The golden Knights

di Klo89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo al Grande Tempio ***
Capitolo 2: *** Irruzione nella casa del toro ***
Capitolo 3: *** Oscurità ***
Capitolo 4: *** Dal Gran Sacerdote ***
Capitolo 5: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 6: *** Decisioni ***
Capitolo 7: *** Attacco al Santuario ***
Capitolo 8: *** In difesa del Santuario ***
Capitolo 9: *** Dèi e Cavalieri ***
Capitolo 10: *** La dimora degli Déi ***
Capitolo 11: *** Macerie ***
Capitolo 12: *** Chrysos Synagein ***
Capitolo 13: *** Preparativi ***
Capitolo 14: *** Verso Delfi ***
Capitolo 15: *** Oscure presenze ***
Capitolo 16: *** Strategie occulte ***
Capitolo 17: *** Sibilla ***
Capitolo 18: *** Verso l'abisso ***
Capitolo 19: *** L'inizio del viaggio ***
Capitolo 20: *** Memorie dal passato ***
Capitolo 21: *** Consapevolezza ***
Capitolo 22: *** Teogonia ***



Capitolo 1
*** Arrivo al Grande Tempio ***


Grande tempio. Sala del Gran Sacerdote

Tutti i Gold Saint erano stati radunati.

< Cavalieri di Athena, dopo lunghe battaglie è iniziato un periodo di pace. Tuttavia come ben sappiano i nemici attendono nell'ombra pronti a colpirci non appena abbassiamo le difese. Quindi vi chiedo di prestare sempre attenzione alle vibrazioni del cosmo>.
Mentre tutti prestavano attenzione alle parole del Gran Sacerdote un boato echeggiò nella stanza e all'improvviso comparve una ragazza che si ritrovò in ginocchio sul pavimento poco distante dai Gold.
La ragazza indossava una tenuta da jogging, IPod alla mano. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco la scena. "Ma cosa... " pensò guardandosi intorno. Non fece nemmeno in tempo a dire dove mi trovo che si ritrovò circondata dai Gold. Scattò immediatamente in piedi cercando di mantenere la calma nonostante la situazione.
< Chi sei? come hai superato le barriere del tempio? > chiese Shaka, cavaliere di Virgo.
< Chi siete voi? > rispose la ragazza. I due si guardarono per qualche secondo. Anche se il cavaliere di Virgo teneva gli occhi chiusi la ragazza rimase impassibile guardandolo dritto nel viso.
Nel silenzio generale qualcosa riecheggiava. Era la musica dell'IPod. Sentendo quel rumore Shura avanzò cercando di strappare dalle mani della ragazza quello strano oggetto che mai aveva visto in vita sua.
< Non ti azzardare a toccarmi > disse la ragazza cercando di divincolarsi.
n quel preciso momento il Gran Sacerdote parlò .
< Cavalieri allontanatevi dalla fanciulla. In lei non percepisco nessun cosmo>. 
Qualcuno cercò di protestare ma poi fecero un passo indietro.
< Ragazza chi sei? Come sei arrivata qui? > chiese il Gran Sacerdote.
< Io...non ne ho la minima idea!!! Stavo facendo jogging e all'improvviso mi sono ritrovata qui. Dove sono? Voi chi siete?>
Il Gran Sacerdote con tono sereno disse < sei al Grande Tempio di Atene e noi siamo tutti cavalieri della Dea  Athena.>
< Atene...In Grecia...Ma questo è impossibile. Come sono arrivata qui? Cavalieri di Athena? Cosa...e perché siete vestiti in quel modo? > indietreggiò cercando di assimilare quelle informazioni.
La ragazza rimase muta qualche istante cercando di riordinare le idee.
< Finché non capiremo come e perché sei arrivata qui alloggerai al Grande Tempio nella seconda casa. La casa di Aldebaran del toro>.
La ragazza rimase muta qualche istante cercando di riordinare le idee.

< Grazie, ma devo tornare a casa, non so come, ma di certo non stando qui.>
In quel momento prese la parola Saga dei gemelli < dubito che questo sia possibile al momento. Il varco che si è aperto e che ti ha portata in Grecia era molto simile a un varco interdimensionale. Ho percepito la sua energia. Il che significa che provieni da un'altra realtà, un'altra dimensione che a quanto pare risulta essere del tutto differente dalla nostra. Una piccola prova di ciò è quello strano aggeggio tanto rumoroso che hai nella mano. Mai visto nulla di simile>.
A quelle parole la ragazza sgranò gli occhi < tutto questo non è assolutamente possibile! Varchi interdimensionali, altri mondi... Fantascienza! Nella realtà queste cose non succedono! > 
disse alzando il tono di voce.
Calò un attimo di silenzio nella sala poi il Gran Sacerdote le si avvicinò, le posò una mano sulla spalla e con tono pacato le disse < capisco il tuo stato d'animo, ma il sole è già tramontato. Sarebbe meglio che ti fermassi qui almeno per questa notte e domani mattina se vorrai andare nessuno ti fermerà, ma questa non è la tua dimensione, il tuo mondo. Cercheremo di scoprire chi ha aperto il varco e perché. Fino a quel momento c'è poco che tu possa fare. Ti chiedo quindi di accettare la nostra ospitalità e di recarti insieme ad Aldebaran alla casa del toro>.
La ragazza annuì leggermente.
Aldebaran si avvicinò. Indossava l'armatura, era alto e possente ma emanava un aurea gentile. < Come ti chiami? > chiese alla ragazza.
< Kloe >.



Nota dell'autrice: 
Ciao! Grazie per aver letto il primo caitolo, spero di avervi incuriosito.
E' la prima volta che scrivo una fan fiction quindi se avete consigli o critiche fatemelo sapere!!

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Capitolo 2
*** Irruzione nella casa del toro ***


La prima a parlare fu Kloe < perdonate signor Aldebaran...sostenete di essere i cavalieri di Athena, ma dov'è la vostra dea? Ho visto solo voi e il Gran Sacerdote >.
< Non è ancora nata la fanciulla che deve ospitare la sua reincarnazione > rispose il cavaliere del toro. Nonostante fosse calmo e pacato il suo tono esprimeva dispiacere. Si chiedeva se avrebbe mai incontrato personalmente la Dea che doveva proteggere e per la quale si era allenato assiduamente e con sacrificio per diventare suo cavaliere.
I due proseguirono in silenzio attraversando le case antistanti quella del toro.
Quando entrarono alla quarta casa trovarono Deathmask intento a fissare le sue maschere funerarie con aria fiera e un ghigno malefico sulle labbra.
< Chiedo il permesso di attraversare la casa del cancro > disse Aldebaran. Deathmask lo fissò per un istante, poi dopo una risata beffarda disse < mio caro torello hai trovato una nuova occupazione? Non sapevo che volessi fare il babysitter....>.
Aldebaran non fece caso alle parole di Deathmask, sapeva com'era fatto e che cercava di attaccar briga ogni volta. Con passo spedito si diresse verso l'entrata della casa e lo oltrepassò. Kloe seguì aldebaran, ma si girò a guardare il cavaliere del cancro. “Che strano personaggio” pensò.
Giunti alla seconda casa si avviarono verso il salone principale. La ragazza si fissò intorno spaesata. Aveva visto delle illustrazioni dei templi greci nei libri di storia dell'arte ma non vi era mai stata di persona. Si avvicinò alle colonne e ne mirò la fattura. “Cavoli sta succedendo davvero..non sto sognando...tuttavia mi chiedo come sia possibile...”
< Hai fame? > con questa domanda il cavaliere del toro interruppe i suoi pensieri. < Io..mah forse un po'. È tutto così strano...non riesco a capacitarmi di tutto questo, di come sia arrivata qui e perché >. Aldebaran che aveva quell'atteggiamento da gigante gentile si avvicinò alla ragazza. < Su mangiamo qualcosa e mettiamoci a dormire. Come si suol dire la notte porta consiglio. Vedrai che domattina le cose appariranno diversamente > e facendole l'occhiolino si avviò verso una piccola stanza antistante il salone.
Kloe lo seguì, non era stupida e non era una ragazzina. Le frasi fatte non le si addicevano. Sapeva che all'indomani la situazione non sarebbe stata diversa dalla sera pecedente. Tuttavia quel cavaliere le suscitava serenità e in quel momento era ciò di cui aveva bisogno. Lo seguì nella piccola stanza che si rivelò essere una specie di piccolo cucinotto poco illuminato ma dotato del necessario. I due cenarono con quel che aveva da offrire il cavaliere. Con fare curioso Aldebaran chiese < dimmi Kloe cos'è quello strano aggeggio che avevi in mano nella sala del Gran Sacerdote. Non ho mai visto nulla di simile >.
< E' un IPod. Puoi ascoltare la musica, vedere filmati >. Kloe lo prese e glielo mostrò. Gli mise le cuffie nelle orecchie e lo accese.
Come la musica – ovviamente heavy metal - partì il cavaliere del toro balzò in piede togliendosi immediatamente le cuffie dalle orecchie.
< E tu questa la chiameresti musica??? >.
Kloe scoppiò a ridere nel vedere tutta la scena. < Ovviamente >.
Il cavaliere del toro scosse la testa poi disse < meglio andare a dormire. Per questa sera di stranezze del tuo mondo ne ho avuto abbastanza >.
Detto ciò la accompagnò nella stanza che l'avrebbe ospitata e le diede la buonanotte.
Mentre il cavaliere si avviava verso la sua camera, Kloe disse < Aldebaran, ti ringrazio! >.
La stanza era piccola. Al centro si trovava il letto sul quale Kloe si sedette. Al lato un comodino di legno. La ragazza si sdraiò cercando di razionalizzare ciò che le era accaduto. Nel suo mondo era una ragazza come tante. Era orfana e la sua vita fu sempre segnata dal lavoro e dalla sofferenza. Tuttavia cercava sempre di rimanere positiva. Aiutava sempre gli altri cercando di portare un po' di luce nelle vite di chi la circondava. Si sdraiò e cercò di mettersi a dormire. Logorarsi nei pensieri non sarebbe servito a nulla. Fu svegliata da un rumore sordo ed imprivviso che proveniva dall'interno del tempio. Immediatamente si sedette sul letto. Si alzò e si avvicinò alla porta. Sentì delle voci < dobbiamo trovarla! >.
Kloe pensò che doveva raggiungere immediatamente Aldebaran. Se quegli uomini lo avessero sorpreso nel sonno...doveva avvisarlo. Sul comodino trovò un tagliacarte. Lo prese < Non è un coltello, ma di certo darò battaglia > disse. Sgattaiolò fuori dalla camera. Attraversò il corridoio cercando di non farsi sentire. Quando fu dinnanzi la camera del cavaliere entrò “speriamo non dorma nudo” pensò tra sè e sè”. Il cavaliere dormiva supino. Kloe si avvicinò < Aldebaran> disse bisbigliando. Il cavaliere del toro non si destava e le voci che aveva sentito sembravano avvicinarsi. < Aldebaran> disse scuotendo il cavaliere. Il cavaliere del toro si risvegliò bruscamente. Stava per colpirla, ma kloe gli poggiò una mano sulla bocca e gli indicò di fare silenzio. Il cavaliere cercò di dire qualcosa ma la ragazza fu più rapida < c'è qualcuno all'interno del tempio >. Il cavaliere percepì immediatamente i cosmi degli intrusi.
Si alzò < aspettami qui > disse.
< No dove vai, non sai in quanti sono e sei disarmato...almeno prendi il tagliacarte >.
Aldebaran sorrise a quelle affermazioni. Si sarebbe fatto una delle sue grosse risate, ma si trattenne per non attirare gli intrusi < non c'è nulla di cui tu ti debba preoccupare >. Improvvisamente la sua attenzione fu attirata dalla porta che andava in mille pezzi. Sulla soglia comparvero due cavalieri. Erano giovani e indossavano delle armature color porpora. Il primo era alto e muscoloso. La sua armatura si caratterizzava per avere due grosse ali che lo facevano sembrare un demone . Il secondo era più basso e snello. Il suo elmo aveva due lunghe corna < finalmente l'abbiamo trovata > disse uno dei due. Il cavaliere del toro capì che si riferiva a Kloe e si frappose tra i cavalieri e la ragazza.
< Hey tu bestione togliti di mezzo e potrai vivere. Ci interessa solo la ragazza >.
Kloe in quel momento si trovava ancora vicino al letto di Aldebaran e non riusciva a capire cosa volessero quei due individui da lei.
< Non vi permetterò di prendere la ragazza > disse il cavaliere del toro.
< Aldebaran no. Non permetterò che questi due ti facciano del male > disse Kloe avvicinandosi < mi consegnerò a voi solo se mi promettete che non farete del male ad Aldebaran>.
I due cavalieri sogghignarono < ma certo. Hai la nostra parola > Kloe stava per consegnarsi ai cavalieri ma fu bloccata dal braccio di Aldebaran < tu non ti consegnerai a nesuno. Stai dietro di me > kloe fece per protestare ma il cavaliere del toro si rivolse ai due cavalieri. < Di solito ci si presenta quando sientra in casa altrui. Perchè volete la ragazza?> disse il cavaliere di Athena.
Il cavaliere con le ali rispose < chi siamo non deve interessarti. Consegnaci la ragazza ora > e lanciò con il pugno una sfera infuocata. Il cavaliere del toro incrociò le braccia al petto e parò il colpo. I due cavalieri decisero di attaccare all'unisono e lanciarono i loro attacchi più potenti ma non riuscirono a smuovere Aldebaran di un millimetro. Kloe era impressionata. Cos'era quell'emanazione che proveniva dai cavalieri.
< Great Horn> sentì e i cavalieri furono sbalzati fuori dalla camera attraverso il muro che si disintegrò per l'impatto.
< Che tu sia dannato> disse il cavaliere con le ali demoniache mentre guardava il cavaliere del toro con occhi freddi e furenti. Capendo di non peterlo battere i due misteriosi cavalieri si alzarono. Il cavaliere con le corna sull'elmo puntò il dito contro Aldebaran < torneremo e la prossima volta saràla tua fine > detto ciò scomparvero.
Kloe corse immediatamente verso il cavaliere del toro < stai bene? > disse.
< Che domande ovvio >. Nella mente del cavaliere frullavano mille pensieri. Perchè erano interessati a Kloe? Si avvicnò alla ragazza assicurandosi che stesse bene < ora cerca di riposare mentre io starò di guardia>.
< Assolutamente no. Non so cosa stia succedendo ma non lascerò che ti capiti qualcosa >. Il cavaliere stava per controbattere quando entrò Mur < ho sentito l'emanazione di due cosmi. Aldebaran stai bene? Cos'è successo?> Taurus raccontò a Mur dell'accaduto.
< Come hanno fatto a teletrasportarsi direttamente alla seconda casa? > chiese il cavaliere del toro. Mur scosse il capo. Nemmeno lui aveva una risposta per quella domanda. I due cavalieri si fissarono poi Mur si rivolse a Kloe < ora è meglio se cerchi di riposare un po' >.
< Come posso e se tornano? >.
< Non ti preoccupare rimarrò qui con Aldebaran> le disse.
Riluttante kloe si avviò verso la sua stanza interrogandosi sul cosa fosse quell'energia sprigionata dai corpi dei cavalieri.
Quando furono soli Mur disse < tutto ciò è molto strano. La ragazza che compare all'improvviso. Quei cavalieri che cercano di rapirla. Forze cosmiche si sono messe in moto >.



Nota dell'autore: 
Ciao! Vi ringrazio per aver letto i primi capitoli della mia storia. Spero che a vi stia piacendo.
Qualsiasi consiglio o critica è ben accetta. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 3
*** Oscurità ***


Nel frattempo i due cavalieri che avevano attaccato il Grande Tempio si erano teletrasportati lontano dal Santuario.
Il luogo appariva deserto e abbandonato caratterizzato solo dalle macerie di quelli che sembravano essere antichi templi collegati tra loro da un selciato mezzo coperto da detriti e polvere. Era un luogo avvolto dalle tenebre. Anche l'aria sembrava rarefatta e il cielo era privo di stelle.
Il cavaliere con le ali si rivolse al compagno  < Dannazione. Se non fosse stato per quel cavaliere avremmo adempiuto alla nostra missione >.
Il suo tono era furente. Non solo non avevano rapito la ragazza, ma si erano fatti battere facilmente da un solo cavaliere. Lo smacco era troppo da sopportare e il suo orgoglio profondamente ferito.
< Siete tornati con la coda in mezzo alle gambe vero? > disse qualcuno con tono sprezzante.
I due si voltarono immediatamente pronti ad attaccare il nuovo arrivato. Tentarono di sferrare un colpo, ma furono sbattuti contro le colonne di quello che un tempo doveva essere stato un grande tempio.
< Cosa pensate di fare insetti? >.
I due cavalieri si misero in piedi e non appena videro l'essere dinanzi a loro ammutolirono dal terrore. Era alto e portava un mantello con cappuccio che impediva di vederne il volto.
Subito si misero in ginocchio cercarono di scusarsi, ma non ebbero il tempo di parlare.
< Ecco cosa succede a mandare due insetti a fare un lavoro semplice e veloce. Ditemi come mai avete fallito? >.
I due raccontarono ciò che era accaduto.
La misteriosa figura li ascoltò in silenzio sogghignando di tanto in tanto. Quando ebbero finito il racconto il cavaliere con le ali lo supplicò di dargli una seconda possibilità ma improvvisamente si trovò a fluttuare nell'aria. Non poteva muoversi.
Il suo compagno avvertendo il pericolo si avventò sul misterioso essere ma questi levò una mano e con un semplice gesto lo fece esplodere in mille pezzi.  Poi si avvicinò all'altro.
Immobilizzato non poteva né difendersi né tanto meno tentare la fuga.
Quando gli fu abbastanza vicino l'essere incappucciato levò le mani sulla testa del cavaliere, si concentrò e sprigionando una minima parte del suo cosmo gli fece saltare gli occhi fuori dalle orbite.
C'era molto sangue che gli colava dalla faccia. Le urla laceranti del cavaliere spazientirono ancora di più la misteriosa figura che sferrando un semplice pugno penetrò con la mano il costato del malcapitato tirandone fuori il cuore dal petto. A quel punto il cavaliere cadde a terra esanime.
Con il cuore ancora pulsante in mano sogghignò.
< Sempre il solito vero Erebo? Ti sei divertito? > disse una voce femminile.
< Questi insetti umani sono inutili. Li ho mandati al Grande Tempio solo per verificare se le barriere stanno cedendo. Sapevo che avrebbero fallito. Mi volevo solo divertire un po' >.
< Questo non è un gioco. La ragazza è indispensabile per i nostri scopi >.
L'uomo incappucciato si girò verso la fanciulla < sempre ligia al dovere vero Notte? >.

 

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Capitolo 4
*** Dal Gran Sacerdote ***


La notte trascorse tranquilla senza ulteriori incidenti. Nonostante la quiete i due cavalieri rimasero all'erta. Nella loro mente frullavano mille domande. Si chiedevano  cosa stesse succedendo, chi fossero quei due cavalieri e perché volessero la ragazza. Ma sopratutto si chiedevano come avessero fatto a teletrasportarsi all'interno del Santuario. Tuttavia nonostante gli sforzi non riuscivano a trovare nessuna riposta.
Alle prime luci dell'alba Mur salutò l'amico e si diresse verso il suo tempio mentre Aldebaran decise di recarsi dal Gran Sacerdote per fare rapporto sull'attacco dei due cavaliere. Attraversò i templi dei suoi compagni senza incontrare nessun cavaliere.
Entrato nella sala delle udienze trovò il Gran sacerdote seduto sullo scranno.
Aldebaran si avvicinò e si inginocchiò.  < Gran Sacerdote sono qui per riportarvi l'attacco di questa notte da parte di due cavalieri misteriosi. Si sono teletrasportati all'interno della seconda casa per portare via la ragazza. Inspiegabilmente inizialmente hanno celato il loro cosmo. È stata Kloe a destarmi e a riferirmi dei due intrusi >. Aldebaran serrò i pugni. Si sentiva umiliato dal fatto che un cavaliere del suo rango non si fosse accorto dell'intrusione.
Il Gran Sacerdote prese la parola < ho percepito il fragore dei vostri cosmi durante lo scontro. Sembrerebbe che le barriere erette intorno al Grande Tempio si stiano indebolendo. La scorsa notte mi sono recato all'altura delle stelle. Si preannunciano giorni funesti. Finché non capiremo perché si sia aperto un varco interdimensionale e perché la fanciulla sia stata condotta qui e da chi dobbiamo prestare la massima attenzione. Kloe deve rimanere all'interno del Santuario sotto la nostra protezione. Ora vorrei conferire con la ragazza >. Detto ciò i due si avviarono verso l'uscita.


Nota dell'autore:
Innanzitutto vorrei ringraziare chi sta seguendo la mia storia. Spero vi piaccia. Vi invito a farmi sapere le vostre opinioni. 

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Capitolo 5
*** Nuovi incontri ***


Kloe si alzò presto. Non era solita dormire molto, ma quella notte la passò insonne pensando e ripensando al da farsi.  Nel tempio regnava il silenzio più assoluto e non c'era traccia del cavaliere. Uscì. Stava albeggiando. Dall'atrio del tempio potè osservare che sotto la casa del toro si ergeva un'altro tempio. All'orizzonte si intravedeva un'arena. La brezza mattutina la fece rabbrividire. Indossava un semplice top e pantaloni da ginnastica. Era esile di corporatura con capelli ramati lunghi e ondulati. Decise di scendere in direzione dell'altro tempio in modo tale da farsi un'idea del luogo.
Arrivata alla prima casa varcò la soglia < si può...è permesso...> iniziò a dire Kloe.
Non ottenendo risposta pensò che era ancora presto e che il custode della casa stesse ancora dormendo. Non sapeva che il cavaliere in questione fosse Mur che era rimasto di guardia tutta la notte nella Seconda Casa. “Forse sarebbe meglio trovare una via alternativa. Entrare in casa altrui senza permesso non è il massimo” pensò. All'improvviso comparve dinanzi a lei un ragazzino di circa otto anni. Aveva i capelli rossi e due strani punti rotondi sopra agli occhi < hey tu! Chi sei? Come osi entrare nellaCcasa dell'Ariete senza permesso?>
Kloe indietreggiò. Non riusciva a capacitarsi del fatto che quello strano ragazzino gli fosse comparso davanti all'improvviso.
< Ma come hai fatto? > chiese sconcertata.
< Kiki! Quente volte ti ho detto che è vietato teletrasportarsi all'interno del Grande Tempio. Per di più per fare mezzo metro di distanza> disse Mur in tono severo.
< Ma io...> cercò di giustificarsi Kiki, ma non potè aggiungere altro perchè Mur lo stava fulminando con lo sguardo. Kiki si defilò com'era suo solito fare in quelle situazioni.
< Perdonalo > iniziò a dire Mur a Kloe. La ragazza ancora stupefatta dall'improvvisa apparizione di Kiki rimase ammutolita per qualche secondo.
Guardandolo in faccia si rese conto di conoscerlo < tu sei il cavaliere che la scorsa notte si è recato alla Seconda Casa dopo che quei due strani cavalieri ci hanno attaccato. Come ha fatto quel ragazzino a comparire all'improvviso? Chiedo scusa se sono entrata senza permesso, stavo cercando di annunciarmi quando...> Mur la interruppe < mi chiamo Mur Cavaliere dell'Ariete. Provengo dallo Jamir. Io e la mia gente abbiamo poteri empatici e possimo utilizzare il teletrasporto. Cosa che ha fatto Kiki pocanzi>.
< Il teletrasporto alla Star Trek? Ma stai scherzando? È impossibile! >.
Mur la guardò con fare dubbiosa < non so cosa sia questo Star Trek ma ti posso assicurare che non è impossibile. È una delle capacità che cottradistingue il popolo dello Jamir >.
Incredula Kloe lo fissò per qualche istante < è impossibile...sicuramente c'è qualche spiegazione razionale, mi sarò distratta per qualche secondo e Kiki mi è corso davanti senza che me ne rendessi conto > disse cercando di convincere più sè stessa che il Cavaliere dell'Ariete.
< Dove stai andando? > chiese Mur senza badare troppo alle parole pronunciate da KLoe. Capiva che proveniva da un'altra dimensione nella quale le cose erano del tutto differenti.
< Ecco io sto facendo un giro esplorativo. Quando mi sono svegliata Aldebaran non c'era così ho pensato di perlustrare i dintorni mentre penso a come tornare a casa >.
< La cosa migliore che tu possa fare è affidarti al Gran Sacerdote. Capiremo cosa ti è successo e ti faremo tornare alla tua realtà >.
Kloe che era diffidente di natura disse < vi ringrazio, ma di certo non rimarrò con le mani in mano in attesa che qualcosa avvenga >. Ricordandosi delle parole pronunciate da Aldebaran la sera precende alla Casa del Cancro aggiunse < chiedo il permesso di attraversare la Casa dell'Ariete >.
Mur la guardò per qualche istante sapendo di non poterla persuadere. Non era stato necessario l'utilizzo dell'empatia. La ragazza era caparbia.
< Va bene > disse infine e si fece da parte.
Kloe oltrepassò la Prima Casa e si avviò verso l'arena che aveva visto. Pensava fosse deserta vista l'ora, ma udì dei rumori provenire dall'interno. Si avvicinò.
Vide due uomini intenti a combattere tra loro. Erano identici, difficili da distinguere. Avevano lunghi capelli blu, occhi azzurri e un fisico statuario.
< Hey Kanon tutto qui quello che sai fare? > disse Saga con tono beffardo.
Kanon partì all'attacco scagliandosi contro il fratello ingaggiando un corpo a corpo tipico della lotta greca.
Erano velocissimi, Kloe faceva molta fatica a seguire lo scontro. Un colpo andò a segno e uno dei gemelli cadde a terra.
< Adesso che mi dici Saga eh? Ti basta? >.
Saga si alzò e si mise in posizione per lanciare la sua Another Dimension quando entrambi si accorsero che qualcuno li fissava.
< Ragazza cosa fai qui? ci spii ? > chiese Kanon con fare sprezzante.
Kloe avanzò di un passo < sto perlustrando il luogo. Pensavo non ci fosse nessuno nell'arena, ma ho sentito dei rumori e vi ho trovato a combattere. Eravate entrambi nella Sala del Gran Sacerdote ieri sera >.
< Siamo soliti allenarci al mattino presto quando ancora non c'è nessuno. Mica vogliamo mischiarci con dei cavalieri insignificanti > disse Kanon con tono sprezzante.
Kloe pensò che era davvero arrogante e non sopportando più il suo tono aggiunse < scusate l'interruzione> e si diresse verso l'uscita dell'arena.
Kanon l'afferrò per un braccio < dove pensi di andare? Il Gran Sacerdote ha detto che devi rimanere nel tempio >.
Kloe si divincolò con un gesto irruento. Ne aveva abbastanza di quel ragazzo < innanzitutto chi ti ha dato il permesso di toccarmi eh?  In secondo luogo non prendo ordini da nessuno tanto meno dal vostro Gran Sacerdote e comunque se non erro ieri sera ha detto che ero libera di andare quindi, togliti dai piedi ! >.
A Kanon quella risposta non piacque proprio e le diede un pugno.
Kloe, che non si aspettava quella reazione violenta, cadde a terra. Saga immediatamente avanzò verso il fratello < Kanon sei impazzito? >.
Alle parole del fratello Kanon si voltò. Stava per controbattere ma Kloe gli saltò addosso afferrandolo da dietro < come ti sei permesso??? > era furiosa. Tentò di cingergli il collo con le braccia come aveva visto tante volte fare nei film, ma Kanon le diede una gomitata e l'allontanò utilizzando semplicemente il suo cosmo.
Kloe cadde a terra a qualche metro di distanza.
Una voce si levò dall'ingresso dell'arena < Kanon cos'hai fatto? > era il Cavaliere di Virgo. Accanto a lui si trovava Aldebaran che immediatamente si precipitò verso Kloe.
< Stai bene? > chiese.
La ragazza tentava di rimettersi in piedi. Essendo orgogliosa di natura non voleva far trapelare la sofferenza che in quel momento provava. < Certo che sto bene > disse mentre si rimetteva in piedi. Aveva tutta l'intenzione di scagliarsi contro Kanon, ma Aldebaran la trattenne < ferma! >.
< Quello si è permesso di mettermi le mani addosso > disse Kloe cercando di divincolarsi.
< Cosa sta succedendo qui? > disse il Gran Sacerdote con tono grave. Detto ciò si avviò verso Kanon.
< Kanon! Questa fanciulla è nostra ospite. Come hai osato colpirla? Devo dubitare della tua lealtà? In passato ti sei macchiato di crimini atroci. Nonostante ciò ti è stata offerta un'altra possibilità. Devo dubitare del tuo pentimento? Sai perfettamente che queste tue azioni sono punibili con la pena capitale. Un Cavaliere d'Oro deve essere un esempio di virtù, un modello che gli altri devono seguire, ma il tuo cuore è ancora pervaso dall'ombra >.
Saga che aveva capito che la situazione stava precipitando velocemente si avvicinò < Gran Sacerdote...> tentò di dire.
< Silenzio Saga> tagliò corto il Gran Sacerdote. < Virgo, scorta Kanon alle prigioni del Grande Tempio. Riunirò i Gold Saint e insieme discuteremo della punizione più idonea per questo crimine >.
Saga sudava freddo, sapeva che il gemello rischiava la vita. Stava pensando a qualcosa da dire quando Kloe disse < un momento. Ci stavamo solamente allenando un po'. Ho chiesto a Kanon di insegnarmi qualche mossa. Pensate che basti così poco per stendere la sottoscritta? >.
Kanon e Saga la guardarono stupiti. Il Gran Sacerdote si girò verso Kanon < è la verità? > chiese.
Quest'ultimo non si aspettava di certo che Kloe prendesse le sue difese, ma essendo l'unica via di uscita da quella situazione prese la palla al balzo e accennò un si con il capo.
Il Gran Sacerdote dubitava che stesse dicendo il vero, ma decise che per il momento avrebbe lasciato perdere. Si voltò e con passo svelto uscì dall'arena.
Saga e Kanon erano ancora esterrefatti. Saga stava per chiedere alla ragazza perchè avesse deciso di coprire le azioni del gemello, ma non ne ebbe il tempo.
Aldebaran trascinò Kloe fuori dall'arena mentre la ragazza cercava di controbattere.
Virgo si avvicinò ai gemelli < continuate ad essere un enigma. I cavalieri nati sotto il segno dei gemelli sono dominati da una dualità intrinseca nella loro persona. Entrambi nel corso degli anni avete fatto prevalere l'oscurità presente nei vostri cuori. Siete stati entrambi perdonati, ma mi chiedo se il vostro cuore sia realmente cambiato > e con queste ultime parole uscì anche lui dall'arena.

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Capitolo 6
*** Decisioni ***


Aldebaran portò Kloe alla seconda casa. A seguito dei colpi ricevuti da Kanon aveva abrasioni sulla maggior parte del corpo. Nonostante ciò cercava di non mostrare il benché minimo segno di sofferenza.
Il Gran Sacerdote entrò nella casa e prese subito la parola < ho apprezzato il tuo tentativo di proteggere Kanon > a quelle parole Kloe capì immediatamente di essere stata smascherata. Stava per dire qualcosa, ma il Gran Sacerdote la precedette < ho deciso di sorvolare sulla faccenda perchè ci sono questioni più urgenti al momento. Il cavaliere del Toro mi ha riferito dell'attacco di ieri sera. Avevi mai visto quei due cavalieri? >.
< Non ho la minima idea di chi fossero. Inoltre vorrei sapere cos'era quell'aurea che avvolgeva sia loro sia Aldebaran. Mai visto nulla di simile >.
Il Cavaliere del Toro le spiegò cos'era il cosmo e come questi potesse essere utilizzato dai cavalieri.
Kloe rimase sconcertata da quella nuova rivelazione. Tutto ciò le sembrava assurdo. Più tempo rimaneva in quel luogo più si sentiva smarrita. Teletrasporto, cosmo, cavalieri... le sembravano cose troppo assurde.
< Se me lo consenti vorrei sapere qualcosa in più su di te, sulla tua famiglia e il mondo da cui provieni > disse il Gran Sacerdote rivolgendosi alla ragazza.
Kloe rimase in silenzio qualche secondo cercando di riordinare le idee. Non aveva ancora deciso se poteva fidarsi o meno soprattutto dopo lo scontro appena avvenuto. < Beh non c'è molto da dire. Sono una ragazza come tante >.
Taurus aveva intuito le sue perplessità quindi si avvicinò alla fanciulla e posandole una mano sulla spalla disse < capisco che tu sia restia a fidarti di noi. A nome di tutti i cavalieri ti porgo le mie scuse per il comportamento di Kanon. Per quanto sia difficile ti chiedo di fidarti del Gran Sacerdote. Vogliamo solo aiutarti >.
Non sapeva spiegarsi il motivo, ma il Cavaliere del Toro suscitava in Kloe un senso di serenità e sicurezza. Dopo alcuni secondi disse < d'accordo. Per guadagnarmi da vivere faccio la cameriera. Il mio capo è il classico sfruttatore che ti paga una miseria e ti fa fare più ore dell'orologio. Nei pochi momenti liberi a mia disposizione svolgo attività di volontariato. Conosco molto bene la solitudine e la sofferenza. A volte basta un sorriso o un piccolo gesto per riempire un cuore segnato dal dolore. Il mondo da cui provengo è molto differente da questo. Innanzitutto la dea Athena è solo un mito creato dagli antichi greci. Ci sono varie religioni sparse nel mondo, ma dovrei aprire una lunga parentesi. Non ci sono cavalieri. Ogni nazione ha il proprio esercito per la difesa dei confini nazionali e a volte impegnato all'estero in missioni umanitarie. Per fortuna dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il mondo sta vivendo un periodo di pace. Più o meno...>.
Aldebaran e il Gran Sacerdote ascoltarono in silenzio < e la tua famiglia? >.
< Non so chi siano. Sono stata abbandonata alla nascita >.
Ci fu un momento di silenzio. Il Gran Sacerdote stava assimilando le informazioni fornite cercando di trovare un indizio che potesse spiegare la sua presenza al Grande Tempio o il perchè due cavalieri misteriosi avessero interesse in lei. Infine disse < ti ringrazio per esserti confidata. Al momento non abbiamo abbastanza informazioni per capire a pieno la tua venuta. Ti chiedo quindi, per la tua sicurezza, di rimanere entro i confini del Grande Tempio ove ti possiamo offrire protezione. Sicuramente i due cavalieri che hanno attaccato ci riproveranno >.
Kloe analizzò un attimo la situazione. Voleva andarsene, ma dove? Sapeva ben poco del mondo in cui si trovava. Inoltre il Gran Sacerdote aveva ragione. Molto probabilmente i due cavalieri si sarebbero fatti vivi. Non voleva arrecare danni ad Aldebaran o agli altri cavalieri, ma dopo quello che aveva visto la scorsa notte aveva capito che forse era lei quella che aveva bisogno di protezione soprattutto di fronte all'emanazione del cosmo.
< Va bene. Tuttavia non intendo stare con le mani in mano. Sono abituata al lavoro e di certo non voglio essere un peso >.
< Molto bene. Innanzitutto cura le tue ferite. Da domani ti occuperai delle dodici case. Assisterai i cavalieri in caso di commissioni e ti occuperai della pulizia delle case >.
Detto ciò il Gran Sacerdote si avviò verso il tredicesimo tempio.

 

Nota dell'autrice:
Grazie a chi sta leggendo la mia storia. Vi invito a recensire per esprimere giudizi e consigli.

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Capitolo 7
*** Attacco al Santuario ***


Il giorno seguente Kloe era ancora dolorante a causa delle escoriazioni riportate dallo scontro con Kanon. Tuttavia si alzò con l'intenzione di lavorare sodo.

Uscita dalla sua camera trovò Aldebaran in cucina.

< Buongiorno Kloe, come ti senti oggi? >. 

< Un po' dolorante...Ma non ci vorrà molto prima che mi riprenda > rispose.

Aldebaran la osservò. La conosceva da poco ma aveva capito che era una ragazza molto testarda e determinata.

< E' ora che indossi qualcosa di più consono a una ragazza del Santuario > disse.

Le porse una tunica. Kloe ritornò in camera e la indossò. Era lunga fino alla caviglia e le lasciava le braccia scoperte. In vita aveva messo una sorta di cintura per chiudere l'abito.

Il Cavaliere la guardò soddisfatto.

< Molto bene. Il Grande Sacerdote ti ha messo al servizio dei Cavalieri, dunque avrei bisogno che facessi una commissione per me. Vai al mercato e prendimi degli unguenti. Li devo utilizzare per l'armatura >.

Kloe uscì dalla Casa del Toro. Era una giornata serena e calda.

Attraversò la Casa dell'Ariete e andò verso l'arena. Il mercato si trovava oltre la cinta muraria che delimitava il Santuario. Prima di uscire per quella commissione aveva chiesto al Cavaliere come mai poteva avventurarsi oltre i confini del Santuario quando il Gran Sacerdote non aveva fatto altro che raccomandare il contrario. Aldebaran le aveva spiegato che non avrebbe mai contravvenuto a un ordine del Patriarca e che poteva andare tranquilla. Infatti era un giorno speciale poiché iniziavano le Panatenee in onore della Dea Athena quindi il mercato sarebbe stato presieduto da soldati e visitato da cavalieri.

Oltrepassata l'arena la scena che le si presentò alla vista la sorprese. Si trovò difronte un' enorme piazza circondata da vari edifici. Una strada, che sembrava essere la via principale, attraversava la piazza perpendicolarmente. L'area era stata divisa in zone riservate al tipo di merce venduta; c'era la zona per i venditori di bestiame, di derrate alimentari, di attrezzi agricoli. Vi erano poi dei banchetti che vendevano tessuti e vestiti. Gli edifici affacciati alla piazza sembravano ospitare alcune botteghe che vendevano gioielli, unguenti e profumi. Il mercato continuava percorrendo la strada principale.

Kloe iniziò ad avvicinarsi per osservare la merce. Il Cavaliere del Toro le aveva dato qualche soldo extra nel caso in cui avesse trovato qualcosa che potesse piacerle.

Come sempre in questo tipo di eventi c'era molta gente; donne e uomini di tutte le età ed estradizioni sociali. Alcune donne indossavano una tunica lunga fino alla caviglia con uno spacco laterale e una larga fascia sotto al seno. Gli uomini invece indossavano una tunica molto simile a quella femminile fermata sulla spalla da una fibula. Vi erano poi alcuni soldati che indossavano un elmo e una corazza in bronzo. Appesa alla cintura si intravedeva una spada corta in ferro. Alcuni di loro avevano anche uno scudo di bronzo.

Se non fosse stato per l'abbigliamento che vedeva sfilare che la faceva sentire come se fosse tornata nell'antica Grecia avrebbe potuto tranquillamente pensare di essere a casa in visita al mercato settimanale. Non ci andava molto spesso per mancanza di tempo, ma quando succedeva si fermava ad ogni bancarella cercando di rilassarsi il più possibile per estraniarsi un pochino dal mondo frenetico che la circondava.

Nonostante fosse circondata da una moltitudine di persone in festa e felici una profonda malinconia la pervase e iniziò a domandarsi se esisteva un modo per tornare a casa.

Mentre era immersa nei suoi pensieri si sentì un forte boato. Il cielo si oscurò e iniziò ad essere attraversato da fulmini che si scaricavano al suolo con tutta la loro forza. La gente presa dal panico iniziò a gridare e a correre da tutte le parti. Alcuni anziani caddero a terra e vennero calpestati dalla folla. I soldati cercavano di intimare alla calma e all'ordine, ma i fulmini continuavano a cadere colpendo le persone bruciandole o facendole sobbalzare se il fulmine le sfiorava.

Kloe rimase scioccata alla vista di tutta quella confusione e morte. Improvvisamente si sentì spingere e cadde a terra. Un uomo in preda al panico le era andata contro facendola rovinare sul pavimento. Per fortuna era riuscita a parare la caduta con le mani. Alzò la testa e vide provenire in lontananza un enorme carro trainato da due cavalli neri ricoperti da una massiccia armatura color pece. A guidare il carro vi era quello che sembrava essere un uomo coperto da un mantello nero e un cappuccio che gli velava il capo. Anche se era lontano Kloe intravedeva il cosmo di quell'essere. Era senz'altro lui il responsabile dei fulmini.

Kloe rabbrividì. Le sembrava di avere davanti la personificazione della morte.

Vide i soldati correre verso il centro della piazza cercando di evitare i fulmini che continuavano a cadere. Si misero in posizione difensiva aspettando che l'intruso si avvicinasse.

Quando il carro li raggiunse capirono subito che si trattava di un carro da guerra. Aveva quattro ruote munite di lame taglienti.

Un giovane soldato cercando di mantenere i nervi saldi disse < identificati immediatamente. Sei entrato in una zona presieduta dal Santuario della Dea Athena ove sono proibite le armi. Scendi dal carro e consegnati >.

L'auriga non rispose.

Quello che sembrava essere il soldato più anziano si avvicinò < Maledetto ci stai ascoltando? Scendi immediatamente dal carro e dicci chi sei. Mostraci il tuo viso! >.

< Sono colui che vi farà strisciare come vermi, colui che porterà le tenebre sul Santuario > disse l'auriga.

< Maledetto, sei così stupido da cercare di invadere il santu..> il soldato non riuscì a finire la frase. Sembrava come se la forza di gravità si fosse centuplicata. Una forte pressione li schiacciava verso terra poi l'uomo con la tunica schioccò le dita facendo bruciare il proprio cosmo. Tutti i soldati furono sbalzati in aria e inghiottiti da un vortice che li scaraventò lontano distruggendo al suo passaggio tutto ciò che incontrava. In pochi secondi edifici e bancarelle furono spazzati via lasciando macerie e distruzione.

In lontananza altri soldati stavano arrivarono. Kloe poteva sentire le loro voci < forza prendiamo posizione e sconfiggiamo l'intruso. È solo un uomo >.

Quando sopraggiunsero nella piazza Kloe notò che oltre alla spada erano dotati anche di lance che avevano un asta di legno molto lunga. All'estremità dell'asta c'è una lama di metallo a forma triangolare. I soldati si disposero su due file assumendo la formazione tipica della falange.

Nel frattempo l'auriga era sceso dal carro. Nonostante ci fossero molti soldati dinanzi a lui non sembrava minimamente intimorito. Alzò un braccio verso il cielo emanando il suo cosmo. Immediatamente centinaia di fulmini caddero a terra colpendo i soldati folgorandoli.

Kloe non aveva mai visto nulla di simile. Era ancora a terra pietrificata alla vista di tutta quella distruzione. Cercò di riprendere il controllo del suo corpo. Sapeva che doveva alzarsi e allontanarsi il più in fretta possibile. Mentre cercava di rimettersi in piedi l'essere con il mantello si girò verso la sua posizione ed esclamò < Finalmente ti ho trovata ! >.



Nota dell'autrice:
Ringrazio tutti i lettori della mia storia. Spero che il capitolo vi piaccia. Come sempre sono graditi commenti e consigli. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 8
*** In difesa del Santuario ***


Kloe era terrorizzata. Si domandava cosa volesse quell'essere da lei. Tutto il suo mondo era crollato nel giro di pochi giorni. Da ragazza ordinaria si era ritrovata catapultata in un mondo che non conosceva, circondata da Cavalieri che potevano utilizzare il cosmo, un'energia mistica che gli permetteva di ottenere una forza sovrumana.

Come se tutto ciò non bastasse si ritrovava braccata da cavalieri oscuri. Non riusciva a capire il motivo per cui fossero così tanto interessati a lei.

< Vieni con me e non ti sarà fatto alcun male...è inutile resistere > disse il misterioso Cavaliere con tono pacato. Sapeva che la ragazza era del tutto inerme.

Kloe si guardò attorno disperata. Non si sarebbe mai consegnata. Tuttavia non sapeva come uscire da quella situazione. Era consapevole del fatto che cercare di scappare sarebbe risultato del tutto inutile di fronte a quell'essere che aveva eliminato con semplicità tutti quei soldati.

Il Cavaliere avanzò verso la ragazza, ma si bloccò sentendo un nuovo cosmo avvicinarsi. Voltandosi vide un Cavaliere d'Oro.

Kloe lo aveva intravisto al suo arrivo nella sala del Gran Sacerdote. Era alto con i capelli neri, corti e lo sguardo tagliente. Indossava un'armatura che ricordava uno stambecco e in testa aveva un elmo alle cui estremità si potevano ammirare due lunghe corna.

Il Cavaliere che aveva attaccato il Grande Tempio non era minimamente preoccupato.

Con un ghigno disse < Sei venuto per morire ? >.

Il Cavaliere di Athena quasi sorrise a quella domanda < attaccare il Grande Tempio è un sacrilegio punito con la morte. Sarai tu a morire in questo luogo >.

Muovendosi alla velocità della luce si avventò sull'avversario scagliando Excalibur.

Il Cavaliere con il mantello nero parò il colpo con una sola mano. < E' tutto qui quello che sai fare? >.

Semplicemente emanando il proprio cosmo il Cavaliere d'Oro venne sbalzato all'indietro cadendo a terra. Mentre si stava per rialzare il Cavaliere nero sferrò un attacco così potente che l'armatura del Capricorno venne scalfita.

< E' inutile resistere, non hai nessuna possibilità! >.

Shura provò nuovamente ad attaccare con Excalibur, ma dopo pochi passi sentì le forze venirgli meno.

< Il colpo che ho lanciato poco fa non ha solo scalfito la tua armatura, ma ha anche ferito la tua anima assorbendo il tuo cosmo >.

A quelle parole Capricorno rimase interdetto chiedendosi chi fosse quel misterioso Cavaliere che con tanta semplicità è riuscito a mettere in ginocchio un Cavaliere di Athena.

< Puoi assorbire il mio cosmo e lacerarmi l'anima, ma il mio compito è quello di difendere la giustizia sulla Terra. Non credere che sarà così facile battermi ! >.

Kloe non sapeva cosa fare. Il Cavaliere che era accorso in suo aiuto stava avendo delle grosse difficoltà. Voleva aiutarlo, ma mettendosi di mezzo sarebbe stata solo d'intralcio.

Il Cavaliere nero furente per la sfrontatezza di Shura lo attaccò nuovamente assorbendo il cosmo di Capricorno.

Concentrandosi lanciò un nuovo colpo rafforzato dal cosmo assorbito da Shura. Quest'ultimo invece di evitarlo alzò le braccia formando una X. Facendo bruciare il proprio cosmo fino al limite lanciò con tutta la forza rimastagli in corpo una formidabile Excalibur.

Il Cavaliere nero venne colpito in pieno e fu costretto ad indietreggiare. Il mantello che indossava fu lacerato rivelando un'armatura nera lucente che gli ricopriva interamente il corpo.

Sorpreso dalla caparbietà del Cavaliere d'Oro si preparò a sferrare un nuovo attacco quando altri Cavalieri sopraggiunsero sul luogo dello scontro.

Vedendo il proprio compagno in difficoltà si posizionarono davanti a lui in posizione difensiva.

Mentre Mu constatava le condizioni di Capricorno e Toro accorreva a proteggere Kloe, Aiolia si preparava ad affrontare l'avversario.

Decise di attaccarlo con il Lightning Bolt, che tuttavia venne fermato dal nemico con semplicità. Nonostante il colpo di Shura il Cavaliere nero sembrava essersi ripreso del tutto.

Il Cavaliere di Leo cercò di colpirlo con dei pugni scagliati alla velocità della luce, ma vennero tutti respinti.

Il Cavaliere nero passò quindi al contrattacco e utilizzando un vortice d'aria sbalzò il Leone a terra.

Colpito dalla caparbietà e resistenza dei Cavalieri di Athena si preparò a scagliare il colpo mortale, ma Aiolia si rialzò e provò a colpirlo con un calcio volante che il nemico schivò senza nessuna difficoltà.

Passando al contrattacco il Cavaliere nero scagliò Aiolia contro un edificio.

Kloe scioccata da tutti quegli avvenimenti e sentendosi in colpa per la sofferenza che i Cavalieri di Athena stavano patendo a causa sua gridò < si può sapere chi sei e perché sei così tanto interessato a me? >.

Il Cavaliere nero si girò verso la ragazza < Io sono Moros, Dio del destino che porta ogni essere vivente verso la fine prestabilita. E tu sei indispensabile per i nostri scopi >.

N.d.A: mi scuso per il ritardo. Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo la mia storia. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 9
*** Dèi e Cavalieri ***


A quelle parole Kloe si sentì gelare il sangue. Si domandava come fosse possibile che quel Cavaliere così agghiacciante e all'apparenza imbattibile fosse un Dio.

Nel suo mondo esistevano ovviamente varie divinità. Si potevano distinguere varie religioni; alcune erano considerate maggioritarie e predominavano sui culti minoritari. 

Le tradizioni religiose avevano sempre accompagnato l'uomo ed i popoli dalle epoche più remote e la spiritualità era considerata una parte intrinseca dell'essere umano. Tuttavia nessun uomo poteva affermare di essere entrato in contatto con Dio, qualunque fosse il suo credo. Il fatto che ora se ne trovasse di fronte uno l'atterriva. Tuttavia si domandava se il Cavaliere stesse dicendo il vero.

I Cavalieri d'Oro rimasero sorpresi da quella rivelazione. Erano stati addestrati per combattere i nemici della Dea Athena e per mantenere la pace sulla Terra.

Poiché la Dea non si era ancora palesata nel mondo, i Cavalieri erano rimasti in una sorta di limbo in attesa di poter compiere la loro missione. Ora dinanzi a loro si ergeva un Dio. La potenza massima contro la quale potevano immaginarsi di scontrarsi. Tutti si chiedevano cosa stesse succedendo e soprattutto come potevano sconfiggere un divinità senza il supporto di Athena.

< Che tu sia un Dio o meno non ha nessuna importanza. Hai attaccato il Santuario uccidendo molte persone e per questo verrai punito > disse Aiolia mentre emergeva dalle macerie dell'edificio che si era disintegrato a causa dell'impatto con il Cavaliere.

A quelle affermazioni Moros rise. Come potevano pensare dei semplici umani di sconfiggerlo.

Alzando il braccio destro concentrò il cosmo all'interno della mano e scagliò verso il Cavaliere d'Oro un colpo che sembrò tagliare in due l'aria. Proprio nel momento in cui stava per investire il Cavaliere, ancora barcollante per i colpi subiti, fu innalzato il Cristal Wall. Mu era intervenuto per proteggere il suo compagno. Tuttavia la forza del colpo scagliato da Moros incrinò e poi infranse il muro di cristallo innalzato dal Cavaliere dell'Ariete e i due furono copiti in pieno.

< Siete davvero caparbi. Non avete ancora capito di non avere nessuna possibilità? > affermò il Dio.

Nonostante l'evidente superiorità dell'avversario i Cavalieri d'Oro non avevano nessuna intenzione di arrendersi.

< Kloe vai a nasconderti dietro qull' edificio e non muoverti per nessuna ragione > disse Toro alla ragazza prima di unirsi a Shura che si stava preparando a fronteggiare la divinità. I due furono raggiunti da Mu e Aiolia. Anche se il codice dei Cavalieri gli imponeva di affrontare l'avversario uno alla volta, contro quel Dio dovevano uire le forze se volevano avere qualche possibilità di vittoria.

Mentre i Cavalieri si preparavano ad affrontare la divinità, il cielo si oscurò e fu percosso da lampi e fulmini. Si aprì un varco nero come la pece dal quale comparirono due Cavalieri.

Il primo indossava un armatura scura con riflessi violacei che gli fasciava tutto il corpo. In testa aveva un elmo che gli copriva la fronte e i lati del viso lasciando scoperta la sommità della testa. Il bordo superiore dell'elmo era caratterizzato da cinque punte, una al centro larga e lunga, due più piccole ai suoi lati e le ultime due più lughe che gli fasciavano il viso. Sulla schiena aveva collocate due enormi ali che gli arrivavano fino alle caviglie. Al posto delle piume vi erano quelle che sembravano lame affilate.

L'altro indossava un'armatura blu scura che gli avvolgeva tutto il corpo. In testa aveva un elmo a forma di M che gli copriva la fronte e le tempie scendendo fino ai lati della mascella, lasciando scoperti il viso e la testa.

I due misteriosi Cavalieri discesero dal cielo fino a collocarsi vicino a Moros il quele si inginocchiò in segno di riverenza.

< Moros, ti ho per caso ordinato di attaccare il Santuario? > domandò con tono furente il Cavaliere che indossava l'armatura dai riflessi violacei .

A quelle parole il Dio si innervosì < Padre ho agito solo nel vostro interesse. Non volevo disubbidirvi. Il Santuario è debole e...>. Moros non ebbe il tempo di terminare la frase che il padre tuonò < basta così! La tua gioventù ti porta a compiere azioni avventate. Pensi davvero che non abbia la situazione sotto controllo? Abbiamo atteso troppo a lungo e non permetterò che la tua avventatezza rovini i nostri piani. Ora muoviti, subirai la tua punizione non appena rientrati nei nostri domini >.

Detto ciò Moros si alzò e si avviò con i due Cavalieri verso il varco nero.

I Cavalieri d'Oro che fino a quel momento erano rimasti in silenzio osservando la scena si prepararono ad attaccare.

< Fermatevi immediatamente!! > disse il Gran Sacerdote appena sopraggiunto sul luogo.

< Gran Sacerdote cosa state dicendo? Dobbiamo attaccare il nemico. Hanno invaso spudratamente il Grande Tempio uccidendo una moltitudie di innocenti. Non possiamo lasciarli impuniti! > disse Shura con tono deciso.

Aveva combattuto contro Moros saggiandone la forza. Non gli importava se fosse o meno un Dio. Doveva sconfiggerlo in nome di tutti quegli innocenti massacrati senza pietà.

Il Gran Sacerdote si avvicinò al Cavaliere e poggiandogli una mano sulla spalla disse < capisco la tua frustrazione, ma in questo momento è meglio non sfidare il fato. Non sappiamo ancora cosa vogliono e agire impulsivamente in guerra porta solo alla disfatta>.

< Parole sagge Gran Sacerdote! La tua esperienza sul campo di battaglia contro gli Dèi ti ha insegnato che è meglio non mettersi contro di loro > disse il Cavaliere con l'armatura blu.

< Ho affrontato Cavalieri e Dèi. Sono sopravvisuto all'ultima Guerra Sacra contro Hades sconfiggendolo a costo di numerosi sacrifici e vite umane. Ho visto cadere quasi tutti i miei compagni, i miei fratelli, in nome della pace, della giustizia e della Dea Athena. Dopo più di duencento anni sono ancora su questa Terra. Non crediate di spaventarmi o di spaventare i miei Cavalieri. Siamo devoti alla Dea e combatteremo fino all'ultimo respiro per preservare la pace > rispose il Gran Sacerdote con determinazione.

A quelle parole il Cavaliere con l'armatura blu rise. < Una Dea che non si è ancora palesata ...> disse.

Sia il Gran Sacerdote sia i Cavalieri d'Oro presenti sentirono un vuoto nello stomaco.

L'ultima reincarnazione della Dea Athena aveva dato la sua vita per sigillare nuovamente Hades. Da allora erano passati oltre duecento anni. Ora che questa nuova minaccia si palesava sulla Terra si ritrovavano privi della loro guida.

< Anche se Athena non si è ancora manifestata siamo incaricati di preservare la giustizia e la pace in questo nostro mondo. Il vostro Cavaliere ha invaso il Santuario portando devastazione e morte. Si è presentato come Moros, Dio del Destino. Voi dunque chi siete? > chiese il Gran Sacerdote.

Il Cavaliere con le ali si voltò verso di lui < io sono Erebo, Dio dell'Oscurità e lei è mia sorella Notte >.
Detto ciò entrò insieme al figlio e alla sorella nel varco nero che si chiuse dopo il loro passaggio.




Ciao a tutti!!! Ecco un nuovo capitolo. Come sempre vi invito a recensire per farmi sapere cosa ne pensate :) 
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a qui. A presto!!

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Capitolo 10
*** La dimora degli Déi ***


I tre Déi si ritrovarono in un luogo oscuro e lugubre. L'aria era rarefatta e il rumore del vento portava con sé quelli che sembravano lamenti disperati e malinconici. Era una zona aspra e desolata. Le tenebre la avvolgevano, cariche di dolore e di angoscia.Speranza, pace e luce erano concetti che sembravano non aver mai raggiunto quei luoghi.

Dinanzi a loro si ergeva un palazzo le cui possenti mura erano circondate da un triplice bastione. Il perimetro era formato da un fiume di fiamme roventi dalle quali non traspariva alcuna luce, ma un buio quasi trasparente, una tenebra nella quale si poteva scorgere sventura, dolore e morte.

Varcata l'enorme porta, ai cui lati erano collocate possenti colonne, i tre si ritrovarono all'interno di una maestosa stanza al cui centro si ergeva quella che sembrava una massiccia sfera di energia, nera come la pece, la quale era cinta da enormi catene scintillanti che la avvolgevano nel tentativo di contenerla. Sulle catene erano posti dei sigilli che impedivano all'energia di liberarsi.

Intorno alla sfera erano collocate delle colonne alle cui estremità si ergeva un capitello decorato con volute. Ogni colonna aveva un anfora di forma e dimensioni differenti. Sopra ciascuna si potevano scorgere differenti sigilli.

< Si può sapere cosa pensavi di fare? Hai rischiato di rovinare tutto! > tuonò la voce di Erebo. Era furibondo. Attorno a lui il cosmo risplendeva pronto a esplodere.

Moros appariva inerme dinanzizi la maestosità del padre. Tutto ciò che desiderava era compiacerlo. Aveva passato secoli al suo fianco apprendendo tutto ciò che il genitore aveva da insegnargli. Essendo un Dio doveva imparare a maneggiare il Thymòs, il principio vitale che racchiude in sé tutta la forza e l'energia necessaria per plasmare l'universo e da cui gli Déi traevano tutto il loro potere.

< Padre non capisco il vostro indugio. Finalmente la ragazza è giunta nel nostro mondo. Il tempo è propizio per liberare il nostro signore e i nostri fratelli dalla prigionia durata secoli >.

Il padre lo guardava con fare severo. Rispetto a lui il figlio era ancora molto giovane e non aveva mai combattuto in guerra. Aveva ancora molta strada da fare per maturare l'esperienza necessaria a farlo agire non seguendo l'impulso, bensì seguendo la ragione indispensabile per raggiungere l'obiettivo che si erano prefissati.

Con un semplice gesto della mano scaraventò il figlio contro una parete.

Moros non avrebbe mai reagito o combattuto contro suo padre. Si sentì avvolto da una possente energia che gli impediva di muoversi e di respirare. Il suo corpo fu percorso da quelle che sembravano scariche elettriche che gli provocavano un dolore lacerante perchè non solo ferivano il suo corpo immortale, ma laceravano anche il suo Thymòs penetrando nella profondità della sua essenza.

Erebo si sentì afferrare il braccio.

< Basta così fratello mio. La giovane età di tuo figlio l'ha fatto reagire d'impulso. Le sue azioni, per quanto infantili possano risultare, erano volte a compiacervi > disse Notte rivolgendo il suo sguardo al giovane. Dai suoi occhi traspariva una comprensione quasi materna.

< Sei troppo tenera! Siamo in guerra e non possiamo permetterci errori stupidi > rispose alla sorella. Poi rivolgendosi al figlio, su cui aveva allentato la presa, disse < con le tue azioni figlio non solo mi hai disonorato, ma hai anche messo in pericolo la nostra missione. Sono sconcertato dalla tua stupidità. Pensi che non abbia la forza necessaria per spazzare via il Santuario? > urlò.

Dal suo corpo scariche di energia si diffusero per tutto l'ambiente distruggendo le pareti e lacerando il soffitto. Poi voltandosi e dando le spalle al figlio si diresse verso il centro della stanza. Dinanzi a lui si trovava l'enorme sfera. Allungò una mano ma i sigilli si illuminarono emanando un'energia tale da bruciargliela lesionando in un istante tutto il derma.

Erebo si guardò la mano che era stata carbonizzata dall'energia sprigionata dai sigilli. Non provava dolore. Quella ferita non era nulla in confronto alla sofferenza provata per essersi visto portare via tutta la famiglia, ad eccezione di sua sorella e di uno dei suoi figli, troppo piccolo all'epoca per prendere parte alla battaglia. Una guerra furente combattuta tra gli Dèi dell'Olimpo e gli Dèi Primigeni.

Un rumore assordante lo riscosse dai suoi pensieri. Alcuni sigilli che avvolgevano la catena si stavano dissolvendo.

< Il tempo non è ancora giunto. I sigilli si stanno dissolvendo, ma la ragazza non si è ancora ridestata. I suoi poteri sono ancora dormienti e senza il suo Thymòs risulta del tutto inutile.Questo è il motivo per cui non ho ancora agito >.

Moros si sentì stupido. Attaccando il Santuario aveva rivelato ai Cavalieri d'Oro, gli unici che avrebbero cercato di contrastarli, la loro identità. Se prima potevano agire nell'ombra, indisturbati, adesso avrebbero dovuto alzare la guardia in previsione di un imminente attacco da parte dei nemici i quali tuttavia non avevano ancora capito cosa stesse succedendo.

< Padre, vi chiedo perdono. Ho agito d'impulso senza pensare al fatto che per il momento la ragazza risulta del tutto inutile. Mi rendo conto che così facendo ci ho esposti >.

< Dobbiamo attendere che la ragazza si desti. Nel frattempo i sigilli si stanno dissolvendo liberando la forza del nostro signore la quale sta risvegliando gli antichi. I Cavalieri di Athena non rappresentano una minaccia, tuttavia la loro determinazione è ciò che nelle varie epoche gli ha permesso di predominare sconfiggendo i propri nemici. Non bisogna sottovalutarli. Molto presto si troveranno ad affrontare delle prove dalle quali potrebbero non uscire indenni. Ciò che ora dobbiamo fare è risvegliare il Thymòs della ragazza. Ti ordino di non allontanarti dai nostri domini, pena la morte. Sono stato chiaro? > ringhiò Erebo.

Moros chinò la testa in segno di approvazione e si allontanò dalla stanza.

< Non pensi di essere stato troppo duro con lui? È cresciuto nelle tenebre privato della sua famiglia. Essendo troppo piccolo al momento della guerra non ha potuto nemmeno cercare conforto nei propri ricordi > disse Notte poggiando una mano sulla spalla di Erebo. Il suo tono era nostalgico. Troppo dolore aveva dovuto affrontare a causa di quei nefasti avvenimenti.

< Non è questo il momento dei sentimentalismi sorella. Il tempo è quasi propizio. Finalmente dopo secoli di attesa possiamo liberare nostro padre e signore Caos, i nostri fratelli e figli dalla prigionia > rispose Erebo. Detto ciò il suo sguardo si perse contemplando l'enorme sfera.

Sapendo che la conversazione era ormai finita Notte svanì lasciando dietro di lei il fratello immerso nei propri ricordi.

 

 

N.d.A. Buongiorno a tutti! Scusate il ritardo con cui pubblico il capitolo! Come sempre vi invito a farmi sapere cosa ne pensate! Ringrazio chi sta continuando a seguire la storia!

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Capitolo 11
*** Macerie ***


Intanto al Grande Tempio la devastazione era impressionante. Gli edifici annessi alla piazza principale ove si stava svolgendo il mercato erano completamente distrutti.

Quella che doveva essere una giornata di festa, ovvero il primo giorno delle Palatenee in onore della Dea Athena si era trasformato in un ecatombe.

A terra, accanto alle macerie si trovavano una moltitudine di corpi esanimi. I visi sfigurati dal terrore che avevano provato negli ultimi istanti di vita. La maggior parte aveva ancora gli occhi aperti. Lo sguardo perso nel vuoto, le pupille ancora dilatate. Sotto le toghe ormai lacere si potevano intravedere le ustioni causate dai fulmini che avevano presagito l'avvento del Dio.

Kloe avanzò in mezzo a tutta quella devastazione. Era talmente scioccata da quello che era accaduto che camminava per inerzia senza rendersi conto di dove stava mettendo i piedi. Improvvisamente inciampò rovinando a terra. Supina sulle ginocchia si voltò per vedere contro cosa era inciampata. Un urlo di terrore le uscì dalla gola nel vedere quello che erano i resti di una gamba completamente tumefatta e da cui sporgeva il femore frantumato all'altezza della congiuntura con il bacino.

Il Cavalieri del Toro corse immediatamente verso di lei. La rimise in piedi e l'abbracciò cercando di infonderle forza. Kloe non si aspettava quel gesto. Essendo orfana era cresciuta senza l'affetto che i genitori rivolgono solitamente ai propri figli. Nell'orfanotrofio in cui era cresciuta l'ambiente era severo ed austero. I responsabili della struttura avevano imposto una disciplina di ferro che lei e gli altri ragazzi dovevano rispettare a meno che non volessero incorrere in punizioni corporali.

Rimase immobile, quasi pietrificata. Si scostò quindi dal Cavaliere e con gli occhi arrossati lo ringraziò.

Shura, Aiolia e Mu che avevano combattuto contro il Dio erano visibilmente affaticati e presentavano ferite su tutto il corpo.

Il Gran Sacerdote si avvicinò ai suoi Cavalieri. Nonostante avesse combattuto nell'ultima Guerra Sacra e avesse visto perire molti Cavalieri e soldati provava una grande amarezza e sofferenza nel vedere tutti quegli uomini e quelle donne a terra privi di vita.

< Dobbiamo rafforzare le difese del Santuario. Non possiamo permetterci un altro attacco. Per il momento sembra che i nemici stiano ancora aspettando il momento propizio per fare la loro mossa. Dobbiamo capire cosa vogliono e cosa centra questa ragazza > disse Shion. Poi dirigendosi verso Mu, Shura e Aiolia aggiunse < andate in infermeria a farvi curare. Tra un'ora sarà indetto un Chrysos Synagein >.

I Cavalieri fecero com'era stato ordinato. Una volta raggiunta l'infermeria vennero medicati. Avevano riportato numerose escoriazioni. Shura era il più debole di tutti poiché il colpo che aveva subito gli aveva assorbito il cosmo. Furente di rabbia ripensava al fatto di non essere riuscito a fermare Moros con la sua Excalibur. Si era sempre allenato duramente senza risparmiarsi per poter affinare la tecnica e rendere la spada invincibile. Dono della Dea Athena che l'aveva offerta al Cavaliere più devoto, ne andava molto fiero. L'aveva sempre utilizzata per difendere la giustizia sulla terra e proteggere gli innocenti. Tuttavia dinanzi al Dio era stato inerme e molti innocenti erano morti. Questo non riusciva a perdonarselo.

< Come ti senti ? > disse Mu interrompendo i suoi pensieri.

< Sto bene! > affermò Shura. Testardo com'era non avrebbe mai ammesso segni di debolezza.

< Moros, Notte e Erebo...> sussurrò Aioria.

< Come? > gli domandò Mu.

< Stavo riflettendo sugli Déi che ci hanno attaccato. Non ho mai sentito i loro nomi. Non mi risulta che i Cavalieri delle epoche passate si siano trovati ad affrontarli. Di sicuro sono nemici formidabili. Quel Moros... non mi sembra che si sia impegnato nello scontro. Deve aver usato una minima parte del suo potere. Eppure è riuscito a mettere in difficoltà tre Cavalieri d'Oro. Mi chiedo cosa vogliano. È evidente che la ragazza è molto importante per raggiungere i loro obiettivi, tuttavia Erebo è intervenuto per fermare il figlio. Mi chiedo perché > .

gridò Shura furente per gli avvenimenti. < Dobbiamo trovarli e annientarli ! > disse con le mani tremanti per la rabbia.

< Prima di tutto dobbiamo avere più informazioni. Capisco la tua rabbia. Devi cercare di placarla. Siamo Cavalieri della Dea Athena. Non possiamo permettere che i nostri sentimenti offuschino le nostre azioni > disse Mu avvicinandosi a Shura e mettendogli una mano sulla spalla.

Il Cavaliere lo guardò negli occhi e placatosi annuì in senso di approvazione. Era arrabbiato, ma doveva mantenersi lucido per poter affrontare i nemici nelle migliori condizioni possibili.

< Ora ritorniamo nelle nostre Case e cerchiamo di placare gli animi. Tra poco saremo convocati dal Gran Sacerdote. Sicuramente lui saprà guidarci nella direzioni giusta >. disse il Cavaliere d'Ariete che aveva una grande stima per il Patriarca. Non era stato solo il suo maestro, ma l'aveva cresciuto fin da quand'era un fanciullo e per lui provava un affetto paterno.

Detto ciò i tre si diressero verso le rispettive Case.

Intanto Kloe era stata portata da Aldebaran nella Casa del Toro. Durante il tragitto non aveva proferito parola. Man mano che si avvicinava alla Seconda Casa la rabbia cresceva in lei. Dinanzi al Dio e a tutta quella devastazione era rimasta scioccata. Ora quel sentimento si stava trasformando in qualcos'altro. Era stufa di trovarsi in balia degli eventi senza sapere cosa stesse succedendo, il perché si trovasse lì e soprattutto cosa volessero Moros, Erebo e Notte da lei.

Raggiunta la Seconda Casa, Toro preparò un tè e glielo porse. Nonostante all'apparenza potesse apparire un bestione, la gentilezza era ciò che lo caratterizzava.

Kloe prese il tè ringraziandolo.

Pensando che la ragazza dovesse essere tranquillizzata il Cavaliere disse < stai tranquilla Kloe, finché sarai all'interno del Santuario noi ti proteggeremo >.

< Proteggermi da chi esattamente? > disse la ragazza. La sua voce era rude e carica di tutte le emozioni negative che stava provando in quel momento. Non ce l'aveva con Toro, tuttavia stava per scoppiare. Troppe cose le erano successe in pochissimo tempo e soprattutto troppe incognite erano rimaste priva di risposta.

< Vi ringrazio per ciò che avete fatto e che state facendo. Tuttavia fin'ora nessuno mi ha dato una spiegazione di quello che sta accadendo. Perché sono qui ? E cosa diavolo vogliono quegli esseri... Déi o quello che sono da me? Io voglio risposte! > affermò.

Nel suo tono la determinazione, tipica di chi, nonostante le difficoltà che si trovava ad affrontare, aveva deciso di agire percorrendo la propria strada in maniera salda.

< Capisco la tua confusione. Tra poco si terrà il Chrysos Synagein. Sono sicuro che il Gran Sacerdote avrà le risposte che cerchi > disse Aldebaran con gentilezza.

< Cos'è il Chrysos Synagein? > gli chiese Kloe. Non parlava greco e non aveva la minima idea di cosa significasse quel termine.

< Si svolge in una sala in cui è vietato l'ingresso a chiunque non sia un Cavaliere d'Oro o il Grande Sacerdote. La sala si trova all'interno della Meridiana dello Zodiaco, che sicuramente hai intravisto percorrendo le Dodici Case, ed è utilizzata dai Cavalieri d'Oro come luogo in cui effettuare appunto il Chrysos Synagein, una riunione obbligatoria convocata in caso di emergenza > le rispose Aldebaran.

< Se la riunione è vietata a chiunque non sia un Cavaliere d'Oro o il Gran Sacerdote significa che non posso prendervi parte ? Dico bene? > chiese Kloe sbigottita lanciando la tazza di tè da un lato. < Alla faccia del “tra poco avrai le risposte”... come faccio ad averle se non posso partecipare a questa riunione ?? > concluse.

< Capisco la tua frustrazione. Ma devi capire che ci sono delle regole da rispettare a cui nessuno può sottrarsi. Ti assicuro che ti riferirò qualsiasi informazione utile a capire cosa sta succedendo. Ora cerca di calmarti. Resta qui e cerca di riposare un po'. Al mio ritorno discuteremo su quanto detto durante la riunione. Va bene? >.

Kloe strinse i pugni e fece un assenso con il viso. Sapeva che controbattere non avrebbe portato a nulla.

Aldebaran uscì dalla Casa diretto alla sala del Chrysos Synagein.

Dopo che se ne fu andato Kloe prese la sua decisione. Di certo non sarebbe rimasta ad aspettare che gli altri decidessero per lei.

 

N.d.A: scusate il ritardo con cui pubblico questo nuovo capitolo. Ringrazio chi è giunto fin qui con la lettura della storia. Come sempre vi invito a darmi consigli e pareri!

 

 

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Capitolo 12
*** Chrysos Synagein ***


La sala del Chrysos Synagein era una vasta stanza circolare, priva di pareti ma delimitata da numerose colonne singole o a coppia che sopra presentavano un’architrave. Vi erano dodici colonne principali, disposte in cerchio, attorno alle quali ve ne erano altre disposte senza uno schema preciso, in rovina o parzialmente crollate a causa del passare dei secoli.

Sul corpo dei dodici pilastri si trovava inciso il simbolo del segno zodiacale corrispondente. Sulla sommità delle colonne erano collocate delle grosse statue che raffiguravano i dodici segni dello zodiaco, disposti in senso orario e rivolti verso il centro della stanza. Ciascuna statua era molto realistica e scolpita sin nei minimi dettagli, con un aspetto e una posa che ricordavano quelli dei totem delle armature d’Oro.

La statua dei Gemelli raffigurava i due fratelli Castore e Polluce a figura intera, fusi per il torso ed armati rispettivamente di una lancia ed una lira. Le statue di Ariete, Toro, Cancro, Leone e Pesci raffigurano i rispettivi animali. Quella dell’Acquario una fanciulla con anfora; quella del Capricorno l’animale con coda di pesce e corpo di capra. La statue della Bilancia rappresentava il relativo strumento; quella dello Scorpione rappresentava l'animale con la coda sollevata pronto a pungere; quella della Vergine rappresentava una ragazza che pregava in ginocchio caratterizzata da due ali d'angelo; quella del Sagittario rappresentava un centauro alato con arco teso pronto a scoccare una freccia.

Il soffitto era circolare finemente scolpito a riprodurre l’aspetto dell’orologio esterno presente sulla meridiana. Presentava due cerchi concentrici raffiguranti le figure dello zodiaco e i rispettivi simboli zodiacali. In mezzo al soffitto, in un cerchio più piccolo, era scolpito l’astro solare. Sotto al quale incastonato nel pavimento di marmo si trovava una grossa sfera, attraversata da parte a parte da un’asta a forma di lancia, in cui erano conficcati diversi dischi. Rappresentava la terra circondata dalla luna e dalla sua orbita, ed intenta a sua volta ad orbitare attorno al sole, il cui asse di rotazione era indicato dalla lancia.

Quando i dodici Cavalieri d'Oro entrarono nella stanza le statue collocate sopra le colonne iniziarono ad illuminarsi indicando la postazione di ciascun Cavaliere d’Oro.

Il Gran Sacerdote, il sommo Shion li stava aspettando.

I Cavalieri erano tesi come una corda di violino.

< Cavalieri di Athena, una grave minaccia incombe non solo sul Santuario, ma sul mondo intero. Moros è riuscito a penetrare nei pressi del Tempio. Questo significa che le barriere poste in sua difesa si stanno indebolendo > disse Shion.

< Maestro, com'è possibile?> chiese Mu con tono grave.

Il Gran Sacerdote rimase in silenzio per qualche istante < Purtroppo non ho ancora una risposta per questa domanda. Ma ritengo che tutto sia collegato alla comparsa di Kloe. Aldebaran dove si trova la fanciulla in questo momento? >.

< L'ho lasciata alla Seconda Casa. Era furente quando ha saputo che non avrebbe potuto partecipare alla riunione. Vuole risposte concrete > disse il Cavaliere del Toro.

< Risposte che ora non abbiamo. Da quando è comparsa lei si sono susseguiti una serie di avvenimenti nefasti. Le barriere che si indeboliscono, Déi che attaccano il Santuario. Dobbiamo ancora capire cosa sta succedendo e lei pretende risposte? > disse Kanon. La ragazza proprio non gli piaceva. Avrebbe preferito che lasciasse il Santuario il prima possibile.

< Ora placati fratello. Il nostro compito è quello di difendere la pace sulla Terra. Siamo Cavalieri di Athena > lo canzonò Saga.

< Gran Sacerdote dobbiamo carpire informazioni sui nostri nemici in modo tale da poterli sconfiggere. Hanno affermato di essere Dèi e la forza di Moros era davvero impressionante. Voi sapete chi sono? > chiese Aiolia.

< Purtroppo non ne ho mai sentito parlare. Quando mi scontrai con Hades più di duecento anni fa, affrontai Hypnos, Dio del sonno e Thanatos, il Dio che governa la morte. Erano due divinità spietate. Il primo aveva un carattere calmo e freddo. Invece di uccidere i suoi avversari preferiva addormentarli per sempre, il secondo era arrogante ed impulsivo. A differenza del fratello preferiva far soffrire i nemici > affermò Shion.

Nella sua mente si susseguivano una serie di ricordi della Guerra Sacra. Anche se erano passati molti anni non era riuscito a cancellare il dolore provato per la perdita di tutti i suoi compagni. L'unico sopravvissuto oltre a lui era Doko, Cavaliere della Bilancia. Tuttavia non lo vedeva da moltissimo tempo essendo impegnato a preservare i cinque picchi. Sapeva solo che la sua missione era di vitale importanza e che non si poteva allontanare. Ridestatosi dai suoi pensieri aggiunse < dopo lo scontro con Moros mi sono recato nella grande biblioteca del Santuario ove sono custoditi molti tomi. Alcuni molto antichi provengono dalla biblioteca di Aristotele e hanno formato il successivo nucleo della famosa biblioteca di Alessandria. Sono giunti fino a noi grazie ad Aristarco di Samotracia (1) , l'ultimo capo- bibliotecario che è riuscito a salvare molti volumi dalla distruzione. Tuttavia nei libri che ho consultato non vi è traccia di questi Déi >.

< Chi siano o meno non ha importanza. Non mi interessa conoscere il loro passato. Dobbiamo trovarli e annientarli > affermò Shura con fare deciso. A lui interessava solo porre fine a tutta questa faccenda il prima possibile.

< Non possiamo agire con avventatezza. Abbiamo di fronte degli Déi. Quando il sommo Shion ha affrontato Thanatos e Hypnos sono periti molti Cavalieri. Senza le informazioni appropriate andremmo semplicemente in contro alla disfatta > affermò Shaka.

< Essendo questi nemici a noi sconosciuti devono essere antecedenti agli Dèi Olimpici > disse una voce calma e pacata.

Il sommo Shion sorrise riconoscendo l'amico di un tempo < mio caro Doko da quanto tempo che non ti sento. Anche se non hai potuto partecipare al Chrysos Synagein ho avvertito subito la presenza del tuo cosmo >.

< Ho avvertito una grave minaccia incombere sul Santuario. Poco prima che la ragazza apparisse nel Grande Tempio molte stelle sono cadute dal cielo. Segno di avvenimenti nefasti. Successivamente ho avvertito un indebolimento delle barriere poste a difesa della casa di Athena. Sono arrivato alla conclusione che antichi Déi si stiano ridestando > disse il Cavaliere di Libra.

< Anche io dallo Star Hill ho avvistato molte stelle cadenti e ultimamente ho iniziato a percepire un enorme cosmo oscuro > disse Shion.

< Venerabile maestro dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo rimanere al Santuario in attesa di un nuovo attacco > disse Mu.

< Sono d'accordo con il Cavaliere d'Ariete. Servono risposte e l'unico in grado di fornircele è l'immortale Esiodo (2) > disse Doko.

A quelle parole i Cavalieri si guardarono con fare interrogativo. Non avevano mai sentito parlare di un immortale.

< Immortale? Di cosa state parlando ?> chiese Saga con riverenza.

< Si tratta di uno dei più antichi poeti greci, nato nell' VIII secolo a.C. La leggenda narra che ottenne l'investitura da poeta sul Monte Elicona dalle Muse, figlie di Zeus e di Mnemosyne, che rappresentavano l'eterna magnificenza del Divino. Sono le uniche Dee che portavano come il padre l'appellativo di olimpiche. Ed erano guidate da Apollo, Dio delle arti e del sapere. Ciò che potrebbe interessarci è la sua opera, la Teogonia in cui si racconta la storia, origine e genealogia degli Déi greci > raccontò Doko.

< Non ne ho trovata traccia nella Biblioteca del Santuario > affermò Shion perplesso.

< Ci fu un tentativo di cancellare lui e le sue opere dalla memoria storica. Si narra che la Teogonia fu dettata a Esiodo direttamente dal Dio Apollo. Una volta che i suoi contemporanei seppero che il poeta era entrato in contatto con le divinità lo bollarono come eretico e tentarono di eliminarlo. Assalirono la sua casa, lo legarono e diedero fuoco all'abitazione con lui all'interno. Quando le fiamme si spensero giorni dopo del suo corpo non vi era traccia > disse Doko.

< Maestro probabilmente il suo corpo divenne cenere > disse Aiolia.

< Così pensarono anche i suoi contemporanei tuttavia Apollo lo salvò e gli diede l'Ichor grazie al quale ottenne l'immortalità > concluse Doko.

I Cavalieri e il sommo Sacerdote rimasero esterrefatti dalle sue parole. Per quanto ne sapevano nessun essere mortale aveva avuto il dono dell'immortalità per quanto devoto potesse essere agli Déi.

< Come possiamo trovarlo? > chiese Mu.

< Si narra che il Dio lo portò a Delfi ove era collocato uno dei suoi templi più importanti in modo tale che preservasse tutta la conoscenza affidatagli dallo stesso > disse il Cavaliere della Bilancia.

< Improbabile che sia ancora lì. Per quanto ne so del Tempio di Delfi rimangono solo le macerie > disse Mu.

Il Cavaliere della Bilancia affermò < ciò che è celato agli uomini bisogna cercare. Sono convinto che le risposte che cerchiamo si trovino lì >.

< Molto bene. Mu, Saga e Shaka vi recherete a Delfi per cercare Esiodo e trovare le risposte che cerchiamo. Gli altri Cavalieri presidieranno le rispettive Case > disse Shion.

< Vi invito alla prudenza. Un cosmo oscuro si sta destando e non sappiamo che ripercussioni possa avere > affermò Doko.

< Non preoccupatevi. Presteremo la massima attenzione > affermò Shaka.

In quel preciso momento comparve Kloe < un momento!! andrò anche io insieme ai Cavalieri > disse con determinazione.

Shion e i Cavalieri presenti la guardarono esterrefatti. Si chiedevano da dove fosse sbucata.

< Cosa fai tu qui? La sala del Chrysos Synagein è severamente vietata a tutti coloro che non sono Cavalieri d'Oro > disse Kanon con fare sprezzante.

< Cosa vuoi che me ne importa? Sono stufa di stare ad aspettare. Voglio risposte e nessuno può fermarmi!! > esclamò Kloe.

< Per te la cosa più sicura da fare è rimanere al Grande Tempio ove possiamo proteggerti > disse il Gran Sacerdote.

< Ho visto come potete proteggermi. A malapena siete riusciti a difendere la vostra stessa gente! Non starò con le mani in mano. Se questo Esiodo o come diavolo si chiama può darmi delle risposte ebbene andrò anche io, punto e basta > ribadì Kloe. Era talmente adirata che non sentiva ragioni.

< E' possibile sapere come hai fatto ad entrare? > chiese Doko curioso.

< Semplice! Ho seguito Aldebaran fino alla Meridiana, poi ovviamente non potevo entrare dall'ingresso principale così ho iniziato a perlustrare il perimetro, inizialmente senza esito. Poi improvvisamente ho come avuto un intuizione, non so bene, e camminando mi sono ritrovata dinanzi all'ingresso di quello che sembrava un tunnel. L'ho percorso e mi sono ritrovata qui!. Comunque andrò a Delfi con i vostri Cavalieri o meno!! > disse la ragazza.

Shion era pensieroso. Un tunnel segreto che conduceva alla sala del Chrysos Synagein. Non ne aveva mai sentito parlare. Cosa si celava dietro la ragazza e cos'era questa intuizione che aveva avuto?

< Immagino sia impossibile fermarti a meno che non ti leghiamo e ti rinchiudiamo nelle prigioni del Grande Tempio > affermò Shion con fare ironico < molto bene. accompagnerai Cavalieri > concluse.

I Cavalieri d'Oro si guardarono stupiti chiedendosi se il Gran Sacerdote fosse impazzito.

< Decisione saggia amico mio. Ritengo che mandarla a Delfi possa portare più risposte di quelle che cerchiamo > disse Doko telepaticamente al suo vecchio amico.

< Ora andate a prepararvi per la partenza > disse Sion ai Cavalieri di Gemini, Ariete e Virgo.

< Gli altri presidino le rispettive Case. Non possiamo abbassare la guardia > concluse.

Tutti uscirono dalla sala del Chrysos Synagein.

< Cosa ne pensi amico mio? > chiese Shion al Cavaliere della Bilancia.

< Ritengo che forze oscure si siano messe all'opera. La ragazza che ha un intuizione e trova un tunnel segreto di cui nemmeno noi ne conoscevamo l'esistenza? Qualcosa mi dice che ben altro si cela dietro Kloe > affermò Doko. Poi il suo cosmo scomparve.


N.d.A:
(1) Aristarco di Samotracia (Samotracia 216 a.C- Cipro 144 a.C) è stato un filologo e scrittore greco antico. Sesto bibliotecario della Biblioteca di Alessandria.
(2) Esiodo (Ascra VIII a.C-VII a.C) è stato un poeta greco antico. 

Ringrazio le persone che stanno seguendo la mia storia, che l'hanno messa tra le preferite e/o seguite.
Come sempre vi invito a farmi sapere cosa ne pensate!! A presto

 

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Capitolo 13
*** Preparativi ***


Tornati alla Seconda Casa dopo il Chrysos Synagein Kloe iniziò a preparare una sacca con il necessario da portare.

Era soddisfatta del fatto di essere riuscita a convincere il Gran Sacerdote a farla andare con i suoi Cavalieri. Non che un rifiuto l'avrebbe fermata. Dopo aver ascoltato il Chrysos Synagein era decisa più che mai a parlare con questo immortale.

Assurdo, pensava. Oltre a Déi e Cavalieri,ora anche gli immortali. Le sembrava di ritrovarsi in un film di fantascienza.

< Sono contrariato da questa tua testardaggine, Kloe > disse Aldebaran. Poi aggiunse < andare a Delfi per te è troppo pericoloso. Dovresti restare al Grande Tempio >.

Kloe, che un po' si era affezionata a quel gigante buono sorrise.

< Non devi assolutamente preoccuparti per me. Bado a me stessa da quando sono nata. Sono cresciuta in un orfanotrofio e per gli educatori e il direttore eravamo solo una fonte di guadagno >.

A quelle parole il Cavaliere del Toro rimase perplesso. Non capiva cosa volesse dire. Spesso si era trovato ad aiutare gli orfani e a visitare l'orfanotrofio della zona e aveva sempre trovato un clima sereno all'interno della struttura. Chi la gestiva veniva visto più come un genitore che un estraneo e i bambini erano felici.

< In che senso una fonte di guadagno ? > chiese il Cavaliere.

< Devi sapere che lo Stato eroga una certa somma di denaro al  per ogni bambino presente in struttura. Con quei soldi, oltre a gestire la “casa”, chiamiamola così, dovrebbero anche comprare abiti, giochi ecc. per il nostro benessere. In pratica utilizzavano il minimo indispensabile per non far cadere l'istituto a pezzi e il resto se lo intascavano. Fin dalla tenera età io e gli altri bambini abbiamo dovuto lavorare per guadagnarci qualche spicciolo > disse Kloe guardando Toro negli occhi.

Aldebaran iniziava a capire il motivo per cui Kloe era così reticente e testarda. Dal suo racconto era evidente che era cresciuta in un ambiente ostile e privo di qualsiasi contatto umano indispensabile per installare fiducia e speranza.

< Mi spiace molto > disse il Cavaliere.

Kloe sorrise < non ti preoccupare. Come si suol dire : ciò che non ti uccide ti fortifica! >.

La ragazza aveva imparato da tempo che quello non era semplicemente un detto. Tutte le difficoltà patite durante la sua infanzia l'avevano temprata in modo tale da affrontare gli ostacoli a testa alta.

Quando ebbe terminato di preparare la sacca i due si diresse verso la prima Casa ove si erano dati appuntamento i Cavalieri.

…...................................................

Nella terza Casa Kanon fremeva. Saga era stato scelto per quella missione. Fin da quando erano fanciulli si era sempre allenato nell'ombra poiché Saga e non lui era stato scelto per indossare l'armatura di Gemini.

La costellazione dei Gemelli veniva anche detta di Castore e Polluce. Nella mitologia greca venivano anche chiamati Dioscuri che etimologicamente significa “figli di Zeus”. Erano guerrieri che compirono molte imprese. Durante una delle loro imprese Castore fu ucciso. Polluce non riusciva a superare il dolore per la perdita del fratello gemello: avrebbe rinunciato anche all'mmortalità pur di continuare a stargli vicino. Allora Zeus stabilì che si alternassero nella vita e nella morte, trascorrendo a turno un giorno sulla terra e l'altro nel regno delle ombre. Un solo corpo per due fratelli, così come l'armatura dei Gemelli poteva essere reclamata solo da uno.

< Avrai la tua occasione > disse Saga interrompendo i suoi pensieri. < Ti sei sempre allenato duramente e sei forte tanto quanto me. Non credere che il Gran Sacerdote non lo sappia. Semplicemente siamo nati in una costellazione dal destino avverso, due persone per una stessa armatura. Sono comunque convinto che la tua occasione arriverà. Intanto mentre sarò in missione tu sei stato incaricato di presidiare la terza Casa da eventuali attacchi. Questo dimostra che il sommo Shion ha una grande considerazione delle tue capacità >. Poi con fare ironico per smorzare il clima di tensione aggiunse < vedila così; c'è la possibilità che io non torni da questa missione. In questo caso avresti l'investitura che tanto agogni molto presto > concluse.

< Quante assurdità. Vedi di non prendermi in giro se non vuoi che mi arrabbi sul serio! Di certo non sarà qualche Dio strampalato ad ucciderti! > ribattè Kanon.

Nonostante tra i due ci fosse sempre stato un sentimento di amore-odio, non avrebbe mai voluto vedere il fratello morto per ottenere l'investitura.

Durante l'infanzia era stato costretto a rimanere nell'ombra. Solo Saga poteva essere addestrato ufficialmente dai Cavalieri del Santuario.

Partecipando agli allenamenti, quindi, aveva avuto modo di confrontarsi sia con i Cavalieri sia con gli atri candidati ad indossare le armature. Non che Saga fosse particolarmente loquace o interessato a creare nuove amicizie. Tuttavia aveva la possibilità di migliorare la propria tecnica e accrescere il proprio cosmo combattendo con gli altri.

Lui invece aveva dovuto fare tutto da solo. Osservando gli allenamenti cercava di imparare le tecniche. Tuttavia era difficile metterle in pratica perché espandendo il proprio cosmo si sarebbe fatto avvertire dai Cavalieri e dal Gran Sacerdote che lo avrebbero punito severamente essendo vietato per lui qualsiasi forma di allenamento.

Anche quando si confrontava con Saga doveva trattenersi. Il fratello nonostante i divieti e il rischio di essere espulso dal Santuario aveva sempre aiutato Kaon ad accrescere il proprio potenziale.

Era convinto del fatto che l'imposizione fosse ingiusta e che anche Kanon meritasse una possibilità.

Aveva quindi trascorso gli anni tra allenamenti ufficiali e proibiti al di fuori delle mura del Santuario.

Più di una volta Kanon aveva espanso talmente tanto il suo cosmo colmo di frustrazione che si erano verificati degli incidenti nei quali veniva spazzato via tutto ciò che aveva intorno (per questo motivo cercavano sempre luoghi abbandonati per gli scontri).

In quelle occasioni si chiedeva perché il sommo Shion non fosse mai intervenuto per punirli. Era convinto del fatto che sapesse che i due fratelli si allenassero e che la potenza di Kanon eguagliasse la sua.

La risposta a questa domanda fu svelata poco prima che Saga fosse investito a Cavaliere.

I due fratelli furono convocati dal Gran Sacerdote.

Quando entrarono nella grande sala i due si inginocchiarono di fronte a Shion.

I due fratelli si guardarono con fare interrogativo. Non sapevano nulla dei Cavalieri che avevano investito l'armatura nelle epoche passate. Saga prese la parola < di cosa state parlando venerabile Shion >chiese.

< Fin dall'antichità i gemelli nati sotto la costellazione di Gemini sono stati destinati a combattere fino alla morte. Uno portatore di luce e servitore della Dea Athena, l'altro portatore di distruzione, consumato dalla gelosia e dall'odio >.

I due fratelli rimasero allibiti da quella rivelazione. Ovviamente Kanon che aveva sempre vissuto nell'ombra del fratello aveva sempre provato astio per il Santuario e le sue regole, ma mai aveva pensato di uccidere Saga per ottenere l'investitura ed uscire dall'ombra.

< So perfettamente Kanon che aneli l'armatura tanto quanto Saga. In tutti questi anni ho osservato i tuoi allenamenti, ma soprattutto il tuo animo per constatare se potevi esserne degno, ma ho visto solo crescere l'odio e il rancore. Ebbene in quest'epoca il fato di Gemini non si compirà nuovamente. Saga, il tuo primo ordine come Cavaliere di Gemini è quello di giustiziere Kanon >.

A quelle parole Saga si sentí gelare il sangue. In tutti quegli anni trascorsi tra allenamenti ufficiali e non aveva visto crescere in Kanon un sentimento d'ira, ma nonostante questo aveva sempre avuto fiducia in lui. In ogni caso non avrebbe mai ucciso suo fratello. Era un ordine ingiusto e gli sembrava assurdo che il Gran Sacerdote glielo stesse chiedendo. Si inginocchió < non ucciderò mai mio fratello > disse.

< Rifiutare di eseguire un ordine diretto del Gran Sacerdote equivale a tradimento. Conosci bene la punizione per i traditori > disse Shion con fare calmo.

Kanon era sconcertato dalla scena che gli si presentava davanti.< Sommo Shion è vero ciò che dite. Gli anni trascorsi al Grande Tempio sono stati anni di sofferenze e tormenti. Ho odiato le guardie e gli altri cadetti, ma vi posso assicurare che mai leverei la mia mano su mio fratello, che mi ha sempre appoggiato rischiando tutto, o sulle persone presenti nel Santuario > affermò con fare deciso.

< Sento un cosmo oscuro crescere dentro di te, un cosmo che va stroncato sul nascere. Saga te lo chiederò un'ultima volta. Uccidi tuo fratello e prendi il tuo posto nella Casa dei Gemelli > ordinò il Gran Sacerdote.

Saga levò il capo in modo tale da guardare negli occhi il Gran Sacerdote esclamò quasi urlando.

< Molto bene, non mi lasci altra scelta > disse Shion alzandosi dallo scranno.

< Preparati a ricevere il mio Sturdast Revolution! > affermò. Concentrando il cosmo in una mano scagliò il suo colpo più potente contro Saga che rimase immobile inginocchiato dinanzi a lui.

Poco prima che il colpo lo colpisse, Kanon si paró dinanzi al fratello con le braccia alzate per difenderlo da quell'attacco micidiale. Tuttavia, un istante prima di essere colpito il colpo si dissolse come se non fosse mai stato scagliato.

Saga balzó in piedi assicurandosi che il fratello fosse incolume. Successivamente i due guardarono Shion con fare interrogativo.

Sorridendo il Gran Sacerdote si diresse verso i due. < Molto bene! Avete entrambi superato la prova >.

< Prova? > chiese Kanon quasi sussurrando.

< Esattamente. Dovevo testare i vostri animi, sapere fin dove vi sareste spinti per ottenere l'investitura. La storia che vi ho raccontato sul destino dei gemelli nati sotto l'influenza di Gemini è vera, tuttavia dar per scontato che il fato si ripetesse nuovamente avrebbe significato rinunciare a ogni speranza già in partenza. E come ben sapete siamo i Cavalieri della speranza. È per questo motivo Kanon che ti ho permesso di rimanere al Grande Tempio e di allenarti. Nonostante ci debba essere un solo Cavaliere di Gemini ho fiducia nel fatto che anche tu possa contribuire a mantenere la pace e la giustizia sulla terra. Per questo motivo decreto che d'ora innanzi risiederai alla Casa di Gemini insieme al nuovo Cavaliere, tuo fratello Saga>.

I due fratelli rimasero senza parole. Saga in cuor suo aveva sempre sperato che un giorno il fratello avrebbe avuto la possibilità di uscire dall'ombra e mostrare il suo valore, d'altro canto Kanon era scioccato e felice di questa concessione. Finalmente avrebbe potuto affiancare il fratello alla luce del giorno. Certo non aveva ottenuto l'armatura ma era l'inizio di una nuova vita.

< Fratello ci sei? > chiese Kanon con fare interrogativo a Saga, il quale ridestatosi dai suoi pensieri prese la sacca e se la mise sulle spalle.

< Che vai blaterando… ora devo raggiungere gli altri Cavalieri e quella testarda di una ragazza. Cerca di non distruggere tutto mentre sono via > disse con fare beffardo.

A quelle parole Kanon levò una mano e colpì il muro. Impresse poca forza nel colpo tanto quanto bastasse a creare una crepa e far crollare l'intonaco < tipo così? > disse Kanon. Detestava il fare beffardo con cui Saga lo trattava. Quest'ultimo accennò un sorriso e voltandosi si diresse verso la porta.

 

…...........................................

 

Dinanzi la Prima Casa Mu e Shaka aspettavano i loro compagni di viaggio.

< Mi sembra un imprudenza far venire anche la ragazza > affermò Mu deciso. Aveva sempre ammirato e rispettato il Gran Sacerdote ma proprio non riusciva a comprendere come mai avesse concesso alla ragazza di accompagnarli fino a Delfi.

< Devi avere fiducia. Sicuramente il sommo Shion ritiene utile la sua presenza. In fondo è lei che i nemici vogliono. Deve essere la chiave per scoprire cosa sta avvenendo. Raggiungiamo Delfi e vediamo cosa riusciamo a scoprire > affermò Shaka.

Come sempre da lui non traspariva nessun tipo di emozione, tuttavia infondeva calma e serenità in coloro che gli stavano vicino.

In quel momento arrivarono Aldebaran e Kloe.

< Mi raccomando ve l'affido> disse il Cavaliere del Toro rivolgendosi ai suoi compagni. Poi guardando la ragazza aggiunse < e tu cerca di non fare stupidaggini. Fai ciò che i Cavalieri ti dicono di fare mi raccomando >.

Klo guardò il gigante buono. Sapeva che era tremendamente preoccupato per la sua sorte. < Non ti preoccupare > disse.

< Ci siamo tutti. Molto bene possiamo andare allora > disse Saga appena sopraggiunto.

I quattro compagni di viaggio si diressero verso l'esterno del Santuario. Una volta usciti dalla casa di Athena si sarebbero teletrasportati all'interno del Tempio di Athena situato nei pressi di Delfi in modo tale da non far percepire la loro presenza a eventuali nemici. Da lì avrebbero raggiunto la loro destinazione a piedi.


N.d.T buongiorno a tutti!! spero che il capitolo vi piaccia. Come sempre un feedback è gradito. Si accettano tutte le critiche costruttive. 

 

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Capitolo 14
*** Verso Delfi ***


I Cavalieri e Kloe si materializzarono all'interno del Tempio del quale rimanevano solo le rovine. Era una struttura semplice, caratterizzata da un pronao  e una cella.

L'interno dell'ampio pronao presentava sei colonne in stile ionico, di cui quattro frontali e due laterali.

All'interno dell'ampia cella, destinata ad accogliere la statua della Dea Athena rimaneva solo il pavimento sopraelevato di circa un metro e delle scale che conducevano al tetto.

Kloe si guardava attorno. Era completamente diverso dal Santuario che aveva avuto modo di ammirare ad Athene, il quale era in perfette condizioni. Non solo ospitava i Cavalieri, ma anche ancelle e soldati semplici. Era un luogo ricco di vita.

< Il tempo tutto crea e tutto distrugge > disse Shaka con profonda amarezza riferendosi al fatto che un culto, quello della loro Dea che aveva prosperato per secoli era ormai perso nella storia. Era solo un mito, un ricordo del quale rimanevano solo le rovine di Templi sparsi in tutta la Grecia e non solo.

< Dobbiamo muoverci > disse Saga < ci troviamo all'interno di un complesso monumentale di cui faceva parte anche il Tempio della nostra Dea, ma la strada per raggiungere il Tempio di Delfi è ancora lunga >.

I Cavalieri e la ragazza uscirono dal complesso e si incamminarono in direzione di un bosco. Da lì avrebbero percorso un sentiero che li avrebbe condotti alla loro destinazione.

Stranamente il bosco era tetro e buio. Un luogo nel quale solitamente regnava la vita sembrava essere un cimitero. La compagnia avanzava in silenzio. I Cavalieri che avevano capito che qualcosa non andava stavano all'erta. Kloe avanzava cauta in mezzo a Saga e Mu.

Improvvisamente dinnanzi a loro si palesò una scena raccapricciante.

< Ma quelli sono cadaveri! > esclamò Kloe.

Davanti a loro centinaia di scheletri bloccavano il passaggio. Ognuno aveva indosso un'armatura, sembravano soldati.

< Dobbiamo proseguire, non possiamo indugiare > disse Saga.

Avanzarono in linea retta, cercando di schivare la moltitudine di cadaveri che sbarrava loro la strada.

Kloe avanzava ligia cercando di non calpestare le ossa di quei poveri soldati che chissà come erano finiti in quel bosco tetro dove avrebbero dimorato fino a che di loro non sarebbe rimasta nient'altro che polvere.

Sentì uno scricchiolio alla sua destra. Si fermò un'istante per cercare di capire da dove provenisse. Fissava tutti quei corpi che giaveno a terra privi di vita ammucchiati l'uno sull'altro, quando in un lampo qualcosa si mosse.

I cadaveri iniziarono a tramare e poi si ridestarono.

All'improvviso dal terreno emersero varie mani scheletriche. I cadaveri tentarono di afferare Kloe. Tuttavia la ragazza si divincolò riuscendo a liberarsi dalla presa.

Decine di scheletri cerei e deconposti si dirigevano verso I Cavalieri emettendo lamenti così tetri da far accapponare la pelle.

I Cavalieri erano circondati. I soldati avanzavano verso di loro con fare minaccioso.

Kloe si mise in mezzo ai Cavalieri che nel frattempo si erano messi schiena contro schiena creando un cerchio in modo tale da non lasciare nessuna parte scoperta. Improvvisamente alle loro spalle, da sottoterra emerse uno scheletro che riuscì ad afferrare Saga il quale gli sferrò un violentissimo calcio spezzamdogli il braccio e liberandosi dalla morsa.

< State attenti a non farvi afferare dagli scheletri > affermò Saga. < Ho sentito come se stesse cercando di risucchiarmi l'energia vitale > concluse.

< Con molta probabilità questi soldati non hanno avuto una degna sepoltura. Devono essere morti sul campo di battaglia. Per questo motivo la loro anima non riesce a trovare pace e sono costretti a vagare tra l'aldilà e il nostro mondo > affermò Shaka.

I Cavalieri sapevano che quei soldati non rappresentavano per loro nessuna minaccia.

Shaka concentrò il suo cosmo nelle mani, accumulò energia e scagliò il suo Om.

Una forte esplosione scagliò via gli scheletri, i quali si dissolsero.

< Cari fratelli, seguite la luce che ho creato per voi verso un mondo fatto di pace > disse il Cavaliere di Virgo.

< Ora le loro anime possono riposare in pace > affermò Mur.

< Tutto questo non ha senso > disse Kloe. < Chi erano quelle persone e com'è possibile che degli scheletri si destino dalla morte> concluse sconcertata.

< Molti avvenimenti nefasti si stanno susseguendo. Un cosmo oscuro si sta ridestando e questo ha ripercussioni sui normali equilibri della natura e della vita > rispose Mur.

Ripresero il viaggio addentrandosi sempre di più nel bosco. Dopo aver camminato per ore si ritrovarono dinanzi un ponte. Era di legno e le intemperie del tempo lo avevano usurato. Decisero quindi di attraversarlo uno per volta. Il primo fu Saga, seguito da Mur, Kloe e Shaka.

Oltrepassato il guado camminarono per circa un'ora. Stava imbrunendo e decisero di fermarsi per la notte. Fortunatamente trovarono una baracca diroccata dove accamparsi. L'interno era polveroso, ricoperto da ragnatele. La baracca era formata da un' unica stanza, al centro della quale si trovava un tavolo di legno. Accanto all'unica finestra presente nell'abitazione vi era una credenza con dei piatti e bicchieri.

< Appena albeggia riprenderemo il nostro cammino > disse Saga.

Kloe si guardava attorno cercando qualcosa da mettere sul pavimento in modo tale da potersi sedere a terra.

Improvvisamente il pavimento iniziò a tremare con forza.

Dalla credenza i bicchieri e i piatti caddero a terra frantumandosi in mille pezzi.

Il vetro della finestra si disintegrò facendo entrare un forte vento.

< Ma che succede ?! > disse Mur.

< Un terremoto! > esclamò la ragazza.

< Non è un terremoto comune. Percepisco un forte cosmo oscuro che si sta avvicinando > esclamò Shaka.

< Tu resta qui! > disse Mur a Kloe. Poi i Cavalieri uscirono dall'abitazione.

Appena varcata la soglia, le scosse di terremoto così come erano iniziate improvvisamente si arrestarono. Era chiaro che qualcosa di spiacevole stava per succedere.

Dinanzi a loro si aprì un portale dimensionale dal quale ne uscì un uomo. Indossava un'armatura semplice, di metallo dotata di elmo. Sul suo viso si poteva intravedere un'espressione sadica.

Il nemico appena sopraggiunto scagliò una enorme sfera di energia contro i Cavalieri che li investì. Pensando di averli annientati iniziò a ridere freneticamente, ma l'energia del suo colpo poco a poco si dissolse trasformandosi in fiori di loto.

Il nemico rimase stupito da quanto accaduto. Nessuno prima di allora era riuscito a parare quel colpo.

disse con un sorriso beffardo. concluse.

I Cavalieri si misero in posizione difensiva. Poiché Shaka aveva iniziato lo scontro era deciso a terminato.

Le regole imposte dalla Dea Athena el'onore dei Cavalieri gli imponeva di battersi uno alla volta. Solo in casi eccezionali come la guerra contro Hades li aveva visti scontrarsi uniti contro un Dio.

Saga e Mur si posizionarono dietro il compagno.

affermò Mur.

Il Cavaliere sopraggiunto dal varco dimensionale e l'uomo più vicino agli Déi si posizionarono l'uno dinanzi all'atro studiandosi in attesa della prima mossa.

Il nuovo nemico concentrò il suo cosmo nelle proprie mani da cui affiorarono fiamme color blu elettrico che si scagliarono contro il Cavaliere d'Oro. Shaka le respinse con il suo Kaahn, un colpo difensivo molto efficace che evoca le fiamme dell'aquila Garuda, protettrice del Dio Visnu. Passando al contrattacco aprì gli occhi scagliano il suo Ohm colpendo in pieno l'avversario che venne scaraventato lontano.

In quel preciso momento si aprì un altro varco dimensionale e apparve un nuovo nemico.

< Fratello cosa stai combinando? Ti fai umiliare così da dei semplici umani? > disse con sfare sprezzante.

Il Cavaliere che era stato sbalzato dalla violenza del colpo di Shaka era furente per l'umiliazione subita.

< Chi siete? > chiese Shaka rivolgendosi ai due Cavalieri.

< Io sono Tieste e quello che hai appena sbalzato in aria è mio fratello Atreo > disse il nuovo sopraggiunto.

< Atreo e Tieste...com'è possibile che siate vivi e che stiate lottandol'uno al fianco del l'atro. Le leggende narrano del vostro profondo odio > disse Saga.

< Tu li conosci? > chiese Mur al compagno.

< Sono due personaggi mitologici greci. Atreo e Tieste avevano commesso molti crimini tra cui l'uccisione del fratellastro Crisippo.

Dopo questo avvenimento si recarono a Micene dove furono ospitati dal re. Quando quest'ultimo morì Atreo salì al trono,ma Tieste invidioso del suo potere decise di spodestarlo. Decise di attendere il momento propizio e lasciò la città portandosi dietro il figlio del fratello che allevò instillando in lui sentimenti di odio contro il suo stesso padre Atreo. Quando il giovane divenne adulto si recò a Micene con l'intentenzione di uccidere il padre, ma Atreo non riconoscendolo lo uccise. Quando scopri la verità, decise di vendicarsi del fratello Tieste. Finse di voler riallacciare i rapporti con lui e lo invitò a Micene.

Dopodichè fece rapire e uccidere i figli di Tieste e con i loro resti decise di preparare un pranzo per il fratello.

Dopo che Tieste ebbe pranzato con il fratello iniziò a provare una sensazione di disgusto e orrore. Atreo ben compiaciuto di ciò che aveva fatto mostrò al fratello le teste dei suoi figli. Tieste chiese i loro corpi per seppellirli ma il fratello gli rispose che erano già stati seppelliti nel suo stomaco > qui si conclude la storia. Purtroppo il manoscritto che narra di ciò che avenne dopo fu distrutto.

Tieste disse < te lo dico io cosa successe dopo. L'azione di mio fratello Atreo causò l'ira di Zeus che si scaglio contrò di lui, la città di Micene e tutti I territori limitrofi. Provocò una terribile siccità che uccise migliaia di persone. Tra queste vi era anche mia moglie l'unico affetto che mi era rimasto. Dopo questo avvenimento maledissi tuttigli Déi olimpici per avermela portata via. Mio fratello fece altrettanto avendo distrutto tutto ciò che aveva costruito. Così com'eravamo stati nemici ora eravamo accumunati da un senso di vendetta comune > concluse.

< Atreo e Tieste, due fratelli uniti contro gli Déi olimpici > disse Mur.

Indipendentemente dall'orrore del racconto, e dalle motivaioni dei due fratelli, i Cavalieri d'Oro erano decisi a sconfiggerli. Si chiedevano come fosse possibile che due personaggi mitologici si manifestassero nella loro epoca, dotati di cosmo ed armature. Avrebbero cercato le risposte non appena si fosse concluso lo scontro. Nuovi interrogativi e nuovi nemici sorgevano.

Saga, pronto alla battaglia scagliò la sua Another Dimension contro l'avversario. Tuttavia il cosmo di Tieste era immenso e riuscì ad aggrapparsi alla piega dimensionale.

Schivato il colpo Tieste passò al contrattacco scagliando una pioggia nera.

< Sei spacciato! Questa pioggia miete la vita > disse con un sogghigno sulle labbra.

Mur si precipitò dinanzi a Saga innalzando il suo Cristal Wall.

Tuttavia la potenza del colpo era micidiale e la barriera difensiva di Mur si frantumò. I due Cavalieri vennero quindi investiti dal colpo che era stato in parte deviato dal muro di cristallo. A questo punto Saga decise di scagliare un'altra Another Dimension.

Tieste passò al contrattacco, ma si scoprì sanguinante. Il colpo di Saga benché fosse stato parato dal nemico era riuscito a scalfire l'armatura.

< Cosa dicevi caro fratello? Dei semplici esseri umani eh? > disse con sarcasmo Atreo.

A questo punto i due fratelli decisero di unire le forze per spazzare via una volta per tutte i Cavalieri d'Oro.

Kloe nel frattempo era rimasta dentro la baracca e osservava lo scontro con curiosità. Era convinta che i Cavalieri avrebbero avuto la meglio contro quei formidabili nemici. In cuor suo sapeva che la determinazione dei suoi compagni li avrebbe portati alla vittoria.

Atreo e Tieste si posizionarono uno di fianco all'altro pronti ad attaccare all'unisono.

Saga e Shaka fecero altrettanto.

Tutti e quattro i cavalieri concentrarono il loro cosmo decisi a scagliare contro l'avversario I loro colpi più potenti.

La potenza dei colpi di entrambi gli schieramenti si concentrò a metà strada, scontrandosi e creando così un forte boato. Tuttavia sembrava che nessuno stesse avendo la meglio poiché la loro forza si equiparava.

Kloe dalla baracca rimase intontita da tutto quel potere che si stava sprigionano. Voleva aiutare i suoi compagni, ma non sapeva come. Improvvisamente inizio a sentirsi strana. Sentì il suo corpo bruciare, aveva dolori in tutte le ossa. Nella sua testa comparvero una serie di immagini che si susseguivano con rapidità. Non riusciva a dare un senso a ciò che vedeva. Scene di battaglie passate. Sangue, violenza e morte. Le sembrava come se la testa le stesse esplodendo. La cinse con le mani cercando di attenuare il dolore lacerante. Quando raggiunse il culmine della sopportazione corse fuori dalla baracca ed urlando disse . Una violenta energia si sprigionò dal suo corpo, che unendosi ai colpi scagliati da Saga e Shaka investi i due nemici che vennero sbalzato in aria. Le armature che indossavano si disintegrarono lasciando le loro carni spoglie. I loro corpi iniziarono a surriscaldarsi a causa della violenza del colpo subito. Comparvero ustioni che iniziarono a consumare le loro carni. I due Cavalieri urlavano a causa del dolore straziante. Nell'aria l'odore di carne bruciata stava diventando insopportabile. Ci vollero alcuni minuti prima che le ustioni lacerassero i loro corpi che ormai privi di vita caddero a terra.

Dopo che l'energia si fu sprigionata dal corpo della ragazza, Kloe cadde a terra priva di sensi.

Shaka e Mur che avevano assistito attoniti alla scena si avvicinarono a Kloe e constatarono che respirava ancora. Saga si avvicinò ai nemici i quali avevano i volti sfigurati dal dolore. Gli occhi sbarrati e le carni completamente carbonizzate.

Si avvicinò ai suoi compagni. I tre non parlavano, in cuor loro si chiedevano se Kloe rappresentasse una minaccia per loro.

A poco a poco la ragazza rinvenne. Si issò sulle braccia e si guardò attorno constatando la devastazione che la circondava. Poi il suo sguardo cadde sui corpi esanimi dei due fratelli.

< Cos'e successo? Sono… Sono… > non riusciva a parlare. Era sconvolta. In cuor suo sapeva che l'uccisione di quegli uomini era in parte colpa sua. Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso.

< Non è possibile… No… No… No> disse fissando il suolo. Poi alzando lo sguardo guardò i suoi compagni che la fissavano con fare interrogativo.

Leggendo la disperazione negli occhi della giovane, Mur si inginocchiò di fronte a lei e mettendogli una mano sulla spalla per rinquorarla disse la sua voce era calma e pacata.

< Io... Io... Non lo so. Volevo aiutarvi e improvvisamente il mio corpo ha iniziato a bruciare e nella mia testa sono comparse immagini orribili… C'era sangue e morte ovunque… > disse Kloe quasi singhiozzando. < Quando il dolore è diventato insopportabile ho sentito il calore che mi invadeva uscire dal mio corpo. Poi il vuoto > concluse.

I Cavalieri ascoltarono il racconto senza proferire parola.

Qualcosa di oscuro si cela nella ragazza disse telepaticamente Shaka ai suoi compagni.

E evidente che non è stato un gesto intenzionale rispose Mur.

Per il momento l'unica cosa che possiamo fare è proseguire e raggiungere il tempio di Delfi. Speriamo di trovare le risposte che cerchiamo, concluse Saga.

Nel frattempo stava albeggiando così Mur prese in braccio Kloe che non riusciva a reggersi sulle gambe. La compagnia proseguì il loro viaggio. Uscendo dal bosco si ritrovarono ai piedi della Via Sacra. Avevano quasi raggiunto la loro destinazione.


N.d.A ecco un nuovo capitolo. Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate!! Avere qualche feedback sarebbe importante!!! Grazieeee

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Capitolo 15
*** Oscure presenze ***


Intanto al Grande Tempio I Cavalieri rimasti avevano ricevuto l'ordine di presiedere le loro Case.

Dopo l'attacco al mercato le difese erano state rafforzate. I soldati perlustravano il perimetro del Santuario e c'era sempre qualcuno di guardia che presidiava gli accessi.

Il Sommo Sacerdote passava gran parte del suo tempo allo Star Hill, un'altura posta dietro le Dodici Case dei Cavalieri d'Oro dove effettuava la lettura degli astri. Solitamente gli astri rilevavano quali minacce gravavano sulla terra. Tuttavia nonostante Shion si sforzasse di dare un senso a ciò che vedeva non riusciva a scorgere la verità.

La sua frustrazione aumentava giorno dopo giorno. Lui, che avrebbe dovuto avere le risposte per poter guidare I suoi Cavalieri non sapeva chi fosse Kloe e come fosse arrivata lì. Inoltre aveva percepito l'esplosione del suo cosmo. Un'ulteriore avvenimento che restava senza una risposta.

Decise di recarsi presso la sua residenza in modo tale da cercare un po' di riposo. Sapeva bene che affannarsi per trovare le risposte non avrebbe portato a niente.

Fuori dalle mura del Santuario due soldati stavano continuando la loro ronda.

< Cosa credi stia succedendo Alexis? > disse Isidoros rivolgendosi al suo compagno.

< Sinceramente non so cosa dirti. Mi sono posto questa domanda molte volte. Gli Déi che ci hanno attaccato sono sconosciuti. Ho effettuato delle ricerche, ma in nessuna cronaca delle battaglie passate che ho letto compaiono > rispose. Nel tono della sua voce si poteva scorgere esasperazione. Da quando il Santuario era stato attaccato I turni di guardia erano stati raddoppiati. Molti soldati erano periti e c'erano stati anche molti feriti.

Alexis e Isidoros stavano perlustrando il cimitero del Santuario dove venivano seppelliti tutti I Cavalieri della dea Athena. Vi erano tombe molto antiche e altre più recenti. Dopo l'ultima guerra contro Hades, il sommo Shion che si era impegnato nella ricostruzione del Santuario completamente distrutto, fece ricostruire anche il cimitero ove collocò differenti lapidi commemorative per onorare tutti I Cavalieri caduti nella lotta contro il Dio degli Inferi.

I due soldati stavano per uscire dal cimitero quando sentirono un lamento sordo.

< Cos'è stato? > disse Isidoros.

< Sembrava un lamento, stiamo all'erta > rispose Alexis.

< Mi è sembrato che provenisse da quella direzione, andiamo a vedere > affermò Isidoros indicando il lato del cimitero ove erano collocate le tombe più antiche.

I due soldati avevano I nervi tesi come la corda di un violino. Camminavano lentamente con le armi in mano pronti a scattare al minimo segno di pericolo.

Una volta perlustrata tutta la zona ebbero appurato che a parte le tombe dei loro compagni non vi erano intrusi, quindi si rilassarono.

< Per fotuna non c'è nessuno, evidentemente I nostri nervi e la mancanza di riposo ci hanno giocato un brutto scherzo > disse Alexis.

< Hai ragione. Ora però andiamocene di qui > rispose il suo compagno.

Improvvisamente sentirono nuovamente il lamento. Era roco e inquietante. Sembrava provenisse dalle loro spalle. I due compagni si voltarono, ma non ebbero il tempo di sollevare le armi per difendersi. I loro volti si contrassero in una sformia di puro terrore e in un istante si tramutarono in statue.

Dalla Seconda Casa Aldebaran aveva percepito che qualcosa di terribile si era appena verificato nel cimitero del Santuario. In assenza del Cavaliere dell'Ariete era lui il primo a dover difendere il Santuario da eventuali nemici, quindi dopo aver chiesto telepaticamente al Sommo Sacerdote il permesso, si recò nel luogo ove aveva percepito una presenza oscura.

Arrivato nel cimitero si recò nel punto in cui aveva percepito la minaccia e trovò I due soldati. Erano divetati di pietra. Aldebaran fu invaso da una profonda tristezza. Altre due vite erano state prese troppo presto. Si chiese cosa fosse successo. Di sicuro una nuova minaccia si stava aggirando al Santuario. Doveva trovarla ed eliminarla prima che mietesse altre vittime. Perlustrò il cimitero, ma come succede dopo ogni tempesta era pervaso da calma e tranquillità.

Era il luogo ove riposavano le anime dei suoi compagni. Era innaccettabile che fosse stato violato in quel modo.

Si mise in contatto telepaticamente con il Sommo Sacerdote raccontandogli ciò che aveva visto.

< Due soltati tramutati in pietra.... Non è possibile...> disse Shion.

< Cos'è che non vi sembra possibile sommo Shion? Sapete chi è stato a fare ciò ai nostri compagni? > gli chiese Aldebaran.

< C'è solo un essere in grado di tramutare in pietra gli uomini. Medusa! > gli rispose.

< Medusa? La gorgone? Ma non è possibile, è solo una leggenda. E anche se fosse possibile perchè dovrebe attaccare il Santuario di Athena? > disse il Cavaliere del Toro.

< Medusa era nata mortale, figlia di un re. Era una fanciulla bellissima con lunghi capelli dorati. Era una sacerdossa della Dea Athena e risedeva in uno dei suoi Templi. Come sacerdotessa non poteva sposarsi e il suo corpo doveva preservarsi puro.

Tuttavia il Dio dei mari, Poseidone, la bramava e un giorno le tese un agguato. La aggredì all'interno del tempio di Athena e la stuprò sull'altare dedicato alla Dea. Medusa tentò di difendersi, ma non ebbe nessuna possibilità contro il Dio. Supplicò la Dea di intervinire, ma ciò non accadde. Athena adirata per l'affronto subito tramutò I bellissimi capelli di Medusa in serpenti e fece in modo che chiunque avesse incontrato i suoi occhi, si sarebbe tramutato in pietra. La leggenda narra che fu uccisa da Perseo > concluse Shion.

< E' solo un mito. E se anche fosse vero avete detto che è stata uccisa da Peseo, quindi com'è possibile che sia qui? > affermò Aldebaran.

< Sono convinto che il cosmo oscuro che stiamo percependo stia richiamando nella nostra epoca personaggi e mostri della mitologia. Prudenza Cavaliere del Toro > concluse il Sommo Sacerdote.

A quelle rivelazione Aldebaran si irritò. Non dovevano affrontare solo Déi sconosciuti, ma anche mostri e miti del passato! La situazione stava davvero diventando assurda. Era immerso nei suoi pensieri, quando sentì un lamento nelle vicinanze. Sapendo di non poter sostenere il suo sguardo per non essere tramutato in pietra disse < so chi sei Medusa e non ti temo. Una volta eri una sacerdotessa della Dea Athena, perchè stai attaccando il suo Tempio? >.

Una voce spaventosa e roca gli rispose < la Dea Athena!!! Quella maledetta!! Sono stata fedele a lei e alle sue regole per tutta la vita e cosa ho ottenuto in cambio? Sono stata violentata da Poseidone!! Ho supplicato la Dea perchè intervenisse ad aiutarmi, ma non ha fatto nulla per salvarmi! E che cos'ha fatto poi? Mi ha punita per aver profanato il suo Tempio tramutandomi in questo essere come se fosse stata colpa mia. Ma la pagherà cara!! Ucciderò tutti I suoi preziosi Cavalieri e tutti coloro che mi sbarreranno la strada e poi distruggerò il suo Tempio una volta per tutte. Resterà soltanto polvere!!! >.

Detto ciò si avventò su Aldebaran, il quale aveva deciso di affrontarla con gli occhi chiusi per evitare il suo sguardo. Schivò il colpo. Successivamente espanse il suo cosmo che colpì Medusa scagliandola a terra.

< Tu!!!Maledetto!!! Non ti permetterò di sconfiggermi, ucciderò te e tutti coloro che si metteranno sul mio cammino. Finalmente avrò la mia vendetta!! > disse Medusa, che avvicinandosi al Cavaliere del Toro gli si avventò contro tentando di morderlo con I suoi denti che ricordavano delle zanne affilate. Il Cavaliere la gettò di lato pensando che fosse solo un tentativo disperato della gorgone. Una volta rovinata a terra Medusa scoppiò in una fragorosa risata.

< Perchè stai ridendo? > chiese Toro.

< Sei spacciato! > rispose lei.

Improvvisamente il Cavaliere iniziò a sentirsi bruciare. Non reggendosi in piedi cadde sulle ginocchia.

< Ah Ah Ah... credi che saltarti addosso sia stato solo un tentativo disperato? Il mio intento era quello di depositare il mio sangue sul tuo corpo. E ci sono riuscita quando ti ho afferrato il volto con le mani ferite dal colpo che mi hai lanciato. Devi sapere che il mio sangue è altamente velenoso. Nessun essere mortale può sopravvivere una volta che è stato assorbito dal suo corpo! > disse la gorgone. Poi si scagliò contro Toro colpendolo con calci e pugni. Stava riversando su di lui tutto il suo odio e la sua frustrazione. Odiava gli uomini.

Nonostante il bruciore che provava Toro le afferrò le mani.

< Pensi davvero di poter sconfiggere un Cavaliere d'Oro? > disse Toro che alzandosi continuava a tenere stretta Medusa la quale cercava di divincolarsi.

Aldebaran la scaraventò lontano poi concentrò il suo cosmo. Incrociò le braccia sul petto, poi cariche di cosmo, le estrasse alla velocità della luce generando una potente onda distruttiva che investì in pieno Medusa.

La gorgone fu investita in pieno dalla potenza distruttiva di Toro. Scaraventata a terra non aveva avuto scampo. Toro si avvicinò al corpo ormai esanime della donna la quale nei suoi ultimi istanti di vita sussurrò < maledetto!! >. Poi il suo corpo si dissolse.

Aldebaran si sentiva intorpidito. Il veleno gli scorreva ancora nelle vene.

Ritornò ai piedi delle Dodici Case. L'unico in grado di estrarre il veleno che gli scorreva nelle vene era Aphrodite dei Pesci. Durante il suo addestramento entrò gradatamente in contatto con rose avvelenate imparando pian piano a dominarle ed usarle senza dover temere gli effetti del veleno. Si dice che anche il suo stesso sangue sia velenoso.

Giunto alla Dodicesima Casa Aphrodite espanse il suo cosmo. Aldebaran fu circondato dall'energia del compagno che lentamente stava estraendo tutto il veleno che era stato assorbito da Toro il quale si sentiva rinvigorire sempre più Una volta terminato il processo, l'energia scomparve.

< Sono rinato, ti ringrazio > disse Toro al compagno.

< La tua compassione ti ha messo in pericolo. Sei stato avventato > gli rispose Aphrodite rimproverandolo.

Toro sapeva che il compagno aveva ragione.

< Hai ragione, però la compassione è ciò che contraddisingue gli esseri umani. Ho provato pietà per Medusa. Siamo abituati ad affrontare orrori indicibili, ma questi non ci devono tramutare in mostri senza anima. Siamo I Cavalieri della giustizia e della pace > gli rispose Toro. Poi si recò dal Gran Sacerdote per fare rapporto. 

N.d.A. Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Ogni feedback è ben gradito!

 

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Capitolo 16
*** Strategie occulte ***


Nella dimensione oscura Moros, che attraverso un varco dimensionale aveva osservato lo scontro di Toro con Medusa, era furente. Quei dannati Cavalieri continuavano ad avere la meglio.

< Tuo padre non ti aveva detto di non interferire ? > disse una voce gelida alle sue spalle.

Sentendo quelle parole, Moros si voltò di scatto. Era Notte, la quale osservava con attenzione il nipote.

< Come sei arrivata qui? Pensavo che questa stanza fosse sicura da occhi indiscreti > disse Moros.

< Caro nipote, ho qualche secolo più di te. Questa stanza si caratterizza per essere quasi invisibile, ovvero dei sigilli collocati sulle pareti fanno si che dall'esterno non si possa percepire nulla di ciò che avviene al suo interno. Tuttavia sapevo che nonostante il rimprovero di tuo padre non saresti rimasto con le mani in mano. Così ti ho seguito > affermò Notte.

< Non starò senza fare niente!! I Cavalieri d'Oro rappresentano per noi una minaccia. Quindi tantovale eliminarli una volta per tutte. I sigilli che imprigionano il nostro signore Caos si stanno dissolvendo. Questo sta avendo ripercussioni sul tempo e sullo spazio Gli antichi si stanno ridestando richiamati dal cosmo del nostro signore. Ho solo pensato di inviare alcuni di loro, contro I nostri nemici > le rispose Moros. Poi continuò < quei maledetti tuttavia hanno avuto la meglio contro Atreo, Tieste e Medusa > concluse serrando I pugni così forte da lacerarsi le carni.

< Adesso cerca di calmarti e soprattutto abbi fiducia in tuo padre. Non è un ingenuo e ha la situazione sotto controllo. Se sapesse ciò che hai fatto ti ucciderebbe all'istante > disse Notte.

< Ebbene che mi uccida allora!! > gridò furente Moros. < Desidero solo aiutarlo. Per tutta la vita sono rimasto in attesa. Adesso basta! > concluse.

Notte si avvicinò al nipote. Era evidente la sua esasperazione. Gli cinse le spalle con le mani < ora ascoltami molto attentamente. Ti stai comportando come un bambino!! in questo modo non sei di aiuto a nessuno > concluse.

Sentendo quelle parole Moros andò su tutte le furie e senza pensarci due volte scagliò un pungno contro Notte allontanandola.

Quest'ultima che fino a quel momento aveva cercato di assecondare I comportamenti del nipote si arrabbiò.

< Cosa pensi di fare eh? Questa volta hai superato I limiti! > disse Notte che espandendo il suo cosmo creò un'enorme sfera, nera come la pece che scagliò contro Moros.

La sfera inglobò dentro di sé Moros immobilizzandolo. Se solo avesse voluto, Notte avrebbe potuto eliminarlo senza nessuna fatica. Tuttavia, nonostante l'insubordinazione del nipote non aveva intenzione di ucciderlo. Poichè la madre di Moros era stata sigillata insieme a Caos era stata lei a crescerlo insieme a Erebo. Da fanciullo, lo aveva visto trasformarsi in un giovane Dio pieno di risentimenti e Notte sapeva molto bene che un giorno tutti questi sentimenti negativi avrebbero causato dei problemi a lei e a Erebo. Ma soprattutto, l'avventatezza del nipote avrebbe potuto interferire con la resurezione di Caos e dei loro familiari. Per quanto comprensiva potesse essere stata in tutti quei secoli di isolamento, non avrebbe permesso al nipote di rovinare tutto.

Si avvicinò alla sfera che aveva generato e che aveva imprigionato Moros.

< Ora ascoltami bene. Sono stata paziente con te, ma non ti permetterò di ostacolarci con I tuoi capricci proprio ora che I sigilli si stanno dissolvendo. Quindi per il momentote te ne starai buono all'interno di questa sfera in modo tale che io ed Erebo possiamo portare a termine il nostro piano > disse.

Moros non riusciva a muoversi. La sfera lo immobilizzava, ma assorbiva anche il suo Thymos indebolendolo.

< Piano? Di cosa stai parlando? > chiese sconcertato.

< Credi davvero che ce ne saremmo rimasti con le mani in mano? Tutto sta andando come avevo pianificato. La ragazza ha appena raggiunto Delfi > gli rispose Erebo appena sopraggiunto. Non era per nulla sorpreso della scena che gli si palesava davanti. Aveva detto alla sorella di sorvegliare il figlio. Lo conosceva bene e sapeva che gli avrebbe disubbidito ancora una volta. Era un giovane avventato.

Alla vista di suo padre Moros provò una profonda vergogna. Si trovava immobilizzato all'interno della sfera di energia creata da Notte.

< Rappresenti solamente un disonore! > disse duramente Erebo. < Di tutti I miei figli, proprio te dovevi salvarti? > urlò con rabbia.

Quelle parole colpirono nel profondo Moros. Per tutta la vita aveva cercato di diventare forte tanto da eguagliare I suoi fratelli e rendere così orgoglioso il padre.

Con le poche forze che gli rimanevano disse < volevo solamente aiutavi padre. Ho pensato che eliminare I Cavalieri ci avrebbe giovato >.

< Sei talmente stolto da pensare che I Cavalieri d'Oro, I più forti tra le file della Dea Athena potessero essere eliminati tanto facilmente ? > gridò Erebo. Poi continuò < sapevo che avresti combinato qualche avventatezza. Per questo motivo non ti ho reso partecipe del mio piano > concluse.

Moros era sconvolto. Il padre non aveva la benchè minima fiducia in lui tanto da evitare di rivelargli I suoi piani.

< Resterai qui imprigionato fino a quando Caos non si sarà ridestato > detto ciò uscì dalla stanza seguito da Notte. Mentre uscivano un profondo grido di dolore che racchiudeva tutta la sua esasperazione uscì dalla bocca di Moros.

Erebo e Notte si avviarono verso la sala principale, ove erano imprigionati Caos e gli altri. Attraversarono un lungo corridoio. Era buio e sporco, segno del fatto che era stato disabitato per secoli.

< Tuo figlio deve ancora maturare molto > disse Notte. Era ancora irritata dal fatto che il nipote avesse osato colpirla.

< E' una vera disgrazia! > rispose Erebo. < Non solo ha attaccato personalmente il Santuario esponendoci prima del tempo, ma ha anche inviato Medusa, . Cosa pensava di fare? Credeva davvero che la gorgone avrebbe potuto sconfiggere I Cavalieri d'Oro? E Atreo e Tieste? Sono davvero furioso!!! Avevamo bisogno che la ragazza raggiungesse Delfi e lui cosa fa? Manda I due fratelli a scontrarsi con I Cavalieri di Gemini, Vergine e Ariete > disse Erebo. Era talmente furioso che dal suo corpo uscivano scariche di energia. Sembrava una pentola a pressione pronta ad esplodere.

Dalla guerra contro gli Déi olimpici aveva atteso che I sigilli che imprigionavano I suoi congiunti si indebolissero. Durante tutti quei secoli di attesa aveva messo a punto il suo piano studiandolo nei minimi dettagli. Era inconcepibile che suo figlio rovinasse tutto.

I due raggiunsero la sala del sigillo. Entrati raggiunsero il centro e si inginocchiarono.

Dinanzi a loro si ergeva la massiccia sfera di energia che imprigionava Caos. Le enormi catene scintillanti che la avvolgevano iniziarono a vibrare violentemente.

< Figli, il momento è vicino. I sigilli che mi tengono imprigionato da secoli si stanno dissolvendo. Per questo motivo il mio cosmo ora può raggiungervi > disse una voce profonda.

< Padre, abbiamo atteso secoli. Finalmente presto sarete liberi e potremo avere la nostra vendetta. Annienteremo Zeus e tutti gli Déi olimpici una volta per tutte!!> disse Erebo.

< Zeus, quel maledetto!!!> tuonò Caos. Solo sentire il nome lo faceva andare su tutte le furie. Le catene che lo imprigionavano vibrarono con forza tentando di contenere il cosmo di Caos.

< Sapete cosa fare figli mei. Confido in voi > disse. Poi la sua coscienza scomparve.

Erebo e Notte sapevano cosa dovevano fare. Si alzarono dal pavimento e senza proferire una parola si teletrasportarono verso la propria destinazione.


N.D.A. Buongiorno a tutti! Ringrazio chi continua a seguire la  mia storia. Mi piacerebbe sapere molto cosa ne pensate, se avete suggerimenti o critiche. A presto!!

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Capitolo 17
*** Sibilla ***


Saga, Shaka, Mu e Kloe percorsero la Via Sacra, la strada principale del gruppo di edifici che formavano il Santuario di Delfi e arrivava, grazie ad un sentiero a serpentina, all'ingresso del Tempio di Apollo.

< Finalmente siamo arrivati. Tuttavia vedo soltanto rovine > affermò Kloe con amarezza.

< Devi sapere che per molti secoli Il Santuario di Delfi è stato il centro religioso e spirituale del mondo greco antico. Secondo una leggenda fu Zeus a fondare la città Volendo sapere quale fosse il centro del mondo, liberò due aquile alle estremità del mondo orientale e occidentale. Il punto in cui si fossero congiunte sarebbe stato il centro del mondo. Le due aquile si incontrarono sotto il monte Parnaso, a Delfi, che divenne dunque l' ombelico del mondo antico. Successivamente divenne la sede del Santuario dedicato al Dio Apollo e del più famoso oracolo del mondo antico. Ogni volta che dovevano prendere una decisione o un iniziativa importante gli adoratori del Dio o i messaggeri pubblici provenienti da tutto il mondo venivano mandati a Delfi per interrogare l'oracolo. C'era un rito da seguire. Dopo essersi purificati nella sorgente di Castalia, che passa attraverso il Santuario, e aver pagato un insieme di offerte o tributi , sacrificavano un animale sull'altare di Apollo. Gli oracoli del Dio erano enunciati dalle Pizie, le sacerdotesse dell'oracolo, e venivano interpretati dai sacerdoti di Apollo > le spiegò Shaka.

Mentre percorrevano la Via Sacra, Kloe ebbe modo di osservare i resti di statue, gruppi scultorei e piccole costruzioni che assomigliavano a dei templi in miniatura. In lontananza si potevano anche intravedere i resti di un teatro e di quello che sembrava uno stadio.

Alla fine del sentiero si trovava il Tempio di Apollo o per meglio dire ciò che ne rimaneva. Si poteva intuire dai resti che il Tempio aveva forma rettangolare. Sulle fondamenta poggiava un basamento in pietra di quattro gradini. All'interno era collocata la cella decorata da un porticato di colonne. L'ingresso principale era formato da sei colonne, sopra le quali si era conservato il timpano, all'interno del quale erano raffigurate scene di miti e leggende legati al Dio.

< La nostra destinazione finale è risultata essere un mucchio di macerie!!! Qui non c'è nulla!! > disse Saga con fervore.

< Sicuramente ci sfugge qualcosa, il maestro Doko non ci avrebbe mandato qui senza motivo > disse Shaka.

< E' ovvio che ci siano solo macerie, sono passati secoli! Inoltre Esiodo avrà fatto di tutto per nascondersi alla vista. Il venerabile Maestro ci ha detto di cercare ciò che è celato agli uomini > disse Mur.

< A me sembra tutto così assurdo!! Vuoi dire Esiodo è qui, ma noi non lo vediamo? Stile il Castello di Hogwards in Harry Potter che era invisibile per I babbani? > disse Kloe sedendosi sui resti di quella che era stata una colonna.

A quelle parole i Cavalieri si scambiarono uno sguardo interrogatorio. A volte la ragazza diceva cose per loro del tutto incomprensibili.

< Non so cosa sia questo Hogwards e nemmeno cosa significhi babbani, ma dobbiamo focalizzarci sulla nostra missione. Quindi evita commenti inutili > disse Saga. Si stava innervosendo. Non capiva perché il sommo Shion avesse permesso alla ragazza di accompagnarli.

Kloe irritata dalle parole di Saga, si alzò.

< Vado a perlustrare il perimetro > disse. Il tono della voce era alterato.

< Cerca di non allontanarti troppo > le disse Mu.

Shaka si sedette dinanzi al tempio in posizione meditativa. Meditare lo aiutava molto. Fin da piccolo passava ore ed ore in meditazione.

Genimi che aveva la capacità di manipolare le dimensioni cercò di percepire eventuali distorsioni nello spazio - tempo. Mu invece che aveva il dono della telecinesi e psicocinesi cercò di percepire eventuali presenze umane oltre alla loro.

Nel frattempo Kloe camminava furente. Quel Saga proprio gli dava sui nervi. Fin dal loro primo icontro aveva trovato sia lui sia il gemello sprezanti e maleducati.

< Maledizione! > disse a voce alta tirando un calcio a una pietra che aveva dinanzi. Era furente e frustrata per ciò che era accaduto ad Atreo e Tieste. Volevano rapirla, quindi doveva considerarli dei nemici, ma mai avrebbe voluto fargli del male. In tutta la sua vita non aveva mai nuociuto a nessuno. Era una persona pacifica. Certo sapeva difendersi, ma era più il tipo vivi e lascia vivere. La situazione stava diventando soffocate. Voleva trovare risposte, ma sembrava che lei e gli altri Cavalieri avessero raggiunto un vicolo cieco. Cercò di calmarsi e si sedette su una roccia. Voleva riflettere. Ripensò alle immagini che gli erano apparse. Battaglie, sangue e morte. Era un sogno o forse un ricordo, ma di cosa? Più pensava e più si sentiva confusa.

Mentre era assorta nei suoi pensieri sentì una voce, quasi un sussurro.

"Anche i dolori sono, dopo lungo tempo, una gioia per chi ricorda tutto ciò che ha passato e sopportato.” (1)

Kloe scattò in piedi guardandosi attorno. Tuttavia non scorse nessuno, solo rovine.

< Chi c'è > disse.

" E' tempo di ricordare" disse la voce.

< Si puà sapere chi c'è ? Ricordare che cosa? Fatti vedere!!!> quasi gridò Kloe.

“Nessuno può più vedermi da molto tempo ormai, l'immortalità è stata la mia condanna”.

Kloe riflettè su ciò che aveva udito. Stavano cercando un'immortale, ma era un uomo non una donna.

< Stiamo cercando Esiodo, quanti immortali ci sono si può sapere? > disse la ragazza. Era esasperata, non ci capiva più nulla.

Per tutta risposta la voce emise una fragorosa risata.

“Esiodo ti osserva, ma per poterlo raggiungere dovrai superare delle prove” concluse la voce.

< Prove? Mi ci mancava anche questa! Senti, chiunque tu sia, non ne posso più di tutta questa situazione. Voglio delle risposte! > gridò. Poi aggiunse < vorrei sapere chi sei e poi cosa volevi dire con I dolori sono una gioia per chi ricorda ciò che ha passato? >.

“ La pazienza non è una tua virtù mi sembra, ma per avere le risposte che vuoi devi prima ricordare. Le immagini che hai scorto nella tua memoria e che ti hanno lacerato l'animo fanno parte di te. Per quanto doloroso possa essere un ricordo è pur sempre un'esperienza di vita che ci tempra“

< Senti se sai qualcosa ti conviene iniziare a parlare chiaramente invece di continuare per enigmi. Ti ho fatto una domanda, chi sei? > disse Kloe.

“ Va bene, ragazza impaziente. Un tempo mi chiamavano Sibilla cumana. In principio ero una ragazza qualunque della quale il Dio Apollo si infatuò. Il Dio mi offrì qualsiasi cosa desiderassi a patto che diventassi una sua sacerdotessa. Tentata dal poter avere tutto chiesi al Dio il dono dell'immortalità. Tuttavia abbagliata dalla possibilità di diventare immortale mi dimenticai di chiedere l'eterna giovinezza. Più il tempo passava, più il mio corpo si faceva sempre più piccolo e consunto finchè non scomparve del tutto e di me rimase solo la voce che puoi udire”.

A quel racconto Kloe rimase estereffatta. Ottenere il dono dell'immortalità per infine essere solo l'essenza di se stessa senza poter essere vista da nessuno le sembrava una tortura eterna.

< Mi spiace molto per ciò che ti è successo. Tuttavia se conosci Esiodo ti chiedo di dirmi dove trovarlo o se sai qualcosa che mi riguarda ti chiedo di rivelarmelo > affermò Kloe.

"Posso solo indicarti la via da percorrere ma devi esser tu a trovare ciò che cerchi".

L'aria si fece fredda, nuvole scure coprirono il cielo. Scariche elettriche si addensarono all'interno delle nubi. Kloe osservava impassibile ciò che le stava succedendo intorno.

In quel preciso momento comparvero I Cavalieri.

< Cosa sta succedendo ? > chiese Mu.

La ragazza stava per raccontare della voce quando dinnanzi a loro si aprì uno scuarcio dimensionale. Al principio era una linea fluorescente a mezzaria. All'argandosi poco a poco comparve un antro roccioso.

“ E' tempo di iniziare il viaggio “ disse la Sibilla.

< Chi è? Dove sei? > chiese Saga.

“ Sono dinnanzi a te, in tutto ciò che ti circonda" rispose.

Il Cavaliere si era messo sulla divensiva quando Kloe prese la parola.

< Rilassati Saga, non è un nemico. E' un'immortale come Esiodo, ha detto che ci saranno prove da superare e a quanto pare la prima è proprio dinnanzi a noi >.

Tutti fissavano l'antro roccioso. Fino a quel momento, nonostante avessero cercato un segno utilizzando le loro capacità, non avevano trovato nulla.

Non vi era altra scelta che proseguire.

< Kloe, tu starai tra me e Shaka > disse Mu.

I quattro si addentrarono nell'antro roccioso in attesa di scoprire quale fato li attendesse.


(1) cit. Omero
N.d.A: Ecco un nuovo capitolo! Ringrazio chi continua a seguire la mia storia. Come sempre spero mi facciate sapere le vostre opinioni! A presto!!

 

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Capitolo 18
*** Verso l'abisso ***


All’interno dell’antro la prima cosa che provarono fu un caldo tremendo. L’aria malsana era asfissiante . Le pareti erano cinte da fiochi fuochi che, tremolanti, al passaggio dei Cavalieri si spensero del tutto. Un buio tetro li circondava. Camminavano a fatica sul fondo di roccia irregolare. Più si addentravano, più sentivano i loro corpi farsi pesanti.

< Non possiamo procedere alla cieca verso l’ignoto > disse Kloe. I Cavalieri procedevano guardinghi pronti a scattare alla minima percezione di pericolo.

A un certo punto la terra tremò, si aprì un enorme varco sotto i loro piedi e, precipitando, furono inghiottiti dalle tenebre.

Si ritrovarono in una radura attraversata da un fiume tetro e circondata da una folta selva. Gli alberi avevano arbusti così spessi e contorti che il cielo era impenetrabile. Il fiume era putrido e maleodorante.

Kloe era riversa a terra, precipitando era atterrata supina sbattendo la testa. Mu si avvicinò a lei per assicurarsi che stesse bene. Ridestandosi chiede < che è successo? Dove siamo? >.

Una fitta nebbia avvolgeva il luogo tetro scandito solo di lamenti. Delle sagome si acquattavano nelle tenebre: fantasmi, volti sfigurati fatti di nebbia, ombre ingobbite. Vecchie ossa si trascinavano nel fango, aggrovigliandosi ad altre ossa formando dei disegni del tutto casuali.

Dinnanzi a quelle immagini raccapriccianti Kloe sentì un brivido percorrerle tutta la schiena < immagino che non ci troviamo più a Delphi > disse.

< Siamo nell'intramondo > esordì Saga poi proseguì < è ogni luogo e nessun luogo. Si trova tra il nostro regno e il regno dei morti>.

< Ora si che è tutto molto più chiaro! Cosa diavolo… mica stiamo ripercorrendo la discesa agli inferi di Enea! > sbottò la ragazza.

A quelle parole Saga si innervosì. Non sopportava proprio le affermazioni di quella ragazza di cui non capiva il senso. < Ora sta un po’ zitta! Continui a dire cose senza senso. Poiché non sei di alcuna utilità, almeno facci la cortesia di non farci perdere tempo ascoltando le tue stramberie! > disse.

A quelle parole Kloe non ci vide più dalla rabbia. Ne aveva abbastanza! Scattò fulminea verso di lui intenzionata a dirgliene quattro, ma fu placcata magistralmente da Mu. < calma Kloe,e tu Saga smettila di provocarla. La situazione non è delle più piacevoli e non possiamo permetterci di litigare tra noi > concluse.

Saga non fece molto caso alle parole del Cavaliere dell’Ariete. Non era il tipo da farsi dire cosa poteva o non poteva fare. Diede le spalle ai suoi compagni e iniziò a scrutare l’orizzonte.

D’altro canto Kloe che ne stava cominciando ad avere abbastanza di tutta quella situazione si divincolò dalla stretta di Mu.

Nel contempo le immagini che si palesavano si fecero ancora più raccapriccianti.

Comparvero dei villaggi fantasmi sembravano antichi, molto antichi. Si potevano scorgere capanne fatte di fumo scintillante. Comparvero vasti templi che crollavano e si ricostruivano all’infinito. Ovunque gli spettri si voltarono a guardare nella loro direzione. Le ombre sembravano chiamarli supplicanti.

< Gli smarriti e i confusi > sentenziò Shaka. < Spiriti che non hanno mai trovato la strada per il tribunale del giudizio >.

< Discorsi inutili dobbiamo proseguire > intervenne Saga.

Kloe che era indispettita dall’atteggiamento del Cavaliere si diresse verso una radura, ma dopo pochi passi il terreno franò sotto i suoi piedi. Si ritrovò impantanata in una melma densa e maleodorante che lentamente la risucchiava verso il fondo. Imprecando cercava di divincolarsi, ma più si muoveva e più sprofondava rapidamente nelle sabbie mobili.

< Cerca di non agitarti o affonderai più velocemente > le disse Shaka.

< Facile a dirsi, continuo a sprofondare, aiutatemi ad uscire! > gli rispose. Nella sua voce l’isteria e la disperazione di chi si trova in trappola. Si sentiva soffocare man mano che la melma la inghiottiva.

Shaka si appoggiò su una sporgenza rocciosa poco distante dal punto in cui Kloe stava affondando.

Si sedette in posizione meditativa. Cinse le mani al petto e concentrò il suo cosmo in direzione della ragazza, la quale si sentì cingere da una forte energia. Quest’ultima infondeva nella ragazza una profonda quiete. Le sembrò che tutti i pensieri e le afflizioni di quei giorni fossero scomparsi. Avvolta dal cosmo del cavaliere iniziò la risalita per uscire da quella melma infernale. Il Cavaliere la adagiò a fianco di Mu. Kloe era completamente ricoperta di melma maleodorante. Si sentiva terribilmente in imbarazzo. Stava per proferire parola quando Saga le si avventò contro < tu ragazzina!!> gridò puntandole il dito al petto < ti avevamo detto di camminare tra Mu e Shaka, questo non è un gioco! > ribadì,

Kloe era imbarazzata per la situazione che aveva creato però non le andava proprio giù di essere trattata a quel modo.

Facendo un profondo respiro disse < mi dispiace >…< Però tu devi smetterla di trattarmi così! Sono io quella che si è ritrovata catapultata in un mondo che non è il suo!! Facevo una vita normalissima prima di tutta questa pazzia!! > gridò. Aveva quasi le lacrime agli occhi. Non era dolore il suo, ma una profonda esasperazione. Si sentiva esplodere. Voleva prendere Saga a ceffoni!

In quel preciso momento si frappose tra di loro Shaka che era ancora cinto dal suo cosmo pacato e tranquillo. < Smettila Saga, il tuo comportamento è inopportuno > lo canzonò. < Come ti ha detto prima Mu non è opportuno litigare tra di noi. Il Gran Sacerdote ci ha affidato una missione. Nemici a noi sconosciuti hanno attaccato il Santuario. E questo come ben sai è un fatto gravissimo. Dobbiamo continuare e trovare le risposte che cerchiamo > concluse.

Saga non proferì parola. Aveva il volto rosso dalla rabbia, ma decise di non proseguire oltre nella discussione sapendo che sarebbe stato inutile. Quindi ingoiando tutto il suo orgoglio si voltò allontanandosi.

Shaka si girò verso Kloe e le disse < capisco i tuoi sentimenti, ma devi fare ciò che ti diciamo. Non dare peso alle parole di Saga, tra tutti i Cavalieri il suo è uno degli animi più focosi >.

Kloe fece un cenno di assenso. Poi cercò di togliersi la melma che ormai si era pseudo solidificata di dosso e i quattro ripresero il cammino.

Camminavano uno a fianco all’altro senza proferire parola. Più si addentravano più sembrava che venissero respinti da forti venti che rendevano faticoso qualsiasi movimento.

Attorno a loro gli spettri li circondavano. Più avanzavano in mezzo in mezzo a loro più kloe fu invasa da una profonda tristezza.

Entrarono in un fitto banco di nebbia causa della quale la visibilità era pari a zero. Fecero pochi passi all’interno del banco nebbioso che un forte vento calò su di loro e la nebbia, così com’era comparsa all’improvviso, si dissolse del tutto. Dinanzi a loro il paesaggio era mutato notevolmente. Si ergevano due alti promontori rocciosi che formavano una sorta di corridoio naturale. In cima ai promontori si potevano intravedere quelli che sembravano resti e rovine di antichi templi.

Continuarono il loro viaggio verso una meta del tutto sconosciuta.

Improvvisamente enormi rocce e pilastri spezzati crollarono al loro passaggio dal promontorio. Mu afferrò Kloe e insieme agli altri cavalieri fecero un balzo all’indietro per non rimanere sotto le maceria.

< Consegnatemi la ragazza > tuonò una voce minacciosa.

In lontananza, all’estremità opposta del passaggio, una figura gigantesca emerse dalla terra. Era enorme dal petto nudo si poteva intravedere una cintura di pelle attorno alla vita ornata da teste di demoni mozzate. Gli occhi erano dorati e le mani sembravano degli artigli affilati. La bocca era sporca di sangue. con un espressione minacciosa carica di risentimento emise Un ruggito violento che echeggiò per tutta la radura.

I Cavalieri si misero in posizione difensiva, mentre Kloe tra le braccia di Mu, rimase attonita dinanzi a quella vista.

< Chi sei essere immondo ? > tuonò Saga.

< Io sono Keihros, il massacratore di anime > disse l’essere con un sogghigno tetro. Dopodiché in un lampo si ritrovò dinanazi a Saga cercando di colpirlo con i suoi artigli affilati. Saga evitò il colpo.

< Pensi di potermi battere? > disse con un sorriso sprezzante.

< Vi ucciderò ancora prima di un battito di ciglia > disse l’essere sputando a terra in segno di disprezzo. Lanciò un’altra offensiva. Questa volta Saga gli andò in contro. L’essere tentò nuovamente di colpirlo con gli artigli, ma Saga parò il colpo cingendogli il braccio. Emanando il cosmo l’essere emise una forte scarica elettrica che si propagò all’interno del corpo di Saga che tuttavia non mollò la presa. Era troppo orgoglioso per ammettere di essersi fatto cogliere di sorpresa, quindi bruciando il suo cosmo colpì Keihros con tutta la sua forza. Cadde a terra. Era troppo insignificante per utilizzare una delle sue tecniche speciali così il Cavaliere di Gemini decise di ucciderlo a mani nude. Gli cinse il collo così forte che la trachea esplose. Ne fuoriuscì un liquido nerastro e nauseabondo. Il volto deformato in un’espressione di dolore, ma gli occhi erano ancora ancora impregnati di odio e di disprezzo.

Prima di spirare riuscì a dire sogghignando < presto il vostro mondo soccomberà …> .

< Se tutti I nemici che dobbiamo affrontare sono così deboli, sarà una passeggiata! > esordì Saga.

Shaka e Mu lo guardavano in silenzio. Sapevano che il loro compagno d'arme era spavaldo e poco riflessivo. Non sapevano ancora chi avrebbero dovuto affrontare.

< Non dobbiamo abbassare la guardia, non sappiamo con chi abbiamo a che fare > disse Mu in tono pacato.

Kloe nel frattempo, disgustata dalla vista di tutto quel sangue si era allontanata per prendere fiato.

Improvvisamente conparve una luce abbagliante alle sue spalle dalla quale ne uscì un uomo alto dal volto scavato. Aveva I capelli corti con una frangetta sulla fronte. Erano grigi come la barba. Era avvolto da un chitone, una lunga tunica bianca cucita su un lato e fermata sulle spalle da una spilla.

Kloe si voltò di scatto sentendo qualcuno alle sue spalle. L'uomo le sorrideva. Kloe ebbe il tempo di fissarlo un attimo negli occhi auzzurri quando fu colpita al collo. Kloe cadde tra le braccia del nuovo arrivato. Aveva perso I sensi.

I Cavalieri si voltarono in direzione della ragazza. Accadde tutto troppo in fretta. Kloe era già tra le braccia del misterioso uomo.

Non potevano sferrare attacchi perchè avrebbero ferito anche la ragazza.

< Fermo !!!!> tuonò Shaka. < Lasciala andare!!! > continuò Mu.

L'uomo continuava a sorridere.

< Cavalieri di Athena, passano I secoli, ma siete sempre pronti a scendere in campo in difesa dell'umanità !!Non importa I sacrifici a cui siate sottoposti, alle sofferenze che dobbiate subire. Combattete sempre in nome della pace e della giustizia sulla terra > disse.

< Chi sei ? > chiese Saga.

Ma così come l'uomo era comparso all'improvviso svanì nella luce portandosi con sè Kloe.


N.d.A. : Buongiorno!! Vi posto un nuovo capitolo. Spero mi facciate sapere le vostre opinioni!!

 

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Capitolo 19
*** L'inizio del viaggio ***


Kloe si svegliò di soprassalto. Cercò di alzarsi, ma aveva la testa indolenzita. Improvvisamente ricordò che un uomo comparso dal nulla l'aveva colpita.

< Finalmente ti sei svegliata > disse qualcuno alle sue spalle.

Kloe si voltò di scatto in direzione della voce.

< Chi sei? > chiese mentre a fatica cercava di rimettersi in piedi.

< Sono colui che stavate cercando > riferì l'uomo. < Sono Esiodo, benedetto dal Dio Apollo con il dono dell'immortalità e custode della sua immensa conoscienza> concluse.

< Esiodo? Perchè mi hai colpita e dove sono? Dove sono I Cavalieri? > chiese Kloe.

< Non temere stanno bene. Li ho lasciati nell'intramondo. Ti ricongiungerai con loro quando sarà il momento. > Le rispose Esiodo.

Kloe ascoltava le parole del suo interlocutore. Aveva una voce calma e pacata. Sentiva che poteva fidarsi dell'uomo che aveva davanti.

< Dimmi quello che sai. Perchè sono qui, chi sono Moros, Erebo e Notte e perchè ce l'hanno con me? Voglio solo tornare a casa! > esclamò Kloe tutto dun fiato.

< Casa. Una parola così semplice eppure così carica di significato. Dimmi, cos'è la “casa” secondo te? L'orfanotrofio dove sei cresciuta, il luogo dove lavori, la tua città > disse Esiodo.

Kloe ascoltava le sue parole chiedendosi come facesse a sapere che fosse cresciuta in un orfanotrofio.

< Come fai a sapere queste cose? Voglio tornare a casa, il luogo da cui provengo. Non intendo perdermi in discorsi filosofici. Se sai come farmi tornare dimmelo!! > concluse.

L'uomo la guardava con tenerezza.

< Mia cara fanciulla, tutte le risposte che cerchi sono celate nella tua memoria. Devi solo ricordare > disse Esiodo.

< Basta con questa storia!!! Ricordare che cosa si può sapere?? Non devo ricordare proprio nulla!! sono una ragazza noramle, una vita normale. Ora dimmi quello che sai!! > urlò la ragazza esasperata da tutta quella situazione.

Esiodo, che aveva mantenuto il sorriso sulle labbra nel vedere quella fanciulla smarrita che le faceva tenerezza, alzò una mano e facendola roteare in mezzo all'aria comparve un apertura nello spazio avvolta da una luce color oro.

< Le risposte che cerchi sono tutte dentro di te. È tempo di iniziare il tuo viaggio. Per aiutarti nel tuo cammino ti lascio uno dei miei manoscritti > le disse per poi scomparire nel varco che aveva creato.

Kloe cercò di correre nella direzione di Esiodo, ma ilvarco si richiuse prima che potesse raggiungerlo.al suo posto trovò un libro. Era spesso e antico.

La ragazza era attonita, si ritrovava chissà dove, da sola e l'uomo che avrebbe dovuto aiutarla era appena scomparso. Le uniche parole che le aveva detto erano quelle di ricordare.

< Ricordare CHE COSAAA?> urlò con tutto il fiato che aveva nel corpo.

Dopo lo sfogo cercò di calmarsi. Agitarsi non avrebbe portato a nulla. Doveva mantenere I nervi saldi. Fece un profondo respiro e si guardò attorno. Si trovava all'interno di un edificio. La stanza era quadrata. In ognuna delle pareti si apriva un varco. Si potevano intravedere dei corridoi bui. Se voleva uscire da quella situazione doveva andare avanti. Esiodo le aveva detto che doveva ricordare. Ma che cosa? Non le importava, doveva andare avanti. Kloe studiò I varchi che aveva davanti. Sicuramente uno di quelli l'avrebbe condotta all'uscita. Il problema era decidere. Raccolse il libro dal pavimento. La scritta sulla copertina era in greco antico.

< Fantastico! > esclamò. < Come diavolo può aiutarmi un libro scritto in una lingua che non conosco > concluse.

Si sedette sulle ginocchia con il libro sulle gambe. Trasse un profondo respiro.

Cercò di rilassarsi e chiuse gli occhi.

< Ricorda chi sei...> disse una voce che Kloe riconobbe come quella di Esodo.

Kloe si alzò in piedi decisa più che mai a trovare le risposte che cercava.
Osservò nuovamente I varchi che la circondavano. Si concentrò. Decise di prendere il varco sulla sua sinistra.Si avvicinò e oltrepassò la soglia buia sperango che l'istinto le avesse suggerito la strada giusta da percorrere.

…...................................................................
Nel frattempo I Cavalieri non si davano pace per la scomparsa di Kloe.

sbraitò Saga. Era furioso, non solo la ragazza gli aveva fatto perdere tempo, ora era addirittura stata rapita. Dovevano quindi mettere da parte la missione per salvarla.

< Ora calmati Saga > esordì Shaka. < chiunque sia l'uomo che la presa con sé, non ho avvertito nessun'aurea malvagia. Non credo che la ragazza sia in pericolo >. concluse.

disse Mu ai suoi compagni.

< L'unica cosa da fare è andare avanti, troveremo le risposte che cerchiamo. Sono convinto che troveremo Kloe lungo il cammino > affermò Shaka.

Saga che nel frattempo aveva ripreso padronanza di sé disse < va bene, proseguiamo >. In quel preciso momento un lampo di luce li abbagliò. Era intensa, durò una manciata di secondi. Quando scomparve dinanzi a loro si trovava un enorme portone di ferro battuto. Era molto antico. I Cavalieri si avvicinarono. Quando si trovarono dinanzi alla porta, sentirono I battenti muoversi sui cardini facendo un rumore metallico. La porta si spalancò dinnanzi a loro.
Saga fu il primo a muiversi in direzione dell'apetura.

< Aspetta, potrebbe essere una trappola > disse Mu.

< Può darsi, ma non possiamo indugiare. Mi sembra che qualcuno sti muovendo I fili della situazione in cui ci troviamo. E di certo non intendo tirarmi indietro. Lo troverò e lo affronterò > concluse il Cavaliere di Gemini.
I tre oltrepassarono la soglia tetra. L'aria era soffocante e non si intravedeva uno spiraglio di luce.
Camminarono in silenzio per una decina di metri con le orecchie ben tese a ogni minimo rumore. Essendo il corridoio completamente al buio dovevano usare gli altri sensi.
A un certo punto sentirono un forte boato. I cavalieri si arrestarono e si misero sulla difeniva.
Il tonfo si ripetè scuotendo il terreno.
In lontananza un' ombra scura si muoveva molto velocemente in direzione dei Cavalieri.
< Finalmente ci incontriamo, sarà un vero piacere uccidervi > disse.

I Cavalieri intravidero un bagliore. Era l'essere che espandeva il suo cosmo. Fiamme color violaceo si abbatterono sui Cavalieri, che prontamente le schivarono.

< Che modi sono questi > esordi Saga con il suo solito fare sprezzante. < Prima di attaccare qualcuno sarebbe bene presentarsi > concluse.
Il nuovo nemico si avvicinò ai Cavalieri. Era una donna dall'aspetto bellissimo, con capelli lunghi color ambra.
A quella vista I Cavalieri parvero confusi. Non si aspettavano che il nuovo nemico avesse un aspetto così sensuale.
La donna notò subito che I Cavalieri avevano qualche tentennamento nell'attaccarla e sferrò su di loro tutta la sua furia. Espandendo il suo cosmo, comparvero sulla sua schiena tre ali molto sottili le cui estremità erano caratterizzate da artigli. Facendo uno scatto fulmineo si avvicinò a Mu. Lo afferrò alla gola con I suoi artigli. Entrambi furono avvolti dal cosmo della donna e l'ariete si ritrovò paralizzato.

< Ma che...non riesco a muovermi...> disse Mu.

< Ahahahaha I miei artigli secrernano un potente veleno che paralizza le mie vittime, in modo tale da potermele gustare molto lentamente > disse la donna mentre stava per azzannare Mu.
In quel preciso istante tuttavia, Shaka concentrò tutto il suo cosmo e si avvicino alla donna nelle manie scagliò contro il nemico il colpo. La donna, si voltò di scatto allentando la morsa su mu che riuscì così ad alzare il christal wall pochi istanti prima che la donna fosse investita in pieno e sbalzata lontana.
Scaraventata contro una parete cadde riversa a terra.
Rialandosi esclamò < Cavalieri di athena, che voi siate dannati!!! >.

Saga e Shaka soccorsero Mu che nel frattempo stava riacquistando le forze.
< Stai bene ?> chiese Shaka al compagno.
Il Cavaliere dell'Ariete annuì, poi pose le mani nel punto in cui la donna lo aveva afferrato e con il suo cosmo si lacerò la carne in modo tale da far fuoriuscire il veleno.

< Ti abbiamo chiesto chi sei. Non hai speranze contro di noi. Se ti ritiri vivrai > disse Shaka alla donna.

< Ritirarmi...mai!!!Ucciderò voi, Athena e tutti gli Déi Olimpici. Che siate tutti maledetti!!!> poi ricomponendosi continuò < sono Lamia e vi ucciderò tutti!!!>
A quella rivelazione i Cavalieri si guardarono perplessi. < Lamia, la figlia di Belo... > disse il Cavaliere di Virgo.
< Tu la conosci? > chiese Saga al compagno.
< Si narra che era una delle donne più belle del suo tempo. Regina della libia. La sua bellezza attirò le attenzioni di Zeus che se ne innamorò. I due ebbero diversi figli. Tuttavia Era furibonda per il tradimento del marito uccise tutti I figli che il consorte ebbe con Lamia. Quest'ultima impazita dal dolore subì una profonda mutamorfosi nel corpo e nello spirito. Diventò un mostruoso essere mutaforma capace di trasformarsi in un animale o in una donna bellissima in grado di attirare bambini e uomini che erano alla base della sua dieta. Si narra che bevesse tutto il loro sangue > concluseVirgo.

< Dunque conosci la mia storia > disse Lamia. < Quel maledetto Zeus!!! Non ha mosso un dito quando Era ha ucciso tutti inostri figli!! Che sia dannato!!! Ma presto avrò la mia vendetta. Tra poco il nostro signore risorgerà e distruggerà tutti gli Déi Olimpici!!>.
Detto ciò concentro contro i Cavalieri tutta la sua furia.

Virgo, Saga e Mu furono avvolti da una sfera violacea. L'intento di Lamia era quello di intrappolare gli avversari e cibarsene in un secondo momento. Tuttavia dall'interno della sfera i Cavalieri espansero il loro cosmo. La sfera violacea si disintegrò.

< Ritirati o verrai annientata > gli intimò un'ultima volta Mu.
Lamia sapeva che per lei non ci sarebbe stata nessuna speranza, ma la voglia di vendetta era tale che non gliene importava. Uccidere i Cavalieri della figlia prediletta di Zeus le avrebbe dato una soddisfazione immensa. L'odio l'accecava. Si scagliò contro di loro. Shaka si sedette in posizione meditativa, congiunse le mani e lanciò contro l'avversario l'abbandono dell'oriente. Lamia fu travolta dal colpo del Cavaliere. Fu sbalzata in aria per poi cadere esanime sul pavimento.

I Cavalieri si avvicinarono al corpo senza vita della donna.
< Che tu possa trovare pace > esclamò Virgo.
< Dobbiamo trovare Esiodo al più presto e farci dare una spiegazione di ciò che sta accadendo > disse Mu.
< Una guerra è alle porte > esordì Saga con voce riflessiva.
I Cavalieri sapevano che la situazione non avrebbe fatto altro che peggiorare. Dovevano trovare le risposte che cercavano il più presto possibile.

N.d.A. Buongiorno a tutti!! Vi posto un nuovo capitolo. Spero la storia vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate, sarebbe importante!!

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Capitolo 20
*** Memorie dal passato ***


Kloe iniziò a percorrere il corridoio. Sembrava scavato nella pietra. Era molto stretto e alto. Camminò percirca dieci minuti. Attorno a lei il silenzio e il buio tetro. Arrivò infine a un bivio.
< E ora da che parte vado? > si chiese sconsolata. In mano teneva ancora il libro di Esiodo.
< Che tu sia maledeettooooo, che cavolo me ne faccio di un libro che non riesco nemmeno a leggere? > urlò e scaraventò il libro a terra. Tuttavia dalle sua mani fuoriscì una specie di scarica energetica, simile a quella che aveva usato contro Atreo e Tieste.
< Ma che diavolo....> disse Kloe mentre si guardava le mani confusa.
Riprese il libro da terra il quale fu avvolto dall'energia di Kloe.
Il titolo del libro in greco antico ora apparve chiaro agli occhi della ragazza.
< Le opere e I giorni > lesse a voce alta.
In quel preciso momento, come se prendesse vita, avvolto dall'aurea della ragazza l'opera di Esiodo si alzò in area e fluttuando si collocò dinanzi al varco destro. Era come se gli stesse indicando la via.
Kloe comprese che qualcosa si era messo in moto e decise di seguire la strada che Esiodo gli stava indicando. Prese il libro tra le mani ed entrò nel nuovo corridoio che era ancora più angusto del precedente.
Percorse una cinquantina di metri fino ad arrivare dinanzi ad una porta chiusa.
Sopra la porta vi era collocata una parola scolpita in bassorilievo Chrysòs.
< E adesso? > si chiese.
Provò ad aprire la porta spingendola, tirando calci, ma risultò tutto inutile.
Decise allora di aprire il libro, < ma che diamine....nn c'èscritto nulla!! com'èpossibile? > esclamò.
Sfogliandolo si accorse che tutte le pagine erano bianche.
Provò a concentrarsi. Se era riuscita e emanare energia per ben due volte poteva riuscirci nuovamente. Tuttavia non successe nulla. Esausta per tutta quella situazione decise di sedersi a riposare. Si appoggiò alla porta e cercò di sgombrare lamente. Si rilassò.

Nella sua testa comparvero delle immagini. Vide una vallata feconda e rigogliosa. Era abitati da uomini e donne. Felici, ridevano e danzavano a festa. Kloe aprì di scatto gli occhi. < Ma cosa....> disse. Sentì tra le sue mani il libro vibrare. Si aprì sulle prime pagine. Dinanzi a lei comparve una scritta, sembrava come se la storia si stesse plasmando dinanzi ai suoi occhi :

Vissero sotto Crono, che era sovrano del cielo: vivean di Numi al pari, con l'animo senza cordoglio, senza fatica, senza dolor; ne su loro incombeva la sconsolata vecchiaia; ma forti di piedi e di mani, scevri di tutti i mali, passavano il tempo in conviti, morian come irretiti dal sonno” lesse a voce alta.
Di scatto si alzò in piedi era come se stesse ricordando qualcosa. Posta dinanzi alla porta lesse la parola che la sovrastava. < Chrysòs, Chrysòs, oro, oro....mi sembra di ricordare qualcosa... chrysòs significa...significa....> disse a voce alta. < Ma certo!! L'età dell'oro!!! > concluse. Mentre pronunciava queste parole fu percorsa da un'energia aurea. La porta parve rispondere all'emanazione di Kloe e si aprì. La ragazza fu abbagliata da una luce accecante. Decise di oltrepassare la soglia.

Ciò che vide la sbalordì. Dinnanzi a lei si ergeva un immensa vallata verde, ricca di fiori ed alberi da frutta. Si addentò nella valle. Poteva scorgere uomini e donne che vivevano la loro vita tranquilla. Si avvicinò a loro nel tentativo di parlargli,ma si rese conto che questi non potevano vederla.
Iniziava a ricordare qualcosa...

Gli uomini che erano stati creati dagli Dèi, vivevano al tempo di Crono. Era l'età dell'oro, e il mondo era avvolto da un'eterna primavera. La terra produceva spontaneamente i suoi frutti, senza alcun bisogno di essere lavorata. i campi erano pieni di spighe, e fiumi erano formati da latte e nettare.

Come gli Dèi, gli uomini trascorrevano la loro vita liberi da angosce, lontani dalla fatica e dalla povertà. Trascorrevano il loro tempo tra svaghi e danze, in serena allegria.

Caratterizzati da lealtà e onore non conoscevano né guerre né ingiustizie.

Caratterizzati da un'eterna gioventù non conoscevano l'angustia della vecchiaia. Quando giungeva per essi la fine della loro esistenza, semplicemente si addormentavano senza dolori o sofferene.

Tuttavia quando Crono fu deposto dal figlio anche i primi uomini furono nascosti sotto la terra. Divennero i daímones chrysoí: spiriti terrestri, custodi degli uomini mortali e instancabili osservatori delle loro opere, giuste e ingiuste.

Tutto ciò venne alla mente di Kloe senza nessuno svorzo. < Tutte queste informazioni erano racchiuse nella mia menoria, com'è possibile? Eppure a scuola queste cose non le ho mai studiate > si chiese con fare interrogativo. Mentre rifletteva la valle, gli uomini e tutte le immagini davanti a lei scomparvero. Kloe si ritrovò nuovamente nel corridoio stretto ed angusto che aveva imboccato.

Il libro che teneva tra le mani si alzò in aria come aveva fatto precedentemente e iniziò a condurre la ragazza attraverso il corridoio.

Mentre camminava, Kloe avvertiva che qualcosa stava cambiando dentro di lei. Era come se stesse prendendo consapovelozza di sé per la prima volta, tuttavia aumentava anche la sua inquetudine.

Si ritrovò nuovamente dinnanzi a una porta.Sopra vi era collocata una parola scolpita in bassorilievo con la parola asìmi.

La ragazza la fissò  e immediatamente ne capì il significato. Prese il libro tra le mani e lo svogliò.

"Vissero sotto Zeus no forma avean essi, no mente:ma ben cento anni il bimbo, vicino alla tenera madre, pargoleggiando restava, balordo, stoltissimo, in casa. Cresciuti che eran poi, raggiunta l'età più fiorente, viveano breve tempo, crucciati di gravi dolori, per la stoltezza loro..."

La ragazza alzò nuovamente il viso per fissare la parola scolpita e istintivamente pronnciò . La porta si spalancò La ragazza entrò.

Di nuovo si trovò dinanzi una vallata, meno rigogliosa della precedente. Gli uomini dinanzi a lei erano meno felici e spensierati. Tutto si palesò nella sua mente.

Quando il mondo passò sotto il dominio di Zeus, iniziò per gli uomini, creati da quest'ultimo una nuova era, l'età dell'argento. Il re degli Déi creò le quattro stagioni.

In questa età gli uomini dovettero iniziare a costruire ripari per proteggersi dalle intemperie della natura. La terra iniziò ad essere coltivata in modo tale che potesse dare i frutti necessari a sfamare gli esseri umani che rimanevano bambini per cento anni, vivendo in casa accanto alle madri. Tuttavia quando diventavano adultila loro vita era assai effimera tormentata dalle passioni umane, gelosie e tormenti. Le ingiustizie e le guerre erano quotidiane. Incuranti degli Déi trascuravano di officiare i riti e venerarli. Adirato Zeùs li gettò sottoterra trasformandoli nei daímones argyroí, ovvero i demoni degli inferi.

Ricordati gli avvenimenti di questa nuova era, com'era accaduto in precedenza, le immagini che la circondavano si dissolsero.

Di nuovo nel corridoio era determinata più che mai ad andare fino in fondo. Sentiva che le risposte ai suoi interrogativi erano vicine.

Camminava con passo deciso verso la nuova destinazione. Dentro di lei l'angoscia aumentava come se una terribile verità stava per essere svelata.

Come precedentemente arrivò davanti ad una porta sopra la quale era scolpita la parola broùntzos.

Aprì nuovamente il libro di Esiodo e lesse "essi avean, di pianto feconde, e le ingiurie. Non pane era il lor cibo: il cuore feroce, nel sen, di damante: informi: aveano immane vigore: indomabili mani su le gagliarde membra sporgevan dagli omeri: le armi avean tutte di bronzo, costrutte di bronzo le case < questa è l'età del bronzo > concluse. La porta si aprì.

Kloe si ritrovò dinnanzi una scena raccapricciante, uguale alle visioni che aveva avuto durante la battaglia con Atreo e Tieste. La terra era arsa, fiamme e macerie la ricoprivano. Gli uomini erano sanguinanti e i loro volti esprimevano tutta la loro disperazione.

In quest'epoca Zeus creò un'altra stirpe di uomini. Quest'era fu terribilmente violenta, caratterizzata da guerre sanguinose. Gli uomini avevano imparato a forgiare il bronzo con cui costruivano le loro armi. Nel petto avevano una pietra al posto del cuore. Dotati di grande forza erano slanciati e possenti. In quest'epoca erano tutti uomini e le uniche donne che conoscevano erano le ninfee.

Dinannzi a lei comparve una fanciulla dai capelli lunghi e lo sguardo triste. Le due si contemplarono per qualche secondo. < Pandora... > affermò Kloe che inconsciamente sentiva di essere legata a lei. Pandora non disse una parola, diede le spalle a Kloe e si incamminò verso i ruderi di un tempio. L'interno era buio. Kloe continuò a seguire pandora verso il centro dell'edificio ove l'altare era l'unica cosa ad essere ancora in piedi. Sopra di esso vi era collocata un anfora bianca, con due maniglie ai lati. Pandora indicò a kloe l'anfora e quest'ultima di avvicinò. Vide che sopra all'anfora vi erano collocati dei sigilli posti da Zeus. Kloe non riusciva a capire cosa significasse tutto ciò. Si girò verso Pandora, voleva chiederle spiegazioni, ma nn fece in tempo poiché tutto intorno a lei iniziò a dissolversi. L'unica cosa che rimase fu l'altare e l'anfora.


N.d.A. Buongiorno a tutti! Ecco a voi un nuovo capitolo. Ovviamente le citazioni (in corsivo) non mi appartengono. "Le opere e i giorni " è un poema scritto da Esiodo. Tra i siti consultati segnalo bifrost. Spero la storia vi piaccia. Vi invito a farmi sapere le vostre opinioni, i feedback sono molto importanti.

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Capitolo 21
*** Consapevolezza ***


< Hai percorso il tuo cammino, e hai iniziato a ricordare il passato, ma ora è tempo di riscoprire chi sei > disse una voce alle sue spalle.

Kloe si girò e vide Esiodo che la fissava con il suo sguardo tenero.

< Non riesco a capire... ho ricordato avvenimenti di secoli or sono, ma ancora non so cosa c'entro io e perchè mi sembra di essere legata a Pandora... Ora mi ritrovo dinnanzi all'anfora che Zeus le donò > concluse.

< E questo che cosa ti fa ricordare > le chiese Esiodo.

< Cosa mi fa ricordare...Oh insomma sono stufa! Tutti conoscono il mito di Pandora! > esortì Kloe.

< Bene se conosci il mito allora sai che Prometeo era un Titano giusto e pietoso e provava molta compassione per gli uomini. Per questa ragione, un giorno rubò il fuoco a Zeus visto che voleva cambiare le sorti dell’umanità, ancora primitiva. Zeus, che era il padre di tutti gli Déi, si arrabbiò tantissimo e lo punì. Lo incatenò per sempre a una roccia, condannandolo a essere giornalmente beccato da un’aquila che gli mangiava il fegato. Zeus volle, però, punire anche gli uomini e trovò un modo per farlo senza essere etichettato come un Dio crudele. Ordinò al Dio Vulcano di fabbricare una donna di straordinaria bellezza e chiese a tutti gli Déi di fare un dono alla fanciulla. Chi la omaggiò del coraggio, chi della bellezza, chi delle attitudini ai lavori femminili. Per questo la donna venne chiamata Pandora che appunto vuol dire “tutti i doni”. A queste regalie, Zeus aggiunse anche un vaso chiuso, raccomandandosi di non aprirlo mai. Pandora venne mandata sulla terra e lì conobbe il fratello di Prometeo, Epimèteo, “colui che non prevede”, il quale se ne innamorò subito e volle sposarla. Prometeo cercò in ogni modo di dissuaderlo, esortandolo a diffidare di tutto quello che proveniva da Zeus ma il fratello, impulsivo, sposò ugualmente la fanciulla.
Nonostante fosseproibito  Pandora non riuscì a resistere alla curiosità e aprì il vaso che le era stato regalato. A quel punto uscirono tutti i mali del mondo che si sparsero su tutta la terra e così iniziarono i problemi per gli uomini quali la malattia, la morte, l’inganno, la delusione, la miseria e la violenza > concluse Esiodo. Poi si avvicinò alla ragazza.
Nel frattempo l'anfora posta sopra all'altare iniziò a sprigionare energia. Era un'energia azzurrognola, calda che suscitava in Kloe una certa serenità. Si sentì percorrere il corpo da scariche elettriche, che fuoriscite da lei si andavano a fondere con l'energia sprigionata dall'anfora creando così una sorta di spirale energetica che circondava ora non solo l'anfora, ma anche l'altare.

< E' tempo di compiere l'ultimo passo in modo tale che tu possa riprendere consapevolezza di te stessa > affermò l'immortale.

Kloe era spaventata, ma allo stesso tempo determinata ad arrivare fino in fondo.

Si avvicinò all'altare ed entrò all'interno della spirale energetica. Fu avvolta da tutta quell'energia che la chiamava a sé,. L'anfora iniziò a vibrare violentemente. Kloe l'afferrò con decisione su entrambe le maniglie.

Improvvisamente si  ritrovò all'interno di un enorme palazzo. Ciò che la colpì fu la luce accecante proveniente dall'esterno. Si avvicinò a una grossa apertura posta su una parete dell'enorme stanza, caratterizzata da colonne e un gigantesco trono posto al centro. Ciò che apparve alla sua vista aveva dell'incredibile. Vide un'enorme e lunga scalinata alla cui estremità vi era un enorme piazza. Ma ciò che la meravigliò erano quelle che sembravano nuvole che non solo cingevano la piazza, ma si prolungavano fino all'orizzonte.
La sua attenzione fu richiamata da una voce alle sue spalle.
< Bentornata a casa figlia > disse un uomo dall'aspetto massiccio e muscoloso . Aveva il naso dalle narici larghe, la bocca atteggiata al sorriso con una lunga barba ondulata e i capelli grigi. Indossava una tunica semplice che gli arrivava fin sotto le ginocchia.
Kloe lo osservava con diffidenza.
< Figlia? Mi scusi ma non penso proprio . E poi lei chi sarebbe e dove mi trovo questa volta?> Rispose kloe.

A quelle parole il sorriso dell'uomo divenne più marcato. < Sono passati secoli, ma finalmente sei stata richiamata alla tua terra natia > disse l'uomo. Poi continuò < sono Zeus, padre di tutti gli Déi e tu sei sul monte Olimpo, la mia dimora > concluse.
Ascoltando quelle parole Kloe si ritrovò a bocca aperta. Questo era veramente troppo assurdo per lei. Cercò di raccogliere le idee e rispose < ok, questo è veramente troppo. Primo, gli Déi sono solo mitologia, secondo, se anche fosse vero, e vorrei sottolineare il se, lei avrebbe migliaia di anni e per sua informazione io ne ho solo 20. quindi non credo proprio che sia possibile > concluse. Sinceramente non sapeva più dove sbattere la testa.
L'uomo le si avvicinò, le pose una mano sulla testa e le disse < E' tempo di ricordare chi sei >. poi dalla sua mano fuoriscì una massiccia scarica elettrica. Kloe si sentì la testa bruciare violentemente poi vide delle immagini.
Vide Zeus ordinare ad Efesto la creazione di Pandora. Vide gli Déì che andavano da lei per modellarla con i propri doni. Vide Zeus che creava l'anfora nella quale racchiuse tutti i mali del mondo, ma invece di sigillarla dopo che ebbe finito chiamò a sé qualcuno. Apparve una fanciulla dai lunghi capelli ondulati, indossante una tunica bianca che le lasciava scoperta la spalla destra. Nella mano destra aveva un fiore di melograno e nella sinistra un ramoscello.
Sentì l'uomo parlarle < figlia, ho racchiuso in quest'anfora tutti i mali del mondo. Voglio punire l'umanità per la loro arroganza. Pandora molto presto la aprirà facendoli fuoriuscire, ma poiché l'uomo è una mia creazione desidero fargli dono di qualcos'altro. È per questo, mia cara figlia Elpis che rinchiuderò anche te all'interno dell'anfora, in modo tale che, quando verrà il momento, tu possa rappresentare la speranza della quale sei la personificazione. Sosterrai il genere umano e li aiuterai nelle avversità >.

Dopodichè vide la fanciulla entrare all'interno dell'anfora che fu prontamente sigillata e consegnata a Pandora, la quale successivamente, come aveva previsto Zeus la aprì facendo fuoriuscire tutti i mali del mondo. Tuttavia quando fu il turno di Elpis, Pandora risigillò il vaso, non prima che una parte della sua essenza potesse essere liberata all'esterno >.

Dopo aver visto ciò Kloe aprì gli occhi e vide Zeus posto dinnanzi a lei. < Quando una parte della tua essenza è riuscita a fuorisucire dall'anfora è iniziato un ciclo di metempsicosi dormiente, ovvero ti sei reincarnata più e più volte in diverse epoche e realtà senza mai ricordare chi eri veramente. Ma ora il male si sta per destare e tu sei stata richiamata quale luce per l'umanità. Ma per fare ciò, devi essere completa e risvegliare in te i tuoi ricordi e le tue capacità > detto ciò, nelle mani di Zeus comparve l'anfora che scoperchiò. Appena fu aperta fuoriuscì lo spirito della fanciulla che Kloe aveva visto poco prima la quale entrò nel suo corpo. Una profonda energia la avvolse. Quando la fusione fu completa, finalmente Kloe ricordò tutto. La parte rimasta dentro l'anfora era rimasta in uno stato di semicoscienza in modo tale da richiamare la sua parte mancante non appena fosse giunto il momento.
< Finalmente figlia, sei ridesta > desse Zeus.
Elpis, che finalmente aveva ripreso consapevolezza di sé abbracciò il padre degli Déi. < Padre, molti secoli sono passati, molte vite ho vissuto in questa e nelle altre dimensioni da te create in attesa del momento propizio, del momento in cui il genere umano avrebbe avuto bisogno di una luce per combattere le tenebre. Sono pronta ad assolvere al mio compito e ad aiutare i Cavalieri di Athena nella battaglia che sta per verificarsi. Tuttavia padre non comprendo il motivo per cui sono stata richiamata proprio ora > disse con fare pacato.

Il padre degli Déi le mise una mano sulla spalla < se Caos si ridesta, muoverà guerra a tutto l'Olimpo. Non possiamo permetterlo. Scoprirai le risposte che cerchi percorrendo il tuo viaggio> disse Zeus. < Ora va, figlia e sii la luce che possa guidare il genere umano >.
Detto ciò Elpis fece un profondo inchino e sparì.
< Sii accorta figlia, tu sei la chiave di tutto > disse Zeus.


N.d.A: Eccomi con un nuovo capitolo! Finalmente viene svelata l'identità di Kloe. Fatemi sapere cosa ne pensate. Le vostre opinioni sono molto importanti. 

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Capitolo 22
*** Teogonia ***


Nel frattempo Esiodo che aveva seguito lo scontro dei Cavalieri li attendeva in un'enorme salone stracolmo di libri. Aveva passato secoli a custodire il sapere affidatogli dal Dio Apollo, ma non solo. In quella e in molte altre sale, erano racchiuse il sapere e la conoscenza del genere umano, tomi proveniente dalla biblioteca di Alessandria e da tutte le biblioteche antiche più importanti.

< Il tempo è quasi giunto > disse tra sé e sé

I Cavalieri dopo lo scontro, avevano proseguito lungo un angustio corridoio fino a trovarsi dinnanzi un enorme squarcio dimensionale simile a quello che aveva aperto Sibilla per loro. Saga, che dominava le dimensioni disse < non sento nessuna minaccia all'interno del passaggio >. I tre si fissarono per un istante, poi all'unisono oltrepassarono il varco.

Si ritrovarono in un enorme salone stracolmo di libri.

< Infine ben arrivati Cavalieri di Athena > disse Esiodo con fare amichevole.

< Tuuuu...> disse Saga, riconoscendo in lui l'uomo che aveva portato via Kloe. Dopodiché fece per avvicinarsi a lui quando Shaka lo afferrò saldamente per un braccio. < Calma Saga. Non avverto nessuna minaccia in lui > disse il Cavaliere di Virgo.

< Minaccia o no, ha portato via Kloe...Dove si trova ora la ragazza ? Dicci il tuo nome > gli chiese Mu preoccupato per le sorti della ragazza.

< Calma Cavalieri, vi posso assicurare che la ragazza sta bene. E' stato necessario, doveva intraprendere da sola il viaggio che l'attendeva..in quanto al mio nome sono Esiodo, l'immortale che stavate cercando > concluse.

< Si può sapere cosa significa tutto questo. Perché il viaggio nell'inframondo > chiese Mu.

< Era necessario. Dovevo tastare il vostro cuore prima di poter farvi accedere alla conoscenza affidatami dal Dio > gli rispose.

Saga che nel frattempo fremeva dalla rabbia disse < non abbiamo tempo da perdere in giochetti. Se sai già il motivo per cui siamo qui dicci ciò che vogliamo sapere. E dato che ci sei restituiscici anche la ragazza. Di certo non possiamo tornare dal Gran Sacerdote senza di lei >. Più delle sorti di Kloe era preoccupato da ciò che avrebbe fatto Sion se fossero tornati senza di lei al Grande Tempio.

< Il tuo cuore è carico di ira, mio giovane Cavaliere. Dovrai liberarti da essa se vorrai adempiere fino in fondo ai tuoi compiti > gli disse Esiodo.

A quelle parole Saga non ci vide più Stava per sferrare un colpo contro Esiodo quando l'aria fu pervasa da un aroma molto intenso.

< Quest'odore...ricorda quasi il melograno, ma cosa...> si stava chiedendo Mu quando dinnanzi a loro comparve Kloe. Era sempre la solita ragazza, ma il suo aspetto era più maestoso. Con indosso una tunica bianca che le lasciava scoperta una spalla guardò i Cavalieri e gli sorrise.

< Saga come al solito sei impulsivo > lo canzonò Elpis.

Appena comparve Esiodo le si avvicinò. I due si scambiarono una profonda occhiata. Facendo un profondo inchino Esiodo disse < bentornata mia signora Elpis, E' da lungo tempo che vi attendo >. A quelle parole, la Dea della speranza non poté far altro che esprimere un sorriso malinconico. Anche Esiodo come lei aveva dovuto attendere secoli nella solitudine.

I Cavalieri nel frattempo non stavano capendo più nulla. < Dea della speranza..ma di che diavolo state parlando > chiese Saga.

Elpis si girò verso di loro e gli spiegò tutto ciò che era successo dopo che si furono separati. La riscoperta delle età dell'uomo, Pandora e l'incontro con Zeus.

< Una Dea, questo si che è veramente assurdo > affermò sprezzante Saga. Di certo questa rivelazione non aveva fatto cambiare i sentimenti che il Cavaliere provava per lei.

Invece Shaka e Mu mostrarono subito nei suoi confronti un rispetto reverenziale.

< Perdonate, ma io non riesco comunque a capire > iniziò a dire Shaka. Capisco che Zeus vi abbia voluto donare all'umanità quale luce per combattere le tenebre. Ma cosa c'entrate voi con Moros, Erebo e Notte e perché siete stata richiamata ora. L'umanità ha trascorso molte epoche buie, molte minacce > concluse. Nel profondo del suo cuore anche Elpis si stava chiedendo la stessa cosa. < Ciò che dici è vero. Sinceramente, non so rispondere a questo tuo quesito > affermò la dea con fare dispiaciuto.

< Ohhhh bene, insomma siamo venuti fin qui per niente > esplose Saga furente < E' una Dea, benissimo, ma cosa ce ne facciamo se nemmeno lei sa il motivo per cui è stata ridestata proprio ora per combattere contro questi Déi >.

I suoi compagni stavano per dirgli di placare i suoi bollenti spiriti. In fondo sempre dinnanzi a una Dea si trovavano quando Esiodo prese la parola < posso darvi iole risposte ai vostri quesiti se solo ti placassi un poco nello spirito > disse canzonando il Cavaliere di Gemini.

Esiodo si avvicinò a uno dei suoi scaffali. Tutti i libri erano collocati ordinatamente. Non un grammo di polvere li ricopriva. Prese un enorme tomo e lo aprì

< Questa è la Teogonia. Dettata dal Dio Apollo in persona. Racchiude la vera nascita degli Déi e gli avvenimenti che hanno caratterizzato gli albori della civiltà >. Con tono solenne iniziò a raccontare: < in principio la divinità predominante era il Caos. Non aveva una forma definita, ma rappresentava la forza vitale di tutto l'universo. Caos per primo generò il Destino, potentissimo e inesorabile, a cui tutte le successive divinità erano sottomesse. Caos generò anche Erebo un Dio crudele, padrone delle tenebre, e Notte una Dea misteriosa che avrebbe sussurrato agli uomini consigli nefasti..>

< Queste sono le divinità che ci hanno attaccato > disse Shaka rivolgendosi ai suoi compagni.

Esiodo continuò < Caos generò anche altre divinità tra cui le Parche, Urano e Gea che unendosi diedero vita al Cosmo. Si iniziò quindi a delineare l'universo come lo conosciamo. Da qui parte la storia che noi tutti conosciamo, ovvero la nascita di Urano. L'unione di Gea e Urano da vita ai Ciclopi e ai Centimani. Per paura di essere spodestato Urano impedisce ai propri figli di nascere. Tuttavia Kronos che Gea aveva nascosto dopo averlo fatto nascere in segreto, evira il padre. Dal sangue fuoriuscito dalla ferita nascono le Erinni, i Giganti e le Ninfe. Dai genitali di Urano finiti in mare nascerà Afrodite...>

< Taglia corto Esiodo, questa storia la conosciamo a memoria: Kronos si unisce a Rea e divora i suoi figli per paura di essere spodestato, ma Zeus – anch'esso nato in segreto – una volta cresciuto spodesta il padre. In seguito c'è la guerra con i titani eccetera eccetera > disse sprezzante Saga che non voleva perdersi in chiacchiere inutili. La sua soglia di sopportazione era al limite.

Esiodo che conosceva il temperamento focoso di Saga lo guardò con un sorrisetto beffardo < come siamo indisponenti > gli disse. Se non fosse stato per l'intervento del pacato Mu probabilmente il Cavaliere di Gemini lo avrebbe disintegrato.

< Come mai tutta la storia di Caos è stata tenuta nascosta nei secoli? E cosa c'entra Elpis in tutta questa storia > concluse guardando sia Esiodo sia Elpis con fare interrogativo.

< In effetti vorrei saperlo anche io. Non ho memorie che possano spiegare ciò > disse Elpis con fare afflitto. Rimanevano ancora troppi interrogativi.

< La storia di Caos è stata tenuta nascosta e dimenticata nelle sabbie del tempo per evitare che venisse ridestato. Dopo che Zeus ebbe imprigionato i Titani era diventato il padrone incontrastato dell'Olimpo ma anche del regno degli uomini. Caos e la sua discendenza che fino a quel momento non si erano mai intromessi nelle faccende divine, per così dire, erano rimasti ai margini a guardare e a pianificare nell'ombra. Poiché fu Caos l'essere primigenio rivendicò, insieme alla sua discendenza tutto il creato. Ovviamente Zeus e gli olimpici si opposero scatenando così una guerra senza eguali. Inizialmente Caos ebbe la meglio imprigionando Zeus e sottomettendo tutti gli altri Déi al suo volere. Distrusse gli uomini e stabilì il proprio dominio >.

All'affermazione “distrusse gli uomini” tutti i presenti si guardarono con fare interrogativo.

Tuttavia il suo regno di tenebra e caos non ebbe vita lunga. Uno dei suoi figli lo tradì liberando Zeus che, con l'aiuto di Ade e Poseidone oltre ché agli Déi minori riuscì a sigillare lui e la maggior parte della sua discendenza. Gli unici che scamparono furono Moros, Notte e Erebo. Da allora, in netta minoranza, i suoi figli hanno atteso il momento più propizio per liberare il padre e i loro fratelli. E finalmente il momento è giunto. I sigilli che imprigionano Caos sono indeboliti e ci sono tutti gli elementi utili al suo risveglio >.

< Cosa intendi con tutti gli elementi utili sono presenti? Si può sapere cosa c'entro io in tutto questo? > disse Elpis.

Esiodo le si avvicinò e guardandola dritta negli occhi le disse < tu eri l'elemento mancante per poter liberare Caos. Ciò che non riesci a ricordare, poiché Zeus ti ha modificato i ricordi, è che da Caos fu generato sia Erebo, portatore di tenebre e disperazione, per così dire, ma anche la speranza tanto cara a tutti noi. Ovvero Caos è tuo padre ed Erebo e Notte i tuoi fratelli. Sei stata tu a tradire Caos e a liberare Zeus. Tu sei la speranza! Quando Zeus sigillò Caos, poiché rappresentava una minaccia a tutta la vita senziente , aggiunse un ulteriore protezione. Solo il tuo sangue avrebbe potuto sciogliere l'ultimo sigillo e liberarlo > disse.

A quelle rivelazioni Elpis rimase di sasso. Lei la figlia di Caos? Certo Zeus avrebbe potuto tranquillamente cancellarle e modificarle i ricordi e per la sua bontà l'aveva considerata una figlia. Quindi molto probabilmente una volta sigillato Caos aveva riforgiato la sua creazione preferita, ovvero gli uomini e con loro la prima donna Pandora. Donato il vaso, aveva messo lei dentro come faro per l'umanità.

< Sei stata richiamata ora perché i sigilli si sono indeboliti. È stato Caos a richiamarti sapendo che sei l'unica in grado di poterlo liberare > le disse Esiodo guardandola negli occhi.

I Cavalieri di Athena avevano ascoltato con molta attenzione il racconto di Esiodo. Avevano trovato ciò per cui erano venuti. Adesso che sapevano si guardarono e annuirono.

< La cosa più saggia da fare in questo momento è riportarti al sicuro all'interno del Grande Tempio. Se, solo il tuo sangue può liberare Caos è importante che tu non venga esposta a pericoli inutili. Penseremo noi a sconfiggere Moros, Erebo e Notte. In fondo, anche se Dèi primigeni, sono solo tre. Sicuramente riusciremo a sconfiggerli >.

Elpis stava per controbattere quando un violento scossone fece tremare tutto il salone facendo cadere a terra tutti i libri e rovesciando gli scaffali. Qualcosa o qualcuno era sopraggiunto. I Cavalieri si guardarono. Sapevano che lo scontro era imminente.


NdA: Buongiorno a tutti! Eccovi un nuovo capitolo. Tutte le opinioni e i consigli sono ben accetti. Vi chiedo quindi di farmi sapere cosa ne pensate!! :)


 


 


 

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