Sempre noi.

di Titaniakittes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di scuola, primi incontri e delusioni. ***
Capitolo 2: *** Di prime amicizie, imbarazzo e piani di conquista. ***
Capitolo 3: *** Di piani di conquista e sbuffi. ***
Capitolo 4: *** Di discussioni, scoperte e presentazioni. ***



Capitolo 1
*** Di scuola, primi incontri e delusioni. ***


Sempre noi.



Stava sognando un tenero Pony arancione, che correva allegro verso di lui, quando sentì improvvisamente un leggero calore invadergli la guancia paffuta. Qualcuno gli aveva appena dato un bacio.
"Naru-chan" Sentì sussurrare da una voce femminile "Svegliati, tesoro della mamma".
Il piccolo aprì gli occhi lentamente, in cerca della persona che lo aveva svegliato. Inizialmente vide una grande chiazza rossa, poi, dopo essere stropicciato gli occhietti con la mano ed aver emesso un mugolio, riconobbe la madre.
"Buongiorno mammina" Disse Naruto, abbracciandola e avvigghiandosi addosso a lei come una scimmietta.
Kushina Uzumaki, questo era il suo nome, per svegliare quella piccola canaglia bionda si era seduta sul bordo del suo lettino. Dopo essersi assicurata che il figlio si stesse tenendo a lei saldamente, si alzò e si diresse verso il bagno. "Buongiorno anche a te, amore mio" disse durante il tragitto letto/bagno. Una volta dentro, aggiunse. "Vuoi fare la scimmietta della mamma ancora per molto o, invece, scendi e ci prepariamo per andare a scuola?" Domandò lei dolcemente, mentre lo coccolava.
"Cuola!Cuola!" Esclamò raggiante Naruto, cercando di sfiggire alla presa della madre.

 "Allora scendi e laviamoci per benino, che ne dici?"
Dopo averlo messo giù, Kushina aiutò il piccolo a lavarsi e a vestirsi. Successivamente scesero a fare colazione, anche se non ci impiegarono molto tempo, e una volta finito si diressero verso la macchina, dove Minato li stava aspettando sorridente.
"Papà, papà, papà" Ripetè più volte il piccolo. "Oggi vado a cuola!" Aggiunse al settimo cielo.
"Vai a scuola?" Domandò marcando l'ultima parola. Volevo far capire la giusta pronuncia al piccolo, senza però farglielo notare. Una sorta di apprendimento intelligente, o almeno così lo definiva lui. "Sei diventato grande ormai, un ometto!" Aggiunse sorridendo.
"Sì, sono grande adesso. Oggi è il primo giorno di cuo-" Si interruppe bruscamente, sembrava che stesse pensando a qualcosa di vitale importanza. "Scuola." Si sforzò a pronunciare.
 Minato era orgoglioso del suo bambino, come anche Kushina che guardava il marito compiaciuta. Impiegarono svariati minuti per arrivare a destinazione, anche se in fondo la scuola di Naruto non era molto lontana dalla loro abitazione. In questo lasso di tempo, Minato e Kushina discussero amabilmente con il piccolo Naruto. Dopo essere arrivati, il biondino era un po' rattristato al solo pensiero di doversi separare dai suoi genitori, ma quando vide quell'enorme montagna di giocattoli e tutti quei bambini si riprese immediatamente. In particolare una bambina attirò la sua attenzione.
Aveva la pelle nivea e candida, i capeli e gli occhi di un colore molto scuro. Tuttavia, oltre al suo aspetto, quello che colpì davvero il piccolo è che, nonostante ci fossero dozzine di bambini, lei era in disparte, in un angolo, a giocare da sola. A quella visione così triste, Naruto decise all'istante che sarebbe diventato suo amico, così le si avvicinò.

 "Ciao bimba" Disse per attirare la sua attenzione. Dopo essersi assicurato che la piccola lo stesse guardando sorrise raggiante. Tuttavia lei lo ignorava, così senza perdersi d'animo continuò. "Come ti chiami, bimba?"
Quello che successe dopo spiazzò il piccolo Naruto: infatti la "bambina" gli schioccò un'occhiataccia, guardandolo piccata, quasi offesa. Poi si issò sulle sue manine e, ignorandolo, si allontanò ancheggiando.
Naruto si girò subito, in volto un'espressione ferita, vedendo la corvina di spalle mentre si allontanava. Quella era la sua prima cotta, il suo primo amore, la sua prima delusione.
Naruto, all'età di quattro anni, ebbe la sua prima delusione d'amore. 

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Capitolo 2
*** Di prime amicizie, imbarazzo e piani di conquista. ***


 Sempre noi.
 
 
Quella giornata passò molto lentamente per il piccolo Naruto. Dopo essere stato 'brutalmente' snobbato da quell'avvenente corvina, si fece forza e conobbe altri bambini: fece amicizia con Kiba Inuzuka, che aveva una personalità turbolenta proprio come lui, Sakura Haruno, simpatica bambina con dei buffi capelli rosa, Hinata Hyuga, paffuta e timida, ed infine Neji Hyuga, il cugino più grande di Hinata. I due erano accomunati da due grandi occhi chiari, quasi bianchi, che affascinavano, ma allo stesso tempo lo turbavano e lo mettevano in soggezione. Però, anche se aveva conosciuto altri bambini, Naruto non riusciva a togliere gli occhi di dosso a quella corvina. Tuttavia, almeno per quella giornata, decise che sarebbe stato saggio lasciarla in pace. In fondo, quello era soltanto il primo giorno, quindi avrebbe avuto molte altre occasioni per conoscerla meglio.
"Hey, Nacchan, mi stai ascoltando?" Disse imbronciata la rosa. "Sto parlando con te!" Esclamò impettita. 
A causa di quella frase, il biondo si ridestò dai suoi problemi e dai suoi pensieri, ponendo la sua attenzione sulla bambina che gli parlava non con le migliori intenzioni. 
"Scusa, Sakura." Affermò quasi pentito di non averla calcolata fino a quel momento e, per farsi perdonare, le stampò un dolce bacio sulla guancia. Un tocco leggere, casto, morbido, che però la fece arrossire vistosamente. Naruto a quella reazione ridacchiò e le scompigliò i capelli. Ciò aumento ovviamente l'imbarazzo della piccola.
"Ma..ma.." borbottò rossa in viso. "Ma cosa fai!" Sbottò alla fine. Incrociò le braccia al petto e fintamente arrabbiata rimproverò il piccolo Dongiovanni che aveva di fronte. "Non avresti dovuto farlo! Mia mamma mi ha detto che queste cose si fanno solo tra fidanzati e non lo siamo." fece una pausa per pensare a come continuare il suo discorso. Il suo volto si illuminò di una luce sinistra e, come se le fosse appena venuto un lampo di genio, continuò a rimproverare il povero malcapitato. "Tra l'altro sei davvero immaturo, Nacchan. Pensa se rimango incinta, come facciamo? Io sono piccola per essere una mamma e tu sei piccolo per andare a lavorare per mantenerci" Affermò con un tono da saputella, mettendosi le manine sui fianchi e fissandolo con uno sguardo contrariato, scuotendo la testa. A quel punto il piccolo non sapeva come ribattere e con una naturalezza spiazzante ignorò il monologo dell'amica e cambiò argomento.
"Giochiamo un po'?" Propose alla rosa, la quale lo guardò torva perché era stata sfacciatamente ignorata, anche se la domanda era rivolta all'intero gruppo. 
"Si, andiamo!" Risposero tutti entusiasti dell'idea dell'amico.
I piccoli si avvicinarono ad un tavolo libero e, dopo aver preso qualche foglio e qualche pastello colorato, iniziarono a colorare in silenzio. Ogni tanto scambiavano due chiacchiere su cosa stessero raffigurando o su come avevano intenzione di colorarlo, ma per la maggior parte del tempo si concentravano unicamente sul foglio. Ad un certo punto, il suono della campanella li fece sobbalzare. Un po' dispiaciuti di separarsi, ma felici di tornare ognuno nelle proprie case, posarono le proprie "opere d'arte" nello zainetto, salutarono con un bacio il maestro ed uscirono. Qui c'erano i genitori ad attenderli, così il gruppo, dopo essersi salutato, si separò velocemente. 
"Tesoro" esordì Kushina, una volta saliti in macchina. "Com'è andata il primo giorno di scuola? Ti è piaciuto? Ti sei fatto degli amici?"
"Bene, mammina!" rispose il piccolo con entusiasmo. "Ho conosciuto moltissimi bambini simpaticissimi." affermò sorridendo felice. "Kiba, Neji, Hinata e Sakura. Certo, lei ha dei capelli un po' strani e dice cose strane sull'essere fidanzati" si bloccò un attimo per pensare. "Mammina, cosa vuol dire essere fidanzati?" chiese curioso, sporgendosi dal sedile per guardare il volto della madre.
"Oh, tesoro!" esclamò ridacchiando. "Lo capirai crescendo."
"Boh!" disse il piccolo tornando al suo posto e gonfiando le guanciotte. "Non lo capisco proprio."
"Su, su. Non pensarci per adesso, piuttosto continua a raccontarci cosa hai fatto oggi, tesoro". Intervenne dolcemente Minato.
"Ah, si! Poi abbiamo disegnato e io ho raffigurato una casetta e una bambina..." disse l'ultima parola con un filo di voce, cosa che non passò inosservata soprattutto a Kushina.
"Una bambina?" chiese curiosa la donna.
"Si..." sospirò il piccolo. " Una bambina, che mi ha ignorato stamattina.." rivelò deluso, con un tenero broncio.
Vedendo quell'espressione, i due genitori non riuscirono a trattenersi ed scoppiare a ridere. Dopo essersi scambiati uno sguardo complice, iniziarono una discussione tra loro, facendo finta di ignorare la presenza del figlio.
"Amore" esordì Kushina, con un'espressione fintamente preoccupata. "Hai sentito bene? Oggi tuo figlio ha avuto una delusione d'amore, il suo primo rifiuto." affermò con tono teatrale, guardando di sottecchi il piccolo, che sembrava essere interessato alla nuova conversazione.
"Si, ho compreso la grave situazione." Minato rispose estremamente serio in volto. "Tu pensi che il nostro piccolo sia davvero innamorato di questa pargoletta?"
Entrambi gli "attori" si voltarono per osservare l'espressione amareggiata di Naruto, poi si guardarono e per poco non scoppiare nuovamente a ridere.
"Si, direi che è davvero cotto." affermò saggiamente il padre. Kushina annuì gongolante.
"Dobbiamo escogitare un piano, caro. Dobbiamo fare in modo che nostro figlio riesca a conquistare quella bambina dal cuore di ghiaccio..." disse sottovoce al marito.
La vita scolastica del figlio si prospettava davvero molto interessante.

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Capitolo 3
*** Di piani di conquista e sbuffi. ***


Sempre noi.


"Tesorino" esordì Kushina. "Hai capito come devi comportarti?" domandò al figlio. Tuttavia senza attendere risposta, continuò "Forse è meglio che ricapitoliamo tutto quello che devi fare e dire, anzi non dire, per l'ultima volta..." L'entuasiasmo della donna, però, venne stroncato dalla reazione del piccolo. 
"Mammina, smettila" l'ammonì lui. "Ho capito cosa devo fare." affermò scocciato con un leggero broncio.
A quella visione la madre sorrise interiormente, anche se fece finta di essere stata ferita dalle parole del figlio.
"Oh." esclamò con tono secco, dispiaciuto. "Il mio adorato figlioletto ormai è cresciuto e non ha più rispetto per la sua povera e vecchia madre.." disse, lasciando in sospeso la frase. Fece una breve pausa e si portò teatralmente una mano a coprire la bocca. Questa reazione allarmò il biondo, il quale, entrando nel pallone, abbracciò di slancio la madre. 
Kushina scoppiò a ridere e strinse forte tra le braccia il suo piccolo tornado biondo. Suo figlio era splendido, lo aveva sempre pensato. 
"Mammina, adesso però devo andare" affermò dispiaciuto di aver fatto intristire la donna, senza accorgersi, a causa della sua ingenuità, della messa in scena. Le diede un leggero bacio sulla guancia, poi aggiunse "Io ti voglio bene." fece una pausa, forse per pensare a cosa dire o forse per trovare le parole giuste da usare. "Anche se ho già cinque anni e sono indubbiamente grande ormai, io ti porterò sempre rispetto, mammina!" esclamò sorridendo timidamente. Detto ciò, si allontanò da lei, ma prima di varcare la soglia della sua classe, si voltò e sventolò energicamente la sua manina paffuta in direzione della madre.
Una volta entrato, cercò con lo sguardo i suoi nuovi amici, non trovandoli. Per questo motivo la sua attenzione venne catturata da una morettina di sua conoscenza. (Beh, non proprio.) Rimase incantato a guardarla per qualche minuto, alla fine si decise ad avvicinarsi a lei. 
"Hey" esordì timido il biondino. La bambina si voltò a guardarlo con in viso un'espressione molto scocciata. Costatando di essere stato bellamente ignorato, continuò "Bimba, perché mi ignori? Ti ho fatto qualcosa di male?" domandò, avvicinandosi verso di lei. 
Tuttavia a quelle domande, non solo lei non rispose, ma offesa, indurì il suo sguardo. La piccola era seduta in disparte in un tavolo e alle richieste di Naruto, si alzò e lo spinse via. Il povero malcapitato, che in fondo se l'era cercata, perse l'equilibrio ed atterrò sul fondoschiena. Non riusciva a capire cosa frullasse per la testa a quella bambina, perché si comportava in quel modo?
"Io..io.." balbettò il biondo, provando ad iniziare una conversazione per chiederle spiegazioni sul suo gesto. Le parole gli morirono in gola, vedendola allontanarsi di nuovo proprio come il giorno precedente. Entrato ormai nel panico, si alzò velocemente da terra e, eseguendo alla lettera l'ultima parte delle direttive della madre...
                         
                                  ***Flashback***


"Dunque." iniziò Kushina "Hai capito cosa devi fare?" chiese determinata al figlio, il quale piantò lo sguardo terrorizzato sul padre per poi scuotere lentamente la testa timoroso.
"Oh, Naru-chan!" sospirò frustata la rossa. Quando si impegnava, riusciva ad essere molto più infantile del figlio. 
"Su, Kushina." si intromise Minato " Non reagire in questo modo. Non dimenticarti che ha solo cinque anni." la ammonì dolcemente, sorridendole. Dolcezza che non venne ricambiata, assolutamente.
"Minato." lo chiamò la donna con tono minaccioso "Nostro figlio non ha SOLO cinque anni, ma ha GIA' cinque anni." affermò, scandendo bene ogni singola parola "Nonostante ciò ancora non conosce nessun metodo efficace per riuscire ad 'abbordare' una ragazza." concluse delusa dal rimprovero del marito.
"Tesoro, non ti sembra di esagerare?" chiese, provando a far ragionare la moglie, che sembrava non voler cedere. 
"Oh." esclamò esasperata "Tu non capisci." con questa affermazione troncò il battibecco con Minato e rivolse nuovamente l'attenzione su Naruto.
"Naru-chan, vieni qui. La tua mamma te lo spiegherà un'altra volta." disse nel modo più dolce possibile. Il biondino si avvicinò di nuovo alla madre, pronto a seguire le sue contorte direttive. 
"Dimmi, mammina." disse cercando di apparire quanto più entusiasta possibile, per non far dispiacere la madre. "Sono tutto.. tutto.." si bloccò, pensando. Come si diceva? Sono tutto..? Il povero piccolo si stava davvero applicando, ma proprio non riusciva a ricordare quel modo di dire. 
"Orecchie." bisbigliò Minato, coprendo il suggerimento con un colpo di tosse. 
"Sono tutto orecchie!" esclamò felice quel piccolo birbante. Adorava quando il padre lo aiutava, in modo così indifferente ed apparentemente distaccato. 
"Perfetto, allora. Ricominciamo." esordì Kushina " Domani quando arriverai a scuola, non andare subito a salutarla." iniziò così il suo monologo per l'ennesima volta "Anche se, in fondo, ti ignora.." aggiunse bisbigliando, rivolta più a se stessa che al piccolo. "Falla dispiacere per la mancanza del tuo saluto. Deve guadagnarsela la tua amicizia." disse arruffandogli la folta chioma biondissima. 
Naruto, come se gli avessero fatto il lavaggio del cervello, continuava a ripetere come un mantra "ignorare, ignorare, ignorare".
"Very good, my sweetheart." esclamò la rossa, poi continuò "Fatto questo passo, devi notare e capire i suoi comportamenti, le sue abitudini. Devi praticamente studiarla, tesoro. Devi anche essere nello stesso posto in cui è lei al momento giusto, facendo finta che sia soltanto una casuale coincidenza." 
Naruto annuì nuovamente alla spiegazione della madre, questa volta un pochino più convinto. 
"Dopo averle mostrato che i vostri interessi sono comuni, prova a parlarle. Nessuna conversazione impegnativa, iniziare con un 'Cosa stavi disegnando?' andrà più che bene." Scattò sull'attenti entusiasta, battendo le mani e sorridendo come una bambina. "E il gioco è fatto! Cadrà sicuramente ai tuoi piedi!" Concluse, schiacciando l'occhio in direzione del figlio. 
"Mammina." Sbuffò il piccolo. "Io voglio essere suo amico, non farle lo sbambetto. Non hai capito proprio nulla!" Esclamò scocciato.
A quel punto, lo sguardo di Kushina si posò sul marito ed entrambi scoppiarono a ridere di gusto.
"Naruto, tesoro, quello che intendeva la mamma è che riuscirai a conquistare il cuore di quella bambina." Chiarì Minato, ridacchiando sereno.
"Oh." Disse il biondino, producendo un suono prolungato, sopreso ma allo stesso tempo consapevole. "Tutto questo parlare di bambine mi ha messo su una fame. Possiamo andare a mangiare, adesso? Per favore!" Chiese, implorandola, il piccolo, dopo aver sentito il suo stomaco brontolare.
"Certamente campione." Asserì Minato, riponendo il giornale sul tavolino e alzanosi dal divano. "La tua mamma ti ha fatto una sorpresa questa sera."Aggiunse poi ammiccando in direzione del più piccolo. 
"Si!" Urlò entusiasta Naruto. "Ramen!"
"Naru-chan, ho dimenticato una cosa. Se proprio quella bambina non volesse saperne di fare amicizia con te, sai cosa devi fare? Afferrale un braccio, strattonala e falla tua!" Esclamò la rossa, ridendo sguaiatamente e guadagnondosi un'occhiataccia dal marito.
"Sei sempre la solita..." Sospirò l'uomo, dirigendosi verso la cucina.

                            
  ***Flashback***

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Capitolo 4
*** Di discussioni, scoperte e presentazioni. ***


Sempre noi.

 "Hey" esordì timido il biondino. La bambina si voltò a guardarlo con in viso un'espressione molto scocciata. Costatando di essere
stato bellamente ignorato, continuò "Bimba, perché mi ignori? Ti ho fatto qualcosa di male?" domandò, avvicinandosi verso di lei. 
Tuttavia a quelle domande, non solo lei non rispose, ma offesa, indurì il suo sguardo. La piccola era seduta in disparte in un tavolo e alle richieste di Naruto, si alzò e lo spinse via. Il povero malcapitato, che in fondo se l'era cercata, perse l'equilibrio ed atterrò sul fondoschiena. Non riusciva a capire cosa frullasse per la testa a quella bambina, perché si comportava in quel modo?
"Io...io..." balbettò il biondo, provando ad iniziare una conversazione per chiederle spiegazioni sul suo gesto. Le parole gli morirono in gola, vedendola allontanarsi di nuovo proprio come il giorno precedente. Entrato ormai nel panico, si alzò velocemente da terra e, eseguendo alla lettera l'ultima parte delle direttive della madre...


Prese la bambina per un braccio, facendola voltare. Adesso i loro volti erano vicinissimi, s'imbarazzò moltissimo per questa vicinanza, ma non si ritrasse. "Falla tua" le aveva detto la madre il giorno prima, anche se lui non sapeva davvero cosa volesse intendere con quelle parole. Nonostante ciò, però, decise di agire e allora fece la sua cosa più naturale e giusta che potesse passargli per la testa in quel momento: darle un bacio. Il piccolo biondo posò in modo impacciato, ma allo stesso tempo irruento, le labbra su quelle della bambina. Lui non se ne intendeva molto di conquiste, amore o femmine, però una cosa la sapeva pure lui. Il bacio se lo scambiavano soltanto i grandi che si volevano molto bene, o almeno questo era quello che gli aveva spiegato una volta sua madre. Lui, in quel momento, non aveva trovato nessun modo migliore per dimostrare alla corvina che voleva essere suo amico e sicuramente aveva scelto l'opzione peggiore, però la bambina lo aveva messo alle strette visto che non voleva nemmeno ascoltarlo. 
Il bacio durò pochi millesimi di secondo, poiché Naruto si ritrasse quasi fosse rimasto scottato da quel morbido contatto, ed ancora più imbarazzato di prima arrossì vistosamente. Fece per andarsene, ormai rassegnato, quando qualcuno si decise ad aprire bocca. 
"Cosa hai fatto?" Domandò la bambina. La sua voce era quasi un sussurro molto irritato e di certo non era la leggiadra voce di una femminuccia. "Ti rendi conto di quello che hai fatto?" Domandò nuovamente, questa volta con voce leggermente più alta.
Naruto era davvero confuso da quelle domande. La sua piccola e bellissima futura moglie, madre dei suoi figli, che prima non voleva rivolgergli la parola, adesso, sembrava odiarlo. Però, c'era qualcosa che non andava, sembrava una voce da maschio. Il biondo, con mille dubbi per la testa, si decise a parlare. 
"Ma..." Esordì titubante. Lo sguardo della sua interlocutrice lo metteva in agitazione. "Sei un maschietto?" Chiese molto velocemente, quasi terrorizzato che qualcun'altro lo sentisse. A quella domanda seguì un lungo e pesante silenzio, nel quale la corvina incenerì Naruto con lo sguardo. 
"Certo che sono un maschio! Cosa credi, stupido?" Rispose il bambino, scocciato dalla situazione. "E adesso dimmi perché mi hai dato un bacio." La sua non era una richiesta, bensì un ordine, lo si capiva dal suo tono di voce, freddo e distaccato. 
"Io... io... pensavo che tu fossi una bambina e volevo fare amicizia con te." Rispose sinceramente Naruto, deluso e triste, per aver scoperto che l'amore della sua vita, in realtà, era un maschio. In un istante il suo morale mutò, poiché pensò che, adesso che aveva scoperto che si trattava di un suo coetaneo, poteva fare amicizia con lui più facilmente. Povero ed ingenuo Naruto, non sapeva quanto si sbagliava.
"Scordatelo. Io non voglio avere nulla a che fare con uno che non sa neanche distinguere un maschio da una femmina." Affermò gelido, prima di voltarsi e sedersi nuovamente sulla sediolina e continuare a disegnare. 
Il biondino restò molto ferito da quelle parole, ma non si fece abbattere. Riprovò l'approccio in maniera diversa. 
"Almeno dimmi qual è il tuo nome!" Esclamò speranzoso, prima di abbandonare una volta per tutte il tentativo di instaurare quella amicizia. 
"Mi chiamo Sasuke Uchiha e adesso sparisci." Gli rispose senza guardarlo, senza smettere di disegnare, quasi assente, senza alcun interesse. 
Tuttavia l'unico pensiero che frullava per la mente del piccolo tornado biondo era questo: 
Sasuke Uchiha sei già il mio migliore amico!

 

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