Tutto per una scommessa

di Aurora B88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Giorno 0 ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Giorno 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Un Piano Geniale ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Giorno 7 ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Primo appuntamento ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Giorno 14 ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - Giocando a nascondino ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - Il regalo perfetto ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX - Giorno 35 ***
Capitolo 10: *** Capitolo X - Fidanzamento a Tradimento ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI - Giorno 51 ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - Una Tesla per due ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII - Ciak, si gira! ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV - Giorno 74 ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV - Sapore di sale ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI - Giorno 75 ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII - Giorno 99 ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII (ultimo capitolo) - Giorno 100 ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Giorno 0 ***


Capitolo I - Giorno 0

Sul finire della primavera le giornate erano divenute più lunghe e calde, ma Aurora si stringeva nel suo trench nella speranza che l'abito aderente che indossava sotto non divenisse ancora più corto correndo, visto come al solito era in ritardo. Il gruppo di amici con cui era solita trascorrere le sue serate la aspettava, come d'abitudine, in un piccolo locale sul fiume. 

I suoi respiri divennero sempre più affannati, tanta era l'umidità che pareva di respirare acqua, ma la vista che si aveva da quel piccolo dehors faceva immediatamente dimenticare ogni altra scomodità.

-Ciao!- Aurora sobbalzò: la sua miopia le aveva impedito di riconoscere i suoi amici al primo sguardo.

-Ciao!- rispose -Ma...Ma come, avete già iniziato senza di me?-, i suoi amici avevano già incominciato con i giochi alcolici. Ormai era divenuta una tradizione inventare brevi giochi e chi perdeva doveva pagare pegno bevendo, così che, ogni volta, ciascuno cercava di inventarsi qualcosa di più stupido e divertente del ritrovo precedente. 

-Adesso devono bere... Tutti quelli che hanno un papà!-. L'humor di Elisa, orfana di padre, era senza dubbio dei più neri, ma le permetteva di vivere in maniera più serena e soprattutto di vincere sempre.

 

La serata sembrò volare in un soffio tra chiacchiere e risate, la maggior parte dei ragazzi aveva già salutato gli amici e lasciato il locale, ma Aurora non aveva nessuna voglia di tornare alla sua routine quotidiana e si limitava a sprofondare nel cuscino della sedia guardando pigramente il paesaggio e godendo della fresca brezza serale.

-Siamo rimasti solo io e te- disse Andrea, ammiccando nei suoi confronti e avvicinandosi con la sedia.

-Quanto lo detesto- pensò Aurora, limitandosi a rispondergli con un sorriso stirato.

Aurora e Andrea si conoscevano fin da bambini, quando entrambi frequentavano il coro di voci bianche. Ora Andrea era un cantante di successo con moltissime fan all'estero e Aurora, invece, era una venticinquenne che rincorreva affannosamente la laurea e non sapeva bene cosa fare della sua vita, in quanto mentre frequentava l'università la crisi economica aveva azzerato le sue prospettive lavorative. Aurora non era infastidita dal successo che lui aveva ottenuto, pur se le veniva sbandierato in ogni momento in quanto i genitori di Andrea erano amici di famiglia, ma dall'arroganza che lo aveva sempre contrassegnato: lui era il migliore in ogni cosa, solo lui sapeva fare le cose bene e ovviamente solo il suo metodo era giusto. Essere rimasta da sola con lui, tra tutte le persone del gruppo, non la esaltava affatto, però non aveva alcuna voglia di affrettarsi, visto che viveva già sempre di corsa.

-E allora? Che cosa mi racconti?- Aurora non aveva alcun desiderio di parlare con Andrea e tantomeno di rivelargli la sua situazione scolastica, tuttavia lui non si perse d'animo e scambiò il silenzio di lei in un'ottima occasione per parlare di sé. Le raccontò del suo lavoro, di quanto fosse incredibile e grande l'amore dei suoi fan e ovviamente anche quello delle ragazze, così iniziò a parlare del numero di ragazze con cui era uscito, perché, pur non avendo una relazione seria al momento, lui ovviamente credeva nella famiglia  e in un'unione che duri per sempre. La risata sguaiata di Aurora interruppe i suoi vaneggiamenti su Tinder e incontri con belle ragazze.

-Perché ridi?- chiese stupito Andrea

-Ma parli seriamente?- controbatté Aurora -Non è che tutti quei film romantici che stai girando ti hanno dato alla testa?-

-Certo che credo nell'amore!-

-Tinder? Tu credi nell'amore usando app e avendo appuntamenti con più persone contemporaneamente?-

-Devo conoscere quella giusta-

-ah...-

-Però credo nell'amore, seriamente! Mi piacerebbe avere una famiglia numerosa e...Aspetta, perché mi guardi così?-

-Io non ci credo-

-a cosa?-

-All'amore, io non credo nell'amore, nel principe azzurro, mi sembrano tutte delle favole-

-ma non desideri una famiglia tua? Dei figli...-

-Io trovo belli solo i figli degli altri- rispose ridendo Aurora

-Aurora...non mi prendi seriamente...-

-No-

-allora ti dimostrerò che ti sbagli!-

-Ahahahahahah! E come? Hai un'amico carino?-

-No, te lo dimostrerò io, scommettiamo?-

-Scommettiamo su cosa?-

-Sono appena stato in Corea per un video musicale e ho scoperto che lì credono che se una coppia rimarrà unita per 100 giorni allora lo sarà per sempre-

-E quindi? Non ti seguo...-

-E quindi in 100 giorni ti dimostrerò che ti sbagli e come per le vere coppie i cento giorni costituiscono un inizio, per noi, invece, saranno una fine-

-Andrea, tu sai che non ho mai perso una scommessa in vita mia?-

-Quindi accetti?-

-Hai la mia parola-

Avuta la risposta che desiderava, Andrea si alzò e la salutò con un occhiolino. Aurora pensò che fosse tardi e che, proprio lei che non usciva mai dalla sua comfort zone, si era appena trovata una seccatura a causa del suo orgoglio. Camminando Aurora si tranquillizzò pensando che sicuramente Andrea stava scherzano. 

Ma si sbagliava...

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Giorno 1 ***


La suoneria della sveglia stava ormai infastidendo tutto il vicinato, ma Aurora continuava a non destarsi. Quando finalmente decise di spegnerla e vide l'ora, lo spavento per il ritardo le fece fare un balzo tale che per poco non cadde dal letto.

-Sono in ritardo! -biascicò barcollando cercando di liberarsi dall'abbraccio caldo delle coperte - Ma perché sono sempre in ritardo?- Aurora continuava a parlare da sola interrogandosi e imprecando contro se stessa per non essersi mai preparata l'occorrente per la nuova giornata la sera precedente. Ma lei non era soltanto in ritardo, lei viveva in ritardo.

Finalmente era pronta per uscire, si guardò soddisfatta nello specchio accanto alla porta d'ingresso: per essersi preparata in pochi minuti i colori dei vestiti erano abbinati e pareva persino umana, pensò che fosse un ottimo risultato e che la giornata non potesse che andare meglio. Sorrise come un'ebete allo specchio e si chiuse la porta alle spalle.

Aurora era sempre stata una ragazza ottimista in quanto riteneva che guardare al bicchiere mezzo vuoto l'avrebbe soltanto distratta dai suoi obiettivi e mentre era così assorta nei suoi pensieri arrivò sul posto di lavoro. Seppure andava all'università, infatti, aveva cercato un lavoro che non le impiegasse l'intera giornata per far fronte a piccole spese, come le uscite con le amiche, senza dover chiedere ai propri genitori. Per fortuna, mentre cercava disperatamente, degli amici di famiglia avevano palesato il bisogno di qualcuno che tenesse loro la contabilità e lei aveva colto l'occasione al volo.

Non appena varcò l'ingresso venne accolta dai sorrisi dei colleghi, ma a questi si aggiunsero occhiolini e gomitate. -Cosa sta succedendo?- si domandò Aurora aggrottando la fronte e squadrando tutti con circospezione.

-Tesoro a me puoi dirlo!- disse Mara, il suo capo, schiudendo le sue labbra laccate di rosso in un sorriso smagliante. Interdetta Aurora continuò a fissarla con gli occhi sbarrati:- Cosa dovrei dirti?- rispose ricambiando il sorriso non appena si fu ricomposta.

-Cara, il tuo fidanzato ti ha appena inviato dei fiori!- E mentre pronunciava la frase con un gesto ampio e teatrale aprì la porta mostrando la scrivania di Aurora su cui era posato un mazzo di fiori. Per la sorpresa Aurora si trovò a bocca aperta e si avvicinò velocemente alla propria postazione lavorativa dimenticandosi completamente della presenza di Mara, che la marcava stretta sorridendo sorniona e guardandola piena di curiosità.

I fiori erano bellissimi: vi erano dei gigli tigrati rosa e fucsia, delle rose gialle, delle margherite e dei peperoncini arancioni, era un mazzo talmente colorato e solare che pareva illuminare l'intera stanza. Gli occhi di aurora si mossero velocemente tra i fiori alla ricerca di un biglietto e quando lo vide ebbe un tuffo al cuore per l'emozione e la curiosità. Ma Mara fu più veloce di lei e lo prese con un gesto fulmineo, aperta la piccola busta, ne estrasse il cartoncino e ne lesse ad alta voce il contenuto "Sei bellissima". Mentre Mara correva per l'ufficio a mostrare alle altre ragazze il bigliettino e tutte fantasticavano euforiche su quel gesto romantico, Aurora fissava i fiori delusa perché non sapeva chi glieli avesse mandati. Scrollò poi le spalle come per disfarsi anche di quei pensieri, prese il cellulare per scattarne qualche foto e aggiungerla al suo profilo di instagram che pullulava di fiori e gatti -Non c'é da stupirsi che io sia single, sembro una vecchia zitella- pensò sghignazzando.

La mattina trascorse tranquilla, dopo che gli animi si furono calmati per quel nuovo gossip. Aurora alzò gli occhi al cielo quando tutti i colleghi le rivolsero dei sorrisi complici mentre tornava a casa con quel mazzo di fiori e pensò che non avrebbero smesso di parlarne a breve. Anche sul pullman si sentì fissata e a disagio, così che quando arrivò a casa, dopo aver sistemato i fiori in un vaso, si lanciò fra le sue amate coperte. Avrebbe dovuto andare a lezione di lì a poco, ma voleva prima rilassarsi un pochino, così prese il suo cellulare per scorrere fra i social, un gesto che la tranquillizzava sempre.

Ovviamente tutte le sue amiche le avevano messo un cuoricino di apprezzamento alla foto, se solo avessero saputo che (forse) aveva un ammirante segreto! Sorrise all'idea della reazione delle sue amiche e mentre guardava lo schermo divertita le arrivò un messaggio di Andrea.

Il sorriso di Aurora si spense subito:- Perché mi sta scrivendo?- pensò. Il messaggio aveva lo screen della sua foto accompagnato dalla dicitura "Ti sono piaciuti i fiori? ;) "

-No, no, no... E' stato lui a mandarmeli?- Quel messaggio aveva spento ogni barlume di speranza di Aurora che, se anche non voleva ammetterlo, aveva vagheggiato su alcuni ragazzi carini che conosceva immaginandosi già chissà quale relazione con ognuno di loro perché ovviamente loro le avevano mandato i fiori, invece no: nella realtà era stato Andrea.

Aurora fece una smorfia per la delusione, ma vide che Andrea le stava ancora scrivendo:

"Oggi è il nostro primo giorno"

"Purtroppo non potevo venire da te di persona perché sto lavorando, ma spero ti sia piaciuta la sorpresa, mi ricordo che i gigli sono i tuoi fiori preferiti!"

"Vedrai che ti innamorerai di me ;)"

Aurora continuò a fissare lo schermo, non sapeva se essere più infastidita o sorpresa visto che nessuno, nemmeno il suo ex, si era mai ricordato quale fiore preferisse e si lasciò andare ad un sorriso.

-No!- urlò dandosi uno schiaffo -Aurora non devi sorridere per un gesto di Andrea!- poi si bloccò:-Perfetto, continuo a parlare da sola- disse sbuffando.

Quella situazione non le piaceva per niente, doveva bloccare Andrea ad ogni costo, magari con qualche battuta cattiva... Ma come avrebbe dovuto fare?

Semplice, avrebbe chiesto a delle esperte in cattiveria: le sue migliori amiche.

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Un Piano Geniale ***


Aurora camminava felice: finalmente la giornata volgeva al termine e stava per incontrare le sue amiche, avrebbe escogitato con loro un piano geniale e Andrea non avrebbe avuto scampo, era un pivello se pensava di vincere lui la scommessa.

Velocizzò il passo elettrizzata da quell'idea e stava quasi correndo quando si bloccò davanti alla vetrina del locale in cui aveva appuntamento con le sue amiche, avrebbero passato la serata conversando davanti ad un tè profumato e azzannando torte. I vassoi di pasticcini e bomboloni esposti in vetrina attrassero lo sguardo di Aurora che li guardò famelica con l'acquolina in bocca per un tempo indefinito, quando si rese conto della presenza di una persona accanto a lei, si girò di scatto e il suo sguardo incontrò quello di un ragazzo evidentemente intento a fare la stessa cosa. Entrambi scoppiarono a ridere ed Aurora si precipitò dentro al negozio pensando a quante figuracce sarebbe riuscita a fare in una sola serata.

Le sue amiche, Elisa e Serena, la stavano aspettando già sedute ad un tavolo e ridevano della scena che avevano appena visto. Ma non dovevano perdersi in chiacchiere, era necessario elaborare una strategia!

Aurora spiegò velocemente alle sue amiche cos'era successo, dell'uscita serale, della scommessa e dei fiori, rimanendo poi in silenzio aspettando un parere dalle due ragazze.

-Secondo me Andrea ti viene dietro da tempo- sentenziò Elisa

-Ma no, non gli interesso, l'avrei capito!- ribatté piccata Aurora, innervosita dalla piega che stava prendendo il discorso

-E da quando tu capisci se un ragazzo ci prova con te?- chiese Serena provocando ilarità nelle tre ragazze.

Aurora si mostrò profondamente contrariata e, con le guance rosse per l'imbarazzo, cercò di confutare la tesi dell'amica con un discorso articolato sui sentimenti, ma ne uscirono soltanto parole sconclusionate, indispettita decise allora di deviare la conversazione riportandola al punto di partenza: -Ragazze, il modo di fare di Andrea mi infastidisce-

-E figurati se qualcosa non la innervosisce- disse Elisa alzando gli occhi al cielo,

-Già- concordò Serena -l'ultimo non l'aveva liquidato perché le inviava qualche messaggio ogni giorno?-

-Ragazze- le richiamò Aurora lanciando loro lo sguardo peggiore che riuscisse ad inscenare seppure non nascondeva il suo divertimento -Davvero, voglio liberarmi della scommessa...Già non esco spesso, se ho del tempo libero vorrei passarlo con voi e non con lui!- continuò con voce lagnosa e facendo gli occhi dolci per far sì che le sue amiche trovassero una soluzione al suo posto.

-Io ho un'idea- disse Elisa con un sorriso furbo

Tutte e tre avvicinarono le teste come se si trattasse di rivelare un segreto di Stato.

Poi proseguì: -Avete presente il film "Come farsi lasciare in dieci giorni"?-

-No- disse Serena

-In pratica la protagonista ne combina di tutti i colori al poveraccio di turno per farsi lasciare in dieci giorni. Arriva a chiamare il suo membro "Principessa Sofia" e a dirgli di prendersi cura di una pianta sostenendo sia la "felce del loro Amore"-

Ormai Serena ed Elisa si tenevano la pancia dalle risate, Aurora, invece, sorrideva guardinga temendo che l'idea che inizialmente riteneva geniale non fosse altro che una stupidaggine. In ogni caso Elisa continuò imperturbata il suo discorso: -Ecco, Aurora, devi solo fare come lei! Lui si crede il ragazzo più fantastico di questo mondo e con il suo ego spropositato pensa di far innamorare chiunque non tenendo conto che ognuno ha le proprie esperienze e le proprie ferite. Approfittiamo della scommessa per rendergli pan per focaccia, ti aiuteremo io e Serena ad organizzare dei piccoli dispetti!-

Aurora le guardava affascinata, le sue amiche avevano una corporatura esile e slanciata, un sorriso dolcissimo e parevano due angeli, ma si sa che l'apparenza inganna.

-E' l'idea più stupida che io abbia mai sentito... Mi piace!- affermò Aurora ridendo

-Allora? Quale sarà il primo dispetto?-

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Giorno 7 ***


Oggi sarebbe stato il D-Day. Ieri Andrea era tornato dall'America dove era stato chiamato per lo spettacolo di apertura di America's Got Talent, o qualcosa del genere, Aurora non guardava molto la tv e non si era mai interessata, solo per non mostrarsi maleducata visto che Andrea le aveva chiesto di uscire aveva cercato svogliatamente qualche informazione su internet.

Aurora si guardò seria allo specchio stringendo i pugni serrati sui fianchi: questa sera aveva un appuntamento con Andrea. Vedendo la propria espressione riflessa che sembrava dire "sono pronta alla battaglia" sorrise rimproverandosi mentalmente la propria agitazione e l'eccessiva importanza che stava dando a quell'uscita; non era un vero appuntamento e continuava a ripeterselo nella speranza di convincersi e rilassarsi.

In verità Aurora non usciva da sola con un ragazzo da troppo tempo e temeva di fare qualche figuraccia, come se non ne collezionasse a sufficienza ogni giorno. A questo pensiero si ricordò che solo qualche ora prima, indicando a una signora smarrita dove dovesse andare, un taxi si era fermato credendo che il suo braccio teso fosse una chiamata e l'aveva anche insultata quando aveva compreso l'errore. Il suo sorriso era stato sostituito da un'espressione corrucciata, ma abbandonò presto anche quella perché doveva finire di truccarsi e aveva bisogno di concentrazione visto che non desiderava essere in ritardo anche questa volta. Tuttavia mettere una tinta per labbra si rivelò un compito più difficile del previsto che poteva essere portato a termine soltanto dopo vari errori e imprecazioni.

Alla fine si guardò allo specchio, facendo scorrere lo sguardo dal basso verso l'alto, indossava delle décolleté nere glitterate, autoreggenti velate e un vestitino nero aderente che lasciava ben poco all'immaginazione. Ghignò soddisfatta del risultato, sperando di non assomigliare a Joker a causa dei ripetuti errori con la tinta.

-Anche Harley Queen aveva il rossetto sbavato- pensò ammiccando e ridacchiando, ma l'immagine che lo specchio le rifletteva le mise la realtà davanti agli occhi in maniera impietosa distruggendole quel poco di autostima che si stava costruendo. Prese velocemente la borsa e si lanciò giù dalle scale, a causa dei suoi vaneggiamenti allo specchio si era fatto tardi.

Aveva circa mezz'ora di strada da percorrere in macchina per arrivare al luogo dell'appuntamento in quanto con una scusa aveva rifiutato un passaggio da Andrea. La verità era che non intendeva fargli vedere dove abitava e tantomeno il caos di casa sua. In quel tempo decise di ripassare mentalmente quanto aveva deciso con le proprie amiche qualche sera prima. Infatti Aurora teneva molto a quel gruppo di amici e non intendeva non uscirci più per qualche screzio con Andrea anche se desiderava fargli rimpiangere quella scommessa.

Le sue amiche le avevano consigliato di uscire con lui non appena glielo avesse chiesto, invito che non tardò ad arrivare, e di essere gentile con lui al primo appuntamento così che Andrea si rendesse conto di aver sbagliato pensando di poter giocare con lei. In questo, grazie al mini abito che indossava, Aurora sapeva di avere dalla propria parte il "Dio Testosterone" che ha pieno controllo sui poveri maschietti. Il problema era la fase successiva, ovvero se Andrea le avesse chiesto di uscire di nuovo per continuare con la scommessa avrebbe dovuto mettere in atto "Il Piano" ideato da Elisa. Aurora sapeva che non era un bel pensiero, ma l'idea di infastidirlo la elettrizzava.

Riconosciuto il luogo dell'appuntamento, un grattacielo tutto vetri in cima del quale si trovava un locale esclusivo con una vista mozzafiato sulla città, Aurora posteggiò. Dopo aver controllato di essere in ordine, aprì la portiera della macchina e la sua gamba affusolata fece capolino dall'abitacolo dell'auto.

"Tac" il rumore del suo tacco sul selciato la fece sorridere

-Si va in scena- pensò.

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Capitolo 5
*** Capitolo V - Primo appuntamento ***


Il locale scelto da Andrea era uno dei più eleganti della città e Aurora si chiese se il ragazzo l'avesse portata lì per far colpo su di lei o se la scelta fosse stata semplicemente dettata dall'esperienza che Andrea vantava con le ragazze.

Non appena arrivò Andrea si sbracciò per salutarla e Aurora sorrise per il sollievo di non doversi avvicinare a chiunque nella sala per metterne a fuoco i lineamenti in quanto temeva ogni volta di essere scambiata per una pervertita. Si salutarono velocemente e si avviarono all'ascensore che avrebbe permesso loro di arrivare alla terrazza, Aurora era davvero spaventata da quegli ascensori che in pochi minuti coprivano un ampissimo numero di piani, ma si guardò bene dal far trasparire questa debolezza e continuò a sorridere ad Andrea.

-Tutto bene?- le chiese lui per rompere il ghiaccio

-Sì, ti ringrazio- rispose Aurora -eri già venuto in questo locale?-

-No!- esclamò Andrea, ma il suo sorriso si spense subito -perché? Tu eri già venuta?-

Aurora scoppiò a ridere quando a un suo cenno affermativo Andrea non seppe nascondere la delusione

-Beh, dubito tu abbia mai avuto il locale interamente per te-

Aurora rimase interdetta a quella risposta non cogliendone subito pienamente il significato. Nel frattempo l'ascensore si era fermato, l'addetto aveva fatto loro segno di scendere ed Andrea si era avviato a passo deciso, mentre lei si era ritrovata a seguirlo goffamente maledicendo le sue scarpe con il tacco che solo poco prima l'avevano fatta sentire tanto sicura di sé. Non appena entrarono Aurora comprese le parole di Andrea: lui aveva riservato l'intero locale solo per loro due.

Nel vedere l'espressione stupita di Aurora, Andrea le rivolse un sorriso sghembo e Aurora pensò che fosse davvero molto attraente ma così come era nata, altrettanto velocemente represse quell'idea in quanto non voleva ammetterlo nemmeno sotto tortura.

-Non mi dici nulla? L'ho prenotato per la nostra prima uscita, così che fosse solo per noi... Ho pensato a lungo a quali fossero i tuoi gusti, ti piace?-

Aurora boccheggiò per qualche secondo, ma poi si riprese e lanciò un'occhiata di disapprovazione al ragazzo.

-Sei pazzo?- gli chiese. Andrea trasecolò, tra tutte le opzioni, non si aspettava assolutamente una risposta del genere e si limitò a guardarla accigliato.

-Hai speso una quantità di soldi che nemmeno voglio immaginare per una scommessa? Ma non potevi darli a qualcuno che ne ha bisogno se proprio non sai che fartene?- Aurora sapeva che quelle parole avrebbero potuto ferirlo e che non era educato rivolgersi a lui così, ma sprechi del genere la facevano ribollire di rabbia e finiva per parlare prima di pensare.

-Scusami...scusa- disse lui imbarazzato abbassando lo sguardo -in realtà io, con tutti i fan che ho, non avrei altro modo per uscire-

Aurora si sentì in imbarazzo per non aver capito prima l'amico, effettivamente se l'avessero visto uscire da solo con una ragazza i giornalisti non lo avrebbero lasciato stare un minuto e chissà cosa avrebbero fatto a lei le sue fan più accanite; non aveva mai prestato molta attenzione ad Andrea quando narrava le gesta di quelle pazze ma erano veramente agguerrite nei confronti del "loro" idolo.

Aurora si scusò con Andrea e per scemare l'imbarazzo gli raccontò un aneddoto: anche il ragazzo con cui era uscita un'amica di famiglia aveva prenotato per lei un'intero locale e mentre i violinisti chiamati per l'occasione suonavano una dolce melodia le aveva chiesto di sposalo. Peccato che si conoscessero da due giorni e quindi lei si era ritrovata a scappare a gambe levate.

Aurora si lasciò andare ad una risata sguaiata per il suo stesso racconto, poi divenne improvvisamente seria: -Ammettilo- disse rivolgendosi ad Andrea -in realtà era questo il tuo piano, ti ho scoperto!-.

Questa volta fu Andrea a lasciarsi andare ad una risata: -No! ho dimenticato i violinisti- ammise fintamente dispiaciuto -dovrai aspettare pazientemente il prossimo appuntamento per la proposta... Però capisco la tua impazienza, se fossi in te, anche io morirei dalla voglia di sposare me stesso- e le fece un occhiolino.

-Saprò essere forte- rispose Aurora nascondendo il viso nel menù pregando che lui non ricominciasse a vantarsi come era solito fare.

Invece Aurora dovette ricredersi perché la serata le sembrò scivolare veloce tra una risata e una battuta e quando espresse il desiderio di fare un giro del locale per godere al meglio della splendida vista della città, Andrea si mostrò ben felice di accompagnarla proponendole anche di fare qualche foto per ricordare la serata. Passare del tempo con Andrea si era rivelato così piacevole, che Aurora non si era accorta di quanto fosse tardi.

Andrea si offrì di accompagnarla alla macchina e poco prima di salutarla le chiese quando sarebbe stato il prossimo appuntamento.

Aurora si ritrovò a guardarlo stupita: -Andrea, ma vuoi davvero continuare con questa farsa?-

-Non è una farsa- rispose piccato lui

-Non hai niente di meglio da fare? E io che pensavo che gli "Idol" fossero persone impegnate- lo sbeffeggiò Aurora sapendo quanto essere così apostrofato lo facesse innervosire.

Lo sguardo di Andrea si rabbuiò, ma le sue labbra si schiusero in un sorriso: -Aurora, hai paura? Per caso ho già vinto?-

E nel pronunciare l'ultima frase si avvicinò ad Aurora accarezzandole la guancia.

Aurora detestava che le persone si prendessero arbitrariamente la libertà di toccarla e il nervoso le impedì di rispondere.

-Se non ti presenterai al prossimo appuntamento, capirò di aver vinto- proseguì Andrea -non far finta di essere difficile, non ci crede nessuno-. A queste parole si voltò e se ne andò via senza aspettare la risposta di Aurora che richiuse la bocca sentendo morire in gola le sue parole ancor più infastidita di quanto già non fosse per non aver potuto ribattere.

Ma Aurora scacciò quei sentimenti e si ritrovò a ridacchiare da sola -Il prossimo appuntamento?- pensò -Avresti dovuto accettare la mia proposta di interrompere qui il tutto, non hai minimamente idea di quello che ti aspetta-.

Aurora continuò a sorridere, se prima l'idea delle sue amiche per tormentarlo le era sembrata eccessiva e si era dispiaciuta per lui, ora ne era profondamente convinta.

-Che Il Piano abbia inizio!-.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI - Giorno 14 ***


-Andreaaaaaaa!-

Aurora correva verso Andrea con un sorriso luminoso e fintissimo. Andrea sobbalzò, le aveva chiesto di essere discreta e, possibilmente, di indossare cappello e occhiali da sole così da evitare di essere riconosciuti, in quanto, nel caso opposto, le sue guardie del corpo non sarebbero state sufficienti a trattenere l'amore delle fan.

Ma ovviamente lei non aveva niente di tutto ciò. Con un brivido, Andrea constatò che lei indossava un'orrenda maglia a maniche corte, viola, con una gigantesca corona in paillettes oro e la dicitura "Queen". Ma che fine aveva fatto la ragazza elegante che conosceva?

Aurora non smise di sorridere nemmeno quando gli fu davanti e Andrea ne fu sorpreso in quanto, conoscendola da sempre, sapeva benissimo che le parole che le aveva rivolto durante l'ultima uscita dovevano averla ferita. L'appuntamento stava andando benissimo, ma Aurora, come era solita, l'aveva stuzzicato e lui aveva perso la pazienza. Però lei aveva poi accettato con entusiasmo un secondo appuntamento e, anche in quel momento, a lui pareva felicissima.

-Forse- pensò - ho davvero vinto la scommessa- e le sorrise.

-Ho una cosa per te!- disse Aurora allungandogli un pacchetto di carta colorata.

-Mi hai fatto un regalo?- chiese stupito Andrea, divertito dall'imbarazzo di lei a quella domanda, anche se la trovava adorabile con le guance rosse.

Andrea aprì con foga il regalo, non era mai riuscito ad apprezzare gli sforzi di chi impacchettava perché la sua curiosità aveva sempre la meglio.

Non appena il contenuto fu tra le sue mani rimase di sasso: il regalo era una maglia uguale a quella di lei, ma di qualche taglia più grande e con la scritta "King". Andrea si sforzò, ma nemmeno gli anni di recitazione gli permisero di mentire e si ritrovò a balbettare soltanto un -Grazie-.

-Ti piaceee?- disse Aurora ridendo -Guarda! Se passi la mano le paillettes cambiano colore e diventano rosa opaco!-

Andrea non aveva la più pallida idea di che nuance fosse il "rosa opaco" ma trovava incredibile che una maglia brutta potesse diventare ancora più brutta.

-Mettitela!- la voce di Aurora lo scosse dai suoi incubi facendoli diventare realtà: lui, l'idolo al momento più famoso al mondo, avrebbe dovuto togliersi i suoi abiti costosi e sapientemente disegnati da grandi stilisti per quell'obbrobrio? Piuttosto nudo, avrebbe provato sicuramente meno vergogna.

Andrea sfoderò il suo migliore sorriso cercando di farla ragionare: -Aurora, tesoro, non dovremmo farci notare e questa maglia è bellissima, ma non credi sia un po' vistosa?-

Ovviamente il tentativo di Andrea fallì davanti agli occhi di Aurora che erano già pieni di lacrime per la delusione e arreso si recò nel primo bagno per cambiarsi.

Aurora si guardò attorno, non appena fu sicura che Andrea non avrebbe potuto sentirla aprì il gruppo di WhatsApp "The Avengers"che aveva creato con le sue amiche: -Ragazzeee- disse tra le risate e tenendo premuto il pulsante del microfono -mi ha chiamato Te-so-ro! Voi non lo sapete, ma Andrea dice cose come "tesoro" soltanto quando è nero dalla rabbia! Il piano procede come previsto, passo e chiudo!-. Andrea stava tornando e Aurora si affrettò a concludere la conversazione.

-Allora? Come sto?- disse Andrea sollevando le braccia.

-Benissimo!- rispose Aurora con un sorriso e poi pensò, non senza imprecare, che Andrea stava bene davvero con qualunque cosa, persino con "Quella", eppure era sicura di aver scelto la più brutta tra le maglie per coppie...

Andrea ed Aurora si avviarono poi verso l'entrata dello zoo per iniziare il loro secondo appuntamento.

-Guardaaaa! Ma non è bellissimo quell'uccellino? Nooooooooo! Guarda, c'è l'elefante! E ha anche i piccoli!- detto ciò Aurora prese il braccio di Andrea e lo trascinò fino al recinto per guardare meglio il cucciolo. Aveva gli occhi a cuore e, incurante del fatto che non era sola, si era messa a parlare rivolgendo frasi dolcissime a quel piccolo elefante. Andrea se ne stava a braccia conserte appoggiato alla recinzione e la guardava, si stava chiedendo se la ragazza chic che conosceva e che aveva avuto il primo appuntamento con lui fosse stata rapita dagli alieni e sostituita con questa che pareva una bambina, tuttavia non poté non trovare contagiosa la felicità di Aurora e si trovò a sorridere e parlare, anche lui, con l'elefante.

Visto che ormai giravano da ore, Andrea propose ad Aurora di fermarsi per bere qualcosa. Una volta seduti, stavano finalmente conversando come due adulti quando Aurora si mise a pregarlo di darle il suo cellulare.

Andrea si ritrovò a sudare freddo e quella sensazione gli parve un déjà vu, ma dovette rammentare a se stesso che purtroppo la maglia che indossava non era soltanto un falso ricordo.

-Aurora, cosa vuoi fare con il mio telefono?- chiese Andrea sperando che almeno una volta in quella giornata il suo "sorriso che conquista" facesse effetto e la distogliesse dai suoi propositi. Ma, ovviamente, non funzionò.

-Ho scoperto che esistono delle App per coppie- gli rivelò Aurora

Allo sguardo accigliato di lui, Aurora continuò a descrivere le fantastiche utilità di queste app, ne installò una sul telefono di entrambi e vi aggiunse molte, troppe ricorrenze, per quei pochi giorni in cui si erano visti.

-Vedi? Tiene il conto dei giorni e poi ti ricorda ogni cosa importante che c'è stata tra di noi-

-Cosa c'è stato di importante tra di noi, Aurora?- chiese Andrea domandandosi anche se stesse diventando pazzo.

Aurora ricominciò a guardarlo con gli occhi lucidi: -Ma come? Non lo sai?-

Andrea non ebbe il tempo di domandarsi a cosa alludesse Aurora, aveva sentito un rumore ed era certo che qualcuno li stesse fotografando. Andrea prese la mano di Aurora facendole segno di seguirlo, alcune tra le sue fan non erano belle persone e ritenevano che se loro non potevano avere una relazione con il loro idolo allora nessuno doveva averla. Anni fa, quando alcuni paparazzi lo avevano sorpreso con la fidanzatina dell'epoca erano persino arrivate minacce di morte a quella ragazza. Aurora era in pericolo e lui non poteva permettere che la storia si ripetesse...

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Capitolo 7
*** Capitolo VII - Giocando a nascondino ***


-Vieni con me allo zoo, non te ne pentirai!-

Aurora stava canzonando sottovoce le parole di Andrea scimmiottandolo, ma quando lui si girò improvvisamente e la beccò fargli il verso, lei avvampò.

Andrea era ormai abituato alle stranezze della ragazza e non si curò né di indagare né di rallentare il passo fino a che non furono ben nascosti tra i cespugli dietro alla spiaggia dei pinguini.

-Andrea... Perché siamo accucciati dietro a una felce? Mi sto sentendo molto stupida-

-Perché? Di solito ti senti intelligente?- rispose Andrea con noncuranza.

Aurora lo fulminò con lo sguardo, ma si accorse che lui non stava nemmeno aspettando una sua risposta e si stava guardando intorno con aria preoccupata. Lei stava per dire qualcosa per attirare nuovamente l'attenzione su di sé, ma si rese conto di non aver mai visto Andrea così teso fino a quel momento. Sarebbe stata davvero una tragedia se l'avessero trovato?

Aurora non conosceva la risposta, ma in quel momento capì quanto fossero vere le parole di Andrea sul non potersi vivere un appuntamento o un'uscita come tutti gli altri e per la prima volta si ritrovò a pensare che forse lui non aveva la vita facile che lei credeva.

-Beh, dai...Devo ammettere che anche la flora di questo parco è bellissima- disse Aurora per sdrammatizzare e accarezzando le foglie della pianta davanti a lei -Tutti che vengono qui per ammirare gli animali, ma guardate che rigogliosi arbusti! Se non fosse stato per te, non li avrei mai notati!- aggiunse ridendo.

Andrea si unì alla risata e finalmente la preoccupazione scomparve dai suoi occhi per lasciare spazio al solito sguardo ammiccante che la faceva arrossire tanto facilmente.

-Facciamo i simpatici, vedo- disse Andrea -Ma si dà il caso che questi siano effettivamente rarissimi esemplari di "Plantaris planta"-.

Aurora guardò divertita l'espressione seria che aveva assunto Andrea mentre parlava e rispose: -"Plantaris Planta"? Ti aspetti davvero che qualcuno ti creda un esperto biologo? Forse sei quasi più credibile come attore-

-Davvero? Quindi stai dicendo che come attore sono credibile?- chiese Andrea ammiccando

-Ho solo detto quasi- ribatté Aurora.

Andrea la guardò stupito e lei si trattenne dal ridere sguaiatamente. In quel momento comparve un gruppo di pinguini che catturò la loro attenzione.

-Non sono bellissimi?- disse Aurora -Così impacciati eppure così teneri!-

-Sai che i pinguini sanno essere molto romantici? Quando il pinguino maschio trova la sua compagna ideale, perlustra tutta la spiaggia alla ricerca del sasso perfetto da donarle e quando finalmente lo trova, posiziona il sasso esattamente davanti alle zampe della prescelta. Se il pinguino femmina accetta il dono e prende il sassolino, saranno compagni per la vita- disse Andrea con aria stranamente dolce.

-Non dirmi che sei davvero anche un biologo!- disse Aurora prendendolo in giro.

-Guarda che è la verità, i pinguini scelgono davvero in questo modo la loro compagna!- ribatté Andrea indispettito.

-Con un sasso? Veramente? Se te ne tirassi uno in testa dici che sarebbe ugualmente romantico?- chiese Aurora raccogliendo un sassolino da terra

-Non lo faresti mai- rispose Andrea senza troppa convinzione

-Tu dici?- ribatté Aurora lanciandogli il sassolino e scappando via ridendo.

Andrea si lanciò subito all'inseguimento e Aurora aumentò il passo cercando di seminarlo.

-Non mi prenderai maiiiiii!- gli urlò Aurora girandosi verso Andrea e deridendolo senza diminuire la sua folle corsa.

Ma Andrea non le rispose, anzi sgranò gli occhi improvvisamente guardando qualcosa alle spalle di Aurora. Una macchina era sbucata dal nulla e quando Aurora si rese conto del pericolo era ormai troppo tardi.

Aurora chiuse gli occhi in preda al panico.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII - Il regalo perfetto ***


Aurora strinse le palpebre, come se, in qualche modo, quel movimento disperato potesse salvarla dalla macchina che stava per investirla.

All'improvviso, però, si sentì strattonare e si ritrovò improvvisamente fra le braccia di Andrea.

Aurora riaprì gli occhi e ritrovò quelli di Andrea nei suoi.

-Oltre ad attore e biologo mi tocca anche fare il soccorritore di donzelle in pericolo.. Cos'è, farti investire è il tuo nuovo programma per avere la pancia piatta? Mi pare un po' strong non credi? Certo non sono anche personal trainer però punterei ad un metodo che ti permetta di mantenere tutti gli arti attaccati!- disse Andrea tutto d'un fiato.

Andrea quando si agitava diventava petulante e Aurora, nonostante la situazione, si ritrovò a sorridere.

-Mi stai dicendo che sono grassa e dovrei dimagrire?- Aurora si divertiva moltissimo a porre tale quesito e guardare i suoi interlocutori sbiancare e arrampicarsi sugli specchi per rispondere a una domanda tanto scomoda.

-Aurora, ma ti rendi conto di quello che è successo?-

-Sì! Mi hai detto che ho la pancia e che sul curriculum, oltre a cantante e attore fallito, vuoi aggiungere "Principe Azzurro, Salvatore di donzelle"-

Andrea la guardò severamente, ma poi la tensione abbandonò il suo viso: -Stai bene Aurora?- le chiese spostandole dolcemente una ciocca di capelli ribelli dietro all'orecchio.

-Sì... Sì, io credo di sì- balbettò confusamente Aurora, che in quel momento non seppe se fosse così sconvolta solo per l'incidente o se quell'ultimo gesto di Andrea avesse significato per lei più di una semplice gentilezza.

-Grazie per avermi salvato, Andrea- sussurrò Aurora abbassando lo sguardo

-figurati! E' stato interessante fare da baby sitter oggi, ma sono 50€-

-non sono una bambina!- disse Aurora incrociando involontariamente le braccia e gonfiando labbra e guance offesa

-Ma se non sai nemmeno attraversare la strada!- ribatté Andrea prendendola per mano -ecco- continuò indicando con il mento le loro mani intrecciate -adesso, senza fare storie, ti accompagno alla macchina... Vedi? Queste sono le strisce pedonali e qui puoi attraversare-.

Il tono canzonatorio di Andrea irritò non poco Aurora che avrebbe voluto rispondergli a tono, ma il calore della mano di Andrea sembrava averle pervaso tutto il corpo e temeva di essere rossa in viso come un pomodoro, così abbassò lo sguardo e si ritrovò a biascicare indispettita: -"Vedi" cosa? Che sono miope!-. Ma Andrea ormai non le stava prestando attenzione in quanto cercava goffamente, con la mano libera, di recuperare il cellulare che stava squillando.

Terminata la chiamata Andrea spiegò ad Aurora che aveva parlato con il suo agente e che quest'ultimo chiedeva loro di utilizzare la sua moto così da lasciare indisturbati e più velocemente lo zoo.

Aurora si ritrovò a provare un misto di adrenalina e paura: non era mai salita su una moto, era qualcosa che i suoi genitori le avevano sempre vietato e ora l'eccitazione per quella nuova esperienza le faceva brillare gli occhi. Non appena Andrea girò la chiave, la moto emise un rombo cupo, quando lui partì Aurora si strinse a lui più che poté per la paura di cadere, ma quando l'aria iniziò a scompigliarle i capelli che spuntavano dal casco provò un sentimento di libertà tale da dimenticare completamente lo spavento provato poco prima.

L'agente di Andrea aveva indovinato: la moto riusciva a sgusciare sinuosamente tra le macchine in coda e in poco tempo si erano lasciati lo zoo, i fan e il caos alle spalle.

Andrea virò poi per i campi, era il percorso più lungo per riportare a casa Aurora ma avrebbero così potuto godere ancora un po' della compagnia l'uno dell'altra, nonostante il loro appuntamento fosse stato interrotto bruscamente.

La moto sollevava dietro di sé una nuvola di polvere e terra, i campi di grano giallo sembrarono al loro passaggio un mare dorato, gli aironi che camminavano tranquilli si alzarono improvvisamente in volo spaventati dal rumore regalando ai due ragazzi una vista degna di un quadro.

Andrea sentiva le risate di Aurora e si ritrovò a sorridere sollevato, temeva che quella giornata le avesse lasciato solo brutti ricordi, invece lei era accanto a lui di nuovo felice. Dopo una curva Andrea sentì l'abbraccio di Aurora stringere tanto da togliergli il fiato, ma non disse nulla perché alla fine non gli dispiaceva e lei normalmente era restia al contatto fisico.

Tuttavia non appena arrivarono davanti alla casa di Aurora, quell'atmosfera leggera lasciò immediatamente il posto ad un palpabile imbarazzo: lui si era sporto per salutarla con due baci sulle guance, ma lei girandosi di scatto per restituirgli il casco l'aveva quasi baciato sulle labbra.

Andrea e Aurora si fissarono per un tempo che parve interminabile, poi, finalmente, lui si schiarì la voce, mise una mano in tasca ed estraendone qualcosa allungò il pugno chiuso verso di lei, non appena Andrea ritirò la mano, Aurora vide sul suo palmo un sasso bianco a forma di cuore; i suoi pensieri corsero subito al racconto di lui sui pinguini e si ritrovò a sorridere.

-L'avevo preso prima che mi lapidassi- disse Andrea sorridendo imbarazzato -spero avrai anche ricordi belli di questa giornata, io mi sono divertito molto insieme a te-

Dopo averle rivolto un ultimo sorriso, Andrea salì velocemente sulla moto e altrettanto in fretta se ne andò senza lasciarle il tempo di rispondere.

Aurora si ritrovò a stringere quella piccola pietra felice pensando che se fino a poco tempo prima qualche sua amica le avesse raccontato che un ragazzo, dopo aver raccontato una romantica storia sui pinguini, le aveva regalato un sasso, sarebbe scoppiata a ridere sguaiatamente ritenendo la ragazza una poverina sentimentale.

Eppure Aurora era lì, con un sorriso ebete ad accarezzare con i polpastrelli la pietra... Com'era possibile che lei che non provava amore da tempo, che rideva di chi si innamorava, che era stata talmente ferita in passato da evitare i sentimenti, sentisse battere così forte il cuore per un sassolino?

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Capitolo 9
*** Capitolo IX - Giorno 35 ***


Dopo il movimentato appuntamento allo zoo, Andrea e Aurora non erano più riusciti ad incontrarsi a causa della fitta scheda di appuntamenti di lui, seppure Andrea aveva ritagliato ogni giorno qualche minuto per scriverle un messaggio e ormai Aurora si stava abituando alla presenza di Andrea nella sua vita... Almeno fino a che lui non era partito per l'estero e Aurora non aveva più avuto sue notizie.

Su consiglio di Elisa e Serena, che ormai avevano capito ben prima della loro amica che fra i due vi era del tenero, Aurora scrisse qualche messaggio ad Andrea, in un timido e goffo tentativo di farsi avanti e riavviare una conversazione, ma non avendo ricevuto alcuna risposta, Aurora si chiuse nel suo orgoglio e non volle più sentir parlare di Andrea.

Erano ormai passati circa dieci giorni dalla partenza di Andrea, ma, nonostante tutto, Aurora anche quella mattina come prima azione dopo aver aperto gli occhi accese il cellulare nella speranza di aver ricevuto un messaggio di Andrea.

Il cellulare iniziò a vibrare indicando la presenza di diversi messaggi e Aurora si ritrovò immediatamente sveglia, ma il suo sorriso si affievolì man mano che li scorreva: vi erano alcuni messaggi inviati in gruppi di amici e diversi sms del suo operatore telefonico che la avvertivano che il suo credito era in esaurimento. Sbuffò infastidita e subito si abbozzolò nelle coperte ancora calde guardando nella direzione opposta a dove aveva posato bruscamente il cellulare. Aurora si sentiva profondamente offesa e infastidita dal fatto che doveva riconoscere che Andrea era entrato pian piano nella sua vita e, ora che non c'era, la sua assenza si faceva sentire.

Avrebbe voluto rimanere nella grotta di coperte che si era creata, rimuginando su Andrea e cercando di formulare ogni possibilità per la quale lui non l'aveva chiamata ma per una valida ragione e non perché non teneva a lei, quando la sveglia iniziò a suonare. Con i capelli tutti arruffati e semi fuoriusciti dalla coda in cui li costringeva per dormire e gli occhi gonfi dal sonno, si affacciò da quel bozzo per spegnere la sveglia assomigliando più a un grasso bruco che a una splendida farfalla.

Si decise finalmente ad alzarsi per strisciare in cucina e prepararsi la colazione. Quello stesso giorno doveva andare a pranzo dai suoi nonni e ci sarebbero stati tutti i suoi parenti; prima di ciò avrebbe dovuto sbrigare alcune commissioni e di certo non poteva essere in ritardo se non voleva essere trafitta da sguardi di disapprovazione dei suoi genitori per tutto il pasto.

Mentre il latte si scaldava ed era intenta a rovistare nel "Ripiano Dei Dolci" per arraffare qualunque cosa fosse ricoperta di cioccolato, una voce proveniente dal suo cellulare attrasse la sua attenzione, infatti per farsi compagnia era solita mettere youtube e ascoltare qualche canzone dagli elementi di "tendenza" ma quella non era assolutamente una melodia e pareva invece una irritante pubblicità. Non appena arrivò allo schermo, però, si bloccò: non solo non si trattava di una pubblicità, ma era un annuncio di gossip e riguardava proprio Andrea.

Aurora aveva trascorso i giorni successivi allo zoo con i sensi in allerta temendo che ogni richiesta di amicizia sui social nei suoi confronti potesse celare, in realtà, un giornalista e tendendo le orecchie ogni qual volta sentiva parlare della "misteriosa ragazza" con cui il cantante era stato fotografato; temeva che da un momento all'altro potessero individuarla e di perdere la propria amata riservatezza. Tuttavia nessuno sembrava essere risalito a lei, l'agenzia di Andrea non si era pronunciata e lui l'aveva rassicurata dicendole che in breve tempo si sarebbero dimenticati della notizia.

Invece in quel video stavano parlando proprio di lei e la giornalista bionda e dalla voce squillante affermava che l'identità della ragazza misteriosa era ormai stata svelata. Aurora trattenne il respiro, non osò nemmeno immaginare quanti commenti maligni sul suo aspetto le sarebbero piovuti addosso riaprendo vecchie ferite e portò avanti il video per sapere immediatamente cosa, effettivamente, avevano scoperto.

La giornalista stava ammiccando con lo sguardo nei confronti del pubblico dicendo che a breve avrebbero mostrato le immagini della coppia e della fantomatica ragazza, Aurora si chiese se fosse legale sbattere su internet le foto di una persona che non fa parte del mondo dello spettacolo, ma dovette rimandare a un secondo momento i suoi interrogativi perché Andrea, con sua immensa sorpresa, era ritratto insieme ad una ragazza che non era lei.

La suoneria del suo telefono fece sobbalzare Aurora che dovette ricacciare indietro la sua delusione per rispondere con un tono di voce normale.

-Aurora, hai visto?!- Il tono eccessivamente alto della sua amica la costrinse ad allontanare il cellulare chiedendosi se fosse meglio fare la finta tonta, fingendo di non sapere nulla, o lasciarsi consolare da Elisa, ammettendo però i suoi sentimenti ed era ben più di quanto Aurora volesse dire.

-Ehi, Eli-

-Ma quel cretino mentre esce con te va anche con un'altra?-

-Eli, noi non stiamo insieme, la nostra è solo una scommessa- rispose Aurora ritrovandosi, suo malgrado, a difendere Andrea.

-Scommessa o no stava uscendo con te, quando torna lo strozzo! Anche Sere ha visto e io volevo scrivergli due parole...-

-No!-

-Tranquilla, Serena ha detto che se lo avessi contattato sarebbe stato ovvio che tu hai perso la scommessa, quindi non gli ho detto nulla-

-Grazie-

-Nessun grazie! Non vorrai permettere che, dopo averti preso in giro, si vanti anche di aver vinto la scommessa?-.

La discussione con Elisa diede ad Aurora una scossa e sembrò ridarle energia dopo che si era completamente spenta.

Terminata la chiamata cercò febbrilmente altri articoli e foto per capire chi fosse la ragazza ritratta con Andrea in atteggiamenti intimi e in pochi minuti trovò diverse informazioni: lei era una modella e campionessa di ginnastica artistica, conosciuta in tutto il suo Paese di origine per la sua bellezza e per questo soprannominata la "Principessa della Russia", tanto gentile da prestare il proprio volto in campagne Unicef e coprotagonista di Andrea nel suo ultimo film romantico.

Gli articoli non facevano che sottolineare quanto la loro fosse una coppia perfetta che vedeva esaudito il desiderio di tutte le fan che speravano tra loro ci fosse di più della recitazione.

Aurora si adombrò e borbottò tra sé diverse maledizioni nei confronti di Andrea mentre andava a vestirsi e non smise fino a che non arrivò a casa dei suoi nonni.

Non appena varcò la soglia il calore e l'affetto dei suoi famigliari la distrasse dai suoi pensieri e stava ridendo alle battute di sua zia mentre aiutava ad apparecchiare quando suonarono alla porta. Siccome erano tutti più impegnati di lei, Aurora si affrettò ad andare ad aprire.

-Guarda che è quel ritardatario di tuo cugino! Digli che se pensa di non aiutare, gli facciamo lavare dopo tutti i piatti!-

Aurora sogghignò alle parole della madre pensando che tutto quel lavoro sarebbe spettato a suo cugino e non a lei, aprì la porta con il sorriso sulle labbra pronta a dare quella malefica notizia che avrebbe tanto infastidito il suo schizzinoso cugino. Ma quando spalancò la porta capì che non sarebbe stata lei a farsi beffe di lui in quanto era presente anche Andrea.

-Mammaaa, zia! Ho fatto tardi perché ho incontrato qui davanti il ragazzo di Aurora!- e a queste parole tutti i presenti si accalcarono sulla porta per vedere il nuovo arrivato.

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Capitolo 10
*** Capitolo X - Fidanzamento a Tradimento ***


-Aurora, sei fidanzata?!-

-E io che credevo non le piacessero i maschi!-

-No, no... Aveva avuto un fidanzatino, ma si trattava di millenni fa!-

-Io pensavo sarebbe stata zitella a vita!-

Mentre i parenti si accalcavano sul piccolo uscio esternando commenti sulla scarna vita amorosa della ragazza, Aurora era rimasta immobile con gli occhi e le labbra spalancate e la mano ancora stretta sulla maniglia della porta. Andrea fu però molto veloce e con un braccio cinse la vita della ragazza costringendola a voltarsi e con un sorriso smagliante si presentò apparendo subito agli occhi di tutti, grazie ai suoi modi composti ed educati , un bravissimo ragazzo. Aurora non poteva credere che le persone si basassero così tanto sull'apparenza, eppure Andrea era riuscito a stregarli in pochi secondi.

-Andrea!- lo salutò affettuosamente la mamma di Aurora abbracciandolo -Ma io lo sapevo! Aurora mi diceva sempre che non era vero, ma gli occhi di una mamma non sbagliano mai: era ovvio che ti sbavasse dietro!-

Aurora sbiancò sensibilmente e Andrea le rivolse un ghigno come a dire che aveva sempre saputo che non era possibile resistere al suo fascino. Scortata praticamente a forza in sala da pranzo tutti si disposero intorno a loro lanciando occhiate complici alla ragazza in attesa di avere più informazioni. Ma Aurora venne subito trascinata in cucina per prendere i vassoi con gli antipasti e riuscì a tornare nella sala appena in tempo per sentire sua mamma invitare il ragazzo a rimanere a pranzo con loro perché "ormai era di famiglia". A quelle parole per poco Aurora non inciampò nei suoi stessi piedi e iniziò a tossire strozzata dalla propria saliva. Con un movimento rapido ed elegante Andrea fu subito al suo fianco per sorreggerla e porgerle un bicchiere d'acqua, a quel gesto tutte le donne della famiglia iniziarono a guardare con occhi dolci la coppia e, quelle sposate, a biasimare i mariti perché non erano più romantici ed attente a loro "come un tempo".

Aurora era arrabbiatissima con Andrea perché nonostante fra loro non vi fosse nulla, lei aveva iniziato a sperare in qualcosa di diverso , ma lui aveva infranto tutto non facendosi più sentire e uscendo con "Miss Perfezione". Come se non bastasse si presentava anche a casa sua con questa sceneggiata sul "Fidanzato"... Sicuramente lui e suo cugino si erano alleati per tramare qualcosa di losco alle sue spalle, doveva rimanere in guardia.

Ovviamente fecero sedere Andrea accanto ad Aurora e lui le avvicinò anche la sedia dimostrandosi impeccabile.

-Allora Aurora, da quanto state insieme?-

Aurora si voltò verso Andrea con un sorriso tirato nella speranza che lui capisse e sistemasse da solo il pasticcio che aveva combinato, ma quando stava per tirargli un calcio visto che lui si limitava a sorriderle in maniera ebete, la conversazione a volume troppo alto tra sua nonna e sua zia la gelarono sul posto. Sua nonna, armata di mestolo, indicava Andrea compiaciuta:- Tu sì che sei bello e alto! Guarda che bei geni, avrò dei bellissimi pronipotini! Non come quell'altro- proseguì, sempre agitando il mestolo e ricordando l'ex di Aurora – brutto com'era mi avrebbe rovinato i nipoti!-.

Aurora non sapeva se sorridere del fatto che sua nonna fosse così protettiva nei suoi confronti da dichiarare "brutto" e inadeguato chi l'aveva fatta soffrire o se sperare di strozzarsi davvero così da non dover sentire altri commenti di quel genere.

-Quindi? A quando questi pronipoti?- le chiese suo cugino sghignazzando per i colori dal bordeaux al fucsia che coloravano le guance e le orecchie della ragazza, ben sapendo del terrore di Aurora per matrimoni, bambini e tutto ciò, in generale, che riguardava le relazioni durature.

Con la coda dell'occhio Aurora notò che, a quanto pareva, era l'unica a sentirsi a disagio, perché Andrea non solo non era infastidito ma pareva anche lui parecchio divertito dalle sue reazioni. Allora cercò di darsi un contegno e di concentrarsi sul cibo e mangiare era decisamente qualcosa che sapeva fare bene.

Quando aveva ormai spazzolato un numero indefinito di portate, che però non si era sentita di rifiutare perché ciascun piatto era stato preparato con grande amore da un suo parente e mangiare quello di uno e rifiutare quello di un altro avrebbe significato lo scoppio di una vera e propria guerra, si avvicinò a loro suo nonno che le battè compiaciuto una mano sulla spalla e poi si rivolse ad Andrea: -Si fa prima a comprarle un vestito che a pagarle una cena, eh?- disse ammiccando.

Aurora avrebbe voluto rispondere stizzita, ma le avevano insegnato che non si parla con la bocca piena, questo suo gesto non passò inosservato e provocò ilarità in suo nonno e Andrea.

-Andrea- Marica, una delle cuginette di Aurora, si era avvicinata a loro con occhi adoranti –me lo faresti un autografo per favore?-. Quella bambina era così dolce che tutti la guardarono inteneriti, ma non ci volle molto perché l'attenzione si spostasse nuovamente su Andrea e sul suo lavoro nel modo dello spettacolo.

-E io che pensavo fossi circondato da belle ragazze, che cosa ci trovi in Aurora?- chiese suo cugino divertito provocando non pochi sorrisi d'intesa.

-Niente-

A spezzare quel clima allegro fu suo zio che posò il suo cellulare davanti ad Andrea

–perché a quanto pare esce anche con un'altra- aggiunse.

Aurora scorse sullo schermo del cellulare uno degli articoli che aveva letto quella mattina e vide sua mamma e sua zia irrigidirsi, mentre sua nonna si stava nuovamente armando di mestolo.

Era ufficiale: stava per scoppiare la Terza Guerra Mondiale.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI - Giorno 51 ***


-Miaaaaaaaaooooo!-

Il verso dell'anziano e grasso gatto di famiglia ruppe il silenzio che si era creato e tutti si precipitarono a salutarlo e la questione di Andrea e delle sue amanti sembrò passare in secondo piano.

C'era chi si era precipitato ad accarezzarlo, chi gli asciugava le ciotole già lustre, mentre gli altri discutevano su quale cibo fosse il migliore perché una volta l'amico dell'amico aveva detto che per gli animali era preferibile mangiare un certo cibo piuttosto che un altro, subito contestato da chi aveva sentito diversamente. Insomma, la discussione era incentrata sul gatto e Aurora era incredula: era stata messa da parte non soltanto da Andrea, ma anche dalla sua stessa famiglia.

Non appena Sua Maestà Il Gatto si acciambellò sulle ginocchia della nonna di Aurora, gli sguardi dolci lasciarono lo spazio a occhiate torve, tutti si girarono nella direzione di Andrea e regnò nuovamente il silenzio.

Aurora si chiese, nel panico, quale piega avrebbe preso la discussione e se dovesse aiutare Andrea, ma non aveva nessuna voglia di farlo e in realtà aspettava anche lei delle spiegazioni. Ovviamente loro non stavano insieme e forse, sapendo quanto fossero protettivi i suo genitori, avrebbe dovuto dirlo, ma la sensazione di essere stata raggirata fece desistere ogni suo buon proposito.

-Mi dispiace...- esordì Andrea, a queste parole si prepararono tutti a una confessione e la tensione nella stanza divenne palpabile. La mamma di Aurora si alzò in piedi minacciosa pronta a scacciare di casa Andrea e la nonna si guardò attorno spaesata poiché, a causa del gatto, aveva dimenticato il suo fedele mestolo in cucina.

-Non avrei mai dovuto permettere si insinuasse questo dubbio-

Le sopracciglia di Aurora si sollevarono all'inverosimile alla parola "dubbio" aspettandosi da un momento all'altro frasi da manuale come "Non è come sembra", "Posso spiegare" persino di fronte a foto tanto palesi.

-Non è come sembra, posso spiegare:-

-Tombola!- pensò Aurora e guardò Andrea ancor più stupita, ma lui continuò imperturbabile: -abbiamo appena finito di girare un film, poiché io e Galina impersoniamo due innamorati, le nostre agenzie hanno pensato fosse un'ottima trovata pubblicitaria far credere al pubblico che l'amore provato dai protagonisti fosse così grande e sincero da valicare i confini della finzione e riversarsi nella realtà-. Aurora pensò che nonostante tutto lo splendore di "Miss Perfezione", il suo nome reale era davvero brutto e decise che l'avrebbe soprannominata "Galina la Gallina", complimentandosi anche da sola per la pessima battuta. Non si rendeva conto che l'antipatia che provava non era altro che gelosia.

-Ma non c'è nulla di vero e io trovo Aurora più bella di qualunque attrice. Se tutti pensano che la "Principessa della Russia" sia la donna ideale, per me lo è soltanto Aurora- concluse Andrea.

Aurora trattenne a stento sarcasmo e risate, ma Andrea si voltò verso di lei sorridendole e le cinse le spalle, rivolgendole uno sguardo tanto dolce da far quasi svenire le presenti. Nel mentre la mamma e la nonna di Aurora si asciugavano qualche lacrima commosse: -Credevo non ti saresti mai spostata! Io le facevo le lasagne e lei mi diceva di essere felice con quelle piuttosto che con un ragazzo!- disse la nonna tra i singhiozzi gesticolando e indicando alternatamente i piatti vuoti e Aurora -E invece guarda che bel ragazzo d'oro ti sei trovata! Bello assai!-.

Aurora si alzò per abbracciare la nonna intenerita dalle sue lacrime, ma lei si era già ripresa e chiese ad Aurora se avessero già pensato a una data. Aurora sgranò gli occhi e alla solita domanda sui nipotini si ritrovò a chiedere se non fosse sufficiente il gatto. A quella risposta i suoi parenti scossero il capo come se si trovassero di fronte a un caso disperato.

Andrea, che aveva colto il disagio della ragazza, le chiese se desiderasse vedere una stazione televisiva, lo aspettava un'intervista e gli avrebbe fatto piacere la sua compagnia. Aurora accettò felice ed elettrizzata in quanto non avrebbe più dovuto sopportare domande scomode e sarebbe potuta entrare nella sede di una stazione televisiva nazionale! Era euforica, ma pensò che se Andrea credeva, soltanto perché ora sorrideva, che si sarebbe dimenticata della Gallina, del suo autoinvito a casa sua o di quella fintissima dichiarazione, si sbagliava di grosso.

Inoltre Aurora era a conoscenza del fatto che in quello stesso giorno avrebbe partecipato a una trasmissione anche un ragazzo con cui si era sentita poco tempo prima della scommessa con Andrea, neanche a farlo apposta erano omonimi e sarebbe stato divertente far incontrare i due Andrea. Aurora sapeva bene che molti ragazzi davano importanza all'aspetto estetico quasi fosse un parametro effettivo della forza e del valore di una persona e si chiese come avrebbe reagito Andrea, il cantante dall'ego spropositato, di fronte ad Andrea 2, un campione dal fisico scultoreo. Si prospettava la possibilità, per Aurora, non solo di testare i sentimenti di Andrea, ma anche di renderlo geloso...

Alla fine Quella poteva anche essere "Miss Perfezione", ma lei era una Marino... Aurora Marino.

Aurora si ritrovò a sorridere, avrebbe fatto in modo che le bugie che Andrea aveva raccontato alla sua famiglia sul suo ideale femminile divenissero la verità.

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Capitolo 12
*** Capitolo XII - Una Tesla per due ***


Una folla di curiosi si aprì all'arrivo di Andrea e Aurora come le acque di fronte a Mosé rivelando una macchina sportiva incredibile: una Tesla Roadster Sport nera opaca.

Aurora pensò che la fama di Andrea dovesse fruttare molto e non soltanto economicamente, in quanto era in possesso di una macchina che per tutti gli altri comuni mortali non era ancora in commercio, si chiese inoltre se il cugino non l'avesse aiutato con quella trionfale entrata in casa dei suoi nonni in cambio di un passaggio su quel bolide nuovo fiammante.

E mentre Andrea rispondeva tronfio e felice ai complimenti e alle richieste dei più curiosi, Aurora sperava soltanto di passare inosservata e di non dover rispondere a tutte le domande che, inevitabilmente, i vicini le avrebbero rivolto.

Ma, ovviamente, le sue speranze crollarono non appena il vicino ottantenne le si avvicinò ammiccando e indicando la macchina le disse:- Quanto avrei rimorchiato con questa, eh!?- dando una gomitata di cameratismo ad Andrea.

Aurora desiderò sprofondare, non adorava le auto sportive e amava ancora meno essere al centro dell'attenzione, tuttavia era sempre stata affascinata dalle portiere ad "ala di gabbiano" e si ritrovò ad aspettare con trepidazione che Andrea aprisse l'auto.

Andrea, invece, guardava Aurora che era ferma e così rigida da sembrargli una delle guardie di Buckingham Palace e si chiese se fosse immobile perché desiderava che lui le aprisse la portiera, così le sorrise e le fece segno di salire. Le speranze di Aurora si infransero nuovamente: in quell'unica occasione che aveva nella vita di entrare in una macchina del genere, ovviamente non aveva le portiere ad ala di gabbiano. Nonostante le "cocenti" delusioni, lo spirito di Aurora da "Dora l'esploratrice" non si placò minimamente e si ritrovò a fissare il tachimetro in quanto, abituata a macchine che non andavano veloci nemmeno a spingerle, non desiderava perdersi la partenza.

Non si rese conto che Andrea si era avvicinato a lei fino a quando i loro visi non furono a pochi centimetri di distanza e i loro nasi quasi si scontrarono. Nonostante Aurora fosse ancora infastidita per la recita di Andrea davanti alla sua famiglia, si ritrovò a trattenere il fiato nell'attesa di un bacio.

Aurora chiuse gli occhi... Ma dovette riaprirli immediatamente perché quello che sentì non furono le labbra di Andrea ma un "click" proveniente della cintura di sicurezza. Si rigirò confusa verso Andrea che le sorrise serafico:- Ecco fatto!- le disse e finalmente partirono alla volta degli studi televisivi. Con ogni probabilità, per Aurora si prospettava un lungo viaggio.

-Quindi lui si era avvicinato a me soltanto per mettermi la cintura- pensò Aurora delusa, infastidita e sorpresa nei confronti dei suoi stessi sentimenti, mentre cercava di dominare il panico in quanto nella sua testa si stava facendo strada l'idea che Andrea avesse visto tutto e che avrebbe usato questo suo cedimento per prenderla in giro per sempre. Nonostante ciò, in questa tavola rotonda con sé stessa prevalse la tesi secondo cui lui era troppo impegnato per accorgersi che lei aveva frainteso il suo gesto. Immediatamente Aurora tirò un sospiro di sollievo e si sistemò rilassata sui comodi sedili in pelle.

Intanto la macchina sfrecciava silenziosamente nel traffico cittadino, le immagini degli edifici si alternavano tra loro sempre più velocemente fino a confondersi le une con le altre in un unico groviglio di colori.

Tuttavia, per la quarta volta in pochi minuti, Aurora si sbagliava: Andrea aveva visto tutto e le lanciava occhiate di tanto in tanto cercando di nascondere un sorriso compiaciuto che pian piano si allargava sul suo viso, lui l'aveva in pugno e se le cose fossero rimaste così avrebbe vinto la scommessa in poco tempo.

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII - Ciak, si gira! ***


Gli studi televisivi si trovavano in un edificio high-tech il cui imponente scheletro in metallo era addolcito da una vetrata unica che rifletteva i colori circostanti passando dall'azzurro intenso del cielo, interrotto soltanto da qualche macchia bianca delle nuvole che fluttuavano pigramente, al verde cangiante degli alberi che avevano ormai perso i loro fiori ed erano carichi di frutti. Soltanto una magnolia dai fiori tardivi picchettava di rosa i vetri come se l'abile mano di un impressionista si fosse divertita a spezzare quelle tinte fredde a favore di sfumature più calde.

Aurora non ebbe però il tempo di ammirare tutto ciò con il naso all'insù in quanto dovette quasi correre per tenere il passo di Andrea. Arrivati all'ingresso lui venne accompagnato nei suoi camerini, mentre Aurora si dovette mettere in fila dietro a comparse e giornalisti nell'attesa di far verificare i propri documenti dalla guardia. Non appena Aurora ebbe il suo pass tra le mani, che altro non era che un foglietto che indicava la sua presenza in quella sede, la felicità le illuminò il viso come se fosse una bimba che aveva appena ricevuto un nuovo giocattolo.

A questo punto, però, Aurora si accorse delle dimensioni effettive dell'edificio trovandosi spaesata tra quella moltitudine di sale e corridoi e non sapendo dove dovesse dirigersi. Mentre vagabondava senza meta curiosando in ogni angolo potesse guardare per soddisfare la propria sete di conoscenza, domandandosi se fosse il caso di vincere la timidezza e placcare una delle persone che frettolosamente incrociavano la sua via, vide l'insegna dei bagni e pensò di entrare per controllare la propria figura e solo in un secondo momento raggiungere Andrea.

Aurora entrò in uno degli spaziosi bagni chiudendosi la porta alle spalle, si guardò soddisfatta allo specchio ritrovandosi meno scarmigliata di quanto pensasse e dopo essersi ravvivata i capelli decise di uscire, ma quando posò la mano sulla maniglia, la porta non si apriva.

Aurora iniziò ad andare in iperventilazione cercando di strattonare la maniglia sempre con più forza. Non appena si rese conto che nemmeno tutte le sue energie avrebbero smosso la porta e prima di cedere al panico si mise a camminare in tondo in quello spazio angusto cercando di controllare il respiro per calmarsi e si rese conto che ormai il sudore le aveva imperlinato la fronte.

Di male in peggio. E all'entrata le avevano anche preso in custodia il cellulare per evitare che potesse fare foto e pubblicarle su internet.

Aurora pensò che forse se fosse rimasta in silenzio nessuno si sarebbe accorto delle sua figuraccia, ma poi immaginò che Andrea in persona sarebbe venuto a cercarla e decise che doveva uscire di lì ad ogni costo; cercò di ricordare ogni movimento fatto ma visto che ogni suo gesto pareva inutile si decise a chiamare aiuto. Tuttavia, vergognandosi moltissimo per la situazione si ritrovò a parlare con voce flebile che le ricordava tanto quella di una particella di sodio che chiedeva disperatamente se ci fosse qualcuno in una pubblicità di qualche anno fa, fino a che non dovette arrendersi e urlare a squarcia gola nella speranza che qualcuno la sentisse.

Se prima non era passato nessuno, non appena Aurora urlò moltissime persone accorsero e il bagno iniziò a divenire affollato. La notizia di una persona chiusa nel bagno iniziò a diffondersi in tutto l'edificio anche perché dovettero chiamare i vigili del fuoco presenti nella struttura attigua poiché nessuno riusciva ad aprire la porta.

-Signorina, ma ha tolto il blocco della serratura?- chiese uno dei vigili, Aurora si domandò se la stessero prendendo per una scema e si affrettò a confermare.

-Signorina, ci sono due blocchi della serratura, provi a sollevare anche l'altro pezzo-

Aurora eseguì le disposizioni del vigile e la porta si aprì facendo fare un grosso sospiro di sollievo a tutti, tranne ad Aurora che avrebbe voluto richiudere la porta e rimanere in quel bagno per sempre perché dubitava che la vergogna potesse abbandonarla in un tempo minore.

Tuttavia i vigili furono talmente gentili che Aurora non se la sentì di rifiutare e si ritrovò scortata in pompa magna da Andrea. Non appena i loro occhi si incrociarono, Aurora colse il sorriso di scherno del ragazzo che si trasformò in pochi secondi in una risata sguaiata. Aurora divenne bordò per l'imbarazzo.

-Sei un po' rossa, era alta la temperatura in bagno?- Aurora guardò Andrea stralunata e lui, non ricevendo una risposta la incalzò -Ma se io ero qui nei camerini...- guardandola con aria fintamente innocente.

Aurora gli rifilò un'occhiata malevola e stava per rispondergli per le rime quando una voce melodiosa femminile e dal forte accento straniero la costrinse a voltarsi.

-Tesorro, è lei tua amica di cui parlato?- chiese una ragazza bellissima, sbattendo le folte ciglia ed appoggiandosi ad Andrea.

Aurora, riconoscendo Galina, si sentì rodere dall'invidia, ma decise che Andrea non meritava di vederla così e mascherò i suoi sentimenti dietro un sorriso affabile: -Galina! E' un onore per me conoscere una star del tuo calibro... Non sapevo che Andrea ti parlasse di me- rispose Aurora copiando la russa nello sbattimento delle ciglia e nelle movenze sensuali, puntando poi uno sguardo divertito su Andrea.

-Il mio tesorro mi parla di tutto!- le rispose Galina al posto del ragazzo attaccandosi a lui come un polpo. Andrea non si tirò di certo indietro, anzi ricambiò le attenzioni della modella e, accortosi che le dolevano le caviglie per gli alti tacchi che portava, la prese addirittura in braccio.

-Aridaje!- si ritrovò a pensare Aurora infastidita dall'eccessiva intesa dei due per una semplice finzione e pregando che qualcuno o qualcosa intervenisse in suo aiuto così da distoglierla da quella fastidiosa situazione. Purché non fosse una porta di un bagno, s'intende.

Ma Andrea, seppure sembrava concentrare ogni sua attenzione su Galina ricambiandone ogni gesto affettuoso, stava in realtà mettendo alla prova Aurora soppesandone ogni reazione. Andrea voleva che Aurora si scoprisse una volta per tutte abbandonando quel suo atteggiamento da "Regina delle Nevi" dichiarandosi nientemeno che a lui.

Per fortuna in quel momento la presentatrice, i truccatori e lo staff si avvicinarono alla giovane coppia per parlare di alcune questioni dell'ultimo minuto e Aurora poté allontanarsi indisturbata e tirare un sospiro di sollievo.

Tuttavia camminando persa tra i suoi pensieri non si accorse dei numerosi cavi che si trovavano sul pavimento e inciampò su quello di una macchina da presa.

Prima che potesse accadere un disastro e che la costosa macchina finisse a terra in mille pezzi due forti braccia la sostennero, Aurora pensò di essere stata salvata una seconda volta da Andrea, ma quando si girò dovette ricredersi: ad aiutarla era stato Andrea2.

-Sei sempre la solita!- le disse tra le risate Andrea2 riconoscendola e scompigliandole i capelli con un gesto affettuoso. Aurora cercò di riappittirsi la chioma con un'espressione infastidita, ma sorrise grata al ragazzo.

-Non mi dire che eri tu quella chiusa in bagno!- la sua risata cristallina e il modo di fare amichevole contagiarono Aurora: -Va bene, non te lo dico-. Andrea2 divenne immediatamente serio: -Eri davvero tu?-

-No! Mi hai chiesto di non dirtelo!-. I due ragazzi continuarono a battibeccare divertiti e Andrea2 propose ad Aurora di prendere un caffé insieme, cosa che la ragazza accettò volentieri.

Aurora però non si era accorta di un paio di occhi furenti che non avevano lasciato nessun suo movimento, Andrea infatti, conoscendo la sua indole goffa e vedendola inciampare, era accorso in suo aiuto, ma un energumeno tutto muscoli gli era comparso davanti prendendola tra le sue braccia prima che potesse farlo lui.

L'umore di Andrea era nettamente peggiorato: - Aurora, come puoi, dopo aver desiderato me, dopo aver cercato di baciare me, fare la svenevole con un altro?- mormorò tra sé. Ma la sua voce non fu bassa abbastanza da non essere sentita dagli altri due.

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV - Giorno 74 ***


Aurora cercava disperatamente di concentrare tutte le sue attenzioni nella guida, ma le parole di Andrea continuavano ad affiorarle nella mente. Alternava momenti di eccessiva eccitazione in cui si immaginava Andrea che si dichiarava a lei ormai innamorato, ad altri in cui si abbandonava allo sconforto al solo ricordo della scommessa e il suo entusiasmo si afflosciava come un palloncino sgonfio.

Se i guidatori distratti delle vetture che le sfrecciavano accanto si fossero girati, l'avrebbero sorpresa nel bel mezzo dei suoi gesticolanti deliri.

Aurora avrebbe voluto leggere i pensieri di Andrea in quanto detestava esporsi, ma finite le riprese Galina aveva invitato tutti per festeggiare il successo del loro film in un party esclusivo sulla sua barca e ciò l'aveva messa brutalmente di fronte alla sua gelosia e alla realtà dei fatti: a lei piaceva Andrea e rischiava di perderlo se non fosse stata sincera.

Arrivata finalmente al molo si mise con poca grazia il suo borsone sulle spalle e si incamminò per individuare la barca della Gallina. Infatti, anche se la russa aveva lasciato intendere ben poco velatamente che avrebbe preferito che lei non ci fosse, Aurora non si sarebbe persa un week end in barca per nulla al mondo e tanto meno le avrebbe lasciato campo libero con Andrea. Era tanto bella quanto stupida se credeva di poter mettere le sue grinfie sul cantante.

La barca della "Principessa della Russia", esattamente come la sua padrona, svettava sulle altre superandole sia in altezza sia in eleganza, la chiglia e lo scafo erano neri, gli interni in legno e sugli alberi erano ammainate le grandi vele bianche, come se fosse una belva rannicchiata in quel momento di quiete che precede il balzo e dà inizio alla caccia.

L'aria di mare le scompigliava i lunghi capelli e le sue labbra si distesero in un sorriso nel momento in cui individuò Andrea che le veniva incontro.

Quando ormai era divenuta l'ora dell'aperitivo, Aurora si ritrovò a fissare l'innaturale colore del cocktail che si era ritrovata fra le mani e a pensare che aveva passato il tempo a presentarsi e a chiacchierare con sconosciuti ed era riuscita a scambiare due parole con Andrea soltanto al suo arrivo. In tutto quel caos la decisione di esprimere i propri sentimenti iniziava a vacillare e Aurora pensò che sarebbe stato più facile far annegare lei che il suo orgoglio. Tuttavia l'arrivo del buffet dell'aperitivo le fece perdere ogni remora insieme alla dignità e si stava finalmente gustando il bottino sottratto a fatica dai vassoi quando il calore di una mano che si appoggiava sulla sua schiena la fece irrigidire.

-Buone queste pizzette!- le disse Andrea dopo aver trafugato quelle di Aurora con un gesto fulmineo -Io non ero riuscito a prenderle ma sono ottime- e terminò la frase facendole un occhiolino.

Il viso di Aurora si era trasformato in una maschera rigida: -Sputale!-.

-Stai scherzando?-

-Non scherzo mai sulle pizzette- gli rispose Aurora sbalordita, prima di dargli le spalle imbronciata.

Qualche ora più tardi i vassoi continuavano ad essere riempiti e gli invitati chiacchieravano amabilmente, ma Aurora ne aveva abbastanza di domande su chi fosse e cosa facesse da persone che, evidentemente, vivevano in un mondo molto diverso dal suo e discorrevano su quale dei loro cavalli fosse il più veloce o la piscina più grande. Aurora si discostò sghignazzando all'idea delle loro espressioni se avesse detto che anche lei aveva un cavallo, persino alato, in quanto possedeva un peluche molto kitsch di "My little pony" con i colori dell'arcobaleno; superò le vele e andò a sedersi a prua, dove non c'era nessuno, lasciando ciondolare le gambe oltre il parapetto.

Il sole si stava avvicinando all'orizzonte e i colori del tramonto illuminavano le nuvole e l'acqua fondendo per un momento il cielo con la terra. Iniziavano ad accendersi anche le luci del porto e delle barche attigue rilasciando un tenue bagliore caldo.

Aurora si chinò per valutare se togliere le scarpe per paura che finissero a far compagnia ai pesci, quando l'avvicinarsi improvviso di una presenza la fece sobbalzare. Andrea ghignò divertito per essere riuscito nel suo intento, ma prima che Aurora potesse guardarlo male le posizionò sotto gli occhi un piatto pieno di leccornie: -Mi perdoni per avertene rubate prima?- le chiese con un'aria da cucciolo indifeso.

Aurora gli sorrise divertita e fece segno anche a lui di prenderne così da dividere lo stesso piatto come due buoni amici. Afferrato un salatino, Aurora tornò a fissare il paesaggio distendendosi all'indietro per stare più comoda e puntellando una mano sul pavimento della barca per non perdere l'equilibrio. Andrea la seguì in ogni gesto, si allungò all'indietro anche lui e le loro mani si scontrarono.

Aurora e Andrea si guardarono come se quel contatto li avesse scottati, ma nessuno dei due ritrasse la mano, anzi Andrea si avvicino di più ad Aurora facendo scorrere le sue dita su quelle della ragazza accarezzandole dolcemente. Aurora trattenne il fiato e ricambiò. I loro occhi iniziarono ad avvicinarsi sempre di più.

-Tesorroooooo! Ecco dov'eri! I giornalisti vorrebbero scattarci qualche foto, vieni?-

Aurora chiuse gli occhi furente, nel vano tentativo di arginare la rabbia e i cattivi pensieri: -Ma nessuno può tirare il collo a quella gallina? Va bene che manca ancora molto al Ringraziamento, ma ci si può portare avanti con il lavoro!- pensò.

-Scusami- le sussurrò Andrea alzandosi.

Aurora lo guardò in cagnesco, seppure non aveva amato essere interrotta, aveva detestato ben di più Andrea per aver malamente scacciato la sua mano all'arrivo della ragazza, come se fosse stato sorpreso dalla fidanzata mentre era con un'altra. E pensare che lei aveva dovuto fare un sforzo non da poco per non fuggire da lui e dai propri sentimenti e iniziare ad aprirsi aveva significato un grande passo avanti.

-Andrea, risparmia il fiato-

Andrea la guardò mortificato

-perché sarai il primo ad annegare-.

Il ragazzo la guardò spaventato e avrebbe voluto chiarire, ma in quel momento i giornalisti invitati lo braccarono, Galina avvolse le sue braccia intorno al suo e i flash iniziarono a scattare da ogni parte.

Tra loro si era creato un malinteso che avrebbe dovuto essere risolto subito, prima che la situazione peggiorasse tanto da divenire irreversibile.

-Tesorro?-

Andrea si girò verso Galina e lei, con un movimento fulmineo, gli rubò un bacio assicurandosi così che loro due e il film rimanessero in cima alle ricerche su internet ancora per diverse settimane.

Andrea si staccò immediatamente e cercò preoccupato Aurora nella speranza che si fosse allontanata abbastanza da non assistere alla scena, ma lei aveva visto tutto.

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Capitolo 15
*** Capitolo XV - Sapore di sale ***


Dopo il bacio della sera precedente, Aurora non era riuscita a chiudere occhio e nella speranza di riappacificare mente e spirito era sgusciata silenziosamente fuori dalla sua cuccetta ed era salita sul ponte con l'illusione che la frizzante brezza mattutina potesse spazzare via quel peso che sentiva sullo stomaco.

In quel momento anche Andrea non stava dormendo e scorgendola salire decise di seguirla così da approfittare di quel raro momento per stare solo con lei e chiarire. Andrea la vide sedersi tra i timoni, appallottolarsi stringendo a sé le ginocchia appoggiandovi il mento per trovare un po' di calore e rimase intenerito a guardarla.

Improvvisamente Aurora scattò in piedi: cosa vi era di meglio dello sport e della fatica per far assopire i pensieri? Decise così che avrebbe fatto un po' di yoga, mentre, però, si stava sistemando in una posizione piuttosto complessa, sbatté un ginocchio, si ritrovò a saltellare sull'unica gamba sana e i suoi buoni propositi di non inveire contro Andrea andarono in fumo: -Andrea io ti uccido, ti strangolo, ti sfilo i polmoni e ci faccio una cornamusa, ti...-

-Aurora? Che cosa stai facendo?- le chiese Andrea palesandosi -Non sapevo di essere io l'oggetto delle tue preghiere mattutine– concluse con un sorriso di scherno.

Aurora gli riservò uno sguardo che avrebbe potuto incenerirlo all'istante, ma lui continuò: -Guarda che se mi stai facendo il malocchio perdi solo tempo- le disse afferrando acqua e olio dimenticati sul tavolo e mostrandoglieli allegramente -come vedi ho l'antidoto!-.

Aurora sorrise debolmente -Sei senza speranza- gli disse scuotendo la testa con disapprovazione

-Sono giovane, posso ancora migliorare!-

-Io non spererei invano-

-Aurora, secondo me dovresti lavare via tutta questa acidità- e iniziò ad avvicinarsi minacciosamente alla ragazza palesandole l'intento di buttarla in acqua. Aurora sbarrò gli occhi, gli spazi angusti della barca e la necessità di non far rumore per non svegliare gli altri le diedero uno spazio di movimento insufficiente. Andrea la raggiunse in poco tempo, la sollevò come se si trattasse di una piuma e dopo essersi lasciato pregare e aver fatto finta di desistere, la lanciò in acqua. Tuttavia aveva fatto male i conti perché Aurora riuscì a trascinarlo con sé.

Non appena riemersero, Andrea si mise a nuotare con foga verso la spiaggia di fronte alla quale avevano passato la notte.

-Andrea, fermati!- urlò Aurora esasperata

-Fermarmi? Perché dovrei? Io voglio rimanere vivo!- le rispose il ragazzo ridendo e ad Aurora non restò che seguirlo meditando vendetta. Tuttavia non appena toccò la sabbia, Aurora accusò tutta la stanchezza accumulata per la notte insonne e non le rimase che rimandare i suoi piani diabolici. Andrea le fece segno di sedersi accanto a lui su un tronco ormai slavato dalla salsedine e rimasero per qualche momento in silenzio, l'uno accanto all'altra, ad ammirare lo spettacolo che la natura stava loro offrendo.

La cala in cui si trovavano era raggiungibile soltanto in barca e per il momento era deserta, gli unici rumori erano dati dal vento, dal canto degli uccelli e dal cadenzato rumore del mare. La sabbia era bianchissima, il mare era di un turchese splendente interrotto qua e là da macchie blu, mentre il bagno asciuga era colorato di rosa dai numerosi coralli infranti dalla furia degli elementi. I bracci del golfo che si estendevano verso il largo erano punteggiati dal verde degli arbusti e dal giallo delle rocce.

Andrea allungò timidamente il braccio verso Aurora per abbracciarla, lei si girò di colpo e lui si trovò a far finta di toccarsi i capelli in maniera imbarazzata.

I fischi del vento ricominciarono a riempire il silenzio che si era creato fra i due ragazzi.

-Sai- disse Andrea ancorando i suoi occhi a quelli di lei -ieri, quando Galina mi ha baciato... Avrei voluto che quelle labbra fossero le tue-. Lo sguardo di Andrea si spostò velocemente dagli occhi alle labbra di Aurora e, scostandole le ciocche che le svolazzavano sul viso, chiuse le mani a coppa sollevandole il mento e la baciò.

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI - Giorno 75 ***


Aurora avrebbe voluto che quel bacio durasse per sempre, ma quella sua bolla di felicità fu frantumata bruscamente da un grido:

-Sveglia, svegliaaaaaaa!-

Aurora non credeva ai suoi occhi: due marmocchi si erano impossessati del tender* della barca di famiglia, ancorata accanto a quella di Galina, e si stavano divertendo a fare una gincana tra le imbarcazioni presenti per augurare a tutti il "Buongiorno" in modo singolare.

Aurora pensò, per la prima volta, che il gioco dell'indiano che faceva una sua amica d'infanzia con i cuginetti più piccoli fosse una grande invenzione: in pratica la sua amica impersonava un cowboy, mentre le piccole pesti erano gli indiani; il cowboy prendeva al lazo gli indiani e li legava alle sedie del tavolo in cucina, dopodiché, con la scusa di cercare altri indiani, andava a dormire in pace.

A quel ricordo il viso di Aurora venne illuminato da un ghigno, ma quando lo sguardo stupito di Andrea la riportò alla realtà si vergognò dei propri pensieri, divenne rossa e si ritrovò a fissare con grande interesse lo smalto dei suoi piedi.

Galina, svegliata dai due bambini, si era messa alla ricerca di Andrea, non appena l'aveva individuato sulla spiaggia l'aveva salutato platealmente ammiccando, per finire il tutto con un tuffo degno delle Olimpiadi, con tanto di salto mortale, e in poche ed eleganti bracciate li aveva raggiunti.

Aurora, vedendo Galina "la Gallina" uscire dall'acqua, pensò che la Venere di Botticelli sarebbe divenuta ancora più pallida davanti alla bellezza della russa. Le gocce d'acqua rimasta scivolarono sul corpo marmoreo dell'attrice sottolineandone le forme generose ed Aurora si chiese come fosse possibile che quella ragazza fosse sempre così attraente, mentre lei con i capelli bagnati che le si appiccicavano al collo pareva Gollum.

Aurora, insofferente prima per l'interruzione e ora per la gelosia, tirò un pestone ad Andrea e se ne tornò sulla barca senza mai voltarsi.

Essendo ormai ora della colazione, la tavola era stata imbandita e un grosso vassoio di paste era stato posizionato su un lato. Alla sola vista delle brioche, il malumore di Aurora si dissolse e scelse il posto più vicino possibile a quella montagna di dolci. Andrea la trovo così: completamente in adorazione del bombolone che aveva tra le mani e con il naso e il mento sporco di zucchero.

Andrea si lasciò cadere a peso morto nel posto a fianco ad Aurora perché voleva destarne le attenzioni, ma visto che lei pareva ipnotizzata dal quintale di crema che fuoriusciva dal bombolone, le scompigliò i capelli. Aurora si voltò adirata poiché era la seconda interruzione in pochi minuti.

-Non ti bastava il mio piede? Mi vuoi azzannare anche la mano?-

Aurora non lo degnò di risposta e lui continuò imperterrito: -Aia! Che male! Ho troppo male e non potrò più suonare! Hai rovinato la mia brillante carriera, dovrai prendertene la responsabilità-

-Andrea... Suoni il pianoforte con le mani, non con i piedi-

-Volevo essere un artista alternativo!-

-Non ti sottovalutare: metaforicamente, suoni già con i piedi!-

Il battibecco fra i due venne interrotto dall'annuncio del programma della giornata: una visita sulla terra ferma alla riserva naturale e all'oasi dei volontari che curano le tartarughe marine.

Iniziata l'escursione, Andrea si attardò con alcune scuse per raggiungere Aurora che era in fondo al gruppo e non appena l'avvicinò iniziò a zoppicare vistosamente e a lamentarsi per il "grave infortunio". Aurora rise divertita, ma questo non fece che incoraggiare Andrea nella sua recita.

-Andrea, vuoi una mano?- gli propose la ragazza per non sentire più le sue lagne, tendendogli il braccio e facendo segno di appoggiarsi a lei.

Finalmente il bel viso di Andrea si illuminò di un sorriso da orecchio a orecchio e prese Aurora per mano dimenticandosi completamente di ogni male.

-Sei guarito improvvisamente?-

-Sarà un miracolo!- le rispose Andrea con aria seria e stupita. Aurora scoppiò a ridere sguaiatamente e non pensò più a dove si trovavano, alle altre persone che erano lì con loro, alla scommessa o a Galina, beandosi semplicemente dei sentimenti e della felicità che quel contatto le dava. In quel momento le parve tutto più bello, quasi non si accorse che l'ampia strada era divenuta un piccolo sentiero con erbacce e rovi che le graffiavano le gambe e con nugoli di zanzare che banchettarono grazie a quel gruppo di visitatori.

Quando finalmente giunsero al luogo in cui erano situate le vasche con le tartarughe marine, venne loro spiegato che avrebbero assistito a qualcosa di unico: la tartaruga "Claretta", che era stata in cura dai volontari per diversi mesi a causa di uno scarto in plastica accidentalmente ingerito, era ormai completamente guarita e l'avrebbero rimessa in mare davanti ai loro occhi, per questo pregarono tutti gli ospiti di recarsi sulla spiaggia adiacente.

Andrea per tutto il tempo non aveva smesso di stringere la mano ad Aurora e quando le persone si accalcarono per vedere meglio la tartaruga nella sua pigra camminata verso l'acqua, lui la tirò a sé così da non perderla nella calca. Aurora si appoggiò a lui e mentre la sabbia bianca le solleticava le dita e il vento le accarezzava i capelli, pensò di essere nuovamente e completamente felice.

Ma si sa che la felicità è fatta di attimi luminosi e fugaci e i cento giorni erano ormai vicini allo scadere.

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*tender: piccola barca di servizio con funzione di appoggio per l'imbarcazione principale, generalmente utilizzato per raggiungere la terra ferma (o per infastidire i vicini xD).

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII - Giorno 99 ***


Aurora era sdraiata nel letto e guardava apaticamente il soffitto bianco, si era immaginata in maniera molto diversa il "dopo il bacio", pensava che il loro rapporto sarebbe stato più intimo, che avrebbero scambiato messaggi fino a notte fonda con la sola luce dello schermo a illuminare i loro sorrisi e invece no, come al solito la sua visione disneyana della vita veniva strappata dalla realtà: dopo la gita in barca i messaggi di Andrea erano divenuti sempre più radi, sempre più corti fino a che un giorno, semplicemente, lui non le aveva più risposto.

Se non fosse che ormai grazie a internet Aurora poteva sapere ogni minuto della vita di Andrea le cui giornate erano scandite da foto e stories, avrebbe pensato che gli fosse successo qualcosa, che fosse stato ricoverato d'urgenza ormai in fin di vita, che gli alieni lo avessero rapito o attaccato con un cavallo... Insomma, che avesse una valida ragione per non averle più scritto che non fosse l'unica veramente plausibile: che non era più interessato a lei. Alla fine il "Cioè" diceva sempre che "quando un uomo è veramente interessato, trova sempre un modo per vedere la sua bella" e lui era anche decisamente avvantaggiato poiché non doveva combattere draghi, salvarla da streghe cattive o darsi all'arrampicata su una torre usando i suoi lunghi capelli. In effetti era assodato che un giornaletto per ragazzine conteneva insegnamenti di vita e verità ineluttabili.

Aurora si ritrovò in ritardo ancor prima che la giornata avesse inizio e iniziò a sperare in un avanzamento improvviso della tecnologia per poter disporre del teletrasporto poiché quando si alzò si rese conto di dover essere a lavoro in cinque minuti. Peccato dovesse ancora lavarsi, mangiare e attraversare l'intera città... Sembrava un'impresa impossibile per la nostra eroina e in effetti lo era, si ritrovò a mangiare biscotti mentre si vestiva e ad allacciarsi le scarpe mentre era in ascensore in una lotta contro il tempo da cui non sarebbe uscita vincitrice.

Decise allora di telefonare per avvertire del ritardo inventandosi sul momento di un terribile incidente, ma il karma doveva averla sentita perché nemmeno qualche minuto dopo si ritrovò imbottigliata nel traffico proprio a causa di un incidente. Molto tempo dopo, quando era quasi arrivata, notò un posteggio libero, quasi fosse un miraggio, e approfittò immediatamente di quel momento in cui la fortuna sembrava sorriderle. Ma quando aprì la portiera per scendere, iniziò improvvisamente a diluviare. Decisamente, non era giornata.

Quel mattino Aurora avrebbe dovuto svolgere moltissime mansioni, ma visto quant'era sbadata era abituata ad appuntarsi ogni cosa su post-it colorati e sulla sua scrivania ve n'erano a forma di fiore, di mela, a pallini, tanto che, indipendentemente dallo scorrere delle stagioni, sulla sua scrivania pareva fosse sempre primavera.

Il lavoro la assorbì completamente e quando ebbe finito, Aurora era talmente stanca che si ritrovò a sognare ad occhi aperti di dormire fra soffici lenzuola, ma la giornata era ancora lunga: prima aveva allenamento e poi una festa a sorpresa a tema anni '80 per il compleanno di un suo amico.

Quel giorno la aspettava una lezione di Pole Dance, il suo insegnante era un ragazzo, ma nonostante il fisico mascolino riusciva ad essere più elegante e femminile di Aurora.

-Aurora, cosa sono quelle? Due zappe? Tieni quelle punte!- la rimproverò il maestro perché nella concentrazione Aurora si era dimenticata di controllare il resto del corpo, con il risultato di arricciare le labbra in una buffa smorfia che palesava la sua fatica e con le gambe che andavano per i fatti loro.

Con lo stretching post allenamento le cose non migliorarono affatto: -Aurora, puoi togliere quella faccia di disgusto mentre mi guardi?-.

Aurora sbattè le palpebre stupita prima di rendersi conto che sì, l'avvenente ragazzo (e suo insegnate) si stava rivolgendo proprio a lei e sì, tutta la palestra si era voltata a guardarla. Prima o poi Aurora avrebbe dovuto scrivere un manuale su come ritrovarsi in situazioni imbarazzanti, perché di sicuro lei, in materia, si meritava una laurea ad honorem.

-Ma non era disgusto, era dolore!- si ritrovò a giustificarsi paonazza, fra le risate generali. Per fortuna era quasi finito anche l'allenamento.

Nel ritorno verso casa Aurora iniziò a cercare risposta a un quesito difficilissimo, forse il più complicato della sua giornata: cosa mettere quella sera alla festa? E come diavolo si vestivano negli anni '80?

Dopo una breve ricerca su internet in cui le si pararono davanti agli occhi vestiti improbabili di colori ancor meno mettibili e rigorosamente fluorescenti, il suo sguardo venne catturato dal completo indossato in "Grease" da Olivia Newton e lei aveva una tutina simile: nera, semplice, talmente attillata che forse per entrarci avrebbe dovuto essere morta da parecchi mesi; ma poco importava perché quando le veniva un'idea, era impossibile fermarla. Andrea occupava ormai l'ultimo dei suo pensieri.

Quando finalmente arrivò alla festa si accorse che i suoi amici avevano fatto le cose in grande: luci stroboscopiche illuminavano la sala a tempo di musica e un video di just dance era proiettato su un'intera parete. Facendo attenzione a non avvicinarsi nemmeno per sbaglio alla folla che si scatenava nelle danze, Aurora iniziò a salutare i presenti quando venne "catturata" e trascinata a cantare al karaoke. Ma Aurora odiava il karaoke, vi erano sicuramente poche cose che sapesse fare peggio che cantare.

-Ragazzi, sono stonata come una campana, se io cantassi perdereste l'udito!-

-"Lu dito" ce l'ho, anzi li ho tutti e dieci- le rispose uno dei suoi amici prendendosi gioco di lei

-Aurora, muoviti! Se non canti perderà tutta la squadra!- La incitò un'altra.

Aurora fece allora un sospiro profondo chiudendo gli occhi, chiamando a sé tutte le sue forze per affrontare la figuraccia che stava per fare, ma quando avvicinò il microfono alle labbra, sentì il calore di una mano che si appoggiava sulla sua... Aprì gli occhi stupida da quel contatto e si ritrovò Andrea accanto a lei.

Lui le cinse la vita e tra gli urletti estasiati delle ragazze presenti si mise a cantare, le note di "Perfect" di Ed Sheeran inondarono la sala

"I found a love for me (..)

Well, I found a girl, beautiful and sweet

Oh, I newer knew you were the someone waiting for me

Cause we wee just kids when we fell in love..."

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII (ultimo capitolo) - Giorno 100 ***


-Allora?- le chiese Andrea dopo averla trascinata fuori per parlarle da soli.

Aurora squadrò il ragazzo incredula: -Allora cosa, Andrea?-

Lui parve addirittura più stupito e le mostrò l'orologio che segnava la mezzanotte: -Aurora, è il centesimo giorno...-

-Quindi vuoi salutarmi? Gentilissimo a ricomparire ma al momento sono indecisa tra il ringraziarti per la canzone o infilarti il microfono dove non batte il sole... O in che ordine fare le due cose-

Andrea si affrettò ad abbandonare il microfono, quasi l'oggetto che gli era tanto famigliare avesse improvvisamente preso fuoco.

-Aurora, lo so io come lo sai tu che questo tempo insieme ci ha cambiato, possiamo parlare come due adulti?-

-Sei scomparso-.

-Lo so, mi dispiace... Sono stato davvero impegnato e poi "qualcuno" mi ha detto che l'attesa intensifica i sentimenti- rispose Andrea ammiccando.

A quello sguardo Aurora si irrigidì e si mise a cercare nuovamente il microfono perché era evidente che il ragazzo per ritrovare la ragione avesse bisogno di una lezione. Andrea, capite le intenzioni di Aurora, si mise a ridere di gusto e iniziò a ostacolarla mettendosi in mezzo e il battibecco divenne un gioco a rincorrersi e riprendersi, almeno fino a che Andrea non le immobilizzò i polsi: -Aurora, che cosa hai intenzione di fare, adesso?-

Lo sguardo serio di Andrea non prometteva nulla di buono.

L'atmosfera parve cambiare improvvisamente e Aurora sentì le guance e le orecchie divenire improvvisamente calde. Erano stati tante volte a parlare e scherzare così vicini, ma forse ciò che aveva bevuto, forse la stanchezza, la facevano sentire diversa... O, più semplicemente, tutto aveva influito, ma non quanto il sentimento che lei aveva iniziato a provare e che ora rendeva il suo battito così veloce da rimbombarle nelle orecchie. Aurora pregò silenziosamente che Andrea non lo sentisse.

Andrea allentò la presa ma non le lasciò le mani, il suo sguardo si spostò sulle sue labbra e iniziò ad avvicinarsi... Sempre più vicino, finché non la baciò. Un semplice bacio che si trasformò in breve in qualcosa di più.

-Non sono venuto fin qui per salutarti...- Le disse Andrea riprendendo fiato

-E allora perché sei tornato?-

-Ero un po' confuso... Non ci siamo mai andati a genio e tu non sei particolarmente simpatica- l'imbarazzo con cui Andrea aveva iniziato la frase si ritrasse man mano che affiorava quel suo sorriso sfrontato -e nemmeno particolarmente bella- le disse scorrendo con lo sguardo sul suo corpo da capo a piedi.

Lo sguardo di Aurora smise di brillare delle sue speranze e si ridusse ad una fessura: -Andrea, vuoi essere picchiato? In effetti qui non ci sono testim...-

-Mi piaci-

-Cosa?- chiese stupita Aurora perché, essendo stata interrotta, credeva di esserselo sognata.

-Mi piaci e non sapevo come dirtelo. Ci ho pensato continuamente, ero sicuro di cancellarti quell'espressione da "so tutto io, ce l'ho solo io", invece ora sono io ad aver paura... Ho paura di essermi innamorato di te, ho paura e non so che parole dovrei usare, ho paura di chiederti di iniziare qualcosa con me... Soprattutto ho paura della tua risposta, ma non potevo continuare ad aspettare...-

-Beh, potevi scrivere un bigliettino: "Aurora, ti vuoi mettere con me?", "Sì, no",- rispose lei mimando il tutto con le mani. Era evidente che il mix di incredulità, imbarazzo e felicità doveva averle dato alla testa.

Andrea era incredulo: -Fai la scema anche adesso?-

-Mi stai dicendo che non te n'eri accorto?-

-Di cosa?-

Aurora sospirò: -Andrea, è da tempo che hai vinto la scommessa...-

Il ragazzo all'inizio parve non capire e aggrottò le sopracciglia, ma nel giro di un'istante la sua espressione si distese e il suo volto si illuminò di un sorriso da orecchio a orecchio: lei lo ricambiava da tempo.

-Quindi è un sì?- le chiese

-Sì-.

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: Buon San Valentino a chiunque ami <3

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