arrivo lo sposo, comunque tra i tuoi guai e i suoi, non so come fate, se fossi in voi sparirei e mi farei una vita tranquilla-

-Non sai quante volte ci ho pensato, me lo sono appuntato in agenda- sorrise -Dopo miliardi di impegni suppongo-

-Esatto-

Salutò con un cenno Solas e si allontanò. Mi prese dalla vita e mi baciò lentamente, gli misi le braccia al collo tirandolo più verso di me, rise contro le mie labbra, ci staccammo senza fiato

-Perché ridi?-

-Perché sto facendo fatica a concentrarmi in questi giorni per colpa tua ed Abelas penso voglia uccidermi-

-Sono anche io distratta per colpa tua, ripenso poi come è finita in quel piccolo edificio…- insinuai maliziosa e con voce suadente, sorrise e mi baciò ancora.

-Che hai in mano?- gli feci vedere il rotolo -Indovina- mi guardò perplesso -Altri problemi-

-Hai vinto- dissi divertita -Cosa?- furbacchione

-Un viaggio al mio clan ed un incontro con i miei, che mi chiedono se sono ancora viva e quando torno, vogliono che prenda il posto di mio padre per comandare le squadre dei cacciatori, sai essendo Inquisitore ora ne so molto più di loro sulla tattica militare, ma penso toccherà a mia sorella-

Con una mano si mise a contare, lo guardai confusa -Allora, Inquisitore, Mythal, capo dei cacciatori, qualcos’altro in programma? Così mi preparo- scherzò

-Ti farò sapere, Dorian mi aveva detto che se non ero un elfa mi faceva diventare Magister- aggiunse un altro dito al conto, gli afferrai la mano -Smettila!- ridacchiò e mi catturò la bocca.

-Hai una sorella?-

-Sì è più giovane di me, di un paio d’anni-

-Bhe, se ti assomiglia, non avrà problemi…non basterebbe rispondere a questa missiva, senza andare fino al clan?-

-Vogliono vedermi, non che abbiano tutti i torti, non mi vedono da quasi cinque anni. Non che io sia dello stesso parere...vedrò volentieri mia madre e mia sorella, con papà non ho un gran rapporto, è fissato con le tradizioni e come sai a me non me ne importa nulla-

Divenne pensieroso -Capisco…sorge un altro problema, i Vallaslin? Cosa ci inventiamo?-

Oh diavolo, non ci avevo pensato, abbassai lo sguardo, non ne ho idea -Sarebbe capace di farmeli rifare…- rabbrividii al solo pensiero, non è per nulla piacevole, soprattutto se già dal principio non li hai mai voluti…alla fine lo avevo accontentato però scegliendo io il colore, che si intonasse a quello degli occhi, almeno sarebbero serviti a qualcosa e la Dea a cui dedicarli, la scelta era stata profetica a quanto pare.

-Non può obbligarti a rifarli, non sei più sotto la sua tutela, sei una donna adulta. Poi dubito ci riuscirà, non sei più la stessa ragazza di cinque anni fa, hai combattuto delle vere e proprie guerre! Hai un drago! Non sarà peggio di un drago?-

Abbozzai un sorriso -Hai ragione…rimane sempre il problema di cosa dirgli…-

Mi guardò serio -La verità?- ero esterrefatta, cosa? -Sei impazzito? Non vorrai dirgli che sei Fen’harel!-

Sorrise -No non quello, dire semplicemente che te li ho tolti io perché ne sono in grado e tu me l’hai chiesto?-

-Oh così ha più senso, se non ti importa di farti odiare, tutto ok-

-Ho una lista lunga secoli di gente che mi odia, non mi cambierà granché-

-Ti odierà ancora di più sapendo che sei mio marito, lui aveva già pianificato tutto, insopportabile…mi godrò la sua espressione, quando ti presenterò-

-Aveva già pianificato tutto?- era perplesso -Quando mi hai urlato che ti saresti sposata con un altro era la verità!?- aggiunse sconcertato -Pensavo lo stessi dicendo perché eri infuriata e per ingelosirmi-

Sorrisi -Non sono come te, ma’arlath- lo baciai lievemente una volta, rimaneva bloccato a fissarmi. Il mio lupo si è offeso? Un secondo bacio fugace, furbacchione, non reagisci? Stavo per posare il terzo quando rispose catturandomi la bocca con foga. Ridacchiai contro le sue labbra, no non avrei mai potuto sposare un altro per cercare di dimenticarti, non ci sarei mai riuscita, avrei continuato ad aspettarti, non avrei potuto andare avanti, come non volevi farlo tu.

-Quando partiamo?-

-Rimandiamo la gita nelle Vie Profonde per qualche giorno-

Con un cenno della testa annuì -Bene-

-Non vorrei dirtelo perché voglio restarti vicino, ma penso che Abelas sia tentato di fulminare uno di noi due-

Chiuse gli occhi e sbuffò un po’ seccato -So che ha ragione, mi dice di piantarla di comportarmi come un ragazzino alla sua prima cotta…- brontolò

-Perché alla tua prima cotta facevi così?-

Sorrise divertito, mi accarezzò il viso -Decisamente no, tu mi fai un effetto completamente diverso, ti basta chiedere e farei qualunque cosa per te-

Lo guardai dolcemente -Lo sai che questo vale anche per te nei miei confronti vero?-

-Solas- ci voltammo, Abelas

-Arrivo- si separò da me.





Capitolo un po' più lungo del solito, quando ho iniziato a scrivere non avevo per nulla pianificato di farli sposare XD secondo voi Solas lo farebbe? Io ce l'ho visto bene.
Il flashback con Mythal e Elgar'Nan vi è piaciuto? Questa frase di Flemeth nel videogioco mi ha ispirato molto "Ella fu tradita, come io fui tradita. Come il mondo intero fu tradito"

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche. Buona Pasqua!


20

Era l’alba, stavo preparando lo zaino, con qualche vestito di ricambio, i pugnali agganciati nei foderi. Il mio clan si trovava nella parte settentrionale dei Liberi Confini, per fortuna esistevano gli Eluvian, se no ci avremmo messo settimane ad arrivare a destinazione.

Uscì Solas dal bagno, aveva indosso solo i pantaloni e lo osservai cercare qualcosa nell’armadio.

-Hai visto la mia maglia beige?- ero perplessa, aveva altri vestiti, ma insisteva con quella maglia

-Spiacente, l’ho messa a lavare, hai un sacco di altra roba, perché metti molto spesso solo quella?-

-Mi trovo a mio agio, tutto qua…- si infilò una maglia nera da apostata con dei ricami particolari e uno smanicato blu -Non mi dispiace vederti con indosso abiti diversi dal solito, che non sia l’armatura sai?-

-Serve che abbia indosso qualcosa?- disse provocatorio

Sorrisi e lo ignorai -Io ho tutto, ci sei?- si mise in spalla lo zaino -Andiamo-

Solas, faceva strada tra i vari specchi e crocevia -Stavo pensando…quando abbiamo un attimo voglio condividere con te il controllo sugli Eluvian, non si sa mai, non posso esserci sempre e possono tornarti utili- proferì serio

-Va bene, perdersi in questi luoghi non è allettante-

Ridacchiò  -Potrai anche attivarli e disattivarli a tuo piacere-

-Utile se si scappa-

-Esatto- lo guardai divertita, sentendo il mio sguardo si voltò a fissarmi, rivolse gli occhi al cielo sconsolato -Dillo-  

Ridacchiai -No, ci siamo capiti-  lo vidi brontolare qualcosa, come potevo non pensare quanto fosse esperto nello scappare con tutte le volte che era sparito?

Con uno slancio gli posai un bacio su una guancia -Lupo brontolone, devi dirmi qualcosa?-

Abbozzò un sorriso -No- continuai ad osservarlo -Sicuro?- mi prese per mano -Sicurissimo-

Intanto osservavo come sempre volentieri i vari alberi che fiorivano al nostro passaggio, ridando un po’ di vita ai quei luoghi ormai abbandonati.

Era giunto il pomeriggio, un ultimo specchio e ci ritrovammo in una foresta a me familiare, non era cambiata molto, è una buona zona, la selvaggina abbonda e sempre nello stesso periodo dell’anno il clan si ferma qui -Ci siamo, il campo non dovrebbe essere molto distante, ma stiamo attenti ci sono varie ronde, non vorrei finire trafitta o essere costretta ad usare i poteri, non voglio metterli al corrente di ciò. Quindi come qualche anno fa, tu sei il solo mago-

-Bhe, non starò fermo a farmi infilzare, blocco le frecce, va bene?-

-Come preferisci vhenan, anche una barriera va bene- mi bloccai voltandomi verso di lui, mi ero dimenticata di dirgli una cosa, mi guardava incuriosito -Tu non sopporti i Dalish, va bene, mio padre è super tradizionalista, fate un’accoppiata vincente, si diplomatico per favore- supplicai, non volevo scontri verbali.

Sorrise divertito -Sono sempre diplomatico- lo fissai seriamente -Con che tono arrogante ti sei rivolto a me la prima volta che abbiamo affrontato l’argomento, non ricordo…-

Sfoggiò un sorrisetto -Ho capito, farò il bravo, ormai la sola opinione che conta per me è la tua, vhenan- abbozzai un sorriso, sempre il solito adulatore, con un cenno lo invitai a seguirmi.

Non camminammo molto, udii dei rami spostarsi, con un gesto della mano intimai a Solas di fermarsi.

-Venavis!- un gruppo di elfi uscì dalla boscaglia, gli archi puntati contro di noi, li esaminai, nessuno che mi fosse familiare in quel gruppo, devono essere i cacciatori più giovani, non sarà neanche da molto che hanno i marchi, ma dov’è il capo gruppo più anziano?

Venimmo studiati attentamente, soprattutto in viso, era strano vedere degli elfi più anziani senza Vallaslin -Cosa vi porta qui?-

-Il Capo dei Cacciatori, mio padre, ci attende. Facevo parte del clan-

Si guardarono tra di loro perplessi -Vi sarei grata se abbassaste le armi, non vi siamo ostili, dov’è il capo gruppo?-

-Qui- mi voltai, un elfo con capelli biondi e iride castane si rivelò alle nostre spalle, come sono fortunata -Guarda un po’ chi si rivede, Yen, sei tornata per legarti a me?- il solito pallone gonfiato

-Spiacente Mahen, sono solo in visita, dovrai cercare altrove, vedo piacevolmente che non sei cambiato, irresponsabile come al solito-

-Non vedo cosa te ne possa importare, non fai più parte del clan, definitivamente da quel che vedo- si riferiva alla mancanza dei tatuaggi -Vero, ma hai in mano il futuro del clan, riferirò a mio padre-

Scrollò le spalle, infatti non sarebbe servito a molto, era il suo allievo preferito, è abile non lo nego, ma si comporta ancora come un bambino.

-Il tuo amico?-  lo osservò, Solas rimase impassibile, ma vedevo nei miei amati occhi grigi, parecchie perplessità, rispose -Il mio nome è Solas- lo presi per mano, per mettere subito in chiaro come stavano le cose -Capisco, avrai parecchio da discutere con tuo padre. Seguitemi. Voi continuate la ronda-

-Quanto hai intenzione di restare?-

-Solo lo stretto necessario, ho doveri altrove-

-Hai sempre rivolto i tuoi doveri altrove, ma non al clan- rispose seccato

-Al clan non manca gente capace, la mia perdita non influisce sulla sua sopravvivenza. La tua mancanza ai tuoi doveri però potrebbe fare più disastri di quanti ne abbia mai provocati io-

-Sei diventata ancora più rompiscatole- brontolò

-Questo si chiama diventare adulti Mahen, provvederò che mio padre ti dia fastidio il più possibile, rischiate di morire di fame con te al comando dei cacciatori-

-Quindi intendi non accettare?- proferì sorpreso

-Te l’ho detto, la mia vita ora è un’altra-

Arrivammo al centro del campo, gli Aravel disposti poco lontano, venimmo osservati attentamente, non c’erano mai molte novità e vedere due elfi senza marchi, è come vedere delle bestie rare.

-Vado ad informarlo della vostra presenza, rimanete qui-

Una volta che si fu allontanato sentii Solas ridacchiare, lo guardai confusa -Nulla, la faccia che ha fatto quando mi hai preso per mano è stata soddisfacente- sorrisi -So perché ci guardano così, ma mi sembra di essere ritornato a quando gli Evanuris facevano ancora le loro saltuarie visite e c’era questo misto di curiosità e paura insieme- gli strinsi la mano -Oltre che…bhe…l’accoglienza è stata migliore di quello che ho sperimentato l’ultima volta con i Dalish…-

-Mi immagino…un ‘orecchie piatte’ che vuole insegnare la vera storia elfica perché l’ha vista nell’Oblio, contro ‘i veri elfi’ che non saranno mai schiavi…cosa mai potrà succedere, mi domando?- replicai divertita

Abbozzò un sorriso -A parte l’essere scacciato in malo modo? Che il Temibile Lupo possa sbranarti- ridacchiò

-Mmm…il mio lupo è stato ferito nell’orgoglio?-

-No, ero deluso, semplicemente non vedevo nessuna traccia degli elfi per il quale avevo rischiato tutto, li avevo mutati, non solo nella perdita dell’immortalità. Non poteva essere reale, il mondo che conoscevo non esisteva più e tutto per causa mia, dovevo porre rimedio, anche distruggendolo se necessario…non era la mia gente, solo un’ombra di quello che erano- avvertii una lieve nota triste nella voce -Poi ti ho incontrato e mi hai fatto di nuovo sperare. Quasi senza rendermene conto, per la prima volta, ho provato cosa vuol dire essere innamorato veramente- sorrise  dolcemente fissandomi in viso, mi si scaldarono le guance -Ho capito dopo millenni il sentimento che era tanto caro a Mythal e che l’aveva fatta soffrire- so a cosa si stesse riferendo in particolare, ma mi si è scaldato il cuore, come ogni volta che è così sincero a rivelarmi i suoi sentimenti, anche se li conoscevo già, è sempre una gioia, come la prima volta. Gli posai un bacio sulla guancia -Grazie, vhenan-

-Lethallan!- a quel richiamo familiare mi voltai, non era cambiato molto, solo i capelli bianchi erano aumentati, era accompagnato dalla Guardiana Istimaethoriel, una donna più anziana rispetto a mio padre, che aveva accettato la mia natura al ribellarmi alle tradizioni e mi aveva insegnato a leggere, salvandomi dalla solitudine.

Sorrisi e mi lasciai abbracciare da entrambi  contraccambiando -Ti trovo bene figlia mia, anche se vedo che sei andata fino in fondo alla tua ribellione, abbiamo parecchio su cui discutere-

-Sì padre, c’è molto da raccontare- non perde un’occasione…

-Oh Melinir, non iniziare, ormai dovresti conoscere tua figlia, la tua soddisfazione di vederla con i Vallaslin l’hai avuta, e ha trovato la sua strada che si è rivelata non essere al campo. Sei comunque fiero di lei, nessun clan può reclamare i natali dell’Inquisitore, infatti gli scambi con gli umani vanno bene e non ci hanno creato più problemi-

La guardò seccato e intento e trattenere una lamentela, la Guardiana lo ignorò -Penso che dovresti presentarci il tuo compagno, ma da’len- sorrisi e ripresi Solas per mano

-È un onore fare la conoscenza del padre di Yen e della Guardiana del clan, il mio nome è Solas-

-Siamo legati padre- aggiunsi seria, fissandolo negli occhi con sfida, non potei trattenerla, io ero padrona della mia vita, che l’avrebbe accettato o no.

Solas fu squadrato da capo a piedi, non ebbe la minima reazione, mantenne il suo fare serio e pacato, guardando entrambi negli occhi, dopotutto c’erano poche cose che lo mettevano in difficoltà.

-Bhe, una cosa la posso affermare, il suo nome è meritato, conosci le tradizioni Dalish?-

Oh dio mio…lo fulminai con lo sguardo, Solas mi strinse la mano.

-Sicuramente non quanto lei, hahren. Come si può notare non sono Dalish- rispose calmo

La Guardiana si intromise -Non vedo armi, ma neanche un bastone…-

Solas la interruppe -Non sono un ladro come Yen, ma un mago, non ho il bastone perché non ne ho bisogno-

Un leggero bagliore passò nelle iridi grigie, la Guardiana lo fissò esterrefatta e abbassò lo sguardo

-Capisco- rispose esitante e riprese a osservare Solas incuriosita, come a volergli porre altre domande. Era stata sempre curiosa come me, forse è anche per questo che non mi ha obbligato a pensarla in modo diverso, come invece cercava di fare ogni santo giorno mio padre.

Gli strinsi la mano, mi guardò e sorrise, cosa stai facendo?

-Venite, lethallan, tua madre e tua sorella, ti aspettano-

Ci congedammo dalla Guardiana per poi seguirlo.

-Come va al clan?-

-Come hai sentito dire dalla Guardiana, non abbiamo più litigi con gli umani come in passato, quindi stiamo avendo dei periodi tutto sommato floridi. C’è una bestia che ci sta dando qualche problema però, una viverna poco lontano sulle montagne, ogni volta che scende a valle fa una strage e se non gli bastano gli halla, attacca pure noi- lo vedevo preoccupato

-Se posso, potremmo occuparcene io e Solas-

Era sorpreso -Vuoi aiutare anche se non fai più parte del clan?-

Sospirai -Non vedo che impedimenti dovrei avere, ma se volete fare da soli nessun problema-

-Non mi dispiacerebbe vederti all’opera di nuovo e anche il tuo amico, accettiamo l’aiuto-

Amico? Sorrisi, no non gli è andata giù che mi sia sposata, Solas mi rivolse un espressione divertita.

Giungemmo davanti ad un Aravel, particolari carri con vele triangolari che fungevano da case mobili, erano abbastanza stretti all’interno, infatti ci eravamo portati una tenda, non volevo abusare del poco spazio disponibile e volevo privacy, una cosa difficile in un Aravel.

Mio padre bussò alla porta, poco dopo ne uscì mia madre, vedendomi il volto gli si illuminò di gioia e mi abbracciò stretta, mi prese il viso tra le mani e gli occhi si inumidirono, sorrisi -Mamma, sono anche io felice di vederti, ma non c’è bisogno di piangere-

-Non hai quasi mai scritto! Dovrei picchiarti non abbracciarti per quanto mi hai fatto stare in pena senza avere tue notizie!- abbassai lo sguardo costernata -Ir abelas-

-Tel abelas, non serve, avevi da fare no?- sorrise e contraccambiai, mi strinse di nuovo a sé.

Mi era mancata, soprattutto i primi tempi nell’Inquisizione, non erano stati facili, non mi fidavo ancora di nessuno, oltre al trauma di averci quasi lasciato le penne.

-Caro, vai a chiamare Elen? Non so dove sia finita- mio padre sospirò -Vado, non è mai dove dovrebbe essere, sparisce sempre- e lo guardammo allontanarsi, mi separai da lei e presi Solas sottobraccio -Lui è Solas, un mago e mio marito- dirlo mi emozionava ancora un po’, era strano, sarà perché avevo rischiato di perderlo talmente tante volte che non ci credevo ancora neanche io. Osservò Solas, le brillavano gli occhi, lui fece un sorriso -Piacere mio-

-Il piacere è mio Solas, sei il benvenuto, mia figlia deve essere stata fortunata a trovarti con l’indole che si ritrova-

Si schiarì la voce, stava trattenendo una risata? Lo fissai attenta -Il fortunato sono stato io signora, se no dubito sarei qui, mi ha salvato la vita- gli strinsi il braccio con affetto, risposi -Anche tu hai salvato la vita a me, un sacco di volte-

-Allora ti devo ringraziare, anche a nome di mio marito- sorrise allegra.

Delle urla provennero dal fiume, una malsana preoccupazione aveva spazzato via la tranquillità

-Solas!- cominciammo a correre, vidi mio padre schivare un colpo di una viverna, arrivarono anche i giovani cacciatori al seguito di Mahen, una raffica di frecce raggiunse la bestia che protetta dalla sua spessa corazza non risentì del colpo. Notai poco lontano mia sorella che si teneva un fianco, il terreno veniva macchiato copiosamente di sangue. Istintivamente il potere del Dio che rappresentavo bruciò con furia nelle vene, la viverna si trasformò all’istante in una scultura di pietra.

Solas era accorso e stava già curando Elen, era lui l’esperto in quel tipo di magia.

Percepii qualcuno fissarmi, non mi ero resa conto che al mio fianco si era fermata la Guardiana, aveva gli occhi sgranati dallo stupore, balbettò -Tu una…maga?- maledizione, risposi seccata e con un tono che non voleva contraddizioni -Non so di cosa tu stia parlando- distolsi lo sguardo da lei e mi diressi verso mia sorella che aveva un espressione dolorante.

Affiancai Solas, l’ansia mi impediva di dire qualsiasi cosa. Non sentendomi parlare, intervenne Elen

-Yen, non dirmi che ti spaventa un po’ di sangue?-

Abbozzai un sorriso, se scherzava tutto sommato non era così grave

-Lethallan la prossima volta che vuoi farci spaventare avvisa prima-

Cercò di ridere, ma si bloccò dolorante -Non avevo dato appuntamento alla viverna sai?-

Sospirai sollevata, parlò mio padre preoccupato -Come sta?- vedevo la ferita rimarginarsi tramite la magia di Solas che rispose -Bene, sembrava più grave, ma se la caverà, è stata presa di striscio, deve avere dei buoni riflessi-

-Non deve, ho degli ottimi riflessi- lo corresse, Solas sorrise divertito  -Tutto bene vhenan?-

Mi guardò dolcemente -Sì tutto bene-

-Vhenan!?- esclamò sorpresa mia sorella passando lo sguardo da uno all’altro.

Sorrisi -Sì, lethallan, è mio marito- mi rivolse un espressione basita

-Non torni per cinque anni e ti sposi?-

Ridacchiai -Qui ho finito- l’aiutai ad alzarsi prendendola per le mani per poi abbracciarla

-Stai bene, vero?-

-Sì sto bene, non iniziare a fare la rompiscatole-

Sbuffai -Ora non mi posso neanche preoccupare?-

Ridacchiò e mi separai da lei, venne trascinata via da nostra madre che cominciò a fargli una ramanzina che solo il cielo sa quando finirà.

-La viverna…cosa è successo?- domandò mio padre confuso, intanto si era avvicinato Mahen, anche lui alquanto dubbioso, risposi -È stato Solas-

Lui fece un cenno di assenso, stando al gioco, gli strinse una spalla guardandolo con rispetto

-Ti devo la vita di mia figlia, sarai sempre benvenuto al clan-

Solas sorrise -La ringrazio, ma ho fatto solo il mio dovere-

Mahen lo guardava con diffidenza, non gli era mai andata a genio la magia, troppo facile rispetto alla caccia secondo lui, i veri dalish si dedicavano Vir Tandhal, la magia creava solo problemi.

Vidi con la coda dell’occhio la Guardiana che mi fissava insistentemente, la ignorai. Presi Solas per mano e lo portai all’Aravel, da dove uscì veloce come una lepre Elen per scappare dalle urla di nostra madre. Si rivolse ad entrambi con un sorriso stampato in viso -Quindi chi è lo sfortunato che ha conquistato mia sorella?- ma sentila -Ehi!-

-Il mio nome è Solas-

-E sei un mago- annuì con un cenno del viso.

-Scusate, Solas potrei parlarvi?- ci voltammo, la Guardiana. Solas mi guardò e assentii con lo sguardo. Li osservammo allontanarsi.

-Quindi non ti fai vedere per cinque anni, è già tanto se arrivava qualche lettera se gli Dei volevano e ti sei pure sposata con un mago, potente da quel che ho visto, cosa ti sei inventata?-

Ah…ahaha…inventata…magari sarebbe bastato inventarsi qualcosa…

-Nulla, ho semplicemente rischiato di morire migliaia di volte in questi anni, niente di che-

Mi guardò perplessa -È un tipo così complicato?-

-No, diciamo soltanto che abbiamo tutti i nostri problemi e lui non ne è esente. Abbiamo avuto alti e bassi e per circa tre anni non ci siamo visti-

-E ora siete qua?-

-E proprio qualche settimana fa ci siamo sposati, posso solo dirti che non è stata una passeggiata-

Ridacchiò -Deve essere proprio un bel tipo se ti sei impuntata su di lui così…è bravo a letto?- insinuò maliziosa. La guardai male, ma che domande mi fai?

-Ehi! Ma…non sono affari tuoi!- rise di gusto -La prendo come una risposta affermativa, sei diventata tutta rossa-

-Tu invece mi sembri troppo interessata all’argomento, stai con qualcuno?-

-No, per questo mi interessa l’argomento probabilmente…hai visto qualcuno di carino qua al clan?-

La guardai perplessa -Se non ricordo male abbiamo gusti diversi, mica ti piaceva Mahen?-

-Chi l’idiota?- ero sorpresa, gli era sempre andata dietro -Cos’è sei rinsavita tutto d’un colpo?-

-È un idiota oltre che un cascamorto con tutte…-

-Oh e si che ti avevo avvisato, ma non volevi sentir ragioni…gli devo spezzare qualcosa?-

Ridacchiò -No grazie, ci ho già pensato io tempo fa-

-Bene, ma sai com’è, magari una ripassata non gli fa male-

Rise -Lui come si comporta?-

Sorrisi -Non ho bisogno di curarlo a vista se è quello che vuoi sapere e no non sono gelosa. Tutti i casini che abbiamo passato, hanno fatto in modo di farci raggiungere un alta fiducia l’uno per l’altro-

-Sono contenta per te, lo devo ammettere, ha dei bellissimi occhi grigi…-

-Elen…-risposi seria, rise -Sto scherzando, non mi sognerei mai, poi mi piacciono con i capelli- e mi fece l’occhiolino, sospirai sconsolata.

Non vedevo più Solas e la Guardiana nei paraggi…

-Mi aiuti a montare la tenda?-

-Quale tenda? Non dormite nel…oh capisco- e le comparve un sogghigno  -Papà non sarà d’accordo- la guardai seria -Quando mai lo è? Non ha ancora accettato la cosa e ci metterà parecchio, anche se ti ha salvata-

-Dove la mettiamo?-

-Vicino al fiume- mi guardò perplessa -Così non avete un minimo di protezione…-

La interruppi -Ho un mago con me, ricordi?-

-Come vuoi-

Stavo sistemando le ultime cose nella tenda, Elen era sparita di nuovo.

-L’hai già montata?-

Sorrisi -Ti ha fatto molte domande?-

-Più o meno…ti ha visto vero?-

Sospirai -Sì, ma ho negato l’evidenza, non potevo fare altro…cosa hai detto?-

Ci sedemmo fuori dalla tenda -Che se vuole delle risposte ne deve parlare con te, allora mi ha domandato dove hai preso quella reliquia, il mio pendente…-

Gli presi una mano tra le mie, nervosa, non voglio che entrino in contatto con il mondo mio e di Solas. Le cose da spiegare sarebbero troppe e difficilmente avrebbero capito la sua e la mia nuova natura. Strinse una mia mano.

-Ho risposto che è mio e che te l’ho regalato, dopo avermi osservato, mi ha domandato se c’era qualcosa che dovesse sapere. Le ho chiesto se sa cosa significhi il pendente, visto che ne è interessata. Indugiava e non rispondeva, stavo per allontanarmi quando ha detto che l’ha visto disegnato alle antiche rovine. Gli affreschi raffigurano anche un elfo che mi assomiglia molto-

Ridacchiò, lo guardai preoccupata, si portò la mia mano alla bocca posando un bacio

-Non ha nominato Fen’harel?- sorrise -No, pensava che lo facessi io probabilmente, ho risposto che il passato fa parte di un altro mondo ed è meglio che rimanga tale. Mi ha fissato attentamente e me ne sono andato-

-Hai cambiato idea? Mi avevi detto che con un po’ di fortuna il passato sarebbe tornato a vivere…-

-Il passato di questo mondo come era, intriso di magia, ma senza gli Evanuris, loro non devono tornare, mai più-

Abbozzai un sorriso -Comunque adoro il tuo essere enigmatico, sempre se non lo fai con me…- ridacchiò, recitai –“Sono con l’Inquisizione per salvare il mondo. È il modo migliore per aiutare la mia gente, chiunque essa sia.” Ti avrei strozzato, anche se è una cosa che apprezzo di te-

Rise -Ti piaccio quando faccio il misterioso?- gli posai un bacio sulla guancia -Preferibilmente non con me, ma vhenan- risposi con un tono di voce suadente. Mi accarezzò il viso -Ar lath, ma vhenan- sorrisi -Quindi con tuo padre quando hai intenzione di parlare?-

-Si farà vivo lui molto presto, visto che poi vorrà sapere dei Vallaslin…la Guardiana a proposito non ti ha domandato nulla?-

-No, lo chiederà direttamente a te-

Sospirai -Possiamo andare a vedere queste antiche rovine-

-Buona idea, sono un po’ curioso in effetti, di solito il pendente non viene raffigurato, chi l’ha fatto doveva essere meticoloso-

Prese la reliquia nella propria mano osservandola, questa pulsò come di vita propria al suo tocco.

Ero curiosa -Cosa rappresenta? Perché ha avuto questa reazione quando l’hai toccata?-

Sorrise -Lo spirito che era in possesso del corpo da cui proviene questa reliquia era potente, alla fine siamo diventati una cosa sola…-

-Per questo hai una forma così particolare nei sogni?-

-Un patto ci legava, questo mi ricorda cosa ero…non sono sempre stato come mi vedi…ho fatto cose orribili di cui mi pento ancora adesso…con il tempo e conoscendoti in parte sono cambiato, ma non posso prometterti nulla, la mia pessima fama in parte è meritata-

Gli posai un leggero bacio sulle labbra -Non fare il cupo e fatalista, non abbiamo molta privacy qui…- sorrise e mi fissò con occhi ardenti -Ma’arlath…non vedo tratti in comune tra te e i tuoi genitori, anche tua sorella…loro hanno capelli e occhi castani…-

Sorrisi compiaciuta -Al mio lupo non sfugge nulla…- era perplesso -Se non vuoi parlarne…- proferì esitante.

Lo osservai, queste accortezze che mi riserva sono molto piacevoli, mi fido di lui, non ho motivo di avere dei segreti, anche se magari lui ne avrà sempre per me. Mi stesi e guardai le fronde dell’albero vicino a noi, percepii il suo sguardo che mi studiava.

-Certo che te ne voglio parlare, che motivo avrei di nascondertelo?- rimase in silenzio

-Mia madre mi ha trovato che vagavo da sola in questi boschi, avrò avuto due anni, sporca e affamata, ma la cosa strana è che c’erano dei lupi a proteggermi, quando l’hanno vista se ne sono andati, mi ha detto che avevano uno strano bagliore negli occhi…- Solas abbassò lo sguardo irato

-Della presenza dei lupi lo so solo io e mia madre, capirai il perché-

 -Per colpa mia, saresti morta, se tua madre avesse dato peso a quello che i Dalish si tramandano- rispose con un tono seccato

Gli accarezzai il viso e sorrisi -Ti devi sempre dare la colpa?-

Gli occhi si erano adombrati afflitti -Come potrei non farlo?- rispose cupo

Porterà questo peso per tutta la sua vita, l’unica cosa che posso fare è renderlo meno sofferente e scomparirà solo quando sarà riuscito a rimediare.

-L’hai detto tu, il passato è passato, non si può cambiare, quello che è stato tramandato dopo è tutta una menzogna, l’hai fatto per salvare gli elfi…- mi interruppe -E ho sbagliato! A questo punto non so davvero cosa sarebbe stato peggio se gli Evanuris o l’aver mandato in rovina questo mondo mutandolo! Hai visto la differenza tra quel giardino e qui fuori, è enorme!-

-Hai mai pensato che forse in un modo o nell’altro sarebbe andata a finire così? Con arroganza ci chiamano Dei, ma non siamo ne onniscienti e ne onnipotenti, come potevi saperlo?-

Negò con la testa -Ero disperato e in ira, non ho ragionato abbastanza su quello che stavo per fare! Sono stato uno stupido! Io stesso mi sono fatto ingannare e tradire-

Mi misi seduta, lo fissai e lui incatenò gli occhi ai miei, non sapevo che dire, lo tirai verso di me abbracciandolo e accarezzandogli la schiena, sospirò rilassandosi contro di me

-Se non l’avessi fatto, forse saremmo tutti morti, no? Abbiamo ancora una speranza-

-Sai sempre cosa dirmi…ma non posso non pensare a quello che mi disse Leliana…-

Si scostò da me guardandomi serio -Se non ci fossero alternative? Negli anni in cui non ci siamo visti ho cercato  un modo…ma…-

Mi irrigidii e abbassai lo sguardo -Ti prego, qualunque sarà il prezzo da pagare dobbiamo trovare un altro modo- al solo pensiero…mi vennero le lacrime agli occhi e lo riguardai -Sai benissimo da che parte starei, vhenan- mi tremava la voce, mi abbracciò forte e affondò il viso tra i miei capelli

-Ma’arlath, ma serennas, farò qualunque cosa per non farci arrivare a quel punto-

-Faremo, ma vhenan, non sei più solo- risposi dolcemente, un bacio rovente sul collo, mi abbandonai contro di lui e sorrisi -Sai cosa?-

-Cosa?-

-Quella sfacciata di mia sorella mi ha chiesto perché mi sono fissata così con te e se sei bravo a letto-

Ridacchiò -Ma che…?- con tono sconcertato, risi -Che hai risposto?-

-Che non sono affari suoi-

-Mmm…e a me come risponderesti?-

-Sei curioso…come faccio a saperlo? Mi sono innamorata di te, se sapesse che fino a qualche mese fa non mi hai portato a letto…-

-Non sai quanto ci abbia sofferto, infatti quella sera non avrebbe dovuto andare così-

-E come avrebbe dovuto andare?-

-Quello non doveva essere il nostro ultimo bacio, la paura e i miei doveri hanno preso il sopravvento alla fine, avrei voluto dirti chi sono, se mi avresti creduto e accettato per quello che sono veramente ti avrei voluta fare mia, ci saremmo legati, ma non mi ero reso conto che lo eravamo già. Quando poi mi hai affrontato pretendendo una spiegazione convincente, io…avrei voluto cedere e rimangiarmi tutto quello che ti avevo detto, vedere il dolore nel tuo sguardo quando mi guardavi...non potevo fermarmi e non potevo rovinarti la vita-

Sorrisi compiaciuta, cominciai a posargli sul profilo della mandibola dei baci, è decisamente migliorata la mia vita con te, anche io non sono più sola.

Sospirò a quelle coccole -Due anni senza vederti sono stati un inferno e scoprire che mi amavi come il primo giorno, che per me avresti abbandonato gli altri…non potevo lasciare che perdessi la fiducia che i tuoi compagni riponevano in te, che il Thedas ti vedesse come una traditrice, come lo sono io. Anche dopo tutto il male che ti avevo fatto e che ti stavo per fare, mi amavi ancora. Sei unica e mia-

Risalii fino al mento per poi baciarlo, il battito del cuore era aumentato -Anche tu, vhenan, sei unico e mio- mi strofinai contro di lui godendomi il calore del suo corpo

-A proposito che indole mi ritroverei io?- si scostò da me e sogghignò -Cosa hai da ridere?-

Cercò di baciarmi, ma lo evitai -Rispondi, furbacchione- mi prese dalle spalle e mi costrinse a sdraiarmi sovrastandomi -Un’indole stupenda da vedere sottomessa-

-A chi?- spostò il viso sul collo baciandomi, bruciavano -A me soltanto-

 Sorrisi maliziosa -Andiamo alle rovine elfiche, camminiamo, se no impazzisco-

-Sono d’accordo, vhenan-

 

 

 

 

Venavis: Fermatevi

I Dalish si riferiscono al matrimonio con la parola "Legarsi"

La maggior parte degli Elfi Dalish vive sotto il codice della Dea della Caccia Andruil, conosciuto come Vir Tandhal, "La strada dei Tre Alberi" o "La via del Cacciatore".

Lethallan: sostantivo riferito a qualcuno di famiglia di sesso femminile.

 "Thedas" deriva dalla lingua Tevinter e veniva usata per definire le terre che confinavano con l'impero e non ancora conquistate. Dopo la sua caduta, regioni sempre più vaste entrarono a far parte del Thedas, finché la gente non decise di applicare il nome all'intero continente.

Orecchie piatte: come i Dalish chiamano gli elfi di città, facilmente distinguibili per la mancanza dei Vallaslin

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.

21

Ci eravamo infiltrati nella foresta, camminavamo già da un po’ quando cominciammo a scorgere degli edifici in rovina -Dovremmo esserci- ci guardammo intorno, non ero mai stata in quel luogo, riscoprire il passato non era una mia priorità e non ero mai venuta a curiosare.

Le pareti erano ricoperte di affreschi, un lupo nero e Solas davanti ad esso con il pendente in mano. Un altro con diversi maghi intorno a un contenitore, forse gli Evanuris, tenevano la mano tesa verso di esso, dalle cui dita partivano delle linee ondulate rosse che finivano nel recipiente posto al centro. Poco lontano un iscrizione nella Lingua Antica “Il sangue non mente” cosa? Quando ho già sentito ciò? Di fianco una torcia di Velfuoco.

Guardai Solas, era impallidito e fissava esterrefatto i disegni. Che gli prende?

-Solas?- non si voltava verso di me, sembrava assente e terrorizzato, senza guardarmi lesse l’iscrizione. Accese la torcia, percepimmo il terreno tremare, poco lontano comparvero delle scale.

-Solas!?- continuava a non rivolgermi attenzione, che hai? Scese le scale e lo seguii, le torce attorno a noi emanavano una luce verde, aver acceso quella esterna doveva aver attivato quelle all’interno. Ci ritrovammo in una stanza ampia con al centro una tomba? Sulle pareti altri disegni, non feci in tempo ad avvicinarmi per osservarli meglio che comparvero dei lupi con gli occhi verdi, spiriti? Abbassarono il capo in segno di ubbidienza e rispetto ad entrambi. Solas si avvicinò alla tomba -Questa è un Uthenera…non c’è dentro nessuno, ma è già stata usata- infilò una mano nell’apertura tirandone fuori un pendente simile al suo, lo fissò con occhi sgranati, gli spiriti lupo scomparvero. Osservò gli affreschi per poi dirigersi ad un tavolo poco lontano ricoperto da delle carte rimaste intatte, le prese in mano e le lesse in fretta, la sua espressione peggiorava di pagina in pagina, mi avvicinai a lui -Solas cosa succede? Parlami- porsi una mano per farmi passare i fogli, ma terrorizzato li allontanò da me, rimasi con la mano sollevata -Solas…!?-

Era addolorato -Questi bastardi…perdonami non voglio che tu legga, non ne vale la pena, sappi solo che hanno condotto un esperimento qui gli Evanuris e sembra gli sia riuscito, non l’hanno seguito fino alla fine solo perché il Velo glielo ha impedito- la sua voce non era decisa come al solito, lo guardavo confusa -Solas…cosa succede…non è solo questo vero?-

La sua espressione si indurì -Non serve che tu sappia, ti fidi di me?-

Ero sorpresa -Che domande mi fai? Cosa non vuoi che sappia? Mi riguarda? Se no non faresti così!-

Chinò il volto amareggiato e strinse i fogli che aveva in mano, per poi riguardarmi deciso.

-Ti fidi di me!?- rispose secco, mi bloccai, era spaventato? Perché? Abbassai la mano.

-Ti prego, vhenan, fidati, non serve che tu sappia cosa c’è scritto-

I fogli presero fuoco e li lasciò andare, mi prese per mano trascinandomi fuori, spense la torcia e le scale scomparvero -Questo posto andrebbe distrutto- e continuò a tirarmi, mi lasciò andare solo quando arrivammo alla tenda. Ero confusa, non capivo cosa l’avesse sconvolto a tal punto da comportarsi così -Mi fido di te! Ma perché non mi vuoi dire nulla?- stava osservando l’altro pendente simile al suo.

-Dammi il mio pendente- cosa? Esitante lo tolsi e glielo diedi, mi porse l’altro -Prova a mettere questo- lo presi, pulsò di vita propria, ero sorpresa -Solas…-

-Indossalo- lo accontentai, il pendente iniziò a pulsare di vita, sentii il mana scorrere all’esterno formando la barriera che incuteva rispetto. È come se…non lo so, una sensazione strana, come se qualcosa che avrebbe sempre dovuto esserci fosse ritornato al suo posto. Fissai Solas negli occhi, distolse lo sguardo a disagio, cosa!? Mi avvicinai a lui e lo presi dalle spalle, annullai con tutta la concentrazione possibile la barriera -Guardami, vhenan- ero spaventata, cosa sta succedendo?

Mi osservò -Perdonami, non ho potuto non farlo- lo strinsi ancora di più -Tu puoi farlo! Spiegami che succede!- gli presi il viso tra le mani era addolorato perché? -Parla!-

-Neanche se dovessero torturarmi- rispose freddo,  mi allontanai di qualche passo, cosa ti prende!? Abbassai lo sguardo, cosa succede?

-Cosa ti ho fatto? Perché ti comporti così?- mi tremava la voce, ero spaventata, perché si sta comportando in modo così freddo con me? Non l’ha mai fatto, ferita mi vennero le lacrime agli occhi, lo fissai -Spiegati!-

Mi rivolse una breve occhiata con un barlume di ferocia? Un brivido mi percosse, Fen’harel? Feci qualche passo indietro e mi voltai, perché mi stai trattando così?

Incrociai le braccia al petto, mi diressi verso il limitare del bosco. Sentivo il bisogno di allontanarmi da lui, non perché ne avessi paura, ma in un attimo aveva rialzato tra noi quella barriera che pensavo di aver distrutto, quella calma e freddezza che celavano un predatore alquanto letale.

Un lupo che nella sua pericolosità, la sua arroganza, il suo orgoglio e l’essere un bastardo, come negarlo? È protettivo, dolce, romantico, fedele e io amo tutto questo e soffro quando mi vuole evitare come sta facendo ora.  Non so se era peggio il non capire o il male che sentivo al cuore per come mi ha guardato. Cosa ti ha sconvolto così tanto in quel luogo da respingermi come un estraneo o peggio un nemico?

Venni bloccata dalla vita e tirata indietro con forza, mi strinse a sé, affondando il viso nei miei capelli.

-Ir abelas, sono uno stupido, perdonami, non volevo ferirti-

-Cosa succede Solas? Rispondimi!- percepii entrambi i pendenti pulsare, il mio sul petto e il suo premuto sulla mia schiena

-Abbiamo ancora una volta qualcosa che ci accumuna. Non dirò altro, ma vhenan, ti prego-

Mi abbandonai contro di lui e mi voltò, era addolorato -Perdonami, scusa, davvero sono uno stupido- avvicinò le sue labbra calde alla mie, baciandomi lievemente, mi guardò esitante e implorante, non so cosa gli fosse preso, ma mi riguarda ed è grave a quanto pare, continua a sentirsi in colpa.

-Sbaglio sempre con te, ti faccio sempre del male anche se non vorrei- non volevo sentire scuse.

Mi separai da lui -Non vuoi dirmi nulla, va bene…vado a fare un giro- una lieve rabbia stava emergendo dentro di me, la tenni a bada.

Preoccupato e ferito abbassò il viso per poi rialzarlo e fissarmi -Vhenan…ir abelas-

Distolsi lo sguardo ignorando quelle scuse e mi incamminai nella foresta a caso. Raggiunsi una radura, al centro un enorme quercia, poco lontano una statua da lupo. Avevo trovato quel luogo in passato, e le sciocche credenze su Fen’harel mi avevano assicurato una completa tranquillità.

Presi ad arrampicarmi sull’albero come avevo fatto innumerevoli volte da ragazzina, raggiungendo il mio ramo preferito, quanto tempo avevo trascorso tra quelle foglie a leggere e sognare, godendomi quella solitudine che pensavo mi avrebbe ucciso e che invece alla fine era diventata la mia unica amica. Del movimento, restai ad osservare, Mahen che si guardava intorno, non mi sarei fatta notare, l’ultimo con cui avrei voluto parlare in quel momento era proprio lui, ma a quanto pare la fortuna non era dalla mia parte, alzò il viso vedendomi, sorrise.

-Sapevo che ti avrei trovata qua, anche tu non sei cambiata granché, già litigato con il mago?-

Quanto avrei voluto sfogare la rabbia in quel momento su di lui, ma non potevo.

Contraccambiai il sorriso e mi rimisi comoda -Cosa vuoi?-

-Con tutti gli elfi al clan, sei andata a trovarti un eretico e neanche dalish?- ridacchiò -Che faccia da cane bastonato, ubbidisce a tutto quello che gli ordini?-

-Con tutti gli elfi al clan, ti riferisci a te?- sbuffai disgustata -Neanche se fossi l’ultimo rimasto in tutto il Thedas-

-Quell’elfo è patetico, vieni giù a parlare, poi sarei io il bambino-

Sospirai spazientita, mi lanciai giù dal ramo senza esitazione, solo io potevo insultarlo.

-Dimmi Mahen, vuoi provare il brivido di morire? Ti accontento subito, lo sai bene con chi hai a che fare, sei uno dei più bravi qua al clan, ma nessuno di voi è mai riuscito a toccarmi con un dito-

-Se riesce quell’elfo a sottometterti, perché non dovrei riuscirci io?-

Ridacchiai, no la privacy non esisteva qua -Mahen ti stai sopravvalutando, il mio compagno è, e sarà sempre superiore a te, sia nel combattimento, che nel mio letto. Le promesse di mio padre non valgono, dovrai cercare altrove, non sono tua e non lo sarò mai-

Era visibilmente furioso, ma non avevo voglia di essere gentile -La promessa di tuo padre risale a molto prima di qualunque relazione tu abbia con quell’elfo, tu hai rotto quella promessa offendendo il tuo stesso padre-

Sospirai profondamente, sapevo che un giorno si sarebbe arrivati a questo punto.

-Una promessa presa senza il mio consenso, e da quel che ho sentito tu non ti sei fatto problemi ad andare con altre. Mahen te lo dirò chiaramente, non mi interessi e sono felicemente legata a Solas. Quel patto non ha mai avuto valore, io mi sono scelta il mio compagno, tu cerca qualcuna a cui piaci, sempre se ne sia rimasta almeno una, non ti sei fatto scrupoli da quello che mi hanno detto- proferii fredda senza un minimo di rimorso, non l’avevo mai sopportato, figuriamoci sposarmelo.

Non so se era più in imbarazzo per quello che avevo detto o offeso, stringeva con rabbia i pugni, ma non si muoveva, sapeva bene che se attaccava sarebbe finito con la faccia a terra, come ormai era consuetudine ogni volta che aveva provato a battermi e la vergogna era aumentata quando era stato scelto come mio futuro sposo dai nostri genitori, odiavo questi suoi comportamenti infantili.

-Scommetto che Andruil sarebbe compiaciuta se malmenassi quell’elfo ridicolo, che senza magia non saprà neanche difendersi, come può definirsi elfo?- rispose sprezzante, cominciavano a prudermi le mani, gli avrei rotto volentieri qualcosa, per il fastidio che mi stava arrecando adesso e per quello in passato.

-Andruil ne sarebbe divertita, ma poi vorrebbe la tua testa, non sopporta gli esseri inferiori e inutili- abbozzai un sorriso a quella voce che amavo, lui mi capiva benissimo e intuito che stavo per perdere la calma. Vidi Solas uscire dalla boscaglia, sicuro di sé e con un sorriso arrogante.

-Andruil non toccherebbe mai un cacciatore!- rispose sprezzante Mahen

-No?- ridacchiò -Un cacciatore che si vanta prima di avere la preda è inutile, un essere inferiore che non si può definire tale. Potresti servigli prima come divertimento e poi per il tuo sangue- rispose inespressivo, si chinò  e prese due rami abbastanza lunghi e spessi, ne lanciò uno a Mahen che lo prese al volo -Non userò i miei poteri, vediamo il cacciatore se riesce a toccare il mago, siamo però ora al cospetto di Fen’harel, chissà a chi darà il suo favore- aggiunse serio

-Fen’harel è un traditore, che gli altri Dei mi scampino dal compiacerlo-

-Traditore, ma intanto gli Dei che inneggi sono stati ingannati da un solo Dio-

Vedevo ferocia negli occhi di Mahen, Solas rimaneva calmo, quasi indifferente, mi rivolse un sorriso, lo stava deliberatamente provocando apposta.

-Quindi da’len, fammi vedere questo cacciatore che chiede aiuto ad Andruil-

Mahen scattò velocemente in avanti, sferrò un fendente con il bastone, con un minimo movimento e all’ultimo momento Solas lo evitò. Lo aveva sottovalutato. Mahen si sbilanciò in avanti preso alla sprovvista dai riflessi di Solas, che ne approfittò tirandogli una forte e decisa gomitata in viso, un distinto rumore e poi il suo urlo avvertì entrambi che gli aveva rotto il naso. Solas si spostò alle sue spalle.

-Da’len dovresti stare più attento, l’elfo patetico deve avere avuto fortuna- lo prese in giro

Mahen si girò infuriato, una mano sul viso a coprire il naso ora storto e grondante di sangue

-Farà molto male metterlo a posto senza magia, te lo assicuro- continuò tranquillo

Si celò nelle ombre, mi preoccupai un po’, sapevo che era in grado di gestire la cosa con la magia, ma senza, non lo so.

-Vedi da’len, dovresti imparare a fare l’arrogante solo se sei sicuro di potertelo permettere, Andruil non perdonava la stupidità, non lo farò nemmeno io-

Lo rividi alle sue spalle, stavo per agire, ma rimasi sorpresa, si era abbassato e in contemporanea tirato una forte bastonata alle sue spalle, Mahen ruzzolò a terra tenendosi lo stomaco. Solas gli si avvicinò guardandolo freddo -Sai usavo una spada, molto tempo fa, non basta solo la magia, sei prevedibile in modo alquanto patetico. Ora vattene, prova ancora ad avvicinarti a mia moglie e farò sul serio-

Mahen si alzò e continuò a fissarlo con odio, Solas gli fece cenno di andarsene, lo guardammo allontanarsi, lasciò il ramo a terra e ci fissammo, mi aveva fatto piacere quel suo intervento, ma non mi ero dimenticata quello che era successo poco prima. Lo ignorai e risalii sull’albero, mi sdraiai sul ramo e sospirai -Poi la Guardiana vorrà delle spiegazioni…-

Non ottenni risposta, spuntò poco dopo da parte a me rimanendo a fissarmi

-Perché? Ora va a piangere da una maga? Meno male che è un cacciatore…-

-Andruil lo avrebbe ucciso?- domandai curiosa

-Sì, ma prima ci avrebbe giocato un po’, chi non aveva poteri magici era per definizione uno schiavo, alquanto insignificante per la Dea dei sacrifici e della schiavitù-

Cosa!? Non mi era chiaro -Ma non è la Dea della caccia?-

-Sì lo era, ma le cose cambiano, buona parte delle leggende che si tramandano i Dalish era tutta propaganda a loro favore e in mio sfavore-

-Capisco…usavi una spada?- anche questo non me l’aveva mai detto

-Già, la creo con il mio mana, è una lama spirituale. Per un certo periodo sono stato un Dirth’Ena Enasalin, un Guerriero Arcano al servizio di Mythal, invecchiando mi sono specializzato nello studio degli spiriti e dell’Oblio-

-Dirth’Ena Enasalin , la conoscenza che conduce alla vittoria-

-Esatto, cuore mio-

Era sempre pieno di sorprese…rimasi in silenzio ad osservare le fronde dell’albero, le sue labbra morbide sulla guancia -Vhenan, mi fai un po’ di spazio?-

Abbozzai un sorriso -No, ritorna alla tenda, anche se non sembra sono ancora arrabbiata con te-

Un altro bacio -Vhenan ir abelas- rigirai il viso verso il suo -No, non le accetto, dimmi la verità-

Abbassò lo sguardo seccato e sospirò, con un balzo che non mi aspettavo era ora sopra di me, bloccandomi con il suo peso, si chinò facendosi più vicino, allungai una mano e lo accarezzai in viso soffermandomi sul naso -Invece tu da chi te lo sei fatto rompere?-

Sorrise e mi baciò la mano -È una lunga storia…in breve ho fatto l’orgoglioso e arrogante con chi non avrei dovuto- ridacchiai -Che scoperta, questo lo avevo già dedotto da sola-

Si abbassò ancora finendo per abbracciarmi e affondando il viso nei miei capelli, istintivamente lo strinsi -Non ti perdono furbacchione, dimmi come stanno le cose, mi riguarda, ne ho il diritto-

Rimase in silenzio, sospirai sconsolata e chiusi gli occhi tenendomelo stretto, ero arrabbiata, ma adoravo averlo così vicino, sentire il suo respiro e il calore del suo corpo contro al mio mi calmava e mi infondeva una sicurezza che nessun altro riusciva a darmi. Presi ad accarezzarlo sulla schiena e a baciarlo sul collo -Mmm…mi stai seducendo?- non risposi e continuai, passando una mano sul petto sempre più giù fino al suo centro, fremette e gemette stringendomi di più -Vhenan…così…- sospirò profondamente mantenendo il controllo.

Mi fermai -Neanche se ti torturano? Dipende dal tipo di tortura e da chi la attua- respirava pesantemente per calmarsi, non era il posto ideale, o almeno lo sarebbe stato se completamente disperso nella foresta, ma eravamo troppo vicino al campo.

Avvicinai le labbra al suo orecchio -Se ti dicessi che amerei farlo qui…ora?- sussurrai, non mi sarei arresa, sapevo che aveva un buon autocontrollo, diventava divertente quando lo perdeva, rivelandosi molto passionale e lo adoravo. Si alzò un poco fissandomi negli occhi, i suoi ardevano di desiderio, mi baciò sulla fronte, fino a scendere sul naso per poi catturarmi la bocca dolcemente, appoggiò la sua fronte alla mia.

-Sei tremenda e sei solo mia- mormorò, posai le mie labbra contro le sue, me le dischiuse insinuandosi con la lingua, ci staccammo senza fiato.

-Hai sentito tutto vero?-

-Sì ed è stata una bella soddisfazione spaccagli il naso- ridacchiai -Hai fatto una cosa che desideravo fare da tanto tempo…quindi? Furbacchione? La verità? Non ti perdono se non me lo dici-

-No, non serve che tu sappia- rispose serio

-Solas non decidere per me, lo dovresti sapere ormai-

-Se serve a proteggerti, arriverei anche al punto di farmi odiare da te- lo so…lo sapevo bene…

-Ma non ci sei mai riuscito e non ci riuscirai mai-

Ridacchiò -Ar lath, ma vhenan- sospirai -Anche io, stupido orgoglioso- rise.

Udimmo dell’altro movimento, cosa c’è ora? Solas si alzò separandosi da me, guardammo entrambi giù, Mahen era tornato con due compagni, un livido violaceo gli partiva dal naso per prendere anche buona parte della fronte. Qualcosa mi dice che la Guardiana non ne sa nulla. Solas stava per muoversi, ma lo bloccai per un braccio, mi guardò confuso.

-Ci penso io vhenan, tu goditi la scena o se vuoi fare qualcosa, vai a chiamare la Guardiana, ne avranno bisogno quando avrò finito-

Sorrise divertito -Tutti tuoi, ma’arlath- e si mise comodo al mio posto.

Saltai giù, per poi dirigermi verso di loro tranquilla, mi chinai prendendo un ramo e con un colpo secco lo spezzai a metà, ora avevo qualcosa di simile ai miei pugnali, non avrei sfoderato quelli veri per una cosa del genere, non volevo ucciderli dopotutto, solo sfogare quella rabbia che ancora rimaneva sopita.

-Togliti di torno Yen, non vogliamo te, ma quel bastardo!- esclamò Mahen rabbioso

-Ora basta, non fare lo stupido se vuoi tornare al campo con le tue gambe, non sono dell’umore giusto, non penso che tu l’abbia capito. Quello che hai detto prima mi ha dato molto fastidio, stai giocando con il fuoco ti avverto- saggiai i bastoni che avevo in mano, per quello che avevo in mente sono abbastanza pesanti.

-Fenedhis! Sei sempre stata un mostro perfetta per il Vir Banal'ras, togliti di mezzo!- rispose freddo

Ridacchiai, dopo tanti anni ancora quell’insulto ridicolo -Cosa sento paura? Tu che vorresti diventare il capo dei cacciatori del clan, hai paura di me? O era un complimento?- non lasciai il tempo di rispondere, con decisione e forza lanciai i bastoni in faccia agli altri due, finirono a terra tramortiti, era stata una cosa veloce, non se l’aspettavano.

-Ora che siamo rimasti da soli, cosa volevi dirmi?- domandai indifferente

Si era bloccato scioccato e guardava gli altri due elfi a terra, scorsi paura, se non terrore.

Sorrisi sprezzate -In questi anni ho avuto modo di migliorare, combattere contro di voi è un piacevole e divertente diversivo, rispetto ai demoni, non sono diventata l’Inquisitore perché non avevo nulla da fare. Sparisci, se no tornerai al clan con qualcos’altro di rotto oltre al naso-

Infuriato stava per rispondere

-Mahen!!!-

Ci voltammo, la Guardiana era livida di rabbia, accompagnata da Solas. Andai loro in contro, la salutai con un cenno -Mi spiace che sia andata a finire così, ho cercato di non fare sul serio, ma avevano voglia di litigare come ai vecchi tempi, con il mostro perfetto per il Vir Banal'ras-

La Guardiana divenne ancora più in collera, non voleva che mi si rivolgesse quell’insulto, fissò Mahen. Presi per mano Solas trascinandolo alla tenda e mi lasciai cadere su delle pelli.

Si mise al mio fianco -Mi viene il voltastomaco pensare soltanto che ti avrei lasciata ad un’idiota del genere-

Sorrisi -Solas…voglio una risposta- ero seria, doveva dirmelo

Seccato rivolse lo sguardo altrove -Non dirò nulla-

La mia pazienza si stava esaurendo, mi rigirai e lo sovrastai bloccandolo -Parla vhenan- nessuna risposta e chiuse gli occhi per evitare il discorso.

Mi sdraiai sopra di lui e appoggiai la testa sulla sua spalla -Vhenan, parla o me ne vado- mi avvolse la vita con le braccia stringendomi a sé, sospirai.

Centro io, il pendente, sangue, gli Evanuris, esperimenti, Uthenera. Inspirai profondamente, esperimenti, sangue…lupi con uno sguardo particolare…spiriti…il sangue non mente…

Non è che…no, sarebbe assurdo…ma quante cose ho visto che non ritenevo possibili? Arrivo solo a questa conclusione, ed è assurda, ma ha un senso, dopotutto io non ho mai conosciuto i miei veri genitori, non ne ho neanche un flebile ricordo…questi poteri che si sono risvegliati…quello che so fare…’sappi solo che è stato condotto un esperimento qui, ed è riuscito’. L’Uthenera serve per mantenere un corpo immortale intatto durante il sonno e il passare dei secoli, ma io…ero mortale, no? È per merito di Mythal se ora sono immortale…gli spiriti lupo, avevano degli occhi verdi…come quelli che erano presenti quando la mamma mi ha trovato? Un brivido lungo la schiena, la conclusione a cui sono arrivata è…da pazzi!! Come può essere vero? Cioè non può essere vero, vero…sospirai, sembro Sera quando avevamo parlato di Corypheus, strinsi la maglia a Solas.  

È inutile indugiare, la sua reazione avrebbe confermato o smentito questa mia ipotesi.

Mi scostai da lui sedendomi e passandomi una mano tra i capelli -Io non dovrei esistere- affermai decisa e seria, si alzò a sedere anche lui, sorpreso e preoccupato -Come hai…- lo studiai attentamente. Allora è vero, il mio ragionamento è corretto…

-Non sono stupida…- risposi fredda e risentita per aver dovuto trovare quella risposta da sola, è sconcertante, ma voleva proteggermi da questa verità, perché? Per paura di ferirmi?

Mi guardò costernato -Non ho mai insinuato una cosa simile-

-Solas, cosa sono?- lo fissai con sfida, volevo una risposta -Cosa hanno cercato di fare?-

Abbassò lo sguardo, pensava ed esitava -Non ho dei veri genitori, cosa sono?-

-Hanno cercato con te di…creare un essere superiore, gli Antichi Dei, antecedenti al nostro tempo-

Antichi Dei? -Avevano già cercato di fare una cosa simile combinando il sangue elfico con quello di drago…anche i qunari non dovrebbero esistere- rispose triste -Stavano giocando con delle vite, con te hanno preso una via diversa…nelle tue vene…è presente il sangue di ogni Evanuris…-

Rimasi a fissarlo basita…cosa…il loro sangue? Io ho il sangue di ognuno di loro?  Sono una di loro!? No!!! Quindi…anche io non faccio parte di questo mondo? Sono sempre stata immortale?! Cosa…mi presi la testa tra le mani ‘Il sangue non mente.

-È per questo che Mythal mi ha scelto?- domandai sprezzante, la rabbia stava di nuovo prendendo il sopravvento -Non ha voluto dirmi nulla quando gliel’ho domandato!- ero confusa e in ira, le sue mani calde mi presero i polsi facendomi abbassare le braccia, strinsi i pugni a quel gesto, lui…

-Tu…tu lo sapevi?-

-Vhenan…io…-

Cercai di liberarmi dalla sua stretta -TU LO SAPEVI?!- urlai, mi tirò deciso verso di lui abbracciandomi stretta -No, ma vhenan, quando gliel’ho chiesto, mi ha risposto che a suo tempo avrei capito…non ti ha scelto solo per questo, ma per quello che mi hai fatto-

Rimasi rigida tra le sue braccia -Cosa…ti ho fatto?- domandai esitante, di cosa stai parlando?

-Percepiva il mio tormento ogni volta che ti pensavo, e avveniva spesso…ho lasciato che guardasse i miei ricordi su di te…poi non capivo il perché ha detto ‘bene, sembra che il momento sia giunto’ le ho chiesto a cosa si riferiva, ha risposto ‘te ne accorgerai presto, non è finita’-

-Non è finita?- ripetei confusa -Penso che avesse capito che non ti saresti arresa…infatti quando ho cercato di allontanarti ancora da me dicendoti di non amarti, mi ha dato senza scrupoli dell’idiota- rispose divertito

Mi rilassai abbandonandomi contro di lui, cercai di rimanere concentrata e mi imposi la calma

-Il pendente cosa centra?-

-Hanno legato alla tua anima uno spirito altrettanto potente, è diventato una cosa sola con te, come è successo a me, ma io non…io ho stretto un patto…loro non so cosa abbiano fatto, non era descritto…lo spirito è più potente del mio anche se dello stesso genere, sono rari, difficili da trovare e sottomettere…- sospirò e mi fissò in viso -Per questo ho dovuto abbassare lo sguardo prima…-

A quelle parole, percepii rimarginarsi la ferita che mi aveva provocato quando si era comportato in modo così strano e freddo, come al suo solito cercando di proteggermi mi aveva fatto del male, passai le braccia attorno al suo petto e lo strinsi -Non farlo mai più, tu puoi e devi fissarmi negli occhi- abbozzò un sorriso

Volevo sapere un’altra cosa -Tu non…-

Mi strinse -Io non…non mi è mai stato chiesto il mio sangue…-

Sospirai sollevata -Questa è l’unica cosa che conta…il resto è irrilevante-

-Irrilevante!?- esclamò esterrefatto -Non cambia ciò che sono diventata…anche se non hanno lo stesso mio sangue ho dei genitori, il sangue che ho non conta. Avere il loro sangue non mi fa essere uguale a loro- non lo sono e non lo sarò mai, devo crederci, è così, io sono io.

-Lo so…è che…- rispose esitante

-L’importante è che non abbia il tuo…- non rispose e l’osservai, era dubbioso -Voglio avere dei bambini da te Solas- sorpreso, gli occhi ardevano di gioia e amore -Anche se con tutti questi problemi…chissà quando…- aggiunsi sconsolata, appoggiai il viso sulla sua spalla, non so se è perché ora sono Myhtal o perché sono completamente pazza di lui, forse entrambe le cose, ma questo desiderio, continuava a tormentarmi.

Abbassò il suo viso vicino al mio posandomi un bacio sulla guancia -Mi hai detto una cosa bellissima, lo sai?- il cuore mi si scaldò -Ma purtroppo come hai detto tu…non è il momento, metteremmo in pericolo un'altra vita-

Rimanemmo abbracciati, scorsi fuori che era quasi il tramonto -Andiamo, mio padre ci starà cercando- avrei voluto rimanere da sola con lui, non volevo vedere nessuno. Un’altra nuova condizione da accettare…

Eravamo quasi arrivati al campo quando ci venne incontro mia sorella -Stavo proprio per venirvi a cercare, siete spariti per il resto della giornata- insinuò maliziosa

Rimasi impassibile, non ero proprio in vena, non che fossi triste, ma mi sarebbe servito del tempo per riflettere, rimettere a posto i tanti pensieri che avevo in quel momento -Siamo solo andati a vedere le antiche rovine qua vicino-

Sorrise -Certo, comunque è pronta la cena e papà come sai vorrà parlarti-

Ci avviammo, davanti all’Aravel era stato acceso un falò, a cuocere delle cacciagione, nell’aria  un buon profumo di legna bruciata e carne arrostita, è da tanto che non stavo al campo, non avrei mai creduto di poter avere nostalgia per queste piccole cose.

-Eccovi finalmente, tuo padre oggi si è dato da fare- disse mia madre

Ridacchiai -Non lo fa sempre?-

-Non ci crederai, ma con la vecchiaia è diventato più pigro, preferisce che se ne occupino i giovani. Capirai anche tu quando sarà il momento, ma hai ancora un sacco di tempo-

Abbozzai un sorriso, un giorno non potrò più farmi vedere da voi, o dovrei svelare cosa sono, non potrò mai capire cosa vuol dire invecchiare fisicamente.

-Possiamo aiutare in qualcosa?-

-Mettetevi comodi. Elen vai a prendere i piatti-

La guardò sorpresa -Ma!- e mi rivolse un’occhiata, alzai le spalle, che ci posso fare?

-Elen…- sbuffò e alzò gli occhi al cielo -Vado- ma continuò a brontolare

-Finalmente la Guardiana mi ha lasciato andare, non so di cos’altro volesse parlarmi, ma ho rimandato a domani, penso che ce l’avesse con te Yen, hai fatto qualcosa?- disse mio padre

Mi tesi come una corda -Non…saprei, non ho fatto nulla, ci parlerò io domani-

Cosa stava cercando di fare? Voglio tenerlo nascosto e manda tutto a…calma Yen, non è il momento, inspirai cercando di non pensarci, accantonando la questione insieme a tutti gli altri problemi.

Arrivò mia sorella con i piatti, poco dopo ognuno di noi aveva davanti un ottimo pezzo di montone.

-Allora Solas, raccontaci un po’ di te, stai con mia figlia, ma non sappiamo altro-

Sorrise -Certo, avete ragione, dovete sapere con chi si è legata vostra figlia-

Mio padre tossì cercando di mascherare una smorfia, ridacchiai e mi fissò confuso

-Nulla, nulla, è buonissimo questo montone, non ne mangiavo uno così da un bel po’. La mamma ha detto che ti sei dato da fare e che stai diventando pigro-

Guardò mia madre -Contento che ti piaccia, ma non sto…-

Intervenne mia sorella -Stai invecchiando papà, inutile girarci attorno- e partì un occhiataccia

-Visto che sto invecchiando e la memoria non è più quella di una volta dopo mi racconterai le storie su Andruil- l’espressione passò da sorpresa a seccata -Non ci penso neanche, le ho sentite talmente tante volte che mi fai passare la voglia di mangiare-

-Lethallan passami l’acqua per favore- si intromise mia madre sconsolata

Solas aveva seguito lo scambio di battute divertito, alla fine mio padre si rivolse di nuovo a lui e si rifece serio

-Stavamo dicendo?-

-Come sapete già sono un mago, eretico, per la precisione non facendo parte di nessun circolo. Non sono nato in un clan Dalish, ma in un villaggio del nord, poi ho viaggiato parecchio per tutto il Thedas finché non ho incontrato vostra figlia durante la tragedia al Conclave-

-Se Solas non fosse stato lì, sarei morta, ero ferita e lui mi ha curato-

-L’ho fatto perché ero lì per aiutare, e il guaritore non ti aveva dato molte speranze, ero l’unico che poteva fare qualcosa per il marchio sulla mano- già è stato un bel casino, sono quasi morta, ma direi che ne è valsa la pena. Chissà dove sarei ora se non mi avessero mandato al Conclave, sicuramente non avrei sposato quell’idiota di Mahen, mi vengono i brividi al solo pensiero.

-Quindi non è stato amore a prima vista?- si intromise mia sorella

-No, lethallan ci siamo conosciuti meglio in seguito- risposi

-Non stavo chiedendo a te!- replicò decisa, sospirai

Solas ridacchiò -No, avevo in mente altro in quel momento, riuscire a tenerla in vita e combattere contro i demoni per restare vivo. Poi con l’arrivo di tua sorella, la situazione ha iniziato a migliorare, visto che poteva chiudere gli squarci-

-Elen mi ha detto che non vi siete visti per tre anni…-  affermò mia madre, mio padre si fece attento -Esatto, colpa mia, avevo delle cose personali da risolvere e non volevo che Yen venisse coinvolta. Ma mi sono reso conto di non poter continuare a starle lontano e quindi sono tornato-

-E in tre anni sei stato sempre innamorato di lei?!- rispose perplessa Elen

-Sempre, non sono mai esistite altre- proferì serio

Era sorpresa -E tu?-

-Io? Stessa cosa, non mi interessavano gli altri, anche se essendo l’Inquisitore ho ricevuto parecchie proposte, ho aspettato che tornasse- Josephine bruciava le lettere con tale contenuto senza neanche farmele vedere. Quello che mi aveva dato un po’ fastidio è che era trapelata l’informazione tra i nobili che ero stata la compagna di un traditore, quella parola mi faceva infuriare, che diavolo ne sapeva la gente di lui e della nostra relazione? Mi era toccato far finta di nulla, per non rovinare i vari contatti che avevo instaurato, in compenso molti dovevano aver trovato intrigante la cosa visto che non venivo lasciata stare, finché non ero arrivata al punto di ignorarli completamente. La mia reazione era stata trovata divertente, fintanto che la stessa Celene si era interessata alla questione e non avevo smentito le voci, non mi interessava giocare con l’imperatrice su una mia questione privata, il ricordo di quella conversazione era ancora vivo e quella sera, all’ennesimo ballo a cui avevo dovuto partecipare, era stata l’ultima volta che le avevo parlato.

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-Mi avete fatto chiamare?- domandai, Celene era vicino al parapetto del balcone, indossava un abito verde di seta che richiamava l’ultima moda orlesiana in voga in quel momento, la maschera sempre sul viso come per consuetudine. Le due guardie poste alla porta si congedarono lasciandoci la privacy che richiedeva quell’incontro, sapevo di cosa voleva parlare, non si chiacchierava d’altro in quel periodo e non potevo negare, mascherarlo, ma non negarlo che mi desse fastidio.

-Inquisitore come sempre siete la benvenuta, vedo che però la vostra ambasciatrice non riesce a farvi indossare un abito da sera- insinuò con tono divertito -Suppongo che tale evento richiederà un accompagnatore adatto, mi chiedo se ne avrò mai il piacere- avevo messo la classica divisa militare, ma di un blu notte, la rossa della prima volta la trovavo orribile. Il concetto ‘non voglio essere corteggiata’ mi sembrava chiaro, ma con scarso successo.

-Spero di avervi fatto riprendere fiato-

Sorrisi -Il tempismo è stato perfetto, la mia pazienza non è infinita, vi ringrazio-

-Un elfa al vostro posto ne sarebbe lusingata-

-Forse, ma converrete con me che non sono un trofeo da vincere-

Ridacchiò -Diciamo semplicemente che è già stato vinto almeno quasi tre anni fa-

Già è quasi passato un anno e ormai eravamo alla fine -I vostri informatori sono efficienti ne prendo atto-

-Non così efficienti, ma voglio sentirlo da voi, non mi piace basarmi sulle voci, è un pericolo reale?-

La studiai attentamente il tono ormai serio, sospirai -Devo rispondere come l’Inquisitore o come sua compagna?-

Rifletteva -Mi piacerebbe sentire entrambe le versioni-

-Come Inquisitore, sì e lo ucciderò perché è un mio dovere, perché ci ha tradito e usato. Come sua compagna, sì e lo fermerò perché non è un avversario che si può sconfiggere con la forza, perché non mi sono sentita né tradita e né usata, ma abbandonata e perché lo picchierò così tanto che cambierà i suoi piani-

Rise -Non mi sembrano entrambe prospettive rosee per l’interessato…- fece una pausa -Lo amate anche dopo tutto questo?-

-Sempre- risposi senza esitazione, rimase in silenzio -Sareste andata con lui?-

Non mi aspettavo quella domanda, non così direttamente almeno -Se me ne fosse stata data la possibilità…sì-

-Non l’avete avuta?-

-Negata da lui stesso-

Altro silenzio -Capisco…allora spero di rivedervi un giorno con un abito da sera adatto all’occasione-

Abbozzai un sorriso -Lo spero anche io, maestà-

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-E se non fosse tornato?- intervenne mio padre -L’avrei cercato e mi sarei tolta la soddisfazione di fargliela pagare- guardai Solas e sorrisi

-Infatti, era meglio non rischiare- rispose con tono serio -Dubito sarei sopravvissuto-

Gli tirai un pizzicotto, si rivolse verso di me mimando un “ahi” con la bocca e massaggiandosi il braccio

Elen rise e i miei genitori sorrisero

-Bhe, sembra proprio che abbiate il favore di Mythal- disse mio padre un po’ meno severo, forse Solas aveva fatto una buona impressione

Se sapessi…bevvi dell’acqua, rispose Solas -Sembrerebbe così hahren-

Per fortuna non si era andati sul discorso tradizioni, si sta comportando meglio di quanto mi aspettassi, forse la mamma gli ha detto qualcosa.

-Non sei Dalish, ma hai detto di conoscere gli Dei elfici…- si bloccò, aveva percepito lo sguardo insistente mio e di mia madre. Cosa avevo appena pensato? È più forte di lui…

Solas sorrise –Parte di quello che so è perché l’ho visto nell’Oblio, che riflette solo la verità, hahren. La quale discosta molto da quello che i clan si tramandano, ma se vogliamo rimanere vivi suggerirei di cambiare discorso- disse l’ultima frase fissandomi divertito, abbozzai un sorriso in risposta.

Notai poco lontano la Guardiana, vicino al falò principale del campo, si stava cucinando qualcosa.

Mi alzai e appoggiai una mano sulla spalla di Solas -Vi lascio un attimo, parlo con la Guardiana-

Mi avvicinai ad essa -Buonasera, hahren-

Si voltò sorpresa e mi invitò a sedere -Non pensavo venissi, da’len-

Sorrisi -Sono contenta che tu sia tornata a farci visita-

-Anche io, ma non posso restare-

Mi guardò seria -Lo immaginavo, mi spiace per tuo padre, ma tu hai scelto una vita diversa. Quindi ho notato che sono cambiate molte cose, soprattutto tu-

Voleva che introducessi io l’argomento? Per fortuna eravamo sole. Fissai il fuoco ascoltandone il crepitio.

La osservai, mi dispiace non posso dirti la verità -Non sono più la bambina che se ne era andata-

Sorrise -Questo penso l’abbia notato anche tuo padre, ma quello che ho visto?-

La guardai seria -Dimenticalo se puoi, non farne parola con i miei, deve rimanere tutto così-

Sospirò -Perché vuoi che rimanga un segreto?-

-Perché si aprirebbe una porta che per voi deve rimanere chiusa-

Mi fissava attenta -Centra il tuo compagno?-

-Centra lui, centro io…-

-Quello che hai fatto alla viverna…non è magia normale…- rispose esitante

Rimasi in silenzio -Non me ne puoi parlare?-

-No, mi dispiace-

Guardò il fuoco e sospirò -I Vallaslin?-

-Solas sa toglierli e sai che non li ho mai voluti hahren-

Ridacchiò -Eccome se lo so, però ti stavano bene, soprattutto la scelta del colore…- insinuò

Sorrisi -Allora lo avevi capito?-

-Certo da’len, ma quello che mi ha sorpreso è che hai scelto una versione complessa del Vallaslin, anche se ti avevo proposto quella più semplice, perché?-

Non lo sapevo neanche io con certezza, non allora per lo meno, negai con la testa -Non lo so nemmeno io, forse perché al clan Mythal non viene scelta spesso e…- mi interruppe -E hai sempre voluto distinguerti dai tuoi coetanei, anche se lo facevi già egregiamente, le tue abilità in combattimento e nella caccia sono sempre state superiori da provocare paura e darti quell’insulto-

-Già, ma quell’insulto è il rovescio della medaglia…- mi rivolse un espressione confusa, non approfondii la cosa, ma era la verità, se dovesse succedere qualcosa a Solas sarebbe l’unica via che percorrerei fino alla morte.

-Mi era stato riferito che avevi l’Ancora, non la vedo-

Abbozzai un sorriso -Non ce l’ho più, mi stava uccidendo e Solas mi ha salvato- tirai su la manica dell’abito mostrando la cicatrice che era rimasta sull’avambraccio. Avrei potuto cancellarla quando volevo, ma preferivo non farlo, mi ricordava cosa ero e cosa invece sono ora e lo farà per sempre su questo corpo che non invecchierà mai.

Le si sgranarono gli occhi -Da’len…questo non è il tuo vero braccio??-

-Bhe, ora lo è…l’originale è stato reciso, un altro mio amico mago me ne ha dato uno nuovo-

-Hai vissuto cose che qua al clan nessuno si immagina…e ora ne sai decisamente più di me sulla magia…-

-Quello che so me l’ha insegnato Solas il resto l’ho vissuto in prima persona…- sospirai -Quell’idiota di Mahen, mi sarebbero bastati cinque minuti e sarebbe morto, non ho bisogno dei miei poteri per fare ciò, hahren…se li uso in combinazione al combattimento è una cosa devastante-

-Tu gli hai rotto il naso?-

-No, Solas, ed è stato fin troppo gentile, l’ha insultato-

-Bhe, se ne ricorderà visto che non è venuto subito da me, il segno resterà-

-Bene e non potrà neanche vantarsene, l’idiota…-

-Da’len…-

-Scusa…ma è vero, gli servirà da lezione-

Sospirò -Sono contenta che tu abbia trovato qualcuno che ti capisca, così non sei da sola-

-Grazie, ma non ho solo Solas, ho anche degli amici con cui ho combattuto contro Corypheus-

-Lo so da’len, la tua casa ora è un’altra, sono felice che hai trovato quello che cercavi-

-Mi hai scelto apposta per andare al Conclave?-

Sorrise -Conoscevo il tuo desiderio di voler vedere il mondo esterno, e che magari non saresti tornata, ma sei sempre stata diversa e sapevo che se ti avessi costretto al clan dubito sarebbe andata a finire bene-

Quelle parole mi sorpresero, scaldandomi il cuore -Ma serennas, hahren-

-Ti conviene tornare da tuo marito, prima che tuo padre lo sommerga di domande…tienitelo stretto, hai scelto bene, trovare un lupo è raro, rimane fedele come pochi-

La guardai basita, cosa…che…-Hahren…?-

Sorrise -Sono vecchia, ma ci vedo ancora bene da’len e il tuo compagno l’ha capito, so quando dare peso alla nostra storia e quando metterla da parte-

Inspirai profondamente, mi alzai e la guardai in viso

-Hahren, ti dirò solo una cosa, con arroganza verremmo chiamati Dei- dissi seria

Era esterrefatta, non gli lasciai il tempo di rispondere -Forse un giorno ci rivedremo-

Mi voltai e tornai da Solas mettendogli le mani sulle spalle

-Risolto con la Guardiana lethallan?- domandò mio padre -Sì, ci siamo chiarite-

-Andiamo Solas? È tardi-

Salutammo e tornammo alla tenda, mi cambiai e mi stesi sulle pelli, chiusi gli occhi e sospirai cercando di rilassarmi. Sentii Solas mettersi al mio fianco -Con la Guardiana?-

-Tutto a posto, è rimasta scioccata, dubito farà altre domande-

-Perché scioccata? Non avrai…?-

Ridacchiai -No, ho solo detto una verità omettendo tutto il resto-

Le sue labbra morbide e calde sulle mie -Impari in fretta, vuoi fare anche Fen’harel?-

Sorrisi -A te viene naturale, a me no, grazie, mi va bene così-

-Le hai detto qualcosa sulla tua natura?- aggiunsi

Ridacchiò -No, ma riesce a vedere il mio spirito e anche il tuo ora che hai di nuovo il pendente. A parte quello che ti ho detto prima, non ha fatto altre domande, ma ha abbastanza talento per scorgere cosa siamo, anche se non può capire-

Mi baciò  ancora lentamente passando poi sul collo, sospirai, bruciavano -Sei tesa-

-Troppe cose tutte in un giorno…- aprii gli occhi e lo fissai -Solas…dovessi un giorno fare qualcosa…-

Mi baciò zittendomi -Tu sei tu e non chiedermelo, preferirei farmi ammazzare da te piuttosto che farti del male-

-La stessa cosa che ho pensato io, qualche anno fa-

-Non hai mai pensato di…-

Sorrisi -Piuttosto mi faccio uccidere da lui, che fargli del male-

Prese possesso della mia bocca.

 

 

 

 

 

Vir Banal'ras: La Strada dell'Ombra, I cacciatori Dalish la intraprendono quando un Debito di Sangue deve essere ripagato. Questi cacciatori si dedicano alla vendetta e nient'altro, da qui nascono le leggende dei Dalish Assassini.

Uthenera (letteralmente "lungo sonno", tradotto anche come "immortale") è un sonno prolungato praticato dagli  antichi elfi

Fenedhis!: “Al diavolo!”





Eh già, la nostra Yen questa volta ha scoperto qualcosa su stessa che non si aspettava, ma sembrava troppo perfetta vero? XD
E la reazione di Solas, è stato un bel colpo anche per lui, povero XD
Mahen...Mahen è un idiota, l'ho già scritto un sacco di volte XD  *Yen e Solas approvano molto*
Spero che vi sia piaciuto e sia tutto chiaro, se no ditemelo pure :)
Alla prossima!


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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.



22

Seduta su un masso poco lontano dalla tenda osservavo il fiume. Solas era andato a fare un giro, probabilmente a concludere quello che aveva detto ieri solo a parole.

Il sangue di ogni Evanuris…questo pensiero continuava a persistere, non facevo in tempo a pensare ad altro che insistentemente ritornava. Avevo fatto fatica a dormire quella notte, continuando a rigirarmi nervosa, infine all’alba stavo per alzarmi anche se esausta, quando Solas aveva posato una mano sulla mia vita e l'altra sulla mia testa tirandomi verso di lui, mettendomi il viso sulla sua spalla -Ti sveglio io, vhenan. Melava somniar- dopo quelle due parole, avevo perso conoscenza quasi senza accorgermene.

-Lethallan- mi voltai, si avvicinò mio padre mettendosi al mio fianco

-Ciao papà-

-Non vedo l’elfo che mi ha portato via la mia bambina-

Sorrisi -È andato ad esplorare i dintorni…quindi cosa ne pensi di lui?-

-Avrei preferito che ti legassi a qualcuno del clan…-

Ci avrei scommesso…

-Ma mi sembra che ti renda felice e questo è l’importante, no? Tanto a te non interessa che sappia poco delle nostre tradizioni e non sono io che ci devo vivere assieme-

Lo guardai sorpresa -Di la verità, hai parlato con la mamma-

Abbozzò un sorriso -A tua madre e a tua sorella ha fatto un’ottima impressione…-

Questo lo avevo notato -E a te?-

-Mi pare degno di fiducia, mi chiama hahren, ma mi da l’impressione di saperla più lunga di quanto ne sappia io, gli occhi non sono quelli di una persona giovane-

-Ha viaggiato molto e ne ha passate tante, sarà per quello- risposi vaga

-Mmm…per i Vallaslin, li hai tolti…come?-

-Solas con la sua magia sa toglierli, gliel’ho chiesto io…sai che non li ho mai voluti fare…-

Rimase in silenzio -Lo sai che ti voglio bene vero? Volevo…volevo solo che diventassi parte del clan e vorrei che prendessi il mio posto a guidare i cacciatori-

Sorrisi -Anche io ti voglio bene, anche se sai essere insopportabile- sospirai, mi alzai e lo guardai in viso -Mi dispiace, non posso accettare, ho compiti altrove, non posso restare- aggiunsi triste

-Me lo aspettavo, la Guardiana mi aveva già avvisato…però hai trovato la tua strada…- era afflitto

Lo abbracciai -Grazie papà, poi non sono da sola, ho Solas e ci aiutiamo a vicenda-

-Lo spero bene, se no gli faccio vedere io-

Ridacchiai -Penso che la tua seconda scelta sia Mahen, giusto?-

-Già-

-Bhe, sai come la penso, rompigli le scatole anche da parte mia, non vorrei che moriste di fame-

-Come siamo pessimiste-

-E realiste, ficcagli un po’ di buon senso in quella testa- aggiunsi

-Si vede che sei abituata a comandare, saresti stata perfetta-

-Ne ho passate talmente tante che ho imparato padre-

-Anche Solas mi pare che ne sappia qualcosa- proferì curioso

Sorrisi -Anche lui ha un ruolo di comando in quello che stiamo facendo-

Mi guardò attento -Combatte molto bene, ma è un ottimo stratega, certe volte avventato, ma per quello ci sono io-

-A proposito cosa è successo a Mahen? La Guardiana…-

Lo interruppi -Ha fatto l’idiota come suo solito e Solas gliel’ha fatta pagare, visto che l’ha insultato più volte, perché avrei dovuto sposarmi con lui, visto che l’hai illuso…decisamente non è mai stato di mio gusto e prima che ti vengano strane idee, Elen la pensa allo stesso modo- replicai senza pietà.

Sospirò -Capisco…quando avete intenzione di andarvene?-

-Forse domani-

Annuì con un cenno del capo -Sarà meglio che vada, ci vediamo dopo-

Sorrisi -Sì papà- sospirai e mi guardai intorno, tutto sommato era andata bene e Solas non si vede…andai anche io verso il campo, vidi una figura veloce di riflesso, la evitai agilmente, Elen.

-E quello cosa doveva essere? Un attacco a sorpresa? Troppo lenta-

-Come hai fatto? Non mi vedevi!-

Ridacchiai -Te l’ho detto, troppo lenta, avrei potuto anche contrattaccare se avessi voluto-

Sbuffò -Non eri così brava quando te ne sei andata e qui rimane sempre tutto uguale…Solas?-

-È andato a fare un giro…-

-Senza di te? Siete sempre appiccicati- ridacchiò

-Per noi il venirvi a trovare è una pausa rispetto a quello che facciamo di solito-

Mi guardò curiosa -E cosa fate di solito?-

-Cose che hanno a che fare sempre con l’Inquisizione, per esempio vogliamo liberare gli elfi dalla schiavitù del Tevinter, adesso-

Aveva ascoltato attenta quello che avevo detto ed era pensierosa

-Non…è che…potrei venire con voi?- disse esitante

Divenni tesa, Elen…come posso toglierti ai nostri genitori, hanno già perso me…poi verresti a scoprire cosa siamo, oltre che ti metterei in pericolo.

-Elen perché mi chiedi ciò?- risposi seria

-Perché qui al clan non c’è nulla! Farei la cacciatrice e basta, voglio vedere altro che la solita foresta!-

Capivo il sentimento che provava, ma…

-Lethallan ti capisco, ma ai nostri genitori non pensi? Se te ne vai anche tu…ne devi parlare con loro…io non voglio poi metterti in pericolo, qui hai una vita tranquilla, verrà il momento di combattere, se ti succede qualcosa come farei a perdonarmelo?-

-Ormai sono adulta! Li vedi i Vallaslin? Vorrei poter decidere io cosa fare, non devi tenermi sotto controllo!-

I Vallaslin li vedevo eccome -Hai scelto anche tu Mythal?- proferii seria, i miei marchi, per fortuna sono solo un imitazione di quelli veri, aveva fatto il più semplice e meno invasivo, le donavano, anche se sarebbe stata meglio senza.

Annuì con un cenno del capo -Quindi cosa dici?-

-Ne devi parlare con loro, non puoi sparire senza dire nulla-

Era nervosa -Parlarne con papà? Faccio prima ad imparare l’Antica Lingua-

Abbozzai un sorriso -A proposito, perché?- la guardai confusa -Cosa?-

-Vi ho sentiti, quando parlate da soli lo fate solo nell’Antica Lingua, giusto?-

Ormai non ci facevo neanche più caso, ci veniva naturale, e vedevo Solas molto a suo agio, a me parlare una o l’altra non aveva molta differenza.

-Me l’ha insegnata lui e ci sentiamo a nostro agio usandola-

-Siete strani, non volete far capire cosa vi dite?-

Sorrisi -Anche Elen, torna utile anche per quello-

-Quindi ne dovrei parlare con papà? Oddio…so già che non accetterà-

-Se provi prima con la mamma?-

Mi guardò sconsolata -Proverò, ma non prometto nulla…mi sta venendo sempre più voglia di sparire, indubbiamente farei prima…-

-E li faresti morire di paura e preoccupazione-

Sospirò -Vado non ho molto tempo, vero? Quando…-

-Domani Elen- sospirai -Molto probabilmente domani mattina-

Era pensierosa, affrontare l’argomento con i miei non sarebbe stato facile, lo sapevo

-Ora sei adulta è vero, se vuoi venire non te lo impedirò, ma non ci sarò sempre, ho anche io delle cose da fare, potresti vedermi poco o tanto. Non potrò aiutarti, sarai un soldato Elen e potrai ricevere delle promozioni, usi ancora l’arco giusto? Sarò sincera lethallan, preferirei che restassi qui, ma ti lascio scegliere, è un tuo diritto-

-Sì, uso ancora l’arco e tu?-

-Io sempre i pugnali, lo sai che l’arco non fa per me-

Ridacchiò -Non fa per te? L’ultima volta che ti ho visto usarlo facevi paura! Sei ancora capace?-

Abbozzai un sorriso -Arrugginita, terribilmente…sono quasi cinque anni che non lo prendo in mano-

Sogghignò e mi prese per mano -Bene andiamo, fammi vedere!-

-Non devi parlare con la mamma?- replicai confusa -Dopo, dopo, c’è tempo-

Mi trascinò nello spiazzo per gli allenamenti, i bersagli erano posti di fronte. Si allontanò per prendere il necessario. Erano presenti i ragazzi più giovani che si esercitavano.

Mi ritrovai in mano un arco e la faretra, eh che pazienza, saggiai la corda era giusta.

-Quindi?- domandò Elen

-Devo iniziare io? Mi vuoi proprio umiliare- scherzai

Sorrise divertita -Tre frecce a testa, vediamo chi fa centro più volte…ah e naturalmente un unico bersaglio-

Ma sentila, e si che le ho detto che non lo uso da parecchio -Quando fai così sei antipatica lo sai?-

Ridacchiò e mi fece segno di iniziare, osservai il bersaglio, saranno stati circa trenta metri, una volta era una bazzecola, ma adesso?

Incoccai la prima freccia, inspirai per impormi la calma e presi la mira. Scoccai, raggiunse il centro perfetto. Rimasi sorpresa e fissai il bersaglio incredula.

-Wow, meno male che sono cinque anni che non ne prendi in mano uno! Ma sei sicura?- esclamò stupita

-Sicurissima…- un pensiero insidioso mi era venuto in mente, ma lo avrei affrontato dopo.

-Forza tocca a te!- la incitai, si mise in posizione e scoccò, un centro anche per lei, sorrisi

-Spostiamolo più indietro- una volta fatto, per entrambe furono altri due centri, ormai lo spazio disponibile era pochissimo

Sospirai -Elen tira prima tu-

-No tocca a te! Non voglio vantaggi!- esclamò decisa, le sorrisi -Ma che vantaggi, forza, muoviti!- volevo provare a fare una cosa, che probabilmente avrebbe confermato il mio dubbio.

-Come vuoi, ma non dare la colpa a me se perdi!- ridacchiai, no non avrei perso…purtroppo…

Scoccò e fu un altro centro, aveva occupato l’ultimo spazio disponibile come previsto

-E ora che fai?- sogghignò divertita, sorrisi allontanando cupi pensieri.

Scoccai. La freccia arrivò infallibile e prese il posto di quella che era già conficcata nel centro, sbalzandola via ridotta in pezzi. In quel momento avevo distrutto me stessa. Elen mi prese dalle spalle euforica -Come hai fatto!?-

Cercai di sorridere -Sei straordinaria, ce l’hai nel sangue!- continuai a mantenere quella maschera di felicità, già nel sangue…

-Dai vai, devi parlare con la mamma, no? Io…ritorno alla tenda-

-Questa la devo dire anche a papà però, sei bravissima, potresti essere Andruil!- affermò gioiosa

Feci un mezzo sorriso “-Ci vediamo dopo- e mi avviai alla tenda, dovetti trattenermi per non correre, entrai, Solas non era ancora tornato.

Mi sedetti e mi coprii il viso con le mani, tutto quello che so fare, non è merito mio! È colpa di questo sangue! Gli occhi mi si riempirono di lacrime che mi rigarono il viso. No, no, no! Questi poteri, tutto ciò che sono…non è merito mio! So tirare così bene con l’arco per merito di Andruil! E gli altri Evanuris? Che abilità mi hanno tramandato? Avrò anche i loro difetti! Non voglio essere loro! Per questo Solas mi aveva guardato così ieri?

Le lacrime non si fermano, sono sempre io, ma tutto quello che so fare…

Udii dei passi avvicinarsi alla tenda, cercai di asciugarmi il volto e mi girai, dovevo controllarmi, non volevo farmi vedere così da lui.

Lo sentii entrare -Ah sei qua!-

Non risposi e non lo guardai, facendo finta di cercare qualcosa nella borsa

-Che succede?- domandò, divenni tesa, avevo la gola secca, ma come fai? Mi schiarii la voce

-Nulla-

-Vhenan ti conosco troppo bene, cosa succede?- l’ulteriore domanda mi irritò

Tenendo il volto basso feci per uscire velocemente, ma mi bloccò per un braccio tirandomi con forza a sedere -Ehi! Lasciami!- mi fissò serio aspettando che parlassi. Non ne avevo alcuna intenzione. Continuava a stringermi la mano, il calore che mi infondeva mi faceva sempre sentire bene.

-Non andrai da nessuna parte finché non parli, per me possiamo stare qua anche tutto il giorno. Sei sconvolta è inutile che cerchi di nascondermelo-

Continuai a tenere lo sguardo basso, finché non lo rialzai con sfida -Lasciami- risposi piccata

-Spiacente, se necessario ti bloccherò anche meglio- rispose pacato e deciso fissandomi negli occhi -Sei bellissima anche così infuriata e non ti lascerò andare mai più-

Sospirai, adulatore, cercai di alzarmi strattonandolo, ma mi tirò giù deciso e con forza obbligandomi a stendermi e sovrastandomi, sospirai profondamente -Da quando sei tu a essere così orgogliosa?-

Lo fissai, ma distolsi lo sguardo, mi leggeva come un libro aperto -Non ho intenzione di parlare, quindi che facciamo?-

-C’è qualcosa che ti turba e voglio saperlo, non ti lascio andare neanche se usi quella barriera-

-Vogliamo provare? Tanto non è comunque una mia facoltà- risposi triste

-Proviamo!- replicò arrogante, aveva proprio intenzione di provocarmi, come vuoi!

Rilasciai il mana che formava la barriera, ormai avevo imparato a controllarla a piacere, ci era voluto meno del previsto e mi persi nei miei amati occhi grigi. Sostenne lo sguardo con difficoltà, vidi anche lui usare il suo potere cercando di sovrastare il mio, stava facendo fatica lo percepivo, si avvicinò ad un palmo dal mio viso, fissandomi con sfida negli occhi, lo stavo mettendo a dura prova. Mi diede un bacio leggero sulle labbra. Stupido, ti stai facendo del male. Annullai la barriera.

-Perché l’hai tolta?- sospirai e chiusi gli occhi -Ti stavi facendo del male-

-Io stavo solo facendo quello che ti ho promesso, non intendo distogliere lo sguardo dai miei amati occhi color ametista e poi lo sai che sono orgoglioso, mi è bastato una volta-

-Hai fatto quello che dovevi suppongo…- tentai

-Non cambiare discorso- invano…-Quindi che si fa?-

-Mmm…di idee ne avrei parecchie, ma preferirei che parli prima- rispose malizioso

Sorrisi, ma rimasi in silenzio, ignorandolo, passò un braccio sotto la mia vita e uno sotto le mie spalle, aprii gli occhi -Che stai…?- non finii la frase, con un movimento veloce ci scambiò di posto e mi strinse a sé, così che non potevo alzarmi -Così va meglio, io sono troppo pesante per te, ora siamo comodi entrambi-

Mi si scaldò il cuore e lo strinsi -Ma’arlath…che succede? Ti prego, mi fai preoccupare così-

Accidenti a te… -Sono andata a tirare con l’arco con Elen…-

Rimase in silenzio, ma sentiva che non continuavo -E…?-

-Sono cinque anni che non ne prendo in mano uno…cosa ti aspetteresti?-

Cominciò ad accarezzarmi -Che non sei più brava come dovresti?-

-Normalmente dovrebbe essere così…-

-Ma…non è stato così…-

Gli strinsi la maglia con rabbia e mi sfogai lasciando andare tutto quello che mi stava corrodendo l’anima -Ogni cosa che so fare è colpa di questo sangue! Non ho niente di mio! Quella che ha tirato con l’arco era Andruil, non io! Pensavo fossero mie abilità e invece è tutto grazie a loro! Anche questo potere non è mio, me l’hanno dato loro!- mi rivennero le lacrime agli occhi -Dimmi la verità Solas! Chi vedi quando mi guardi? Ieri mi hai guardato in un modo che…- le parole mi si fermarono in gola, trattenni un singhiozzo e le lacrime mi rigarono le guance.

Mi strinse di più a sé -Non voglio sentirti dire queste sciocchezze, allora le abilità che i figli prendono dai genitori non sono loro? Quello che sai fare è solo merito tuo, probabilmente è vero sei avvantaggiata rispetto agli altri, ma tu sei tu-

Lo strinsi e affondai il viso nella sua maglia -Chi vedo quando ti guardo? Non lo nego mi ricordi Andruil, ma sei completamente diversa da lei. Ti chiedo ancora perdono per come ho reagito ieri, non succederà mai più. Ho tra le mie braccia la donna che mi ha fatto impazzire in quel sogno cinque anni fa e per la quale morirei se necessario e da cui voglio dei figli-

Ero tra il pianto e la gioia -Stupido, smettila di fare l’adulatore-

-Perché? Mi pare che ti piaccia quando lo faccio, e mi piace farti i complimenti, ti brillano sempre gli occhi come la prima volta-

-Stupido orgoglioso- replicai con un filo di voce, ridacchiò -Va meglio?-

-Come abbiamo fatto per tre anni?-

-Non lo so, vhenan, ma sono contento che non siano stati di più-

Allentò la presa, ma rimasi stesa sopra di lui, ero comoda. Rimanemmo in silenzio per un po’ ascoltando il nostro respiro.

-Mia sorella vuole venire con noi…-

Sospirò -E tu?-

-Come mi ha rinfacciato lei è adulta, non la posso costringere, ma le ho detto che deve convincere i miei…cosa alquanto difficile, ma ha la testa dura come un masso-

-Su questo siete uguali, ma per la nostra natura?-

Sorrisi compiaciuta -Avrò parecchio da raccontare e le farò giurare di non dire nulla ai miei, resterà stravolta…non voglio che abbia paura di me o di te-

-La Dea dell’amore non ha mai fatto paura, sempre se non si vendica…il problema sono sempre io…-

Mi alzai un poco per guardarlo -Non dire sciocchezze, capirà-

-Ho parlato anche con papà, le mie congratulazioni hai fatto una buona impressione-

Sorrise -Meno male e tu?-

-Tutto a posto-

-Bene…che si fa?-

-Non avevi detto di avere parecchie idee?- insinuai maliziosa

-In effetti…- lo accarezzai -Hai distrutto quel luogo?-

-No, ho solo sigillato l’entrata, penso sarebbe venuto un colpo al tuo clan, no?-

Ridacchiai -Mi sa di sì, grazie, vhenan-

-Comunque la tua Guardiana, non si è arresa del tutto, ha cercato di seguirmi…invano…- rise

-Mi fa piacere che ti sia divertito, come sparisci tu, non lo fa nessuno-

-Mmm…che cattiva- rispose piccato. Ridacchiai.

Mi separai da lui, dei passi fuori dalla tenda -Yen, sei dentro?- prima che potessi rispondere, vidi parte del telo scostarsi, spuntò il viso di Elen, esitò -Scusate…vieni?-

Uscii all’esterno seguendola -Allora la mamma non è molto convinta, ma visto che ci sei tu, ha detto che va bene, basta che le scrivo molto più di quanto abbia fatto tu- era raggiante, le sorrisi, ma rimaneva ancora una persona -Papà?-

Abbassò lo sguardo in difficoltà -Non gli hai ancora detto nulla…-

-Bhe…ci ho provato, ma…ho cambiato discorso…-

Sospirai sconsolata -Purtroppo devi dirlo anche a lui-

-Lo so…e che…- la presi per un braccio e la trascinai al campo -Ehi! Dove andiamo?-

-Da papà, da chi vuoi andare?- risposi decisa -Che!? Ferma! Stop! Non sono pronta mentalmente!-

Ridacchiai -Su forza, o quando verrai con me ti dovrò tenere la mano come una bambina?-

-Cosa!? No!- rispose offesa e si liberò dalla mia presa, la guardai -Allora? Sarò presente anche io, ma parli tu-

Mi guardò sorpresa e abbassò lo sguardo pensierosa -Va bene, andiamo- e mi tirò lei per un braccio, sorrisi compiaciuta.

Lo trovammo al campo d’addestramento, stava insegnando ai più piccoli le basi, mi venne in mente quando ne avevo preso per la prima volta in mano uno, avevo imparato molto più in fretta dei bambini della mia stessa età e papà era orgoglioso. Poi da adolescente avevo scoperto la gioia di attaccare e combattere con i pugnali, provo sempre una certa soddisfazione che l’arco non mi da. Era confortante abbattere una preda da lontano senza neanche essere visti, ma molto più profondo il piacere di sorprenderla alle spalle. Ero sempre stata particolarmente micidiale, e avevo acquisito un misto di rispetto e paura dai miei coetanei, cercando di offendermi dicevano che ero perfetta per il Vir Banal'ras.

Feci un cenno ad Elen incoraggiandola, andò a chiamarlo. Mi si mise di fianco e nostro padre di fronte -Dimmi Elen- la guardai, si era già bloccata? Le tirai un pizzicotto, mi rivolse un espressione buffa, diceva ‘dopo te la faccio pagare’, sorrisi divertita, si schiarì la voce.

-Papà…voglio andare insieme a Yen, ne ho già parlato con la mamma e ha dato il suo consenso-

Ci rivolse una espressione esterrefatta, che divenne in seguito mesta

-Non se ne parla, sono già abbastanza in apprensione per una figlia, non voglio rischiare che ti succeda qualcosa-

-Ma…papà!- esclamò tentennante -Ho detto no, chiuso- rispose deciso, osservai entrambi, Elen era visibilmente infuriata e si stava trattenendo da fare una scenata probabilmente. Intervenni.

-Padre- rivolse la sua attenzione su di me -I Vallaslin, dichiarano che l’intero clan la ritiene adulta, può decidere da sola la sua via, non vorrai smentirlo-

Mi guardò piccato -So cosa significano i Vallaslin e tu dovresti sapere a cosa vuoi mandarla in contro-

Mantenni un tono pacato e serio -L’ho già avvisata di ciò e sembra pronta a prendersi le sue responsabilità, la terrò d’occhio per quanto possibile-

Lo vidi osservare mia sorella -Per quanto possibile…dovrò aspettare che qualcuno mi venga a dire che siete morte?-

-Anche io potrei aspettarmi un’altra lettera, che mi riferisce della tua morte per mano di uno sh’amlen, bestia o demone. Ha il diritto di scegliere, potrà sempre far ritorno al clan in seguito-

Ormai lo avevo messo con le spalle al muro -Parlane assieme con la mamma, ma vorremmo una risposta entro domani mattina- avevo dettato le condizioni.

Mi fissò attentamente -Da quando fai questi giochetti?- proferì risentito

Abbozzai un sorriso -Questo è parte del mondo di cui ora faccio parte e non voglio che ne veniate mai in contatto, Elen non ne avrà bisogno, questo è sicuro. Giocare con i potenti richiede una certa abilità, posso assicurarti di non averlo fatto volontariamente, ormai è una parte di me. Perdonami-

Salutai con un cenno del capo, percorsi qualche metro, quando venni bloccata dal braccio, mi voltai, lethallan, le sorrisi e contraccambiò  -Ma serennas, ma chi era quella persona?-

La guardai attentamente -Ogni cosa a suo tempo Elen, avrai delle spiegazioni se verrai con noi-

Mi osservò -Sei diversa…da come ricordavo…-

Sorrisi e la tirai verso di me abbracciandola -Purtroppo ho dovuto farlo, ma anche quando mi vedi così sono sempre io, solo…bhe…-

Mi strinse -Scommetto che quando fai così ha paura anche Solas, è per quello che ha risposto in quel modo l’altra sera?-

Ridacchiai -Mmm…può darsi…-

Si scostò da me, guadandomi negli occhi curiosa -E lui?-

Sorrisi leggermente -Lui sa essere peggio di me, meglio non farlo arrabbiare-

 

 

 

 

Melava Somniar: è tempo di sognare

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.


23

Era l’alba, avevamo finito di smontare la tenda -Tua sorella?- domandò Solas

-Ci sono!!!- la vidi rivolgersi verso di noi raggiante, sorrisi compiaciuta.

-Quindi ce l’hai fatta, eh?-

-Merito tuo, dubito mi avrebbe lasciato andare, andiamo?-

-Preso tutto?- annuì con un cenno del viso.

Ci avviammo. Passando di fianco all’Aravel notai nostra madre, ci avvicinammo e senza dire una parola mi abbracciò, contraccambiai volentieri, si scostò e mi posò una mano sul viso, era fredda la coprii con la mia. Negli occhi un’evidente preoccupazione.

-State attenti e scrivete!- guardando sia me che mia sorella in modo severo.

Abbozzai un sorriso -Scriverà Elen per tutte e due- sospirò sconsolata e abbracciò mia sorella

-Papà, dov’è?- domandai

-Penso stia facendo finta di dormire…non gli è andata giù la discussione che avete avuto ieri…-

Abbassai lo sguardo -Già…-

Sorrise -Gli passerà, si è solo reso definitivamente conto che non sei più una bambina, ma una donna con la tua famiglia ormai- si rivolse a Solas -Te le affido e venite a trovarci di nuovo quando riuscite, sei il benvenuto-

-Certo signora, con piacere-

Dopo gli ultimi saluti, giungemmo allo specchio, che fu prontamente attivato da Solas. Elen rimase a bocca aperta.

-Questo…mmm…coso…sarebbe?- disse esitante

Sorrisi divertita -Si chiama Eluvian, è uno specchio magico che ci permetterà di spostarci velocemente, non sarà ne il primo e ne l’ultimo che attraverserai, quindi forza e coraggio-

Le feci cenno di andare, Solas ci precedette dando l’esempio, la vedevo perplessa, la presi per le spalle e la spinsi entrando entrambe. Mano a mano che andavamo avanti ci prese l’abitudine, si esaltava per tutto quello che vedeva, gli alberi in fiore furono una piacevole sorpresa, lo erano sempre anche per me che ormai li avevo visti parecchie volte.

-Vi spostate sempre così?- domandò entusiasta

-Se i viaggi sono particolarmente lunghi sì, se no usiamo anche il metodo tradizionale-

Era pensierosa -Capisco, quando arriviamo?-

-Entro tardo pomeriggio dovremmo farcela- proferì Solas

 

Finalmente giungemmo a destinazione, Elen si bloccò un’altra volta rivolgendomi un’espressione scioccata, osservava tutto attentamente, rimanendo altrettanto basita quando incontro a Solas vennero diversi messaggeri. Accolti con fare afflitto, non aveva mai pace.

-Quindi è qui che…?-

-Per adesso abitiamo qui, e anche tu, ti allenerai, mangerai e dormirai qui-

Studiava attentamente gli altri elfi -Le armature?-

-Belle vero? Ne avrai una anche tu, non preoccuparti, so che ti piacciono queste cose, anche un arco migliore del tuo-

-Sì belle, mi piacerebbe vederti con indosso un’armatura- sorrise

-Non la metto spesso, anche se probabilmente tra qualche giorno ne avrai il piacere. Solas lo vedrai quasi sempre vestito così- ridacchiò

-Che c’è?-

-Ti si sono illuminati gli occhi quando l’hai detto, ora sono curiosa di vederlo in armatura-

Sorrisi divertita, vidi Abelas avvicinarsi a Solas

-Ti devo parlare- disse sempre con il suo fare pacato, non sentii la risposta perché Elen mi tirò per un braccio -Ehi! Ma…-

La osservai, era completamente rapita, mi aveva fatto spostare in posizione strategica per poter vedere meglio Abelas sotto al suo inseparabile cappuccio? Oh mamma…credo ne vedrò delle belle.

-Chi è quello?- continuava a studiarlo

-C’è sei appena arrivata e hai già trovato qualcuno di tuo interesse?-

Mi strinse il braccio -Chi è?-

Sospirai -Si chiama Abelas ed è il secondo in comando, il primo è Solas-

Mi rivolse un espressione esterrefatta -Solas è a capo di tutto questo?-

-Già, io faccio da supporto, diciamo. Tutto questo è fonte di stress e problemi continui- dissi sconsolata

-Ha qualcuno?- la guardai perplessa -Stai facendo sul serio?-

Mi guardò divertita -Serissima, non è niente male da qua, da vicino sarà ancora meglio-

-Non mi risulta, ma visto che sei decisa, sappi che non sarà semplice è un tipo particolare, quindi non te la prendere se non ti degnerà di attenzione-

-Attirerò la sua attenzione- la fissai seriamente, ma perché no? Sarà divertente, per me.

La tirai dal braccio proprio verso Abelas e Solas, entrambi ci guardarono.

Salutai Abelas con un cenno del capo -Mia signora- a quelle parole percepii Elen lanciarmi un occhiata confusa.

-Lei è mia sorella, sarà sotto il tuo comando da ora in poi, potresti mostrarle dove starà?-

La osservò attentamente, per poi rivolgersi a Solas

-Continueremo domani Abelas, mi sta già venendo mal di testa- e mostrò il pacco di corrispondenza che aveva in mano

-Vieni, ti dovrai cambiare e poi ti mostrerò dove dormirai-

La spinsi leggermente avanti, sembrava che l’avessero folgorata, studiava Abelas attentamente squadrandolo da capo a piedi ed era leggermente arrossita.

Li guardammo allontanarsi -Ci sarà da divertirsi-

Mi guardò confuso -Di che parli?-

-Di mia sorella e Abelas, avrà il suo da fare, così magari ti lascerà respirare un po’-

Ridacchiò -Stai dicendo sul serio? Tua sorella?-

-Esatto e ha la testa dura come un masso-

-Entrambi- puntualizzò

Lo guardai -Se ce l’ho fatta io con te, non so quante speranze abbia Abelas-

Rise -Godiamoci lo spettacolo- sorrisi divertita

Mi si avvicinò una spia, con delle lettere, lessi i mittenti: Josephine?, Cassandra e Leliana. Guardai assorta il nome dell’ambasciatrice, voleva dire solo una cosa, politica e guai. Anche se ci tenevamo il più defilati possibili e non avevamo più il potere di prima, la politica con il conseguente gioco mi trovava sempre. Da parte ad ogni mittente un nug schizzato, il simbolo da adottare l’aveva scelto Leliana, con Cassandra che la guardava contrariata e con vari rifiuti a stilizzare nug. Io e Josephine ci eravamo godute la scena fino alla rassegnazione da parte della Cercatrice. Avevamo adottato quello stratagemma per segnare la posta urgente. Maledizione, che succede? Dopo.

Guardai il pacco di carta che aveva in mano Solas -Vuoi una mano? È un sacco di roba-

-Perché no? Prima però ho bisogno di un bagno-

-Concordo, andiamo-

Una volta in camera mi stesi sul letto, udii scorrere l’acqua -Vado prima io?-

Risposi -Sì- mi rimisi seduta, chissà se…dovremmo starci. Mi svestii da quegli abiti ormai luridi e lo raggiunsi dietro al paravento, teneva gli occhi chiusi, mi avvicinai silenziosa ed entrai in vasca.

Li riaprì per poi guardarmi rapito -Staremo un po’ stretti-

-Mmm…non troppo- risposi vaga

Continuava a guardarmi intensamente, feci finta di nulla, anche se era difficile. Chiusi gli occhi per rilassarmi.

Non passò molto che lo sentii muoversi e avvicinarsi, continuai a fare finta di non prenderlo in considerazione, si era però posizionato sopra di me e il suo desiderio contro il mio ventre era impossibile da ignorare. Cominciò a toccarmi, massaggiandomi, era terribilmente piacevole, dei baci roventi mi si posarono sul collo -Sei sempre tesa- sorrisi -Per questo ci sei tu, no?-

Ridacchiò, lo abbracciai e lo tirai verso di me, baciandolo con passione.

Mi stavo asciugando -Abbiamo buttato fuori buona parte dell’acqua-

-Colpa tua che sei bellissima- si era avvicinato di nuovo catturandomi la bocca dolcemente, bloccandomi per la vita -Sol…- mugugnai, cedendo e lasciando cadere l’asciugamano, mi alzò e mi strinsi ai suoi fianchi con le gambe e le braccia attorno al suo collo per sorreggermi. Con passione continuò a baciarmi, sentivo di nuovo il suo desiderio, ci staccammo senza fiato, ma riavvicinò subito le sue labbra morbide e calde alle mie -Da quando sei così possessivo?-

Sorrise malizioso -Da quando hai ritrovato il tuo pendente, mi sento ancora più attratto da te- mi posò un leggero bacio -I nostri spiriti sono affini e…- un altro bacio a fior di labbra -Anche io sto provando lo stesso desiderio che mi hai confessato, anche se non mi è del tutto chiaro, li ho sempre desiderati da te, ma non così- mi catturò la bocca con foga, mi godetti il suo sapore che adoravo, rispondendo con la stessa intensità. La mente era annebbiata, cercai di mettere insieme una frase -L’hai…detto anche tu…non possiamo…non ora…non posso togliere l’incantesimo, anche se lo vorrei tanto-

-Lo so vhenan, sarebbe una follia, è troppo pericoloso- rispose guardandomi con dolcezza

Mi adagiò sul letto, cercando di non pesarsi su di me, eravamo ancora umidi dal bagno movimentato appena concluso. Cominciò a baciarmi minuziosamente il collo, lentamente fino a scendere sul seno, dei brividi di piacere mi percorsero, gemetti e lo accarezzai -Ar lath, ma vhenan- si rialzò per guardarmi con occhi ardenti, vidi un bagliore nelle iridi grigie, risposi nello stesso modo, sorrise -Non sono più inquietante?-

Ridacchiai -Non mi pare che abbia mai detto che lo sei per me- inclinai leggermente la testa guardandolo con desiderio -Cosa stai aspettando? Mi fai impazzire-

Passò un braccio sotto la vita ed entrò lentamente in me -Meglio mia signora?- sfoggiò un sorrisetto sfacciato -Dovrò dare spiegazioni a Elen, proprio per quell’appellativo-

Un bacio a fior di labbra -Capirà, l’hai detto tu, no?- lo abbracciai facendo passare le mani sulle sue spalle -Sarà parecchio da digerire- ricominciò a baciarmi il collo, fino a scendere sul seno e a muoversi dentro di me, aumentando sempre di più il ritmo e il piacere, lo strinsi accarezzandolo, poco dopo ansimava il mio nome, cancellando qualunque pensiero.

Mi risvegliai, ma non era al mio fianco, mi misi seduta, dove è andato? Non che fosse tardi, anzi il brontolio del mio stomaco suggeriva che era ora di cena. Notai un foglio con su scritte due righe, sul suo cuscino.

Abelas urgente

Ci vediamo in taverna, ma vhenan

Solas

p.s. non ti arrabbiare

Ridacchiai, arrabbiarmi? Di sicuro non faccio i salti di gioia, non immagino la sua faccia quando ha sentito bussare alla porta, deve essergli seccato parecchio.

Mi vestii, presi l’asciugamano che era stato abbandonato sulla sedia della scrivania, avevo ancora i capelli bagnati. La mia attenzione fu attirata da una pergamena, ma al tocco era diversa, che materiale è? I bordi rovinati, vari segni di piegature.

Non avresti dovuto Fen’harel, Fellassan non lo meritava, non diventare come chi vuoi eliminare. Hai perso un alleato prezioso e gli Eluvian non sono stati recuperati. L’orgoglio che ti ha portato a sfidarli non deve distruggerti.

Non c’era firma, sotto con un'altra scrittura, quella di Solas, un appunto

Giardino Elevato, Mythal

Cancellato? Sotto un'altra parola, ma sembrava più recente del resto, anche l’inchiostro era diverso

Vhenan

I II III

Sotto delle parole cancellate con rabbia si faceva fatica a leggerle

Dina telir

Mi sedetti sul letto, Dina telir, morire solo…avevo letto le stesse parole nel regno del demone della paura, spero che questo non lo affligga ancora, mi passai una mano tra i capelli, non so quanto abbia questa lettera, ma non è recente, è troppo rovinata.

Quelle linee sotto la parola Vhenanè un sei? No, sono divise? Uno…due…tre? Cosa? Mi alzai e rimisi il foglio al suo posto, tre? Anni! Li ha contati?! Ma’arlath…abbozzai un sorriso, penso l’abbia fatto per tenere conto del tempo, del mio per la precisione, essendo immortale il tempo che passa non ha più valore infatti. Cercai di asciugarmi al meglio i capelli, per poi pettinarmi.

Presi le lettere che mi erano state consegnate poco prima, aprii quella di Josephine, restai assorta a leggerla. Aprii subito dopo anche le altre, il contenuto principale era uguale. Mi si chiedeva di tornare. Nello stesso giorno Re Alistar e l’imperatrice Celene erano stati attaccati. Anche se c’erano miglia a separarli, il tentativo di omicidio era stato simultaneo. Qualcuno aveva cercato di far crollare nel caos le principali potenze del Thedas. Il problema è che ognuno incolpava l’altro dell’attentato, era ridicolo. Ora mi si chiedeva di ritornare ad un incontro ufficiale per placare gli animi? Fenedhis! Ufficialmente non esistiamo più, l’Inquisizione si è ritirata, io mi sono ritirata! Ora devo invischiarmi in una partita che può decidere l’inizio di una guerra se gestita male la cosa? Sapevo che entrambi i regnanti non volevano uno scontro, ma gli equilibri si erano di nuovo incrinati. Fenedhis! Lanciai i fogli sul letto seccata. Sospirai profondamente, ripresi la lettera di Josephine Se deciderai ti intervenire, sarò al tuo fianco, la posta in gioco è la più alta a cui abbiamo mai giocato, ma avremmo il favore di entrambe le potenze se troviamo l’invasore rilessi più volte quelle righe il favore forse una pazzia, ma perché no? Presi dei fogli.

Per Josephine: si inizi la partita, ma non saremo presenti come l’Inquisizione, ho un accompagnatore che rappresenta la mia gente. Se gli equilibri devono cambiare, che cambino, ma che decidano loro il prezzo da pagare. Mi duole dirlo, ma sarò pronta a lavarmene le mani se necessario. Briala contattala.

Per Leliana: rientriamo in gioco, nelle ombre, trovali.

Per Cassandra: ci rincontreremo a breve, si gioca, ma alle mie condizioni, voglio qualcosa in cambio e che non sia solo gratitudine questa volta. Tieniti pronta. Grazie per esserci, so che non ami queste cose.

Rilessi più volte e le lasciai sulla scrivania, volevo sapere cosa ne pensava Solas, questo interessava anche lui, poteva rivelarsi controproducente, ma anche un occasione da sfruttare.

Uscii, avviandomi, ripensai alla strana lettera, Giardino Elevato. Mi passarono davanti delle immagini, mi fermai sostenendomi con una mano ad una colonna.

Sapevo che saresti venuto. Non avresti dovuto dare la tua sfera a Corypheus, Temibile Lupo

Ero troppo debole per svincolarla dopo il mio sonno. La colpa è stata mia. Io dovrei pagare il prezzo, ma l’Antico Popolo ha bisogno di me. Mi dispiace così tanto”

“Dispiace anche a me. Vecchio amico”

Che mi prende? Scivolai a terra appoggiandomi alla colonna, inspirai profondamente. Chiusi gli occhi, con il solo risultato che continuavano a passarmi davanti quei ricordi, non so come, ma sapevo dove si trovava il Giardino Elevato ora. Rividi la mano di Flemeth mettere qualcosa nell’Eluvian. Continuai a respirare il più possibile, alzai una mano, tremavo. Perché ora? Perché questi ricordi? Chiusi di nuovo gli occhi, ma prepotentemente mi si rinfacciava quell’Eluvian.

Per fortuna non passava nessuno, la nostra camera era la più defilata e l’unico che poteva venirci a disturbare era Abelas, ma anche…

“Yen!!!” esclamò allarmata

Elen…ora…che tempismo…

Si era messa in ginocchio davanti a me, preoccupata -Stai bene? Che hai? Sembra che hai appena visto un fantasma-

Eh più o meno…mi rialzai -Sto bene, non è nulla- risposi decisa

-Sei sicura? Non sembri stare bene- disse esitante

-Sto bene, davvero, ho solo bisogno di mangiare qualcosa e non farne parola con nessuno, per favore-

La guardai non sembrava per nulla convinta, insisté -Non è che…bhe…hai la nausea?-

La osservai perplessa, la nausea? -Perché dovrei…- mi bloccai, non starà insinuando…

-No Elen, sei fuori strada, è impossibile- non volevo parlarne

-Perché? Non mi sembra così…-

La bloccai irritata -Non è possibile!- avevo alzato troppo la voce

Mi fissò ferita e mi sentii in colpa, le misi le mani sulle spalle -Guardami-

Alzò lo sguardo -Scusa, non ho la nausea, non centra nulla…- la abbracciai -Ti dovrò spiegare un po’ di cose, ma non è possibile, lethallan, purtroppo è impossibile ora- spiegai tristemente

Sospirò -Scusa, non sono comunque affari miei…- mi scostai e le misi una mano sul viso

-Ma serennas, Elen, ti preoccupi per me, vedrò di spiegarti tutto, ma sto morendo di fame-

Fece un lieve sorriso -Andiamo allora, anche io ho fame e ti ero venuta a cercare proprio per questo-

Ci avviammo in taverna -Provata l’armatura?-

Sorrise -Sì e mi sta benissimo- disse orgogliosa -Altro che il tuo Solas- scherzò

-Ma se non l’hai ancora visto-

-Non serve, Abelas sta sicuramente meglio-

Ma sentila -Sei proprio fusa, sei già passata all’attacco?-

Ridacchiò -Secondo te? È sfuggevole, ma non mi arrendo, dovrà affrontarmi faccia a faccia per dirmi di no, era alquanto in imbarazzo e si è defilato-

Risi -Povero Abelas, lui che sta sempre sulle sue-

-Ehi! Cosa povero?- la osservai era su di giri -Ho solo detto che non è abituato a tutte queste attenzioni, soprattutto femminili-

-Stai scherzando? È bellissimo! Ha degli occhi stupendi e magnetici-

Ok, è andata completamente, spero per lei che ce la faccia, ed è vero Abelas è un bell’uomo, la prima volta che l’ho visto, sono rimasta affascinata, beccandomi un’occhiata significativa da Solas, anche se era stato particolarmente strano per tutto il tempo quel giorno e in seguito ho capito il perché…

-Vediamo se riuscirai a fargli togliere quel cappuccio, lo tiene sempre-

-D’accordo-

Eravamo arrivate e ci sedemmo ad un tavolo, mi guardai intorno, ma non c’era Solas e tantomeno Abelas, cosa è successo? Problemi, problemi…sbuffai.

-Beviamo qualcosa, vorrei aspettare Solas e magari arriva con Abelas, dovrebbero essere assieme-

-Aspetto volentieri- ridacchiai e mi rivolse un espressione divertita

-Visto che aspettiamo, puoi dirmi già qualcosa?-

-Non è il caso, c’è troppa gente e devi sentire solo tu-

-Cos’è un segreto di stato?- scherzò

Risposi seriamente -Esatto- intanto con la coda dell’occhio avevo notato Shani e Nala, alzai un braccio per farmi notare, salutandole e facendo gesto di avvicinarsi

-Guarda un po’ chi si rivede, siete andati nelle Vie Profonde?- domandò Shani

Elen mi lanciò un occhiataccia, la ignorai -No, abbiamo cambiato programma, ma non tarderà ad arrivare-

-Bene, mi hai fatto stare in ansia per nulla!- rispose seccata, ma sorrideva

Osservai Nala, silenziosa -Nala tutto a posto?-

Mi guardò allarmata, rispose tesa -Sì! Tutto a posto!- distolse lo sguardo dal mio -Shani io vado a sedermi là- con un cenno salutò entrambe

Non va bene…non si comporta come al solito, rivolsi la mia attenzione a Shani, che stava ancora fissando Nala dubbiosa, per poi girarsi verso di me, abbozzando un sorriso e guardando incerta Elen

-Quando hai tempo parliamo, ok?- assentii con un cenno del capo e se ne andò da Nala

-Chi sono?- domandò mia sorella

-Delle mie compagne di avventure, la rossa si chiama Shani e l’altra è Nala- vidi in seguito unirsi al tavolo anche Míriel, Ian non lo avevo più neanche intravisto, mi era stato detto che aveva chiesto di essere spostato da qualche altra parte, meglio così.

L’unico motivo che possa pensare per vederla così turbata è, o le è successo qualcosa o Shani si è lasciata sfuggire la mia natura e propendo per questa, normalmente avrebbe chiesto se si poteva sedere e avrebbe anche domandato chi è Elen. Sospirai, potrei prendere due piccioni con una fava a questo punto.

-Sei pensierosa, non è che ti senti ancora male?-

-Chi non si sente bene?- prese alla sprovvista ci voltammo, Solas, con Abelas per nulla convinto che lo seguiva, non risposi e feci segno di accomodarsi. Poco dopo finalmente arrivarono delle pietanze. Scrutai Abelas, aveva la sua solita espressione imperturbabile e rispondeva sempre con fare pacato a Elen, che non lo mollava. Speriamo non esageri, lo fa scappare così, sembra una molla che sta per scattare! Sospirai, Solas si avvicinò al mio orecchio sussurrando -Dormito bene?- sorrisi, nella mia forma da lupo mi ero ritrovata in quel giardino eterno ed era stato parecchio rilassante, i sogni erano sempre molto vividi quando eravamo insieme.

Mi accostai a lui -Molto piacevole e tra poco, mi sa che il tuo amico scappa- ridacchiò attirando l’attenzione d’entrambi, gli posai un bacio sulla guancia, percepii lo sguardo di Abelas intenso, e ricambiai, vuoi dirmi qualcosa? Invece si alzò -Si è fatto tardi per me, vi ringrazio per la compagnia, Solas, mia signora- e con un cenno salutò mia sorella.

-Perché?- domandò Elen guardandomi confusa

-Cosa?- replicai pacata, anche se avevo già capito

-“mia signora”?- la guardai attentamente

Solas appoggiò una mano sulla mia spalla -Ti precedo- lo fermai -La biblioteca è aperta?-

-Sempre- rispose -E la nostra zona?- mi guardò sorpreso -Lo avverto di lasciare aperto-

-Grazie, vhenan-

Vidi che Nala e Shani erano ancora al loro posto, Míriel addormentata sul tavolo, perfetto.

Mi alzai e feci segno a Elen di seguirmi, raggiunsi le mie amiche -Voi due venite con me, nessuna obbiezione- si guardarono dubbiose, ma mi seguirono, percorsi la biblioteca fino alla parte riservata -Nala, Elen dentro, tra cinque minuti arriviamo-

Rimasi sola con Shani e mi appoggiai ad uno scaffale con le braccia incrociate al petto   

-Ho intuito giusto?-

Abbassò lo sguardo mortificata -Ir abelas, mi è scappato prima che me ne rendessi conto-

-Tel abelas, l’unica cosa che mi preoccupa è che Nala è una chiacchierona, terrà la bocca chiusa?-

-È rimasta abbastanza sconvolta ed è diventata taciturna-

-Capisco, ha avuto questo effetto…-

-L’altra ragazza?- domandò incuriosita

-Mia sorella-

-Oh, chiaro…mi dispiace ancora, ti fidavi e…-

-Non serve, l’hai detto comunque a Nala, non fatto sapere a tutta la base-

-Dirlo a Nala è quasi la stessa cosa, mi sa…- rispose afflitta

-Non ha detto nulla a nessuno, no?- negò con un cenno della testa

-Andiamo, sarà una lunga serata, potrei più tardi chiederti di andarmi a prendere qualcosa di forte-

-Concordo-

Entrai, le vidi parlottare tra loro, che velocità, Nala aveva resuscitato la sua parlantina, non che Elen fosse da meno. Mi accomodai in una poltrona, Shani si appoggiò alla scrivania dove si erano sedute loro.

Mi rivolsero attenzione, accavallai le gambe, da dove comincio?

-Allora, vi dirò delle cose che devono rimanere tra di noi, vi sto dando la mia piena fiducia, nessun’altro oltre a voi ne verrà a conoscenza chiaro? Questo comprende anche mamma e papà, Elen-

Mi guardò esterrefatta, le altre due annuirono

-Ma…- la bloccai -O così lethallan o sarà meglio che ritorni al clan, e potrei averti giudicato male, non sei più una bambina ricordatelo- dissi decisa, sgranò gli occhi -Ne per voce, per lettera, qualunque cosa, porterai questo segreto nella tomba- si verrà a sapere solo quando necessario, solo quando sarà il momento.

-Quindi, voi due lo sapete già, Elen sono una maga- gli occhi si spalancarono ancora di più

-Ma…non hai…un bastone! Non sei mai stata una maga!- esclamò

-Come per Solas non ho bisogno del bastone, sono diventata una maga solo quest’anno-

-Come…come è possibile?- mi aspettavo questa domanda, mentii -Non lo so, però sai che io sono tua sorella maggiore, ma adottiva-

-Quindi, tutto d’un tratto si sono risvegliati i poteri?- esitava, quando dirò il resto sarà peggio

-Sì, per fortuna ho avuto un amico mago ad aiutarmi e poi Solas-

Si mise le mani strette tra le gambe nervosa -Non lo vuoi dire ai nostri genitori perché?-

E qui arriva la parte difficile, non risposi

-Voi credete o comunque sapete dell’esistenza degli Dei elfici, giusto?-

Tutte annuirono -Che centra ti ho chiesto…- la zittii con lo sguardo severa, rispose -Sì…-

-Se vi dicessi che questi Dei esistono anche adesso? E che sono sempre stati solo dei maghi molto potenti che con arroganza si sono fatti chiamare così?-

-Non è possibile papà…- la bloccai -Per un attimo Elen cancella dalla tua mente quello che ti ha insegnato papà, si chiamano leggende, perché si basano su qualcosa di vero, ma nel corso dei secoli sono mutate-

Era pensierosa, lo so era difficile per lei, Shani ed Nala al contrario erano elfi di città, quindi non avevano avuto certe impostazioni fin dalla nascita e sarebbe comunque stato un bel colpo.

-Tutti gli Dei del Phanteon elfico erano maghi molto potenti, ed esistono ancora, ce ne sono ben due in questa base- feci una pausa, Elen era scioccata

-Uno è Fen’harel- Shani e Nala ormai lo sapevano da un pezzo, , mia sorella mi guardò terrorizzata

Sospirai -Al contrario di quel che dicono le leggende Dalish, Fen’harel ha esiliato i falsi Dei creando il Velo per salvarci. Questi maghi sono arrivati a farsi chiamare Evanuris e hanno cominciato a schiavizzare la propria gente per i loro interessi ed a ucciderla alla ricerca di altro potere fino a distruggere il mondo-

Tutte e tre ascoltavano attente, Elen più di tutte era basita -Come fai a…-

-Ogni cosa a suo tempo. Mythal ha cercato di farli ragionare, intanto Fen’harel liberava gli schiavi rendendoli liberi, da qui ha scatenato una ribellione. Ed ecco da dove proviene il suo nome, gli altri Dei l’hanno chiamato così, non si è dato da solo quel nome e da solo non si è proclamato un Dio come hanno fatto loro. Gli Evanuris, per la loro brama di potere hanno ucciso Mythal-

-Non è possibile! Stai dicendo un sacco di bugie!!- esclamò piccata

Mantenni la calma -Perché mai dovrei inventarmi tutto e stare qui a raccontarvelo, quando potrei già essere a dormire o a fare altro?- insinuai maliziosa

Shani e Nala sorrisero, Elen si quietò titubante

-Fen’harel per vendetta ha creato il Velo esiliandoli, salvandoci. Però questo mondo è mutato e ne  abbiamo subito le conseguenze anche noi elfi, eravamo immortali e con il Velo abbiamo perduto questo privilegio, gli umani non centrano nulla, come non sono la causa principale della perdita del nostro passato-

-Va bene e quindi chi è?- domandò seccata Elen

Sospirai profondamente -Colui che comanda qui e che sta cercando di rimettere tutto a posto quello che per salvarci ha distrutto…nonché mio marito-

Aleggiò un silenzio pesante, Elen mi guardava persa -Cosa…hai detto?! Solas?! No!-

Si alzò in piedi di scatto e cominciò a  camminare su e giù, come se le avessero dato fuoco.

Guardai Shani che capì al volo ed uscì dalla stanza, serviva qualcosa di forte.

-Non è possibile! Assurdo! Solas è Fen’harel?! Mi stai dicendo che è immortale?!-

-Già- si fermò e mi guardò basita -E tu…ci vai a letto…e te lo sei sposato?!-

Ok, da un altro punto di vista era buffa questa scenata, mi schiarii la voce -Quando ci siamo innamorati non sapevo chi fosse, mi ha anche lasciato, poi è sparito e per due anni non ci siamo visti, in seguito ho scoperto chi era e…per me non è cambiato nulla, anche se lui ha cercato comunque di starmi lontano, io l’ho ritrovato e non ho intenzione di lasciarlo da solo, condivido quello che vuole fare-

Restava in silenzio -Siediti, per favore-

-Hai altre sorprese?- annuii con il capo -Oddio!-

Rientrò Shani con una bottiglia e i bicchieri, fece il giro di tutte, bevvi volentieri e mi si scaldò il petto, sospirai…sidro più forte di quello dell’ultima volta, ghiacciai il bicchiere lo preferivo freddo e lo appoggiai sul tavolino affianco, Nala e soprattutto Elen mi guardavano sbigottite, Shani si gustava le facce.

Abbozzai un sorriso -Shani dovevi vedere la tua, la prima volta-

Ridacchiò -Quando ti ho visto io è stato altro che un bicchiere-

Inclinai leggermente la testa e sorrisi soddisfatta -Hai ragione-

-E cosa avresti fatto?- domandò Nala –Bhe…nulla di che…- restai vaga e guardai sempre Shani che aggiunse -No, niente di che, hai ghiacciato mezzo lago, così tra poco potevo offrire il the e i biscotti a quel simpatico drago-

-Che cosa?!- esclamò Elen -Drago?!-

Risi -Non sarebbe stato male, se non fosse così scontroso…la prossima volta sarà più educato, promesso- scherzai

Venimmo entrambe squadrate -Continua che è meglio, anche se mi sa che dovevo prenderne due di bottiglie- disse alzandola già mezza vuota davanti hai propri occhi

-Quindi? Hai detto che gli Dei sono due, il primo è andato- disse decisa Elen anche se la vedevo provata

-Forse è meglio continuare domani…- e feci per alzarmi, urlò -No!! Hai iniziato, ora finisci!-

Mi bloccai e la guardai seria -Come vuoi- mi rimisi comoda

-Elen, tu e Abelas che Vallaslin avete? Di quale Dio?-

La vidi confusa -Mythal…ma hai detto che è morta…- rispose triste

-È morta, ma un frammento della sua anima è sopravvissuto nelle ere ed ha passato il testimone a qualcun altro, rendendola Mythal a tutti gli effetti e quindi immortale-

Feci una pausa e la fissai, la vidi guardarmi intensamente e le pupille dilatarsi per lo stupore -Tu?-

-Esatto, io ora sono Mythal-

-Quindi…quando ti ho chiesto chi era quella persona…anche adesso…- abbassò lo sguardo

-Elen sono sempre io, ma non posso comportarmi con i nobili come faccio con voi, e questa cosa ogni tanto mi può sfuggire di mano, fa sempre parte della mia personalità, è la mia natura-

Alla fine avevo detto le stesse parole di quando avevo incontrato Myhtal in sogno quell’ultima volta.

-Ti è tutto più chiaro Nala? Non voglio che abbiate paura di me-

-Non è solo questo, è che come lo avevi detto a Shani potevi dirlo anche a me…- brontolò

Sorrisi -Non ne ho avuto l’occasione, quindi stai attenta a tenere il segreto, vero Shani?-

Sfoggiò un sorrisetto -Vieni Nala, se no domani non ci alziamo più-

Shani mi fece l’occhiolino e se ne andarono, rimasi sola con Elen che si guardava i piedi.

Bevvi ancora lentamente, osservandola da sopra il bordo del bicchiere

-Abelas è un elfo dell’Antico Popolo come Solas, è immortale. Era un sentinella ad un tempio di Mythal in cui sono stata in passato. I Vallaslin che ha non sono come i tuoi, quelli che i Dalish fanno adesso sono solo un’imitazione. In questo preciso istante, se volessi, senza muovermi da qua, potrei chiamarlo e ordinargli di ucciderti, anche se non volesse farlo. Questa è la condanna di uno schiavo-

Era sorpresa -Schiavo?-

-I Vallaslin, venivano usati per marchiare gli schiavi, in seguito noi Dalish abbiamo dimenticato e li abbiamo usati come simbolo di adorazione-

Mi guardava con occhi sgranati -Tu non hai più i marchi…chi…-

-Solas-

-E lui non può…- esitò

-Oh sì, è lo stesso Abelas che non li vuole togliere, magari con te potrebbe cambiare idea, per riuscire anche lui ad andare avanti in un mondo che non è più il loro…- risposi triste

-E neanche più il tuo…- la guardai, non era una domanda

-Come mi disse Mythal per Solas, due nomi, due volti, due vite e io ho anche due mondi-

Si alzò -Vado a letto- annuii con il bicchiere in mano

Mi alzai a mia volta e mi versai ancora un po’ di sidro, bevendolo d’un fiato, la gola bruciò, tossii. Chissà quanto ci avrebbe messo per accettare tutto ciò, sempre se l’avrebbe mai fatto.

Uscii dalla stanza, richiusi la porta a chiave portandomele via.

Arrivai in camera, Solas era disteso a letto, leggeva. Appoggiai le chiavi sul comodino e mi cambiai, rimase in silenzio, ma sentivo che studiava ogni mio movimento, mi infilai sotto le coperte dandogli la schiena. Non avevo più molta voglia di parlare per stasera.

Udii chiudere il libro, la luce si spense e un braccio mi passò sulla vita, il suo corpo aderì al mio, non parlò e gliene fui grata.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.


24

Un Eluvian enorme, attivato, con al fianco due specchi più piccoli rotti, sulla destra una statua di Mythal e sulla sinistra di Fen’harel.

Mi destai dal sonno e mi misi seduta, ogni notte ormai era la stessa storia, non facevo che vedere quel maledetto specchio. Guardai Solas, dormiva profondamente, non gliene avevo ancora parlato. Aveva già un sacco di problemi e sentivo che era una cosa che riguardava solo me.

Era ancora notte fonda, mi alzai e cambiai, agganciai i pugnali nei foderi, presi un foglio sulla scrivania

Ir abelas, ma vhenan

Torno in fretta, lo devo fare da sola

Ar lath

Yen

Mi voltai verso Solas, avvicinandomi, gli posai un bacio a fior di labbra -Perdonami- indossai il mantello.

Uscii dalla stanza e tirai su il cappuccio, attivai la barriera per incutere rispetto, se qualcuno avesse cercato di fermarmi, avrebbe cambiato idea.

Negli scorsi giorni mi aveva dato la parola d’ordine per attivare gli Eluvian, stavo per giungere allo specchio quando una mano sulla spalla mi fermò. Mi irrigidii e non mi voltai.

-Dove state andando, mia signora?-

-Abelas…non dormi mai?-

-È da un po’ che vi vedo turbata, anche se lo mascherate bene a Solas, vi ricordo che vi sono legato-

Sospirai -Quindi cosa intendi fare?-

-Io sono agli ordini di Fen’harel, ma per prima verrà sempre Mythal-

-Anche se non sono la Mythal che hai servito?- risposi

-Le assomigliate più di quanto immaginate, in questi mesi vi ho osservato e alcuni vostri modi di fare sono identici, come se foste sua figlia-

Mi voltai e lo guardai in viso sorpresa, abbassò lo sguardo -Io sono io, Abelas! Non te lo dimenticare. Ora vai, devo fare una cosa da sola-

-Non posso lasciarla andare, mia signora, sta tradendo la fiducia di Fen’harel-

Lo fissai irritata -Abelas ricordati con chi stai parlando! Credi che mi faccia piacere allontanarmi dalla persona che amo più di me stessa? E fargli ciò?-

Lo vidi irrigidirsi e sapevo che se avesse potuto mi avrebbe guardato in viso -Mia signora, vi prego!-

-Sei un brav’uomo Abelas, non starò via molto, devo recuperare una parte di me, da sola. Non costringermi a darti un ordine, te ne prego, odio la cosa quanto Solas-

-Va bene, ma Solas sarà informato-

-Lascialo dormire, lo scoprirà da solo quando si sveglierà, gli ho lasciato un messaggio-

Mi rivolsi verso l’Eluvian -Ma ghilana, vhenan- si attivò e lo attraversai.

Dovetti passarne parecchi e per mia sorpresa per arrivarci avevo dovuto fare un giro particolare. Bisognava conoscere l’esatta sequenza di specchi per far sì che l’ultimo con la destinazione finale si attivasse, non mi sorprenderei se questo stratagemma l’avesse ideato proprio Solas. 

Giunsi infine in un giardino particolare, non era molto grande, e posto su una piattaforma sospesa. Gli effetti del Velo li percepivo più forti in quel luogo, che era stato in parte distrutto come il Vir Dirthara. Il sole era sorto e già alto nel cielo, Solas sarà su tutte le furie e preoccupato. Ogni albero di fronte a me con i rami formava una sfera, il grande Eluvian che avevo sempre sognato, poco distante, era chiuso, serviva la chiave e io l’avevo. Affianco aveva una statua di Fen’harel e una di Mythal. Era posto vicino ad una parete di roccia.

Mi avvicinai ad esso e lo osservai, era imponente, perché? Ne toccai il bordo e guardai le due statue. Un rumore mi fece voltare, l’Eluvian che avevo usato per arrivare si era riattivato, mi nascosi dietro alla mia statua ed aspettai.

Ne uscì…sbuffai…Abelas quando torno te la faccio pagare! Doveva essere andato a chiamarlo appena me ne ero andata! Ma come aveva fatto a capire dove ero così in fretta?

Mi balenò davanti agli occhi il ricordo del mio messaggio lasciato sulla scrivania, appena sotto quella lettera dal materiale sconosciuto…

Vidi Solas guardarsi intorno, attento, preoccupato e infuriato, si avvicinò a dove ero nascosta

-Maledizione!! Io non ne ho la chiave! Non mi è mai stata concessa!!-

Iniziò a camminare avanti e indietro nervoso, si torturava le mani nei guanti di pelle, non aveva l’armatura completa, ma solo una variante più leggera, la stola sempre al suo posto e…sghignazzai silenziosamente, anche se molto simili aveva messo uno stivale diverso dall’altro, si doveva essere vestito decisamente in fretta.

-E va bene, lo attiverò con la forza!-

Risposi -Non serve, sempre se non vuoi farti del male- uscii allo scoperto, si era bloccato sorpreso, nello sguardo tutto un insieme di ira, preoccupazione, dolcezza e amore.

Si avvicinò deciso, bloccandomi dalle spalle con forza e rabbia.

Rimase a fissarmi severo e in collera -Vuoi farmi morire? Cosa ti è saltato in mente?-

-Con questo centro solo io, vhenan- risposi calma

Era offeso -Ora dovrei dirti io di non chiamarmi così!! Visto che non mi vuoi qua!-

-E scommetto che non sai neanche dove porta!- ringhiò piccato

-Perché tu sì? Non mi pare da quello che hai detto prima!- esclamai decisa

-So che porta nell’Oblio, ma non ho mai potuto attraversarlo!-

-Perché?- domandai

-Solo Mythal poteva- rispose più pacato

-Infatti, e ora vorresti venire con me? Anche se non hai ricevuto il permesso neanche dalla precedente Mythal? Magari lo devo vedere solo io, no?-

-Non so a che parte dell’Oblio porti, è tutto troppo mutato e da sola non ci vai!-

Ero sorpresa -Mi stai dicendo che non ti fidi della precedente Mythal?!-

-La verità? Se ci sei di mezzo tu, neanche di lei!- esclamò rabbioso, lo guardai esterrefatta

-Nelle tue vene scorre il suo sangue! Come poteva non sapere cosa stavano facendo? Mi sono sentito tradito da chi per prima avrebbe dovuto sabotare un’iniziativa del genere!-

Si impossessò della mia bocca con rabbia, Solas! Gli appoggiai le mani sul petto per scostarlo da me.

-Mi fai male, così…- la presa sulle mie spalle si alleggerì, e mi rivolse un espressione mortificata

-Ir abelas…- con un filo di voce

Abbozzai un sorriso -Tel abelas- gli accarezzai il viso e chiuse gli occhi, avvicinai le mie labbra alle sue baciandolo teneramente, insinuandomi con la lingua, fino a toccare la sua per poi  accarezzargli il palato, gustandomi il suo sapore. Feci il tutto lentamente per rassicurarlo e calmarlo.

-Questo mi è piaciuto un sacco-

Sorrise, guardandomi con dolcezza, appoggiò la sua fronte alla mia

-Non voglio che tu vada da sola-

-Solas, me la so cavare, lo sai-

-Certo che lo so, ma l’esperto da quella parte sono io-

Sospirai, non che abbia tutti i torti, e mi era venuto un dubbio

-Ti piace proprio questa pelliccia di lupo, te la regalo?- disse divertito

Mi destai dai miei pensieri, non me ne ero accorta, la stavo accarezzando

-È morbida, mi aiuta a pensare e mi piaci tu-

Mi baciò sulla fronte -Quindi, andiamo?-

Sbuffai -Solas…- riesce sempre a farmi fare quello che vuole lui -Perché se poteva usarlo solo lei, c’è anche la tua statua?-

Cominciò ad accarezzarmi le braccia -Perché ero il primo tra i suoi Guardiani Arcani, il suo Campione, se c’era da combattere io la rappresentavo- rispose serio

Sospirai, ora era chiaro -Non ti fidi?-

-Mi preoccupo vhenan, e sei l’unica di cui mi fidi, anche se mi hai tirato questo colpo mancino-

-Non ti infilare in questi discorsi, ma vhenan- lo avvertii

Ridacchiò -Bhe, qui non mi dispiace, nessuno che mi corre dietro per ordini e cose da fare, ma che si fa?-

Sospirai profondamente, sconfitta, sapevo che sarebbe andata a finire così. Lo presi per mano e lo tirai di fronte all’Eluvian -Lathbora viran-

Una stanza molto ampia, le pareti di cristallo, si poteva vedere all’esterno l’Oblio, era alquanto tetro, come l’ultima volta che ci ero stata, vari spiriti vagavano attorno alla struttura, tutto sembrava sopito, spento, morto.

Al centro della stanza era posto un unico ripiano, anch’esso in cristallo, da cui uscivano delle spirali di potere che si avvolgevano attorno ad una sfera luminosa, le spirali si ergevano verso il soffitto. Alzai lo sguardo, piccole sfere luminose rimanevano sospese, ognuna collegata alla principale con dei filamenti di magia.

-Io conosco questo posto- proferì Solas, mi girai per guardarlo -Cioè non questa stanza, ma nei miei sogni sono già stato in questa parte dell’Oblio-

-Quindi dove siamo?- domandai

-Se ricordi, ti avevo raccontato di un antico spirito che un tempo era sovrano di quasi tutti i regni da me scoperti, quando gli chiesi di quale sentimento, rispose che era stato dimenticato, non c’erano parole per quello che fu-

Guardai all’esterno -Un giorno tutto morì. Ma una speranza rimane-

Sobbalzammo sconcertati e ci voltammo, da quanto non lo vedevo e sentivo?

-Cole? Sei proprio tu?- esclamai

-Cambiati siete, la paura è scomparsa in te, ma l’antico dolore rimane, non riesci a dimenticare- e guardò Solas

Lui abbozzò un sorriso -Sono contento di rivederti-

-Sono felice di non sentire più la disperazione, che vi legava. Non mi avete fatto aiutare-

Sorrisi -Non ce né stato bisogno Cole-

-I demoni di superbia, rabbia e paura sono arrivati fino a qui. Non era così-

-L’antico spirito?- domandò Solas

-Sentimento ormai perduto, non ricorda, distrutto completamente quel giorno, come chi veniva qui-

-Qui?- domandai

-Ricordi del passato, per non dimenticare, imparare, cambiare-

Osservai le sfere luminose -Ricordi? Questi sono tutti ricordi?-

-Gioia, dolore, tristezza, amore. Amore ha cambiato amore-

Cole non era cambiato di sicuro, so che cercava di essere il più chiaro possibile, ma mi sono già persa. Guardai Solas che lo osservava attento -Amore ha cambiato amore?-

Indicò la sfera centrale sul ripiano in cristallo, fece per avvicinarsi -No, tu no, solo lei-

Mi accostai alla sfera, sembrava un fascio di energia e luce che fluiva su se stesso, alimentato continuamente dalle altre sfere.

-Cole come fai a saperlo?- domandò Solas

-Non dovrei, ho promesso-

Lo chiamai -Cole?- mi guardò -Tu però puoi darmi il permesso, sei uguale a lei-

Mi irrigidii, Solas si voltò verso di me -Uguale?-

-Tu ora sei lei-

-Ti do il permesso Cole, parla- lui conosceva Mythal!?

-Un giorno è comparso questo e io la osservavo, sorrideva o pensava, preoccupata e triste poi, ma neanche lei ha mai voluto farsi aiutare. Vedevo le sfere aumentare. L’ultima è stata un po’ di tempo fa-

-Un po’ di tempo fa?- rispose Solas, lo vedevo teso e attento

-Mmm…quando te ne sai andato, e ho dovuto dimenticare-

Sospirò e chiuse gli occhi -Grazie Cole-

-Direi di iniziare, Solas?- assentì con il capo, ma lo vedevo pensieroso

-Cosa c’è?-

-Nulla, continua vhenan- rispose serio, continuai ad osservarlo, lasciai perdere, mi rivolsi alla sfera e la toccai. Era calda, un tepore cominciò a fluire dentro di me, mi stava venendo sonno, ma che?

La mia schiena contro il petto di Solas e le sue braccia intorno alla vita.

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Una foresta, il sole era tiepido e il canto degli uccelli, rilassante. Vari spiriti vagavano nei dintorni tranquilli. Stavo contemplando un piccolo lago, alle estremità due enormi statue di halla, era familiare. Urla e rami spezzati, mi voltai, sbucò di colpo dalla boscaglia un ragazzino, che si bloccò ad osservarmi, ma poi rivolse l’attenzione alle sue spalle, un elfo in armatura.

-Moccioso vieni qua!- esclamò con rabbia, il ragazzino agilmente lo evitò e delle scintille di magia fuoriuscirono dalle sue dita, un sigillo di ghiaccio fece scivolare la sentinella che rovinò a terra, si rimise in piedi -Osa ancora e ti farò allenare così tanto che mi chiederai pietà!-

-Non voglio fare i vallaslin, ne la guardia del tempio, te lo scordi!- disse sprezzante

-Devi e lo farai come tutti gli altri!- urlò furioso

-Amras- chiamai l’elfo, si bloccò sorpreso, si avvicinò e inchinò -Non vi avevo visto, mia signora-

-Che succede?- domandai

-Il ragazzo è sfuggito al rituale,  lo rifiuta-

-Capisco, Abelas?-

-Lo sta facendo ora-

-Avranno bisogno di te, puoi andare-

-Ma mia signora!-

-Mi occupo io di lui-

Sospirò rassegnato e con un altro inchinò se ne andò. Il ragazzo si era bloccato ad osservarmi.

Con un cenno gli intimai di avvicinarsi, dopo una prima esitazione mi raggiunse, lo osservai.

Avrà avuto dieci anni, cappelli corti di un castano ramato, un viso affilato e uno sguardo arrogante, i miei amati occhi grigi.

 Sorrisi e domandai calma -Come ti chiami?-

Mi fissò negli occhi con sfida -Non ha importanza, non intendo restare-

-Perché?- ero curiosa, chi era questo ragazzino così arrogante?

-Non intendo farmi comandare! Mi manderanno a morire!-

-Comandare da chi?-

-Mythal, non intendo obbedirle!-

Ma senti che ardimento -Perché hai detto che ti manda a morire?-

Incrociò le mani sul petto e distolse lo sguardo -I…i miei genitori…non sono più tornati…- rispose triste, anche se mantenne un atteggiamento di sfida.

Sospirai, l’ultima guerra si era appena conclusa e avevo avuto delle perdite, non ero riuscita a fare di più.

-Mi dispiace, piccolo- mi rivolse un espressione irritata -Non sono piccolo!-

Abbozzai un sorriso -Non so come chiamarti, se non me lo dici-

Sbuffò -Solas- mai nome fu più azzeccato a quanto pare, orgoglio.

-Piacere mio, Solas. Quindi se non vuoi fare la guardia del tempio, cosa vuoi fare?-

Diventò pensieroso -Non lo so, ma non verrò obbligato a fare cose che non voglio, nessuno dovrebbe, i miei stavano quasi sempre lontano da me, anche se non volevano…-

-Come fai a sapere che…-

Urlò -La mamma non voleva l’ultima volta che l’ho vista!- la voce tremò e delle lacrime gli bagnarono il viso -Ma…ma…è stata obbligata! Come può la Signora dell’amore fare questo?-

Una fitta di dolore al cuore, mi chinai alla sua stessa altezza -Solas?- mi fissò, lo sguardo ancora umido -Posso abbracciarti?-

Spalancò gli occhi -No!- e si girò di spalle.

Eh già, questo nome è proprio adatto, lo abbracciai da dietro e si irrigidì -No…solo…la mamma…-

Ma non si divincolò, lo voltai e lo riabbracciai, pianse. Lo tenni stretto finché non smise, mi scostai e gli accarezzai il viso, guardandolo dolcemente -Facciamo così, tu ora torni ad allenarti, non ti verranno messi i Vallaslin, ma devi diventare più forte, ok?-

-Appena torno lo faranno!- esclamò spaventato

-No Solas, non lo faranno, ora vai-

Era esitante, ma annuì con il capo. Lo guardai allontanarsi e poi osservai il lago.

Al ragazzo non verranno imposti i Vallaslin, mi occuperò io di lui” ordinai mentalmente.

I contorni si fecero sfumati, il tutto si dissolse, per far prendere posto ad altro.

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Piante rigogliose, un lastricato di pietra, ai margini una fila di colonne. Conoscevo quel posto, il giardino di Skyhold. Ero seduta su una panchina, osservavo Solas poco lontano, era un po’ più grande, parlava con degli spiriti, sorrideva rispetto all’ultima volta.

-Solas!- chiamai, si voltò a guardarmi, per poi salutare e raggiungermi

-Sì, madre?- a quella parola il cuore mi si scaldò, sorrisi, una volta che aveva scoperto chi fossi pensavo che lo avrei perso, non era stato facile, ma ci eravamo affezionati l’uno all’altro e aveva cominciato a chiamarmi così, il più bel regalo che potesse farmi.

-Vedo che fai nuove amicizie-

Sorrise compiaciuto -Saggezza mi sta insegnando un sacco di cose nuove-

-Sono contenta per te, ma dobbiamo continuare le lezioni che…-

-Mythal- alzai lo sguardo, un elfo dall’aspetto regale e con un portamento fiero, Elgar'Nan studiò Solas che con un cenno del capo si allontanò

-Dimmi, vhenan- continuava ad osservare il ragazzo -Sei sicura che vada bene così?-

-Non vedo quale sia il problema-

Sospirò -Il ragazzo non…-

Lo interruppi -Il ragazzo, ha delle buone doti-

-Per me puoi fare come vuoi, lo sai, gli altri hanno avuto da ridire, Mythal che si prende cura di uno schiavo-

Lo fissai severa -Elgar'Nan lasciali parlare e che pensino a loro stessi, lo fanno sempre-

Non rispose, aggiunsi -E vhenan, non voglio più sentire quella parola riferita al ragazzo-

Mi guardò attento -Lo vuoi far diventare uno di noi?-

Abbozzai un sorriso -Lo scopriremo con il tempo-

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Stavo leggendo nella rotonda a Skyhold, quando un forte rumore mi spaventò, che cosa succede? Uscii all’esterno sulle mura preoccupata, notai due individui che si battevano, entrambi con una leggera armatura. Mi avvicinai, una parte della cinta esterna era crollata, formando un semicerchio, ma sono impazziti?

Li studiai, attaccavano e difendevano agilmente, sia fisicamente che con la magia, uno era Dirthamen e il suo avversario un ragazzo con dei lunghi capelli castano ramati tenuti in una coda, Solas, ormai non più un bambino, ma ventenne, si divertiva a schivare e a provocare arrogantemente.  È molto simile a come l’ho conosciuto io, a parte i capelli, fa un effetto strano vederlo così.

-Dirthamen! Solas!- urlai arrabbiata, si bloccarono entrambi a guardarmi, si scambiarono un’occhiata e scapparono. Cosa!? -Venite subito qua! Solas!- mi guardò fugacemente per poi saltare giù dal bastione al piano inferiore, frenò la caduta con un incantesimo. Prima che sparisse dalla mia vista, lanciai un sigillo di ghiaccio, se ne accorse troppo tardi e venne quasi colpito, ne dirottò l’effetto proteggendosi con una barriera. Un altro sigillo, non lo vide, cadde rovinosamente a terra sparendo dietro l’angolo. Sospirai sconsolata. E ora la cinta? Quando torna…e anche a Dirthamen cosa gli era saltato in mente? Andavano d’accordo di solito. Lo sanno che se vogliono fare sul serio, lo devono fare in un posto isolato, accidenti a loro.

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Un salone, pareti e scalinate di cristallo, tutto risplendeva con un’aria di importanza e ricchezza, vari gruppi di elfi vestiti elegantemente da fini sete d’oro e d’argento, discutevano, ridevano e ballavano.

Rividi Solas che con orgoglio faceva sfoggio di sé attirando l’attenzione di una donna, invitandola a ballare.

-Vedo che Solas si sta dando da fare con Andruil- guardai Elgar'Nan, non risposi e rimisi l’attenzione sui due che ballavano. So che era un ricordo, ma vederlo  così mi dava fastidio, con Andruil poi?

-Non dici nulla? È il tuo protetto, l’ultima volta tu e Andruil avete avuto un dibattito piuttosto acceso-

Sorrisi mesta -È abbastanza grande ormai da fare le sue scelte da solo, prima o poi si renderà conto di chi ha davanti, Andruil la pensa diversamente da lui, oltre ad avere preferenze diverse, lo scoprirà a sue spese. Non mi ascolterebbe comunque-

Li vidi dividersi smettendo di ballare e Solas continuare a fissarla, per poi destarsi e rivolgere l’attenzione ad altri elfi, era a suo agio come quando l’avevo visto al Palazzo d’Inverno. Chissà quante volte avevano ballato assieme e…sono una stupida, come posso essere gelosa di una cosa successa chissà quanti anni fa. Ora lui è solo mio.

Si avvicinò a me con un sorriso -Vi state divertendo?-

Sorrisi -Tu più di me, da quanto ho visto- mi rivolse un’espressione imbarazzata

-Solas, non tutto è come sembra- era irritato e confuso -Mi stai dicendo che quello che provo…-

Lo interruppi calma -Non quello che provi tu, ma quello che prova lei è differente- ora era seccato.

-So cavarmela da solo- rispose arrogante

Sorrisi -Lo so-

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Ero sempre nella rotonda a Skyhold, una porta si spalancò con forza e mi ritrovai davanti un Solas, più maturo dell’ultima volta, sempre con i capelli legati in una coda. Era infuriato, una ferita sopra il sopracciglio, il sangue era colato sul viso e ormai secco, l’armatura rovinata.

Lo squadrai da capo a piedi, ma non proferii parola, osservavo pensierosa la stanza circolare.

-Dillo ‘te l’avevo detto’- esclamò irritato

Non lo guardai -Non serve, suppongo faccia male, ma hai scelto un modo per provocare Andruil molto pericoloso, senza pensare alle conseguenze e alla sua natura, ti ha preso con facilità e hai visto infine com’è davvero. Per fortuna è arrivata Anaris e mi congratulo con te per aver volto la situazione a tuo favore. Dirthamen ti ha insegnato bene-

Rimase in silenzio per un po’ -Cosa stai guardando?- rispose pacato

Sorrisi divertita -Pensavo che questa stanza abbia bisogno di un po’ di colore, non pensi?-

-Potrei fare qualcosa, quando ho tempo-

-È un ottima idea, ti piace pitturare no?-

Abbozzò un sorriso -Lo trovo rilassante-

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Ero seduta a una scrivania, entrò nella stanza Solas con un sorriso arrogante.

-Le mie congratulazioni sei uno di noi ora Temibile Lupo- che…cosa? Uno…di noi?!

-Il tuo scontro con il Titano verrà ricordato, gli altri Evanuris ne sono stati colpiti, con il tuo Focus hai il  loro rispetto. Puoi far abbandonare le Vie Profonde, ora che sei un Dio quali sono i tuoi piani?-

Sospirò e gli si dipinse sul volto una espressione disgustata -Non mi dare quel titolo Mythal, lo sai che non lo sopporto-

Ridacchiai -Già, come scordarlo? Dopotutto se vuoi iniziare il tuo progetto ora sei pronto-

Era serio e mi studiava attentamente -Ho il tuo supporto?-

Sorrisi -Ti sosterrò, ma indirettamente per adesso, vuoi iniziare una partita pericolosa-

-Ma giusta, non puoi ignorare quello che stanno facendo-

Lo osservai -Non fare il ragazzino arrogante Solas, non osare dirmi quello che devo fare-

Seccato rispose -Non era mia intenzione, ma Elgar'Nan…-

Lo bloccai -Solas, non voglio discutere su questo. Non puoi capire- il mio tono non ammetteva repliche, mettendo fine alla discussione.

Abbassò lo sguardo costernato -Ir abelas- ed uscì dalla stanza.

Cominciai a toccare l’anello all’anulare nervosa e con rabbia. Una profonda tristezza prese il sopravvento.

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Guardavo fuori da una finestra dando a Solas le spalle.

-Dimmi-

-I piani procedono, sto liberando tutti gli schiavi che me lo chiedono, stanno diventando sempre di più, non staremo inosservati ancora a lungo-

-Bene. Stanno superando qualunque limite, non possono continuare con queste atrocità-

Solas restava in silenzio, un silenzio pesante, mi voltai verso di lui, gli occhi adombrati di dolore

-Dirthamen…- rispose triste e abbattuto

Un dolore immane mi lacerò il cuore, la gola si chiuse impedendomi di parlare. Abbassai lo sguardo, fissandomi le mani. Notai che l’anello non c’era più.

-È stato il Dio dei segreti fino alla fine…non lo vendichiamo?- ringhiò con rabbia

-Lascia che si cullino nella loro sicurezza di falsi Dei, la vendetta ha bisogno del suo tempo- sibilai spietata.

 

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Di nuovo la scrivania, entrò nella stanza Solas -Non vorrai accettare, perché vogliono incontrarti proprio ora?- era visibilmente preoccupato

-Devo prendere tempo, per me e soprattutto per te, vedrò ancora una volta di farli ragionare per quanto possibile, è un mio dovere, rischiamo una strage, non voglio un’altra guerra, mi è bastata l’ultima con i Dimenticati-

-Non puoi andare è una follia, Falon’din ha attaccato di proposito, lo sai-

-So che voglio proteggere il mio popolo, se non mi presento, avanzerà- risposi grave

-Lascia che almeno venga con te!- esclamò allarmato

Lo guardai dolcemente -Non puoi, devi pensare alla tua gente ora-

Gli presi il viso tra le mani e appoggiai la mia fronte alla sua -Stai attenta-

Sorrisi -Lo farò, amico mio, ora vai-

Presi un foglio, dalla scrivania e lessi

L’esperimento è concluso e sembra un successo, ha una potenza straordinaria, speriamo venga presto a vederla, anche gli altri Evanuris sono stati informati.

Poco sotto un’altra scrittura

Mia signora, tutto procede come stabilito, l’Uthenera è attiva, l’ingresso sigillato, abbiamo evitato che gli altri Dei ne venissero a conoscenza del completamento. Poco sopra trovate il messaggio che avrebbe dovuto arrivare, chiunque altro ne sapesse dell’esistenza è stato eliminato. Aspettiamo ulteriori ordini.

Sospirai, un’altra follia a cui avevo dovuto accettare per non farli insospettire. Il foglio prese fuoco tra le mie mani e lo lasciai andare.

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Antiche rovine, fiaccole di velfuoco, scale, un Uthenera chiusa, mi avvicinai ad essa posando sopra una mano con un guanto di metallo familiare, infusi del potere. Comparvero degli spiriti a forma di lupo. Mi voltai verso un angolo dove era posto un tavolo con su delle carte esaminandole disgustata, le avrei lasciate intatte, servivano ancora purtroppo, almeno per qualche anno.

Rivolsi la mia attenzione alla tomba aprendola, una bambina dai capelli neri, avrà avuto due anni, dormiva ancora profondamente. Guardavo me stessa?

La bambina aprì gli occhi, un brillante color ametista che vedevo ormai da quando ho ricordo tutti i giorni allo specchio. Mi guardava ancora assonnata e confusa. Sorrisi dolcemente prendendola in braccio e stringendomela al petto, con le manine afferrò saldamente il vestito per poi osservarmi, la vedevo concentrata nel cercare di articolare una parola -Mmm…ma…mama…- le posai un bacio sulla fronte, sorrise anche lei battendo le manine contenta -Ma….mamae!-

Sorpresa mi si scaldò il cuore e la strinsi ancora al petto -Da quanto tempo non sentivo quella parola piccola-

Sussultai, quella voce, Flemeth!?

Al collo la bambina aveva il pendente che ora era in mio possesso, glielo tolsi prima che potesse diventare un interessante giocattolo -Questo per adesso non ti servirà, non ora- lo posai nell’Uthenera.

Avvicinai una mano alle sue, mi prese le dita -Sei molto carina, tra qualche anno ne converrà anche quel ragazzino arrogante, vero?- la bambina rise divertita -Già…- la guardavo pensierosa

-Se sapesse quello che sto per farti, si arrabbierebbe molto…ma ho bisogno di sentire se starai bene e anche il tuo potere non ti servirà per adesso, imparerai qualcosa che nessuno di noi ha mai provato-

Rilasciai del mana, dei marchi comparvero, per poi scomparire come se non fosse successo nulla.

-Sarai il mio primo e ultimo schiavo di questo mondo-

Mi avviai con in braccio la bambina fuori dalla stanza per poi sigillarla, gli spiriti ci seguivano ubbidienti ed entrai nella foresta. Dopo un po’ vidi poco distante quella che per i prossimi diciotto anni sarebbe stata la mia casa. Posai a terra la bambina -Fai la brava, ci rivedremo tra qualche anno, ma da’len- percepii poco distante un fruscio di fogliame, mi allontanai mettendomi dietro ad un albero.

-Dove è andato? Lui e la sua caccia, non è mai dove dovrebbe essere…- mamma!?

La bambina trovandosi persa cominciò a singhiozzare attirando l’attenzione. Vidi poco lontano quella che sarebbe diventata mia madre bloccarsi sorpresa e spaventata guardando i lupi e poi la bambina. Richiamai gli spiriti che sparirono.

Ancora timorosa mia madre si avvicinò lentamente guardandosi attorno, si inginocchiò prendendola in braccio -E tu cosa ci fai qui?- la osservai, non me la ricordavo così giovane, avrà avuto la stessa età che ho io adesso. La bambina iniziò a piangere. Cominciamo bene.

Mia madre cercando di calmarmi si guardò ancora intorno -Shhh…quei lupi…ma non posso lasciarti qui, moriresti…bhe sarà il nostro segreto ok?- ridacchiò -Penso che a Melinir verrà un colpo, avrà il secondo prima di quanto immagina-

Tutto scomparve.

 

 

 

Lathbora viran: Tradotto approssimativamente come "il percorso verso un luogo di amore perduto", un desiderio per una cosa che non si può mai veramente sapere

Mamae: mamma

Ma ghilana, vhenan: guidami, cuore mio

Vir Dirthara: biblioteca che si attraversa nel crocevia nel dlc Trespasser







Capitolo un po' diverso dal solito, spero vi sia piaciuto. Io mi sono divertita a scrivere questi ricordi su Solas, visti dal punto di vista di Mythal, ho preso spunto da quel poco che sappiamo su di lui. Alla prossima!

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.
Ancora qualche ricordo sul nostro Solas e ritorniamo al presente :D




25

Una stanza in penombra, l’unica fonte di luce proveniente da una feritoria illuminava i mosaici presenti sulle pareti che risplendevano. Al centro un Uthenera aperta, appoggiata ad essa una figura seduta, si teneva la testa tra le mani, non riuscivo a capire chi fosse, restava nelle ombre.

-Come ti senti?- domandai, la voce era quella di Flemeth

-Male…- rispose Solas, il tono era inespressivo

-Ti ci abituerai, gli effetti ormai sono permanenti da secoli-

-È tutta colpa mia…MIA!- urlò disperato -Non doveva andare così!!-

-Hai fatto l’unica cosa che potevi in quel momento-

-E ho distrutto qualunque cosa, ho peggiorato tutto!! Gli elfi che fanno da schiavi agli umani?-

-Non solo, buona parte è dispersa nei boschi e scappa dagli umani vivendo come rietti, si fanno chiamare Dalish e hanno una particolarità, ma lascerò a te il piacere di scoprirla, Temibile Lupo-

-No…nooo, non può essere reale…NOO!!- urlò di nuovo. Questo ricordo, mi stava facendo sentire male, non sopportavo vederlo così, avrei voluto potermi avvicinare e toccarlo.

-Ti ho portato dei vestiti adatti a questo mondo e del cibo, quando ti sentirai meglio, parleremo ancora-

Lo vidi alzarsi barcollante e sostenersi alla tomba -Rimetterò tutto a posto…non percepisco quasi nessun contatto con l’Oblio…mi viene da vomitare- si girò di scatto e lo fece, tossì più volte.

Mi voltai dandogli le spalle e allontanandomi, poco dopo lo udii piangere e urlare, i suoi lamenti rimbombavano in quella struttura, forse un suo tempio, continuavo a scorgere varie sue statue e mosaici. Istintivamente avrei voluto tornare indietro, ma continuavo a camminare. Non avevo mai pensato a come si fosse sentito al suo risveglio, non glielo avevo mai chiesto…

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Un Eluvian Enorme. Lo fissavo, era chiuso, ed ero confusa, mi ritrovavo dove ero passata poco prima, era alquanto strano.

-Sei sicuro del tuo piano Solas?- domandai tranquilla

-Se quello che mi hai detto su quel magister è corretto, morirà. La sua natura corrotta non lo aiuterà, rimane pur sempre un mortale-

-Hai ricevuto la mia lettera?-

-Sì, non ricapiterà più- rispose deciso

-Potranno passare anche millenni, ma la tua arroganza, non cambia-

-Dovrei preoccuparmi di questi esseri mortali? Questo mondo non dovrebbe esistere! Il solo vederti costretta in un corpo del genere è…-

Lo bloccai -Questo corpo mortale, è uno dei tanti che ho avuto, meglio questa forma, che nessuna. Te lo richiedo, sei sicuro di voler dare il tuo Focus a quell’essere corrotto dal flagello?-

-Morirà- rispose arrogante e sicuro di sè

Mi voltai e lo osservai pensierosa -Come credi, fai quanto ritieni giusto Temibile Lupo-

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Bene, bene, chi abbiamo qui? Tenevo gli occhi chiusi, e mi si pararono davanti delle immagini.

Mi vedevo?! Come è possibile?! Da parte a me Morrigan, guardavamo il Pozzo del Dolore? Siamo al tempio di Mythal!? Lei ci vedeva?!

Mi rivolsi verso Solas e gli altri, stavamo parlando. Vidi Solas negare disgustato.

Flemeth rise, al Dio della ribellione viene chiesto di legarsi ad un Evanuris? Molto divertente, come potevo perdermi la faccia di quel ragazzino arrogante? Ancora più esilarante sarebbe se Morrigan bevesse, ma è così vicina che mi ha già rivelato quello che volevo sapere. Quindi ma da’len, è il tuo momento. Percepii una leggera scarica di mana. La conoscenza sopravvissuta in quel pozzo ti servirà, devi iniziare a cambiare, riprendendo a far parte dal mondo da cui provieni.

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Osservavo da lontano quello che rimaneva del Concilio delle Sacre ceneri, era sera. Una lieve interferenza nel mana, un legame si era spezzato. Sorrisi, il marchio che avevo messo è stato tolto. Speravo andasse così, ma se lo conosco bene si complicherà la vita come al suo solito. Sospirai, per lo meno non ti annoierai, ma da’len, a me non me ne ha dato mai l’occasione. Il mio tempo sta per finire, questo corpo non reggerà ancora a lungo, dovrei trovare un altro ospite…

I contorni si fecero sfumati, il tutto si dissolse.

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Ripresi i sensi, ero seduta sopra a Solas, la schiena contro il suo petto e le braccia intorno alla vita.

Un leggero mal di testa mi colpii, troppe informazioni tutte insieme.

-Ora sai?- proferì Cole, alzai lo sguardo e l’osservai, annuii con un cenno del capo.

Solas mi strinse a sè -Come stai?- con tono di voce preoccupato. Mi girai per guardarlo meglio e rimasi a fissarlo.

-Qualcosa non va?- domandò perplesso

Sorrisi lievemente -Com’era Andruil?- non avrei dovuto, ma mi sentivo un po’ vendicativa.

Si bloccò sconcertato -Cosa hai visto?- sospirai e mi accomodai meglio contro di lui, godendomi il calore del suo corpo -Un ballo, le facevi la corte-

-Capisco, ma è stata solo…- gli misi una mano sul viso tirandolo verso di me, gli posai un bacio sulla guancia -Lo so vhenan, scusa-

-Una domanda- aggiunsi

-Dimmi- lo sentivo rigido contro al mio corpo, sorrisi -Che fine hanno fatto quei bellissimi capelli?-

Si rilassò e ridacchiò -Bella domanda, non penso di avere una risposta, sarà stata la conseguenza di essere quasi morto o l’essere stato tanto tempo nell’Uthenera, posso solo dire di essere rimasto sorpreso…i miei poveri capelli…stavo bene, vero?-

Lo baciai ancora sulla guancia -Decisamente, ma hai sempre il tuo fascino- ridacchiò

Non sapevo se porre la domanda, non me l’aveva mai detto di sua spontanea volontà di essere un Evanuris, non che mi importi, l’ha fatto per convenienza è palese dalla reazione che ho visto.

-Lei non sapeva, un Evanuris eri- disse Cole, lo guardai infastidita da quell’intromissione.

Sospirò profondamente come se si fosse tolto un peso e allentò la presa sulla mia vita, come se avessi tentato di prendere le distanze da lui.

-Me ne andrò davvero, se pensi ancora che per una cosa del genere perda fiducia in te o ti lasci- risposi decisa e piccata. Silenzio e non si mosse.

Sospirai seccata, quindi? Nulla? Spostai le gambe e mi sbilanciai su un braccio facendo leva per alzarmi. Mi avvolse la vita e prese le mie gambe voltandomi con decisione verso di lui, lo assecondai mettendomi a cavalcioni, i nostri bacini combaciavano.

-Non ti lascerò andare mai più- aggiunse di nuovo Cole

Lo fissai nelle iride grigie, ardevano. Sorrisi divertita per quelle intromissioni dello spirito della compassione a cui stavamo tanto a cuore. Passai le braccia attorno al suo petto fino ad appoggiarmi a lui e stringerlo, mettendo il viso sulla sua spalla -Bene, perché intendo fare lo stesso- sussurrai dolcemente, lentamente prese ad accarezzarmi la schiena, abbandonandomi completamente a lui.

-Mi dispiace- dissi triste

-Di cosa, ma vhenan?- proferì curioso

-Per i tuoi genitori e per Mythal-

Mi posò un bacio sulla fronte -Anche a me, però ora ho te-

Sorrisi compiaciuta -Comunque per quanto riguarda me, non avercela con lei, l’ha fatto per non farli insospettire e a modo suo mi ha protetto-

-Non avrei dovuto dubitare di lei, mi ha fatto un regalo bellissimo-

-Ir abelas…-

-Delle scuse, interessante, hai fatto qualcosa per meritarmele?-

Lo strinsi -Sì…non mi sono mai preoccupata, di come ti fossi sentito quando ti sei svegliato in questo mondo…-

La sua mano che mi stava accarezzando sulla schiena si bloccò -Hai visto quando…non…- sospirò

-Non volevo mi vedessi così…- rispose con voce incerta, alzai il viso, non mi guardava.

Mi scostai un poco e feci scivolare le braccia sulle sue spalle, ma non accennava a voltarsi. Misi il viso nell’incavo del suo collo e posai un bacio -Avrei voluto poterti dare conforto in quel momento, provavo dolore al cuore, non voglio vederti più così-

-Non…non avresti dovuto vedermi in quelle condizioni…-

Posai un secondo bacio -Solas- non rispose, un terzo bacio -Ma vhenan-

 -Solas ar lath- si fece più vicino stringendomi, chiusi gli occhi e restammo in silenzio

-Se hai visto quello…cos’altro?-

-Tu che arrogantemente sostenevi che Corypheus sarebbe morto a causa del Focus-

Sospirò profondamente -Poi?-

-Mythal che mi dice che non mi sarei annoiata con te e aveva ragione- posai un altro bacio più insistente lasciandogli il segno. Riprese ad accarezzarmi la schiena.

-Una piccola sofferenza…mmm…non ora, perché?- domandò Cole

Sospirai, rispose Solas per entrambi -Perché è pericoloso, ci vuole tranquillità e sicurezza, cose che ora non sono presenti-

Guardai Cole, era pensieroso -Però voi volete, non basta?-

Abbozzai un sorriso -Purtroppo no, Cole-

Mi separai da Solas alzandomi, gli porsi una mano aiutandolo, nella stanza le sfere erano sparite, ora era vuota.

-Cole, vieni con noi?- domandai

-Sì, qui ho finito-

Lo studiai, stavo per fare una domanda, ma Solas mi anticipò -Hai finito? Mythal ti aveva chiesto di restare qui?-

-Sì, avrei dovuto restare e aspettare, ma sono stato attirato dai sentimenti del ragazzo, per un periodo non ricordavo più, poi mi hai aiutato e sono tornato, quando non avete avuto più bisogno di me-

Rimanemmo a fissarlo per poi guardarci esterrefatti -Sarò sincera, provo ammirazione, ma lo trovo anche terrificante-

Sorrise -Ecco perché non ho mai vinto a carte…- rispose sconsolato, lo guardai sorpresa

-Tu…non…hai mai vinto a carte con lei?! Ma se fai paura!- esclamai incredula

Ridacchiò -Anche a scacchi, l’esperienza è fondamentale e ne aveva in abbondanza, difficile battere una persona, che ha già quasi visto tutto-

Ero alquanto sconcertata -Sacrificare i pezzi è importate, ma bisogna saper scegliere con cura, non tutti sono sacrificabili, basta una mossa sbagliata e tutto può cadere in frantumi- pensieroso, parlava più con se stesso che con me -L’ho imparato a miei spese con te, ho quasi fatto mangiare la mia Regina e dato Scacco Matto a me stesso, senza aver nemmeno iniziato- aggiunse mesto.

Abbozzai un sorriso e lo presi sotto braccio -La tua Regina?-

Sorrise -Assolutamente-

Mi si scaldò il cuore -Andiamo, mio Re-

Giungemmo infine alla base, era il tramonto. Poco dopo Cole sparì come suo solito, Solas mi mise una mano sulla spalla -Dobbiamo decidere quando partire, non va bene-

Lo guardai preoccupata -Geldauran?- annuì con un cenno del capo, cupo

-Quando vuoi, vhenan- risposi decisa

Mi strinse la spalla -Ne parliamo meglio dopo, ora riposa, non dovresti avere più difficoltà a farlo adesso-

-Te ne eri accorto?- domandai sorpresa

-Ti agitavi troppo, ma visto che non mi hai detto nulla, non ho chiesto…avrei dovuto invece- affermò serio

Lo guardai dolcemente -Ir abelas, ma vhenan- sorrise lievemente -Sarai stanco anche tu per colpa mia-

-Non ti preoccupare, ho dormito fin troppo negli anni passati, non morirò per così poco-

Sorrisi divertita -Va bene, mi faccio un sonnellino, ma mi stai viziando, dormo più ora che quando ero l’Inquisitore-

Ridacchiò -I vantaggi di non essere al comando, voglio che li sfrutti tutti-

Lo baciai lievemente sulle labbra e mi diressi verso la nostra camera. Mi guardai intorno, ma non vedevo Elen, avevo l’impressione che da quando le avevo spiegato come stavano le cose, mi evitasse…sospirai, spero non sia veramente così…

Quando fui quasi arrivata, la notai appoggiata ad una colonna, non era allegra come al solito e alquanto assorta nei suoi pensieri. Mi fissò e mi fermai -Come stanno andando questi primi giorni?-

-Bene- rispose fredda, avevo un peso sul cuore -Con Abelas?-

Vidi un luccichio nelle iridi castane, ma lo represse subito, non rispose. Sospirai sconsolata, era arrabbiata? Non si fidava o aveva paura di me? Io avevo compreso Solas alquanto facilmente, più in fretta di quanto me ne rendessi conto…sarà perché non mi è mai importato, lo volevo vicino e basta. Con Shani e Nala ero stata fin troppo fortunata, mi avevano sempre trattata normalmente, si era formato un legame solido. Cassandra e gli altri a parte la prima rivelazione dell’accaduto dove erano rimasti sorpresi quanto me, si erano abituati in fretta, ma avevamo vissuto esperienze strane, una in più o in meno ormai non faceva differenza.

-Sono contenta che stia andando tutto bene, se vuoi parlare sai dove cercarmi- proferii calma e con una nota di tristezza nella voce. La sorpassai, ma mi bloccò per un braccio.

-Come fai?- domandò con un filo di voce, mi voltai e la osservai confusa

-Come hai fatto ad accettare tutto questo? È…assurdo…tu…Solas…tutto quello che sanno i Dalish è sbagliato?- disse incerta

-L’ho accettato per amore di Solas e l’ho provato sulla mia stessa pelle, il resto non ha avuto più importanza, non ne avevo il tempo, quando hai centinaia di vite tra le mani pensi solo a cercare di farle sopravvivere e di cercare di rimanere in vita quando il nemico vuole la tua testa-

-Avevi ragione, non avrei dovuto venire…- proferì cupa

Chinai il viso afflitta -Come regalo ti ho donato la verità, sta a te pensare cosa vuoi farne…accettarla, usarla e far parte di qualcosa di cui altri non avranno mai l’opportunità, o dimenticare e tornare a fare la semplice cacciatrice-

Mi guardò sorpresa -Mi lasceresti tornare al clan, dopo quello che mi hai rivelato?-

La guardai con dolcezza -Se è quello che vuoi, ti prego solo di mantenere la parola data, non voglio che il clan venga coinvolto in tutto questo-

-Perché non vuoi far sapere che sei Mythal? Qui sanno di Solas, verresti accettata senza problemi, allora perché?-

-Non voglio essere riverita come un Dio, non voglio guardare dall’alto in basso persone che ritengo mie pari. Si saprà quando sarà il momento opportuno. La verità non è sempre necessaria. Per quanto riguarda Solas, anche lui non gioisce ad essere paragonato ad un Dio, ma è più bravo di me a farsi accettare, rappresenta il Dio della ribellione, sarà sempre dalla parte del popolo-

-Quando sarà il momento opportuno?- domandò attenta

-Quando probabilmente scenderò su un campo di battaglia e mi vedrai fare cose che non ritenevi possibili da me- risposi seria

Notai con la coda dell’occhio Abelas passare poco distante, lo chiamai -Abelas!- si voltò guardandomi e avvicinandosi -Mia signora- Elen mi osservava interrogativa

-Nel tuo tempo libero mi farai il favore di allenare Elen come suo istruttore personale, deve migliorare il più possibile, lascio a te il resto. Con questo siamo pari per quanto riguarda la richiesta che non hai accolto questa notte-

Elen girava lo sguardo da uno all’altro sconcertata

Abbozzò un sorriso -Mi sembra ragionevole- si rivolse a mia sorella -Cominceremo domani, ti farò sapere i dettagli- e posò il suo sguardo su di me, lo congedai con un cenno del capo, si allontanò.

-Non gli avrai dato un ordine?!- rispose seccata, la studiai divertita -Niente affatto, volendo avrebbe potuto rifiutare, non darò mai un ordine a lui o agli altri. Vedi di darti da fare, non sarà semplice-

Mi fissava allibita -Mi stai aiutando? Non ne ho bisogno sai?-

-Lo so benissimo, ma vedi di concentrarti, non vorrei che ti imbambolassi- le feci l’occhiolino, arrossì leggermente

-Un’ultima cosa…perché l’altro giorno hai detto che…bhe…non puoi essere incinta?-

Sospirai -Perché ho lanciato un incantesimo su me stessa per evitarlo-

Era sorpresa -Evitarlo? Non volete bambini?-

Le sorrisi triste -Oh sì tantissimo, ma stiamo facendo una guerra, sarebbe da irresponsabili-

Abbassò lo sguardo afflitta -Capisco, hai ragione…bhe se con Abelas ce la faccio, servirà anche a me-

Ridacchiai -No, lo chiederai direttamente a lui-  era confusa -È un…- conclusi -Mago?-

Sorrisi -Certo- le brillavano gli occhi, risi

-Cosa hai da ridere?- replicò seccata

-La tua faccia…- continuai a ridere

-Va bene, mi interessa ancora di più ora, soddisfatta?- ribatté

-Sì, sei completamente fusa-

-Parla quella che osserva Solas come se lo vedesse sempre per la prima volta-

-Chi osserva chi?- intervenne Shani, ci voltammo verso di lei

-Lei, guarda Solas come se gli volesse sempre saltare addosso- rispose Elen

Ma…-Ehi!- sentii le guance scaldarsi

-Questo è vero, ma come biasimarla? Viene voglia di togliergli quell’armatura, vero Yen?- provocò

-Decisamente sì!- le sfidai, ridacchiarono

-Vorrei un aiuto in effetti…-

Ci bloccammo tutte e tre, Shani e mia sorella arrossirono, io senza neanche voltarmi sghignazzai.

Vidi Elen prendere per mano la mia amica e portarsela via, erano completamente in imbarazzo.

Aspettai che mi si spostò di fronte e l’osservai, era alquanto divertito -Avevo capito che me la vuoi togliere…- insinuò malizioso, sorrisi -Hai già finito per oggi?-

Si chinò leggermente e posò le sue labbra morbide e calde sulle mie, un bacio fiducioso senza fretta, mi persi nei suoi occhi grigi e lui nei miei. Responsabilità a non finire, quando ne avremmo potuto fare a meno? L’importante è che sia qua con me, non importa quanto ci vorrà, supereremo qualunque cosa.

-Pensavo stessi già dormendo, volevo farti sognare qualcosa di piacevole- disse dolcemente

-Mi sono fermata a parlare, urgevano ulteriori spiegazioni- sorrise -Capisco-

-Ho visto cosa hai combinato alla cinta esterna a Skyhold con Dirthamen, come avete fatto?-

Ridacchiò -Lui mi dice ‘prova a fare così, scommetto che non ci riesci’ e io l’ho fatto, mi ha fregato e ho iniziato ad attaccarlo, Myhtal mi avrebbe ucciso, sono scappato, come avrai visto-

-Se l’ho visto? Ti sei lanciato giù senza esitazione dalle mura! E Mythal ti ha beccato in pieno-

Rise di gusto -Mi sono schiantato contro una parete, non sono riuscito ad evitarlo e barcollante me ne sono andato, mi avrebbe fatto ricostruire la cinta a mano, pietra su pietra-

Sorrisi divertita e lo baciai lentamente, il suo sapore era inebriante, ma quanto ti amo?

-Quanto avrei voluto essere già al tuo fianco-  mi sarebbe piaciuto moltissimo vederlo nel suo mondo, nella realtà in cui viveva.

-Non so se mi avresti sopportato-

Sorrisi -Perché eri ancora più orgoglioso e arrogante? Che piacevole sfida sarebbe stata…- lo provocai decisa

Mi fissava con occhi ardenti -Ad ogni ballo saresti stata l’invidia di tutti i presenti, ma non avrei permesso a nessuno di accostarti, neanche agli altri Evanuris, avremmo ballato per intere notti. Ti avrei reclamato solo per me-

Inclinai leggermente la testa guardandolo con desiderio -Ballare con te è come respirare, non ho bisogno di imparare quelle insulse movenze degli orlesiani…-

-Da quel che ricordo sei stata bravissima- affermò

Ridacchiai -Non so se avevo più paura a sbagliare qualche passo o a dire qualcosa di inopportuno…tutte quelle ore spese con Vivienne e Josephine sono state logoranti, non avevo mai fatto una cosa del genere in vita mia…- la prima volta non mi ero per nulla divertita, anche se poi ci avevo preso la mano.

-Ti sei comportata splendidamente, anche se ammetto che avrei preferito che venissi a sfogarti con me che con Dorian- puntualizzò

-Sapevo che Dorian aveva anche lui esperienza con quel genere di cose, non avrei mai immaginato che il mio mago eretico fosse altrettanto bravo- replicai con sfida e guardandolo con finto rimprovero

-Tanto come avresti risposto? “ho già visto tutto nell’Oblio” tsè…- si era bloccato allibito, continuai

-“Adoro l’inebriante miscela di potere, intrigo, pericolo e sesso che permea questi eventi” devo ancora capire dove fosse finito il sesso- mi sfogai, avevo sempre solo pensato quelle cose, senza osare dirgliele.

Lo vedevo in difficoltà -Tutto questo risentimento da dove viene?- domandò calmo.

Accennai un sorriso -Chiamiamoli ricordi di una certa frustrazione e di cose mai dette-

-Altro? Sono curioso- con un tono di sfida

-Che come mio servitore, avevi la camera affianco la mia, non ti sei fatto vedere-

Ridacchiò -La servitù ha occhi e orecchie ovunque, in poco tempo si sarebbe venuto a sapere che l’Inquisitore Lavellan andava a letto con il suo servitore-

Lo guardai seccata, sbuffai -Almeno ci saremmo andati a letto e avremmo avuto più privacy di quanto ne avevamo alla rotonda a Skyhold o nella mia camera, dove era già tanto che Leliana non veniva anche di notte con i suoi rapporti. Vedevo come mi guardavi e io avevo lo stesso identico desiderio, ma non pensavo che forse avrei dovuto trascinarti in camera…avrei dovuto pensarci allora, così magari avresti ceduto, ma ti sei defilato con la tua solita maestria-

-Anche se mi avresti trascinato in camera non avrei mai ceduto, non volevo portarti a letto con l’inganno, non volevo legarti a me senza farti sapere chi fossi davvero- replicò serio

L’osservai, quelle parole mi fecero piacere, ma indubbiamente avrei preferito che si fidasse di me anche allora, sarebbe stato tutto diverso, magari avrei evitato di lasciar cadere il Focus e lui non se ne sarebbe andato. Ma come mi aveva già detto la paura che lo allontanassi da me come un mostro ha tenuto a bada qualunque desiderio avesse per me.

Un bacio a fior di labbra, volevo sentire altro -E poi cosa avresti fatto?- domandai curiosa, mettendo fine a quella discussione inutile.

Sorrise dolcemente -Avrei fatto qualunque cosa per farmi notare da te, ogni occasione sarebbe stata perfetta per farti la corte e tenere lontani gli altri. Ti avrei portata a vedere luoghi nell’Oblio solo a me noti, dove nessuno ci avrebbe disturbato, facendoti provare sensazioni uniche-

Percepii entrambi i pendenti pulsare in sintonia, accordandosi con il battito dei nostri cuori e il nostro respiro.

-Ti avrei fatto dei regali unici, che per altri sarebbero stati introvabili. Avrei voluto che ti sistemassi a Skyhold così da poter stare sempre insieme, volendo ogni notte farti mia. Avrei viaggiato in tua compagnia facendoti conoscere ogni bellezza di Elvhenan-

Gli presi il viso tra le mani e lo baciai con passione -E sicuramente non avrei aspettato tutti questi anni per chiederti di sposarmi…e Mythal sarebbe stata alquanto euforica, le piacevano queste cose, avrebbe insistito per organizzare lei tutto, ci saremmo scordati qualcosa di intimo-

Ridacchiai e appoggiò la sua fronte alla mia divertito.

-Solas?-

-Sì?-

-Hai visto le lettere sulla scrivania?-

Sospirò -Viste, se vuoi giocare…ho capito cosa hai in mente, verrà preso come un affronto e magari anche se ci riuscissimo, non otterremmo gli effetti sperati…il ricordo delle Sacre Marce è ancora vivo. Il prezzo che vuoi chiedere è alto, anche se adeguato al servizio che vuoi offrire. Qualche idea sull’invasore?-

-Sì, tu?-

-Anche io-

-Aspettiamo le prove da Leliana-

-Bhe, se troverà altra gaatlok in giro…-

Ridacchiai -Dici? Magari ci sbagliamo…-

-Mi pare più un altro avvertimento e lo sai che non si arrenderanno, anche se la Viddasala è stata uccisa-

Sospirai -Come l’ultima volta…-

-Mettili nel caos e falli ammazzare tra di loro, poi basterà il colpo di grazia e il Qun arriverà come un’ancora di salvezza per molta gente. L’abbiamo già visto fare-

 

 

 

 

 

Gaatlok: polvere esplosiva inventata dai Qunari


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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Sono tornata! Passate bene le vacanze? Avevo bisogno di una pausa, per avere nuove idee e come magari qualcuno di voi ha notato ho messo in revisione il tutto, visto che il mio modo di scrivere in questi mesi è cambiato e non ho ancora finito, dovrebbero essere a posto fino al cap.10 per adesso. Hanno ricevuto una sistemata soprattutto i primi capitoli, per la storia non cambia nulla naturalmente, ho aggiunto qualcosa che nasce e muore nello stesso capitolo, niente di importante, ma se siete curiosi vedrete che non è più proprio come prima. Se non vi interessa, uguale, per la storia fino dove siamo arrivati non cambia niente. Ora vi lascio al nuovo capitolo :)

Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.


CAPITOLO 26

La luce della luna creava forme insolite sul selciato di pietra, un leggero vento dava vita alle fronde degli alberi, c’era assoluto silenzio. Ero seduta ai piedi di un albero con la schiena appoggiata al tronco e piuttosto che essere a dormire, come chiunque non avesse il turno di guardia, mi ero rifugiata nel piccolo giardino presente sul retro del tempio. Solas dormiva tranquillo, o almeno lo speravo, sorrisi al ricordo di qualche ora prima, quando avevo deciso di fare una passeggiata notturna e stavo per alzarmi dal letto, ma una sua mano mi aveva stretto il braccio, mi ero chinata su di lui rassicurandolo che non stavo scappando, la sua presa si era sciolta. Ogni tanto sentivo il bisogno di stare da sola, per pensare, ero sempre stata così, fin da bambina e anche se era strano avevo sempre odiato il baccano, soprattutto gli schiamazzi dei miei coetanei. Il silenzio era oro. Posizionai le mani con i palmi aperti, una di fronte all’altra, delle scintille simili alle scariche di un fulmine passarono da una all’altra. Stavo semplicemente giocando, e sentire il mana che scorreva mi rilassava. Percepii una presenza, non me ne sorpresi, ormai era da parecchio che ero lì, se nessuno mi avesse notato, avrei iniziato a preoccuparmi  sulle nostre difese notturne.

Continuai tranquilla senza far capire che me ne ero accorta e lo lasciai avvicinare, si stava celando piuttosto bene, non come un assassino, ma come un mago. Posai una mano al mio fianco e infusi nel terreno del mana. Ora era abbastanza vicino. L’individuo venne investito dalla mia magia e si bloccò, il suo incantesimo cedette, rivelandolo. Alzai lo sguardo e sorrisi

-Mìriel che piacevole serata non credi?- domandai divertita, dall’espressione scioccata che mi stava mostrando, continuai -Turno di notte? Sono lieta che qualcuno passi a controllare anche il giardino-

Sospirò evidentemente seccata -Ora controlli anche il lavoro dei tuoi sottoposti? Facendo giochi di luce? Avrei dovuto immaginarlo… chi è quell’idiota che si infiltra e spara scintille a caso-

La osservai -Ti trovo bene, non abbiamo avuto più occasione-

Mi studiò torva, ma non accennava parola, sembrava in conflitto se chiedere o no, rimasi in silenzio aspettando.

-Cosa diavolo sei tu? Quelle due ti guardano manco fossi il Creatore sceso in terra-

Quelle due? Probabilmente si riferiva a Shani e Nala -Non so a cosa ti riferisci- risposi semplicemente

Decisa si avvicinò inginocchiandosi alla mia stessa altezza e guardandomi furiosa -Non prendermi in giro- proferì rabbiosa

Abbozzai un sorriso -Perché dopo mesi vieni a richiedermi ciò? Non ti sono mai stata simpatica da quello che mi risulta- e che ci fosse andato di mezzo Solas non aiutava ad avere un rapporto pacifico. Abbassò lo sguardo pensierosa e si spostò al mio fianco -Perché mi interessa una persona e non voglio che per una promessa fatta a te, abbia dei segreti con me-

Rimasi basita, avevo capito giusto? Questo mi era sfuggito… inclinai la testa studiandola attentamente, si allontanò di un po’ indispettita per quell’attenzione indesiderata, sbuffò

-Quanto mai te l’ho chiesto- si stava per alzare, ma le misi una mano sulla spalla, mi fissò attenta

-Dimmi… è Nala?-

-No… è una buona amica, ma no-

Non ci credo… Shani!? E non mi aveva detto niente! Non che dovesse per forza farlo, ma non avevo neanche sospettato nulla… ridacchiai. Mirìel seccata stava di nuovo tentando di alzarsi, ma la trattenni con forza

-Scusa,  non ridevo per quello che pensi tu, sappi solo che le hai appena fatto prendere una promozione-

Mi guardò sia confusa che sorpresa -Lei non vuole…-

-Lo so, ma se lo merita- mi serve qualcuno che siano i miei occhi e le miei orecchie alla base -Non ti preoccupare, non sbraiterà ordini-

-Quindi… spara… cosa sei?-

-Darò il permesso a Shani di dirtelo, ma sia chiaro deve rimanere un segreto- risposi seria

-Affare fatto-

Dei passi, qualcuno si stava avvicinando -Ecco dove sei finita- disse Shani, che tempismo

Mi alzai -Bene, bene, domani pomeriggio ti voglio vedere, devo parlarti. Godetevi il resto della notte, almeno qualcuno controllerà il giardino, è alquanto deserto- le feci l’occhiolino e la rossa si bloccò a fissarmi per poi prendermi un braccio e guardare Mìriel

-Yen…?-

-Dimmi-

-Ir abelas-

Sorrisi -Di cosa? Buonanotte- e mi lasciò andare

Una volta arrivata in camera, mi cambiai e stesi a letto. Shani e Mìriel, chi l’avrebbe mai pensato?

Un braccio di Solas mi passò sulla vita, teneva socchiusi gli occhi assonnati, gli posai una mano sul viso e mi avvicinai posandogli un bacio fugace sulle labbra -Dì la verità, non hai dormito molto-

Sorrise -E come facevo? Mi mancava il mio cuscino-

Ridacchiai e chiusi gli occhi.

 

Ero in camera e stavo sistemando le lettere sulla nostra scrivania, le sue da un lato e le mie dalla parte opposta, oltre a vari libri che trovavo sparsi ovunque e rimettevo nel solito angolo, non sarebbe durato molto quell’ordine. Dovevo ancora capire cosa ci combinava, quanti ne leggeva contemporaneamente? E ogni settimana cambiavano! A questo ritmo si sarà letto tutta la biblioteca di Skyhold in due mesi! Temibile, sì, a leggere è un mostro, altro che lupo con gli occhi rossi, mi fa un baffo! Mi mossi e con un piede andai a sbattere contro qualcosa, abbassai il viso, da sotto il letto spuntava un angolo di un libro, sospirai, mi inginocchiai e guardai sotto, almeno era l’unico, era il quinto che trovavo, lo presi e lo impilai sugli altri. Bussarono.

-Avanti-

Shani, sorrise e si richiuse la porta alle spalle -Eccomi qua… e bhe… ora sai tutto-

Contraccambiai il sorriso e con un gesto la invitai a sedersi -Quindi tu e Mìriel? Wow! Pensavo di aver capito male quando me l’ha detto-

-Mi dispiace, te l’avrei detto, ma sono state un po’ complicate le cose, ma bhe… è stata una sorpresa anche per me, le prime volte l’avrei buttata giù dalla base-

Ridacchiai e le misi una mano sulla spalla -Contenta per voi, ma ti ho fatto venire qua perché passerai di grado-

A quelle parole le si spalancarono gli occhi -Yen… io non…- proferì abbattuta

-Fammi finire, non darai ordini, se non strettamente necessario. Mi fido di te e ho bisogno di qualcuno che all’interno della base mi faccia da occhi e orecchie. Sai come funziona, appena mi avvicino troppo o smettono di parlare o cambiano discorso, tutti sanno che sono la compagna di Fen’harel, se c’è qualcosa che non va lo voglio sapere-

Sospirò -Capisco, lo farò, qualcosa in particolare?-

-Non al momento- annuì con un cenno del capo -Puoi dire a Mìriel della mia natura-

Mi guardò basita -Sei sicura? Io… io mi fido di lei, ma non siete mai state in grandi rapporti-

-Se tu ti fidi, lo farò anche io-

Mi strinse una mano -Ma serennas- sorrisi

Si guardò intorno -E con Solas?-

-Tutto bene, a parte che non riusciamo a stare divisi, una stupidaggine, ma il non riuscire a dormire perché non ti è affianco… non ci siamo visti per tre anni… mi domando sempre come abbiamo fatto- ridacchiai

-Ti capisco, me lo domando anche io, morirei dentro se Mìriel sparisse-

Le strinsi una mano -Spero per te di non provare mai, è devastante-

-Non immaginerei neanche se trovassi l’idiota di turno, nel tuo caso Ian, che mi bacia con la forza, come hai fatto? Al solo pensiero lo avrei ucciso-

Al ricordo esibii una smorfia -Ci è andato vicino, ma spiegare un cadavere non era la scelta migliore per tenerlo nascosto-

Mi guardò divertita -In effetti… devo andare, ho delle cose da controllare, se no Abelas non me lo tolgo più di torno-

Ridacchiai -Va bene, magari ci vediamo dopo- la vidi uscire, ma appena aprì la porta stava per scontrarsi con Solas che si spostò per lasciarla passare, il volto era inespressivo. Mi lasciai cadere sul letto e chiusi gli occhi, lo udii entrare e la porta richiudersi. Silenzio, ed ero osservata, percepii il suo sguardo scivolare su di me.

-Quello che ho sentito è la verità?-

Maledizione… sospirai profondamente -Sì-

-E naturalmente non era rilevante dirmelo- udii del risentimento nella voce

Aprii gli occhi e mi alzai a sedere, era andato alla scrivania e mi dava le spalle, sfogliò delle lettere fino a prenderne una, si voltò senza guardarmi e deciso si diresse verso la porta. Con uno slancio lo presi da una mano e si fermò, restava in silenzio.

-Cosa avrei dovuto dirti? Che quell’idiota tramite le sue mani e la sua bocca mi ha fatto provare un ribrezzo che non avevo mai provato prima? È vero, ho pensato di ucciderlo per un attimo, ma non l’ho fatto… o avrei dovuto dirlo a te così che concludessi quello che io non avevo finito?- dissi seria

-Se ti rispondessi, di sì?-

-Cosa sarebbe servito? Non voglio delle morti se non necessarie-

-Non necessarie? Lui ti ha toccato, contro la tua volontà! Avrebbe potuto…-

-Cosa? Se così fosse. Se solo lo avesse pensato. No, non sarebbe vivo- lo lasciai andare, ma non si mosse -Sei uno stupido- aggiunsi

-Bhe… grazie, ora sarei io lo stupido?-

-Non crederei mai, che se a te succedesse qualcosa del genere me lo verresti a dire-

-No? Sentiamo il perché- e si girò verso di me

Sospirai spazientita e lo ignorai, mi rimisi seduta per poi sdraiarmi e incrociai le braccia al petto. Fenedhis! Ma guarda se dobbiamo discutere su una cosa del genere!

-Dimmi, se venissi baciato contro la mia volontà non dovrei dirtelo? Ah bhe… dimenticavo, tu hai fatto la stessa cosa, deve essere irrilevante come gesto- continuò provocatorio

Mi rialzai a sedere offesa -Bene, visto che i miei baci sono irrilevanti, me ne vado!- mi alzai e non soddisfatta gli andai di fronte e agganciai un piede ad una sua caviglia, tirando con forza, perse l’equilibrio. Lo fissai arrabbiata -Andrò a cercare qualcuno a cui piacciano, chissà magari quella recluta che ti sta sempre intorno nella speranza di vedermi, ne sarà alquanto felice- uscii lasciandolo sul pavimento e sbattei la porta alle spalle. Idiota, idiota, idiota! Cosa avrei dovuto dirti? Razza d’idiota! Manco mi fossi divertita! Meno male che dici di fidarti di me! Vai al diavolo! Idiota! Camminai decisa e con furia, andai a sbattere quasi contro a Elen che si scostò prontamente -Yen… cosa…?-

-Non ora Elen, per favore- tagliando sul nascere qualunque domanda e mi diressi verso la sala delle armi, tirai su un paio di pugnali, i miei li avevo lasciati in camera e non avevo alcuna intenzione di tornarci, presi anche un arco e dei guanti in pelle. Uscii, notai una mantella appesa, la presi e con un gesto fluido la indossai, senza fermarmi. Ora ero di fronte l’Eluvian, lo attivai

Abelas lo chiamai mentalmente

Ditemi

Informa Fen’harel che non tornerò per cena e neanche per la notte

Cos… mia signora, cosa…?

Fallo, grazie

Lo attraversai. Giunsi nella foresta sottostante la base, camminai a lungo, avevo una vaga idea di dove stavo andando. Percepii una interferenza del mana, a cui risposi “Guidami. Seguii il potere che sentivo ritrovandomi sul limitare del lago, accostai la vegetazione, finché non si diradò del tutto ed ebbi davanti una parete rocciosa, notai conficcati in essa degli spuntoni di ferro, li osservai, stavano arrugginendosi, che fossero quelli usati dai mercenari? Iniziai ad arrampicarmi lentamente, ogni ferro che toccavo lo rafforzavo con della magia, non avevo intenzione di imparare a volare.

Mi fermai a metà riprendendo fiato. Cavolo Yen, il fiatone? Come posso essere già stanca? Non va bene, no che non va bene. Continuai, finalmente raggiunsi la sporgenza e mi issai per poi sdraiarmi, ansimavo e stava calando la sera. Oh cavolo, devo riiniziare ad allenarmi, altro che Evanuris, me li scordo andando avanti così e direi che se pur molto piacevole fare l’amore non basta. Il pensiero mi aveva fatto tornare in mente il mio stupido lupo, idiota. Un’ombra coprì il cielo, una grande testa triangolare piena di scaglie blu, alzai una mano verso le narici e la posai sul muso -Ciao, come va?- al mio tocco ricevetti uno sbuffo freddo che mi scompigliò ulteriormente i capelli e alleviò il caldo che si era impossessato del corpo, ridacchiai e mi alzai togliendomi la polvere dagli abiti. Udii dei lievi ringhi e vidi spuntare dalle zampe posteriori due piccoli draghetti, avevano entrambi delle scaglie scure con dei riflessi argentati. Bhe… piccoli per modo di dire, erano alti quanto me. Si fecero vicino annusandomi, uno di loro cercò di assaggiarmi, ricevette un ringhio di protesta dal mio drago e si quietò ubbidiente. Sorrisi a quel gesto e li toccai accarezzandoli -Sei papà? Non me l’avevi detto… quindi vedrò anche la vostra mamma?-

Il mio drago sbuffò infastidito, un draghetto iniziò a tirare testate al padre, invece quello rimasto di fronte a me si stava godendo le coccole, ad un tratto ricevetti una leccata. Rimasi interdetta e risi pulendomi il viso con una mano. Ok, avrei detto a Solas che lo sostituivo con un drago, direi che quella leccata era piena di significati.

-Sono contenta di essere venuta a trovarti, avevo bisogno di fare qualcosa di diverso…-

Il mio drago si girò dandomi le spalle e facendo strada,  i draghetti incuriositi mi stavano vicino. Le pareti di roccia si ergevano larghe all’inizio, ma più avanzavamo più si restringevano portando a una grotta buia. Aprii una mano di fronte a me e feci comparire una fiamma per fare un po’ di luce, almeno vedevo dove mettevo i piedi, c’erano ciottoli di pietra sparsi ovunque e qualche scheletro, penso di cavalli e altri animali divenuti un pranzo. Poco dopo quel che rimaneva dei raggi del sole al tramonto filtrava da una fessura in alto, da dove notai iniziavano a comparire la luna e le prime stelle. Ci fermammo visto che eravamo giunti al limitare della grotta, mi guardai attorno, pietre e altri scheletri di vari animali, anche qualche teschio umano…

Il mio drago si sdraiò e i due draghetti gli si fecero vicino accoccolandosi vicino a lui per dormire. Ebbi un brutto presentimento alla mancanza della madre. Il mio drago di un blu scuro con linee di un azzurro elettrico, ringhiò deciso osservandomi. Le iridi a causa del buio che avanzava si stavano allargando e per via della poca luce brillavano, era un invito ad avvicinarmi. Lo feci e mi sedetti vicino ai draghetti che senza esitazione si erano già addormentati sereni, mi appoggiai a loro, emanavano un calore piacevole, la grande testa triangolare del mio drago si avvicinò, studiandomi attento, abbozzai un sorriso.

-Non ti preoccupare, starò bene, non è la fine del mondo, è assurdo litigare su una cosa del genere però… non trovi? È successo qualche mese fa… mi ha fatta sentire come se lo avessi tradito, quando al solo ricordo mi viene il vomito…-

Alzai il viso, ormai era quasi completamente buio, rimisi la mia attenzione sul drago -Però io ho ancora l’occasione di parlargli… tu no invece… vero?- continuava a fissarmi con quegli occhi luminosi -Se dicessi che anche dopo quello che mi ha detto mi manca?- ridacchiai triste, il mio stomaco brontolò, ma non avevo fame…

Dovrei scusarmi? E per cosa? Per non aver voluto farlo preoccupare o far ammazzare un idiota che non è degno neanche della sua attenzione? Non mi sarò fidata, ma non gli ho fatto niente di male… con tutto quello che poteva dire, proprio quello…

Avrei potuto scegliermi una vita più semplice, l’occasione mi è stata offerta, senza avere affianco un Dio stupido, orgoglioso e arrogante, con cui è un piacere anche discutere. No, avrei dovuto scegliere qualcuno che mi dicesse sempre di sì, sarebbe stato alquanto noioso, ma almeno adesso me ne vivrei tranquilla ad allevare mabari… noiosa, felice, tutto perfetto. Senza di lui che mi fa impazzire nel volerlo aiutare. Aver sofferto per tre anni la sua mancanza… chi me l’ha fatto fare? Per poi sentirmi dire che i miei baci sono insignificanti! Un moto di rabbia resuscitò, io che da stupida ragazzina innamorata volevo qualcosa di più da lui in quei giorni e non lo ottenevo, anche se vedevo lo stesso identico desiderio nei suoi occhi. E quando lo avevo notato in un umano, che più che volentieri mi osservava e mi avrebbe portato a letto, lo avevo rifiutato perché non è quello che volevo, non era la persona che volevo che mi toccasse, ma un umano che con solo qualche parola andava in crisi. No, volevo il mio Temibile Lupo che ogni volta mi teneva testa e mi spiegava cosa stavo sbagliando, che esibiva la sua disapprovazione senza remore. No, io ho voluto un lupo che mi dominasse fino a catturarmi lo spirito, mi ha posseduto anche se non mi aveva mai toccato fino a quel punto. E quando qualche mese fa finalmente abbiamo fatto l’amore, è stata la cosa più bella che mi fosse capitata fino a quel momento nella mia vita, ogni volta farlo è una gioia, ci capiamo perfettamente, siamo in totale sintonia.

Per un idiota del genere, arriva a dirmi quello? Ti fulmino! Stupido! Le guance mi si bagnarono, ma me le asciugai subito con una mano, tirai le gambe verso il petto e appoggiai il viso contro il braccio che tenevo sulle ginocchia, non volevo pensare più a niente.

 

Mi ritrovai nella nostra camera, me lo aspettavo, non potevo avere il lusso di non pensare a nulla neanche quando dormivo con lui. Lo ritrovai seduto sul letto, chinato in avanti con i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani conserte, non mi guardava. Incrociai le braccia al petto e rimasi in silenzio.

-Dove ti trovi?- domandò nervoso

-Cosa ti importa? Magari nel letto di qualcuno dopo del buon sesso- la rabbia non era scomparsa e non mi importava di ferirlo, lo vidi stringere le mani molto forte, le nocche erano bianche, ma non rispondeva.

-Visto che è stato fantastico vorrei riposare ora, senza l’idiota di turno- continuai imperterrita

Si alzò di scatto e mi mise le mani su i fianchi, era furioso -Smettila-

-Di fare cosa? Ti sto dicendo cosa ho fatto, dovresti esserne contento-

La mascella si indurì ulteriormente, anche la presa sulla mia vita era più forte -Smettila- disse ancora e si stava chinando su di me, ma lo evitai -Trova qualcuna che ti baci meglio di quel che so fare io- risposi fredda

-Dove sei?-

-Lontano, così da non poter più rischiare di darti…- due dita mi si posarono sul mento alzandomi il viso, prese possesso della mie labbra affondando con la lingua. Cercai di ritrarmi, ma mi divorava con foga, mi sfuggii un gemito, si staccò per riprendere fiato e tentò ancora di baciarmi, ma voltai il viso verso il basso, le sue mani si avvolsero sulla mia schiena, abbracciandomi, sentivo il suo respiro vicino all’orecchio. -Vhenan- sussurrò, mi irrigidii e sospirò profondamente -Ir abelas… non volevo dirti una cosa del genere- fino a quel momento non avevo ricambiato l’abbraccio, istintivamente lo avrei fatto, ma mi ero bloccata. Feci scivolare le braccia sulla sua schiena. Stava chiedendo scusa, e so che non era una cosa facile con il carattere che si ritrova.

-Hai sempre chiesto scusa, solo a me- già dalle prime volte, non l’ho mai sentito porgerle ad altri

-Solo a te perché… solo con te posso mettere da parte il mio orgoglio-

-Scusa…- cedetti anche io

-Dove ti trovi? Sto… impazzendo!- proferì nervoso

Sorrisi e lo fissai in viso, quella stupida barriera che si era creata prima tra noi, si era disintegrata in un attimo -Al sicuro… credo di avere un nuovo spasimante- insinuai apposta in modo vago

Era attento e perplesso, non rispondeva, continuai -Ha degli occhi ipnotici, è simpatico, potente…- la sua presa si era alleggerita e mi stava lasciando andare, era sconvolto, lo trattenni -Ha delle spesse scaglie, una lunga coda…- non riuscii a continuare, coprì la mia bocca con la sua, ci staccammo senza fiato -Sei uno stupido orgoglioso!- replicai senza pietà -Prova ancora a pensare che potrei farmi toccare da qualcun altro che non sia tu che ti…- affondò di nuovo la lingua nella mia bocca. Mi si era annebbiata la mente, contraccambiai quel bacio così possessivo.

-Dove sei? Voglio venire da te- sorrisi a quelle parole, mi mancava anche lui -Te l’ho detto, dal mio nuovo spasimante che ha una bellissima coda. Se te lo meriti tornerò quando farà giorno-

-Non ho intenzione di aspettare l’alba, fammi sentire il tuo potere, lo hai completamente celato da quando hai sbattuto la porta-

Picchiettai le dita sul suo petto, gli rivolsi un sorriso malizioso -Non voglio che spaventi il mio drago e che vi facciate del male a vicenda, non ci penserebbe due volte visto che ha dei cuccioli-

-Cuccioli?- rispose perplesso

-Già, due, molto carini, ora sto dormendo insieme a loro, e uno mi ha dato una leccata molto appassionata- risposi divertita

Prese ad accarezzarmi la schiena con movimenti circolari e rilassanti -Pensavo fosse maschio-

Ridacchiai -Infatti, ma penso che la madre non sia presente… deve esserle successo qualcosa- le mani scesero fino al fondoschiena premendo il mio bacino contro al suo -Deve essere un vizio…- provocai

-Cosa?- domandò curioso

-Mettere sempre le mani lì- e posai una mano su un suo braccio

Ridacchiò -Se hai un bellissimo sedere, cosa posso farci?-

Le guance mi si scaldarono -Stupido…-

Sorrise e premette la sua bocca sulla mia -Vhenan, fammi sentire il tuo potere, non sopporto starti lontano e il drago capirà…- non attese una mia risposta baciandomi ancora. Mi stava coccolando e mi stavo lasciando andare senza esitazione, perdendomi nel suo sapore. In un momento di lucidità ripresi il controllo staccandomi dalle sue labbra, fissai i miei occhi grigi che erano imploranti, sembrava un lupacchiotto che mi supplicava. Gli posai le mani sul viso -Smettila di fare questa faccia- stava riuscendo nel suo intento, abbozzò un sorriso, ma non si arrese si avvicinò ancora dandomi un bacio fugace -Che faccia?- rispose innocente

Sospirai divertita, gli sorrisi -Questa da lupacchiotto-

-È la mia faccia- replicò tranquillo, sei un furbacchione -C’è da scalare una parete di roccia, non voglio rischiare che al buio ti faccia male-

Mi posò un bacio sulla fronte -Dubito che manchi molto all’alba e vengo io da te, quindi?-

Lo fissai seccata e poi sospirai, gli spiegai dove ero. Soddisfatto mi baciò ancora.






Cosa c'è di meglio se non riiniziare con una bella litigata? XD Anche se non riescono a tenersi il broncio a lungo XD

E visto che i mesi passano, salteranno fuori nuove coppie per la nostra Dea dell'amore che si ritroverà a svolgere il proprio compito senza rendersene conto XD

Al prossimo capitolo!


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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.



CAPITOLO 27

Mi destai e guardai in alto verso la feritoia, il cielo si stava rischiarando. Osservai i draghi che dormivano, per poi alzarmi e lasciar scorrere all’esterno il mio potere, notai il drago aprire gli occhi freddi e bianchi come il ghiaccio.

-Resta qui, vado fuori ad aspettare la fonte delle mie crisi di nervi- borbottai con un mezzo sbadiglio, avevo dormito al caldo, però mi faceva male la schiena. Mi incamminai e alzai le braccia verso l’alto stiracchiandomi, cercando un po’ di sollievo. Ripercorsi tranquillamente tutta la caverna, percepivo sempre il mio drago tenermi d’occhio. Raggiunsi l’uscita e mi sedetti vicino alla sporgenza da cui ero arrivata. Respirai a pieni polmoni l’aria fresca del mattino presto, godendomi la vista del sole che sorgeva. Mi vennero in mente le parole dette una volta da Shani ‘dì la verità, tendi sempre a perdonarlo, vero?’ ridacchiai, sì sempre, è il mio cuore. Continuai ad osservare il paesaggio diventare vivo, colorarsi poco a poco, spazzando via il nero della notte. Udii sotto di me delle pietre sgretolarsi, subito dopo spuntò la testa di Solas, si issò e restando in ginocchio mi fissò attentamente, poi rivolse la sua attenzione al dirupo guardando giù -Dimmi, soffri di vertigini?- domandò pensieroso.

Ero perplessa e notai che non aveva il fiatone che invece aveva assalito me, non portava l’armatura dorata, ma la versione leggera. Ma neanche io portavo un’armatura pesante -No, perché?-

Sorrise -Perché hai messo tanta di quella magia in quei ferri che non si staccheranno più per almeno mille anni- non risposi, guardandolo assorta. Lui si avvicinò posandomi una mano sul viso -Hai rivolto la tua furia contro di loro e non sei abituata a farlo, eri stanca vero?-

Sorpresa lo fissai -Come fai a…- inclinò la testa e mi baciò fugacemente -Cose che capitano quando si è giovani, con l’esperienza imparerai a dosare meglio il mana anche quando  le emozioni prendono il sopravvento- ora compresi il perché della mia stanchezza, ma allenarmi non poteva fare male. -Mi dici sempre qualcosa che non so- replicai calma

Sorrise compiaciuto e tolse dalle spalle il suo inseparabile zaino trasandato. Dovevo procurarmene uno nuovo. Lo aprì e ne tirò fuori una coperta, pane e formaggio. Alla vista del cibo, il mio stomaco brontolò, mi rivolse un sorrisetto. Sbuffai e sistemai la coperta sotto di noi. Iniziammo a mangiare in silenzio. Si era messo di fianco a me e non aveva detto altro, mi lasciai scivolare contro la sua spalla posando la testa, in risposta cercò la mia mano libera stringendola nella sua. Percepii il potere del mio drago aumentare vertiginosamente e con violenza. Solas non era il benvenuto. Stavo per alzarmi quando mi bloccò impendendomelo, aspettai spiegazioni.

-Non entrerò nella caverna, non ne ho il diritto, ma sei la mia compagna, questo dovrà essere chiaro anche a lui. Dove vai tu ci starò anche io, sempre che non me lo impedisca qualcuno facendomi cadere a terra-

Queste accuse velate, mi fecero stendere le labbra in un sorriso -Avrò il sangue degli Evanuris, ma sono pur sempre cresciuta tra i Dalish. Deve essere una combinazione letale, ma’arlath- risposi tranquilla. Alquanto divertito, posò una mano sul mio viso tirandomi verso di lui. Udimmo i pesanti passi del drago, stavo per scostarmi allarmata, ma mi baciò comunque con passione, ignorandolo. Lo assecondai nervosa, far inferocire un drago non era nei miei programmi. Ci staccammo senza fiato e rimanemmo a fissarci. Un lieve bagliore passò nelle iride grigie con un consistente aumento di mana. Abbozzai un sorriso, stava sfidando il drago e voleva che mi fidassi, qualunque cosa avesse in mente, conoscevo ormai troppo bene quello sguardo e quel sorriso. Mi accostai a lui passando le braccia sulla sua schiena e il viso nell’incavo del suo collo, sussurrai al suo orecchio -Vhenan… sei pazzo-

Ridacchiò -Ecco, la reazione del tuo drago, mi sta ricordando molto la mia di qualche ora fa-

Il drago geloso? Sorrisi, non è possibile. Solas gli dava le spalle restando appoggiato a me, io lo vidi avvicinarsi con le zanne scoperte, decisamente contrariato. Rivolse ad entrambi un ruggito che mi rimbombò nel cervello e fissava Solas con intenti omicidi. In risposta venni stretta di più e una mano passò sulla mia nuca affondando tra i capelli accarezzandomi, quel tocco mi rilassò un po’ troppo. Non è il momento! Il mana del mio lupo salì ulteriormente, non era minaccioso, ma protettivo nei miei confronti.

Il drago ringhiava tenendo la grande bocca leggermente aperta, mostrando tutta l’armeria di cui la natura l’aveva dotato, sembrava in conflitto su cosa fare, ma sapevo che non avrebbe mai attaccato, rischiava di ferirmi. Solas posò un bacio insistente sul mio collo, resistetti alla tentazione di lasciarmi andare tra le sue braccia -Sei… pazzo- ripetei in un sussurro, mi stava marchiando come sua davanti ad un drago che gli voleva staccare la testa. Avrei riso se la situazione non fosse stata tanto critica, come poteva il drago essere geloso di me? Gli avevo messo i Vallaslin, ma non… oh, un attimo, in quel momento ho creato un legame… ora Solas stava stabilendo una gerarchia? Ruggì di nuovo talmente forte che della brina si posò su di noi. Con decisione si voltò ritornando nella caverna, facendo tremare la roccia sotto di noi. Respiravo affannosamente come se avessi corso, il cuore batteva all’impazzata. Io morirò d’infarto, lo so. Anche Solas si rilassò non abbassando però il suo potere, sentivo il suo cuore contro il petto. Mi scostai per fissarlo e gli posai entrambe le mani sul viso avvicinandomi alle sue labbra -Sei pazzo- sussurrai per poi catturargli la bocca. Misi decisa di nuovo il viso nell’incavo del suo collo posando una linea di baci -Sei pazzo, pazzo, pazzo…-

-Visto che il drago ha capito?- rispose dolcemente

-Smettila! Sei comunque pazzo! Avrei potuto…-

-Ordinargli di smetterla? Vero, ma non sarebbe cambiato il suo comportamento nei miei confronti- continuò tranquillo

Strofinai il naso contro il suo collo -Non mi pare di aver visto grandi progressi… aspetterà solo il momento che non siamo così vicini-

Ridacchiò -Potrebbe, ma adesso ha visto chi sono io per te, non rischierà di farti del male in nessun modo, neanche attraverso me-

Sospirai arrendendomi -Va bene, vhenan, ma non pensare che quello che giustifica il drago lo faccia anche con te-

Iniziò ad accarezzarmi la schiena -Mmm… come posso far perdonare, la mia preoccupazione e il mio amore nei tuoi confronti?-

-Non pensando di ammazzare tutti gli idioti che ci capiteranno a tiro-

Rise -Questo include anche la recluta?-

Mi scostai fissando i miei amati occhi grigi -Hai terrorizzato quella povera recluta?-

Inclinò leggermente il viso, ed ecco riapparire la faccia da lupacchiotto -Non farei mai una cosa del genere- rispose innocente

-Solas…- lo chiamai seria

-L’ho solo fatto lavorare un po’ di più…- rispose vago

Continuai a fissarlo -Devo richiamare il drago?- lo minacciai -Penso arriverebbe con enorme piacere…-

Sospirò profondamente -Che fiducia che mi dai…-

Emisi un suono di protesta spazientito -Non è quello! È che sai essere tremendo quando vuoi-

-Non ho fatto nulla- rispose calmo

-Va bene, ma se vengo a sapere che non è così, inizia a preparati già da adesso- e lo baciai fugacemente, anche in questi stupidi battibecchi non riuscivo a farne a meno se lo avevo così vicino. Sfoggiò un sorrisetto.

-Dovremmo andare…-

-Possiamo stare qua ancora un po’-

-Hai lasciato tutto il lavoro ad Abelas?- domandai curiosa

-Non tutto ed Elen è venuta a chiedermi dove eri finita. Visto che le sei quasi andata addosso, ti ha visto armarti di tutto punto e con una velocità e fluidità sorprendente andartene-

Sospirai profondamente, iniziando a rilassarmi -Fluidità?-

-Questo l’ho aggiunto io, ti muovi in modo molto aggraziato e letale soprattutto quando sei furiosa, non lasci nessun movimento al caso-

Sorrisi compiaciuta -Mi stai facendo dei complimenti?-

Portò una mano vicino alla mia guancia scostando una ciocca di capelli che era caduta in avanti, mettendomela dietro all’orecchio, fece scivolare il suo sguardo sul mio viso, mi fissò negli occhi e poi le labbra, passando un dito sopra di esse. Restai assorta ad osservarlo mentre mi seduceva, sembrava pensare intanto che mi coccolava. Alzai le mie mani prendendo la sua tra le mie e incatenò di nuovo le nostre iridi.

-C’è qualcosa che ti preoccupa?- quando si perdeva nei suoi pensieri, di solito accompagnando il tutto a del the, che ora non aveva a portata di mano, il mio sesto senso mi metteva in allarme.

Abbozzò un sorriso -Sì… che quando hai chiuso quella porta mi sono sentito di nuovo solo e quando mi hai detto quelle cose per provocarmi, ferirmi e allontanarmi…- sospirò -La tua fiducia mi è fondamentale, non posso più farne a meno, come i tuoi meravigliosi baci, carezze, la tua voce…- strinsi la sua mano accarezzandola, le guance mi si scaldarono. Indubbiamente sa fare la corte ad una donna, mi emozionavo sempre quando mi diceva queste cose.

-Promettimi solo una cosa, non pensare mai che possa tradirti, non ne sarei in grado, mi è inconcepibile- dissi seria

-Non posso promettertelo, perché non lo penso mai, ma non posso non arrabbiarmi sapendo che quel bastardo ti ha toccata-

Sorrisi -Come hai tenuto a freno questo tuo lato quando eravamo a Skyhold?-

Ridacchiò -Pensando continuamente che non ne avevo il diritto. Volevo restare, ma non potevo, ma ti volevo e quando avevamo l’occasione di stare da soli, te lo mostravo… solo qualche volta ho un po’ ceduto e ti sorprendevi piacevolmente, quando ti mettevo un braccio attorno alla vita, anche se c’erano gli altri o ti stringevo la mano-

Lasciai andare la sua mano e iniziai ad accarezzargli il viso -E lo facevi quando…-

-Quando un certo comandante ti guardava con troppa insistenza e ogni volta mi maledicevo per non riuscire a controllarmi, dovevo lasciarti andare, ma non ci riuscivo- 

Lo tirai verso di me, appoggiando la sua fronte alla mia -Sono contenta che tu non l’abbia mai fatto veramente-

Sorrise -Non hai mai pensato di… bhe…- disse esitante

-Cercare qualcun altro? Mentirei se dicessi di no, ma il farmi consolare da un uomo che per me non significa nulla, l’ho solo trovato fastidioso. E no, non sono mai andata a letto con nessun altro, come avrai notato- risposi maliziosa

-L’ho notato e non posso negare di esserne stato compiaciuto… consolare?- chiese curioso

Posai dolcemente le mie labbra sulle sue -Tre anni sono lunghi, vhenan, e non sprizzavo gioia da tutti i pori. Parlavo con Cassandra e Leliana, ma ho solo imparato a celare il mio stato d’animo fino ad un certo punto. Dovevo reagire, non potevo far continuamente preoccupare tutti e diciamo che c’è stata un’intromissione che non ho gradito-

-Ti sei arrabbiata con Cullen?-

-Ha detto cose su i miei sentimenti e su di te che mi hanno fatto infuriare-

Iniziò ad accarezzarmi la testa restando in silenzio. Non era un bel ricordo. Il tono di voce si era alzato e tutti ci avevano sentito, ne ero sicura, sarebbe stato impossibile far finta di nulla.

-È venuto a dirmi cosa dovevo fare, pensando di aiutarmi in un mio periodo di debolezza, era l’ultima cosa che mi aspettassi… e non ci ho visto più- sentire quelle parole, ha scatenato la rabbia e lo stress a cui ero perennemente sottoposta. La diplomazia e i sorrisi falsi che sfoggiavo al resto del mondo in quel momento erano scomparsi, ne avevo abbastanza. Mettere all’angolo un lupo ferito è la cosa più stupida che potesse fare. Avevo mostrato le zanne cacciandolo dall’unica cosa che mi era rimasta di lui, la sua stanza, la nostra rotonda, i nostri affreschi. Alla fine ci rivolgevamo la parola solo per lavoro, non ero fiera di come avevo lasciato le cose, ma forse era stato meglio così.

-Da quello che mi fai capire, ha rischiato più che finire steso a terra-

Ridacchiai -Ehm… andiamo?- uno dei manichini per gli allenamenti di Cassandra era stato usato per accendere il fuoco quella sera… la mia proposta scherzosa di farne una versione in ferro non era mai stata presa tanto in considerazione come in quel momento.

Sorrise -Andiamo, devi salutare il drago?-

-Non penso gradirebbe sentire il tuo odore su di me, iniziamo a scendere- stavo per alzarmi, ma venni ritirata giù -Aspetta- e infilò il suo viso nell’incavo del collo. Le sue labbra si schiusero di nuovo sulla mia pelle insistentemente lasciandomi il segno, delle scariche di piacere mi attraversarono la schiena, posai una mano sulla sua nuca accarezzandolo. Si scostò per poi alzarsi e porgermi la mano per fare lo stesso. Iniziammo la discesa. Arrivati a terra riguardai gli spuntoni di ferro -Hai detto mille anni?- alzai le mani verso  di loro avvolgendoli con il mio potere, decisa li staccai tutti dalle loro sedi raggruppandoli, e li lanciai nel lago -Non deve salire nessuno-

-Erano stati i mercenari a metterli?-

-Probabile o qualcuno prima di loro, non mi piace che la madre non fosse presente, non abbandonerebbe mai i suoi piccoli-

Rimanemmo in silenzio per un po’ facendo la strada a ritroso. Con la coda dell’occhio vidi che sfoggiava un’espressione seria, non stava prestando attenzione a dove stesse andando, mi seguiva per inerzia. Veloce mi fermai di colpo, girandomi e piazzandomi di fronte a lui. Si bloccò appena prima di venirmi addosso preso alla sprovvista, domandandomi silenziosamente il perché.

-Vuoi del the?- facendogli capire che non mi era passato inosservato il suo modo di fare. Abbozzò un sorriso e si scostò, per poi appoggiarsi al tronco di uno dei tanti alberi che stavamo accostando. Lo seguii, volevo che condividesse quello che lo stava tormentando.

-Non hai avuto più visite in sogno da Geldauran?-

-Stranamente no- in effetti non aveva più tentato

-Nulla di insolito, ho messo delle protezioni. Mi hai confermato che funzionano-

-Quindi hai portato a lucidare l’armatura?- lo provocai, incitandolo a venire al punto

Ridacchiò e incrociò le braccia al petto -Sì, ha bisogno di una sistemata e vorrei che nei prossimi giorni passassi dal fabbro per fartene fare una nuova- disse serio squadrandomi da capo a piedi

-Va bene, cosa ci aspetta?-

-Non lo so, ci sono stato solo una volta in quella prigione, ma dubito di ritrovarla nello stesso stato in cui l’ho lasciata- rispose con tono grave

-Non penso ci sia qualche semplice sbarra di ferro- scherzai

Mi guardò tutto sommato divertito -È complicata da spiegare, la vedrai con i tuoi occhi- si staccò dall’albero e riprese a camminare con le braccia ancorate alla schiena. Una sorpresa, vivo di sorprese da quando lo conosco, non mi basterà un’eternità con te, cuore mio.

Aprii il palmo della mano di fronte a me, formando una graziosa palla di neve. Senza tanti scrupoli la lanciai decisa, centrandolo in testa. Si bloccò, lasciandosi andare da quella posizione rigida avuta poco prima, abbandonando le braccia ai lati. Riformai un’altra sfera di acqua ghiacciata, si voltò veloce, stava per reagire, ma lo centrai di nuovo però sul naso. Risi alla faccia sconcertata per quel secondo colpo. In risposta si fece avanti con fare predatorio sorridendo verso di me, spuntarono circa dieci palle di neve fluttuanti al suo fianco. Per farle più in fretta aveva usato l’acqua del lago. Ma così non vale! Un po’ intimorita per quell’assalto, feci un passo indietro, udii il suono di un sigillo attivarsi. Non è…! Scivolai! Aspettai la botta, che non arrivò… Possibile! Al contrario fu un atterraggio soffice e freddo. Sorpresa mi ritrovai sotto le mani della neve. Ecco perché ci aveva messo tanto a girarsi! Pianifica sempre tutto! Presi la neve in abbondanti manciate e cercai di reagire, lanciandogliela addosso, abbandonando completamente l’uso della magia. Non si riparò neanche, visto che si sgretolava prima di arrivare a lui, è troppo soffice! Ridacchiai sfinita e restai sdraiata con le braccia alzate in una completa resa. Fece un movimento con la mano, chiusi gli occhi di riflesso. Udii un impatto e subito dopo qualcosa di freddo cadermi addosso. Socchiusi gli occhi e lo trovai a fissarmi con un largo sorriso, mi guardai ero ricoperta di neve, le aveva distrutte una contro l’altra. Porse una mano verso di me che accettai, tirandomi in piedi, mi passò una mano fra i capelli e inclinandomi indietro la testa posò un bacio sulla mia fronte -Grazie- sussurrò.

Sorrisi -Ti si fonderà il cervello a furia di fare piani. Va meglio?-

Ridacchiò -Mmm… per quello penso ci abbiano già pensato le varie scariche magiche provenienti dalla sfera- con tono serio

Risi -Il solito ottimista- alzai le mani prendendolo dal bavero e agganciando un piede ad una sua caviglia, tirai. Lo rigirai spostandolo sul cumolo di neve. Sorpreso mi fissava dal basso ora -La vuoi sempre avere vinta-

Gli feci l’occhiolino -No, non sempre, pensaci- gli porsi la mano, la afferrò e con uno strattone venni tirata verso di lui. Passò un braccio sulla vita, scambiandoci di posto. A cavalcioni mi bloccava con il suo peso. Sorrisi divertita -Risposta esatta- si chinò catturandomi la bocca.

Ci alzammo scrollandoci la neve di dosso e ci avviammo. Una volta ritornati alla base, lo lasciai per andare a cambiarmi, mi si affiancò Elen -Dove eri finita?-

-Ho fatto un giro- risposi vaga

-Un giro così lungo che ero meravigliata che Solas non avesse ancora sbranato qualcuno da quanto era nervoso- sorrisi, ma non aggiunsi altro -Che avete litigato, penso sia scontato, ma dimmi…- e mi fermò prendendomi da un braccio, per poi fissarmi in viso e sorridere maliziosa. Si indicò con un dito il collo -Questi?-

Alzai gli occhi al cielo -Cosa dovrei risponderti?-

-Bhe, se litigate tutte le volte così, vi divertirete un sacco- disse provocatoria

Sorrisi -È il bello di litigare… lo scoprirai a tue spese- e le feci l’occhiolino, arrossì -Hai anche tutta la schiena bagnata… cosa hai combinato?-

-Neve- silenzio, vedevo una profonda perplessità -Neve?- annuii con un cenno del viso, lei però non cambiava espressione -Lasciamo perdere… non lo voglio sapere- risi -Comunque, non siete molto equilibrati, tu due e lui nulla?- domandò ancora puntando il dito verso il mio collo.

La fissai, non so cosa avesse e perché fosse così su di giri, o comunque curiosa di quello che avevo fatto con Solas -Hai ragione, rimedio subito- la sfidai e mi voltai. Sconcertata arrossì ancora di più -Aspetta! Non è quello che intendevo!- disse messa in evidente difficoltà, ma non avevo intenzione di tirarmi indietro. Ero quasi arrivata al mio obiettivo, e colsi il tempismo giusto quando alcune sentinelle gli si allontanarono, mi guardò avvicinarmi curioso e sorrisi -Stai al gioco, non so cosa abbia Elen- sussurrai facendogli un cenno di chinarsi verso di me, lo fece senza esitazione. Gli misi una mano sul collo e dall’altro lato posai le labbra sulla sua pelle assaporandolo, fremette. Mi scostai e lo baciai fugacemente. -Quando avrò capito che succede, sarai il primo a saperlo- mormorai

-Per me, possiamo anche non capirlo e continuare- scherzò con occhi ardenti

Ridacchiai -Perché no?- inclinai il viso -Magari più tardi, vhenan-

Sorrise -Mi sembra una buona idea- e lo lasciai divertita per la situazione creatasi, tornai da mia sorella, che era alquanto imbarazzata -Devi dirmi qualcosa Elen?- domandai curiosa

Abbassò lo sguardo -Ehm…-

-Ti stai vergognando tu per me- continuai con un sorriso

-Io… ecco… non era comunque quello che intendevo!- rispose risentita

Ok, mi stavo divertendo -Qualunque cosa intendessi, Solas ha apprezzato-

-Io… bhe… ieri insomma, quando te ne sei andata… è stato…- sospirò profondamente

-Hai ucciso qualcuno?- chiesi apposta prendendola in giro

-No!! Cosa vai a pensare!- brontolò, era alquanto titubante, rimasi in silenzio aspettando. Sbuffò e negò con la testa -Lascia perdere… non è niente…- e fece qualche passo indietro -Devo andare- mi spostai in avanti e la fermai da un braccio -Elen, tutto bene?- domandai ora preoccupata, cosa succede? Abbozzò un sorriso -Nulla, ci devo pensare su… te ne parlo un'altra volta, ok?-

Non riuscivo a capire, fino a poco prima sembrava stesse per dirmi tutto e adesso ha cambiato idea.  -Va bene… ma sai che puoi dirmi tutto quello che vuoi, vero?-

-Ma serennas, lethallan. Ma ti stai agitando senza motivo, davvero. Fammi rielaborare e poi ti verrò a cercare- rispose decisa fissandomi negli occhi. La osservai, non sembrava stare male, anzi particolarmente radiosa. Si voltò e salutò con la mano -A dopo- continuai a guardarle la schiena perplessa -Centra Abelas?- chiesi in un ultimo tentativo di venirne a capo. Si fermò come se qualcuno d’invisibile la stesse trattenendo, per poi riprendersi e continuare a camminare, ignorandomi. Centra Abelas.








Allora una confessione, ma penso che in questo capitolo si sia notato. Non amo particolarmente Cullen. Ok... l'ho detto XD Ho iniziato Dragon Age proprio da Inquisition e non sapevo nulla su questo fantastico mondo. Vedo le videogiocatrici impazzire per lui, ed è un personaggio che mi ha colpito così tanto che alla prima run me lo sono dimenticato nella sua torre... mmm... quindi sapete tutti cosa succede se non si fa la sua quest personale... ho rimediato nella seconda run, tranquilli, non sono così cattiva XD Ho provato a fare anche una run in romance con lui con un'umana maga(se fosse stata un elfa non ci arrivava da lui XD) e niente, non sono riuscita a finirla. Se qualcuno di voi ama Cullen perdonatemi, ma a me non fa nè caldo e nè freddo XD
Ora che ho confessato, vi è piaciuta la mini battaglia a palle di neve? Speravo di riuscire a metterla da qualche parte prima o poi e mi sono divertita a scriverla. Ci stiamo avvicinando a questo misterioso Dimenticato, Geldauran e visto che non ho ancora in mente per filo e per segno che succederà non so quanto ci metterò per i prossimi capitoli, forse dovrete pazientare un po' di più rispetto al solito.
Elen, cosa ci nasconde Elen? Abelas che mi stai combinando?
Un po' di settimane fa ho smanettato con Photoshop e ho fatto una copertina, ditemi come vi sembra ;)
https://i.imgur.com/GRTlMIr.jpg
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.

CAPITOLO 28

Vie Profonde, strade e città sotterranee create dai nani che si estendevano per tutto il Thedas, ormai abbandonate e distrutte. Il solo ricordo mi disgustava, la marea di Prole Oscura che avevo affrontato l’ultima volta non aumentava il mio desiderio di mettermi all’opera, non so come facciano i durgen’len.

Mi stavo recando alla forgia, non passavo spesso da quella parte del tempio, dovevo incontrare il fabbro. Come suggerito da Solas avevo bisogno di un’armatura nuova e volevo una cote per i pugnali. Delle mie armi me ne occupavo sempre personalmente non volevo farle toccare ad altri, oltre che rare sono uniche nel loro genere, non solo per i materiali con cui sono fatte, ma anche le rune incastonate hanno un valore considerevole.

Il focolare emanava un forte calore, vari macchinari più o meno complessi per creare armi e armature erano disposti vicino alle pareti lasciando un unico tavolo al centro. Chino su di esso un elfo alquanto robusto concentrato su dei fogli, mi avvicinai attirando la sua attenzione. Occhi di un azzurro chiaro, capelli biondi non troppo lunghi trattenuti in una piccola coda, i miei marchi ben evidenti sul viso come quelli di Abelas, uno degli elfi del tempio.

-Mia signora, stavo proprio pensando a voi, il mio nome è Assan- si presentò con un sorriso che ricambiai

-Un nome adatto per la tua mansione, è un piacere per me-

Iniziò a squadrarmi da capo a piedi. Presa alla sprovvista per quel comportamento, sentii le guance scaldarsi -C’è qualcosa che non va?-

-Nulla, mia signora, perdonatemi per avervi messa in imbarazzo, stavo solo ammirando la vostra struttura fisica, siete una maga, ma anche una ladra e questo si nota. Solo stando ferma mantenete una posizione che un mago, anche se ben addestrato come Fen’harel o Abelas non terrebbe, questo è reduce dagli allenamenti che vi sono stati impartiti e se posso dirlo vi da un vantaggio-

Ero sorpresa dall’analisi appena fatta solo con qualche secondo a disposizione -Capisco…-

-Fen’harel mi ha fatto  sapere che vi serve un’armatura nuova e che infondete il mana nelle armi che utilizzate. È la prima volta che ho il piacere di lavorare con qualcuno con questa capacità, è molto rara, di solito i maghi usano delle lame spirituali, quello che fate voi è un po’ diverso. Non create una lama perché già l’avete, ma unite il vostro potere trasformandone il materiale con cui è fatta, cambiandone la resistenza e la natura stessa. I pugnali diventano un prolungamento delle vostre mani. Potete tagliare qualunque cosa- disse con entusiasmo

-Me l’avevano detto, ma da quello che mi stai dicendo sembra che abbia solo delle qualità positive e le negative?- domandai curiosa

Sospirò e incrociò le braccia al petto -Le negative fanno pagare care le distrazioni. Ogni volta che infondete il mana, create un collegamento molto profondo. Come avrete notato non tutti i materiali sopportano un  trattamento del genere, e si sfaldano, quindi se perdete le vostre armi per qualunque motivo non potete usarne altre nello stesso modo. Un altro aspetto non proprio piacevole è che se dovessero spezzarsi mentre le state usando lo percepirete come un dolore fisico, come se vi rompessero un braccio per fare un esempio- spiegò serio

Magnifico -Se è un dolore così forte rischierei di perdere i sensi mentre combatto…- non posso rischiare una cosa del genere, vorrebbe dire la morte

-Esatto- confermando la conclusione a cui ero arrivata. Ora ero nervosa, quasi il gioco non vale la candela -Soluzioni per ridurre questa cosa?- chiesi speranzosa

Negò con un cenno della testa -Posso solo migliorare i vostri pugnali, ma per spezzarli servirebbe una forza devastante-

-Evanuris?-

Al solo nominarli la sua espressione cambiò, era spaventato -Loro… non avrebbero problemi-

Come pensavo -Tra di loro c’è qualcuno con la mia stessa abilità?-

-Non lo so, mi dispiace, forse il mio predecessore avrebbe potuto risponderle, ma è morto qualche anno fa quando il tempio è stato assaltato da Corypheus- rispose mortificato. Sospirai profondamente -Delle vostre lame ce ne occuperemo dopo, ora vorrei concentrarmi sull’armatura-

Annuii con un cenno del capo -Hai già qualcosa in mente?-

Indicò i fogli -Diciamo di sì, ho fatto qualche prova e un’idea sui materiali da usare…- li osservai c’erano vari schizzi e appunti, si occupava anche della parte estetica notai. Qualche altro foglio raffigurava invece un’armatura maschile che riconobbi immediatamente, lo presi studiandolo -Ti sei occupato anche di quella di Fen’harel?-

Assentì con un cenno del capo -Sto apportando qualche miglioria- lo posai e la mia attenzione fu attirata da uno schizzo, esteticamente richiamava la sua,  ma il metallo dorato era presente solo sul petto, bracciali e gambali, il resto era in pelle di drago -Questa non è niente male-

Sorrise compiaciuto -Speravo potesse essere di vostro gradimento, ho ridotto la presenza del metallo solo nei punti essenziali per…-

-Per eliminare qualunque rumore causato dal movimento- conclusi, infatti ci mancava solo di rischiare di morire per un’armatura cigolante, anche se belle le evitavo il più possibile visto che anche la pesantezza che ne conseguiva non mi avrebbe aiutato in fatto di velocità -Perché in pelle di drago? So che è un materiale ottimo, ma ha qualche significato?- avendone uno al mio servizio indossarne la pelle poteva non essere una grande idea.

-La Mythal precedente preferiva questi materiali, diceva che la rappresentano,  ma se voi volete cambiare, penserò a qualcos’altro- fissai il progetto che avevo di fronte e ne passai sopra un dito assorta. Un drago, ma io sono un lupo. No, sono entrambi e me ne ero accorta negli ultimi piacevoli sogni creati da Solas. Nella mia forma da lupo con il mantello bianco, mi ero riflessa nello specchio d’acqua del piccolo lago. Le mie iridi sempre di un viola ametista, erano invece di un vivido color ambra con le pupille ristrette a due fessure. I cambiamenti dell’essere diventata Mythal continuavano. Solas a riguardo non mi aveva mai detto niente, ma anche io dei suoi occhi color rubino non avevo nulla di cui lamentarmi, anzi lo trovavo affascinante.  Mi schiarii la voce -No, va bene così, solo non dorata. Devo passare inosservata, il restare nell’ombra è essenziale-

-Come desiderate. Ho preparato dei pezzi di prova, se volete andare in quella stanza potrete cambiarvi, vi aspetterò qui-

Assentii con un cenno del capo ed entrai nella stanza adiacente. Sul tavolo l’armatura, ne osservai attentamente i componenti, sembrava già fin troppo rifinita per essere solo una prova. Mi cambiai ed uscii. Rimase compiaciuto e mi girò intorno osservandomi attentamente -Come la sentite?-

-Perfetta, sei sicuro che non sia definitiva?- domandai guardandomi anche io. Ho un debole per queste cose, mi piace indossare armature nuove, come provare qualsiasi lama in qualunque forma siano, dalle classiche alle più strane, dalle più massicce alle più leggere. Anche Elen ha la stessa passione e quando eravamo piccole si finiva per litigare su chi dovesse provare per prima una nuova arma, finendo a rincorrersi per mezzo campo.

Ridacchiò -Assolutamente, i materiali non sono quelli giusti e neanche le rifiniture- si avvicinò di fronte a me controllandone le giunture. Abbassai lo sguardo, era troppo vicino, un senso di fastidio mi si insinuò.

-Come sta andando?- vidi Assan irrigidirsi nervoso, allontanarsi e voltarsi verso Solas, che con un fugace sguardo duro lo squadrò, per poi rivolgersi a me con un sorriso come se nulla fosse e non aspettandosi una risposta da lui.

-Tutto bene, cosa ci fai qui? Mi tieni d’occhio?- scherzai

Il ragazzo salutò Solas con un cenno del capo -Fen’harel, stavo facendo provare la bozza dell’armatura e sembra già andare bene, per quella definitiva non ci vorrà molto. Anche per la vostra basta qualche modifica ed è pronta, se vuole passare più tardi a provarla-

-Ottimo lavoro, Assan- rispose con fare pacato e distaccato. Che gli prende? Lo osservai attentamente, continuava a rivolgersi a me, non degnandolo di uno sguardo.

-Mia signora, se vuole può andare a cambiarsi, ho tutto quello che mi serve- lo vedevo teso e non parlava con la stessa sicurezza dimostrata prima.

-Vengo anche io, ti aiuto- lo guardai interrogativa. Entrammo nella stanza.

Cominciai a slacciare le cinghie, mi si avvicinò aiutandomi, non parlava. Una volta finito e prima che potessi rivestirmi, mi strinse a sé. -Sei strano, qualcosa non va?- domandai attenta

-Assan è un bravo ragazzo, ma è giovane- affermò in tono serio

-Giovane?- come poteva una guardia del tempio essere giovane?

-Ha la mia stessa età di quando mi hai visto saltare giù dalle mura a Skyhold-

Ridacchiai, sta pensando che mi stesse facendo la corte? -Lo sai che me la so cavare da sola, vero?-

Sorrise -Lo so benissimo, ma per un controllo delle giunture ti era troppo vicino e la sua reazione quando ho annunciato la mia presenza è stata insolita-

 -Già, il mantenere le distanze è fondamentale, ma cosa avrei dovuto fare io quando Míriel ti stava così attaccata che sembrava ti seguisse ovunque?-

Ridacchiò -Non mi si è mai avvicinata tanto-

-Posso rivestirmi?- avevo indosso solo la biancheria e la stanza era fredda. Si chinò e mi baciò con passione, insinuandosi con la lingua, accarezzandomi il palato. Ci staccammo senza fiato -Ora sì-

Mi leccai le labbra -Stai facendo il giovane arrogante che ho visto nei ricordi?-

Sorrise malizioso -Forse…- ridacchiai e mi lasciò andare, indossai gli abiti che avevo abbandonato su una sedia e uscimmo.

Assan stava ancora guardando i suoi appunti con fare pensieroso, sentendoci si voltò e sorrise ad entrambi anche se lo vedevo ancora teso e studiava Solas attento. Al contrario lui invece sembrava indifferente, sospirai. -Vhenan, non hai detto che dovevi andare?- domandai, mi rivolse un’espressione confusa, veloce lo presi dal bavero tirandolo e chinandolo su di me, lo baciai con fare possessivo. -Vero?- incalzai, sentivo ora intenso lo sguardo del fabbro su entrambi. Sorrise -Hai ragione- mi guardò le labbra, ma si trattenne ed uscì.

Riguardai Assan era in imbarazzo. Dovrei aver reciso qualunque suo desiderio sul nascere, avevo chiaramente espresso la mia preferenza, feci finta di nulla -Ritornando ai pugnali, come puoi migliorarli per quell’inconveniente spiacevole?-

Si schiarì la voce -Subito, potrei vedere le lame?-

Li estrassi dai foderi e glieli porsi, ne studiò ogni centimetro dall’impugnatura alla lama, soffermandosi sulle rune. -Sono perfetti, bilanciati benissimo, ma suggerirei un paio di potenziamenti. Li posso applicare subito, per primo affilerò ulteriormente le lame, ma verrà fatto con la magia. Per secondo li immergerò in un liquido speciale, farà in modo di rafforzarli ancora e che funzionino correttamente solo presi in mano da voi. Il mio predecessore e mentore non saltava mai questi due passaggi erano essenziali per le armi degli Evanuris, se no non resisterebbero ai colpi-

Assentii con un cenno del capo -Fai quello che ritieni opportuno Assan-

Abbozzò un sorriso e fissò i pugnali, ne prese in mano uno con la sinistra dall’impugnatura e vidi l’indice e il pollice della mano destra  illuminarsi. Li passò sul filo della lama lentamente come se niente fosse. Era concentrato su quello che stava facendo, il bagliore emanato dalla magia si specchiava nelle sue iridi chiare. Il filo della lama ora rifletteva una luce particolare. Passò all’altro pugnale imitando il gesto precedente.

-L’affilatura è stata fatta, ora passiamo al secondo passaggio- si voltò e in un recipiente riversò diverse sostanze e ne infuse della magia -Mia signora, deve infondere il suo mana ora- mi avvicinai e lo feci, la sostanza da azzurra passò ad un rosso scarlatto per poi ritornare inerte -Perfetto- prese i pugnali e li immerse -Ci vorrà qualche minuto, glieli porterò quando saranno pronti, se ha altre mansioni può andare-

-Aspetterò qua fuori-

Uscii, ritrovai Solas appoggiato ad una colonna con un foglio in mano e assorto a guardare Abelas che impartiva delle lezioni ad Elen. -Sei qui? Il mio gesto mi pare fosse chiaro per entrambi- affermai

Fece un sorrisetto -Chiarissimo, stavo guardando quei due-

Mi accostai a Solas. Vedevo entrambi concentrati, lei sorrideva, lui mi sembrava meno rigido del solito e abbozzava qualche sorriso. -Sta andando bene?- domandai curiosa, l’ultima volta Elen non mi aveva detto più nulla.

-Penso di sì, Abelas lo vedo più perso nei suoi pensieri e mi è capitato di notare che è distratto quando c’è nei paraggi tua sorella-

Distesi le labbra in un sorriso -Ne sono contenta, è sempre troppo severo con se stesso. Cerca di carpire informazioni dal tuo amico che Elen è strana-

Ridacchiò -Se tua sorella è strana, Abelas mi pare alquanto confuso, non l’ho mai visto avere dell’interesse verso una donna… bhe diciamo dell’interesse in generale. Il suo dovere nei confronti di Myhtal è sempre venuto prima di tutto. Infatti si è guadagnato la posizione di comando che aveva al tempio molto velocemente-

-Molto velocemente in che senso?- domandai curiosa e fissai Abelas sotto al suo inseparabile cappuccio che non spostava minimamente l’attenzione da Elen

-Nel senso che io saltavo giù dai bastioni e lui gestiva già quasi buona parte del tempio da solo- risi e si voltò verso di me con un leggero sorriso -Prima o poi però si renderà conto di un ostacolo non facile da superare- lo vedevo assorto -Un problema con cui ho avuto a che fare anche io con te- fece una pausa e li osservò di nuovo -Lei non è immortale, potrebbe tirarsi indietro ad un certo punto, ma penso che me ne parlerà-

Lo guardai dolcemente -Non ne abbiamo mai parlato, visto che poi tutto si è risolto-

-Per nostra fortuna almeno questo ostacolo ci è stato risparmiato- rispose serio

Da quando avevo scoperto la sua immortalità avevo dato molto più peso al tempo che passava di quanto avessi mai fatto prima. Io invecchiavo e lui invece non sarebbe cambiato di un giorno. Non è giusto, avevo pensato più volte. Non lo accettavo e mai l’avrei fatto. Poi una scelta che aveva cambiato tutto, ma che in verità sotto quell’aspetto non aveva cambiato niente.

-Lei non si tirerà indietro- dissi osservando Elen che sorrideva di rimando al Abelas, con gli occhi emozionati e le guance leggermente rosse -Starà già cercando di non pensarci troppo, ma il tempo che passa è crudele… un giorno magari cambierà idea-

-In che modo?- domandò attento. Lo guardai con la coda dell’occhio. Lui non poteva sapere cosa volesse dire essere consapevole da quando nasci che un giorno presto o tardi sicuramente morirai, se si è fortunati di vecchiaia. Un immortale basta che non si faccia uccidere. -Sai io amo passare il mio tempo con te. Elen ama passare il suo tempo con Abelas e lui le sta facendo il più bel regalo della sua vita, anche se non sarà eterno-

Mi guardò di nuovo dolcemente -E questo basta?- domandò, ma vedevo riflessa già la risposta nei suoi occhi. Mi spostai appoggiandomi con la schiena da parte a lui alla colonna -No, ma lo si fa bastare, perché non si può cambiare. Lo si accetta perché ci sono cose più importanti- mi passai una mano tra i capelli -Sempre se poi vada a finire bene tra i due-

-Dubiti che vada finire bene?-

Sorrisi -Io spero che vada a finire bene, ma succedono tante cose, basta guardare noi due-

Sorpreso abbozzò un sorriso -Noi siamo sempre stati innamorati l’uno dell’altro, no?-

-Se avessi preso decisioni differenti ora non saremo qua, anche il solo non accettare la tua natura avrebbe cambiato tutto… ma non mi importa, voglio starti vicino e basta. Ti amo- Si rigirò verso di me e mi bloccò contro la colonna, gli occhi ardevano, sorrisi.

-Siete sempre a fare effusioni voi due?-

Ci voltammo -Anche tu Elen a quanto effusioni ti stai dando da fare, ho visto-

Ridacchiò -Non al livello delle vostre per adesso- Abelas era rimasto vicino al campo di allenamento e guardava assorto l’arco che teneva in mano -Serve qualcosa?- domandai

-Vorrei che facessi vedere al mio…- tossì -Ehm… ad Abelas quel tiro fenomenale che hai fatto al clan-

-Se posso chiedere… perché? Mica devo fare io colpo-

-Non è per quello! Te l’ho detto, fai paura e vorrei che ce lo mostrassi- disse speranzosa

-Cosa hai fatto al clan?- domandò curioso Solas

Sospirai -Ho… spezzato la freccia… che era già presente nel centro-

Mi guardò sorpreso -Questo non me l’avevi detto, ora voglio vederlo anche io-

Lo fissai divertita -Non dovrebbe essere una novità per te…- insinuai, non potevo dimenticare quello che avevo appreso dai ricordi di Mythal. Crudele da parte mia rinfacciarglielo? Forse e magari anche un po’ infastidita per essere simile ad Andruil. Era perplesso e incredulo davanti a quella mia affermazione -Non è mai stato minimamente simile al rapporto che abbiano noi ora…- rispose piccato

-Mmm… va bene… vi aspettiamo…- proferì Elen esitante per poi raggiungere Abelas

-E che rapporto era?- domandai con sfida, mi fissò serio -Lo vuoi davvero sapere?- domandò infastidito per quella mia insistenza. Aspettai che continuasse fissando i miei amati occhi grigi, distolse lo sguardo a disagio, sospirò per poi riguardarmi -Solo sesso. Gli importava solo quello, non ha mai provato nulla per me. E alla fine mi sono reso conto che la mia era solo una stupida cotta, come aveva accennato Mythal- disse seccato. Abbozzai un sorriso, adoro che mi conceda tutta questa fiducia, soprattutto su un argomento del genere, ma avevo bisogno di sapere. In poche parole era stato usato, motivo in più per odiarla. Aveva fatto del male al mio vhenan e se ne avrò l’occasione mi occuperò io di Andruil.  Gli posai un fugace bacio sulla guancia, incatenò le sue iridi alle mie sorpreso -Buono a sapersi, preferisco sentirlo da te, che da lei, perché so che succederà e lo sai anche tu. Grazie ma’arlath. Ora andiamo-

Feci per muovermi, ma venni bloccata, mi accarezzò il viso -Se dovesse toccarti la ucciderò- era completamente serio, presi la sua mano e la strinsi tra le mie -Solo se mi tocca? Pensavo fosse già in lista come tutti gli altri- replicai decisa. Sorrise lievemente, gli occhi ardevano d’amore e si spostò per lasciarmi passare.

 

 

 

 

Durgen’len: figli della pietra

Assan: freccia

Lo so, non succede granchè in questo capitolo, ma dovevo dare qualche informazione. Lo spiacevole inconveniente sui pugnali non piace neanche a me, ma sembrava troppo bello.
Elen sta ancora in silenzio su Abelas, ma si è interrotta sul dire qualcosa...
Verso la fine su Andruil la nostra Yen è stata un po' arrogante, forse se lo può permettere... o forse no...
Nel prossimo capitolo ci sarà più movimento, promesso!

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.


CAPITOLO 29

Ero in camera e stavo saggiando i bracciali dell’armatura nuova con delle affilate sporgenze a forma di zanne in ossidiana, un movimento nel modo corretto e avrei ferito gravemente chiunque fosse stato così stupido da avvicinarmisi tanto. Anche i gambali e il petto erano fasciati dal metallo raro a cui era stata data una rifinitura opaca e scura, tutto il resto era fatto in una spessa pelle di drago. Presi i guanti indossandoli, piegai più volte le dita, perfetti, come il resto, non dava alcun fastidio, molto più leggera di qualunque cosa avessi provato in passato. Mi rivolsi allo specchio, osservandomi. Assan aveva fatto un ottimo lavoro, assecondando la mia richiesta di non darle un effetto scintillante che mi avrebbe messo in difficoltà. Infatti non rifletteva la luce che proveniva dall’unica candela. Guardai fuori dalla finestra, stava sorgendo il sole, Solas era andato a parlare con Abelas.

Per la tensione non avevamo dormito molto quella notte. Sospirai e presi i pugnali agganciandoli nei foderi e sempre guardandomi allo specchio, rilasciai la barriera. La magia si legò facilmente a quella nuova maschera che stavo indossando. Un’armatura che imponeva rispetto a chi gli si poneva davanti, come tante altre che avevo indossato in passato, che mi elevavano ad un essere superiore agli occhi della gente. Chiusi gli occhi e sospirai profondamente, perché non avevamo già abbastanza guai ci mancava Geldauran! Un rumore attirò la mia attenzione, lo specchio si era incrinato, strinsi un pugno seccata e annullai la barriera, sono troppo nervosa.

La porta si aprì, mi voltai, Solas con la sua armatura scintillante entrò e rimase a fissarmi ipnotizzato. Abbozzai un sorriso -Dalla tua faccia, deduco che mi stia bene-

Sorrise compiaciuto avvicinandosi -Benissimo, ora sono io che vorrei togliertela-

Ridacchiai tesa, dette uno sguardo allo specchio e prima che potessi dire qualcosa mi prese dalla vita abbracciandomi e affondando il viso nei miei capelli. -Stai attento, questi spuntoni non devono essere piacevoli…- dissi avvertendolo

-Te l’ho detto che sono contento che li hai fatti ricrescere? Stai molto bene così- sussurrò al mio orecchio, ignorando completamente le mie parole.

Sorrisi, stava cercando di calmarmi, inspirai il suo profumo -Grazie, ma vhenan-

Si scostò da me sorridendo, per poi baciarmi lentamente -Va un po’ meglio?- sussurrò contro le mie labbra. Lo ribaciai fugacemente, si stava per riavvicinare, ma abbassai il viso -Ma serennas ma’arlath, ma andiamo. Se no ci toccherà rimandare di nuovo… non che l’idea mi dispiaccia…-

Mi strinse più forte facendo tintinnare le armature e posando il bacio che avevo evitato sulla guancia -Andiamo-

Usciti dalla camera mi ritrovai Elen visibilmente preoccupata, in compenso si era bloccata squadrandomi da capo a piedi. Mi avvicinai e la presi per le spalle.

-Ti aspetto all’Eluvian- disse Solas, risposi -Va bene, vhenan-

Abbozzai un sorriso a mia sorella -Ti sta benissimo! Fai una certa impressione, soprattutto se siete uno vicino all’altro-

-Si capisce che siamo una coppia?- ridacchiò -Anche che siete decisamente pericolosi-

-Pericolosi? Starai scherzando! Letali è la parola giusta!- intervenne Shani

-Mi venite a salutare? Avrei in programma di tornare eh…-

-Meglio ricordartelo, non si sa mai- proferì decisa

Sorrisi commossa -Shani, tienila d’occhio- indicai Elen -Ehi!!- la ignorai -Così poi mi farai sapere che ha combinato-

Ridacchiò -Agli ordini- ora Elen guardava entrambe indispettita -Fai la brava-

-Ma…! Non ho cinque anni!- esclamò esasperata. Risi -Lo so sorellina- appoggiai una mano sulla spalla di Shani stringendola e le feci l’occhiolino. Sorrise anche se era tesa. Mi diressi allo specchio.

Scorsi all’Eluvian Solas e Abelas -Cercheremo di fare in fretta, se necessario ti contatterò con il solito modo-

Affiancai Solas, con un cenno Abelas mi salutò e anche lui mi osservò attentamente. Mi avvicinai allo specchio passando loro da parte, lo attivai e rimasi ad osservarlo assorta in attesa

-Possiamo andare- disse la voce del mio lupo, lo guardai abbozzando un sorriso -Bene-

 

Vie Profonde, particolarmente buio come al solito, ma anche diverse da come le avevo viste nella mia esperienza passata. Un silenzio assoluto, le vene di lyrium si ramificavano facendo un po’ di luce e una cosa che non sarebbe stata assolutamente normale se non sapessi per quale motivo eravamo lì, barriere magiche, valutavano il potere di entrambi con continui impulsi.

-Non manca molto, le barriere che senti dovrebbero aver tenuto lontani i Prole Oscura o qualunque altro abominio. L’unica cosa positiva nell’incontrarli sarebbe stata che potevi mettere alla prova i tuoi poteri, ma ti aiuterò in prima persona-

Stavamo percorrendo un largo corridoio con lo stesso lastricato di pietra che avevo visto in sogno, il suono dei nostri passi rimbombava al nostro passaggio, varie torce di velfuoco si accendevano. Solas continuava a guardarsi intorno attento, sulle pareti varie rune prendevano vita con la luce delle torce.

-Cosa sono?- domandai

-Sigilli, creati apposta da Elgar'Nan, impediscono agli spiriti di passare liberamente, o almeno dovrebbero, non vorrei che per qualche motivo stia cedendo- rispose teso e cupo.

-Vene di lyrium ovunque, anche grossi giacimenti…-

-È normale, siamo dentro un Titano- spiegò tranquillo come se fosse la cosa più normale del mondo. Bloccai l’avanzata fissandolo sconcertata -Hanno usato un Titano per…-

-Per fare una prigione, non si butta via niente. Questo in particolare l’ha ucciso proprio Mythal ed è stato modificato-

Fermi tutti. “Ora che hai il tuo Focus avrai il rispetto degli altri Evanuris… mi rimbombò nel cervello quella frase. Il cuore del Titano -Dov’è la sfera di Mythal?- ognuno di loro ne ha uno… il mio cuore si fermò. Perché non ci avevo pensato prima?!

Si avvicinò posando le mani sulle mie spalle -Calmati. Sei sbiancata, non c’è bisogno di agitarsi tanto, non ora almeno, una cosa alla volta- disse con voce pacata e rassicurante. Deglutii nervosa cercando di inspirare dell’aria, alzai lo sguardo verso il suo viso, mi scrutava attento -La tua sfera non so che fine abbia fatto, era l’ultimo dei miei pensieri in quel momento. Se salterà fuori non dovresti avere difficoltà ad usarla, siete molto simili-

-Cosa intendi?-

-Ti ricordi che sono svenuto l’ultima volta che ho usato il Focus di Falon’din?- annuii con il cenno del capo -Bhe, quella sfera non mi apparterrà mai. Il cuore del Titano da cui è stato preso è plasmato sulla sua magia. Sono molto personali, diventano unici per chi li possiede-

-Ma quindi come farai? Non vorrai…- uccidere un Titano?

-No, l’equilibrio è stato rovinato abbastanza… sto cercando di modificare il Focus di quel pazzo, non posso fare altro…- spiegò cupo. Riprendemmo a camminare.

Il corridoio finì, ci trovavamo in un vicolo cieco. Solas appoggiò la mano sulla nuda pietra nera, gli occhi gli si illuminarono. Comparvero altre rune da dove aveva infuso il suo potere, che si estesero per tutta la parete, illuminandola come tante stelle.  Il lastricato sotto ai nostri piedi tremò mostrando altre rune e iniziò a muoversi ulteriormente verso il basso. Stavamo scendendo ancora più in profondità. Ero alquanto sorpresa, non avevo mai visto una cosa simile, le pareti intorno a noi risplendevano di sigilli, lasciandoci in una tenue luce. Osservai Solas, era assorto nei suoi pensieri, nervoso, guardava davanti a sé, lo vedevo assente. Gli presi una mano, si riscosse, mi fissò abbozzando un sorriso e stringendomi la mano. Avrei voluto infondergli il mio calore, ma l’armatura non facilitava le cose, sospirai.

-Non manca molto… averti qui è confortante- proferì serio

-Quando sei stato qui l’ultima volta?- domandai curiosa, anche se intuivo che non dovevano essere ricordi felici.

Inspirò, per poi chiudere gli occhi -L’ultima volta… ho ingannato l’unico Dimenticato che si fidasse ancora di me. Ha fatto da garante, ma naturalmente non avrei dato loro quello che avevo pattuito, come non l’ho fatto con gli Evanuris- ridacchiò mesto -Su una cosa sono sempre andati d’accordo, il potere, l’arma che li avrebbe aiutati a prevalere l’uno sull’altro. Un’arma di cui non sono mai stato in possesso- rimasi in silenzio, negli occhi una lieve ferocia e un’espressione disgustata -Gli Evanuris avrebbero ottenuto ulteriore potere diventando inarrestabili. I Dimenticati avrebbero avuto ancora una possibilità per riprendersi quanto gli era stato tolto, non gli importava altro. Io ho solo sfruttato la loro avidità, si sono condannati da soli- spiegò con disprezzo -Qualcuno doveva sporcarsi le mani. Ho accettato il ruolo da mediatore offertami da entrambi, e ho fatto credere loro che non mi importasse nulla di Mythal. Era solo colei che mi aveva fatto accedere al loro rango, sembrando così di essere tale e quale a loro, degli opportunisti- proferì con rabbia -Avevo capito perché Falon’Din aveva osato attaccare i territori di Mythal. Aveva causato un pretesto per poter convocare un incontro che avrebbe dovuto placare l’inizio di una nuova guerra, ma alla fine si è rivelata solo una trappola-

La lastra di pietra si fermò. Di fronte a noi la parete prese vita, spostandosi, un altro corridoio identico al precedente. Ci avviammo, ma lo bloccai tirandolo dalla mano che mi stringeva ancora. Mi guardò confuso. Dopo tutto questo tempo era ancora furioso, ma con chi?

-Questa rabbia è rivolta verso di loro o contro te stesso?-

Distolse lo sguardo da me e sospirò -Forse entrambi- affermò serio, mi spostai di fronte a lui e lo fissai negli occhi -Contro te stesso perché sei stato ingannato?-

-Preferirei non parlarne- rispose seccato e con una nota di orgoglio

-Hai usato il loro stesso metodo, siete stati traditi e ingannati e gliela hai fatta pagare nello stesso modo, ma con più maestria di quanto avrebbero mai potuto immaginare, da Dio della Ribellione, sei diventato quello degli Inganni- affermai decisa. Mi osservava attento e sorpreso, ripetei quanto avevo appreso -Dirthamen ti ha insegnato bene- era basito sentendo ancora una volta quelle parole del passato. Sospirò profondamente, era teso -Dirthamen era bravo… fin quando non mi sono accorto che in quello gli ero superiore… ma non ne vado fiero…- continuava a valutarmi attento con quelle splendide iride grigie.

-Lo so vhenan, preferisci sempre essere sincero, se ti è possibile-

-Quando l’hai capito?-

-Poco dopo aver visto quei ricordi, ho avuto modo di pensarci su, anche se mi mancavano degli elementi che poco fa hai esposto- spiegai

Abbozzò un sorriso e mi rivolse un’espressione persa -Tu… non…- esitante, con uno slancio gli posai un leggero bacio sulle labbra, si bloccò esterrefatto -Cosa? Fa parte della tua natura, come la vendetta della mia… per questo dovrei avere paura di te? O dovresti disgustarmi?- lo studiai attenta -E se invece anche questa parte di te mi piacesse? E la trovassi intrigante?- lo sfidai con un sorriso. Ora gli occhi brillavano emozionati -Anche a me piace la tua natura vendicativa-

Ridacchiai -Anche se ti rinfaccio quando ne ho l’occasione il passato?-

-Bhe… abbiamo chiarito molte cose lasciate in sospeso- rispose vago

-Bene, perché lo trovo divertente- lo provocai, brontolò qualcosa, mi avvicinai con il viso ad un palmo dal suo -Cosa?- domandai curiosa.

Sorrise -Non ho detto nulla- e mi fissò le labbra, sorrisi divertita -Ma davvero? Allora andiamo-

Mi stavo per allontanare, ma mi bloccò e prese possesso della mia bocca, risi contro le sue labbra.

-Una volta che avrò rimediato al mio errore, distruggerò ogni Focus, ogni traccia della loro esistenza dovrà sparire. Eliminerò personalmente le informazioni rimaste nel Vir Dirthara, cancellando la memoria ad ogni spirito su di esso- disse serio e riprendemmo a camminare.

-È un’ottima idea. Se rimaniamo vivi, vorrei passare molti giorni tranquilli-

-Non ti annoierai?- domandò curioso -Dopo tutto quello che stiamo passando? Con te poi? Come faccio ad annoiarmi? Non ne avrò il tempo-

Ridacchiò divertito -Ma serennas, vhenan- disse dolcemente

Sorrisi -Sono io che ringrazio te, sono un po’ meno nervosa ora-

Un altro vicolo cieco, come prima Solas infuse il mana sulla parete, questa si ricoprì di rune. I blocchi di pietra si spostavano, incastrandosi mano a mano e rivelando un’apertura. All’interno un pilastro di lyrium blu, con sopra una sfera luminosa di un bianco ghiaccio. Solas la toccò e iniziò a brillare e a mandare costanti impulsi. Intanto che la maneggiava, cambiò colore, da un blu intenso, per poi passare ad un rosso scarlatto. Le rune cambiavano continuamente, scorrendo sulle pareti. Solas era pensieroso e concentrato su quello che stava facendo, l’espressione preoccupata. Comparve all’improvviso una specie di mappa luminosa, notai vari livelli di profondità, una parte evidenziata in rosso.

-Abbiamo un anomalia e proprio vicino a Geldauran… tutti gli altri sono ancora imprigionati-

-Anomalia?- domandai confusa

-Non lo so, c’è qualcosa che non va. La protezione non è completa, per nostra fortuna ha ceduto solo in quella parte, non estendendosi- la voce era cupa -Dobbiamo scendere ancora, questa prigione è fatta a piani, più erano potenti, più sono stati messi in profondità. Geldauran è pericoloso, ma non il peggiore-

Si voltò verso la parete alla sua destra e appoggiò di nuovo la mano sulla parete, si scendeva di nuovo e ci fermammo ad un nuovo livello.

-Meno male che non sono claustrofobica…- dissi vaga. Abbozzò un sorriso e lo seguii, le lastre di pietra percependo la nostra presenza si aprivano e chiudevano autonomamente, scorrendo dentro e fuori le pareti esterne. Mi bloccai esterrefatta, non avevo mai visto un mostro del genere.  Aveva cinque lunghe gambe affilate come lame, assomigliava ad un gigantesco ragno e appena ci notò emise un suono stridulo lanciandosi all’attacco con una velocità sbalorditiva. Senza che me ne accorgessi, Solas mi aveva bloccato da un braccio per non indietreggiare. Alzò una mano davanti a sé e gli occhi gli si illuminarono. La bestia si calmò, frenando la sua avanzata e spostandosi ubbidiente per lasciarci passare.

-Un Varterral, creature create per fare la guardia o proteggere manufatti preziosi, ottime anche in guerra. Gli umani hanno creato i Mabari, dei semplici mastini, in confronto questi sono più letali e non hanno un aspetto simpatico- spiegò serio

-No, non è un bel vedere…- risposi esitante, continuando a fissare il mostro che si era fermato immobile in un angolo -Ce né uno su ogni piano?- domandai curiosa

Ridacchiò -Non lo so, potrebbero aver messo anche qualcosa di peggio, oltre ad un certo livello non sono mai andato. Comunque non ti preoccupare, non vengono se non li si chiama-

-Non ridere, mai visto un coso del genere- risposi seccata, lo guardai e sorrideva divertito.

Finì anche questo corridoio, un enorme sigillo si stagliava sulla parete. Pulsava con una tenue luce, sembrava vivo -Ci siamo, infondi il mana, io non posso aprirla, visto che l’ha sigillato Mythal- appoggiai la mano -Vhenan- lo guardai -Preferirei parlare solo io se necessario, qualunque cosa dirà ignoralo. È sempre stato un ottimo oratore, sa instillare dubbi e richiamare e creare avvenimenti passati o mai esistiti, intrisi di tristezza, dolore e paure nelle sue vittime-

Assentii con un cenno del capo -Stai attento anche tu però- infusi il mana, il sigillo si attivò colorandosi di un rosso scarlatto e iniziando a girare lentamente prima da un lato e poi dall’altro come un pendolo. Udii vari suoni di sblocco provenire all’interno della pietra. La lastra scivolò di lato. Ci ritrovammo in una stanza buia, Solas accese una torcia di velfuoco, ma buona parte continuava a rimanere nell’ombra.

-Bene, bene, dopo tutto questo tempo Fen’harel è tornato e non da solo- la voce dura e viscida spezzò il silenzio -Quale onore, le mie visite sono state piacevoli, da’len?-

Non risposi come concordato con Solas, cercai la provenienza della voce, ma non vedevo nulla.

-Ahi, ahi, il nostro lupo non ti ha insegnato nulla? Non ho intenzione di farmi vedere, con tutta la fatica che ho fatto per chiamarlo qui… il Lyrium in queste pareti inizia a corrompersi…- rispose divertito. Con orrore vidi un bagliore riflettersi su delle venature di Lyrium rosso. Che fosse la causa che stessero cedendo le protezioni? -Il nostro lupo deve averti detto di non parlare con me- emise una risata sinistra, per poi ritornare serio -Scommetto che non ti ha spiegato perché viene chiamato Temibile Lupo, vero? Con la storia della ribellione se ne sono scordati un po’ tutti… ma non i Dimenticati, pensavamo di aver trovato qualcuno uguale a noi e in parte lo sei sempre stato- fece una pausa. Cosa stava insinuando? È vero non conosco tutto il suo passato e lui stesso mi aveva detto di non essere sempre stato come lo vedo ora. Sospirai e mi appoggiai ad una parete incrociando le braccia al petto, guardai Solas che era infuriato.

-Cosa vuoi Geldauran?- ringhiò irato

-Oh attenzione! Non hai paura a voler mostrare quella parte di te alla nuova Mythal?- sottolineò il mio nome, il nervosismo mi chiuse lo stomaco, come faceva a saperlo?

-Non fare domande stupide, da’len. Questa tomba la può aprire solo lei, Mythal-

Non riuscii a trattenere lo stupore, mi leggeva nella mente? Guardai Solas, gli occhi si erano adombrati, non notavo più quel grigio chiaro che amavo, non l’avevo mai visto così.

-Non dirmi che ti sei dato così da fare, solo per chiacchierare?- domandò con tono di voce duro e sprezzante

-Perché no? Non ho niente di meglio da fare… il Focus era solo un pretesto, cosa vuoi che me ne faccia senza un corpo?- ridacchiò -Bhe, da quando le catene si sono allentate almeno posso ancora parlare, anche se non è molto gratificante essere quasi sempre da solo…- rispose tranquillo, neanche stessimo bevendo un the in una normale giornata pomeridiana. -Comunque Fen’harel, anche Daern’thal e soprattutto Anaris avrebbe il piacere di rincontrarti. L’hai ingannata in modo magistrale, ma è quello che le piaceva di te, oltre alla tua sete di sangue, indubbiamente avevi di nuovo fatto colpo sul quel campo di battaglia- il tono di voce era sempre più divertito -E dall’espressione della ragazzina non le hai detto ancora nulla…- rise alquanto divertito -Non avrei dovuto dirlo vero? Ma lo sanno tutti il lupo perde il pelo, ma non il vizio-

Indubbiamente ero sorpresa, ma mi fido ciecamente di lui. Lo riguardai, il volto rigido e infuriato, si stava trattenendo -Geldauran questi giochetti sono inutili-

Nella stanza risuonò un’altra risata -Inutili? Ti arrabbi sempre troppo in fretta. Penso invece che alla ragazzina possano interessare queste vecchie storie sull’uomo con cui va a letto. Cosa sento? Paura per una verità scomoda Fen’harel? Perché non fargli vedere cosa sei!-

Ad un tratto la stanza tremò alla vista, passai le mani sopra gli occhi, ma tutto si annebbiò. Che cosa…? Divenne tutto nero.

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Ripresi i sensi, non mi trovavo più nella stanza buia. Mi guardai intorno, l’Oblio?

Un odore inteso nauseabondo di carne bruciata e sangue. Udii urla di paura, dolore e morte. Intorno a me il terreno era nero, i corpi di molti elfi in armatura sparsi in quello spiazzo. Percepivo una barriera terribilmente potente che delimitava l’aerea. Mi incamminai, dovevo cercare un’uscita.

La mia attenzione fu attirata dall’unico elfo con un’armatura dorata e dai lunghi capelli castano ramati tenuti in una coda. Solas. Era imbrattato di sangue, lo sguardo duro e vuoto, nella mano una spada fatta di puro mana. Emanava un aurea temibile, prese a camminare lentamente avanti e indietro, irrequieto come un lupo in trappola. Ad un tratto si voltò, vidi arrivare Dirthamen con la sua chioma di un nero lucente -Il Temibile Lupo sta battendo la fiacca? Cos’è tutta questa sceneggiata? Così stai dando il doppio da fare a noi. Li spaventi prima che possano arrivare a te!-

Solas abbozzò un sorriso divertito e sadico -Si vede che quelli veramente coraggiosi sono pochi-

Delle presenze li fecero voltare -Almeno qualcuno viene…- rispose sconsolato -Sfrutta quello spirito a cui ti sei legato-

Solas sorrise di nuovo, ma gli occhi erano inespressivi -Infatti è quello che sto facendo, torna al tuo posto Dirthamen- ordinò duro

L’altro ridacchiò -Ora ti riconosco, voglio finire presto, non mi sto divertendo neanche io, preferirei stare comodo a bermi il the-

Solas gli rivolse un’espressione disgustata -Preferirei qualcosa di più forte- e rimise la sua attenzione sui malcapitati. Una decina, marchiati con dei Vallaslin che non conoscevo, erano rimasti ad osservarli con evidente paura.

Dirthamen si allontanò -Divertiti, è un ottimo esercizio, non abbiamo mai modo di usare i nostri poteri così in profondità-

Solas non rispose e iniziò ad avanzare, alzò una mano verso di loro, si bloccarono e un’espressione di dolore comparve sul volto di ognuno, urlarono disperati. Rimanendo a distanza Solas eseguì un movimento veloce con la spada, le teste saltarono accompagnate da un abbondante fiotto di sangue che macchiò il terreno di nero e rafforzò già l’odore presente. Un brivido di orrore mi percorse, un senso di nausea si impadronii di me, non avevo mai visto tutto quel sangue in una volta. Ero sconvolta, non l’avevo mai visto combattere così, li aveva uccisi il più velocemente possibile, senza alcuna esitazione. Non era il mio vhenan in quel momento, era completamente Fen’harel. Solas abbassò la mano e i corpi caddero inermi, si coprì il viso, ma notai un ghigno spietato. Si voltò verso di me, mi vedeva? Ma… aspetta… se io sono qua, Solas sta rivivendo tutto quanto?!

Lo osservai avanzare, non mi mossi, finché non mi fu di fronte. Mi fissò con quell’espressione vuota, la mano che teneva la spada tremava -Cerca un’uscita, ne arriveranno altri… non voglio che tu mi veda così- la voce era incrinata, avevo dolore al cuore, stava evidentemente soffrendo -No! Insieme, dobbiamo…-

-Yen!- rispose duro, mi bloccai -Se tu trovi il modo di uscire, salverai anche me, il ricordo continuerà indipendentemente dalla mia volontà- distolse i suoi occhi dai miei, si stava vergognando. No! Non ti lascio da solo!

-Devo andare… stai attenta, vhenan- si stava allontanando e una presenza particolarmente potente attirò la mia attenzione. Una donna con dei capelli rossi e le iridi verdi passò indifferente accanto ai cadaveri degli elfi decapitati poco prima. Posò gli occhi su Solas, sorrise divertita e spietata -Interessante, quindi sei tu il Temibile Lupo-

Si studiarono a vicenda -Quanto tempo Anaris-

-Già, sono venuta a riscattare l’inganno dell’ultima volta- rispose seccata. Il sangue dai cadaveri iniziò a prendere vita, ne stava attingendo il potere, dei non morti spuntarono dal terreno a centinaia.

Solas abbozzò un sorriso -Hai avuto sempre dei gusti macabri- gli si illuminarono gli occhi, un colpo dell’Oblio li fece cadere a terra tutti quanti, per poi essere risucchiati all’interno. Nessuno dei due si era ancora mosso.

-Hai imparato dei nuovi trucchi?- sospirò -Basta giocare, sei d’accordo?- tutti i cadaveri degli elfi uccisi da Solas presero vita, un negromante. -Ho dovuto aspettare a farti visita, hai messo quella stupida barriera, ma hai fatto un buon lavoro, il terreno è impregnato di sangue- aggiunse divertita. Solas la guardò disgustato. Anaris rise -Non dirmi che te la prendi per qualche schiavo insignificante, una delle poche cose per cui sono utili-

Ero inorridita, ne stava parlando come se fossero dei semplici oggetti da usare e buttare via.

In un attimo entrambi si mossero così velocemente che feci fatica a vederli, seguirono dei colpi devastanti, le onde d’urto dei vari fendenti fecero tremare il terreno.

-Accidenti… che peccato… quasi…- disse sconsolata

Guardai Solas, un taglio profondo lungo il viso, partiva dalla guancia fino ad arrivare al mento. Mi si fermò il cuore, mi sentivo inutile e impotente. Lui indifferente appoggiò una mano sulla ferita, la tolse, si pulì il viso dai residui di sangue, l’aveva guarita in un attimo. -Te lo avrei tagliato il naso questa volta invece che spaccartelo, bastardo-

Solas abbozzò un sorriso -Mi pare che ci fossimo già chiariti per quella storia-

-Fenedhis!- rispose rabbiosa

-Non eri così, perché i Dimenticati?-

-Credi che la tua Andruil sia migliore?-

-Andruil mi è indifferente ormai da molto tempo-

Lo fissò attentamente -Meglio tardi che mai, bastardo!- i cadaveri attaccarono Solas, che attivò vari sigilli di ghiaccio attorno a sé.

Un forte sibilo spostò la mia attenzione, non feci in tempo a girarmi completamente che un dolore devastante mi nacque sulla spalla e di colpo venni spinta indietro con forza, i piedi si staccarono dal suolo senza che riuscissi a fare nulla. Sbattei la schiena contro una parete rocciosa, il fiato nei polmoni uscì del tutto. Picchiai forte le ginocchia al suolo accasciandomi. La vista era annebbiata dal dolore e dalle lacrime, girai lievemente la testa notando un’enorme freccia dorata di puro mana conficcata nella spalla, questo lieve movimento causò una scossa che mi fece urlare. Dallo shock mi girava la testa. Non dovevo perdere i sensi! Strinsi i denti mordendomi il labbro inferiore da cui colò del sangue. Altro sangue scivolava sul braccio sotto l’armatura riempendomi il guanto. L’intero corpo è pesante e attraversato da schegge di puro dolore, questa maledetta freccia non si sta limitando a trafiggermi!

Passi. Lenti che si avvicinavano. Notai dei calzari di metallo dorato, uno si alzò posandosi con forza sulla spalla ancora buona, spingendomi contro la parete per farmi stare dritta. Urlai di nuovo e alzai lo sguardo per vedere chi avevo di fronte, anche se lo sapevo già.

Capelli bianchi argentati, contornavano un viso bello e spietato, con un ghigno di puro sadismo. Le mie iridi viola si riflessero in altrettante color ametista identiche, solcate però da una flebile luce crudele. Sorpresa la fissai terrorizzata -I miei complimenti da’len sei ancora viva e soprattutto cosciente- mi studiò attentamente, un leggero bagliore passò nel suo sguardo e l’enorme freccia brillò più intensamente, chiusi di riflesso gli occhi aspettando altro dolore. Invece questa scomparve come tanti granelli di sabbia portati via dal vento. Aveva lasciato un foro non indifferente, bruciava e pulsava, se non ci avesse pensato la sadica che avevo davanti a farmi fuori sarei morta dissanguata.

Prima che potessi fare qualcosa, la lama di un pugnale in puro Lyrium mi si posò sotto il mento alzandomi il viso. Fui costretta a guardarla di nuovo. Un brivido di disgusto mi trapassò, mi fissava famelica -Niente male da’len. Davvero niente male-

-Che stai combinando? Niente prigionieri!- esclamò una voce maschile poco lontano. Senza togliere l’attenzione da me rispose -Vai a giocare con i tuoi morti, Falon’Din o la prossima freccia sarà per te-

-Sei una bastarda! Lo sai cosa ha detto Elgar’Nan!-

Si voltò verso la voce -Fottetevi tu e lui!-

Stavano davvero litigando? Provai a muovermi da quella presa, causandomi solo altre scosse di dolore che mi provocarono la nausea. La vista mi stava abbandonando, quando un respiro caldo e qualcosa di umido mi passarono vicino al labbro. Stava assaggiando il mio sangue!? Altri brividi di ribrezzo. Ridacchiò -Sei combattiva anche se stai morendo. Mi piaci e sarebbe un peccato- a quelle parole seguì altro dolore allo stomaco. Non vidi più nulla.


Ci siamo ritrovati durante la guerra contro i Dimenticati. Yen ha preso una bella botta, scoprendo così che anche se è un ricordo la possono vedere. Solas sta combattendo con Anaris, speriamo che si accorga che Andruil ha preso la sua compagna.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.



CAPITOLO 30

Buio. Un ronzio indistinto di voci. Aprii con fatica gli occhi, riprendendo consapevolezza del dolore lancinante che continuava ad attraversarmi. Vedevo tutto sfocato, c’erano delle figure, ma non riuscivo a distinguerle. Ora le voci erano diventate urla. Due forti ed enormi fonti magiche. Non mi sentivo bene, volevo restare sveglia, ma gli occhi si stavano richiudendo contro la mia volontà. Un altro potere magico più forte dei precedenti. Inspirai profondamente cercando un minimo di sollievo. La bocca era riarsa, deglutii cercando di inumidirla con non molto successo, sentii solo il sapore ferroso del sangue. Da quanto ero ferma qui? Non sapevo neanche dove fosse qui.

Chiusi una mano a pugno più volte, terra. La spostai da parte a me e andò a sbattere contro delle rocce, sui cui appoggiavo la schiena. L’odore che percepivo non era cambiato. Ricollegai i pezzi di quello che mi era successo. Andruil. Dov’è ora? Che avesse abbandonato la sua preda? Impossibile, la dea della caccia non lo farebbe mai. Passi. Non mi mossi, anche volendo non ne avevo le forze. Un altro pensiero mi trafisse il cervello. Dove sei Solas? Spero che stia bene, più di quanto ne stia io. Maledizione! Non posso morire qui! Non posso farmi ammazzare da un ricordo di Andruil!!  Il metallo freddo di un’armatura mi si posò sul mento e qualcuno mi alzò la testa. Non ci vedo! La vista mi si è oscurata di nuovo!

Udii un sospiro -Mia sorella è sempre la solita, ti ha ridotto male- disse una voce femminile. Sorella!? Ad tratto da parte a me ci fu un forte schianto, dei pezzi di polvere e rocce mi caddero addosso e la donna mi lasciò andare il viso -Si può sapere che ti prende? Stai litigando con mia sorella proprio ora?- ancora la stessa voce femminile -È viva, ma non per molto se continui a perdere tempo!-

Risa da Andruil -Sylaise mi stai rovinando il divertimento. Temibile Lupo, che sguardo, non me l’hai mai mostrato prima- disse con voce soddisfatta

-Sparisci dalla mia vista- ringhiò con voce profonda e spietata. Altri passi e percepii un respiro vicino all’orecchio -Vhenan…- stava dicendo altro, ma caddi di nuovo in un profondo buio.

 

Un piacevole calore. Sotto la schiena qualcosa di morbido. Il dolore era scomparso. Altre voci.

-Si può sapere che ti è preso? Volevi dichiararle guerra per una ragazzina?- disse sconcertata una voce maschile. Rumore di ceramiche che si posavano su un tavolo, un leggero profumo di the. Non ci stavo capendo più nulla. Sentivo il corpo pesante, ma una costante presenza di mana che conoscevo bene era intorno a me, mi cullava e mi sentivo protetta.

-Avrei già dovuto farlo quando mi ha legato a quell’albero, oltre che per tutto il resto, Dirthamen. Quindi le avrei dichiarato guerra? Sì, sempre se in quel momento ne fosse uscita viva- rispose Solas tranquillo con voce sicura.

-Spiegami chi è quella ragazzina che hai strappato dalle grinfie di Andruil, che hai curato come un disperato e che ora dorme nel tuo letto!- disse esasperato il dio dei segreti. Silenzio.

La smettono tutti quanti di chiamarmi ragazzina o bambina?! Quanti cavolo di anni dovrei avere per essere considerata una donna adulta?!

-Suppongo se lo stiano chiedendo tutti…- rispose vago

-Certo che se lo domandano tutti! Nessuno aveva mai visto il Temibile Lupo rivolgere uno sguardo assassino ad Andruil! Neanche quando ti ha legato a quell’albero! Stavi perdendo il controllo e non è da te!- udii ancora delle tazze e Solas sospirare

-Sai amico mio, è stato bello riparlare con te, ma questo rimarrà un mio segreto. Se qualcuno ne verrà a sapere qualcosa, quella persona sarà solo Mythal-

Sbuffò -Bhe, spero per te che sia almeno brava a let…- si bloccò -Scherzavo! Scherzavo! Si può sapere che ti prende? Sei invecchiato di colpo?-

Solas ridacchiò -Qualcosa del genere…-

-Poi da quando bevi the? Pensavo piacesse solo a me…-

-Infatti lo odio, ma mi serve per non dimenticare. Dirthamen, non ti sta aspettando Mythal?-

-Sì, vado, così potrai coccolarti la ragazzina visto come la guardi- provocò malizioso. Udii una porta aprirsi e poi richiudersi, una sedia scorrere sul pavimento e poco dopo il materasso piegarsi da parte a me. Aprii gli occhi e dopo una prima forma sfocata, mi ritrovai il volto di Solas che mi fissava apprensivo. Un Solas con i capelli castano ramati, lunghi e tenuti in una coda. Avrei potuto abituarmici se non fosse che non era reale tutto quello che ci stava succedendo. Alzai una mano verso il suo viso e lo accarezzai, lo sguardo gli si illuminò di gioia e mi abbracciò mettendo la testa nell’incavo del mio collo e stringendomi forte. Affondai la mano in quell’insolita chioma, trovandoli sorprendentemente morbidi. Una novità alquanto piacevole, forse ne era valsa la pena farsi trafiggere, solo per questo.

-Io quella sadica bastarda, la ucciderò- dissi spietata -Come hai fatto ad avere una cotta per una pazza del genere?-

Ridacchiò e mi posò un bacio sulla guancia per poi aiutarmi a mettermi seduta. Notai solo in quel momento che avevo indosso una veste da notte alquanto pregiata. Riguardai Solas -Sei stato tu a…- mi passò una mano sul viso e prese possesso della mia bocca con passione, il piacere scatenato da quel gesto mi fece sentire subito meglio. -Mi sono preso cura io di te e nessun altro. Stavo impazzendo quando ho visto cosa ti aveva fatto Andruil. Ero completamente terrorizzato, stavi morendo-

-Per questo Dirthamen ha detto che eri disperato?- domandai, intanto rimanemmo abbracciati e mi accarezzava la schiena.

-Esatto, l’unica che ha capito come stavano le cose dalla mia espressione e dal mio stato d’animo è stata Mythal che ha allontanato gli altri. E ha ordinato ad Andruil di lasciarti-

-Dove siamo? Che diavolo sta succedendo?-

-Geldauran sta manipolando i miei ricordi nel periodo della guerra contro di loro. E devo dire che lo sta facendo sorprendentemente bene, sono tutti come me li ricordo. Se non sapessi che centra lui, penserei di essere tornato indietro nel tempo-

-Bhe, tutti questi capelli dovrebbero farti venire molti dubbi…- e continuai ad accarezzarlo, ridacchiò e appoggiò la fronte sulla mia -Siamo a Skyhold, nella nostra camera. Ti ho portato via il più in fretta possibile da quel campo di battaglia… stavo per uccidere la Andruil dei miei ricordi- rispose con una nota di rabbia nella voce -La freccia non ti ha solo colpito, ma ti ha avvelenato, eri paralizzata- mi baciò sulla fronte per poi scendere sulla guancia e di nuovo catturarmi la bocca. Probabilmente si era spaventato più lui di me, contraccambiai quei baci, passò le mani sulla mia vita prendendomi in braccio. Mi aggrappai sorpresa al suo collo -Ti faccio vedere una cosa, poi penseremo ad uccidere quel bastardo di Geldauran. Hai visto il Lyrium rosso? Si sta espandendo e non so come fermarlo, presto o tardi arriverà anche agli altri- intanto si era alzato ed eravamo usciti sul balcone che dava sulle montagne. Guardai Solas che rise per la mia faccia sconcertata -Ti piace?-

Il cielo non era completamente azzurro e diverso da come lo conoscevo, si ricongiungeva all’Oblio in modo naturale, nessuno stacco netto, nessuna barriera. Sprazzi di luce color verde e oro che si riflettevano su edifici lontani  sospesi in aria, non costruzioni singole come il tempio in cui stavamo di solito, ma vere e proprie piccole comunità. L’Oblio si estendeva all’infinito sopra di noi, più luminoso e vivo di quanto lo avessi mai conosciuto in vita mia. Spiriti che si muovevano tranquillamente da una parte all’altra e che parlavano con diversi elfi. La magia era in qualunque cosa, mi sentivo alquanto leggera e a casa. -È strano… niente demoni?- mi posò un bacio sulla tempia -Non sapevo quasi neanche cosa fossero, vhenan- restai a fissare affascinata le attività degli spiriti di diversi colori che si spostavano indaffarati a parecchi metri sopra di noi.

-Lethallin, sempre con una donna tra le braccia da un migliaio d’anni a questa parte- disse una voce femminile

Sorpresi ci voltammo verso uno spirito che aveva preso le sembianze di una donna. Solas rimase a fissarla -La vostra stupida guerra ti ha portato via la lingua?-

Al mio lupo brillavano gli occhi e mostrò un grande sorriso -Saggezza, quante volte ti devo dire che devi far sentire la tua presenza?- disse divertito

-Se eri impegnato nella attività che prediligi e di cui capisco poco il senso, non mi avresti notato comunque, te lo posso assicurare-

-Ehi!- rispose facendo finta di essere offeso e mi lanciò uno sguardo imbarazzato, mi riportò dentro e mi appoggiò sul letto -Dietro al paravento, troverai dei vestiti- e lo indicò posto in un angolo della stanza -Vediamo che succede e riprenderemo il prima possibile la caccia. Essendo ricordi gli eventi stanno avvenendo molto velocemente, ma per i nostri corpi rimasti alla prigione non è comunque un toccasana. Dobbiamo fare in fretta- sussurrò. Annuii con un cenno del viso e lo studiai attentamente: indossava una blusa nera solo sul petto come i pantaloni, invece le maniche erano larghe, bianche e si restringevano in rifiniture in metallo dorato sui polsi, come anche sul collo. Portava degli stivali sempre neri. Vestito così la sua figura veniva slanciata parecchio, sembrava più alto. -Qualcosa non va?- chiese perplesso, notando il mio sguardo indagatore.

Sorrisi e negai con la testa -Dovresti vestirti più spesso così a casa, ti dona molto- dissi dolcemente. La sua espressione diventò divertita e mi baciò fugacemente -Lo terrò a mente, vhenan- si scostò da me e andò incontro a Saggezza. Mi spostai dietro il paravento. Trovai su una sedia un abito lungo, violetto, senza maniche, con le rifiniture dorate sulla vita, sul collo e sui polsi riposte su un cassettone. Affianco delle scarpe eleganti di un viola più scuro. Rimasi allibita a guardare quell’abbigliamento. Io non ho mai messo cose del genere… ero un po’ smarrita. Mi accostai al paravento per vedere a che punto stava Solas.

-Lo sai che questa vittoria degenererà, vedo profondi cambiamenti. Gli equilibri sono stati ancora una volta distrutti- disse lo spirito

-Purtroppo lo so bene, amica mia- rispose sconfortato

 -Ora però noto un cambiamento più incisivo e molto vicino a te, da quando con le donne usi quella parola affettiva?-

Ridacchiò -Non ti sfugge nulla… se ti dicessi che è la mia compagna, ci crederesti?-

-Per questo sento i vostri spiriti legati… raro per un Evanuris-

Sbuffò disgustato -Non usare quella parola-

-Si sta già diffondendo la voce-

-Lo so… ma non sono ancora uno di loro…- venne interrotto -Ti sei guadagnato sul campo il diritto a uccidere un Titano. Ne stanno parlando proprio ora. Sei ancora convinto del tuo obiettivo?-

-Mai stato così deciso- rispose sicuro

-Resisti e vai avanti, lethallin. Stai appena iniziando-

-Lo so-

-Ti lascio, penso che la tua compagna sia in difficoltà- rispose divertita e sparì come era venuta. Solas si voltò verso di me con un sorriso e le guance mi si scaldarono per l’imbarazzo. Si avvicinò e guardò l’abito che mi stava mettendo in crisi -Bhe, direi di toglierti questa veste da notte per iniziare- disse prendendomi in giro. Lo fissai fulminandolo con finto rimprovero -Non ci sarei mai arrivata, grazie- mi svestii non degnandolo di uno sguardo, percepii che mi studiava intensamente la schiena sempre più giù. Continuai ad ignorarlo e mi infilai il vestito violetto, era molto morbido, sembrava seta, ma non ero sicura fosse lo stesso materiale. Si adattò in modo perfetto al mio corpo, come se fosse stato fatto apposta per me. Sentii stringermi qualcosa in vita e vidi le mani di Solas che mi mettevano quel metallo dorato. Mi prese per mano e mi voltò verso di lui mettendomi un'altra parte dorata sul collo e poi passò ai polsi. Mi osservai e alzai gli occhi su Solas che mi fissava con sguardo ardente -Ho sempre desiderato vederti vestita così- disse con voce profonda.

Avevo il volto in fiamme -Dove lo hai preso?- domandai incerta

-Mythal, ti perderesti nel suo guardaroba per almeno un mese. Cerchi qualcosa? Stai pur certa che lei ce l’ha-

Eravamo fino a quel punto così simili? Mi andavano bene anche i suoi vestiti? Abbassai lo sguardo -Dovrò ringraziarla-

-Aspetterei a farlo, prima sentirei quello che ha in mente-

-Di che stai parlando?- domandai confusa

-Diciamo che sto cercando di farle cambiare idea sull’annunciare con sua estrema soddisfazione, non che io non ne sarei stato orgoglioso, ma magari non in un ricordo…-

-Arriva al punto, vhenan-

-Quale migliore occasione la fine e vincita delle guerra, per annunciare che il Primo tra i suoi Guardiani Arcani, nonché Temibile Lupo, si è fidanzato ufficialmente?-

Sentii le gambe farsi molli e barcollai all’indietro, Solas mi prese dalla vita sostenendomi, ero sorpresa, sconcertata, stupefatta e non so cos’altro…

-Stai scherzando!? Che… non mi conosce nemmeno! Non ancora almeno! E pur che la cosa possa anche piacermi, non abbiamo tempo per questo!-

Ridacchiò -Purtroppo dobbiamo seguire gli eventi, anche se un po’ diversi dagli originali. Io non mi sono mai fidanzato ufficialmente. Dubito che riusciremo ad andare da Geldauran prima di domani, è periodo di festa in tutta Elvhenan-

Oddio, non che non mi faccia piacere, siamo sposati, e magari vedrò la faccia di quella pazza sadica morire di rabbia… appoggiai la fronte sulla sua spalla e una mano sul suo petto.

-Ti senti bene?- domandò Solas preoccupato. Guardai la mano con l’anello all’anulare -Ha notato questi, vero? Io non dovrei esistere ancora…- Mi strinse a sé, affondando il viso nei miei capelli e io nei suoi. Dio se era strano… ridacchiai piano. -Li ha notati poco dopo, quando è venuta a vedere come andavano le tue cure e ti avevo tolto l’armatura. Pensavo mi sarei dovuto subire un interrogatorio, invece visto che ho fatto tutto di nascosto, ora dovremmo sorbirci il suo annuncio di fronte a una considerevole quantità di nobili. E spezzare le speranze di tutte le fanciulle che a suo dire volevano accalappiarmi per ottenere un ruolo di prestigio- borbottò -Mi stai dicendo che vedrò rompersi una marea di cuori? Non è che in questo periodo eri impegnato con qualcuna e vedrò arrivarti qualche schiaffo?- chiesi curiosa

Si rischiarò la gola nervoso -Che io mi ricordi non avevo relazioni serie, se è quello che vuoi sapere-

Gli picchiettai le dita sul petto -Non erano serie, ma c’erano… bhe, buona fortuna, ma’arlath- dissi rallegrata e lavandomene le mani sulla marea di conseguenze all’orizzonte -Divertiti- lo presi in giro.

Mi rivolse la faccia da lupacchiotto sconsolato perso, sorrisi -È inutile che fai questa espressione, cosa posso farci? Poi sarò anche io presa di mira dai tuoi svaghi passeggeri. E tra queste ci sarà anche Andruil, visto che io sono riuscita dove lei ha fallito. Sarà una lunga giornata, che non è mai avvenuta davvero, ma indimenticabile scommetto-

Iniziò a lasciarmi una leggera scia di baci sul collo -Non mi puoi abbandonare così, vhenan…-

Erano roventi -Non corrompermi…- mi accarezzò le braccia e feci caso alle cicatrici sul mio avambraccio causate dall’Ancora. L’unico che le vedeva sempre era lui, per il resto portavo sempre abiti con maniche lunghe. Elen non le aveva mai viste… non sapeva che ero rimasta senza un braccio per circa un anno. -Non ho visto come è andata a finire con Anaris… un altro cuore spezzato da quel che ho capito…- si scostò incatenando gli occhi ai miei -Perché sento trasparire della gelosia? È dove dovrebbe essere, visto che sono qui davanti a te-

-Mi pare solo di capire che ti sei dato alla pazza gioia prima di incontrarmi. Comunque, mi mette un po’ a disagio dover mostrare queste a un sacco di persone- e feci cenno con il viso al braccio. Le accarezzò con delicatezza -Le hai per colpa mia, e anche se non dovrei dirlo mi piacciono, ma se vuoi le posso nascondere-

Stavo per rispondere, ma bussarono alla porta, ci voltammo verso di essa e udimmo salire i gradini, un elfo con i Vallaslin di Mythal ben evidenti in viso, un servo. Ci fissò e fece un lieve inchino -Scusate il disturbo. Temibile Lupo, la mia signora richiede la tua presenza e anche quella della donna  che vi accompagna-

-Ti ringrazio. Riferisci che arriviamo subito- rispose Solas. L’altro fece un altro lieve inchino e se ne andò. Solas fissò di nuovo il mio braccio -Cosa vuoi fare?-

La cicatrice sembrava nascere dal gomito e allargarsi in tanti rami fino a ricoprire la spalla, come i miei Vallaslin. Io stessa ero stata marchiata in modi differenti. La pittura di sangue sul viso, i sussurri del pozzo per lo spirito e infine questi segni sul braccio. Sospirai -Lasciali, visto che ti piacciono, non ho motivo di nasconderli- sorrise e mi baciò veloce sulle labbra -Andiamo- mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla camera. Nella sala del trono la gente parlava e non fece subito caso a noi, erano moltissime persone e il brusio delle voci mi suggeriva che ce ne erano parecchie che non vedevo. Al posto del semplice trono che usavo, ce ne era uno imponente fatto interamente in cristallo, rami di Lyrium erano racchiusi in esso, emettevano una tenue luce. Varie rifiniture in argento lo ornavano creando delicate decorazioni che davano vita a dei draghi. Appena Solas venne riconosciuto, si levò un ovazione.

Lui sorrise e continuò a tirarmi, si accostò alla porta che dava sull’ufficio di Josephine, la aprì lasciandomi passare per prima, richiuse la porta e continuammo verso la Sala da Guerra. Al posto della scrivania  che avevo visto per anni, dei divani e delle poltrone. Continuammo ed entrammo in una camera enorme ed elegante, più femminile rispetto a quella di Solas. Un letto molto grande sulla destra, tende alle finestre, tappeti, in centro un tavolino con delle sedie in cristallo dove scorsi una chioma bionda, e un fisico perfetto con un abito verde smeraldo come gli occhi che si posarono su di noi e puntarono Solas.

-Quindi ragazzino, quando mi avresti detto che ti sei sposato?- domandò con un evidente tono contrariato. Volsi l’attenzione al mio lupo che accennò un sorriso, era in difficoltà -Ehm… è stato poco prima dell’ultima battaglia e visto che mi sono innamorato di lei, le ho chiesto di sposarmi-

Mostrò un sorriso seccato -Usi sempre quella parola con leggerezza, se ti fossi sposato ogni volta che pensavi di essere innamorato… e invece erano soltanto i tuoi ormoni a parlare!-

Gli strinsi la mano, era arrossito, ma si riprese in fretta -Non nego ciò che dici, ma ho trovato l’unica donna che amerò in eterno- rispose serio.

Mythal mi osservò, si alzò e si fece vicino -Le mani, da’len- sostenni lo sguardo e gliele porsi, le prese tra le sue, erano calde -Il mio nome è Yen- non rispose e guardò con interesse le cicatrici, percepii il suo mana fluire in me. Ad un tratto i segni sul braccio si illuminarono di verde, dandomi un fastidioso bruciore, istintivamente interruppi il contatto. Mi fissò negli occhi -Chi ti ha mutilato lo spirito, dandoti però un potere sull’Oblio?- come faceva? Cosa dovrei rispondere? Come posso parlare di cose non ancora successe?

-Io- disse il mio lupo anticipandomi -Un mio errore, che l’ha quasi uccisa, ma che mi ha permesso di incontrarla- e allungò una mano sulla mia vita stringendomi a lui -Solas…- sussurrai. La dea dell’amore sorrise -Il Temibile Lupo che aveva abbandonato il suo nome per servirmi, l’ha donato finalmente alla sua compagna?- fece un cenno con la mano verso il tavolo in cristallo -Sedetevi- ci accomodammo e riprese a fissare entrambi. Perché mi sembrava di essere ritornata bambina veramente? Non sta facendo nulla di particolare, ma la sua sola presenza mi mette a disagio ora, come se avessi rotto qualcosa e stessi aspettando di essere sgridata.

Sorrise rassicurante -Quindi da’len, c’è qualcosa di strano in te. Per mio stretto interesse personale ho analizzato il tuo sangue, e devo dire di essere rimasta sorpresa…-

-Quando hai…- domandò irritato Solas. Mythal lo guardò semplicemente ottenendo il suo silenzio. -Mi sono permessa di prenderne un po’ dalla spalliera distrutta dell’armatura e l’ho fatta pulire accuratamente. Il sangue di un individuo è unico come saprai, su questo si basa il potere dei Vallaslin. Io come gli altri, posso ordinare senza possibilità di fallimento ai miei servi di fare qualunque cosa, anche contro la loro volontà. Il sangue naturalmente è il mio, inciso sulla loro pelle e questo mi dà del potere su di loro. Le sentinelle invece mi sono legate più profondamente avendo bevuto dal Vir’Abelasan- fece una pausa e si alzò, andando a guardare fuori dalla finestra dove io stessa e Cassandra ci eravamo sporte tante volte. -Il tuo sangue è unico sotto vari aspetti. Hai il tuo DNA, ma conservi altrettanto bene lo schema genetico di altri otto individui-

Un brivido di consapevolezza mi passò sulla schiena -E questo significa?- domandai comunque. Si voltò di nuovo verso di noi -Otto individui che sono tra i maghi più potenti di tutta Elvhenan. Sarò sincera, se gli altri dovessero scoprirlo verresti uccisa all’istante-

Solas rimaneva in un silenzio sconvolto -Questo… questo non c’era…- mormorò. Non capivo. Guardai persa entrambi -I maghi più potenti che con arroganza si stanno facendo chiamare Evanuris, sembra abbiano già un Dio ed è molto più vicino di quanto credano- spiegò Mythal fissandomi.

Gli Evanuris hanno creato il loro Dio. Sospirai profondamente -Io non pratico la magia del sangue…-

-Questo sta a te da’len- si rivolse al mio lupo -Solas non mi stai dicendo tutto, non so chi sia e da dove venga, ma è la prima volta che vedo una donna accettarti per quello che sei e non per il titolo che ti ho affibbiato. Ed è la prima volta che ti ho visto in preda al panico, terrorizzato e con l’intento di uccidere seriamente un potere più forte di te, pensando di perderla. Vuoi salvare quelli nati come te, ed è una buona motivazione, ma pensa se non ci riuscirai cosa le faranno. Questo dovrebbe darti ulteriore determinazione- si sedette e mi guardò di nuovo -Da’len, hai anche un potere considerevole, impara ad usarlo in tutte le sue sfaccettature anche in quelle che odi, non come lui-

-La magia del sangue avrebbe interferito con il mio potere da somniari- puntualizzò Solas

-Vero, ma non così tanto come credi, e lo sai. Non hai voluto apprenderla per non avere mai la minima tentazione ad usarla su persone che ritieni tue pari, ed è giusto. Ma una mancanza che non accetto da te-

-La penso come Solas- dissi decisa, mi guardò con un sorriso -La magia del sangue non serve solo per avere controllo sugli altri o per attingere ulteriore potere, non fa solo del male, ma anche del bene. Scopri, studia, impara e metti in pratica, perché prima o poi potrebbe tornarti utile contro i nemici e non devi camminare ad occhi chiusi su questa strada. Questo potrebbe rivelarsi pericoloso per te e per gli altri- sospirò -Ora, che vi piaccia o meno, io farò quell’annuncio di fidanzamento. Perché così anche chi aveva qualche speranza su di te, Solas, la smetta e perché le regole le ho create io e intendo rispettarle. Tu gestisci questa parte dei miei territori, il tuo popolo e l’intera Elvhenan deve sapere a chi ti leghi e riconoscerla come tale-

Come l’intera Elvhenan!? Ero allibita e guardai Solas che si passò una mano fra i capelli sconsolato

-Agli ordini, mia signora-

-Non prenderti gioco di me, se no metterai finalmente a posto la muraglia a est, è sempre lì che aspetta di essere riparata-

-Da un migliaio d’anni circa…- borbottò

-Cosa?- domandò fulminandolo con lo sguardo

-Andiamo a fare quell’annuncio, sarà una giornata infinita- disse Solas prontamente e mi prese per mano trascinandomi fuori. Una volta chiusa la porta alle nostre spalle, risi. Mi ero trattenuta fino ad un attimo prima vedendo quello scambio di battute. Solas mi posò un bacio sulla guancia -Ma quanti anni hai?-

-Troppi, ma la fa sentire giovane e mi ci sento anche io ora- rispose divertito, ridacchiai e mi feci portare sul balcone sopra alla sala del trono, cercando di evitare di parlare con tutti gli elfi che incontravamo. Percepivo tantissimi occhi addosso. Una volta raggiunto il balcone sbirciai fuori e il cuore perse un battito. Solas mi strinse dalla vita da dietro facendomi appoggiare la schiena al suo petto -Lo so, fa sempre questo effetto la prima volta- la corte interna ed esterna era strapiena di persone, tante piccole teste girate dalla nostra parte. -E lo so che non ti aiuterà, ma è bene che tu lo sappia, quando Mythal diceva che ci sentirà l’intera Elvhenan così sarà e anche l’Oblio verrà messo al corrente-

-No che non mi aiuta! Ho parlato davanti ad un esercito e la cosa mi aveva già messo in soggezione! Ma questo…- sospirai profondamente più volte cercando un po’ di controllo e abbandonandomi completamente contro di lui. Era un ricordo, ma… Percepii il suo respiro sull’orecchio -Tu non dovrai dire nulla, ci penserà Mythal e poi toccherà a me- posò le labbra calde sulla mia guancia fredda, ero terribilmente nervosa. Odio queste cose e ho dovuto imparare a conviverci. Alzò una mano girandomi il viso verso il suo e prese possesso della mia bocca in una lunga e sensuale esplorazione. Si staccò per riprendere fiato e mi baciò di nuovo in un assalto dolce e famelico allo stesso tempo -Ti amo e sei perfetta- lo ribaciai fugacemente -Anche io e va un po’ meglio, grazie-

-Se avete finito, è il momento. Avrete tutto il tempo che volete dopo e se tra qualche mese sentirò di nuovo dei piccoli passi tra queste mura, ne sarei entusiasta-

Rimasi boccheggiante a quelle parole, ma faceva apposta? Solas mi strinse di più a sé ridacchiando piano -Te l’avevo detto che è tremenda- sussurrò -E io ho capito da chi hai imparato- risposi -Io invece da chi hai preso tu, ma’arlath-

Si spostò di fianco a me e mi prese per mano, seguimmo all’esterno la dea dell’amore. Si levò un ovazione da far tremare l’intero castello. Mythal aspettò il silenzio che arrivò subito dopo.

-Finalmente posso annunciare il concludersi della guerra che ci affliggeva da ormai troppo tempo. I nemici sono stati sconfitti e imprigionati, soffriranno in eterno e sarà consentito chiamarli solo con il nome di Dimenticati. Ognuno ritornerà alle sue attività regolarmente, dopo che sarà trascorso il mese di festa in tutto il regno. Bevete, riposatevi, divertitevi e piangiamo i nostri cari che hanno dato la vita per far sì che noi oggi potessimo essere qui. So che abbiamo avuto molte perdite e mi scuso con voi per non essere riuscita a fare di più. Falon’din celebrerà dei funerali per rendere onore ai caduti. Ora ho da fare un altro lieto annuncio. Come voi tutti sapete qui siete sotto la gestione del Primo tra i miei Guardiani Arcani, il Temibile Lupo- si levò un'altra devastante acclamazione per rendergli omaggio che mi scosse lo spirito, per poi ritornare silenzio -Il Temibile Lupo si fidanza ufficialmente, con una ragazza che non pensavo esistesse da quanto mi ha fatto penare in tutti questi secoli- delle risa risuonarono per tutto il castello -Ora lascio la parola a loro- e fece qualche passo indietro. Solas prese un profondo sospiro e mi tirò avanti insieme a lui. Il cuore mi batteva all’impazzata e guardai la folla sottostante -Amici miei! Non ho nulla da aggiungere a quanto ha già detto Mythal, sono sollevato che ora i nostri cari siano al sicuro. Sul trovare la donna giusta per me, il mio spirito affine, avevo perso le speranze anche io, ma poi ho notato lei e non ho capito più nulla- altre risa, e Solas mi cinse con sicurezza contro di lui. Come faceva? Avrei potuto svenire tra poco! -Il suo nome è Yen Lavellan e da qui in eterno guiderà insieme a me questi territori- il mio lupo si rivolse verso di me e senza preavviso ricevetti un bacio. Non un semplice bacio casto che ci si aspetterebbe di dare davanti ad un folla del genere. Ma uno passionale e possessivo di quelli che solo lui mi avrebbe mai dato e che mandava in crisi il mio cervello messo già alla prova. Istintivamente e non in grado di pensare gli posai una mano sul viso tirandolo verso di me. Stavo dicendo davanti ad un impero, a migliaia di persone, che lui era mio e che io ero sua.

Ci staccammo senza più fiato e ci fissammo negli occhi. Un baccano tremendo si levò nell’aria e guardai completamente rossa in faccia la folla che era impazzita e incitava per un secondo bacio. Avevo il cuore che mi stava per esplodere nel petto e stringendomi a Solas nascosi il volto nella sua spalla frastornata.




Ecco il trentesimo capitolo! Non ci credo neanche io di aver scritto così tanto! E mi sono accorta che solo qualche giorno fa che è già passato un anno!
Quindi per "festeggiare" ho deciso di riscrivere in parte a modo mio un evento che nel gioco non mi è andato giù a causa della mancanza di Solas. Se volete lo trovate nelle mie storie con il titolo "Grazia Malevola". Fatemi sapere se vi piace!

Ritornando al capitolo, Yen ha scoperto altro su di sè, una sorta di asso nella manica, forse però alquanto pericoloso. Intanto vediamo anche un piccolo pezzo della vita di Solas nel suo mondo.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.



CAPITOLO 31

La giornata in quel giorno di festa nei ricordi di Solas, stava passando freneticamente. Non so a questo punto a quanti elfi appartenenti alla nobiltà ero stata presentata. Avevo cominciato a perdere il conto dopo il decimo nome. Avevo incontrato anche una famiglia il cui cognome era identico al mio e Solas mi era venuto prontamente in soccorso inventandosi la mia provenienza, sfoggiando così la sua abilità ad arrampicarsi sugli specchi.

Giunta la sera, scappammo letteralmente sui bastioni dove c’era solo qualche sentinella che notandoci si volatilizzò discretamente.

-Basta, non ne posso più, ne avrò abbastanza almeno per un anno!- dissi esausta fissando il sole che si stava spegnendo tra le montagne. Solas sorrise divertito, anche lui stanco quanto me -Avevo detto che sarebbe stata una giornata interminabile, è diventata ancora più lunga con la novità del fidanzamento- sospirai profondamente godendomi l’aria che stava diventando fredda. Dopo il discorso sul balcone non avevamo avuto più un momento per stare da soli e scambiarci qualche parola -Non dirmi che eventi del genere succedevano spesso e li rimpiangi però-

Ridacchiò e mi passò un braccio sulle spalle tirandomi verso di lui -Freddo? Devo essere sincero, rifarei tutta la giornata da capo se tutto questo potesse tornare, anche se è solo un ricordo avrei accolto volentieri la proposta del fidanzamento. Forse con te le cose sarebbero state diverse…- rispose appoggiando la fronte alla mia -…non era perfetto, ma era casa nostra- concluse. Aveva chiuso gli occhi e si stava rilassando, gli posai un bacio senza fretta -Hai fatto tutto quello che potevi, quando dovevi, se ci fossi stata sarei stata soltanto un tuo punto debole- riaprì gli occhi e li incatenò ai miei -Non dire idiozie. Un mio punto debole? Semmai di forza, se ci fossi stata tu quando hanno ucciso Mythal mi avresti aiutato a mantenere la calma. Invece sono rimasto solo…- le mani scivolarono sulla mia vita stringendomi di più a lui, passai le braccia sulla sua schiena.

-Rientriamo, stai gelando- disse preoccupato

-No, là dentro non ci rientro e poi mi sto godendo quel gioco di colori- stavo fissando il cielo ormai buio e con le stelle che si fondevano con il verde acceso dell’Oblio, ma anch’esso attenuato dalla notte. Solas alzò lo sguardo appoggiando il mento sulla mia testa -Già, anche questo mi manca...-  disse con un filo di voce.

Mi abbandonai contro di lui, gli occhi iniziavano a chiudersi da soli e visto che mi stava scaldando l’invito ad addormentarsi era più invitante. Un braccio del mio lupo mi passò più stretto sulla vita e senza preavviso mi prese in braccio, di colpo mi risvegliai del tutto -Che fai? Se ci vede qualcuno siamo rovinati!- rise di gusto -Ti imbarazzi troppo facilmente, cuore mio-

Lo fissai indispettita -Semplicemente preferirei che quello che faccio insieme a te rimanga tra noi e non avere davanti una folla che chiede il bis per un secondo bacio!- rise ancora -In effetti lo vorrei il secondo bacio…- e mi guardava con quel sorriso arrogante che avevo imparato ad amare. Alzai gli occhi al cielo e sorrisi divertita -Va bene, però…- passai le mani intorno al suo collo e afferrai il laccio di cuoio con cui si era legato i capelli, strappandolo. La criniera castana ramata gli ricadde sulle spalle, restai a guardare un attimo l’effetto. Non potei resistere e immersi  avidamente le mani in quella chioma morbida -Non vedrò più tanto presto questo tuo aspetto ancora più sexy del solito…- mi avvicinai con il viso al suo e mi catturò la bocca -Devo trovare un modo per farli ricrescere allora…- sussurrò contro le mie labbra per poi insinuarsi con la lingua, lo tirai ancora di più verso di me.

-Oh… ho trovato i fidanzatini- disse una voce femminile familiare. Ci staccammo e l’espressione di Solas era diventata attenta, mi fece scendere dal suo abbraccio, continuando però a stringermi contro di lui. Andruil per niente dispiaciuta, sorrideva tutta contenta per averci interrotto. -Non dovresti essere nei tuoi possedimenti?- disse Solas infastidito dalla sua presenza. Si avvicinò e non rispose alla domanda -I tuoi gusti devono essere peggiorati Temibile Lupo-

-Direi migliorati, l’esperienza ripaga a quanto pare- affermai decisa, il mio lupo sorrise -Decisamente vero- disse compiaciuto

Il sorriso che aveva sulla faccia si attenuò, ma non scomparve -Vedremo quanto durerà, ma tornerai da me un giorno o l’altro. Ti sei preso una bambina che parla, ma quanto ai fatti è stata alquanto deludente. Essere distratti su un campo di battaglia? Neanche uno schiavo è così stupido-

Stronza. Feci per muovermi, ma venni trattenuta da Solas -Andruil, spero che un giorno troverai qualcuno che ti ami, ma io non sono quella persona e non lo sarò mai-

La dea della caccia fece una smorfia -Tu sei mio, ricordatelo- la fissai minacciosa e riuscii a svincolarmi dall’abbraccio del mio lupo. Mi mossi velocemente in avanti. Con un sorriso si stava già preparando a parare. Mi celai nelle ombre spostandomi alle sue spalle, tirai un pugno mirando al viso, ma lo parò bloccandomi la mano nella sua e stringendola. Iniziai a sentire dolore per quella stretta, Andruil rise -Sei una bambina- quel nomignolo mi fece infuriare di più. Ad un tratto le cicatrici del braccio sinistro presero vita, illuminandosi di un verde smeraldo che distrasse la pazza sadica. Presi al volo quell’opportunità e tirai un calcio al suo fianco facendola cadere, ma non mollò la presa tirando giù anche me. Prontamente la bloccai con il mio peso e visto che l’Ancora restava attiva glielo ficcai sulla gola schiacciando. Le cicatrici bruciavano, ma mantenni la concentrazione. Se ne aveva paura meglio per me.

-Quanto ti manderei volentieri all’altro mondo! Dovessi rimetterci ancora il braccio!- esclamai arrabbiata. L’Ancora in versione esplosiva mi avrebbe fatto un gran comodo ora. Andruil prendendomi di sorpresa, rise. -Lui non è tuo, ma solo mio!- ringhiai

Sorrideva ­-L’ho detto che sei combattiva. Nessuna avrebbe tentato una cosa del genere, sarebbe sparita. Mi assomigli ragazzina- quella constatazione mi fece infuriare ancora di più -Neanche un po’ bastarda! Io lo amo! Anche a costo di farmi uccidere, non lo toccherai di nuovo!-

Con una contorsione del busto venni spinta via e cercai di rimettermi in piedi. Le mani di Solas da dietro mi bloccarono dalle spalle, tenendomi con fermezza. Si rialzò anche lei e ridacchiò -Interessante… che in questo popolo di occhi abbassati, che non hanno più uno spirito, ma sono solo carne, esista ancora qualcuno di vivo?- si rispolverò i vestiti -Bhe, chiacchierata illuminante, ti aspetterò da’len, ma se perdi, non morirai, terrò in serbo qualcosa di speciale. Sarebbe un peccato ucciderti, ma te l’ho già detto- si avviò tranquilla giù dalle scale, come se si fosse svolta una normale conversazione.

Mi posai una mano sulle cicatrici che brillavano ancora di verde e continuavano a bruciare. Le forze mi stavano venendo meno. Una scossa elettrica partì dal mio braccio sinistro. Skyhold, il paesaggio che vedevo iniziava a sgretolarsi davanti ai miei occhi. All’improvviso le mani sulle mie spalle e la presenza di Solas scomparvero. Mi voltai di scatto, ma era sparito. Delle fitte di paura e preoccupazione mi attanagliarono. Feci un passo indietro. Caddi.

Mi ritrovai di colpo seduta sotto un albero e mi guardai intorno. Elfi che scappavano, gente comune che urlava dalla paura. Una lupo nero imponente con innumerevoli occhi rossi e con enormi artigli e zanne li stava cacciando. Un respiro profondo attirò la mia attenzione verso l’alto. Solas con la sua armatura dorata stava seduto su un ramo e guardava la scena rammaricato. L’abito violetto era stato sostituito dalla mia armatura di drago, il  braccio continuava a bruciare, ma in modo più sopportabile. -Stai bene, vhenan?- chiese continuando a guardare la scena. -Sì, ma… aiutiamoli!- replicai nervosa. Saltò giù e mi si avvicinò sfiorandomi il braccio in ansia -Non devi aiutare me! Ma loro!- gli dissi ancora.

-Non serve, perché è un ricordo e non è ancora il momento- rispose serio, lo guardai incredula e mi mossi per mettermi in azione, ma mi strinse una spalla trattenendomi con forza. -Non ancora. Se ci vede, scapperà- titubante restai a guardare, era straziante -Cosa intendi fare?- e mi voltai verso di lui -È quella la bestia da cui hai preso la tua reliquia, vero?- era identica alla sua forma nei sogni, impossibile da non riconoscere. Abbozzò un sorriso e nello stesso istante gli si illuminarono gli occhi. Mi voltai di scatto e vidi un enorme freccia proveniente dal cielo conficcarsi con uno schianto violento nella testa del lupo intrappolandolo a terra, per alcuni istanti continuò a ringhiare anche con la bocca semichiusa da cui si intravedevano le zanne. -Andruil…?-

-Un suo trucco, ma l’ho preparata io la trappola- mi lasciò andare e con un cenno mi fece capire di seguirlo. Si avvicinò all’animale e gli posò una mano sul muso, lo sguardo si illuminò di nuovo. La bestia poco a poco si dissolse, lasciando solo i resti dello scheletro. Ora nella mano aveva una sfera rossa e si chinò a raccogliere una mandibola. Un elfo sudato, sporco di terra e con ancora il terrore negli occhi si rivolse a Solas -Perché… non siete intervenuto… prima?- balbettò. Solas alzò lo sguardo sull’uomo -Non ho mai detto che vi avrei salvato- disse impassibile. Quella risposta mi spiazzò, non credevo alle mie orecchie, non sapevo chi avevo davanti in quel momento. Dov’era l’uomo che si affannava sempre nel correre a voler aiutare e curare tutti? In un lampo mi si parò davanti la decapitazione di quegli elfi sul campo di battaglia. Scacciai quel ricordo.

L’elfo fece un lieve inchino -Avete comunque ucciso la bestia mantenendo la promessa, non lo dimenticheremo- Solas si limitò a rispondere con un cenno del capo e rivolse la sua attenzione ai resti dell’animale pensieroso -Andiamocene- mi disse deciso, lo seguii in silenzio.

Il villaggio che era stato per buona parte distrutto dalla bestia era circondato dagli alberi. Ci infiltrammo nel bosco. Continuavo a fissargli la schiena, non sapevo cosa dire. Giungemmo infine in una radura, si fermò e si voltò verso di me mostrandomi un’espressione triste e alzando davanti al viso la sfera rossa che vorticava selvaggia e con forza su se stessa, come se cercasse di liberarsi da quella presa. -Porgimi le mani per favore, vhenan- lo guardai dubbiosa, ma lo feci e mi passò lo spirito. Rimasi nervosa ad osservarlo e con mia grande sorpresa si quietò diventando profondamente tranquillo -Che cosa…?- mormorai. Solas abbozzò un sorriso e si avvicinò -Bene così, tienilo. Ora ferma e fammi vedere il braccio- senza aspettare gli posò su una mano e sentii il bruciore placarsi fino a spegnersi. Troppe domande mi si stavano affollando nella mente, rimasi zitta. -In origine, lo avevo portato da Mythal. Lei aveva gestito le condizioni del patto, ed era stato tutt’altro che veloce e semplice- mi spostò delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio e guardò lo spirito che tenevo tra le mani -Invece con te, niente accordi, niente di niente. Si sta già fidando più che volentieri di te- incatenai i miei occhi a suoi -Perché?- sorrise -Siamo spiriti affini- ero alquanto emozionata -E ora?- domandai fissando quello spirito che mi dava l’impressione che se avesse  potuto si sarebbe messo a fare le fusa.

-Ora, me lo metterai qui, poi farà tutto da solo-

Mi avvicinai e lo spinsi verso il suo petto, la sfera entrò senza esitazione. Solas chiuse gli occhi e esibì una smorfia, mormorò qualcosa -Stai bene?- domandai preoccupata. Senza rispondere mi tirò tra le sue braccia stringendomi in modo possessivo, ricambiai quell’abbraccio.

-In passato le prime volte aizzava in me istinti omicidi. Facevo fatica a controllarlo. Poi si è formata un’amicizia, fino alla completa fiducia e fusione tra i nostri spiriti e identità. Ora mi sta chiedendo solo una cosa, il problema è che mi sta influenzando e non è il momento…- sussurrò al mio orecchio e sospirò profondamente -Rivivere tutto questo, in modo così diverso… vhenan, avremmo dormito molto poco…-

Ridacchiai aspettando che si calmasse, un altro respiro profondo -Ti ho deluso… ir abelas…- sussurrò -Ma avevo agito così…- a quelle parole mi strinsi di più a lui -Non mi sembravi tu…- mormorai -Ero un giovane molto arrogante, orgoglioso e bastardo, sempre pronto a battermi. Cresciuto tra le mura più ricche che esistessero, abituato che gli altri mi porgessero un inchino per la sola fortuna di essere stato scelto da Mythal. Il rispetto che mi veniva dato era falso, come la vita che conducevo. Ho iniziato ad interessarmi alla gente da cui provenivo veramente e delle condizioni e richieste pietose a cui venivano sottoposti da chi aveva origini nobili. Ero l’unico ad aver visto entrambe le realtà e a poter iniziare a fare qualcosa-

Sorrisi e gli posai un leggero bacio sul collo, fremette -Vhenan, non lo rifarei di nuovo. Ora anche uno dei tanti alberi che abbiamo intorno sembrano un appoggio invitante- disse con voce roca. Non potei fare a meno di ridere -Il tuo spirito è meglio che si calmi, perché in questo momento non avrà nulla. Ma quando usciremo da qui e ucciso Geldauran, potrai farmi tutto quello che vuoi- risposi con voce suadente. Ora lui scoppiò a ridere -Penso abbia ricevuto il messaggio- si scostò e si guardò intorno, ma intanto il bruciore al braccio stava ritornando con forza -Vhenan… l’Ancora…- balbettai trafitta dal dolore -Come è possibile?- domandai spaventata.

-L’Oblio la sta risvegliando. Dobbiamo uscire da qui!- ringhiò preoccupato

Se l’Ancora ha un potere sull’Oblio come aveva detto Mythal, io potrei spezzare questa illusione.

-Prima l’Ancora ha reagito quando mi sono scagliata contro Andruil, potrei… tentare di…- venni interrotta -Non se ne parla! Stai rischiando di nuovo!- esclamò in ansia. Negai con la testa e partì di nuovo una forte scossa che si sprigionò dal braccio sotto forma di fulmine. Un mezzo urlo che cercai di fermare lasciò le mie labbra, se Solas non mi avesse sostenuto sarei caduta a terra. Di nuovo il paesaggio intorno a noi prese a sgretolarsi. Chiusi gli occhi. Non basta! Non basta! L’Ancora non ha la stessa potenza che aveva in origine! Dovrei cercare di concentrare tutto il potere disponibile per poi liberarlo in una volta. Strinsi i denti, la testa annebbiata dalle fitte, sudavo freddo. Riaprii gli occhi notando solo in quel momento che Solas non era più al mio fianco e il ricordo era cambiato di nuovo. Mi trovavo appoggiata ad una colonna dorata in disparte dalla scena che avevo davanti. Nascosta alla vista. Tutto risplendeva di argento, oro, Lyrium e cristallo, dalle pareti alle decorazioni, al trono imponente che avevo davanti su cui stava seduto Elgar’nan, di fianco e in piedi Andruil, Falon’din, Ghillian'nain, Sylase e June. Rimasi a fissarli basita, guardavano tutti Solas che stava di fronte a loro con le braccia intrecciate dietro la schiena, si stringeva con forza un polso della mano stretta a pugno. Quella magnifica ed enorme sala del trono era vuota a parte noi, ma la tensione era alle stelle e palpabile.

-Spero tu abbia portato con te quanto avevi promesso Fen’harel. I Dimenticati?- chiese Elgar’nan, dio della paternità, con un tono di voce duro, profondo e che esigeva rispetto.

-I Dimenticati rimarranno dove sono, l’inganno è riuscito- rispose Solas pacato e serio

-Quegli stupidi credevano veramente che avrebbero avuto anche solo una possibilità?- esclamò Falon’din disgustato

-Almeno li avremmo schiacciati una seconda volta- ribatté Andruil delusa

Elgar’nan con un movimento della mano li zittì -Quindi Temibile Lupo, dov’è l’arma che ci avevi promesso?-

-La andrò a prendere non appena mi confermerete il patto che abbiamo stipulato-

-Eri fedele a Mythal, ma ti sei già dimostrato in parte utile e degno di servirmi. Ti darò quello che hai chiesto: gli schiavi che ti hanno seguito in questi secoli non subiranno conseguenze, potranno ritornare alle loro mansioni, dopotutto seguivi gli ordini di Mythal-

Solas si strinse con ancora più forza il polso, il viso impassibile però a quelle parole non tradiva la minima emozione. Per avvicinarsi il più possibile a loro aveva rovesciato la conseguenza delle proprie azioni sulla donna che lo aveva accolto come un figlio.

-E possiedi un Focus, diventerai uno di noi in modo definitivo- concluse

Il mio lupo chinò la testa in segno di assenso -Con il vostro permesso andrò a prendere la spada- si voltò e percorse la navata centrale. Io lo seguii stando nell’ombra per poi ricongiungermi a lui velocemente sulla porta sgusciando fuori, l’aveva aperta e richiusa in modo lento apposta.

Uscii dalle ombre, notai da una finestra che era sera e mi voltai verso Solas che deciso mi prese per mano e senza una parola mi strascinò per alcuni corridoi, fino ad arrivare in una stanza con almeno una decina di Eluvian. Ne puntò uno senza esitazione. Il giardino di Skyhold. Ad aspettarci qualche sentinella che porsero a Solas un bastone molto lungo con una estremità circolare e delle acuminate punte su tutta la circonferenza esterna. Lo roteò con familiarità avvicinandolo ad un'altra sentinella che mise al centro del cerchio la sfera che si attivò illuminandosi di verde. Una forte fitta al braccio mi fece barcollare, ma subito Solas mi si accostò tenendomi con il braccio libero dalla vita. -Non…- inspirai dell’aria -Non pensavo… di scoprirlo in questo modo…- trattenni un lamento e una scarica verde dal braccio fulminò la sfera nel bastone che continuava a ruotare lentamente nell’alloggiamento. -Questo discorso lo riprenderemo magari davanti ad una disgustosa tazza di the, vhenan. Ora, io creerò il Velo. Farà male, ma devi concentrare l’Ancora nel bastone. E spezzeremo questa illusione- annuii con un cenno del capo e strinsi il bastone, nascosi il volto nella spalla di Solas. -Quando vuoi- chiusi gli occhi e rilasciai il mio mana con l’Ancora nel bastone. Nell’istante in cui ebbi l’impressione che il braccio venne lacerato, persi coscienza.

 

Di colpo rinvenni tossendo, il braccio sinistro aveva perso sensibilità, non sentivo le dita. La spalla destra doleva dove ero stata colpita da Andruil. Ero seduta sulla nuda fredda nera pietra, svenendo ero scivolata con la schiena lungo la parete. D’istinto estrassi veloce il pugnale con la mano destra e cercai di alzarmi cercando Geldauran. Con la coda dell’occhio vidi passarmi da parte l’armatura scintillante che ricopriva le gambe a Solas, alzai gli occhi verso il suo viso e vidi che lo sguardo era illuminato e fissava il punto più buio della stanza. Senza dirmi una parola avanzò di nuovo, quando un debole raggio lo colpì sulla barriera che stava tenendo alzata davanti a sé. Davanti? Perché attaccare di fronte in una stanza in penombra? Uno spirito nero comparve alle spalle di Solas. Cercai di scattare, ma il corpo non aveva alcuna intenzione di ubbidire. Caddi in avanti. Un movimento d’aria, un fendente. Rialzai lo sguardo e una spada di puro mana partiva dalla mano del mio lupo, rimaneva fermo come una statua finché anche lui non si lasciò cadere in ginocchio. La spada si dissolse e iniziò a tossire coprendosi la bocca con la mano per poi scostarla e rivelando il guanto pieno di sangue. -Maledizione…- sussurrò stanco. Spaventata e allarmata mi avvicinai a lui gattonando -Non riesci a stare in piedi? Il braccio?- mi domandò altrettanto in ansia.

-Io non sanguino!- replicai angosciata, abbozzò un sorriso -Sopravvivrò, non è nulla… ma è come se quel maledetto errore lo avessi fatto di nuovo… oh diavolo… sto invecchiando, mi gira la testa…- mormorò. Lo presi dalle spalle facendolo stendere e usai il mana che mi era rimasto per esaminarlo, scoprendo che mi provocava un dolore tremendo. Mi chinai su di lui non riuscendo a controllare dei tremori. Cosa mi sta succedendo?

-Vhenan… il braccio?- domandò di nuovo -Non… mi sento le dita…- tastai con la mano buona il fianco cercando le pozioni di guarigione che mi ero portata dietro, immersi la mano nella tasca e sentii il raschiare del vetro infranto sul metallo. Anche questa no! Chiusi a pugno prendendo tutto il contenuto e lasciandolo sul pavimento di pietra, sul guanto schegge di vetro e di liquido delle pozioni rotte. Ne notai una intatta, la presi velocemente e tolsi il tappo con i denti per poi avvicinarla alle labbra di Solas -Bevila tu…-

-Zitto! È l’unica rimasta! E io non riesco ad alzarti di peso! Bevi!- gli ordinai senza che potesse replicare. Non gli dissi che dubitavo sarebbe bastata una semplice pozione di guarigione per qualunque cosa avessi. Una volta che anche l’ultima goccia sparì nella sua bocca, la lasciai a terra e mi appoggiai di nuovo a lui, in attesa che facesse effetto. Era da parecchio che non venivo ridotta in questo modo. Non osavo provare di nuovo ad usare la magia, il dolore era stato troppo forte e volevo evitarmi qualche conato di vomito. Chiusi gli occhi cercando un attimo di riposo, non passò molto che Solas si tirò su a sedere e mi scostai, abbozzò un sorriso, ma lo sguardo era preoccupato. Mi prese dalle spalle facendomi stendere sondandomi con la propria magia.

-Il colpo di Andruil anche se non reale, si è manifestato sul corpo, hai un semplice ematoma, ma molto esteso. Adesso lo guarirò- pensieroso continuava ad osservarmi, il suo mana mi dava un po’ di sollievo -Il braccio…- mormorò non dicendo altro. Sospirai -L’ho perso di nuovo?- domandai scoraggiata e preparata già a quell’evenienza da quando avevo capito di non sentire più le dita. Negò con la testa -No, l’Ancora adesso è di nuovo diventata inerte, ma dai muscoli, alle ossa, ai nervi… è come se fossero stati trafitti da innumerevoli aghi. Questo si è ripercosso sull'intero corpo… servirà un bel po’ di tempo perché ritorni tutto alla normalità. Cercherò di guarirti il più possibile, ma dovrai stare parecchio a riposo-

-Bene… perché voglio sprofondare nel nostro letto-

-Hai già provato ad usare una magia?-

-Fa molto male…-

-Non ritentare, evita di usare il mana finché non ti dirò che puoi farlo-

-Non sarà un problema…- le iride grigie si illuminarono, lentamente il livido sulla spalla guarì -Ora farò il resto- mi informò, annuii con un cenno e chiusi gli occhi. Percepii il mana di Solas avvolgermi e concentrarsi poco a poco su ogni parte del corpo, era caldo, familiare e lo accoglievo sempre volentieri e in modo naturale. Naturale come fare l’amore. Sorrisi.

-Ti senti meglio?- domandò, riaprii gli occhi e lo ritrovai a fissarmi ad un palmo dal mio viso -Stavo pensando che dovrai attendere per farmi tutto quello che vuoi- sfoggiò un sorrisetto, si chinò del tutto abbracciandomi e aiutandomi a mettermi seduta. -L’attesa renderà ancora più intenso il momento ma’arlath e anche io ho bisogno di recuperare le energie per farti provare piacere- sorrisi compiaciuta -E poi posso sempre baciarti- concluse aiutandomi ad alzarmi in piedi.

Le gambe tremarono e mi aggrappai  alla sua pelliccia, sospirai -Parecchio tempo…- borbottai, mi strinse meglio a lui -Con il mio aiuto meno del previsto-

Sostenendomi con forza contro il suo corpo lo baciai dolcemente -Giusto, ho il miglior guaritore personale di tutto il Thedas e bacia da Dio. Meglio di così- ridacchiò per il gioco di parole e posò le sue labbra sulle mie.





Mi dispiace averci messo più del solito, ma è un periodo un po' del cavolo. Poi lo avevo già scritto, ma un bel giorno mi veglio, lo rileggo e circa la metà del capitolo decido di riscriverla, visto che mi era venuto in mente altro. Alla fine è passato un mese XD Spero vi sia piaciuto scoprendo altro sul nostro Solas insieme a Yen che tanto per cambiare dovrà stare tranquilla per un po'. E Geldauran è sistemato! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Pensavo di metterci di più, ma mi è venuta l'ispirazione! Buona lettura!

Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.


CAPITOLO 32

Erano giorni che passavo dal letto alla sedia della scrivania e viceversa. Strisciando e trascinandomi come un bambino che stava imparando a camminare, però con continui tremori e fitte. La mia condizione fisica era migliorata, ma lo stare semplicemente in piedi era ancora un problema, se esageravo faceva un male tremendo con giramento di testa al seguito. Dovevo tenere anche il braccio sinistro con una fascia contro il corpo, la sensibilità non era ancora tornata, muovevo normalmente il polso, la mano e le dita, ma non sentivo assolutamente nulla.

Il giorno precedente avevo fatto portare le lettere a Cassandra, Leliana e Josephine, visto che Solas si era trovato d’accordo con me per come affrontare la questione di intervenire come paciere tra Ferelden e Orlais, non c’era motivo di indugiare oltre. Avevo anche aggiunto la mia attuale condizione fisica che mi impediva di intervenire in tempi brevi.

Ad un tratto la porta si spalancò di colpo -È un idiota!- sbottò Elen per la miliardesima volta. Giusto il tempo di ammazzare Geldauran e sembrava che qualcuno avesse lanciato una bomba con le api di Sera scatenando un disastro. Appena tornata qualche giorno fa, subito fuori dall’Eluvian, io, Solas che mi sosteneva e parecchia gente, aveva assistito alla crocifissione di Abelas in pubblica piazza. La sera stessa mi ero ritrovata in camera Elen che continuava a sommergerlo di insulti e per la terza volta, partì con la sua esposizione dei fatti. Non l’avevo mai vista così, non so era più arrabbiata, confusa o triste, sicuramente un mix letale delle tre cose che però avrebbe ucciso me, se continuava in questo modo che il diretto interessato.

-Non può farmi questo! Mi bacia e poi arriva a dirmi che sarebbe meglio rimanere solo amici!? Fenedhis!!- urlò in collera. Mi aveva raccontato che quella volta che non mi aveva detto nulla, era perché voleva vedere come andavano le cose e che sembravano andare tutto sommato bene fino a qualche giorno fa. -Glielo dico io dove può ficcarsela la sua amicizia!- e la vidi sedersi di schianto sul letto -Ti prego Yen, almeno per po’ mandami da qualche altra parte! Non lo voglio vedere quel…- si passò una mano sul viso e poi nei capelli, notai delle lacrime scendere sulle guance.

Mi faceva male al cuore vederla così -Elen, datti un po’ di tempo, te l’ho detto perché probabilmente ti ha detto così. È confuso e ha paura-

-Che vada al diavolo! Paura di cosa? Sono io che dovrei avere paura del tempo che passa! Non lui! Maledizione! Non può farci questo! Lo sai… lo sai che altre volte pensavo di essermi innamorata e invece arrivo al punto che quello stupido mi fa rendere conto che non avevo capito nulla!?- appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani -E quello che mi fa arrabbiare ancora di più è che rimane sempre perfettamente controllato! Avrei dovuto tirargli un pugno! Non urlargli solo contro! Non gli correrò dietro! Vuole solo un’amicizia? Non avrà neanche quella! Io non voglio la sua amicizia!- si alzò di scatto -Se non hai intenzione di spostarmi, va bene, ma non intendo averci più niente a che fare. Se mi cerchi sarò insieme alla pattuglia che si occupa dell’Eluvian. Almeno non rischierò di ritrovarmelo tra i piedi, tanto poi so che orari e abitudini ha, non mi beccherà più!-

C’era determinazione nei suoi occhi solcata però da una profonda tristezza -Elen…- sospirai -Va bene… ma…-

-Ma! Un corno! Non ho tempo da perdere!- concluse seccata e sospirò calmandosi un po’ -Chiamami sei hai bisogno, ok?- e mi si avvicinò per poi abbracciarmi -Maledizione… non sono per niente fortunata su queste cose…- sospirò profondamente -Lasciamo perdere, sei più importante tu in questo momento. Tanto per lui è come se non fosse successo niente se arriva a dirmi una cosa del genere, non gli importa- la voce tremò e la strinsi di più accarezzandole la schiena -Come stai? Il braccio?-

-Meglio, ma per adesso non sento ancora nulla, spero di tornare a camminare in fretta, non amo non riuscire a essere indipendente e non voglio che Solas trascuri i suoi doveri per starmi dietro-

-Bene, ma chiamami, non c’è solo Solas-

-Ma serennas, lethallan. Fammi un favore, solo ancora un po’ di tempo, ok?- tentai

Si irrigidì -Se vorrà dirmi qualcosa, verrà. Se no la considero già finita, anche se non penso sia mai neanche iniziata a questo punto…- mi strinse di più per poi lasciarmi -Vado, penso che per un bel po’ rimarrò accampata allo specchio-

Aprì la porta, ma si ritrovò davanti l’ultima persona che si aspettasse. Ebbe un sussulto ed evitò Abelas ignorandolo come se non esistesse. Per un attimo stette a fissarla per poi seguirla, sparirono entrambi dal mio campo visivo. Presi il bastone che in questi giorni stavo usando come aiuto e barcollai dolorante con fitte ovunque che cercavano di uccidermi fino allo stipite della porta appoggiandomi. Erano poco distanti, mia sorella guardava da un'altra parte con le braccia incrociate al petto e Abelas gli stava vicino

-Elen… ar lath, ma vhenan- disse dolcemente fissandola intensamente

Lei fremette -No, non è vero, non ti importa- e iniziò a camminare, di conseguenza lui la seguì.

Va bene, attendo aggiornamenti spero positivi o un'altra sfuriata. Restai a guardare il cielo, era una bella giornata, ma non mi conveniva spostarmi, anche con il bastone. Non sarei mai invecchiata, ma stavo già facendo pratica, zoppicai fino al letto sedendomi piano, mi stancavo troppo in fretta. Udii dei passi e comparve Shani, non avevo chiuso la porta -Si accettano scommesse! Abelas ce la farà o perirà nel tentativo?- disse divertita. Sorrisi -Li hai incrociati?-

Mi fece l’occhiolino -A parte gli scherzi, la scenata di qualche giorno fa ha riscosso un buon successo nello sconvolgere la routine quotidiana, si punta che è un piacere-

-Interessante e che si dice?- domandai neanche tanto sorpresa. Alla base le novità di questo tipo si estendevano a macchia d’olio, figurati se riguardavano il secondo in comando.

-Per adesso fanno il tifo, visto che almeno potrebbero tirare il fiato. In questi giorni era di pessimo umore, mi meraviglio ancora che qualcuno non sia morto. Anzi stanno sperando che Elen se lo tenga stretto, in camera magari, per una settimana, un mese… per sempre- rise e io con lei -E la Dea dell’amore che ne pensa?-

-Io? Bhe… Abelas conviene che tenti di morire nell’impresa, perché se non rinsavisce, Elen è determinata a non averci più nulla a che fare. Anche se da quello che ho visto poco fa, sto cominciando a pensare che potrei diventare zia-

-Oh… davvero? Bene, bene. L’astinenza fa male- affermò

-Shani…- la richiamai divertita

-Che c’è? È vero. Soprattutto ad Abelas farebbe bene, ha bisogno di rilassarsi quell’uomo, con tutti gli anni che ha poi…- qualcuno bussò sullo stipite della porta, guardai oltre la spalla della mia amica e lei si voltò. Solas che sorrideva. Shani lo salutò con un cenno -Mi volatizzo e ripasserò più tardi- ammiccando verso di me. -A dopo-

Solas la guardò andarsene perplesso -Stavate davvero parlando di Abelas che dovrebbe darsi da fare?-

Ridacchiai -Penso che se tutto va bene dovrai dare una settimana di vacanza ad Abelas ed Elen-

-Quindi è venuto?-

-Allora sei stato tu a dirgli dove poteva trovare Elen?-

-Non che fosse difficile immaginarlo…-

-Già- sorrise e si voltò chiudendo la porta a chiave. Il gesto accese il mio interesse e senza esitazione si chinò affondando la lingua nella mia bocca. Gli misi la mano destra dietro la nuca tirandolo giù insieme a me sul letto, piantò le mani ai lati della mia testa, ci staccammo senza fiato e rimase con la fronte appoggiata alla mia -Non mi hai più chiesto niente alla fine…- mormorò con un filo di voce. Feci scorrere la mano sul suo orecchio, accarezzandolo, chiuse gli occhi e abbozzai un sorriso -Che fai?- domandò -Hai le orecchie più a punta delle mie… mi piacciono- riaprì gli occhi fissandomi dolcemente -Non ho nulla da chiederti, vhenan. Ha cercato di renderti un mostro ai miei occhi, pensando che potessi avere paura di te. Non ha capito minimamente di cosa io abbia veramente paura- prese la mia mano intrecciando le sue dita con le mie, portandosela alla bocca e baciandola -Di cosa hai paura?- mostrai un sorrisetto -Di perderti. Mi è bastata la volta che sei sparito e Leliana non riusciva a trovarti, avevo paura che ti fosse successo qualcosa- posò degli altri baci che risvegliarono dei brividi che percorsero il braccio. Nelle mie iride grigie vedevo sorpresa e una domanda che non osava farmi a cui risposi comunque -Credevi davvero di aver rotto con me? Quando poi alla mia richiesta di dirmi che non mi amavi, hai risposto di non poterlo fare? Senza nessuna spiegazione decente? Povero illuso- rimarcai divertita le ultime due parole. Continuò a lasciarmi una scia di baci roventi, sul polso, sul braccio… mi sta facendo venire voglia, come se non ne lo desiderassi già abbastanza. La lasciò andare per poi concentrarsi sul braccio insensibile, lo sguardo gli si illuminò. Come le volte scorse pensavo non avrei sentito di nuovo nulla, ma questa volta dei bruciori piuttosto forti si risvegliarono. Un lamento si bloccò sulle mie labbra trasformandosi in un sibilo. Si fermò subito -Perdonami, ma non si può fare diversamente- spiegò mortificato, non voleva farmi male, ma era inevitabile. Abbozzai un sorriso e con la mano buona gli feci segno di chinarsi. Lo fece subito, mettendosi ad un palmo dal mio viso con uno sguardo preoccupato misto desiderio. -Facciamo come quando mi hai reciso il braccio. Baciami, sarà più sopportabile-

-Ottima idea, vhenan- e non facendosi pregare oltre lo sguardo gli si illuminò, per poi affondare nella mia bocca in modo possessivo. Mi concentrai sul movimento delle sue labbra sulle mie e delle nostre lingue che si cercavano. Una fitta si fece strada nella mia mente, mi bloccai e lui con me, come anche la magia di guarigione -Per oggi va bene così, dimmi se senti cambiamenti. Il dolore è un buon segno, vuol dire che guarirà e che stai reagendo-

-Per quanto dovremmo continuare così? Non voglio che trascuri quello che stai facendo, per me-

-Ma’arlath, sono già stato tentato un’infinità di volte ad abbandonare quello che sto facendo. Solo per te. E se me lo chiedessi ora, lo farei immediatamente- il respiro mi si bloccò in gola -Sai che non potrei mai farti una cosa del genere- mi posò un bacio sulla fronte -E tu sai che non potrei mai metterti in secondo piano, sei diventata la mia ragione di vita in questo mondo che mi era estraneo e indifferente- il cuore come anche le guance si scaldarono -Vhenan, se mi guardi così perdo anche la minima volontà di resisterti, ed la cosa più difficile che mi sto imponendo da quando lo facevo a Skyhold, solo che non ti avevo già preso, ma solo assaggiato-

Sorrisi e rialzai la mano buona accarezzandolo in viso, scesi sul collo e poi sul petto, restai un attimo a sentire i battiti del suo cuore contro il palmo. E lo spinsi via -Vai, poi Abelas è impegnato. Chi hai lasciato a gestire i tuoi piani folli?- si scostò aiutandomi a mettermi seduta ridacchiando -La recluta, che prova interesse per te. Andrò a salvarlo-

-Gli stai facendo pagare questo suo interesse con gli interessi?- scherzai

-Basterebbe che mi ascoltasse, visto che quando ci sei tu nei paraggi sembra partire per non so quali viaggi mentali. Non lo posso biasimare, ma magari sarebbe il caso di non farlo in modo così evidente davanti al marito dell’interessata- risi -Chissà tu invece alla sua età…- insinuai

-Io? Se avessi fatto una cosa del genere mentre Mythal mi parlava, mi sarei ritrovato pelato prima del tempo- e accompagnò le parole toccandosi la testa. Risi di nuovo. Si chinò dandomi un bacio fugace per poi uscire. Mi allungai sul letto stando il più attenta possibile a non provocarmi altre fitte, ma con poco successo, dovetti fermarmi un attimo. Riuscii a prendere un libro e con l’aiuto del bastone mi avviai verso il giardino, ero stanca di restare in camera. Dopo varie difficoltà, dolori e il pericolo di cadere rovinosamente a terra per più volte, arrivai esausta sotto un albero. Le orecchie si erano tappate avvertendomi che ancora un po’ mi sarebbe girata la testa, ma per fortuna il senso di malessere si placò abbastanza in fretta. Stavo per immergermi nella lettura quando udii delle voci che conoscevo.

-Elen, fermati! Vhenan…- disse Abelas con tono di voce per niente tranquillo come al solito

-Sei mio amico, no? Non mi chiamare così!- rispose mia sorella seccata. Udii il rumore dei passi sul selciato di pietra arrestarsi bruscamente per entrambi, silenzio -Sei un idiota…- mormorò Elen. Quando sentii dei gemiti di piacere. Oh… maledizione! Non voglio origliare! Ma se mi muovo con la grazia di cui sono munita in questi giorni, gli rovino il momento!

-Ti amo! Ti amo! In che lingua te lo devo dire?- esclamò Abelas trasportato dalla passione che aveva messo in quella dichiarazione

-Come hai potuto chiedermi di restare amici?- domandò Elen ancora alterata

-Io… non voglio perderti tra qualche anno… come potrei continuare a vivere un’eternità senza di te?- rispose teso -Una mortale e un immortale… è una follia-

-Abelas… una follia che voglio fare insieme a te. Ar lath, ma vhenan- disse dolcemente.

Il respiro mi si era bloccato, cavolo, ero emozionata io per loro. Altri passi placarono la mia euforia e me li vidi comparire da parte. Arrossii mortificata per aver ascoltato qualcosa che non avrei dovuto e nascosi il viso portandomi una mano in faccia -Perdonatemi… non riuscivo a muovermi…- bisbigliai. Ad un tratto le braccia di Elen mi strinsero a lei -Grazie lethallan, devi essere veramente la Dea dell’amore, mi hai decisamente portato fortuna. Grazie, ti voglio bene- sussurrò al mio orecchio. Rimasi scioccata in quell’abbraccio che ricambiai senza esitazione. Oltre la spalla di mia sorella vidi Abelas fissarci rosso in viso e appena incrociò il mio sguardo lo distolse imbarazzato. -Ti voglio bene anche io, sorellina. Non sai quanto sia contenta per te- mi mostrò un largo sorriso e si scostò alzandosi, velocemente infilò una mano sotto al cappuccio di Abelas impreparato a quel gesto e lo tirò verso di lei baciandolo con passione. Intanto gli abbassò il cappuccio rivelando dei capelli bianchi argentati legati in una lunga treccia. Rimasi basita a fissarli ed Elen iniziò a ridacchiare stringendosi a lui che cercava di recuperare il cappuccio per rimetterselo con la mano libera senza successo. -Perché li copri? Stai benissimo- affermai e lui si bloccò arrossendo ancora di più per il complimento, sembrava una teiera che stava per esplodere -Mia signora…- mormorò. Elen rise posandogli un bacio sulla guancia -Questo è un altro mistero, ma lo scoprirò. Gliel’ho detto anche io che sta benissimo! Ma non vuole…- disse fissandolo innamorata persa. -Io…- lui tossì schiarendosi la voce cercando di riprendersi -Io dovrei tornare…- lo bloccai -No, Abelas e anche tu Elen, avete una settimana tutta per voi e soprattutto tu Abelas ti meriti un po’ di riposo. Solo Elen, non farmi diventare zia troppo presto-

Ridacchiai piano, c’era Abelas che avrebbe voluto sparire nel terreno -No, va bene che non ho un’eternità davanti, ma non corriamo troppo. Poi sei tu la prima che dovresti farmi diventare zia essendo la maggiore!- e mi fece l’occhiolino. Abbozzai un sorriso -Ti dobbiamo aiutare…- disse mia sorella -No, no, resterò qui ancora un po’. Andate pure- li guardai allontanarsi mano nella mano e Abelas riuscire finalmente a recuperare il suo cappuccio. Ridacchiai entusiasta e veramente felicissima per loro. Alzai il viso fissando le nuvole bianche in cielo per poi chiudere gli occhi.

-Vhenan… vhenan…- la voce di Solas mi arrivò alle orecchie. Aspetta, che…? Aprii gli occhi trovandomelo accovacciato di fronte, lo fissai confusa, notando che era calata la sera. Non è possibile… mi sono addormentata senza accorgermene! Mi passai una mano sul viso -So che erano giorni che restavi chiusa in camera, ma direi che il pezzo di strada fino a qui ti ha fatto crollare, cuore mio- abbozzai un sorriso -A quanto pare…- mormorai mortificata -Ir abelas…- non feci in tempo ad aggiungere altro che mi passò un braccio sulla vita e l’altro sotto le ginocchia, prendendomi in braccio, di riflesso mi aggrappai al suo collo -Non osare scusarti- disse dolcemente. -Solas ce la faccio da sola…- tentai, ma inutilmente, si stava già avviando. Sospirai profondamente -Lo so, ma voglio togliere l’armatura e ho fame. Penso anche tu, no?- sorrisi e appoggiai la testa sulla pelliccia da lupo -Sì anche io ho fame, vhenan- incrociammo degli elfi che ci guardarono incuriositi e abbassai lo sguardo -Abelas ed Elen?- domandai curiosa.

Sorrise -Appena sono stati notati mano nella mano, c’è stato uno scrosciare di applausi, soprattutto da chi è direttamente sotto il comando di Abelas con lacrime di gioia nel non dover più rischiare di morire- risi di gusto e mi aggrappai meglio a lui dandogli un bacio sul collo, una fitta però arrivò a ricordarmi la mia condizione fisica e chiusi gli occhi mostrando una smorfia. -Abbi pazienza ancora qualche giorno e vedrai che andrà meglio- disse avendo notato la mia espressione -Lo spero, perché come dice Shani l’astinenza fa male e ti voglio- risposi senza tanti giri di parole. Ridacchiò -Come siamo dirette, anche io ma’arlath- intanto si era appoggiato alla porta della nostra camera aprendola per poi richiuderla con un calcio. Mi appoggiò delicatamente sul letto e si spostò vicino ad un manichino su cui appoggiava l’armatura, iniziando a togliersela. Era una tortura vederlo spogliarsi e non poterlo aiutare, sospirai e guardai da un’altra parte, poi mi sarebbe toccato aspettare che andasse a prendere da mangiare. Non che non mi facesse piacere che si occupasse di me, ma mi mancava la mia indipendenza. Il materasso vicino a me si piegò e alzai il viso trovandomelo da parte a fissarmi con un leggero sorriso -Cos’è quel broncio?- domandò, ma senza neanche aspettare avvicinò il viso al mio unendo le sue labbra con le mie, dolcemente si insinuò con la lingua, gli posai le mani sul viso accarezzandolo -Tu mi farai impazzire…- mormorai contro le sue labbra -Di piacere, spero…- rispose. Sorrisi e mi cinse la vita con un braccio e mise il viso nell’incavo del mio collo baciandomi e assaporandomi, degli intensi brividi di piacere scesero giù per la schiena -Solas…- sussurrai. Si bloccò, rimanemmo però abbracciati -Sai che se dovessimo farlo non ti procurerei piacere, ma dolore? Tutti i tuoi muscoli non sosterrebbero l’attività fisica. E non voglio assolutamente farti male, oltre che mi passerebbe del tutto la voglia se dovessi anche solo provocarti dolore per sbaglio- lo strinsi di più -Lo so, cuore mio. Ma il non esserti messo ancora la maglia, non mi aiuta- avevo sotto le mani la sua pelle calda e dovetti sopprimere la voglia che avevo di accarezzarlo sul petto e sulla schiena. Però mi tolsi la soddisfazione di dagli un bacio particolarmente profondo sul collo che lo fece fremere.

-Vado a prendere da mangiare- disse con voce profonda e si separò da me, prendendo al volo una maglia, infilandosela e uscendo dalla porta. Sospirai profondamente e scivolai sul letto cercando di prendere la veste da notte che avevo lasciato sulla sedia della scrivania. Ci riuscii e iniziai a spogliarmi, buttando i vestiti sulla sedia come una montagna di stracci.

Rientrò con un vassoio, ma la mia attenzione fu attirata dalla sua smorfia di dolore e il fianco della maglia rosso sangue. Mi allarmai -Siediti!- E mi allungai con altre fitte verso il cassetto del comodino da cui tirai fuori delle garze. Mise il vassoio sulla scrivania e si sedette da parte a me sul letto. -Non avresti dovuto portarmi in braccio… si è riaperta!- era una ferita che non aveva notato subito. Un ultimo tentativo di Geldauran non andato a buon fine, ma era strana, non si riusciva a guarirla con la magia, le pozioni di guarigione fallivano e con il metodo tradizionale faticava a cicatrizzarsi, almeno non era molto profonda. La tamponai togliendo il sangue in eccesso con la maglia che si era tolto, tanto ormai era da buttare e iniziai a far girare la garza attorno al suo torace, tutt’altro che semplice con una mano sola, ma mi aiutò tenendone un’estremità -Speravo che almeno avrei potuto fare a meno della fasciatura…- borbottò -Sto proprio invecchiando…- lo guardai di sottecchi -Ti devo rispondere, vhenan?-

Invecchiando… sì, come no, aveva un fisico da far invidia a un ventenne e quando lasciava libera la sua passionalità diventava ancora più irresistibile. Una volta finito presi il vassoio e iniziammo a mangiare, quando si sporse facendosi più vicino e appoggiò il viso sulla mia testa -Stai bene?-

-Sì, pensavo…- rispose vago

-Pensavi… a cosa?- domandai curiosa

Immerse il viso nei miei capelli e lo vidi chiudere gli occhi -Nulla d’importante- non mi aveva convinto, ma forse era solo stanco e non indagai oltre.


Non pensavo di sfornare questo capitolo a solo una settimana di distanza dal precendente, ma mi è venuta l'ispirazione! Quindi sono curiosa di sapere cosa ne pensate di Elen e Abelas  che è rinsavito prima di fregarsi da solo, come invece qualcuno di nostra conoscenza(vero Solas?). Spero vi sia piaciuto come ho fatto mettere insieme definivamente questa coppia che non preoccupatevi non trascurerò, spero non sia stata una situazione troppo scontata, ma li ho trovati molto dolci entrambi. Yen come avrete capito è tutta rotta, e penso che come punizione per averla ridotta così mi sono beccata un colpo d'aria sabato alla schiena... e mi ha fatto premurosamente capire come si sta sentendo, ma per mia fortuna sono già quasi del tutto guarita! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 33

Restavo appoggiata ad una colonna e osservavo Solas da lontano. Lo ammetto, ero preoccupata. Quella maledetta ferita al fianco non guariva, e ogni volta che pensavamo si fosse cicatrizzata, tornavamo punto a capo. Mi morsi il labbro inferiore nervosa.

-Mia signora, posso fare qualcosa?-

Voltai il viso a quelle parole, trovando Abelas che mi fissava serio -Non dovresti essere qui con me. Riposati, hai ancora un paio di giorni-

-Noto che vi sentite meglio, ne sono contento. Anche Elen così sarà meno preoccupata per voi-

Abbozzai un sorriso -Abelas, dammi del tu, te ne prego. Se conosco abbastanza bene mia sorella, diventerai mio cognato e non voglio formalità-

Arrossì leggermente -Non mi è permesso darvi del tu-

-Neanche se sono io stessa a chiedertelo?- domandai incredula

-No, mia signora- rispose pacato. Ritornai a fissare Solas -Mi piacerebbe che un giorno prendessi in considerazione di rimuovere i marchi. Come anche il resto delle altre sentinelle. Non voglio rivolgermi a te come un servo. Spero terrai conto di questa mia richiesta-

-Ci penserò, vi ringrazio. So della ferita di Fen’harel, e ogni giorno che passa siete sempre più preoccupata…- lo interruppi -Non va bene, lo sappiamo entrambi. Se si infetta…- replicai nervosa

-Un modo differente esisterebbe, io non ne sono in grado. Ma voi, sì- e si congedò allontanandosi.

Avevo iniziato a pensarci. A pensare a cosa avevo imparato dall’incantesimo di Geldauran.

La magia del sangue non serve solo per avere controllo sugli altri o per attingere ulteriore potere, non fa solo del male, ma anche del bene. Scopri, studia, impara e metti in pratica, perché prima o poi potrebbe tornarti utile contro i nemici e non devi camminare ad occhi chiusi su questa strada. Questo potrebbe rivelarsi pericoloso per te e per gli altri.

Sospirai profondamente e mi avviai verso la biblioteca. I dolori erano quasi del tutto scomparsi, mi ero liberata del bastone, dovevo solo stare attenta a non fare movimenti troppo audaci. Il braccio iniziava a riprendere sensibilità, ma lo tenevo ancora nella fascia contro il corpo.

Entrai e passai tra gli scaffali intarsiati, i fasci di luce attraversavano le finestre, illuminando i granelli di polvere che volavano al mio passaggio, notai qualcuno che sfilava un libro, e arrivai alla parte riservata a me e a Solas. Salutai con un cenno l’elfo che si occupava della biblioteca, decisi però di chiedere direttamente quello che mi serviva. Non volevo perdere ulteriore tempo.

-Conosci tutti i libri presenti nella stanza riservata a me e a Fen’harel?-

-Certo, mia signora. Cosa state cercando?-

-Magia del sangue. Dammi tutto quello che hai-

La sentinella non ebbe nessuna reazione alla mia richiesta, acconsentì come se fosse stata una richiesta perfettamente normale. Ma a pensarci meglio, per lui era del tutto normale. Gli antichi elfi non consideravano la magia del sangue proibita, ma una magia come tutte le altre.

Lo seguii e l’osservai tirare fuori dagli scaffali diversi volumi più o meno spessi e posarli sulla scrivania. Saranno stati infine una decina.

-Questo è tutto quello che abbiamo, mia signora. In passato vi avrei suggerito di andare al Vir Dirthara… ma non so cosa sia rimasto della biblioteca imperiale-

-Non molto, da quello che ho visto qualche anno fa. Ti ringrazio- con un cenno del capo si congedò, lasciandomi sola. Mi sedetti su una sedia e notai che li aveva divisi a seconda della funzione. Dalla storia, agli incantesimi partendo dalle basi a livelli più complicati. Mi ci sarebbe voluto parecchio. Iniziai a leggere.

Mi resi conto che più andavo avanti, più mi sembrava di aprire semplicemente dei cassetti nella mia mente e rispolverarne il contenuto. Tutte le informazioni che trovavo in quei libri, ritornavano familiari. Tremendamente familiari, mi trovavo a non finire dei capitoli, scoprendo di conoscerne già perfettamente la conclusione. Lasciai sulla scrivania il secondo libro che avevo appena finito. Esterrefatta. Quante altre cose erano semplicemente dormienti e aspettavano di essere riscoperte? Quanta conoscenza mi era stata passata? Millenni di informazioni. Scopri, studia e metti in pratica.

Guardai gli scaffali pieni libri e sospirai più volte profondamente. Dovevo stare calma. Non so se ero più spaventata o euforica. Millenni di informazioni in un corpo di appena venticinque anni. Un corpo creato da quelle stesse nozioni che stavo riscoprendo. Mi passai una mano fra i capelli, avevo bisogno di aria e anche di bere qualcosa. Avrei continuato più tardi. Stavo per alzarmi quando la porta si aprì e vidi Elen entrare incerta con dietro l’elfo della biblioteca, a cui feci un cenno per lasciarci da sole, richiudendo così la porta.

Mia sorella si avvicinò guardandosi attorno -Che fai? Abelas mi ha detto che stai meglio- disse mostrandomi un sorriso che ricambiai osservandola -L’influenza di Abelas ti fa bene, sorellina-

Mi mostrò un’espressione confusa e buffa -In che senso?- chiese continuando ad osservare i libri che avevo sulla scrivania. -In tutti i sensi, vi vedo particolarmente rilassati- risposi divertita e mettendomi dietro l’orecchio una ciocca di capelli.

Ridacchiò -Tu invece mi sembri tesa… astinenza?- insinuò maliziosa prendendo infine posto su una sedia di fronte e rigirandosi un volume tra le mani aggrottando la fronte -Ma sono incomprensibili! Cosa sono?-

-L’astinenza centra poco, sai se ne può fare tutto sommato a meno…- virai apposta il discorso lontano da quello che stavo studiando, dubito l’avrebbe presa bene. E per adesso non volevo metterla al corrente delle mie preoccupazioni.

Rialzò lo sguardo dal libro fissandomi incredula -Stai scherzando?-

Risi e mi ripassai una mano fra i capelli -No, non scherzo. Non è al primo posto delle mie necessità nella relazione che ho con Solas-

Rimase basita -Mi stai dicendo che lui…- esitava -Bhe…-

Ridacchiai -No Elen, a letto è fantastico, se è questo il tuo dubbio-

-Non sto dicendo che il sesso deve essere…- mi avvicinai e mi appoggiai da parte a lei sulla scrivania e le posai una mano sulla spalla -Non confondere il sesso con il fare l’amore, sono due cose che nell’atto fisico sono uguali, ma è il sentimento che conta-

-Bhe… ma se non c’è il sentimento…-

-Se servirebbe sempre il sentimento non esisterebbero i bordelli, anzi avrebbero già fallito da parecchio… Dimmi, a chi pensi quando lo fai?- una domanda indubbiamente personale, ma eravamo in ballo. Arrossì violentemente -Me lo stai chiedendo davvero?!- rispose esterrefatta

Mi limitai a sorridere e ad aspettare una risposta, se avrebbe voluto darmela. Borbottò qualcosa che non riuscii a capire -Non ti sto chiedendo di dirmi a cosa pensi di fargli, ma a chi e a cosa desideri-

Mi lanciò uno sguardo fugace -A… lui, a chi dovrei pensare?-

-Non è così scontato, e cosa vuoi?-

Alzò gli occhi al cielo spazientita -Voglio... dargli piacere…- le strinsi la spalla -Quindi non pensi solo a te stessa, è questa la differenza. Vuoi che la persona che ami provi piacere, più è intenso meglio è. Ma se lui per un motivo che non capisci non volesse farlo? E continuasse a rimandare? Cosa faresti?-

-Vorrei capire il perché…-

-E glielo chiederesti direttamente o preferiresti aspettare?-

Sospirò -Cosa sono tutte queste domande? È un interrogatorio?- mi chiese guardandomi di sottecchi e seccata

Abbozzai un sorriso -No, solo capire cosa avresti fatto tu, al mio posto qualche anno fa- continuò a fissarmi, tra poco avrei potuto vedere gli ingranaggi nel cervello di Elen girare e la sua espressione cambiò -Solas non voleva farlo?! Perché?- stavo per rispondere, ma alzò un dito -Sei rimasta con lui per quanti anni senza farlo?-

Sospirai, e trattenni delle risa, era troppo buffa -Quattro anni-

Scioccata senza accorgersene le si spalancò la bocca e io scoppiai a ridere -Non c’è da ridere. Perché?-

-Non voleva ingannarmi, legarmi a lui senza dirmi chi fosse. E anche se è stato un periodo parecchio frustrante, lo ringrazio per aver avuto questa premura andando contro l’istinto di entrambi- ridacchiai -Non lo aiutavo per niente in quel periodo, ho cercato di tentarlo più volte. Ma mi sono accorta quando se né andato che era la cosa che meno mi importasse. Volevo solo sapere se stesse bene. Mi mancava tutto di lui, anche se non eravamo mai arrivati a quel punto. Ha uno spirito unico e raro che amo con tutta me stessa-

Sorrise -Siete due pazzi comunque. Però penso di capire, adoro stare vicino ad Abelas, anche solo parlare con lui… mi sta spiegando cose che non sapevo e mi ha detto che con la caduta del Velo potrei anche io diventare una maga, che la razza degli elfi ce l’ha nel sangue. Si è solo sopita, come l’essere immortali- disse fissandomi attentamente negli occhi -Avete parlato molto, vedo… sì l’obiettivo primario è far cadere il Velo, ma le conseguenze potrebbero non essere piacevoli… ci stiamo lavorando-

Il suono della maniglia ci fece voltare e Solas entrò passando lo sguardo su entrambe sorridendo lievemente. Elen si alzò e mi strinse una spalla, per poi uscire. Il mio lupo esaminò fugacemente i libri sul tavolo -Studi?-

-Sarebbe più corretto dire che ripasso, è già tutto qui- e mi indicai la testa con un dito, per poi avvicinarmi a lui -Come stai? La ferita?-

-Come al solito, l’hai vista stamattina-

-E non mi piaceva- aggiunsi -Finisco qui e poi proviamo- alzò una mano posandomela sul viso e accarezzandomi, non potei fare a meno di abbandonarmi ad essa, il suo tocco mi stregava.

-Poi sarei io quello che legge troppo? Dieci mattoni come questi in un giorno sarebbero troppi anche per me. Non esagerare, vhenan-

-Non sto esagerando e quel taglio non voglio che si infetti-

-Penso lo sia già, ma non come una semplice ferita farebbe-

-Cosa vuoi dire?- domandai preoccupata. Mi fece cenno di avvicinarmi ulteriormente e senza aspettare gli slacciai la cintura, per poi scostare la pelliccia di lupo e infilare una mano sotto al tessuto e sopra alla fasciatura. Ebbe un piccolo sussulto -Scusa, ho le mani fredde- passò una sua grande mano sulla mia che invece era bollente -Sempre quando sei nervosa- e senza aspettare rilasciò il suo mana, chiusi gli occhi e rilasciai anche il mio.

Cantare? Sentivo veramente cantare? Mi si raggelò il sangue nelle vene e mi fermai di colpo. No. Riaprii gli occhi e li incatenai ai suoi -Ti guarirò, fosse l’ultima cosa che faccio. Eliminerò il Lyrium rosso- la rabbia che stavo provando alimentò la vendetta -Ammazzerei un’altra volta Geldauran, anche se forse ucciderlo sarebbe troppo poco- dissi con odio. -Vhenan, non voglio che…- scostai la mano da sotto la sua e mi sporsi verso di lui posandogliela sulla guancia -No, ma’arlath. Qualunque sia il rischio, qualunque sia il prezzo da pagare, lo farò. Sei il mio spirito unico e raro. Non lascerò che ti corrompa o che ci provi- le iridi grigie si adombrarono preoccupate, alzò una mano prendendo la mia e abbassandola -Non rischierò che anche tu venga corrotta. Con la magia del sangue potresti guarire me, ma passerebbe a te. La quantità di Lyrium è minima per adesso, ma come qualunque parassita sta cercando di estendere la sua influenza nel mio corpo proprio attraverso il sangue. Non metterai in contatto il tuo sangue con il mio- concluse irremovibile e mi lasciò andare la mano che riabbassai da parte al mio corpo. Iniziò a sistemarsi i vestiti -Non starò a guardarti morire! E continuerò a ripassare tutte queste cose!- Indicai decisa i libri sulla scrivania -La magia del sangue si basa sull’avere un contatto diretto tra l’offerente e il donatore. Quindi il sangue deve essere fresco, la ferita che ti creerai per usarlo deve rimanere aperta per tutto il tempo necessario. No, vhenan-

-Quindi cosa intendi fare?- domandai angosciata e preoccupata. Non mi importava della mia salute, non avrei permesso al Lyrium di portamelo via. Gli girai le spalle e mi sedetti sulla sedia della scrivania non degnandolo di uno sguardo. Lo avrei fulminato! E presi un terzo libro aprendolo, ma non vedevo le pagine. -E da quanto te ne sei accorto?! Già da quella sera, vero? Nulla d’importante?! Fenedhis!- esclamai furente. Di colpo venni girata con tutta la sedia dalla sua parte. Non mi aspettavo quella forza, a dir la verità. Me lo ritrovai chinato con le mani sui braccioli a fissarmi deciso, con una vena predatoria in quelle iride che adoravo.

-Farò nuove ricerche. Ho già delle informazioni sul Lyrium rosso e voglio che tu ne stia fuori. È troppo pericoloso e non lascerò che ti contagi- disse serio

-E io non aspetterò di veder crescere del Lyrium dal tuo corpo!- replicai avvicinandomi ancora di più ad un respiro dal suo viso. Di scatto mi diete un bacio a stampo e mi irrigidii per la sorpresa.

-Sei ancora più bella quando ti arrabbi e ti amo ancora di più quando sei protettiva nei miei confronti, ma questa volta non mi smuoverai dalla decisione che ho preso-

Mi abbandonai contro lo schienale della sedia e girai il viso per non guardarlo -Ti farai uccidere da questo tuo stupido orgoglio! Non lo permetterò mai! Quella volta non avevo  compreso, ma non credere che abbia dimenticato le parole del demone della paura!-

Due dita mi si posarono sul mento voltandomi la testa e appoggiò la sua fronte alla mia. -Solas…- mormorai -Chissà se la mia paura è sempre la stessa…- mi rispose con un filo di voce. Si scostò e si rivolse ad un angolo della stanza -Cole, non nasconderti, non c’è né bisogno-

Un movimento d’aria mi avvertii che si era seduto sul tavolo, girai la testa per guardarlo. Le gambe incrociate, sotto al cappello i capelli biondi e gli occhi azzurri  -Schegge rosse trafiggono il tuo spirito. Strappano e ti dilaniano lentamente. Tempo, vero nemico. Non ti lascerò provare-

A quelle parole mi alzai di scatto e presi il pendente che si stagliava sul petto di Solas, tirando con forza costringendolo ad abbassarsi, per poi fissarlo negli occhi -Ti farai aiutare da me. Sono l’unica che possa farlo. Se costretta ti legherò, mi darai una scusa per provare dei nodi interessanti che mi ha insegnato Leliana- a quella mia minaccia passò un leggero bagliore argentato nel suo sguardo -E se fossi io a legarti?- rispose malizioso. Accolsi quella provocazione facendomi più vicino, finché le punte dei nostri nasi non si toccarono -Voglio quelle informazioni sul Lyrium rosso. Tutte. Nessuna esclusa- le sue labbra si strinsero in una smorfia e avanzò di un passo obbligandomi ad indietreggiare. Un secondo passo. Un terzo e toccai con il sedere il bordo della scrivania, ma non si arrestò e fui costretta a sedermi. Puntò le mani sul tavolo racchiudendomi tra le sue braccia, come se avessi tentato di scappare, ma era l’unico luogo dove avrei voluto sempre stare. Continuò a fissarmi severo -Rifiuto, ma dovrai impegnarti per legarmi- disse con sfida.

-Paura. Perdita. Abbandono. Solitudine. Rabbia. Giovane, il sangue antico scorre potente. Si crede più saggio, un ragazzino arrogante. Bambina vecchia come questo mondo. Lei vive in lei, migliaia di vite in una sola- si intromise Cole. Il mio lupo non si scompose e non sembrava intenzionato a spostarsi o a distogliere i suoi occhi dai miei, con ulteriore sfida troneggiò su di me.

-Chiederò ad Abelas, dovessi ordinarglielo- risposi impassibile, se voleva giocare pesante lo avrei accontentato. Difficilmente sarei arrivata ad una soluzione così estrema, dubito che Abelas si sarebbe rifiutato, il suggerimento me lo aveva dato lui. Elen nel caso avrebbe potuto facilitarmi ulteriormente le cose.

-Non oseresti arrivare a tanto. Non giocare con cose che non conosci- con tono duro

-Neanche tu. Tu non hai mai avuto dei Vallaslin in viso, autentici o no. Non hai mai bevuto dal Vir Abelassan. Sei più nobile tu, Dio della ribellione, di quanto lo sia io con il loro sangue- risposi spietata. Le sue pupille si allargarono per lo stupore. Non avrei voluto arrivare a tanto, mi stavo già pentendo di quelle parole. Cercai di rimediare -Ti guarirò e voglio anche il tuo aiuto-

Rimise una certa distanza tra di noi allontanandosi -Perché Mythal ti ha mostrato qualche ricordo su di me, pensi di sapere cosa io abbia passato? Cosa abbia dovuto barattare in cambio del potere che ho ora? No, sei tu che non sai cosa vuol dire essere schiavi nel corpo e nello spirito- disse offeso e furioso. Prima che potessi dire altro uscì dalla stanza. Barattare? Restai a fissare la porta e la vista mi si annebbiò, abbassai il viso e tirai un calcio alla sedia facendola cadere con violenza -Maledizione!!- esclamai altrettanto ferita. Scesi dal tavolo e feci qualche passo. Non sapevo se seguirlo…

Come poteva negarmi di aiutarlo!? Morirei per salvarlo! Cosa… di che scambio stava parlando?

-Paura. Solitudine. Morire da solo. Marchi bruciano sulla faccia. Ar lath, ma vhenan. Sei bellissima- mi girai verso Cole -Non vuole che tu ti ferisca. Sei il suo cuore. Lui è il tuo cuore. Ma tu puoi spezzare la paura. Canta e corrompe, lacera il suo spirito. Tu cambi tutto-

Posai lo sguardo sui libri e sulla porta. Alla fine decisi di seguirlo, attraversai velocemente la biblioteca, una volta fuori lo cercai, ma non lo vedevo. La tristezza che era nata da quella discussione stava aumentando. Passai sotto le colonne, notando stranamente Abelas al suo solito posto, ma Solas non c’era. Mi diressi verso la nostra camera, vuota. Il suo zaino trasandato, di solito in un angolo della stanza, era sparito. Aprii l’armadio e il mantello e qualche maglia era mancante. L’angoscia che mi aveva assalito e che stavo cercando di tenere a bada da quando ero entrata mi sovrastò. Feci qualche passo indietro andando a sbattere contro il bordo del letto e lasciandomi cadere su di esso. Mi passai la mano fra i capelli e misi il gomito su un ginocchio, appoggiai la fronte sulla mano chiusa a pugno. Se ne era andato. Mi doleva il petto all’altezza del cuore. Respiravo a malapena. Scivolai con la mano sul pendente che pulsò al mio tocco. Un senso di perdita mi stava attanagliando la mente e lo spirito. Mi scappò qualche lacrima e sospirai profondamente. Non ho tempo. Mi asciugai le guance. Lui non ha tempo. Il terrore che avevo di perderlo, sovrastò tutte le altre emozioni, spingendomi a muovermi. Mi alzai e andai da Abelas che dalla sua espressione aveva capito la mia scoperta.

-Fen’harel…- non lo lasciai continuare oltre -Lo so. Ha detto dove è andato?-

-No, mia signora- rispose mortificato. Non potevo lasciarmi abbattere da quello che stavo provando. Un vuoto profondo. Potevo solo aggrapparmi alla speranza che sarebbe tornato.

-Voglio che mi fai avere tutte le informazione che avete sul Lyrium rosso-

-Certo, come desiderate-

Ritornai in biblioteca. Cole non c’era più, ritirai su la sedia sedendomi e rimettendomi a leggere.

 

Un tocco sulla spalla. Mormorai delle parole senza senso, avevo la bocca impastata. Mi tirai su dalla scrivania e dal libro che avevo schiacciato, passandomi la  mano sugli occhi. Addormentata… grandioso…

-Mia signora, dovreste mangiare qualcosa e il letto penso possa essere più comodo-

Per un momento avevo sperato che fosse lui. Notai poco distante un vassoio con del cibo e da bere. Feci un lieve sorriso stanco e triste -Ma serennas, Abelas. Ma voglio finire di ripassare, ho quasi concluso il quinto libro… le cose sul Lyrium?-

-Per domani mattina le avrete. Vi prego andate a dormire, è notte fonda- rispose preoccupato

Lui conosceva Solas da molto più di me, forse… -Dimmi…- non ero sicura di chiederglielo… durante la mia incertezza lo vidi aspettare, ma chi meglio di lui avrebbe potuto saperlo? Sono amici.

-Solas mi ha accennato ad un baratto che gli ha permesso di avere il suo potere… sai di cosa parlasse?-

Corrugò le sopracciglia -So a cosa vi state riferendo, ma sarebbe meglio se ne parlaste con lui-

Sospirai -Ho… ho detto una cosa che…- mi misi la mano sulla bocca per poi toglierla come il mio sguardo dalla Sentinella -Per favore, cosa ha dovuto scambiare?-

-Non penso che se la prenderà…- appoggiò una mano sul tavolo chinandosi da parte a me -La sua libertà. I dettagli è meglio se ve li dirà lui- e si rialzò. È stato marchiato? Lui… Sospirai profondamente -Grazie… finisco qui e andrò a dormire… vai pure a riposare, Elen ti starà aspettando-

-Buonanotte-

È stato uno schiavo? Sono una stupida. Lasciai scorrere le lacrime che bagnarono le pagine del libro. Non si era fatto sentire neanche con un sogno… Una fitta al cuore. Dove sarà? Non avevo fame, mi riempii il bicchiere di sidro bevendolo. Presi il volume che non avevo ancora finito e mi alzai dirigendomi verso la camera. Qualche ronda notturna, e mi fermai a fissare le stelle, la luna era assente e si vedevano benissimo. Dove sei Solas? Non riuscivo a pensare ad altro. Mi volevo scusare e il solo pensiero di perderlo, mi stava facendo morire dentro e mi dava la volontà di continuare a studiare.

Il letto grande e vuoto mi fece sentire ancora peggio. Gli buttai su il libro e mi cambiai. Dovetti con difficoltà slegare con la mano libera il nodo della fascia che avevo dietro al collo. Senza successo era troppo stretto. Di solito mi aiutava lui… mi si appannò la vista per il male che il pensiero mi aveva causato. Sbattei le palpebre lasciandole scorrere. Alla fine sfilai la fascia dalla testa. Lasciavo libero il braccio solo di notte. Gli passai su l’altra mano massaggiandomelo, avrei avuto bisogno di un incantesimo di cura, come tutte le sere, ma ignoravo quale. Mi svestii, buttando tutto senza riguardo sulla sedia e infilandomi la camicia da notte, per poi sdraiarmi dalla mia parte. Continuai a leggere quel mattone finché non ebbi finito esausta. Erano alquanto pesanti tutte queste informazioni, mi stavano fondendo il cervello e mi mancavano altri cinque libri, più tutto il materiale sul Lyrium. Non avevo mai studiato tanto in vita mia, scivolai in un sonno profondo.

Correvo. Sempre più forte, lo cercavo. Lo vidi davanti a me e con uno slancio lo abbracciai, ma nell’attimo in cui strinsi si dissolse tra le mie braccia. Barcollai esterrefatta e delusa.

-Vhenan…- mi girai di scatto al suono della sua voce. Gli occhi rossi ed evidentemente sofferente. Quella vista mi straziò l’anima. Cadde in ginocchio e allungò una mano verso di me in una richiesta di aiuto. Non riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Quando un male lancinante mi trafisse il braccio sinistro.

Mi svegliai di colpo, il cuore batteva impazzito. Un senso di malessere mi aveva raggiunto. Non è reale. Non è reale. Ripetei più volte cercando di calmarmi e affondando con il viso nel cuscino e inspirando il suo profumo. Stavo occupando il letto in diagonale e durante il sonno mi ero spostata dalla sua parte sperando di trovarlo. Un incubo. Non mi ha contattata… Delle lacrime mi solcarono le guance e strinsi con forza quel cuscino.

Udii lo scattare della serratura e mi bloccai. Scorsi dalla finestra che era l’alba, la stanza era ancora per la maggior parte buia. Mi alzai velocemente, presi un mio pugnale da un fodero sulla scrivania e mi misi da parte alla porta nel punto cieco.

Che fosse lui? Era la risposta più scontata, nessun altro aveva la chiave. Ma il mio corpo si era mosso da solo, d’istinto, non avevo pensato. Mi sentivo più vulnerabile ormai dormendo da sola. L’averlo accanto mi rassicurava, era essenziale anche per me, fondamentale la sua presenza nella mia vita. Non potevo e non volevo farne più a meno. E lo stato emotivo in cui mi aveva messo quell’incubo aveva contribuito.

Si aprì e di scatto puntai la lama alla gola dell’intruso, bloccandomi di stucco. Non avevo parole, solo un enorme sollievo e un’infinita felicità nacque dentro di me. Lasciai cadere l’arma e gli stavo per saltare al collo, ma mi bloccai a disagio, abbassando lo sguardo. Nervosa strinsi tra loro le mani torturandomele. Senza alzare il viso mi scostai dalla porta per farlo entrare. La colpa per avergli fatto del male mi stava corrodendo. Percepivo il suo sguardo scivolare su di me, ma non osavo alzare il mio, anzi mi si fermò sul pendente che aveva preso costantemente a pulsare, spingendomi a farmi avanti. Da quando sono così codarda? Dovevo dire qualcosa!

Udii qualche passo e mi obbligai a guardare. Si stava per voltare e uscire. Andai in panico. Scattai in avanti e gli appoggiai una mano sulla spalla facendolo rigirare verso di me e senza che potesse reagire feci scivolare le mie braccia intorno al suo collo, mi cinse la vita. -Ir abelas, perdonami, scusa. Ho detto…- una sua mano grande e calda si insinuò tra i miei capelli accarezzandomi, a quel gesto dolce e affettuoso mi venne ancora da piangere -Perdonami ti… ti ho ferito e… sono una stupida- percepii il suo respiro sull’orecchio -Cuore mio, non piangere- rispose dolcemente. Mi diceva di non piangere, ma a quelle parole mi salì in gola un singhiozzo -Scusami…- prima che riuscissi a dire altro mi strinse meglio contro di lui, alzandomi di peso e portandomi dentro per poi chiudere la porta. A quel gesto mi aggrappai alla sua maglia per non cadere e i miei piedi ritoccarono terra. Mi scostai un po’ da lui posando la mani sul suo petto e non riuscendo a guardarlo negli occhi -Ho… forse non avrei dovuto, ma… ho chiesto ad Abelas- mormorai. Mi passò una mano sulla guancia alzandomi il viso e incatenando le iride grigie alle mie e per mia sorpresa non erano arrabbiate -Capisco. Cosa ha detto?- non feci in tempo a parlare che mi diede un bacio sulla fronte -Hai barattato la tua libertà…- abbozzò un sorriso triste e non riuscii a trattenermi -Perché?-

-Il patto che avevo fatto con il mio spirito, consisteva in quello. Io avevo rubato la sua libertà in cambio avrei dovuto dare la mia per la sua collaborazione. In più come avrei fatto a liberare gli altri schiavi se non ero in grado di togliere i miei marchi?-

Incredula lo fissavo -Per quanto tempo? Come hai fatto a toglierli?-

Sospirò -I Vallaslin mi sono stati messi direttamente da Mythal. Non sembrava cambiato nulla finché non ho ricevuto i primi ordini da lei. Ho capito cosa avevo dato a quel punto- passò le dita tra i miei capelli assorto -Sono stato trasferito in una delle sue terre, dove nessuno mi aveva mai visto in viso e da lì è iniziata la mia nuova vita. Ho dovuto rivedere il mio modo di comportarmi, sia con gli altri servi che con chi comandava. La mia arroganza e il mio orgoglio li aveva più di una volta messi in difficoltà- prese un profondo respiro -Ho imparato a chinare la testa, non per la paura di cosa avrebbero fatto a me, ma delle conseguenze che avrebbero dovuto subire tutti nel caso di un mio errore o affronto. Ho imparato cosa vuol dire essere uno schiavo, a essere invisibile-

Non sapevo cosa dire, ma non aveva ancora risposto alle mie domande -Quanto tempo?- ripetei

Mi accarezzò sulla guancia e passò un dito sulle mie labbra, voltai leggermente il viso -Se non…- mormorai -Secoli, vhenan… parecchi secoli- smisi di respirare -Non riuscivo a toglierli, più volte ho pensato che non avrei raggiunto il mio intento. Provavo e riprovavo quando potevo. Il viso bruciava terribilmente, avrei potuto staccarmi la pelle dalla faccia, ma rimanevano immutabili- alzai una mano toccandogli una guancia, ero angosciata. Sorrise leggermente e voltò la testa verso la mia mano baciandola e chiudendo gli occhi -Venni a conoscenza che non ero l’unico che ci stava provando. Altri avevano tentato e fallito, mi guardavano con compassione e davo loro una piccola speranza che magari sarebbe stato possibile un giorno…- riaprì gli occhi fissando le mie dita -Ma io non ero come loro, non del tutto. Avevo avuto modo di studiare, avere accesso a conoscenze che chi era sempre stato un servo non avrebbe mai visto in vita sua, avevo il mio spirito e Saggezza- si rigirò verso di me e feci scivolare la mano sulla sua spalla -Come erano i tuoi marchi?- una domanda non fondamentale, ma la curiosità aveva prevalso. Mi strinse più a sé e mi baciò di nuovo sulla fronte -Quasi come i tuoi…- un altro bacio vicino all’occhio e poi sul mento, sfiorandomi le labbra -Io li avevo anche qui, un Vallaslin completo. Più il viso era segnato più eri di grado inferiore- disse sfiorandomi la bocca e cedetti a baciarlo lievemente. Ricambiò quel mio gesto con più passione divorandomi la bocca, riprendemmo fiato -Mi sei mancato… molto…-

-Anche tu, vhenan- sussurrò con un filo di voce -Poi? Come hai fatto?- appoggiò la sua fronte alla mia -Una notte ho tentato con le informazioni che conoscevo, ma che non avevo per davvero appreso, fino a quel momento. Ho imposto le mani, lo stavo eliminando, stava venendo via e dall’euforia ho perso la concentrazione all’ultimo, bruciandomi. Ho trattenuto l’urlo di dolore immergendo la testa nel cuscino che si stava macchiando di sangue-

Alzai una mano e con un dito toccai la fossetta sul mento -Particolarmente profonda, vero? Già, all’ultimo ho sbagliato, ma ero libero. Ho fermato il sangue, non con la magia, avevo tentato talmente tante volte che avevo esaurito il mana. Ero sfinito e sono scappato, ripromettendomi di tornare a liberarli, come alla fine ho fatto, dopo la guerra con i Dimenticati, dopo aver ucciso il Titano, dopo aver conquistato il mio posto tra di loro- gli presi il viso tra e mani e lo tirai verso di me baciando la cicatrice che rappresentava la sua libertà, per poi impossessarmi delle sue labbra che adoravo. -Ir abelas, ma vhenan-

Sorrise -Ti avevo già perdonato quando sono uscito dalla biblioteca. Non continuare a scusarti, amore mio- feci scivolare le mani sulla sua schiena e posai la testa sul suo petto, sentendo il cuore del mio lupo che batteva forte tanto quanto il mio. Adoravo quel suono. -Dove sei andato?-

-Avrei bisogno di riposare, vhenan. È molto presto, dormiamo un po’? Dopo ti spiegherò, ma in poche parole ho recuperato altre informazioni-

Strofinai il naso contro di lui inebriandomi del suo profumo -Mmm… ok, ma ti va se ti aiuto a spogliarti?- tentai maliziosa. Avevo bisogno di sentirlo estremamente vicino. Si abbassò e iniziò a baciarmi e mordermi il collo. Direi che era un sì.

Slacciai la cintura che teneva in vita, lasciandola cadere per terra. Infilai la mano destra sotto la maglia sopra alla fasciatura, percependo umido e bagnato. La tirai fuori notando il palmo lievemente rosso del suo sangue. La voglia che mi era venuta si quietò parecchio -Vieni, cambiamo la fasciatura. Qualche movimento troppo audace, hahren?- lo presi in giro. Sospirò profondamente e posò la fronte sulla mia spalla. Gli diedi un bacio sulla guancia -Mi permetterai di aiutarti, amore mio?-

-Non lo accetto, ma sembra che abbia contro anche Cole questa volta… lei vive in lei…-

-Vhenan, sono tua moglie, la tua compagna, non tua madre…- non so come, ma trovai il coraggio di dire quello che avrei dovuto fin dall’inizio -Visto che non vuoi il mio aiuto, me ne farò una ragione. Ma continuerò a studiare, e se arriverai ad un punto critico interverrò, che tu lo voglia o no. Sei il mio cuore…- la voce alle ultime parole tremò e serrai la bocca fermando con forza quel lamento, in compenso mi balenò davanti agli occhi quello che avevo visto nell’incubo e di conseguenza mi irrigidii. Mi strinse e mi fissò in viso con la sua solita faccia da lupacchiotto. -Oh, smettila…- borbottai con il magone in gola -A che libro sei arrivata?-

-Quinto…-

-Quinto!?- esclamò esterrefatto, lo guardai dubbiosa per quella reazione che trovai esagerata -Lascia perdere… cambiamo la fascia…- rispose alla mia confusione -Eh… no. Lo voglio sapere ora-

Sospirò in segno di resa. Non comprendevo perché era così reticente -Vorrei capire…- mi spinse verso il letto, ci sedemmo, appoggiò lo zaino a terra e si tolse la maglia, rivelando la macchia. Tesi leggermente le bende verso l’esterno e con un coltellino le feci saltare, aspettando pazientemente spiegazioni. Continuava a fissarmi nell’operazione e decisi di incatenare le miei iridi alle sue che mi facevano impazzire. Stava diventando una sfida a chi avrebbe riso o distolto lo sguardo per primo. Mi avvicinai fino a contare quelle lentiggini che gli rendevano il viso più sbarazzino, gli passai un dito sulla mandibola affilata, lentamente. Vidi un riflesso argentato nelle iridi, nel momento in cui spostai la mano e appoggiai due dita di fianco alla ferita da cui colava ancora un po’ di sangue, sporcandomele. -Vhenan…- mormorò -Ti fidi?- chiesi con un sussurro -Lo sai che non è questo… poi hai appena ripreso ad usare la tua magia senza conseguenze…- borbottò, chinai il viso catturandogli le labbra, leccando e mordicchiandole, non lasciandolo continuare. Stava alla mia distrazione, decisi quindi di concentrarmi sul sangue. Ne sentii la viscosità sulle dita, il suo calore, la sua energia calda, solare e familiare, assomigliava molto al mana, ma percepivo l’essenza di Solas ancora più forte. Questo mi infiammò, e mi resi conto che da solo quel poco sangue avrei potuto disporre della sua vita. Passò sotto al mio potere anche l’intruso che cercava di contrastare il mio operato. Era come tante piccole schegge che si moltiplicavano e come aveva detto Cole laceravano. Come se avessero una volontà propria cercavano di insinuarsi dentro di me, non trovando brecce. Dovevo trovare un modo di usare il mio sangue per purificare il suo. Notai anche un incantesimo posto dal mio lupo, così che restasse in zona e non si diffondesse nel corpo. Cicatrizzai la ferita imponendo la mia volontà a quel parassita, sperando il più a lungo possibile. Sulla pelle la ferita rimaneva livida, sarebbe rimasto il segno anche quando avessi trovato una cura.

Avevamo smesso di baciarci da un po’, la mia attenzione si era spostata su quello che stavo facendo. Lo riguardai negli occhi che mi fissavano con un misto di sorpresa e affetto, anche se una vena di preoccupazione balenava comunque nelle mie amate iride grigie.

-Dovrebbe resistere più del solito, però metterei comunque le bende, se no finirai per buttare tutti i vestititi che hai- senza dire una parola si riavvicino con le labbra dandomi un lieve bacio -Voglio aiutarti più di così Solas…-

-Non ora, hai ancora un sacco di cose da ripassare. E ho altri progetti- accompagnò le parole posando le mani sui miei fianchi, alzandomi la veste con carezze meravigliose che accesero un calore intenso tra le mie gambe. Mi ritrovai sdraiata sul letto e lui sopra, che si era tolto i pantaloni piuttosto in fretta. Ridacchiai -Che velocità, amore mio. Ma vedi di non strafare, se no ci ritroveremo sporchi di sangue e dovrò risistemarti-

-Non prometto nulla- rispose con voce profonda e graffiante. Prese ad accarezzarmi e a posare dei baci dall’interno del mio ginocchio fino ad avvicinarsi sempre di più al suo obiettivo, ma non raggiungendolo. Lo stavo aspettando con trepidazione e quel suo cambio di programma mi fece impazzire. Gli misi una mano sulla nuca, in risposta alzò lo sguardo e mi mostrò un sorrisetto. Senza che potessi fare altro leccò, venendo invasa da una scarica di piacere così intenso che mi fece gemere. Non si fermò finché non fummo soddisfatti entrambi. Ansimante vedevo che mi osservava compiaciuto. Riprese a toccarmi facendomi voltare a pancia in giù, si mise dietro di me massaggiandomi il sedere. Era evidente cosa aveva in mente, alzai e spinsi i fianchi verso di lui. Lo volevo sentire tutto. Senza indugiare oltre, entrò in me e rimase fermo, dando il tempo di adattarmi alla sua piacevole intrusione. Iniziò con delle lente spinte che mi facevano desiderare di più, circondò la mia vita con un braccio chinandosi su di me e coprendomi meglio. Le sue labbra umide si posarono sulla schiena, fino a risalire nell’incavo del collo. Mi baciò più volte con insistenza, leccandomi e mordicchiando la mia pelle che bruciava, scatenando dei brividi che raggiunsero la nostra unione, aumentando il ritmo. Ogni centimetro guadagnato faceva gemere e lamentare di piacere entrambi. Prima di perdere il controllo alzai una mano toccandogli una guancia e voltando la testa verso di lui cercando la sua bocca e impossessandomene affamata. Con un’ultima spinta persi la ragione e mi accasciai sul letto e Solas si abbandonò sopra di me.

Il senso di estasi diminuiva e iniziai a sentire freddo dove non c’era il mio lupo. Come se mi avesse letto nel pensiero si scostò, mi rigirai per poi infilarci sotto le coperte e posai il viso sul suo petto passandogli un braccio sulla vita e una gamba sulle sue in modo possessivo e mi allungai meglio verso di lui baciandogli la gola. Sorrise a quei gesti di affetto e mi diede un bacio sulla fronte -Stai bene?- di rimando sorrisi anche io -Mai stata meglio, tu?- accompagnai le parole toccandogli delicatamente la ferita, che sembrò avere resistito alla nostra passione -Benissimo, ma’arlath-

Spostai la mano accarezzandolo sul petto -Prima di lasciarti cadere in coma…- mormorai e lui rise. Una risata che mi riempì il cuore di gioia -Cosa ha il quinto libro di strano?- non avevo notato niente di più preoccupante dell’argomento in sé -Nulla…- e mi strinse meglio contro di lui -Solo che sei stata velocissima. Ci ho messo mesi per arrivare a quel volume…- posai un bacio sul mento e mordicchiai la fossetta -Li hai letti? Io sto barando… se non fosse stato per Mythal sarei ancora al primo capitolo del primo libro- si scostò catturandomi la bocca che dischiusi per far passare la sua lingua -Mmm… non ti sminuire così. So la teoria, ma non l’ho mai praticata- sussurrò con voce assonnata. Sorrisi e mi accoccolai contro di lui lasciandoci riposare. La sua mano calda mi passò sul braccio sinistro, percepii l’incantesimo di guarigione -Mmm… potevi farlo più tardi, sei stanco…- mormorai -Era da fare già ieri sera, è importante- rispose in un sussurro.

Sospirai e l’amore che provavo per lui crebbe ancora di più -Ma serennas… ar lath, ma vhenan-




Passato un buon Natale? Spero di sì! Eh... mi diverto a farli litigare XD in compenso ho trovato questa immagine del nostro Solas con i Vallaslin, lo trovo sempre molto affascinate e noterete che la fossetta/cicatrice sul mento corrisponde: https://66.media.tumblr.com/1a1d9855b3abc8b4d5b212c70d65e5c5/tumblr_olv29xdcn21ur04c2o1_1280.png

*Cerco di ridarmi un contegno, dopo essermi sciolta sul pavimento* Yen non si arrenderà con il suo lupo testardo e lo guarirà, sarei curiosa anche io dei nodi che insegna Leliana... XD

Probabilmente poi vi sarete fatti una vostra immagine di Yen, se volete vederla questa è la mia, ormai ogni partita che faccio con la romance con il nostro lupo, uso sempre lei: https://i.imgur.com/4CYqcdd.jpg

Comunque, spero vi sia piaciuto e vi auguro Buon anno! Che i nostri due protagonisti hanno già festeggiato... XD

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 34

Calore. Mi stiracchiai rigirandomi e beandomi del silenzio. Quando un peso mi afferrò la vita e decisi di aprire gli occhi. Il soffitto era già completamente illuminato, voltai il viso trovandomi il respiro di Solas ad un palmo dal mio e un suo braccio che mi stringeva. Restai a guardarlo dormire, non avevamo più parlato dei Vallaslin e anche se ci pensavo ogni giorno il Lyrium rosso con qualche mio intervento rimaneva domato, ma non potevamo andare avanti così all’infinito. Sentivo il freddo contatto con le lenzuola attraverso la mano sinistra. Finalmente era tornata normale, fascia sparita! Prima che potessi fare altro, Solas si sporse di più verso di me e mise la testa nell’incavo del mio collo, mormorava parole in elfico senza nessun filo logico, almeno per me. Stava sognando? Appoggiai la guancia sulla sua fronte e smise di parlare. Da qualche giorno avevo notato che era più irrequieto e nervoso. Gli avevo chiesto di nuovo di farmi tentare per guarirlo, ma non ne voleva sapere, non mi diceva cosa sognava, anche se lui mi rispondeva che non se ne ricordava, mi veniva difficile credergli. Il Lyrium cantava e lo tormentava. Sospirai profondamente, tendeva anche a dormire di più come in questo caso, ma sembrava uno straccio. Glielo avevo fatto notare, ma da orgoglioso quale era, aveva negato. Alla fine mi ero messa d’accordo con Abelas, stava crollando e lo avevamo notato entrambi, il Lyrium gli stava prosciugando le energie.

Io avevo studiato tutti i libri e le informazioni disponibili, non trovando però una soluzione definitiva. Era come sbattere la testa contro al muro cercando una crepa per farlo cedere, ma senza successo. Al contrario la testa iniziava a fare male. Sospirai di nuovo e lo guardai lasciandogli un bacio sulla nuca. -È la seconda volta che sospiri, suppongo sia colpa mia…- disse prendendomi alla sprovvista -No, sospiro perché uno stupido orgoglioso non vuole farsi aiutare, anche se ha tentato diversi metodi perdendo solo tempo…-

-Mmm… lo conosco?- rispose divertito

-Te lo farò conoscere, visto che l’origine delle mie fantasie non sarà ancora in circolazione per molto se va avanti così… mi dovrò arrangiare…- si mosse alzandosi appoggiandosi su un gomito e fissandomi -Ma in effetti pensandoci… l’ho fatto per quattro anni, quando negli ultimi tre piangevo disperata… alternando le cose tutto sommato funziona…- incrociai le braccia dietro la testa -Farlo per sempre che problema sarà? No?- e chiusi gli occhi seccata, non mi andava di ricominciare a litigare, non volevo farlo, mi faceva sentire male. Ma non potevo lasciarlo morire. Mi rigirai su un fianco per dargli le spalle e sfuggire al suo sguardo e a quella discussione a cui avevo acceso la miccia.

Lo udii sospirare, il materasso si mosse e me lo ritrovai attaccato, la sua mano si posò sul mio fianco accarezzandomi per poi scivolare sul ventre e stringermi di più a lui. Le sue labbra sulla spalla, una volta, due, tre… continuava a lasciarmi dei lievi baci, sul collo, la mandibola e l’orecchio mordicchiandone il bordo fino al lobo che leccò. Trattenni il respiro, non riuscendo a fermare il brivido di piacere che era nato e infilò il viso nell’incavo del collo su cui percepivo il suo fiato caldo e umido. Una lunghezza a cui non riuscii a restare indifferente si presentò contro al sedere. Rimasi ferma e in silenzio in quell’abbraccio -Come intendi procedere?- domandò infine.

Cercai con la mano la sua, stringendola e accarezzandola -Lo sai che non riesco a vivere senza di te?- mormorai. Venni stretta ancora più forte -Anche io e ho paura. Per te e non per me-

-Lo so… sei stato al Vir Dirthara, giusto? Qualcosa che può aiutarti?-

-Un libro strappato e altrettanti fogli rovinati… te li farò avere, anche se non ho letto niente di rilevante…-

Continuai ad accarezzargli la mano e intrecciai le dita con le sue -Usavate il Lyrium blu per ripristinare il mana, come viene usato anche adesso?- stavo cercando qualunque informazione, anche la più banale, qualsiasi cosa che potesse tornarmi utile.

-Sì, ma veniva usato anche per produrre armi, gioielli, decorazioni. Se trattato in modo adeguato lo si può sfruttare in molti più modi che questo mondo conosca-

-E il Lyrium rosso esisteva?-

-Non ne ero a conoscenza, ma quel poco che ho trovato alla biblioteca imperiale mi dice che era già presente- un altro bacio sulla pelle, iniziavo a pensare di volerne di più e ovunque. Mi stregava, ma dovevo cercare di concentrarmi -Non può venire dal nulla… Corypheus ne era infetto, ma da umano era anche diventato un prole oscura. Non possono essere scollegate le cose, che diavolo stavano nascondendo nella città nera gli Evanuris? I magister l’hanno portato in questo mondo. Che esperimenti stavano conducendo?-

-L’unico modo per scoprirlo sembrerebbe tornare ad Arlathan, ma rischieremo di fare la stessa fine… forse in sogno…- suggerì

-Se si potesse entrare solo dormendo perché non l’hanno fatto? Tutto quel sangue per…-

-Perché non si può entrare senza averne la chiave. Hanno forzato la città stessa cercando il potere-

Pensavo assorta -Il trono era vuoto… sono scappati quando sono stati raggiunti dagli effetti del Velo?-

-Avranno cercato di salvarsi…-

Sospirai -Non vorrei chiederglielo, ma mi servirà l’aiuto di Cole, gli spiriti sono immuni agli effetti tossici del lyrium da quello che sappiamo…- non mi rendeva per nulla entusiasta questa scelta -Ma non vorrei che il suo corpo ne risentisse… è pericoloso- aggiunsi incerta

-Vorresti usare Cole come tramite tra di noi? Il Lyrium blu non ha effetto, ma il rosso… non gli chiederò di rischiare per me-

Lo sapevo che era un’idea idiota! -Già… lasciamo perdere, era solo un ipotesi…- non sapevo che fare, non potevo tirarlo fuori dal suo corpo, non potevo farlo ritornare lyrium blu… maledizione! Chiusi gli occhi e mi rigirai dalla sua parte ficcando la testa sotto il suo mento e abbracciandolo.

-Vhenan, troveremo un modo-

Abbozzai un sorriso amaro, era lui che rischiava di morire e mi rassicurava -Non hai tempo-

Aspetta. Non ha tempo. Tempo!? Venni scossa da un brivido. Potevo tornare indietro. Non avrei scartato la possibilità.

-Ehi, stai bene?- mi domandò accarezzandomi il braccio -Sì, ho bisogno di Dorian e delle ricerche che Alexius ha fatto sulla magia temporale- risposi tutto d’un fiato.

La sua mano si fermò -Passiamo da una cosa pericolosa all’altra. Non dico che sia una cattiva idea, ma non sarà come andare nel futuro-

-Lo so, ma lo posso fare, ho abbastanza potere per questo e se necessario ci proverò- dissi convinta.

 

Ero pronta. Sarebbe passato un po’ di tempo prima di rivedere Elen, la dovevo salutare. Solas era con Abelas per decidere il da farsi. Uscii dalla camera, lo zaino in spalla e i pugnali nei foderi, mi avviai verso l’Eluvian, rivolsi intorno lo sguardo in cerca di mia sorella. La notai insieme a Shani, parlavano. Mi avvicinai a loro sorridendo -Quindi, di cosa parlate così intensamente?- domandai curiosa. Si voltarono guardandomi seccate, ero sorpresa -Ehm… cosa c’è?-

-Quando avevi intenzione di dircelo?- domandò Elen

Le guardai confusa, di che…

-Te ne vai!! E me lo dici ora?-

Era offesa? Guardai Shani che attendeva anche lei spiegazioni

-Ir abelas, è una cosa che abbiamo deciso solo poco fa, nulla di pianificato-

Elen sbuffò e abbassò lo sguardo arrabbiata. Sospirai -Non so quando tornerò, ma avrai Abelas tutto per te- insinuai maliziosa

Shani notando il mio tono di voce guardò mia sorella che era leggermente arrossita per quell’attenzione indesiderata e poi si voltò a studiare Abelas che parlava poco distante con Solas. Ridacchiò divertita. Elen lanciò un’occhiataccia ad entrambe, rivolse gli occhi al cielo e si allontanò. Alzò una mano in segno di saluto -Stai attenta-

-Non pensavo si arrabbiasse così… l’avevo avvisata che non ci sarei stata sempre-

-È solo preoccupata, lo sono anche io- affermò con sincerità

Le sorrisi dolcemente -Grazie, ma non vado a combattere con le armi… spero- già, avrei dovuto occuparmi anche del Ferelden e Orlais, oltre che della salute di Solas. E le armi… perché volevo illudermi? Mi sarei ritrovata addosso una valanga di casini e se non ci sarà qualcuno che cercherà di ammazzarmi, non sarò soddisfatta. Quando potrò concedermi il lusso di annoiarmi?

-Bhe, non metterci troppo allora, la curo io tua sorella-

-Ne sarà felicissima- scherzai, ci salutammo e mi avvicinai a Solas -Possiamo andare-

Sorrise -Bene, Abelas se devi contattarmi sai come fare-

-Certo- rispose -Mia signora, state attenta- disse rivolgendosi a me  

-Prenditi cura di Elen- gli si scaldò lo sguardo, sorrise ed annuì con un cenno del capo

Solas attivò l’Eluvian e lo attraversammo. -Dimmi… cosa è successo ad Abelas?- domandai

Mi guardò divertito -A parte per tua sorella, cosa intendi?-

-Mi dimostra un rispetto del tutto nuovo… mi ha detto che le assomiglio…-

Sorrise -A Mythal? Sì, vhenan, è vero, alcune volte me la ricordi-

-Mmm…per esempio?- si voltò e mi studiò in viso -Quando fai la vendicativa, sei identica a lei… ne so qualcosa…-

Sorrisi divertita -Ne sai qualcosa?-

-Ho questo privilegio-

Furbacchione, lo presi per mano -Non sarà facile trattare con Ferelden ed Orlais e in questo momento non me ne importa nulla. Stai rischiando di morire!-

-Non sono ancora così grave vhenan. I tuoi interventi hanno rallentato molto il Lyrium…- lo bloccai -Smettila! Smettila di illudermi! Sei stanco! Esausto! Ti sta uccidendo lentamente!- risposi con foga, mi fissò serio negli occhi e negò con la testa -Non tenterai nulla. Ne abbiamo già discusso e mi sembrava che eravamo giunti ad un accordo-

Riabbassai lo sguardo ferita, rimanendo in silenzio. Ogni tanto vedevo con la coda dell’occhio che mi studiava -Concentriamoci a placare qualunque guerra stiano cercando di scatenare. Se si distruggono a vicenda i qunari non si lasceranno scappare l’occasione, anche se non sono la fonte diretta del conflitto- disse tranquillo.

Come poteva non essere preoccupato? E se lo era, me lo nascondeva molto bene. Vedendo che non rispondevo si fermò, arrestando anche me e lo fissai -Sto gestendo una rivoluzione e non solo in Tevinter. La mia condizione passa in secondo piano, devo continuare a guidare gli elfi che credono in me e finché ne sarò in grado, lo farò- disse deciso

-Puoi darmi tutte le giustificazioni che vuoi, ma non puoi mettere i tuoi doveri, le tue responsabilità davanti alla tua condizione fisica, perché se muori, tutto quello che stai costruendo muore- e distolsi lo sguardo amareggiata, cercai di sfilare la mano dalla sua, ma venne stretta e mi tirò verso di lui -Lo so, ma hanno bisogno di vedere che chi li guida non vacilla, questo onore invece spetta a te- rispose dolcemente

Negai con testa -Vedranno Fen’harel cadere corrotto dal Lyrium rosso, nel momento in cui dovrà mostrarsi per il Dio che rappresenta. Prendi invece tutto il tempo che vuoi adesso e se ti vedranno debole si sentiranno più simili a te, invece che l’elfo antico immortale. Ma queste cose me le hai insegnate tu, non c’è bisogno che…- venni zittita dalla sua bocca sulla mia e le sue mani si posarono sulla vita. Approfondiva il bacio affamato e non mi tirai indietro. Riprendemmo fiato ansimanti -Questo per che cos’era?- domandai ancora stordita da quell’assalto, sorrise malizioso e arrogante -Quando fai così sei irresistibile. Usi quello che hai appreso contro il tuo insegnante… molto intrigante, cuore mio- arrossii lievemente e incatenai le mie iridi alle sue, in cui notai desiderio -Sei a caccia?- provocai con voce suadente. Mi alzò il viso mettendo l’indice sotto al mento e passando il pollice sulle mie labbra -Già da stamattina, ma da buon predatore attenderò pazientemente- rimbeccò con voce profonda. Sorrisi -Stai cambiando discorso, furbacchione…- fece scivolare la mano sulla mia guancia -Nel futuro che hai visto a causa di Alexius, mi avevi detto che avevo resistito un anno a una continua influenza, oltre che grande quantità, di Lyrium rosso…-

-Ma…- venni fermata da un suo dito sulle labbra, rimasi in silenzio contrariata

-In questo caso ho solo un minimo contagio, il mio corpo immortale lo può sopportare e finché non avremo trovato una soluzione che non ti rechi dei danni, rimarrò così e andrò avanti grazie alle cure che mi stai fornendo- concluse serio.

Non c’era modo di contrattare, smuoverlo da questa decisione. Testardo! Stupido orgoglioso! Sospirai per calmarmi e mi separai da lui distogliendo lo sguardo -Bene. Andiamo- dissi inespressiva e ripresi a camminare verso il prossimo Eluvian.

Restammo in silenzio, era sempre dietro di me e percepivo che mi fissava la schiena più volte. Lo ignorai, non mi andava di discutere oltre sulle nostre responsabilità. Avevamo affrontato le sue, ma mancavano le mie. Maledizione a Ferelden e Orlais! Li lascerei davvero ammazzarsi tra di loro! Che rottura! Coraggio Inquisitore, non sarà mai finita finché non muori!

-Abbiamo un’opportunità per gli elfi, costretti da secoli a fare da schiavi o resi nomadi… se accetteranno, però non riscatterò subito il prezzo richiesto. Se riesce la rivoluzione in Tevinter, speriamo in un effetto domino, ma non voglio una nuova Sacra Marcia, come non voglio fare una strage per difendere il nostro popolo- introdussi l’argomento che riteneva più importante della sua salute -Briala?- aggiunsi con il solito tono piatto e rassegnato.

-Ci aiuterà- affermò

-Come vi siete lasciati l’ultima volta? Hai recuperato gli Eluvian-

Restò in silenzio, deduco che stesse pensando e mi limitai ad attendere, intanto  mi concentrai su una pianta in fiore  a cui stavamo passando affianco, fermandomi e staccandone un piccolo ramo, osservandolo assorta. Mi sedetti su delle grosse pietre abbandonate e rimaste dall’edificio in rovina. -Sei stanca?- domandò

-Io no. Tu sì, ansimi più del dovuto, se dovessi cacciare ti faresti scoprire, rimanendo senza cena- replicai seria e indifferente. Si sedette da parte a me -Sicuramente, per fortuna ho una moglie che oltre che essere la Dea dell’amore, potrebbe rappresentare senza problemi anche quella della caccia-

Stavo per stendere le labbra in un sorriso, ma mi trattenni continuando a fissare i fiori. Quando all’improvviso mi vennero sfilati di mano e alzai lo sguardo verso Solas -Ehi!- mi lamentai. Mi mostrò un sorrisetto e lanciò un incantesimo sul rametto, i petali da rosa divennero viola, per poi sporgersi verso di me e infilarlo tra i miei capelli sopra l’orecchio destro. Alzai una mano per toglierli e riprenderli, ma me la bloccò nella sua, riabbassandola e accarezzandola. Voltai la testa per non guardarlo, ma a quel gesto avevo già ceduto, non che dovesse fare qualcosa di particolare, mi bastava vederlo sorridere.

-Briala ci aiuterà, mi ha ridato senza esitazione il controllo sugli Eluvian quando mi ha domandato di Fellassan, l’agente che avrebbe dovuto recuperarli…- rispose affranto. A quel repentino cambio di voce, lo guardai. Fissava davanti a sé un punto indefinito. Il nome lo avevo letto su quella lettera strana, gli posai una mano sulla guancia accarezzandolo -Cosa è successo a Fellassan?- abbassò lo sguardo afflitto -Vhenan?-

Sospirò -È iniziato tutto un anno prima che ti incontrassi… e avevo fretta. Ero arrabbiato perché non ha fatto quanto gli avevo richiesto…- iniziò a torturarsi le mani nei guanti nervoso, non aggiungendo altro. Continuai a fissarlo aspettando una risposta che non voleva darmi, pensai al peggio -Lo hai ucciso-

-Degno di un Evanuris o di Fen’harel nelle leggende dalish- replicò non osando alzare il viso  

-Stavi cambiando…- risposi con un filo di voce

-In peggio…- concluse. Restammo in un silenzio scomodo, non sapendo che dire mi avvicinai meglio a lui e spostai la mano sul suo orecchio, seguendone il padiglione fino alla punta con un dito -Mi fai il solletico?- domandò abbozzando un sorriso, ma sempre fissando davanti a sé.

-Ti ho già detto che mi piacciono- e tolsi la mano, per poi intrecciare le dita con le sue sulla sua gamba e mi abbassai fino ad incrociare i miei occhi con i suoi -C’è qualcosa di interessante sul terreno?- dissi con un sorriso e un leggero bagliore rosso rubino passò nelle sue iridi. Mi spaventai e posandogli le mani sulle spalle lo obbligai a ritornare dritto. Alzò le mani stringendomi le braccia confuso -Cosa c’è vhenan?-

-I tuoi occhi… un bagliore rosso…- balbettai ancora in ansia. Mi tirò verso di lui stringendomi in un abbraccio -Ir abelas, ti ho spaventata per nulla. È un effetto del Lyrium, in questo periodo non mi hai visto fare magie e non mi è venuto in mente di dirtelo-

Mi rilassai un poco, ma non abbastanza -Ma… vuol dire che stai peggiorando?-

-Possiamo chiamarlo un ulteriore effetto collaterale, si nutre  e interferisce con il mio mana, ma non fa altro- per adesso, aggiunsi tra me. Mi scostai da lui e anche se avrei voluto, non ritornai all’attacco. Non serviva. Abbozzai un sorriso -Andiamo, vhenan- stavo per alzarmi, ma mi bloccò stringendomi a lui  -Ar lath, ar lath, ma vhenan-

Il cuore mi si scaldò  -Me lo dici un sacco di volte, lo sai?-

-Non sarà mai abbastanza- rispose con passione

-No mai, ti amo anche io- dissi dolcemente e appoggiò la sua fronte alla mia, chiusi gli occhi. -Mi perdoni sempre- mormorò -Il Velo, le omissioni, la mia arroganza, il mio orgoglio, l’averti fatto soffrire… Aver ceduto alla rabbia fino ad arrivare ad uccidere un alleato e un amico. Un amico che rovinandomi i piani mi ha permesso di incontrarti e d’imparare ad apprezzare questo mondo…- si scostò da me e riaprii gli occhi incatenandoli ai suoi -Un altro terribile errore che io non mi perdonerò mai- concluse restando poi in silenzio -Ti amo. Anche quando mi fai arrabbiare, quando mi hai ferito spezzandomi il cuore, abbandonandomi… Avrei voluto odiarti- affermai con sincerità. Era attento -Sarebbe stato normale, comprensibile. Più volte ho pensato di averti perso per sempre, perché no?-

-Come posso odiare la mia ragione di vita? Da quando ci sei è cambiato tutto, in meglio. Mi fai felice anche solo con un tuo sorriso e poi mi sembrava di avertelo detto, ma amo anche i tuoi difetti. Non voglio un uomo perfetto, mi piaci così come sei- restò senza parole a fissarmi, alzò una mano posandola sulla guancia accarezzandomi. Abbozzai un sorriso e lui con me, sciolsi l’abbraccio e lo presi per le mani facendolo alzare -Andiamo, se no non arriviamo più-

 

Percorrevamo le strade della città, tenendo i cappucci della mantella alzati, non volevamo far notare che eravamo elfi, i guai ci trovavano sempre, almeno cercavamo di evitare seccature, quando possibile. Arrivammo finalmente agli appartamenti di Dorian, ma c’era qualcosa che non andava… troppo silenzio. Ci fiondammo alla porta spalancandola, le sedie rovesciate, il tavolo spinto in un angolo, le poltrone con evidenti segni di lame, una finestra crepata. Era tutto distrutto e con evidenti bruciature magiche, non vedevo macchie di sangue, ma ero comunque nervosa. Dov’era Cassandra? E Dorian?

-Solas…-

Mi strinse una spalla -Vai a guardare nella nostra camera, io controllo quella di Cassandra-

Annuii con un cenno del viso e feci quanto mi aveva detto, maledizione, cosa è successo? Provai ad aprire la porta, ma era chiusa, spinsi con forza, nulla. Un forte rumore dalla stanza della Cercatrice mi fece voltare, lo raggiunsi di corsa e mi affacciai alla camera. Solas stava tenendo fermo con un incantesimo un elfo contro al muro.

-Tu non sei uno schiavo di Dorian… dov’è il Saarebas?- ringhiò freddo

L’elfo gli sputò addosso -Ataash Qunari!-

Solas in risposta mosse velocemente la mano verso il muro opposto, l’elfo venne schiantato su di esso con forza rimanendo senza fiato, notai che aveva una gamba rotta e grondante di sangue, una ferita da spada probabilmente.

-Dov’è il Saarebas?- ripeté sprezzante

-Anaan esaam Qun!- ribatté furibondo

Solas lo fissò minaccioso -Ashkost kata- rispose, ma a quelle parole  rimase imperturbabile. Tolse il palmo della mano e lasciò andare l’elfo, che cadde a terra con un urlo sulla gamba rotta, scagliò un altro incantesimo e lo bloccò a terra.

-Ho fermato il sangue, non morirà, lascerò il piacere a Leliana- mi venne incontro -Trovato qualcosa?-

-La porta della nostra camera è chiusa con la magia, spero siano lì dentro-

Raggiungemmo la porta, posai la mano su di essa sbloccandola. L’ansia e il nervosismo che stavo provando aumento notevolmente, entrai e Solas mi seguì. Trovai Cassandra stesa sul mio letto con Dorian seduto al suo fianco. Mi accostai subito alla mia amica -Cosa è successo? Dorian stai bene?- chiesi preoccupata. Guardò entrambi e abbozzò un sorriso -Non avete un gran tempismo. Io sto bene, ma il mago le ha fatto qualcosa, è viva, ma non si sveglia-

-Quando è successo?- chiese Solas

-Ieri sera, me ne stavo andando quando sono entrati, non ho fatto attenzione, pensavo fossero i soliti servitori e ci hanno attaccato-

-Erano in due?-

-Sì, uno un mago e parlavano in Qunlat-

-Elfi, un mago potente, avrebbero potuto entrare, ma siete ancora vivi- concluse il mio lupo

-Grazie per la fiducia… stavano cercando qualcosa-

-O qualcuno- rispose Solas fissandomi

-Rimandiamo a dopo, puoi fare qualcosa?- domandai preoccupata

Mi scostai per lasciarlo avvicinare, aprì il palmo sul viso di Cassandra e gli si illuminarono gli occhi di quel rosso rubino che non mi risollevò l’umore. Di colpo rinvenne alzandosi seduta e cercando di colpire Solas che barcollò all’indietro schivandola, mi avvicinai e la presi per le spalle -Cassandra, calmati siamo noi- Mi guardava sconcertata e confusa -Yen? Io…- si mise una mano sul viso -Ho un tremendo mal di testa-

Dorian ridacchiò -E meno male che hai solo un’emicrania Cercatrice, pensavo ti avesse ucciso in quel momento, sei caduta a terra come un sacco di patate-

-Stai zitto! Magister un cavolo! Ti ha sbattuto contro la finestra, c’è mancato poco che volassi di sotto!- ringhiò

-In grande stile però-

Sbuffò disgustata, sorrisi a quello scambio di battute -Siete vivi ed è questo l’importante- l’abbracciai -Che spavento, volevi morire senza di me?- mi strinse -Cosa le ha fatto Solas?-

-Una cosa che non vedevo da parecchio… Cercatrice tu hai uno spirito della fede, vero?-

-Sì, da quello che ne so e che mi avevi detto-

-In poche parole, l’ha messo fuori uso, come se ti avesse spento e hai perso conoscenza-

-E per fare una cosa del genere…- aggiunse Dorian

-Bisogna avere una buona conoscenza degli spiriti, io potrei fare una cosa del genere, se volessi-

-Bene, ora che sappiamo cosa mi ha fatto, potrei avere un po’ di silenzio? Mi sta scoppiando la testa…- disse Cassandra per poi fare un profondo respiro contro la mia spalla su cui stava appoggiando la fronte

-Non possiamo restare qui, meno male che non è l’unico appartamento che ho in città-

-Niente servitori Dorian- aggiunsi

-Sarà fatto, andiamo- rispose serio

-Uno degli aggressori è nell’altra stanza, è tutto per Leliana- disse Solas

-Ne sarà contenta- rispose Cassandra

-Dopo quello che vi hanno fatto? Si divertirà- affermai

 

Giunti nel nuovo appartamento molto simile al precedente, accompagnai in una camera Cassandra e la feci stendere sul letto. -Sempre mal di testa?-

-Va meglio, non è nulla di grave-

Bussarono alla porta che poco dopo si aprì. Entrò Solas con una tazza di the in mano, si avvicinò appoggiandola sul comodino -Bevi Cassandra, ti aiuterà-

-Grazie, che cos’è?-

-Un infuso di erbe, ti farà passare il mal di testa- mi sorrise e uscì dalla stanza, passai la tazza a Cassandra che si era seduta. -È stato pazzesco… intanto che Dorian li ha distratti sono riuscita a recuperare la mia spada, poi è stato sbalzato contro la finestra, mi è venuto un colpo. Nella colluttazione ho ferito l’altro alla gamba, dopo mi si è parato davanti il mago, non ho visto più nulla…- bevve un sorso dell’infuso e mi rivolse un’espressione disgustata -Ma che… schifo- borbottò lamentandosi e fissando il liquido ambrato -Spero che funzioni davvero… se si fa il the così ci credo che lo odia- ridacchiai -Avrebbero potuto ucciderci, ma non l’hanno fatto…- aggiunse

-Non eravate il loro obiettivo-

Mi guardò seria -Chi o cosa allora?-

-Forse cercavano me, hai ricevuto il mio messaggio? Se faccio da mediatore tra Ferelden e Orlais rischiano che gli mandi ancora i piani all’aria-

-E credevano di riuscire a ucciderti? Sarebbero diventati delle statue d’arredamento-

-Probabile, ma non sanno che ne sono in grado e non sanno che ho al mio fianco Fen’harel. Trarremmo il massimo vantaggio da ciò- le posai una mano sulla spalla -Vado di là, riposa-

-Aspetta- la guardai curiosa -Fammi vedere quella mano- sorrisi divertita e gliela posizionai davanti alla faccia -Quell’anello è davvero quello che penso?-

-Già, è stato molto romantico e inaspettato-

-Almeno ogni tanto fa qualche sorpresa che non finisce nel dramma puro-

Risi e le strinsi la spalla -Bhe, te l’avevo detto che magari un giorno mi sarei sposata… anche se non ci credevo veramente neanche io a quelle parole…-

Abbozzò un sorriso -Quello stupido scherzo di Varric… e io che ci sono cascata in pieno! Oh… sapevo che anche se erano passati due anni pensavi ancora a lui…-

-Almeno tu hai creduto che riuscissi ad andare avanti, deve aver portato fortuna- mi alzai e la lasciai riposare.

Ritrovai Dorian e Solas che parlavano. -Come sta?- mi chiese il mio amico

-Bene, Solas mi ha detto che fa schifo-

Ridacchiò -Ma funziona-

-Il prigioniero?- domandai

-Vivo e non fa altro che dire insulti in Qunlat- disse Dorian

-Ci penserà Leliana, sfoggerà tutto il suo vocabolario, non temere- risposi -Stai bene? Dopotutto hai preso una bella botta da quel che ha detto Cassandra-

-Niente di grave, ero un po’ stordito, ma ho visto Cassandra cadere e li ho respinti il più possibile fino a trascinarla in camera sigillando la porta. A proposito come hai fatto? Comunque quando ho visto che era viva, anche se non riprendeva conoscenza, è stato un sollievo-

-E mi stavi dicendo che cercavano lei?- mi indicò e si rivolse a Solas

-Probabile, stiamo per sventare una nuova guerra, ma non siamo ancora sicuri che siano coinvolti i Qunari… anche se dopo questo, ho pochi dubbi-

-Lo scopriremo presto… Va bene, è tardi, vi devo lasciare. Questa avventura mi ha mandato all’aria gli impegni che avevo per oggi… farò cercare il mago, non ne è uscito illeso neanche lui. Ci vediamo domani- si stava allontanando, ma si voltò sorridendo -Oh, mi stavo dimenticando, congratulazioni! Vedi di non fare altri scherzi Solas, eh?-

Guardai Solas che abbozzava un sorriso -Capito? Non fare scherzi- ripetei divertita

Ridacchiò -Fame?- domandò

-Sì, prepariamo qualcosa-

Avevo portato la cena a Cassandra e ora ero seduta sul divano, mi si mise di fianco Solas, passò un braccio intorno alla mia vita tirandomi a sé, mi strinsi volentieri contro di lui. -Ci riproveranno?-

-Probabile-

-Ma come ha detto Cassandra diventeranno delle statue d’arredamento-

-Ha detto così?- domandò incredulo

-Già-

-L’influenza di Varric si fa sentire-

Sorrisi -Non dirglielo, se no te la fa pagare, l’ultima volta ho rischiato di farmi un bel po’ di strada a piedi-

-Sia mai, non voglio essere giustiziato da Cassandra- rispose divertito. Gli posai una mano sul petto accarezzandolo -Lo hanno abbandonato… non mi pare un comportamento normale, che qualcun altro li abbia interrotti?-

-Elfi che parlano in Qunlat… - mormorò pensieroso

-Che non prendano ordini dai Qunari? Tal-Vashoth?-

Alzò un sopracciglio, guardandomi poi perplesso e sospirando -Basta per stasera, è inutile pensarci, ci mancano troppi elementi per arrivare a una risposta sensata-

Rimanendo in silenzio continuai con le mie carezze fino a fermarmi sul fianco compromesso -Fa male?-

-No, amore mio-

-Sicuro? Se no posso…- si fece scivolare più in basso e mi sfiorò le labbra con le sue zittendomi. Notai che era eccitato, mi scostai e mi sedetti sopra di lui a cavalcioni, gli posai le mani sulle spalle, avvicinai il viso al suo fissandolo in quelle iridi grigie che mi facevano impazzire. Mise le mani sui miei fianchi, sorrisi -Non mi sembri molto stanco-

-Dici? Possiamo rimediare-

Ridacchiai, lo baciai affondando in lui con la lingua, riprendemmo fiato -Devi rimediare assolutamente- mormorai. La sua bocca sul collo mi assaporava lentamente, scese di più fin dove gli permetteva l’abito, finché non ne slacciò i bottoni. Le labbra sul seno, gemetti. Con decisione premette con forza il mio bacino contro al suo facendomi sentire il suo desiderio.

Con un movimento veloce mi stese sul divano, sovrastandomi, mi studiò famelico. Slacciai la cintura che portava in vita, lasciandola a terra. Si tolse la maglia e osservai quel petto che mi faceva aumentare la temperatura corporea, lo accarezzai fino al basso ventre infilando le dita nel bordo dei pantaloni. Fissandolo negli occhi, tirai con forza -Toglili-

Sfilò deciso i miei pantaloni in risposta. Sorrisi divertita, incatenò il suo sguardo al mio -Così bramosa, cuore mio?- sussurrò

Lo tirai verso di me accostandomi al suo orecchio -Quello che ha un buon autocontrollo sei tu, non io- gli afferrai con le labbra il lobo leccandolo -Io ti voglio sempre- aggiunsi maliziosa

-Ma nuvenin, ma’arlath- rispose con voce suadente e con le dita affondò in me. Ebbe una risposta immediata dal mio corpo e prese possesso della mia bocca. Trovò presto il ritmo giusto e non capii più nulla, gemendo contro le sue labbra. Ansimavo e mi guardava rapito sorridendo. Cavolo -Mi fai morire...- sospirai recuperando un briciolo di calma, gli accarezzai il viso tirandolo verso di me, posai la bocca sulla sua.

-Solas…- venni zittita da un altro bacio -Mmm… aspetta… aspetta…- supplicai, non riuscivo a ragionare. La sua mano dal basso ventre risalì coccolandomi, fremetti a quelle carezze. La fermai bloccandola tra le mie. -Venavis vhenan…-  mi guardò curioso, sorrisi -Andiamo in camera, non vorrei che Cassandra venga di qua-

Si alzò e stava per sollevarmi, ma lo bloccai, non volevo che la ferita sul fianco si riaprisse. -Non accetto un rifiuto- e continuò -Ma…- mi lamentai -Resisterà, l’altro giorno ho aiutato a rialzarsi una recluta che mi è quasi venuta addosso a causa del colpo del compagno. Si stavano allenando- mi arresi di nuovo inspirando profondamente, passai le braccia attorno al suo collo sorreggendomi e appoggiandomi a lui -E mi piace prenderti in braccio, oltre che non mi sembra il caso di rendere partecipe la Cercatrice- ridacchiai.





Saarebas: come chiamano i propri maghi i Qunari, che significa "una cosa pericolosa" in Qunlat

Ataash Qunari!: gloria ai Qunari!

Anaan esaam Qun!: vittoria al Qun!

Ashkost kata: stai cercando la morte

Tal-Vashoth: sono Qunari che abbandonano il Qun. Non è specifico per la razza, quindi anche gli ex nani Qunari, gli umani e gli elfi possono diventarlo

Ma nuvenin, ma’arlath: come desideri, amore mio

Venavis vhenan: fermati cuore mio




Piaciuto il capitolo? Scusatemi ci ho messo più del solito, ma non mi convinceva mai abbastanza(neanche adesso del tutto a dir la verità XD) oltre che ho avuto poco tempo in questo periodo. Fatemi sapere che ne pensate, chissà chi ha attaccato Dorian e Cassandra?

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 35

Al mattino mi avviai in sala da pranzo per la colazione, trovai Cassandra che senza una parola indicò gli abiti della sera precedente abbandonati per terra, ora su una sedia. Ridacchiai -Ops…-

-Ma non si controllava fin troppo?- rispose divertita

-Infatti, se no non avresti trovato solo i vestiti Cassandra- replicai. Sorrise, negando sconsolata con la testa

-Come stai?- la vedevo decisamente meglio rispetto al giorno precedente

-Come nuova, tutto normale-

Un movimento alla finestra attirò la mia attenzione, mi avvicinai per controllare guardando fuori, notai su un ramo dell’albero poco distante un corvo nero particolarmente grosso -Bene, con i Cercatori come sta andando?- domandai curiosa. Il volatile inclinò la testa, un suo occhio giallo mi puntò. Mi stava fissando? Ad un tratto arruffò le penne iniziando a pulirle con il becco fortemente scheggiato da un lato.

-Tutto sommato bene, vorrei chiedere a Solas cosa ne pensa per poter guarire la Calma. Ma dimmi, hai intenzione davvero di rimetterti in gioco? Pensavo ne avessi abbastanza-

Distolsi lo sguardo dall’animale e mi sedetti di fronte a Cassandra, sospirai -Ne ho fin sopra i capelli, ma è una buona opportunità-

Mi osservava attenta -Vuoi far ritornare ufficialmente l’Inquisizione?-

Sorrisi -No, lo farei solo se strettamente necessario-

-Tipo varie calamità provocate dalla caduta del Velo?-

Assentii con un gesto del viso -Eh, questo è un ottimo esempio-

-Qual è il prezzo che vuoi far pagare?- domandò

-Non sono più solo l’Inquisitore, Cassandra, e quello che mi è successo tempo fa è stato determinante, si sono aggiunte altre responsabilità-

-Vuoi dire che essendo Mythal hai dei nuovi doveri?-

-Esatto Cercatrice, verso il nostro popolo- si intromise Solas, ci raggiunse sedendosi poi di fianco a me. Sospirò profondamente -Yen, la sua influenza non ti sta facendo bene come speravo, cos’è tutto questo mistero?- il mio lupo la guardò divertito, ridacchiai -Nessun mistero, solo non so se ti piacerà la risposta-

-Posso solo supporre altri guai, quindi?-

Stavo per rispondere, quando la porta si spalancò di colpo. Un campo elettrico si diffuse nella stanza, se avessimo tentato di uscire ci avrebbe ferito. Ne osservai gli effetti, molto veloce e ben fatto, nessun rumore dall’esterno e non percepivo la presenza del mago. Chiunque fosse era bravo, con una quantità di mana non indifferente. Solas e Cassandra si alzarono di scatto, rimasi seduta e mi rivolsi a quest’ultima -Amica mia, non hai la spada, vero? Resta indietro, per favore- Mi guardò in viso attenta e sorrise -Cosa mi preoccupo a fare? Non penso che Dorian gradirà la distruzione anche di questo edificio però…-

-Staremo attenti, vero vhenan?- domandai. Mi passò una mano sulle spalle rassicurante e invitandomi a seguirlo. Mi alzai, entrò infine un individuo con una mantella nera, incappucciato, teneva nella mano destra un bastone.

-Tu!! Brutto bastardo!- urlò Cassandra contro al nuovo arrivato. Doveva essere il mago che aveva fatto volare Dorian contro la finestra. Neanche la fatica di cercarlo, è venuto lui da noi, deve avere molta fiducia in sé stesso. Rimase impassibile e la ignorò, posò lo sguardo su di noi studiandoci attentamente. Fissò le mie mani. Perché? La bocca si esibì in una smorfia. Prima che facesse altro, Solas si spostò verso di lui sicuro, l’altro creò un sigillo elettrico tra di loro. Solas continuò ad avanzare, un passo deciso sul sigillo che si disintegrò. Velocemente mosse una mano, delle stalattiti di ghiaccio irruppero dal pavimento e lo imprigionarono. In riposta l’avversario le spezzò con un movimento del bastone -Cosa sarebbe questo?- domandò sprezzante. Il mio lupo abbozzò un sorriso, li guardavo attenta, perché sorrideva? Gli occhi si illuminarono e con un altro movimento della mano venne schiantato contro al muro. Reagì prontamente con una barriera attutendo il colpo. -Rosso… interessante bastardo, hai creato un bel casino e ora sei qua tranquillo. Speravo davvero che Dirthamen un giorno ti prendesse a calci, ma ti ha sempre trattato come se fossi suo fratello- ridacchiò -Non che non ci abbia azzeccato, è stato un bell’inganno, peccato le conseguenze- Annullò il campo elettrico, si tolse il cappuccio, rivelando delle orecchie a punta, dei capelli castani tenuti in una coda e delle iride ambrate. Sul labbro una brutta cicatrice frastagliata che si estendeva in parte fino alla guancia, doveva essere stata inferta molti anni prima da quanto era sbiadita. Mi dava l’impressione che fosse più vecchio di Solas. Al mio lupo avrei dato massimo trent’anni dall’aspetto, al nuovo arrivato una quarantina.

-Ora ti metti ad attaccare la gente Banal'ras?- domandò Solas ancorando le mani dietro la schiena

-Gente? Questi esseri? Tutto è caduto in rovina. Non riconosco questi elfi come miei simili. Forse avresti dovuto lasciar fare agli Evanuris, almeno avrebbero spazzato via gli sh’amlen, hanno fatto qualche progresso, ma continuano a nascere e morire come gli insetti-

-Avrebbero ucciso anche buona parte di noi- rispose freddo

Abbozzò un sorriso di scherno -Parli tu, che non sembri avere subito conseguenze. Oh perdono, i capelli, non ti ho riconosciuto subito, ma il naso ha rievocato ricordi piacevoli, la ragazza ti aveva dato un bel colpo- lanciò uno sguardo fugace a Cassandra -Tutto quello che eravamo è regredito in modo spaventoso, non accettavo che gli Evanuris schiavizzassero la loro stessa gente, ma arrivare a farsi sottomettere dagli umani e da quegli esperimenti che si fanno chiamare Qunari… forse era meglio se restavo in Uthenera- guardò disgustato il bastone che aveva in mano -Ridotto ad usare uno di questi… te lo spaccherei in testa- aggiunse con rabbia

-Hai finito? Spiegati- replicò calmo

-Non è stato divertente ritrovarsi quasi senza poteri in mezzo a quegli esperimenti, che ora hanno una terra tutta loro? Un sistema di governo interessante, deve essere il sangue di drago. Avrebbero dovuto eliminarli-

Mi avvicinai al mio lupo e lo osservai attentamente, se avevo capito giusto doveva essere un elfo dell’Antico Popolo. Ricambiò la mia curiosità e poi posò lo sguardo su Solas -Ti diverti vedo… te la spassi?- provocò -Ti trovo bene, rilassato, assomiglia ad Andruil, i tuoi gusti non sono cambiati… ma intendi fare qualcosa? Dov’è l’Ancora?-

-Dov’eri in Uthenera?- chiese ignorandolo completamente. Banal'ras si passò una mano fra i capelli e sbuffò -Ha importanza? Se ne aveva, non più ora. Quegli esseri stanno distruggendo tutto. Nessun altro si è risvegliato oltre a me, anche se la riserva di Lyrium a tale scopo era intatta- rispose abbattuto. Riserva?

-E tu?- domandò Solas

-Potrei farti la stessa domanda. Deve essere stata una delle scosse causate dall’esplosioni. A quanto pare non era ancora il mio momento neanche questa volta- passava lo sguardo studiandoci, soprattutto la Cercatrice che di rimando, più che uno sguardo minaccioso, lo avrebbe preso volentieri a pugni.

-Il nostro Dio dei Segreti ne sarebbe contento- abbozzò un sorriso

-Preferirei che ci fosse lui qui ora-

-Dirthamen ha fatto in modo che noi potessimo essere qui. Le sue regole valevano anche per lui. L’elfo?-

-Una mente debole. Limata e malleata in più punti, senza magia, ma altrettanto in modo preciso. Anche con i miei poteri al minimo, è bastato poco per controllarlo- spiegò -Invece tu devi essere disperato se hai iniziato a prendere quella roba-

Mi bloccai registrando l’informazione e voltandomi sconcertata verso Solas. Di cosa stava parlando? Il mio lupo non rispose e continuò a fissare Banal'ras.

-Dalla tua e sua espressione non le hai detto tutto… dimenticavo che ti piace svelare le carte poco alla volta… lascerò la spiegazione a te, sempre se ne valga la pena o è uno dei tuoi soliti svaghi?-

A quelle parole le iridi del mio lupo brillarono di rosso rubino e una linea di sangue comparve sulla guancia dell’elfo, nel muro alle sue spalle nacque una crepa con un forte rumore. Banal'ras rimase immobile, sorpreso per la reazione nei miei confronti, e prese a fissarmi attentamente. Io posai una mano sul braccio di Solas per calmarlo. Chiuse un attimo gli occhi per poi riaprirli più tranquillo, ma vedevo quello che stava provando tenuto a bada sotto quel grigio che aveva preso il colore delle nubi cariche di pioggia e pronte a scatenare una tempesta. Girò il viso verso di me -Ir abelas, vhenan-

-Piuttosto che recuperare l’Ancora, hai preferito fare il sentimentale- rimbeccò di nuovo per nulla impressionato o spaventato. Ignorando quella provocazione cercai la mano del mio lupo stringendola -Tel abelas, ma’arlath- non capivo a cosa si era riferito prima l’ospite che iniziava ad essere ancora più sgradito con “quella roba”, ma sicuramente non ne avrei discusso con Solas davanti a lui.

-Ma che bella coppietta… hai ripreso a fare il Guardiano Arcano?- mi osservò accuratamente -Uno spirito interessante… simile al tuo, ma su tutt’altro livello- abbozzò un sorriso -Sei nato schiavo e rimarrai tale anche senza Vallaslin-

Solas rimase impassibile e indifferente a quella provocazione, ma non io. Ora basta! Mossi una mano. Un lampo gli passò nelle iridi, ma ero stata più veloce. Lo schiantai contro al muro, bloccandolo senza possibilità di scampo. Mi avvicinai e aprii il palmo di fronte al suo viso, rivelai i marchi di cui percepivo la presenza da quando era entrato nella stanza, nascosti, ora brillavano intensamente, ma non erano i miei, i motivi erano differenti. Udii dei sussurri risvegliarsi a causa del mio intervento, bisbigliavano parole in elfico ad entrambi -Qui l’unico schiavo che vedo sei tu. Ascolta i sussurri ti diranno chi sono- risposi fredda. Mi fissò con sfida negli occhi -Che arroganza, per un nuovo Dio-

-Non chiamarmi così, non userò i marchi, non ne vale la pena. Per quel che mi riguarda ho solo due regole. Primo, lo posso insultare solo io. Secondo, lo posso toccare solo io. Sempre se non vuoi avere il piacere di fare un giro fuori dalla finestra, per quello che hai combinato l’altra sera- ringhiai, ne avevo abbastanza di quell’individuo.

Ridacchiò -Da’len perché vedo in te, varie caratteristiche di chi si era proclamato come Dio?-

Se mi avessero lanciato una secchiata di acqua fredda all’improvviso, sarebbe stato meno scioccante. Come fa a…?

-L’aspetto di Andruil, l’amore e la vendetta di Mythal, la furia di Elgar’nan…- mi osservò di nuovo -E perché no? Dirthamen ne sarebbe lusingato, la sua falsità, basata su segreti e mezze verità, ma estremamente sincero su chi riusciva a conquistare la sua fiducia e la sua curiosità. Una qualità fondamentale per un’assassina-

Lo lasciai andare, scossa. No… come poteva… Una mano sulla spalla mi destò da quelle rivelazioni. Voltai il viso, Solas era al mio fianco e fissava Banal'ras -Quello che ha detto lei, vale anche per me, quindi starei attento a non finire di sotto-

Abbozzò un sorriso -Un evento straordinario, qualcuna è riuscita a mettere la museruola al Temibile Lupo… Mythal ne sarebbe stata estasiata-

Strinsi un pugno e mi mossi in avanti, era irritante! Venni trattenuta da Solas. -Cassandra, potresti accompagnare Yen in camera? Avrei delle cose da discutere con questo elfo- proferì serio.

Lo fissai interrogativa -Dopo ne parleremo, vhenan- mi rassicurò. Accettai quella sua decisione e riguardai male quell’ospite scomodo. Notai che i Vallaslin che avevo reso visibili si stavano affievolendo di nuovo, fino a scomparire. Mi avviai verso la camera, seguita da Cassandra che si chiuse la porta alle spalle. -Chi diavolo è? Cosa vi siete detti? Pensavo lo avreste ucciso- chiese decisa venendomi vicino -Stai bene?- domandò con tono preoccupato.

Sospirai per calmarmi e mi affacciai alla finestra -Sto bene. Non so chi sia esattamente… è un elfo antico come Solas e si conoscono… si chiama Banal'ras- Avevamo parlato in elfico per tutto il tempo e la Cercatrice si era giustamente limitata a stare attenta, non capendo una parola. Assomiglio agli Evanuris così tanto? Voglio che resti tra me e Solas questa verità… nessun’altro deve venirne a conoscenza, per la loro sicurezza, ma anche per la mia. Passai da parte a Cassandra che mi guardò dubbiosa, mi accostai alla porta socchiudendola. Rimasi in ascolto. Quell’elfo era irritante, ma aveva destato la mia curiosità su quell’impero scomparso da cui provenivo anche io.

-Banal'ras ti fai sempre voler bene, questo tuo modo di fare non cambierà mai-

-Lethallin vedo che infine tutti questi secoli, con conseguente disastro, sono serviti a qualcosa. Hai trovato una donna, alquanto giovane, che tiene veramente a te… le altre non si sarebbero mai scomodate-

Aveva fatto apposta? Rimasi basita. Era una prova!?

-Anche tu a farmi la ramanzina? Ci ha già pensato Mythal…- il tono di voce era seccato

Ridacchiò -Vedo come ti guarda da’len, è l’unica che abbia mai visto reagire in quel modo per te. Per un attimo mi è sembrato di avere di nuovo davanti Mythal, quando anche lei mi aveva minacciato però di rispedirmi da Dirthamen a pezzi-

-Ti diverti in un modo tutto tuo e sempre pericoloso-

-E tu vedo che hai fatto il grande passo… dovrei a Mythal i miei servizi come concordato-

-Avevate scommesso?- domandò risentito

-Già, lei diceva che avresti trovato prima o poi qualcuno. Io no, con il carattere che ti ritrovi. Ma tant’è… anche le spie di Dirthamen sbagliano-

-Puoi comunque pagare, anche se non è la Mythal con cui hai fatto la scommessa, sarebbe corretto, non trovi?-

-Perché no? Ma deciderò quando l’avrò inquadrata meglio, se permetti-

-Che abbia la mia completa ed eterna fiducia non basta?-

-Tu sei un lupacchiotto innamorato, da quel che ho visto uccideresti per lei senza alcuna esitazione. Il tuo giudizio è in parte offuscato, lascia che mi faccia il mio- si passò la mano sulla guancia guarendo il taglio e lanciando un’occhiata al muro alle sue spalle -Questi tuoi scatti d’ira li riconduco alla tua compagna, mi pare che ci avevamo lavorato e li avevamo risolti parecchio tempo fa. O è anche il Lyrium rosso a contribuire? Quella roba ti ucciderà-

Istintivamente vidi Solas portarsi la mano al fianco compromesso e alzare la maglia mostrandogli la ferita violacea -Non per mia scelta-

-Capisco, ma lo sai che se lo contrasti ti ucciderà e se l’accoglierai guadagnerai invece tempo anche se ne diventerai dipendente-

Negò con la testa stizzito -Non intendo farne uso! Preferisco morire che impazzire rischiando di fare del male a mia moglie- risistemò la maglia al suo posto -Lo estirperei io stesso da questo mondo se potessi. Ma i bastardi ne avevano infettato un intero Titano! Quella magia del sangue, qualunque fosse è stata liberata da Arlathan! Ha infettato umani, elfi, nani… elimina lo spirito e corrompe il corpo- spiegò

-Per questo ora la Città è nera… sono riusciti a sfuggire al Velo?-

-Non parliamo di questo ora… dovrai riposare e ho un'altra discussione da affrontare-

Sorrise divertito -Non chiamarmi se muori- scherzò

Ah ah ah… mi prudevano le mani. Mi aveva mentito e omesso di nuovo delle informazioni. Ma non potevo mica picchiarlo ogni volta… o potevo? Sospirai cercando di scrollarmi di dosso il nervosismo che mi era venuto. -Quindi?- domandò la mia amica. La guardai -Quindi rimarrà qui e ho delle cose da chiarire con il mio mago, sempre se non lo uccido prima…-

-Cosa ha combinato questa volta?-

Abbozzai un sorriso per quel tono sconcertato e seccato allo stesso tempo -Il solito, ma ti spiegherò tutto quando ne saprò di più anche io-

La porta si aprì e mi ritrovai davanti Solas con la faccia colpevole -Sarà meglio che vada- disse Cassandra -Banal'ras si scusa per l’altra sera e per poco fa-

-Tsè… si scusa? Gliele do io le scuse! Con un bel pugno in faccia!- esclamò

-Apprezzerà senz’altro, ma starei attenta-

Sbuffò seccata e uscì dalla stanza a passo deciso. Posai lo sguardo su Solas che stava chiudendo la porta alle sue spalle e mi allontanai da lui accostandomi alla finestra -Quando? Quando me l’avresti detto? O non avevi intenzione di farlo?-

Udii i suoi passi avvicinarsi -Te lo avrei detto, ma non volevo limitare le tue ricerche informandoti che non era mai stato trovato un rimedio. La speranza è fondamentale, per te, ma anche per me. Non sappiamo che magia del sangue sia, non siamo mai riusciti a metterci le mani sopra, il tutto veniva custodito ad Arlathan. Chi si era avvicinato tanto era sempre stato eliminato-

-Perché? Perché creare una cosa così mostruosa?- mi girai verso di lui fissandolo in collera. Sospirò e si fece ancora più vicino -Perché ai nostri livelli di magia il Lyrium blu non è sufficiente. Prova a combattere per giorni e una fiaschetta di normale Lyrium non serve a nulla. Hanno corrotto il sangue di un Titano perché diventasse proporzionato alla loro e nostra potenza, creandone una fonte continua. Ha però l’effetto collaterale di portare alla pazzia e a uccidere anche un immortale se lo si contrasta- spiegò calmo e serio -Conosco il male che può fare, ma come estirparlo… non volevo toglierti alcuna speranza, perché come mi hai detto, se c’è qualcuno che può trovare una cura, sei tu-

Incrociai le braccia al petto -Sei sempre il solito…- borbottai. Posò le mani sulle mie spalle -Perché gli hai chiesto dove era in Uthenera?- mi stavo rendendo conto che sapevo ancora pochissimo del suo mondo e forse anche di lui -Il sonno eterno viene svolto principalmente nelle Vie Profonde, in determinate zone con grandi quantità di Lyrium. Il mana deve restare entro certi livelli, se no si muore. Alcune tombe come la mia o la tua sono state fatte eccezionalmente in superfice, solo i nobili si potevano permettere un trattamento speciale. Richiedeva più lavoro una sistemazione del genere- le mani scivolarono fino alla vita tirandomi verso di lui -E gliel’ho chiesto perché poco alla volta sto cercando e risvegliando quanti più antichi elfi possibili e i prole oscura non facilitano le cose, oltre ai Qunari…- spostai le mani con i palmi sul suo petto stringendogli la maglia -Gli Evanuris?-

-Se hanno usato il Flagello per tentare di uscire dalla trappola in cui li avevo costretti… non lo so ancora- gli tirai uno schiaffo sul petto -Sempre a nascondermi le cose! Stupido! E scommetto che ci sarà sempre qualcosa che non mi dirai!- esclamai infuriata -Magari per proteggermi o… fenedhis! Mi farai morire di preoccupazione!- mi abbracciò del tutto stringendomi contro di lui. Sospirai profondamente, e io sono un’idiota! Sono arrabbiata e cosa vado a pensare? Che ha delle bellissime spalle larghe! L’ho sempre pensato! E mi viene in mente ora!? Devo avere qualche rotella fuori posto! Inspirai il suo profumo strofinando il naso contro la sua maglia. Come può farmi sempre questo effetto? La collera e il nervosismo stavano scemando. -Banal'ras non la passerà liscia… ci ha provocato apposta, anche se l’ha fatto per capire in che rapporti siamo- Ridacchiò sommessamente -Cosa ridi? Ti picchierei! Tanto il tuo amico non viene a salvarti!- premette la bocca sulla mia fronte, mi mostrò un sorrisetto e il divertimento che stava provando balenò nelle mie amate iride grigie -Ma serennas, vhenan-

-Di cosa?- domandai curiosa -Che mi hai difeso, che mi ami così tanto-

Distesi le labbra in un sorriso -Non lo hai fatto anche tu per me?- un bacio fugace -Quindi chi è quel farabutto?- domandai

Rise -Il Capo spia di Dirthamen, un ottimo insegnante-

-Ti ha chiamato “lethallin” e “da’len”-

-Ho avuto modo di imparare molto da lui, mi ha fatto da mentore, ed è più vecchio di me, di parecchio-

Restai appoggiata a lui e mi venne in mente la cosa che mi aveva messo in allarme più di tutto -Come ha fatto… quelle affermazioni…- risposi nervosa

Affondò il viso tra i miei capelli -È bravo con gli spiriti quanto me ed è molto veloce a capire chi ha davanti, ha fatto solo dei paragoni, non sa nulla e non sarò certo io a dirglielo se non vuoi-

-Bene, preferirei che rimanga tra noi- mi accarezzava la schiena fino a scendere afferrandomi il sedere. Non dissi nulla, ma doveva essere proprio un vizio e poi a chi volevo darla a bere? A me stessa? Mi faceva piacere -La tua reazione però non gli è passata inosservata- sospirai -Quindi mi devo aspettare una sorta di esame?-

-Può darsi… lo hai indubbiamente incuriosito e ha approvato la tua protezione nei miei confronti-

-Ho sentito…- risposi semplicemente, ma non era convinto, posò una mano sulla mia guancia -Quello che ha detto sulle altre… hai qualche domanda?-

Chiusi gli occhi a quel tocco caldo. Domande… che domande avrei mai potuto avere? -No, non ne ho e non mi importa. Io non esistevo e tu non eri lo stesso uomo che ho davanti in questo momento. Ora sei perfetto per me, anche se ho ancora voglia di picchiarti- cosa avrei dovuto dire? Era la verità e anche con tutti i problemi che avevamo passato, è stato il primo e sarà sempre il solo per me. Sorrise e si chinò catturandomi la bocca -Esistevi prima di quanto avrei mai potuto immaginare- di rimando gli pizzicai il labbro inferiore -Ahi... sei aggressiva?- replicò sorpreso per il mio gesto -No, arrabbiata e dovrai farti perdonare, non accetto un semplice bacio. Sento che c’è qualcosa che non mi dici, ma non insisto. Aspetterò-

Restò a studiarmi, pensava -Dici che ti tengo nascosto qualcosa? Mi leggi nel pensiero?- rispose divertito -Come siamo sospettose…- sussurrò e si stava chinando per baciarmi, ma ad un respiro dalle mie labbra si fermò e sorrise -Meglio di no… sei in vena di mordermi-

-Che intuito- replicai fissandolo negli occhi decisa -Quindi lupacchiotto innamorato, sarei una donna “alquanto giovane”?-

Mi guardò dolcemente -Per Banal'ras sei una bambina- proferì divertito

-Ai vostri tempi era inusuale avere una tale differenza di età?-

-Abbastanza, difficilmente chi era giovane come te, guardava un vecchio come me. Sai generazioni diverse, pensieri diversi, interessi differenti… capitava, ma non spesso, era raro-

-Bhe, vediamo, mi hanno messo nell’Uthenera che avevo solo due anni. Più o meno era il periodo quando hai creato il Velo… mmm… diciamo che dovrei avere più di venticinque anni, ma non saranno mai tanti quanto i vostri-

Ridacchiò -Spiacente gli anni a dormire non si contano-

-Oh, ma come?- replicai sconsolata -Fretta di invecchiare?- provocò

-No, ma mi sento davvero piccola così…- brontolai

Rise -Hai sempre dimostrato una saggezza superiore alla mia. Con le decisioni che hai dovuto prendere in passato mi sentivo in sintonia con te, a parte quella di bere dal Vir’Abelasan… ma dimostri un’età differente- già, si era particolarmente arrabbiato, ma vedere anche quel lato di lui non mi era dispiaciuto. Abbozzai un sorriso triste -Merito di questo sangue probabilmente…-

Mi prese il mento tra le dita e si mise ad un palmo dal mio viso fissandomi severo -Non dirlo mai più. È merito tuo e basta- distolsi lo sguardo dal suo -Guardami- sospirai e incatenai le nostre iridi -Dillo, è merito mio- sorrisi, ma non stetti al gioco -Cioè è merito tuo? Ah bhe, in effetti, se contiamo tutto il casino che hai fatto…- mi zittì catturandomi la bocca -Dillo- sussurrò contro le mie labbra, in risposta lo baciai di nuovo -…Certo… hai fatto un bel casino e…- ancora la sua bocca sulla mia. Oh diavolo, mi stava venendo da ridere, ma approfondii il bacio. Ci staccammo senza fiato e appoggiò la sua fronte alla mia -Ripeti, vhenan…-

Non ti arrendi eh? -È merito mio, contento?- lo vidi distendere le labbra in un sorriso e l’impulso di baciarlo ancora si vece vivo. Stetti ferma, non potevo cedere subito, era bravo a farmi arrabbiare e altrettanto a farsi perdonare. Gli posai una mano sul petto allontanandolo da me, ma non lasciandomi minimamente andare indietreggiò portandomi con lui -Il tuo amico non si starà domandando dove sei finito?-

-Cassandra lo intratterrà. Penserà che me la stia spassando, l’hai sentito prima- sospirai spazientita -Ho sentito che vuole volare fuori dalla finestra-

-Penso… che non sarebbe un problema. Lo fa da millenni ormai, accompagnato o meno- gli rivolsi un’espressione confusa -È un mutaforma-

Un… la cicatrice… vuoi vedere che…? -Quel…! Era fuori dalla finestra! Il corvo!-

Ridacchiò e fece un cenno di assenso con il capo.





Banal'ras:  ombra



Rieccomi qua! Un bel po' di rivelazioni da parte del nostro Solas che come al solito omette informazioni XD Come vi sembra Banal'ras? Vi piace come nuovo personaggio? La questione del Lyrium rosso mi ha messa un po' in difficoltà e trovo che questa soluzione potrebbe essere plausibile. Mi piace molto che sia una creazione intenzionale e non accidentale, come invece secondo me sono i Prole Oscura a causa dei Magister che ne sono stati infettati loro stessi. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 36

Seduta sulla poltrona di fronte al camino, leggevo il libro e i vari fogli strappati che Solas aveva recuperato dalla biblioteca imperiale. Alla fine erano le informazioni che aveva omesso, nulla di più e nulla di meno. Sbuffai e mi accasciai contro lo schienale, rimasi a fissare per qualche minuto le fiamme che si sprigionavano intense dal focolare, quando percepii uno sguardo. Rivolsi l’attenzione a Banal’ras che mi fissava con un lieve sorriso. Erano stati giorni un po’ frenetici, Cassandra e Dorian lo tenevano d’occhio, sfoggiando sguardi truci quando erano nella stessa stanza. Lui manteneva una maschera d’indifferenza e non prestava loro attenzione, se non strettamente necessario. Parlava quasi solo con Solas e sfoggiava senza esitazione la curiosità che aveva nei miei confronti, e anche se facevo finta di nulla, sapevo che il mio lupo parlava con lui nella Dissolvenza. Informazioni di cui non voleva mettermi al corrente. Mi dava fastidio? Indubbiamente, era come se in qualche modo lo allontanasse da me. Avrei sempre avuto fiducia in Solas, lo sapevo, ma Banal’ras aveva risvegliato quella parte di lui che odiavo e amavo allo stesso tempo. Ormai lo conoscevo abbastanza bene da capire quando mi mentiva o non diceva le cose come stavano. Non mi piaceva questa situazione, ma l’avevo messa in conto da quando avevo scoperto che era Fen’harel, non avrei mai preteso che cambiasse, se no non mi sarei neanche innamorata di lui. L’unica conclusione a cui ero arrivata, è che stava per fare qualche pazzia delle sue e quando avrei scoperto il tutto sarebbe stato tardi.

-Vi vedo scettica- affermò il Capo spia di Dirthamen

-E io invadente- replicai fissando quelle iride ambrate. Il sorriso si allargò -Non si vede tutti i giorni la donna che ha fatto impazzire il Temibile Lupo-

Sospirai, ancora con questa storia? Si divertiva a punzecchiare entrambi, ma io ero il suo passatempo preferito. -Non penso sia questo che vi sorprenda e lo sappiamo entrambi-

-Devo ammettere che siete una delle elfe più belle che mi sia capitato di conoscere e che abbiano accompagnato Solas, ma non mi sarei mai aspettato che sarebbe arrivato a sposarsi, con qualcuno poi che non fa parte neanche dell’Antico Popolo-

-Conosco i difetti di Solas e li amo come anche i suoi pregi-

-Li amate o li sopportate? O il sesso concilia il tutto?-

Sbattei le palpebre più volte, ma a che gioco stavamo giocando? -È amore. Se volessi solo del sesso potrei farlo con chiunque per ottenere qualche momento di estasi. Ma per quel che mi riguarda l’attrazione fisica è secondaria anche se non guasta. Mi piace ed eccita il suo spirito sempre così pericolosamente vicino a un demone dell’orgoglio-

-Mmm… deduco che vi piaccia stare sotto… è sempre stato un dominatore- perché stavamo parlando di ciò? -Adoro fidarmi ciecamente di lui-

-Anche se questo porta alla sofferenza?- ribatté immediatamente, studiandomi.

Dove voleva andare a parare? -Mi state chiedendo che se facesse qualcosa senza dirmelo, di tale proporzione catastrofica come suo solito, se lo perdonerei ancora? Dovete darmi più dettagli delle vostre discussione notturne per questo- conclusi con fare innocente.

Ridacchiò -Solas ve ne ha parlato?-

-No, ma penso di conoscerlo un po’ e ho imparato a notare i cambiamenti nel suo modo di fare da quando siete qui. Mi piacerebbe che si confidasse con me, ma si vede che vuole rimanere colui che caccia da solo…- risposi rassegnata e con una vena triste nella voce che non sfuggì all’elfo che sorrise -Cambiare le abitudini di millenni non è facile, ma posso sicuramente dire che siete l’unica, non solo come donna, ma come persona e spirito, a cui si sia mai appoggiato così intimamente- per la prima volta si stava comportando in modo gentile, non sapevo che rispondere -Da un lato lo conoscete meglio voi, di quanto abbia mai fatto io in millenni- abbozzai un sorriso -Ma questo lo porta anche ad avere dei riguardi verso di voi che non avrà mai con nessun altro. Vi possono non piacere, ma farà di tutto per tenervi al sicuro, anche da lui-

Ero basita, non mi aspettavo quel tipo di sostegno da lui -Ma serennas…- chinò leggermente il capo -Dovere, posso dire che è sempre stato incasinato e influenza anche gli altri, intelligente, ma incasinato-

Risi -Lo amo proprio per questo- in risposta fece un lieve sorriso che rese la cicatrice più evidente, notando il mio sguardo se la indicò -Questa è un regalo-

Un tocco caldo passò sulla mano che tenevo sul bracciolo della poltrona e venni tirata in piedi. Il libro e i fogli caddero sparsi in terra. Solas posando l’altra mano sulla vita e mettendosi agilmente alle mie spalle si sedette tirandomi giù con lui. Scioccata per quell’entrata in scena così veloce lo fissai interrogativa, lui si limitò a guardare Banal’ras in un tacito scambio d’intesa. -Ti viene istintivo? Mythal il vostro lupacchiotto sta marcando il territorio- ridacchiò per poi alzarsi e andarsene. Girai il viso verso Solas che chinò la testa e appoggiò la fronte sulla mia spalla -Perdonami-

-No, a qualunque cosa si riferiva il tuo amico, è meglio che tenga da parte tutto il perdono che ho a disposizione, oltre alla mia pazienza e fiducia per non ucciderti davvero quando sarà il momento- si limitò a sorridere, tirarmi meglio contro di lui e ad accarezzarmi un fianco. Alzai una mano posandogliela sul viso -Vuoi tirare giù il Velo?- domandai, rimase in silenzio per un po’ e infine rispose -No, non ancora, non è il momento-

-E non mi vuoi dire nulla perché...- alzò il viso e mi fissò con profondo affetto -Ti fermerei- affermai. Abbassai lo sguardo, mi sta chiedendo una fiducia illimitata, sono in grado di dargliela?

-So che...- mormorò, ma gli coprì la bocca con la mano zittendolo -Hai preso una decisione, non dirmi nulla. Solo… resta vivo, qualunque cosa sia- mi scostai da lui senza guardarlo e mi chinai a prendere il libro e i fogli, posandoli sulla poltrona adiacente.



Passarono alcuni giorni dove un senso di… non lo so… gli sorridevo e lo baciavo solo lievemente. Si era alzata tra di noi una barriera che non avevamo mai affrontato prima. Non avevamo litigato ed era in qualche modo peggio questa situazione.

-Che ti prende?- chiese alla fine Cassandra da parte a me sul divano, avendo notato il mio comportamento

-Cosa?- non so se mi andava di parlarne

-Come cosa? Lo stai evitando! Sembra un cane bastonato che sta aspettando il permesso di avvicinartisi!- esclamò esasperata. Perplessa la guardai per poi lanciare un’occhiata a Solas che stava parlando con Banal’ras sulla poltrona vicino al camino. -Avete litigato?- domandò.

-Io… no, non abbiamo litigato. Solo che sta combinando qualcosa di sicuramente pericoloso e mi ha chiesto di fidarmi di lui. Io mi fido, ma sembra che lui non mi voglia dare fiducia e ho paura- spiegai in qualche modo abbattuta. Mi posò una mano sulla spalla e sospirò -È rimasto il solito bastardo...- borbottò

-Cassandra…- la richiamai, ma aveva ragione e mi dava fastidio comunque però che lo insultasse. Prima che potessimo dire altro venimmo interrotte -Uno spirito della Fede vero? In un corpo umano, molto interessante- prese alla sprovvista fissammo Banal’ras, che guardava rapito la Cercatrice. Lei impreparata a quell’attenzione ci mise un attimo di troppo a rispondere -E allora? Qualche problema?- ringhiò. L’elfo per nulla intimorito fece scivolare lo sguardo su di lei mettendola veramente in difficoltà, la vidi arrossire leggermente -No, no, trovo che sia molto affascinante- impercettibilmente il tono era cambiato, non era solo curiosità. Basita passai lo sguardo da uno all’altro, la mia amica sbuffò disgustata e si alzò ignorandolo. Banal’ras elargì un sorrisetto divertito guardandola allontanarsi, per poi seguirla. Io… a che cosa ho appena assistito!? Mi ripresi da quella strana situazione e rilessi velocemente la lettera che era arrivata quella mattina da Leliana, mi avvisava che tra qualche giorno ci saremmo riviste, infatti dovevo parlare anche con lei delle mie intenzioni. Alzai lo sguardo in cerca del mio lupo, stava bevendo the. Sospirai profondamente e restai ad osservare le facce disgustate di cui faceva sfoggio ad ogni sorso, non potei fare a meno di sorridere. Dopo quelle buffe espressioni ritornava però serio e fissava la tazza assorto. Non avevo mai assaggiato quella bevanda preparata da lui, alzò il viso e mi sorrise, istintivamente rimisi gli occhi sui fogli, ma poi li rialzai vedendo che stava prendendone un lungo sorso, tossì, riguardò il contenuto e ne stava per bere ancora, ma mi alzai velocemente bloccando quel suicidio. Gliela sfilai di mano e me la portai alle labbra, assaporai il liquido caldo e tremendamente amaro, non gli aggiungeva nulla per renderlo bevibile -Dimmi che lo bevi così apposta, se no penso che potresti aggiungere un po’ di zucchero, vhenan- dissi schifata e appoggiai la tazza ormai vuota sul tavolino affianco. Restava a fissarmi con quella faccia da lupacchiotto che mi faceva sciogliere e contro il forte impulso di esaurire le distanze tra noi mi diressi sul balcone, pioveva e nell’aria c’era parecchia umidità. Restai ad ascoltare il rumore della città. Dei passi. -Il restare da sola è cosa rara- proferii

-Ma non più gradevole, se non si ritrovano volti amici- Banal’ras mi si era messo di fianco e guardava di fronte a sé -Da’len ho chiesto di voi a Solas, ma mi ha cordialmente invitato a farmi gli affari miei. Un comportamento non da poco da lui, solo con la precedente Mythal aveva un rispetto simile, ma era chi si era preso cura di lui quando era solo un bambino- Rimasi in silenzio -Mi domando come abbiate conquistato la fiducia di quell’uomo così diffidente e non più intenzionato a trovare qualcuno con cui legarsi, quando l’avevo visto l’ultima volta-

-State insinuando che abbia ingannato il Dio degli Inganni?-

-No, che lo abbiate cambiato più di quanto pensavo si potesse fare…-

Lo interruppi -Non ho cambiato nulla. L’ho posto davanti ad una scelta, non si cambiano le persone, chi lo crede è solo un folle. Non lo cambierei mai, mi piace così com’è, ci siamo adattati a vicenda-

-Allora è stato fortunato-

-Sono io fortunata ad aver trovato lui-

Ridacchiò e lo guardai seccata, che aveva da ridere? -Siete la seconda persona che ho udito dire così su di lui e la prima… diciamo che non ero stato invitato nella conversazione- silenzio -Forse però non vi ha detto tutto…- aggiunse

Sospirai spazientita -A cosa vi riferite?-

-Mythal è la Dea dell’amore, della vendetta e anche della maternità… non a caso ha questa caratteristica che segna un nuovo inizio-

Ridacchiai -Ho voglia di avere figli? Sì, molto, anche Solas, ma non posso sempre assecondare i miei desideri, se no l’altro giorno sareste finito di sotto-

-Non intendevo solo quello. Quando ne avrete, diventerete a tutti gli effetti Mythal, quello che si prova è unico e vi cambierà più di qualunque altra donna-

-Non intendo parlare della mia natura ad un estraneo- risposi fermamente

-Certo che no…-

-Ditemi… ci considerate persone?- non volevo restare oltre su quell’argomento privato

Abbozzò un sorriso -È per quello che ho detto qualche giorno fa?-

-Per quello, e perché non siete il primo elfo antico con cui ho avuto a che fare-

-Solas ha cambiato opinione, non vedo perché non lo possa fare anche io a tempo debito- mi osservò -Mi piace parlare con voi, ora vi lascio alla vostra solitudine-

Assentii con un cenno del viso. Dea della maternità… sospirai profondamente… perché non ci penso già abbastanza da sola, ci mancano anche le interferenze esterne… che stress, sbuffai. Mi appoggiai al muro e restai ad ascoltare la pioggia che cadeva, chiusi gli occhi. Altri passi, restai in ascolto, ma non mi mossi. Una presenza al mio fianco. Un rumore metallico. Delle gocce mi bagnarono il viso, riaprii gli occhi e trovai Solas di fronte a me, le mani una a destra e una a sinistra del mio viso. Sorrideva.

-Che cosa…?- lo osservai ed era fradicio, la testa e le spalle completamente bagnate. Come…? Alzai lo sguardo, la grondaia aveva… ceduto? -Che tempismo vhenan, suppongo sia fredda-

-Abbastanza…- mormorò. L’acqua continuava a colargli addosso, ma non si muoveva. Sospirai e alzai una mano prendendogli un polso, per poi volerlo tirare all’interno per dargli un cambio d’abito. Ma teneva le braccia puntate contro al muro e non era intenzionato a muoversi, incatenai le nostre iridi -Ti ammali così, poi come fai a fare le tue pazzie?-

-Sei ancora arrabbiata- affermò. Abbozzai un sorriso, non me lo aveva neanche chiesto, ne era convinto. -No, vhenan. Sai che non riesco ad avercela con te a lungo- si fece più vicino, così che l’acqua dall’alto gli finisse sulla schiena -Vhenan! Ti ammali così!-

Negò con il viso -Non importa- vidi l’acqua impregnare anche i pantaloni -Perché mi eviti? Anche a letto mi stai lontano, mi dai sempre la schiena, ti alzi sempre prima di me...- concluse triste. Senza che riuscissi ad evitarlo mi si appannò la vista -Perché!? Mi hai chiesto di fidarmi e io l’ho sempre fatto, ma tu non lo stai facendo con me e ho paura. Perché se non mi dici nulla e sai che ti fermerei, vuol dire che rischierai di morire! Vero?- esclamai sull’orlo delle lacrime. Come se la sua condizione a causa del Lyrium rosso non fosse già abbastanza preoccupante -È vero- a quelle due parole le lasciai andare rigandomi le guance, scioccata -Allora non so cosa tu ci faccia ancora qui. Ti ho chiesto più volte di portare parte di questo tuo peso, ma si vede che preferisci Banal’ras. Pensavo che quando hai deciso di legarti a me comprendesse anche questa fiducia, ma ho preteso troppo- rimase a fissarmi -Questa cosa la devo affrontare da solo, anche Banal’ras non mi accompagnerà fino in fondo. E se avrò successo ti porterò quello che ti serve per trovare una cura… non voglio però separarmi da te prima del previsto-

E io non voglio che ti faccia ammazzare! Tenni per me quel pensiero, avrei voluto tanto urlargli controMi asciugai le lacrime e misi pollice e indice agli angoli degli occhi -Fai quello che devi, ma non puoi pretendere che sia d’accordo- gli presi una mano e lo tirai con forza via dal balcone

-Toh, due lupacchiotti bagnati, fredda?- domandò con tono divertito Banal’ras. Lo ignorai e trascinai Solas in camera -La grondaia, devo pensare che centri il tuo amico?-

-Che voleva farmi fare un bagno?- intanto si stava togliendo la maglia e poi i pantaloni, gli passai un asciugamano. Mi presi un attimo per osservarlo, le spalle, il petto, il ventre… sospirai e distolsi lo sguardo. -Ha parlato della maternità riferita a Mythal, mettilo al corrente che non servono aiuti esterni per quello, sei molto più passionale di quel che crede-

Sorrise lievemente -Sarà fatto-

-Si sta intromettendo, è una cosa che riguarda solo noi. Centra con l’eventualità che non potresti tornare?- domandai nervosa, solo il pensiero mi faceva sentire male. Si stava infilando i pantaloni per poi allacciarseli e rialzò il viso verso il mio. Aspettai una risposta, intanto non riuscivo a fare a meno di studiarlo anche se lo avevo visto piacevolmente altre volte. Mi morsi la lingua nel trattenermi a elargirgli un complimento. La ferita sul fianco non rovinava per nulla la visione. È bellissimo. Lanciò l’asciugamano sul letto -Non sarai a tutti gli effetti Mythal, finché non avrai almeno un figlio. Si spiegherebbe in parte il desiderio che hai-

Ero seccata -Pensa che mi diverta a negarmi ciò? A negarci un figlio?- Si fece più vicino e posò le mani sui miei fianchi -A me non fa piacere, ma ne soffro perché tu per prima ne soffri, e so che stai male più di quanto potrò mai provare io- rispose dolcemente. Lo abbracciai non riuscendo a stargli lontano oltre e posai il viso sulla sua spalla -Quando?- se ne sarebbe andato? No. No! Non lo accetto! -Se è a causa del Lyrium rosso tornerò indietro ed eviterò che ti colpisca...- venni zittita da un lieve bacio -Anche senza questo imprevisto, è una cosa che avrei dovuto comunque fare, vhenan…- incatenai le iridi alle sue -E a tempo debito saprai quando partirò-

-E se ti chiedessi di mollare tutto, lo faresti?- domandai disperata. Un bagliore rosso si risvegliò in quel bellissimo grigio e mi sorrise dolcemente -Davvero me lo chiederesti?-

-Sì, se servisse a qualcosa, ma faresti comunque di testa tua e otterrei solo delle bugie in più- in tutta risposta sorrise. Gli posai le mani sul petto e mi staccai da lui -Non hai freddo? Vestiti- replicai con tono piatto -Con te, neanche un po’- due passi avanti e mi aveva di nuovo avvolto le braccia sui fianchi -Smettila, vai a complottare con il tuo amico- Rifiutato e deluso, sciolse lentamente l’abbraccio e si rivolse verso l’armadio aprendolo, notai un rivolo di sangue nascere dalla ferita. Senza dire nulla mi avvicinai silenziosa alle sue spalle e sfilai il coltellino che tenevo infilato nella manica. Tagliandomi il palmo. Misi la mano sulla ferita livida, a quel contatto ebbe un brivido -Vhenan!! no!!- urlò e tento di scostarsi, ma con un incantesimo lo bloccai. Percepii il mana aumentare violentemente nel tentativo di contrastarmi. Per mettere fine a quel suo fare protettivo nei miei confronti, attraverso la ferita gli negai la sua fonte di potere, con una mano afferrò l’anta del mobile per sorreggersi. Io con il braccio libero gli avvolsi la vita da dietro per sostenerlo -Vhenan...- mormorò terrorizzato. Passai in ogni vena, in ogni tessuto sostituendo il suo sangue con il mio e guarendo i danni. Spinsi all’esterno il sangue corrotto che si cristallizzò all’istante frantumandosi a contatto con il pavimento. Gli ridetti l’accesso al suo mana e richiusi la ferita e la mia. Tremavo per lo sforzo nell’aver fatto tutto così velocemente rimanendo appoggiata a lui, le forze vennero meno, non pensavo fosse così devastante, scivolai in ginocchio -Ora direi che...- venni afferrata per le spalle con forza. Era oltremodo furioso e terrorizzato -Sei impazzita!? Ti avevo pregato di non farlo!- urlò -Direi che a stupidaggini siamo pari...- sussurrai e non riuscii a restare sveglia.



-Smettila di agitarti! Sta bene e anche tu, non ti ha guarito, ma ha annientato il problema. Non avevo mai visto una cosa del genere e soprattutto ti ha fregato. È proprio la donna giusta per te, da’len-

Un ringhio -Non scherzare!-

Banal’ras ridacchiò -Vi lascio soli e calmati se non vuoi essere picchiato da quanto sei nervoso, deve riposare- non so come si era accorto che ero sveglia e udii la porta aprirsi e richiudersi. Il materasso affianco a me si mosse e il mana di Solas mi avvolse protettivo e una mano grande e calda strinse la mia. Percepii il suo respiro vicino l’orecchio -Non lo fare mai più- e mi abbracciò -Se no cosa mi fai?- lo sfidai -Ho preso le mie precauzioni, come tu starai prendendo le tue quando te ne andrai...- mi strinse contro di lui. Aprii gli occhi, invece lui teneva chiusi i suoi, osservai quei magnifici tratti del viso così particolari e tesi, non si era ancora messo una maglia -Prenderai freddo-

-Non con te- mormorò e in effetti era bollente -Come ti senti?- mi chiese

-Bene e tu?-

-Bene, ma non dovevi farlo!- un ringhio sommesso vibrò dal petto largo contro il mio seno. Sorrisi -Ti amo anche io. Ora hai ancora più tempo, purtroppo dubito di aver tolto tutti i residui...- restò per parecchio in silenzio, pensavo si fosse addormentato -Ma… la maglia beige...- lo interruppi -È a lavare-

sempre a lavare!?- domandò e si mosse fissandomi rapito

-Sempre e stai bene con tutto, a parte il tuo inseparabile zaino…-

-Ce l’hai con il mio zaino? Devo nasconderlo prima che sparisca anche lui-

Ridacchiai -Lavalo, magari acquista un aspetto meno trasandato-

questo il suo scopo- replicò orgoglioso

Lo fissai divertita -Quando dovevi fare l’eretico… mandalo a riposo quel povero zaino-

-E se lo faccio, le mie cose dove le metto?-

-Te ne regalo uno nuovo piuttosto, non mi sorprenderei di trovare macchie di sangue su quello di adesso-

Sbuffò sconsolato -Zaino nuovo?-

-Nuovo- risposi

-Va bene, ma per adesso quello vecchio rimane dov’è-

Sorrisi -Non lo tocco, ma almeno dagli una pulita, vhenan- si rimise vicino, esaurendo le distanze tra noi il più possibile -Non farlo più- disse deciso -Non prometto nulla- infatti non mi sarei tirata indietro dal ritentare. Rivolsi lo sguardo al suo fianco, non presentava più un colore violaceo, ma ora era più rosa, anche se ancora infiammato per il mio intervento. Appoggiai il palmo della mano sentendo che era rovente, bisbigliai un piccolo incantesimo per dargli sollievo. Sospirò profondamente e posò le labbra sulla pelle del mio collo -Non farlo più, se ti perdo non so cosa farmene di questo mondo…- sussurrò. Restai in silenzio -Se mi perdi, finirai quello che hai iniziato, continuando ad essere il mio Dio della Ribellione-

-Finché sarà necessario, poi la fine arriva per tutti- disse semplicemente. Stava dicendo che… -Non osare, sei meraviglioso, ci sarà sempre qualcuno che avrà bisogno di te-

-Sai perché si pratica l’uthenera? Si è stanchi di vivere e il mondo non ti dà altro per cui andare avanti. Un’eternità a cui solo tu puoi mettere fine, non sono il primo e non sarò l’ultimo-

-Mi avevi detto che gli spiriti ritornano… aspettami di nuovo- mi strinse e abbozzò un sorriso -Io… io ti aspetterei...-

-Se sopravvivo al dolore...- si alzò su un gomito e mi accarezzò il viso, prese possesso della mia bocca dolcemente insinuandosi con la lingua. Feci scivolare una mano sulla sua nuca, accarezzandogli un orecchio e rise contro le mie labbra -Sei bellissimo, lo sai?- alimentai quel suo orgoglio smisurato -Grazie, ma tu di più- rimise le labbra contro le mie e un brontolio insistente provenne dal mio stomaco. Mi bloccai -La donna giusta per me e che mi ha fregato ha speso parecchie energie, come anche il suo paziente che mangerebbe lei di baci ora-

Bussarono alla porta e senza tanti preamboli si spalancò. Cassandra venne decisa verso di noi e Solas si scostò prontamente rischiando di prendersi un pugno -La farai ammazzare! Tutto perché sei un idiota!- il mio lupo non fece in tempo a rispondere che intervenne un’altra voce -Spirito della Fede, aspetterei il consenso di entrare la prossima volta. Rischi di ritrovare la tua amica alquanto impegnata-. Lei si voltò seccata e imbarazzata verso di lui -Tu chiudi quella bocca! E smettila di seguirmi! Ho un nome!- sbottò esasperata. Banal’ras si avvicinò a lei -Le sei fedele, è nella tua natura proteggerla- le iridi d’ambra le tracciarono il viso, con fare fiero la mia amica non si tirò indietro e lui mostrò un sorriso che diede vita alla cicatrice -Uno spirito ardente…- mormorò compiaciuto, fulmineo prese le braccia alla Cercatrice, che si ritrasse per poi reagire, con qualche movimento calcolato l’elfo gliele bloccò dietro la schiena. Cassandra infuriata cercò di dimenarsi, ma arrossì violentemente alle parole che Banal’ras le stava sussurrando all’orecchio.

-Togliamo il disturbo, continuate pure- esclamò e uscirono. Poco dopo sentimmo qualche oggetto rompersi nella stanza affianco e ci guardammo perplessi. -Il tuo amico sta...- non ci credevo -La trova molto interessante, in tutti i sensi- basita rimisi l’attenzione sulla porta chiusa, udivo rumori di un litigio piuttosto acceso -Ha un modo tutto suo di corteggiare una donna… anche se devo dire che quando l’ha presa a quel modo, pensavo sarebbe stato ucciso. Vedere Cassandra avere quella reazione… cosa le avrà detto?- ero curiosa. Solas rise -Non ti preoccupare, niente di sconcio, non è il tipo. Le avrà rivoltato contro quello che lei gli ha urlato poco prima, e la Cercatrice è più dolce di quel che vuol far intendere, e lui l’ha capito- continuai ad attendere quella rivelazione e sorrise divertito -Conoscendolo sarà stato qualcosa tipo “chiuderei volentieri la mia bocca con la tua”-

-Oh… molto diretto… ma avevo capito che gli umani non gli vanno a genio-

-Infatti, ma la Cercatrice è diversa avendo uno spirito della fede. Posso assicurarti che sta facendo sul serio, visto che ora se lo può permettere- spiegò -Cosa intendi?-

-Le spie di Dirthamen sottostavano a regole ferree, venivano scelte tra le migliori Sentinelle e ricevevano un addestramento particolare. Tra le tante regole, che lo stesso Dirthamen seguiva, il coinvolgimento emotivo era vietato. Se vieni preso e torturato, non puoi avere punti deboli e essere ricattato, l’unico a cui sei fedele è il tuo dio-

-Una vita di solitudine...- conclusi

-Purtroppo sì-


Yen alla fine è riuscita a fare di testa sua! Tra tutte e due si fanno una bella concorrenza XD Solas fa i suoi piani pazzi, che chissà quando metterà in moto. Banal'ras l'ha risvegliato dalla tranquillità  in cui si stava crogiolando. E con Cassandra... bhe, non so voi, ma per adesso mi sta piacendo l'imbarazzo che la nostra spia elfica le provoca XD 

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 37

Un colpo secco alla base della testa mi fece barcollare in avanti. Umiliante. Non mi capitava da anni. Mi voltai verso Banal’ras che sfoggiava un sorriso arrogante -Potete fare molto di più- disse continuando a guardarmi come se fossi un adorabile cucciolo. Passai la mano sul punto dove mi aveva colpito massaggiandomi, mi celai un’altra volta nelle ombre e passai all’attacco, senza rendermene conto mi aveva già preceduto e con un altro colpo venni buttata a terra. Non potei fare a meno di fissarlo con occhi sgranati, come faceva?

-Posso capire che sia più difficile a causa del Velo, ma il celarvi semplicemente nelle ombre non serve a nulla, se non nascondete anche il vostro spirito. È potente. Siete potente e la vostra presenza si nota ancora prima della vostra forma fisica- mi porse la mano aiutandomi ad alzarmi

-Solas mi ha raccontato che in un momento di ira verso di lui, vi siete celata perfettamente, non penso gioverebbe urlarvi contro però- scherzò.

Abbozzai un sorriso -Urlare? Chi ha detto che urlo?- fulminea replicai il colpo che aveva subito il mio lupo, agganciai un piede alla sua caviglia e tirai. Barcollò mantenendosi in piedi con difficoltà e ridacchiò -Capisco, lo tenete impegnato- si rimise dritto e divertito per quella dimostrazione

-Riproveremo domani notte, una volta che sarete in grado di farlo qui, non dovreste avere problemi- chinò leggermente il viso con un sorriso.

 

Tenni gli occhi chiusi e strofinai i piedi contro le lenzuola toccando quelli di Solas, in risposta infilò una gamba tra le mie e posò un braccio sulla mia vita.

-Com’è andata?- sussurrò dolcemente, mi sporsi meglio verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla -Poteva andare meglio e ha scoperto che quando mi arrabbio non tendo ad urlare- ridacchiò sommessamente e passò le dita tra i miei capelli accarezzandomi. Mi stava coccolando e scaldando, questo non mi aiutava a rimanere sveglia -Mi fai riaddormentare così...- mi baciò sulla tempia -È presto vhenan- con le parole mi stava dicendo di dormire, ma il suo corpo mi diceva altro. Aprii gli occhi, mi stava fissando rapito e con desiderio -L’hai fatto di nuovo...- borbottai, mi aveva tolto la camicia da notte. Mostrò un sorrisetto -Dormi ancora più profondamente se sei nella Dissolvenza, oltre a farmi vedere espressioni di ogni tipo- disse con voce profonda e senza togliermi gli occhi di dosso, affamato, aspettava soltanto il mio permesso. Decisi di tenerlo ancora un attimo sulle spine -Non so se me lo merito, non è andata così bene, forse con un incentivo imparerei più in fretta...- risalì con la gamba tra le mie fino a premere contro il mio centro strofinando con il ritmo giusto, i miei fianchi presero a muoversi da soli e gemetti più volte. Si spostò agilmente sopra di me e mi alzò le braccia tenendomele ferme, si chinò prendendo possesso della mia bocca insinuandosi con la lingua in una lunga, lenta, sensuale e rilassata esplorazione. All’improvviso si staccò lasciandomi andare e scostandosi.

Rimasi ferma di sasso, presa alla sprovvista da quella reazione. Mi dava le spalle e sembrava intenzionato ad alzarsi, mi misi velocemente seduta e lo abbracciai da dietro, aderendo con il seno alla sua schiena -Ehi… dove vai?-

-Ti ho dato l’incentivo- disse con tono divertito

-Ma…- sorrisi per poi ridacchiare, scesi con la mano verso il suo desiderio, al mio tocco gemette e continuò a spingere il bacino contro la mia mano che lo accarezzava. Bloccò il movimento prendendomi dal polso, si girò verso di me e passò il braccio intorno alla mia vita tirandomi sopra di lui. Sedendomi a cavalcioni e unendoci l’uno con l’altro, lasciammo entrambi sfuggire un lamento di piacere che accolse nella sua bocca coprendo la mia. Passai le braccia sopra le sue spalle, mise le mani sui miei fianchi per accompagnare i movimenti lenti e profondi. -Ecco- mormorai e strofinai il naso contro il suo orecchio -Così-. A quell’incoraggiamento mi strinse di più a lui, avvolgendomi i fianchi con un braccio e l’altra mano affondandola nei miei capelli alla base della nuca aumentando il ritmo. Ogni forte spinta intensificò la voglia che avevo di lui, diventando liquida. Era così bello, così bello. Mi aggrappai con urgenza al mio lupo e non vidi più nulla.

Ritornai cosciente, premette con possessività la nostra unione seguita da un ringhio profondo e lasciandosi andare dentro e contro il mio corpo. Presi tra le labbra il lobo dell’orecchio leccandolo per poi scendere subito sotto baciando con tenerezza la pelle fino all’incavo del collo, ripercorrendo poi la stessa linea di baci a ritroso gli sussurrai -Ar lath-. Dopo quel minuto di quiete mi avvolse con le braccia e si stese sul letto portandomi giù insieme a lui, rimanendo piacevolmente dentro di me. Infilai la testa nell’incavo del suo collo, iniziò ad accarezzarmi la schiena e affondò il viso nei miei capelli -È andata così male?- domandò curioso

-No, ho solo bisogno di capire come funziona, ma mi guarda come una bambina...- uscì dal mio corpo e sospirai con delusione -Ma è un comportamento stupido il mio, mi passerà… ho da imparare molto da lui-.

Stavamo rivedendo quasi completamente il mio modo di combattere e mi stava insegnando tecniche a cui non avevo mai pensato adattandole alle mie nuove abilità. Mi aveva detto che ero troppo abituata a non far uso della magia e non andava bene, la usavo con naturalezza, ma non era abbastanza, non per arrivare ad uccidere un Evanuris. Come aveva detto Andruil in quel ricordo, sono una bambina. Imparavo in fretta, ma sarebbe stato abbastanza per proteggere le persone che amavo?

Scese con entrambe le mani verso il mio sedere massaggiandolo -Solas...- avevamo appena fatto l’amore, ma se faceva così non ne avrei mai avuto abbastanza di lui. In risposta mi baciò sulla fronte -Arriva Leliana oggi?- mormorò

-Sì...-

-E intendi metterli al corrente delle tue intenzioni- affermò

-Glielo devo dopo tutti questi anni passati insieme, non posso farli combattere per una causa diversa che non sia l’Inquisizione se non vogliono-

Risaliva e scendeva con le mani calde accarezzandomi lentamente -Vhenan...- lo implorai, il mio cervello si rifiutava di collaborare! Si fermò avvolgendomi la vita con le braccia -Dubito ti negheranno il loro aiuto, ti vogliono bene-

Sorrisi -E io ne voglio a loro, ma anche le follie hanno un limite...-

-Davvero?- domandò divertito, alzai il viso e lo guardai -Non prendere in considerazione i parametri di follia che ho io con te, amore mio- ridacchiò e si girò tenendomi stretta per poi sovrastarmi. Le iride grigie brillavano emozionate e non potei fare a meno di sorridere, distolse l’attenzione spostandola alla finestra, ne seguii le sguardo -Terribilmente presto- mormorò. Il sole iniziava a malapena a rischiarare il cielo ancora coperto per buona parte di nuvole -E moriremo di umidità se non smette di piovere...- aggiunsi. Le sere erano fredde, ma di solito c’era un caldo atroce durante la giornata, l’acqua che evaporava non aiutava. -Visto? I vestiti non servono. Dormiamo ancora- risi per quella constatazione, si mise da parte a me e lo osservai, era più sereno da quando l’influenza del Lyrium rosso era diminuita, speravo sarebbe durato il più possibile.

 

Seduta sul divano stavo porgendo dei fogli che avevo già letto a Solas, ma non venivano presi. Alzai lo sguardo da quello che stavo facendo, ed era concentrato su altre pergamene. Completamente assorto su quello che stava studiando, abbassai la mano comprendendo che la mia speranza che li prendesse fosse zero. Mi sporsi cercando di sbirciare cosa lo interessasse tanto, uno schema formato da cerchi concentrici dorati che si intrinsecavano tra loro, varie annotazioni in una lingua che non riconoscevo, solo qualche carattere era familiare. -Che cos’è?- chiesi curiosa, non si mosse e non dava nessun segno di aver sentito. Sospirai, va bene, ricevuto, è roba super importante, mi stavo per eclissare al mio posto, quando mi prese la mano intrecciando le dita con le sue, portandosela alla bocca e posando un bacio, sorridendo poi lievemente -Ir abelas, sono delle informazioni che credevo ormai perdute, ma Banal’ras ha i suoi metodi e sono in nanico antico, non proprio semplice come lingua-

Nanico? -Ma quante lingue sai?- ero basita, ero sicura conoscesse bene anche il Qunlat. Ridacchiò per il mio tono di voce sconvolto -Abbastanza per conoscere ogni volta il nemico-

Rimasi affascinata da quel ragionamento -Gli elfi hanno fatto una guerra contro i nani?-

Alzò il viso fissandomi -Per un periodo, poi si è giunti a degli accordi commerciali, dopo hanno cercato di proteggere i Titani rendendosi conto per primi cosa stavamo causando. Hanno un collegamento con la pietra molto profondo, si affievolisce se ne stanno lontani per anni, ma non scomparirà mai del tutto. In cambio non possono avere nessun legame con l’Oblio, questo è sempre stata una nostra predilezione- spiegò e rimise gli occhi sullo schema

-Per questo chiami Varric figlio della pietra?-

-Pur che lui non ne gioisca rimarrà sempre un durgen’len, anche rimanendo in superficie. La stessa cosa vale per Sera, è nata come un elfo e nel corpo rimarrà sempre tale-

-Ti divertivi proprio a punzecchiarla...- insinuai

Sorrise -Cercavo di capirla meglio… poi che traessi soddisfazione dalle sue reazioni avverse, come negarlo?- rispose divertito -Quelle lucertole...- borbottò infastidito al ricordo di essersele ritrovate nel letto.

Ridacchiai e cercai di sfilare la mano, ma posò ancora le labbra morbide sulle mie dita, lo lasciai fare -Hai un buon profumo...- sussurrò, abbozzai un sorriso -Non ti piace quello che stai studiando...- in risposta mi baciò il palmo fino a scendere sul polso. Le guance si scaldarono e lanciai uno sguardo furtivo e imbarazzato verso Banal’ras che per fortuna non ci prestava attenzione essendo impegnato con Cassandra. Districai la mano dalla sua presa e sfoggiò un sorrisetto, fissai quelle pergamene, aveva evitato di darmi una risposta.

Lo lasciai ai suoi piani e guardai la Cercatrice affilare la spada con una cote, attenta non prestava nessuna attenzione alla spia elfica che con non so quale coraggio gli si era seduto affianco e le parlava. Non si faceva nessun problema a sfidarla in continuazione. Lo vidi allungare una mano direttamente sulla lama, Cassandra seccata se la rigirò in mano per sferrare un fendente che non arrivò mai a concludersi. Il filo della spada era stato preso in pieno dal palmo aperto della mano dell’elfo che rimaneva serio e quasi indifferente, chiuse la presa sul metallo. Dopo il primo attimo di sorpresa la mia amica cercò di sfilarla, ma anche se tirò con forza non ottenne nessun risultato. L’elfo le disse qualcosa, lei lasciò l’elsa infuriata e se ne andò decisa, fino a rivoltarsi verso di lui quando disse altro. Perplessa lo fissava, percependo i miei occhi con lo sguardo mi fece capire di seguirla. Rivolsi l’attenzione alla spia che aveva piantato con un movimento sapiente la spada a terra, degli incantesimi si stavano legando al metallo. Mi alzai raggiungendo Cassandra sul balcone che restava appoggiata alla ringhiera esasperata. Sentendomi si rivolse verso di me -È… che Andraste mi aiuti!! Resterà qui ancora molto?- sospirò profondamente -È impossibile!! Anche prima è arrivato a darmi delle informazioni un altro Cercatore e si è intromesso!- avevo notato in effetti la scena, vedendo però quello che la mia amica non si era minimamente accorta in nessuno dei due uomini. Dovevo purtroppo dire che fosse negata in queste questioni. Comunque Banal’ras aveva rimesso in riga un uomo fatto e finito, che fissava la mia amica con interesse, come se fosse un ragazzino, marcando il suo possesso sulla Cercatrice che non aveva notato nulla. Mi passai una mano fra i capelli -Non posso affilare neanche la spada che ha qualcosa da ridire!- si appoggiò con la schiena alla ringhiera e incrociò le braccia -È così...- borbottò -...idiota- concluse neanche tanto convinta. Abbozzai un sorriso e le feci cenno di seguirmi all’interno. Banal’ras era sparito, in cambio la spada di Cassandra restava per magia in verticale da sola, rifletteva un’aurea particolare, non era sicuramente più del semplice metallo.

-Cosa…?- mormorò

-Bella, vero? Penso sia un regalo- le dissi

Non ottenni risposta e mi voltai, si stava guardando intorno ed era arrossita lievemente. Si avvicinò e la prese dall’elsa, sprigionando così un lieve bagliore -È… un idiota...- sussurrò commossa da quel gesto inaspettato.

-Ne convengo- rispose Banal’ras alle sue spalle, lei sobbalzò seccata per essere stata presa in flagrante e strinse le labbra tra loro. Abbassò lo sguardo verso la mano dell’elfo che gli stava porgendo il fodero anch’esso incantato -Ho sistemato anche questo, se non lo avessi fatto si sarebbe squarciato, non svolgendo la sua funzione di protezione e sostegno. Ora è adeguato ad accoglierne la lama- spiegò sicuro di sé. Non sapevo se ero io che notavo doppi sensi dove non ce n’erano e mi limitai a fissare Cassandra che rossa in viso prese il fodero -Grazie...- borbottò. Lui sorrise e si concesse il piacere di esaminare velocemente la figura della Cercatrice -È stato un onore, Cassandra Allegra Portia Calogera Filomena Pentaghast-

La mia amica si bloccò persa e anche io. Si era informato su di lei? Probabile lo stesse facendo su tutti. Cassandra mostrò una smorfia e si stava per allontanare, ma lui fece un passo in avanti fermandola da un braccio e sfilandole la spada dalle dita. Gliela posizionò di fronte e fece scorrere un dito sul piatto della lama, dove era incisa un’iscrizione che non riuscii a leggere.

La Cercatrice ne fissava sconvolta la scritta e divenne furiosa -Non ne avevi il diritto!- ringhiò. Non capii la reazione e mi feci più vicino, in parte era scritto in elfico, ma un nome era riconoscibile “Anthony Pentaghast” suo fratello. Lessi per intero e le posai una mano sul braccio per calmarla

-Guida la mia mano. Calma il mio spirito. Portami nel tuo cuore- tradussi l’omaggio. Senza volere una risposta Banal’ras gliela diede con un inchino e si diresse con passo deciso verso la finestra, cambiò forma in corvo seguito da una nuvola di fumo nero e spiccò il volo oltre la ringhiera. La mia amica strinse con forza l’impugnatura della spada e il suo fodero, per poi fissarne la scritta e rinfoderarla. Sospirò profondamente e lanciò un’occhiata al balcone -Quando torna...- aspettai una conclusione della frase, ma nulla -Cosa?- negò con la testa e abbozzò un sorriso -Niente...- disse pensierosa e confusa e se ne andò nella sua camera.

Percepii alle spalle una presenza -Il tuo amico non sta esagerando?-

-Che amico?- rispose Banal’ras

Che velocità, era già tornato, mi voltai fissandolo severa -Non pensi che sia un po’ troppo? Lasciale almeno il tempo di conoscerti!-

Sorrise -Il problema è proprio il tempo. Io ne ho all’infinito e lei limitato, ed essendo umana non posso neanche sperare che con la caduta del Velo cambi qualcosa. Ma la domanda giusta è: cosa sto facendo, giovane Mythal?- rimasi basita presa in contropiede, non sapevo cosa dire. Notai nelle iride ambrate un barlume di tristezza -Qualcosa che non avrei neanche dovuto pensare- si rispose da solo con un filo di voce e mi ignorò andandosi a sedere da parte al mio lupo.

Cosa voleva dire?

 

Arrivò la sera e con essa anche Leliana, stanca avevamo rimandato le cose serie al giorno dopo.

Ora stavo imbarcandomi in una partita a Grazia Malevola all’ultima moneta, mancava solo Josephine e sarebbe stato un evento che in pochi avrebbero mai assistito. Rimaneva in gioco Solas, Banal’ras, Leliana ed io. Cassandra si teneva a debita distanza dalla spia elfica, Dorian aspettava che anche io venissi buttata fuori, ormai con le tasche vuote, da quei mostri. Avevo arrancato non poco per arrivare fin lì, ma qualunque miraggio di vittoria era stato elegantemente massacrato.

Alzai lo sguardo dalle mie carte coperte sul tavolo, fissando il mio lupo che mi elargì un sorrisetto del tutto soddisfatto e arrogante. Banal’ras e Leliana avevano discusso apertamente del mio programma di allenamento, su questo si era creata un’alleanza che mi poneva all’orizzonte giornate in cui avrei in tutti i sensi sputato sangue. Alzai un angolo delle mie carte. Capolinea. Facevano schifo e non dovevo darlo a vedere, peccato che avere davanti loro tre che avrebbero fatto tremare tutta la corte di Orlais non aiutava la mia mimica facciale.

-Tutto bene, vhenan?- chiese innocente Solas

-Lethallin su quanti fronti vuoi giocare? O non hai intenzione di lasciare questa stanza per questa notte?- mi precedette Banal’ras tranquillo, ma anche divertito nel vedere il suo allievo stuzzicarmi. Fissai la spia elfica, con un cenno del viso e di una mano lo indicai e guardai Solas, senza dire una parola. Aveva già detto tutto lui per me. In risposta il mio lupo ridacchiò e mi beai del suono di quella risata che adoravo e dei tratti del viso per una volta rilassati e non segnati dalle solite preoccupazioni che erano state accantonate almeno per il momento.

-Non lo sottovaluterei, è estremamente bravo a far infuriare sua moglie, esplosioni catastrofiche a parte- appuntò Leliana. Mi venivano rubate le parole di bocca, la indicai acconsentendo al ragionamento -Bene, non potrei essere più che d’accordo, ma vi state divertendo a tenermi sulle spine!- sapevo che stavo per essere buttata fuori, alla mia affermazione Solas sorrise di nuovo, gli altri due abbozzarono un sorriso furbo. Vennero svelate le carte. Io ero morta. Il mio lupo e Usignolo tentennarono, ma rimasero in partita senza gravi perdite. Banal’ras era estremamente pericoloso anche ad un semplice gioco.

-Devo complimentarmi con voi, avete già una vasta esperienza anche se siete così giovane- disse l’elfo puntando le iride ambrate sulla ex mano sinistra della Divina.

Sorrise -Me la cavo- si sporse verso la Cercatrice che le stava seduta affianco -Potresti andare a prendere un’altra bottiglia?- Cassandra si alzò e Leliana mi fece cenno di sedermi al suo fianco, ubbidii guardandola confusa. La nostra amica tornando si ritrovò un attimo spiazzata trovandomi al suo posto e dovendo sistemarsi al mio, contrariata essendo proprio vicino alla spia elfica. Notai in quell’istante, quello che aveva sicuramente visto dalla sua postazione Leliana, a cui io sapendolo già non facevo caso. Continuarono a giocare e Banal’ras perse parecchio in modo insolito, non sembrava più interessato o concentrato a vincere come lo era stato per tutta la serata. Tenne comunque duro e Leliana perse ritirandosi -Onorata e sbalordita dalla vostra freddezza mentale- si complimentò con un sorriso.

Banal’ras la fissò curioso -Si nota così tanto?-

-Abbastanza, ma vi viene naturale, come a Solas e Yen- spiegò calma. Tirati in causa ci fissammo e sorrisi, talmente naturale che come potevi farci caso? Ogni movimento che Solas faceva, istintivamente e senza rendermene conto io lo seguivo con gli occhi e lui faceva lo stesso con me. Banal’ras seguiva Cassandra con lo sguardo e avendogliela fatta sedere proprio di fianco, lo aveva reso nervoso oltre che impreparato.

L’elfo ridacchiò e si rivolse a Solas -Quindi lethallin, siamo rimasti noi due. Farei diventare la partita un po’ più impegnativa, dopotutto è simile a quello che giocavamo noi e che andava tanto di moda a corte- dicendo ciò tirò fuori da una tasca una bottiglietta posandola sul tavolo, la fissammo tutti confusi e attenti.

-Dove sei andato a recuperarla?- domandò il mio lupo prendendola in mano e osservando il liquido all’interno lievemente scettico

-Scorta personale- spiegò semplicemente -Ci stai?-

Solas rimase assorto a fissare il liquido, sospirò e quando alzò il viso vidi preoccupazione. Che cos’era? Volevo saperne di più e avrei voluto che si divertisse, non che anche in uno stupido gioco dovesse camminare sul filo del rasoio! Strinsi un pugno scocciata e lanciai a Banal’ras uno sguardo seccato che ignorò.

-Cosa vuoi sapere?- chiese il mio lupo con altrettanta calma

-Lo sai, da’len-

-E se vinco io?-

-Naturalmente spetterà a me berla-

Mi intromisi scocciata di tutto quel mistero -Cosa contiene?-

Solas mise l’attenzione su di me con un mezzo sorriso -È un liquore particolarmente potente, fatto con una variante di radice elfica reale che non esiste neanche più. Ne basta poco e anche un qunari come Bull abituato a bere il Maraas-lok diventerebbe ubriaco, oltre a rivelare qualunque cosa gli venga richiesto- riguardai con un lieve intento assassino la spia elfica.

-Lo bevo io- dissi di getto, voleva avere informazioni su di me, non avrei fatto pagare la sua curiosità al mio compagno

Banal’ras sospirò -Se lui è...-

-Non se ne parla- disse Solas deciso senza volerne discutere

-Ma...- stavo per lamentarmene e mi lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche. Lo fissai sorpresa e contrariata -Anche dopo passato il periodo di euforia, viene tenuto in circolo dall’organismo per mesi. Una donna non deve bere questo liquore-

Rimasi scioccata per quella distinzione di genere -Bene, accetto- disse al suo mentore senza aspettare una mia eventuale risposta

-Giocando su più fronti e con il fuoco con cui sai ti scotterai...- mormorò Banal’ras -… interessante- dette le carte ad entrambi lasciando tra di loro quel commento a cui il mio lupo non dette peso, come se non avesse detto nulla. Lo fissai concentrato a non lasciar trasparire nessuna espressione e sospirai rassegnata. Dubbi, sempre dubbi. Cose non dette, segreti, omissioni e le sue follie. Come faccio oltre che a odiare, ad amare questa parte di lui? Anche quando mi ferisce direttamente, sono sempre qui per lui.

-Che sia saggio?- domandò Banal’ras

-Non lo so, ma più sicuro, sì. Anche meno stressante, senza nessun dovere-

Non ho la minima idea di che stessero parlando.

-E se non verrà?-

-Si vede che dovrà andare così. Nessun obbligo o pianificazione, non su una cosa del genere-

-Stai decidendo tu-

Altre carte, e Solas era lievemente in vantaggio -In parte, pagherò al momento-

Ridacchiò -Pagherai?- mi lanciò uno sguardo fugace -Forse-

Ma di che diavolo… centravo io!? Mi alzai e andai dietro a Solas, abbassandomi e passandogli le braccia intorno al collo e posando la guancia contro la sua. Si irrigidì un attimo per poi rilassarsi.

-Lo distraete Mythal- replicò divertito

-Come state facendo voi, spero di essere più piacevole- a quelle parole il mio lupo girò il viso verso il mio e posò le labbra sulla mia pelle sussurrando -Piacevole, ma non so se corretto-

-Come tutta la scommessa- ribattei in un altrettanto sussurro

-I due colombi stanno tubando- e Dorian portò una mano al suo orologio da taschino osservandolo -Di solito probabilmente siete già al massimo delle effusioni-

Abbozzai un sorriso -Ma in effetti stavo andando in astinenza e la tua vicinanza rincarava la frustrazione amico mio- Solas ridacchiò come tutti gli altri -Eh… il mio fascino fa questo effetto- rispose Dorian stando al gioco -Mi trovi più che d’accordo- e lasciai un lieve bacio sulla guancia del mio lupo.

Banal’ras ci osservava entrambi con un sorriso che si estendeva anche a quelle iridi di falco -Lo devo dire, in un altro mondo sareste stati al centro delle attenzioni per anni e ricordandomi del Solas più giovane avreste dato parecchi grattacapi insieme, non che lui da solo non ne desse abbastanza a Mythal- a quelle parole il mio sguardo verso di lui si ammorbidì

-Volete dire che non teneva sempre quella faccia?- rimbeccò Dorian basito

Vidi gli altri sghignazzare e Solas assumere un cipiglio sconsolato -Ho avuto anche io i miei anni spensierati-

-E meno male, se no saresti veramente preoccupante- concluse il mago del Tevinter

Ridacchiai di nuovo e la spia elfica aggiunse -È passato da un estremo all’altro però, lo confermo-

-Non si può sempre avere tutto- replicò il mio mago

-Vero, e se avessi incontrato prima tua moglie, ora non so se sarebbe tale. Questi millenni ti hanno reso tutto sommato calmo-

Sorrisi divertita e strofinai la punta del naso contro la guancia di Solas -Non so Banal’ras, penso non me lo sarei lasciato comunque sfuggire… Ho avuto modo di vederlo con quella sua chioma castana ramata ed è terribilmente affascinante- percepii gli occhi dei miei amici fissarci esterrefatti e risi di gusto

-L’hai visto con i capelli?!- esclamò Dorian scioccato

-Non posso negare che sia curiosa- disse Leliana

-Castano ramati?- replicò Cassandra

-Oh sì, gli arrivavano fin sulle spalle, aveva un bel seguito a causa di quella chioma- dette il colpo di grazia Banal’ras

Continuai a ridere e Solas guardò male il suo amico -Un bel seguito?- ripeté lui

-Già, che poi fosse per il tuo aspetto o per il tuo retaggio nobile, o entrambi, i passatempi non ti mancavano-

Continuò a guardarlo male e un lieve rossore colorò la punta delle orecchie, lo trovai troppo tenero e se fossimo stati da soli, avrei ceduto all’istinto di mordicchiarne il bordo -Ora non verrai a dirmi che il fatto che Anaris mi avesse tirato quel pugno fosse lecito-

-No?-

Sospirò -Lo sai benissimo che era stato tutto un malinteso… fenedhis… Andruil non mi ha lasciato stare per almeno un secolo- borbottò scocciato

-Non faccio fatica a crederlo- dissi, la sola reazione che avevo visto in quel ricordo non ammetteva dubbi

-Altri aneddoti? Quindi Solas, ti davi da fare? Non lo avrei mai detto- disse Dorian, alquanto interessato

Il mio lupo alzò gli occhi al cielo e poi rimise l’attenzione sul gioco -Ero giovane, tu non mi sembri molto tranquillo-

-Ah… no, ma io non ho tutti gli anni che hai tu. Yen come…- alzai una mano fermandolo, capendo in anticipo dove stesse andando a parare e risi -Mi valgo della possibilità di non rispondere in questa sede- scherzai e il mio lupo mi lanciò un’occhiata perplessa, posai le labbra sul suo orecchio -Non riferirò delle tue fantastiche prestazioni a Dorian- sussurrai.

Sorrise divertito e si rivolse verso Banal’ras -Sicuro che serva questa roba? Stai già rivelando i miei segreti a tutti-

L’elfo abbozzò un sorriso -Penso che abbiamo finito- e fece scorrere sul tavolo le carte rivelandole così che le potessero vedere tutti. Dorian si lasciò andare ad un fischio -L’ho detto io che è un mostro- purtroppo erano estremante buone e sibilai in protesta.

Solas rivelò le proprie che però non tenevano il confronto anche se per poco -Mi dovrai spiegare un giorno da dove ti viene tutta questa fortuna- insinuò il mio lupo serio. Li fissai entrambi e Banal’ras non faceva una piega, mi venne però il dubbio che non giocasse correttamente.

-Vi lascio per stasera- disse Leliana alzandosi, Dorian e Cassandra seguirono il suo esempio dando la buonanotte.

Fulminea mi allungai sul tavolo prendendo la bottiglietta e schivando la mano di Solas che aveva cercato di fare lo stesso. Gli posai l’altra mano sul petto per evitare che si alzasse e gli sedetti in braccio, tenendo fuori portata quel liquido -Prova a berla e passerai più di una notte sul divano- lo sfidai decisa fissando le miei amate iride grigie in cui vedevo una strana agitazione -Basta che tu non la bevi- replicò con una durezza che poche volte avevo udito nei miei confronti, a rafforzare il concetto avvolse un braccio sulla mia vita stretto e in modo protettivo.

Banal’ras iniziò a ridere -Sì, confermo. Avreste fatto parlare di voi per parecchio, soprattutto tu dal’en, nessuna delle sue conoscenze avrebbe osato rivolgersi in questo modo al Temibile Lupo-

Le labbra di Solas si posarono sul mio collo dove poi strofinò il naso -Avrebbe potuto farlo anche durante il grande ballo ad Arlathan e non me ne sarebbe importato nulla. Se anche lo stesso Elgar’nan avesse avuto da dire qualcosa, non mi sarei tirato indietro- replicò con un tono autoritario che non usava quasi mai

-Scatenando così anche più di un duello per tutta la serata per proteggere la sfrontatezza della tua compagna-

Solas sorrise arrogante -Come se non succedesse ogni volta, anche per delle sciocchezze. Dare prova della propria potenza e convinzioni era la regola, e buon modo per intrattenere gli ospiti. Fare sfoggio del potere che lei ha su di me, avrebbe potuto essere solo causa di stupide gelosie e mettere in evidenza che mi ero legato a lei definitivamente- mi baciò di nuovo dolcemente sulla pelle -Ne sarei stato estremamente orgoglioso- concluse sfrontato e soddisfatto. Voltai il viso per osservarlo, e l’umile apostata era stato sostituito completamente dall’uomo nobile che sapeva di poter aver quello che voleva, quando voleva. Non dubitavo che in un mondo differente avrei conosciuto di più questa parte di lui che il mago che studiava gli spiriti da solo nei boschi.

-Perchè non farle vedere Arlathan, lethallin? La tua compagna è curiosa, noi avremmo potuto chiamarla casa e anche se a lei sarà completamente estraneo siamo dei somniari di tutto rispetto per far rivivere una serata- propose Banal’ras

Solas lo studiò assorto -Bene, vediamo dove vuoi andare a parare-

L’elfo ridacchiò -Il mio obiettivo è sempre quello, cambiare il campo di gioco e renderlo più interessante è un ottimo svago-

Senza ulteriori indugi venni sollevata di peso -Ehi! Ehi! La ferita!- esclamai di colpo

-La ferita sta benissimo e anche il mio umore per adesso. Ti avviserò se le cose cambiano, vhenan- rispose sicuro di sé e con tono dolce. Venni portata in camera e mi lasciò scendere da quell’abbraccio -E ora?- domandai ancora perplessa per la piega che aveva preso quella discussione.

-Ora, dormiamo, sempre che non ti voglia rilassare prima- insinuò malizioso. A quelle parole mi fermai dal togliere la giacca di pelle con noncuranza e la sfilai più decisa lanciandogliela addosso. La prese al volo con una mano divertito -Il resto dovrai togliermelo tu Temibile Lupo- si avvicinò senza farselo ripetere e gli posai le mani sul petto -Prima una cosa, c’è qualcosa che dovrei sapere o aspettarmi nel sogno?-

Rifletté un attimo -Bhe, avrò un bel seguito...-

-Quindi cercherò di non ucciderti. Chiaro- scherzai e feci scivolare le braccia intorno al suo collo tirandolo verso di me.

 

Musica, chiacchiere diversi elfi vestiti in sete di oro e argento che si aggiravano nella grande sala da ballo. I servitori che si distinguevano a causa dei Vallaslin, offrivano calici di vino e ne accettai uno per non sentirmi ancora più fuori luogo. Intanto mi detti un’occhiata: un vestito blu notte che cadeva perfettamente, lasciando intravedere con uno spacco un rivestimento in delicate decorazioni in argento che si estendevano fino alla caviglia destra, una sorta di leggera armatura in quel metallo prezioso. Stessa cosa era stata estesa anche al braccio destro che dalla spalla, dove si ricongiungeva al vestito, continuava fino al mano. Il braccio sinistro veniva coperto dalla stoffa morbida nascondendo le cicatrici, sorrisi per quell’accortezza così premurosa.

Mi osservai in giro, ma non notai Solas, né Banal’ras, anche se quest’ultimo dubito l’avrei visto se non avesse voluto, si celava perfettamente quando non cercava neanche di farlo, figurati in mezzo a tutte queste persone. Decisi di avviarmi in mezzo alle gente che si era divisa in gruppi più o meno numerosi, non facendo caso agli occhi che più o meno sfacciati mi fissavano, cercai il mio lupo, finché delle risate non mi attirarono verso un tavolo gremito di gente. Aguzzando la vista e l’udito ci girai attorno in cerca della mia preda, notando infine una chioma di capelli castano ramati e il mio viso affilato che rideva insieme ad altri nobili, e come mi aveva avvisato con un bel seguito. Diverse elfe stavano al suo fianco cercando di attirarne l’attenzione che lui non ricambiava, per mia gioia. Avevo gli occhi e ci vedevo bene, non avrei mai potuto negare che non fossero delle belle ragazze, con abiti molto costosi che le donne orlesiane avrebbero sicuramente invidiato anche se lo stile era del tutto diverso. Per quel che mi riguardava io non avevo mai dato molto peso a quel genere di cose e in quel momento, anche se tutto un sogno, l’abito migliore e più bello lo indossavo io, visto che l’aveva scelto proprio lui per me. Restai in disparte a fissarlo, non volevo mischiarmi con le altre e mi stavo godendo la vista del suo modo di fare simile, ma molto più marcato di quanto l’avevo visto al Palazzo d’Inverno, dove si era limitato ad osservare e bere. Ora rideva, parlava e giocava a carte, gli altri in sua vece non si comportavano come suoi pari, ed era tutto sommato evidente che lui fosse un Evanuris, c’era sempre una sorta di riverenza nei suoi confronti. Lui era vestito di nero e con dei fili d’argento a scriverne diverse decorazioni su quel tessuto, con la pelliccia di lupo a coprirgli la spalla. Decisamente spensierato e tranquillo alzò lo sguardo verso la folla che si stava aprendo per lasciar passare Andruil, che si chinò verso di lui chiedendogli qualcosa. In risposta negò e la salutò con un cenno. A quel rifiuto calò un silenzio piuttosto teso che scemò quando alquanto offesa la Dea della caccia aveva tolto il disturbo, in compenso vidi brillare di nuova speranza le ragazze che gli stavano attorno. Ridacchiai per quei giochetti -Mi concedete questo ballo?- arrivò alle mie spalle la voce della spia elfica, sorrisi e mi voltai. Anche lui vestito elegantemente, ma senza nulla di particolare che ne attirasse l’attenzione -Stai lavorando?-

Annuì con un cenno del capo -A questi eventi io lavoravo sempre, dal’en. Non sapete come approcciarvi?- domandò curioso. Mi voltai a riguardare Solas -È un sogno, non mi preoccupano più di tanto le mie azioni, vederne le conseguenze sarà però interessante- risposi divertita e mi avvicinai a lui senza urtare nessun elfo, o pretendendo che si spostassero in modo scenografico come aveva fatto Andruil, mi avrebbero visto a cose fatte. Scivolai alle spalle di un elfa tutta intenta a mangiarselo con gli occhi e gli sedetti in braccio. Si levò un altro silenzio di tomba, quando qualcuno alzandosi in piedi al di là del mio campo visivo urlò -Questo è inaccettabile!-

Solas senza dargli peso e alquanto divertito avvolse un braccio sulla mia vita e girando il viso verso il suo si impossessò della mia bocca. Quel brusio che era nato, cadde di nuovo in un assoluto silenzio sconvolto. Staccandoci per riprendere fiato, mi accostai al suo orecchio -Mi hai piacevolmente distrutta, vhenan- infatti ero caduta in un sonno molto soddisfatto. Ridacchiò e alzò una mano verso la folla -Signori, calma, è la mia compagna, passeremo la notte qua nelle mie camere- non so bene cose intendesse a parte che avrei condiviso il letto, ma erano tutti turbati dalla piega che aveva preso la serata, alle nostre spalle qualcuna delle ragazze iniziò a piangere per poi scappare.

-Vi presento Yen Lavellan. Mythal non ha ancora diffuso la notizia per mia richiesta affinché potesse sistemarsi tranquillamente a Tarasyl’an, senza avere subito le responsabilità nel divenire mia moglie ufficialmente- spiegò sereno

-Gli anelli del legame lo confermano- rispose un elfo con degli occhi di ghiaccio -Mi sembrava però che avessimo accordi diversi- più di una persona brontolò qualcosa di simile.

-Accordi signori? Non ho mai detto che avrei sposato qualcuna delle vostre figlie, anche se sono state entusiaste della mia compagnia- che adorabile bastardo, mi limitai a guardarlo con un “ah sì?” si scatenò un putiferio, alcuni risero, altri se ne andarono piccati per quell’offesa.

Banal’ras si sedette in uno dei posti lasciati liberi -Questa se la sarebbero ricordata per secoli lethallin, ma non l’hai mai fatto vero? Che peccato...- disse alquanto deluso

-Suppongo che sia vero però...- dissi fissando il mio lupo che mi mostrò un sorriso sfrontato -In poche parole saltavi da una ragazza all’altra...- venni zittita da un suo dito sulle labbra -Non proprio, come avrai visto avevo una bella folla qua alle mie spalle, io non facevo nessun accordo, ma mi bastava scegliere. Se si aspettavano qualcosa in cambio, avevano sbagliato persona e poi non avevo relazioni serie, mai avute dopo Andruil-

Lo guardai scettica -Bhe, non oso lamentarmi della tua esperienza a letto, visto che va tutta a mio beneficio- dissi, ma non avevo voglia di approfondire quel discorso e cambiai argomento -Sulla storia della camera… è stato come se avessi lanciato un fulmine su qualche ospite...-

Ridacchiò di nuovo e posò le labbra sul mio collo leccando. Un brivido di piacere nacque e scese lungo la mia schiena -Certo, siamo nel castello reale ad Arlathan, una delle regole era che se volevi giacere con qualcuno dovevi esserci sposato, se no potevi andartene a casa. Ed essendo Fen’harel avevo delle bellissime camere che non ho mai sfruttato-

Il trambusto di prima era svanito e gli elfi avevano rivolto il loro interesse agli altri falsi Dei lasciandoci tranquilli. Decisi di affrontare l’argomento per il quale ci trovavamo nella dissolvenza, ma venni anticipata

-Quell’entrata in scena dal’en è stata meravigliosa, sicuramente hai più stile di Andruil che ogni tanto ci riprovava con lui. Ma vorrei sapere meglio cosa sei-

-È così importante?- domandai

Mi guardò assolutamente serio -È importante perché i miei Vallaslin da millenni non venivano attivati. Dirthamen è morto. Ucciso da colui che nelle vostre leggende dalish veniva definito come suo fratello-

Non mi sorprese sapere che erano sbagliate -Non era suo fratello? Cosa allora?-

-Il suo amante- si intromise Solas. Di bene in meglio, alla scoperta portai alla bocca il bicchiere che tenevo ancora in mano, peccato che non mi dette nessuna soddisfazione essendo nell’oblio.

-Che sappiate Andruil ha tradito Ghillian’nain? E come se la passavano June e Sylase? Ci manca solo di scoprire che l’Impero è crollato per dei tradimenti in amore-

-Veramente sarebbe colpa...- gli coprii la bocca con la mano -Vi stavate già massacrando tra di voi, tu hai solo dato una bella spinta-

-Grazie per la consolazione- replicò un po’ risentito

Ridacchiai e lo baciai lievemente -Comunque Banal’ras, ti sei già risposto da solo, sai come funzionano i Vallaslin, no?-

All’improvviso una mano afferrò la mia e venni tirata in piedi con forza, barcollante mi scontrai con due occhi d’ossidiana e una fluente chioma nera. D’istinto cercai di liberare la presa dal polso senza successo, fissai con odio quell’individuo che non batteva ciglio, finché non abbozzò un sorriso e lasciandomi andare schivò un mio pugno diretto sul quel bel viso.

-Ti piacciono aggressive, vero Fen’harel?- disse ignorandomi di punto in bianco, un braccio da dietro mi passò sulla vita e appoggiai la schiena al petto di Solas -Dirthamen, prova ancora a toccarla in quel modo e ti uccido- rispose lapidario

Venni osservata di nuovo con interesse da capo a piedi -I miei complimenti, bellissima e con carattere… è già al corrente dei tuoi intenti?- replicò calmo e sicuro di sé, da quando era arrivato un’aurea quieta e fredda aveva invaso quello spazio.

-Certo, ne faceva parte-

Abbozzò un sorriso -Mmm… se fosse rimasta tale, sarebbe stato uno spreco in effetti. Sicuramente è speciale, non avrei mai creduto che ti saresti legato a qualcuno, ma a una donna che hai liberato dalle catene di sangue ti si addice- guardò Banal’ras e con un cenno ci salutò andandosene, la spia elfica lo seguì subito.

-Ma che diavolo!- sbottai irritata per come ero stata trattata. Solas avvolse entrambe le braccia sulla mia vita e posò il viso sulla mia spalla -Era più simpatico in privato, non amava questi eventi, ma era costretto a parteciparvi-

Non replicai -Ma com’è che ci sono tutti questi spiriti e al nostro primo bacio ad Haven era deserto?-

Ridacchiò -Non avevo abbastanza potere, visto che l’ho usato per condurti da me. Volevi un pubblico?-

-No! No! Mi ci mancava solo quello, ero già completamente fusa di mio dopo quel gesto avventato- rise e sorrisi per poi strofinarmi il braccio sinistro all’altezza delle cicatrici, un lieve bruciore iniziava a farsi sentire. Solas notò il gesto -L’Ancora?- annuii con un cenno del viso -Allora è tempo di svegliarsi-

 

A quell’ultima parola ripresi coscienza, tenevo gli occhi chiusi e su tutto il corpo avevo un bel macigno. Li aprii nel momento in cui il respiro di Solas cambiò -Sei pesante, amore mio- mormorai, mi faceva piacere averlo così vicino, ma non completamente a peso morto. Si puntò sui gomiti alzandosi -Meglio?- ci eravamo decisamente impegnati, per infine crollare. Si stava scostando quando parte delle coperte vennero tirate verso il basso e un tonfo piuttosto forte si levò nel buio, non vedevo nulla -Vhenan!?- domandai un po’ preoccupata, con un pizzico di magia accesi una candela e una volta abituata a quel chiarore lo ritrovai che mi guardava dal pavimento. Non riuscii a trattenermi, risi e notai che non eravamo al centro del letto ma su un lato, continuai a ridere -Che passo falso- lo presi in giro. Mi elargì un sorrisetto e gli porsi una mano a cui si aggrappò, mi tirò con forza verso di lui, resistetti a malapena aggrappandomi con la mano libera alle lenzuola -No! No! È freddo il pavimento!-

Ridacchiò e si rimise in piedi -Sicura di essere stata cresciuta dai Dalish?-

Sospirai divertita -Sono Dalish e non amo accamparmi. Lo sai-

Ritornò a letto -Già solo da quando avevo scoperto questo, avrei dovuto farmi mille dubbi, non possono stare quei due concetti nella stessa frase!-

 

Maraas-lok: bevanda che si beve con Bull dopo aver ucciso il primo drago e ubriaca il nostro inquisitore
Tarasyl’an: il luogo che custodisce il cielo, Skyhold


Ciao a tutti! Che sta bollendo in pentola?XD 

Banal'ras ha detto una strana frase riguado a quello che sta combinando con Cassandra...

Durante la partita a Grazia Malevola Solas e la spia elfica hanno avuto una discussione un po' contorta, idee di che stessero parlando?

Spero vi sia piaciuto anche il ricordo di una serata ad Arlathan, con la brevissima comparsa di Dirthamen! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 38

 

Sbattei più volte le palpebre studiando Solas addormentato al mio fianco, ero reduce da un’altra notte passata con Banal’ras ad allenarmi. Feci scorrere la mano sul lenzuolo cercando e afferrando quella del mio lupo, a quel gesto abbozzò un sorriso.

-Vorrei comprarti uno zaino-

Brontolò qualcosa senza senso -Ed ecco emessa la sentenza per il mio inseparabile compagno di avventure...- mormorò ironico

Sorrisi -Con macchie di sangue, residui di sabbia e terra da quasi ogni angolo del Thedas… non scordiamoci le varie bruciature che Vivienne ti ricorderà con piacere dovesse averne l’occasione. Fen’harel il potente Dio elfico che prende fuoco da solo...- ridacchiai al ricordo, era stata una fiammella innocua, prontamente spenta.

-Oh dei… quel bastone era orribile e ingombrante...- mormorò

-Non dare la colpa al bastone hahren, ti sei dato fuoco- e risi. Aprì gli occhi, divertito mi sorrideva -Il tuo bel sedere ha contribuito a farmi perdere la concentrazione, da’len- presi a dondolare la mano che gli stringevo -Stupido...- si avvicinò e premette dolcemente le labbra sulle mie.

-Dorian mi ha detto che oggi c’è il mercato, andiamo?- mi aveva raccontato che avveniva una volta ogni due settimane, ed era il più grande, dopotutto eravamo nella capitale. E se coprivamo le orecchie con la grande folla che si riversava nella piazza, non avremmo avuto problemi.

Sbadigliò e rimaneva a fissare il soffitto -Non penso sia una buona idea...-

Sospirai accasciandomi delusa sul cuscino -Perchè?-

-Siamo in Tevinter e ad un mercato del genere non si vendono solo oggetti- spiegò con una nota triste nella voce. A quell’osservazione, a cui stupidamente non avevo pensato, rimasi inorridita -Scusa...-

Voltò il viso verso il mio abbozzando un sorriso -Di cosa vhenan? È il tuo modo di pensare che è corretto, non dovrebbe esistere il commercio di essere viventi, non dovrebbe essere considerato normale. Sono io che dovrei chiedere scusa a loro...- concluse con un sorriso triste, gli strinsi forte la mano -Smettila di darti la colpa. Non l’hai fatto intenzionalmente e rimedieremo-

Lo sguardo si addolcì come tutti i lineamenti, per poi alzarsi a sedere -Andiamo?- ero titubante -Sicuro?- si mise in piedi tirandomi, accolsi quell’incitazione.

 

 

-Perchè non viene con voi?- mi chiese Cassandra, facendo finta che Banal’ras non esistesse, anche se era seduto all’estremità opposta del divano dove era lei. Quando possibile lo ignorava, purtroppo otteneva l’effetto contrario, la spia elfica sembrava trovarlo divertente.

-Perchè non voglio interferire in quello che è evidentemente un appuntamento- replicò Banal’ras tranquillo continuando a leggere un libro -Sempre che non voglia andare anche tu, Spirito della Fede-. La Cercatrice lo guardò male e prese il cuscino che aveva da parte lanciandoglielo forte addosso -Con te neanche morta- non so per quale motivo però fosse leggermente arrossita. L’elfo sorrideva divertito e chiuse il libro appoggiandoselo in grembo, notai la copertina e smisi di respirare -Quello…?- indicandolo con un dito

-È arrivato stamattina presto, me lo ha mandato Varric, ma non sono ancora riuscita a prenderlo...- e fissò la spia elfica che lo alzò verso di me -È interessante, poi dovrò chiedere delucidazioni a Solas- cercai di afferrarlo, ma mi evitò. Gli venne sfilato dalle mani dal mio lupo che studiò attento la copertina e mi guardò perplesso -Non voglio sapere da chi ha preso informazioni...- e me lo passò, raffigurava due elfi troppo familiari, un uomo senza capelli e una donna con i miei Vallaslin in viso…

Varric Tethras

Fade-Tongue*

 

Ancora inebetita a guardare il titolo, sparì alla mia vista ritornando nelle mani di Banal’ras -Non lo voglio leggere- affermai -Invece non è per niente male- replicò la spia elfica. -Io… io...- balbettai e passai gli occhi da una Cassandra curiosa a lui alquanto interessato. Mi rischiarii la voce e con un gesto della mano feci cenno a Solas di scappare. Non avrei tolto nessun dubbio, se lo scordava! Varric!!!

 

 

Camminando per le vie della città, Solas mi prese per mano -Io ammazzo Dorian! È l’unico che può aver sentito quelle mie parole!- sussurrai seccata -Più le altre persone in biblioteca- aggiunse

-Ma l’unico a cui Varric avrebbe chiesto!- replicai

-Il nostro essere discreti e sparire, trascinato dall’inquisitrice negli angoli deserti di Skyhold, deve aver fatto scaturire molta curiosità- disse divertito -Soprattutto il rintanarsi nella biblioteca sotterranea...- insinuò malizioso

Sorrisi -Facevano piacere anche a te però quei momenti da soli...-

-Moltissimo, anche se abbiamo rischiato di avere la nostra prima volta su quella scrivania impolverata e quei libri ammuffiti...- borbottò per nulla compiaciuto -Decisamente poco romantico- concluse. Ridacchiai -Suppongo che quello abbia accentuato il tuo ferreo autocontrollo-

Il sorriso si propagò nelle mie amate iride grigie -Non avrei permesso che la tua prima volta fosse su un tavolo e in una stanza dove avrebbe potuto entrare chiunque, in qualunque momento- rispose serio. Sentii le guance scaldarsi -Avevi capito che ero vergine?- mi strinse la mano accarezzandone il dorso con il pollice -Hai imparato con me a baciare. Non sai quanto scoprire questa cosa mi abbia agitato vhenan e sia rara per un immortale con i miei anni- spiegò dolcemente. Lo trascinai decisa in una stradina laterale, stretta e deserta, senza preavviso mi impossessai delle sue labbra. Mi staccai per riprendere fiato, ma affondò nella mia bocca accarezzandomi il palato e la mente si annebbiò. Cercando di non perdere la ragione, dimenticando dove eravamo, lo scostai da me -Andiamo, se no non troviamo più niente!-

 

Arrivammo a destinazione. La piazza era immensa, file di bancarelle che vendevano dagli oggetti più disparati, a cibo, bevande e qualunque cosa si potesse desiderare. Una bella folla calpestava il ciottolato di pietra, dove in alcuni punti era rotto e si notavano dei pezzi di mosaico verde e oro, che si espandeva fino a degli edifici e vari porticati.

-Cosa c’era qui?-

Venni spinta. Misi tutto il peso sulla gamba che avevo portato in avanti usandola come perno per voltarmi, la mano andò istintivamente sul pugnale che avevo in vita sotto al mantello. Un braccio mi passò sulla vita e Solas mi strinse contro di lui, alzai gli occhi e vidi nei suoi un leggero bagliore, di fronte a noi un ragazzino che non riusciva a muoversi con uno sguardo terrorizzato -Più o meno quello che c’è ora, vhenan. Da’len il borsello- e porse una mano verso di lui. Mi toccai sconcertata il fianco, diavolo non c’era veramente più!

-Lascialo Solas- sussurrai e mi avvicinai al piccolo elfo che si destò dall’incantesimo, lo presi dal braccio e porsi una mano, mi ridette senza indugio i miei soldi, li rimisi al proprio posto e mi inchinai alla sua altezza. Spaventato a morte, direi. Accennai un sorriso e mi guardai intorno, vidi una bambina poco lontano che ci fissava e aveva le lacrime agli occhi, la sorella? O un’amica?

-Dei consigli. Primo: scegli con cura la persona a cui rubare. Secondo: se mi spingi ti si nota subito, non lo fare- Gli posizionai una moneta d’argento di fronte al viso -Terzo: si veloce e silenzioso, nessuno deve notare quello che fai, nè a chi rubi, nè a chi ti sta intorno. Chiaro? Questa è tua, giusto?- gli occhi erano sgranati dallo stupore, e non proferiva parola. Annuì con un cenno del viso e gliela misi in mano. Ci guardò entrambi sbigottito e corse verso la bambina.

-Insegnerai ai nostri figli a rubare?- domandò curioso. Sorrisi e mi avvicinai incatenando le mie iridi alle sue -Torna sempre utile. Figli? Di quanti stiamo parlando?-

-Inizierei con due- mormorò non spostando l’attenzione dal mio viso. Il sapere questo suo desiderio mi scaldò il cuore, lo guardai dolcemente e non potei che ritenermi estremamente fortunata che con tutti i millenni a distanziarci, ci fossimo trovati e avvicinati tanto dal voler formare una famiglia. Prima che potessi rispondere, ci fu un urlo che mi fece voltare. La piccola elfa di prima stava piangendo e il ragazzino a cui avevo dato la moneta era a terra. Un uomo umano vestito con degli abiti raffinati gli stava urlando contro, per poi tirargli un violento calcio. Strinsi le mani a pugno, stavo per andare a spaccargli la faccia, ma venni trattenuta. Solas con uno sguardo altrettanto furioso e triste, negò con la testa -Se intervieni ci ritroveremo altri schiavisti addosso, oltre alle guardie-

Strattonai il braccio da cui mi teneva, avrei ammazzato quel bastardo! -Sono solo dei bambini!-

-E anche se lo uccidi, c’è già qualcuno pronto ad impadronirsi dei suoi chiavi. È un ciclo che non si elimina se non alla radice-

-Quando interverrai?- dissi nervosa dal dover obbligarmi a far finta che fosse normale. E lo era! Sembrava che fossimo gli unici a preoccuparci della scena che avevamo davanti!

Solas mi tirò e girò verso di lui in un mezzo abbraccio. Un altro urlo di terrore e disperato mi arrivò alle orecchie. Presa dall’istinto di porre fine a quella crudeltà, venni bloccata con forza dal mio lupo, in una stretta ferrea. La vista mi si appannò -Fammi intervenire, vhenan- dissi con voce ferma -Andrebbe ucciso come il mostro che è, ma gli farò la grazia di non accorgersi neanche che sarà già morto- continuai spietata. In risposta venni tirata lontano da quella scena -Stavamo cominciando ad attirare l’attenzione, eravamo troppo fermi- sussurrò -Non puoi fare niente ora per loro vhenan, mi dispiace. Ma ti prometto che le cose cambieranno-

Mi aveva portato al limitare della piazza, vicino a delle colonne dove non c’era nessuno. Lasciai scorrere le lacrime che avevo trattenuto, appoggiando la fronte sulla spalla di Solas cercando di calmarmi. Mi scostai asciugandomi il viso e sospirando profondamente -Avevi ragione… era meglio non venire...-

Appoggiò la mano sulla mia guancia -Cerchiamo uno zaino dove ci stiano dentro tutti i miei libri, ok?- disse dolcemente. Mi abbandonai al palmo caldo -Come fai… come facevi a sopportare tutto questo?- avevo intravisto il suo cambiamento di umore solo dagli occhi, ammiravo quella falsa indifferenza, quando ad uno sguardo più attento si capiva che anche lui lo avrebbe ridotto in cenere. Sorrise lievemente -Aspettavo paziente che la mia ragnatela si chiudesse su di loro e mandavo in omaggio il cadavere dei loro aguzzini agli Evanuris- spiegò freddo al ricordo -Molti, come adesso, godevano nell’assistere e procurare la sofferenza negli altri-

-La vendetta ha bisogno del suo tempo...- mormorai

-Esatto, vhenan- e facendosi avanti mi prese per mano e ci mischiammo tra la folla.

-Quindi… rispiegami le regole per rubare, mi sembri esperta...- disse lanciandomi un’occhiata divertita e fugace, cercando di distrarmi e tirarmi su il morale. Sorrisi lievemente -Ti interessa davvero? Lo hai mai fatto?-

-Mi è capitato quando ero uno schiavo, anche se lasciavo le parti complicate agli altri, mi limitavo a fare da supporto. E tu?-

-Quindi io faccio la maggior parte del lavoro e tu distrai il malcapitato?- domandai squadrandolo divertita -Sì, ti ci vedo-

-Stai dicendo che sarei troppo scarso?- replicò facendo finta di essersi offeso. Ridacchiai -Non voglio dover scappare a perdifiato e combattere con le guardie!- prima che potesse rispondere puntai ad una bancarella con diverse stoffe, pelli, borse e soprattutto zaini, li passai uno ad uno -Vuoi proprio disfarti del mio zaino…- disse Solas alle mie spalle -Assolutamente sì- me ne rigirai uno in mano con una pelle spessa di un colore blu scuro, resistente direi, deve esserlo. -Aggiudicato?- domandò Solas

-Ti piace?-

-Direi di sì, altro?- stava per pagare, ma gli bloccai la mano e misi le monete in mano al venditore per poi allontanarmi -Ehi… è mio lo zaino…- si lamentò. Sorrisi e me lo misi in spalla, mi rivoltai verso di lui e lo bloccai mettendogli una mano sul petto, poi indicai una sorta di taverna all’aperto, assomigliava a quella a Val Royal -Prendi posto e arrivo subito- mi guardò teso -Starò attenta, vai-non era convinto, ma si avviò.

Mi confusi tra la folla, avevo adocchiato una vetrina con esposti dei quadri sotto le arcate al limitare della piazza. Facendomi strada tra la gente la raggiunsi. Raffiguravano edifici imponenti, figure di spicco e varie frutta e verdure in diverse posizioni… niente che attirasse la mia attenzione. So che gli piaceva pitturare, ma non vedevo nulla che facesse al caso mio.

-Vede qualcosa che le interessa?- domandò una voce femminile prendendomi alla sprovvista. Alzai lo sguardo, da parte a me una donna umana di mezza età che mi fissava incuriosita.

-Cerco un regalo…- dissi esitante, mi fece cenno di seguirla all’interno, notai altri quadri, era una stanza piccola, ma accogliente con un odore particolare, probabilmente dei colori usati.

-Pensava ad un quadro, pennelli, colori…-

-Lui di solito pittura sulle pareti, ma non ha tempo per qualcosa del genere adesso e… non so… speravo in qualcosa che potesse sostituirlo- non avevo bene le idee chiare neanche io.

La vidi osservare gli scaffali alle sue spalle -Lui?- domandò

-Sì… mio marito-

Sorrise e prese una piccola scatola in legno con delle incisioni particolari in oro, che in centro sul coperchio formavano la parola elfica “orgoglio” cioè “Solas”. Rimasi basita, sapevo che a qualche miglio di distanza c’era la città con lo stesso nome del mio lupo, ma…

-Dove… dove l’ha trovata?-

-Mi è stata venduta parecchi anni fa e so che è molto antica, il suo aspetto con il passare del tempo non cambia, sicuramente c’è qualche magia. Nessuno ne è mai stato interessato, le reliquie elfiche non sono richieste, ma è sempre stata particolare- la aprì e vidi all’interno diversi colori che passavano dalle tonalità più chiare a quelle più scure. Le incisioni dorate erano presenti anche lì, non c’era uno spazio libero, alzai gli occhi verso la donna che sorrideva -Si nota così tanto che sono un elfa?-

-Un umano non avrebbe tenuto il cappuccio, e gli elfi che vivono da queste parti non vengono qui, sanno che non si possono permettere quello che vendo- spiegò tranquillamente

-Capisco… va bene, la prendo, è molto bella-

-Benissimo, vedrà che gli piacerà, sono molto rari questi oggetti-

Pagai e misi la scatola nello zaino nuovo, mi avviai dove avevo lasciato Solas, lo vidi ad un tavolo in un angolo e mi sedetti di fronte a lui

-Ti eri persa?- domandò curioso

Sorrisi -Più o meno- mi fissava attentamente -Che c’è?-

-Stai facendo la misteriosa-

-Se lo dici tu-

Continuò a fissarmi da capo a piedi, assorto. Posai i gomiti sulla tavola e unii le mani di fronte al mio viso, per poi appoggiarmi con il mento e sorrisi -Ma’arlath?- incatenò le iridi alle mie -Cosa mangiamo?- sbatté più volte le palpebre preso in contropiede e abbozzò un sorriso -Non mi stai dicendo qualcosa…- distesi le labbra in un largo sorriso -Che brutta questa sensazione, vero?-

-Piano, piano me le stai facendo pagare tutte- affermò divertito

-Mmm…il conto è ancora molto lungo…- stando al gioco -Non so quando finirò-

Ridacchiò e alzò una mano per chiamare un cameriere, ordinando il pranzo. Poco dopo arrivarono le pietanze.

-Mi devo preoccupare?- chiese intanto che fissava il piatto

-No, vhenan…-

-Quindi posso avere il mio zaino nuovo?- e alzò lo sguardo con un’espressione furba in viso

Sorrisi -Per adesso… no, te lo darò a casa-

-Quindi centra lo zaino…- rispose facendo scivolare uno sguardo predatorio su di me, mi limitai ad un’espressione innocente, mi piaceva quando mi guardava così. I suoi movimenti come il modo di fare cambiavano di pochissimo, teneva la passione che vedevo danzare negli occhi sotto il controllo della sua calma apparente. Terribilmente affascinante. Si alzò e si sedette da parte a me, cambiando tattica. Ora mi stava mostrando la faccia da lupacchiotto che mi faceva letteralmente sciogliere. Sorrisi e guardai da un'altra parte -Smettila, come sei curioso…-

Passò un braccio dietro alla mia schiena avvicinandosi del tutto, sentivo il respiro sulla guancia e poi le sue labbra morbide -Vuoi attirare l’attenzione?- sussurrai. Vidi con la coda dell’occhio lo zaino muoversi, lo bloccai prontamente tenendolo ben chiuso, rigirai il viso verso il suo e mi mostrò un sorrisetto -Ah… non è così semplice, cuore mio-

-Ho notato- rispose fissandomi le labbra. Poi sarei io quella tremenda? Sospirai tenendo a bada pensieri non adatti a quel momento. Si scostò -Vado a pagare- e si alzò, fissai la sua schiena che si allontanava e notai alcuni sguardi verso di me, li ignorai. Mi alzai anche io prendendo lo zaino, una persona che percepii all’ultimo momento si fece troppo vicino, stavo per voltarmi, ma una punta affilata si posò contro la mia schiena.

-Vai avanti e usciamo da qui, nel vicolo a destra-

-Stai facendo un’idiozia-

In risposta ricevetti una pressione più forte dalla punta, ubbidii e cercai con lo sguardo Solas

-È inutile che cerchi il tuo amico, stiamo sistemando anche lui-

Trattenni una risata, lui starà sistemando voi, come farò io con te, senza occhi indiscreti puntati addosso. Rimasi tranquilla lasciandomi spingere dove voleva. Ci insinuammo nella stradina resa buia dagli edifici che impedivano a raggi del sole di passare, notai altri individui in penombra.

Avvicinandoci distinsi Solas e altri due uomini -Cosa state facendo? Perché non vedo quelle cose che usi di solito?-

Uno dei due lo guardò atterrito -Non funziona! Non escono!- di che diavolo stanno parlando? Mi rivolsi verso Solas che mi studiò per poi sospirare sollevato. Sì, sono illesa, che succede? Ritornò con lo sguardo sul ragazzo che teneva in mano un oggetto, non capivo cosa fosse. -Visto che avete dei problemi, noi avremmo da fare- dissi scocciata per l’ennesimo imprevisto in cui ci eravamo ritrovati.

Uno schiaffo parecchio forte mi arrivò in pieno viso, rimasi un attimo stupita ritrovandomi a fissare il terreno. La rabbia stava emergendo, non feci in tempo a rialzare la testa che li udii urlare e quello dietro di me mollò la presa, liberandomi.

-Perché tutti pensano sempre che non possa essere pericoloso…- brontolò Solas sprezzante. Del ghiaccio intrappolava i tre assalitori. L’unico ancora vivo aveva libere le mani e la testa. Mi toccai la guancia ancora in fiamme -Stai bene?- domandò il mio mago preoccupato, mi si era avvicinato e scostò la mia mano per posare la sua che era piacevolmente fredda -Meglio? Per fortuna non ti ha lasciato qualche segno- disse rabbioso, misi la mia mano sulla sua -Non è nulla, vhenan. Cosa ha in mano?-

Voltò il viso, guardando l’umano che probabilmente sarebbe rimasto vivo ancora per poco. Ci avvicinammo e Solas glielo sfilò dalle mani, era una zanna nera. Fissai il mio lupo interrogativa -A cosa serve?-

Invece di rispondere infuse del mana e comparvero delle rune, dalle pareti del vicolo fuoriuscirono delle ombre nere che presero la forma di tre lupi. La loro consistenza era sfocata, come consumata e al limitare delle forze.

-Dove lo avete preso?- ringhiò Solas, ma gli occhi erano vitrei e spenti, morto. Sospirò spazientito e fissò i lupi -Da quanto siete legati a questo?-

-Falon’din ha cercato di stanarti quella sera. Né vivi e né morti ci ha costretti sulle tue tracce. Un corvo ci ha tradito. I gufi però non ti hanno trovato. Il legame su di noi non si è spezzato- rispose con voce stanca

Rimase senza parole a fissarli per un po’, fino a quando l’espressione non divenne seccata -Avete adempito al vostro dovere ben oltre quanto vi era stato richiesto. Vi libererò ora-

-Vorremmo continuare a servire il nostro Dio-

-Non sono…- venne interrotto -Finchè gli altri esisteranno, anche tu verrai considerato tale, e lei- rivolgendosi a me -Siamo onorati di servire di nuovo La Protettrice-

-Non siete né vivi e né morti, finirete per non esistere nemmeno come spiriti se non vi libero ora, siete legati a questo oggetto da troppo tempo. È un ordine-

Abbassarono il muso risentiti -Troppo tempo. Sai cosa significa?-

-Lo so- affermò Solas, le rune sulla zanna si illuminarono di nuovo e l’oggetto si sbriciolò nella sua mano. I lupi scomparvero come portati via da una folata di vento.

Rimasi in silenzio fissandolo, assorto e impassibile mi prese per mano. Lo seguii senza fare domande, tenne un’andatura veloce e quando fummo quasi a casa rallentò, ma non parlava.

Una volta arrivati agli appartamenti di Dorian si isolò sul balcone. Sospirai e preoccupata restai a fissargli la schiena. Banal’ras mi passò da parte e lo raggiunse, li vidi scambiarsi qualche parola. Lasciai scivolare lo zaino su una poltrona, ero curiosa. Volevo sapere cosa diceva alla spia elfica e che non condivideva con me. Forse era una buona opportunità per provare se avevo imparato qualcosa dalle lezioni notturne. Mi allontanai un poco e mi concentrai celandomi nelle ombre come al solito, in aggiunta cercai di attenuare la presenza del mio mana il più possibile, usando un minimo di magia per nasconderla completamente… che bel controsenso. Quando pensai di aver fatto un buon lavoro, rivolsi lo sguardo verso i due elfi che non sembravano aver notato nulla e mi misi appoggiata al muro. Non avrei voluto spiarli. Non avrei voluto dover usare uno stratagemma del genere con Solas!

-Direi che non hai molte scelte. Due per la precisione. Sappiamo però entrambi che questo mondo non sarà mai pronto per quello che lo attende senza Velo- disse Banal’ras

Ora ero decisamente tesa.

-Mi stai dicendo che senza esitazione cancelleresti tutto quello che è stato fino adesso? Anche la Cercatrice? O devo pensare di aver frainteso i tuoi intenti?-

-Le mie intenzioni possono cambiare… Le opzioni che hai, anche se non perfette, sono le uniche. Rischierai che questo mondo diventi terra bruciata, perché sappiamo che finirà in questo modo. O ti darai una seconda opportunità e inizierai di nuovo da capo?-

Che cosa!? Tornare indietro!? È questo che mi sta nascondendo!?

-Non cancellerei solo tutto... Abelas non lo vedevo così felice da secoli! Gli porterei via tutto anche se non se ne ricorderà!- replicò con furia.

Dallo shock mi lasciai lentamente scivolare contro al muro fino a sedermi. Cancellare Elen? Mi irrigidii. Cassandra, Leliana, Dorian e tutti gli altri, non rivederli mai più?

-Portali con te, anche la sua compagna è un elfa, no? Non avrà problemi a confondersi. E gli spiriti ritornano, se sono nati, lo rifaranno di nuovo-

-Ma non saranno le stesse persone, le condizioni di vita di ognuno di loro saranno completamente differenti!-

-Meglio diversi, che morti-

Scese un silenzio agghiacciante. Restai immobile dove mi trovavo. Cambiare le persone che conoscevo, sempre se poi le avrei mai riviste?

-Come posso farle una cosa del genere?- domandò Solas con tono cupo

-Non penso ti faresti questi problemi, se non ti fossi innamorato di lei-

-Sempre meglio che far finta di non provare nulla, come stai facendo tu-

-Se posso darle un futuro migliore, che sia anche senza di me...- concluse serio e udii dei passi per poi vedermelo passare da parte, fermarsi e lanciare un’occhiata nella mia posizione. A quello sguardo, rimasi senza fiato. Come poteva percepirmi!? Fece un lieve sorriso e sussurrò -Ci sei quasi, da’len- e si diresse verso le sue stanze. Sbigottita e presa in fallo, rimasi seduta, non osando muovermi. Tornare indietro ed eliminare questo mondo, questo futuro che è stato creato per errore? Cancellare le persone a cui voglio bene, con cui ho riso, scherzato e sofferto. Cancellare la mia vita come la conosco. Niente dalish, niente Orlais, Ferelden, niente Corypheus, niente Velo. Niente Inquisitore. I sentimenti che provo per Solas, anche la mattinata appena trascorsa con lui… il nostro primo bacio, quello passionale sul balcone… anche il dolore devastante quando mi ha lasciato… Sarebbe stato come chiedere a Cole di cancellarmi la memoria, di cancellare, cambiare, quella che sono diventata.

Lasciai cadere l’incantesimo con cui avevo tentato di nascondermi e mi alzai, feci qualche passo fino a vedere la schiena del mio lupo. Le spalle basse, la stretta della mano sulla ringhiera, così forte da avere le nocche bianche, anche quelle orecchie a punta che tanto amavo, sembravano accentuare il peso grave di quella scelta che era obbligato a prendere. Sospirai profondamente per tranquillizzarmi, non volevo lasciarlo da solo. Mi avvicinai, posai il palmo della mano sull’ampia schiena -Stai bene?- domandai preoccupata, non avrei accennato a quello che avevo sentito, non volevo discutere su un argomento del genere ora, era troppo abbattuto. Si girò e passò il braccio sulla mia vita, mi ritrovai con il viso premuto contro il suo petto in un abbraccio dolce, ma che chiedeva un sostegno. Avvolsi le braccia attorno al suo torace aderendo il più possibile al suo corpo.

-Perdonami. Questo è tutta colpa mia-

La voce era terribilmente incrinata, mi scostai allarmata e gli posai una mano sulla guancia, gli occhi velati di lacrime -No, non è vero e devo fare proprio schifo a nascondere il mio potere se mi hai percepito anche tu-

Le labbra diedero vita ad un lieve sorriso tremante -Sei rimasta turbata per quello che ho detto, e l’incantesimo per qualche secondo ha fallito...- lo zittii unendo la mia bocca con la sua, un semplice bacio -Sshh… vhenan...- sussurrai sulle sue labbra -È l’unico modo? O solo il più veloce?-

Incatenò le iridi alle mie -È il più sicuro. Potrei aiutare le persone a comprendere come trattare gli spiriti, ma a parte i millenni che ci vorrebbero… L’Oblio è mutato con il Velo e finché sarà presente è irreversibile. Gli spiriti bramano il poter venire in questo mondo e questo li porta a diventare dei demoni. Porterebbero una quantità di morti enorme… e non ritornerà tutto com’era in passato o ci vorranno millenni per qualche miglioramento...- amareggiato chiuse gli occhi, passai le mani sulla sua nuca e lo tirai verso di me, così da far appoggiare la sua fronte alla mia. Nessuna delle due possibilità mi entusiasmava, ma dovendo scegliere il male minore…

-Io… mi dimenticherò di te?-

Riaprì gli occhi -No, ti porterò con me. Se vorranno anche Abelas ed Elen. Devo ancora decidere il periodo adattato. Quel tanto che basta per cambiare le cose e darvi il tempo di abituarvi ad una nuova vita-

-Ma tu ed Abelas? C’eravate già, non è che avrete problemi?- non so se avere due Solas e due Abelas fosse una grande idea. Negò con la testa -Ci ritroveremo nel nostro corpo più giovane, mantenendo però il sapere acquisito nei diversi secoli- Abbassai lo sguardo persa, come poteva sapere una cosa del genere? -L’hai già fatto?-

-Qualche piccolo esperimento. Ero sorpreso che persone giovani come Dorian e Alexius fossero arrivati a fare l’incantesimo contrario-

-Ma tutto quello che mi avevi detto… che non saresti tornato?-

-Era parte della prima opzione. Distruggere un Titano di Lyrium rosso è impegnativo. In questo caso lo userò come fonte di ulteriore potere-

-Ma non verrai ulteriormente corrotto!?- replicai in ansia, mi strinse ancora verso di lui -Devo correre il rischio, magari riuscirò ad evitare la corruzione ritrovandomi nel mio corpo più giovane e illeso-

-Mi dispiace interrompervi, ma vanno prese delle decisioni, sempre più pressanti- si intromise la voce di Leliana riportandoci alla realtà. Mi scostai da Solas e mi voltai -Dimmi-

-Orlais e Ferelden sono disposti ad accettare l’aiuto dell’Inquisitore, sempre che la tua richiesta sarà ragionevole-

-Per loro dubito che lo sarà, ma non ci presenteremo come l’Inquisizione. Hanno voluto farci chiudere bottega. Detterò le mie condizioni, se verranno accettate, bene. Se no suppongo assisteremo ad uno spettacolo interessante- replicai seria

-Mi sembra corretto, e come risorgeremo?- domandò curiosa

Abbozzai un sorriso -Bhe, sospetto che Briala ne sarà entusiasta. Intendo rappresentare il mio popolo e ritagliare per loro uno spazio in questo mondo- conclusi e la fissai attenta -Non siete obbligati a seguirci, voglio che scegliate se restarne fuori o no. Non è più la vostra battaglia-

Sorrise -Spingere gli elfi a riscuotersi da questo letargo, da cui non sembrano intenzionati a svegliarsi? Non me lo perderei per nulla al mondo. Riferirò agli altri le tue parole-

Sospirai -Grazie, amica mia- risposi guardandola con affetto. Fummo lasciati di nuovo soli. Solas mi passò da parte diretto verso la poltrona e prese il suo zaino, bloccandosi e aprendolo. Tirò fuori la scatola e se la rigirò tra le mani, passando le dita sulle incisioni e il suo nome, la aprì fissandone i colori e le labbra gli si distesero in un sorriso. Alzò lo sguardo verso di me e con un cenno della mano mi invitò a raggiungerlo. Appena mi accostai a lui, passò il braccio sulla mia vita e mi posò un bacio sulla tempia -Ma serennas, è bellissima. Ne avevo una identica da ragazzino, ma non pensavo che fosse ancora intatta- affondò il viso nei miei capelli e dopo qualche minuto di silenzio ridacchiò -Che c’è?-

-Mi immagino le facce di chi ha tentato di usarla. È protetta con una magia, elementare, ma se non si conosce la parola d’ordine non si riesce a colorare nulla-

Mi scostai un poco e fissai i miei occhi grigi -Non… vorrai dirmi che è la tua!?- domandai esterrefatta -Devo averla proprio nascosta bene nei sotterranei del tempio, per essere tutto sommato come l’ho lasciata-

-E quale sarebbe questa parola?-

Si chinò dandomi un leggero bacio -La persona che me l’aveva regalata e che mi aveva trasmesso la sua passione. Mia madre, Shiral-

 

 

 

 

 

 

*Fade-Toungue: dopo il primo bacio con Solas nella dissolvelza, quando ci si parla e lui si scusa, se si sceglie l’opzione centrale, Lavellan fa riferimento che lui l’abbia baciata con la lingua XD Non essendo particolarmente ferrata in inglese la prima volta non l’avevo notato, anche perché dalla traduzione italiana non si intuisce per nulla una cosa del genere



Ciao a tutti! Il nostro Solas l'ha pensata veramente pesante questa volta, però le alternative non è che siano proprio rosee...

Un libro di Varric sulla nostra coppia lo pretendo in DA4!!! XD

E io quello zaino con la tazza lo odio!!! XD Spero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 39

Un altro conato di vomito mi stava minacciando, cercai di trattenermi scacciando in qualche modo il senso di nausea che mi stava accompagnando dalla mattina. Non avevo la più pallida idea di che mi stesse prendendo, mi ammalavo raramente, mai mi era capitato di stare così male e il tutto veniva alternato a bruciori di stomaco.

-Come posso continuare a vomitare se non ho mangiato nulla!?- alla fine mi erano rimasti solo i succhi gastrici. Presi il bicchiere d’acqua dal comodino sciacquandomi la bocca e spuntandola nel secchio che tenevo vicino al letto. Riposai il bicchiere e mi passai la mano sul viso scostandomi i capelli.

-Vhenan…-

Spostai la mano e fissai Solas che mi stava porgendo una tazza di the con uno sguardo preoccupato

-Dubito che resterà nel mio stomaco…- mormorai sfinita. Abbozzò un sorriso -The allo zenzero, dovrebbe farti stare meglio- spiegò. Accettai la tazza e lo sorseggiai, l’aroma placò già in buona parte il senso di malessere che però restava sempre in agguato -Ma serennas, forse riuscirò a riposare per qualche ora…-

Si sedette di fianco e si chinò posando le labbra sulla mia guancia -Non sono proprio in gran forma per essere baciata…- sapevo che il mio aspetto lasciava a desiderare -Per me sei sempre bellissima-

-Mmm… il solito adulatore…- passò un braccio sulla mia vita tirandomi verso il suo petto, posai la fronte contro la sua spalla -Rischi che ti vomiti addosso, e farei un bagno se non rimettessi in vasca-

-Non mi importa del tuo aspetto, prima devi sentirti meglio cuore mio- rispose dolcemente, iniziò ad accarezzarmi la schiena e si riprese la tazza. Chiusi gli occhi, sembrava che stessi avendo una tregua da ore -Sicura di non voler vedere il guaritore?- domandò di nuovo. Dorian aveva proposto il suo, ma avevo rifiutato -Sí, sei tu il mio dottore-

Ridacchiò -Non è molto il mio campo, di solito tratto ferite da magia e lame- strofinai il viso contro la sua maglia -Allora sappi che mi sento già meglio- mi separai da lui e sorrisi lievemente, lasciandomi poi cadere sul materasso, girandomi su un fianco, avevo assolutamente bisogno di dormire.

 

Una radura soleggiata che riconobbi subito, con una grande quercia al centro e la statua di Fen’harel poco più in là. Non so come mai stavo sognando il luogo vicino al clan dove ero solita rifugiarmi e con mia felicità dove Solas aveva spaccato il naso a quell’idiota di Mahen.

Udii dei lievi ringhi e guaiti, guardandomi intorno notai vicino alla statua un cucciolo di lupo con un bellissimo pelo con sfumature argentate che stava cercando in tutti i modi di saltare sulla statua, ma con poco successo, era troppo piccolo. Ringhiando contrariato, si voltò verso di me sorpreso e drizzando le orecchie, la coda iniziò a muoversi freneticamente da una parte all’altra eccitato. I bellissimi occhi pieni d’amore puro e determinati mi fissavano. Si slanciò in avanti per raggiungermi, ma barcollava non riuscendo a coordinare le zampe posteriori con quelle anteriori. Ruzzolò a terra.

Non potevo ridere, non volevo ferire i suoi sentimenti. Strinsi le mani e mi chinai alla sua altezza incitandolo a venire da solo verso di me -Sei bellissimo, forza! Vieni!-

-Mamae!- abbaiò rialzandosi sulle zampe ancora instabile. Mamma.

 

Balzai dritta sul letto, con il cuore che batteva all’impazzata. Ma che diavolo… Il letto prese a girare. La nausea arrivò, questa volta incontrollabile. Saltai giù dal materasso. Afferrai il secchio e vomitai, diverse volte, quando credetti di aver finito, lo stomaco si rivoltò ancora, rigandomi le guance di lacrime lasciandomi sfinita dai dolorosi spasmi dei conati. Arrancai fino alla bacinella, vicino allo specchio e pulendomi la bocca dei residui di acido. Fissai il mio riflesso e strinsi con forza il tavolino in legno a cui mi stavo sostenendo. Com’è possibile!? Non può essere possibile! L’incantesimo dovrebbe… Spostai la mano sul ventre sondandomi. Non c’era nessuna traccia della magia che avevo messo mesi prima, al suo posto una scintilla di una nuova piccola vita. La sensazione di essere stata tradita mi pervase. Mi voltai verso il letto trovandolo vuoto, si era già alzato…

Incredula continuai a sentire dentro di me quel lupacchiotto che mi aveva quasi fatto venire un infarto, oltre a starmi facendo vomitare l’anima. Ero ancora scioccata, iniziando a sentirmi estremamente felice.

La porta della camera scattò, entrò Solas che fissando il letto vuoto poi rivolse lo sguardo verso di me e sorrise avvicinandosi -Ti senti meglio? Stavo per…- lo colpì in pieno petto con uno stivale che avevo recuperato lì vicino. Si bloccò perso. Recuperai anche il secondo lanciandoglielo con più forza e che afferrò al volo -Che cosa…?- mormorò

-Cosa!? Come cosa!- urlai, era l’unico che avrebbe potuto togliermi l’incantesimo. L’unico a parte mia sorella che sapeva che lo avevo messo, ne avevamo parlato e deciso insieme! E ora da solo, senza dirmi nulla, lo aveva tolto scegliendo per me? Bastardo! Strinsi la mano sul ventre. Lui seguì il movimento con gli occhi rimanendo immobile a fissarmi. Strinsi le labbra tra di loro, e gli lanciai un’occhiata di sfuggita per poi riabbassare lo sguardo. Ero arrabbiata, ma anche estremamente felice. Lo volevo. Lo volevamo entrambi da mesi. E lui…

Strofinai di nuovo la mano sul ventre e con l’altra gli feci cenno di avvicinarsi. Lentamente e in silenzio ubbidì, quando fu abbastanza vicino allungai la mano verso il suo viso. Di riflesso chiuse gli occhi, aspettandosi uno schiaffo. Aveva capito. Lo accarezzai e mi accostai a lui posando la testa sulla sua spalla, gli afferrai una mano e me la misi sul ventre -Stupido orgoglioso, senti tuo figlio. È fortunato che sua madre non decida di renderlo orfano di padre- con l’altro braccio mi avvolse meglio contro di lui e affondò il viso nei miei capelli baciandomi la testa. Si lasciò scivolare in ginocchio e con un’espressione di immensa gioia mi fissava, scostò la maglia dalla mia pancia e posò le labbra calde e morbide. -È nostro e ti amo- mi baciò ancora la pelle e gli accarezzai la testa -E sarà meraviglioso come sua madre-

Sorrisi -E avrà il carattere scalmanato di suo padre, ne sono sicura- non che io fossi stata una santa, ma sicuramente sarebbe stato un ribelle. Si alzò e mise le mani su i miei fianchi, passai le braccia attorno al suo collo -E ne sei sicura perché…?- domandò

-Perché solo un cucciolo di lupo estremante testardo e arrogante, cercherebbe di salire su una delle statue imponenti che raffigurano suo padre, ringhiandogli tutto convinto contro-

Ridacchiò -Lo hai sognato?- mi sporsi verso di lui e presi possesso della sua bocca, ripresi fiato -Sì e non oso immaginare quanto diventerà potente- anche se i miei poteri erano elevati, non ero un somniari. Il sangue degli Evanuris che avevo nelle vene mi aveva negato questa qualità che ad Elvhenan era considerata fondamentale per essere considerati degli Dei. -Ha creato il sogno da un mio ricordo e mi ha trovato. È già tutto suo padre- conclusi orgogliosa. Solas di rimando mi mostrò un largo sorriso, le iridi brillavano emozionate, posò le labbra sulla mia fronte -Ir abelas, vhenan-

Sospirai a quelle scuse -Non farmi rivalutare la questione dell’orfano e ti conviene darmi ancora quel the allo zenzero, se non vuoi che ti vomiti addosso. Nostro figlio non sembra intenzionato a mangiare- la nausea stava tornando, forse con il the sarei riuscita a tenere qualcosa nello stomaco. Sciolse l’abbraccio e mi prese per mano trascinandomi nella sala da pranzo. Notai sulla tavola diverse pietanze, che emanavano un profumo sicuramente buono, peccato che sentivo un odore molto più forte del normale, aumentando il malessere che stavo provando. Passai una mano sulla bocca. No, no, no, ti prego cucciolo!

-Non sembra che la situazione sia migliorata. Sei pallida! Chiamo il guaritore- Dorian mi si era accostato in ansia e lo trattenni da un braccio -Non serve, so benissimo cosa ho, e ne avrò per parecchio. Spero di smettere di vomitare prima o poi…- ero completamente ignorante in materia e sapevo però che ci sarebbero stati dei miglioramenti, al clan c’erano state delle donne incinta, ma non le avevo mai aiutate direttamente. Ero troppo giovane e se ne occupava mia madre, essendoci già passata e consigliandole con la sua esperienza. Avrei voluto dargli la notizia che sarebbe diventata nonna, e averla vicino. Dovevo ancora metabolizzare il tutto. Tra qualche mese sarei diventata mamma. Mamma! Diavolo… e solo una settimana prima stavamo prendendo in considerazione di tornare indietro nel tempo. Un senso di tristezza mi annientò, non avrebbe mai conosciuto suo nipote, non se volevo dare un futuro migliore a mio figlio. In questo mondo sarebbe stato costretto a chinare la testa davanti agli umani e a rischiare di finire in un Circolo. Non avrei mai permesso una cosa del genere. Ero tanto restia all’unica soluzione che ci si parava davanti, ma ora questo stava cambiando tutto.

-Che cosa hai?- domandò il mio amico scrutandomi attentamente

-Niente che del the non possa risolvere- si intromise Solas rispondendo al mio posto e posando una mano sulla mia vita invitandomi a sedermi su una poltrona. Ne raggiunsi una il più lontano possibile dalla tavola e mi mise in mano una tazza di the allo zenzero.

Dorian fissava male il mio lupo -Che sta succedendo?- chiese di nuovo, ma minaccioso

-Niente che possa riguardarti Tevinter- disse il mio lupo calmo, ma con un’intonazione che non ammetteva repliche. Prima che iniziassero a litigare intervenni -Vhenan…- e allungai un braccio prendendolo per mano, me la strinse. Guardai divertita quel fare estremamente protettivo -Non preoccuparti Dorian, sto bene, ti darò al più presto delle spiegazioni. Non fatemi venire anche mal di testa, per favore-

-Come vuoi, ma se devo dare una lezione a questo lupo spelacchiato chiamami- rispose provocante e si allontanò verso la libreria. Solas alzò un sopracciglio -Spelacchiato…?-

Risi e mi misi più comoda sulla poltrona, stringendo con entrambe le mani la tazza calda e fumante. Il mio mago si inginocchiò di fronte a me -Vuoi provare a mangiare qualcosa? Pane?-

Sorrisi -Proviamo con il pane, cuore mio- decisamente non potevo stare a digiuno, non ora che dovevo mangiare per due. Si alzò e mi passò davanti Banal’ras che sembrava non avesse nulla da fare a parte leggere il libro di Varric. Cassandra era assente, era partita per sistemare alcune cose riguardanti i Cercatori e lui sembrava un’anima in pena.

-Devo farvi le mie congratulazioni?- sussurrò con sguardo furbo. Accennai un sorriso e le guance mi si scaldarono, non gli sfuggiva nulla -Lo prendo come un sì. Dovrò prepararmi psicologicamente ad avere un altro terremoto nei paraggi per i prossimi anni- disse divertito. Passai una mano sul ventre e ridacchiai. Arrivò il mio lupo con un piatto con del pane e della frutta, lo presi affamata -Grazie, vhenan-

La spia elfica mise una mano sulla spalla a Solas -Mi immagino quando ci ritroveremo ad Elvhenan, il Temibile Lupo, sposato e con un figlio in arrivo. Ti disferai di Andruil in modo fulmineo, solo al sentir parlare di bambini da Mythal le venivano i brividi. Mi domando come possa Sylase essere sua sorella, sono come il sole e la luna-

Abbozzò un sorriso e mi fissò in viso -Farò tutto il possibile per proteggervi e non permetterò che il Lyrium rosso distrugga di nuovo il mondo da cui proveniamo- disse deciso

Solo vedere come aveva reagito alla curiosità di Dorian sul mio malessere… con gli Evanuris dietro l’angolo sarebbe diventato ancora più protettivo -Ne sono sicura papae, ma dopo voglio che mi fai controllare la ferita- ogni settimana che passava pretendevo che me la facesse vedere, e per nostra fortuna sembrava sopito. Il livello del Lyrium rosso rimaneva come dormiente, che fosse il mio stesso sangue che lo contrastava? O il suo sangue combinato con il mio?

Banal’ras ridacchiò per il modo in cui avevo chiamato Solas e con una pacca sulla spalla si allontanò continuando a leggere parte della mia vita, scritta dal punto di vista di Varric.

Staccai dei pezzi di pane mettendomeli in bocca, sentirne il sapore mi soddisfò. Tentai anche con un pezzo di mela, non amavo in particolar modo quel frutto, ma la dolcezza aiutò a sentirmi meglio. Bevvi subito dopo un po’ di the, non ero proprio in forma, però neanche più moribonda per il momento, sempre che il cucciolo non decidesse di farmi vomitare ancora. Solas si inchinò ancora davanti a me e posò una mano sul mio ginocchio, iniziando ad accarezzarmi la coscia -Diventerà il mio nome preferito con cui essere chiamato- passai la mano sopra la sua intrecciando le dita -Anche quando ci chiamerà milioni di volte in un’ora?- ridacchiai, avevo solo due anni di differenza con mia sorella, ma mi era bastato per vederne l’effetto. Rise anche lui -Non vedo l’ora- rispose entusiasta. Restammo mano nella mano. Avremmo avuto un bambino ed ero felicissima, ma c’era ancora una cosa rimasta in sospeso e importante.

-Vhenan…- non avrei voluto pensare una cosa del genere -Hai voluto forzarmi la mano?- vivere in questo mondo per un elfo non è facile e se anche mago, ancora meno. Avendo però la possibilità di migliorarlo per un figlio per cui avresti fatto tutto, chi si sarebbe tirato indietro a prendere favorevolmente una scelta così difficile?

Rialzò lo sguardo sul mio per poi chiudere gli occhi e sospirare profondamente, la mano mi venne stretta di più -Qualunque scelta prenderai la rispetterò, che sia questo mondo o l’altro dovranno uccidermi per separarmi da voi- riaprì gli occhi incatenandoli ai miei -Non nego però a quale va la mia preferenza- distolse lo sguardo verso il basso -Volevo però darci una possibilità, e non arrivare a pentircene di averci rinunciato in un eventuale punto di non ritorno…- concluse serio

Restai a fissarlo, l’attenzione fu attirata dalla spia elfica, che seduta a tavola teneva gli occhi sulle pagine borbottando tra sé e sé -Una vita di solitudine…- mormorai -Ne hai parlato con Banal’ras?-

Annuì con un cenno del viso -Ha dovuto rinunciare a tante cose, non vuole che passiamo quello che ha subito lui…-

-Ma sta ancora rinunciando! Prova qualcosa per Cassandra, ma non intende approfondire quello che ha messo in moto!- replicai d’impulso sussurrando. Dopo le parole che avevo udito quando li avevo spiati, aveva preso le distanze dalla Cercatrice. Lei stessa se ne era resa conto! Restando ancora più confusa di prima.

-Lethallin, ma spiegami un po’. Tu devi avere davvero qualche problema serio-

Solas a quel richiamo dalla spia elfica si accigliò

-Qualcuno che è d’accordo con me!- replicò Dorian poco lontano. Ridacchiai, il mio lupo rivolse gli occhi al cielo e si alzò andando da Banal’ras -Davvero mi confermi che hai lasciato quella povera ragazza? Ma non ti ho insegnato niente?-

-Non darò delucidazioni su quella parte- replicò

-Tu che hai sfidato gli Evanuris per centinaia di anni e ti ho visto fare e dire cose che ad altri sarebbe venuto un colpo, mi cadi su una cosa del genere? Se tuo padre fosse ancora vivo ti avrebbe obbligato a riordinare e a leggere tutti i volumi dell’ala ovest della biblioteca imperale, con gli spiriti dell’amore e le loro storie melense per poi passare agli spiriti di coraggio, magari in due secoli avresti finito-

Sentir parlare del padre di Solas accese la mia curiosità, non aveva mai detto molto, solo qualcosa sulla madre. Ritornando da me, il mio lupo notò la mia espressione e sorrise, prese una sedia per poi mettersi di fronte a me -Da dove inizio? Sai già che mia madre si chiamava Shiral, era una sentinella in un tempio di Mythal. Mio padre, Revas, prima di incontrare mia madre lavorava come archivista al Vir Dirthara. In seguito ha lasciato la sua classe di appartenenza per stare con mia madre, prendendo anche lui servizio sotto Mythal al tempio-

-Classe?- di che stava parlando?

-Ad Elvhenan, la popolazione era divisa in classi a seconda di quanto potere magico si disponeva. Più ne avevi, più potevi sperare di avere una vita agiata. Però c’erano anche delle leggi sul matrimonio, cosa che non avveniva molto spesso devo dire, proprio anche per le conseguenze che poteva portare. Una di queste era che se facevi parte di una classe inferiore, unendoti ad un partner che aveva un grado superiore al tuo, egli veniva declassato-

-Perché?- non ne vedo il senso

-Perché come qua in Tevinter si teneva molto alla purezza della linea genetica. C’erano più probabilità di mantenere un certo livello di potere magico, o di aumentarlo con persone della tua stessa classe. Quindi andare con chi non era al tuo stesso livello veniva scoraggiato-

-È orribile. Direi però che tu hai rotto anche questa regola- disponeva di un potere magico da metterlo alla pari con i falsi Dei

Ridacchiò -Ho iniziato a ribellarmi da subito-

Sorrisi, i nomi dei suoi genitori erano particolari, Shiral e Revas, unendoli si ottiene: viaggio di libertà. Passai gli occhi su Solas, mi piaceva guardarlo. -Che c’è?- domandò perplesso

Sorrisi di nuovo e negai con la testa -Nulla, sei uno stupendo viaggio verso la libertà- replicai divertita dalla faccia che mi stava mostrando. Per un momento confuso, poi sorrise compiaciuto, notai un lieve accenno di rossore sulla punta delle orecchie facendomi venire voglia di toccarlo.

-Come va? Nausea?- domandò cercando di sviare il suo imbarazzo

-Per adesso, mi sento bene cuore mio- lo rassicurai, stavo avendo un po’ di tregua.

Udimmo la porta d’entrata e un passo svelto arrivare alle mie spalle, Leliana mi si affiancò facendo un cenno di saluto agli altri per poi fissarmi -Tutto a posto? Sei pallida-

Sospirai, devo esserlo proprio parecchio, se ne accorgono tutti! Accennai un sorriso -Nulla di grave, quando arriverà anche Cassandra, dovrò fare un piccolo annuncio- la novità si sarebbe estesa a macchia d’olio tra i miei amici, sperando non andasse oltre. L’Inquisitore incinta, non volevo diventare di nuovo un pettegolezzo in Ferelden e Orlais, con a seguire varie speculazioni su chi fosse il padre. Il solo pensarci stava rischiando di darmi ancora il voltastomaco.

Leliana mi scrutò -Capisco- e lanciò uno sguardo a Solas per poi ritornare su di me con un piccolo sorriso. Mi schiarii la voce -Novità?- cercando di sviarla da i suoi ragionamenti sul mio malessere.

-Sì, grazie a Josephine abbiamo un incontro con entrambi i regnanti, anche la Divina sarà presente-

La notizia non mi stava mettendo proprio di buonumore -Perché mi sembra di avere un dejavù?- passai una mano sul viso.

-Questa volta saremo in condizioni diverse e i qunari purtroppo sono ritornati in piena attività- replicò -Si stanno insediando poco alla volta ovunque. Le nostre spie sono al sicuro e insospettate-

Sospirai profondamente. Tempismo eccezionale cucciolo. -Perfetto, deduco che oltre che l’essere aggredita dai qunari, dovrò stare anche attenta al “Gioco”- Re Alistar non mi preoccupava, al contrario l’Imperatrice Celene se avrebbe reagito negativamente alla mia proposta, mi sarei ritrovata magari i Corvi d’Antiva o la Casa della Quiete addosso come lupi famelici. -Dici che se la prenderanno se aggiungiamo qualche nuova statua?-

-Ci minacceranno di rinchiuderci in un Circolo, aspettiamoci i Templari ad accompagnare la Divina. Nella peggiore delle ipotesi, si spaventeranno dichiarando l’Inquisitore come nemico- disse Solas

-Sempre cupo e fatalista, vhenan- con il potere che disponevamo entrambi, avrebbero solo potuto sfiorarci. E ora nella mia dolce condizione saremmo stati particolarmente attenti e letali.

-Josephine mi farà ancora l’onore di accompagnarmi?- il sostegno della persona più diplomatica che conoscessi, sarebbe stato utile

Leliana sorrise -Dà volentieri la sua disponibilità all’Inquisitore- a sentire quel titolo mi accigliai, stavo per ribattere, ma mi precedette -Sa che non ti presenterai come tale, ma vuole essere affianco alla sua amica, soprattutto quando saprà del tuo stato interessante-

Mi bloccai esterrefatta alla conclusione a cui era arrivata da sola, mi posò una mano sulla spalla -Non farmi quella faccia, non ti ho mai visto con un raffreddore! Neanche tornando più volte dalla Palude Desolata completamente fradicia! Era la cosa più scontata-

-Cosa!? Cosa!? Cosa!?- esclamò Dorian arrivando come un fulmine al mio fianco, piazzandosi tra me e Solas, escludendolo del tutto dalla conversazione -Non mi volevi dire nulla!?- mi domandò in modo colpevole

-Calma. Lo avrei fatto, volevo solo dirlo a tutti in un colpo solo- spiegai per quel tono offeso

Il mago ridacchiò e si chinò fino ad abbracciarmi -Congratulazioni! Speriamo sarà tutto la sua mamma e non prenda troppo dal sapientone spelacchiato-

-Dorian…- lo richiamai, stavo però sorridendo -Mi spiace, ma penso verrai deluso-

Si staccò dall’abbraccio -Ehi! Non puoi saperlo di già!-

-Chiamalo istinto femminile- e gli feci l’occhiolino

Perplesso iniziò con le dita a toccarsi i baffi e lanciò un’occhiata a Solas che gli stava rivolgendo un sorriso arrogante -Allora speriamo che sia una bambina, perché una sua versione in miniatura non so se potrei sopportarla- borbottò e mi riguardò -Devo dare la bella notizia a tutti gli altri!- e si avviò spedito come era venuto, udii la porta d’entrata aprirsi e richiudersi.

-Vedo già un giro di scommesse all’orizzonte…- disse Solas

Persa per quell’affermazione incatenai gli occhi ai suoi -In che senso?-

-Se sarà maschio o femmina. Penso che Varric non si farà sfuggire l’occasione- concluse Leliana.

Oh… cavolo…

La porta d’entrata si spalancò di nuovo e in modo violento dal colpo che avevo sentito

-Tu!!- la voce di Cassandra riecheggiò nella stanza, attirando l’attenzione di tutti

Che… diavolo? Con chi ce l’aveva? Mi alzai e vidi la Cercatrice puntare sulla spia elfica e prenderlo dal bavero con una mano -Si può sapere che intenzioni hai?-

Banal’ras aveva solo lasciato il libro sul tavolo e non aveva reagito -Non so di cosa…-

-Lo sai benissimo! Non sono una maga, ma so quando mi trovo nella dissolvenza e non erano semplici sogni!- ringhiò leggermente rossa in viso

Serio la fissava -Possiamo parlarne in privato?-

-No, saresti in grado di sviare dall’argomento principale. Rendi chiare le tue intenzioni!-

Si fissavano e nessuno dei due cedeva in qualche modo. All’improvviso e di scatto Banal’ras puntò le mani sul tavolo. Prendendo tutti alla sprovvista e per prima la mia amica. Sfrontatamente e in modo assolutamente diretto prese possesso delle sue labbra. Cassandra rimase di stucco, non rifiutandolo però. Era di un colorito rosso rovente.

Ancora vicini l’elfo disse -Ora, possiamo parlare in privato, ma vhenan?-





Finalmente abbiamo un cucciolo in arrivo!!! Non vedevo l'ora di scrivere questa parte e spero che vi sia piaciuta come l'ho descritta. Tanti sviluppi in questo capitolo anche tra Banal'ras e Cassandra che vedremo in seguito che succederà! Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo! Che non so se farò uscire con la stessa cadenza perchè volevo dare una sistemata ai capitoli più vecchi

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 40

Nausea. Sì, ancora. Passai la mano sulla bocca e cercai di calmarmi e concentrarmi nel non vomitare un’ennesima volta. Ti prego, ti prego, cucciolo! Respirai profondamente, con la coda dell’occhio notai che mi venne accostato il secchio e anche se riluttante lo presi da Cassandra che me lo porgeva. -Non ne posso più…- mi lamentai, ero a pezzi.

-Resisti, non stai vomitando tanto come all’inizio. Vedrai che smetterai presto-

Non riuscii a rispondere che un conato mi precedette. La gola bruciava e le lacrime scesero sulle guance. Presi il bicchiere d’acqua sciacquandomi urgentemente la bocca, odiavo sentire l’acido che mi corrodeva i denti.  -Fin quando possiamo prendercela comoda?-

-Leliana mi informa che dovresti avere tutto il tempo per riprenderti. Concorda che non è il caso di rendere già nota la tua condizione-

Ridacchiai -Quando lo verrà a sapere Sera, sarò fortunata se già mezzo Thedas non ne sarà al corrente-

Sbuffò -Infatti cercheremo di non farle sapere nulla per il momento. Leliana ha avvertito Dorian, ne va dei suoi baffi-

Sorrisi, era sempre molto persuasiva la mano Sinistra della Divina -Non troppo tempo però, se no non sarà la mia urgenza a cercare un secchio in cui vomitare che li informerà- per il momento non si vedeva ancora nulla, ma non sarebbe restato così a lungo

Annuì con un cenno del viso -Ci preoccuperemo anche di questo-

-Sono curiosa di vedere finalmente la casa che Varric mi ha regalato a Kirkwall- avevamo deciso di fare la rimpatriata al famoso Impiccato, visto che il nano a causa dei suoi doveri non poteva spostarsi, ci era sembrato un buon compromesso. Appoggiai il secchio per terra e rialzai lo sguardo sulla porta d’entrata che si stava aprendo.

-Ne sei sicuro?- udii domandare il mio mago

-È presente dell’attività sul luogo. Se vuoi posso andare a controllare- vidi Banal’ras rispondere serio, intanto che richiudeva la porta alle sue spalle

-No, andrò di persona-

-Nostalgico?-

Solas sorrise -Un po’, ma soprattutto curioso- concluse e posò gli occhi sul mio viso, tirandosi giù il cappuccio -Come vanno i miei due cuori?- si chinò lasciandomi un bacio sulla guancia e posando la mano calda sul mio ventre

-Sei stato fuori solo un’ora e va come al solito. Io vorrei mangiare, ma tuo figlio non è d’accordo. Di cosa stavi parlando con Banal’ras?- quest’ultimo si era già dileguato verso la sua camera, supposi dalla direzione che aveva lo sguardo di Cassandra.

-Qualche piccola novità. Vado a cambiarmi, poi ti racconto- si alzò -Cercatrice- la salutò e lei rispose con un cenno del viso riportata alla realtà, per poi ritornare assorta. Le passai una mano davanti agli occhi -Thedas chiama Cassandra- la presi in giro. Sbattè più volte le palpebre infastidita e mi fissò interrogativa -Che c’è?-

-Non penso tarderà molto a uscire dalla sua stanza, così poi gli puoi saltare addosso-

Arrossì di colpo -Smettila Yen! È che…-

-Cosa?- domandai curiosa

Distolse gli occhi abbassandoli -Ho incontrato molti elfi e Banal’ras… è diverso. Non dico per l’immortalità, preferisco non pensarci per adesso. Una cosa alla volta, ma ecco… anche Solas, non ti sembrano più robusti?- disse incerta. Pensandoci non potevo dargli torto, la larghezza di spalle del mio lupo, altri se la sognavano -Vedi… non mi è mai capitato, anche se di poco, di dover alzare la testa per fissare un elfo negli occhi. È già tanto se sono alti quanto me di solito-

Non riuscivo a trattenermi dal prenderla in giro, andava in crisi ed era troppo buffa -È una delle cose che ho notato in Solas e che mi attrae infatti nel suo aspetto fisico. Quando avrai davanti la tua spia elfica senza vestiti, te ne compiacerai ancora di più-

-Yen!!!- replicò imbarazzata

-Non dirmi che non lo vuoi vedere nu…- mi coprì di colpo la bocca con una mano, agitata come non mai e lanciando un’occhiata al suo vhenan. Quando mi aveva chiesto la spiegazione su alcune parole in elfico e soprattutto su quella, le iridi le erano diventate oltremodo emozionate.

-È un gioco che non conosco?- domandò Banal’ras passando lo sguardo da una all’altra perplesso e con una punta d’ironia. Cassandra tolse la mano e con gli occhi mi supplicava di non dire niente di quello di cui stavamo parlando -Gioco? Noi…- non riuscì a dire altro che l’elfo le aveva catturato la bocca, il tutto come se non fossi di fianco a loro. Sorrisi a quell’esternazione di affetto senza vergogna. La mia amica dopo la prima sorpresa, gli passò le braccia intorno al collo infilando le dita nei capelli castani che la spia elfica aveva iniziato a tenere sciolti più spesso, pensavo proprio per quel motivo.

Arrivò Solas che li guardò con un sogghigno divertito. Decisero di riprendere fiato, Cassandra era elettrizzata, lo lasciò andare da quella presa e si schiarì la voce. Banal’ras la fissò per qualche attimo come se non esistesse altro, per poi sedersi al suo fianco e rivolgersi a me e a Solas come se non avesse fatto niente di strano. Non che lo fosse il gesto in sé, l’amore che provava per la Cercatrice lo esternava senza remore e in modo impetuoso anche per la mia amica, mettendola piacevolmente in difficoltà.

-A poche miglia da qui c’è il mio paese natale e anche un tempio di Mythal. Mi è stato riferito che ci sono stati degli scontri con dei banditi della zona e sono stati eliminati. Sembrerebbe un lavoro delle Sentinelle- spiegò il mio lupo

-E vuoi andare a controllare. Verrei volentieri anche io, sarei più curiosa di te- risposi, sarebbe stato un peccato essere tanto vicini e non passare nemmeno una volta. Mi mostrò un lieve cipiglio preoccupato -Solas non esagerare, sono solo all’inizio e…-

-Se per voi va bene posso accompagnarvi…- si propose la spia elfica, ma il mio lupo lo interruppe -No andrai con Cassandra, per aiutarla con le informazioni che ha a disposizione per guarire la Calma. Sei l’unico a parte me che può assisterla attraverso la conoscenza degli spiriti e dell’Oblio. Ci rivedremo a Kirkwall-

Sospirò -Se ne sei convinto, non insisto lethallin- e guardò la mia amica -Devi spiegarmi un po’ di cose e decidere che tappe del viaggio intendi fare. Passeremo per il Crocevia risparmiando tempo- lei diventò perplessa -Altri specchi?- sbuffò disgustata -Non so se mi ci abituerò mai. Preferirei il metodo tradizionale- l’elfo stava per ribattere, però venne anticipato -Ma visto che faremo più in fretta e voglio tornare il prima possibile da Yen, lo sopporterò- Banal’ras sorrise e si alzò porgendole la mano -Mostrami la mappa, mi devo ancora abituare ai nomi dei regni e città di questo mondo- la mia amica la strinse e lo trascinò al tavolo con su diverse carte.

Solas si sedette al mio fianco -Lo so che sei solo all’inizio. È più forte di me…- mi lasciai scivolare appoggiando la testa sulla sua spalla -Ancora per qualche mese sarò operativa, ma non credere che mi tirerò indietro se ce ne sarà bisogno. La priorità naturalmente sarà nostro figlio, non mi metterò in pericolo- mi passò un braccio dietro la schiena, tirandomi in grembo. Infilai la testa nell’incavo del suo collo e respirai il suo profumo di pergamene, radice elfica e ora anche zenzero. Sorrisi e strofinai la punta del naso sul suo collo per poi lasciargli un bacio. Mi strinse meglio a lui con un braccio posando le labbra sulla mia tempia -Una promessa- disse semplicemente. Alzai lo sguardo incatenando le iridi alle sue, interrogativa -Mi dai la tua parola che da qui in avanti, dovessi venire ferito o trovarci in una situazione pericolosa, penserai a voi due, lasciandomi indietro?-

Non potei fare a meno d’irrigidirmi -Lo sai cosa mi stai chiedendo?- lo presi per mano stringendola, lui ricambiò -Mai stato più consapevole, oltre a quando ti ho chiesto di sposarmi- replicò serio.

Continuai a fissare i miei amati occhi grigi -Non…- chinai la testa -Ho detto che la mia priorità sarà nostro figlio. Non chiedermi di abbandonarti se posso fare la differenza-

-Quindi se dovessi decidere se cercare di salvarmi o la vostra sopravvivenza?-

Deglutii, cosa che non fece altro che farmi stare male. Mi scostai malvolentieri dall’abbraccio e mi chinai con urgenza, afferrando il secchio. L’impulso di vomitare c’era, ma nulla, così era ancora peggio. Chiusi gli occhi cercando il mio scarso controllo.

-Stai evitando la domanda?- rimbeccò il mio lupo

Esibii un mezzo sorriso -Stiamo, prego. Non includerlo solo quando ti fa comodo- non rispose e lo udii alzarsi. Come potrei lasciarlo indietro? Mi odierei ogni giorno, per l’eternità. Un’eternità senza di lui, ma con te cucciolo? Tuo padre è proprio uno stupido orgoglioso arrogante!

-Vhenan…-

Aprii gli occhi e lo ritrovai a porgermi una tazza di the allo zenzero, con la sua solita faccia da lupacchiotto. La presi e me la portai alla bocca sorseggiando il liquido caldo -Ma serennas…- lo osservai, restava assorto e teso. Avrei potuto vedere la sua mente al lavoro, cercando un modo per tenermi al sicuro. -Quando partiamo?-

-Anche adesso, se te la senti. Dobbiamo solo attraversare due Eluvian-

Mi alzai -Bene, tempo di preparare la borsa e sono pronta- non rispose, e ci spostammo in camera. Per tutto il tempo rimase in silenzio, forse aspettando la risposta che non gli avevo ancora dato. Agganciai i pugnali nei foderi e si avvicinò con un piccolo sacchetto di tela, porgendomelo -Foglie di menta, sempre per la nausea. Il the in questo caso sarebbe difficile da reperire- spiegò con un sorriso. Questa sua premura mi emozionò, d’impulso gli presi il viso tra le mani e lo baciai con passione -Lo sai che ti amo, vero?- restò con la fronte appoggiata alla mia -Se vuoi possiamo rimandare a domani, non voglio metterti in difficoltà-

-Sto bene, non mi fermerà un po’ di nausea. Poi se la mamma sarà impegnata a vomitare in un cespuglio, qualcosa mi dice che il papà sarà ancora più preoccupato che in questo momento-

-E molto nervoso…- passò la mano calda sul mio ventre, per entrambi stava diventando velocemente un’abitudine -È indifferente, l’importante è che sarà sano, ma chissà se è maschio o femmina…- mormorò -Io dico che sarà tutto il suo papà- sorrise -Speriamo di no, preferirei che prenda di più dalla sua mamma- con il pollice gli accarezzai una guancia -Speri che non si caccerà nei guai?- fugacemente premette le labbra sulle mie -Così pretenderei troppo, non siamo dei grandi esempi in quel caso- risi e con entrambe le mani gli afferrai le orecchie -Ti hanno proprio stregato- disse divertito -Queste le deve assolutamente prendere da te, sono perfette- ridacchiò e un formicolio si sprigionò dalla mano alla mia pancia -Oh… che…- dissi sorpresa. Piacevole, è l’unica cosa che mi venne in mente -È ancora molto piccolo, però gli ho fatto percepire i miei sentimenti, le emozioni che provo per la sua mamma e per lui, il mio cucciolo- spiegò in modo dolce. Mi si scaldò il cuore e gli catturai la bocca -Mmm… quando la mamma starà meglio, il papà le farà sentire cosa prova per lei?- le labbra gli si distesero in un sorriso malizioso -Dovremmo avere un po’ di pazienza allora- gli afferrai la mano e mi misi lo zaino in spalla, trascinandolo fuori dalla stanza.

 

 

-È cambiato molto…- disse Solas osservando le rovine tra cui ci stavamo aggirando da un po’. Il terreno era riarso, non doveva vedere dell’acqua da parecchio, qualche pianta rinsecchita e ciuffi d’erba altrettanto gialli. -Com’era?-

-Il paesaggio mi è irriconoscibile, c’era una foresta e un fiume in quel punto- indicò con la mano, infatti si notava un avvallamento dove prima doveva scorrere l’acqua. Sospirò e si guardò intorno cercando qualcosa di familiare -La tua casa…- negò con la testa -La mia unica casa, e dei miei genitori era il tempio. Venivo al villaggio per giocare con altri bambini e fuggire dagli allenamenti. Una volta che mi fossero stati messi i Vallaslin non avrei più potuto uscire, se non con il permesso di un superiore- fece qualche passo e si avviò verso delle piccole statue di lupo poste ai lati di una strada ancora lastricata. -Da questa parte. Io proteggevo la via, per chi voleva sperare di incontrare Mythal-

-Tu?- domandai avvicinandomi a lui

-Non di persona. Essendo il suo Primo mi occupavo di gestire la sicurezza e l’accesso ai templi. Una delle prime mansioni che mi furono affidate. Fino ad arrivare a prendere decisioni di rilevanza sui campi di battaglia- lo seguii fino a dove quello che rimaneva delle pietre ormai era distrutto. Solas abbozzò un sorriso -Il tempo e soprattutto la magia ha cancellato quello che ne restava-

-Qualcuno ha tolto il resto?-

-Esatto, sono stati troppo precisi, come puoi vedere la strada si interrompe in modo netto-

-Dolore. Sempre meno. Fen’harel? Morti. Ogni nuovo risveglio, si porta via una parte di noi- la voce di Cole mi fece saltare dalla sorpresa -Cole! Non farlo più! Per favore- esclamai con il cuore in gola.

-Non siamo soli- disse Solas -Quello che hai detto, non erano pensieri nostri-

-Non intende farsi vedere. Aspetta il momento adatto per attaccare. Viso familiare. Non può essere. Troppo tempo sola- poi guardò in particolare me -Felici, tutti e tre. Lo spirito appena nato brilla, luce calda, gioia- mi portai una mano sul ventre -È contento?- domandai sorpresa

-Tu lo sei. E anche lui lo è-

Questa notizia inaspettata mi fece sentire meglio. Solas si voltò verso di noi con un sorriso -Continuiamo vhenan?- raccolsi l’invito prendendolo per mano, facendomi guidare in quella distesa arida. Cole ci seguiva silenzioso. Il paesaggio iniziò a cambiare, di fronte a noi degli enormi alberi, i tronchi sembravano bruciati, i rami spogli, non c’era alcuna traccia di foglie vecchie o nuove.

-Non ci voleva- mormorò il mio lupo -Dei demoni dell’ira si sono impossessati di questi alberi-

-Silvani?- replicai, li avevo visti solo su dei libri che avevo letto. Annuì con un cenno del capo

-Rabbia. Molta, profonda, rabbia. Tutta colpa di Fen’harel. Aveva promesso. Il Velo ci rende deboli. Stiamo morendo. Dov’è? Ci ha abbandonati-

Gli strinsi la mano -Solas…- ricambiò la stretta, rimaneva impassibile -Qualcuno concorda che sia colpa mia, e lo è- incatenò le iridi alle mie -Preferisco però la versione che continua a sostenere il mio vhenan, anche se continuo ad oppormi senza successo- alzai l’altra mano posandogliela sulla guancia -È così difficile da accettare?- coprì la mia mano con la sua, strofinandosi contro -No, è troppo facile, proprio perché me lo dici tu, cuore mio-

Uno schiocco molto forte ci distrasse, un albero stava uscendo con le radici dal terreno. Non feci in tempo ad estrarre un pugnale che gli occhi di Solas si illuminarono, in quell’istante delle grosse stalattiti di ghiaccio lo trafissero. Buona parte del tronco fu squarciato e vari pezzi di legno saltarono via. Mosse una mano e un pugno di pietra si schiantò sul Silvano che si lamentò con un urlo, accasciandosi a terra. Subito dopo altro rumore di legno che si spezzava ci avvertì del pericolo, gli alberi si stavano ergendo sulle loro radici che formavano gambe e piedi, mentre i rami si allungavano come braccia. Ci fissammo negli occhi e senza una parola decidemmo di guardarci le spalle a vicenda. Bruciammo, trafiggemmo, spezzando rami e radici rallentandoli il più possibile e non lasciandoli avvicinare troppo. Altri lamenti di sconfitta si levarono.

-Molti ne arrivano, costretti da un vincolo, non possono e non vogliono fermarsi- disse Cole intanto che ci faceva da supporto tra un Silvano e un altro. All’ennesimo che cadde a terra senza vita finalmente riconquistammo il silenzio, una distesa di alberi ormai caduti ci si parava davanti. Mi passai una mano sul volto scostando i capelli e asciugandomi il sudore, generato più dal calore della legna che bruciava che dal minimo sforzo a cui eravamo stati sottoposti -Fa caldo…- mormorai -Ti sei appassionata all’elemento di fuoco?- disse Solas divertito -Non proprio, vhenan. Preferisco l’elettricità, ma bhe… in seguito hanno preso fuoco…- ci rivoltammo l’uno verso l’altro non vedendo nuovi nemici all’orizzonte -L’elettricità… devo stare attento quando ti faccio arrabbiare- scherzò con un sorriso che ricambiai -Tutto bene?-

Annuii con un cenno del capo -È  stato solo un interessante riscaldamento-

-Ottimo. Il tempio è proprio al di là di quella collina- si stava per incamminare, ma lo bloccai da un braccio -Cosa intendi fare? Chiunque sia ha usato un vincolo per questi Silvani, se non ti riconosceranno? Quelle emozioni non erano solo dei demoni…-

-Se costretto farò l’unica cosa che posso. Io li ho portati a questa situazione, una condizione a cui non avrebbero mai dovuto arrivare, è un’ultima linea di difesa. Temo cosa o chi troveremo- rispose serio e deciso. Gli strinsi l’avambraccio e poi lo lasciai andare -Nelle Selve Arboree, se non mi fossi alleata con le Sentinelle? Se avessi evitato il rituale? Li avresti uccisi?- mi lanciò un’occhiata e rimase in silenzio, continuammo a camminare fino ad arrivare in cima. Finalmente si scorgevano le tracce di altre costruzioni distrutte e abbandonate, diversi archi di pietra segnavano la via da seguire fino a un imponente edificio con un portone dorato. Solas spinse e questa si aprì senza difficoltà, scendemmo verso una scalinata per ritrovarci in dei giardini. Una statua da lupo si stagliava al centro, di fronte le familiari mattonelle che si illuminavano. Alle sue spalle un altro portone.

-Facciamo il rituale?- chiesi

Abbozzò un sorriso e mi prese una mano, per poi inchinarsi e posare sul dorso le labbra morbide. A quella scena mi irrigidii sorpresa -Che ti prende?- mormorai confusa. Si rialzò incatenando le nostre iridi, le sue alquanto divertite -Vuoi bussare a casa tua?-

Rimasi per un attimo basita -Io…- chiusi gli occhi e sospirai, per poi fissarlo di nuovo e stringergli la mano -Non mi ci abituerò mai, lo sai?- mi tirò verso di lui, lasciandomi un bacio sulla guancia -Sono tuo marito e in questo luogo anche il tuo Primo, il tuo Guardiano Arcano. E sarò sempre il vostro scudo- sorrisi a quelle parole dette tanto dolcemente -La cosa mi scalda il cuore, ma sei anche il padre di mio figlio, non farti ammazzare, vhenan-

Tenendomi per mano raggiungemmo la porta -Ti basta infondere il mana. Darai il segnale all’intero edificio che la sua proprietaria è tornata. Le Sentinelle rimaste si riuniranno per accoglierti-

Feci un sospiro profondo -Devi convincerli a togliere i Vallaslin, soprattutto ad Abelas, non mi piace molto questo mio ruolo…-

-Concordo, ma finché gli Evanuris esisteranno anche noi verremmo visti come tali. In millenni non sono mai riuscito a farmi considerare normale, anche con le varie esortazioni che creavo, ero sempre colui che li avrebbe portati alla libertà perché in grado di tenere testa ai capostipiti-

Sorrisi -Il mio Dio della ribellione… eh?- senza aspettare una risposta posai la mano sulla porta. Si illuminò creando varie decorazioni che si estesero oltre il legno, passando sulla pietra. Staccai la mano allibita per la reazione che stava avendo quel luogo a contatto con il mio mana.

-Riecheggiano dopo molto tempo le magie assopite- disse Cole alle mie spalle -Gli spiriti oltre al Velo vorrebbero unirsi alla gioia provata dagli antichi guerrieri- osservai la pietra infittirsi sempre di più di linee luminose articolate in motivi elfici. Capii un istante dopo perché mi sembrava di averli già visti, era un enorme Vallaslin che in diversi punti ne creava di più piccoli. Un collegamento invisibile mi raggiunse, percepivo sei spiriti sollevati, ma uno bruciante di rabbia. Che fosse chi aveva messo il vincolo sui Silvani?

Entrammo ritrovandoci in una stanza molto ampia, le pareti ricoperte di mosaici, di fronte due scalinate che portavano ad altre aree del tempio. Uscirono dalle ombre le Sentinelle rimaste, molto poche in contrasto alla grandezza di quell’edificio così antico.

-Fen’harel?- disse una voce maschile -Pensavamo che fossi morto, come la nostra Signora- concluse guardandoci confuso e fissandomi in particolare

-Ma ora siete qua entrambi, vero?- disse una donna -Perdonatemi mia signora, il Vir’Abelasan ci sta dicendo che siete voi, ma il vostro aspetto è differente. Siamo rimasti solo noi e…-

-Mythal?! Assomiglia ad Andruil in modo sconvolgente. Stento a fidarmi anche dei sussurri del pozzo- esclamò una voce femminile decisa e fiera da una scalinata. Non mi staccava gli occhi di dosso, riconobbi l’ira che cercava di celarmi, ma che trapelava comunque dagli occhi azzurri. Si avvicinò studiandomi velocemente, per poi posare le iridi su Solas. Gli si accostò, talmente vicino, che respiravano la stessa aria, ancora un palmo e lo avrebbe toccato. Il mio lupo le rivolse uno sguardo freddo. Un ago di fastidio mi trafisse, nel momento in cui fece per esaurire definitivamente le distanze e Solas cercò di allontanarsi da lei evitandola. Sbattè di colpo il viso contro una barriera che avevo creato d’istinto tra i due. Barcollò all’indietro esterrefatta toccandosi il naso con una mano e mi lanciò un’occhiata di rabbia per quella mia mossa alquanto silenziosa. Gli altri si erano raggelati sul posto. Il mio lupo fece un passo indietro venendomi più vicino, si schiarì la voce e unì la sua mano con la mia. La donna di cui non sapevo ancora il nome, dalle iridi azzurre e dalla chioma riccia e nera esibì un sorriso disgustato -L’avevo sempre sospettato, fai di tutto per risalire la scala gerarchica Fen’harel- esclamò con odio

-La precedente Mythal ha lasciato la sua eredità a lei. Il suo nome è Yen Lavellan, stiamo organizzando gli elfi e un modo per togliere il Velo che ha distrutto il mondo che conoscevamo. Se volete siete i benvenuti e vi indicherò la strada attraverso gli Eluvian per la base, una volta che avremo riattivato lo specchio al Vir’Abelasan- disse il mio mago serio, ignorandola e mettendo l’attenzione sugli altri, cosa che notai la fece infuriare ancora di più, ma stava ferma senza osare altre mosse.

-Non possiamo abbandonare questo luogo finché il pozzo è attivo, la nuova Mythal dovrebbe saperlo. Siamo rimasti per questo unico scopo, preservarlo- replicò provocatoria

Qualunque cosa avesse contro di me centrava anche Solas, risposi impassibile -Lieta che continui ad adempire al tuo dovere e a preoccuparti del lascito di Mythal. Me ne occuperò appena ve ne sarete andati- li congedai, Solas si era avvicinato ad uno degli altri spiegandogli la sequenza di specchi.

Li guardai avviarsi su una delle scalinate -Zivanni, una parola- disse Solas con tono freddo e duro. La donna che aveva provocato entrambi si fermò, rivolgendosi verso di noi con sfida, l’ira che percepivo da lei era troppa. Aspettammo che anche l’ultima Sentinella sparì oltre le scale.

-Conosco bene le voci che giravano sul mio conto e Mythal in passato. A quel tempo ti avrei detto che erano false, ora invece ne udirai altre simili e sono più che orgoglioso di confermarle. Quello che devi sapere sulla mia vita privata inizia e termina qui. Sarò lieto di rivederti solo se vorrai togliere i Vallaslin-

Abbozzò un sorriso -Verrò volentieri a eliminare i marchi- e mi guardò con disprezzo -Non intendo riconoscerla come Mythal- non ebbi la minima reazione, anzi sorrisi -Spero che presto altri la penseranno come te, non ho bisogno della scrittura di sangue per farmi rispettare- risposi tranquilla.

Presa in contropiede cercò di nascondere la sorpresa per quella risposta inaspettata, si avviò senza una parola allo specchio. Rimasi per un po’ in silenzio, non guardandolo -Qualcosa che dovrei sapere?-

-No, non è importante, semplice gelosia e invidia. Abbiamo avuto dei trascorsi, ma ero un ragazzino, è passato così tanto tempo che non sapevo neanche se fosse viva-

L’osservai, era pensieroso -Vi siete lasciati così male? Per avere ancora del rancore, brucia di rabbia, potrei scambiarla per un demone dell’ira. È sicuramente lei che ha creato il vincolo con i Silvani-

-La farò tenere d’occhio. Se solo avesse osato toccarti…- lo interruppi -Ci avrei pensato io- mise le braccia dietro alla schiena e sospirò -Se ha ancora qualcosa contro di me, non voglio che tu ci vada di mezzo, ed è mio dovere proteggerti- si avvicinò a passo lento -Che le piaccia o no, sei Mythal e io sono il tuo compagno. E lei essendo una Sentinella deve ancora sottostare a delle regole, se vorrà andarsene non la fermerò, se invece cercherà di farti del male, e ne è capace, non avrò alcuna remora ad eliminarla- spiegò serio. Si stava comportando come mio Primo e l’armatura dorata rendeva ancora più fiero il comportamento e la posizione che stava tenendo -Come vuoi, lascio a te queste decisioni, mi farebbe piacere che mi tenessi informata però- sciolse la posizione rigida che aveva assunto -Sottoporrò le varie azioni che seguiranno al tuo consiglio, che siano importanti o meno. Voglio essere una coppia anche in questo, non ti terrò nascosto nulla- mi avvicinai e passai la mano sulla pelliccia morbida -Mmm… quindi mi svelerai i tuoi piani folli?- domandai fissandolo negli occhi, sorrise -Non tutti in una volta, vhenan-

-Prima che tu faccia esplodere qualcosa sarebbe gradito…- ridacchiò -Il pozzo ci aspetta, dovrebbero essere passati- a quelle parole feci un passo, ma la nausea mi aggredii di nuovo -Vhenan, stai…- mi misi la mano sulla bocca e corsi vicino a una colonna rigettando l’unica cosa che mi rimaneva, saliva. Mi sostenni alla pietra, appoggiandomi e recuperando da una tasca il sacchetto con la menta, mettendomene una foglia in bocca, il sapore fresco mi distolse in parte dal malessere che stavo provando. Mi scostai dalla colonna tenendo ancora una mano appoggiata e indicandogli il sacchetto -Ti ho mai detto che sei meraviglioso?-  se non fosse per le premure che mi stava fornendo starei peggio al momento. Le labbra gli si distesero in un sorriso dolce facendomi venire voglia di abbracciarlo. Stavo per tornare da lui, quando Cole all’improvviso mi si parò davanti e in concomitanza un forte rumore di pietra spaccata ci allarmò. Ancora voltato verso di me, Solas cadde in ginocchio. Il mio tempo per qualche secondo si era fermato. Un freddo raggelante mi investì, non riuscendo a muovermi. Cole mi spinse con forza dietro la colonna -Serenità, è diventata Ira. Un legame non riuscito, è un demone- esclamò, quando un ramo spesso e appuntito lo colpì violentemente e lui si riparò con i suoi pugnali con poco successo andando a sbattere contro la parete. Richiamai il mio mana trasformando il legno in pietra, con un altro colpo lo frantumai liberandolo dall’attacco. Dovevo… dovevo andare da Solas! Sbirciai da dove mi trovavo, molti rami di grosse dimensioni stavano venendo bruciati, pietrificati e ridotti in pezzi dal mio lupo che però era sempre in ginocchio con un’espressione di dolore in viso e costantemente sotto attacco.

La mia rabbia esplose e si tramutò in qualcosa che era veramente pericoloso. Dov’era quella vigliacca? La farò a pezzi quando la trovo! -Cole! Aiuta Solas! Io vado a caccia!- dissi infuriata e mi celai nelle ombre come avevo imparato nelle scorse settimane. Più in fretta che potei, evitai i rami e mi fiondai sulle scale, ero in un’altra sala che conduceva ad un portone spalancato. Cercai il legame a cui era costretta, essendo una mia Sentinella. La individuai poco più avanti rivolta verso il Vir’Abelasan, presi un pugnale e glielo lanciai con tutta la forza che avevo, questo si scontrò con una barriera, cadendo a terra con un suono metallico. Si voltò lentamente, gli occhi erano illuminati, ma non come succedeva a me e a Solas, il forte bagliore si estendeva sul viso in segni frastagliati e mi rivolse un sorriso disgustato -Speravo saresti venuta. Vediamo se sei in grado di uccidermi, da’len-




Ciao a tutti! La nostra Yen non sta proprio simpatica a tutti... come mai secondo voi Zivanni ha un comportamento così insolito per una Sentinella? Che sia veramente solo gelosia e invidia? Spero che vi sia piaciuto il capitolo! E speriamo che Yen smetta di vomitare presto XD

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


No! Non sono morta! Ci sentiamo alla fine del capitolo!
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche



CAPITOLO 41

Da'len.

Questa parola che mi veniva attribuita ogni volta che incontravo un elfo antico, stava iniziando a darmi sui nervi. Mi celai nelle ombre e prendendo lo slancio, mi fiondai verso di lei raccogliendo il pugnale. Nell'attimo in cui lo ebbi in mano, venni sfiorata da altri rami che dal basso spaccarono la pietra, creando profonde crepe che si estesero alle colonne circostanti, rendendole instabili.

Stava distruggendo il tempio! Rischiava di crollarci tutto addosso!

Anche i rumori provenienti dal piano inferiore non erano di buon auspicio.

Diedi vita a una tormenta di neve, il ghiaccio si attaccava ferocemente alla barriera, coprendola e limitandole sempre di più la visuale. Due sfere di fuoco le comparvero in entrambe le mani. Annullò la barriera, facendo sciogliere all'istante il ghiaccio. La tempesta non sembrava comunque toccarla. Mise le sfere a terra, rimanevano intatte, sembravano delle grandi biglie dove al loro interno viveva il fuoco. Presero a muoversi da sole, una si posizionò di fronte a Zivanni, fondendo il lastricato di pietra e sprofondando per metà in esso. L'altra dopo qualche breve oscillazione, mi puntò. Maledizione! O facevo proprio schifo a nascondermi o c’era qualcosa che mi sfuggiva! Rinfoderai un pugnale per avere la mano libera e creai una lancia di ghiaccio. Con un colpo forte e deciso la feci schiantare su quell’inquietante sfera. Esplose in mille schegge.

Non mi rimase che correre. Misi più distanza possibile tra me e quella cosa, ero sicura che se mi toccava sarebbero stati guai. Ad un tratto si fermò, stava diventando sempre più incandescente e di un rosso scuro. Si sciolse, riformando poi due sfere più piccole. Che diavolo…!? Queste schizzarono sempre verso di me, creando delle linee incandescenti sulla pietra, che rimanevano di un fuoco vivo. Si intrecciavano nei movimenti formando dei grandi otto. Notai che l'elfa si era acquattata a carponi senza fare altro, a parte guardarmi scappare. Si stava godendo lo spettacolo!? Concentrai il mana, un grande fulmine cadde verso di lei, ma si disperse. L'altra sfera aveva assorbito l'impatto. Cambiai di colpo direzione, mettendo inavvertitamente un piede sulle linee che le altre sfere continuavano a tracciare. Una scarica di dolore mi trafisse e balzai via con un gemito. Diavolo!! Mi bloccai sconcertata. Altre sfere più piccole erano comparse e continuavano a tracciare quella gabbia di linee. Dovevo allontanarmi. Stavo per uscire dal quel groviglio. Sbattei il viso contro una barriera. Le calpestai. Urlai non riuscendo ad evitarlo e rimettendomi in un posto libero da quelle trappole. Che diavolo di magia era?

Zivanni si era alzata e restava con le braccia incrociate. Perché sembrava delusa?

Non me ne fregava niente! Digrignai i denti e mi guardai intorno. Cosa potevo fare? I movimenti mi erano limitati. Non potevo colpirla…

-Stai aspettando che Fen'harel ti salvi? O magari pensavi di usare i marchi? Sai come si fa, vero?- disse prendendomi in giro.

-Perché dovrei imparare ad usare qualcosa che aborro?- replicai seccata cercando un modo per rivalermi. Gli occhi si posarono su una vicina colonna instabile.

-Con quale superiorità credi di poterne fare a meno, da'len?-

Diedi vita a un’enorme sfera elettrica. -Smettila di chiamarmi così!-

Abbozzo un sorriso -Come dovrei chiamare uno spirito tanto giovane? Porti il nome di Mythal e sarà la tua morte. Non sei in grado di sostenere un lascito del genere-

Lanciai la sfera contro la colonna. Questa si spaccò del tutto, cadendo verso di lei e sfondando il pavimento, mi tolsi evitando di venire schiacciata. Le linee diventarono inerti.

Un'enorme scossa fece tremare l'intero edificio. Le altre colonne tremarono pericolosamente. Notai risalire le scale delle fiammelle violacee, danzavano avanzando lentamente. Un ramo ne venne in contatto e si tramutò immediatamente in cenere. Circondarono Zivanni, la barriera che stava ergendo si infranse. Le fiamme cercarono di aggredirla, ma balzò lontano vicino al Pozzo dei Dolori. Lanciò un incantesimo di ghiaccio che si dissolse all'istante a contatto con la magia di Solas. Lui però non lo vedevo ancora, cosa che mi rendeva preoccupata.

All'improvviso l'elfa si portò quasi le mani alla gola. Terrorizzata tentava di toccarsela, ma qualcosa glielo impediva. Provava disperatamente a togliersi qualcosa dal collo senza successo. I piedi le si staccarono dal terreno, restando a penzoloni. Faceva fatica a respirare -Lasciami…- tossì cercando di prendere aria, lo sguardo illuminato si affievolì per qualche secondo per poi ritornare brillante -Chi pensi che fossero i Silvani…- si dimenò dalla presa non ottenendo risultati -…che hai eliminato? Sarebbe stato meglio se fossi morto come questo mondo. Come siamo morti noi per difendere una falsa Dea…- tossì di nuovo. Di fianco a lei Solas ritornò visibile, la teneva saldamente dalla gola con una mano. Gli occhi illuminati dalla concentrazione di mana, l'espressione rigida e tesa, non mostrava alcuna emozione. Il fuoco viola si mosse sotto i piedi di Zivanni creando un cerchio.

I sussurri risuonarono dal Vir Abelasan “Quando lo sguardo del Temibile Lupo è limpido, la luce brucia in un anello mortale

L'elfa si dimenò ancora -Uccidimi! Sai che questo legame corrotto non può essere spezzato!-

-Lo farà, ha attaccato la sua famiglia. Il Lupo brama il suo sangue- disse Cole alle mie spalle, guardando la scena insieme a me.

Cosa avrei dovuto fare? Ci aveva attaccato. Li raggiunsi e anche se in difficoltà Zivanni puntò gli occhi nei miei. La luce insolita che c'era stata fino a poco prima se ne era andata, rimanevano le iridi azzurre ormai rassegnate al loro destino.

-Se il suo Primo non ha il coraggio di farlo, lascia che lo faccia la nuova Mythal- mormorò sfinita -Sarà migliore del destino che è toccato alle Sentinelle venute prima di me-

Il braccio tremò e gli posai una mano sulla spalla -Solas che le sta succedendo?- l'ira che percepivo da lei non era ancora scomparsa del tutto.

Zivanni sbuffò e tossì -Una bambina che ne porta in grembo un altro…- la mano del mio lupo strinse la presa, la bocca era ridotta a una linea sprezzante.

-… pensa ad insegnarle a proteggerlo. Lo abbiamo percepito tutti, non sa gestire il suo legame con noi…-

Portai protettiva le mani sul ventre.

-Lo farò. Avevo intuito come potevate aver agito quando ho visto i Silvani. Ir abelas, non doveva andare così- lei chiuse gli occhi mettendo fine alla conversazione e Solas la lasciò andare. Appena toccò le fiamme si sprigionò una luce accecante. Voltai il viso per proteggermi gli occhi, quando mi girai era rimasta solo una macchia nera sul lastricato di pietra.

-Perché…- prima che riuscissi a concludere la domanda, venni afferrata dalle spalle -Mi avevi promesso di non metterti in pericolo!- esclamò furioso. Mi ritrovai con il viso premuto sulla pelliccia di lupo, in una stretta protettiva e disperata. Stava tremando? Solas…

-Non potrai proteggerci sempre- sussurrai

-Il buttarti contro il pericolo non mi aiuta, vhenan- posai una mano sul suo petto scostandomi per fissarlo in viso -Ho un potere superiore al tuo- si chinò unendo le labbra con le mie in un tenero bacio, appoggiando poi la fronte alla mia -Ma il tuo spirito è giovane, non puoi ancora gestire del tutto il potere di cui disponi-

Sospirai -Ma se non faccio nulla, non imparerò mai nulla-

-Per questo esiste l'Oblio, ne traiamo l'immortalità, ma anche una conoscenza infinita. Essenziale per degli spiriti giovani e motivo per cui le nuove generazioni di elfi hanno perso tutta la loro memoria, creandosene poi una nuova con le poche rovine e cimeli intatti- incatenò le iridi grigie alle mie. Ancora una volta mi sentivo trattata come una bambina. Non lo sopportavo più. Per lui e per nostro figlio sarei arrivata ad affrontare un viaggio nel tempo, dove però non sarei mai stata considerata alla sua altezza in quel mondo. Non gli avevo mai chiesto quanti anni aveva e saperlo avrebbe sicuramente peggiorato il mio umore. -Quanti anni hai?- maledizione alla mia curiosità.

Sorpreso inarcò le sopracciglia -Una domanda insolita, perché me lo chiedi ora?-

Sospirai -Perché non dovrei saperlo?- domandai esasperata dal non ricevere una semplice risposta diretta

-L’età non ha importanza…- disse vago, per nulla entusiasta a dirmi quello che volevo

-Ne ha quando non vengo ritenuta degna di te!-

Negò con la testa -Solo perché hai ancora molto da imparare, non significa che ti debba sentire a disagio…- lo interruppi -Invece sarà così! Soprattutto se riuscissimo a tornare indietro nel tempo. Per la mia età ti avrei ritenuto irraggiungibile e tu…-

-E io mi sarei ritenuto troppo vecchio per te- mi prese il viso tra le mani -Ma non avrei mai scordato come mi guardano questi occhi color ametista e avrei fatto di tutto per starti accanto e conoscerti-

Sospirai di nuovo e chiusi gli occhi -Non vuoi che mi senta a disagio, e non vuoi darmi una risposta- riaprii gli occhi e fissai i suoi -Lo verrò a sapere in un modo o nell’altro. È assurdo che l’uomo che amo, mio marito, nonché il padre di mio figlio, non voglia dirmi una cosa del tutto normale- risposi risentita separandomi dalla sua presa e mettendomi a carponi vicino alla bruciatura, fissandola in modo assente.

-Per un attimo è stata di nuovo Serenità. Lo spirito appena nato ha aiutato- disse Cole. Annuii distrattamente con un cenno.

-I bambini ad Elvhenan non erano numerosi…- mi alzai e anche se stava suscitando la mia curiosità, lo ignorai e mi posizionai di fronte al Vir Abelasan, mormorai un incantesimo che mi venne alle labbra senza neanche rendermene conto. L’acqua o il liquido che sembrava tale, evaporò. Lasciando la vasca vuota.

La mano calda e grande di Solas strinse la mia, in silenzio intrecciai le dita con le sue. Si schiarì la voce -Cinque…- mormorò. Alzai lo sguardo su di lui e la presa sulla mano si fece più forte -Cinquemila, senza contare i millenni in Uthenera… più o meno- concluse con difficoltà

Sorrisi -Più o meno?-

Cinquemila era un bel numero. Venticinque e cinquemila. Mi passai una mano sul viso. Era come dire che avevo appena iniziato a vivere. L'esperienza che avevo io, era nulla in confronto alla sua…

-Non li contavamo, dopo certe cifre diventava inutile. Puoi percepire però se lo spirito è giovane, vecchio o antico, non serviva chiedere-

Lo tirai dalla mano -Usciamo da qui- la nausea stava tornando e non so se era a causa del cucciolo o di quella triste macchia nera sulla pietra.

 

 

Stavo scartando il cibo che ci eravamo portati. Avevamo deciso di accamparci nel Crocevia e ci eravamo sistemati tra due pareti che si congiungevano tra di loro. L'unica cosa rimasta di quella costruzione che dava però una protezione sufficiente per passare la notte.

Mangiai della carne secca e del formaggio, accompagnando il tutto con il mio ormai inseparabile the allo zenzero. Appoggiai la tazza di fianco al giaciglio che avevamo preparato per la notte e iniziai ad allentare le cinghie dell'armatura, che cominciava a starmi stretta. Tolsi i guanti, i bracciali, gli stivali e le spalliere, liberandomi infine anche del pettorale. Rimasi in pantaloni e con la tunica che tenevo sotto l'armatura, slacciando il laccio posteriore dietro al collo. Con un dito tirai in avanti il bordo guardando dentro. Il seno iniziava ad aumentare di volume e si notava subito, non avevo mai avuto un petto prosperoso, anzi il minimo indispensabile.

Udii dei passi e vidi Solas tornare con della legna per il fuoco che avevamo acceso.

-Hai trovato altro- dissi con un sorriso.

-Ho rotto qualche sedia e scaffale- la lasciò a portata di mano e si fece scivolare di fianco a me. Mi spostai in ginocchio slacciandogli la cintura in vita. Negli occhi grigi passò un lampo di aspettativa e sorrisi maliziosa. Sfilai la pelliccia di lupo e l’abbracciai, distendendomi, dandogli le spalle e usandone una estremità come cuscino. Percepivo che mi osservava e ridacchiò. Udii del movimento, supposi si stesse preparando per la notte. Dopo un po’ di tempo non mi aveva ancora raggiunto. Avevo fatto anche un pisolino quasi senza rendermene conto, mi rigirai dalla sua parte, verso il fuoco. Aveva tolto tutta l'armatura, restando in pantaloni e tunica, era seduto con un quaderno tra le mani, appoggiato sulle gambe incrociate e ai suoi piedi la scatola con i colori che gli avevo regalato. Ne intingeva un pennello, disegnava qualcosa e si portava l’estremità in legno alla bocca pensieroso fissando le pagine. Lo studiai, non mi sarei mai stancata di farlo: la mano grande impugnava con sapienza il pennello, tracciando tratti con naturalezza. Le labbra morbide che avevo baciato e leccato parecchie volte, nascondevano i denti che stavano sicuramente mordendo la punta del manico, infatti avevo notato che erano quasi tutti segnati da quel vizio. I miei occhi color della tempesta restavano attenti sui fogli, finché non li posò su di me per poi sorridere dolcemente. Ricambiai, lanciò un piccolo incantesimo sul quaderno e ripose le cose che stava usando. Si avvicinò e sdraiò vicino a me, tirandomi tra le sue braccia.

Mi lasciò un bacio sulla pelle del collo -Ti ho svegliato?- sussurrò

-Sì, con la tua assenza- mormorai, passò una mano calda sul ventre e prese possesso della mia bocca, insinuandosi con la lingua.

-Ti stavi divertendo?- domandai curiosa. Appoggiò la testa sulla pelliccia di lupo affianco alla mia -Mai come ora- ridacchiai -Sul serio… eri concentrato-

Accennò un sorriso e chiuse gli occhi -È una sorpresa-

Posai una volta le labbra sulle sue in un bacio fugace. Una seconda sempre veloce, e una terza, dove però una sua mano si era infilata tra i miei capelli e mi aveva trattenuto rendendolo profondo e lento. -Era di questa sorpresa, che avevi accennato mentre giocavi a carte con Banal'ras?- passai la mano sulla sua che era ancora sul cucciolo, non mi riferivo infatti a quello che stava disegnando.

-Sì, speravo che arrivasse. Non volevo pianificazioni anche su di lui. Siete i miei due cuori che mi fanno sempre molte imprevedibili e gradite sorprese-

Mi ero emozionata e il cuore si era scaldato, esaurii le distanze abbracciandolo -Ho sonno…- sussurrai -Io non ne sono più tanto sicuro…- ridacchiai, infatti il suo desiderio mi premeva contro -… è sopportabile, mi hai fatto passare di peggio- replicò

-Tipo?-

-Per esempio, il presentarti a notte fonda nella rotonda a Skyhold, brilla e con tutta l’intenzione di fare l’amore-

Risi -Intendi quella volta che mi sono ritrovata stesa con te sul divano? Uno dei risvegli migliori-

-Se fossi riuscito a chiudere occhio, potrei concordare. Stanco e frustrato, avevo dovuto in seguito darmi piacere da solo. Non potevo assecondare l'istinto da lupo di prendere di peso la mia compagna e rinchiuderci in camera-

Immaginai Solas che magari durante una riunione nella sala da guerra, mi prendeva in braccio sotto lo sguardo scandalizzato e scioccato di Cullen e Josephine e invece complice di Leliana. Risi e lo baciai -Sarebbe stato magnifico, ci avresti salvato da una giornata monotona e noiosa-

Prese ad accarezzarmi un fianco e ridacchiò -Ti avrei tenuta per me almeno fino al giorno dopo. Questo te lo posso assicurare- disse con voce profonda. Lo accarezzai su una guancia, mi tirò completamente addosso a lui avvolgendomi con le braccia. Alzai una gamba sul suo fianco -Sicuro di riuscire a riposare così?- stavo chiedendo, ma dubito che io stessa riuscissi a dormire finché restava eccitato.

-Proverò…-

-Mi fai impazzire…-

-Allora impazziremo in due- prese la pelliccia da lupo avvolgendola meglio intorno ad entrambi. Restammo in silenzio per un po’, ma la mia mente non pensava ad altro che a quella lunghezza che mi premeva contro. -Cole…?-

-È ritornato da Banal'ras-

-Dovevo capire che centrasse in qualche modo-

Ok, stavo letteralmente impazzendo -Dovrai spiegarmi come fai a controllarti in questo modo-

Ridacchiò -Anni di pratica, anche se con te sono sempre sull'orlo di cedere-

Oh! Al diavolo! Lo tirai più contro di me con la gamba che gli tenevo sul fianco e scesi con una mano fra noi. Slacciai i miei pantaloni spingendoli verso il basso. Lo accarezzai lentamente attraverso il tessuto. Rispose con un ringhio -Vhenan…-

-Non ho più sonno nemmeno io- prima che potessi fare altro venni spinta e schiacciata con il suo peso contro la pelliccia. Mi alzò la tunica e dopo qualche secondo si abbassò a leccarmi, baciarmi e succhiarmi il seno -Oh! Ah… è più sensibile… Solas!- si scostò, le iridi bruciavano affamate. Si sfilò la maglia e posai le mani sul suo petto, accarezzandolo passando poi sulle spalle. Si impossessò della mia bocca con ferocia, affondando con la lingua. Iniziò a lasciarmi una scia di baci sul collo, seno, fino al ventre dove premette le labbra dolcemente e più volte. Ridacchiai -Mi stai facendo il solletico, vhenan-

Sorrise divertito, si alzò e si tolse i pantaloni. Entrò lentamente in me, ogni volta con una leggera spinta, finché non fu dentro fino all'elsa. Passai le mani sulla sua schiena e lo strinsi con le gambe. Con un braccio mi avvolse la vita e prese a muoversi, mi baciò di nuovo coordinando i due movimenti con lo stesso ritmo. Gemetti nella sua bocca, la pressione, come le spinte stavano arrivando al limite. Non vidi più nulla. Continuava a prendermi, sempre più forte. Inarcavo il bacino assecondando quella meravigliosa, ingombrante, intrusione. Un'ultima forte spinta e un ringhio profondo mi si riversarono contro. Il piacere nell’essere trafitta da lui mi annientò completamente. Si abbandonò su di me con la testa sulla spalla. Lo abbracciai non volendo che si scostasse. Mi lasciò altri baci sulla pelle -Il tuo corpo inizia a cambiare, ma'arlath-

-Il seno deve aver tolto ogni dubbio- ridacchiai. Si alzò su i gomiti e mi rivolse uno sguardo e un sorriso furbo -Per la sensibilità con cui reagisci al mio tocco, a dir la verità. Ho sempre amato il tuo seno e ancor di più i tuoi fianchi- mi sovrastò e immerse la lingua nella mia bocca in una promessa erotica, per poi appoggiarsi con la fronte alla mia -I fianchi?-

Sorrise -Si stanno adattando anche loro all'arrivo di nostro figlio, in modo molto seducente-

-Mmm… il mio adulatore, come farei senza?- mi diede un bacio fugace e si mise da parte. Allungò una mano e prese un pezzo di legna, lanciandolo nel fuoco. Rimasi a fissare le fiamme, intanto mi passò un braccio sulla vita tirandomi contro di lui -Non si poteva davvero salvarla?- non che l'avessi presa in simpatia, ma non si meritava di morire, dopo tutto quello che aveva passato.

-Zivanni?- sospirò -No… si era legata ad uno spirito di Serenità, i suoi pensieri lo hanno corrotto. Non è semplice mantenere un legame del genere con quello che è avvenuto-

-Capisco… mi è dispiaciuto lo stesso…- il tepore in cui ero avvolta mi fece addormentare.

 

Tenevo gli occhi chiusi e un forte senso di nausea mi aggredii. Passai una mano sulla bocca, aprii gli occhi venendo investita dalla luce del mattino. Mi alzai vacillante e mi allontanai un poco, rigettando dietro un masso. Questa nuova sveglia mattutina era terribile.

Due dita mi presero un gomito, attirando l’attenzione alle mie spalle. -Acqua e poi c’è del the che ti aspetta- disse Solas porgendomi una tazza. La presi con un lieve sorriso -Grazie, mi stai salvando, lo sai?-

-Sei la mia compagna e ti amo. Ti aiuterò e mi prenderò sempre cura di te, vhenan- con quel sorriso arrogante che amavo, tornò al fuoco senza aspettare una risposta. Mi sciacquai la bocca più volte, per poi ritornare sul giaciglio. Riprese la tazza versando la mia salvezza contro la nausea. Lo sguardo fu attirato dal sole che era già piuttosto alto -Avresti dovuto svegliarmi- bevvi il liquido caldo

-Non c’è fretta. Abbiamo ancora qualche settimana di tempo prima di doverci ritrovare a Kirkwall- intanto che parlava stava sfogliando il suo quaderno -Hai bisogno di riposare, mi piace guardarti dormire e nostro figlio si è preso l'onore di svegliarti in questo periodo- concluse calmo -Ah… e amo questi momenti di assoluta tranquillità con te, spero di riuscire a dartene altri. Nel nostro mondo, nella mia posizione, avrei potuto darti molto di più e mi piacerebbe renderlo di nuovo possibile- smise di voltare le pagine e rialzò gli occhi su di me, prendendo anche lui un sorso di the. Era molto a suo agio, forse perché eravamo vicini all'Oblio. La posa che teneva, completamente rilassata. Restava con la maglia e i pantaloni, recuperai i miei, l’armatura abbandonata in un angolo.

-Mi stavo godendo la vista…- mormorò, sorrideva malizioso. Ricambiai il sorriso.

Molto di più…

La folla che avevo visto in quel ricordo.

Il profondo rispetto che gli veniva elargito…

-Non so se potrei fare quella vita. Venticinque anni sono pochi, molto pochi…- si alzò per poi risedersi da parte a me e stringermi una mano -Avrai tutto il tempo di farti valere e imparare. Finché non sarai in grado di farlo da sola, avrai anche il mio supporto. E indirettamente o meno lo avrai sempre, sei mia moglie- si chinò dandomi un dolce bacio sulle labbra -E sei molto saggia, più di quanto lo sia tuo marito con cinquemila anni-

Mi stregava -Ti piace proprio adul…- premette di nuovo la bocca sulla mia -Sto dicendo le cose come stanno, sai che non lo farei se non lo pensassi veramente-

No, non lo avrebbe fatto -Ma serennas, è presto per pensarci, ma mi spaventa un po'- intrecciò le dita e si portò la mia mano alla bocca, posando le labbra -Andrai benissimo, ne sono certo. Li sorprenderai invece. Hai fatto più tu durante l'inquisizione che molti elfi in mille anni- bevve un altro sorso di the. Con un dito lo indicai -Ti senti bene?- domandai incredula. Fissò il liquido ambrato e ridacchiò -Era mio dovere assaggiarlo, con tutto quello che ne preparo. E a proposito di essere vecchi, non è ancora nato e sta già cambiando le abitudini del suo papae-

Risi e negai con la testa sconsolata, posò le labbra morbide sulla mia guancia con un sorriso -E sai, quando hai tanto tempo, si tende anche a sprecarlo, te lo assicuro. Ce la si prende molto comoda in tutto. Tutto è molto più lento. Poi sono arrivati gli shemlen, una definizione crudele quella data dallo stesso Banal'ras, ma sentirai spesso paragonarli agli insetti…- finì quella spiegazione con quasi un sospiro scoraggiato, guardando il paesaggio davanti a noi.

-Mi hai detto che i bambini non erano numerosi…-

-Esatto, con una vita lunga non pensi a fare figli, non tanto presto. Gli umani si riproducono molto più in fretta, per noi era impensabile. Poi la guerra e gli Evanuris ci stavano decimando, ma è un'altra storia- lanciò un pezzo di legno sul fuoco -Per le classi nobili era ancora più raro, tanto che si festeggiava e lo si annunciava-

-E tu vorresti farlo?-

-Intendo tornare in un periodo ancora tranquillo, e non potrò nascondere la tua presenza. Gli elfi al servizio di Mythal parleranno e non voglio far credere che non lo annuncio, perché magari mi vergogno di te-

Bevvi ancora del the, non voleva far pensare che fossi un errore, una relazione indesiderata. Spostai il mio peso verso di lui, appoggiandomi contro la sua spalla -Hai qualche progetto per questi giorni?- ora che la questione del tempio era risolta, non avevamo ancora pensato al dopo.

Rimase con un braccio pigro sopra il ginocchio della gamba piegata verso il petto, studiando il liquido dorato del the. -Passiamo da un distaccamento qui vicino- incatenò le iridi grigie alle mie -Dopo voglio mostrarti quella che era la mia casa e che spero diventerà la nostra, un giorno-

 

 

Appoggiata ad una colonna venivo osservata dal via e vai di elfi, profondamente incuriositi da Fen'harel, ma soprattutto da me. Eravamo arrivati mano nella mano. I primi anni, avevo pensato che non volesse esternare l'affetto che provavamo l'uno per l'altro, e lo avevo assecondato, stava bene anche a me così. Questa cosa era radicalmente cambiata, cercava spesso un contatto. Lasciava i suoi istinti da lupo a redini ormai sciolte. In contrapposizione la mia lupa dal mantello bianco ne gioiva.

Quando mi fissava, l'espressione di Solas subiva un sensuale, impercettibile cambiamento. Un'eccitazione calda scivolava su di me, come della lava che avanzava lenta. Mi faceva quell'effetto ogni volta, senza il minimo sforzo. Poteva reclamarmi con uno sguardo, un tocco, un semplice sorriso da quelle labbra arroganti e morbide. Andavo in fiamme. Sempre, ovunque.

-Deve essere sfortuna nera…- mi arrivò alle orecchie una voce maschile che conoscevo, ma che forse avrei preferito dimenticare. Mi sforzai di deviare i miei piacevoli pensieri, sulla persona sgradita che invece mi ero ritrovata davanti, alzando lo sguardo. Ian, occhi d’ambra e capelli neri, però ora lunghi e tenuti in una piccola treccia.

-Concordo. Ti consiglio di starmi lontano, sa tutto e potresti ritrovarti morto ancora prima di pensarlo. Anche se puoi rischiare, è di ottimo umore-

Abbozzò un sorriso mesto -Non ne vali la pena, anche se mi ci è voluto un po’ a capirlo- stavo per controbattere, quando Solas comparve venendo nella mia direzione e congedando una Sentinella. Lanciò un’occhiata a Ian, lessi un lampo di consapevolezza, ignorandolo di sana pianta. Se fosse stato una pietra, forse l'avrebbe trovato più interessante. Si posizionò tra noi -Nausea?-

-Ehm… per il momento, no- ero perplessa, ma il the in effetti… era un po’ diverso stamattina -Ti sei messo a fare esperimenti con il the?-

-Io e lei stavamo parlando- sputò velenoso. Rivolsi gli occhi al cielo e mi passai una mano sul viso.

Ti prego no.

-Ora hai concluso- disse Solas con tono fermo e freddo. Dire che Ian stava giocando con il fuoco era riduttivo. Le iridi grigie si erano adombrate e un lieve bagliore argentato vorticava, annunciando il pericolo.

-Cosa ci fai qui?! Forza! Veloce! Andiamo! Siamo in ritardo!- esclamò una voce femminile.

Il mio mago si girò e vidi Ian venire spintonato da una ragazza con un Vallaslin di June in viso. Si rivolse verso di noi e chinò il capo -Ir abelas, hahren- e afferrò Ian dall'abito trascinandolo via -Ehi… io stavo…-

-Non stai facendo un bel niente! Razza d’imbecille! Cammina o ti prendo a calci!- si allontanarono. L'elfa continuava ad urlargli contro, stavo a vedere interessata se iniziava anche a picchiarlo -Quella ragazza mi va a genio-

-Con gusti alquanto discutibili…- mormorò Solas

-Forse sono solo amici…-

Sbuffò -Lo spero per lei…- si rigirò verso di me più tranquillo -Comunque sì, ho migliorato il the. Ho avuto modo di parlare con uno spirito di Conoscenza e mi ha dato volentieri delle informazioni per farti stare meglio-

-Oh… grazie ad entrambi. Sto bene per adesso, poi in caso ho sempre la menta- che non faceva miracoli, ma meglio di niente.

Sì avvicinò e fece passare un braccio sulla mia vita, tirandomi contro di lui, chinandosi e dandomi un bacio sulla tempia. Mi rigirai nella sua presa e gli misi le mani sul viso, accarezzandolo -Sei più calmo ora?- ero sicura che stava per uccidere quell’idiota di Ian. Chiuse gli occhi e si abbandonò al mio tocco con l'accenno di un sorriso -Ero calmo anche prima…-

-Ah sì?- lo tirai verso il mio viso e premetti le mie labbra sulle sue -So che lo stavi per sbranare-

Riaprì gli occhi di quel bel grigio -Non deve neanche osare guardarti-

Sorrisi -Continuerei a stare così, ma ci stanno fissando tutti-

Ridacchiò e mi scostai dall’essergli così vicino, vedendo gli elfi cercare di ricomporsi e tornare alle loro mansioni.

-Andiamo vhenan-

 

Altri Eluvian, altre soste per vomitare, e la temperatura cambiò diventando più mite, il sole poco alla volta si stava abbassando verso l'orizzonte. Un ultimo specchio e una brezza marina mi colpì l'olfatto. Girai il viso avvicinandomi al margine dello strapiombo, l'erba si diradava arrivando ad una spiaggia.

-Siamo oltre il Mare Ghiacciato- spiegò Solas

Non ci credevo -Josephine vorrebbe essere qui. Mi hai portato al di là del mare? Non siamo più in Thedas!?-

Mi mostrò un largo sorriso -Esatto, vhenan- restammo per un po' a guardare le onde che si infrangevano sulla costa. Mi prese la mano -C’è altro da vedere e penso che un bagno caldo sia gradito?-

-Certo! Andiamo!- avevo bisogno di un bagno. Rise avviandoci, continuammo fino a quando il rumore del mare si fece più lieve e iniziò una foresta. Trovammo una radura con una statua di lupo, non c'era altro.

Solas la toccò studiandola e poi guardando i dintorni -Ottimo, sembra immacolata anche dopo tutti questi millenni. E non percepisco presenze estranee, gli incantesimi di occultamento resistono- gli occhi gli si illuminarono, la stessa cosa fece la statua però di un verde acceso. Si spostò di lato rivelando delle scale -Ti piacciono proprio i passaggi segreti-

Ridacchiò -Quando ti danno la caccia diventano i tuoi migliori amici- posò una mano sulla mia vita invitandomi ad entrare. Il passaggio si illuminava attraverso delle sfere di vetro, dove dentro restava il fuoco che vorticava su sé stesso. Le scale erano di una pietra bianca e liscia. Alla fine entrammo in una stanza abbastanza grande, dalle pareti al pavimento sempre formate da quella pietra bianca, con quelle luci strane che illuminavano tutto senza difficoltà. Un corridoio sulla sinistra e una porta, a destra una piccola statua di lupo ad accoglierci -Fa la guardia?- scherzai. Il mio mago sorrise -In un certo senso…-

Aprì la porta, nella stanza c'erano vari manichini, bastoni di varie forme, e un tavolo -Lasciamo l'armatura qui, le metteremo in ordine più tardi- senza farmelo ripetere tolsi tutto quel metallo nero, che anche se leggero a fine giornata non sopportavo più.

Ci dirigemmo verso il corridoio, dove facevano capolino delle porte da una parte o dall'altra. Ero alquanto curiosa di scoprire cosa c'era in ogni stanza e iniziavo a sentire la stanchezza -Sono felice che gli incantesimi di preservazione funzionino ancora-

-Preservazione?-

-Vivendo per millenni le cose dovevano mantenersi il più possibile in ottimo stato. Dopo vedremo le altre stanze, se sono come le avevo lasciate quando sono stato qui l'ultima volta. Ora pensiamo al bagno- aprì una porta di cristallo, quella pietra bianca era ovunque, al centro della nuova stanza c'era un grande dislivello nel pavimento. Non ero sicura di capire…

Solas andò verso un pilastro toccando alcune incisioni che si illuminarono. Udii il suono dell’acqua, saliva dal fondo di quella che capii essere un'enorme vasca interrata nel pavimento. L'aria di fece più calda riscaldando la stanza. Continuai a guardare l'acqua salire affascinata, come una bambina a cui era stato mostrato un nuovo gioco.

-Entriamo?- domandò Solas con un sorriso divertito dalla mia faccia e sfilandosi la maglia lasciandola cadere per terra.

-Per quanto volevi tenermi nascosta una vasca del genere?-

Rise e il suono rimbombò -Mi ero ripromesso di portatici quando avremmo avuto del tempo- e si tolse i pantaloni. Lo imitai e scesi i gradini, l'acqua era piacevolmente calda, mi arrivava fino alla vita e mi immersi fino alle spalle. Chiusi gli occhi godendomi quel silenzio interrotto solo dal movimento dell'acqua. Le braccia di Solas mi cinsero la vita, mi ritrovai con la schiena contro il suo petto e mi appoggiai del tutto a lui -Noto che è di tuo gradimento-

Sorrisi -Decisamente, ma'arlath-

-Ne sono contento- mi lasciò dei baci sul collo, socchiusi gli occhi e alzai una mano posandogliela su una guancia accarezzandolo -Resterei qua con te per ore, ma rischio di addormentarmi- continuò quel dolce assalto -Se vuoi nessuno lo vieta-

Mi stavo assopendo davvero, venni tirata verso gli scalini dove si sedette e mi mise in grembo, l'acqua ci lambiva le gambe -Mi stai viziando…- appoggiai la testa nell'incavo del suo collo -Voglio farlo- mormorò. Posai un bacio sulla pelle -Così poi quando useremo la solita vasca mi sembrerà minuscola…-

Rise, quanto adoravo quel suono, mi riempiva ogni volta il cuore di gioia -Questa casa, come…?- da quel poco che avevo visto all'esterno eravamo in mezzo al nulla. L'unico effettivo collegamento con il resto del mondo sembrava l'Eluvian non molto distante, che una volta disattivato si era celato alla vista.

-Un regalo da parte di Mythal per i miei anni al suo servizio- strinse il braccio sulla mia vita e prese possesso della mia bocca, affondava con la lingua famelico. Riprendemmo fiato e sentii il suo desiderio premere contro il sedere -Prendo il sapone…- voltò la testa cercandolo, scesi dalle sue gambe e mi spostai di nuovo in acqua. Si alzò, era eccitato, ma lo stava ignorando. Mi immersi del tutto bagnando anche i capelli e li dovetti scostare dalla faccia -Li dovevo tenere corti…- borbottai, avevo poca pazienza nel prendermene cura. -Non osare tagliarli, sei ancora più bella così- portava in mano due bottigliette di vetro, me ne passò una e aprì quella che teneva in mano -Ti aiuto?-

Mi girai invitandolo ad iniziare, sentii un liquido freddo sulla testa, poi le mani di Solas iniziarono a massaggiarmi il cuoio capelluto. Era magnifico, mi stavo rilassando come non mi capitava da tempo. Mi sfuggii un lieve gemito di piacere. -Finito, puoi sciacquare- gli ripassati l’altra bottiglietta e mi immersi di nuovo cercando di togliere tutto il sapone, riemersi. Si stava insaponando e anche se lo stava facendo in modo sbrigativo, era alquanto erotico. Gli sfilai il sapone dalle mani e feci lo stesso, per poi sciacquarmi. Ritrovai il mio mago che mi fissava e mi mangiava con gli occhi, sorrisi -Ti asseconderei volentieri, ma tuo figlio non è d'accordo, mi sta ritornando la nausea- che tempismo che hai cucciolo.

Sorrise -Preparo dell'altro the e mangiamo qualcosa?- annuii con un cenno del viso. Mi prese per mano e uscimmo dall'acqua -Un asciugamano?- chiesi, mi tirò verso l'uscita e all'improvviso un'aria calda ci asciugò completamente. Mi toccai i capelli basita, sembravano stati al sole, incatenai gli occhi ai suoi -Mi stai sorprendendo sempre di più-

Ridacchiò e venni condotta fuori dal bagno, anche se nudi si stava bene, non faceva freddo -I vestiti?- non che mi servissero, eravamo solo noi due… bhe tre. Spostai la mano sul ventre sentendo il cucciolo -Tutto bene?- domandò Solas con un’espressione preoccupata. Mi sporsi verso di lui con un sorriso e lo baciai fugacemente -Benissimo, cuore mio. Ceniamo? Prima il the, però- ricambiò il bacio e aprì una porta, un letto matrimoniale con due comodini, tutto molto semplice, si riconosceva il suo stile e un'altra porta comunicante -Da questa parte c’è il guardaroba- intanto che lo diceva entrammo, mi ritrovai di fronte una marea di abiti dai colori più disparati.

-Scegli quello che vuoi, non ti preoccupare per la taglia, si adatteranno al tuo corpo- stava prendendo dei pantaloni verdi e una camicia bianca, allacciando solo qualche bottone. Il senso di nausea mi distolse dalla figura del mio lupo, mi avvicinai ad uno scaffale, c'erano vestiti per tutte le occasioni. Notai dei pantaloni in pelle blu scuri, li abbinai a una maglia di una tonalità azzurra. Entrambi erano troppo grandi, almeno il doppio del necessario. Anche se scettica infilai i pantaloni, immediatamente si adattarono alla mia figura, come se fossero stati fatti per me. Lo stesso fece la maglia, aveva indubbiamente un taglio maschile, ma mi piaceva.

Ancora nausea, passai la mano sulla bocca. Maledizione…

-Vieni, qualche minuto e avrai il the-

Lo seguii fino nel corridoio entrando in un'altra porta. Un tavolo con delle sedie di buona fattura, niente di eccessivamente elegante. Varie credenze dove vidi dei piatti e pentole. Ne prese una e la riempì d'acqua al lavandino, la posò su una superficie di metallo. Non capendo mi avvicinai, risplendeva un sigillo di fuoco, stava riscaldando l'acqua.

Presi posto a tavola. Un modo di fare le cose molto differente a quello a cui ero abituata, dalle luci, al bagno, perfino i vestiti. Ero stata catapultata in un mondo diverso dal mio con quelle semplici cose. Una tazza di thè mi si presentò di fronte, la presi subito, ottenendo un po’ di sollievo. Stava aprendo degli armadietti, scrutando l'interno. Mise su un piatto dei biscotti, avevano al centro quella che sembrava crema. -Un dolce diffuso ad Elvhenan, mi è rimasto solo questo purtroppo. Dovremmo dare fondo alle nostre scorte e domani andare a caccia-

Ne presi uno e si sbriciolò in bocca, la crema dolce, erano friabilissimi. Come… lo guardai e mi fissava divertito con quel sorriso da lupo -Come si sono conservati? Sono buonissimi!- ne afferrò uno e se lo mise in bocca, chiuse gli occhi assaporando con soddisfazione e si leccò le labbra attirando la mia attenzione, riaprì gli occhi -È una buona domanda, ma non ti so rispondere. Non mi sono mai occupato di questo genere di magia-

Usare la magia per cucinare? -Non sono una grande cuoca, ma mi piacerebbe imparare un giorno-

-Lo metteremo nella lista delle cose da fare. In cima, sono curioso di assaggiare-

-Farai da cavia? Il Temibile Lupo avvelenato da un biscotto. Passerò alla storia- scherzai

Restò con un leggero sorriso e uno sguardo adorante -Verrai riconosciuta come colei che ha messo la museruola a Fen'harel, tanto per citare Banal'ras…- disse sereno, quasi in un sussurro.

Appoggiai il viso su una mano inclinando la testa -Non ho mai voluto fare una cosa del genere...-

Sorrise -Sembrerà così, ma invece sappiamo che mi sono affidato del tutto a te, vhenan-

Era in vena di un complimento dopo l'altro e li accoglievo volentieri. Presi un altro biscotto e lui con me -Tanto per citare sempre Banal'ras, sei il mio lupacchiotto innamorato e il mio cuore-

-Stai imparando ad adularmi…-

-Mi piace-

Forse mi sarei abituata a quelle comodità molto in fretta.




Prima di tutto Buon Natale! Lo so non mi sono fatta sentire per parecchio, gli impegni e la mancanza d'ispirazione hanno rallentato il tutto, spero sempre di pubblicare il più presto possibile, ma mi vengono rotte le uova nel paniere... Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ditemi che ne pensate, mi fa sempre piacere! Solas ha fatto una bella sorpresa a Yen?

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 42

Una pagina, un'altra e ancora una. Non contando la pila di fogli che avevo di fianco. Mi misi le mani sopra gli occhi esasperata -Dorian, come diavolo vi è venuta in mente una cosa del genere?-

-Ehi, mi hai chiesto tu di darti tutti gli appunti sulla magia temporale! E visto quello che vuole fare Solas, potresti farti spiegare la teoria! Nel caso te ne fossi scordata dopo quel trucchetto non ci rivedremo per un bel po’. Sempre se esisterò ancora prima o poi!- replicò con tono offeso

Tolsi le mani e fissai il cristallo che avevo appoggiato sulla scrivania, brillava di una tenue luce che si intensificava ogni volta che parlava. Lo avevo messo al corrente dell'eventuale viaggio nel tempo che voleva fare il mio lupo e che l'ultima parola sarebbe aspettata a me.

-Non puoi davvero prendere in considerazione questa pazzia! E se non ci riuscite? Rischiate di ammazzarvi! Non so cosa possa essere più pericoloso, se un Titano di Lyrium rosso o un viaggio nel tempo di millenni! Invece di tenerti al sicuro nella tua condizione, quel bastardo sembra voglia ogni volta fare qualche casino!- sbottò tutto in una volta.

Stava dando come al solito la colpa a lui, e ad entrambi degli irresponsabili -Cavolo! Dorian! Credi davvero che non ci abbia pensato? Non posso non pensare anche al futuro di mio figlio! Soprattutto se ho la possibilità di migliorarlo!-

-Rischi di non dargli neanche un futuro! È un suicidio!-

Sbuffai -Il Velo verrà giù! Si sta già spaccando che lo si voglia o no, succederà e ci sarà una strage! Magari avverrà domani, come tra cento anni! Ed io e Solas avremo sempre lo stesso problema, anche se tu amico mio non ci sarai più! E in questo secolo non voglio fargli passare quello che ho vissuto io!- sbattei una mano sul tavolo, il cristallo tremò -Credi sia bello vivere nei boschi, continuando a spostarsi per sfuggire agli umani? Ed essere trattati peggio di un animale per delle orecchie a punta!? Non gli farò subire gli sguardi di odio, disprezzo e superiorità con cui ho imparato a convivere! Passo e chiudo!- tolsi il mana dal cristallo che si spense. Sospirai profondamente -Fenedhis…- e stupida io che pretendevo che potesse capire! E in parte lo faceva, ma non sarebbe mai riuscito a farlo fino in fondo. Guardai gli scaffali pieni di libri della piccola biblioteca, ovviamente non poteva mancare. Tutti volumi rari, rigorosamente in elfico. Fissai di nuovo il cristallo con tristezza, non volevo litigare, ma era meglio far passare almeno qualche giorno per calmarci. Notai il quaderno di Solas che gli vedevo in mano sempre più spesso, abbandonato nel posto di fronte al mio. Ero estremamente curiosa di aprirlo, ma mi aveva pregato di non sbirciare e che quando avrebbe finito me lo avrebbe dato. Picchiettai le dita sulla superficie in legno. Non sarei riuscita a concentrarmi di nuovo su quella sfilza di calcoli, la discussione mi aveva innervosito.

Udii la porta e vidi varcare la soglia un enorme lupo nero, era grande quanto un pony, con due bellissimi occhi grigi. Restai sorpresa per quell’entrata in scena così insolita e sorrisi, allargando le braccia e invitandolo ad avvicinarsi. Volevo immergere le mani in quel pelo soffice. Una zampa dopo l'altra, abbassò il muso verso il mio viso. Senza nessun preavviso ricevetti una leccata, ridacchiai e gli presi la testa tra le mani. Mi diede altre leccate, non riuscivo a smettere di ridere -Basta… vhenan…- abbassò la grande testa sul mio grembo. Mi chinai dandogli un bacio sul muso e accarezzandolo, facendo passare lente le mani tra quel pelo nero, lucente e morbido. Mugolò soddisfatto da quelle coccole e si illuminò di una luce dorata. Poco a poco la grandezza di quel corpo da lupo diminuì, il pelo scomparve e venne sostituito dalla pelle e dai vestiti. Restò con la testa sulle mie gambe e gli occhi chiusi “sembrerà così, ma invece sappiamo che mi sono del tutto affidato a te, vhenan”. Quelle parole dette solo il giorno prima mi risuonarono nella mente, come il sentimento di profondo amore che provavo per lui. Rialzò il viso verso il mio, donandomi un sorriso dolce, lo sguardo divenne però preoccupato e mi strinse le mani tra le sue -Cosa c’è, cuore mio?-

Negai con la testa un po’ abbattuta -Nulla… ho litigato con Dorian…- lanciò un’occhiata cupa ai fogli sul tavolo e mi guardò -Lo sai che non voglio obbligarti…- gli misi un dito sulle labbra bloccandolo -Lo so e lo sa anche lui. Si preoccupa, ma non comprende fino in fondo perché sarei disposta a rischiare le nostre vite per dare a nostro figlio un’infanzia migliore della mia- e se faceva fatica a capire lui, non sapevo gli altri nostri amici come avrebbero reagito. Non volevo pensarci. Venni tirata in piedi e passò le braccia sulla mia vita -Avrei bisogno di un bacio vero…- disse a un respiro dal mio viso. Ne avevo bisogno anche io. Gli catturai la bocca, gli dischiusi le labbra e cercai la sua lingua, in quella danza che sapevo a memoria e che diventava migliore ogni volta. Ci staccammo senza fiato e mi lasciò un bacio fugace sulla punta del naso. Sorrisi divertita e infilai la testa nell'incavo nel suo collo, percepii odore di pioggia e foresta, oltre al suo solito profumo -Ti sei divertito? Com’è la situazione?- non mi andava di vomitare anche con la forma da lupo, ma prima o poi volevo accompagnarlo, non avevo mai provato a mutare.

-Tranquilla, a qualche miglio ci sono degli insediamenti, penso umani, non mi sono avvicinato a controllare- mi accarezzava la schiena su e giù, lentamente -Qui siamo perfettamente celati e al sicuro-

-Bene…- chiusi gli occhi godendomi il calore del suo corpo. Pensare che eravamo lontani dal Thedas, da tutto… Avrei voluto non dover prendere decisioni simili, ma restava solo una mia speranza e illusione, ne sarebbero arrivate sempre di più.

Iniziai a ridere -Oh… vhenan! Cosa stai…!?- mi sfuggii un gemito. Aveva afferrato con le labbra un mio orecchio, leccandolo e mordicchiando dalla punta fino al lobo. Erano maledettamente sensibili! Posò dei baci sulla mascella, sotto l'orecchio -Non mi piace vederti triste…- mormorò

-Non sono triste… come potrei esserlo? Siamo in questa bellissima casa, tutta nostra. Ho te e nostro figlio, non avrei mai sperato in entrambi nella mia vita- lo strinsi tra le braccia -Solo che… non accetteranno quello che vogliamo fare… Non lo accetterei io se fossi al loro posto!- immersi il viso nel suo petto -Non voglio che gli ultimi ricordi sui nostri amici siano negativi- infilò una mano grande e calda nei miei capelli, accarezzandomi -Ognuno prenderà la decisione che ritiene opportuna. Sperare che siano d’accordo… - mi baciò sulla tempia -… vedresti mai Sera che alla notizia salta di gioia?- disse con ironia. Mi scostai un poco incatenando le iridi alle sue -Sarà terrorizzata, si arrabbierà, forse mi urlerà contro… ma non sarebbe giusto neanche tenerli all'oscuro- in un certo senso stavo per tradire questo mondo per un altro -Però sarebbe giusto non dire nulla per la loro sicurezza- strinsi la sua maglia -Credi davvero che potrebbero attaccarci?- non potevo concepire una cosa del genere. Non potevo fare loro del male.

-Bisogna pensare a ogni eventualità. Ti sembra così improbabile?-

Avrei voluto dire di sì, abbassai la testa e negai -Difenderanno il loro mondo, come noi rivogliamo il nostro…- concluse -Ci spiegheremo… questo mondo sta morendo. L'ho detto a Dorian… non ho aspettato una risposta però…-

-Ma nuvenin. Ora non parliamo di questo, ne avremo tutto il tempo- si scostò, lasciandomi e si rivolse ad una scatola di legno scuro abbastanza grande, posta su uno scaffale. La aprì a metà, rivelando quello che sembrava essere un oggetto circolare, molto piatto e dorato. Gli mise sopra un’asticella e iniziò a girare su se stesso. Il suono di un piano si diffuse nella stanza. Ma come…?

-Balliamo?- domandò il mio mago, sempre divertito dalle espressioni che gli mostravo a quelle novità. Lo presi per mano e l’altra me la mise sul fianco, iniziando a guidarmi. Si aggiunsero altri strumenti creando una melodia sempre più armoniosa e rilassante. -Non so come hai fatto… ma l'ascoltavi spesso?-

-Quando non volevo pensare, sì- non ci stavamo muovendo molto, lo spazio era troppo poco. Un dondolio semplice e forse anche troppo innocente. Teneva tra entrambi una distanza insolita -Fen’harel ha deciso di avere un riguardo particolare, verso di me?- a quella provocazione distese le labbra in un sorriso malizioso. La mano sul fianco scivolò sul sedere, afferrandolo, e tirandomi contro di lui. Facendo combaciare i nostri bacini, rendendo il tutto più sensuale. -Meglio?- sussurrò al mio orecchio -Molto…- mi appoggiai a lui facendomi trasportare -Mi piace questa musica- gli strumenti poco alla volta sparirono come erano arrivati, e rimase come fulcro sempre il piano -Me ne compiaccio. Il me stesso giovane ed estremamente orgoglioso dei suoi risultati, ti avrebbe fatto una corte estenuante. Fino a rendersi conto che sarebbe caduto volentieri ai tuoi piedi, chiedendoti la mano per l'eternità- disse in modo seducente.

-Tu hai… sei tu che suoni!?- replicai esterrefatta

Ridacchiò piano e posò le labbra sulle mie in un tenero bacio -Suonavo il pianoforte, questa composizione l'ho scritta io, ma non ero ritenuto abbastanza bravo. Per un po’ è stato un passatempo interessante…-

-È bella, come non potevano ritenerti bravo?- niente a che vedere con le canzoni da taverna o quelle musiche altezzose orlesiane. Anelava alla pace dello spirito e della mente, la trovavo perfetta al momento.

-Ha richiesto anni, e non disponevo ancora della pazienza necessaria da volermi impegnare. Preferisco la pittura-

Gli lasciai un bacio sulla fossetta del mento -Non vedo l'ora di ammirare l'opera che il mio lupo sta svolgendo così segretamente in quel quaderno-

Un lampo giocoso passò nelle iridi -Siamo curiose? Spero sia una piacevole, lenta, tortura…- con un sorriso malizioso premette la bocca sulla mia, trascinò il bacio sulla guancia, fino al collo iniziando a mordicchiarmi -Ah… ora… mi stai torturando!- ridacchiò non fermandosi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi lasciandolo fare, godendomi anche la musica. Non cercavamo neanche più di ballare. Stavamo solo stretti l'uno all'altro, scambiandoci effusioni più o meno serie. Infine mi trascinò sulla poltrona posta in un angolo. Sedendomi sulle sue gambe e appoggiai le mani sulle sue spalle -Quindi, sai suonare il pianoforte, sei un ottimo pittore, un abilissimo mago dal potere magico fuori dal comune- intanto passavo le mani sul petto accarezzandolo -Ti piace giocare a scacchi ottenendo anche buoni risultati come stratega, quando non sei avventato…- un risata sommessa vibrò dal petto largo -…sei un inguaribile romantico…- gli diedi un bacio fugace -…e baci in modo divino, oltre a farmi dimenticare come mi chiamo sotto le coperte, ma sono sicura di dire molte volte il tuo nome- mi osservava attentamente, gli occhi avevano un luccichio famelico. Sorrisi, facendo finta di non averlo notato -Mi domando, in cinquemila anni come hai fatto a rimanere da solo?-

Sorrise arrogante -Hai dimenticato la risposta a questa tua domanda. Sono esigente- mi prese le mani tra le sue -Sei lo spirito più meraviglioso che mi sia mai capitato di incontrare nella mia lunga vita. Nessuna mi aveva mai distratto a tal punto dall'Oblio e dai miei doveri. Nessuna mi aveva fatto desiderare una famiglia tutta mia- concluse con determinazione e assoluta certezza, non c’era un minimo dubbio. La musica terminò, lasciando la stanza in silenzio.

Involontariamente mi risuonarono nella mente echi di Crestwood.

-Ehi, non è che adesso sveli qualcosa di sconvolgente?- lo presi in giro. Rimase per qualche secondo del tutto perplesso, l'espressione cambiò poi in modo fulmineo e ridacchiò, emanando affetto -Mi spiace che il mio miglior repertorio in fatto di corteggiamento, nonché l’unica a cui abbia detto queste parole, le ricordino quanto possa essere…- cercava una parola, che aggiunsi io -Idiota?-

-L’avrei detto in modo diverso, ma non posso che essere d’accordo-

Sorrisi -Non trovo altri termini, amore mio- il senso di nausea si rifece vivo, mostrai una smorfia e mi alzai -Vado a vomitare…-

-Chiamami se hai bisogno- e si alzò anche lui. Mi guardava attento e pronto a fare qualunque cosa gli avessi chiesto. Sei proprio il mio lupacchiotto.

-Vado e torno- dissi rassicurante. Uscii dalla stanza verso il bagno, tenendo per sicurezza la mano sulla bocca. Notai con la coda dell’occhio qualcosa di viola. Alzai il viso -Fen’asha- mi chiamò lo spirito elfico, antico più della stessa casa. Solas si mise con calma tra di noi -Dimmi- disse fissandolo

-Fen'harel, intrusi-

-Avvisami se cercano di entrare. Non fare altro-

Se ne andò come era venuto e Solas si rivolse a me -Come avevi accennato, la piccola statua di lupo all’ingresso fa la guardia-

Feci un cenno di assenso e continuai verso il bagno.

 

Lo spirito a protezione della casa non si era più fatto vivo, chiunque fosse se ne era andato senza far danni. Mi sistemai più comoda sul letto, spostando i fogli al centro del materasso. Avevo appreso la basi sulla magia temporale, senza rischiare di addormentarmi, incredibile. Ripresi il mio blocco e aggiunsi altre scritte, completando i miei appunti. Scrissi un titolo “Ultima risorsa” e lo cerchiai più volte. Questa possibilità era allettante e veloce, avremmo risolto buona parte dei problemi in un colpo solo. Me la sarei concessa in un eventuale punto di non ritorno, se ogni altra possibilità sarebbe stata persa.

Sospirai e spostai la pagina per leggere quella sottostante. La porta cigolò e alzai gli occhi, entrò Solas regalandomi una visione delle spalle larghe, dei muscoli tesi del petto e del ventre, fino a scorgere la sua virilità, prima che si girasse verso il guardaroba. Mostrandomi la sua bella schiena e il sedere sodo. Mi morsi il labbro inferiore intanto che purtroppo si infilava i pantaloni, mi lanciò uno sguardo consapevole che lo stessi mangiando con gli occhi. Mi era inevitabile farlo, è troppo bello. Si diresse con passo agile, che richiamava la sua natura da lupo, verso di me con quel suo sorriso arrogante. Si sedette dalla sua parte del letto e spostò i fogli tra noi, fino ad accostarsi contro di me leggendo sul mio blocco. L’espressione si fece seria e pensierosa -È fattibile?- domandai. Avevo letto qualche libro interessante e forse avevo trovato un’alternativa. Le iridi grigie scorrevano attente sul foglio, allungò una mano e gli passai il blocco. Mi lasciò un bacio sulla guancia -Ti amo-

Sorrisi e lo vidi tornare serio -Molto difficile, ma potrebbe funzionare…- mormorò.

Mi lasciai scivolare meglio sotto le coperte e chiusi gli occhi -Hai bevuto il thè?- chiese preoccupato. Sorrisi ancora, la domanda stava diventando un rituale, ogni sera e ogni mattina puntuale. Mi rigirai su un fianco e feci passare la mano sulle cicatrici procurate dal Lyrium rosso, coprì la mia mano con la sua stringendola -Lo sai che devo controllare…- non rispose e continuò ad accarezzarmi il dorso della mano, non togliendola da dove l'avevo messa.

-Creare delle cupole di Velo attorno alle principali città del Thedas, alimentate dai Focus degli Evanuris. La preparazione sarà essenziale…-

Sbadigliai -Ci sono un sacco di elementi da sistemare, tra il convincere i regni a collaborare, alimentare le sfere per le cupole per poi celarle ai falsi Dei…- feci uno sbuffo disgustato degno di Cassandra

-Idee per quanto riguarda la prole oscura?-

Risposi con un nome -Morrigan- quella donna umana mi stava simpatica e mi serviva l'aiuto anche del suo compagno, l'Eroe del Ferelden. L'ultima volta che avevo avuto un contatto stava cercando una cura e magari con le nostre conoscenze avremmo ottenuto dei risultati.

-Abbattiamo il Velo principale e ne creiamo altri sette più piccoli… non ho ancora tutti i Focus però, ci vorrà del tempo- concluse serio, si mosse e lo sentii unirsi con me sotto le coperte, appoggiò la mano sul mio ventre -La mamma sta salvando di nuovo il tuo papà- ridacchiai a quelle parole -Dal tentato linciaggio da parte dei nostri amici? Può darsi- mi avvolse il braccio intorno alla vita tirandomi verso di lui e baciandomi la testa -Stai salvando il mio spirito, vhenan-

 

La brezza marina mi colpiva in pieno viso, respirai profondamente ascoltando il rumore delle onde in lontananza.

Una leggera spinta al braccio, mi fece voltare e sorridere al grande lupo nero dietro di me. Si abbassò invitandomi a salirgli in groppa, non me lo feci ripetere e saltai sul suo dorso affondando le mani e il viso nel pelo soffice, stavo diventando dipendente dal suo profumo selvatico -L’ultima volta che ti ho cavalcato non eri così peloso…- lo presi in giro

-Vhenan…- rimbombò la sua voce seducente nella mia testa -…non tentarmi-

-Non mi pare che qualche ora fa ti sia fatto pregare, ma'arlath- replicai maliziosa. In risposta fece un veloce e inaspettato balzò in avanti, iniziando a correre. Risi -Ehi!- mi aggrappai al suo pelo, correva talmente forte che il bosco era diventato una striscia verde indistinta. Immersi di nuovo il viso nel pelo, volevo evitare attacchi di vomito che non centrassero con il cucciolo. L’andatura diminuì fino a camminare, rimasi immobile nella stessa posizione

-Ti sei addormentata?- disse Solas

-Mmm… sei bollente, morbido, sono comoda e sai che adoro dormire. Se stavi anche fermo, magari ero nell'Oblio con tuo figlio a spiegargli che non deve mordere…- mormorai

Ridacchiò -Ti ha fatto di nuovo visita?- chiese curioso. Lui non era ancora riuscito a incontrarlo -Solo un’altra volta, sembrava si volesse esercitare a farmi dei piccoli agguati, masticandomi le orecchie…- avevo preso la mia forma da lupo e dovevo dire che mi sentivo molto a mio agio, come mai prima. Forse era proprio l'influenza nello stare per avere una sorta di cucciolo di lupo a tutti gli effetti. Tale padre, tale figlio.

Rise di gusto -Sta crescendo bene-

Sorrisi -Poi si è infilato sotto il mio collo, visto che non reagivo più ai suoi assalti, si è tranquillizzato e allora ho iniziato a baciarlo e a coccolarlo- era diverso da come avrei potuto farlo in forma umana, ma comunque molto soddisfacente -Mi piacerebbe che ci fossi anche tu-

Sospirò -Per quello penso che dovrò aspettare quando nascerà. Tu hai con lui un legame molto stretto e di vitale importanza, visto che lo porti in grembo, vhenan-

Avvolsi le braccia attorno al collo largo, stringendomi contro di lui -Capisco-

-Siamo arrivati-

Alzai la testa, poco lontano si scorgevano delle case. Stavamo facendo una passeggiata, ma anche indagando sulla insolita offerta che avevamo trovato sulla statua di lupo una volta usciti. Solas vedendola era rimasto molto perplesso, ma dopotutto non eravamo in Thedas, magari le leggende sul Temibile Lupo qui erano diverse. Scivolai a terra, con un bagliore dorato cambiò forma -Suggerirei di avvicinarci lentamente- mi prese per mano restando guardingo -Spostai parte della gente che avevo salvato dalla schiavitù in queste nuove terre, che avrei potuto reclamare come mie- iniziavamo a scorgere del movimento, delle persone si spostavano indaffarate nel piccolo villaggio -Non l'ho mai fatto, non erano mie, ma una nuova opportunità per ricominciare-

Quelle che sembravano essere due Sentinelle si fecero avanti. Le armature erano simili, invece che grigie, nere e in viso nessun Vallaslin, ovviamente elfi. Vidi donne e uomini che ci osservavano diffidenti, bambini che correvano, tutti elfi e nessun'ombra di un solo marchio, non erano sicuramente Dalish.  

-Venavis, stranieri da dove venite?- domandò una guardia squadrandoci da capo a piedi. Solas alzò un sopracciglio meravigliato, abbastanza esterrefatta anche io fissai la guardia

-Mi capite?- chiese dubbioso, scambiando la nostra sorpresa per confusione. Parlava in un elfico fluidissimo con un accento che non avevo mai sentito.

-Perfettamente. Siamo di passaggio, ci chiedevamo se potessimo entrare- disse Solas

-Non potete girare per il villaggio da soli, non abbiamo visite di solito. Dobbiamo portavi dal Guardiano- spiegò

Con un cenno del capo il mio mago acconsentì -Vi seguiamo-

Passammo per la strada principale. Le case per mia sorpresa erano in parte in cristallo, oro, con una lavorata pietra bianca, porte in legno con figure di animali intarsiati. Ci imbattemmo in una grande statua di lupo, il mio mago si bloccò -Questo…?- mormorò

La seconda Sentinella che non aveva ancora parlato, rispose -Fen’harel, protegge il villaggio, colui che ci ha dato una nuova casa e che ha salvato i nostri antenati dai tiranni che li schiavizzavano- gli strinsi la mano e accennai un sorriso

-Capisco…- non credeva a quello che gli era stato detto.

Ci fecero entrare in un edificio simile agli altri, aveva in aggiunta delle statue di lupo che rivolgevano il muso verso l'alto in oro. Una sala circolare ci accolse, gli omaggi al Temibile Lupo si ripetevano, dalle statue, ai mosaici, alle varie decorazioni su porte e muri. Ero basita, sembrava un vero e proprio tempio all'interno. Solas lasciò andare la mia mano e non dando peso al richiamo di una Sentinella, procedette oltre un arco verso un elfo che ci dava le spalle. Lo seguii, l'elfo dai capelli corti e rossi come il fuoco ci guardò, fissando le iridi verde chiaro su il mio mago in una completa sorpresa. Restarono per un attimo a fissarsi, poi l'elfo congedò le Sentinelle che erano arrivate dietro di noi.

-Fen’harel è tornato?- domandò con una gioia a stento trattenuta

-Narim…- prima che potesse dire altro si ritrovò stretto in un abbraccio. Si divisero e Solas gli mise una mano sulla spalla -Cosa è successo? Tutto questo…-

-Sei tu che dovresti darmi spiegazioni! Avevi detto che ci avresti raggiunto, ma in seguito a quella grande esplosione pensavano che fossi morto- replicò, posò gli occhi su di me accorgendosi solo in quel momento della mia presenza.

Solas mi riprese per mano presentandoci -Lui è Narim, era un mio generale…-

-Lo sono ancora-

-Su questo ne discuteremo…- sospirò -Lei è Yen, mia moglie-

-Piacere di conoscerti- dissi con un sorriso che si ampliò vedendo l'espressione completamente scioccata che ci stava mostrando, passando lo sguardo su entrambi incredulo.

-Tu mi prendi in giro… tu sposato!? Ci sono più probabilità di vedere un nug darsi fuoco da solo- non potei fare a meno di ridere a quell'esempio. Solas sorrise e alzò le nostre mani intrecciate mostrando gli anelli del legame -Convinto?-

-Non dovrai convincere me, ma tutti gli altri quando ti vedranno. Visto che ci sarà un bello scorrere di soldi-

Solas assunse un cipiglio seccato -Non è possibile… anche voi a scommettere sulla mia vita privata?-

-Come anche noi? Era la scommessa più in voga tra le tue file. Non dirmi che non ti è mai arrivato nulla alle orecchie-

Il mio lupo lo guardava perso e io risi di nuovo, questa situazione era assurda e sospettavo l'avrei rivissuta parecchie volte -Bhe vhenan, dovresti chiedere una percentuale sulle vincite- rimbeccai divertita

-Mi piace come pensa la tua donna, probabilmente diventeresti in poco tempo più ricco di Elgar’Nan-

Dei passi decisi alle spalle -Narim dovevamo…- disse una voce femminile e ci si parò da parte un elfa con i capelli biondi e occhi grigi. Rimase fissa su Solas incredula, per poi guardarci le mani e rivolgersi a Narim indicandolo con un dito -Mi devi dei soldi!!- ridacchiai e il mio mago li guardò rassegnato.




Ma nuvenin: come desideri

Venavis: fermi

Fen’asha: Lupa





Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Non iniziamo proprio nel migliore dei modi, speriamo si risolvino le cose con Dorian e chissà se Yen ha trovato un modo per non ricorrere per forza alla magia temporale, infine scopriamo che forse con la creazione del Velo non è andato tutto così male. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 43

Mi sedetti su una sedia in un angolo della taverna. Solas stringeva mani, elargiva sorrisi e condivideva storie, con quegli elfi che lo avevano sostenuto nella guerra contro i falsi Dei.

Era già il tramonto, e quella giornata piena di novità ed emozionante stava finendo. Alla fine ero scappata dileguandomi in un angolo, iniziando ad essere un po’ stanca. Lasciai sul tavolo la tazza ancora piena di sidro, che non potevo bere.

Un bicchiere d'acqua mi venne posato da parte e tolsi l'attenzione dal mio lupo. Mithra, la donna bionda che avevo incontrato alla mattina, si sedette al mio fianco -Sete?- domandò con un sorriso

-Ma serennas- e bevvi avida

-Erano secoli che non vedevo Narim così felice, per lui Fen’harel è sempre stato una sorta di fratello maggiore, oltre che mentore- spiegò serena e mi fissò -Sono contenta che ti abbia trovato. Da quando lo conosco è sempre stato un solitario, con accanto donne che lo volevano solo per approfittarsi del potere che aveva- ridacchiò tornando a guardare Solas -Alla fine era lui che sempre con estrema educazione, senza poter ribattere, le lasciava- bevve dal suo boccale -Passavano i millenni, le lotte, e le persone si legavano- alzò la mano, mostrandomi l'anello -Perfino io e Narim, ma lui era sempre solo, soprattutto dopo la morte di Mythal- mi strinse la mano che avevo sul tavolo nella sua -Mi dispiaceva un sacco, e sono davvero felice che tu ora sia al suo fianco- le sorrisi grata, peccato che avevo bisogno di aria e la nausea tornò indesiderata -Perdonami…- mi alzai e uscii velocemente all'esterno, fino ad aggrapparmi al primo albero che avevo visto. Appena mi ripresi dai conati, notai che mi aveva seguito -Tutto bene?- domandò porgendomi un fazzoletto che presi per pulirmi la bocca -Sì, grazie, non c’è da preoccuparsi…-

Incerta mi guardava -Mi era venuto il dubbio, non hai bevuto il sidro… sei incinta?-

Abbozzai un sorriso -Lo sono-

-E lui...?-

Sorrisi del tutto -Oh… il papà ne è al corrente-

La porta della taverna si aprì e ne uscì proprio Solas che si guardò attorno allarmato. Ci vide e ci venne incontro mettendosi al mio fianco preoccupato -È ora del thè. Ir abelas, ho perso la cognizione del tempo…- lo interruppi -Non fare lo stupido, non li vedevi da secoli e il mio è sempre solo vomito-

Le labbra diedero vita ad una linea contrariata, passò un braccio sulle mie spalle, tirandomi verso di lui -Andiamo a casa-

Sospirai -Solas…-

Mithra era sorpresa e si accorse del mio sguardo perplesso alla sua reazione, abbassò gli occhi verso terra -Suppongo sia il tuo vero nome? Non lo sapevo… non so in effetti quanti lo conoscano…-

Il mio mago sorrise -Solo i miei più vecchi amici, quali Narim e quei pochi ancora vivi. Per gli altri sono sempre stato solo Fen'harel- a quella spiegazione passai un braccio attorno alla sua vita.

L'elfa rialzò la testa -Capisco, io e Narim saremo lieti di ospitarvi per la notte. Le cose da raccontare sono ancora molte…-

-E ci manca solo che sparisci per altri mille anni, lethallin!- finì la frase l'amico del mio lupo

Solas ridacchiò -Vado a prendere le erbe per il thè, vhenan- a quella decisione non lo lasciai andare dalla mia presa -Ma devi tornare a casa! Non serve che…- posò le labbra sulla mia tempia -Farò in fretta, non è poi così lontano e non voglio che tu stia male se si può evitare- mi fissò negli occhi risoluto -Non accetto obbiezioni-

Rivolsi gli occhi al cielo, tolsi il braccio e lo spinsi piano lontano da me -Allora vai, forza!-

-Ci prendiamo cura noi di lei. Per quando torni, è la terza casa a destra- disse Narim

Solas annuì con un cenno del capo e mi fece l'occhiolino. Mutó con una luce dorata e balzò verso l'uscita del villaggio, con una velocità sorprendente.

Narim rise -Per gli dei! Non so cosa gli hai fatto ragazza, è completamente cotto!-

Incrociai le braccia al petto e iniziai a seguirli, sorrisi -Se è cotto, io sono pazza di lui-

Ridacchiò -Contento di sentirtelo dire. Aspettavo il giorno in cui lo avrei visto così, anche se ormai credevo che uno dei due sarebbe morto prima-

Entrai nella casa di pietra bianca, con decorazioni in oro. Seguii Mithra verso un divano, dove mi invitò a sedermi. Il camino scoppiettava di una fiamma verde, Velfuoco? Non faceva fumo, infatti dall'esterno non avevo notato una canna fumaria.

-È solo decorativo, le rune per il riscaldamento funzionano per fortuna anche con il Velo- spiegò la bionda con tono comprensivo, vedevo però in quelle iridi grigie simili, ma molto diverse rispetto al mio lupo, una profonda curiosità. Aveva molte altre domande su di me che stava evitando di fare.

La mia attenzione fu attirata da un quadro, non credevo a quello che avevo davanti. Una donna stava seduta su un prato. Una donna che non potevo non riconoscere. Capelli oro, iridi verdi e quel vestito color smeraldo. Sorrideva amorevole a tre piccoli elfi che le stavano intorno, felici, sembravano giocare.

-Mythal…- mormorai

-Mythal con i suoi tre figli: Dirthamen, il maggiore e le due sorelle Sylaise e Andruil-

Sorrisi, tempi decisamente più spensierati e felici.

-Percepisco che sei giovane, ma c’è anche qualcosa in te di molto, molto, molto antico. Più di noi, più di Fen'harel che ormai penso si possa ritenere uno dei più vecchi rimasti in vita…-

Continuai a fissare il quadro, infine sospirai -È una lunga storia, faccio parte di questo nuovo mondo, quanto di quello precedente. Mi è stato dato un retaggio che ho accettato volentieri…- mi voltai verso di lei -All’inizio l'ho fatto soltanto per Solas, volevo stare al suo fianco. Ma è diventato anche il mio obiettivo riportare il mondo senza Velo-

-Perdona la mia curiosità, solo che anche il potere di cui disponi è notevole e non si ottiene in pochi anni. Oltre che…- e guardò il mio pendente a forma di lupo -Quello è il simbolo che ti sei legata a uno spirito. Solo i falsi Dei sapevano come fare, era proibito agli altri-

-Non posso parlarne, anche volendo ne so veramente poco su cosa sono. Posso dirti però una cosa, Mythal prima di morire mi ha passato il testimone di tutto questo casino-

Gli occhi le si spalancarono per lo stupore -Tu…- scivolò in modo fulmineo in ginocchio, in un inchino. Le presi le mani -Ti prego alzati, non sono un Dio o qualcuno a cui dovresti dare questo rispetto-

Strinse le mie mani -Mythal era la Protettrice, era l'unica che si meritava che il popolo si inchinasse a lei. Ti ha scelto, sei degna di altrettanto rispetto-

Ero intimorita da quella reazione, non era la prima volta che le persone mi davano tanta fiducia in quel modo -Ti prego, alzati. Voglio essere tua amica, non questo…- iniziavo a sentirmi a disagio. Con un sorriso si rimise seduta, non lasciando la mia presa.

-Sapevo di averlo tenuto da parte!- arrivò alle nostre spalle la voce di Narim, mettendosi davanti a noi. Tra le mani una testa di lupo nera, magnifica e intatta in ogni sua parte. La mascella inferiore mancava, la presi e notai all'interno un’imbottitura, sul retro scendeva la pelliccia come a formare un mantello. Era la maschera che avevo visto solo su alcuni affreschi indossata da Solas, nascondendogli parte del volto.

-La metteva per non essere riconosciuto quando liberava gli schiavi. Avendo anche una vita attiva a corte, il rischiare di essere ritenuto responsabile era meglio evitarlo, soprattutto all'inizio-

-Bellissima- ora però dovevo provarla. Me la infilai in testa, la vista veniva ridotta parecchio, le zanne della maschera facevano un bell'effetto. Il mantello era troppo lungo per me e finiva a terra. Udii Narim ridacchiare -Ecco, ora sei pronta per ululare alla luna- risi

-O a sbranare qualcuno- disse il mio mago. Mi voltai verso la sua voce -Dici? Perché non a fare pipì su un albero?- rimbeccai e lui rise. Lo vedevo, ma non in viso, avrei dovuto inclinare molto la testa. Lasciò lo zaino a terra e me lo ritrovai vicino, alzò la maschera prendendola dal muso e spingendola all'indietro. Aveva il suo sorriso arrogante e incatenai le iridi alle sue. Si chinò catturandomi la bocca.

-Ah… il solito… anzi no! Tu non ne baciavi neanche una!-

-Oh… Narim! Smettila! È sua moglie, come potrebbe non baciarla!- ribatté Mithra

Ci staccammo senza fiato, perplessa li guardai, per poi lanciare un’occhiata al mio lupo che aveva incrociato le braccia al petto. Sembrava un genitore che aspettava che i figli smettessero di litigare. Mi guardò e fece cenno di seguirlo, prese lo zaino spostandoci in cucina. Iniziò a fare il thè -Posso dire che non sono cambiati per niente, sempre molto vivaci-

Sorrisi a quel tentativo di volgere altrove la mia attenzione dall'argomento che avevano alzato quei due.

-Nessuna?- domandai con innocenza. Armeggiò intanto con l'acqua e le erbe, mettendo poi la tazza sul tavolo. Posò gli occhi su di me e si fece vicino, mise una mano sulla mia guancia passando il pollice sulle mie labbra.

“è molto intimo baciare qualcuno. E non avevo il minimo interesse ad approfondire la conoscenza della donna di turno. Si riduceva tutto al mero atto fisico- rispose serio e si chinò, il suo respiro sull’orecchio -Suppongo abbiano finito di fare i da'len e che ora stiano ascoltando se noi discutiamo- sussurrò

Sorrisi, infatti era calato il silenzio. Mi sporsi verso la sua bocca posando la mia sulla sua, in modo casto e con un movimento fluido mi spostai alle sue spalle. Presi la tazza e bevvi -Fen’harel mi fa vedere come sta con la sua maschera?-

 

 

-Ricapitolando, la maggior parte degli elfi fanno parte delle prime generazioni che avevo portato qui- Solas si passò l’indice e il pollice agli angoli degli occhi -Voi e le altre Sentinelle siete stati risvegliati in seguito. Quindi quelli che si sono sottoposti all'Uthenera prima che creassi il Velo hanno mantenuto l'immortalità- tolse la mano, sospirò e mi guardò -Come me e Yen del resto-

-Esatto, nessuno di noi però…- disse l'elfa bionda incerta e con un velo di tristezza -Ha avuto figli- Narim le strinse la mano e continuò -Non sappiamo se saranno immortali e… chi vuole sopravvivere ai propri figli?-

Quella domanda mi angosciò e una stilettata di paura mi trafisse il cuore. Passai una mano sul ventre, all'istante mi venne coperta da Solas che me la strinse rassicurante -Cambieremo questa situazione ve lo prometto- si rivolse a me -Te lo prometto, vhenan. Fosse l'ultima cosa che faccio- passai anche l’altra mano sulla sua, racchiudendola tra le mie. Forse eravamo stati troppo avventati?

-Posso?- domandò l'elfa facendo cenno verso di me. Il mio lupo acconsentì e si scambiarono di posto. Lei mi sorrise e mi porse la mano che presi e misi sul cucciolo -Per secoli mi sono occupata delle donne incinta al villaggio e ho notato delle sostanziali differenze con il passare del tempo, sia negli adulti che nei bambini- sospirò -La Dissolvenza e questo mondo sono sempre stati collegati da un elemento essenziale. Lyrium- percepii un filamento di magia delicato sondarmi -Il Lyrium è presente in entrambi i mondi. La dissolvenza lo trasforma in modo che i nostri corpi lo possano assimilare costantemente. Questa prolungata esposizione ci rende immortali, abbiamo livelli di Lyrium nel sangue altissimi, non sopportabili dagli umani a parte qualche eccezione che li rende maghi di abilità discutibili. Noi elfi con l'aiuto della Dissolvenza però lo elaboriamo senza problemi-

-Ma i nani…- obiettai confusa da quel ragionamento

-I nani possono stare a contatto diretto con il Lyrium dei Titani, sono i loro figli. Noi non interagiamo in quel modo, o almeno, non avremmo dovuto farlo creando miniere e distruggendoli-

Sorrise togliendo la mano -Posso dire che così piccolo ha un potere spaventoso e con molta probabilità dovrebbe essere immortale. La concentrazione di Lyrium è molto alta, ha un livello che non mi capitava di percepire da millenni, ma da due Evanuris non mi aspettavo diversamente-

A quel riferimento il mio mago si accigliò e Narim intervenne -Sì, sì, lo sappiamo, non siete Dei e bla, bla, bla… ma non esistono molti elfi con il potere che vi ritrovate tra le mani, quindi la definizione vi va a pennello! Ora…-

Un forte bussare arrivò dalla porta -Hahren!!-

Narim sbuffò -Meno male che è un villaggio piccolo…- borbottò e poi urlò -Entra!-

Ci si piazzò davanti un giovane elfo agitato -Hahren! L'Eluvian…- e sospirò riprendendo fiato -Si è attivato e ne è uscita un elfa con dei Vallaslin in viso!-

Narim era basito -Quel passaggio non lo usiamo da secoli, i vari Crocevia sono instabili…-

-Sembra alquanto debilitata ed è svenuta. L'abbiamo spostata sulla brandina nella stanza adiacente-

Mithra intervenne -Preparate del cibo e una camera alla taverna, non potrà stare sempre nel magazzino. Veniamo subito- a quell’ordine il ragazzo corse via.

Guardai perplessa Solas che porse una domanda -Riuscite ad usarli ancora?-

-Assolutamente no! Siete l'unica visita che abbiamo ricevuto da quando gli Eluvian sono stati disattivati e la parola d'accesso è cambiata. L'unico ancora intatto, abbiamo deciso di non tenerlo in bella mostra e di conservarlo. Evitando così anche brutte sorprese all'improvviso, ne avevamo altri due, ma li abbiamo distrutti, erano diventati neri e ho percepito una profonda corruzione qualche secolo fa-

-Il Flagello- dissi cupa, Solas annuì con un cenno del capo -Vi spiegheremo dopo-

-Andiamo a vedere questa nuova arrivata- replicò Mithra

 

Osservavo l'elfa svenuta e stesa sul letto. Era in modo evidente sottopeso, chissà da quanto non mangiava. Capelli neri intrecciati, i miei marchi in viso e l'armatura che indossava era senza dubbio Dalish. Narim l'aveva controllata e aveva detto che a parte l'essere senza forze per la mancanza di cibo, non c'erano ferite.

Come aveva fatto a finire nel Crocevia? Gli specchi sono sotto il controllo di Solas, avrebbe dovuto avere molta fortuna a indovinare la parola di accesso, non era una frase che si diceva solitamente davanti a uno specchio per caso.

Aprì lentamente gli occhi, grandi e di un bel verde. Mi avvicinai al letto e gli strinsi la mano -Sei al sicuro…- mi bloccai incerta su come riferirmi alla donna, sicuramente era più vecchia di me, non la conoscevo e non potevo chiamarla con il termine lethallan, decisi infine -Hahren-

Rafforzò la presa sulla mia mano e gli occhi vagarono intorno confusi -Dove…?- mormorò

Abbozzai un sorriso -È… complicato, una domanda per un altro momento. Devi mangiare e bere- l’aiutai a mettersi seduta e le porsi il vassoio che mi avevano lasciato. Si avventò sul cibo e le strinsi una spalla -Piano hahren! Starai male così!- rallentò, anche se restava famelica e dopo i primi morsi si calmò, le iridi ripresero un po’ di vitalità -Ma serennas…- gli occhi le si riempirono di lacrime -Credevo… che ormai…- le strinsi di nuovo la spalla -Sei viva e ce l'hai fatta, hahren-

Sorrise tremante -Merrill, mi chiamo Merrill-

Quel nome… perché lo trovavo familiare? Dove lo avevo sentito? Mi riscossi e risposi -Io sono Yen, Yen Lavellan-

-Sono al clan Lavellan?- domandò stupita

Sorrisi -No Merrill, riposa, sei al sicuro adesso. Più tardi avrai tutte le spiegazioni-

-Va bene, in effetti mi sta venendo un gran sonno- si distese e portò un braccio sopra il viso, coprendosi gli occhi -Hawke mi ucciderà…- sussurrò addormentandosi.

Hawke!? Aspetta. Quell'Hawke?

Rimasi basita a fissare l'elfa. La porta cigolò sui cardini e mi voltai, Solas abbozzava un sorriso e lo raggiunsi fuori dalla camera.

-Come sta?- chiese

-Ha mangiato ed è crollata di nuovo- risposi -Ti è familiare il nome Merrill?- lo avevo già sentito, ma non ricordavo dove!

-Nome elfico che viene usato di solito nei clan Dalish. È il suo nome?-

Sorrisi e sospirai per quella veloce spiegazione accademica -Sempre il solito. Non in quel senso. Ha nominato anche Hawke-

-Il Campione di Kirkwall?-

-Ne conosci altri? E forse Varric mi aveva nominato una certa Merrill e penso che sia proprio lei-

Fissò per un attimo la porta -Andiamo a dormire. Una sentinella resterà fuori, dovesse svegliarsi prima del nostro arrivo domani-

Lo seguii all'esterno e poi verso la casa di quei nuovi amici

-Narim e Mithra?- domandai non avendoli più visti da quando ci eravamo separati

-Stanno già riposando e sono venuto a prenderti-

Entrammo e salendo delle scale arrivammo al piano superiore. Aprì una porta e un letto matrimoniale con su lo zaino di Solas ci aspettava.

Mi sedetti -Come ha fatto ad entrare nel Crocevia? Non dovrebbe essere possibile-

Si mise comodo dalla sua parte del materasso -Io e Narim sospettiamo che abbia usato un Eluvian che è stato scollegato dalla rete principale. Evitando così il mio controllo. Abbiamo percepito tracce di magia del sangue- stava iniziando a svestirsi e feci lo stesso -Ed è in effetti l'unico modo in cui avrebbe potuto forzare uno specchio ad aprirsi per uscire. È una maga, ma non dispone della quantità di potere a fare una cosa del genere, se non sfruttando il suo sangue-

Ero rimasta con la biancheria intima e mi rigirai sul letto, avvicinandomi alle sue spalle e abbracciandolo. Posai le labbra sulla sua pelle. Una sua mano calda passò all'indietro accarezzandomi la coscia -Sei fredda, c’è la tua camicia da notte nello zaino-

Sorrisi con la bocca contro il suo collo -Come sei premuroso… mi serve davvero?-

Ridacchiò e si girò passando il braccio sulla mia vita e tirandomi giù sul letto. Infilò il viso nell'incavo del mio collo, lasciando una scia di baci. Misi una mano sulla sua testa, accarezzandolo e rilassandomi. Soffocai una risata per quello che mi era venuto in mente -Cosa?- domandò confuso. Feci scivolare le mani sul suo viso e lo tirai verso di me baciandolo -Ci allontaniamo dal Thedas, e il Thedas viene da noi- spiegai con un sorriso

-I problemi sembrano perseguitarci…- si lasciò andare contro di me e sospirò -…ma con te è sempre tutto sopportabile e guardi da una prospettiva che non riesco a prendere in considerazione il più delle volte- lo strinsi e gli lasciai un bacio sulla nuca -E tu fai la stessa cosa per me, sai? Lo hai sempre fatto da quando ci siamo incontrati e mi piace- il suo braccio si spostò e la mano si appoggiò sul cucciolo, lasciando dei tocchi affettuosi. Mi addormentai.

Dei colpi mi rimbombarono nel cervello. Aprii gli occhi confusa, notando Solas che si alzava andando verso la porta e aprendola. Ero ancora troppo intontita per capire che stavano dicendo e mi riaccoccolai richiudendoli. Quanto avevo dormito? Delle fitte alla testa mi dicevano molto poco. Che ore sono? Borbottai un verso lamentoso, stavo dormendo così bene!

Udii richiudersi la porta e il materasso piegarsi -Vhenan?-

-Sì?-

-È l'alba, la ragazza è un po’ in panico e non riescono a comunicare…-

Feci un altro verso lamentoso e delle labbra si posarono sulle mie in un tenero bacio -Va bene… va bene, mi alzo…- aprii gli occhi e me lo ritrovai con quel sorriso da lupo -Ho fatto anni ad alzarmi a questo orario, che trovo folle, ma non mi ci abituerò mai. Il mio corpo si rifiuta, sono più un animale notturno- sbadigliai, mi sfregai gli occhi e mi tirai a sedere. Vestiti. Oh dei la mia testa e ci manca solo… Ecco. La nausea. No, no, ma da'len. La mamae non ha tempo di vomitare ora.

-Vhenan stai male?- chiese il mio lupo preoccupato

-Come al solito, ma sto bene- mi alzai e recuperai gli abiti -Muoviamoci, che se possibile ho intenzione di tornare a dormire dopo-




Ciao a tutti! Spero che in questo periodo stiate tutti bene! Finalmente sono riuscita a pubblicare il capitolo! Chi si aspetta che prima o poi Merrill sbuchi da un Eluvian? Decisamente me lo aspetto, adoro Merrill e anche la sua ingenuità che le fa fare delle gaffe divertenti, soprattutto con un Hawke spiritoso

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 44

-Merrill! Calmati!- le posai le mani sulle spalle tenendola ferma. Gli occhi verdi mi fissavano allarmati -Dove mi trovo? È elfico quella lingua vero? Lo ha parlato talmente veloce che…- negò con la testa e si allontanò da me -…non ho capito quasi nulla…- passò lo sguardo da me a Solas -Ma voi lo capite. Come è possibile? Chi siete? Gli elfi hanno perso tutto! Non…- disse triste e ci rivolse un’espressione abbattuta.

Mi avvicinai di nuovo a lei -Merrill, non tutto è perduto e gli elfi possono imparare di nuovo, ma devono essere disposti a farlo e ad accettare che quello che sanno è sbagliato- le rivolsi un sorriso dolce

-Da’len, abbiamo un amico in comune, Varric Thetras e ricordo che mi aveva accennato il tuo interesse per il passato e quello che hai sacrificato per scoprirlo- disse Solas serio, ancorando le braccia dietro la schiena e fissando l'elfa

-Conoscete Varric?- domandò sorpresa da quella rivelazione

-Anche Hawke, qualche anno fa ero l'Inquisitore e abbiamo collaborato per uccidere Corypheus-

Basita mi fissava e la bocca si mosse non producendo nessun suono, infine parlò -Tu… tu hai detto di chiamarti Yen Lavellan, ma… non sei Dalish?- chiese confusa

Abbozzai un sorriso -Lo ero, ma quello che ho imparato, mi ha cambiato-

-Se ci sono delle presentazioni, sono Solas- disse il mio lupo con un sorriso e l'accenno di un inchino, ricordandomi in nostro primo incontro

-Chuckles*?- esclamò di colpo Merrill. Solas alzò un sopracciglio e l'elfa si coprì la bocca con le mani -Scusa… sei l’esperto del Velo e della Dissolvenza, giusto?-

Ridacchiai -Quanto mi mancava sentire il tuo soprannome, vhenan-

L'elfa ripassò gli occhi su entrambi e arrossì leggermente -Io credevo che… bhe… ecco, Varric stava scrivendo un suo libro quando ci siamo visti l'ultima volta e ho potuto leggerlo per prima…-

Compresi dove stava andando a parare -Oh sì, è vero. Ci siamo lasciati, ma siamo ritornati insieme- spiegai

Merrill sorrise -Varric ne sarà felice, non gli piaceva vederti triste-

Notai Solas abbassare lo sguardo verso i propri piedi, studiandoli con interesse. Sorrisi a quella reazione -Lo sarà ancora di più quando ci rivedrà-

-Oh bene, per fortuna vi ho incontrato, se no non so cosa avrei fatto…- barcollò all'indietro e si sedette sul letto, di nuovo esausta stava abbassando le difese che aveva alzato. Rialzò le iridi su di me -Dove mi trovo?-

-Sei oltre il Mare Ghiacciato, da'len- rispose Solas

-Cosa!?- esclamò Merrill esterrefatta -Ma… non pensavo portassero così lontano! Per il Temibile Lupo!-

Mi misi una mano sulla bocca, trasformando delle risate in dei colpi di tosse e lanciai a Solas un’occhiata divertita. Lui mi guardò altrettanto ironico e si rischiarò la gola -Da’len hai tutto il tempo di riacquistare le forze, non partiremo ancora per qualche settimana-

-Per tutto questo periodo, questa sarà la tua stanza, non dovrai preoccuparti per il cibo e altri bisogni, ti basterà chiedere- sospirai, la nausea restava in agguato. Riconoscendo i miei sintomi, Solas continuò al mio posto -Non siamo in Thedas, molte cose ti sembreranno strane e tu sarai un’estranea per loro. Cercheremo di darti le risposte che cerchi, sperando che le accetterai anche se vanno contro a quello che ti hanno sempre insegnato-

-Ti verrà portata la colazione, se hai bisogno c’è fuori dalla porta una Sentinella. Puoi uscire quando vuoi, ma anche per la tua sicurezza ti seguirà negli spostamenti- conclusi, pensando già a ributtarmi sul letto e placare il lieve mal di testa che mi tormentava

Annuì con un cenno del viso -Va bene, ma serennas… dove vi posso trovare?-

-Ci faremo vivi noi- disse Solas e con un movimento del braccio mi invitò ad uscire -Ci vediamo più tardi Merrill- la salutai. Una volta chiusa la porta sospirai e presi per mano il mio lupo. Avevo bisogno di dormire.

 

-Non è possibile!- esclamò divertito Narim.

Avevo fatto una lunga dormita fino a mezzogiorno e ora stavamo pranzando.

-Lo vedrai con i tuoi occhi, sua sorella se lo tiene stretto- spiegò Solas

-Se sapevo che creare il Velo avrebbe fatto tutti questi miracoli, ti avrei esortato a darti una mossa. Abelas con la ragazza…- e bevve un sorso di sidro -Lo devo vedere quell'elfo rigido come una statua-

-Parla quello che se non facevo la prima mossa io, era ancora solo come un cane cercando di trovare il suo coraggio finito chissà dove…- disse Mithra lapidaria e con sfida a dire il contrario -Senza offesa- aggiunge fissando Solas, lui ridacchiò

-Ehi! Anche tu non saresti mica in compagnia in tal caso!-

-Non ne sarei così sicura, non eri mica l'unico a venirmi dietro- replicò tranquilla. Narim rimase assorto -Stai parlando di quell’idiota?-

-Quello e altri. Succedono tante cose in duecento anni, vhenan. Mi hai decisamente dato tutto il tempo di scegliere, anche troppo visto che sono arrivata a perdere la pazienza per la tua indecisione-

Li fissai basita. Duecento anni? E io che pensavo che le cose tra me e Solas fossero andate piuttosto lentamente.

-E voi invece?- chiese Narim curioso

-Il solito ficcanaso…- borbottò il mio lupo

Ridacchiai -Noi…- e guardai Solas -Bhe, qualche mese… ma vorrei poter dire che sia andato tutto liscio come l’olio e invece tra casini vari, diciamo quattro anni-

Il mio mago mostrò un mezzo sorriso -In condizioni normali, sarebbe stato massimo un anno. Avremmo sconvolto la corte di Arlathan con il nostro matrimonio fulmineo-

Mithra rise -Con tutte quelle regole che avevate voi nobili? Quale era il solo periodo di corteggiamento? Un secolo? E di fidanzamento?- sbuffò -Lethallan sei stata fortunata-

-Non ricordo che venisse seguito il tutto così…- disse Solas

-Hahren per te che sei un Evanuris no, ma prima avresti dovuto seguire tutta la trafila-

-Una di quelle cose che vedrò allora felicemente morte e sepolte. Sarei impazzito a poterla solo corteggiare per cento anni- rispose Solas, alzando gli occhi verso di me con desiderio. Sorrisi e passai la mano sotto al tavolo, sulla sua gamba accarezzandolo con affetto a quella dedizione che mi mostrava ogni volta che ne aveva l'occasione -Non solo tu vhenan, era già stato lungo il mese che ti eri preso per pensare alla relazione che stava iniziando tra di noi-

-Pensare? Che cavolo avevi da pensare?-

Solas alzò gli occhi al cielo -Narim sei l'ultimo che puoi parlare. Duecento anni? Si vede che Mithra ti ama, avrebbe fatto prima a trovare qualcun’altro per quanto ci hai messo-

-Va bene, va bene, vi fate una bella concorrenza. Cambiando argomento, la nuova arrivata? Merrill, giusto?- domandò l'elfa

-Sta bene, e avremmo un po’ di cose da spiegarle, non vanno per nulla bene le cose in Thedas per la nostra razza- risposi

Narim sbuffò -Solas ce ne ha parlato. Shemlen…- pronunciò l’ultima parola con disgusto -Quindi questi Dalish cosa fanno? Si limitano a sopravvivere? A parte credere che gli Evanuris fossero Dei misericordiosi e tu un lupo malvagio che non aveva niente di meglio da fare che ridere delle sue malefatte?-

-In poche parole… sì- disse piatto -Gli elfi che non hanno avuto una guida delle Sentinelle, come è avvenuto qui, hanno perso buona parte dell'essenza che ci distingueva dagli umani-

-Non abbiamo perso tutto, possiamo imparare- replicai

-Se disposti a farlo e sappiamo entrambi che molti non lo sono. Stanno volgendo il proprio orgoglio su eventi per lo più inventati- disse il mio mago

-Quindi hanno mantenuto le orecchie a punta e quell'orgoglio nell'essere elfi. È già qualcosa, dopotutto potevamo dire di camminare davvero come Dei sul Thedas, rispetto alle altre razze- disse Mithra

-Non sempre in positivo purtroppo. Ti ho parlato della rivoluzione che sto mettendo in piedi. E i fanatici non mancano-

-Ottimi per trovare falle e come carne da macello- concluse Narim. Il mio lupo acconsentì con un cenno del viso.

Sapevo che la cosa non sarebbe stata rose e fiori. Alternative non ce n'erano e se non guidati nella direzione giusta i fanatici potevano mettere in pericolo l'obiettivo principale.

-Leliana mi informava che sei a buon punto- dissi

-Avere Dorian come alleato velocizza e semplifica le cose. E un colpo di Stato da parte dei Lucerni, durante i disordini che si creeranno inevitabilmente con la rivolta, gli spianeranno la strada per il cambiamento-

-Dorian è d'accordo in tutto questo?- domandai sorpresa

-No, ma ha ammesso che se vuole dei risultati in tempi brevi, sarà l'unica occasione che gli capiterà-

Non mi quadrava -Tutto qui?- chiesi fissandolo scettica

Sospirò e mi sorrise -No, ho promesso che i danni saranno il più possibile limitati. Le Sentinelle guideranno e gestiranno i disordini. Anche se difficile, non ci dovrà sfuggire di mano-

-Mmm…- presi il bicchiere e bevvi l'acqua. Fissandola. Mesi a bere solo acqua… che gioia.

-E ho dovuto anche promettere che ti terrò al sicuro, qualunque cosa faremo alla fine-

Naturalmente -Io verrò soffocata di attenzioni e tu sarai minacciato di morte ogni volta. Ottimo. Quanti amici ci mancano?- dissi ironica. Ridacchiò -Mi preoccupa più tua sorella e i tuoi genitori…- lanciò la bomba -Sì… ecco… Pure loro-

-Tuo padre promette bene- rincarò la dose

-Bisognerà vedere se sarà più preso da me o da Elen e Abelas-

-Ci divertiremo-

-Tantissimo…-

-Bhe… buona fortuna, mi sembra ne avrete bisogno- disse Mithra

 

Ritrovai Merrill a saltare letteralmente da una parte all'altra del piccolo villaggio, con la Sentinella che la tallonava paziente. Tra il timore che le incuteva quel luogo nuovo, rafforzato dalle statue piccole o grandi di Fen'harel, si era fatta strada quella curiosità che le dava un’evidente linfa di entusiasmo e vitalità. Che questo villaggio avesse potuto aiutare gli elfi del Thedas, a credere a una storia diversa da quella tramandata da delle vecchie rovine? Ci speravo.

I Vallaslin ormai identificavano i Dalish, ma credevo che tutti avrebbero dovuto avere la possibilità di sapere per cosa erano stati creati in origine e poter scegliere, come mi era stato concesso.

-Aneth ara Yen- mi disse Merrill con un leggero sorriso che contraccambiai -Aneth ara-

Mi rivolsi alla Sentinella congedandola che mi ringraziò con un cenno del capo.

-Ho così tante domande… non so da dove iniziare…-

Ridacchiai -Immagino, ma lascia che ti aiuti con le prime: perché ci sono così tante statue di Fen’harel? Venerano il Temibile Lupo?-

Gli occhi dell'elfa vagarono sulla statua più grande e centrale preoccupata -Sì, penso che sia la risposta che mi preme di più-

-Seguimi, camminiamo. Ho trovato un posto tranquillo, appena fuori, verso il mare- il suono delle onde mi rilassava e speravo avesse fatto lo stesso effetto alla mia compagna.

Raccontai poco alla volta l'unica verità: dai marchi, ai falsi Dei, a questa battaglia per la libertà dai tiranni che avevano schiavizzato il loro stesso popolo, che ormai durava da millenni.

Merrill passò da diversi gradi di sorpresa e incredulità, finché sembrò che qualcuno l'avesse presa a pugni. Un velo di lacrime le solcava gli occhi verdi -Ci siamo sempre sbagliati? Tutto quello che sappiamo è basato su menzogne?- le lacrime scesero sulle guance -Anche intrappolati oltre il Velo gli Evanuris sono riusciti a distruggere il proprio popolo. Trasformando in nemico e dimenticando chi ci ha aiutato…- si passò la mano sul viso asciugandolo  e negò con la testa, lo sguardo era diventato più deciso e determinato -I clan…- ridacchiò -I clan non lo accetteranno mai. Io solo per aver cercato di recuperare un frammento della nostra vera storia, sono stata costretta ad andarmene…- concluse abbattuta.

Degli schiamazzi attirarono l'attenzione di entrambe. Vidi trotterellare il mio lupo, in tutti sensi, era mutato, in modo giocoso verso di noi e subito dopo braccato da una decina di bambini più o meno grandi e letteralmente abbattuto a terra. Riempito di carezze e abbracci.

Trovai i suoi occhi grigi che mi supplicavano un aiuto silenzioso. Risi di gusto non potendo trattenermi e mi alzai andando in suo soccorso -Da'len piano, Fen'harel non andrà da nessuna parte, ma così lo spaventate-

-Lui non ha paura di nulla! Ha sconfitto gli Evanuris!- esclamò una bambina

-È il più forte di tutti!- disse entusiasta uno dei ragazzini più grandi

Sorrisi -Da'len è quasi ora di cena e penso che i vostri genitori vi stiano cercando e Fen'harel ha bisogno di riposare-

Si levò un coro di dissenso -Quando potrà, verrà ancora a trovarvi, vero?- dissi guardando Solas che mugolò in un assenso convinto. Mi trattenni dallo scoppiare ancora a ridere.

-Promesso?- disse un'altra bambina fissando il mio lupo supplicante. Lui strofinò il muso contro il suo petto e la piccola elfa si agitò contenta ridendo.

Li fissai amorevole, la scena mi scaldava il cuore immaginandolo con il nostro bambino. I da'len lo salutarono e si allontanarono correndo verso le case. Mi lasciai cadere in ginocchio di fronte a lui e lo abbracciai -Sarai proprio un papà meraviglioso, vhenan- sussurrai al suo orecchio.

-Davvero? Fen’harel?- esclamò incerta la voce di Merrill alle mie spalle. Forse non aveva capito tutto, ma il suono delle parole continuava a vivere nella nostra razza. Sciolsi l'abbraccio, e ora veniva un’altra parte difficile

-Gli elfi erano immortali- mi alzai rivolgendomi a lei -E alcuni camminano ancora tra di noi. Mi hai parlato di Asha’bellanar, lei era quello che rimaneva di Mythal-

Scioccata ci fissava -Lei è… la Madre? Ma è umana! Aspetta, perché era?-

Solas mutò e mi posò una mano sulla spalla -Hai detto che i clan non ascolteranno. Neanche se sarà lo stesso Fen'harel- e indicai il mio mago -E Mythal- mi misi la mano sul petto -A chiedere aiuto al popolo di riprendersi ciò che era loro?-

-Io…- barcollò e cadde su stessa. Scattai in avanti preoccupata da quel crollo. Mi guardava basita -Siete Dei?-

-No da'len, non esistono Dei, solo maghi estremamente potenti, più di quanto questo nuovo mondo abbia mai conosciuto. E vorrei ridare agli elfi quello che per cercare di salvarli ho distrutto- rispose Solas serio

-Io… non lo so… questo è fuori dalla mia portata- rispose Merrill incerta

Sorrisi -Più difficile che nel rimanere saldi nelle proprie convinzioni? Andando contro il proprio clan?- le strinsi le spalle rassicurante rialzandola in piedi -Vieni, risponderemo a tutti i tuoi dubbi lethallan- e ci avviammo verso il villaggio

A quel modo di chiamarla le si scaldò lo sguardo e arrossì leggermente -Mi chiedevo se…- disse titubante. La incoraggiai a continuare -Se quando puoi, mi insegni l'Antica Lingua?- domandò speranzosa

Sorrisi ancora di più -Certamente, sarebbe un peccato poi parlare solo con noi. E se ti fa piacere vorrei insegnarti anche a gestire meglio la magia del sangue- la sicurezza prima di tutto, andare alla cieca con tale magia non era raccomandabile

-Anche tu la pratichi?! Volentieri, grazie-

 

I giorni passavano e si era rivelato divertente insegnare a Merrill, ancora di più quando si erano uniti Narim e Mithra volendo imparare invece la lingua comune. Insomma, io e Solas ci ritrovammo impegnati, e in alcune occasioni a farci delle grandi risate a spese dell'amico del mio lupo che stava trovando non poche difficoltà.

-È esasperante!- borbottò l'elfo incrociando le braccia al petto. Gli arrivò una spallata affettuosa da Mithra che sorrideva anche lei a quelle lamentele.

Merrill stava seguendo le parole con un’espressione concentrata, erano passati solo pochi giorni, ma faceva passi da gigante.

Solas poi aveva avuto la bella idea di continuare queste lezioni anche nella Dissolvenza. Aveva ricreato la rotonda di Skyhold con estrema cura: la scrivania, la fiaccola di velfuoco, il divano, l'impalcatura, gli affreschi e i suoni quotidiani. La piccola riunione di quattro maghi in un unico punto, aveva attirato l'attenzione di molti spiriti della Conoscenza che, all'inizio solo curiosi, si erano messi poi volentieri ad aiutare i nostri amici.

-Questo è straordinario! Non ero mai riuscita ad interagire così con gli spiriti… bhe… solo qualche discutibile esperienza con dei demoni…- disse Merrill emozionata

-Demoni e spiriti non sono così diversi, dipende tutto da cosa ti aspetti di vedere, da'len- replicò Solas con un sorriso.

Intanto mi sedetti sul divano e osservai i nostri amici e gli affreschi che trovavo sempre magnifici

-Cosa raccontano?- chiese Mithra indicandoli

-La sua storia- rispose Solas indicandomi

-Non la mia, la nostra. In ognuno c’è un po’ di entrambi, vhenan- lo corressi

L'elfa si fermò da parte a me a fissarne uno e l'espressione si fece seria -Hai bevuto da un Pozzo del Dolore?- mi chiese fissandomi attenta

-Ho bevuto-

-Cosa ti ha chiesto in cambio?-

Di punto in bianco era nata della tensione e anche gli altri stavano seguendo -Vendetta- replicai

Rimaneva a guardare l'affresco -Solo?-

Mi stava rendendo nervosa -Sì lethallan, dove vuoi arrivare?-

-Ir abelas, Mythal era la Protettrice, ma il suo aiuto ha sempre avuto un prezzo, che fosse ritenuto consono o meno a seconda della gravità della situazione, nessuno non ha mai pagato- girò il viso verso il mio con un mezzo sorriso -Forse sono solo sorpresa, devo… tenere conto però che la tua situazione è particolare. Potrei dire che sei a tutti gli effetti sua figlia, questo ti mette su un piano differente- riprese a passeggiare per la rotonda, lasciandomi un po’ stranita dai punti che aveva sollevato.

 

Mi svegliai, tenni gli occhi chiusi ascoltando il respiro di Solas al mio fianco. Cosa voleva dire Mithra? Che era stato tutto troppo semplice? Mi rigirai su un fianco nervosa e sospirai profondamente. Un peso mi si aggrappò alla vita e venni tirata indietro contro il petto di Solas. Le sue labbra si posarono sul collo lasciando teneri baci. Mi voltai verso di lui infilando la testa sotto il suo mento e abbracciandolo, mi piacevano queste coccole mattutine, anche fare l'amore.

-Vhenan…- mormorai

-Mmm…?-

Sorrisi a quella risposta assonnata -Non mi hai ancora spiegato come ti sei ritrovato con alle calcagna tutti quei bambini- lasciai un bacio sulla sua gola

Udii uno sbadiglio -Colpa di Narim…- ridacchiai -Avrei dovuto immaginarlo-

Una sua mano passò tra noi posandosi sul cucciolo -La nausea come va?-

-Meglio, ho ancora qualche attacco, ma non è detto che vomito- in compenso avevo quasi sempre una fame da lupi da qualche giorno. Accarezzò il mio ventre -Inizia ad esserci un rigonfiamento- e ricevetti un bacio sulla fronte. Sorrisi -Non ti aspetterai che rimanga piccolo?-

Ridacchiò -Con la fame che ti è venuta, dubito fortemente ma'arlath-

-Oh…- borbottai -Sì, mi sono mangiata una doppia porzione di quello straordinario spezzatino che fa Mithra- ridacchiò di nuovo e prese possesso della mia bocca, leccandomi il labbro inferiore -…devo…- tentai, ma venni ancora interrotta da quel bacio famelico che ricambiai con la stessa passione. La sua mano dal ventre si spostò afferrandomi il sedere e tirandomi ancora più contro di lui. Riprendemmo fiato -Devi?- domandò con uno sguardo giocoso

-Devo farmi insegnare come si fa, ma prima…- gli misi la mano sulla spalla e lo spinsi con forza facendolo girare e sovrastandolo, mettendo il suo desiderio pulsante contro al mio.

Sorrideva in modo divertito e arrogante -Ma prima?- incalzò

Sorrisi -Bhe… ho anche altri tipi di fame e ti conviene approfittarne finché il cucciolo non ci complicherà le cose-

I suoi occhi scivolarono lungo la mia figura e si tirò su a sedere infilando le mani sotto la mia veste, una raggiungense il seno. L'altra scivolò sulla schiena, la sua bocca iniziò a mordicchiarmi il collo -Allora vedrò di impegnarmi a soddisfarti, vhenan- disse contro la mia pelle. Mi spinsi contro di lui e arrivai a toccare il muro di fronte a me, lanciai un incantesimo -Non voglio far sentire quanto mi fai gemere e sanno già come ti chiami-

Rise e affondò di nuovo nella mia bocca.

 

 

 

*per comodità manterrò i soprannomi in inglese

Asha’bellanar: "La donna di molti anni". Come i Dalish si riferiscono a Flemeth

Aneth ara: un saluto socievole o amichevole, più comunemente usato tra gli stessi Dalish piuttosto che con gli estranei

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto il capitolo! E che stiate passando bene questo periodo di ripresa alla normalità. Ho messo altre basi per i casini futuri e direi che ce ne sono parecchi all'orizzonte XD Come sempre mi spiace pubblicare ogni volta con un distacco di tempo così lungo, so quanto possa essere fastidioso. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 45

Mi trovavo poco fuori dal villaggio, sotto ad un albero solitario, seduta sfogliavo pigramente un libro sul potere dei Vallaslin che mi aveva dato Mithra, sembrerebbe rubato dalla biblioteca di qualche nobile millenni prima. Aveva al suo interno parti consistenti che si riferivano alla magia del sangue di base, con uno studio più approfondito sul collegamento che si creava tra le parti coinvolte. Infatti i primi usi risalivano al domare gli animali per i combattimenti, il passo successivo era stato breve. Ne esistevano di differenti tipi a seconda dell'uso, dal grado assegnato allo schiavo, e altri che mai avrei potuto immaginare, alquanto ripugnanti. Naturalmente nessun riferimento a come rimuoverli. Un’informazione non fondamentale, ovviamente.

-Lettura interessante?- domandò Solas. Scostai il libro e lo fissai, aveva posato la testa sulle mie gambe per una breve ricerca nella Dissolvenza. Rimisi gli occhi sulle pagine e lo chiusi con un colpo secco, posandolo da parte a me.

-Disgustosa, per essere precisi, soprattutto da un certo capitolo in avanti. Tu novità?-

Richiuse gli occhi godendosi la posizione comoda -Banal’ras e Cassandra fanno progressi-

-Per la Calma o…?-

-O…- mormorò -Mi sembra ringiovanito di qualche millennio-

Risi e lo osservai, teneva un leggero sorriso sulle labbra -Mi hanno detto la stessa cosa di te-

Il sorriso si allargò invitandomi in modo irresistibile a baciarlo. Concordavo con quella osservazione, le occhiaie non erano più così marcate come quando lo avevo conosciuto, e i tratti del viso mi mostravano espressioni su diversi livelli di felicità. Cosa che ritenevo il mio tesoro poterle vedere, soprattutto se ne ero la causa. Mi sfuggii un lieve gemito nella sua bocca, misi infine una mano sul suo petto accarezzandolo. L'istinto voleva farla scivolare più in basso, per il momento non gli diedi ascolto -Stai senza dubbio meglio rispetto a qualche anno fa, vhenan e ne sono contenta-

-Mi trovi più attraente?- domandò con malizia

Ridacchiai -I miei ormoni non sono mai stati in dubbio da quando ti ho incontrato. Hanno solo intensificato la voglia che ho di te- e la gravidanza li stava facendo impazzire, quando restavamo da soli come in questo caso dovevo controllarmi a non saltargli addosso. Lo aveva notato e non se ne lamentava, il suo orgoglio maschile ne sembrava alquanto compiaciuto.

Rise in modo sommesso, sembrava quasi un ringhio -Rischiamo di farci trovare in posizioni compromettenti- replicò con un tono basso. Notai che iniziava ad esserci un rigonfiamento nei suoi pantaloni, sorrisi e picchiettai le dita sul suo petto -Davvero amore mio?- replicai sfidandolo con voce suadente.

Sospirò e aprì gli occhi, con una profonda intensità mi fissava. Accennai un sorriso e spostai la mano sulla sua guancia accarezzandolo, appoggiandosi ad essa -Non ti merito-

Inclinai il viso perplessa a quell'affermazione -Sicuro? Forse dovrei essere io a dirlo- passai il pollice su quelle labbra morbide -E dopo tutto quello che hai fatto per gli elfi. Dopo tutto quello che hai passato e sacrificato, mi meriti più di chiunque altro- girò il viso baciandomi il palmo -Sono il tuo regalo, ricordi? E tu sei il mio che non ho intenzione di farmi portare via da nessuno- risposi con fermezza.

Ridacchiò -Su questo non ho dubbi. Ti viene bene attaccare la gente ai muri, oltre ad essere ancora più bella mentre lo fai-

Sorrisi al ricordo della spia elfica contro la parete -Io immobilizzo e tu fai a pezzi. Un buon piano, no?-

-Intrigante- si alzò di scatto prendendomi il polso e tenendo la mano sulla sua guancia. Fulmineo si sporse prendendo in modo possessivo la mia bocca, leccandomi il labbro inferiore, accolsi l'invito e aprii le labbra. Affondò in me, alzai anche l'altra mano tenendolo vicino ed emise un ringhio infastidito. Mi staccai da lui e volse lo sguardo seccato da parte a noi, oltre a cambiare posizione nascondendo il suo stato eccitato. Vedevo Narim avvicinarsi alzando le mani in segno di pace -Perdono, perdono per l’interruzione. Lo so sono fastidioso, ma avete visto la da'len? Merrill?-

-Noi non…- fui interrotta da un’esplosione poco distante, all'interno della foresta che si estendeva a nord. Un individuo, si avvicinava a velocità sostenuta. Merrill scappava come un nug terrorizzato, che stava…?

Alle sue spalle notai un’enorme creatura. Varterral? Che ci fa uno di quei cosi qui? Io e Solas ci alzammo. Narim schioccò le dita e gli si illuminò lo sguardo, il mostro si immobilizzò.

L'elfa si fermò davanti a noi in affanno -Quel… quel mostro…- sospirò prendendo aria -Non ancora! Quanti ce ne sono?-

Ancora?

-Cosa stavi facendo da'len?- chiese Narim in tono serio

Gli occhi verdi si spalancarono in panico -Solo esplorando! Mi stavo annoiando e ad un tratto sento un suono stridulo troppo familiare e vedo quell'orrore attaccarmi!-

-Ne avevi già incontrato uno?- domandai incredula

-Certo, con Hawke e anche in quel caso ci siamo salvati per un pelo! Sono un elfa perché mi ha attaccato?-

-Perché sei un elfa estranea, che è entrata addirittura nel suo territorio e verso la sua tana. È decisamente arrabbiato-

Si voltò di lato e lo fissò -Oh…-

Narim schioccò di nuovo le dita e il Varterral strofinò le lunghe zampe appuntite tra di loro in modo intimidatorio e scocciato, stridette di nuovo e ritornò verso gli alberi.

-Però forse era il caso di avvisarci di tale creatura a pochi passi, non pensi Narim?- disse Solas

-Forse, ma credo tu abbia già abbastanza preoccupazioni senza contare le mie- rispose con un sorriso e si rivolse verso Merrill -C’è Taren che ti sta già aspettando da un po’-

Di colpo si mise le mani sulla bocca -Me n'ero scordata! Ma serennas hahren- ci fece un cenno in saluto e corse via

-Taren?- chiesi

-Il ragazzo che insegna ai bambini alla scuola. Non so cosa abbiano in mente, a parte che li ho visti piuttosto vicini quei due ultimamente- pensieroso si portò la mano sul mento

-I Vallaslin devono avere un certo fascino sugli studiosi- dissi divertita guardando la reazione del mio lupo a quelle parole. Si limitò a sorridere e negare con la testa -C’è ancora più fascino quando li si elimina. È come togliere il nastro a un pacchetto già bello di suo e scoprire che senza esprime tutte le sue potenzialità-

-Woaw, io me ne vado. Non voglio vedere il seguito di tutto ciò- esclamò Narim

Risi e Solas aggiunse -Se non ci avessi rovinato il momento, ti spedirei via a calci personalmente, lethallin-

-Non faccio fatica a crederlo- e con un cenno salutò e si allontanò

Il mio mago sospirò profondamente -Tutto bene?- chiesi divertita

-A parte una macchina da guerra nel bosco sul retro? Ottimo-

Ridacchiai e gli passai le mani sulla vita tirandolo contro di me. Infilai il viso sotto il suo mento e iniziai a lasciare dei baci sulla sua gola, seguendo poi la linea della mascella.

Sfuggì al mio tocco e si avventò sulle mie labbra affamato. Dolce mi baciava ancora e ancora, ridetti indietro quei baci in modo più profondo e riprendemmo fiato -Un nome- sussurrai

-Cosa?- mormorò confuso e ancora preso dai baci, non risparmiandogliene un altro con un sorriso -Dobbiamo pensare a un nome, vhenan. Non possiamo chiamarlo per sempre cucciolo-

-Scelta ardua…-

-Già, e sono pessima con i nomi, ho il vuoto-

Ridacchiò -Mi stai lasciando tutta la responsabilità?- disse divertito

-No, ma mi aspetto ottimi suggerimenti-

Rise -Così sia, la scelta finale però aspetterà a te con tutto il lavoro che stai facendo e che hai davanti, mi sembra d'obbligo-

Sospirai -Come se tu non centrassi niente con il mio stato?-

Si avvicinò al mio orecchio -Pochi minuti non sostituiscono mesi-

-I tuoi pochi minuti di gloria elfica?- lo provocai

-Stai citando Sera?-

-Sarà contenta di sapere che ti sei tolto i pantaloni e ripopolando l'Impero- infilai un dito sul bordo di quest’ultimi e tirai

-Schifata, vorrai dire-

Risi di nuovo -Punti di vista. Io ti trovo tutto bello- maliziosa abbassai gli occhi verso il basso e ritirai il bordo dei suoi pantaloni verso di me -E eccitante…-

-Vhenan…- mormorò con voce profonda, la sua lunghezza mi premeva contro

Sorrisi -Una fantasia…- dissi, ricevendo uno sguardo curioso.

 

Ansimavo appagata e lui con me. La schiena premuta contro la sabbia e il suono delle onde in sottofondo accompagnava i nostri respiri che ritornavano a un ritmo normale. Avevo sabbia ovunque, che si era attaccata ancora più ferocemente dal nostro bagno precedente, dove era iniziato il tutto. Di peso poi Solas mi aveva appoggiato sulla spiaggia intensificando la nostra unione.

Voltai il viso fissandolo da parte a me, teneva un braccio piegato sotto la testa, gli occhi chiusi e un’espressione soddisfatta -Una piacevole fantasia…- mormorò

Mi spostai e misi la testa sulla sua spalla, posando un bacio sulla sua pelle -Una bella novità, almeno per me-

-Anche per me-

Cosa!? -Non hai mai…?-

-No. Aspetta. No, qualcosa di simile, ma non con il mare-

-Bene, se no sono sempre quella che è alle prime esperienze-

Un occhio si socchiuse fissandomi -Che ti dò sempre con estremo piacere-

-Lo so, è che…- sospirai -… lascia stare…-

-Mi sono innamorato, ho fatto l'amore, ho concepito un figlio. Ho provato una paura profonda, una felicità immensa. Cosa vuol dire coccolarsi, fidarsi ciecamente, essere amati per quello che si è. E tutte queste cose le ho fatte per la prima volta solo con te, vhenan-

Le guance mi si erano scaldate, non so se per l'emozione di sentire queste cose direttamente da lui, o la vergogna della mia presunzione

-Ir Abelas… non intendevo…-

-La prima che mi ha rubato un bacio e che mi ha dominato a letto, ribadendo chiaramente a chi appartenga. La prima che ha cercato di capire il mio mondo così diverso da come lo conosceva e che mi ha sempre difeso-

Mi misi a cavalcioni sopra di lui e mi distesi infilando la testa sotto il suo mento, chiusi gli occhi godendomi la sua pelle calda contro la mia -Come ho fatto gli altri anni della mia vita senza il mio orgoglio?- e gli lasciai un bacio sulla gola, abbracciandolo. Un suo braccio passò sulla mia vita tenendomi contro di lui -Speriamo non ci stia cercando nessuno, siamo piuttosto nudi-

-E pieni di sabbia, cosa che richiederà un altro bagno tra poco-

-E il recupero dei vestiti sparsi per la spiaggia-

-Mmm…- mi coccolai meglio contro di lui e la sua presa si strinse

-Vhenan se fai così non risponderò di me, di nuovo- disse con voce roca

Sorrisi compiaciuta -Allora saremo in due- leccai e mordicchiai la sua mascella -Sai di sale…-

-Sei insaziabile- mormorò

-Non mi sembra ti dispiaccia- la sua lunghezza premeva contro la mia femminilità, altrettanto pronta.

Mi alzai dal suo petto, mi pulii le mani sbattendole tra di loro e lo presi in mano accarezzandolo lentamente. Sibilò e i suoi fianchi scattarono verso l'alto, venendo tenuto fermo dal mio peso.

Le sue mani mi afferrarono le cosce stingendole e massaggiandole -E ti è piaciuto allora essere dominato?-

Mi sorrise arrogante e un gemito prese il suo posto -L’importante è che sia tu…- un ringhio frustrato dai miei movimenti continui gli sfuggì dalla bocca -… non lo potrei sopportare in tal caso…- la sua mano si allungò verso il mio viso e mi tirò giù verso di lui. Prese possesso della mia bocca affamato. Lo immersi dentro di me e con un'unica spinta forte e continua del bacino si rinfoderò fino in fondo. Un grido di sorpresa e piacere venne attutito dal nostro bacio. Ripresi fiato e appoggiai la fronte contro la sua ansimante -Io sarei insaziabile, vhenan?-

Il suo braccio mi strinse la vita e l’altra mano si infilò tra i miei capelli, stringendo. Ero intrappolata contro di lui. Mi baciò e mordicchiò il collo adorante. Iniziò con un movimento lento, tirandolo quasi del tutto fuori e con un colpo duro rimettendolo dentro.

Soffocai un urlo contro la sua spalla. Di nuovo. Fuori. Dentro. Un picco di piacere mi raggiunse, non riuscendo a fermare i gemiti che attutii sulla sua pelle. Fermo in profondità, mi tirò i capelli facendomi girare il viso verso il suo -Voglio sentirti urlare, ma fen'asha- disse con voce bassa e roca per il desiderio.

Mia lupa. Era la prima volta che mi chiamava così. L'eccitazione salì ulteriormente -Allora scopami, ma fen- gli ordinai più aggressiva di quanto immaginassi. Lo volevo e il restare fermi in quel modo mi stava facendo impazzire. Il piacere si stava di nuovo costruendo in una lenta tortura. Mi rivolse un sorriso e uno sguardo malizioso. Un lieve dolore arrivò quando mi tirò i capelli che teneva nel suo pugno, ma non era fastidioso. Fu il segnale con cui iniziò un martellamento continuo. Ancora e ancora, sempre più forte. Catturai la sua bocca incitandolo ad andare sempre più a fondo. Lo fece.

Tremammo infine di piacere nello stesso istante. Crollai contro di lui a peso morto, sfinita, dolorante, piena di lui. La sua mano mi stringeva ancora i capelli, li lasciò e prese ad accarezzarmi la testa. Restai con gli occhi chiusi premuta contro di lui, non avrei mai voluto che questa sensazione finisse. Amata e al sicuro.

-Ar lath, ma fen-

Un bacio mi si posò sulla tempia -Mi piacciono questi tuoi ormoni impazziti- prese in giro

Sbuffai divertita -Chiamalo un anticipo, dopo dovremmo farne a meno per un po’-

Rise e anche se ancora confusa dalla sensazione di piacere, mi parve di udire lo scricchiolio della sabbia calpestata. Non fui la sola, Solas tenendomi contro il suo petto si mise a sedere. Eravamo in una rientranza della parete rocciosa che avevamo accostato trovando un modo per scendere verso il mare.

-Fenedhis- sussurrai

-È già in tua custodia vhenan- scherzò, infatti eravamo così vicini che restava dentro di me. I suoi occhi si illuminarono e il mana ci ricoprì dalla testa ai piedi -Ora silenzio, non ci possono vedere, ma non copre il suono- mormorò -Aggrappati-

Co... Cosa?! Senza ulteriore indugio puntò le gambe e si alzò tenendomi premuta contro di lui. Gli afferrai con le braccia il collo e con le cosce la vita sentendo che scivolava fuori da me. Solas si spostò in un angolo, il più lontano possibile dalla fonte del rumore che si faceva più insistente. Lasciandomi poi ritoccare terra, non accennando a lasciarmi.

Il cigolio di un’armatura pesante fendette il suono delle onde che lo aveva coperto fino a quel momento. Una smorfia e uno sguardo duro si delinearono sul viso di Solas, avrei potuto vederlo da un momento all'altro ringhiare. Cosa che mi dette l’impressione che fece, quando comparve un individuo enorme con una spessa corazza nera e una spada a due mani sulla schiena. Non si vedeva in viso, portava un elmo massiccio con un’unica feritoia per gli occhi. Osservò i vestiti lasciati sulla spiaggia, si guardò intorno muovendosi lentamente, forse appesantito da tutto quel metallo.

Solas si chinò sul mio orecchio -Qualunque cosa accada resta qui- un dito mi si posò sulle labbra, impedendomi di protestare. Cosa voleva fare?

Negli occhi passò un bagliore argentato intenso. Parte dell’acqua del mare davanti a noi esplose come se avessero lanciato una bomba, congelandosi all'istante. Quel colosso si voltò verso la manifestazione di potere. Solas mi lasciò e con una luce dorata cambiò forma. Fulmineo un enorme lupo nero si avventò sull'uomo. Non era il grosso lupacchiotto che mi aveva leccato e portato in groppa. Avrei potuto paragonarlo a un drago in questo instante. Sei iridi rosse rubino e feroci puntarono l'intruso, le lunghe e letali fauci lo afferrarono, premendo con brutalità e perforando le placche di metallo come burro. Un fiotto di sangue spruzzò contro il muso. Con un movimento dell’enorme testa lo lanciò contro il terreno, creando un tonfo assordante e alzando una nuvola di sabbia. Il nemico stringeva lo spadone in una mano. Quando l’aveva presa? Ancora vivo cercò di muoversi, ma molto presto fu chiaro dalla quantità di sangue che impregnava la sabbia che era morto.

Fissai Solas che emanava un’aurea spaventosa, la scena che avevo davanti non era degna del termine temibile che gli veniva affibbiato. I denti erano ancora scoperti e la mascella grondava di sangue, gli occhi rossi e glaciali non smettevano di puntare il terreno.

Feci un passo avanti e un orecchio si girò verso di me. Rimasi immobile.

La luce dorata lo avvolse e ritornò alla sua forma elfica. Mi lanciò un breve sguardo e si toccò il mento con le dita fissando il sangue. Sputò a terra e si diresse verso il mare.

Mi mossi in avanti e osservai l'elfo davanti a me fatto a pezzi. L'elmo era scomparso rivelando sul volto dei Vallaslin rossi che non avevo mai visto… o forse sì? Non mi sembravano del tutto estranei. Non mi fermai oltre a rimuginarci e lo raggiunsi in acqua, cercando di non rabbrividire, era più fredda rispetto a qualche ora prima.

-Vhenan…- lo chiamai

Si era immerso e continuava a bere e risputare acqua fino a tossire. Lo accostai e gli presi il viso tra le mani bloccandolo. Lo sguardo era ancora furioso, ma sapevo che non era rivolto a me, le emozioni di quella breve battaglia aleggiavano ancora nell'aria come l'odore del sangue.

Cercò di districarsi dalla mia presa, ma lo tenni saldamente -Non c’è più sangue, ma vhenan-

Non era convinto. Lo tirai verso di me in un bacio profondo. Fece un minimo di resistenza, lasciandosi poi andare. Appoggiai la fronte alla sua -Sai di sale. Solo sale- lo rassicurai -Chi o cosa era?- non lo avevo mai visto avere una reazione così aggressiva, anche se l'essere braccati durante un atto intimo e vulnerabile non era l'ideale.

-Un abominio, creato per darmi la caccia. Un orrore simile sopravvissuto a cose più degne…-

La mia definizione del termine non coincideva con quello che avevo visto. Non volevo approfondire al momento, ma il mio lupo continuò -Noi siamo legati a degli spiriti, si può fare la stessa cosa con i demoni. In questo caso però erano sotto il controllo di un’entità più potente-

Gli accarezzai la guancia e la mascella cercando in minima parte di dargli conforto, era molto rigido -Come aveva fatto Corypheus con i Guardiani Grigi?-

-Sì e no, in questo caso siamo a un livello più alto. Cacciatori, mostri, creati da Ghillian'nain su ordine di Andriul. Non erano gli unici a darmi la caccia dopo la morte di Mythal- si appoggiò alla mia mano -Con il Velo la loro forza deve essersi dimezzata. Rimangono comunque pericolosi- sospirò e mi mostrò un mezzo sorriso e un’espressione affettuosa -Devo avvisare Narim, sempre che non mi abbia omesso un’informazione così importante-

-Non lo avrebbe fatto, cuore mio- gli accarezzai il petto e lo strinsi contro di me in modo protettivo, infilò la testa nell’incavo del mio collo -Dov’è il mio lupacchiotto coccolone?- lo presi in giro cercando di distrarlo

-Ir abelas, non provo gioia quando mi vedi in quello stato- mormorò

-Allora devo avere qualcosa che non va, perché sei molto sexy quando proteggi la tua famiglia- vedere il suo lato più oscuro non mi spaventava, anzi otteneva l’effetto contrario.

Finalmente risentii la risata che adoravo -Devi essere l'unica ad averlo mai pensato- immerse il viso nei miei capelli

-Vorrei ben sperare, amore mio-

 

-Che ti è successo!?- esclamò Narim basito -Sesso frenato?-

Al combattimento la mia maglia non era sopravvissuta, finendo nella pozza di sangue. Solas mi aveva dato la sua che mi arrivava a metà coscia, rimanendo così solo in pantaloni.

Impassibile rispose -Avrei preferito godermi solo quello. Invece abbiamo ricevuto la visita di un Ghi'myelan, devi dirmi qualcosa lethallin?- chiese serio e con una vena gelida. Gli presi una mano tra le mie, intrecciando le dita per calmarlo. Il pensiero che fossi stata in pericolo in un momento tanto vulnerabile e intimo, lo rendeva furioso.

Un’espressione offesa prese posto sul volto di Narim -Credi veramente che se avessi saputo che quegli orrori erano ancora in giro non ti avrei avvisato? Pensavo avessi una considerazione più alta di me-

Il mio lupo stava per ribattere, ma gli strinsi la mano intervenendo -Non è questo Narim, siamo preoccupati per voi. E come avrai notato, Solas con la mia gravidanza è estremamente protettivo…- Solas cercò di infilarsi nelle mie parole, però lo bloccai con un dito sulle labbra -… e sarebbe anche mentalmente disposto a sterminare chiunque oserà anche solo minacciarmi. Questo attacco a sorpresa ci ha…- il mio mago allontanò il mio dito afferrando la mia mano, baciandone il palmo -Mi ha reso cosciente che hai dei problemi e se posso aiutare a risolverli devi solo chiedere falon-

Narim sospirò -Sarà il caso che prima andiate a sistemarvi-

Infatti stavamo attirando l’attenzione, soprattutto Solas era osservato con sguardi tutt’altro che innocenti. Infastidita mi schiarii la voce e lo tirai verso la casa -È una buona idea- non vedevo l’ora di togliermi il sale dai capelli e sulla pelle.

 

L’acqua scendeva dall’alto come una piccola cascata, sicuramente più veloce e comodo che riempire una vasca. Restai sotto il getto e chiusi gli occhi. Udii la porta in cristallo aprirsi, un braccio mi passò sulla vita e la mano del mio lupo si mise sul cucciolo. Le labbra si posarono sulla mia guancia e si unì a me sotto l'acqua. Iniziò a passare le mani massaggiandomi le spalle, il collo, il seno e i fianchi con il sapone, scaricando la tensione che avevo accumulato -Non prendertela con Narim, sono sicura che non voleva sobbarcarti di altri problemi. Abbiamo già i nostri- che si avvicinavano sempre di più, la vacanza era quasi finita. Solo l'idea di dovermi infilare un vestito elaborato e sorbirmi il Gioco, mi fece sospirare profondamente.

-Non lo incolpo. Ho compreso che non ne aveva idea. Mi scuserò dopo-

Sorrisi e passai il sapone su di lui come aveva fatto con me, seguendo le linee dei suoi muscoli definiti e tesi. Gli lasciai un bacio al centro del petto e posai la fronte contro la sua pelle. L’acqua tiepida ci scivolava addosso, portando via la schiuma.

-Non sembro per nulla l’unica a essere insaziabile…- dissi divertita guardando in basso

Ridacchiò sommesso dandomi un bacio sulla tempia -Hai costantemente questo effetto su di me, vhenan-

Lasciai un altro bacio sullo sterno -Mmm… dovrai portare pazienza. Sto morendo di fame, mi hai fatto fare un sacco di attività fisica- e chiusi l'acqua girando una manopola. Alzai il viso verso il suo sorridendo e con un’espressione dolce si chinò prendendo possesso della mia bocca. -Mmm… andiamo…- mi staccai da lui afferrando la maniglia della porta -Se no mi fai fare un'altra doccia, ma fen- rise e mi seguii all’esterno prendendo gli asciugamani. Il sistema magico di asciugatura che avevamo nella nostra casa avevo capito che era alquanto costoso.

 

Puliti e rivestiti ascoltammo Narim.

-Come potrai immaginare non tutti erano d’accordo con il mio operato. C’è chi nel corso degli anni si è allontanato, formando alla fine una comunità propria- introdusse

-E i motivi principali di questa divisione?- chiese il mio mago pacato

-Tu. Hanno trovato un insulto ricordare chi creando il Velo ci aveva liberato sì dai falsi Dei, ma anche tolto il collegamento che avevamo con l'Oblio, sparendo, lasciandoci menomati, mortali e a noi stessi-

Le sopracciglia di Solas si corrugarono, la sua colpa ben evidente nei miei amati occhi color ardesia, ora di un tono più scuri del normale. Le nocche della mano stretta a pugno erano bianche, la coprii accarezzandola con la mia. La tensione nella mano si sciolse -E si sono messi a creare Ghi'myelan? Elfi senza propria volontà, dediti a darmi la caccia in eterno?-

Narim sospirò e alzò le spalle in modo sconsolato -Non so cosa dirti. Non saprei neanche dove hanno preso tali conoscenze-

-Incomplete direi, potrei considerare quell’essere pericoloso per questo mondo, ma non per me. Ha un terzo della sua potenza originaria, lento, sensi imbarazzanti. La sua creatrice originaria sarebbe disgustata e offesa per un così goffo tentativo-

-Sembri ammirare Ghillian'nain-

Sorrise e negò con la testa -Ammiravo la Dea degli halla quando ha creato creature nobili per questo mondo. Quello che è diventata, un mostro come gli orrori che alla fine ha dato origine- sospirò profondamente -Ho fermato tutto ciò, ma c’è chi sta cercando di resuscitare la peggior parte di noi-

-Sembrerebbe. Per quel che mi riguarda mi limiterei a tenere d’occhio il confine-

-Il Varterral suppongo-

-Esatto. Nel caso agirò di conseguenza. Preferirei che ti concentrassi sui tuoi problemi che sono più gravi dei miei-

Assentì con un cenno del capo -Ovvio, non sei più un ragazzino. E ti chiedo scusa per la mia reazione precedente-

Narim sbuffò -Tel Abelas, e la tua compagna ha reso chiaro lo stato in cui ti trovi. Avrei reagito allo stesso modo per Mithra- ridacchiò, e sbatté le mani tra di loro -Ora, c’è una piccola festa- disse, gli occhi emozionati -Seguitemi, è divertente per i bambini e celebra la libertà ottenuta-

 

Ormai sera, delle lanterne erano disposte vicino alla piccola scuola illuminando le panche che avevo visto in taverna, ora fuori vicino a un palco di dimensioni contenute.

Le persone chiacchieravano allegramente e la taverna portava la cena alla gente già seduta. Io e Solas schivammo un gruppo di bambini che correva giocando, la faccia pitturata con dei Vallaslin del tutto goffi e imprecisi. Solas alzò un sopracciglio incuriosito, ritrovammo Merrill che rideva insieme a un elfo con i capelli neri e gli occhi azzurri. Supposi fosse l’insegnate, stavano parlando e accontentando i bambini disegnando con le dita i marchi sui loro visi eccitati. Mi aggrappai al braccio del mio lupo -I Dalish inorridirebbero a vederli usati in modo tanto superficiale- dissi con un sorriso -Ma è anche il modo in cui andrebbero usati-

Il suo braccio scivolò sulla mia vita tirandomi contro di lui

-Eccovi qui!- ci si parò davanti Mithra -Ho dovuto aiutare per organizzare anche quest’anno. Dopo ci sarà uno spettacolo che hanno fatto i bambini- disse entusiasta. Mi prese per mano e mi trascinò ad un tavolo libero -Scommetto che stai morendo di fame, quel fagottino nei prossimi mesi ti farà mangiare come mai prima- era alquanto eccitata e serena, sorrisi contenta, era contagiosa -Mi stai dicendo che raggiungerò le dimensioni di un druffalo?-

Rise -Non allarmarti, se ti consola la pancia non raggiungerà la stessa grandezza delle umane. Abbiamo una struttura differente-

Il paragone non mi consolava, né mi dava la benché minima idea, non avevo incontrato donne umane incinta -Ti credo sulla parola- risposi perplessa

Ridacchiò -Non diventerai un druffalo, ma diciamo un halla in dolce attesa? Agile, ma con i tuoi limiti-

Sorrisi -Capito, anche se devo dirti che prendo la forma di un lupo nell’oblio. Suppongo che possa sempre funzionare-

-Giustamente il lupo prende la lupa- e mi fece l'occhiolino

-Ma state parlando di gravidanza o fauna selvatica?- domandò Solas scettico a quello scambio di battute sedendosi di fronte a me

-Entrambi, comunque ancora un po’ di tempo e potrai sapere il sesso- replicò l'elfa

-No, no, adoro le sorprese…- alzai lo sguardo sul mio mago -Sempre che tu…- si sporse sul tavolo coprendomi la bocca con la sua -Adoriamo le sorprese, nessun anticipo, me ne stai dando tanti in questo periodo- disse sfacciato, le guance mi infiammarono -Stupido…- mormorai

Mithra rise -Meglio quello che il vomito, giusto?-

-Colpa sua, è una continua tentazione- borbottai

Entrambi risero e finalmente ci furono posati davanti dei piatti con dell’ottimo pesce fumante. Al profumo il mio stomaco brontolò, per fortuna c’era troppo rumore perché si sentisse. Iniziai a mangiare.

Solas mangiava e mi guardava compiaciuto -Cosa?- domandai, continuava a mettermi un po’ in imbarazzo

-Sei ancora più bella, vhenan-

-Senti, senti che adulatore. Vi lascio innamorati, devo aiutare per lo spettacolo- e ci sorrise.

Solas si spostò al mio fianco e nel mentre mi baciò sulla guancia -Che ti prende?- era ancora più affettuoso del solito. Il suo fiato sull’orecchio -Bramo il coccolarti più tardi…- sussurrò con voce suadente -Pensavo avessimo già raggiunto un record personale oggi…-

La punta del suo naso sfiorò l'orecchio -Quello sì, ma voglio averti tra le braccia, accarezzarti, baciarti finché non ci addormentiamo-

Sorrisi ora eccitata all'idea -Non vedo l'ora, amore mio-

Della musica iniziò a suonare e i bambini salirono sul palco. Un da'len con un cerchietto con delle orecchie da lupo iniziò a parlare replicando in modo buffo qualcuno che conoscevo. Mi coprii la bocca con una mano cercando di non farmi sentire ridere. Guardai Solas altrettanto divertito, le iridi erano fisse sulla sua copia in miniatura che dava voce alla sfida ai falsi Dei.

-Uguale vhenan- mormorai ridacchiando. In risposta mi dette un altro bacio sulla guancia. Continuai a mangiare e vedere in modo molto semplice svolgersi la lotta agli Evanuris. I bambini con i marchi venivano liberati dalla schiavitù, lavandosi in modo efficace la faccia.

Il ragazzino che impersonava Solas era alquanto orgoglioso della parte che stava svolgendo.

-Non sapevo avessi delle bellissime orecchie da lupo portatili- sussurrai prendendolo in giro. Trovavo i bambini bellissimi, ma tutta la scena comica. Mi prese la mano che tenevo sul tavolo nella sua, intrecciando le dita, portandosela alle labbra e lasciando un bacio -Le metto solo per le occasioni speciali. Dovrò rimediare presto-

Ridacchiai, lo spettacolo stava finendo. Solas mi tirò dalle nostre mani unite -Vieni- e ci alzammo andandocene in modo furtivo. I bambini che non partecipavano sul palco erano molto attenti, gli adulti seguivano e chiacchieravano tra di loro sereni.

Continuammo a camminare allontanandoci dal fulcro della festa, notai altre coppie fuggire, una però attirò la mia attenzione: Merrill stava passeggiando con il bel tenebroso dell’insegnante. Fermai Solas e glieli indicai con un cenno del capo

Sorrise e mi trascinò verso la casa in cui stavamo venendo ospitati.

-Vuoi già dormire?- domandai

-Pensavo di finire di leggere quel libro che abbiamo iniziato insieme, prima-

Da circa una settimana avevamo iniziato un volume che abbiamo trovato in casa. Raccontava semplici e carine storie sugli spiriti -E finire a coccolarci? Affare fatto-

 

 

 

 

 

Falon: amico



Ciao a tutti! Spero abbiate passato un buon Ferragosto e che le vacanze stiano andando bene. Come vi è sembrato il capitolo? Un po' più lungo del solito, ma spero che mi faccia perdonare per la lunga attesa. Merrill che sta combinando? Zitta, zitta XD Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 46

Uscii dall'ultimo Eluvian e invece che ritrovarmi in uno spazio libero, mi schiantai quasi contro un letto. Evitai per un pelo Merrill alle mie spalle che ci finì del tutto sopra. Solas barcollò altrettanto instabile verso di me. Lo specchio si spense sfarfallando in modo preoccupante.

-C’è qualche piccola calibratura da mettere a punto. È un esemplare molto antico- spiegò il mio lupo valutandolo

-È un modo carino di dirci che abbiamo rischiato di finire male?- risposi

-Male no, da tutt’altra parte sì. Sempre se siamo nel luogo giusto- disse guardando Merrill

-Sì, è casa mia- e si rimise dritta sul letto. Toccò le lenzuola guardandole schifata e starnutì. Un lieve strato di polvere era presente su ogni superficie. Sospirò rassegnata osservando la stanza -Ci metterò ore a pulire…- borbottò alzandosi in piedi e sbattendo le mani sui vestiti, alzando altra polvere.

Il naso iniziò a pizzicarmi e inevitabilmente starnutii.

Merrill mi guardò -Ir abelas, sarà meglio uscire, vi accompagno all'Impiccato. Varric gestisce la città da lì, si sposta nella parte alta di Kirkwall solo se non ne può fare a meno-

Si avviò verso una porta e la seguimmo. Ci si parò davanti un grande albero, Vhenadahl, l’albero del popolo, ogni enclave elfica per quel che ne sapevo ne aveva uno.

Merrill salutava altri elfi con un cenno della mano e sorridendo, avviandosi verso le scale. Tenemmo il passo osservando la parte più povera della città -È un labirinto, ci ho messo mesi per imparare le strade e non perdermi- infatti notavo molte scalinate che scendevano o salivano e altrettante vie.

Arrivammo di fronte a una porta in ferro arrugginita e mal concia, sopra un cartello che indicava il raggiungimento della nostra meta.

Una volta entrati un tanfo di birra, sudore, fumo e altri odori non identificati ci investì. Varie persone tra umani, nani, elfi e anche un paio di qunari parlavano e svolgevano i loro affari. Attraversammo il centro della stanza, fui salvata da uno scontro con un ubriaco che fu indirizzato da Solas lontano da me, andando a rovesciarsi contro un tavolo impegnato a Grazia Malevola. Poco dopo aver superato le scale udimmo l’iniziare di uno scontro alla vecchia maniera.

-È sempre così?- domandai

-Direi che oggi è un giorno tranquillo- rispose Merrill

Giungemmo infine in una stanza con un grande tavolo rettangolare e di fronte un camino. Su una poltrona il mio nano preferito intento a leggere delle scartoffie. Alzò lo sguardo e ci mostrò un’espressione sorpresa -Per il Creatore! Daisy! Amethyst e Chuckles!- ripose le carte sul tavolo e ci venne incontro -Merrill dove eri finita? Ho smosso tutti i miei contatti del Thedas!-

-È complicato da spiegare…- disse l'elfa

-L’abbiamo trovata inaspettatamente- replicai

-Non credevo di rivedere Fen… merda, qualunque divinità elfica tu sia, tutta d’un pezzo-

-Per favore, solo Solas, Mastro Tethras. Sono sorpreso di essere ancora vivo e con i pezzi nei posti giusti-

Il nano ridacchiò -Speravo che il nostro Inquisitore ti avrebbe preso a calci. Devo dei soldi a Sparkler- borbottò -Amethyst è troppo buona-

-Non ti preoccupare Varric, ho avuto la mia vendetta- risposi

-Faccio fatica a crederci- e mi squadrò -La tua letalità va a farsi benedire al Creatore quando c’è di mezzo Chuckles. Mi pare di ricordare chiaramente, nell’ultima bevuta che avevamo condiviso, che piuttosto saresti morta che metaforicamente torcere un capello a lui-

Arrossii -Ero ubriaca…- e di nuovo depressa e ancora più a pezzi di quanto fossi mai stata dalla notte a Crestwood

-E tramutata in una fontana, con sbalzi d’istinti omicidi verso l’elfo immortale qui presente-

Ero decisamente rossa in viso

-Varric posso assicurarti che il mio stato non era migliore- replicò il mio mago

-Ne dubito. Se no saresti tornato con la coda tra le gambe, mettendo al primo posto lei e non le cazzate che stai orchestrando-

Udii un grugnito provenire da Solas -Ho già preso atto dei miei errori-

-Bene, in caso contrario Bianca sarà felicissima di rimetterti sulla retta via- si avvicinò e mi prese da un braccio guidandomi vicino al camino -Raccontami tutto, più tardi ti mostrerò la casa che ti ho regalato-

Fu una chiacchierata piacevole, scoprì che Hawke non era in città, ma insieme a un elfo di nome Fenris e a una donna di nome Isabela, aiutavano gli schiavi a scappare dal Tevinter.

-Non hai sete, vedo- disse il nano con un cenno della mano verso il boccale di birra che non avevo toccato.

Dorian non aveva parlato!?

-Bhe… allargare la famiglia ha i suoi sacrifici- e posai la mano sul ventre

Scioccato mi fissava e passò gli occhi da me a Solas -Merda, sei…? Congratulazioni ad entrambi!- prese il suo boccale e bevve un lungo sorso -Buttercup mi deve dei soldi e io li devo a Tiny-

Prima che potessi dire qualcosa, Merrill entusiasta mi abbracciò -Auguri lethallan!-

Sorrisi -Grazie Merrill. Quale era la scommessa?-

Bevve ancora -Sera diceva che non lo avresti trovato. Io sì. Dorian che lo avresti trovato e che non ne avrebbe pagato le conseguenze. Io invece che l’avrebbe pagata cara. Bull diceva che l’avresti trovato e che saresti stata in attesa o con già un bambino e l’elfo al guinzaglio. Io no… quel qunari anche se con un solo occhio ci vede troppo lungo-

Solas ridacchiò -Devo dire che questo guinzaglio non mi dispiace- e mi fece l’occhiolino

Sospirai con un sorriso, stupido

-Vedi di tenerlo a cuccia, avrei intenzione di non morire troppo presto- replicò il nano

Il mio lupo sbuffò -Mastro Tethras, anche io non vorrei morire, ma errori ed orrori che ho cercato di fermare millenni fa stanno ribussando alla porta-

-E hai deciso finalmente di renderci partecipi della fine del mondo?- domandò e si rivolse a me -Ottimo lavoro Yen, la vita coniugale deve giovargli più del previsto-

Solas sbuffò di nuovo seccato. Sorrisi -Giova sotto molteplici aspetti Varric-

-Oh ci scommetto, come noteremo tra qualche mese-

Ridacchiai e udii borbottare il mio lupo tra sé e sé -No, non è più selvatico- risposi con un sorriso prendendolo in giro, lui alzò un sopracciglio e mi fissava con una vena predatoria nelle iridi grigie. Sapevo che avrei pagato e non vedevo l’ora.

Varric rideva di gusto.

 

Ero rimasta stupefatta, non era una casa, ma una villa nella parte alta della città.

-Sei sicuro Varric?- dissi fissando la struttura imponente. Era un posto enorme per due persone.

-Sicurissimo! Io non la userò mai. E con il piccolo in arrivo starai comoda- il nano si avvicinò alla porta e la aprì, lo seguimmo ritrovandoci in un salone. Il camino acceso e tutto preparato per il nostro arrivo.

Mi posò le chiavi sul palmo -La dispensa è piena. Ho fatto aggiungere qualche liquore particolare, ma dovrò accontentarmi del parere di Chuckles. Divertitevi, ho ancora un paio di cose da finire, ci vediamo domani-

Prima che fuggisse dissi -Sai degli altri?-

Si fermò -Bull arriverà con i Caricatori tra qualche giorno. Sera dovrebbe essere in compagnia di Dagna- alzò le spalle -Per gli altri devi sentire Usignolo-

-Grazie di tutto, è molto bella-

Fece un gesto con la mano -Questo e altro per la donna che continua a salvare il Thedas- e uscì.

Mi guardai intorno, non feci in tempo a fare mente locale che mi ritrovai le braccia di Solas intorno alla vita, con la schiena contro il suo petto e la sua bocca morbida e calda alla base del collo, dandomi un leggero morso.

-Quindi sarei addomesticato?- mormorò in un sussurro, facendomi sentire ancora i denti.

Girai il viso verso il suo lasciandogli un bacio sulla guancia -Non troppo vhenan…-

-Mmm…- risalì con dei baci sulla pelle, fino ad afferrare il lobo dell’orecchio e leccarlo. Passò la lingua sul padiglione, fino a succhiarne la punta. Una scossa elettrica raggiunse fulminea la schiena fino alla mia femminilità. Gemetti. Continuava lentamente a crearmi brividi di piacere e le ginocchia cedettero. Mi sostenne e mi aggrappai a lui -Non… troppo… ho…- tentai e altri gemiti interruppero il mio pensiero. Lasciava una scia di baci roventi sulla gola -Cosa?- continuò non dandomi tregua  -Ho sposato un lupo… non un cane…- mormorai. La linea delle sue labbra contro la mia pelle si distese in un sorriso, rialzò il viso e appoggiò il mento sulla mia testa, tenendomi premuta contro di lui. Mi dette un bacio nei capelli e sospirò profondamente -Stai bene?- domandai incuriosita da quel comportamento. Strinse di nuovo le braccia intorno alla mia vita -Mai stato meglio. Mi sto rendendo sempre più conto di quanto sia stata una benedizione incontrarti in questa fase della mia vita- disse serio, ma sospirò di nuovo

-Cosa ti preoccupa?- appoggiai la testa all’indietro sulla sua spalla

-Gli altri anche se in minima parte. Il Ferelden, l'Orlais, i qunari. Le azioni che sto compiendo in Tevinter. Non si prospettano anni facili, il periodo di stallo sta terminando. Il Velo si sta sgretolando come il sigillo posto sul Titano di lyrium rosso. In tutto ciò la tua gravidanza mi rende particolarmente nervoso, anche se assolutamente voluta. Voglio tenervi al sicuro, non ho intenzione di perdere mai più le persone che amo- concluse

Alzai una mano e gliela posai sulla guancia, si abbandonò ad essa -Non devi affrontare tutto da solo, non siamo soli. Aiutiamo il Thedas a raggiungere un equilibrio. Dovrà essere il più stabile e forte possibile contro gli Evanuris e il Flagello. E sono certa che sarò sempre al sicuro con te accanto, vhenan- mi rigirai nel suo abbraccio e lo strinsi a mia volta -Da quando poi ti importano gli altri?-

Ridacchiò già meno serio rispetto a pochi minuti prima -Userò tutta la diplomazia di cui sono capace. Ma non verrò a patti sugli obiettivi che mi sono prefissato, non cerco la loro approvazione. Ma non voglio minare ulteriormente il rispetto e l’affetto che avete tra di voi-

Sbuffai -Tengo ai nostri amici- alzai un dito e glielo puntai in viso -Tu però sei la mia prima priorità, che scalerà tra qualche mese al secondo posto, perché tuo figlio ti supererà- sciolse l’abbraccio e mi prese il viso tra le mani catturandomi le labbra. Fu così intenso che il mio cervello smise di funzionare, anche se un brontolio piuttosto insistente ci riportò alla realtà, iniziando a ridere.

-Andiamo a vedere cosa ha lasciato Varric in dispensa per i miei due cuori affamati-

 

-Cazzo! E glielo hai lasciato fare!?- urlò Sera indignata, mi aspettavo una freccia in faccia da un momento all’altro. Dagli altri arrivò un borbottio piuttosto alto con uno scambio di opinioni. Un casino.

-Silenzio!!- urlò Leliana dal suo angolo. Il mormorio si placò e la fissammo. Sera sbuffò molto rumorosamente e arrabbiata. Varric e Bull tenevano le braccia incrociate aspettando. Tom seguiva il tutto attento. Cullen era alquanto dubbioso e inorridito. Cole era seduto in modo tranquillo su una credenza. Merrill fissava Sera come se gli fosse spuntata una seconda testa, con le mani strette in grembo nervosa. Josephine e Dorian non erano ancora arrivati, tantomeno Cassandra con Banal'ras.

-Vorrei riuscire a sentire una spiegazione senza le tue urla Sera- disse puntandola con gli occhi severa -Grazie- aggiunse qualche secondo dopo essersi accertata che non avesse riaperto bocca e ci guardò -Perché assottigliare il Velo se sta già crollando?-

Solas che aveva ignorato Sera continuò -Forse un esempio chiarirà le cose. Immaginiamo una lastra di pietra con molte crepe. Il marchio che aveva Yen le ha riempite momentaneamente, ma non ha fermato il suo deperimento, altre crepe si stanno formando- passò gli occhi fra tutti accertandosi che lo seguissero -Ho levigato la pietra rendendola sì più sottile e diminuendone l’effetto, ma questo mi ha permesso di guadagnare tempo, semplificando il lavoro dei manufatti elfici che abbiamo attivato qualche anno fa-

-I manufatti stanno sostenendo quello che rimane del Velo?- disse Bull -Se anche solo uno smette di funzionare?-

-Non lo faranno, i miei agenti li controllano costantemente-

-Vashedan! Ho bisogno di bere-

-C’è dell’altro vero?- domandò Cullen

Presi la parola -Possiamo dire di avere anche una bomba sotto i piedi-

-Ma che cazzo! Non voglio sentire! Ne ho abbastanza di questa merda!- urlò Sera uscendo spedita dalla stanza sbattendo la porta

Sospirai, Dagna però era rimasta, attenta non aveva nessuna intenzione di muoversi

-Gli Evanuris hanno corrotto con il Flagello un Titano. Il Lyrium è diventato rosso, Solas l’ha sigillato, ma sta cedendo-

-Per le tette del Creatore!- esclamò Tom

-I guai non vengono mai da soli…- replicò Cullen cupo

-Il mondo sta implodendo su sé stesso, merda, forse preferivo non saperlo…- mormorò Varric

-Perché?- domandò Leliana

-Perché è un sigillo che richiede un enorme potere, avevo usato i Focus degli altri Evanuris e due persone a me care hanno eseguito una magia del sangue che ha preso loro la vita- rispose Solas -La maggior parte delle sfere sono state rubate indebolendo la magia-

-E se le rimettessimo al loro posto?- disse Tom

-È troppo tardi, non si riattiverebbero nel modo corretto, serve altro sangue-

Calò una tensione grave e non volava una mosca

-Offro da bere a tutti, e andiamo a controllare Sera prima che uccida qualcuno. Ho già abbastanza scartoffie…- disse Varric. Si alzò un mormorio cupo di assenso

Impacciata e indecisa su cosa fare venni preceduta da Solas -Ci sarebbe ancora una cosa-

-Non dirmi che abbiamo alle porte anche un Flagello, perché ci servirà veramente il Creatore- replicò Tom

-Per adesso no, ma potrei non escluderlo in futuro. È tutt’altro in questo caso…- dissi e abbassai lo sguardo, mi schiarii la gola e strinsi la mano a Solas che replicò la mia presa -Una buona notizia, anche se non con il tempismo giusto come tutto il resto- rialzai lo sguardo -Sono incinta-

Si bloccarono tutti esterrefatti, sembrava che stessero trattenendo il fiato

-Cos…- mormorò Tom che venne interrotto da Bull -Ah! Lo sapevo! Congratulazioni!- si girò -I miei soldi Varric!-

Cullen si portò una mano alla testa e con un lieve sorriso -Congratulazioni-

Ricevemmo altri auguri, venni abbracciata da Dagna e da Bull che ridacchiò -Sapevo che ce l’avresti fatta capo! L’elfo non ha mai potuto resisterti-

Sorrisi -Eri così certo?-

-Non eri insieme a lui a guardarti le spalle, o almeno io guardavo quelle, i suoi occhi cadevano in basso il più delle volte-

-Oh Bull- e risi

Un braccio mi passò sulla schiena e Solas mi strinse contro di lui -Non ero l’unico se non ricordo male-

-Io ammiravo, tu fantasticavi- replicò diretto il qunari

Solas sbuffò e intervenni -Signori, sono lusingata, ma ho dato anche io delle occhiate molto interessate-

-Non verso il mio culo capo! Però verso il suo sì e senza provare a nasconderlo, a parte all’interessato di quegli sguardi languidi-

-Lo confermo- si intromise Tom -Vi osservavate a turni, impossibile non notarlo-

-Sempre maliziosi…- mormorai leggermente rossa in viso

-Stava tutto nel capire chi prima avrebbe cavalcato chi!- dette il colpo di grazia il qunari

-Bull!!- esclamai imbarazzata

Rise e si portò via Tom altrettanto divertito.

Leliana si avvicinò -A Josephine non dovrebbe mancare molto, aveva da sistemare degli affari di famiglia. Dorian mi ha mandato un corvo informandomi che non ce la farà, non è il momento adatto per fare un viaggio verso sud. Gli animi si stanno scaldando troppo- finì la frase fissando il mio lupo -Stranamente i qunari si sono fatti ancora più aggressivi. Temono uno sfondamento del confine a nord, ciò li sta obbligando a sottrarre parte delle difese a Minothaurus. Il Magistero sarà meno protetto-

-Non tutto ha un pessimo tempismo- rispose Solas impassibile

Leliana sorrise -Vero?- e mise l’attenzione su di me -Ho fatto lasciare un piccolo regalo- e fece l’occhiolino, ritornando in mezzo agli altri.

Li osservai tutti, si notava che per chi più e chi meno gli anni erano passati. Sera non era tornata.

-Vado a cercare Sera- dissi a Solas che annuì con un cenno

Individuai Dagna -Sai dov’è andata la nostra Jenny?-

-Penso che sia nella nostra camera in fondo al corridoio. Mi spiace per la sua reazione, le passerà-

-Non dovete scusarvi. Sera può dirmi tutto quello che vuole, voglio però che le cose tra noi restino chiare e siete libere di prendere le decisioni che ritenete opportune-

Sospirò -Io vorrei continuare ad aiutarvi Inquisitore, ma non so se…-

Le misi una mano sulla spalla -I pugnali sono perfetti, ti sei superata ancora una volta. E non usare quel titolo per favore, mi dà la nausea più del cucciolo- ridacchiò e mi congedai. Uscii dalla stanza raggiungendo quella di Sera, bussai

-Chi è?! Voglio essere lasciata in pace!-

-Sera…- mi allontanai dal contraccolpo che arrivò dalla porta. La punta della freccia aveva squarciato il legno.

-Stammi lontano! Tu e il lupastro siete impazziti! Orecchie flosce non mi farà cambiare idea!-

Sospirai -Posso entrare?- far sentire all’intero Impiccato i nostri affari non era il massimo.

La porta dopo qualche secondo venne aperta, mi fissò minacciosa, prese la freccia sfilandola dal legno -Cinque minuti- disse e rientrò. Le andai dietro e mi chiusi la porta alle spalle. Sera si era seduta su un letto e si rigirava la freccia tra le mani, decisi di appoggiarmi alla porta

-Non voglio far parte di questa merda. Abbiamo aiutato la gente contro Corycoso e tutto è tornato normale. Tu e orecchie flosce volete di nuovo incasinare tutto!-

-Non è così semplice Sera, non questa volta. Non c’è un unico cattivo da combattere, anche se non facciamo nulla ci ritroveremo nei casini. E visto che sono inevitabili, io e Solas li vogliamo affrontare alle nostre condizioni-

Sbuffò e lanciò verso l’altro letto la freccia, che atterrò piatta sul materasso -Continui a farlo, perché?-

Restai confusa -Cosa?- chiesi, non capivo su cosa si era spostata la conversazione

-Non lo hai mai fatto. Non stai dritta come al solito, le mani e le braccia coprono sempre la pancia. Stai male? Se il lupastro ti ha fatto qualcosa gli strappo…-

Ridacchiai non lasciandola finire e mi sedetti da parte a lei per poi abbracciarla. Rimase rigida come una corda d’arco, mi tirai indietro -Non mi sembrava così divertente…-

Le presi una mano prima che potesse protestare e me la misi sul ventre -Ehi! Ehi! Che stai…- si bloccò con un’espressione ridicola in viso -Che…- fissò la sua mano tenuta ferma dalla mia, e incatenò gli occhi castani ai miei -Cazzo…- rimase di nuovo ammutolita e sorrisi -Orecchie flosce si è tolto i pantaloni… bleah…- risi -Allora Dorian diceva il vero, sei una maga ora?- domandò dubbiosa

-Sì, ma sono sempre quella persona che ti ha aiutato con la scrivania di Cullen e il secchio in testa a Josephine- sospirai -Hai paura di me?-

-Basta che non fai cose magiche troppo vicino… questa però la perdono…- rispose fissando la sua mano nella mia -Lo fai per lui?-

-Per voi, per noi, per tutti, ma sì, soprattutto per lui. Non dovrà mai pensare di essere odiato perché avrà delle orecchie a punta-

-Mmm… questo ha a che vedere con l’incontro che devi fare con quei pomposi nobili?-

-Anche con quello, domani vi aggiornerò su quella parte. Ritorni di là con me?-

Mosse la mano sulla mia pancia -Sei già un po’ gonfia. Sarà come se avessi mangiato un melone intero tra un po’- e ridacchiò

-Per fortuna non servono meloni…- venni interrotta

-Bastano infatti delle arance…- e sparò un altro verso disgustato -Immagine orribile che mi è venuta… dando troppo credito a orecchie flosce… bleah…-

Alzai gli occhi al cielo -Potrei essere dello stesso parere pensando a te e Dagna che…- e sbuffai mostrando una smorfia

-No che non puoi!-

-Certo che sì! Tu tieniti Dagna e io mi tengo stretta Solas nel mio letto con le sue arance-

-E la sua banana- rise e scappò fuori dalla stanza prima che potessi replicare, sorrisi e negai con la testa, che scema.

 

Rientrammo poco dopo e ritrovai Solas e Bull seduti uno di fronte all’altro con in mezzo una scacchiera. Varric beveva e seguiva la partita -Rieccoti Amethyst- e fece un gesto verso il tavolo -Almeno stavolta ci capiremo qualcosa anche noi-

Sera sbuffò -Ancora? Troppo complicato- e si diresse verso Dagna che stava parlando con Leliana

Solas aveva i neri, concentrato teneva una mano sul mento, spostò un pedone

-Sei fissato con i pedoni, mago!- replicò Bull

-Sono più importanti di quello che sembra Tal-Vashoth-

Arrivò di fianco a me Cullen a guardare -A che punto sono?-

-Chuckles sembra determinato a non cedere-

Bull grugnì -Sei proprio un figlio di…!- e diede un colpo al suo re che cadde.

Solas in effetti aveva bloccato tutte le mosse possibili al qunari, non c’era spazio di manovra. Mi spostai e gli sedetti in braccio senza tanti preamboli -Capo che diavolo gli hai fatto? Si è allenato ad altro, oltre che a letto!-

Alzai un sopracciglio divertita -Di solito non è così poco prestante, gli piace tirare il lungo- stavo per scoppiare a ridere, girai la testa verso la sua -Ti sei allenato, vhenan?-

-Senza di te, alquanto difficile-

-Mi fai venire il vomito orecchie flosce! Taci!- arrivò da Sera

Solas sospirò -Hai avuto successo, sento…- e passo il braccio intorno alla mia vita

Coprì la sua mano con la mia -Il cucciolo fa miracoli-

-Concordo, molti-

-Posso?- disse Cullen

-Prego Comandante, non abbiamo mai avuto l’occasione- rispose Solas. Notai che il tono di voce era del tutto neutrale e amichevole, nelle mie iridi grigie vidi però che il suo orgoglio era stato stuzzicato e la sfida accettata. Non la vedevo bene per Cullen, io stessa l’avevo battuto anni prima.

Qualche minuto dopo eravamo tutti basiti a fissare la scacchiera. Solo tre mosse. Tre!

-Per il Creatore Chuckles! Ti mangi le pedine a colazione?- disse Varric

-Per questo non posso accettare le tue generose offerte a unirmi a Grazia Malevola, Mastro Tethras. Non sarebbe corretto-

-L’ultima volta non ti sei fatto problemi…-

-Banal’ras aveva equilibrato molto l’intera partita. Mi spiace Comandate, non ho resistito, ho raccolto l’occasione-

-Non avevo mai visto questa tattica. La terrò a mente- rispose Cullen fissando la tavola

-Felice di essere stato utile-

-Curly sei sfortunato con i giochi da tavola, vero?- domandò Varric

 

 

Più tardi eravamo tornati a casa ed eravamo in camera

-Hai fatto apposta con Cullen?-

Continuò a spogliarsi e mettere i vestiti piegati su una sedia -Ho esagerato?- domandò innocente

Lo sapevo. Sorrisi e infilai la camicia da notte -Non è un po’ tardi per quello, ma fen?-

-Non è mai troppo tardi per chiarire le questioni lasciate in sospeso- e si distese a letto

-La gravidanza mi pare un messaggio alquanto diretto- e mi stesi anche io

-Mancavano i dettagli, la precisione è importante-

Ridacchiai -Sei impossibile…-

Si fece vicino e mi baciò -Solo orgoglioso di quello che ho-




Ciao a tutti! Come state? Finalmente abbiamo incontrato gli altri! Come vi sono sembrati? Spero almeno un po'fedeli agli originali, non è per nulla facile passare tra tante personalità diverse, soprattutto se discostano troppo dalla mia. Il soprannome di Yen è alquanto scontato, ma non mi veniva in mente altro di decente XD non sono mai stata brava con i soprannomi. Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche




CAPITOLO 47

-Maschio!-

-Femmina!-

-No! Maschio!-

Alzai un sopracciglio e lo sguardo dal mio thè scettica verso Sera e Bull che discutevano. Varric era intento a segnare le scommesse con una piuma dalla punta affilata.

-Amethyst sicura?- ritentò il nano

Alzai gli occhi al cielo con un sorriso -Varric…-

-Ok, ok, ci ho provato… Chuckles?-

Solas non alzò neanche il viso dal quaderno con i suoi disegni misteriosi, ogni tanto aggiungeva dettagli con un carboncino -Mastro Tethras non scommetto sul sesso di mio figlio-

Arrivò una pernacchia da Sera -Lasciali stare, sono noiosi!-

-Davvero non avete preferenze?- tentò Bull

-No- rispondemmo in coro io e Solas

-La futura mamma non ha nessun sesto senso?- domandò Thom speranzoso

-Spiacente, ma no. Posso solo dire che sarà tutto il suo papà-

Si diffuse un brontolio deluso sommesso -Creatore fa che sia femmina!-  pregò con voce disperata Sera

Ridacchiai e il mio lupo dal suo angolo sbuffò continuando a disegnare.

Un trambusto dalla porta d’entrata della mia villa a Kirkwall ci arrivò alle orecchie, attirando l’attenzione.

Uno sguardo dorato e delle orecchie appuntite comparvero sulla soglia

-Josy dove hai messo tutte queste cose?- udii la voce della Cercatrice scandalizzata

-Possedere delle navi ha i suoi vantaggi Cassandra- e vidi entrare le donne con un mucchio di pacchi al seguito. Accorremmo ad aiutare ritrovandoci tutti con in mano qualcosa.

Quello che avevo però afferrato mi venne sfilato dalle mani -Niente pesi alla futura mamma!- esclamò Josephine con un sorriso e un abbraccio -Non ti ci mettere anche tu- borbottai -Sono solo all’inizio! Non si vede neanche nulla!-

-L’ambasciatrice mi trova concorde- disse Solas

Lo fulminai con lo sguardo e sbuffai, mi ci mancava solo una coalizione per non farmi fare niente -Sono incinta! Non malata!-

-Mastro Solas o Fen’harel?- chiese, intanto mi strinse a sé e con un tono di voce felice ed eccitato mi sussurrò all’orecchio -Ce l’hai fatta! L’hai trovato!-

Sorrisi -Trovato e picchiato- precisai. Josy rise e si staccò da me prendendo le mie mani nelle sue raggiante.

-Solo Solas, ambasciatrice-

-Allora solo Josephine-

Mi guardai attorno -Cosa sono questi pacchi?-

-Dei regali un po’ per tutti, ma soprattutto per la futura mamma e il piccolo-

-Non dovevi…- tentai

-Certo che dovevo, non capita tutti giorni che la propria amica realizzi parte dei suoi sogni-

-Josy…- arrossii leggermente e notai Solas fissarmi curioso, non gli diedi retta non volendo dare spiegazioni in quel momento.

Una sera chiacchierando con l’antivana, festeggiando il mio successo al Palazzo d’Inverno, nell’euforia del momento avevo accennato un pensiero che mi girava in testa ogni tanto quando pensavo a Solas e che trovavo assurdo. Visto che poi non eravamo ancora stati a letto insieme, ma indubbiamente ero innamorata persa come ora.

Bambini. L’idea non mi era mai neanche passata per l’anticamera del cervello. Non perché non mi piacessero, ma non mi trovavo adatta ad averne, figurati trovare qualcuno con cui avrei pensato seriamente alla possibilità. I miei ormoni repressi non aiutavano, alla fine avevo messo l’idea in un angolino del mio cervello che avevo poi cercato di soffocare ed eliminare in tutti i modi quando mi aveva spezzato il cuore.

-Non gliel’hai mai detto?-

-Non ne ho mai avuto l’occasione Josy! E sicuramente non ora!- esclamai

-Di cosa state parlando?- domandò il mio lupo dubbioso

-Dopo vhenan, dopo…- risposi

Banal’ras comparve da parte a noi spingendo un oggetto piuttosto grosso, coperto da un telo.

Lo fissai interrogativa

-Grazie, è meglio che aiuti Cassandra prima che perda la pazienza- disse Josy

-E vederla lanciare al destinatario il proprio pacco direttamente in fronte? Possiamo perderci questo spettacolo?- disse l’elfo scrutando il suo cuore che aveva un evidente smorfia di disappunto in viso

-Un metodo efficacie, ma non credo che tutti rimarrebbero integri. Ti sarei molto grata se li salvassi-

La spia elfica alzò le spalle -Farò il possibile- e si allontanò

-Non ho mai visto la nostra Cassandra in quello stato, è cotta. Sono invidiosa… vorrei trovare anche io qualcuno un giorno…- e fissava pensierosa la coppia dimenarsi con i pacchi

-Tua madre non aveva…- non riuscii a finire la frase

-Il matrimonio combinato? Sì e non faceva per me. E le sono grata, come anche per l’istruzione che mi ha dato, ma vorrei avere anche io quello sguardo con cui fissi Solas. Gli affari di famiglia stanno andato in modo meraviglioso e non posso negare che la Casa della Quiete abbia aiutato molto. I debiti si stanno estinguendo poco alla volta, non voglio sposarmi per dovere-

Le strinsi le mani -Troverai qualcuno, per adesso nessuno allora?- domandai curiosa

-Bhe… ho notato qualcuno, ma…- sospirò -Vorrei davvero poter pensare solo con il cuore, ma nella mia posizione…-

-Sputa il rospo Josy!-

-Sarebbe più facile se fosse un semplice contadino!- sbottò

-E invece?-

-Fa parte della Casa della Quiete…- mormorò -È impossibile…-

-Oh… e Leliana che ne pensa?-

-Che anche se non possiede terre o averi di rilevanza da presentarsi alla famiglia, potrebbe essere un uomo interessante con una morale e non un semplice assassino. Sto ancora scavando- arrivò la voce dell’Usignolo alle mie spalle. Girai il viso e sorrisi -Sta passando il tuo test?- domandai

-Per ora, indubbiamente ha avuto una vita complicata. Ma non siamo qui per questo- e indicò il grosso oggetto coperto dal telo.

Solas altrettanto curioso lo scoprì: una culla in legno chiaro, con elaborate decorazioni di alberi e animali, in particolare halla. Toccai le incisioni precise e bellissime -Josy…- alzai gli occhi commossa -È stupenda-

-Riferirò i complimenti all’artigiano. Ha trovato la mia richiesta insolita, ma stimolante- spiegò con un largo sorriso

-Amethyst con tutta questa roba manchi solo tu. Il bambino potrebbe nascere domani e ha già vestiti per anni- si intromise Varric. Anche Leliana mi aveva regalato delle adorabili tutine in evidente stile orlesiano, di una qualità che pensavo fosse solita essere esclusiva della famiglia imperiale. Non osavo pensare al costo…

-I bambini si sporcano spesso Mastro Tethras- rispose Josy

Il nano alzò le mani in segno di pace -Non intendo mettermi contro le tre donne più temibili del Thedas. Anche il nostro lupo da una certa fama impallidisce al confronto-

-Non potrei essere più che d’accordo- e se ne andò con il nano, mostrandomi il suo sorriso furbo

 

 

Scartavo diversi pacchetti, Varric non aveva tutti i torti, avevo così tante tutine che avrei potuto aprire un negozio.

-L’ambasciatrice noto che si è divertita- aprendo anche lui un’altra scatola

-Vero?- risposi con un sorriso e fissai la culla che avevo messo in camera, era proprio bella.

-Vhenan?-

-Sì?-

Le braccia di Solas mi circondarono la vita da dietro e mi lasciò un bacio sulla guancia -Pensieri?-

-I tuoi?-

-Che è una culla adorabile, ma se conosco il mio cuore la userai solo quando saremo sfiniti entrambi-

Ridacchiai -Mi leggi come un libro aperto, amore mio-

 

-Vuoi le Valli e Skyhold con i suoi territori circostanti!?- esclamò Cassandra -Questo è… potresti scatenare una guerra- concluse scioccata

-Non posso dire che sia una richiesta consona, ma del tutto meritata se ricordiamo cosa ha fatto con Corypheus anni fa. Oltre che entrambe le nazioni stanno richiedendo un aiuto molto rilevante nell’evitare un inutile conflitto- disse Josy

-Questo è assodato, ma mi berrò la mia boccetta d’inchiostro se accetteranno- disse Varric

-Non intendo rischiare la vita di nessuno senza qualcosa di estremamente concreto in cambio. E l’oro sicuramente non è tra questi- con la fine dell’inquisizione non mi mancava, tutti da me allo sguattero in cucina avevano ricevuto del denaro. Josy aveva fatto miracoli con le finanze dell’inquisizione. -Voglio quelle terre per gli elfi. Se non le otterrò non posso fare altro che lavarmene le mani dei loro problemi-

-E questo sarebbe molto più dispendioso per Ferelden e Orlais che perdere della terra- aggiunse Solas

-Sicuramente, peccato che i casini di anni fa siano stati creati da un certo elfo, che ora è pure il consorte di chi li ha risolti- rispose la Cercatrice

-Ci manca solo che vi accusino di complicità- aggiunse Cullen con un’espressione preoccupata

-Complicità? Era evidente come il sole che non si conoscessero, soprattutto a sentirli parlare dei Dalish- disse Varric

-Certo, a noi che li abbiamo conosciuti dal principio, ma il Gioco non risparmierà questa speculazione- rispose Josy seria -So che vorresti essere il più diretta possibile, ma il presentarvi assieme potrebbe non essere una buona idea-

-L’Imperatrice Celene è già al corrente che lo cercavo. Vederlo al mio fianco, in veste ufficiale, riscuoterà un notevole effetto sulle persone giuste-

-Stai parlando della nostra Divina?- disse Cullen

Abbozzai un sorriso -Vivienne brama il potere e saprà riconoscerlo in entrambi-

-Sarà accompagnata dai Templari scelti…-

-Comandante con tutto il rispetto per la tua ex professione, ma neanche un centinaio di Templari potrebbero sopprimere il mio potere o quello di Yen, ne verrebbero sopraffatti prima di capire cosa stia succedendo. Non ci serve un bastone o incantesimi verbali, verrebbe registrato il tutto come un semplice movimento della mano, a parte il bagliore negli occhi e sarebbe già troppo tardi-

Cullen negò con la testa -E proprio tutto quel potere ha distrutto il mondo che vuoi riportare indietro-

-Potere che è sempre stato presente. Il mondo in cui siete nati è una pallida imitazione dell’originale a causa mia- concluse duro Solas

Posai la mia mano su quella del mio lupo, l’ultima cosa che volevo era un litigio -Il punto è un altro…-

-Non è un altro se stiamo per sconvolgere gli equilibri politici! Non abbiamo più alleanze o un esercito che possa…-

-Cullen quando ho mai detto di non avere un esercito?- dissi fissandolo -Gli elfi sono stanchi dei maltrattamenti subiti in ogni parte del Thedas. Potremmo averti dato l’impressione di aver giocato a inseguirci a vicenda in questi anni, ma le cose che sono state fatte nell’ombra sono state molte- sospirai -Se tutto questo ti sembra assurdo e va oltre quello che saresti disposto a fare, puoi tirarti indietro, non te ne farò una colpa, ti considererò sempre un amico-

Cullen abbassò lo sguardo pensieroso per poi rialzarlo più risoluto -Perdonami, non intendo ritirare l’aiuto che ti ho offerto. Solo che questo avrà una conseguenza notevole, più di quanta ne abbia causate l’Inquisizione-

Abbozzai un sorriso -Ma serennas, so di chiedere molto a tutti voi. Nessuno ha combattuto per gli elfi dalla caduta delle Valli e quello che inizieremo qui, ci auguriamo si propagherà oltre-

 

 

Entrai in bagno per recuperare il mio pettine, trovandomi davanti Solas immerso nella vasca e gli occhi chiusi

-Pensavo fossi uscito… non ti ho notato rientrare- credevo avesse accompagnato Banal’ras all’Impiccato per aggiornarsi sul periodo in cui non ci eravamo visti

-Infatti, sono andato, tornato e ti ho trovato addormentata vhenan- rispose pacato

E grazie al suo passo felpato non lo avrei mai sentito -Vasca troppo piccola, cuore mio?- scherzai, aveva un piede fuori e l’altra gamba piegata.

-Buon punto, dovremmo prenderne una più grande-

Mi avvicinai da dietro e gli misi le mani sulle spalle, tentando un massaggio -Che hai combinato?- i muscoli erano estremamente tesi. Lanciai un piccolo incantesimo di guarigione. Sospirò di sollievo e spostò anche l’altro piede nell’acqua. Continuai a sciogliere i muscoli, passando al collo. Inclinò la testa all’indietro appoggiandosi contro il mio seno -Come hai fatto a ridurti la schiena in questo stato?-

-Banal’ras ha voluto mettermi alla prova e…- mugolò di piacere -… quello faceva male, ma serennas-

-Ti ha preso a pugni sulla schiena?-

-Qualcosa del genere, distraendomi con un commento dei suoi…-

-Ovvero?-

-Ha paragonato il Comandante a un mabari-

Rimasi in silenzio un minuto visualizzando la cosa. Scoppiai a ridere non dandogli però torto -Quell’uomo…- non trovai una definizione

-Inseguito ho risposto che aveva provato dell’interesse per te-

-E lui?-

-Mi ha dato modo di ridargliele tutte indietro- inclinò ancora il viso fissandomi con interesse -Ti unisci?-

-Non ci sto vhenan, sei ingombrante…- era più alto di me e non di poco -In tutti i sensi. Banal’ras cosa ha risposto?- aggiunsi

Sorrise -Che hai buon gusto, ma fen’asha-

Ridacchiai -Contenta che approvi i miei gusti in fatto di partner- feci scivolare le mani sul petto fino in acqua, mettendo la mia guancia contro la sua e lasciandogli un bacio -Non ci va piano con gli allenamenti eh? Quanto avete dovuto uscire da Kikwall?-

-Per non essere visti? Abbastanza- girò il viso e mi baciò -A cosa si stava riferendo l’ambasciatrice stamattina?-

Sorrisi -Curioso? Nulla una mia… fantasia- non avrei saputo come altro definirla

Alzò un sopracciglio chiedendo silenziosamente un approfondimento. Sorrisi -Semplicemente quando stavamo già da un po’ insieme a Skyhold, ti avevo preso seriamente in considerazione per mettere su famiglia-

-Ancora più lusingato da tanta tua fiducia-

-E avermi fatto scoprire che ho degli standard piuttosto alti in fatto uomini? Al clan ti ritrovi per forza legato a qualcuno prima o poi. Sai tradizioni e non si può rischiare di fare estinguere il clan- mentre io firmavo documenti e chiudevo squarci, i miei coetanei avevano già dei figli

-E ti sentivi fuori dai ritmi imposti, è normale-

Alzai le spalle -Un po’ all’inizio magari, ma ricordandomi  chi avrei dovuto sposare il tal caso, firmavo documenti più che volentieri- ridacchiò -Quindi quando ho pensato alla cosa, e non per dovere verso il clan, ma solo per me stessa, mi sono detta: sì mi piacerebbe avere figli da Solas- e lasciai un altro bacio sulla sua guancia. Mi fissò scrutandomi -E io sono stato un idiota- disse serio

-Sei il mio idiota- mi staccai passando a lato della vasca -E ora devo vedere…- venni fermata da una mano e tirata indietro, veloce si era alzato e quasi senza rendermene conto, afferrata e sollevata -Ehi! Che…!- mi lamentai e mi ritrovai fradicia, sopra di lui, nella vasca. Le sue mani sui miei fianchi, mi sorrideva soddisfatto -Ci stiamo vhenan-

Lo guardai con un leggero disappunto -Aiutami a togliere i vestiti- si erano incollati alla pelle

-È un invito?- disse malizioso con le iridi che brillavano giocose

-Dovrei chiederlo io a te- e feci scivolare con calma lo sguardo dal viso al suo petto al ventre, riguardandolo poi in faccia con un sopracciglio sollevato -No?- intanto avevo lanciato a terra la maglia di Solas che avevo usato per fare il pisolino.

Appoggiò il palmo caldo sul mio ventre ormai leggermente gonfio.

-Mithra ha detto che è ancora troppo presto perché si senta qualcosa-

Sorrise dolcemente -Aspetto trepidante che faccia sentire la sua presenza fisica. Lo spirito sembra molto vivace e solare come la sua mamma, unico-

Sorrisi e mi chinai verso la sua bocca -Come se tu non avessi uno spirito meraviglioso. È quello di cui mi sono innamorata per prima. Poi questi splendidi occhi grigi come ardesia e queste labbra morbide- lo baciai dolcemente, ripresi fiato -Inseguito ho guardato tutto il resto- appoggiai la guancia nell’incavo del suo collo e il mio petto contro il suo, chiudendo gli occhi. Si fece scivolare più in basso nell’acqua così da bagnare meglio anche me -Varric ha organizzato un torneo di Grazia Malevola… resti a guardare?- mormorai

-Ovviamente, sto comunque rifinendo i disegni da darti. Questo suggerisce che oltre che svuotare la dispensa dagli alcolici disponibili, finiranno a dormire stesi in varie zone della casa- udii lo sciabordio dell’acqua e la sua mano bagnarmi la spalla -Tenteranno di lasciare ancora il Comandante nudo?- domandò con una vena ironica

Sorrisi -Vuoi collaborare?-

Ridacchiò -Mi sono espresso chiaramente con lui in diverse occasioni, non voglio infierire-

Toccò a me ridere -Povero Cullen… dì la verità ma fen, è perché ora sei più saggio, ma sotto tutto questo- e picchiettai un dito sul suo petto -So che c’è un giovane ribelle a cui piace sorprendermi e pavoneggiarsi per attirare la mia attenzione- di nuovo dell’acqua calda mi bagnò dove non riuscivo a restare sommersa e le sue labbra si posarono sui miei capelli

Un colpo sul vetro della finestra vicina ci destò da quel momento rilassante.

-Sua Grazia Al-Khaz! Dove sei finita!?- urlò Sera dall’esterno della casa

Solas sospirò profondamente affranto e io risi notando la finestra sporca di fango. Lo baciai velocemente sulle labbra e tentai di alzarmi

-Dove vai?- domandò il mio lupo bloccandomi dai fianchi

-Ero venuta a prendere il pettine per Sera, ha perso il suo- spiegai

-Ed è urgente?-

-Se non vuoi che in quel vetro si crei un buco, lo è ma vhenan- mi lasciò andare contrariato ed uscii dalla vasca prendendo al volo un asciugamano coprendomi, aprendo e sporgendomi dalla finestra. Schivai di poco un sasso. Individuai Sera e le rivolsi uno sguardo truce

-Scusa! Scusa! Pettine?- urlò

Alzai gli occhi al cielo e sospirai -Arrivo e non spaccare i vetri!- iniziai a chiudere la finestra

-Colpa di orecchie flosce! So che sei lì!- rispose  

Mi ritrovai quasi addosso al petto del mio mago che con una mano prese il bordo della finestra e guardò giù -Dovrai fare della tua virtù, la pazienza-

-Eeehhh??-

Solas chiuse la finestra. Notai in quel momento che era gocciolante e nudo non avendo degnato di uno sguardo gli asciugamani -Splendida visione, ma dovrei…-

Un suo dito mi si posò sotto al mento alzandomi il viso e prese possesso delle mie labbra insinuandosi con la lingua e accarezzandomi il palato. Riprendemmo fiato -Dovrà attendere…- mormorò

-Mmm… sei un furbacchione…-

E mi catturò di nuovo la bocca avvicinandosi di più, la sua lunghezza mi sbatté contro il ventre. Allungai le braccia mettendogliene attorno al collo tirandolo verso di me.

 

-Banal’ras smettila di versarmi da bere…-

Non credevo ai miei occhi. Solas brillo.

-Ma continui a svuotare il bicchiere lethallin- disse innocentemente la spia elfica

Solas spostò una mano sulla fronte coprendosi il viso. Le guance e le orecchie rosse, era la prima volta che lo vedevo in quel modo

-Stavo disegnando, non puoi farmi questo…- borbottò con tono altalenante -Non quando…- e non finì la frase

Banal’ras ridacchiò -Non si prendeva una sbronza da millenni. Hai bisogno di una mano lethallan?-

Guardai gli altri anche loro mezzi ubriachi. Sera su una poltrona con Dagna che russava sonoramente. Josephine stava massacrando Thom, era in mutande. Cullen si era ritirato quando aveva perso la cintura dei pantaloni. Cassandra leggeva uno dei libri di Varric alzando occhiate incerte nella mia direzione, Solas aveva alti e bassi di euforia e depressione. Il mio nano preferito e Bull osservavano la fine dell’ultima partita a Grazia Malevola.

-Vieni vhenan, andiamo a letto- mi alzai e gli strinsi una spalla, ubbidì barcollante e gli misi un braccio sulla vita sostenendolo, per fortuna cercava in qualche modo di non pesarsi del tutto su di me. Fatte le scale, superata così la parte difficile senza preavviso venni spinta contro il muro, coprì la mia bocca con la sua famelico e passionale

-Preferirei che tu sia completamente lucido, così da ricordarti quello che ti faccio- risposi, sulla lingua il sapore dell’alcool

Ridacchiò iniziando a darmi piccoli baci sul collo -Questo l’ho già sentito… ed ero io a negare il tuo invito…- continuò con i baci passando alla mascella -Avrei però voluto… scoparti per ore…-

Ubriaco, ma non troppo, reggeva tutto sommato bene visto quanto lo avevo visto bere con la spia elfica che gli dava corda. Gli misi il palmo sulla guancia tirandolo verso la mia bocca in un bacio profondo. Si chinò infilando il viso contro il mio collo, premendo il naso sulla pelle, sentivo il suo respiro -Per colpa mia hai perso il braccio… ti ho fatto soffrire…-

Ed ecco la parte malinconica, iniziai ad accarezzargli un orecchio, lentamente dal basso fino alla punta, per tutta la lunghezza del padiglione.

-Vero, ma perderei di nuovo il braccio se significasse conoscerti e stare insieme, cuore mio-

Le sue braccia mi avvolsero la vita tenendomi stretta, infine iniziò a ridere -Cullen un mabari…- e rideva come lo avevo sentito fare poche volte. Sorrisi, intanto gli presi la mano e lo trascinai in camera. Si tuffò a pancia in giù sul letto e rise ancora

-Credevo di essere entrata nella tua vita troppo tardi per vederti così, vhenan- dissi, intanto si stava girando a guardare il soffitto e si coprì gli occhi con il braccio

-La stanza si muove tutta… brutto segno…-

-Se devi vomitare vai in bagno-

Fece un lamento -Sono troppo vecchio per questo… e il mio quaderno…-

-L’ho preso io e…- mi stavo spogliando, di colpo venni girata verso di lui e tra le sue braccia

-Non lo aprire!- replicò agitato, osservai il viso rosso e gli occhi annebbiati, barcollò di nuovo, ma passai le braccia intorno alla sua vita sostenendolo -Lo farei?- domandai

-Io… no…- l’espressione diventò triste

Sembrava molto più giovane, quelle maschere e protezioni che mostrava al resto del mondo, erano svanite. Sorrisi e gli passai un dito sulle labbra -È dove lo lasci sempre quando non lo usi, sulla scrivania- invece di rispondere aprì la bocca e mi succhiò il dito. Un brivido di aspettativa mi percorse la schiena -Vhenan…- lo sfilai e gli picchiettai la punta del naso -Andiamo a letto-

Annuì con un cenno del viso e mi lasciò un bacio sulla fronte -Adesso mi ricordo perché non bevevo così tanto da millenni…- si scostò e corse in bagno, lo udii rigettare

-Tutto bene?- chiesi, non feci in tempo a ricevere risposta che bussarono alla porta. Aprii e mi ritrovai Bull con una fialetta viola in mano -Per il mago capo. Dorian me ne lascia sempre qualcuna-

La presi con un sorriso -Grazie, per il mal di testa? Glielo riferisco-

-Notte mago!- urlò

Sentii un lamento in risposta e il qunari rise -Buonanotte capo-

-Notte- e richiusi la porta

Solas tornava pallido e gli posizionai davanti alla faccia la fialetta -Mal di testa per domani mattina-

-Lo ringrazierò…- e si sedette sul letto sfinito -Sai… ti amo ancora di più…-

Ridacchiai -Che è successo in bagno?- replicai ironica

Sorrise, ma sembrò più una smorfia -Per quanto tempo hai vomitato?- mormorò e si distese sul materasso -Ar lath, ma vhenan-

-Periodo che senza la tua assistenza sarebbe stato ancora peggiore. Cerca di dormire, finisco di cambiarmi ma fen-

Un grugnito di assenso mi arrivò alle orecchie. Avrebbe avuto una bella emicrania.




Ciao a tutti! Mi spiace tantissimo per la lunghissima assenza, ma cause di forze maggiore mi hanno impedito di pubblicare, mi è morto il PC. E sono riuscita solo adesso a recuperarne uno nuovo visto che il periodo non è dei migliori, i prezzi sono alle stelle. Comunque spero di ricominciare a pubblicare in modo più regolare. Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo, Solas ubriaco ci mancava XD

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 48

Solas si infilò un dito nel colletto dorato cercando di allargarlo e sospirò fissandosi allo specchio

-Questo amore mio è stato inaspettato. Quando hai iniziato a preparare il tutto?- domandai curiosa. Mi ero ritrovata una scatola sul letto, al suo interno un abito familiare, era identico a quello che avevo indossato nella dissolvenza con Banal’ras. Un vestito blu notte che cadeva perfettamente, lasciando intravedere con uno spacco un rivestimento in delicate decorazioni in argento che si estendevano fino alla caviglia destra, una sorta di leggera armatura in quel metallo prezioso. Stessa cosa era stata estesa anche al braccio destro che dalla spalla, dove si ricongiungeva al vestito, continuava fino alla mano. Il braccio sinistro veniva coperto dalla stoffa morbida nascondendo le cicatrici. Unica differenza portavo una pelle di lupo non troppo spessa che si avvolgeva in vita come cintura, questo nascondeva il leggero rigonfiamento che un occhio attento avrebbe comunque potuto notare. La struttura snella della nostra razza era una caratteristica apprezzabile e che saltava subito in risalto, purtroppo in caso di una gravidanza era una lama a doppio taglio, le differenze si notavano.

-Quando ne abbiamo parlato le prime volte e hai apprezzato il mio abbigliamento nei ricordi causati da Geldauran. È un’ottima occasione di dimostrare le differenze culturali partendo dallo stile-

Bracciali dorati ai polsi e al collo, maniche bianche e un raffinato corpetto elaborato nero come i pantaloni. Prese una piccola scatola che era rimasta in disparte e la aprì. Si mosse alle mie spalle, del metallo freddo mi scivolò sulla pelle e abbassai lo sguardo. Una collana in filigrana d’argento, il pendente una testa di lupo con incastonati sei piccolissimi rubini. Lo presi tra le dita osservandolo, era rifinito in modo sorprendente. Mi girai verso di lui, un sorriso dolce gli solcava il viso che ricambiai -Ma ghilana Fen’harel- sussurrai dandogli un leggero bacio sulle labbra, notai in quel momento la replica in argento della sua mascella di lupo, ovviamente molto più piccola dell’originale.

-Molto elegante, vhenan- e lo fissai divertita in viso. Lui alzò un sopracciglio non capendo il motivo della mia espressione -Niente cappello questa volta?- domandai

Ridacchiò -Al momento opportuno lo indosserò, è molto particolare- spiegò con quel sorriso da lupo

Alzai un sopracciglio, particolare? -Qualcosa mi dice che ti divertirai, ma fen?-

Continuò a sorridere e si chinò infilandosi gli stivali -Ci divertiremo, la teatralità è un’arma potente-

-Non mi annoierò mai con te, vero?- e mi sedetti di fronte allo specchio, prendendo il pettine. La mano di Solas fu sulla mia, lo guardai interrogativa nel riflesso dello specchio

-Mai. Permetti?-

Sorrisi e lasciai la presa, concentrato passava il pettine lentamente tra i miei capelli

-Dopo anni che ti conosco scopro che sei bravo con i capelli?-

Ridacchiò con uno sguardo orgoglioso -Se ti dicessi che c’è stato un periodo che li tenevo lunghi fino al sedere?-

Sorrisi -Risponderei che avevi un bel da fare, e che avrei voluto vederti ma fen-

Intanto le sue dita abili crearono una piccola treccia che diventò parte di uno chignon, infilando infine un ferro argentato che fermò il tutto. Le ciocche più corte cadevano delicate in avanti adornando i lati del viso.

Mi scrutai sbalordita da tanta bravura -Dovessi stancarti di fare il Dio della ribellione, hai già pronto un nuovo hobby- scherzai

-Difficile, sono interessato solo ai tuoi di capelli ma fen’asha-

Infilai un dito nel suo colletto dorato tirandolo alla mia altezza e presi possesso delle sue labbra.

 

 

Uscii dall’Eluvian, nella stanza in penombra la luce generata da quest’ultimo si riflesse sul metallo che adornava i nostri abiti e sulle solite decorazioni in oro presenti quasi ovunque sui muri, i pochi mobili presenti coperti da dei teli. Da un angolo emerse un individuo che fece un lieve inchino -Inquisitore, Fen'Harel-

Sorrisi -Charter è un piacere rivederti, ma ti prego, niente titoli quando siamo soli- mi guardai velocemente intorno -Lo specchio è stato spostato- constatai

-Usignolo anni fa dopo la fallita invasione dei qunari, l’ha fatto… custodire in un luogo più discreto- in breve lo aveva nascosto

-Suppongo sia un’ala in disuso- disse Solas

-Era una vecchia stanza della servitù, inesistente ai più. Seguitemi- era vestita come un servo di palazzo, indossò una maschera che la indentificava come tale e che ne evidenziava le orecchie, sospirai per non fare una smorfia

Solas mi guardò interrogativo

-Ricordami che non devo far ingoiare quelle stupide maschere a qualcuno. Almeno non fino alla fine di questa farsa-

Ridacchiò e si rivolse a Charter -Leliana?-

-È ai cancelli insieme agli altri, ognuno di loro è arrivato una settimana prima, in giorni differenti per non attirare ancora più l’attenzione del necessario-

-Attenzione?- chiesi

-C’è fermento tra i servi per il vostro arrivo, ma anche nell’alienazione. La voce che il Temibile Lupo sbranerà i nobili orlesiani li sta rendendo più audaci e sfrontati. E poi che la compagna del Dio elfico è l’ex Inquisitore Dalish si sta espandendo con un notevole effetto-

-E in tutto questo entusiasmo ha messo la mano Leliana?- domandai

-Non solo- rispose invece il mio mago

Accennai un sorriso -Ci hai messo le zampe Fen’Harel?- scherzai

-Forse-

Poco prima di prendere parte attivamente al ballo, ancora all’oscuro in un corridoio, Charter dette al mio mago un sacco.

 

-Yennefer Ellena Lavellan ex Inquisitore- trattenni un lamento al mio nome completo. Il mio primo nome era inusuale tra gli elfi, non so dove lo avesse sentito mia madre. Il secondo tradotto “colei che può fare qualunque cosa” me lo aveva dato mio padre e non mi dispiaceva anche se non lo usavo mai

-Ad accompagnarla il consorte, Fen’Harel il Temibile Lupo-

Mi si accostò porgendomi il braccio che accettai. Un lieve brusio dalla nobiltà si levò, tutti gli occhi erano fissi su di lui. Solas aveva indossato la sua maschera da lupo e percepii l’energia di un incantesimo. Con la coda dell’occhio notai che i sei occhi incastonati brillavano rossi come tizzoni ardenti. Ecco cosa intendeva con teatralità. La sala era più silenziosa del previsto, impressionati, ma non solo, timorosi. Trattenni un sorriso orgoglioso che invece il mio mago esibì arrogante.

Alle mie spalle iniziarono a essere presentati tutti gli altri, con un grugnito di Cassandra a fermare la sua sfilza di nomi.

L’imperatrice Celene ci osservava dal punto rialzato.

-Benvenuta di nuovo ad Halamshiral, Inquisitore- disse e nella breve pausa ricevetti una lunga occhiata, infine girò il viso -Anche al vostro accompagnatore, che è riuscito dove la vostra ambasciatrice ha tentato invano per anni-

Solas fece un impercettibile inchino -Alcuni sacrifici si è disposti a farli solo per qualcuno di caro. La mia presenza, è una di questi. È un onore essere il benvenuto-

Il sorriso della donna non si scompose.

Per le tette di Andraste! Non avrebbe potuto essere più sincero! Le mie dita si strinsero brevemente sul suo braccio nervosa. Sarebbe stata una lunga serata, molto lunga.

 

 

L’imperatrice era stranamente da sola, non avevo ancora visto Briala. Le sue tre dame di corte vicino a parlarle e a riferirle le notizie più importanti come di consueto. Era invece una piacevole novità la presenza dei sovrani Fereldiani, c’era stato un evidente fermento per tutta la serata. Era la prima volta che i principali regnanti delle due nazioni si incontravano direttamente senza mandare intermediari. La nostra presenza che invece rappresentava gli elfi si era fatta chiara ora dopo ora. Le voci giravano, e la nobiltà orlesiana era alquanto nervosa da quando aveva intuito che non era tutto uno scherzo.

Al contempo io e Solas non avevamo mai ricevuto tanti sorrisi dalla servitù, o per quel che mi riguardava vino a volontà. Avevo visto gli effetti invece sul mio lupo l’ultima volta anni prima. Potere, pericolo, intrighi e sesso… anche se non avevamo beneficiato dell’ultima parte…

-Vhenan, vedi di non esagerare…- sussurrai tenendomi stampato un sorriso sulle labbra per le apparenze. Quando possibile ci scambiavano i bicchieri, così che nessuno notasse che non stavo toccando la bevanda alcolica

-Quanta fiducia, ma fen’asha- mormorò e sorseggiò ancora un sorso dal calice con eleganza dando l’impressione che stessimo parlando di qualcosa di molto interessante. Il copricapo era stato inseguito tolto e riconsegnato a una pronta Charter.

-Lo sto solo dicendo nel tuo interesse, non abbiamo tempo di appartarci purtroppo. Sai diventi alquanto… affettuoso…-

Ridacchiò sommesso -Affettuoso? Da ubriaco mi hanno sempre descritto in molti modi, ma mai così… deve essere la tua influenza, vhenan-

-Mmm… ora dovrò chiedere a Banal'ras-

-Niente di particolarmente entusiasmante, a parte finire a vomitarsi sulle scarpe, giovane Mythal- ci arrivò la voce della spia elfica alle spalle. Quasi sobbalzai…

-Fellassan non…- si bloccò il mio lupo -…sarebbe stato d’accordo- sussurrò con una nota triste nella voce

-Il tuo amico pronto a causarmi anche lui problemi? Che fine ha fatto?- domandò

Solas non rispose guardando fisso davanti a sé per un minuto buono -Morto-

-Sicuro? Perché mi è sembrato di notare un elfo simile accompagnare l’elfa che chiamate Briala-

Il mio lupo girò del tutto la testa verso la spia elfica nascondendo a stento un’espressione sbalordita -È uno dei tuoi soliti scherzi Banal’ras? Ho reciso io stesso il suo collegamento con l’oblio. Da solo, in stato Tranquillo non avrebbe potuto sopravvivere-

-A quanto pare non l’hai fatto così bene, mi sembrava del tutto normale e in salute- replicò

-Dove?- chiese Solas

L’elfo fece un cenno con la testa -Sala da ballo, balcone-

-Accompagnala. Perdonami vhenan- disse serio

-Non fare niente di avventato e se lo vuoi fare, vorrei essere presente- lo avvertii e lo guardai andarsene appoggiando il bicchiere pieno a metà sul piedistallo di una statua, trattenendosi dallo sfoggiare un passo più affrettato

-Sei sicuro?- domandai fissando quegli occhi dorati

-È stato anch’esso mio allievo, difficile confondersi-

Osservai la nobiltà che per fortuna sembrava non aver notato il tono della nostra conversazione

Ero nervosa -Seguilo-

-Lo farei, ma lasciarvi da sola mi preoccuperebbe di più che evitargli una figuraccia. Ne andrebbe della mia vita, un futuro papae ansioso è pericoloso, soprattutto se si chiama Fen’Harel con istinti da lupo tutt’altro che repressi-

Sospirai mantenendo la pazienza, anche se quelle accortezze di Solas mi facevano piacere, in alcuni casi diventavano fastidiose -Allora andiamo, tanto dobbiamo anche confrontarci con Briala-

Non feci in tempo a muovermi che mi si piazzarono davanti le tre dame di corte dell’imperatrice, se la memoria non mi ingannava

-Dama Fleur, Couteau e Colombe- salutai tutt’altro che entusiasta

-È un onore rivederla Inquisitore-

Fenedhis! Non ora!

 

Dopo troppo tempo per i miei gusti, riuscii a liberarmene, non avrebbero potuto beccare tempismo peggiore.

Insieme a Banal’ras mi destreggiai tra i nobili, mantenendo un passo normale. Cercando soprattutto di non rimanere bloccata di nuovo in qualche discussione inutile.

Uscii sul balcone indicato dalla spia elfica, trovando i due uomini che si fissavano in cagnesco.

L’elfo alla mia destra aveva in viso i miei marchi e le iridi viola non lasciavano Solas.

Fellassan abbozzò un sorriso -A quanto pare, sono riuscito a costringerti a vivere in questo mondo abbastanza a lungo- e mi guardò -Peccato non averlo visto con i miei occhi- mi si avvicinò e il mio lupo mi si mise di fronte bloccando la sua avanzata. Lo scostai posandogli una mano sul braccio. L’interesse di Fellassan si accentuò ancora di più a quel gesto

-Se non ricordo male, i lupi fanno la tana solo quando aspettano dei cuccioli. Le hai già mostrato quella villa in mezzo al nulla da asociale che ti sei fatto fare? L’avrai usata due volte e non mi hai mai invitato…-

-Non hai mai voluto vederla- replicò Solas

Sospirai -Piacere mio Fellassan, non pensavo avrei mai avuto l’onore-

-Altrettanto. Quando ho rivisto in scena quel teatrino, ma con accanto una donna, mi è venuta la pelle d’oca- e si girò verso Solas che lo guardava scettico -Sul serio, mai avrei sperato di vederti accoppiato, figurati in questo mondo-

Sbuffò -Non sono il solo…-

-Fermi, fermi tutti. Chi altri?-

-A parte te? Abelas e me stesso- rispose Banal’ras, parlando per la prima volta

-Tu hahren!? E…- si schiarì la voce -… per le palle di Elgar’nan- mormorò -Potrebbero essere gli effetti dell’astinen…- un colpo gli arrivò sulla nuca interrompendolo e comparve Briala al suo fianco

-Forse non è il luogo adatto per mettersi a parlare fittamente in elfico- disse fissando il suo compagno che le elargiva un sorriso furbo e si rivolse verso di me -Inquisitore- e chinò il capo in segno di riconoscimento -Gli orlesiani staranno pensando che complottiamo- disse divertita

-Mi sta dicendo marchesa che si stanno spaventando sempre di più?- replicai nello stesso tono ironico

-L’entrata del Temibile Lupo ha smosso molte coscienze. Gli Dei elfici stanno tornando!- ridacchiò -E non sanno quanto possa essere crudele con i propri alleati, chissà con i nemici…- concluse dura e velenosa trafiggendo Solas con gli occhi.

Il mio lupo rimase impassibile, accusando il colpo.

La campana di richiamo dalla sala da ballo risuonò con il primo rintocco -Vogliamo tornare al problema principale?-

 

 

 

Solas si staccò il colletto dorato lanciandolo nervoso su una poltrona. Notte fonda, ci eravamo finalmente ritirati nella stanza assegnata. Guardai il mio lupo lasciarsi cadere sul letto seduto, mettendosi l’indice e il pollice agli angoli degli occhi -Ci stanno sfidando. Non è inaspettato-

Iniziai a togliere il vestito e sfilai il ferro dai capelli che si sciolsero sulle spalle -Orlais ci sta sfidando. Hai sentito Re Alistar e la Regina Anora, non hanno nessun interesse su Skyhold-

Sospirò e il suo sguardo scivolò dal mio viso lentamente verso il basso -Al Ferelden farebbe comodo una nazione elfica che faccia da cuscinetto- si slacciò il corpetto svestendosi. Recuperai da un baule gli abiti per la notte appoggiandoli sul letto. Intanto immersi le mani nella bacinella di fronte allo specchio, bagnandomi il viso -Io e Celene dobbiamo avere un incontro da sole. Questa sera è stata solo un chiarimento nelle intenzioni di tutti-

-Naturalmente, se l’imperatrice cederà qualcosa non sarà davanti ai regnanti fereldiani-

Sì spostò sul letto avvicinandosi con indosso ormai solo i pantaloni. Le sue mani grandi e calde su i fianchi, venendo tirata indietro ritrovandomi seduta su di lui, la sua pelle rovente contro la mia -Le Sentinelle sono fuori dalla porta, vhenan…- gli ricordai

Le sue labbra si posarono sulla mia schiena. Mosse una mano noncurante verso l’entrata e il balcone lanciando un incantesimo -Un ottimo punto… domani arriverà la Divina…-

-Ho sempre trovato assurda la sua elezione. Avrei accolto a braccia aperte Cassandra o Leliana, ma Vivienne? È ridicolo-

Rimanemmo in silenzio, Solas iniziò ad accarezzarmi il ventre, posai la mia mano sulla sua -Ci creerà dei problemi?- domandai conoscendo già la risposta

-Come divina dovrebbe fare da pacificatore tra le parti coinvolte, ma…-

Finii io -Dubito che Vivienne si limiti a ciò- sospirai e farsela nemica non avrebbe giovato a un ulteriore sviluppo dei nostri piani sul salvare il Thedas da un imminente crollo del Velo.

-Ricordo che andavi d’accordo con l’Incantatrice…-

Sbuffai e quasi risi -Pensi davvero che se andassi d’amore e d’accordo con il suo modo di pensare, mi sarei innamorata di te e ti avrei sposato?-

Alzò un sopracciglio -Ne deduco…- disse cauto

-Che il tuo spirito e bellezza mi abbiano abbagliato? Certamente vhenan. Semplicemente mi sono morsa la lingua sul novanta per cento delle nostre conversazioni, dicendole quello che voleva sentire-

Mi mostrò un’espressione perplessa, era senza parole. Ridacchiai davanti a quella faccia -Ma fen non avevo tempo di discutere come facevi tu con lei, parlare con Vivienne cercando di spiegarle il mio punto di vista era uno spreco di energie. Facevo prima a insegnare a un nug a leggere-

La mano risalì il ventre stringendomi un seno -Vhenan…- mormorai, in risposta ricevetti un altro bacio sulla pelle e ulteriori carezze che con il mio richiamo avevo cercato di fermare ottenendo l’effetto opposto

-Quindi quando ti avevo sentito dirle a Haven di tenere sotto controllo i maghi con discrezione…-

-Cosa? Stavi per rivalutarmi?-

-Non sapevo se avevo udito correttamente. Le tue azioni sono sempre stato l’opposto di quelle parole-

-E di tante altre con Vivienne. E lei lo sa, è evidente, ma le piace il Gioco-

Qualche altro minuto di silenzio -Non sono molto preoccupato per le Sentinelle alla porta, ma fen’asha-

Mi passai la lingua sulle labbra inumidendole -Non sono l’unica a essere rumorosa, ma fen… e anche se hai messo un incantesimo sul balcone, vorrei stare lucida e non dare un eventuale spettacolo a chi avrà tanto coraggio di entrare…-

Sospirò rassegnato -Non dovresti svelarmi i tuoi segreti in queste occasioni-

Presi la camicia da notte infilandomela -Pensieri?- chiesi apposta

-Molti, come il piegarti su questo letto- rispose con voce profonda

-Mmm…- mi staccai da lui scivolando dalla parte opposta del materasso, sdraiandomi e guardando il soffitto. Si alzò andando verso il balcone.

Il ghiaccio della trappola scattò investendo il mio mago nella nube di umidità che si creò. Immediatamente mi misi in piedi. Una presenza mi si parò davanti. Per istinto schiantai lontano da me chiunque fosse. Un mobile si sfondò. Le due Sentinelle entrarono nello stesso istante in cui quel disordine si placò e la foschia venne dispersa.

Una figura ammantata ormai pietrificata era al centro della stanza. Gli abiti erano ancora integri, Solas aveva fatto in modo di non distruggere eventuali prove e mi avvicinai frugando nelle tasche dell’assassino.

Niente. -Come può non avere nulla…-

-Non proprio nulla- disse Solas

Alzai lo sguardo verso di lui e mi si raggelò il sangue. Un pugnale. La lama trapassava la mano del mio lupo -Fenedhis! Hai bloccato il colpo?-

-Meglio la mano che la mia gola- e lo sfilò deciso con un movimento diretto e un grugnito di dolore, cadde a terra con un rumore metallico. Il sangue scese a fiotti e gli occhi gli si illuminarono guarendo la ferita. Si rivolse alle Sentinelle -Uno rimanga alla porta, l’altro avvisi Banal’ras e Leliana. Si sono mossi subito-

Rassicurata che fosse incolume, mi calmai un po’ e recuperai il pugnale. La fattura sembrava del tutto orlesiana, anche l’assassino negli abiti non poteva essere confuso con nessun altro a parte un bardo. L’Imperatrice si era già mossa? No, non è possibile, troppo presto anche per lei.

-Capo!- mi chiamò Bull ed entrò stando attento a non incastrarsi con le corna nella porta -Tutti interi?- domandò fissando con il suo unico occhio vigile il sangue ora rappreso sulla mano di Solas.

-Niente di grave Iron Bull- rispose il mio mago e il qunari con un cenno di assenso scrutò la figura pietrificata. La osservò attento, abbassando il cappuccio, un uomo, orecchie a punta.

-Ben-Hassrath- disse Bull

-Come fai a saperlo?- domandai sorpresa della sua conclusione

-È più facile fartelo vedere che spiegartelo, capo- e indicò la base del collo, ormai pietra

Notai tre semplici puntini che formavano un triangolo -Che cosa dovrebbero dirmi? Sembrano…-

-Nei?- domandò il mio mago sbirciando da dietro di me -Fenedhis…-

-Ben detto mago. Simboleggia il Triumvirato- spiegò Bull

 

 

 

 

Ma ghilana Fen’harel: guidami Temibile Lupo

Triumvirato: lo stemma utilizzato per rappresentare il popolo dei Qunari è un triangolo che simboleggia il Triumvirato del Qun: Corpo, Mente e Anima.

Il “Corpo” è legato con la figura dell’Arishok (che rappresenta le forze militare), la “Mente” con l’Arigena (che rappresenta la parte artigianale) e l’ Anima con l’Ariqun (che rappresenta la parte sacerdotale). È questo Triumvirato che governa tutta la società Qunari, per mezzo dei tre leader ad esso associati.

Ben-Hassrath: è un ordine qunari che recupera informazioni e fa indagini, in breve spie

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


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CAPITOLO 49

Vestita con la mia divisa militare formale blu notte, decisamente più adatta a nascondere il cucciolo, bussai alla porta. Fu immediatamente aperta da una guardia ed entrai, l’imperatrice era seduta dietro a una scrivania

-Lasciaci- ordinò e la guardia con un inchino uscì

Dovevo dire che era la prima volta che la vedevo senza maschera. Come avrei dovuto prendere quella scelta?

-Prego- e fece cenno alla sedia di fronte a me, mi sedetti -Date le circostanze Inquisitore, abbiamo tutti dormito poco la scorsa notte- le linee del viso erano tese in un’evidente preoccupazione

Infatti non ero stata l’unica ad aver beneficiato della visita a sorpresa di un assassino. Mi era giunta voce che Re Alistair era stato ferito nel proteggere la consorte e l’intruso abbattuto dalle guardie. Uno degli agenti di Briala aveva ucciso invece quello che aveva attentato alla vita dell’Imperatrice.

-Mi sarebbe piaciuto passare almeno la prima notte in tranquillità, ma i qunari non sembrano essere dello stesso avviso- risposi -E attaccare ognuno di noi con un assassino in abiti oltremodo riconoscibili come ostili, è stato un tocco di classe-

Il mio assassino, come quello dei regnanti fereldiani sembrava orlesiano -Il vostro?- domandai curiosa

Sospirò -Un elfo con abiti come quelli che indossano le guardie che vi accompagnano-

Una Sentinella. Rimasi un minuto in silenzio. O meglio solo il suo abito.

-Questo ci pone un nemico comune. Ho già avanzato il mio prezzo-

-Che sfiora il ridicolo-

Mi passai la lingua sulle labbra -Anche impossessarsi delle terre donate da Andraste al mio popolo-

La donna mi trapassò con lo sguardo -Un’eredità-

-E ora avete il potere di rimediare a un torto subito da un’intera razza- mi alzai nervosa -Maestà, quello che ci si profila all’orizzonte è solo l’inizio di problemi ben più gravi. Il sud unito, non solo nei regni, ma con meno ostilità tra elfi e umani riscriverebbe la storia- iniziai a camminare avanti e indietro non riuscendo a stare ferma -Stanotte abbiamo avuto un assaggio di quello che potrebbe accadere. Se voi e Re Alistair moriste si scatenerebbe il caos e guarda caso entrambi non avete diretti discendi- mi fermai con le mani incrociate al petto -Offro protezione basata su una rete di spie presente in ogni livello della società nel Thedas-

-Che questa notte ha fallito con i qunari- puntualizzò

-Infatti- non negai l’evidenza -Infiltrarsi nei loro ranghi è molto arduo e chi trova una via d’uscita difficilmente vuole ritornare con il pericolo di subire una rieducazione. I contatti sono presenti, ma esigui- mi risedetti al mio posto attendendo una risposta

Pensierosa replicò -È solo l’inizio? Cosa intendete?-

-Che ora i qunari sono la minaccia più pressante, ma il loro attacco al Concilio anni fa aveva una scopo preciso. Invadere il sud e soprattutto distruggere tutto quello che secondo loro avrebbe aiutato un ritorno del mondo senza Velo-

Allarmata mi fissò -Un ritorno? Cosa…?-

-Il Velo è artificiale Maestà, ed è sulla buona strada di svanire negli anni a venire-

Scioccata mi fissava senza parole -Il Velo è una creazione del Creatore-

Abbozzai un sorriso -In un certo senso, ma non del Creatore che intende la Chiesa. È un lascito di una guerra vecchia come questo mondo. So che può sembrare assurdo ed estremamente pagano detto da un elfa Dalish. Chiedo solo di fare un passo alla volta-

Negò con la testa -Mi scaricate addosso tutto questo e pretendete che vi creda? Potrebbe essere tutto un piano per farmi accettare-

-Maestà non sprecherei il mio tempo a ingannarvi. Il mio compagno non è altrettanto paziente in questo periodo della sua vita, e le otterrà in altro modo- e lo avevo già frenato parecchio, era passato dopotutto da “distruggerò questo mondo” a “troverò un altro modo”

-È una minaccia?-

-No, solo la realtà dei fatti. Fen’Harel non si fermerà una volta iniziato, neanche su mia richiesta e otterrà quello che vuole- ed era maledettamente vero, possedeva un esercito che solo un Dio della ribellione avrebbe potuto avere. La mano che teneva sul tavolo si strinse a pugno, un cipiglio le solcò la fronte girando il viso e continuando a non guardarmi -E ai fereldiani? Cosa avete chiesto?-

-Skyhold con i suoi territori circostanti-

-Non mi sembra molto equo. A me estorcete una terra verde e florida che crea un profitto. E ai cani fereldiani neve e rocce di nessun valore?-

-Nessun valore per voi e loro, ma per il mio popolo sì. Vorrei che sia chiaro sin da ora ad entrambi: non dovrete fermare nessun elfo, che abiti nell’alienazione o serva gli umani dal lasciare le vostre terre. Se dovessero giungerci voci di maltrattamenti alla mia gente, non sarò gentile-

-Questa è una minaccia-

-Sì Maestà- affermai

Per mia sorpresa sospirò e un leggero sorriso le solcò le labbra -Briala ne sarà felice, ha ottenuto quello che ha sempre desiderato- e si rivolse finalmente a me -Quello che mi avete riferito sul Velo…-

-La situazione è stabile, ma non lo sarà in eterno. Parlerò dopo ai regnanti Fereldiani e anche il nord del Thedas verrà messo al corrente a tempo debito. Prego voi e gli altri di guardare più alla sopravvivenza generale delle future generazioni che al solo interesse verso il vostro paese-

-Non saprei proprio immaginare la reazione delle altre nazioni. Forse il Tevinter accoglierebbe la notizia a braccia aperte, visto la loro storia. Questo però sarà argomento di discussione in futuro- prese un foglio e una piuma scrivendo qualcosa -Non posso fare spostare migliaia di persone dall’oggi al domani…-

La interruppi -Un anno. La vostra gente avrà tempo un anno per lasciare terreni e case portandosi via tutti i loro averi-

Continuò a fissarmi assorta -Il vestito di ieri sera mi è giunta voce che è stato l’invidia di molte nobili. Potreste aver lanciato una nuova moda che sarà replicata in modo goffo- si alzò e io con lei -Abbiamo un accordo Inquisitore-

Feci un breve inchino -Lo abbiamo, Maestà- mi voltai e uscii dalla porta richiudendola alle mie spalle. Lasciai libero un respiro profondo e le gambe tremarono. L’adrenalina stava esaurendo il suo effetto.

Delle mani mi sostennero e mi ritrovai a fissare Solas negli occhi -Sembra che ci siamo riusciti-

-Vorrei dissentire. È tutto merito tuo vhenan-

Ridacchiai -No, non penso proprio. Ma accetto la lusinga- mi sostenni in piedi da sola -Diamo la notizia agli altri e restiamo vigili, ci manca Re Alistar- che dubito avrebbe causato resistenze di qualche genere

 

 

-Solas!- sussurrai fissandolo sbalordita mentre mi afferrava una mano e mi portava sulla pista da ballo.

-Sempre troppo imbarazzata, vhenan- replicò con un sorriso da lupo facendomi volteggiare

Dei! Sapeva che odiavo stare così al centro dell’attenzione, però ero comunque fiera di danzare davanti a tutti quei nobili che si credevano superiori.

Alzai gli occhi al cielo -Stai ostentando cosa esattamente?-

-La bellissima donna che ho tra le braccia- si chinò sul mio orecchio in un cambio di direzione a tempo con la musica -E la mia compagna per l’eternità-

Le guance mi si scaldarono non potendo evitarlo -Bellanaris?- lo provocai

Un sorrisetto gli solcò le labbra. Seguivo i suoi passi senza indugio, rendendomi conto all’ultimo momento del casquè e del suo braccio sinistro a sostenermi la schiena piegata all’indietro. La sua bocca fu sulla mia. Il mio cervello smise completamente di funzionare, non so se per il bacio fantastico o nel farlo in mezzo a una sala gremita di gente.

Ripresi fiato e venni ritirata dritta. Solas mi prese una mano e si inchinò posando le labbra sul dorso. La mia attenzione fu distolta da lui -Orecchie flosce!- urlò Sera da bordo pista che fu prontamente fermata da Josephine e Cassandra che se la trascinarono via sotto gli sguardi indignati dei nobili lì vicino. Solas mise la mano alla base della mia schiena in modo casuale, o almeno lo avrei pensato se non lo avessi conosciuto bene -Qualcuno ti sta infastidendo vhenan?- mormorai

Con una leggera pressione della mano, mi invitò ad avanzare -Ho notato alcuni che sono rimasti impassibili al nostro bacio-

-Quanti?-

-Tre- e voltò il viso verso Banal’ras in disparte dalla folla. Con quel semplice contatto si mosse sparendone in mezzo

-Mmm…- altre spie -Non hanno maschere?-

-Non la servitù che agisce nell’ombra-

C’era qualcosa che non mi convinceva. Una sensazione che non se ne andava. Tanti occhi erano su di noi, ma eravamo osservati. Un predatore che si preparava a fare un agguato.

-Cosa?- domandò Solas notando la mia rigidità

-C’è…- non feci in tempo a finire. Una lama lampeggiò. Una linea rossa comparve sulla gola del mio lupo. L’espressione scioccata. Cadde all’indietro. Fu il caos.

La gente urlò. Si agitò cercando di allontanarsi. Non sentivo niente. Paralizzata. Non riuscivo a muovermi con la visione di Solas a terra. Sangue. Una pozza. Muoviti. Fenedhis! Muoviti!

Creai una lama di ghiaccio. Senza pensare mi trapassai la mano sinistra. Muoviti! Il dolore sbocciò violento dove mi ero ferita. Una disperazione disumana mi attraversò lo spirito. No, ti prego. No!! Mi lanciai al suo fianco infondendo quanta più magia possibile per richiudere la ferita. No. No. NO! Troppo pulita. Lineare. Profonda. Ti prego. Ti prego. Troppo sangue. Cosa posso…?

La stessa sensazione di prima alle spalle. Richiamai altra magia e udii un urlo spaventoso. Un pugnale cadde vicino a una poltiglia informe sul pavimento.

Cosa faccio? Cosa? Notai Fellassan avvicinarsi. Stava dicendo qualcosa. Non lo sentivo. Non udivo nulla. Il luccichio del pendente di Solas. Lo strappai tenendolo stretto nel pugno, con l’altra mano presi la sua. Rischiai tutto.

 

Scossa aprì di scatto gli occhi. Un soffitto. Dove ero? No, non importa. Quando? Girai il viso.

Solas era al mio fianco addormento. Delle lacrime mi bagnarono le guance. Sollievo. La ferita profonda che mi stava lacerando il cuore si stava attenuando. Studiare e rifinire gli appunti di Dorian era servito.

La luce illuminava le pareti. Mattina.  Mi rigirai verso di lui e iniziai a baciarlo sul viso, misi un braccio sul suo petto stringendolo. Le sue palpebre fremettero e aprì gli occhi assonnati -Vhenan- mormorò

Solo a quella parola sgorgarono altre lacrime. Gli presi il viso tra le mani baciandolo con passione

Mi mise una mano sulla guancia scrutandomi preoccupato -Vhenan cosa succede?-

Non risposi e lo abbracciai di nuovo infilando il viso nell’incavo del suo collo. Mi strinse a sé. Passai una mano sul suo fianco notando qualcosa di strano. Nessuna cicatrice. Mi sporsi indietro fissando il suo corpo. Nulla. Girai freneticamente la testa da una parte all’altra, era decisamente una stanza orlesiana, ma…

Con terrore spostai la mano sul mio ventre. Lo percepii lì al sicuro, piccolo e vivace. Il cucciolo era salvo e intatto

La testa mi fu afferrata tra due mani e mi ritrovai a fissare le iridi grigie del mio mago -Ti senti bene?-

No. Deglutii a fatica dalla paura -Dimmi dove siamo- chiesi di getto. Il suo comportamento era troppo normale, come se non si sentisse fuori posto come me.

La sua espressione divenne confusa e preoccupata

-Rispondimi- insistetti

-Al Palazzo d’inverno, più tardi partiamo per Skyhold-

Fenedhis! Di nuovo a questo punto? Lui non si ricordava nulla? Perché? E allora come mai…?

-Da quando dormi con me?- domandai incredula, era scappato quella volta… ho cambiato qualcosa?

Ancora più perplesso mi osservava -Devi aver bevuto più di quanto ho previsto. Eri ubriaca e continuavi a ridere, senza farci notare ti ho portato in camera e non mi lasciavi andare. Se ho fatto qualcosa di sgradito, mi dispiace- rispose serio e con quello sguardo da lupacchiotto ferito. Avevo cambiato qualcosa, non mi ero ubriacata, Josephine mi avrebbe ucciso. Senza tanti preamboli mi misi a cavalcioni, con il bacino contro il suo. Notai un’espressione sorpresa, le punte delle orecchie divennero rosa. Ah già… non eravamo ancora a quel punto. Era assolutamente attento -Vhenan…- tentò

-Zitto e ascolta, anche se forse ti sembrerà assurdo-

Merda. Merda. Ero tornata troppo indietro. Ora dovevo andare avanti, ma per farlo mi serviva il suo aiuto. Non sapevo neanche se…

Schioccai le dita. Le candele per mio sollievo si accesero e percepii stabile e potente il mio mana, anche se una buona parte si stava rigenerando lentamente.

Solas per la sorpresa cercò di alzarsi, gli piantai una mano sul petto tenendolo giù. Era completamente scioccato, ma sentii senza ombra di dubbio che si stava eccitando.

-Percepisco… un sacco di domande che vorresti pormi. Ma quello che non abbiamo è proprio il tempo. Riassunto veloce: vengo dal futuro, più precisamente sei anni da questo momento. Stiamo insieme, so chi sei, cosa vuoi fare e la più importante di tutte ar lath, ma vhenan. Abbiamo raggiunto buoni traguardi sia con i tuoi piani che nella nostra relazione, infatti siamo sposati e sono incinta-

La bocca gli si era spalancata. Mi trattenni dal ridere -Lo so è… sembro pazza. Ma ti amo Temibile Lupo con tutta me stessa. E sono qui perché…-

Il suo corpo a terra. La pozza di sangue.

Gli occhi mi si riempirono di lacrime -Perché…- balbettai. Il terrore resuscitò e mi aggredì un'altra volta, paralizzandomi

Si mosse di nuovo, ma invece di cercare di scostarmi, mi abbracciò infilando una mano nei miei capelli corti e mettendomi il viso contro il suo collo. Piansi e lo abbracciai stretto -Ti hanno… - singhiozzai

-Ucciso?- sussurrò contro il mio orecchio

Un lamento di dolore lasciò le mie labbra, continuando a piangere non riuscendo a fermarmi. Una fitta mi colpì il cuore ed esalai un altro suono sofferente spingendo il naso contro la sua pelle e stringendolo forte

-Sono qui. Sono qui, ma’arlath. Sono qui- mi accarezzò rassicurante la schiena

Dopo un tempo indefinito, riuscii a calmarmi. Respirai a pieni polmoni il suo profumo. Non volevo lasciarlo andare.

-Ma serennas, vhenan- disse dolcemente

Ora ero io confusa -Cosa?-

-Mi hai salvato la vita. Suppongo che dobbiamo ritornare nel periodo temporale giusto. Io non ho ricordo, la mia morte deve aver interferito con la mia memoria, sono fiducioso nel recuperarla al momento giusto. Odio il non ricordare di averti riempito con il mio seme fino a metterti incinta, ma fen'asha-

Rossa in viso appoggiai la mia fronte alla sua guardandolo adorante -Quel nomignolo, anche se inconsapevole te lo ricordi, ma fen-

Era decisamente rosso anche lui, dalle guance alle orecchie. Dire una frase del genere alla donna che ami e che brami di portare a letto e scoprire di averlo già fatto, ci vuole un bel coraggio. E sotto di me era duro.

Il sole si alzava lentamente all’orizzonte. Solo l’alba, se ricordavo bene non ci avrebbe disturbato nessuno ancora per un po’. Posai le labbra sulle sue in un bacio dolce e gli presi la mano mettendola sul cucciolo -Anche lui è contento di riavere il suo papae- sentii la sua magia sondarmi e come la prima volta l’espressione cambiò in una profonda felicità. Il sorriso che mi stava mostrando era magnifico, come quel calore protettivo nelle iridi.

-Come ci muoviamo? Non vorrei che se inavvertitamente cambiamo qualcosa, cambierà anche il nostro futuro-

Si fece serio tenendo lo sguardo e la mano sul mio ventre -Da questo punto in poi sai solo tu come dobbiamo avanzare. Io ti seguirò sempre e in ogni caso, se sai già tutto di me e siamo arrivati ad avere questo tesoro…- mi accarezzò la pancia -Sono tuo- e spostò il viso fissandosi sul mio. Gli misi le mani sulle guance -Sii solo te stesso vhenan, e non sbaglierai-

Abbozzò un sorriso -Ho già sbagliato parecchio. In tal caso non avresti quest…-

Il marchio sulla mia mano sinistra non era presente, al suo posto una ferita mal rimarginata aveva lasciato una cicatrice dove mi ero auto trafitta

-Fenedhis… il marchio…- disse

-L’hai distrutto, mi stava uccidendo. È una storia lunga-

Adagiò le dita sul mio palmo in modo contemplativo, passando alle cicatrici dal gomito fino alla spalla. Toccò la ricongiunzione del nuovo braccio studiandolo -Ricostruzione di un arto…- mormorò -L’assenza dell’Ancora può diventare un problema. Evitiamo le fratture e…- i suoi occhi si fermarono sul pendente a forma di lupo che avevo al collo. Lo prese tra le dita rigirandolo -Questo può aiutarti a stabilire il periodo temporale giusto. L’hai usato in questo luogo, corretto? Più ci allontaniamo, più potrebbe rivelarsi difficile-

-Dobbiamo prolungare la nostra permanenza…-

-Me ne occupo io- rispose Solas

-Come?- 

Mi fece un sorrisetto -Sono il tuo guaritore, l’Inquisitore è indisposto e non in grado di viaggiare. Posso far rimandare a domani-

-E come fugherai i dubbi che ti precipiteranno addosso?- tutti avrebbero fatto domande e a Leliana non sfuggiva nulla!

-Me ne occupo io, vhenan. Ti darò il tempo che ti serve per rimettere a posto la situazione. Non devono scoprire che non hai più l’Ancora. Sarebbe disastroso-

Non potevo che concordare. Corypheus era ancora vivo e senza il marchio ad aiutarci, il futuro vissuto con Dorian si sarebbe avverato.

Gli racchiusi di nuovo il viso tra le mani e presi possesso della sua bocca, dolcemente accarezzai la sua lingua con la mia, godendomi il momento

-Va bene. Stai attento e torna il prima possibile. Se Leliana inizia ad avere qualche sospetto…- spiegare la situazione in cui ci trovavamo ai nostri amici avrebbe richiesto tempo, troppo e c’era anche la possibilità che non ci avessero creduto. Un vero disastro. Mi scostai da sopra di lui e le mani di Solas furono sulla mia vita. Si era alzato in ginocchio e mi premeva la schiena contro il suo petto. Infilò il viso nell’incavo del mio collo, facendo respiri profondi lasciandomi infine un bacio

-Il tuo mana?- domandai

Lasciò altri baci sulla mia pelle -Non mi sentivo così bene da parecchio vhenan. Il tuo mana dovrei chiedere?-

-È una lunga storia anche questa, ma non posso dire che non mi faccia comodo accendere le candele in quel modo- scherzai

Ridacchiò sommesso -Percepisco che puoi andare molto oltre. Dorian e Vivienne si strapperebbero i vestiti-

Risi immaginando la scena. Mi baciò di nuovo e sospirò staccandosi da me, scendendo dal letto recuperando gli abiti -In una situazione normale, staremmo facendo altro vhenan- disse malizioso

Restai a studiarlo inclinando la testa -Sì, penso proprio che ora ti starei cavalcando in una situazione normale- lo provocai e anche se mi dava le spalle notai un orecchio divenire rosso -Anche se non te lo ricordi, è molto interessante averti sotto di me, oltre che estremamente piacevole- continuai

-Fenedhis!- esclamò e si infilò la maglia e la giacca rossa. Voltò deciso la testa verso di me trafiggendomi con uno sguardo famelico

Ridacchiai -Rientra nella parte del tranquillo e vagabondo eretico vhenan. Finita questa storia avremo tutto il tempo-

Senza dire una parola si avvicinò con passo sicuro. Posò delicato le dita sotto il mio mento alzandomi il viso verso di lui. Lo fissai adorante

-Jutuan ma ir rosas’da’din, ma tel’aman melin1- disse con voce roca

Un calore caldo e liquido si formò nel mio ventre, bagnai le labbra passando la lingua -Non vedo l’ora- prese possesso dolcemente della mia bocca. Si allontanò, sospirò profondamente calmandosi e uscì dalla stanza.

Mi alzai guardandomi intorno, avevo ancora indosso i pantaloni della divisa rossa e la camicia sottostante. Solas mi aveva tolto solo gli stivali e la giacca, ridacchiai immaginandolo in difficoltà a resistere nell’andare oltre. Quella storia però dell’essere tanto ubriaca dal mettersi a ridere mi preoccupava un po’. Anche se in piccolissima parte avevo cambiato gli eventi, dovevano stare attenti. Recuperai gli stivali infilandoli e misi gli occhi sul letto. Il pendente di Solas? Cercai tra le coperte e cuscini, ma non c’è n’era traccia… che si fosse sbriciolato? Sul palmo della mano osservai il mio, ne percepii la magia legata ad esso. Indubbiamente non era di questo tempo, non solo perché lo sapevo, ma la carica magica era insolita. Lo rigirai tra le dita, avevo cambiato il futuro e ora stavo giocando con il passato. Solas adesso era a conoscenza che sapevo chi fosse, in un momento temporale dove non sarebbe mai successo nelle sue più folli fantasie. Senza rendermene conto avevo già distorto i fatti. Dovevo porre una pezza, se non lo avessi fatto il futuro che ci aspettava mi sarebbe stato completamente ignoto. Fenedhis!

La porta attirò la mia attenzione vedendolo rientrare. Si avvicinò con quel sorriso da lupo -L’ambasciatrice mi ha anticipato, avendo notato il tuo stato di ieri sera. I consiglieri resteranno qui fino a domani con noi, gli altri partiranno oggi-

Mi passai una mano sulla faccia -Bene…- risposi con poco entusiasmo

-Vhenan…?- risentii il suo tono preoccupato

Dovevo riparare al danno causato, subito -Mi devi fare una promessa cuore mio- dissi seria

Mi fissò -Ma nuvenin- e portò le braccia dietro la schiena nella sua postura abituale

Lo osservai tenendo a bada un istinto selvaggio che voleva per iniziare abbracciarlo -Promettimi che restai fedele a te stesso anche con tutto quello che sai su di noi. Il tuo dovere dovrà venire prima di tutto e non ci piacerà, vhenan. Quando sarà il momento ti troverò da sola- mi posai la mano sul ventre -Fallo per lui. Ti chiedo solo di essere in ogni situazione che ci capiterà davanti, l’uomo di cui mi sono innamorata, il mio Temibile Lupo- conclusi fissandolo negli occhi dove notai un lieve riflesso argentato. Si avvicinò non distogliendo la sua attenzione da me, si fermò quando fummo faccia a faccia e sentivo il suo respiro -Te lo prometto sulla mia vita- rispose risoluto -Vi voglio e farò tutto il necessario per avervi-

 

Bellanaris: per sempre/per l’eternità

Ma nuvenin: come desideri

1: ti farò venire così tanto che non ricorderai il tuo nome

Ciao a tutti! State bene? Come vi è sembrato il capitolo? Troppo semplice con l'Imperatrice? Non ne sono del tutto convinta, ma devo dire che potrei trovarlo anche fattibile se ci si è lasciati in buoni rapporti con Celene.
Invece per il nostro Solas vi siete un po' spaventati? A scrivere la scena mi è venuto male al cuore, infatti ho dato a Yen una soluzione veloce e sciogliere sul pavimento l'assassino una piacevole vendetta. Al prossimo capitolo!

P.s. sto cercando di ritornare a pubblicare una volta al mese, ma non posso promettere nulla. Fate conto che quando voi leggete questo capitolo io ho gia quasi finito, se non pronto il prossimo. Capitere che per questioni di trama devo essere qualche passo avanti senza che vi faccia trovare incongruenze

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 50

Stavo mangiando un biscotto quando Solas prese un sorso di tè esibendo una faccia disgustata

-Indubbiamente sarebbe da me, ma non eri ancora…?-

-Difficile, stavi a una certa distanza dai letti in mia presenza- lo presi in giro

Ridacchiò -Il lasciarti con nostro figlio… Anche il solo giacere con te nell’inganno… Non…-

Finii la frase -Non sarebbe stato da te. Direi che mi sarei arrabbiata molto in tal caso, dubito ci sarebbe stato perdono- risposi con una vena vendicativa nella voce -Non intendo approfondire la conclusione a cui sei arrivato da solo anche se esatta. Ho massima fiducia in te-

Inclinò il viso come un lupo che vede e sente qualcosa di insolito, facendo scivolare gli occhi sul mio corpo. La sensazione di quello sguardo bruciava sulla pelle.

-Ne sono profondamente onorato, vhenan. Hai recuperato abbastanza mana?-

Percepii dentro di me il mio potere, non era al massimo ne avevo decisamente consumato molto. Ora capivo meglio perché era disposto ad usare un Titano di Lyrium rosso nel caso avessimo dovuto ritornare ai tempi di Arlathan -Sì, ma non del tutto. Però in questo caso potrai darmi una mano se necessario-

Sorrise -Naturalmente- restò con lo sguardo fisso davanti a sé assente. Avrei potuto vedere gli ingranaggi del suo cervello al lavoro.

-Cosa?- domandai

Sbatté le palpebre e mi rivolse un’espressione sorpresa, poi abbozzò un sorriso -Sei anni insieme hai detto cuore mio? Avrei potuto supporre molto più tempo. Tra noi però è sempre stato così dai primi giorni o sbaglio?-

Non specificai che erano in realtà tre anni effettivamente insieme, meno sapeva meglio era -A parte le divergenze sui Dalish?- lo punzecchiai e abbassò gli occhi subendo il colpo -Hai una mente interessante. Sei interessante e mai banale. Trovo il tuo aspetto, il tuo modo di fare e il tuo portamento estremamente intriganti. Sembri essere stato fatto apposta per me, ma fen- Mio lupo, aggiunsi apposta in conclusione. Lo spirito a cui ero legata mi influenzava molto quando si trattava del nostro rapporto di coppia. Stessa cosa avveniva da parte sua, si era fatto sempre più forte per entrambi.

-Vieni- disse porgendomi la mano

Inclinai la testa confusa

-Vieni da me- ripetè con un tono da comando che mi provocò un brivido piacevole lungo la schiena. Mi alzai e mi sedetti sulle sue ginocchia, appoggiai la guancia contro la sua spalla e iniziò ad accarezzarmi la testa fino a lasciarmi un bacio sui capelli -Devo essere sincero-

Alzai il viso verso il suo e incatenammo le iridi

-Se avessi l’Ancora non mi farei sfuggire l’occasione del mio potere ritrovato. Ucciderei Corypheus riprendendomi la sfera oggi stesso-

-E non avresti bisogno dell’inquisizione-

-No, ma sta svolgendo nelle sue possibilità un ottimo lavoro. Dopotutto la guida una persona meravigliosa che sembra fatta apposta per rimediare ai miei errori-

Lo schiaffeggiai sul petto -Stupido…- sbuffai divertita

 Ridacchiò lasciandomi un bacio sulla fronte

 

Concentrai il mana sul pendente che iniziò a sollevarsi dal mio palmo. Il mio mago mi posava una mano sulla spalla pronto ad intervenire. Sospirai profondamente, avevo una sola possibilità. L’ideale sarebbe stato tornare poco dopo l’ass… Dopo poco che Solas... Bhe... Quello. Ecco. Come eravamo scomparsi dovevamo ricomparire.

Chiusi gli occhi e detti fondo al mio mana. Seguii la traccia di energia temporale che sprigionava il pendente. L’unico sul pavimento quel giorno sarebbe stato l’assassino ridotto in poltiglia da me.

Uno squarcio davanti a noi si aprì. Presi per mano il mio lupo ed entrammo.

 

 

Stordita mi ritrovai con il viso premuto contro il petto di Solas che mi teneva stretta tra le braccia. Entrambi respiravamo pesantemente, non muovendo un muscolo.

Dei continui flash d’immagini mi passavano davanti agli occhi.

La sera in cui mi aveva lasciato, stava venendo cancellata da un Solas che mi stringeva le mani e se le portava alle labbra baciandole, chiedendomi se volevo legarmi a lui.

Corypheus che veniva intrappolato nell’oblio dall’Ancora per mia mano, scomparve. Al suo posto Solas con un bagliore negli occhi lo disintegrò con un movimento del bastone agendo a una velocità straordinaria. Rimasi sorpresa, ma in quel momento non indagai oltre. In mano stringeva la sfera che ripose nel suo zaino e io mi affrettai a chiudere la breccia in modo definitivo.

Non era scomparso. Non se ne era andato. Mi risuonarono nelle orecchie i gemiti della notte passata a festeggiare a modo nostro.

I momenti in sua assenza scomparvero. Se ne andava per qualche mese e poi tornava, come risposta mi diceva che stava cercando gli antichi elfi per approfondire le sue conoscenze sulla sfera. Gli credevo.

I qunari attaccarono durante il Concilio. Cercavano l’agente di Fen’Harel. Durante un assalto nel Crocevia ce ne erano troppi. Molti di più. Solas li pietrificò tutti svelandosi a noi, a me. Liberammo il drago e uccidemmo la Viddasala. E fu il tempo delle spiegazioni. Ci furono urla arrabbiate. Dorian cercò di prendere a pugni Solas. Leliana voleva tenerlo d’occhio. Scacciai tutti furiosa che non me lo avesse detto prima e rimanemmo infine da soli. L’Ancora iniziava ad essere troppo instabile e mi causava dolore. Persi il braccio. Solas con Dorian mi assistettero per la ricostruzione del nuovo.

L’inquisizione fu sciolta.

Alcuni ricordi scomparvero come mai avvenuti. E non lo erano. Non più. Altri presero il loro posto e invece che soli, eravamo insieme.

Altri ancora, per fortuna, rimasero invariati.

E… mi toccai il ventre, il cucciolo c’era. Ma un ricordo, più di uno, a decine mi investirono. Il dolore del parto, un corpicino morbido, una testolina con folti capelli ramati, dei piccoli occhi viola identici ai miei. I suoi primi passi e parole. Fenedhis…

Sbattei le palpebre e avevo la bocca aperta come un pesce. Io non… Dovevo sedermi. Solas mi guardava con la stessa espressione inebetita -Tre anni…-

Sì lo sapevo…

-Avise- ripetemmo insieme -È con Elen e Abelas- facendoci ancora eco a vicenda. La nostra bambina è con mia sorella. Sorrisi, la mia bellissima da’len.

Strinsi le mani contro la giacca di Solas sentendolo sempre più presente contro il mio corpo.

Alzai il viso e ci fissammo negli occhi -Bentornato, vhenan-

-Ma serennas ma’arlath- e unì le sue labbra con le mie in modo dolce, mi sciolsi letteralmente tra le sue braccia.

-Dobbiamo fare mente locale. Lo sappiamo di averla, ma…-

-È anche una novità- finì la mia frase

Diavolo se lo era… accorgendomi di un senso di perdita a non averla vicino in quel momento. Avise. Fiamma.

-Merda, sembra la fine del mondo! Siete scomparsi e vi ritrovo qua? Che è successo Amethyst?- esclamò Varric

Ci voltammo entrambi verso il nano che mi sembrava alquanto scosso

-È… complicato da spiegare…- risposi esitante

-Sarà meglio che vi inventiate qualcosa. Sembra sia appena stato macellato un animale nella sala da ballo-

-Qualcosa del genere in effetti…- mormorai spietata

 

-Re Alistar, queste sono le identiche parole con cui ho esposto la situazione all’imperatrice- conclusi pacata

-Capisco, è inevitabile?- domandò serio il sovrano

-Lo è maestà, la caduta del Velo avverrà. E prima che succeda intendiamo preparare tutti nel miglior modo possibile. Resteremo in contatto-

-Confido in voi. Potrebbe rivelarsi più disastroso di un Flagello-

-Questo mondo è stato teatro di eventi più catastrofici di cui abbia ricordo la razza umana, ed essi si stanno ripercuotendo ora. Io e il mio compagno non permetteremo che avvengano. Sicuramente un aiuto di collaborazione sarebbe ben gradito da tutto il Thedas-

Sospirò -Vi siete posti un nobile ideale-

Ridacchiai -Potrebbe essere più egoista di quanto sembri questa scelta, maestà. Lo faccio soprattutto per i miei figli. La regina Anora sta bene?-

Sorrise -Si scusa per l’assenza, ma la nausea non le dà tregua- disse con un accenno di imbarazzo

-La capisco benissimo, potrei suggerire del tè allo zenzero? Fa miracoli-

Sorpreso mi fissò -Oh… certo, glielo riferirò. Le mie congratulazioni, presumo?-

Sorrisi -Grazie maestà, altrettanto-

 

Appena fuori dalla porta una spia mi si piazzò davanti con una missiva. La presi e se ne andò con un cenno.

Aprii la lettera:

Incontro con la Divina annullato. Imboscata sulla strada. Incolume, ma furiosa per l’affronto. Attendo sviluppi.

U.

Contenta che Vivienne stesse bene e altrettanto che non l’avrei rivista, non ci tenevo particolarmente. I qunari stavano facendo arrabbiare proprio tutti.

Finalmente era tutto finito per il momento, con passo sicuro mi diressi verso le mie camere per fare i bagagli. Non vedevo l’ora di tornare il più in fretta possibile alla base principale dalla mia bambina. Aprii la porta e ritrovai Solas che aveva già sistemato tutto

Alzai un sopracciglio e sorrisi -Già fatto, vhenan?-

-Sì e se tu hai concluso, possiamo prendere l’Eluvian-

Notai il mio zaino accanto al suo più che pronto, al baule avrebbero pensato le Sentinelle

Sorrisi -Mi cambio e arrivo…- una specie di sfarfallio all’altezza della pancia mi fece bloccare dubbiosa. Cos’era stato? Posai una mano sul ventre accarezzandomi. Accigliata lasciai perdere e continuai a cambiarmi. La sensazione non mi era del tutto estranea, ma questa sovrapposizione tra due realtà che si erano unite in una sola, certe volte mi confondeva. Essere venuti a conoscenza di avere già avuto una bambina da tre anni mi scioccava ancora. Sapere però che aveva le orecchie, i capelli e le labbra del padre mi emozionava molto. Il resto lo aveva preso da me, gli occhi e il naso erano i miei. Ed era un piccolo terremoto che balbettava.

Un altro sfarfallio mi bloccò. Il cucciolo iniziava a muoversi? Mi guardai e dopotutto la pancia non era così invisibile come me la ricordavo, per fortuna la divisa militare che avevo portato per la maggior parte del tempo la nascondeva in modo efficace, non sarebbe più bastata neanche quella però.

-Tutto bene, vhenan?- domandò Solas alle mie spalle

Mi infilai la giacca di pelle che faceva parte dell’armatura e mi voltai -Tutto bene, ma presto dovrò stare tranquilla e con abiti più larghi-

-Si è mosso?- chiese con una vena di eccitazione nella voce facendosi più vicino

Sorrisi -Forse qualcosa, ma è ancora troppo leggero, non sentiresti nulla- dissi mentre posava la mano sul mio ventre e percepii la sua magia sondarmi, lasciandomi un bacio veloce sulle labbra -Hai ragione, ci vorrà ancora un po’. Sta crescendo bene-

-Naturalmente, sarà bellissimo come la sua sorellina che non vedo l’ora di prendere in braccio-

Sorrise sereno -Anche io, mettiamoci in cammino-

 

Al calar della sera avevamo raggiunto la destinazione. Gli ultimi messaggeri si stavano rivolgendo ad Abelas che con la coda dell’occhio ci vide, liberandosene in fretta

-Spero sia andato tutto per il meglio- disse a Solas quando ci fummo avvicinati abbastanza -Mia Signora- mi salutò con un cenno del capo

-Poteva andare peggio, ma non abbiamo ricevuto un’estrema resistenza. Per adesso possiamo dire di avercela fatta- risposi

-Abbiamo avuto un’esperienza insolita. Domani ti metterò al corrente dei particolari. Dov’è…- disse Solas

Lo precedetti -Avise?- non la vedevo solo da una settimana, ma sembrava molto più tempo

Abelas sorrise -È nel giardino con Elen. Sta… avendo un notevole effetto su entrambi-

-Devi dirci qualcosa?- domandai con un sorriso e curiosa

Arrossì leggermente -No mia Signora. Spero stiate bene?- si affrettò a rispondere

-Mai stata meglio, il secondo cucciolo inizia a farsi sentire-

-Ne sono felice-

Presi per mano Solas e mi avviai da nostra figlia e mia sorella.

Appena notai la testolina ramata che rideva ad Elen, mi misi quasi e correre e la chiamai -Avise!-

Girò gli occhietti color ametista verso di me e spalancò le piccole braccia. La sollevai stringendomela al petto, respirando il suo profumo -Mmm… mamae- balbettò. Le lasciai un bacio sulla guancia -Ciao Avise, la mamma starà con te il più possibile ora. Mi sei mancata tanto- le piccole braccia mi strinsero attorno il collo e poi iniziò di nuovo a balbettare verso Solas -P.. pae… papae-

Sorridendo la passai a Solas che a sentirsi chiamare così sembrava si fosse illuminato come una torcia di velfuoco. Se la strinse contro baciandola sulla fronte -Mi sei mancata cucciola. Cosa hai fatto con la zia?- le domandò euforico

Restai per qualche secondo ad ammirare quel nuovo lato di Solas. Era decisamente un adorabile lupacchiotto, avrei potuto vederlo scodinzolare, con la sua cucciola che gli stava mettendo le manine sulla faccia

-Ciao anche a te- udii provenire da Elen

Mi girai verso di lei e sorrisi -Scusa, ci è mancata un sacco. Ha fatto la brava?-

-È stata bravissima, ha giocato con Shani, Miriel e Nala-

Ridacchiai -Vi ha tenuti impegnati-

-E non vuole saperne di dormire da sola. Ma direi che la devo ringraziare…-

-Lo so inizia ad essere grande, cercheremo di abituarla prima che arrivi lui o lei- risposi posandomi una mano sul ventre -Ringraziare?-

-Sì devi vedere come la guarda Abelas e anche io. Ci stiamo pensando…- disse emozionata

-Tocca a me diventare zia?- risposi

Alzò le mani con i palmi verso di me -Calma, ci stiamo pensando. Pensando più seriamente di come abbiamo mai fatto però-

Sorrisi -Papà si agiterà- replicai ridendo

-La mamma sarà contentissima. A proposito mi ha scritto di andare a trovarla. Vuole vedere la sua nipotina-

-E non la figlia e il suo ragazzo che verrà scambiato per Dalish?- la presi in giro

Sbuffò -Penso inizierò ad anticiparle qualcosa per lettera. Non voglio che mettano in difficoltà Abelas-

-Abelas in difficoltà?- risi -Stai scherzando? Resterà stoico e serio, spiegandosi in modo pacato-

-Sì, sollevando ancora più domande…- si passò una mano nei capelli -Hai mai pensato di dire loro tutto? So che sarebbe difficile da accettare, ma… è la nostra storia. Dovrebbero sapere come siamo arrivati a questo punto. Cosa avevamo e cosa state facendo per riprendercelo-

-Concordo- rispose Solas, fissando sempre Avise tra le sue braccia, coccolandola.

-Io…- sospirai -È il momento?- domandai a nessuno dei due in particolare, ma più a me stessa

-È la nostra famiglia, il nostro clan. Con chi vorresti provare per primi?- disse Elen

-Hai ragione- mormorai -Solo… ho paura della reazione. Ancora di più rispetto a dei completi estranei. Tu no?-

-Sì, ma voglio pensare che capiranno, o almeno ci proveranno. Ti stai avvicinando a dover scendere su un campo di battaglia, no?-

Alludeva alla rivoluzione, se con Orlais si poteva avere una parvenza di discussione, con il Tevinter sarebbe stato inutile.

-Che preferirei evitare…  Sai mi piace stare tranquilla a coccolarmi mia figlia, meno stare a guardare mentre mando la nostra gente a morire- risposi

-Questa colpa spetta a me, vhenan- e alzò il viso dalla cucciola per voltarlo sul mio. Avise non si lasciò sfuggire l’occasione decidendo che era un ottimo momento per afferrargli il naso.

Risi e lui con me, mentre allontanava la manina con dei baci che fecero ridere nostra figlia.

 

La adagiai a letto in mezzo a noi, scostandole i capelli dalla fronte. Dopo il bagno era crollata, mi distesi anche io osservando il piccolo petto che si abbassava e alzava lentamente.

La porta si aprì piano e Solas entrò silenziosamente con il suo passo felpato, mi sorrise e andò a cambiarsi. Lo vidi svestirsi e spostarsi in bagno seguito dal rumore dell’acqua.

Posai il viso sul cuscino rigirandomi su un fianco, la posizione era la più comoda anche se in seguito con la crescita della pancia, avrei dovuto stare attenta che Avise se si fosse agitata nel sonno non mi tirasse qualche calcio.

Solas si sedette attento sul materasso e si stese piano per non svegliarla -Tra poco butterà giù dal letto entrambi…- sussurrò

Sorrisi -Ci butteranno giù- precisai

Lui ridacchiò sommesso, si alzò su un gomito e dette un bacio sulla fronte ad Avise che non fece una piega e poi si sporse verso le mie labbra catturandole -Notte vhenan-

-Notte, ma fen-

 

Aprii gli occhi, assonnata vidi Avise appiccicata a suo padre con la testolina sulla spalla. Dormivano entrambi profondamente. La luce iniziava a filtrare dalla finestra e dovevo per forza fare pipì. Mi alzai piano e corsi in bagno. Una volta finito tornai distendendomi a letto, era ancora molto presto. Passai una mano sul ventre ormai arrotondato e che sarebbe diventato ancora più ingombrante. Percepii quello sfarfallio che stava diventando familiare e sospirai, provando a riaddormentarmi. Udii Avise mugugnare, voltai il viso e vidi Solas posarle una mano sulla testa, smise tornando a dormire serena. Anche se con il Velo e così piccola, aveva mostrato già la sua magia per mia sorpresa. Solas al contrario era sembrato aspettarselo e alquanto orgoglioso della sua precocità si era assunto il compito di vegliarla durante il sonno. Anche perché il rischiare che bruciasse le coperte non sarebbe stato piacevole.

 

-M… Mae…- cosa? Un leggero colpo mi arrivò sul viso facendomi saltare. Aprii gli occhi ritrovandomi Avise che mi fissava sorridente -Mamae sveia!-

-Da’vise, lascia riposare la mamma- disse Solas prendendola in braccio -Andiamo a fare colazione, la mamae dopo ci raggiunge-

Il mio lupo mi fece l’occhiolino e intanto uscirono dalla camera. Mi ero riaddormentata e svegliata di soprassalto. Sospirai cercando di fare tornare il cuore a un battito normale. Un po’ mi spiaceva, ma doveva iniziare a dormire da sola. Ripassai la mano sul ventre e di nuovo quello sfarfallio si fece vivo. Non avevo più sognato il cucciolo, si vede che era troppo impegnato a crescere e a iniziare a farmi andare più spesso in bagno. Mi misi seduta, dovevamo ancora valutare la scelta del nome. Solas mi aveva proposto qualcosa, ma nessuno che mi convincesse per il momento. Sospettavo però che l’ispirazione sarebbe giunta un po’ più facilmente quando lo avrei avuto tra le braccia. Quando avevo avuto Avise, quei capelli ramati avevano indirizzato senza dubbio su quel nome, e che la sua prima magia fosse stata dare fuoco accidentalmente a un suo giocattolo di legno, aveva confermato che ci avevamo azzeccato. Oh sì, sarebbe stata un bel grattacapo. E da quel poco che mi diceva l’istinto sul cucciolo anche lui non avrebbe scherzato, maschio e femmina fosse stato.

Decisi di alzarmi e vestirmi, andando a fare colazione.

Vidi Mithra, che aveva deciso di venire per un certo periodo da noi, per vedere con i suoi occhi in che situazione eravamo. Ma ero anche sicura che Solas l’avesse convinta per assistermi quando ci sarebbe stato bisogno e nei prossimi mesi. Con la prima gravidanza era stato estremamente apprensivo, certe volte adorabile, altre insopportabile. Questa volta, per fortuna, l’esperienza o entrambe, si stava controllando di più. Sarà perché poi Avise era stata una sorta d’incidente, non usavamo ancora l’incantesimo apposito. Avevo un anello incantato che ogni donna al clan possedeva per evitare il concepimento e veniva dato direttamente dalla Guardiana. L’anello però scoprimmo che era andato in contrasto con l’incantesimo presente su una collana che mi aveva regalato proprio Solas, trovata in uno dei suoi “viaggi per cercare informazioni sul Focus”. Quindi io non me lo sognavo nemmeno, Solas non ci aveva pensato e oltre a un nuovo braccio, aveva scoperto nostra figlia per primo insieme a Dorian.

Mithra mi salutò e mi ritrovai subito con una sua mano sul viso e l’altra sul ventre, aveva uno sguardo apprensivo

-Lethellan…- dissi incerta

-Vi avevo detto che non era per nulla una buona idea! E i viaggi nel tempo non sono una passeggiata!-

-Ma Solas...-

-Lo so! Fenedhis! Per questo non era per nulla una buona idea!-

Mi si scaldò il cuore vedendo quanto era preoccupata -Sto bene-

-Spetta a me dirlo- e mi lanciò uno sguardo piccato

Restai zitta. Era proprio arrabbiata -Ir abelas…-

Sbuffò -Di aver salvato Fen’Harel? Quello che hai provato non posso immaginarlo, ma neanche lo sforzo a cui ti sei sottoposta sono un toccasana! Hai superato la parte più delicata, ma… fenedhis…-

Deglutii spaventata a cosa stava insinuando -Io… mi dispiace… starò attenta e tranquilla…- mormorai

Sospirò profondamente e l’espressione divento più dolce -Bene e sappi che ho già sgridato Solas-

E me lo ero perso? -Oh… ehm… ok?-

Un cipiglio alzò le sopracciglia -Mi pare abbia compreso- tolse le mani -Stai bene, ma non devi stressarti, chiaro?-

-Ehm… con stress intendi…-

-Il non rischiare la vita…- rimasi zitta e incerta se chiedere… e a causa della mia faccia mi mostrò un sorrisetto malizioso -Non mi pare tu abbia avuto problemi con Avise no? Basta che non esagerate-

Arrossii leggermente -Ottimo…-

Ridacchiò -Vai a mangiare lethellan-

Con un sorriso e un cenno del capo la salutai, avviandomi dal mio lupo e la mia cucciola.

 

 

 

Da’vise: piccola fiamma

Ciao a tutti! Sorpresa eh? Non ve l'aspettavate, dite la verità! XD Neanche io finchè non ho deciso di prendere la palla al balzo e mi sono detta: ma perchè no?
Dopo l'errore madornale non può mica rimanere tutto uguale, ma magari sarebbe andata così, e Bioware ci fa soffrire... maledetti...

Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!

 

 

 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 51

Le risate di Avise mi distrassero dalla lettera che avrei dovuto leggere. Stava cercando di acchiappare una farfalla che Solas aveva creato con la magia dell’acqua. Ogni volta che riusciva a prenderla si dissolveva bagnandole le mani, riapparendo in seguito poco lontano da lei. Correva, o meglio barcollava e se finiva a terra non si dava per vinta, doveva prenderla, anche in modo non tradizionale.  Una fiammella grande quanto quella di una candela partì dalle sue manine e vaporizzò la povera farfalla. Tutt’altro che delusa rise ancora e io ridacchiai, lasciando da parte il foglio. Mossi le dita da cui presero vita dei giochi di luce, un piccolo arcobaleno le danzò davanti agli occhi restando a guardarlo affascinata -Da’vise vieni, andiamo a trovare il papae?-

Mi guardò entusiasta -Sii! Papae fen!-

Ridacchiai alzandomi dal mio posto sotto all’albero nel giardino della base principale e prendendola in braccio, finché potevo ne approfittavo. Le spostai delle ciocche ramate dietro le orecchie -Allora da'fen, vuoi un fratellino o una sorellina?-

Si concentrò mostrandomi un’espressione buffa e le lasciai un bacio sulla fronte -So… soreli.. na-

-Una sorellina? Vediamo se sarai fortunata, così poi il papae sarà beato tra le donne-

Avise iniziò a indicare a destra, un elfa stava portando verso la locanda un cesto con della frutta -Hai ragione, è quasi ora di cena, ma prima dobbiamo recuperare il papà che lavora troppo. Dimmi se lo vedi- iniziò a guardarsi in giro e prese di nuovo ad agitarsi -Papae brilla-

Mi girai dalla parte che aveva attirato la sua attenzione -Già, il tuo papà sta proprio scintillando- il sole al tramonto lo stava investendo e l’armatura ne rifletteva la luce

Ci avvicinammo e gli occhi di Solas si posarono su di noi con un sorriso, fiondandosi a prendere Avise -Papae brilla!-

Confuso la fissò -Brillo?-

Risi e gliela passai -Come al solito sei scintillante, vhenan- facendo cenno al metallo che lo rivestiva

Ridacchiò e se la strinse sulla pelliccia di lupo che nostra figlia afferrò possessiva. Avevamo trovato un espediente per farla dormire nella camera accanto alla nostra. La pelliccia aiutava a farla addormentare, tenendo però sempre una candela accesa, il buio era un problema.

-La cucciola ha fame, noi due pure- e mi misi una mano sulla pancia -E tu ti stai trascurando vhenan, hai mangiato a pranzo?- non lo avevo visto per la maggior parte del giorno

-Mamae sgrida papae- disse nostra figlia

Ridacchiai portandomi una mano sulla bocca. Il mio lupo sorrise e si chinò sull’orecchio di Avise sussurrando qualcosa, e la piccola iniziò a ridere. Alzai un sopracciglio divertita -Cosa state complottando?-

Avise continuò a ridere nascondendo la faccia nella pelliccia.

-Assolutamente nulla, vhenan- rispose Solas con un gran sorriso trattenuto e una falsa innocenza. Negai con la testa e mi avvicinai, posandogli una mano sul viso baciandolo -Non credere di scamparla, ma fen-

Sorrise giocoso trattenendomi contro di lui dalla vita e prendendo possesso delle mie labbra -Non voglio fuggire, al contrario starti molto vicino- sussurrò e premette di nuovo la bocca sulla mia -Chi ha fame?- domandai rivolgendomi ad Avise che replicò immediatamente -Io!-

-Allora andiamo-

 

-Dorme?- sussurrai a Solas che stava socchiudendo la porta della camera accanto. Si avvicinò distendendosi a letto e prendendomi tra le sue braccia, stringendomi a lui quanto permetteva la pancia

-Dorme- rispose prendendo possesso della mie labbra insinuandosi con la lingua e posando una mano sul ventre tondo -Meno male che hai quella pelliccia e ha gli stessi gusti di sua madre- dissi con un sorriso perdendomi nelle sue iridi grigie ardesia. Posai di nuovo le bocca sulla sua -Sei sicuro di voler andare da solo ad Antiva e Nevarra?- stavamo informando delle condizioni del Thedas i vari regnanti. Le decisioni prese da Orlais e Ferelden si erano diffuse a macchia d’olio mi informava Leliana, nonché in primo piano il coinvolgimento dell’ex Inquisitore accompagnato da Fen’Harel. Tutti infatti erano curiosi del motivo della nostra presenza all’evento e i pettegolezzi viaggiavano.

-Non intendo esporti più di quanto ho già fatto vhenan- rispose serio

-La mia presenza beneficerebbe alla causa, lo sai che ho ancora parecchia influenza-

Prese ad accarezzarmi la pancia -Lo so Inquisitore, ma ti prego di accettare il consiglio di questo umile apostata-

Trattenni delle risate, alzai gli occhi al cielo e mi lasciai cadere meglio distesa supina -O vuoi che Mithra metta fine alla mia vita?-

Ridacchiai -Questa volta però non vorrei perdermela per nessun motivo. Mi ha messo al corrente l’altro giorno che sembravi aver capito-

-Non invidio Narim- replicò con un cipiglio assorto

Sospirai arrendendomi -Tagliente come una lama*. Va bene, dopotutto mi ritrovo stanca senza accorgermene- se comoda mi appisolavo per quanto possibile con Avise, e Cole compariva in mio aiuto in quei momenti di stanchezza. Al risveglio li avevo trovati a fare corone di fiori e metterle in testa al mio lupo o ad Elen.

Solas infilò il viso nell’incavo del mio collo iniziando a darmi dei baci lenti e dolci. Gli posai una mano sulla testa accarezzandolo sfiorando la punta dell’orecchio, in quel momento udii un lieve ringhio. Sorrisi compiaciuta -Allora non sono solo le mie sensibili, ma fen-

Percepii le labbra distendersi in un sorriso contro la pelle, leccandomi e facendomi sentire i denti, non riuscii a trattenere un brivido di piacere. Intanto con un movimento pigro continuava ad accarezzarmi il ventre -Quando Avise sta con tua sorella?- domandò con voce roca in un mormorio continuando con quell’assalto piacevole. Sorrisi divertita che ora per stare da soli dovevamo pianificarlo, non lo avrei mai pensato -E se lasciassimo fare alla fortuna? A Skyhold funzionava tutto sommato bene-

-Funzionava o passavi molto spesso dalla rotonda, ma fen’asha?-

-Non mi sembrava che quelle distrazioni non ti piacessero, ma fen- replicai mettendo la mia mano sulla sua sul ventre

-Mmm… ma dovevo solo baciarti. Stavo pensando a qualcosa che ti facesse battere il cuore più forte-

Sorrisi appoggiando la testa alla sua e lui mosse la mano sotto alla mia intrecciando le dita -E che adesso c’è solo Avise, come faremo con tutti e due?- replicai divertita e sopraffatta al pensiero

Ridacchiò -L’Oblio potrebbe venirci in aiuto…-

-Con una figlia somniari come il padre?- sospirai -Finchè saranno piccoli… ma non mettiamo le mani avanti troppo presto, anche se sento il dovere di farlo, visto quanto impara in fretta a soli tre anni- e ne ero molto orgogliosa, rischiavo però di non riuscire a tenermi al passo

Solas si puntellò con un gomito sul materasso fissandomi in viso con un sorriso dolce -Non sei sola in questo, vhenan. Educheremo i nostri figli, trovando anche il tempo di farne altri- disse con un tono del tutto divertito

Trattenni un sorriso cercando di trasformarlo in un’espressione indispettita -Scemo…- e mi girai su un fianco dandogli le spalle. Lo udii ridacchiare e un suo braccio mi passò sulla vita, in quell’attimo percepii uno sfarfallio dal cucciolo e abbozzai un sorriso. Solas mi diede un bacio nei capelli -Notte, cuore mio- in risposta intrecciai di nuovo le dita con le sue.

 

Giocare a Grazia Malevola con degli elfi millenari non era divertente. Lanciai le carte all’ennesima partita persa -Mithra devi conoscere un trucco non è possibile- mi lamentai, non mi sembrava di essere così male, anche se dopo la quinta persa di seguito non ne ero più così sicura

-Nessun trucco, sei solo continuamente distratta- disse mischiando le carte -Non pensavo che l’assenza di Fen’Harel ti rendesse così…- si arrestò al mio sguardo ferito. Sì mi mancava, era stupido e poco controllabile. Sorrise lievemente -Ir abelas, comprendo la tua paura, visto quello che è avvenuto ad Halamshiral- distribuì le carte -Le tue emozioni iniziano ad essere instabili ed è normale, lethallan-

Non toccai le carte e sospirai appoggiando il viso a una mano e chiudendo gli occhi -Intendi il mettersi a piangere senza motivo?-

Sorrise -Già, cosa alquanto rara per te in pubblico, giusto?-

Solas se ne era andato ieri. E da ieri anche per delle stupidaggini mi venivano le lacrime agli occhi -Lo so, lo so, ma non mi era successo con Avise!- replicai  

-Da quanto mi ha raccontato Solas non proprio-

Alzai un sopracciglio dubbiosa, non ne avevo ricordo

-Più che piangere ti adiravi per qualsiasi cosa. E il tuo lupo cercava di calmarti o scappava a farvi un tè- ridacchiò guardando le carte che aveva in mano. Io non le stavo neanche toccando. Restai a riflettere un attimo, c’era stata una volta anni prima che mi aveva lasciato un bacio sulla guancia e si era dileguato molto velocemente, cosa che mi aveva lasciato alquanto interdetta -Mi stai dicendo che forse sono meglio le lacrime che rischiare di creagli qualche contusione? Concordo- presi una carta e la voltai senza vederla ormai disinteressata -Mi limiterò a stritolargli la mano quando partorisco- scherzai

Mithra rise lasciando ormai perdere anche lei il gioco, iniziando invece a impilare le carte cercando di metterle in equilibrio una contro l’altra.

-Sai cos’è lethellan?- proferii guardandola impegnarsi a tenerle in equilibrio

-Cosa…?- tirò fuori inconsapevolmente un po’ la lingua mentre allontanava le mani lentamente

-Va bene gli ormoni e tutto il resto, ma…- e presi da contro il petto il mio pendente a mandibola di lupo, tanto simile a quello di Solas, facendolo danzare davanti ai suoi occhi grigi -Questa doppia natura ci influenza molto. Una coppia di lupi divisa non se la passa mai molto bene…-

Alzò gli occhi verso i miei e fece un sorrisetto -Indubbiamente, ringrazia che sia somniari e il poterlo vedere in dissolvenza tutte le notti-

Decisamente aiutava molto e non vedevo l’ora di andare a letto. Sospirai -Ir abelas, ti deve mancare Narim-

Alzò di nuovo lo sguardo verso il mio -Lethallan, pur che ami molto una persona, dopo circa quattromila anni sempre insieme una pausa anche se breve è molto utile. Ho bisogno di fare cose diverse e incontrare gente nuova. Saremo anche immortali, ma la monotonia uccide lentamente. Quindi me la sto godendo, anche se mi manca non avere i nostri battibecchi giornalieri- impilò le ultime due carte in cima esibendo un’espressione soddisfatta.

Delle manine frenetiche sbatterono sul tavolo, sfasciando il capolavoro di Mithra che guardò Avise con il broncio -Ma serennas, da’len- borbottò

Mia figlia esibì un sorrisetto prendendo una carta, nello stesso istante venne afferrata da Elen che era arrivata con il fiatone -Da’vise! Aspettami!- e mia sorella mi guardò -Le hai insegnato a nascondersi?- domandò sconcertata

Cos…? E fissai mia figlia in braccio ad Elen intenta ad accartocciare la povera carta -È… mi stai dicendo che è entrata nelle ombre!?-

-Mi giro un secondo ed era sparita! Un altro secondo e la ritrovo alle mie spalle!- esclamò basita

-Io non… è troppo piccola! Non le ho insegnato nulla!- ci avrei pensato quando avrebbe avuto minimo dieci anni!

Delle risa ci fecero voltare verso Mithra che si stava soffocando dal ridire. Si coprì la bocca con una mano iniziando a tossire e con l’altra facendoci cenno di scusarla, aveva persino le lacrime agli occhi -Molto precoce la piccola e c’è ancora il Velo-

Fissai mia figlia -Avise- la chiamai seria. Lei mi guardò con innocenza. Dei! Sembrava suo padre! -Non farlo più, spaventi tutti quanti e sai che papà non sarà contento se glielo dico- conclusi cercando di rimanere impassibile. Ero però fin troppo fiera e sapevo che Solas avrebbe avuto la stessa reazione

Non sorrideva più, alquanto abbattuta -Ma… Cole mi tova sempe…-

E aveva cercato di superarlo? Trattenni un altro sorriso, allungai le braccia facendomela passare e stringendomela al petto -Grazie Elen- che si sedette prendendo un bicchiere e versandosi un po’ d’acqua -Mi è venuto un colpo…- e bevve -Fai morire di paura la zia, Avise-

-Scusa- rispose mia figlia appoggiando la testa sulla mia spalla e stringendo con una manina il pendente

-Bhe, stai facendo pratica no?- la presi in giro visto i suoi progetti futuri

Ridacchiò e appoggiò la testa sul tavolo -Fenedhis…-

-Fen! Papae!- saltò Avise

-No Avise, papà centra poco con la parola, non ripetere quello che dice la zia- e fulminai Elen con lo sguardo, mi ci mancavano già da gestire le parolacce

Mithra rise -Non direi che centri così poco-

Alzai gli occhi al cielo -Vi prego…- supplicai e risero entrambe.

 

La dissolvenza cambiò forma e come un vento leggero spazzò via il solito verde e lugubre panorama. I fiori di ogni colore e forma occuparono tutto lo spazio disponibile, il piccolo lago poco più avanti e infine la piccola struttura in cristallo. Il cielo si rivelò stellato, respirai profondamente quella brezza estiva.

Udii dei passi alle spalle e mi girai tranquilla verso Solas che aveva scelto di presentarsi senza la solita armatura, ma vestito in modo semplice con dei pantaloni blu e una camicia per lo più slacciata. Io avevo un vestito leggero verde acqua con delle mezze maniche, alquanto corto questa sera. Ed essendo la seconda notte mi era ormai già chiaro che assumevo la mia solita forma, senza pancia ingombrante.

Solas mi prese dalla vita abbracciandomi e infilando il viso nell’incavo del mio collo -È strano non avere tra di noi il cucciolo- disse con tono dolce. Passai le braccia intorno al suo collo -E lo dici a me? Almeno qui posso fare ancora così- e mi aggrappai meglio a lui aderendo completamente con il corpo al suo.

-Vhenan- nella voce un leggero ringhio

Gli baciai la mascella affilata -Avise?-

Prese ad accarezzarmi la schiena lentamente -Al sicuro, a casa?-

Lasciai un altro bacio -Ha preso molto entusiasta il tuo posto per dormire con la mamma e mi domanda quando torni-

Ridacchiò e sospirò rilassandosi contro di me e io contro di lui. Lievi carezze, baci e coccole molto gradite che tranquillizzavano entrambi. Si staccò da me e si sedette in mezzo ai fiori, allargò le gambe per farmi posto in cui mi misi subito attaccando la schiena al suo petto e circondandomi con le braccia in una presa possessiva.

-Come sta andando ad Antiva?- domandai curiosa

Appoggiò il viso sulla mia spalla -L’ambasciatrice è molto ospitale, raramente ho avuto così tante scelte di ottimo vino. Dobbiamo andarci tutti insieme un giorno, avevo dimenticato quanto la zona sia piacevole- rispose dolce, appoggiai la testa all’indietro contro la sua spalla dandogli accesso al collo dove si fiondò a baciarmi -È rimasta come te la ricordi?-

-Il mare e l’atmosfera che si respira si avvicinano molto e il vino è sempre sublime- mormorò contro la mia pelle

-Hai bevuto, ma fen?- chiesi con una vena divertita nella voce

-Non potevo offendere l’ambasciatrice, ma non ho esagerato non avendo al fianco la mia lupa a cui dispensare affetto-

Ridacchiai alzando una mano e posandogliela sul viso accarezzandolo -Oggi Avise ha fatto spaventare mia sorella…- divenne un po’ rigido e continuai -E Mithra stava morendo dal ridere. Tua figlia per giocare con Cole ha già capito come celarsi nelle ombre-

Restò in silenzio, la presa sulla mia vita si fece più stretta e iniziò a ridacchiare -Fenedhis...-

-Non farti sentire da tua figlia, che a farle conoscere la parola ci ha già pensato Elen…- borbottai poco entusiasta

-Ha ripetuto?- disse divertito

-No, ma ti ha tirato in ballo e visto che è sveglia quanto suo padre dubito se ne dimenticherà-

Le sue braccia si spostarono, una mano si infilò tra i miei capelli e venni tirata giù tra i fiori. Solas si sistemò sopra di me fissandomi negli occhi. Un sorriso da lupo gli solcava le labbra e le mie iridi grigie ardevano di fame e desiderio. Si chinò prendendo possesso della mia bocca, gli circondai la vita con le gambe tenendolo stretto. Riprendemmo fiato -È per questo che siamo vestiti così leggeri, ma fen?- dissi divertita con le guance bollenti e le labbra gonfie

Sorrise arrogante -Non proprio, gli abiti sono solo decorativi, cuore mio. Alquanto superflui- a quella parola si dissolsero su entrambi percependo subito dopo la sua pelle calda contro la mia. Lo tirai giù verso di me circondandogli le spalle e afferrandogli un orecchio con le labbra e leccandolo. Gemette e mi intrappolò contro di lui, lasciando una scia di baci fino al seno -Sei un… ah… fenedhis…-

-Se ti sente Avise, ma vhenan- prese in giro

Maledetto! Non sapevo se ridere o tirargli uno schiaffo su quella nuca lucida. Non feci in tempo a decidere che scese ancora più in basso con la testa tra le mie gambe. Non capii più nulla urlando il suo nome o incitandolo a continuare. Subito dopo si rinfoderò dentro di me deciso provocandomi un'altra forte ondata di piacere. Alzai le gambe circondandogli i fianchi, iniziò a muoversi lento con spinte profonde. Lasciai scappare dei gemiti -Sì… così…- stava colpendo il punto esatto e la pressione cresceva lentamente.

Prese possesso dalla mia bocca, insinuandosi con la lingua assaporandomi dolcemente. Si stava per scostare, ma gli trattenni la testa con le mani -Oh… più forte, ma fen…- mormorai contro le sue labbra in una supplica. Mi prese le braccia e con una mano me le tirò sopra la testa, bloccandole con un nastro che non sapevo da dove saltasse fuori. I miracoli della Dissolvenza…

Iniziò a spingere duro e forte come avevo chiesto, la posizione intensificava ancora di più il piacere. Si avvinghiò a me non smettendo con quel martellamento continuo. Non vidi più nulla. Appena mi ripresi, due ultimi colpi e un suo ringhio mi avvertirono della sua venuta. Lo abbracciai, il nastro era scomparso poco prima, restava steso sopra di me con il viso contro il mio seno. I nostri respiri si calmarono e gli lasciai un bacio sulla nuca -Ar lath, ma Vhenan-

Si rialzò sui gomiti e si spostò da parte a me, mi rannicchiai contro di lui con la testa sulla sua spalla. Notai in quel momento qualcosa fluttuare poco più in là e mi alzai un po’ allarmata. Solas girò solo pigramente il viso dove stavo guardando e ridacchiò sereno -Rilassati cuore mio- disse dolcemente

Uno spirito rosso sembrava osservarci in estasi, non osando rompere il momento, con poco successo. Notò il nostro sguardo e come se si fosse allarmato si andò a nascondere dietro a un cespuglio.

Ero divertita e basita -Cosa…?- chiesi al mio lupo e lui ridacchiò ancora

-È uno spirito di amore, deve essere stato attirato dalla nostra passione, sono molto timidi e rari- spiegò con un sorriso. Mi accovacciai ancora contro di lui mettendogli una gamba sopra le sue -E un po’ pervertiti…- scherzai. Tossì portandosi una mano sulla bocca frenando delle risate, il tremore del suo petto si attenuò e tolse la mano -Ti troverebbe un po’ scortese, vhenan- replicò divertito

Alzai un sopracciglio altrettanto divertita -Bhe, ha iniziato lui…-

-Esso- corresse

Sbuffai -Va bene, va bene… esso…-

 

 

 

Ridacchiò -Leggi la pagina dove ti ho lasciato il segno- disse Shani

-Qualche scena interessante?-

-No, ma penso qualcosa che ti farà piacere- e mi fece l’occhiolino

Fissai il libro sulla mia vita scritto da Varric e mi arresi aprendolo dove aveva detto

Il mago eretico era tornato con fare cupo e cosa più importante era tornato da solo ad un orario insolito. Era quasi l’alba e me lo vidi passare da parte senza neanche una parola, ogni traccia di gioia che vedevo sempre quando i due si incontravano era scomparsa. Ora c’era solo una profonda tristezza.

L’Inquisitore invece non era tornata, la scoprii in seguito in taverna sotto un tavolo con Sera intente a cantare qualcosa di incomprensibile. Ancora più strano i tatuaggi Dalish erano spariti.

Bene, ho scoperto in parte cosa ci facevo sul pavimento della taverna quando Cassandra mi ha recuperato.

Andai da Chuckles, era seduto sulla sedia della scrivania e fissava qualcosa nel vuoto, avrei giurato che stesse pensando di uccidere qualcuno o di uccidersi, dipendeva dai punti vista. Trangugiava il suo odiato tè come se bevesse una pozione curativa, ma invece di fargli qualche effetto positivo, sembrò che stesse cercando di non vomitare, ma continuava a bere.

“Quindi… direi che è successa una catastrofe se stai cercando di annegarti prima che lo faccia Corypheus”

Come se non mi avesse sentito bevve fino all’ultimo sorso della tazza deciso e la sbattè sul tavolo con forza. Si crepò, non ci fece caso, stringeva il manico talmente forte che le nocche erano bianche.

“Cosa hai fatto Chuckles?” chiesi spiegazioni, non l’avevo mai visto così scosso come in quel momento

Alzò lo sguardo verso il mio, notai un bagliore assassino, per poi spostarlo sulla bozza dell’ultimo dipinto. Lanciò con forza la tazza verso di esso, i pezzi partirono in ogni direzione.

“Non si può cambiare la propria natura, figlio della pietra, ricordatelo” rispose con voce mesta

Si alzò allontanandosi e dirigendosi verso i bastioni. Sperai per Curly che non fosse nei paraggi, i due si scrutavano sempre da lontano ignorandosi, ma il mago non era proprio dell’umore adatto e dubito che il Comandante ne sarebbe uscito tutto intero.

Stavo per ritornare alla mia postazione, quando udii delle urla. Aprii la porta che dava all’esterno, trovandomi quello che non volevo vedere. Cullen che teneva Solas dal bavero, entrambi avevano sguardi poco raccomandabili.

“Che cosa le hai fatto? Non fa che passare dal pianto al bere da quando è tornata da sola ieri sera!- sbraitò l’umano

L’eretico lo fissò con profondo odio, e sarà che poche volte avevo percepito una situazione così tesa, che gli occhi del mago ebbero un lieve bagliore. Almeno mi parve che fu così, se c’era stato era subito scomparso.

“Lasciami, sh’amlen” rispose con voce dura, ed era evidente che fosse un ultimo avvertimento.

Lo lasciò andare spingendolo indietro “Sei un bastardo! Ti sei divertito con lei e ora l’hai lasciata?” non potevo credere alle mie orecchie. Non avevo mai visto due persone tanto a proprio agio per la presenza dell’altra, più di una volta li avevo intravisti lanciarsi sguardi senza aver bisogno di comunicare verbalmente per comprendersi.

Ero basito e fissai il mago che teneva i denti leggermente scoperti come se stesse trattenendo un ringhio, ma non rispondeva

“Visto che non ti importa nulla di lei, me ne prenderò cura, almeno io non la farò soffrire”

Lo sguardo di Solas si incupì ulteriormente, Curly stava rischiando grosso. Il mago era completamente in preda all’ira e si notava che si tratteneva a stento. Si voltò andandosene.

“Quindi ti va bene, ottimo”

Si bloccò ed esclamò qualcosa in elfico, non capimmo una parola, ma il tono era senza dubbio minaccioso.

Va bene, questa era una novità -Dì la verità, vuoi sapere cosa ha detto a Cullen- dissi a Shani

-Non dirmi che non lo vuoi sapere anche tu-

-Bhe… dal comportamento che c’è scritto qui, posso ritenere il Comandante molto fortunato che Varric sia rimasto a guardare. L’ultima volta che si è arrabbiato tanto, ha fatto fuori tre maghi in pochi minuti da solo- e Cullen aveva detto chiaramente che mi avrebbe portato via da lui. Che il dolore che stesse provando fosse talmente forte che parte dei suoi poteri fossero tornati? Un bagliore negli occhi…

-Secondo te?- domandò

-Non saprei…-

Mi rivolse un’espressione perplessa -Come non saprei?-

Sospirai -Lo amo con tutta me stessa, ma non so addirittura a cosa avesse pensato… Andiamo sul semplice, di ucciderlo? Perché ti interessa tanto?-

-Oh…dai, curiosità, il comandante gli aveva detto che ti avrebbe conquistato, che stavi piangendo come una disperata e lui si stava sentendo allo stesso modo per l’idiozia che aveva fatto qualche ora prima. Se l’ha detto in elfico per non farsi capire, l’ha fatto apposta, no?-

Alzai le mani in segno di resa -Non lo so, ad anticipare le sue idiozie non sono ancora arrivata, mi limito a contenerne i danni-

-Che fate?- si intromise Mìriel che posò lo sguardo sull’oggetto della nostra discussione -Ancora questo libro?- disse sconsolata

-Aspetta un attimo e il comandante quindi?- domandò Shani

-Ci ha provato-

-E …?- chiese curiosa

-Diciamo che si è scavato la fossa con le sue mani, per quel che mi riguarda non mi è mai interessato-

Sbuffò -Mai niente di interessante, sempre il tuo lupo… bhe, anche io che chiedo… non saresti qui se no…-

-Scavato la fossa come?- aggiunse Mirìel

Ridacchiai -Mi ha preso in un momento di debolezza e ha detto cose su Solas non proprio simpatiche-

-Ahia… se è scavato una voragine, non una fossa…-

Ridemmo

-E la piccola peste?- chiese Shani

Sorrisi -È con Mithra, mi sta facendo prendere una pausa-

-Sogni tranquilli spero?-

-Per fortuna dorme come un sasso. È il cucciolo che ha deciso che non posso stare girata su un fianco e ogni volta che ci provo si muove in protesta. Quindi guardo beatamente il soffitto-

Risero -Potresti far dipingere qualcosa a Fen’Harel- propose Mirìel

La fissai assorta -Hai ragione… magari anche nella stanza di Avise…- mormorai pensierosa. Sorrisi -Ottima idea, ma serennas-

 

 

Arrivate in camera quella sera lasciai la mano di Avise, mi sedetti sul letto cercando quello che mi serviva per la notte. Udii un rumore e mi girai -Da’vise! Non si tocca!- aveva raggiunto la scrivania e fatto cadere un quaderno. La presi in braccio e la sistemai sul materasso -Ferma qui, ok?-

Sbuffò in modo buffo -Sì mamae-

Mi chinai con attenzione, quando mi accorsi che era il quaderno dei disegni di Solas e purtroppo avevo le pagine spalancate di fronte. Mi era impossibile non guardarle. Su una pagina c’era un ritratto di Dorian, diversi: intento a leggere, ridere, pensieroso. Erano fatti così bene, non avevo mai visto dei disegni così realistici. Ne toccai uno con un dito ed esso si illuminò leggermente, comparve una runa e un ricordo si presentò immediatamente insieme alla voce del Tevinter.

Mi coprii la bocca con una mano fermando un singhiozzo. Mi stavano prendendo svariate emozioni e le lacrime agli occhi si presentarono. La tentazione di sfogliarlo tutto era forte. Lo lasciai sulla scrivania chiudendolo di scatto e posandogli sopra in fretta altri libri molto pesanti. Avrebbe dovuto essere una sorpresa e un regalo. Non dovevo.

Il cuore però mi si scaldò intensamente pensando cosa aveva fatto il mio mago per me. Avrei voluto che fosse qui.

-Mamae!- esclamò mia figlia che mi riportò alla realtà

-Ir abelas, ma da’len. La mamma si era distratta. Ci prepariamo per la notte?-

Non vedevo l’ora di incontrare Solas nell’Oblio, sperando che non pensasse che la sua sorpresa si fosse rovinata. Immaginare soltanto cosa ci fosse sulle altre pagine mi rendeva euforica. Mi sarei trattenuta naturalmente dal toccarlo senza il suo permesso, ma direi che mi sarei trasformata in una totale cucciola innamorata quella notte.

 

 

 

*è il significato del nome Mithra

Da’fen: piccolo lupo

Lascio di seguito il disegno che mi ha fatto la bravissima artista Clizia(https://artcliz.carrd.co/). Lo adoro! https://imgur.com/KNtfkwLhttps://imgur.com/KNtfkwLhttps://imgur.com/KNtfkwL


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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 52

Emozionata ci misi un po’ per addormentarmi, il caldo corpicino di Avise premuto contro il mio mi aiutò a tranquillizzarmi.

I fiori si estendevano tutto intorno come al solito, ondeggiando a causa di una leggerissima brezza. Portai per istinto una mano verso il ventre tondo che però era assente. La rialzai passandomela tra i capelli con un sospiro che divenne un sorriso alla vista di Solas che avanzava tranquillo. Senza una parola si avvicinò e mi accolse tra le braccia prendendo possesso dolcemente della mia bocca. Feci scorrere le mani sul suo petto fino a passarle ai lati del collo, mettendo buona parte del mio peso contro di lui. Ci staccammo senza fiato e sorridemmo entrambi. Misi ancora le labbra contro le sue in un leggero tocco, fissandolo innamorata persa -Sono completamente pazza di te, lo sai?- domandai in un mormorio -Tua figlia ha messo le mani come al solito dove non avrebbe dovuto…- aggiunsi sempre con un largo sorriso

Lui alzò un sopracciglio guardandomi incuriosito -E il piccolo terremoto cosa ha fatto?- chiese con una vena ironica nella voce

Posai ancora le labbra sulle sue -Ha fatto volare a terra il tuo quaderno dei disegni… si è spalancato sul pavimento. Non ho potuto evitare che lo sguardo cadesse…- spiegai

Mi mostrò un’espressione un po’ abbattuta -Sorpresa saltata, ne deduco?-

Iniziai a massaggiargli i lati del collo con le mani -Ho ammirato solo un Dorian disegnato in modo divino… e conseguente glifo…- replicai

-Hai apprezzato?- domandò incerto

Sorrisi -Stai scherzando? Va oltre qualsiasi aspettativa- lo tirai verso il mio viso per un altro bacio profondo -Ti avrei voluto steso sul nostro letto. Pronto per essere cavalcato, ma fen…-  

In quel momento venni presa in braccio e strinsi le gambe attorno alla sua vita

-Non hai guardato anche il resto?- disse incredulo

-No! Devi darmelo tu! E poi non volevo trasformarmi in una fontana davanti a nostra figlia-

Sorrise -Una fontana?-

Mostrai una smorfia -I miei ormoni… Mi emoziono troppo per niente…- borbottai

-Mmm…- infilò il viso nell’incavo del mio collo, sfiorandomi con la punta del naso la pelle -Tornerò in fretta. Mi mancate anche vo-

-Ti conviene, se no tua figlia non tornerà a dormire da sola- scherzai

Ridacchiò e iniziò a camminare, trasportandomi.

-Dove andiamo?- domandai

-A metterci comodi e se vuoi c’è qualche spirito mio amico che vorrebbe conoscerti-

Gli lasciai un leggero bacio sulle labbra -Volentieri-

 

 

-Mia Signora- disse Abelas, spostai l’attenzione su di lui con un sospiro di sollievo, stavo leggendo e controllando tutta la corrispondenza di cui di solito si occupava in parte anche Solas, così da facilitarci e velocizzare il lavoro.

-Dimmi- e posi una firma liberandomi del foglio mettendolo su una pila di altrettanta carta. In quei momenti Josy mi mancava ancora di più.

-Una visita non prevista, la strega delle selve ci ha trovato-

Sorpresa abbozzai lentamente un sorriso -È sola?-

-È accompagnata da un elfo e da un ragazzo, suo figlio immagino-

-Sì, l’elfo è il suo compagno, nonché l’Eroe del Ferelden. Portali pure qui, sospettavo che sarebbe riuscita a eludere la chiave degli eluvian, dopotutto è la figlia di Flemeth-

Osservai Abelas allontanarsi e mi appoggiai meglio con la schiena alla poltrona. Mithra stava tenendo impegnata Avise, se non avessi avuto qualcuno che ogni tanto mi faceva tirare il fiato, non so come avrei fatto.

Osservai le colonne dalla mia scrivania sotto il porticato, era una bella giornata e avevo fatto in modo di non restare al chiuso. Un dolore mi arrivò dal ventre. Ahi! E mi guardai la pancia appoggiando la mano dal lato colpito. Era un calcio? -Da’len…- borbottai

-Tutto bene mia Signora?- udii Abelas domandarmi con tono preoccupato. Alzai gli occhi su di lui e sorrisi lievemente -Sto…- mi bloccai ricevendone un altro. Ahi! E ahi!!

-Calci?- mi arrivò alle orecchie la voce di Morrigan e la fissai in viso. Mi mostrava un sorrisetto come se la sapesse lunga -Davvero? Pensavo bussassero- scherzai

La maga sbuffò e si avvicinò decisa, lasciando indietro i suoi due uomini. Abelas si piazzò tra di noi beccandosi un’occhiataccia dalla maga

-Abelas, vai per favore-

-Ma… mia Signora…- tentò

-Ora- replicai lapidaria

Per nulla convinta la Sentinella si allontanò, andando a chiamare dei rinforzi, conoscendolo.

Morrigan si chinò da parte a me e coprì la mia mano con la sua. Una magia che riconobbi si sprigionò, mettendo a dormire il cucciolo. Sospirai profondamente -Grazie, mi ricorderò del trucco-

-Mi sorprende Inquisitore che non ci sia l’elfo eretico a ronzarvi intorno-

Sorrisi -Non usare quel titolo, sai che non mi piace- passai subito dandole del tu. Lo sapevamo entrambe che mi stava prendendo in giro. Nel tempo passato a Skyhold eravamo diventate ottime amiche, mi piaceva quel suo modo diretto di dire le cose, senza fronzoli e cose inutili. Trovavo divertenti i battibecchi che aveva con il mio lupo, due arroganti nella stessa stanza creavano un sacco di scintille.

I due uomini con un cenno di Morrigan si avvicinarono. I miei occhi si posarono sul ragazzo più giovane stupita. Lo avevo visto bambino, ma ora era cresciuto parecchio. I tratti infantili erano stati persi del tutto

-Crescono vedo…- mormorai

-Sta diventando tutto suo padre…- replicò con una punta di orgoglio sempre presente quando parlava dell’Eroe del Ferelden

Mi alzai andando incontro ad entrambi con un sorriso -Keiran non ti riconoscevo quasi, sei alto come tuo padre- e rivolsi l’attenzione sull’uomo da parte a lui, iridi verdi e capelli castani, mi mostrava un sorriso gentile che dava vita al vallaslin di Andruil

-Andaran atish’an, Theron Mahariel-

Sorrisi -Finalmente incontro l’Eroe del Ferelden, l’uomo che ha fatto perdere la testa a Morrigan-

Rise e guardò il suo cuore che alzava gli occhi al cielo -Non sono qui per spettegolare Yen-

-Lo so, lo so, ma dovrete riposare e mangiare qualcosa. E penso dovresti essere informata su alcuni fatti- e riguardai Mahariel -Entrambi-

 

 

-Elfi ovunque, ti sei data da fare in questi anni-

Alzai le spalle -Lo faccio per amore, dovresti conoscermi ormai- risposi

Ridacchiò -Avrei dedotto per noia. Hai tolto a Ferelden e Orlais della terra senza spargimenti di sangue. Molto più impressionante che uccidere un magister corrotto dal flagello-

Morrigan si appoggiò al parapetto di schiena con la sua solita nonchalance. Restai a fissarla un attimo, non sembrava invecchiare di un giorno e la postura fiera che teneva me la faceva ammirare. Puntò quegli occhi dorati su di me -Ho qualcosa di strano?- replicò indispettita

Sorrisi -No, stavo solo pensando che se non ci piacessero gli uomini ad entrambe, ci avrei potuto provare- le risposi e scatenai quell’espressione indignata che avevo già visto anni prima. Cercava sempre di rimanere tanto seria e misteriosa ed era divertente vedere quando non ci riusciva

-Tsk…-

Risi -Scherzo lethallan, però se fossi stata un uomo…-

Mi interruppe -Ti vedo più serena rispetto a quando ci siamo viste l’ultima volta-

Sorrisi -Lo sono e anche tu lo sei-

Abbozzò un sorriso -Non ho ancora visto la causa del tue gioie…- e fece cenno al ventre -…e dolori-

-Vuoi farmi credere che per coincidenza sei arrivata proprio quando Solas non è qui?-

-Potrei aver… udito delle voci. Non ritenendole affidabili però-

Leliana ora era diventata una voce. Ridacchiai -La vostra antipatia reciproca è leggenda. Il lavoro iniziato al Palazzo d'Inverno non è finito e se devo spiegarti tutto, preferirei che tuo marito sia presente, senza dover ripetere due volte-

-Non siamo sposati- replicò

-Come sei poco romantica…-

-E tu in modo eccessivo-

 

-Quindi mi stai chiedendo di aiutarti a risolvere un'intricata magia del sangue che neanche quel tuo presunto Dio a cui sei legata sa dove mettere le mani?- rise e si voltò verso il suo compagno decisa -Mi serve un po’ del tuo sangue-

L’elfo alzò un sopracciglio -Quando fai così…-

-Cosa, vhenan?- rispose Morrigan puntualizzando il vezzeggiativo come avvertimento

-Non posso rifiutare presumo…-

-No- disse definitivamente la maga

Mi morsi la lingua per non mettermi a ridere, mi schiarii la voce -Theron hai scoperto qualcosa in questi anni per una cura?- domandai

Negò con la testa -L’unica cosa che ho potuto approfondire è come si organizza la prole oscura. Si stanno spostando lentamente a nord. Hanno iniziato a nascere nuove specie, schegge di lyrium rosso li ricoprono. La Legione dei Morti non ha mai arrancato tanto come in questo ultimo anno-

Mostrai una smorfia -C’è già stato più di un Flagello nel nord del Thedas…-

-E come vi stavo dicendo l'Architetto è vivo. Non so se lo facesse per trovare veramente una soluzione o era semplice curiosità della propria condizione-

-Perché lasciarlo vivere?- domandai

-Un aiuto in battaglia e poteva muoversi senza difficoltà nelle Vie Profonde per informazioni- rispose l’elfo

-Lo incontri sempre no? In sedici anni nulla- proferì Morrigan sarcastica

-Trovavo uno spreco ucciderlo e grazie all’Inquisitore sappiamo che probabilmente è uno dei magister del Tevinter corrotti dal Flagello. Se Corypheus era ancora vivo e l'Architetto anche, gli altri cinque?-

-Sinceramente? Preferirei non doverci pensare…- risposi e sospirai passandomi una mano fra i capelli

Ci fu qualche minuto di silenzio -Se non fosse per le orecchie da una certa distanza potrei scambiarvi per sorelle- disse Mahariel spostando lo sguardo da una all’altra

Abbozzai un sorriso e con me Morrigan serrando le labbra in una linea sottile

-In un certo senso... Considero Morrigan una delle mie migliori amiche-

La maga voltò il viso di lato facendo finta di interessarsi a qualcosa. Notammo entrambi un lieve rossore sulle guance -Quante smancerie- borbottò

Ridemmo

 

-Non ci credo! Non ci credo!-

-Calmati Nala- disse Shani rivolgendo gli occhi al cielo

-Calmarmi?! Ma sai chi è!? Mi hanno sempre raccontato un sacco di storie su di lui!- esclamò eccitata l’elfa

-Trovo più straordinario che stia insieme a un’umana-

-Perché?- domandai curiosa

Alzò le spalle -Di solito gli elfi vanno sempre con gli elfi, soprattutto i dalish. Ma posso dire che esistono eccezioni di ogni genere, ed essendo un Custode Grigio…- spiegò il suo punto di vista

-Nella vita succedono tante cose e la donna umana ama molto il suo elfo, anche se non lo ammetterà mai-

Shani ridacchiò -Non mi serviva la Dea dell’amore per constare ciò- e indicò Theron che stava parlando con delle elfe emozionate quanto Nala -La maga dalla faccia sta cercando di non uccidere qualcuno a breve-

Infatti Morrigan aveva un’espressione alquanto temibile, si rivolse a Keiran che poco dopo si avvicinò al padre recuperandolo. Quest’ultimo si beccò uno sguardo truce dalla maga che avrebbe incenerito un arcidemone. L’elfo però sorrideva a Morrigan che si alzò e se ne andò, poco dopo lui la seguì. Mi avvicinai a Keiran -Come va?-

Il ragazzo sorrise -Bene, spero…- e guardò dalla parte dove erano spariti i suoi genitori

Ridacchiai -Penso che tuo padre sia ben allenato e tienilo tra noi, divertito, da questi piccoli battibecchi con tua madre-

Keiran mi mostrò una faccia dubbiosa

-Capirai quando incontrerai qualcuno che ti piacerà-

-Non sono convinto, ma lo terrò a mente- rispose

Sorrisi -Tutto bene? Deve essere strano per te ritrovarsi circondati da tanti elfi-

-A dir la verità no, o meglio, sto capendo cosa deve provare papà. Ho sempre trovato normale vedere per lo più solo umani, e mi identifico meglio anche io non avendo delle orecchie a punta- e alzò inconsapevolmente una mano toccandosi un orecchio -Ma non trovo nulla di strano che due razze diverse si amino, non sarei qui se no- concluse con un sorriso

-Giusto- fissò il mio ventre tondo -Vuoi sentire?- domandai a quello sguardo

-Posso?- domandò speranzoso

-Certo Keiran-

Alzò la mano e mi toccò, il cucciolo rispose quasi immediatamente per mia sorpresa

-Oh! Si è mosso!- disse agitato

Ridacchiai -Già-

-Mi piacerebbe avere un fratello o una sorella- mormorò

Trovavo un po’ strano in effetti che la maga e il suo elfo non ne avessero avuto un altro, era evidente si amassero anche dopo sedici anni. La domanda era molto personale dopotutto, se mi fosse comparsa l’occasione forse avrei chiesto a Morrigan.

Alzai lo sguardo e notai la maga osservarci con un’espressione tenera, si avvicinò -Keiran…-

Chiamato tolse la mano e si rivolse subito verso sua madre -Papà?-

-Ti sta aspettando per quelle lezioni di tiro con l’arco-

-Vado subito!-

-Se vuoi penso che Avise sarà felice di avere per un po’ un nuovo compagno di giochi- proposi

Gli si illuminò lo sguardo -Io…- e guardò la maga che fece un cenno di assenso. Keiran sorrise -Dopo le lezioni di papà andrò a trovarla- rispose con un sorriso e si allontanò

Lo guardammo entrambe andarsene

-Chiedi- venne da Morrigan

-Dici che ho una domanda?-

Si voltò verso di me con un sopracciglio alzato che diceva di non farle perdere tempo

-Vedere te e Theron assieme, così affiatati dopo anni… non avete mai voluto un secondo figlio?-

Morrigan rimase in silenzio per un po’ assorta -Voluto sì, ma potuto…- sospirò -Un Custode Grigio con l’avanzare della corruzione diventa sterile, ma il Rituale con cui abbiamo avuto Keiran ha avuto un prezzo. Non posso averne altri- spiegò tranquilla e mi fissò

-Mi dispiace…-

Sorrise e negò con la testa -Non farlo, ho fatto la mia scelta tanti anni fa e mi va bene così-

-Mamae! Mamae!- urlò eccitata Avise

All’improvviso vidi la maga bloccarsi sorpresa -Ma che…!?- e voltare la testa dietro di lei. Mia figlia l’aveva afferrata. Avise guardò me e di nuovo la donna, la lasciò rendendosi conto dell’errore e correndo poi tra le mie braccia. Ridacchiai notando che le due continuavano a fissarsi, lo sguardo di Morrigan si era addolcito parecchio. Passai una mano fra i capelli ramati di mia figlia accarezzandola -Tranquilla Avise, non hai fatto nulla di male- notavo che era un po’ imbarazzata -Vero zia Morrigan?- lanciai l’innocente provocazione

La maga mi guardò con un’espressione perplessa, come se fossi impazzita, infine abbozzò un sorriso, si inginocchiò all’altezza di mia figlia -Sono un’amica della tua mamma e sei proprio bellissima Avise-

-Grazie- mormorò, notai che la stava osservando bene. Le accarezzai ancora la testa -Dov’è la zia Mithra, Avise?-

-In giadino a cecarmi- replicò con poco interesse, sembrava ipnotizzata dagli occhi di Morrigan e la maga replicava quell’interesse. Infine si rimise diritta -Ora so il colore di capelli dell'elfo… combinazione letale con i tuoi occhi, farà una strage tra un po’ di anni-

Ridacchiai -Posso solo dire che l’elfo alla prospettiva non è che sia proprio entusiasta-

-Tsk… se le assomiglia solo un poco di carattere farà quel che vuole-

-Assolutamente- confermai con un sorriso e ritornai seria -Avise ti ho già spiegato che non devi sparire senza dire niente a nessuno. Ora la zia Mithra sarà preoccupata-

-Mmm…- mormorò

-Lo sarei se non conoscessi dei trucchetti- arrivò la voce dell’elfa alle spalle che guardava mia figlia con un sopracciglio alzato

-Cioè?- domandai curiosa

Sorrise furba e orgogliosa di sé, schioccò le dita e notai per la prima volta un bagliore argentato nelle sue iridi -Magia e tanta pratica. Ti lascio il piccolo terremoto. A domani Avise e non far disperare la mamma-

Mia figlia si staccò da me e le corse incontro prima che si girasse per andarsene, allargando le piccole braccia per farsi abbracciare. Mithra si chinò e l’abbracciò dandole dei baci sulla guancia che la fecero ridere.

 

Erano passante già due settimane, avevo il mio bel da fare tra scartoffie, Avise e il cucciolo che mi tirava dei sonori calci. Mi si piazzò davanti alla scrivania Abelas con fare stranamente cupo

-Cosa?- domandai con già un po’ di ansia

Sì schiarì la voce -Solas sta tornando-

-Bene- replicai felice alla notizia, mi mancava sempre di più il non averlo intorno a far giocare Avise, a borbottare commenti sulla posta che ci dividevamo o i baci e altri gesti affettuosi che ci scambiavano

L’espressione di Abelas rimaneva però tesa. Mi salì un groppo in gola -Parla-

-Un incidente con un manufatto in Nevarra. È svenuto e non riprende coscienza-

Mi alzai di scatto quanto me lo permetteva il ventre, strinsi con forza il bordo del tavolo con entrambe le mani -Manufatto? Non doveva solo stringere accordi!? Abelas!!!- urlai in collera. L’uomo si tese ancora di più -Non era una cosa prevista, ma se ignorato poteva creare danni…- spiegò

-Infatti!!- e a quel mio sfogo mi arrivò un calcio, misi una mano sul ventre e mi morsi il labbro inferiore cercando di calmarmi

-Tutto bene, mia signora?- disse allarmato

Sospirai -Bene, dov’è ora?- quell’uomo, quello stupido lupo orgoglioso non riusciva a stare fermo un attimo! Come i suoi figli! Maledizione! Un altro calcio. Ahi. Dovevo calmarmi. Ci mancava solo di partorire prima del previsto ed era ancora un po’ troppo presto.

-Lo stanno portando nelle vostre camere proprio ora-

Senza ulteriori indugi mi avviai con alle calcagna Abelas. Poco dopo vidi uscire dalla mia camera da letto un elfo che mi porse un cenno con il capo

-Come sta?- chiesi cercando di tenere la voce ferma

-Fisicamente non c’è nulla che non vada, anche lo spirito sembra integro, non c’è traccia di magia residua, ma è da ieri sera che non si sveglia- disse l’uomo

Bloccata non sapevo che pensare

-Potrebbe però farlo a breve sentendo una voce familiare, non resta che tentare-

-E se non funziona?- replicai di getto

-Proveremo con degli incantesimi. È stato investito da un’onda d’urto, il manufatto lo ha rigettato violentemente contro una parete-

Non detti risposta e mi fiondai ad aprire la porta della stanza. Steso a letto sembrava stesse semplicemente dormendo, indossava ancora l’armatura -Aiutami a toglierla e se potete tenere Avise per qualche giorno, preferirei che non veda suo padre così…-

-Certo-

Una volta finito restai sola con Solas. Mi stesi al suo fianco e gli posai una mano sul viso accarezzandolo, respirava tranquillo. Passai il pollice sul labbro inferiore e mi chinai lasciandogli un leggero bacio -Vhenan, mi fai morire di preoccupazione- e gli lasciai un altro bacio sulla fronte -Sai il cucciolo ha iniziato a farsi sentire, decisamente molto- dissi con un tono più allegro. Non ricevetti alcuna risposta, presi un libro e iniziai a leggere ad alta voce, finché non mi addormentai.

 

Un movimento mi destò, aprii gli occhi e guardai di lato, trovandolo in posizione seduta. Mi alzai anche io -Solas!- lo chiamai con il cuore colmo di felicità che si fosse ripreso. Si voltò e mi fissò confuso, guardo la stanza e si passò una mano sulla testa, togliendola poi come se si fosse scottato -Solas?- che gli prendeva?

Mi guardò di nuovo squadrandomi -Mi scuso, ma non so come sia finito qui, mia signora. Ci conosciamo?-

Il mio cuore perse un battito. Cos…? Era uno scherzo?

-Vhenan non è divertente- risposi seria

Alzò un sopracciglio all’appellativo affettuoso e mi fissò in viso, gli occhi poi caddero sul mio ventre tondo -No, non lo è. Ho bevuto troppo ieri sera e Dirthamen ha pensato bene di farmi questo scherzo?-

La mia bocca si fece arida -Dove pensi di trovarti?- chiesi con paura e un filo di voce

-Arlathan?-


Ciao a tutti! Non aggiornavo da una vita, ma finalmente ce l'ho fatta! Vi è piaciuto il capitolo? Morrigan è il mio secondo personaggio e romance preferita in DAO, spero di non averla storpiata in qualche modo. Per la perdita di memoria non è una novità in questo genere di storie, ma spero che con un personaggio particolare e millenario come Solas riesca a renderlo più interessante. Ho già pronto il prossimo capitolo, infatti ci sarà un aggionamento al cap53 più veloce rispetto all'ultimo anno(peggio di una lumaca, lo so...). Se avete voglia i pareri sono sempre ben accetti! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 53

Avevo quasi perso la voce a quella risposta -No… vh…- mi bloccai e tolsi lo sguardo da lui, gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Fenedhis! Dovevo aiutarlo! Ma come?

Notai con la coda dell’occhio che si era pietrificato.

 

 

Fenedhis! Chi era questa donna che avevo di fronte? Mi aveva chiamato vhenan…

Guardai di nuovo la stanza cercando di capire dove fossi, ma quell’elfa non so per quale motivo aveva tutta la mia attenzione. Il mio istinto stava urlando impazzito di avvicinarmi a lei, prenderla tra le braccia, confortarla e baciarla! Non sapevo neanche il suo nome! La donna però conosceva il mio e mi aveva chiamato con un affetto che non avevo mai sentito. Rivolsi gli occhi sul suo ventre, non poteva essere reale, ma ero almeno sicuro di non essere nell’Oblio.

Cercai di sforzare la mente, venendo colpito da un forte mal di testa. I muscoli della schiena dolevano, scivolai giù dal letto, barcollai prendendo un piccolo specchio appoggiato sulla scrivania. I miei occhi grigi mi osservavano, c’erano rughe che non ricordavo e i capelli, dove erano finiti i miei capelli? Mi toccai la testa. Presi fiato, questo era ridicolo. Saggezza avrebbe potuto darmi delle risposte…

Un passo alle mie spalle. Mi voltai verso la donna che avevo trovato a dormire al mio fianco, non lo avrei trovato strano, se non fosse stato evidente che non era una delle mie solite avventure di una notte. Capelli nero ossidiana e magnetici occhi viola, delle labbra e un naso delicato ed elegante, era molto bella. Senza rendermene conto allungai una mano toccandole una guancia, si appoggiò al mio palmo senza alcuna esitazione. Quel gesto mi rese perplesso, il tutto venne però schiacciato dall’euforia causata da quella fiducia. Non mi stavo riconoscendo minimamente. La donna mi guardava adorante e con una vena di preoccupazione per me. Devo sapere come si chiama.

-Sai il mio nome, il tuo?- domandai, la sua espressione si allarmò e mi mostrò dolore. Quel dolore mi dava immensamente fastidio, volevo vederla sorridere, perché?

-Yen Lavellan- rispose fissandomi decisa negli occhi

Al nome mi si parò davanti il ricordo di un bacio rubato. Lei a me. Unico.

-Ti è venuto in mente qualcosa?- chiese con ansia

-Io…- le stavo ancora accarezzando la guancia e quel calore, quella completa fiducia mi piaceva. Mi avvicinai ulteriormente senza riuscire a controllarmi, la sentii irrigidirsi lievemente. Percepii il suo profumo, cuoio, una guerriera, ma ora… un altro ricordo si fece prepotente nella mente. Baci, gemiti, ansimi, lei tra le mie braccia, i nostri corpi uniti. La sensazione di completa pace e nessuna fretta di staccarsi dall’abbraccio di questa donna, volendo ricominciare il prima possibile, farla continuamente mia. Perché lo è. La mia virilità si irrigidì e mi imposi la calma, non era il momento.

-Qualcosa, come non ci siamo limitati ai baci- replicai malizioso

Lei alzò un sopracciglio e ridacchiò -Mi sembra evidente. Avise, ti dice qualcosa?-

Avise. Un’altra fitta feroce, portai la mano alla testa, le orecchie iniziarono a fischiare e barcollai verso il letto

-Vhenan!- la udii esclamare agitata e mi aiutò a sedermi. Allontanò le mie mani dalla testa e posò le sue fredde ai lati, questo creò già del sollievo, percepii una magia. La diffidenza mi disse di fermarla, avrebbe potuto uccidermi o farmi qualunque cosa e…

Si sporse completamente verso di me, passando le braccia attorno al mio collo. Abbracciandomi. Respirai a pieni polmoni quel profumo di cuoio che mi calmò immensamente. Come poteva farmi questo?

Ero stato con molte donne, bisogno, divertimento e volevano sempre un poco del potere che detengo. Illuse.

Le passai le mani attorno al ventre e alla vita tirandola sul materasso e mettendole una mano sulla gola in una posizione di dominio. Mi mostrò solo sorpresa, nessuna paura. Sotto il mio palmo il battito del suo cuore era aumentato -Sai chi sono?- come sapeva il mio vero nome? Non lo usavo più.

Abbozzò un sorriso -Sei il mio orgoglio, il mio Lupo Ribelle, il mio cuore-

Sospirai profondamente rilasciando l’aria dal naso -Continui ad usare quel titolo affettivo…- che mi stava provocando un estremo piacere detto da quella voce, da quelle labbra che ricordavo di aver baciato.

-Perché non ti ricordo?- spostai la mano sul suo ventre, percepii un calcio restando scioccato -Questo… è mio?- mormorai

-Sei il mio lupo, di chi dovrebbe essere? E Avise è la nostra primogenita-

Primogenita!?

Si rialzò in posizione seduta -Mi hanno riferito che un manufatto ti ha schiantato contro un muro. Ti hanno riportato a casa, ed eccoci qui-

-Questa è solo la tua versione. Se non siamo ad Arlathan dove? In qualche territorio di Mythal?-

-Puoi non credermi, ma mi stai chiedendo di spiegarti avvenimenti di millenni, ma fen-

Questo nomignolo, normalmente mi avrebbe dato fastidio, il mio orgoglio gongolava al contrario -Millenni? Da quanto stiamo insieme?- domandai curioso. Una sensazione strana continuava a soffocarmi, non sentivo la Dissolvenza.

Sorrise, un sorriso che mi stava scaldando in tutti i sensi -Sei anni-

Sbattei le palpebre, bloccai sulle labbra un “Solo?”

Lei si mise a ridere -La tua espressione dice tutto- disse e continuò a ridermi in faccia. Volevo chiuderle la bocca. Volevo baciarla. Le presi il viso e lo feci. Una scarica elettrica scese lungo la mia spina dorsale, le leccai il labbro inferiore e come una danza che conoscevamo bene entrambi, affondai nella sua bocca. Aveva un sapore squisito, rendendomi conto di conoscerlo bene e di anelarlo come un assetato anela al pozzo. Gemette e inghiottii avido quel suono. Ci staccammo senza fiato e appoggiai la fronte alla sua.

-Ricordato qualcosa?- sussurrò

Ridacchiai -Che hai un buon sapore, ma per adesso nient’altro, Yen-

Sospirò -Sento un muro tra noi e lo capisco, sono un estranea in questo momento…- disse triste, rimase in silenzio qualche secondo -Mi lasceresti controllare il tuo cervello? Come ti senti?-

La diffidenza ritornò forte e mi staccai con la fronte da lei, fissando quelle iridi ametista in apprensione per me. Una preoccupazione che avevo visto solo in mia madre e in Mythal. Contro ogni buon senso, cedetti -Ho delle tremende fitte quando cerco di ricordare-

-Vediamo- rispose e mise i palmi sul mio cranio. Aveva delle mani tutto sommato piccole. Percepii il suo mana e sperai di non essermi condannato in qualche modo. Sentivo però di potermi fidare, stranamente. Non mi capitava mai, tranne con quelle pochissime persone che conoscevo da millenni. Sei anni. Come potevo in soli sei anni essere stato tanto attratto da questa donna da avere già due figli? Le coppie che avevo conosciuto avevano minimo un secolo. Devo essere impazzito. Mi fissai la mano notando solo in quel momento l’anello argentato all’anulare, eravamo sposati. Una scritta in elfico incisa Qualcosa finisce, qualcosa comincia. Io che le prendo la mano e le infilo l’anello, lei che fa lo stesso con me -Tu sei il mio nuovo inizio- le dico. I suoi occhi pieni d’amore solo per me, il bacio profondo che ci scambiamo e che in breve tempo porta a sdraiarci in mezzo ai fiori, rimarcando in modo definitivo come voglio che mi stia accanto per l’eternità. Per arrivare a fare una cosa del genere io…

Il suo mana scomparve. Yen Lavellan, percepivo avere un potere enorme. C’era qualcosa di strano in lei, il suo spirito era molto giovane, ma aveva anche una traccia estremamente antica.

-Hai delle micro lesioni, sono quasi impercettibili, non mi sorprende che non le abbiano notate- spiegò

-Quanti anni hai?- domandai di getto

Mi guardò confusa, era il momento di fare quella domanda? No, ma mi incuriosiva molto, le persone erano banali, lei no. E si rivolgeva sempre all’uomo, Solas, mai al falso Dio.

-Ventisei, ma quest’anno andiamo per i ventisette-

Cosa!? Come… avevamo fatto a finire insieme? Difficilmente avremmo frequentato gli stessi luoghi -Sai che sono…-

-Molto più vecchio di me? Sì, ma trovo noiosi quelli della mia età, vhenan. Sei stato in tutti i sensi una piacevole rivelazione-

Una rivelazione? Piacevole? Inclinai il viso sempre più curioso

Lei sorrise -Conosco quell’espressione…- avvicinò una mano al mio viso, per una frazione di secondo pensai di spostarmi. Rimasi fermo, posò il palmo morbido sulla mia guancia -Sembri un gatto che ha appena visto un gomitolo di lana- e ridacchiò.

Rimasi a fissarla. La sua risata era sexy e adorabile, mi sentivo vulnerabile davanti a questa elfa. Volevo ricordare tutto di lei. Tolse la mano e assurdamente desideravo mantenere il contatto -Quanto è grave il danno?- le domandai invece

-È… esteso. Posso curarti poco alla volta, sperando che anche i ricordi ritornino, devo prima consultarmi con Abelas-

-Abelas non lascia mai il suo tempio- digrignai i denti, era frustrante questa situazione. Tutto differente, ed era solo una piccola parte. Non ero ancora uscito da questa stanza.

Mi prese le mani tra le sue -Troverò il modo di curarti-

-Come?-

-In qualunque modo- disse decisa

Abbozzai un sorriso, rimanendo sempre basito dalla fiducia e affetto che vedevo in quelle splendide iride viola. Gli occhi mi caddero sulle sue labbra. Sapevo che non avrei dovuto pensare di volerla baciare di nuovo, ma non potevo farne a meno quando sembrava così sicura di sé. Percorsi la curva della sua mascella fino alla morbida pelle del lobo dell’orecchio, lungo la linea del suo collo, fino a quando il suo abito non mi bloccò la visuale. La stoffa non mi impediva di immaginare cosa ci fosse sotto, mentre lo sguardo mi vagò più in basso.

-Vuoi baciarmi?- domandò provocatoria

Rialzai lo sguardo sui suoi occhi e poi lo distolsi preso in fallo. Sembravo tutto a parte il grande predatore di cui i bardi decantavano le conquiste “Che il Temibile Lupo ti prenda!”, avevo trovato l’elogio divertente. Ora Yen riusciva a mettermi in difficoltà, esitavo, una lieve paura si aggirava nella mia coscienza, timore di deluderla e di venire respinto. Una sua mano mi fece rigirare il viso e posò le sue labbra sulle mie, in un semplice bacio, spazzando via i pensieri precedenti. Si stava per staccare, ma la ritirai indietro affondando nella sua bocca. Non so cosa mi faccia questa donna, non mi riconosco più. Ero solito non baciarne nessuna, con lei non desideravo altro, se non continuare a leccarle le labbra e la lingua. Sperando di inghiottire ancora uno dei suoi gemiti.

Bussarono e riprendemmo fiato, le lasciai un altro bacio veloce non riuscendo a trattenermi e mi allontanai da lei, posai i gomiti sulle ginocchia. Cosa sto facendo? La conoscevo da forse un’ora e le volevo saltare addosso? La mia virilità era dura e concorde a quel pensiero. Sembravo un ragazzino. Mi sentivo un cane che appena mi guardava, scodinzolavo. Il problema è che non sembrava dispiacermi affatto. Fenedhis. Mi coprii la faccia con le mani, altre fitte alle tempie.

Restai un minuto solo nella stanza, Yen era uscita, al suo posto entrò Abelas. Ci osservammo, anche lui aveva rughe che non rammentavo e anche uno sguardo diverso, non più estremamente rigido e severo, sembrava ammorbidito? Dei, cosa non ricordo? Mi alzai piazzandomi di fronte a lui -Lethallin, cosa sta succedendo?- gli domandai -Quella donna è davvero mia moglie?- dopo quello che mi aveva fatto passare Andruil prendendosi gioco dei miei sentimenti, mai sarei stato così vulnerabile di nuovo.

Assentì con un cenno del capo -Non ero convinto quando l’ho incontrata le prime volte, ma lei stessa con le sue azioni e la tua opinione su di lei, che trovavo sconcertante, mi hanno fatto cambiare idea-

Lo guardai perplesso -Cosa ti avrei detto su Yen Lavellan?- se la mia mente non intendeva collaborare, dovevo avere qualche informazione in altro modo, soprattutto sulla donna con cui avevo una famiglia. Non avrei mai pensato che ne avrei avuta una mia. Sono colui che caccia da solo. -Dov’è ora?- aggiunsi, non vederla mi rendeva un po’ inquieto, assurdo.

Abelas sembrò trattenere un sorriso e rispose -È andata da Avise, tua figlia. È stata con me e sua sorella intanto che si prendeva cura di te-

Lui e sua sorella?

-Su Yen Lavellan mi hai detto che è coraggiosa, leale, compassionevole, non si tira indietro ad aiutare nessuno se le è possibile, che è sempre stata molto interessata alle tue spiegazioni sull’oblio, volendo sempre imparare. Ami starle accanto, il suo modo di agire sempre con saggezza rispetto alla sua giovanissima età ti ha impressionato. E lethallin, la ami con tutto te stesso, daresti la vita per lei e Yen lo farebbe per te-

Ecco cos’era, amore, ero innamorato. Anche se la mia mente non ricordava, il mio istinto e il mio lupo, volevano starle vicino -Sembra la donna perfetta per me-

-Lo è, stentavo anche io a crederci, ma chiunque può dirti che siete una coppia invidiabile- rimanemmo un minuto in silenzio -E per lei sono solo Solas- aggiunsi alzando gli occhi sui suoi dorati -Ti ha conosciuto come tale e si è innamorata di te come Solas, in seguito ha appreso di Fen’Harel-

-E come ha reagito?- di solito alla mia maschera da falso Dio si eccitavano tutte come se avessero trovato una gallina dalle uova d’oro. Non lo sopportavo.

-Non ero presente, ti conviene chiedere a lei-

-Abelas, sai che effetto faccio alle donne- avevo abbastanza parassiti intorno senza anche sposarmene una.

Sospirò -Da quello che mi avevi riferito ti ha urlato contro infuriata e ti ha schiaffeggiato tre volte-

Lo fissai basito. Quella donna mi aveva preso a schiaffi? Non una, ma tre volte? Aveva urlato arrabbiata al Dio della ribellione? Non riuscii a trattenere delle risate -Ora inizio a capire come abbia fatto a innamorarmi e a sposarla così in fretta-

-Avise! Aspetta!- udii la voce di Yen oltre la porta. Questa si aprì e una bambina di tre o quattro anni comparve sulla soglia -Papae!- urlò eccitata spalancando le braccia. Osservai quei capelli castano ramati identici ai miei, gli occhi mi colpirono, uguali a quelli di Yen. Non poteva esserci nessun dubbio. Ero alquanto frastornato.

-Papae?- disse la piccola elfa con un tono dubbioso e ora esitante. Questo mi riscosse, non volevo pensasse che l’avrei rifiutata. Esterrefatto mi misi in ginocchio a terra alla sua altezza -Ciao, ma da’len-

Riprese a sorridere ed esaurì le distanze. La strinsi anche io tra le braccia. Come potevo non ricordarmi di lei? Non riuscendo a fermare l’emozione di gioia e di dolore al pensiero, le lacrime mi vennero agli occhi, le trattenni. Le accarezzai quella piccola chioma ramata, lo stesso colore mio e di mia madre.

-Pechè piangi?- domandò la bam… mia figlia. Mia figlia. Era così irreale.

Abbozzai un sorriso, sentendo il mio orgoglio sotto attacco -Non sto…-

-Non sta piangendo Da’vise. Il papà è solo molto stanco, ha lavorato tanto- mi interruppe Yen, venendomi in soccorso. Ci osservava con un’espressione tenera. Il mio orgoglio si sentiva comunque ancora più minacciato essendo in una situazione estremamente vulnerabile.

-Io vado, se avete bisogno mi chiami, mia Signora- disse Abelas

Guardai confuso il mio amico. Mia Signora? Era un titolo che rivolgeva solo a Mythal. Mi ignorò ed uscì, il gesto mi irritò un po’.

Yen prese per mano la piccola, facendola sedere sul materasso. Mi rialzai in piedi osservandole affascinato

-Non stanotte, ma da’len, devi dormire nel tuo letto-

-Voglio domire con papae!- protestò quella piccola fiamma

Senza pensare intervenni -Da’vise, prometto che dormiremo insieme, ma la prossima notte. Anche tu mi sei mancata tanto…- non era una bugia, era magnifica, le avrei voluto bene in eterno -… ma sono molto stanco. Mi renderesti felice se ubbidissi alla mamma- conclusi fissando Yen, che aveva un cipiglio sorpreso che si trasformò in quel tenero sguardo pieno d’amore come ogni volta che mi rivolgeva la sua attenzione. Ero però curioso di vederla infuriata, doveva essere uno spettacolo.

-Notte Avise- salutai e vedendole sparire nella stanza adiacente. Dalla finestra vidi che era ancora completamente buio, indossavo un abito che di solito portavo sotto l’armatura. Avevo bisogno di qualcosa di più adatto per provare almeno a riposare un po’ e rielaborare tutta questa valanga di emozioni che mi stava per sopraffare. Notai un armadio e iniziai a cercare

-Ultimo cassetto, vhenan- disse la voce di Yen in un sussurro e un sorriso. Lo aprì e trovai quello che stavo cercando. Mi spogliai, rendendomi conto in quel momento che era la prima volta che rimanevo senza nulla addosso davanti a quella donna. Continuava a sorridere compiaciuta e a fissarmi dalla testa ai piedi senza un minimo di imbarazzo. Forse, pensandoci, non era proprio la prima volta.

-Sempre bellissimo- disse e si diresse dalla parte opposta distogliendo l’attenzione e sedendosi sul letto. Mi infilai velocemente i pantaloni, lasciando perdere la maglia. Quel complimento non mi bastava. Salii sul letto restando in ginocchio, la provocai -Deve essere stato uno spettacolo penoso vedere Fen’Harel tanto vulnerabile- volevo sentire quello che Abelas mi aveva detto. Girò lievemente la testa verso di me -Lupo ribelle? Io ho visto solo un padre abbracciare la sua cucciola. E la mamma ama sempre di più il papà dei suoi figli, ogni volta che li vede insieme-

Mi sporsi verso di lei tremendamente affamato, lasciandole un bacio sulla pelle, tra il collo e la spalla, continuò -Sei meraviglioso e sei mio-

Quell’ultima frase mi eccitò, come vedere che a quel mio bacio aveva esposto ancora di più il collo invitandomi a divorarla. Mi avvicinai ulteriormente respirando il suo profumo inebriante di cuoio e qualcos’altro… toccai la pelle con la punta del naso, risalii fino all’attaccatura dei capelli. Respirai profondamente e chiusi gli occhi -Mi hanno detto che mi hai preso a schiaffi tre volte, che audacia da’len…- la provocai di nuovo, la voce mi si era abbassata di un tono

-Mmm… sai… te li meritavi tutti e quando te ne ricorderai concorderai con me, hahren- mormorò

Ridacchiai -Concorderò?- domandai e prima di avere una risposta le baciai ancora la pelle. Udii un piccolo gemito e spostò una mano cercando la mia, l’afferrai unendo i nostri palmi, venendo invaso da un piacevole calore che non aveva nulla a che vedere con la tensione sessuale tra noi.

-Vhenan, non con Avise così vicina…-

Sorrisi e le diedi ancora un bacio sul collo -Sei rumorosa, da’len?-

Ridacchiò sommessa -Anche tu, ma fen-

Filtrava con me in modo spudorato e mi invitava a cacciarla, non dandomi mai subito quello che volevo. Il resto delle donne mi dava tutto senza neanche bisogno di chiedere.

Doveva essere mia. Era mia. Le strinsi la mano e infilai il viso nei suoi capelli -Mi aiuterai a ricordarmi di te? Di voi?-

Replicò la stretta -Riposiamo, al risveglio inizierò a curarti- si girò in parte e mi guardò con un sorriso -Avise è somniari, le dai sempre un’occhiata…-

Alzai la mano e gliela misi sulla guancia -La terrò al sicuro-

Si appoggiò al mio palmo -Ar lath, ma vhenan- disse incatenando gli occhi ai miei

Mi bloccai a quelle parole. Avevo ricevuto la mia dose di dichiarazioni nei millenni. Questa però era diversa, non era una stupida cotta, non era solo l’attrazione fisica che provavamo l’uno per l’altra. Yen mi stava dicendo che si affidava senza nessuna esitazione a me. Smisi quasi di respirare, avrei voluto replicare le parole, ma...

Promettimi che qualunque cosa ci riservi il futuro non mi allontanerai più da te” quella frase con la sua voce mi rimbombò nella mente.

Non potevo ancora ricambiare quelle parole d’amore. E perché l’avevo allontanata? Mi chinai e presi possesso della sua bocca dolcemente.

 

Questo non era l’Oblio che conoscevo. Non luminoso e pieno di vitalità, ma una distesa deserta e lugubre. Avvertivo una potente barriera che divideva questo mondo da quello della veglia. Era in vari punti più sottile minacciando di rompersi. La Dissolvenza che tanto amavo era stata distrutta. In lontananza Arlathan completamente nera. Cosa era accaduto?

Percepii lo spirito di mia figlia poco lontano, con un passo dell’oblio la raggiunsi e restai a guardare, diversi demoni si aggiravano intorno al suo sogno, ma non riuscivano ad entrare. Mossi la mano e questi vennero distrutti, mi avvicinai riconoscendo la mia magia, avevo posto varie protezioni alla mia piccola. Stava saltellando qua e là nella sua forma da lupo. Una bellissima cucciola completamente nera, a parte per una striscia bianca che partiva dal petto fino ad arrivare al muso.

Percepii un altro spirito solare che però si stagliava come un faro attraverso la Dissolvenza. Lo riconobbi immediatamente, lasciai la mia bambina certo che fosse al sicuro e mi avvicinai a quello spirito, come una falena fa con una candela.

Gli occhi si posarono subito su Yen, una distesa di fiori tappezzava il terreno e un piccolo lago era poco lontano. Riconobbi il luogo, era stato un dono di Elgar’Nan a Mythal e secondo gli sprazzi di ricordi, dove avevo sposato mia moglie. Restava seduta tra i fiori a contemplare non so cosa, o attendeva? Il ventre tondo era assente e dalla mano sinistra percepivo quel faro, in modo smorzato però. Cosa era? Sembrava familiare…

Anche sulla mia compagna avevo messo delle protezioni, niente l’avrebbe disturbata. Restai a fissarla, non sapevo se farmi avanti o continuare a esplorare quella Dissolvenza così desolata. Cercai di percepire Saggezza, ma nessuna risposta veniva in cambio, solo il silenzio più assoluto. Mi si posò un peso sul cuore, ma non potevo neanche mettermi a cercarla a caso. Forse Yen avrebbe avuto delle risposte. Entrai nel suo sogno.

Voltò la testa, mostrandomi un sorriso

Alzai un sopracciglio -Mi aspettavi?- come al solito non c’era stata nessuna sorpresa

-È nostra abitudine e speravo venissi. Avise?-

-Al sicuro- e mi sembrò di aver detto quelle due parole molte altre volte

-Bene- e mi fece cenno con una mano di sedersi accanto a lei. Esitai per un momento guardandomi bene attorno. Il paesaggio era molto fedele, indubbiamente l’avevo portata di persona in quel luogo, la mia mente non mi stava quindi giocando brutti scherzi.

Mi sedetti venendo colpito da quel leggero profumo di cuoio. Il mio lupo voleva premere il viso nei capelli e nell’incavo del collo di questa donna. Mi trattenni. Sapevo che se l’avessi fatto non mi avrebbe rifiutato, ma non mi sembrava giusto approfittarne quando ancora ero così confuso e abusare dell’amore che provava per me, anche se potevo dire di sentire lo stesso sentimento, però stavo ancora cercando di elaborare il tutto. Non credevo ancora di essermi affidato spirito e corpo a questa donna e che lei avesse fatto lo stesso con me, anche se lo leggevo evidente nelle sue iridi.

-Stavo cercando Saggezza, la conosci?- chiesi, se eravamo così in confidenza, dovevo avergliela presentata

La sua espressione divenne seria e distolse gli occhi da me, sospirò e si portò le ginocchia verso il petto, circondarle con le braccia e appoggiando la fronte. Si stava letteralmente chiudendo a riccio. Voleva dire che non erano buone notizie. Rimasi in silenzio.

-Non ho avuto il piacere di conoscerla- mormorò, e restò senza parlare ancora per un po’ -Preferirei che ricordassi da solo…- disse quasi in un sussurro

Voleva dire solo una cosa. Il cuore iniziò a fare male. Anche la mia migliore amica se ne era andata.

-Chi ha il mio affetto muore sempre- replicai cupo e a stento trattenevo quel lacerante dolore -Mi verrete portati via anche voi?- dissi ora con rabbia. Avrei ucciso tutti gli Evanuris. Non avrebbero toccato la mia famiglia. Mi venne stretto delicatamente il braccio, fissai la mano e poi la sua proprietaria. Abbozzava un leggerissimo sorriso -Lo so, vhenan. Ma non sei solo. Hai me, Abelas e altri che ora non ricordi, ma non sei solo in questo, amore mio-

Quel tocco era rovente, dicendomi senza ombra di dubbio di restare. Sapeva che avrei voluto allontanarmi? Non farmi vedere così ferito e abbattuto? Lo avrei fatto. In passato. Ora volevo conforto e lei me lo stava offrendo in modo del tutto spontaneo. Il mio lupo impazziva perché voleva abbassassi le difese contro questa donna. Scostai il braccio dalla sua mano, la tenne sollevata per qualche secondo sorpresa e con un barlume di tristezza -Ir abelas, ti lascio solo- e con un movimento fluido si alzò, prima che potessi reagire era sparita. Si era svegliata.

 

Aprii gli occhi. Mi ero obbligato a svegliarmi nello stesso istante in cui lo aveva fatto lei. Non mi piaceva come si fosse allontanata. Avevo un peso sulla spalla che però si stava sollevando, con un braccio la bloccai e ci fissammo. Ci eravamo addormentati ognuno dalla sua parte del letto, ora appoggiava la testa sul mio petto e io le passavo un braccio sotto la schiena, era intorpidito. Eravamo in quella posizione da almeno qualche ora.

-Tel abelas, sono io che mi devo scusare- dissi subito

Alzò un sopracciglio e ridacchiò piano

-Cosa?- replicai confuso da quella reazione inaspettata, pensavo fosse arrabbiata e la cosa mi importava. Mi importava molto.

Avvicinò le labbra alle mie e divenni euforico come se non stessi aspettando altro

-Accetto le scuse- rispose e mi diede un leggero bacio -Ma devo andare a fare pipì- disse divertita e si scostò alzandosi

Risi sommesso e passai una mano strofinandomi gli occhi, non si era offesa per il mio comportamento e mi sentivo più leggero.

 

-Ci mancava il lupo con l’amnesia- mi arrivò la voce del mio amico alle orecchie

-Non è divertente Fellassan- replicai piccato

-Ma lo è. Ho esaminato il manufatto che ti ha fatto ciò e mi stavo domandando dove avessi la testa in quell’istante. Tua figlia di tre anni probabilmente sarebbe stata più brava-

Trattenni un ringhio e lo guardai male -Arriva al punto-

-Hai già ricevuto una prima cura, esatto?- domandò

-Stamattina- dopo che Yen era tornata dal bagno e preparato Avise per la colazione, aveva guarito qualche ferita. Non poteva però decidere quale linea temporale avessi ricordato per prima.

Fu il turno di una certa Inquisizione. Facce nuove tra cui un nano, degli umani e perfino uno di quegli esperimenti degli Evanuris, che si erano dati il nome di qunari. Avevo conosciuto tutti non rivelando la mia natura di falso Dio, avevamo viaggiato in molti luoghi differenti, ma quello che mi dette più fastidio fu vedere il mondo che conoscevo in macerie. Yen mi aveva dato qualche spiegazione aggiuntiva, ma diceva sempre che preferiva che ricordassi poco alla volta. Soprattutto avevo il ricordo di lei che era a capo di questa Inquisizione, non sapevo ancora però il perché e che diavolo ci facessi lì. Avevo altro di meglio da fare che darmi all’avventura. In compenso però l’avevo conosciuta in quel periodo, avendo sempre acceso la mia curiosità, avvicinandomi e innamorandomi di lei.

Finalmente poi ero uscito da quella camera da letto. Confuso era un eufemismo, trovavo normale il venire salutato con rispetto e vedere uno dei miei templi usato come una base militare, ma la barriera in cielo che tratteneva la Dissolvenza mi inquietava, non avrebbe dovuto esserci quella magia. Avevo chiesto spiegazioni che però erano state sviate, ed era maledettamente brava in ciò, non che dovesse fare molto. Mi toccava un braccio e mi rivolgeva uno di quei meravigliosi sorrisi. Amavo vederla sorridere, ancora di più quando si rivolgeva ad Avise, quest’ultima mi distraeva in modo estremamente efficace. Non trovavo ancora reale la loro esistenza. Avrebbe fatto prima Andruil a darsi al giardinaggio che io innamorarmi, sposarmi e avere questa bellissima cucciola.

-Quindi novità?- chiese il mio amico

-No, so a malapena cosa ci faccio qui. Sono solo certo che non mi sembra reale quello che ho-

Fellassan sorrise sarcastico, stava rischiando che gli tirassi un pugno sul naso -Bhe quella donna andrebbe santificata per averti messo il guinzaglio con il caratteraccio che ti ritrovi. Quando vi ho visto insieme la prima volta e ti vedevo scodinzolare tutto contento ho pensato che il mondo potesse avere fine-

Strinsi un pugno -Fellassan…- lo avvertii

Ridacchiò -Calma, calma, è positivo sai? Non ti ho mai visto così felice, rilassato, si vedeva che facevi sesso regolarmen…-

Gli tirai un pugno mancandolo di proposito. Balzò all’indietro con quel fare scherzoso -Uuhhh… difendi il suo onore? Ma lo sanno tutti come si fanno i bamb…-

Non lo lasciai finire, richiamai il mana. Gli congelai i piedi bloccandolo sul terreno. Se li guardò contrito -Grazie per i piedi bagnati, Dio dei miei stivali. Il problema quale sarebbe? Che sei completamente cotto Fen’Harel? Lo sanno già tutti e lei lo è di te-

-Tutti!?- ripetei allarmato, questo riguardava anche… -Gli Evanuris!?-

Alzò le mani in segno di pace -Tranquillo, non se lo sognano nemmeno, hanno problemi più grossi-

-Quali?-

-Certi che a tempo debito ricorderai, lethallin-

Una mano mi si posò sul bicipite, Yen era al mio fianco e guardava il mio amico che si era liberato dal mio incantesimo.

-Fila via, Fellassan…- disse con pazienza

-Sì, mia Signora- replicò subito andandosene

Eseguì senza protestare, succedeva solo con Mythal. E ancora quel titolo. La guardai e sembrava rassegnata a sentirlo.

-Vorrei sapere come Briala lo sopporti…- mormorò

-Briala?- domandai

Mi guardò e sorrise -La sua compagna, non si trova qui alla base però-

La fissai stranito e rise -Lo so, lo so, un’altra novità. Sai anche Abelas sta con mia sorella-

Ora era come se mi avessero preso a schiaffi -C… cosa!?- sbottai

Rise -Sono successe un sacco di cose vhenan. Sai, non sai stare fermo un attimo come tua figlia- rispose compiaciuta

Continuai a fissarla e l’espressione mi si addolcì. Come mia figlia. Mi imbarazzai un poco e le punte delle orecchie mi si scaldarono -Non posso darti torto… mia madre diceva la stessa cosa, e anche Mythal-

Mi venne afferrata la mano e se la posò sul ventre. Preso alla sprovvista cercai di ritirarla, finché la lasciai fare -Cosa fai?- chiesi con una leggera agitazione. I gesti di cui mi ricopriva erano quasi sempre tutti molto confidenziali e intimi. Non potevo negare che mi piacessero.

-So che hai un sacco di cose a cui pensare, visto che ti è tutto nuovo e strano. Ma se ti viene in mente qualche bel nome proponimelo, sarà una sorpresa se maschio o femmina- prima che riuscissi a rispondere si sporse verso il mio viso e mi lasciò un bacio rovente sulla guancia. Mi fece l’occhiolino e si allontanò. Un nome…? Restai esterrefatto e fermo a guardarle la schiena.

Sorpresa! Cambio di prospettiva! Che mi sembrava proprio d'obbligo e divertente in questa situazione XD Vedere Solas talmente perso lo sto trovando esilarante XD Sperando vi sia piaciuto ne approfitto per augurarvi Buona Pasqua! Al prossimo capitolo!

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