Maze of the Heart ♥

di Lilyan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indifference ***
Capitolo 2: *** Consciousness ***
Capitolo 3: *** Jealousy ***
Capitolo 4: *** Loneliness ***
Capitolo 5: *** Melancholy ***
Capitolo 6: *** Longing ***
Capitolo 7: *** Frustration ***
Capitolo 8: *** Envy ***



Capitolo 1
*** Indifference ***


Maze of the Heart

 

1. Indifference

Nevica.

Saranno ormai tre giorni che nevica e il prato fuori sembra una grossa e pesante coperta bianca.

Gli occhi ti fanno quasi male nel cercare di distinguere i fiocchi che incessanti stanno cadendo.

Ti è sempre piaciuta la neve, così candida, così pura. Eppure così fredda.

Fredda come è adesso il tuo cuore, che sembra incapace di provare ancora una qualsiasi emozione.

Appoggi desolato la fronte sul vetro della finestra, come facevi da bambino, però ora non è la meraviglia che si scorge nel tuo sguardo, ma solo amarezza e rassegnazione.

E camminare nel parco è sempre stato piacevole persino d’inverno. Però ora, nemmeno questo ti mette più di buon umore.

Sentire in lontananza i bambini, che si rincorrono euforici lanciandosi palle di neve, ti ricordano quell’infanzia spensierata che non hai mai avuto davvero. Ti ricordi però anche degli inverni a Hogwarts, delle battaglie nella neve coi compagni di scuola, delle gite ad Hogsmeade… e tutto questo non fa che aumentare il vuoto che senti in mezzo al petto.

Torni a casa. Ti sembra così strano chiamarla casa ora che lei non c’è più.

Ti distendi sul divano, un bracco a coprire gli occhi che ormai non hanno più lacrime da versare. L’altra mano stringe un bicchiere di Fire Whisky. E’ così che da qualche mese passi le tue sere, e bevi fino ad annebbiare i sensi e a non pensare più.

*

- Dovresti uscire ogni tanto! -  ti senti spronare dal tuo migliore amico che ti guarda quasi con commiserazione. Lo odi quando fa così.

- Ma io esco, praticamente tutti i giorni – rispondi serafico senza guardarlo, sperando solo che la smetta presto e se ne torni a casa. Lo sai che lo fa per il tuo bene e che ci tiene davvero a te. Forse è l’unico. Ne avete passate così tante insieme che probabilmente ti conosce meglio di chiunque altro. Ma dopo tanto dolore, dopo aver perso ogni cosa dopo la guerra, speravi almeno in un briciolo di serenità. Forse, in fondo, hai creduto di potertela meritare anche tu. Una vita finalmente normale, dopo tanto, troppo orrore.

E ora lei non c’è più.

- Credimi Draco se ti dico che sembri l’ombra di te stesso. Non ti puoi ridurre così. Per Salazar, devi reagire! – Lo sai anche tu che Blaise ha perfettamente ragione e godi del lieve tepore che la sua mano sulla tua spalla sta emanando. Ma quel sollievo per l’anima dura solo un battito di ciglia. Purtroppo ti rendi conto che stai inaridendo sempre più.

Vorresti alzarti ed urlare, sfogarti, arrabbiarti con questo destino crudele che ha reso la tua vita uno schifo. Ma non hai più voce e nemmeno più lacrime.

Narcissa se ne è andata, e lei era l’unico appiglio alla realtà che ti rimaneva per non impazzire. Per non lasciarti cadere in quel baratro che si era ormai aperto di fronte ai tuoi piedi, il giorno stesso che sei stato marchiato come carne da macello. Quel giorno, hai capito che per te vivere o morire non avrebbe avuto più importanza, perché nessuno ti avrebbe più guardato per quello che sei, ma solo per quello che rappresentavi. E chiunque ti avrebbe sempre e solo visto come il Mangiamorte.

*

Blaise è riuscito a farti uscire per una sera.

Pansy deve averlo minacciato davvero questa volta, perché nella sua voce, quando ti ha quasi supplicato di uscire a cena, sembrava scorgersi un lieve tono terrorizzato. Poco male. In fondo avevi davvero bisogno di distarti un po’, anche se sai già che è solo una mera illusione. Non potrà mai cambiare nulla e lo sconforto che ogni notte ti attanaglia il petto tornerà anche stasera, puntuale, non appena Blaise e Pansy saranno tornati alle loro case e tu, ti sarai disteso sul letto.

Fa molto freddo e raggiungere il ristorante è quasi una sofferenza. Ok ci sarà modo di scaldarsi poi ingurgitando tutti gli alcolici di cui sarai capace. I tuoi pensieri però, per un attimo, si perdono quando incroci una coppia di ragazzi che stanno passeggiando sul marciapiede. Si abbracciano stretti, probabilmente per scaldarsi a vicenda e ridono. La loro risata è melodia per le tue orecchie e ne resti rapito. Ti entra dentro fino al cuore, fino all’anima e non sai perché, o forse sì, ma ti fa male. Senti le loro voci cristalline e vedi i loro occhi innamorati e ti chiedi, per un secondo, se mai ci sarà qualcuno che riderà così con te e ti guarderà con altrettanta passione.

*

Cosa diavolo ci fai nella sala d’attesa di uno dei migliori psicomaghi in circolazione, Merlino solo lo sa!

Ti ricordi solo Pansy piangere disperata nel tuo salotto e Blaise che recitava come un mantra una serie di motivazioni per cui dovevi accettare l’aiuto di uno specialista per poter uscire dalla tua depressione.

Hai acconsentito probabilmente solo per fare loro un piacere e per non vederli ogni giorno tormentarsi per te a quel modo. Vuoi loro bene alla tua maniera, anche se dimostrarlo ormai ti è quasi impossibile. Sono rari persino i sorrisi che riescono a strapparti. E soffri anche tu nel vederli così preoccupati e vorresti solo che tutto questo dolore finisse per sempre. Per tutti.

Il medimago è in ritardo. Osservi l’orologio sulla parete che scandisce gli appuntamenti e vedi la lancetta che oscilla pericolosamente su “paziente in attesa”. Immagini di dover essere tu “quello”. Ti stai innervosendo, ma non hai nemmeno più la voglia di arrabbiarti od offenderti. Un tempo avresti fatto il diavolo a quattro con la segretaria dello studio perché “nessuno fa aspettare un Malfoy”! Ma ora che quel nome non incute più né timore né rispetto e che persino tu sai di non meritare un trattamento di favore, te ne stai lì seduto sulla poltroncina sfogliando l’ultima copia del Profeta attendendo il tuo turno.

Che diavolo ci fai lì, Merlino solo lo sa!

Senti la porta dello studio aprirsi, ma non hai né voglia né intenzione di alzare lo sguardo su quel poveraccio che, come te, ha dovuto ricorrere alle cure di uno psicomago per poter vivere una vita quantomeno dignitosa.

Appena se ne sarà uscito ti alzerai. Questo è quello che tu vuoi fare, ma il destino, quel bastardo, che conosce benissimo chi sei e che cosa hai fatto, sembra voler continuare a giocare con la tua vita, torturandoti, umiliandoti e facendoti soffrire ancora ed ancora.

Aspetti quasi ansioso, e non poco spazientito dall’attesa, che lui o lei se ne vada così da finire questa farsa e passare l’ora più noiosa della tua vita con lo strizzacervelli.

Senti finalmente i suoi passi, quasi incerti diresti, che si dirigono verso la porta, un profumo intenso ed allo stesso tempo dolce ti solletica e ti fa inspirare più profondamente di quanto vorresti, ma nonostante tu ti senta per un attimo imbarazzato da questo tuo gesto, stranamente ti senti bene e ti sembra quasi di essere a casa.

E’ questione di un secondo, senti un sospiro alla tua sinistra ed è più forte di te, ma qualcosa ti dice di voltarti.

Non dovresti, ma lo fai.

E il tuo respiro si blocca.

*

Non capisci cosa sia questo martellare assordante che invade le tue orecchie mentre ti trovi, tuo malgrado, a fissare un imbarazzatissimo Harry Potter che con una mano già sulla maniglia della porta ti sta guardando, altrettanto a disagio.

E’ cambiato davvero molto negli ultimi mesi e non ha più, noti, quell’aria da ragazzino imbranato. Ha sempre però quell’espressione indecifrabile sul volto, quello sguardo disarmante e intenso che sembra voglia leggerti dentro, ma allo stesso tempo rassicurante e forte.

Il tuo cuore sta ancora battendo all’impazzata e non sai cosa dire per toglierti da questa situazione a dir poco surreale. Lo rivedi dopo i processi, dopo mesi in cui non si è saputo più nulla dell’Eroe del mondo magico… e tutto quello che esce dalle tue labbra come un sussurro è “Potter”.

Ti alzi rapido e non gli lasci nemmeno il tempo di rispondere o dire qualcosa, sempre che avesse avuto la voglia di rispondere proprio a te, che hai contribuito a rendere un inferno la sua vita già abbastanza dolorosa.

Quindi, entri velocemente nello studio dello psicomago e ti chiudi la porta alle spalle. Ti siedi ancora sottosopra, cercando di mantenere il respiro regolare e speri di riacquistare in fretta il tuo solito aplomb. Vuoi che il tempo lì dentro passi il più in fretta possibile. La tua vita sembra una commedia ai tuoi occhi, ma non vuoi che anche il mago di fronte a te se ne renda conto.

Soprattutto non vuoi assolutamente pensare a Potter. Ma, ahimè, il suo profumo è ancora presente in quella stanza.

 

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Capitolo 2
*** Consciousness ***


2. Consciousness

E’ ormai un mese e mezzo che vai una volta a settimana dallo psicomago e cosa hai risolto? Praticamente nulla.

Narcissa ti manca da morire, le giornate passano una dopo l’altra senza suscitare in te il minimo interesse e, benché tu ti sia impegnato a trovarti dei passatempi, questi dopo un po’ ti annoiano e irritano da impazzire.

Nulla quindi, a parte il fatto che incontri Potter sulla porta dello studio ogni stramaledetta volta.

E se tu non fossi convinto che la tua vita faccia già abbastanza schifo e che il destino stia giocando pericolosamente con i tuoi nervi, ci crederesti anche che potrebbe essere una buona occasione per fare ammenda. Per domandare perdono, almeno una volta e sinceramente, per tutto quello che hai fatto di male durante la guerra. E potresti spiegare anche (ma chi ci crederebbe?) che tu davvero quelle cose non le volevi fare e che eri solo un ragazzino stupido e spaventato. Dopotutto, con un padre come Lucius cosa ci si poteva aspettare?

Ma la vita è cattiva, vero Draco? E non ha messo Potter sulla tua strada, ancora una volta, per questo. Ti vuole fare solo del male, mostrandoti ancora, ancora ed ancora tutto ciò che non potrai mai avere. E il tuo cuore ogni volta perde un piccolo frammento.

Quindi, quando stai per andartene dall’ennesima seduta e trovi Potter ancora seduto su uno dei divanetti, mentre ti fissa con un sorriso imbarazzato, pensi solo che, forse, non hai ancora pagato abbastanza per tutti i tuoi crimini.

“Ma non doveva essere andato via già da un’ora?” Pensi tra te e te chiedendoti come mai sia tornato indietro. Avrà di certo dimenticato qualcosa.

Ti avvii quindi a passo deciso verso la porta di uscita facendo solo un cenno con la testa al suo indirizzo.

Il tuo sangue però si gela, al pari di un incontro ravvicinato con un dissennatore, quando lo senti dire: - Malfoy, ti va di andare a bere qualcosa? -.

Ok fermate il mondo.

Tutto si fa improvvisamente ovattato intorno a te e senti caldo, troppo caldo in quell’angusta sala d’aspetto.

Primo, cerchi il modo di riprendere a respirare senza sembrare un patetico pesce che annaspa fuori dall’acqua. Secondo, tenti, con non poco sforzo, di non sembrare un babbeo quando ti volti verso lo sfregiato e lo guardi per comprendere se le tue orecchie hanno sentito davvero quello che credi abbiano sentito. Terzo, ma gli occhi di Potter sono sempre stati così verdi e brillanti?

L’ansia si impossessa di te e tutto sembra inizi a vorticare nella stanza. Un attacco di panico, proprio ora non sarebbe una bella figura davanti al Bambino Sopravvissuto. No, non sarebbe proprio indicato. Te li vedi già i titoloni sul Profeta per l’ennesima figuraccia, mentre il grande ed eroico Potter ti porta in braccio al San Mungo dopo che sei svenuto nella sala d’attesa del tuo psicomago.

Ti sforzi pertanto di sembrare odioso e altezzoso come al tuo solito e, diciamocelo, non ti riesce nemmeno così male. Quindi, squadrandolo ed alzando un sopracciglio, come se avesse detto la sciocchezza più grande del secolo, butti lì la prima cosa che ti passa per la testa – Mi spiace Potter, ma vedi, ho parecchie cose da fare, magari un’altra volta… - e raccogli le ultime forze che ti restano per uscire dalla porta senza nemmeno attendere una risposta.

*

Un’altra volta? Che diavolo intendevi Draco dicendo a Potter “magari un’altra volta?”. Mentre sprofondi nel lussuoso divano del salone del Manor sai già che Potter non ti chiederà mai più di uscire a bere qualcosa con lui. Non ci sarà mai un’altra volta per voi. E mentre stringi tra le mani un cuscino, stritolandolo senza nemmeno accorgertene, vedi la tua patetica vita scorrerti davanti agli occhi e Blaise che ti osserva preoccupato, come al solito, mentre appoggi la testa all’indietro e sospiri rumorosamente.

Dray va tutto bene?” la voce del tuo migliore amico ti sembra così distante. “Draco!” Insiste. Magari se lo ignori ancora un po’, se ne andrà e tu potrai crogiolarti nella tua tristezza e nella tua apatia.

Dopo quelle che sembrano ore, ma potrebbero essere passati anche solo pochi minuti, le tue orecchie vengono ferite dagli urletti di Pansy che discute animatamente con Blaise della tua – inesistente – vita sociale.

Li adori i tuoi amici, ma quando fanno così li rinchiuderesti per sempre nelle segrete del Manor.

Mentre cerchi di riacquistare il pieno contatto con la realtà ed assumi una posizione più consona ed elegante sul sofà, riesci a comprendere solo le parole Ministero, Ricevimento, Domani, Potter.

E solo quel nome riesce a farti risvegliare e venire i brividi da testa a piedi.

*

Per l’ennesima volta, sono riusciti a trascinarti fuori di casa contro la tua volontà. Che accidenti ci fai al Ministero vestito di tutto punto nemmeno tu lo sai. E per cosa poi? Per l’investitura di Potter come Capitano della migliore squadra di Auror dell’Inghilterra.

Un momento… Ecco che cosa ha fatto lo sfregiato tutto questo tempo! Solo ora ti rendi conto che non era sparito davvero, ma che stava continuando la sua vita. Lui, come del resto tutti gli altri, stava andando avanti, o almeno è quello che vuole che la gente veda… Perché dallo psicomago ci va anche lui e tu lo sai e, chissà, da quanto tempo!

Ma tu invece cosa stai facendo veramente? Chissà perché, mentre osservi Potter parlare con il Ministro della Magia, ti stai facendo tutte queste domande. O forse hai sempre voluto evitare di fartele per non aprire gli occhi davvero sulla realtà.

La tua vita passa e basta. Sei uno spettatore inerte di tutto quello che ti circonda e che accade. Ma dopotutto ti va bene così, sentenzi un po’ seccato tra te e te… o forse no.

La serata tutto sommato trascorre in modo piacevole anche per te e alla fine tra chiacchiere, pettegolezzi e qualche risata forzata anche la cena è stata indolore.

Tutto quello che ricordi però, prima di addormentarti quella notte, sono gli occhi di Potter che ti fissano mentre siete a tavola e quegli stupidi ed irritanti sorrisi che ti ha fatto quando si è accorto che anche tu lo guardavi…

*

Pansy sta letteralmente saltellando al tuo fianco mentre passate davanti alla vetrina di una pasticceria di Diagon Alley. Ha una fortuna sfacciata quella ragazza, mangia come dieci ippogrifi, ma non ingrassa nemmeno di un etto. Inizi ad avere il sospetto che faccia uso di qualche pozione o incantesimo per rimanere sempre così in forma, ma non è questo il momento ed il luogo per chiederle conferma.

Entrate e ordinate un tè e dei pasticcini assortiti.

Hai davvero poco appetito, ma l’entusiasmo della tua amica e il sorriso che si allarga sulla sua faccia, non appena vi portano i dolcetti, ti mette di buon umore e decidi di assaggiare qualcosa anche tu.

State chiacchierando da un’ora circa quando con nonchalance Pansy si avvicina con espressione cospiratoria. Si guarda intorno, con gli occhi passa in rassegna tutti gli avventori, per poi avvicinarsi al tuo orecchio e dire piano – Ho sentito delle voci su Potter… - Ti agiti inconsciamente sulla sedia e, per non darlo troppo a vedere, sposti una gamba per accavallarla e dare l’impressione di metterti comodo per ascoltare. In realtà solo quelle poche parole ti stanno già facendo morire dalla curiosità. E ti chiedi per l’ennesima volta perché il solo sentir nominare quel nome ti metta tanto a disagio.

Attendi un attimo sperando che lei continui, e speri lo faccia in fretta altrimenti la affatturi seduta stante.

- Allora? – sbuffi un po’ seccato dopo che la tua amica, quasi dimentica di quello che ti ha appena sussurrato, si è infilata un brownie in bocca gustandolo estasiata lasciandoti lì sulle spine come un povero allocco.

- Ah sì dicevo… – continua lei con espressione circospetta – Dicevo… che ho sentito delle voci su Potter, pare che al nostro Golden Boy non piacciano le ragazze! – Il ghigno che le spunta in viso mentre ti fissa potrebbe benissimo competere con uno dei tuoi migliori…e la cosa ti spaventa.

 

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Capitolo 3
*** Jealousy ***


Eccomi con il nuovo capitolo. Purtroppo il tempo è quello che è e non arrivo a postare con una cadenza regolare. Comunque un grazie infinito a chi legge e segue questa storia!

 

3. Jealousy

Inizi a sospettare che qui gatta ci cova.

*

Da quando Pansy ti ha gentilmente aggiornato sui presunti gusti sessuali del caro Potter le tue notti sono state, se possibile, ancor più agitate del solito. Peccato che al posto dei soliti cadaveri, ruderi ed incantesimi, quello che affolla i tuoi sogni sono Potter ed i suoi stramaledetti occhi verdi.

Sei seduto a fare colazione e leggi assonnato e svogliato la Gazzetta del Profeta. A parte le solite notizie politiche e l’ennesima petizione per il C.R.E.P.A. non sembra esserci nulla di nuovo.

Un piccolo trafiletto attira però la tua attenzione. Sembra che il dipartimento Auror stia per mandare in missione i suoi migliori agenti in Romania dove pare si nascondano gli ultimi seguaci del Signore Oscuro, scampati fortunosamente alla cattura dopo la caduta del Lord. Leggi le poche righe scritte come si trattasse di una chiacchiera e non di un dato di fatto. Sembra sia un gruppo di ex mangiamorte che si è ben radicato nel nuovo stato e che stia radunando nuove leve. Nessun altro riferimento.

Ma qualcosa si muove nel tuo stomaco. E’ forse ansia? E’ forse il pensiero, che si è appena fatto strada nella tua mente, che Potter partirà a breve per l’ennesima missione suicida?

I tuoi pensieri vengono presto distolti dall’arrivo di un gufo alla tua finestra. Il suo picchiettare insistente ti riscuote dal torpore in cui eri caduto. Ti alzi quindi mal volentieri e vai a prendere il messaggio che ti sta portando. E’ un invito di Pansy ad un vernissage che si terrà in centro a Londra sabato prossimo. Sorridi appena leggendo le ultime parole del biglietto: “E non pensare di poter rifiutare mio caro!”

Ok la conosci troppo bene per anche solo sfidare la sua pazienza. Te la troveresti urlante e a dir poco adirata nel salone del Manor e te ne ricorderesti per molto molto tempo. Rassegnato decidi quindi di rispondere accettando il “cortese” invito.

*

Oggi è successa una cosa strana.

Durante l’attesa nello studio dello psicomago, mentre sfogli svogliatamente le pagine del Settimanale delle Streghe, ti interroghi su cosa dire allo sfregiato non appena uscirà da quella porta. Ti immagini già la sua solita espressione tra lo stupito e il disagio, ti figuri il suo sorriso sghembo mentre ti fa un cenno con la testa, puoi persino sentire la sua voce che incerta sputa il tuo nome con quel tono che… non sai nemmeno tu come definire… E poi come ogni volta tenterà di instaurare un discorso che tu non hai voglia di intavolare e che liquidi sempre il più in fretta possibile, per non passare un secondo più del dovuto in sua presenza. Lo saluterai pertanto in modo supponente e ti alzerai per raggiungere la stanzetta che lui avrà appena lasciato.

Non ce la fai proprio a sostenere il suo sguardo. Non più almeno. Non puoi e non vuoi permettere che lui riesca a leggere oltre le maschere che negli anni hai costruito per proteggerti dal mondo e che quel ragazzo, fin da bambino, in un modo o nell’altro è sempre riuscito a sgretolare.

Hai paura. Paura di quello che ribolle nel tuo stomaco ogni volta che lo vedi. E’ una sensazione di vuoto e stordimento. Il preludio ad uno dei tuoi attacchi di panico, che però mai si concretizza e ti tiene lì con quella voragine che pare volerti inghiottire da un momento all’altro. Lo odi per questo. Per come ti fa sentire senza nemmeno parlare. E odi te stesso perché non puoi impedirti di pensare a lui e a comportarti come un idiota ogni volta che lo incontri.

Sussulti quando senti la voce del dottore e la porta aprirsi.

Sei già pronto a sfoderare uno dei tuoi ghigni migliori, stampato sulla tua ben riuscita faccia di bronzo, quando resti a dir poco interdetto. Dallo studio esce raggiante una piccola strega, vestita di rosa e violetto che si profonde in mille saluti prima di congedarsi.

E Potter? Che fine ha fatto POTTER?

Con questa domanda in testa, che diviene una litania nel tuo cervello nell’ora seguente, ti accomodi sul divanetto e non senti una parola di quello che lo Psicomago ti sta dicendo.

*

E’ due settimane che non vedi Potter e la cosa, invece che tranquillizzarti, ti sta mandando fuori di testa. Sei irrimediabilmente curioso di sapere se abbia finito le sue sedute o se semplicemente abbia cambiato giorno o orario. Se non fossi tu e lui non fosse lui…azzarderesti pure a pensare che la cosa un po’ ti manca.

Ti stupisci nel riflettere che dopotutto, e nonostante l’apparente fastidio, il fatto di incrociare Potter dallo strizzacervelli ogni mercoledì era diventato un punto fermo nella tua vita così maledettamente vuota, una sorta di sicurezza effimera che ti dava un senso di stabilità e che ora ti era stata tolta senza nemmeno te ne accorgessi.

Dannato Potter e dannata esistenza!

*

Pansy ti trova rannicchiato sul tuo sofà abbracciato ad un cuscino mentre fissi assente il soffitto del lussuoso salone del Manor. La senti urlare, accusarti, spronarti a vivere finalmente la vita che ti meriti… eppure sembra così lontana la sua voce, sebbene i decibel raggiunti siano oltre il limite consentito.

E’ riuscita comunque, non si sa come e in un tempo ragguardevole, a farti preparare per la serata. Glielo avevi promesso e le promesse ad una amica vanno sempre mantenute… Quante volte te lo ha già ripetuto?

Indossi uno smoking classico nulla a che vedere con le tuniche da mago per le grandi occasioni, ma ti senti comunque a tuo agio e sai di essere attraente con quasi qualunque cosa indossi. Non è questione di arroganza o di presunzione la tua. Lo hai visto negli anni, ed ancora lo noti, come le donne, ed anche gli uomini, ti fissano con malcelata bramosia negli occhi. Sei elegante e nobile, hai una grazia innata e le buone maniere impartite dalla severità dei Malfoy hanno dato i loro frutti.

Molti cadrebbero ai tuoi piedi se solo lo volessi. E spesso ti sei approfittato di questo per soddisfare i tuoi più bassi bisogni… Ma da qualche tempo, persino sfogare le tue pulsioni con degli sconosciuti non ti dà più alcuna soddisfazione.

Da quando Pansy lavora per l’ufficio stampa del Ministero della magia viene invitata ad ogni inaugurazione, ad ogni conferenza ad ogni singolo avvenimento magico… e tu e Blaise siete le vittime sacrificali che a turno la dovete accompagnare a queste manifestazioni.

E’ diventata carina Pansy. Si veste con gusto ed ha abbandonato le maniere rudi e sfacciate dei tempi della scuola. Sorridi tra te e te, mentre la osservi camminare nel suo bell’abito verde acqua, ripensando al fatto che ci ha messo un po’ a farsene una ragione, quando ha scoperto che a te piacevano i ragazzi e che voi non sareste mai potuti essere la coppia che da sempre sognava. Ma ora, sai che lei ti vuole davvero bene, che ci sarà sempre per te e che puoi tranquillamente considerarla la sorella che non hai mai avuto. Anche se alle volte la vorresti strozzare.

Come in questo momento che trattiene a stento un urletto e si avvicina con fare cospiratorio parlandoti poi nell’orecchio – Hai visto chi c’è stasera? E’ Mike Steers, dei Chudley Cannons, è qui… e oooooh Merlino… non immagini con chi sta parlando... oddio non ci credo è Potter! - .

Ti giri di scatto. Vuoi vedere anche tu che diavolo sta succedendo e per Salazar, Pansy ha visto bene.

Un non so che di fastidioso ti sale alla bocca dello stomaco quando vedi lo sfregiato ridere divertito alle battute di quel Mike. Cavoli è davvero un bel ragazzo! Il quidditch, lo hai sempre sostenuto, fa davvero bene! Il giovane in questione è alto, muscoloso, capelli castano chiaro e occhi azzurri, è vestito solo con un paio di pantaloni scuri ed una camicia celeste. Niente cravatta né giacca, ma fa la sua sporca figura.

Quando lo vedi avvicinarsi pericolosamente a Potter il tuo cuore perde un battito. Sembrano in confidenza quei due, non è sicuramente la prima volta che si incontrano, deduci, notando i gesti amichevoli e le occhiate che si scambiano. Lo vedi poi sussurrargli qualcosa all’orecchio e quel cretino di Grifondoro arrossire fino alla punta dei capelli prima di volgere il suo sguardo imbarazzato verso di te per un attimo e per poi distoglierlo subito.

Il pensiero che quel tipo ci stia provando con Potter non ti lascia nemmeno durante il rinfresco. Ti sei tenuto fino ad ora a debita distanza e ci hai provato davvero a non guardarli. Davvero! Ma la curiosità mischiata a quel fastidio che provi da quando li hai visti assieme te lo impedisce. Rifletti che ti verrà di certo il torcicollo a forza di parlare con Pansy facendo il contorsionista pur di non perderli d’occhio. E più li osservi più ti innervosisci. La tua amica deve essersene accorta perché ad un certo punto ti guarda ghignando e dice solo due parole – Sei geloso Dray? - .

- Che cosa intendi Pansy? – Fingi di fare il vago sperando di incantarla.

- Di Potter, sei geloso? – Alla faccia della diplomazia Parkinson pensi mentre ti dai un contegno e speri di sembrare il più distaccato possibile.

- Ma non dire idiozie, stai scherzando? Io geloso dello sfregiato? E quando mai ti è venuta in mente una simile sciocchezza? -.

- Non saprei – dice lei serafica guardandoti dritto negli occhi e sorridendo in modo, diresti, diabolico – vediamo… i primi dubbi credo mi siano venuti al quinto anno quando il tuo odio per Potter era una vera e propria ossessione. Il sesto anno poi ho avuto la conferma che tu ne controllassi ogni passo e ogni mossa, fino alla fine della guerra quando dopo i processi non facevi altro che parlare di lui…Potter di qua Potter di là… ah e poi non parliamo di tutte le riviste che conservi in cui si parla di lui… - E la sua espressione ora sembra dire “prova a smentirmi”.

Resti a bocca aperta e trovi difficile ribattere a quello che ti ha appena detto. Cioè, potresti addurre un’infinità di motivi e rimostranze, contro ogni singola parola che ha pronunciato. Peccato, che il tuo cervello stia solo ripetendo vilmente al tuo cuore che quelle parole sono tutte vere e che nemmeno tu fino ad ora avevi ben messo a fuoco quanto Potter fosse realmente una fissazione. Oddio forse qualche pensierino lo avevi già fatto pure tu.

Non hai comunque tempo di perderti in profonde elucubrazioni che noti due figure allontanarsi dalla sala. E quei capelli neri arruffati li riconosceresti tra un milione. Il tuo istinto ti dice di rimanere dove sei e continuare a sorbirti la predica della tua migliore amica. Ma sembra tu stasera abbia deciso di sfidare la sorte e quindi ti alzi, e con la scusa di andare a prendere da bere e ti dirigi proprio verso la porta da cui sono usciti Potter e quel, quel… sì quello come si chiama!

Non ricordi bene ma c’è uno stupido detto babbano che parla di un gatto curioso morto…

In questo momento vorresti esserlo pure tu. Morto.

Nel corridoio che porta all’uscita vedi due figure troppo vicine per i tuoi gusti. Stanno parlando, a una manciata di centimetri appena l’uno dall’altro. Una mano di quel giocatore di Quidditch è fin troppo stretta attorno a quella di Potter e… Merlino! Dura solo un secondo, ma lo ha baciato!!!!!!! Dopo attimi che ti paiono secoli, mentre cerchi di riprenderti, senti solo un sussurro – Grazie Harry – e poi l’energumeno se ne va. Il cuore ha deciso di sobbalzare nel tuo petto ed il respiro fatica ad uscire.

L’ultima cosa che registri di questa giornata è lo sguardo di Potter fisso nel tuo e il suo sorriso incerto mentre sfila di fianco a te e ti saluta con un cenno prima di tornare nella sala.



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Capitolo 4
*** Loneliness ***


Non ho parole per scusarmi per il ritardo…

Buona lettura!

 

4. Loneliness

E’ mercoledì e ti chiedi se oggi vedrai Potter.

Ok forse Pansy aveva ragione quando insinuava che tu ne fossi un po’ ossessionato. Un pochino solo, forse, e diciamo interessato più che ossessionato. Un Malfoy non è mai ossessionato!

Entri nella sala d’aspetto con una certa trepidazione addosso. Se da un lato speri che Potter non ci sia, così da evitare l’ennesima figuraccia davanti a lui, dall’altro speri solo di vederlo uscire da quella porta ed incontrare ancora i suoi occhi verdi. Quegli stessi occhi che affollano i tuoi sogni da molto, moltissimo tempo.

Le tue dita tamburellano nervosamente sul bracciolo della poltroncina e ti rendi conto di essere assolutamente nervoso ed agitato. Se il dottore ti vedesse in questo stato chissà cosa penserebbe di te. Passare da un caso di depressione ad uno di schizofrenia. Penoso!

E il tuo umore non migliora assolutamente quando dallo studio esce la stessa strega della volta scorsa. Sei a disagio. Lo sai anche tu che non vuol dire nulla e che dovresti interpretare tutto questo come una liberazione, ma la curiosità di sapere che fine ha fatto lo sfregiato ti sta logorando. Se poi lo immagini tra le braccia di quell’insulso Matt…Mick…Mike… Al diavolo come si chiama! Ti senti un peso che ti blocca lo stomaco e che non ti lascia respirare.

Oddio, Potter è veramente la tua ossessione!

*

Con Blaise hai sempre potuto parlare di ogni cosa, dalle più serie come la morte dei tuoi genitori o la fine della guerra, alle più assurde come accadeva ai tempi di Hogwarts quando la preoccupazione più grande era quella di riuscire ad introdurre delle bottiglie di Fire Whisky nel dormitorio o dover confessare che le ragazze proprio non ti eccitavano.

Eppure ora, che lui è lì con te da più di un’ora su una panchina della Londra babbana, non riesci proprio a dirgli cosa ti turba. Hai come la sensazione che se darai voce ai pensieri che negli ultimi tempi ti hanno tormentato, allora questi diverranno reali e la cosa ti spaventa da morire. Hai paura di ammettere ciò che provi e ciò che desideri, perché è tanto assurdo quanto improbabile. Ti spaventa più del confronto con un ippogrifo il dover confessare che vuoi Potter, sei attratto da lui e che lo pensi giorno e notte… e soprattutto ammettere con te stesso che, probabilmente, è sempre stato così.

Puoi aver cercato di nascondere l’attrazione con l’odio, la curiosità con il ribrezzo, l’invidia con la sbruffonaggine… Ma l’unica verità è sempre stata lì. Potter è tutto quello che hai sempre voluto fin dal vostro primo incontro a Diagon Alley. E forse te ne sei reso conto solo ora.

E ciò che ti scombina maggiormente, non è la consapevolezza crescente di nuovi sentimenti, ma piuttosto il fatto che sai benissimo che forse è già troppo tardi per una cosa tanto grande.

Blaise non ti fa domande. È discreto lui.  Sa quando è il momento di scherzare e quando tacere. Sei convinto che probabilmente, in fondo, lui ha sempre saputo. Con i veri amici non servono troppe parole, loro ti leggono dentro anche con un solo sguardo.

Però ad un certo punto lui poggia la sua mano sulla tua spalla. Ti senti sollevato da questo gesto, ma allo stesso tempo un peso ulteriore grava sul tuo stomaco.

“Vivi la tua vita Dray” Inizia serio “Loro non ci sono più. E tu puoi decidere cosa è meglio per te ora che nessuno può più costringerti. Io e Pansy ci saremo sempre, se avrai bisogno, e lo sai. E saremo con te in ogni tua scelta, ti appoggeremo sempre se sarà per la tua felicità”. Non aggiunge altro e ti spiazza con uno dei suoi sorrisi.

Resti in silenzio ad osservarlo, mentre la tua mente lavora febbrilmente e ti ripropone in sequenza flash della tua vita passata. Lucius e Narcissa, la tua infanzia, Hogwarts, Potter, la guerra, i Mangiamorte, Potter, il Signore Oscuro, la battaglia finale, i processi, Potter, Lucius ad Azkaban, Narcissa depressa, la loro morte, tu da solo, Blaise, Pansy…. Harry!

E poi si alza dalla panchina, infila le mani nelle tasche del cappotto e avviandosi a passo lento ti invita a bere una burrobirra.

E sai che lui, il tuo migliore amico, sarà sempre al tuo fianco.

*

Ti rigiri nel letto da un po’ di ore. Prendere sonno stanotte sembra proprio impossibile.

Chissà perché se chiudi gli occhi, vedi solo due occhi verdi che ti fissano e scrutano nel profondo, carichi di domande e di altrettante risposte di cui tu sei bisognoso. Quegli occhi che hai tanto odiato da ragazzo perché sempre pieni di vita e sentimenti, così sinceri e trasparenti. E tu li invidiavi. Tu che dovevi nasconderti nell’oscurità per compiere il tuo destino.

Ora quegli occhi li vorresti ancora su di te. Come allora. Solo per te.

E non ti importerebbe la sensazione di essere spiato che tanto ti infastidiva, non te ne fregherebbe nulla dei brividi che ti scuotevano dentro e fuori ogni qualvolta incrociavi il suo sguardo carico di astio e… qualcos’altro.

Lo rivorresti anche solo nello studio dello psicomago, che ti saluta incerto e quasi imbarazzato come un paio di settimane fa.

Ti basterebbe avere di nuovo un briciolo della sua attenzione. Solo quella.

Consapevolezza...

Solo ora che non ce l’hai più, ti rendi conto di quanto ti stia mancando.

E ora l’alba sta nascendo e la luce fa capolino nella tua stanza.

E in quel grande letto ti senti forse un po’ troppo solo. 

 

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Capitolo 5
*** Melancholy ***


Piccola nota dell’autrice:

Non ho parole per scusarmi…purtroppo non sono molto costante con le mie storie. A parte il tempo che è sempre molto tiranno, mi trovo spesso a leggere e rileggere quello che scrivo mai soddisfatta appieno e quindi spesso lascio perdere per un po’ di tempo i miei scritti sperando che l’ispirazione torni…

Quindi ecco altri due capitoli di questa FF e prometto che cercherò di aggiornare presto.

Scusatemi ancora e se vi va lasciate un commento così che possa capire cosa ne pensate! Fa sempre molto piacere… sia nel bene che nel male! ^__^

 

 

5. Melancholy

 

Pansy sa essere tanto fastidiosa quanto dolce. Lo hai sempre saputo che lei, proprio come Blaise, sarebbe incessantemente stata presente nella tua vita.

Stamattina, ad esempio, ti ha letteralmente buttato giù dal letto e senza troppi complimenti ti ha obbligato a prepararti in quattro e quattr’otto per accompagnarla a fare shopping.

Se anche inizialmente la cosa non ti aveva entusiasmato, dieci negozi dopo e tre librerie poi, pensi che dopotutto questa vita un po’ ti mancava. Anche il tuo guardaroba, nonostante sia sempre ben rifornito, aveva bisogno di un po’ di novità e la sola sensazione che il fare acquisti ti dà è sufficiente per rendere la giornata meno grigia e piatta.

Devi proprio ricordarti di ringraziare Pansi per la sua idea.

Pranzate a Diagon Alley in un piccolo bistrot aperto subito dopo la guerra.

Ci sono molti dei vecchi esercizi che si sono rimessi in piedi dopo la distruzione, ma ce ne sono anche molti di nuovi, a dimostrazione che il mondo magico ha voluto davvero risollevarsi e dimostrare la propria voglia di vivere ed andare avanti.

Ti chiedi distrattamente come mai tutto in torno a te muta e scorre, mentre tu ti senti inchiodato in un limbo da cui ti sembra impossibile uscire. Non che tu abbia fatto grandi sforzi, ma ti rendi comunque conto che, per te, sembra davvero mille volte più difficile che per tutti gli altri.

- … e quindi quando ho ricevuto il gufo della McGrannit ci credi che mi è venuto quasi un colpo? Cioè io davvero non ci credevo… Ma mi stai ascoltando Dray? –

Solo quando senti la tua amica alzare minacciosamente il tono di voce, capisci che per un bel po’ di minuti non l’hai proprio ascoltata.

- Scusa Pans cara, dicevi? – Rispondi facendo finta di non notare il suo disappunto.

- Il gufo, l’invito della McGrannit. Ma non hai proprio sentito nulla? -.

- No, scusami, che centra quella vecchia strega della McGrannit ora? -.

Lo sbuffo che fa Pansy, la dice lunga su quanto si stia innervosendo.

- Dicevo -  e ti guarda maligna pretendendo la tua totale attenzione – Che stamattina appena svegliata ho trovato un gufo. Non capivo da dove potesse arrivare finché non ho visto che portava una busta con lo stemma di Hogwarts – Sorride, noti quasi sognante, mentre ti racconta questa cosa.

- Mi sono domandata se, magari, non si fosse sbagliato, io ho finito gli studi e preso pure i M.A.G.O. – puntualizza - Poi mi sono decisa ad aprirla e… non ti immagineresti mai! - .

La perfida prende in mano la sua tazza di tea e inizia a sorseggiarla.

Hai sempre odiato questo suo modo teatrale, a volte quasi melodrammatico, di raccontare le cose a metà, lasciandoti lì come un cretino a dover quasi supplicare di finire la frase.

È sempre stata così Pansy.

Ricordi perfettamente che anche ai tempi della scuola era la regina del pettegolezzo a Serpeverde e riusciva a radunare decine di ragazzine di ogni anno attorno a lei per ascoltare questa o quella storia. E sempre, con questo suo modo di lasciare in sospeso i discorsi per attirare ancor di più l’interesse e la curiosità.

Quindi, solo per farla contenta e NON perché sei curioso come una scimmia, cedi e le chiedi cortesemente di continuare.

Un ghigno in risposta.

– Ah, sì dicevo… sembra abbiano deciso di organizzare una riunione di tutti i ragazzi del nostro ultimo anno. Una cena, che si terrà a Hogwarts proprio, in commemorazione della fine della guerra e baggianate varie… -. La mano che sventola l’aria con fare annoiato.

 

Hogwarts.

Non sei mai più tornato in quel luogo dopo l’ultima battaglia.

A differenza di molti tuoi compagni, che hanno rifrequentato l’anno per conseguire il diploma, tu hai studiato a casa con un tutore ed hai, comunque, brillantemente superato gli esami.

Da allora non ci avevi più pensato.

Eppure…

Tornare in quel luogo vorrebbe dire riaprire tante, troppe dolorose ferite.

Significherebbe scontrarsi con un passato che vuoi da tempo dimenticare.

Sarebbe come tirar fuori migliaia di scheletri dal proprio armadio e, forse, non sei davvero ancora pronto.

 

Se mai arriverà un gufo anche da te, pensi che declinerai l’invito della carampana, che diciamocelo pure, non ti è mai andata a genio, e te ne starai rintanato sul tuo divano a crogiolarti nel rimpianto ed aspettando che Pansy e Blaise tornino da te con i più assurdi racconti della serata e le ultime novità a proposito di questo o quel compagno.

- …e ovviamente ci andremo. Guai a te o a Blaise se provate a dire di no! Non ve lo perdonerei mai! Giuro che potrei lanciarvi una maledizione millebolle e, vi assicuro, che il mio bersaglio sarà il vostro didietro! Non potrete sedervi per settimane! –

Ecco, hai di nuovo smesso di ascoltarla, ma chissà perché la sua minaccia, per nulla velata, è giunta chiarissima alle tue orecchie e al tuo cervello.

Le rispondi, quindi, solo con un sorriso tirato e lei sembra essere contenta del fatto che tu abbia perfettamente capito.

- Che poi ci pensi? Ci sarà un sacco di gente che non ho più visto dalla fine della guerra… Oddio sono così curiosa Draco! E poi tornare a Hogwarts, guai a te se lo dirai mai a qualcuno, ma è come un po’ tornare a casa non credi? - ti chiede quasi in un sussurro – Sai Draco, non te l’ho mai detto, ma nonostante tutto, in quella scuola abbiamo passato gran parte della nostra adolescenza e in fondo io mi trovavo bene, lì con te, Blaise e gli altri. Era come una famiglia per me… - Quanto le deve essere costato dire queste cose. La vedi arrossire leggermente e deviare lo sguardo non appena la fissi curioso.

Eccola, la cara vecchia Pansy. La tua amica di sempre.

Anche lei, come te, aveva costruito una facciata fatta di arroganza e abbondante sfacciataggine, ma alla fine anche voi eravate soli. Dei ragazzini troppo piccoli per una guerra così grande. Con delle famiglie alle spalle a cui non importava nulla o quasi dei vostri destini, se non quello di offrirvi in sacrificio al servizio del Signore Oscuro.

E ti dici che solo per vederla così felice potresti fare anche uno sforzo e partecipare.

- Certo tesoro, sarà davvero bello poter tornare a Hogwarts – le concedi, ricevendo in cambio un sorriso luminoso.

 

Definiresti la giornata appena trascorsa come agrodolce.

 

La dolcezza di Pansy, la giornata passata con un’amica come non succedeva da molto, le chiacchiere, lo shopping. Tutto questo per un attimo ti ha allontanato dai tuoi pensieri e dalla tua apatia. E per ciò, la dovrai ringraziare davvero!

 

Dall’altra parte però, il pensiero di tornare a Hogwarts ti terrorizza. Troppe cose irrisolte sono legate a quel luogo. Troppo dolore e troppi errori. Non sai nemmeno chi ci sarà alla cena e come sarai guardato e giudicato. Perché ti giudicheranno sì, eccome!

 

Ti appunti mentalmente di prenotare una visita extra dallo psicomago prima della maledetta cena. Sia mai che due chiacchiere con quello strampalato non servano quantomeno a farti passare una serata accettabile.

Ovviamente questa cosa non la dirai mai ai tuoi due amici, nemmeno sotto tortura, ché sai già gongolerebbero anche troppo nel sapere che la loro idea di mandarti in psicanalisi sta sortendo un qualche risultato.

 

Tuttavia, ancora una volta, appena appoggi la testa sul cuscino e stai per addormentarti, sono due occhi del color della giada che, brucianti, ti trafiggono l’anima prima che Morfeo ti accolga tra le sue braccia.

Nonostante ciò… è una delle prime notti che i soliti incubi non ti vengono a turbare.

 

 

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Capitolo 6
*** Longing ***


6. Longing

 

Il giorno della rimpatriata a Hogwarts è arrivato in men che non si dica.

E sì, il gufo e l’invito sono arrivati anche a te, accidenti, nonostante tu non abbia frequentato lì il tuo ultimo anno.

La McGrannit deve aver fatto apposta, ne sei certo!

Fatto sta, che è la vigilia del gran girono, come da settimane lo chiama Pansy e tu, nonostante provi un certo fastidio ed insofferenza per questa situazione, diciamocelo, forzata, ti stai agitando come fosse il giorno prima di un esame o come quando, ad undici anni, stavi per affrontare il primo giorno alla scuola di magia.

Nelle ultime ore hai passato in rassegna tutto il tuo guardaroba pensando a cosa indossare domani e a cosa la gente dirà non appena ti vedranno.

Sai già che non passerai inosservato, sai benissimo che ci sarà chi sputerà veleno nei tuoi confronti e chi, intimorito dal tuo passato, sfuggirà ai tuoi sguardi per poi sparlare alle tue spalle. Speri solo ci siano abbastanza Serpeverde del tuo anno con cui intrattenere qualche conversazione mediocre e poter così passare “indenne” la serata.

Hai decisamente accantonato l’idea di indossare una tunica da mago, troppo seriosa e formale e troppo poco elegante per i tuoi gusti.

Sei quindi passato ai completi, da quelli dal taglio più classico a quelli più casual.

Non hai ancora deciso se vuoi essere talmente perfetto da incutere il vecchio caro timore in chi ti guarda ed allontanare così le probabili malelingue, o sentirti più comodo ed apparire noncurante e rilassato, perché tanto sai che verrai comunque additato e giudicato.

Hai in ogni modo tutto il giorno ancora per pensarci.

 

Sei seduto come sempre nella sala di attesa dello psicomago.

Ormai, quel luogo non ti suscita più ribrezzo e fastidio, quasi fosse diventato accogliente e rilassante. Hai notato anche che alle pareti ci sono dei quadri nuovi che rappresentano le stagioni e sono, devi ammettere, sufficientemente belli.

La primavera soprattutto, con quelle distese di fiori su una collina dove soffia una leggera brezza, ti fa rilassare particolarmente e ti perdi minuti interi ad osservare quei piccoli punti colorati che ondeggiano armoniosamente sospinti dal vento.

 

L’orologio sulla parete indica “paziente in attesa” segno che l’ora del tuo appuntamento è già passata.

Tamburelli con le dita sul bracciolo della sedia. Ti ripassi mentalmente la lista di cose da fare nel pomeriggio con Pansy. Sai già che non ti mollerà prima di notte e speri almeno che Blaise non abbia trovato una qualche buona scusa per svignarsela, visto che le tue sono state bellamente ignorate dalla moretta, pensi alquanto stizzito.

 

Non ti accorgi quasi della voce del dottore che saluta e i passi di qualcuno che si dirigono verso la porta.

Pare quasi un déjà-vu, quando ti volti inconsapevole verso l’altra persona e trovi Potter che ti fissa altrettanto sorpreso.

È un attimo, ma vedi una luce diversa nei suoi occhi, poi la tua attenzione viene catturata dalle sue labbra, rosse e carnose, che si stendono in un sorriso.

Oddio quelle labbra le vorresti mordere!

E mentre pensi che, al diavolo tutto, quello che desideri è solo baciare lo sfregiato in quel preciso istante, lui ti sorprende per la milionesima volta.

- Sono felice di rivederti Malfoy! – Ti dice tranquillamente e fissandoti ora senza alcun imbarazzo.

Tu vorresti rispondere, ma la tua voce, la maledetta, sembra essersi presa una vacanza.

Accenni pertanto a tua volta ad un sorriso sghembo e fai un cenno di saluto col capo, che speri ti faccia uscire dignitosamente da quella situazione.

Ma non sei mai stato molto fortunato tu!

- Ci sarai anche tu domani sera, vero? A Hogwarts, intendo!– dritto al punto, senza tanti giri di parole - Sai, queste cose mi mettono sempre a disagio, quando si vuol ricordare la guerra, capisci? Ma mi piacerebbe poter fare due chiacchiere e bere qualcosa insieme se ti va. Che ne dici? – un ghigno poi, che potrebbe far concorrenza ai tuoi migliori – Almeno, attireremo le occhiate dei più per qualcosa di davvero intrigante, non credi? – conclude facendoti l’occhiolino.

Sfacciato e arrogante!

Ecco cosa è diventato Potter.

Che ne è stato del ragazzino impacciato e timido che ricordavi?

Ok, in effetti è sempre stato anche spavaldo e coraggioso, sventato e risoluto e incurante delle regole, puoi dire anche che non si è mai tirato indietro davanti ad una sfida e che con te non è mai andato molto per il sottile.

Però ora?

Quello davanti a te è un uomo, non più un ragazzino.

E che uomo! Ti trovi a pensare mentre lo fissi ancora sorpreso.

Non è mai stato conscio della forza che la sua magia sprigiona e che si percepisce nell’aria se stai abbastanza vicino a lui.

I suoi occhi sono così magnetici che, forse, solo ora capisci perché, per tutti gli anni della scuola, non facevi altro che ricercarli tra la folla di studenti. Ed ecco come mai, ancora oggi, continui a sognarli.

Potter è davvero attraente e, probabilmente, con gli anni ne è diventato più che consapevole.

Lo vedi da come ti fissa e sorride. Come una fiera che sta attendendo di sbranare la propria preda.

Lo percepisci, perché anche tu sai di fare quell’effetto sui più, e te ne sei sempre approfittato, diciamocelo.

Ma chissà perché, con lui, diventi però peggio di una ragazzina alla prima cotta.

 

Ammettilo, l’idea di sconvolgere un po’ la festa della McGrannit non ti dispiace, dopotutto, e comprendi che anche al moro di fronte a te non vada di essere il bersaglio, a sua volta, di mille lusinghe e salamelecchi. Non è mai stato da lui ne convieni.

Di certo, se vi vedranno conversare (di cosa poi?), come foste più che conoscenti, farà parlare eccome gran parte della gente che sarà presente.

E allora sfoderi la miglior faccia di bronzo che ti riesce in questo momento.

- Non credi Potter che farti vedere amichevole con il nemico ti farà perdere punti di fronte a tutti i tuoi fan? – diretto e tagliente così da non far trasparire alcuna insicurezza.

Lo vedi titubare solo per un secondo e poi ridere – Nemico? Malfoy, io non vedo nessun nemico qui e tanto per la cronaca, non mi interessa nulla di quello che pensa la gente, non mi è mai importato –.

- Facile per il Salvatore del mondo parlare così… tutti ti acclamano e tutti ti venerano… - Non volevi dirlo in quel modo, ma ti rendi conto di una nota di rabbia che ha accompagnato le tue parole.

- Non è tutto oro quello che luccica, sai? Anche la fama è una lama a doppio taglio e ti può ferire molto più dell’indifferenza, credimi -. Ti risponde serio mentre ti fissa. – Vorrei per una sera divertirmi ed essere solo Harry. Fare ciò che desidero io senza che nessuno mi giudichi o che si aspetti nulla da me. E se il fatto di parlare con te possa dare fastidio a qualcuno… beh non è affar mio! –. 

- Sarebbe divertente, solo per vedere la faccia di Weasley diventare ancor più rossa dei suoi capelli per la rabbia –. Gli concedi cercando di stemperare la situazione.

- Allora ci conto! – un altro ghigno.

- Credo che una burrobirra e due chiacchiere te le posso anche concedere, Sfregiato. Solo per il gusto di vederti additato come se fossi impazzito! – concedi quasi annoiato, anche se in fondo l’idea non ti dispiace affatto.

- Lo sapevo! – Ti sorride prima di afferrare la maniglia della porta per aprirla.

- Cosa sapevi? – fai un po’ confuso mentre lo vedi varcare la soglia.

- Che il Malfoy che mi mancava c’era ancora da qualche parte! –

E, senza lasciarti replicare, lo vedi smaterializzarsi.

 

Con quelle parole che ti vorticano nella testa entri finalmente nello studio del dottore.

- Mi dica signor Malfoy, di cosa vogliamo parlare oggi? – Ti accoglie il luminare già posizionato sulla sua poltrona.

- Credo che potremo parlare del fatto che lei forse aveva ragione e che sono… leggermente ossessionato da Harry Potter -  Affermi con un ghigno accomodandoti elegantemente sul divanetto.

 

Pensi finalmente che, chissà, le tue giornate potrebbero diventare un po’ meno grigie d’ora in poi e rifletti che, indubbiamente, ti sono mancati più di quanto credevi i giorni passati a battibeccare e a scontrarti con quella che da sempre è stata la tua nemesi.

 

L’idea di una seduta extra dallo psicomago non è stata poi così male!

 

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Capitolo 7
*** Frustration ***


7. Frustration

 

È la centesima volta che ti guardi allo specchio cercando anche il più piccolo difetto.

Hai indossato il completo grigio acquistato per l’occasione con Pansy e ne sei più che soddisfatto.

È stato adattato dal sarto perfettamente alla tua figura, e ti sta d’incanto.

Non è troppo elegante, ma non è nemmeno eccessivamente informale.

Sei emozionato come non ti capitava da un sacco di tempo e sai che tutta questa agitazione è dovuta al fatto che tra poco rivedrai Potter.

È da ieri che non fai che pensare a lui, come se già non lo facessi abbastanza, e ti dai da ore dell’idiota, pensando che ti stai preparando come se stessi uscendo per un appuntamento.

Illuso!

 

Tra pochi minuti sai che arriveranno a prenderti Blaise e Pansy e vuoi controllare ancora una volta che tutto sia perfetto.

Se Potter vuole passare del tempo insieme, allora, non dovrà avere occhi che per te.

Presuntuosa affermazione questa, ma a quanto pare il moro ha risvegliato in te molto del vecchio Malfoy ed ora è divenuta quasi una sfida far sì che le attenzioni di Potter siano, ancora, solo e soltanto per te.

Come lo erano una volta.

E magari, sfoderando un po’ della sana sfacciataggine che ti contraddistingueva un tempo, potrai sperare di vederlo sorridere verso di te come lo avevi visto fare con quel tizio qualche settimana fa.

Non sai perché ti è tornata in mente quella scena proprio in questo momento.

Ripensare a quei due che si baciavano, in quel corridoio, ti fa stringere il cuore e tutto d’un tratto non ti sembra più così meraviglioso il fatto di incontrare l’ex Grifondoro.

 

Pansy e Blaise arrivano giusto in tempo perché tu non cada in un vortice di pensieri pessimisti e ti chiamano a gran voce dal salone del manor.

 

- Siete incantevoli – li accogli non appena li incroci nel salotto.

Entrambi i tuoi amici sorridono compiaciuti.

Blaise ha un vestito blu notte, la camicia bianca con i primi bottoni slacciati.

Sta bene con ogni cosa quel ragazzo ed ha un fisico da urlo.

Chissà se stasera si porterà a casa qualche vecchia conoscenza, ti chiedi, notando che anche il tuo amico ha curato particolarmente il suo look e che ha sistemato i capelli molto più di quanto non faccia di solito.

Sorridi, e ti appunti mentalmente di tenerlo d’occhio, perché sai che lui non fa mai nulla per caso.

Pansy è anche lei molto bella. E questa sera ha osato un abito perfino sexy, con quasi la totalità della schiena scoperta. È un vestito semi lungo di seta color verde (omaggio alla vecchia casata diresti). Le cade morbido sulle curve del corpo, ma non risulta volgare anzi, è molto carina con poco trucco e i capelli raccolti in un morbido chignon.

- Draco tesoro sei meraviglioso! – urla Pansy appena ti ha squadrato da testa a piedi – Mio Dio, se non ci avessi ormai messo una pietra sopra vorrei essere la tua ragazza questa sera! Chissà che tu non faccia conquiste bel biondino! – ti dice amorevolmente mentre ti prende a braccetto.

Non sa che in realtà vorresti davvero far colpo su qualcuno, ma che questo qualcuno è a dir poco irraggiungibile!

- Allora andiamo signori? – Chiede Blaise facendo strada verso il camino.

- Andiamo – confermi deciso mentre uno stormo di farfalle impazzite sta mettendo a soqquadro il tuo stomaco.

 

È uno spettacolo la sala grande addobbata per l’occasione.

 

Un tuffo al cuore non appena varcate l’enorme portone e lo sguardo si perde in quel luogo pieno di ricordi.

Sai che anche per i tuoi amici la sensazione è molto simile quando, ancora al tuo braccio, senti la mano di Pansy che ti stringe come a volersi sorreggere.

Per te la sorpresa è ancora più grande visto che, dalla guerra, non avevi più messo piede in quel posto e, nonostante le luci e gli addobbi, per un istante, ti ritorna alla mente la distruzione e l’orrore perpetrati in quei luoghi.

Devi tuttavia fare uno sforzo e non pensarci, non ora, anche se la cosa ti risulta molto difficile.

 

Fate un piccolo giro tra i tavoli del buffet, salutate i vecchi compagni di casa e alcuni ex studenti che pare abbiano davvero sotterrato l’ascia di guerra e che ora stanno chiacchierando con voi del più e del meno come nulla fosse mai successo.

 

Possibile che il mondo sia davvero andato avanti senza che tu te ne rendessi conto?

 

Accantoni però questo pensiero e ti guardi attorno curioso e divertito.

Certe cose, pensi, non cambieranno comunque mai.

 

Vedi i Corvonero raccolti in un angolo della sala a parlare fitto tra di loro come se il resto dei presenti non fosse di loro interesse o competenza.

I Tassorosso sono quelli che timidamente si fanno avanti un po’ con tutti e li vedi muoversi in gruppetti per darsi coraggio, e fermarsi ogni tanto a chiacchierare con questo o quello. Ora, ad esempio, due di loro stanno chiedendo a Pansy come va il suo lavoro… tu non li conosci, ma credi possano essere anche loro degli impiegati del Ministero.

E poi non dimentichiamo i Grifondoro. Chiassosi, sfacciati e presuntuosi come sempre.

Riconosci distintamente Finnigan e Thomas che stanno brindando da almeno dieci minuti con un gruppo di ragazzi che fatichi a distinguere.

Poco più in là c’è quell’idiota di Paciock che parla con due ragazzi di Tassorosso, credi, e lo vedi per la prima volta dopo la guerra.

Quel ragazzotto imbranato ha tirato fuori gli attributi nell’ultima battaglia e se non fosse stato anche per lui, Potter probabilmente non ce l’avrebbe fatta quel giorno. E noti con tuo disappunto che il tempo ha anche giovato al ragazzo che ora è, diresti, alto quanto te e non più così goffo.

La tua attenzione è però catturata dall’ingresso del trio delle meraviglie.

Sono appena arrivati e un innaturale silenzio è calato sulla sala per poi scoppiare in applausi e fischi al loro indirizzo.

 

Ok, certe cose non cambieranno proprio mai!

 

La tua attenzione è subito catturata da Potter. Abito nero, camicia azzurra e niente occhiali questa sera. Merlino! Ti domandi da quando il Grifondoro sa essere elegante e tanto seducente. Ma non si rende conto che, così facendo, il tuo cuore rischia di avere un collasso prima della fine della festa?

- Hai visto la Granger? – la vocina stridula di Pansi sta ferendo a morte il tuo orecchio – Dio, quel vestito Dray! Lo avevo visto il mese scorso e stavo per comprarlo! Sai che vergogna se fossimo arrivate qui con lo stesso abito? Oh, Morgana! Devo iniziare a preoccuparmi tesoro? Ho gli stessi gusti della secchiona?! – La tua amica è un fiume in piena e ora chi la ferma più? Fai per lanciare un’occhiata di supplica a Blaise affinché venga in tuo soccorso, ma il bastardo se ne è già andato via e non fatichi molto a scorgerlo tra la gente al tavolo degli aperitivi che chiacchiera allegramente con… Paciock?????

Non sei in grado di sopportare anche questo e ti siedi su una poltroncina, mentre Pansy non ha ancora smesso di parlare della Granger e del suo vestito.

A questo punto, pensi seriamente che la serata sia un vero disastro.

 

Mentre osservi da lontano tutta la sala, il tuo sguardo vaga alla ricerca del moro. Lo hai visto arrivare con la coppia del secolo, ma poi dopo un attimo è sparito come nel nulla.

 

Senti una risata sguaiata e non fatichi a riconoscere Weasley a poca distanza da te che discute di quidditch con un gruppetto di ragazzi altrettanto su di giri.

E pensi che un giro al bancone del bar lo dovresti fare anche tu.

 

Ed è proprio mentre sei sovrappensiero, domandandoti che diavolo ci fai tu lì e perché quel dannato di Potter è sparito dalla circolazione, che senti una mano poggiarsi leggera sulla tua spalla ed avverti qualcuno dietro di te che si china fino a raggiungere il tuo orecchio.

- Buonasera Malfoy, sono felice di vederti! –

Sobbalzi sulla poltrona a quelle parole, ma non ti volti.

Dannatissimo Potter!

Riconosceresti la sua voce e il suo profumo ovunque, ormai.

E diciamocelo, oltre allo spavento, la sua vicinanza ti ha fatto provare anche un bel brivido lungo la schiena.

- Vorrei poter dire la stessa cosa Sfregiato –. Rispondi cercando di essere tagliente, ma lasciando sfuggire un mezzo sorriso dalle tue labbra.

- Non avevamo detto che ci saremmo divertiti questa sera? – ti chiede anche toppo allusivo stringendo un po’ di più la presa sulla tua spalla.

- Se per te questo è divertirsi – alludi guardando la sala e tutti i ragazzi che la stanno affollando.

- Infatti, io ho chiesto a te di bere in mia compagnia e di fare due chiacchiere – ti sussurra ora all’orecchio e il suo respiro caldo sulla pelle è la cosa più bella che ricordi di aver provato negli ultimi anni.

Accidenti, sei già fregato Draco!

- Allora andiamo – gli concedi finalmente lanciando un’ultima occhiata a Blaise che si sta ancora intrattenendo con Paciock – ho proprio bisogno di bere qualcosa di forte! – concludi mentre lentamente ti alzi in piedi e senti la sua mano scivolare via, lenta come una carezza.

Non fai però in tempo a pensare che quel piccolo contatto già ti manca, che senti un braccio circondare le tue spalle, in una presa amichevole, e mentre ti volti vedi Potter che sghignazza soddisfatto.

- Cosa credi di fare? – dici fintamente stizzito, mentre il tuo corpo non ha la benché minima intenzione di spostarsi da lì.

- Te lo dovevo – risponde serafico e con un piccolo cenno del capo ti indica la sua destra e ti sprona, nel frattempo, a seguirlo.

Ed è allora che lo vedi.

Weasley vi sta fissando con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.

Sta balbettando qualcosa tipo – no, no, Harry tu non…. – e il suo viso sta assumendo sempre più un colorito cremisi.

Pensi, per un istante, che potrebbe essere il primo caso di autocombustione nella scuola di Hogwarts mentre, anche tu, ti fai sfuggire una risatina poco elegante e sposti il tuo sguardo sul ragazzo al tuo fianco, perdendoti in quei pozzi di giada che sono i suoi occhi.

Dopo pochi secondi, che paiono minuti interi, ti riscuoti.

Noti quindi che non è solo pel di carota che vi sta osservando stranito, ma anche buona parte della sala, ora.

E quello che ti fa sorridere piacevolmente, è che non te ne frega nulla di ciò che stanno pensando tutti e, principalmente, noti con estremo piacere che anche a Potter la cosa pare non dia davvero noia.

Indugi pertanto ancora nel suo “abbraccio”, quel tanto che vi permette di arrivare al bar.

 

– Ok, è stato al di là delle mie aspettative. Non pensavo esistessero tante tonalità di rosso! – scherzi mentre fai cenno al cameriere di portarvi due burrobirre.

- Povero Ron, deve essergli preso proprio un colpo! – ti dice con tono preoccupato mentre guarda il suo amico al di là della stanza mentre ancora vi fissa in modo inquietante. – So già che mi farà il terzo grado appena potrà – aggiunge divertito – Povero me! -.

- Non mi sembravi così dispiaciuto un attimo fa –.

- L’ho fatto perché tu me lo hai chiesto – ti apostrofa ridendo.

- Io non ti ho chiesto proprio un bel niente! -.

- Oh, sì, lo hai detto proprio ieri che avresti voluto vedere la faccia di Ron se ci avesse visti chiacchierare assieme –

- Al diavolo! Hai fatto tutto tu, sia chiaro! – ci tieni a precisare – Non voglio che quel troglodita arrivi alla carica accusandomi di aver traviato il suo amico! -.

- Assolutamente Malfoy! Questa sera sono io il cattivo ragazzo, tranquillo – un ghigno a tirargli le labbra.

- Non ti ci vedo proprio a fare il cattivo ragazzo – insinui beffardo, sfidando il suo sguardo.

Lo vedi allora avvicinarsi pericolosamente al tuo viso, senza mai togliere il contatto visivo, e sussurrare – Non hai ancora visto nulla – .

Pochi attimi e si lascia sfuggire una risata cristallina.

Un suono così bello, pensi, che non te ne stancheresti mai.

E quella risata si irradia in tutto il suo essere. Lo osservi rilassato, i suoi occhi brillano di una luce che mai avevi visto e ti dici che è ancora più bello di quanto potessi ricordare.

Ed è in quel momento, salivazione azzerata e cuore che palpita a mille, che ti rendi conto di quanto Potter possa essere davvero pericoloso.

Per i tuoi nervi sicuramente!

 

 

 

Note dell’autrice:

Ringrazio tutti quelli che hanno letto fino ad ora questa storia. Cercherò di postare gli aggiornamenti in tempi brevi. Mancano pochi capitoli che sto revisionando un po’ alla volta (tempo permettendo) e poi dovrò scrivere il finale.


Mi farebbe davvero piacere se qualcuno trovasse un minuto e lasciasse anche un piccolo commento per sapere se la storia vi piace, vi annoia o se non vi interessa affatto. Come dico sempre, sia i commenti positivi che le critiche fanno comunque piacere (almeno a me) così da capire se quello che scrivo soddisfa o meno l’interesse del lettore.

 

Arigatou! ^__^

Lyl

 

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Capitolo 8
*** Envy ***


8. Envy

 

Sarà almeno un’ora che stai chiacchierando con Potter come davvero foste dei vecchi amici.

All’inizio, è stato un po’ imbarazzante trovare qualcosa da dire che non fosse una battutina o una velata offesa… retaggi degli anni passati a scuola.

Ma poi, non sai nemmeno tu come, i discorsi hanno preso una piega più rilassata, vi siete seduti su un divanetto con i vostri bicchieri in mano e avete iniziato a parlare un po’ di tutto.

- Credi che Weasley mi ucciderà entro stasera? – chiedi ironico mentre vedi il rosso che vi fissa da un bel po’ e che sbuffa ogni volta che la Granger cerca di distrarlo con qualche discorso.

- È possibile – ti risponde lui altrettanto divertito, mentre con una mano saluta sfrontato il suo amico – Oppure potrebbe uccidere me -.

- Figuriamoci, quello non ti torcerebbe mai un capello Potter. È da sempre in adorazione di tutto ciò che fai e di tutto ciò che dici – ribatti sicuro, mentre pensi che una piccola vena masochista Potter debba averla davvero, visto che ora Weasley sta sbracciando esagitato mentre parla con la fidanzata e ogni due per tre vi lancia delle occhiate omicide, che nemmeno un Avada Kedavra potrebbe intimorire di più.

- Non credere, – ribatte più seriamente, mentre fissa i suoi amici all’altro capo della sala – Abbiamo passato dei momenti bui anche io e Ron. Giorni e settimane in cui non ci siamo parlati, soprattutto durante la guerra. Ci sono stati momenti in cui lui mi avrebbe sicuramente schiantato avesse potuto… e a dirla tutta, lo avrei affatturato pure io se mi fosse capitato a tiro – le sue parole escono quasi impersonali mentre ti racconta queste cose.

Ti soffermi a fissare per un attimo il suo viso, una ruga sulla fronte ad indicare il fastidio che quei ricordi gli provocano.

È strano, pensi, essere lì con Potter ad ascoltarlo raccontare cose tanto intime, ma allo stesso tempo ne sei felice. Ti soffermi a riflettere che, davvero, vorresti saperne di più di quel ragazzo che ti siede accanto.

Assapori il momento bevendo un sorso di vino e lanciando a tua volta un ghigno soddisfatto all’indirizzo di peldicarota, che vedi avvampare di rabbia non appena scorge il tuo sguardo.

 

- E quindi vai anche tu dallo psicomago Taylor – più un’affermazione che una domanda.

- Sì, Potter, mi pare che ci siamo incrociati alcune volte -  gli concedi con fredda ironia, senza dar voce a quella malsana curiosità che ti ha disturbato dal primo giorno che non l’hai più visto uscire dalla porta del medico.

I suoi occhi sono fissi su di te, ma non dice una parola.

Non penserà, per caso, di parlare di queste cose qui, in mezzo a tutti?

Eppure, i suoi occhi non hanno lasciato i tuoi da quanto? Minuti?

Non ce la fai più e distogli lo sguardo, fintamente attirato da una qualche discussione animata alla vostra destra.

Senti per un attimo solo la sua mano poggiarsi sulla tua. Un lieve tocco, quasi fatto per caso. E poi ti volti di nuovo verso di lui – Se un giorno ne vorrai parlare, puoi chiamarmi sai? Ne ho passate talmente tante negli ultimi anni– dice grattandosi in imbarazzo la nuca – che di psicomaghi ne ho visti parecchi… e ti dirò, alla fine ho capito che non c’è niente di meglio che una bella chiacchierata con gli amici -.

Ok, Potter non ha appena alluso al fatto che voi siate amici vero?

Perché, Salazar ti è testimone, il Grifondoro è l’ultima persona al mondo che vorrebbe te, Draco Malfoy, come suo amico.

Vero?

 

Con questo dubbio che ti attanaglia il cervello resti imbambolato a guardare Potter che si alza dal divano e si avvia verso i suoi di amici.

Li guardi, ma in realtà i tuoi pensieri ti seguono a rallentatore. Hai percepito solamente la sua voce dire “torno subito”, ma i tuoi riflessi sono come intorpiditi e solo ora realizzi la sua mancanza al tuo fianco.

Ed il vuoto che senti ti spaventa.

In fondo, ti dici, è così la tua vita. Sei rimasto irrimediabilmente solo, e sai che questa è anche un po’ colpa tua.

Vedere il Grifondoro che ride con i suoi vecchi compagni di scuola, che abbraccia amichevolmente Weasel, mentre questi non fa che rimproverarlo, mette ancor più in evidenza la tua misera condizione.

E tutto questo fa male.

Ti rendi conto, ancora una volta, di tutto quello che non potrai mai avere.

Che desideri da così tanto tempo.

Ma sembra che tu prenda coscienza solo ora del dolore che provi in fondo al petto.

 

Cerchi quindi, con lo sguardo pieno di ansia, i tuoi amici.

Pansy è attorniata da un gruppetto di ragazzi che fano a gara, poveri stolti, per ottenere la sua attenzione.

Non sanno che facendo così, mettendosi in mostra come dei galli in un pollaio, otterranno solo l’effetto contrario?

Ti giri allora verso il bar e, noti con disappunto, che quell’idiota di Blaise sta ancora chiacchierando con Paciock e che, Morgana e Merlino ce ne scampino, ora che guardi bene sta palesemente flirtando con lui.

Il mondo sta andando a rotoli, ne sei convinto, mentre sprofondi nei cuscini e abbandoni la testa all’indietro, sperando di cacciare questa bruttissima sensazione che sta prendendo possesso del tuo corpo.

 

Ti sei probabilmente appisolato, perché quando riapri gli occhi ti senti stranamente rilassato, ma anche disorientato.

 

Vieni però prontamente riportato alla realtà da due smeraldi verdissimi ed un sorriso così luminoso che nemmeno nei tuoi sogni più segreti avresti mai potuto immaginare.

Potter è lì, seduto affianco a te, e ti sembra che tutto quanto sia al suo giusto posto in questo istante.

- Buongiorno principessa – ti senti apostrofare da quella voce tanto profonda quanto sensuale. Ed un ghigno allarga ancor più quelle labbra seducenti.

- Mi sono addormentato, merda! – non c’è modo di trovare una scusa a questa tua mancanza, mentre guadagni una posizione più elegante.

- Sono stati solo pochi minuti se ti può consolare. Non credo se ne sia accorto nessuno –

- Tu mi hai visto – rispondi piccato.

- Sarà il nostro segreto – quel sorriso dovrebbe essere classificato come illegale, pensi.

- Ci spero proprio, che figura ci farei? Già più della metà di questa sala non vede l’ora di poter sparlare del sottoscritto – convieni non appena ricordi come gran parte di quelle persone ti vedrebbero volentieri patire di stenti e pagare per tutto il male fatto dalla tua famiglia durante la guerra.

Ti adombri a quel pensiero, immaginando che forse non avrebbero nemmeno tutti i torti.

- Allora se non racconto nulla, mi dovrai un favore –

- Cosa? –

- Mi devi un favore Malfoy… -

- Per una simile sciocchezza? –

- Non mi sembrava una sciocchezza per te un attimo fa –

- Non mi farò ricattare per una simile idiozia da uno sciocco Grifondoro –

- Allora potrei casualmente far avere una fialetta con i miei ricordi a qualcuno dei nostri ex compagni… sai, sei così carino quando borbotti nel sonno -

- Tu serpe! –

- Avrei potuto esserlo, in effetti –

Credi che il sopracciglio alzato e il tuo sguardo interrogativo possano bastare per farlo continuare.

- Avrei potuto essere a Serpeverde, se avessi dato retta al Cappello Parlante –

- Cosa, cosa? Che è questa fesseria? –  Chiedi incredulo.

- Al primo anno, il Cappello voleva smistarmi a Serpeverde, ma io spaventato da quello che avevo sentito sui maghi oscuri e su Voldemort… beh ho iniziato a ripetere come un mantra “non a Serpeverde, non a Serpeverde…” ed eccomi qui, Grifondoro per scelta. Lo avresti mai detto? – E credi che Potter non sia mai stato così bello. E, dannato lui, potevate essere persino compagni di casa.

Eppure, non sai cosa dirgli.

Se da un lato vorresti urlargli contro che ha buttato all’aria l’occasione di poter essere amici, dopo aver rifiutato la tua mano, dall’altro sai benissimo che alla fine le cose sono andate come dovevano andare, ed è meglio così.

Tuttavia, una punta di rammarico permane, pensando che forse, con lui al tuo fianco, avresti fatto scelte diverse, o forse no, o che comunque ti avrebbe salvato da questo mare nero in cui ti sei da tempo impantanato.

Sospiri appena e non rispondi.

- Non ho idea se le cose avrebbero potuto andate diversamente – è Harry a parlare, quasi avesse intuito il flusso dei tuoi pensieri, ma non ti guarda. Fissa il centro della sala dove un sacco di ragazzi stanno ballando.  - Ma ora vorrei ricominciare e conoscere il vero Draco –.

Il tuo cuore perde uno, forse due, battiti. Non credi alle parole che hai appena sentito, perché nemmeno nei tuoi sogni più arditi ci avevi mai sperato.

Ti dai un pizzicotto sulla coscia, così, solo per capire di essere sveglio e che non stai immaginando nulla.

Lui ora è lì con te.

Non è con Weasley e la Granger.

Non è a festeggiare con i suoi ex compagni.

Non è in mezzo alla folla a ricevere lodi ed onori.

È lì, seduto al tuo fianco e, metaforicamente, ti sta allungando quella mano che dieci anni prima non aveva teso verso di te.

E allora ti butti, terrorizzato, ma anche piacevolmente euforico perché sai che è quello che hai sempre desiderato.

È lì il bandolo della matassa.

Tutta la rabbia e l’astio provati erano il riflesso del suo rifiuto.

Se non potevi essere suo amico, saresti stato suo nemico. IL nemico.

Meglio l’odio dell’indifferenza, ti dicevi.

Ma in fondo, era solo invidia per tutti coloro che hanno potuto godere, negli anni, della sua luce meravigliosa, dei suoi sorrisi, del suo affetto.

- Non so nemmeno se lo conosco io il vero Draco – rispondi sinceramente.

- Dovresti sapere che a me piacciono le sfide –

Solo dopo alcuni istanti, ti rendi conto che vi state tenendo per mano. Il calore del suo palmo contro il tuo è rassicurante e la sua presa salda e forte.

Non vuoi leggerci null’altro in quel gesto, perché non puoi davvero sperare più di così.

- Andiamo a prendere da bere – D’un tratto si alza dal divano e ti fa segno di seguirlo. – È tutta la sera che il tuo amico Zabini ci prova con Neville e credo sia ora di dargli una mano o non combineranno nulla stasera –.

Ridi.

Stai finalmente ridendo di gusto ed è passata una vita da quando l’hai fatto l’ultima volta.

Sei felice.

Riconosci questa sensazione di pace e languore.

Qualcosa nel tuo petto si è sciolto ed ora è calore quello che senti.

 

Potter, no, Harry, ha fatto un altro dei suoi miracoli, ti dici, mentre annuisci e lo segui.

 

 

 

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